C'erano una volta... gli anime

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sperduto in mezzo al nulla ***
Capitolo 2: *** Farsi difendere da una donna ***
Capitolo 3: *** Un aiuto obbligato ***
Capitolo 4: *** Timori sofferenti ***
Capitolo 5: *** Una traccia non indifferente ***
Capitolo 6: *** Il santuario proibito ***
Capitolo 7: *** Segreti terrificanti ***
Capitolo 8: *** Un destino legato ***
Capitolo 9: *** Il riflesso della felicità ***
Capitolo 10: *** Scheletri nell'armadio ***
Capitolo 11: *** Una creatura pericolosa ***
Capitolo 12: *** Un salvataggio insperato ***
Capitolo 13: *** Una vecchia conoscenza di Ryo ***
Capitolo 14: *** Il piano di Vermouth ***
Capitolo 15: *** Il traffico dell'oro ***
Capitolo 16: *** Il buio oltre la paura ***
Capitolo 17: *** La setta dei sei cavalieri ***
Capitolo 18: *** Un ninja spietato ***
Capitolo 19: *** L'aiuto delle sirene ***
Capitolo 20: *** Il mistero della carta del drago ***
Capitolo 21: *** Un gioco di carte molto pericoloso ***
Capitolo 22: *** Alleanze difficili ***
Capitolo 23: *** Il comando degli spiriti ***
Capitolo 24: *** Il silenzio degli innocenti ***
Capitolo 25: *** Una città ferita ***
Capitolo 26: *** Seconda esplosione ***
Capitolo 27: *** Il gioco delle coppie (prima parte) ***
Capitolo 28: *** Gelosie d'amore (il gioco delle coppie seconda parte) ***
Capitolo 29: *** Pretendere con la forza ***
Capitolo 30: *** La talpa ***
Capitolo 31: *** Cuori spezzati ***
Capitolo 32: *** Legami indissolubili ***
Capitolo 33: *** Sul fronte del santuario ***
Capitolo 34: *** Evocazioni dagli inferi ***
Capitolo 35: *** La creatura della luce ***
Capitolo 36: *** L'inizio del futuro ***



Capitolo 1
*** Sperduto in mezzo al nulla ***


La pioggia stava cominciando a scendere in quel giorno freddo di metà novembre.
Doveva essere un trasloco tranquillo e lascio come l’olio.
Ma Federico non avrebbe mai immaginato di rischiare la vita per un banale incidente a causa di un pedone in mezzo alla strada.
La visione era ridotta anche a causa del tramonto del sole, e quando il sole fece capolino alla sera, l’oscurità divenne sempre più invadente.
Il giovane ragazzo doveva arrivare a Tokyo qualche ora dopo per andare finalmente ad abitare in un appartamento insieme ad un’amica di vecchia data.
Ma Federico non arriverà mai a destinazione, lasciando in preda a mille preoccupazioni la sua amica.
Con il cellulare scarico e i documenti messi in qualche scatolone, il ragazzo si apprestava ad aprire gli occhi dopo essere svenuto per chissà quanto tempo.
“Sono arrivato a destinazione? Ho un fortissimo mal di testa e non mi riesce ricordare niente.”
Federico voleva continuare a dormire in quella macchina talmente scomoda che già in due persone sarebbe stata piena.
Ma doveva riuscire a capire che cosa stava succedendo in quel frangente mentre la macchina non riusciva a ripartire in nessun modo.
Attendendo che la pioggia finisse, Federico cercava di rimembrare alcuni suoi ricordi del passato, ma niente.
Sembrava che la sua mente avesse fatto reset e non avesse intenzione di riprovare a ricordare anche un cenno di passato recente.
“Mi sento sperduto anche se rimango rinchiuso qua dentro” pensò il ragazzo “E come se non bastasse, il mio mal di testa non accenna a passarmi.”
Se fosse stato per lui avrebbe preso la sua testa e staccata dal resto del corpo evitando così di sentire del dolore.
Ma tutto ciò era impossibile.
“Non ho nemmeno un telefono cellulare che mi possa aiutare. Sono solo in questo mondo che non sa darmi alcuna risposta.”
Dopo aver atteso per più di un’ora nella sua auto, la pioggia finalmente aveva fatto spazio al sereno.
Era una bellissima notte stellata e anche se aveva appena fatto burrasca, la temperatura era molto piacevole.
“Adesso proverò a camminare e a rimanere in piedi per un po’.”
Ma una volta sceso dalla sua auto, Federico cadde subito a terra vomitando di conseguenza.
“Non ricordo di essere stato così male in tutta la mia vita. Che diavolo mi sta succedendo?”
Passato il momento di crisi, Federico si fece forza avanzando verso l’ignoto e aspettando qualcuno che potesse passare nei paraggi.
Il giovane ragazzo non riusciva a capire nemmeno che ore erano, rimanendo fuori dalla sua abitacolo per quasi un’ora.
“Credo che non passerà nessuno da questa strada… Eppure pensavo che fosse la via più rapida per arrivare a Tokyo senza are l’autostrada. Ma la prossima volta andrà diversamente.”
Con la stanchezza che si stava facendo spazio nella sua mente, Federico cercò di accasciarsi nella sua auto per riprendere un po’ d’energie.
Ma un rumore di passi molto vicino a lui lo svegliò di soprassalto mettendolo in allarme.
Spegnendo i fari dell’auto, Federico si posizionò dietro l’auto per paura di venire scoperto.
“Sono sicuro che quest’individuo non ha delle buone intenzioni. Devo subito fare qualcosa, altrimenti…”
Ma improvvisamente l’individuo misterioso si affacciò dalla sua auto spaventandolo.
Era un uomo alto e possente con indosso un maschera molto scura.
Ma Federico non riuscì a vedere di più a causa dell’oscurità troppo forte.
Una volta fattosi coraggio, il giovane ragazzo aprì lo sportello facendo piombare l’individuo per terra.
< Chi diavolo sei tu?! > gridò Federico < Che cosa vuoi da me?! >
Ma il ragazzo non accennava ad avvicinarsi a lui per paura di essere attaccato con un colpo a tradimento.
Mentre l’individuo misterioso rimaneva a terra senza muoversi, Federico diveniva sempre più impaziente.
< Alzati, maledetto! Non puoi rimanere a terra sull’asfalto per tutto il resto della tua vita. Prima o poi dovrai alzarti. >
Sentendo alcune voci nelle vicinanze, alla fine il suo nemico si alzò molto lentamente fissandolo con i suoi occhi stranamente dorati.
“Oh cielo. Sono spacciato.”
< Stai lontano da me. Non avvicinarti. >
< Non lo farò. Stai tranquillo. > ribatté l’individuo con una voce roca maschile.
< Sei tu che mi sei venuto addosso di proposito? >
< Non di proposito… Scusami, ma non ti avevo visto. Ero distratto dai miei inseguitori che non mi davano un attimo di tregua. >
< Inseguitori? >
< Sì. Ho commesso una sciocchezza che mi sta costando molto caro. Ed è per questo che mi trovo in mezzo a questa foresta nel buio della notte. >
< Quindi sei un ricercato della polizia? Non riesco a capirti. >
< Meno cose sai meglio è per te. Per il tuo bene… Non vorrai che una moltitudine di nemici ti venga a cercare, vero? >
< E’ il mio ultimo desiderio… >
< Bene, vedo che riesci a ragionare nonostante l’incidente di poco fa’. >
< Però ho un grave problema: non riesco a ricordare chi sono. >
Sentendo le parole di Federico, l’individuo misterioso emise un sorriso strozzato come se si volesse burlare di lui.
< Perché stai ridendo? È una faccenda molto seria. >
< Una faccenda che non mi riguarda minimamente. Adesso non ho tempo di ascoltare i tuoi piagnistei. Non sono ancora del tutto salvo. >
< E io che cosa faccio, scusa? >
< Non lo so. Perché non provi a tornare indietro da dove sei venuto? Magari alla fine riuscirai a ricordarti chi sei veramente. >
< E se ciò non dovesse mai accadere? >
< Ascoltami bene, ragazzo: tu non sei mio padre o una persona legata a me in qualche modo. Quindi cavatela da solo. Come ho fatto io per tutto il resto della mia vita. >
Mentre l’individuo cercava di sfuggire da Federico, alla fine fu fermato da una pattuglia che per poco non lo investì.
< Dannazione! Sono in trappola! >
Immobilizzato dalle luci della polizia, l’individuo dovette arrendersi.
< Finalmente ti abbiamo catturato, Kevin Mask > fece uno di loro < Anche se sei un abile wrestler, rimani sempre un uomo della peggior specie. >
< Senti da che pulpito viene la predica, Ryo Saeba. >
< Sei riuscito a scappare dalle nostre prigioni… Ma la prossima volta non ti andrà meglio. Rimarrai dietro le sbarre per tutto il resto della mia vita per tutti i tuoi crimini commessi. >
< Io non ho fatto niente! Sono innocente! >
< Questo lo spiegherai al commissario. >
< Quello sciocco… Non parlerò con nessuno meno intelligente di me. >
< Questa tua aria da supremo deve finire alla svelta. >
< Prima però dovrete fermarmi. >
Mentre Kevin Mask si precipitò verso i poliziotti, Ryo Saeba non ebbe altra occasione che sparargli contro ferendolo alla spalla.
< Non sai fare altro che tirarmi con la tua stupida arma, Ryo Saeba! >
< E’ la mia specialità. Peccato che tu non l’abbia capito… Matthew, saresti così gentile da mettergli le manette? >
Ma il giovane collega di Ryo Saeba era molto titubante nell’avvicinarsi all’aggressore.
< Stai tranquillo. Adesso è completamente innocuo. >
< Una volta che mi sarò ripreso saranno solo guai per voi. Non potete tenermi per sempre segregato a Willon City! >
< Sentimi bene, Kevin Mask: noi della popolazione abbiamo imparato a sopportarci e a vivere come una grande famiglia… Perché alcune persone come te vogliono rovinare tutto? Ormai è questo il nostro destino. >
< Ma non il mio! >
< Portiamolo via. Alla svelta. >
Federico intanto, era rimasto in disparte a supervisionare la scena della sfida tra il suo aggressore e il poliziotto.
< Ryo, che cosa ne facciamo di quel ragazzo dietro l’auto? >
< Ah, giusto Matthew. Non l’avevo visto. Aspettami in macchina con il nostro prigioniero. >
< Cosaaa? Non credo che sia una grande idea. >
< Hai forse paura? >
< Ne avresti anche tu, sai? >
< Farò in fretta, non preoccuparti. >
Vedendolo arrivare verso di lui, Federico montò in macchina cercando di svignarsela dal poliziotto.
< Non ti parte la macchina? Che cos avevi intenzione di fare tu e il tuo collega? >
< Di cosa sta parlando, agente? >
< Credi che io sia uno stupido? Pensi che non abbia capito che tu e Kevin Mask siete insieme? >
< Io e quel tipo mascherato? Assolutamente no, agente! Si sta sbagliando. >
< Vieni con me. Dobbiamo fare una chiacchierata in centrale. >
< Le ho detto che non centro niente! È tutto un malinteso. >
< Viene con me con le buone o con le cattive? Decida in fretta. >
Avendo paura di finire in altri guai seri, Federico continuava ad essere contro il poliziotto.
< Molto bene. Ti rinchiuderò una notte per resistenza a pubblico ufficiale. Starai in cella con un mio caro amico > fece Ryo con tono da presa in giro.
< La prego, io… >
< Adesso mi hai stufato! > gridò Saeba fulminandolo con la sua pistola elettrica.
< Ryo! Hai bisogno d’aiuto? > gli gridò Matthew dalla pattuglia.
< No, grazie lo stesso. Non ha voluto ragionare con me quindi sono stato costretto a usare le maniere forti. >
< Se vuoi la mia opinione, secondo me il ragazzo stava dicendo la verità. >
< Matthew, chi è quello che prende le decisioni qui? >
< Tu, Saeba. Ma io… >
< Vedi di tacere. Dobbiamo tornare subito a Willon City. E poi il mio turno sta per finire. >
< Di già? Ma sei entrato poche ore fa’… >
< Posso fare quello che voglio. Non l’hai ancora capito? > fece Ryo prendendolo per il collo della camicia.
< Scusami. Non succederà più. >
< Sarà meglio per te. Adesso andiamo. Questa foresta mi da i brividi. Non vorrei incontrare qualche creatura mostruosa che si aggira qui nelle vicinanze. >
< Per fortuna che la perlustrazione nei dintorni della nostra città è toccata ad Alice e Kaori. >
< Sì… Una vera fortuna. >
< Dove… dove mi portate? > domandò Federico con voce flebile una volta riaperti gli occhi.
< Stai per conoscere una città dalle mille sfaccettature. Sei pronto? >
< Ma ho un impegno a Tokyo che non posso rimandare. >
< Dovrai aspettare… Hai un conto in sospeso con noi, ricordi? >
< Ma io… >
< Credevo che avrebbe usato delle scariche più potenti. >
< Questo ragazzo è innocuo come una formica se non ci darà problemi… A meno che non voglia dormire con Vegeta. >
< Vegeta? Sarebbe l’errore più grande della sua vita, Ryo. >
< Sì, ma lui non lo sa. Ahahah. >
< Chi è Vegeta? >
< Questi non sono affari che ti riguardano. E vedi di fare silenzio. Gli estranei come te non dovrebbero nemmeno entrare nella nostra città. >
< Ma stavolta faremo uno strappo alla regola… Pronto Matthew? >
< Quando vuoi tu.. >
< Bravo. È così che mi piaci > disse infine Ryo prima di sfrecciare con la sua auto nel buio di una via che sembrava non finire mai.

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Capitolo 2
*** Farsi difendere da una donna ***


Federico si sentiva più confuso e stranito che mai.
Durante tutto il suo viaggio aveva provato ogni sorta di via di fuga senza però ottenere successo.
< Matthew, sei in grado di scortare Kevin Mask nella sua cella senza correre il rischio che scappi? >
< Non c’è nessun problema, Ryo… Ma tu che cosa devi fare? >
< Devo un attimo parlare in privato con il nostro ragazzo. Ci metterò poco. >
< Va bene. Fai pure con comodo. >
Dopo averlo trascinato per le braccia, Ryo Saeba rinchiuse il povero Federico nella stanza dell’interrogatorio.
< Adesso voglio proprio vedere come farai a scappare da qui > fece Ryo con tono malefico < Ci sono un sacco di agenti in questa centrale. Fuggire è praticamente un suicidio. >
Ma Federico non rispose, rimanendo nel suo profondo stato di trance.
< Che fai? Non mi rispondi?! > gridò l’uomo prendendolo per la camicia < Mi stai facendo innervosire parecchio. >
< Io… Non ho fatto nulla. Non merito di rimanere qui. >
< Invece ci rimarrai per tutto il tempo che riterrò necessario. >
< Non puoi trattenermi con la forza. È illegale. >
< Magari nel tuo paese… Ma non qui a Willon City. >
< Ancora non riesco a capire in che razza di città sono capitato… >
< La città della tua condanna, stanne certo. >
< Che cosa vuoi da me? >
< Voglio riuscire a capire che cosa ci facevi in compagnia di Kevin Mask. >
< Niente! Come te lo devo dire?! >
< Non azzardarti ad alzare la voce con me, hai capito? >
< Anche se continuerai a maltrattarmi, non riuscirai ad ottenere niente. Ho appena fatto un incidente e non riesco a ricordare chi sono. È questo il mio unico problema… E tu vuoi rendermi la vita impossibile? Sei totalmente senza cuore. >
< Sono un poliziotto. È normale che io mi comporti in questo modo. >
< Tu godi solo nel far soffrire gli altri. Ormai ti ho capito. >
< Tu non mi conosci! Non ti rendi conto che io e i miei colleghi dobbiamo sgominare una banda di criminali che sta devastando la nostra città? >
< Ti ripeto che non centro nulla in questa storia. Punto e basta. >
< Va bene… Quando avrai intenzione di parlare sarò contento di ascoltarti. Intanto ti rinchiuderò nella prigione con Vegeta. Così poi ti passerà la voglia di fare il furbo con me. >
< Non so chi sia questo Vegeta, ma non mi fai paura. >
< Ahahah. Non ancora, almeno. Vieni con me. >
Ma prima che Ryo Saeba potesse trascinare via il povero Federico, venne fermato tempestivamente dall’arrivo della sua collega Saeko Nogami.
< Saeko, già di ritorno? >
< Ti dispiace, Ryo? >
< Certo che no. Sono sempre molto contento di vederti. >
< Ormai il tuo desiderio melenso è diventato stressante per me… >
< Ma io non ho fatto nulla. >
< Chi è questo ragazzo? >
< L’abbiamo trovato in compagnia di Kevin Mask. Non vuole dirci le sue reali intenzioni e fa finta di avere un’amnesia così noi possiamo lasciarlo libero. >
< Come si chiama? >
< Non lo so. Non si ricorda il suo nome… Secondo me sta solo facendo il furbo. Ma adesso lo rinchiuderò insieme a Vegeta. Vedrai che colpi subirà il piccoletto. >
Fissandolo intensamente negli occhi, Saeko capì immediatamente che il giovane ragazzo stava dicendo la verità.
< Liberalo subito. Questo ragazzo è innocente. >
< Come scusa? Stai scherzando, spero. >
< Ti sembro una che piace scherzare sul lavoro? Allora non mi conosci ancora, Ryo Saeba. Liberalo immediatamente. >
< Saeko, stai sbagliando tutto… >
< Osi metterti contro di me? Lo sai che cos’è successo l’ultima volta? > replicò la donna puntandogli addosso la pistola.
< Me lo ricordo benissimo > rispose Ryo a denti stretti.
< Vuoi forse che vada a chiamare Shinichi? Lui si che ti farebbe ragionare. >
< Quel detective da strapazzo non mi fa paura. >
< Ah, la sua l’ultima? Non centra niente, ma io e lui usciamo assieme. >
< Che cosa? >
< Libera il ragazzo e ti spigherò tutto. >
Con la rabbia che gli ribolliva nelle vene, alla fine Ryo Saeba liberò il prigioniero.
< Aspettami nel mio ufficio accanto. Tra poco sarò subito da te > rispose sorridente la ragazza facendogli l’occhiolino.
< Certo. Come vuole lei, signorina. >
< Chiamami pure Saeko. >
< Ok… Saeko. >
Una volta uscito dalla stanza, Federico si sentiva più risollevato che mai.
“Spero che questa giovane ragazza non sia brutale come il poliziotto di prima, altrimenti sono fritto.”
Nel mentre attendeva l’arrivo di Saeko, Federico potè sentire le urla di delusione che Ryo Saeba non riusciva a trattenere dentro di sé.
< E’ una follia! Tu non puoi stare con quel ragazzo! >
< E chi lo dice? Tu? Sei solo un poliziotto fallito se continui a trattare i sospettati in quel modo… Non hai capito che il poverino stava soffrendo? >
< E’ tutta una finta! >
< Allora vuol dire che sei più stupido di quello che credevo… E’ affetto da amnesia. Si vede palesemente. >
< Ascolta una cosa: perché tu e quel damerino di un detective non vi occupate dei vostri casi mentre io penso ai miei? >
< Perché tu falliresti sempre, caro mio. Per questo mi intrometto nei tuoi casi… E poi catturare Kevin Mask non ti porterà a niente. >
< Che cosa vuoi dire? >
< Questa sera la povera Mayu è stata rapita misteriosamente. Tu sai chi è, vero? >
< La presunta figlia di Capitan Harlock. Che cosa centra lui in questa storia? >
< Mentre tu eri fuori città a divertirti a catturare Kevin Mask, Harlock ha buttato l’intera città di Willon City nel caos, minacciando che l’avrebbe rasa al suolo a suon di cannonate se non gli riconsegnavamo la piccola Mayu. >
< E com’è finita la faccenda? >
< Ha deciso di placarsi momentaneamente. Ma domani mattina io e Shinichi abbiamo un colloquio con lui per cercare di dimostrare la nostra innocenza. >
< Chi pensi che l’abbia rapita? >
< Una persona che non si fermerà a rendere la vita di questi abitanti una vera sofferenza. >
< Tornando a noi, ci devi proprio andare con Shinichi? >
< Certo. È il più adatto in queste situazioni… Sei forse geloso? >
< Saeko, lo sai i veri sentimenti che ci accomunano. >
< I tuoi sentimenti sono totalmente differenti dai miei. Sappilo. >
< Ma io… >
< Tu limitati a tenere a bada i nostri criminali. Non vorrei che Vegeta e Kevin Mask riducano la nostra prigione in polvere. Tutta la colpa si addosserebbe a te essendo il responsabile principale. >
< Vedrò di passare il testimone a Matthew. >
< A quello stupido? Non accetterà mai. >
< Sono io a dare l’ultima parola. Lui deve prendere ordini da me. >
< Da te? O da Goro Mori? >
Sentendo quel nome, Ryo Saeba Tacque all’istante.
< Immaginavo. Non sei un vero uomo come pensavo… Ma meglio così. Avresti passato un sacco di guai… Adesso è meglio che me ne vada. Devo prima risolvere il problema di quel poveretto. Addio > disse infine Saeko lanciandogli un bacio.
“Quella donna non fa altro che rendermi la vita impossibile” pensò Ryo con rabbia.
 
 
Una volta raggiunto il povero ragazzo, Saeko fece di tutto per farlo sentire a suo agio.
< Posso offrirti qualcosa? >
< Un bicchiere d’acqua fresca, grazie. >
< Ecco a te > rispose Saeko porgendoglielo.
< Ti ringrazio. >
Fissandolo intensamente negli occhi, Federico non poté trattenersi nell’arrossire incredibilmente.
< Faccio questo effetto a molti uomini. >
< Scusa… Non mi era mai capitato di vedere una donna bellissima come te > rispose Federico totalmente imbarazzato.
< Ti ringrazio. Sei molto gentile… Tornando a noi, non riesci proprio a ricordare chi sei? >
< Se solo lo sapessi sarebbe molto più facile per me… Ma io ti giuro Saeko che la mia memoria è completamente annebbiata. L’unico ricordo che ho è che ho fatto un incidente con la mia auto nella foresta e che ho incontrato quel tizio mascherato che per poco non mi uccideva con le sue mani. >
< Ti voglio credere… Ed è per questo che ho accettato di aiutarti. >
< Ti ringrazio. È bello sentirtelo dire. >
< Dove si trova la tua auto? >
< L’ultima volta che l’ho vista era in mezzo alla foresta… ma sinceramente non saprei come portartici. Sono stato incappucciato per tutto il tragitto dal tuo collega di cui ignoro il nome. >
< Ryo Saeba… Ma adesso non sarà più un nostro problema. Non devi aver paura di lui. È sono un gradasso che si da un sacco di arie. >
< Sì, ho notato… Un altro mio problema è che non so dove stare o dove andare. Sono in una città sconosciuta che non conosco nessuno. Chi mi può aiutare? >
< Io, naturalmente. >
< Non voglio darti troppo disturbo. >
< Nessun disturbo. Dormirai nel mio appartamento che ho preso insieme a Shinichi Kudo, un altro mio collega detective che ha cambiato la mia vita… Ah, eccolo. >
Appena Federico lo vide entrare, notò subito l’eleganza che contraddistingueva il giovane ragazzo.
< Ciao, Saeko. Tutto bene? >
< Sì, Shinichi. Tu come stai? >
< Ho appena parlato con Ran sul nostro rapporto e… purtroppo non l’ha presa bene. >
< Non la prenderà bene nemmeno suo padre se vogliamo dirla tutta. >
< E’ stata una giornata infernale. Non vedo l’ora di andare a casa e potermi rilassare. >
< A proposito della nostra casa, questa sera ci sarà un nuovo ospite con noi. >
< A chi ti riferisci? >
< A questo ragazzo > rispose Saeko indicandoglielo < Ha assoluto bisogno di aiuto. Ha colpito violentemente la testa ed è in preda ad un’amnesia. Dobbiamo cercare di fargli recuperare la memoria. >
< Saeko tesoro, non ti bastano i problemi che abbiamo già? Vorrei ricordarti che domani mattina dobbiamo andare a parlare con Harlock. È tremendamente furioso sulla scomparsa della sua Mayu. >
< Non c’è nessuna traccia di lei? >
< Purtroppo no. >
< Va bene, domani parleremo con Harlock. Ma non possiamo lasciare questo ragazzo da solo. Non ha un posto dove andare. >
< Non hai pensato al santuario di Inuyasha? Potrebbe essere un ottimo nascondiglio. >
< Con quella creatura mezza umana e mezza bestia? Non ci pensare nemmeno. >
< Quindi dobbiamo appiopparcelo noi? >
< Ti prometto che sarà per un breve periodo. Ti prego, farlo per me. >
Non riuscendo a dirgli di no, alla fine Shinichi accettò la sua richiesta.
< Voi donne avete l’abilità di far fare agli uomini tutto quello che volete. >
< Grazie mille > rispose Saeko al settimo cielo baciandolo subito dopo < Per stasera ho una bella sorpresa per te. >
< Credo di averne avute abbastanza oggi, non credi? >
< Fidati, questa ti piacerà > rispose la donna con l’occhiolino < Vieni con me, ragazzo. Devi sistemarti un po’ e poi voglio curarti quella ferita che hai sulla testa. >
< Perché non lo porti al pronto soccorso, Saeko? >
< Perché non mi fido di molte persone che abitano nella nostra stessa città… Ci penso io, non preoccuparti. >
< D’accordo, come vuoi tu. >
< Ci vediamo più tardi, Shinichi. >
< A dopo, Saeko > disse infine il ragazzo prima di andare nel suo ufficio.

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Capitolo 3
*** Un aiuto obbligato ***


Una volta uscito dalla centrale di polizia della città, Federico non riusciva minimamente a rimanere tranquillo anche se era in compagnia di una persona di cui si poteva fidare.
< Che cosa ti prende? > gli domandò la donna.
< Niente. Mi stavo solo guardando intorno. >
< Stai tranquillo. Sei al sicuro > fece Saeko con un sorriso.
< Non riesco mai ad essere tranquillo in un posto che conosco. Mi dispiace. >
< Devi abituarti… So che sei piombato qui contro la tua volontà, ma vedrai che tra alcuni giorni andrà molto meglio. >
< Come tra alcuni giorni? Devo ancora rimanere qui per molto? >
Sentendo quelle domande, Saeko assunse un’espressione seria.
< Voglio aiutarti a farti recuperare la memoria. Così ci darai un aiuto nelle mie indagini che sto portando avanti con il mio compagno Shinichi. >
< Quali indagini? Di cosa stai parlando? >
< Meglio che te lo spieghi più tardi. Qui in strada non è sicuro… Ci potrebbero essere delle spie che ci stanno controllando anche in questo momento. >
< Ascoltami bene, Saeko: non voglio avere nessun tipo di problema, chiaro? Voglio solo tornare a casa mia. >
< E ci tornerai. Ma prima devi recuperare la memoria. >
< Questa faccenda non mi piace per niente > rispose il ragazzo irritato.
Dopo aver camminato per alcuni isolati, alla fine Saeko raggiunse il suo appartamento poco distante dal centro della città.
< Eccoci arrivati finalmente > fece la donna sedendosi sul divano < Accidenti. Era da molto tempo che non mi sentivo così stanca. >
< Dillo a me. >
< Oh, come sono maleducata. Posso offrirti qualcosa? >
< No, grazie. Sono apposto così. >
< Peccato che domani mattina rientro presto al lavoro… Se ti va andiamo a fare colazione nel bar migliore della città. Contento? >
< Sinceramente non so cosa pensare… Ma se facciamo tutto questo per venire protetto, allora va bene. >
< In mia compagnia non ti devi preoccupare di nulla. >
< Lo spero tanto… Allora, vuoi dirmi quale indagine complicata stai seguendo? O è un segreto di stato? >
Ma prima che Saeko potesse raccontare la sua storia, Shinichi rientrò in casa con un vistoso graffio in faccia.
< Shinichi, ma cosa ti è successo? >
< Mentre stavo uscendo dalla centrale ho incontrato Ran e abbiamo discusso animatamente. >
< Quella ragazza… Non riesce a capire che non gli appartieni più? >
< E’ molto dura per lei dopo tutto il tempo che siamo stati insieme. Ahi! > rispose il giovane detective appena Saeko gli toccò la ferita.
< Va subito disinfettata. Vado a prendere il kit di pronto soccorso. >
< Ok, grazie. >
Appena Shinichi rimase solo in compagnia di Federico, non riusciva a sentirsi a suo agio nemmeno in casa sua.
< Che c’è? Perché mi stai fissando? >
< Oh, niente… Mi preoccupo solo di sapere che qui le donne sono molto irruente e aggressive. >
< Per fortuna che Saeko non è così. >
< Lo dici adesso perché siete fidanzati… Ma nel futuro che potrà mai succedere? >
< Mi stai forse dicendo che è pericolosa? >
< Non ho detto questo… >
< Allora a cosa ti stai riferendo? >
< A niente di particolare. Ho fatto solo una supposizione > rispose Federico alzandosi dal divano.
< Dove stai andando? >
< Vado un attimo in bagno. Ma prima devo farmi dire dove si trova. >
< In fondo al corridoio a destra > rispose Saeko ritornando in salotto.
< Grazie… Così avrete la possibilità di rimanere un po’ soli > mormorò Federico prima di chiudersi in bagno.
< Saeko, quell’uomo non mi piace. >
< Ma l’hai appena conosciuto. >
< Se è per questo anche te… Perché dobbiamo essere noi ad aiutarlo? >
< Shinichi, smettila di frignare e stai fermo. >
< Ahi! Mi fai male! >
< Così impari a non saperti difendere… Che cos’hai scatenato in Ran per farla arrabbiare? >
< Gli ho solo detto che non provavo più nessun sentimento per lei. Punto e basta. >
< Bravo, i miei complimenti > rispose Saeko sarcastica < Tu si che sai come parlare con le donne. >
< Che cosa gli avrei voluto dire secondo te? >
< Magari potevi invitarla a prendere un caffè e spiegare più delicatamente le tue ragioni. Non andare subito al punto. Così hai peggiorato una situazione già compromessa… E sarebbe un bel guai se suo padre si vendicasse licenziandomi. >
< Non può farlo. Sono uno dei detective migliore della centrale. Sarebbe da stupidi mandarmi via. >
< Tra te e Goro non corre buon sangue. Devo ricordartelo? >
< No, grazie. Lo so già da me. >
< Non mi pare. >
< E comunque mi dici perché dobbiamo essere noi ad aiutare quel ragazzo? Secondo me ci sta mentendo spudoratamente. >
< Smettila di avere dei pregiudizi su di lui. È un bravo ragazzo. >
< Ah sì? Da cosa lo intuisci. >
< Dai suoi occhi… Ha davvero bisogno di aiuto. Quante volte te lo devo dire? >
< Ma perché proprio noi?! >
< Perché potrebbe inconsapevolmente aiutarci a scoprire che cosa sta tramando Ryo Saeba. >
< Adesso che cosa centra quel fallito? >
< Nessuno è mai riuscito ad evadere dalla prigioni di Willon City e controllando accuratamente la vecchia cella di Kevin Mask dov’era rinchiuso prima, non ho notato nessun segno di scassinamento. Qualcuno l’ha voluto liberare consapevolmente. >
< E credi che sia stato Ryo? >
< Era lui di guardia quella sera… uno più uno fa due, capisci? >
< Stai molto attenta. Quell’uomo non ti molla gli occhi di dosso. Potresti incorrere in un pericolo che nemmeno immagini. >
< Tranquillo. So badare bene a me stessa. >
< L’hai detto anche quella volta che stavi inseguendo Vegeta. >
< Lì era diverso. Lui è un Super Sayan… Ma per fortuna tu e Goku mi avete salvato la vita. >
< Già, per fortuna… >
< E comunque tornando a quel ragazzo, potrebbe aver visto qualcosa nella foresta che potrebbe inchiodare il mio sospettato. Ma dovremmo aspettare. >
< Spero tanto che tu ti stia sbagliando e che non succeda un casino irrimediabile. >
< Ci sono fin troppi corrotti in questa città… Io e te dobbiamo lavorare insieme e uniti finché non ritornerà la pace in tutta Willon City. >
< Sai che sarà un’impresa impossibile, vero? >
< Per caso non credi in me, Shinichi? >
< Non ho detto questo… Voglio solo dire che siamo tutti fin troppo diversi. Ognuno ha la sua natura che può spingerci a fare cose che non vorremo fare o vedere. >
< Esiste la giustizia, Shinichi. Ed io la riporterò in questa città. Fosse l’ultima cosa che faccio > rispose Saeko alzandosi di scatto prima di dirigersi verso il bagno < Non sei molto bravo a spiare le persone, sai? >
< Io veramente… >
Non riuscendo a trovare le parole adatte, Federico provò a cercare una via d’uscita nell’appartamento.
< L’ho chiusa a chiave, genio. >
< Che ti dicevo, Saeko? Non possiamo fidarci di lui! >
< Lasciatemi andare! Io non centro niente che voi! >
< Mantieni la calma, ti prego… Che cosa ti prende? Hai paura che ti facciamo del male? >
< Sì, esatto. Non mi fido di voi. Siete dei poliziotti. >
< E questo che centra? Dovresti essere onorato della nostra protezione. >
< Stai zitto, Shinichi. Stai peggiorando la situazione. >
< Quel ragazzino pensa che siamo noi il problema! >
< Ho detto di fare silenzio! Lascia parlare me. >
< Ok… >
< Ascoltami bene, ragazzo: non hai molta scelta in questo momento, sai? Non sai come ti chiami e non sai dove andare. Che cosa pensi di fare una volta uscito da qui? Nessuno a parte noi vorrà aiutarti. E per dirla tutta, se ti farai vedere in giro da Ryo Saeba, lui non ci penserà due volte a spedirti in prigione. Lo capisci o no? >
Sentendo le parole di Saeko, Federico scoppiò a piangere improvvisamente.
< Calmati adesso. Hai bisogno di riposarti… Vedrai che domani andrà meglio. >
< Vorrei svegliarmi da questo incubo. >
< Hai la possibilità che insieme a noi non ti succeda niente… Ma io e Shinichi dobbiamo imparare a fidarci di te. Quindi la prossima volta evita di ascoltare le nostre conversazioni private, ok? >
< Volevo sapere che cosa avevate in mente per me. >
< Ora lo sai… La cosa ti spaventa? >
< Ho paura di morire. Ecco cosa mi spaventa. >
< Prenderei una pallottola per te… e non perché è il mio dovere di poliziotta, ma perché tu sotto sotto mi piaci molto. In senso di bravo ragazzo, naturalmente. >
< Saeko, ma cosa… >
< Meglio che ora tu ti vada a riposare un po’. Domani verrai con me e Shinichi e faremo colazione insieme come ti ho detto prima. >
< E poi? Mi riporterai con te alla centrale? >
< Vediamo. Ho un colloquio con un individuo molto irascibile che ha bisogno di scoprire dov’è finita una persona a lei molto cara. >
< Va bene. Mi fido di te. >
< Sono contenta di sentirtelo dire > rispose Saeko ritrovando il sorriso < La tua stanza è accanto al bagno. Vuoi che ti accompagni? >
< No. Rimani pure con Shinichi… A giudicare dalla sua ferita credo che abbia ancora bisogno di cure. >
< Ahahah su questo hai ragione. Buonanotte. >
< Buonanotte anche a voi > disse infine il ragazzo prima di entrare nella sua nuova stanza e crollare sul letto completamente senza energie.
< Per fortuna che ho raddrizzato la situazione, altrimenti sarebbero stati guai. >
< Cara la mia Saeko… Sei veramente incredibile. Ancora non capisco come fai ad avere tutta quella pazienza su di una persona che conosci a malapena. >
< Perché adesso sono convinta che lui non ci tradirà in nessuna occasione. >
< Spero che tu abbia ragione. >
< Fidati. Non mi sbaglio. >
< Ma dobbiamo portarcelo dietro anche da Harlock? >
< Non possiamo lasciarlo da solo qui. È un bersaglio troppo facile. >
< Ma chi potrebbe fargli del male? >
< Lo sai bene, Shinichi. >
< Va bene… Ci guarderemo le spalle da Ryo Saeba. >
< E non solo da lui, ma anche dal nostro Capo. >
< Accidenti. Non mi ci fare pensare. >
< Meglio se andiamo a letto pure noi. Sono sfinita pure io. >
< Ottima idea. Così potrò coccolarti in privato senza la presenza del nostro ospite. >
< Ben detto > replicò Saeko con tono sensuale prima di baciarlo sul collo < Mi porti in braccio? >
< Se proprio devo… >
< Non sono così pesa, scansafatiche! >
< Ahahah infatti sei una bellissima piuma. >
< Shinichi, non farmi arrabbiare… >
< Non potrei mai > disse infine il ragazzo iniziandola a spogliare e gettare le sue vesti sul pavimento.

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Capitolo 4
*** Timori sofferenti ***


Quando la mattina dopo Federico spalancò gli occhi, era perché non riusciva a togliersi dalla testa di aver rischiato la vita per colpa di quel misterioso individuo mascherato.
“Non voglio mai più vederlo per tutto il resto della mia vita” pensò mentre si stropicciava gli occhi e un brivido gli correva dietro la schiena.
Erano appena passate le sette del mattino e il giovane ragazzo si sentiva come un anima in pena.
“Chissà se quei due sono già svegli…”
Uscendo dalla stanza in punta di piedi, la cosa che attirò la sua attenzione erano i vestiti sparsi per il pavimento.
“Ma qui i vestiti li buttano sul pavimento così per sport o c’è qualcosa dietro?”
Vedendo che si trattava anche di biancheria intima, Federico divenne imbarazzato.
“Non dirmi che quei due…”
Allontanandosi dalla stanza per paura di disturbarli in un momento non del tutto consono, Federico decise di attendere il loro risveglio in salotto.
Ma la sua mente non riusciva a trovare pace in nessun modo.
“Non è passato nemmeno un giorno che sono qui e voglio andarmene immediatamente via… Ma come posso fare?”
La sua impazienza e il suo nervosismo stavano diventando un grande problema per lui.
“Perché più mi sforzo di ricordare e più la mia mente si blocca? E se mi avessero fatto qualcosa nel mio cervello? Non riesco a fidarmi di questa gente. È più forte di me.”
Inavvertitamente, Federico camminava su e giù per l’appartamento svegliando di conseguenza i due coinquilini.
< Buongiorno, Federico. Vedo che sei molto mattiniero > fece Saeko uscendo dalla sua camera in camicia da notte.
Non trovando le parole adatte, Federico si limitò a fissarla a bocca aperta e ad arrossire subito dopo.
< C’è forse qualcosa che non va nel mio abbigliamento? >
< Oh, no! Certo che no! E’ solo che quelle gambe… >
< Mi dispiace ragazzo, ma non saresti nemmeno il mio tipo. Però se vuoi conosco un sacco di donne a cui potresti piacere. >
< Lasciamo perdere. Preferisco ricordare chi sono veramente e andarmene alla svelta da qui. Dopo ieri credo di essermi fatto un nemico per la prima volta. >
< A chi ti riferisci? >
< Al tuo collega Ryo saeba. Senza però dimenticare quel pregiudicato mascherato. >
< Stai tranquillo, ti ho detto. Non sentirai parlare di loro almeno per un po’. >
< Vuoi tenermi qui per tutto il resto della mia esistenza? Non credo che questa città sia abbastanza grande come New York. Se circolo anche in tua compagnia rischio seriamente d’incontrarlo. >
< Hai forse paura di loro due in qualche modo? >
< E se mi facessero del male? Scusami tanto se sono così paranoico, ma non riesco a stare tranquillo in nessun modo. >
< Ti ho promesso che ti avrei protetto e aiutato in tutti i modi ed è quello che farò. Basta che tu mi ascolti. >
< Ok… Parlando d’altro, il tuo compagno si è già alzato? >
< Sì. Entrava molto presto in centrale quindi siamo solo io e te. >
< Che onore… Dal suo sguardo credo di aver dedotto che non gli sto molto simpatico, vero? >
< Ahahah ma cosa ti viene in mente? > fece Saeko con voce stridula.
< Puoi benissimo dirmi la verità, Saeko. Lo capirei perfettamente. >
< E’ solo che Shinichi viene fuori da una situazione molto complicata e ha bisogno di stare nei suoi spazi… Ma vedrai che con il tempo tu gli piacerai. >
< Ma se ciò non dovesse mai succedere non gli darò una colpa e cercherò di stare sempre nel mio. Io sono fatto così. >
< Bravo. Ed è per questo che ci sono buone possibilità che vuoi due andiate d’accordo. >
< Speriamo… Ho una gran fame. Andiamo a fare colazione nel famoso bar che mi hai detto ieri sera? >
< Sì. Mi vesto velocemente e andiamo, ok? >
< Ok. Ti aspetto. >
E nel mentre Federico stava aspettando la sua padrona di casa, con la coda dell’occhio riuscì a scorgere un giovane ragazzo con i capelli castano chiari a caschetto che lo stava fissando dalla finestra del soggiorno.
“Che cosa vuole da me quel tipo? Perché continua a fissare in questa direzione?”
Vedendolo con un piccolo libro in mano, sembrava che questo ragazzo misterioso fosse ossessionato da tale oggetto.
“A prima vista credo che sia un giornalista. Ma qualcosa mi dice che è solo una copertura…”
< Io sono pronta > fece Saeko con tono sorridente.
Ma Federico non diede ascolto alla donna, continuando a fissare fuori dalla finestra.
< Va tutto bene? >
< Come scusa? >
< Ho detto che sono pronta. Avevi una gran fame e io mi sono cambiata il più velocemente possibile. Sei contento? >
< Oh, certo… Scusa la mia distrazione. >
< Che stavi guardando fuori dalla finestra? >
< Io? Niente > rispose subito Federico.
Non convinta delle parole del ragazzo, anche Saeko guardò fuori dalla finestra.
< Non c’è nessuno… Qualcuno ti stavo forse spiando? >
< Forse sì… Ma è solo una mia piccola sensazione. >
< Che aspetto aveva? >
< Era un giovane ragazzo con i capelli castano chiari messi a caschetto che mi fissava con ghigno malefico tenendo in mano un piccolo libro che sfogliava in maniera ossessiva. >
Sentendo le parole di Federico, Saeko rabbuiò all’istante.
< Per caso lo conosci, Saeko? >
< No, mi dispiace. Molto probabilmente doveva essere un passante. >
< Lo credo anch’io. >
< Bene. Detto questo, possiamo andare finalmente. La colazione dalle nostre amiche Occhi di Gatto ci sta aspettando. >
< Occhi di Gatto? Che nome buffo. >
< Molto singolare, non trovi? Andiamo. >
 
 
Dopo aver camminato per un breve tratto, Saeko e Federico si fermarono in un bar affollato da un mucchio di gente.
< E’ così tutti i santi giorni. Non per altro è il bar migliore della città. >
Guardandosi intorno, Federico poté vedere molte persone che stavano conversando animatamente tra di loro bevendo un cappuccino o sorseggiando succhi di frutta di ogni tipo.
< Vieni. C’è un posto per due qui vicino. >
Una volta seduti, fu una giovane ragazza dai capelli lisci e lunghi a prendere l’ordinazione.
< Buongiorno, Saeko. Come va? È da molto che non ci vedevamo. >
< Buongiorno, Sheila. Purtroppo ero molto indaffarata con il lavoro > spiegò La poliziotta < Ma stamattina ho voluto portare con me un mio caro amico che non vedevo da molto tempo. >
< Hai fatto bene… Piacere di conoscerti, il mio nome è Sheila. Tu come ti chiami? >
Non sapendo che cosa rispondergli, Federico si limitò a balbettare in maniera alquanto imbarazzante.
< Si chiama Davide. Purtroppo le prime volte è molto timido ma con il passare del tempo cambierà in maniera repentina. >
< Tranquillo, Davide. Non ho mai mangiato nessuno > scherzò Sheila < Che cosa vi porto? >
< Due cappuccini con due sfoglie di riso. Per te va bene, Davide? >
< Oh, certo > si limitò a dire il ragazzo.
< Vedi, Sheila? Il ragazzo parla. >
< Ahahah. Vi porto subito il vostro ordine > disse infine la ragazza prima di sparire dietro il banco.
Ancora imbarazzato per la scena di poco fa’, Federico decise di non guardare troppo intorno.
< Tutto bene? Non ti senti a tuo agio? >
< No, al contrario… E’ che non sono abituato a stare in un posto pieno di gente. >
< Ti ci abituerai. Anche se la nostra è una piccola cittadina, è in continuo fermento. >
< Ti ringrazio per aver inventato un nome. Non sapevo davvero che cosa rispondergli. >
< Figurati. E’ stato un piacere. >
Ma Federico non ce la faceva a guardare Saeko.
Era troppo bella anche per lui con quella sua gonna e con quello sguardo abbagliante.
“Non ho mai visto così tanta gente in un bar… Spero davvero che qui ci si mangi bene. Comincio ad avere seriamente fame. Anche perché non ricordo l’ultima volta che ho mangiato qualcosa.”
Nel mentre Federico stava aspettando il suo ordine, con lo sguardo incrociò il ragazzo che aveva visto prima nell’appartamento di Saeko.
Il misterioso individuo stava facendo colazione al banco mentre sorseggiava un caffè e non smetteva di fissarlo.
“Perché continua a guardami? Chi è quel tipo?”
Irritato dalla sua presenza, alla fine Federico si alzò di scatto per dirigersi verso di lui.
Ma nel mentre si trovava molto vicino a lui, inavvertitamente batté contro la povera Sheila facendogli rovesciare tutta la colazione.
< Oh, scusami tanto. Non volevo. Non ti avevo vista > disse frettolosamente Federico aiutandola.
< Non ti preoccupare. È tutto apposto. >
< Ti aiuto a ripulire. >
< Non ce n’è bisogno. Davvero… Tati, puoi pensarci tu? >
< Arrivo subito, sorellina > fece una ragazza molto più giovane della cameriera muovendosi tra la gente con leggiadria.
< Non so davvero come scusarmi. Ho fatto la solita figura da stupido. >
< Può succedere. Davvero. Ti riporto subito la colazione. >
< Ok, ti ringrazio infinitamente… Io intanto mi vado a riaccomodare insieme a Saeko. Per oggi ho fatto fin troppi danni > replicò il ragazzo tornando dalla donna.
< Che cos’è successo? Ho sentito un gran rumore. >
< Purtroppo sono andato addosso inavvertitamente a Sheila e gli ho fatto rovesciare la nostra colazione. >
< Davvero? Ahahah bravo pionzo. >
< Non c’è niente da ridere. È stato alquanto imbarazzante sia per me che per lei… Tutti quegli sguardi su di noi… E’ stato molto irritante. >
< Non ci pensare. Può capitare a tutti. >
< E’ quello che mi ha detto pure lei. >
< Eccomi qua. Sono tornata alla velocità della luce > fece Sheila con il suo sorriso contagioso.
< Grazie davvero > rispose Federico.
< Di niente. Buona colazione. >
Mentre Saeko stava consumando il suo pezzo dolce, non riusciva a capire il perché Federico si era alzato di scatto fissando un punto che non riusciva a comprendere.
< Stavo cercando il bagno. Mi sono distratto e di conseguenza sono andato addosso alla povera Sheila > mentì il ragazzo.
< Sai almeno dove si trova? >
< L’avevo adocchiato prima > rispose Federico senza guardarla dritta negli occhi.
< Perché ho la netta sensazione che tu mi stia dicendo una bugia? >
< Perché ti dovrei dire una bugia, scusa? >
< Ah, non lo so. Dimmelo tu. >
< Ma io veramente… >
< Chi hai visto? Dimmelo, ti prego.>
Non riuscendo a mentirgli, alla fine Federico gli confessò di aver rivisto il ragazzo di prima.
< Non so perché ma sono sicuro che stava fissando noi. >
< Dove si trova? > domandò Saeko girandosi piano piano.
< Era al bancone del bar fino a poco fa’… Ma adesso sembra scomparso nel nulla.>
< La prossima volta che lo vedi ti pregherei di dirmelo subito, d’accordo? >
< Va bene… Ma tu per caso lo conosci? >
< Non lo so se prima non lo guardo negli occhi. >
< Capisco… >
< Adesso finiamo la nostra colazione altrimenti si fredda. >
Mentre stavano mangiando tranquillamente, un giovane uomo alto con la benda sull’occhio e alcune cicatrici sul viso, entrò con irruenza nel bar.
Tutti i presenti che si trovavano nell’edificio si voltarono verso di lui con sguardo spaventato.
< Saeko, chi è quell’uomo? >
< E’ colui che gli hanno sottratto la bambina: è Capitan Harlock. >
Il marinaio vestito tutto di nero e con indosso un mantello, si posizionò il più lontano possibile dalla gente per bere qualcosa da solo e in santa pace.
< Finisci in fretta. Dobbiamo parlare subito con lui. >
< Con quel tipo? Non sarà un po’ pericoloso? Non mi piace per niente. >
< Sono una poliziotta. Te ne sei scordato, forse? Io ho sempre a che fare con gente strana o poco raccomandata. >
< Facciamo così: mentre tu parli con lui, posso rimanere qui da solo in disparte? >
< Non ci pensare nemmeno. Sei sotto la mia responsabilità e di conseguenza non posso lasciarti un minuto da solo. >
< Sì, hai ragione. >
Una volta alzati e pagato il conto, Saeko e Federico si diressero verso Harlock fissandolo con sguardo serio.
< Capitan Harlock? Avrei bisogno di parlarti un momento. >
< Chi è lei? >
< Mi chiamo Saeko e questo è il mio collega… >
< Sei forse una poliziotta? >
< Esatto… >
< Non ho bisogno di perdere il tempo con voi. >
< Ma noi vorremmo aiutarla se ce ne da l’occasione. >
< Ho già detto che non serve. Punto e basta… Adesso, se volete scusarmi, vorrei finire la mia colazione e tornarmene sulla mia nave. >
< Non vorremmo stressarla troppo ma siamo gli unici che possiamo aiutarti a ritrovare la piccola Mayu… Però abbiamo bisogno del suo aiuto. >
Sentendo il nome della bambina, Harlock li fissò con sguardo pietoso.
< Nessuno può aiutarmi. Né tantomeno voi. >
< Ci lasci fare un tentativo… Oltre alla tua bambina sono scomparsi altre persone di cui ignoriamo la loro identità. Solo lei può fare in modo di aiutarci e fermare tutto questo, capisce? >
Pensando alle parole di Saeko, alla fine Harlock si convinse.
< D’accordo. Che cosa posso fare per voi? >

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Capitolo 5
*** Una traccia non indifferente ***


Nel mentre Saeko e Federico stavano conversando con il Capitano della nave più famosa dei cieli, quest’ultimo si sentiva gli occhi addosso di molte persone.
< Quando la smetterete di fissarmi?! > gridò l’uomo alzandosi di scatto per fissare malamente tutti i presenti < Non avete il diritto di giudicarmi solo perché sono anch’io sospettato della scomparsa della piccola Mayu! Io non avrei mai il coraggio di fargli del male. >
< Sei un assassino. Punto e basta > aveva tuonato una voce in fondo.
< Chi ha parlato? > domandò Saeko venendo in difesa del Capitano.
Ma nessuno decise di rispondere, facendo quasi finta di nulla.
Era una situazione alquanto surreale quella che si era venuta a creare nella caffetteria Occhi di Gatto, mentre le tre sorelle proprietarie del locale rimasero in disparte ascoltando la dura conversazione.
< Non lo dirò un’altra volta… Chi ha parlato? Colui che l’ha fatto deve avere il coraggio di farsi avanti. >
< Sono stato io. >
Un giovane ragazzo con gli occhi perforanti e i capelli platino sparati in cielo si fece in avanti fissando malamente la poliziotta.
< Come ti chiami, ragazzino? >
< Sono Kai Hiwatari, giocatore di beyblade insieme ai miei amici Takao e Rei. >
< E chi sarebbero questi tuoi amici? >
< In questo momento non sono qui con me… >
< Come puoi parlare così di una persona se nemmeno la conosci? >
< Tutti in questa stupida città sanno chi è il famigerato Capitano dei cieli… Un uomo senza scrupoli che non pensa altro se non a terrorizzare i cittadini come me. >
< E sentiamo, quando ti avrebbe fatto sentire in pericolo? >
< Non si ricorda di quando la scorsa settimana il Capitano ha attaccato un rudere in decadimento poco lontano dal centro abitato. Se qualcuno era là dentro sarebbe morto sul colpo. >
< E’ stato un incidente > si difese il Capitano < Un incidente causato da un malfunzionamento della nave. >
< Certo, tutte scuse Capitano… Come possiamo fidarci di lei? Con la sua nave che solca i cieli non possiamo stare tranquilli. >
< Però dei pokémon che vagano nei dintorni di queste zone non hai paura? >
< Questa è un’altra faccenda > replicò Kai alla poliziotta.
< Comunque nessuno di voi deve avere paura del Capitano. Non finché ci sarò io a proteggere questa città. >
< Non può riuscirci da sola. Lo sa bene. >
< Ma lei non è sola > replicò Federico avvicinandosi alla donna < Ci sono io che gli guardo le spalle. >
< E tu chi saresti? >
< Meglio che non conosciate il mio nome… Almeno per ora. Voglio rimanere nell’anonimato ancora per un po’. >
< E tutti noi dovremmo fidarci di te? Tu sei completamente pazzo. >
< Fateci indagare a fondo e presto scoprirete tutta la verità sulla scomparsa della piccola… >
< … E da questo momento non voglio più nessuno che si accanisca contro Harlock per sciocchezze futili. Se avete qualcosa da dire vi prego di dirlo a me personalmente o di andare alla centrale di polizia della città per esprimere le vostre conclusioni. Sono stata abbastanza chiara? >
Non ricevendo nessuna risposta, Saeko capì dagli sguardi smarriti delle persone presenti al bar che avevano afferrato il concetto.
< Saeko > fece il Capitano richiamando l’attenzione della donna < E’ questo il tuo nome, vero? >
< Sì, Capitano. >
< Meglio se ce ne andiamo via da qui. Abbiamo dato fin troppo spettacolo… Era molto meglio se fossi rimasto a bordo della mia Arcadia. >
< Non dirlo nemmeno per scherzo > replicò adirata la donna < Tu non puoi avere paura di queste persone. Loro stanno facendo di tutto per spaventarti e per farti sentire una persona crudele… Ma da quello che posso dedurre io e il mio collega, tu non sei quel genere di persona. >
< Grazie. È bello sentirtelo dire. >
< Sia chiaro che se voi tutti siete contro di me, di conseguenza siete contro la giustizia della città. Non vorrei che alcuni di voi potessero organizzare una rivolta contro il qui presente Capitan Harlock o contro di noi. A quel punto le celle di Willon City si riempirebbero all’istante… Adesso è meglio che andiamo. Grazie per la colazione, ragazze > fece Saeko rivolgendosi infine a Kelly, Sheila e Tati.
Ma prima che Saeko, Federico e Harlock potessero uscire dal locale, la giovane donna ritornò dal piccolo Kai fissandolo malamente per l’ennesima volta.
< Stai molto attento a quando ti avvicini alla foresta che ricopre la nostra città… Potresti incorrere in creature molto pericolose senza che nessuno possa salvarti. >
< So benissimo badare a me stesso > replicò Kai furente.
< Lo spero per te. >
 
 
Una volta usciti fuori dal locale, Capitan Harlock si sentiva più sollevato che mai.
< Vi ringrazio per tutto quello che state facendo per me > fece l’uomo < Se non ci foste stati voi a proteggermi, avrei sicuramente commesso qualcosa d’imperdonabile. >
< L’omicidio non è la soluzione a tutti i problemi, Capitano. Meglio se la prossima volta non frequenti locali in cui potresti incorrere in personaggi dall’animo ardito come quel Kai… Hai visto come l’ho smontato, vero? È solo un ragazzino in cerca di gloria. >
< Saeko, tu dici che voleva fare il gradasso con me? >
< Sì. Ma ha trovato pane per i suoi denti. >
< Ho visto > replicò l’uomo smorzando un sorriso.
< Non pensavo che un Capitano burbero come te potesse sorridere. >
< Sono molto meno burbero di quanto voi possiate immaginare… >
< Lo credo bene… Dov’è che possiamo parlare in completa solitudine? >
< L’Arcadia è il posto adatto per parlare tranquillamente. Venite con me. >
Dopo aver attraversato gran parte della città, Harlock condusse Saeko e Federico dietro alcuni capannoni abbandonati dove qualche settimana fa’ c’era stato l’attacco come aveva precisato Kai.
< Il danno l’ho fatto io e ho rimediato > spiegò il Capitano fissando le macerie del capannone distrutto < Non voglio farmi dipingere come un criminale assetato di sangue. Ma non è colpa mia se la gente di questa città ha dei pregiudizi nei miei confronti. >
< Adesso però non ci pensare, d’accordo? Dobbiamo ritrovare la piccola Mayu il prima possibile prima che sia troppo tardi. >
< E se fosse già troppo tardi, Saeko? >
< Anche se è molto piccola, la bambina sa benissimo badare a sé stessa. Non ti devi preoccupare. >
< So che è una bambina molto forte, ma ha assoluto bisogno di me. Spero che non soffra la mia mancanza. >
Una volta aperto il portellone dell’Arcadia, Harlock fece gli onori di casa facendo visitare ai due ospiti la magnificenza e la tecnologia di cui era composta la nave che solcava i cieli.
< E’ grazie al mio equipaggio se posso vantare di un’astronave simile. Senza di loro io non sarei niente. >
< E’ davvero gigantesca > mormorò Federico estasiato < Non ho mai visto niente di simile. >
< E non hai ancora visto la sala comandi. Venite con me. >
Dopo essere arrivati in cima all’Arcadia, Saeko e Federico poterono vedere tutto l’equipaggio al lavoro per la sistemazione di alcuni punti dell’astronave danneggiati.
< Non so chi è stato, ma l’altra notte dopo il mio girovagare per i dintorni, qualcuno ha danneggiato alcuni circuiti esterni della nave, rendendo impossibile il mio decollo. >
< Hai forse qualche sospetto? >
< Purtroppo no… Non so chi potrebbe davvero intendersi di una tecnologia avanzata tranne il mio equipaggio… In questa città mi odiano tutti e magari potrebbe essere stato un gruppo che ha voluto colpirmi quando meno me l’aspettavo. >
< Quand’è l’ultima volta che hai visto Mayu? >
< Dopo che Tadashi, un membro molto importante del mio equipaggio, l’aveva riaccompagnata sull’Arcadia dritta nella sua stanza… Quando ero nella sua camera ho visto che la bambina era molto triste ma non mi ha voluto rivelare che cosa aveva.
Ho cercato di farla parlare in tutti i modi, ma Mayu voleva starsene da sola. >
< Quindi la bambina potrebbe essere scomparsa sull’Arcadia, vero? >
< Dalle registrazioni che ho potuto vedere, Mayu è uscita da sola sull’Arcadia nel momento che tutti noi eravamo nelle nostre stanze a riposare… Nessuno ha potuto fermarla… e da quell’istante abbiamo perso tutte le sue tracce. >
< Come può una bambina andarsene in giro da sola come se niente fosse? >
< Non lo so… Qualcosa l’ha talmente preoccupata da metterla in allarme e a spingerla nel buio della notte… Ma non so proprio cosa! Ed è per questo che ho bisogno d’aiuto. >
< Manderò alcuni dei miei uomini più fidati a perlustrare tutta la città. >
< Non ce n’è bisogno, Saeko… Tanto nessuno vuole aiutarci. >
< Questo lascialo decidere a me. >
< Dobbiamo muoverci alla svelta perché ogni secondo che passa è una possibilità in meno di ritrovarla. >
< La nostra città è composta da tipi poco raccomandati di ogni genere… Non vorrei che le facessero del male. >
< Capitano! >
Un urlo acuto risuonò nelle orecchie dell’uomo mettendolo in allarme.
< Capitano, io e Yukye abbiamo trovato questo vestito strappato non molto lontano da qui. >
Riconoscendo il colore, Harlock capì subito che si trattava del vestito della piccola Mayu.
< Tadashi, manda tutto l’equipaggio a perlustrare la zona. Non c’è un minuto da perdere! >
< Provvedo subito, Capitano > replicò il ragazzo.
Completamente arrabbiato con se stesso, Harlock scaraventò per terra tutto quello che gli capitò nelle mani sfogando la sua rabbia.
< Una traccia così importante ed era più vicina di quanto potessi immaginare… Sono proprio uno stupido. >
< L’importante è che abbiamo fatto un passo molto importante su questa faccenda. >
< Saeko, non vorrei pentirmi per non aver protetto la bambina. >
< Tu non devi sentirti in colpa. Non hai fatto niente… Ci uniremo al tuo equipaggio, d’accordo? Così sarà più facile ritrovarla. >
< Ed io mi aggregherò a voi. >

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Capitolo 6
*** Il santuario proibito ***


Nel mentre Saeko e Federico erano impegnati ad aiutare Capitan Harlock, Ryo Saeba rimaneva rinchiuso nel suo ufficio a leggere stupidi giornalini senza senso e a perdere tempo inutilmente.
< Saeba, che cosa ci fai con i piedi sulla scrivania? Stai forse battendo la fiacca? >
< Capitano Goro, mi stavo solo rilassando dopo una giornata piena d’impegni > disse frettolosamente il ragazzo cercando di trovare una scusa.
< Il tuo turno non è ancora finito quindi vedi di metterti subito al lavoro altrimenti te lo decurterò dalla tua bustapaga. >
< Ma detective… >
< Fai silenzio! Sono io capo qui, non ti ricordi?! Quindi limitati ad obbedire, intesi? >
Ryo Saeba non aveva mai visto il detective Goro Mori così arrabbiato prima d’ora.
“Colpa di Shinichi se Goro se la prende con me. Io non ho fatto niente, dannazione!”
Una volta uscito dal suo ufficio sbuffando, Ryo Saeba si diresse verso la scrivania della sua collega Kaori per dirgli se l’avesse accompagnato durante l’ennesima ronda giornaliera.
< Perché non ci vai con la tua amica Saeko? So che ultimamente siete molto affiatati. >
< Ma che cosa ti viene in mente?! Anche se lo volessi tanto, io e Saeko non stiamo insieme. >
< Ah sì?! Ti sei dimenticato dei bei momenti trascorsi insieme? >
< Quali momenti? L’unica volta che siamo usciti insieme era per andare a veder quello stupido film romantico. >
< E per di più t’eri addormentato, razza di stolto che non sei altro. >
< Non è colpa mia se quel film mi aveva annoiato. Non era il mio genere. >
< Potevi fare uno sforzo, no? >
< Ci ho provato! >
< D’accordo. Ormai ho capito che con te è tutto inutile parlare… E comunque non verrò in tua compagnia. Devo ancora interrogare Vegeta su presunte risse avvenute nel quartiere dei Wrestler. >
< Non ci riuscirai mai a farlo parlare. È troppo superiore a noi. >
< Semmai è superiore ad uno stupido come te. >
< Ma come osi?! >
< Saeba! Sei ancora qui?! >
< Stavo chiedendo alla mia collega Kaori se mi accompagnava in giro… >
< Non c’è solo lei in questa centrale, sai? Perché non provi a sentire Shinichi Kudo? Così me lo togli di mezzo una volta per tutte. >
“Io in compagnia di Shinichi Kudo? Stiamo scherzando, vero?”
< Allora? Hai intenzione di rimanere lì fermo imbambolato per tutto il pomeriggio? Muoviti! >
< Ma dove posso trovarlo? >
< Al santuario in cima alla montagna. È lì che Kudo fa tutti i suoi sopralluoghi… Non chiedermi il perchè, ma non saprei rispondermi. >
“Il santuario dista più di 50 chilometri. Perché dovrei andare fin lassù inutilmente?”
< Brutta giornata, non ti pare Saeba? >
< Ti ci metti pure tu, Kevin Mask? >
< Mi piace godere delle sofferenze altrui. Non per altro sono un tipo cattivo. >
< Detective, quest’individuo deve rimanere in questa cella ancora per molto? Non può essere trasferito da un’altra parte? >
< Di questo non devi preoccuparti, Saeba… Toccherà a Kaori interrogarlo insieme a Vegeta. >
< Vado subito, detective > mormorò la ragazza alzandosi dalla sua scrivania.
< Ok, mi tolgo di mezzo pure io. Tanto so di non essere simpatico a nessuno > disse infine Ryo prima di uscire dalla centrale di polizia e imbattersi in Matthew.
< E tu che cosa ci fai qua fuori, scansafatiche? >
< Vado a prendere la mia amata Sheila al lavoro. Tra poco finisce il suo turno lavorativo… E tu? >
< Devo raggiungere Kudo in cima alle colline di Willon City solo perché altrimenti rimarrei in ufficio senza fare niente. >
< Ti hanno messo al lavoro, finalmente. >
< Ti prendi forse gioco di me? >
< Ovvio che no… Ma sei l’unico in centrale che non fa’ quasi niente al contrario di me e degli altri. >
< Ho arrestato un pericoloso criminale! Questo non basta? >
< Allora non sai delle voci che circolano all’interno della centrale, vero? >
< Di quali voci stai parlando? >
< Molti pensano che fosse stato tutto un trucco e che Kevin Mask abbia fatto di tutto per farsi arrestare… Purtroppo non ci sono testimoni che possano confermarlo, quindi sei il principale sospettato. >
< Cosaaa?! C’eri tu insieme a me! Perché non mi hai difeso! >
< Non posso dire una bugia. Mi scoprirebbero all’istante. >
< Allora cos’hai detto per svignartela? >
< La verità: io non so nulla di questa faccenda… E poi non ci dimentichiamo dell’arresto di quel ragazzo… Se solo potesse ricordare qualcosa potrebbe darci un aiuto in questa indagine. >
< Siete tutti dei maledetti! Vi state mettendo tutti contro di me! Ma non vi darò questa soddisfazione… Presto riuscirò a rendermi giustizia da solo. >
< Posso aiutarti io, se vuoi… >
< Non voglio l’aiuto di nessuno. Nemmeno da un voltagabbana come te! Per me non siamo più colleghi. Addio > disse infine Ryo saeba prima di sfrecciare con la sua auto lontano dalla centrale.
 
 
Dopo aver percorso più di 50 chilometri, Ryo Saeba arrivò fino in cima alla collina dove ad attenderlo c’era una fitta nebbia che impediva il continuo su quella strada impervia.
“Shinichi deve trovarsi nelle vicinanze. Me lo sento.”
Una volta sceso di macchina, Ryo proseguì a piedi stando molto attendo dove camminava.
Vedendo un’altura dinanzi a lui, capì subito che si trattava del Santuario.
“Finalmente sono arrivato. Ma non vedo l’auto di Shinichi da nessuna parte. Dove può essersi cacciato?”
< Mi stavi forse cercando? > domandò il giovane ragazzo facendo sobbalzare il suo collega.
< Accidenti! Potevi avvertirmi che ti trovavi nelle vicinanze! >
< Ti ho fatto paura, forse? >
< Non mi aspettavo il tuo arrivo! Ecco tutto. >
< Adesso mi hai visto, no? >
< Spiritoso… Da quanto tempo sei qui? >
< Da stamattina. Dobbiamo risolvere il problema di un membro di questo santuario che si dice maledetto. >
< Un santuario maledetto? Ci mancava pure questa! >
< Hai forse paura? >
< Ovvio che no… Ho più paura a rimanere insieme a te che stare da solo. >
< Non comprendo il fatto perché Goro mi abbia detto di rimanere qui per tutta la notte. Devo tornare a casa al più presto da Saeko. >
< Per divertirvi tutta la notte? Non ci pensare nemmeno. Non puoi ribellarti agli ordini del nostro capo. >
< Su questo hai ragione… Non posso permettermi di finire deriso da tutti come te perché tu non fai altro che insorgere su qualsiasi suo ordine. >
< Cosa?! Non è vero! >
< Magari mi ha voluto tenere alla larga dalla centrale fino alla fine del mio turno… Fa lo stesso. Entriamo in questo santuario e facciamo il nostro lavoro. >
< Ed io dovrei prendere ordini da te? >
< Se vuoi fare come ti pare sei libero di farlo… Io vado per la mia strada. Non ho bisogno del tuo aiuto. >
< Non fare il modesto con me, ragazzino… Già non ti sopporto, figuriamoci se lavoriamo assieme. >
< Vedi di non farmi perdere altro tempo, allora. >
< Vediamo di risolvere la questione il prima possibile > mormorò sottovoce Ryo.
Una volta ritrovatisi dinanzi al portone del santuario, un brivido di freddo percosse la schiena di Ryo Saeba,
< Fa un gran freddo qui fuori. Certo che il nostro capo poteva avvertirci delle basse temperature di questo luogo. >
< Dovevi immaginartelo tu, sciocco che non sei altro. >
< A differenza tua, io non sono mai stato in questo posto. >
< Ok, ma adesso fai silenzio. Stiamo per entrare in un luogo sacro. >
Una volta bussato al portone, Shinichi e Ryo aspettarono che qualcuno li potesse aprire.
< Sembra che non ci sia nessuno > mormorò Ryo.
< Il portone è chiuso a chiave > fece Shinichi toccandolo < Magari sono dentro a pregare e non vogliono essere disturbati. >
< Oppure semplicemente non c’è nessuno… >
Riprovando a bussare svariate volte, alla fine i due uomini si convinsero che nessuno gli avrebbe aperto.
< Meglio se ce ne andiamo da qui. È solo una perdita di tempo. >
< Non so perché, ma è la prima cosa sensata che hai detto da quando sei qui, Ryo. >
< Ah ah ah grazie mille. >
Ma prima che potessero risalire nelle loro rispettive macchine, un urlo acuto squarciò il cielo mettendoli in allarme.
< Cos’è stato?! >
< Qualcuno ha bisogno d’aiuto immediatamente! >
Preso dalla preoccupazione, Shinichi decise di entrare da un’entrata secondaria sfondando la finestra di uno dei saloni del santuario.
< Shinichi! Ma che diavolo fai? Non possiamo entrare in una proprietà privata come se niente fosse! >
< A mali estremi, estremi rimedi. >
Vagando nel santuario senza una meta, alla fine i due detective si scontrarono con un giovane uomo dalla carnagione molto pallida, i capelli lunghi e scuri e uno sguardo rosso sangue.
< Chi siete voi? > gli domandò.
< Salve. Io sono il detective Shinichi Kudo mentre lui è il mio collega Ryo Saeba. Siamo giunti fin qui per scoprirne di più sulla scomparsa di una donna di cui ignoriamo ancora il nome. >
< Mi dispiace per voi ma vi hanno informato male. Non c’è stata nessuna scomparsa nel nostro santuario… Quindi vi pregherei di andarvene immediatamente prima che lo spirito di questo posto possa accanirvi contro di voi. >
< Qualcuno che alloggia in questo santuario ci ha fatto una chiamata alla centrale dicendoci che una ragazza era in pericolo di vita. >
< Non fatemelo dire una seconda volta: andatevene via da questo posto, altrimenti… >
Vedendo gli occhi iniettati di sangue e un’aura oscura ricoprire l’individuo misterioso, Ryo prese con se Shinichi scaraventandolo fuori dal santuario.
< Ma sei forse impazzito?! Perché mi hai trascinato fuori da lì?! >
< Volevi forse farti ammazzare? Hai visto come ci guardava quella specie di creatura non umana… >
< Siamo sulle tracce di una donna misteriosamente scomparsa. Non possiamo andarcene come dei codardi. >
< Ah no? Allora rientra pure. Io non rimarrò un secondo di più in questo posto. Ti do la mia parola. >
< Va bene. Potremmo tornarci domano mattina quando sarà il sole. Così questo posto sarà meno tetro del previsto. >
< Sei uno stupido. Credevo che tu fossi a conoscenza di questa collina posta all’estremo nord di Willon City: qui il sole non batte mai… Il territorio è ricoperto da una densa nebbia che ricopre tutta l’area. >
< Chi ti ha detto queste scempiaggini, Ryo? Il nostro capo? >
< C’è scritto sulle guide della città. >
< Pure illazioni, te l’assicuro io. >
< Va bene, comunque fai come vuoi. Io non rimarrò un solo secondo qui. Addio > disse infine Ryo fuggendo a bordo della sua auto.
“Credo che per questa notte non troverò nessuna risposta in questo santuario… Ma tornerò molto presto.”

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Capitolo 7
*** Segreti terrificanti ***


Circolare in piena libertà in giro per la città non era per niente facile per Capitan Harlock anche in compagnia di Saeko e di Federico.
Il giovane ragazzo, non riuscendo ancora a ricordare il suo passati e chi era lui veramente, decise che oramai era inutile sforzarsi più del dovuto, pensando esclusivamente al presente.
Nel mentre parlava spesso con Saeko, Federico si faceva chiamare spesso Davide, un nome che gli era piaciuto fin dall’inizio al ragazzo.
< Saeko, perché stiamo circolando per la città come se fossimo a fare una passeggiata rilassante? >
< Perché è questo quello che stiamo facendo, Davide. Non voglio darla vinta a questa gente bigotta per nessun motivo. >
Fissando lo sguardo di Saeko, Harlock intravide che la giovane donna stava trattenendo dentro di lei una sorta di ansia.
< Non ti ho mai vista così nervosa. Nemmeno quando eravamo al locale di Occhi di gatto. >
< Non sopporto tutti questi occhi addosso. Tutto qui. >
< Allora spostiamoci da un’altra parte, no? Ma poi non ci doveva raggiungere Shinichi? >
< Infatti sono molto preoccupata per lui. Non mi risponde al cellulare. >
< Magari è impegnato. >
< Di solito me lo dice quando non può rispondermi… Se fosse stato mandato a risolvere un altro intrigato caso di questa città, me l’avrebbe detto. >
< E se magari se lo fosse comunemente scordato? Può capitare, Saeko. >
< Shinichi non si scorda mai niente, Davide… Almeno lo spero. >
< Nemmeno quando si tratta di dimenticarsi di una fidanzata storica? >
Sentendo una voce prorompente dietro di loro, Saeko si girò di scatto con la rabbia che gli ribolliva nelle vene.
“Quel ragazzo… E’ lui che mi fissava questa mattina.”
< Lasciaci in pace, Light Nagami. Non tira una buona aria oggi. >
< Sicuramente quel dongiovanni da strapazzo che ti sei ritrovato come fidanzato se la starà spassando con un’altra donna ai confini di questa città. Me lo sento. >
< Nagami, non sfidare la mia pazienza > fece Saeko a denti stretti.
< Prima Ran Mori e dopo Saeko Nogami. Certo che Shinichi è molto abile nel conquistare le donne. >
< Ho detto di sparire! >
Infuriata più che mai, Saeko tirò fuori la sua pistola puntandogliela proprio addosso al ragazzo.
< Saeko, che stai facendo?! Abbassa subito quell’arma > fece Federico.
< Davide, tu stanne fuori. È una questione tra me e questo impiastro. >
< Davide ha ragione, Saeko. Lascia perdere > fece Harlock anche lui mantenendo la calma < Ci stanno guardando tutti. >
< La gente vuole vedere lo spettacolo? Ed è quello che faranno. >
< Avanti Saeko, spara. Così nessuno saprà che cos’hai fatto alla piccola Mayu. >
< Mayu? Che centra Saeko con Mayu? >
Non vedendoci più dalla rabbia, Saeko era pronta a sparare contro il ragazzo.
Ma l’intervento tempestivo del suo fidanzato Shinichi evitò il peggio.
< Saeko, sono qui. Abbassa la pistola > gli sussurrò il ragazzo.
Con le lacrime che gli stavano inondando il viso, Saeko si accasciò sul corpo di Shinichi cercando conforto.
< Ssh, adesso smettila di piangere. È tutto finito. >
< Shinichi… credevo che ti fosse successo qualcosa… non rispondevi ai miei messaggi e alle mie chiamate. >
< Purtroppo ho avuto molto da fare e non ho potuto avvertirti. Spero che tu possa perdonarmi. >
< Shinichi… Non mi tradiresti mai con un’altra donna, vero? >
< Certo che no. Che cosa ti viene in mente? >
< Era solo per esserne sicura. >
Federico fu molto sorpreso di vedere Saeko in quelle condizioni.
Da quando era giunto a Willon City, aveva visto la donna come una forte che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno.
Ma il timore di rimanere sola e venire tradita la faceva sentire vulnerabile da tutto.
Vedendo che Shinichi e Federico erano impegnati con Saeko, Harlock si diresse verso Light Nagami per saperne di più sulle parole dette prima.
< Ragazzino, che cosa sai sulla mia Mayu? >
< Oh, niente di particolare, Capitano Harlock… Ma ti do un consiglio: guardati bene le spalle dagli amici che hai > rispose il ragazzo prima di sparire nell’ombra.
< Aspetta un momento! >
< Harlock, va tutto bene? > gli domandò Federico.
< Io… non so cosa pensare… Devo vederci chiaro in questa storia… Meglio che parli con Saeko. >
< Non credo che sia il momento. E’ stranamente distrutta. >
< Non posso aspettare! Devo sapere di Mayu! >
Improvvisamente, anche Harlock era diventato una furia.
“Quel ragazzo… gioca con i sentimenti delle persone… Ma chi è veramente?”
< Harlock > fece Saeko con voce flebile < Possiamo vederci domani quando starò meglio? Ti prometto che avrò degli sviluppi sulla scomparsa di Mayu. >
Non sapendo cosa rispondere, Harlock si limitò a fare un cenno di sì con la testa prima di venire lasciato da solo in mezzo alla strada come un completo sconosciuto.
< Sarà meglio portarla a casa, Shinichi > fece Federico.
< Pensa tu a lei, ok? Io devo tornare alla centrale. Hanno bisogno di me per un interrogatorio. >
< Va bene. Vai pure senza problemi. >
 
 
Appena giunto alla centrale di polizia, Shinichi si sentiva molto preoccupato per le sorti di Saeko.
“Non so cosa gli sia successo ma spero tanto che stia bene.”
< Allora sei qua > fece Goro ridestandolo dai suoi pensieri < Il tuo collega Saeba ha staccato il cellulare e non lo rintracciamo da nessuna parte e quindi tocca a te interrogare il sospettato. >
< Non c’è nessun problema. Di chi si tratta? >
< Il suo nome è Kagome Higurashi. Ti dice qualcosa questo nome? >
< Se non ricordo male è la ragazza scomparsa in quel Santuario maledetto dove ci hai spedito me e Ryo… Ma è tornata? >
< Esattamente e ha qualcosa da dirci. >
< Vado subito da lei. >
Cercando di mantenere tutta la calma necessaria, Shinichi affrontò il problema a viso aperto.
< Buonasera > fece il ragazzo appena entrò nella sala degli interrogatori.
Fissando lo sguardo della ragazza, Shinichi capì che era sotto l’effetto di qualcosa che non la rendeva lucida.
< Signorina, io sono qua. >
< Come? Chi è lei? >
< Sono il detective Shinichi Kudo. >
< Detective… Lei deve assolutamente aiutarmi… >
< Infatti sono qui apposta per lei… Sapevamo che era scomparsa da un paio di giorni. Perché ha fatto ciò? >
< Per sfuggire alle angherie di un demone che persiste in quel santuario. >
< Di quale demone sta parlando? >
< Il suo nome è Naraku. >
< Perché questo demone ce la dovrebbe avere con lei? >
< Perché vuole far fuori tutti gli abitanti di quel santuario per farlo suo. >
< Capisco… Oltre a lei, chi vorrebbe uccidere? >
< Io… non ricordo i loro nomi… >
< E’ sicura di stare bene? >
< Non so perché ma ho la mente confusa… Forse perché ho bisogno di qualcosa che mi faccia ricordare… >
< Di cosa ha bisogno? >
< Non posso dirglielo, detective. Altrimenti mi metterebbe subito in carcere. >
< Non lo farò, stia tranquilla. Io voglio soltanto aiutarla. >
< Lo sa? Credo di aver perso fin troppo tempo qua dentro. Meglio che cerchi un posto sicuro dove nascondermi. >
< Ma nascondersi da chi? Non può continuare a fuggire per tutto il resto della sua vita! >
< E lei che ne sa? Non mi conosce minimamente. >
< Mi ascolti bene: se lei scompare, darà vinta a quel presunto demone. Lo capisce questo? >
< Nel corso della mia vita ho capito che devo pensare solo a me stessa… Quel Naraku mi ha completamente rovinato l’esistenza. Ed è per questo che non posso più tornare a casa. >
< Ha forse abusato di lei? >
< No. Voleva solo ucciderci per divertimento. >
< Quindi è un criminale? >
< Esatto. >
< Va bene. Ho capito tutto > fece Shinichi aprendo la porta della sala interrogatori.
< Aspetti un momento. Non avrà intenzione di recarsi fin lassù a quel santuario, vero? >
< Devo parlarci faccia a faccia. Se è un criminale, va fermato il prima possibile. >
< Se lei mette piede in quel posto non tornerà mai indietro… Mi dia ascolto. È per il suo bene. >
< Non posso farmi intimorire da una specie di demone che gioca con la vita degli altri. Devo fermarlo all’istante. >
< Faccia pure quello che vuole. Io l’ho avvertita > replicò la ragazza prima di svenire improvvisamente dinanzi agli occhi di Shinichi.
< Signorina Kagome, riesce a sentirmi? >
< Dobbiamo chiamare subito un’ambulanza > fece Matthew accorrendo verso il suo collega.
Ma una volta che i due uomini si girarono per chiamare aiuto, la giovane ragazza era scomparsa nel nulla.
< Ma cosa significa tutto questo? Era qui fino a pochi secondi fa’ > mormorò Matthew confuso < Tu come te la spieghi, Shinichi? >
< Non lo so. Per quest’oggi ho avuto a che fare con fin troppe cose misteriose. Meglio che torni a casa. >
< Ti seguo a ruota. Anche il mio turno è finito. >
 
 
Una volta tornati all’appartamento, Federico preparò una tazza di latte calda con il miele per temprare i nervi della povera Saeko.
< Ti ringrazio. Sei stato molto gentile. >
< Figurati. Anche tu avresti fatto lo stesso per me. >
Fissando gli occhi stanco di Saeko, Federico capì che era visibilmente stanca.
< Vedo che sei molto stressata… Perché non ti riposi di più? >
< Perché non ho tempo, Davide. Riesco a malapena a stare qualche ora con il mio fidanzato. Siamo pieni di lavoro in centrale e non riusciamo a venirne fuori. >
< Da pochi giorni che sono in questa città ho capito che le persone non vivono in maniera armoniosa come si può pensare… >
< Perché siamo molto diversi tra di noi… E come se non bastasse, qualcuno rende le nostre vite difficili… >
< Ti stai riferendo forse a quel Light Nagami? >
< Non me lo nominare nemmeno. Non siamo mai riusciti ad incastrarlo, ma siamo certi che ha ucciso un sacco di persone a causa di quel diario che porta sempre con sé. >
< Un diario che uccide le persone? Questo sì che è surreale. >
< Non ci scherzare troppo, Davide. Quel ragazzo è molto pericoloso. >
< Quindi quando l’hai visto avevi forse paura di morire? O lui sa qualche segreto su di te? >
Non avendo voglia di rispondere alla domanda di Federico, Saeko fece di tutto per parlare di qualcos’altro.
< Saeko, voglio ricordarti che se ti faccio tutte queste domande è per aiutarti. >
< Lo so bene. Ma io quel ragazzo lo conosco a malapena > replicò Saeko distogliendo lo sguardo dal ragazzo.
< E Shinichi? Che cosa ne pensa? >
< Lui non sai niente di me e di quel Light. Ed è meglio così. >
< E’ così terribile come si pensa? Insomma, non riesco a credere che un diario innocuo possa uccidere decine di persone. >
< Potrebbe far fuori tutta la popolazione di Willon City, se volesse… E come se non bastasse, ricatta le persone storcendogli soldi e segreti. È un farabutto in piena regola. >
< Saeko, ti scongiuro di dirmi quale segreto lega te a quel ragazzo. >
< Davide, ti prego. Non insistere. >
< Dimmelo! È per il tuo bene! >
Mentre Federico e Saeko stavano parlando animatamente tra di loro, qualcuno suonò il campanello dell’appartamento.
< Aspetti forse qualcuno, Saeko? >
< No… E non credo che sia Shinichi, altrimenti avrebbe aperto senza problemi. >
Incuriosito, Federico si alzò dal divano aprendo la porta.
< Sei tu… Light Nagami… >
< Sono rimasto alcuni minuti dietro questa porta a sentirvi parlare e non ho potuto fare a meno che sghignazzare divertito. >
< Cosa c’è di divertente in questa storia? > fece Federico rabbioso.
< Davide! Caccialo via! >
< Davide, eh? È davvero questo il tuo nome? >
< Certo che lo è… > replicò il ragazzo sorpreso.
< Il colpo alla testa deve averti fatto cancellare la memoria… Ma se vuoi posso aiutarti a fartela recuperare, Federico. >
Sentendo quel nome, si ricordò del momento prima che fece l’incidente picchiando contro un albero della foresta.
< E tu che ne sai del mio passato? >
< So molte cose di tutti in questa città… Come per esempio il segreto che lega Saeko a me… Cara, glielo dici tu? >
< Vattene via! Ora! >
< Vedo che non vuoi collaborare… molto bene… Stai molto attento, Federico. Dopo Mayu, potresti scomparire pure tu. >
< Mayu? Sai qualcosa di lei? >
< Ho già parlato abbastanza. Fattelo dire da Saeko… Tutti credete che sia una poliziotta che lavora al servizio di una giustizia che in questa città non si è mai vista… Ma la sua indole è un’altra. >
< Adesso basta! Vattene da qui! > gridò Saeko sfoderando la sua pistola verso Light.
< Mi uccideresti davvero? È questo che vuoi? Meglio di no, altrimenti il mio shirigami potrebbe venirti in sogno e ucciderti una volta per tutte. >
< Tu stai mentendo! >
< Ahahah ti piacerebbe, vero? Comunque mi sono dilungato fin troppo… Ci vediamo in giro, Ragazzi. Sempre che abbiate il coraggio di mostrare la vostra faccia > disse infine Light prima di scomparire nel buio della sera lasciando Federico e Saeko in preda a mille domande.

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Capitolo 8
*** Un destino legato ***


Federico si sentiva più confuso che mai.
Le parole che gli aveva impresso Light Nagami stavano risuonando nella sua mente.
“Federico… allora è questo il mio nome… Non è possibile! Lui come fa a sapere tutte queste cose? Chi diavolo è? E che cosa vuole dalla gente di questa città?”
Vedendo che Federico era immerso nei suoi pensieri, Saeko non riusciva a calmarsi minimamente, gridando straziante il nome della piccola Mayu.
< Saeko, perché stai gridando? > domandò Shinichi una volta entrato nell’appartamento < Che cosa gli hai fatto?! >
< Cosa? Parli con me? >
< Perché Saeko sta piangendo? Sei stato tu?! >
< Perchè dovrei averla fatta piangere. Non ne avevo nessun motivo… >
Federico guardava il giovane dtective con sguardo confuso e indecifrabile.
< Smettila di guardarmi con quella faccia da pesce lesso. Non ti sopporto! >
< Shinichi… >
Il richiamo di Saeko fece attenuare la rabbia del giovane detective.
< Dimmi, tesoro mio. Sono qui vicino a te… Che cos’è successo? >
< Light Nagami. È stato qui… >
< Chi? Quel ragazzo che non fa altro che tormentarti con delle stupide illazioni? Che cosa ti ha detto? >
< Saeko è stata accusata della scomparsa di Mayu > spiegò Federico.
< Questo è impossibile. La mia Saeko non farebbe mai una cosa del genere. >
< Ah no? Allora perché non si è difesa a dovere? Sta lì a piangere come una creatura debole e insignificante. >
Improvvisamente, Federcio era diventato molto burbero e duro con la giovane donna, dando sempre di più ascolto alle parole di Light.
< Come puoi parlargli così?! >
< Tutta questa indagine è una farsa… Mayu è scomparsa, sì… Ma Saeko sa dove si trova. >
< Lei non sa niete di quella bambina! Diglielo anche tu, tesoro. >
Ma la giovane detective non ce la faceva a parlare, ancora visibilmente scossa dalla situazione.
< Hai bisogno di riposarti una volta per tutte. Vieni, ti acocmpagno in camera. >
Nel mentre Federico rimase solo in salotto, continuava a rimuginare sul suo passato.
“Devo rintracciare quel ragazzo. È l’unico che sa del mio passato.”
< Allora ragazzo, spiegami una cosa… >
< Chiamami Federico > lo interruppe il giovane adulto con tono duro < E’ questo il mio nome. >
< Tu dai ascolto ad un pazzo che minaccia la gente solo perché parla con serietà? Tu devi essere completamente fuori di testa. >
< Ah davvero? Facciamo finta che quel Light Nagami o come diavolo si chiama stia dicendo la verità… Tu che cosa penseresti? >
< Andiamo, è una follia. >
< Rispondimi! >
< Abbassa la voce e non gridare. Saeko sta riposando nella sua stanza. >
< Voglio arrivare fino in fondo a questa storia… Ma vedo che Saeko non ci sta aiutando come tutti noi vorremmo… >
< Saeko non sa niente su quella bambina. Punto e basta. Sta solo facendo delle indagini da poliziotta com’è per scoprire la verità. >
< Oppure sta tentando in tutti i modi di nasconderla… >
Ferito dalle continue accuse di Federico, Shinichi piombò addosso a lui prendendolo per il collo della camicia.
< Come puoi parlare così di lei? Ti ha datto tutto da quando sei arrivato qui. Una casa, cibo e un tetto per dormire… Non posso ascoltarti infamarla in questo modo. >
< Sto solo facendo delle ipotesi. Tutto qui. >
< No… Tu sei contro di lei… Ed io non posso permettere che tu rimanga sotto il suo stesso tetto. Quindi ti pregherei di andartene assolutamente. >
< Va bene, ascolterò il tuo ordine. Ma voglio ricordarti una cosa: potete sfuggire alle mie parole, ma non alla collera di Capitan Harlock. >
< Lui non verrà mai a conoscenza di questa storia. >
< Quel Capitano non si fermerà dinanzi a nulla pur di ritrovareMayu e sarà disposto ad uccidere se ne avrà l’occasione. >
< Noi non abbiamo paura. Lo affronteremo a viso aperto dichiarandoci innocenti fino a prova contraria. >
< Qui l’innocenza è stata persa da quando questa città è stata fondata… Adesso è meglio che me ne vada. È stato un piacere finché è durato. >
< Non per me… E ti pregherei di non farti vedere in giro, altrimenti torni subito dentro. >
< Con quale accusa? >
< Di questo non devi preoccupare… Hai detto che l’innocenza è stata persa, no? Anche la giustizia. E tu non avrai giustizia rimanendo qua. >
< Infatti quando avrò scoperto chi sono, me ne andrò immediatamente e non sentirete mai più parlare di me. >
< Allora ti auguro di riuscirci. >
< Anch’io > disse infine Federico prima di uscire definitivamente dall’appartamento.
 
 
Una volta ritrovatosi in strada, Federico non aveva nessun posto dove andare.
“Bene. Anche stanotte non ho una dimora e un posto per potermi riposare. Devo essere un tipo molto fortunato.”
Ma mentre stava passeggiando indisturbato tra le vie buie di Willon City, Light Nagami uscì allo scoperto andandogli incontro.
< Accidenti! E tu che cosa ci facevi dietro di me? > domandò il ragazzo sobbalzando dallo spavento.
< Ti stavo seguendo. Non l’avevi capito? >
< Bravo. Infatti anch’io ti stavo cercando. >
< Non avevo dubbi… Vuoi sapere che cos’è successo a quella bambina, non è vero? Ebbene non sarà una bella storia. >
< E’ stata Saeko a farla scomparire? >
< Diciamo che Saeko ha la recriminazione di non averla aiutata quando ne aveva l’occasione… >
< Che stai dicendo? >
< Molte creature oscure si divertono molto con i sentimenti degli altri… E una creatura in particolare ha preso di mira quella povera bambina portandola via con sé. >
< Di chi si tratta? >
< Tu credi agli spiriti, Federico? >
< Sinceramente non so più che cosa pensare da pochi giorni che sono qui… E’ una città stranissima. Gente che ti minaccia e ti snobba per quello che sei… Perché sembra di essere capitati in una guerra in cui tutti sono contro tutti? >
< Perché è così. I cattivi di questa città stanno per avere il potere assoluto e la gente buona come Saeko o il suo fidanzato non fanno niente per contrastarlo… Per questo ogni giorno che passa il caos diventa sempre più incontrollabile. >
< Tornando a Saeko, perché non ha voluto aiutare Mayu? >
< Perché se l’avrebbe fatto, sarebbe morta. >
Nel sentire quelle parole, il sangue di Federico si gelò all’istante.
< Hai forse paura, ragazzo? Non devi averla. Finché non darai fastidio a chi non devi nemmeno pensare, sarai in salvo… Guarda me. Mi sento in pace con me stesso perché io dico sempre la verità. >
< Ma tu come fai a sapere tutte queste cose? >
< Perché è il mio amico Ryuk che mi fa vedere cose che gli altri non possono vedere… >
< Chi è questa persona? >
< E’ uno shirigami… Ed oltre avere il potere di sapere quale sarà l’ora esatta della tua morte, sa ogni cosa che è successa e succederà in questa città. >
< Fammelo conoscere. Voglio vederlo. >
< Mi dispiace per te, ma è impossibile. Solo io o chi ha questo diario che custodisco gelosamente può vederlo… E tu non sarai mai uno di quelli. >
< Che cosa predilige il tuo amico? >
< Noi abitanti di Willon City continueremo a farci la guerra finché il più forte non avrà vinto… E se tu sei qua, è perché hai il compito di ribaltare questa predilizione nefasta. >
< Io? Che cosa centro? >
< Centri eccome, fidati. >
< Io devo limitarmi a ricordare chi sono veramente e poi dovrò andarmene da qui. >
< Come? Vuoi che la gente cattiva e crudele come me superi i confini di questa città e ti venga a cercare? Non credo che sia una buona idea. >
< Ma perché? Che cosa centro con voi in tutto questo? >
< Devi aiutarci a ritrovare la pace. Solo così poi potrai ricordare davvero chi sei e tornare finalmente alla tua vita. Adesso mi hai capito? >
< Ma io… >
< Inizialmente sarà molto dura, ma vedrai che con il tempo ti ci abituerai. Stai molto attento a non metterti contro le persone sbagliate, altrimenti non avrai scampo… Io però devo dire che più parlo con te, più mi piaci. Si un ragazzo che ascolta molto attentamente. >
< Ho forse altra scelta? >
< Sì… La morte. >
< Adesso che cosa devo fare? >
< Ritrova la piccola Mayu prima che sia troppo tardi… Ti do un indizio: Segui i raggi lunari che ti condurranno in un luogo dove la quiete del mare non è ancora stata investita dal male… Sarà lì che la troverai. >
< Perché tu non mi accompagni? >
< Perché questa è la tua missione, non la mia… Ci vediamo in giro. Addio > disse infine Light prima di scomparire nel nulla.
“La quiete del mare… Questa città si affaccia sul mare? Se è così devo raggiungere Mayu alla svelta.”

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Capitolo 9
*** Il riflesso della felicità ***


La pioggia stava cominciando a cadere in quella sera che si prospettava molto strana.
Ma Federico non si spaventava per nessun motivo, proseguendo per la via verso il mare.
“Devo sapere quale è il sentiero più breve per raggiungere questo posto.”
Trattenendo a stento la paura, Federico decise di fermarsi nel bar Occhi di Gatto dove le tre ragazze che mandavano avanti il locale stavano chiudendo.
< Scusatemi tanto > fece il ragazzo con voce flebile < Non vi ruberò molto tempo, ma vorrei sapere se c’è un sentiero veloce che mi può portare verso il mare. >
< E hai pensato di andarci a piedi? > gli domandò Tati.
< Purtroppo non ho molta scelta. >
< Perché vorresti andare verso il mare in una serata simile? È molto pericoloso. Potrebbe iniziare a tuonare da un momento all’altro. >
< Ecco, c’è una persona che mi sta aspettando laggiù. >
Non credendo alle parole del ragazzo, le tre donne si guardarono a vicenda indicandogli la via verso il mare.
< Segui questo sentiero fino in fondo. Non puoi sbagliarti. Ti porterà verso le rive del mare. >
< Davvero? Vi ringrazio infinitamente. >
Ma prima che Federico potesse uscire dal locale, una voce familiare attirò la sua attenzione.
< Ancora non capisco perché te ne occupi personalmente… >
< Sei sempre quel ragazzo che non ha timore di fare delle brutte figure? >
< Io non faccio mai delle brutte figure… Federico. >
< Come fai a conoscere il mio vero nome, Kai Hawatari? >
< Ormai tutti sappiamo chi sei. >
< Vedo che Light Nagami non riesce a tenere la bocca chiusa… Ma fa lo stesso. Non me ne faccio un problema. >
< Non sei più in compagnia di quello schianto di poliziotta che ti portavi appresso? >
< Questi non sono affari tuoi, Kai. >
< Andare da solo al mare con questo tempo… Chi stai cercando? >
< Una persona a me molto cara. >
< Potresti dircelo, sai? Io e le ragazze vogliamo aiutarti. >
< Kai, è meglio che tu te ne torni a casa > fece Kelly < Stiamo chiudendo. >
< Me ne andrò quando anche il mio amico Federico toglierà il disturbo. >
< Allora puoi andartene subito. Io non ho tempo da perdere. >
< Aspetta un momento. Perché tanta fretta? > domandò Kai prendendolo per il braccio < Un po’ di compagnia non mi farebbe male. >
< Allora vedi di trovarti qualcun altro. Non mi stai per niente simpatico, Kai. >
< Felice di constatarlo… Vorrei ricordarti che sono molto amico di Light Nagami e se voglio, posso farti sparire in qualsiasi momento. >
< Pensi di farmi paura?! > mormorò Federico prendendolo per il collo < I tipi come te di questa città godono nel fare i gradassi e spaventare la povera gente come me. Ma presto vi renderete conto che state sbagliando tutto e chiederete finalmente scusa. >
< Io non devo chiedere scusa a nessuno, se vuoi saperlo. >
< Adesso basta litigare, ragazzi > fece Sheila dividendoli < Kai, anche se sei solo al mondo, non ti puoi permettere di dare fastidio a chi non ti piace. >
< Il problema che a Kai non piace nessuno > fece Tati.
< Anche se sei la più piccola delle sorelle sembri la più intelligente, Tati… Comunque non vi preoccupate. Per oggi ho finito. Me ne vado a letto. >
< Bravo, saggia decisione > fece Federico fissandolo malamente < Dopo di te. >
< Hai forse paura che ti possa seguire? >
< La faccenda non mi stupirebbe minimamente, sai? >
< Sei incorreggibile, Federico. Ma stai molto attento a fare il furbo: lo sai che fanno una brutta fine? >
< E’ forse una minaccia? >
< No, era solo un avvertimento. >
< Adesso basta! Fuori di qui! > tuonò Kelly cacciando definitivamente il ragazzo e chiudendo la porta del locale.
< Finalmente. Pensavo che non se ne andasse più > fece Tati posando la scopa che usava per spazzare.
< Grazie per essermi venuto in aiuto, ragazze. Se fossi rimasto solo con lui credo che l’avrei preso a pugni. >
< E di conseguenza saresti finito in prigione > ribatté Sheila < Allora il tuo nome è Federico? Perché Saeko mi ha detto che ti chiamavi Davide? >
< E’ una lunga storia che purtroppo non sto a raccontarvi… Diciamo che ho bisogno di ritrovare me stesso. E nel farlo, devo arrivare sulle rive del mare il prima possibile. >
< Fortunatamente per te non è molto distante. Mi pare che siano solo tre chilometri. >
< Perfetto. Posso andarci anche a piedi. >
< Sei sicuro? Non vuoi un passaggio? >
< Ti ringrazio Kelly, ma ce la faccio benissimo da solo. E poi voi dovreste essere stanche dopo una giornata come questa. Sono stato molto sorpreso nel vedere il vostro locale così pieno. I miei complimenti. >
< Grazie. Ma quando lavori bene e tieni al cliente come facciamo noi, diviene tutto più facile. >
< Siete brave, non c’è che dire… Spero di rivedervi domani mattina facendo colazione nel vostro locale. A presto e grazie ancora di tutto. >
< Passa per il retro > gli fece Tati < Così magari eviterai d’imbatterti in Kai. >
< Ottima idea. Grazie ancora > disse infine Federico prima di cominciare la sua corsa verso il mare.
 
 
Appena il giovane ragazzo vide la spiaggia, il suo cuore affannato tirò definitivamente un sospiro di sollievo.
“Finalmente. Sono arrivato.”
Dopo che aveva cominciato a piovere molto violentemente, le nuvole nere avevano fatto spazio ad una luna gigantesca, brillnante e bellissima.
“Spero davvero che Mayu si trovi da queste parti.”
Una volta recuperate le energie, Federico cominciò a setacciare tutto il lungomare da cima a fondo.
Ma quello che lo lasciò perplesso erano i raggi lunari che si andavano a posare su uno scoglio in lontananza.
“Chi diavolo è quella figura che sta fissando il mare?”
Incuriosito, Federico ricominciò a correre con il cuore che non ne poteva più.
Avvicinandosi con fare circospetto, incredibilmente notò che non era un essere umano come poteva pensare.
“Ma quella è una sirena…”
Con lo sguardo confuso e allibito allo stesso tempo, cercò di attirare la sua attenzione.
< Scusami > fece Federico con tono flebile < Sono vere quelle pinne? >
In altre occasioni poteva essere una domanda stupida, ma Federico non riusciva ancora a credere a quello che stava vedendo.
Con lo sguardo stranito, la bella sirena si buttò nel mare bagnandolo di conseguenza.
< No, aspetta! Non voglio farti del male! >
Ma la sirena non rispose, sparendo in acqua senza farsi vedere.
“E se fossi arrivato in una specie di baita per le sirene? Sarebbe una scopeta fantastica.”
Ma girando lo sguardo, Federico fu attirato dalla visione di una piccola bambina dai capelli blu a cashetto che si divertiva a guardarlo mentre stava facendo delle sculture di sabbia.
< Piccolina, che cosa ci fai qui da sola? >
< Mi stavo divertendo nel fare i castelli di sabbia > rispose la bambina con voce flebile < E poi fino a poco tempo fa’ io non ero sola… C’era la mia amica Lucia che mi teneva compagnia. >
< Lucia? E chi sarebbe? Forse è la tua mamma? >
< Io una mamma? Non l’ho mai conosciuta… Lucia è la sirena che hai visto su quello scoglio. >
“Ma allora è tutto vero…”
< Come? Ho davvero visto una sirena? >
< Puoi ben dirlo… Come ti chiami? >
< Il mio nome è Federico. Il tuo? >
< MI chiamo Mayu. >
Sentendo il nome della piccolina, Federico tirò un sospiro di sollievo.
< Allora sei tu la piccola Mayu! >
< Perché? Mi stavi forse cercando? >
< Il Capitano Harlock era disperato non trovandoti più! Invece sei qui! >
< Harlock… E’ come un padre per me… >
< Perché sei scappata? Eravamo tutti in pensiero per te. >
< Perché volevo vedere le sirene e Harlock diceva che era troppo pericoloso uscire di notte in questa città… Io sinceramente non ho trovato nessuna difficoltà nell’arrivare fin qui… Certe volte Harlock è troppo protettivo nei miei confronti. >
< Forse perché si preoccupa per te. >
< Ma si preoccupa troppo! E non deve. >
< E comunque, mi piacerebbe conoscere la tua amica sirena. Voglio ringraziarla per aver badato a te. >
< Non c’è di ché > fece una voce dietro le spalle di Federico.
< Accidenti! E tu chi sei? >
< Mi chiamo Lucia e sono la sirena che hai visto poco fa’. >
< E le tue pinne? Che fine hanno fatto? >
< Diciamo che posso trasformarmi in sirena e in un’umana quando voglio. >
< Ah, capisco… >
< Tu sei un parente della piccola? >
< Chi io? No, no… E’ solo che facevo parte di un gruppo di ricerca per ritrovare la piccola Mayu. La bambina è scomparsa dalla città da alcuni giorni. >
< Mayu! Ma tu non me l’avevi detto! > la brontolò Lucia.
< Lo so Lucia, scusa. È solo che volevo rimanere con te. >
< Però non dovevi dirmi una bugia. Non si fanno queste cose. >
< Adesso sei arrabbiata con me? >
< Non potrei mai esserlo piccolina > replicò Lucia accarezzandogli la fronte < Però adesso devi tornare dalla tua famiglia. Saranno molto in pensiero per te. >
< Ma se torno da loro non ti rivedrò più. >
< Questo non è vero. Verrò molto spesso in città così ci potremmo vedere tutte le volte che vuoi. >
< Davvero? Me lo prometti? >
< Fosse l’ultima cosa che faccio. >
< Urrà! Ti ringrazio molto, Lucia. Sei una vera amica > gridò Mayu abbracciando la sirena.
< Mi dispiace interrompervi, ma è meglio raggiungere la nave di Harlock. Il Capitano non può più attendere il tuo ritorno. È molto arrabbiato > spiegò Federico.
< Hai sentito? Adesso dovremmo vedercela con lui? >
< Avete ragione. Vedrò di parlarci con calma e spiegargli le mie ragioni… Spero che alla fine mi possa perdonare. >
< Credo che lo farà. Anche se è un tipo burbero, Harlock sa perdonare. >

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Capitolo 10
*** Scheletri nell'armadio ***


La mattina dopo una volta ritornati in città, Federico prese per mano la piccola Mayu per condurla direttamente da Harlock.
Facendosi vedere in mezzo alla città, tutti gli abitanti di Willon City erano stupefatti nel rivedere la bambina viva e sorridente.
< Questo è davvero incredibile > fece Sheila mentre stava spazzando l’ingresso del locale < Federico è riuscito a ritrovare la piccola Mayu. >
< Davvero? Tutto da solo? > domandò Tati.
< Quel ragazzo è un portento. Sarà colui che farà ritornare la pace in questa città. >
< Ancora non è detto tutto > fece Light uscendo allo scoperto < Dovrà farsi largo tra altri pericoli, mie care ragazze. >
< Tu non hai altro da fare che starci a spiare, Light? >
< Come farei a non spiare la mia gente? Altrimenti non sarei così rinnomato di sapere tutto di tutti. >
< Vedi di farti gli affari tuoi, Light. Ne va della tua incolumità. >
< Nessuno avrebbe mai il coraggio di farmi fuori, Sheila. Nemmeno i sayan o ninja più spietati. >
< C’è sempre qualcuno più furbo di te. Ricordatelo. >
< Ebbene, allora perché non me lo fate conoscere? >
< Credo che tu ce l’abbia davanti > rispose Tati sorridente indicando Federico.
< Quel ragazzo ha appena ritrovato sé stesso con il mio aiuto. Non potrà mai mettersi contro di me. Non gli conviene. >
< Questo è tutto da vedere. >
Mentre la banda Occhi di Gatto e Light Nagami stavano per assistere all’incontro tra Federico e Harlock, l’Arcadia si preparava ad atterrare nella piazza più grande della città.
Molti abitanti avevano paura che Harlock non l’avrebbe presa molto bene nel vedere la bambina a cui teneva più di qualsiasi altra cosa mano nella mano con Federico.
Appena Harlock aprì il portellone della nave, il suo sguardo si rilassò all’istante.
< Harlock! Harlock! >
La bambina, felice come non mai, si diresse verso l’uomo dello spazio abbracciandolo come non aveva mai fatto prima.
< Piccola mia, ma dove sei stata? Ero molto in pensiero per te. >
< Ero alla ricerca delle sirene. >
< Che cosa? >
< E finalmente sono riuscita a vederne una dal vivo… Vuoi che te la presenti? >
< Hai portato una sirena fin qui? >
< Certo! Lucia? Puoi avvicinarti, per favore? >
Senza la minima paura, la giovane sirena si avvicinò ad Harlock stringendogli la mano.
< Ti ringrazio per aver badato alla mia bambina > mormorò il capitano con tono serio < Se posso fare qualcosa per te, non esitare a dirmelo. >
< Vorrei tanto che promettessi alla piccola Mayu di venirmi a trovare al mare tutte le volte che vorrà. Io sarò quasi sempre in quel posto e aspetterò il suo ritorno ogni volta che vorrà. >
< D’accordo. Se a Mayu va bene… >
< Certo che mi va bene! > gridò la bambina sprizzante di gioia.
< Però devi promettermi che non scapperai mai più da me. Intesi? >
< Sì Harlock, te lo prometto. >
< Molto bene. Sei perdonata > mormorò il Capitano abbracciando la bambina e fissando con sguardo compiaciuto il giovane Federico
“Harlock, la faccenda non finisce qui. Adesso dovremmo aiutare Saeko e scoprire cosa nasconde realmente.”
 
 
Una volta che tutta la folla si dissolse e sparì lontano dall’Arcadia, finalmente Federico poté rimanere da solo con il Capitano.
< Lucia, adesso che cosa farai? > gli domandò il ragazzo.
< Me ne ritornerò nel mare. È lì il mio posto. >
< Capisco… Spero un girono di rivederti molto presto. >
< Stai tranquillo. Se non te ne andrai molto presto da questa città, mi rivedrai sicuramente. >
< Devo vedere l’evolversi delle cose… Credo di avere ancora molta gente da aiutare. >
< Ti stai forse riferendo alla poliziotta Saeko? > gli domandò Harlock.
< Durante la fuga per vedere le sirene, Saeko l’ha vista e non ha fatto niente per fermarla… La cosa che mi viene spontanea da domandarmi è: perché? >
< Credi che stia nascondendo qualcosa? >
< Esatto… Un qualcosa che solo Light Nagami può saperlo oltre a lei… >
< Vuoi chiedere aiuto a quel ragazzo? Non mi pare una buona idea, ragazzo. >
< Puoi chiamarmi Federico, Capitano… Se non chiediamo il suo aiuto, pensi di scoprire la verità da solo? >
< Vediamo cosa possiamo fare, ok? >
< Se posso fare qualcosa per te, non esitate a domandarmelo. >
< Stai tranquilla, Lucia. La situazione è tutta sotto controllo… Almeno per ora. >
< E tu su con la vita, Capitano dei cieli. Hai finalmente ritrovato la tua bambina… ed è questo che conta, no? >
< Sì… Ma pensare che ha rischiato la vita inutilmente… >
< Gli astri sono stati dalla sua parte, Capitano > replicò Federico < E poi non sembra, ma Mayu sa badare molto bene a sé stessa. >
< Ma è ancora molto piccola, Federico. >
< Cresce in fretta. Presto sarà lei che dovrà tenere d’occhio te, Capitano. >
< Su questo hai ragione. >
Dopo aver salutato definitivamente Lucia, Federico e Harlock percorsero le vie della città per raggiungere l’appartamento di Saeko.
< Davvero prima non vuoi passare da Light Nagami? >
< Sai dove sta? >
< Purtroppo no. >
< Come ti ho detto, meglio lasciar perdere quel ragazzo. Non mi piace per niente. >
< Anche se sembra un tipo losco, mi ha tirato fuori da una brutta situazione… E poi è stato grazie a lui se ho capito dove si trovava la bambina. >
< E non ti ha chiesto niente in cambio? >
< Perché? Dovevo pagarlo in qualche modo? >
< Stai molto attento… La gente non fa niente per niente, Federico. >
< Ah sì? Anche in questa città funziona così? >
< In tutto il mondo, caro ragazzo. >
Una volta giunti dinanzi all’appartamento, Federico suonò numerose volte al campanello del palazzo.
< Non risponde nessuno… Che sia al lavoro? >
< Non hai per caso il suo numero di cellulare? >
< Mi dispiace, ma non ho il cellulare. >
< Un vero peccato. Vogliamo raggiungerla alla centrale? >
< Direi che non c’è alternativa. >
< Non la troverete mai alla centrale > mormorò Light andando incontro ai due uomini < Se né andata con Shinichi per risolvere il problema del santuario maledetto di Willon City. >
< E tu come fai a saperlo? >
< Lì ho visti uscire stamattina molto presto… E credo che non torneranno molto presto. >
< Vorrà dire che li aspetteremo > fece il Capitano.
< Fate come volete. Io vi ho avvertito > replicò Light allontanandosi.
< Aspetta un attimo, Light > lo richiamò Federico.
< Che cosa vuoi da me? >
< Dimmi cosa sai di Saeko: che cosa nasconde? Perché non ha voluto aiutare la bambina ben sapendo che era scappata da Harlock? >
< A Saeko non piacciono minimamente i bambini > scherzò Light.
< Cerca di fare il serio una volta per tutte e dimmi le cose come stanno. >
< Non credo che vi sarò d’aiuto in questo frangente. >
< Light Nagami, se la faccenda riguarda Mayu, ti prego di confessare. >
< Lasciate vivere la bambina nella spensieratezza dei suoi anni… Non rendetegli la vita difficile. Altrimenti potrebbe scappare di nuovo… >
< Non riuscirò mai a proteggerla se non so la verità su Saeko. >
< La verità sul passato della piccola, la sai Capitano? >
< Cosa c’è da sapere? È una bambina di appena cinque anni che ha vissuto gran parte della sua vita con me. >
< E perché? >
< Perché io… l’ho salvata da una morte certa. È stata abbandonata quando era molto piccola in mezzo a questa foresta, rischiando di venire aggredita e mangiata dalle creature che circolano in questa zona. >
< I pokémon non avrebbero mai attaccato la neonata Mayu se non si sentivano in pericolo… Quelle creature sono molto più intelligenti di noi. >
< Su questo ti do ragione… Ma non sono mai riuscito a scoprire chi poteva averla abbandonata… E non c’è giorno che passi di arrivare a scoprire questa verità. >
< Ed è per questo che avete bisogno di Saeko… Ma fareste meglio a raggiungerla. Tende a sparire molto velocemente. >
< Non può uscire da questa città > rispose piccato Harlock < Nessuno di noi può. >
< Hai forse provato ad uscire dal confine? >
< L’uscita da questa città è la morte istantanea… Qualcuno o qualche forza oscura ci tiene tutti prigionieri. >
< Che cosa stai dicendo, Capitano? >
< Mi dispiace che tu l’abbia scoperto così Federico, ma è la verità: una volta entrati non si può più uscire. >
Sentendo la confessione di Harlock, Federico divenne pallido in viso.
< Quindi questo vuol dire che non potrò mai andarmene da qui… >
< Non ora, almeno > mormorò Light < La tua casa è questa città, ragazzo mio. Che ti piaccia o no. >
Spaventato dalla situazione, Federico corse via lontano da Light e da Harlock con la rabbia che gli stava ribollendo nelle vene.
“No. Non posso rimanere rinchiuso in questa città per sempre. Deve esserci una soluzione… E devo trovarla alla svelta.”
< Federico! Aspetta! > gridò Harlock cercando di fermarlo.
< Lascialo andare. Tornerà molto presto da te… Dovete scoprire il passato della bambina, ricordi? >
< Perché continui a fare tutto il misterioso? Parla una volta per tutte! >
< Mi è impossibile farlo > replicò Light con ghigno malefico < Non posso affrettare lo scorrere delle cose. Pazienta ancora un po’ e vedrai che presto saprai chi è la vera madre e il vero padre di Mayu… A presto, Capitano > mormorò Light prima di scomparire per la sua strada.
 
 
Non avendo nessun posto dove andare, Federico si diresse verso il bar Occhi di Gatto per rimanere da solo.
< Buongiorno, Federico > fece Kelly accogliendolo calorosamente.
< Ciao, Kelly… Posso rimanere completamente in disparte senza che nessuno mi possa dare fastidio? >
< Certamente… Ma va tutto bene? >
< A meraviglia, direi… Ho appena scoperto che io come tutti voi, sono imprigionato in questa città contro la mia volontà… Ancora non riesco a capire come sia possibile. >
Riflettendo sulle parole di Federico, Kelly si avvicinò al ragazzo squadrandolo attentamente.
< Non puoi andartene di qui perché la tua missione non è conclusa > mormorò la donna nell’orecchio del ragazzo.
< Di quale missione stai parlando? >
< Ad essere precisa, di molte missioni: adesso che hai riconsegnato Mayu ad Harlock, saranno altre persone che dovrai aiutare… A cominciare da Saeko. >
< Come posso aiutarla se non so dove si trova? >
< Invece è molto più vicina di quanto tu possa mai immaginare > rispose Kelly indicandola al bancone del bar.
< Ma non doveva essere… >
< La questione del santuario maledetto è stata presa in questione dal detective Goro nonché Capo della centrale di polizia di questa città. E con sé, ha voluto gli uomini migliori che ci sono attualmente. >
< E Saeko non è una di quelle? >
< Purtroppo no visto che non sta molto bene… E poi non fa altro che fissare una foto con malinconia. Chissà a chi sta pensando… Perché non ci vai a parlare personalmente? Così gli dici che Mayu è tornata finalmente a casa da Harlock. >
< Hai ragione, Kelly. Vado subito. >
Una volta alzatosi dalla sua postazione, Federico raggiunse Saeko distraendola dai suoi pensieri.
< Mi hai fatto molto preoccupare quando ti ho vista piangere. >
< Federico, che cosa ci fai qui? >
< Diciamo che la mia situazione ha preso una piega inaspettata… Ma non sono venuto da te per parlare di me… Che cosa ti succede, Saeko? >
< Niente. Purtroppo non sto attraversando un bel momento. >
< Allora non dirmi che non ti è successo niente perché non è vero… Parlami a cuore aperto, ti scongiuro. Di me ti puoi fidare. >
< Lo so bene. Ma il mio segreto è troppo oscuro… >
< Lo sai? Grazie all’aiuto di Light Nagami sono riuscito a rintracciare Mayu e a riportarla da Harlock. >
< Davvero? Sono molto contenta. >
< Harlock sembra quasi un padre per Mayu… >
< Già, è così. >
< Ma lui non è il suo vero padre… >
< Questo non lo so, Federico. Non posso risponderti. >
< Lo sai bene, Saeko. Dimmi la verità una volta per tutte. >
< Di quale verità stai parlando? >
< Perché non hai aiutato la piccola Mayu quando ne avevi l’occasione? E perché adesso visto che sto parlando di lei non fai altro che guardarmi con tristezza e afflizione? >
< Io veramente… >
< Sei per caso legata a lei in qualche modo? Dimmelo! >
Venendo martoriata di domande come non gli era mai capitato, Saeko si sentiva più oppressa che mai.
< Federico, ti stai mettendo in una brutta situazione… >
< Ormai non ho più niente da perdere visto che rimarrò in questa città ancora per molto tempo… Chi è per te Mayu? >
Una volta fatto un respiro profondo e guardando dritto negli occhi il giovane ragazzo, alla fine Saeko poté confessare il suo oscuro segreto.
< Mayu… Mayu è mia figlia. >

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Capitolo 11
*** Una creatura pericolosa ***


Federico rimase letteralmente sconvolto nell’ascoltare la confessione di Saeko.
Anche se poteva minimamente immaginarlo, non voleva credere che tutto questo era realtà.
< E il padre della bambina? Chi è? >
< E’ Ryo Saeba > rispose la donna con la voce mozzata.
< Oh mio Dio… Questo sì che è un colpo al cuore… >
< Quel dannato del mio collega non ha mai voluto riconoscere che lui era suo padre ed io non potevo crescere una bambina da sola… >
< Quindi hai pensato che la decisione migliore da prendere era abbandonarla a sé stessa, vero? >
< Avevo forse un’altra occasione? >
< Hai abbandonato una bambina indifesa! Ti rendi conto? >
< Federico, tu non capisci che cosa significa crescere una bambina. >
< Adesso sarei io che non capisco? Saeko, è meglio dire tutto questo ad Harlock. >
< Oltre a Light Nagami, anche lui sa di questo mio segreto. >
< Bene, così ci risparmieremo la sua collera… >
< Harlock non ha nessun motivo per essere arrabbiato con me > replicò piccata Saeko < Ha con sé una bambina fantastica a cui vuole bene. Non potrebbe chiedere di meglio. >
< Che cosa pensa Ryo Saeba di tutto questo? >
< Non lo so e non voglio nemmeno scoprirlo… E’ un irresponsabile. Come me, del resto… >
< E Shinichi? >
< Non sa niente. >
< E non hai intenzione nemmeno di dirgli niente? >
< Mi abbandonerebbe all’istante dicendomi le peggio cose. Ed io non posso e non voglio rimanere da sola. >
< Va bene… Ma se hai un po’ di rispetto per lui, dovresti dirglielo. >
< Quando sarà il momento glielo confesserò, ma non ora. >
< Comunque non riesco a perdonarti del perché non hai detto a nessuno di avere visto Mayu quando era scappata. >
< Perché… volevo che non fosse un problema per nessuno > si giustificò la donna < So di avere sbagliato e me ne pento tutt’ora. Ma in quel momento non ragionavo lucidamente. >
< Non so se crederti… Ma l’importante è che stia bene e sia sotto la protezione di Harlock. >
< Pensa pure quello che vuoi… >
< Ma adesso che è passato un po’ di tempo, non potresti provare ad avvicinarti a lei? >
< Assolutamente no. E poi Harlock non me lo permetterebbe mai. Adesso è lui l’unico tutore. Lei deve fare la sua vita insieme a lui e io devo fare la mia. Punto e basta. Ti prego di non tornare mai più su questo argomento. >
< Questa faccenda è alquanto triste. >
< Lo so. Ma tu non puoi fare niente. >
< Vedremo… >
< Federico, ti prego. Abbiamo altri casi da risolvere. >
< Anche se non è un compito che mi compete, purtroppo hai ragione. >
< Cambiando argomento, il santuario maledetto sta diventando un grande problema. Dobbiamo fare qualcosa… Dalle ultime indescrizioni, io e i miei colleghi siamo venuti a sapere che il demone sta cercando ovunque Kagome. E non si fermerà dinanzi a nulla. >
< Benissimo… Una bella gatta da pelare > mormorò Federico sbuffando.
< Che significa? >
< E’ un modo di dire… Adesso che cosa facciamo? >
< Dobbiamo trovare Kagome prima di Naraku. È l’unico modo… E forse so dove si possa nascondere: nella foresta. >
< Io odio quel posto, Saeko. >
< Lo so che ti fa venire in mente brutti ricordi, ma questa volta non sarai solo. >
< Propongo di portarci dietro sia Shinichi che Ryo Saeba. >
< Shinichi va bene, ma Ryo Saeba sarebbe inutile. >
< Invece no. La deve smettere di rimanere a guardia di prigionieri senza fare altro tutto il giorno… Ci parlo io con il vostro Capo. >
< Non so se sarà d’accordo… E poi non lo voglio di mezzo, Ryo Saeba. È un poliziotto petulanete e distratto. >
< Ci penserò io a farlo rigare dritto, ok? Intanto parlerò con il tuo Capo > replicò Federico con tono determinato.
 
 
Mentre Goro stava leggendo il giornale fumando la sigaretta, sua figlia Ran piombò in ufficio completamente arrabbiata.
< Ran, che cos’hai? >
< Hai parlato con Shinichi? >
< Dovevo farlo? >
< Certo che sì! Che razza di discorsi fai? Lui è il mio ragazzo! >
< Prima però vorrei sapere quale è stata la goccia che ha fatto teaboccare il vaso… >
< Questi non sono affari tuoi, papà. Allora, che cosa gli hai detto? >
< Sai che non posso sgridarlo come se fosse mio figlio… Gli ho solamente detto il perché ha interrotto la tua relazione con te. >
< E lui cosa ti ha risposto? >
< Che facendo questo lavoro, non ha tempo per voi stessi. >
< Però ha tempo con la sua collega Saeko > replicò adirata la ragazza < Se scopro che mi ha tradito, lo uccido con le mie mani. >
< A quel punto ti darei una mano anch’io… Ma ora non ci pensare, piccola mia. Vedrai che presto troverai il ragazzo adatto a te. >
< Devo finirla di pensare ai ragazzi. Mi distraggono dai miei allenamenti di arti marziali. >
< A proposito, come ti trovi nella nuova palestra? >
< Molto bene. Gli insegnati sono molto severi, ma davvero bravi. >
< Perfetto… Hai impegni oggi? >
< A parte studiare, no. Hai pensato a qualcosa? >
< Ti va se andiamo a cena fuori e ci distraiamo un po’? Anch’io ho bisogno di un po’ di tempo libero. Non posso rimanere rinchiuso in questo ufficio tutto il giorno e tutti i giorni. >
< Va bene, affare fatto. >
< Stupendo. Prenoto nel ristorante che ti piace tanto per le otto. >
< Va bene, mi farò trovare pronta per quell’ora. >
Nel mentre Goro stava parlando amichevolmente con sua figlia, Federico piombò nel suo ufficio accompagnato da Saeko.
Appena le due donna si guardarono negli occhi, non poterono che fissarsi con odio totale.
< Saeko, che cosa ci fai qui? Chi è questo ragazzo? >
< Detective Goro, ho bisogno di chiederle un favore. >
< Un favore? Che tipo di favore? Io non la conosco neanche. >
< Mi chiamo Federico e sono un vecchio collega di Saeko. >
< Cosa? Io non ne sapevo niente… >
< E’ una storia lunga > mentì il ragazzo < Comunque gradirei avere a disposizione per la missione al santuario maledetto Ryo Saeba, Shinichi Kudo e la qui presente Saeko. >
< Una missione con tutte queste persone? >
< Essendo molto rischioso, sarebbe un grave errore andarci da soli. Non so se mi spiego. >
< Vediamo le indagini in corso > fece Goro sfogliando una moltitudine di fogli.
Dopo averci pensato accuratamente, alla fine Goro diede il suo benestare.
< Grazie mille, detective. Non se ne pentirà. >
< Lo penso anch’io… Vedete di far fare qualcosa a quello sfaticato di Ryo Saeba. Non può rimanere rinchiuso qua dentro a guardia delle celle tutto il santo giorno, d’accordo? >
< Sicuramente > disse infine Federico prima di uscire dall’ufficio di Goro < Andiamo, Saeko? >
Ma la ragazza non voleva muoversi, ancora irritata per come Ran la stava guardando.
< Ran, io… >
< Esci immediatamente da qui. Il tuo sguardo mi irrita profondamente. >
< Ma lascia che ti spieghi… >
< Non abbiamo niente da dirci. Esci di qui prima che ti prenda a pugni. >
< Saeko, ti prego. Fai come ha detto mia figlia e non peggiorare la situazione > replicò Goro entrando nell’argomento.
< Ok, come volete voi > disse infine Saeko uscendo dall’ufficio triste e con la coda tra le gambe.
 
 
< Saeko, mi dici che avevi intenzione di fare? > domandò Federico una volta fuori dalla centrale.
< Stavo cercando di chiedere scusa a Ran… In fondo in fondo mi dispiace che tra lei e Shinichi sia finita per colpa mia. >
< Per colpa tua? E questo cosa te lo fa’ pensare? >
< Shinichi non ha mai smesso di venirmi dietro… Come quando io e Ryo eravamo insieme. >
< Non credevo che tu fossi una spaccacuori, Saeko. >
< Purtroppo la bellezza certe volte è un peccato. >
< Non se viene male utilizzata… Cosa che tu non credo che tu faccia… Adesso che abbiamo ottenuto il benestare di Goro, chiami tu i tuoi colleghi? >
< Sì. Li stavo già contattando > fece Saeko prendendo in mano il suo cellulare.
Ma stranamente nessuno dei due rispose alle chiamate di Saeko.
< Strano, non mi rispondono… >
< E se fossero tornati alla centrale? >
< E con ciò? Perché non mi dovrebbero rispondere? >
< Questo non lo so. Magari non possono… >
< A meno che si fossero già diretta sul posto. >
Presa da un moto d’ansia, Saeko montò sulla sua auto in compagnia di Federico.
< Ma sai almeno dove dobbiamo andare? >
< Il Santuario maledetto si trova in cima a questa collina. Con la mia porche arriveremo lì in un attimo. >
Sfrecciando tra i vicoli della città, Federico si sentiva il cuore in gola.
< Potresti andare un pochino più piano? >
< Perché? Hai paura dell’adrenalina? >
< Ho paura di schiantarmi contro qualsiasi cosa. >
< Di me non devi preoccuparti > replicò Saeko schivando un gruppo di persone sul marciapiede.
< Ma sei pazza?! Se quella gente non si trovava sul marciapiede, l’avresti presa in pieno! >
< Smettila di lamentarti e fai silenzio. >
Alla guida, Saeko sembrava un’altra persona.
< Fermati subito! >
Inchiodando nel bel mezo del bosco, Saeko guardava Federico con sguardo rabbioso.
< Spero che tu abbia un valido motivo per avermi fatto fermare. >
< Certo che sì! Abbiamo superato l’auto di Ryo Saeba. >
< Che cosa? >
< E’ appostato fuori dal veicolo fumando la sigaretta. >
Completamente inorridita, Saeko uscì dalla sua vettura andando incontro al’uomo.
< Mi dici perché non hai risposto alla mia chiamata?! >
< Perché credevo che non fosse così importante > spiegò Ryo < E poi stavo discutendo con Shinichi. >
< Dove si trova il mio fidanzato? >
< E’ andato verso il santuario… Io gli ho semplicemente detto che non ci sarei venuto e di conseguenza lui è andato da solo. >
< Cosaaa?! Spero che tu stia scherzando! >
< Io non metterò mai più piede in quel posto. Gliel’ho già detto anche a Goro. >
< Invece il tuo Capo ti ha nominato membro della missione al santuario insieme a me, a Saeko e a Shinichi > fece Federico risoluto < Quindi smettila di rimanere lì immobile e vieni con noi. >
< Come? Ahahah non se ne parla proprio… Io non prendo ordini da te. >
< Ryo Saeba, vedi di non farmi innervosire troppo. >
< Altrimenti cosa i fai? Mi metti le mani addosso? >
< Ryo, stai diventando ridicolo. >
< Lasciatemi qui. Punto e basta. Se avete bisogno d’aiuto, mi contattate al mio cellulare. >
< Ma se non rispondi nemmeno! >
Preso da un moto di rabbia, Federico sfoderò la pistola di Saeko per puntarlo contro Ryo.
< Ma che diavolo ti prende?! >
< Non te lo dirò una seconda volta. Vieni con noi o ti sparerò alle gambe. >
< Tu sei pazzo. Non farai mai una cosa del genere. >
< Scommettiamo? >
Sfidando il giovane Federico, improvvisamente il ragazzo fece partire un colpo spaventando sia Ryo che Saeko.
< Allora? Vuoi che la prossima volta prenda accuratamente la mira? Vieni con noi e non fare scherzi! Tu sei un poliziotto e di conseguenza devi comportarti tale. >
< Io che prendo ordini da un ragazzino sperduto nella nostra città? Se si spargerà la voce, giuro che ti verrò a cercare. >
< Nessuno ne parlerà. Basta che fai quello che diciamo. >
< E’ l’ultima volta che prendo ordini da te. >
< Smettila, Ryo. Non renderci le cose ancora più difficili > fece Saeko < Federico, ridammi subito la pistola. >
< Ne avete per caso una anche per me? > domandò il ragazzo ridando indietro la pistola a Saeko.
< Prendi questa > fece Ryo < E’ una pistola di precisione. Ti servirà se dovrai sparare contro alcuni demoni. >
< O contro di te > scherzò Federico.
< Provaci e vedrai… Adesso che cosa faciamo con le auto? >
< Tu lasci la tua qui da parte e monti con noi. Adremo insieme al santuario. >
< Io in macchina di Saeko? >
< Hai qualche problema? Anche tu hai paura che vada troppo forte? >
< No. E’ solo che piace guidare a me. >
< Scordatelo. Io non faccio guidare la mia macchina a nessuno. >
< La solita arrogante > mormorò Ryo senza farsi sentire.
< Cos’hai detto? >
< Io? Niente. Andiamo prima che faccia buio. Mi sto annoiando a morte. >
Ma prima che potessero montare in macchina, Federico rimase sconvolto nel vedere una creatura mai vista prima avvicinarsi a loro.
< Ragazzi, cos’è quell’affare? >
La creatura in questione era una specie di animale mai visto prima che li fissava con sguardo glaciale e irritato.
< Non lo so. Non ho mai visto niente di simile > fece Ryo < Sarà meglio andarcene alla svelta prima che possa farci del male. >
< Spero soltanto che non sia una creatura fuggita dal laboratorio del Professor Oak > mormorò Saeko.
< Cosaaa?! Sarebbe un folle se il professore si fosse fatto scappare una creatura del genere! >
< Ragazzi, non distoglie gli occhi da noi. Che facciamo? >
Impauriti, i tre ragazzi montarono lo stesso in macchina, sfrecciando tra la foresta il più lontano possibile da quella creatura.
< Meno male. Ci è andata bene > fece Federico.
Ma guardando dietro lo specchietto retrovisore, Saeko vide che li stava inseguendo.
< Ce l’abbiamo dietro! >
< Mantenete la calma. Adesso mi libererò di lui. >
Curvando come se fosse in una gara di rally, Saeko cercò di seminarlo.
< E’ inutile. È troppo veloce. >
Dopo aver percorso le colline di Willon City, Saeko, Ryo e Federico arrivarono dinazi al santuario maledetto.
< E se quella creatura voleva portarci fino a qui? >
< Non credo, Federico… Quella creatura in questione è un pokémon e sicuramente fuggito dal laboratorio del Professor Oak. >
< Bene. Ci mancava anche questa > replicò Federico < Adesso cosa facciamo? >
< Credo di aver perso il cellulare da qualche parte > mormorò Saeko tastandosi le tasche < Vorrà dire che dovremo affrontarlo con le nostre forze. >
< Tiu sai come si affronta un pokémon? > gli domandò Ryo.
< No… Ma tu hai forse un’idea migliore? >
< Fuggire. È l’unico modo. >
< Sarebbe inutile. Ci inseguirebbe. >
< Non avrete nessuna via di scampo con me > mormorò il pokémon < Io Mewtwo, suprema creatura della foresta, vi farò pentire di aver varcato il mio territorio. >

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Capitolo 12
*** Un salvataggio insperato ***


I due poliziotti e Federico rimasero immobilit senza fare niente.
< Come faremo ad annientarlo? Non possiamo farcela da soli > fece Federico.
< Accidenti a voi quando mi avete trascinato fin quassù! > sbraitò Ryo.
< Cosa vuoi che ne sapessi di questo pokémon? > ribatté Saeko.
< Non me ne frega niente! Io non dovevo essere qui punto e basta. >
< Smettetela di litigare > s’intromise Federico < Adesso non è il momento. >
< I miei poteri psichici vi faranno pentire di essere venuti fin qua. Preparatevi! >
Ma prima che Mewtwo potesse sfoderare la sua forza, l’intervento tempestivo del Professor Oak lo fermò all’istante.
< La vedi questa, Mewtwo? Questa è la master ball. La poké ball infallibile che eviterà per sempre le tue continue fughe. >
< Nessuno strumento potrà mai imprigionarmi. Nemmeno quella stupida sfera. >
< Proviamo?! >
Dopo averla lanciata contro il pokémon, Mewtwo non poté far nulla per contrastarla, cadendo definitivamente sotto il suo potere.
< Anche stavolto ho vinto io > fece il professore prendendo la master ball e mettendosela nella borsa.
< Professore, la dobbiamo ringraziare se è giunto fin qui > rispose Federico stringendogli la mano.
< Invece mi devo scusare con voi, ragazzi… E’ colpa mia se quella creatura stava per uccidervi. È riuscito a scappare dal mio laboratorio in città, diventando incontrollabile. >
< Cosa? Quel pokémon è stato creato in laboratorio da lei? >
< Mi chiami semplicemente Oak, signorina Saeko. E mi dia del tu. >
< Lasciando stare la confidenza, ti rendi conto che potevamo essere spediti all’altro mondo se non arrivavi fin qui?! > gridò Ryo spazientito < Come si può creare un pokémon di tale distruzione?! >
< E’ l’essere perfetto > spiegò Oak < Ma non avrei mai creduto che si sarebbe ribellato al mio volere non ubbidendomi. >
< E adesso che cosa succederà? Lo terrai rinchiuso in quella sfera fino alla fine dei suoi giorni? >
< Ci proteggerà da qualsiasi minaccia incomberà su Willon City. Ve lo prometto. >
< Quindi il tuo aiuto è stato praticamente una mano dal cielo > fece Federico < Dobbiamo risolvere la questione del Santuario maledetto. E credo che il tuo pokémon potrebbe esserci utile grazie ai suoi poteri psichici. >
< Lo sai ragazzo? Potresti essere un ottimo allenatore di pokémon. Ti dovrie presentare ad Ash Ketchum. >
< Non vedo Ash Ketchum da molto tempo, professore. È ancora in città? > domandò Saeko.
< Si allena tutto il giorno nella foresta. Strano che non l’abbiate incontrato. >
< Ma abbiamo avuto il piacere di incontrare Mewtwo > replicò sarcastico Ryo.
< Vi porgo ancora le mie più scuse sincere. Davvero. >
< Adesso smettila, Ryo. Non è successo niente di grave, ok? >
< Ma se ciò non fosse stato? >
< Pensa al presente e basta, guastafeste vagabondo che non sei altro. >
< Ragazzino, le tue parole mi stanno facendo innervosire, sai? >
< Te le meriti tutte oltre alla tua irresponsabilità. >
< Che cosa vorresti dire?! >
< Federico, credo che non sia il momento > s’intromise Saeko < E poi dobbiamo ritrovare Shinichi. >
< Credo di aver visto la sua vettura sul retro del santuario > fece il professore.
< Davvero? >
< Sì. Però non ho visto lui… Se volete la mia opinione, quel posto mi mette alquanto i brividi. Davvero volete entrarci? >
< Professore, sembrerà che dovremmo contrastare un demone molto potente… >
< Capisco… >
< Purtroppo non abbiamo altra scelta > mormorò Federico < Se non lo fermiamo, potrebbe riversarsi in città scatenando un caos irreversibile. >
< E’ così potente come lo dipingete? >
< Ancora non lo so visto che non l’ho mai visto… >
< L’ho visto io > mormorò Ryo < E vi assicuro che non è un bello spettacolo. L’aura negativa che emana ti fa accapponare la pelle. >
< E Shinichi è là dentro e potrebbe essere in pericolo. Dobbiamo subito andare a controllare e a salvarlo. Non c’è un minuto da perdere. >
< Chi ti dice che è in pericolo? >
< Il mio istinto femminile! > gridò Saeko.
< Calmati! Non volevo farti arrabbiare. Almeno non ora… >
< Sei uno sciocco ad averlo abbandonato. Ricordatelo. >
< Non è colpa mia se voleva fare il coraggioso. Io l’avevo avvertito. >
< Certo… Ma chi vuoi che ci creda? >
< Quando la smetterete di litigare voi due? Ci state solo facendo perdere tempo. >
< Il ragazzo ha ragione. Muoviamoci. >
 
 
Una volta entrati nel santuario, un senso d’inquietudine s’impadronì per primo di Ryo.
< Questo posto mi da i brividi > fece Ryo con voce roca < Andiamocene finché siamo in tempo. >
< La macchina di Shinichi è fuori dal santuario… Non possiamo abbandonarlo a sé stesso. >
< Ed io dovrei rischiare la vita per lui?! >
< Sei un egoista bastardo > tuonò Saeko < Pensi solo a te. Ti rendi conto che la vita di un tuo collega è in pericolo? >
< E quindi? Voi avreste fatto lo stesso per me? >
< Certo! Perché anche se sei un maledetto infame, ti voglio ancora molto bene. >
Sentendo quelle parole, il cuore di Ryo mancò un battito.
< Non pensare male, stupido che non sei altro. Tra noi due è finita per sempre. >
< Se vuoi saperla tutta, non è nemmeno cominciata. >
< Quando la smetterete di litigare come due innamorati? Volete farvi sentire da ogni membro di questo santuario? > li interruppe Federico.
< Stiamo vagando in questo posto da più di mezz’ora ma non c’è anima viva nelle vicinanze. >
< Professore, l’apparenza inganna > replicò il ragazzo < Dobbiamo stare molto attenti. Quando meno ce l’aspetteremo, succederà sicuramente qualcosa… >
Infatti, da lì a poco, un forte acuto rimbombò nelle orecchie dei presenti.
< L’avete sentito tutti, non è vero? >
< Che cos’era quell’urlo? >
< Questo non era un urlo… Era come un avvertimento. >
Mentre continuavano ad avanzare nel santuario, una figura misteriosa si avvicinò verso di loro.
< E’ Naraku! Mettetevi tutti al riparo! > gridò Ryo come se fosse stato fuori di sé.
Ma la figura in questione non era Naraku, bensì Kagome.
< Ma è una ragazza… è Kagome! >
La giovane ragazza fissava i presenti con lo sguardo perso nel vuoto.
< E’ come se fosse posseduta da qualcosa > spiegò il professor Oak.
< Ne sei sicuro? >
< Mai stato più certo prima d’ora… Guardate voi stessi. Ha gli occhi scuri e… >
< Che cosa siete venuti a fare nel mio santuario? > tuonò la ragazza con tono raccapricciante < Non siete stati invitati da nessuno… E così dovrete morire. >
< Kagome, siamo noi. siamo venuti a scacciare il demone da questo posto > mormorò Federico.
< Kagome, sai dove si trova Shinichi? >
< Shinichi non esiste più in questo mondo… Il posto che si merita è insieme a noi. >
< Che vuoi dire? Insieme a chi? >
Improvvisamente, dal corpo della povera Kagome uscì lo spirito oscuro di Naraku.
< Naraku… Sapevo che dietro tutto questo c’eri tu > fece Saeko rabbiosa.
< Guarda che bel comitato di benvenuto… Non pensavo che questa notte fosse  la fine del vostro destino nefasto. >
< Dove si trova Shinichi? Diccelo! >
< Il tuo fidanzato? È in buone mani… Le mie! >
Scaraventando una sorta d’incantesimo contro Saeko, anche la giovane poliziotta fissò i presenti con lo sguardo perso nel vuoto.
< Cara Saeko, anche tu mi appartieni in questo momento… Perché non fai fuori i tuoi amici? Vedrai, sarà divertente. >
< Non così in fretta, Naraku… Mewtwo! Vieni a darci una mano! >
Il pokémon creato dal Professor Oak fissava il demone con sguardo serio.
< Professor Oak, tu credi che questa creatura possa fermare le mie arti demoniache? >
< Lo vedremo… Mewtwo, attacco psichico! >
Con gli occhi illuminati di una luce blu intensa, Mewtwo immobilizzò il demone con le sue arti psichiche.
< Quest’attacco non riuscirà mai a fermarmi. Io sono l’essere più potente di questo mondo! > gridò Naraku.
< Non più ormai… Perché hai incontrato me. >
Con una sola mossa, Mewtwo controllava il suo nemico senza che quest’ultimo potesse fare qualcosa per contrastarlo.
< Lascia andare subito i due ragazzi… Per il tuo bene. >
< Se ti ubbidisco, mi lascerai in pace? >
< Tu fai quello che ti ho detto e non discutere! > tuonò il pokémon.
< Sarà meglio che tu ascolti la mia creatura se non vuoi finire male > mormorò il professore.
< Ho forse un’altra scelta? >
< Credo proprio di no. >
< Va bene… Avete vinto. >
Annullando le sue arti demoniache, Saeko e Shinichi furono liberati dal potere di Naraku.
< Shinichi… dove si trova?! >
< Sono qui, Federico > replicò il detective con la testa che gli stava scoppiando < Accidenti, non riesco a ricordare cosa mi è successo… Inizialmente stavo per entrare nel santuario, ma poi all’improvviso sono stato attaccato alle spalle e subito dopo il buio più totale. >
< Shinichi, vorrei chiederti scusa per averti abbandonato al tuo destino e averti lasciato solo. >
< Non preoccuparti, Ryo. L’importante è che non c’abbia rimesso la pelle. >
< Shinichi, io… >
< Dite le vostre ultime preghiere, cari ragazzi! >
Mentre Mewtwo aveva annullato i poteri psichici su Naraku, quest’ultimo ne approfitto scagliando una delle sue arti più potenti.
Ma l’intervento tempestivo di Ryo fece da scudo a Shinichi e Saeko.
< Ryo! No! >
Il giovane poliziotto crollò a terra battendo violentemente la testa.
< Sciocco… Credeva di salvare la sua amata proteggendola… Voi esseri umani siete proprio degli stupidi. >
< Almeno loro hanno un cuore. >
Piombando all’improvviso dal tetto del santuario, Inuyasha sguainò la sua spada tagliando il due il corpo demoniaco di Naraku.
< Libera la mia Kagome! Ora! >
< No… Tu non potrai mai sconfiggermi… >
< Tu sei già sconfitto > mormorò Oak < Attacco iper – raggio, Mewtwo! >
< Con piacere, professore. >
Una volta sferrato il suo attacco più potente, l’anima di Naraku si disintegrò all’istante, facendo scomparire subito dopo quell’aura negativa che si era venuta a creare nel santuario.
< E’ finita. Le arti demoniache di Naraku sono state sconfitte. >
< Ma Ryo… Ryo è morto > fece Saeko con le lacrime agli occhi mentre stava sorreggendo la sua testa.
< Non ancora > replicò il professor Oak sentendogli il polso < E’ molto debole ma non è morto. Dobbiamo portarlo subito in un ospedale. >
< Con la mia porsche faremo in un attimo. >
< Non servirà la tua macchina > fece Inuyasha mentre prese con sé il corpo addormentato di Kagome < Con la tecnica del teletrasporto, arriveremo all’ospedale di Willon City in un attimo. >
< Davvero riusciresti a fare questo? >
< Unitevi a me e preparatevi. Tra poco arriveremo lì. >

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Capitolo 13
*** Una vecchia conoscenza di Ryo ***


Una volta giunti in ospedale, Ryo Saeba fu subito portato in sala operatoria.
< Non sarà molto facile rivederlo sveglio > fece Federico guardando le sue condizioni.
< Non dire così. Dobbiamo avere speranza > fece Saeko.
Shinichi non aveva mai visto la donna così attaccata al suo ex fidanzato.
Che tra loro due si stesse ricucendo un legame spezzato anni fa’ dalla nascita di Mayu?
< Forse è meglio che torni in centrale. Ci siete voi qui con Ryo, vero? >
< Perché devi andare via così presto? >
< Devo fare il resoconto al nostro capo, Saeko. >
< E mi lasci in questo stato? Ho bisogno della tua vicinanza, Shinichi. >
< Io veramente… >
Saeko sembrava quasi fuori di sé.
Sembrava che stesse impazzendo nonostante avesse tutto il conforto disponibile dei suoi amici.
< Vai pre, Shinichi, ci penso io a lei > fece Federico.
< Ma Federico… >
< Saeko, hai bisogno di riposarti un po’. Veni con me. >
< No! Sto bene! >
< No, non è vero. Dammi ascolto una buona volta > gridò Federico scuotendola < Ryo si riprenderà. Dobbiamo solo aspettare. E Shinichi non può fare niente. >
< Saeko, se vuoi… >
< Vai pure dal tuo capo, Shinichi. Ci penso io a lei. >
< Va bene. Grazie mille, Federico. >
< Vengo via anch’io > fece il professore < Devo risistemare il mio laboratorio semi distrutto dalla furia di Mewtwo. >
Una vlta usciti fuori dall’ospedale, Shinichi e il professore videro che l’alba di un nuovo giorno stava cominciando.
< Non abbiamo dormito un minuto > fece il vecchio < Però non mi sento per niente stanco. Tu, Shinichi? >
Ma il ragazzo non rispose, completamente assente e inebriato dai suoi pensieri.
“Saeko… Che cosa succederà quando Ryo si risveglierà? Tornerà tutto come prima oppure…”
< Shinichi, va tutto bene? >
< Come? Scusa professore, ma avevo la mente da un’altra parte > disse frettolosamnete il ragazzo < Forse anch’io ho bisogno di riposarti. >
< Dì a quel tuo capo da strapazzo di non sfruttarti troppo. Non c’è solo il lavoro in questa vita. >
< E’ stata un’indagine molto delicata. Ma adesso che è tutto finito, vedrai che mi lascerà stare. >
< Lo spro per lui… Siamo giunti dinanzi al mio laboratorio, Shinichi. Ti inviterei ad entrare, ma come puoi ben vedere dalle finestre e persiane rotte, ho molto lavoro da fare. >
< Non ti preoccupare, professore. Sarà per un’altra volta. >
< E’ un vero peccato per quello che è successo a Ryo. Non meritava una fine del genere. >
< Il colpo di quel demone è stato letale… Ma Ryo è molto forte. Sono sicuro che se la saprà cavare. >
< Povera Saeko. Non ho mai visto una persona soffrire così. Spero che va da tutto per il meglio… A presto, Shinichi > disse infine il professore rientrando nel suo laboratorio.
“Già. Vedremo cosa succederà…”
 
 
Appena giunto alla centrale, vide la sua collega Alice intenta a sistemare l’archivio.
< Buongiorno, Shinichi. Come mai sei già qui? >
< Io e gli altri colleghi abbiamo appena concluso l’indagine sul santuario maledetto… Purtroppo con Ryo in coma. >
< Che cosa? Ryo è… >
< In questo momento è in sala operatoria ma non so se riuscirà a farcela. >
< E’ davvero una catastrofe. Mi dispiace molto. >
< Dispiace a tutti. Credo anche al mio capo… nonostante fosse un vagabondo, non si meritava una fine del genere. >
< Sì, hai proprio ragione > fece Goro piombando alla centrale all’improvviso.
< Capo, ho bisogno di parlargli in privato. >
< Ho già sentito abbastanza… Credo che sarebbe meglio che tu mi porti in ospedale. Voglio sincerarmi delle condizioni di Ryo. >
< Purtroppo non sono buone. Ma se lei ci tiene a vederlo, vi accompagno volentieri. >
< Ti ringrazio… Alice, se c’è qualche problema, non esitare a chiamarmi. >
< D’accordo, Capo. Come vuole lei. >
Nel mentre Shinichi e Goro erano in macchina per andare all’ospedale, il ragazzo non poté trattenersi di sapere come stava la figlia del suo Capo.
< Ancora molto scossa dalla vostra rottura ma in fondo bene. >
< Mi dispiace essermi comportato come un bastardo. >
< Credo che tu abbia delle valide ragioni, altrimenti non l’avresti mai fatto… Non sei un infame come la maggior parte degli uomini. In fondo tu sei un tipo corretto e so molto bene che carattere può avere mia figlia… Ad esempio non mi ha mai perdonato quando io mi sono lasciato con mia moglie. >
< Come ha reagito? >
< Malissimo. Mi ha sempre detto che ero un ubriacone senza cervello e che avevo continuamente fatto soffrire sua madre… Mi dispiace che abbia avuto questa sorta di problema in età infantile, ma io e mia moglie non eravamo più fatti per stare insieme. >
< Adesso penserà che farà la fine di sua moglie > fece Shinichi toccandosi la testa < La situazione è più intrigata che mai. >
< Prova a riparlarci. Vedrai che farà bene a tutti e due. >
< Non vuole nemmeno che mi avvicini a lei… Come faccio a parlarci? >
< Vuoi che la chiami io? >
< Lasci perdere, Goro. Diamo tempo al tempo. >
Giunti in ospedale, Saeko e Federico piombarono addosso a Shinichi e a Goro dicendogli che la situazione di Ryo era stazionaria.
< L’intervento è andato bene ma bisogno vedere se riuscirà a svegliarsi > spiegò Federico.
< Più il tempo passa più le sue condizioni peggiorano. >
< Saeko, non fare la guastafeste. Non è del tutto vero. >
< Non posso vederlo in quello stato. Mi dispiace. >
Con le lacrime che gli stavano sgorgando sul viso, Saeko, uscì fuori dall’ospedale.
< Saeko… >
< Lasciala sola, Shinichi. Ha bisogno di sfogare la sua rabbia > gli fece Goro.
< Sì, ha ragione. >
 
 
Una volta fuori dall’ospedale, Saeko si accomodò su una panchina circostante per asciugare le sue lacrime.
“Perché sto piangendo come una stupida? Che mi sta succedendo? E se fosse l’amore che provo ancora per Ryo? Io…”
Domande che non sortivano nessuna risposta nella mente della ragazza, facendogli provare un sacco di sensi di rimorsi.
“Eravamo una bella famiglia con la piccola Mayu. Ma tu hai voluto rovinare tutto, Ryo. Solo perché mi volevi tutta per te. E io questo non posso perdonartelo.”
Nel mentre Saeko stava cercando di calmarsi, Mayu si avvicinò a lei facendola sobbalzare dallo spavento.
< Scusami, non volevo > fece la bambina con tono innocente < E’ solo che ti ho vista qua fuori tutta sola piangere e ho voluto avvicinarmi. Ho fatto male? >
< Certo che no. Mi fa’ piacere un po’ di compagnia > rispose Saeko ritrovando il sorriso.
< Mi dispiace molto per Ryo. Spero tanto che si possa riprendere… Tu e lui fate una bella coppia, sai? Sapete capirvi al volo. >
“Ma cosa ne vuole sapere questa ragazzina?”
< Ma Mayu, non c’hai mai visto lavorare insieme. >
< Tu dici? Le notizie alla televisioni su voi due dicono che siete gli agenti più bravi di Willon City alla pari del grande detective Shinichi. Per questo ho detto che siete una bella coppia. >
< Mettendo anche Shinichi in mezzo potresti dire che siamo un bel trio. >
< Non sarebbe la stessa cosa > ribatté imbronciata Mayu.
< Tornando a noi, sei venuta da sola qui in ospedale? Mica sarai scappata da Harlock, vero? >
< Oh, no. Certo che no. Credo che mio padre sia andato in ospedale a sincerarsi delle condizioni di Ryo… Dvrei farlo anch’io, sai? >
< Posso benissimo dirtele io le condizioni di Ryo. Purtroppo non sono buone. Dobbiamo attendere che si svegli e più il tempo passa più la situazione peggiora. >
< Capisco… Se posso fare qualcosa per te, non esitare a dirmelo. >
< Sì. Vorrei un abbraccio. >
< Con piacere > rispose la bambina avvinchiandosi alla donna e assaporando il suo dolce profumo che assomigliava molto al suo.
< Ho bisogno di qualcuno che mi stia vicino ma allo stesso tempo voglio rimanere da sola. Sono pazza, non è vero? >
< E’ solo che hai paura per Ryo. È normale che tu ti senta in questa maniera. >
< Già. Forse hai ragione. >
Nel mentre Saeko era in compagnia con la piccola Mayu, vide un uomo molto sospetto fissarli con sguardo truce.
“E’ inutile che tu ti nasconda, Light Nagami”
Presa da un impeto di rabbia, Saeko pregò la piccola di entrare in ospedale e di raggiungere Harlock.
< Devo fare una cosa molto importante. Ci vediamo dentro, d’accordo? >
< Ok. Però non fare tardi. A dopo. >
Appena la bambina si ritrovò dentro l’ospedale, lo sguardo di Saeko divenne più rabbioso che mai.
< Dove scappi così di fretta? Credi che non t’abbia riconosciuto? >
Sentendo che stava parlando con lui, Light si girò fissandola con sguardo compiaciuto.
< Sei davvero una poliziotta molto brava. Riesci a riconoscermi anche da lontano. >
< Che cosa ci fai qui? >
< Sono venuto a trovare la mia fidanzata che doveva operarsi al ginocchio per una brutta caduta. >
< Smettila, Light. Chi vuoi che ci creda? >
< Perché? È la verità. >
< Sei qui per tormentare me e le persone che si stringono intorno a Ryo. Non mentirmi. >
< E anche se fosse? Ti crea forse qualche disturbo? >
< La tua presenza mi disturba > rispose Saeko prendendolo per il collo della camicia < Ti ho già avvertito che non voglio più vederti in giro. Eviti di ascoltarmi? >
< Dove dovrei andare, scusa? Ho ancora molte persone che devo aiutare. >
< La tua tirannia non ha eguali. Lasciaci in pace prima che… >
< La tua collera non ti servirà a niente contro di noi. Lo capisci, vero? >
< Perché parli al plurale? >
< Perché io e Ryuk potremmo rendere la vita difficile a te e a tutte le persone che ti stanno intorno. >
< Il tuo shirigami è solo una leggenda. Quell’essere non esiste. >
< Non esiste perché non puoi vederlo… Ma quando entra in azione e uccide chi voglio, la sua spietatezza non ha limiti. >
< Bravo, i miei complimenti. Uccidi per divertimento? >
< Ancora non l’ho fatto ma se devo togliere di mezzo un mio nemico, non ci penserei due volte. >
Le parole di Light fecero accapponare la pelle alla povera Saeko.
< Non ci pensare, Saeko. Non potrei mai farti del male. Sei troppo bella e preziosa per me. >
< Preziosa in che senso? >
< Devi ristabilire la giustizia in città. E se vuoi posso darti una mano. >
< Non ho bisogno di te e dei tuoi stupidi trucchi. >
< Hai ragione. Ormai hai Federico con te, il giovane straniero che deve ancora ritrovare sé stesso… Come si trova nella nostra città? >
< Perché vuoi saperlo? >
< Semplice curiosità. >
< Credo bene… Almeno penso. >
Nel mentre Saeko stava continuando a conversare con Light, una giovane ragazza si avvicinò a loro.
< Scusatemi, è qui che è ricoverato Ryo Saeba? >
< Sì, esatto. >
< Grazie mille. È da molto che giro in questo edificio senza riuscire a trovarlo… Voi potreste aiutarmi? >
< La signorina sa dov’è la sua stanza. Segua lei… A presto, Saeko. Ci rivediamo in giro > disse infine Light scomparendo nel nulla.
< Le crea molto disturbo se la seguo? >
< No, certo che no… Posso solo sapere quale è il suo nome? >
< Mi chiamo Bunny e sono una vecchia conoscenza di Ryo. >

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Capitolo 14
*** Il piano di Vermouth ***


Saeko aveva sempre sospettato che Ryo conoscesse un sacco di donne essendo sottolineato un grande dongiovanni, ma non poteva credere che potesse conoscere un ragazzina bionda di quell’età.
< Ah sì? Ryo non mi ha mai parlato di te. >
< E’ da più di un anno che non ci vediamo… Spero solo che non si sia dimenticato di me. >
< Ryo si dimentica molto spesso delle avventure passate > replicò Saeko alludendo alla loro presunta storia d’amore.
< Avventure passate? Io e Ryo? Ahahah ma non è così come dice lei > replicò sghignazzando Bunny da sotto i baffi.
< Chiamami pure Saeko. Sono una collega di Ryo. >
< Ok, Saeko… E comunque tra me e Ryo non c’è mai stato niente. Mi ha solo aiutato a fidanzarmi con un giovane uomo di cui ero follemente innamorata: il suo nome è Marzio. >
Saeko divenne rossa in viso dopo aver avuto la consapevolezza di aver fatto una figura meschina.
< Scusa. Io… non volevo… >
< Ryo è un bel ragazzo, non c’è che dire… Ma è troppo vecchio per me! >
< Su questo hai assolutamente ragione > replicò la donna sorridendo.
< Io e Ryo ne abbiamo passate molte insieme > gli raccontò Bunny < Non facevo altro che stressarlo tutto il giorno dicendogli se poteva presentarmi il suo amico Marzio. >
< Tu lo stressavi? >
“Perché non ne sapevo nulla?”
< Esatto. Forse tu non lo sai Saeko, ma venivo anche molto spesso alla centrale per dargli fastidio.
Mi ricordo ancora quando feci arrabbiare il suo Capo Goro > continuò sghignazzando < Mi diceva che non facevo altro che distrarlo dalle sue mansioni e che dovevo lasciarlo lavorare.
Il bello è che Ryo non è mai stato un grande lavoratore da quello che ho potuto intravedere quando lo venivo a trovare.
Se ne stava tutto il tempo alla scrivania leggendo fumetti di supereroi o guardando libretti sconci di ragazze in costume o addirittura nude. >
< Sì, Ryo ha la fame di essere uno sciupafemmine > rispose Saeko tirando un sospiro di sollievo.
< Per caso sei stata contagiata pure tu dal suo fascino? >
In quel momento Saeko rimase imbarazzata dalla domanda della ragazzina.
Non sapeva se dirgli la verità dicendogli che erano state insieme e che avevano avuto una bambina oppure semplicemente mentirgli dicendogli che tra loro due non c’era mai stato nulla.
< Ryo mi ha sempre corteggiato da quando sono stata trasferita qui a Willon City > spiegò Saeko < Ma sono sempre stata alla larga da lui. Non avevo tempo di relazioni sentimentali e non ne ho nemmeno ora. >
< Capisco… Sei la prima, sai? Se avessi qualche anno in più e non stessi con il mio fidanzato attuale ci farei un pensierino su Ryo… Peccato che adesso deve superare una lotta che gli può essere fatale. >
< Già… Purtroppo è così > mormorò Saeko ritornando triste < Comunque se vuoi vederlo ti faccio strada. >
< Ti ringrazio e scusami se ti ho fatto perdere tempo rimanendo a parlare del suo passato. Magari non t’interessava neanche. >
“M’interessa eccome!”
< Non ti preoccupare. Sono sempre disponibile ad ascoltare le storie altrui. Soprattutto se riguardano un mio collega. >
< Sei una tipa curiosa come me? Brava! Così ci intendiamo alla svelta. >
< Ahahah diciamo di sì > replicò Saeko con un sorriso < Vieni con me. >
 
 
Una volta giunti dinanzi alla stanza di Ryo, Federico disse subito a Saeko che le sue condizioni non erano mutate minimamente.
< Purtroppo è ancora in coma > spiegò semplicemente Federico guardando l’ora < Ormai sono passate molte ore dalla sua operazione, ma niente è immutato. >
< Credo che sia inutile rimanere tutti qui > rispose Saeko < Sarebbe meglio se ognuno torni a casa sua. Se ci saranno novità vi chiamerei io senza problemi. >
< Harlock per esempio se né già andato con la piccola Mayu… Tutti e due mi hanno detto di salutarti e di farti forza… E per quanto riguarda me, posso andarmene. Però non avrei un posto dove stare. >
< Puoi tornare da me se ti fa piacere. >
< Davvero? Non ti darei fastidio? >
< Certo che no. Io e Shinichi saremo molto felici di averti sotto il nostro stesso tetto. >
< Davvero? > domandò Federico con una punta di sarcasmo.
< E’ il mio appartamento quindi c’entra chi voglio io. Di questo tu non devi preoccuparti. >
< Lo sai bene che non voglio darti problemi, Saeko. >
< Non me ne darai, tranquillo. >
< Ok. Magari ti potrei aiutare a sistemare alcune zone “disordinate” dell’appartamento. So che non hai molto tempo per la pulizia, al contrario di me. >
< Ma lascia stare. Ci pensiamo io e Shinichi. >
< Lo faccio con piacere. Davvero. >
< Fai come vuoi > replicò Saeko con tono da debitrice < Magari potresti andare insieme a Shinichi. Io rimango qui in compagnia di una vecchia conoscenza di Ryo. >
< Mi sembra una buona idea… Solamente che è da più di quaranta minuti che Shinichi è al telefono. Non ho la minima idea con chi stia parlando. >
Alzando lo sguardo, Saeko poté vedere il suo fidanzato alquanto nervoso e irritato.
< Ci vado io a parlare. Tu resta qui. >
Appena Saeko si avvicinò a Shinichi, quest’ultimo interruppe bruscamente la sua telefonata per concentrarsi su di lei.
< Con chi eri al telefono? > gli domandò Saeko alquanto insospettita.
< Era il nostro Capo. Voleva sapere delle ultime questioni sulle nostre indagini. >
< E dovevi starci per forza più di quaranta minuti al telefono? >
< Che cosa? Ci ho parlato solo per cinque minuti > ribatté Shinichi con tono confuso.
< Fa lo stesso… Comunque da oggi Federico torna ad abitare con noi. Portalo a casa, ok? È visibilmente stanco. Ci rimango io qui in ospedale. >
< Ma io veramente avevo altri impegni… >
< Del tipo? Se non sbaglio questo è il tuo giorno libero. Dove dovevi andare? >
< Lascia stare. Sposterò i miei appuntamenti a domani… Ci vediamo a casa allora? >
< Sì. Stasera ceneremo tutti insieme. >
< Ok, come vuoi tu > disse infine Shinici dandogli un rapido bacio sulla prima di uscire dall’ospedale in compagnia di Federico.
“Shinichi, cosa mi stia nascondendo?”
 
 
Nel tragitto che li avrebbe portati a casa, Shinichi si sentiva più nervoso e riflessivo che mai.
Federico, fissandolo intensamente, stava studiando i suoi movimenti alla guida, capendo che stava nascondendo qualcosa.
< Non si usa il cellulare mentre si guida > lo redarguì Federico < Si rischiano di fare incidenti. >
< Sto aspettando una telefonata molto importante > replicò Shinichi con tono sprezzante senza dare altre spiegazioni.
< Capisco. Se è una telefonata importante e allo stesso tempo privata, puoi accostare qualche minuto e parlare con la persona che t’interessa. Io non ti darei fastidio e ti lascerei da solo. >
< Non ti preoccupare. Non devo nascondere niente. >
< Ah ok. >
Una volta giunti nell’appartamento, Shinichi si rinchiuse in camera sua dicendogli che era molto stanco e che aveva bisogno di recuperare un po’ di sonno perso.
< Va bene. Io sarò in cucina a risistemare un po’. Ti prometto che farò piano e non ti sveglierò. >
< Ok. Se hai bisogno di qualcosa, sai dove trovarmi. >
< Certamente. Buon riposino. >
Chiusa a chiave la porta della sua stanza, Shinichi compose il numero interessato.
La persona dall’altra parte rispose subito al secondo squillo.
< Perché mi hai attaccato il cellulare in faccia? > domandò irritata la voce dall’altra parte < Sai che non lo sopporto. E poi ho riprovato a ricontattarti più volte. >
< Ho visto, Vermouth > rispose Shinichi toccandosi la fronte < Saeko si è avvicinato a me e avevo paura che mi scoprisse. Per questo ti ho attaccato il cellulare in faccia. >
< Adesso dove sei? Sei con lei? >
< No, sono a casa rinchiuso in camera mia. >
< Sei da solo? >
< Sì > mentì Shinichi < Che cosa vuoi da me? >
< Volevo soltanto assicurarmi che il nostro piano stia procedendo bene… Devo dire che tu e Saeko fate una bella coppia. Molto meglio di quella stupida frivola di Ran. >
< Non ti azzardare a parlare male di lei > mormorò Shinichi furioso < Con le ho passato alcuni dei momenti più belli della nostra vita. >
< Momenti interrotti da me… >
< Sto seguendo il nostro piano alla perfezione. Contenta? >
< Bravo. Lo sai come sono pretenziosi i nostri clienti. Loro vogliono che fili tutto liscio senza una sfumatura d’imprevisti. >
< Puoi dire a Milady e al Cardinale Richelieu che la situazione è tutta sotto controllo. >
< Benissimo… Sai a che punto è il carico di oro? >
< Giungerà questa notte al molo. Vai tu? >
< Tu non puoi liberarti, Shinichi? >
< Se Saeko torna a casa non so se potrò farlo. >
< Aggiorniamoci più avanti, ok? >
< Va bene… Un’ultima cosa, Vermouth. >
< Che cosa c’è, Shinichi? >
< Quando la nostra missione sarà completa, potrò tornare dalla mia Ran? >
Sentendo quella richiesta, la donna dall’altra parte emise un sorriso stridulo.
< Ahahah ma perché? Non stai bene in compagnia di Saeko? >
< No. Lo sai che non è il mio tipo. >
< Vedremo… Abbiamo bisogno di questa unione perché tu possa controllarla quando vuoi, ti ricordi? È una donna estremamente furba la tua fidanzata. Ed io e i nostri clienti non vogliamo che vada tutto in fumo. Mi sono spiegata? >
< Infatti ho detto dopo la nostra missione… >
< Non lo so, devo pensarci. Tu limitati a portare avanti il nostro piano e io faccio il resto. >
< Certo, come vuoi tu > rispose Shinichi sbuffando.
< Non fare la faccia sbuffata > replicò Vermouth con tono sensuale < E poi lo sai che mi piacerebbe uscire una volta assieme con te per una cena speciale. >
< Sai che non è possibile. >
< Perché no? Sarebbe solo una cena innocua. Solo io e te. >
< Vermouth, io e te… >
< Pensaci, va bene? Quando tutto questo sarà finito ne riparleremo… A meno che non succeda prima. >
< Non so se succederà. >
< Mai dire mai. Adesso devo lasciarti. Devo farmi la doccia… Pensami, ok? A presto > disse infine Vermouth lasciando Shinichi in preda a mille pensieri.

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Capitolo 15
*** Il traffico dell'oro ***


Shinichi non riusciva a trovare pace nelle parole di Vermouth.
La ragazza misteriosa che lo continuava a ricattare l’aveva praticamente in pugno.
Come ne sarebbe uscito?
Ci sarebbe stato qualcuno disposto ad aiutarlo o la sua parte oscura sarebbe venuta alla luce rischiando di finire in carcere?
“L’unico che può aiutarmi in questa situazione è uno solo… Anche se non mi fido di lui non ho altra scelta che accontentarmi. E speriamo che vada tutto bene”
Dopo essersi rivestito velocemente, Shinichi uscì dalla sua stanza guardandosi intorno con aria circospetta.
“Molto bene. Federico non si trova nelle vicinanze. Posso andarmene senza essere visto.”
Ma appena Shinichi si avvicinò alla porta di casa, fu fermato da quest’ultimo domandandogli dove stesse andando.
< Ci sono alcuni problemi in centrale > spiegò Shinichi < Non credo di tornare per cena. Glielo dici tu a Saeko? >
< Va bene, nessun problema. >
< Grazie. >
Intravedendo lo sguardo di Shinichi, Federico capì subito che non era per niente tranquillo.
< Posso fare qualcosa per te, Shinichi? >
< In che senso, scusa? >
< Vuoi che ti accompagni? Ho pulito la maggior parte del vostro appartamento. Adesso sembra quasi nuovo. >
< No, non ti preoccupare. Tu rimani qui a casa e avverti Saeko quando torna, ok? Spero di non metterci molto. >
< Senz’altro. A più tardi, Shinichi. >
Una volta che Federico rimase da solo nell’appartamento, prese il telefono fisso di casa per avvertire Saeko.
< Federico, perché mi hai chiamato? Che sta succedendo? >
< Sì tratta di Shinichi. Si sta comportando in maniera molto strana. >
< Spiegati meglio. >
< E’ appena uscito di casa dicendomi che non sarebbe rincasato molto presto perché aveva dei problemi da risolvere in centrale. >
< Che genere di problemi? Qui all’ospedale oltre a me e all’amica di Ryo c’è Goro e sua figlia. Credo che poi alla centrale ci sia solo Alice. >
< Saeko, ho la netta sensazione che Shinichi si stia cacciando in un guaio che non vuole rivelarci… A meno che non ci sia dentro fino al collo… Sarebbe meglio che tu mi raggiungessi a casa. Purtroppo io non posso muovermi e se vogliamo tenere d’occhio Shinichi dobbiamo farlo insieme, capisci? >
< Purtroppo non ho tempo per pensare a Shinichi > replicò Saeko < La situazione di Ryo è peggiorata. I battiti del suo cuore sono diventati molto deboli. Non posso abbandonarlo proprio ora. >
“Accidenti. Questa non ci voleva.”
< Va bene. Vorrà dire che indagherò da solo. >
< No, è troppo pericoloso. E poi tu non sei un agente della polizia. Non posso permettere che tu metta a repentagli la vita così stupidamente. >
< Ma Saeko, se faccio tutto questo lo faccio per Shinichi. >
< Lo so bene. Ma non sarai da solo… Chiamo una mia collega in maniera da non farti lasciare da solo, ok? >
< Va bene, ma fai in fretta. Non ce la faccio ad aspettare molto. >
< Stai tranquillo e datti pace. Ti richiamo più tardi. >
Dopo aver interrotto la loro conversazione, Saeko si mise in contatto immediato con Alice.
< Alice, sono Saeko. Avrei un favore da chiederti, se non ti scoccio. >
< Non ti preoccupare. Mi sto annoiando a rimanere in centrale senza fare niente… Che cosa posso fare per te? >
< Rintraccia immediatamente Shinichi e dimmi che cosa sta combinando. Ultimamente si sta comportando in maniera singolare e ho paura che mi stia nascondendo qualcosa. >
< Pensi forse ad un tradimento? Non sarebbe da lui. >
< No. Secondo me c’è qualcosa sotto… Credi di riuscire nell’impresa anche se sei da sola? >
< Sicuramente. Non ti devi preoccupare. Ti chiamo se ci sono sviluppi. >
< Ti ringrazio. >
< Come sta Ryo? Non si è ancora svegliato? >
< Purtroppo no. È ancora in coma. >
< E’ un grande combattente. Ce la farà, Saeko. Stai tranquilla. >
< Sì, certo. A presto > disse infine Saeko riagganciando il cellulare.
“Federico, non posso permetterti che tu finisca in guai seri. Quindi è meglio se rimani da solo nell’appartamento. Almeno lì ti saprò al sicuro.”
 
 
Una volta superata la palestra Tendo, Shinichi riuscì a trovare per caso Light Nagami che stava parlando da solo.
< Ti stavo cercando, Light > fece Shinichi con tono serio < Ma non credevo che ti avrei trovato dietro questa famosa palestra. >
< Mi piace molto allenarmi. La palestra Tendo è la migliore per imparare a difendersi alla pari della palestra per provetti ninja che si trova più avanti… Caro Shinichi, perché mi stavi cercando? >
< Stavi forse parlando con il tuo shirigami? >
< Ti interessa, forse? >
< E’ una faccenda alquanto singolare. Non capita tutti i giorni di sapere della loro esistenza. >
< Comunque la risposta è sì... Ma non credo che tu mi abbia cercato solo per questo, vero? >
< Ovvio che no. Ho bisogno della tua protezione. >
Sentendo la richiesta di Shinichi, Light rimase visibilmente sorpreso.
< E da chi? Dal tuo impellente segreto? >
< Cosa sai del mio segreto? >
< Amico mio, so molte cose su voi gente di Willon City che non potete nemmeno immaginare. Devo forse proteggerti dalla tua fiamma Vermouth? >
< Lei non è la mia fiamma, bensì la mia ricattatrice. >
< Per aver salva la vita un uomo farebbe qualsiasi cosa… Anche arrivare ad allearsi con una mafiosa come Vermouth. Il traffico dell’oro è un’opportunità che non può permettersi di perdere. Girano miliardi e miliardi di yen. Te ne rendi conto, vero? >
< Ma io voglio starne fuori! >
< Ma Vermouth ti ha salvato la vita dopo quella famosa imboscata in montagna, ricordi? Da quel momento ne eri profondamente debitore. >
< Io amo Ran, Light Nagami. E non posso permettermi di restare legato a Saeko solo perché devo tenerla d’occhio. >
< Attento Shinichi Kudo. Non vorrei che sia lei a tenerti d’occhio ultimamente. >
< Che cosa vuoi dire? >
< Dammi retta. Guardati bene le spalle. Sei circondato, Shinichi. Con il passare del tempo nessuno si fiderà di te. >
< Ma cosa stai dicendo? Non ho niente da nascondere agli occhi degli altri. >
< Ma hai tutto da perdere… La tua posizione non è per niente tranquilla. Dammi retta, una buona volta. Continua la tua vita da detective come se niente fosse, altrimenti la prossima volta non sarai così fortunato. >
Shinichi fu inizialmente spaventato dalle parole di Light che non trovò la forza di controbattere.
< L’oro rubato giungerà questa notte in città ed io devo essere presente con Vermouth, Milady e Richelieu. Non posso sottrarmi a questo destino. >
< Lo so bene. Ma dopo cosa succederà? >
< Vermouth mi ha detto che vorrebbe una cena romantica con il sottoscritto… Ma non voglio confondermi con lei. Io ho la mia vita con Ran. >
< Prima di riprenderti Ran sarebbe meglio che tu cambiassi città insieme a lei. Peccato che siamo tutti prigionieri... >
< Che cosa dovrei fare secondo te? >
< Lavora in incognito e stai alla larga il più possibile da quella donna, però allo stesso tempo fatti ubbidire. Per non alimentare in lei dei sospetti molto veritieri. Mi capisci, vero? >
< Quindi non mi proteggerai? >
< In questa storia siamo in troppi, Shinichi. È meglio che tu ti protegga da solo. Lo dico per il tuo bene. >
< Non ti credo, Light. Lo so bene che io e Saeko non ti siamo mai andati a genio. >
< Pensa quello che vuoi. Ma in fondo ho anch’io i miei interessi. >
< Sei solo un’egoista. >
< Tra un po’ di tempo mi ringrazierai. Sempre che ci rivedremo… A presto Shinichi e buona fortuna per tutto > disse infine Light lasciando il povero detective completamente frustrato e senza protezione.
 
 
Federico non ce la faceva più ad aspettare.
Rimanere rinchiuso in quel buco di appartamento lo stava facendo opprimere.
“La collega di Saeko non è ancora arrivata. La situazione sta diventando insopportabile.”
Con la rabbia che gli ribolliva nelle vene, Federico decise di prendere la situazione di pugno e di uscire dall’appartamento da solo.
“Questa pistola di Saeko mi sarà molto utile se dovesse succedere qualcosa di spiacevole” pensò mentre la teneva in mano “Anche se spero di non doverla utilizzare.”
Con il cuore che gli martellava all’impazzata, Federico decise di mettersi alla ricerca di Shinichi con la consapevolezza che non l’avrebbe mai trovato alla centrale.
“Shinichi non ha fatto altro che mentire negli ultimi tempi. Adesso voglio vederci ben chiaro.”
Non avendo una meta precisa, Federico controllò in ogni esercizio pubblico in cui ci passava accanto.
“Non è nemmeno nel bar di Occhi di Gatto… Secondo me Shinichi sta utilizzando posti non frequentati dalla gente di questa città.”
Inavvertitamente però, Federico fu visto proprio da Kelly che stava servendo vicino ad una finestra del locale, vedendolo fuori intento a guardarsi intorno.
< Ciao, Federico. Che cosa giri a quest’ora della sera tutto solo? >
< Avevo solo bisogno di una boccata d’aria > replicò il ragazzo con un sorrisetto compiaciuto < Non ce la facevo più a rimanere da solo in quell’appartamento. >
< Ti capisco. Saeko è ancora in ospedale da Ryo? >
< Purtroppo sì. >
< Capisco… Non ti va di prendere una tazza di buon caffè? L’ho appena preparato. >
< Ti ringrazio Kelly, ma sarà per un’altra volta. Voglio godermi questa serata bellissima. >
Girando lo sguardo, Kelly poté notare che Federico teneva con sé una pistola.
< Va bene, come vuoi tu… Ma devi stare molto attento a quel tipo di arma che ti porti appresso. Potresti farti molto male. >
Capendo che era stato scoperto, Federico divenne pallido in volto.
< Kelly, io… >
< Perché te ne vai da solo in giro per la città con una pistola appresso? Che cos’hai in mente? >
< Devo ritrovare Shinichi il prima possibile. Ho paura che si stia cacciando in un mare di guai. >
< Ci finirai anche tu in un mare di guai se vai in giro armato… Federico, non sei un agente della polizia. >
< Ma li ho aiutati in varie indagini! >
< Dammi retta. Torna a casa finché sei in tempo. >
< Saeko mi aveva promesso che una sua collega mi avrebbe raggiunto a casa sua per vederci chiaro, ma non è mai venuto nessuno. >
< Saeko ha fatto tutto questo per proteggerti. Non lo capisci? >
< Ma io veramente… >
< Federico, dammi retta. Lascia perdere adesso. Non è una situazione che ti riguarda. >
< Ma io voglio aiutare Shinichi! >
< Rischiando la vita? Non è un’idea allettante. >
< Ascoltami bene Kelly: io non me ne tornerò a casa senza fare niente… Magari puoi aiutarmi tu. >
< Se non vuoi tornare a casa è meglio che ti fermiamo con le cattive. >
Venendo colpito alle spalle, il povero Federico cadde a terra svenuto.
< Bravissima, Alice. Non avrei saputo come meglio fermarlo. >
< Portalo nel tuo locale e controllalo ogni secondo, d’accordo? Non permettere che fugga di lì. Io vedrò dove si è cacciato Shinichi. >
< Ok, ma stai molto attenta. Potrebbe essere molto pericoloso. >
< Il pericolo è il mio mestiere > rispose la donna facendogli l’occhiolino.
 
 
Shinichi si trovava da solo al molo della città con i raggi lunari che rendevano il posto meno tetro di quello che si presentava.
< Allora ci sei anche tu, Shinichi. Vuoi partecipare alla scambio in prima persona? > fece Vermouth avvicinandosi.
< Ho forse altra scelta? >
< Di sicuro questa è la scelta migliore. >
< Il carico d’oro? >
< Sarà qui molto presto… Intanto posso presentarti i nostri clienti? >
Una giovane donna e un uomo barbuto di circa sessant’anni si avvicinò a Shinichi fissandolo malamente.
< Molto piacere. Il mio nome è Milady > fece la donna presentandosi.
< Ed il mio nome è Richelieu. >
< Piacere di fare la vostra conoscenza. >
< Vermouth, è per caso lui il migliore detective della città? >
< Ovviamente, Milady > rispose la donna fiera del ragazzo < Non gli sfugge mai niente. Riesce a risolvere casi intrigati quando altri farebbero un buco dell’acqua. >
< Così giovane e così abile? I miei complimenti. >
< La ringrazio. >
< Come d’accordo, quando il carico d’oro giungerà fino al porto, una parte spetterà a voi per averci aiutato. >
< Sicuramente, Cardinale. I nostri clienti devono essere trattati come le persone più importanti di questo mondo. E voi non sarete da meno. >
Mentre il nervosismo di Shinichi stava crescendo, Vermouth si avvicinò a lui stringendogli la mano.
< Non ti preoccupare, tesoro. Tra poco sarà tutto finito. >
Non vedendo arrivare la nave però, Shinichi decise di fare la guardia nell’aria circostante assicurandosi che nessuno potesse fare delle brutte sorprese.
< Ottima idea, Shinichi. L’ho appena detto che pensi a tutto. >
Ma quando il giovane ragazzo incrociò lo sguardo con quello di Alice, il suo cuore mancò un battito.
“Alice… no…”
Capendo che anche lui era stato visto, non fece niente per richiamare l’attenzione degli altri.
“Non m’interessa se vengo scoperto. Questa storia deve chiudersi una volta per tutte.”
Ma nel mentre Alice si stava allontanando per avvertire i suoi colleghi, con la coda dell’occhio fu vista da Milady e Richelieu.
< Vermouth, potete scusarci un attimo? Torniamo molto presto. >
< C’è forse qualche problema? > domandò la donna.
< No, nessun problema. Ci assentiamo per poco. >
Allontanandosi nell’ombra, Richelieu e Milady colsero sul fatto la povera Alice mentre stava avvertendo Saeko.
< Saeko, ti giuro che l’ho visto con questi occhi. Shinichi è lì con loro… >
Ma la giovane ragazza non poté continuare la conversazione, interrotta dall’arrivo tempestivo dei due malviventi.
< Credevi forse di poterla fare franca? Allora non ci hai conosciuto abbastanza > mormorò Milady con tono malefico.
< Che voi siate dannati > replicò Alice con un filo di voce prima di svenire.
< Qui l’unica dannata sei tu, poliziotta da strapazzo. Nessuno ci potrà fermare e nessuno ti potrà salvare dalla tua fine. Parola mia. >

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Capitolo 16
*** Il buio oltre la paura ***


Alice venne condotta a forza dinanzi a Vermouth e a Shinichi che la stavano aspettando.
< Bene bene… Shinichi, hai visto chi è venuto a farci visita? Una tua collega. >
Senza dire una parola, Shinichi si limitò a fissarla con paura e disprezzo.
< Non dici niente? Vuoi forse rimanere da solo con lei? >
< No. non ho niente da dirgli. >
< Shinichi… Come hai potuto tradirci? Ci fidavamo tutti di te mentre tu ci accoltellavi alle spalle alleandoti con questa mafiosa. >
< Questa mafiosa, come mi hai dipinto tu, sono stata la sua salvezza in passato e lo sarò anche in futuro. >
< Ti sei abbassato al crimine, Shinichi. Non me lo sarei mai aspettato da te. >
< Non ho avuto scelta, Alice. >
< Come d’altronde non l’avrà la tua collega > fece Milady < Meglio toglierla di mezzo adesso prima che sia troppo tardi. >
< Ormai le forze speciali saranno qui a momenti. È solo questione di tempo. >
< Brava, mossa azzardata. Così potranno vedere il tuo corpo morente. >
< Shinichi, se ti vedesse Saeko, ti ucciderebbe con le sue stesse mani. >
< Ma non potrà mai vederla… Shinichi, a te l’onore > replicò Vermouth dandogli la sua pistola < Dobbiamo farla fuori per il nostro bene. Lo capisci, vero? >
Rimanendo immobile e senza dire nulla, Shinichi non fece latro che fissare gli occhi increduli di tutti i presenti.
< Shinichi, so che può essere difficile per te, ma devi farlo. >
< Io non sono un assassino, Vermouth. >
< Ok. Vuoi che lo faccia io? >
< Vermouth, ho la netta sensazione che questo ragazzo sia un codardo > mormorò Richelieu fissandolo con disprezzo < E se fosse un alleato di questa donna? Se lui fosse sotto copertura e ci avesse tradito? >
< Vi posso assicurare che Shinichi è sempre stato dalla nostra parte > rispose Vermouth piccata < Anche perché la sua vita è molto più importante di tutto il resto, vero tesoro? >
< Esattamente > replicò Shinichi con sguardo impassibile.
< Allora dimostraci la tua lealtà. Uccidi questa donna. >
< Non lo farò mai. Preferisco morire. >
< Shinichi, ti prego… So che è una tua collega importante per te, ma vedi di non peggiorare le cose. >
< Altrimenti che cosa fate? Mi fate fuori anche me? >
< Attento ragazzo. Ci stai sfidando. >
< Sì… Nessuno prima d’ora si era azzardato > mormorò Milady puntandogli contro la pistola < Non vorrei che il nostro patto saltasse in pochi secondi. >
< Adesso ci ricattate pure? Non siete leali! >
Senza dire niente, Vermouth assistette alla scena fissando con odio tutti i presenti.
< Vermouth, per il nostro bene sarebbe meglio ucciderli tutti e due… Tu cosa ne pensi? >
Con lo sguardo inviperito e gli occhi iniettati di sangue, Vermouth strappò la pistola dalle mani di Shinichi.
< Ottima decisione, Vermouth. >
< Già… Siete diventati un grosso problema, Milady e Richelieu… Ed è per questo che sarò io a farvi fuori. >
Non avendo nessun modo per proteggersi, Richelieu e Milady furono uccisi a sangue freddo da Vermouth sotto gli occhi increduli di Shinichi e Alice.
Mentre il sangue si stava riversando sul pavimento del porto, Vermouth gettò via la sua pistola incominciando a piangere.
< Non doveva finire così > fece la donna singhiozzando < Ma non potevo permettere che tu venissi ucciso così impunemente. >
< Mi hai salvato ancora la vita, Vermouth > rispose Shinichi stringendola a sé ancora più forte < Ma io e te non potremmo mai stare assieme. >
Nel mentre il loro amore si era dissolto per sempre, pattuglie di polizia circondarono interamente il molo.
< Shinichi, vieni con me. Fuggiamo insieme. >
< Mi dispiace Vermouth… Ma sarai tu l’unica a fuggire. >
Prendendola per il braccio, Shinichi gettò la giovane donna in mare.
< Sei un’ottima nuotatrice… Nuota fino alla libertà e scompari per sempre da questa città. >
< Ma Shinichi… >
< Il mio compito è essere catturato per tutto quello che ho fatto… Adesso che ho ripagato il tuo debito nei tuoi confronti, mi sento libero anche se verrò imprigionato. >
Non sapendo cosa fare, Vermouth rimase immobile per alcuni secondi.
< Cosa stai facendo?! Fuggi ora! >
< Tornerò a prenderti, Shinichi. È una promessa > disse infine Vermouth prima di scomparire nel buio della notte e facendo segno al capitano della nave dove stavano trasportando l’ora di non avvicinarsi al porto.
“La nostra vincita è solo rimandata. Questo carico d’oro sarà tutto per noi, Shinichi. E presto o tardi saremo felici lontano dai nostri oppressori e dal nostro passato.”
 
 
Nel mentre Vermouth stava continuando a nuotare per fuggire dai poliziotti, questi ultimi circondarono Shinichi, quest’ultimo non fece niente per opporre resistenza.
< Shinichi Kudo, ti dichiaro in arresto per aggressione a pubblico ufficiale e concorrenza mafiosa > mormorò Goro ammanettandolo < Non avrai più via di scampo. >
< So quello che mi aspetta, Goro. E di questo non ho paura. >
< Ancora non riesco a capire come mia figlia si sia potuta innamorare di te… Portatelo via! > gridò il detective prima di sincerarsi delle condizioni di Alice.
< Credevo che sarei morta > fece Alice sorseggiando una cioccolata calda < Quei due malviventi che stanno portando via mi hanno fatto sentire impotente. >
< Adesso è tutto finito. Non corriamo più pericolo. >
< No, Capitano Goro. Questa storia è appena iniziata. >
 
 
Saeko camminava impazientemente nella camera di Ryo aspettando un suo risveglio che non arrivava mai.
I suoi pensieri però furono interrotti dalla chiamata prima di Kelly e poi del Capitano Goro.
La prima, completamente contenta per come stava “maltrattando” il povero Federico, assicurò a Saeko che il suo ragazzo era al sicuro.
< Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto per me, Kelly. >
< Non sono stato io a catturarlo, ma Alice. >
< Davvero? Comunque avete fatto un lavoro stupendo tutti e due. Appena posso ti raggiungerò al bar. Intanto Federico può rimanere da te questa notte? >
< Certo, nessun problema. C’è posto anche per lui nella nostra casa. >
< Ti ringrazio ancora. A presto. >
Dopo aver attaccato la chiamata, Saeko ricevette quella del suo Capo dandogli quella notizia sconcertante che non voleva assolutamente sentire.
< Shinichi è in mano nostra, Saeko. Sì è venduto alla criminalità. >
< Capisco… Lo state portando in cella? >
< Sì. Dovrà rispondere ad un sacco di accuse… Non so se ne uscirà bene. >
< Lascio subito l’ospedale per venirci a parlare. >
< Ok, come vuoi tu. Ti aspettiamo. >
Ma mentre la disperazione si stava impadronendo della povera Saeko, un velo di speranza si fece largo in quella piccola stanza d’ospedale.
Con voce roca, Ryo chiamò l’attenzione di Saeko.
< Ryo! Finalmente ti sei svegliato! > gridò la donna non credendo ancora a quello che stava vedendo < Stavo per perdere le speranze. >
< Lo sai che sono un tipo molto duro. >
< Me lo scordo sempre. >
< Come stai? >
< Adesso molto meglio ora che ti vedo sveglio… Però purtroppo non posso rimanere qui. Devo andare subito in centrale. >
< Scappi di già? >
< Mi dispiace Ryo… Ma presto potremmo recuperare tutto il tempo perso insieme. >
< Che vuoi dire? >
Senza accorgersene, Ryo sentì le labbra di Saeko appoggiarsi sulle sue.
< Ti devo la vita, Ryo. Mi hai salvata. >
< L’avrebbe fatto chiunque, Saeko. Sei una persona speciale per tutti. >
< Non è così, Ryo. Te l’assicuro > rispose la donna riferendosi a Shinichi.
< Comunque assicura tutti che Ryo è ancora in questo mondo e ci rimarrà ancora per tanto tempo. >
< Sicuramente. A presto > disse infine Saeko uscendo subito dopo dalla sua stanza per avvertire Bunny.
< Davvero?! Sì è svegliato?! >
< Sì, Bunny. Tu chiama subito i medici. Io devo andare in centrale urgentemente. >
< Va bene. Ma tornerai qui? >
< Non lo so. Devo ancora vedere. Stai vicino a lui. Ne ha molto bisogno. >
< Ma credevo che toccasse a te… >
< Lo so bene. Ma adesso non posso fermarmi. >
< Ok, hai le tue ragioni… A presto. >
 
 
Una volta giunta in centrale, un senso d’inquietudine s’impadronì di Saeko.
Pensare che avrebbe dovuto parlare con Shinichi dopo tutto quello che era successo gli faceva ribollire il sangue.
< Saeko, non ti aspettavo così presto. >
< Ryo si è risvegliato. È totalmente fuori pericolo. >
< Questa sì che è una bella notizia dopo tutto quello che è successo… >
Saeko non sapeva bene cosa fare in quella situazione.
Parlare con Shinichi o scappare dai suoi doveri?
< Saeko, te la senti di… >
< Sì. Nessun problema Capo. >
< Ok. Shinichi ti aspetta nella sala degli interrogatori… Vuoi che venga anch’io? >
< No, grazie. Ce la faccio da sola. >
< Come vuoi tu. >
Una volta entrata nella solita stanza di Shinichi, il cuore di Saeko mancò un battito.
Da fidanzata perdutamente innamorata del suo detective a poliziotta in attesa di incriminarlo.
< Non ho parole nel dirti quello che sto pensando adesso > iniziò Saeko con tono riluttante < A parte che non mi sarei mai immaginata di ritrovarmi in una simile situazione. >
< Ebbene sì, Saeko… Sono un criminale. >
< E basta? Non hai nient’altro da dirmi? >
< Potrei dirti un sacco di cose ma non mi crederesti mai. >
< Prova a convincermi, allora. >
< Non ci provo nemmeno. Sarebbe una totale perdita di tempo per entrambi. >
< Allora ti confesso una cosa: ho un sacco di tempo da perdere. >
Vedendo l’insistenza di Saeko, Shinichi si convinse nel raccontargli tutto.
< Ero sotto ricatto di Vermouth… Quella maledetta mi aveva intimato che dovevo assolutamente mollare Ran per fidanzarmi con te. Solo per il semplice fatto che dovevo tenerti d’occhio il più a lungo possibile… >
< E se tu non gli avessi ubbidito? >
< Avrebbe fatto del male a Ran e a me e questo non potevo accettarlo. >
< Perché eri in debito con Vermouth? >
< Perché durante un’imboscata organizzata da me e da Alice, per poco non venivo ucciso da uno di quei maledetti… Non sono mai riuscito a scoprire chi fosse. Forse sono le stesse persone che ci dovevano consegnare il carico d’oro. >
< Forse… forse… Ho bisogno di fatti, Shinichi! > gridò la donna battendo violentemente i pugni sul tavolo.
< Non ne sono sicuro! Vermouth organizzava i traffici e i crimini dietro le mie spalle! >
< E tu ben sapendolo non hai fatto niente per fermarla… Perché? >
< Lei mi ha salvato la vita… E per ricambiare il gesto, mi ha ricattato dicendogli che dovevo coprirla in ogni sua malefatta e che dovevo mollare Ran. Ecco perché ero succube di lei! >
< Dove si trova adesso Vermouth? >
< Non lo so. Davvero. >
< Ti conviene dirmelo, altrimenti rischierai molto grosso. >
< E’ scappate al largo del porto della città. Non so che fine abbia fatto. >
< L’hai aiutata a scappare? >
< Io… no… >
Saeko sapeva benissimo che nell’ultima domanda che gli aveva fatto stava mentendo.
< Guardami negli occhi! Lo giureresti sulla tua Ran?! >
< Che cosa posso giurare… Quando Ran saprà che sono un criminale, non vorrà nemmeno guardarmi dritto nel viso. >
Nel mentre l’interrogatorio stava andando avanti per le lunghe, Goro Mori entrò di strafogo fissando malamente il prigioniero.
< Una volta che ti avremo incriminato farò in modo che tu non esca mai da questa cella. È una promessa. >
< Fate pure di me quello che volete… Ormai non ho niente da perdere. >
< E’ qui che ti sbagli, Shinichi > fece Saeko prendendolo per il collo della camicia < Devi combattere per la tua liberta! Vermouth è fuori da qualche parte dove starà organizzando un altro colpo da mettere a segno. E tu? Sei chiuso qua dentro… Se fossi in te, farei di tutto per cercare una via d’uscita. >
< Saeko, anche se patteggio la mia condanna, rimarrò in carcere per chissà quanti anni. >
< Su questo ci puoi scommettere > replicò duramente Goro.
< Capo, per favore. Avevo detto che avrei preferito rimanere da sola. >
< Se fossi fuori di qui, ti prenderei a pugni finché la tua faccia diventasse irriconoscibile. >
< Capo, la prego… >
< Ricordati una cosa Shinichi: la criminalità paga sempre. E tu hai ancora molto da pagare > disse infine l’uomo prima di uscire dalla sala.
< Se il mio ormai ex Capo aveva intenzione di spaventarmi, sappiate tutti che non c’è riuscito. >
< Shinichi, ti scongiuro un’ultima volta… >
< Mi dispiace averti usato così, Saeko. Non avevo nessun diritto di farlo… Ma vi prego di dire a Ran che se l’ho lasciata è perché ero costretto. Io l’ho sempre amata e l’amerò per sempre. Malgrado il mio futuro molto nefasto. >
< Va bene. Parlerò io con lei. >
< Se caso mai potessi sapere qualcosa di Vermouth, non perderò tempo nel confessarlo. Ma hai ragione tu, Saeko: sono condannato a rimanere chiuso qua dentro malgrado lei sia libera. >
< Shinichi… Ti prometto che non ti volterò mai le spalle. >
< Grazie… Come sta adesso Alice? >
< Ha preso un grande spavento ma sta bene. È tornata in servizio normalmente. >
< Tutto è bene quel che finisce bene… >
< Vieni con me, Shinichi. Ti porto in cella. >
Nel mentre Shinichi veniva trasportato in prigione, il suo sguardo scorse quello di Ran che stava parlando con suo padre.
< Oh, no… non adesso… >
< Vuoi che ti riporti per un momento nella sala degli interrogatori? > gli domandò saeko.
< Lascia perdere. Ormai mi ha visto. >
Appena Shinichi gli passò accanto, il suo sangue si gelò all’istante provando un senso di vergogna infinita.
< Shinichi, vuoi dirgli qualcosa? >
< Che cosa stai facendo, Saeko? Portalo subito in cella! > inveì Goro.
< Capo, per favore. Forse deve dire qualcosa di importante a Ran. Dì pure quello che vuoi senza paura, Shinichi. >
Dopo aver fatto un respiro profondo, Shinichi guardò dritto negli occhi la sua amata Ran dicendogli: < Ti amo, Ran. >
Inizialmente, la ragazza assunse un’espressione molto pacata e indifferente, ma pochi secondi dopo gli mollò un sonoro schiaffo mentre stava piangendo vistosamente.
< Come hai potuto farmi questo? Io ti avrei aiutato se avessi saputo… >
< Non potevi farlo, Ran. Nessuno poteva > rispose Shinichi con la faccia arrossata < Saeko, portami in cella. Non ho nient’altro da dire > disse infine l’uomo evitando di vedere l’amarezza e la disperazione che aveva avvolto la sua povera amata.

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Capitolo 17
*** La setta dei sei cavalieri ***


Federico non ce la faceva più a rimanere “ostaggio” delle tre ragazze.
La sua pazienza si era esaurita notevolmente, picchiando in maniera ripetuta nella camera degli ospiti che le tre giovani donne gli avevano preparato.
< Vedo che alla fine ti sei arreso > fece Tati aprendo la porta della sua stanza.
< Ero troppo stanco > replicò Federico aprendo a stento gli occhi < Che ore sono? >
< Le sei del mattino. Un ottimo orario per consumare una genuina colazione. >
< Le sei del mattino? Ma sei pazza? >
< E’ l’orario che utilizziamo quando apriamo il nostro locale… Avanti pelandrone, alzati che devi venire ad aiutarci. >
< Non ci pensare nemmeno. Mi sono addormentato poco più di tre ore fa’. Sono stanchissimo. >
< Questo è un tuo problema… Avanti, vieni con me. Le mie due sorelle ci stanno aspettando. >
< Ti ho detto che non mi alzerò. Punto. >
< Ah davvero? >
Irritato dalla risposta del ragazzo, Tati gli piombò addosso scoprendolo e facendogli il solletico fino a fargli gridare pietà.
< Sei molto carino con quel pigiama celeste > replicò divertita la più piccola delle sorelle < Ti dona molto, sai? Mia sorella Sheila ha molto gusto. Ha pensato al suo Matthew quando l’ha preso. >
< Come fai ad essere così attiva a quest’ora del mattino? >
< Perché ci sono abituata, Federico… Se mi farai fare tardi, ti giuro che non farai colazione. >
Convinto dalle parole di Tati, alla fine Federico si alzò dal letto.
< Va bene, aspettami fuori. Mi vesto velocemente e ti raggiungo. >
< Non metterci troppo, altrimenti ritorno dentro e ti torturo come ho fatto ora. >
< Oseresti farlo? >
< Non saresti il primo uomo nudo che vedo, sai? >
< Cosaaa?! Una giovane ragazza come te che dice queste cose?!
< E ti sorprendi? Guarda che la mia vita non ruota solo intorno a questo locale. Ho altri hobby. >
< Per esmpio? >
< Andare a giro per la città a fare shopping e a vedere ragazzi molto belli. >
< Sei forse fidanzata? >
< Ancora no… Non ho tempo di legarmi. Almeno non ora. >
< Perché no? >
< Tu non ti preoccupare… Hai finito? >
< Sì. Adesso esco. >
Dopo essersi messo i primi vestiti che aveva trovato, Federico era pronto per andare con Tati.
< Certo che potevi metterti dei vestiti puliti. Non quelli di ieri. >
< Sono puliti, ok? Non farmi la paternale a quest’ora. Ho ancora molto sonno. >
< Uomini, tutti uguali… Se non ci fossimo noi donne non vi terreste belli e profumati come vorremmo. >
< Certo, come no… Che cosa dobbiamo fare? >
< Vieni con me. Ti piacerà. >
 
 
Dopo che le tre donne lo avevano obbligato di mettersi una divisa da cameriere, Federico cominciò a servire per la sala mentre tutti i clienti lo stavano fissando.
< Questa è la prima e ultima volta che mi obbligate a fare qualcosa > fece il ragazzo digrignando i denti per la rabbia.
< Perché? Non ti piace fare il lavoro di cameriere? Saresti portato, sai? >
< Smettila di prendermi in giro, Sheila. Non lo sopporto. >
< Ahahah va bene. >
Nel mentre Sheila e Federico stavano discutendo tra di loro, Saeko e Matthew entrarono insieme nel locale visibilmente stanchi e tristi.
< Che cosa sono quelle facce? > gli domandò Kelly vedendoli entrare.
< Siamo sfiniti. Questa notte non abbiamo dormito niente > rispose l’uomo.
< Matthew ha ragione. Ci porti due doppi caffè con il pezzo dolce più caldo che hai? >
< Certamente. Arrivo subito > rispose Kelly mandando l’ordine a Sheila.
< Vai tu dal tuo fidanzato? Credo che abbia avuto una notte molto lunga. >
< Ci penso io > fece Federico.
Appena il giovane ragazzo si avvicinò a Saeko e a Matthew, volle subito sapere perché era stato rinchiuso contro la sua volontà nel bar delle tre ragazze.
< Perché non volevo che tu facessi cose di cui ti saresti pentito. >
< Ad esempio? >
< Per esempio andare al molo e rischiare di morire come ha fatto la povera Alice… >
< … Già. Ha rischiato molto grosso. >
< Spiegatevi meglio. >
< Ecco a voi la colazione. Belle calde come piace a voi > li interruppe Sheila < Federico, non hai nient’altro da fare che rimanere in compagnia di Matthew e Saeko? >
< Sì. Sapere cos’è successo e levarmi questa divisa che mi stringe > mormorò Federico.
< Lascia stare, Sheila. E grazie per averlo tenuto questa notte. >
< Figurati. È stato un piacere. >
< Ringrazia anche le tue sorelle, ok? >
< Presenterò. A dopo. >
< Non dovevi farmi questo, Saeko… Lo sai, vero? >
< Federico, per favore. Abbiamo avuto una notte molto lunga a causa di Shinichi e del prossimo caso che ci ha appioppato il nostro Capo. >
< Rintracciare una banda di cavalieri che minaccia le nostre zone… E’ inaudito > fece Matthwe sbuffando.
< Una banda di cavalieri? Questa poi. Pensavo che ci trovassimo nel ventunesimo secolo e non nel medioevo. >
< Federico, non hai ancora capito che in questa città si mischiano le vite di molti personaggi? Come per esempio noi due > replicò Saeko riferendosi al suo collega Matthew.
< Comunque dobbiamo agire alla svelta prima che sia troppo tardi. Lo ha detto il nostro capo. >
< Il nostro Capo può dire quello che vuole… Io non mi sono neancora ripresa dalla botta di Shinichi. >
< Infatti Goro ci ha detto che potevi prenderti un periodo di riposo per tutto il tempo che volevi. >
< Non ho bisogno di riposarmi… Rimanere a casa mi farebbe impazzire. >
< Brava Saeko, è così che ti voglio. Risolviamo questi misteri. Così potrò andarmene da qui il prima possibile. >
< Non ci stai proprio bene qui con noi? >
< Con alcuni di voi sì, Matthew… Ma con altri… >
Girando lo sguardo, Federico poté notare che Light Nagami era entrato nel locale.
< Ma perché si vorrà unire a noi? Che cosa gli abbiamo fatto? > domandò Federico diventando nervoso < Non so perché ma quel ragazzo non mi suscita niente di buono. >
< Per questo dovremmo starci alla larga il più possibile > mormorò Matthew < Ma sembra quasi impossibile. >
< Infatti ti cerca nei momenti che tu non vorresti mai. Ci hai mai pensato, Federico? >
< No, sinceramente no. >
< Eccolo che arriva… >
< Che cosa stavate confabulando voi tre? > domandò Light alquanto curioso.
< Che cosa t’importa? Non possiamo parlare tranquillamente senza essere disturbato da te? >
< Senti senti lo straniero… Con quale coraggio mi parli così? >
< Lasciaci in pace. Non sei il benvenuto qui tra noi. >
< Sono venuto solo per Saeko. Volevo sapere come stava. >
< Bene. La vita va avanti… E non mi posso fermare proprio adesso. >
< E’ stato un brutto colpo Shinichi, vero? Potrai sempre consolarti con Ryo. Ho sentito dire che ha recuperato molto bene dal coma. >
< Io e Ryo siamo due poli opposti. Perché nessuno riesce a capirlo? >
< Perchè non sei minimamente credibile, mia cara… So che non vuoi spargere la voce che tu e lui avete avuto una figlia, ma non potrete stare lontano uno dall’altra per molto tempo. Siete come due calamite che si attraggono. >
< Che cosa diavolo vuoi sapere della mia vita?! > replicò Saeko alzandosi in piedi.
< Lo sai bene, Saeko… E non ti lascerò in pace finché non avrò più voglia di tormentarti. >
< Sei fortunato che qui ci sia gente, altrimenti ti avrei preso a schiaffi. >
< Non so se ci saresti riuscita > ripose Light con ghigno malefico < La mia ragazza mi avrebbe protetto. >
< E chi sarebbe la tua ragazza? > domandò Matthew confuso.
< Ehi Light, ti ho portato qualcosa da bene. Ho fatto male? >
< Ovvio che no… Ragazzi, vi presento la mia fidanzata Misa Amane. >
< Piacere di conoscervi… Tu devi essere Matthew, il poliziotto molto goffo, mentre lei è Saeko. >
< La dura e inossidabile Saeko > continuò Light finendo la frase della ragazza.
< E questo ragazzo? Non l’ho mai visto in giro. >
< Puoi chiamarmi semplicemente Federico: il ragazzo che non si ferma dinanzi a niente. >
< L’ultima volta che ho conosciuto un ragazzo come te è finito molto male. >
< A chi ti stai riferendo? >
< A quel curiosone di D’Artagnan… Pattugliava queste zone nel buio della notte da solo e qualcuno gli è arrivato alle spalle colpendolo a sorpresa > raccontò Misa.
< Sì, adesso ricordo. È successo un po’ di tempo fa’, ma nessuno è mai riuscito a scoprire chi fosse. >
< Molti in città hanno parlato dei pokémon, ma quelle creature non si azzarderebbero a giungere in città dalla foresta. Hanno troppo paura di noi. >
< Magari quel moschettiere da strapazzo ha spaventato uno di loro fino a farlo arrabbiare. >
< Un ipotesi da non tralasciare, detective Matthew… Ma alquanto improbabile. >
< E tu cosa ne vuoi sapere, Light? >
< Ve l’ho detto: so molte più cose di voi messi assieme. >
< Ah sì? Allora perché non ti unisci alla squadra investigativa della città? >
< Ma neanche morto! Uso la mia conoscenza per i miei soli scopi… Sta a voi scoprire la verità. Io al massimo posso darvi alcuni indizi. Però sempre se voglio io… >
< Grazie mille, ma non abbiamo bisogno del tuo aiuto > replicò Federico con tono adirato.
< Per ora, almeno… Ma dopo chi lo sa… >
< Adesso basta perdere tempo > rispose Matthew < Dobbiamo rintracciare questa benedetta setta e non abbiamo nessun indizio che ci possa aiutare. >
< Non volete il mio… >
< Ti abbiamo già detto di no. Smettila di insistere. >
< Ok, come volete voi. >
Ma nel mentre la discussione stava per finire, un giovane ragazzo con un vistoso cappello e una divisa da caliere entrò nel locale con il volto coperto.
< Chi è quel tipo? > domandò Federico.
< Non lo so. Non l’ho mai visto prima… Tu Saeko? >
< La stessa cosa vale per me… Vediamo cosa fa’ Sheila. >
Nel mentre la ragazza gli prese l’ordine, il cavaliere misterioso non batté ciglio facendo un segno con la mano.
< Secondo voi che cosa gli ha indicato alla mia Sheila? >
< Mi dispiace, ma non l’ho capito. >
< Meglio se lo tenete bene d’occhio… Magari vi porterà dritto alla setta che state cercando… Ci vediamo in giro, ragazzi. >
< Sono stata felice di aver incontrato delle persone che prima non conoscevo > replicò Misa con tono stridulo < Spero che ci ritroveremo un giorno di questi. >
< Contaci > rispose Federico con sorriso finto e per niente entusiasta.
< A presto. >
Una volta che Light e la sua fidanzata se ne furono andati, Saeko, Matthew e Federico si poterono concentrare totalmente sul cavaliere.
< Dobbiamo tenerci così a lunga distanza? >
< Ovvio che sì, Federico. Non vorrai mica farti scoprire. >
< No… Però non riesco a capire che cosa vuole. >
< Ecco che Sheila gli sta portando… un bicchiere d’acqua? >
Vedendo la scenetta, Matthew rimase spiazzato.
< Ma occorreva fare quei gesti? Ci mancava che schioccava le dita ed eravamo apposto. >
< Secondo me sarebbe meglio avvicinarci. >
< Fai silenzio, Federico > lo brontolò Saeko < I tuoi piani non portano mai a niente di buono. >
< Ma io veramente… >
Dopo aver sorseggiato il suo bicchiere d’acqua, il cavaliere misterioso si alzò da tavola lasciando una cospicua mancia alle cameriere.
< Che cosa? E’ solo entrato qua dentro per un bicchiere d’acqua? Ma non poteva rifornirisi alla fontana qui vicino? > si domandò Federico confuso.
< Meglio tenerlo d’occhio… Non vorrei che fosse una trappola. >
< Al diavolo le trappole. Io lo inseguo. >
Senza ascoltare gli avvertimenti dei due poliziotti, Federico uscì di corsa dal bar per andare dietro all’individuo misterioso.
“E’ scomparso nel nulla… Ma com’è possibile? Era qui fino a un momento fa’.”
< Federcio, cos’è che non hai capito nel rimanere prudenti? >
< Ragazzi… E’ uscito dal locale meno di trenta secondi fa’ ed è scomparso nel nulla… Voi che domande vi fareste? >
< Nessuna domanda. A parte tenere gli occhi aperti come ha detto Saeko. >
< E’ raro che tu mi dia ragione, sai Matthew? >
< Quando non ti si può contraddire meglio rimanere zitti, non ti pare? >
< Saggia decisione. >
< Mi dici adesso che cosa facciamo? >
< Io torno in ospedale per vedere come sta Matthew. Volete venire anche voi? >
< Ti ringrazio Saeko, ma purtroppo devo seguire questo caso con assoluta emergenza. Non posso adagiarmi sugli allori. >
< Vuoi che ti dia una mano? >
< No, grazie. Mi farò aiutare da Alice. Porta i miei saluti a Ryo, ok? >
< Va bene, nessun problema… E tu cosa farai Federico? >
< Aiuterò le ragazze al bar… Credo che da ieri sia in debito con loro. In fondo mi hanno salvato la vita da quell’imboscata. >
< Sotto mio suggerimento > continuò Saeko squadrandolo malamente.
< Farò il bravo. Te lo prometto. >
< D’accordo. Ci vediamo a casa stasera? >
< Sicuramente > disse infine Fedrico dopo aver salutato i due poliziotti.
 
 
Appena però Matthew e Saeko svoltarono l’angolo per prendere vie diverse, Federico non perse tempo e si rimise sulle tracce del cavaliere misterioso.
Dopo aver controllato accuratamente i vicoli circostanti al locale di Occhi di Gatto, Federico divenne sempre più nervoso non trovando nessun indizio.
“E’ qui nelle vicinanze. Ne sono sicuro.”
Infatti, senza accorgersene, Federico fu aggredito alle spalle e imbavagliato mentre si stava dimenando.
“Oh no! E adesso? Non dirmi che…”
< Chi sei tu?! Lasciami andare! > gridò da sotto il bavaglio.
< Cerca di rimanere tranquillo, ragazzo. Non ti farò del male… Almeno per ora. >
Dopo che l’individuo misterioso lo montò sul suo cavallo, egli fu condotto in un piccolo castello non molto lontano dalla città.
“Perché ci siamo fermati? Che cos’ha in mente?”
< Adesso cammina se vuoi aver salva la vita. >
Il povero Federico era ostaggio del cavaliere con la spada che gli trafiggeva la schiena.
Dopo essersi fatto condurre all’interno del castello, Federico fu liberato dall’imbavagliatura e slegato alle mani.
< Chi sei tu?! Dimmi il tuo nome! >
< Ci siamo visti poco fa’ nel locale più famoso di Willon City > fece il cavaliere < Ma non credevo che la tua testardaggine potesse farti finire nella mia piccola trappola. >
< Che cosa? Quindi tu sei il cavaliere di prima... >
< Il mio nome è D’Artagnan > replicò il giovane uomo levandosi il cappello e mostrando la vistosa ferita che aveva in faccia < Benvenuto nel nascondiglio della setta dei sei cavalieri, dove il nostro compito è aiutare la giustizia in gran segreto senza che nessuno conosca la nostra verà identità. >
< Una setta segreta? Ma cosa centro io con voi? >
< Essendo uno straniero di questa città io e i miei compagni volevamo capire da che parte stavi… Le tue buone intenzioni fino ad ora non ci hanno convinto del tutto, sai? >
< Cosa? Io sto dalla parte dei buoni! > s’imbufalì il ragazzo < Sennò come farei a lasciare questa città? >
< Se dimostrerai la tua lealtà ti prometto che avrai buone probabilità di ritrovare te stesso e tornertene finalmente a casa… Ma non devi tradire la nostra fiducia. Mi hai capito? >
< Quindi se mi alleo con voi non posso più tornare da Saeko e dai suoi amici? >
< Potrai farlo… Ma come ti ho detto, devi dimostrare che io e gli altri ci dobbiamo fidare di te… >
< … E soprattutto non dovrai dire a nessuno delle nostre operazioni > continuò un cavaliere avvicinandosi a D’Artagnan < Possiamo fidarci? >
< Certo. Contate su di me > replicò Federico senza pensarci due volte.

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Capitolo 18
*** Un ninja spietato ***


Tutti i membri della setta dei cavalieri si riunirono dinanzi a Federico suscitando in lui un certo spavento.
< Non ti faremo del male. Stai tranquillo. >
< Grazie mille, D’Artagnan. Questo mi assicura molto > rispose Federico senza riuscire a trattenere i brividi < Posso tornare dai miei amici prima che si preoccupino per me? >
< Mi dispiace ragazzo mio, ma non possiamo liberarti fino alla fine della nostra missione > mormorò una donna con la voce roca < Adesso è come se tu facessi parte della nostra congreda. Anche se non sei davvero un cavaliere. >
< Ma vi prometto che non parlerei a nessuno di questa cosa > insistette il ragazzo.
< C’è già un ragazzo che sospettadi noi, vero D’Artagnan? >
< Sì. Ed è il solito che mi ha causato questa cicatrice in faccia, André. >
< Di quale ragazzo stai parlando? >
< Viaggia quasi sempre da solo leggendo una specie di diario che custodisce gelosamente tra le sue mani: il suo nome è Light Nagami. >
< Light Nagami ti ha fatto questo? >
< E’ successo molto tempo fa’: ero uscito dal locale Occhi di Gatto dopo che io e la mia fidanzata Constance volevamo festeggiare il nostro fidanzamento. Quella sera ho bevuto fin troppo e la mia adorata donna non me l’ha mai perdonato.
Cercando un suo perdono, la inseguii anche fuori dal locale.
Ma quella notte buia non avrei mai immaginato che avrei incontrato quel ragazzo misterioso con gli occhi pieni di tenebra.
“Chi sei tu? Lasciami passare” gli dissi.
“Quella ragazza non ti appartiene. Lasciala in pace… Sei solo un ubriacone che pensa di essere un ottimo cavaliere solo perché sta in groppa ad un cavallo. Ma per me e  per la gente di questo posto non sei niete.”
Fui molto ferito dalle parole di questo individuo.
Talmente ferito che sguainai la mia spada catapultandomi contro di lui.
“Non so chi tu sia, ma è l’ultima volta che mi parlerai così.”
Preso da un moto di rabbia, cercai di combatterlo solo per spaventarlo.
Ma non avrei mai creduto che dietro le sue spalle potesse nascondere una creatura capace di sfregiare il mio viso. >
< Una creatura? Hai visto il suo shirigami? >
< Non so cosa potesse mai essere… So soltanto che da quel momento emanai un grido che mi sentirono per tutta la città.
Credendo di essere finito, cercai aiuto gridando ancora, ma nessuno vene mai in mio soccorso.
Questo ragazzo che si definì come il “Giustiziere silenzioso” mi avvertì che se avessi fatto un altro passo falso come quella sera, mi avrebbe ucciso senza pietà.
Io non seppi come controbattere, svenendo subito dopo con la speranza che questo fosse tutto un brutto sogno. >
< Quando ti sei risvegliato che cosa è successo? >
< L’ho trovato io mentre ero in compagnia di André > replicò la donna.
< Sì. È stata Lady Oscar a salvarmi la vuta e a curarmi le mie ferite… Ed io, insieme a loro due e agli altri moschettieri, abbiamo dato vita alla setta dei sei cavalieri, facendo giustizia nel buio della notte e nascondendoci agli occhi di tutti. >
< Non avrei mai creduto che Light Nagami fosse uno spietato criminale > fece Federico < E’ un individuo molto strano e singolare, ma non credevo mai… >
< Ho giurato a me stesso che avrei vendicato la mia ferita ripagandolo con la stessa moneta… Ma prima io e i miei compagni abbiamo una missione da portare a termine. >
< Di quale missione si tratta? >
< Dobbiamo recuperare un enorme carico d’oro che si aggira nei porti di questa città. L’ultima informazione che abbiamo ricevuto è che la nave che trasportava quel ben di Dio è stata avvistata appena due giorni fa’ senza però attraccare a terra. >
< Sarà questa sera che tutti noi entreremo in azione per cercare di agguantare questa nave e interrompere il traffico di oro rubato alla città di Willon City. >
< Che cosa? Si tratta di oro rubato? >
< Che cosa pensavi, ragazzo? Che fosse guadagnato onestamente? > lo canzonò André.
< E non solo… > continuò D’Artagnan < Dovremo stare molto attenti al pilota della nave: non so quale sia il suo nome, ma è un abile ninja che non si ferma dinanzi a nulla. Quindi occhi bene aperti. >
< Sei sicuro di essere all’altezza, Federico? >
“Sono convinto che è il solito caso che ha incriminato Shinichi per la sua vita segreta…”
< Alora? Sei dei nostri? >
< Certo che sì. Tutto per riportare la serenità in questa città. >
< Molto bene. È quello che ti volevamo sentire dire… In marcia! > gridò Lady Oscar facendo avanzare i suoi uomini nel buio della notte mentre Federico si sentiva sempre meno a suo agio in loro compagnia.
“Spero che vada tutto bene e che i miei amici poliziotti non sappiano di questo piano. Prevedo una dura guerriglia questa notte.”
 
 
La notte era tremendamente fredda nelle vicinanze del porto di Willon City ma nemmeno il vento sferzante avrebbe fermato la setta.
Federico, colto da un profondo malumore e da qualche disturbo intestinale, dovette rallentare più volte la corsa dei cavalieri per fermarsi a riprendere fiato.
< Non sapevo che andare a cavallo ti facesse questo effetto > fece D’Artagnan.
< Credimi, non lo sapevo nemmeno io. >
< Secondo me se vomiti ti sentirai molto meglio. Sei bianco pallido. >
< Grazie dell’informazione moschettiere… >
< Il mio nome è Athos. Per servirti, giovane ragazzo. >
< Athos… Mi piace la tua grinta e la tua simpatia. >
< E vi siete appena conosciuti > replicò l’altro moschettiere.
< Già… Ma adesso non abbiamo tempo. Dobbiamo recarci al molo. >
< Ormai siamo quasi arrivati, Aramis. È solo questione di tempo. >
Mentre Lady Oscar stava guidando la pattuglia dei cavalieri, in lontananza non riusciva a scorgere nulla se non l’ignoto.
< Siamo sicuri che il carico d’oro approderà questa notte? >
< Sì. Il capitano di quella nave ha un appuntamento con il suo cliente. Non può mancare assolutamente. >
< Spero che tu abbia ragione D’Artagnan, altrimenti la nostra missione sarà fallita per sempre. >
< Il nostro nome non verrà macchiato, Lady Oscar. Parola mia. >
< D’accordo, voglio fidarmi. >
Nel mentre stavano attendendo per un tempo infinito, i sei cavalieri e Federico cercarono di trovare un giusto riparo per controllare ogni singola parte della zona.
< Se ci dividiamo controlleremo l’intera area > fece André.
< D’accordo. Circondiamo l’intero porto. Però stiamo molto attenti a non farci vedere. Siamo gli unici in questo posto > ribadì Athos.
Dopo che i cavalieri si posizionarono in tutti i nascondigli possibili del molo, Federico fu il primo a scorgere una nave in lontananza.
“E se fosse quella la nave dal carico d’oro?”
< Ci siamo, ragazzi > fece Aramis dopo averla vista anche lui < Tra poco sarà qui. Tenetevi pronti. >
L’attesa sembrava snervante per i sei cavalieri, ma Federico stava facendo di tutto per mantenere la calma.
“Non vedo poliziotti qui nei dintorni, fortunatamente.”
Appena la nave attraccò al porto, un silenzio surreale s’impadronì del porto.
< Perché nessuno scende da quella nave? Che sta succedendo? > domandò impaziente il ragazzo.
< Ssh, fa silenzio! Vuoi farci scoprire? > lo redarguì D’Artagnan.
< Non vedo nessun membro della nave e nessun individuo sospetto qui nelle vicinanze. La cosa mi puzza molto. >
Una volta tirato giù il portellone della nave, un uomo dalla carnagio grigia e dal sorriso malefico e repellente scese dalla nave facendo uno strano segno.
< Chi è quell’uomo? Che cosa vuole fare? >
Improvvisamente, una giovane ragazza con molte ferite su tutto il corpo si fece avanti illuminata solo dalla torcia di fuoco che tneva in mano l’individuo misterioso.
< Vermouth, allora sei venuta. >
< Non potevo mancare anche questa sera, Orochimaru. Non dopo che il nostro piano stava per andare in fumo. >
< Brava. Non ti facevo così temeraria. >
< Hai portato il carico d’oro? >
< Certo che sì… Ma adesso mi sfugge una domanda spontanea: che cosa te ne farai di tutto questo oro? Se i miei informatori non mi hanno raccontato male, Milady e Richelieu sono morti. Adesso la parte è tutta tua. >
< Costruirò un impero del crimine e controllerò questa città. >
< Lo farai tu e il tuo amato Shinichi? >
< Shinichi ha fallito. È stato imprigionato. >
< Che peccato. Adesso che farai senza di lui? >
< Mi ha salvato la vita… E molto presto lo ripagherò liberandolo. >
< Due cuori e una capanna, come si sual dire… Magari se vuoi potremmo essere alleati io e te. Ti assicuro che al mio seguito ho degli ottimi ninja che farebbero anche al caso tuo. >
< Ci devo pensare… Ma in questo momento è molto meglio rimanere nell’ombra. Siamo ricercati da tutta la polizia e della forze speciali dei cavalieri che pattugliano questa zona. >
< Ahahah la setta dei cavalieri è ricercata dalla polizia per gli ultimi disordini causati nell’ultimo mese. Non avranno ancora vita facile in libertà. >
Sentendo come venivano derisi, D’Artagnan saltò su imbufalito imprecando contro di lui.
< Stai zitto! Anche tu vuoi farci scoprire?! > lo redarguì Lady Oscar.
< Non posso ascoltare queste dannate parole. Sono completamnete false! >
< Hai sentito qualcosa, Orochimaru? > gli domandò Vermouth sospettosa.
< Non avrei mai creduto ma credo che ci sono dlle spie qui nelle vicinanze > gli sussurrò il ninja alla donna senza farsi sentire da nessuno nei paraggi < Tu aspettami qui e non ti muovere. Lì smaschererò immediatamente. >
Sparendo improvvisamente dagli occhi di Vermouth e muovendosi nell’ombra, Orochimaru ci mise solo pochi minuti per attaccare tutta la setta dei cavalieri e il povero Federico.
Tutti gli uomini furono feriti lievemente alle spalle, mettendo a serio repentaglio la loro vita.
< Non riuscirete mai a catturarmi > fece Orochimaru < Io sono molto più furbo di voi. >
< E’ da molto tempo che ti diamo la caccia > ribatté D’Artagnan < E adesso che ti abbiamo trovato non potrai sfuggirci. >
< Ah no? Allora prova a prendermi. >
Mentre Orochimaru stava sbeffeggiando il povero moschettiere, D’Artagnan non riusciva a sentirsi del tutto al sicuro in mezzo al porto della città.
< Senti i miei movimenti ma non riesci a vedermi, vero? È molto frustrante. >
Con un arma contundente che teneva nascosto sotto il suo vestito nero, Orochimaru ferì il povero D’Artagnan alle gambe.
< Che questo vi sia di lezione a tutti… Nessuno può intrappolarmi. Nemmeno se sareste in un centinaio. Io riuscirei a farla franca ugualmente. >
< Staremo a vedere! >
Ma gli intenti della setta dei cavalieri furono mandati a monte dall’arrivo di Saeko e da altri membri della polizia.
< Ci mancavano pure loro > fece Vermouth.
< Meglio se concludiamo il nostro patto sulla mia nave > propose il ninja < Lì saremo al sicuro. >
< D’accordo, come vuoi tu. >
< Ma non saremo soli… >
Avendo bisogno di un ostaggio, Orochimaru preferì prendere con sé il più debole.
< Lasciami andare! Maledetto! > gridò Federico.
< E’ inutile che tu ti dimeni… Più ti muovi è peggio è per te. >
< Che cosa vuoi da me? >
< Vorrei portarti in viaggio con me per farti capire che con me e con i miei allievi non si scherza. Sei pronto? >
< Io… non sono il tipo giusto per te. >
< Oh, certo che lo sei… >
< Orochimaru, non c’è tempo da perdere. Sali sulla nave > lo avvertì Vermouth.
< Arrivo subito… Pronto per una nuova avventura, Federico? >
< Come fai tu… >
< Come posso non sapere il nome del mio ostaggio? Vedrai che ti divertirai. È una promessa > disse infine il ninja con tono raccapricciante mentre i cavalieri si sentivano impotenti e i poliziotti cercarono di sparare contro la nave cercando di colpire i due malviventi.
< Dannazione! Ci sono sfuggiti! > gridò Saeko.
< Saeko, non vorrei aver visto male, ma credo che quel dannato ninja abbia rapito Federico. >
< Benissimo… Così ora abbiamo due problemi da risolvere. >

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Capitolo 19
*** L'aiuto delle sirene ***


Saeko non riusciva a trovare pace ben sapendo che Federico era nelle mani di un ninja spietato.
< Perché non mi ha voluto dare ascolto? Perché vuole sempre fare di testa sua?! >
La rabbia della donna era incontenibile.
Nemmeno Ryo l’avrebbe potuta calmare in qualche modo.
< Il problema è che non sappiamo nemmeno dove possano essersi cacciati. >
< Non tutto è perduto > fece Lady Oscar < Non molto lontano da qui, sorge un promontorio nascosto abbandonato da tanti anni. È molto probabile che quello sia il nascondiglio di Orochimaru e di Vermouth. >
< Supponiamo sia vero… Come faremo a raggiungerlo via mare? Non abbiamo i mezzi di trasporto necessari. >
< Possiamo sempre chiedere aiuto alle sirene… >
Inizialmente, l’idea di D’Artagnan sembrava quasi una presa in giro, ma pensandoci bene erano le uniche loro alleate in grado di poterle aiutare.
< Dove possiamo trovarle? > domandò Ryo.
< Basterà cercare qui nelle vicinanze. >
< Non possiamo perdere tempo alla ricerche di creature di cui non siamo sicuri che ci siano… Non abbiamo tempo da perdere. >
< Hai forse un’idea migliore, Saeko? >
< Non so perché, ma vorrei evitare di discutere con te > replicò la donna alquanto rabbiosa.
< Infatti non stiamo litigando. Sei tu che stai prendendo male le mie parole. >
Ryo aveva capito che Saeko aveva un necessario bisogno di riposo e di staccare la spina.
Ma non avrebbe mai mollato la spugna in quel frangente. Nemmeno se avesse voluto.
< Va bene. Mettiamoci alla ricerca di queste sirene e speriamo di essere molto rapidi. >
Purtroppo l’oscurità della notte non stava per niente aiutando i due poliziotti e la setta dei cavalieri, rendendo la ricerca molto difficile.
Ma un lume di speranza alberga sempre in fondo al tunnel.
< Guarda, Saeko. È la piccola Mayu quella che vedo laggiù su quello scoglio? >
Non riuscendo a credere a quello che stava vedendo, Saeko fu molto sorpresa di vedere la bambina giocare con la sua sirena preferita.
< Adesso è meglio che tu vada a dormire, Mayu. Harlock non vorrebbe che tu rimanessi sveglia tutta la notte. >
< Ma non sono per niente stanca, Lucia. >
< Lo immagino. Ma domani mattina hai davanti a te un’altra giornata molto faticosa… Se vuoi potremmo vederci domani pomeriggio. Tanto la scuola è finita da poche settimane. >
< Eh sì. Beate vacanze. >
< Mayu! >
Il richiamo di Saeko risuonò in tutta la costa, richiamando l’attenzione della bambina e della sirena.
< Ciao, Saeko! Che cosa ci fai qui? Ti ha mandato per caso Harlock? >
< No, Mayu… E’ una lunga storia. Abbiamo bisogno dell’aiuto della tua amica sirena. >
< Che cosa posso fare per voi? > domandò Lucia.
< Lucia ti chiami, vero? Devi aiutarci a raggiungere un promontorio molto vicino a qui. Ma non abbiamo i mezzi di trasporto per arrivarci. >
< Capisco. Ma come potrei aiutarvi? >
< Non hai con te una specie di motoscafo o barchetta in grado di poter raggiungere quel nascondiglio? Il nostro amico Federico è stato portato via da Orochimaru e da Vermouth. Dobbiamo salvarlo alla svelta e recuperare l’oro della città prima che sia troppo tardi. >
< Questa sì che è una brutta situazione > fece Lucia con tono triste < Ma purtroppo non posso aiutarvi in nessun modo perché non dispongo di nessuna barca… Ma se vi fidate di me, io e le mie amiche potremmo raggiungere il promontorio nuotando. >
< Mi dispiace, ma non posso mettere a repentaglio la tua vita e quelle delle altre. È troppo pericoloso. >
< Potremmo portare in salvo il giovane ragazzo e riprendere il carico d’oro senza combattere… >
< Ma Lucia, non posso… >
< Lucia non sarà sola. Ci saremo noi due che gli daremo una mano. >
< Vi presento le mie amiche Hanon e Rina, compagnie di nuoto e di mille avventure in mare. >
Saeko non sapevo cosa fare.
Acconsentire alla richiesta di Lucia mettendo a repentaglio la loro vita, o evitare il peggio e proseguire per la sua ricerca senza chiedere aiuto alle sirene?
< Saeko, è l’unico modo. Dobbiamo farci aiutare dalla sirene. >
< Ma se gli capitasse qualcosa di spiacevole io… >
< Non succederà niente, Saeko. Stai tranquilla. >
< Saeko, anche noi odiamo rimanere impotenti ma non c’è altra scelta > fece André avvicinandosi alla donna.
Alla fine Saeko fu convinta dalle parole dei presenti acconsentendo alla richiesta di Lucia.
< Lucia, stai molto attenta d’accordo? >
< Stai tranquilla, piccola Mayu. Ritornerò da te sana e salva > rispose Lucia abbracciando la bambina.
< State tutte attente, d’accordo? Non potremmo aiutarvi e questo mi manda in bestia. >
< La nostra missione sarà molto più rapida del previsto. Te lo promettiamo > rispose Rina prima di sparire con le sue compagne in mare trasformandosi in sirene.
 
 
Federico era appeso ad una catena dimenandosi dal dolore.
Non avrebbe mai creduto che avrebbe sofferto così per colpa di due tipi loschi che gli stavano rendendo la vita impossibile.
< Ti sei cacciato in un guaio molto più grande di te, Federico. E adesso ne dovrai pagare le conseguenze > mormorò Vermouth vedendolo soffrire.
< Presto i miei amici saranno qui e vi faranno passare la voglia di torturarmi. >
< Ne dubito fortemente. Nessuno sa del nascondiglio di questo promontorio a parte le sirene… E visto che nessuno non le vede da più di cento anni, possiamo stare tranquilli che nessuno ti verrà a salvare. >
< Mi piacciono le donne molto sicure di sé > fece Orochimaru avvicinandosi a Vermouth < Ma non potremmo rimanere nascosti all’infinito. Dobbiamo trovare una via d’uscita. >
< Ormai l’alba sta quasi per giungere. Credo che dovremmo rimanere qui ancora per un giorno. >
< La mia nave è abbastanza sicura per solcare i mari e le coste di Willon City. Rimanendo qui è come se fossimo dei topi in gabbia. >
< Siamo solo momentaneamente in fuga, Orochimaru. Stai tranquillo. >
< Intanto potremmo pensare a spartirci il nostro oro. Che ne dici? >
< Tu di quanto hai bisogno? >
< Abbastanza per vivere gli anni che mi rimangono insieme ai miei allievi. >
< Lo sai? Non ho avuto il piacere di conoscerli. >
< Sono dei ragazzi molto timidi. Preferiscono rimanere nell’ombra… Ma se vuoi conoscerli... >
Venendo richiamati dal loro maestro, tre ragazzi si mostrarono a Vermouth con i vestiti sciupati dalle numerose battaglie che avevano dovuto affrontare.
< Il primo alla mia sinistra si chiama Naruto, al centrale si chiama Sakura e quello in fondo si chiama Sasuke. Sono i tre ninja più forti dell’intera città. Nemmeno i più grandi maestri di arti marziali potrebbero arrivare al loro livello. >
< Mi piacerebbe vederli in un combattimento. >
< Ne avremo l’occasione, tranquilla. Adesso pensiamo alle cose importanti. >
Nel mentre Orochimaru stava discutendo con Vermouth, le tre sirene erano approdate al promontorio dove i criminali si stavano nascondendo.
< Ecco Federico. È legato ad una catena d’acciaio > fece Hanon.
< Come faremo a liberarlo. >
< Dobbiamo prima farlo scendere senza farci vedere da nessuno. La catena è arrugginita e slegargli le mani non dovrà essere molto complicato. >
< D’accordo, ma come faremo a distrarre Vermouth e Orochimaru? >
< Guardate. Si stanno allontanando. Questo sì che è un grande colpo di fortuna. >
Appena Federico si ritrovò da solo, le tre sirene assunsero sembianze umane andando incontro al giovane ragazzo alquanto malconcio.
< Federico, siamo amiche di Saeko. Siamo venute a salvarti. >
< Mi ricordo di te Lucia > rispose Federico con tono flebile e debole < Come avete fatto a trovarmi? >
< Diciamo che conosciamo questi posti meglio di quei maledetti ladri. >
< E’ molto pericoloso rimanere qui. Dovete andarvene alla svelta. >
< Non possiamo lasciarti da solo. Dobbiamo prima portarti via da qui. >
Ma nel mentre le tre sirene erano impegnate a farlo scendere, i tre ninja avevano assistito a tutta la scena rimanendo immobili.
< Non so perché, ma ho la netta sensazione che qualcuno ci stia spiando > fece Federico appena liberato dalle catene.
< Che cosa stai dicendo? Qui non c’è nessuno a aparte Vermouth e Orochimaru. >
< Ne siete davvero sicuri? >
Alzando gli occhi al cielo, le tre ragazze poterono fissare tre individui che non gli mollavano gli occhi di dosso.
< Chi siete voi? > domandò Lucia.
< Siamo gli allievi del maestro Orochimaru. Lasciate immediatamente l’ostaggio. >
< Non ci pensare nemmeno, biondino. Federico viene con noi. >
< Nessuno mi ha mai chiamato biondino > replicò Naruto con tono grave < Non sapete contro chi vi state mettendo contro. >
Muovendosi a gran velocità, Naruto attaccò le tre sirene ferendole lievemente.
< Avete visto? Non vi siete nemmeno accorti di niente. >
< Lucia, dobbiamo andarcene alla svelta. >
< Prima riconsegnateci l’ostaggio se non volete rischiare di morire… Se siamo magnanimi, vi lasceremo andare. >
< Che cosa stai dicendo Sakura? Il nostro maestro non ammetterebbe prigionieri in una battaglia come questa. Devono tutti morire > replicò Sasuke.
< Non possiamo ucciderli. Non è ancora il momento, Sasuke. >
< Sakura ha ragione. L’ostaggio ci serve da vivo. >
< Fate come vi pare. Ma io non rimarrò qui immobile senza fare niente. >
Preso da un impeto di rabbia. Sasuke si precipitò verso le sirene a gran velocità.
Ma la tecnica segreta delle tre ragazze bloccò ogni sorta d’attacco del giovane ninja
< Questo canto… mi sta distruggendo la testa! >
< E’ la loro tecnica segreta! >
Venendo richiamati dal rumore della battaglia, Orochimaru e Vermouth si precipitarono verso di loro.
< Ma guarda, ecco le piccole salvatrici > fece l’uomo con tono furente < Mi sarei aspettato la poliziotta e non tre ragazzine ingenue. >
< Saremo forse ingenue ma sappiamo difenderci benissimo. >
< Forse avrete trovato il modo di combattere contro i miei ragazzi, ma con me è un’altra cosa. Preparatevi! >
Con il timore che la faccenda potesse prendere una brutta piega, le tre sirene trascinarono Federico in mare.
“Accidenti. Questo non ci voleva.”
Mentre le tre sirene stavano continuando a nuotare con tutte le loro forze, Federico stava per svenire a causa della mancanza di energie.
< Resisti Federico! Ormai ce l’abbiamo quasi fatta! >
Completamente impotente, Orochimaru decise di lasciar perdere l’ostaggio e di riconcentrarsi sul carico d’oro di Vermouth.
< Perché te lo sei fatto sfuggire? Adesso tornerà da quella setta e da quei poliziotti e non avremmo nessun lasciapassare per la terra ferma! >
< Stai tranquilla, Vermouth. Ci saranno altre occasioni in cui lo rapiremo una seconda volta… E se vorremo ritornare a Willon City indisturbati, ci saranno i miei ragazzi che ci aiuteranno. E alcune conoscenze oscure che potrebbero aiutarci. >
< A chi ti stai riferendo? >
< Lo scoprirai molto presto. >

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Capitolo 20
*** Il mistero della carta del drago ***


Appena Federico fu finalmente in salvo, non ci mise molto a risvegliarsi e a recuperare le energie.
Aprendo gli occhi, non riusciva a capire dove si trovava.
Sembrava un nuovo mondo, un mondo che non aveva mai visto.
“Spero di non essere morto” pensò “Ho ancora molte cose da fare su questa terra- sarebbe un grande peccato.”
Vedendo che ci metteva molto per ritrovare se stesso, toccò a Saeko farlo rinvenire dandogli una moltitudine di schiaffi.
< E’ giunta l’ora che tu ti riprenda, screanzato che non sei altro > fece la donna.
< Come? Che è successo? >
< Sei completamente su un altro pianeta… Ma ci penserò io a riportarti con i piedi per terra. >
< Saeko, sei davvero tu? >
< No, sono tua madre. Certo che sono io, sciocco! >
< Ma cos’è successo? >
< Sei svenuto mentre le tre sirene ti riportavano in salvo sulla terra ferma… Hai rischiato molto grosso in mano a quel ninja e a quella ladra senza scrupoli. >
< Volevo aiutarvi… >
< Hai solo finito per contromettere le nostre indagini! > gridò la donna < Non ti permettere mai più di fare di testa tua, altrimenti per tutto il tempo che rimarrai in questa città, ti prometto che non ti farò uscire di casa. Anche a costo di intimorirti con la mia pistola. Mi sono spiegata? >
Federico non aveva mai visto Saeko così arrabbiata.
< D’accordo, ho afferrato il concetto. Puoi smetterti di inveire contro di me? >
< La smetterò quando ne avrò voglia. >
< Ha forse bisogno di essere curato? > gli domandò Ryo preoccupandosi del suo stato < E voi ragazze? State bene? >
< Sì. Siamo stati tutti fortunati ad esserne uscite senza un graffio. >
< Siete delle sirene eccezionali! > fece Mayu abbracciandole tutti e tre.
< Bene, adesso che ci siamo ritrovati, è meglio che ognuno torni a casa sua. Si è fatto molto tardi. >
< Ma Saeko… >
< Osate anche voi tre contraddirmi? Non vi conviene, care sirene. Vi ringrazio per l’aiuto che ci avete dato ma adesso la vita continua. Dobbiamo ritrovare quei due maledetti e nel farlo non abbiamo molto tempo per riposare. >
< Possiamo aiutarvi noi > fece D’Artagnan.
< Io e Ryo abbiamo appurato che non siete dei criminali o dei ladri di nessun genere… Però questo è compito della polizia. Voi dovete starne fuori. >
< Assolutamente no > rispose Lady Oscar risentita < Capisco che puoi essere arrabbiato con Federico, ma questa indagine come la chiamate voi è la nostra guerra. E non rimarremo a guardare senza fare nulla. Chiaro il concetto? >
Saeko era profondamente stanca nel combattere contro l’ostinazione degli abitanti di Willon City.
< Sapete che c’è? Fate tutti come volete. Ma vi avverto di una cosa: non intralciate le nostre indagini, o si aprirà una guerra contro di noi. Sono stata abbastanza chiara? >
< Direi limpida > scherzò Porthos.
< Bene. Detto questo, buonanotte a tutti… Mayu, per stanotte dormi con me, Ryo e Federico. C’è abbastanza posto per tutti quanti. >
< D’accordo. Come vuoi tu > rispose Mayu senza fiatare.
 
 
Una volta tornati nel loro appartamento, Mayu cadde a terra completamente sfiancata dal sonno.
< La porto io a letto > fece Ryo prendendola in braccio < Tu pensa a Federico, ok? >
< Ma so quale è la mia stanza. Potete andare a letto tranquilli. >
< Assolutamente no. Dobbiamo continuare a parlare. >
< Vi lascio soli > rispose Ryo rinchiudendosi nella camera da letto di Saeko.
Fissando lo sguardo furente di Saeko, Federico non ebbe il coraggio di dire niente.
< E’ inutile che tu distolga lo sguardo da me > fece Saeko < Lo vuoi capire che questa volta hai rischiato maledettamente la vita? >
< Sì, l’ho capito > rispose il ragazzo sbuffando.
< Mi dici allora che cosa devo fare con te? perché non mi ascolti mai? >
< Perché credevo di fare la cosa giusta. >
< Sai benissimo che non è così… Vuoi andartene da questa città? Molto bene, ti aiuterò nel tuo intento. Ma devi fare come ti dico io e ubbidire come un ragazzo ragionevole. E non fare il ribelle come ti piace fare. >
< Io non volevo ribellarti a te… >
< Lo vuoi capire che in questa città brulicano soggetti che potrebbero toglierti di mezzo in ogni secondo? Come ad esempio Light Nagami. >
< Che cosa centra lui in questa storia? >
< Centra eccome visto che sa molte cose su tutti noi… E’ la mina vagante per eccellenza pronta ad esplodere. Ed io non voglio che causi problemi a noi. Come non voglio che li causi te. Quindi per l’ultima volta mi faresti il piacere di rimanere al sicuro quando te lo dico io? >
Inizialmente Federico non rispose, avendo capito che Saeko aveva perfettamente tutte le ragioni del mondo.
< Va bene, vedrò di fare il bravo. >
< Vedrai? Voglio la tua promessa! >
< Non posso promettere cose che non riuscirei a mantenere. >
< D’accordo, fai come cavolo ti pare. Ma se ti succede qualcosa, io non sarò responsabile delle tue zioni. La tua fine sarà qui e non potrai cambiare il tuo destino. Sappilo > disse infine Saeko prima di andare in camera sua e non vedere più in faccia il giovane ragazzo.
< Tutto bene, Saeko? >
< La bambina si è addormentata? >
< Sì. Come un angioletto. >
< Non avrei mai creduto che quel ragazzo mi avrebbe causato fin troppo problemi. È peggio di un figlio. >
< A proposito di figlio… >
nel mentre Saeko e Ryo fissavano la bambina dormire sommessamente, i due furono presi da un senso di vuoto incolmabile.
< Potevamo essere noi i genitori > fece Saeko con tristezza < Ma l’abbiamo abbandonata come degli irresponsabili. >
< E’ tutta colpa mia > replicò Ryo < Tu non eri pronta per crescere una figlia ed io ti ho abbandonato senza pudore. Non potrò mai perdonarmelo. >
< Adesso però non ci pensiamo. Abbiamo avuto fin troppe avventure per oggi. >
< Hai ragione… Rimani tu con la bambina? Io vado a dormire in salotto. >
< No, rimaniamo tutti e due insieme a lei. Sono sicura che ci farà bene. >
La proposta di Saeko spiazzò il giovane Ryo, impotente di dargli un no come risposta.
< Va bene. Nessun problema > rispose l’uomo arrossendo.
< Che cos’è quella faccia? > domandò la donna sorridente.
< Quale faccia? Io non sto facendo niente. >
< Non pensare male, giovane furbacchione. Questa notte io e te dormiremo e basta. >
< Ma infatti io… Va bene, ci avevo fatto un pensierino. Ma sapevo che mi avresti detto di no. >
< Ecco bravo. Dormiamo che è meglio. Domani mattina sarà un’altra giornata dura. >
< Spero solo meno avventurosa di questa. >
< Lo spero anch’io. >
 
 
Federico non era riuscito a dormire tutta la notte.
Il pensiero che si era messo nei guai e le continue sgridate di Saeko gli avevano completamente prosciugato il sonno.
“Sono le sette del mattino. Tra poco si sveglieranno. Meglio vestirci.”
Ma nel mentre Federico stava rindossando i vestiti malconci che era abituato a portare, notò una strana carta scivolare dalla sua tasca dei pantaloni.
Il giovane ragazzo non aveva mai visto niente di simile, completamente esterrefatto dalla figura.
“Un drago bianco dallo sguardo glaciale. Chi mai potrebbe avermela messa in tasca?”
Ripensandoci sopra, Federico arrivò alla conclusione che non era stato altro se non Orochimaru.
“Che sia una sorta di avvertimento? Non capisco.”
Con la curiosità che lo stava attanagliando, il ragazzo aspettò pazientemente l’arrivo di Saeko per spiegargli i suoi dubbi.
< Sei già sveglio? > domandò la donna una volta uscita dalla stanza.
< Non ho dormito per tutta la notte. >
< Sensi di colpa? >
< Credo proprio di sì. >
< Ti fanno bene. Così la prossima volta ci penserai due volte prima di fare una cavolata del genere… Anzi, credo che non lo farai più. >
< Sì, hai ragione… Però ti vorrei chiedere una cosa su questa carta che ho trovato nei miei pantaloni. >
Mentre anche Saeko la stava analizzando, non riuscì a trovare nessuna risposta in grado di aiutarlo.
< Non ho mai visto niente di simile. >
< Sicura? Qui a Willon City non c’è un negozio che vendono questo tipo di carte o un collezionista? Dalle cromature brillanti che si vedono, secondo me potrebbe valere un sacco di soldi. >
< Adesso ti metti a fare l’intenditore di oggetti? >
< Guardala attentamente: è una carta strana. >
< Che cosa c’è di strano? È una carta con raffigurante un drago bianco. >
< Da quando in qua i draghi sono bianchi? > domandò insistentemente il ragazzo.
< Non lo so e non voglio nemmeno pensarci. Io e Ryo abbiamo un caso da risolvere prima di pensare alle tue stupide paranoie. >
< Ti dico che c’è qualcosa di strano in questa carta. Davvero. >
< Allora mi raccomando, cacciati ancora nei guai come hai fatto stanotte. >
< Ma io non ho detto… Lascia perdere. Se hai intenzione di sgridarmi ancora, sappi che non ascolterò i tuoi piagnistei > rispose Federico uscendo dall’appartamento di Saeko.
< Adesso dove te ne vai? >
< A prendere una boccata d’aria. Qui si respira ossigeno troppo pesante. A dopo. >
 
 
Trovandosi al parco completamente da solo, Federico si distese su una panchina continuando a fissare il misterioso oggetto.
“Deve esserci una risposta a questo mistero… Altrimenti perché me la sarei ritrovata nei pantaloni?”
Ma Federico non attese molto prima che qualcuno adocchiò allo stesso modo la misteriosa carta.
< Un simile oggetto l’ho visto non poco tempo fa? > fece una voce vicina il ragazzo < Il suo strano potere va ben oltre la nostra conoscenza ed è molto pericoloso. >
< Tu chi sei scusa? >
Fissandolo con sguardo riluttante, Federico si ritrovò davanti ad un giovane ragazzo come lui con lo sguardo spento e il viso sciupato.
< Il mio nome è Elle e sono un intenditore di oggetti molto antichi. >
< Davvero? Quindi credi che questa carta sia molto pericolosa? >
< Potrei vederla un attimo da vicino? >
< Certo. >
Entusiasta per aver trovato qualcuno che forse ci poteva capire qualcosa, Federico non stava più nella pelle.
Ma allo stesso tempo aveva una gran paura di finire ancora nei guai.
< Sì, non c’è dubbio. Questa carta fa parte di un mazzo di uno dei duellanti che usano questi oggetti per combattere tra di loro. >
< Potresti spiegarti meglio? >
< Per poter capire dovresti vederlo di persona: ragazzi più giovani di te che duellano a colpi di strategia… Un vero gioco di potere. >
< E dove posso trovare questi “duellanti”? >
< In un luogo nascosto non molto lontano da qui… >
< E tu come fai a saperlo? >
< Ho studiato molta gente di questa città. Persone di ogni tipo e di ogni caratteristica. >
< Come ad esempio me? >
< Tu non sei di qui, Federico… >
< Come fai a sapere il mio nome? Non te l’ho detto. >
< Lo so. Però conosco bene la poliziotta Saeko. >
< E chi non la conosce in questa città? Pensandoci bene assomigli in un certo qual modo a Light Nagami… Non è che per caso siete parenti? >
< No. Però abbiamo un certo legame… >
< E cioè? >
< Possiamo dire che io sono il buono e lui è il cattivo tra i due. >
< Come scusa? >
< Puoi anche non fidarti, ma se mi conoscerai meglio vedrai che è così. >
< Quindi tu sapresti molte cose sulla gente di Willon City, giusto? >
< Esatto. E tornando ai nostri misteriosi duellanti, ti assicuro che non sono brave persone. Soprattutto se sono dietro ad un carico d’oro misteriosamente scomparso dalla città q       ualche mese fa’ in mano ad un ninja spietato. >
< Ma tu come diavolo… >
< Ti ho sorpreso, vero? Attento a cosa vuoi conoscere, giovane ragazzo… A chi appartiene questa carte è un ragazzo senza scrupoli che non si ferma dinanzi a niente. >
Nel mentre Federico stava continuando a fissare la carta, incredibilmente vide che aveva cambiato forma.
< E’ una carta magica… Il furbacchione di Orochimaru voleva tenderti una trappola. >
< Ma perché? >
< Così che tu potessi metterti nei guai come hai fatto poco fa’… Ma non ti preoccupare. Questa volta non sarai solo. >
< Quindi mi stai forse dicendo che per rintracciare il carico d’oro dobbiamo risalire a questi duellanti? >
< Sì, a quattro giovani ragazzi della stessa età… Ma sei davvero sicuro che vuoi cominciare la ricerca? >
Pensandoci per alcuni secondi, alla fine Federico diede il suo consenso senza pensare ai numerosi avvertimenti che gli aveva fatto Saeko.
< Sì, sono pronto. >
< Bene, giovane detective. La ricerca verso il mistero dei duellanti è iniziato. >

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Capitolo 21
*** Un gioco di carte molto pericoloso ***


< Da dove cominciamo? >
< Dobbiamo controllare tutti i capannoni abbandonati della città > gli spiegò Elle < Ma non possiamo farlo insieme. >
< Perché no? >
< E’ meglio che non ci facciamo vedere insieme alla luce del giorno. Non vado d’accordo con alcuni membri di questa città a cominciare da Light Nagami. >
< Hai paura che ti facciano fuori? >
< Potrebbe essere un opzione da non sottovalutare. >
< Quindi hai bisogno della protezione della polizia. >
< Niente polizia. Saremo solo io e te. >
Federico non riusciva a capire la reale paura del ragazzo appena conosciuto.
“Non so se fidarmi oppure no… Questo Elle non mi convince affatto.”
< Va bene. Quindi io cosa faccio? >
< Torna alla tua vita normale e non raccontare a nessuno che ci siamo visti, intesi? È meglio per tutti e due. >
< Va bene, farò come dici tu. >
< Se ci sono sviluppi, mi farò vivo io. E se sarai tu a scoprire qualcosa, questo è il numero per contattarmi > fece Elle porgendogli un bigliettino < Sono contento di aver potuto interagire con te, Federico. Sei un ragazzo di tutto rispetto. >
< Grazie. La stessa cosa vale per me nei tuoi confronti. >
< Ci vediamo presto. Promesso > disse infine Elle prima di scomparire oltre i confini del parco cittadino.
“Non posso dire niente a nessuno. Qualcuno deve aiutarci per forza.”
 
 
Era quasi mezzogiorno e Federico aveva bisogno di recuperare le energie mangiando.
“Possibile che in questa città ci sia solo il locale di Occhi di Gatto per poter mangiare qualcosa? Non ci sono alcuni chioschetti o alcuni ristoranti nei paraggi?”
Guardando attentamente nel centro della città, Federico riuscì a scorgere un piccolo ristorante appena accanto le mura di una grande palestra.
“Ristorante il gatto. Finalmente un posto serio dove si può mangiare qualcosa.”
Non vedendo nessuno nei paraggi, il ragazzo aveva quasi paura di entrarvi da solo.
< E’ permesso? C’è nessuno? >
La porta del locale era stranamente aperta ma non c’era anima viva pronto ad accoglierlo.
“Forse è ancora presto… Mezzogiorno e venti. A quest’ora la gente non mangia da queste parti?”
Attendendo altri secondi, Federico vide uscire dalla cucina una vecchia signora che si reggeva con un bastone.
< Buongiorno, ragazzo. Sei qui per mangiare? >
< Sì, signora. >
< Prego. Accomodati qui sul banco. >
< Grazie. >
Leggendo il menù e trovando molti piatti che non conosceva l’esistenza, alla fine Federico si fece consigliare dalla vecchia signora.
< Ti porto la mia specialità del giorno: Ramen ai frutti di mare. Sono sicura che ti piaceranno molto. >
< Con me non ci sono problemi. Mi piace qualsiasi cosa. >
< Molto bene. Tra pochi minuti sarà pronto. >
Nel mentre la vecchia signora stava cucinando, il giovane ragazzo non faceva altro che fissare la carta che aveva trovato.
”Prima ci era raffigurato un drago bianco dagli occhi blu… Adesso questo strano drago completamente in acciaio… Cyber Drago finale. Che strano nome per una carta.”
< Ecco qua. Il tuo ramen è pronto. >
< Grazie mille signora. >
Senza pensare più ala sua carta, Federico divorò il piatto in pochi minuti.
< Davvero gustoso. Potrei averne un’altra porzione? >
< Ma certamente. Sono contenta che ti piaccia. >
Mentre Federico stava attendendo con impazienza l’arrivo di un altro piatto, nel ristorante della signora entrò un altro ragazzo che aveva l’aria di un praticante di arti marziali.
< Ciao, futuro marito. Hai finito i tuoi allenamenti? >
< Sì, Obaba. E visto che in palestra non c’è nessuno, ho deciso di venire a mangiare qualcosa qui. >
< Hai avuto un’idea geniale. Vuoi che ti prepari anche a te dei ramen hai frutti di mare? >
< Sì, d’accordo. >
< Due porzioni di ramen arrivano subito! > esclamò la vecchia ritornando in cucina.
Federico fissava il giovane ragazzo con il codino con aria interessata.
< Non ti ho mai visto nei paraggi > iniziò a dire Federico < Pratichi arti marziali? >
< Sì. Mio padre mi addestra da quando sono nato. >
< Capisco. Deve essere una faticaccia. >
< Almeno mi tengo in allenamento. Non ce la farei a non fare niente oppure andare solo a scuola. Le arti marziali per me sono un insegnamento molto importante. >
< Lo credo. >
< Ecco qua, ragazzi. Ho fatto più veloce che ho potuto > rispose Obaba porgendo le sue pietanze.
< Sei stata eccezionale > rispose Federico < Buon appetito… >
< Ranma. Il mio nome è Ranma. >
< Piacere di conoscerti, Ranma. Il mio nome è Federico > rispose il ragazzo stringendogli la mano.
< Federico? Non sei nativo di Willon City, vero? >
< No. Ci sono capitato per caso… E’ una storia molto lunga ma sono giunto qui a causa di un incidente. >
< Che tipo di incidente se posso chiederti? >
< Ho battuto la mia auto per schivare un individuo che mi aveva attraversato la strada. Da quel momento la mia memoria si è offuscata e sto cercando di recuperare i pezzi dell’accaduto mediante la’iuto di Saeko. >
< La poliziotta? >
< Esatto. >
< Mi dispiace che ti sia successa una cosa del genere > fece Obaba < La gente non dovrebbe attraversare le strade come se niente fosse. >
< Io invece penso che poteva essere una trappola > replicò invece Ranma.
< Che stai dicendo? >
< Molti prigionieri che sono fuggite dalle prigioni della città lo fanno… Purtroppo non siamo molto rinnomati per avere delle prigioni sicure. Soprattutto se ci vengono rinchiusi dei super palestrati con strani poteri. >
< Ah, giusto. Ne ho visti in giro alcuni fino a qualche giorno fa’. Mettono i brividi. >
< A chi vi riferite? > domandò Federico.
< Ad un gruppo che pratica wrestling e che pratica arti marziali superiori. A differenza mia, hanno dei poteri che non riesco ad inquadrare. >
< Sai per caso come si chiama uno di loro? >
< Un pregiudicato accusato per aver causato decine di disordini in città mi pare che si chiami Kevin Mask. >
< Lo conosco quel tipo! > esclamò Federico < Ho avuto il piacere d’incontrarlo insieme al poliziotto Ryo Saeba. >
< Non mi stupisce > fece Obaba < Magari deve essergli proprio fuggito a quel tipo da strapazzo che si da un sacco di aria. >
< Inizialmente era così, ma adesso Ryo Saeba è cambiato dopo il coma. >
< Speriamo. Abbiamo bisogno dei poliziotti bravi come Saeko e non dei farfalloni come quel tipo. >
< Su questo ti do ragione, Obaba. >
Nel mentre Federico stava parlando amichevolmente con Ranma e la titolare del ristorante, dalla tasca dei suoi pantaloni gli scivolò ancora quella carta.
< Non ci posso credere. È impossibile. >
Appena Obaba la vide, il suo sguardo si raggelò all’istante.
< Che succede, Obaba? Che cos’hai visto? >
< Quella carta… Non sarai mica uno di loro… >
< A cosa ti riferisci? > domandò Federico confuso.
< Fai forse parte di quella schiera di ragazzi che praticano il duel masters? >
< Non so che cosa sia minimamente quello che mi hai appena detto. >
< E un duello di strategia e di abilità dove si evocano creature orribili come quella carta che ti è uscita dai tuoi pantaloni… Ho assistito ad un duello con quei tipi di carte e sono rimasta allibita per la loro potenza. >
< Potresti raccontarci la tua storia? >
< Dimmi prima come hai fatto ad aver questa carta. >
< Me l’ha messa in tasca un ninja spietato di nome Orochimaru. >
< Uno dei peggiori criminali della città, vero Obaba? >
< Ben detto, Ranma… Queste carte hanno un potere immenso e quella carta che stai tenendo in mano è di proprietà di Zane Truesdale, uno dei quattro duellanti che praticano questo gioco rischioso e che controllano la città grazie ai loro poteri. >
< Una città controllata da alcune carte da gioco? >
< Non è uno scherzo, ragazzo. Sono quattro tipi molto pericolosi tra loro e per mascherare i loro traffici oscuri, organizzano questi duelli per racimolare un sacco di denaro e intascarlo personalmente. >
< E che cosa c’è di strano in tutto questo? >
< Tutti i membri della città sono obbligati a partecipare a questi duelli interminabili… La cosa più infame è che gli attacchi di quei mostri si riversano contro la gente, causando migliaia di feriti e in certi casi anche morti. >
< Accidenti. È terribile. >
< E non è finita qui. La loro strategia del terrore sta aumentando sempre di più, gettando incondizionatamente la città in una posizione alquanto problematica. >
< E la polizia non può fare niente? >
< Purtroppo no. Quei quattro ragazzi hanno troppo potere. >
< Dobbiamo cercare di fermarli noi. È l’unica maniera. >
< Che cosa vuoi che facciamo, scusa? Siamo in netta minoranza. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti gli abitanti di questa città se vogliamo provare a spuntarla contro di loro. >
< Va bene. Allora dobbiamo organizzare un raduno segreto. >
< Il prossimo duel monster ci sarà tra una settimana esatta… Ma non è detto che riusciremo nel nostro compito. Anche se non lo possiamo immaginare, quei quattro ragazzi manipolano cattivi del calibro di Orochimaru e di Light Nagami per controllarci. >
< Quindi non siamo minimamente al sicuro? >
< Purtroppo no, ragazzo mio. >
< Ci deve essere un modo per uscirne fuori e ristabilire la pace in questa città. >
< Puoi provare a parlarne con saeko o con un altro poliziotto che lavora con lei, ma non accetteranno mai di mettersi contro di loro. È troppo rischioso per tutti. >
< E noi dovremmo rimanere schiavi di questi tipi? Non ci pensare nemmeno, Obaba. Ci ribelleremo una volta per tutte. Fosse l’ultima cosa che faccio. >
< Ribellarti a noi? Credo che sarà molto difficile. >
Nel mentre la rabbia si stava riversando nel cuore di Federico, il ragazzo, Obaba e Ranma non notarono l’arrivo di un membro dei quattro duellanti di carte.
< E tu chi sei? >
< Il tuo peggiore incubo. >
< Federico, ho il timore di presentarti un membro di quel gruppo di duellanti: Zane Truesdale. >

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Capitolo 22
*** Alleanze difficili ***


< Tu hai una cosa che mi appartiene, ragazzo > fece Zane con voce calma < Ti pregherei di restituirmela immediatamente se non vuoi passare dei brutti guai con me e con gli altri miei compagni. >
Ma Federico non era per nulla intimorito dalle parole di Zayn.
< Sei tu che hai gettato questa città in un vortice di terrore? >
< Non so di cosa tu stia parlando. Io voglio soltanto la mia carta. >
< Ah sì? Non l’avrai mai. >
Zayn cominciava ad essere indispettito dalle parole di Federico.
< Tu non fai parte della nostra città e non so nemmeno come ti chiami… Ma vorrei evitare di farti passare un mucchio di guai agli stranieri irrispettosi come te. >
< Ho la protezione di amici molto potenti. Non ho paura di te. >
< Perché non mi conosci abbastanza… >
< Federico, smettila di sfidare Zayn. Non ti conviene > fece Ranma.
< Tu stanne fuori, Ranma. È una questione tra me e il sottoscritto. >
< Mi stai stancando, Federico. Ridammi immediatamente quella carta! >
< Prima dimmi il perché tu e altri tre ragazzi controllate l’intera città. >
< Non è colpa nostra se siamo potenti e intelligenti allo stesso tempo… Siamo tutti rinchiusi contro la nostra volontà in una città in cui la pace è impossibile. È stato facile per me e per i miei amici prendere il controllo. Il caos silenzioso regna sovrano e nessuno salverà mai queste povere anime. >
< Non ci spererei per te. Io e la polizia riusciremo nell’intento di trasformare Willon City in un posto migliore. >
< La vedo molto difficile > continuò Zayn < Mi dispiace per te, ma non tornerai mai a casa tua ragazzo. >
< Ah no? >
Preso da un impeto di rabbia, Federico si precipitò contro Zayn.
Ma quest’ultimo con l’aiuto del suo deck monster evocò un cyber drago che lo respinse all’istante.
< La prossima volta la mia creatura non ci andrà molto con il sottile con te. >
< Accidenti… E’ come se una grande enrgia mi abbia trapassato il corpo > rispose Federico dolorante.
< E questo non è niente. Vuoi davvero conoscere la nostra forza? >
< Federico, adesso smettila. Dammi questa carta! > fece Obaba prendendogliela tra le mani.
< Obaba, cosa stai facendo? >
< Ti sto salvando la vita, sciocco che non sei altro. Non sei ancora pronto per combatterlo. Come non lo siamo nessuno di noi. >
< Saggia decisione, Obaba. I miei complimenti. >
< Zayn, se non hai da consumare nel mio ristorante, ti pregherei di andartene subito > rispose la vecchia con tono pacato.
< Sicuramente… Spero che avremo un’altra occasione per rivederci. Magari sfidandoci ad un duello di duel monster. Sarà molto divertente per me e gli altri miei compagni. >
< Non ci sperare! Ti sconfiggeremo con altri mezzi, Zayn Truesdale. Parola mia. >
< Allora ci conto, Federico… A presto > disse infine Zayn prima di uscire dal locale con lo sguardo indifferente.
 
 
Una volta curate le contusioni del ragazzo, Obaba cucinò per lui una tazza di camomilla per ritemprare i suoi nervi tesi.
< Con questa bevanda calda ti sentirai meglio. >
< Cos’è? Camomilla? >
< Sì. Ti farà bene. >
< Ma non mi piace! > protestò il ragazzo.
< Bevila e non fare storie > lo brontolò Obaba < Ci stavi mettendo tutti in un grande guai mettendoti contro il giocatore più forte di duel monster… Ma tu non riesci a capirlo perché sei un ottuso e non comprendi la loro forza. >
< Sono convinto che le creature pokémon sono molto più forti di loro. >
< Ne dubito fortemente. >
< Se ripenso al colpo subito, mi prende l’agitazione… >
< Lo farai di nuovo? > gli domandò Ranma.
< Che cosa? >
< Ti metterai ancora contro di lui? La prossima volta potresti davvero non essere fortunato come ora. Potrebbe portare anche i suoi amici. >
< Che porti pure chiunque. Non mi fanno paura. E non dovreste averne anche voi. >
< Lascia stare, Ranma. Se non lo capisce lo farà più avanti quando dovrà affrontarli anche a costo di mettere a repentaglio la loro vita. >
Nel mentre Federico stava sorseggiando contro la sua volontà la bevanda di Obaba, ricevette la visita inaspettata di due persone.
< Saeko… Light… Che cosa ci fate qua? >
< Ti stavamo cercando > rispose il ragazzo senza che Saeko aprisse bocca < Ho visto uscire di qui Zayn Truesdale. Hai avuto il piacere di fare la sua conoscenza, Federico. >
< Già. Un grande pallone gonfiato. Sono proprio curioso di conoscere anche gli altri, sai? >
Sentendo quelle parole frivole, Saeko si avvicinò a lui mollandogli uno schiaffo.
< Ahi! Perché l’hai fatto? >
< Pensavi che non mi sarei accorta della tua alleanza con i servizi segreti della città? >
< Ma cosa stai dicendo, Saeko? >
< Certo, quel ragazzo che hai conosciuto al parco non ti ha rivelato la sua identità… >
< So che si chiama Elle ed è un individuo molto strano. >
< Basta? Solo questo? Non mi sorprende, sai? Quel ragazzo ti ha completamente raggirato con le sue chiacchere. >
< Che cosa stai dicendo? >
< Voleva solo interrogarti sulla carta che Orochimaru ti ha messo in tasca senza che tu te ne potesse accorgere > gli spiegò Light < Elle fa parte dei servizi segreti della città insieme ad un uomo alto, muscoloso e pelato di nome Unibozu. >
< Voi state dicendo delle parole senza senso > replicò Federico puntiglioso < Volevo scoprire che cos’era quella carta che quel dannato Zayn dice di essere sua e il suo reale potere. >
< Scommetto anche che ti ha detto di stare alla larga da me, vero? > domandò Light.
< Ecco, veramente… >
< Come pensavo. Tu non riesci a trattenere un segreto nemmeno se volessi, Federico… Ma vorrei avvertirti di una cosa: ti stai cacciando in un altro guaio se rimani alleato di quel tipo, capito? Lui indaga solo per i propri interessi e non pensa alla povera gente come a noi. >
< Tu ti difenisci come un povero uomo? >
< Smettila di dire frivolezze, Federico > ribatté adirata Saeko < Anche se mi costa molto, Light ha profondamente ragione. >
< Ma Saeko, tu che… >
< Ragazzi, è meglio che cercate di tenere a bada questo ragazzo scalmanato prima che sia troppo tardi. >
< Non ti preoccupare, Obaba. Anche se è sotto la mia protezione, ti prometto che non darà più problemi. >
< D’accordo, mi voglio fidare di te Saeko. Meglio se ritorniamo alle nostre mansioni. >
< Io me ne ritorno in palestra > fece Ranma < Ciao a tutti. >
< E tu Federico? Cos’hai intenzione di fare? >
< Non so davvero a cosa pensare… >
< Sei grande, vaccinato e libero di fare quello che vuoi. io sono ancora disposta a proteggerti, ma sempre alle mie condizioni. >
Non avendo scelta, alla fine Federico dovette arrendersi al volere di Saeko.
< Va bene. Continuiamo la nostra guerra in silenzio come abbiamo sempre fatto. >
< Ottima decisione. >
 
 
Federico non sapeva cosa pensare del giovane ragazzo conosciuto al parco.
Inzialmente sembrava un ragazzo come tanti altri, ma non poteva mai immaginare che fosse dei servizi segreti.
“Perché non mi posso fidare di nessuno? Qual è il problema caratteriale di questa gente?”
Oltre a non potersi fidare di nessuno, Federico non riusciva a sentirsi a proprio agio nemmeno in casa di Saeko.
< Perché continui a fissare l’orizzonte dalla finestra? > gli domandò la donna.
< Per sapere se c’è una via d’uscita per me in questa vita. >
< Non fare il melodrammatico Federico e ringrazia che sei sempre in vita. >
< Già… Come posso continuare a vivere se rimango imprigionato in questa città? >
< Potresti farci l’abitudine. >
< Non ci pensare nemmeno > rispose piccato il ragazzo < Anche se fortunatamente in questa città c’è gente di cui forse ci si può fidare, voglio tornare dalla gente normale. >
< Pensi che qui siamo tutti pazzi? >
< Di sicuro non posso fidarmi di nessuno. >
< Nemmeno di me? >
< Possiamo cambiare argomento? >
< Federico, sei l’unico uomo in cui riesce a farmi rimanere male sentendo le tue parole. Un tempo non davo peso alle parole di persone come te, ma adesso mi devo ricredere. >
< Sei una ragazza fantastica Saeko, ma io e te non possiamo andare d’accordo per troppo a lungo. Siamo pieni di conflitti. >
< Tu devi solo stare calma e rimanere nel posto a cui appartiene? >
< E cioè? >
< Non devi ficcarti nei guai! Punto! >
< A proposito di guai, non c’è modo per farci aiutare dai servizi segreti? >
< Non chiederei mai aiuto ad uno di loro nemmeno se la nostra situazione fosse irrimediabile… La nostra alleanza è talmente difficile che ogni volta che ci incontriamo rischiamo di scontrarci a vicenda. >
< Davvero una brutta cosa. >
< Puoi ben dirlo. >
< Ma allora come mi dovrò comportare la prossima volta che incontrerà Elle? >
< Dovrai fare il vago e non sapere nulla. Subito dopo dovrai chiudere l’amicizia con lui prima che sia troppo tardi. I servizi segreti non sopportano essere traditi. Soprattutto da un ingenuo come te. >
< Io sarei ingenuo? >
< Non prenderla male, ma sei molto credulone. >
< Va bene, voglio darti ascolto… Quale è la nostra prossima mossa? >
< I quattro duellanti si aggireranno in città molto presto. Ne sono sicuro… Sempre a causa del carico d’oro che Orochimaru e Vermouth devono portare al sicuro. >
< Mi vuoi forse dire che quei quattro misteriosi ragazzi comandano un ninja spietato come Orochimaru e una serial killer come Vermouth? >
< Devi dare ragione a Obaba e a Ranma quando ti hanno detto di stare molto attento a loro, sai? >
< Ma io veramente… >
< Loro controllano tutta la città. Mettitelo bene in testa… Forse ci stanno controllando anche noi in questo momento. >
< Ma non hanno niente di meglio da fare? > domandò Ryo piombando in salotto all’improvviso.
< Che cosa ci fai in piedi? Hai bisogno di riposarti, zuccone. >
< Mi sono riposato abbastaza. Sono in piene forze. >
< Perché voi uomini non volete mai darmi ascolto? >
< Perché siamo proprio uomini! > ribatté divertito Federico.
< Senza di noi, voi non sareste niente. >
< La stessa cosa vale per voi donne > rispose Ryo piccato.
< Adesso basta fare discorsi sessisti. Abbiamo da tenere d’occhio ogni versante di questa città. >
< Federico, per il momento è meglio che lasciamo passare un po’ di tempo. Il nostro compito di protezione della città arriverà più tardi. >
< E se fosse troppo tardi? Se quei ragazzi scatenassero un caos che nemmeno noi potremmo mai immaginare? >
< Sarà in quel momento che entrerà in scena un piano alternativo. >
< Del tipo? >
< Non te lo diremo mai > disse frettolosamente Saeko.
< Riguardano forse i pokémon e il Professor Oak? >
< Come hai fatto ad indovinare?! >
< Ryo! Taci! >
< Delle creature presumibilmente paurose come quelle dei duel monster devono essere fronteggiate da altre creature forti e paurose, no? >
< Non ti facevo così intelligente. >
< Perché non mi conoscete bene ancora. >
< Ti ho già inquadrato abbastanza, Federico. Non ho bisogno di scoprire altre tue abilità. >
< Va bene. Se lo dici tu. >
 
 
Mentre nel buio della notte il carico d’oro toccava ancora terra sul suolo di Willon City, Orochimaru non si sentiva per niente tranquillo.
< Che ti prende, Orochimaru? Perché non scendi? >
< Non vedo quei quattro ragazzi da nessuna parte. >
< Saranno in ritardo > replicò Vermouth.
< No… Loro non sono mai in ritardo. >
Vermouth non aveva mai visto Orochimaru così nervoso.
Pensare a quei ragazzi così innocenti non lo faceva restare minimamente tranquillo.
“Odio prendere ordini da mocciosi che sono potenti solo per un gioco di carte. Mi manda in bestia.
< Hai intenzione di rimanere sulla nave? >
< Di cosa hai paura, Orochimaru? Scendi. Non ti faremo del male. >
La voce prorompente di uno dei quattro ragazzi mise in allarme lo spietato ninja.
< Sapevo che eravate tutti qua. >
< Ti sorprendi, forse? >
< Assolutamente no, Jaden Yuki. >
Fissando intensamente gli occhi del giovane duellante, Orochimaru stava faticando nel mantenere il suo sangue freddo.
< Vedo che hai portato tutti i tuoi amici con te… Felice d’incontrarvi tutti. >
< Alexis, Zane e Chazz non piace rimanere dietro le quinte. Vogliono partecipare come me. >
< Ho portato il carico d’oro, contenti? >
< Siete in ritardo. Aspettavamo il carico qualche giorno fa’ > replicò Chazz.
< Non è colpa mia se la polizia ci stava alle calcagna. >
< Dovevi stare più attendo, Orochimaru > disse invece Zane.
< E poi cos’è tutta questa aria di superbia? Ti vogliamo ricordare che sei un burattino nelle nostre mani. >
Sentendo quelle parole piene di sottomissione, Orochimaru non ci vide più dalla rabbia.
< Mi state stancando… Io ho fatto tutto quello che mi avete ordinato. Ho messo la carta falsa di Zane nel taschino di quell’estraneo per fargli capire chi si sta mettendo contro e voi mi ripagate così?!
< Tu e Vermouth siete solo una coppia di smidollati che hanno apura della loro ombra. >
< Come avete detto?! > gridò inviperita la donna.
< Da questo istante i vostri servigi non ci servono più… Ci pensi tu, Alexis? >
< Sì, voglio divertirmi io. >
Con lo sguardo iniettato di sangue, Alexis evocò tutti i suoi mostri più forti uccidendo spietatamente Orochimaru e ferendo Vermouth.
< Perché l’avete fatto?! >
< Perché non ci piacciono i fallimneti. Lo dovevate capire, no? Con noi non si sbaglia nemmeno una volta. >
< Ma ucciderci così a sangue freddo… E’ inaudito. >
< Pensa quello che vuoi Vermouth… Però a differenza di quel ninja buono a nulla voglliamo farti un regalo: ti lasceremo viva, contenta? >
< Che cosa? >
< Ci dispiace ucciderti > rispose Jaden < In fondo non sei tu quella che ha fallito in prima persona. >
< Ma io… >
< Puoi anche dire a tutti in città che i duellanti del terrore hanno colpito ancora. Per il loro bene devono comportarsi bene. >
< E gli allievi di Orochimaru? Che ne sarà di loro? >
< Addirittura te ne preoccupi? >
< Non meritano di morire… >
< Infatti non moriranno. La loro ipnosi si concluderà tra poco e ritorneranno alle loro vite normali senza ricordarsi nulla. >
< Ok, benissimo. >
< Vai per la tua strada Vermouth e stai attenta > disse infine Chazz prima di vederla scomparire definitivamente.
 Adesso dobbiamo trovare un degno sostituto del ninja > fece Zane.
< Ho già pensato tutto io > rispose Alexis < Kai Hawatari, puoi uscire allo scoperto. >
Il giovane giocatore di beyblade uscì dall’oscurità inchinandosi in maniera rispettosa dinanzi ai quattro duellanti.
< Sei pronto per servirci, Kai? >
< Assolutamente sì, Jaden. >
< Ricordati che non si torna più indietro… Una volta con noi ci si rimane fino alla morte. >
< E’ il mio unico pensiero. Sono sincero. >
< Molto bene… Ragazzi, diamo il benvenuto alla nostra nuova spia > disse infine Jaden con tono orgoglioso senza accorgersi che lui e i suoi compagni erano stati osservati da un ninja molto abile.
“Kai Hawatari, hai decretato la tua condanna a morte.”

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Capitolo 23
*** Il comando degli spiriti ***


I giorni che passarono nella piccola cittadina di Willon City furono tranquilli e senza alcun grave problema da risolvere.
La situazione era totalmente sotto controllo, e né i poliziotti né Federico si spiegavano un simile evento.
< Quei quattro duellanti misteriosi che terrorizzano la città sembrano scomparsi nel nulla > fece il ragazzo.
< Io e il Capitano Goro non facciamo altro che mandare avanti le nostre indagini, ma non riusciamo a trovarli… Tu hai scoperto qualcosa Ryo insieme a Matthew e ad Alice? >
< Sì. Io e gli altri ci siamo fatti aiutare dalle sirene per il controllo della costa e delle zone circostanti, ma Vermouth e Orochimaru sembrano scomparsi nel nulla. >
< Tutto questo è tremendamente strano > fece Federico < Ci dev’essere un modo per poterli rintracciare. Questa città non è così vasta come si può pensare. >
< Ma nasconde un sacco di segreti > replicò Saeko.
< Quale potrebbe essere la nostra prossima mossa? >
< Non ne ho la più pallida idea… Vogliamo farci aiutare dalla setta dei cavalieri? >
< No. È fuori discussione > ribattè Goro con tono dirompente < Quei tipi che vanno a cavallo come se fossimo nel Medio Evo non mi piacciono minimamente. >
< Ma Capitano, non li ha nemmeno conosciuti. >
< Questo è compito della polizia. Punto e basta! >
Quando Goro diceva una cosa, era quasi impossibile fargli cambiare idea.
< E i servizi segreti? Secondo voi cosa staranno facendo? >
< Lavorando nell’ombra, non sappiamo nemmeno che fine hanno fatto. >
< Si faranno vivi molto presto. Ne sono sicura. >
< Che cosa te lo fa pensare, Alice? >
< Istinto femminile. >
< Brava. Bella risposta. >
< Il progetto del Professor Oak e del Professor Kappa a che punto è? >
< Sono andata a trovarli di persona qualche giorno fa’ Capitano > rispose Saeko < Ma i pokémon che hanno in dotazione non sono sufficienti per combattere le creature dei duellanti. >
< Dovremmo reclutare altri pokémon forti e minacciosi dalla foresta, lo sai Saeko? >
< Dobbiamo proprio? Capiatano, sa meglio di me che addestrarli ci vuole un sacco di tempo. Me l’ha detto Ash Ketchum e i suoi amici Misty e Brock.
< Loro quanti pokémon hanno in dotazione? >
< Sei ciascuno. E sono ancora molto piccoli. >
< Ci vogliono i pokémon leggendari! > sbraitò Goro < Se solo fossi un abile allenatore di pokémon… >
< Non riesco a pensare senza di lei come Capitano > rispose Ryo divertito.
< Vedo che hai recuperato alla svelta. I miei complimenti. >
< Già. Però se si riposasse ancora un po’… >
< Smettila Saeko. Ho dormito abbastanza in questi giorni. >
< Lo dico solo per il tuo bene. >
< Sì, certo… >
Mentre tutti i poliziotti erano radunati per parlare delle loro prossime mosse, Saeko non poteva non pensare a Shinichi.
< Capitano, potrei parlargli di Shinichi? >
< Che cosa vuoi sapere? >
< Davvero deve rimanere in prigione? >
< Lo sai quello che ha fatto, no? Purtroppo questa è la prassi. Almeno finché non sarà tutto finito. >
< Ha ragione. >
< So che stai soffrendo molto, ma farò di tutto perché lui abbia un processo giusto ed equilibrato. >
< Ma chi potrebbe decidere della sua sorte se non noi? >
< Quando tutto questo sarà finito ne riparleremo, ok? >
Saeko era profondamente preoccupata per le sorti di Shinichi.
Anche se l’aveva tradita, non riusciva ad essere in collera profonda con lui.
“Shinichi, spero che resisterai ancora per molto. Io non ti ho abbandonato e non lo farò mai.”
Appena Saeko fu immersa nei suoi pensieri, alcuni membri della palestra Tendo si riversarono alla centrale alquanto preoccupati.
< Genma, Soun! Che cosa sta succedendo? > gli domandò Goro.
I due uomini non riuscivano a dire niente da quanto erano scossi.
< Abbiamo trovato un corpo di una donna morta dinanzi all’entrata della nostra palestra… > fece Genma con tono rabbrividito.
< Che cosa? >
< Sì, Goro… E siamo anche riusciti a riconoscerla: si tratta di Vermouth. >
 
 
Il gruppo di poliziotti accompagnati da Federico, Genma e Soun si riversarono immediatamente dinanzi alla palestra Tendo con il cuore che gli martellava in gola.
< Uno spettacolo davvero raccapricciante > fece Goro allibito appena vide il corpo della ragazza pieno di ferite in tutto il corpo e il sangue che continuava a riversarsi nel giardino sottostante < Chi potrebbe mai aver fatto una cosa del genere? >
< Voi non avete visto niente? > domandò Saeko.
< No. Io e Genma stiamo pensando che qualcuno abbia trasferito questo corpo qui. >
< In pieno giorno? Che cosa ve lo fa’ pensare? >
< La palestra è frequentata da molte persone della nostra città ed è quasi impossibile che nessuno abbia visto niente. >
< Magari il nostro criminale sapeva quando muoversi indisturbato, ovvero nell’ora di pranzo > fece Federico.
< A vederla in questo stato, potrebbe essere stata proprio uccisa all’incirca un’ora fa’. Ma dovremmo fare l’autopsia per essere più precisi > rispose Alice.
Esaminandola attentamente, Saeko contò tutte le coltellate che la povera Vermouth aveva dovuto subire.
< Trenta coltellate… Non ho mai visto niente di simile. >
< La furia dell’assassino è stata interminabile > replicò Federico < Chi potrebbe odiarla a morte in questo modo? >
< E se proviamo ad interrogare Shinichi? Forse lui ci potrebbe dare qualche risposta. >
< Non ce ne sarà bisogno… >
Una voce dietro le loro spalle li fece ridestare dai loro pensieri.
< Kakashi Hatake, pensavamo che eri sulle montagne di Willon City ad allenarti per ritemprare la tua mente e il tuo corpo. >
< E invece ho avuto di meglio da fare, Soun… Ho visto chi ha ucciso questa povera ragazza. >
< Davvero? Di chi si tratta? >
< Li vedete questi segni che ha sul corpo? A primo impatto sembra l’arma contundente come ad esempio un pugnale… Ma è uno strumento che utilizzano solo pochi ragazzi. >
< Ti stai forse riferendo ai quattro duellanti misteriosi? È loro che hanno commesso questo crimine? >
< Non in prima persona… Al loro seguito hanno una spia che non viene amata da tutti. Non avete ancora capito a chi mi sto riferendo? >
< Smettila di fare il misterioso e dicci chi è! > sbottò Federico impaziente.
< Calmo, ragazzo mio. Non ti agitare. Non servirebbe a nulla… Anche se sei qui da quasi tre settimane, l’hai conosciuto pure tu. >
< Di chi si tratta? >
< Con chi è che non vai d’accordo e che ha fatto quella famosa scenata nel locale Occhi di Gatto dove ancora molta gente ne sta ancora parlando? >
Pensandoci accuratamente, Federico arrivò alla conclusione che si trattava del ragazzo dai capelli d’argento.
< Non dirmi che è stato Kai Hawatari… >
< Proprio lui… Da qualche giorno è diventato la spia ufficiale dei quattro duellanti. >
< Ne sei sicuro? > domandò Goro.
< Potrei mai mentirvi? Non ne vedo il motivo… >
Completamente scioccati per quello che avevano sentito, Goro ordinò ad Alice e Ryo di recarsi subito nel laboratorio del Professor Kappa e del Professor Oak.
< Voglio che sia il Professor Kappa ad analizzare quest corpo. Devo vederci chiaro, intesi? >
< D’accordo, Capo. Io e Alice andiamo subito a chiamarlo. >
< Matthew, tu rintraccia gli altri due giocatori di Beyblade. Voglio fargli alcune domande. >
< Sarà Fatto, Capo. >
< Capitano Goro, che cos’ha intenzione di fare? >
< Adesso basta vivere nel terrore. Dobbiamo dare una svolta alle nostre vite prima che sia troppo tardi… Quei maledetti criminali la devono smettere subito! >

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Capitolo 24
*** Il silenzio degli innocenti ***


< Quanti altri pokémon Ash Ketchum e i suoi amici hanno catturato? >
< Non molti, Professor Kappa. Non possiamo ancora organizzare un esercito. >
< Ma non potremmo andare alla ricerca di creature leggendarie? Sono sicuro che ne albergano molte in questa zona. >
< Purtroppo non ne siamo certi, ma potrebbero non esistere nemmeno. Siamo stati trasportati qui a Willon City dal nostro mondo, ma non sappiamo se anche loro… >
< Ti ricordi che cos’è successo più di tre mesi fa’? tre cani molto simili tra di loro si aggiravano ai confini della nostra città spaventando alcuni abitanti. Peccato non siano riusciti a riconoscerli, ma credo fermamente che siano Entei, Raikou e Suicune.
< I pokémon leggendari sono molto difficili da catturare e poi le master ball non sono ancora state perfezionate. >
< Siamo molto vicini alla realizzazione, però… Il mio più grande sogno è racchiudere una di queste creature in un Beyblade e scatenare la sua potenza ogni volta che viene lanciato. >
< Un progetto molto ambizioso, ma di difficile calibratura. >
< E per quanto riguarda altre creature leggendarie? Per esempio Rayquaza e Arceus? >
< Vivono in luoghi che noi non potremmo mai immaginare, Professor Kappa. Meglio limitarci a creature forti ma facili da acchiappare. >
< Il tuo Mewtwo, Professor Oak? Si sta esercitando tutti i giorni? >
< Tutti i giorni e tutto il giorno. I suoi poteri psichici sono arrivati ad un livello fuori dal comune. >
< E non hai paura che possa prendere il sopravvento su di te e sulla razza umana distruggendoci? >
< Non credo… Come noi, anche lui non sopporta i quattro duellanti che usano le loro carte del deck per attaccare la povera gente come noi. >
< Non vedo l’ora di fargliela pagare e… >
Ma nel mentre i due professori stavano lavorando incessantemente ai loro lavori, Elle e Unibozu entrarono di strafogo sfondando quasi la porta.
< Chi diavolo siete voi? >
< Servizi segreti di Willon City > rispose Elle con tono pacato < Dovremmo parlare un attimo con voi due sui vostri progetti contro i quattro duellanti misteriosi. >
< Fateci vedere il distintivo > replicò il Professor Kappa.
< Non abbiamo il distintivo, Professor Kappa. Dovete solo fidarci di noi. >
< Allora mi dispiace, avete sbagliato persona. >
< E poi non abbiamo niente da dirvi > disse invece il professor Oak < Quindi lasciateci lavorare in santa pace. Non abbiamo tempo da perdere. >
< Nemmeno noi abbiamo tempo da perdere. Abbiamo controllato ogni singolo edificio di questa città… Devo dire che vi nascondete molto bene. >
< Allora parliamo schiettamente: che cosa volete da noi? >
< Vogliamo sapere quale è il vostro piano contro di loro? >
< Noi non abbiamo nessun piano. >
< Non mentiteci. Vogliamo solo aiutarvi > replicò Unibozu.
< Vi pregherei di non fare arrabbiare il mio collega. Non vi conviene. >
< Che pensi? Che abbiamo paura di voi? >
< Dovreste averne. Siamo la forza speciale di questa città. Non potete sottrarvi alle nostre interrogazioni. >
< Scommettiamo? >
Ma prima che la loro conversazione stava per prendere una brutta piega, Light Nagami arrivò in tempo per interromperli.
< E’ da un po’ di tempo che non ci vedevamo, Elle > fece il ragazzo con tono pacato.
< Non sei stato invitato, Light. Quindi ti pregherei di andartene. >
< Ma come? Mi vuoi buttare fuori dopo tutti gli anni che abbiamo lavorato assieme? >
< Tu sei solo un assassino che si diverte ad uccidere le sue vittime solo per il piacere di farlo. >
< Io e Ryuk abbiamo smesso di fare queste cose. Adesso siamo diventati buoni. >
< Ahahah ma non farmi ridere. Chi vuoi che ci creda? >
< Bene, ci mancavi pure tu Light. La vecchia banda si è finalmente riunita? > domandò il Professor Oak.
< Ebbene, sì. Mi fa quasi uno strano effetto rivederci insieme. Anche se non siamo cambiati per nulla. >
< Torna da dove sei venuto, Light. Qui non c’è posto per te. >
< Stai interrompendo i due professori, Elle. Non vuoi tornare nel tuo mondo e sconfiggere i cattivi della situazione? >
< E cosa ti dice che i cattivi siano proprio loro? >
< Invece di perdere del tempo qui, non sai che è stato trovato il corpo della povera Vermouth completamente maciullato davanti alla palestra Tendo? >
< Certo che lo so… Infatti Kai Hawatari ha le ore contate. >
< Che cos’ha fatto Kai? > domandò il Professor Kappa.
< Diciamo che è diventato uno di loro… Per questo siamo qui, Professore. Volevamo interrogarla su quel ragazzo. >
< Bugiardo! Ti vuoi solo rubare i progetti di loro due, Elle. >
< Vattene via! Altrimenti… >
< Adesso basta, mi sono stancato. Mewtwo! Vieni avanti! >
Il pokémon creato dal Professor Oak si ergeva in tutta la sua energia e potenza dinanzi ai tre individui sospetti.
< Volete che il mio pokémon si accanisca contro di voi o ve ne andate senza fiatare? >
< Professor Oak, non ce n’è bisogno. >
La voce dirompente di Matthew risuonò in tutto il laboratorio.
< Che cos’hai intenzione di fare completamente solo, stupido poliziotto? >
< Attento, Elle. Hai raggirato Federico con le tue parole e supposizioni, ma con me sarà diverso. >
< Ahahah come no… >
< Professor Kappa, dobbiamo parlare subito con lei per la questione di Kai Hawatari… >
< Immagino su cosa… Con lei possa parlarci, ma i servizi segreti non devono entrare in questa storia. Nessuno si fida di loro né tantomeno io. >
< Ma come osate… >
< Attento, Unibozu. Mewtwo si prepara a scagliare i suoi poteri psichici contro di voi. >
Non sapendo come ricavare le informazioni con la forza, alla fine Elle e Unibozu si arresero.
< Bene. Verrete tutti scortati alla centrale di polizia… Sì, anche voi due. >
< Per quale motivo? Non avete nessun diritto di farlo. >
< Siete accusati di associazione con quei dannati duellanti. >
< Noi non abbiamo fatto niente! >
< Questo lo decideremo in seguito. Venite tutti con me. >
 
 
Mentre Alice e Ryo fecero accomodare i due professori e la vecchia squadra dei servizi segreti riunita dopo tanto tempo, Matthew stava interrogando Takao Kinomiya e Rei Kon.
< Non vediamo Kai da un sacco di tempo ormai > fece Takao < E’ da quando ha perso al grande torneo
internazionale che io e rei non sappiamo niente di lui.
< Takao ha ragione, ispettore. >
< Quindi non sapete niente della sua nuova vita? >
< Purtroppo no. Sappiamo solo che si era ritirato in questa città con la speranza di allenarsi da solo e di affinare nuove tecniche e non che sia diventato un criminale spietato.
< Davvero pensate che dietro la morte di quella povera donna ci sia proprio lui? >
< Un testimone chiave l’ha visto mentre la stava uccidendo a sangue freddo. >
< Accidenti. Non avrei mai pensato che Kai arrivasse a tanto… Che cosa gli salterà in mente. >
< Lo vorrei proprio sapere anch’io. >
< Matthew, il Professor Kappa è qui. >
< Grazie mille, Alice. Potresti farlo entrare? >
< D’accordo… Si accomodi da questa parte, Professore. >
Il giovane creatore di Beyblade che era divenuto un ottimo collaboratore del Professor Oak fu molto felice di ritrovare i suoi vecchi ragazzi dopo tutto quel tempo passato.
< Sono felice di avervi rivisto. Siete in gran forma. >
< La stessa cosa potremmo dire di te, professore > fece Takao.
< Adesso ti sei messo all’avventura della cattura dei pokémon? >
< E’ l’unico modo se vogliamo contrastare quei duellanti da strapazzo. >
< Magari possiamo dare una mano pure noi. >
< No, ragazzi. È troppo pericoloso. >
< Ma il pericolo è il nostro mestiere, professore! Non ci dica di no. >
< Siamo già in troppo in questo progetto ma grazie comunque ragazzi. >
< Ok… Però per qualsiasi cosa non esitare a chiamarci. >
< Lo farò senz’altro ragazzi. >
< Ehm ehm > fece Matthew richiamando la loro attenzione < Professore, vorrei che guardasse questa foto della morte di Vermouth. >
Analizzando attentamente la foto, il Professor Kappa capì che era stato un beyblader molto bravo ad ucciderla a sangue freddo.
< E’ stato Kai. Non ci sono dubbi. >
< Lei potrebbe aiutarci a rintraccialo? >
< Purtroppo non so più niente di lui come i ragazzi. >
< Capisco… Per quanto riguardo il suo progetto e quello del Professor Oak a che punto siete? >
< A buon punto ma siamo ancora lontani. I stiamo allenando i pokémon in una zona vicino al santuario ma ci vorrà ancora molto tempo. >
< Ash Ketchum e i suoi amici sono soli? >
< Che io sappia no. Credo che i membri di quel santuario faranno di tutto per aiutarli. Anche loro vogliono che questa città torni ad essere un posto migliore per tutti. >
Nel mentre Matthew stava interrogando il Professor Kappa, fu richiamato immediatamente da saeko e dal Capitano Goro per i risultati dell’autopsia.
< Matthew, il Professor Kappa e i due ragazzi non ci servono più. Possono tornare a casa > fece Saeko.
< D’accordo… Potete andare, ragazzi. >
< Il Professor Oak vi raggiungerà appena possibile > continuò Saeko.
< Va bene, nessun problema. Ci vediamo presto > replicò Takao mentre veniva scortato fuori dalla centrale da Alice.
< Allora Saeko, che cosa abbiamo scoperto? >
< Quando abbiamo trovato il corpo di Vermouth era passato all’incirca un’ora dalla sua morte… >
< Il tutto è stato fatto alla luce del sole > rispose Matthew irritato < Ma com’è possibile che nessuno si sia accorto di lui? >
< Quel Kai è molto più furbo di quanto potremmo mai immaginare. >
< Dobbiamo tappezzare la città con la sua faccia e farci aiutare dai cittadini per il suo ritrovamento. >
< Lo sai che non ci aiuteranno mai. Hanno troppo paura di finire nei guai. >
< Ci siamo tutti nei guai, Saeko. Ormai è un dato di fatto… Tornando ai nostri sospetti, chi sta interrogando Light Nagami, Elle e Unibozu? >
< Ci sta pensando Ryo e Federico. >
< E il Capo? >
< E’ impegnato a risolvere alcuni discussioni con sua figlia. >
< Certo che Ran quando ci si mette è davvero molto insistente… Che cosa vorrà da suo padre? >
< Non lo so e non è un argomento che a noi ci interessa. >
< Torno nel mio ufficio. Se c’è qualcosa sai dove trovarmi. >
< Io è meglio che vada a casa. Sono distrutta. >
< Brava. Un po’ di riposo non può che farti male. A presto, Saeko. >
 
 
Federico e Ryo fissavano i tre sospettati con sguardo rude e silenzioso.
< Anch’io devo rimanere in loro compagnia? Ormai non faccio più parte dei servizi segreti da un sacco di tempo > fece Light.
< Light Nagami, in tutta la città sei risaputo che sai molti segreti su di noi. Che cosa puoi dirci di quei quattro ragazzi? >
< Che si stanno muovendo nell’ombra in attesa di ucciderci tutti e di prendere il controllo di questa città. >
< Per quale oscuro motivo? >
< Ci dev’essere per forza un motivo a parte il potere? >
< Certo. La situazione è molto grave > mormorò Federico.
< Credo che ormai lo sappiano tutti, estraneo. >
< Sei il primo che mi chiama così. >
< Ti da forse fastidio, Federico? >
< No. Per nulla. >
Mentre Federico continuava a conversare con Light, non perdeva un attimo di vista Elle.
< Perché continui a guardarmi? > domandò Elle.
< A cosa stai pensando? >
< A niente in particolare a parte che state sbagliando tutti. >
< Perché non volete collaborare con la polizia? Lo sapete bene che se saremo divisi sarà peggio per noi. >
< E con questo? Io e Unibozu lavoriamo da soli. >
< Unibozu… Hai lavorato tanti anni a fianco di Ryo e di Saeko. Perché non vuoi aiutarci? >
< Ormai quei tempi sono finiti. Adesso faccio parte di un sistema molto più grande e complicato di questo. >
< Intrigare dietro le nostre spalle non può che agevolare i nostri nemici. >
< Noi non abbiamo nemici > fece Elle < Teniamo semplicemente sott’occhio cittadini molto vicini a noi. >
< Che cosa vuoi dire? >
< Niente. Lavoriamo per conto nostro. Punto e basta. >
Non riuscendo a farli ragionare in nessun modo, alla fine Ryo decise di lasciarli liberi.
< Ma vi avverto: se scopriamo un solo fatto che vi lega a quei quattro, vi sbatterò dentro senza pensarci due volte > mormorò Ryo irritato.
< Oh, che paura > rispose Light e Elle in coro < Vorrà dire che staremo molto attenti. >
< Sì, certo. Prendetemi pure in giro… Lo fate perché non avete niente da perdere. Per ora… >
< A presto, Ryo. Salutaci Federico… Ah, per caso ha recuperato dalla sua amnesia? >
< Non del tutto visto che non ha ancora scoperto chi è stato a procuragli l’incidente. >
< Peccato. È stato distratto dai suoi ultimi avvenimenti… Ma vedrai che presto riuscirà a ricordare tutto. >
< Prevedi forse le cose, Light? >
< Magari il destino può spingere in favore di lui. Vedremo più avanti > disse infine Light prima di uscire dalla centrale.
< Secondo te dovevamo dirglielo? >
< Light, tu non fai più parte della nostra squadra > rispose Elle < Quante volte te lo devo dire? >
< Ma così moriranno un sacco di innocenti! >
< Pazienza! È questa la vita… Andiamocene, Unibozu. Prima che la catastrofe che si sta per abbattere colpisca anche noi. >
Light non riusciva a capire perché Elle ce l’aveva così a morte con la polizia
“Va bene pensare a sé stessi… Ma così è troppo.”
 
 
Mentre a Federico e a Ryo toccava il brutto compito di avvertire Goro di aver liberato i tre sospettati, Federico era ancora immerso nei pensieri sul suo passato.
“La mia mente si è bloccata da quel giorno in cui ho percorso quella dannata foresta… Ma perché non riesco a ricordare? Perché nessuno mi vuole realmente aiutare?”
< Federico, tutto bene? >
< Come Ryo? Sì, va tutto a meraviglia. >
< Ci parli tu con il Capo? È in archivio a litigare con Ran. >
< Perché la cosa non mi è nuova? Comunque andiamoci insieme, d’accordo? >
Una volta atteso la conclusione della loro conversazione, Federico sentì un suono molto strano rimbombargli nelle orecchie.
< Ryo, tu non senti niente? >
< Come? Che cosa dovrei sentire? >
Seguendo il suono che si propagava nelle vicinanze, il cuore di Federico batteva sempre di più.
< Federico, che stai sentendo? >
< Una sorte di ticchettio molto strano… Però quel suono non mi è nuovo. >  
Controllando accuratamente nei dintorni dell’archivio della polizia, alla fine Federico notò un pacco singolare accatastato insieme ad altri libri.
< Di chi è quel pacco? >
< Non lo so. Ce l’hanno spedito oggi, ma non sappiamo minimamente per chi sia. Io e Goro abbiamo pensato che sarebbe stato meglio riportarlo alle poste. >
Incuriosito, Federico non ci pensò due volte nello scartarlo.
< Federico, ma cosa stai facendo? >
Dopo aver strappato l’intera confezione, Federico rimase alquanto allibito.
“Una bomba… Ci hanno recapitato una bomba…”
Mancavano pochi secondi allo scoppio e senza sapere cosa fare, il ragazzo gettò via il pacco trascinando Ryo lontano da quella stanza.
< Tutti a terra!!! >
Un attimo dopo, lo scoppio che rimbombò in tutta la città con la stessa potenza di un terremoto per poi passare pochi secondi dopo ad un silenzio che significava fine.

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Capitolo 25
*** Una città ferita ***


L’intera città era in profondo allarme per tutto quello che era successo.
Una moltitudine di cittadini si erano riversate dinanzi alla centrale di polizia completamente distrutta.
Nessuno riusciva a credere a quello che vedeva essendo scossi e inermi dinanzi a tale catastrofe.
“Il piano si è concluso in maniera ottimale. Adesso i quattro duellanti dovranno ricredersi sulla mia lealtà”
Rimanendo in disparte da tutti, Kai se ne andò come se nulla fosse senza voltarsi indietro per una seconda volta ed essere convinto di quello che aveva appena causato.
“Un forte messaggio alla polizia e a chi non crede in un nuovo ordine per il controllo di questa città. Questa è stata la loro fine e sono convinto che per loro non ci sia nessuna speranza.”
Kai continuava ad allontanarsi dalla folla della gente che aveva circondato tutta l’area della centrale distrutta mentre ambulanze e vigili del fuoco erano impegnati per portare in salvo il salvabile.
I poliziotti rimasti vittima di quell’attentato erano ancora sotto le macerie in condizioni disperate.
Oppure erano morte?
Solo il tempo l’avrebbe potuto dire da lì a poco.
< Te ne vai come se non fosse successo niente? >
Una voce acuta e coraggiosa distolse Kai dai suoi pensieri.
< E’ da molto tempo che non ci vediamo, Max. >
< Sì. Una vita… >
< Ti vedo in gran forma? Come stai? Sei sempre il solito bamboccio che perdeva ogni singola partita di beyblade? >
< Meglio essere un bamboccio che uno spietato criminale. >
< Non avevo altra scelta. Non ci si può mettere contro la congrega dei duellanti. Sono loro che hanno il controllo della città. >
< Perché ci sono persone come te che glielo permettono. >
< Che cosa stai dicendo? >
< Tu eri contro la polizia e con i loro metodi! Ammettilo! >
< E con questo? Non è colpa mia se non mi sono andati a genio. >
< Tu sei veramente senza cuore. Hai ucciso persone e distrutto un edificio con il solo piacere di farlo. Sei un vile e codardo. >
< Minacciami quanto vuoi, tanto non cambierà un bel niente. >
< Se solo io potessi… >
< Puoi anche andare a confessare le mie malefatte e l’alleanza che ho con i duellanti di duel monster. Tanto ormai è troppo tardi. Spero per te che sia rimasta una degna squadra speciale per poterci combattere, altrimenti tu e tutti gli altri abitanti siete in guai seri. >
< Qui l’unico che è nei guai sei tu! >
< Vuoi fermarmi? Fallo pure! >
Ma Max non riusciva a trovare il coraggio di attaccarlo, rimanendo sui suoi passi e crollando a terra piangendo.
< Qui l’unico vile e codardo sei tu, Max Mizuhara. Perché non vai dal Professor Kappa? Sono convinto che si sia salvato. Solo lui ti può aiutare in quel frangente e non la polizia… Addio, Max. >
Nel vedere Kai allontanarsi, Max si sentiva stranamente tranquillo.
La sua vicinanza a quel ragazzo lo faceva sentire inerme e diverso.
“Devo aiutare quella povera gente rimasta sotto le macerie sperando che non sia troppo tardi. È l’unico modo.”
 
 
Mentre i vigili del fuoco erano riusciti a salvare in maniera incredibile Federico e Ryo, i due ragazzi non riuscivano a stare minimamente fermi e vedere i vigili del fuoco al lavoro.
< Non potete avvicinarvi! È troppo pericoloso! >
< Jean, ti prego. Non possiamo rimanere qui impalati e senza fare niente. >
< Ryo ha ragione. Non siamo nemmeno feriti. >
< Siete stati molto fortunati nel salvarvi. Adesso però fateci fare il nostro lavoro. >
Con la rabbia che gli ribolliva nelle vene, Ryo non riusciva a darsi pace ben sapendo che il suo Capo, Ran e Alice erano ancora sotto le macerie.
< Ormai sono quasi riusciti a domare l’incendio > fece Federico < Abbi fede, Ryo. >
< Tu come fai a rimanere così calmo in un momento come questo? Se riesco a scoprire chi è il responsabile… >
< Sappiamo tutti chi è: si tratta di quei dannati ragazzi. >
< Non hanno colpito personalmente. Sono sicuro che dietro c’è lo zampino di Kai. >
“Come avrà fatto quel ragazzo ad entrare indisturbato nella centrale senza essere visto da nessuno? E se qualcuno l’avesse aiutato?”
Domande in cui non si poteva dare risposta inizialmente.
“Ragazzi, resistete. Dovete farcela.”
Una volta che il fuoco fu totalmente domato, le macerie si riversarono in strada emanando un grande polverone.
< La struttura non ce l’ha fatta a rimanere in piedi! Dannazione! > gridò Jean.
< Jean, che succede? >
< I miei uomini nello spegnere l’incendio sono caduti in una trappola che non abbiamo previsto: il crollo dell’edifico.
< Oh no! E adesso? >
Guardando di fronte a loro però, un gruppo di vigili del fuoco portò in salvo il Capitano Goro e sua figlia Ran.
< Capitano! Capitano! > gridò Federico avvicinandosi a loro.
< Stai indietro, ragazzo. Il Capitano e la ragazzo sono in condizioni critiche. >
< Ma ce la faranno? >
< Non lo so. Devono essere trasportati d’urgenza in ospedale. >
Ma nel mentre stavano provando a rianimarli, il primo che si svegliò fu proprio Goro.
< Ce l’ha fatta! Goro è fuori pericolo. >
< Capitano, come state? > domandò Ryo.
< Cos’è successo? Ho sentito un tremendo frastuono e poi il buio totale… >
< Qualcuno ha messo una bomba nell’archivio della centrale > gli rispose Federico < E’ successo tutto così in fretta. Meno male che siamo riusciti a salvarci. >
< Sì, ma non possiamo dire lo stesso della ragazza > fece Kakashi avanzando verso di loro.
< Dobbiamo portarla via. È in condizione critiche > fece Jean < Caricatela immediatamente sull’ambulanza. >
Non avendo ancora capito che cosa stava succedendo, Goro pensò a ristabilirsi.
< Adesso va un po’ meglio? > domandò Ryo dopo avergli portato un bicchiere d’acqua e una coperta.
< Non so cosa pensare… Come stanno gli altri? >
< I sospettati che avevamo portato in centrale sono usciti prima che scoppiasse la bomba > gli raccontò Ryo < Però dentro eravamo rimasti noi e Alice… >
< Mia figlia? Dove si trova? >
< L’hanno portata in ospedale. Purtroppo è in condizioni critiche. >
< No. Non la mia bambina… >
< Dobbiamo farci forza, Capitano. In questi momenti non possiamo perdere la testa. >
< Che cosa stai dicendo, stupido estraneo?! Non capisci che mia figlia è in pericolo di vita?! >
< Stia calmo, Capitano. Agitarsi non serve a nulla… Federico, meglio se ti allontani da qui. Hai già detto fin troppo. >
Pentendosi per come si era comportato, Federico si allontanò dalla folla.
< Federico! Federico! >
Vedendo avvicinarsi Saeko, gli raccontò subito tutto quello che era successo.
< Chi ha avuto solo la peggio? Ran? >
< E anche Alice visto che non riusciamo a trovarla. >
< E Shinichi? Gli altri prigionieri? >
< Sì. Anche loro sono ancora sotto le macerie. >
Volendoci vedere più chiaro, Saeko si avvicinò verso le macerie della centrale aiutando i vigili del fuoco nello scavare.
< Sì allontani subito, signorina. È troppo pericoloso. >
< Voglio aiutarvi a ritrovare le persone scomparse! >
< Ce la facciamo da soli. Davvero. >
< Saeko, ti prego. Fai come ti hanno detto > fece Ryo avvicinandosi a lei.
< Per fortuna almeno tu sei sano e salvo > rispose la donna abbracciandolo < Appena ho sentito la notizia in tv ho temuto per la tua vita. >
< E’ tutto finito. Sto bene. >
< Ma gli altri? E Shinichi? >
< Sono convinto che le prigioni siano ancora intatte visto che si trovano nei sotterranei. Devono solo scavare. >
< Ragazzi! Venite immediatamente qua! C’è il corpo di una ragazza! > gridò Jean.
Mentre una moltitudine di persone si erano riversati verso il vigile del fuoco Jean per aiutarlo, tutti capirono che si trattava di Alice.
< Presto! Dobbiamo rianimare anche lei! >
Ma per la giovane ispettrice non ci fu niente da fare.
Le macerie della centrale gli erano crollati sulla testa facendogli perdere una gran quantità di sangue e schiacciandogli la cassa toracica soffocandola.
< Non doveva finire così > fece Matthew uscito illeso dall’esplosione < Non si meritava questa fine. >
< Nessuno si meritava questo destino, Matthew > replicò Goro avvicinandosi a lui mentre lo stava vedendo piangere < Vedrai che assicureremo i criminali alla giustizia. >
< Ma come faremo se la centrale è distrutta? >
< Sì, il nostro quartier generale non c’è più. Ma questo non vuol dire che ci fermeranno. La setta dei sei cavalieri si sta muovendo per i confini della città controllando tutto il perimetro. I criminali non avranno scampo. >
< Sono stati quella congrega di duellanti! Ne sono convinto! >
< Li incastreremo, Matthew. Stai tranquillo. >
< Matthew! >
Preoccupato per le sorti del suo fidanzato, Sheila superò l’immensa folla e il posto di blocco per abbracciare il giovane ispettore.
< Come stai? Non ti sei fatto niente? >
< Io sto bene… Ma l’intera città è sotto shock. Non ci aspettavamo un attacco a tradimento. >
< E non è tutto, ragazzi miei > fece Kakashi con voce seria < Ci potrebbero essere altre bombe nascoste per la città che potrebbero causare altri nuovi attentati. >
< Quindi l’intera città è sotto attacco? >
< Ho paura di sì, Federico… Dobbiamo tenere gli occhi bene aperti stando attenti a dove ci muoviamo. >

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Capitolo 26
*** Seconda esplosione ***


Dopo il grande crollo della centrale di polizia che aveva colpito tutta la città, piano piano si stava ricominciando a ritornare alla vita di tutti i giorni.
Mentre continuavano le indagini senza sosta, la setta dei sei cavalieri invitarono i membri della polizia ad alloggiare momentaneamente nel loro castello a metà tra la città e le colline.
< Potreste usare il nostro nascondiglio come vostro quartier generale > aveva detto D’Artagna al Capitano Goro.
< Vi ringrazio infinitamente, ma non possiamo accettare. È troppo per noi. >
< Perché? Non dire sciocchezze! Lo facciamo molto volentieri > replicò Athos.
< E poi c’è abbastanza spazio per tutti quanti > mormorò invece Lady Oscar < Che sqaudra di polizia siete se non avete nemmeno un quartier generale? >
Alla fine i membri della polizia accolsero di buon grado l’invito della setta dei cavalieri.
< E noi che pensavamo che erano nostri nemici > aveva detto Federico in privato a Saeko < Se ci facessimo aiutare da loro, le nostre indagini andrebbero tutte a buon fine. >
< Ma il nostro Capo non è d’accordo > rispose Saeko < Ha paura che più gente sa delle nostre indagini, più ci potrebbero essere delle talpe pronte a vendere le nostre informazioni. >
< Lo capisco se non riesce a fidarsi, ma deve anche intendere che siamo in minoranza. L’unione fa la forza. >
< Sì, ma lui non lo vuole capire. >
Cercando di distrarsi e di non pensare sempre al lavoro, alla fine Saeko decise di fare un rapido giro in città per controllare se era tutto tranquillo e nella norma.
< Molte persone hanno paura di uscire dalle loro case > mormorò triste la donna < Se riusciamo ad acchiappare il vero artefice di questo disastro, non avrò nessuna pietà per lui. >
< Penso proprio che nessuno lo avrà. >
Con la rabbia e la paura che lei o qualcun altro potesse cadere in una nuova trappola, alla fine decise di rifugiarsi nell’unico posto che credeva sicuro.
< Nel locale Occhi di Gatto non ci darà fastidio nessuno. >
Una volta entrati, con grande rammarico Saeko vide che era completamente vuoto.
< Buongiorno, Sheila > disse cordialmente Federico.
< Buongiorno ragazzi. Oggi siete i nostri primi e credo unici clienti. >
< Che cosa? Stai scherzando. >
< Purtroppo no. Anche se sono passati circa cinque giorni, nessuno si azzarda ad uscire di casa. >
< Oppure se esce di casa va dove gli interessa andare e poi torna subito nella sua abitazione > fece Tati.
< E’ davvero terribile quello che stiamo passando… Ma la vita va avanti. Non possiamo fermarci ora. >
< Vallo a dire agli altri… >
< Ma la cosa più strana è l’apertura di un nuovo negozio davanti al nostro. >
< Che tipo di negozio? > domandò Sheila curiosa.
< Guarda tu stessa. Sono sicura che non ti farà piacere. >
Guardando fuori dalla finestra del locale, Saeko e Federico videro che il negozio in questione era adibito alla vendita di carte da gioco molto speciali.
< Sono loro… I duellanti maledetti > fece Federico digrignando i denti < Con quale coraggio aprono un negozio in mezzo alla città? Non hanno nessun pudore! >
< Per ora non sono stati ancora incastrati, Federico > rispose Saeko < Quindi possono fare quello che vogliono. >
< Esatto, Federico. >
< La loro presenza mi urta il sistema nervoso… Ma quello è… >
Appena Federico riconobbe Light Nagami parlare con loro, la sua rabbia divenne irrefrenabile.
< Federico, dove staio andando? >
< Voglio delle spoegazioni da Light. >
< Fermati! Così peggiorerai la situazione! >
Ma Light non ascoltò l’avvertimento di Saeko, uscendo in strada a muso duro verso il ragazzo.
< A che gioco stai giocando? >
< Federico, anche tu qui nel nuovo locale? >
< Che fai? Sei alleato di questi maledetti? È vero che non mi sei mai piaciuto, ma non credevo che tu ti abbassi a tanto. >
< Jaden Yuki è un mio amico di vecchia data > gli spiegò Light < Non mi pare di commettere nessun crimine. >
< Lo sai chi sono loro, no? come ti viene in mente di rivolgergli solo minimamente la parola! >
< Hai qualche problema, ragazzo? Non sopposrti la nostra presenza? >
< Tu fatti gli affari tuoi, criminale da strapazzo! Sto parlando conLight! >
< Come mi hai chiamato? >
Vedendo che lo stava sbeffeggiando davanti ad un gruppo di persone, Jaden cominciò a malmenare il povero Federico.
< Voglio vedere come ti difendi > replicò il duellante < Metti in campo le tue creature. Voglio vedere come combatti. >
< Mi hai pure preso a pugni… >
< E’ quello che ti meritavi. Così laprossima volta ci pensi di più prima di inveire contro di me. >
< Hai ucciso una poliziotta ferendone altre. Non ti vergogni? >
< Io non ho fatto niente. Stai sbagliando persona. >
< Mi prendi pure in giro?! > gridò inviperito Federico.
< Adesso basta parlare. Combattiamo! >
Ma ci volle l’intervento di Saeko e di Light per evitare il peggio.
< Che cosa ti avevo detto, Federico? Niente colpi di testa! >
< Voglio sapere che cos’ha quel dananto ragazzo in mente. >
< E pensavi di comportarti così? Sei un vero sciocco! > sbraitò la donna.
< Basta!mi avete stancato! > gridò il ragazzo sanguinante tornando verso il locale Occhi di gatto.
Pesantemente preoccupata per i suoi modi, Saeko si scusò con Light e con Jaden per il comportamento di Federico.
< E’ molto scosso erchè non sa quando tornare a casa > gli mentì Saeko trovando la prima scusa < Per questo si comporta così. >
< La prossima volta non ci andrò molto leggero > rispose Jaden < Il mio Kuriboh alato livello dieci non vede l’ora di scatenare tutta la sua forza. >
< Non ce ne sarà bisogno. Davvero… Una buona giornata a tutti e due > disse infine Saeko squadrando un’ultima volta Light e Jaden.
 
 
Completamente arrabbiato con se stesso, Federico si rinchiuso in bagno per la vergogna.
“So di avere combinato un casino, ma non riesco a fidarmi di nessuno.”
< Federico, sei qui? > gli domandò Sheila riscuotendolo dai suoi pensieri.
< Ho bisogno di stare da solo. Usate un altro bagno, per favore. >
< Non ti devi vergognare per averle prese > lo rassicurò Sheila < Non sei né il primo e non sarai l’ultimo. >
< Voglio aiutare la gente come voi ma non so proprio come fare. >
< Di sicuro non comportandoti come uno stupido > fece Saeko entrando anche lei nel bagno degli uomini < Esci da lì. Dobbiamo recarci al nuovo quartier generale insieme agli altri poliziotti. >
< Vai tu. Io rimango qui. >
< Federico, perché non riesci a comprotarti come un uomo maturo? >
< Perché forse sono ancora un ragazzino? >
< Allora ti scongiuro: se vui cambiare e maturare, ti consiglio di essere diverso… Più che altro evita questi colpi di testa dinanzi a tutti. Non fa bene a nessuno. >
Convinto alla fine dalle parole di Saeko, Federico uscì dal suo bagno mentre il suo labbro continuava copiosamente a sanguinare.
< Vieni. Ti medico io > fece Sheila prendendolo sottobraccio.
< Meno male che c’è sempre qualcuno che ti vuole bene > mormorò Saeko sbuffando.
< Lo sai che non ce la faccio a non farti passare dei guai. >
< Grazie. Me ne sono accorta. >
< Ecco. La ferita è stata disinfettata> fece Sheila riponendo il cotone. < Adesso devi mettere questo cerotto e vedrai che tra qualche giorno guarirai. >
< Ti ringrazio, Sheila. >
< Figurati. È stato un piacere > rispose Sheila sorridente < Adesso però devo andare a sistemare nel retro del locale quindi devo chiuderlo. >
< Certo, fai pure. Tanto noi stavamo andando via. >
< Vuoi che ti diamo una mano? > gli domandò Federico cercando di sdebitarsi.
< No, tranquillo. Presto mi raggiungeranno anche le mie sorelle. >
< Ma dove sono andate? Non l’ho viste per tutto il giorno. >
< Sono a fare la spesa qui vicino. >
< Ma a te che cosa te ne importa, Federico? >
< Ho fatto solo per domandare… Adesso non posso fare anche quello? >
< Ahahah certo che sì. >
< Voi uominio siete davvero strani. >
< Perché voi donne no? >
< Adesso però non litigate, ok? Ci vediamo presto. >
< Se ce la facciamo capitiamo domani durante la nosyra ronda per la città. >
< Volentieri > disse infine Sheila prima di chiudere il locale.
< Dobbiamo farla proprio questa ronda? >
< Certo che sì. Alla fine scopriremo qualcosa su quei quattro ragazzi e su chi ha fatto saltare la nsotra centrale. >
< Quindi dovremmo muoverci in notturna? >
< Vediamo. Devo mettermi d’accordo con gli altri miei colleghi. >
< Secondo me è tutta una perdita di tempo. >
< Allora dimmi, che cosa dovremmo fare secondo te? >
< Sgominare l’intera banda di quei palloni gonfiati e finalmente riportate la pace in città. >
< Anche se siamo certi che sono loro a muovere tutti i fili, prima dobbiamo risalire alle loro spie e ai loro sicari che fanno il lavoro sporco per loro… Non hai mai visto i film polizieschi e di spionaggio? >
< Certo che sì. Ma noi dovremmo andare al dunque visto che sappiamo dove colpire. >
< Te l’ho già detto prima: tu non hai pazienza. >
Ma nel mentre Saeko e Federico stavano per montare in macchina per recarsi al nuovo quartier generale, dinanzi a loro il locale Occhi di Gatto saltòin aria in pochissimi secondi mentre una nuvola di fumo ricoprì il cielo sopra di loro.
Completamente preoccupati per le sorti di Sheila, Federico e Saeko ritronarono verso l’edificio completamente distrutto mentre i vigili del fuocostavano per chiudere l’intera via.
< E’ troppo pericoloso se rimanete qui. Lasciate fare a noi. >
< Jean, ti prego di salvare Sheila! È l’unica che è rimasta dentro l’edificio. >
< Non vi preoccupate. Vedremo cosa posso fare. >
Nel mentre i vigili del fuoco erano al lavoro per spegnere le fiamme, la disperazione si era impadronita di Saeko e di Federico che avevano visto l’intera esplosione dal vivo.
< Questa città non è più un luogo sicuro > ribatté Saeko con le lacrime agli occhi < Secondo me è meglio organizzare un evacuazione di massa e combattere il nemico nascosto nell’ombra. >

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Capitolo 27
*** Il gioco delle coppie (prima parte) ***


La vita attorno agli abitanti della cittadina di Willon City trascorreva tranquilla e con pochi pensieri.
Molti di loro avevano pensato che rimanere in un unico posto in completa compagnia fosse un nuovo metodo per conoscersi meglio.
Ma non tutti la pensavano così.
Dopo che Jean era tornato a casa, Nadia era sempre pronta per coccolarlo.
Ma non quella volta in cui la giovane donna era troppo presa dal suo passato.
< Sono tornato > diceva sempre il giovane pompiere appena rincasava.
Ma niente, nessuno rispondeva.
< Ehilà, c’è qualcuno? >
Controllando in tutta la casa se Nadia c’era, alla fine Jean la vide intenta a sfogliare alcuni album fotografici sulla sua vita passata.
< Nadia, che stai facendo? >
< Niente, Jean. Ho solo un po’ di nostalgia. >
Mentre il giovane ragazzo si accomodò accanto a lei, cercò di consolarla più che poté.
< Cos’è che ti manca? >
< Le nostre avventure… Devo dire che rimanere rinchiuso in un appartamento a fare la domestica non è proprio il mio più grande sogno. >
< Se hai bisogno di un po’ di avventura perché non ti arruoli come pompiere? Abbiamo bisogno di gente nuova e volenterosa. >
< Non sarebbe la stessa cosa. Io voglio un’avventura nella giungla. >
< Allora vai a fare un giro per la foresta circostante. Però devi stare molto attenta ai pokémon. Soprattutto a quelli di grandi dimensioni. >
< Non lo so. Ci devo pensare. >
< L’unica cosa che spero è che tu non ti stufi di me. >
< Certo che no, sciocchino. Come potrei stufarmi di te? abbiamo passato molti momenti insieme che non posso mai dimenticare… Ma a te non manca la tua vita spensierata da giovane ragazzo vorace di scoprire il mondo? >
< Per ora no. Devo dire che il mio lavoro mi piace tanto. >
< Quindi ti sei accontentato. >
< No. Solo molto felice di aiutare la gente… Anche se significa rimanere a vita qui a Willon City. >
< Perché pensi che staremo per sempre qui? >
< Ne avevamo già parlato, Nadia. >
< Questo non è il nostro destino, Jean. Qui non possiamo essere felici come vorremmo. >
< E chi l’ha detto? A me basta rimanere accanto a te per essere felice > ribatté Jean a gran voce.
< Non son cosa pensare. >
< Ascoltami Nadia: se hai bisogno di ritrovare te stessa, dimmi cosa desideri e io ti aiuterò. >
< Te l’ho detto: ho bisogno di tornare nella mia giungla. >
< Per ora non è possibile. Ma se ci saranno altre occasioni, ti prometto che ci penseremo su. >
< No. Tu vuoi tenermi qui tutta per te. >
< Ma cosa dici? Io voglio vederti felice. >
< Allora ti prego, usciamo da questa città finché siamo in tempo. >
Ma nel mentre Nadia e Jean stavano conversando tra loro, il pompiere fu chiamato per una nuova missione.
< Adesso devo andare. Ma ti prometto che ne riparleremo > disse il ragazzo prima di uscire di casa < Non mi mandi nemmeno la buona fortuna? >
< Certo… Buona fortuna, tesoro > rispose Nadia baciandolo frettolosamente sulle labbra senza un minimo d’entusiasmo.
< Torno presto. Così potremmo stare ancora un po’ insieme. >
< Certo, come vuoi tu. >
 
 
Dopo che l’esplosione aveva distrutto la centrale e le prigioni della città erano andate quasi distrutte, criminali della peggior specie come Kevin Mask e Vegeta potevano uscire liberamente.
< I quattro duellanti sono stati molto generosi con noi > mormorò Kevin Mask al Sayan < Ci hanno dato una possibilità di fuga. >
< Una possibilità che non possiamo farci sfuggire. >
Al contrario di loro, Shinichi era stato tramortito da un calcinaccio che lo colpì in pieno.
< Che cosa facciamo con il detective? >
< Ha avuto una vita miserabile… Lasciamolo qua. Tanto a noi non ci serve. >
Una volta liberi per sempre, Kevin Mask e Vegeta decisero di unirsi alla congrega dei duel masters.
< Sono sicuro che avranno posto anche per noi. Dobbiamo solo venderci bene > fece l’individuo mascherato.
< Siamo forti. Non abbiamo niente di cui preoccuparci, no? >
< Hai perfettamente ragione. >
Dopo aver abbandonato definitivamente le prigioni sotterranee, Shinichi era rimasto completamente solo.
Nel momento del suo svenimento, aveva ripensato a quel momento fatidico in cui doveva dire addio alla sua amata Ran.
< Shinichi, sono tornata > fece la giovane ragazza dopo essere stata ad allenarsi in palestra.
Il giovane detective ancora ferito nel profondo per come era stato salvato da quell’imboscata, doveva chiudere alla svelta la sua relazione con Ran per non mettere in pericolo la sua vita.
< Allora sei qui. Pensavo che eri sempre al lavoro. >
< Sono tornato poco fa’ dopo una missione pericolosa. >
< Che cos’è successo? >
< Ran, il mio lavoro mi implica ad essere sempre bersaglio di molti nemici spietati… Anche oggi ho rischiato la mia vita a causa del mio lavoro… Purtroppo non posso prometterti un futuro vicino a me. >
< Shinichi, cosa stai dicendo? >
< Dobbiamo rompere la nostra relazione, Ran. Per il nostro bene. >
Sentendo quelle ultime parole, Ran divenne pallida in viso.
< Stai scherzando, non è vero? >
< Willon City non è così sicura come possiamo pensare. Ho molte missioni rischiosa da concludere e non posso rimanere accanto a te. Potresti essere un bersaglio dei miei nemici. >
< Che cosa me ne potrebbe importare? L’importante è che io e te rimaniamo sempre accanto. >
< Mi dispiace Ran, ma non possiamo. Mettitelo bene in testa. >
Ma la ragazza non voleva arrendersi alla rottura della loro relazione.
< Shinichi, non me la stai raccontando giusta. Che cosa mi nascondi? >
< Niente. Quello che dovevo dirti l’ho appena fatto. >
< Bugiardo! Tu hai un’altra! >
< Come posso avere un’altra se non riesco nemmeno a badare a me stesso? >
< Shinichi… Non puoi abbandonarmi così… >
< Mi dispiace, Ran. Davvero. >
Shinichi stava facendo di tutto per evitare di piangere e per non essere visto, distolse lo sguardo da Ran.
< Tu sei uguale a tutti gli altri uomini: pensate a voi stessi facendo soffrire le persone accanto a voi… Ti odio, Shinichi Kudo. Non voglio più sentir parlare di te > disse infine Ran uscendo dal loro appartamento con le lacrime agli occhi e la disperazione che albergava dentro di lei.
“Ran, non ho avuto altra scelta. Non puoi capire che l’ho fatto per il tuo bene… Ma quando verrà il momento adatto ti potrò spiegare tutto.”
Una volta che questo ricordo scosse i suoi pensieri, Shinichi spalancò il buio mentre uno spiraglio di luce colorì il suo viso.
“Sono ancora vivo. È un miracolo.”
Dopo essersi alzato da terra, Shinichi trovò la via di fuga per uscire dalle prigioni.
“Forse ho ancora una nuova occasione per cambiare la mia vita. Ma prima devo combattere i miei nemici. Da solo e a qualunque costo.”
 
 
Dopo che lo spirito di Naraku era stato definitivamente sconfitto e il santuario posto in cima alla collina di Willon City era tornato ad essere un luogo benedetto, Miroku e Sango trascorrevano le loro giornate immerse nella foresta della città coltivando ogni genere di cose e proteggendo le più varie specie di pokémon.
< Non posso immaginare che queste creature vengono catturate per poi crescere in cattività > fece Sango accarezzando un piccolo Evee.
< Sango devi anche capire che gli allenatori di pokémon non sono tutti crudeli come pensi te. >
< Mi è bastato vedere Naraku per come trattava quelle povere creature. >
< Quel maledetto demone si divertiva a torturare quelle creature a causa di un pokémon supremo di cui ignoro ancora il nome. >
< Se non ricordo male si chiamava Arceus. >
< Sì, hai ragione. La leggenda narra che è stato lui a creare ogni forma di vita di queste piccole creature… E Naraku era quasi arrivato a tal punto di ucciderlo confondendogli la mente con le sue arti demoniache. È davvero terribile. >
< Adesso che il santuario è un luogo sicuro, possiamo stare tranquilli e continuare il nostro compito di protettori come se niente fosse. >
< E’ qui che ti sbagli, Miroku. Sento della negatività in questi luoghi. >
< Che genere di cattività. >
< I pokémon non riescono a vivere tranquilli come vorremmo noi… E tutto per colpa dei nuovi invasori che vogliono il controllo della città. >
< Quei duellanti non possono permettersi un potere così forte. Non riuscirebbero a controllarlo. >
< Eppure con la loro forza e la loro astuzia stanno mettendo in ginocchio quelle povere persone. >
< Le due esplosioni sono state fatte per fare intimorire i nostri concittadini. Ma non riusciranno a conquistare Willon City. >
< Spero che tu abbia ragione, Miroku. >
< Dobbiamo pregare per le anime di quelle povere persone… La polizia ci ha aiutato a salvare il nostro santuario e il minimo che possiamo fare è stargli vicino. >
< Vorresti andare nella mischia e incominciare una guerra difficoltosa dove non ci sarà nessun vincitore? >
< No, Sango. Noi dobbiamo essere convinti delle nostre forze. Solo così vinceremo… E magari grazie al supremo pokémon che ci darà una mano. >
< Arceus non si disturberebbe per una simile guerra contro quei quattro plebei. Preferisce vederci distruggerci l’un l’altro. >
< Ma rimanendo tutti uniti potremmo fermare questa follia. >
< Una missione impossibile che sembrerà non avere mai fine… >
< Odio abbandonare questo posto. Ma è per il nostro bene che voglio combattere… Sei con me, Sango? >
< Sì. Rimanere uniti. È l’unico modo. >
 
 
Malgrado Kid Muscle aveva abbandonato per sempre il combattimento sul ring, non smetteva ogni giorno di allenarsi con il suo allenatore Meat.
< La Muscle League si è sciolta, Kid. Ma presto dovrai tornare a combattere quel qualcosa di molto più grande della gloria. >
< Quella gente non fa altro che combattersi a vicenda senza andare d’accordo. Mi disgustano molto. >
< Dobbiamo vivere con quel tipo di persone, Kid. Anche se non ci piacciono. >
< Mi domando che fine abbia fatto Kevin Mask. Quel vile criminale aleggia qui nei dintorni. Me lo sento. >
< Ma tu sarai pronto a sfidarlo, Kid > fece Roxanne abbracciandolo teneramente.
< Meno male ci siete voi due. Non saprei come farei senza il vostro supporto. >
< Tu allenati duramente e vedrai che gli sforzi verranno ripagati. >
< D’accordo… Quasi quasi potrei fare una capatina in palestra. Che ne dici, Meat? >
< Va bene. Però non ti strafogare con il tuo riso con il manzo. Devi essere sveglio e scattante. >
< OK. Vedrò cosa posso fare. >
Ma appena Kid Muscle mise fuori il naso dalla sua abitazione, un forte rumore squarciò il cielo.
< Cos’è stato? Una bomba? >
< Accidenti! Guardate il locale di Occhi di Gatto! Sta prendendo fuoco! >
Allarmato per la situazione, Kid non ci pensò due volte ad accorrere verso l’edificio semi distrutto.
< Stai attento, Kid! >
< Non ti preoccupare, Meat. So cosa sto facendo. >
Mentre i vigili del fuoco gli intimavano di stare alla larga, Kid non sentì ragioni ed entrò dentro l’edificio.
Malgrado la bomba aveva fatto un sacco di danni, l’edificio stava continuando a prendere fuoco.
“Non può non esserci nessuno…”
Mentre il giovane wrestler scavava a mani nude, vide una chioma dai capelli neri sotto le macerie.
< Qui c’è qualcuno! > gridò il ragazzo facendosi sentire dagli altri vigili del fuoco.
Una volta tirata fuori, Kid poté vedere che si trattava di Sheila.
< E’ ancora viva > fece Jean sentendo il battito del polso < Ma deve essere portata alla svelta in ospedale. >
< Va bene. Evacuate questa zona immediatamente. >
< C’abbiamo già pensato. >
Appena Kid era consapevole di aver potuto salvare una vita, continuò la ricerca di eventuali corpi che potevano celarsi sotto l’edificio distrutto.
< Puoi smettere di scavare > gli fece Jean appena tutte le fiamme furono domate < L’unica persona che era in questo locale era Sheila. >
< Davvero? Non c’era nessun altro? >
< Fortunatamente no vito che il locale era chiuso. Non voglio figurarmi quando era popolato da un sacco di gente. Sarebbe stata una strage senza precedenti. >
< Chi diavolo potrebbe mai divertirsi nel piazzare bombe in tutta la città? >
< Purtroppo nessuno lo sa. >
Mentre Saeko e Federico stavano parlando con le sorella di Sheila, il giovane ragazzo accorse verso il Wrestler per congratularsi con lui.
< Sei stato un portento, Kid Muscle. >
< Ci conosciamo? >
< No. Ma ho sentito molto parlare di te. Non ti facevo così coraggioso, sai? >
< Nemmeno io > replicò Kid grattandosi la testa.
< Kid, va tutto bene? > gli domandarono Meat e Roxanne in coro.
< Sì, il peggio è passato fortunatamente. Ma questa città è diventata un covo di criminali. Dobbiamo stare molto attenti. >
< Abbiamo un’idea di chi possa aver fatto una cosa del genere, ragazzo? >
< Sì, Meat. Ma purtroppo non abbiamo prove > spiegò Federico < La risposta si trova dinanzi al locale distrutto. E sarà lì che impiegheremo le nostre indagini per trovare delle prove efficienti. >
< Attenti a quello che fate. Quei tizi sembrano molto pericolosi. >
< Ma mai quanto me. >
Una voce acuta e profonda si mostrò ai presenti mentre stavano curando le lievi ferite di Kid Muscle.
< Kevin Mask! Ma tu non eri in prigione? >
> Diciamo che quel posto è molto piccolo per un guerriero come me. Preferisco più la libertà. >
< Dopo la prima esplosione di qualche giorno fa’ devi essere riuscito a scappare dalle prigioni sotterranee. >
< Puoi ben dirlo, Saeko. Io insieme al tuo vecchio amore e a Vegeta. >
< Come? Anche Shinichi è a piede libero? >
< Esatto. Non so dove si possa trovare, ma qualcosa mi dice che sta vagando in questa città. >
< Come membro ufficiale della polizia di Willon City, ti ordino immediatamente di arrenderti. >
< Vediamo se riuscirai a prendermi. >
Mentre Kevin Mask si muoveva velocemente tra le macerie, Saeko fu in grande difficoltà nel stargli dietro.
< Saeko, Fermati! > gli ordinò Federico.
< Che cosa vuoi? Sto inseguendo un fuggitivo? >
< Da sola? Tu forse non sai chi è Kevin Mask… >
< E’ un tipo pericoloso che è scappato di prigione. Ed io devo andare a riprenderlo. >
< Ma questo non il momento… Vuoi finire in una trappola ordita da lui? Perché se stai cercando d’inseguirlo, lui ti condurrà dritto nella foresta e lì sarai di nuovo sola. >
< Come fai a dirlo? >
< Guarda tu stessa. >
Appena Kevin Mask superò i confini cittadini, si riversò nella foresta oscura dove un urlo strozzato lo fece stramazzare dal dolore.
< Che cos’è stato? >
< Credo che un pokémon selvatico l’abbia fermato mentre varcava il suo territorio e così ha avuto quello che si merita. >
< Devo andare a vedere. >
< Federico ha ragione, Saeko. Meglio rimanere qui e pensare a noi. Dobbiamo scovare gli artefici di questa catastrofe > replicò Kid < E pregare che Sheila possa risvegliarsi dopo questa esplosione. >
 
 
Sembrava una coppia come tutti gli altri, ma Miky e Yu cercavano di trovare la loro pace lontano dagli occhi indiscreti dei suoi compagni e dai pregiudizi della gente.
< Questo è il luogo più tranquillo che conosco > fece la ragazza.
< E’ bellissimo. Così potremmo intravedere un tramonto mozzafiato. >
< Non pensavo che ti piacessero i tramonti, Yu. >
< Ma come? Li adoro tantissimi. Mi fanno capire come il nostro pianeta possa farci vedere delle bellezze simili. >
Miky non era mai riuscita a confessare il suo amore per Yu malgrado si conoscessero da tanto tempo e quel giorno era perfetto per confessare i suoi reali sentimenti.
< E’ qui che vieni per rimanere da sola? >
< Sì, Yu. Mi fa dimenticare il mio presente e tutti i problemi che devo affrontare in questa città. >
< Non avrei mai creduto che andare a scuola fosse un grande problema per te. >
< Perché non vengo compresa, Yu > replicò Miky < Tu non sai minimamente come si comportano gli altri compagni della mia classe con me. >
< Ti prendono forse in giro? >
< Sì. Perché sono molto diversa tra di loro. >
< E i professori? Non fanno niente per difenderti? >
< Assolutamente no. Io per loro è come se non esistessi. >
< Mi dispiace, Miky. Deve essere molto duro per te. >
< Puoi ben dirlo… Ma meno male ci sei tu qui con te. >
Fissando Yu con occhi pieni d’amore, Miky si accoccolò sulle sue spalle forti cercando quel conforto che tanto gli mancava.
< Yu… Stringimi a te. Ho bisogno del tuo calore. >
Senza farselo ripetere due volte, il giovane ragazzo acconsentì alla sua richiesta.
< Cos’è che desidereresti in questo frangente? >
< Non staccarmi mai più da te. >
< La stessa cosa vale per me. >
Mentre Miky non si aspettava una simile mossa del ragazzo, le sue labbra si ritrovarono sulle sue mentre un vortice di sentimenti s’infrangevano nel suo cervello.
“Yu… mi sta baciando… Non avrei mai creduto che arrivasse a tanto. Quindi gli piaccio davvero!”
Ma il loro momento d’amore fu interrotto dall’arrivo di un’altra coppia felice che stava popolando la spiaggia.
“Oh no! proprio adesso!” pensò Miky diventando di colpo triste.
< Che succede? Perché ti sei staccata di colpo? >
< Sta arrivando altra gente a disturbarci. >
Ma quando Yu vide che stavano andando in tutt’altra direzione, il suo sorriso si rilassò per poi ritornare a concentrarsi su Miky.
< Hai visto? Stanno facendo il bagno. Non ci disturberanno. >
< Sì, hai ragione > rispose Miky ritrovando il sorriso.
 
 
Era una bellissima giornata di primavera quando Kaito e Lucia si buttarono in mare per il primo bagno insieme.
< L’acqua è splendida. E non è nemmeno tanto fredda > fece il ragazzo.
< Sì. E poi abbracciato a te è tutta un’altra cosa. >
< Lucia… Mi sei mancata in tutto questo tempo. Nemmeno aver cambiato città ci ha potuti dividere. >
< Sì, hai perfettamente  ragione > fece la ragazza baciando l’uomo della sua vita.
< A proposito, devi parlarmi di quella bambina che ti ha fatto stare felice nel momento della mia assenza. Come si chiama? >
< Il suo nome è Miyu ed è la bambina più dolce che io abbia mai conosciuto. È stata lei ad avermi visto nelle sembianze di una sirena oltre che tu. >
< E che cosa ti ha detto? È rimasta sorpresa? >
< All’inizio sì, ma poi non ci ha badato molto. Mi ha detto che ero l’amica che non ho mai avuto. >
< Peccato che quella bambina non abbia avuto dei genitori che l’abbiano potuta far crescere con amore. Da quello che so, è una bambina piena di energie che non si ferma davanti a niente. >
< Puoi ben dirlo… Ho provato a farmi dire chi erano i suoi veri genitori da Harlock, ma nemmeno il pirata ha saputo darmi una risposta. >
< Spero che prima o poi possano tornare a cercarla. >
< Ha appena quattro anni e ha tutta la vita davanti… Quanto mi piacerebbe avere una bambina tutta per me. >
Sentendo quella richiesta, Kaito divenne rosso in viso.
< Ahahah ma non ora, sciocco. Adesso voglio godermi la vita solo con te. >
< Anche perché non sono pronto per fare il padre. >
< Ma come? Ti ci vedrei benissimo, sai? >
< Non so nemmeno tenere in braccio un pargoletto. >
< Nemmeno io. Bisognerà fare pratica, non ti pare? >
< Sì, hai ragione… Ma questa giornata voglio solo pensare a te e a nessun altro. Perché sei tu la mia felicità. >
< Grazie, Kaito. È bello sentirtelo dire > rispose Lucia emozionata più che mai.
 
 
Quando Matthew seppe che la sua fidanzata Sheila era rimasta ferita in un esplosione, non riusciva a darsi pace su chi potesse essere stato.
< Non abbiamo nessun indizio o nessun testimone che abbia visto qualcuno di sospetto aggirarsi nelle vicinanze, Matthew. >
< Non è possibile! Ci dev’essere qualcuno che può aiutarci. L’artefice dell’esplosione si è mosso durante il giorno, ne sono sicuro. >
< Adesso calmati, Matthew. Agitarsi non serve a nulla. >
< Come posso stare calmo in un momento del genere, Capitano? La mia fidanzata sta rischiando la vita e lei mi dice di stare calmo?! >
< Vuoi essere forse sbattuto fuori da quest’ospedale? Stai gridando come un pazzo. >
Il Capitano Goro non aveva mai visto Matthew così agitato prima d’ora.
< Quanto dovremmo aspettare per sapere come sta Sheila? >
< La stanno operando da più di due ore, Matthew. Presto i medici ci diranno qualcosa. >
< Lo spero bene perché sto diventando impaziente. >
< Lo sei già, ragazzo mio. >
< Capitano, lei non può capirmi… >
< Ti capisco benissimo! Anch’io sto stato vittima di quell’esplosione e ho quasi perso mia figlia! Non credi che anch’io mi possa sentire frustrato e arrabbiato in qualche modo? >
< Io veramente… >
< Smettila di fare lo stupido e cerca di mantenere la calma. Ci siamo io, Saeko e Federico che vogliamo darti una mano ma purtroppo non possiamo fare molto. >
< Sì, avete ragione… >
< Capo, posso parlarle un attimo in privato? >
< Arrivo subito, Saeko… Tu rimani qui buono e non ti muovere, ok? >
< Tanto non andrei da nessuno parte, Capitano. >
< Meglio così. >
Appena Saeko e Goro si ritrovarono da soli, la donna volle sapere a che punto era il loro trasferimento nel nuovo quartier generale.
< Purtroppo ho declinato l’offerta della setta dei cavalieri > spiegò Goro < Non posso permettermi che io, tu o altri membri della mia squadra cadiate in un nuovo attentato in un edifico di Willon City. >
< Ma Capitano, nessuno a parte noi saprà di questo trasferimento. >
< E’ qui che ti sbagli, ragazza mia. Ne stanno già parlando in città… E vuoi sapere chi ha messo in giro la voce: Light Yagami e il suo nemico Elle. >
< Quei dannati membri dei servizi speciali vogliono screditarci > rispose Saeko con rabbia < Adesso che cosa facciamo? >
< Credo che il posto più sicuro sia diventato il tuo appartamento, Saeko… Quindi, se non è un problema, direi che potremmo rimanere lì. >
< Volentieri. Ma ho paura che anche nel mio appartamento non saremmo al sicuro. >
< Metterò Matthew a controllo della postazione quando sarà in grado di tornare a pensare alle indagini. >
< E se ciò non dovesse accadere? Se Matthew cadesse in un profondo stato di disperazione per aver perduto la sua amata Sheila? >
< Non dire così, Saeko. Sheila è una persona forte che resisterà a queste intemperie. >
< Lo spero molto. Ma la sua situazione è critica. Me l’hanno detto i medici. >
< Non dire niente a Matthew, mi raccomando. Diventerebbe più furibondo che mai. >
< Che state borbottando qui voi due? > domandò Federico interrompendoli.
< Tu come ti permetti di ascoltare le nostre conversazioni private. >
< Ma io veramente… >
< Stavo scherzando… Che cosa vuoi, Federico? >
< Ci sono i membri dei servizi segreti che vogliono vederci chiaro sulla seconda esplosione. Ci pensiamo noi, Saeko? >
< Non ho dichiarazioni da lasciare a quel branco di bifolchi. E che non si azzardino ad entrare in questo corridoio. >
< Purtroppo l’hanno già fatto e stanno parlando con Matthew. >
< Accidenti! Perché non me l’hai detto prima? >
Indispettita per l’arrivo dei tre agenti speciali, Saeko si mise in mezzo a loro e a Matthew per cacciarli dall’ospedale all’istante.
< Qui c’è una nostra collega che sta lottando tra la vita e la morte > fece la donna < Come potete venire qui e sapere delle nostre indagini private? Non avete rispetto. >
< Stiamo solo indagando, Saeko. Non vorrei che tu ci avessi frainteso > rispose cordialmente Elle.
< Hai sempre una parola per tutto, Elle… Ecco perché sei quello che sopporto meno. >
< Lieto di saperlo. >
< Saeko ha ragione. Vi pregherei di lasciarci in pace > fece Matthew con tono calmo < La situazione è già compromessa così com’è. >
< Ma ispettore Ismann, vogliamo aiutarla. Perché non vuole collaborare? >
< Perché non ho niente da dire! Punto. >
< Avete sentito? Fuori di qui! >
< Saeko, non renderci le cose difficili… >
< Siete voi con la vostra presenza che state complicando tutto. Quindi ve lo dirò una seconda volta e… >
Ma mentre Saeko stava discutendo con i membri dei servizi segreti, il dottore che aveva operato Sheila disse ai presenti che era fuori pericolo.
< Davvero?! Grazie mille dottore. Non ci speravo più > fece Matthew felice come non mai dopo aver tirato un sospiro di sollievo < La posso vedere? >
< Per il momento no. Ha dovuto affrontare un intervento alla cassa toracica molto delicato e l’abbiamo dovuta sedare. Questa notte la terremo sotto osservazione e quando si sveglierà sarà il primo a saperlo. >
< Ok. La ringrazio ancora, dottore. >
Una volta ricevuta la notizia, Saeko e Federico si strinsero con Matthew in un abbraccio liberatorio.
< Va bene, noi ce ne andiamo. Non volete collaborare? Peggio per voi. Non libererete mai Willon City dalla tirannia dei duellanti. >
< Questo lo vedremo > replicò piccata Saeko mentre vedeva i suoi nemici andarsene.
< Tutto è bene quel che finisce bene > mormorò Federico < Adesso possiamo tornare a pensare al nostro futuro. >

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Capitolo 28
*** Gelosie d'amore (il gioco delle coppie seconda parte) ***


Mentre Akane Tendo si allenava nella palestra della sua famiglia in compagnia di alcuni ragazzi ninja, non riusciva a non pensare al suo promesso fidanzato.
“Non mi guarda nemmeno in faccia” pensava irritata la ragazza “Ma che cosa gli ho fatto?”
Ma appena la giovane ragazza era immersa nei suoi pensieri, fu colpita a tradimento alla testa da Naruto causandogli un dolore immane.
< Naruto! Ma sei impazzito?! >
< Scusa, Akane. Pensavo che avresti parato il colpo > rispose il biondo senza sapere cos’altro dire.
< Parato un corno! Come facevo a pararlo se non ti avevo nemmeno visto? >
< Non lo so. Sei una tipa imprevedibile. >
< La prossima volta accertati che io sia concentrata su di te. >
< Va bene. >
Ogni giorno che passava Akane diventava sempre più triste irascibile.
< Akane, che ne dici se facciamo un po’ di corsa insieme? > gli propose Sakura.
< Sì, certo. >
“Almeno così non penserò a Ranma”
Ma andare fuori dalla palestra non era una bella idea dopo le due esplosioni causate nei giorni scorsi.
< Ragazze, dove state andando? > gli domandò Soun.
< Andiamo a scaldarci un po’ facendo una corsetta, papà. >
< Akane, è molto pericoloso per due ragazze come voi andare là fuori. Potreste rimanere vittima di un altro attentato. Questa città non è più un luogo sicuro come una volta. >
< Ma papà, non possiamo rimanere segregate qua dentro per tutto il resto della nostra vita. >
< Avete perfettamente ragione > replicò l’uomo < Ma state attente. Se vedete qualcosa d’insolito, tornate subito alla palestra. >
< Sì, papà. Non ti preoccupare. >
< Adesso che ci penso anche Ranma è fuori a fare una corsetta per riscaldarsi in questa mattinata fredda. >
“Cosa? Quindi vuol dire che lo incontreremo?”
< Da quanto tempo è uscito? > domandò Akane nervosa.
< Non lo so. Credo più di un’ora fa’. >
< Capisco… Quindi potremmo non incontrarlo. >
< Ti darebbe fastidio se… >
< Non voglio avere niente a che fare con lui. La sua presenza mi disturba. >
< Da quanto? >
< Da sempre, Sakura. >
< Ma Akane, Ranma è il tuo promesso fidanzato… >
< Fidanzato, papà? Ma se non mi guarda nemmeno! Come facciamo a stare insieme? >
< Magari fa’ così perché è ancora giovane… >
< Che motivo stupido. Potevi cercare un’altra scusa soddisfacente, papà… Ma non è questo il problema. Voglio pensare ad allenarmi per diventare più forte. Andiamo Sakura? >
< Sì, certo. >
Ma prima che le due ragazze potessero uscire dalla palestra, Soun fermò Sakura dicendogli di tenere sotto controllo Akane per evitare che faccia qualche colpo di testa imperdonabile. >
< Stia tranquilo, Soun. Akane è in buone mani in mia compagnia > rispose la ragazza facendogli l’occhiolino.
< Ne sono ceeto. A più tardi. >
Ma Sakura dovette sforzarsi molto per stare dietro alla furia di Akane.
La giovane erede di casa Tendo correva all’impazzata come se stesse cercando un modo di scappare da qualcuno o da qualcosa.
< Akane, perché non vai più paino? Così ti stancherai meno. >
< Stancarmi? Sono in perfetta forma, Sakura. Sei tu che sei molto lenta. >
< Ah davvero? >
Prendendola come una sfida, Akane e Sakura corsero come delle forsennate nei vicoli pi+ impensati della città.
< Facciamo chi arriva prima al ristorante di Obaba, ok? >
< Ma è dall’altra parte della città! >
< E con ciò? Hai forse paura, Sakura? >
< Ovvio che no! >
Dopo avercela messa tutta, Akane riuscì ad arrivare per prima alla destinazione.
< Hai visto? Ho vinto io? >
< D’accordo. Ti meriti una buona tazza di ramen. >
< Ottima idea, Sakura. Per caso avevo un certo languorino. >
< Ma guarda un po’! >
Una volta entrati, il locale era pieno di gente e trovare un posto a sedere fu una vera impresa.
< Ragazze, ci sarà da aspettare un po? > fece Obaba mentre stava apparecchiando il tavolo delle ragazze.
< Non c’è problema. Non abbiamo fretta… Vuoi che ti aiutiamo in qualche modo? >
< No, ragazze. Voi rimanete qui e rilassatevi. Vi porto subito da bere. >
< Grazie. >
Ma appena Akane alzò lo sguardo dal tavolino, con grande sorpresa vide Akane in compagnia di una giovane ragazza che gli assomigliava tanto.
“E quella ragazza chi diavolo è?”
Indispettita per come Ranma gli faceva la corte, Akane si alzò di scatto per vederci chiaro.
< Akane, dove te ne vai? >
< Torno subito. Devo risolvere una questione urgente. >
< Del tipo? >
< Te lo spiegherò più tardi. >
Vedendo che Ranma stava uscendo dal locale, Akane decise di seguirlo.
Ma non avrebbe mai immaginato che da lì a poco avrebbe beccato i due in atteggiamenti molto intimi.
“Che diavolo si staranno dicendo? Non riesco a sentirli.”
< Amy, seimolto diversa dalla ragazza in cui io sono promesso… Tu sei carina, intelligente e solare, mentre Akane… >
< Non devi dire così di lei > rispose la ragazza in compagnia di Ranma < Sono sicura che vi tenete a vicenda. >
< Non lo so. Appena cerco di parlarci non faccio altro che litigarci. >
< Perché non riuscite a trovare la sintonia giusta. Ma vedrai che poi con il tempo sarà tutto diverso. >
< Ne sei sicura? >
< Certo. Devi solo pazientare un po’. >
< Va bene. Ascolterò il tuo consiglio. >
Ma appena Akane si decise ad intervenire, il povero Ranma fu bersagliato dai suoi insulti
< Che cosa credevi? Che non ti avrei mai baccato con un’altra donna? Mi fai schifo, Ranma! Tu pensi solo ad altre donne meno che a me. >
< Ma no, Akane! Che cos’hai capito? >
< Ho capito molte cose adesso… Lasciami in pace e non provare mai più a tornare nella palestra di mio padre. >
Con la rabbia che gli ribolliva nelle vene, Akane ritornò alla sua palestra con le lacrime agli occhi.
< Akane, ma cos’è successo? Perché stai piangendo? >
< E’ colpa di Ranma. Mi ha tradito. >
< Che cosa? Ma ne sei sicura? >
< Sì. L’ho visto in compagnia di una’ltra ragazza che mi somigliava tanto… Non lo voglio più vedere e non voglio più sentire parlare di lui. È finita. >
< Akane, la tua rabbia ti sta annebbiando il cervello. Vedrai che parlarne con calma vedrai le cose in un’altra prospettiva. >
< Non credo che cambierà molto… >
Una volta che Sakura e Akane tornarono alla palestra Tendo, trovare una bella sorpresa che li scosse all’istante.
< Ragazze, siete già tornate? >
Appena Akane vide i quattro duellanti nella sua palestra, la sua rabbia divenne irrefrenabile.
< Che cosa ci fanno loro qui? >
< Io… ve l’avrei detto al più presto… >
< Cosa, papà? Che stai nascondendo? >
< Che questa palestra adesso appartiene a noi, ragazze. Abbiamo appena firmato il contratto > fece Cjazz mostrando il foglio ad Akane e Sakura.
< No, non è possibile… la nostra palestra di intere generazioni… Tu l’hai venduta, papà? >
< Ho dovuto, figlia mia. Eravamo sommersi dai debiti e non ho potuto fare altrimenti. >
< Perché non me l’hai mai detto?! >
< Perché mi vergognavo. Pensavo di risolvere la questione da solo ma invece… >
< Hai rovinato tutto! Tu e ranma avete rovinato il mio futuro. Vi odio! Girdò la ragazza prima di rinchiudersi in camera sua.
< Akane, ti prego… >
< Signor Tendo, la pregherei di sloggiare entro domani mattina. Gli affari non aspettano. >
< Non vedete che ho appena litigato con mia figlia? >
< Di qeusto non c’importa. Le vostre questioni risolvetevele da soli… Domani mattina la palestra sarà nostra in un modo o nell’altro. Ci siamo intesi? >
Con il morale completamente distrutto, allafine Soun acconsentì alla sua richiesta.
< Va bene. Domani ce ne andremo. >
< Molto bene. >
 
 
Mentre una delle palestre più rinnomate della città era stata venduta per ampliare l’impero e il potere dei quattro duellanti misteriosi, un gruppo di ragazzi stavano provando a provare a scappare dalla città immergendosi nella foresta di Willon City che sembrava interminabile.
< Fuggire da qui è stata l’idea più stupida che abbiamo mai avuto > fece Rossana mentre si stava guardando intorno.
< Perché dici così? Hai paura di morire? >
< E’ una possibilità che non possiamo tralasciare, Heric. >
< Stai calma. Vedrai che andrà tutto bene. >
< E se così non fosse? Questa foresta brulica di pokémn di ogni genere e tutti sanno quanto possono essere pericoloso quell creature. >
< Se avevi così paura ad andartene non dovevi venire con noi. >
< Heric, mi avresti lasciata da sola a Willon City? >
< Non saresti stata sola. C’erano le tue amiche che potevano tenerti compagnia. >
Sentendo con quale astio Heric stava parlando a Rossana, la giovane ragazza ci rimase molto male capendo che loro due non erano più fatti per stare insieme.
< Vuoi che torni indietro? Molto bene. È quello che farò. >
< Falla finita e vieni con noi > fece Funny prendendo il braccio della ragazza < Vi state comportando da bambini ingenui. >
< Ma noi siamo bambini! >
< Abbiamo sedici anni, Rossana. Non credi che siamo abbastanza cresciuti? >
< Sedici anni non vuol dire che siamo capaci di badare a noi stessi… Se ci succedesse qualcosa, come faremo a difenderci? >
 Stai attenta a quello che fai e non ci succederà niente, capito? >
< Tu la fai facile a parlare. Non sai che cos’è il pericolo. >
< Perché tu lo sai? >
< Molto meglio di te sicuramente. >
< Adesso basta litigare. Ci state facendo perdere tempo > fece Charles Lon intromettendosi e stringendo la mano di Rossana.
< Charles, perché mi stringi… >
< Perché così mi sento al sicuro, Rossana. Insieme a te posso fare qualsiasi cosa. >
Ma a Rossana non gli interessavano i complimenti di Charles.
Per lei lui era un amico come tanti.
< Stiamo camminando da un sacco di ore e non riusciamo a trovare la fine di questa foresta > fece Funny alquanto stanca < Che ne dite se ci riposiamo un po’? >
< No! non possiamo fermarci proprio ora! È pericoloso. >
< Funny ha ragione, Heric. Un po’ di riposo non può che farci bene. >
< Allora rimanete pure qui seduti ad aspettare che qualcuno vi aggredisca. Io intanto proseguo per la mia strada. >
L’idea di lasciar andare avanti da solo Heric non piaceva al gruppo, soprattutto a Funny.
< Va bene. Mi riposerò più avanti > replicò la ragazza.
< Ma Funny… >
< Heric ha ragione. Non possiamo mollare proprio ora. >
< Io proprio non vi capisco… >
< Smettila di lamentarti e prosegui con noi, Rossana. Sempre che tu voglia venire. >
< Certo che lo vuole > rispose Charles difendendo la ragazza.
“Heric, perché ti comporti così?”
Ma una volta arrivati in fondo ad un viale che sembrava non finire mai, Heric intravide alcune abitazioni.
< Forse ce l’abbiamo fatta! Vedo delle case! >
Correndo con la forza della disperazione Heric alla fine capì che era tornato a Willon City.
< Non ci posso credere… Per tutto questo tempo abbiamo girato intorno. >
< Ma come abbiamo fatto? L’uscita di questa città proseguiva da questa parte. >
< Non avete ancora capito che nessuno puà lasciare questo posto nemmeno se volesse? >
Sentendo una voce prorompente dietro le loro spalle i quattro ragazzi si girarono di scatto.
< E tu chi saresti? >
< Mi chiamo Goku e come voi sono rinchiuso contro la mia volontà in questa città. >
< E’ impossibile che non cia nessun modo per fuggire. Non siamo intrappolati sotto una cupola o imprigionati. Questa città è circondata da uno foresta molto fitta. >
< Ed è quella la nostra prigione: una foresta che non finisce mai? >
< Tu come fai a saperlo? >
< Diciamo che anche se ho il potere di volare, non trovo una fine a questa foresta. Davvero. Sembra quasi una foresta infinita. >
< E tutto per colpa dei duellanti misteriosi, me lo sento > mormorò Charles digrignando i denti.
< Il ragazzo ha ragione. Ma purtroppo nessuno ha mai avuto il coraggio di affrontarli. Sono troppo forti e incutono timore personi a me. >
< Eppure ci dev’essere un modo per combaterli! Non possiamo rimanere imprigionati per sempre! >
< Le nostre speranze sono riposte nell’unicpo straniero che abbia mai varcato questa città: Federico. >
< Il famoso ragazzo venuto dall’esterno? >
< Esatto. Infatti io e i miei amici più stretti stiamo pensando di formare un allenza con loro e con la polizootta Saeko per riuscire una volta per tutte a poter combattere ad armi pari contro quei quattro duellanti e i nemici di questa città. >
< Perché ci sono dei nemici che non vogliono la nostra libertà? >
< Esatto. Alcuni non lo immaginiresti mai. >
< Quindi la nostra fuga è stata una perdita di tempo colossale > fece Rossana.
< Tornate a casa, ragazzi. Per il vostro bene. >
< Ma noi… >
< Credevate di scappare senza che nessuno se ne potesse accorgere? >
La voce di Chazz Princeton risuonò nelle orecchie dei presenti come un forte macigno insopportabile.
< Veramente noi volevamo fare una passeggiata nel bosco > fece Chalrse senza sapere cos’altro dire.
< Pensate che io sia sciocco? Volevate scapapre! Ma vi assicuro che non la passerete liscia… Tu! Vieni con me! > gridò Chazz indicando Funny.
< Perché proprio io? >
< Sei una ragazza adorabile. Voglio divertirmi un po’ con te. >
Ma Funny cercò di resistere alla stretta del perfido ragazzo cercando di liberarsi.
< Lasciala andare! > gridò Heric andando in suo aiuto.
< Tu stanne fuori! Volete passare un sacco di guai? >
< Non me ne frega niente. Non ti permetterò di portarla via. >
Senza pensarci due volte, Heric mollò un pugno dritto sul naso di Chazz facendolo crollare a terra sanguinante.
< Come ti sei permesso?! Sai chi sono io?! >
< Puoi essere forte e potente quanto ti pare, ma non ti permetterò di fare il gradasso con noi. Voi quattro duellanti non siete nulla! Ricordatevelo! >
Le dure parole di Heric furono come un fulmine che sqaurciava il cielo.
La goccia che faceva traboccare il vaso.
La quiete prima della tempesta che si sarebbe abattuta sugli indifesi come quel gruppetto di ragazzini che stava cercando una via d’uscita verso la libertà.
< La mia vendetta sarà spietata. Questa è una promessa, Heric Akito. Un giorno te e tutti gli altri che hanno osato o oseranno ribellarsi a noi duellanti faranno una brutta fine. Fosse l’ultima cosa che faccio. >
< Le tue minacce non mi scalfiscono minimamente. Puoi mandare i tuoi amici a combatterci e a farci soffrire, ma noi diventeremo sempre più forti e vi distruggeremo. >
< Questa è una dichiarazione di guerra? >
< Pensala come vuoi. >
< Molto bene. Preparatevi perché quando meno ve l’aspettate, saret torturati nel nostro nuovo quartier generale. È solo questione di tempo. >
Appena Chazz tolse il disturbo per tornare dai suoi amici e riferirgli quale sgarbo aveva avuto, Funny si gettò nelle braccia di Heric ringraziandolo infinitamente.
< Non so cosa avrei fatto senza il tuo aiuto. Ti sono per sempre debitrice. >
< Figurati. L’avrebbe fatto chiunque. >
< No, non è vero. Tu sei stato molto coraggioso e questo non lo dimenticherò mai. >
Senza aspettarselo, Funny posò le sue labbra su quelle di Heric tra lo stupore generale dei presenti.
Rossana, la più scossa di tutti, scappò da quella scena rifugiandosi dietro un casolare abbandonato che si ergeva nei confini della città.
“Quella maledetta… ha osato rubarmi il mio fidanzato… Ma la pagherà. Costi quel che costi.”
La gelosia stava corrodendo l’animo della povera ragazza.
Come poteva risolvere quella situazione intrigata?
< Gelosa della tua rivale in amore? Forse c’è un modo per farsì che tu possa avere il tuo Heric tutto per te. >
< Chi sta parlando? >
< Il mio nome non è importante anche se dovrei rimanere nell’anonimato… Ho giusto il modo per risolvere i tuoi problemi. Non ti basta? >
< Vorresti forse ucciderla? >
< Esatto. Ma non ci sporcheremo le mani… Il mio amico Ryuk esaudirà il tuo desiderio uccidendola all’istante. >
< Ma com’è posibile? >
< Grazie a questo diario speciali posso togliere di mezzo tutti i miei nemici scrivendo solo il loro nome. Vuoi vedere? >
Ma Rossana non sapeva cosa fare.
Uccidere la sua rivale in amore e diventare un’assassina oppure cercare di riconquistare il suo amato senza spargimenti di sangue.
< Allora? Sto aspettando la tua risposta. >
Dopo essere rimasta silenziosa per alcuni secondi, alla fine Rossana decise di non commettere un simile crimine.
< Sei sicura? I tuoi problemi sarebbero finiti in questo modo. >
< Lo so. Ma non sono una criminale a differenza tua… Light Nagami. >
< Non pensavo di essere diventato così famoso… Fa lo stesso. Oltre a quella smorfiosa, dovrai difenderti insieme agli altri dalla vendetta dei quattro duellanti. Credete di riuscire in questo intento? >
< Ha già risposto Heric su questo argomento: noi non abbiamo paura di nessuno. >
< Molto bene. Non vedo l’ora che ci sia questa resa dei conto… E fidati: ci sarà molto presto. >
< Non vedo l’ora. Adesso lasciami in pace. Ho bisogno di stare da sola. >
< Come desideri > disse infine Light scomparendo nell’ombra.
 
 
< Sono felice di averti rincontrato dopo tutto questo tempo > fece Bunny quando rivide Ryo in perfetta forma.
< Ci conosciamo?  >
< Ma come? Non ti ricordi? Sei stato tu a farmi conoscere Marzio. >
< Ah, certo! Adesso ricordo! Tu sei la famosa testolina buffa che io e Marzio avevamo incontrato al parco. >
< Sì, sono proprio io. >
< Accidenti! Anche se non sei cambiata per nulla, è passato molto tempo da allora. Come state? >
< Benissimo. Non potevi trovarmi fidanzato migliore. >
< Ho subito capito che eravate fatti l’uno per l’altra. Anche se devo dire che Marzio è sempre stato un donnaiolo… >
< Che cosa? questa non la sapevo. >
< Sicuro. Ricordo quando ci provava disperatamente con un gruppo di ragazze. Mi pare che si chiamassero Rea, Morea e Marta… Sì, i nomi erano giusti. >
Sentendo quei nomi, Bunny divenne pallida in viso.
< Non è possibile che Marzio conoscesse le mie amiche prima che ci mettessimo insieme. >
< Sono tue amiche? Com’è piccolo il mondo! Non l’avrei ami detto. >
< Raccontami… Ci provava con loro? >
< Non so come si comportava, ma mi ha sempre confessato che gli piaceva molto conversare con loro. Lì trovava carine. >
< Ah sì? >
La gelosia di Bunny stava velocemente rifluendo nelle sue vene come un macigno duro da sopportare.
< E poi? >
< E poi niente. Non mi ha mai detto altro. >
< Credo che dovrò farci quattro chiacchere a muso duro. >
< Non credo che ti convenga visto che questa storia risale a qualche mese fa’. Tu non eri ancora impegnata con lui.
< E con questo? Doveva dirmelo subito dei suoi amori passati. >
< Non ero obbligato visto che ci conosciamo ancora poco. >
Sentendo la voce del suo fidanzato dietro di lei, Bunny rizzò le orecchie come un coniglio.
< Allora sei qui. Hai ascoltato attentamente tutta la nostra conversazione? >
< No. Ti ho incontrato casualmente ora… E’ da alcuni giorni che sei sparita. >
< Sono sempre stata in ospedale a vegliare sul povero Ryo. >
< Scusa se non ti ho salutato Ryo… Come stati? >
< Figurati, non ti preoccupare… Io bene. Anche tu vedo. >
< Sì, esatto. Stare con questa ragazza piena di energie mi ha fatto ringiovanire di alcuni anni. >
< Adesso parliamo delle tue cotte passate… Che mi racconti di Rea, Morea e Marta? Che cos’hanno in comune con te? >
< Che le ho conosciute durante una festa, perché? Le conosci forse? >
< Se le conosco? Sono mie amiche! >
< Questa poi. non me lo sarei mai immaginato… E’ da molto tempo che non le vedo. Come stanno? >
< Che cosa te ne importa? >
< Sei forse gelosa? >
< Esatto. >
< Ahahah non devi esserlo. Lo sai che penso solo a te > replicò Marzio tirando fuori da dietro la schiena una bellissima rosa rossa < Questa è per te. >
Estasiata dal regalo, Bunny dimenticò il malumore che aveva nei suoi confronti.
< E’ stupenda. Ti ringrazio > replicò la ragazza baciandolo con passione.
< Tutto è bene quel che finisce bene > fece Ryo mentre gli squillò il cellulare < Pronto? >
< Ryo, vieni subito in ospedale! Sheila sì è svegliata! >
< Questa sì che è una bella notizia, Matthew. Arrivo subito. >
Una volta riagganciata la chiamata, Ryo saluto la coppia più strana e controversa che avesse mai incontrato, recandosi immediatamente in ospedale dove tutti erano pronti per festeggiare il risveglio di Sheila.

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Capitolo 29
*** Pretendere con la forza ***


Vedendo Sheila sveglia anche se era allo stremo delle forze, Matthew tirò un sospiro di sollievo e ringraziò tutti i presenti per essergli stato vicino.
< L’abbiamo già detto molte volte ma credo che questo sia il momento di agire > fece Saeko parlando con Kelly e Tati < Siamo rimaste ferme senza fare niente per troppo tempo e adesso basta… Quei dannati strozzini e criminali di duellanti stanno comprando tutta la città emarginandoci e rovinandoci l’esistenza. Dobbiamo trovare assolutamente un modo per fermarli. >
< La soluzioensarebbe farli fuori senza che nessuno sappia niente > fece Tati con tono scherzoso.
< Tati, vorrei ricordarti che sei in compagnia di una poliziotta > rispose Kelly.
< Farò finta di non aver sentito > mormorò invece Saeko.
< Anche Saeko è del mio stesso avviso, no? >
< Che state complottando voi tre? >
< Niente, Capo. Parlavamo di come ricostruire il locale Occhi di Gatto. >
< Non credo che sia una buona idea… Qualcuno ci ha preso di mira e dobbiamo stare molto attenti. >
< Se quel qualcuno vuole che viviamo nel terrore, allora vuol dire che non ci conosce abbastanza. >
< Saeko, allora per il nascondiglio a casa tua… >
< Va più che bene. Ne ho già parlato con Ryo e con Matthew. Raggiungetemi lì questa sera. Elaboreremo un piano per contrastare quei maledetti sicari della morte. >
Ma sentendosi osservata, Saeko s’interruppe di colpo.
< Che cos’hai visto, Saeko? >
< Niente. ho avuto la netta sensazione che qualcuno ci stesse spiando. >
< In questo corridoio ci siamo solo noi, Matthew e Sheila in convalescenza… A proposito, ma Federico dove se n’è andato? >
< Cosa? Vuoi dirmi forse che non è qui? >
< No. pensavo che lo sapessi… >
< Accidenti! Ho paura che faccia una delle sue solite cavolate. Devo raggiungerlo al più presto. >
< Stai tranquilla. Anche se Federico è impulsivo, sa bene badare a sé stesso. >
< No, Tati. Tu non lo conosci abbastanza. >
< Vuoi che ti diamo una mano nella ricerca? >
< No, lasciate stare. Ci penso da sola. Voi rimanete qui insieme a Sheila, ok? Ci vediamo questa sera tutte a casa mia. >
< Va bene. A stasera. >
Una volta uscita dall’ospedale con la preoccupazione alle stelle, Saeko trovò Federico nel parcheggio dell’ospedale intento a fissare una macchina simile alla sua.
< Sei qui allora… >
< Perché? Dove dovevo andare? >
< Non lo so. Magari avevi in mente di vendicarti di quei quattro duellanti da solo andando incontro alla morte. >
< Sarò pure impulsivo ma non sono così stupido… La guerra è iniziata e saremo noi a muovere i primi passi. >
< Ben detto. L’unione fa la forza. >
< Questa città non la riconosco più… Sembrava così florida la prima volta che sono arrivato s’eppur ero stato arrestato, ma adesso chiunque che non è dalla loro parte vive nel terrore di morire. È davvero terribile. >
< Lo so. Ma arriverà anche il nostro momento della rivincita. >
< Spero che tu abbia ragione > rispose il ragazzo con la testa da un ‘altra parte.
< A cosa stai pensando, Federico? >
< Ti devo confessare una cosa Saeko: credo che la mia amnesia stia guarendo. >
< Riesci a ricordare il momento dell’incidente? >
< Esatto… E soprattutto riesco a ricordare chi è l’artefice oltre a Kevin Mask. >
< Davvero? Chi è? Dimmelo senza giri di parole. >
< Sì tratta di uno dei quattro duellanti: Zane Truesdale con la complicità di Light Nagami. >
< Sapevo che centrava anche quell’impiastro! >
< La mia vendetta sarà lenta e inesorabile. Fosse l’ultima cosa che faccio. >
< Sì, ma stai attento Federico. >
< Ma non sarò solo… Mi darai una mano come hai sempre fatto? >
< Certo. Uniti fino alla fine… Riusciremo a liberare tutti i cittadini intrappolati in questo posto e tu potrai tornartene a casa una volta per tutte. Te lo prometto. >
< Ci conto > disse infine Federico abbracciando affettuosamente saeko come non aveva mai fatto prima.
 
 
Dopo aver comprato la palestra solo per scacciare i padroni e i suoi allievi, i quattro duellanti seguiti dalle loro spie misero gli occhi su un piccolo castello che dava sulle colline della città.
< Dicono che in quel posto si nasconda la setta dei sei cavalieri > fece Alexis < Tu che cosa mi dici, Rei? >
< Sì, è vero. Loro sono alleati di quel maledetto organo di polizia che cerca in tutti i modi di metterci i bastoni tra le ruote. >
< Ma non questa volta… La polizia e tutti i cittadini che si sono messi contro di noi dovranno arrendersi al nostro volere o faranno una brutta fine. >
< Come pensate di entrare senza fare una strage? > gli domandò Vegeta.
< Bussando educatamente alla porta > rispose Jaden < Altrimenti ci prenderemo il castello con la forza. >
< E’ la tecnica che mi piace di più. >
< Calma e sagnue freddo, Vegeta. Noi cobattiamo se non abbiamo altre possibilità… Mi sto domandando che fine abbia fatto Chazz. >
< Eccolo che sta arrivando > fece Unibozu.
Vedendolo che stava sanguinando copiosamente, Jaden lo fissò con disprezzo domandandogli subito che cosa gli era accaduto.
< Ho avuto qualche problema con un gruppo di ragazzini. >
< E ti sei fatto sopraffare da dei mocciosi? Non è da te. >
< Lo so, ma non volevo guai… Questa volta ho lasciato perdere, ma la prossima… >
< Ti sei fatto prendere in giro, vero? Che figura ci facciamo se veniamo sconfitti da un gruppo di pezzenti? >
< C’era anche Goku lì con loro. >
< E con ciò? Tu potevi scatenare il tuo deck di mostri. Oppure non sei all’altezza? >
< Smettila di sminuire la mia forza, Jaden > rispose Chazz digrignando i denti < Io sono forte quanto voi. >
< Ti vorremmo proprio vedere. >
< Però hai la possibilità di farci vedere la tua forza e la tua intelligenza riuscendo a contrastare la setta dei sei cavalieri. Ti senti pronto? >
< Non aspetto altro. >
< Molto bene. Se hai bisogno d’aiuto, noi siamo qui che ti aspetteremo. >
< Non voglio l’aiuto di nessuno! > gridò il ragazzo < Ce la faccio da solo. >
< Vogliamo proprio vedere. >
Vedendo che stava sopraggiungendo un mebro dei duellanti, fu D’artagnan a decidere di affrontarlo a viso aperto.
< Sei sicuro di farcela? >
< Certo che sì. Il Professor Oak mi ha dato in dotazione un pokémon talmente forte che spazzerò via quell’impiastro senza che lui se ne accorga. >
< D’accordo. Ma stai molto attento. >
< Non ti preoccupare, Constance. Tornerò da te in tempi molto brevi. >
Una volta ritrovatosi dinanzi al portone, Chazz gridò talmente forte da farsi sentire in tutta la valle.
< Allora?! Quanto tempo devo aspettare?! Volete che butti giù il portone?! >
< Non ce ne sarà bisogno > ripose D’artagnan uscendo dal perimetro del castello per affrontare il suo avversario.
< Molto bene. Qualcuno che ha il fegato di affrontarmi. Non aspettavo altro. >
< Preparati a tornare da dove sei venuto… Dragonite, chiedo il tuo aiuto! >
Il potentissimo pokémon drago si ergeva in tutta la sua forza fissando con disprezzo il piccolo Chazz.
< Credi che un pokémon possa fermarmi? Allora non mi conosci abbastanza… Drago bianco occhi blu, vieni a me! >
La sfida dei due draghi era entrata subito nel vivo.
< Attaccalo con il raggio congelante. >
< Dragonite, schiavlo. >
Anche se era molto più groso e molto più pesante del suo avversario, Dragonite aveva una velocità fuori dal normale.
< Adesso tocca a me. Attacco fuocobomba! >
In una sola mossa, la carta che Chazz aveva nel suo deck era stata annientata.
< Non finisce così. Ho altre creature forti che possono aiutarmi… >
< Adesso finiscila, Chazz. Ti stai rendendo ridicolo > gli fece Jaden.
< Tu stanne fuori! È una questione tra me e il piccoletto. >
< Questo piccoletto ti ha dato una bella lezione, non trovi? >
< Non è ancora finita! >
< Invece è finita eccome… Levati di mezzo, Chazz. Adesso tocca a me. >
< Non getterò la spugna finchè il mio deck… >
< Fai come ti ho detto > fece Jaden prendendolo per il collo della camicia < Se non vuoi fare una brutta fine. Ti vorrei ricordare che come nostri alleati abbiamo anche Light Nagami. Sai che cosa può fare con il suo diario, vero? >
Con le spalle al muro, alla fine Chazz decise di arrendersi.
< Perchè non mi date una possibilità di riprovare? >
< Ne hai già avute fin troppe… Adesso lascia combattere i veri professionisti del mestiere. Kuriboh alato, è il tuo turno! >
Dopo aver messo in campo una creatura che a primo impatto era insignificante, Jaden sfoderò le sue carte magia per trasformarlo in un Kuriboh alato di livello superiore.
< Anche se la tua creatura sembra più forte di quella precedente, il mio Dragonite non si farà demoralizzare. Attacco oltraggio! >
Mentre una palla di fuoco si stava dirigendo verso Kuriboh, Jaden sfoderò la sua arma più potente spazzando via il povero Dragonite.
< No! non è possibile! >
< Ho vinto, ragazzo mio. Non hai più nessuna possibilità contro di me. >
Non avendo più pokémon a disposizione, la sfida si interruppe in soli pochi minuti.
< Ti conviene lasciarci passare con le buone se non vuoi che anche i miei compagni ti tolgano di mezzo… Ah già! Non hai più nessun pokémon. Che disdetta. >
< Anche se D’Artagnan ha perso la sfida, ci siamo qua noi che difenderemo il nostro castello a spada tratta > fece Athos uscendo con gli altri membri della setta della spada.
< Allora vorrà dire che quest’oggi ci saranno molti spargimenti di sangue… Light Nagami, adesso tocca a te. >
Ma il giovane ragazzo era molto titubante a togliere di mezzo gli avversari scrivendo solo il loro nome sul suo diario.
< Devo proprio? >
< Questi cavalieri da strapazzo non la vogliono intendere. Ci pensi tu o devo usare ancora il mio Kuriboh Alato? Con la differenza che potrei spazzare metà di questo castello e non conviene scatenare la sua forza. >
Alla fine Light fu convinto dalle parole di Jaden, sfoderando così la sua arma segreta.
In solo pochi secondi tutti i membri della setta morirono d’infarto sotto gli occhi increduli di tutti i presenti e lasciando il castello completamente sguarnito.
< Ottimo lavoro. Non credevo che fosse un lavoro così rapido. Ti meriti la nostra più totale riconoscenza, Light Nagami. >
< Figuratevi. Ho fatto solo quello che mi avete ordinato. >
< E l’hai fatto alla perfezione senza battere ciglio… La nostra squadra si è rafforzata alquanto con te. >
< Ne sono lieto. >
< Adesso però basta con i convenevoli > s’intromise Zane < Anche questa dimora è nostra. >
< Sì. Siamo molto vicini al completo controllo della città. Mancano solo gli insorti… A quanto ammontano secondo te? >
< Sono un bel gruppetto, Jaden. >
< Molto bene. Vorrà dire che ci divertiremo molto con loro. >
< Non vuoi farli uccidere all’istante come hai fatto con loro? > gli domandò Alexis.
< No, sarebbe troppo facile. Voglio divertirmi un po’. Alla fine mi piace vedere soffrire la gente dinanzi a me… Ma se poi servirà l’aiuto di Light, non esiterò a usarlo > disse infine Jaden entrando in maniera trionfante nella nuova dimora dei duellanti.

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Capitolo 30
*** La talpa ***


La riunione di tutta la popolazione che voleva combattere i quattro duellanti e le sue spie si era finalmente riunita.
L’appartamento di Saeko, tanto spazioso quanto ingombrante, si rimepì di tanta gente come non avrebbe mai creduto.
< Hai visto, Saeko? Molta gente vuole sposare la nostra causa e farà di tutto per aiutarci > fece Federico sorridente.
< Sì, sono davvero molto contenta. >
Ma Federico capì che nel suo sguardo c’era qualcosa che la stava continuando a preoccupare.
< Che cosa c’è, Saeko? >
< Ci sono tutti… tranne Shinichi. >
< Purtroppo non si ha più notizie di lui. Sembra scomparso nel nulla. >
< Non abbiamo più notizie o siete voi che non volete farmi sapere niente? >
< Che cosa ti viene in mente? >
< Avete paura che possa avere pietà di lui? >non vi dovete preoccupare. Ci ha traditi e merita essere punito. >
< Come puoi pensare che io o gli altri tuoi amici più stretti ti possano tenere nascosto una simile cosa? ci offendi molto, sai? >
< Scusa. E’ che mi manca tanto. >
< Lo comprendiamo tutti. Ed oltre a combattere quei dannati duellanti e le loro spie, stiamo anche cercando Shinichi. >
< Spero che non gli sia capitato niente di male. Non me lo potrei mai perdonare. >
< Adesso pensiamo alla nostra riunione, ok? >
< Sì, va bene. >
Essendo nel suo appartamento, fu Saeko la prima a fare gli onori di casa.
< Vi ringrazio per essere venuti qui numerosi > cominciò a dire la ragazza < Come ben sapete, ci sono state due esplosioni a Willon City che ha scosso i nostri cuori e le nostre menti.
Sappiamo tutti chi sono i veri responsabili e se ho chiesto il vostro aiuto era perché dobbiamo essere uniti per combatterli.
Anche se sono meno numerosi di noi, dalla loro parte hanno gente senza scrupoli che non ci penserebbe due volte a toglierci la libertà per impossessarsi del potere.
Ed è a questo punto che dobbiamo dire basta a tutto questo!
Basta rovinare le nostre vite!
Basta tormentarci!
Dobbiamo ribellarci ed essere consapevoli che dobbiamo farcela. >
< Peccato che la missione sarà più dura del previsto > fece una voce in fondo alla sala.
< Chi ha parlato? >
< Sono Maria Antonietta. >
< Maestà, è un vero piacere potervi accogliere nella mia umile dimora. >
< Lascia stare questi convenevoli Saeko e dammi pure del tu. >
< Ok… Che cos’è che ti preoccupa così tanto? >
< Il destino che ci aspetta. Non hai saputo l’ultima dei nostri nemici? In un solo colpo hanno fatto fuori l’intera setta dei cavalieri impossessandosi del castello vicino al santuario. >
< No. Non ne sapevo niente > rispose Saeko sconvolta.
< Immagino come ti senti, Saeko… Sapere che la povera Lady Oscar, essendo una persona molto legata a lei, non c’è più per colpa di quei bifolchi… E la cosa più incredibile è che tutti sono morti d’infarto. >
< Ma questo non è possibile! > protestò Naruto < Come si può morire d’infarto tutti assieme? >
< Osi mettere in discussione la mia parola? >
< Certamnente! È una farsa bella e buona che ci hanno voluti appioppare quei dannati duellanti per spaventarci. >
< Ti dico che è la verità. L’ho visto con i miei occhi. >
< Mi dispiace, ma non riesco a crederti. >
< Che cosa ne vuole sapere un ninja ingenuo come te? Sappiamo tutti che eri sotto il controllo di Orochimaru e che è grazie alla sirena Lucia se sai riuscito a liberarti. >
< Stai forse dicendo che sono inutile?! >
< Sto dicendo che la tua parola non conta come la mia. >
< Solo perchp sei una Regina questo non ti da il diritto di offendermi! >
Gli animi si stavano piano piano agitando in quella sala brulicante di gente e ci vole un bel po’ prima che Saeko con l’aiuto di Goro e di Federico potesse calmare le voci.
< Litigare non servirà a niente > fece Federico < Questo è quello che vogliono i nostri nemici. >
< E tu chi diavolo sei per darci consigli? Sei un estraneo piombato qui all’improvviso > mormorarono Bulma e Chichi.
< In fondo l’ho arrestato io. >
< E ti pare una cosa da vantarsene, Ryo? >
< Stavo solo scherzando, Saeko. >
< Questo non è il momento. >
< La situazione sta degenerando… Fate silenzio! > gridò Ran facendosi sentire da tutti < Federico non è diverso da noi. Anche lui ha bisogno di una mano pr poter tornare alla sua vita e noi non possiamo sottrarci nell’aiutarlo. L’unione fa la forza. Non scordatevelo. >
< Io non prenderò mai ordini da un essere umano che non è del mio mondo! >
< Allora se sei contro di noi, puoi anche uscire da casa mia Inuyasha. >
< Con piacere. Andiamo Kagome. Qui non siamo desiderati. >
< Sei tui che stai cercando di rovinare tutto > protestò Kagome mollando la sua presa > Ran ha ragione. Dobbiamo essere uniti se vogliamo vincere questa guerra. >
< Il nemico è molto più forte di noi. Non riusciremo mai a salvarci se ci ribelliamo a lui. >
< Questo è sbagliato > mormorò il Professor Oak intromettendosi < Con la’aiuto del Professor Kappa e di Mewtwo, siamo arrivati ad avere un parco di pokémon talmente feroci che i quattro duellanti dovranno dimostrare ben oltre la loro forza e la loro intelligenza. >
< Vorrei ricordarti che il mostro di Jaden Yuki ha sconfitto il Dragonite che gli avevi prestato in una sola mossa > fece Obaba.
< E tu come fai a saperlo? >
< L’ho visto con questi stessi occhi. Quella battaglia, anche se è durata pochi secondi, mi ha tenuto incollata in cima alla mia abitazione e l’ho guardata tutta. >
< Dragonite era un pokémon eccezionale > fece il Professor Kappa < Ma non era il più forte. Presto la creatura perfetta sarà pronta per combattere dopo essere stata ammaestrata. >
< E quanto tempo ci vorrà? Gionri? Mesi? Anni? >
< No. Il nostro compito è quasi completo. >
< Voglio proprio vedere… >
< Abbi fede, Obaba. È solo questione di tempo. >
< Come mai questa frase non mi è nuova? >
< Stavolta sarà diverso. Rpomesso. >
< Staremo a vedere… Avete in serbo un pokémon talmente mostruoso e forte da spazzare tutto quello che incontra? >
< Esatto. E si trova in questa sfera > fece Ash Ketchum accompagnato dai suoi amici Misty e Brock.
< Ciao, ragazzi. Non pensavo che arrivaste anche voi. >
< E’ tutto apposto, professore. Il pokémon è pronto. >
< Molto bene. Sei in grado di farlo combattere? Ti darà ascolto? >
< Sì. È stato molto faticoso, am credo che riusciremo nel nostron intento. >
< Molto bene. Adesso possiamo realmente cominciare la nostra battaglia! > gridò il Professor Oak con tono trionfante.
Mentre dopo questa notizia tutti gli animi si stavano rilassando, Federico vide una figura femminile in fondo alla sala che lo mise in allarme.
“Quel viso non mi è nuovo… Eppure credo…”
Fissandola accuratamente, Federico si ricordò del momento prima di fare l’incidente con la sua auto.
“Ho visto una coppia in atteggiamenti intimi mentre mi stavo riposando dalla guida dopo aver portato la macchina per tutto il giorno.
Erano un uomo mascherato e una donna dai capelli lunghi chiari… E non posso dimenticarmi di quello sguardo gelido.
Ahimé sono stato visto e forse è colpa loro s ein questo periodo non ricordavo proprio nulla… Il mio passato sta riaffiorando piano piano.”
Deciso a parlarci a quattr’occhi, Federico crcò di avvicinarsi alla donna, ma mentre quest’ultima lo guardò spaventata, anch’ella si alzò di scatto.
< Fermati! >
Muovendosi velocemente per tutta la sala, Federico riuscì a raggiungrla appena fuori dal palazzo dove Saeko abitava.
< Dove vai così di fretta? >
Ma la donna non rispose, distogliendo lo sguardo Da Federico.
< Rimanere zitta non farà altro che peggiorare la tua situazione… Dimmi chi sei. Non è la prima volta che ci vediamo. >
< Esatto, giovane sconosciuto. Non è la prima volta che ci vediamo… Ma sarà anche l’ultima! >
Tirando fuori dal suo vestito una pèistola molto antica, la giovane donna gli sparò contro ferendolo di striscio.
Il colpo in canna si udì in tutto il vicinato, mettendo in allarme tutti coloro che erano riuniti nell’appartamento di Saeko.
Vedendo che stava provando a scappare una seconda volta, Federico dovette fare di tutto per inseguirla e riacciuffarla di nuovo.
< Lasciami andare! La Contessa Du Barry non può arrendersi ad un moccioso come te. >
< La Contessa Du Barry… Sei tu che ho visto in quella foresta insieme a Kevin Mask, vero? >
< Esatto. Dovevo proteggere il mio buon nome da tutti ed essere vista da te insieme a quel wrestler mascherato mi avrebbe portato un sacco di problemi… Ed è per questo che ho causato il tuo incidente con l’aiuto del mio amato. >
< Adesso è tutto tremendamente chiaro… Sei tu l’inizio dei miei problemi! >
< Ma non sarò l’ultima… I membri dei quattro duellanti hanno sentito tutto grazie alle mie spiate. Preparatevi a soccombere una volta per tutte. >
Non essendosi reso conto che aveva a che fare con una talpa, Federico non ci vide più dalla rabbia.
< Maledetta! Ti meriti di morire! > gridò Federico cercando di strozzarla.
Ma le abilità della donna erano ben molte ed era molto difficile coglierla nel sacco.
Infatti, con un colpo sotto la cintura, la Contessa Du Barry si liberò dalla presa di Federico.
< Adesso non fai più il superiore > mormorò la donna tossendo < Metterò fine ai tuoi problemi togliendoti di mezzo. >
Ma prima che la donna potesse sparare il secondo colpo in canna, quest’ultima fu attaccata mortalmente alle spalle.
Avendola colpita all’altezza del polmone sinistro, La Contessa morì sanguinante dinanzi agli occhi increduli di Federico.
< Chi… chi sei tu? >
< Ma come? Non riconosci il tuo salvatore? >
Una volta toltosi il cappuccio che gli corpiva il viso, Federico si ritrovò dinanzi un malconcio Shinichi allo stremo dlle forze.
< Shinichi… Sei davvero tu? >
< Visto? Sono arrivato in tempo rpima della tua dipartita… Credo che ho parzialmente ripagato i miei crimini. Almeno lo spero. >
Non riuscendo a reggersi in piedi, il povero Shinichi crollò a terra senza energie.
Cercando di soccorrerlo, Federico fu aiutato da una Saeko allibita.
< Ha il battito molto debole. Portiamolo dentro e nutriamolo. È visibilmente dimagrito. >
< Sì, hai ragione… >
< Ce la fai ad aiutarmi a portarlo di sopra? >
< Sì, nessun problema > disse infine Saeko non riuscendo ancora a credere di aver ritrovato Shinichi.

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Capitolo 31
*** Cuori spezzati ***


Dopo un breve periodo di riposo ed essersi nutrito come di deve mangiando a pranzo e a cena, Shinichi era finalmente tornato ad essere un uomo nuovo.
Ma il suo passato continuava a tormentarlo malgrado avesse salvato la vita a Federico.
< Shinichi, non puoi passeggiare liberamente per la città come se niente fosse successo. Devi stare nascosto finché non avrai un processo equo. >
< Lo sai che finiranno per incriminarmi, vero? >
< Se è questo il tuo destino, ci dovevi pensare prima. >
< Non c’è modo per aiutarmi? >
< Io e il Capitano Goro faremo tutto il possibile ma la tua situazione è molto grave. >
< Capisco. Quindi non posso passeggiare liberamente? >
< Purtroppo no visto che c’è gente che ti vuole morto… >
< Quei duellanti non mi fanno paura. Se devo affrontarli, lo farò a viso aperto. >
< Sì, ma non da solo > fece Federico intromettendosi.
< Come stai, ragazzo? >
< Adesso bene. Anche te ti vedo migliorato. >
< Non sono migliorato, sono rinato. >
< Mi fa piacere… Io e Saeko dobbiamo uscire un momento. Possiamo fare qualcosa per te? >
< No, grazie. Sto bene così. Credo che tornerò a riposarmi. >
< Bravo, fai bene… Vieni Saeko? Possiamo lasciarlo solo senza problemi, vero? >
< Certo, come no. >
Non riuscendo a capire cosa Federico avesse in mente, Saeko acconsentì lo stesso alla sua richiesta.
< Mi dici che dobbiamo fare? >
< Te lo spiegherà meglio Ryo: devi fare i conti con il tuo passato. >
Riuscendo a capire a cosa si riferisse, Saeko fu molto furiosa con il ragazzo.
< Non ti devi impicciare di quell’argomento! Non ti riguarda! >
< Ascoltami bene: vuoi pentirti per tutto il resto della tua vita? Devi dire a Mayu che tu e Ryo siete i suoi genitori naturali e che l’avete abbandonata perché non eravate pronti. Adesso è abbastanza grande per capire. >
< Sarà un grande shock per lei. non se ne parla nemmeno. >
< Saeko, posso capire che può essere difficile… >
< No, tu non capisci. Perché altrimenti non avresti pensato una simile idiozia. >
< Non è stato lui a pensarlo, ma io. >
La voce di Ryo tuonò nel pianerottolo dell’appartamento come un fulmine a ciel sereno.
< Ryo, ma che cosa ti è venuto in mente? >
< Saeko, ho capito che ti amo così tanto che non posso fare a meno di te. e per acconsentire a questo amore, ho bisogno che la nostra famiglia sia finalmente riunita. >
La giovane poliziotta non sapeva cosa pensare.
Era talmente confusa che stava cominciando a piangere dalla disperazione.
< Piangere non servirà a niente… Le cose non si sistemeranno da sole. Dobbiamo fare qualcosa alla svelta. >
< Non so davvero da che parte iniziare… >
< Ho già parlato con Harlock quando eravamo in ospedale e lui mi ha dato carta bianca: possiamo riprendere Mayu quando vogliamo. >
< E’ da tanto tempo che covi questo piano, vero? >
< Abbastanza per cercare di redimermi dai miei errori. >
< Ryo, non sono pronta per fare la madre. >
< Ma tu non sarai sola… Faremo i genitori insieme e vedrai che sarai una madre splendida oltre che una donna eccezionale. Ti prego di fidarti di me > rispose Ryo stringendogli le mani.
< Vi lascio soli, ok? Me ne torno nell’appartamento insieme a Shinichi… Se state pensando di fare il grande passo, il Capitano Harlock vi aspetta tra mezz’ora nel parco della città. Spererei che voi non tardaste. >
< Come? Allora questa è un’imboscata bella e buona! >
< Saeko, adesso devi decidere tu. >
Per paura di sbagliare e di pentirsi per la seconda volta nella sua vita, alla fine Saeko acconsentì alla “trappola” organizzata da Ryo, Federico e Harlock.
< Va bene. Andiamo al parco. >
< Bravissima, Saeko. Sono contento di sentirtelo dire > fece Ryo baciandola di strafogo.
< Federico, ho bisogno di tutto il sostegno possibile. Potresti venire con noi? >
< Va bene. Nessun problema > rispose Federico con un sorriso.
 
 
Nel mentre Shinichi stava cercando di prendere sonno, era immerso nei più totali pensieri su Ran.
Non avrebbe mai saputo se l’avesse mai più rivista o se avrebbe potuto riparlare con lei.
Era una situazione davvero ambigua e surreale e il povero Shinichi aveva paura di affrontare questo problema.
“Prima mi libero di questi peccato scontando la mia pena e prima potrò tornare alla normalità.”
Ma nel mentre stava chiudendo gli occhi, sentì qualcuno bussare violentemente alla porta di casa.
“Chi potrà mai essere?”
Incuriosito e allo stesso momento preoccupato, Shinichi si alzò dal divano andando ad aprire alla porta.
< Non è possibile… Ran. >
Vedendo la sua amata dinanzi a lui, il ragazzo sbiancò di colpo mentre il suo cuore accelerò i battiti.
< Ciao, Shinichi. Posso entrare? > domandò cordialmente la ragazza a testa china.
< Certo. Vieni pure. >
Anche se ormai quell’appartamento non era più casa sua, Shinichi fece lo stesso gli onori di casa.
< Posso offrirti qualcosa? >
< No, grazie. Sono apposto così. >
Shinichi era tremendamente curioso di sapere che cosa aveva da dire la ragazza a lui.
< Non avrei mai creduto che tu mi avresti provato a ricercare… >
< IL sentimento che ci lega rimarrà per sempre inossidabile, Shinichi. Anche se non stiamo più insieme. >
< Ho rovinato tutto… e questo non potrò mai perdonarmelo. >
< Non hai tutte le colpe. Avevi le spalle al muro… L’unico peccato è che non ti sei rivolto a mio padre o ad altri tuoi amici per farti aiutare, diventando succube di quella Vermouth che ahimé per lei, ha fatto una brutta fine. >
< Sì, è stata uccisa a sangue freddo… >
< Ma se oggi sono qui con te non è per parlare di lei, ma di noi… Adesso che ti ho finalmente ritrovato non riesco a stare lontano da te. >
< Ran, non so cosa dire… >
< Anche se hai l’anima macchiata di crimini imperdonabili, io ti amo per quello che sei e non per quello che sei diventato… Tu rimarrai per sempre il giovane detective spensierato di cui mi sono innamorata da bambina. Che ti piaccia o no. >
< Da come me l’hai detto sembra quasi un obbligo > rispose Shinichi cercando di smorzare gli animi.
< Shinichi, ti prego. È una faccenda seria. >
< Sì, scusa… Anch’io ti amo Ran e ti amerò per sempre malgrado tutto quello che è successo. Come posso rimediare ai miei peccati? >
< Dandomi un bacio come solo tu sai fare. >
Strattonandolo verso di sé, Ran appoggiò le labbra sulle sue provando un amore forte come non gli capitava da tempo.
< Mi è mancato il tuo tocco, Shinichi. Rischiavo quasi d’impazzire nel non saperti più tra noi. ma adesso è tutto diverso e noi due non ci lasceremo mai. >
Ma la loro felicità sarebbe durato purtroppo molto poco a causa di un vecchio rivale che non ha mai smesso di tormentarlo.
< Allora ti nascondi qui, detective… >
Il pericoloso Kevin Mask fissava la sua preda con sguardo glaciale ed enigmatico.
< Che cosa vuoi da me? >
< Riprendere da dove abbiamo lasciato: credevi davvero che una volta liberi tu te la saresti cavata come niente? I quattro duellanti non sopportano vederti in vita. Per loro sei un traditore a tutti gli effetti. >
< E con ciò? Voglio riprendere la mia vita di un tempo e voi dovete starne fuori! >
< Forse non hai capito Shinichi: loro ti vogliono morto. E se sono qui dinanzi a te è per finire questo compito. >
< Non azzardarti a toccarlo! > gridò Ran cercando di prenderlo a pugni.
Ma Kevin Mask era molto più forte dei colpi della ragazza.
< Se anche tu non vuoi fare una brutta fine, ti consiglio di stare buona e lasciarci finire la nostra questione > rispose il wrestler scaraventando la povera ragazza contro il muro di casa facendola svenire.
< Ran! >
< Sta bene Shinichi, non preoccuparti… Piuttosto elabora un piano per difenderti da me perché non andrò tanto per il sottile. >
< Maledetto! Meriti una bella lezione! >
Non avendo nessuna possibilità contro il suo nemico, Shinichi provò lo stesso nel combatterlo, ma Kevin Mask gli assestò un pugno allo stomaco che lo piegò in due dal dolore.
< Oltre ad essere debole non sei nemmeno intelligente. Perché sprechi energia? Arrenditi e facciamola finita. >
< Mai… Non può finire così… >
< Invece finirà così: molto male per te. >
Dopo aver rialzato lo sguardo, Kevin Mask lo colpì così forte alla tempio che lo uccise sul colpo.
< Missione compiuta, Shinichi. Hai avuto quello che ti meritavi. >
Ma prima che Kevin Mask potesse uscire dall’appartamento, venne fermato da un giovane aiutante al servizio della giustizia.
< Gohan, sei arrivato tardi… >
< Oh no. Che hai fatto a Shinichi? >
< Adesso si trova in un posto migliore… Mi dispiace, ma gli ordini dei quattro duellanti sono molto categorici: elimina per sempre il detective traditore. >
< Non avevi nessun diritto di farlo! >
< Chi me lo dice? Tu? non prendo ordini da un moccioso come te? >
< Attento… non sai con chi hai a che fare… >
< Allora dimostrami la tua forza > fece Kevin Mask con tono di sfida.
< Con piacere. >
Concentrando tutta la sua forza nei suoi pugni, Gohan tempestò il suo nemico in tutto il suo corpo da fargli gridare pietà.
< D’accordo! Hai vinto! Adesso però smettila. >
< Non ci pensare nemmeno. Anche tu avrei quello che ti merita. >
Dopo avergli assestato il colpo finale, Gohan gli ruppe la maschera facendo mostrare il suo volto.
< Il tuo viso è consumato dall’odio… Vattene da qui prima che possa ucciderti con le mie mani come hai fatto con il povero Shinichi. >
< Hai distrutto la mia maschera… Nessuno c’era mai riuscito prima. >
< C’è sempre una prima volta, non scordartelo… E adesso vattene da qui e non farti più vedere. >
< Mi vendicherò. Costi quel che costi > disse infine il wrestler prima di sparire nell’ombra.
Fissando il corpo accasciato e senza vita di Shinichi, Gohan si riversò verso Ran per svegliarla.
< Che cos’è successo? Dove mi trovo? >
< Sei nell’appartamento di Saeko, Ran. >
< E Shinichi? >
< Mi dispiace Ran, ma Shinichi non ce l’ha fatta. >
< Vuoi forse dirmi… >
Girando lo sguardo, Ran poté vedere il corpo del povero ragazzo stramazzato a terra sanguinante, mentre la disperazione si riversò dentro di lei.
< No! Non doveva finire così! > gridò la ragazza piangendo con tono straziante senza riuscire a trovare la pace e l’amore che aveva intravisto nella bontà del giovane detective.
 
 
Ryo e Saeko stavano fissando la bambina divertirsi nel parco in compagnia di Harlock.
Il cuore della giovane ragazza batteva all’impazzata e non riusciva a muovere nessun passo per andare da lei.
< Hai intenzione di rimanere nascosta dietro questo cespuglio per molto? >
< Non rendermi le cose difficili, Ryo. Sono già fin troppo apprensiva. >
< Prendi la mia mano e andiamo insieme. Vedrai che la bambina sarà molto contenta di vederci.
< Certo. Ma la cosa che mi interessa è quello che succederà dopo. >
< Adesso non ci pensare, ok? >
< Tu la fai facile, Ryo. >
< Avanti, usciamo allo scoperto. >
< Aspetta un attimo! >
Ma Ryo non sentiva ragioni, prendendo il braccio della sua amata per dirigersi verso Mayu.
< Ryo! Saeko! È bello vedervi! > fece Mayu sprizzante di gioia < L’hai invitati tu, Harlock? >
< Assolutamente no. Anche per me è una sorpresa vederli > mentì il Capitano.
< Bene! Almeno posso giocare con loro. >
< Mayu, io e Saeko dovremmo dirti una cosa importante. >
< Bravo, Ryo… Vai dritto al punto. >
< Saeko, per favore… >
< Di cosa si tratta? >
< E’ molto difficile dirtelo visto che non sappiamo da dove iniziare ma… ti piacerebbe conoscere i tuoi veri genitori? >
Nel sentire quella domanda, la bambina assunse un’espressione indifferente.
< No. Mi basta essere in compagnia con il mio Harlock. È lui che da quando sono nata non ha fatto altro che pensare a me. >
< Capisco… Quindi non ti mancano nemmeno un po’ queste due figure? >
< Assolutamente no… Perché mi fai queste domande, Ryo? Sai forse chi sono i miei veri genitori? >
< Sì, bimba mia… Li hai qui davanti a te. >
< Cosa? tu e Saeko saresti i miei genitori? >
< Non sapevamo come dirtelo, ma è giunto il momento di prendere le nostre responsabilità e di ritornare ad essere una famiglia normale. >
< Fai meglio a dire ad incominciare ad essere una famiglia normale visto che non lo siamo mai stati > fece Saeko seria.
< Sì, hai ragione. >
< Allora Mayu, non dici niente? Non sei contenta di aver scoperto che Ryo e Saeko… >
< Mi piaceva sapere che voi due eravate due miei amici e che mi avreste protetto da tutto come ha sempre fatto Harlock… Ma perché allora mi avete abbandonato? >
< Perché non eravamo pronti, bimba mia… Io non ero pronto. Ho costretto tua madre a darti in adozione ad Harlock per farti crescere degnamente invece che spedirti in un orfanotrofio… Sappiamo di avere sbagliato, ma quando sei nata non eravamo pronti per fare i genitori. >
< E adesso cos’è cambiato dopo tutto questo tempo? Siete forse più maturi? >
< In un certo senso sì… E poi ho capito che non posso stare lontano da Saeko. Noi due ci amiamo all’infinito. >
< E ci voleva così tanti anni per capirlo? >
< Mayu, è comprensibile che tu sia arrabbiata, ma prova a perdonarci. Ti promettiamo che saremo una famiglia felice > fece Saeko cercando di essere sincera con la bambina e con sé stessa.
Ma la piccola Mayu non disse niente, rivolgendo il suo sguardo ad Harlock.
< Tu lo sapevi, vero? >
< Sì, Mayu. >
< E perché me l’hai sempre tenuto nascosto? I miei genitori erano così vicini a me che non l’ho capito. È davvero frustrante. >
< L’ho fatto per proteggerti. Sapevo che presto o tardi Ryo e Saeko si sarebbero convinti nel riprenderti e finalmente quel giorno è arrivato. >
< A riprendermi… Che sono un oggetto che si sposta come si vuole? Io sono una bambina ed ho dei sentimenti… E per tutto questo tempo vi siete presi gioco di me. >
< Mayu, Ryo e Saeko ti amano… >
< Tu che cosa ne vuoi sapere? Non vieni da questa città, Federico… Ed oltre a non considerarvi come genitori, io non ho più nemmeno voi come amici. >
< Mayu, ti prego… >
< Lasciatemi in pace! Vi odio! Vi odio tutti! > gridò la bambina con tono straziante prima di scomparire al di là del parco.
< Mayu! Fermati! > gridò Harlock temendo di perderla.
Ma la bambina si rifugiò tra le braccia di Sheila che stava passando lì vicino in compagnia di Matthew.
< Mayu, perché stai piangendo? Da cosa scappavi? >
< Da quelle persone cattive nel parco. >
< Come scusa? >
< Portami con te. Ho bisogno di stare senza di loro. >
< Ma noi veramente… >
Facendo un gesto ad Harlock, quest’ultimo gli rispose acconsentendo alla richiesta della bambina.
< D’accordo, vieni con noi > disse Sheila prendendola la bambina per mano prima di scomparire nei vicoli della città.
“Bene, adesso so che è al sicuro…”
< Abbiamo forzato troppo i tempi > fece Saeko rabbiosa < Non dovevamo fare così. Dovevamo essere più graduati. >
< Hai ragione Saeko, ma la bambina avrebbe reagito allo stesso modo. >
< Non lo puoi sapere, Federico. Ormai la nostra posizione è stata compromessa. >
< Anche la mia visto che adesso Mayu mi vede come un vostro complice > fece Harlock triste.
< Scusaci Capitano, non volevamo… >
< Tranquilli. Sapevo che prima o poi questo giorno sarebbe accaduto. >
< Sì. Volevamo riunire la nostra famiglia prima del grande scontro con i duellanti e le loro spie… Peccato non esserci riusciti. >
< Dovremmo cercare la pace di Mayu… Ma dando tempo al tempo, capito? >
< Sicuramente, Capitano. >
Sentendo il cellulare squillare, Saeko divenne sorpresa di vedere chi fosse.
< Chi ti sta chiamando, Saeko? >
< E’ Goro… Pronto? >
< Saeko, devi tornare subito al tuo appartamento. È successo un fatto gravissimo. >
< Capitano, che cosa vuole dirmi? >
< Sì tratta di Shinichi: è stata ucciso. >

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Capitolo 32
*** Legami indissolubili ***


Lo sguardo di Saeko si era persone nl vuoto dopo aver sentito una simile notizia.
< Saeko, che sta succedendo? >
< Shinichi… non c’è più… >
< Che vuoi dire che non c’è più? >
< E’ stato ucciso. >
< Non riuscendo ancora a crederci, Federico e Ryo si guardarono con sguardo allibito.
< Torniamo alla svelta al tuo appartamento. Non c’è un minuto da perdere. >
Saeko era talmente scossa che non riusciva a muoversi.
< Saeko che stai facendo?! >
< Andate senza di me. Io… >
< Non possiamo lasciarti al parco in uno stato di trance. Devi venire anche tu. >
< Chi può aver fatto una cosa del genere? >
< Se non vieni con noi non lo potrai mai scoprire. >
Cercando di ritrovare sé stessa, alla fine Saeko montò in macchina con Ryo e Federico.
< E’ tutta colpa mia > aveva cominciato a dire il ragazzo > Se fossi rimasto nell’appartamento, magari tutto questo non sarebbe mai successo. >
< Non puoi saperlo > gli rispose Ryo < Raggiungiamo Goro e vediamo cosa ci dice. >
Una volta tornati all’appartamento, la squadra di poliziotti fu tutta al completo.
< Matthew, anche tu sei stato richiamato così improvvisamente? >
< Sì, Ryo. >
< E Mayu? Con chi è? >
< Con Sheila e le sue sorelle. Non ti preoccupare, stanno bene. Mangiavano qualcosa al ristorante di Obaba. >
< D’accordo. >
< Bene, vedo che siete tutti qui > fece Goro con tono piatto.
< Capitano che cos’è successo? >
< Quest’oggi si è consumato l’ennesimo omicidio che ha scosso tutta la centrale di polizia. Anche se Shinichi era considerato come un traditore, un membro delle spie dei duellanti ha voluto farlo fuori essendo diventato un testimone molto scomodo per loro. >
< Sì sa precisamente chi è stato? >
< Sì, Saeko: è stato Kevin Mask. >
< Quel dannato wrestler mascherato > fece Federico < Anche lui ha deciso di farci la guerra. >
< Purtroppo il qui presenta Gohan non ha potuto fare niente per fermarlo, riuscendo solo a distruggere la sua maschera. >
< Mi state forse dicendo che è ancora in giro? >
< Purtroppo sì, ragazzi > rispose Gohan < Mi è scappato da sotto le mani. Il vero peccato è non essere arrivato in tempo per salvare il povero Shinichi. >
< E Ran? Lo sa? >
< Purtroppo anche lei era presente e non ha potuto fare niente per fermare la furia omicida di quel wrestler. >
< Accidenti, questa non ci voleva. >
< Ma fortunatamente lei e il qui presente Gohan stanno bene. Poteva essere una strage… Se Gohan non l’avesse cacciato, anche Ran avrebbe sortito lo stesso destino di Shinichi. >
< Dobbiamo andarlo a cercare alla svelta prima che quel pazzo criminale colpisca di nuovo. >
< Colpiremo quando saremo pronti, Federico > gli spiegò Saeko < Non possiamo andare nel quartier generale di quel maledetti con la consapevolezza di andare allo sbaraglio. Dobbiamo restare calmi e attendere il momento giusto. >
< In attesa di venire uccisi tutti? Bella idea. Io non so voi, ma sono stanco di rimanere in una città piena di gente crudele e senza scrupoli. Dobbiamo prendere in mano questa situazione al più presto. >
< Allora se vuoi andare al castello vai pure: i duellanti non aspettano altro che fare fuori il ragazzo estraneo. >
< Saeko ha purtroppo ragione, Federico. Purtroppo possiamo fare ben poco. >
Con la rabbia che gli ribolliva nelle vene, Federico cercò di sfogarla con tutto quello che gli capitava a tiro.
< Raggiungiamo i due professori. Forse possono dirci qualcosa sul loro piano. >
< Si faranno vivi loro. Tu non preoccuparti. >
< E allora che cosa facciamo? Attendiamo come allocchi in attesa di venire colpiti di nuovo? >
< Io direi di rintracciare Kevin Mask. La sua vergogna verrà mostrata a tutti i presenti che lo incontreranno. Non può andare lontano visto che alla fine ha fallito la missione > fece Goro.
< Bene. Allora muoviamoci. >
Ma prima che potessero uscire dall’appartamento di Saeko, Matthew ricevette una telefonata da Sheila.
< Tesoro, che succede? >
< Sì tratta di Kevin Mask. Il suo corpo si trova senza vita nella vecchia palestra Tendo. >
< Come? Arriviamo immediatamente > rispose Matthew attaccando frettolosamente la chiamata.
< Adesso che succede? > domandò Federico con tono scocciato.
< Le tue preghiere sono state esaudito Federico: Kevin Mask non è più un problema. >
< L’hanno fatto fuori prima del previsto… Dove si trova. >
< Dinanzi alla vecchia palestra Tendo. >
< Molto bene. Sarà la nostra prossima mossa. >
 
 
Una volta giunti nella vecchia palestra, Federico e gli altri membri della polizia videro un gruppo di persone riunite in cerchio a fissare il corpo di Kevin Mask.
< Fateci largo. Non è bello spettacolo per voi > fece Federico con tono impaziente.
< Se è per questo nemmeno per te visto che non sei un membro della polizia. >
Vedendo un ragazzino con gli occhiali fissarlo con sguardo truce, Federico fece di tutto per mantenere la calma.
< E tu chi sei per parlarmi così, ragazzino. >
< Conan Edogawa. E faccio il detective. >
< Un bambino detective? Questa sì che mi è nuova… Allora, come potresti aiutarci? >
< Rivelandovi chi è il vero colpevole. >
< Tu sapresti chi è stato? >
< Conan! Che cosa ci fai qui? > gli gridò Goro < Questo non è un posto per bambini. Te l’ho detto un mucchio di volte. >
< Lasciatelo stare, Capitano. Il ragazzo sa chi è il colpevole. >
< E tu saresti così ingenuo da credergli? Non ti facevo così sciocco, Federico. >
< Allora Conan, chi è stato a farlo fuori? >
< Un giovane ragazzo con i capelli a caschetto castani chiari. Avevo lo sguardo terribilmente freddo e sembrava molto nervoso… La cosa che ha attirato la mia attenzione è il suo diario che stringeva tra le sue mani… Non so descrivere bene la scena ma appena questo ragazzo ha trascritto il nome di Kevin Mask su quel diario subito dopo il criminale rimasto ormai senza maschera è morto sul colpo. >
< La storia si ripete, Goro… >
< E tu come hai fatto a vedere tutta la scena? Hai rischiato di fare un brutta fine se venivi visto, sai? >
< Ma per fortuna non è successo… Anche se sono molto piccolo, so essere molto furbo. >
< Ma falla finita! > fece Goro dandogli un colpo in testa < Piuttosto, Ran ti sta cercando. Deve riprendersi dallo shock della perdita di Shinichi. Ci pensi tu a stargli vicino? >
< Cosa? Shinichi è… >
< Te l’ho appena detto. Sei forse sordo? >
< Non ce ne sarà bisogno che Conan vada subito da Ran > fece Federico < Non so perché, ma potrebbe darci una mano con le indagini. >
< No! Non è in grado! > protestò ancora Goro.
< Ma Capitano… >
< Non voglio bambini tra i piedi. Punto e basta… Piuttosto, se devi rimanere qui, perché non vai a giocare con quella bambina attaccata alla gonna di Sheila? Anche lei si sente molto sola. >
< Va bene. Così non ti sarò più in mezzo. A più tardi. >
Nascondendo il dispiacere per la perdita di Shinichi, Con cercò di distrarsi conoscendo a fondo la piccola Mayu.
< Ciao, Cona. Come te la passi? >
< Io molto bene, Sheila… Ciao Mayu. Ti andrebbe di fare quattro passi con me? >
< Veramente io… >
< Avanti, Sheila. Vedrai che ti servirà per distrarti dopo quello che hai saputo. >
< Sì, hai ragione… Andiamo pure. >
< Non ti preoccupare, Sheila. Baderò io a lei. >
< Ne sono convinta > rispose la donna con un sorriso.
Una volta distanziati dal gruppo, Conan fu molto curioso di sapere cosa preoccupava la piccola Mayu.
< Dopo tanto tempo alcune persone che credevo miei amici mi hanno rivelato un fatto molto sconcertante. >
< Ne vuoi parlare un po’ con me? >
< Anche se sono molto piccola sono ancora visibilmente scossa. >
Conan intravedeva negli occhi della bambina tutta la tristezza e l’infelicità che la turbava.
Aveva davvero bisogno d’aiuto e Conan stava facendo di tutto per stargli vicino.
< Vedrai che sfogarti ti farà solo bene > fece il detective stringendo la mano della bambina.
< Ma io veramente… >
La piccola Mayu era diventata rossa per l’imbarazzo.
Nessuno l’aveva mai fatta sentire così. Che fosse la prima cotta d’amore in un’infanzia molto problematica?
< Non saprei da dove cominciare… E’ successo tutto troppo in fretta come un fulmine a ciel sereno… Saeko e Ryo, due ottimi agenti di polizia che combattono per la giustizia ogni giorno della loro vita mi hanno rivelato che sono loro i miei genitori. >
< E dopo? Come ti sei sentita? >
< Molto frustrata. Non me lo sarei mai immaginato… Per questo sono molto arrabbiata con loro. >
< Ti sei sentita abbandonata ed è perfettamente comprensibile. Ma devi capire che hanno trascorso anni molto bui lontano da loro ed è per questo che non hanno deciso di tenerti. >
< Stai forse cercando di difenderli? >
< No. Anch’io credo che hanno sbagliato… Ma avresti preferito crescere in una famiglia divorziata oppure con un tutore amorevole che non ti ha mai fatto mancare nulla? >
< Non dovevano separarsi fin dall’inizio. Punto e basta. >
< Erano troppo giovani e non sapevano che fare della loro vita e il tuo arrivo li ha spaventati. Crescere un bambino non è per niente facile, Mayu. >
< Quindi alla fine l’unica che ci ha rimesso davvero sono io. >
< Dovresti cercare di perdonarli. La tua collera non porterà a niente di buono. Soprattutto in un momento come questo. >
< Tu non riesci a capirmi, Conan. >
< Invece ti capisco perfettamente. Anch’io vivo lontano dai miei genitori abitando in casa di un Capitano di polizia molto irascibile e di una giovane ragazza che ha perso per sempre la persona che ama. Però continuo per la mia vita e sono contento di quello che sto passando. >
< Ti accontenti di così poco? >
< Fai pace con loro, dammi retta. Sareste una bella famiglia piena d’amore e di rispetto reciproco. >
Misurando attentamente le parole di Conan, alla fine Mayu decise di pensarci su.
< D’accordo, come vuoi tu. >
< Adesso come farai con Ran? Parlando di lei è stato davvero un colpo tremendo la morte del suo fidanzato. >
< Sì, hai ragione… Che ne dici se andiamo un attimo a trovarla a casa? Sono sicuro che la nostra presenza gli farebbe molto bene. >
< Certamente. >
 
 
Una volta arrivati in casa di Goro e di sua figlia Ran, Conan trovò la giovane ragazza a sfogliare l’album di ricordi di lei e di Shinichi.
“Shinichi, non so se riuscirò a sopportare la tua perdita. La tua lontananza da me mi strazia l’anima.”
< Ran, sono Conan con Mayu. Ci fai entrare? > domandò il bambino bussando ripetutamente alla sua porta.
Venendo ridestata dai suoi pensieri, Ran si alzò dal suo divano asciugandosi gli occhi.
< Che bella sorpresa. Che ci fate voi due qui? >
< Siamo venuti a vedere come stai > rispose Mayu.
< E a farti un po’ di compagnia > disse invece Conan < Possiamo entrare? >
< Ma certo. Venite pure. >
Conan non perdeva di vista i movimenti di Ran, fissando soprattutto intensamente le sue espressioni.
< Posso prepararvi qualcosa? Mi stavo facendo un tè caldo. >
< No, grazie. Siamo apposto così. >
< E’ brutto vederti così triste > mormorò Mayu < Ben sapendo che tutti ti conoscono come una persona solare e piena di vita. >
< Già… Ma la mia vita è cambiata così repentinamente che faccio fatica ad andare avanti. >
< Ran, ti prego di non fare gesti estremi. >
< Niente gesti estremi, Conan. Non ti preoccupare… Anche se sono segregata in questo appartamento insieme a mio padre per paura che una spia di quei quattro duellanti possa attentare di nuovo alla mia vita, non ho nessuna intenzione di farla finita. >
Ma Conan non saepva se riusciva a fidarsi delle parole della donna.
< Vedrai che tutto questo molto presto starà per finire e tutti noi ce ne andremo da questa città per riprendere le nostre vite normali. >
< Non so se avrò mai una vita normale… Mi sento troppo sola. >
< Ci siamo noi qui con te. Non devi preoccuparti > dissero Conan e Mayu stringendosi in un abbraccio insieme a Ran.
< Grazie bambini. È bello avere il vostro conforto > mormorò Ran non riuscendo più a trattenere le lacrime.
< Però adesso basta piangere, ok? Vogliamo vederti felice. >
< D’accordo, Mayu. Ci proverò. >
< Che ne dici se facciamo un gioco tutti assieme? Per esempio frutta e verdura. Lo conosci come gioco, Ran? Uno di noi segue una lettera a rotazioni e dopo aver scritto vari componenti come ad esempio nomi, città, piante e cibi, prendiamo la lettera scelta e trascriviamo tutte queste cose con la lettera iniziale scelta. Hai capito? >
< Credo di sì > rispose Ran perplessa.
< Non sei stata molto brava nelle spiegazioni > fece Conan grattandosi la testa < Però credo che imparerà meglio una volta aver fatto pratica. >
< Sì, hai ragione. Allora accetti? >
< Con molto piacere > disse infine Ran ritrovando il suo sorriso perso.

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Capitolo 33
*** Sul fronte del santuario ***


Dopo aver organizzato una riunione molto segreta dove a partecipare erano i membri rimasti della centrale di polizia, Federico, il Capitano Harlock, Inuyasha e Kakashi Hatake, Goro non faceva altro che passeggiare su e giù per la stanza in maniera alquanto nervosa
< Dobbiamo stare molto attenti ai traditori che ci stanno attorno > aveva cominciato a dire Goro < Per questo rimanere in città è troppo pericoloso. Abbiamo bisogno di un altro nascondiglio.
< Muoversi in questa città senza che nessuno lo venga a sapere è tremendamente difficile > replicò Kakashi < Nemmeno se ci muoviamo nell’ombra rischiamo di non essere visti… La situazione è già abbastanza compromessa ora. >
< Allora? Non avete in mente niente? > domandò Ryo.
< Siamo completamente controllati contro la nostra volontà e non abbiamo passaggi segreti sotterranei in grado di farci muovere indisturbati. >
< Non possiamo rimanere qui rinchiusi come topi senza sapere come si sta muovendo il nostro nemico. È troppo snervante. >
< Parli tu che non fai altro che prendere decisioni affrettate con il rischio di finire in guai molto seri > fece Saeko squadrando malamente Federico.
< Il nostro nemico è sempre più forte uccidendo la povera gente come noi quando più gli aggrada. Dobbiamo fare qualcosa. >
< L’unico modo per controllarli è dal santuario dove io, Kagome, Sango e Miroku preghiamo le anime degli spiriti morti durante le battaglie più feroci. >
< Stai parlando del vecchio santuario maledetto che sta in cima alla collina, Inuyasha? >
< Adesso non è più maledetto, Capitano Goro. Siamo riusciti a scacciare i demoni grazie anche al vostro aiuto. >
< Tornare in quel posto mi rievocano brutti ricordi > mormorò Ryo.
< Brutti ricordi che devi sforzarti ad affrontare. Se non affronterai mai le tue paure, ti sentirai sempre un debole. E tu non vuoi che succeda, vero Ryo? >
< Che cosa dovrei fare? >
< Nascondetevi nel Santuario per tutto il tempo possibile. Lì potremmo controllare meglio gli spostamenti dei nostri nemici. >
< Ma sei i quattro duellanti e le loro spie verranno a sapere che ci nascondiamo fin lassù? Potrebbero attaccarci in ogni momento per ripicca. >
< Anche se ci nascondiamo qui nel tuo appartamento ci potrebbero attaccare, Saeko… Pensate quale è la decisione migliore per voi. >
Dopo essersi guardati a vicenda con sguardo convinto, alla fine decisero che l’idea di Inuyasha poteva essere rivoluzionaria.
< Va bene, ma quando ci muoveremo? >
< On questo istante. Notte e giorno non fa alcuna differenza per noi, no? >
< Ma Inuyasha, se veniamo visti… >
< E con ciò? Non possiamo muoverci liberamente come ci pare e piace? >
< Daremo da pensare ai nostri nemici, sai vero? >
< Che pensino quello che vogliono… Se non hanno motivo di attaccarci, non dobbiamo avere paura > disse coraggiosamente Inuyasha guidando la spedizione verso il santuario sulla collina.
 
 
< Ora che Kevin Mask non è più un nostro problema, dobbiamo trovare qualcun altro che possa vendicarlo e togliere di mezzo la piccola Ran > fece Jaden.
< Hai pensato a qualcuno in particolare, Jaden? >
< Kai sarebbe la persona adatta. Oppure ci sarebbe Light Yagami… >
< Light non può trascrivere più nomi del dovuto sul suo taccuino. È la sua regola e quella del suo shirigami Ryuk. >
< Al diavolo le regole. O lui fa’ quello che diciamo noi, oppure verrà considerato come un traditore. >
< No, Jaden. Non possiamo permetterci che lui e gli altri membri dei servizi speciali non facciano più parte della nostra setta. Sarebbe disastroso. >
< Alexis, loro sono solo burattini che si muovono alle nostre condizioni. Non sono altro. >
< Lo so. Ma ci hanno serviti a dovere… Almeno per ora. >
< Non possiamo solo contare sui loro compiti andati a buon fine… Bisogna pensare solo ai nostri affari perché è così che riusciremo ad impadronirci di tutta la città e seviziare coloro che sono contro di noi. >
< A proposito dei nostri nemici… Guarda chi sta salendo per la collina, Jaden. >
Vedendo il gruppo di poliziotti e altri componenti capeggiati da Inuyasha, Jaden non si preoccupò minimamente di loro. >
< Si staranno nascondendo da noi > mormorò il ragazzo con sorriso tirato < Ma non c’è posto sicuro in cui si possano nascondere. Presto li attaccheremo senza che loro se ne accorgano. >
< E come potremmo fare? >
< Mandando Light, Elle e Unibozu a spiarli. >
< A quale scopo? >
< Stanno architettando un modo per attaccarci, ne sono sicuro. Per questo si sono avvicinati a noi. >
< In questo momento Light e gli altri due stanno spiando le ricerche dei due professori di pokémon. Non so se potrebbero aiutarci in questo momento. >
< Va bene. Attendiamo il loro ritorno e poi penseremo sul da farsi. >
 
 
Il laboratorio del Professor Oak e del Professor Kappa era un piccolo palazzo malconcio che aveva assoluto bisogno di ristrutturazione.
< Spero che non ci crolli il tetto addosso, Oak. >
< Non ti preoccupare. Questo edificio ha sopportato qualsiasi intemperia. >
< Sopporterà anche le battaglie dei pokémon? >
< Questo non lo so. Ma non saremo qui a scoprirlo. >
Nel mentre i due professori stavano elaborando a sostanza che avrebbero reso i pokémon ancora più forti, furono disturbati dall’arrivo di Ash Ketchum e dei suoi amici.
< Ce l’ho fatta, Professore! >
< Ash! Ci hai spaventati. >
< Scusatemi, non volevo… In queste due master ball sono contenute due dei pokémon più feroci che si nascondevano nella parte della foresta più buia che circonda questa città. >
< Stai forse parlando di Rayquaza e di Arceus? >
< Esatto, proprio di loro. >
< Non è stato per niente facile… Abbiamo rischiato di venire colpiti dai loro attacchi, ma fortunatamente è andato tutto bene > fece Misty.
< Siete per caso stati visti da qualcuno? >
< No. Nessuno ci ha visti > ribadì Brock.
“Poveri illusi. Non vedo l’ora di scoprire che faccia faranno i quattro duellanti quando gli riporteremo questa notizia segreta.”
< Abbiamo sentito abbastanza. Dobbiamo tornare al castello > fece Light Yagami richiamando gli altri due.
< Perché? Dobbiamo provare a rubare quelle due master ball. Contengono due delle creature più devastanti che potrebbero fare molto caso alla nostra causa. >
< Alla nostra causa o… Alla causa dei quattro duellanti? >
< Abbiamo deciso di allearci con loro e sconfiggere l’altra metà di questa città. Non possiamo tornare indietro, Light. >
< Lo so. Però ne ho abbastanza di questi spargimenti di sangue. >
< Non ti sembra un po’ troppo tardi per le recriminazioni? > domandò Unibozu.
< E tu che cosa ne vuoi sapere di quello che penso? >
< Prova a tradirci… Vedrai che brutta fine farai. >
< Attento a minacciarmi, Unibozu. Io ho sempre in mano questo. >
Il diario di Light Yagami lo rendeva invincibile agli occhi di tutti.
Ma Unibozu ed Elle non sembravano per niente impauriti.
Dovevano però fare in conti con una creatura che li aveva sorpresi a spiare il laboratorio dei due professori.
< Che diavolo di creatura è questa? > domandò Unibozu disgustato.
< E’ un Pikachu… Dobbiamo andarcene finché siamo in tempo. >
< Come può un esserino simile ad un topo farti paura? >
< Meglio che tu non lo sappia. >
Lasciando Elle e Unibozu con il pokémon di Ash Ketchum, Light Yagami scappò più veloce che poté da quel pokémon.
Ma la piccola creatura non si fece cogliere impreparata.
Scatenando decine e decine di fulmini contro i suoi nemici, i tre alleati dei quattro duellanti non poterono nulla con il piccolo Pikachu.
< Pikachu, che cosa succede? >
< Pika pika… pikachu! > fece il pokémon indicando le tre spie.
< Ottimo lavoro, amico mio. >
Non avendo più via di fuga, Elle e Unibozu furono rinchiusi nel laboratorio dei due professori.
< Qui non ci daranno nessun fastidio > fece il professor Oak < E di Light Yagami? Che cosa ne facciamo? >
< Ho sentito dire che l’organo di polizia si è spostato verso il santuario di Inuyasha. Sarà lì che lo porteremo > fece Ash.
< E questo diario che tieni stretto a te? che cosa significa? >
< Non toccatelo! >
< Daccelo immediatamente se non vuoi passare altri guai. >
< Maledetti! Non avete nessun diritto… >
< Meglio se fai silenzio se non vuoi ricevere altre scariche elettriche dal mio Pikachu. >
< Pensi di farmi paura, Ash Ketchum? Ancora non sapete chi sono… >
< Sappiamo del tuo tradimento e dei tuoi crimini commessi contro la povera gente come noi. Sei l’individuo più spietato tra tutti noi. Anche più crudele dei quattro duellanti > fece Misty.
< Vogliamo proprio vedere cosa ne penseranno Saeko e gli altri… Pronto a rivederli? >
< Pensate che io abbia paura? Mi sento forte anche senza il mio diario. >
< Questo lo vedremo… Ragazzi, con il mio Charizard arriveremo al santuario in pochi minuti. Professori, voi cosa avete intenzione di fare? >
< Rimarremo ancora qui a sistemare le ultime pratiche. Le sostanze energetiche stanno per essere ultimate e presto le proveremo sul nostro Mewtwo. >
< Davvero queste sostanze riusciranno a rendere i pokémon più forti? >
< Senza ombra di dubbio… Però i pokémon che sei riuscito a catturare non avranno bisogno di queste sostanze. Sono già forti così come sono. >
< Molto bene possiamo dare il via al combattimento ad armi pari. >
< Sì Ash, ma stai molto attento: anche i quattro duellanti potrebbero avere un asso nella manica. >
< Non mi fanno paura… Presto capiranno con chi hanno a che fare. Andiamo ragazzi, non c’è tempo da perdere… Ci vediamo presto, professore. >
< A presto, Ash > disse infine il professor Oak prima di ritornare alle sue ricerche.
“Stai attento Ash… I duel masters hanno con sé creature micidiali che nemmeno tu puoi immaginare.”
< Oak, sei preoccupato per il ragazzo? >
< Temo di sì, Kappa. Ancora non sa bene a cosa va incontro. >
< Il ragazzo non è uno sprovveduto. Riuscirà a vincere questa guerra grazie all’aiuto di tutti. >
< Lo spero tanto, Kappa… Adesso analizziamo questo diario di Light Yagami. Voglio capire chi c’è dietro la morte di tutte queste persone. >
< Sei sicuro di volerlo sapere? >
< No. Però non ho altra scelta. >

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Capitolo 34
*** Evocazioni dagli inferi ***


Il diario di Light Nagami non dava nessuna risposta nemmeno dopo essere stato analizzato.
< Sembra un libro come tutti gli altri > fece il Professor Kappa < Ma allora perché nasconde un segreto così oscuro da togliere di mezzo qualsiasi essere si voglia? >
< Non lo so. Ma forse sarebbe meglio distruggerlo una volta per tutte. >
< E come pensi di fare? È un libro stregato! >
< Mewtwo, pensaci tu! >
Il pokémon creato dal professore si ergeva in tutta la sua ferocia fissando la preda dinanzi a lui.
< Devo far fuori quei due prigionieri? >
< Oh no, Mewtwo. Voglio che tu distrugga questo diario. >
< Che cosa? >
< Sì, hai capito bene. Nasconde un segreto talmente oscuro che nessuno di noi riesce ad immaginare. >
Mewtwo fissava l’oggetto con sguardo serio e confuso.
< Va bene. Ma non ho ancora capito che cosa ci troviate di mostruoso in quel diario innocuo. >
< Presto lo vedrai… Adesso distruggilo! >
Mettendo in mostra le sue arti psichiche. Mewtwo distrusse l’oggetto con le sue arti psichiche.
< Avete visto? Non è successo niente di strano. >
Ma nel mentre il diario stava continuando a bruciare, uno spirito oscuro si mostrò ai due professori, ai prigionieri e al pokémon.
< Allora è questo lo shirigami che nessuno poteva vedere… >
L’essere mostruoso fissava Mewtwo con sguardo truce e rabbioso.
< Hai distrutto il mio diario senza pensare alle dovute conseguenze… Chi sei tu? >
< Il mio nome è Mewtwo. >
< Piacere d’incontrarti. Il mio nome è Ryuk. >
< Quale è il tuo scopo in tutta questa storia, Ryuk? >
< Uccidere ogni individuo che veniva trascritto nel mio diario che hai appena distrutto. >
< Per quale oscuro motivo? >
< Per divertimento. >
< Vuoi forse dirmi che Light Yagami uccideva le persone per divertimento? > domandò il Professor Oak confuso.
< Non l’avete ancora capito? Light Yagami è l’individuo più pericoloso della città. E comunque sì, uccideva le persone per divertimento. Davvero un bel passatempo, non trovate? >
< Siete degli individui meschini e senza cuore. >
< Che cosa centro io? Io mi limitavo ad ascoltare le richiesta del possessore del mio diario. >
< Quindi anche tu sei una creatura crudele. >
< Non l’avete ancora capito? Ma adesso che avete distrutto l’unico oggetto a cui ero legato, non ho nessun motivo per rimanere qui con voi. Addio. >
< Non così in fretta! > gridò il Professor Oak < Tu non vai da nessuna parte! >
< E chi me lo impedisce? Tu? >
< No… Sarò io che riuscirò a fermarti. >
< Mewtwo, anche tu prendi ordini dagli esseri umani? Siamo proprio messi male io e te, non trovi? >
< Non lasciarti confondere, Mewtwo. Sta cercando di stabilizzarti. >
< Non è vero. Se me ne dai l’occasione, io ti aiuterò… Uccidi queste persone e liberati dalla tua prigionia. Vedrai che la libertà è molto più gradevole. >
Sentendo quelle parole, Mewtwo non mosse un muscolo.
< Allora? Cosa decidi? >
< Mi dispiace per te ma sono stato creato dagli esseri umani… E di conseguenza, devo combattere ogni individuo che mi ordinano. Ah! >
Dopo aver scagliato tutti i suoi poteri psichici contro Ryuk, quest’ultimo si dissolse improvvisamente come se fosse diventato polvere.
< Adesso il nostro nemico non ci darà più fastidio. >
< Ottimo lavoro, Mewtwo. Sei riuscito a toglierlo di mezzo in maniera eccellente e molto velocemente. >
< Sono stato addestrato per questo, no? >
< I tuoi poteri psichici sono cresciuti in maniera davvero esponenziale. Sei pronto per combattere contro i duellanti? >
< Non aspettavo altro. >
< Molto bene. Raggiungiamo gli altri, professor Kappa. >
< E dei prigionieri? Che ne facciamo? >
< Esatto. Non potete lasciarci qui. >
< Ormai siete diventati inutili per noi. Però rimanere al fresco del laboratorio non può che farvi bene. Addio. >
< No! Non lasciateci qui da soli! >
< Avete scelto l’alleato sbagliato. Mi dispiace per voi > disse infine il Professor Oak richiudendo il laboratorio.
 
 
Jaden e gli altri tre duellanti erano arrivati ad un passo da una scoperta che avrebbe cambiato per sempre il loro futuro.
< Le bestie sacre sono nascoste nei sotterranei di questo castello? >
< Puoi ben dirlo, Chazz. Presto le evocheremo e potremmo conquistare qualsiasi cosa. >
< Non dimentichiamoci che i nostri nemici sono agguerriti quanto le bestie sacre > fece Alexis.
< Alexis, ma cosa stai dicendo? Non c’è niente più forte delle bestie sacre > rispose piccato Zane.
< E non è tutto, ragazzi miei… Sapevamo che le bestie sacre erano tre. Ma nascoste negli inferi del castello esiste una creatura talmente distruttiva e maligna che non aspetta latro che tornare alla luce. >
< Di quale creatura stai parlando? >
< Lo scoprirete tutti molto presto. >
Mentre i quattro duellanti stavano elaborando un piano distruttivo che avrebbe scosso l’intera città, un forte terremoto scosse l’intero edificio.
< Cos’è stato? >
< Venite immediatamente a vedere! > gridò Rei attirando l’attenzione dei duellanti.
< Qualcuno si sta avvicinando… Chi sarà? > domandò Vegeta.
< A primo impatto riconosco Ash Ketchum e i suoi amici…. Ma quello è Light Nagami… >
< Quello stupido si è fatto sorprendere da quei mocciosi cadendo nelle loro mani. >
< Andiamo a dargli il benvenuto > fece Chazz.
< Pensateci voi, d’accordo? Io devo finire una cosa. >
< Ma Jaden, ci vorrà ancpra del tempo per riportare quelle creature in superficie… >
< State tranquilli. Ormai è solo questione di minuti… Ci pensi tu a loro, Zane? >
< D’accordo. Vegeta e Kai, venite con me. >
< Che cosa possiamo fare noi due contro quell’allenatore di pokémon? >
< Siete onorati di vedere in prima fila la loro distruzione > fece Zane prendendo Kai per il braccio < Non vorrete lasciarvi scappare questo spettacolo, vero? >
< Certo che no. >
< Molto bene allora. Andiamo. >
Una volta fermati dinanzi al portone del castello, Zane fissò i presenti con sguardo truce e spensierato.
< Vi stavamo aspettando… Ma non avrei mai immaginato che avreste portato con voi un prigioniero. >
< Tenetevelo pure! > esclamò Ash con rabbia < Ormai senza il suo diario è completamente inutile. >
< Che cosa? Hai osato farti fregare il tuo diario? >
< E’ stato un incidente > fece Light singhiozzando < Mi hanno colto alla sprovvista e… >
< Adesso taci. Non avresti dovuto fallire in questa missione. Io e gli altri miei compagni ci fidavamo di te e degli altri due ma avete miseramente fallito… Sapete qual è il destino dei falliti, vero? >
< No, Zane… ti prego… >
< Cyber Drago!  Togli di mezzo questa nullità! >
una volta evocato uno dei suoi mostri più forti, la creatura polverizzò il povero Light Yagami sotto gli occhi increduli dei tre allenatori di pokémon.
< Ora sapete a cosa andate incontro. Siete pronti per affrontarmi? >
< Metti in campo la tua creatura più forte e facciamo la finita. >
< Ma Ash, sei impazzito? >
< Abbiamo perso fin troppo tempo… Andiamo dritti al dunque. >
< Come vuoi tu… Cyber Drago finale! Vieni a me! >
La mostruosa creatura di Zayn si ergeva in tutta la sua ferocia fissando il piccolo Ash Ketchum dall’alto in basso.
< Avanti, Ash Ketchum. Chi sceglierai per contrastare la forza del mio Cyber Drago finale? >
< Credi di farmi paura? > domandò il ragazzo con tono compiaciuto < Non sai ancora contro chi ti sei messo… Rayquaza, è il tuo turno! >
Il pokémon drago che alberga nello strato dell’ozono sopra l’atmosfera terrestre fissava il drago cybernetico con sguardo furente.
< La nostra sarà una battaglia senza esclusioni di colpi. A te la prima mossa, Ash Ketchum. >
< Con molto piacere. >
Ma prima che i due combattenti si poterono apprestare a combattere, l’urlo acuto vittorioso di Jaden scosse l’intera vallata.
< Non abbiamo ancora iniziato, Jaden. Che cosa tieni in mano? >
< Le tre bestie sacre… e sono pronto per evocarle tutte assieme. >
< Ma non avevi detto che erano diventate quattro? >
< La quarta bestia la evocherò se ci saranno problemi… Ma credo proprio che non ce ne sarà bisogno… Venite a me! Uria, signore delle fiamme ardenti, Hamon, signore del tuono fragoroso e Raviel, signore dei fantasmi! Io vi evoco! >
Mentre un terremoto scosse l’intera città, le tre bestie sacre evocate fissavano gli esseri umani con sguardo demoniaco e distruttivo.
< Allora Ash Ketchum, sei pronto per combattere contro le tre bestie sacre più forti di tutti i tempo? >
Nel vedere quegli immensi mostri, Ash Ketchum decise di mantenere la calma.
Ma sarebbe riuscito nell’intento di distruggere quelle creature con i soli pokémon che aveva a disposizione?
 
 
Il terremoto che scosse l’intera vallata di Willon City non passò inosservato a Federico e ai suoi amici.
< Saeko! Guarda quelle creature! > gridò il ragazzo attirando la sua attenzione.
< Oh no… La battaglia è appena iniziata. E c’è Ash Ketchum con Rayquaza. >
< La situazione è tremendamente nefasta. Come può un singolo allenatore contrastare la forza di quei tre mostri? >
< Non lo so. Ma spero che abbia tutto sotto controllo e riesco nell’impresa di liberarci tutti. >
< Ma noi non possiamo fare niente? >
< No… A parte assistere al suo combattimento. Purtroppo agli occhi di quelle creature siamo impotenti. >
< Odio rimanere qui senza fare niente. Ci dev’essere un modo per combatterli! >
< Forse un modo c’è > fece Inuyasha raggiungendo Saeko e Federico in salotto.
< Che cos’hai in mente, Inuyasha? >
< Prima venite con me. Devo farvi vedere una cosa. >

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Capitolo 35
*** La creatura della luce ***


Inuyasha continuava imperterrito a fare il misterioso in presenza di Saeko e Federico, senza dare un minimo indizio si dove li stava portando.
< Stiamo scendendo queste scale da quasi venti minuti, Inuyasha > fece Federico con tono impaziente < Mi dici dove ci stai portando? >
< Ancora poco e lo saprai… E’ una cosa che mi è venuta in mente nel mio frugare quotidiano in questo santuario gigantesco. Non avrei mai creduto che la leggenda del Drago Arcobaleno fosse vera, e invece… >
< il Drago Arcobaleno? >
< La creatura della luce che può salvarci… Magari starà a voi guidarlo contro quele dannate creature che Ash Ketchum deve affrontare da solo. >
Una volta arrivati in fondo alla scalinata, Inuyasha aprì la porta di una stanza che non veniva utilizzata da un sacco di anni, e quello che fece vedere a Federico e a Saeko fu davvero incredibile.
< Cosa? Vuoi dirmi che in questa statua è racchiuso l’anima del Drago Arcobaleno? >
< Esatto. >
< E come faremo ad evocarlo? >
< Questo ancora non lo so… Ma se cercherai il suo aiuto, il Drago Arcobaleno non si farà attendere e ascolterà le tue richieste. >
< Tutto questo è tremendamente surreale… E se ciò non dovesse accadere? Avrò fatto solo la figura dello scemo. >
< Non abbiamo altre possibilità, Federico. O provi ad evocare il Drago Arcobaleno, oppure il povero Ash Ketchum non riuscirà mai a sconfiggere quelle tre creature da solo. Lo capisci, vero? >
< Saeko, tu che cosa pensi in tutto questo? >
< Veramente non so cosa dire… >
< Anche se i tuoi amici compreso io ti daremo man forte in questa occasione, sarai solo tu che dovrai sconfiggere quel nemico. >
< Io?! Ma non so nemmeno come evocarlo! >
< Te l’ho detto. Abbi fiducia in questa statuetta. Vedrai che il Drago Arcobaleno non tarderà ad arrivare. >
Fissando confusamente l’oggetto che Inuyasha gli aveva dato, Federico sforzò di crederci.
< Gli attacchi di quei mostri sono davvero potenti > fece Saeko preoccupata < Se andrà avanti di questo passo, distruggeranno prima la vallata e poi la città… Federico, devi intervenire immediatamente. >
Con il cuore che gli balzò in gola, alla fine il giovane ragazzo cercò di farsi forza per andare ad aiutare l’allenatore.
“Sono arrivato in questa città con la consapevolezza che dovevo ritrovare me stesso, e adesso dovrò combattere contro quelle tre brutali creature da solo.”
< Va bene. Andrò immediatamente… >
< Federico, non mollare. Ti saremo vicini con lo spirito. >
< Già, lo sospettavo. >
< Che cosa state farfugliando voi tre? > domandò Ryo all’ingresso del santuario.
< Non vi vedevo tornare da un sacco di tempo. Che è successo? > mormorò curioso Goro.
< Vi spiegherò io tutto più tardi. Adesso Federico ha una missione molto pericolosa da portare a termine. >
< Spero che non vorrai combattere contro quelle creature… >
< Purtroppo non ho altra scelta, Capitano. Il destino mi ha scelto per riportare la pace in questa città e non posso tirarmi indietro. >
< Ma è una follia! Che ti è venuto in mente? >
< Capitano, so che è terribile non poterlo aiutare, ma Federico deve riuscire in questa impresa da solo. Senza il nostro aiuto. >
< Ma come… >
< Riuscirò a farcela. State tranquilli. >
< Federico… Che il Drago Arcobaleno possa guidarti alla vittoria. >
< Ho fiducia in lui… Come ho avuto fiducia quando mi hai dato questa statuetta… Non ti deluderò. >
< Bravo. È quello che volevo sentirti dire. >
< Buona fortuna, Federico. >
< Grazie… Grazie a tutti. Spero di tornare con le ossa tutte intatte > scherzò il ragazzo.
Ma prima che Federico potesse uscire dal santuario, Saeko gli saltò addosso dandogli un ultimo abbraccio di conforto.
“Accidenti! Così finirà per farmi arrossire.”
< A presto, Federico. >
< Sì… a presto… >
 
 
Mentre la battaglia stava imperversando, le tre bestie sacre non davano pace al povero Rayquaza.
Ash Ketchum doveva proteggersi dai tre colpi simultanei che le bestie leggendarie non smettevano di mandare contro il povero pokémon.
< Arrenditi, Ash Ketchum. Non hai nessuna speranza contro di noi. >
< Rayquaza! Attacco iper – raggio! >
Mentre il povero drago era allo stremo delle forze, riuscì a colpire lo stesso le tre bestie ferendole lievemente.
< Ci vorrebbe che tu avessi un altro asso nella manica… Peccato che invece sei con le spalle al muro. >
< No! Io non mi arrendo! > gridò l’allenatore.
< Ash, se hai a cuore la tua vita, ti consiglio di farti da parte > mormorò Misty.
< Misty ha ragione. Nemmeno con Rayquaza abbiamo speranze di batterli. >
< Silenzio! Non mi arrenderò per nessuna cosa al mondo… E poi in questa sfera ho il creatore dei pokémon. Forse lui può darmi una mano. >
< Che cosa state farfugliando voi tre? Volete forse arrendervi? >
< Mai! Arceus! È il tuo turno! >
L’immenso pokémon creatore dell’universo fissava le tre bestie leggendarie senza paura.
< Arceus… Non so che razza di creature hai con te Ash Ketchum, ma non ti servirà a niente. La tua speranza si affievolirà improvvisamente. Stai a vedere… Bestie leggendarie! Finite Rayquaza con il vostro attacco finale. >
Fissando in maniera rabbiosa il pokémon drago, le tre bestie leggendarie si accanirono contro di lui facendolo fuori con l’ennesimo colpo potente che scombussolò l’intera valle.
< No! Rayquaza! >
Ormai per il povero pokéMon non c’era più niente da fare.
< Bene… Adesso però renderemo il combattimento ancora più interessante. Sei pronto? >
< Che cos’hai in mente di fare? >
< Scatenerò la bestia perfetta che sarà in grado di uccidere il tuo Arceus in un solo colpo… Sei pronto? >
Con il terrore che gli scorreva nelle vene, Ash Ketchum e i suoi amici videro come Jaden unì le tre bestie sacre in un’unica e spaventosa creatura.
< Ragazzi miei, date il benvenuto ad Armityle, il fantasma del Caos! >
La creatura mostruosa fissava i presenti con sguardo serio e indifferente, consapevole della sua enorme forza.
< Con questa creatura invincibile sarò il nuovo padrone prima di questa città e poi di tutto il mondo e tutti gli abitanti di questo pianeta sapranno di cosa io e la mia bestia siamo capaci… Sarai tu a provare per primo la sua forza. Sei pronto, Ash Ketchum? >
< Ash! Dobbiamo andarcene via da qui! >
< Ormai non avete nessuna speranza, ragazzi. La mia creatura vi cercherebbe anche in capo al mondo. Non avete scampo. >
< Va bene… Anche se questa fosse la mia ultima battaglia, combatterò con onore. >
< Fermati Ash! Non sarai da solo! >
Il grido del Professor Oak risuonò in tutta la vallata interrompendo il combattimento.
< Forse siamo arrivati qui tardi, ma vedo che non sei ancora stato sconfitto. >
< Professore, il mio sfidante è troppo forte. Hai visto quali creature possiede, no? >
< Non darti per vinto. Arceus è un pokémon magnifico che riuscirà a proteggerti. >
< Ne dubito fortemente. >
< Tu guidalo dignitosamente. Vedrà che saprà ripagarti. >
< A te la mossa, Ash Ketchum. Non aspetto altro. >
< Va bene, l’hai voluta tu… Giudizio finale, Arceus! >
Improvvisamente, il cielo sopra di loro divenne oscuro e tetro allo stesso tempo.
Senza essere minimamente preoccupato, Jaden guardò l’evolversi delle cose.
< Rispedirò quella creatura negli inferi e libererò per sempre questa città! >
Mentre Arceusa travolse il suo avversario in un vortice che l’avrebbe risucchiato, Armityle non fu minimamente ferito.
< Ahahah è tutta qui la tua forza? Ma non farmi ridere! Stai solo perdendo il tuo tempo. >
< Non è possibile… Non gli ho fatto nemmeno un graffio… Adesso sì che sono in guai molto seri. >
< Preparati, Ash Ketchum. Sarai tu che andri nell’oblio. La forza distruttrice di Armityle è troppo devastante per chiunque. Adesso colpiscilo con tutta la tua potenza! >
Ma prima che la bestia sacra potesse causare il suo attacco finale, l’urlo in cima al santuario interruppe una seconda volta il combattimento.
< Adesso chi diavolo è che ci interrompe?! >
Vedendo che si trattava di Federico, la rabbia di Jaden aumentò vertiginosamente.
< Tu! Che cosa credi di fare con queslla statuetta insignificante che hai in mano? >
< Riporterò la pace in questa città una volta per tutte, sconfiggendo i dannati come te, i tuoi compagni e le tue spie. >
< Voglio proprio vedere come. >
< Sei pronto per conoscere la forza del Drago Arcobaleno? >
< No… Tu non sei in grado di evocarlo… Solo una forza sconosciuta può farlo. >
< Questo è tutto da vedere. >
Concentrando l’energia nella statuetta e mentre il cielo divenne improvvisamente bianco, l’oggetto cominciò a sprigionare lo spirito di un enorme drago colorato che fissava con sguardo irruento la sua preda.
< Jaden Yuki, preparati al combattimento finale. Questa volta non avrai scampo. >
< Credi davvero di sconfiggermi? >
< La luce oscurerà per sempre le tenebre. È solo questione di minuti. >
< Allora vai! Attaccami con il tuo colpo più forte e facciamola finita. >
< Come vuoi tu. >

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Capitolo 36
*** L'inizio del futuro ***


Mentre tutta la popolazione di Willon City assisteva al combattimento con il fiato sospeso che avrebbe per sempre deciso il loro futuro, Federico divenne una cosa sola con il Drago Arcobaleno.
La forza dirompente di quella creatura aveva bisogno dello spirito del giovane ragazzo per riuscire a dare il meglio di sé.
Ma sarebbe riuscito a salvare tutta la città e a rendere il futuro degli abitanti degno di essere vissuto?
< Non sei degno di guidare il Drago Arcobaleno! Tu non fai parte di questo mondo e non sei un duel master! >
< Posso diventarlo, sai? Anche se solo per pochi minuti. >
< Voglio proprio vedere come farai… Il mio Artimyle ha molti più pnti del tuo drago. >
< Ma non ci sarà solo il Drago Arcobaleno… Arceus! Attacca di nuovo il tuo nemico! Gigaimpatto! >
Mentre il pokémon si trasformò in una specie di meteora colpendo Armityle con tutto il suo corpo, subito dopo fu la volta del Drago Arcobaleno.
< Non ti aspettavi questo colpo simultaneo, vero? >
Ma Jaden non si mosse di un millimetro, fissando la scensa con sorrisetto compiaciuto.
< Adesso ti metti pure a ridere? >
< Sì… Perché non hai ancora capito contro chi sei andato incontro. >
Mentre Armityle si rimise in posizione senza essere minimamente ferito, si stava preparando a scaglire il suo attacco più potente.
< Preparatevi! State per conoscere la vera forza della carta più forte di duel masters. Vai Artymile! >
Ma il mostro non si mosse per alcuni secondi, fissando solo il giovane Jaden Yuki.
< Che cosa stai facendo Artymile? Attaccalo! >
Ma invece di attaccare il nemico, Artymile distrusse con un solo l’intero castello, causando un sacco di vittime.
< Oh no! Ragazzi! >
< Quel mostro è totalmente fuori controllo > fece Misty spaventata.
< Ragazzi, allontanatevi subito da qui prima che sia troppo tardi. >
< Artymile! Non dovevi distruggere il castello, ma il Drago Arcobaleno e Arceus! >
Ma la creatura non ascoltò gli ordini di Jaden.
< Nessuno mi aveva mai ordini… Tu, stolto ragazzo che mi hai risvegliato dal mio sonno, la pagherai! >
Accanendosi contro il giovane Jaden, la creatura lo polverizzò con una sola mossa, mentre un enorme polverono ricoprì tutta la vallata.
Nessuno riusciva a capire che cosa stava succedendo.
Il fuoco e le nube nere avevano ricoperto ogni cosa.
< Adesso ritocca a me… Charizard! Spazza via queste nubi nere! >
Appena il pokémon di Ash rese la visibilità più nitida, Federico e tutti i presenti rimasero sconcertati dal disastroso impatto che aveva avuto Armityle.
In solo poche mosse aveva distrutto mezza vallata di Willon City e il castello, uccidendo tutti i quattro duellanti e le loro spie.
< Ragazzi… è finita > fece Federico inchinandosi a terra < Non avrei mai creduto che quella creatura si fosse ribellata ad un duellante come Jaden… >
< Federico! Ragazzi! >
Saeko, accompagnata da Goro e da Ryo, accorsero sul luogo di battaglia vedendo con i loro occhi l’intera devastazione.
< Quelle creature erano davvero micidiali > fece  Ryo < Ma com’è possible che Armityle si fosse ribeellato a Jaden? >
< Perché quella creatura non voleva essere risvegliata e non voleva essere sottoposta agli ordini di Jaden. >
< Dobbiamo dire che questa è stata la nostra fortuna > fece Ash < Altrimenti non so come ne saremmo usciti. >
< Già… Adesso che è totalmente conclusa la nostra vventura, tu puoi andartene quando vuoi Federcio. >
< Ma come? Ci lascia subito? >
< Ryo, ha concluso la sua missione salvandoci tutti. >
< Ma io non ho fatto nulla… >
< Come nulla? Hai avuto il potere di controillare il Drago Arcobaleno > fece Inuyasha < Nessuno c’era mai riuscito prima. Quindi sei un eroe a tutti gli effetti. >
Federico non riusciva a credere nella missione conclusa.
Adesso poteva tornare alla sua vita normale.
Ma aveva davvero concluso tutti i conti in sopseso di ogni suo amico di Willon City?
 
 
La macchina era pronta per partire destinazione Osaka.
Quel giorno non avrebbe avuto nessun ostacolo, a parte la mancanza dei suoi amici più stretti.
< Adesso che me ne vado voi ch cosa farete? >
< Torneremo alle nostre vite normali > fece Ryo < Con la consapevolezza che non ci sarà più nessuno che controllerà noi e questa città. >
< Quindi rimarrete tutti qua? >
< Esatto. In fondo questa città e la convivenza comune ci piace molto > rispose Saeko.
< Però questo vuol dire che noi poliziotti perderemmo ogni singolo lavoro visto che abbiamo finalmente conquistato una pace tanto agognata. >
< Anche se non dovremmo risolvere missioni complicate, ci sarà sempre da mantenere la pace in città > spiegò Goro < E poi dobbiamo ricostruire la nostra centrale e il locale Occhi di gatto. Quindi abbiamo tante cose da fare. >
< Avete ragione, me n’ero dimenticato. Non posso andarmene dopo le distruzioni causate da quei vili duellanti. >
< Non ti preoccupare. Possiamo farcela da soli > fece Sheila.
< Ma io… >
< Tu sei rimasto qui da noi fin troppo a nlungo. Riprendi la tua vita ma non dimenticarci mai, ok? >
< Non potrei mai farlo, Matthew. >
Una volta aver salutato con commozione ogni singolo cittadino a cui era legato, Federico salì sulla sua auto per continuare il suo viaggio senza dimenticare mai i suoi amici.
Dovette fare all’incirca tre chilometri per superar euna foresta che inizialmente ra immensa, ma quando vide le indicazioni per Osaka un senso di nostalgia pervase la sua mente.
“Mi giro di scatto e Willon City sembra scomparsa per sempre… Non ho ancora deciso se tornerò, ma la cosa  più importante è che adesso tutti siano realmente felici. Arrivederci amici miei, non vi dimenticherò mai.”
 
 
Cercando di tornare alla vita normale di sempre, gli unici che non erano ancora del tutto felici erano Ryo e Saeko.
< Ryo, dobbiamo colmare il nostro vuoto > fece Saeko con tono triste < Mayu non ci perdonerà mai. Ormai dobbiamo prenderne atto. >
< Sì, purtroppo hai ragione… Cerchiamo di essere lo stesso felice, ok? >
< Non so se ci riuscirò. >
< Certo che ci riuscirai. Anche perché tu non riesci ad essere triste per tutta la vita. >
La voce srena e felice della bambina fece scomparire in pochi secondi l’infelicità di Saeko e di Ryo.
< Mayu! Nopn sapvo che tu eri qui! >
< Sorpresa vero? Dopo tutti questi giorni di battaglie e di paura di morire, ho deciso che non posos portarvi rancore per sempre… Dobbiamo essere una famiglia unita e forte. E posso farlo solo con voi due. >
Sentendo quelle parole piene d’amore, alla fine Saeko strinse la bambina scoppiando a piangere.
< Ti ringrazio, Mayu. È bello sentirtelo dire. Io e Ryo ti promettiamo che non ti faremo mai mancare nemmeno un secondo del nostro affetto. >
< Ne sono sicura… Però adesso basta stringermi. Mi stai sioffocando. >
< Oh, scusa. >
< Ha ragione. Lasciala stringere anche a me. >
< Sono felicissima mamma e papà… Quale sarà la nostra prima cosa da fare come famiglia felice? >
< Io per esempio averi voglia di un bel gelato > propose Ryo < E voi? >
< Conosco un localino qui vicino che lo fa buonissimo > disse invece Saeko < Tu che ne pensi, Mayu? >
< Dico chde è una splendida idea. Andiamo! > fece la bambina facendo ritrovare la serenità ad una coppia bellissima e solida che si sarebbe consolidata nel corso di tutti gli anni trascorsi insieme.

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