Inconsapevole

di pampu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Uno ***
Capitolo 2: *** Due ***
Capitolo 3: *** Tre ***
Capitolo 4: *** Quattro ***
Capitolo 5: *** Cinque ***
Capitolo 6: *** Sei ***
Capitolo 7: *** Sette ***
Capitolo 8: *** Otto ***
Capitolo 9: *** Nove ***
Capitolo 10: *** Dieci ***



Capitolo 1
*** Uno ***


Buonasera! Qui pampu che vi parla: blu è a comprare gli stivali nuovi e ha lasciato a me l'incombenza di presentarvi questa nuova storia. Come sempre doveva essere qualcosa di breve e, invece, non lo è così tanto. Questa volta abbiamo completamente abbandonato il porno per dedicarci ad una fic flufflosa tutta verde. Spero vi piaccia. Buona lettura!


14 Maggio 
 

(Ore 12:35) Derek, ho già chiamato papà, Parrish e anche la vicina di casa, ma nessuno può. Puoi venire a prendermi a scuola? SS 

(Ore 12:36) Ora? Non finisci tra tre ore? DH  

(Ore 12:37) Credo di avere la febbre. Ho freddissimo e mal di testa. C'è Harris, ti conosce. SS 

(Ore 12:39) Lo so io e lo sai tu che stai mentendo. DH  

(Ore 12:42) Dereeeeek! SS 

(Ore 12:43) Stiles. DH  

(Ore 12:45) Okay. Ieri ho preso tre in chimica e non voglio che papà incontri il prof. Ma davvero non mi sento bene. SS  

(Ore 12:48) Arrivo. DH  

(Ore 12:48) Graziegraziegrazie, sei un amore di lupo! SS  

(Ore 12:49) Seh. DH  

 

(Ore 17:07) Scusa, mio padre è imbarazzante, non so perché abbia fatto quel discorso su protezioni e cose varie. SS  

(Ore 17:09) No problem. Come va la testa? DH  

(Ore 17:12) Quella meglio, ma ho di nuovo freddo. Era molto meglio avere anche te sotto la coperta. MA AVEVI DA FARE! SS 

(Ore 17:17) Ho un branco da allenare. E ti ho detto di mettere un'altra maglia. DH 

(Ore 17:19) Ma prima non l'avevo e stavo bene! SS  

(Ore 17:22) Avevi le mie mani sulla pancia e ho una temperatura di almeno trentasette gradi. DH  

(Ore 17:24) Vieni a farmi di nuovo da cucchiaio dopo? SS  

(Ore 17:29) Vedremo. DH  

 

“Dio, Stiles!” 

“Che c’è?” domanda Stiles strappando il telefono dalle mani dell’amico.  

Scott allarga le braccia. “Siete così imbarazzanti che lo capisco pure io che non siete solo amici.” 

“Ecco, vedi? Non capisci proprio niente” sbotta Stiles lasciandosi cadere sul letto. “Spiegami cosa c’è che non va.” 

“Amore di lupo? Davvero? E sei ancora vivo?” 

Stiles alza gli occhi al cielo. “Lo dico anche a te. E siamo fratelli.” 

“Appunto, siamo praticamente fratelli e non cerco di mordere chiunque mi faccia un apprezzamento.” 

“Solo perché si sta addomesticando non significa che siamo qualcosa.” 

“Sei serio?” 

“Sì.” 

Scott scruta per un po’ l’amico ma l’odore di sincerità che emana è così forte che si ritrova a scuotere le spalle e rimettersi a giocare con lui.  

 

23 Maggio  

(Ore 19.32) Sto arrivando con la spesa. Mi aspetti fuori per aiutarmi a scaricarla? SS 

Stiles invia il messaggio e nemmeno aspetta la risposta consapevole che Derek lo aspetterà davanti a casa. Ed è proprio lì che lo trova venti minuti dopo. Parcheggia la macchina, scende e apre il baule. “Sette borsine? Sei serio, Stiles?” domanda il mannaro.  

Stiles scuote le spalle. “Non è colpa mia se tu preferisci la carne di manzo, Erica quella di vitello, Isaac a colazione vuole le uova con il bacon mentre io i cereali.” 

“Potete pure tornarvene a casa vostra a mangiare.” 

“Ma Deeeer sono il tuo branco, la tua famiglia. Dobbiamo prenderci cura di loro.” 

Derek sbuffa ma non risponde. Prende tutte e sette le borsine in una sola volta e si avvia verso casa con Stiles che lo segue soddisfatto.  

Ci mette esattamente venti minuti a sistemare tutta la spesa ma è certo che riuscirà a trovare tutto ciò che gli serve quando verrà il momento. “Li invitiamo qui a cena?” 

“È necessario?” 

“Deeeer.” 

“Okay, okay. Ma li chiami tu.” 

 

“Cosa ne dite se guardiamo un film?” propone Scott alzandosi dal tavolo.  

“Io ci sto” lo asseconda Isaac seguendolo.  

“Scegliete qualcosa che io vi raggiungo appena finisco di sistemare” dice Stiles.  

“Ti do una mano” si propone Erica cominciando a raccogliere i piatti.  

“Non ne ho bisogno, abbiamo la lavastoviglie.” 

“Abbiamo?” domanda la ragazza alzando il sopracciglio.  

“Certo. Io la so usare, lui no. Quindi direi che è quasi più mia che sua.” 

Erica scoppia a ridere e gli scompiglia o capelli lasciando uno Stiles piuttosto confuso con i piatti in mano.  

Quando hanno finito di sistemare si uniscono agli altri in salotto. Stiles si dirige al fianco di Derek che si sposta leggermente per fargli posto. Si appoggia alla spalla calda del mannaro e comincia a seguire il film. È quasi certo di aver cominciato a capire la trama quando gli occhi gli si chiudono e si addormenta.  

“Ehi, Stiles, è tardi” lo scuote Derek.  

“Mmmmh ancora cinque minuti” biascica rannicchiandosi ancora meglio sul divano.  

Derek sospira. “Okay, avviso John che ti fermi qui a dormire” dice il mannaro consapevole del fatto che Stiles non lo ha minimamente sentito.  

Manda un messaggio veloce allo sceriffo con il telefono di Stiles prima di sollevarlo e portarlo in camera. Lo infila sotto le coperte e fa per dirigersi verso il salotto per dormire sul divano quando Stiles lo prende per il polso. “Tu qui.” 

Derek sospira di nuovo prima di togliersi la maglietta e mettersi al fianco dell’umano.  

 

“Nipoti, la colazione è pronta.” 

Stiles sussulta mentre Derek se lo stringe contro ringhiando. “Peter, cosa fai qui?” 

“Vi ho preparato lo zabaione per rimettervi in forze dopo la vostra notte focos-“ 

“Ti ammazzo” urla Derek lanciandogli una scarpa trovata sotto al letto.  

“Cosa succede?” domanda Stiles strofinando il naso contro il petto di Derek.  

“Peter fa il simpatico. Torna a dormire, lo uccido e poi mi rimetto qui con te” dice Derek alzandosi.  

Stiles lo prende per il polso. “Ci ha preparato la colazione?” 

“Sì.” 

“Allora non puo ucciderlo.” 

“Ma…” 

“Niente ma. Ora farai il bravo e andremo a fare colazione tutti assieme.” 

“Okay” sospira Derek afflosciando le spalle.  

Stiles sorride soddisfatto, si tira la pelle e poi si alza. Si infila la felpa del mannaro e si dirige in cucina seguito da Derek.  

Peter li accoglie servendo due abbondanti porzioni di pancake. I due si siedono al bancone, ancora assonnati. Peter resta in piedi davanti a loro.  

“Derek, tuo zio ci fissa.”  

“Lascialo perdere e mangia.”  

Stiles finisce i pancake, ma Peter è ancora lì, braccia incrociate e un'espressione interrogativa sul volto. 

“Peter, stai bene?” chiede l'umano, sinceramente preoccupato.  

Peter non fa in tempo a rispondere, che Derek si alza, passa una mano nei capelli di Stiles e si chiude in bagno.  

“Peter?” incalza Stiles.  

L'uomo si sposta e gli si siede di fianco.  

“Tu sei sempre stato quello più sveglio, eppure sei sinceramente naturale.”  

“Eh?”  

“Ti comporti naturalmente così, e non te ne rendi conto.”  

Stiles proprio non capisce.  

“Mi riferisco a te e a mio nipote.” 

“Anche tu? Derek ed io siamo A M I C I. Lo so che può sembrare strano perché sembrava non ci sopportassimo, ma è così e dovete farvene una ragione!” risponde stizzito.  

Peter non ribatte, fa spallucce e comincia a sparecchiare.  

Stiles resta seduto lì fino a quando Detek non esce dal bagno, con solo un asciugamano legato in vita.  

“Bagno libero” gli dice, passandogli di fianco e pizzocandogli un fianco.  

Stiles scatta e lo insegue.  

“HALE! Mi hai fatto male!”  

“Ma se non ti ho nemmeno toccato. dov'è la maglia verde?”  

“Stiles si avvicina a lui che guarda nell'armadio.  

“Quale?”  

“Quella a maniche corte, coi bottoni.”  

“Ah, sì. È a casa mia.”  

“E perché?”  

“Perché ce l’avevi due giorni fa, ma ti si era achiata con la pizza.”  

“Ah giusto. Vabe, metto quest’altra. Fa'la doccia, poi ti porto a casa, devi studiare.”  

Stiles si lascia cadere sul letto, sbuffando.  

“Ma non mi vaaa!” si lamenta.  

“Domani hai il compito di matematica. Devi. Alzati.”  

“Ooookay, papino!”  

Derek gli lancia l’asciugamano dietro, mentre Stiles si avvia verso il bagno.  

 

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Capitolo 2
*** Due ***


7 giugno  

(Ore 10:45) ULTIMO GIORNO DI SCUOLA! NON SEI FELICE? SS 

(Ore 10;59) Significa avervi in casa ogni giorno. No, non sono felice. DH  

(Ore 11:03) Antipatico! Hai pensato alla proposta di Scottino? SS 

(Ore 11:17) ? DH  

(Ore 11:19) La vacanza. Il mare. Quindici giorni tutti insieme in una villa sulla spiaggia. SS 

(Ore 11:23) Ah, quella proposta. DH  

(Ore 11:28) E dai, Der! Sarà divertente! SS 

(Ore 12:00) Ci penso. Dopo passo a prenderti. DH  

(ore 12:04) Davvero?? Come mai? SS  

(Ore 12:07) Mi trovo da quelle parti alle tre. DH  

 

“DEREK!”  

Stiles esce di corsa dal cancello della scuola, dopo aver salutato tutti. Sa che non vedrà molti di loro per tutta l'estate, non ha tanti amici lì dentro, ma l’ultimo giorno si è sempre così felici che sembrano volersi tutti bene. Ha salutato anche Scott che è dovuto correre da Deaton, e ha cercato Derek con lo sguardo. Il mannaro è appoggiato allo sportello dell'auto, braccia incrociate e occhiali da sole. Stiles sventola una mano da lontano, mentre gli corre incontro. Si lancia di slancio, abbracciandolo e stampandogli un bacio su una guancia. Derek lo afferra per i fianchi, soprattutto per non farlo cadere. Poi gli scompiglia i capelli quando l'umano si allontana.  

“SONO LIBERO!” dice sorridendo Stiles 

“Lo vedo, lo ved-"  

“CIAO, PICCIONCINI!” urla Erica da lontano, entrando in auto con Boyd 

I due praticamente la ignorano, entrando a loro volta nella Camaro di Derek.  

 

12 Luglio 

“La smetti di saltare sul sedile?” domanda Derek spazientito.  

“Sono felice, okay? Non sono mai stato al mare. E tu sei qua.” 

“Non potevo lasciarti annegare da solo.” 

Stiles sbatte le mani provocando uno sbuffo nel mannaro.  

 

Arrivano alla villa appena prima di pranzo. “Allora, ragazzi, le camere le decido io” comincia Lydia.  

“Perché?” domanda Isaac.  

“Perché io ho trovato questa villa e io e Derek siamo quelli che hanno sborsato di più per permettervi di fare due settimane da sogno.” 

Nessuno ribatte e Lydia, soddisfatta, comincia ad impartire gli ordini.  

 

“Davvero hai pagato di più per permetterci di essere qui?” domanda Stiles curioso.  

Derek scuote le spalle. “Lo volevate tutti così tanto e posso permettermelo.” 

Stiles lo abbraccia. “Grazie. Sei il miglior lupo del mondo.” 

Derek sbuffa ricambiando goffamente l’abbraccio.  

 

Stiles è comodamente sdraiato sul materassino quando chiude gli occhi. È solo un momento dovuto al rilassante moto delle onde. O così gli è parso se non che, ora, si trova al largo e non vede più nessuno. Anzi, a dirla tutta non vede più nemmeno la spiaggia. Il panico comincia a impossessarsi di lui: già si vede cotto al sole e divorato dagli squali nella migliore delle ipotesi. È sull’orlo delle lacrime quando qualcosa urta il materassino facendolo urlare. “Il GPS, ecco cosa devo metterti. Ma come hai fatto ad addormentarti e finire così al largo.” 

“D-der” singhiozza Stiles 

“Ehi, ragazzino, non piangere. Ora ti riporto indietro.” 

Stiles resta in silenzio mentre il mannaro nuota fino a riportarlo a riva. Quando toccano la spiaggia tutti abbracciano Stiles e lui ricambia sempre senza parlare. È Derek che lo toglie dalle attenzioni del resto del branco accompagnandolo a casa. “Vai a fare la doccia.” 

Stiles scuote la testa. “Non mi sono nemmeno bagnato.” 

“Ma sei tutto rosso. Dopo ti metto la crema.” 

Stiles esegue gli ordini in silenzio. Dopo una veloce doccia si siede sul letto, la testa bassa, aspettando che Derek gli metta il doposole. “Ehi, ragazzino, va tutto bene. Stai bene e sei qui.” 

“Come mi hai trovato?” 

“È stato un caso. Ognuno ha preso una direzione diversa e la mia mi ha portato a te.” 

“Grazie.” 

Derek gli scompiglia i capelli senza rispondere. “Vieni ad aiutarci con la cena?” 

“No, non ho fame.” 

“Ve bene, ti porto qualcosa più tardi. Riposa” dice Derek avviandosi verso la porta.  

“Non volevo spaventarvi, mi dispiace” sussurra Stiles 

“Lo so. E sono certo che lo sanno pure loro. Ma puoi sempre venire a dirglielo di persona.” 

“Forse, più tardi” ribatte Stiles stendendosi e rannicchiandosi sotto il lenzuolo.  

 

Stiles si sveglia che fuori è già completamente buio. Allunga le braccia per tirarsi la pelle quando urta qualcosa appoggiato sul comodino. Accende la lampada e trova un vassoio con qualche tramezzino e un biglietto che, però, non è stato scritto da Derek. Mangia. Stiles sorride davanti a quelle premure e si sforza di mangiare anche se non ha davvero fame. Finisce tutto, prende il vassoio ed esce dalla camera. Mentre sta scendendo le scale sente le risate provenire dall’enorme soggiorno. Appoggia il vassoio in cucina e poi raggiunge il resto del gruppo che, appena lo vede entrare, si limita a sorridergli per poi continuare a parlare esattamente da dove si era interrotto. Stiles riconosce il racconto di Scott di quella volta che sono andati in campeggio con gli scout: avevano otto anni, Claudia era morta quell’inverno e John pensava che quell’esperienza gli avrebbe fatto bene. Stiles ancora si chiede come sia sopravvissuto a quelle pericolosissime escursioni. Anche Scott se lo domanda, ma lo sta facendo ad alta voce, raccontando a tutti le loro avventure e provocando l’ilarità generale. Anche Stiles si ritrova a sorridere mentre si dirige verso Derek. Gli lascia un bacio sulla guancia prima di accoccolarsi al suo fianco, il braccio del mannaro a cingergli la vita. 

È notte fonda e loro stanno ancora parlando. Stiles pensa di non aver mai riso così tanto al punto di doversi stendere sul divano per trattenersi la pancia. Il silenzio cala sulla stanza, tutti che lo stanno guardando. “Che ho fatto?” domanda. 

È Isaac a rompere il silenzio. “Hai ancora i piedi.” 

Stiles li guarda e davvero non capisce. “Perchè non dovrei averli?” 

Perchè sono sulle gambe di Derek. Lo stai praticamente usando come zerbino” spiega Erica. 

Stiles fa per spostarli ma Derek li afferra e se li rimette sulle gambe. “Se dovete parlare, continuate con quelle storie imbarazzanti su di lui” ringhia Derek. 

Tutti ubbidiscono e riprendono da dove si sono interrotti. 

 

15 Luglio 

“Sicuro di non voler venire con noi?” gli domanda Scott per l’ennesima volta. 

“Sì, preferisco restare sotto l’ombrellone mentre voi andate a fare il bagno.” 

“Resto io con te” si propone Derek. 

“No, davvero, non ce n’è bisogno. Io resto qua buono buono, promesso.” 

Derek non sembra essere molto tranquillo ma segue tutto gli altri lasciando Stiles solo. 

 

“ATTENZIONE!” 

Un pallone colpisce Stiles in testa. “Scusa, scusa. Sono un idiota.” 

Stiles alza lo sguardo sul ragazzo che si gratta la testa in imbarazzo. “Tranquillo, può succedere.” 

“Cosa ci fai qua tutto solo?” 

Stiles lo squadra un attimo prima di decidere se rispondere o meno. “Mi sono scottato.” 

“Oh, brutta cosa. Ma, se posso farmi perdonare, ho una crema portentosa da prestarti. Comunque sono Theo.” 

Stiles, piacere.” 

Theo gli allunga una mano. “Vieni?” 

“Dove?” 

“Al mio ombrellone così posso metterti la crema.” 

Stiles si lascia incantare da quel sorriso sincero e lo segue. Stanno parlando da mezz’ora quando Derek li raggiunge. “Ma sei impazzito ad essere sparito così? Pensavo ti fossi perso di nuovo!” 

Stiles si rende conto solo in quel momento di non aver avvisato nessuno. “Scusa, non pensavo di farti preoccupare. Lui è Theo” dice indicandogli il ragazzo. 

Derek si limita a fargli un cenno con il capo. “Torniamo a casa?” 

“Arrivo subito” gli dice.  

“È il tuo ragazzo?” gli domanda Theo. 

“No, è solo un amico.” 

“Quindi posso invitarti fuori, diciamo, stasera?” 

Stiles è preso in contropiede: nessuno lo aveva mai invitato ad un appuntamento. Per un momento pensa pure che il ragazzo stia scherzando ma il suo sguardo sincero lo fa ricredere. “Va bene” accetta. 

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Capitolo 3
*** Tre ***


“USCIRE CON UNO SCONOSCIUTO? MA COSA TI PASSA PER LA TESTA, STILES?” 

Stiles pensa di non aver mai visto Derek così furioso. “Ma sembra un bravo ragazzo, è carino. E nessuno mi aveva mia chiesto di uscire.” 

“Vuole solo portarti a letto.” 

“E allora?” 

“Sei vergine.” 

“E allora?” 

“Allora fai quel cazzo che ti pare.” 

“Magari il suo.” 

“Idiota” sbotta Derek per poi andare verso il suo armadio. “Hai già deciso cosa metterti?” 

“Ho detto a Lydia di sì per evitare di essere torturato da lei ma, in realtà, non ne ho la più pallida idea.” 

Derek ci mette due minuti prima di porgergli dei jeans e una camicia nera. Stiles li guarda perplesso. “Sei sicuro? Non sono troppo... seri?” 

“Sì, è esattamente quello che devi sembrare.” 

Perchè?” 

Perchè così non approfitterà di te.” 

Der, nessuno vorrebbe mai approfittarsi di me.” 

Derek lo guarda per poi scompigliargli i capelli. “Forza, vestiti” gli dice prima di uscire dalla camera. 

 

Sono le nove in punto e Stiles comincia ad essere agitato. È fuori ad aspettare Theo quando Derek lo raggiunge. “Sta arrivando, lo sento.” 

“Sto bene?” 

“Sì, sei carino.” 

“Ho messo troppo profumo?” 

Derek si avvicina e gli annusa il collo facendolo rabbrividire. “No, è perfetto. Tieni” gli dice allungandogli qualcosa. 

“Spray al peperoncino? Sei serio?” 

“Così non può approfittare di te. Fai il bravo.” 

“D’accordo, paparino. E grazie.” 

“Io resto qua. Se hai bisogno, se scopri che chiacchiera più di te, se vuoi mettere fine alla serata per qualsiasi ragione, chiamami. Vengo subito a prenderti.” 

Stiles sorride, si allunga per dare un bacio a Derek e poi si avvia verso il suo primo appuntamento. 

 

Stiles sorride per tutta la sera, quasi gli fanno male le guance. Theo lo ha portato sul lungomare, hanno mangiato un panino seduti su un muretto e Stiles è anche riuscito a non sporcarsi. Okay, è stato Theo ad afferrare il pezzo di formaggio prima che gli finisse sui pantaloni, lo ammette. Poi sono andati in spiaggia, in un locale con la musica non troppo forte, proprio come piace a Stiles. Hanno chiacchierato e ha scoperto che Theo ha la sua età, studia e che sogna di diventare architetto. È figlio unico, ha entrambi i genitori ed è lì con i suoi amici di sempre, va in quel posto da quando era piccolo. Ha anche insistito per accompagnarlo, nonostante poi dovesse tornare a casa da solo, ma Stiles ha davvero apprezzato quel gesto. Theo chiacchiera tanto, ma è piacevole, per niente pesante.  

Ora sono quasi sotto il portico e a Stiles cominciano a sudare le mani. E se Theo dovesse provare a baciarlo? Non ha mail baciato nessuno! Come si fa? Sta per iperventilare quando, appena Theo poggia le labbra sulla sua guancia, la porta di casa si apre di scatto. “Oh, scusate, sto andando a buttare la spazzatura" dice Derek veloce, prima di andare verso i bidoni.  

Stiles si rilassa di colpo, Theo gli strappa la promessa di rivedersi il giorno seguente e se ne va, dopo un altro leggero bacio sulla guancia.  

Stiles sale in camera, dopo aver riempito un bicchiere d'acqua, e si siede sul letto scalciando via le scarpe e incrociando le gambe.  

Dopo due minuti, la porta della camera si apre ed entra Derek che, come lui, si toglie le scarpe, prima di sporgersi verso di lui e baciargli una tempia. “Passato il panico?” gli chiede, mentre si toglie la maglietta.  

“Eh? Oh… beh, sì. Suppongo di doverti ringraziare?”  

“Avevo sentito il tuo cuore da quassù, pensavo stessi per morire. E il ragazzino che voleva il coso di quel Theo dov'era?”  

Stiles sbuffa, lanciandogli un cuscino. “Idiota! Era ansia positiva, però!” e mette il broncio.  

Derek si siede dal suo lato del letto, per poi sdraiarsi e dare una spinta a Stiles“Spogliati e mettiti a letto.”  

Stiles obbedisce, soprattutto perché sta morendo di sonno. Si sdraia a sua volta, avvicinandosi a Derek, che è sdraiato di schiena.  

“Mi stai fissando. Dai, racconta" lo sprona il maggiore.  

“È cariiiiino! E intelligente. Vuole fare l’architetto…” e Stiles si perde nelle chiacchiere.  

 

Il mattino dopo, Stiles si sveglia di colpo e a causa di un rumore assordante. “DEREK HALE!” urla, alzandosi dal letto infuriato. Trova Derek nel bagno della loro camera, intento ad asciugarsi i capelli, senza aver avuto la premura di chiudere almeno la porta, per non svegliarlo a causa del phon. “Lo so che mi senti!” urla ancora, contro la schiena nuda del mannaro che non si muove. O almeno non si muove fino a quando Stiles non avanza e gli dà un morso su una spalla, facendolo bloccare e girare di scatto.  

Ops…?” Stiles cerca di mettere su un’espressione innocente, ma Derek illumina gli occhi di rosso e sa che c’è una sola cosa da fare. “PISTAAAAA!”  

Scappare.  

Scende le scale fino alla cucina, trovando lì Erica, intenta a preparare qualcosa ai fornelli, e si nasconde dietro di lei. “Aiutami, Erica, il lupo vule ucc-!”  

“Sì, voglio ucciderti!” ringhia Derek entrando nella stanza. È ancora senza maglia e ha i capelli ancora umidi. Gli occhi ancora rossi.  

“Cucciolo, cos’hai fatto per fare arrabbiare il grande Alpha cattivo?” lo canzona lei, senza però spostarsi.  

“Nulla!”  

“Non hai fatto nulla?” ringhia ancora Derek.  

“Tu mi hai svegliato col phon!” si giustifica.  

“Ehi, che succede?” entra sbadigliando Scott, ancora i segni del cuscino sulla guancia.  

“Questi due litigano come sempre” spiega Erica.  

“Cos’hai combinato, fratello?” chiede Scott rivolto a Stiles 

“E chi ti dice che io abbia fatto qualcosa?” sbotta offeso. 

“Beh, non è Derek che si nasconde e non sei tu quello con gli occhi rossi.” 

“Uffa” si arrende Stiles. “Lui mi ha svagliato facendo rumore e io l’ho morso” poi abbassa il tono, “su una spalla. Mentre era di spalle…” e abbassa anche la testa.  

Erica e Scott sembrano aver smesso anche di respirare ed entrambi fissano Derek.  

“Cosa vi prende?” chiede Stiles 

“Fratello, sei idiota?” risponde Scott. “Mordi un lupo alpha alle spalle?! Avrebbe potuto ucciderti e l’avrei anche capito!!”  

Scott sembra davvero arrabbiato. Erica, invece, pensierosa. Derek, nel frattempo, ha ritirato le zanne, spento gli occhi e ha incrociato le braccia al petto.  

“Dai, ragazzi, ma mi aveva sentito arrivare!” cerca di giustificarsi Stiles, anche se non lo ritiene necessario. Come potrebbe mai ucciderlo, Derek? Sono amici! 

Erica sembra arrendersi e si sposta, lasciando Stiles indifeso. “Se vuoi ammazzarlo, è tutto tuo” si rivolge a Derek ed esce dalla cucina, seguita da Scott che lancia un ultimo sguardo di disapprovazione a Stiles 

Stiles che comincia a mordersi le unghie, guardando Derek col capo basso, da sotto le ciglia. Derek che se ne sta immobile per un po’ poi avanza, lentamente, fino a pararglisi davanti, a pochi centimetri. “Se non fossi stato tu, avrei reagito male, Stiles, non farlo mai con nessuno, okay?” gli dice calmo.  

Stiles annuisce. “Va bene, mi dispiace, okay? Se vuoi puoi vendicarti e mordermi!”  

Derek sembra davvero pensarci, fisssando la mano che stiles gli ha messo davanti alla bocca. L’afferra e lo morde piano, con i denti umani. “Ecco, ora siamo pari!” sorride Stiles, sorpassandolo e facendo per uscire dalla stanza.

Poi, però si gira e si riavvicina a Derek, ancora di spalle.
 Si alza sulla punta dei piedi e gli schiocca un bacio nello stesso posto in cui lo aveva morso poco prima. Gli stringe le braccia attorno alla vita, parlando con le labbra contro la sua pelle. “Bacino sulla bua al lupone offeso!” e scappa via, prima che Derek possa rincorrerlo di nuovo. 

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Capitolo 4
*** Quattro ***


Sono le undici e Stiles sta uscendo dall’acqua, perché il sole comincia a scottare troppo e gli bruciano ancora le spalle. Inoltre, Scott è troppo un lupo e non riesce a batterlo con i racchettoni. Sta per raggiungere Derek che sta leggendo un libro all’ombra, ma qualcuno gli afferra un polso.  

“Ehi, Theo!”  

“Ciao, bel ragazzo! Ancora tutto solo?”  

“I miei amici sono in acqua, ma io sono troppo una schiappa coi giochi” risponde sorridendo ed indicando gli altri.  

Theo sembra illuminarsi. “Allora che ne dici di venire con me?” 

“Dove?” chiede incuriosito. 

“Pedalò! Un tipo ha detto che a largo ci sono anche i delfini in queste zone!” 

Stiles è davvero tentato, non ha mai visto un delfino.  

Dieci minuti dopo è sul pedalò e sta salutando Lydia che è seduta sulla riva.  

Si sono allontanati tanto dalla riva, quando Theo consiglia di smettere un po’ di pedalare, altrimenti si distruggono i piedi e si siede sul borso del mezzo, immergendo i piedi nell’acqua. Stiles lo guarda, un po’ impaurito, e il ragazzo sembra capirlo. “Faccio nuoto da quando avevo tre anni, saprei riportarti a riva sano e salvo. Dai, siediti con me!” 

Stiles si avvicina titubante e camminando piano, per paura di cadere, ma appena si siede e guarda in giù, resta meravigliato. Woooooooah! Ma è stupendo! Guarda quanti pesci colorati!” e batte anche le mani.  

Non sa quanto tempo sia passato, ma sta cominciando a sudare, nonostante sia piacevole stare lì a chiacchierare. Theo deve aver pensato la stessa cosa, perché guarda l’orologio. “Peccato, è quasi passata l’ora e non abbiamo visto nessun delfino, fai un tuffo con me?” chiede.  

Stiles rifiuta, ha davvero paura, quindi resta su mentre l’altro si tuffa e risale dopo due minuti. Si rimettono a pedalare e raggiungono la riva in poco tempo. Theo lo saluta, perché è quasi ora di pranzo e ha detto ai suoi amici che avrebbe cucinato, gli dà un altro bacio sulla guancia, questa volta stringendogli anche un braccio intorno alla vita, e Stiles si avvicina all’ombrellone. Derek è ancora solo. “Ehi, lupone, cosa leggi” dice sporgendosi.  

“Anna Karenina.” 

“Posso sedermi qui?” chiede, sedendosi prima di aspettare risposta, sul telo di Derek.  

Derek, in risposta, sbuffa fintamente infastidito, poi gli passa un braccio intorno alla vita. Stiles appoggia la testa sulla sua spalla, in un gesto automatico. “Ti sei divertito?” chiede il mannaro.  

“Volevo vedere i delfiiini!”  

“Non ci sono i delfini in questa parte di costa. Provava solo a fare lo splendido.” 

Stiles si alza di scatto dalla spalla dell’altro, espressione sconvolta. “Ma davvero?!”  

Derek nemmeno si gira a guardarlo. “Sei troppo intelligente per non saperlo. Ti sei divertito a fare la donzella?”  

Stiles, in modo maturo, gli fa una linguaccia e si alza per tornare a casa.  

 

Pranzano tutti insieme e, dopo pranzo, ognuno va a riposare da qualche parte. Scott, per esempio, si accascia sui divanetti nel corridoio.  

Stiles sta salendo al piano di sopra per andare in camera, ma un calore improvviso e un capogiro lo bloccano. Der…” sussurra quasi, ma sa che il mannaro può sentirlo, è salito solo pochi minuti prima. Infatti, Derek si affaccia dalle scale, poi lo raggiunge, passandogli un braccio attorno alla vita e sollevandolo. Stiles vede tutto nero.  

Freddo. Sente davvero freddissimo. E sente anche un bisbiglio.  

Stiles apre gli occhi e vede subito Lydia e Scott in piedi davanti al letto, che si rivolgono a lui? Ah, no, parlano con Derek che è seduto sul letto di fianco a lui e che ora si è girato. “Ben svegliato, idiota.”  

“E dai, Derek!” lo rimprovera la ragazza.  

Stiles cerca di muoversi, ma è bloccato dalle coperte che ha addosso.  

“Stavi tremando” gli spiega Derek.

Ma 
Stiles sente ancora troppo freddo, quindi si muove, alza un lembo degli strati di coperte e si rivolge al mannaro, biascicando ancora a causa del sonno e del mal di testa. 
“Infilati qui sotto e scaldami!”  

Stiles” lo chiama Lydia, “hai preso un’insolazione, forse non dovresti stare troppo al caldo, anche se hai freddo a causa del tuo corpo che è già troppo caldo…”  

Stiles guarda Lydia, poi Derek. “Poco poco?” chiede, col broncio.  

“Ci penso io a lui, potete andare” ordina Derek, prima di infilarsi sotto le coperte e stringere Stiles a sé, facendogli appoggiare la testa sul suo petto.  

“Non lo dire, lo so, sono un idiota” dice l’umano, mettendosi comodo, con la testa tra il collo e la spalla di Derek. “Grazie” sussurra, per poi sfiorarlo piano con le labbra, in un leggero bacio sotto la mandibola.  

 

Stiles? Ehi, svegliati…”  

Stiles sente la voce di Derek come lontana. Ha mail di testa, gli occhi pesanti e sente ancora troppo freddo. Apre a fatica gli occhi.  

“Ragazzino, ti stai lamentando mentre dormi, credo tu abbia la febbre troppo alta e che ci sia bisogno di un medico, non so cosa fare, non ho mai avuto la febb-“ 

Qui l’unico che sta delirando è Derek, se parla così tanto. Stiles gli afferra un polso, facendolo abbassare. “Calmo, Sourwolf… Sì, ho la febbre… manda Scottino in farmacia a prendere la tachipirina e tu prendi acqua e un panno da mettermi bagnato sulla fronte” e richiude gli occhi.  

Li riapre solo quando sente una bellissima sensazione di fresco sulla fronte, nonostante abbia ancora freddo.  

“Ehi…” Derek sembra davvero spaventato, ma Stiles è seriamente senza forze. Sorride e gli prende un lembo della maglietta tra le mani, quasi come se volesse dirgli che sta bene e ha ancora la forza. E si riaddormenta, fino a quando non è Lydia a svegliarlo questa volta, mentre gli porge la medicina. Stiles registra solo l’azione e la figura di Derek sdraiata al suo fianco, poi crolla ancora una volta.  

Quando riapre ancora gli occhi, Stiles sente la testa davvero pesante ma non ha più così freddo. Si gira sul fianco trovando Derek che lo sta ancora abbracciando. “Come ti senti, ragazzino?” 

“Mi fa male la testa.” 

Derek gli appoggia le labbra sulla fronte. “Non sei più caldo.” 

“Mi dispiace.” 

“Per cosa?” 

“Sembro destinato a rovinarti queste vacanze.” 

“Tranquillo, non volevo neppure venirci qua.” 

“E perché sei venuto?” domanda allora Stiles. 

“Non avreste potuto permettervelo.” 

“Idiota.” 

“Riposa.” 

Stiles chiude di nuovo gli occhi. 

 

18 Luglio 

“Ne sei proprio sicuro?” gli domanda Derek per l’ennesima volta. 

“Sì, Der, tranquillo. Sto bene, sono guarito, è buio e starò lontano dall’acqua.” 

“E?” 

Stiles alza gli occhi al cielo. “Ho anche lo spray al peperoncino ma non penso servirà. Vorrà sicuramente chiudere perché sono sparito per tre giorni.” 

“Non sei sparito, sei stato male. È diverso.” 

“Okay, vado.” 

 

Stiles non è proprio sicuro che Theo non fosse arrabbiato ma, in realtà, Derek aveva ragione. Anzi, Theo è stato molto premuroso nei suoi confronti: lo ha portato in un locale in spiaggia ma, al posto di proporgli un giro lungo il mare, hanno optato per il parco. “Sì, non è romantico come la spiaggia ma, almeno, non rischi di perderti” lo prende in giro. 

“Fai nuoto da quando avevi tre anni. Sapresti trovare il modo per evitarlo.” 

“Hai così tanta fiducia in me?” domanda Theo. 

Stiles non ha il minimo dubbio sulla risposta. “Sì.” 

Theo lo tira a sé e gli appoggia le mani sui fianchi. “È perché ti fidi che giri con lo spray al peperoncino?” 

Stiles arrossisce e abbassa la testa. “Colpa di Derek.” 

“Ci tiene davvero tanto a te.” 

“È il mio migliore amico” spiega Stiles. 

“Pensavo fosse Scott.” 

“È... diverso. Scott c’è sempre stato. Siamo cresciuti assieme ed è come se la nostra amicizia fosse cresciuta con noi. Con Derek è stato tutto diverso. Ci siamo conosciuti per caso, all’inizio ci odiavamo ma, con il passare del tempo, ci siamo resi conto di essere più simili di quanto avessimo mai immaginato. E così abbiamo legato.” 

“Ti piace?” gli domanda inaspettatamente. 

Stiles ci pensa un momento. “Fisicamente è un bellissimo ragazzo. Ma è un mio amico, non sopporterei di perderlo. E la cosa è reciproca.” 

“Quindi non rischio che mi ammazzi se ora ti bacio?” 

Stiles sente improvvisamente le mani sudare e la gola diventare arida. Lo vuole, lo vuole davvero tanto ma ha paura di non essere all’altezza. Vede Theo avvicinarsi lentamente e chiude gli occhi. Sente le labbra di Theo appoggiarsi le sue dolcemente. Resta immobile lasciando che le mani di Theo salgano fino al suo collo carezzandogli le guance. Appena Stiles si rilassa, Theo si sposta ma Stiles gli afferra la maglietta e lo ritira a sé. Lo sente sorridere sulla sua bocca mentre ricambia. Restano abbracciati a baciarsi quasi fino all’alba, fino a quando Theo non lo accompagna a casa. Lo saluta davanti alla porta di ingresso dandogli un piccolo bacio sulla guancia. “Voglio restare vivo ancora abbastanza per poter uscire di nuovo con te” gli sussurra all’orecchio prima di andarsene. 

Stiles sorride mentre rientra, sorride anche mentre sale le scale e apre la porta della stanza. Derek si volta subito verso di lui. “Scusa, ho fatto tardi” dice subito Stiles per paura che sia arrabbiato. 

“Sei felice” risponde invece Derek. “Vieni qui e raccontami tutto.” 

Stiles si stende in fianco a Derek e gli racconta tutto fino a crollare con la testa sul suo petto. 

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Capitolo 5
*** Cinque ***


27 Luglio 

“Mi dispiace” dice Stiles allacciandosi la cintura di sicurezza. 

“Per cosa?” domanda Derek. 

“Beh per averti costretto ad aspettarmi mentre tutti gli altri sono già partiti.” 

Derek alza le spalle. “Non ho molto da fare a casa. E tu dovevi salutare Theo come si deve.” 

Stiles arrossisce. “Ho scoperto che abita nella città vicino alla nostra. Possiamo vederci quando vogliamo.” 

“Mi fa piacere” sorride Derek mettendo in moto l’auto. 

“Posso almeno offrirti la cena prima di rientrare?” 

Derek finge di pensarci su un momento. “Andata.” 

 

31 Agosto 

(Ore 21.54) Deeeer. SS 

(Ore 21.59) No! DH 

(Ore 22.00) DaiiiiiiTipregotipregotiprego. Mi serve il tuo aiuto sul serio. SS 

(Ore 22.03) Non ti farà i compiti delle vacanze! Hai avuto tre mesi per farli. DH 

(Ore 22.04) Non devi farmeli, solo aiutarmi. SS 
(Ore 22.04) E ho dovuto recuperare tanto in questo ultimo mese. SS 

(Ore 22.07) Tanto... cosa? DH 

(Ore 22.08) Sesso. Tanto, tanto sesso. SS 

(Ore 22.11) Bene. E, ora, dovrai recuperare tanti, tanti compiti. DH 

(Ore 22.12) Stronzo! SS 

(Ore 22.35) Domani, alle 8. DH 

(Ore 22.36) SEI IL MIO EROE. SS 

(Ore 22.37) Ti aiuterò ad una condizione. DH 

(Ore 22.38) Quale? SS 

(Ore 22.39) Niente telefono e niente gite fino a quando non avremo finito i compiti. DH 

(Ore 22.40) Ma... SS 

(Ore 22.41) Prendere o lasciare. DH 

(Ore 22.42) Preferirei prendere ma non mi lasci molte alternative. SS 

(Ore 22.43) STILES! DH 

(Ore 22.44) Ti amo anch’io. SS 

 

07 Settembre 

“Smettila di guardarmi così e continua a studiare” lo riprende Derek per l’ennesima volta. 

Stiles si dimena sulla sedia. “Siamo chiusi qua dentro da una settimana. Non ce la faccio più.” 

“Non è colpa mia se ti sei ridotto all’ultimo minuto.” 

“Non è colpa mia se ho conosciuto Theo.” 

Derek lo guarda per un po'. “Sei innamorato?” gli domanda. 

Stiles arrossisce. “Non lo so. Mi piace e molto. Mi da attenzioni che nessuno mi ha mai dato. Gli piaccio nonostante sia una calamita per i guai e non si è spaventato sapendo che mio padre è uno sceriffo.” 

“Facciamo una pausa?” 

“Oddio, sì” esulta Stiles alzandosi di scatto. 

Derek ridacchia seguendolo verso la cucina. “Se fai il bravo e ti impegni, riesci a raggiungerlo prima dell’inizio della scuola.” 

“Mi piacerebbe davvero molto. Mercoledì è il suo compleanno. Ero rimasto d’accordo che lo avremmo passato assieme ma, siccome giovedì comincia la scuola, pensavo di raggiungerlo martedì sera e...” 

“Vuoi che dica a tuo padre che dormi qua?” 

“Lo faresti davvero?” 

“Certo.” 

Stiles abbandona la tazza con il gelato e abbraccia Derek di slancio. “Sei il miglior amico del mondo!” 

 

11 Settembre 

Derek sta sistemando i piatti tolti dalla lavastoviglie quando il suo telefono comincia a suonare. “Stiles?” 

“D-der...” 

Derek molla immediatamente l’asciughino per impugnare meglio il cellulare. “Ehi, ragazzino, che succede? Perché stai piangendo?” 

“Pu-puoi venire a pre-prendermi?” 

“Arrivo subito.” 

Derek abbandona il telefono senza nemmeno farsi dare la posizione di Stiles, non ne ha bisogno, sa che lo troverebbe ovunque. Si trasforma in lupo e comincia a correre lasciandosi guidare dal suo istinto. Non sa quanto tempo ci mette ma non deve essere passato molto perché Stiles ha ancora il telefono in mano. È seduto sul marciapiede, la testa appoggiata alle ginocchia. Derek riprende le sembianze umane. Stiles alza la testa e fa un piccolo sorriso che, però, non arriva agli occhi. “I-i tuoi vestiti sono in macchina” sussurra. 

Derek si riveste per poi avvicinarsi all’umano e sedersi al suo fianco. Non parla, non chiede, sa che sarà lui a farlo quando si sentirà pronto. Stiles si appoggia alla spalla di Derek continuando a piangere. Le dita del mannaro corrono tra i capelli del ragazzo cominciando ad accarezzarlo. “So-sono arrivato qui pensando di fargli una bella sorpresa e, invece...” 

Derek stringe la presa sul corpo di Stiles aspettando il seguito, la rabbia che man mano si fa strada in lui. “Si-si chiama Liam. Lo-lo stava baciando davanti casa.” 

I muscoli di Derek si irrigidiscono. “Lo ammazzo.” 

Stiles gli mette una mano sul braccio. “Po-portami a casa” dice con aria supplicante. 

Derek prende un profondo respiro e gli asciuga una lacrima con il pollice. “Andiamo, ragazzino.” 

Guida la Jeep di Stiles fino al loft e poi accompagna l’umano dentro. Gli dà una delle sue felpe e resta al suo fianco fino a quando Stiles non smette di piangere e non si addormenta. Il sonno del ragazzo è agitato, riesce ad addormentarsi solo all’alba tra le braccia sicure di Derek. 

 

Il sole è alto quando il telefono di Stiles comincia a suonare con insistenza. Ha un terribile mal di testa e un gran freddo. “Deeer” biascica. 

Nessuna risposta. 

Stiles apre gli occhi e si ritrova solo nel letto. “Derek” prova ancora. 

Niente.  

Stiles prende il telefono leggendo il nome di suo padre. “Pronto?” 

“Dove sei?” domanda l’uomo agitato. 

“A casa di Derek, perché?” 

“Non so che cos’è successo ma credo tu mi debba delle spiegazioni. Ho appena arrestato Derek.” 

Stiles sente la terra mancare sotto ai suoi piedi e si risiede sul letto. “Cosa?” chiede sperando di aver capito male. 

“Ha aggredito un certo Theo Reaken.” 

“Quel cretino di un idiota. Sto arrivando” dice Stiles più incazzato che mai. 

 

Stiles si gira verso Derek furioso. Voleva arrivare almeno a casa ma non è riuscito nemmeno a raggiungere l’auto. “Si può sapere che cazzo pensavi di fare?” gli urla contro. 

“Quello che andava fatto. Se lo meritava” risponde Derek calmo. 

“Quello che andava fatto? Sei serio?” 

“Ti ha ferito.” 

“E, quindi, hai pensato che la cosa migliore da fare fosse aggredirlo?” 

“Non l’ho aggredito, l’ho solo spaventato.” 

“TI SEI FATTO ARRESTARE DA MIO PADRE CHE, PER INCISO, NON SAPEVA NULLA DI THEO.” 

“Non è colpa mia se gli hai mentito. E, per inciso, mi ha dato una pacca sulla spalla.” 

“Sarò in punizione a vita e la tua fedina penale non è più pulita. Per cosa? Per un coglione?” 

“La mia fedina non è pulita dalla prima volta che tuo padre mi ha arrestato tempo fa. E, coglione o meno, la prossima volta ci penserà due volte.” 

Stiles lo prende e lo sbatte contro la Jeep stupendosi di esserci riuscito così facilmente. Per un momento pensa che, probabilmente, glielo ha permesso o non ce l’avrebbe mai fatta. “Tu, stupido idiota, sei così... così...” 

“Così come?” gli domanda Derek vicino, troppo vicino.  

Il movimento delle labbra del mannaro attira l’attenzione di Stiles distraendolo dal discorso. “Ringrazia che non sono un lupo o ti starei sbranando.” 

Derek alza il sopracciglio senza essere minimamente spaventato. “Non guardarmi così! Se lo fossi, avresti molta paura per quanto sono incazzato” dice mollando la presa sul mannaro per poi dargli le spalle e allontanarsi. 

“Dove vai?” gli chiede Derek. 

“A casa. Ricordi? Punizione” spiega per poi ripensarci e tornare indietro. “Anzi, macchina mia e torno io con questa. Vattene tu a piedi” continua salendo sulla Jeep e partendo senza nemmeno guardare Derek dallo specchietto retrovisore. 

 

14 Settembre 

(Ore 14.25) Ehi, ragazzino, com’è andato il primo giorno di scuola? DH 

 

(Ore 16.23) Okay, sei arrabbiato, lo so. Ma voglio solo sapere se sei vivo. DH 

 

(Ore 17.58) Ho incontrato John che mi ha detto che sei riuscito a farti mettere in punizione da Harris già il primo giorno. Devo venire a prenderti? DH 

 

(Ore 19.47) Mi risponderai mai? DH 

 

(Ore 21.41) No. SS 

(Ore 21.42) No, cosa? DH 

(Ore 21.44) Non voglio parlare con te. SS 

(Ore 21.45) Quindi salta l’appuntamento di domani? Dovevo accompagnarti a prendere i tuoi giochini di Star Wars. DH 

(Ore 21.46) Sono action figures, non giochini. E tanto sarebbe saltato ugualmente. Sono in punizione. SS 

(Ore 21.47) Ti ho detto che ho incontrato John? Mi ha detto che se ti riporto a casa prima di cena, posso accompagnarti e tu uscire di casa. DH 

(Ore 21.48) Ti ha nominato mia guardia del corpo ora? SS 

(Ore 21.50) Okay, ho capito. Ci sentiamo. DH 

(Ore 21.51) No, no, no. Ti aspetto domani all’uscita della scuola. SS 
(Ore 21.52) Ma sono ancora arrabbiato con te. SS 

(Ore 21.54) Certo. A domani. E vedi di non farti mettere in punizione da Harris. Non ti aspetto. DH 

(Ore 21.55) Stronzo! SS 

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Capitolo 6
*** Sei ***


12 Novembre 

(Ore 22.36) Deeer domani mi accompagni al centro commerciale? SS 

 

(Ore 00.12) Mi dispiace, domani non riesco proprio. DH 

(Ore 00.14) Perché? SS 

(Ore 00.16) Perché ho già un impegno. DH 

(Ore 00.17) Intendevo perché ci hai messo così tanto a rispondermi. È tutt’oggi che mi ignori, non lo fai mai. Nemmeno quando sei arrabbiato. Mi stai nascondendo qualcosa. O qualcuno. QUALCUNO. TI VEDI CON QUALCUNO E NON MI DICI NIENTE? SS 

(Ore 00.19) Stiles, non è importante. DH 

(Ore 00.20) Lo è se mi ignori per lei. O lui. SS 

(Ore 00.21) Stavo solo facendo altro. Con lei. DH 

(Ore 00.22) Oh. Oooooh. TI STO DISTURBANDO? SS 

(Ore 00.24) Se ne è già andata. DH 

(Ore 00.25) Era lì. L'hai portata a casa tua, nella tua tana. È importante o non l’avresti mai fatto. SS 

(Ore 00.28) Stiles, non significa niente. L'ho portata qua per comodità. E nemmeno nel mio letto. DH 

(Ore 00.29) Quindi ti fidi di lei. SS 

(Ore 00.31) Non proprio. Ma la conosco e so che non mi farebbe del male. DH 

(Ore 00.32) Quindi la conoscevi già. La conosco anche io? SS 

(Ore 00.33) Stiles. DH 

(Ore 00.33) Daiiiiiiiii, sono curioso. SS 

(Ore 00.48) È Breaden. Mi vedo con lei. È tornata. DH 

(Ore 01.01) Stiles? DH 

 

(Ore 07.12) Scusa, mi sono addormentato. Sono contento per te. SS 

 

19 Novembre  

(Ore 20:45) SCOTTINO! Sto prendendo le pizze, vengo a dormire da teeee! SS 

(Ore 20:49) Tuo padre non fa storie se dormi due sere di seguito da me? SM  

(Ore 20:51) Naaah! Stasera c'è la partita. Comincia ad accendere l’Xbox! SS 

 

24 Novembre  

(Ore 10:48) BUONGIORNO SOURWOLF! SS 

(Ore 10:56) Cosa diavolo ci fai sveglio alle undici di domenica? DH  

(Ore 10:59) Ho convinto Scott a venire con me alla maratona di Star Wars! Perché QUALCUNO era troppo occupato a fare COSE con Ramba! SS 

(Ore 11:03) Smetterai mai di chiamarla così? DH  

(Ore 11:05) No, direi di no. Ma la incontreremo mai o vi intrattenete solo a letto? SS 

(Ore 11:07) In realtà domani è agli allenamenti. DH  

 

25 Novembre  

Stiles sa che dovrebbe essere già in auto verso la riserva, ma ha freddissimo e ci sono dei nuvoloni grigi che non promettono niente di buono. In più non ha proprio voglia di incontrare Braeden: quella donna gli fa quasi paura e, in più, lo guarda sempre con un sorrisino antipatico, come se lo prendesse in giro. Non capisce cosa ci trovi Derek in lei. Sì, okay, è bellissima e sì, va bene, magari a letto è fantastica, e poi? Derek poi non gli dice mai nulla! Non sa se gli piace davvero o se sia solo sesso!  

Stiles sta per afferrare il cellulare per avvisare che non andrà agli allenamenti, quando comincia a squillare.  

Deeeer…” risponde, con un tono sofferente.  

“No, non se ne parla!” è la risposta che riceve.  

“Ma Derek, ho freddissimo! E di solito sto sempre fermo, quindi avrò ancora più freddissimo lì in mezzo ai boschi!” si lamenta.  

Sente Derek sbuffare. “E se ti dicessi che ci sono un sacco di libri nuovi su tutte quelle leggende che ti piacciono e le erbe e gli incantesimi?”  

“STO CERCANDO LE CHIAVI DELLA JEEP!”  

Stiles in meno di dieci minuti ha anche parcheggiato e si sta avvicinando agli altri. “Ehi ragazzi" saluta.  

“Ehi, umano" ricambia Braeden, al fianco di Derek che con un solo sguardo gli intima di tacere.  

“Ehi, Ramba!”  

Ma Stiles non sa tacere.  

“Su, dato che ci siamo tutti, cominciamo. Stiles, i libri sono tutti lì, nella mia auto, mettiti dove vuoi” e Derek interrompe sul nascere lo scambio di battute.  

Stiles si siede sotto il suo solito albero, una quercia enorme che ha una radice su cui sta comodissimo. Si circonda di libri e si immerge nella lettura. Alza lo sguardo solo quando sente qualcuno urlare (di solito è Erica) o quando sente Derek impartire ordini (di solito a Scott).  

Quei volumi hanno tutta l’aria di essere davvero antichi e sono pieni zeppi di storie e nozioni che Stiles non ha mai sentito nemmeno nominare. È così preso dalla lettura, che sobbalza quando sente qualcosa tra i capelli.  

“Ti ho spaventato” non è una domanda quella di Derek.  

“Non ho i vostri sensi sviluppati! Non mettermi più le zampe nei capelli così!” gli risponde Stiles, puntandogli un indice contro.  

Derek praticamente lo ignora e gli porge una mano. “Alzati, dobbiamo andare, sta per fare buio e Lydia ha una cena di famiglia.” 

“Uh, okay” risponde alzandosi, accettando l’aiuto.  

Si avvicinano agli altri e Stiles si guarda intorno.  

“Aveva da fare” risponde conciso Derek, per poi continuare “ci vediamo la settimana prossima, ragazzi” e si avvia verso la sua macchina, dopo aver dato una leggera spallata a Stiles 

Sta per salire nella Camaro, quando Scott lo raggiunge correndo. Stiles vede i due parlare, Scott sembra anche agitato. Derek poi annuisce con fare che a Stiles sembra divertito e Scott si allontana di nuovo.  

“Fratello” sorride verso Stiles, “tu stasera sei con Derek, vero? Ci si vede!” e salta in sella alla moto, partendo senza nemmeno aspettare il saluto di Stiles 

Stiles che resta lì, da solo, guardandosi intorno sconcertato. Quella situazione gli sembra quasi surreale. Cos’aveva Scott?  

“Resti lì ancora a lungo o sali in auto?”  

Stiles si gira e Derek è ancora lì, di fianco alla Camaro, parcheggiata alla destra della Jeep.  

Sourwolf, magari volevo passare la serata in natu-“ e si interrompe, ricordandosi un dettaglio. “QUELL’ALPHA DEI MIEI STIVALI!” esclama, infuriato, camminando verso Derek sbattendo quasi i piedi sul terreno.  

Derek che inarca solo un sopracciglio.  

“IO NON HO UN IMPEGNO CON TE, STASERA” gli urla Stiles, puntandogli un dito ripetutamente contro una spalla. Derek resta impassibile. “DOVEVO MANGIARE PATATINE FRITTE CON SCOTT A CASA SUA E LUI MI HA SCARICATO A TE!” urla ancora. Derek ora sta ghignando. “NON SONO UN PACCO, POTEVA DIRMELO SE ERA IMPEGN- ODDIO!” si interrompe ancora, “DOVEVA FARE LE COSACCE CON MALIA!” realizza.  

Derek ora sta quasi ridendo. “Basta, me ne vado a casa!” afferma l’umano, risoluto, girandosi e dirigendosi verso la sua auto. Solo che qualcosa lo blocca.  

Derek gli ha stretto le braccia attorno alla vita. “Patatine, film, magari anche una birra che non potresti bere…” gli dice, contro la nuca.  

Stiles sbuffa ancora“E Ramba? Tu non devi fare le cosacce?” e incrocia le braccia, sfiorando quelle di Derek che ancora lo stringe.  

“Oggi è il mio turno con la serata StilesRamba non so dove sia andata.” 

“Oh, e va bene! Però voglio anche la pizza!”  

Derek ride, mentre scioglie la presa. “Porta la Jeep a casa tua, ti seguo e poi andiamo da me con la mia.” 

“Ma poi come ci torno a casa?”  

“Avviso io tuo padre, porta il pigiama.” 

Stiles quasi saltella per l’entusiasmo. “Il mio pigiama è già da te! Su, in auto, lupo!” 

La serata passa come tutte le altre: il film non lo guardano perché Stiles è brillo, Derek cerca di togliergli dalle mani gli oggetti contundenti, Stiles blatera più del solito fino a quando il mannaro non gli ringhia contro e alla fine crolla sul divano, sfinito.  

Solo che la mattina è diversa. Stiles non si ricordava il divano del loft così comodo. Per niente. Apre gli occhi e si ritrova davanti l’enorme vetrata, solo che… è più in alto. Si alza di scatto, beccandosi anche le vertigini, e si guarda intorno. È sul soppalco, in un letto matrimoniale extra, avvolto da lenzuola blu. Stiles, che cazzo ti prende? Perché sei così agitato appena sveglio?”  

Stiles si gira verso la voce di Derek. Il mannaro è alla sua sinistra, steso a pancia in giù, la faccia nel cuscino e… nudo. “E TU perché SEI NUDO?!” appunto.  

Derek nemmeno si muove. “Ho i pantaloni, sotto il lenzuolo. Lo sai che dormo senza maglia” mugugna. 

“ODDIO!” urla ancora Stiles. 

“E ora cos’hai?”  

“QUI DENTRO CI FAI LE COSE CON RAMBA? MA perché SCOPATE TUTTI TRANNE ME? MI HAI PORTATO NELLE LENZUOLA IN CUI FAI SE-“  

Solo che non riesce a terminare la frase, perché Derek lo ha afferrato per un polso, spinto a stendersi di nuovo su un fianco, e gli ha stretto le braccia intorno, bloccandolo. “Taci!” ordina.  

“Lasciami, Derek, mi fa schif-“ 

“Non ci faccio sesso in questo letto!”  

Stiles balbetta qualche sillaba senza significato, poi “oh, okay…” e si mette comodo.  

“Torna a dormire, che è presto” ora il tono di Derek è più calmo.  

Mh mh” annuisce Stiles, ma si rigira nell’abbraccio. “Così sono più comodo”.  

 

(Ore 15:04) Scottino, scusa, non volevo essere invadente. È SOLO CHE VOI TUTTI FATE COSACCE E IO NO E NON HO NESSUNO CON CUI USCIRE SE VOI VI ACCOPPIATE! SS 

(Ore 15:13) Dovresti accoppiarti anche tu, Stiles. SM 

(Ore 15:18) E con chi, di grazia? SS 

(Ore 15:22) Danny? Ti fa il filo da tipo… il primo anno! SM 

(Ore 15:24) Danny è solo gentile! SS 

(Ore 15:27) Il suo odore quando ci sei è tutt’altro che gentile, credimi. SM 

(Ore 15:33) ODDIO, VUOLE FARE LE COSACCE CON ME? SS 

(Ore 15:38) Decisamente. SM 

 

(Ore 13:44) Danny vuole fare le cosacce con me. SS 

(Ore 15:49) E tu vuoi fare le cosacce con Danny? DH 

(Ore 15:52) NON LO SO! Però è cariiiino! SS 

(Ore 15:55) Allora tieni i pantaloni chiusi, ragazzino. DH 

(Ore 15:58) UFFA! SS 

 

(Ore 19.21) Domani sera puoi dire a papà che sono con te? SS 

(Ore 20.14) Perché? DH 

(Ore 20.15) Devo uscire e non voglio che papà mi pedini. SS 

(Ore 20.17) Con? DH 

(Ore 20.18) Danny. SS 

(Ore 20.20) Vedo che hai preso il mio consiglio alla lettera. Comunque domani vado fuori città. Se vuoi dire a tuo padre che sei dai ma fai pure ma se passa da casa mia e non vede la macchina potrebbe sospettare qualcosa. DH 

(Ore 20.21) Sei la mia guardia del corpo, non verrà a controllare. Dove vai? SS 

(Ore 20.22) Breaden. Mi ha chiesto se posso darle una mano con un caso. DH 

(Ore 20.23) Senza di me? Chi salverà il tuo culo peloso? SS 

(Ore 20.24) Starò attento. Tu? DH 

(Ore 20.25) Ho ancora lo spray al peperoncino. SS 

(Ore 20.27) Okay. Chiamami quando torni dall’appuntamento. DH 

(Ore 20.29) Devo prendere appuntamento tra una scopata e l’altra? SS 

(Ore 20.30) Idiota! Risponderò. DH 

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Capitolo 7
*** Sette ***


27 Novembre 

“Pronto?” 

“Hai risposto davvero” urla Stiles dall’altra parte del telefono costringendo Derek ad allontanarlo dal suo orecchio. 

“Te lo aveva promesso. Allora? Com'è andata?” 

Stiles si siede sul letto. “Bene?” 

“Se non lo sai tu. Cos'è successo?” 

“Niente. Siamo andati in un locale gay e abbiamo bevuto qualcosa. Sono stato bene, Danny è davvero, davvero carino.” 

“Ma?” 

“È come se fossi bloccato.” 

Derek prende un respiro. “Non lasciare che quello che è successo con Theo ti condizioni. Sarai abbastanza per chiunque sceglierà di stare con te.” 

“Non penso che Danny sarà quella persona.” 

“Se non gli permetti di conoscerti e tu non conosci lui, non potrai mai saperlo.” 

“Chi sei tu e cosa ne hai fatto del mio disilluso Derek? Quello che non crede nell’amore?” domanda Stiles. 

Derek ridacchia. “Non ho mai detto di non crederci. Non credo sia previsto nella mia vita.” 

“Forse dovresti darti una possibilità anche tu.” 

“Me ne sono già date a sufficienza e non è andata bene. Nessuna delle tre volte. Ma tu sei diverso da me. Hai tempo e te lo meriti.” 

Stiles sente lo stomaco stringersi a quelle parole. “Come sta andando con Ramba?” 

“Se ne è andata.” 

“In che senso?” 

“Abbiamo chiuso il caso e se ne è andata. In realtà, nemmeno me lo ha detto. Mi sono alzato dal letto per fare una doccia e quando sono tornato in camera lei non c’era più. Mi ha lasciato un biglietto.” 

“Tornerà?” 

“Non lo so.” 

Stiles resta in silenzio qualche secondo. “Cosa pensi di fare adesso?” 

“Stavo raccogliendo le mie cose per mettermi in viaggio e tornare.” 

“Sei tanto lontano?” 

“Un paio d’ore.” 

“Ho la macchina parcheggiata davanti al tuo loft. Cosa ne dici se mi faccio trovare lì al tuo ritorno? Forse non meriterai l’amore ma, sicuramente, un buon amico sì. Ti aspetto.” 

“Grazie.” 

 

23 Dicembre 

“Mi spieghi perché avete dovuto stravolgermi il loft? Tutte queste lucine e decorazioni sono orribili. Mi sembra di soffocare.” 

Stiles alza gli occhi al cielo. “Ma Der è Natale!” 

“E allora?” 

“Non sarebbe una cena di Natale senza decorazioni di Natale” risponde ovvio. 

“Nemmeno ho capito perché dobbiamo farla qui la cena di Natale prima di Natale” continua a lamentarsi Derek. 

Perchè la villa di Lydia è occupata e tu sei l’unico con una casa abbastanza grande per tutti. E perché adoro cucinare nella tua cucina.” 

Derek sbuffa. “Poi mi aiuti tu a sistemare tutto e togliere questi aggeggi” si arrende. 

“Va bene, lupone. Vieni ad assaggiare se la salsa per l’arrosto va bene.” 

 

Sono le dieci di sera e tutto il branco si sta alzando da tavola per sedersi in salotto per lo scambio dei regali. Li hanno messi sotto l’albero appena arrivati al loft e, ora, è giunto il momento di aprirli. Dopo nemmeno un’ora c’è carta colorata ovunque e le risate coprono la musica natalizia messa in sottofondo da Stiles. Derek si alza per cercare una scatola dove raccoglierla e dare una parvenza di ordine a quel caos quando Stiles lo anticipa. “Vado io” dice. 

“Fermi tutti e due!” urla Lydia. 

Stiles si blocca non capendo. “Ho pestato qualcosa?” domanda guardandosi i piedi. 

Peter sorride e indica sopra la sua testa. Stiles la alza vedendo un rametto di vischio penzolare sopra lui e Derek. Arrossisce davanti alle incitazioni del branco che richiede il bacio. Derek gli si avvicina e Stiles comincia a sentire caldo. Le mani di Derek gli prendono le guance e lui chiude gli occhi in attesa. Quasi ci resta male quando sente le labbra del mannaro appoggiarsi sulla sua fronte. 

“Ma, Derek” lo richiama Peter. 

Derek che non sembra intenzionato ad ascoltare lo zio e si gira per andare in cucina. “La leggenda...” continua l’uomo. 

“Va bene così” lo interrompe Derek lasciandosi tutti alle spalle compreso uno Stiles più che confuso e silenzioso. 

 

“Sei silenzioso” gli fa notare Derek qualche ora dopo passandogli degli avanzi da mettere in frigorifero. 

Ormai è notte fonda, tutti sono tornati a casa tranne Stiles che lo sta aiutando a sistemare. Derek gli aveva detto che avrebbero potuto farlo il giorno dopo ma Stiles gli aveva ricordato che la mattina seguente doveva assolutamente cominciare a cucinare per la cena della Vigilia. “Cosa?” 

“Non parli da un sacco di tempo. Stai bene?” 

“Sì. Stavo solo pensando.” 

“A cosa?” 

“Di che leggenda parlava Peter?” domanda. 

Derek sospira. “Niente di importante.” 

Der.” 

“Il vischio.” 

“Parli o ti devo tirare fuori le parole con le pinze?” 

“Per i mannari esiste una leggenda simile a quella degli umani. Come già sai, siamo molto legati alla natura e ai suoi segni. E, quando uno di noi senza compagno passa con una persona speciale sotto al vischio, dovremmo baciarla per garantirci un amore vero e duraturo.” 

“E non sulla fronte.” 

“No.” 

Perchè io non sono speciale?” domanda Stiles con un sussurro. 

“No, non è per questo.” 

Stiles lo prende per la manica e lo tira nel centro del salone. Non pensa a quello che sta facendo ma agisce d’istinto. Appoggia una mano sulla guancia di Derek, lo accarezza piano, si alza sulle punte dei piedi e lo bacia lentamente. Si stacca dopo qualche secondo. “Tu meriti un amore vero e duraturo” gli soffia sulle labbra. 

Derek non risponde ma fa un piccolo sorriso. “Non mi hai dato il mio regalo.” 

“Nemmeno tu” gli fa notare l’umano. 

“E chi ti ha detto che te l’ho fatto?” 

Stiles scoppia a ridere. “Ti conosco. Non te l’ho dato perché voglio che tu lo apra domani sera, a mezzanotte, dopo la cena a casa mia.” 

Derek alza gli occhi al cielo sbuffando una risata. “Sei troppo sentimentale, ragazzino.” 

“Lo so. E lo sai anche tu o non avresti pensato la stessa cosa.” 

“Fila a casa che è tardi. Ci penso io qua.” 

“Ma...” 

“A casa. Ora.” ordina Derek illuminando gli occhi di rosso. 

“Va beeeeeneee” lo prende in giro Stiles per nulla spaventato ma vestendosi ugualmente e lasciando il loft. 

 
 

24 Dicembre  

“STO PER ESPLODERE!”  

Stiles è seduto molto scompostamente sul divano di casa sua. Hanno finito di mangiare da poco, hanno già sparechiato ed è distrutto. Scott è andato via da qualche minuto insieme a Malia, avevano un concerto a mezzanotte; Melissa è andata in ospedale e suo padre è andato di sopra perché troppo stanco. Derek dev'essere in giro per casa. “Sei comodo?”  

Oh, eccolo.  

Sourwolfgià è tanto che ho ancora i jeans abbottonati. Ho cucinato troppo!”  

“Te l'avevo detto di non esagerare” risponde Derek sedendosi al suo fianco, prendendogli i piedi e mettendoli sulle sue gambe.  

Ma era tutto buonissimo, vero?” chiede Stiles 

Derek non risponde, ma comincia a slacciargli le scarpe. “Cosa fai, Der?”  

Il mannaro ancora non risponde ma prende un piede tra le mani e-  “OMMIODDIO DOVE HAI IMPARATO? È BELLISSIMO!”  

“Laura portava sempre scarpe col tacco e mi obbligava a massaggiare i piedi, nonostante fosse un mannaro" spiega.  

Stiles chiude gli occhi, estasiato. Dopo pochi minuti, la pace viene interrotta dal rintocco dell’orologio. Der, è tutto molto bello e potrei stare qui in eterno, ma voglio darti il tuo regalo!”  

Derek sbuffa un sorriso e si ferma, lasciando libero Stiles di alzarsi. Il ragazza fruga nella tasca dei pantaloni, tirando fuori un piccolo sacchetto verde, legato con un nastro oro. È… è di poco valore, non ho tanti soldi, lo sai, ma poi ti spiego cosa signif-"  

Derek lo zittisce con uno Shhh e gli strappa il sacchetto dalle mani. Però non lo apre, ma infila la mano in tasca. “Tieni, questo è il tuo” e lancia un pacchetto molto simile, ma rosso, a Stiles che lo afferra sorridendo.  

“Apriamo insieme!” ordina l'umano e sciolgono i nastrini, aprendo i pacchetti.  

Stiles tira fuori un bracciale sottile, di cuoio nero, con al centro una specie di sfera azzurra. Anche Derek sfila dal sacchetto un bracciale. È di acciaio, come una catena, con al centro una barretta di plastica, piena di un liquido verde che si oscilla. I due si guardano, poi Stiles spiega per primo. “Ecco, vedi, nei libroni che mi hai dato l'ultima volta, ho letto di una leggenda del sud America. In pratica quando vuoi davvero bene a qualcuno e vuoi che quel qualcuno abbia sempre un ruolo fondamentale nella tua vita, beh… gliela affidi. Lì dentro" ed indica la fialetta verde, “c'è dell'arsenico. È verde perché sono un romantico e so che ti piace il verde anche se non lo dici, ma è pur sempre un veleno potentissimo”.  

Stiles sfila il bracciale dalle mani di Derek, dopo aver appoggiato il suo sul divano. Mentre glielo mette al polso sinistro, continua a parlare. “È nella giusta dose per uccidere un uomo adulto, tipo me.”  

Alza lo sguardo su Derek, ma il mannaro sta fissando il bracciale. Stiles gli lascia andare il polso, sorridendo appena a quella scena, lasciando che Derek assimili la cosa. Dopo qualche secondo, Derek rivolge lo sguardo al suo regalo per Stiles, che il ragazzo ora si sta rigirando tra le mani. Lo prende, Stiles allunga il polso e lascia che l'altro glielo chiuda. “È strozzalupo" spiega. “Ma tanto l'hai già capito.”  

Stiles ora alza lo sguardo nel suo, gli occhi luminosi, a causa delle lacrime mal trattenute. “Nemmeno nei film succedono cose così assurde, Sourwolf!” sorride, tirando su col naso. “GRAZIE! È BELLISSIMO E SI, STO PIANGENDO E NESSUNO LO SAPRÀ MAI!” ordina.  

Derek, di tutta risposta, gli strattona un braccio e se lo tira addosso, in uno scomposto abbraccio. “Grazie a te, ragazzino" gli sussurra contro i capelli. Stiles tira ancora su col naso.  

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Capitolo 8
*** Otto ***


29 Dicembre  

(Ore 17:06) Fratello, dovevi venirci all'allenamento e non farti mettere in punizione! Erano tutti strani! SM  

(Ore 17:09) Strani? SCOTT, ABBIAMO UN NUOVO NEMICO CHE MANIPOLA LE MENTI? SS 

(Ore 17:12) Ma cosa… no! Nessun pericolo! Solo che erano tutti strani e… affettuosi con Derek. DEREK HALE! SM  

(Ore 17:17) Affettuosi? Li ha ammazzati tutti e ora devo andare da lui, vero? SS 

(Ore 17:19) No! Cioè, ha ringhiato contro tutti e rotto un braccio e una gamba a Peter, ma non ha ucciso nessuno. SM 

(Ore 17:23) E non sai perché fossero tutti affettuosi? E poi in che senso? SS 

(Ore 17:26) Nel senso che Malia gli ha dato una mano a rialzarsi e poi gli ha portato dell'acqua! SM  

(Ore 17:27) Okay, questo è molto strano. Non può essere che sia la tua ragazza ad essere impazzita? SS  

(Ore 17:28) No. Anche Peter ha detto qualcosa tipo “Questo dimostra che avevo ragione io e l'hai davvero trovato". Ma non so cosa abbia trovato. SM  

(Ore 17:30) Lo scopriremo. SS  

 

Forse Stiles ha preso troppo seriamente i messaggi sconclusionati di Scott, se ne rende conto nel momento esatto in cui bussa alla porta di Peter. Che poi il suo pugno nemmeno tocca la porta perché l’uomo lo ha sentito arrivare e gli ha aperto. “Stiles, qual buon vento?” 

Stiles si gratta dietro il collo non sapendo cosa rispondergli per non sembrare idiota. “Ciao Peter.” 

Peter annusa un momento l’aria, fa un sorrisino alquanto inquietante e si sposta dall’ingresso. “Entra, qualcosa mi dice che sarà una fantastica chiacchierata.” 

 

“Allora?” gli chiede Peter allungandogli un bicchiere di succo. 

“Come fai ad avere del succo?” gli domanda Stiles. 

“Quando avrai l’età, te lo farò provare con il rum e ci divertiremo tantissimo” risponde l’uomo ammiccando. “Ma non credo tu sia qui per concederti a me. Per quanto la cosa mi stuzzicherebbe parecchio.” 

“PETER!” 

L'uomo ridacchia. “Forza, parla.” 

Stiles prende un profondo respiro. “In realtà non so bene perché sono qui.” 

“Hai litigato con Derek?” 

“No, no. Ma Scott mi ha detto che oggi tu e Malia vi siete comportati in maniera strana con lui e, visto che io non ho i vostri superpoteri e mi sfuggono parecchie cose, volevo essere sicuro che non gli stesse capitando qualcosa di brutto.” 

Perchè lo stai chiedendo a me?” 

Perchè se così fosse, lui non me lo direbbe mai.” 

Peter si siede di fronte all’umano e si versa del succo improvvisamente serio. “Sta bene, tranquillo. E mi fa davvero piacere che tu ti preoccupi così per lui.” 

“Certo che mi preoccupo, è mio amico.” 

“Solo quello?” 

Stiles lo guarda confuso. “In che senso?” 

“Lui è davvero tuo amico?” 

Stiles non esita nemmeno un secondo a rispondere. “Sì, ed è il miglior amico che possa avere. C'è sempre quando ho bisogno, riesce a togliermi dalle punizioni di mio padre e ha addirittura minacciato il ragazzo che mi ha spezzato il cuore. Sono ancora arrabbiato per quello perché non ne valeva davvero la pena farsi arrestare però, in fondo, in fondo, molto in fondo, mi ha fatto piacere.” 

“Quindi sei speciale per lui.” 

“Sono io la causa di quello che gli sta succedendo?” 

“Più o meno.” 

“In che sens-oh, oooooh. Il bacio sotto al vischio. Ha-ha trovato qualcuno?” domanda improvvisamente senza fiato. 

“Sembri... triste.” 

Stiles fa un piccolo sorriso. “Se lo merita, davvero. Solo... so che per voi mannari trovare un compagno è qualcosa di unico e va bene, davvero. Solo non voglio avere un ruolo marginale nella sua vita.” 

Ora è il turno di Peter di sorridere. “Sono certo che non sarà così. In caso tu abbia bisogno di compagnia, sarò qui” dice facendogli un occhiolino. 

“PETER!” 

 

Quando Stiles esce dalla casa di Peter è già buio, fa parecchio freddo e non si sente meglio di quando è arrivato. Sale in auto ed estrae il cellulare 

(Ore 20.17) Devi dirmi qualcosa? SS 

(Ore 20.18) Dove sei? Sono passato da casa tua ma non c’è nessuno. DH 

(Ore 20.19) Vengo da te. SS 

Nemmeno aspetta la risposta prima di mettere in marcia la Jeep e dirigersi verso il loft. Derek gli ha lasciato la porta aperta e Stiles entra direttamente. Marcia a testa bassa fino ad arrivare davanti al mannaro. “Non voglio che le cose tra noi cambino” soffia fuori. 

Derek gli posa la mano sulla guancia facendogli alzare il viso. “Di cosa stai parlando?” 

“Scott mi ha detto delle cose che mi hanno fatto preoccupare e tu non parli di certe cose con me, così sono andato da Peter che mi ha detto delle cose e... non voglio che cambi.” 

“Frena, frena. Cosa ti ha detto Peter?” 

“Che-che hai trovato l’amore.” 

Stiles...” 

“No, no. Va bene. Pensavo davvero quello che ti ho detto quando ti ho baciato sotto al vischio. E lo penso ancora. Meriti di essere felice, meriti di stare con qualcuno che ti ama. Ma voglio continuare a fare parte della tua vita indipendentemente da questo qualcuno. Voglio continuare ad essere tuo amico, a salvarti il culo peloso, a dormire con te quando sono triste o mi passano brutti pensieri per la testa, a cucinare a casa tua. Voglio continuare ad essere tutto quello che sono ora per te e non essere sostituito.” 

Derek lo prende per il braccio e se lo trascina addosso stringendolo a sé. “Ti prometto che non cambierà niente se è questo che vuoi.” 

“Davvero?” gli domanda Stiles stringendolo a sua volta. 

“Davvero.” 

“Quindi posso restare qui a dormire stanotte?” 

“Non devi nemmeno chiedermelo.” 

 

Stiles si gira nel letto senza riuscire a prendere sonno. “Ehi, ragazzino, cosa c’è?” 

“Pensavo.” 

“A cosa?” 

Stiles si gira e appoggia la testa sul petto di Derek. “Credo che Peter voglia fare cosacce con me.” 

“Devo ucciderlo? Perché mi riesce piuttosto bene la cosa.” 

Stiles ridacchia. “No, riesco a tenerlo a bada. Posso pure minacciarlo” dice accarezzando il bracciale. “Glielo hai detto?” 

“Cosa?” 

“La persona che hai scoperto essere la tua metà, lo sa?” 

“No, ancora no.” 

“Quando pensi di dirglielo?” 

Derek gli accarezza i capelli. “Non lo so. Non so nemmeno se lo farò.” 

Perchè?” 

Perchè se non mi amasse, potrebbe non innamorarsi mai di me. O costringersi a farlo. O scappare da me.” 

“Chiunque sia, sarà fortunata.” 

“O morirà.” 

Stiles gli passa il braccio sul fianco e lo stringe. “Difenderò anche lei. Farò qualsiasi cosa perché tu sia felice.” 

Derek, però, sembra agitato davanti a quelle parole e Stiles se ne accorge subito. “Ho detto qualcosa di sbagliato?” 

“No, no. Solo che non mi piace pensare che tu voglia rischiare la vita per me.” 

Stiles alza la testa e lo guarda. “Non è solo quello” sentenzia. 

“Devo partire.” 

Perchè?” 

“Ho bisogno di stare un po' da solo.” 

“E non puoi restare solo qui?” 

“Qui non sarei mai solo e lo sai.” 

“Prometto di non cercarti, chiamarti o scriverti.” 

Derek fa un piccolo sorriso. “Solo qualche giorno e torno. E tu potrai scrivermi quando vorrai.” 

“Va bene” acconsente Stiles anche se non del tutto soddisfatto da quell’accordo. “Vai da lei o stai scappando?” domanda di nuovo. 

Stiles...” 

“Okay, okay. Proverò a dormire e starò zitto.” 

“In queste condizioni? Cosa guardiamo?” chiede invece alzandosi dal letto per prendere il computer. 

“VADO A FARE I POP CORN” urla Stiles correndo in cucina. 

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Capitolo 9
*** Nove ***


01 Gennaio 

(Ore 00.00) Buon anno Sourwolf! SS 

(Ore 00.23) Buon anno, ragazzino. DH 

(Ore 00.24) Come stai? Ti stai divertendo? SS 

(Ore 00.35) Non sto facendo nulla di che. Tu? DH 

(Ore 00.36) Sono da Lydia ma è come se fossi solo. Mi manchi. SS 

(Ore 00.45) Sono partito da solo due giorni. Staccati dal telefono e vai a divertirti. DH 

(Ore 00.46) Non ho voglia di stare qui. Mi avevi promesso che mi avresti portato al mare. SS 

(Ore 00.47) MI dispiace. DH 

(Ore 00.48) Stai bene? Mi basta solo sapere questo. SS 

(Ore 00.49) Sì, sto bene. DH 

Stiles, cosa fai lì tutto solo?” 

La voce di Peter distoglie l’attenzione di Stiles dal telefono. “Stavo facendo gli auguri a Derek” risponde. 

“Sta bene?” 

“Ha detto di sì. Non ti ha detto dov’è andato?” domanda Stiles davvero curioso. 

“No.” 

“Ma conosci il motivo per cui se ne è andato.” 

Non è una domanda, Stiles è certo che lo sappia. “Non me lo ha detto ma sì, credo di conoscerne il motivo” conferma infatti l’uomo sedendosi al fianco di Stiles. 

“Ho come l’impressione di non essere abbastanza, di non riuscire ad aiutarlo come avrebbe bisogno.” 

Peter gli appoggia una mano sulla spalla. “Gli vuoi bene, ci sei sempre per lui. E lui lo sa. Non credo tu possa fare più di questo.” 

“Ma se ne è andato.” 

“Lui è così, lo sai. Pensa sempre di poter risolvere le cose da solo. Ma tornerà, tranquillo. Cosa ne dici se ti aiuto a dimenticare offrendoti qualcosa da bere? Prometto di non approfittare di te” propone Peter facendogli un occhiolino. 

“Andata.” 

(Ore 01.02) Non farlo ubriacare. E guai a te se lo tocchi. DH 

(Ore 01.03) Sei scappato. Posso fare ciò che voglio con lui. PH 

(Ore 01.04) Ti ammazzo. DH 

(Ore 01.09) Per farlo dovresti tornare. Buon anno, nipote! PH 

 

Stiles si sveglia che il sole è alto. Non ha la più pallida idea ne di che ore siano ne di dove si trovi. Sa solo di essere al caldo e in un letto non suo. Si alza ma una fitta alla testa lo costringe a distendersi di nuovo. “Ben svegliato” gli dice Peter allungandogli un piatto con dentro uova e bacon. 

“Poteri vomitare.” 

Peter ridacchia. “Stai sperimentando il post sbronza. Devi mangiare.” 

Stiles si sforza di mettersi seduto accorgendosi di essere nudo. “Che è successo?” domanda leggermente in asia. 

“Nulla che tu non volessi.” 

“E cosa volevo?” chiede ancora più in ansia. 

“Solo dormire” lo rassicura Peter. 

Stiles si trova a rilasciare il fiato che aveva trattenuto. “Grazie.” 

Peter gli lascia la colazione sulle gambe. “Sarebbe stato così terribile finire a letto con me?” 

Stiles si ritrova a pensare. Sarebbe stato brutto? No, assolutamente no. Peter è un bellissimo uomo ma... “Sento come se fosse una cosa sbagliata.” 

Peter lo guarda interessato. “Perchè?” 

“Non lo so. Credo che a Derek darebbe fastidio la cosa e io non voglio infastidirlo.” 

Peter fa uno strano sorriso. “Mangia e rimettiti in forma che poi ti accompagno a casa.” 

Stiles prende una piccola forchettata e comincia a mangiare mentre prende il telefono. 

(Ore 08.47) Dove sei? DH 

(Ore 11.20) Da Peter. SS 

(Ore 11.21) E cosa fai lì? DH 

(Ore 11.22) A quanto pare sono rimasto a dormire qui. SS 

(Ore 11.23) Se ha approfittato di te, lo ammazzo. DH 

(Ore 11.24) Dovresti smetterla di vedermi come una povera donzella indifesa. Se volessi andare a letto con lui ci andrei. Ma, siccome non voglio, non gli permetterò di approfittarsi di me. So difendermi, sai? Non sono solo un umano indifeso. SS 

(Ore 11.26) Lo so. Ma mi preoccupo lo stesso per te. Non posso farci niente. DH 

(Ore 11.27) Se fossi davvero preoccupato per me non te ne saresti andato. SS 

Stiles è furioso e nemmeno capisce il perché. Sa solo che si trova dove non vorrebbe essere e con la compagnia sbagliata. Si alza dal letto e comincia a rivestirsi. “Tutto bene?” gli domanda Peter. 

“No” ammette Stiles. “Ma non è colpa tua” si ritrova a dire per non ferire quell’uomo che, nonostante tutto, si è preso cura di lui. 

“Ti riporto a casa” gli dice senza chiedere altro. 

 

05 Gennaio 

Stiles non sente Derek da quasi una settimana. Sa di aver esagerato, di essersela presa per nulla, ma il fatto che il mannaro non lo abbia più cercato lo ha ferito più di quanto voglia ammetterlo. 

Continua ad aprire la schermata dei messaggi per poi mandarsi a quel paese da solo e far partire la chiamata. Ci vogliono cinque squilli perché Derek risponda. “Pronto?” 

“Sei vivo?” 

Perchè non dovrei?” 

“Non ti sei più fatto sentire.” 

“Eri arrabbiato e non ho capito il perché.” 

Stiles si ritrova a grattarsi il retro del collo come se lo avesse davanti. “Sì, a proposito di questo... mi dispiace. Ho scoperto cosa vuol dire avere il post sbronza.” 

“Lo ammazzo...” 

“Come stai? Cosa stai facendo?” 

“Sto lascianado andare la mia parte animale. Qui posso farlo.” 

“Ti aiuta?” 

“Molto.” 

“Sono contento per te.” 

“Tu stai bene?” 

“Non pensavo di dirlo ma spero cominci presto la scuola perché mi sto annoiando senza di te. Tornerai presto?” 

Derek esita. “Non lo so.” 

Stiles sente lo stomaco stringersi. “Okay, prenditi tutto il tempo che ti serve. Ti aspetto qui.” 

 

10 Gennaio

Stiles ha appena messo piede fuori la scuola ed è stanchissimo. I primi giorni post festività sono sempre stati pesanti, ma ora, senza nessuno con cui distrarsi, è esasperato. Scott ha avuto un litigio con Malia, quindi è troppo preso col farsi perdonare, Lydia ha iniziato la preparazione per il college e lui non sa cosa fare.  

Arriva a casa insieme a suo padre, che è appena sceso dall'auto. “Figliolo, mi fa quasi strano vederti a casa dopo la scuola” gli dice.  

“Mi hanno abbandonato tutti!” risponde sorridendo.  

“Derek? Non vai più a studiare al loft?”  

“È fuori città non so per quant-" ma un suono lo interrompe. “Oh, mi sta chiamando!” dice, guardando il cellulare e correndo verso il piano di sopra. Risponde mentre si lancia sul letto. “Ehi, Der!” e un sorriso spontaneo gli incurvate le labbra.  

“Ragazzino. Sei già a casa?”  

Yup! Sono distruuuuutto! Oggi Harris era peggio del solito. Tu che fai?”  

“Ho fatto un giro per negozi, dovevo fare la spesa, ora sono rientrato.”  

“Oh, hai comprato anche delle verdure? Non si mangia solo carne, lupo!”  

Derek sbuffa una risata. Stiles lo immagina mentre alza gli occhi al cielo. Sta per chiedergli che programmi ha per la giornata, ma dall'altra parte del telefono sente una voce femminile. “Deeeer! Con chi parli? Vieni di qua, ho bisogno di teeee!”.  

Stiles ingoia uno strano magone, prima di rispondere. “Vai, la tua lei ti sta chiamando…”  

Stiles" tenta di ribattere Derek, ma Stiles lo interrompe.  

“Io devo fare i compiti! Ciao!” e mette giù. 

Sta davvero per mettersi a studiare, una strana sensazione all'altezza dello stomaco, quando sente dei colpi contro la finestra. Per un attimo Stiles pensa possa essere Derek, anche se sa che è impossibile. Infatti, dall'altro lato del vetro c'è Peter.  

“Peter? Cosa diavolo ci fai fuori camera mia? C'è papà di sotto!”  

L’uomo nemmeno risponde. Scavalca e si siede sul suo letto. “Salve, Stiles. Passavo di qui e ho pensato di passare a salutarti. Come stai?”  

Siles incrocia le braccia al petto.  

“Okay, okay” si arrende l’uomo, alzando le mani. “Passavo davvero di qui per caso e ho sentito puzza di rabbia e tristezza. E davvero mi sono preoccupato.”  

Stiles si lascia cadere sulla sedia. “Posso fidarmi o parlerai con Derek?” chiede. Peter mima il cucirsi la bocca. “Okay. Eravamo al telefono e ho sentito la voce di una donna che lo chiamava.”  

“E sei geloso" afferma l’uomo.  

“No! No! È che lui mi ha detto di dover pensare, voler stare da solo e, invece… invece è andato dalla sua compagna. Perché non mi ha detto la verità?” chiede, abbassando lo sguardo.  

"Anch’io sapevo fosse solo” risponde, e Stiles sente un tono sincero. “Se vuoi, posso chiedergli dov'è, ma dubito voglia dirmelo.”  

“No, non te lo direbbe mai. Vorrei solo sapere se sta davvero bene e se tornerà mai. Io… io lo capirei se volesse stare con lei, è giusto, è… è così l'amore, no?”  

“Non lo so, non mi sono mai innamorato.”  

Stiles alza lo sguardo, incontrando quello di Peter. “Davvero? Nemmeno della mamma di Malia?”  

“Assolutamente no, ma mi piaceva molto.”  

“Oh… nemmeno io.”  

Peter si alza e gli si mette di fronte, abbassandosi sui talloni. “Tu sei ancora molto giovane, Stiles, hai tanto tempo per trovare l'amore o per lasciare che sia l'amore a trovarti.”  

“Sei diventato saggio?”  

“Lo sono sempre stato. Siete voi che siete troppo impegnati a credermi pazzo!” e si rialza, passandogli una mano tra i capelli. Posso darti un consiglio?”  

Stiles annuisce. 

“Non insistere con quell'idiota di mio nipote. Se non ti ha detto qualcosa, forse, nella tua testa contorta, ha dei giusti motivi. Lascia che sia lui a parlarti, ormai lo conosci.”  

Siles annuisce ancora. Peter sventola una mano e salta giù dalla finestra.  

“PAPÀ! ESCO!”  

Stiles lo urla scendendo le scale, incrociando su padre in corridoio. Il cellulare ancora sul letto.  

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Capitolo 10
*** Dieci ***


Stiles sta passeggiando nella riserva ormai da quasi due ore. Sta per fare buio, ma stare lì, in silenzio, lo rilassa come poche cose. 

È ancora arrabbiato, davvero non capisce perché Derek non gli abbia detto di essere andato da Breaden! Dopotutto credeva di essere stato chiaro con lui: voleva vederlo felice, non gli interessava con chi, ma non voleva essere escluso dalla sua vita. 

Inciampa in una radice e si ferma: il buio gli impedisce di vedere bene dove si trova ma è quasi certo di non essere mai arrivato fino a lì. La mano corre istintiva sulla tasca dei pantaloni trovandola vuota. Fantastico! Ci mette esattamente cinque secondi per rendersi conto di essere da solo, in una parte della riserva sconosciuta, senza telefono e senza nessuno in grado di trovarlo. Si appoggia ad un tronco cercando di impedire ad un attacco di panico di avere la meglio su di lui quando un rumore attira la sua attenzione. 

“Okay, okay, niente panico. Non posso restare qua tutta la notte, sono troppo esposto. Der mi ha insegnato ad orientarmi con le stelle. Devo solo trovare un punto da dove posso vedere il cielo” si dice per calmarsi mentre riprende a camminare. 

Sa di vagare completamente a caso ma restare fermo lo renderebbe una preda più facile. Anche se Derek non ha mai smesso di ricordargli che lo sarebbe comunque. Se solo fosse lì, lo guarderebbe sicuramente con la sua solita espressione giudicante. Se solo fosse lì, lo avrebbe già trovato e portato a casa dopo avergli fatto una bella ramanzina che si meritava tutta. Ma Derek non era lì, aveva preferito andare da Breaden senza peraltro dirgli nulla. Quindi non gli restava che arrangiarsi da solo, uscire da lì e poi, magari, chiamarlo per dirgli che poteva benissimo cavarsela da solo. 

Comincia ad avere i primi dubbi dopo essere passato per la seconda volta davanti allo stesso albero. La prima volta non ne era certissimo così gli aveva fatto un segno con il coltellino che aveva sempre con sé. La speranza svanisce quando, nonostante avesse cambiato direzione, si trova ancora davanti a quel fottutissimo albero. “Ti odio!” urla Stiles. 

Sa che non ha il minimo senso, specialmente visto che il soggetto a cui è rivolto è felice e lontano da lui. E nemmeno sa dove si trova in quel momento. Ma non può fare a meno di essere arrabbiato con lui perché è solo colpa sua. E se morirà, dovrà sentirsi responsabil-no, non può assolutamente pensare di essere un altro senso di colpa di Derek, non se lo merita. 

Si fa forza e ricomincia a camminare sperando di aver azzeccato la direzione giusta quando un rumore lo fa sobbalzare. Svolta a sinistra e quelli che sembrano passi lo seguono. Aumenta la velocità e anche la creatura che ha dietro si velocizza. Comincia a correre disperato fino ad inciampare e ruzzolare senza fiato. Due occhi brillano nel buio. “Derek?” si trova a sussurrare. 

Stiles!” 

“Scott? Cosa ci fai qui?” 

“Ti stiamo cercando da ore.” 

“Mi-mi dispiace. Non volevo farvi preoccupare. Ero uscito solo per fare un giro e schiarirmi le idee e invece...” 

“Sei finito qui.” 

“Non so nemmeno il perché.” 

Perchè sei innamorato” gli dice Scott caricandoselo sulle spalle. 

“Non sono innamorato di Derek.” 

“Certo. Quindi non mi hai chiamato Derek sperando fosse lui il principe azzurro venuto a salvarti?” 

“No, io...” 

“Fratello il tuo cuore sta per esplodere. E sto correndo io, non tu.” 

Stiles stringe maggiormente la presa e affonda il viso nel collo di Scott. “Merda! Sono innamorato di Derek” sussurra. 

“Andrà tutto bene” lo conforta appoggiandolo a terra, davanti al loft di Derek. 

Perchè siamo qui?” 

“Diciamo che lo abbiamo usato come base per le ricerche.” 

“Vi ho proprio fatto spaventare, mi dispiace. Papà?” 

“Non sa niente. Gli ho detto che eri a dormire da me.” 

“Grazie.” 

“Dai, andiamo a scaldarci. Stai congelando.” 

Nel loft Stiles trova tutto il branco ad accoglierlo. Lo abbracciano come se non lo vedessero da giorni quando, in realtà, era scomparso solo da poche ore. Sta cercando di evitare che Peter lo tocchi troppo quando la porta si spalanca di nuovo. “Stiles!” 

Quella voce lo fa bloccare sul posto riportando a galla tutta la sua rabbia. “È tutta colpa tua!” gli urla contro. 

“Colpa mia? Per quale ragione? Ti ho forse detto io di andare da solo nella riserva, di notte, senza telefono?” 

“Mi hai mentito! Mi hai raccontato un sacco di palle. Mi hai lasciato solo mentre io...” Stiles si blocca a causa di quello che stava per dire. 

Derek sembra trattenere il fiato. “Mentre tu?” mormora appena. 

Stiles non risponde ma corre a chiudersi in bagno. Si rannicchia contro la porta maledicendo se stesso e la sua linguaccia lunga. Sente il brusio fuori, i presenti che pian piano se ne vanno e il silenzio che resta poco dopo. 

Stiles.” 

“No.” 

“Dai, esci.” 

“Ho detto di no.” 

Perchè?” 

“Puzzo.” 

Un rumore strano proviene dalle sue spalle che si trovano improvvisamente senza appoggio facendolo crollare all’indietro. Derek si accovaccia al suo fianco e lo annusa. “Hai sempre il solito odore” gli dice. 

Stiles distoglie gli occhi dallo sguardo di Derek. “Sei stato tu a dare l’allarme?” gli chiede. 

“Mi hai buttato giù il telefono e non rispondevi più. Ho chiamato Peter e John gli ha detto che eri uscito di corsa. Ho preso il primo volo che sono riuscito a trovare.” 

Perchè?” 

Derek si avvicina e lo bacia piano. Stiles sente il fiato mancargli e lo stomaco chiudersi ma in maniera piacevole. “C’è ancora del vischio e non me ne sono accorto?”  

“Idiota! Perché ti sei arrabbiato così? E non dire perché ti ho mentito, non è vero.” 

“Tu perché mi hai baciato?” 

“Penso per il tuo stesso motivo.” 

“E Breaden?” domanda. 

“Cosa c’entra lei adesso?” 

“Non eri con lei?”  

“Certo che no. Ero da Cora visto che è incinta e tra poco divento zio.” 

Stiles si copre gli occhi con le mani. “Sono uno stupido. Mi dispiace così tanto. Sono arrivato a conclusioni senza... e tu sei corso qua per niente e l’hai lasciata sola e...” 

Derek lo zittisce baciandolo di nuovo. “Sono venuto qua per te. Mi sembra un motivo più che valido. E hai ragione, dovevo dirtelo. Ma la gravidanza era a rischio e Cora non voleva dirvelo prima di essere certa che tutto andasse bene.” 

“Ora cosa facciamo?” 

“Direi che dovresti farti una doccia calda e poi, visto che tuo padre pensa che tu sia da Scott, resti qui a dormire, con me.” 

Stiles si morde un labbro. “C’è una possibilità di fare cosacce con te? Magari sotto la doccia. O nel letto. O in entrambi i posti.” 

“No, Stiles, non faremo niente.” 

Perchè?” 

Perchè voglio fare le cose con calma.” 

“Ma...” 

“Niente ma, fila in bagno. Ti rimetto la porta.” 

 

Stiles si rigira tra le braccia di Derek e gli strofina il naso nel collo. “Ora dovremmo dirlo a tutti gli altri?” 

“Credo lo sappiano. Peter mi ha lasciato una bottiglia di vino prima di andarsene.” 

“E me lo dici solo ora?” 

“No, Stiles, non ti farò ubriacare. Anzi, non ti ubriacherai mai più. E devo uccidere ancora Peter.” 

Perchè? È stato così carino a prendersi cura di me.” 

Derek prende il telefono, apre la chat con lo zio e gli mostra una sua foto: è nel letto dell’uomo, la bocca spalancata e quella è bava? “Okay, puoi ucciderlo. Sei anche bravo. E cancellala, subito!” 

“Non ci penso proprio.” 

Stiles fa scivolare la mano sul petto di Derek e comincia a scendere sicuro. Il mannaro gli blocca il polso. “Fai il bravo!” 

“Cancella la foto!” 

Derek alza gli occhi al cielo e ubbidisce. “Contento? Ora dormi.” 

Stiles sorride vittorioso, si avvicina a Derek e lo bacia. “Credo di amarti” sussurra. 

“Io ne sono certo.” 

“Del fatto che ti amo? Sei così sicur-"  

“Sono certo del fatto che ti amo io, idiota" risponde Derek, dandogli un bacio tra i capelli. 

“Io… io se fossi un lupo" comincia Stiles, “se fossi un lupo saresti il mio compagno. Ne sono sicurissimo!”  

“Bene."  

Stiles si allunga, sfiora piano le labbra del mannaro, poi lo guarda negli occhi. Sono sempre stato così inconsapevolmente fortunato ad averti al mio fianco, meraviglioso sourwolf!”  

Derek, di tutta risposta, se lo stringe contro, consapevole, da sempre, di essere lui quello fortunato tra i due.  


Note di Pampu: ed eccoci alla fine di questa storia estremamente flufflosa e nemmeno piena di cosacce. Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, chi ha commentato o solamente letto in silenzio. Grazie a tutti, davvero! Speriamo davvero vi sia piaciuta e vi abbia fatto sciogliere a dovere. Speriamo anche di tornare presto con qualcosa di nuovo.

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