L'Isola Degli Dei

di elelunare
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stelle, schiuma, notti insonni ***
Capitolo 2: *** Rifornimento ***
Capitolo 3: *** God Valley ***
Capitolo 4: *** Minaccia ***
Capitolo 5: *** Allenamento? ***
Capitolo 6: *** Incontri ***
Capitolo 7: *** Strane visioni e temporale ***
Capitolo 8: *** Biscotti ***
Capitolo 9: *** Riunione segretissima e deliri ***
Capitolo 10: *** Tu, lei...e l'altro ***
Capitolo 11: *** Nuovi turni, nuovi casini ***
Capitolo 12: *** Malessere e squilibrio ***
Capitolo 13: *** Combinaguai ***
Capitolo 14: *** Completo disastro ***
Capitolo 15: *** Dentro ***
Capitolo 16: *** Ricostruire ***
Capitolo 17: *** Vendetta ***
Capitolo 18: *** Festa ***
Capitolo 19: *** Notte insolita ***
Capitolo 20: *** Nuovo giorno, nuova sfida ***
Capitolo 21: *** Sfida infinita e spie ***
Capitolo 22: *** Gioco da neonati ***
Capitolo 23: *** Mare d'arcobaleno ***
Capitolo 24: *** Ultima prova ***
Capitolo 25: *** Dura prova ***
Capitolo 26: *** Celebrazione ***
Capitolo 27: *** Troppo bello ***
Capitolo 28: *** Tutto storto ***
Capitolo 29: *** Proviamo? ***
Capitolo 30: *** Il buco nero ***
Capitolo 31: *** Illusione o realtà? ***
Capitolo 32: *** Mostri, disegni, fantasmi e tsunami ***
Capitolo 33: *** Due fazioni ***
Capitolo 34: *** Guerra sulla Sunny ***
Capitolo 35: *** Finalmente ***



Capitolo 1
*** Stelle, schiuma, notti insonni ***


“Ci assomigliano ...forse sono loro”

Robin fissava fuori dalla finestrella, lo sguardo puntato sul cielo trapuntato di stelle. Una mano un po' callosa percorse verso l'alto la sua schiena nuda.

“Ancora?..Non ti sei stancata di fissare ogni sera per aria?”

L'archeologa sbuffò divertita e basta, rimanendo seduta e tenendosi solo il lenzuolo sui seni. “Sarà come trovare un ago in un pagliaio..” commentò poi con una certa stanchezza.

“Ecco, appunto. Quindi vieni qui e non pensarci adesso” gli disse lui afferrandole il braccio e tirandola delicatamente a sé. La mora ritornò distesa vicino all'uomo che prontamente le si mise quasi sopra, bloccandole la vista del soffitto di quella che era la palestra circolare della nave. Così facendo, lui si scoprì quasi del tutto.

“Non hai freddo, spadaccino?” gli chiese lei studiando ogni suo lineamento mascolino.

“Io non ho mai freddo, dovresti saperlo”

Robin alzò le sopracciglia annuendo. “Giusto, come quella volta che rifiutasti la mia giacca..”

“Sono stato uno stronzo con te, lo so”

“Davvero?” Robin lo fissò curiosa.

“Sì. Però avevo le mie ragioni all'inizio”

“Mm..”Annuì lei. “Non posso darti torto”

“Però sono stato uno stronzo” ammise ancora Zoro fissandola.

“Ovvio” Scherzò lei confermandolo, sotto sotto era compiaciuta di sentire quella confessione. “Quindi?..”

“Quindi.. dovrò farmi perdonare lo sai, te l'ho già detto” fece lui iniziando a baciarle il collo. “Non dirmi che sei già stanca..”

“Ah..vorresti dirmi che vuoi farti perdonare così? Però..è già l'alba se non te ne sei accorto”

“C..che?!?” fece lui alzando la testa e cercando la finestrella in alto. Era vero, il cielo si stava tingendo di rosa!

“Non abbiamo chiuso occhio stanotte, samurai..mfu, fuh! Probabilmente sarò uno zombie per tutto il giorno” disse la mora iniziando a grattare la schiena muscolosa del verde.

“Beh, io dormirò..se vuoi puoi riposare un po' qui...mah-hah! Non andare giù così...ha-ha!” Zoro non voleva ammetterlo ma soffriva il solletico..e comunque la sua proposta non era fattibile, lo sapeva pure lui.

“Abbiamo ancora pochi minuti mi sa..rilassati” lo stuzzicò lei ancora.

Dopo poco, i grattini si trasformarono in carezze, poi lei lo abbracciò e chiusero tutti e due gli occhi.

Quella era stata la serata dedicata a loro, il turno di notte di Sanji, era andato tutto alla perfezione..quei turni ben orchestrati funzionavano alla grande.

Erano passate due settimane dalla partenza dall'isola di Shade e la ciurma aveva fatto una sola sosta in un isola fortuita per fare un piccolo rifornimento, erano ripartiti subito dopo. Rubber aveva fretta, e Nami era su di giri per via degli indizi scoperti da Robin riguardo il famigerato “Anno del Drago”, a dirla tutta erano tutti entusiasti e speranzosi viste tutte le ultime novità. Nel frattempo Zoro, Robin, Nami e Sanji avevano mantenuto il loro segreto e avevano attuato il piano per incontrarsi di nascosto e stare un po' insieme (Nami e Sanji di solito si vedevano in biblioteca, mentre la palestra era un luogo tutto per lo spadaccino e l'archeologa..anche se non era mancata l'occasione di usare la camera delle ragazze quando una delle due era di turno). Nessuno dei quattro aveva aperto bocca a riguardo, avevano tutti qualcosa da custodire..di certo non si poteva però dire che ora andassero tutti d'amore e d'accordo!

 

-TOC! Toc!-

 

“Ehi! Testa d'alga! Io ho finito...Vado!”

Sanji bussò da sotto e spifferò ai due quell'avvertimento prima di scendere la scaletta diretto in cucina, non attese risposta. D'altronde aveva ancora da fare, doveva preparare la colazione per la ciurma prima di andare a riposare.

Zoro alzò la testa intorpidito e Robin aprì lentamente gli occhi, sorrise.

“Non capisco perché si rivolge solo a te ..” commentò lei.

“Mm.. è perché non accetta ancora il fatto che siamo insieme quassù.. è invidioso, quel ricciolo” bofonchiò lui affondando poi la testa tra i seni di lei.

“Non può essere invidioso...ha Nami, e non l'ho mai visto più felice, siete solo troppo diversi...diciamo come il giorno e la notte” fece lei accarezzandogli la testa. Zoro sbucò dal suo nascondiglio.

“Puoi dirlo forte!” commentò, schiantandole poi un bacio sulle labbra che presto diventò profondo.

 

 

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“BUONGIORNO ragazze!! Vi vedo beneeee! Anche se gli occhi non ce li ho! Yohohoho!!” Brook apparve all'ingresso della cucina sistemandosi il papillon nero. Fissava il fondoschiena della rossa in realtà.

Nami si girò e gli diede un pugno in testa, il teschio volò via di qualche metro. “Smettila, pervertito!!” gli gridò furiosa e poi si rivolse di nuovo a Robin, le si sedette vicino. La mora stava sorseggiando una tazza piena di caffè.

“Ehi...noto che ci vai giù pesante!” commentò Nami.

“Devo. Sono più nel mondo dei morti che dei vivi oggi..” Robin faceva fatica a tenere gli occhi aperti. La rossa le si avvicinò, aveva pure notato che la camicia dell'archeologa era abbottonata in modo sbagliato, era strano perché sapeva che l'amica era molto precisa e attenta ai dettagli.

“Non ti ha fatto chiudere occhio, giusto?” le sussurrò con fare furbetto.

“Eh?..” rispose la mora in un altro mondo. Fissò stranita l'amica e un po' arrossì, ovvio che aveva capito la domanda. Nel frattempo Brook aveva recuperato la sua testa e, nel momento in cui se la riposizionò al suo posto, Rufy gli saltò in groppa ridendo e sbraitando. Il teschio rotolò nuovamente a terra.

“YAHOOO!!! Ho sentito bene?! Nami! Hai individuato una nuova isola??!!”

“Sì, capitano. Potremo di nuovo fare rifornimento” gli rispose lei guardandolo male.

“BENE!!! Chissà se ci sarà della carne sugosa!!! Dove siamo stati l'ultima volta non c'era nulla di buono...UFFA! MA SANJI DOV'E'???!! Ancora sta roba??!”

“Si sta riposando, cretino! Ha fatto il turno!! Mangia quello che c'è e sta tranquillo!” Nami era davvero spazientita, come al solito le bastava poco per perdere la pazienza.

Dopo poco arrivarono un po' tutti, fecero colazione e lasciarono la cucina diretti alle loro faccende. Nami aspettò che tutti se ne andassero per parlare all'archeologa che, in tutto quel lasso di tempo, era rimasta nella stessa posizione in uno stato catatonico, la sua tazza era ancora a metà.

“Oggi non ce la farò” commentò ad un tratto, stupendo la rossa.

“Ah ha ha! Ma dai! Hai solo bisogno di riposare Robin!” poi la navigatrice abbassò la voce “Scommetto che Zoro dormirà per tutto il giorno”

“Non posso dormire..devo concentrarmi su quella cosa, lo sai. Il tempo è prezioso.. AH..non ho più l'età per certe cose...per far tardi...” Robin pareva pure depressa ora!

“Ma! Ma che cosa dici?! Tu sei ancora giovane amica mia!” Nami se la rideva sotto i baffi, di certo quello spadaccino doveva averla strapazzata per bene quella notte. Poi le venne in mente ciò che doveva dirle e ritornò seria.

“Robin..io avrei bisogno di parlarti di una cosa...cioè, vorrei un consiglio”

La mora la fissò incerta, sembrava non mettesse bene a fuoco ciò che guardava.

“..Però sarà meglio che rimandiamo ad un altra volta. Ascolta me! Vai a riposare, ci vediamo oggi pomeriggio, ok?”

Detto questo la rossa sparì facendo “ciao-ciao” con la mano, Robin la seguì con lo sguardo finché non svanì.

Dopo dieci minuti abbondanti l'archeologa finì lentamente la sua tazza di caffè e poi, sfinita, decretò che non ne avrebbe ricavato nulla di buono in quello stato, quindi si chiuse nella camera delle ragazze, si infilò sotto le coperte e buonanotte mondo.

 

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“Quindi recapitolando...Sanji si sta giustamente riposando.. Zoro sta ingiustamente dormendo.. Rufy è debilitato perché ha fame e Robin è nel mondo dei sogni. Daccordo, se ci attaccassero ora, saremmo nella cacca più totale!” Usopp iniziò a sudare freddo, il sole stava pure calando. “Che poi che cos'ha Robin?!”

“Mah...non ha dormito tutta la notte...sai..troppi pensieri..per via di quelle stelle..la sta prendendo troppo sul serio. Ora andrò a svegliarla, è quasi ora di cena” fece frettolosamente Nami, mentre notava lo spadaccino uscire finalmente dalla botola della palestra. Anche il cecchino poi se ne accorse.

“Ah! Siamo salvi! ...Eh..non si sa mai, con il governo sempre alle calcagna....e quel tipo inquietante...Teach, mi sembra..” Usopp continuò il suo discorso ma la rossa si defilò andando in direzione del verde.

Gli si avvicinò, si guardò attorno assicurandosi che nessuno si accorgesse, e gli dedicò il secondo pugno della giornata. Zoro urlò di dolore e gli scagliò un occhiataccia.

“Ma...che cazzo fai, eh??!” gli sbraitò dietro.

“Trattala meglio, disgraziato!” gli ruggì dietro lei e se ne andò.

“Ahh?!!” Zoro non capì nulla al momento, si grattò la testa e si diresse in cucina maledicendo Nami sottovoce. Incrociò pure Chopper che, zompettando, prima lo salutò con un sorriso e poi lo annusò un po' stranito. Allo spadaccino ricordò qualcosa, ma fu troppo assonnato ancora per capire bene che cosa. Sì, fu uno di quei strani momenti che lui ormai aveva definito “dre jia viù”.

 

–--

 

Durante la cena la navigatrice annunciò a tutti che l'indomani sarebbero arrivati ad un'isola individuata dal log pose, e che sembrava un isola abbastanza grande e tranquilla da quello che “diceva” lo strumento al suo polso. Dopo questa bella notizia furono tutti più tranquilli, risero, mangiarono e bevvero sereni.

Il primo ad alzarsi da tavola fu Franky.

“Ragazzi, io vado a fare il mio turno, notte a tutti!”

I ragazzi salutarono il cyborg e Sanji iniziò a sparecchiare aiutato dalla navigatrice, che ormai aveva preso il ruolo di aiutante in cucina da due settimane. Nami aveva dichiarato di aver perso una scommessa con Robin e che ora era “costretta” a dare una mano al cuoco, insomma, si era inventata una bella scusa.

Ben presto si dileguarono tutti, solo i famigerati quattro rimasero in quella stanza. La rossa e il biondo iniziarono a lavare i piatti scambiandosi sorrisi sfuggenti, mentre Zoro finiva l'ennesimo bicchiere di sakè e Robin, dalla parte opposta del tavolo rispetto a lui, era assorta nei suoi pensieri.

Passò qualche minuto, i rumori nella nave si attenuarono, segno che gli altri erano finalmente andati nelle camere a riposare.

“Quanto ci fermeremo? Intendo sull'isola...” Zoro spezzò quel silenzio.

“Quanto sarà necessario” sentenziò la navigatrice, spruzzando poi un po' di schiuma in faccia al biondo. I due iniziarono a punzecchiarsi e ridacchiare..

“Grazie dell'informazione davvero molto utile” commentò lo spadaccino spazientito, nel mentre Robin si alzò dalla sedia dichiarando di avere ancora mal di testa, e che quel dormire di giorno l'aveva proprio sfasata.

“Vado a leggere un po'..” dichiarò svogliatamente sistemandosi i lunghi capelli corvini, e i due al lavello si girarono insieme e la salutarono facendo la stessa posa con le mani piene di schiuma, si guardarono poi e si rimisero a ridere di nuovo.

“Due rimbambiti..” brontolò Zoro e si accinse a seguire la mora lasciandoli soli, nessuno dei due piccioncini l'aveva sentito.

Lo spadaccino seguì l'archeologa facendo finta di nulla e tenendo una certa distanza, attese un attimo e poi, senza bussare, entrò velocemente nella camera delle ragazze un minuto dopo di lei.

“Oh, Zoro..che fai ..?” disse soffocando un esclamazione la mora.

Il verde la studiò un attimo prima di parlare. “Come stai? Hanno detto che hai dormito tutto il giorno..”

“Non dovresti essere qui...e se qualcuno si fosse accorto..” iniziò a dire Robin abbandonando sul letto il libro che aveva tra le mani. Il tempo di appoggiare il tomo e si ritrovò lo spadaccino a due spanne da lei.

“Quei due di là...sono furbi, hanno trovato un posto dove stare insieme anche di giorno, non mi frega se qualcuno mi ha visto..mi inventerò una scusa” disse lui con una vaga preoccupazione negli occhi, le prese le spalle “..mi interessava solo fare questo”. Zoro la abbracciò e le diede un bacio molto dolce, al quale l'archeologa rispose con ancora più dolcezza. Robin sorrise in quel bacio.

“Sto bene, ok? Domani sarò come nuova” lo rassicurò dopo qualche minuto.

“Mm. E non leggere..dormi e basta” la riprese lui allontanandosi poi in direzione della porta.

“Come vuole lei, dottore” scherzò Robin.

Zoro, vedendo che la mora aveva riaquistato il sorriso, fece una smorfia soddisfatta e se ne andò richiudendo piano dietro di sé l'uscio.

Partì diretto alla camera dei ragazzi, tranquillo, sbadigliando pure.

Dall'alto della sua postazione, Franky, lo vide anche grattarsi la testa. Il cyborg si chiese se avesse visto giusto: Zoro.. che usciva dalla camera delle ragazze. Non era possibile, si disse. Poi, ripensandoci, pensò che sì, di sicuro, poteva essere! Poteva essere perché quell'uomo non sapeva mai dove andava! Di certo aveva appena fatto un altra figura da fesso! Era sempre il solito! Franky se la rise di gusto e tornò a scrutare l'orizzonte ormai oscuro.

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Capitolo 2
*** Rifornimento ***


“Mmm! Questo gelato è favoloso! Non lo dirò a Sanji comunque!”

“Mfu! Fuh! Sì, davvero! Questo pistacchio non ha eguali”

Nami e Robin erano sedute al tavolino della piccola gelateria del porto. Il sole scaldava piacevolmente, era più caldo del previsto ed infatti, appena sbarcate, le due avevano subito pensato di andare a prendere qualcosa di fresco.

Quell'isola in cui erano attraccati sembrava un piccolo paradiso: gente allegra, parchetti rigogliosi, negozietti e ristorantini...e soprattutto nessuno aveva fatto il nome “Pirati”, cioè sembrava che nessuno li avesse riconosciuti!

Prima di avvicinarsi all'isola avevano nascosto il jolly roger e si erano camuffati (Nami si era messa una parrucca bionda e Robin aveva raccolto i capelli in uno shignon mettendosi poi un largo cappello e occhiali da sole..per non parlare dei ragazzi che avevano indossato capi inusuali, barbe finte e occhialoni).

Sanji si era subito fiondato con Chopper e Rufy a cercare provviste, Usopp e Franky a rifornirsi di intrugli e arnesi vari, Zoro a cercare un bar e Brook era rimasto sulla nave (anche perché era stato impossibile camuffarlo).

“Aahh..che meraviglia questo tepore! Mm..vedo che ti sei ripresa oggi eh?” fece la rossa all'amica tra una leccata e l'altra del suo gelato alla vaniglia.

“Parliamo di quelle stelle. Dovrei cercare una libreria..” disse Robin sorridondole.

“Eh no! Visto che siamo sole...parliamo di te e Zoro! Non mi hai ancora detto quei particolari...hai sempre una scusa per deviare l'argomento”

La mora un po' sulle spine rispose incerta “Nami...non so che cosa tu voglia che ti dica..”

“Particolari piccanti amica mia! Dai dai! Sono tutta orecchi! Ad esempio...chi dei due prende l'iniziativa? Oppure.. com'è stata la prima volta? Quella che ti ricordi ovviamente! E.. ti ha fatto male?”

Nami era un fiume in piena, Robin la guardò stupita e in imbarazzo, lei non voleva rispondere a nessuna di quelle domande ma...sapeva che qualcosa doveva dirle sennò quella ragazza non l'avrebbe più lasciata in pace. Ingoiò il boccone di gelato e fece un respiro. Abbassò la testa così da coprirsi la faccia con l'ampio cappello.

“Ok, risponderò ad uno dei tuoi quesiti. Vediamo... La prima volta è stata emozionante e meravigliosa, stop.”

“Oooh! DAI VOGLIO ALTRO!! Continua!” Gli occhi stellati della rossa luccicavano di eccitazione.

“Ti ho risposto.. ora devi rispondere tu ad una domanda se vuoi che continui..”

“EH? Ok, ti dirò tutto” Nami annuì senza neanche pensarci.

“Com'è stata invece tra te e Sanji? Non considerando quella notte dove eravate ubriachi..” Robin poi alzò la testa giusto in tempo per vedere il sorriso spegnersi sulla faccia della navigatrice.

Nami si chiese come aveva fatto a capirlo. Robin era spaventosamente scaltra. Ed era anche riuscita ad avere il coltello dalla parte del manico in quella conversazione.

“Io e Sanji non l'abbiamo ancora fatto” le rispose abbassando gli occhi. Robin invece si stupì, non si sarebbe mai aspettata quella risposta, aveva dato per scontato che la cosa fosse già accaduta. Attese che la rossa proferisse altro con una punta di curiosità in faccia. Dalla sua, Nami, si disse che quello era il momento giusto per chiedere quel consiglio all'amica..per poi tornare a tirarle fuori altro, ovvio!

“Ecco..ci siamo andati solo vicini...ma non abbiamo ancora 'concluso'. Ti ricordi che ieri ti avevo detto che volevo un consiglio?.. Riguardava proprio questo” finì la rossa con un sorriso forzato. Nami studiò l'amica, sì, era proprio stupore quello che leggeva nel suo viso, quindi si era sbagliata.

“Chiedimi pure quello che desideri, Nami. Ti ascolto”

“Zoro non deve saperlo, deve rimanere tra noi”

“Questo è scontato” rispose la mora.

La navigatrice vide un sorriso gentile e sincero nell'amica, prese coraggio e sputò il rospo. Iniziò a parlare guardando il suo gelato ammorbidirsi sempre più.

“Io credo che Sanji...sia come bloccato. Cioè..si sa che è più sensibile del normale a certe cose..però non mi sarei mai aspettata così tanto. Non fraintere, io sto davvero bene con lui”

“Lo so Nami, non serve che me lo dici, ma spiegati meglio” la incoraggiò Robin.

La navigatrice prese più coraggio. “Però! Però io vorrei che...che fossimo più intimi ma lui...lui mi guarda, mi bacia, mi spoglia in modo adorabile e poi...poi ha la sua crisi, lo sai che intendo! E così non si riesce ad andare oltre...Io non voglio farglielo pesare ma...oh, spero che prima o poi gli passi!”

Nami aveva parlato in fretta, era tutta rossa in viso e Robin fece di tutto per non riderle in faccia (ritornò a coprirsi la faccia col cappello..si stava immaginando il cuoco in quella situazione). Si ripetè che non poteva assolutamente ridere, l'amica si sarebbe di sicuro offesa. Quindi cercò di scacciare il pensiero del cuoco che spruzzava sangue e andava di matto e si mise ad analizzare la situazione in modo serio.

“Nami, prima di tutto finisci quel gelato, sarebbe davvero uno spreco buttarlo”fece la mora guardando la coppetta in mano alla rossa. L'amica riprese a mangiare guardando un po sconsolata il gelato.

“Lui che dice? Come ti sembra?”

“Mah...non lo fa vedere ma è dispiaciuto credo. Fa finta di niente ma penso che stia diventando un problema grosso anche per lui”

-Povero Sanji..- pensò la mora, era un così dolce ragazzo, chissà perché era nato così.. Doveva tirare su il morale alla sua amica in qualche modo, pensò ad una possibile soluzione mentre tutte e due finivano il gelato.

“Io credo che sia solo questione di tempo. Magari dovete andare per piccoli step, in modo da far sì che lui si abbitui piano piano. Ti ricordi quando ci siamo ritrovati tutti dopo i due anni? Lui era come peggiorato..però poi gli è passata” disse Robin.

“Quindi che dovrei fare secondo te?”

“Parlargli e dirgli che la cosa va affrontata insieme. Prendetela come un gioco: potreste provare ad andare per gradi, e quando lui sentirà di non riuscire a farcela dovrete fermarvi...cioè prima che accada la sua crisi. Quando il primo step non gli farà più quell'effetto, allora proseguirete...sarà frustrante ma secondo me è l'unica soluzione. Dovrai avere un po' di pazienza...magari lo supererà prima di quanto credi”

La rossa allontanò la coppa vuota e fece un sospiro. “Lo spero proprio”

“E poi rassicuralo, incoraggialo.. da quanto dici non deve essere facile neanche per lui” disse seriamente l'archeologa mentre la rossa annuiva assorta.

“Però! Potrei provare a bendarlo!” sparò poi con occhi brillanti la rossa, e Robin ridacchiò.

“Mfu! Fuh! Sì, potresti provare! Perchè no! Magari è la strada giusta”

Nami annuì ancora sorridendo all'amica, parlare con lei le aveva fatto bene dopotutto.

“Grazie, sorellona. Lo offro io il gelato! Vado a pagare”

Con un sorriso e un vago rossore in faccia, la navigatrice si alzò ed entrò in gelateria, Robin sorrise e la vide trotterellare via. Sospirò dissentendo, sarebbe stata dura tenere la bocca chiusa su una cosa del genere con Zoro...però doveva assolutamente farlo, dopotutto era brava a mantere i segreti.

Dopo qualche attimo, Robin si sentì chiamare.

“UUEEee! Roob! Sei qua!!” Era Usopp che correva verso di lei dalla stradina sulla sinistra. Si fermò prendendo fiato davanti a lei. “Uoo! Che caldo che fa! Ehi, avete fatto bene a fermarvi qua! Approposito Robin, ho visto una biblioteca...è proprio laggiù..ne cercavi una no?”

“Sì, sì grazie. Ne cercavo una infatti” Nel mentre che l'archeologa rispondeva, la rossa li raggiunse.

“Oh, Usopp! Già finite le compere?” chiese.

“Um..non proprio, non ho trovato quello che volevo quindi pensavo di andare giù di là per vedere che cosa c'è..mentre Frank.....EETTCHIIUUUhh!!

Il cecchino starnutì così forte che si girarono tutti a vedere chi era stato, la barba nera che aveva addosso quasi si staccò. Per fortuna se ne accorse e se la riattaccò subito.

“Uaah! Non so che mi succede! E' da quando siamo sbarcati che starnutisco!” si lamentò il nasone tirando sù con il naso.

“Sul serio? E' strano...” commentò la rossa.

“Mm.. potrebbe essere che sei allergico a qualcosa nell'aria” disse la mora alzando lo sguardo verso l'alto. “Oppure ti sei raffreddato”

“Ma sto benissim......EEETTCHIIUUUhh!!!”

Usopp starnutì così forte che gli ombrelloni della gelateria tremarono. “Mio dio, un fazzoletto!!!!” si lagnò bloccandosi il naso, e Robin gliene porse uno.

“Ti converrebbe consultare Chopper a parer mio...” gli consigliò Nami.

Neanche farlo apposta, apparve il dottore con un grande stecco di zucchero filato tra le zampe. In verità si vedeva più la nuvola bianca zuccherosa che lui.

“Siete qua!” disse, sbucando dalla nuvoletta (aveva la bocca piena). Usopp si girò verso di lui, sollevato.

“Ah! Chopper! In effetti cercavo te! Non so che ho...è da quando siamo...ah..che....eeEEETTTCHIIIUUUU!!!!!!!

“AnCOrA??!!” fecero le due ragazze spostandosi.

Chopper, che si trovava davanti al nasone, fu investito dallo starnuto, lo zucchero filato gli volò via dalle zampe.

“Oh...nooo!!! USOPP COSA HAI FATTO!” esclamò la renna tra il dispiaciuto e l'incavolato.

“Mi spiace mi spiace!! Te lo ricompro! Io non volev...ah, mi serve un altro fazzoletto!!!” si agitò sempre di più il cecchino.

“Mi sa che è come ha ipotizzato Robin” intervenne la rossa “ Guardate!”

Nami stava indicando in alto, non si notava molto ma se si guardava bene si vedevano delle cose piccole fluttuare nel cielo, potevano essere benissimo dei pollini di qualche albero.

“Dopotutto questa è un isola primaverile, gli alberi sono in fiore...è plausibile che tu possa essere allergico a questi pollini!”disse ancora lei.

“Sì, Nami ha ragione!” affermò la renna.

“Quindi è meglio che vada alla nave...” fece Usopp sconsolato.

“Eh no! Vieni con me in biblioteca invece!” lo afferrò la renna “Devo documentarmi su questi alberi e trovare un rimedio in caso ti succeda di nuovo!”

“Ma starnutirò come un matto!!!” si lamentò lui.

“No, se ti metti questo!” gli disse la navigatrice sfilandosi il suo foulard e arrotolandoglielo sul naso, alla fine fece anche un bel fiocco. “Ecco qua! Respira con la bocca no?!”

Robin fece di tutto pur di non ridacchiare e la renna portò via il cecchino avvilito.

“Aspetta, Chopper! Vengo con voi!” si affrettò la mora ma la rossa la trattenne.

“Ehi, noi non abbiamo ancora finito di parlare!” le disse con un occhiata che faceva intendere tutto.

“Nami, mi è appena venuta in mente una cosa importante, devo verificarlo in biblioteca! Vediamo se sono fortunata” disse Robin, pareva entusiasta.

“Ah...ok, allora vengo anche io”

I quattro partirono diretti al negozio di libri.

 

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Franky camminava diretto alla nave trasportando un mega fagotto, aveva fatto una bella scorta, peccato per il cecchino che si era dileguato senza concludere nulla.

-Magari avrà trovato qualcosa di utile dall'altra parte del paese..- pensò il cyborg e nel mentre vide qualcuno di sua conoscenza uscire da un negozio. Guardò meglio, quella era una farmacia.

“EHI! Spadaccino!” gli urlò dietro (era meglio non chiamarsi per nome visto che ora erano molto conosciuti).

Zoro si voltò di scatto verso chi chiamava sistemandosi la visiera del cappello, pareva un po' sorpreso. Si avvicinò a Franky in modo teso.

“Ti sei di nuovo sbagliato, eh? Quella è una farmacia, non un bar!” Franky si mise a ridere e il verde si rilassò.

“Sì...me ne sono accorto..ehm, mi sono distratto” disse mettendosi le mani in tasca.

“Guarda, se torni indietro, sulla sinistra, c'è un posticino interessante, sono convinto che siano ben forniti lì” disse il cyborg allungando una mano robotica per far segno all'amico del posto preciso.

“Oh, grazie, proverò allora” gli rispose Zoro.

“Io devo andare a portare questa roba alla nave, magari ci becchiamo dopo”

“Ah, sì...ti serve per caso della cola?”

“No no...di quella ne ho in abbondanza” fece Franky allontanandosi, poi si girò un attimo verso l'amico “Ehi, è gia la seconda volta che ti vedo uscire da un posto sbagliato in 24 ore...ce l'hai un lumacofono almeno?”

“Eh?..Sì, ma che intendi?” rispose lui con una faccia strana.

“Mah, nulla, vado!” gli rispose Franky sorridendo, quelle cose pesavano, non vedeva l'ora di metterle giù.

-BOH!- pensò Zoro, avviandosi al famigerato bar. Lui comunque in quella farmacia non era entrato affatto per sbaglio.

 

 

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-BRR!! BRRR!!-

Il lumacofono che teneva nella gonna iniziò a vibrare, meno male che l'aveva messo in vibrazione, quello era un posto dove si doveva far silenzio. Robin si mise in un posto più isolato e rispose alla chiamata.

“Sì?”

--Robin, sono io. Dove sei?-- proferì la lumaca da un occhio accecato.

“Sono in biblioteca con gli altri, perché?”fece lei sottovoce.

--Umm...-- la voce si zittì, e non parlò più.

“Puoi parlare, tranquillo..”

--Nulla, volevo fare un giro visto che qui ho finito...magari mi aiutavi a trovare un posto...e dovevo parlarti di una cosa, un idea..--

“Ok, samurai...mi piace quando fai il misterioso. Adesso trovo una scusa ed esco...dove ti trovi?”

 

 

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La sera arrivò presto, gli ultimi ad arrivare alla Sunny furono Zoro, seguito da Robin cinque minuti dopo. Lui era carico di pesi grandi e piccoli, mentre lei reggeva un tomo che doveva essere parecchio pesante.

“Hei, Robin! Ma quanto ci hai messo?? Io ho fame se non lo sai!!” gli urlò dietro il capitano e lei salì tranquilla sulla nave come se niente fosse. Da un angolino la spiava pure lo spadaccino (era arrivata apposta per ultima perché avevano evitato di arrivare insieme).

“Uuuh!” esclamò la rossa vedendola passare vicino a lei “Ferma, ferma! E questo cos'è?!” Nami la prese per braccetto e le spifferò da molto vicino quella frase, non fissava il librone no, ma la cosa che l'archeologa aveva al collo. La mora seguì il suo sguardo e se ne accorse.

“Ti piace? L'ho presa in un negozio” fece lei non tralasciando alcuna emozione.

“Sei una bugiarda!” le sussurrò Nami imbronciandosi “Perchè non mi dici la verità?”

La mora le sorrise, e alla rossa passò il broncio. Robin quindi si allontanò diretta alla biblioteca della nave, mentre la navigatrice si affrettò ad andare in cucina ad aiutare Sanji prima che Rufy impazzisse.

In effetti Nami aveva capito giusto, quella che l'archeologa aveva al collo era una collanina dorata e non l'aveva affatto comprata.

Robin giunse in biblioteca ad appoggiare il tomo e poi andò in bagno, si specchiò e sorrise di nuovo: era proprio bella, le piaceva un sacco, forse perché l'aveva scelta lui? La toccò, brillava davvero.

Ricordò quello che era successo nel pomeriggio.. Aveva incontrato Zoro, si erano recati in un parchetto trovato gironzolando e si erano seduti in un panchina. Lei aveva chiesto che idea era venuta in mente allo spadaccino, di che si trattava, lui gliel'aveva spiegato molto sinteticamente e Robin aveva affermato che la cosa si poteva fare. Poi lo spadaccino aveva tirato fuori una scatolina argento dal nulla e lei era rimasta completamente spiazzata. Con un cenno le aveva fatto capire di prenderla, lei aveva aperto la scatolina e aveva visto una catenina graziosa con due punti luce luccicanti, una pietra verde e un'altra violetta.

“L'ho vista e te l'ho presa, tutto qua” aveva detto solamente lui, tagliando corto e guardando altrove. Lei si era sentita talmente felice che gli aveva preso il viso e gli aveva schioccato un bacio all'istante, senza nemmeno assicurarsi che ci fosse qualcuno nelle vicinanze.

“E' davvero bella, Zoro ..grazie” gli aveva detto fissandolo negli occhi, lui aveva sorriso, un po' bloccato e impacciato. Fu così inverosimilmente tenero in quel momento che Robin non resistette nell'appiccicarsi a lui di nuovo. Questa volta gli diede un bacio più lungo, sulle labbra, i loro cappelli un po' coprirono quell'intimo incontro. Ma.. non fu sufficiente purtoppo.

Era stato tutto così improvviso e disorientante che nessuno dei due si era minimamente accorto della presenza di qualcuno dietro ad un cespuglio lì vicino. Per lo meno finché quel qualcuno urlò dalla sorpresa.

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Capitolo 3
*** God Valley ***


Robin era in bagno, fissava la sua nuova collana luccicante e ricordava quello che era successo quel pomeriggio. Come non pensarci? Erano solamente... stati scoperti! E di nuovo..per un bacio istintivo e incontrollato!

Ricordò quell'urlo dietro lei e Zoro.

HHIIiiihhh!!!!!!!!”

Tutti e due erano saltati sulla panchina e si erano girati verso quel grido soffocato (..soffocato neanche poi tanto).

Era la renna.

Chopper li stava fissando con gli occhi spalancati e le zampe premute sulla bocca (era troppo tardi però per non farsi sentire).

“C...CHOPPER??!” aveva esclamato lo spadaccino sbalordito.

“N..No! Cioè...Io....” aveva iniziato a farfugliare il piccolo dottore.

“Che cavolo ci fai qui?!” gli aveva sbattuto in faccia il verde, un po' incavolato.

“I-i-i-i-io....Io-io-io....Non di-dirò nulla a n-nessuno, Zoro!!!” La renna tremante e al limite delle lacrime, aveva tentato di fuggire via urlando e balbettando quelle parole, e lo spadaccino gli aveva ordinato di tornare indietro immediatamente.

Dopo poco, Chopper era tornato da loro ancora molto intimorito e scosso.

La mora, fino a quel momento, non aveva fatto altro che seguire il tutto ammutolita però, vedendo Chopper in quello stato, non aveva potuto non dire qualcosa per tranquillizzarlo.

“Dottore, va tutto bene, sono sicura che Zoro non ti ucciderà per questo” aveva detto cercando di sorridere “E poi, se ti uccidesse, dovremo cercarci un nuovo dottore...sai che bel problema?” Scherzò perfino.

“AH! Ah!” aveva riso forzatamente la renna, poco convinta. Infatti Zoro lo stava fissando ancora in modo serio.

“Quindi? Cosa ci facevi nascosto lì dentro??” gli aveva chiesto poi lo spadaccino studiandolo. Chopper aveva preso un respirone.

“Io... Io stavo tornando alla nave..poi ho sentito il tuo odore e quello portava al parco...ho pensato che ti fossi perso...e allora ho seguito quell'odore e...e poi ho sentito qualcos'altro..un profumo e..”

“Ok ho capito! Non serve che dici altro” l'aveva fermato il verde, sedendosi e sbuffando sulla panchina, poi aveva fatto un cenno alla renna di avvicinarsi. Chopper aveva fatto qualche passo avanti ma si era fermato a distanza sicurezza, saettando lo sguardo da lei a lui continuamente. Che si stesse chiedendo se la sua fine fosse giunta?

“Tu hai capito la situazione...giusto?” gli aveva detto Zoro perentorio, e il dottore aveva fatto un cenno di assenso. “Non dirai nulla di quello che hai visto a nessuno, chiaro?”

“No! Certo che no! M-mi spiace...” aveva mugugnato ancora la renna. E lei era intervenuta ancora, non aveva potuto resistere a quegli occhioni sinceri e dispiaciuti.

“Daccordo, dottore” Aveva detto, e poi lei aveva incrociato lo sguardo del verde, si erano capiti all'istante ed era tornata su Chopper. “Ti crediamo, quindi ora rilassati”. Aveva sorriso “E' tutto ok”

“Sì, ti daremo una possibilità, diciamo” Zoro aveva fatto una smorfia più che un sorriso, però il suo atteggiamento era cambiato.

Anche la renna ora sembrava più rilassata, aveva abbassato lo sguardo. “S... sono felice” aveva detto.

“E come mai?” gli aveva chiesto lei. Chopper sorrideva un po' guardando a terra.

“Perchè temevo che il mio naso avesse qualche problema negli ultimi tempi.....sentivo spesso Zoro profumare di buono..cioè profumare di..te, Robin. Invece era solo perché tu e Zoro ora siete.. molto vicini” la renna era diventata tutta rossa.

E loro due erano rimasti zitti.

“Adesso capisco tante cose... E poi sono felice anche perché...perchè vi volete bene...e mi volete ancora bene” aveva detto la renna iniziando a commuoversi.

Robin aveva fatto apparire delle mani che avevano portato la renna tra le sue braccia.

“Sei uno sciocco se credi che basti così poco per smettere di volerti bene” gli aveva detto stringendolo, e la renna l'aveva abbracciata nascondendo un po il muso su di lei.

“Mfh...Ora smettetela tutti e due” aveva commentato il verde guardando altrove (aveva fatto 'il duro' fino alla fine ma in verità lei sapeva che era ancora in imbarazzo).

Dopo un po' Chopper aveva scelto di togliere il disturbo ed andare alla nave, Robin si ricordò che cosa aveva detto lo spadaccino appena la renna si era allontanata.

“Se lo farà sfuggire prima o poi...scommettiamo?”

 

Robin sospirò, ancora ammirando la sua collana, poi sentì Sanji chiamare la ciurma. La cena era pronta.

 

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A cena Chopper non era proprio.. indifferente a quello che aveva appena scoperto. Saettava palesemente lo sguardo furbetto da Zoro a Robin con un vago sorrisetto tra le labbra e spesso si incantava ad ammirare lei o lui che parlavano, annuendo inebetito.

“Chopper!..” lo chiamò il cuoco a d un tratto, ma lui rimase nel suo mondo. ”Hei, CHOPPER!..” alla seconda volta, la renna si destò dai suoi pensieri. Il cuoco gli venne vicino.

“Sei strano, non hai mangiato nulla! Non mi hai sentito.. ti ho chiesto come sta Usopp, visto che non c'è”

“U-..Usopp?!” chiese la renna con l'aria un po stralunata, se l'era completamente dimenticato in realtà. “Ah! Sì, devo andare a vedere se sta meglio e poi preparami qualcosa da portargli...meglio se qualcosa di proteico”

“Oh, daccordo” gli rispose Sanji stranito, vide il dottore partire in tutta fretta e uscire dalla cucina, non aveva aspettato che il cuoco gli desse il cibo, se n'era andato così, in modo spiazzante.

Zoro e Robin si scambiarono una veloce occhiata d'intesa, alzarono le sopracciglia dissentendo. Che casino stava diventando tutta quella situazione? Poteva solo peggiorare.

 

Verso fine cena, si unì al gruppo anche Usopp e Sanji portò un certo dolce. Era quella torta che aveva fatto per Nami nell'isola di Shade, era quella buonissima torta al mandarino (ovviamente era stata Nami a richiedergliela). Sanji ne aveva fatta una versione abbastanza grande da saziare tutti quanti.

“Io direi che possiamo passare al dolce prima di parlare della nostra prossima meta, ok?” fece il cuoco scoccando un occhiata cuorosa alla rossa alla quale lei rispose con una falsa indifferenza.

Sanji appoggiò la portata sulla tavola e tutti mormorarono che aveva davvero un ottimo profumo.

Dopo aver addentato il primo boccone si udì un forte “HAAAaa!!!!” da parte di tutti, anche l'archeologa non potè trattenersi.

“Mmm.. Sanji, complimenti, è davvero una delizia” gli disse la mora, e lui la ringraziò ondeggiando compiaciuto. Zoro li guardò in cagnesco ma continuò a far fuori in malo modo tutta la sua fetta.

Anche Rufy era in visibilio, strano perché, come Zoro, non andava matto per i dolci. “OHH com'è buoooonaa!! Ne voglio ancora!!” gridò con la bocca ancora piena.

“Uuuuhh! Il mio stomaco sta ballando il cha-cha-cha! Anche se io lo stomaco non ce l'ho! Yohohohoo!” perfino lo scheletro era in estasi.

“Sanji, io adoro questa torta! E' SUPEERR!!!”, “Sì, è Supeeer!!” Franky e Chopper si misero nella solita posa statica del cyborg e perfino Usopp ritrovò il sorriso e si sentì subito meglio.

“Mi sa che la cura alla mia allergia è proprio questo dolce...” sospirò.

“Su con il morale, nasone” gli fece sussurrandogli sull'orecchio Robin, che era seduta accanto a lui “Abbiamo delle belle novità da dirvi e ti anticipo che dovrai darmi una mano per un paio di cosette, quindi mi servi in forze”

Usopp sorrise all'amica e si accorse che oltre l'archeologa, il verde lo stava fissando.

“Va meglio.. adesso?” gli chiese lo spadaccino, però quella frase aveva un qualcosa di sinistro.

“Sì, credo” gli rispose lui, pensando che quel verde fosse strano, per un attimo gli era parso diverso, gli aveva dato un occhiata a dir poco raggelante.

La torta ben presto finì e Nami iniziò a parlare.

“Allora ragazzi, io e Robin volevamo informarvi di alcune novità riguardo questa prossima isola: God Valley. E' così che si chiama, l'abbiamo scoperto in un libro, oggi. Per farvela breve, Robin ha decifrato l'enigma riguardo l'anno del drago e la neve in primavera, ecc, ecc. Insomma la neve in primavera si riferisce ad alcuni alberi che appunto in primavera liberano i pollini, che nel cielo sembrano neve, capito? Quest'idea le è venuta proprio grazie all'allergia di Usopp ma lasciamo stare e andiamo avanti...”

Tutti la ascoltavano rapiti, annuendo.

“Insomma, in biblioteca abbiamo cercato un luogo che avesse questi alberi e in un libro abbiamo trovato una storia particolare, la storia di un isola con solo questi alberi, un isola abbastanza piccola chiamata God Valley. Pare sia non lontanissima da dove siamo ma il problema è proprio capire il posto preciso....perchè in questo libro si dice che lei non vuole farsi trovare.. ed ecco che ci colleghiamo al decimo anno del drago” disse la rossa con enfasi.

“Tu ci stai capendo qualcosa?” spifferò Rufy a Zoro, lui fece spallucce.

“Io sto capendo che sarò fritto se andrò lì” si intromise Usopp e Nami disse loro di star zitti e basta.

“Quindi” continuò “abbiamo anche il disegno della costellazione che Robin aveva trovato sul libro nell'ultima isola. Abbiamo capito che il decimo anno del drago potrebbe essere quest'anno, come il prossimo...oppure è già passato, non ci è ancora chiaro. L'unica cosa che dobbiamo fare e che stiamo facendo è studiare le stelle.. e quando Usopp ultimerà l'aggeggio che sta costruendo potremo scoprire molte più cose”

“T-scopio US742, per la precisione” la interruppe ancora il cecchino.

“Sì, quello” tagliò corto lei. “Insomma, non so se mi sono spiegata. Usopp e Franky dovranno terminare quell'affare, poi cercheremo di trovare quelle stelle, quella costellazione che si vede solo ogni dieci anni. Se la troveremo vorrà dire che siamo nell'anno giusto e che quella benedetta isola si potrà raggiungere”

“La costellazione indica la posizione dell'isola per questo è fondamentale, l'unica nostra speranza sarà essere al momento giusto nel posto giusto”finì Robin.

Le due si guardarono con fare deciso. Gli altri invece qualche punto di domanda in faccia ce l'avevano, ma d'altronde era sempre così. Iniziarono a borbottare e commentare quanto sentito quando la navigatrice ritornò a parlare.

“C'è un altra cosa che ho scoperto e che non ho detto”

Si girarono tutti di nuovo verso di lei.

“Ho cercato informazioni su God Valley...sono dicerie quelle a cui sono incappata, leggende. Ma se fossero vere, questa sarebbe una delle nostre ultime isole”

“Ah?!” fece Rufy guardandola storto, gli altri la fissarono più seriamente.

“Si dice che God Valley sia l'isola in cui Gold Roger ha combattuto contro i pirati Rox, la penultima isola del suo viaggio, ed è strettamente connessa a Raftel. La leggenda dice letteralmente che sia lo specchio di Raftel..un isola all'estremo opposto e contemporaneamente strettamente legata ad essa, come se le due fossero una cosa sola. Non si sa niente di più di quell'isola perché si dice che, oltre Roger, nessuno ci sia mai stato”

Non volava una mosca in quella cucina, erano tutti impietriti con la bocca spalancata. Dopo un minuto, Rufy esplose di gioia.

“YYyyaaahhhoooo!!!!!! EVVIVAAA!!!!!!! Nami, ci voglio andare!!!! Ci dobbiamo assolutamente andare!!!! Yaahahahahahah!!!!” iniziò a ridere come un matto e tutti gli altri lo seguirono a ruota. Seguirono bevute e festeggiamenti per la bella notizia.

“Forse questi idioti non hanno capito che rischiamo di non andarci proprio se non troviamo quelle benedette stelle...” commentò la rossa.

 

Gli amici continuarono a bere e a ridere e ad un certo punto Zoro decretò che era arrivato il momento, così finì il bicchiere di sakè e si schiarì la gola.

“Ragazzi, ho una cosa da dirvi prima che l'alcol vi dia troppo alla testa. Ci ho pensato su e credo sia il momento giusto” iniziò. Sanji e Nami lo fissarono un po troppo intensamente, che voleva dire quel decerebrato? Che volesse confessare..?

Anche Robin lo guardò con un impercettibile stupore negli occhi, lui continuò.

“Credo che alcuni di voi abbiano bisogno di incrementare le proprie capacità, aumentare la propria forza psicologica e fisica...visto quello che ci aspetta. Sappiamo tutti che andremo incontro a pericoli e nemici sempre più potenti, quindi chiunque di voi abbia bisogno di aiuto...beh, io mi offro volontario in palestra. Da domani mattina, intendo. Poi per gli orari ci si mette daccordo...io devo pur sempre continuare i miei allenamenti”

Mentre tutti lo fissavano un po straniti, Sanji commentò con un “Beh, allora posso venire ad allenarmi a spaccarti la faccia?” facendogli un sorriso provocatorio.

“Se ci riesci..” rispose lui.

“Ma dimmi un po'...chi ti credi di essere, eh?!”

“Sto cercando solamente di rendermi utile” gli rispose il verde digrignando i denti.

“Ohh! E da quando mai hai tutta questa buona volontà?!”

“Sai..Non è una brutta idea, vieni pure a farti ridurre a pezzi, vieni quando vuoi..”

I due iniziarono a battibeccare, e Nami si intromise come al solito per calmare gli animi.

Robin approfittò del trambusto per spifferare a Chopper che non sarebbe stata una brutta idea andare a quelle sezioni di allenamento insieme, e la renna annuì subito entusiasta.

“Ha!” fece quindi il dottore alzando la zampa “Io e Robin aderiamo! Quando possiamo iniziare ad allenarci, Zoro?!”

Robin annuì sorridendo e pensando che la renna ci era cascata in pieno nel suo gioco.

“Oh.. ci metteremo daccordo, non preoccuparti” fece vago lo spadaccino.

“Posso venire anche io, Zoro??!” urlò il capitano un po' brillo. Qui risero tutti.

“Non credo che tu ne abbia bisogno”gli rispose il verde alzandosi dal suo posto. “Vado a sistemare la palestra, chiunque sia interessato me lo faccia sapere e.. badate bene che non sarà una passeggiata, sarà solo per chi vorrà impegnarsi sul serio” finì con un'aura minacciosa, poi se ne andò.

“Mm..io non ci tengo, dev'essere spaventoso” disse con un filo di voce Usopp appena il verde li lasciò. Poi si rivolse ai due che avevano aderito all'iniziativa.

“Siete sicuri di quello che fate?”

 

 

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Una copia di Robin apparve dal nulla dentro la palestra, Zoro la notò, e come al solito la associò all'apparizione di un fantasma.

“Per un attimo terribile....ho creduto che volessi dire di noi” pronunciò la copia con un sorriso furbo.

Zoro mollò il pesante peso e con uno sforzo si mise seduto. Fece solo un ghigno. La copia si guardò attorno, con non chalance, continuò.

“Invece era la tua idea. Meno male che il dottore ci ha dato una mano, anche se in realtà l'ha fatto inconsapevolmente.. Mfu! Fuh!”

“Povero Chopper” commentò lui “Sei stata un po' cattiva a fargli credere che sarebbe venuto pure lui”

“Stai tranquillo, glielo spiegherò e mi farò perdonare...comunque ci ho pensato, non sarebbe una brutta idea allenarsi sul serio”

“E chi ti dice che faremo solo finta?” fece il verde fissando la figura femminile.

La copia si avvicinò e si sedette davanti a lui in modo composto, in ginocchio. Giocherellò, sensuale, con una ciocca di capelli e poi la spinse via. Successivamente si sporse in avanti, in modo provocatorio, studiando ogni singola goccia di sudore sull'uomo per poi passare al suo bel viso mascolino.

“Bene, sono pronta. Allora..quando iniziamo, mio maestro?”

Zoro non potè che arrossire violentemente perdendo irrimediabilmente la sua verve, come riusciva Robin a far fare a quel 'fantasma' quell'espressione così intensa e sexy?

 

 

 

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Il giorno dopo, Franky notò una nave avvicinarsi alla Sunny. Era la nave dei pirati Heart.

“Heei! Ragazzi! C'è Law!!” gridò il cyborg, e tutti accorsero fuori, anche Zoro sbirciò dal buco della palestra e, quando la nave fu abbastanza vicina da far sbarcare il capitano-chirurgo, il verde scese dalla scaletta per raggiungere tutto il gruppo.

“Law! Che bello! Come mai da queste parti?!” esclamò Rufy prendendo la rincorsa per saltargli addosso.

Il chirurgo frappose tra lui e il gommoso la sua spada, per proteggersi dall'assalto. Rufy frenò la sua corsa.

“Come mai da queste parti, dici? Ti devo ricordare che siamo alleati? E che ci eravamo accordati per la prossima mossa?! Mi pare che non stiate andando dalla parte giusta, Mugiwara!” fece con occhiata truce.

“Ma noi ora abbiamo scoperto un'isola interessante!!” rispose con enfasi Rufy.

“Rufy, questi non erano i patti..” iniziò Law sconcertato.

“Il nostro capitano non è prevedibile, lo dovresti sapere ormai” lo interruppe Sanji emettendo una nuvoletta di fumo dalla bocca.

“Esatto” si intromise anche Nami “E poi questa volta mi sa che non avremo altra occasione per scoprire la nostra prossima meta..è davvero un occasione unica” concluse ammiccando.

“Che...cosa intendete? Dove avete intenzione di andare?” chiese il chirurgo “Abbiamo due imperatori alle calcagna...quel malato di Teach e Shanks il Rosso.. Non mi pare che avessero intenzione di lasciarci andare l'ultima volta, non possiamo scorrazzare così, senza pensare alle conseguenze”

“Hai ragione” Robin si aggiunse alla conversazione “Siamo spariti da un pezzo dall'attacco dei marines quasi un mese fa, è vero, ma..ci sono state delle disavventure impreviste, siamo approdati in due isole particolari e abbiamo scoperto uno strano Poinegriffe piramidale per caso, diciamo...e questo ci ha portato ad indagare sull'isola chiamata God Valley”

Il chirurgo strabuzzò gli occhi, si girò completamente verso la mora.

“Che cosa?! God Valley?! Quella God Valley?!!” Law aveva una faccia insolitamente stralunata.

“Sì, quella dello scontro tra Gold Roger e i Rox” aggiunse Nami.

“Voi.. come ci siete riusciti?! Cosa c'era scritto in quella pietra?” chiese Law a Robin, avvicinandosi a lei.

“Era un enigma ma siamo riusciti a capire cosa celava” gli rispose lei.

“Avete già individuato la costellazione?”

Tutti lo fissarono stupiti, quante cose sapeva quell'uomo?! Come faceva a sapere delle stelle?! Anche Robin non trattenne lo stupore.

“Noi....la stiamo cercando, è una costellazione che rappresenta un drago. Ne ho una rappresentazione ma..”

Law si avvicinò ancora di più alla mora e lei smise di parlare, il chirurgo ora aveva uno sguardo magnetico.

“Non riuscirete a trovare quell'isola” decretò.

“Non dire così Trafalino!! Perchè vuoi rovinarci la festa??!” esclamò finalmente Rufy, incavolandosi.

Law non gli diede retta, si rivolse all'archeloga tagliando corto.

“Voglio vedere quel disegno e poi devo parlarti” le disse solo. I due si fissarono qualche secondo, poi la mora annuì.

Robin e Law si allontanarono in direzione della biblioteca, lasciando tutti un po straniti, tutti tranne Zoro che, costernato, stringeva con troppa violenza una delle sue katane.

 

 

 

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“Voi non sapete in che guaio vi state cacciando”

Law stava fissando la carta dove era rappresentata la costellazione, Robin lo studiava a braccia incrociate, non aveva ancora capito perché il chirurgo volesse parlare da solo con lei di quella faccenda.

“Io ho sentito delle storie assurde riguardo quel posto... non sarà una passeggiata arrivarci, sempre se ci riuscirete. E' un isola dannata, abitata da creature mostruose, si parla di mostri ma anche di fenomeni inspiegabili. Un isola cancellata da tutte le carte perché è meglio così, è meglio non trovarla. Cosa ci guadagnate ad andare lì? C'è solo da perderci. E' praticamente una follia”

“Mfu! Fuh! Di sicuro lo è, sennò non sarebbe da Rufy” rispose lei. Law alzò lo sguardo su di lei.

“Sai perché ho voluto confrontarmi solo con te?”

“Il nostro capitano ha saputo che quest'isola è collegata a Raftel..e ovviamente non possiamo deluderlo, né contrastare il suo volere” Robin rispose con decisione.

“Ho pensato che fossi la più ragionevole e intelligente di questo dannato gruppo di pazzi! Ecco perché siamo qui!” alzò la voce Law “Noi siamo alleati, io servo a voi come voi servite a me. Non potete fare quel cavolo che vi pare e te lo dico: se non sarà un perdita di tempo sarà di sicuro un enorme suicidio!”

“La mia ragionevolezza finisce quando incontra la volontà di Rufy, purtroppo” disse solo Robin con un vago sorriso.

Il chirurgo lasciò la carta per avvicinarsi di più all'archeologa, cercò di non essere distratto da quella bella donna e di andare al punto.

“Fai passare qualche giorno e poi dì a Rufy che è impossibile, lui ti crederà”

“Non posso mentire al mio capitano, mi spiace” disse tranquillamente Robin, quello era impensabile davvero.

“Davvero?” le fece lui sorridendo, uno strano e raro sorriso pensò lei.“Quindi il tuo capitano sa di te e lo spadaccino, suppongo”

A Robin si gelò il sangue, chiuse lentamente le labbra che erano già pronte a controbattere il chirugo. Si strinse di più da sola senza rendersene conto.

“Ti starai chiedendo come lo so. Beh, non importa, lo so e basta, l'ho capito. E la sua reazione quando ti ho proposto di venire qui con me l'ha confermato. Non mi stupirei che piombasse qui ora ma...è evidente che nessuno dei tuoi compagni lo sa quindi non gli conviene farsi avanti

Law si appoggiò al tavolo, proprio davanti a lei, stancamente.

“Ora sono diventato più convincente? Pensa solo che lo farai per il bene di tutti, probabilmente li salverai da una morte sicura e atroce. Hai tentato di salvarli una volta...puoi rifarlo. Potrei darti un ora per pensarci, ma sarò clemente perché siamo alleati e non mi piace il fatto di dovervi ricattare. Un giorno basterà. Sai quali saranno le conseguenze se deciderai il contrario”

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Capitolo 4
*** Minaccia ***


Robin fissava il pirata dal giaccone giallognolo, aveva uno strano sorriso gentile ora. Non pareva proprio una persona in vena di minacce, ma era quello che aveva appena fatto. Lei non aveva ancora aperto bocca, troppo stupita da quello che Law aveva così facilmente capito. La mora con quell'ammutinamento aveva confermato senza volere il fatto di avere un amante nella ciurma, stava pensando ancora come replicare quando, con una frase buttata lì, il moro accennò ad andarsene.

“Rimani qui a riflettere, è nelle tue mani il destino di questa congrega di stolti”

Robin seguì i movimenti del ragazzo senza proferire parola e Law aprì l'uscio.

Una fredda lama toccò la sua gola. Robin lo vide indietreggiare e poi notò far capolino una figura strana che poi riconobbe subito.

La renna, trasformata in umano, puntava alla gola di Law la Wado, la katana bianca di Zoro. Il chirurgo, stupito, indietreggiò di un po' e Chopper entrò chiudendo poi la porta dietro di sé.

“Perchè Law sta minacciando la mia amica?!” chiese con sguardo furioso “Ci dispiace, noi non eseguiamo i tuoi ordini! Ma solo quelli del nostro capitano! E poi lo sappiamo già tutti che loro due...che loro..”

Il medico passò dal fare il gradasso all'imbarazzo più totale, diventando tutto rosso. “..Che loro sono una coppia!!” gridò.

Robin rimase di nuovo, e ancora, più stupita da quell'entrata e da quello che aveva pronunciato la renna. Non era vero che lo sapevano tutti, e poi che ci faceva lì Chopper? E con la spada di Zoro poi?...Perchè?.. Robin lo capì un secondo dopo quando la porta si aprì ancora. Cioè, non si aprì, si splancò con un botto.

L'uscio si schiantò ed entrò il verde, il suo sguardo letale non anticipava nulla di buono.

 

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“Ma che cavolo staranno facendo??” spifferò Nami al cuoco, sul ponte della nave.

“Non lo so...ma Zoro e Chopper non me la raccontano giusta” disse Sanji fissando il luogo da dove erano spariti i due.

La rossa e il biondo erano rimasti da soli lì fuori, il cuoco, con la scusa dello spuntino, aveva fatto capitolare tutti in cucina e ora i compagni erano troppo occupati a spazzolarsi tutta la pizza appena sfornata per dar retta alla questione “Di che staranno parlando Law e Robin?”.

“In che senso non la raccontano giusta?” chiese ancora la rossa dubbiosa.

“Dopo che Rob e Law sono spariti, Zoro ha confabulato con Chopper ma non sono riuscito a capire nulla...poi si sono dileguati. Io credo che Chopper sappia qualcosa” disse lui, enigmatico.

“Cosa?! Vuoi dire..?”

Il cuoco annuì. La rossa, dopo un attimo di smarrimento, gli sorrise.

“Sei un perfetto investigore, Sanji-kun! Fai paura, sei quasi peggio di me! Ed è anche per questo che mi piaci” gli disse lei accarezzandogli il colletto.

E il cuoco esplose in cuori danzanti.

 

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Chopper ridiede immediatamente la katana a Zoro che, senza fare una piega, la ripose al suo posto, al suo fianco. Poi la renna corse a ripararsi dietro al verde. Era chiaro che i due erano daccordo, quel teatrino era stato pensato per deviare Law dalle sue convinzioni.

Lo spadaccino non aveva accennato a staccare il suo sguardo furioso dal chirurgo. I due ora si lanciavano occhiate davvero sinistre.

“Tu pretendi di venire qui e minacciarci. Nulla di più sbagliato, chirurgo. In questa nave comanda qualcuno e quel qualcuno non sei tu” spezzò quel silenzio Zoro dopo un minuto di alta tensione.

Chopper, che era tornato piccolo, annuì dietro lo spadaccino imitando il fare deciso e adirato del verde. A Robin, nonostante il momento di ansia, vedendo la renna, venne da sorridere. In fondo era più tranquilla ora che c'erano anche loro in quella stanza.

“Non ci crederai ma è anche per la vostra incolumità che lo dico” fece truce il moro.

“Grazie per il pensiero ma noi andremo per la nostra strada questa volta” tagliò corto lo spadaccino.

Gli uomini si scambiarono altri sguardi furenti, nessuno dei due accennò ad abbassare lo sguardo per un altro po'.

Poi con un “Tzè” Law cambiò atteggiamento e sorrise enigmatico.

“Quindi la mia strategia non funzionerà” disse il chirurgo concentrandosi su Robin “Perchè ne sono a conoscenza tutti, giusto? Tutti sanno della vostra relazione. Quindi come mai prima non mi hai avvisato della cosa? Forse perché quello che ha detto la renna.. è una menzogna”

Law si avvicinò a lei, si mise a studiare la reazione dell'archeologa a quelle parole, e Zoro iniziò sul serio a perdere le staffe. Robin, ancora una volta, non riuscì a replicare.

“Allontanati da lei” ringhiò al limite il verde, aveva esaurito la pazienza.

“Ti scaldi troppo in fretta, samurai” fece Law, tornando truce. “Sono vicino alla verità, non è così?” chiese fissandolo.

“Non è affar tuo e non dire altro” sibilò Zoro avvicinandosi al moro con un'aura spaventosa. Robin non riuscì ad incrociare il suo sguardo per fargli capire di darsi una calmata, lui era troppo fisso su quel pirata di troppo.

“Wow...cosa intendi fare, altrimenti? Stai cercando di darmi ordini, Roronoa?” sussurrò a sua volta il moro, con uno sguardo freddo e terribile.

Zoro sollevò il labbro superiore in un ringhio trattenuto e, nel mentre, qualcuno entrò nella stanza senza bussare nè chiedere permesso. Il cuoco piombò tra di loro.

Il biondo fu davvero di un tempismo perfetto, chissà cosa sarebbe successo, altrimenti!

“Ragazzi, se non vi sbrigate, Rufy farà fuori tutta la pizza” fece Sanji con fare cupo. Era strano, pensò Robin, di sicuro quella era stata una scusa per entrare in quella stanza e basta.

Subito dopo di lui, entrò pure Nami in punta di piedi.

“Di che discutete? Si può sapere?” disse curiosa, confermando tutti i sospetti della mora.

Si osservarono tutti, ci fu qualche secondo di insolito silenzio.

“Beh, visto che ci sono anche loro, questa sarà la prova del nove, come si dice” fece Law facendo un sorrisetto furbo.

“Se ci spiegate, possiamo capirci anche noi qualcosa...” commentò la rossa spazientita.

“Vediamo..” disse il chirurgo andando dritto al punto, fissandoli “Voi due siete al corrente che avete, come dire, una coppia nella ciurma?” sparò senza complimenti.

La rossa e il biondo spalancarono dapprima la bocca e Chopper fece un espressione tesa, correndo a nascondersi poi dietro Robin (in realtà si aspettava l'esplosione rabbiosa di Sanji da un momento all'altro..).

“Oh...coppia? Intendi loro due?” rispose la rossa incrociando l'occhiata d'aiuto della mora. “Certo, ne siamo al corrente” disse tranquillamente, mentre il cuoco annuiva tra l'impacciato e lo schifato.

Robin si mise ad osservare la reazione della renna: era spiazzata, davvero aveva l'espressione di chi non si sarebbe mai aspettato parole più diverse. Chopper, dal basso poi, le lanciò uno sguardo confuso e lei gli sorrise affettuosamente. La creatura le fece un'espressione sconfitta, era sull'orlo delle lacrime, si sentiva tradito in realtà perché aveva capito di non essere l'unico al corrente del loro segreto. Non era più un privilegiato.

Il chirurgo, che era una persona molto scaltra, stava studiando ancora tutte le loro espressioni, quindi Robin decise che era il momento di andare in aiuto alla renna. Si parò davanti a lui dando le spalle a Law.

“Ora basta con questi inutili discorsi, noi andiamo a mangiare un po' di buona pizza, vero Chopper?”gli disse, e se lo prese in braccio, accocolandoselo tra le braccia come un bambino. Senza degnare di uno sguardo nessuno, l'archeologa uscì dalla stanza con una disarmante tranquillità, commentando con un “Povero piccolo, troppe emozioni” riferito alla renna che teneva tra le braccia.

 

-

“Sembrate sul serio una smielata e appiccicosa famiglia!” disse Law dopo l'uscita di Robin, ormai convinto di non aver più carte da giocare. Sotto sotto, Zoro tirò un sospiro di sollievo.

“Beh, è una cosa assurda sì, devo darti ragione” fece Sanji stando al gioco “Capisco il tuo stupore dottore, Robin meritava ben altro”

“Sta zitto cretino, altrimenti ti stacco la testa” lo ammonì Zoro, restando comunque fisso su Law.

“Quindi che farai?” chiese Nami, lasciando perdere i soliti battibecchi “Ci aspetterai? O verrai con noi a God Valley?”

Il chirurgo prese la via della porta sbuffando, senza dire nulla. I tre lo seguirono fuori, guardandosi di sottecchi, uno più dubbioso dell'altro.

Law non si fermò, camminò dritto a prua, in direzione della sua nave che era ferma ad una decina di metri dalla Sunny. Poi finalmente, arrivato al parapetto, si fermò e si girò in direzione dei tre pirati che l'avevano seguito. La sua espressione era indecifrabile.

“Dite a Rufy che la nostra alleanza è sospesa. Devo pensare bene con chi ho a che fare. Ho realizzato che siete solamente degli stolti suicidi e non ho voglia di morire proprio ora, ho cose più importanti e sensate da fare. Per ora, salutatemi il vostro capitano”

Dopo quelle parole, apparve la sua room e Law sparì nel nulla, per comparire un attimo dopo sulla sua nave. Dopo un cenno del chirurgo, i pirati Heart si misero subito in attività per far muovere il vascello in direzione dell'orizzonte. La nave si allontanò velocemente e Zoro, Sanji e Nami si guardarono tirando un sospiro di sollievo.

 

“Dio santo, l'abbiamo scampata bella” fece la rossa senza alcun sorriso.

“Mm.” ammise Zoro allontanandosi in direzione della cucina, gli era venuto in mente la renna in realtà.

“Hei, alga!” lo richiamò Sanji “Approposito..Chopper lo sapeva già, giusto? Dovresti ringraziarci comunque,visto che vi abbiamo parato il culo in tempo, stupido!”

Zoro non si fermò. “Vado a informare Rufy riguardo Law...e sì, Chopper lo sapeva. Ci ha visto insieme pochi giorni fa sull'isola. E non ha senso ringraziarvi, perché è quello che stiamo facendo da settimane: coprirci a vicenda”

Zoro lanciò un pacchettino dietro le sue spalle, in direzione dei due. Sanji lo afferrò al volo e se lo rigirò tra le mani, capì e arrossì, nascondendoselo in tasca subito dopo. Non fece in tempo perché Nami aveva capito cos'era.

“Chi deve ringraziare chi, ora?” fece lo spadaccino sbuffando. Venne fermato ancora dalla voce della rossa.

“E perché cavolo non ci avete informato?!” urlò Nami sorpresa e paonazza, sia da quello che aveva appena visto che dal fatto di Chopper.

Lo spadaccino si girò un attimo solo per dirle “Perchè non sa tutto” rifilandole un occhiata chiaramente allusiva a loro.

“Quindi sa solo di Robin e Zoro...” commentò a bassa voce Nami, vedendo lo spadaccino sparire oltre l'uscio della cucina. “Che dovremo fare? Forse sarebbe meglio dirgli anche di noi....”

“Decidi tu, Nami-san, a me andrà bene” le rispose con un lieve sorriso imbarazzato il biondo. In tasca, stringeva ancora il pacchetto di preservativi che Zoro, senza alcun riguardo, gli aveva appena lanciato.

Sanji ricordò l'episodio. Era stata dura chiedere a quel marimo quel favore due giorni prima, ma lo spadaccino era stato inspiegabilmente disponibile e aveva accettato lasciandosi sfuggire che servivano anche a lui. Non serviva specificare che al cuoco, dopo quella frase, andò di traverso il fumo ed ebbe una crisi di tosse per un quarto d'ora.

 

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Capitolo 5
*** Allenamento? ***


Il giorno seguente in cielo brillava un sole cocente, la Sunny navigava tranquilla e Nami e Robin prendevano il sole distese sui lettini. Stavano sorseggiando del thè fresco, appena offerto gentilmente dal cuoco.

“Comunque, non ci è rimasto poi così male...” continuò il discorso la navigatrice.

“No, pensavo peggio. Sarà che il suo unico pensiero ora è quell'isola”

Le due stavano commentando ancora la reazione del capitano alla notizia della departita di Law. Zoro aveva annunciato la cosa a Rufy molto seriamente, facendogli capire che forse il chirurgo non sarebbe stato più dalla loro parte, il capitano era rimasto dapprima allibito e poi se n'era uscito con un “Massì! Che faccia quello che vuole! Noi andremo a God Valley!” con un sorriso a quarantadue denti. Dopo un attimo di incertezza l'atmosfera era tornata alla normalità, avevano finito quel poco di pizza che era rimasta, e Sanji era stato costretto a farne ancora perché la fame del capitano era stranamente aumentata invece di smorzarsi. Però a Nami era rimasto un dubbio...

“Non lo so..ma mi pare strano”

“Chi?” chiese Robin, vedendo passare Usopp con degli arnesi strani tra le mani.

“Rufy! ...Cioè...per me sta facendo finta! Ci è rimasto male in realtà...e a pensarci bene non è un gran affare aver perso un alleato capace come Law”

“Mm..sì questo è vero” ammise l'archeologa, poi le venne in mente del suo appuntamento. “Uh! Devo andare! Quasi dimenticavo di avere...una sessione di allenamento oggi!” esclamò.

“Sì, come no..'dimenticavo'...Come se me la bevessi, morettina!” La prese in giro la rossa.

“Allora, vado a prepararmi” la salutò imperturbabile Robin, alzandosi dal lettino, e lasciò lì da sola una Nami ridacchiante, che le disse pure col labbiale un “Buona fortuna!” ammiccando.

 

 

----

 

Robin, preparata di tutto punto con una tutina scollata e attillata color indaco, sbucò dal foro della palestra, si issò in piedi, richiuse la botola e si guardò attorno. Rimase un po' di stucco a dire il vero.

Lì dentro era buio, molte finestrelle da cui proveniva la luce diurna erano serrate, il pavimento era stato ricoperto di materassini, e nel perimetro circolare vi erano delle candele accese. La palestra era stata svuotata, non c'era l'ombra di un peso o di un manubrio, nulla. In mezzo a quella stanza, Zoro, era seduto a gambe incrociate, con gli occhi chiusi. Era in piena meditazione, così sembrava. Non indossava la sua solita veste, solo una canotta scura e dei pantaloncini corti. Faceva un po' caldo lì dentro.

Dopo un attimo di esitazione, l'archeologa si decise. Forse lui non si era accorto di lei.

“Ehm..” fece solo, molto piano.

“Togli le scarpe, fai cinque passi e poi siediti” disse improvvisamente lui, ovvio che sapeva della sua presenza e aveva capito pure che aveva le scarpe ginniche senza nemmeno averla vista.

Robin sorrise e obbedì, avanzò, si mise seduta ad occhi chiusi imitandolo e aspettando altre direttive.

Non tardarono ad arrivare.

 

--

 

Nel frattempo, Usopp invitò la navigatrice, assieme al cyborg, nel suo studio.

“Ecco qui! Vedi? Non manca tanto alla fine...di certo se capissi quanto lontane sono quelle stelle..beh, sarebbe più facile!” commentò il nasone indicando il telescopio vicino e illustrando poi per filo e per segno l'arnese (la rossa seguì il tutto con finto interesse).

“Io sto ultimando il vetrino FY54...non mi manca molto...però se anche io avessi indicazioni precise farei un lavoro più efficace!” si aggiunse Franky togliendosi gli occhialoni spessi da lavoro.

“Ragazzi!” sbottò la rossa “Se sapessi dove sono quelle stelle e quanto lontane sono da noi non saremmo qui ad andare a tentativi! Voi fate quello che potete e io e Robin faremo altrettanto! Uniamo le nostre menti e qualcosa ne verrà fuori!” disse, sperando solo di tornare a rilassarsi al più presto (quella ricerca stava diventando snervante).

“Eh..dovremo parlare anche con Robin, infatti!” fece il cecchino “Magari lei ha un idea più precisa...anzi! Ci aveva detto che sarebbe venuta oggi! Sai dov'è, Nami?”

La rossa si sistemò i capelli e, con noncuranza, rispose: “Bah...credo che ora sia con Chopper all'allenamento..Ho appena visto la renna in una mise assurda arrampicarsi su per l'albero maestro”

“AH? Ma hanno aderito sul serio a quella cosa?!” fece Franky “Pensavo che Robin scherzasse..”

“No, mio caro.. Sai, credo che quella donna e quella renna abbiano davvero istinti suicidi. Io non andrei mai ad allenarmi con uno come Zoro!” commentò Nami scuotendo la testa.

“Caspita, hai ragione!” fece impaurito Usopp “E' da pazzi! Chissà che cosa li aspetta!.. No! Meglio non saperlo”

“Spero solo che non faccia apezzi il nostro dottore. Ora...è l'unico che abbiamo!” disse la navigatrice abbandonandoli poi ai loro discorsi troppo complicati di ingegneria.

La rossa uscì fuori e guardò in alto verso la palestra. “Anche oggi ho fatto la mia parte, Robin “ pensò. Era sicura che quell'idea di Zoro avesse come scopo tutt'altro che un duro allenamento, e aveva capito che il povero Chopper, in tutto questo, era solo una copertura.

 

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Nel silenzio più totale della palestra circolare, da sotto, qualcuno bussò.

“ToC! ToC!”

Tutti e due aprirono gli occhi, ci si vedeva a malapena lì dentro.

Prima che il verde rispondesse in malo modo, l'archeologa lo anticipò.

“E' Chopper...alla fine non gli ho parlato, e poi dopo ieri...” iniziò lei, e Zoro tagliò corto.

“Daccordo, ci penserò io” sussurrò in fretta. “AVANTI!” disse ad alta voce poi.

Robin non seppe cosa pensare, che voleva dire che ci pensava lui? Ebbe solo una sinistra sensazione.

La renna si issò e con un “ciao!” sorridente salutò i due, Zoro lo invitò subito a fare silenzio e sedersi accanto a Robin. Chopper fece come gli aveva ordinato lo spadaccino, anche se non gli piaceva molto quel buio (per fortuna che c'erano Robin e Zoro lì con lui!).

Passarono dei minuti silenziosi, poi il verde parlò.

“Questa è una sezione di meditazione. Rimanete ad occhi chiusi e ..”

“Come mai Nami e Sanji lo sapevano già?” lo interruppe Chopper. Zoro lo guardò di sbieco, la renna capì al volo che quello non era proprio il momento adatto per simili domande.

“L'hanno scoperto sull'isola dove vi hanno addormentato..è una lunga storia” le rispose in fretta Robin “Ora è meglio concentrarsi, no?”

“Hmm!” annuì la renna con enfasi mentre lo spadaccino sbuffava.

“Adesso siamo apposto? Iniziamo perché non ho tempo da perdere!” fece con aria innervosita guardando i due torvo. “Ora.. UNO: chiudete gli occhi. DUE: controllate il vostro respiro. TRE: cercate di ascoltare tutto ciò che succede intorno a voi. Non fate domande, altre istruzioni arriverranno al momento opportuno”

Chopper deglutì ed eseguì gli ordini mentre Robin, con un sorriso, si preparava a quello che pareva l'inizio di un pomeriggio molto interessante.

 

–--

 

Intanto, nella cucina della Sunny..

 

“Che?! Quindi fa sul serio! Ma dai, non può che essere una scusa per stare ancora insieme!”

Sanji rigirava quella zuppa di pesce con troppa veemenza e Nami ridacchiò.

“Certo! E' ovvio che è così! Di sicuro non volevano essere da meno e hanno trovato questa scusa..”

“Patetica, direi!” finì il cuoco. “E' che.. è rischioso. Vedrai che alla fine per colpa loro salterà fuori tutto.. Ma come si fa?! Mi meraviglio anche di Robin!”

“Hei, brontolone! Stai parlando di una donna innamorata! E comunque prima o poi...lo sai anche tu che dovremo dirlo a tutti..”

Sanji si girò, aveva un espressione tra lo schifato e il dispiaciuto. Iniziò a piagnucolare.

“Sii....lo so Nami adorata ma... io non mi capacito: innamorata! Cioè...E' una donna a modo e intelligente.. e sono affari suoi ok...MA COME SI FA AD ANDARE CON UNO COSI'?! Dio, ho il voltastomaco! Son agli opposti! OPPOSTI!”

Nami ridacchiò e gli scompigliò il ciuffo. “Daccordo, sì hai ragione...però era logico che andasse a finire così in fin dei conti e poi, non è proprio vero.. un po' simili lo sono e.. comunque hanno le stesse esigenze che abbiamo noi” disse lei accarezzandogli la schiena.

“Massì, non me ne frega nulla amore mio!” rispose con fervore lui, cambiando atteggiamento repentinamente. Il cuoco sprizzò cuori da ogni parte, mollò il mestolo sul pentolone e abbracciò la navigatrice, poi la guardò dritta negli occhi.

“La sola cosa che voglio è stare con te..non voglio che nessuno rovini questo momento” disse seriamente in modo molto cool. La rossa sorrise ammaliata e felice.

“””SSSSAAAAANNNJJIIIIIII?????!!!!!”””

La voce di Rufy interruppe quello che sarebbe stato un bacio tra i due, Nami si staccò così violentemente dal cuoco che lui venne scaraventato a terra, tutto mentre il capitano entrava dalla porta. Un Rufy lamentoso entrò in cucina.

“AHHHh....Quanto manca alla merenda??! Io ho troppa FAMEEEeeeh......!”

Nami, vedendo che poi il capitano li guardava, prese ad urlare.

“E BASTA! Devi finirla di mettermi le mani addosso!!” urlò al cuoco “SEI un PERVERTITO!”

“Scusami scusami, Nami-san!! Non lo faccio più!” gli rispose lui coprendosi impaurito e stando al gioco, e lei prese la porta senza nemmeno ascoltarlo.

E nulla, qualcuno alla fine aveva rovinato per davvero quel momento.

 

---

 

Era da venti minuti che non facevano altro che respirare ed ascoltare cosa succedeva attorno...infatti avevano sentito anche Nami urlare dabbasso.

Robin e Chopper respiravano profondamenete, la prima si sentiva molto rilassata, il secondo stava per addormentarsi.

Zoro aprì l'occhio e li osservò, erano stati molto bravi fino a quel momento, decretò che era giunto il momento di passare alla fase due.. e non sarebbe stato piacevole per il dottore. Un po' gli dispiaceva, però era colpa anche di Robin! Lei avrebbe dovuto parlargli invece non l'aveva fatto e ora si trovavano un piccolo mezzo incomodo da gestire..!

Sì, gli dispiaceva ma sarebbe andato comunque fino in fondo.

Quindi, silenzioso come un ninja, il verde si alzò da terra e parlò.

“Ora, qualsiasi cosa accada, non muovetevi dal vostro posto né aprite gli occhi. Questa è una prova di concentrazione e resistenza” Detto questo, lo spadaccino andò dietro ai due lentamente, molto lentamente. Nulla si mosse, niente si udì.

Fino a che...

“Ah!” la renna saltò sul suo posto, aveva avvertito qualcosa sfiorargli la schiena. Si fece coraggio stringendo gli occhi e dicendosi che doveva essere forte.. e che Zoro di sicuro non gli avrebbe fatto alcun male.

Nel frattempo che la renna ragionava così, Robin, sentì qualcosa di umido sul suo orecchio. Cos'era? Dopo un istante capì e si trattenne dal commentare. Che pensieri stavano balenando alla testa di quel folle spadaccino? Perchè mai le stava leccando un orecchio? Quella era una tortura!... Poi intuì: quella era la punizione per non aver, come dire, “sistemato” Chopper in tempo. Sarebbe stato anche piacevole se avesse potuto manifestarlo, ma così..

Per fortuna lo spadaccino smise dopo poco e lei si rilassò. Si preoccupò del dottore: cosa aveva in serbo per lui Zoro?

Attimi lunghissimi passarono e non successe niente però la renna era nervosa, cercava di concentrarsi sul respiro ma la sua testa andava al verde e alle ipotesi di quello che avrebbe fatto.

Passò altro tempo e Chopper ad un certo punto sentì la testa pesante, sempre più pesante. Si disse che era probabilmente solo stanco ma poi capì che qualcosa era stato appoggiato sulla sua testa.

“Non deve cadere” sentì Zoro bisbigliare dietro di lui.

Quindi la renna cercò di restare immobile, ci riuscì nel primo momento, poi Zoro passò all'attacco.

Chopper sentì che qualcosa lo punzecchiava il sedere, poi il braccio, l'orecchio e la spalla..cercò di non pensarci ma era dura, quella cosa faceva il solletico e anche un leggero dolorino, cercò di non muovere un muscolo ma non ce la fece. Il peso che aveva in testa cadde a terra con un tonfo.

“Stai immobile!” urlò severo Zoro, e gli risistemò il peso sulla testa. “Ti darò un altra possibilità, prima di darti una penitenza” aggiunse.

Chopper, che aveva già i sudori freddi, dopo essersi scusato, ubbidì di malavoglia e si chiese il perché aveva pensato che sarebbe stato bello partecipare agli allenamenti. Ad occhi serrati aspettò il suo destino.

Dopo poco, sentì qualcosa di diverso sfiorare la sua pelliccia, qualcosa di freddo, duro e...tagliente. Che fosse stata una spada quella? Ora era veramente terrorizzato. Ebbe l'istinto di scappare via, ma non ne ebbe il coraggio, e magari Zoro lo avrebbe affettato per sbaglio se si fosse alzato improvvisamente. La renna stava per essere presa dal panico..

“San” pronunciò Zoro dietro di lui. Chopper ebbe un brivido.

“Ni” disse ancora. Allora quello era un conto alla rovescia?? Il peso sopra la testa della renna oscillò.

“Ichi...”. Chopper respirava troppo affannosamente, quel peso presto sarebbe caduto.

SANTORIU..........” tuonò il verde.

 

“YYYYYAAAAAAHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!............................”

 

Chopper fece un balzo in avanti, urlò fuori di sé dalla paura, un urlo acuto e prolungato. Perchè Zoro voleva attaccarlo con la sua tecnica?! Era impazzito?!

Robin aprì gli occhi e vide una scena davvero comica: la renna correva e saltava all'impazzata tutta attorno alla palestra, con le zampe sugli occhi per paura di vedere il suo aggressore, e Zoro, immobile, lo seguiva con lo sguardo assassino e soddisfatto con una katana alla mano. Presto la renna avrebbe fatto un infarto dalla paura!

“BASTA CHOPPER!!” gridò lo spadaccino, e la renna si bloccò finendo con la faccia a terra.

Si tirò su parlando in tutta fretta e finalmente si scoprì gli occhi. Vide Zoro, incavolato, e poi Robin dietro, quasi nel buio e ancora seduta al suo posto, lo guardava con pietà.

“Mi-mi dispiace, Zoro!!!! P-penso che s-sia troppo dura per me!! I-io...devo andare!!! E mi è venuto in mente che devo aiutare Usopp! Mi dispiace Robin!!!” urlato questo a squarciagola, il dottore si precipitò giù dal buco della palestra più veloce della luce, sparendo dalla vista dei due.

Zoro gli andò dietro e gli sbraitò un “Sei solo un codardo! Dovevi pensarci prima!!” che probabilmente Chopper non sentì perché era già sparito sottocoperta più veloce della luce.

 

“Che uomo terribile” disse la mora, commentando l'accaduto ad alta voce, però dalla sua espressione sembrava divertita. Restò seduta nella sua posizione mentre Zoro riponeva a terra la katana e si avvicinava a lei. Lo spadaccino si sedette di fronte all'archeologa, che era tornata a chiudere gli occhi cercando di riprendere la concentrazione. Zoro le appoggiò tre dita su un ginocchio.

“Beh, colpa tua, e comunque cambiamo esercizio” disse soddisfatto, destandola “Continua a rimanere ad occhi chiusi”

“Non fare scherzi..” sorrise la mora, ubbidendo.

“Io non scherzo mai” rispose il verde “Ho cambiato idea. Questo è un allenamento serio, e poi ti dirò a cosa servirà. Ora.. le senti le mia dita sul tuo ginocchio, no?”

“Sì..certo”

“Adesso mi alzerò e dovrai cercare di capire la mia posizione in questa stanza. Non ti toccherò mai, dovrai capirlo dall'aria, dai movimenti, dai fruscii..dall'istinto. Trovami e fai apparire una mano dove pensi che io sia. Se mi toccherai sarà ok, se sarai davvero brava mi 'sentirai' chiaramente, come senti le mie dita ora”

“Forse sbaglio ma.. stai cercando di farmi vedere ?” chiese la mora, che si sentiva molto eccitata alla cosa.

“Sì. E' logico che con te non servono molte spiegazioni” disse lui. Robin sentiva dalla voce che Zoro si stava già allontanando da lei, era già concentrata sui suoi sensi al massimo. Zoro stava davvero cercando di destare in lei l'haki dell'osservazione! Ci sarebbe riuscita?

“Iniziamo allora”

Quindi Zoro dapprima la fece facile, cercò di spostarsi rumorosamente pestando o strofinando la veste, e la mora faceva apparire delle mani quasi sempre riuscendo ad afferrarlo. Poi lo spadaccino passò sempre a livelli più difficili cercando di essere silenzioso, emettendo brevi respiri, spostando solo l'aria con movimenti bruschi. A quel punto Robin fu in seria difficoltà, di rado riuscì a localizzarlo.

Zoro ad un certo punto scelse di non muoversi più e lei iniziò ad andare a caso, ma non riuscendo a trovare niente. Quell'uomo sembrava svanito nel nulla..

“Se facessi apparire un occhio...” commentò a alta voce un po' frustrata.

“Non staresti alle regole” le spifferò sull'orecchio lui e lei, sorpresa, sobbalzò e spalancò gli occhi.

Zoro era lì, era sempre stato lì da cinque minuti buoni e lei non se n'era accorta! Come c'era riuscito? Era incredibile!

Forse era stata troppo concentrata nel fiutarlo che non si era accorta che fosse accanto a lei! Oppure era solo perché lui era troppo abile in quella cosa...Oppure..

Lo fissò, i loro visi erano vicini, le luci deboli delle candele ballavano sul suo occhio severo ma non troppo.

“Se riuscirai a vedere, poi potrai provare anche a nascondere meglio la tua presenza. Però al momento ci siamo molto lontani” sentenziò il verde. La mora annuì e prese un respiro profondo.

“Non sei riuscita a vedermi nella tua mente neanche una volta suppongo..”

“No..ho seguito i miei sensi e basta..ma non ho visto nulla, no” disse con il fiato un po' corto lei. Si era accorta solo in quel momento di aver fatto tutta quella fatica.

“Però, siamo qui per farmi migliorare, no?” continuò Robin accennando un sorriso, e una goccia di sudore le cadde dalla fronte finendo sul suo voluminoso decoltè. Zoro si scosse, si alzò annuendo a scatti.

“Sì. Però adesso passiamo ad altro. Ho un po' di addominali da farti fare e qualche esercizio per rafforzare i tuoi muscoli...e poi c'è la questione di quell'haki che non sarebbe male che controllassi, sai quale intendo..” disse girando per la palestra. A Robin pareva tutto ad un tratto un po' strano. Lo studiò e poi capì. Zoro era un po' roseo in volto, era in imbarazzo, forse quella tuta troppo scollata aveva fatto il suo effetto, si era messo sicuramente a girovagare per sbollirsi e riprendere il controllo. Stava cercando di nascondere quella debolezza ma non ci stava riuscendo del tutto, la mora pensò che era adorabile..

“Vuoi una mano a preparare i pesi?” si offrì lei, cercando di rimanere seria ma ridendo sotto i baffi.

“No!” le rispose secco, lanciandogli un asciugamano “Asciugati e riprendi fiato perché te ne servirà” aggiunse poi iniziando a trafficare con i bilanceri.

“Un te freddo?” lo stuzzicò lei.

 

---

 

I minuti passarono in fretta, Usopp e Franky erano troppo presi dal telescopio da sistemare, Chopper si era rinchiuso nella sua stanza a sistemare l'intruglio che forse avrebbe aiutato il cecchino con la sua allergia, Nami era tornata in cucina con una scusa e il capitano e Brook erano intenti a pescare a prua. Nessuno si preoccupava dei due in palestra, e l'allenamento stava proseguendo, e alla grande.

Dopo due ore di pesi, addominali ed esercizi di concentrazione, Robin era ormai in un bagno di sudore, stringeva i denti ma in realtà, dietro a quella facciata tranquilla, non ce la faceva più. Aveva davvero voglia di trovare una scusa per mollare tutto e andare a farsi una doccia. Zoro l'anticipò.

“Hei, direi che per oggi va bene così” le disse porgendole l'asciugamano, gentilmente questa volta “Ti lascio andare, strega”

“Ah...va bene” gli rispose lei appoggiando la schiena a terra e cercando di riprendere fiato (quegli addominali finali l'avevano distrutta definitivamente).

Lo spadaccino la fissava soddisfatto, con le mani sui fianchi. “Sei stata brava con gli esercizi, direi che possiamo fissare il prossimo allenamento per dopodomani”.

“Um, ok. Un altro appuntamento romantico, suppongo” ironizzò l'archeologa asciugandosi la faccia.

Lo spadaccino scoppiò sorprendentemente a ridere.

“Ahahah! Lo so, non era partita proprio così la cosa! Ah ah! Peròh..darà i suoi frutti, ne sono convinto!”

L'archeologa lo spiò da dietro l'asciugamano, quel samurai si stava davvero divertendo, era da un bel pezzo che non lo vedeva ridere così...forse dall'isola dei selvaggi? Robin tornò ad asciugarsi la faccia mentre lui sghignazzava ancora.

“Daccordo....dopodomani, eh? Ma perché dopodomani?”

“Lo scoprirai! Ah!ah!”

Successivamente l'archeologa si tirò su in piedi e, sfinita, lasciò la palestra. Lasciò Zoro alle prese con i suoi pesi, che a confronto di quelli della mora erano spaventosamente grandi. Lo spadaccino sarebbe rimasto chiuso lì ancora per un pezzo e lei sarebbe andata invece a farsi un bel bagno caldo, più che meritato.

 

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Due giorni dopo, Franky e Brook fermarono Chopper sul ponte. Sentendosi chiamato, la renna si bloccò di botto.

“Che c'è ragazzi?” rispose.

“Non hai gli allenamenti oggi? O stai già fuggendo, Chopper?” gli chiese il cyborg ironico.

“No, no! E' che sono troppo impegnato! Prima trovo il rimedio per l'allergia di Usopp e prima.. beh, sarà meglio per lui!” rispose impacciato e in tutta fretta il dottore. Per la gioia della renna, in quei due giorni l'argomento “Allenamenti con Zoro” era passato del tutto in secondo piano, però fino a quel momento.

“Mah...per me te la stai svignando” scherzò Franky, e Brook se la rise un “Yohohohoo!!”

“Eh...per me fa proprio bene, invece!” si intromise Usopp, spuntando dietro la renna “Povero amico mio..chissà cosa ti è toccato subire lassù! Eh no! Non voglio saperlo! Me lo immagino..anzi, no! Non voglio neanche immaginarlo!” disse impaurito il nasone coprendosi la faccia.

“Che cosa non vuoi immaginare??!” chiese Rufy dietro l'amico, alla fine si era aggiunto anche lui al gruppetto.

“Il signor samurai deve essere un maestro molto severo! Un suo allenamento mi farebbe accapponare la pelle, yoho! Ma.. io la pelle non ce l'ho! Yohoho!!” commentò lo scheletro, sempre più strambo.

“Zoro?! Perchè, che fa?!” chiese il capitano, fuori dal mondo come al solito. Usopp gli spifferò dell'allenamento e lui fece un sì con una faccia divertita.

“Beh....certo, non è stato facile l'altro giorno...comunque mi sono reso conto di avere cose molto importanti ora da fare e così ho deciso di rimandare al momento” ammise vagamente la renna “Zoro e Robin sono molto impegnati, invece”.

Lo disse così, senza neanche rendersene conto.. Poi si chiese: che voleva dire “sono molto impegnati”? Lui intendeva che si stavano allenando duramente e basta. Pensando poi alla faccia truce dello spadaccino, al segreto che lui si era impegnato a custodire e che quella frase poteva essere fraintesa, ebbe un brivido e aggiunse subito: “Cioè! Intendevo dire che si stanno allenando proprio intensamente! Robin ce la sta mettendo tutta! E' proprio brava..sì!”

Lo guardarono tutti in modo molto strano, poi Chopper si rese conto che quelle facce svelavano solo una cosa: curiosità, sì, curiosità e stupore. Il dottore realizzò che probabilmente, specificando il tutto, aveva fatto solamente peggio e ne ebbe subito conferma.

“A-ha! Davvero??! Robin e Zoro?!” fece il capitano su di giri “E..si stanno allenando, adesso?!”

“Bah...non credo ora..non so” mentì la renna, accortasi però che ormai era troppo tardi.

“Io voglio andare a vedere!!” esclamò Rufy con gli occhi a stella per l'eccitazione “Chi viene con me?!”

No!” urlò Chopper “Io non credo...sia una buona idea...”

“Eeccommenoohh!! Hi hihi!!” fece Rufy ridendo e scagliando già un arto in alto per arrampicarsi.

Mentre Usopp, Franky e Brook si guardavano pensierosi sul da farsi e il capitano era in procinto di arrivare alla palestra, Chopper pensava che ora era sul serio nei guai, l'unica cosa che gli rimaneva da fare era pregare.

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Capitolo 6
*** Incontri ***


“Ahh...”

Robin emise un breve lamento e, inconsapevolmente, ritirò un poco la gamba, non sapeva se quello che stava provando era più dolore o piacere. Era distesa ad occhi chiusi e l'unico suo pensiero in quel momento era seguire quelle forti e calde mani e il lavoro che stavano facendo sul suo corpo.

“Non farlo” disse Zoro con voce rauca, e alla mora parve molto sexy.

“Che cosa...non devo fare?” chiese lei, la sua voce invece le parve strana.

“Lasciami lavorare” si spiegò lui.

“Mmm” annuì Robin cercando di rilassarsi “Ora ho capito perché non ci siamo allenati ieri”

“Hah, certo!” sbuffò lui, sotto sotto divertito da quella situazione. Si avvicinò al viso della sua donna e la baciò come per darle un contentino. Si ritirò subito, tornando a lavorare su di lei.

“Non credo riuscirai ad allenarti molto oggi” sentenziò, mentre si toglieva la maglietta. Lì dentro era proprio caldo!

“Non credevo che una sola seduta mi riducesse così” ammise l'archeologa mordendosi la mano. Quello che sentiva era più dolore ora.

“E' normale. Resisti.. non sto neanche premendo troppo, dopo andrà meglio”

Quando l'archeologa si era presentata in palestra quella mattina, a Zoro era sembrata da subito affaticata e lei aveva dichiarato di sentirsi praticamente a pezzi. Invece di iniziare con la solita routine aveva optato per un massaggio ed era stata un ottima idea pensandoci. Il verde sorrise e avanzò con le mani arrivando ai fianchi della mora, lei sussultò leggermente.

“Mm! Zoro...”

“Shh..” le fece lui dolcemente, in realtà si stava pure sforzando di non pensare a nient'altro che farla star meglio.. ma quei suoi ansimi non gli facilitavano la cosa. Il suo cervello stava architettando qualcosa che non aveva nulla a che fare con quel massaggio..qualcosa di rischioso. Sì, troppo richioso da mettere in atto, ma forse ...sbarrando tutte le entrate e le finestre si sarebbe potuto anche fare. Lo spadaccino ghignò e poi scosse la testa. No, non doveva distrarsi, in fondo un massaggio se non fatto accuratamente poteva anche peggiorare la situazione.

Zoro salì ancora con i palmi e iniziò a massaggiare i fianchi dell'archeologa, e poi un braccio, iniziando dalla spalla. Lei sospirò, con un espressione che svelava un po' di pena, però poi sorrise leggermente.

“Caspita..” si fece sfuggire la mora, si era ricordata che non doveva parlare.

“Che cosa?” chiese lui osservando le sensazioni che tradiva quel viso.

“Ah...nulla, sei bravo” gli rispose con un altro sospiro.

“E' la prima volta che lo faccio. A qualcun'altro, intendo”

Lo spadaccino rispose senza tradire soddisfazione, ma dentro di lui era compiaciuto di quell'affermazione. Si sistemò dietro il capo dell'archeologa e si mise a massaggiarle le due spalle insieme e lo sterno con ancora più impegno. Lavorò per bene facendo attenzione ad evitare le aree più intime e sensibili della donna. Scorrendo giù sulle braccia si chinò su di lei per rilassare la tensione di tutta la lunghezza degli arti. In quella manovra, Robin sentì qualcosa di caldo sfiorarle il viso quindi sbirciò aprendo un poco gli occhi: era il torace muscoloso del verde sopra di lei, tutto nella norma! Però, osservò, era una strana posizione..e com'era bollente lui! Al secondo sfioramento che sentì non resistette, gli premette sul petto un bacio fugace (quella che aveva “intercettato” era la grande cicatrice).

“Non fare passi falsi, demone, sto cercando di concentrarmi” commentò Zoro continuando imperterrito.

“Era solo un ringraziamento..” protestò lei, lo spadaccino si ritirò e questa volta si chinò sul suo viso.

“Quando avrò finito potrai darmi tutti i 'ringraziamenti' che merito” le disse “Anzi, che pretendo”ghignò poi.

Robin sorrise e pensò che di certo gliene avrebbe dati una montagna, e anche sottosopra, e in tutte le posizioni che lui avrebbe desiderato. Quando Zoro si ritirò, la mora , faticosamente, alzò le braccia per prendergli il viso e far sì che le loro labbra coincidessero, mentre lo spadaccino rimaneva un po' spiazzato e in bilico in ginocchio.

E fu proprio in quel momento che i due udirono la voce di Rufy venire da sotto.

YUHUuu??!! Ragazziiii?!?..”

In quel “Ragazzi?!” Rufy spalancò la botola della palestra fiondandosi dentro alla stanza. E Robin ebbe solo qualche decimo di secondo per agire. O meglio, reagire.

L'archeologa attivò celermente la sua abilità, fece apparire decine di braccia che afferrarono il povero Zoro allontanandolo e immobilizzandolo sopra di lei a mezzaria. Quel passare da uno stato di rilassatezza assoluta ad uno stress improvviso le fece venire persino un respiro affannoso, ma quello forse fu solo lo spavento. Da parte sua, Zoro, ebbe solo la possibilità di girare la testa per fissare trucemente il capitano, era talmente avvolto da quelle braccia che pareva un salame, ed era impossibilitato nel fare qualsiasi cosa. Comunque, tutto sommato, quella scena improvvisata apparve abbastanza credibile.

Attimi di silenzio passarono mentre anche la testa riccioluta dello scheletro e il naso di Usopp spuntavano dal buco nel pavimento. Si osservarono tutti con un certo stupore. Il primo a dire qualcosa fu Rufy ovviamente.

“OOOHHhh!... Però! Che bello! Ma che cos'è che state facendo?! Una lotta?!” chiese elettrizzato.

Dall'alto del suo stato “insalamato” Zoro rispose che stava allenando Robin a rispondere agli attacchi a sorpresa, subito dopo il verde venne “rilasciato” e ricadde a terra con un tonfo, mentre la mora si tirava su a sedere con nonchalance.

“Ohh! Posso unirmi a voi, ragazzi?! Anche io voglio divertirmi un po'! Ci si annoia giù..!”

Rufy guardò i due con un sorriso a trentadue denti e il verde gli rispose con un “No, allenamento terminato!” con un aura terribile, che fece scappare i due spioni nascosti nel buco e che sgonfiò tutta l'eccitazione del capitano.

Rufy tornò giù tra sbuffi e lamentele, e poco dopo si fiondò in cucina per ammazzare la noia con un abbondante spuntino.

 

 

---

 

 

Quella notte, un certo biondo e una certa rossa si incontrarono di nascosto nella stanza delle ragazze. Robin era di vedetta, ovviamente, e aveva dato loro il permesso di stare lì dentro..a patto che usassero solo il letto della navigatrice e non toccassero nulla nella sua parte di stanza.

“Caspita...è la seconda volta che entro qui dentro..è difficile abbituarsi..mi sembra il Sacro Graal!” disse il cuoco un po' in tensione, guardandosi attorno. Nami aveva lasciato accese solo le fioche luci dei due comodini, il tutto risultava abbastanza intimo.

“Ti senti più a tuo agio in biblioteca? Forse sì..è un terreno neutrale!” scherzò la navigatrice.

“Sai, tira un'aria decisa lì fuori...povera Robin, gli è capitata una serataccia! Fa anche stranamente freddo..” continuò a divagare il cuoco, rimanendo in piedi dov'era. Era chiaro, era visibilmente nervoso.

“Mfh! Vieni qui, scemotto!” gli fece la rossa battendo la mano sul letto. Il cuoco le sorrise e ubbidì.

Appena le si sedette accanto, Nami lo abbracciò. “Ho una coperta se senti freddo” lo informò.

“Non ho freddo con te” le disse lui baciandole poi il naso. La navigatrice fece una faccia un po' delusa.

“Peccato..avevo un idea che mi balenava in testa” disse, coccolandoselo.

“Beh..ritiro quello che ho detto, allora. Facciamo come desidera la mia principessa” fece lui prontamente.

Nami allora prese una coperta e la fece volare sopra le loro teste, il morbido plaid li coprì totalmente e lei si mise a ghignazzare.

“Oh.. che cosa hai in mente adesso? Non ti vedo più, lo sai?” disse il cuoco, non sapendo che commentare.

“Ovvio che non ci vedi, hehe! Però...puoi sentirmi” fece lei appoggiando la mano sulla sua camicia e il petto sotto di essa.

“Huh! Daccordo...potrebbe essere un gioco interessante, ma prima devo darti una cosa” rise un po' lui, in fondo era più agitato di prima. Prese la mano della navigatrice e mise qualcosa nel suo palmo.

“Che cos'è?” chiese lei, già cercando di capire rigirando la cosa tondeggiante tra le mani. Era qualcosa di incartato, quindi lo scartò. Senti il cuoco sbuffare divertito.

“Ho capito cos'è!!” esclamò lei subito e se lo cacciò in bocca. Il gusto dolce e un po' amaro del cioccolato all'arancia si espanse nel suo palato. Dentro c'era anche una mandorla caramellata. Era un dolcetto squisito!

“Mmhh!! Favolosho!!” commentò estasiata.

“E' il primo che faccio...niente male, eh?” disse lui nel buio.

“Mio dio, Sanji! Con te diventerò una balena! Haha! Tipo come Lovoon! Hahaha!” si mise a ridere lei, e presto lo trovò e lo guidò sulle sue labbra, in un bacio al cioccolato.

Quel bacio continuò e il cuoco la spinse giù sul letto, ritrovandosi sopra di lei. In quel mentre Nami pensò che il cuoco stesse facendo dei progressi, di solito era lei che gli saltava addosso!

Sanji si staccò boccheggiando. “Caspita! Ho fatto bene a darti quel cioccolatino! Presto si sarebbe sciolto qui sotto!”

Nami iniziò ad accarezzarlo e giunse di nuovo al suo petto e ai bottoni della sua camicia. Com'è che, senza nemmeno pensarci, la stava già sbottonando? Ne sciolse tre e poi si fermò, intrufolando una mano nel calduccio, lì dentro.

“Sarebbe stato uno spreco, sai? Meglio che me lo sia mangiato io! Haha!” disse lei, concentrandosi però in quella bella sensazione di averlo sopra di lei e della sua pelle liscia, morbida, che stava accarezzando.

Sanji stette fermo lì, assaporando il profumo della navigatrice e godendosi le sue carezze, sapeva che se avesse abbassato di poco la testa avrebbe sfiorato quella parte fantastica di lei, ed era ancora troppo presto, era troppo presto per dar di matto! Doveva assolutamente evitarlo e resistere. Doveva far meglio dell'ultima volta, doveva! Però non poteva neppure rimanere fermo come un baccalà...! Che doveva fare? Sbuffò, era pure un forno pazzesco ora là sotto!

“Mfh! Il principe ha caldo, nevvero?” scherzò la rossa “Potremmo togliere questa, no? E' di troppo per me”

Il cuoco annuì nel buio, come se lei potesse vederlo, e Nami si concentrò nel finire di slacciare quella camicia, e quando finì si sentì molto soddisfatta: ora poteva accarezzare tutto quello che voleva in santa pace! In fondo pensare che quell'uomo era davvero un principe nella vita reale la eccitava ancora di più, peccato che comunque aveva mandato al diavolo tutta la sua famiglia..!

“Sai” commentò immobile il biondo “Voglio dirti una cosa, finché sono ancora in me”

“Che cosa, tesoro?” gli sparò lei tranquillamente. Quel “tesoro” detto così dolcemente lo sbarellò non poco, ma il cuoco tenne duro, deglutì, i cuori che stavano per partire dalle sue orbite fecero dietro front e si concentrò su quello che voleva dirle.

“Io... “

“Mm? Sì..?”

“Io credo che questo sia il periodo più bello della mia vita” Le mani della navigatrice si fermarono. “Questo è anche, e soprattutto, grazie a te. Ti amo alla follia, Nami-san. Volevo dirtelo prima di... rovinare tutto come al solito”

Il cuoco sentì che la ragazza prendeva un respiro profondo, poi sentì le sue delicate mani accarezzargli i capelli e il viso.

“Oh, Sanji.. Anche io ti amo, te l'ho detto”

“Ed è così bello che a volte ho paura sia tutto un sogno, amore” disse lui, rincorrendo le sue dita e baciandogliele.

“Non lo è perché siamo qui...e non rovinerai nulla. Sanji, voglio essere davvero sincera con te” disse lei seriamente. Era solo la centesima volta che le diceva quelle cose ma quella sera era stato emozionante, inoltre il cuoco pareva seriamente preoccupato e lei non voleva che fosse tutto così gravoso per lui, doveva incoraggiarlo, come le aveva consigliato Robin. E quel buio totale la aiutò parecchio.

“All'inizio, quando ti ho conosciuto, pensavo che tu fossi un irritante e superficiale pervertito...”

“Ah...” commentò il biondo, sgomento.

“..Ma poi ho capito in fretta quanto tu fossi realmente profondo e sensibile...e molto intelligente, leale e giusto...oltre che impareggiabile in cucina! Il fatto è che..ogni volta che ti avvicinavi ad una donna, dentro di me, qualcosa si spezzava...non lo davo a vedere ma.. soprattutto ultimamente, mi sentivo continuamente tradita, è così che ho capito quanto tu fossi diventato importante per me”

“Nami-san...” La navigatrice gli chiuse la bocca con un dito.

“Non ho finito.. Quello che voglio dire è che non importa quanto ci vorrà, l'importante è che ora siamo qui, insieme.. e mi interessa solo una cosa: che quei tuoi occhi ora siano solo su di me”

Passarono attimi di silenzio, poi il cuoco si fiondò letteramente sulla rossa baciandola sulla bocca, sulle guance, sul naso, dappertutto sulla faccia, Nami si mise a ridere e aspettò fino a che il ragazzo smise.

“Capisci quanto sono felice?” le sussurrò sull'orecchio.

“Sì..” gli rispose lei abbracciandolo stretto. E stettero così un pochino, in silenzio, ascoltando i loro respiri emozionati e il vento che ululava fuori.

Poi i due si mollarono. Parlò lei.

“Mi prometti che sarò l'unica donna della tua vita?”

“Ovvio...certo! Io non vedo altre che te!” rispose subito lui.

“Allora...facciamo un gioco, rubacuori” fece lei toccandogli una guancia.

“Daccordo”

“Fai quello che ho appena fatto a te: toglimi questa camicetta, ho davvero caldo adesso”

Il cuoco deglutì in silenzio e rispose con un falsamente tranquillo “Con piacere”, accarezzò il collo della ragazza e si mise a trafficare con i bottoni, la sua abile mano finì presto quel lavoro, dopotutto aveva una manualità allenata dal suo lavoro, era un gioco da ragazzi per lui fare quella cosa...allora perché quella mano maledetta gli tremava?

Nami si sfilò via la camicia e il biondo seppe, anche se non vedeva nulla, che era rimasta in reggiseno. Si sforzò di non immaginare nulla accarezzandole la testa e baciandole i capelli (avevano un profumo irresistibile!).

“Ora va meglio!” disse lei, e aggiunse “Adesso non dovrai far altro che quello che farò io: imitami”

“Ad esempio?”

Sanji voleva già continuare? Sì, dei leggeri progressi c'erano, pensò la rossa.

Lei gli toccò un orecchio, glielo accarezzò e alla fine lo trascinò verso di sé e glielo baciò. Sanji ebbe un fremito in quell'ultima fase ma si accinse subito a fare il tutto alla navigatrice. Quindi le accarezzò l'orecchio e appoggiò le labbra lì, in un bacio dolce...e poi gliene diede un altro più lungo. Nami ebbe un brivido, non pensava affatto che quella parte potesse dare tutte quelle sensazioni!

“Giocherò, ma alle mie regole...tutto quello che mi farai, io lo farò a te due volte” disse il cuoco, la rossa se lo immaginò pure con un sorriso beffardo. E che diamine! Stava facendo passi da gigante! Chissà se avrebbe mantenuto tutte quelle belle parole..per scoprirlo si doveva andare solo avanti.

“Okkei..” annuì quindi, e lo avvicinò a sé prendendogli il viso. Gli baciò la bocca ma poi si fermò: era troppo facile, doveva pensare a qualcosa di più...spinto, diciamo. Quindi con la punta della lingua percorse le labbra del cuoco, quelle superiori e poi quelle inferiori, e si diresse all'orecchio di nuovo, non vedendo l'ora di capire che reazione avrebbe avuto lui.

Sanji, nel momento in cui la rossa toccò il suo orecchio con la lingua, sussultò e strinse i denti, poi si staccò in un lampo da lei, respirando in affanno. Non andava bene, aveva sentito il sangue pulsare...

“Oh..scusa..forse ho esagerato..” disse subito Nami, preoccupata. La rossa sentì la coperta finire sulla sua faccia quindi andò a tentoni per capire dove fosse finito il biondo. Sgusciò fuori dalla coperta e vide che si era solamente tirato su a sedere. Quindi, lentamente, gli si sedette accanto, in ginocchio sul letto. Sanji guardava fisso davanti a sé, sembrava arrabbiato.

“Io non mi rimangio quello che ho detto. Chiudi gli occhi Nami-san, sto arrivando” disse ad un tratto.

La rossa ridacchiò e chiuse subito gli occhi. Passarono secondi di elettrizzante attesa per la ragazza e poi sentì che lui si avvicinava, lo sentì perché il suo corpo emanava un certo calore.

“Aspetta!” fece la rossa andando a tentoni e prendendo la coperta, ma il biondo le bloccò la mano.

“Tranquilla, ho gli occhi chiusi.. e poi il caldo potrebbe far peggio” le disse. Nami intuì che lui aveva capito molto bene perché lei lo aveva tenuto sotto la coperta: il fatto di non vedere lo poteva aiutare a... ritardare la sua esplosione sanguinolenta. Era scaltro come al solito!

Arrivò un bacio sulle labbra e poi il ragazzo gliele sfiorò con la lingua, lentamente, poi sparì per ricomparire sul suo lobo destro. Una sensazione umida e calda le provocò dei brividi da subito, Nami ebbe l'istinto di ritrarsi e ridere ma resistette all'inizio, poi, quando lui soffiò delicatamente dentro il suo orecchio, quel brivido fu più intenso così emise un urletto, un urlo molto simile ad un gemito. Sanji la afferrò e le premette un bacio sulla bocca per calmarla e poi si staccò. “Cerca di non...” disse con la voce roca, lei capì dalla sua voce che era vicino al limite. Quindi annuì con la testa e il biondo mollò la presa.

Erano ancora ad occhi chiusi uno di fronte all'altra, la navigatrice ora stava cercando di capire cosa fare: era meglio tergiversare ancora o andare al sodo? Lei non ce la faceva più..perchè aspettare ancora?

Abbi pazienza..” Le vennero in mente le parole di Robin. Certo, era dura però, tra il dire e il fare c'era di mezzo.. un oceano! L'ultima volta che erano stati insieme, Sanji era esploso toccando un suo seno, solo toccandolo. Voleva capire se sarebbe successo di nuovo.

Così, il più silenziosamente possibile, si tolse il reggiseno. Fece un respiro e appoggiò le mani sulle spalle del biondo. Lo accarezzò percorrendo le braccia, tornando sù e poi, con una mano scese a sfiorare un pettorale. Alla fine lo accarezzò, sentendo il suo capezzolo indurirsi un po' e si avvicinò per appoggiargli un bacio leggero. Il cuoco respirava sonoramente, di sicuro si era agitato..piacevolente.

La rossa si ritirò aspettando la risposta. Sentì che il biondo si muoveva ma non subito la toccò, ci volle un pochino di tempo. Poi le sue mani arrivarono sulle spalle della navigatrice, si posarono calde su di lei e scesero giù sulle sue braccia.

“Morbida...” sussurrò il cuoco e lei sorrise.

Il cuoco ripercorse le braccia, le spalle e poi, con sorpresa della rossa, quelle mani scesero giù sulla sua schiena a rallentatore, e lei non riuscì a trattenere un sospiro. Era così bella quella sensazione di calore! Si sentiva davvero coccolata! Quelle mani, per un breve istante però si fermarono, forse Sanji aveva capito che lei era senza ...? Sì, forse sì.. e comunque meglio così, pensò lei, almeno era preparato!

Il cuoco risalì sulle spalle e andò giù, piano, lateralmente, sui suoi fianchi e la ragazza pensò che stava diventando sul serio intraprendente. La strinse un po' per poi mollare la presa, Nami lo sentì sospirare.

Poi arrivò il momento fatidico, la rossa si morse un labbro e aspettò. Ebbe voglia di dirgli qualcosa di incoraggiante, ma non lo fece, rimase in silenzio.

Quel contatto tanto desirato arrivò, sentì degli indecisi polpastrelli sfiorarle il seno sinistro, salirono un poco e poi si fermarono per appoggiarsi di più su di lei. Nami cercò persino di respirare piano per facilitargli la cosa ma non fu semplice. Quella mano si appoggiò pienamente sul suo petto e la navigatrice dischiuse la bocca in un espressione di muta soddisfazione. E poi la rossa fece qualcosa che probabilmente era meglio che non facesse.

Nami sbirciò e aprì gli occhi, e quello che vide fu qualcosa di comico: Sanji si era preventivamente ficcato dei fazzoletti su per il naso, la carta gli spuntava dai fori nasali e aveva una faccia estasiata in quel momento. La rossa cercò con tutte le forze di non scoppiare a ridere, cercando di non emettere alcun suono e mordendosi di più il labbro. Chiuse immediatamente gli occhi cercando di recuperare serietà.

Nel frattempo Sanji aveva tenuto la mano su di lei, e ben presto quella iniziò a muoversi. Nami non poteva crederci! Sanji la stringeva e poi la rilassava debolmente, dopo poco quei movimenti diventarono un po' più decisi, arrivando fino a stimolarle il capezzolo. Ora la navigatrice stringeva i denti, e non per non ridere, ma per non gemere! Era davvero felice! Sanji era sorprendente e ci sapeva pure fare! Se solo non avesse avuto quel suo problema a quest'ora... Nami fu costretta a scacciare quel pensiero perché la mano si spostò sul suo fianco e lei pensò “Ecco, ci siamo, è finita”.

Però non fu finita affatto. La rossa sentì un calore sul seno e poi le lebbra del cuoco si appoggiarono sul suo petto ormai turgido. Rimasero immobili per qualche secondo e poi iniziarono a stampare dei piccolissimi baci tutti intorno al capezzolo: una bellissima tortura! Nami pensò sul serio che lo fosse e, non potendone più, prese tra le mani la testa del cuoco che si fermò. Nami respirava a fatica adesso, sperava di non aver fatto un errore madornale ma era stato il puro istinto a guidarla.

“Sanji...ti prego”disse.

Il cuoco non rispose a parole, prese un respirone e appoggiò le sue labbra semiaperte sul capezzolo della donna. Sapeva di aver poco tempo, così iniziò a leccarlo cercando con tutte le forze di pensare a quello come un gelato ad un gusto terribile.

Durò pochi secondi quella bellissima emozione per Nami, nella quale le sue mani si mossero di vita propria stringendo a sé il biondo in carezze intense.

Poi Sanji si staccò all'improvviso da lei, Nami fu strappata da quel paradiso in cui era precipitata. La rossa si scosse e aprì gli occhi, lo vide in mezzo alla stanza, in piedi e di spalle, con il capo volto al soffitto. Solo ora la ragazza si ricordò di respirare, ispirò ed espirò profondamente più volte cercando di calmarsi. Prese la coperta e si coprì il seno e poi si alzò per vedere “il danno” che aveva procurato al suo compagno. Si avvicinò cautamente al ragazzo.

“Sanji..?” chiese, e lo vide in faccia, quello che vide la stupì incredibilmente.

Nulla, non c'era nulla sul suo volto, niente sangue, niente di niente.. La carta sul suo naso era intonsa!

“Sanji! Apri gli occhi!” gli disse entusiasta, mentre lui era ancora chiuso in un espressione di tensione, sembrava dover trattenere chissà che.

Lentamente, il biondo l'ascoltò. Il suo volto si rilassò, aprì gli occhi, si guardò il petto, si mise le mani in faccia e se le analizzò. Poi sorrise alla navigatrice, era incredulo pure lui!

“Ho...cercato di fare come mi hai detto, di cercare di fermarmi prima” le disse alzando le spalle.

“E ce l'hai fatta, amore!!” esplose di gioia lei, mollando la coperta e fiondandosi su di lui.

Non serve dire che fu l'errore più madornale di Nami quella notte.

Il cuoco la vide nuda e poi vide e sentì quel bellissimo corpo premuto sulla sua pelle e lì esplose in fiotti di sangue, un po' trattenuti dall'imbarazzante carta ficcata nel naso.

Risultato? Un tappeto e una coperta da lavare, oltre ai vestiti e una doccia da fare subito e di nascosto.

Per non parlare del muro della camera chiazzato di rosso.

 

 

----

 

 

“Che cosa vuol dire che non possiamo usarla noi stanotte??”

Zoro la fissava con un espressione stranita, alla sua non risposta lui iniziò ad analizzarla con sospetto. Robin sorrise e tornò a sollevare i suoi pesetti.

“Beh.. Nami ha deciso di ridipingerla” fece tranquillamente, celando lo sforzo fisico che stava facendo.

Zoro risollevò l'enorme manubrio, continuando a fissarla. “Così? Da un giorno all'altro?”

“Sì..” Gli rispose lei, decidendo di non guardarlo più, sarebbe stato un errore. “Possiamo andare in biblioteca, o stare qui..oppure al bagno grande di sopra..non vedo quale sia il problema”

“Sai che quello è il posto più sicuro, archeologa”

“Sì..ma stasera non si può” rimarcò lei, categorica.

Zoro riposizionò il manubrio a terra, era arrivato solo a 227 alzate. Si avvicinò con fare sospetto alla mora. Si chinò su di lei cercando di intercettare il suo sguardo.

“Qualcosa..non so, qualcosa mi dice che stai nascondendo qualcosa..” le fece sorridendo pericolosamente.

“Ci sono troppi 'qualcosa' in questa frase” scherzò Robin, continuando concentrata nei suoi esercizi, guardando altrove.

“Però..aspetta!” si illuminò lui, e finalmente la mora lo guardò. “Non è che Nami e quello scemo hanno passato la notte nella vostra stanza ieri notte..per caso?”

Ecco, aveva fatto centro..e adesso che scusa si poteva inventare Robin per deviare l'attenzione a quella cosa? Rimase nella sua solita facciata rilassata, e sorrise di più allo spadaccino.

“Non ne ho idea” mentì, doveva per forza.

“Ok.. per oggi basta con i pesi, cambiamo esercizio” Zoro si rimise dritto di fronte a lei, era certo che la strega stava proteggendo Nami, aveva proprio quella sensazione. E se era vero che quei due avevano passato la notte lì e se era vero che Nami stava ridipingendo (cosa mai capitata prima d'ora)....era perché quei due avevano combinato qualcosa lì dentro, era molto probabile, no.. probabilissimo.

L'archeologa si alzò e andò a rimettere al suo posto i pesetti mettendoli in ordine dal più leggero al più pesante e, in quel momento, lo spadaccino scoppiò a ridere.

“HAHAHAHahhahahah!!!! Ahhah!hhahah!”

Robin si voltò, tra lo stupito e il disorientato. Zoro stava di nuovo ridendo senza freni. Era pure piegato dalle risate! Perche?!

“Che...hai?” gli chiese, non smettendo di fissarlo, era proprio molto bello quando lo faceva.

“Non ho nulla!.. Ah Hahhahaha!”

“Beh, non mi pare, spadaccino” Commentò lei, attendendo con un sorriso tra le labbra.

Zoro si riprese e si avvicinò a lei con aria divertita, la fissò sfidandola. “Certo che so che cosa ho, semplicemente mento, come fai tu” disse “E siccome non mi piace, passiamo alle cose serie, continuiamo il tuo allenamento”

Robin lo guardava a bocca aperta, lui non le diede il tempo di pensarci su ancora. Zoro continuò con il suo discorso e contemporaneamente agì.

“L'arrivo di Rufy dell'altro giorno mi ha fatto pensare sai, sarebbe utile che migliorassi sull'autodifesa ma intendo senza i tuoi poteri. Che succederebbe se ne fossi privata temporaneamente? E' già successo!.. Saresti in grado di difenderti da un attacco?”Zoro le si avvicinò con aria fintamente minacciosa “Se qualcuno di forte come me ti attaccasse che succederebbe?”

Robin si mise in posizione di difesa e aspettò la mossa dello spadaccino. Zoro le si precipitò addosso prendendola per i fianchi e alzandola, la issò su una sua spalla come un fagotto, e lei, non sapendo che fare, iniziò a tirargli dei deboli pugni sulla schiena.

“Non è un gioco, Robin” gli disse lui, duramente, tenendola salda sopra di sé.

L'archeologa passò all'azione allora, iniziando a fargli il solletico sulle costole. Zoro mollò la presa sussultando e lei cadde ma, precipitando, si girò come un felino e, contemporaneamente, gli fece uno sgambetto. Zoro perse l'equilibrio e caracollò a terra e la donna lo afferrò al collo.

“Diavolo, non sei male, donna!” commentò Zoro mentre Robin lo lasciava andare “Però calcola che io non ho reagito”

Lo spadaccino sapeva che lei non era alle prime armi nella lotta corpo-a-corpo. Robin si tirò su in piedi aspettando il prossimo attacco.

“Questa volta non ti basterà conoscere il mio punto, diciamo, debole..nè uno sgambetto ti salverà” fece lui alzandosi a sua volta, la fissò negli occhi, eccitato. “E dopo averti atterrata mi dirai il motivo per il quale la tua stanza non è utilizzabile stanotte”

“Non mi atterrerai, Grande Tigre” disse Robin facendo un passo indietro, determinata.

“Vediamo un po'..”

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Capitolo 7
*** Strane visioni e temporale ***


Quel pomeriggio, mentre Zoro e Robin si allenavano, Usopp e Franky uscirono da sottocoperta con una notizia esplosiva.

“RAGAZZI!! ANNUNCIO! ANNUNCIO!!” urlò il nasone. “SIII!! UN ANNUNCIO SUUPERR!!” fece il cyborg.

Rufy e Chopper si avvicinarono, anche Sanji e Brook (con una tazza di thè fumante) uscirono dalla cucina per ascoltare. L'ultima ad arrivare fu Nami, con una tuta da imbianchino e faccia sporca di bianco.

“Noi...l'abbiamo terminato! Abbiamo ultimato il T-scopio US742!! E' fatta!!” gridò entusiasta Usopp. Nel mentre, Franky portò fuori qualcosa di grosso, coperto da un telo. Usopp sfilò via quella copertura svelando a tutti il macchinario.

“TA-DAAN! Eccolo qui!”

Rufy e Chopper fissarono con occhi stellati il telescopio, il capitano urlò un “Hurrà!!” su di giri, Sanji e Brook aguzzarono gli occhi per vederci meglio (anche se gli occhi Brook non li aveva) e Nami si grattò la testa pensierosa.

“Ehi! Non sarà un po' difficile capirci qualcosa?” chiese.

“Hahaha! Ma è facilissimo da usare! E comunque vi insegneremo come si fa!” rispose il cyborg, tranquillizzandola.

Pareva infatti un marchingegno complesso, pieno di leve e rotelle da posizionare e sistemare.. per nulla di semplice utilizzo!

“Stasera faremo le prime prove, e siete tutti invitati a partecipare!” annunciò Usopp “Soprattutto abbiamo bisogno della disponibilità di Nami e Robin che possono offrirci dritte interessanti per ottimizzare le ultime cosucce”

“Si! Si! Ci saremo tutti!” fece Rufy “E, SANJI!! Stasera si fa festa!! Prepara qualcosa di buono!!”

Il cuoco annuì al capitano, e Nami gli fece l'occhiolino.

“Daccordo, farò qualcosa che vi farà impazzire!” gli rispose, ammiccando alla navigatrice.

“Hei, dobbiamo avvisare anche Robin e Zoro!!” gridò il capitano, e aggiunse: “Ci penso io!!”

Quindi Rufy si precipitò su alla botola della palestra ma, prima di entrare senza bussare come al suo solito, si fermò e emise un “Ahhh???!!” allibito tendendo l'orecchio. Tutti lo fissarono incuriositi, attendendo una spiegazione.

“Mi pare che...si stiano menando alla grande qui dentro!!” fece eccitato il capitano, e detto questo si precipitò dentro la palestra.

Tra “EH?” e “CosA?!” stupiti, qualcuno imitò il capitano ed iniziò ad arrampicarsi su per l'albero maestro, era troppa la curiosità e lo stupore! Intanto Rufy era già lì e, davanti a lui, una Robin picchiaduro e uno Zoro altrettanto ingrugnito si battevano senza sosta, nessuno dei due sembrava essersi accorto della sua entrata.

Ad un certo punto lo spadaccino atterrò la mora che urlò un “Ah!” stupito e irritato. Zoro la immobilizzò e sorrise soddisfatto. Rufy esclamò un “FORTEE!!” mentre Usopp e Sanji sbucavano dal buco e guardavano sconvolti dentro. La mora e il verde parevano molto accaldati, lui lentamente si alzò mollando la presa su di lei e sbuffando. Robin rimase a terra a prendere fiato, sfinita.

“Sai cosa vuol dire, archeologa!” le fece Zoro trionfante, ignorando gli ultimi arrivati e ghignando.

“Pfhh!” fece lei, snobbandolo e incrociando le braccia. I due incrociarono sguardi intensi di sfida.

Mentre Rufy esplodeva ancora in un “Vengo anche io, ragazzi!!” e Usopp rimaneva in uno stato ibernato dall'incredulità, Sanji si fece largo tra i due ragazzi e andò dritto dallo spadaccino, salendo sui tappetini con le scarpe. Gli si parò davanti.

“HEI TU! ALGA MARCIA! Ma che cosa ti salta in testa, eh?! Ti sei bevuto quel poco di cervello che ti rimaneva?! Sei andato FUORI DI TESTA?!”iniziò a urlargli in faccia il biondo.

Zoro sbuffò e lo guardò inespressivo alzando un sopracciglio.

“SI TRATTANO COSI' LE DONNE, EH?! Ma dove sei cresciuto? Nella giungla?!? Sai cosa succede se ti ritrovo qui a trattar male di nuovo Robin-chan?! Lo vuoi sapere???!!”

“Togliti dai piedi” gli intimò lo spadaccino, con fare superiore.

“No, togliti tu dai piedi..è abbastanza quello che hai fatto!”

“Stai sporcando la palestra...” sibilò il verde, adirato. Mancava poco che i due venissero alle mani..

“Sanji-san..”

Robin chiamò il cuoco che, con un espressione stupita e sorridente, si girò verso di lei.

“Sanji-san... mi aiuteresti?” fece la mora allungando la mano. Il biondo non se lo fece ripetere due volte, andò da lei e l'aiutò ad alzarsi. Poi, visto che la donna pareva non riuscire a rimanere in piedi, mise il braccio di lei attorno al suo collo, reggendola.

“Non serve, è tutto ok. Mi aiuteresti solo a...scendere, per favore?” gli chiese debolmente.

“Maa...è ovvio, tesoro!” disse con fare molto premuroso il biondo.

“Grazie, Sanji-san..”

E così fecero, accompagnati dalle facce dubbiose di tutti. Robin e Sanji lasciarono la palestra abbracciati, seguiti da Rufy e Usopp che, prima di andarsene, lanciarono sguardi malevoli verso lo spadaccino pensando che questa volta aveva davvero esagerato.

 

Zoro restò da solo, mordendosi fortemente un labbro. Quella donna! Che attrice nata! Aveva trovato lo stratagemma giusto per togliersi di mezzo al momento opportuno! E lui così non aveva ottenuto alcuna risposta! E oltretutto era passato di nuovo per un arrogante insensibile (ma quello era il minore dei mali). E poi che era quel “Sanji-SAN”?! Una provocazione bella e buona!

Una cosa era certa: Robin aveva vinto solo una battaglia, la guerra l'avrebbe vinta lui, quella notte.

 

 

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Quella sera, a cena, festeggiarono tutti con la squisita mega paella di Sanji, bevvero come non mai e risero sguaiatamente come al solito. Però furono tutti molto freddi con uno certo spadaccino.

Era chiaro, pensò lui, che avevano in mente quello che era successo nel pomeriggio. Nessuno gli aveva rivolto la parola, se non per forza, e nessuno gli aveva passato da bere quando l'aveva chiesto..era già la decima volta che si alzava per andare a prendere la bottiglia dall'altra parte del tavolo! Robin, comunque, si era seduta vicino a lui e sorrideva ad ognuno indistintamente, lui compreso. Stava cercando di far capire a tutti che la cosa accaduta non era importante? Bah, chissà, però non ci stava riuscendo.

In effetti, per tutto il pomeriggio, fra di loro erano girate voci assurde, Usopp aveva detto a tutti che Zoro si era fiondato su Robin come una bestia feroce, che lei era sembrata davvero affaticata e arrabbiata e che i due dovevano aver probabilmente e finalmente sfogato il loro nascosto astio reciproco. Che inoltre, e per fortuna, erano arrivati loro a calmare gli animi e Sanji aveva portato al sicuro la povera Robin.. Insomma, il nasone aveva ingigantito il tutto.

Alle sue parole erano rimasti tutti un po' strabiliati, Chopper e Nami erano corsi dall'archeologa per capire come stava, Franky si era rabbuiato, a Brook erano usciti gli occhi dalle orbite (anche se lui non li aveva) e Rufy parlava di una rivincita che voleva dare a Robin prendendo il suo posto la prossima volta.. Un totale caos! L'unico messaggio che era stato recepito chiaramente era che ora Zoro e Robin non si sopportavano, e i sorrisi di lei verso di lui quella sera, alla gran parte dei commensali, parevano finti, solo perché era una donna gentile ed educata. Gli unici che conoscevano come erano andate veramente le cose erano proprio e solo loro due.

La cena andò per le lunghe e finì con un dolce superlativo: una sacher gigante sulla quale era stata disegnata la costellazione del drago, la decorazione alla panna era stata abilmente creata dal cuoco ovviamente.

Vedendo il dolce, tutti esplosero in un “Aahhh!” sorpreso, poi iniziarono a mangiare la torta e parlare dell'argomento “God Valley” e non smisero più, finché uscirono tutti ad assistere alla prima prova della “fantasmagorica macchina onnivedente” (così l'aveva soprannominata il nasone, esagerato come al solito).

Franky sistemò il macchinario e fece una prima prova con l'aiuto della navigatrice che aveva portato con sé un librone gigantesco sulle carte celesti. Quando il cyborg si definì soddisfatto, invitò Nami e Robin a provare. “Prima le signore!” furono le sue parole, e una dopo l'altra rimasero tutte e due a bocca aperta a quello che videro lì dentro. Tutti furono incuriositi e uno dopo l'altro osservarono il cielo stellato con entusiasmo così galoppante che Rufy ordinò ancora da bere, anche se qualcuno era già da brillo da un pezzo!

Sanji quindi tornò in cucina, chiedendo a Robin se poteva dargli una mano a portare i bicchieri. I due si incamminarono e in quel momento Usopp si rese conto che doveva far pipì. Si precipitò in bagno a espletare il suo bisogno, quel water girava..forse aveva bevuto un po' troppo quella sera. Uscendo dal bagno, il nasone passò davanti la porta della cucina che era semiaperta, buttò l'occhio dentro e quello che vide lo fece bloccare lì davanti a quell'uscio.

Forse i suoi occhi lo stavano ingannando ma.. quello che stava vedendo era interessante : il cuoco reggeva una mano all'archeologa, cioè la stava trattenendo e lei lo guardava incantata, così pareva. Poi Sanji pronunciò qualcosa: “In..”. Il nasone non sentì bene, forse il cuoco aveva detto “Robin”? Si avvicinò all'uscio con l'orecchio (certo che quei pazzi fuori stavano facendo un gran baccano!). Sentì ancora un “...Mi piaci”, quindi, sbalordito, sbirciò dentro per vedere i due che sembrava si stessero avvicinando incredibilmente.. Il cecchino non vide la fine di quella scena perchè venne colto da un capogiro e si allontanò velocemente andando a sporgersi dalla balaustra. Usopp vomitò e respirò in affanno. Quell'alcol del caspita! E poi..cosa aveva appena visto?! Non ci poteva credere! Il cuoco pareva aver confessato i suoi sentimenti?! E Robin era sembrata pure consenziente! Ma forse...forse era troppo ubriaco per aver visto bene, no?

Dopo cinque minuti, Usopp si unì alla ciurma ancora un po' frastornato, in quel momento gli amici stavano discutendo di turni per osservare il cielo di notte per trovare il prima possibile la fantomatica costellazione. Robin e Sanji erano già lì e seguivano la conversazione attentamente, sembravano tranquilli come al solito, osservò il nasone. Boh, Usopp non seppe che pensare, di certo il dubbio gli era rimasto!

La rossa prese a braccetto la mora e le due fecero qualche passo indietro, allontanandosi un poco dal gruppetto.

“Sarà un gran casino se decideremo di fare i turni notturni a coppie ! Come ci destreggeremo, eh?!” sussurrò Nami all'amica. Robin le rispose con tutt'altro, in modo distaccato.

“Mm.. E' stato molto dolce il tuo 'tesoro'.. Mi ha detto che gli dispiace per quello che è successo in camera e per il fatto che stanotte dovrò dormire in biblioteca”

Le stava ancora tenendo il muso per quella storia? La rossa rispose prontamente. “Eh, certo! Non è di certo una bestia come il tuo!”

La mora la fissò con sguardo severo. “Zoro non ha fatto niente di male.. ed è stato pure divertente. Sono io che ho esagerato

“Caspita, avete sempre avuto una visione stramba di quello è 'divertente'!” commentò la rossa, allibita.

Robin ridacchiò e tornò ad ascoltare quello che diceva ora Sanji a Franky.

“Daccordo, potremo anche fare il turno in due...ma, ad esempio, io non me ne intendo di stelle e.. ce lo vedete Rufy a manovrare quel marchingegno? Lo farebbe fuori dopo cinque minuti! Non scherziamo, è una cosa delicata!

Molti annuirono a quelle parole, pure il capitano che era davvero ubriaco, e il cuoco credette di aver convinto tutti ma il cyborg intervenne ancora.

“Basterà fare dei turni in cui almeno una persona saprà gestire al meglio la macchina.. Sicuramente io e Usopp ce la caviamo, domani insegneremo bene a Robin e Nami come si usa così da poter affiancare gli altri durante i turni, così non ci sarà alcun problema”

Ci fu chi annuì, chi si grattò la testa, e chi vide il piano per incontarsi di nascosto sfumare nel nulla in un secondo, ne discuterono ancora ma poi fu Rufy a determinare la decisione. Salì sopra ad un barile e, brillo, alzo il calice vuoto.

“Bene ragazzi! E' deciso! Da stanotte i due faranno...i turni!! O si faranno..i turni in due?! BEH! Il capitano ha parlato!” detto questo piombò sul pavimento sfracellandosi. Nami, come tutti, fissò il corpo inerme del capitano, poi la navigatrice annuì.

“Daccordo, si farà così. Dopotutto il nostro obiettivo primario ora è trovare quelle stelle e questo è il modo più veloce. E comunque non si potrà partire da stasera, è in arrivo un temporale”

A quelle parole, Usopp e Franky si affrettarono a portare sotto coperta il telescopio, e tutti si dileguarono chi più e chi meno soddisfatto dal risvolto di quella serata.

 

 

Sanji approfittò del momento per scambiare due parole con Zoro, che era rimasto fuori da solo, nel buio. Gli si mise di fianco, imitandolo, appoggiandosi al parapetto, e si accese una sigaretta. Nell'oscurità si vide solo la lucetta di quella sigaretta volteggiare nel nulla.

“Depresso?” gli chiese.

“Hai già fatto abbastanza oggi, quindi và.” fu la risposta.

“Sei fortunato, tu hai ancora stanotte, io nemmeno quello” disse il biondo, aspirando poi una boccata.

“Tzè”

“Volevo dirti una cosa, comunque. Anzi due”

“Sentiamo” rispose il verde fintamente interessato.

“Oggi ho fatto una scenata esagerata apposta.. dobbiamo comportarci come al solito, anche se sono contrario ai tuoi beceri modi di fare, ovviamente”

“Grazie molte, lo sapevo. E' tutto?” disse ancora ironico Zoro. Il cuoco sbuffò.

“Avevo capito benissimo che Robin faceva finta di essere affaticata, ho retto il suo gioco. E penso proprio che, se non fosse per lei e la sua intelligenza, voi due sareste già stati scoperti da un pezzo. Tu, spadaiolo, dovresti stare più attento, comprendi?”

“Se tu non fossi così stupidamente intervenuto...” iniziò a scaldarsi Zoro.

“Ci siamo di mezzo anche io e Nami in tutta sta storia! Quindi, fa più attenzione”

“Io, eh? Beh, tu pensa per te..che ne hai già abbastanza da pensare! E non preoccuparti” lo schernì Zoro “..che io e lei sappiamo come gestire la cosa! Lo facciamo da più tempo di voi” detto questo, se ne andò sghignazzando.

Il cuoco seguì con lo sguardo il verde che se andava e si domandò il perché di quella reazione ilare, finì la sigaretta e sentì il primo tuono rombare in lontananza.

 

 

---

 

La pioggia cadeva forte fuori quando la porta della biblioteca si aprì piano e lei chiuse il libro. L'archeologa allargò un sorriso. Ecco, era arrivato.

“Ciao, samurai”

Zoro teneva un muso lungo, ma quando il suo occhio si posò su di lei e su quello che indossava, il suo volto si distese e sgranò leggermente l'occhio. Robin aveva portato un materasso lì dentro con cuscini e tutto il resto ed era già sotto le coperte, e quello che si poteva vedere era davvero intrigante.

Indossava un abitino di seta nera, una sottoveste lunga e lucida..un po' larga, di sicuro comoda per dormire ma abbastanza sexy da stendere ogni essere umano di genere maschile sulla terra. I suoi lunghi capelli erano sciolti, ricadevano sulle sue spalle e sul decoltè in sinuose onde. Indossava la sua collana.

La mora si accorse di cosa stava fissando lui e protese una mano verso l'uomo, poi con l'indice gli fece segno di avvicinarsi. Gli fece posto, mentre Zoro si toglieva la maglietta e la buttava sul tavolino vicino, malamente, restando in canottiera.

“Io toglierei anche quelli” fece lei fermandolo e indicando i pantaloncini neri “Se devi metterti qui sotto avrai caldo”

Lo spadaccino si tirò sù e con uno sbuffo fece come consigliato, buttando anche i pantaloni all'aria. Poi si mise seduto accanto alla mora, con le gambe sotto le coperte. Si guardò attorno: solo scaffali di libri. Di certo quello era un posto insolito dove dormire.

“Dunque, questa è probabilmente l'ultima sera che possiamo vederci..e dopo quello che è successo oggi..” iniziò lui.

“Non è successo nulla, oggi” fece lei, prendendogli delicatamente il viso, con una voce calda e suadente “Proprio niente. Noi continueremo ad allenarci e se gli altri vorranno credere che ci odiamo, meglio così”

Robin si aggrappò a Zoro, il suo profumo e le sue curve erano premute su di lui ed erano una tentazione irresistibile, era ovvio che quella donna lo stava tentando e che.. aveva ragione, e chi poteva dargli torto in quel momento? Lui era entrato con il solo intento di tirarle fuori dalla bocca quel segreto, ma era lei ora che lo stava braccando..e con quale velocità!

“Però..mi dispiace tanto per come sei stato trattato stasera. Io so che non lo meriti” continuò lei accarezzandogli la testa e l'orecchio. I suoi orecchini tintinnarono e lui ebbe un brivido, l'istinto di farla sua lì e all'istante lo stava per travolgere. Quegli occhi blu profondo erano pure sinceri, sapeva che era sincera, era dispiaciuta per lui.

Zoro la prese dolcemente alla nuca e la guidò verso di sé, baciandola, sempre più intensamente, trattenendo quel demone che gli stava sussurrando di saltarle addosso. Si baciarono per dei lunghi minuti mentre la mora esplorava il suo torso e la sua schiena con la mano libera. Quando quella mano però accennò ad andare giù, il verde si staccò da lei, prendendo fiato : eh no, così era troppo facile, le stava regalando la vittoria.

“Robin, sai che ho vinto quella sfida...sai che devi ..”

La mora appoggiò la testa sul suo petto, sospirando. “Sì lo so, Zoro, lo so.” ammise soltanto.

“Però...?” fece lui intuendo che qualcosa non andava.

“Però non posso dirti nulla..e non voglio mentirti, quindi non chiedermi niente.. Ti. Prego.”

Lo spadaccino rimase senza parole, Robin lo pregava?! C'era qualcosa di grosso sotto!

“E secondo te dopo quello che hai detto io non indagherò oltre?”

La mora alzò la testa, dissentì e pareva un poco preoccupata. “Ho dato la parola a Nami, ho giurato. Non è niente di grave ma non posso aprire bocca, tu non ti devi preoccupare..non è una cosa che coinvolge noi”

“Riguarda l'isterica e il maniaco” fece il verde serio. Robin annuì tristemente, si strinse di più su di lui, fissandolo.

“Hai vinto la sfida quindi avrai un premio, ma non questo. Io non la posso tradire, capisci? Piuttosto chiedimi quello che vuoi, abbiamo tutta la notte”

Zoro la studiò e iniziò ad accarezzarle il viso, rimanendo in silenzio. Perchè era così preoccupata che lui coprisse il segreto di Nami e quel...? A dire il vero un idea se l'era già fatta e sarebbe bastato davvero poco per averne la conferma.. ma qualcosa dentro di lui si era incrinato ascoltando quella donna parlare, anzi implorare di non chiedere oltre. Era così struggente l'espressione che aveva adesso che se la sentiva addosso pure lui quell'oppressione! Lui non voleva che stesse così, non per colpa sua, non in quell'ultima notte insieme. Quindi Zoro, colui che non cedeva mai e poi mai ad una sfida, quella notte decise di arrendersi, lasciò perdere. Lei era davvero l'unico essere al mondo capace di far vacillare la sua ferma volontà, ormai se l'era messa via su questo.

“Me lo dirai prima o poi?” le chiese, perso in quello in quello sguardo.

“Sì, quando sarà tutto passato”

Zoro pensò che quella era una risposta interessante ma che al momento la cosa più imminente da fare era togliere quel vestito a quella donna. Un tuono fortissimo rombò nel cielo, mentre tra un bacio e l'altro una spallina scendeva già giù dalla spalla..

“Toc-Toc!”

I due si bloccarono all'istante.

“Chi cazzo è adesso?!” sussurrò Zoro, con in bocca ancora quel pezzo di stoffa.

“Hai chiuso la porta?” gli chiese lei piano allo stesso momento.

Sentirono un altro tuono propagarsi prepotentemente e un urlo molto familiare dietro l'uscio.

“HiiiiiHH!!!!!”

Era chiaro, era la renna!

“Robin...hic! ...Zoro..vi scongiuro...p-posso entrare?? Hic!” piagnucolò il dottore.

Il verde e la mora si fissarono, lo sguardo truce dello spadaccino si rilassò nel vedere l'espressione toccata di lei.

Robin fece apparire una mano che aprì la serratura della porta, la mora si tirò su la spallina e l'uscio si schiuse piano. Entrò un cuscino con le gambe, era il dottore che era nascosto dietro di esso, Robin fece richiudere la porta e lui saltò sul posto urlando spaventato di nuovo.

“La vuoi finire?!” lo sgridò lo spadaccino, mentre la renna schiacciava la testa sul cuscino.

“Non lo sgridare” fece lei al verde, piano.

“Se urla ancora, vedrai che qualcuno si sveglierà...” protestò lui.

“Quindi è meglio calmarlo, non credi?” gli rispose la mora in modo dolce.

Chopper si era rannicchiato nel frattempo, cercando di tapparsi le orecchie. Era in una crisi di pianto.. Robin fece apparire una mano vicino a lui che iniziò ad accarezzargli la testa.

“Basta, dottore, non avere paura, sei con noi adesso..”

Mentre la donna cercava di consolarlo, Zoro stava mentalmente imprecando.. Perchè? Perchè proprio quella sera?!

Chopper tirò sù la testa, la sua faccia era gonfia dal pianto, li vide un po' sfocati ma capì che erano sotto le coperte insieme. Guardò subito a terra, nella più totale vergogna.

“P...p..perdonatemi! Io dovevo i..immaginare che.. eravate insieme.. ma avevo paura -hic! e ho cercato Zoro...non l'ho trovato in stanza -hic!...quindi sono venuto da te Robin, s...sapevo che eri in b...bb..biblioteca! Ma poi ho c..capito -hic! che p...probabilmente eravate qui i i...insieme e... e... ed era troppo tardi! I tuoni...i t..-hic! tuoni...s..sono troppo forti..”

Robin si scoprì e andò ad abbracciare la renna mentre lo spadaccino sbuffava dissentendo.

“Abbiamo capito..ora vieni” gli disse la mora, e se lo prese in braccio, portandoselo poi sul materasso, seduto sopra di lei. Gli tolse il cuscino e lo coprì con la coperta. Il poveretto tremava e stringeva gli occhi, così iniziò a ninnolarlo come si fa con un bambino. All'ennesimo tuono, la renna si nascose appiccicandosi al suo seno.

“Rob...in..ho..p..paura-hic!”

“Ssshhhh....sei con noi, con noi.. non succederà nulla” Gli disse lei, con voce calda e rassicurante.

“Z...Zoro è arr...abbiato!”

“No...nessuno è arrabbiato con nessuno qui”

“A...avete f..fatto pace?”

“Non abbiamo mai litigato..era uno scherzo Chopper, solo uno scherzo”

“Ah..shi?..”

“Mmm...ora dormi...sai che è tardi?”

“Non ci r..riesco..”

“Ce la farai, dottore...starai qui con noi, ci siamo noi a proteggerti, il tuono è solo un suono molto forte”

“E'...pericolosho?”

“No..questa nave non teme nulla, lo sai.. e poi io e il samurai staremo svegli, veglieremo su di te tutta la notte se necessario”

“Davvero..?”

“Sì..” fece lei, amorevole, poi gli stampò un bacio sulla testona pelosa.

Chopper annuì debolmente, la mora intuì che stava già iniziando a calmarsi. Guardò il verde: aveva una faccia comica, di chi si chiedeva come ci era finito in tutta quella situazione, quindi gli sorrise e si appoggiò a lui.

In effetti lo spadaccino se lo stava chiedendo per davvero, inoltre era un po' irritato perché tutte quelle attenzioni dovevano andare su di lui e non su quel 'povero' animale, ma aveva capito anche un altra cosa quella notte. Gliela volle spifferare sull'orecchio, dopo averla abbracciata, cioè dopo aver stretto in un abbraccio tutti e due.

“Demone, saresti davvero notevole come madre”

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Capitolo 8
*** Biscotti ***


 

“Psst, piccioncini! E' quasi l'alba!”

Nami ridacchiò e se ne andò tra ampi sbadigli, e dentro alla biblioteca qualcuno aprì l'occhio.

Zoro si svegliò con un peso sopra lo sterno, mise bene a fuoco e vide..Chopper (stava dormendo e sbavando un po' sopra di lui). Invece Robin gli dormiva accanto, sull'incavo della sua spalla, pacificamente, sentiva il suo respiro sul suo collo.

Era andata così quella notte, allora.. Pazienza, non poteva farci nulla, almeno erano stati insieme!

Un po' di luce entrava dalla finestra, sarebbe stato lì così per molto tempo, anche con quella renna sullo stomaco, pur di stare di più con lei ma..sapeva che era meglio sbrigarsi.

Lo spadaccino allungò una mano e allontanò piano una ciocca di capelli dal viso della mora, lei corrugò leggermente le sopracciglia e poi aprì piano gli occhi.

“Oh, Zoro..ci siamo..?”

“Addormentati, sì” gli fece lui accarezzandole i capelli. Le annusò il capo cercando di imprimersi bene in testa quel profumo. “Devo andare, Nami ha già mollato il posto di guardia”

Così, si tirò fuori dal letto cautamente, trattenendo tra le braccia la renna addormentata, poi si chinò su di lei per darle un ultimo bacio.

“Dormi ancora, ok? E' presto. Riporto questo piagnucolone all'ovile” disse. Le premette le labbra su una guancia, ancora calda dal sonno.

“Come faccio..senza di te?” disse Robin assonnata, trattenendolo. Si scambiarono sguardi di indecisione, poi lei scosse la testa e sciolse il contatto. “Vai” gli fece, e aggiunse “Ah! Non dimenticare i vestiti”.

Quindi Zoro si alzò, recuperò calzoni e maglia e pian piano si diresse verso la camera dei ragazzi, mezzo nudo e con la renna ancora nel mondo dei sogni tra le braccia.

Robin si coprì bene con la coperta e si spostò, si mise dove prima era disteso lui, quel posticino aveva ancora qualcosa del suo odore e del suo calore. Chiuse gli occhi e se lo immaginò andar via con la renna in braccio, come un padre amorevole, così si riaddormentò.

 

---

 

Il primo ad arrivare per la colazione fu Usopp quella mattina. Sanji, trafficando tra caffè e delizie varie da preparare, si voltò per salutarlo.

“Ehi! Che tempismo stamattina! Sai che ore sono?”

“Sì...l'ora che mi prenda qualcosa per questo mal di testa!!” rispose lui “Che fine ha fatto Chopper?”

“Chopper? Starà dormendo, no?” disse il cuoco, iniziando a portare a tavola le prime cose. Adagiò davanti al nasone un piatto di scuri biscotti a forma di cuore, sui quali erano decorate delle eleganti “R” con il cioccolato, poi fece un altro giro trasportando fette biscottate, marmellata e caffè e altro ancora.

Usopp era ancora fisso su quelle “R” quando entrò in cucina anche il cyborg.

“AHHH!!! Che nottata!” esclamò “Ho fatto un sogno davvero...SUUPEERR!”

Sanji spense il fuoco che rischiava di bruciare il latte. “E che sogno hai fatto, si può sapere? O è una cosa troppo..”

“EHI! Sarò anche un pervertito! Ma non sono ai tuoi livelli Sanji! AH ah! Ho sognato che trovavamo quelle dannate stelle e una piombava su di noi ma non per distruggerci...bensì per portarci in cielo! E' stato magnifico! E cosa non c'era lassù!”

“Oh...interessante!” Il biondo se la rise sotto i baffi, di certo quel cyborg aveva passato troppo tempo su quel macchinario!

“Per me è molto interessante questo, invece” fece Usopp alzando un biscotto e mostrandoglielo a Franky.

“Mm..che c'è? Sono buoni?” rispose lui, dubbioso.

“Beh, immagino...che siano favolosi, dato che sono dedicati a qualcuno, no?” fece ancora guardando il cuoco.

Sanji alzò le spalle e annuì tranquillo. “Certo! Sono per Robin! Al pandizenzero! Le piacciono un sacco...quindi NONTOCCATELI!!” si infervorò.

Il nasone e il cyborg annuirono, allontanando il piatto, ma il biscotto che Usopp aveva ancora in mano finì tra le sue fauci. Masticò con fare sospetto. Sì, quel biscotto era delizioso e sì, quel cuoco aveva un segretuccio che lui però aveva scoperto e ...che non sarebbe rimasto tale ancora per molto!

 

Un po' alla volta arrivarono tutti a fare colazione e poi tutti si dileguarono per i soliti compiti quotidiani, chi più e chi meno ovviamente. Anche il nasone se ne andò, e non intercettò minimamente Nami quella mattina.

La rossa, infatti, entrò molto dopo in cucina, di buon umore e con un vassoio tra le mani. Salutò Chopper che se ne stava andando e si avvicinò al cuoco che era impegnato a lavare tazze e piattini al lavabo.

Gli schiocchiò un bacio sul collo e lui sorrise.

“Diomio....erano buonissimi i tuoi biscotti! E pure molto belli... Però non sono riuscita a mangiarli tutti!”
“Non c'è problema tesoro, saranno buoni anche domani”

Lei ripose il vassoio e lo abbracciò da dietro. “Sì, hai ragione...buonissimi” disse appoggiando il mento sulla sua schiena e annusando il suo profumo. Le piaceva tanto stare così, assaporare il suo odore e il suo calore la riempiva di gioia.

“A Nami-san piace il rischio..” commentò il cuoco.

“Mm...può essere” disse lei pensando che quell'adorato biondino avesse dannatamente ragione. Lei non poteva stare così ma era più forte di lei..aveva bisogno di quel contatto. Tutta quella storia stava diventando davvero seccante..stava iniziando pure a capire la frustrazione dello spadaccino! Caspita, se lo poteva capire!

“Dovresti andare a riposare ancora.. hai fatto la notte, sarai stanca” le fece lui, tenero.

La rossa si staccò dall'uomo tristemente e sbuffò, poi passò la sua tazza a Sanji e, prima di mettere via i biscotti restanti, ne prese uno, decise che quello era l'ultimo della giornata altrimenti la sua linea sarebbe stata compromessa. Ammirò il biscotto al cocco: era doppio, con una crema al limone superlativa in mezzo, la forma perfetta a cuore e con una “N” al cioccolato decorata su tutti e due i lati. Quando Sanji quella mattina le aveva portato la colazione svegliandola con un bacio, come nelle fiabe, era rimasta piacevolmente sorpresa. Aveva pure rischiato grosso per lei andando con quel vassoio fino alla stanza dell'acquario (dove lei si era messa a dormire visto che la stanza delle ragazze puzzava ancora di pittura). In realtà Nami non sapeva che quel biondo aveva furbescamente usato la tuta che lo rendeva invisibile per quell'impresa!

Con ancora quel dolce gusto in bocca allora, la rossa salutò il cuoco mandandogli un bacio soffiato e uscì dalla cucina. Sanji aveva ragione, era proprio stanca morta.

 

 

---

 

 

“Lodevodireaqualcunolodevodireaqualcunolodevodireaqualcuno!!”

Usopp, nella sua stanzetta privata, stava seriamente scoppiando. Ad un certo punto prese una decisione. Decise che chiunque avesse varcato quella soglia, il primo che fosse entrato in quella stanza ne sarebbe venuto a conoscenza. Sì! Avrebbe detto a quella persona quello che lui sospettava, no! Quello che sapeva.

Aveva collegato altri fatti quella mattina. C'era stata la notte di Sanji poco tempo prima, e in quella notte il nasone si era ricordato che la mattina dopo Robin era rimasta a dormire tutto il giorno. E la spiegazione del perché ora era chiara! Sicuramente era rimasta sveglia per tutta la notte e... con chi?? Con il cuoco ovviamente! Per non contare poi come l'aveva chiamato il giorno prima: “Sanji-san”!! Ma quando mai l'aveva fatto? No, no...tutta quella storia puzzava troppo e lui di certo la sera prima aveva visto giusto. Quei due se la intendevano e..stavano nascondendo a tutti la loro storia!

Usopp mollò l'affare che aveva tra le mani e questo si schiantò al suolo. Bella roba, il lavoro di due ore andato a farsi benedire! Ora doveva ricominciare tutto da capo! Tutta colpa di quei due che l'avevano distratto..!

“YOHOhoooo!? Posso???” fece ad un tratto una voce fuori dalla porticina.

“Sì, Brook, entra..” disse il nasone raccogliendo i pezzi. Lo scheletro si chinò ed entrò.

“Signor cecchino...non è un bel momento? Mi manda Franky...mi ha chiesto un favore, aveva bisogno di alcuni perimetri...o parometri...non so bene, non sono la persona adatta a queste cose” disse inginocchiandosi e sorseggiando una tazza di caffè fumante. Ci stava scomodo in quella stanza, era troppo alto.

“Di sicuro parametri” fece Usopp girandosi per osservarlo. Il suo teschio era a poche spanne dalla sua faccia e se non fosse stato un suo amico, sarebbe già morto di paura.

“Chiedimi pure...dopo dovrò parlarti io di una cosa”

 

---

 

L'archeologa passò sul ponte della nave, diede l'acqua ai suoi fiori, li accarezzò delicatamente, erano cresciuti parecchio. Posò l'annaffiatoio e scrutò l'orizzonte. Era sul serio una giornata stupenda, chiuse gli occhi lasciandosi riscaldare dai raggi del sole.

Poi si sentì come osservata, li riaprì e notò Zoro che la fissava, si stava lentamente arrampicando in direzione della palestra. Era il suo occhio quello che la stava scrutando allora! Gli sorrise e arrossì un po' (le venne in mente quello che gli aveva detto lui la notte prima), fece apparire una bocca sull'albero maestro usando la sua abilità. Lui si bloccò subito, fissando quello che era apparso su quel legno.

“Dobbiamo parlare con gli altri di quei turni” pronunciò la bocca.

Zoro annuì all'archeologa, e la bocca lo salutò: “Buon allenamento”.

 

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“Ohbuondio....Yohohohooohahah!!!” e si soffocò con il caffè.

Questa fu la reazione dello scheletro alle parole del cecchino quella mattina.

“HA! Stavo soffocando anche se non ho la gola! Ma sono ancora qui...nel mondo dei vivi...anche se molto vivo non lo sono, yohohoho!!”

“Dannazione, Brook! Hai capito quello che ti ho detto?!”

“Ma certo!” fece lo scheletro sorseggiando ancora il caffè e mostrandosi entusiasta della notizia “E' che non comprendo la tua agitazione! Insomma la signorina Robin e il signor Sanji..sono belli, giovani.. sarebbero una bellissima coppia! E' scontato che si piacciano..E di certo se si sono incontrati di notte avranno fatto ...! Ah! E' la gioventù, è normale! Magari potessi vedere io le sue mutandine! Non sarai per caso.. geloso?

Usopp si infervorò.

“CHE?! Che cosa stai dicendo, testa vuota!? Certo che no! Io ho la mia dolce Kaya che mi... CIOE'!”

“Chi é Kaya? La conosco?...Ecco vedi, è l'amore..! E' normale che rimanendo qui in questa nave loro si siano... E poi, farlo di nascosto! E' così elettrizzante! Che invidia...Ah, le mie povere ossa non ricordano più com'è stare... Comporrò una canzone per loro!”

“Basta farneticare!!” urlò il cecchino “Quello che non capisco è perché non ce lo dicono! Insomma, siamo nakama! Dovrebbero essere sinceri e informarci! Lo so anche io che non c'è nulla di male!”

“Ah...ecco, bene bene...E io direi che poi il signor cuoco dovrebbe condividere! Mi spiego meglio..” Il teschio sussurrò avvicinandosi al cecchino che un po' indietreggiò “..Dovrebbe spiegarci dettagliatamente come sono le mutandine della stupenda archeologa..sono molto curioso!”

“AHHH!” urlò Usopp perdendo la pazienza e allontandolo.

Quello scheletro non era a posto, ma quella non era una novità! Di certo era il secondo come perversione in quella nave, il peggiore con cui parlare di quella cosa!

“Brook!” disse allora puntandogli il dito “Non dire a nessuno quello che ti ho detto! Informerò tutti quando avrò altre prove schiaccianti! D'accordo?!”

“Yoho! Certamente, giuro sulla mia pelle, cioè su quella che avevo nella mia prima vita, vale a dire...”

“OKKEI!!! Ora esci!!” fece isterico il nasone, quel tizio gli aveva fatto perdere davvero la pazienza!

“Yohoho oui! Oui!” rispose Brook ridendo e aprendo la porticina e fiondandosi fuori. “Yohh!”Andò a sbattere contro qualcuno, qualcuno di grosso, e il suo teschio volò per il corridoio.

Quel qualcuno si scusò ed entrò da Usopp.

“Ehm..io sono venuto per quei parametri, visto che lo scheletro non tornava. Non volevo ascoltare, ma ho sentito tutto” disse Franky, fissando il cecchino.

 

---

 

Quella sera si riunirono tutti dopo cena per stabilire i nuovi turni da fare in coppia. Durante la giornata, Robin e Nami erano state istruite sul funzionamento del telescopio e ora erano in grado di utilizzarlo, anche se delle prove vere e proprie non le avevano comunque fatte. Dopo una breve discussione, prese parola Usopp.

“Bene ragazzi! Direi allora che è il momento del sorteggio! Venite qui e prendete i bastoncini...sono colorati a due a due, ovviamente ci sarà un jolly perché siamo in nove”

Tutti si avvicinarono e presero il bastoncino, osservarono il colore e il dottore si lamentò.

“Hei! Il mio non è colorato!”

“Certo..è perché tu sei il jolly!” fece il cecchino, saccente. Lui in realtà aveva truccato quei bastoncini con una tecnica segreta...voleva assolutamente che il cuoco fosse abbinato alla mora così da poterli spiare e avere la prova sufficiente per incastrarli!

“Mhf!” sbuffò Zoro, avvicinandosi a lui. “Sono con te, giusto? Ho il bianco”

“Sì, sì” fece il cecchino, che si stava gustando la scena e si stava chiedendo perché quel cuoco ci stava mettendo tanto a capire dove doveva andare!

Mentre Nami si avvicinava a Rufy sventolando un bastoncino sporcato di rosso e Brook girava a vuoto per capire con chi stava, Sanji chiese: “Chi ha il blu?” e Franky rispose “Io!”

Usopp rimase di stucco: qualcosa era andato per il verso storto! Che cavolo era successo? Sanji doveva avere il colore nero come Robin! Il nasone si prese la faccia, disperato.

“Che c'è Usopp?” gli chiese lo spadaccino con un mezzo sorriso.

“Eh?...niente!” fece lui “Devo andare in bagno!”

Zoro lo osservò allontanarsi e si chiese cosa avesse quello strambo cecchino di nuovo. E Nami parlò ricapitolando la situazione.

“Dunque, da quello che vedo... io sono con Rufy, Franky con Sanji, Brook con Robin, Zoro con..?”

“Usopp. E' in bagno” fece lo spadaccino.

“Ah, ok...e Chopper è il jolly. Quindi, tenendo conto che si inizierà da stasera e che Chopper starà con una coppia...beh, direi di far scegliere a lui”

“Cosa?..” chiese la renna che non aveva capito granchè.

“Scegli con chi stare! E stasera inizierai il turno con chi avrai scelto! Avanti!” disse la rossa, spazientita.

“Beh, beh..chi dovrei scegliere??... Zoro e Robin, ovviamente!” sparò il dottore con entusiasmo.

Fecero tutti una faccia confusa e Chopper, dopo un secondo, si rese conto di aver fatto un enorme gaffe. Iniziò ad agitarsi e la cosa più terribile fu che intravide la faccia incupita del verde, che lo fulminò con un occhiataccia. Robin ridacchiò e lui subito si corresse.

“HE! Volevo dire Brook e Robin! Starò con loro, sì!!” disse correndo dietro alla mora (in realtà stava cercando di proteggersi dallo sguardo omicida di Zoro).

Dopo un “Aahh!” generale, la navigatrice sentenziò che allora era deciso, da quella sera sarebbe partita la ricerca della costellazione del Drago, e Franky si offrì per affiancare il gruppetto di Robin per la prima ora di osservazione notturna.

L'impresa impossibile era partita.

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Capitolo 9
*** Riunione segretissima e deliri ***


Trascorsero dieci giorni, i pirati iniziarono ad osservare il cielo ma di quella costellazione non sembrava essercene traccia. Inoltre, quei “simpatici” turni così organizzati, non avevano dato scampo ai quattro..che non erano più riusciti ad incontrarsi di notte, l'unica possibilità che avevano ora era il giorno, ma era troppo rischioso per attuare qualsiasi cosa. Più passava il tempo e più quella situazione iniziava a diventare frustrante.

 

Quel pomeriggio il sole splendeva limpido e la navigatrice era stesa sul lettino ad abbronzarsi, ad un certo punto sentì dei passi leggeri e spiò alla sua destra. Era la mora.

Robin si abbandonò stancamente sul secondo lettino, sorseggiò il suo succo di frutta e si distese mettendosi gli occhiali da sole. Aveva addosso un costume violaceo, intero e pieno di laccetti, davvero bello, pensò la rossa.

“Tutto bene, Robin?”

“Sì...sono solo un po'..stanca, direi”

“Ah! Vieni dalla palestra, immagino”

“Sì....e Zoro è di pessimo umore”

Nami si tirò sù curiosa, appoggiandosi ad un gomito, e la fissò. Si tolse gli occhiali per vederla meglio.

“Cioè? Ti ha trattato male?” le sussurrò.

“Ma no, no.. E' che odia questo fatto dei turni a due, il fatto che non ci possiamo più vedere in santa pace.. e si sta sfogando con i pesi. Poi, di giorno siamo sempre sulle spine, anche in palestra...perchè si sa..qualcuno potrebbe arrivare da un momento all'altro e..uffh! Quindi ci alleniamo e basta. Oh, almeno spero che questi allenamenti servano a qualcosa!”

Robin si girò e sbuffò, Nami la stava osservando con fare comprensivo.

“Beh, devi mancargli parecchio!” disse facendogli l'occhiolino.

La mora sorrise un poco. “Anche lui mi manca... da morire” disse in tono pesante e triste Robin.

“HEI! Qui la situazione è grave! Ci vuole un drink amica mia!” fece Nami sorridendo e cercando di tirare sù l'amica. Robin ritornò a guardare verso l'alto, chiuse gli occhi. “Sì, portamene uno forte, per piacere”

La rossa annuì e partì verso la cucina. Non aveva davvero voglia di sorridere, anche lei aveva quella sensazione dentro. Era infelice, e peggio che peggio, quel sacrificio sembrava non dar frutti.

“Quelle dannate stelle!” pensò Nami spalancando l'uscio della cucina. Sanji non c'era...beh, ci avrebbe pensato lei a quel drink!

 

---

Nami tornò presto con le bevande, nel frattempo l'archeologa si era messa a leggere, all'ombra.

“Ecco qua, Robin! Butta giù questo e vedrai che tutto passa!”

“Grazie” disse solo lei, sorseggiando già la bevanda. “..Caspita! Non è un po' troppo forte?”

“Umm! Certo che no! Dai, bevi! Ti farà stare meglio!” disse con entusiasmo la rossa, risistemandosi sul lettino.

Passò lo scheletro e fischiò.

“Yuuuhuuu!!... Che bellezze! Altro che quelle stelle nel cielo, siete voi due i due astri più belli qui!! E che corpi abbaglianti...yohoho!” disse piegandosi ad ammirare le curve delle signore.

Dal nulla, dietro di lui, sbucò il cuoco che con un calcio fece volare Brook dei metri più in là.

“Sta lontano dalla proprietà degli altri, mucchio d'ossa!!” gli urlò inferocito.

Mentre il musicista si ricomponeva, Sanji invitò Nami in cucina per aiutarlo a preparare un piatto, a detta sua, moolto complicato, si scusò con Robin per averle portato via l'amica offrendole un fresco dessert, e la mora rimase da sola.

Brook vide l'archeologa sorseggiare il suo drink e osservare il cuoco andarsene via con Nami. Gli parve un po' giù di morale, quindi andò a prendere la sua chitarra e si mise a suonarle qualcosa.

Robin gli sorrise al momento, poi non lo badò più e finì la bevanda guardando l'orizzonte. Lo scheletro iniziò a cantare e altri comagni vennero sul ponte ad ascoltare la canzone. Rufy e Usopp si misero perfino a ballare..eppure quella era una melodia lenta e romantica!.

Poi la musica cessò, Brook se ne andò a bere qualcosa in cucina e gli altri si dileguarono. Prima di andarsene, Usopp si avvicinò a Robin per aggiornarla sulla mappa del cielo che stavano creando. La mora stava disegnando qualcosa sul suo libricino verde, quello che di solito usava per i suoi schizzi. Il nasone si avvicinò, curioso, e quello che notò su quella paginetta bianca fu un cuore, attorniato da altri scarabocchi sinuosi, con al centro un segno che lo paralizzò. Era una “S”, chiaramente una esse, quella che vedevano i suoi occhi, e stavolta era sobrio al cento per cento!

Usopp finì di spiegare quello che doveva comunicare a Robin balbettando, e poi si dileguò, lei rimase un po' stranita da quel cambio repentino di comportamento ma tornò sul suo disegno, cercando un modo per rilassarsi e pensare ad altro.

Quel pomeriggio stava passando troppo lentamente per i suoi gusti e la sua mente tornava sempre lì, a quel benedetto uomo, ora si sentiva anche un po' confusa, ma forse quello era solo l'alcol.

Quando si stufò di scarabocchiare, Robin si addormentò, il drink aveva fatto il suo effetto.

 

--

 

Quella sera, ad un ora dalla cena, Usopp chiamò nel suo laboratorio Brook e Franky per parlare della prova schiacciante che aveva avuto nel pomeriggio.

Entrati i compagni, chiuse la porta a chiave e fece cenno ai due di sedersi per terra.

“Okkei ragazzi, questa è una riunione segretisssimaah” iniziò, sussurrando con una faccia teatrale e comica “Vi ho chiamato per dirvi...che oggi ne ho avuto conferma!”

“E di cosa, sentiamo” fece Franky, annoiato.

“SHHHHH!!!!!! Parla piano! Potrebbero sentirci!” gli fece lui, il cyborg si zittì e stette al gioco.

“D'accordo ma fai presto, vorrei finire il mio lavoro prima di cena...” spifferò piano Franky.

“Sì...quindi, quindi! Ho visto Robin oggi, era sul ponte a prendere il sole...”

“L'ho vista anche io, cecchino! E che gambe, ragazzi!!” esclamò Brook.

Usopp fece per strozzarlo. “Vuoi capire o no che devi parlare a bassa voce??!” Toccò lo scheletro ma poi si staccò subito, schifato. Intervenne Franky.

“Dai, vai avanti!”

“Sì, stavo dicendo...Io mi sono avvicinato per parlarle della mappa e ho visto che stava disegnando qualcosa. Beh, ho buttato l'occhio un attimo e ho visto che aveva disegnato una esse contornata da un cuore! Capito? UN CUORE! Cioè un cuore e una esse! Più chiaro di così!!”

Il cyborg annuì seriamente. “Mm, beh, mi pare chiaro, sì. Dunque stanno così le cose” disse.

“Certo! Te l'avevo detto no? E' normale, yoho!” commentò Brook “Io ho visto che faccia ha fatto oggi quando il cuoco si è portato la bella Nami in cucina! Sono sicuro che voleva essere chiamata lei, poverina.. aveva un velo di tristezza negli occhi. Oh, ragazzi! E e ci fosse una sorta di...triangolo amoroso in atto?”

Usopp si mise a ridere coprendosi la bocca per non far rumore, mentre Franky dissentì a quella frase.

“Ahah! Ma cosa dici, Brook?! A Robin piace di sicuro Sanji, ma Nami.. Nami si sa che lo odia! Non sopporta la sua vicinanza! E' capace solo di prenderlo a pugni il cuoco!” disse il nasone.

Annuirono tutti insieme, erano d'accordo su quella cosa, qui non c'era alcun dubbio.

“Allora...adesso l'unica cosa da capire è: quando e come informeremo tutti della cosa?”

 

I tre pirati discuterono ancora un po' della faccenda ma senza trovare una risposta chiara a quella domanda. Alla fine Usopp rimandò la riunione perché il momento della cena era imminente.

 

-----

 

“Oh, santo cielo! Credo che andrò a letto subito, Nami! Mi gira ancora la testa per... quel drink!”

Erano le dieci di sera e Robin era seduta sul suo letto, quel pavimento non era proprio fermo e questo non era solo perché erano su una nave!

“Robin, sei già a letto! Ah, ha! Comunque esageri! Io non l'ho sentito neppure oggi! Il fatto è che hai bevuto un po' troppo stasera..” le rispose Nami.

“E' che...volevo solo riuscire ad addormentarmi presto”

“Mm..ok..Comunque mi devi ancora dei berry per quella certa scommessa!” fece la rossa, furbescamente (se non glieli dava in quell'occasione che sembrava un po' brilla, non li avrebbe più visti quei soldi!).

“Oh, sì...ecco, tieni!” fece la mora, dandole qualche centesimo e prendendosi la testa. Poi si distese sul letto, faticosamente.

Nami la osservò, pareva davvero in uno stato pietoso.. però, pensò, poteva essere l'occasione per averne altre di informazioni! Chissà, lei ci avrebbe comunque provato..

Quindi si sedette anche lei sul suo letto e guardò il soffitto bianco.

“Robin?”

“Mm?”

“Mi chiedevo...da quant'è che ti piace Zoro?” sparò con tranquillità.

“Zoro.... Da Arabasta, no?”

Oh,oh! La rossa gongolò fra sé e sé: quella era l'occasione giusta per sondare nell'animo di quell'introversa ragazza! Sì, voleva sapere ogni cosa!

“E...cosa ti piace di lui?”

Robin abbandonò le braccia lungo i fianchi e respirò ad occhi serrati.

“Tutto...assolutamente tutto. Anche quando mi trattava male io...io lo adoravo”

“Eh! Eh!” La rossa iniziò a sghignazzare piano, era troppo divertente! Volle rischiare. “E........ ci sa fare a letto?”

“Mfh!” la mora sorrise “Sìi...direi che se la cava molto bene! Mfu! Fuh!”

Cosa avrebbe dato Nami per registrarla! Purtroppo non aveva con sé un dial adatto per farlo! Nami pensò alla prossima domanda ma la mora si mise a parlare..

“Mannaggia, se la cava molto bene, è una tigre...Grande Tigre” Nami si premette tutte e due le mani in faccia pur di non scoppiare, lei continuò. “E sai cosa? Io me lo immaginavo che fosse così!.. Terribile anche a letto! Mfu! Fuh! Mi piace quando mi prende così, con.. passione! Maa, non lo diresti maai... è anche molto dolce..Un tigrotto! Mfu! Fuh!”

“Hah!” esclamò divertita la navigatrice, non ce la faceva più a trattenersi. Continuò con l'interrogatorio che stava prendendo una piega piuttosto audace e ripropose la stessa domanda fatta settimane prima, alla quale Robin aveva risposto in modo striminzito.

“Com'è stata la vostra prima volta?”

“Aah...” la mora si prese la faccia in modo imbarazzato (era sul serio brilla!) “E' stato.. tremendo...Mi ha sbattuto sul muro..oh, mi ha schiacciato...era fuoori di sé! E...mi ha tolto via la pelliccia..! Ero così felice..ma avevo anche un po' di paura..non posso dimenticarlo”

Questo era incredibile, pensò la rossa, tra l'eccitato e l'incredulo.

“E poi...?????”

“Oh...e poi mi ha baciato.. dovunque” Robin fece un sorrisetto inquietante “..Mi ha strappato tutti...tutti i vestiti, mfuh! E ci siamo stesi ..e abbiamo fatto il resto”

Caspita, che dettagli succosi! Nami era davvero soddisfatta ora. Robin continuò, come un fiume in piena.

“Poverino..aveva la febbre e io non l'avevo capito, l'ho...provocato e..”

“Sì, sì, il resto della storia la so, Robin!” la fermò la rossa “Ma dimmi, piuttosto.. Ce ne sono stati altri di uomini così capaci nella tua vita?”

“Heh? Noo!” disse dissentendo la mora “Io..sono stata con lui...solo con lui”

Quella risposta spiazzò completamente la rossa. Lei credeva che una bella donna come Robin, alla soglia dei trent'anni, avesse avuto un sacco di uomini! Ma magari la sua vita da fuggiasca non l'aveva mai messa nella condizione di fidarsi e di voler bene davvero a qualcuno. Nami la osservò dolcemente, le faceva tanta tenerezza ora! Zoro era davvero fortunato ad averla trovata, erano due tipi solitari e dalla scorza dura, che alla fine si erano trovati.

“Nami? Ci sei?” la chiamò, tenendosi un braccio sopra la testa che le copriva gli occhi.

“Sì, piccola Rob?” la prese un po' in giro la rossa.

Robin sorrise.

“Vorrei un po' d'acqua...anzi no, un po' d'aria”

Nami sorrise e si avvicinò all'amica dicendole che le avrebbe dato una mano ad alzarsi. Con un po' di fatica l'archeologa si mise in piedi e, reggendosi alla rossa, uscì dalla stanza. Le due, ridacchiando, camminarono sul ponte e si fermarono vicino a delle sedie, dinanzi al parapetto. Era abbastanza buio e la brezza fresca, quasi fredda, fece sentire Robin un po' meglio.

Nami non si sedette, le restò accanto per paura che la mora cadesse dalla sedia da un momento all'altro, non sembrava infatti molto stabile.

“Vuoi che vada da Chopper a chiedere se ha qualcosa per te?” le chiese.

“Mm..no, credo che aspetterò che mi passi, grazie...sei un tesoro”

Tesoro.. No, Robin non l'aveva mai denominata così, era tutto strano ma divertente, pensò Nami. La studiò un pochino, la mora era fissa sulle onde oscure e il debole brillio della luna sul mare, sembrava pensierosa adesso. Nami era sempre più convinta che avesse esagerato sì per dormire, ma anche per dimenticare in fretta che gli mancava così tanto quello spadaccino. “Mi manca...da morire” aveva detto, era proprio molto innamorata del verde, altrochè! La navigatrice mise una mano sulla spalla della mora per fermare il suo “altalenante ondeggiamento”.

In quel frangente, passò Sanji, che stava per iniziare il turno di notte con Franky. Le vide e si fermò, notò subito che qualcosa non andava. Salutò la rossa e lei gli fece un caldo ma sfuggente sorriso.

“Tutto bene? Cos'ha Robin-chan?” chiese, preoccupato.

“Oh, ha solo bevuto un pochino troppo, le gira la testa ma è tutto ok” fece la rossa sdrammatizzando.

La mora inquadrò il biondo con uno sguardo un po' perso e poi disse la sua. “Sto bene, tranquillo, signor chef! Piuttosto..come sta andando al buio?” sparò.

Nami le tappo la bocca all'istante, imbarazzata, e il cuoco rimase interdetto, non capendo a che alludesse fortunatamente.

“Ah! Ah! Ti ho detto che è un po' strana! Non ascoltarla, parla a vanvera! E' l'alcol!” disse in fretta la rossa e Sanji annuì sempre più allarmato.

“Ma non è che ha bisogno del dottore? Vado in camera a chiamarlo se..”

“No, no! Lascialo stare!” lo fermò Robin “Ho...solo bisogno di stare qui un po'...potete andare, voglio stare qua da sola”

“Ma Robin..” fece Nami, il cuoco le prese la spalla.

“Nami, vai a riposare, starò fuori e la controllerò io. Vai, prima di prenderti qualcosa”

La rossa, dopo un attimo di indecisione annuì. “Daccordo, te la affido..buonanotte” E gli fece un sorriso dolce, iniziando ad avviarsi verso la sua stanza.

“Ti amo” le fece con il labbiale Sanji e lei arrossì, sparendo poi dalla vista.

 

“Siete... proprio carini” commentò Robin, appoggiata su un gomito alla balaustra, lo fissava con un sorriso sardonico, poi la testa le scivolò dalla mano e lei rischiò di cadere, ma si riprese subito, ritornando alla sua compostezza.

Sanji sospirò. No, non andava affatto bene lasciarla lì da sola, pensò. Poi notò una presenza, la avvertì nell'oscurità e mise a fuoco, verso poppa. Nel buio, lo stava osservando un certo qualcuno che riconobbe subito, controllava la situazione di nascosto, come era solito fare.

Sanji venne distolto dalla cosa da una pacca sulla spalla.

“Hei, vado al telescopio, cuoco!” lo avvertì Franky, battendogli un po' troppo forte “Maa...Robin sta bene?!”

Il cyborg apparve da subito molto stupito, il cuoco lo scostò un attimo e gli spiegò che Robin aveva bevuto troppo e stava prendendo un po' d'aria, e che comunque la situazione era sotto controllo. Poi fece per portarlo via ma Franky insistè.

“Sanji, non è che ha bisogno di assistenza? Guardala! Non ho mai visto Robin così!” sussurrò, visibilmente preoccupato.

“Tranquillo.. ha bisogno di silenzio e un po' di fresco, le passerà” fece il biondo ancora, cercando di allontanarsi con lui. Franky lo seguì, scrutandolo con un velo di rimprovero.

“Cuoco! Se fosse la tua donna non la lasceresti lì, giusto? Quindi stà con lei” suggerì.

Sanji gi balenò un'occhiata perplessa e rispose tranquillamente che comunque le cose non stavano così, e Franky gli fece un sorriso sarcastico. I due si fermarono a discutere.

“Beh, stasera mettiamo che lo sia. Comportati da uomo come sei e assistila!”

“Franky, credimi, non è necessario..”

“Sanji, smettila di recitare! Robin ha bisogno di te, VAI! Altrimenti te ne pentirai perchè ...lo farò io”

La faccia del cyborg diceva chiaramente che era serio in quella cosa, il cuoco lo fissò allibito non sapendo né che pensare né che replicare, poi decise di finirla lì e tornare a vedere l'archeologa. Annuì ancora confuso all'amico e iniziò a tornare indietro. Si accese una sigaretta.

“Sono qui al telescopio se hai bisogno” disse il cyborg, poi lo sentì sospirare.

 

Sanji tornò da Robin con ancora con quella frase del cyborg in testa, però quella che vide fu solo una sedia rovesciata, della mora non c'era traccia. Andò nel panico, si fiondò alla balaustra e guardò giù dal parapetto temendo che fosse precipitata in mare, e poi si diede dello stupido, era ovvio che l'archeologa era con lui da qualche parte!

Si incamminò e cercò di concentrarsi, attivando l'haki dell'osservazione. In pochi attimi, notò una presenza familiare in fondo alla nave, a poppa, avvicinandosi sentì distintamente lo spadaccino e la mora, sopra il ponte. Sbuffò via la tensione e si avvicinò, restando a qualche metro da loro, erano nel buio ma qualcosa il biondo riuscì a scorgere.

Zoro era seduto per terra con in braccio Robin, che pareva addormentata. L'aveva coperta con la sua veste, restando a petto nudo.

“Chiama Chopper, digli di andare nella stanza delle ragazze, voglio assicurarmi che stia bene. Io intanto la porterò lì” disse lo spadaccino, fisso sul viso della donna.

“D'accordo.” rispose il biondo distaccando la vista dai due “Non lo capirò mai ma...è chiaro che Robin-chan sta così per colpa tua, non credi che forse sarebbe meglio dare un taglio a tutta questa faccenda? Odio vedere una donna soffrire..poi, per uno come te!”

Zoro non replicò, accarezzò la guancia calda della mora e appoggiò la fronte alla sua, e il cuoco fu costretto a distogliere di nuovo lo sguardo. Calò un silenzio tombale per un po' e Sanji finì la sigaretta.

“Hai ragione cuoco, sono un idiota”

Lo spadaccino lo disse talmente piano che quasi non si sentì, ma a Sanji bastò per fare di quella serata un avvenimento da scrivere sul calendario. Zoro che gli dava ragione. Incredibile e spaventoso allo stesso tempo. Per non parlare di quello che stava insinuandosi nella mente del cuoco riguardo Franky.. Ma per ora era meglio pensare a Robin.

Sanji quindi si affrettò.

 

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Capitolo 10
*** Tu, lei...e l'altro ***


“E' entrato senza bussare?!

“A-hà! Ha spalancato la porta e per fortuna ero sotto le coperte! Ho fatto un colpo, comunque”

“Devo fare un bel discorsetto a quel cactus decerebrato! Se lo prendo..

“Sanji? Ci metto ancora un po' di brodo secondo te?”

“Ah? Sì..! E comunque mi sentirà, eccome se mi sentirà! Quel.. bastardo maled#@℅#!!..

“Beh, l'importante è che Robin stia bene..”

“..stupido imbec#ò@!... Sì certo, e come si sente adesso?”

“Mah...sembra tutto ok, è sù in palestra ora”

“...In palestra?? Con il malessere che ha avuto ieri?! Ma quello spadaiolo sta veramente esagerando! Ma non si rende conto di un cazzo quello!.. Scusa lo sfogo”

Nami si mise a ridacchiare e lo osservò, Sanji stava facendo quattro cose contemporaneamente in quella cucina (stava preparando la salsa per il dolce, arrostendo della carne, tagliando delle verdure e prendendo appunti su quello che iniziava a scarseggiare), la rossa non sapeva proprio come faceva! E lei che per un pelo non aveva bruciato il risotto!

“Vieni qui un attimo..” gli fece lei e il cuoco si avvicinò. “Girati!”

Nami prese i capelli del biondo e glieli legò dietro, facendo un codino con accuratezza.

“Ah, grazie” ammiccò lui, il ciuffo davanti comunque rimase sciolto. Poi il biondo ritornò alla sua salsa giallo uovo, ne prese un mezzo cucchiaio e soffiò un po'.

Nami era tornata a mescolare il risotto quando quel cucchiaio si presentò davanti alla sua faccia.

“Assaggia, mon amour! Dammi un parere” fece lui sorridendo.

Nami aprì la bocca e assaggiò. Chiuse gli occhi e fece un piccolo “Mm!” annuendo. “E' perfetta, direi..come chi l'ha fatta” commentò. Il cuoco ghignò soddisfatto, mentre anche lei si apprestava a fare la stessa cosa.

Nami prese un pochino del risotto, ancora un po' al dente, e lo fece assaggiare al cuoco. Però non soffiò e Sanji si scottò un poco.

“Oh no, scusa!” fece preoccupata.

“Mm..non è niente, sono abbituato ormai” rispose lui tranquillo.

“Sono un disastro..” fece Nami sentendosi in colpa, poi vide che sulla bocca del cuoco era rimasto un solitario chicco di riso.

Nami mollò il mestolo e gli si avvicinò, andando a togliere quel chicco con un piccolo bacio, Sanji rimase immobile, guardandola da vicino, incantato.

“Eri sporco” si giustificò con sorrisetto furbo, e in quel silenzio qualcuno deglutì. Non era stato nessuno dei due però.

 

---

 

Zoro fissava perplesso Robin, perché mai non voleva ascoltarlo? Si stava spazientendo.

“Ti ripeto, sarebbe meglio saltassi l'allenamento, ieri sei stata male e..”

“Sto benissimo, samurai. Ho dormito bene e Chopper mi ha dato l'ok stamattina, quindi sono qui, iniziamo”

Lo spadaccino scosse la testa, sospirò e lasciò perdere. I due si sistemarono al centro della palestra e iniziarono la solita routine.

La prima fase era meditativa, Robin non era ancora riuscita a “sentire” per il momento ma era migliorata nella capacità di capire dove lui si nascondeva e riusciva quasi a prevedere le sue mosse. Poi passarono ai pesetti, Zoro insistè nel rimanere sui pesi minimi e fare poche ripetizioni, e lei accettò. Infine un po' di addominali e di stretching.

Dopo quell'oretta la mora era decisamente stanca, si fermò ad asciugarsi il sudore dalla fronte e a bere un po'.

“Direi che per oggi hai fatto anche troppo, puoi andare” gli disse il verde, perentorio. Stava tirando sù e giù un bilancere spropositato e non accennava a fermarsi.

“Abbiamo già finito?” chiese lei inespressiva, come se non si sentisse affatto distrutta.

“Sì, vai a riposarti e non fare più nulla per oggi” la congedò, senza nemmeno darle un occhiata.

Robin finì la sua acqua e poi, invece di andarsene, si sedette per terra.

Passò un po' di tempo. Due, cinque...dieci minuti. La mora osservava il verde, non aveva perso minimamente il ritmo, teneva l'occhio chiuso, un espressione tesa e grondava di sudore. I suoi addominali e le sue braccia sembravano esplodere da un momento all'altro. Mentre lo studiava, riflettè su qualcosa e prese una decisione.

Dopo altri dieci minuti, finalmente, Zoro mollò il bilancere e si tirò su a sedere, prendendo fiato.

Spalancò un poco l'occhio perché non si aspettava di vederla ancora lì. Robin si alzò in piedi e parlò.

“Zoro, ho deciso. Voglio provarci, voglio provare a scatenare di nuovo quella cosa”

 

---

 

Nami girò molto lentamente la testa e, appoggiato al bancone, vide Chopper. Li fissava con gli occhi sbarrati. Anche Sanji si mise a guardare l'oggetto dell'attenzione della rossa e, quando lo vide spalancò la bocca.

Passò un minuto, dove nessuno seppe che dire e il risotto iniziò a bruciarsi.

“Oh dannazionee!!” fece la rossa affrettandosi a spegnere tutto, anche il biondo la imitò, andando a fermare la cottura dei cibi in preparazione. I due si scambiarono occhiate preoccupate, e poi tornarono dalla renna.

Chopper era ancora pietrificato nel suo stupore, guardava il legno del tavolo come se fosse qualcosa di incredibilmente interessante.

“Da quanto sei lì?” chiese il biondo.

“Non è come credi!” disse la rossa, contemporaneamente.

Chopper parlò al tavolo. “Ecco..quindi.. Io lo sapevo che il mio naso era infallibile, perché non gli ho dato retta prima? E' già successo..era semplice da capire.”

Per la seconda volta, Nami e Sanji si guardarono con indecisione, poi il biondo parlò.

“Capito cosa?..Da quanto sei lì?”

“Da quando dicevi parolacce, volevo un bicchiere di latte e sono entrato...non vi siete accorti” Nami vide un lacrimone scendere dalla faccia della renna. “Perchè...perchè non me l'avete detto? Non siamo amici?!

Chopper si mise a fissarli, tra l'offeso e l'arrabbiato. Sanji sospirò e Nami si sedette di fronte a lui.

“Te l'avremo detto, in realtà stavamo pensando quale fosse il momento giusto...Visto che sai già di Robin e Zoro, non aveva senso nascondertelo, no?”

Sanji appoggiò un bicchiere di latte di fronte alla renna e gli portò pure un fazzoletto. “Nami-san dice la verità, però ormai le cose sono andate così, ci dispiace”

La renna si avvicinò il bicchiere e iniziò a tirare sù il latte con la cannuccia (in verità stava tirando sù anche i moccoli dal naso), stettero in silenzio mentre la renna finiva la bevanda. Poi Chopper si soffiò il naso e li guardò con aria decisa, sembrava aver cambiato umore improvvisamente.

“Daccordo! Non serve che mi guardiate così! Ho deciso che sarò il custode del vostro segreto! Di tutti e quattro! Però in cambio voglio sapere da quanto ce lo tenete nascosto! E poi vorrei.. dello zucchero filato tutti i giorni!” fece poi con la bava alla bocca.

La rossa e il biondo scoppiarono a ridere e Sanji gli rispose con un “Affare fatto!”

 

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“Intendi.. adesso?!

“Sì, mi sono riposata, possiamo iniziare”

Zoro si mise in piedi, con le mani sui fianchi.

“Non se ne parla, archeologa! Adesso scendo e dico al dottore di darti qualcosa...un sedativo, magari!”

Robin lo guardò stranita e poi mi mise a ridere. “Ma cosa dici? Mfu! Fuh!”

Zoro sbuffò, stava ancora negando con la testa. “Non mettermi nelle condizioni di mandarti via, abbiamo concluso per oggi.. stop, finito! Vai a...lavarti e dormi un po'!” sbottò (perché se l'era immaginata sotto la doccia?!).

Robin ridacchiò ancora mentre il verde si asciugava di nuovo il sudore, poi lo fissò.

“Dico sul serio, Zoro. Voglio davvero provarci. Ci ho pensato e hai ragione tu.. Se io riuscissi a controllare quel potere sarebbe molto utile, sarebbe fantastico. Sono stata sempre contraria a questa faccenda perché...ne avevo timore, ma adesso ho capito che è una cosa che fa parte di me..devo riuscire a gestirla in qualche modo”

Lo spadaccino gettò l'asciugamano a terra, si avvicinò a lei e le prese il viso gentilmente, con tutte e due le mani. La baciò. Da quanto tempo non le dava un bacio? A Robin pareva un'eternità.

“Ho capito, e sono contento che tu la pensi così... Però non oggi, la questione è chiusa” disse il verde poi, fissandola da vicino. “Ti va bene come saluto?”

La mora negò con un velo di tristezza, così Zoro le si appiccicò di nuovo, con più decisione questa volta, comunque fu sempre troppo breve.

Si staccarono e lui le fece un mezzo sorriso.

“Non l'ho detto perché avevo bisogno di attenzioni” disse la mora.

“Ah, no?” fece lui, sarcastico, tornando ai pesi.

“No, samurai. Faccio sul serio!” le rispose lei, ora un po' seccata.

Zoro la vide iniziare velocemente a fare fagotto e avvicinarsi alla botola.

“Hei!” le urlò, e lei si girò mezza imbronciata. “Fai la brava, strega”

 

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Tornata dalla doccia, Robin incontrò Nami in camera.

“Tutto bene? Profumi di carne arrostita” le disse Robin, mettendosi un reggiseno blu notte.

“Eh? Sì..ora vado a lavarmi anch'io”

“Mm...mi sembri sulle nuvole, qualcosa non va?” la mora le saettò un occhiata, mentre apriva la sua crema preferita, alla vaniglia nera di preciso. Nami si girò verso l'amica.

“Chopper lo sa” fece lei sorridendo forzatamente “Ci ha visto in cucina...”

“Perchè? Che combinavate in cucina di bello?” fece la mora, in un espressione ricca di sottintesi.

“Ehm..nulla, è che ci siamo baciati...cioè, io ho baciato lui e il dottore era lì, nessuno dei due se n'era accorto purtroppo”

“Ee..?” fece Robin, spalmandosi la crema.

“E..ci è rimasto male, poverino. E poi ci ha fatto l'interrogatorio.. Come, quando e perché è accaduto questo e quello, e ha voluto sapere anche di voi..”

“Beh, è normale...non gli ho ancora spiegato tutta la storia, è chiaro che è curioso. Ma manterrà il segreto?”

“Sì, certo! Però...sto pensando ad un'altra cosa, Robin” disse la rossa, sedendosi sul letto stancamente. “Non possiamo tenerlo segreto ancora per molto...ho visto la reazione di Chopper e sembrava avere la faccia di qualcuno che..è stato ingannato. Poi gli è passata, comunque. Però.. E se anche gli altri la prendessero così?”

Robin le sorrise. “Stai cambiando idea, vero? Ti capisco...anche io. Odio questo fatto di fare le cose di nascosto, lo sto sul serio odiando ora. E poi sta iniziando a mettere di malumore tutti, non solo l'eremita in palestra”

Nami scoppiò a ridere. “Ahahah! Rob! Sei proprio forte! L'eremita! Ah, ah!”

“Beh, è diventato più asociale di prima, no? E' incredibile...sta solo in palestra! ..E non mi fa un sorriso neanche a pagarlo oro, mmh, forse uno o due..” brontolò la mora, mettendosi energicamente la crema sulle gambe.

“Ah!..hai ragione. Si vede che questa situazione ci sta distruggendo, oltretutto non abbiamo trovato ancora nulla con quella macchina infernale! Che rabbia! Eppure mi sembra di aver analizzato ogni singola e maledetta stella nel cielo! Invece niente, neanche qualcosa che si avvicini alla forma di quella dannata costellazione!..” protestò la rossa sbuffando.

Robin ripose la crema sul mobiletto a fianco al letto, ma nel farlo, urtò il suo libricino degli schizzi e questo cadde a terra.

Il libretto si aprì proprio dove lei aveva fatto il suo ultimo disegno, più una macchia nera che altro.

Nami lo raccolse, lo girò per capirne il senso, e iniziò a fissare l'immagine come ipnotizzata.

“Che...cos'è questo? Cioè, cosa dovrebbe essere, Robin?”

“Mah, all'inizio era un cuore con dei serpentelli dentro..lo stavo facendo per rilassarmi, poi è diventato qualcosa che non ti so spiegare, non ha proprio un senso”

“Beh, lo vedo. Si direbbe...un amore molto complicato” scherzò la rossa, facendole l'occhiolino, poi tornò su quel foglio e tutto ad un tratto il suo viso si illuminò.

Nami iniziò a sorridere e a scuotere la testa, e la mora la fissò perplessa. “C'è altro? Vedi qualcosa di divertente? O di terribile?.. Naa..Mii?” la chiamò, quasi con preoccupazione.

“Questi sono puntini, vero Robin? Ma certo che lo sono.... e tu li hai uniti, come se fossero una costellazione” farfugliò la rossa “Però mettiamo che questi non siano puntini o stelle...mettiamo che siano costellazioni...ogni costellazione possiede una stella importante.. e se quelle stelle importanti insieme....?”

“Ho una brutta notizia Nami, anche tu stai dando di matto mi sà” le fece la mora, sul serio in ansia. “Forse sei stata troppo tra i fuochi e il tuo cervello si sta...come dire, arrostendo un po'? Oh, faremo tutti una fine atroce se continuiamo così”

Robin era tornata al suo stile macabro ma Nami non l'aveva ascoltata, stava ancora fissando quel disegno e ora annuiva con convinzione, ridacchiava, pareva euforica.

“A-ha!! Robin! Robin! Devo verificare questa cosa! E devo farlo subito! Vieni con me, svelta!” esclamò tutto ad un tratto, prendendola per un polso e trascinandola fuori. Peccato che l'archeologa era ancora mezza nuda e sul prato della nave c'erano Usopp, Franky, Brook e Rufy che giocavano a mahjong. Sentendo la rossa urlare, si girarono tutti e quattro e alla vista della mora in intimo spalancarono tutti occhi e bocca, Brook dichiarò di esser vittima di un infarto, anche se il cuore non ce l'aveva, e svenne (finalmente aveva visto le mutandine della mora!!).

Robin fece apparire decine di mani che la coprirono e mandò a quel paese Nami, che poi si scusò.

 

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Il primo ad entrare in cucina quella sera fu Zoro.

“Non si mangia stasera, cuoco?” fece a Sanji, abbandonandosi sulla sedia.

“E' un po' presto mio caro, non hai visto l'ora?” gli rispose il biondo, legandosi i capelli dietro alla nuca.

“Cos'è? Un nuovo look? Ti si addice..” lo prese in giro lo spadaccino “..comunque potresti almeno darmi da bere!”

“Eh?! Te lo vai a prendere da solo, cocco! Non sono la tua cameriera! E dato che sei qui..” disse alterato il biondo, avvicinandosi con un grande forchettone in mano “Dato che sei qui, registra questo messaggio”

Zoro fissò Sanji come se avesse a che fare con un pazzo squilibrato.

“Stai registrando?”

“Fanculo” gli fece lo spadaccino, spazientito. Sanji gli puntò in faccia il forchettone.

“Se osi entrare ancora nella camera di Nami-san senza il permesso..anzi no! Se osi entrare ancora in quella stanza, io ti apro in due e faccio dei tuoi organi degli involtini primavera, e farò del resto un ottimo brodo alle alghe marine! La tua testa invece la darò al mare, lì dentro non c'è nulla, ma proprio nulla, da salvare!”

Il verde, per nulla intimorito, fissò le punte del forchettone a pochi centimetri dalla sua faccia e poi il cuoco. Ghignò.

“Credo che quel sakè non arriverà qui con i suoi piedi, quindi dovrò andare io” disse annoiato Zoro, e fece per alzarsi.

“Fermo lì!! Faccio io.. Non so che casini combineresti altrimenti dentro la dispensa, credo ti ci perderesti anche.” fece il biondo allontanandosi “Beh, non sarebbe una brutta idea lasciarti lì a congelarti, mm! Perché non ci ho mai pensato..”

Zoro negò con la testa maledicendolo mentalmente, e il cuocò sparì.

Tornò dopo qualche minuto con la bottiglia, quando nella cucina si propagò un chiaro odore di bruciato.

PORCA MISERIA!! E' la seconda volta oggi!” esclamò Sanji, andando subito a vedere il danno dentro il forno. Quel contorno era completamente da buttare, si mise ad imprecare sottovoce, buttando nella pattumiera tutto.

“Potevi anche AVVISARMI, cretino!” urlò al verde, che stava osservando la scena stravaccato sulla sedia e con un ghigno sulle labbra. “Ma che diavolo...mi succede??” disse ancora, sbattendosi una manata in faccia. Non gli era mai e poi mai capitato di bruciare qualcosa o buttare del cibo da lui creato, era sconvolto.

“Però! Mi sembri nervoso, cuocastro” commentò Zoro facendo centro, e quello bastò per far sclerare il biondo.

Sanji scagliò il forchettone verso lo spadaccino, che schivò la posata spostando la testa all'ultimo. Il forchettone si conficcò nella parete di legno. Il cuoco e lo spadaccino iniziarono a lanciarsi occhiate di fuoco.

“Devi essere completamente esaurito” disse il verde.

“Sparisci dalla mia vista, bifolco!” rispose il biondo.

In quel frangente entrò in cucina Franky.

“Buonasera a voi, ragazzi! Come va? Siamo alle solite, umh?”

“Dimmi Franky” fece il biondo, fulminando ancora Zoro con delle occhiatacce.

“Mah, nulla.. ero venuto a verificare quanta cola c'è ancora ma...non è il momento, eh?” fece il cyborg, guardando prima lui e poi il verde.

“Ce n'è Franky, ce n'è...Ho appena controllato, purtroppo”

“Eh? Ah, okkei...a dopo allora!” li salutò il cyborg, dileguandosi in fretta.

“Sì...ciao” lo salutò il biondo, che poi, nella mente, ebbe un flash della sera prima, cioè della sua discussione con lui. Respirò sonoramente, cercando di calmarsi. Dopotutto era colpa sua se quelle verdure erano andate bruciate, era troppo stressato ultimamente..e lui sapeva il perché. E ora c'era pure Franky. Perchè le cose si stavano solo complicando?

“Cazzo...che casino” disse ad alta voce Sanji, passandosi una mano tra i capelli, poi fece qualcosa di insolito per lui. Prese due bicchieri, li posò sul tavolo e aprì la bottiglia di sakè. Riempì i due bicchierini e ne bevve uno in lisciata.

Zoro, che aveva osservato le mosse del cuoco, si alzò in piedi, incuriosito e perplesso.

“Scusa, da quand'è che bevi sakè a stomaco vuoto?” Lo spadaccino si avvicinò.

“Da ora” gli fece lui, prendendo poi l'altro bicchierino e sbattendoglielo davanti. “Dai butta giù, ne avrai bisogno”

 

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“Ho bisogno di sapere ogni cosa di ogni singola costellazione che si riesce a vedere da questo emisfero! E voglio sapere qual'è la stella più luminosa o importante di ogni costellazione. Se avrò queste informazioni potrò verificare se la mia teoria ha ragione d'essere..” fece Nami, disponendo sul pavimento della biblioteca l'enorme mappa astrale che avevano costruito in base alle loro osservazioni. Era grande quanto una tovaglia.

Robin annuì all'amica e si affrettò a ricordare dove avesse messo quel tomo gigantesco, quello comprato nell'ultima isola dove erano sbarcati.

“Sei fortunata perché l'ultimo libro che ho comprato approfondisce l'argomento astri e costellazioni..Ah! Eccolo qui!”

La mora prese il libro e lo appoggiò sul tavolino, il tavolo cigolò al suo peso.

“Caspita che macigno! Ci metteremo una vita, Robin!” fece la rossa.

“Sì, ma qui di sicuro c'è tutto quello che vuoi sapere”

 

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“Bevine un altro!”

“Cosa scusa?”

“Bevine. Un. Altro”

“Guarda che ho capito quello che hai detto, non capisco perché insisti! Comunque farò come dici”

Zoro guardò davvero male il cuoco, poi sorrise fra sé e sé e si riempì il bicchiere per la quarta volta. Mandò giù quel sakè come se fosse acqua.

“Mm, non mi dispiace affatto questo tuo nuovo grado di follia, finché posso bere, si intende” Commentò ancora Zoro, mentre il biondo era fisso suo bicchiere. Erano seduti l'uno di fronte all'altro, era strano perché erano insolitamente vicini e tranquilli, forse era solo per l'alcol.

“Beh, non so come iniziare, quindi te lo dirò e basta” fece Sanji.

“Parla, ho capito che mi vuoi dire qualcosa e dev'essere qualche casino che avete combinato tu e Nami, giusto?”

“E' Franky. Credo sia cotto di Robin”

Zoro posò il bicchiere, lentamente. Sanji lo fissò in faccia e sbuffò dal naso, gli fece un sorriso amaro.

“Beh, ti sbagli” gli fece il verde, appoggiandosi allo schienale e incrociando le braccia. Era sparito quel ghigno beffardo dalla sua faccia.

Sanji negò con la testa. “No, non credo. Le mie intuizioni riguardo queste cose non sono mai sbagliate”

“Tzè. C'è sempre una prima volta, cuoco” insistè Zoro, però dall'atteggiamento che aveva sembrava scosso.

Sanji iniziò a parlargli ancora più sottovoce.

“Ascolta. L'altra notte, mentre Robin stava male, io e lui abbiamo avuto una discussione. Insisteva nel dire che io dovevo a tutti i costi assisterla e al mio rifiuto mi ha accusato di recitare. Perchè mai dire una cosa del genere? Forse pensa che io e lei abbiamo una relazione? E da dove gli è venuta quest' idea?”

“Che cosa?!” esclamò lo spadaccino, alterandosi.

Il cuoco annuì di nuovo, alzando le sopracciglia in modo convinto. “Qui..c'è qualcosa che non va, forse qualcuno sta facendo girare delle voci sbagliate..oppure è solo un'idea che si è messo in testa lui da solo, chissà. Resta il fatto che per il cyborg è così, io e Robin-chan abbiamo un rapporto speciale... Inoltre mi ha detto, con una faccia molto seria, che se non fossi andato io da lei, ci sarebbe andato lui e me ne sarei pentito, e non stava affatto scherzando”

Zoro sbuffò e iniziò a muovere nervosamente una gamba, e ad un tratto si alzò in piedi buttando all'aria la sedia. Si appoggiò sul tavolo, chiudendo l'occhio. Pareva trattenere a fatica la collera.

“Tu gliel'hai detto che le cose non stanno come crede?” sibilò.

“Ovvio, ma non c'era verso di fargli cambiare idea...quindi sono tornato da Robin, era meglio tagliare la questione sul nascere”

“Così gli hai fatto capire che E' quello che crede!” fece rabbioso il verde. Il biondo sbottò.

“Dovevo far andare lui allora?! Avresti preferito che andasse lui..che è sentimentalmente coinvolto?” gli sbattè in faccia il biondo.

Zoro respirò, si calmò un poco e tornò a guardare il tavolo.

“Dobbiamo chiarire questa cosa in qualche modo, devi parlare con lui”

“E che gli dico? 'Oh, Franky, ti sbagli, sai Robin sta con Zoro non con me'..e strak! Sarebbe una pugnalata lo stesso!”

“Ma sei un idiota?! Devi solo dire che non è così e basta!!” fece lo spadaccino rialterandosi.

“E dunque, gli darei carta bianca con l'archeologa! Pensaci bene, forse..è meglio che creda che sia così”

“Tu vuoi scherzare...RITIRA QUELLO CHE HAI DETTO!!” gli urlò Zoro in faccia.

“Capisci sempre quello che vuoi capire testa di un alga mar..”

“Oh! Ne ho ABBASTANZA!”

Zoro si spinse via dal tavolo e prese la via della porta, uscendo dalla cucina e sbattendo l'anta con un boato.

Era nero, più nero della pece di notte.

 

Nel silenzio, Sanji si riempì il suo secondo bicchiere di sakè e lo bevve a sorsate. Non ne avrebbe più bevuto, altrimenti non sarebbe stato in grado di ultimare la preparazione della cena. In fondo non si aspettava una reazione diversa da quel burbero spadaiolo, quindi in qualche modo era andata. Svuotò la mente e tornò a quello che sapeva fare meglio.

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Capitolo 11
*** Nuovi turni, nuovi casini ***


Erano tutti riuniti in cucina quella sera, chi più o chi meno.. con la luna storta. A dire il vero lo spadaccino aveva un aria terribile, non si era nemmeno seduto a tavola, aspettava appoggiato ad una parete l'arrivo delle ritardatarie.

“Adesso, basta! Io vado a chiamarle!! Ma che stanno facendo??!! Io ho famee!!” si lamentò Rufy. Sanji lo fissò stancamente, era solo la decima volta che gli diceva di aver pazienza.

“Ora finiscila, arriveranno!” gli fece, dandogli un mestolo in testa.

Poi arrivarono. Nami e Robin entrarono in cucina, la rossa con un sorriso da parte a parte e la mora con un qualcosa tra le mani. Sembravano provate ma molto felici.

“Scusate il ritardo ma...abbiamo fatto una scoperta sconcertante!! Fai vedere Robin!”

La mora, utilizzando il suo frutto, fece apparire una dozzina di braccia che aprirono la grande carta astrale che aveva portato e la tennero sospesa in verticale, in modo che tutti vedessero.

Fissarono tutti l'illustrazione con delle facce interessate ma dubbiose (nessuno ci capiva nulla), e la navigatrice spiegò che quelle evidenziate dai punti rossi erano le stelle speciali di ogni costellazione, e che poi questi punti erano stati uniti ..e insieme avevano formato un disegno. Cioè proprio quel disegno: la costellazione del drago!

“Tu vuoi dire che la costellazione che cercavamo non è una vera e propria costellazione?!”

“Esatto Usopp!” confermò Robin. “Se ci fossimo intestarditi a cercarla come una costellazione vera e propria non l'avremo mai trovata, ed è proprio questo che diceva quel libro: God Valley non vuole farsi trovare”

“Sì, ma noi l'abbiamo in pugno ormai!” fece la rossa “Adesso che abbiamo individuato questa maledetta costellazione immaginaria e sappiamo dove si colloca nel cielo...basterà navigare tenendo la direzione che indica la testa del drago. Poi, giunti in prossimità del posto, sono sicura che troveremo altri indizi, è questione di tempo”

Tutti annuirono e sorrisero, tutti tranne Rufy.

“Non ho capito bene..Nami, tu stai dicendo che abbiamo trovato quello che stavamo cercando col canocchiale? Cioè.. il telescopio?!”

“Sì, Rufy! SI!” fece lei “Ma in che lingua devo parlare qui dentro?!”

“YYYYAAAAAHOOOOOOOO!!!!!!!!!! NAMI! ROBIN! Siete un mitoooo!!!!” Il capitano esplose in urla di gioia, corse dalle due e, con entrambe le braccia elastiche, le sollevò da terra facendole saltellare in aria, prendendole da sotto (sul sedere). Le due emisero dei gridolini di sorpresa, Robin cercò di coprirsi e chiudere le gambe visto che aveva un vestito.

“RUFY!! SMETTILA!!”

“RUFY!! SMETTILA!!”

Urlarono insieme Zoro e Sanji, infastiditi. Così il capitano ripose le ragazze a terra e il cuoco andò a prendere le portate da servire assieme a Nami. “Sei un incredibile genio” le spifferò il cuoco sull'orecchio, e la rossa gli fece l'occhiolino.

Si sistemarono tutti a tavola, Robin arrivò per ultima e l'unico posto disponibile era vicino a Franky. Zoro se ne accorse e prima che l'archeologa si sedesse, si spostò velocemente, mettendosi lui in quel posto con la scusa di essere più vicino alle bottiglie di vino, e poi squadrò il cyborg pure un occhiata strana. Robin fece finta di nulla e si sistemò tra lo spadaccino e Rufy.

Sanji, che aveva notato la scena, commentò piano un “La vedo brutta” e Nami lo sentì e volle spiegazioni.

“Gliel'ho detto” le disse solo il cuoco e lei spalancò gli occhi, spaventata. “Oh, no! Oh, no!” fece allarmata. Il biondo fece spallucce, come dire “E che ci vuoi fare? Dovevo informarlo”. In effetti Zoro quella sera pareva davvero nervoso e rabbuiato, anzi, di pessimo umore.

 

La cena andò tutto sommato in modo tranquillo, gli animi erano distesi e quella svolta mise tutti di buon umore (tranne ovviamente si sa chi). Robin, durante quel pasto, aveva avvertito un certo nervosismo nel suo compagno vicino, dal suo atteggiamento, dai troppi sbuffi e dal troppo vino che continuamente si versava.

Ad un certo punto la mora approfittò del chiasso che facevano tutti per sussurrargli un “Che c'è?” facendo poi un sorriso fintissimo ad Usopp che stava raccontando una delle sue storielle inventate. Però il verde non diede risposta in alcun modo, rimase nel suo antipatico mutismo.

Quindi la mora passò alle maniere forti, solo per cercare di smuoverlo ed avere una risposta. Fece apparire sotto il tavolo una mano che dapprima si appoggiò sul ginocchio sinistro dello spadaccino, e poi iniziò ad accarezzarlo piano. Quella voleva essere solo una coccola, ma Zoro si alzò all'improvviso dichiarando di dover andare in bagno e sparì dalla cucina.

Robin ci rimase davvero male, ma non lo manifestò, finì il suo bicchiere di vino sorridendo e uscì anche lei dopo poco, con la scusa di andare a prendersi una giacca perché sentiva freddo.

 

L'archeologa uscì, andò velocemente a prendere una maglia tenendo d'occhio l'uscita del bagno degli uomini. Quando Zoro uscì dal bagno, una mano apparsa dal nulla gli fece un buffetto sul collo, il verde si girò allarmato e vide la mora

a pochi passi da lui, era nel buio.

“Dimmi che c'è” gli disse, e lui sbuffò ancora, mettendosi le mani sui fianchi e dandole le spalle.

Robin gli andò dietro e lo abbracciò, appoggiando la guancia sulla sua schiena, non desiderava altro che quel contatto!

“Ora entreremo” disse Zoro “Ed entreremo insieme. E poi dirò a tutti che tu sei la mia donna”

Robin provò un tuffo al cuore, lo strinse di più e sentì vivamente il tumulto dentro al petto dello spadaccino. Era chiaro che era agitato e non era proprio lucido in quel momento, la mora lo trascinò un poco verso di lei e tutti e due vennero coperti dalla piena oscurità.

“Tu sai che mi piacerebbe davvero tanto che lo facessi..” disse Robin con un filo di voce “Ma.. non puoi farlo ora. Pensa a Sanji e a Nami, loro non sono preparati.. Abbiamo sempre detto di rivelarlo insieme, così da indorare la pillola a tutti.. Non abbiamo nemmeno iniziato a pensare un modo per farlo. Io credo ci voglia un occasione giusta e ponderata da tutti, quindi è meglio che tu non dica nulla stasera.. e poi non in questo stato”

“In quale stato? Sto alla grande e so quello che faccio” gli rispose duramente il verde. Ma lei poteva benissimo sentire ogni suo singolo muscolo in tensione.

“Che cosa ti turba? Perchè c'è qualcosa. Dimmelo, Grande Tigre” gli chiese ancora la mora, accarezzandolo discretamente, come se fosse molto fragile. Zoro respirò profondamente e scosse la testa.

“Voglio solo che sia chiaro a tutti che noi stiamo insieme..e che nessun'altro deve avvicinarsi a te” fece lo spadaccino girandosi poi verso di lei. Le prese le spalle e poi il viso, dolcemente. “Solo io posso e devo aver cura di te, gli altri devono pensare ai fatti loro, nessuno si deve permettere di mettersi in mezzo, tu sei mia Robin”

L'archeologa lo studiò da vicino, il verde era serio, fiero e deciso in quelle parole, era quasi spaventoso in quell'oscurità ma a lei non faceva paura. Lo imitò e gli prese anche lei il viso, intrufolando le mani da sotto.

“Ed è così, perché te ne preoccupi? Io sono tua, non desidero altro. Vedi per caso qualcun'altro che minaccia il nostro legame? Io no, assolutamente..non può esistere qualcuno che minacci il nostro rapporto. Se tu avessi un altra donna...la ucciderei” disse la mora facendo pure un sorriso sinistro.

Zoro aprì di più l'occhio, non si aspettava quell'uscita, incredibilmente, sbuffò in una risatina. Lei era sempre capace di sorprenderlo.

“Sei spaventosa, archeologa” le disse con un ghigno.

“Posso esserlo molto più di te, amore mio” gli rispose lei.

Zoro la fissò in modo strano: che c'era? Lui sembrava guardare un alieno adesso! Aveva detto..solo “.... amore mio”.. Robin se ne rese conto subito dopo e arrossì violentemente. Nel frattempo, sulla faccia incredula del verde, si accennò un sorriso. Poi, non lo vide più perché Zoro si appicicò a lei, baciandola con forse troppa passione. La spinse sulla parete per approfondire quel bacio.

Dopo un minuto si staccò da lei, e Robin respirò in affanno. La guardò befferdo, con la coda dell'occhio, ancora appoggiato alla parete con una mano.

“Non chiamarmi più così, sai che cosa ti capiterà altrimenti”

“Daccordo, non lo farò più...cioè, lo rifarò di sicuro” fece lei sorridendogli. In fondo, era davvero contenta che lo spadaccino avesse cambiato umore e di esser stata lei la causa.

“Ora rientra, prenderai freddo” le disse Zoro, squadrandola velocemente. Sì, pareva più sereno adesso.

“Vado.. Sicuro che non c'è altro?” rispose, mettendosi la maglia sulle spalle.

Il verde annuì, le fece un sorriso (il più naturale possibile) e la vide allontanarsi. Non gliel'avrebbe detto, non subito e non prima di aver verificato se il cuoco avesse ragione per lo meno! Però una cosa era certa: non avrebbe sopportato ancora a lungo tutta quella situazione, era vicina l'ora della svolta.

 

Robin rientrò, gli amici avevano appena finito la loro porzione di dolce di riso. Lei si sedette e Sanji le portò la sua fetta, lo ringraziò e iniziò a gustarsi il dolce, in realtà non era affatto sicura che lo spadaccino le avesse detto proprio tutto, aveva quella sensazione. Zoro rientrò dopo un po', quando tutti avevano già finito da un pezzo e l'archeologa stava finendo il suo caffè.

“Oeeh, Zoro! Dove sei stato tutto questo tempo?!” gli chiese Rufy.

Il verde rispose che era stato in bagno ma poi, tornando, aveva sentito un rumore strano a prua ed era andato a controllare, così aveva perso tempo.

“Bene!” esclamò la rossa, che non vedeva l'ora di andare al punto “Dato che abbiamo scoperto dove si trova la costellazione, da stasera non sarà più necessario fare i turni in due e quindi ripristineremo...”

“Che cosa che cosa??!” fece il capitano “NOOoooo...che noiaa! A me piaceva stare sveglio con un amico, era proprio una bella idea, Nami!” protestò Rufy.

“Ma capitano...non è più necessario! E poi due persone che fanno il turno, sono due persone che poi di giorno sono stanche!...E' un rischio!” insistè la rossa, presa in contropiede da quella dichiarazione.

“OOOooh, Nami! Se dico che si terranno questi turni, si terranno questi turni!! Anzi, no! Li cambieremo! Cambieremo le coppie ogni settimana! Così tutti potranno stare con tutti! E' deciso! E per festeggiare la cosa...Sanji! Porta in tavola altri spiedini!!” fece Rufy con un piede sul tavolo e in una posizione trionfante. Nami avrebbe voluto strozzarlo!

Il cuoco gli diede per la seconda volta il mestolo in testa. “No, mi spiace Rufy. Se continuiamo così la carne finirà presto e non sappiamo quando sbarcheremo sulla prossima isola. E poi hai già mangiato quanto Zunisha!” In fondo in fondo era anche lui incavolato con il capitano per quella decisione. E non era il solo, Zoro sbuffò a quelle parole e Robin non fece una piega ma dentro era davvero delusa.

Usopp, invece, su di giri, si alzò in piedi.

“Ah, bene! Allora...visto che dobbiamo rifare le coppie, vado a prendere i bastoncini!” fece e sparì velocemente dalla cucina. Era contento per due motivi: il primo, perché così se succedeva qualcosa non era da solo (fifone com'era) e secondo, perché avrebbe avuto un altra possibilità per testare i suoi bastoncini e provare ad incastrare Sanji e Robin!

 

Dopo poco, il nasone tornò, mescolò con fare solenne i bastoncini tra le sue mani, poi li posizionò in una mano in verticale.

“Avanti! Fatevi sotto!” fece, invitando tutti a pescare il proprio bastoncino.

Andarono da lui quasi tutti insieme, Rufy fu velocissimo a pescare e dichiarò entusiasta che aveva il colore bianco.

Robin pescò e poi andò a sedersi, non era proprio in vena di festeggiare, rigirò fra le mani il bastoncino colorato di rosso, sperando di esser così fortunata da avere Zoro come compagno. Ma Zoro pescò dopo di lei, e la mora notò che gli era capitato il color nero. Franky, accortosi che aveva lo stesso colore dello spadaccino, gli andò incontro sorridendo, e il verde fece uno sforzo incredibile per ricambiare quel sorriso. Sanji e Nami pescarono insieme, e purtroppo colori diversi, lei il blu e lui il rosso. Si scambiarono un occhiata fugace e tristissima.

“Yohoho!!! Che fortuna pazzerella...ancora assieme ad una donzella!” cantò lo scheletro alla rossa, gli fece notare il colore blu del suo bastoncino.

“Una fortuna incredibile..” commentò lei, per nulla entusiasta.

Mentre Chopper faceva notare al capitano di avere lo stesso suo colore, Usopp controllò la situazione: Evviva! Ce l'aveva fatta! Sanji aveva pescato il colore rosso! Però, stranamente, non stava festeggiando l'evento, si era solo avvicinato a Robin e poi si era messo subito a sparecchiare la tavola.. Mah, magari era solo perché aveva troppo da fare!

“Hei, Usopp!!” Rufy lo chiamò “Non hai detto che colore hai tu!”

“Beh, io ho il jolly, ovviamente! Cioè..!! Mi è toccato il jolly, dovrò scegliere con chi stare...” disse il nasone, fingendo poi una terribile difficoltà nella scelta. “Mah...credo che sceglierò Sanji e Robin!” disse poi.

Mentre tutti annuivano e Nami scambiava un occhiata solidale a Robin, ci fu un certo verde che prese per primo la porta d'uscita. E per fortuna, nessuno notò la sua terribile faccia.

 

---

 

Così, da quella sera, quei nuovi turni cominciarono e Nami iniziò a dirigere la nave verso la direzione indicata dalla testa del drago. Quella sera andò a letto veramente tardi e in uno stato pietoso, però aveva visto Robin e le era sembrata ancora più stravolta di lei, e ciliegina sulla torta, quella sera le sarebbe toccata anche la notte con Sanji e Usopp!

“Rufy....domani ti strangolerò!” disse ad alta voce la rossa in camera, quella fu l'ultima cosa che fece perché poi chiuse gli occhi e si addormentò.

Fuori, i tre si organizzarono abbastanza bene: Robin si era sistemata sù in palestra, dall'alto poteva osservare ogni cosa, Sanji a prua, ma a volte gironzolava, e Usopp a poppa. Ognuno aveva portato una coperta e ad ogni ora, a turno, andavano a controllarsi a vicenda per capire se era tutto ok.

“Uhmm..per me in tre è davvero esagerato!” disse Sanji a Robin, era andato a trovarla e con l'occasione le aveva portato un the caldo.

“Grazie mille, Sanji. Sì, sono della tua stessa opinione...ma non c'è stato verso di far cambiare idea al capitano”

“Quel...!! Non farmi parlare” si chiuse la bocca lui “Dimmi se hai bisogno di qualcosa..di un caffè, uno spuntino o quello che vuoi. Tanto basta una persona giù”

“Grazie, allora fra un oretta ti farò sapere”

Robin gli sorrise e il cuoco fece per andar giù.

“Ah! Se ti annoi, giù ho un sacco di libri, anche di cucina!” scherzò l'archeologa. Il biondo si girò, ridacchiando.

“Hah! Grazie, ma credo mi dedicherò all'uncinetto!”

I due si misero a ridere e il cuoco scese.

Sanji non si accorse del nasone. Usopp era appostato fuori dalla palestra, arrampicato come un ninja, e si era spostato all'ultimo momento per nascondersi dal cuoco. Aveva ascoltato tutto, ma quella conversazione non l'aveva per nulla soddisfatto. Pensò che erano proprio bravi a fare la parte dei normali nakama! Di certo era perché sapevano che c'era anche lui sveglio quella notte, quindi non potevano rischiare di tradirsi!

Usopp, in quella lunga nottata (tra sbadigli e testate alle pareti pur di non dormire), notò che Sanji andò da Robin altre due volte, però non riuscì a captare nulla di compromettente, quei due da fuori sembravano solo provare simpatia tra di loro, erano cordiali e collaborativi...solo dei nakama perfetti!

Avrebbe gettato la spugna? Giammai! Il nasone non si sarebbe mai arreso! Li avrebbe pedinati di giorno e di notte e al primo passo falso li avrebbe smascherati! Lui aveva sempre ragione, era o non era il dio Usopp?

 

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Capitolo 12
*** Malessere e squilibrio ***


I giorni si susseguirono, gli allenamenti e le tensioni pure. Non fu proprio una settimana delle migliori, per tutti..e soprattutto per i famigerati quattro. La lontananza si faceva sentire, quel dover stare per forza separati stava minando il loro equilibrio e la loro serenità.

Le cose iniziarono a precipitare proprio con l'archeologa e lo spadaccino, si arrivò ad un punto di svolta, non piacevole.

Lui ormai si era relegato da giorni in palestra, scendeva solo per mangiare e dormire, lei era molto solitaria, più del solito, spesso leggeva da sola e in fondo a poppa, e spesso si perdeva a guardare la scia della nave. I due avevano continuato a vedersi in palestra, ma avevano diminuito gli incontri perché lei era molto impegnata a ricercare più informazioni possibili su God Valley.

Un giorno, in palestra, durante il riscaldamento meditativo, la mora riuscì a sentire chiaramente e per la prima volta Zoro, iniziando a vederlo nella sua mente. Era finalmente riuscita ad attivare l'haki dell'osservazione!

Lo spadaccino le sorrise (uno dei pochi sorrisi che quel musone le regalava ultimamente!) e accettò di inizare ad aiutarla a scatenare quella cosa, quello strano haki che aveva manifestato mesi prima.

Robin, in quei giorni, aveva riflettuto parecchio, sforzandosi di ricordare ogni dettaglio di com'era accaduto. Tutto quello che ne era venuto fuori era che era stata portata ad uno stato di massima rabbia e paura per l'incolumità dello spadaccino e quell'abilità si era scatenata, se la ricordava ancora quella sensazione prepotente di voler a tutti i costi proteggere qualcuno, di voler proteggerlo. L'archeologa era giunta a questa conclusione, lo spiegò a Zoro che la ascoltò attentamente.

“Quindi, se è come dici, sarà molto difficile..se non impossibile riattivarla qui e ora. Succederà sul campo di battaglia, se succederà” commentò così il verde. Poi prese subito i suoi pesi e iniziò il suo allenamento. Sembrava aver cambiato idea e umore repentinamente.

“Zoro..stai dicendo che non c'è possibilità di attivarla quando voglio?” le chiese lei, si sentiva un po' sconfitta in realtà perché lo spadaccino l'aveva liquidata subito. Sembrava che l'unica cosa che gli importasse nella vita fosse alzare quell'enorme bilancere!

“A-hà! E' così” disse lui, non guardandola nemmeno.

“Ma..io non posso permettere che riaccada e che...non riesca a controllarlo! Potrei far del male a qualche innocente! Potrei fare del male ad uno di noi!” C'era un peso scomodo dentro lo sterno della mora, iniziò a sentirsi pervasa dall'angoscia.

“Accadrà quello che accadrà..Non sei la sola a non riuscire a controllare qualcosa, Robin! Lascia perdere” insistè lui.

“Ma Zoro..” riuscì a dire solo quello Robin in quel momento, era sorpresa dal suo atteggiamento quasi menefreghista. A dire il vero, negli ultimi giorni era stato molto strano, molto distaccato anche in palestra, era così strano che a volte aveva pensato che stesse recitando, o che le stesse nascondendo qualcosa. Però ora Zoro sembrava sincero, era vero e la stava liquidando con molta facilità. Lo spadaccino non l'avrebbe aiutata..eppure non era lui che aveva sempre insistito nel farlo?? Robin era molto confusa.

“Perchè sei ancora lì? Puoi andare, l'allenamento è concluso e complimenti per aver finalmente iniziato a sviluppare un haki”

Ora la mora spalancò la bocca. Quei complimenti sembravano davvero una presa in giro! “Finalmente”..cioè ci aveva messo troppo tempo secondo lui?! E poi non si era mai rivolto a lei così! “Perchè sei ancora lì?” Robin non era talmente sciocca da cadere in quella recita, lui stava esagerando apposta, non era credibile, non poteva rivolgersi a lei in quel modo! La mora non ci stava capendo più niente..

“Non vuoi davvero aiutarmi, spadaccino?” gli chiese, in piedi e con le mani sui fianchi.

“Non posso, e non ho tempo per te adesso!” le fece lui, guardando però a terra.

“Allora dovrò chiedere una mano a Sanji..o a Rufy, insomma qualcuno che ha un'abilità particolare” fece lei.

“CHE?! Ti ho detto che non ne caverai un ragno dal buco! Quindi non chiedere nulla a nessuno!” si incazzò il verde, che buttò a terra il bilancere. Fece un bel fracasso.

“Smettila di fare questa parte, non mi piace per niente, Zoro! Perchè stai facendo così? Cosa vuoi ottenere?!” si scaldò Robin. Era molto probabilmente una farsa, però lei era sul serio spazientita adesso.

“Che tu esca da qui” disse ancora, disse alzandosi ma fissando il pavimento. Poi però la guardò dritta negli occhi “Io non posso più aiutarti, come nessun'altro lo può fare, e direi che i nostri allenamenti possono concludersi qui”

Furono un brutto colpo quelle parole per la mora, solo a sentirle, vere o non vere che siano state.

“Che cosa?.. No, io lo so cosa vuoi! Vuoi solo provocarmi! Vuoi farmi arrabbiare per far sì che quella cosa si scateni! Non mi mentire!” fece lei, arrabbiata e con quel peso sullo stomaco crescente.

“Ti sbagli. Non venire più”

Lo spadaccino lo disse talmente in modo duro, diretto e spietato che Robin comprese che era la verità. L'aveva guardata in faccia, lui la voleva fuori di lì. La mora quindi si girò, una lacrima volò via dal suo viso e poi Robin saltò giù veloce, come risucchiata dalla botola. Questo era certo, non avrebbe più messo piede lì dentro.

Appena fu uscita, Zoro crollò sulle ginocchia e si prese la testa fra le mani.

 

--

Robin corse in camera e si chiuse dentro quel pomeriggio, sfogò tutte le sue lacrime chiedendosi il perché di quel cambiamento repentino nei suoi confronti, si chiese se avesse sbagliato qualcosa, e che cosa. Pianse ma non trovò alcuna risposta.

A cena non la videro, Nami comunicò che l'archeologa non si sentiva bene (ed era tutto sul serio, la mora si era chiusa a riccio anche con lei). Non si capì come mai ma, a quell'annuncio, qualcuno guardò male Zoro, forse perché quando la mora aveva qualcosa di brutto, ultimamente era sempre colpa sua (spesso era spossata o aveva qualche livido..). La renna andò subito a visitarla e tornò con una notizia rassicurante, la mora aveva solo un po' di alterazione ed era molto stanca, nulla di grave. Il cuoco sbuffò sollevato e dichiarò che le avrebbe preparato un buonissimo brodino ricostituente.

“Avete visto che premuroso il nostro cuoco?!” Commentò ad alta voce Usopp, ma nessuno gli diede molta retta.

Finita la cena, il verde, che non aveva mangiato quasi nulla e non aveva detto una parola, si dileguò presto, aveva la notte quella sera, e con Franky.

Uscirono tutti dalla cucina, rimase solo Nami, che come al solito aiutava il cuoco a sparecchiare.

“Meno male che almeno alla sera posso vederti per un pochino” gli sussurrò il biondo, abbracciandola.

“Hei! Non eri tu quello che diceva che era 'pericoloso'?!” lo imitò lei.

“Sì..ma mi manchi troppo mio tesoro..Ultimamente non ci vediamo più..” fece, con una faccia tristissima.

“Eh lo so, anche tu mi manchi..ma questo mare è imprevedibile, l'hai visto anche tu! Ricordi ieri? Se non me ne accorgevo in tempo di quell'enorme corrente, avremo perso di sicuro la rotta, tornando indietro di un bel pezzo!”

In quell'ultima settimana quel tratto di mare era davvero parso insolito! Nami era stata costretta a stare fuori a vegliare la rotta quasi di continuo e non aveva più avuto occasione di stare con Sanji. Spesso veniva svegliata pure di notte dai compagni di vedetta! Aveva certe occhiaie..!

“Ma dimmi, Robin-chan sta davvero male?” chiese lui, era tornato a lavare i piatti.

“Non lo so. Cioè, non lo so se sta fisicamente male...però di certo c'è qualcosa che non va, è molto giù...non mi ha voluto dire nulla”

“E' ancora per quel citrullo, è chiaro come il sole!” fece il cuoco.

“Mmm.. sì, deve essere così..Zoro è molto nervoso e taciturno da quando gliel'hai detto, e magari l'ha trattata male” pensò ad alta voce lei.

“Se è così, è davvero un coglione!! Ops, scusami”

“No, no! Hai ragione! Sarebbe un emerito deficiente! Di sicuro non è colpa di Robin se Franky...! Anzi, sai che ti dico? Dopo vado a scambiare due paroline con quella testa bacata!”

Sanji ridacchiò, le disse di lasciar perdere con il verde e la sentì brontolare ancora. Poi la vide uscire dalla cucina, l'ultima cosa che vide furono i suoi capelli rossi svolazzanti. Le mancava davvero tanto, così tanto...che a volte non riusciva a pensare ad altro! Nemmeno quando cucinava! Il suo cuore si spezzava ogni volta che la vedeva allontanarsi da lui, eppure erano sulla stessa nave e poteva vederla ogni giorno! Ma comunque questo non gli bastava! E poi le mancava tantissimo il suo profumo e la morbidezza della sua pelle.. il calore del suo splendido corpo... .

La schiuma uscì dal lavello mentre lui fissava sognante quella porta, cadde bagnandogli i pantaloni e lui si destò dai quei pensieri con uno scossone. Sanji tornò sulla terra e imprecò.

 

---

 

Nami uscì a cercare Zoro quella sera, ma tutto quello che trovò fu la sua aura scura e un'occhiataccia che la spaventò a morte. Quello non sembrava nemmeno Zoro!

Lo spadaccino si trovava a prua, si stava allenando con due katane, fregandosene altamente di fare guardia alla nave. Lanciava fendenti al mare come se ce l'avesse con qualcuno di invisibile, pareva così adirato che la rossa fece dietro front decidendosi che lo avrebbe sistemato il giorno dopo, magari quando era più in sé.

La rossa rientrò in camera allora, facendo piano. Robin sembrava riposare, era ancora nella stessa posizione di quando l'aveva lasciata prima di cenare, le dava le spalle ed era coperta fino al viso in posizione quasi fetale. Il brodino che le aveva portato non l'aveva nemmeno toccato.

 

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Fuori, a prua, Zoro sentì dei passi in avvicinamento. A katana spiegata, si preparò ad affrontare il disturbatore, si girò veloce, lui sapeva già con chi aveva a che fare.

Franky fissò la katana puntata verso di sé, un po' stupito (per fortuna era rimasto a distanza!), poi studiò il verde.

“Mm.. Volevo dirti che io rimango a poppa, poi se ti andrà faremo cambio”

Zoro abbassò l'arma e, con uno strano sorriso a dir poco inquietante, annuì.

“D'accordo. Anche se non so se starò qui per tutto il tempo, non mi sento affatto bene. Quel cuoco di merda deve aver cucinato qualcosa di avariato” disse il verde.

“Dici? A dire la verità stasera la carne mi sembrava un po' carente di sale...ma nulla di grave” commentò il cyborg, dubbioso.

“Hah..Meno male che l'archeologa non ha mangiato con noi stasera, sennò oltre l'allenamento doppio che ha fatto, avrebbe mangiato pure schifezze.. e sarebbe schiattata!” disse beffardo Zoro.

Franky rimase allibito da quella frase cruda, iniziò a squadrarlo malamente.

“Beh, Sanji non ha mai cucinato così male come dici! E poi non lo dire nemmeno una cosa del genere, Robin non può..”

Zoro non lo lasciò finire, parlò chiaro, guardando il mare scuro con un ghigno feroce.

“Sai, è per colpa mia se sta male, quella stupida donna! Io non volevo più che si allenasse con me e lei mi ha insultato! Non la voglio più tra i piedi, e oggi gliel'ho fatto capire.. L'ho punita. L'ho fatto apposta! Ho raddoppiato tutti i pesi, ho fatto di tutto, solo se si fosse fatta male allora avrebbe capito! Davvero..non la sopporto, è una donna inutile, saccente, egoista e falsa come poche! Mi chiedo che cosa abbiamo fatto a portar..”

Zoro fu interrotto da qualcosa che lo colpì prepotentemente in viso, volò di qualche metro e finì a terra.

Franky si avvicinò a lui, era letteralmente furioso. Lo prese per la maglietta e lo tirò su in piedi, verso di sé.

“Tu sei fortunato, caro mio! Non ho usato il mio laser FR80! Quello ti avrebbe mandato in orbita il cervello!” ringhiò.

Zoro sputò del sangue dalla bocca e lo sfidò con un occhiata. “Non sei d'accordo?”

Il verde fu percosso violentemente.

“Ma che cazzo ti dice la testa?! Rinsavisci, figlio di puttana! Come TI PERMETTI DI PARLARE COSI' DI ROBIN!??”

“Sai chi ti stai mettendo contro, vero ammasso di bulloni?” gli fece lo spadaccino, con un sorriso insanguinato e terribile.

Franky era veramente tra l'incredulo e l'adirato.

“Non me ne frega un cazzo di chi sei o cosa sai fare!! Tu non capisci nulla! LEI E' SPECIALE! NIENTE CHE TU POSSA COMPRENDERE!! TU L'HAI INSULTATA!! L'HAI TRATTATA COSI' E TE NE VANTI PURE?!! Mi fai SCHIFO! Tu.. da stasera non sei più un mio nakama!” urlò il cyborg. Stavano sul serio rischiando di svegliare tutti!

“Esagerato!..E' solo una donna, Franky. Vuoi dire...che ti piace?” lo schernì lo spadaccino, ancora tra le grinfie del cyborg, perdeva copiosamente sangue dalla bocca.

“A TE NON DEVE IMPORTARE!! Zoro, io credevo... invece sei un'enorme delusione!”

Franky lo mollò e lo spadaccino cadde a terra. Si tastò la mascella, faceva un male boia.

“Ammettilo che ti piace, avanti, che problemi hai? Ma certo! Sei un CODARDO!” insistè ancora il verde, urlandogli contro, sentì delle fitte lancinanti.

“BASTARDO!! OVVIO CHE MI PIACE! STRONZO CHE NON SEI ALTRO!! MI PIACE SUL SERIO, MA NON LO VENGO A DIRE A TE! CHE HAI IL CERVELLO DI UNA GALLINA! E ora mi hai davvero STUFATO!” Franky, al limite della pazienza, trasformò la sua mano robotica e puntò il laser verso il verde minacciando di far fuoco, ma una voce dietro di lui, lo fermò.

“Che diavolo succede qui?”

Franky si girò lentamente, tremando di rabbia.

Sanji, dietro di lui e in un pigiama stiloso blu notte, guardava i due in modo allibito: il cyborg aveva gli occhi iniettati di sangue, era furibondo, e Zoro era a terra, pareva perdere sangue.

“Sanji...tu non sai cosa ha avuto il coraggio di dire questo..essere ! Ma è meglio che non te lo dica..lo ucciderestidisse il cyborg, che respirava a fatica, era agitatissimo.

“Okkei ookkei..ora calmiamoci. Altrimenti si sveglieranno tutti”

“Non c'è da calmarsi, credimi!” fece Franky, furente “Quello ha superato ogni limite! Si è messo a.. insultare Robin!”

Il cuoco lo fissò sbalordito, il cyborg aveva pure le lacrime agli occhi! Era stravolto! Però lui non doveva pensare a quello, doveva fare la sua parte! Sì, e salvare quell'idiota di un cactus da quel casino.

“CHE COSA?!” si girò il biondo “Davvero?!” la faccia del biondo si sfigurò, diventando il diavolo in persona.

“Io non posso ripetere quello che ha detto..” disse ancora torvo Franky “Ma so che...se forse c'è qualcuno che può dargli una lezione...quello giusto sei tu” disse, abbassando gli occhi e piangendo di rabbia. “Fai quello che vuoi di lui, ma fallo bene questa volta. Io ho finito qui”

Detto questo, il cyborg se ne andò, stringendo i pugni.

Era certo, era ovvio! Credeva ancora alla storia di Sanji e Robin...credeva che fossero insieme quindi aveva fatto quel ragionamento e si era tolto dai piedi sentendosi di troppo. Era incredibile! Meno male che era finita brevemente, di certo però chissà che cosa sarebbe successo il giorno dopo quando tutti ne sarebbero venuti a conoscenza! Sanji fece passare in minuto aspettando che Franky si allontanasse, poi si avvicinò allo spadaccino.

“E ora cosa dovrei fare con te, eh? Dovrei spaccarti la faccia ancora di più?!” mormorò.

Zoro non rispose, guardava un punto indefinito, e lui continuò a parlare sussurrando.

“Ma che cosa ti passa per il cervello?! Hai fatto un bel casino! Come cazzo ne veniamo fuori ora?!”

“E' come dici tu, cuocastro, lui prova qualcosa” buttò fuori il verde, poi sorrise amaramente.

“Tu..Non mi dire che! Hai fatto tutto sto casino per questo! Sei pazzo! E magari hai mentito anche a lei! A tutti! Solo per sapere questa cosa!”

Sanji si mise ad imprecare e camminare sù e giù infervorato, però cercando di non fare troppo rumore, voleva sul serio menarlo adesso!

“Esatto. Quindi fai il resto, è giusto così” disse il verde, tirandosi sù in piedi. La sua veste era piena di sangue, il cyborg doveva avergli tirato davvero un bel pugno!.

“Tu lo sai che lo farei molto volentieri ma non così, non perché lo vuoi tu, cretino!” fece il biondo, che stava cercando di pensare lucidamente ad una soluzione a quel macello. Si passò una mano fra i capelli, sbuffando.

Zoro gli si parò davanti.

“Avanti! Quale altra occasione hai? Ho fatto..star male Robin. Dovrebbe bastarti come motivazione. Me lo merito, cuoco!”

Sanji lo fissò quasi con compassione, non l'aveva mia visto con quello sguardo così vuoto! Ah, quel verde era davvero un caso disperato!

“Sei proprio scemo. Quanto cazzo devi sentirti in colpa per chiedermi una cosa del genere?..” disse e dissentì con la testa. Poi non ci pensò ancora, gli tirò un calcio, non troppo forte e all'altezza della spalla. Zoro fu spinto via da quell'urto, e finì a terra rotolando.

Il biondo lo lasciò lì e se andò da Franky, non prima di avergli detto di non fare altri casini.

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Capitolo 13
*** Combinaguai ***


Quella mattina, Sanji servì la colazione a tutti, all'appello mancarono Zoro e Robin. Il primo, si sospettava stesse ancora dormendo in palestra (nessuno l'aveva visto in camera e Franky non aveva voluto nemmeno nominarlo), la seconda era ancora a letto.

“Andrò a visitarla!” fece Chopper, terminando il suo succo d'arancia “Magari la febbre si è abbassata!”

“Certo che non guarirà digiunando...” commentò la rossa, tristemente, mescolando il suo cappuccino.

“Sì, hai ragione! Glielo dirò! Allora, Nami, avvisami quando si sveglia, ok?”

“Certo, dottore”

“Ma...Robin sta ancora male?!” fece Rufy, cadendo dalle nuvole. Si stava riempiendo la bocca di biscotti.

“Sembra proprio di sì, stupido!” rispose malamente Nami, non capiva come potesse essere così rimbambito a volte!

“Mm...mi spiassce..!” commentò a bocca piena. Poi il suo viso iniziò a diventare tutto rosso.

Il capitano spalancò gli occhi, la sua faccia mutò in un rosso pomodoro, gonfiandosi terribilmente. Tutti lo fissarono stupiti e sgomenti.

Poi Rufy deglutì il boccone e spalancò la bocca. Una lingua di fuoco esplose dalle sue fauci e tutti urlarono e si rifugiarono sotto il tavolo. Poi tornarono sù a spiare cos'era rimasto del loro capitano.

Era afflosciato sul tavolo e mormorava qualcosa.

“Rufy!! Ma che cosa è successo?!” fece la rossa andando da lui.

“Qua....ac...acqua! Acqua!!” si lamentò lui, con la lingua strisciante e arrossata di fuori.

“Oh, no! Oh, no! No, caxxxxo!!!” esclamò il cuoco, iniziando anche ad imprecare. Corse al tavolo e prese la scatola di biscotti, buttandola poi nella pattumiera, rabbioso. Si prese la faccia non sapendo che dire e si affrettò a riempire una caraffa d'acqua.

“Sanji...vuoi... uccidermi?!” fece il capitano.

In risposta, il cuoco lavò la faccia del moro rovesciandogli mezza caraffa addosso e poi Rufy si bevve l'altra metà d'acqua rimasta in un colpo solo. E ritornò del suo colore.

“Ancora!!! Ne voglio ancora!!” continuò a lamentarsi il capitano in modo esagerato, neanche avesse due anni.

“Confusolozuccherocolpeperoncino..lozuccherocolpeperoncino..zuccheropeperoncino?!!” farfugliava il biondo immobile, era in uno stato di shock e annaspava..

Tutti guardavano la scena a dir poco increduli, non sapendo se ridere o piangere. Nami prese in mano la situazione.

Mollò due schiaffi ai due e andò a prendere l'acqua al capitano. Sanji si scosse e fece le sue scuse a Rufy, era davvero mortificato.

“Io...andrò a gettarmi in mare per questo” disse il biondo, non ancora in sé, e la rossa lo prese per il colletto.

“No! Tu stai qua! Ora ti siediti e respira!” gli ordinò.

“Sì! Nami-swaaann!!” fece lui, mutando i suoi occhi in due cuori ondeggianti.

“Beh, questa è un'altra prova!” commentò Usopp, alzandosi e andandosene (ovviamente si riferiva sempre alla storia Sanji-Robin). Lo seguirono anche tutti gli altri, chi guardando ancora la scena e dissentendo.

Poco dopo, Rufy si riprese e Sanji gli promise che per pranzo avrebbe cucinato la miglior carne mai assaggiata per scusarsi. Il capitano annuì dicendo che era tutto ok, poi prese la porta e se ne andò. Anche Nami partì per le sue mansioni di navigatrice, però, prima di andarsene, il cuoco la fermò dicendole di tornare presto perché doveva assolutamente parlarle di una cosa importante.

 

--

 

Un oretta dopo, Usopp passò sul ponte giusto il momento per vedere l'archeologa entrare in cucina. Si sfregò le mani e prese anche lui quella direzione (voleva spiare in qualche modo la conversazione tra lei e il cuoco, quella era un'ottima occasione!).

Però qualcuno lo chiamò.

Franky gli fece gesto di andare da lui e il nasone cercò di trovare una scusa per filarsela ma il cyborg insistè.

“Usopp, devo parlarti, riguarda Zoro. Farò presto perché sono molto stanco, non vedo l'ora di andare a dormire” gli fece con una faccia truce, così truce che Usopp si bloccò e restò ad ascoltare l'amico.

Così si misero in un angolino a confabulare a bassa voce.

 

--

 

“Ecco qua, Robin cara”

Sanji portò del caffè bollente e una bella fetta di torta al limone all'archeologa, lei gli accennò un sorriso che però scomparve subito dal suo viso.

“Come ti senti stamattina?” gli chiese il biondo, continuando le sue faccende.

“Meglio, grazie” rispose la mora prendendo la sua tazza di caffè, però dal suo atteggiamento sembrava tutt'altro. Si era messa una maglietta larga e scura, non era proprio del suo genere, pareva un pigiamone! Però era perfettamente coordinata al suo umore depresso.

Per un po' calò il silenzio in quella stanza, l'archeologa terminò la sua bevanda calda e il biondo finì di asciugare i piatti. Ogni tanto le aveva buttato un'occhiata. Niente, Robin non aveva toccato la torta.

Le si avvicinò, sedendosi poi di fronte a lei.

“Lo so che non dovrei insistere ma, devi mangiare altrimenti crollerai, quindi non uscirai da qui se quella torta non sarà sparita”

“Non me la sento, Sanji” rispose solo la mora, e guardò basso. Il cuoco sbuffò.

“Fate le stesse cose quando state male..” commentò lui e Robin lo fissò in modo confuso.

“Quello stupido non ha mangiato ieri, né l'abbiamo visto stamattina. Non è in camera, probabilmente sta dormendo sù in palestra.. e stanotte ha fatto un bel casino. Però te lo racconterà lui quando vi vedrete”

Robin abbassò la testa e negò debolmente. Nella testa del cuoco si accese una spia rossa che diceva “Allarme! Donna in lacrime! Donna in lacrime!”. Sospirò, non aveva seriamente voglia di vedere Robin ancora in quello stato! Istintivamente, mise una mano sopra quella dell'archeologa e parlò. Lei rimase immobile.

“Robin-chan, quello è un idiota, io l'ho sempre sostenuto ma.. so anche, e ne sono certo, che ci tiene molto a te. Quindi basterà che vi parliate per risolvere la cosa, fidati. E lo dico solo per il tuo bene”

In quel momento entrò Nami, e vide la scena. Chiuse lentamente la porta dietro di sé cercando di metabolizzare il tutto. Il cuoco la vide, le fece un sorriso tirato e ritirò la sua mano.

“Grazie, Sanji” disse la mora, poi si alzò e se ne andò, sempre con un aria tetra e depressa e senza badare né a lui e né alla rossa. Pareva in un'altra dimensione.

“Oh, non ha mangiato la torta! Me l'ha fatta!” fece il biondo un po' irritato.

“Cos'era quella scena?” gli chiese Nami, ancora interdetta.

“Cosa?..La..La mano?” farfugliò il cuoco. Nami assottigliò gli occhi, minacciosa. “La stavo consolando! L'hai vista no? Che faccia terribile aveva!”

Nami sorrise, stava scherzando. “Lo so, sta tranquillo, lo so! So che hai un cuore enorme!” disse avvicinandosi a lui e abbracciandolo per un secondo. “Quindi...cos'è che dovevi dirmi con tutta urgenza?”

 

---

 

Franky raccontò ad Usopp del fattaccio della scorsa notte, del fatto che lo spadaccino aveva parlato seriamente male dell'archeologa e che lui l'aveva aggredito per difendere l'amica. Che poi era arrivato Sanji e aveva lasciato il verde a lui, perché aveva ritenuto giusto così, visto la loro relazione. Il nasone fu molto sorpreso, commentò che non se lo sarebbe mai aspettato quel comportamento da Zoro, aveva capito che tra lui e l'archeologa non tirava una bella aria ma non fino a quel punto!

“Usopp, credimi, Zoro non sembrava lui! E adesso che ci penso con calma, può essere! Può essere davvero che sia come mi ha detto Sanji”

Il nasone gli fece una faccia perplessa. Franky si spiegò meglio.

“Sanji è venuto da me dopo aver 'sistemato' Zoro“

“Beh, deve essere preso con le bombe per non farsi vedere! Sicuro che il cuoco non l'abbia ucciso o buttato in mare?!” commentò il nasone allarmato. Franky negò e continuò.

“Sanji mi ha detto che si era accorto che però Zoro gli pareva un po' brillo, insomma, che non era lucido! Per questo ha detto quelle cose.. Ma tutti sanno che lo spadaccino non si può ubriacare! Quindi davvero non so a chi credere.. Il fatto è molto strano. Zoro mi aveva detto di non sentirsi bene, magari stava così per qualcosa che aveva mangiato!”

“Può essere Franky, può essere.. Ma può anche essere che lo spadaccino odi sul serio Robin! Non gli è mai stata simpatica!”

“Beh, se è così se la dovrà vedere con me, e poi di questa cosa dovremo informare tutti! Meglio se stasera”

“Sì, in effetti è abbastanza grave...” fece Usopp.

“Ok, per ora stiamo così, ora vado a letto và..” disse il cyborg con aria stanca “..E' stata una nottata molto difficile”

I due si salutarono, e Usopp fu così preso da quella nuova notizia che si dimenticò di tutto, tornò così nel suo laboratorio ancora rimuginando i fatti.

Solo successivamente si ricordò di Sanji e Robin in cucina, e andò a controllare, ma questo accadde dopo.

 

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Nel momento in cui l'archeologa uscì dalla cucina, Zoro si svegliò. La sua mascella gli doleva ancora, si toccò la guancia e sentì che si era evidentemente gonfiata, all'angolo della bocca avvertì del sangue raggrumato. Si tirò sù in piedi ed ebbe un giramento di testa. Di certo l'aver quasi digiunato per un giorno intero non l'aveva aiutato, non era proprio in forma! Quindi aprì la finestrella e venne accecato da un sole potente. Quando i suoi occhi si abbituarono, spiò sotto, c'erano Chopper e Brook fuori, ma poi notò un movimento anche sul ponte a poppa. Vide chi era e sentì un dolore allo sterno, molto familiare. Gli capitava solo con quella persona.

C'era Robin giù, camminava lentamente, la vide poi sparire dietro l'angolo, l'archeologa sembrava andare verso la biblioteca. Si sentì malissimo, ancora di più della sera prima, quella viva mancanza e quel prepotente senso di colpa lo stavano letteralmente schiacciando. Doveva vederla, doveva chiarire, e doveva farlo subito.

Zoro decise che quella mattina avrebbe rischiato, la cosa urgente da fare era andare a parlarle, aveva fatto passare anche troppo tempo.

 

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“Cioè! Franky ha picchiato Zoro?! E tu hai.. infierito ancora?”

“Me l'ha chiesto lui e se lo meritava, quella testa di cactus!.. Dannazione! Sta diventando bravo quanto Rufy a combinare casini! E poi dovevo per forza fare la mia parte! Comunque ho fatto piano”

“Certo..certo...è che sono un bel po' sorpresa! Perchè fare tutto questo macello per sapere quella cosa?? Di sicuro il fatto di Franky l'ha fatto andare fuori di testa!”

“Sì, è geloso marcio...anzi, direi quasi possessivo, e con oggi ci andremo di mezzo tutti! Spero solo che Franky mi abbia creduto...gli ho detto che per me Zoro non stava bene..che era ubriaco, non mi era venuto in mente altro ieri sera.. Ma voi non avete sentito nulla?”

“No..io non ho sentito nulla, dormivo.. e neppure Robin, credo”

“Cavolo, temevo che svegliassero tutti! Sarebbe stato un bel guaio se fosse accaduto! Però sono sicuro che verrà comunque fuori qualcosa oggi...”

“Zoro non è abbituato a pensare prima di agire...lui parte in quarta, e di solito manco se ne pente! Se è alterato poi è anche peggio! Ah, spero che Robin e Zoro si chiariscano presto, la situazione sta degenerando”

“Beh, poco ma sicuro che così non si può andare avanti...” fece il biondo andando verso la porta della cucina “..E che anche io fra poco farò la fine di quel citrullo...Io non posso andare avanti in questo modo, senza di te” Sanji chiuse la porta a chiave.

La rossa lo osservò un po' sorpresa. “Cosa hai intenzione di fare?” chiese, l'atmosfera lì dentro era cambiata di colpo.

Il cuoco si girò verso di lei, era molto serio.

“Nami-san...hai visto cosa ho combinato stamattina, no?”

“Beh...capita anche ai migliori di sbagliare, giusto?” fece lei, appoggiandosi al bancone.

“No, a me non è mai capitato. E non deve capitare. Il fatto è che ho sempre la testa da un altra parte, e ultimamente me ne accorgo quando ormai è troppo tardi” confessò il biondo avvicinandosi a lei. “Sai a cosa penso?” la fissò.

“A.. alla fame insaziabile di Rufy?” scherzò lei, che aveva capito benissimo dove voleva andare a parare. Sanji non rise alla battuta, anzi, la studiò con uno sguardo intenso.

“A te, io penso continuamente a te perché...ti amo e mi manchi troppo. E questo mi sta uccidendo come cuoco, e come uomo. E' colpa tua se sono in crisi quindi...ora ti ho rinchiusa qui dentro, così non potrai scappare di nuovo” disse giocherellando con una ciocca della rossa, mentre Nami seguiva le sue mosse senza sapere che dire. Poi Sanji le fece un sorriso dolcissimo e contemporaneamente le prese i fianchi e la mise seduta sul bancone.

“Ah, Sanji! Ma che..?!” si stupì lei. Il cuoco si appoggiò al mobile, davanti a lei, bloccandole la fuga e squadrandola. Gli era tornato quello sguardo così intenso e sensuale, un po' biricchino anche!

“Questo è...più che rischioso, biondino!” commentò a bassa voce lei, che però moriva dalla voglia di stare da sola con lui!

Sanji si sistemò tra le sue gambe e si avvicinò al suo viso, poi iniziò, lentamente, a stamparle dei baci sul collo, respirando il suo profumo.

“Non vorrai mica...avere sulla coscienza qualcuno? Perchè è questo che accadrà se non ci vedremo più” le sussurrò, facendola tremare “Posso..avere solo un piccolo assaggio di te?”

Nami annuì a scatti con la testa, non riuscendo a far altro, fremeva di curiosità ed eccitazione.. Era così dolce poi quella cosa che le chiedeva il permesso di farlo!

Mentre il biondo stava già sbottonandole la camicetta, Nami si chiese pure se non stessero tutti e due impazzendo: quella cosa era altamente azzardata! Una cosa da folli! Non erano di certo da meno rispetto a Zoro in quel momento!

Sanji nel frattempo le aveva tolto quasi tutto, aveva intrufolato le mani dietro la sua schiena e le stava slacciando il reggiseno. Lei in risposta gli prese il viso baciandolo profondamente.. Era da non credere! Non avrebbe mai pensato che potesse accadere qualcosa del genere proprio in cucina! Non nel posto che il cuoco reputava sacro!

In quel bacio, i biondo le tolse anche quell'indumento e lei rimase con il seno al vento, poi si staccarono e Nami vide Sanji sparire sotto il bancone. Sbucò subito dopo invitandola a chiudere gli occhi. Lei ubbidì e sentì un rumore, come di un barattolo di vetro che si apre.

“Continuiamo da dove ci siamo fermati.. Sei pronta?”

Nami annuì, stava respirando già in affanno, era in ansia, in trepidazione. Aveva paura che arrivasse qualcuno da un momento all'altro ma allo stesso tempo mandava quel pensiero al diavolo.

La rossa sentì ancora dei baci sul suo collo, sulla clavicola.. e poi quelli si fermarono un po' più giù, ed infine, una strana sensazione fresca e umida sul seno. Annusò l'aria come un segugio: quella che sentiva era...marmellata? Ah, no! Era miele! Cioè...Sanji le aveva spalmato..?! Non ebbe neanche il tempo di realizzarlo, che il biondo iniziò a leccarle il seno e poi, poco dopo, a succhiarlo piano. La rossa gemette, sorpresa ed estasiata, e lui, incredibilmente, non si fermò anzi la trascinò di più verso di sè.

Ma quello era davvero il cuoco? Sembrava non fargli più alcuno strano effetto quella parte del corpo! Dopo un primo momento spiazzante, lei gli prese la testa per accarezzarlo e incoraggiarlo ad azzardare di più e lui rispose prontamente, suggendo con maggiore intensità. La rossa ora ansimava, ridacchiava e sospirava, non poteva trattenersi e non era effettivamente possibile resistere, quindi aveva provveduto a tappare le orecchie del biondo con le mani per evitare al cuoco di esplodere nella sua crisi.

Sanji, da parte sua, era completamente preso e perso in quello che stava facendo e provando, si sentiva pienamente in sé, pienamente vivo e felice in quel momento. Se avesse potuto fermare il tempo l'avrebbe fatto..

Da quel momento, nessuno dei due pensò più a quello che rischiava di succedere.

 

---

 

Zoro, dopo essersi perso facendo un giro incomprensibile, arrivò in biblioteca. Nessuno pareva averlo visto, almeno quello era positivo! Sbuffò e fece il giro della stanza: nulla, lì Robin non c'era. Riflettè velocemente: non era possibile che l'archeologa fosse tornata indietro, l'avrebbe vista! (a patto che quello che aveva visto sul ponte non fosse stato il suo clone!). Scacciò quell'idea e si illuminò. Ma certo! Se l'archeologa non era lì era perché era salita alla sala da bagno, di sicuro!

Quindi Zoro si arrampicò sù per la scaletta e si trovò la porta del grande bagno di fronte a lui, e quella era ovviamente chiusa. Allora, ci appoggiò un orecchio giusto per sentire lo sciacquio dell'acqua lì dentro.

BINGO! La mora era di sicuro là dentro, ora sarebbe bastato bussare.

“Toc! Toc! Toc!!” bussò e aspettò.

“E' occupato” disse lei con voce piatta e ovattata.

“Sono io..” rispose Zoro, non molto forte e vicino alla porta.

La mora non rispose, lui attese ma la portà non si aprì.

“Robin.. posso entrare? Devo parlarti..” disse lo spadaccino sempre attaccato alla porta, stava cercando di capire se lei fosse lì vicino. Aspettò ancora ma Robin non diede alcun cenno di vita.

Di certo non se lo sarebbe mai aspettato che lei reagisse così, si sentì ancora peggio di quanto ormai non si sentisse. Quindi respirò e cercò di convincerla, tanto sapeva che poteva sentirlo.

“Voglio chiederti scusa, ma non così. Voglio dirtelo in faccia, se me lo permetterai.. Apri, Robin” la sua voce tradì un po' di impazienza e di ansia.

Zoro appoggiò la testa sulla porta e attese, non c'era nulla da fare, e lui che voleva e doveva dirle un milione di cose..!

“Allora starò qui finché non usc...” iniziò di nuovo, ma poi sentì il click della serratura.

La mora aprì la porta e lui si tirò sù in tempo. L'uscio si spalancò e uscì una nuvolona di vapore dal bagno, poi, a poco a poco Robin apparve fasciata in un asciugamano bianco che le copriva il seno e le arrivava a metà gambe. Guardava a terra.

La mora si spostò facendo entrare Zoro e, velocemente, richiuse la porta, sempre fissando il pavimento. Lo spadaccino si girò verso di lei e la studiò, la vedeva un po' sfocata dal vapore, comunque pensò che fosse stupenda. Di nuovo, quel diavolo di dolore allo sterno lo colpì a tradimento.

“Robin, io..” iniziò a dire, ma lei si mise a fissarlo. Era evidentemente arrabbiata e..ferita. Zoro si zittì, non riuscendo a dire più nulla, le parole gli si bloccarono sulla gola. Fu davvero un colpo basso quello sguardo.

Poi l'espressione di lei mutò drasticamente, spalancò gli occhi, sorpresa. Si era accorta di qualcosa, aveva notato quel livido rigonfio sulla sua faccia?

“Chi.. Cosa hai fatto?” chiese l'archeologa, in modo confuso. Sì, era quello di sicuro il motivo di quel cambiamento di atteggiamento.

“Ehm.. una cazzata. Come sai, sono un cretino, non è di certo colpa di chi me l'ha fatto...anzi, ha fatto bene, è stato un bel colpo” fece lui. Incredibilmente, aveva perso la sua indole da spaccone, sembrava quasi un cane bastonato.

“Sanji..?” chiese lei, avvicinandosi e accennando a toccare il danno.

“No, non c'entra..” rispose il verde, dissentendo e intercettando quella mano. Gliela prese e gliela baciò con tanta delicatezza, poi la strinse non lasciando più quel contatto.

“Robin, sono qui per spiegarti tutto e voglio che sia chiaro. Tu lo sai con chi ti sei messa, no? Io ...non voglio giustificarmi ma..ero molto nervoso e frustrato.. e ti ho trattato malissimo per.. scoprire la verità.”

La mora ascoltava, un po' perplessa e di nuovo con quell'espressione ferita, restò in silenzio aspettando che Zoro si spiegasse.

“Cioè, in palestra.. io all'inizio non volevo davvero mandarti via e lo sapevi, no? Volevo farti arrabbiare per il discorso della tua abilità, ma poi tu l'hai capito e nello stesso momento, mi è venuta un idea stupida... Ho colto la palla al balzo e ti ho mandata via ma..non credevo che tu reagissi così male. L'ho fatto per rendere più vero il tutto, più credile.. perché avevo in mente di fare una cosa”

“L'avevo capito che non dicevi davvero però...poi non ci ho capito più niente..eri serio e ..”

Robin non voleva, ma aveva iniziato a perdere dagli occhi delle stupide lacrime, quell'espressione crudele di lui ce l'aveva ancora in mente.

Zoro la tirò a sé e la abbracciò, e Robin sentì che non avrebbe retto quell'onda di emozioni.

“Non farò più niente di così idiota, te lo prometto. Dovevo capirlo che anche per te non era facile..che eri fragile in quel momento, come adesso. Lo capisco perché sto male anche io...senza di te”

“Perchè sei stato così insensato?!” si arrabbiò lei, piangendo e stringendo i pugni sul suo petto “Chi...ti ha fatto quel livido?!” La mora si sfogò tra le sue braccia “Stupido!... Non sai quanto mi manchi!”

“Robin.. ti chiedo perdono...”

Lo spadaccino la strinse di più e aspettò che si calmasse, le tenne anche l'asciugamano, che rischiava di cadere. Le baciò la testa ripetutamente, cercando di confortarla. Era come se tutto quello che lei aveva cercato di trattenere in quelle ore fosse esploso in un istante.

Dopo cinque minuti, la mora singhiozzava ancora, come una bambina, il verde aveva continuato a coccolarla, sperando solo che si sentisse meglio presto e che lo perdonasse. Era mortificato per averla fatta star male in quel modo. Intanto erano rimasti in silenzio e il vapore, piano piano, se n'era andato.

Lo spadaccino ad un certo punto si scostò da lei, giusto per cercare di prenderle dolcemente il viso per far sì che lo guardasse. Gli occhi umidi e lucidi di lei erano ancora più belli, prese un respiro.

“Io.. ti amo da morire, Robin” le disse “Non te lo sei dimenticato, vero?”

La mora negò e scesero altre lacrime, il verde gliele baciò asciugandole il viso, e poi continuò a raccontare, accarezzandole le guance, senza mollarla.

“Ieri sera ho fatto un disastro..” Zoro deglutì, doveva dirle fino in fondo perché l'aveva fatto. “Ho voluto provocare una persona dicendo cose abominevoli su di te.. e facendogli capire che tu stavi male per colpa mia, tutto perché.. volevo capire. Volevo capire cosa lui provasse.. E alla fine il cuoco depravato aveva ragione. Quella persona.. credo sia ..molto presa da te”

Robin si accigliò, dubbiosa, e poi osservò il suo livido, era terribilmente viola e gonfio, ora lo vedeva bene!

“Non credo che qualcuno...qui..” disse lei vagamente, spiazzata da quella rivelazione.

“Io..non ci ho visto più! Dovevo sapere! Il cuoco me l'aveva detto ma io non volevo crederci...invece è così” disse amaramente lui. Robin dissentì, incredula.

“..Chi ?” chiese.

Zoro sembrava non riuscisse a sputare quel rospo, fissò un punto lontano, il suo viso rimase corrugato e in tensione ma poi lo nominò.

“Franky”

La mora spalancò un poco gli occhi e lui si mise a studiare subito la sua reazione.

“..Franky?? Tu...ne sei sicuro?”

Zoro annuì. “Vorrei che non lo fosse ma è così.. Ha preso le tue difese in modo eccellente, mi ha aggredito, e quello che ha detto non può avere altre interpretazioni..è stato chiaro su quello che sente. Probabilmente avrà già detto a tutti del mio comportamento...non mi stupirei se davvero mi considerasse fuori dalla ciurma”

“E' così grave la situazione?!” esclamò lei, stupita.

Zoro sorrise forzatamente.

“Sì, archeologa. Il cuoco ha dato un contributo per...salvare il salvabile ma non credo ci sia riuscito” fece lui togliendosi la maglietta e mettendo in evidenza il secondo enorme livido sulla spalla. Robin si coprì la bocca, incredula. C'era ancora del sangue raggrumato anche lì!

“Ti hanno picchiato.. insieme??”

“No...il cuoco è arrivato al momento giusto, ha fatto solo la sua parte perché Franky l'ha lasciato fare...Poi ha cercato di convincere il cyborg di qualcosa ma.. è troppo grosso quello che è successo, non ne verrò fuori facilmente”

Zoro si sedette sul bordo della vasca, che era piena d'acqua calda.

“E' un bel pasticcio...la tua faccia soprattutto” commentò preoccupata la mora, e lui la osservò. Robin si mise a cercare qualcosa dentro il mobiletto del bagno, poi tornò da lui con disinfettante e cotone tra le mani. Non sembrava molto sconvolta dal fatto del cyborg...sembrava più interessata a curargli le ferite! Zoro si sentì di nuovo uno stupido.

“Non dovresti...Non merito che tu..” disse lui, cercando di opporsi scostandosi.

“Stai buono e lasciami salvare il salvabile, spadaccino!” lo rimbeccò lei, ripetendo le sue parole. Aveva l'aria un po' seccata mentre si sedeva vicino a lui. Zoro le sorrise, anche corrucciata e con i capelli crespi dall'umidità era uno schianto!

Robin nascose la sua emozione nel vedere quel sorriso, e si mise a disinfettare il taglio che aveva il verde al lato della bocca con accuratezza; lui non smise un attimo di osservarla, restando fermo. Poi lei passò al braccio, si spostò dall'altro lato e fece quell'operazione in silenzio e in poco tempo.

“Dovrai passare da Chopper comunque...” commentò Robin poi, fissando ancora severamente il livido sul suo viso.

“Okkei, d'accordo” fece Zoro e le afferrò una mano trascinandola vicino a lui di nuovo. Robin però perse l'equilibrio, dato il pavimento bagnato, gli cadde in braccio e il verde la prese prontamente.

“Ah! Sei un vero... combinaguai!” gli disse lei ad una spanna dal suo viso, si era aggrappata al suo collo.

“Oh...scusa, davvero! Hai ragione..pienamente ragione” fece lui. Ma perché quegli occhi blu mare erano così ipnotizzanti? No..era lei, tutta lei ad essere ipnotizzante!

Robin pareva rapita a sua volta, respirava a bocca dischiusa, osservandolo e basta.

“Mi perdoni, demone?.. Dimmi di no e farò una cosa molto stupida...dimmi di sì e farò quello che vorrai per tutto il tempo che vorrai”

“Diverrai il mio schiavo?” fece lei, seriamente.

Zoro alzò le sopracciglia, che caspita significava? Tanto sapeva che scherzava.. “Beh, devo dire di sì...quindi sì!” rispose.

Robin sorrise un poco e a Zoro si lacerò il cuore. Annuì come rimbambito, e lei gli confermò un “Allora, ti perdono”.

Poi l'archeologa si avvinghiò a lui baciandolo con trasporto e il verde la strinse rispondendo immediatamente, era davvero sollevato e dentro stava letteralmente esultando.

Erano talmente “immersi” in quel bacio che solo all'ultimo si accorsero di essersi inclinati troppo e.. inevitabilmente, finirono in acqua.

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Capitolo 14
*** Completo disastro ***


Nami era in un fiume di emozioni e sensazioni, era ancora su quel tavolo e Sanji non si era mai fermato, non accennava a darle tregua. Le aveva tolto anche i jeans e lei si era distesa lì sopra, ed ora i suoi baci e le sue carezze si erano diffuse anche sulla sua pancia, sulle sue gambe, perfino sui piedi! La rossa non aveva più potuto tappargli le orecchie, così si era messa una mano sulla bocca per cercare di fare meno rumore possibile, ma non era affatto facile!

Il cuoco la baciava, la massaggiava..ogni tanto spalmava quel miele e leccava, succhiando pure..in posti pure strani!

“Sanji...” sospirò lei ad un certo punto, tenendo gli occhi chiusi.

Il biondo fece il giro del tavolo, la sua mano non si staccò da lei, scivolando sul suo corpo e sfiorandole una parte molto sensibile e fremente, un luogo che lui non aveva ancora toccato. Le tolse la mano dal viso e la baciò poi sulla bocca. Quel bacio durò un bel po'.

“Tutto bene?” le chiese poi piano, mentre lei cercava di respiarare normalmente.

La rossa annuì, aprì gli occhi e si accorse che lui li teneva serrati. Quindi aveva agito sempre “al buio”? Aveva trovato un sistema formidabile!

“Allora..vado avanti. Fermami se non vuoi” le sussurrò sull'orecchio. Lei si disse un “manco per sogno ti fermo!” e sorrise annuendo.

La rossa sentì nuovi baci percorregli il collo, la spalla e poi braccio sinistro; sembrava che il cuoco stesse tornando indietro, e poi le sue carezze e quelle meravigliose attenzioni si fermarono sulla sua pancia e sulle sue cosce, così lei iniziò davvero a sperare quello che aveva sognato da tempo. Ricominciò a respirare più profondamente mentre sentiva anche i capelli di lui sfiorarle la pelle.

Poi il cuoco ritornò sui piedi della rossa, quelle mani ripercorsero le sue gambe, le prese i fianchi e la trascinò verso il bordo del tavolo e con maestria le sfilò via le mutandine. Nami emise un piccolo “Ah!” stupito e d'istinto, serrò le gambe. Aprì gli occhi e poi li richiuse, non sapendo che fare. Era sul serio in ansia adesso! Cosa diamine aveva intenzione di fare lui?.. Si sentiva già così sicuro? Com'era possibile?! E lei.. era pronta?! Nami se lo chiese sul serio, era troppo spiazzata dalle gesta del biondo. L'unica cosa che sapeva però era che voleva fortemente che andasse avanti.

La rossa cercò di rilassarsi mentre sentiva i baci del cuoco lambire i suoi polpacci, poi lo avvertì sulla parte anteriore delle gambe ed infine delle carezze sempre su quella parte del corpo.

Lo sentì respirare sonoramente. Sanji stava cercando di calmarsi?

Dopo il terzo respirone, Nami sentì i palmi del cuoco sulle sue ginocchia, poi le sue labbra e la sua lingua, infine quelle mani si fecero largo tra le sue gambe invitandole a dischiudersi. La rossa lo assecondò, mandando al diavolo l'imbarazzo.

Nami trattenne il fiato mentre Sanji le baciava l'interno coscia e la accarezzava con una dolcezza inimmaginabile, però quando lui arrivò troppo giù, vicinissimo a quella parte sensibile, inspirò riempiendosi i polmoni, sentendo la faccia andare a fuoco. D'istinto, si mise di nuovo le mani in faccia, provava vergogna ma anche estrema eccitazione, era di nuovo fortemente agitata!

Il cuoco si fece più largo tra le sue gambe, le mise le mani sulla pancia, accarezzandola e massaggiandola, come per comunicarle di stare tranquilla, e poi sbuffò. Quell'alito fresco, lei lo sentì chiaramente lì in mezzo, e così capì la sua posizione e quello che davvero stava per accadere.

La rossa si disse un “miodio..” e poi.. una sensazione umida e una vampata di piacere in risposta le esplosero nel cervello. Sanji iniziò ad esplorare con la lingua quella parte, prima con delle piccole toccate che la fecero emettere dei piccoli gridolini soffocati, poi andò più in profondità iniziando a muoversi con sicurezza e lì, Nami, non riuscì a trattenersi. Cercò di tapparsi la bocca, ma più andava avanti e più quel piacere diventava intenso, i suoi gemiti aumentavano e iniziò a mordersi le nocche pur di sfogare quella passione.

Presto, la rossa non riuscì più a ragionare, ad un certo punto se ne fregò, divaricò del tutto le gambe e si immerse in quelle sensazioni travolgenti che minacciavano di farla arrivare al culmine da un momento all'altro. Per non parlare del cuoco che, stupito e fiero di sé stesso, era al settimo cielo. L'unica cosa che aveva come obiettivo in quel momento era di soddisfarla appieno, finalmente.

 

---

 

“Ah ah ah ha!”

“Ah ah ha!”

Ridevano. Ridevano ormai da cinque minuti buoni. Erano fradici, avevano rischiato di affogare come due scemi ma erano immensamente felici adesso. Ed era tornata a tutti e due quella ridarella assurda e senza senso..

“Ah, Strega! Mi ricorda qualcosa tutto questo!”

“La caverna termale? Mfu!”

“Esatto! Ah a-ha!”

Robin si aggrappò al suo collo. “Ti eri addormentato come uno sciocco... ha ha!”

“Hei! A chi hai dato dello sciocco?!” finse di arrabbiarsi lui e la spinse sott'acqua.

Robin riemerse sorridendo e afferrandolo di nuovo.

“Potevi anche uccidermi, samurai! Non sai che l'acqua mi fa male?” gli fece scherzosa.

“Mm..no! Sono uno sciocco!” rispose Zoro, ritentando di mandarla sotto di nuovo.

La mora gli sfuggì, tornò sott'acqua da sola e riapparse dietro al verde. Gli mise le braccia al collo, avvinghiandosi a lui come un koala. E gli stampò un bacio sulla nuca possente. Il suo asciugamano ormai galleggiava solo soletto..

“Che sciocco..questa è acqua dolce..non mi fa lo stesso effetto!” gli sussurrò sull'orecchio.

Zoro girò la testa e tentò di morderla, e lei si scansò ridendo. Poi lui le afferrò le braccia e la trascinò davanti a sé, Robin era troppo debole per reagire, e stava ancora ridacchiando. La prese in braccio saldamente e si spostò con velocità.

“Questo è per le due volte che mi hai dato dello sciocco!” fece con sorriso bellissimo e inquietante al tempo stesso.

Robin vide quel sorriso giusto un attimo e poi venne travolta da una docciata calda in piena faccia.

“Puhh! Sme!.. Smettila! Cohfh! Basta, sciocco!” protestò lei, cercando di fargli il solletico per riuscire a scappare.

“Ancora?! Non ne hai abbastanza?!” fece lui cercando di resistere.

“NO!” lo provocò lei.

Zoro ritentò di prendere in mano la situazione, lei gli sfuggì di nuovo ma venne riacchiappata in fretta, si stuzzicarono ancora ridendo e spruzzandosi con la doccia finché, lui non la bloccò del tutto e lei in risposta lo baciò a tradimento. Lo spadaccino mollò la presa, capendo che quella era una richiesta di resa, e la abbracciò stringendosela addosso, ancora con il sorriso tra le labbra, iniziando a dare anche lui un contributo a quel bacio.

 

“D'accordo...pace fatta, archeologa” le disse, staccandosi dopo.

“Certo! Anche perché ora sei il mio schiavo” fece lei con aria superiore.

“Uuhh... E cosa dovrei fare di specifico?” chiese curioso il verde.

“Soddisfare le mie richieste”

“... Quindi?..”

“Mah...al momento mi basta un massaggio, poi ci penserò” disse Robin con aria furba, si girò dandogli le spalle e si scostò i capelli, mostrandogli la nuda schiena. Poi si appoggiò al bordo della vasca.

“Beh, mi pare molto fattibile” commentò il verde, schioccando le dita e apprestandosi ad iniziare.

“Sono una strega buona, cosa credi?”

 

---

 

Usopp uscì dal suo laboratorio con matita e appunti alla mano. Camminò pensando alle sue cose e poi, vicino all'albero maestro, una scintilla nel cervello lo illuminò.

SANJI E ROBIN.

SANJI E ROBIN IN CUCINA!

LUI NON ERA ANDATO A SPIARE. SE L'ERA DIMENTICATO!

Si diede una pacca sulla fronte e beccò anche il naso. Urlò dal dolore e si diede dello scemo di nuovo. Perchè se l'era fatto sfuggire?! Tutta colpa di quello che gli aveva detto il cyborg su Zoro, maledizione! Si chiese se magari quei due fossero ancora lì dentro, quindi, come un gatto, si avvicinò alla porta della cucina. E, immediatamente, rimase di stucco.

Che...che cosa stavano sentendo le sue orecchie?! Quelli erano...ERANO..! Erano dei lamenti di...donna! Cioè..quando una donna sta...!!

Il nasone iniziò a respirare a fatica, era nel panico! Si appoggiò alla porta per sentir meglio e tutto quello che ancora sentì confermò i suoi sospetti. Era così...lì dentro qualcuno stava facendo proprio quella cosa! Macchè qualcuno! Lì dentro c'erano di sicuro Robin e Sanji che stavano..

Il cecchino scuotè la testa, non era possibile! Cioè sì, poteva esserlo ma lui doveva essere certo di non stare impazzendo, quindi si girò con gli occhi fuori dalla testa e vide in lontananza la renna. Chopper stava passando sul ponte.

Usopp si sbracciò per farsi vedere, voleva avere conferma da qualcuno, ma poi si disse che era una follia quello che stava facendo e si nascose appiattendosi a terra. Chopper era troppo piccolo e ingenuo! Di certo non era la persona giusta da chiamare in quel momento!

Mentre gli ansimi dentro la cucina continuavano, Usopp notò Brook. Lo scheletro passava sul ponte strimpellando la sua chitarra. Quindi corse giù velocissimo e lo agguantò.

“Brook! Brook! Vieni! Subito!”

Lo scheletro mollò la chitarra sull'erba e salì le scale trascinato dall'amico che lo invitò ad ascoltare. Tutti e due si misero ad origliare. Dopo due secondi, il teschio diventò di colpo rossastro.

“Yohohohohohohohohoooo!!! Ma ci danno dentro!..

“Stai zitto, imbecille!!” gli fece il nasone serrandogli il teschio “Allora lo senti anche tu! Quindi è reale! Quindi...” Ma il nasone venne interrotto.

“Che cosa state facendo qui? Un nuovo gioco?”

Rufy troneggiava su di loro, e li guardava in modo stranito. Usopp gli fece segno immediatamente di fare silenzio, poi anche il capitano sentì quei versi. Spalancò la bocca, stupito.

“Ma?! Ma c'è qualcuno che sta male lì dentro! Sembra proprio...” disse, e il nasone gli saltò addosso tappandogli la bocca.

“Ma sei scemo?! Chiudi la bocca!!”

“Mha..Sce Nhami he scitha maeh...Scioppee, hamaoo!!” protestò Rufy, il cecchino non ci capì nulla ma cercò di bloccarlo ancora, intanto lo scheletro si era messo a ridere a crepapelle, aveva perfino le lacrime che gli uscivano da quei buchi vuoti!

Il capitano, bloccato, allungò quindi una mano fino ad arrivare alla serratura, la afferrò ma notò che era bloccata. Si arrabbiò, temendo che davvero la navigatrice fosse in pericolo, quindi nulla lo fermò quando con un pugno sfondò la porta della cucina.

Usopp e Brook rimasero fuori ma Rufy piombò dentro come una furia, la porta era stata squarciata, il colpo aveva alzato perfino del fumo!

Il capitano si guardò attorno ma non vide nessuno al momento, poi da dietro al bancone spuntò una testa bionda.

Anche gli altri due entrarono in cucina, giusto il tempo di vedere la faccia feroce del cuoco comparire dal nulla, faceva sul serio paura!

“TUU, IDIOTAA!!!! CHE CAZZO FAI??!! SEI IMPAZZITO??!” urlò Sanji al capitano, che si grattò la testa.

“IO??? Io sono venuto a salvare NAMI!!!” fece Rufy agitato, andando avanti e indietro per cercarla “E se era qui con te non capisco perché tu NON NE SAPPIA NIENTE!! Hai sentito che si LAMENTAVA??!”

“MA VATTENE!!! QUI NON C'E' NESSUNO!!” gli gridò il biondo. Ma Rufy trovò qualcosa di strano per terra, lo prese e lo sollevò.

Tutti trattennero il fiato...quello era o non era un reggiseno bianco? Il capitano lo studiò e poi guardò con aria dubbiosa e comica il cuoco, mentre Usopp e Brook rimanevano zitti e in tensione. Poi fece volare via l'indumento come se non gliene fregasse nulla.

“VEDI?? HO RAGIONE!! E' STATA QUI!! E tu non te ne sei ACCORTO!!!” fece scocciato “ERA IN PERICOLO! L'ho SENTITA, stava SOFFRENDO! E tu non hai fatto nulla??!”

“Sei un grande CRETINO!!” gli urlò ancora il cuoco “E ADESSO VATTENE!!! ANDATEVENE VIA TUTTI!!” Sanji era davvero il demonio in persona in quel momento, si avvicinò al capitano con fare minaccioso indicandogli la via d'uscita. Gli altri due indietreggiarono, impauriti. Ma Rufy no, il capitano non solo non ebbe alcuna paura ma venne assalito da un idea folle.

“Non è possibile che tu non l'abbia sentita! Era QUI! Ne sono SICURO! La riconosco bene la VOCE DI NAMI! Non è che tu ne sai qualcosa MA NON VUOI DIRCELO?!! EH??! COSA HAI FATTO A NAMI!!!!????” urlò incavolato. Nel frattempo, dall'uscio sventrato della cucina entrarono anche Chopper e Franky, allarmati da tutto quel gridare e dal botto della porta sfondata di poco prima. Si guardarono attorno straniti, non capendo cosa stava succedendo.

Usopp intervenne per correggere il capitano e fece solo peggio, anzi, innescò la bomba.

“Hem...Rufy, non è che ti sbagli? Quella voce che hai sentito è di sicuro di Robin...” fece saccente ma con un piede pronto alla fuga (sapeva che lei era probabilmente nascosta in cucina da qualche parte).

“Robin??! Che c'entra Robin?! Io HO SENTITO NAMI!!” ruggì sicuro Rufy “E ora me lo dirà SANJI DOV'E'!! Io non mi muovo DI QUI!!”

“Eh, no...capitano! Qui ti sbagli...Sai, forse è giunto il momento che Sanji ti dica qualcosa..Quella era Robin...e non stava proprio male..” fece ancora il nasone pensando che forse era proprio quello il momento della verità.

“MA TI CI METTI ANCHE TU!? ERA NAAAMI TI DICOOO!!” urlò come un bambino lui.

“FUORI DI QUI! Adesso ho perso DAVVERO L...” iniziò il biondo, ma qualcun'altro sbucò da sotto il tavolo in quel casino.

Nami saltò sopra il bancone spaventando tutti, era rossissima in volto, si fiondò sul cuoco e lo schiaffeggiò. Sembrava un diavolo dell'inferno, era ancora più spaventosa del biondo! (E comunque si era rivestita..)

La manata che gli diede lo fece girare su sé stesso tre volte.

 

---

 

“Hai sentito? Ma cosa stanno combinando giù?”

“Non lo so...so solo che quando siamo qui succede sempre qualcosa, sembra facciano apposta.. quei cretini!”

Zoro le stava ancora massaggiando la schiena quando avevano sentito un bel botto venire da sotto e ora sentivano urlare, sbraitare...insomma, qualcosa stava succedendo, qualcosa di grosso probabilmente.

Robin si girò verso il verde.

“E se..qualcuno ci avesse attaccato? Mi sa che dobbiamo andare a vedere”

“Mm..sì, sarà meglio...che scocciatura”

Così i due uscirono dalla vasca (Zoro aveva ancora i pantaloni addosso), si asciugarono in fretta come poterono e si vestirono, per poi andare giù insieme. Non si preoccuparono di arrivare una prima e l'altro dopo, il baccano era infernale.

 

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Sanji ebbe perfino un giramento di testa, si appoggiò al bancone, frastornato.

“MALEDETTO BASTARDO!!! TU E ROBIN, COSA??! COSA AVETE FATTO??!!” gli urlò una sfigurata Nami, incazzata più che mai, anche il demonio sarebbe scappato a gambe levate vedendola. Lui la guardò incredulo, poi cadde in ginocchio di fronte a lei e iniziò a piagnucolare. Aveva una mano stampata in faccia color rosso fuoco.

“Nami...Nami tesoro...Io, nulla!! Ma stai... Stai scherzando? Non crederai a..” fece Sanji, disperato. Il biondo in realtà non le aveva mai detto di quelle voci, per non darle preoccupazioni.

“TACI!!! MALEDETTO!” fece lei, tirandogli un pugno che però non andò a segno visto che il bondo lo scansò. Quel destro però fece un bel buco sul bancone.

Tutti osservarono la scena ammutoliti, tutti tranne Rufy che, sollevato, andò ad abbracciare la rossa (era felice di vederla sana e salva). Peccato che poi si beccò un pugno pure lui.

Usopp, invece, era senza parole: come mai era sbucata la navigatrice da lì dietro?! E Robin dov'era? Che trucchetto era mai quello?! Non ci stava capendo più nulla ormai! Di certo avevano organizzato una bella scenetta per ingannare tutti! L'unica spiegazione era quella! Non fece in tempo a pensare altro, il nasone, perché qualcuno si precipitò su di lui tentando di strozzarlo.

“TU! Stupido NAPPONE BUGIARDO!!! Ora ti UCCIDOO!!!” fece Sanji, preda della collera e agguantandolo, aveva capito che tutto il casino di quella storia tra lui e Robin era nata da lui!

“NO! IO ti ammazzo, TRADITORE! Verme SCHIFOSO!!” fece la rossa, rincorrendo Sanji a sua volta. I tre iniziarono a rincorrersi girando per la cucina e mandando all'aria tutto.

Si stava scatenando la fine del mondo lì dentro! Alla fine anche Rufy si mise a correre dietro a Nami, non per un chiaro motivo ma solo perché lo trovava divertente!.. Brook, Chopper e Franky erano in disparte e li seguivano con gli occhi fuori dalla testa, non sapendo che fare.

Fu in quel momento che arrivarono anche Zoro e Robin.

Il verde mise piede nella stanza, seguito dalla mora, e tutti e due restarono allibiti: in cucina si stava scatenando un vero e proprio putiferio!

“Allora?!” fece il verde e nessuno lo badò, quindi alzò la voce. “Che CASPITA STA SUCCEDENDO QUI??!!” gridò.

Tutti si bloccarono: Nami aveva ancora in mano un ciuffo del biondo (strappato rincorrendolo), Sanji mollò la maglia del cecchino che ormai era lunghissima e a brandelli e Rufy salutò come uno scemo il verde.

“Eccoti qui, Zoro! Ma dov'eri finito?! Vuoi unirti a noi?!” disse il capitano su di giri, ma il suo sorriso si trasformò subito in un'espressione stramba.

Tutti fissarono lo spadaccino e la sua faccia tumefatta.

“Oh no! Serve un dottore!!” esclamò Chopper, ma il verde gli disse che non era il momento.

“Ma, Zoro!.. Vedo che Robin finalmente si è vendicata! AH! E' così vero?!!” commentò ancora il capitano “..Hei! Ma che figo! Avete fatto la lotta in acqua?! Oh, la prossima volta chiamatemi!” aggiunse poi, mentre tutti si scambiavano occhiate perplesse notando quel particolare (Zoro aveva i pantaloni fradici e i capelli di Robin gocciolavano ancora).

In quel frangente, Usopp tentò di svignarsela, approfittando della distrazione di tutti, ma Sanji lo riacciuffò. Il biondo lo prese per la maglietta ormai distrutta e gli urlò in faccia.

“Dove cazzo credi di ANDARE!? Qui NON ABBIAMO FINITO! Perchè diamine DICI SOLO UN MARE DI CAZZATE??!”

Ora venne il turno del nasone di piagnucolare, gli occhi gli si trasformarono in due fontane.

“Io credevo...CREDEVO che tu fossi assieme a Robin...di nascosto! Io...ho le prove di questo! Ma adesso..non lo so! Ti prego...lascia andare un povero cecchino cieco...! Mi sono sbagliato!”

Tutti trattennero il fiato, spiazzati, e Nami diede le spalle a tutti (aveva voglia di ammazzare qualcuno ma era ancora indecisa sul chi).

“CHE?? CHE PROVE!?? PARLA!” gridò il biondo, sbuffava fumo dalle narici da quanto era inviperito. Usopp tirò su col naso, sembrava provare un dolore insopportabile (ma il biondo non gli stava facendo proprio nulla!).

“Io...ho visto i biscotti a forma di cuore...quelli con la 'R'!...Poi ho notato un disegno che faceva Robin...c'era la tua iniziale e un cuore, quello aveva fatto!...E poi, io...Io vi ho visti in cucina mentre tu dicevi a lei che ti piaceva e....vi...vi baciavate!

Acuni emisero un “Ah!” stupito, Sanji ruggì un BALLE!”, Zoro iniziò ad emanare un aura spaventosa, Robin negò più volte con la testa ma non riuscì a dire nulla perché troppo colta di sorpresa, Nami scoppiò in un pianto soffocato e Rufy si mise a ridere come se fosse tutta una barzelletta.

Poi, subito, qualcuno gridò disperatamente, in difesa del cuoco e della mora.

“Ma non è vero! Non è possibile! Dai! Sanji non ha mai profumato di Robin! Sono SICURO!!”

Chopper era tra l'incavolato e il disperato, poi si rese conto di quella sparata e andò a nascondersi da qualche parte. Nel frattempo, lo spadaccino era piombato su Usopp e gli aveva puntato una katana sotto il naso. Ora il cecchino era tra le grinfie sia di Sanji che di Zoro, tra un diavolo e un demone dell'inferno.

“Giura di essere sicuro di quello che hai detto! GIURALOO!!” gli sbraitò il verde e il nasone se la fece addosso.

Chiuse gli occhi, nel panico più totale, e parlò pianissimo giungendo le mani in preghiera.

“Io....credo, quella sera..cioè giuro di averli visti..ma mi sembrava di essere ubriaco..anzi, giuro di esser stato ubriaco!” pronunciò confusamente facendosi piccolissimo.

Sanji tentò di strozzarlo e Zoro vibrò la lama nell'aria minacciando di farlo secco.

Il cecchino urlò, cercando di farsi difendere da Rufy, che nel frattempo stava divertentendosi da morire a quella scena (era l'unico).

“Rufy, aiutoo! Rufy, ascolta! Ieri sera...So che Sanji ha difeso Robin! Lui ha picchiato Zoro perché parlava male dell'archeologa! E' cosi! E questo non lo può negare!...Io ho fatto solo uno più uno...vi prego...se ho sbagliato chiedo scusa!....”. Il biondo e il verde si fermarono.

Rufy non riuscì a replicare, né gli altri a fare alcunchè, perché un demonio dalla chioma rossa si fece largo tra il biondo e il verde e saltò letteralmente addosso al cecchino, iniziando a scuoterlo violentemente. E niente, Nami come a solito, era quella che faceva più paura di tutti!

“MALEDETTO!! MALEDETTO BUGIARDO!!! E IO CHE TI HO ANCHE CREDUTO!!! Ma quali cuori e quali disegni!! Tu ti sei bevuto il cervello!!!! MA ORA TI AMMAZZO, ECCOME CHE TI AMMAZZOOO!! POTEVI FARTI GLI AFFARI TUOI, IDIOTA!!!”

La navigatrice aveva capito di esser stata ingannata, aveva creduto alla versione del nasone! Era più furiosa di prima.

Usopp ora stava veramente rischiando di tirare le cuoia, solo grazie all'intervento di Rufy e di Sanji che li staccarono, il nasone si salvò.

Rufy stava ancora ridendo, al contrario degli altri che erano un po' tutti sconvolti.

“Ah ha! D'accordo, basta, basta adesso! Ci siamo divertiti abbastanza, no?” fece il capitano.

“Divertiti?! Ti pare che ci stiamo divertendo?!” gli rispose istericamente la rossa, trattenuta ancora per il braccio dal cuoco. Era sfigurata, i denti erano delle lunghe fila aguzze.

Ma prima che Nami saltasse addosso anche al capitano, Franky parlò.

“Beh, io dico la mia poi me ne vado. Ho solo una cosa da dire in difesa del cecchino: é vero che Zoro è stato colpito da Sanji..ma quello che ha iniziato sono stato io”. Il cyborg parlò direttamente a Rufy, come se quella fosse una dichiarazione ufficiale, era cupo in viso.

Rufy tornò un po' serio e chiese come mai fosse successo, che non ci aveva capito nulla, e il cyborg spiegò per filo e per segno come erano andate le cose la sera prima e ripetè le parole usate dallo spadaccino, in modo preciso. Tutti iniziarono a guardare in malo modo il verde, anche il capitano si incupì.

“Robin è una donna unica, formidabile! E lui ha detto cose indicibili! Noi tutti abbiamo una grande stima di lei, quello che ha detto è imperdonabile” pronunciò ancora Franky fissando sempre il capitano, Robin cercò di non far trasparire nulla, come al solito, però era in imbarazzo.

Ma Chopper gridò di nuovo, nascosto chissà dove in cucina.

“Non è possibile che Zoro abbia detto questo, no!! Io non ci credo!!” urlò disperato ma senza farsi vedere.

“E tu CHE NE SAI??!” fece Franky, adirato, mentre lo spadaccino continuava a rimanere in silenzio e guardava a terra. Il cyborg lo guardò solo un attimo, in modo schifato. “Se davvero quello la pensa così, beh, allora io non me la sento più di considerarlo come un nostro nakama. Rufy, pensaci bene” finì col dire.

Si susseguirono attimi di silenzio e preoccupazione, Zoro davvero non sapeva come uscirne da quella situazione e la tensione si tagliava con il coltello lì dentro.

Il capitano iniziò a studiare i presenti, non sapeva perché ma qualcosa gli puzzava. Si comportava come uno sciocco molte volte, ma riguardo i sentimenti profondi dei suoi compagni, era il migliore a leggere tra le righe, anche se molte volte non gli dava il giusto peso. Quindi sparò una frase che voleva essere solo provocatoria.

“Beh, allora, se è così, mettiamola ai voti. Votiamo per Zoro fuori dalla ciurma. Chi è favorevole alzi la mano!”

disse guardandoli uno dopo l'altro e alzando anche il braccio in aria, con un sorrisetto inquietante.

Tutti confabularono, qualcuno alzò la mano, altri continuarono a borbottare sembrando indecisi e Chopper venne fuori dal nascondiglio. Corse dal capitano e si rivolse a lui in modo disperato.

“NO, ti prego! Zoro non può andare via! Lui non ha fatto niente! NON PUO' AVERLO FATTO!!”

“Ma davvero, Chopper!?” gli fece arrabbiato il moro, squadrandolo “Perche?! Sai qualcosa in merito?”

La renna si tappò la bocca e negò, indietreggiò fino a scontrarsi con le gambe della mora. Lui non poteva aprire bocca, aveva giurato! Nel frattempo tutti stavano alzando lentamente il braccio..

Questo piccolo scontro fece tornare alla realtà Robin, lei era vicino a Zoro e non aveva ancora alzato la mano...e non voleva farlo. Si accorse che più di qualcuno la stava fissando in attesa. Decise di parlare, forse una soluzione c'era a quel disastro.

“Rufy, io...non posso votare”disse, e anche Zoro la fissò. “Non posso perché lo spadaccino ha mentito. Io e lui non abbiamo mai avuto una discussione in palestra, e non mi ha mai trattato male come ha raccontato a Franky. Non so perché, ma ha detto solo delle menzogne”

Tutti spalancarono la bocca e, incredibilmente, anche Sanji intervenne dando man forte.

“E io l'ho visto molto strano quella sera...sembrava ubriaco” disse.

“E allora perché hai alzato la mano??!!” fece Rufy non capendo più niente. “Perchè dire una cosa del genere adesso? Non potevi dirla prima?! E Robin! Hai sentito che cosa ha detto Zoro su di te?! Non ti importa??! Beh, io non lo perdono! Qui dobbiamo essere tutti amici!” fece ancora il capitano che in realtà voleva stuzzicarli tutti per capirci qualcosa. Nessuno replicò e anche quello apparve molto strano.

Ci fu un gran silenzio, e in quel mutismo assordante Usopp si tirò sù in piedi, andò dal capitano e gli sorrise.

“Io ho capito, finalmente” disse.

”Non pensi di esserti sbagliato già abbastanza, Usopp?!” lo rimproverò lui.

Lui si mise furbescamente dietro al capitano, come se quello potesse proteggerlo dagli altri.

“No, ora so la verità. Tutto ciò che dovevo fare era ascoltarti e invece ho dato retta a mè stesso, sono stato uno stupido!.. Rufy, tu hai detto che c'era Nami qui dentro...sai, i lamenti..” (la rossa si mise le mani in faccia) “Quindi ora so che di sicuro prima c'erano Sanji e Nami che stavano... capisci? Quindi è chiaro, no? Quindi... SONO LORO CHE HANNO UNA RELAZIONE!” fece, alzando la voce e indicandoli.

Brook esclamò un “Finalmente ci sei arrivato! YOHO!”, ma il capitano si grattò la testa. E nessun'altro ci capì nulla di quella parola “lamenti”, tranne ovviamente i due nominati.

“Ragazzi, qui la questione seria è sul cosa ne dobbiamo fare di quello! Non di altre boiate!” urlò il cyborg indicando invece il verde, che lo fulminò con un occhiataccia. Ormai sembravano tutti contro tutti!

“Ma Franky! Rufy!! E' così LAMPANTE! Volevano ammazzarmi tutti e due! Erano dalla stessa parte! Ed erano qui soli soletti a fare non so che cosa prima! ..E poi sono tutti sospetti! C'è il cuoco che non sa più cucinare e Zoro che dice cavolate per farsi prendere a pugni! Tutto per distrarre l'attenzione da loro due! Vedete che avevo ragione?! Sono tutti d'accordo! C'è una cospirazione! C'è qualcosa di losco qui dentro! Di non chiaro!” insistè ancora Usopp agitato e sempre nascosto dietro al capitano.

Così Nami, che aveva già passato il suo limite di sopportazione da un pezzo, non ci vide più, pensò solo che in qualche modo doveva farla pagare a quel nasone, anche se sembrava che ormai fosse troppo tardi. E Sanji stava già scattando per chiudere la bocca definitivamente al cecchino quando lei gli sussurrò un “Ci penso io”.

Quindi Nami fece letteralmente una follia.

Si incamminò dirigendosi dall'archeologa, dicendo queste chiare parole rivolte al nasone:

“Ah, si? Sai qual'è la verità, visto che la vuoi sapere TANTO?!” fece, e tutti seguirono incuriositi suoi movimenti, pareva molto decisa. “La verità è questa!” disse e si girò velocemente prendendo il viso della mora, che colta alla sprovvista non riuscì a far nulla. Nami si alzò sulla punta di piedi e appoggiò la sua bocca a quella di Robin, in un bacio a stampo.

In un “WOOOhh!!” generale dove tutti persero il fiato, la mascella di Brook cadde a terra e il cuoco si tappò il naso (quella visione saffica era troppo per i suoi occhi!). Rimasero tutti paralizzati, a bocca spalancata, qualcuno barcollò, e Zoro indietreggiò con una punta di disgusto in faccia.

Senza neanche dirlo, l'unico che la prese diversamente fu il capitano: dopo un attimo di smarrimento, iniziò a ridere a crepapelle.. Rise tanto, ma così tanto, che iniziò a piangere e a piegarsi dal dolore che gli provocava la pancia.

“AH! AHAHAhahah!! Questa è la giornata più divertente della mia vita!!! Ahahaha!! Che spassoo!!! Ahaahha!!” esclamò pure.

Nessuno a parte lui fiatò più per un po', parevano tutti delle statue spaventose. Nami si staccò e si mise a fissare a terra con vergogna, mentre la mora, incredula, le chiedeva sussurrando che cosa le era passata per la testa, fulminandola con uno sguardo tremendo (anche lei era arrossita visibilmente).

 

Passato il momento di spiazzamento e vedendo la rossa in evidente difficoltà, Sanji decise che l'ora era giunta. Erano ancora tutti parecchio destabilizzati quando lui si avvicinò a lei. Nessuno era stato in grado di digerire quell'ultima cosa e Rufy era seduto a terra, distrutto dal troppo ridere, stava ancora prendendo fiato.

Il cuoco circondò la navigatrice con un braccio e gliela posò sulla spalla, la tirò a sé, mentre lei si guardava ancora le scarpe. “Nami” le sussurrò “E' ora”. Poi Sanji incrociò lo sguardo di Zoro. Lui annuì, come se gli avesse letto nel pensiero. Non aveva senso aspettare, né negare ancora. Ed era l'unico modo per uscire dignitosamente da tutto quel marasma imbarazzante.

“Hehm!” Il biondo si schiarì la voce. “Quello che hanno fatto le ragazze.. è uno scherzo, è chiaro no?” iniziò, e tutti lo fissarono ancora provati, di sicuro era stata una mattinata difficile per tutti quella!. Rufy, invece, si mise a fissarlo a gambe incrociate, era molto curioso, finalmente avrebbero detto qualcosa di sensato?

“Ora vi diremo come stanno sul serio le cose, e vi avverto che è l'unica e assoluta verità. Basta invenzioni, basta bugie. E' vero, noi l'abbiamo tenuto nascosto e ci dispiace..ma avevamo le nostre ragioni, forse anche sbagliate. Probabilmente ve l'avremo detto presto, perché la cosa ci stava creando evidenti problemi. Insomma..sarò breve. Io e Nami stiamo insieme”

Il cuoco fece poi un sorriso nervoso e la rossa ebbe solo il coraggio di guardare lui, nessun'altro. Era ancora rossa in viso.

“D..davvero??” fece Franky.

“Ecco, appunto!” fece il nasone soddisfatto, poi realizzò che Sanji l'aveva detta sul serio quella cosa e si unì all'espressione stupefatta di tutti i presenti.

Rufy deglutì, senza più né forze e nè saliva. Poi chiese, confuso: “Ma ragazzi, ci state ancora prendendo in giro?” grattandosi la testa di nuovo. Sanji alzò gli occhi al cielo, e qualcun'altro parlò.

“Assolutamente no. E' tutto vero, Rufy. E riguarda anche noi”

Finalmente il verde si espresse, e in modo fermo e deciso. Così tutti lo fissarono con un punto di domanda in faccia. Che voleva dire quell' anche noi?

Nell'attenzione generale, Zoro afferrò il braccio di Robin che era accanto a lui, e fece scivolare la sua mano fino a trovare quella della mora, gliela strinse e lei sorrise debolmente al pavimento. Tutta l'attenzione si focalizzò intensamente su quelle due mani strette e Brook perse di nuovo la mascella. In quel momento, tutti gli occhi di quelli che erano stati ignari, minacciavano di uscire dalle orbite! Nessuno si sarebbe mai aspettato di sentire e vedere anche quello!

“N-non ci credo..” pronunciò il cecchino, che batteva le palpebre incredulo.

Lentamente, per due, tre volte, gli sguardi andarono dall'una all'altra coppia. Sembravano tutti completamente spaesati e rimbambiti, e poi, sempre il capitano, spezzò quel momento con una richiesta da prima elementare, però pur sempre lecita in quel caso.

“Mah...io non ne sono ancora sicuro.. Io voglio una prova di questo! Avete detto che siete insieme, eh?.. Che vuol dire? Cosa fanno quelli che stanno insieme, Usopp?” chiese al cecchino, non sapendolo realmente.

Il nasone si scosse dal suo stato catatonico. “Ma...ma dico, sei scemo o cosa, Rufy!!? Che..che vuoi che ti dica? NON LO SAI??! E' ovvio, ad esempio.. si baciano!” gli fece, ancora fisso su quei ragazzi.

“Ah, vero! Allora baciatevi!” fece il capitano, serio e incrociando le braccia, come se quello fosse un test determinante.

Tutti fissarono in modo ancora più concentrato i quattro incriminati. Poteva essere, poteva essere ancora tutta una messinscena quella! Soprattutto riguardo Zoro e Robin...se pensavano a loro due, pareva proprio impossibile da credere!

“Ma....Rufy..non puoi chiederlo così...” fece il nasone, seppur curioso, cercando di farlo ragionare. Però nel frattempo il cuoco si mosse.

Sanji ubbidì al capitano senza tergiversare, prese il mento della rossa e le alzò la testa, con delicatezza, e la guardò in faccia. Era tenera, ancora visibilmente imbarazzata. Nami capì quello che lui le stava chiedendo con gli occhi, gli sorrise e annuì. Così lui si avvicinò di più e la baciò molto dolcemente.

Rufy spalancò gli occhi e li battè più volte, incredulo, si udì un “Huuuuuuhhh!!!” di sottofondo e Chopper si mise a saltellare eccitato. Era un bacio davvero molto tenero quello!

Nami e Sanji poi si staccarono ma rimasero stretti e vicini, un po' a disagio per quegli sguardi di troppo.

“Non! Non ha sanguinatoo!!” commentò Usopp, esterrefatto “Vuol dire..che ci è abbituato!!”

E tutti mormorarono annuendo alla cosa.

Poi il capitano, esterrefatto, si mise a fissare Zoro. Rufy tornò serio e assottigliò gli occhi e tutti seguirono il suo esempio. Quello sguardo era una sfida vera e propria e il verde si sentì all'angolo.

“Beh, non farò nulla di quel che pretendi! Lei è la mia donna, che tu ci creda o no. Punto.” pronunciò lo spadaccino, tagliando corto e stringendo fermamente la mano della mora. Robin teneva ancora lo sguardo basso, verso di lui, senza far trapelare alcuna emozione come sempre, mai avrebbe pensato che le cose andassero a finire così!

Sentendo quello che aveva confermato lo spadaccino, qualcuno deglutì, Usopp strabuzzò all'inverosimile gli occhi e Franky prese a negare con la testa senza neanche rendersene conto. Rufy non disse nulla ma lo fissò con ancora più decisione...sembrava stesse usando l'ambizione da quanto era intenso quello sguardo!

Quindi il verde si girò ad osservare l'archeologa, i loro sguardi si trovarono e lei capì che lui era tragicamente in difficoltà. Robin lo sapeva, Zoro non avrebbe mai fatto quella cosa così, davanti a tutti! Quindi fece quello che più le venne naturale, lo abbracciò e, tra “Ooh” e “Uhh!” increduli, gli sussurrò un provocatorio “Ti vergogni.. amore?”.

Lo spadaccino in un attimo ritrovò tutta la sua grinta, ovvio che lei gliel'aveva detto apposta! Voleva che lui lo facesse!

“Io non mi vergogno affatto, strega!” le mormorò (..però un po' rosso era diventato). Il verde poi, non ci pensò più. Le prese i fianchi e si fiondò sù di lei, baciandola con impeto, e Robin rispose a quella magnifica aggressione sorridendo e rispondendo al bacio.

Un grido entusiasta si levò. “EVVIVAA!” fece il dottore, e Brook perse per la terza volta la mascella. Gli altri rimasero senza fiato, comicamente frastornati nelle loro posizioni, mentre Nami e anche Sanji sorridevano a quella vista (loro ormai ci erano abbituati). Fu un bacio sconvolgente per tutti, tanto che, quando si fece letteralmente notte in quella cucina, nessuno ci fece caso, tutti pensarono di star sicuramente sognando...o avendo un incredibile incubo.

A poco a poco la bocca spalancata di Rufy diventò un enorme sorriso, ma il capitano non riuscì a scoppiare a ridere di nuovo perché la Thousand Sunny ebbe un terribile scossone e poi un gran fracasso annebbiò la mente di tutti.

Tutti vennero avvolti dalla tenebre e urlarono, il pavimento mancò sotto i loro piedi. Nessuno ebbe il tempo di capire cosa stava succedendo.

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Capitolo 15
*** Dentro ***


“Coufh! COUFH!!”

“Ma...cosa?!..”

“Miodio...che cavolo..?”

“Ah...Non credo che le mie ossa siano ancora tutte attaccate...”

“Coufh! Ah, che male...”

“N...Nami-san...dove sei?”

“Qui, ma...che diavolo è successo?! Ragazzi.. state tutti bene?”

“Rufy!! Non si vede nulla! Qualcuno può accendere la luce?!”

“Gneeh?! Ma cosa è stato?..”

“Yaahh! Ho paura del buio!! UuaAAH! Che cos'è?! Un osso??!”

“Yoho! E' il mio Chopper..! Ma dove l'hai buttato?!”

“Hei...chi c'è sopra di me?! Spostati!”

“Aspettate...c'è il mio accendino”

“Oh...mi viene da vomitare...”

“Beh, trattieniti! Non farlo sui miei circuiti, cecchino!”

“E' notte o ho perso anche gli occhi? Ah, ma gli occhi non ce li ho...”

“Oh..gira tutto....”

“Fermi tutti, ecco qua..”

Sanji illuminò la stanza facendo scattare il suo accendino e la cucina divenne visibile.

Beh, sarebbe stato meglio non averla vista. Era un vero e proprio disastro! Pareva fosse passato un tornado, tutto quello che era sui ripiani era stato scaraventato a terra, le sedie e perfino il tavolo erano rovesciati, i compagni erano coperti da rottami e polvere. Nami, accanto a lui, era seduta, si teneva la testa ma pareva tutta intera. Sanji le chiese come stava e poi si mise a fare un giro della cucina per capire se stessero tutti bene. Quacuno si lamentava, Usopp era seduto sopra a Rufy, che si guardava attorno confuso, Chopper piagnucolava, Brook era a pezzi e vagava carponi per recuperarli e Franky si stava mettendo faticosamente in piedi. Il cuoco arrivò quasi alla fine del suo giro e lì rimase pietrificato. C'era qualcosa al posto della porta della cucina, cioè, quella parte della stanza era letteralmente un cumulo di macerie e in mezzo a quel marasma pareva esserci anche una specie di colonna biancastra conficcata nel pavimento. Allora era stata quella cosa a fare quel fracasso e a distruggere quella parte della stanza sventrando la parete!

Si sentì un lamento oltre quei detriti e al biondo mancò il terreno sotto i piedi.

“Oh, no..”

Realizzò che prima, in quel preciso posto, c'erano Zoro e Robin. Si mise ad urlare, a chiamarli.

“ROBIN-CHAAN!! ZOROOO!! CI SIETE??!”

Tutti si allarmarono e si affrettarono a raggiungerlo, qualcuno era ferito compreso il dottore che aveva un taglio gocciolante sulla testona pelosa.

“ZOROOO!! ROBIINN!! “ urlò la renna, sconvolta. Annusò l'aria, in agitazione.

“Erano qui...” disse Nami, notò la strana colonna e si accasciò di nuovo a terra. Le girava la testa.. “Ma che cos'è?!..”

Poi si sentì uno scricchiolio e dopo un crack sonoro, come se qualcuno si stesse muovendo sotto quell'ammasso di macerie.

“Ci sono!! Sono qui!!” fece il cuoco, e Franky si mise a togliere i primi rottami di legno assieme al biondo. Poi arrivò anche Rufy e Usopp. Presto affiorò l'avanbraccio dello spadaccino e si vide qualche ciocca corvina dell'archeologa tra le travi spezzate. Vennero colti tutti dall'ansia e dalla paura ancora di più.

Poi la mano del verde si tese scattando.

“Fermi!...” gracchiò Zoro “Non fate altro...crollerà”

“State bene?!” si preoccupò il capitano.

“No..Robin non mi risponde e io sono incastrato...ma se togliete ancora qualcosa..”

“Vi tireremo fuori di lì, Zoro” intervenne il cyborg con decisione “Resistete, d'accordo? Questa nave l'ho costruita io e non permetterò che faccia del male a nessuno dei miei nakama!”

Il palmo dello spadaccino fece l'ok e tutti si organizzarono per le manovre di salvataggio.

Dopo un po' di minuti i compagni riuscirono a creare un varco, i volti dei due compagni vennero alla luce. Da quello che si poteva capire, Robin era distesa sotto a Zoro, che si teneva sulle braccia per non schiacciarla. Pareva aver sostenuto fino a quel momento tutto il peso di quelle travi da solo, in pratica aveva protetto l'archeologa con il suo corpo!

“Zoro, siamo qui...adesso vi tiriamo fuori!” fece Rufy e lo spadaccino annuì.

“Fate piano” disse, e il gommoso si allungò prendendo sotto le spalle Robin, che era incosciente. La spostò lentamente e quando la donna fu del tutto fuori, la renna e Nami le corsero subito vicino. Chopper si allarmò da subito: sulla pancia della mora c'era un evidente macchia di sangue! Le alzò subito la maglia ma non vide alcuna ferita. Quel sangue non era il suo?

Mentre il dottore visitava Robin, il cyborg, il cuoco e Rufy si occuparono di liberare lo spadaccino. Tolsero quello che li astacolava fino a che Zoro non lì fermò di nuovo.

“HARGH!!” si lamentò il verde e Franky gli chiese cosa succedeva.

“C'è qualcosa sulla mia schiena..” pronunciò solo lui, faticosamente.

“D'accordo allora...creeremo un varco più grande, tireremo fuori da sotto anche te!” fece il cyborg “BROOK! USOPP! TUTTI QUI!”

Franky guidò le operazioni e in pochi minuti gli amici riuscirono a liberare lo spadaccino che si scoprì esser stato trafitto sulla schiena da un'asse spezzata. Come aveva fatto ad essere così lucido fino a quel momento era impossibile da capire, ma si sapeva comunque che Zoro non era proprio una persona comune! Quando lo spadaccino venne portato fuori, crollò tutto, si sentì un terribile schianto e una nuvola di polvere investì tutti.

Il verde venne portato vicino a Robin e la renna si apprestò a soccorrere subito anche lui aiutato dalla rossa, mentre gli altri iniziarono a studiare quella strana colonna color avorio che aveva distrutto l'entrata della cucina. Ormai si vedeva bene visto che la parete era crollata del tutto, quella cosa era altissima e, in quel buio, pareva non avere fine.

“Tieni Nami-san...io ne ho un altro” fece il cuoco dando il suo accendino alla rossa. “Come sta Robin?”

“E' solo svenuta, dice Chopper” rispose la rossa, che aveva gli occhi lucidi.

“Chopper! Nami! State qui..Noi usciremo e andremo a vedere che cosa c'è fuori!” fece il capitano, così tutti lo seguirono, anche il cuoco, non prima di aver accarezzato la testa alla navigatrice dicendole che sarebbe tornato presto.

 

Dopo un calcio di Sanji, che buttò all'aria le macerie e creò un varco per uscire dalla cucina devastata, i ragazzi andarono fuori ad ispezionare la nave. Sul ponte, Franky attivò una delle sue armi sparafuoco e fece un po' più di luce. Quello che si poteva notare non era incoraggiante: altre lunghe colonne color avorio avevano sventrato diverse parti della nave facendo danni ovunque. La Thousand Sunny era presa proprio male!

“La nave...” fece il cyborg, non credendo ai propri occhi.

“Ma che cavolo sono queste robe???!!! Da dove vengono??! E perché è notte!!?? NOI DOVEVAMO PRANZARE!!!” si incavolò Rufy.

Il capitano si mise a prenderne a calci una, poi a pugni, sempre più forte. Ad un certo punto la nave tutta ebbe uno scossone improvviso, come uno strano terremoto in mare, in un istante una luce all'orizzonte accecò tutti per poi scomparire di nuovo, per un attimo si vide il mare blu e il cielo azzurro in lontananza. Finalmente i ragazzi capirono tutto.

Capirono che non era notte ma erano finiti dentro a qualcosa, qualcosa di gigantesco e che si muoveva! Probabilmente qualcosa di vivo! E quelle colonne che avevano trafitto la nave non erano altro che i denti aguzzi di quell'enorme creatura. In pratica, erano stati mangiati! Ed ora erano semplicemente incastrati tra le fauci di quell'essere.. Una bella situazione, insomma!

“Questa non ci voleva, non ci voleva proprio!..” commentò il nasone tremando di paura.

“Eravamo distratti...non ci siamo accorti del pericolo..” disse il cuoco ancora incredulo.

“Ne verremo fuori. Rufy! Vado a vedere se si può attivare il Coup De Burst! Voi gli farete aprire la bocca e poi schizzeremo fuori!” fece il cyborg, che era il più incavolato di tutti in quel momento (avendo visto i danni della nave).

“Okkei Franky!” , “Sta attento!!” risposero il capitano e un Usopp frignante.

Sparito il cyborg, il capitano si attivò.

“D'accordo, schifoso bestione! Vediamo se resisti a questo!! Mi hai proprio fatto arrabbiare!!!” fece il capitano e si preparò a gonfiare i suoi pugni che presto divennero enormi.

Rufy si mise a colpire le grandi colonne, andando alla massima potenza, pian piano le fece fuori tutte, anche il cuoco diede man forte mandandone in frantumi qualcuna. La nave si scosse ancora e l'enorme bocca si aprì un poco ma rimase socchiusa solo dei secondi. L'unica fortuna era che quell'enorme pesce non si era ancora inabissato!

“Daiiii!!! Rufy!!! Colpiscilo!!! Prova a colpirlo sul palato!!!” gli urlò il nasone ancora atterrito e il capitano pensò che fosse una bell'idea.

–-

 

Intanto, dentro alla cucina sventrata, Nami era al buio, con accanto Zoro e Robin distesi, era in mezzo a loro. Chopper era corso in infermeria con l'accendino e aveva lasciato la navigatrice lì a premere sulla ferita di Zoro, per far sì che non gli uscisse troppo sangue.

“Nami..” fece lo spadaccino che era ancora vigile.

“Non parlare. Ti faccio male? Scusa, ma Chopper..”

“Robin...come sta?”

“E' ferita alla gamba ma non è nulla di grave. Il dottore ha detto che dobbiamo aspettare che si svegli...pare abbia battuto la testa ma non mi è sembrato preoccupato..”

“E' colpa mia..”

“Zoro, non può essere colpa tua. Anzi, se non c'eri tu probabilmente..”

“Dannazione.. Non..sono riuscito a capirlo prima..quella cosa ci era già addosso. L'ho.. spinta via. E' stata colpita ..lo stesso”

Zoro parlò confusamente, poi ebbe un tremito, come un forte brivido, e la navigatrice si allarmò.

“Zoro? ZORO?!” lo chiamò. Ma non ebbe risposta.

Quindi Nami si mise a chiamare la renna. Forte, più forte che poteva, continuando a premere sulla ferita.

Le sue mani le sembravano bagnate, si stavano impregnando di sangue.

Nami ebbe paura, si sentì davvero incapace in quel momento..

–-

 

….

Ecco fatto...adesso tutti sanno di noi. Caspita, non doveva andare così...però ormai è successo. Che imbarazzo!..Però è stato molto bello quando lui ha detto a tutti che sono sua..davvero molto bello..anche se avrei voluto sprofondare dalla vergogna.

Mi stacco lentamente da Zoro. Questo bacio mi è sembrato lunghissimo, eterno. Posso sentire ancora il calore delle sue guance! Lo guardo. Che carino..è imbarazzato quanto me! E' difficile vederlo manifestare le sue emozioni e quando capita e me ne accorgo.. il cuore mi fa male. Ora avrei voglia di dargliene un altro di bacio..e un altro ancora.. Ma non posso adesso, è meglio contenersi, no?

Stacco anche le mie mani dal suo viso e lo guardo.

Perchè mi sembra che qualcosa non vada? Massì, qualcosa C'E' che non va!

Lui è troppo fermo, il suo occhio è ancora chiuso. Perfino i suoi orecchini sono bloccati nell'aria. Perchè non respira? Perchè è così immobile?!

Mi guardo attorno. Tutti, ci sono tutti. E tutti stanno guardando noi.

Però non va bene, sono bloccati...nessuno muove un muscolo, sono tutti come delle statue spaventate o sorprese. Era quella l'espressione che avevano mentre ci guardavano? Sono buffi! Mi viene pure da ridere ma so che non dovrei.. Perchè non reagiscono?! E' uno scherzo?

Vado da Rufy, è quello più vicino a me. Gli tocco una guancia. E' fredda, terribilmente fredda.

RUFY?!” urlo, ma la mia voce mi sembra ovattata, non riesco a farlo più forte?

Mi guardo ancora attorno. C'è Usopp, Franky..Chopper con quel musetto felice, e Brook. E' ridicolo senza mascella ma l'ultima cosa che farei ora è ridere..sento un peso addosso, un angoscia mi invade, non posso fermare questa sensazione dilagante. Perchè?...Perchè non sono immobile anche io?!

Alla mia sinistra scorgo anche Nami e Sanji..loro sono abbracciati, e fermi in quell'attimo eterno come gli altri, però non hanno quell'espressione stupita, loro ci guardano e.. sorridono. E' terribile come mi venga da piangere nel vederli così. Loro sono felici per noi? Anche il cuoco?

Mi giro, non riesco a guardarli ancora. L'unica cosa che voglio adesso è tornare da Zoro, voglio stare con lui. Magari se fossi tornata nella stessa posizione di prima sarebbe andato avanti tutto. Come nelle fiabe, no? Ovvio...Come nelle fiabe..

Sì, perché lo so. Questo è solo un odioso sogno, o un chiaro incubo. E' tutto finto, ma allora perché ho così tanta paura?

Ritorno in direzione dello spadaccino ma lui non c'è. Al suo posto c'è un tavolino con sopra qualcosa. Cerco di avvicinarmi ma sento una fitta alla gamba. La fisso, c'è un taglio, è sanguinante ma non importa. Quello che voglio è capire cosa c'è su quel tavolo, quindi vado avanti, anche se fa male.

–-

 

Fuori sul ponte, la situazione era caotica.

Rufy continuava con i suoi pugni, Sanji con i suoi calci direttamente sul palato del bestione e la nave veniva continuamente scossa violentemente. Il pescione aveva aperto la bocca un paio di volte ma sempre per pochissimo tempo, sembrava un pesce stordito! Rufy gliene aveva dette di tutti i colori nel frattempo ma quel coso non si era smosso più di tanto.

Poi l'idea del nasone.

Usopp disse a tutti di chiudere occhi e bocca e sparò una delle sue bombe irritanti con la fionda, il più lontano possibile dalla nave. Poi ne sparò ancora, ancora e ancora, finché una nube di gas violaceo si propagò dappertutto e le enormi fauci iniziarono ad aprirsi ripetutamente. La creatura aveva respirato quella cosa? Forse, era solo questione di attimi per scoprirlo!

Nel frattempo, Franky sbucò da sottocoperta, un po' ubriaco per tutti quegli scossoni.

“HEEI! Ragazzi! E' pronto! Si può fare il COUP!! Sarà rischioso in queste condizioni ma non abbiamo scelta! Ditemi voi quando!!”

Il capitano urlò un ok e poi la nave iniziò a muoversi, ma non nella direzione sperata, bensì all'indietro. Quel pesce voleva mangiarseli?? Una forza incredibile li stava come risucchiando!

“Non te lo permetterò, rincitrullito di un pesce!!!” gridò Rufy, e allungò le sue braccia fino ad afferrare gli enormi denti ad una cinquantina di metri più in là, vicino all'uscita. Si ancorò a quelli e alla nave, attorcigliandosi sull'albero maestro, e la Thousand Sunny rimase a correre controcorrente in quello stato precario. Il capitano stava facendo un ottimo lavoro ma si stava portando al limite..

Enormi ondate iniziarono ad arrivare, la creatura sembrava più attiva ora, forse iniziava ad essere infastidita da quel gas? La nave iniziò ad andare sù e giù come in una giostra, si aggrapparono tutti a qualcosa pur di non volare in acqua.

–-

 

“AH! NAMII!!! Tienili fermi!! Aiutooo!!”

La renna urlava, in preda al panico. Era appena riuscita a fasciare la ferita di Zoro con l'aiuto della navigatrice quando la nave aveva iniziato a muoversi troppo. Così avevano iniziato a slittare sul pavimento..

“Chopper! Non riuscirò a tenerli tutti e due..fai qualcosa!!” urlò la rossa.

Ad un tratto una mano l'afferrò, tenendola salda. Nami guardò dietro di sé e vide il biondo.

“Ci sono io, tranquilla” fece Sanji, notando che era piena di graffi sulle gambe “Spostiamoci vicino al tavolo, ci appoggeremo lì”

Così fecero. Nami, Chopper e Sanji trascinarono strisciando Zoro e Robin vicino al mobile, e si appoggiarono ad esso tenendo saldi i due ragazzi incoscienti. Presero fiato, quegli sbalzi avevano ostacolato ogni manovra.

“Adesso..tenetevi forte” disse ancora il cuoco “Useremo il Coup De Burst per uscire di qui”

“Oh, no...”, “Oddio...”pronunciarono i due.

D'istinto, Chopper e Nami si aggrapparono a lui e al tavolo, mentre il cuoco con le gambe si apprestò a tener fermi a terra i due svenuti..

–-

 

Ad un certo punto la corrente cambiò drasticamente e un'onda enorme travolse la nave e la spinse in avanti con violenza, il capitano mollò la presa e il pesce spalancò la bocca, pareva dover vomitare da un momento all'altro. La creatura mollò anche un verso assordante, d'oltretomba, sembrava davvero infastidito adesso! Peccato che non era l'unico. Ormai anche Rufy, Usopp e Brook lì fuori avevano gli occhi gocciolanti dal fastidio di quel gas!

“ECCO!! VAI FRANKY!!!”gridò Rufy lacrimando, così il cyborg attivò l'arma.

“Pronti??!! COUP.. DE......BURST!!!!”

La nave schizzò in aria, prendendo il volo, ma quando sopraggiunse all'uscita, quelle fauci gigantesche minacciarono di chiudersi. Usopp e Brook urlarono terrorizzati, anche il cyborg se la vide brutta.

Rufy allora gonfiò velocemente un pugno e lo sferrò su quelle colonne aguzze mandandole in frantumi e creando un varco all'ultimo istante. La nave passò dentro il buco e volò oltre.

Finalmente i Mugiwara rividero il sole.

“YAHOOOO!!!!!” esultò il capitano, felice. Gli altri avevano solo voglia di vomitare.

–-

 

Sfoglio il libro sopra il tavolo, ha una forma strana, non pareva un libro all'inizio. Quello che c'è dentro è...bellissimo. Sono foto mai scattate di una vita vissuta molto tempo fa, la mia vita. C'è mia madre, una donna bellissima dai lunghi capelli argento. Poi il grande albero, la grande biblioteca di Ohara.. Io che studio nel mio angolo preferito e il signor Clover che mi da un buffetto, è molto orgoglioso di me. Poi Sauro, il gigante..il mio amico segreto e più fidato. Con lui ho iniziato a sorridere e a capire che di qualcuno ci si poteva fidare. E' stato il mio primo amico. E poi ci sono le foto con la mia ciurma, i Mugiwara, la mia attuale famiglia. C'è il mio arrivo sulla Going Merry (tutti mi fissano allibiti e lo spadaccino mi regala uno sguardo tagliente!), l'entrata a Skypiea quando chiedevo a Zoro cosa aveva intenzione di fare e dietro di lui gli altri si stavano già divertendo, il Poinegriffe della campana dorata.. Poi delle foto incredibili!..Dei primi piani delle loro facce sulla torre a Enies Lobby..erano davvero arrabbiati e decisamente belli in quelle foto!...Ci sono pure io che, disperata, urlo di voler vivere (io non mi piaccio per nulla invece!).

Scorro quelle foto più velocemente...Ci sono tutti. Tutti i momenti più significativi sono lì, anche Wano, anche l'isola dei selvaggi...perfino quella prima e confusa notte! E' incredibile! C'è una foto delle mie mani sporche! Come se io avessi scattato quella foto con i miei occhi mentre guardavo i miei palmi colorati! E poi Zoro che dorme, tutto colorato come un clown..è tremendamente affascinante..

Andando avanti c'è tutto il resto. C'è Shade, noi trasformati in personaggi fantastici... Scorro ancora le pagine, in ansia, volendo arrivare alla fine, non manca molto. Ed eccola lì.. l'ultima foto. In avanti non si può andare. Oltre, le pagine sembrano come incollate.

In quell'ultima foto..c'è solo un cerchio tutto nero. Come un buco color pece. Meglio di così non so descriverlo.

Cosa significa? Non lo so, ma non mi piace. Il tomo inizia a diventare pesante, sempre più pesante..

Il libro mi cade dalle mani ma rimane aperto sul tavolo. Ho una brutta, bruttissima sensazione. Vedo le mie mani per qualche secondo e poi, di nuovo, l'ansia mi invade.

I miei polpastrelli. Non li vedo bene.. stanno svanendo? Guardo meglio, atterrita. Sì, le mie mani intere stanno scomparendo, risucchiate dentro quel buco. E anche attorno a me le cose iniziano a sparire, vengono calamitate da quel cerchio nero e ci finiscono dentro.

Ormai non so più dove siano le mie braccia..

Sparirò anche io lì dentro a quel buio? Cosa ci sarà...?!

NO, non voglio!

-

 

Nel momento in cui la Thousand Sunny toccò di nuovo il mare, Robin spalancò gli occhi.

L'archeologa urlò e uno schianto terribile si udì, qualcosa di grosso era andato in frantumi lì fuori.

“AHH!!” gridò anche la rossa e strinse ancora di più al biondo, dall'entrata distrutta della cucina erano caduti altri pezzi di legno ma non avevano colpito nessuno fortunatamente. Erano tutti interi, anche il “placcaggio” del cuoco sui due feriti aveva funzionato bene.

Nami si preoccupò subito per Robin. Si avvicinò al suo capo e vide che era sveglia e tutta sudata, con un braccio si stava coprendo gli occhi e respirava in affanno. Le scostò il braccio.

“Robin! Sono qui.. Che bello, sei sveglia! Va tutto bene, siamo fuori” le disse, non facendo caso che lei non poteva sapere nulla di quegli ultimi incredibili venti minuti.

“Nami?! Io...non sono scomparsa?! Le mie mani..! Voi..”disse ancora in stato confusionale la mora. La rossa cercò di calmarla mentre il dottore accorreva.

Chopper le arrivò vicino e la visitò di nuovo. Avrebbe dovuto darle qualche punto di sutura alla gamba, la fasciatura era insanguinata e non andava affatto bene.

“Nami, Chopper..Vado fuori a capire come organizzarci, prendetevi cura di loro intanto, ok?” fece Sanji alzandosi e riferendosi a Zoro e Robin.

La rossa sorrise, stanca, e annuì ma il dottore lo fermò.

“Sanji, aspetta! Dobbiamo portarli in infermeria, tutti e due! Dacci una mano”

Il cuoco quindi si apprestò ad aiutare la renna e la navigatrice a trasportare i due nella stanza apposita. Prima Chopper e Sanji portarono Zoro, e poi il cuoco prese Robin (la renna le aveva proibito di camminare quindi il cuoco l'aveva presa in braccio). La mora notò subito il compagno ferito, si agitò di nuovo e Nami dovette calmarla e spiegarle cosa era successo e che lo spadaccino stava solo riposando (anche se non era proprio così). La mora era davvero preoccupata!

Sanji appoggiò sul secondo lettino l'archeologa, Chopper le disse che doveva riposare, lei negò di nuovo, fissa su Zoro, quindi Nami e Chopper si scambiarono un occhiata.

Sanji uscì dall'infermeria mentre il dottore faceva una puntura all'archeologa.

-

 

Il cuoco arrivò sul ponte, la situazione si presentava critica. Franky guardava il tutto con le mani alla testa, era allibito.

Rufy fissava ancora l'orizzonte, più incavolato che mai e Brook e Usopp parlavano dei danni.

“IO VOGLIO MANGIARMELO QUELLO STRONZO DI UN PESCE!!!” urlò il capitano, ma la creatura non si vedeva più, forse si era inabissata.

Sanji si avvicinò estrerrefatto al cyborg, aveva notato anche lui l'evidente danno alla nave.

La parte destra della prua, quella dove prima c'erano le camere, era completamente distrutta. Le stanze da letto, sia quella maschile che quella delle donne, erano solo un ammasso di detriti. Il cuoco fece un giro su sè stesso. Scorse l'evidente danno all'entrata della cucina, in alto una vela era lacerata, e pareva anche che la stanza dell'acquario fosse danneggiata..e forse non era neppure finita lì.

“E' terribile..non ho parole” commentò.

“Oh...neanche io, cuoco, neanche io..” fece il cyborg. Perché gli diede quasi l'impressione di essere incavolato con lui? Poi il biondo si sentì chiamato dal capitano.

“SANJI!! Andiamo a fare il culo a quel pesce!! Lo voglio stasera per cena!! E' un ordine!!” urlò isterico.

Il cuoco lo fissò, basito.

“Rufy..ma non vedi che non c'è più? Sarà a diecimila metri sotto il mare a quest'ora...e meno male che non ci siamo finiti anche noi! E poi non credo sia il problema principale in questo momento...”

“CERTO CHE NON LO E'!!” fece il capitano avvicinandosi rabbioso a lui. “IL PROBLEMA E' CHE NESSUNO ERA FUORI!! ERAVAMO TUTTI DENTRO A CAPIRE CHE COSA CI NASCONDAVATE!! E USOPP AVEVA.. RAGIONE!! SIETE STATI PIU' BUGIARDI DI LUI!!” gli urlò in faccia, incazzato come non mai.

Il nasone si sentì chiamato in causa e si accigliò, ma dall'altra parte si beò del suo stato, finalmente qualcuno gli dava retta! Anche Brook e Franky fissarono il cuoco con una punta di rimprovero.

Sanji rimase immobile e muto, non sapendo che replicare. Perché se la stavano prendendo con lui per tutto quello che era successo? Non era proprio giusto! Però poteva comprendere la reazione di Rufy..il capitano si sentiva tradito, e aveva ragione, dopotutto era una reazione lecita la sua.

Poi una mano leggera si posò sulla sua spalla. Sanji voltò la testa.

Era Nami. Sembrava sfinita, e provata, e di sicuro aveva sentito tutto. Parlò direttamente al capitano che regalò un occhiata fredda e tagliente pure a lei.

“Chopper ha appena finito di applicare due punti a Robin. Lei sta bene, ora dorme. Il dottore adesso sta..iniziando ad operare Zoro. Ce la farà, non è un tipo che soccombe per così poco. Devo tornare a dargli una mano, a fare quello che posso. Se..c'è qualche problema, sono in infermeria”

Nami tornò sui suoi passi, non prima di aver dato un ultima occhiata al cuoco. Ma Rufy la fermò.

“HEII! QUI CI SONO UNA MAREA DI PROBLEMI!! E IL DISCORSO RIGUARDA PURE TE!! NON FARE LA FINTA TONTA! SO CHE HAI SENTITO!”

Nami si voltò, spazientita.

“Lo so, Rufy, LO SO!! E... mi dispiace! Ma adesso c'è una cosa più importante che devo fare! Avremo tutto il tempo di spiegare!”

“Perchè non l'avete fatto prima!! Dimmi, PERCHE' NON L'AVETE DETTO PRIMAA??!!” urlò ancora più forte il capitano. Poi il moro prese il suo cappello di paglia, se lo tolse e lo buttò a terra. Tutti lo fissarono increduli. Tremava, era arrabbiatissimo, adirato all'inverosimile e la sua collera si stava sfogando anche sui suoi occhi. Rufy...stava piangendo?!

“Voi...non siete solo i miei nakama...siete tutto quello che ho. Questo cappello..il mio sogno..NON VALE NULLA SE VOI NON SIETE CON ME!! SIAMO UNA FAMIGLIA!!! E VOI MI AVETE MENTITO! Io non vi perdonerò...NON VI PERDONERO' MAI!!!!”

Il capitano poi si voltò e se ne andò chissà dove lasciando a terra il cappello. Di sicuro era talmente arrabbiato per tutto quello che era successo (compreso aver perso il suo pranzo!) che non si rendeva neanche conto della sua reazione spropositata!

Anche Nami voltò le spalle a tutti, si tappò la bocca e si incamminò veloce verso l'infermeria. Non voleva che nessuno la vedesse piangere.

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Capitolo 16
*** Ricostruire ***


Franky battè una manona sulla spalla del cuoco.

“Rufy ha ragione. Però la cosa più grossa da sistemare adesso è la nave. E non so se basterà quello che abbiamo. Forza, cominciamo! Non sopporto vedere la mia cucciola ridotta così!”

Il cuoco non si girò verso il cyborg, si chinò a raccogliere il cappello di paglia rimasto a terra, abbandonato, e poi si accese due sigarette. Iniziò a fumarle contemporaneamente.

Sbuffò una nuvola di fumo. “Credo, allora, che andrò a sistemare la cucina” disse, e Franky lo vide allontanarsi. Era evidentemente ancora scosso dalle parole del capitano.

Il cyborg lo lasciò andare e si unì ai compagni. Brook e Usopp parlavano ancora dei danni alle camere..

“Dovremo fare una faticaccia anche solo per entrare lì dentro!”

“Sì...e comunque dove dormiremo stanotte??”

“Dobbiamo cercare di recuperare almeno i materassi...yoho! Sennò le mie povere ossa ne risentiranno!”

Franky piombò in mezzo a loro facendogli prendere un colpo.

“HEI! Scansafatiche! Si comincia! Vedrete che recupereremo il grosso e troveremo una soluzione! Adesso AL LAVORO!!”

---

 

C'era una festa e io avevo bevuto quella cosa, pure io come Zoro, sento ancora quel sapore forte in bocca.. Mi gira la testa, non riesco a capire bene chi c'è affianco a me. Tutti urlano, battono le mani. Non conosco nessuno, hanno tutti le facce di mille colori. Lo spadaccino ad un certo punto appare dal nulla e alza la grande pietra. Lui è tutto colorato...i suoi muscoli pulsano alla luce delle fiaccole. E' un fenomeno, un meraviglioso fenomeno come sempre!

Poi il buio più totale..si sono spente le fiaccole? No...sono solo distesa dentro la casupola.

Qualcosa mi tocca e prendo paura, poi ricordo: massì è Zoro! E so pure cosa accadrà fra poco.. Perchè lo so? Non capisco..l'ho già vissuto? Ma certo che è così!

Lui mi accarezza, mi parla ma non capisco nulla, mi spinge via. E' ubriaco, non mi ha mai trattato così. Inizia a chiamarmi “demone”, dice che non devo provarci, non devo tentarlo..e si mette sopra di me. Non lo vedo ma so che è sopra di me, sento il suo respiro, le sue parole, il suo fiato caldo sul mio collo e...poi lui sussurra quelle parole.

Io ti voglio...Robin”

Sto male, sono talmente incredula e stupidamente felice da star male..

Lui inizia a baciarmi e a mordermi.. e io non so che fare, cosa provare, come reagire, sono solo stupita e sempre più confusa.. Sento le mie mani sul suo petto, il suo cuore è un tamburo in tumulto. La mia testa vortica, e in quel buio inizio a vedere dei colori..ci sono sono degli arcobaleni che invadono la mia mente. Poi decido che è quello che voglio. Io lo voglio, io voglio Zoro disperatamente.

Le sue mani mi percorrono tutta, prima dolcemente e poi con più vigore. Mi stringono, mi rilasciano.. Lui mi lecca, mi strappa le vesti con i denti, mi toglie tutto. Non parla più, sta solo agendo, mi sta solo esplorando, annusando, spingendo.. Non ha più freni, non si chiede più il perché, se è giusto, se è sbagliato..se lo deve fare o no, e neanche a me importa più. Mi prende la faccia e mi da un bacio deciso, profondo.. Dice che sono magnifica, che sono la cosa che vuole di più di tutte...che è stato uno stupido per troppo tempo. Ma questo? Questo non lo ricordavo..è davvero accaduto?

Tutto prosegue.. Sento tutto il suo corpo nudo a contatto con il mio, mi accarezza, e mi bacia i lobi..questo mi fa il solletico e rido. Ride pure lui, è stupenda quella risata. Zoro torna a tastare i miei seni, a leccare il mio collo.. Mi sento, sto ansimando e lui sta ridendo, ancora.

Poi qualcosa si insinua tra le mie gambe, io le apro di più per farlo scivolare dentro di me.. Fa male, è doloroso, ma dura poco. Il dolore sparisce e lui inizia a spingere...è tutto insolito ma bellissimo, adoro sentirlo così vicino, mi aggrappo a lui.. Lui è così caldo, morbido.. ha un profumo che mescola l'alcol al sangue. La cosa più bella è che sento che sta provando qualcosa. Lo sento gemere, è emozionante..il mio cuore sta scoppiando di gioia e quegli arcobaleni stanno esplodendo dentro il mio cervello.

Ne vedo uno alla fine di enorme che scoppia e allora...non sento più nulla, non capisco più nulla, neanche dove sia l'alto e il basso, non sento più lui e nemmeno il mio corpo. Sto come fluttuando..

Poi una luce all'improvviso mi acceca. Apro piano gli occhi e mi alzo lentamente. Sono seduta dentro la piccola casupola.

Certo, è mattina! E' quella mattina!

Mi guardo le braccia e le mani..sono tutte colorate, sono un disastro! Vedo alla mia sinistra Zoro. Sta dormendo come un bambino, è spassoso tutto così variopinto! Ed è maledettamente bello. Mi sento talmente bene e felice che vorrei stare lì per sempre, a spiarlo..ad osservare quell'espressione rilassata, dolce..non da lui. Vorrei abbracciarlo, svegliarlo con un bacio, vorrei rifare l'amore con lui, vorrei risentire quella risata e vedere quel viso felice alla luce del sole. Ma so che quel ricordo non andrà così.

Infatti quello che succede dopo è tutt'altro.

Mi alzo, prendo tutte le mie cose e vado via. Esco e sono nuda...Perchè non mi sono vestita? E' freddo e non to andando alla caverna termale.

I miei piedi stanno letteralmente gelando. Cammino spedita verso la grande casupola principale. Spalanco il portone ed entro.

Al centro della stanza c'è il Poinegriffe piramidale. Mollo tutto quello che ho tra le mani, e rimango senza veli, davanti a quella pietra. Quello che vedo mi sorprende.

Anche la pietra è di mille colori ed è..calda. Appoggio le mani su di essa e quelle si confondono, sembra come se potessero entrarci dentro. Leggo quello che c'è scritto ad alta voce. Ma la mia voce non parla la mia lingua, bensì quella antica del villaggio dei selvaggi.

QUANDO LA NEVE CADRA' IN PRIMAVERA, NEL TRENTESIMO ANNO DEL DRAGO, I GRANDI APPARIRANNO PER VEDERE LE LUCI E IL MARE SI TINGERA' D'ARCOBALENO. DALLA CODA ALLA TESTA, SOLO I MERITEVOLI GIUNGERANNO AL LUOGO SACRO DEGLI DEI. SUPERATA LA RINUNCIA, IL VARCO SI APRIRA' PER DIECI ANIME”

Finito di leggere, i simboli iniziano a scomparire. La pietra, lentamente, diventa liscia sulla superficie. Posso sentirla, si sta raffreddando e al centro, proprio sopra di me, inizia a vedersi qualcosa, come una grande macchia. Questa si allarga, sempre di più. Non riesco a staccare le mie mani dalla pietra né i miei occhi da quella cosa mentre quel cerchio oscuro inizia a convergere su sé stesso..

Piano piano mi sento trascinare via, quel buco nero e freddo mi sta risucchiando..

Non riesco a scappare..

Non riesco a urlare.

Zoro?! Zoro sta ancora dormendo?..

Non mi sentirà..Nessuno potrà aiutarmi!..

Mi sta trascinando via!

E' di nuovo tutto buio intorno a me..

 

Robin si svegliò, madida di sudore. La prima cosa che vide fu il soffitto di legno dell'infermeria. Stava respirando in affanno, doveva cercare di calmarsi. Prese fiato, ripetendosi che quello che aveva fatto era solo un sogno. Però pensò a quel buco nero, era già la seconda volta che lo sognava.. Che significava? Se ovviamente poteva avere un significato.

Sentì la gola secca e tentò di girarsi, la testa le diede una fitta e così si immobilizzò di nuovo.

Vide Zoro che dormiva prono sul lettino accanto al suo, le dava la nuca. Era coperto dalle lenzuola fino al sedere, poi, sul dorso, era un ammasso di fasciature con qualche velato tono rossastro, segno che aveva una ferita fresca.

Robin si convinse, doveva tirarsi sù, almeno provarci!

Così fece. Riuscì a mettersi su un gomito e poi, con uno sforzo, a mettersi seduta. Non mollò le mani, le tenne ancorate al letto, la testa le girava, si sentiva molto debole. Arrivare allo spadaccino non sarebbe stato facile, però poteva provarci. Solo allora si accorse che la sua gamba destra era fasciata, il polpaccio di preciso. Non sentiva male, comunque.

Stava per mettere un piede a terra quando una voce acuta la bloccò.

“Hei HEI! Fema lì! Dove pensi di andare?!”

Chopper era sull'uscio con un piatto in mano, pareva arrabbiato.

“Ah, d'accordo, non mi muoverò di qui” gli disse l'archeologa, sorridendo.

Anche la renna le sorrise e le mise il piatto sul letto. “Mangia, avrai fame!” disse, battendo gli occhietti curioso.

“Mm..non so. Mi gira la testa al momento”

“E' normale, hai battuto la testa, ma ti passerà. E poi avevi una ferita alla gamba ma quella fra pochi giorni sarà solo un ricordo”

“Sul serio? Sei un dottore molto bravo” gli disse e lui si emozionò.

“Beh..non servono i complimenti...ma se me li fai, grazie! Sai..ho perfezionato l'unguento che avete portato dall'isola, ora non è più così puzzolente! Ho trovato uno stratagemma...” disse il dottore, orgoglioso.

“Ma dai! E' fantastico! Sei il migliore..” le fece lei e Chopper divenne ancora più rosso e estasiato. Iniziò a saltellare gioioso e a muoversi ondeggiando.

“Zoro come sta?” gli chiese poi la mora.

“Oh, be...NO! Non te lo dirò. Dovrai mangiare prima! Vedrai che la spossatezza ti passerà” fece lui, furbescamente. Sapeva fare bene il suo lavoro!

“Ok, dottore..allora mangerò” rispose Robin, sforzandosi. Prese il piatto, il profumo della carne sugosa era invitante dopotutto. Chopper aspettò che lei facesse tre bocconi e poi iniziò.

“Beh, Zoro sta bene adesso. Aveva una bella ferita..un pezzo di legno l'aveva colpito..ma ho pulito tutto e cucito bene e ...beh, forse non vuoi sentire i particolari! Eh, eh! Comunque sta bene, è sedato perché sennò..se ne andrebbe in giro come al solito. Ah, forse gli verrà sù qualche linea di febbre ma sarà tutto regolare!” La renna pareva molto tranquilla, quindi anche lei dopo quelle parole si sentì meglio e mangiò più volentieri. Finì poi tutto il piatto di carne e patate.

 

-TOC! TOC!-

 

Dopo pochi minuti, qualcuno bussò piano ed entrò. Era la rossa. Nami vide che Robin era sveglia e le andò incontro abbracciandola. Le sorrise, ma qualcosa della sua espressione non convinse del tutto la mora.

“Chopper, posso stare un po' con Robin da sola?” chiese la rossa.

“Uh, sì certo. Basta che non scenda da quel letto!” fece la renna, tornando nel ruolo del dottore responsabile. “Vi do mezzora” aggiunse pure, andandosene e portando via il piatto vuoto dell'archeologa.

Così le due restarono sole e Robin chiese subito a Nami di raccontarle dettagliatamente cosa era successo. Iniziarono a parlare sottovoce.

Nami le spiegò dell'incidente, di come gli avevano tirati fuori dai detriti, che lo spadaccino l'aveva protetta e si era ferito e come ne erano usciti. Poi decise di dirle anche della nave e dell'altra cosa più importante (era per quello che aveva voluto rimanere sola con lei).

“Quello che ancora non sapete tu e Zoro...è che la nave ha subito danni importanti”

“Cosa? Non è stata colpita solo la cucina?!”

“No, magari. Le camere sono andate distrutte...abbiamo recuperato tutto comunque..le nostre cose sono in cucina, le ho sistemate io oggi. Poi c'è l'acquario e parte della biblioteca...e una vela, lacerata”

“Caspita, è un disastro! Franky come l'ha presa?” esclamò la mora, pur sempre tenendo la voce bassa.

“Si è messo subito al lavoro con gli altri ma l'ho visto seccato e preoccupato..dice che dovremo fermarci a recuperare legna..quella che c'è non è sufficiente. Insomma, ci impiegheranno giorni per sistemare tutto”

“Ma..dove dormiranno tutti? Ci avete pensato?”

“Ne abbiamo parlato stasera a cena”

“CENA?”

“Eh, sì..sono le nove di sera ormai, hai dormito un bel po'..”

“Mi avete sedato, vorrai dire!” fece Robin, che aveva capito cosa aveva fatto la renna.

“Beh, ti ha fatto bene dormire un po', no? Comunque non è tutto” disse Nami guardando a terra. “C'è Rufy. Lui...non ha mangiato stasera, è da un bel po' di ore che non si fa vedere. Abbiamo avuto una discussione oggi...ha detto..che gli abbiamo mentito, era molto arrabbiato”

Nami si appoggiò sul suo letto, di fianco alla mora. Robin la fissò non capendo bene.

“Non capisco..cosa vi ha detto esattamente?”

“Che è stata tutta colpa nostra l'incidente... Che si sono distratti tutti per colpa di noi quattro.. Ha detto che siamo dei bugiardi. Ha buttato il cappello, capisci? Adesso è in cucina, non è venuto ancora a prenderlo! Era furioso, non l'ho mai visto così arrabbiato..addirittura piangeva! ..L'abbiamo deluso, ha detto che non ci perdonerà mai!”

La rossa si coprì la bocca e nascose un singulto, poi pianse in silenzio.

“E se fosse davvero così?! Se non ci perdonasse?.. Se non ci volesse più..noi che fine faremo..?!” aggiunse poi.

Robin si scosse dai suoi pensieri e la circondò con un braccio, la rossa appoggiò la testa sulla sua spalla continuando ad asciugarsi le lacrime.

“Io credo...che sia solo molto arrabbiato e non ha tutti i torti. Sapevamo che ci sarebbe stata questa probabilità. Quando sarà più tranquillo gli parleremo. E poi, rifletti.. Se è davvero così infuriato, è perché a noi ci tiene. Dobbiamo scusarci, farlo nel modo giusto. Tutto si sistemerà”

Nami annuì e si staccò da lei. “Lo spero davvero” disse, ancora con un viso preoccupato “Sanji non lo fa vedere ma è teso, la cosa che più lo preoccupa è il fatto che non ha mangiato..vuol dire solamente che la cosa è grave!”

La rossa pianse ancora, Robin le sorrise dolcemente e le prese le mani.

“Senti..quando Zoro si sveglierà, la prima cosa che faremo sarà consultarci...e capire come agire. Lo faremo subito questa volta, non sbaglieremo vedrai. Non essere così negativa..al massimo Rufy potrà buttarci in mare. Non è malvagia come fine”

La navigatrice negò e sorrise, quella che vedeva le cose sempre nel modo peggiore alla fine non era lei, ma l'archeologa! E il bello era che non si capiva mai se stesse dicendo sul serio o no!

“Okkei..allora, ti lascio riposare.” fece Nami, un po' risollevata ”Ah, stasera faremo il turno io e Sanji, ci siamo offerti..così i ragazzi potranno riposarsi e lavorare meglio domani. Dormiranno tutti in palestra, è il posto più spazioso rimasto, passerò io a vedere stanotte se tu e Zoro avete bisogno di qualcosa”

“Ottima idea, bravi” rispose la mora, poi le due si salutarono.

 

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“Tieni, amore”

Il cuoco aveva portato alla navigatrice un thè al mandarino, bello caldo. Lei lo prese e gli sorrise, quella notte era un po' più fredda del previsto, una coperta non le sarebbe bastata.

“Grazie..” fece, con un brivido.

“Hei, ma hai freddo?..Tieni anche la mia”

Sanji si sedette vicino a lei e la ricoprì anche con la sua coperta, le coprì anche la testa avvolgendola tutta.

“Hah! Che esagerato!” protestò lei, però sorridendo di più “Così ti prenderai tu qualcosa! Dai vieni sotto con me!”

Nami sgusciò dalle due coperte, il ragazzo si sedette vicino a lei e la rossa coprì tutti e due con i plaid. Adesso sì che si ragionava! Poi il calore del ragazzo era talmente piacevole! Nami iniziò a scaldarsi e a bere la bevanda calda con un sorrisetto compiaciuto sulle labbra.

“Sai, ho appena scoperto una cosa interessante! Avevo paura che con quest'ultima giornata avessimo perso la rotta per la testa del drago..Invece ho notato che ora siamo molto più vicini di prima”

“Davvero?” fece il biondo, stupito.

“Sì...guarda lì” Nami indicò un ammasso di stelle “Quello è il collo del drago, diciamo.. e più in là c'è il naso..cioè la punta, noi dovremo raggiungere quel punto. E' sul serio tutto più vicino di prima! Credimi...ormai ne ho la nausea di queste stelle! Le riconosco anche di giorno!.. Almeno domani mattina avremo una bella notizia da dare a tutti”

“Sei eccezionale, Nami-san..” le spifferò lui sull'orecchio, molto vicino “E io non ci capisco niente ma..sei molto più interessante di quelle lucette...e per i miei gusti rimani la cosa più meravigliosa da scoprire”

La rossa si girò a guardarlo, i loro nasi si scontrarono. Ridacchiarono, ma poi Nami tornò seria.

“Vorrei..che anche Rufy fosse con noi domani quando lo dirò. Tu pensi che lo vedremo domani? O sarà ancora infuriato con noi?.. Ah, non faccio altro che pensare a quello che ci ha detto!”

“Vieni qua..” fece il biondo, abbracciandola. Si strinsero sotto le coperte e la rossa tuffò il viso sul suo petto.“Lo vedremo molto presto, vedrai. Prima o poi dovrà pure mangiare..e sono convinto che verrà strisciando, quel testone!”

“Se...se ci mandasse via? Cosa faremo?” disse lei guardandolo in modo triste, veniva presa dall'angoscia se ci pensava!

“Qualsiasi cosa decida il nostro capitano, io e te staremo insieme” disse lui, baciandole la fronte. Nami chiuse gli occhi, godendosi quel tepore e quelle coccole.

“Sanji...non pensavo ma..mi sento troppo in colpa”

“Beh io non mi sento in colpa, tutto quello che ho fatto è perché ti amo” disse lui di getto, però forse un pochino in colpa si sentiva, si disse poi.

“Sì, lo so ma.. resta il fatto che abbiamo nascosto la cosa. Ah, dovremo stare molto vigili stanotte! Se comparisse ancora un pericolo del genere e non fossimo pronti...sarebbe un disastro, perderemo completamente la sua fiducia”

Il biondo le accarezzò la guancia e la testa.

“Siamo qui e ...sarò vigile anche per te, non preoccuparti..e poi hai detto che c'è anche Robin che è sveglia. E' stata una giornata stressante, puoi dormire un po' se vuoi, ti sveglierò fra un oretta, ok?”

“No, non posso..” disse la rossa, però restando sempre più accoccolata su di lui, non volendo staccarsi da quel calore meraviglioso.

“Mfh..d'accordo” fece Sanji sorridendo e appoggiando la testa alla parete, era super-felice di stare così, in fondo era preoccupato anche lui e aveva bisogno sul serio di quel momento di vicinanza e dolcezza.

Passarono un po' di minuti in silenzio, godendo reciprocamente di quel contatto rassicurante. Era una notte davvero placida, ma nonostante quello Sanji teneva i sensi al massimo, ogni tanto attivava anche l'haki dell'osservazione, come se fosse un radar vivente..era meglio stare sempre allerta, non potevano rischiare di deludere ancora Rufy! Il cuoco avvertiva anche il respiro di lei, profondo e regolare..tanto che ad un certo punto credette che si fosse addormentata. Però, la rossa dopo parlò.

“Sanji?”

“..Sì?”

“Ecco, volevo scusarmi per quello schiaffo...e quello che ti ho detto. E poi mi chiedevo.. come hai fatto. Cioè, questa mattina.. in cucina... come hai fatto a.. resistere?”

Il cuoco non si aspettava quella domanda, però era naturale che lei lo chiedesse. Era un po' imbarazzante ma doveva dirglielo.

“Beh, ho tenuto gli occhi chiusi e ...ho usato il miele. Non mi piace molto quindi mi ha aiutato” Non le disse però che aveva rischiato un paio di volte non farcela!

“Ah..bravo, che bella idea..” fece lei, ora dalla sua voce pareva sul serio assonnata. “Mi...mi piacerebbe ripeterlo..magari potrei farlo io la prossima volta”

Sanji diventò rosso come un peperone, si sforzò di non immaginare NULLA. Non ci riuscì completamente. Scrollò la testa.

“A-.. Ah...sì certo...magari senza qualcuno che piombi all'improvviso” disse.

“Non...ho più trovato...quel reggiseno..” fece ancora lei, parlando sempre più debolmente. Ora il suo corpo su di lui sembrava un po' più pesante, si stava rilassando?

“Chissà dov'è finito...quando l'ha preso Rufy mi è andato il sangue al cervello. Taci che non sa neanche cosa sia.”

“Mfh! Vero... Sanji..?”

Sì, la rossa si stava addormentando proprio!

“Mm?”

“E'...stato bellissimo”

Fu una soddisfazione enorme sentire quelle parole per Sanji! Il biondo sorrise e la strinse leggermente, era davvero al settimo cielo adesso, santificò nella sua mente quel miele e iniziò a massaggiarle piano la schiena. Nami, dopo poco si addormentò.

 

Un certo moretto tornò a nascondersi dietro la grande colonna di legno. Aveva sentito e visto tutto dall'alto dell'albero maestro, e si era celato ai due fino a quel momento. Rufy, con il suo controllo superiore dell'haki infatti, aveva imparato anche a nascondere la sua presenza a chiunque, neanche Sanji poteva sentirlo. Nessuno avrebbe mai scoperto che era lì!

Sbuffò, quei due parevano fare sul serio, davvero c'era qualcosa di più che un amicizia..ma non era stato di certo quello che gli aveva dato tanto fastidio!

Ad un tratto la sua pancia brontolò moolto rumorosamente, era anche per quello che si era messo lassù in cima! Maledetta FAME! No, lui non avrebbe ceduto!!

 

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La mattina dopo, Nami avvistò un'isola. Era l'alba, e sull'orizzonte apparve un isoletta, pareva davvero minuscola!

Sanji, che stava preparando la colazione, sentì che lei gridava e uscì per vedere, anche tutti gli altri, piano piano si svegliarono e si unirono a loro. Decisero tutti subito di approdare per fare rifornimento del necessario per riparare la nave e magari fare anche qualche provvista. La rossa disse loro anche che quella notte aveva scoperto che si erano avvicinati di più al loro obiettivo e quella cosa tirò su di morale un po' tutti. Di certo però c'era una certa freddezza nei loro confronti e, nessuno lo disse chiaramente, ma ognuno di loro si stava chiedendo che fine avesse fatto il capitano!

Chopper andò a trovare Robin e Zoro, che erano ancora in infermeria, e portò una cosa per l'archeologa (oltre che la colazione per i due infortunati ovviamente!).

Dopo un'oretta approdarono sull'isola e scesero. Tutti tranne tre.

Rufy non si era ancora palesato.

 

 

Robin gli stava accarezzando delicatamente i capelli, non voleva disturbarlo. Tempo fa, prima di conquistare quell'intimità fisica con lui, aveva sempre pensato che quegli strani capelli verdi dovessero essere ispidi e fibrosi...ingestibili e duri come il suo carattere. Invece erano così morbidi, erano piacevoli da toccare e quel colore strano derivava dalla sua famiglia, una famiglia che aveva scoperto da poco essere originaria del paese dei samurai. Ci pensava ancora Robin! Quell'esperienza era stata dura..ma quante magnifiche cose avevano visto i suoi occhi! Tutto era pieno di colore in quel paese, la gente era benevola e generosa..eppure con una grande sofferenza alle spalle! Le case, i templi maestosi e solenni, i profumi dei fiori di ciliegio e delle pietanze del posto erano indelebili nella sua mente.. Uno dei luoghi più incantevoli mai visitati. Poi la sua mente le ripresentò il sogno che aveva fatto...quella cosa la angosciava. No, non voleva pensarci ancora! Già per quasi tutta la notte non aveva chiuso occhio!

La mora, con l'aiuto delle stampelle, si tirò sù in piedi. Era meglio che Zoro continuasse a dormire ancora, Chopper quella mattina gli aveva misurato la febbre e aveva scoperto che lo spadaccino aveva qualche linea. Era tutto nella norma, aveva commentato, e poi le aveva dato quelle cose di legno per aiutarla a camminare, aveva detto che le aveva fabbricate Franky. Le aveva sconsigliato di appoggiare la gamba a terra, “Non ancora, Robin!” le aveva comandato con un musetto minaccioso e così lei l'aveva ascoltato, anche se pareva il tutto un po' esagerato.

Robin uscì, zoppicando fuori dall'infermeria e poi fece un giro di ispezione. Uscì all'aperto e vide anche l'isoletta. C'erano pure Chopper e Usopp sulla minuscola spiaggetta.

I danni alla nave erano seri e impressionanti, però c'era il segno che già qualcosa era stato ricostruito, come l'entrata della cucina che era quasi a posto. Franky e Usopp erano davvero bravi nel loro lavoro, non c'era altro da dire! Robin guardò le stampelle. Erano perfette per la sua altezza, il legno era stato lavorato alla perfezione, risultavano lisce e leggere da maneggiare, Franky le aveva costruite in pochissimo tempo, e contemporaneamente alla riparazione della nave. Pensò al cyborg e poi a quello che gli aveva detto Zoro il giorno prima. Forse quello che aveva detto lo spadaccino era vero..ma lei non ci credeva ancora del tutto, a dire la verità non sapeva ancora a che pensare, era successo tutto troppo in fretta..

Robin sorrise, come se avesse bisogno poi di quelle stampelle!

La mora le appoggiò alla parete vicina e attivò la sua abilità. Voleva vedere meglio quell'isola e prendere un po' d'aria fresca. Tra i sogni strani che aveva fatto e tutto il resto aveva bisogno di staccare un po'!

Tante braccia apparvero sull'albero maestro, lei si sedette sopra alle prime e poi quelle la trasportarono sù in alto, sempre più in alto, come uno strambo ascensore. Robin si trovò al posto di vedetta più elevato che la Thousand Sunny aveva, il dottore non ne sarebbe stato molto felice, ma comunque non l'avrebbe mai saputo.

Dall'alto lo spettacolo era magnifico. La giornata era bellissima e tersa e da lì si poteva capire benissimo che quell'isola era praticamente una roccia sul mare...era minuscola, in quindici minuti la si poteva girare tutta! Neanche Zoro si sarebbe perso lì! Ah, no.. forse il verde si sarebbe perso comunque.

Robin sorrise a quel pensiero e poi ammirò meglio quello che si scorgeva da quell'altezza. Il blu del mare si confondeva con l'azzurro del cielo, come se l'orizzonte non esistesse più. Oltre a quell'isola se ne potevano vedere delle altre, tutte verdeggianti e simili tra di loro, formavano un arcipelago! Esse erano piccole come quella in cui erano approdati e dalla forma tondeggiante, erano particolari, insolite! Parevano tutte gemelle! Se le osservavi meglio sembrava che seguissero una linea invisibile, come se fossero poste esattamente in un dato posto per un motivo sconosciuto..era così per almeno quasi tutte. Delle gemelle che seguivano una fila indiana..

Robin si toccò la gonna. Che fortuna! Ce l'aveva con sé! La mora prese il quaderno degli schizzi che le aveva portato Nami la sera prima quando lei aveva lamentato di non avere sonno. Prese anche la matita e iniziò a disegnare quello che vedeva, non sapeva perché ma aveva la sensazione che doveva farlo.

Passò lì mezzoretta, poi la mora decise di scendere per tornare in infermeria. Era un po' troppo ventoso lassù. Scendendo, sentì anche gli schiamazzi dei suoi compagni, chissà se anche Rufy li aveva raggiunti, si chiese.

 

Robin arrivò in infermeria ed entrò silenziosamente, vide lo spadaccino ancora nella stessa posizione in cui l'aveva lasciato. Bene, aveva continuato a dormire.

“Robin?”

Beh, si era sbagliata, era sveglio. Oppure l'aveva appena svegliato lei!

La mora fece il giro del letto con le stampelle e si sedette sulla sedia vicina, al suo capezzale.

“Buongiorno. Hai indovinato, sono io” gli disse con un sorriso.

“Ma..che cosa sono quelle?” gli fece lui, studiandola tra il confuso e il preoccupato.

Robin si sporse e gli accarezzò la spalla. “Non è nulla, è solo Chopper che è troppo esagerato. Mi ha proibito di camminare ma sto bene. Tu piuttosto come ti senti?”

“Non sento nulla..cioè sto bene. E penso proprio che adesso mi alzerò” fece lo spadaccino facendo poi forza sulle braccia e mettendosi in ginocchio velocemente, poi fece una morfia, segno che qualcosa invece sentiva.

“Sei matto?! Se Chopper sa che ti sei alzato... mi uccide!” esclamò la mora, ma Zoro si era già messo seduto. Sbadigliando pure come un leone.

“Ti ha dato la mansione di infermiera? Mi sembra però che l'infermiera stia peggio del paziente” commentò con uno sguardo furbo.

“Non ti muovere da lì, capito? Hai una ferita importante alla schiena e poi te lo ordino!” fece Robin con aria severa e tirandosi sù di nuovo, un po' impacciata dal piede che non doveva toccare terra.

“Oh...d'accordo, la storia dello schiavo.. Allora ok, non mi muoverò di qui ma dovrai venire tu da me” gli rispose Zoro allungando una mano per aiutarla. Robin fece qualche saltello e arrivò davanti a lui, tra le sue gambe, gli prese il viso e gli diede un bacio, lui le ghermì i fianchi, reggendola.

“Davvero è tutto ok con quel polpaccio?”

“Si, spadaccino, non preoccuparti”

Robin si attaccò di nuovo a lui, in un bacio tenero ma intenso. “Grazie per quello che hai fatto”

Zoro negò. “Non ho fatto abbastanza e si vede” disse, da quell'occhio traspariva un certo senso di colpa.

“Non dire cose insensate! Hai fatto anche troppo e sei stato ferito.. e poi ho ragione e basta. Capito, mio schiavo?”

“Dannazione, in che casino mi sto ficcando, adesso?” fece Zoro sorridendole.

“Beh, ti ci sei messo tu, infatti! E ora, visto che sei seduto, è meglio che mangi qualcosa”

La mora incrociò le braccia e un po' di arti apparirono sul tavolo, per terra e sul letto. Quelli presero il piatto con la colazione e la portarono fino al letto dello spadaccino, mentre lei si metteva seduta accanto a lui. Robin prese il piattino, sopra c'era un the ormai freddo, biscotti e una fettina di crostata con la marmellata.

La mora prese la fettina di crostata e la mise davanti alla faccia del verde con nonchalance.

“Apri la bocca e non protestare” comandò.

“Guarda che ce la faccio a mangiare da solo” le fece lui, con un sorriso sghembo.

“No che non ce la fai, perché lo dico io”

“Diavolo..” la apostrofò Zoro e aprì la bocca. Poi masticò e buttò giù...gli si aprì una voragine in pancia! Adesso aveva una fame terribile!

“Preferisco 'demone' sinceramente..” commentò la mora, presentandogli davanti la tazza con il the.

Avvicinò la tazza alla sua bocca, lui si attaccò stando al gioco, e lei la inclinò piano. Zoro bevve tutto il the in una volta.

“Caspita! Mi sa che dovrò andare in cucina a penderne ancora!” fece lei.

“No, ho fame. Vorrei mangiare” disse lui, appoggiando una mano sulla sua. “E poi vorrei ancora..un'altra cosa” aggiunse sporgendosi verso di lei. Era chiaro, voleva un bacio.

“Ehi, ehi.. Non è proprio il momento adesso, mangia questo!” Robin gli mise davanti alla faccia un biscotto e lui lo mangiò con foga, quasi le morsicò le dita!

“Mm! Hai rischiato grosso, demone! Non dovresti cercare di addomesticare una bestia feroce” disse il verde, con la bocca piena.

“Davvero? Credevo che tu fossi solo un cucciolo indifeso...mmh, mi sono sbagliata” scherzò la mora, provocandolo e riempiendogli la bocca di nuovo.

“Beh, scappa fin che puoi..!” fece lui cercando di afferrarla, ma lei si scansò, ridendo.

Il verde fece una smorfia e chiuse l'occhio: caspita, si era dimenticato di quella maledetta ferita!

“Oh no, Zoro! Scusa..” si riavvicinò lei, allarmata. “Ah, sono orribile come infermiera!”

Lo spadaccino la vide mentre si alzava e faceva il giro del letto saltellando, e si mise a ridacchiare annuendo. La mora controllò se quel movimento azzardato aveva provocato qualche danno sulla fasciatura. Per fortuna sembrava di no.

Robin salì allora sul letto e si risedette vicino a lui, poi gli porse un altro biscotto con occhi colpevoli. Zoro si sgranchì il collo e poi la guardò.

“Farai la brava, adesso?”

La mora annuì e gli stampò un bacio dolce sulla guancia. Lui la trattenne, afferrandole il braccio. La fissò da vicino.

“Aggiornami sulla situazione. Non mi hai ancora detto nulla..è così grave?”

Come riusciva a leggerle dentro era incomprensibile! La mora divenne pensierosa e lui la mollò.

“Ci sono diversi danni alla nave ma tutti si stanno adoperando per ripararla, sai..un enorme pesce degli abissi ci aveva ingoiato senza che ce ne accorgessimo...ma siamo riusciti a uscirne vivi. Adesso sono tutti sbarcati.. siamo approdati su una piccola isola, stanno facendo anche un po' di provviste.. fra poco torneranno, comunque.. e, ah! Dovrei misurarti la febbre!” fece poi la mora.

“E...per il resto? Come l'hanno presa?..Rufy?”

Robin guardò a terra, in difficoltà, e Zoro capì che evidentemente c'era qualche problema.

“Dobbiamo chiarire con lui..prima però dovremo parlare tra di noi, stavamo giusto aspettando che ti svegliassi”

“Scusa, chiarire cosa? Non gli è chiaro?!” si stupì lo spadaccino.

La mora lo guardò e, con calma, le spiegò bene la situazione. Gli disse che il capitano si era infuriato con loro, probabilmente era stato preso dal momento, ma che aveva minacciato di non perdonarli per avergli nascosto il tutto, e che non si era fatto più vedere.

Zoro guardava ancora davanti a sé in modo concentrato e pensieroso, quando lei finì di parlare.

“Lui lo farà. Ci passerà sopra, lo conosco” disse poi, soltanto.

“Nami è proccupata...e anche io lo sono un po' sinceramente..”

Quando Robin finì di dire queste parole, la porta dell'infermeria si spalancò e sbattè contro la parete con un botto.

Tutti e due si girarono verso l'uscio, sorpresi. Era Rufy, proprio lui, e non pareva affatto di buon umore.

Lo farò, EH?! Ne sei SICURO, vero Zoro?! Mi conosci come le tue KATANE, GIUSTO?!” urlò con uno sguardo tagliente il capitano. Lo spadaccino lo fissò, interdetto, era sul serio incazzato, allora!

“Guarda Robin! E' ferita! E GUARDATI! Potevi rimanerci secco! Tutto perché nascondavate qualcosa!” Rufy oltrepassò la soglia, sorpassò la mora e si mise davanti al verde, sfidandolo. “CONDIVIDERE! E' questo che fa una ciurma! La famiglia che non ho mai avuto.. E' QUESTO CHE VOI SIETE PER ME! E mi avete DELUSO! Volevo dirtelo in faccia prima DI CACCIARTI!”

“CHE COSA?!” esclamò il verde, stralunato.

“Rufy..scusaci” disse subito Robin, e il moretto le balenò solo un'occhiata furente.

Il capitano poi prese la via della porta, ingrugnito e battendo i piedi pesantemente. Robin notò che si era ripreso il cappello.

“Rufy, dove vai?! Parliamo!” lo chiamò la mora. Lui si fermò un secondo solo, tenendogli la schiena.

“Robin, dovrai scegliere. Starai qui con noi o andrai via con Zoro? Dovrai pensarci bene”

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Capitolo 17
*** Vendetta ***


Rufy se ne andò in tutta fretta e, correndo via, scoppiò a ridere. Si tappò la bocca per non fare troppo rumore, poi borbottò divertito fra sé e sé: “Ve la farò pagare cara questa!..Bell'idea Usopp, bell'idea!..”

 

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Robin e Zoro si guardarono estrerrefatti. Cosa aveva appena detto Rufy?! Zoro che doveva lasciare la ciurma!? Era incredibile, impensabile...da pazzi!! E ancora..Robin avrebbe dovuto scegliere cosa fare?! Quella era una punizione ingiusta!Esagerata!..

“Quello è fuori di testa! Dobbiamo chiamare il cuoco e Nami...adesso!” fece lo spadaccino, manifestando un nervosismo crescente.

“Ah...sì, hai ragione, dobbiamo parlarci subito. Vado immediatamente!” fece la mora, impacciata e ancora incredula.

“Beh, voi non andrete da nessuna parte! Siete i miei pazienti e qui comando io! Comunque.. ben svegliato Zoro!” fece la renna comparendo davanti alla porta. I due lo fissarono con disappunto.

“Chopper, ci puoi chiamare Nami e Sanji per favore? Rimarremo qui...è abbastanza urgente” gli disse Robin molto seriamente. Il dottore piegò la testa, scrutandoli.

“Hai misurato la febbre a Zoro per caso?”

“No..ma..”

“Allora fallo!..” tuonò isterico, e poi aggiunse “In cambio andrò a chiamarveli...così mi prenderò la mia razione di zucchero a veloohh!” Dopo quella frase cantata, il dottore sparì di nuovo saltellando. Stava diventando davvero furbetto!

Robin sospirò. Meno male che le aveva dato retta in fretta! L'archeologa fissò lo spadaccino, lui sbuffò, come se quei pochi minuti l'avessero esaurito.

“Distenditi a pancia in giù, devo misurarti la febbre” gli disse lei, alzandosi e prendendo il termometro. Zoro vide l'affare e si inquietò.

“Mah.. Non vorrai mica metterlo...?!”

“Ma no, no!! Mfu! Fuh! Che dici! Te lo metto sotto il braccio! Distenditi, devi riposare” Robin si chiese come faceva a ridere in quella situazione critica.. Però anche Zoro ora stava sorridendo.

“Non mi sento stanco, ho riposato abbastanza. A dire il vero farei a pezzi qualcosa in questo momento”

“Però non è il modo giusto per risolvere le cose” gli disse lei, risedendosi dov'era prima e sorridendogli comprensiva.

Robin preparò il termometro e glielo porse, lui se lo mise sotto l'ascella e si tenne il braccio.

“Non ce l'ho la febbre..” commentò di nuovo immusonito.

“Questo lascialo dire a me” fece lei.

Passarono dei minuti in silenzio, ognuno con i propri pensieri. Poi il verde parlò.

“..Robin?”

La mora si destò e lo guardò. “Sì? Vediamo la temperatura?”

“No. Volevo sapere..ci stai pensando? Se Rufy facesse sul serio, tu cosa decideresti di fare?”

“Mfh..” l'archeologa appoggiò una mano sulla gamba dello spadaccino e fissò un punto imprecisato del pavimento. “Rufy mi ha salvato la vita, e mi ha dato la possibilità di cambiare in meglio la mia esistenza, sarò per sempre in debito con lui. E' merito anche suo il fatto di averti incontrato.. Dovrei scegliere tra te e il resto della mia attuale famiglia. Come farei? Non ne ho idea”

Zoro abbassò la testa, annuendo. Capiva benissimo la sua indecisione, era una scelta impossibile.

“Però...se fossi messa alle strette.. sono sicura che sceglierei di andare via con te”

“Robin..” sussurrò il verde e si voltò verso di lei, abbozzando un sorriso.

La mora aveva le lacrime agli occhi, di nuovo. Quel sorriso si spense sulla sua faccia, era terribile, qualcuno, e ancora, la stava facendo soffrire! Prima lui, e adesso Rufy! Pareva non ci fosse fine a quella tortura!

Zoro la abbracciò tirandola a sé e il termometro cadde, fortunatamente sul letto. Lei appoggiò la testa sul suo petto.

“Non accadrà, demone. Sono ancora dell'idea che gli passerà. Quello che ha detto Rufy è vero. Noi siamo una famiglia e quindi nessuno abbandonerà nessuno qui. E' poco ma sicuro”

“Io non lo farò, non ti lascerò andare..” disse lei “..per nessun motivo al mondo”

“Beh, io non permetterò a nessuno che ci separino, che sia chiaro, archeologa!” fece lui. Doveva essere forte anche per lei in quel momento! La strinse di più, anche se quella ferita lì dietro dava un po' fastidio.

“Pensavo.. ad una cosa prima. Credo sia tutta colpa mia, Zoro. Sono stata io nell'isola a proporti di nascondere la nostra relazione a tutti..sono io che ho iniziato questo gioco pericoloso, quindi se c'è qualcuno che deve essere in qualche modo punito, sono io”

Il verde sospirò. “Beh..io ho accettato, potevo anche decidere di non starci. Invece abbiamo deciso insieme di nasconderlo..è inutile incolparsi adesso”

“Se avessimo detto tutto e subito..non saremo a questo punto...e non sarebbero stati coinvolti neanche Nami e Sanji! Magari quel fatto...”

Zoro si scansò e le prese le spalle, negando con decisione. Lei lo guardò un pochino confusa.

“Adesso basta, Robin! Non puoi fare questi discorsi! Non è colpa tua! E' solo Rufy che dà di matto! Ed è normale per lui essere completamente ammattito! Quindi non darti la colpa..ok?”

La mora mise un pochino il broncio, si sentiva davvero angosciata adesso!

“Devo parlarci..e gli racconterò tutto”

“D'accordo, adesso smettila però” fece lui e fece una smorfia, più che un sorriso. “E poi non voglio vedere più che stai male così, non lo sopporto”

La mora arrossì un poco e annuì.

“Vada come vada..noi staremo insieme” disse il verde.

Zoro perse quell'espressione dura e integerrima, i due si guardarono in modo tenero e complice, e poi si avvicinarono pian pianino.. E le loro labbra stavano quasi per toccarsi quando si spalancò di nuovo quella porta.

“Eccoci qui! Abbiamo fatto prima..” iniziò la rossa, ma si bloccò all'istante, vedendo che li aveva interrotti.

“Ma...!! Non si usa bussare in questa dannata nave?!” fece Zoro, inviperito.

“S..scusate!” fece la rossa, facendo uno sberleffo.

“Ohh.. diamo il ben tornato nel mondo dei vivi all'alga appiccicosa!” fece Sanji, entrando anche lui nella stanza.

“Chiudi la porta e chiudi il becco!” gli rispose il verde.

Nel frattempo Robin notò il termometro sul letto. Lo prese e lo osservò da vicino per capire il responso.

“Beh, almeno c'è una buona notizia, non hai più la febbre” commentò.

Nami, intanto, si sedette sulla sedia di fronte al letto, mentre il cuoco rimase in piedi.

“Allora, Chopper ci ha detto che avevate fretta. Che succede?”

La mora incrociò le braccia e balenò un'occhiata allo spadaccino. Lui le fece cenno di parlare.

“Poco fa è stato qui Rufy e ..era ancora molto alterato. In poche parole, ha ribadito che non ci perdonerà”

“Ancora..!” fece Nami, iniziando ad agitarsi e a tamburellare con il piede.

“Aveva il cappello per caso? Perchè è sparito dalla cucina..” chiese il cuoco, accendendosi una sigaretta.

“Sì, Sanji, ma non è finita” proseguì la mora “Ha detto che.. Zoro dovrà andarsene. E che io dovrò scegliere che cosa fare”

“COS'HAI DETTO?!” “CHEEEE??!”

Fecero in coro la rossa e il biondo. Avevano la bocca spalancata e gli occhi fuori dalle orbite!

“Ma...ma..sei sicura che abbia detto questo?? E che era lui?? Mi pare surreale!” aggiunse Nami.

“Sarà la fame, lo starà facendo delirare...” commentò il cuoco, aspirando la sigaretta con decisione.

“Beh, ha detto proprio così, che ci crediate o no!” disse Zoro, secco “E non sarei tranquillo se fossi in voi, a parer mio toccherà anche a voi la stessa sorte”

“OH, NO! E'..vero!..Dobbiamo aspettarcelo!” esclamò Nami, ormai era in evidente panico, non riusciva a stare ferma e si mangiava le unghie nervosamente.

“Quindi che si fa?” disse Sanji. Aveva già finito la sigaretta e se ne stava accendendo un'altra.

“BASTA!” urlò la rossa, alzandosi e sequestrandogliela con uno scatto fulmineo “Oggi ne hai già fumate 15!...O 20? Beh, non ricordo, comunque tante!! Smettila o ti ucciderai da solo!!”

Il cuoco mise le mani in alto in segno di arresa e la rossa si risedette buttandosi letteralmente sulla sedia, poi inspirò una boccata dalla sigaretta e si soffocò.

Tutti e tre la guardarono allibiti. Chi era il più esaurito lì dentro? Difficile decretarlo!

“Nami, vuoi dell'acqua?” fece Robin, fintamente calma.

“NO!..Cough! Ce la faccioh!”

“Io dico che dobbiamo parlarci al più presto..” disse la mora “Dobbiamo spiegargli come sono andate le cose e del perché abbiamo deciso di fare così..E poi dobbiamo dire che ci pentiamo di averglielo nascosto, deve essere chiaro questo. Così si calmerà, spero”

Nami annuì, il cuoco annuì e Zoro alzò le sopracciglia (era d'accordo..se quella era l'unica cosa da fare per uscire da quella situazione..!).

“Comunque non si è fatto più vedere, sembra che ci eviti..almeno con noi due” fece la rossa.

“E gli altri cosa dicono? Come vi sembrano?” chiese lo spadaccino.

“Mfh! Strani, direi” rispose il cuoco.

“Sì, è vero.. Sono distaccati, sarà che sono tutti presi dalle riparazioni alla nave ma...l'atmosfera è cambiata da quando Rufy si è dileguato. Però, il più strambo di tutti è...” Nami abbassò la voce e sussurrò “...è Chopper”

“Il medico?” chiese l'archeologa, stupita.

“A-hà!..E' sospetto! Ci tratta come ci trattano gli altri, in modo freddo..e poi due volte l'abbiamo visto anche confabulare qualcosa con Usopp e Brook.. Franky invece non ha aperto proprio bocca nelle ultime ore”

Lo spadaccino balenò un occhiata alla mora, lei lo guardò con uno sguardo preoccupato che lo fece solo spazientire di più.

“Quelli sanno qualcosa” decretò il verde.

“Lo penso pure io” affermò il biondo. Incredibile! Ultimamente erano in linea su troppe cose.

“Mm..è altamente possibile” confermò Robin.

“..E seriamente preoccupante” aggiunse Nami.

I quattro si guardarono in faccia velocemente e abbassarono la testa.

“Dobbiamo farlo adesso” disse il cuoco “E' inutile perdere tempo”

“E come facciamo a trovarlo?” disse la rossa alzandosi in piedi.

“Io dico..che sarà lui a venire da noi” disse il cuoco con aria furba.

 

---

 

Dopo un oretta circa, un profumino terribilmente invitante di carne arrostita si propagò ovunque sulla nave. Non era ora di cena, era troppo presto, ma il naso del capitano lo fiutò subito.

Il suo stomaco si attorcigliò e brontolò rumorosamente.

Malefico Sanji! Così l'avrebbe torturato sul serio! Perchè stava cucinando? E perché proprio della buonissima carne?! I compagni, poco prima, gli avevano portato del cibo di nascosto ma era stato troppo poco per lui! Ora stava morendo di fame di nuovo e quel profumino era troppo, troppo irresistibile..!

 

--

 

Sanji, Nami, Robin e Zoro si trovavano riuniti in cucina. La mora e il verde erano seduti vicino al tavolo, uno accanto all'altra, e il cuoco e la navigatrice erano appoggiati al bancone, erano più nervosi degli altri due per stare seduti.

Sul tavolo troneggiava un enorme cosciotto di carne contornato da patate arrostite che emanava un profumo spaventoso, la nuova porta della cucina era stata spalancata per far fuoriuscire l'odore.

Chopper aveva permesso all'archeologa e allo spadaccino di lasciare l'infermeria solo dopo che il verde aveva minacciato la renna di farlo a fette. Chopper era corso via spaventato. Zoro era stato duro con lui, però quella era una situazione d'emergenza e non c'era tempo per le sue esagerate preoccupazioni.. per non mettere in conto poi che il dottore probabilmente stava tramando qualcosa con gli altri! Robin sospettava che l'avessero in qualche modo intimidito..Chopper non era uno che tradiva i suoi amici ed era un ingenuo di prima categoria!

In quella stanza era calato il silenzio ormai da un pezzo. Nami e Sanji continuavano a lanciarsi occhiate ansiose, stettero tutti nei propri pensieri per un bel po', contando i minuti.

Un rumore poi li scosse. Un tonfo pesante fuori dalla porta. Sucessivamente, il capitano apparve dall'uscio.

Si era appena fiondato giù dall'albero maestro di peso, dunque. Lo videro entrare a bocca spalancata e saliva pendente dalla bocca, con gli occhi a forma di cosciotti di pollo. Poi Rufy, sempre fisso su quella carne che era quattro volte più grossa di lui, saltò letteralmente addosso al cosciotto e lo divorò in pochi secondi. Per poco non ingoiò anche quell'osso gigante!

“AAHHHhh!! Ora SI' che sono SODDISFATTO!!” esclamò sorridendo, in estasi “Che BUOONOO!!”

Il capitano iniziò a rotolare sul tavolo e poi cadde sul pavimento, ma era troppo felice per rendersene conto.

PPSSST!!!!” Qualcuno lo chiamò da dietro la porta, Zoro ebbe l'istinto di alzarsi per vedere chi fosse ma l'archeologa gli prese il braccio, fermandolo.

Psssstt!! Rufyy!! Non dovevi mangiare!!! Ma ..che cavolo combini?!”

I quattro si guardarono. Quello nascosto era chiaramente Usopp. Chissà che cosa avevano in mente quegli idioti! Sembravano d'accordo!

Intanto Rufy si mise in piedi e si schiarì la voce, era tornato all'improvviso serio, pareva.

“Beh, dunque! Allora! Che volete? Lo so che questa bontà era una trappola per attirarmi qui! E ci siete r.. Cioè no! ..INSOMMA! Sono venuto per mia volontà! E visto che sono qui, dovete dirmi qualcosa?!”

Non ci fu bisogno di alcun temporeggiamento né indicisione. I quattro avevano già deciso chi far parlare.

“Rufy..” disse Robin, alzandosi in piedi “Ti abbiamo attirato qui perché volevamo parlarti. Noi..prima di tutto, volevamo scusarci, con te e con tutti gli altri. Non è stato bello avervi nascosto tutto questo, lo sappiamo e ci dispiace molto”

“Beh, lo so che vi dispiace perché me l'ha detto Chopper” fece il capitano, tradendosi di nuovo, poi scosse la testa. “Cioè.. LO SO! MA NON MI IMPORTA! Ormai il danno è fatto, Robin! Quindi io, che sono il capitano, dovrò ...pensare a dei provvedimenti!”

Rufy si mise ad andare sù e giù per la cucina, con fare agitato...però era un pochino troppo esagerato il suo comportamento. I quattro si misero a studiare ogni suo gesto e parola con fare sospetto. Il capitano passeggiò senza meta come un matto per un po', facendo anche “Mmh!” pensierosi e teatrali, poi si fermò in centro stanza e li fissò tutti, da primo all'ultimo.

E l'ultimo era lo spadaccino.

“Beh, ho già detto a Zoro quale sarà la sua punizione..a Robin pure. Quindi ora dovrei comunicare anche a Sanji, e a te Nami, quello che ho pensato”

“Ma?! Fai sul SERIO?!” sparò lo spadaccino, che non ne poteva più di trattenersi. Ancora, la mora lo fermò, stringendogli il braccio. Era anche per quello che si era seduta vicino a lui!

Rufy gli balenò un occhiataccia e basta, poi passò a fissare gli altri due.

“Sanji, tu sei un bravo cuoco...ma per andare a God Valley ho estremamente bisogno di Nami. Quindi farai la fine di quell'altro, dovrai andartene. Questa è la punizione per chi mi tradisce”

Il cuoco strabuzzò gli occhi e la rossa si portò le mani alla bocca.

QUELL'ALTRO a chi?!” fece di nuovo il verde.

CHE COSA hai detto?!..” disse il biondo, pareva stordito.

Rufy annuì deciso, e per paura che i due reagissero troppo in malo modo, Robin parlò di nuovo. Parlò alzandosi e avvicinandosi al capitano, e lui la fissò imbronciato.

“Rufy, ti prego, ripensaci. Tu hai bisogno di me e Nami, come hai bisogno di Zoro e Sanji. Loro sono estremamente forti...senza di loro la nostra ciurma è...”

“Non mi interessa! Meglio deboli ma veri amici!.. E poi ne troveremo altri di compagni forti, no?”

Zoro e Sanji si scambiarono un occhiata incredula, non sapevano neppure loro se essere infuriati, sconcertati o altro..

Anche Nami si fece avanti, parandosi davanti al capitano.

“Robin dice la verità! Noi...noi siamo davvero, davvero dispiaciuti..! Possiamo fare qualcosa per rimediare?! Qualsiasi cosa, Rufy!” La rossa era disperata, aveva le lacrime agli occhi e le mani giunte, era una richiesta estrema quella!

Il capitano gli diede le spalle.

“Non lo so!” disse sbuffando e basta.

Robin intuì che forse quella era la strada giusta quindi le diede man forte. “Sì, giusto, Nami ha ragione. Noi siamo disposti a fare qualsiasi cosa per sistemare tutto, tu riavrai la nostra piena fiducia, Rufy. Non te ne pentirai, vedrai”

Il capitano tornò a guardarli. Nami e Robin avevano gli occhi carichi di speranza..

“Sanji e Zoro...siete della stessa opinione? Siete disposti a fare qualsiasi cosa pur di restare?” chiese il capitano, sfidandoli.

Il biondo ci pensò per alcuni secondi e poi, allo sguardo tagliente di Nami, annuì. Zoro invece, rispose con un occhiataccia a quella richiesta ma subito dopo lesse il labbiale della mora. “Fallo!” diceva, quindi disse un “Sì” di mala voglia, non gli pareva affatto giusto quel trattamento!

Come per magia, il broncio di Rufy scomparve. Fissò a terra per alcuni secondi mordendosi le labbra, e poi non riuscì a trattenersi e scoppiò in una risata. Ed era una risata vera quella, era divertito sul serio!

“Ah! Ah! AH!! Era proprio questo il mio obiettivo!..” disse “OVVIO che lo farete! Perchè era proprio a questo che volevo portarvi!! Ah ah!” poi rise ancora. I quattro ora erano un po' confusi..

PSST! Hei! Basta temporeggiare...diglielo e basta!!” fece ancora il nasone da dietro la porta, lui l'ascoltò.

“HEM! Allora...se vorrete essere perdonati davvero..dovrete fare delle cose..” disse Rufy, sorridente e pimpante. Aveva cambiato atteggiamento di botto! Rideva sotto i baffi in modo furbo e superbo. Sapeva di averli in pugno!

“Tu...avevi in mente questa cosa da prima!!” gli urlò alzandosi in piedi lo spadaccino, avendo capito il suo gioco.

“Ben detto! Non hai mai avuto intenzione di mandarci via! Confessalo!!” si aggiunse il cuoco, alterato.

Nami e Robin, intanto, tirarono un sospiro di sollievo..

“AH! AH! Certo, è così! Ma voi vi siete presi gioco di noi, quindi ora saremo noi, cioè IO a giocare! AH ah! E comunque vedo che voi ragazzi siete d'accordo in qualcosa finalmente! E' molto divertente!! AH AH AH!!!”

Il capitano ora li stava anche prendendo per il sedere! Incredibile!

“..Q..QUESTO E'..!”...“Disgraziato maledetto!..” esclamarono ancora i due in coro.

“Ma Rufy! Non si fa così!!” si inviperì la rossa “Noi eravamo sul serio preoccupati!!”

“AHHA!! HAHAHAHhh!!! Dovevi vedere la tua faccia Nami!! Ti prego non lo fareeh...AHAHHAHAH!!” gli fece lui e lei divenne tutta rossa. Stava rischiando sul serio di mettergli le mani addosso, quindi la mora intervenne ancora (l'unica cosa che le importava era che Rufy non avesse più l'intenzione di cacciarli!).

“Rufy, ok. Dicci quello che dobbiamo fare, allora”

Tutti si zittirono, inquieti, irritati.. ma interessati.

“Ah, vedo che sei curiosa Robin. Beh, per adesso, vi chiedo di preparare qualcosa di a dir poco grandioso per stasera. Intendo una vera festa, con tanto cibo e tutto il resto. Voglio anche degli addobbi, della musica e soprattutto...voglio che lo prepariate insieme. Oggi non farete altro che stare qui dentro e cucinare insieme e trasformare questo posto in qualcosa di magnifico. Alle 8 dovrà iniziare la festaa!” fece entusiasta. Era l'unico lì dentro.

“Cioè...ho capito bene...loro dovranno aiutarmi? Cos'è, un incubo?!” chiese il cuoco, interdetto.

“Certo Sanji! Questo è fondamentale per essere perdonati! Dovrete fare tutto insieme!”

“Oh, ma io non so cucinare...” commentò la mora, pensierosa.

“Beh, ti aiuterà Sanji..non è vero, Zoro??” lo provocò Usopp, che aveva messo solo il naso lì dentro.

“Brutto.. NASONE!! E' opera tua questa vero?!! Vedrai quando ti beccherò!” sclerò il verde, ma il cecchino si era già volatilizzato.

“Ah! Ahahah! Allora buon lavoro, ragazzi!” fece il capitano andandosene. Ma poi aggiunse qualcosa prima di lasciarli. “Vi passeremo il necessario e Chopper dopo verrà per le medicazioni...Io intanto penserò alle prossime 'prove' per voi.. Ah no, scherzo! Ce le ho già tutte in mente! Hihihihi!!! Ciao Ciaoo!”

La porta si chiuse con un botto e si sentì il clock della serratura. Quel pazzo gli aveva pure chiusi dentro!

 

--

 

“Cioè...io non ho parole!! Ma chi sarà la mente di tutto?!”

“Usopp.. a parer mio”

“Sì..è di sicuro lui ma anche Rufy.. Sai, all'inizio era davvero infuriato con noi...però magari dopo quel naso bugiardo gli ha fatto la proposta di vendicarsi, ed ecco che lui ha abboccato! Sì perché questa è una vendetta! Non so come chiamarla altrimenti!”

Robin annuì all'amica e continuò a tagliare i pomodori.

Sanji, appena Rufy aveva chiuso la porta, aveva messo subito in chiaro come sarebbero andate le cose: lui avrebbe detto ai compagni cosa fare...e loro avrebbero fatto il minimo necessario e le cose più semplici. E soprattutto, avrebbero dovuto seguire le sue istruzioni alla lettera. Lo spadaccino aveva tirato fuori le katane e si era offerto di affettare la carne e magari anche il cuoco, e le ragazze avevano dovuto separare i due da subito. Poi, iniziando a lavorare, tutto era filato più o meno liscio..

“Ah, Robin! Sei precisissima!” le disse il cuoco passando a controllare. Poi vide anche il lavoro della rossa, le sussurrò un “Perfetto” e le premette un bacio sulla tempia. Infine si girò a vedere il verde che combinava.

Zoro stava lavando le altre verdure al lavabo, e stava bagnando pure per terra da quanto le strofinava.

“Hei!! Non dobbiamo fare una zuppa! Mettici meno foga! E non fare tutto sto casino!!” lo rimproverò.

Lui si girò incavolato, minacciandolo con un lungo cetriolo in mano (era pure buffo con il grembiule!) “Stai attento a come ti rivolgi a me, cuocaccio della malora!”

Nami, Sanji e perfino Robin, non poterono trattenersi dallo scoppiare a ridere.

“Quella non è una spada, Zoro! Ah ah!” la rossa era piegata dalle risate.

“Mfu! Fuh! E'..troppo carino!” commentò la mora.

“..E finitela voi due!!” Il verde rimbeccò anche le ragazze e si girò imbarazzato, rosso come un peperone. “Mi vendicherò alla grande per questo!” fece, e poi non spiaccicò più parola.

I tre tornarono seri e il cuoco si mise a trafficare con le pentole per iniziare a cuocere i cibi. Mentre Robin e Nami continuarono a tagliare e chiacchierare.

“Pensavo che ormai sapessi cucinare bene, visto il tempo che hai trascorso qui..” fece la mora all'amica.

“Noo..sono un disastro! Davvero, non fa per me. Il massimo che ho sempre fatto è stato tagliare il pane, preparare la tavola o girare qualche zuppa ogni tanto..e più di una volta ho pure rischiato di rovinare qualcosa!”

“Mfh! Allora vi compensate!” fece Robin, poi sussurrò a bassa voce “E...per quella cosa..ci sono stati progressi?”

La rossa abbassò subito lo sguardo. La cosa che più la imbarazzò fu realizzare che, proprio su quel bancone, poche ore prima era successo l'incredibile..

“Beh..sì. Abbastanza” disse solo.

“Mm, interessante...mi sembri in imbarazzo, navigatrice! Allora ci deve essere molto da raccontare..” fece la mora maliziosa.

La rossa sorrise e annuì, poi cambiò discorso parlando piano pure lei.

“Approposito..Mi stupisco che Zoro abbia accettato tutto questo...però ho capito che qualcosa c'entri tu, eh?”

“Beh, devi sapere che l'ho perdonato per il suo comportamento...ma solo ad una condizione”

Nami spalancò gli occhi, curiosa.

“Dovrà soddisfare tutte le mie richieste per un po'..sarà il mio schiavo” disse lei sorridendo.

“Ohh..e ha accettato?! Dev'esser stato disperato! Hi! Hi!...Questa sì che è una bella pensata Robin! Che genio che sei! Quasi quasi litigo con Sanji e faccio come te! Bell'idea quello dello schiavo...”

“Ma Nami! Sanji è già il tuo schiavo, basta che chiedi qualcosa e lui si uccide per te!” commentò divertita la mora.

“Ah, sì...beh, hai ragione”

Le due ricominciarono a ridacchiare e i due ragazzi si girarono a guardarle. Poi si buttarono un occhiataccia l'un l'altro e continuarono con i propri lavori.

 

Dopo un po' le ragazze iniziarono a creare qualche addobbo per la cucina, mentre Sanji e Zoro erano ai fornelli. Si sentiva il toc-toc-toc continuo dello spadaccino che tagliava a fettine le cipolle, una montagna di cipolle.

Ad un certo punto iniziò anche a tirare sù col naso.

“Snif! Snif!!...Non ti bastano? Quante ne vuoi ancora?!” fece Zoro.

“Ancora cinque..no, sei, meglio” gli rispose il cuoco facendo saltare sulla padella le verdure.

“Non ne posso più..” disse il verde, poi il cuoco lo fissò.

Zoro stava piangendo, e lui sorrise malignamente. Quelle cipolle pizzicavano gli occhi terribilmente! E lui gliele aveva date apposta. Almeno così per una volta non toccava a lui quella fine! In pratica ora il cuoco aveva cipolle pronte per due mesi.. L'unica cosa che avrebbe fatto lui sarebbe stato scongelarle!

“Robin-chan, fammi un favore. Porta un fazzoletto al superuomo!” fece il biondo ridendosela di nascosto, e la mora ubbidì subito, allarmata.

Arrivò saltellando dallo spadaccino e lo guardò perplessa.

“Non. Dire. Una. Parola!” le disse Zoro, e Robin si sforzò di non reagire. Si mise ad asciugargli il viso serrando la bocca..era troppo brutto ridergli ancora in faccia!

“Sei bravissimo e...adorabile, mio schiavo” gli sussurrò pianissimo lei, poi gli diede un bacio di incoraggiamento sulla guancia e tornò da Nami.

Zoro sbuffò.

“Quanta fortuna ha questo salice piangente..” commentò il cuoco aggiustando di sale la salsa al pomodoro.

“Sta attento che sono armato adesso...” gli rispose lo spadaccino, facendo luccicare il coltello.

“Beh, anche io. Mi basta una padella per farti fuori”

“Se...se...come dici tu”

“SAANJII!????” Nami chiamò il cuoco. “Secondo te come sta qua?”

Il biondo si girò. Nami indicava un mega addobbo di carta colorata che era a mezz'aria, retto dalle molteplici mani che aveva fatto comparire Robin. Il pallone di carta traforato troneggiava sopra la tavola principale.

“Beh, è magnifico! Ok per me!” fece lui.

“Bello eh? L'ha fatto Robin in poco tempo!”

“Caspita sei un'artista Robin-chan!” si complimentò il biondo.

“Tu credi? A me pare banale...” commentò la mora.

Anche Zoro si girò. “Mm...mi sembra Rufy quando mangia troppo” sentenziò con noncuranza. Robin gli rifilò un occhiataccia e lui le sorrise malefico, prima di tornare a tagliare verdure.

“Che antipatico!” commentò la rossa “..Comunque va bene qui! Basta agganciarlo allora, Rob!”

--Toc!Toc!--

La serratura fece un clock e la porta si aprì. Era la renna, con tanto di rotoli e disinfettante alla mano.

“Buongiorno! Sono qui per le medicazioni!” fece in tono solenne.

“Ah, bene! Così ci dirai cosa confabulano quelli fuori..” disse lo spadaccino mollando la sua postazione “E soprattutto ci dirai tu da che parte stai” fece, indicandolo con il coltello in mano.

Chopper corse dietro alla mora, veloce come un fulmine.

“Mi dispiace! Ma tocca prima a Robin!” gridò, e lei gli disse di non preoccuparsi, che Zoro avrebbe fatto il bravo. La renna si sedette guardando bene che lo spadaccino tenesse le distanze, e iniziò a togliere la fasciatura all'archeologa.

“Mm..mi pare molto bene! La ferita si è chiusa in fretta...ah, quella formula è fantastica”

“L'unguento dici?..Tu invece? Tutto bene, dottore?” gli fece lei, studiandolo.

“Ssì...perchè?”

“Perchè sicuramente non ti trovi in una bella posizione, no?” disse comprensiva Robin.

Chopper la fissò, con lei era sempre facile aprirsi. “Sì...mi dispiace ma non posso dirvi nulla..Però posso dirvi che non ho detto niente su di voi...anche perché Rufy vuole saperlo dalle vostre bocche..Oops! Questo non dovevo dirlo!.. Comunque non vi ho tradito...lo giuro, Robin!!”

“Ti crediamo..dottore” La mora gli sorrise e lo accarezzò sulla testona.

“Mah..io non so più a chi credere sinceramente!” fece Zoro guardandoli sospettoso e a braccia conserte.

“Beh, non serve a nulla chiederselo, cetriolo!” gli fece il biondo accanto a lui “Se hai finito, non perdere tempo e spazza qua! Almeno così fai qualcosa!..Anzi no! Lava le stoviglie! Mi servono”

“Cosa sono?! La tua serva adesso?!! Spazza qua..Lava..Taglia..OHIII??!!” gli urlò il verde indemoniato.

“State collaborando?” chiese la renna “Vi conviene sennò Rufy non vi perdonerà..”

“Perchè?! Sei venuto a controllarci?!” gli gridò il biondo, cercando di colpire con la scopa il verde.

“EH?! Dillo che fai il doppiogioco Chopper!” Zoro nel frattempo che urlava questa frase, intercettò la scopa e con il coltello la tagliò perfettamente a metà.

“Maledetto stronzo! Me la ripaghi questa!!”

“Nessuno ti ha detto di darmela in testa, demente!”

“BASTA VOI DUEE!!” urlò la rossa, che stava mettendo in giro altri festoni “Altrimenti vengo lì e vi strozzo con questi!”

Così Zoro e Sanji tornarono alle loro faccende brontolando.

“Beh...mi pare tutto regolare” commentò Chopper, finendo di sistemare la mora. “Direi che ora puoi appoggiare la gamba a terra, ma non camminare troppo, ok?”

“Daccordo, grazie” disse Robin.

“Le stampelle di Franky non ti serviranno più”

--CRASH!--

Qualcosa dentro al lavello si ruppe.

Tutti si girarono a vedere chi era stato. Ovviamente era stato Zoro a fracassare i piatti.. e a tagliarsi pure.

“Cosa centra.. Franky?” disse, togliendo le mani dal lavello e girandosi con uno sguardo indemoniato verso la renna.

Chopper spalancò gli occhi, impaurito. Capì di aver detto qualcosa di troppissimo stavolta.

“L..le..s-stampelle..s..sono state...f..fatte da F-Franky! E'...è stato...g-gentile” balbettò il dottore.

“Ma davvero?...” gli fece con un aura spaventosa lo spadaccino “Che meraviglioso pensiero..”

Sanji e Nami si scambiarono un'occhiata allarmata.

“Sì, ma adesso non le userò più. E Chopper le farà sparire... vero?” disse Robin, poi sussurrò al dottore di scappare. Chopper non se lo fece ripetere due volte. Si scaraventò verso la porta urlando che sarebbe passato più tardi per Zoro. L'uscio sbattè forte chiudendosi, la renna serrò la serratura e poi si sentirono le zampette battere per terra velocissime. Chopper corse via e non si fece più vivo fino all'ora di cena.

“..E tu lo sapevi, giusto? Ma non mi hai informato del particolare.. Molto brava” fece il verde squadrando la mora.

“Non capisco perché darti altri pensieri inutili...” commentò tranquillamente lei.

“Giusto! Visto il casotto che hai combinato, ha pienamente ragione! Robin-chan è troppo avanti per te!” gli fece il cuoco, iniziando ad arrostire dei cosciotti.

“Senti tu! Ma che cacchio centri?! Sta zitto!”

“Franky l'avrebbe fatto comunque...perchè è un buon amico” commentò anche Nami “E poi è stata un'idea di Chopper quella delle stampelle..lui si è solo offerto di realizzarle”

E per fortuna, quell'ultimo commento della navigatrice calmò gli animi definitivamente.

--

 

Dopo due orette di lavoro, tutte le pietanze erano pronte, mancavano solo quindici minuti all'ora fatidica, l'ora della festa. I quattro ragazzi erano molto provati e stanchi ma erano riusciti nel loro intento, tutto era perfetto e la cucina era un tripudio di festoni e colori. Era incredibile ma erano riusciti a collaborare e terminare quell'impresa, e anche in anticipo!

“Ragazze, avete fatto un capolavoro!” ammise il cuoco, tamponandosi la fronte.

“Grazie tesoro! Ma sei tu che hai fatto il miracolo!” fece la rossa andando ad abbracciarlo.

“Hei! Ma sei tutto sudato! Sarebbe il caso che facessi una doccia!” disse ancora, poi però gli stampò un bacio sul collo.

Zoro, abbandonato al bancone, guardava i due un po' schifato, e si sentiva stremato. “Che palle...non pensavo che fare la donna di casa stancasse così tanto!”

“Cos'hai detto, demente?!” gli fece Sanji.

“Mfu! Fuh! Cucinare e fare ordine è più stressante di quanto pensi!” gli disse Robin, ridacchiando.

“Inoltre, badare a lui che non faccia troppi disastri è ancora peggio!” aggiunse il cuoco.

Tutti e tre risero di nuovo e Zoro non fece altro che guardarli in modo torvo.

“Che ne dici di darci una sistemata, Nami? Abbiamo poco tempo” disse la mora.

“Sì! Sì! D'accordo!! E poi tutti i nostri vestiti sono qui dentro. Vieni che ti mostro! Ragazzi..noi andiamo a rinfrescarci!”

Così Robin e Nami sparirono per dieci minuti buoni dentro la piccola stanzetta-bagno che c'era in cucina, mentre Zoro e Sanji decretarono di essere troppo stanchi anche per lavarsi, si sciaquarono solamente faccia e braccia sotto il lavello e poi si misero seduti ad aspettare che tutti arrivassero stappando una bottiglia di sakè e fumando.

Quando le due uscirono da quel buco, erano tutti e due già al terzo bicchiere. Nami e Robin li videro fare pure “kampai”..e si sorpresero non poco!

“Alla tua, cuocaccio”

“No, alla tua...salamandra!”

“S...salamandra??!”

“La salamandra è verde e si appiccica dappertutto..e dico dappertutto” fece il biondo con uno sguardo pieno di sottointesi.

“Non ti conviene bere ancora, stai farneticando lumacone! E poi chi servirà la cena?”

“L..lumacone?!”

Zoro fece roteare il suo dito, indicando le sopracciglia del biondo e finendo anche quel terzo bicchiere.

“Alto là, Sanji! Zoro ha ragione!” fece la rossa intromettendosi tra i due. Poi prese il bicchiere del cuoco e se lo scolò lei.

“Mm! Molto buono!” commentò.

Sanji la fissò strabiliato.

“HEI! Ma..ma TU sei molto buona!...cioè meravigliosaa!!!” fece e i suoi occhi si trasformarono in due cuori pulsanti.

In effetti Nami si era preparata molto bene: un corto vestitino rosa a pois bianchi, una scollatura da paura e capelli raccolti di lato in una treccia. Era vero, era uno schianto..e lo sapeva.

“Posso avere anche io un po' da bere?” fece la mora, picchiettando sulla spalla di Zoro.

Lo spadaccino si voltò e la sua bocca si spalancò. Lei gli sorrise e, lo stesso dito che prima gli aveva battuto sulla spalla, gli chiuse la mascella. Robin ridacchiò e si versò da bere, mentre lo spadaccino non riusciva a staccargli l'occhio di dosso.

“Direi, Robin, che hai fatto colpo!” fece la rossa, mentre il cuoco si tappava gli occhi per non fare gaffe.

La mora indossava un completo scuro e brillantinato che gli copriva il decoltè ma le lasciava le spalle scoperte, era una tutina con pantalone lungo ed elegante, e i capelli gli aveva raccolti molto alti, in un voluminoso chignòn.

“Voi non andate a cambiarvi?” chiese la mora.

“Ah...no, però..adesso che ci penso dovrei avere un cambio proprio in bagno!” fece Sanji con ancora le mani in faccia.

“Dai, scemotto! Toglile!! E vai a cambiarti! Anzi! Andate tutti e due!!” fece Nami scompigliandogli i capelli.

“OK..ok..andiamo!” fece il biondo, fissando da un altra parte e prendendo per la maglietta Zoro (che era ancora incantato). “Mi sa che ho qualcosa anche per questo qui! E un paio di occhiali scuri...ci vorrebbero!”

Zoro protestò ma la rossa insistè, quindi sparirono tutti e due per gli ultimi tre minuti rimasti.

L'inizio della festa era imminente.

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Capitolo 18
*** Festa ***


All'ora x, le otto in punto, qualcuno fece scattare la serratura della cucina. La porta si aprì e si sentì un certo nasone commentare l'evento con un “Mi sa che si sono accoppati a vicenda stavolta”.

Rufy, Brook, Franky, Usopp e Chopper entrarono pian pianino, non si vedeva nulla, era tutto buio.

“Oh, no..sono morti sul serio!” fece Chopper, ma poi una luce all'improvviso li accecò.

“TAA-DAAANN!!!” fecero la rossa e il cuoco e i quattro si illuminarono di sorpresa. Una musica dance si propagò nell'aria, la festa era partita!

La cucina era un tripudio di colori e la tavola era imbandita di antipasti e aperitivi. Nami e Sanji avevano un grembiule da camerieri, e la rossa stava già facendo segno ai commensali di entrare. Robin e Zoro sorridevano in piedi e vicino al tavolo e ammiravano gli arrivati che, anch'essi, erano vestiti a festa.

Rufy fece un ampio sorriso ai quattro, poi, dopo un “EVVAIII!!” si fiondò al tavolo, così presero posto tutti, imitandolo. Sanji restò in piedi e si schiarì la voce, voleva dire qualcosa prima di iniziare a servire la cena.

“Rufy, e anche voi.. Franky, Chopper, Brook e Usopp.. questa cena è per voi. E' stata dura ma secondo me..ce l'abbiamo fatta”

“Hei! Lascia che giudichi io, Sanji!” fece il capitano a braccia conserte ma sorridendo.

“... Noi abbiamo fatto del nostro meglio. Con questo vogliamo dimostrarvi quanto siete importanti per noi e quanto è preziosa la nostra ciurma. Siamo concordi su questo: voi siete la miglior famiglia che abbiamo mai avuto.” Detto questo, Sanji alzò il calice di vino.

Tutti lo imitarono, Franky e Chopper erano in lacrime e anche il capitano sembrava colpito da quelle parole.

“Per i Mugiwara....KAMPAIII!!!” e “KAMPAII!!” fecero in coro.

I bicchieri picchiettarono tra di loro e i calici si svuotarono in fretta, tra applausi e risate.

“Chi ne vuole ancora?” fece Zoro con la bottiglia in mano (che prima ancora di dirlo aveva già riempito il suo calice!).

Il cuoco si mise seduto e disse che si poteva iniziare a mangiare, ma in verità qualcuno aveva già iniziato. Rufy infatti, aveva già la bocca piena di tartine e voulevant e masticava rumorosamente.

“Mmmh!!! Buonee Quesshhtee!! E anche queshhte!” sputava pure, ma la rossa questa volta non glielo fece notare, lo osservò solamente, compiaciuta e felice.

“Ti sta un po' strettina quella camicia...ma meglio così” fece la mora al suo compagno accanto, e Zoro sorrise. In effetti quella camicetta blu a righette gli stava troppo aderente.

“Ho sentito un crack prima..deve essersi lacerata. E non ho ancora mangiato” commentò a bassa voce.

“Mfu! Fuh! Farai partire i bottoni allora! Dovrei scappare e mettermi al sicuro..”

“Ti proibisco di lasciare la tua postazione, archeologa! Qui sei al sicuro, molto al sicuro..” le garantì con sicurezza lo spadaccino osservandola da vicino, e poi sorrise di nuovo. Quel benedetto sorriso la fece bloccare un attimo.

“HEMM!! Robin! Vuoi ancora antipasti o ti è sparita la fame?” fece la rossa, destandola.

Robin, un po' colta di sorpresa, prese il vassoio e lo diede a Zoro. Solo allora si accorse che c'erano troppi occhi che li stavano osservando.

“Beh, io mi tengo per dopo..” disse, cercando di rimanere indifferente, ma era arrossita.

“Hah! E' troppo divertente da vedere!” fece Rufy, con ancora la bocca strapiena.

“E' surreale, vorrai dire...cioè! Buoni gli antipasti, Sanji!” commentò Usopp.

Il cuoco se la rise e gli diede una pacca sulla spalla. “Ingozzatici” gli spifferò, con un occhiata terribile “Sono sicuro che c'è il tuo zampino sotto a tutto questo”

“Ma no...che ti sei messo in testa..ah! Ah!”

I due se la risero fintamente, mentre tutti finivano gli stuzzichini. Gli occhi erano comunque sempre tutti puntati sulla rossa e sul cuoco...e ancor di più sull'archeologa e lo spadaccino. Era visibile, anche se nessuno lo diceva e si riempiva la bocca e basta: erano ancora tutti troppo increduli riguardo quella situazione!

“Non sei più venuto...Chopper” fece Zoro alla renna “Che coraggio..”

Il dottore, che era seduto davanti a lui, lo guardò con gli occhioni spalancati. “N..no, avevo da fare. Però quando finiamo ti controllerò, sicuro!” gli disse, fingendo calma.

Dopo un pochino, Nami iniziò a togliere le cose di troppo e Sanji si alzò per portare i primi. Il cuoco servì ai commensali tre tipi di primi diversi: una zuppa ramen, dei ravioli di pesce e del pasticcio di carne. Erano delle piccole ed eleganti porzioni, cosicchè tutti riuscissero a finire di mangiare ogni cosa. Ovviamente il capitano ebbe le porzioni tre volte più grandi per la sua pancia che non aveva fine!

“Sanji...ti sei superato! Yoho! E' buonissimooo...anche se le papille gustative non le ho!”

“MM! Veroo! E' tutto deliziosho! Chi ti ha dato una mano a fare queshti piatti?” chiese il capitano, ingoiando poi il boccone.

“Per i ravioli, Robin...il pasticcio l'ha assemblato Nami... e Zoro ha tagliato le cipolle e la verdura della zuppa” disse il cuoco.

“Non nominare quelle stupide cipolle..” fece il verde, nauseato. E tutti risero.

“Ah! Ma la gran parte del lavoro l'ha fatto lui, eh!” fece la rossa “Ha diretto tutti magistralmente!..E' proprio eccezionale il nostro cuoco!” Nami prese una guancia del biondo e la strizzò, schioccandogli poi con enfasi anche un bacio su quella guancia.

Si rese conto dopo del silenzio che aveva creato. Ok, non avrebbe dovuto essere così spontanea, non ancora per lo meno...però le era venuto naturale! Sanji le sorrise con gli occhi a cuore, guardando dopo anche gli altri un po' stupidamente.

“Oii! E' finito il vino!” fece lo spadaccino e la mora ridacchiò. Non era vero, non era finito..Zoro voleva solo destarli tutti da quell'intorpidimento generale.

“AH SI'! Andiamo a prenderlo Nami!” fece il biondo scaturito, e si alzò.

Per tutta la sera si susseguirono scene di questo genere, ogni volta che i quattro interagivano fra di loro in modo nuovo e per gli altri innaturale, tutti si bloccavano a studiare i comportamenti dell'uno e dell'altra come se stessero osservando degli alieni.

Dopo il primo, arrivò il pezzo forte. Anzi..i pezzi forti.

Sanji sparecchiò e poi chiese a Zoro di dargli una mano a portare il secondo. Lui lo guardò male, l'archeologa gli diede una piccola gomitata e lui si alzò. Poi lo spadaccino andò a trafficare con Sanji dietro al bancone.

Calò un silenzio carico d'attesa, si sentivano solo le pentole sbattere e i due parlottare piano lì dietro, a tratti si sentiva anche qualche parolaccia.. Nami e Robin si scambiarono un'occhiata divertita, loro evidentemente sapevano che cosa stava succedendo lì dietro.

Ad un certo punto, qualcosa dietro a quel tavolo si alzò a mezz'aria: era un enorme vassoio con un enorme ammasso di carne sopra, succulenta e ancora fumante. Una montagna di costicine, cosciotti, salsicce e polpette varie...tutti sistemati a forma di un gigantesco cappello di paglia (la striscia del cappello era stata fatta con una riga di patate arroste immerse nella salsa ketchup!). Che dire...Sanji era un cuoco fantasioso! Rufy iniziò a sbavare e tutti gli altri fissarono increduli l'arrivo di quella cosa, così inebetiti che in pochi si accorsero che anche Zoro, che reggeva da sotto quel vassoio, era sporco di ketchup dappertutto!.. Però se ne accorsero dieci secondi dopo quando, ormai arrivato dai commensali, la sua camicia tesa all'estremo non resse più. I suoi bottoni schizzarono dovunque e la camicia si aprì in più punti con un chiaro crack! E partirono anche diversi schizzi di salsa rossa ovunque.

Urlarono tutti..soprattutto il cuoco che si mise le mani in testa gridando “La mia camicia!!” e Chopper che si spaventò pensando fosse sangue..

“LA FERITAA!!” sbraitò il dottore con orrore, e andò a controllare correndo subito da lui. Ma era tutto ok, la fasciatura era ancora lì, invariata.

Zoro appoggiò il grande vassoio sulla tavola con un aspetto buffissimo (quello che aveva addosso ormai non aveva più una forma) e tutti risero di nuovo. Subito, Rufy si fiondò sulla carne, poi tutti lo imitarono entusiasti, il cuoco portò i contorni e nuovamente da bere, e lo spadaccino tornò al suo posto sbarazzandosi dei pezzi di camicia rimasti addosso.

Robin stava ancora ridendo quando lui arrivò.

“Mfu! Fuh! E' stato terribile!” gli disse “Dobbiamo rifarlo assolutamente!”

Zoro la fissò e sorrise ampiamente. “Smettila adesso!” le fece, ma poi si mise a ridere assieme a lei.

Poi lo spadaccino sentì qualcuno battergli sulla spalla.

“Questa è un po' grande, ma mettitela. Un uomo degno di rispetto non sta a tavola a torso nudo”

Zoro voltò la testa, dietro di lui c'era Franky che gli porgeva la sua giacca. Una giacca delle sue, senza maniche e un po' enorme.. ma meglio di niente. Il verde lo fissò stranito.

“Mi scuso con te per averti aggredito, spadaccino..e anche per quello che ti ho detto” aggiunse il cyborg seriamente.

“Beh..d'accordo. Grazie, Franky” disse un po' spiazzato il verde, e il cyborg gli tese la mini mano. I due se la strinsero ma rimasero seri.

Quando Franky se ne andò, Robin fece un sorriso a Zoro, sollevata. Era contenta che si fossero un poco riappacificati. Osservò il compagno mettersi la giacca e si trattenne dal ridere ancora. Quello che aveva messo addosso, su di lui sembrava più una vestaglia smanicata che altro..e poi aveva una fantasia troppo stramba per un tipo serio come lui!

La montagna di carne, a poco a poco, andò sparendo..a dirla tutta gli ultimi trenta pezzi li fece fuori il capitano da solo, poiché gli altri non ne potevano proprio più.

La cena stava proseguendo molto bene, tutti avevano coperto di complimenti il cuoco, Rufy non aveva commentato altro ma la sua pancia dimostrava l'apprezzamento più di ogni altra cosa. Sembravano tutti felici e sereni di facciata..ma qualcosa di strano aleggiava ancora nell'aria. Nessuno aveva fatto domande. Nessuno aveva accennato a loro...a come era successo tutto, al quando e al come. Pareva un argomento tabù al momento di cui tutti evitavano accuratamente di parlare. La loro curiosità si manifestava prepotentemente però quando i quattro facevano qualcosa di insolito, bastava davvero un dettaglio per stordirli..sì, stordirli era il termine esatto. Bastava un sorriso in più, un vino versato con troppa attenzione, una mano sulla spalla, una macchiolina di ketchup levata via dal viso in modo sfuggente..

Robin e gli altri non fecero altro che assecondare quel bel momento e basta, anche loro non iniziarono alcun discorso riguardo i loro sentimenti, non volendo affrontare ancora l'argomento. Capirono che fosse meglio aspettare il volere del capitano e degli altri. La cosa migliore al momento era godersi quella cena e quella compagnia che avevano rischiato di perdere con le loro errate decisioni.

Tolto il grande vassoione dalla tavola, Sanji li osservò tutti : parevano un po' provati da tutto quel cibo!

“Ehm...ragazzi, io avrei anche il dolce...ma magari ve lo servo fra mezzoretta, ok?”

Si elevò un “Seeeeh....”, un 'sì' d'approvazione molto stanco, era chiaro che i compagni avevano bisogno di digerire un po'.

“Cuoco! Non è che c'è un amaro o un digestivo bello forte in dispensa?” fece Zoro.

“Mmh? Sì, credo.. Giusto! Certe volte hai delle intuizioni che mi spaventano” commentò il biondo.

“Allora vado a vedere!” fece il verde, non dando retta a quella frase e spifferando alla mora di seguirlo.

Zoro si alzò e Robin fece altrettanto, dichiarando che avrebbero fatto presto.

Tutti osservarono le mosse dei due e fecero mentalmente uno più uno: ultimamente, tutte le volte che da quella cucina era uscito l'uno, poi era andata via anche l'altra. Era stato tutto sotto gli occhi di tutti ma nessuno se n'era mai accorto.

“Ah..Ah! Brava Robin! Vai sennò Zoro si perde lì dentro!” Nami cercò di togliere l'attenzione da quella cosa ma nessuno rise.

“Allora..come stanno andando le riparazioni??” fece il cuoco.

–-

 

Robin e Zoro entrarono in dispensa e l'archeologa si mise subito a cercare il digestivo tra le bottiglie di vini e sakè.

“E' un peccato che sia così freddo qui dentro..” commentò lui.

La mora voltò il capo, lo spadaccino era dietro di lei con il naso appoggiato al suo collo.

“Perdonami ma..questa cosa che hai addosso..è un ossessione” disse, prendendole i fianchi e baciandole la nuca con ardore.

Robin sbuffò divertita. Si stava riferendo al vestito o al profumo?

“Qualcosa mi dice che non sei venuto per l'alcol..” disse la mora, che aveva avvertito una certa presenza tra le sue natiche.

“Sto solo prendendo due piccioni con una favola” fece lui, leccandole la spalla.

“Mfu!...fava. E comunque, samurai..non mi pare il caso..gli altri ci stanno aspettando”

“Lasciali aspettare”

–-

 

Nel frattempo Nami, per animare un po' la serata, aveva alzato la musica e con Chopper, Usopp e Rufy in compagnia della sua pancia enorme, aveva iniziato a ballare. Dopo poco si unirono anche Brook e Franky.

“E' ottimo per buttare giù tutto quello che hai mangiato Rufy!!” gli urlò la rossa, agitandosi.

Il cuoco li osservava divertito e intanto ultimava la decorazione del dolce.

Passarono dieci...venti minuti così. Poi anche Zoro e Robin tornarono dalla dispensa. La mora andò a ballare (anche se un po' di malavoglia) poiché Nami, appena la vide, insistè subito a volerla vicino, mentre il verde si appoggiò al bancone, posando anche le due bottiglie di digestivo.

“UUEEE, testa d'alga! Ma quanto ci avete messo?! Non sapevamo più cosa inventarci!” gli fece Sanji, analizzandolo.

Chissà perché a Zoro sembrava che quella domanda ne celasse un'altra che non voleva essere detta.

“Non trovavamo più le bottiglie” rispose, sfidandolo.

“Ah sì? Ne sei sicuro?..”

“Sicurissimo”

“Che figlio di buona donna..” commentò il cuoco lasciandolo perdere.

Zoro sorrise. “Ringrazia che mia madre manco l'ho conosciuta!”

 

Dopo poco, Chopper intimò Robin di fermarsi e di non saltellare più sopra la sua gamba ancora convalescente, così la mora, e piano piano tutti gli altri, smisero di ballare e tornarono al tavolo.

Nami abbassò la musica e Zoro portò in tavola il digestivo e lo versò a tutti.

“Ragazzi, godetevela perché...questa è la prima e l'ultima volta che faccio il cameriere!”

“Ma se sei così bravo!” lo prese in giro Nami.

“E spero bene che ti toglierai dai piedi!!” fece Sanji, presentandosi con il dolce.

Un chiaro “WAAOOO!!” echeggiò nella cucina.

Il cuoco reggeva una torta multistrato e multicolore, alta quasi un metro. L'archeologa la studiò bene: aveva esattamente nove strati, ogni strato di un colore diverso, non era un'esperta in pasticceria ma quella copertura sembrava proprio panna colorata! Su ogni strato c'era scritto il nome di un Mugiwara.. e sulla cima troneggiava un piccolo cappello di paglia in pasta di zucchero. Beh, era qualcosa di geniale! Anche se lei avrebbe preferito una cosa più dark..

“E' incredibile, signor cuoco! YOHO!!”

“Bellissima...” commentò la rossa, che non aveva parole, quella era una sorpresa per tutti!.

“Sembra di zucchero filato arcobalenoo!!” disse Chopper, con gli occhi a stella.

Rufy era a bocca aperta, come tutti del resto. Sanji appoggiò l'opera d'arte sul tavolo e tutti fecero silenzio, perché sapevano che lui avrebbe fatto la presentazione.

“Volevo realizzare un dolce speciale quando ho pensato a questa cena, una torta tutta nostra, solo nostra. Ogni strato rappresenta uno di noi, ogni livello ha un gusto diverso, sono tutti alla frutta ma ripieni di crema al cioccolato. La base è rossa perché rappresenta Rufy, è lui che ci lega, che ci tiene tutti insieme e regge le sorti della nostra ciurma. Poi ci sono tutti gli altri, in ordine d'arrivo, dal basso verso l'alto. Ma questo è solo quello che si vede dall'esterno...” disse il cuoco e prese il coltello.

Fece un abile mossa e tagliò la prima fetta. Tutti si aspettavano che quella fetta rossa, fosse color rubino anche dentro...ma non fu così.

“OOOHHH!!!!.....” fecero tutti in coro.

L'unica cosa chiara era il ripieno al cioccolato, ma il resto dell'interno della torta era un mix di colori! Sanji continuò a tagliare e a spiegare.

“In realtà...dentro...noi siamo ormai già tutti uniti. Non possiamo essere staccati gli uni dagli altri, ormai siamo la stessa cosa...quindi la torta dentro è uniforme e variopinta! Noi siamo proprio così, diversi come i livelli del dolce ma uguali dentro, perché uniti dal nostro legame”

Il cuoco alzò lo sguardo e vide che erano tutti immobili e chiaramente commossi da quella presentazione.

“Oh, Sanji...basta così! Sennò piango!!” fece Franky, che già stava bagnando la tovaglia.

“Sì...dammi la torta, voglio affogarci le mie lacrime! YOHOoo!!”

“AHHH!! Ti voglio bene Sanjiii!!” esclamò la renna, piangendo come una fontana.

“Sei troppo dolce amore mio!..” non si trattenne la rossa, abbracciandolo, mentre Usopp si perdeva la scena perché si stava soffiando il naso col tovagliolo.

Zoro scambiò uno sguardo con l'archeologa, che aveva gli occhi lucidi, e le strinse la mano sotto il tavolo, poi osservò il capitano.

Rufy teneva serrate le labbra, in un espressione di chi stava facendo di tutto per trattenersi e non piangere.

“E la prima fetta va al capitano!” fece Sanji mettendogliela davanti, e lui scoppiò in lacrime. Poi prese il piatto e fece un solo boccone, masticando, piangendo e quasi soffocandosi.

“Ne voglio un'altra!” ordinò subito dopo, e solo per questa volta venne accontentato (gli altri non avevano neancora la loro fetta!).

Il cuoco tagliò altre fette, Nami diede una mano a distribuirle e tutti si gustarono la torta. Sucessivamente, tutti e proprio tutti fecero il bis, anche Zoro e Robin, era troppo squisita per resistere!

“Complimenti, Sanji! E' un capolavoro in tutti sensi!” gli disse l'archeologa, lui si emozionò e la ringraziò...ma non esplose in cuori danzanti come al solito. La mora lo notò e capì che il cuoco stava facendo davvero dei progressi eccezionali.

Dopo la torta, venne servito il caffè, l'ammazzacaffè, altro digestivo e amari vari. Neanche a dirlo, Zoro bevve tutto quello che gli capitò davanti e alla fine della cena si sentì davvero di aver mangiato troppo, la fasciatura che gli aveva fatto Chopper rischiava di lacerarsi da un momento all'altro! Ma non era il solo, tutti si sentivano così!

Nami si accorse della troppa calma e in quel tavolo, un po' troppo insolita come tutta quella serata, quindi si alzò e rimise la musica più alta.

“ROBIN! DAI VIENI! BUTTIAMO GIU' TUTTO STO CIBO!!” fece all'amica, cercando di coinvolgere anche gli altri “CHE FESTA E' SE NON SI BALLA?!”

La mora gli fece cenno negativo, non se la sentiva...se si muoveva troppo richiava di stare male.

“OKKEI ARRIVOO!!” fece invece il capitano, ma venne subito trattenuto dal cecchino che gli spifferò qualcosa all'orecchio. Questa cosa fu notata chiaramente dallo spadaccino e dall'archeologa.

Rufy quindi poi si bloccò, sorrise furbescamente e chiamò all'attenzione il cuoco.

“HEI, SANJI! PERCHE' NON VAI A BALLARE CON NAMI?” urlò, per farsi sentire.

Il cuoco, che stava sparecchiando un poco, si girò con i piatti in mano, non sapendo che rispondere. Alzò le spalle e posò i piatti.

“DAI AVANTI!!” insistè il capitano, così il biondo andò da lei.

“Vuole che balliamo insieme..” Sanji si avvicinò e le disse questo all'orecchio. La rossa rimase un po' stupita ma subito acconsentì al ballo, entusiasta. Che c'era di male?

Così la rossa iniziò a muoversi a tempo (era una musica scatenata!) e il cuoco cercò di starle dietro, in fondo non era poi così male come ballerino...sapeva muoversi abbastanza bene! Nami rimase colpita piacevolmente da quel fatto anche se non stavano facendo poi chissà che cosa! Sanji la faceva muovere anche come desiderava, la faceva girare su sé stessa, la prendeva e cercava di assecondarla...e cosa, più importante, non stava sanguinando! Stava battendo sé stesso in tutti i campi quella sera!

“UUHH CHE BRAVI!!!” fece il nasone a gran voce, dando anche una gomitata al capitano e un occhiata d'intesa.

Lui annuì e poi urlò verso lo spadaccino.

“ZOROOO! INVITA ROBIN, NO?! NON VEDI SANJI?! TU NON PUOI ESSERE DA MENO!!!”gridò.

“INFATTI! POVERA ROBIN...!!” fece Usopp, fintamente preoccupato (stava pure tappando la bocca a Chopper che era contrario riguardo il ballo per i due infortunati).

Il verde li guardò in cagnesco tutti e due, e la mora sorrise.

“Umm..Non mi va di ballare, va bene così!” fece l'archeologa, cercando anche di tirar fuori Zoro dall'impiccio.

Quindi Usopp rispifferò qualcosa a Rufy, e lui iniziò a lodare il cuoco..e a denigrare qualcun'altro.

“BRAVO SANJI! VAI COSI'!! SEI FORTEEE!! FAGLI VEDERE COME SI FAA!! ZORO NON E' CAPACEEEE ZORO NON E' CAPACEEEE!!”

Dopo poco, quasi tutti iniziarono a battere le mani, cantilenando “Evviva Sanji e Nami! Evviva Sanji e Nami! Evviva Sanji e Nami!!” e poi “Zoro non è capace! Zoro non è capace! Zoro non è capace!” ..così lo spadaccino sbottò.

Zoro si alzò in piedi buttando all'aria la sedia e prese per il braccio l'archeologa che lo guardò interdetta.

“Che vuoi fare?!” gli fece lei, ma il verde la stava già trascinando dov'erano gli altri due.

Arrivarono lì e lui si mise davanti a lei, mentre Nami e Sanji continuavano a ballare ma lanciavano ai due occhiate curiose.

“Balla, demone” gli ordinò lui e la mora iniziò a muoversi, un po' titubante per quello sguardo così penetrante. Lui rimase fermo a guardarla mentre la musica dance proseguiva.

“Dovresti...ballare anche tu” fece lei, un po' impacciata visto che il compagno era una statua!

“Sto solo studiando le tue mosse...” gli rispose lui, concentrato.

Intanto, gli altri seduti al tavolo, se la ridevano di gusto vedendolo fermo impalato.

Robin si aggrappò al suo collo. “Lasciati andare, samurai.. devi solo seguire l'istinto, non cercare regole che non ci sono.. Fai solo finta che non ci sia nessuno..” fece la mora, mollandolo poi e ballando intorno a lui.

“Ho capito..” fece Zoro a sé stesso e, parlando, iniziò a muoversi.

In fondo si zittirono tutti e anche la rossa e il biondo rallentarono per osservare il raro evento. Zoro iniziò a muoversi a tempo, piegandosi un po' sulle gambe e andando a scatti, come se stesse duellando più che ballando. Robin ridacchiò e cercò di stargli dietro...non era proprio facile! Infatti, verde la afferrava anche, e la spingeva poi via come uno yoyo, la faceva girare su sè stessa con troppa energia e poi spariva, destabilizzandola, e ancora cambiava di continuo i suoi movimenti diventando imprevedibile.. Ad un certo punto lo spadaccino la prese come se fosse un fagotto posizionandola sopra la testa, Robin si sbilanciò in avanti rischiando di cadere addosso agli altri due, ma non successe perché Zoro la trattenne in tempo. Sanji gli urlò che era uno scemo e tutti risero, e poi anche gli altri si unirono al ballo, fregandosene della sfida che gli avevano lanciato.

Anche Chopper accorse ma per fermare il verde, constatando che la fasciatura si stava slegando e Robin ne appofittò per fermarsi anche lei (quell'ultima presa in aria aveva minacciato seriamente il suo stomaco già provato!). Tornarono tutti e tre al tavolo.

“Non saresti male come ballerino...” fece Robin a Zoro, mentre la renna controllava la ferita “..Ovviamente dopo qualche anno di allenamento! Mfu! Fuh!”

“Che spiritosa..” rispose lui, lanciandole un occhiata torva.

“Scusa, dimenticavo che non si può scherzare con te..Mfu! Fuh!” se la rise lei.

“E' vero!” si intromise Chopper “Non era così male il tuo ballo!”. Zoro guardò in cagnesco anche lui.

“Visto? D'altronde dicono che chi sa duellare sa anche ballare..” insistè l'archeologa “Dovresti solo fare un po' di pratica”

“Smettila” disse imbronciato il verde. Ma poi davanti a lui comparve un bicchierino di sakè.

“Tieni, stai tranquillo, la smetto! Mfu! Fuh!” fece lei, accarezzandogli una spalla. “Oddio...non devo più mangiare così tanto!”

“Anche io, Robin! E.. Sanji non si è accorto..ma di nascosto ho mangiato anche quel cappello di zucchero! Era buonissimoo!! Ops..non dovevo dirlo!!” fece il dottore, tappandosi la bocca.

La mora continuò a ridacchiare con la renna, e lo spadaccino si scolò il contenuto del bicchiere in due secondi cercando di dimenticare quello che aveva fatto poco prima.

 

Dopo un'oretta, le ore si stavano facendo piccole..quindi Rufy decise di terminare l'evento e la musica venne spenta. Il capitano sbadigliò come un leone e dichiarò che lui e Usopp avrebbero fatto la notte quella sera. Tutti annuirono, in attesa che Rufy dicesse anche altro.

E infatti parlò ancora, tutti diventarono seri, tornando al motivo dell'evento di quella serata.

“Beh..direi che la festa è andata molto bene. Il cibo è stato buono..ci siamo divertiti...direi che la prima prova è stata superata, che dite?” fece agli altri.

Chopper, Franky, Brook e Usopp annuirono chi più e chi meno seriamente, e lui continuò.

“Maa...possiamo perdonarli secondo voi?”

Rufy squadrò uno ad uno i suoi compagni, che uno dopo l'altro negarono con la testa. Anche Chopper negò, dopo lo sguardo truce del capitano, era chiaramente costretto.

“No! No! No!.. Non li perdoniamo ancora! No!” fece il cecchino, come se fosse una canzone cantilenata. Tutti si unirono poi alla cantilena, battendo le mani.

“NO! NO! NO!.. NON LI PERDONIAMO ANCORA NO!.. NO! NO! NO! NON LI PERDONIAMO ANCORA NO!.. NO! NO! NO!.. NON LI PERDONIAMO ANCORA NO!”

Insomma, sembrava tutta una sceneggiata, pensata e studiata a tavolino quella!. Sanji e gli altri si guardarono. Sì, si aspettavano che non fosse finita lì, anche se quella cosa non prometteva nulla di buono. Però non ci potevano fare nulla, ormai avevano accettato quella specie di vendetta del capitano ed erano pronti a tutto. O quasi a tutto..

Zoro sbuffò.

“E QUINDI? Cosa vuoi da noi ancora?..” fece lo spadaccino, spazientito. La cantilena si fermò.

“Quindi andremo tutti a dormire” gli rispose Usopp, con un sorriso strano.

“Eh...sì. Cioè noi no. Io e Usopp facciamo il turno stasera. Tutti gli altri dormiranno in palestra” disse Rufy “Però..tutti tranne voi quattro, che dovrete risistemare la cucina”

“Beh, questo era scontato Rufy” fece la rossa, erano sempre lei e il cuoco che pulivano quell'ambiente.

“E dopo aver risistemato...andrete a dormire in biblioteca, è l'unico posto grande abbastanza per voi quattro al momento”

“Cos'hai detto?..” fece il cuoco, respirando profondamente e sperando di aver capito male.

“Diglielo a rallentatore, Rufy!” gli suggerì Usopp, il capitano ridacchiò.

“HI! Hi! Hi! Allora!.. Tuu.. Naami.. Roobin e Zooro.. dormireete.. iin.. biblioteeeca! Prepareremo noi il necessario.. Queesta è laa secondaa provaa!” disse, allargando dopo un sorriso a trentadue denti, e il cecchino sbuffò divertito studiando le loro facce incredule.

Nessuno aprì più bocca, i quattro rimasero senza parole.

“Beh, adesso ragazzi, rompete le righe e buonanotte!”

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Capitolo 19
*** Notte insolita ***


Il capitano uscì ridendosela e gli altri lo seguirono.

Chopper li salutò con la zampetta e un velo di tristezza, Usopp coprendosi la faccia (stava ancora ridacchiando), Franky con un espressione indecifrabile e Brook se ne andò commentando “Fortuna sfacciata..! Che punizione è?! Dormissi io con due donne..!”.

I quattro restarono da soli in cucina con la bocca ancora spalancata, un silenzio ingombrante regnò dentro quella stanza.

“Quale delle due aveva detto per prima a Rufy che eravamo disposti a tutto?..”

Allo sguardo truce di Zoro, Robin e Nami si indicarono a vicenda.

 

---

 

Dopo quasi un'ora, la cucina era tirata a lucido. Era tutto a posto, magnificamente a posto. I quattro avevano fatto tutto in silenzio, erano molto stanchi ma nessuno di loro aveva alcuna voglia di andare in biblioteca a dormire...chissà perché!

“Caffè?..” chiese il biondo, buttandosi sulla sedia e accendosi una sigaretta.

“Stai scherzando, Sanji?! Io ho bisogno di riposare...e magari dormo lì sul divanetto!” fece la rossa incrociando le braccia.

“Non puoi, Nami. Perderemo la prova. E poi sono sicura che Usopp è lì fuori che ci controlla!” disse Robin.

“Quello...lo strozzo prima o poi!” esclamò il biondo, sbuffando il fumo dal naso.

“E io ti do volentieri una mano” fece il verde.

La mora li osservò tutti e due, anche Zoro era abbandonato sulla sedia con una faccia ingrugnita, avevano pure la stessa espressione adirata! Sorrise.

“D'accordo, allora vado a vedere io cosa ci aspetta, ok?”

 

 

La mora si incamminò ma non restò da sola, tutti la seguirono mandando al diavolo tutto, erano troppo stanchi anche per pensare!

Robin arrivò alla biblioteca e aprì la porta. Si bloccò all'entrata, quindi Nami, che era dietro di lei, sbirciò dentro e anche gli altri dietro fecero lo stesso.

“Oh, cacchio! Le hanno studiate tutte!” fece la rossa.

“Quei... maledetti!!” fece il cuoco.

“Ma..perchè hanno accatastato tutta questa roba?” si chiese l'archeologa.

“Hei, ma ci sono solo due posti e due cuscini!?..”

L'osservazione del verde raggelò tutti. Era vero, oltre ogni cosa, la questione lampante era che c'era posto solo per due persone in quel “giaciglio” di fortuna. Il resto dello spazio era stato occupato da strafanti vari e vestiti di Sanji, di Zoro e altre cose varie delle due ragazze. Cose che i compagni avevano recuperato dalla camere distrutte. A parte i materassi, c'era solo lo spazio per stare in piedi lì dentro! Di nuovo, rimasero tutti ammutoliti.

“Hai notato, Nami? Quelli sono i nostri due materassi. E..dovremo dormire tutti e quattro lì?” si chiese ancora la mora, immaginando già come e in che ordine potessero mettersi.

“Ma nemmeno per sogno!! Scherziamo?! Non c'è posto!” si incazzò Zoro.

“S..sono pazzi?! Dovremo do..dormire qua...quasi uno sopra l'altro?! Sui...vostri materassi??!” fece il biondo, tappandosi il naso perché aveva avuto una visione di lui tra le due donzelle semisvestite. Si diede pure uno schiaffo urlando “NO!”.

“Lo so perché l'hanno fatto, quei...dementi!” fece Nami “Hanno messo qui tutta la roba perché non volevano che staccassimo i due materassi! Perchè non ci fosse più posto! Io...domani..!! Domani mi sentono!”

“Beh, possiamo sempre riorganizzare tutto lo spazio!” disse Sanji, cercando di focalizzrsi su quello. Così andò a vedere di staccare i due materassi.

Tirò, ma quelli rimasero insieme, come se fossero in realtà un letto matrimoniale.

“Come diavolo è possibile?!” chiese, e alzò gli strati di coperte e lenzuola. E con orrore scoprì che quei due materassi erano stati non so come incollati tra di loro!

“Questa poi!! Ma si sono ingegnati proprio! Io li ammazzo, li stritolo! Li strozzo! Li...” Nami continuò a elencare i modi in cui li avrebbe fatti fuori mentre Robin iniziò a ridacchiare.

“E vabbeh...che sarà mai! Dormiamo e non pensiamoci più” disse con tranquillità “Io vado a prepararmi..”

Zoro e Nami dissentirono e, straniti, la videro andare via, verso il bagno.. mentre Sanji sbuffava e pestava la testa sulla libreria (lui non se l'era immaginata in baby doll, no! Lui doveva stare caalmooo!).

Dopo un minuto, iniziarono già a litigare su dove e come si sarebbero messi.

 

Tornata l'archeologa nel suo pigiamino color bianco candido, i tre stavano ancora discutendo sulle postazioni da occupare.

Zoro la squadrò, pensando che dopotutto era coperta per bene (pantaloni lunghi, maglietta non scollata), e continuò a insistere con la sua idea.

“Dicevo..Noi dentro! E voi fuori!”

“No...meglio noi dentro e voi fuori...”

“Guarda..dormirei volentieri seduto per terra se ci fosse spazio!”

“Si ma non c'è!!”

Robin, che non capiva, si intromise.

“Scusate..qual'è il problema?”

Zoro la fissò, spazientito. “Secondo te..meglio che io e il cuoco stiamo in mezzo e voi due alle estremità..oppure il contrario? Cioè state voi in mezzo e noi fuori?..”

“Beh, è facile rispondere” disse la mora, divertita “Io e Nami non abbiamo problemi a dormire vicine...voi invece, mi sa che qualche problema ce l'avete... Fuh! Fuh!”

“La penso anche io così..ma non ne vuole sapere!” commentò la rossa, incavolata.

Lo spadaccino rimase male nel constatare che l'archeologa era della stessa opinione degli altri..

“Ma...ma se quel pervertito allunga le mani..io gliele taglio!”disse Zoro a Robin, con uno sguardo pauroso.

“Beh! Potresti farlo anche tu di notte senza saperlo!! O chissà...magari apposta!!” fece il biondo “E comunque non lo farò!! CAPITO, stupido marimo??!”

“BADA BENE A COME PARLI!!! E poi APPOSTA?! Che cacchio vuoi dire?!” si infervorò lo spadaccino all'istante.

“Ah, basta fare baccano.. Io vado a dormire” fece Robin tappandosi le orecchie. La mora si sentiva stremata, così andò a sistemarsi sotto le coperte, in mezzo e sul lato destro come stabilito dalla maggioranza. “Mm.. è comodo ma non c'è molto spazio, dovremo stare strettini..”

Zoro sbuffò, mettendosi le mani nei capelli, e Sanji uscì dalla stanza diretto al bagno. Fece lo stesso anche Nami. Le discussioni parevano finite.

 

Dopo poco, tutti erano pronti per dormire, mancava solo lo spadaccino che era ancora in bagno. La rossa aveva raggiunto l'amica e stavano constatando insieme che sarebbe stata dura riposarsi stretti com'erano (anche lei indossava un pigiama, però giallo a stelline e con i pantaloni corti).

“Spero di non darti nessun calcio stanotte, soprattutto per la tua gamba..”

“No, non ti preoccupare, è a posto ormai..” gli rispose l'archeologa sorridendole da vicino (erano tutte e due distese a pancia in sù).

“Ti muovi, Sanji?! O vuoi far mattina?” disse poi la rossa. Il cuoco era nel suo completo blu notte, indeciso nell'entrare in quel letto o meno. Stava temporeggiando ormai da più di cinque minuti, tra una passeggiata senza meta e l'altra.

“Ok..ragazze, cioè...Ok, arrivo” fece e, con gli occhi chiusi, andò a tentoni e si sedette sul materasso. Si mise sotto le coperte accanto alla rossa, distendendosi anche lui in posizione prona. Poi iniziò a respirare profondamente, sempre ad occhi chiusi.

“Dormi già?” gli sussurrò la navigatrice, ironicamente e con una punta sensualmente provocatoria (sapeva che era agitato e stava solamente cercando di calmarsi..).

“Mfu! Fuh! Lascialo stare, Nami!” se la rise la mora, in quel frangente arrivò Zoro.

Aprì la porta e lanciò un'occhiata stramba ai tre sotto le coperte (aveva pantaloncini neri e una canotta scura e aderente addosso, l'archeologa pensò subito che fosse un peccato non essere lì da soli..).

“Che...cosa assurda da vedere! Farò un incubo dietro l'altro stanotte!” fece il verde, prendendo posto vicino alla mora. Le due ragazze sghignazzarono.

“Insomma...rilassatevi ragazzi! Non mi pare una tortura, no?” disse la rossa.

“Esatto, al massimo possiamo morire per autocombustione! Fa già caldo...” aggiunse Robin, e tutte e due scoppiarono a ridere di nuovo. In effetti erano tutti appiccicati! Non c'era un centimetro libero in quella specie di letto!

“Non vedo cosa ci sia da ridere in questa maledetta situazione..” brontolò Zoro, disteso anche lui ora a pancia in sù, era evidentemente seccato.

“Sì...da ridere proprio nulla...non chiuderò occhio” si aggiunse il cuoco, che ormai stava andando in iperventilazione.

“Ma se hai già gli occhi chiusi!” continuò a scherzare la rossa, stuzzicandolo sul fianco. Sanji saltò sul letto per il solletico.

Nami e Robin ripresero a ridere ancora più forte.

“D'accordo, d'accordo, basta! Dormiamo!” fece infervorato lo spadaccino, e le due si sforzarono di non ridere più.”E poi tu! Non potevi scolarti una camomilla?!”

“Ce l'hai con me, algaccia marcia??!” gli urlò il cuoco, alzandosi sul gomito e guardandolo in cagnesco. Poi però vide le due ragazze distese, vicinissime e sorridenti e si girò velocemente dalla parte opposta tappandosi il naso.

“UUffhh!!! Sei senza speranza!! Bendati e facciamola finita!!” sbottò Zoro.

“Pensa agli affaracci tuoi e non allungare le mani per nessun motivo!!” fece il biondo gesticolando minacciosamente, ma senza guardare verso di lui, era piuttosto comico!

“IO??!! Ma pensaci TU INVECE!! Che sennò te le stacco!!!” gli sbraitò il verde agitandosi e tirandosi sù inviperito.

I ragazzi iniziarono a litigare, e le due in mezzo guardarono prima l'uno e poi l'altro, non sapendo che fare.

“SENTI QUA! Non ho nessuna intenzione di FARLO, OK MARIMO?! Quindi TACII!!”

“Ma se sei SU' DI GIRI GIA' DA UN PEZZO!!”

“CHE COSA?! Non E' COSI'!!”

“AHAH! LO NEGHI PURE?! SEI PATETICO!!”

“NON E' COSIII!! E LASCIAMI STARE TROGLODITAA!!”

“GUARDA, SE VUOI TE LA DO' IO UNA CALMATA!!”

“BEH STAI ATTENTO PERCHE' HO GIUSTO IL BISOGNO DI SFOGARMII!!”

“E NON PRENDERTI LE COPERTE!! NON CI SEI SOLO TU!!”

“MA SENTI CHI PARLA! L'EGOISTA FATTO PERSONA!!”

I due iniziarono a tirare anche le coperte, da una parte e poi dall'altra.

“COME HAI DETTO?! Egoista A CHI??!?”

“SI', EGOISTA E RINCRETINITO!”

“BEH, TU SEI UN POVERO PERVERTITO!”

“ALGACCIA APPICCICOSA!”

“CUOCO DEMENTE!”

“SPADAIOLO DISPERSO!”

“CRETINO!”
“BIFOLCO!”

“ADESSO BASTAAAAA!!!!!” urlò la rossa, mentre Robin aveva le orecchie tappate già da un pezzo. “Siete impazziti?! E meno male che non vi siete messi vicini! Altrimenti chissà ora come saremo messi!! Adesso ci diamo una calmata tutti e la finiamo! OGNUNO NEL SUO POSTO! Manteniamo L'ORDINE! Stiamo ZITTI! E DORMIAMO E BASTA!”

Dopo il comando della rossa, i ragazzi sbuffarono sonoramente all'uninsono però poi si misero giù tranquilli.

“Ah, grazie Nami..” disse la mora. Poi si girò sul lato e si aggrappò al braccio dello spadaccino. “Buonanotte a tutti” gli salutò, e il verde negò ancora con la testa ma poi iniziò a rilassarsi.

Nami li osservò, sorrise e la imitò dandole le spalle. “D'accordo...buonanotte e sogni d'oroo” cantilenò, girandosi verso Sanji che si era rimesso prono e aveva una mano fra i capelli, in disperazione. Lei gliela prese, posandogliela sullo sterno e mettendoci la sua sopra.

“Va tutto bene, amore..” gli spifferò a bassa voce, non volendo farsi sentire “Dormiamo, ok?”. Il cuoco annuì con uno sbuffo.

“Sì...e la luce chi la spegne?” tuonò Zoro (che invece aveva sentito).

“TU! ..Sei il più vicino!” gli rispose Nami bruscamente, indicando l'interruttore.

Lo spadaccino sbuffò ancora e, irritato, si alzò, spense tutto e poi, tornando, sbattè le dita dei piedi da qualche parte. Imprecò e risero tutti.

Zoro poi si rificcò sotto le coperte più incazzato di prima e Robin lo riagguantò, baciandogli la spalla silenziosamente.

“Fatto male?..” gli sussurrò.

“No.” rispose secco, e Nami continuò a ridacchiare.

“Ci stai?” gli fece ancora pianissimo.

“No.” rispose lui, ancora con lo stesso tono seccato.

Ora ridacchiò anche il cuoco, insieme alla rossa.

“E BASTA VOI DUE!!” urlò Zoro, che non né poteva più.

La mora si tirò sù un po', dandogli poi un silenzioso bacio sulla guancia. “Lasciali perdere..” gli sussurrò sull'orecchio, e poi gli stampò un altro bacio.

“Ehi..ehi...smettila Robin” fece Nami, capendo cosa stava facendo.

“E di fare cosa?..Sto solo cercando di dormire” rispose con fare ingenuo la mora.

“Mah...”

Robin soffocò una risata e si rimise distesa, riaggrappandosi a Zoro. Pensò che in fondo non era male come punizione e poi si addormentò in fretta, accoccolata vicino a quel tepore.

 

---

 

Sanji sapeva che era l'alba, non serviva che guardasse fuori. Ormai aveva una sveglia biologica che lo tirava su dal letto prima di tutti ogni giorno, perché doveva adempiere al suo compito di cuoco ovviamente! Inoltre, quella era stata una notte decisamente particolare.. Non aveva passato una notte proprio tranquilla, si era svegliato tantissime volte: prima per il caldo, poi per il freddo, poi perché era rotolato giù dal materasso e aveva sbattuto contro qualcosa..insomma, una notte da dimenticare!

C'era una debolissima luce che illuminava la stanza, proveniva da sotto la porta. Gli sarebbe bastata comunque per sgattaiolare fuori da lì senza svegliare nessuno.

Il cuoco si tirò su pian pianino, diede un occhiata a Nami che dormiva di lato verso di lui, come se non avesse mai cambiato posizione quella notte. Non la vedeva benissimo ma pensò che fosse la creatura più bella dell'universo, si trattenne e si alzò. Si vestì e poi diede un ultima occhiata al letto prima di andarsene.

Focalizzò qualcosa che lo fece avvampare immediatamente dalla rabbia: Zoro non era al suo posto, dormiva beatamente a pancia in sù tra le due donne e aveva la sua maledettissima mano sinistra molto vicino al sedere della sua Nami-san!

Mentalmente lo riempì di epiteti abominevoli, ebbe la voglia di strangolarlo lì, nel sonno, ma poi iniziò a respirare profondamente e a dirsi che avrebbe fatto i conti con lui dopo.

Sanji, dopo quello che aveva visto, non potè lasciare lì la rossa, a dormire come una bambina a due centimetri dal suo accerrimo rivale! Sia mai!! Quindi il biondo cercò tra le sue cose, la coprì con una sua giacca pesante e la prese in braccio molto cautamente, poi lasciò Robin e Zoro da soli nella biblioteca.

“Vedrai dopo come mi sentirai, spadaiolo del cacchio!” pensò, dirigendosi verso la cucina.

 

Giunto nel suo luogo di lavoro, posò la navigatrice sul divanetto, la ricoprì per bene con la giacca e iniziò a preparare la colazione. Nami non si svegliò minimamente, pareva immersa in un sonno profondo!

Poco dopo, entrò nella cucina uno stanchissimo Rufy e dietro di lui un Usopp altrettanto sfinito.

“Waaooohh..Eh..Sanji, noi andiamo a dormire!..” fece il capitano sbadigliando, ma poi il nasone gli diede una spallata. Usopp aveva visto la rossa sul divanetto!

“Hei! Ma Nami ha dormito qui?” fece ringalluzzito Rufy. Il cuoco si girò a guardarlo in malo modo.

“AH! Sanji! Che occhiaie !!” evidenziò il nasone. Lui e il capitano iniziarono a ridersela..

“L'ho appena portata qui...e non ho dormito nulla se volete saperlo! E non ho neppure la voglia di incazzarmi..”disse il cuoco con una voce dell'oltretomba.

“Si vede si vede, amico! Ah..ah!” se la rise Usopp.

“E se svegliate la mia principessa vi uccido!” aggiunse, sussurrando spazientito e prendendo un coltello dal cassetto con uno sguardo omicida.

I due se la filarono via salutandolo e ridendosela ancora di più e lui si preparò subito un caffè molto forte per cercare di svegliarsi.

 

---

 

Dopo una mezzora dall'uscita del cuoco, Zoro si svegliò. Era disteso sul lato sinistro e quando aprì l'occhio non vide nessuno. Nell'intorpidimento generale, pensò che di essere rimasto da solo, visto che vedeva il letto vuoto. Pensò all'archeologa che di solito si svegliava abbastanza presto (non come lui!) e quindi decise di alzarsi.

Si girò verso destra, stiracchiandosi e sbadigliando, ma schiacciò qualcosa di morbido. Rotolò subito dalla parte opposta, allarmato, e vide che Robin era lì e che l'aveva svegliata (stava aprendo gli occhi con un espressione un po' corrucciata).

Il verde ghignò e si avvicinò a lei, che ormai era sveglia.

“Scusa...ti ho svegliato” mormorò.

Robin sorrise a sua volta e negò con la testa, come dire “non fa nulla”. Zoro si avvicinò di più, restando disteso di fronte a lei di lato, e poi le stampò un bacio sul naso.

“Quei due si sono già alzati..” la informò lui. Robin alzò le sopracciglia.

“E' così tardi? Che ore saranno?..” chiese l'archeologa, tirandosi su stancamente sul gomito e guardandosi attorno. No, non sapeva nemmeno che cosa ci fosse in quell'ammasso di roba accatastata e chissà l'orologio della camera dov'era finito!

“E' l'ora di stare un po' qui” le fece lui, afferrandola e trascinandola verso di lui. La mora finì sopra il verde e lui spostò i capelli corvini che gli erano arrivati in faccia.

“Sai, ho dormito davvero male stanotte..e ho sul serio un cerchio alla testa. Che ne dici di aprofittarne e dormire un altro po?” disse con un'espressione furba lo spadaccino.

“E' sul serio una dormita quello che mi stai proponendo?” chiese la mora, scaltra.

“Sì..ma se vuoi..visto che siamo finalmente soli, e quei due si sono tolti dai piedi..” disse il verde non finendo la frase e baciandola, i suoi palmi stavano percorrendo verso il basso la schiena della mora, fino ad arrivare.. Poi però si bloccò, e lei sospirò (perché diavolo si era fermato?).

“Approposito! Perchè eri sul mio posto?”

Robin riaprì gli occhi e spiegò che nella notte si era alzata per andare in bagno e al suo ritorno lui si era spostato, quindi si era messa nell'unico angolino libero perché non voleva svegliarlo.

Zoro sorrise e i due ricominciarono a baciarsi. Robin chiuse gli occhi e in quel momento ricordò il sogno di quella notte appena passata.

“Zoro..aspetta”

Lo spadaccino si bloccò di nuovo. L'archeologa si era scostata da lui con uno scatto.

“.. Credi non sia il caso?”

“Non è quello..” disse lei, e abbassò lo sguardo. Poi sospirò.

“Stringimi”

Zoro si accigliò e fece come lei aveva detto. I due si abbracciarono e quasi il verde la stritolò con con la sua forza.

“Mfu! Fuh! Un po' meno, spadaccino..” protestò Robin, e lui mollò un po' la presa. “Ecco..così”. L'archeologa appoggiò la testa sul collo di lui, cercando di scacciare via le immagini che aveva ricordato..

Rimasero un pochino così e poi lui le chiese cosa c'era. La mora rispose che aveva fatto un brutto sogno quella notte, che era già la seconda volta che lo faceva. Era il sogno del villaggio dei selvaggi, di quella notte e della profezia del Poinegriffe piramidale.

“La cosa strana è che ho sognato tutto di nuovo, uguale in ogni particolare...e si sa che di solito i sogni invece cambiano un po' no? Ma questo non è cambiato di una virgola.. Quella profezia..io non la ricordavo così dettagliata e lunga. Perchè la mia mente mi sta dicendo invece che è così? Perchè ricordo particolari di quella notte che non è possibile che io ricorda? Può sembrarti una follia ma io so che è andata così tra di noi...anche se non ho le prove”

“Parli della notte in cui ho fatto l'idiota?”

La mora annuì, sempre stando tra le sue braccia.

“Hai visto cose spiacevoli? Ti..ho fatto qualcosa di brutto nel sogno?”

“No..anzi. Non è quella parte...è il dopo. E' quello che succede alla fine”

“Perchè, cosa c'è alla fine?”

“Io, credo sia.. la morte”

 

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Capitolo 20
*** Nuovo giorno, nuova sfida ***


Perchè questa mina si rompe sempre?! Accidenti! Così non riuscirò a disegnare! La mappa che sto realizzando è molto complessa..devo concentrarmi..

Quacuno spalanca la porta della camera, mi giro adirata.. Chi cavolo rompe, adesso?! Ah, è Sanji..

Nami-tesoro! Vieni a vedere! Tu...devi vedere!!”

Sanji sembra agitato ed entusiasta, lo seguo ed esco fuori sul ponte.

Ci sono tutti, tutti stanno guardando cosa c'è all'orizzonte. E quella che si vede sembra un isola paradisiaca. La nave si avvicina velocemente...Ma da quando può andare così veloce?! E' un po' troppo strano..ma vabbè.

Io...non so descrivere quello che sto vedendo, rimango solo senza fiato. Quello è oro, moltissimo oro sulla spiaggia di quella bellissima isola!! Sparpagliato un po' qua e là. Sento.. sento che mi sta chiamando! Sento che non resisterò a lungo! Devo scendere e andare a prendere quelle meraviglie! Rubo il canocchiale ad Usopp che è vicino a me e guardo. Vengo abbagliata da quella luce dorata...è incredibile! Fantastico! Inimmaginabile! E'....troppo bello per essere vero! Sento Rufy che grida fuori di sé e gli altri urlare e applaudire.

Nami!!! E' fantastico!! Guarda dove ci hai portati!! Sei la miglioree!!” Tutti si stanno complimentando con me ma io non ricordo quell'isola e il perché siamo lì..ma non importa, giusto?

Ormai siamo vicini, la nave è andata avanti in modo incredibilmente veloce..in un flash tocchiamo già la baia. E' tutto vero.. o no? Non riesco a capire e avanzo di tre passi per vedere meglio.

In quel momento un buio totale piomba su di noi, alzo la testa per capirci qualcosa ma Sanji mi appare vicino, mi sovrasta e io non riesco a vedere cosa c'è in quel cielo.. Lui mi prende..mi trascina via d'impulso, senza dire nulla.

Sanji-kun!! Ma cosa?! Cosa fai?” urlo, venendo portata via. Lui mi chiude in cucina e mi lascia sola, mi blocca dentro in tutta fretta. Vedo solo la sua faccia preoccupata per un attimo, quell'espressione mi ha davvero spaventato, più di quel buio insolito.

La nave viene scossa, è un terremoto marino? La cucina è quasi del tutto buia..cadono delle cose, qualcosa si frantuma...qualcuno urla lì fuori. Non capisco che si dicono.

Mi aggrappo al tavolo ma anche quello scivola via. Allora afferro la maniglia della porta, sono terrorizzata.. Sento Robin lì fuori che grida il nome di Zoro.. Sento Chopper e Franky..e poi Rufy urlare arrabbiato..

La nave rulla..rulla troppo!...Ad un certo punto non capisco più nulla e tutto intorno a me si capovolge.

La Thousand Sunny.. è stata RIBALTATA?! Apro gli occhi e capisco di essere seduta sul soffitto della cucina...mi gira la testa, sento ancora urlare lì fuori.. E' talmente tutto così strano che non riconosco nemmeno dov'è il basso e l'alto. Davanti a me c'è uno specchio (ma non c'è mai stato un specchio in cucina, o sbaglio?) Vedo la mia immagine riflessa. E resto senza parole. Quella lì sono io sì, senza dubbio, ma è la me di ormai tre anni fa.. Ho i capelli corti, le mie forme sono più acerbe.. Presa dall'ansia mi osservo e mi accorgo che ora sono davvero così! Con le mani mi tocco i capelli.. Sono corti! Ma come può essere?! Voglio scappare..non voglio più vedermi.. sento ancora le urla dei miei compagni. Mi trascino vicino alla finestrella, a fatica mi tiro su in ginocchio..con tanta fatica. Guardo fuori...e qualcosa riesco a distinguere, sì!

In alto, sopra la chiglia della nave, nel cielo...c'è un enorme cerchio nero. Sono paralizzata da quella cosa. Non riesco a muovere un muscolo, neanche a ruotare gli occhi. E' come una calamita... E lo capisco, quella cosa si sta avvicinando a noi..o meglio la nave sta librandosi verso quel cerchio oscuro. Vedo qualcosa venir risucchiato velocemente dentro...poteva essere anche una persona! Non sono riuscita a capire perché è stato troppo veloce.. Poi vedo degli alberi volare!.. Ma certo! Sono i miei mandarini! Sono arrabbiata e sconvolta..

Le urla continuano...i miei amici sono in pericolo là fuori e io non riesco a muovermi!! Non posso che fissare quel buco..e tutto ciò che sta svanendo dentro esso! Sento delle lacrime rigarmi il viso. Perchè, Sanji? Perchè mi hai chiuso qui dentro!? Non potrò fare nulla..!

Una mano appare davanti a me, sbatte, attaccata al vetro. E' proprio lui! Ha gli occhi fuori dalla testa, è allarmato...sconvolto! Sanji mi dice qualcosa ma non capisco niente.. Che mi ama? Che devo stare lì? Che COSA?! Non CAPISCO!

Poi viene trascinato via.

Lo vedo volare e sparire dentro al buco nero. Lui non c'è più e il mio respiro si ferma.

Non respiro. Non ci credo. Non è possibile!!

Comunque, anche la nave sta finendo velocemente lì dentro. Lo raggiungerò presto.

Basterà lasciare che questi terribili secondi passino..

Non serve a nulla respirare.

Cosa importa ormai?

E' inutile avere così paura..

..

 

Sanji sentì la navigatrice prendere un grosso respiro, si girò allarmato con ancora la padella in mano. Posò subito la pentola e corse da lei. Nami era ancora distesa ma tremava e si teneva le mani in faccia.

“Amore!..Ma cosa c'è?!” gli chiese, accarezzandole la testa, preoccupato.

Nami lo guardò con gli occhi lucidi e si aggrappò a lui.

“Sanji!” disse solo stringendolo, e lui rimase bloccato un attimo e poi l'abbracciò. La tenne stretta stretta accarezzandole la testa.

“Sono qua..hai fatto un brutto sogno, vero?”

La rossa annuì, ringraziando il cielo che lui fosse lì. “..Orribile!”

“Mmh! Dormire tutti insieme fa male davvero! Io invece non ho chiuso occhio stanotte..” disse sconfortato il biondo, coccolandola.

“Era reale...Era tanto reale! Non faccio mai incubi così..”

Sanji si staccò e le prese il viso, le asciugò le lacrime e le baciò le guance teneramente.

“Dev'esser stato sul serio tremendo..ti va di raccontarmelo?”

Nami guardò basso, sospirò e poi sorrise, un po' in imbarazzo. “E stato solo un brutto sogno.. meglio dimenticarlo”

Il cuoco annuì a sua volta e le baciò la fronte.

“Sono pienamente d'accordo, quello che ti ci vuole adesso è una buona colazione”

Il cuoco fece per alzarsi ma Nami lo trattenne.

“Sanji...” disse e poi la navigatrice lo baciò con decisione. “Buongiorno” gli disse con un sorriso.

Il biondo le balenò un occhiata cuorosa e la prese in braccio. “Ok, allora porterò la mia principessa al suo tavolo!”

Il biondo portò la navigatrice ancora in pigiama al bancone lanciando cuori di qua e di là e la adagiò sulla sedia, poi iniziò a portare sul banco due piattini, due tazzine, due cucchiaini, due bicchieri...e poi biscotti, the, caffè, tortine varie, uova straazzate, pancetta e fette biscottate con la marmellata. Insomma una ricchisima colazione romantica solo per loro due! La ciliegina sulla torta fu un vasetto di fiori freschi posati in mezzo al banco (Nami si chiese pure dove gli avesse presi!).

“Ecco qua..possiamo iniziare! Solo io e te..♥” disse felice e contento, e la rossa sbuffo una risata.

“Non è un po' troppo? Te l'ho già detto che con te diventerò una balena, vero?”

“Beh, una meravigliosa, bellissima balena” scherzò Sanji, versandogli il the caldo sulla tazza. “E comunque non preoccuparti..perchè se anche fosse, ti preparerei un menù dietetico e mirato per te! E torneresti in forma in batter d'occhio!”

“Mmh! Favolosho!...” disse la rossa, masticando un biscotto al cioccolato “Allora ci conto!”

“Non ti preoccupare.. starò molto attento alle tue curve, ah! Cioè..alla tua linea!”

Nami ridacchiò e gli prese la mano, non voleva farglielo capire ma stava ancora pensando a quel sogno. Gli sorrise, e con l'altra mano gli presentò davanti alla faccia un biscotto. Sanji aprì la bocca ma il biscotto sparì, finì invece nelle fauci della navigatrice. Il biondo rimase interdetto.

“Mi dispiace ma sono irresistibili!” fece lei, ridendosela. E dopo un secondo, una fetta di torta le si parò davanti.

“Dai, chiudi gli occhi e assaggia questa adesso!” fece il cuoco, ghignando.

“Non ci casco, sai?” gli rispose lei, però chiuse gli occhi e dischiuse la bocca.

Quello che Nami sentì sulle labbra non fu quel dolce, ma qualcosa di caldo e morbido. Sanji la baciò e lei rispose al bacio, sorridendo e prendendogli il viso. Le loro lingue iniziarono a danzare ed esplorarsi l'un l'altra e i loro cuori a battere più forte..

“Buongiorno a voi!” la voce robotica di Franky piombò fra di loro, spezzando tutta l'atmosfera romantica che si era creata.

I due si staccarono velocemente mentre il cyborg si sedeva al tavolo grande e un Brook sbuffante (e invidioso!) seguito da un Chopper un po' intimidito lo raggiungevano.

Sanji si alzò e, velocemente, iniziò ad apparecchiare anche quel tavolo facendo finta di niente (però aveva le guance arrossate), e la navigatrice continuò la sua colazione dando a tutti le spalle.

“Beh, com'è andata la notte? Avete visto qualche mutandina, maledetti?” chiese un Brook piangente al cuoco.

Sanji lo fulminò. “Malissimo, grazie” rispose, tagliando corto e sbattendo le tazze sul tavolo.

Franky alzò le sopracciglia e scrutò un po' tutti ritornando poi al suo mutismo, Brook affogò la sua invidia sulle uova con la pancetta e Chopper si fiondò sui biscotti al cioccolato. Dopo un po' Nami commentò che non era andata poi così male.

“Ah, bene!” disse il dottore con la bocca piena “Perchè Rufhhy ha desshiso che dormirete tutti insshieme ancora per un bel po'!”

Il gelo calò nella cucina mentre lo scheletro scoppiava in un pianto isterico. Sanji si bloccò con piattini in mano e una faccia spaventosa, e la rossa si girò a guardarlo, stravolta.

“Chopper!” lo sgridò incupito il cyborg, era evidente che aveva detto qualcosa di troppo.

 

---

 

“Alla fine del sogno schiattiamo?! E' questo che intendi?”

“Sì, credo. Ma è solo un sogno..che va a finire male. Ci sono abbituata..ne ho fatti tanti nella mia vita di sogni assurdi! La cosa che so però è che devo informare Nami di quella profezia”

“Con quello che hai passato! Mi meraviglierei del contrario.. Cosa hai visto nella casupola?”

Zoro intendeva proprio quello. Aveva passato giorni, settimane a chiedersi cosa mai avesse combinato quella notte senza avere alcuna risposta dalla sua mente, e ora che aveva la possibilità di sapere non poteva tirarsi indietro, costi quel che costi.

La mora chiuse gli occhi e sorrise, in quel letto e ancora fra le sue forti braccia. Non poteva dirgli che in realtà era davvero inquieta per quella cosa oscura.. Come si sentiva al sicuro adesso! Il pensiero di quel cerchio nero che li ingoiava tutti era molto, molto lontano da lei ora.

“Sei stato molto dolce.. ho visto che mi hai tolto le vesti con i denti”

“..Che cosa?!”

“Mfu! Fuh! Sì..e poi mi hai detto solo cose carine..e ti sei dato dello stupido”

Lo spadaccino non commentò, nell'imbarazzo più totale, rimase in silenzio per un po'.

“Ti...ti ho fatto male? Ricordi qualcosa che...”

Robin tirò sù la testa giusto per vederlo arrossato in viso. Zoro voltò subito il capo guardando da un'altra parte, si stava mordendo il labbro di nuovo e lei sapeva che cosa voleva dire..

“No...cioè, ho ricordato...e mi è sembrato, giusto un pochino..ma poi ..” Anche la mora non riuscì ad andare avanti e premette la fronte sul suo petto, nascondendendosi “Poi è stato.. così bello che non so come descriverlo”

Robin si sentì stretta di nuovo con maggior pressione, però questa volta non protestò. Era così bello sentirsi così vicina a lui in quel momento di condiviso e reciproco affetto che sarebbe morta stritolata volentieri!

“Robin..mi..”

“Smettila, spadaccino..è ora di perdonarsi non credi?” La mora lo aveva praticamente letto nel pensiero.

Zoro sbuffò, e lei sapeva che quello era un celato no.

“Daccordo..visto che fai sempre così, te lo ordino. Tu, da ora, ti perdonerai”

Robin sgattaiolò fuori da quella presa e gli afferrò il viso, girandolo in modo che lui la guardasse. Che faccia tremenda aveva! Era imbronciato all'inverosimile! La mora lo fissò dritto nell'occhio buono, con un sorriso furbo.

“Non ammetterò scuse. Il mio schiavo si perdonerà e poi..vediamo vediamo... E poi, senza fare capricci, mi farà un sorriso meraviglioso, di quelli che sa fare solo lui. Questo è un ordine”

Zoro la fissò un po' stupito e poi i due iniziarono a fissarsi a vicenda, come se fosse una sfida.

“Beh, attenderò tutto il giorno se necessario” fece Robin, non distaccando la vista, un po' immusonita.

Zoro ghignò. “Ti piace sfidarmi, vero?”

Lo spadaccino riagguantò con uno scatto fulmineo i suoi fianchi, premendo leggermente le sue natiche. Robin si morse il labbro, non poteva cedere! Fece apparire delle mani che inchiodarono Zoro al letto, togliendo quei palmi premuti sul suo sedere. E sorrise.

“Non proprio...e ricorda che se non esaudirai i miei voleri ci sarà una punizione terribile”

“Oh, ho così paura che muoio dalla voglia di sapere cos'è” la schernì lui.

“Mm. Sei un come un bambino cattivo..”

“Togli il 'bambino'

“Sei cattivo allora”

“Certo che lo sono”

“Però io posso essere peggio”

“Non credo proprio”

“Non sfidarmi, samurai. Non sfidare una donna”

Zoro si mise a ridere. “Ah! Ah!.. Qual'è la punizione?”

“Non ti piacerà”

“Sicura?..”

“Non sarai più autorizzato a toccarmi”

Il verde spalancò la bocca. “CCHHHEEEEEEEEEEEEEEEEEE????!?????!!!!”

Robin sorrise compiaciuta di quella reazione, lui pareva davvero stralunato.

“Non potrai abbracciarmi, baciarmi, toccarmi in alcun modo, nemmeno per sbaglio..e neppure sfiorarmi, beh, ci terremo a distanza! E se ancora non capirai, io...”

“OK OK BASTA!!” fece Zoro “Mi sono perdonato, va bene?! E guarda qua!” disse in fretta e furia il verde, allargando poi anche un sorriso più comico che altro. Si vedeva lontano un miglio che era tirato e finto!

Robin scoppiò a ridere e commentò che quello non era proprio valido come sorriso.

Zoro provò a farne altri e, dopo vari minuti, lei si dichiarò soddisfatta, continuando a ridere. Fece sparire tutte le mani e si tirò sù seduta.

“Ah, beh! Direi che ora dobbiamo cominciare a far qualcosa” commentò, con ancora un sorriso furbo tra le labbra.

Zoro la scrutava con l'occhio ridotto ad una fessura e con le braccia incrociate.

“Non ce l'avresti fatta” dichiarò.

“A far cosa?”

“A starmi lontano”

“Ah! Che prepotenza!”

“Mm, è la verità”

Robin gli fece il gesto di avvicinarsi, quindi anche lui si mise seduto, un po' di malavoglia.

La mora gli accarezzò i capelli e si avvicinò a lui. Gli sfiorò piano il viso e lo baciò teneramente. Quel bacio divenne presto più intenso e profondo, le parole non servivano più, era evidente. Ed era evidente che lui avesse ragione. Si riabbracciarono, volendo sentire di nuovo quel contatto completo che ormai era diventato vitale per tutti e due. E una cosa tirò l'altra..

“..Non....possiamo...qui..” sospirò e ansimò la mora, mentre Zoro le aggrediva di baci di collo. Non accennava a fermarsi.

“Robin...” insistè lui, la sua voce tradiva tutta la passione furiosa che non riusciva più a trattenere.

L'archeologa finì giù distesa di nuovo, il verde iniziò ad insistere con la bocca sui bottoncini della sua camicetta, quindi lei si mise a sbottonarli. Zoro la guardò e sorrise soddisfatto (quello era un vero sorriso) e lei arrossì.

Fecero l'amore in modo fugace e turbolento, cercando però di non far troppo rumore.

 

..

 

“Sai..ho riflettuto su una cosa” disse lo spadaccino fissando il soffitto della biblioteca. “...Ci sei, archeologa?”

Robin mugugnò, si stava troppo bene su quel petto caldo anche per mettersi a parlare. E poi ora si sentiva più stanca di prima!

“Ho esagerato, hum?”

“No..” rispose Robin, con una fatica tremenda.

Zoro scoppiò in una risata. “Mi sa di sì, invece!.. Maa, cazzo! La porta era chiusa?!”

Robin ridacchiò e lo baciò sul pettorale. “E' tutto ok, l'ho chiusa io prima ...cosa volevi dirmi?”

“Ho pensato al tuo haki dell'osservazione...l'hai appena sviluppato ma, potrebbe essere che sia stato lui a farti ricordare delle cose che prima non potevi ricordare..non so se mi sono spiegato”

“Mm...tu dici che l'haki può agire anche sulla mia mente? Cioè...potrebbe avermi innescato ricordi che prima erano annebbiati?”

“Sì, dal mio punto di vista, potrebbe aver agito così su di te. Dopotutto è una cosa soggettiva..e poi se sei così sicura che le cose siano andate in quel modo ..”

“Sì...è come se avessi trovato i pezzi del puzzle che mancavano e non sapevo neppure che mancassero! E' strano ma..dovrei crederci e basta..dovrei seguire il mio istinto”

“Esatto” Lo spadaccino le accarezzò la testa.

“Non credi che adesso dovremmo andare? Che ore saranno?”

 

---

 

Zoro aprì la porta della cucina, gli si parò davanti Franky.

Il cyborg si bloccò, facendolo passare. Si scambiarono un velocissimo cenno di saluto col capo, nessuna parola. Poi, dietro al verde, comparve anche la mora. I due entrarono in cucina e capirono che il cyborg e lo scheletro in realtà se ne stavano andando.

“Buongiorno” Robin salutò tutti, spezzando l'atmosfera un po' strana, in quel frangente il cuoco si girò verso i due arrivati. Era letteralmente infuriato.

“ECCOTI QUII!!!!!!! Dannato MARIMOOO!!!”

Anche Nami lo fissò stupita, non capendo il perché di tanto astio. Sanji fece una decina di passi arrivando del verde, gli prese la canotta scura, stritolandogliela. I loro nasi si sfiorarono.

“Toglimi le mani di dosso” gli intimò Zoro.

“AH! SENTI CHI PARLA!! Ascolta bene, decerebrato! Uno: Non ti azzardare mai più a toccare la MIA Nami-san!. Due: Dato che dovremo dormire ancora tutti insieme, chiarisciti bene l'idea di stare AL TUO POSTO! O sei diventato un dannato sonnambulo, adesso??!!”

Strabuzzarono tutti gli occhi e Zoro lo guardò come se fosse impazzito. “Cosa cosa scusa?!!”

“Ohhh...Zoro-san ha per caso visto le mutandine della nostra navigatrice?...” si incuriosì Brook.

“Ma smettila!!!!!” gli urlò la rossa, nascondendo la faccia dalla vergogna.

“OH FINITELA TUTTI!!! IO NON HO FATTO QUELLO CHE HAI DETTO, RAZZA DI IDIOTA!!!” si incazzò il verde.

“COME NO??!! TI HO VISTO IO E AVEVI LA MANO DOVE NON DOVEVI!!!”

“CHE COSA???!! SEI PAZZO??!!”

Anche Robin incrociò le braccia e si mise a fissare incupita lo spadaccino e il cuoco.

“NO, mio caro! E visto che stanotte faremo replica, adotterò dei sistemi di emergenza! Magari mi porto un coltello e ti taglio quelle luride MANI!!!”

“AH! Ma tu sei completamente fuori di testa! COME SE FOSSE COLPA MIA ORA TUTTO STO CASINO!!!”

“CERTO CHE LO E'!!! SE NON AVESSI PRESO IL POSTO DI ROBIN-CHAN NON SAREMO QUI A DISCUTERNE!!!”

“Beh, allora è colpa mia, Sanji.” si intromise la mora. “Zoro.. stava dormendo, giusto?

Robin fece quella domanda con uno sguardo talmente tagliente che il cuoco deglutì, era chiaro che l'aveva presa male..

“Certo che dormiva! Però..non era al suo posto come stabilito! E soprattutto non era al suo posto quella schifosissima mano....”

“Vedi di piantarla!!!” Zoro rispose all'occhiataccia del cuoco con un'altrettanta faccia spaventosa.

Robin sorrise. “E' colpa mia. Mi sono alzata stanotte e quando sono tornata lui si era spostato...invece di svegliarlo ho preferito dormire al margine...mi spiace, stanotte staremo alle regole”

“Oh, che anima gentile la nostra Robiiinn...” cantò lo scheletro.

“E comunque non preoccuparti signor cuoco...ci penserò io alla punizione” aggiunse la mora aggiungendo anche un sorriso inquietante.

“AH?!” Lo spadaccino la fissò in modo allibito.

Così il cuoco mollò il verde, e scambiò un sorriso veloce e un cenno d'assenso con Robin.

“Ma...davvero anche stanotte dormiremo..?” chiese la mora, cambiando discorso.

“Sì...purtroppo per me!” si lagnò ancora Brook. Lo guardarono tutti con un punto di domanda in faccia (era ovvio che era solo invidioso, e alla massima potenza!).

“Basta Brook, andiamocene” fece Franky, sparendo poi dalla vista.

“Yoho! Certo! Non ne posso più di questi discorsi...!” disse seccato lo scheletro. Borbottò pure un “Bah, punizione!.. Punizione un corno!!”

La porta si chiuse con un botto.

“Sembrerebbero ancora arrabbiati...” commentò ad alta voce Robin, all'uscita dei due.

“Mm..sì sono freddini” aggiunse la rossa.

“Beh, è logico che sia così! Devono fare la parte degli arrabbiati!” fece Chopper con le mani sui fianchi e sorridendo. Poi sgranò gli occhi e si tappò la bocca. Chiaro! Aveva detto ancora una volta qualcosa di troppo!

“Ah.. quindi fanno solo finta??” chiese Zoro.

La renna si mise a negare energicamente con la testona e gli altri sorrisero beffardi.

“Dai, venite a fare colazione! Come mai avete fatto così tardi?..”

La rossa chiamò i due arrivati all'attenzione e si mise a preparare il tavolo per due, mentre Sanji sparecchiava il resto.

“Io resto qui così medico Zoro! E poi vado via!” fece intanto la renna cercando di fare l'irritato (non era proprio capace a fare la parte del nakama distaccato).

 

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Finita a colazione, Nami e Robin si trovarono fuori a discutere sulla rotta. La rossa le accennò del fatto che ora si trovavano più vicini di prima e che avrebbe dato la bella notizia a tutti a pranzo. Poi discuterono dello strano arcipelago che stavano attraversando e a Robin venne in mente il disegno che aveva fatto.

“Nami! Approposito! Ho fatto questo ieri...però non dire nulla a Chopper...” disse l'archeologa, e porse il libretto a Nami.

La rossa guardò il disegno con molto interesse poi alzò le sopracciglia di scatto.

“HEI, Rob! Ma da che prospettiva... Dove sei andata per disegnare questo?!...”

“In alto.. Era talmente bello che ho preso la matita e ho disegnato ciò che ho visto. Poi, disegnando, ho capito che forse ti sarebbe stato anche utile”

“Ah! Ah! Eri sopra l'albero maestro..giusto? Mmh..vediamo..quanto potrei chiederti per comprare il mio silenzio..?”

La mora gli diede un'occhiata agghiacciante.

“AHAHAHAh! Robin, scherzavo! ..Comunque è fatto molto bene questo disegno...e devo dire che...che mi ricorda..”

Nami pareva tutto ad un tratto molto pensierosa, rimase in silenzio e guardare prima il forglio e poi il mare trapuntato da quelle isolette.

“Mi potresti dare questo foglio?” poi chiese all'amica.

“Sì, certo”

Robin strappò il foglio con attenzione e lo diede a Nami.

“Volevo parlarti anche di un'altra cosa, Nami” fece la mora. La navigatrice mise via il foglietto e si appoggiò alla balaustra, guardandola con interesse. Il sole riscaldava piacevolmente quella mattina.

“Ho ricordato tutta la profezia..cioè, ho fatto un sogno particolarmente strano. L'ho fatto più volte, sempre uguale.. In quel sogno dicevo la profezia ma era più dettagliata e lunga..è strano ma qualcosa mi dice di credere a quello che ho sognato. Eccola qui, l'ho scritta”

Robin mostrò alla rossa un foglio. Lei lo prese lesse con gli occhi ciò che era scritto.

“Caspita! Questo è molto interessante!..I grandi appariranno..vedere le luci... dalla coda alla testa...la coda e la testa di cosa?..”

La testa di Nami stava già frullando..e Robin la guardava sorridendo.

“Lo so, sembra tutto senza senso ma..so che era così la profezia. Quel sogno..era troppo vero, immagino che ti sembrerò pazza visto che mi baso su un sogno...”

“No, Robin..se parli di sogni verosimili, in realtà ne ho fatto uno veramente reale stanotte”

“Davvero? E com'era?”

“Brutto, così brutto che non voglio ripensarci”

La rossa le sorrise. Poi Nami si tirò sù e salutò in tutta fretta l'archeologa. Ringraziò Robin per il disegno e la profezia e le disse che quella mattina sarebbe salita sull'albero maestro a verificare una cosa. L'impressione che diede alla mora però fu solo una: Nami stava scappando, non aveva nessuna intenzione di parlarle di quel sogno.

 

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Il pranzo andò in modo strano, come capitava ultimamente. Rufy, dormì e mangiò contemporaneamente e tutti gli altri parlarono davvero poco, neanche la notizia dell'avvicinamento inatteso alla costellazione del Drago diede molto entusiasmo.. Che stessero ancora tutti recitando?

Finito il cibo, se ne andarono tutti velocemente, i compagni in quei giorni sembravano molto affaccendati e un po' lo erano sul serio! Robin nel pomeriggio aveva aiutato Chopper a cucire la vela strappata, Usopp e Franky fecero un bel baccano per tutto il tempo dedicandosi alla parte danneggiata delle camere, Sanji era passato anche a vedere e aveva commentato che sembrava che quei due stessero smantellando tutto invece che risistemarlo data la tale confusione!

Poi, Zoro si era meso a sollevare pesi sul ponte, visto che la palestra era occupata dai materassi e dalle cose dei ragazzi (anche se la renna gliel'aveva proibito!), e Rufy si era addormentato sulla polena.

Nami, invece, era rimasta in cucina. Si era portata carta e matita e aveva iniziato a disegnare la rotta che stavano percorrendo. In mattinata era salita sull'albero maestro e aveva provato a disegnare anche lei quello che vedeva.

Ora stava cercando di mettere insieme il disegno della mora con il suo ed iniziare a costruire una mappa, ma non era proprio semplice! Aveva bisogno di rigoroso silenzio e quel picchiettare continuo di quei due lì fuori davvero non la aiutava! Erano passate due, tre ore? Non sapeva nemmeno lei quanto..

“Ahh..mi scoppierà la testa prima di sera!” fece, continuando a guardare le carte.

“Io sono muto come un pesce ammutolito, in compenso” gli rispose il cuoco, che la guardava ammaliato dall'altra parte del tavolo “Però mi dovrai scusare perché fra poco inizierò anche io a far baccano mi sà..Devo iniziare a cucinare”

“Di già?”

“Sì...ci vuole un po' per quello che ho in mente per stasera”

“Sanji..ho bisogno di un parere. Che cosa vedi se metto questi due disegni così?”

Il cuoco si alzò e si avvicinò, curioso.

“Mm..Vedo come dei punti in linea.. Perchè?”

La rossa gli sorrise.

“Esatto. Proprio come avevo intuito! Ho una teoria ma per ora la terrò per me” fece con fare misterioso.

“Non la dici nemmeno a me? Daai, per favore!!!”

Il biondo la circondò con le braccia e la morse delicatamente su un orecchio.

La rossa però negò.

“Sei cattiva allora..” fece lui stringendola di più e iniziando a farle il solletico.

Nami si mise a ridere ma poi sentì che Rufy, fuori, gridava il nome del cuoco.

 

--

 

La navigatrice e il cuoco uscirono fuori, e videro, vicino all'albero maestro, Rufy e Zoro che discutevano di qualcosa. Erano accerchiati da tutti gli altri che guardavano i due con interesse.

Nami e Sanji avvicinarono per capire..

“Beh, noi non la faremo un'altra notte insieme a quel pervertito!”

“Hi HI Hi! Certo che la farete!”

“Adesso basta! Te l'ho già detto! Devi finirla con questa vendetta inutile! Vuoi sapere come sono andate le cose?! Te lo diremo!”

“No, non voglio sapere proprio niente!”

“Ma falla finita!! So perfettamente che morite tutti dalla voglia di saperlo!!!”

“Beh te lo chiederò quando sarà il momento! Ora è tempo delle prove!! E non annullerò nulla! E' troppo divertente!”

“DIVERTENTE?! Solo TU ti diverti!! Te e quel....” Zoro cercò il cecchino con lo sguardo ma non lo trovò (Usopp si era fiondato dietro Franky con una velocità incredibile). “..QUEL CRETINO!”

“AHAHHAH! E se anche fosse?!?! VOI CI AVETE MENTITO!! TE LO RICORDO!! Andrò avanti fino a che non sarò soddisfatto!!”

Rufy e Zoro stavano iniziando ad alzare la voce, Robin fece per dire qualcosa, ma il capitano notò Sanji avvicinarsi.

“OEE!! Eccoti qua!” fece al cuoco “Sanji! Ho un'altra prova da proporvi oggi! Però questa volta riguarda solo voi due!” Rufy pareva davvero entusiasta.

Zoro guardò il biondo e negò con la testa, e lui sbuffò infastidito.

“Che vuoi?” chiese il cuoco, e questa volta sbuffò il verde.

Rufy sorrise più deciso. “Voglio che voi due vi sfidiate. Chi mi porterà il pesce più grande vincerà. Sono ammesse tutte le tecniche possibili ma ricordate che lo voglio intero! Darò io il via alla sfida!”

“Ah...se è per così poco va bene” commentò lo spadaccino con le mani sui fianchi “Tanto vincerò io”

“Brutta capra! Vedrai cosa pescherò io!” gli rispose il biondo, facendogli pure una linguaccia.

Nel frattempo, Rufy venne chiamato da Usopp e Brook. Tutti li videro confabulare qualcosa per pochi attimi, poi il capitano tornò a parlare bello pimpante.

“Hem hem!! Ovviamente ci sarà una penalità per chi perderà questa sfida....” Tutti e due lo fissarono assottigliando gli occhi “Il perdente vedrà...la sua ragazza baciare l'altro! ..O era il vincitore che vedeva la sua ragazza venire baciata da...?!”

Rufy si girò confuso verso il cecchino e le ragazze si scambiarono un occhiata allarmata.

“E' GIUSTO, scemo di un capitano!!!” gli fecero tutti gli altri, così si voltò di nuovo, sempre più contento, giusto per vedere la faccia stralunata del verde e del biondo.

Poi, letteralmente, esplosero insieme.

“CHE COSA CAZZO HAI DETTO?!?”

“QUALCUNO MORIRA' PER QUESTO!!”

“VOI SIETE IMPAZZITI!”

“IO NON CI STO!!!!”

“BEN DETTO!! NEMMENO IO!!!!”

“MA VOI SIETE RITARDATI!!!”

“IO ME NE VADO!!!!”

Rufy venne travolto da quelle urla ma restò impassibile, gli altri dietro di lui se la ridevano alla grande. Robin e Nami si stavano ancora guardando, allibite.

“Hi...hi...hi..! Allora ammettete tutti e due di aver perso?”

CHE CAZZO VUOI DIRE??!!” fecero in coro.

“Beh, se vi rifiutate avete perso tutti e due, quindi....”

“Lo spettacolo sarà doppio!” fece Usopp finendo la frase (che era andato di nuovo dietro al cyborg per proteggersi da eventuali attacchi).

“CHEEEE???!!!” fecero di nuovo in coro i due, e gli altri ora scoppiarono a ridere.

“RUFY SEI IMPAZZITO??!!” gridò anche Nami, rossa come un peperone “IO NON BACIO NESSUNO! MA SE LO DESIDERI TI MASSACRO DI MAZZATE!!!”

“Nami forse non hai capito...tu dovresti baciare Zoro!” fece Usopp, sempre nascosto.

“CERTO CHE HO CAPITO TESTA DI RAPA!!! FATTI VEDERE MALEDETTO!!!” gli gridò alterata, mentre Robin, con una mano in faccia, non sapeva che pensare.

“DACCORDO!!!”, “DACCORDOO!!” urlarono allora Zoro e Sanji.

“Faremo questa dannata sfida, Rufy! Tanto vinco io. E te lo dico dico Nami, non vorrò alcun premio. Così saremo a posto tutti!” commentò lo spadaccino, che credeva di aver trovato una soluzione al tutto.

“Che cosa?! Tu non vincerai bello mio! E chi ti crede?! E' ovvio che alla fine bacerai la mia Nami-san! E poi ti costringerebbero! E io non lo posso permettere! Quindi ti batterò! Fosse l'ultima cosa che faccio..”

“Certo, battermi...prima ancora di vedere le sue labbra, la tua testa schizzerà per nuovi mari, cuocaccio..”

“Magnifico..ha fatto pure rima” commentò deliziata da quella reazione la mora, con anche un sorrisetto.

“Oddioh.....” pronunciò invece la rossa, prevedendo serie conseguenze.

I due intanto iniziarono come al solito a mandarsi occhiate fulminanti e il capitano applaudì eccitato.

“YAAHOO!! Bene! Bene! Allora posso dare inizio alla sfida! AH!.. Nami! Robin! Andate a preparare una montagna di pop-corn! Voglio godermi al meglio questo spettacolo! Hihihi!!”

Quindi, Zoro e Sanji si tolsero i vestiti restando in calzoni, lanciandosi ancora sguardi minacciosi. Le ragazze si voltarono dall'altra parte come se non avessero mai visto i compagni in mutande, poi la mora annuì al capitano e la rossa la seguì, così andarono insieme in cucina a fare quello che Rufy aveva chiesto. Dovevano starsene buone e acconsentire, nessuno dei quattro aveva altra scelta.

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Capitolo 21
*** Sfida infinita e spie ***


La porta della cucina si chiuse e Rufy gridò: “VIIAAAA!!!!!!”

Zoro e Sanji si tuffarono in acqua e sparirono tra i flutti.

Franky si grattò la testa e se ne andò, aveva ben altro da fare che badare a quelle sciocchezze! E poi infondo infondo tutta quella storia di Zoro e Robin non lo faceva di certo star bene!.. Meglio non pensare ed andare a lavorare, questo credeva.

Chopper, invece, era in visibile apprensione. Primo, per la ferita dello spadaccino, ovviamente, e secondo per quello che sarebbe stato l'esito finale: non avrebbe portato nulla di buono conoscendo quei due!

Gli unici che non vedevano l'ora di vedere come sarebbe andata a finire sembravano Rufy, Usopp e Brook. Quest'ultimo aveva preso anche la sua chitarra elettrica e stava accompagnando l'evento con una canzone rock dal ritmo molto serrato.

“♫Drenn! Dreen! Il biondo il biondo! Eccolo là! Nuota furibondo!.. E il verde! Il verde! Dove va?! Chissà mai chi perde! Chi perde!?...♫”

“Huahahah! Hai visto la faccia di Sanji quando gli hai detto della penalità, Rufy?!”

“Perchè quella di Zoro?! Yohohoho!!! ♪...Chi perde?! Chi perde?!♫”

“Io dico che troveranno due pesci belli grossi!! E così stasera ce li papperemo!!! Hi Hi Hi!”

“Ah...come al solito pensi sempre a mangiare!!”

“Oh...povero Zoro...snif...snif..”

“Basta Chopper!! Se non vuoi guardare, vai a prendere i pop corn!!!”

“Ok...vado..”

E così la renna, con occhioni tristi, si incamminò verso la cucina.

 

---

 

Dopo una mezzoretta, le ragazze e Chopper portarono fuori una montagna di pop corn aiutandosi con un lenzuolo grande. E il capitano ci si fiondò dentro facendo anche un salto da tuffatore olimpico.

“Novità?” chiese seccata la rossa al capitano, il quale sbucò felice dalla montagnola bianca.

“Nho...Non shi è vishto nesshuno!” bofonchiò Rufy, con la bocca strapiena.

Le ragazze si guardarono e sospirarono e gli altri continuarono a far baccano.

E poi aspettarono...e aspettarono tutti per due orette buone.

...

 

Alla fine il sole stava pure per tramontare e un po' di tensione nell'aria ora c'era davvero.

Perchè non si erano fatti ancora vivi? Che cavolo stavano combinando?

“Zoro di sicuro si è perso tra queste isole tutte uguali.. ma Sanji?” si chiese ad alta voce il nasone.

“Mah...io inizio ad aver fame!!” si lamentò il capitano.

“Ah! Ma non ti sei già soffocato di quella roba salata prima!??” lo sgridò la rossa.

“Staranno per farci un bello scherzetto...magari porteranno delle anguille giganti che ci stritoleranno tutti e prenderanno a morsi le nostre carni” fece la mora guardando le onde, e tutti la fissarono stralunati.

“Robin, basta! Io ho paura!! Che fine hanno fatto?!...” Chopper era sul serio terrorizzato “Sapevo che quella ferita era ancora aperta...lo sapevo...”

Poi comparvero delle bolle giganti. Sia a destra che a sinistra della nave. Il mare ribollì sotto di loro e qualcosa emerse.

Parevano due enormi palloni colorati, uno a strisce rosse e l'altro a pallini blu. Erano come due colline, sorte all'improvviso. Poi emersero di più e si capì che erano le pance di due incredibili e giganteschi pesci tramortiti. Erano più grandi della Thousand Sunny stessa!

Un cespuglietto verde, vicino al pescione rosso, riaffiorò dall'acqua.

“Ecco Zoro!!!” fece Chopper, mentre lo spadaccino spuntava dalle onde e prendeva fiato.

“Maledetto stronzo!! Voglio proprio vedere! Adesso sì che ti ho fregato!” urlò lo spadaccino al cielo, più incazzato che mai.

“Ah! Ah! Senti l'odore della sconfitta, razza di algaccia schifosa?!” gli gridò il biondo dall'altro lato della nave. Era appena salito a bordo con un salto e stava ancora ansimando dalla fatica. Si ammutolirono tutti, fissando già i due pescioni..

Un silenzio pauroso regnò in quell'istante, mentre anche il verde raggiungeva il gruppo.

“Hi! Hi! Hi!....”

Rufy si alzò in piedi e iniziò ad analizzare i pesci, prima l'uno, poi l'altro....poi il primo ancora e il secondo ancora.. Mugugnò diversi “Hum..” indecisi intanto che percorreva la nave da una parte all'altra.

“Si vede che è più grosso il mio.. è ovvio!” borbottò Zoro.

Chopper corse da lui ad analizzare la sua schiena, aveva perso la fasciatura ma la ferita pareva in buono stato.

“Sta zitto, cetriolo! Ti ho sentito, sai?” lo rimbeccò il biondo. Nami andò da lui.

“Asciugati, Sanji! Prenderai qualcosa..!” gli ordinò, ma il cuoco era troppo preso dal verdetto del capitano per ascoltarla.

Anche Robin attendeva con ansia le sue parole, guardava ogni mossa di Rufy che pareva ancora molto indeciso.

“Maaaaaaaa...direi che mi sembrano buoni tutti e due” disse poi, e tutti strabuzzarono gli occhi.

“RUFY! Non devi pensare a quale sia più buono! Ma a quello più GROSSO!!!” il biondo mostrò perfino i denti aguzzi!

“E muoviti!! Non vedi che E' CHIARO CHE SIA IL MIO?!” Zoro si avvicinò paurosamente al moro, Chopper fece un volo dalla sua schiena (si era già messo a disinfettargli la ferita).

Nel frattempo la mora fece una risatina. Stavano parlando sul serio di quel pesce o di qualcos'altro?!..Sembrava la classica competizione tra uomini riguardanti la dimensione delle parti basse..!

“♫Sì è vero! Quello più grosso! Quello più grosso!!! Yohohoho! Sarà un casino a più non posso!!♫”

E TACI TU!!!!!” fecero insieme il verde e il biondo, furiosi. E a Brook vennero i capelli bianchi.

Rufy annuì e fece una faccia ancora più dubbiosa, prese di nuovo ad andare sù e giù analizzando i pesci e scaccolandosi pure con fare indifferente. Era chiaro che era fortemente indeciso!

Poi la nave venne circondata da nuove bolle gigantesche e tutti si guardarono.

“Hei! Dovavate dirlo che non era l'unica cosa che avete pescato!” fece felice Rufy, non rendendosi conto.

“Guarda che non abbiamo preso altro...ci abbiamo messo un sacco di tempo perché abbiamo girato tutte queste maledette isole in cerca di qualcosa di grosso! E se non andavo a recuperare quella testa d'alga eravamo ancora lì!!” fece Sanji stando allerta, mentre Zoro lo mandava a quel paese e aveva già recuperato le katane, in tensione.

Il mare letteralmente ribollì e presto comparvero delle pinne gigantesche dall'acqua.

Erano due pesci, ancora più enormi di quelli tramortiti..ricordarono a tutti il pescione che aveva ingoiato a nave.

Che fossero stati...i genitori di quei due più “piccoli”?

Non ci fu tempo per pensare ad altro perché quei due mostri si fiondarono sulla Thousand Sunny, spalancando le fauci piene zeppe di denti aguzzi.

“CaZZo!! Di nuovo?!” fece il cyborg, spuntando da sottocoperta.

“Ci penso io! Ho un conto in sospeso con queste bestiacce!!” fece Zoro.

“Fatti da parte! Li annienterò io!” fece Sanji, scaldando le gambe.

“Hi! Hi! Hi!...Non litigate! Sono due, no? Chi ammazza il più grosso, vince!” Azzardò il capitano e i due si infervorarono ancora di più, lanciandosi come indemoniati verso i bestioni.

“Nami! Porta ancora pop corn!!!” urlò contententissimo Rufy e la rossa gli diede un pugno in testa.

“LI HAI FATTI FUORI TUTTI, IDIOTA!”

 

I denti delle bestie vennero fatti a pezzi in un nanosecondo, i colpi furono talmente tanti e veloci che non si videro neppure, ci fu solo una grossa nuvola di fumo e acqua nel mare, per quindici minuti non si capì proprio nulla!

Poi lo spadaccino e il cuoco tornarono a bordo e stramazzarono a terra, sfiniti (era solo da quattro ore che nuotavano e tiravano calci e pugni!). I corpi delle due mastodontiche bestie galleggiavano inermi. Il capitano si mise a studiarli con calma..

“Oh, no Zoro!!.. Adesso basta, Rufy! E' ancora convalescente!” fece la renna sconvolta e incavolata. Chopper e anche Robin si avvicinarono al verde, ma prima che giungessero da lui, Zoro si era già messo seduto. Era inviperito.

“Dillo! Avanti! Ho ammazzato io.. quello giallo!! Lo vedi, Rufy?.. E' più grosso!!”

“Sto cavolo che lo è!!!!” fece Sanji ansimando in ginocchio “Rufy! Quello viola.. è il più grande! E l'ho fatto fuori io! Guarda bene!! E stasera.. te lo cucinerò!”

“Non è valido comprare il giudice, lumacone!!!” si incazzò ancora di più lo spadaccino.

“Non lo sto facendo!! E poi se anche fosse??! TU NON BACERAI LA MIA NAMI-SAN!!!”

“E CHI LO VUOLE FARE EH?!”

“MALEDETTO STRONZO!”

“MA VAFFANCULO!!”
“VAFFANCULO A CHI?!”

“A TE!!”

“Ah SI??”

“Daccordo, FINITELA!!” esplose la rossa “E tu, RUFY! Muoviti a deciderti!”

Il capitano si girò verso di lei, corrucciato. Un silenzio terribile, di nuovo, calò sulla nave.

“Ho deciso. Visto che sono grandi uguali, la sfida continuerà”

“CHE COSAA???!!” fecero tutti in coro.

“Sanji! Cucinami tutti e due i pesci più grandi! Il più buono sarà quello vincente!” fece Rufy con la bava alla bocca. Era logico che stava pensando solo a riempirsi la pancia in quel momento, non la stava prendendo affatto sul serio!

Si accesero nuove dicussioni, però, alla fine, andò come il capitano aveva comandato. Zoro tagliò due grossi pezzi di quei pesci giganteschi, Sanji li cucinò, e dopo un oretta circa si ritrovarono tutti a tavola a mangiare.

 

“E chi mi dice che non li hai cucinati in modo diverso oppure ci hai messo qualcosa dentro di diverso, mh?!” fece il verde al biondo che stava per servire la cena.

“Cosa cerchi di far intendere eh?! Certo che li ho cucinati allo stesso modo! Io non baro!”

“Sì...proprio. Ora che c'è di mezzo la tua Nami-san poi..e sei più rincoglionito del solito!” Zoro gli fece pure il verso!

Tutti in quella tavolata risero, tranne i due ovviamente.

Come hai detto??!?” gli disse lui, adirato.

“Ok! Spero che non vogliate ricominciare...” li fermò subito Nami.

“Vero. Diamo un taglio velocemente a questa vicenda” Robin parlò e Zoro si girò a guardarla. Mise il broncio pure a lei. Ma che cavolo! Ma non gli fregava nulla del....bacio?! Il solo pensiero che lei potesse fare una cosa del genere con quel pervertito ritardato lo faceva sclerare! Macchè..! Lo mandava fuori di testa!

“Ecco qua, capitano! Quello a destra è il mio, quello a sinistra è quello di Zoro. Stessi ingredienti, stesso sale, stessa cottura..stesso T.U.T.T.O” pronunciò il cuoco, chiaro e limpido, dando un occhiataccia al verde, che alzò il labbro come un cane rabbioso.

Sanji servì a tutti lo stesso piatto con i due assaggi, si sedette e sospirò. Mangiarono tutti con una tensione incredibile, tutti intenti al verdetto del capitano più che a gustare quei filetti che erano in realtà tutti e due molto buoni.

Rufy finì tutto in pochi secondi e poi si mise a fissare il piatto a braccia incrociate.

“Mmmm..” fece poi, e tutti si bloccarono a fissarlo.

“Tutto qui? Non ce n'è ancora?”

Sbuffarono tutti, la rossa si diede un manata sulla fronte (non ne poteva più), Robin trattenne una risatina, Zoro spezzò le bacchette dal nervoso e Sanji si alzò di scatto portando poi in tavola altri filetti divisi in due vassoi grandi sbattendoli sul tavolo.

“Destra..il mio, sinitra quello di Zoro” ricordò a Rufy, e poi il biondo ricominciò a mangiare con poca voglia.

Il capitano sorrise a quella vista e si fiondò a recuperare il pesce iniziando ad ingurgitarne quantità da voltastomaco.

“MM..Buono! MM! Squishitoo! MM! MMh! Mmh!!!” fece per tutto il tempo, sputacchiando pezzi qua e là e terminando dopo poco tutti e due i vassoi.

Rufy si mise a massaggiarsi la pancia, era molto soddisfatto, con un sorriso da parte a parte. Il moro poi aprì gli occhi e vide che tutti lo stavano fissando di nuovo. Erano in attesa di qualcosa?

“Beh, che c'è?!” fece con un punto di domanda in testa.

“ALLORA!! CHI HA VINTO??!!” fecero in coro tutti, buttandolo giù dalla sedia.

Rufy si scosse, si risette e parlò. Tutti lo fissarono ancora più intensamente, la mandibola dello spadaccino schioccò.

“Erano tutti e due molto buoni ma...quello di destra mi pareva migliore, sì!”

“Ahhhhh!!!” inspirarono tutti, stupiti.

“Era quello da questa parte no?” fece poi Rufy, indicando con il dito una parte del suo piatto.

“EH? No, Rufy! Quella è la sinistra!!” fece Nami, sbalordita. Ma non conosceva la differenza?!

“Ma ma...a me piaceva quello di destra! Sanji aveva detto....ma forse era la sinistra!”

Con una faccia comica ed esilarante Rufy si mise a pensare, imbronciato. Non stava facendo apposta, era davvero incasinato in quel momento! Forse tutto quel mangiare di fretta l'aveva confuso!

“Oh no!!!!” esclamò la rossa, mentre qualcuno sbottava improperi dalla rabbia, altri ridevano e altri ancora si prendevano la testa esasperati.

Era ovvio, non avevano ancora risolto nulla! Il vincitore non poteva essere decretato.

Usopp si avvicinò al capitano allora, gli spifferò qualcosa nell'orecchio, lui si si stupì e disse un “no” ridendo ma poi il nasone lo convinse parlandoci ancora.

“Che cosa c'è adesso eh? Che confabulate!!!?” gridò Zoro, che ormai non ne poteva più. Robin gli mise una mano sulla gamba e negò con la testa. Anche Sanji si tirò su in piedi innervosito e la rossa lo trattenne per il braccio.

“Lascia stare..tanto si sa che qui sono tutti daccordo!” fece incazzata.

“Ookkei! Sanji! Zoro! Ho preso una decisione!” fece il capitano.

Usopp tornò al suo posto con un sorriso befferdo e tutti lo guardarono storto.

“Beh... Nessuno dei due pesci era più grosso dell'altro e nessuno dei due più buono! Quindi nessuno ha vinto! E quindi sapete cosa toccherà alle ragazze!..”

Nami e Robin si irrigidirono e strinsero di più le prese sui compagni che erano al limite della loro pazienza.

“..Però facciamo una modifica, visto che sono un capitano magnanimo e mi sono riempito per bene la pancia: Robin e Nami dovrannoo solamenteeee......................................................................................................... baciare USOPP!”

Spalancarono tutti la bocca, pure il nasone.

“COOOOSAAA???!!”, “EEHHHH?!??!” fece Zoro e poi Sanji.

“Ma ma ma mamamamamama!! R- Rufy!! Non ti avevo detto così!!! Io avevo detto che dovevano baciare te!!” urlò il cecchino, stravolto.

“Hi! Hi! Hi!!! E va beh, che sarà mai!” commentò lui ridendosela, e Usopp si agitò fortemente diventando tutto rosso.

“Benissimo!! Avanti Robin!” fece Nami scattando dalla sedia, Sanji fece per riacciuffarla già con le lacrime agli occhi, ma lei si era già diretta verso il cecchino.

La rossa fece l'occhiolino alla mora che la imitò alzandosi anche lei. Zoro fu talmente colto di sorpresa che non riuscì a far nulla, era come stordito.

Le due si avvicinarono ad Usopp, una da una parte e una dall'altra, e lui, impietrito, non fece altro che saettare gli occhi a destra e a sinistra come un folle, stava esplodendo dall'imbarazzo! “Kaya..perdonamii” pronunciò pianissimo e poi fu baciato da Nami e da Robin in contemporanea. Però sulle guance.

Le ragazze schioccarono due bacioni, si staccarono, e lui cadde all'indietro con la sedia e tutto. Era svenuto.

“Beh, ben ti sta!!” fece Nami, soddisfatta, mentre Chopper accorreva in aiuto al cecchino.

“Hei, ma così non mi sembra valido!!!” fece il capitano.

“E' VALIDISSIMO INVECE!!!” gli urlò la rossa “E GUAI A TE SE DICI IL CONTRARIO!!”

“Beh...allora la sfida andrà rifatta!”

“COL CAVOLO!!!”

“Daccordo! Allora ne penseremo una peggiore!!!” gli rispose Rufy e poi si mise a ridere vedendo l'amico cecchino che si tirava sù frastornato.

“Si è ripreso!” commentò felice la renna.

Brook stava piangendo invece. “Perchè?! Perchè non hai scelto me?!....Rufy, mi prenoto per la prossima vota se ci sarà..!!! Uauhauhuah..!!”

“Che PALLE! Adesso basta! Io me ne vado...” fece il verde che volle uscire dalla stanza per non ammazzare qualcuno.

“Vado anch'io, capitano!” si accodò la mora “E comunque stanotte saremo io e Zoro di vedetta”

Robin non lasciò che il capitano replicasse, fece un cenno con la mano, un sorriso, prese la porta e uscì.

“Ma come?! Dovete dormire tutti insieme!” si lamentò lui, però a dire il vero era a loro che toccava il turno, ormai era da un pezzo che l'archeologa e lo spadaccino non lo facevano.

 

---

 

Arrivò presto l'ora di mettersi sotto le coperte, era mezzanotte ormai, ma in pelestra nessuno aveva voglia di dormire. Erano tutti riuniti in cerchio, ognuno sopra il proprio letto, tutti con le braccia incrociate a fissare quello che Usopp aveva tra le mani.

“State o non state...morendo dalla vogliaaa?.....

“Eddaiii, Usopp! Muoviti! Schiaccia quel coso!!” gli fece Rufy, impaziente.

“Sì! Prima che mi venga un colpo di sonno..” fece Chopper “Anche se non mi sembra affatto carino quello che hai fatto!”

“Yohohoho!!! Avanti...sentiamoo!! Non sto più nella pelle! Ah già, la pelle non ce l'ho..”

“Uffh! Se proprio devi, fallo in fretta” disse infine Franky.

“He he he! Okkei ragazzi! Vi ho già detto no? Questo è un dial speciale! L'ho modificato in modo che registri solamente quando avverte dei rumori o delle voci. In questo modo si possono registrare molte più cose, e per molte ore. Qualsiasi cosa si siano detti quei quattro ieri notte.. è qui dentro”

“Fantastico!!! Dai schiaccia!!” disse il capitano superelettrizzato.

Tutti assunsero una posizione tesa e concentrata, curiosissimi, mentre il nasone schiacciava il bottone al centro della spirale..

##... CLOCK!... Oh, cacchio! Le hanno studiate tutte!...Quei..maledetti!!... Ma..perchè hanno accatastato tutta questa roba?.. Hei, ma ci sono solo due posti e due cuscini!?..##”

Nel sentire le quattro voci dei compagni, tutti scoppiarono a ridere, Usopp poi disse loro di far silenzio perché non poteva fermare la registrazione quindi si tapparono tutti la bocca e tesero le orecchie ancor di più.

##... Dovremo dormire tutti e quattro lì?.. Ma nemmeno per sogno!! Scherziamo?! Non c'è posto!... S..sono pazzi?! Dovremo do..dormire qua...quasi uno sopra l'altro?! Sui...vostri materassi??!.... SCIAFF!! No!..##”.

“Ha ha ha! Era uno schiaffo?!” se la rise Rufy.

“SHHH!!!!” fecero gli altri, che si stavano trattenendo.

##...Hanno messo qui tutta la roba perché non volevano che staccassimo i due materassi! Perchè non ci fosse più posto! Io...domani..!! Domani mi sentono!.. Beh, possiamo sempre riorganizzare tutto lo spazio! ..#.. Come diavolo è possibile?!..Questa poi!! Ma si sono ingegnati proprio! Io li ammazzo, li stritolo! Li strozzo! Li affogo! Li trucido! Li torturo! Li spenno! Arrrghh!! ..##”

Scoppiarono di nuovo tutti in una grassa risata. Era troppo divertente per potersi trattenere.

 

---

 

Nel frattempo Sanji e Nami avevano tutta la biblioteca per sé quella sera.

Il biondo entrò, appena tornato dal bagno, ed ebbe un piccolo shock a quella vista. La rossa lo stava aspettando a letto ma non era in pigiama..o per meglio dire, aveva una canottiera bianca e scollata dalla quale si notavano subito quei due capezz..

Sanji scosse la testa e si riprese, lei fece una risatina e il cuoco si mise a sistemare le sue cose prima di coricarsi.

“S...sai che dopo arriveranno no? Cioè alla mattina...domani mattina”

“Dici che non va bene quello che ho messo?” fece la rossa facendo la finta brava bambina “E' che fa tanto caldo tutti qui insieme.. ma se ti dà fastidio mi cambio”

Il cuoco si girò velocissimo.

“No!” urlò “Cioè...non cambiarti.. tesoro” disse poi impacciato, ritornando a guardare da un altra parte con la stessa velocità.

“Mfh..!!” Nami si tappò la bocca, divertita, e quando il biondo arrivò da lei tornò seria. Sanji le si coricò vicino, avevano occupato la loro parte di letto, nessuno aveva intenzione di dormire dove avevano dormito gli altri due.

“Che giornata...pesante” disse il cuoco.

“Mmm...sì. Chissà quando la finirà Rufy con le sue richieste del cavolo!”

“La vedo dura”

“Mmm...sì. Non si smuove quando si fissa su qualcosa, lo sappiamo. Comunque la cosa importante è che siamo ancora tutti qui insieme”

“Ma non insieme su questo letto.”

La rossa ridacchiò. “Ovvio! Ha! Ha!”

Nami si girò verso di lui, e nel buio, con la mano libera, iniziò ad accarezzarlo sul braccio, sulla spalla e poi sul viso. Sanji baciò quella mano che percorreva la sua guancia. Poi girò la testa e afferrò dolcemente il capo della rossa, baciandola. Nami rispose subito, approfondendo pure quel bacio.

Sanji non riuscì a trattenersi, si voltò anche lui verso di lei, cingendola con un braccio e con una gamba, la rossa si trovò immobilizzata e sorrise continuando a baciarlo.

“Nami...”

“Mm..?”

“Non ho quel miele..ma se vuoi..vado a prenderlo” disse il cuoco, respirando già un po' in affanno e cercando di non fare troppi pericolosi pensieri.

“Tu..vorresti...qui?” fece la rossa.

“Non lo so..non te la senti? Cioè...lo so che non è il massimo. Daccordo, è stupido..hai ragione”

“Ah! Ah! Non è che è stupido...è che..mi fa strano”

“Lo so. Cancella quello che ho detto” fece lui staccandosi da lei e tornando alla posizione di prima.

Sanji prese un respiro profondo e calò un po' di silenzio.

“E' stupefacente” disse Nami.

“Cosa?”

“Ora..riesci a trattenerti ed anche...ti freni per me. Lo apprezzo tantissimo”

“Mfh...”Il cuoco sbuffò un sorriso. “Allora mi perdonerai un giorno quando ti salterò addosso in modo animalesco e ti.. divorerò”

“Ah! Ah! Che paura!” ironizzò lei.

“Dovresti..” disse il cuoco e poi, di colpo, scattò tirandosi sù, fingendo un attacco alla navigatrice e acciuffandola. Lei, presa alla sprovvista, mollò pure un urlo.

“Visto che non scherzo?! Visto che non scherzo?!” fece il cuoco facendole il solletico. Nami si mise a ridere e dopo poco dichiarò di non farcela più, così lui smise.

“Ah! Ah! Sai cosa mi piacerebbe?” fece il cuoco “Rifare quella battaglia di cuscini con te!”

“Vorresti ancora prendermi a cuscinate quindi?!”

“Sì! Cioè no! ...Cioè sì! Senza farti arrabbiare troppo s'intende! Ne va della mia testa!”

“Ah! Ah! Sai quello che rischi allora...”

I due si misero a ridacchiare, ripensando ancora a quel momento nell'isola di Shade. Mai avrebbero detto allora che un giorno, ricordando a tutto quello che era successo, ne avrebbero riso.

“E' un peccato..ma al momento non ci sono cuscini disponibili da distruggere” fece la rossa.

“Quindi...dormiamo?”

“Dormiamo” rispose Nami, sorridendo ancora.

“....Nami-san, realizzeresti un mio desiderio?”

“Eh?.. Okkei”

Sanji si mosse, le coperte frusciarono e Nami, dubbiosa, aspettò. Poi sentì qualcosa appoggiarsi sul suo seno sinistro, era la testa del cuoco. La rossa sorrise e lo accolse abbracciandolo. Il compagno voleva addormentarsi sul suo petto, era quello il suo desiderio?

“..Posso dormire così?”

Esatto.

“Quanto sei disposto a sborsare?.. No dai, sto scherzando” disse lei, celando in verità un po' di imbarazzo.

“Ti peso troppo?”

“No, va bene Sanji-kun” fece la rossa, accarezzandogli la testa e facendogli capire che era tutto ok.

“Questo...è il paradiso” commentò beato il biondo.

“Buonanotte..”

“Sarà buonissima”

 

---

 

“Mi pare una buona serata..e guarda queste isolette tutte identiche, sono così affascinanti!” fece la mora al verde. Avevano da poco iniziato a fare la guardia notturna.

“Mm”

“Sembrano infinte.. è da giorni ormai che percorriamo questo tratto di mare, chiunque si perderebbe facilmente..ma la nostra navigatrice è la migliore. Nami mi ha detto di assicurarmi che la nave tenga una certa rotta.. spero non ci siano complicazioni.. Mi stai ascoltando, samurai?”

“Perchè? Di solito non ti ascolto?” fece Zoro, fisso sulle onde nere.

La mora alzò le sopracciglia, quell'uomo era evidentemente di pessimo umore.

“Stai rimuginando ancora su quella cosa..”

Le labbra dello spadaccino per un attimo si arricciarono. Era così.

Robin sorrise lievemente.

“E' molto dolce da parte tua, ma non c'è da preoccuparsi troppo per un bacio tra fratelli”

La balaustra sulla quale Zoro era appoggiato scricchiolò sotto la sua presa.

La mora si bloccò un attimo, poi gli voltò le spalle.

“D'accordo, vado a preparare un caffè caldo... lo vuoi anche tu?”

A risposta assente, la mora si incamminò. “Lo prenderò come un sì..” disse.

“Robin!..”

La mora si sentì chiamare, si fermò.

“E' che.. quell'idiota ! C'è anche lui di mezzo e mi fa incazzare il fatto che si sia beccato pure il tuo... bacio!”

Con che fatica disse quell'ultima parola! Robin sorrise e tornò sui suoi passi, gli si avvicinò.

“E...se fosse stato Rufy al suo posto?” azzardò, studiando la sua reazione.

Zoro arricciò il labbro più di prima. “Gli avrei staccato la testa”

“Mfu! Fuh!.. Lo so che non dici sul serio”

Zoro si girò verso di lei, adirato.

“Ah, no?!”

Robin chiuse le labbra facendosi un po' più seria, non voleva stuzzicarlo oltre. Allungò una mano e iniziò ad accarezzargli i capelli, come se lo spadaccino fosse un cagnolino agitato che andava calmato. Lui continuò a fissarla, in tensione.

“Potrei baciare chiunque, samurai... ma comunque penserei sempre a te in quel momento”

Zoro fece una smorfia. No, evidentemente non gli andava in nessun caso quell'idea. Continuò ad accarezzarlo.

“Sono contenta, e sai perchè? Adesso che la verità è venuta a galla, posso avvicinarmi a te quando voglio e sentirmi più libera di fare ciò che desidero..”

“Io sarò contento solo quando tutto questo sarà finito” disse lui, ma la sua espressione corrucciata era sparita.

“Lo so, lo capisco.. Cerca di non prendere tutto troppo seriamente. E poi sai che scherzano..non darci troppo peso”

La mora si appiccicò a lui, abbracciandolo. Lui, che era chinato ancora su quella balaustra, finì con la testa sul suo seno. Stava pure per rispondere, ma ora le parole che doveva dire gli si erano inceppate nel cervello. Robin continuò a coccolarlo..

“Lo fanno apposta, per farti arrabbiare. Non stare al loro gioco..ti faresti solo del male. Noi abbiamo già vinto, spadaccino..questa è la realtà. Rufy ci ha già perdonato. E' che..è fatto così...è infantile, lo conosciamo”

Il verde annuì, un po' impacciato in quella posizione. E la mora si staccò, notando che lui era un po' rosso sulle guance.

Gli sorrise, era contenta di averlo stordito piacevolmente, almeno aveva messo da parte i suoi pensieri per qualche minuto!

“Vado in cucina allora.. Come lo vuoi il caffè?”

Zoro si schiarì la voce, si grattò la testa.

“..Alcolico”

 

---

 

##......Secondo te..meglio che io e il cuoco stiamo in mezzo e voi due alle estremità..oppure il contrario? Cioè state voi in mezzo e noi fuori?... Beh, è facile rispondere...Io e Nami non abbiamo problemi a dormire vicine..voi invece, mi sa che qualche problema ce l'avete... Fuh! Fuh!... La penso anche io così..ma non ne vuole sapere!... Ma..ma se quel pervertito allunga le mani..io gliele taglio!... Beh! Potresti farlo anche tu di notte senza saperlo!! O chissà...magari apposta!!... E comunque non lo farò!! CAPITO, stupido marimo??!... BADA BENE A COME PARLI!!! E poi APPOSTA?! Che cacchio vuoi dire?!..##”

I cinque amici si scompisciarono dalle risate, anche il cyborg si mise a ridere, ed anche la renna. Rufy ormai piangeva dall'ilarità e il nasone se l'era fatta addosso.

“Yohohoho!! Povere donzelle!! Tra due fuochi!”

“Tra due pazzi!! Ahahahah!!” fece Franky.

Risero ancora mentre la registrazione andava avanti.

##...Ti muovi, Sanji?! O vuoi far mattina?... Ok..ragazze, cioè...Ok, arrivo..##”

“Ha! Ha! Sembra nervoso il cuoco!” commentò Usopp.

“HU! Hu! Prevedibile!!” rispose Franky.

##...Dormi già?... Mfu! Fuh! Lascialo stare, Nami!.. #..Che...cosa assurda da vedere! Farò un incubo dietro l'altro stanotte!... Hihihi!! Mfuh! Fuh!.. Insomma..rilassatevi ragazzi! Non mi pare una tortura, no?... Esatto, al massimo possiamo morire per autocombustione! Fa già caldo...Hahahahaha!!..Mfuh! Fuh!!..##”

“E invece mi sa che si sono divertite anche loro!! He! He!!” fece Chopper riferendosi alle ragazze.

##...Non vedo cosa ci sia da ridere in questa maledetta situazione... Sì...da ridere proprio nulla...non chiuderò occhio..Haa haa haaaaa....Ma se hai già gli occhi chiusi!... HAHAHAHahaha!!.. Mfufufuh!!.. D'accordo, d'accordo, basta! Dormiamo!...E poi tu! Non potevi scolarti una camomilla?!... Ce l'hai con me, algaccia marcia??!...UUffhh!!! Sei senza speranza!! Bendati e facciamola finita!!... Pensa agli affaracci tuoi e non allungare le mani per nessun motivo!!..IO??!! Ma pensaci TU INVECE!! Che sennò te le stacco!!!..##”

“UAHAHAHHHA!!! Se le daranno tra tre...due...uno...” il nasone fece un countdown, ormai erano tutti piegati dalle risate.

##...SENTI QUA! Non ho nessuna intenzione di FARLO, OK MARIMO?! Quindi TACII!!... Ma se sei SU' DI GIRI GIA' DA UN PEZZO!!... CHE COSA?! Non E' COSI'!!... AHAH! LO NEGHI PURE?! SEI PATETICO!!... NON E' COSIII!! E LASCIAMI STARE TROGLODITAA!!.. GUARDA, SE VUOI TE LA DO' IO UNA CALMATA!!... BEH STAI ATTENTO PERCHE' HO GIUSTO IL BISOGNO DI SFOGARMII!!... E NON PRENDERTI LE COPERTE!! NON CI SEI SOLO TU!!... MA SENTI CHI PARLA! L'EGOISTA FATTO PERSONA!!...##”

“Oddio, ragazzi!! Non ce la faccio più!!! Ahahahah!!”fece il capitano.

“Neppure io!! Yohohohohohoooo!! Sto malissimooo!!”

“Avranno distrutto il letto?! Ahahahah!!! Beh, il nostro scopo l'abbiamo raggiunto in pieno!” disse il nasone, che ormai aveva pure i moccoli.

##...COME HAI DETTO?! Egoista A CHI??!?... SI', EGOISTA E RINCRETINITO!... BEH, TU SEI UN POVERO PERVERTITO!!... ALGACCIA APPICCICOSA!... CUOCO DEMENTE!... SPADAIOLO DISPERSO!... CRETINO!... BIFOLCO!.. ADESSO BASTAAAAA!!!!!...##”

All'urlo della rossa scoppiò un altra potente risata di massa. Stavano male, avevano tutti mal di pancia ormai.. tutto quel ridere stava diventando una tortura.

 

---

 

“Ecco qua, spero sia abbastanza forte per i tuoi gusti” fece Robin tendendo la tazza.

Lo spadaccino la prese, ma la appoggiò sulla balaustra. Si avvicinò alla mora e la prese per i fianchi tirandola verso di sé. Il contenuto della tazza che l'archeologa aveva nell'altra mano, ondeggiò paurosamente, ma non ci furono danni.

Guardò il verde con occhi un po' stupiti e lui sorrise.

Zoro non disse nulla, ma la sua espressione le fece capire chiaramente che era grato per quel caffè ma anche per essergli sempre vicino quando era in crisi. Il verde le prese il viso e la baciò. Fu un bacio lungo e molto dolce.

“Adesso che ti ho fatto dimenticare quello che hai fatto..mi bevo il caffè” fece poi, soddisfatto.

La mora arrossì guardando quella bella faccia felice, e pensò che in realtà l'aveva fatto perché era lui stesso che voleva dimenticare! Si misero l'uno vicino all'altra e sorseggiarono i caffè guardando l'orizzonte oscuro.

“Mi piace particolarmente stare con te così..al buio, nel silenzio..” confessò Robin.

.“AHAHAHAHAHAH!!!!!!!”

I due udirono all'improvviso forti schiamazzi dall'alto. Robin e Zoro si girarono e fissarono straniti la palestra.

“Ma che combinano?! Hanno ancora voglia di fare bagordi?” fece lo spadaccino.

“Mfu! Meglio che si divertano, no? Prima o poi crolleranno..”

“Mah...che confabuleranno ancora..”

“Ah, lasciamoli perdere” fece la mora che tornò a scrutare il mare, il verde la imitò.

“Mm! Buono questo sakè al caffè comunque!”

“..E' orribile?” Robin lo fissò, un poco dispiaciuta.

Zoro sbuffò e le regalò un'altro sorriso. “No, è buono, sul serio”

“Ah..”

La mora tornò a guardare davanti a sé, sollevata.

“Hai inventato un ottimo digestivo...”

“Mi stai prendendo in giro” L'archeologa fece un sorrisetto, divertita.

“No, mi piace! Anzi, credo diventerà la mia bevanda preferita”

“Smettila, samurai..”

Dopo un ultima occhiata d'intesa, i due rimasero in silenzio a finire il caffè e godendosi il momento insieme. Nel frattempo sentirono altre risate dall'alto ma fecero finta di nulla. La brezza leggera, la pace di quell'istante, il profumo del caffè e il piacere della compagnia reciproca era l'unica cosa che li interessava.

Passò un po' di tempo, poi Robin dichiarò di dover andare in cucina per prendere qualcosa da mettere sulle spalle e poi a controllare la rotta, così si divisero. Zoro rimase a prua, a controllare la situazione.

 

---

 

##......###......###”

“Beh, sarà finita la registrazione?”

“Probabile, Franky...” rispose Usopp.

“Meno male, perché la mia pancia stava per esplodere dal dolore! Hihihi!...No, basta!” fece il capitano, tra il divertito e il dolorante.

“Bene...andiamo a letto!” disse la renna, che si era divertita ma in realtà si sentiva anche in colpa per aver ascoltato quella conversazione.

##...Frusshh … Scusa...ti ho svegliato...Tciuh!...Quei due si sono già alzati...##”

“Eeh?! Ma va avanti!” esclamò il cecchino.

“E' Zoro?” chiese Rufy.

“E Robin..” annuì Chopper, che si stava grattando gli occhi dal sonno.

Tutti tornarono ad ascoltare curiosi.

##... E' così tardi? Che ore saranno?... E' l'ora di stare un po' qui..Sai, ho dormito davvero male stanotte..e ho sul serio un cerchio alla testa. Che ne dici di aprofittarne e dormire un altro po'?... E' sul serio una dormita quello che mi stai proponendo?... Sì..ma se vuoi..visto che siamo finalmente soli, e quei due si sono tolti dai piedi....##”

Usopp, Franky, Rufy, Brook e Chopper si guardarono a vicenda, congelati. Che...che diavolo stavano per ascoltare?!

“YOHO!!”

“Oh. Mio. Diooo....” fece il cecchino.

“Mio dio, perché?” chiese il capitano.

“Non è meglio...bloccarlo, Usopp?” disse il cyborg, negando con la testa.

“Perchè?!” chiese anche la renna, incuriosita. Intanto, la registrazione proseguì.

##...Approposito! Perchè eri sul mio posto?... Beh, mi sono svegliata perché avevo caldo..sono andata in bagno e al mio ritorno ti ho trovato al mio posto..e non ho voluto svegliarti..così mi sono messa qui... Mm, capisco.. ##...Zoro..aspetta... Credi non sia il caso?...##”

“Infatti, non lo è! Usopp, spegni!” fece Franky, infastidito.

“Perchè non è il caso?” disse Rufy, inconsapevole.

“Mammamia...yohohoho!!” lo scheletro aveva ripreso a ridere.

“Eh?” anche la renna non capiva.

##...Non è quello..Stringimi...#...Mfu! Fuh! Un po' meno, spadaccino... Ecco..così...##”

“D'accordo! Io vado a letto! Buonanotte!” fece il cyborg, adirato, Usopp non lo badò minimamente perché era troppo preso ad ascoltare. Così Franky si mise i tappi alle orecchie e si ficcò sotto le coperte con fare rabbioso. Rufy lo guardò non capendoci nulla, neppure gli altri a dir la verità. Perchè quella reazione?

##.. Che cosa c'è, demone?...##”

“Demone??! Chi è sto demone?!...”

“Uno spettro?!!” fece Brook, spaventato.

“Ma noo! Zoro chiama Robin così!” fece la renna, sapientona.

##...Un brutto sogno..è già la seconda volta che lo faccio...Ero al villaggio dei selvaggi..con te..in quella casupola dove è successo quello che sai..e poi ho sognato quel Poinegriffe piramidale..La cosa strana è che ho sognato tutto di nuovo, uguale in ogni particolare...e si sa che di solito i sogni invece cambiano un po' no? Ma questo non è cambiato di una virgola.. Quella profezia..io non la ricordavo così dettagliata e lunga. Perchè la mia mente mi sta dicendo invece che è così? Perchè ricordo particolari di quella notte che non è possibile che io ricorda? Può sembrarti una follia ma io so che è andata così tra di noi...anche se non ho le prove... Parli della notte in cui ho fatto l'idiota?...Hai visto cose spiacevoli?...Ti..ho fatto qualcosa di brutto nel sogno?...No..anzi. Non è quella parte...è il dopo. E' quello che succede alla fine...Perchè, cosa c'è alla fine?...Io, credo sia.. la morte..##”

“Ma che sogni orrendi che fa Robin!” fece Usopp con un brivido.

“Spaventoso! Yoho! Ma..non ho capito a cosa si riferiva Zoro..”

“Beh, è chiaro che non hanno raccontato la verità neanche quella volta!” disse il nasone e Rufy annuì, anche se non ci stava capendo granchè.

“Franky voleva che spegnessimo perché sapeva del sogno spaventoso?..” chiese la renna, ma nessuno gli rispose. Tesero ancora tutti le orecchie..

##...Alla fine del sogno schiattiamo?! E' questo che intendi?...Sì, credo. Ma è solo un sogno..che va a finire male. Ci sono abbituata..ne ho fatti tanti nella mia vita di sogni assurdi! La cosa che so però è che devo informare Nami di quella profezia... Con quello che hai passato! Mi meraviglierei del contrario.. Cosa hai visto nella casupola?...##”

“Ohh! Il momento della verità!” fece Usopp.

A tutti brillarono gli occhi.

##...Sei stato molto dolce.. ho visto che mi hai tolto le vesti con i denti....Che cosa?!...Mfu! Fuh! Sì..e poi mi hai detto solo cose carine..e ti sei dato dello stupido...##”

“Caspita! Ho sentito bene!?? Yohohoho!! E bravo Zoroo!..Maledetto, che invidiaaaaa”

“Ho...sentito bene?!” si chiese il cecchino stralunato, e Rufy si grattò la testa.

“Ma!? L'ha aggredita??!!” si agitò invece Chopper che, poverino, non aveva compreso niente.

“SHHHH!!!!” lo zittirono tutti.

##...Ti...ti ho fatto male? Ricordi qualcosa che...#...No...cioè, ho ricordato...e mi è sembrato, giusto un pochino..ma poi … Poi è stato così bello che non so come descriverlo... #..Robin..mi... Smettila, spadaccino..è ora di perdonarsi non credi?..##”

“Yohohohoho! Incredibile!! Lo spadaccino l'ha presa con la..”

“ADESSO BASTAA!!”

Franky si alzò di scatto dal letto facendo prendere un colpo a tutti. “SPEGNETE QUEL COSO!! NON VOGLIO SENTIRE ALTRO, CAPITO??!!”

“Ma...è la parte migliore!” protestò lo scheletro.

“Abbiamo scoperto che è da un secolo che ci mentono! Dall'isola sperduta dove li avevamo prelevati praticamente!” diede man forte il cecchino.

“Sì, voglio ascoltare ancora! E poi non stavi dormendo!?” fece il capitano.

“NO! Perchè con questi cosi sento tutto lo stesso!”

“Beh, tappati le orecchie!” lo liquidò Rufy, intanto la registrazione continuò.

##...Beh, attenderò tutto il giorno se necessario...Ti piace sfidarmi, vero?...Ah!.. HEI!!...#..Non proprio...e ricorda che se non esaudirai i miei voleri ci sarà una punizione terribile....Oh, ho così paura che muoio dalla voglia di sapere cos'è....##”

“Usopp! Dammi quella cosa!” fece il cyborg esasperato “Metti che ci sentano! Dammi quella cosa! Anzi, spegnila!!”

Il cecchino lo guardò e nascose dietro la schiena l'affare senza spegnerlo. Rufy si mise a ridere.

##...Mm. Sei un come un bambino cattivo... Togli il 'bambino'... Sei cattivo allora... Certo che lo sono... Però io posso essere peggio... Non credo proprio..##”

“USOPP!! Dammelo! ORA BASTA!” Franky si alzò e andò dritto da lui, il cecchino si mise a scappare per tutta la palestra e Rufy si mise a ridere più forte.

“Ragazzi..forse ha ragione..Se Zoro ci scoprisse, ci staccherebbe la testa! Non che sia un problema per me, yoho!”

##...Non ce l'avresti fatta...A far cosa?...A starmi lontano...Ah! Che prepotenza!...Mm, è la verità..#... Mmmh...ha..#...Non....possiamo...qui.. ahh... Robin...##”

“USOPPP!!!! Se ti prendoo!!..” continuò a urlare il cyborg, mentre il cecchino gli sfuggiva con il dial in mano.

“Yohooo!! Sul più bello!!”

“Ma cosa sta succedendo a Zoro e a Robin?..Hanno un malore??”

“Ahahahah! Non lo so, Chopper!” se la rise stupidamente Rufy.

##...Ah, Zoro...Shhh....#...Mmh....Ah!...#...Ohh.....##”

“Yohoho!! Ma voi non capite nulla! Morirò per questo!!! Ahahahah ! Ma sono già morto! Ahahahahohoho!!”

Brook era di nuovo con le lacrime per colpa di quei due che non comprendevano.

“Tu! Stupido cecchino!!! Vieni quaaa!!” Franky, furioso, stava quasi per agguantarlo.

“Vai Usopp!! Ahah!” lo incoraggiò il capitano.

Aiutooo!!!!!” urlò il nasone, e il dial gli sfuggì di mano.

L'affare rotolò nei pressi della botola e quando la saltò e colpì con botto secco la parete, tutti si immobilizzarono.

I ragazzi guardarono fissi, impietriti, da quella parte. Allucinati, si accorsero di avere un ospite inatteso.

Zoro era immobile vicino alla botola, in piedi a braccia incrociate e li guardava in modo torvo, terribile.

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Capitolo 22
*** Gioco da neonati ***


Il verde li squadrò tutti con quell'occhio tagliente, non muovendo un solo muscolo.

Brook ebbe un brivido e iniziò a sudare, Franky restò bloccato con gli occhi spalancati, la renna sbattè le palpebre terrorizzato, Usopp crollò sulle ginocchia già pronto a strisciare per chiedere perdono, e Rufy stette immobile a ricambiare quello sguardo con stupore.

“Zoro?! Non eri di guardia?” gli chiese pure il capitano.

“Certo. Lo sono. Infatti faccio la guardia anche a voi.”

Deglutirono in parecchi a quell'affermazione, letteralmente terrorizzati, pensando che lui avesse sentito tutto..

Istanti angoscianti trascorsero per i poveretti, ognuno si immaginò di essere trucidato malamente dallo spadaccino, tutti tranne il capitano ovviamente, che si mise a braccia conserte e gli fece pure un sorriso di sfida.

Quando poi Zoro fissò quell'oggetto che era vicino ai suoi piedi, qualcuno mollò pure un urlo.

“Che...cavolo è sta roba?” fece il verde, prendendo in mano il dial. “Ah, sì...è uno di quei cosi che hai preso a Skypiea, giusto.. Usopp?

Lo spadaccino disse il suo nome in modo strano, e il cecchino deglutì sentendosi già bello che morto.

“A...Ha'!..” fece colando sudori freddi, “Ma è rotto...” aggiunse, sperando in un miracolo.

Zoro lo rigirò tra le mani, quella spirale aveva una crepa e un bottone al centro. Lo schiacciò con fare sospetto e tutti trattennero il fiato.

“##....##..##Cccczzh!!..##”

Il dial fece un rumore fastidioso e poi si bloccò. Zoro fece una faccia dubbiosa.

“T..ti ho detto è che rotto!” commentò il cecchino, andando da lui in fretta e rubandoglielo dalle mani e scappando.

“Ahahahahah!! Divertente!!” fece Rufy “Però.. ci dovrete lo stesso ulteriori spiegazioni!”

Usopp si fiondò da lui e gli pestò un piede fingendo sbadataggine.

“Demente, sta zitto!..” spifferò il nasone al capitano, senza farsi sentire dagli altri.

Zoro dissentì con la testa.

“Non capisco che vuoi dire..comunque devo tornare fuori. Non fate altro casino, dateci un taglio” disse il verde e poi si calò giù dalla botola.

Tutti aspettarono un minuto e poi sbuffarono sollevati.

“Cacchio, l'abbiamo scampata bella!” disse Usopp che si stava ancora riprendendo dall'infarto “E meno male che si è rotto!”

“Lo aggiusterai vero?” gli chiese Rufy.

“Beh, dovrai aspettare...ma non so se sia una buona idea...”

“Bene bene! Hihihi!!”

“Ma...Rufy! Io ho paura!.. Stasera abbiamo rischiato grosso!” disse preoccupato la renna.

“Mm...il piccolo dottore ha ragione...purtroppo. Meglio non sfidare la sorte” commentò Brook.

“Siamo stati molto fortunati...Anche Usopp ci dà ragione, giusto?..” tentò di dire Franky lanciando un occhiata intimidatoria al nasone, il capitano però gli parlò sopra.

“Usopp! Allora è un ordine!! Riparalo che ci servirà presto!...e poi è troppo spassosooh!!” disse ridacchiandosela.

I compagni si guardarono e dissentirono. No, quella testa di rapa non li avrebbe mai ascoltati.

 

---

 

Riparare cosa? Quel coso?...e perché?”

Zoro se lo chiese e si grattò la testa e, aggrappato ancora alla scaletta fuori dalla botola, dall'alto, vide l'archeologa a prua. Sembrava cercare qualcosa e forse cercava proprio lui. Quindi il verde smise di origliare e scese piano, come un gatto, e andò da lei.

“Robin?..”

La mora si girò allarmata, non l'aveva sentito minimamente!

“Ah..ti cercavo”

“Ho visto. Ho dato una strigliata a quegl'idioti lassù. Facevano un casino terribile...però qualcosa mi puzza”

Robin si strinse di più nella sua giacca. “Cosa?”

“Parlavano di un affare...credo sia ..Come si chiamavano quei cosi strani che parlavano..quelli di Skypiea? Ti ricordi..”

“I dial?”

“Sì, ecco! Sono entrato e quegli stupidi stavano facendo il finimondo...Usopp correva con quell'affare in mano e mi pareva che facesse un qualche rumore anche”

“I dial che riproducono voci e rumori...forse era uno di quelli?”

“Può essere.. ma la cosa strana è che quando mi hanno visto...hanno fatto una faccia sconvolta!. Poi quel nasone ha detto che era rotto e tutti si sono come rilassati..Nascondono qualcosa è certo!”

“Ci hanno registrato”

Robin disse queste parole con una tranquillità assurda. E Zoro esplose.

“Che COSA?!?! Tu dici.. che ci hanno registrato?! E come? QUANDO?!”

L'archeologa gli si avvicinò.

“Abbassa la voce, spadaccino. Ormai l'hanno fatto”

“Ho sentito Usopp dire che lo riparerà...quindi hanno intenzione di rifarlo!! Adesso torno sù e li ammazzo!!”

Il verde si girò adirato e lei lo trattenne prendendogli una spalla.

“Zoro, no!..”

Lo spadaccino si arrestò ma non si voltò verso di lei. L'occhio era ridotto ad una fessura.

“Ascolta....gli daremo quello che vogliono..così poi ci lasceranno stare”

“CHE?! Non starò ai loro giochetti, Robin!”

“Glielo faremo solamente..credere”

 

---

 

Era quasi l'alba. Zoro e Robin si apprestarono a finire il turno e ad andare finalmente a riposare. La nottata era andata bene a parte il nervosismo del verde, che non aveva minimamente digerito la cosa di esser stato registrato e pensava continuamente a fargliela pagare al cecchino e alla “testa di gomma”, il capitano, come l'aveva soprannominato quella notte.

La mora uscì dal bagno e, insieme a Zoro, si recò in biblioteca.

“Ma...quel cuoco non dovrebbe già essere in piedi?! Cosa facciamo? Andiamo a dormire lasciando la nave...” fece lui, davanti alla porta. Ma una mano apparsa dal nulla gli coprì la bocca.

“Ho visto Franky scendere poco fa..e poi vedrai che Sanji presto si sveglierà” sussurrò la mora aprendo piano l'uscio.

“Franky..?” fece Zoro, e quel nome detto da lei fu una scusa per fargli girare le palle ancora di più.

Robin entrò e buttò l'occhio al letto.

Che scena imperdibile le si parò davanti! Robin si tappò la bocca e ridacchiò senza far rumore. Zoro spiò dietro di lei e si accigliò.

“Bah, il solito...pervertito” commentò il verde schifato.

Robin lo zittì di nuovo e tornò a fissarli. Sanji stava ancora dormendo beato appoggiato sopra il seno della rossa, che dormiva pure lei tranquillamente. Era la stessa scena che le si era parata davanti quella sera dove li avevano sorpresi a letto insieme ubriachi. Però ora almeno erano vestiti e coperti!

“Mfuh! Sono carini..”

C..carini?! Robin, non farmi incazzare di più di quello che sono già!” fece il verde sbusco, e senza tanti complimenti si svestì e si ficcò sotto le coperte sempre più scocciato.

La mora non lo badò e lo raggiunse scavalcandolo elegantemente e prendendo il posto stabilito vicino alla rossa, mettendosi sotto le coperte con cautela. Guardò verso di loro. Fortunatamente, nessuno dei due compagni addormentati si era svegliato. Quindi sbuffò divertita di nuovo.

“Mmh! Io dormo, che è meglio. Notte” fece sbuffando lo spadaccino che era irritato, al contrario di lei.

Zoro serrò l'occhio e lei si girò verso di lui, di lato.

“Vieni un po' qui, mio schiavo” disse piano, prendendogli il braccio più esterno e tirandolo un poco, facendogli capire di girarsi verso di lei.

Zoro sospirò e ubbidì, voltandosi lentamente.

“Non mi piace questa parola...invece di schiavo, ti chiamerò.....tigrotto” sussurrò.

“Um?” fece lui, mentre Robin guidava la sua testa verso qualcosa di morbido. Zoro si trovò schiacciato tra i suoi seni.

La mora lo tenne un po' fermo così, accarezzandogli la testa.

“Tranquillizzati un po'...altrimenti non riuscirai a dormire” gli disse, come se quel trattamento potesse rilassarlo!

Però il verde non protestò, anzi, la circondò con il braccio libero e si appiccicò di più a lei.

“Ti amo, Zoro”

Lo spadaccino sorrise un poco tra quel calduccio, stava già meglio. Quel contatto era tutto quello di cui ora aveva bisogno.

“Anche io, demone schiavista”

 

---

 

Dopo cinque minuti esatti, Zoro e Robin dormivano alla grande e Sanji si svegliò di soprassalto.

Nello scatto che fece, svegliò pure la povera navigatrice.

“Oh, dannazione! Che ore sono?!” disse scaturito, e poi rivide i due caldi cuscinetti sotto di lui.

“Massì, chi se ne importa!♥..” disse ancora, riappoggiando la testa e strusciandosi sopra, era pronto a dormire di nuovo.

Il cuoco si sentì tirare per un orecchio, in modo abbastanza forte.

“Saanjii....è meglio che ti alzi, ora!” gli sussurrò Nami, sveglia e irritata.

“Oouuhh!!” si lagnò lui, tirandosi sù “Si, sì scherzavo!..”

“Ah...e credo che mi alzerò pure io, devo sgranchirmi le ossa!” fece la rossa, sentendo tutti postumi di quella dormita in una sola posizione.

“Mi spiace, mio amore..” gli sussurrò lui baciandogli la fronte. “Lo rifaremo, vero?!” disse poi, euforico.

La rossa gli prese una guancia con forza e lo tirò verso di sé.

“Mai più!!” gli fece con uno sguardo terribile. Ma poi, vedendo la delusione sul volto del cuoco, gli sorrise.

“Scherzi, ver...”

Al cuoco si bloccarono le parole in gola. Sanji aveva notato gli altri due. O meglio, aveva notato dove Zoro aveva la testa.

Nami si stiracchiò e notò il biondo che fissava qualcosa con aria sconvolta. Seguì il suo sguardo e scoprì perché aveva quella faccia. Si tappò la bocca e ridacchiò.

“Ma...ce la farà secondo te a respirare?!..Haha!” spifferò la rossa al biondo.

“E....e poi dice a me che sono...un..un maniaco! ..Con noi qui poi!” fece lui, costernato.

“Per me è stata lei a...trascinarlo” disse incantata ancora Nami “Non sono cose che si vedono tutti i giorni..”

“Ah e meno male!! Oh, d'accordo! Vado in cucina!..” sussurrò istericamente il cuoco e lasciò poi la biblioteca tra un improperio e l'altro.

La navigatrice rise di nuovo tappandosi la bocca e si vestì, poi diede un ultima occhiata ai due assopiti prima di lasciare anche lei la stanza.

Sono proprio...carini” pensò.

 

---

 

Zoro e Robin si alzarono quando ormai era quasi ora di pranzo. Arrivarono in cucina e trovarono i compagni già seduti a tavola. Sembrava come se stessero aspettando qualcosa.

“Buongiorno a tutti” li salutò lei, e tutti si girarono verso i due. I ragazzi salutarono i due frettolosamente, quasi tutti senza nemmeno guardarli in faccia e qualcuno arrossì pure, come imbarazzato da non si sa che cosa.

Zoro prese la mora per il braccio e gli spifferò sull'orecchio una frase.

“Ma che cazzo prende a tutti?!..”

“Sarà..per quello che hanno ascoltato?” gli sussurrò lei. Inutile dire che il verde si morse il labbro a forza, gli balenò alla mente la notte prima e subito gli ribollì il sangue.

“Vai pure a sederti...a me è passata la fame!” fece Zoro e la mollò, così Robin si avvicinò al tavolo cercando di far finta di nulla. Forse era meglio lasciarlo stare al momento.

“He! HEHM!!” si schiarì la voce Rufy. “Devo dirvi due cosette! Desidererei la tua presenza, Zoro! Quindi siediti e fai come dico!”

Il verde si girò verso di lui, fulminandolo. No, non era stata una richiesta ben accetta quella.

“Non ho fame e non ho voglia di ascoltare altre richieste! Non stamattina! Non adesso!” fece lo spadaccino, torvo.

“Non ho richieste, ho ordini!”si alzò in piedi il moretto, mettendosi anche il cappello in testa per darsi l'aria da vero capitano “Quindi siediti e ascolta, Zoro!”

Dopo un attimo di tensione, intervenne Robin. Zoro era ancora vicino alla porta pronto ad andarsene.

“Si siederà, capitano” disse lei, mandando un occhiata eloquente al verde.

Zoro evitò di sbuffare, fece dietro front e prese una sedia con furia, scostandosi dal tavolo, la sbattè a terra e si sedette di peso in disparte, a muso duro. Tutti guardarono lui e poi la mora, era evidente che lei sapeva convincerlo in modo sbalorditivo, era come se Zoro fosse stregato da quella donna!

Rufy sorrise e si mise seduto, era l'unico a sorridere lì dentro.

“Ottimo! Allora ascolterete tutti quello che ho da dirvi.. Per primo, ringrazio Franky perché le nostre camere sono quasi ultimate.. e poi anche Usopp che..”

“Che ci registra a nostra insaputa. Bravo. Complimenti!” sparò il verde alzando le sopracciglia e balenando un occhiata truce al nasone correlata da un sorriso spaventoso alla fine. No, quello era più un ghigno malefico.

“Gneh?”

“EEEHHhhh?!”

“CHEEE???”

“Cooooss?!?!”

“AH!?..”

“HIIIIIIiiiihhhh!!”

Furono i commenti di Rufy, Usopp, Nami, Sanji e il terrorizzato Chopper. Brook perse la mascella, troppo stupito (allora sapeva!!), a Franky cadde la tazza che teneva e Robin si mise una mano in faccia (ecco, il piano vendicativo che aveva in mente non si sarebbe più potuto attuare!).

“Sorpresi?.. Beh, noi lo siamo stati parecchio. E visto che sappiamo che state mettendo a posto quel coso del demonio, io qui ve lo dico chiaro e tondo: non ci registrerete di nuovo, non ho intenzione di farmi ancora prendere in giro da voi. La pazienza è esaurita, quindi regolatevi!” tuonò Zoro, mentre Usopp si faceva piccolo piccolo sulla sedia.

“Beh, non è affatto vero che l'abbiamo fatto...” negò con una vocina il cecchino, bugiardissimo.

“Ahhhhhh!...Zoro ci ha rovinato il gioco!” sbuffò il capitano.

Da quel momento il delirio.

Sanji e Nami iniziarono ad urlare contro Rufy ed Usopp, inviperiti nel sapere la cosa, poi si aggiunse anche il verde nel parapiglia, infine Nami ebbe la bella idea di lanciare un mestolo in testa ad Usopp (fece centro).. e da lì il caos. I ragazzi si misero a lanciarsi le stoviglie, Rufy trovò divertente la cosa e diede man forte al cecchino. Nami scappò sotto il tavolo mentre iniziava uno scontro due a due: Rufy e Usopp versus Sanji e Zoro. Nel frattempo gli altri si erano rintanati sotto il tavolo e commentavano l'incredibile: quei due sempre in rivalità erano adesso dalla stessa parte!.

Poi Rufy, non trovando più altre cose da lanciare, si mise a scagliare biscotti e lì il cuoco andò su tutte le furie: del cibo sprecato! Cose da pazzi!

Nami capì che la situazione poteva diventare fuori controllo da un momento all'altro così mollò uno dei suoi soliti urli isterici e gli animi si calmarono.. non subito, ma si calmarono. Poi la rossa si fece consegnare il dial e con un pugno magistrale lo mandò in mille pezzi.

Ora che la cucina era a soqquadro ma i ragazzi si erano un po' sfogati, si misero di nuovo tutti seduti, Chopper però rimase in braccio a Robin (era ancora terrorizzato e ripeteva ancora convulsamente: “Non è stata una mia idea, non è stata mia idea!”).

Zoro era ancora a muso duro, Sanji fumava a più non posso, le ragazze stavano ancora tirando un sospiro di sollievo e gli altri ragazzi si guardavano un po' preoccupati, almeno così sembravano.

Rufy sorrideva.

“Oh! Adesso che abbiamo risolto come si deve e ci siamo pure divertiti...vi spiego che faremo oggi! Sanji! Portami una bottiglia vuota!”

“Ah? Ma sentilo! E che devi farci?!”

“Portami una bottiglia vuota, devo spiegare il gioco” ripetè il capitano un po' scocciato “Ah, e già che ci sei dei biscotti! Quel lanciare mi ha messo fame!”

Il biondo si alzò e, facendogli il verso, andò a recuperare una bottiglia di vetro dalla pattumiera, “Che schifo!” lo si sentì commentare. Si sentì uno sciaquio, poi il cuoco tornò e gli appoggiò non proprio delicatamente la cosa davanti.

“...E i biscotti?” fece Rufy deluso.

“Li ho dimenticati” fece il biondo, che si sedette e non si alzò più.

“Avanti, sentiamo sta cazzata” disse il verde, che non vedeva l'ora di tagliare la corda.

“Ahahahhaha! No, non è una cazzata Zoro!” Rufy prese la bottiglia e allungò il braccio. Distese orizzontalmente il contenitore di vetro in mezzo alla tavola e, con un colpo del polso la fece roteare velocissimamente.

Tutti guardarono quella bottiglia ruotare come una trottola, ipnotizzati.

“Scherzi...Rufy? Questo è un gioco che fanno i neonati!” commentò Sanji.

“Ma lui E' un neonato” commentò il verde, spifferando serio al cuoco.

“Giusto..” gli rispose ancora il biondo.

Tutti i ragazzi non sapevano che guardare, se quella bottiglia e la fine della sua corsa o se i due che sembravano davvero complici in quel momento. Il capitano li ignorò ed iniziò a spiegare.

“Allora! Quando la bottiglia si fermerà, io vi farò un domanda!”

“..Ehm...Rufy..non era proprio così” fece il nasone titubante.

“EH? E allora? Fa lo stesso! Tanto sono io che devo sapere! Cioè..! Allora..avete capito? Chi indicherà la bottiglia sarà colui che dovrà rispondere e stop! Poi chi risponderà girerà la bottiglia e io farò un altra domanda!”

“Cioè giochi solo tu?” protestò Nami, ma la bottiglia iniziò a rallentare e tutti si focalizzarono su quello.

Il collo della bottiglia indicò chiaramente in direzione di Franky.

“Oh, Franky! Alloraa... Nami!” disse Rufy “Franky, fai quella domanda a Nami!”

Si guardarono tutti. Non aveva detto che era lui che faceva le domande?! E Franky quindi doveva rispondere! Ma non era così! Era quindi tutto perfettamente organizzato e Rufy come al solito aveva mandato all'aria tutto facendo quel che voleva! Ormai nessuno dei presenti aveva ancora voglia di fare un altra sceneggiata.

“Dai, Franky!” fece la rossa, sbrigativa. Il cyborg si scosse.

“Hemm! Ok, allora.. Nami, picchi ancora Sanji?”

Qualcuno trattenne una risata.

“S..Sanji?...Beh..” disse lei, un po' spiazzata.

“Certo che mi picchia, e anche più forte” il cuoco non resistette nel confessarlo e tutti scoppiarono a ridere.

“Quindi è pure gelosa!!” fece Usopp non trattenendosi. Nami li balenò un occhiataccia.

“Ok! Andiamo avanti!” Rufy allungò il braccio e fece girare la bottiglia.

“Hei! Ma non dovevo girare io?!” fece Nami, ma ormai si sapeva che Rufy e le regole non andavano a braccetto!

Qualcuno sbuffò mentre il recipiente roteante rallentava e andava ad indicare...........Brook.

“Yohoho!!! Allora posso? Posso davvero, vero Rufy?!”

“Sì, fai la tua domanda Brook! E la farai a....Zoro!”disse sorridendo.

“Ma...la mia non era per una delle donzelle? Insomma, Rufy, lo sai no? Che confusione stai...”

Il capitano non lo fece finire. “E chiedi!!” ordinò.

“OK! Allora te la giro così!.. Zoro! Dimmi un po' spadaccino..e dovrai rispondere, vero Rufy?”

“Certo! Altrimenti ci sarà la punizione dell'altra volta” fece con fare superiore il moretto.

Zoro assottigliò l'occhio in una fessura mandandolo al diavolo mentalmente.

“Dunque Zoro....di che colore sono le mutandine di Robin-yoho!??.. Perchèlosochelosaimaledetto!!!

Zoro deglutì, respirò profondamente, si disse di stare calmo. “Ne ha molte” rispose poi, sbrigativo e torvo

Robin rimase impassibile.

“Oh! Ma di che colore????!!” fece lo scheletro in preda all'ansia.

“Ho già risposto”

“No che non hai risposto!”

“Ha ragione! Dì di che colore e basta!!” si intromise il capitano.

“Ma sei diventato un pervertito anche tu, ora!!??” esplose Zoro.

“E' il gioco e si deve rispondere alle domande! Altrimenti....”

“Daccordo... NERE!” sbraitò allora lui, con uno sguardo folle.

Brook, con un “Aahh!” si alzò dalla sedia e partì per la cucina piroettando e canticchiando un “Finalmenteeee! Lo sapevooo!!! Comesonofeliceeee!”. Lo guardarono tutti storto per qualche secondo poi nessuno lo badò più.

La bottiglia era tornata a girare.

“Uhhh....Robin! Tocca a te! Fai tu una domanda a...vediamo chi manca..Sanji!”

“Ma capitano!” tentò di fermarlo Usopp, però il Rufy gli mise una mano sulla bocca.

“Decido io! Robin farà una domanda...ma io le darò un tema preciso che dovrà rispettare...altrimenti saprà cosa le tocca...”

“Quando la finirai?..” sibilò il verde, il capitano ignorò, sorrise di più e continuò.

“Allora, Robin. Il tema è Sanji e Nami...fai una domanda”

La rossa fissò l'amica, che aveva una faccia un po' pensierosa.

“Mm..dunque.. Credo che questo gioco abbia lo scopo di farci tirare fuori quello che non abbiamo ancora detto, e questo è lecito direi...quindi, Sanji, la domanda è: da quando state insieme tu e Nami e come è successo?”

“Oohhh...” Chopper (che era ancora in braccio a Robin) si tappò la bocca, era curioso pure lui di sapere i particolari! Così tutti si misero a fissare il cuoco che doveva rispondere.

Il cuoco tirò su una boccata dalla sua sigaretta e sbuffò fuori un po' di fumo, Robin gli sorrise, enigmatica.

“In realtà queste sono due domande, Robin-chan... ma risponderò, e ve la farò breve. E poi è pure ora di spiegarlo”

La mora annuì e la navigatrice guardò basso (che cavolo! Perché si sentiva così a disagio adesso?!).

“Allora...dovrei raccontare un mucchio di cose che vi annoierebbero da morire quindi dirò che...ci siamo messi insieme nell'isola dove quella ragazzina strana è impazzita. Quindi è recente come cosa, abbiamo meno colpa di quei due.. Io e Nami abbiamo avuto la possibilità di parlare... abbiamo capito cosa provavamo, tutto qua. Sono successe molte cose ma non credo abbiate cinque ore per ascoltare tutto quello che è accaduto in quell'isola. Come è successo... E' successo dopo una battaglia di cuscini credo... stavamo litigando ma in realtà era solo un modo per dirci che ci volevamo bene”

Beh, c'era un bel silenzio innaturale quando il cuoco tornò a fissarli.

“..Tu hai capito qualcosa?” fece il nasone al capitano.

“Io ho capito! Una bella battaglia di cuscini eh?...Ma, che strano...” commentò Rufy. “Hei, Usopp! Non voglio che litighiamo più a cuscinate! Non si sa mai...! Comunque la risposta è valida!”

Usopp gli diede dell'imbecille senza speranza.

Nulla valsero le proteste di Brook e degli altri, il moretto girò la bottiglia soddisfatto della risposta, così anche quella domanda era andata. Era stato facile!

Robin sorrise ancora vedendo Nami scambiare un'occhiata complice al suo uomo.

La bottiglia girò e rigirò, poi si fermò proprio indicando lui.

“Ohh!!! Perfetto!!! Ora ti faccio una bella domanda Robin!” esclamò Rufy, eccitato.

Sanji ricambiò il sorriso enigmatico alla donna, ora toccava a lei la patata bollente.

“Vediamo....non so se ricordo..ah si!!! Robin...ma come fai a stare con Zoro?!”

“Che cazzo vuoi dire?!” sbottò il verde.

Ridacchiarono un po' tutti, alcuni si nascosero proprio ma risero.

La mora si apprestò a rispondere, prese un respiro e si sforzò di mettersi seria.

“Tu mi stai chiedendo cosa penso di lui, giusto?.. E' ovvio che lo aprezzo sennò non saremo a questo punto” fece tranquilla “Zoro non è solo forte e leale...non è solo quel tipo duro che fa vedere. Sa essere affettivo e protettivo, e.. adoro quando diventa, come si è definito lui, territoriale

Nami sogghignò, Brook emise uno dei suoi “Yoho!”.

Rufy fece una faccia strana, forse non aveva capito quell'ultima frase (lei l'aveva formulata apposta così!), mentre lo spadaccino fissava la sua panciera verde, non alzava lo sguardo, desiderava solo qualcosa di forte, all'istante.

“A Robin piace tanto Zoro!..” commentò contento Chopper, che diede una scossa a quel momento.

“D'accordo...è finito questo gioco, spero! Io ho altro da fare” La rossa battè le mani ma il capitano, con un cenno, bloccò il suo entusiasmo.

Nah...non era finita affatto.

Il capitano si mise a girare ancora la bottiglia. E quella indicò Usopp. Sì, il nasone non vedeva l'ora che fosse il suo turno!

Si sfregò le mani.

“Ohh, giusto io me medesimo!! Ah! Ah! Sarò clemente ragazzi, non temete!” se la ghignò.

Qualcuno sospirò, qualcuno lo odiò, qualcuno volle eliminarlo all'istante.

Poi Nami si alzò in piedi. Lentamente.

Una faccia molto strana la sua.

Come un gatto curioso, fissava qualcosa fuori dalla finestra.

“Rufy...” mormorò.

 

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Capitolo 23
*** Mare d'arcobaleno ***


Nami si scostò dal tavolo con gli occhi fissi sempre a quello che ci doveva essere fuori, lasciò la stanza non dicendo altra parola.

Qualcuno protestò.

“Hei!! Dove vai, Nami! Toccava a me! Stai seduta qui e ...”

“Facciamo una breve pausa!” fece il capitano, zittendo il nasone e, come un ombra, seguì la rossa. Aveva capito che c'era qualcosa che non andava dalla sua espressione, lui coglieva queste cose nei suoi compagni. Quella non era una scusa per scampare dal gioco.

Presto, tutti li seguirono fuori, in silenzio.

Lo spettacolo che si presentò davanti lasciò tutti a bocca aperta.

Il mare era rosso, un rosso rubino, spumeggiava lì sotto come una vasta distesa di sangue fresco, e la luce rosea che rifletteva si specchiava sui volti esterrefatti di ognuno dei presenti.

“E'.....é morto qualcuno.. o qualcosa?”

Fuoriuscì questo dalla bocca tremante del nasone, mentre i compagni si avvicinavano al parapetto per vedere meglio quella stranezza.

Era tutto così surreale, grottesco, macabro, da brividi. Solo una vasta, immensa, distesa d'acqua rossastra. Solo questo. E le isolette tutte uguali parevano sparite, in realtà se ne notava una, l'ultima a poppa, ormai era come se li salutasse da lontano, quasi come se stesse dando loro un ultimo saluto: “Arrivederci miei cari, e a mai più. Sì, perché non ci rivredremo, questo è sicuro”. Era davvero tutto inquientante, nessuno aveva dubbi.

“Affascinante...” sussurrò la mora. Ok, qualcuno era come al solito controcorrente.

“Come diavolo ci siamo cascati qui dentro?” fece Zoro, che poi scattò sulla difensiva, aveva visto un familiare ribollire sulla superficie scarlatta.

“Oh, Ohhh!!! Sarà salata?!.. Magari è dolce!! Sembra buona! Io voglio assaggiarla!!” gridò entusiasta il capitano...e poi si tuffò.

Tutti esplosero con un “NO! RUFYY!!” ma era troppo tardi. Quel demente si era già inabissato fregandosene che quella poteva essere acqua pericolosa, avvelenata oppure solamente una stramba acqua marina, comunque deleteria per lui!

“Ma come ragiona quel deficiente?!” Si incazzò la rossa.

“L'hai detto! E' deficiente!” rispose il verde, guardando giù.

Rufy riapparve subito dopo, boccheggiando e annaspando.

“Goufh! Shalatahh!..”

“Fiuhh! E' vivo..!” sospirò sollevato Chopper.

“Vado a recuperare quella testa di gomma..” fece il cuoco togliendosi la camicia candida, non osava entrare in quell'acqua con il rischio di macchiare la sua preferita per sempre.

“Hei! Quella è la mia battuta!” gli urlò Zoro, ma il biondo si era già buttato. Così lo spadaccino tornò a fissare le onde e quelle strane bollicine che ogni tanto risalivano.

Sanji fece appena in tempo a recuperare il capitano e a portarlo a bordo che quelle bollicine aumentarono di numero e misura. Si sapeva che cosa significava.

Lo spadaccino sguainò le spade, Rufy sputò l'acqua e cercò di alzarsi in piedi, Sanji si strizzò i capelli scrutando attentamente la superficie, e tutti si guardarono attorno in tensione.

E così affiorarono. Ancora quei pescioni enormi dalle fauci spropositate e denti affilati come lame. Pian pianino quelle bestie riempirono la superficie. Parevano delle colline colorate in una distesa d'erba rossa. Alcuni erano più grossi di intere isole.

“Ragazzi...non so...ma la vedo brutta...” commentò il solito fifone (tanto per allentare la tensione!).

“Io dico che dovremo attaccare prima di diventare il loro pasto!” fece il verde.

“NO!” disse la renna tutto ad un tratto “Io sento cosa si stanno dicendo...Guardate! Puntano tutti in alto! Stanno osservando qualcosa nel cielo...dicono che presto mangeranno....

“Sì, mangeranno noi..” tremò il nasone.

“Ma no, Usopp! Stanno dicendo che arriverà qualcosa!”

Beh, quel qualcosa arrivò in fretta. Accompagnato da un fastidioso e grande ronzio.

Arrivavano da tutte le parti: insetti volanti!. Tanti, tantissimi insetti neri volano a flotte provenienti da tutte le direzioni e poi, arrivate quasi in prossimità della nave, prendevano a volare in verticale, verso il cielo, fu solo allora che Nami capì a cosa puntassero. Puntavano alle luci, quelle luci nel cielo di cui nessuno si era accorto fino a quel momento: la costellazione del Drago! Ora si vedeva chiaramente anche alla luce del giorno! Quelle stelle erano incredibilmente brillanti e stavano attraendo quegli insetti come una fonte luminosa attrae una mosca! Nami sorrise mentre i pescioni iniziarono a balzare dall'acqua tentando di prendere il loro cibo. Tutti iniziarono ad agitarsi e a fissarla, sembrava in un altro mondo! Ma che le prendeva? Non se ne rendeva conto? Quella era un emergenza!

“Nami..? NAMI!!!” urlarono in coro Usopp, Rufy, Franky e Chopper.

Quel mare rossastro era diventato un luogo piuttosto turbolento e pericoloso, anzi mortale. Rischiavano seriamente di venire schiacciati da uno di quei mostri! Nami si scosse.

“CHE FACCIAMO?! Usiamo ancora il Coup?!” chiese il cyborg.

“No! Rischieremo di scontrarci con uno di quei pesci...Se seguirete le mie direttive ne usciremo indenni!” disse in fretta lei. “Ma tu Franky cerca di mantenere la rotta! Siamo a buon punto!” fece ancora la rossa, sorridendo. E poi iniziò ad impartire gli ordini dando ad ognuno un compito. Intanto arrivava acqua rossa da tutte le parti..ben presto sarebbero stati tutti fradici.

 

--

 

Dopo un bel po' di improperi, una bella sudata e una ancor più decisa lavata da capo e piedi, diciamo che ne ne uscirono in qualche modo. L'unica soddisfatta pareva la navigatrice. I proprietari dei frutti erano decisamente storditi.

“Ah! Molto bene Franky, molto bene! Ce l'abbiamo fatta!”

Il cyborg la guardò storto.

“Sì, i miei circuiti ti ringraziano!” Era fradicio, rispecchiava un po' la Thousand Sunny! Meno male che quell'acqua non aveva lasciato traccia di macchie sul mezzo...

“Tutto ok?” chiese lo spadaccino avvicinandosi alla mora che era seduta e si stava strizzando la gonna.

Robin lo fissò un po' ubriaca. Niente male pensò, e sorrise. “Sì sono solo un po' frastornata, tigrotto bagnato”

Zoro si guardò attorno allarmato (nessuno aveva sentito come l'aveva chiamato per fortuna!), le porse la mano e la aiutò ad alzarsi, poi le sussurrò di non farlo mai più. Robin gli sorrise furbescamente.

Nel frattempo, Sanji si smosse dalla sua posizione statuaria (era rimasto tutto il tempo a tenere con una mano una corda e con l'altra l'ombrello per riparare Nami, che era non a caso l'unica asciutta dei presenti).

“Stai bene, mio cuoricino?” gli chiese, grondante.

“A-ha! Grazie”

La rossa gli fece l'occhiolino e tornò a parlare ai presenti.

“Beh, rallegratevi ragazzi! Cosa sono quelle facce? Siamo a buon punto!”

“Potevamo morire da un momento all'altro, ecco che c'è! E se non ho preso la broncopolmonite questa volta....” fece incavolato il nasone.

“Ma Usopp! E' piena primavera! Fa caldo! Non senti come si sta bene?” lo prese in giro lei “E comunque stavo dicendo...è tutto sotto controllo, so perfettamente dove siamo e dico che manca poco alla nostra meta! E lo dico perché quello che dice la profezia ….si sta avverando!”

“Ahhh?!!” “Ehh?!” fece qualcuno.

“La profezia del Poinegriffe piramidale che ha letto Robin!! Hei, sveglia!! Quell'acqua vi ha annebbiato il cervello?! Allora...so che ho a che fare con un branco di ...ah! Non ho neanche più termini per voi! Quindi...la profezia diceva.. QUANDO LA NEVE CADRA' IN PRIMAVERA, NEL TRENTESIMO ANNO DEL DRAGO, I GRANDI APPARIRANNO PER VEDERE LE LUCI...capite? I grandi, cioè i pesci che abbiamo visto, appariranno per vedere le luci...cioè, voleva dire, emergeranno per vedere le stelle! Guardate!”

Nami indicò il cielo e tutti guardarono in alto. Sorrisero.

“Quella è la costellazione del Drago?!” chiese Rufy con un sorriso a 32 denti.

“Caspita! Ha proprio la forma di un drago se notate!” esclamò Franky.

“Sì, capitano! Bravo!” rispose Nami, stupita che avesse collegato “Che poi quei pesci puntassero agli insetti è un'altra storia ma...che ci importa?! E poi non è finita qui!”

“..E IL MARE SI TINGERA' D'ARCOBALENO. DALLA CODA ALLA TESTA, SOLO I MERITEVOLI GIUNGERANNO AL LUOGO SACRO DEGLI DEI” recitò Robin.

“Esatto!” annuì la rossa, certa che l'archeologa avesse già notato il particolare all'orizzonte “Guardate ancora a prua! In fondo! Non notate qualcosa?”

Tutti scrutarono ora davanti a sé, a ore dodici. Aguzzarono la vista.

“Sembra...non può essere..il mare non è più rosso laggiù!” disse Sanji.

Usopp prese di gran fretta il canocchiale.

Arancione!! Sembra proprio arancione e ci stiamo andando dritti dentro!”

“Aranciata?! Se è arancione è aranciata!!” sbraitò contento Rufy.

“Fatemi un favore, legatelo!” ordinò Zoro, spazientito.

“Ottima idea. Legatelo da solo!” gli fece il cuoco.

“Ohhh INSOMMA!!! Avete capito o NO?! Il mare si tingerà d'arcobaleno!! Il primo colore è il rosso, poi seguendo l'ordine c'è l'arancione e via via gli altri! Sono sette, capite? Alla fine dovremo arrivare a destinazione! Ovviamente se non ci sono sorprese!” gridò isterica Nami, ma non tutti la stavano seguendo.

“E' tutto chiaro e ovvio” commentò Robin che le si era avvicinata “Quello che dobbiamo capire adesso è l'ultima parte della profezia: DALLA CODA ALLA TESTA, SOLO I MERITEVOLI GIUNGERANNO AL LUOGO SACRO DEGLI DEI. SUPERATA LA RINUNCIA, IL VARCO SI APRIRA' PER DIECI ANIME.. Ma non capisco..Perchè dice dalla coda alla testa? Abbiamo appena oltrepassato un arcipelago e ora non si vedono isole..non vi è nessuna coda né nessuna testa qui”

“Qui viene il bello, cara Robin” fece Nami saccente, mentre gli altri si litigavano il canocchiale per vedere “Ah, lo dico a te perché tanto quei dementi non capirebbero! Allora...le isolette che abbiamo percorso, sai quelle tutte uguali? Ecco, quelle erano la coda...cioè erano solo alcune di quelle isole. Io le ho individuate, ho disegnato una mappa, anche grazie ai tuoi disegni, e ho capito che in realtà ci sono due costellazioni. Una è nel cielo e una è come disegnata nel mare, la posizione delle stelle coincide con quella di alcune isole che abbiamo oltrepassato. In poche parole, noi abbiamo già percorso la coda e adesso stiamo navigando in coincidenza di quella stella”

Nami indicò ancora in alto ma Robin ovviamente non capì con precisione a quale stella luminosa si riferisse.

“Siamo cioè sulla schiena del drago in questo momento...più o meno a metà strada. Fra poco apparirà un isola laggiù..proprio in quel mare arancione. E' la nostra rotta, d'ora in poi dovremo seguire solo le isole che compariranno davanti a noi. La testa non è lontana..sarà questione di qualche giorno, non posso esserne sicura al 100%, ma per il resto..è certo!”

“Beh, straordinario” commentò la mora.

“Come ha fatto a capire tutto questo da sola è sorprendente” disse il biondo, che contrariamente agli altri aveva ascoltato “Ma non c'è da stupirsi di quanto è fantastica la nostra Nami! Cioè..la mia Nami-san!♥”

“Sanji-kun, per favore, ho parlato troppo...non è che c'è qualcosa di fresco in cucina?” chiese lei, fingendo di essere esausta.

“Subito tesoruccio!! Vado e vengo da te in un attimo! Ti porterò qualcosa di rigeneranteee.....!♥”

“Grazie, sei un amore”

A quelle parole il cuoco, ancora fradicio e più traballante e inebetito che mai, sparì comicamente dalla vista. Gli altri erano ancora impegnati ad osservare e commentare quel mare colorato col cannocchiale.

“Te lo rigiri come vuoi, eh?” ammiccò a bassa voce la mora alludendo al cuoco.

“Ma non è vero...e poi faccio la stessa cosa che fai tu!” mentì la rossa.

“Non sono due situazioni da mettere a paragone, e poi ho intenzione.. di lasciarlo libero, cioè perdonarlo.. anche se in realtà l'ho già fatto” fece Robin.

“Scherzi?? Adesso che quel muso duro è sotto il tuo controllo?! Sei matta!”

“Sì.. è probabile” disse l'archeologa che stava fissando ancora lo spadaccino. Aveva tolto la veste e la stava strizzando con forza, con tutti quei muscoli che rilucevano sotto il sole..

“Avrei una cosa da proporti...ma mi sembri troppo impegnata, forse cotta..” scherzò Nami, osservandola.

“No, dimmi pure”

Robin dedicò la sua attenzione all'amica.

“Io...voglio assolutamente vendicarmi di quello stupido naso oblungo!” le spifferò la rossa “La deve finire di rompere le scatole! Lo screditeremo agli occhi di Rufy...così non gli darà più retta! E ci lasceranno in pace finalmente! Stanno tutti un po' troppo esagerando adesso! Però i ragazzi non dovranno sapere...”

“Nami, che cosa hai intenzione di fare?..” C'era una nota di inquietudine nella voce di Robin.

La rossa prese sotto braccio la donna.

“Mfh! Andiamo a cambiarci e te lo spiego!”

 

---

 

Dopo un ora, Robin e Nami stavano ancora discutendo di quella cosa, chiuse nel bagno di sopra. Vennero interrotte dalla voce canterina di Brook, aveva avvistato un isola.

“Naaammiii!!! Isola in vista! Ed è bella grandee, yohoo!!”

Robin alzò le sopracciglia. “Credo che tu sia attesa fuori” disse.

“Sì, ora vado. Come sapevo, dev'essere l'isola di riferimento..”

“Nami, comunque io non credo di voler partecipare a questa cosa” fece la mora guardando di lato.

“Come come?! Beh, da sola non posso farlo! Ho bisogno di un complice e ….in due farà più effetto di sicuro!” disse maliziosa la rossa.

“Ah...” commentò solo con una smorfia Robin, sorridendo e scuotendo la testa. No, non ne era convinta affatto. Quella era un'idea a dir poco pericolosa.. qualcuno di sua conoscenza avrebbe perso le staffe!

“Beh, ne parliamo più tardi!” fece Nami, sorrise e poi uscì dal bagno.

 

---

 

Robin scese dopo poco per vedere la nuova isola avvistata. Di certo non era l'unica cosa da ammirare! Quel mare arancione, o “d'aranciata” come l'aveva soprannominato il capitano, era davvero incredibile! E la cosa più strana era che sembrava sul serio bollire! Sembrava di navigare dentro ad una bevanda gassata e tirava un bel venticello profumato..davvero insolito e strano!

I compagni erano tutti sul ponte ad osservare il fenomeno e l'isola che era molto vicina ora.

Pareva perfettamente circolare, almeno da quella posizione. Un isola a forma sferica, come una grande palla galleggiante in mezzo al mare. Un lime galleggiante in un bicchiere d'aranciata..

“Approdiamo!!!” urlò Rufy, così tutti si mossero sotto le direttive di Nami.

Una folata di vento più forte le scompigliò i capelli, la mora con una mano se li risistemò.

“Andiamo ad allenarci in palestra mentre sbarcano? Staremo a guardia della nave..”

Zoro apparve alle sue spalle, Robin si girò. Si era cambiato e con quella canotta bianca non stava affatto male.. Ma perché si concentrava sempre su quel petto?! Doveva smetterla!

“Non dovremo stare più allerta? E poi hai bisogno di riposo, la tua ferita alla schiena è ancora...”

“Non dovresti allenare quella cosa, invece?” la fermò lui “Ormai non manca molto e il tuo potere è grande e molto utile, tu lo sai meglio di me”

Lo spadaccino la fissava in modo insistente, ipnotico. Voleva essere convincente? Non serviva che si sforzasse così.

Robin gli sorrise. “Daccordo, certo, lo so. Però non voglio che tu ti trascuri per me”

“Che discorsi senza senso! Io sto benone e posso allenarti anche senza muovere un muscolo se voglio. Vai a prepararti, avviso io Rufy”

La mora annuì ed eseguì quello che sembrava un ordine, inutile discutere con lui quando era così intestardito.

 

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Mezzora dopo Robin e Zoro si trovavano in palestra. Avevano fatto la solita seduta di meditazione, respiri e tutto il resto. Poi lo spadaccino le aveva proposto una cosa un po' difficile: doveva immaginarsi che lui fosse un nemico.

Zoro aveva iniziato a dirle che era il suo avversario e che lei avrebbe dovuto contrastrarlo...si era inventato pure una storia! Aveva raccontato di aver trucidato uno stupido cuoco, rapito una ragazza dai capelli rossi, buttato in mare una renna, e fatto esplodere una nave con un leone come polena.. e che lei non avrebbe dovuto alzarsi prima di non avere quella convinzione.

Robin all'inizio aveva sorriso ma poi i minuti erano trascorsi e ora si stava sforzando sul serio, stava cercando di immedesimarsi nella situazione e stava cercando quella giusta rabbia.. ma non era né semplice né immediato!

Ad un tratto il verde le chiese di alzarsi con gli occhi chiusi e tenendo bene a mente l'immagine di quel nemico davanti a sé, lei lo fece. Più che arrabbiata si sentiva nervosa in realtà.

“Apri gli occhi e attaccami, Nico Robin. Altrimenti per te sarà la fine” disse lui, con una voce bassa e roca.

L'archeologa fece come ordinato. Quello che vide davanti a lui non fu Zoro ma una figura incappucciata totalmente vestita di nero. Molto bravo, pensò, bel lavoro! No, non era davvero concentrata, non ci stava affatto riuscendo..

Quel Zoro camuffato avanzò di qualche passo. Robin fece apparire delle mani che gli bloccarono le caviglie.

“Pensi che sia sufficiente per battermi? Sei un illusa! Come quello spadaccino che ho trucidato..”

La mora allentò la presa delle mani, sorpresa. Ora aveva messo in mezzo sé stesso?! Era chiaro, stava cercando il suo punto debole!

Zoro si liberò dagli arti di Robin facilmente e continuò ad avanzare. “Sei troppo scarsa per me..” disse “Sei debole come quell'uomo dai capelli verdi di cui ho aperto la pancia e dato in pasto ai pesci...”

Robin pensò che adesso ci stava andando troppo pesante, era mai stato così macabro? Si immaginò lo spadaccino divorato dagli squali e una punta d'angoscia la invase... D'un tratto però uno scossone della nave la fece tornare alla realtà.

Lo scossone fu così violento che le fece perdere l'equilibrio, la mora iniziò a cadere all'indietro. Rischiò solamente di cadere perché alla fine qualcosa bloccò la sua caduta.

“Ah!..Che cosa..!?”

Robin aprì gli occhi, nemmeno si era accorta di averli serrati! Era stata la figura incappucciata a prenderla in tempo, avrebbe di sicuro battuto la testa altrimenti! Zoro si tolse il cappuccio nero con uno scatto, era scocciato.

“Ah.. Che combinano quei deficienti là fuori?!” commentò, tenendola ancora saldamente.

“Non lo so ma...tu non eri il mio nemico?” fece lei sorridendogli “Stai aiutando la persona che devi eliminare.. Mmh, il tuo capo non sarà felice”

“Tzè...se non ti prendevo ti saresti fatta male sul serio”

“Davvero, tigrotto?..” Robin gli passò una mano sulla guancia. Il verde arrossì solo un poco e poi tornò a guardarla dritto negli occhi.

“Questo...l'ho già vissuto”

“E' come dici tu...Un drè jà viu?” lo prese in giro lei.

“Sì..”

Zoro mollò Robin, e i due si misero seduti uno di fronte all'altra, nel frattempo un altro scossone mosse la nave.

“Ener...quando ti ha colpita. Tu sei caduta..cioè, io ti ho afferrato in tempo”

Robin sgranò gli occhi. “Sul serio?”

La mora pareva davvero stupita. Stava parlando di Skypiea.. Al tempo Zoro non si fidava ancora di lei!

“Avresti sbattuto la testa, e già allora sapevo che era molto preziosa. Per tutte le cose che sai..” si giustificò lui guardando di lato.

“E' davvero tutto qui?” gli chiese lei. Alla non risposta dello spadaccino, lei lo baciò. “Lo so, non si baciano i nemici..ma dovevo ringraziarti in qualche modo per quella volta”

Zoro sorrise e annuì. Non riuscì a dir nulla se non continuare a guardarla.

E la nave ebbe un altro movimento improvviso. Il verde sbuffò.

“D'accordo, io credo che dobbiamo interrompere un attimo per andare a vedere..” disse lui.

Così fecero.

 

--

 

“Oondaaa!!!” qualcuno urlò.

Robin si calò dalla scaletta della palestra e una folata di vento la fece dondolare pericolosamente. Qualcosa afferrò la sua caviglia.

Era Zoro che l'aveva presa. “Tieniti forte! Scenderemo piano!” gli urlò anche se non serviva in realtà, lei si stava già tenendo saldamente.

Il vento si era alzato improvvisamente? Che cosa stava succedendo?.. La mora balenò un occhiata giù, vide qualcuno correre, sentì Nami urlare qualcosa e poi vide all'orizzonte un onda piuttosto grande, avanzava verso di loro.

Dopo cinque minuti i due riuscirono a scendere, lo spadaccino sbraitò che cosa stesse succedendo, mentre Robin rimase attaccata all'albero maestro. Usopp fuggì istericamente, Rufy gridò di andare avanti, sembrava incavolato, e Nami e Franky erano agitati e gli urlavano dietro qualcosa di incomprensibile.

Il vento era troppo forte per capire bene. Nami e Rufy continuarono ad urlare l'uno contro l'altro. Mentre tutti attendevano il da farsi aggrappati a qualcosa, cercando di non volare via..

“..UfYyy!! Noo ii Ooh!!! Iih Eetooo!!!!....”

“ATIII!!! Atiih!!!!!!!”

A guardarli bene, la rossa sembrava proprio incazzata, negava e ce l'aveva col capitano che invece pareva insistere nell'andare avanti. Dopo un po' si intromise pure il cuoco e il cyborg nella “conversazione”...Robin e Zoro continuarono a non capirci nulla.

Dopo cinque minuti dove la nave era in balia del vento e delle onde, tutto finì, il vento si calmò e come per magia il mare tornò piatto.

Nami prese fiato, indicò il capitano, era ancora molto arrabbiata.

“Rufy....è tutta colpa tua!! lo vedi?! Ci ha spinto via, siamo tornati indietro!! E questo è perché tu sei troppo idiota e testardo per capire le cose!”

Robin si guardò attorno. Era vero! L'isola era lontana, erano tornati indietro di qualche miglia..ma ora quel vento si era placato tutto in un colpo, era strano.

“Io ti avevo detto...Che non era possibile!! L'isola non vuole che ci avviciniamo! Non ci è dato sbarcare! Queste sono isole speciali! Purtroppo dovremo continuare il viaggio girandoci attorno e lasciandocele alle spalle!”

“Razioneremo le provviste..ci saranno ancora giorni di viaggio da quello che ho capito, no Nami-san?” studiò la situazione il cuoco.

“Col cavolo!! Io voglio andare a vedere cosa c'è lì!! Ci sarà un modo no?!” Rufy era davvero straconvinto della sua decisione, non c'era verso di fargli cambiare idea.

“Si potrebbe provare con l'unità subacquea” si intromise Franky.

La rossa lo maledì: perché gli stava dando retta?!

“Geniale Franky!!” rispose entusiasta il moretto “Allora andiamo io, te e....Usopp!”

IO?! Io no! No, non ci vengo! Vacci tu! Non arriverai mai a quell'isola!! Gli dei non vogliono! E te lo dico io che sono un dio!!” rispose dandosi delle arie Usopp, in realtà se la stava facendo addosso.

“Dai, dai Usopp! Non fare tante storie! Andiamooo!”

“Esatto Usopp! Dai vai con lui! Ormai siete pappa e ciccia!” li prese in giro Nami.

Così i tre presero lo squalo-sottomarino, mentre la nave cercava di riconquistare il tragitto perso.

..

Dopo dieci minuti d'attesa snervante in cui non successe proprio nulla, d'un tratto in direzione dell'isola iniziò a vedersi un rigonfiamento sulla superficie del mare.

“Oh no...oh no, di nuovo!” fece la rossa “Tenetevi pronti! E' come prima o forse peggio!”

Infatti verso di loro arrivò un enorme ondata, e poi un'altra ancora e in quella seconda massa d'acqua arancione portò con sé anche il sottomarino che balzò fuori dall'acqua e si schiantò sul ponte principale con un fracasso. Tutti si misero al riparo in tempo per fortuna!

Rufy sgusciò dall'affare a forma di squalo, sembrava frastornato.

“Ah...ragazzi...niente da fare...dovrò tentare col mezzo di Nami! O con la mini Merry! Sì...dai..prooviamo!” fece, non reggendosi bene in piedi.

“Ok è arrivato il momento di legarlo sul serio” disse Zoro, con in mano già una corda.

“Ma.. testa di rapa!!! Non capisci??!! Se continueremo a tentare l'approdo non andremo più AVANTI!!! Ti facevo stupido ma non a questi livelli!” urlò inviperita la rossa, il biondo la trattenne perché sapeva che altrimenti lei avrebbe sfogato la sua rabbia sulla testa dura del capitano.

“Rufy.. Nami ha ragione. Andiamo avanti, pensiamo alla nostra destinazione senza perdere altro tempo” disse Robin.

“Ah! La nave! Il sottomarinoo!” esclamò il cyborg uscendo dallo squalo di ferro che aveva il naso storto ora, altri danni alle sue opere e sarebbe morto di crepacuore!

L'ultimo ad uscire dal mezzo fu il nasone. Uscì e vomitò. Poi svenne.

Tutti si guardarono, scuoterono la testa e si prepararono a tornare ognuno alle proprie faccende.

Nami sorrise. “Quindi ragazzi! Avanti tutta! Stimo alla larga da quell'isola e... !! ” disse, ma si bloccò all'istante. Si mise le mani fra i capelli con la bocca spalancata.

“Ormai sa come funziona il meccanismo...” disse il cyborg, gardando anche lui verso il mare, costernato.

La rossa diventò un diavolo rosso dai capelli fluttuanti e gli occhi assassini. Cercò di strapparsi i capelli dalla frustrazione.

“HAAhh!! Maledetto stupidooooo!!!!.. RUFYY!!! TORNA INDIETROOOO!!! Ti stacco la testa con un pugno questa VOLTAAA!!!!”

Eh, sì. Il capitano aveva preso il waver di Nami ed ora puntava di nuovo dritto dritto (si fa per dire, quel coso non lo sapeva governare!) verso l'isola. Il solito testardo senza cervello.

 

 

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Capitolo 24
*** Ultima prova ***


“Ahhhh...che miseriaa!!! Io ho ancora fame , Sanjiii!!!”

Ormai era da un quarto d'ora che Rufy ripeteva solamente questa frase. Era evidentemente depresso quella sera, la carne era stata razionata calcolando i giorni di viaggio che rimanevano (se tutto andava bene). Il capitano aveva avuto più carne di tutti come al solito ma non era abbastanza per lui ovviamente!

“Ahhh, basta!!! Ti uccido sul serio stavolta!” gli urlò Nami dall'altra arte del tavolo conficcando pure una forchetta sul legno.

“Anche il vino è poco...siamo in due a non essere soddisfatti” gli ricordò Zoro.

“Dovresti rallegrarti e stare zitto, scemunito!” fece la rossa ancora al capitano “Per colpa tua stavamo finendo sul fondo del mare! E invece siamo sani e salvi e ancora ti lamenti!!”

“E' vero Nami...” gli diede ragione Chopper “Quella tempesta è stata davvero spaventosa..ma grazie a te siamo interi! Rufy avrebbe dovuto ascoltarti..ma è una testa dura!!” si arrabbiò la renna alla fine. Erano infatti scampati da una tempesta grandiosa scatenata dalla testardaggine del capitano che, neanche a metà tragitto, era stato catapultato in aria con waver e tutto dal tremendo vento che si era scatenato. Era poi precipitato anche oltre la nave e avevano dovuto recuperarlo qualche kilometro indietro. Poi, finalmente, Rufy non aveva più tentato di andare in quella maledetta isoletta e il viaggio era proseguito tranquillamente.

“Ok, ragazzi, distraiamoci da tutto ciò!” si intromise Usopp “E' vero, è stata una giornataccia..pesci, onde, vento, tempeste, eccetera eccetera..ma ora rilassiamoci, no?”

Sì, come no.

Il nasone tirò fuori da sotto il tavolo la bottiglia di vetro, quella bottiglia di vetro. Tutti lo fissarono: incredibile! Aveva ancora voglia di insistere con quel gioco infantile?!

“Oh, non temete, non temete! Non girerò questo affare no! Anche perché è compito del capitano farlo” disse il cecchino facendo l'occhiolino a Rufy. Il moretto tornò a sorridere. “E poi dobbiamo riprendere da dove il gioco si era interrotto, quindi non tocca girare... Bensì, tocca a me fare la domanda! E più precisamente a Nami, se ben ricordate” disse ancora con un sorriso furbetto stampato in faccia.

La rossa gli lanciò uno sguardo spiacevole, uno dei suoi insomma. Sanji si prese la faccia, poteva finire anche peggio quella giornata!

Zoro, che era seduto davanti al cecchino, si appoggiò al tavolo e si sporse verso di lui, minaccioso.

“Non c'è l'alcol, non si farà nessun gioco. Sono già di pessimo umore, non credi?” gli disse trapassandolo con l'occhio tagliente. Usopp deglutì.

“Dai daii, chiedii!!” cantilenò Rufy incoraggiandolo, e il verde sbuffò.

Il nasone si allontanò un poco dal tavolo (non si sapeva mai) e tornò a sorridere soddisfatto. “Grazie, capitano, ecco che mi accingo con la domanda..Hem! Hem!”

“Fai veloce per favore!!” disse Nami, espirando e celando isterismo.

“Alllloooraaa....Naami.. Chi è stato dei due a dare il primo bacio? ... Ioscommettocheèstatolui!!” fece spifferando poi la cosa ad un Franky un poco annoiato.

La rossa sinceramente si aspettava una domanda più scomoda. Quindi sorrise e si lasciò andare nella risposta, e forse commise un fallo proprio per questo.

“Sono stata io” fece con una punta di soddisfazione, aveva capito cosa aveva detto il nasone ed era felice nel contraddirlo. Tutti alzarono le sopracciglia, stupiti. “Sono stata 'costretta', altrimenti il cuoco avrebbe lasciato la ciurma”

Ecco fatto, ecco la gaffe. Che cretina! Si disse subito dopo. Si morse le lebbra ma era troppo tardi. Sanji si girò verso di lei, era chiaro dalla sua espressione che era sorpreso da quello che aveva tirato fuori!

“Che vuol dire..lasciato la ciurma?? Perchè?” chiese il capitano con una faccia instupidita.

“Sì, perché?!...” rafforzò quella domanda il cecchino.

“Yohoho!...come mai?!” fece Brook.

“Ho già risposto alla tua domanda, non sono costretta a parlare ancora!” fece lei incrociando le braccia e guardando da un altra parte, in realtà stava già pensando a che storiella inventare ma non le veniva in mente nulla di plausibile!

“Okkei! Allora giro la bottiglia! Mi prenderò questa risposta in un modo o nell'altro!” disse determinato Rufy e si affrettò a girare.

“Capitano, con il tuo permesso vado a fare la notte e...Chopper, vieni con me” fece Franky di fretta alzandosi dalla sedia.

Robin gli balenò un occhiata perplessa, poi distolse lo sguardo. Il cyborg parve proprio scappare da quella conversazione..non voleva ascoltare altro delle loro faccende, non era forse così? La mora tornò a fissare l'amica e a cercare di tranquillizzarsi, il suo sensto senso gridava allarme rosso.

“Hei, Franky aspetta! Io voglio sentire!...” La renna nel frattempo protestò, ma alla fine fu costretta a seguirlo.

 

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“E' stato un bene che non sia rimasto..”

“Hei hei! Stai al tuo posto!!”

“Sì..non sono discorsi per un cucciolo”

“Stai al tuo posto tu, cactus!!”

“Cucciolo? Ma io sto parlando di Franky! E comunque Chopper ormai è grande, Robin!”

“Ti attorciglio quella cosa dall'altro lato se non la smetti di muoverti!”

“Sarà..per me è ancora molto ingenuo”

“Come dici?! Sta attento che nella notte ti accecherò completamente!!”

“Ma insomma...LA SMETTETEE?!?!?!!

Come al solito la rossa si incazzò, i ragazzi erano insopportabili e quella sera avevano avuto anche la brillante idea di mettersi loro in mezzo al letto! Chissà poi perché! Tanto non cambiava nulla, no?

I quattro infatti si trovavano in biblioteca distesi sotto le coperte, dopo la cena e quel maledetto gioco della bottiglia che era finito in una completa confessione di tutto quello che era successo tra di loro, e che avevano celato fino ad allora. Storia del sakè compreso. Ovviamente compresa la notte di follia di Sanji e Nami e.. compresa pure la nottata di Zoro e Robin, che erano stati costretti a raccontare tutta la loro verità anche riguardo l'isola dei selvaggi. Ovviamente erano stati vaghi e non erano andati nei particolari...avevano detto di essersi ubriacati e di aver dormito assieme, Rufy aveva commentato di non capire e Brook gli aveva sussurrato che gli avrebbe spiegato tutto in seguito ridacchiandosela con i suoi yohoho... Insomma, il sacco era stato vuotato con il gran stupore di tutti. Ed era stato un momento molto imbarazzante per i quattro coinvolti (si erano ritrovati tutti con la faccia rossa come un peperone!) però prima o poi doveva accadere, era passato anche troppo tempo!

A causa di quello che era successo, allora, gli animi non erano proprio pacifici quella sera..

“Hai detto di smetterla a noi?!... Senti Nami, tu non dovresti proprio più parlare!!”

“Cos'hai detto, Zoro?!”

“Quello che ho detto! Dovevi proprio tirare in mezzo anche la nostra storia?! Non potevi star zitta?!”

“Hei! Perchè dovevamo confessarlo solo noi, scusa? E voi?! E' capitato a tutti e quattro sta cosa quindi meglio dirlo e farla finita, no?! E poi voi due stavate nascondendo tutto da molto più tempo di noi! Perchè accollare a noi tutta la colpa e la vergogna? Non sarebbe stato giusto!”

“Giusto o non giusto...dovevi chiudere la bocca! Avremo deciso noi quando e come dirlo!”

“Hei, bada a come parli, becero spadaiolo!” la difese subito il biondo “E' stato meglio così, abbiamo tagliato la questione! Ora sanno tutto, se ne staranno tranquilli!”

“Perchè lo dici tu, heh?!” gli fece ancora Zoro, urlandogli nell'orecchio.

“Ma..?! Deficiente!!” Protestò il cuoco.

“Volevo sprofondare...” sussurrò Robin tenendosi le guance.

“A chi lo dici...Le loro facce..!” le rispose la rossa che aveva ancora in mente i visi dei compagni esterrefatti alle loro parole (era sicura che il capitano non avesse capito un bel niente comunque! Alla fine quei ragazzi si erano fatti pure una grassa risata!).

“Beh, ormai è finita, donzelle. E' stato meglio così, ora dormiamoci sopra” disse il cuoco.

“Donzelle?! Parla con la tua o sta zitto! Fai più bella figura!” sbraitò il verde, adirato.

“Sanji ha ragione, Zoro. Speriamo che ora si calmino e finiscano di tormentarci, quello che volevano sapere ora lo sanno” fece la mora chiudendo gli occhi, si sentiva davvero stanca.

“Beh, speriamo! Perchè non ne posso più di dormire in questo modo! Piuttosto vado sulla cima dell'albero maestro a riposare! Con questo qui attaccato poi!..” fece lo spadaccino, dandogli una gomitata.

“E perché non vai? Vacci, dai! Che gran favore mi faresti se ti togliessi dalle scatole!” Sanji rispose alla gomitata con un calcio agli stinchi.

“Ouhh, cretino! Se potessi ci andrei, stolto di un ricciolo!”

I due iniziarono a tironarsi e scalciarsi l'un l'altro, imprecando e mandando all'aria le coperte. Si sentì anche qualche crack, segno che le lenzuola erano state lacerate.

Neanche a dirlo, Nami si infuriò di nuovo.

Oohhhh!!!?? Daccordo! Ora BASTA! Andrete tutti e due sull'albero maestro se non la finite!! Così io e Robin staremo comode! Che ne dici, Robin?”

“Beh, se desideri ho io il sistema per farli star fermi per sempre..” rispose con voce stanca la mora “Al tuo ok, agisco..” Tutti si girarono verso di lei guardandola stranamente. Anche per l'archeologa quella giornata era stata abbastanza pesante e desiderava solo rilassarsi!

Sarà stato per l'urlo della rossa oppure per le parole della mora, ma i due ragazzi rimisero a posto le coperte e si zittirono. Si girarono l'uno dando la schiena all'altro, si tirarono qualche altra pedata ma poi stettero buoni.

Poco dopo qualcuno diede la buonanotte e sprofondarono tutti nel sonno.

 

–--

 

“Ah, Robin, sei già sveglia?”

Il cyborg la salutò con la mano robotica. Robin si avvicinò.

Era l'alba, una splendida e stranissima alba dove il sole tingeva il cielo e il mare di rosa e arancione. Era magnifico! Con quell'acqua strana questi due elementi si erano talmente confusi che l'orizzonte pareva non esistere più.

Come aveva sottolineato il cyborg, sì, l'archeologa era già sveglia. Robin si era svegliata ancora prima del cuoco, non riuscendo più a prendere sonno. Zoro poi aveva preso quasi tutto il posto pur di allontanarsi dal suo “amico”. Quella notte l'aveva prima abbracciata, poi ghermita, e dormirgli appiccicata era stato piacevole all'inizio, ma poi verso mattina la situazione si era fatta troppo “calda” da affrontare!

“Com'è andata la notte? Ancora pescioni? Tempeste? Acque di sangue?...” chiese al cyborg.

In realtà si sentiva un po' a disagio con Franky, non sapeva come approcciarsi a lui da quando aveva saputo di quello che provava per lei. Anche se non ci credeva ancora del tutto.

“Mm, a parte il sonno..tutto bene. Chopper è già andato a dormire, la situazione era tranquilla”

L'archeologa lo studiò un attimo. Sì, gli occhi assonnati li aveva ma era anche un poco strano, aveva parlato normalmente ma l'aveva guardata pochissimo, allora era un po' a disagio anche lui? O era imbarazzo? O soltanto sonno?..

“Ok..vado a prepararmi un caffè” disse lei “Ne vuoi uno anche tu? Oppure vai a riposare? Posso stare io qui, tanto in quella biblioteca non ci torno”

Il cyborg la fissò un attimo e poi scoppiò a ridere. Rideva sul serio!
“Ahahahahah! Non avrei mai pensato che dicessi una cosa simile!! AHAHA!! Tu che ami i libri! Te li stanno facendo odiare?! Hahahah!! I ragazzi ci sono andati giù pesante, non è stata una mia idea comunque..!”

Robin sorrise, pareva tranquillo alla fine.

“Sì, si sta scomodi... e fa troppo caldo verso mattina, direi più che un forno”

“Ah!Ahahahah!” Il cyborg continuava a ridersela.

“Quindi.. vado in cucina e torno” annunciò Robin, mentre Franky rideva ancora.

Si girò. Fece qualche passo.

“Robin! Non mi serve quel caffè. Non te lo ricordi, vero? A me non piace nemmeno”

La mora si fermò. Caspita! Era vero! Cos'aveva in testa? A chi stava pensando mentre parlava con lui? Forse...

“Ah, scusami” disse solo, girandosi facendo una faccia un po' sorpresa.

“Non devi scusarti. Non scusarti per questo” gli disse Franky, guardandole le gambe. Poi la fissò in viso, con fatica. “Le bevande amare non mi piacciono, ma se vuoi puoi portarmi una cola”

“Daccordo, vediamo se la trovo” Robin gli fece un sorriso un po' tirato e fece per andarsene.

“Se tu sei felice lo sono anche io, Robin. So che sai quello che provo, però non voglio che cambi nulla tra noi. Noi tutti siamo come fratelli, ci saremo sempre l'uno per l'altro e rimarrà così”

L'archeologa si bloccò di nuovo, le si fermò un po' il respiro.

“Tu.. sei davvero felice con lui?”

“Sì, lo sono” gli rispose subito Robin.

“Allora è tutto ok. Se lui ti rispetta e ti rende felice, io sono contento per voi”

La mora prese un respirone, era contenta di sentire quelle parole. Si girò nuovamente verso l'amico.

“Grazie, Franky” disse e poi partì diretta alla cucina. Aveva notato i suoi occhi lucidi.

 

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Per la colazione di quella mattina, Rufy convocò di nuovo tutti, anche chi aveva fatto la notte poche ore prima e avrebbe voluto riposare. C'erano tutti, tranne uno.

“Zorho che fine ha fattho?” chiese il capitano (aveva ancora la bocca piena di torta).

“Bah, credo stia ancora dormendo” fece il cuoco, iniziando a sparecchiare “E salterà la colazione visto che non mi ha fatto chiudere occhio stanotte!”

“Vado a svegliarlo, capitano?” disse Robin.

“Certo! Vi aspettiamo!”

Con un sorriso enorme, Rufy le diede il consenso e la salutò con la mano come un bambino. Ma lui è un bambino, pensò lei.

La mora quindi si diresse in biblioteca, aprì la porta, fece piano, già pensando al modo migliore o peggiore per svegliarlo (due mani? Dieci mani? Solletico? Bacio sulla fronte? Coccole? Tortura cinese?..Mah, avrebbe deciso al momento!).

Dunque, entrò nella stanza silenziosa come un gatto. Stava già sorridendo come una bambina dispettosa quando si accorse che qualcosa non andava.

Zoro dormiva ma il suo respiro era affannato e irregolare, stringeva le lenzuola e faceva dei piccoli scatti convulsi.. insomma, stava facendo un incubo ed era in un bagno di sudore!

Che fare? Ovvio, doveva svegliarlo! Anche con il rischio di farsi del male e mandare l'orgoglio dello spadaccino in frantumi (un uomo tutto d'un pezzo non fa incubi!).

Rrghh!!! Roo...Robiin!” urlò lui, all'improvviso.

Quindi era un incubo con lei?.. La mora si sciolse.. Era il suo dolce tigrotto! Anche quando dormiva si preoccupava per lei! Robin pensò questo ma poi si disse che doveva muoversi, tutti in cucina li stavano aspettando. Fece per avvicinarsi allungando una mano per dargli una carezza sulla fronte ma con un altro urlo lo spadaccino si svegliò. Le afferrò la mano balzando in avanti e l'archeologa urlò anche lei per la sorpresa. Si guardarono, l'uno negli occhi spalancati dell'altra.

“Robin?!”

“Zoro...mi hai spaventato”

“Scusa..ma..Dio, che caldo!” fece il verde mollandole la mano e rendendosi conto di essere madido. Si mise a sedere prendendo fiato e grattandosi la testa. Sembrava frastornato.

“Devi aver fatto un incubo..” L'archeologa gli si accucciò affianco.

Zoro sbuffò forte. “No...niente di che” minimizzò, “ E' che fa troppo caldo qui dentro..ovvio che si dorme da cani!”

Poi lo spadaccino si alzò in piedi e, come se nulla fosse, si vestì e la guardò poi con un punto interrogativo in faccia.

“Quindi? Se sei venuta a svegliarmi ci sarà un motivo”

Stava cercando di far finta di niente, certo! Robin stette al gioco ma si promise di indagare sull'accaduto più tardi, soprattutto perché aveva sentito il suo nome ed era moolto curiosa!

“Sì, andiamo. Rufy vuole parlarci”

“Bene, ottimo! Annuncerà la fine di questa tortura!”

Il verde sorrise pure, le prese la mano stringendogliela un po' troppo forte con lo stupore di lei, e la trascinò via dalla stanza.

 

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“Ohh! Finalmente! Eccovi qua!” li accolse Rufy. Era con i piedi sopra il tavolo e le mani dietro alla testa, si stava dondolando sulla sedia, che faceva un sinistro crick-crok. “Ci hai messo un sacco, Robin!”

Gli altri erano tutti seduti, qualcuno aveva la faccia da funerale, e non si trattava di Brook.

Zoro li squadrò. Eh sì, qualcosa bolliva in pentola ma di sicuro non era nulla di buono. Il cuoco fumava, o meglio, si accaniva sulla sua sigaretta e Nami era nel mood che più le era affine ultimamente: sembrava voler uccidere qualcuno da un momento all'altro. Robin gli balenò un occhiata eloquente, aveva colto anche lei quella negatività nell'aria.

Si sedettero, ora erano tutti.

Rufy prese a dondolarsi ancora più velocemente sulla sedia, era eccitato, questo il termine giusto. Accanto a lui, Usopp sembrava stranamente in tensione, dalla sua fronte colò un rigolo di sudore.

“Fa caldo oggi, eh?” se ne uscì il nasone, alzandosi “Quasi quasi vado a prendere qualcosa di fresco da bere..”

Il capitano si lasciò andare togliendo i piedi dal tavolo e precipitando in avanti, sbattè una mano sulla tavola. Usopp fece un colpo.

“Eh, no, amico mio! Tu stai qua! Nessuno si muove da qui” fece, ridendosela.

“Ragazzi..non è una mia idea stavolta, sia chiaro a tutti! Non è una mia idea! Mi dissocio” disse il nasone. Poi incrociò le braccia, si rimise seduto e si prese a tamburellare i piedi, nervoso.

La cosa mise ancora più in tensione tutti, quindi qualsiasi cosa fosse uscita dalla bocca del capitano...era nata dalla sua testa. Molto male. Molto. Male!

“Bene, bene! Allora ..Prima di tutto volevo dirvi che sono molto felice che finalmente le cose si siano spiegate. E poi volevo dirvi che sono felice che sia successo. Tutti noi lo siamo. Siamo molto contenti per voi, hehehe!.. Le cose non cambieranno comunque, io sono il capitano quindi darò l'ok a queste coppie!” fece sorridendo ampiamente. Come se poi avessero bisogno del suo consenso! Non era il loro padre, anzi! Pareva più il bambino testardo della situazione il più delle volte! Però a quelle parole qualcuno sorrise.

“Darò l'ok, ho detto no?.. Perchè prima ci sarà un ultima prova”

Ecco, quei sorrisi appena nati si spensero.

“Ancora!?”

“Sono pienamente daccordo con Zoro! Adesso basta!”

Il verde e la rossa si erano perfino alzati in piedi. Non era possile! Non ancora! Non erano ancora soddisfatti di tutto ciò che avevano sentito e di quello che gli avevano fatto passare negli ultimi giorni?! Non era abbastanza come punizione tutto questo?!

“Ahahaha! Calmi ragazzi! Non sarà nulla di difficile..diciamo. L'ultima prova è fondamentale direi! E ve la spiegherà....Usopp!”

Il nasone si scrollò.

“IO?!? E' una tua idea, e dovrei spiegarla io?! Ma sei matto, arrangiati! Io me ne tiro fuori!”

“Adesso te ne tiri fuori, vero!? E fino a ieri che cosa hai fatto, eh?!” gli urlò Nami, inviperita “Sei il solito! Ma noi sappiamo che è anche colpa tua tutta sta storia! Non lo dimenticheremo, ricordatelo!”

Alle parole della rossa, tutti e quattro fissarono il nasone in modo tagliente.

“Ho paura di aver creato un mostro.. Però questa volta non c'entro!! Lui lo fa per divertirsi!” disse imperterrito.

Quegli sguardi tetri passarono a Rufy ora..

“Ah, che noia! Non perdiamo tempo!” fece il capitano che era tornato a dondolarsi sulla sedia “Allora ve la spiego io l'ultima prova. Allora, dunque...com'era? Ah, sì! Allora.. Da questa mattina, cioè da subito, voi quattro vi dividerete in due coppie. Queste coppie verranno legate...tira fuori le corde Brook!”

“AHH?” fecero i ragazzi.

Lo scheletro si alzò, mugugnò un “Perderemo tutti la testa..” e andò a recuperare le funi.

“Allora, dicevo! Le coppie verranno legate e resteranno così per tutta la giornata, fino a cena, senza vedersi. Una coppia dovrà cucinare un menù a mia scelta...l'altra dovrà preparare uno spettacolo per intrattenerci..qualcosa con balli e cose simili, dovrà essere qualcosa di bello e movimentato, con tanta bella musica! D'altronde stasera festeggiamo voi, no? E...come si dice Usopp?..Quando una ragazza e un ragazzo …??”

“Si sono messi insieme...”

“Esatto! Festeggeremo voi quattro che vi siete messi insieme!”

“Non sono insieme in quattro..” lo corresse il nasone ma lui non l'ascoltò. Il capitano era proprio scemo a volte.

“E non pensate di fare i furbi e sciogliervi! Vi controlleremo! Ecco ho detto tutto”

I ragazzi erano rimasti impassibili. Tutto questa pensata per divertirsi e farsi una bella scorpacciata, non era così? Il capitano era incorreggibile!

“Dopo la finirai?” sbuffò il cuoco.

“Perchè lagati?!” fece Nami.

“Certo! L'ho detto! Io mantengo la parola!”

“Mm...” fece Sanji ragionando “Quindi oggi io e Nami staremo in cucina e Zo..”

“NO!” lo bloccò Rufy “Caspita! Non ve l'ho detto!” Si diede una manata in fronte e sorrise.

Il cuoco perse un po' della cenere di sigaretta a terra.

“Tu e Robin starete in cucina e Zoro e Nami in palestra. Farete quello che ho detto perché stasera ho intenzione di festeggiare alla grande! Dobbiamo farlo! E' un evento!”

Un silenzio terribile piombò in cucina mentre il capitano ridacchiava. Nessuno disse nulla per qualche secondo, sbatterono solo le palpebre immagazzinando una bomba pronta ad esplodere.

“TU SEI PAZZO!!!! IO NON LASCIO LEI CON LUI!!” Zoro urlò.
“CHE COSA DOVREBBERO FARE?! SE LA TOCCA LO UCCIDO!! NO, NON CI STO!!” Sanji sbraitò.

“NESSUNO CI STA! SIAMO TUTTI DACCORDO SU QUESTO!” Nami era fuori di sé.

“Rufy...non è troppo? Legarsi in che senso?!” Anche Robin rivolse quelle domanda al capitano con uno sguardo per nulla amichevole.

Brook, Usopp, Chopper e Franky si allontanarono dal tavolo, o meglio alcuni proprio scapparono. Il capitano rimase dondolante sulla sedia con la sua espressione soddisfatta.

“Ohh non vi scaldate! Ve l'ho detto, è l'ultima prova. Un ultimo sforzo per il vostro capitano, no?”

“Forse tu non hai capito come stanno le cose....Io sto con Robin! Il cuoco con Nami! Non il CONTRARIO!!”

“Zoro, preferivi stare con Sanji?”

“MA SEI SCEMO?!!!” urlarono in coro tutti.

Il capitano si mise a ridere forte. No non era scemo, lo stava facendo chiaramente apposta! E questa cosa fece saltare i nervi a tutti in modo mai visto.

“Se non ci sono ostacoli, che prova è scusate? Si farà come ho detto e stop” pretese di chiudere la discussione il moretto.

“TU non hai proprio capito! Non se ne farà NULLA! Siamo tutti della stessa opinione qui! BASTA! Avete esagerato!!” gli urlò in faccia la rossa, poi prese per mano Robin e la trascinò letteralmente fuori dalla cucina. “Io e te dobbiamo parlare!” le spifferò trascinandola via.

“Ha dannatamente ragione! Buona giornata!” disse il cuoco, che spense la sigaretta sul tavolo (cosa non da lui!) e prese la porta andandosene.

Lo seguì pure Zoro. “Ora siete contenti?! L'abbiamo fatta finita a nostro modo oggi!” Lo spadaccino spinse via la sedia, che fece un rumore terrificante, e uscì dalla cucina sbattendo la porta.

“Brook, dovevi legarli prima che se ne andassero!” si lagnò il capitano.

“Che disastro...” disse Franky.

“Un disastro annunciato” commentò il nasone.

“Non ci perdoneranno più..” piagnucolò Chooper.

Lo scheletro era ancora fermo impalato con le funi in mano.

 

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Nami si fermò nei pressi del bagno grande, mollò l'amica e si girò verso di lei. Era sfigurata dalla rabbia.

“Lui...non la finirà mai! Rufy... Dobbiamo cambiare qualcosa al nostro piano.. Qualcosa che coinvolga anche lui! Ha esagerato! Gliela farò passare io la voglia di farci questi scherzi!!”

“Sono daccordo con te sul fatto che meritano una tirata d'orecchi questa volta, però...”

La rossa si avvicinò di più all'amica.

“Però nulla, Robin! Lo faremo e basta! Tu trascinerai Usopp nella doccia e sai già quello che devi fare..e io mi occuperò del capitano...non se la dimenticheranno facilmente questa cosa! E così la smetteranno! Non preoccuparti, i ragazzi non lo verranno mai a sapere” disse la navigatrice fissando l'amica e cercando di essere convincente. A Robin non restò che annuire, in fondo se la meritavano per tutto qullo che gli stavano facendo passare! Però...le rimaneva sempre quel però. La cosa le sembrava un po' troppo....

“E che cos'è che non dobbiamo venire a sapere?”

Zoro, stancamente appoggiato alla parete, le stava fissando in modo atroce.

Nami si allontanò dall'archeologa.

“Nulla, non era riferito a voi ma a Franky e gli altri”

Menti, rossastra!”

Zoro le si avvicinò, non era affatto il momento di farlo incavolare ancora di più.

“Che cosa tramate anche voi due, eh?! Ma insomma! Che cosa vi prende a tutti?! Ma la volete smettere si o no?!” le urlò in faccia.

“Allontanati altrimenti ti spacco la faccia, non sono proprio in vena stamattina” disse una voce dietro di lui. Sanji ovviamente.

“Allora chiedi tu a lei a che cosa si riferiva! Robin! Ce ne andiamo!” gli fece Zoro, iroso.

“Robin non fa quello che vuoi tu! Non è ai tuoi ordini, quindi rimarrà perché dobbiamo parlare!” urlò isterica la rossa. Il cuoco studiò la situazione senza capire e Robin guardò i due senza sapere che fare.

“Ah, sì?! Non senza il mio consenso!!” sbraitò lui, poi prese l'avambraccio dell'archeologa e la trascinò via. Era il destino della mora essere trascinata via da qualcuno in quella giornata? Pareva di sì.

“SEI UN BUZZURRO!!!” gli urlò dietro la rossa, mentre il cuoco la guardava con un punto interrogativo in faccia.

 

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Zoro portò Robin in biblioteca, cioè quello che ora era il loro dormitorio, ci si fiondò dentro con lei e chiuse la porta sbattendola. Chiuse a chiave e cominciò ad analizzarla. Robin ebbe un de jà viù della casupola sull'isola dei selvaggi, solo in quel momento lo spadaccino aveva avuto una tale espressione! E il tono con cui parlò infatti fu lo stesso.

“Spiegami di cosa si tratta” ordinò.

La mora, in piedi in mezzo alla stanza, sospirò. Eravamo alle solite, doveva calmarlo..

“Io e Nami stavamo pensando ad un modo per..dare una lezione a quei..furboni” disse in modo tranquillo “Non era niente di che, non volevamo coinvolgervi per non rischiare di peggiorare la situazione”

“No, non è così!” urlò il verde “Non sai mentire con me! Guardami, Robin!”

La mora cercò di fissarlo negli occhi, ma chissà perché non riuscì a mantenere il contatto più di tanto. Zoro rimase sulla porta, come se non fosse sufficiente aver chiuso a chiave.

“Non è una tua idea...lo so! L'ho capito! E di sicuro lei non dirà nulla a quell'idiota di un cuoco che pende dalle sue labbra e crede a tutto ciò che lei dice! Però tu hai annuito..quindi lo avresti fatto.. Devi dirmi cosa, Robin”

“Non uscirò da qui se non te lo dirò, giusto tigrotto?” Robin non riuscì a sorridere però.

Il viso di Zoro si incupì ancora di più. No, non era il caso di ricattarlo in quel momento con la questione dello schiavo..non ne avrebbe ricavato nulla se non farlo imbestialire di più. Forse era meglio dirglielo cercando di buttarla sul ridere..

 

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Erano passati solo quindici minuti da quando i quattro erano usciti dalla cucina. Chopper era uscito ed era alla ricerca di Zoro, per ordine del capitano. Doveva convincerlo a tornare in cucina e iniziare la prova. Facile, no? La renna era davvero nel panico! Convincere Zoro a fare quella cosa! Ma Rufy non si rendeva conto che non avrebbe mai accettato?! Stava solo rischiando di diventare carne da macello!

Pensava proprio a questo Chopper quando sentì le urla dello spadaccino. Sembravano provenire dalla biblioteca, quindi andò a vedere.

Si avvicinò al piccolo corridoio che dava alla stanza, zampettando furtivo.. Sentì lo spadaccino e l'archeologa urlare un po' troppo forte e si spaventò.

“CHE COSA??! MI DEVO FERMARE?! MA SEI MATTA, ROBIN?! E' NORMALE UNA COSA DEL GENERE PER TE!??”

“Zoro, calmati!! Te l'ho detto, NON L'AVREI FATTO!”

“NON L'AVRESTI FATTO MA CI STAVATE PENSANDO!!”

“Non andare a dirglielo!!”
“BEH, CI VADO! E SPERO CI SIA ANCHE QUEL CITRULLO COSI' SAPRA' CON CHI HA A CHE FARE!!”

“Nami é solo molto arrabbiata!! Non sa quello che dice!! Si sarebbe tirata indietro alla fine, lo so!”

“Tu resterai qui.. e ne parleremo dopo!”

Un bel botto tuonò in seguito, la porta della biblioteca era stata chiusa di colpo. Poi Chopper sentì un giro di chiave e dei passi veloci verso di lui. Stava tremando ma doveva fermare quel ragazzo, doveva parlare allo spadaccino e convincerlo in qualche modo!

Gli si parò davanti.

“ALTO LA'!!” urlò, con gli occhi chiusi e le braccine aperte. Zoro frenò la sua quasi corsa rischiando di andarci addosso.

“Chopper?!”

“Zoro devo parlarti! Rufy dice...” iniziò a parlare con voce tremante la renna.

“Un bel niente! Ho una cosa da fare molto più importante! Devo fare un bel discorsetto ad una ragazzina!

Il verde fece per oltrepassarlo ma Chopper gli si attaccò alla veste.

“NO!! Ascolta ti prego! Voi dovete fare quella prova oggi!! Vi prego, fatela!”

Lo spadaccino gli diede prima un occhiataccia e poi cercò di avanzare imperterrito con lui attaccato. In quel frangente a Chopper venne un idea. Era l'unica fattibile. Doveva dirglielo! Forse così lo spadaccino avrebbe acconsentito! Era l'ultima speranza..!

“Zoro, fermo! Zoro, ascolta!!”

“Chopper te lo già detto, smettila! Non c'è niente e nessuno che può fermarmi adesso!”

“Zoro! Rufy e gli altri hanno ...........

 

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Cinque minuti. Erano cinque minuti che respirava normalmente. Zoro era rimasto su quel corridoio, col sedere a terra e l'espressione di una persona interdetta e..sperduta. Sembrava essersi dimenticato pure di essere incazzato nero. Chopper, in piedi davanti a lui, stava tirando un sospiro di sollievo, forse era riuscito nella sua impresa.

“Loro...davvero..?” ripetè per l'ennesima volta.

“Sì Zoro, è così” disse sorridendo la renna “Però mi raccomando non devi dirlo a nessuno, neanche a Robin! Nessuno di voi dovrebbe sapere! Convinci gli altri a partecipare all'ultima prova e Rufy manterrà quello che ha detto. Solo un ultimo sforzo!”

“Non ci posso ancora credere...”

“Credici!”

Gli occhi della piccola renna erano proprio sinceri.

 

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Zoro ritornò da Robin, aprì la porta, le prese di nuovo la mano e le disse che dovevano andare da Nami e il cuoco, che dovevano parlarci. Lei notò subito il cambio di atteggiamento dello spadaccino, non se lo spiegò ma si disse che era un bene e lo assecondò. Che era successo? Che avesse un piano? Non sembrava più arrabbiato!

Mentre Zoro le stringeva la mano e la portava fuori di lì, Robin incrociò Chopper, quella renna le fece l'cchiolino e le sorrise, forse centrava lui nel cambio repentino d'umore del verde?

Zoro e Robin trovarono i ragazzi sul ponte a prua. Nami e Sanji stavano parlando, la rossa si stava ancora lamentando della situazione evidentemente, poi il biondo le si avvicinò e la prese per la vita dicendole qualcosa all'orecchio..

“HEHM!!” si annunciò lo spadaccino.

La rossa si girò di scatto.

“Ah! Rieccoti qui! Cosa c'è?! Non hai ancora finito con i tuoi deliri?!” gli fece.

Zoro le sorrise. Sì, le sorrise. E con il sorriso le disse queste parole.

“Noi accetteremo. Ora andremo in cucina e inizieremo questa prova idiota. Faremo quello che vogliono, poi tutto finirà. Questione di poche ore”

“CHE COSA?!” dissero tutti e tre in coro, anche la mora si staccò da lui guardandolo stupefatta.

“Tu...hai battuto la testa o cosa? Sai cosa vuol dire!? Dovremo stare legati tutto il giorno!.. Robin con Sanji!..” indicò “E poi io non ci vengo in palestra con te! Sia mai che rovini il mio corpo perfetto!”

“E non verranno effettuate punizioni di nessun genere, sia chiaro, navigatrice” continuò imperterrito il verde.

“Beh, non so di che parli”

“Ti conviene che io non parli..” le fece Zoro, duro. “Quindi, se vi fidate un minimo della mia parola, ci conviene accettare e stare al gioco ridicolo di Rufy. Io so che manterrà la parola. Stringiamo i denti e andiamo in quella benedetta cucina”

“Zoro...vedo che ne sei molto sicuro.. Tu sai qualcosa ma non puoi dirci altro, giusto? E perché?” gli chiese Robin.

Lo spadaccino girò i tacchi e fece per andare.

“L'hai detto, non posso parlare” disse, indicando di seguirlo. Fece un altro breve sorriso a lei e agli altri, poi sbuffò. “Beh, io sto andando”. Robin lo seguì, sempre con un espressione stupita in faccia.

“E' completamente impazzito!” spifferò la rossa al biondo.

“Spero solo si comporti bene con te, biscottino” le rispose lui, poi iniziò a seguire gli altri.

“Ah, Sanji! Aspettami! Ma.. sei daccordo anche tu?!”

 

--

 

Rufy li accolse con un grande sorriso, gli altri si stupirono di quel cambio repentino di idee. I quattro vennero legati stretti alla vita, schiena con schiena inizialmente, poi Nami fece notare che era impossibile pensare ad un ballo in quella posizione, quindi Zoro e la rossa vennero uniti in altra maniera, lasciando un po' di corda libera tra di loro. Anche il verde poi disse che lo stesso trattamento andava fatto a Robin e il cuoco, ma nulla, il capitano fece orecchie da mercante.

Rufy consegnò la lista di quello che sarebbe dovuto essere il menù della serata al cuoco, lasciò un assonnato Chopper a sorvegliare la cucina e i due al lavoro, poi mandò sù in palestra Zoro, Nami e Brook (lo scheletro infatti aveva sì il compito di controllare che non si slegassero, ma anche era l'addetto alle canzoni della serata).

Franky, Usopp e Rufy in quella giornata avrebbe badato alla nave e alla rotta. Per questo Nami fece degli scongiuri a quel pensiero e poi venne trascinata via da Zoro malamente.

“Hei, bifolco! Bada a come la tratti! Anche un piccolo livido e te le vedrai con il sottoscritto!” gli fece il cuoco, notando che andavano via.

“Bada a te, invece! Io ho occhi dappertutto” Zoro gli lanciò un occhiata acida e sparì oltre l'uscio.

I tre rimasero soli in cucina.

“Aaallora, cominciamo? C'è tanto da fare e messi così ci metterete molto di più! Ah, Robin! Non vale il tuo potere, è proibito, hehehe!” gli fece Chopper.

Robin e Sanji si guardarono, poi fissarono in malo modo la renna e sospirarono. Chopper aveva ragione, era meglio darsi da fare.

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Capitolo 25
*** Dura prova ***


“Sushi di gelato?!.. Muffin al ragù?.. Sorbetto di ramen!?.. E questi sono solo i dolci! Ma è fuori di testa?! Cos'è sta roba?!.. E poi non abbiamo tutto il necessario!”

Sanji stava consultando la lista data da Rufy per la serata e stava già dando di matto. Attaccata dietro a lui, Robin, con le braccia incrociate, sospirò.

“Beh, dovrai dare il meglio di te. Da dove iniziamo?”

“Diosanto...ok!” fece lui lanciando il foglietto per aria.

“Ah..la lista!” le fece notare lei, che da dietro non aveva notato che l'aveva lanciata lui.

“Non serve, ho tutto a mente. Iniziamo! Vai avanti e apri il frigo...dovrebbero esserci delle carote, dei pomodori e delle cipolle tritate...”

Robin si mosse e per poco il cuoco non caracollò su di lei. Si aggrappò al bancone per non finirle addosso. Bene, dovevano cercare un modo per muoversi contemporaneamente senza che nessuno si facesse male. Un bell'impiccio!

“Scusa, Robin-chan! Perdono!”

“ No, è colpa mia..quindi adesso mi muovo...tu cammina come un gambero. Anzi! Dobbiamo immaginare di essere un granchio! Noi due...formiamo un granchio assassino da adesso”

“Un granchio assassino?...daccordo..un granchio..”

Sanji cercò di concentrarsi su quell'immagine assurda (solo da Robin poteva nascere una cosa simile!)..e non su quel contatto che sentiva laggiù in fondo. Quelle erano o non erano le natiche dell'archeologa?.. E che carne soda!

Il cuoco scosse la testa: stava impazzendo?! Quei pensieri con tutto quello che doveva fare e con una persona che non era la sua Nami-san?!

“Stupido idiota, muoviti!” si disse ad alta voce.

“Ce l'hai con me, biondino?” si girò la mora.

“Oh, no! NO! ...Lasciami perdere, Robin cara..Tu vai avanti che ti seguo..”

Chopper, che li controllava da lontano, un po' stava crollando dal sonno e un po' se la rideva sotto i baffi. Il cuoco era alle solite e sarebbe stata una giornata assolutamente divertente, però lui doveva rimanere serio, aveva una missione segreta da compiere!

 

---

 

Sù in palestra iniziò anche peggio..

“Senti qua! Visto che dobbiamo fare sta cosa, la faremo bene! E per far sì che riesca in modo decente dobbiamo iniziare subito! Io non voglio fare una figuraccia per colpa tua!” urlò la rossa.

“Allora FATTI MALE!! Se non facciamo un minimo di riscaldamento, non arriverai A STASERA!! CAPISCI SI' o NO?!” gli sbraitò dietro il verde.

“Ma tu come riscaldamento intendi un ora di addominali e roba simile e io non ci sto! Mi stancherei e basta! Allora sì non arriverei a stesera!!”

“Ma finiscila! Un ora di addominali! Chi ha parlato di un ora di addominali?! Il caldo ti dà alla testa!”

“Esatto! Fa pure caldo, quindi non farmi INCAZZARE!”

“Potresti spogliarti se hai caldo..” si intromise Brook, che stava accordando la chitarra.

“Cos'hai DETTO, SCHELETRO?!” Si girò verso il musicista, imbestialita.

“Ah, nulla...sorryy!”

“Ma proprio con voi due dovevo capitare?!” fece, tironando la corda che aveva lagata ad un braccio.

Zoro imprecò mentalmente. Ogni volta che la rossa lo faceva, la corda che aveva legata alla sua gamba, non si sa perché, gli stringeva i calzoni e, diosanto, di conseguenza anche...! Lo spadaccino respirò a fondo.

“Nami. Uno: finiscila di dimenarti. Due: iniziamo perché sto perdendo la pazienza” disse, guardando un punto fisso della palestra. La rossa si voltò verso di lui, rise fintamente.

“Ha. Ha! Quale pazienza?! Tu non ce l'hai mai avuta la pazienza!”

Erano daccordo solo su una cosa: sarebbe stata una lunga giornata.

 

---

 

“Ce la fai? Sicura Robin-chan? Non ci sono problemi, lo faccio io dopo”

“No, Sanji, va bene. Continuerò a mescolare questa..cosa finché non mi dirai di fermarmi, ok? Se potessi usare il frutto sarebbe tutto più facile..”

“E' che.. se ti muovi così...è un po' difficile fare quel che devo..”

“Oh! Cercherò di stare più ferma possibile allora...Mah, non credo di farcela, è troppo...dura questa cosa! Ma sarà commestibile?”

Il cuoco deglutì. Troppo dura...sì, esatto, come quell'entità che era fra le sue gambe! L'archeologa continuava a muoversi e non si rendeva conto che si stava strusciando anche su di lui! Sanji era in seria difficoltà, quel caldo e quel contatto non gli stavano dando una mano...in più c'erano un botto di cose fa fare, doveva concentrarsi, doveva muoversi! Dio, era letteralmente impossibile!

Il biondo sbattè le mani sul bancone e la mora trasalì.

“Cuoco, qualcosa non va?” gli chiese, cercando di girarsi verso di lui.

“No! Non muov...cioè! Tutto. Sotto. Controllo... Ho tutto sotto controllo, non preoccuparti...Devo solo..respirare, credo. Si credo che.. respirerò”

“Chopper.. il cuoco si sente male” Robin avvisò la renna che stava per prendere sonno (altro che controllarli! Poverino.. aveva fatto la notte!)

“AH! Sta male? Chi?! Chiamate un dottore!...Ma sono io il dottore!” fece Chopper destandosi, poi corse dai due e la mora indicò dietro di sé.

“Sanji? Cosa c'è? Cosa ti senti?!” gli chiese agitato.

“No, tranquillo..non ho nulla...”
“Ma ma... Ma qualcosa c'è che non va! Sei GONFIO qui!! Devo visitarti!” disse la renna stupita, sbattendo gli occhioni.

“Ch..Chopper! Lasciami STARE! Sto BENE! Non lo vedi?!!!” urlò il cuoco, tra l'arrabbiato e l'imbarazzato.

Robin notò chiaramente dove fissava la renna..capì tutto e si tappò la bocca pur di non ridere. Ma come mai quella renna non aveva capito cosa stava succedendo? Era sul serio uno strano dottore!

“Qui il dottore sono io! E io dico che devo visitarti! Sei tutto rosso in faccia! Di sicuro è febbre e quella cosa devo analizzarla! Sarai stato punto da qualche insetto! Adesso fermerò la prova, avviserò tutti! Vado e torno subito con l'occorrente!”

Detto ciò la renna si precipitò fuori. Urlò come impazzito che la prova doveva arrestarsi, che il cuoco di bordo stava male, e lo sentirono tutti, anche i tre in palestra.

Intanto, in cucina era piombato un silenzio surreale, imbarazzante, tremendo. L'impasto che stava girando Robin era ormai da buttare, si era bruciato tutto perché la ragazza non l'aveva più lavorato. La mora aveva due mani davanti alla bocca, non ce la faceva più a trattenersi, stava rischiando di sentirsi male pure lei.

Alla fine rise.

“Sanji, scusami! Mfuh! Fuh! Fuh!! La cosa è bruciata! Mfuh! AH! Ah!AH! Però..Non è tutta colpa mia! Ha! Ha! Ha!”

Il cuoco si aprì un poco la camicia, voleva sprofondare.

 

--

 

“Cosa dice? Cosa dice!!” fece la rossa, avvicinandosi velocemente verso la botola della palestra. Zoro sentì una fitta lì sotto, di nuovo.

“NAMI! Ma porca miseria!!” gli fece il verde.

“E muoviti! Devo sentire! Diceva 'cuoco' credo!” insistette lei tirando ancora.

Lo spadaccino afferrò la corda e la tenne ben salda. “Se speri così di farmi muovere sei un illusa”

Nel frattempo Brook tese un orecchio (si fa per dire) giù.

“Ohh..Chopper dice che il cuoco si sente male. La prova è sospesa”

“Che COSA?! Sanji sta male?!” si agitò Nami.

Zoro incrociò le braccia. “Questa è bella..”

“Sta zitto tu! Andiamo subito giù! Hanno detto che la prova non si fa!”

“E' sospesa...non vuol dire che non si farà” Puntualizzò Zoro.

“Giusto! Quindi nel frattempo io mi slego! E vado in cucina!” fece lei decisa.

“Ah-hà! No, non puoi slegarti, signorina! Ordini del capitano! Non ho sentito Rufy dire nulla quindi se ti sleghi se la prenderà con me!” fece lo scheletro.

“Daccordo, andiamo tutti giù! Sono curioso di vedere come schiatta” disse Zoro, cambiando idea e tirandosi sù in piedi. Lui in verità voleva controllare altro..

Dopo che la rossa lo mandò a quel paese, si calarono tutti e tre giù nella botola.

 

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“Ahhahaha! Io non so... come faremo! Non c'è neanche la metà di quello che vuole Rufy! Cavolo...adesso è più caldo di prima! Hahahah!”

“Beh, Sanji, togli la camicia! Tanto io non ti vedo! Ha ha ha ha!”

“Robin-chan..hahaha! Basta con queste battute! Ha ha!”

“Scusami! Hahaaha! Mi vengono naturali!”

“Haha! Posso sul serio? La tolgo, non ce la faccio più! Ma dov'è andata quella renna?!”

“E chi lo sa! Hahahh! Così questa corda mi stringe ancora di più la pancia..non riesco a ...ridere! Haha!”

“Non ridere, allora! Hahaha!”

“Te l'avevo detto che con una risata la tensione passava! Hahaha! E' proprio un forno qui dentro!”

“Ah! La tensione sì...”

“Mfuh!...”

Dopo alcuni secondi di silenzio in cui cercarono di trattenersi, i due esplosero a ridere ancora.

“HAHhahahhahah!!” “Haahhahahaha!”

I due ridevano, e un po' davvero si sentivano male tra il caldo e quella corda che li legava in modo troppo stretto. Tra una cosa e l'altra, non si accorsero che la cucina si riempiva di occhi e presenze..

Tutti accorsero a verificare come stava il malato, per ultima entrò la renna, che si fece largo agitata, mentre Nami e Zoro si annichilivano davanti a quello che vedevano.

Ma che stavano facendo quei due?.. Ridevano?! Cosa c'era da ridere in quella situazione?! Sanji non pareva affatto star male, anzi! Era mezzo nudo! E sembrava molto felice in quel momento.. sembrava spassarsela!

Il cuoco e l'archeologa finalmente si accorsero degli spettatori, si ammutolirono e si ricomposero, e servì solo notare la bocca aperta di due persone di loro conoscenza per tornare subito seri.

“Hah! Ragazzi..io avevo detto a Chopper di stare bene...non serviva che interrompessimo la prova” fece il biondo incrociando le braccia, sulla difensiva.

“Bene! Bene! Allora si riprende!” fece contento il capitano, ma prima che potesse passare anche solo un secondo si sentì come una folata di vento e uno sciaffh potente. Robin si sentì portata via da quel suono, subito dopo capì di essersi spostata di qualche passo, trascinata dal cuoco. Guardò alla sua destra, senza capire. Quello che vide furono gli occhi iniettati di sangue della rossa, che era ad un passo dalle lacrime. Nami aveva schiaffeggiato Sanji, e ora la guardava pure sfidandola. Ma che cosa le passava per la testa?! Aveva sicuramente frainteso!

Robin guardò altrove cercando aiuto nei compagni ma colse solo stupore su tutte le loro facce, con fatica guardò verso il verde che le parve una maschera di pietra all'inizio. Zoro arricciò il labbro e basta, bastarono i suoi occhi penetranti per farle capire quanto non aveva gradito quello che veva visto. Notò le sue mani, stringeva la corda spezzata. Lui.. l'aveva spezzata vedendoli? Nami così aveva potuto avvicinarsi al cuoco e schiaffeggiarlo? Ma perché stava pensando a queste cose ora? Doveva dire qualcosa! Perchè si sentiva così inerme, bloccata? Perchè anche il cuoco stava zitto?! Forse quello schiaffo l'aveva stordito?

“E io che mi ero.. preoccupata per te! Non vi interromperemo più, state tranquilli!” fece alterata la rossa guardando prima l'uno, poi l'altra. “Leviamo il disturbo, vero Zoro?!”

Il verde non parve badarla, assotigliò solamente ancora di più l'occhio, fissando Robin con una palpabile furia omicida.

Nami si avvicinò a grandi passi allo spadaccino, gli afferrò il braccio e gli si strinse addosso. Robin alzò le sopracciglia, spiazzata.

“Abbiamo un gran daffare lassù, ci impegneremo davvero tanto! E faremo più bella figura di voi, questo è sicuro! Sù, andiamo Zoro” disse fintamente entusiasta, tirandolo via, ma inizialmente il verde non si mosse.

“Andiamo.. a divertirci pure noi, la giornata sarà moolto lunga”fece ancora, dandogli un colpetto col gomito. I piedi di Zoro finalmente si scollarono da terra, il suo sguardo si staccò da Robin e voltò la testa come un automa, così la rossa lo portò via, sempre tenendoselo stretto. Brook si mosse a raggiungerli.

Silenzio. Rufy e gli altri erano ammutoliti e il cuoco e l'archeologa senza parole.

Fatta una decina di passi fuori dalla cucina, la rossa mollò il verde, e la sua mano, che prima stringeva il braccio possente di Zoro, andò ad asciugare una lacrima appena nata dal suo viso.

 

---

 

Robin impastava in silenzio. Avevano rifatto il terribile impasto e stava cercando di metterci più energia di prima. Stava sudando, non era affatto un lavoro simpatico e quel caldo anche dato dai forni e fuochi accesi era una scocciatura grande. La sua canottiera le stava appiccicata alla pelle!

“Chopper..vai a portarle questo, per piacere! Tanto...non mi perdonerà mai..Che cosa ho fatto...”

“Ti ho già detto che non posso lasciare la cucina! Devo controllare.. cioè, Rufy ha detto che devo stare qui e basta!” fece la renna sedendosi nervosamente e prendendo appunti.

“Cosa scrivi...di bello?” chiese a fatica la mora, impegnata nel suo girare quel mestolo.

“Ah, cose mie, qualcuno mi ha detto di farlo e io lo faccio! Non prenderò sonno, no! Io....” disse Chopper, ma la sua testa ciondolava già da un pezzo!

“Chopper, ti prego...avrà caldo lassù..è il minimo per farmi perdonare..portaglielo!” si lamentò ancora il cuoco “In cambio ti prometto una doppia razione di zucchero a velo tutti i giorni”

“Vai, dai...non ci slegheremo nè faremo niente di strano, promesso” fece Robin, che aveva capito che la renna stava scrivendo ciò che facevano. Però non aveva capito il perché lo faceva!

“N..nulla di strano? Doppia razione??!! Dovrei solo portare questo succo alla frutta da Nami per una doppia razione?!” la renna si illuminò, i suoi occhi diventarono due stelle luccicanti “Ma Zoro mi ammazzerà!” si fece scappare.

“Zoro?!”si stupì la mora.

“Quel marimo a cui staccherò quel braccio!??? Ah, Nami-san! Non fare follie, ti prego...”

“Sì...eh, NO!! Macchè Zoro! Lasciate stare!” si agitò la renna “Allora...porterò in palestra quel succo! Farò prestisssimo! Doppia razione, hai promesso, Sanji!!” Così Chopper si volatilizzò facendo gocciolare tutto per la cucina, entusiasta. Beh, perlomeno ora era bello sveglio!

“Quindi Zoro gli ha detto di controllarci...Ah, ma che mi importa! La mia Nami-swann! Chiedo perdono...mio amore..! Non mi perdonerà facilmente...Caspita, sono un idiota!..Mi perdonerà secondo te Robin-chan?! Ah, sono disperato...”

Era l'ennesima volta che il biondo si lamentava ripetendo sempre le stesse frasi, si era rimesso pure la camicia che ora era diventata trasparente da quanto era sudato e aveva mezza faccia gonfia come un pallone...e il cuore spezzato.

“Sanji...pensiamo a cucinare, ora devi dimostrare di essere il cuoco eccezionale che sei. Certo che ti perdonerà..lei pensava che tu stessi male invece si è trovata davanti una scena inaspettata...Ci è rimasta male, tutto qua. Non abbiamo fatto altro che farci una risata..non mi pare una...tragedia! Hei, guarda, forse ce l'ho fatta”

Il cuoco cercò di girarsi per vedere, ma un paio di mani sbucate dal nulla gli portarono la padella in questione.

“E' fantastico! Molto bene!..Ah, ma non potresti usare i tuoi poteri Robin-chan”

“Ne ho approfittato, visto che Chooper se n'è andato...ho fatto prima, no?”

“Mhh! Hai fatto bene..Ah, sei molto furba... e paziente. Scusami se mi sono lamentato troppo”

“Beh, ho sentito dire che gli amici esistono anche per ascoltarsi. Adesso cosa faccio?”

“Grazie, Robin-chan! Quel marimo non sa quanto è fortunato”

“Mfuh! Era adirato all'inverosimile...Se tu sei nei guai, io lo sono ancora più di te!”

“Invertiamo le nostre posizioni, così puoi lavare la frutta intanto..e non fare caso a quello scemunito. Si altera sempre per niente..ha proprio bisogno di una persona pacata come te, per smorzarsi un po'”

Dicendo questo, i due rotearono e la mora si trovò davanti il lavandino.

“Sbaglio o tu stai dicendo...che stiamo bene insieme, signor cuoco?!”

“Mmh... non saprei..mmh, no. Tu meriti di più, indubbiamente”

“Mfuh! Fuh! Mi stavi spaventando...sai il caldo può dare alla testa!”

“A-hà...però Nami lo pensa davvero. A volte le donne sono incomprensibili”

“Anche io credo che tu e Nami siate perfetti insieme..e poi ci sono cose che non si possono comprendere, ma solo provare”

“Formidabile. Stavo pensando la stessa cosa”

“Mfu! Fuh! Sarà la corda che ci lega!”

“Bella questa”

In quell'attimo Chopper tornò. Era tutto colante dal caldo.

“Sanji! Niente...non ha voluto bere nulla, dice che non vuole nulla da te. Così me lo sono bevuto io...avevo troppa sete!”

“Hai fatto bene, piccolo Chopper” disse Robin “Con tutto quel pelo devi avere più caldo di noi!”

Il cuoco, nel frattempo, cadde in un comprensibile mutismo.

 

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“Quell'idiota! Pensava di risolvere il problema con un semplice succo alla frutta?! Povero illuso!”

Nami stava facendo quello stretching con troppa veemenza ora, Zoro la fermò. Le afferrò il braccio e sbuffò sonoramente.

“Ora smettila! O lo fai bene o è meglio non farlo proprio! Vuoi provocarti uno stiramento?!”

“TU smettila! Se sono arrabbiata non sono affari tuoi! Anzi...dovresti essere incazzato pure tu!” fece lei, svincolandosi da quella morsa.

“E CHI TI DICE CHE NON LO SONO??!”

I capelli della rossa volarono via come in una folata di vento, chiuse gli occhi. Ma era impazzito?! Va bene, okkei...era arrabbiato anche lui, che serviva urlare in quella maniera?!

“Ora..che mi hai rotto i timpani, dimmi, cosa hai risolto?!.. BELL'IMBUSTO DA STRAPAZZO?!” No, non ci riusciva ad esssere comprensiva con quel marimo patentato! Oddio, stava iniziando ad apostrofarlo come faceva Sanji?!

“Yohoho! Ragazzi, se andiamo avanti così non riuciremo a preparare nulla! E' inutile urlare, qui dobbiamo cantaaaree!” cantilenò lo scheletro.

“CANTA TU!!!” fecero i due a denti aguzzi.

No, l'atmosfera non era proprio propizia, quindi Brook optò nel suonare qualcosa.

“Allora...Intanto che vi scaldate...io vi allieterò con una canzone dolce e romantica..una delle mie preferite...”

“Ma ti pare il caso?!” sbraitò Zoro.

“Che?! Ecchissenefrega! Pensa a qualcosa per la festa, teschio vuoto!! Dobbiamo fare qualcosa di scatenato e ritmato, non dobbiamo prepararci per una serata di gala!!”

..♫DreeN!

Lo scheletro iniziò a strimpellare la chitarra.

“E che dite invece...se li stupissimo tutti? Nami, hai detto che vuoi vincere la prova...beh, nessuno di loro si aspetterebbe mai una cosa del genere, non da voi due...con tutto il mio rispetto, eh!”

Nami e Zoro si guardarono con un punto di domanda in faccia, poi negarono con la testa.

Neanche per sogno! E poi l'aveva detto anche Brook. Loro non erano tagliati per quel tipo di cose!

 

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“Giallo! Giallo!! GIAALLOOO!!!”

“Caldo...Caldo...Caaaldooo....”

Usopp urlò da prua, all'orizzonte il mare stava diventando color canarino, mentre Rufy, che non aveva voglia di festeggiare, stava crepando dal caldo sempre più cocente e dalla fame (ma sapeva che doveva sforzarsi a trattenersi per la sera).

“FRANKYY!! Bene così! AVANTI TUTTAA!!” urlò ancora il nasone.

I cyborg al timone fece un ok con la mano e si chiese se non era il caso di avvisare la navigatrice. Beh, comunque la rotta era giusta, stavano procedendo bene, non era neanche mezzogiorno ed erano già al limite con l'altro mare. L'unica cosa che lo infastidiva era la temperatura: se fosse aumentata ancora i suoi circuiti si sarebbero fusi!

“Ah, vado in cucina a prendere da bere...mi sto squagliando....” fece il capitano, poi ciondolando sparì.

In cucina lo videro arrivare strisciando.

“Heeeiii, ragasshiiii....come vaah?...Acquaa Sanji...per..piaceree..”

Il cuoco si girò verso di lui. Con una mano teneva una padella, nell'altra teneva due coltelli e aveva, non si sa perché, un cucchiaio conficcato nel codino dietro la nuca. Pareva stravolto.

“Ho da fare, Rufy...non vedi? Attaccati al rubinetto!”

“Mah...qui dentro...è un fornoo!...” si lamentò il capitano “Okkei...mi servirò da solo...e ah! Sapete! Siamo arrivati al mare giallo”

La mora, dietro al cuoco, strasalì.

“Davvero, Rufy?! Avvisa Nami! E' importante! Ci sono isole?”

“C'è un buon profumino qui dentro....e...Chopper dov'è?..” Il capitano l'aveva ascoltata o no?!

Poi lo vide. Chopper era in un angolino, seduto, con la testa ciondolante. Teneva in mano un libricino ma..stava dormendo!

“HEI! CHOPPER!! FA' LA GUARDIAAA!!!” gli urlò il capitano. La renna si svegliò e si scosse, allarmata.

“EEEHHH???!! Sono sveglio! Io sono sveglio!!” urlò concitato.

“Non mi pare! Hehehehehehe!! Vabbè..comunque vedo che Sanji e Robin stanno lavorando bene, mi fido di loro! Chissà...invece gli altri due cosa stanno combinando lassù! Quasi quasi vado a spiare!” si disse il capitano, poi uscì dalla cucina.

“Ma la gomma non si squaglia con il caldo?”

La domanda di Robin non ebbe risposta.

 

---

 

Rufy arrivò nei pressi della botola, era aperta, quindi lentissimamente mise la testa dentro e assottigliò gli occhi per mettere a fuoco il meglio possibile..

Brook stava suonando una canzone rock! Molto movimentata! Forse l'aveva già sentita..maaa dov'erano gli altri due?

Il tempo di chiederselo e Rufy li vide. Nami saltellava come una molla di qua e di là, si muoveva bene e a tempo, e Zoro... Beh, Zoro era un disastro!! In teoria tutti e due dovevano fare le stesse cose, gli stessi passi ma quel verde non ne azzeccava una! Ad un certo punto la corda tra di loro ti tese troppo e la rossa finì per terra (colpa di Zoro che era andato dalla parte opposta ovviamente!). Brook si fermò.

Rufy si tappò la bocca per non farsi sentire (stava già ridendo da un pezzo...e come biasimarlo?), poi si nascose dentro al buco in attesa che la musica ripartisse.

“AAH! Che due scatole!! Ma è possibile che fai il contrario di quello che va fatto???!” fece la rossa al verde.

“Beh, non è colpa mia! Io non faccio il ballerino!” fece lui con aria schifata “Mi ci hanno costretto! E poi sei tu che hai sbagliato questa volta!”

“Io che ho sbagliato?!! Tu vai per conto tuo e io sbaglio?!! Roba da matti! Guarda qua! Un livido! Sai quanto ti costerà??!”

“Ma neanche per sogno! Non ti darò un berry, cara scroccona!”

“Lo vedremo, spadaccino ubriaco!!”

“Heemm...ragazzi, calerà la notte così. Ripartiremo dal secondo ritornello...il primo non mi sembrava male..Almeno dal mio punto di vista. Forse perché gli occhi non ce li ho! Yohoho!” si intromise Brook.

“Non era male? NON ERA MALE?! Era un DISASTRO!! Ma perché dico io?? PERCHE'???? Cosa ho fatto di tanto brutto per meritarmelo?! ...Okkei Brook, riparti da capo! Devo solo respirare e non incazzarmi..Sapevo che sarebbe stata dura..Sapevo che...ma non mi immaginavo così dura!! Okkei...calmaa..”

“Quando hai finito di parlare a te stessa, partiamo” gli disse lo spadaccino a braccia incrociate.

Nami lo guardò molto male, poi si tirò sù in piedi e prese un grosso respiro.

“Daccordo, avvicinati un poco, mezzo passo diciamo, così la corda non si tira troppo” gli fece “Facciamo. Da. Capo. Sei pronto?” disse poi, come se parlasse ad un bambino.

“Sono qua. Sono pronto”

“Quella non è la posizione iniziale!!!” sclerò Nami.

“Che cambia?! La faccio al momento!!!” gli urlò ditro lui.

“OH, ecco perché sbagli tutto!! Vabbè fai quello che vuoi!! Con te non si ragiona!! Ma in che mani sono??!” urlò ancora la rossa, poi si mise in posizione e diede l'ok a Brook senza badare più al verde a fianco.

La musica ripartì e il capitano risbucò fuori dalla botola per vederli.

La chitarra di Brook era fantastica! Come lui a cantare! Nami molto a tempo e divertente sì...ma quello a cui non risciva a staccare gli occhi era Zoro! Sembrava stesse pestando qualcosa con fare incavolato dopo aver bevuto qualche decina di litri di sakè! E faceva il contrario, e dico il contrario, di quello che faceva la navigatrice! Insomma....era uno spasso!!

Ad un certo punto Rufy rise talmente forte che si accorsero tutti della sua presenza e lo scheletro smise di suonare.

I tre videro il capitano per terra che si teneva la pancia. Rideva talmente tanto da scalciare e rotolare.

“RUFY??!! Ma che ci fai qui!!? Tu non dovresti vedere nulla prima di stasera!” fece Nami.

“AHAHHAHHAHAHHA! NAMI! E che importa??!! HahhaHAHahhha!!!”

“Non c'è proprio un cazzo da ridere!!” si infervorò il verde.

“Esatto!! E' un completo disastro! Quindi vattene!! VAI VIAA!!” gli urlò la rossa, fuori di sé.

“Disastro??!! Ma è PERFETTO!! Hahahhahahhaha!!!! Siete perfetti!!! Hahhahahah!!! E' molto divertente!! Proprio ciò che volevo!!! Hahhahah!!!”

Nami e Zoro spalancarono la bocca, sconvolti. Poi urlarono assieme.

“VAI VIA CRETINOOOO!!!!!”

Rufy continuò a ridere, poi disse loro che se gli andava potevano slegarsi. Così magari il numero veniva ancora meglio. Ma solo per le prove. I due lo mandarono al diavolo, poi Zoro disse che visto che loro due si sarebbe sciolti, anche Robin e il cuoco dovevano farlo.

Rufy rispose che non era daccordo perché quei due in cucina stavano lavorando bene legati. Vedendo le loro facce, rise forte e se ne andò (prima di essere ammazzato). Appena fuori dalla botola si chiese il perché avesse una strana sensazione: si era forse dimenticato di qualcosa?..

Intanto, dentro alla palestra, la rossa era nera di rabbia.

“Lavorano bene , eh??!!...Saaanji, io ti uccidooo!!!!!!!”

 

---

 

.. Robin si impegna tanto...e suda tanto. Ha perso una decina di gocce dalla fronte. Si raccoglie i capelli in una coda. Chiede al cuoco informazioni per preparare il riso al formaggio. Gira la testa e passa l'insalata a Sanji, lui ringrazia. Sanji lavora in silenzio, si è rimesso la camicia e abbottonato tutti i bottoni dicendo che Nami lo ucciderà altrimenti. Ogni volta che Sanji vuole spostarsi chiede il permesso a Robin, lei sorride e fa come vuole il cuoco. Stanno in silenzio. Sanji chiede come va a Robin, lei dice tutto bene. Non so se sia la verità, sembra molto stanca, forse la sua temperatura è più alta del solito. Sanji dice che dovrebbe bere e le dà un bicchiere. Lei ringrazia e beve. Sanji dice tesoro non affaticarti troppo..”

 

“Chopper, io cancellerei l'ultima frase” fece la mora sovrastandolo.

La renna, che si era assopita di nuovo, aveva lasciato aperto il libricino sul quale aveva annotato tutto quella che era accaduto tra l'archeologa e il cuoco in quelle ore. Fissò la mora un po' stralunato.

“Ma...Robin??! Ma ti sei slegata?! Ma non si può!! Ma sai che mi farà Rufy se lo scopre?!”

“Devo usare il bagno..secondo te potevamo andarci insieme? Avresti scritto anche questo su quel libricino?..”

“Eh?! NO!! Cioè! Hai fatto bene, Zoro si sarebbe molto arrabbiato, sì!.. Daccordo, vai! Però.....però non so se si possa!”

“Chopper vado a rinfrescarmi, farò in modo che non mi veda nessuno, non so se hai notato ma sono in pessime condizioni! Tu rimani qui con Sanji, farò presto” fece l'archeologa tagliando corto, quando era troppo era troppo!

“Robin-chan ha ragione! Siamo degli stracci da strizzare! Proprio oggi doveva aver voglia di una festa quello scemunito di un capitano?” fece il cuoco, dal bancone strapieno di roba “E cancella l'ultima frase, qualsiasi cosa ci sia scritta. Robin-chan si è comportata bene e si sta impegnando seriamente in cucina, è pure brava e precisa. Potrebbe essere un ottima assistente”

Chopper si illuminò e prese la matita, parlò a bassa voce.

Sanji dice che Robin diventerà la sua assistente in cucina.” scrisse.

“Ma?! Ma che cosa scrivi ancora?!” Sanji mollò gli spiedini che stava preparando e si fiondò dalla renna “Non avrai scritto...?!”

“No! Io non scrivo niente! Disegno! Disegno per non dormire!!” urlò Chopper correndo via.

“Chopper vieni qua! Non scrivere fesserie!! Metti nei casini anche me! Vieni qua ho detto! Guarda che...ti giochi la razione doppia, eh!!” fece il biondo con il coltello in mano.

“Daccordodaccordodaccordo, cancello quello che vuoi!! Va benevabenevabene!! Ma non fare di me uno spiedinooo!!”

 

---

 

Robin si diresse in bagno, nessuno dei tre là fuori la vide, erano come storditi dal caldo e dal riflesso di luce che quel mare arancione emetteva, parevano un po' ipnotizzati. Ben per lei!

L'archeologa fece le sue cose in bagno, si rinfrescò, si specchiò (era un disastro), si pettinò e si lavò la faccia di nuovo. Le venne male al pensiero di dover tornare in quella sauna, cioè la cucina, ma si apprestò a tornare. Però poi le venne un idea. Guardò in alto verso la palestra ed incrociò le braccia.

Un occhio apparve su una delle finestrelle della grande stanza circolare. Quell'occhio si spalancò pure a quello che vide, come se anche lui fosse stupito come la proprietaria.

Uno Zoro completamente “a mollo” prendeva al volo una Nami sfigurata e infuriata, poi roteava velocemente rischiando di farsela sfuggire, la riprendeva, la metteva giù confusamente e cercando poi di stare al suo passo.. ma tutto ad un tratto, sembrava non capire neppure in che direzione fosse finita!

“Amore mio” disse l'archeologa a bassa voce “Sei affascinante.. quanto imbranato in queste cose! Mfu! Fuh!.. Povera Nami..!”

Robin ridacchiò e tornò al lavoro. Almeno con quella spiata, si era tirata sù di morale! Certo però che anche le pietanze che stavano preparando loro non sembravano così invitanti! (..Tutta colpa delle idee senza senso di Rufy, naturalmente! Ad ogni modo non avrebbe detto questa cosa al cuoco!).

L'archeologa affrettò il passo, c'erano ancora molte cose da preparare in quell'inferno di cucina!

 

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Capitolo 26
*** Celebrazione ***


Passarono le ore, trascorse il pomeriggio, e la sera arrivò presto (almeno per chi aveva sgobbato tutto il giorno!).

Rufy, sul ponte, si stiracchiò e sbadigliò, poi la sua pancia brontolò rumorosamente. Insomma...era ora! Era ora della festa finalmente! E meno male perché lui aveva una fame terribile! Anche se si sentiva un po' come un uovo all'occhio di bue in quel momento, il caldo l'aveva sfinito!

“RAGAZZIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò, con le poche forze che aveva “LA PROVA E' FINITAAAAAA!!!!!!!!!!!!!... Quando si mangia!?!”

“Beh, io vado a farmi una doccia!”

“E io a rinfrescarmi i circuiti”

Usopp e Franky non erano stanchi meno di lui! Meno male che il sole stava calando! Con quel mare giallognolo la luce riflessa dal mare era stata terribilmente forte tutto il giorno. Avevano indossato tutti e tre degli occhialoni scuri per proteggersi... per non dire che erano ustionati! Cotti, era forse il termine azzeccato!

Il capitano dopo aver urlato alla ciurma che l'ultima prova era terminata, senza nemmeno pensarci, si fiondò in cucina.

Spalancò la porta.

“SAANJII!!! SI MANGIA O NO???!!! E' TUTTO PRONTO??!!!” chiese a squarciagola.

Rufy mise a fuoco subito la grande tavola in mezzo alla stanza e quel cumulo di cibo che vi era sopra (sembrava una montagna fumante. Un profumino e un caldo terribile lo avvolse, quella non era una cucina ma una sauna!! Dal cumulo di cibanze varie sbucarono il cuoco e l'archeologa.

Erano sfiniti, sfigurati, l'ombra di sé stessi. E ancora legati tra di loro. Due salami malconci!

La mora ebbe come un mancamento, il cuoco la resse, e dal nulla sbucò anche la renna che accorse ad aiutare il cuoco. Ma non servì perché Robin si riprese subito.

“Visto?.. Visto cosa portano le tue stupide prove?!” gli fece Sanji con le poche forze che gli rimanevano “Robin, cara...dimmi che stai bene!” si preoccupò il cuoco.

“Sì, Sanji..non preoccuparti, sono solo sfinita. Però...ce l'abbiamo fatta”

“Direi di sì dalla quantità di roba che avete fatto!!” commentò euforico il capitano.

“Rufy...lasciamo perdere...abbiamo sforato e da ora in poi dovremo mangiare ancora di meno per colpa di questa 'cena'! Si potrebbe sfamare un regimento! Ma magari qualcosa avanzerà...” disse il cuoco, puntando confusamente il moretto con un cucchiaio (non era di certo preso meglio di Robin!).

“Ahahahahahh! Non ti preoccupare, mangeremo tutto!! Vedrai, tuttooo!! E adesso siete pronti?? Non ceneremo di certo in cucina stasera, no no!” fece ancora Rufy. I ragazzi lo fissarono non capendo.

“Seguitemi” disse il moretto.

Chopper, Robin e Sanji seguirono il capitano fuori coperta, ormai quei due legati sapevano muoversi benissimo insieme, ma si fermarono subito alla vista di ciò che videro.

La Sunny era stata tutta addobbata a festa! C'erano lampade di carta e festoni colorati, una grande coperta piazzata nel bel mezzo del grande spazio con cuscini e palloncini (dove li avevano trovati i palloncini?!). C'erano installazioni di luci colorate e uno spazio chiaramente allestito per ballare..

Chi l'aveva fatto?! Di sicuro ci avevano pensato Franky, Usopp e il capitano che erano rimasti tutto il giorno fuori a vegliare la navigazione! E di certo Rufy aveva dato man forte perché dall'alto dell'albero maestro era appeso un festone di dubbio gusto con un disegno che sembrava fatto da un bambino di prima elementare. C'era disegnato un enorme cuore e all'interno quattro faccette riconoscibili dal colore dei capelli e da dei dettagli inconfondibili, erano loro quattro ovviamente...ma perché erano tutti dentro ad un unico cuore?!

Robin fissò il disegno e, anche se la sua stanchezza le impediva di fare un altro passo, si mise a ridere alla vista di quella cosa. Poi vide anche Zoro e Nami giù sul ponte che guardavano com'era stata acconciata la nave, erano a bocca aperta e si erano già slegati. Ultimo dettaglio ma non futile: avevano i vestiti a brandelli (sembravano esser scampati ad una battaglia! E forse davvero l'avevano fatta in quella palestra!).

“Beh! Dalle vostre facce, direi che vi piace!” fece Rufy, contento.

“Sì, è tutto bello maa.. PERCHE' DIAVOLO NON MI HAI DETTO CHE ERAVAMO ARRIVATI AL MARE GIALLO?!!” gli urlò la navigatrice. Rufy si scusò, disse di essersene dimenticato e sdrammatizzò tutto con una risata. Poi guardò verso il cuoco e la mora.

“Hei, Robin e Sanji! Potete slegarvi! Cos'è?.. Ci avete preso gusto?!”

Gusto!!??” Fece Nami, alterata (quella giornata era stata devastante, e ora la scoperta di essere già lì in quel punto e quella battutaccia la stavano portando al limite...anche se già l'aveva oltrepassato da un pezzo!).

“Che?! Ma non vedi che siamo talmente stremati che non ne abbiamo neanche le forze, scemunito?!?! SLEGATECI SUBITO!!” si infervorò il cuoco, poi vide la sua rossa “Oh, Nami cara! Ma cos...?! COS'HAI FATTO, STUPIDO MARIMO DEL CAZZO??!?!!! Vieni qua!!! Me la pagherai!!!!!!”

Sanji aveva notato la pelle della sua bella. Sporca e piena di lividi...

“Se li è fatti tutti da sola!!” gli urlò il verde.

“Sta zitto, BIFOLCO!!”

Rufy si mise a ridere.

“AHAHAHAHAH!!!!! Sanji! Forse è meglio che non ti sleghi, sì forse è meglio!! Ahahahah!! Mangerete legati, sì! Hahahaha!!”

 

--

 

Non mangiarono di certo legati. Rufy lasciò che tutti si dessero una rinfrescata, e una risistemata, disse che dovevano essere tutti pronti per festeggiare alla grande e che dovevano indossare i più bei vestiti che avevano.

Quindi, dopo una mezzoretta, ritornarono tutti sul ponte, ovviamente Rufy era stato il primo ad arrivare e ne aveva approfittato per portare tutto il cibo fuori dalla cucina sistemandolo sul grande lenzuolo sul ponte (aveva l'acquolina in bocca da un pezzo ma era stato bravissimo, non aveva toccato nulla!). Infatti, quando tutti arrivarono, rimasero molto stupiti della cosa! Il capitano che era riuscito a trattenersi dopo tutta una giornata con i morsi della fame?! Era sorprendente! Un segno chiaro che l'avvenimento era molto importante!

Tutti si erano “tirati a lucido”, beh, insomma chi più chi meno (Zoro indossava indossava un kimono bianco comprato a Wano con katane alla fusciacca, quella veste era la cosa che più si avvicinava all'eleganza per lui). Robin invece, era fasciata in un abito nero e scollato, i capelli raccolti in una coda (era stata troppo stanca per mettersi ad acconciarli in altra maniera), Nami era già dentro al suo completo da ballerina rock, un completo arancio fluo, molto sexy..e Sanji già non gli staccava gli occhi di dosso. Il cuoco era in un completo blu scuro, giacca, cravatta, tutto il resto..anche se lì fuori, quella sera, c'erano trenta gradi. L'eleganza non bada alle stagioni né alla stanchezza, disse, l'eleganza è senza tempo.

“Non mi importa cosa ti metti addosso, sta lontano da me” gli fece lo spadaccino, regalandogli un'occhiataccia.

“Dopo, quando mi sarò un po' ripreso, diciamo domani.. faremo i conti, spadaiolo” gli rispose il biondo, che stava già cercando di captare in che mood era la sua rossa. Era ancora arrabbiata?

Arrivarono tutti gli altri, chi in tiro come Brook, chi con abiti più strambi che altro.

“Bene! Bene! Sedetevi ragazzi! Forzaa! Che il mega pic-nic abbia inizio! Cioè la festa abbia inizio!! Prima si mangerà e poi si ballerà! Ah! E decido io dove dovete sedervi!” fece il capitano alzando il dito al cielo con fare superiore.

“Decidi tu??!!” fecero in coro quasi tutti.

“Ma no!! Stavo solo scherzando! Fate come volete! AHHAHAHA!!!!!”

“Ah, questo scemo...sempre in vena di scherzare” commentò la rossa, nel mentre le si avvicinò il cuoco.

“Ti siedi vicino a me, bocconcino d'amore?” le chiese.

Nami fece finta di essere chiamata da qualcuno e andò a posizionarsi direttamente dall'altra parte della tovaglia imbandita. Sanji fece un espressione delusissima e crollò in ginocchio dalla disperazione.

Velocemente, tutti presero posto attorno alla grande tovaglia, Robin fece in modo di essere vicino al suo spadaccino che le aveva degnato solo qualche fugace occhiata (lei lo sapeva che in realtà aveva già memorizzato il suo vestito, era bravo ad osservarla senza farsi vedere...inutile che fingesse e le mettesse il muso!).

“Non succederà più, vicecapitano” gli sussurrò, mentre Rufy si allungava e versava a tutti il vino per fare un primo brindisi. Ovvio che voleva ingraziarselo un po'..

“Ci vorrà ben altro per farsi perdonare, demone” le rispose a bassa voce, guardando altrove. Niente di più e niente di meno di quello che lei si aspettasse, era ancora molto infastidito.

“Allora ciurmaa!!! Facciamo un brindisi!! Ai nostri quattro amici che...che?? Che dovrei dire Usopp?!” Il capitano si fermò un attimo, poi scosse la testa, aveva trovato le parole! “Ai nostri amici che si sono accoppiati!!! Evvivaa!!!”

Strabuzzarono tutti gli occhi allo strafalcione del capitano. Lui vide che c'era qualcosa che non andava...e che aveva detto di strano? Dopo un attimo di imbarazzo totale e generale, scoppiarono tutti a ridere, gli diedero dello scemo patentato e brindarono buttando giù di filata il primo bicchiere di buon vino.

“Yohohoho! Che razza di capitano!” fece Brook “Non sa neppure che dice! Yohoho!! Perderò la testa prima o poi..ah sì! L'ho già persa!”

“Sanji! Spiega bene il menù e poi partiamo all'abbuffata!!” fece Rufy sù di giri “Oggi potete mangiare il dolce ancora prima del secondo!! Potrete mangiare quello che volete! E' un buffet e non risparmiatevi per nessuno! E poi questi piatti pensati da me sono una delizia! Senti che profumoooo!!” Sì, il capitano non riusciva più a trattenersi!

“Hem! Daccordo...” spiegò allora il cuoco “Questo è il menù che Rufy ha pensato per stasera. Quindi se c'è qualcosa che non vi aggrada, prendetevela con lui. Ho qualche dubbio sull'appetibilità di certe pietanze ma di seguito ve le illustrerò. Volevo ringraziare Robin, è stata un ottima aiutante, seria e laboriosa. Ha lavorato con me fino allo stremo. Noi ce l'abbiamo messa davvero tutta”

L'archeologa lo fissò ma non gli fece alcun sorriso di ringraziamento per quelle parole, sapeva di essere osservata e sapeva che quella sera non avrebbe dovuto fare nessun passo falso. Strinse solo un po' gli occhi sperando che il cuoco capisse. E lui capì.

Sanji elencò il menù, il moretto divenne ancora più frenetico nella sua attesa che ormai era agli sgoccioli, e gli altri non mancarono di fare delle facce stranite nel sentire le strambe pietanze, alcuni si misero pure a fissare i piatti con fare sospetto. Il cuoco concluse e augurò a tutti buon appetito, ma non c'era il solito entusiasmo fra i presenti.

“OOKKEIIII!!! Pancia mia fatti capannaaa!!!” disse il solito dallo stomaco senza fondo, e poi si buttò a recuperare più cibo possibile per riempirsi il piatto. Buttò insieme gelato e spaghetti, torta e carne, involtini e sorbetto...tutti nel suo vassoio, poi spalancò la bocca e si versò dentro il tutto, ingurgitandolo in un boccone. “AHHHHHHH!!!! Buono questo antipasto! Non ce la facevo più!” commentò. La maggior parte dei presenti lo guardò schifato.

Così iniziarono tutti a mangiare.

Zoro prese una palla di riso rossa, sembrava buona vedendola così, stava cercando di ricordarne gli ingredienti elencati dal cuoco quando Robin gli spifferò qualcosa.

“Non mangiarlo, c'è troppo peperoncino. Ti dirò io cosa è commestibile qui..”

Il verde sbuffò uno dei suoi “tzè!” e ingoiò la pallina di riso. Diventò tutto rosso e si scolò subito dopo un bicchiere di vino. Si diede un colpo al petto e tossì.

“Eh....e voi dite di aver cucinato?? Ma che roba è?!” le spifferò incazzato. Robin tornò a parlargli sussurrando.

“Beh, è tutta colpa di Rufy! Il cuoco ha solo seguito le istruzioni cercando anche di migliorare alcuni piatti, ma alcuni restano immangiabili.. quindi ascolta me. Mangia quegli involtini a destra, la carne in fondo, l'insalata e le verdure con il riso...poi quella cosa gialla e la pasta alle acciughe in angolo..i dolci non toccarli..forse forse è passabile il sushi di gelato, ma il resto te lo sconsiglio” gli sussurrò la mora.

Zoro la fissò, il suo sguardo cadde un attimo sulla sua scollatura, poi tornò a guardarla negli occhi fecendo una strana e buffa faccia.

“Cacchio..beh, mi sono già perso!”

“Non preoccuparti, ti servirò io” gli disse, facendogli l'occhiolino “E bevi, dobbiamo festeggiare, no? E soprattutto buttare giù queste cose!”

Si era forse sbagliata, oppure quello che aveva intravisto sul viso dello spadaccino era un accenno di sorriso?

Nel mentre, tutti avevano assaggiato qualcosa, Franky la cosa gialla davanti a lui infatti aveva una faccia soddisfatta, Brook aveva ingoiato una palla di riso rossa e i suoi capelli erano diventati rosso fuoco, Chopper, goloso com'era, si era buttato sul sushi di gelato, ma non riusciva ancora a capire se quel dolce gli piaceva o meno. Usopp stava ancora studiando la faccia e i commenti di ognuno per capire cosa mangiare e cosa evitare...

Però Sanji era il più comico di tutti e Nami la più indecisa e interdetta.

Il cuoco infatti stava cercando di farle capire quale cibo prendere e quale no diventando una specie di mimo in quel momento. Le faceva duecento segni al minuto cercando di farle capire anche dal labbiale, ma lei comprendeva sempre meno. “A destra, no non toccare quello! Prendi quello lì! Sì, ecco quello è buono! No! Non mangiare quell'altro! E' terribilee!” e così via facendo croci con le braccia, indicando e facendo ok.

Ad un certo punto la rossa, scocciata, prese un po' di invitante verdura viola, così pareva, invitante.. e se la mise in bocca. Masticò un secondo e mandò giù tutto, poi si attaccò al bicchiere. Era a dir poco orrenda quella cosa!! Non l'avrebbe più voluta neanche vedere!

Fegato alla marmellata di mirtilli.. non è per nulla buono, vero?” le fece il cuoco parlando come un muto e facendo una faccia schifata, era molto dispiaciuto. Nami gli fece una faccia arrabbiata e disgustata, poi non gli diede più retta.

L'unico entusiasta, che mangiava tutto, con gusto e strafelice di quei piatti era logicamente il capitano. Era già all'ottavo piatto pieno svuotato e non accennava a rallentare.

“Buonoo!! Ottimoohh!!! Sanjiiihhh!! Robinhh! Che cibo ecchhezzionalehh!! Prova superata!! Superatahhh alla grandee!!” fece con la bocca pienissima. Nami, accanto a lui, voleva vomitare. No, era meglio non guardarlo proprio.

Alla fine la rossa assaggiò un po' di tutto, capì cosa le piaceva almeno un pochino e si buttò su quello, poi volle vendicarsi almeno in parte di tutto quello che avevano subito e offrì uno spiedino colorato al nasone dicendo che era buonissimo.

Usopp ringraziò e seguì il suo consiglio, mangiò e poi corse in bagno a sputare tutto maledicendola. Nami si fece una risata e continuò a selezionare quello che aveva davanti sbuffando.

La cena proseguì bene, neanche a dirlo il capitano fece fuori tutto...ma proprio tutto fino all'ultima briciola! E con una grande soddisfazione. I compagni invece mangiarono quel tanto per riempirsi la pancia e nessuno a parte Rufy fece i complimenti al cuoco. Sanji non si offese, sapeva che quelle pietanze non erano una sua idea e le riteneva pessime lui stesso. Era grato almeno che il cibo fosse andato consumato tutto. Anche se tremenda, una pietanza andava sempre finita, lui sapeva cos'era la fame!

“Beh..Ancora complimenti a Sanji e a Robin!...La mia pancia scoppia!” fece il moretto battendosi la pancia gonfissima “Franky, non è ora di attaccare quelle luci?”

Il cyborg si alzò in piedi, sembrò un po' frastornato, di sicuro era cotto dalla giornata. “Ah, sì! Certo!” disse e scomparve per alcuni secondi. In effetti il sole era tramontato ed era sempre più buio..

In un attimo, la nave venne illuminata di luci colorate e, sullo spazio allestito per ballare, i faretti iniziarono a muoversi e ad animare la serata. Una musica di sottofondo si diffuse nell'aria, era qualcosa che aveva un che di romantico, pensò l'archeologa.

“Ohhh! Fantastico! Mi ricorda il palcoscenico! Yohohoho!” commentò lo scheletro “Vado ad accordare la chitarra!”

“Sì...fantastico” fece la rossa, ironica, dando un occhiata a Zoro, sapeva che fra poco avrebbero dovuto esibirsi. Il verde incrociò il suo sguardo e voltò la testa. Sbuffò. Neanche lui aveva minimamente voglia di alzarsi da lì e fare quello che dovevano.

Il cyborg tornò e si prese i complimenti di tutti per le istallazioni, Usopp disse che era tutta un idea sua e Franky gli diede un occhiataccia, sembrò troppo stanco però per replicare. Poi Brook si mise a confabulare qualcosa con Franky, probabilmente riguardo lo spettacolo imminente. Rufy disse che ci voleva una pausa e dichiarò che quella sera avrebbe sparecchiato lui la tovaglia. Disse a tutti di spostarsi, si allungò e prese gli angoli del grande lenzuolo e tirò su tutto facendo un gran fagotto. Poi trascinò il tutto in cucina, fischiettando.

“Ah, è così che si sprepara nella sua mente contorta, eh?? E dopo chi pulisce?! Di certo non lui!!” fece Nami, quello lì era senza speranza!

“Mfuh! Io non ci entro più in cucina, con oggi ho chiuso” fece la mora, poi finì l'ennesimo bicchiere d'acqua e vino per togliersi il gusto di quell'ultimo dolce tremendo. Zoro, di fianco, annuì. “E scommetto che Nami non andrà più in palestra per un pezzo..”continuò lei.

“Mai più direi! Mai. Più! D'altronde non ci avevo mai messo piede nemmeno prima” fece la rossa, categorica. Poi sorrise all'amica..allora non ce l'aveva più con lei! Molto bene, molto bene..con quella frase si era riconquistata un pochino il musone e aveva recuperato la sua amica.

Qualcuno ridacchiò.

“Mm..certo, hai ragione Robin-chan. E comunque io preferisco le manine belle della mia Nami-san in cucina! E tutto il resto si intende!...” fece il cuoco, collegandosi a quello che aveva detto la mora. Non ottenne un buon riscontro però, perché la rossa incrociò le braccia e bofonchiò qualcosa che sembrava tutta una presa in giro.

“Niente da fare, rubacuori! E' ancora incavolata! Non so...ma io non vorrei essere nei tuoi panni” fece Usopp, beffardo, così tutti risero. Vabbè, quasi tutti.

“Daccordo ragazzi...visto che dobbiamo fare una pausa per buttare giù questa roba...cioè questo meraviglioso pasto..si fa per dire...inganneremo il tempo con qualcosa” disse il nasone. Nessuno, e dico nessuno ebbe una bella sensazione a quelle parole.

“Usopp..” fece Nami, che davvero non aveva più parole per descriverlo. Il nasone la guardò senza capire.

“Ma che sono quelle facce?..Ma che avete capito! Guardate qua, facciamo solo una partita a Mahjong!” disse tirando fuori la scatola da sotto il sedere.

Ora davvero risero tutti, finalmente nessuno li metteva più in strane situazioni! Finalmente, era ora!

“Lo faremo a coppie daccordo? Si gioca in quattro!”

“No, beh...fate voi. Io vado a farmi un pisolino” fece Zoro alzandosi. La rossa andò a recuperarlo subito.

“Eh, no! Noi dobbiamo andare a prepararci, vero Brook? Prima facciamo quella cosa e prima ce la togliamo dalle scatole!”

“Oh, certo! Vi seguo!” fece lo scheletro “La mia chitarra è pronta”

Anche Franky li seguì, doveva mettesi daccordo con le luci e il resto. Rimasero quindi Rufy, Sanji, Usopp e Robin a giocare (mentre Chopper aveva momentaneamente preso sonno).

Così i quattro si misero a giocare, fecero un po' partite, la renna dormì costantemente distesa sulle gambe dell'archeologa la quale vinse il maggior numero di giri.

 

Dopo quell'oretta passata in tranquillità, il capitano annunciò di esser stanco di perdere, il cuoco andò a prendere da bere visto l'afa della serata e quando tornò ci fu un black out improvviso. La nave piombò nell'oscurità.

“Hei, hei! Che succede?!” chiese il nasone nel panico. Anche Chopper si svegliò.

..♫DdrrreeeNNNN!!!!♪ ♫

Dal ponte superiore si sentì il suono inconfondibile della chitarra elettrica di Brook, poi la sua voce rieccheggiò su tutto il bastimento.

Buonaseraa signore e signori!! Come va la serata?! Vi state divertendo?! E' il vostro rocker preferito che vi parla!!♪”

“SIIII!!!! Ci stiamo divertendo eccomeee!!!!!” fece in risposta il capitano.

Beh, adesso scuoterete talmente tanto le membra che perderete la testa, yeeeaahhhh!!!!!!!!!♫”

Le luci colorate del palchetto si illuminarono e iniziarono a roteare seguendo le strimpellate dello scheletro, si udì un 'Ohh!' sorpreso, Brook si era messo il suo cappello voluminoso ed aveva addosso un completino blu elettrico paiettato, tutto sbarluccicante. Lo scheletro si mise subito a scaldare il suo pubblico con un assolo di chitarra assolutamente fantastico. Terminato, Usopp fischiò e Chopper urlò un dei suoi 'yeehhh!!', gli altri applaudirono entusiasti.

“SEI IL MIGLIORE, BROOK!!! NON PER NIENTE TI HO SCELTO IO!!!!!” urlò Rufy, con gli occhi a stella.

Ed ora ragazzi, un esibizione assolutamente unica e delirante! Eseguita da un ballerina di fantastica e impareggiabile bellezza... Naaami!! L' accompagna un tremendo, in forza si intende, spadaccino.. in una veste incredibilmente inusuale per lui..Zoooro!!..Quindi un grande applausoo!!!!”

Brook presentò i due ballerini improvvisando ancora un piccolo assolo, mentre la rossa e il verde, ancora nascosti dietro alle scale, avevano voglia solo di scappare. Più Zoro in realtà, avrebbe dato qualsiasi cosa per evitare quella situazione! Tutti applaudirono forte, chiamarono a gran voce i due...finchè Zoro e Nami non spuntarono fuori andando a posizionarsi nel mezzo dello spazio illuminato.

La rossa si mise in posizione con braccia alzate e coscia in bella vista, il verde chiuse solo gli occhi e sbuffò infastidito restando impalato come uno stoccafisso. Ottimo come inizio, pensò l'archeologa.

Ma.. cosa aveva fatto? Zoro si era cambiato?! E cosa aveva addosso?..Sembravano pantaloni lucidi di pelle e una giacchetta di paiette nere! Nami di sicuro l'aveva minacciato con qualcosa di brutto per far sì che si mettesse quelle cose!! Però non stava male..quel nero gli donava sempre!

Rufy si tappò la bocca con due mani, già prevedeva l'inferno. Sarebbe morto dal ridere quella sera.

Al primo tocco di chitarra di Brook, i due partirono. Ovviamente ognuno per conto suo. O meglio, Nami iniziò a seguire la musica e a fare la sua performance magnificamente, Zoro invece sembrava ascoltare tutt'altro e non era per nulla in linea con la rossa, quando poi arrivò il momento di fare qualche figura assieme apriti cielo! Alla prima presa, infatti, Nami per poco non finì in acqua, lo spadaccino si era dimenticato che doveva prenderla.. Alla seconda presa Zoro, costantemente in ritardo rispetto a lei, per recuperare lo svantaggio, la fece girare così veloce che, quando la rossa mise piede a terra, barcollò paurosamente. La musica era forte, e meno male! Almeno copriva le risate senza freni di tutti gli spettatori!

Dopo un minuto il ballo finì. Finì con una Nami buttata per aria, un po' troppo in alto, ma per fortuna riacchiappata da Zoro prima che si schiantasse a terra. La musica era già finita da un pezzo ma poco importava.

Da lì il delirio. Silenzio e poi..scoppiarono grasse risate.

“BRAVIIII, BRAVIII!!!!!!!!!!” urlò il capitano a squarciagola, ridendo e rotolandosi per terra. Agli sguardi truci dello spadaccino anche altri si unirono ai complimenti (finsero di complimentarsi) applaudendo e imitando il capitano.

Sanji non sapeva se ridere o piangere, era comunque estasiato da quello che aveva visto (il verde non l'aveva minimamente guardato). Robin cercò di non ridere, fu molto difficile, ma sapeva che avrebbe perso tutti i punti recuperati se Zoro si fosse accorto di essere il soggetto delle sue risate. Quindi applaudì e guardò da un altra parte nascondendo la faccia.

Seguirono altri due balli, sempre movimentati, uno più esilarante dell'altro. Niente da fare, Zoro non ne combinava una giusta. Per cinque volte pestò il piede alla povera navigatrice che lo mandò al diavolo senza trattenersi e continuando a ballare e, ad un certo punto, lui la spinse pure inconsapevolmente colpendola con un gomito perché aveva perso il senso della direzione da prendere. Sanji si alzò in piedi dandogli del deficiente, ma Rufy lo trattenne dicendo di non interrompere quello spasso.

Robin ormai non guardava più il palco ma le sue gambe, e sperava finisse presto, già solo sentire gli altri che ridevano le faceva venire voglia di sorridere.

Quando la musica si arrestò scoppiarono altre urla e applausi, ormai era il caos. Il capitano era in crisi, rideva così tanto da star male, si lamentava per la pancia che gli doleva ma non accennava a smettere. Robin alzò gli occhi giusto per vedere Nami che, nella confusione, diceva qualcosa al verde, lo mandava al diavolo e se ne andava dietro le scale, successivamente, lui dedicava un dito medio ai presenti che ridevano e se ne andava nella stessa direzione. Erano spariti dietro a nascondersi? Oppure architettavano una terribile vendetta contro i presenti?... Beh, c'era solo da aspettare e vedere! Intanto le risate continuarono ancora.

“Ahahaha! Ma non hanno ancora finito?!” fece il nasone, che aveva le lacrime che gli rigavano la faccia.

“AHAHAHAHH!!!!! Non so..So che se fanno ancora qualcosa..MUOIO!! HAHAHAHHAH!!!!!!” rispose il capitano.

“Ahahahahahhah!!!!!” risero tutti di nuovo.

“Io lo prendo, lo strozzo e lo metto in forno, quell'idiota! Non si tratta così la più bella donna sulla terra!!” si lamentò invece il cuoco.

“Beh, è stato costretto.. altrimenti non si sarebbe mai piazzato su quel palco e non avrebbe mai fatto quel che ha fatto” pronunciò l'archeologa. Tutti spalancarono gli occhi.

“OOOooohhhhhh!!!!!” fecero in coro.

“HU! Huu! Robin difende Zoro!..E si mette contro Sanji!.. Attenzionee, ci stiamo scaldando qui!...State calmi, gentee!” la prese in giro il nasone. Lei non gli diede minimamente retta.

Detto questo, ci fu un altro black out.

“Franky...adesso basta con queste luci! Ho paura..” fece la renna.

“Guarda che io sono qui, non centro nulla” gli rispose il cyborg seduto vicino a lui.

Una voce familiare rieccheggiò nell'aria.

Signore e signori, grazie per aver partecipato a questa stupenda serata! Vi ringraziamo infinitamente!! YEEAAHH!!!!fece Brook, strimpellando di nuovo la chitarra elettrica “Vi lasciamo con un ultima, speciale esibizione!! E buonanotte a chi ha ancora le orbitee!! YEAHHH!!!

“Ehhh??!! Addirittura?!” fece il capitano, mettendosi di nuovo seduto. Si guardarono tutti, con una punta di stupore negli occhi.

Le prime note di un violino iniziarono a propagarsi nel buio. Brook aveva cambiato strumento?

Non era rock quello, né blues, né jazz... ma era un qualcosa di soave, romantico. Le luci pian piano si illuminarono lasciando vedere agli occhi un immagine...inimmaginabile. Nami e Zoro erano al centro dello spazio, l'una con un vestito chiaro e lunghissimo, l'altro era tornato nel suo kimono bianco. Le luci puntate riflettevano quel candore e li facevano sembrare delle creature eteree. Erano l'una nelle braccia dell'altro, nella posa tipica di un ballo d'altri tempi.

La musica proseguì e i due iniziarono a muoversi. Lentamente, molto lentamente.. e molto lentamente si spalancarono anche le bocche degli spettatori presenti.

Il verde e la rossa continuarono a muoversi quasi elegantemente al ritmo calmo della musica, le loro vesti ondeggiavano con i loro movimenti facendoli sembrare molto leggeri. I due parevano fissare qualcosa oltre l'altro, mentre camminavano e ruotavano in una specie di ipnosi. Sembravano a proprio agio ora, erano quasi perfetti (Zoro ogni tanto pestava i piedi o la gonna della navigatrice ma lei era bravissima nel far finta di nulla!). Incredibilmente, si muovevano assieme in quelle note di valzer, i passi semplici e la musica lenta avevano fatto il miracolo? Chi lo sapeva! Erano davvero bravi!

Nessuno degli spettatori riusciva ad emettere parola alcuna! Sanji era sull'orlo delle lacrime nel vedere la sua rossa così in sintonia con lo spadaccino (stava masticando la sigaretta!), e Robin non stava meglio, si chiedeva il perché si sentiva così frustrata nel vedere il suo compagno riuscire così bene. Ma certo, era con un'altra donna!

Dopo un minuto “incantato” però, la musica cambiò decisamente. Brook cambiò il suo stile e iniziò a suonare un qualcosa di struggente che la mora identificò subito come un tango. Zoro e Nami si separarono, si diedero le spalle. Andarono tutti e due ai lati opposti dello spazio illuminato, per recuperare qualcosa. Poi sempre in modo calmo, teatrale, Zoro tornò al centro, chiuse l'occhio, e sfoderò una katana. Qualcuno deglutì, vedere il verde con quell'arma in mano faceva sempre il suo effetto. Poi, al suono ancora più toccante del violino, qualcosa volò davanti allo spadaccino, parevano dei petali bianchi. Il verde si mosse velocemente, con impareggiabile classe tagliò in due, perfettamente, tutti i petali davanti a lui. I petali così moltiplicati, caddero come una debole pioggia a terra.

Lo spadaccino si mosse ancora con grazia e sicurezza, roteando e sistemandosi in posizione di attacco, come se avesse di fronte un nemico, i suoi movimenti parevano combaciare alla perfezione con la musica. Altri petali arrivarono alla sua sinistra e lui li divise in due con abili e veloci mosse, mentre il violino montava in un ritmo più serrato e disperato. Nami andò avanti a far volare quei petali in ogni direzione e lui non né mancò uno, in un combattimento fantasma, una danza della morte. Tutto senza vedere nulla.

E ad occhio chiuso finì quel numero con una cosa ancora più eclatante. Nel bel mezzo dell'apoteosi di quella musica e di quell'esibizione così perfetta e magnetica, Nami si mise proprio in mezzo allo spazio e lanciò tantissimi petali in aria. La rossa rimase immobile a braccia aperte, mentre Zoro fendeva l'aria e la sfiorava con la lama. I capelli di Nami guizzarono di qua e di là e il suo vestito parve esser colpito da numerose folate di vento, ma non venne sgualcito in nessun modo e nessun capello venne mozzato. La nuvola di petali feriti cadde a terra e la musica terminò di colpo. Nami respirò a fondo e Zoro, dietro di lei con ancora in mano la katana, tornò a guardare davanti a sé. In modo deciso, come sempre.

Il numero era finito, i compagni erano estrerrefatti.

Nessuno parlò per un mezzo minuto, fino a che la mandibola di un certo scheletro si mosse.

“Io avevo detto a Zoro di tagliuzzarle i vestiti...ma lui non ha accettato. Sarebbe stato follemente grandioso, no? E poi quale occasione migliore per vedere le sue mutandine? Yohohoho!!!!”

A quelle parole, scoppiarono tutti a ridere e a fare i complimenti a tutti e tre per quell'esibizione più unica che rara.

“Ahahahah!!!! Grandiosi!! ASSOLUTAMENTE GRANDIOSI!!!! Anche Zoro e Nami superano la prova!!!” urlò il capitano in visibilio.

I tre raggiunsero il gruppo che li accolse ancora con applausi e commenti ammirati. La rossa cambiò posto andando a sedersi vicino al cuoco.

“Allora...abbiamo lavorato bene anche noi, vero Rufy? Ci siamo divertiti, dopotutto...”fece la rossa con una faccia tosta incredibile. Nami lo disse guardando prima il biondo (che era ancora paralizzato da quello che aveva visto) e poi la mora. Allora...tutta quella esibizione non era solo per far bella figura! Era stata fatta per vendicarsi di quella scenetta vista in cucina! Nami sorrise furbescamente a Robin che ci restò un po' male, la gelosia faceva fare cose impensabili, eh?..

“Siete stati fantastici, Nami! Davvero! Potreste rifarlo ogni tanto, no?” fece Rufy.

“Ma sei matto?! Neanche per sogno!!” rispose lei.

“Ma dai!! Per il vostro capitano!.....” insistette lui.

“Ho detto no!.. NO! E poi NO!!!”

Risero tutti e poi Sanji andò a prendere qualcosa da bere per festeggiare ancora la magnifica riuscita della serata. Ci andò con Nami, la trascinò letteralmente via con lui perdendo un po' di quella sua vena troppo sdolcinata. La provocazione aveva fatto centro.

 

--

 

“Quindi lo rifarete di nuovo? Per il vostro capitano?” le fece lui, serrando la porta della cucina.

“Ha ha aha! Certo che no, stupidino! Sono contenta che tu te ne sia accorto, comunque!” disse la rossa avvicinandosi a Sanji.

“Di cosa?”

“Che...è molto brutto vedere il tuo compagno...divertirsi con un altra” pronunciò, scorrendo con la mano sulla sua cravatta blu.

“Stavamo lavorando..e stavamo ridendo...per non piangere in realtà!” rispose il biondo, sentendo le sue curve premere su di lui. Nami rise, si era vendicata quindi ora era tranquilla. Lo abbracciò.

“Tu e Robin andate daccordo...io e Zoro invece facciamo un po' di fatica.. Ok, molta fatica!.. Sarà perché tu sei diverso, sei comprensivo..”
“Credimi...sono molto contento di questa cosa, che non andiate daccordo”

“Però potremmo sempre ballare insieme quel valzer di nuovo...” lo provocò lei.

“Non ci casco, zuccherino..”

“Ah, no? Peccato... Scusa per lo schiaffo..”

“Wow...non è la prima volta che lo sento dire”

“Giusto..allora.. visto che non bastano le parole...” disse la rossa, e poi baciò il cuoco.

 

--

 

La rossa e il biondo tornarono con altro vino dolce da servire a tutti. I compagni stavano ancora chiacchierando e ridendo, Brook aveva ripreso a suonare la sua chitarra e Zoro e Robin erano spariti, così sembrava.

Poi, aguzzando la vista, Nami li vide. Erano sul ponte a prua, in fondo, un po' in ombra. Ed erano proprio appiccicati! Ma...che facevano? Nami non potè credere ai suoi occhi: ballavano!

 

--

 

“Come.. come avete fatto ad imparare così velocemente? O meglio, come hai fatto?”

“Spiritosa!..” fece Zoro, cogliendo la sua battutina “E' una sciocchezza...devi solo contare e spostare il peso da un piede all'altro! Comunque ci ha insegnato Brook...Ops! Scusami. Non riesco a farlo se parlo”

Zoro le aveva pestato il piede.

“Sono io che ho insistito, quindi mi prenderò queste schiacciate di piedi molto volentieri, spadaccino! Mfu! Fuh!.. Comunque quel numero con la katana è stato indescrivibile. Anche se quei petali...temo siano dei miei fiori?”

Lo spadaccino fece mezzo sorriso. “La vendetta è vendetta. Comunque sei stata proprio tu a darmi quell'idea. Mi hai detto che danzare è come duellare.. Ti ho preso in parola. Nami per fortuna alla fine ha accettato..ma credimi, è stata dura convincerla”

Zoro e Robin ridacchiarono.

“Poveretta!.. Se vuoi qualcuno pronto a farsi tagliare a fette da te...beh, la prossima volta mi offro io”

“Suppongo.. che tu ti fida molto di me”

“Se non mi fido del miglior spadaccino di mondo...di chi dovrei? Ouch!”

“Ah, scusa. Colpa tua..mi distrai. Mihauk non l'ho ancora battuto, ma lo farò presto”

“Scaramantico?”

“No. Non credo né alla fortuna né alla sfiga, demone”

“Lo so, tigrotto..”

Zoro si bloccò e le prese i fianchi, tirandola a sé.

“Quando la smetterai di chiamarmi così?”

“Quando terminerà la tua punizione, amore

Ancora peggio, pensò lui. Lo spadaccino non si trattenne più, la baciò con foga pensando che tanto erano al buio e nessuno li vedeva. Non fu così.

“Hei, voi! Venite qui! Rufy vuole parlarci!!” urlò Nami, che invece li vide benissimo.

I due si staccarono subito, in tempo per non far intendere nulla ad altri, la rossa fece loro una smorfia, per fargli capire che li aveva beccati. Zoro e Robin allora si riaggregarono agli altri, con la solita nonchalance che li contraddistingueva.

Erano tutti in piedi, tutti con un calice in mano. Ancora vino?! Ma non volevano arrivare vivi all'isola allora!!

“Ragazzi! Questa festa è terminata! Posso dire che le prove da oggi sono finite per i nostri quattro amici, e posso dire che sono molto felice di averli perdonati!” disse il capitano con un grande sorriso “Come farei senza voi, altrimenti? E chi cucina come Sanji, eh?.. “

“Idiota..” disse Zoro.

“Ci avevi perdonati da un pezzo...” fece Nami. Qualcuno ridacchiò e Rufy continuò.

“Bando alle ciance!! Abbiamo per voi un regalo! Ma prima un ultimo brindisi!!!!”

“Un...regalo?!” fece la rossa con una faccia strana. Nel mentre, i bicchieri si schiantarono l'uno contro l'altro e si udì un piccolo botto dall'alto: il grosso festone con le loro facce disegnate era esploso rilasciando una nuvola di coriandoli. Tutti i compagni gridano 'Evvivaa!' e trangugiarono l'ultimo bicchiere della serata.

I coriandoli ricoprirono letteralmente la nave, forse avevano esagerato. Risero tutti per un bel pezzo.

“Posso avere la bottiglia?” chiese Zoro al capitano, anche se non ne era rimasto molto di quel vino.

“Oh, daccordo” disse Rufy, passandogliela.

“Sento che ci servirà..” sussurrò lo spadaccino alla mora, che stava ancora togliendosi dei pezzettini dai capelli.

“Franky, Usopp! Sapete quello che dovete fare, no?” si rivolse ai due il capitano “Fate vedere che bella sorpresa abbiamo preparato!!”

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Capitolo 27
*** Troppo bello ***


Franky e Usopp andarono verso prua. Si allontanarono dagli altri dopo l'ordine del capitano, andarono in un angolo della nave in quel momento poco illuminato.

“Chopper! Sai come puntare le luci no??” urlò il cyborg, la renna lo guardò stranito. Non sembrava ricordare.

“Bah, faccio io in un secondo!!” intervenne Rufy, che non stava più nella pelle. Si allungò quindi e afferrò i faretti puntandoli verso la parte interessata, mentre Usopp lo malediva a gran voce perché non era proprio in quel modo che si doveva fare!

Tutti fissarono allora quel punto ora illuminato: c'era un grande lenzuolo che copriva quella parte della nave! Ma non se n'erano accorti prima! Erano stati troppo intenti a far altro.

“Pronti????!!!” fece il capitano ai due che nel frattempo avevano afferrato la copertura “TRE.... DUE...UNOO......VIIAAAA!!!!” urlò poi.

Il lenzuolo venne tolto. La copertura rivelò una ristrutturazione nuova di zecca sulla parte della nave che era stata danneggiata dalla creatura mostruosa con i denti aguzzi. Erano stati rimessi a posto i due piani e le scala.. ma c'era una qualcosa di diverso che saltava all'occhio subito: c'erano tre porte, due al secondo piano e una, la solita, ricostruita al primo.

Tutti osservarono la cosa a bocca aperta. Poi qualcuno spiaccicò parola.

“Che...che bello, Franky, Usopp! E' venuto proprio bene...sembra come..non fosse successo nulla!” fece la rossa, osservando la struttura ma non capendo ancora quale fosse la sorpresa.

“Hehehe! Andiamo! Vi facciamo vedere!” disse Rufy.

Tutti si avvicinarono al piano più in basso, il capitano spalancò la porta e quella rivelò la camera dei ragazzi, una camera nuova di zecca, pitturata, ammobiliata e tutto il resto. Bella, e sembrava più grande di prima. Tutti gli effetti dei ragazzi erano già stati portati al loro posto. I ragazzi commentarono con un “grandioso!”, il cuoco notò però che qualcosa non quadrava ma Rufy parlò prima di lui.

“Ora andiamo sù!” disse sbrigativo, allungandosi e schizzando in alto. Gli altri lo raggiunsero facendo le scale.

“La camera dei ragazzi è proprio stupenda, suppongo che questa sia la nostra Nami..però quell'altra a cosa serve?” disse Robin, guardando la prima porta davanti al gruppetto e poi la seconda più in là.

Rufy non l'ascoltò e Nami fu troppo intenta a capire che diamine di intenzioni avesse il capitano. La stava trascinando via, davanti all'altra porta, quattro metri più infondo al corridoio.

“Hei! Ma che fai, dove ..!??”

“Sanji! Muoviti! Vieni qui pure tu!” ordinò Rufy al cuoco. Il biondo fece una faccia strana e poi raggiunse i due.

Anche gli altri vollero vedere cosa c'era là dentro ma Rufy li fermò.

“Voi indietro, rimanete dove siete!!! Zoro! Mettiti con Robin davanti alla porta di fronte a voi e quando darò il via, Chopper la aprirà!”

“EH?!? IO?! Ah, daccordo!!!” fece la renna, facendosi spazio tra i presenti. Si trasformò per arrivare al pomello e lo afferrò.

I quattro coinvolti si scambiarono delle occhiate furtive: che cavolo stava archittettando Rufy? Che c'era dietro a quelle porte? Nami fissò con sospetto Zoro. Era strano. Pareva.. trattenere un sorriso?! Rufy però la distolse dai suoi pensieri.

“Quindi ….ragazzi, questa è la nostra sorpresa! Non era giusto che le cose rimanessero come prima. Cioè lo rimarranno comunque ma...beh, va bene così!”

Insomma, si era capito solo lui, per fortuna andò avanti.

“E oraa.. apriamo le porte!!!” fece entusiasta e poi spinse in avanti l'uscio. E la renna si agitò e si sbrigò a fare lo stesso.

Sanji, Nami, Zoro e Robin spalancarono gli occhi. Rimasero un po' impietriti sul momento.

“Questa...questa è...??”

“Sì, Nami..?” disse il moretto, ridendosela.

“Questa....” fece ancora la rossa, ma non riuscì a dir altro.

“Ragazzi... non mi.. dite...” Spiaccicò solo quattro parole il biondo. Sbattè le palpebre più volte, spasmodicamente. Doveva rimanere calmo.. cioè, era uno scherzo?!..Nella sua testa fluttuavano solo due parole: “letto matrimoniale”.

Poi i due entrarono, per perlustrare la stanza. E verificare anche se fosse stato tutto vero.

Quattro metri più in là si verificò più o meno la stessa scena. Uno Zoro piacevolmente stupito (lui lo sapeva già) entrò nella stanza come un ispettore dallo sguardo critico, e Robin, incredula, lo seguì iniziando ad osservare ogni angolo del locale con una mano in faccia, era un po' in imbarazzo.

“Se è quel che sembra...non so che dire” disse lei.

“Io.. direi che è interessante” Il verde era già a suo agio, avevano fissato al muro anche un porta katane! La mora lo vide sorridere ampiamente. Ecco di cosa era venuto a sapere da Chopper!

“Vi... piace??” chiese la renna dolcemente, ma con un po' d'ansia, era rimasta sulla soglia.

“Ho detto io a Franky di mettere quei 'poggia-spade'..e poi lui ha pensato di fare una piccola libreria lì in angolo per i libri di Robin” disse Usopp, spiando all'interno della stanza. Chissà come mai il verde lo fissò malamente per un attimo, il nasone non lo comprese.

“Quindi che dite, che dite??” arrivò pure la testa del capitano e poi il suo corpo lì dentro. Ma non fu il solo.

“Oooh... waaoo! Bella! Ma non ti sembra più grande la nostra, Sanji?” disse Nami, che era corsa a sbirciare anche lei dentro, con il cuoco a seguito. Il biondo era ancora sbalordito e ammutolito, si passò una mano fra i capelli aprendo la bocca ma non emettendo nessun suono come un pesce.

La mora nel frattempo si girò verso gli altri, sorrise al gruppetto un po' titubante, mentre Zoro faceva finta di nulla e si sedeva, testando già la sofficità del letto. Come se non ci fosse nessuno lì ad osservarli.

“Ragazzi?! Allora...della vostra camera, che dite????!!” chiese ancora Rufy, impaziente. Che barba, pensò, ma avevano perso la lingua?!

La mora battè le palpebre, aveva ragione, dovevano ringraziare! I compagni avevano costruito delle camere da letto tutte per loro! E quella stanza era sul serio bellissima! Pareti scure, degli abajour in tinta, un letto ampio e cabine armadio spaziose, angoli funzionali per Zoro e per lei..e si erano disturbati pure a dipingere il soffitto con la sagoma di una luna bluastra!

“Rufy...Franky, Usopp..e tutti quanti...grazie davvero. Noi...siamo senza parole!” pronunciò stringendosi le braccia come se avesse freddo. Si sentiva sul serio commossa per quella sorpresa stupenda! Si sforzò di non far cadere alcuna imbarazzante lacrima. Zoro invece fu più sbrigativo e meno simpatico.

“Beh, sì ringraziamo. Ma era il minimo visto quello che ci avete fatto passare!” disse puntando il dito sui presenti. Però dedicò a loro un caldo sorriso, segno che la cosa l'aveva colpito sul serio.

“Che idiota senza cuore! Dovresti ringraziare e basta! E' meraviglioso il pensiero che hanno avuto per noi! Ma ti rendi conto di quello che hanno fatto?!” pronunciò alla fine Sanji, sull'orlo delle lacrime.

“OOOhhh!! Finalmente hai aperto bocca anche tu!” fece il capitano.

Così risero tutti, Nami si abbracciò il suo biondino, Robin perse quell'imbarazzante lacrima e Zoro le mise una mano sulla spalla.. e i commenti di com'erano carini e dolci quelle coppiette non si sprecarono. I quattro li lasciarono parlare scuotendo la testa, tanto era inutile erano fatti così..e poi dopo quel regalo, potevano dire quello che volevano! Così i ragazzi continuarono a commentare..

“Ohh...che invidia! Viva la gioventù!! Yohoho!!!!”

“Ah che bello!!! Robin! Maa..se c'è il temporale posso venire ancora a dormire con voi?!”

“Ma che dici Chopper! Loro hanno bisogno della loro intimità...”

“Che vuol dire, Usopp? 'Intimidità'...che cosa significa?”

“Sì, che significa?!”

“Rufy.. te lo spiegherò quando crescerai! Sei incredibile!”

“No, lo voglio sapere ora!! E poi ho la tua stessa età!!”

“Ma che vuoi?! No, lascia stare!”

“Sì, lasciamo perdere e andiamo a letto! I miei circuiti ne hanno bisogno!..”

“Oh, ragazzi! Approposito! Io e Usopp faremo la notte, quindi state tutti tranquilli e riposatevi!”

“Cheee???! La notte?! Con tutto quello che abbiamo sgobbato?! Rufy, io sono stanco morto! E poi non me l'avevi detto!”

“L'ho deciso adesso! I nostri compagni se lo meritano, quindi io e te che ci siamo divertiti parecchio in questi giorni, faremo questo sforzo!”

Il capitano tirò via il nasone, gli altri ragazzi lo seguirono iniziando a lasciare la stanza e il piano superiore.

“Ah...quindi loro si sono distrutti di lavoro e noi no, noi non abbiamo fatto niente?!”

“Che palle, Usopp! Ho deciso così e basta! Si devono riposare!”

“Sì, come no, riposare....faranno tutt'altro che riposarsi, ascolta me! YOHO!!”

“E che dovrebbero fare?”

“Brook, non ti ci mettere anche tu! Rufy è già abbastanza deficiente!”

“Usopp! Attento a come parli! Ah...buonanotte ragazzi! Vi lasciamo stare!!”

“Sì, buonanotte!!” fecero in coro tutti, così anche Nami e Sanji si allontanarono dalla camera di Robin e Zoro, diretti alla loro stanza. E andarono via a braccetto come una coppia di sposini elettrizzati. E lo erano davvero elettrizzati!

Robin disse un “sogni d'oro!” ai compagni e Zoro alzò la mano facendo una smorfia, poi chiuse la porta.

..

 

“E' incredibile...questa stanza..e hanno portato già tutte le nostre cose!” fece lei. Notò che lo spadaccino stava già provvedendo a sistemare le sue katane sulla parete.

“Perfetto. E bravo Usopp!” fece il verde, e poi studiò la donna. “Sbaglio...o sei nervosa, archeologa?”

Robin si scosse. Zoro pensava che fosse intimidita dalla situazione?

“Non è la parola giusta, sono..ancora un po' incredula”

“Mmm.. sì, lo sono anche io. Per questo non vi ho detto nulla, era qualcosa che meritava la sorpresa” disse Zoro, avvicinandosi a lei, alle sue spalle. Le prese i fianchi piano, baciandole leggermente il collo.

“Questo letto aspetta solo noi ma...credo che crollerò immediatamente stasera”

Robin sorrise e posò le mani sulle sue.

“Mfuh! Io mi sento completamente distrutta..quindi ti perdonerò per questa volta”

“Heeii.....vacci piano, non sono mica un ramollito! E' che la giornata è stata...devastante per me!”

Zoro la fece ruotare verso di sé, vide che Robin rideva (si stava prendendo gioco di lui), quindi la prese, sollevandola da terra. Neanche il tempo di protestare che la mora piombò in mezzo al grande letto, lo spadaccino arrivò sopra di lei con un ghigno trionfante.

“Ora dormi. Anche per domani notte” le fece, allusivo.

“Dormirò ancora più volentieri allora, tigrotto”

Robin aveva ancora il sorriso stampato in faccia, era inutile combattere a parole con lei, l'aveva sempre vinta. Le chiuse la bocca con un bacio ed un morso, e poi si scostò da lei, appoggiando la faccia sopra il morbido cuscino. Ed infine la riagguantò e se la strinse addosso. Zoro pensò che era ancora meglio di quella dannata casupola selavaggia. Sì, quella stanza era quello che ci voleva..da tanto tempo ormai. Se l'erano meritata...e sudata!

Senza alcun'altra parola i due, stremati da quella giornata, iniziarono ad addormentarsi, tutti e due col sorriso sulle labbra.

-

 

Nami e Sanji, nella stanza di fianco invece, entrarono in completo silenzio e con un sorriso tirato. Il nervosismo era nell'aria. Erano elettrici, eccitati, nervosi, su di giri, ed anche imbarazzati e..un poco terrorizzati. Ma nessuno dei due voleva ammetterlo né palesarlo troppo! Però una cosa tradiva entrambi: il rossore sulle loro guance!

Nami si tolse le scarpe e sbloccò per prima il silenzio creatosi..

“Heemm...Sanji, dove vuoi dormire?”

“D..dormire?!”

Il biondo si girò di scatto verso di lei e fissò il letto con fare preoccupato.

“Sì, dormire...”

“Ah...non so, sc..scegli tu...I..io...”

Stava farfugliando, se ne rendeva conto! Il biondo si chiese che cosa gli stesse succedendo.

“Sanji, forse è meglio che dormi tu dal lato della porta, visto che alla mattina ti alzi prima di tutti...forse...beh, scegli il posto che preferisci..”

Anche Nami pareva stranamente poco sicura di sé in quel momento.

“Mm...sì..credo...Scegli tu, tesoro...Per me è uguale...”

“E' lo stesso anche per me, davvero...ma se andiamo avanti così...però...non dormiremo affatto...”

“Non dormiremo affatto, dici?...Pfhh! Probabile..” rispose il cuoco sfoggiandole un sorriso tiratissimo.

Finalmente i due si guardarono negli occhi e ci lessero l'uno l'imbarazzo dell'altro. I loro occhi fuggirono per altre direzioni, tutti e due si rimproverarono dandosi degli stupidi. In realtà erano troppo contenti ma anche troppo nervosi in quel momento. Tutta quella eccitazione non avrebbe fatto chiudere occhio a nessuno, sicuro! Però era strano..non era la prima volta che dormivano assieme! Il realizzare che quella stanza era tutta per loro li aveva un pochino sconbussolati evidentemente..era stato tutto inaspettato!

“Che ne dici di....provare a sentire com'è il letto?” fece la rossa, cercando di sdrammatizzare un po'.

“S...sì. Sentire il letto...dici..” disse lui, passandosi una mano fra i capelli.

“E guarda! Che..che bel sole dorato hanno dipinto sul soffitto!...”

“Sole?...Ma è notte...” fece Sanji guardandosi attorno come spaesato.

Niente da fare, il cuoco era ancora impanicato da tutta quella situazione. In verità aveva appena avuto un flash di lui che qualche notte prima le diceva che doveva stare attenta, che lui non era così bravo come lei pensava, che un giorno non si sarebbe più trattenuto..e gli era salito ancora di più il panico. Tutta quella situazione era una bomba ad orologeria, una dura prova per i suoi più bassi istinti!

“SANJI?!..Mi stai ascoltando? Siediti, è molto.. comodo!”

“EHH'?!? AH! Sì, certo!” le rispose, voltandole le spalle e sedendosi, impacciato. Come se non bastasse, prima di girarsi aveva visto per un attimo quella splendida donna seduta su quel letto color arancio..i suoi capelli stavano bene con quel colore, il colore delle lenzuola. Quella chioma si confondeva con il tessuto dal colore dei mandarini.. Avrebbe dormito tutta la notte con lei, con il suo profumo (già lo sentiva!), avvolto in quella morbidezza..(non stava pensando alle coperte!), magari magari cullato ancora dal calore del suo se..!!

“Sanji?!?!?” urlò Nami.

Il biondo balzò in piedi, tanta fu la sorpresa. “SìSSignore!!”gridò. Era di nuovo tornato a pensare a quelle cose! E non e aveva dato più retta!

La rossa scoppiò a ridere, non l'aveva mai visto così agitato! Sembrava addirittura che avesse paura di lei!

“Hahahahha!! Daccordo! Deciderò io dove metterci, ok?.. Mi sembri un pochino nervoso..ma non ce n'è motivo, amore”

“A..more...” ripetè lui ripassandosi il ciuffo con la mano per l'ennesima volta.

Sanji la guardò ancora stranito. Comunque non era la prima volta che lo chiamava in quel modo! La rossa fece finta di nulla e spense una luce.

“Bene, allora visto che siamo molto provati da questa giornata...mettiamoci a riposare. Io nel mio spazio, tu nel tuo. Dormiamo, daccordo? Io qui...tu lì”

“Io qui...e..tu lì...” ripetè un rimbambito cuoco.

Nami lo fissò nella penombra e si sforzò di non ridere. Sì, di sicuro il più agitato era lui. Ma anche lei fino a quel momento aveva ostentato tranquillità, in realtà si sentiva elettrica.

Nami si distese e prese un respiro. Il biondo la imitò, meccanicamente. Si distese e riempì i polmoni d'aria e poi sbuffò forte. Lui però le scarpe non le aveva nemmeno tolte!

“Mettiamoci tranquilli, chiudiamo gli occhi..vedrai, presto...ci addormenteremo. Sono così stanca...” disse la rossa, cercando la mano di lui. Ok, dovevano rimanere al loro posto, ma almeno un piccolo contatto lo voleva avere! Trovò qualcosa.

Sanji sobbalzò sentendosi toccare.WHOOO!!!” urlò. No, non aveva trovato la sua mano, se era quello che stava cercando lei!

“Oh, scusa!! Io...!! C..cercavo..!!” fece la rossa, perdendo improvvisamente la sua finta calma. Altro che dormire! Se continuavano così...

“Non...non fa niente, Nami-san!” disse il cuoco. Sanji si fece coraggio e cercò la sua mano, trovò un pugno a mezzaria, la rossa si era paralizzata in quella posizione. Strinse dolcemente quel palmo nervoso, così la rossa si rilassò un po'.

“E' tutto okkei...Hai ragione. Stiamo esagerando...” disse lui.

“Mm..sì, dovremo prenderla più alla leggera..”

“Hah..sono uno stupido, Nami-san”

“Ma...ma cosa dici! Anche io mi sento un po' strana..”

 

TOC!!TOC!!!”

Improvvisamente qualcuno bussò forte. Ma non alla porta, alla parete vicina. I due sobbalzarono.

ALLORA! LA VOGLIAMO FINIRE!? QUALCUNO VUOLE RIPOSARE!!”

Era Zoro. Quindi lui e Robin potevano sentirli?! Nami e Sanji si guardarono stupiti, poi il biondo si incupì.

“STA ZITTO, CRETINO! CHIUDI QUELLA BOCCA!” gli rispose a tono.

“Buonanotte ragazzi! E scusateci!” fece invece subito la rossa. Poi bisbigliò al compagno. “Caspita! A quanto pare ci sentono! Devo dire ad Usopp di riforzare questa parete domani...così non va! Per ora ricordiamoci di parlare piano”

“Sì, buona idea..magari farla in cemento armato..non so!”

“Hahahahah!!” rise la rossa, poi si tappò la bocca “Spiritoso...però ci vorrebbe!”

Nami si girò sul lato e trovò il compagno. Gli si avvicinò con cautela e poi appoggiò la fronte sulla sua spalla. Tra una cosa e l'altra, ora erano un po' più rilassati di prima..e più vicini.

“Buonanotte, amore” gli sussurrò.

“Buonanotte, pasticcino...non sai come sono felice”

Nami sorrise.

“Anche io”

 

---

 

Ancora prima dell'alba, Sanji si svegliò in un bagno di sudore. Aveva dormito quelle poche ore nella stessa posizione supina, Nami invece si era scostata da lui e si era mezza scoperta (probabilmente infastidita dal caldo terribile che regnava lì dentro).

Si passò una mano sulla fronte e sentì di avere pure i capelli appiccicaticci! Fece volare le lenzuola e la rossa si lagnò un poco. No...non l'aveva svegliata però.

Finì di studiarla in adorazione sentendo perfino gli uccellini conguettare nella sua testa e si tirò sù stancamente: quella notte era stata ben poco rigenerante dopotutto!

Il cuoco tirò fuori dall'armadio i vestiti che gli servivano, si cambiò e poi, prima di uscire dalla camera, andò a baciare la sua ragazza su una guancia. Sorrise e andò via facendo molto piano.

Fuori la situazione era come dentro a quella stanza: un caldo tremendo, un'afa pazzesca. Mai sentito tutto quel caldo a quell'ora del mattino! Sanji guardò il mare. Non se lo sapeva spiegare ma quell'acqua giallognola non gli trasmetteva nulla di positivo. Notò Rufy sonnecchiare a prua e Usopp ronfare a poppa. Beh, quel caldo non gli aveva di certo facilitati nel loro compito! Però non sembravano affatto, come dire, vigili!

Il biondo andò a farsi una doccia e poi dritto in cucina, non mancando di dare un pizzicotto al nasone e al capitano per far notare loro che il nuovo giorno era arrivato. Nonostante il caldo torrido e quel mare che sembrava vuoto e senza fine quella per lui era una giornata stupenda. Sì, era di certo di buon umore.

Entrato nella sala da pranzo, si mise a trafficare con i fornelli fischiettando senza nemmeno accorgersene. Da quanto non si sentiva così? Così libero finalmente di comportarsi ed essere ciò che voleva?...Sembrava un infinità! Era così contento che lui e Nami fossero usciti allo scoperto e che fosse andato tutto bene alla fine che quasi bruciò subito le uova. Eh, no! Così non andava! Prima era diventato un disastro a causa della mancanza di lei e ora si distraeva perché era troppo felice?! Non poteva permetterselo! Sanji cercò di concentrarsi e di preparare un'ottima colazione, in fondo la sera prima avevano tutti mangiato parecchio male a causa di Rufy e le sue idee strampalate! Ognuno dei compagni si meritava una colazione degna di nota quella mattina! Così continuò a muoversi tra i fuochi improvvisando anche una specie di balletto guidato da una musica stupidissima nella sua testa. Niente da fare..il viso della navigatrice gli balenava sempre in mente...era perso, era cotto di quella ragazza! Ed era sempre più innamorato di lei!

“Sì, sono proprio pazzo di te, Nami-san” disse ad alta voce riponendo le uova all'occhio (perfette) in un piattino.

Proprio in quel momento, la nave girò violentemente su sé stessa di duecentosettanta gradi. In pochi secondi. Mossa da chissà quale forza.

Sanji ebbe i riflessi pronti, si aggrappò al tavolo per non ruzzolare via, ma molti piatti e stoviglie presero il volo. La colazione era di certo da rifare.

 

-

 

“Che...che cazzo succede?!”

Zoro si ritrovò a terra, frastornato, con un libro aperto sulla testa (era precipitato dalla piccola libreria). Dal letto, l'archeologa lo fissò, ancora assonnata. Era aqquattata su quel materasso come un gatto, si era svegliata di soprassalto sul posto del compagno e lui era invece finito sul pavimento.

“Non credo sia un movimento regolare della nave...” fece Robin, che pareva tranquillissima, al contrario di lui.

“Se è ancora uno scherzo di quegli idioti là fuori, questo giro li ammazzo! E' ora di finirla con gli scherzi!”

“Beh, anche stavolta...non credo” disse ancora la mora, imperturbabile.

Zoro sbuffò e così, in mutande e basta, senza perdere altro tempo, si precipitò fuori dalla porta come una furia. Inveì.

“WOO! Che cazzo di caldo!! Ma...Eh?!

L'archeologa lo sentì sbraitare, ma poi il compagno parve zittirsi. La porta della stanza si richiuse definitivamente lasciandola sola con il dubbio, così Robin si mise in fretta una vestaglia scura e andò a raggiungere il compagno.

Zoro era ancora lì vicino all'uscio e respirava affannosamente, aveva fatto solo un passo fuori dalla porta. Quel suo affanno era dato dal caldo o da quello che aveva visto, probabilmente. La donna guardò oltre lui con curiosità sentendo l'afa calda piombare su di lei in un attimo.

Qualcosa avvolgeva la nave. Qualcosa di grosso e inquietante ma che non si vedeva, si muoveva come un fantasma gelatinoso. Scivolava sopra il veliero, ne afferrava le vele e le torceva, strisciava lungo i ponti e l'unica cosa in parte visibile di quell'entità erano i suoi contorni e la sua ombra. Da quei particolari si poteva capire che era un essere gigantesco. Enorme ed invisibile, si era già appropriato della nave.

“Portami le katane e rimani dentro!” le ordinò il verde, proprio quando Usopp iniziò ad urlare terrorizzato e il cuoco si precipitava fuori dalla cucina.

“Eh?” fece lei, che era come rimasta ipnotizzata ed affascinata da quella cosa. Cosa poteva farci? Le piacevano le creature bizzarre dopotutto!

“Veloce!” la smosse lui, con quell'unica parola.

Così Robin aprì la porta sempre con gli occhi fissi su quella creatura, velocemente con la sua abilità passò le spade a Zoro, e lui poi la spinse letteralmente dentro la camera e richiuse la porta. La mora fissò l'uscio con ancora l'immagine nella testa di quella cosa trasparente che si muoveva silenziosa e terrificante.

“Un... fantasma di una piovra trucidata dai predoni in cerca vendetta” sentenziò da sola.

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Capitolo 28
*** Tutto storto ***


Robin attese qualche minuto, non voleva andare contro alla volontà del compagno, ma stare lì dentro aspettando che se la sbrigassero i soliti rischiando la pelle, davvero non le andava giù. Sentì urla, sconquassi, boati.. e la nave rollò più volte in modo pauroso e lei si tenne a qualcosa per non cadere.. Quando poi sentì l'esclamazione allarmata della navigatrice si diede una mossa e andò alla porta. Uscì velocemente. Quello che la paralizzò su due piedi questa volta non fu la creatura mostruosa ma sentire che dicevano e urlavano i compagni: era a dir poco.. inverosimile!

“Io....i-io non voglio le tue stupide cure, ragazzaccia! Stammi alla larga! Alla larga ho detto! Ee.. vattene!!” urlava il cuoco, cercando di allotanare Nami da lui con fare schifato (la navigatrice poi crollava sulle ginocchia e si metteva a piangere come una bambina capricciosa!). Poi Sanji, che era carponi, sembrò scorgere qualcuno oltre la rossa. Si illuminò, i suoi occhi diventarono due cuori pulsanti e iniziò a farneticare come gli succedeva quando andava sù di giri.

“Oh. Mio. Dio. Divina visione..aiutami tu, ti prego! Io amo quel genere di ragazzi!! Forti, muscolosi...! Hei, bellezza!! Non vedi che ho bisogno d'aiuto?! Ti prego, salvami dal mostrooo!” piagnucolò il ridicolo biondo sforzandosi e fingendosi in fin di vita.

“Chi? I..io?! T...tu parli con m...me?..N..no! Io non farò del male a nessuno..non ne sono capace..e poi ho p...paura!”

Quello che aveva parlato (o meglio, farfugliato) era Zoro. Quello che aveva un espressione terrorizzata, quello che tremava e lasciava cadere dalle mani le sue spade era proprio lui. Robin pensò che quello era il peggior incubo mai fatto...ma era sicura che fosse sul serio sveglia?! L'archeologa sperò di aver battuto la testa..

“Amore mio! Ma allora se non vieni tu, vengo io da te!” continuò il cuoco, sempre in estasi “Oh, mio pasticcino al pistacchio! Ti sei svestito per me?! Come sei bello!..Sono tutto tuo!”

La scena così diventò ancora più delirante. Sanji fece un balzo e poi si aggrappò allo spadaccino, gli premette un bacio sulla guancia, il verde si fece piccolo abbracciandosi da solo e chiudendo l'occhio nel pieno terrore (sembrava terrorizzato anche da quel cuoco impazzito!). Nami urlò disperata ancora di più pestando i piedi e dandosi degli schiaffi da sola.

“Io..Non! Dovevo! Innamorarmi! Di! Te! Io! Devo! Punirmi!..Idiota! Idiotaa! IDIOTAAA!! Ah! Io mi ucciderò! Si! Per un uomo questo ed altro! Mi butterò dalla nave!” urlava la navigatrice in continuazione come una pazza.

Ma non finì così. Robin intravide anche uno spaventatissimo Rufy che tentava di fuggire da uno dei tentacoli della piovra gigante urlando come un ossesso in preda al panico.

“Noi moriremo! Noi moriremo tutti! Per noi è finita!! Io me ne vado! Ecchissenefrega di voi!! Macchè! E chi vi conosce?!”

Robin si mise le mani sulla testa, non era davvero possibile quello che vedeva! Era paralizzata dallo stupore.

“Non ...non riesco a capire come funziona...cioè...me ne sono dimenticato probabilmente..Come è possibile?! Chi mi ha messo questa roba addosso?! Non è per niente cool e poi è ingombrante!! Del tutto inutile!”

Robin sentì quelle parole e abbassò lo sguardo. Sul ponte più basso Franky parlava a sé stesso, osservava il suo braccio come fosse una parte di sé sconosciuta, era a dir poco disorientato. Da destra però, le arrivò addosso un galoppante Chopper, che la distolse dalla suo stato catatonico. La mora finì seduta a terra.

“ROBIN!! Sono fuggito in tempo!” urlò la renna aggrappandosi a lei “Quella creatura è pericolosa!.. Si è arrabbiata e ha spruzzato una polverina gialla in aria! Rufy e gli altri sono stati presi in pieno! E adesso...adesso non sono più loro! Oh, non so che accadrà! Temo che siamo spacciati! Anche Rufy vuole darsela a gambe! Cosa facciamo? Cosa facciamo?!?!”

“Io...non ne ho idea..provare ad attaccarlo allora è inutile..Ma Brook e Usopp dove sono?” chiese la mora sempre più angosciata.

La sua domanda ebbe presto risposta.

Dalla punta dell'albero più alto della nave una voce tuonò, carica di pathos.

“Eccomi! Sono arrivato! IO sono il comandante della nave! E ti caccerò! Bestia insolente! Guardami! Sono il capitano USOPP! Signore integerrimo, impavido e imbattuto! Grande guerriero temuto in tutti i mari!.. Come hai osato far male ai miei sottoposti e prendere la MIA nave?! Assaggerai la mia implacabile fionda! Non sei altro che un'inutile moscerino da schiacciare! Preparati a morire per mano del grande navigatore supremo USOPP! Oh, creatura ingenuamente stupida! Goditi questi ultimi attimi di pietosa vita terrena!”

Robin e Chopper si guardarono straniti e poi fissarono in alto. Il nasone si preparava ad attaccare, aveva messo anche un lungo mantello rosso da capitano trovato chissà dove, teso in una posa statuaria. Con lo sguardo di chi non temeva davvero nulla.

“Ho capito, Chopper!” fece la mora guardando il nasone “Quella polverina di cui parlavi, quell'attacco della creatura.. ha colpito anche Usopp, vero?” La renna fece un cenno positivo. “Credo che funzioni così: inverte alcuni lati della parsonalità del nemico, tendenzialmente quelli più pericolosi...ma con Usopp non ha avuto affatto l'effetto sperato”

“E' vero! Lui è un fifone!...” commentò la renna (che stava tremando...da che pulpito!).

Nel frattempo il nasone-capitano lanciò una delle sue palline con la fionda, centrò la bestia, una nuvola azzurrina avvolse la nave. Zoro e Sanji urlarono di paura e si abbracciarono ancora più saldamente. Nami fermò il suo delirio e smise di piangere (stava quasi per buttarsi in acqua), mentre Franky commentava che quella fionda sì che era utile.

“Ecco! Così impari a far del male al mio carissimo e bellissimo amico!” urlò Usopp.

L'archeologa e la renna non capirono al momento a chi si riferisse il nasone ma poi lo videro: Brook, svenuto, veniva rilasciato da uno dei tentacoli della bestia e cadeva sul ponte come privo di vita (cioè...anche se morto lo era già!).

Lo scheletro rinvenne subito.

“Ma come?! Io dovevo schiattare! E perché sono vivo? AHHH!! Ma sono ridotto all'osso?!?” esclamò. D'accordo...anche lui era un po' confuso.

Intanto, l'enorme piovra trasparente iniziò a scivolare via dalla nave, come se il mare la bramasse tra i suoi flutti. Lentamente si lasciò andare via, addormentata, dopo poco sparì nelle acque calde e giallognole di quello strano mare. Usopp ce l'aveva fatta, con un solo colpo stordente. Era stato semplice dopotutto... Era stato grande!

Robin sospirò sollevata. Li vide urlare tutti di felicità, alcuni ancora abbracciati (fu imbarazzante vederli!). Il nasone saltò giù dall'albero e venne accolto da complimenti e ringraziamenti. Franky lo issò sulle sue spalle e gli fece fare il giro della nave da trionfatore.

 

--

 

Non fu una delle solite giornate sulla Thousand Sunny. Passarono le ore, infatti, ma l'effetto di quella sostanza che avevano respirato i pirati non sembrò volersene andare. Fu a tratti esilarante, imbarazzante e orripilante per certi versi. Quella era diventata una ciurma di pazzi (più di prima), farneticanti e pappamolla...una ciurma mai vista prima!

Prima di tutto “avevano organizzato”(erano stati costretti ad organizzare) una festa per osannare il capitano Usopp e le sue coraggiose gesta (e comunque Rufy nemmeno si ricordava di essere il capo lì dentro). Fu un delirio e per fortuna finì presto perché gli umori non erano proprio dei migliori. C'era infatti chi era ancora terrorizzato, chi aveva paura anche dei propri compagni, chi voleva andarsene, chi non si ricordava il perché era in quella nave, chi era depresso e infelice.. Robin e Chopper si guardarono tutto il tempo cercando di tirarsi su di morale a vicenda. Quelli non erano davvero i loro compagni!

“Ah, ma che ci facciamo qui in mezzo al mare! Io voglio tornare a casa!” Rufy continuò a lamentarsi così per tutto il giorno.

“Io non esco da questa stanza!” protestava invece Zoro, chiuso nella camera matrimoniale “Non voglio rischiare di incontrare ancora quel...quel...! Insomma mi sembra pure pericoloso con quel coltello in mano! Sì, quel ragazzo è pericoloso! E poi metti che sbuca un altro mostro come quello di prima, eh?! Scherziamo?!” A nulla erano serviti i vari incoraggiamenti di Robin, che si era stufata e si era messa a leggere a prua cercando di dimenticare quello che stava vivendo.

Ma non era stato facile. Non era stato per nulla facile. Per tutto il pomeriggio infatti era stata tormentata da Nami, dalle sue lamentele, dai suoi piagnistei, da frasi deliranti del tipo “Io non posso vivere senza di lui, senza un uomo una donna è inutile! Io mi sono illusa! Io voglio morire! Io, sì... se lui non torna da me...io la faccio finita!” urlava tirandosi i capelli.

Nami sclerava soprattutto quando vedeva il cuoco che, con un sorriso a cinquantun denti e gli occhi a cuore fiammante, si avvicinava verso la camera matrimoniale dove c'era rintanato Zoro. Infatti, ogni due ore andava lì a portargli dei manicaretti favolosi, glieli appoggiava vicino alla porta sussurrandogli parole dolci e poi spariva...pronto per tornare più tardi con piatti ancora più succulenti (piatti che sparivano poi ingurgitati da Rufy che, nella disperazione non aveva però perso l'appetito). Un quadretto esilarante sì, se non ci dovevi avere a che fare!

La navigatrice tentò anche due volte di buttarsi dalla nave ma la mora con i suoi poteri l'aveva bloccata e alla fine, esausta, con l'aiuto di Chopper, la legò all'albero maestro. Perchè non ne poteva più di correrle dietro, davvero più.

“Neanche fosse Ulisse ammaliato dalla voce delle sirene! Incredibile l'effetto di questa polvere gialla!” commentò il dottore finendo di legarla.

“Conosci quel mito?” chiese Robin.

“Sì...ho letto qualcosa” fece Chopper “Sai ho trovato qualche rimasuglio di quella sostanza sulla nave....e se riesco la analizzerò...e magari ci potrà tornar utile, no?”

“Sì ma stai attento...Hai visto quanti guai sta causando. Spero finisca presto. Spero che possano tornare tutti come prima..”

“A..hà! Vedrai che sarà così! Mi sembra che Brook sia appena tornato a posto...di sicuro lui ne ha respirato poca. Meno male che almeno noi ci siamo salvati! ”

“Bene! Comunque se fossimo stati tutti sotto l'effetto di quella polvere...beh, non so come sarebbe finita. Quindi fa attenzione”

“Ho capito...starò attento Robin, non preoccuparti. Vado”

Subito dopo, passò Franky da lei. Le si sedette a fianco, sembrava che quell'armatura di metallo lo intralciasse.

“Sai, non ho ancora capito bene come funziona questa roba tecnologica che ho addosso ma una cosa è chiara, anzi no, mi è chiarissima. Mi è davvero chiara e non resisto, devo dirtela”

Robin, che aveva appena scongiurato tra sé e sé che finisse tutto per l'ennesima volta, abbassò il libro e lo fissò. Franky sorrideva.

“So che sei la cosa più bella che ho mai visto nella mia vita. Ti va di sposarmi?”

 

 

Il turno di notte quella sera lo fece Brook (visto che aveva riposato quasi tutto il giorno) ed ovviamente Chopper. Robin invece si occupò dell'amica che aveva subìto una sceneggiata da parte del cuoco che non la voleva più nella camera e che aveva anche azzardato a proporre uno scambio.

Infatti Sanji voleva Zoro come compagno di stanza (il verde non si era fatto minimamente vedere), aveva rinnegato Nami dicendole che era impossibile che lui e lei avessero mai dormito insieme e alla fine, deluso dalla non risposta del verde, si era chiuso dentro alla stanza piangendo sconsolato. Nami così era rimasta senza un posto dove dormire e Robin, che era devastata da quella giornata ma era di buon cuore, propose all'amica di dormire con lei. Ovviamente...con lei e Zoro (tanto quell'uomo chiamato Zoro non era più lo spadaccino spigoloso e severo del solito).

Nami fu un po' restia all'inizio ma poi se ne fregò perché era troppo stanca e disperata per darne peso, così Robin alla fine bussò alla sua camera, che era chiusa a chiave da un bel po' di ore ormai.

Zoro, prima di farla entrare, volle assicurarsi di chi ci fosse davvero dietro a quella porta.

“E...e vedi che sono armato! Se...se fai scherzi, te ne pentirai!!” fece con voce tremante prima di aprire. A Robin venne un orribile flash, era come parlare ad Usopp in quel momento, quello non era di certo Zoro!

La porta così si spalancò e il verde con un balzo indietreggiò spaventato. Brandiva una katana tra le mani ma non l'aveva nemmeno sfoderata!

“Chi...chi c'è con te?! Non sei sola!!” si agitò assotigliando gli occhi nel buio.

“Ho portato Nami.. perché, diciamo.. che questa notte andrà così e basta, daccordo? Non voglio che dorma allo scoperto quindi starà con noi. Il letto è grande”

Lo spadaccino non parve entusiasta della cosa.

“Sai cosa? La legherò! Così saremo sicuri che non ci farà nulla, ok?” propose Robin con fare furbo (in realtà temeva che Nami tentasse di nuovo il suicidio durante la notte quindi prese due piccioni con una fava).

“Sì, ottima idea” fece allora Zoro che mollò la katana a terra con noncuranza (aveva perso anche l'amore per le sue armi, incredibile!).

Zoro e Robin legarono saldamente (anche al letto!) Nami che sembrò alla fine una salsiccia ben disposta su un piatto da portata. L'archeologa si mise in mezzo, tra il verde e l'amica, che farfugliò un “Che fortuna...tu hai un uomo” prima di addormentarsi, per lo meno sembrava essersi calmata un po'.

Robin non sapeva se ridere o piangere, optò nel pregare. Pregare che tutto finisse molto ma molto presto. Stava per prendere sonno quando un dito le sfiorò una spalla.

“Scusa, Robin. Posso chiederti un favore?” fece una flebile voce, un sussurro. Era strano ma era sempre lui, Zoro.

“Dimmi..” gli rispose lei, girandosi dalla sua parte.

“Non so se chiedo troppo.. Non ricordo bene che cosa siamo noi due. Però lo so che sei buona, lo sento. Io volevo che tu mi abbracciassi.. Non so se chiuderò occhio stanotte, non sono molto tranquillo. Scusami..”

Robin sorrise, sorrise e sospirò perché non seppe che fare in alternativa. Era troppo strano e faceva troppo male pensare che lui non si ricordava né di sé stesso né di loro due in quel momento. Era troppo strano sentirgli dire tutti quegli “scusa”, quei “per favore” con quel fare incerto, spaventato.. Gli mise a posto le coperte e lo abbracciò. Uno Zoro così fragile non l'avrebbe mai immaginato, nemmeno nei suoi incubi peggiori s'intende.

“Così va meglio, vero?”

“Grazie davvero” disse lui, rannicchiandosi un poco.

“Andrà tutto bene. Andrà. Tutto. Bene..”

Lo disse più a sé a sé stessa che a lui.

Così si addormentarono.

Così quel delirio di giornata finì.

 

---

 

La porta della camera si aprì con un botto.

I tre si svegliarono di colpo. Con un tuffo al cuore. Proprio un bel modo di svegliarsi! Aprirono gli occhi e fissarono chi c'era sulla soglia, accecati dal sole mattutino e stralunati.

“ECCO QUI!! Ecco qui ecco qui!! Io lo sapevo! Sapevo che eri qui! L'ho sognato! Ma porca miseria, Nami! Che ti ho fatto di male per spezzarmi il cuore in questo modo?! Che.... che ti hanno fatto?”

Sanji finalmente se n'era accorto. Si era accorto che la rossa era legata a quel letto come un salame. Rimase basito, iniziando a balbettare.

“B..be...beh, non n..non pensavo che t ..ti piacessero..certe pratiche!” fece sbiancando. Poi fissò Zoro, che lo stava fulminando con una delle sue occhiatacce e divenne una maschera paurosa. “TU! Ovvio che è colpa tua! Sei un perverso spadaiolo del demonio! E' così che attiri le donne, eh?! Con le tue strane proposte, vero?! Fai schifo!!! E tu, vieni con me adesso! ESIGO spiegazioni!”

Il biondo slegò Nami dal letto, lei incredula farfugliò qualcosa simile ad un “Ma non so di che parli! Non so perché sono qui!”, se la prese come un fagotto e se ne andò non mancando di urlare un ultima intimidatoria frase.

“Ringrazia la presenza delle ragazze se non faccio una strage!”

Il biondo andò via barcollando. Strano, evidentemente era molto affaticato.

Robin si mise a ridere, rise sempre di più fino a che Zoro non volle spiegazioni di quella reazione.

“Che c'è tanto da ridere scusa? Che cazzo gli prende a quell'isterico e perché Nami era con noi e chi cacchio l'ha legata così?!”

“Mfu! FUH! TU l'hai legata così! Mfufufuh!!” continuò a ridersela lei, finalmente sollevata. Poi si girò e gli afferrò la faccia dandogli un bacio affettuoso. Finalmente tutto era a posto.

“Mm! Io? Io hai detto?! Ma...ma a me non piace affatto quello che ha detto quel cuocastro! Ti sbagli! Non è che hai bevuto un po' troppo ieri sera, eh? E non ricordi bene?.. A dir la verità neanche io ricordo...non mi ricordo nulla di ieri sera...neanche di ieri” fece perplesso lui.

“Mfufu! Meglio, credimi! Mfufufuh!!” Robin se la rise ancora più forte. Inutile dire che la curiosità crebbe in Zoro. La sovrastò studiandola.

“Io..ti avevo detto che avremmo passato una notte interessante...ma non intendevo cose a tre...cioè! Non mi interessano! Mi basti tu”

“Ah, davvero? Bene a sapersi! AHAhMfufufufuhhh!! Povera Nami!”

“Ma non volevo farlo!! Cioè non l'ho fatto! Tu cosa sai? Cosa ricordi?!” chiese sempre più confuso il verde.

Robin non riuscì a rispondere, era in preda ad una ridarella terribile.

“Ti giuro....Hahhah!...è meglio....Mfufufuh! ..che non te lo dica! Ahhahahahh!”

“Robin...dimmelo!

Fu inutile prendergli le mani e immobilizzarla tentando di fare il minaccioso, Zoro non ottenne risposta e Robin continuò a ridere. Il verde non seppe nulla della giornata precedente, non subito per lo meno.

 

--

 

Chopper, Robin e Brook furono molto felici nel constatare che tutto era tornato alla normalità quella mattina. Rufy era tornato il capitano entusiasta e carismatico di sempre, Usopp il solito nasone con la tremarella in tasca, Franky era tornato a lavorare alle sue invenzioni tecnologiche scordandosi anche della proposta di matrimonio che aveva fatto all'archeologa.. e Zoro, Sanji e Nami avevano ripreso a litigare. Tutto normale, tutto regolare no?

Però nessuno sapeva che e ricordava cos'era successo...quei tre continuavano a litigare senza neanche sapere l'origine di tutto quel caos e quindi Robin ad un certo punto fu costretta a spiegare del perché Nami quella notte aveva dormito nella loro camera.

Bussò quindi alla porta della stanza della rossa e del cuoco, sentì che discutevano, si portò pure Zoro con lei.

Entrò e vuotò il sacco. Inutile descrivere l'incredulità dei tre che rimasero senza parole, il biondo e il verde furono talmente increduli e spiazzati che neanche credettero alle parole della mora all'inizio.

“IO....un perdente del genere?!?” commentò Zoro.

“Cosa?! A me cosa?! Stai scherzando di brutto Robin?! IO AMO SOLO LE DONNE!!!!!!!!!” fece quasi in preda alla lacrime Sanji. Gli stava venendo un attacco di panico!

Robin cercò di calmare gli animi, spiegò che aveva optato di spiegare come erano andate le cose solo a loro tre lì presenti per far capire l'equivoco di quella mattina e che non era necessario che gli altri sapessero, tanto nessuno ricordava nulla della giornata precedente.

“Grazie Robin, sei un'amica speciale!” la ringraziò Nami che poi andò ad abbracciarla, mentre i due ragazzi scuotevano ancora la testa un po' imbarazzati a dir il vero.

“Sono contenta che tu sia rinsavita e tutto sia apposto ora”

“Anche io! E meno male, nessuno di noi è da incolpare!” fece la rossa “Quindi possiamo proseguire il nostro viaggio tranquilli”

“Speriamo, Nami, speriamo” le rispose la mora stringendola. Proprio in quel momento le gambe della rossa cedettero.

“Hei! Nami! Cos'hai?!” esclamò Robin che non era pronta a tenerla.

I ragazzi si mossero per afferrare le due donne ma a fatica, anche loro si sentivano spossati.

Alla fine Nami venne coricata a letto, venne svegliato il povero dottore che stava dormendo in quel momento e venne deciso che quella sarebbe stata una giornata di assoluto riposo per tutti. Evidentemente quello stato di stanchezza generale era uno degli effetti collaterali di quella polverina.

Robin e la renna allora si assicurarono che tutti rimanessero a letto, fecero i crocerossini per tutto il giorno, portarono cibo e generi necessari in ogni camera aspettando che ognuno riprendesse le forze. In una gioranata calda, afosa più che mai. Ormai l'avevano capito: era quel mare giallo ad emanare tutto quel calore.

Furono molto indaffarati quel giorno e solo verso sera si accorsero delle tre isole che si stagliavano all'orizzonte.

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Capitolo 29
*** Proviamo? ***


Tre isole, proprio dritte a prua.

Nami corse a prendere quella cartina. Sì, ovvio...certo! Non poteva sbagliare!

Corse e quasi inciampò sulle scale, si diede della cretina e corse ancora più velocemente. Irruppe nello studio, buttò all'aria delle carte, alcune matite caddero per terra ma... ecco! L'aveva trovata! Uscì fuori a verificare se quello che aveva visto fosse quello che credeva. Il sole del mattino le scaldò il viso ancora una volta. Si sbagliava o per caso quella mattina era un po' più fresca delle precedenti? Ecchisenefrega! Osservò il mare e poi aprì bene la carta che aveva con sé.

Quella costellazione. Sì, era inutile che la studiasse ancora, ormai l'aveva memorizzata molto bene. Avevano lasciato alle loro spalle una serie di isole, tutte quelle benedette isole formavano lo scheletro di quello che era senza dubbio un drago. Ne stavano percorrendo la schiena, stavano cavalcando la sua schiena in quel momento. Ma c'era un punto in cui quelle stelle si diramavano: era proprio lì che loro dovevano essere arrivati in quel momento, nel punto in cui nascevano le ali della creatura, del drago. Di fronte a loro, se i calcoli erano esatti, dovevano esserci quelle tre stelle, cioè quelle tre isole. Nami abbassò la carta: eh, sì, erano loro, senza alcun'ombra di dubbio.

Un sorriso apparve sul suo viso, in quell'istante avvistò Robin che usciva dal bagno.

“HEII!! ROBIN!” urlò.

La mora si girò di scatto, dubbiosa.

“Sì, Nami?”

“Perchè non me l'hai detto?? Ci sono tre isole davanti a noi! E ...e guarda! Guarda bene!!” indicò la rossa improvvisamente stupita.

Il tono accusatorio della rossa cambiò repentinamente infatti. Aveva visto qualcos'altro di interessante all'orizzonte. Era spettacolare...quasi magico quel posto! Però era calcolato, no? Tutto calcolato.. previsto!

“Mi spiace, Nami! Non volevo dist....”fece la mora ma si bloccò accorgendosene.

“QUEL MARE IN FONDO E' VERDEEEEE!!!! LO VEDI NAMI?!?! E' VERDEEE!!!! Il mare giallo è FINITO!!” urlò il capitano sopra l'albero maestro. Anche lui ormai aveva ripreso tutte le forze.

“Quanto chiasso per niente...” Zoro sbucò fuori dalla stanza, in realtà era curioso anche lui di vedere lo spettacolo.

Chopper corse vicino a Robin, tutto felice.

“Caspita ma questo mare è più unico che raro! Prima rosso....poi arancione, dopo giallo e adesso verde?!!” fece con gli occhi scintillanti.

“Sì, tutto come nella profezia” sentenziò l'archeologa “QUANDO LA NEVE CADRA' IN PRIMAVERA, NEL TRENTESIMO ANNO DEL DRAGO, I GRANDI APPARIRANNO PER VEDERE LE LUCI E IL MARE SI TINGERA' D'ARCOBALENO. DALLA CODA ALLA TESTA, SOLO I MERITEVOLI GIUNGERANNO AL LUOGO SACRO DEGLI DEI. SUPERATA LA RINUNCIA, IL VARCO SI APRIRA' PER DIECI ANIME” recitò, ma senza alcuna emozione. Ormai quella tiritera l'aveva ben stampata in testa.

“E quindi...questo sarebbe un...come un grandissimo arcobaleno d'acqua?!” chiese la renna spalancando le zampine.

“Mm...se vuoi metterla così” fece la mora facendogli mezzo sorriso.

“Certo che è così!” si aggiunse al gruppetto la rossa “E alla fine di questo grande arcobaleno troveremo la nostra pentola piena d'oro!” terminò. Le si stampò in faccia un bel sorriso furbo.

 

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10.345...10.346...10.347...

Muscoli in tensione, pelle sudata.. la faccia tirata in uno sforzo. Con un “ClanK” secco e sonoro il bilanciere venne appoggiato con veemenza a terra. Non andava, non andava assolutamente. Uno: quel bilanciere stava diventando troppo leggero per i suoi gusti. Due: il pensiero della figura di merda che aveva fatto davanti alla sua donna non gli dava pace.

Zoro si tirò sù a sedere velocemente.

Io...che scappo davanti ad un nemico?! Una pappamolla della peggior specie!!.. Ma che andasse al diavolo!! Se lo rivedo lo riduco a brandelli quel polipo del demonio!! Lui, e tutta la sua famiglia se ne ha una!!”

Imprecando, il verde prese un asciugamano, si asciugò il viso e il petto, lo buttò a terra e uscì dalla palestra. Era ora di farsi una doccia, sì, una doccia rigenerante. Zoro guardò il cielo: doveva essere pomeriggio inoltrato! Il sole stava già calando..

Stava per salire la scala che portava al bagno quando una voce irruppe sul ponte.

“UDITE UDITE!! L'abbiamo ultimata! E si chiamerà.....POLVERE CONFUSIONARIA!”

Zoro si mise a fissare il nasone con aria interdetta, non capendo a cosa si riferisse il cecchino. Uscì il cuoco dalla cucina nel frattempo, il capitano si svegliò dal suo pisolino, Brook smise di suonare a poppa ed anche Nami raggiunse il ponte per sentire perché quell'Usopp casinista urlava. Insieme a lui c'era anche la renna che accompagnava il nasone con aria beffarda e felice.

“Sì! Siì! Ce l'abbiamo fatta! Questa è la nostra pericolosissima nuova arma ragazzi! Usopp sta anche ultimando delle mini bombe confusionarie da usare con la fionda! Sarà fantastico vedrete!!!” esclamò Chopper indicando la boccetta giallognola che il cecchino teneva tra le mani.

“Certo! Prima però dobbiamo... testarla!” aggiunse il nasone.

“Sì! Testarla!” ripetè la renna.

“Come testarla?” fece la rossa.

“Cerchiamo un volontario!” buttò lì Usopp.

“Un che?!” fece il capitano (che il termine “volontario” neanche sapeva che significava!).

“CERCHIAMO UN VO! LON! TA! RIO!” urlò il nasone, pensando che Rufy non avesse sentito bene.

A quelle parole si dileguarono tutti. Anche Rufy corse via, ma solo perché imitò gli altri, scappò via ridendosela.

Cose da pazzi, nessuno voleva fare la cavia di quell'esperimento! Era da prevedere, pensò il nasone.

Zoro raggiunse il bagno a passi spediti e si chiuse dentro, Nami prese di corsa la via della camera, il capitano schizzò nel punto più alto dell'albero maestro, Brook iniziò a correre all'impazzata sentendosi senza via di fuga e Sanji si sbrigò a raggiungere Nami.

“Hei! Così non è collaborare!” protestò Usopp che però vide che qualcuno invece era alla sua portata (Brook, che era ancora impanicato sul ponte).

Quindi il nasone corse da lui, saltellò cercando di essere affabile e cercando di calmare lo scheletro dicendo che avevano modificato la polverina di quella bestia, che ora l'effetto durava pochi minuti (in teoria), che non faceva alcun male (in teoria) ma lo scheletro continuò a scappare come un matto e... qualcosa andò storto. Sì, andò storto perché Usopp inciampò, la polverina si librò sopra di lui, lo inondò completamente e il moretto cadde a terra sfracellandosi.

Chi la fa l'aspetti. E l'aspetti pure brutta!

Il nasone infatti cadde di peso, piombò a terra come paralizzato sul colpo.. e a terra rimase, privo di segni di vita.

“Un medico!!! Un medico!!” iniziò ad urlare Chopper. “Ah, sì! Il medico sono io!!” fece come al solito. Ma nel bello che la renna riprendeva il controllo di sé, dopo un paio di minuti, Usopp si risvegliò improvvisamente.

Il cecchino aprì gli occhi, li sbattè più volte, poi fissò la renna ancora in preda al panico e...si mise a ridere. Ridere come non mai. Forte, più forte possibile. Come se quello che vedeva davanti agli occhi fosse tutta una barzelletta.

“Usopp...L'hai respirato vero?! Stai bene adesso?! Ma.. cos'hai??! Usopp, forse abbiamo sbagliato qualcosa...” commentò Chopper costernato.

“YAHAHHAHAHHAHHAHAHHAHHHAHH!!!!!! GUARDA CHE NASO!!!!! GUARDA CHE NASO CHE HAI!!! AHAHHAHAHAHHAHAH!! BLU!!!!! AHHAHAHAHAHYAYAYAYAAHHAHAHHA!!!” se la rideva il nasone che aveva già iniziato a piangere dalle risate “E questo cos'è??? COS'E'?!?! HAHAHHAHAH!!!! Ma è il MIO NASO!!!! YAYAYAHAHAHHAH!!!! E' così LUNGO!!!! YAHAHAHHAHAHAH!!!!!! RIDICOLO!!!!! YAYAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAH!!!!!!!!”

Non la finiva più, Usopp era proprio fuori come un balcone e non dava alcun segno di voler smettere.

Beh, chi la fa l'aspetti pensò Brook nascosto dietro ad un albero della nave, lui si era salvato.

 

“Ahahhaha!!!!”

Il biondo spiava dalla porta socchiusa.

“Ahaha! Ma perché ride così?”

Fece la rossa che era appiccicata al ragazzo.

“Ahahhaah! Non lo so!”

“Beh, in tutti i casi, ben gli sta! Hahahah!”

Sanji e Nami osservarono ancora un po' la scena ridendo ma poi il ragazzo chiuse la porta. Si girò verso la rossa e le diede un bacio affettuoso.

“Che dici di...approfittarne un po' visto il trambusto eh?” le fece ammiccando.

“Che...cosa vuoi intendere eh?” rispose lei fingendosi ingenua.

“Lo sai che intendo” disse lui avvicinandosi.

“Ma...non stavi preparando il pranzo?” gli chiese, mentre sentiva le mani di lui scendere verso le sue natiche “Non è che si brucia qualcosa in cucina?...”

“E' già tutto pronto” gli sussurrò lui in un orecchio facendola rabbrividire “I fuochi sono spenti...il solo fuoco acceso, molto acceso, sono io in questo momento”

“Mm...d'accordo allora, la fame del capitano dovrà attendere” fece lei indietreggiando e portandoselo dietro. Finirono nel morbido letto e iniziarono a togliersi i vestiti ridacchiando.

 

---

 

Il verde mollò l'asciugamano a terra, si tolse tutto e andò ad aprire la manovella dell'acqua. La doccia si attivò, il getto di acqua calda cominciò a scendere e iniziò a diffondersi quella gradevole nebbiolina che rendeva quel momento ancora più rilassante.

Zoro ci si buttò sotto a quella pioggia bollente, si sconquassò un poco i capelli ed emise un “Ahh!” di piacere. Diosanto, era quello che ci voleva! Avrebbe almeno disteso un po' i nervi! Certo che forse era un po' troppo bollente quell'acqua, pensò. Cercò con la mano la manovella ma sul momento non la trovò. Poi venne travolto da una cascata gelata.

Il getto d'acqua divenne all'improvviso freddissimo e lo spadaccino urlò.

“MA PorcaVaccAAHH!! imprecò. E poi sentì una risata molto familiare.

“Scusami tigrotto...ma mi hai rubato il posto, dovevo farti per forza uno scherzetto!” fece Robin dietro di lui.

Zoro si girò velocemente, con un'espressione intirizzita e incazzata, la squadrò. Vide che era completamente nuda quindi alzò subito lo sguardo sul suo viso, un po' spiazzato.

“Bello scherzo!” fece furibondo “Ma dove diavolo eri nascosta?!”

“L'hai detto, sono un diavolo...quindi non parlo dei miei segreti” disse lei avvicinandosi e appiccicandosi a lui.

Zoro cambiò atteggiamento sentendo quel contatto così gradevole, le fece un sorriso sghembo, quella donna era tremenda. Ma era proprio per quello che le piaceva tanto no? Aveva pure la faccia tosta di fargli un sorriso angelico ora! Le piaceva provocarlo, tutto qua. Eppure all'inizio, quando si erano conosciuti, non era stata affatto così...era sempre stata sulle sue, sempre molto accomodante. Ora più lui le dava corda e più lei prendeva il sopravvento..ma forse era solo un modo per attirare l'attenzione. Eppure.. le donne erano di natura ingannatrici, l'aveva sempre sostenuto!

Mentre faceva questi pensieri, Zoro sentì qualcosa di freddo in testa, poi qualcosa iniziò a massaggiargli il capo. Vide Robin che aveva il bagnoschiuma in una mano, se lo versava sull'altra, un'altro arto compariva per appoggiare il recipiente a terra e.. subito dopo lei che iniziava a spargergli quel sapone sul petto, con delicatezza, dolcezza, con un amore e un'attenzione quasi meditativa, non c'era nulla di erotico in quel gesto, era piuttosto materno. E nel frattempo quelle mani (in più) che sentiva massaggiargli la testa continuavano. Era tutto molto piacevole, non poteva negarlo. Si fermò sul suo viso, ad ammirarla, finché anche lei lo fissò a sua volta e accennò ad un sorriso divertito e dolce.

“Mfuh! Adesso sì che sembri un vecchio marimo!” disse, fissando la testa tutta schiumata del verde.

Si era sbagliato, sì si era sbagliato dannatamente. Quella donna lo amava appieno. Sì, era un po' difficile da gestire certe volte ma si prendeva sempre cura di lui ed era sincera, si vedeva che nutriva un bene puro per lui, era chiaro.

“Vedi? Mi sto facendo perdonare” fece lei e attivò l'acqua calda con un ennesimo arto spuntato dal nulla. Lo spinse delicatamente sotto. “Chiudi l'occhio” gli disse piano, premurosamente.

L'acqua arrivò tiepida e piacevole sulla sua pelle, lavò la schiuma facendola scivolare via, la carne rosa scuro riapparve, i capelli verdi riaffiorarono.

“Prenderai freddo” fece lui ancora sotto il getto caldo, sputacchiando l'acqua. La afferrò e la trascinò sotto con lui. Robin si aggrappò al verde, in realtà stava per scivolare! Meno male che c'era lui, era stato un appiglio solido!

“Che ne dici se adesso ti lavo io, mh?” fece lo spadaccino. Si sentiva proprio in dovere di ricambiare.

“Stiamo facendo una cosa...un pochino pericolosa” commentò la mora.

“Ormai ne siamo abbituati” fece Zoro, che bevve anche un po' d'acqua.

 

---

 

“Tu ne sei sicura?? Sei sicura di quello che …?! ..!!!..” fece il biondo, ma si bloccò.

Sanji sentì una fitta di piacere travolgente: Nami aveva appoggiato quelle sue inebrianti labbra proprio sopra il suo membro e il suo respiro caldo lo mandava fuori di testa. Sarebbe finita, sarebbe finita presto....molto presto! Si maledì.

Nami iniziò pianissimo a leccare, a dare dolcissimi morsi e il biondo ad affannare, cercando disperatamente di pensare ad altro. Ma come faceva?! Come si poteva FARE?! Era impossibile! Si sarebbe giocato quella relazione! In quel giorno, in quell'ora! Quindi..era scritto? Avrebbe mandato tutto al diavolo facendo l'ennesima figura di merda!?...Il biondo cercò di riprendere un barlume di lucidità. NO!! Non poteva permetterselo, cazzo! Assolutamente no!

Il biondo respirò, e mentre la rossa iniziava ad affondare e risalire, Sanji si masticò un labbro, succhiò il suo sangue e pensò alla cosa più brutta che gli era successa nella vita. Pensò alla morte della madre, pensò agli schiaffi dolorosi del padre, pensò alle continue prese in giro dei suoi fratelli...pensò alla sua infanzia di merda ma funzionò solo per poco. La sua fortuna fu che Nami smise di toccarlo, solo quello.

“Che c'è amore? Qualcosa non va?” pronunciò lei, e lui aprì un occhio.

Nami aveva sentito che si era irrigidito troppo, l'aveva guardato in faccia e si era resa conto che quella era l'espressione di una persona sofferente, come se lui si stesse trattenendo dall'esternare un dolore tremendo.

“No... no! Vai avanti...era bellissimo” le rispose lui, richiudendo l'occhio in imbarazzo totale.

“Sicuro?...Non ti devi sforzare...sei stato già molto bravo”

“Molto bravo?!..” Sanji aprì di colpo gli occhi, sembrava arrabbiato.

“Sì..” rimarcò la rossa, non capendo che avesse.

“Io non devo essere molto bravo, io devo soddisfarti!!” esclamò il biondo.

Nami lo fissò con gli occhi sbarrati, per fortuna fuori gli altri stavano ancora facendo casino, di sicuro nessuno l'aveva sentito. La navigatrice pensò di parlargli, di calmarlo, ma forse...forse non era quello che si doveva fare al momento perché avrebbe rischiato di mandare all'aria tutto. Avrebbe cercato di distrarlo invece, si sarebbe calmato a sua volta. E poi lei aveva davvero voglia di divertirsi..

“Vieni qui allora. Vuoi soddisfarmi? Allora.. soddisfami!” fece in modo sexy, tirandolo a sé e distendendosi aprendo le gambe provocandolo (come se ne avesse bisogno poi!).

Sanji, spiazzato, deglutì. Poi scosse la testa e si riprese, sapeva quello che doveva fare e l'avrebbe fatto e basta. Perchè era quello che lui voleva, che lei voleva...che volevano tutti insomma! Era ora di farla finita!

Così respirò, si calmò e iniziò a baciarle le gambe. Sì, quello era un territorio conosciuto, l'aveva già fatto e con successo. Vero, questa volta non c'era quello schifoso ma benedetto miele ma...sentiva che ce l'avrebbe fatta, era tranquillo. Forse perché l'aveva già fatto? Di sicuro quella cosa era comunque meno rischiosa di quella precedente. La pelle della rossa era così calda, così rassicurante.. stava iniziando a sentirsi già meglio. Però, incredibile! Era quasi a suo agio! Si stava strusciando a lei come un cagnolino felice..

Il biondo arrivò nella zona proibita quasi senza accorgersene. Sentì un mugolio soffocato della ragazza ma non gli fece l'effetto esagerato di sempre. Non sentì affatto quel pulsare pericoloso nelle tempie. Bene, molto bene. Sorrise, avrebbe fatto del suo meglio. Nami doveva solo essere pronta.

Questa volta non la avvisò. Si mise al lavoro subito, fiondandosi nella sua femminilità ed esprimendo appieno l'amore per lei. Nami ansimò, urlò più volte. E per fortuna nessuno sentì nulla.

 

---

 

Zoro massaggiò i lunghi capelli della mora mettendo forse un po' troppo shampoo. La trovò una cosa strana da fare e non sapeva se stava dosando bene la sua forza, ma dati i mugugni sommessi di Robin di certo non stava facendo un cattivo lavoro. L'archeologa era aggrappata a lui, con gli occhi chiusi e un'aria soddisfatta, pareva più piccola e indifesa del solito in quel momento. Forse perché era nuda? Perchè era totalmente nuda di fronte a lui? Ah, aveva un'aria da ragazzina fragile e ingenua..

Zoro continuò a massaggiare e a godere di quel momento, le piaceva quell'idea di avere tutto sotto controllo, di prendersi cura della persona che amava..e avrebbe continuato a farlo seriamente e a finire ciò che doveva nel miglior modo possibile, come aveva fatto lei. Voleva ricambiare in modo più che buono il suo gesto. Ghignò e accompagnò la mora sotto la doccia, i capelli vennero inondati dall'acqua e lei tirò indietro la testa sentendo la schiuma andarle sugli occhi, così Zoro bloccò la schiuma con le mani e la aiutò a sciacquarli. Le tolse qualche rimasuglio di shampoo anche dal viso, lei sorrise e lui le baciò il naso e poi lo spadaccino prese di nuovo il bagnoschiuma e iniziò quindi a dedicarsi al corpo della donna. Incominciò a cospargerle il sapone dalle spalle, passando alle braccia e al torace, e pensò di essere davvero professionale in quel momento. Presto lei avrebbe capito che quelle mani non erano abili solamente a sguainare spade e sollevare pesi...

Robin restò immobile ad occhi chiusi, rilassata al massimo. Fu un momento memorabile per l'archeologa. Si trattenne nel manifestare la sua emozione, si morse un labbro e fece un piccolo sorriso. Quanto era meraviglioso tutto questo?! La mora desiderò che il tempo si fermasse proprio in quell'istante.

Zoro notò la sua espressione e cercò di impegnarsi a fare ancora meglio. Trascorsero minuti di rigoroso silenzio e relax dove il verde si beava internamente di sé stesso..

“Zoro?..” pronunciò lei all'improviso.

“Hm?” rispose lui, impegnato.

“Ahm...non so come dire.. è bellissimo ma.. c'è qualcosa tra di noi..”

“Beh, ovvio che c'è” fece lui, massaggiandole i fianchi.

“Intendo..” Lei indicò con un dito verso il basso, proprio in mezzo tra loro due.

Zoro sbiancò, nemmeno se n'era accorto! Che cacchio faceva quel ..quel suo amichetto là sotto?! Che intenzioni aveva?! Era totalmente indurito e spiaccicato contro la pancia di lei, come se volesse entrare lì dentro..!

“S...scusa!” apostrofò solamente scostandosi, era pure paonazzo. Per fortuna Robin aveva ancora gli occhi chiusi, almeno quello!

“Non devi scusarti, sono contenta...che tu ti stia divertendo” commentò lei con un sorriso ampio e tirato ma tenendo gli occhi ancora serrati. Quindi era un po' in imbarazzo anche lei? Oppure stava solo facilitandogli le cose? Zoro se lo chiese e un po' si riprese da quel momentaccio. Era stato stupido non accorgesene comunque!

Ci rise sopra un po' nervosamente e poi proseguì ciò che stava facendo.

“Ogni volta che voglio riprendere dei punti con te...succede il perfetto contrario” commentò.

“Allora non sforzarti, sii naturale” gli disse Robin, con semplicità. “E poi non hai perso nessun punto”

“Davvero? Neanche con la figuraccia di ieri?”

“Quello non eri tu Zoro. Lascia perdere, non pensarci più e ...hah! Sei davvero bravo..posso incaricarti a mio massaggiatore personale?”

“Mfh...se mi paghi in sakè, d'accordo” ghignò lui compiaciuto.

“Dovrei pagarti? Tu che sei il mio schiavo adesso? Gli schiavi non si pagano”

Zoro le si appiccicò addosso e le sussurrò una frase.

“Allora..proporrei uno scambio: io ti faccio tutti i massaggi che vuoi e tu come una brava geisha mi dedichi.. altre attenzioni”

Robin si destò, spalancò gli occhi blu, quasi scandalizzata.

“Sai che le geishe non fanno quelle cose?.. Loro fanno un altro tipo di intrattenimento”

Zoro si mise a ridere. “Si! Lo so! Ti sto solo prendendo in giro. Quando la finirai con la questione dello schiavetto?”

“Quando lo vorrò io, s'intende. Diciamo, quando mi sarò stancata” fece un po' altezzosa lei, tornando a chiudere gli occhi in pieno relax. “Comunque la proposta del massaggiatore personale è molto seria. Avevo già capito in palestra che eri bravo e questa è solo una conferma”

“Grazie. Lo valuto però con un'offerta in sakè, sappilo”

“Accetteresti anche altro?” Robin sorrise maliziosamente mentre sentiva le mani laboriose di lui sulle sue gambe che non avevano mai accennato a rallentare il loro operato.

“Ma non avevi appena detto?..” fece il verde.

“Io non sono una gheisha..” ribattè la mora.

Dopo un po' il verde parlò. “Valuterò...”

Ovvio che si stavano ancora stuzzicando. La mora ridacchiò e poi si fece sfuggire qualcosa. “Caspita! Vorrei essere un liquore per essere al primo posto nella tua testa!”

Le mani di Zoro abbandonarono il suo corpo, Robin sentì la doccia tiepida travolgerla tutta, fu piacevole perché stava iniziando a sentire un pochino freddo. Il getto diminuì e subito dopo sentì una presenza davanti a lei, non aprì gli occhi, non sarebbe riuscita a vedere nulla sotto quell'acqua. Sentì quelle forti mani però tornare su di lei e prenderle il viso con dolcezza. Beh, giusto in tempo..quell'acqua la stava già indebolendo un bel po'.

“Allora, non hai capito nulla fino adesso. Niente è più importante di te ora” pronunciò lui “Nemmeno...nemmeno la spada”

 

---

 

Nami era sudata, davvero non ne poteva più. Era arrivata all'apice già quattro volte e Sanji non accennava a smettere di dedicare le sue attenzioni nel suo posto più sensibile. Ogni volta che aveva sfogato il suo piacere urlando e aggrappandosi alle lenzuola Sanji poi si era fermato inondandola di baci dappertutto ma poi era ripartito più deciso di prima. Era incredibile, doveva fermarlo, altrimenti sarebbe svenuta prima o poi! Che cosa gli era successo? Anche la scorsa volta era stato bellissimo ma questa volta era... drasticamente meglio! Forse perché erano un po' più tranquilli e rilassati nella loro stanza? No, era proprio lui che era diverso! La sua lingua danzava in modo molto esperto, si muoveva in modo più deciso quando lei voleva di più come se le leggesse il pensiero.. Aveva capito in così poco tempo i suoi punti più deboli e sensibili, e tutti i suoi desideri? Una vera rivelazione! Forse tutta quella ossessione sulle donne a qualcosa era servito dopo tutto! Nami sorrise e poi pronunciò solo un “Basta..” accerezzandogli la testa. Fermandolo prima che ricominciasse di nuovo. Sanji allora iniziò a salire lasciandole una scia di baci qua e là, arrivò ai suoi seni generosi e prese a succhiarli lentamente e con dolcezza.

“Sei..almeno un pochino soddisfatta?” le chiese.

La rossa respirò a fondo e mosse la testa accennando un sì e, vedendo il suo splendido sorriso, il biondo si sentì molto orgoglioso di sé. Ora sì che le cose stavano andando per il verso giusto.

Raggiunse il suo viso quindi, Sanji la baciò molto dolcemente e a lungo, la accarezzò tutta e poi le disse quello che gli stava balenando alla mente ormai da un po'.

“Che ne dici di..provarci? Te la senti?”

Nami spalancò leggermente gli occhi. Già si sentiva pronto a quel punto? Beh, bisognava approfittarne!

“Ah..certo. Proviamo” disse allora convinta. Era troppo curiosa e desiderosa di condividere quella cosa con lui, era da un bel po' che non sperava altro!

Il biondo allora si tirò sù, Nami ebbe giusto un attimo per notare che la sua virilità era già bella che pronta e poi non vide più nulla perché il cuoco la coprì scherzosamente con il lenzuolo, completamente.

“Stai lì sotto, arrivo subito” disse lui. La rossa lo ringraziò nella sua mente, così avrebbe avuto modo per riprendersi un attimo e respirare, ma soprattutto per prepararsi psicologicamente a quello che stava per succedere. Prima aveva esultato internamente sì, però ora si stava rendendo conto che stava accadendo davvero ed era a dir poco elettrica. Cercò di svuotare la mente e di rilassarsi. Cercò di non pensare al probabile dolore che avrebbe sentito, alle emozioni contrastanti, alle sensazioni... No, doveva solo essere presente al momento e godersela. Se ci fossero state eventuali difficoltà le avrebbero affrontate. Stop!

“Quello stronzo di un marimo mi ha imbrogliato” fece poi d'un tratto il cuoco.

Nami sbucò da sotto le lenzuola, sbirciò curiosa. “Che c'è?..” chiese.

La rossa vide il biondo seduto di lato, che si passava una mano fra i capelli e sospirava. Poi Sanji si girò così lei capì: aveva addosso un preservativo rosa fucsia, di un colore bello acceso e.. una faccia per nulla entusiasta.

“Mfh! E' questo il problema?” chiese la rossa divertita.

“Sì...non è virile per niente. Ovvio che si è tenuto quelli decenti. La prossima volta la spesa la faccio io” mugugnò di malumore.

Nami si trattenne dal ridere: che scemi! Anche in queste cose si facevano i dispetti come due bambinetti! “Mfh! Ma lascia perdere! A me piace! E magari...sa pure di fragola!” disse allora, tirandosi sù seduta.

Voleva assaggiare?! Sanji la bloccò subito con la mano. “Ah, no! Non giochiamoci la possibilità. Stai distesa e...rilassati” disse deciso senza pensarci due volte.

“Oo...okkei...” rispose la rossa tornando lentamente supina e pensando che forse aveva ragione. Finalmente Sanji era riuscito ad arrivare a quello step, lei non poteva rischiare di rovinare tutto! “Chiuderò gli occhi allora, prenditi il tempo che vuoi, avvisami solo quando...ci sei” aggiunse.

Lui non rispose. Sentì Sanji respirare sonoramente quindi, avvertì dei movimenti del letto, sentì le sue mani che le spalancavano le cosce e a ancora la sua lingua, inaspettatamente, arrivare nella sua parte più sensibile. Solo che questa volta ci restò solo per poco tempo. La stuzzicò quel tanto da risvegliare in lei la voglia di raggiungere l'apice di nuovo, era pronta, di nuovo pronta e questa volta per accoglierlo. Quel ragazzo stava pensando proprio a tutto, eh? Pensò così e poi tornò a respirare e a pensare a stare rilassata. In realtà era nervosa e ..aveva un pizzico di timore. Perchè mai avere paura poi! Dopotutto non stava mica per essere torturata, no?!

Il cuoco invece, contrariamente a quanto stava dimostrando esternamente, era sul serio agitato in quel momento. La tranquillità di prima era svanita, ora si stava addentrando in un territorio sconosciuto, molto molto pericoloso. Cercava continuamente di non immaginarsi nulla, ogni volta che lo faceva avvertiva il sangue pulsare nelle vene, non voleva assolutmente che precipitasse tutto da un momento all'altro. Ce la stava facendo, ce l'avrebbe fatta, non doveva pensare negativo, doveva farcela e basta!

Sanji quindi prese coraggio e si avvicinò di più alla rossa, stava quasi per chinarsi e accingersi a fare quel che tanto desiderava quando si ricordò di dover fare una cosa molto importante. Come scordarselo?! Allora si mise di nuovo seduto, si tappò le narici con dei rotolini di carta, si fasciò pure il naso e la testa con della carta igienica pur di scongiurare il peggio, poi tornò alla sua ultima posizione e, vedendo i due seni prosperosi della rossa in bella mostra sotto di lui, decise di imitarla e serrare gli occhi. Sì, giusta decisione.

“Amore, sto per iniziare” pronunciò.

“Okkei..” sussurrò lei.

La voce di Nami tradì un po' di emozione.

“Andrò a tentoni perché...beh, è meglio che non veda nulla, eh!”

“Non preoccuparti” fece lei, che stava praticamente impazzendo per quell'attesa.

Sanji si protese verso di lei, di più. Si chinò ancora e, ricordandosi dove si trovava la meta, iniziò ad avanzare.

Avanzava lentissimo e respirava, avanzava lentissimamente respirando forte. Presto avrebbe sentito qualcosa. Presto, prestissimo, quell'agognato contatto si sarebbe palesato. Era emozionato? Ovvio! Era tragicomicamente ed enormemente emozionato!

..E prima di quanto si aspettasse sentì qualcosa. Qualcosa di morbido e caldo, piacevolissimo, anche se aveva quella protezione che un po' attutiva quella bellissima sensazione. Era arrivato, c'era! Era proprio lì, all'entrata del paradiso! Un'ondata travolgente di emozioni lo investì, Nami spalancò la bocca sorpresa e, d'istinto, si appigliò alle sue braccia.

 

---

 

L'acqua scorreva, i loro corpi sembravano un'unica entità fluttuante sotto il getto della doccia.

Era un momento magico, l'archeloga aveva sempre pensato che sotto quella scorza impenetrabile Zoro fosse invece un uomo che conosceva la dolcezza..ma mai si era rivelato così a lei prima d'ora. Quello che stavano vivendo era uno scambio di puro affetto e tenerezza, non c'era niente di carnale in quel bacio e abbraccio infinito che si stavano dedicando in quel momento. Era così tenero che alla mora veniva voglia di piangere, e cosa sarebbe importato poi se dopo fosse svenuta sotto l'effetto stordente dell'acqua! Il modo in cui la baciava e l'accarezzava era indescrivibile..come l'emozione che stava provando. Non voleva che finisse... Zoro di sicuro si era dimenticato che l'acqua le faceva quell'effetto, infatti

la stava trattenendo lì sotto e all'inizio Robin aveva pensato pure di soffocare..ma poi si era lasciata andare ed era entrata in uno stato di beatitudine dove nulla era importante, solo lui. Lui l'avrebbe protetta, l'avrebbe sostenuta sempre, non c'era nulla da temere se lui era con lei, finché quello spadaccino le sarebbe stato al suo fianco lei sarebbe stata felice. Felice e in pace con il mondo.

Zoro, dalla sua parte, sotto quella doccia e a contatto con quella donna stava dando di matto, non sembrava, ma era così. Stava dando tutto sé stesso in quel bacio, voleva comunicarle quanto lei era importante per lui (visto che a parole non era bravo) e dall'altra parte si stava trattenendo egregiamente dal non saltarle addosso. Era stupito di sé stesso, sul serio. Era una situazione folle, bellissima e pericolosa quella. Una delle sue preferite. Ma no, non ne avrebbe approfittato.. però non ne era sicuro. Che fare?...però sarebbe stata una figata! Era indeciso?.. Lui?!

Probabilmente avrebbero finito tutte le risorse idriche della nave se qualcosa non li avesse interrotti da un momento all'altro. Perchè accadde. Ad un tratto qualcosa sembrò sfondare letteralmente la porta del bagno. L'anta sbattè sulla parete con un tonfo secco e i due fecero un balzo dallo spavento. L'archeologa bevve e tossì. Zoro chiuse l'acqua in fretta, si girò e si posizionò davanti a lei, coprendola con il suo corpo. Robin si rifugiò dietro di lui, ancora frastornata da quel bacio e dall'acqua. In verità le girava la testa alla grande.

La fitta nebbiolina che si era creata iniziò ad uscire dalla stanza da bagno.

“Chi è?! Cosa cazzo è?!...” sbraitò il verde, infuriato. Era teso come una corda di violino.

Si scorse una sagoma davanti l'uscio, una sagoma confusa.

Poi si delineò l'inverosimile.

Una figura color vermiglio. Un essere pauroso, che cadeva a pezzi, sembrò una scena da film horror.

“Oh..” commentò la mora. Quella era o non era una vera mummia insanguinata?

 

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Capitolo 30
*** Il buco nero ***


Inutile dire che quella arrivata di corsa in bagno non era una mummia insanguinata, come aveva pensato Robin, ma era il povero Sanji che aveva avuto una delle sue crisi di epistassi data dall'incontro bollente con Nami.

Inutile anche dire che Zoro lo fissò con gli occhi fuori dalle orbite, si incazzò non poco visto che il cuoco era piombato nel bel mezzo di quella situazione molto intima, che lo mandò al diavolo e che Robin calmò alla fine le acque.

Robin e Zoro quindi uscirono dal bagno ancora bagnaticci, constatarono che la temperatura esterna era stranamente fresca e si rintanarono in camera a scaldarsi e alla fine finì che fecero pure l'amore (ovviamente cercando di non far rumore perché avevano capito che quelle pareti non erano per nulla affidabili!). Infatti Nami, che in quel momento era in camera e stava cercando di eliminare delle piccole macchiette di sangue nel muro, li sentì perfettamente. Li sentì arrivare, sentì il verde lamentarsi del cuoco e la mora parlare della temperatura strana, li sentì scherzare e poi sentì il letto scricchiolare e poi capì tutto dal rumore del letto e dai mugugni sommessi. La rossa provò due emozioni contrastanti: la prima fu di divertimento (era felice che quei due se la intendessero così bene) e la seconda fu di rammarico (anche lei avrebbe voluto provare quell'esperienza con il cuoco). Però Nami riflettè anche su una cosa strofinando quella parete: lei e il biondo non erano mai stati così vicini dal farlo come quel giorno. Lei era davvero ancora molto stupita, il cuoco aveva fatto degli ottimi progressi in poco tempo e quella era la cosa più importante! Così, con un sorriso tra le labbra e un certo ritrovato ottimismo, fece un fagotto di tutto quello che si era sporcato e si avviò alla lavanderia cercando di evitare tutti i compagni di ciurma e le loro scomode domande. Così lasciò anche un po' di privacy ai due nella camera accanto.

Robin, dieci minuti dopo, si vestì silenziosamente, lasciò uno Zoro addormentato a bocca aperta sul grande letto, fece una smorfia divertita prima di chiudere pianissimo la porta del loro nido d'amore e andò a farsi un caffè in cucina (ne aveva proprio bisogno!). Sperò solo di non trovarsi davanti il cuoco per non rischiare di scoppiare a ridergli in faccia.

 

 

..

Signor papà!.. Signor papà!!”

Mi giro, rinfodero la spada. Ah..eccolo di nuovo qua, non potrò mai finire questo allenamento!

Un piccolo e sorridente bambino dai capelli neri, corti e sparati in aria, corre verso di me. Io lo so che cosa vuole. Apro le braccia e lui mi salta addosso. Non gli importa nulla che io sia madido di sudore. Me lo stringo, profuma di lei.

Papà! Cioè...Signor Padre! Hai finito?? Io voglio allenarmi con te! Quando mi insegnerai?! Dai, voglio diventare forte come te! Mi hai promesso che avrei avuto una spada! Dai! DAAAAIIII!!”

Scuoto la testa e lo guardo fisso negli occhi. Uno sguardo è bastato per fermare le sue urla isteriche.

Hei, dov'è tua madre?”

Il piccolo abbassa gli occhi, fa pure un cenno di finto pianto.

E' con quella là che urla sempre..io non la sopporto più.. voglio stare con te...” si lamenta, ma io so che sta ingigantendo il tutto.

Tua sorella è piccola e tu devi avere pazienza” dico, riappoggiadolo a terra “Ora tornerai a casa, dritto spedito, e fra poco ti raggiungerò.. e se farai arrabbiare la mamma non potrò accontentare il tuo desiderio”

Il visetto di quel bellissimo ma furbetto bambino diventò tristissimo, ora sì che era vicino al pianto.

Zoro! E' con te!..Ah, discolo ragazzino..”

Volto la testa, certo, è lei. Robin accorre preoccupata con un fagottino in braccio. La creatura tra le sue braccia pare dormire tranquilla, mentre lei sembra seriamente arrabbiata. Lancia un occhiata tagliente al bambino.

Scappa un'altra volta e l'allenamento te lo scorderai” ripeto perentorio a quel morettino, facendo così capire a lei che avevo già sistemato la questione e non servivano altre discussioni. Poi sbuffo e mi avvicino a Robin.

Com'è oggi?” chiedo, cambiando discorso e fissando la piccola.

Robin mi fa un sorriso tirato. “Meglio, è più tranquilla”

Accarezzo quei capelli verde scuro, sono così morbidi da sembrare di seta, quella bambina ora pareva un angioletto. “Ha un bel caratterino come il papà” commento. “Per me diventerà una spadaccina formidabile” mi lascio sfuggire.

Hei! Prima tocca a me!!” protesta il moretto in basso. Certo, aveva ragione.

Mm...bisogna vedere come ti comporterai. Aiuta la mamma e io ti allenerò a dovere”

EVVIVA!!!” esulta il furbetto e mi abbraccia cingendomi forte. “Dai mamma! Torniamo indietro!” aggiunge pure.

Io e Robin ci scambiamo uno sguardo d'intensa. In quel momento mi avvicino a lei e la bacio, sulla fronte. Robin controlla ancora se lei dorme, ma non ci sono problemi, è tutto ok, sta dormendo.

Quando torno a pensare alle mie katane loro tre sono già lontani: come hanno fatto? Sono già ad una ventina di passi da me. Robin, il ragazzino (strano, non ricordo il nome!) e la piccola se ne stanno andando. Cambio subito idea, forse è meglio raggiungerli, per oggi il mio allenamento può terminare qui, no? Mi sento un po' confuso. Quindi provo a raggiungerli e... accade una cosa stranissima. Fatto qualche passo loro svaniscono nel nulla e dopo poco affianco a me appare un ragazzo alto quanto me, moro, dall'aspetto mascolino e, dall'altra parte, sento una voce di ragazzina parlare in modo agitato.

Papà! ..la mamma..dov'è?” si rivolge così a me e io la studio un attimo. E' magra e ha dei capelli molto lunghi e verde foresta, impugna una spada già sguainata. Io non capisco, in quegli occhi, in quel viso spaventato, vedo solo Robin.

N..non..” riesco solo a dire. Realizzo che quelli che ho accanto sono i miei figli, ma sono cresciuti di un bel po'...inspiegabilmente.

Confuso, guardo ancora quei due ragazzi che cercano in me solo un accenno, un conforto, un comando d'azione. Ma io non ho risposte, non ho soluzioni, io solo...non capisco.

Padre..io temo che..” fa il ragazzo, preoccupato, con una voce molto più matura di quanto mi aspettassi. Sono stupido in quel momento, mi focalizzo sulla sua cicatrice, ne ha una evidente sulla mascella. Chissà come se la sarà fatta, penso.

E poi sento lei, urla il mio nome.

ZOROO!!”

Guardo ancora di fronte a me. Quante volte ho sentito il mio nome urlato dalla sua voce? Tante, troppe. Mi sento così stupido! Perchè non ci arrivo? Io non arrivo mai in tempo..

Scuoto la testa, inutile tergiversare ancora. Eccola lì, a pochi passi da me. Quando fisso la sua immagine però mi salta il cuore nel petto. Non è sola, lei non è sola, lei è con il mio più acerrimo nemico: Dracule Mihauk.

Quello stronzo le punta una spada alla gola e io mi blocco interdetto. Lo so, la mia rabbia è pronta ad esplodere.

CHE CAZZO VUOI, MALEDETTO??!!” gli urlo. E lui non reagisce.

La ragazzina mi blocca un polso, stavo già per sguainare le spade.

Ti prego, padre, ragiona! E' pericoloso! Usiamo una strategia!”

No, facciamolo fuori e basta” dice il ragazzo invece, puntando già la sua katana nera (..nera? di già?!) contro l'avversario.

ANDATE A CASA VOI!” alla fine urlo. Che diavolo, non li avrei messi tutti in pericolo!

Detto ciò i due svaniscono come se fossero stati cancellati da una grande gomma di un disegnatore enorme e svalvolato. Ma non ci bado troppo, Robin è la mia priorità adesso. E' ancora tra le grinfie di quel dannato, ha gli occhi chiusi ma non sembra spaventata.

Non sono io il tuo nemico, Roronoa Zoro” fa Mihauk.

Ha ragione” pronuncia Robin piano, comunque la sento.

Ancora.. Non ci capisco un cazzo ancora.

SMETTILA DI BLATERARE E LASCIALA ANDARE! VUOI UN'ALTRA LEZIONE, EH?! COSA VUOI, LA RIVINCITA?!” gli urlo.

Mihauk sorride, sorride proprio quello stronzo!

Lui è vicino, lui vi inghiottirà, non avrete scampo...non sarai più una mia preoccupazione” dice.

LUI CHI?! CHI E' VICINO?!” domando ribollendo e sempre più confuso.

Ad un tratto non vedo più neanche lui, Mihauk svanisce. Sarà stato cancellato anche lui? Me lo chiedo stupidamente.

Mi sento davvero un fesso a farmi queste domande, il fatto è che tutto, davvero tutto mi sembra irreale e strano. Rimane solo lei ad occhi chiusi, lontana da me sempre venti passi.

Venti passi non sono tanti da fare, mi dico, ma il terreno sotto ai miei piedi non riesco più a percepirlo chiaramente, neanche il resto. Gli alberi, quel prato verde, quelle case in lontananza... dove sono finite? Ah, non riesco a camminare in questo... questo nulla.

Sto volando? Lei sta.. come si dice, fluttuando? Vedo solo lei, diamine, non c'è nient'altro oltre che noi... solo nebbia!

Invece qualcosa c'è. Guardo bene: dietro a Robin si sta allargando un grande cerchio nero, sempre e sempre più grande. Si sta allargando in modo costante ed evidente! E lei si sta rimpicciolendo... o meglio, ora capisco, Robin sta per essere risucchiata da quel cerchio, da quella macchia nera.

Il panico. E' proprio panico quello che provo! Ho provato un'angoscia così forte solo poche volte nella mia vita ma ora ce l'ho dentro, la sento dilagare e mi sta travolgendo. Muovo le gambe per andare a recuperare la mia donna ma è inutile, è come se fossi immerso nel nulla, i miei movimenti non mi fanno avanzare. DEVO MUOVERMI, mi ripeto, ma non c'è nulla che io possa fare.

Sto lì a guardare. A guardare Robin che sembra soffocare e urlare (non riesco neanche a sentire che mi dice!). E poi la vedo svanire dentro a quel buco.

Perchè non è un cerchio, non è una macchia, quello è un cazzo di buco nero.

E ora verrà a prendere anche me.

I miei figli... se non riuscirò a proteggerli... che ne sarà di loro?

 

..

 

 

Zoro inspirò forte e con un urlo immane si svegliò. Sbarrò l'occhio e la prima cosa che vide fu il viso della mora che lo fissava spaventata. Poi lei sospirò mettendosi una mano al petto.

Gesù...! Mi ha fatto prendere uno spavento sul serio” si espresse. Robin davvero pareva scossa. “Di nuovo quell'incubo per caso?”

Lo spadaccino si alzò dal letto, di fretta. No, non voleva raccontarle nulla, era troppo imbarazzante! E poi si sentiva stupido, quasi quanto si era sentito nel sogno.

“Vado a lavarmi” disse, prendendo furioso la porta. “E' troppo caldo qui dentro!”

La mora con i suoi poteri fece apparire immediatamente una ventina di braccia che lo bloccarono. Eh, no! Questa volta avrebbe saputo tutto! Fino nei dettagli! Zoro non gli pareva affatto in sè, era in un bagno di sudore e quel caldo che diceva di sentire era una bugia colossale, lei lo sapeva.

“Fermo, tigrotto. Non potrai lasciare questa stanza fino a che non mi dirai cosa hai sognato” disse, cercando di essere pacata.

Il verde non girò la testa, in realtà non voleva proprio guardarla, era sicuro di essere pure rosso in faccia. Parlò con una voce non proprio ferma. “Lasciami, Robin. Non farmelo ripetere, non voglio incazzarmi con te”

Robin si mosse lentamente e non mollò nessuna delle sue mani. Si avvicinò a lui e gli porse dapprima un fazzoletto, poi vedendo che lui continuava a non badarla iniziò lei stessa ad asciugargli il sudore dal viso. Quell'uomo fece per scansarsi leggermente, ebbe un fremito, la mora si chiese se stesse tremando. Quindi era giusto quello che aveva intuito, doveva essere qualcosa di veramente pesante. Per uno come lui poi!

“Zoro, lo sai che io ci sono sempre per te. Dimmi cosa hai sognato, confidati. Se non vuoi farlo con me con chi lo devi fare?”

“Con nessuno” fece, quel testardo.

“Perchè?” chiese la mora dolcemente, fece sparire qualche braccio per posizionarsi davanti a lui e far sì che i due loro visi fossero l'uno davanti all'altro. “Mi farà molto male se tu non vorrai farlo. Non ti fidi di me? Io so che tu ti fidi. Quindi lascia che io prenda un po' del tuo fardello.. voglio sostenerlo con te. Vedi? Ho tutte le potenzialità per farlo” disse ancora, alludendo alle sue capacità e facendogli un sorriso sincero.

L'occhio di Zoro guizzò solo un secondo su di lei. “Non è necessario” pronunciò.

Robin sospirò e prese un po' di tempo. Forse aveva capito quale poteva essere la strategia giusta, avrebbe provato.

“Ok... Temo, temo tu abbia fatto un sogno orribile, orribile come quello che ho vissuto io notti fa o forse peggiore. Non te l'ho detto prima perché non volevo parlarne... però ora ti dirò cosa mi ha spaventato di più. L'ho sognato ripetutamente in questo ultimo periodo”

Lo spadaccino tornò finalmente a guardarla, pareva interessato. Una goccia di sudore cadde dalla sua fronte per finire chissà dove.

“E' una specie di... buco nero”

 

--

 

A cena si presentarono tutti molto... infreddoliti. La temperatura lì fuori era calata drasticamente, erano ormai entrati nel mare verde (nel pomeriggio Rufy aveva tentato di bere l'acqua marina ma Usopp e Franky l'avevano bloccato in tempo). Di certo nessuno si aspettava quel gelo comunque! In cucina si lamentavano tutti.

“Oohh...m-moriremo congelati! Ah, beh...ma t-tanto io sono già m-morto” balbettava Brook.

“S-S-Sanji, d-dimmi che s-stasera ci f-farai un b-brodino c... c-c-c-c-c-caldo!” batteva i denti Usopp.

“No! NO! Carne bella c-calda! Anzi, no! Un bello spezzatino c-caldo!” fece Rufy saltando sulla sedia eccitato.

Ormai erano tutti presenti, tutti infagottati negli indumenti più pesanti che avevano trovato, tutti in attesa della cena.

“Stasera ramen caldo” fece il cuoco con noncuranza, girandosi con quattro scodellone fumanti.

La ciurma esplose in approvazione, era proprio ciò che ci voleva.

“Nami, non è che siamo fuori r-rotta?” chiese Usopp “E' p-piombato il g-gelo all'improvviso...cioè, è strano...n-non siamo neanche ap-approdati in un'isola.. ho notato che le v-vele si sono irrigite dal freddo...sarà un bel p-problema se continua così...e il t-timone...”

“Falla finita, Usopp!” fece la rossa, soffiando su suo ramen bollente (ovviamente era stata la prima ad essere servita) “Siamo giustissimi! Siamo entrati nel mare verde e fra poco vedremo l'isola che ci confermerà la rotta. Che sia molto freddo è vero ma troveremo una soluzione in ogni caso. Anche per il timone”

“Se ci fosse qui Jimbe..lui saprebbe che fare” commentò la renna poi.

Calò un silenzio tombale.

Qualcuno guardò Chopper solennemente, per poi tornare a mangiare il proprio ramen caldo con un velo di tristezza.

Nessuno parlava di lui ormai da un pezzo. Dopo la sua scomparsa durante la battaglia di Wano avevano trascorso una settimana nel più completo mutismo, in attesa del suo ritorno, ma Jimbe non era mai più tornato da loro, era molto probabilmente morto nello scoppio di una bomba gigantesca lanciata dal nemico. Era stata dura ammetterlo, era stato gravoso andare avanti e lasciare l'isola senza di lui. Anche i festeggiamenti per la vittoria su Kaido non erano stati goduti appieno dai Mugiwara.

“Ce la siamo cavata sempre, anche prima di Jimbe. Franky conosce questa nave meglio di chiunque altro” sentenziò poi lo spadaccino dopo un po'.

Qualcuno lo guardò male, altri annuirono tristemente, ci fu chi lo fissò chiedendosi se quell'uomo avesse un cuore.

“Certo che gli zombi di Thriller Bark avevano più sensibilità di te” pronunciò la navigatrice.

“E ti stupisci?” fece il cuoco.

“Hei, io volevo solo dire...” iniziò Zoro, ma qualcuno aggiunse che Nami aveva ragione e da lì inziò una discussione furibonda, una delle solite. A Zoro diedero del marimo cattivo e insensibile e lui rispose a tono e bla, bla, bla... fino a che Robin intervenne in difesa del verde dicendo che Zoro forse voleva solo far coraggio alla ciurma, che una soluzione si sarebbe sicuramente trovata visto le capacità di Franky.

Tornata la tranquillità, presto tutti finirono il ramen, alcuni commensali molto noti fecero il bis e il tris, quindi poi arrivò il dolce.

“Tortino caldo alla vaniglia e cacao” fece il cuoco, sempre senza gioia (quella sera pareva parecchio strano).

“Ooohhh!!” commentò felice il capitano, non ancora sazio.

“Che beello! Una torta calda calda! Certo che sei il migliore, Sanji!” disse la renna con gli occhi a cuore.

Venne servita a tutti una monoporzione marroncina e giallina servita con una salsina al cioccolato che decorava il piatto di eleganti scarabocchi. Zoro la allontanò, preferì scolarsi un bicchiere di sakè in più. Sanji gliela tolse da sotto il naso, arricciò le labbra disapprovando e la diede a Rufy che la ingoiò in un boccone.

“Grazie Zoro!” fece pure il capitano.

Nel frattempo di questa scenetta, l'archeologa notò una cosa insolita sul suo piattino. La sua salsa al cioccolato sembrava formare un messaggio preciso e non un semplice ghirigoro, Robin saettò un occhiata al cuoco che fece scattare un sopracciglio in cenno d'assenso quindi lei capì che aveva visto giusto. La mora si affrettò a cancellare la scritta con una forchettata prima che qualcuno di sua conoscenza capisse qualcosa. Poi andò via per prima dalla cucina, diede la buonanotte a tutti e disse a Zoro che avrebbe tardato un po' perché si sarebbe fatta un bel bagno caldo prima di dormire e avrebbe anche approfittato per studiare alcune cosette. Il verde non fece domande e la salutò con un cenno.

Dopo un quarto d'ora erano tutti nelle loro stanze sotto a coperte belle grosse, alcuni pure vestiti perché la temperatura era sempre più gelida. Ovviamente tutti tranne Chopper e Brook che erano sfortunatamente di vedetta. L'unico che non si lamentava comunque era la renna, lui era abbituato al freddo.

 

–-

 

Mancava poco a mezzanotte e la porta della cucina si aprì e chiuse velocemente. Robin, avvolta da una copertona grossa, fece scattare la serratura, si girò e salutò il cuoco a bassissima voce. Sanji aveva finito di sistemare la cucina ormai da un bel pezzo, le disse che stava per andarsene, credeva ormai che lei non passasse più. Era in fondo, seduto stancamente a capo della tavola grande. Aveva addosso solo quella giacca blu..non aveva freddo?

“Mi spiace, in realtà ho preso sonno in bagno...comunque ora sono qui. Cosa volevi dirmi?”

Il cuoco accennò ad un sorriso che poi sparì subito. “Tranquilla Robin-chan, sei anche troppo gentile. Io...non so da dove iniziare” fece lui, a Robin pareva nervoso.

L'archeologa sospirò ipotizzando nella sua mente già il motivo di quell'incontro, si avvicinò al tavolo ma rimase in piedi.

“Sai, credo che in questo periodo noi tutti abbiamo avuto l'occasione di conoscerci ancora meglio, anche io e te. Non credo che tu debba farti problemi a raccontarmi qualsiasi cosa. Siamo più che fratelli ormai”

“Ti ringrazio davvero” fece il cuoco, e invece di accendersi una sigaretta come al solito, si versò un bicchiere di sakè e lo fece fuori in un secondo. Robin lo fissò stupita: eccoci ancora, aveva già visto quella scena, di sicuro Sanji era molto preoccupato.

“Ne vuoi?” le chiese. “No, grazie” rispose prontamente lei, a dire il vero era curiosa ma anche si sentiva davvero stanca e non vedeva l'ora di andare a dormire.

“Allora sarò breve” iniziò dunque il biondo con lo sguardo al tavolo “Io sono un disastro con Nami. Ho bisogno di tuo consiglio...altrimenti credo che la perderò. E io non voglio, non voglio assolutamente!” fece il cuoco sbattendo un pugno sul tavolo. Robin si chiese se fosse impazzito, quel pugno avrebbe potuto far arrivare in cucina Brook o la renna di vedetta, come gliel'avrebbero spiegato poi quell'incontro?

“Sanji! Non far rumore e.. spiegati meglio, cosa intendi?” gli chiese la mora avvicinandosi e togliendogli il bicchiere dalla mano. No, l'acol al cuoco non faceva affatto bene, non era come Zoro, lui non lo reggeva proprio!

“Oh..scusami tanto..sono uno scemo” si depresse ancora di più lui, poi partì di nuovo esagitato. “Miele, bende, buio, ricordi terribili della mia infanzia, di quegli stronzi dei miei fratelli! Ho provato di tutto! Non è servito a nulla.. perché dovevo nascere così idiota?!” fece e si mise a bere direttamente dalla bottiglia.

Robin lo fissò ancora più sbalordita, aveva capito a cosa alludesse. Alludeva ai mille tentativi di approccio intimo con Nami andati non proprio a buon fine. Però quello che doveva fare adesso l'archeologa era togliergli quell'alcol dalle mani.

 

 

--

 

A mezzanotte e mezza Zoro si svegliò, non si accorse dapprima che la mora non c'era, ancora assonnato sbadigliò e gli venne in mente subito la figuraccia fatta con l'incubo nel pomeriggio.

Alla fine lui aveva confessato tutto, anche la cosa dei figli, di lei rapita da Mihauk e della sua sparizione dentro quel buco risucchia tutto, di lui che non era stato in grado di fare nulla per salvarla. Si ricordava bene la faccia di Robin durante il suo racconto: era stata allibita, poi imbarazzata e alla fine i suoi occhi erano diventati pure lucidi. Aveva voluto sapere tutti i particolari di quei “figli” inventati dalla sua mente in fase REM, li avrebbe disegnati aveva detto, poi lo aveva abbracciato e baciato in modo tenerissimo, aveva pianto, gli era saltata praticamente addosso e di nuovo, l'avevano fatto di nuovo.

“Caspita! Devo fare più spesso degli incubi se questi sono i risultati!” bisbigliò il verde sorridendo, però il suo sorriso svanì subito poiché ricordò anche il particolare inquietante di quel buco nero. Robin gli aveva detto che anche lei l'aveva sognato e questa era una cosa troppo strana, troppo particolare per non tenerne conto. L'ultima cosa che fecero fu decidere che avrebbero aspettato per riferirlo agli altri e si sarbbero detti se quei sogni fossero tornati. Con quest'ultimo pensiero, finalmente, il verde tastò nel posto della compagna ma, con suo stupore, non la trovò.

Si alzò a sedere subito, guardò l'ora nell'orologio appeso in camera, le lancette a katana segnavano mezzanotte e quarantasei minuti.. Che diamine, dove diavolo era finita?

 

–-

 

Sanji si stava prendendo la testa con entrambe le mani. Non andava affatto bene.

“Vuoi una camomilla? Dicono che aiuti” fece Robin, preoccupata davvero.

“No. Sul serio, grazie ma... no. Va... bene” disse incerto il cuoco.

Robin era vicina a lui, si era seduta accanto al cuoco e stava cercando di confortarlo a parole. Lui le aveva raccontato sul serio tutto, fin nei minimi particolari. Ora sapeva anche troppo.

“Comunque, ti ripeto, stai tranquillo. Se è come mi dici stai facendo ottimi progressi, non vedo perché buttarsi giù così. Devi solo accettare che sei fatto così, Nami ti conosce e ti accetta come sei. Lei ti vuole davvero molto bene, me lo dice sempre ed è contenta di stare con te”

“Non lo so...so che se va avanti così...io...lei....boh..”

Sanji ormai faceva difficoltà a parlare, pareva esausto e un po' tantino brillo.

“Non tutto riesce al primo tentativo, bisogna avere pazienza e riprovare. Voi non avete mollato fino ora, per questo siete a buon punto”

“Mm...sì...vero. Cosa posso...fare?”

“Insisti, riprova. La tua tattica di pensare alle tue sventure passate ha funzionato...e c'è per caso qualcos'altro che non ti piace oltre al miele?” fece lei, davvero ora non sapeva più che dirgli.

“Oh... mah, la coca cola. La coca è puro zucchero, la coca fa schifo” pronunciò.

A Robin venne in mente un'idea folle, pazzesca. Gliela disse credendo che tanto il giorno dopo il cuoco l'avrebbe dimenticata.

“Allora fate un bel bagno nella coca cola, no?” sparò. Oh, va bene aiutare il cuoco ma adesso non vedeva l'ora di andare sotto le coperte.

“O..ottima idea, Robin!” bofonchiò il cuoco e poi crollò con la testa sul tavolo.

L'archeologa si allarmò, si avvicinò di più al cuoco per vedere se era morto o altro e a pochi centimetri dal suo viso constatò che stava respirando. Decise quindi di andarsene, si tolse la grossa coperta che la avvolgeva e coprì il cuoco che altrimenti sarebbe congelato e si alzò dalla sedia.

Peccato che balenò un'occhiata alla finestra e vide un occhio furibondo che la fissava.

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Capitolo 31
*** Illusione o realtà? ***


L'archeologa si affrettò ad aprire la porta della cucina. Zoro entrò velocemente, nero di collera.

“E quindi?! Che fate qui voi due?!” sbottò, troppo arrabbiato anche per avere freddo.

La mora fece subito cenno di fare silenzio, gli disse sottovoce che aveva preso sonno nel bagno grande, poi era andata in cucina per prepararsi qualcosa di caldo ma aveva trovato il cuoco brillo e in uno stato pietoso e l'unica cosa che aveva potuto fare era stata quella di coprirlo per evitare che si congelasse, tutto qui. Zoro, in risposta, assottigliò ancora di più l'occhio, le sparò in faccia un “Demone bugiardo!”, si tolse la veste e la fasciò con quella come un involtino primavera, infine se la caricò come un sacco di patate. Poi, così, senza dar tempo alla mora di replicare, uscì dalla cucina e tornò velocemente in camera con lei in spalla. Una volta arrivati la scaricò sul letto, senza complimenti. Robin lo fissava con occhi grandi e sbarrati, aveva tutti i capelli scompigliati e davanti al viso.

“Quindi... sei tornata a mentirmi. Complimenti!” proclamò, con un evidente brivido (c'erano tipo 30 gradi sotto zero all'esterno e lui aveva avuto la bella idea di togliersi tutto..però per coprire la sua donna questo ed altro!).

“Non è così, Zoro...” iniziò Robin, che a fatica si tirò su a sedere cercando di sgattaiolare dalla veste del verde.

“Sì..si, come no. Tu credi ancora di farmela, vero? Spiacente! Ormai ti conosco alla perfezione e te l'ho già detto una volta: tu non puoi più mentire con me” fece lui, incrociando le braccia.

“Mettiamoci sotto le coperte, è troppo freddo. Ti spiegherò la cosa, Zoro..ma non ora” disse la mora, sbuffando “Lo so, sbaglio sempre ma...è più forte di me, sono stata abbituata per anni a mentire per difendermi e mi viene naturale...ma ora beh, non ho proprio mentito, sto solo cercando di mantenere un segreto, spadaccino”

Il verde, seppur arrabbiato, ascoltò la mora e si ficcò sotto le grosse coperte, rabbrividendo ancora.

“Dio che gelo! U..un segreto?! E di chi?... Di quei due senza s-speranza?” fece battendo i denti.

Robin, che lo aveva imitato ed era anche lei sotto le coperte, spense le luci e lo avvolse con il suo corpo, cercando di scaldarlo e scaldarsi a sua volta. “Sì... l'unica cosa che posso dirti è che Sanji aveva bisogno di un consiglio per il bene di Nami, ed era un po' giù”

“Era ubriaco”

“Sì...strano, vero?”

“Di che si tratta?”

“L'ho promesso, spadaccino...l'ho già detto”

“...”

“Lo so già”

“... Davvero?” Robin non trattenne lo stupore.

“L'ho intuito, ma volevo che me lo dicessi TU”

“Zoro... non posso tradire né Nami né Sanji, mi spiace”

“Mm... questo è da te. Comunque io so già tutto, l'ho capito dalla faccenda della scorsa settimana... mi pareva strano che Nami pitturasse la camera..poi oggi quello scemo in quello stato...so che sta succedendo ed era da prevedere

Robin si avvicinò alle sue labbra, nel buio lo baciò. “Allora sai mantenere un segreto” gli disse poi.

“Avevi dubbi?”

“No, però si parla di Sanji...strano che tu non lo sbandieri ai quattro venti visto che siete soliti prendervi in giro e..”

“Lo faccio per te. Sospetterebbero subito di te...e poi il cuoco è un uomo come me. Non dev'essere piacevole quello che sta passando anche per un cretino come lui. Diavolo, è nato proprio male”

L'archeologa non credeva alle proprie orecchie! Si tirò su bene le coperte e lo riabbracciò forte.

“Non è che alla fine di questa avventura...diventerete migliori amici voi due?” chiese divertita.

“Daccordo. Domani lo sapranno tutti” cambiò idea lui.

“Zoro, scherzavo! Mfu! Fuh!” La mora se la rise proprio “Dai, dormiamo!.. Hai freddo?”

“Non mi piace che gli fai da.. psicologa adesso!”

“Mah! Mfu! Fuh!..non è così! D'accordo, non succederà più, ok?”

“Meglio per te”

“Come 'meglio per te'?..Ricorda che sei il mio schiavo, fai il bravo”

“Mm...ancora sta storia”

“Certo..”

“E quando finirà?”

“Beh, devo ancora deciderlo. Buonanotte tigrotto..”

“Uff... Notte, strega”

 

---

 

Il giorno che venne poi fu ricordato dai Mugiwara come la giornata più fredda mai affrontata sulla Sunny. Quando si svegliarono infatti, la nave era completamente coperta da uno spesso strato di ghiaccio biancastro, le vele erano bianche e completamente congelate, immobili, come se il tempo si fosse fermato, il timone bloccato e il ponte era impossibile da percorrere senza finire col sedere per terra. Non era possibile neppure rimanere fuori, la temperatura era talmente bassa che il respiro poteva congelare. Solo il mare, tra il verdino e il bianco, non era una lastra ghiacciata, comunque spesso qualche piccolo iceberg sfiorava la nave.

“Q-q-qui dice...meno q-q-quarantasei!” fece Usopp, guardando il termometro da braccio che aveva addosso “E'..i-i—incredibile!! M-mare verde del c-cacchio! Sto g-gelando! Questa v-volta non ce la faremo!”

“Il solito ottimista” commentò Zoro, avvolto nella pelliccia dei selvaggi, quella nera (ecco! Era tornata utile, pensò). Sì, però sotto ne aveva un'altra, quella ottenuta a Punk Hazard. I Mugi infatti, per contrastare quel freddo micidiale, si erano messi tutti i vestiti più pesanti che avevano, uno sopra l'altro. Così conciati sembravano proprio una ciurma di strambi ciccioni, alcuni faticavano pure a camminare con tutti quegli strati di giacche e pelliccione addosso ma era stato l'unico modo per non diventare dei cubetti di ghiaccio!. Fuori non si poteva proprio stare, quindi quel giorno Sanji, Brook e Rufy si erano chiusi in cucina, Franky era andato a vedere di sistemare il timone (lui aveva detto che quel freddo non lo disturbava più di tanto, essendo un cyborg di ultima generazione, poteva regolare la temperatura del suo corpo) e Nami, Usopp, Zoro, Chopper e Robin invece si erano organizzati in palestra (da lì la navigatrice poteva tenere a bada la rotta e se ci fosse stato qualsiasi pericolo l'avrebbero visto di certo in tempo da lassù).

“Speriamo che Franky metta a posto in fretta il timone...così rischiamo di perdere per sempre la giusta direzione! Siamo già fuori rotta da un pezzo... Accidenti!” disse Nami sbirciando fuori dalla finestrella della palestra e prendendo appunti in un block notes, l'isola di riferimento che si aspettava di vedere non c'era proprio in quell'orizzonte verdognolo.

Però non era l'unica a scribacchiare in quel momento: Robin, bella infagottata nella sua pellicciona bianca, era seduta per terra in un angolino della palestra, intenta a far qualcosa sul suo quadernino degli schizzi, c'era pure Chopper con lei che le aveva dato uno dei suoi grandi cappelli (la mora era davvero buffa con quel cappello peloso color rosa fluo). Gli si avvicinò il verde.

“Hai freddo, streghetta?” le chiese, in tono stranamente più alto del solito, infatti Usopp ridacchiò a sentirlo.

Lei alzò il capo e nascose quello che stava disegnando sul petto, con nonchalance.

“No...grazie al cappello del dottore sto bene. E poi sono felice che le pellicce dei selvaggi siano tornate utili” fece, dedicandogli un sorriso caloroso. Zoro annuì, non le disse che un momento prima aveva fatto lo stesso pensiero, ricambiò quel sorriso d'intesa e basta, pensò che era davvero bella anche se sembrava avere venti chili di troppo.

“Avevano tutti delle pellicce simili in quel villaggio?” chiese la renna, interrompendo quello scambio di sguardi.

“Ah...sì, Chopper” rispose l'archeologa “Era un villaggio in alta montagna, nevicava spesso ed era molto freddo, ma non così”.

“... Però le donne erano solite a vestiti molto corti. Questo non l'ho mai capito” commentò Zoro, pensando ad alta voce.

“Senti, senti.. e da quando ci fai caso? Sentiamo..” si intromise Usopp, curioso.

Il verde gli balenò un'occhiata stranita però rispose. “Dal giorno in cui Robin si dovette vestire come loro” fece, di getto.

“Oooooh...interessante! Dai raccontateci di più, così ce la passiamo un po'!” disse il cecchino, divertito.

“Sììì!!” fece la renna.

“Mah, sapete già troppo direi” disse però Zoro, che non ne aveva nessuna voglia.

La discussione non andò avanti comunque, perché ad un tratto tutti sentirono Nami commentare ad alta voce un “NON E' POSSIBILE!”.

 

---

 

“Il mio cuoricino...come starà?! Uff, sapevo che dovevo rimanere a scaldarla! Anzi, no! Nami-san doveva stare in cucina con me, e TU, razza di capitano, dovevi andare in palestra con gli altri! Non stare qui a MANGIARE!!” fece Sanji, alterato. Non c'era verso di nascondere il cibo in cucina! Lui allungava il braccio e prendeva quello che gli capitava sotto tiro.

“Ma Sanji! Devo scaldarmi! Solo mangiando non diventerò un ghiacciolo!!” si lamentava Rufy.

“AH...che bella la gioventù..” commentò lo scheletro sorseggiando un the caldo “Io ho freddo nel mio cuore, non vè modo di scaldarmi, non mi ama più nessuno ormai...” E niente, anche Brook era depresso ultimamente (in realtà era sempre un po' invidioso dei due uomini che avevano trovato un bel daffare con Robin e Nami...lui se le poteva solo sognare le loro mutandine!).

“Ma che dici Brook!” fece Rufy, abbracciandolo “IO ti voglio bene! Tu scei il miglior mushicista di tutti i tempi! Ecco! Perchè non ci suoni qualcosha? Cosshì per passhare il tempo! Ci si annoia in cuschina senza far nulla!” fece, masticando ancora biscotti.

“Senza far nulla...SENZA FAR NULLA?! Ma dico! Hai appena svuotato la dispensa!” urlò il cuoco, ma lui non l'ascoltò.

“Mm...questi vestiti sono un po' strettini..” commentò il capitano tra sé e sé. Chiaro che aveva mangiato a dismisura ed ora, tra i vestiti e il cibo ingurgitato, sembrava un pallone pronto a scoppiare.

“Vaaa bene signori...allora vado a prendere la mia bella!” si alzò stancamente lo scheletro riferendosi alla sua chitarra “Spero solo di non congelarmi le ossa lì fuori...se non torno fra dieci minuti, beh, questa volta datemi per morto davvero”

Sanji e Rufy lo fissarono, poi si guardarono l'un l'altro e scoppiarono a ridere mentre Brook usciva dalla cucina.

“Questa è la tua ciurma, capitano!” fece il cuoco “Ti assomiglia proprio! Ah, ah!” fece il biondo.

“Ahhahah! Guarda che ci sei dentro anche tu!” gli rispose il moretto.

Però poco dopo sentirono lo scheletro urlare lì fuori.

Si avvicinarono di fretta alla porta della cucina, la aprirono quel poco per sentire meglio. Il gelo entrò prepotentemente dallo spiffero.

“RAGAZZI!!! RAGAZZII, VENITEEE!!!!....”

Nevicava copiosamente in quel momento, la sagoma alta e oblunga di Brook non si vedeva quasi lì fuori, pareva un fantasma.

 

---

 

“Nami non puoi andare!” disse convinto il cecchino, ma lei aveva già preso la via per la scaletta, intenta a scendere.

“Nami! Forse è meglio di no! E' troppo freddo per te!” cercò di fermarla la renna “Vado io!”

“Vado anche io con lei” tagliò corto lo spadaccino.

Così i rimanenti nella palestra si guardarono, scossero la testa ma poi seguirono tutti insieme la rossa. I cinque abbandonarono il riparo nella palestra e scesero la scaletta, investiti da un aria gelida, tagliente. Era troppo importante quello che avevano visto. Loro dovevano vedere, dovevano capire. Arrivati sul ponte, erano già tutti coperti di neve, infreddoliti, letteralmente gelati.

Usopp fece un passo e cadde a terra ma quella caduta non sembrò importarlo, stava fissando qualcosa a qualche decina di metri nel mare.

“Ragazzi!! Ma che ci fate qui fuori?!” fece piombando sul ponte ad un tratto Franky “L'ho messo a posto! Ora il timone si muove, non so per quanto ma...”

Il cyborg si bloccò, a bocca spalancata. Aveva notato che cosa stavano fissando tutti in quel momento. Anche se si vedeva a malapena in quella tormenta di neve.

Accorsero anche i rifugiati nella cucina, proprio in quell'istante. Ora erano tutti sul ponte gelato. Tutti fissavano quel qualcosa in modo interdetto, stupito, in un'incredulità disarmante.

“J....Ji................................JIMBE!!!!!” urlò il capitano. Fece alcuni passi, instabili. Le sue ciabatte slittarono ma lui rimase miracolosamente in piedi. Il ghiaccio che si era formato sul ponte era davvero spesso!

“JIMBE, SIAMO QUI!!!! CI VEDI???!!” sbraitò a gran voce Rufy, gesticolando per farsi vedere.

L'uomo pesce che ben conoscevano era in piedi sopra un piccolo iceberg che si stava avvicinando alla nave, ormai era a pochi metri dalla Sunny ma sembrava molto più lontano perché la visibilità era pessima. Era immobile, con sorriso sereno sulle labbra.

“I...incredibile...” commentò la renna.

“E' lui davvero?..” si chiese il cuoco.

“JIMBE!! Siamo NOI!!” accorse anche Usopp vicino a Rufy, scivolando e ricadendo nella lastra ghiacciata di sedere. Ma nessuno rise.

“Cosa stai guardando?! NOI SIAMO QUI!!!” urlò ancora il capitano. Quello che sembrava Jimbe però non diede cenno di risposta, sembrava più un manichino ghiacciato dell'uomo pesce che avevano conosciuto.

“Non sente...o è solo il suo fantasma” commentò Robin a bassa voce stringendosi nella sua pelliccia bianca, nessuno la sentì per l'aria burrascosa che c'era.

Ora Jimbe era davvero vicino, a qualche metro dalla nave. Rufy si sporse, urlò, urlò anche qualcun'altro il suo nome. Nulla, l'uomo pesce non reagì, teneva gli occhi fissi su qualcosa di indefinito. Quindi il capitano tentò di afferrarlo. Allungò il suo braccio, si sporse pericolosamente e Zoro andò ad afferrarlo (e lo afferrò in tempo, perché stava rischiando pure di scivolare in quelle acque ghiacciate!).

“Rufy! Attento!” Il verde lo tenne per le gambe ma barcollò scivolando, accorsero subito anche il cuoco e Franky ad evitare il peggio. Finire in quelle acque verdognole avrebbe significato morte certa. Ma la disperazione per la non risposta di Jimbe aveva fatto andare il capitano fuori controllo. Rufy non si fermò, continuò ad agitarsi e ad allungarsi verso l'uomo che era stato una volta il suo timoniere.

“JIMBEEE!!!! JIMBE TORNA!!! TORNA CON NOI!! SIAMO QUI!! TI ASPETTAVAMO!!!!!” urlava imperterrito. Nami, ed anche qualcun'altro, si emozionò a quella scena, le lacrime che uscirono da quei visi si congelarono subito e rimasero attaccate alla pelle ormai rossa dal freddo.

Jimbe, nel frattempo aveva sorpassato la nave, ora scivolava via su quell'iceberg verso chissà quale meta. Rufy allora si allungò di più, molto di più. Aveva tutta l'intenzione di afferrarlo questa volta. I tre che lo tenevano lo ghermirono più saldamente e gli urlarono di fermarsi temendo che, sotto a tutti quegli strati di vestiti, il capitano potesse sfuggire loro.

“RUFY!! E' INUTILEE!!” fece Zoro.

“NON HAI ANCORA CAPITO?!!” urlò Sanji.

“TENIAMOLO STRETTOO!!!!” ribadì Franky.

Il braccio di Rufy si allungò, sparì nella tormenta, poi riapparse in lontananza e si vide quella sua mano toccare la schiena dell'uomo pesce. Jimbe però non si mosse, neppure i suoi vestiti reagirono al tocco, lui sembrò come impalpabile, la mano di Rufy affondò in quella falsa schiena, la trafisse. Poi svanì tutto.

In un attimo Jimbe svanì nel nulla, la tormenta si fermò, il vento pure. Rimase solo il piccolo iceberg che presto si allontanò ancora di più per poi scomparire alla vista.

 

---

 

“Quindi era un'illusione”

“O uno spirito”

“Da quanto ne sappiamo potrebbe essere tutte e due”

Usopp, Robin e Zoro discutevano della cosa in cucina. Erano tutti rintanati lì dopo l'avvenimento. Tutti infreddoliti e tremanti. Sanji aveva preparato un the bollente per tutti.. beh, per tutti tranne che per Nami, per lei aveva in serbo anche un pezzo di cioccolata (si sa, tira su il morale).

“Ecco qui, mio dolcetto” le disse tenero, la rossa pareva ancora scossa “Ah! Robin chan, vuoi della cioccolata?”

“Grazie..” rispose solo la rossa prendendo il the, con lo sguardo fisso a terra. Il cuoco le si sedette di fianco e la abbracciò (faticando in verità, sotto tutti quegli strati di vestiti faceva fatica a muoversi). Poi notò qualcosa sul suo viso, una lacrima sembrava, si stava sciogliendo lentamente e stava pian pianino scendendo dalla sua guancia. La tenne stretta.

“Non ci pensare più...supereremo anche questo posto maledetto” cercò di rincuorarla il cuoco.

“Rufy è di nuovo lì fuori..non vuole capire.. Lui è morto, non si può tornare dal regno dei morti” sussurrò lei.

Era vero, il capitano aveva insistito per tornare sul ponte a vedere se il suo amico tornava. Anche Franky e Brook erano lì fuori a vigilare la situazione (più che altro a monitorare il capitano). Quel moro era un testone come sempre, non voleva credere che quello che aveva visto fosse un illusione, non era bastata quella sparizione sotto ai suoi occhi, no. Però, fortunatamente, dopo dieci minuti tornò in cucina. Tornarono tutti e tre. Tre blocchi di ghiaccio. Alzarono tutti lo sguardo e li videro entrare a fatica, con immensa fatica muovevano le gambe, parevano sul serio tre sorbetti! Il capitano, congelato nella sua espressione imbronciata, aveva numerose lacrime e moccoli ghiacciati sul viso, si vedevano chiaramente.

“Un dottore!!!” urlò la renna vedendo la scena “Ah, beh, il dottore sono io!” fece ancora, accorrendo verso i compagni congelati e iniziando ad impartire indicazioni di primo soccorso agli altri.

Dopo un primo momento di trambusto, comunque, la situazione tornò tranquilla. Tutti bevvero tre razioni di the bollente, Nami prese sonno tra le braccia del cuoco, Robin, Zoro e Usopp continuarono a discutere di fantasmi e altro e il capitano, esausto, si assopì sopra il tavolo. Rimasero tutti in cucina per un bel po', qualcuno osservando fuori e cercando di tenere d'occhio la situazione. Dopo tre ore di calma dove i mugiwara cercarono di tornare alla loro temperatura naturale, la situazione fuori non cambiò: l'aria era ferma, in un silenzio di gelida morte, di isole nessuna ombra, solo un mare verde con iceberg sempre più grossi, un cielo grigio e una temperatura estrema da far scappare anche l'abominevole uomo delle nevi. Era impossibile stare fuori, ed esser usciti e esser rimasti così tanto tempo all'esterno era stata una brutta idea, l'avevano capito tutti. Decisero di dividersi di nuovo e questa volta ogni gruppo si portò un lumacofono dietro, per qualsiasi cosa prima si sarebbero sentiti.

Quindi Franky tornò a controllare che il timone non gelasse di nuovo, Rufy, Sanji e Brook rimasero come da accordi in cucina e gli altri salirono di nuovo in palestra.

Passarono altre due ore in una strana tranquillità e Robin tornò a scarabocchiare qualcosa sul suo libricino mentre gli altri erano dediti ad altro. Zoro si era messo ad alzare pesi (non aveva trovato nulla di meglio da fare), Chopper ne aveva approfittato per fare un pisolino sulle gambe della mora, Usopp stava cercando di convincere Nami a tornare indietro e provare un'altra via da percorrere e Nami stava controllando sempre la rotta e, giustamente, perdendo le staffe.

In cucina la situazione era insolitamente altrettanto tranquilla: Sanji stava preparando già qualcosa per la cena e per la colazione del giorno dopo (anche lui stava ammazzando il tempo), Brook stava inventando una canzone romantica e Rufy era incantato ad ascoltare la sua musica. Tutto bene, tutto molto bene fino a che tutti, proprio tutti, sentirono Franky urlare sul ponte.

......ENTEEEEEEEEEEEEHHHHHH!!!!!!!!!!!”

Si allarmarono tutti, accorsero alle finestre della nave, qualcuno uscì pure fuori fregandosene della temperatura esterna.

Non servì capire a che cosa si riferisse il cyborg, tutti vedevano quale era la minaccia: era ENORME!

Era un rossastro serpente marino, tanto gigante quanto una montagna, sibilava e si contorceva, i suoi movimenti creavano numerose onde anomale. La tormenta era tornata, così, all'improvviso.

“Che cosa ci fai fuori???!!!” urlò il cuoco al cyborg appena fuori dall'uscio della cucina.

“Beh, e tu???!!” fece lui a prua.

Dall'alto della palestra Zoro urlò sguainando le spade (era già sulla scaletta appena sotto alla botola): “DENTRO TUTTI!!! Ci penso IO!!! Devo scaldarmi un po'!”

“MAH! Sarei IO il capitano comunque! E dico che sto fuori QUANTO VOGLIO!” fece il moretto dal basso, mettendosi davanti al cuoco “E quel coso prima LO FACCIO A PEZZI e poi ME LO PAPPO!!!”

“TU ti CONGELERAI prima di poterti ALLUNGARE!!” gli urlò Sanji afferrandogli un polso“Lascia fare a me e poi...chissà se è VERA quella cosa!”

“Tornate tutti DENTROOO!!!!!” sbraitò la rossa sbucando dalla botola furiosa e agguantando il verde dal colletto “ANCHE TU!!!”

Zoro non tentò di divincolarsi alla vista di quegli occhi infuocati, fu ributtato dentro in palestra in malo modo.

“COSA DIAVOLO ABBIAMO I LUMACOFONI A FARE?!? TORNATE DENTRO E RISPONDETE!!! FRANKY, ANCHE TU!!!” fece ancora Nami incazzata come non mai puntando il dito contro chi era lì fuori, poi sparì dentro la botola e richiuse bene la porticina circolare della palestra.

“Mi farete impazzire....” commentò una volta dentro.

“Sei gia pazza” mormorò il verde.

 

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Capitolo 32
*** Mostri, disegni, fantasmi e tsunami ***


“Tu volevi andare a scaldarti lì fuori con cinquanta gradi sotto zero e IO sarei pazza?!” fece Nami al verde cercando già di chiamare Sanji e Franky al lumacofono freneticamente, mentre Zoro le tirava solamente un occhiataccia.

Robin scosse la testa e mise in tasca il suo libricino, non era il momento per dilettarsi ancora in futili cose.

“E ALLORA?! Forza, rispondete!” fece la rossa con in mano i due lumacofoni tamburellando un piede nervosamente. La nave ebbe un movimento brusco e inaspettato e lei si aggrappò alla prima cosa che aveva sottomano per non cadere. Le due lumache nel frattempo si svegliarono e presero le sembianze di Sanji e Franky. Erano buffe: una dalla chioma bionda e fluente e l'altra dai capelli blu con le treccine.

“Ragazzi! Ci siete?! Mi sentite?!”

La lumaca bionda rispose in tono triste: “Bzz..Scusaci, tesoro! Ma...ho cercato di fermare quel testone (Rufy) ma ...Cazzo! Ops..scusa il linguaggio, ma qui vola tutto.. E comunque vedrai ora staremo alle tue adorate direttive!♥”

“Ma se eri fuori prima di lui??!! Comunque passiamo oltre! Franky, stai dormendo?!” fece lei ancora incavolata.

Ora parlò l'altra cyber-lumaca: “Bzz..Certo che ci sono! Ti ascolto! Da dove sono però non riesco a vedere fuori..dovrete voi dirmi che fare dalla palestra! Il timone comunque è operativo

“Benissimo, Franky! Allora segui la rotta, cerca di starci dentro, ok? ...E ora ascoltatemi tutti! Non uscite per nessun motivo, in modo assoluto. Ho notato una cosa poco fa. Quando siete usciti si è scatenata di nuovo quella tormenta..Non vorrei che questo tempo, come dire, rispondesse alle nostre azioni...è una specie di protezione dagli invasori esterni, come è già successo dopotutto. Questo maledetto tempo sta cercando di portarci alla situazione di partenza...e noi non vogliamo di certo tornare indietro, giusto capitano?”

La lumaca bionda cambiò aspetto e apparve sul suo capo un piccolo cappello di paglia: “...Sì, d'accordo” rispose Rufy con riluttanza “Ma se dobbiamo andare a fare la pipì come facciamo?” aggiunse.

La mora rise sotto i baffi e la rossa sbottò.

“MA CHE CAZZO HAI IN TESTA?! Non mi pare il problema principale al momento! Falla in una bottiglia!” urlò, mentre un altro scossone della nave confermava quello che era stato appena affermato dalla navigatrice. Tornò la lumaca bionda-Sanji e parlò.

La tua intuizione è corretta fiorellino, infatti se guardate fuori la neve ha smesso di scendere e il vento si è placato..rimane quel mostro lì fuori. Se non possiamo uscire come facciamo a contrastarlo?”

“Franky, proviamo con il cannone Gaon” fece decisa Nami.

Oh, beh da qui non dovrebbe essere un problema accedere ai comandi senza uscire, ok!” disse la lumaca-Franky “Allora tenteremo. Nami, ho solo bisogno di capire bene la direzione”

“D'accordo, teniamoci in contatto tutti e, Franky, aspetto che tu sia pronto”

Sei formidabile amorino!♥” commentò la lumaca bionda con gli occhi a cuore.

La rossa parve convinta, appoggiò le due lumache al piano vicino alla finestrella della palestra e guardò fuori in attesa. Quel mega serpente ce la stava mettendo tutta per creare onde sempre più alte e la nave stava rullando paurosamente.

Passono minuti dove tutti cercarono un appiglio più stabile possibile, sia in cucina che in palestra mentre la Sunny affrontava un mare impetuoso e cercava di tenere la rotta. Franky dopo poco comunicò di aver attivato il cannone e insieme a Nami tentò di centrare la bestia marina con il cannone.

Il primo colpo andò a vuoto, la nave era troppo in balia delle onde, quindi i due si accordarono per un secondo colpo.

Nel frattempo era impossibile stare in piedi. In cucina Sanji aveva ordinato a Rufy di cercare di aggrapparsi agli stipetti della cucina e, con il suo potere allungante, di cercare di tenere ben chiuse tutte le ante e i cassetti della cucina per evitare il peggio ma il risultato fu il perfetto contrario. Rufy, ad un tratto infatti, cadde rovinosamente portandosi dietro le porticine e tutto quello che contenevano i cassettini. Anche Brook cadde e andò in mille...ossi. Il caos quindi si trasformò in delirio, le sue ossa si mescolarono alle bacchette, forchette e coltelli della cucina e, tra un onda e l'altra, fu impossibile mettere ordine e capirci qualcosa.

In palestra non se la passavano meglio. Robin, Chopper e Zoro erano stretti in un tutt'uno per non partire via e fare la fine dei vestiti in una lavatrice in azione. La mora aveva attivato la sua abilità e stava cercando di aiutare anche Usopp e Nami a mantenere una certa “stabilità” ma il nasone continuava a gridare aiuto e dimenarsi, Nami si agitava e urlava ordini a Franky del tipo :“PIU' A DESTRA! NO! NON ORA, ASPETTA! ADESSO!!! NO! ECCO! A SINISTRA UN POCO!! AHH!!...”. Robin presto iniziò a sudare dentro a tutti quei vestiti e iniziò a perdere lucidità con quel gran rullare. Ad un tratto ebbe un mancamento, neanche lei seppe cosa accadde, il suo potere svanì e Usopp prese il volo, Chopper rimase attaccato a lei solo per poco e Nami imprecò scivolando via anche dalla sua postazione.

I lumacofoni partirono per mete ignote, dalle loro bocche uscivano urla, parole indicibili, Dei nominati invano e cose abominevoli. Zoro, che si era ben attaccato al pilone della nave all'interno della palestra, non mollò la presa su Robin, la ritirò a sé e notò che era frastornata. Le urlò un “come stai!?” ma la mora non rispose subito. Dopo un po' lo fissò, stordita, lo tranquillizzò dicendo che era tutto ok ma non era così, voleva vomitare.

Dopo altri minuti deliranti, Nami, non si sa come, riuscì a riagguantare i lumacofoni che non avevano mai smesso di chiamarla, urlare cose, far casino insomma. La navigatrice riuscì a contattare Franky, così iniziarono di nuovo a cercare di colpire il serpente lì fuori con il cannone.

Il secondo colpo andò a buon fine ma il risultato fu pessimo. La cannonata infatti passò da parte a parte la bestia che ne uscì però indenne, parve proprio come era successo con il “fantasma” di Jimbe.

“QUEL CACCHIO DI COSO E' UN'ILLUSIONE?!!.. E ALLORA COME FA A SCATENARE QUESTE ONDE!?” commentò isterica la rossa agguantando le lumache.

Bzz...Non lo so..L'abbiamo centrato, giusto? Se non ha avuto danni è inutile sprecare colpi ancora..” fece Franky.

“Sì... purtoppo è così. Quindi cosa facciamo?..Idee?” fece la navigatrice.

Sicura che sia andata a buon segno??!” Fece la lumaca- Rufy “Bzz..Hei! Quello è il mio omero! Yoho!” Fu buffo perché per un istante la lumaca dal cappello di paglia ebbe una chioma afro.

“Certo che E' ANDATA A BUON SEGNO!!! NON VI FIDATE???” rispose la rossa facendo volare via i capelli delle lumache.

Certo che ti crediamo, amore! ..ma non saprei...” fece il lumacofono biondo, però si femò di colpo “OH cacchio..”si espresse poi.

Nami sbirciò fuori dalla finestrella, allarmata. Beh, Sanji aveva ragione nell'esprimersi così. Il serpente stava puntando proprio su di loro, ad una velocità assurda.

“FRANKY! COUP DE BURST! A.D.E.S.S.O!!!”

“COOOOSAAA?!” “Cheeee?!?!” fecero un po' tutti.

“OKKEEI!” rispose il cyborg e dopo un nanosecondo da quell'ordine attivò il marchingegno.

Non ebbero il tempo di attaccarsi a qualcosa. La nave schizzò come un proitettile verso il cielo, schivando il muso enorme del serpente a fauci aperte, la Sunny fece un enorme balzo in avanti e Nami, l'unica che non era stata scaraventata via, esultò dopo aver oltrepassato la bestia e gli fece pure uno sberleffo.

“Che tu sia vero o finto, vai al diavolo!!!!!!!!!” urlò “Franky sei GRANDE!!! Peccato che tu non la possa vedere, ecco l'isola di riferimento!!! Siamo in rotta perfetta!!” comunicò. Era l'unica felice in quella situazione, tutti gli altri stavano lottando per rimanere indenni a quell'ulteriore scossone.

La nave piombò di nuovo in quello strano e gelato mare verde, il cyborg rispose a Nami che era stato grazie alle sue direttive che ci era riuscito e Sanji si intromise in quella conversazione dichiarando di essere geloso. Dopo quell'avvenimento del serpente non vi fu più traccia, non lo rividero più.

 

---

 

Ci misero un po' a riprendersi, a sistemare tutte le cose che erano andate sottosopra, gli stomaci soprattutto. Robin vomitò davvero alla fine, si vergognò pure, per fortuna riuscì ad arrivare al bagno più vicino (era un'emergenza!). Comunque non fu l'unica, anche Usopp e perfino Brook diedero di stomaco!

Vi porto un the caldo! Robin, tesoro, come va?..” chiese la lumaca bionda, dopo aver appreso la notizia.

“Sta bene, non preoccuparti cuocastro. Piuttosto chiediti cosa hai cucinato” gli rispose Zoro, che se avesse potuto l'avrebbe strangolata quella lumaca.

IO cosa?! Chiediti TU se hai fatto un buon lavoro lassù invece! Se Robin sta così è perché tu non l'hai protetta abbastanza!” disse Sanji. La lumaca bionda sparò fulmini dall'occhio visibile.

Zoro non riuscì a rispondere per le rime perché si intromise Nami.

“D'accordo d'accordo! Stiamo tutti bene, non preoccuparti, è stato il troppo movimento...anche io sono scombussolata ma tu.. NON USCIRE! Ok?..Non siamo ancora fuori da questo mare ti ricordo!”

Come desideri..resistiamo allora. Continuo a sistemare questo macello.. Per qualsiasi cosa non esitare a chiamarci...Rufy!!! Ma che diavolo fai!?” fece la lumaca bionda, poi Sanji riattaccò.

“Che pomeriggio devastante...” commentò la rossa, poi si voltò ad osservare il da farsi. Zoro stava mettendo ordine in giro insieme a Chopper e Usopp, Robin era seduta per terra, sembrava appisolata, un quarto d'ora prima lo spadaccino gli aveva proibito di alzarsi, era parso duro e inamovibile quindi lei gli aveva dato retta, probabilmente comunque non si sentiva ancora in forze. Il sole stava calando, il mare lì fuori sembrava una lastra ghiacciata, era incredibilmente piatto, la temperatura sarebbe calata ancora. L'unica nota positiva era stata l'isola che avevano da poco oltrepassato, dovevano essere ormai nel punto in cui le “ali” della costellazione iniziavano, presto avrebbero percorso il lungo “collo” del Drago. Erano a buon punto. Calcolando che i colori dell'arcobaleno erano sette...loro avevano percorso il mare rosso, arancione, giallo ed ora verde. Mancavano l'azzurro, il blu e il viola. “Manca poco” si ripetè “Manca poco...e poi l'isola degli Dei sarà nostra, il One Piece sarà davvero vicino”.

A Nami vennero gli occhi a berry e proprio in quell'istante, pensando al One Piece, notò qualcosa per terra, un libricino. Lo prese e si ricordò subito che quel piccolo block notes era di Robin. Lo aprì, d'istinto ci sbirciò dentro, senza pensarci troppo. Notò l'ultima pagina disegnata e restò di stucco. Rimase impalata a bocca aperta, avvicinò il libretto al viso per vedere meglio tutti i particolari, sbirciò l'archeologa che stava dormendo serena e ridacchiò divertita. Poi pensò il da farsi. Non gliel'avrebbe restituito, non subito. Lei ci aveva scritto pure i nomi...cioè, stava già pensando a quello?.. E Zoro lo sapeva?! Era troppo divertente per non approfittarne!

Quindi la rossa andò da Usopp, gli spifferò qualcosa e gli mostrò il disegno, quel disegno. Il cecchino studiò l'immagine poi strabuzzò gli occhi, Nami gli disse un “Indovina chi ha fatto questo disegno?” e il nasone, incredulo, indicò la mora assopita. Nami annuì e, insieme, ridacchiarono e puntarono lo spadaccino. La navigatrice e il cecchino andarono diretti da Zoro e Chopper, Nami espose a tutti di nuovo il disegno e la renna commentò subito un “Ma sono identici a Zoro e Robin! Chi sono? Chi sono??!”.

Zoro sbiancò e non proferì parola, paralizzato.

“Hahahahah! Ma non hai capito, medico! Robin ha già pensato avanti! Questi sono i figli che desidererebbe con Zoro! Non sono magnifici?! Eh, Zoro??...Che ne pensi?!” fece la rossa, provocandolo.

Ma Zoro non reagì, trattenne tutto, come se non sentisse né vedesse nulla.

“OHH ma sono magnifici! Quando li metterete in produzione eh?? Quando? Quando??” rincarò la dose il cecchino.

E Zoro girò i tacchi, e inespressivo, fece per tornare alle sue faccende ma dentro avrebbe voluto solo sprofondare.

“AH! Fammi vedere che belli! Robin è così tenera! Sarebbe una mamma meravigliosa! Anche se sarei un po' geloso a dire il vero...” commentò la renna poi e il verde alla fine sbottò.

Si girò adirato, tornando sui suoi passi e strappando con una velocità assurda il libretto dalle mani di Nami.

“Volete finirla di farvi gli affari degli altri??!! E voi due!! Siete tornati amiconi adesso?!” Zoro intendeva ovviamente al rapporto rilassato che ora c'era tra Nami e Usopp. I due si guardarono, osservarono ancora il verde e poi scoppiarono a ridere: Zoro era paonazzo ed era proprio fuori di sé, forse non l'avevano mai visto così rosso in faccia come in quel momento! Doveva essere in imbarazzo come non mai!

Robin in quel frangente si svegliò, disturbata da quel baccano, vide il verde precipitarsi verso di lei, poi dargli qualcosa, anzi, lanciarle qualcosa e sparire poi tra i pesi da sistemare. Perchè poi era così rosso in faccia? Aveva caldo? Non pareva affatto caldo lì dentro! Poi l'archeologa notò gli altri che se la ridevano più in fondo, rigirò solo allora quello che aveva tra le mani e si rese conto del libricino. Beh, fece uno più uno, semplicemente.

Nami stava ancora ridendo quando notò l'aura malefica della mora, sì perché arrivò prima la sua tetra aura e poi lei.

“Vi state divertendo?” sibilò ai due (Chopper si era già nascosto dietro alla rossa, era molto intuitivo quando le cose si mettevano male). Nami e Usopp si sforzarono di non ridere più, ma non ce la fecero del tutto.

“Nami sei pregata la prossima volta di restituirmi subito le cose di mia proprietà, soprattutto se ci sono cose private all'interno, altrimenti sai che cosa può accadere” minacciò Robin. No, non stava scherzando affatto, era molto arrabbiata ed era pure arrossita. Si vergognava molto in quel momento ma la rabbia era più grande.

I due si calmarono, annuirono e si scusarono, rendendosi conto che avevano esagerato. Inutile dire che l'archeologa non rivolse più la parola ne all'uno né all'altra per qualche giorno, ed anche la renna subì quella piccola punizione.

Robin tornò alla sua postazione, si risedette, esausta, e nascose per bene il libricino all'interno di uno degli strati dei suoi abiti. Poi realizzò: Zoro! Zoro aveva visto il suo disegno! Zoro che si era aperto con lei confessandole il suo incubo e lei aveva tradito quella sua intimità! L'unica cosa positiva era che quegli sciocchi pensavano che quei disegni fossero solo opera della fantasia di lei...non sapevano invece che erano frutto del subconscio di Zoro. Ecco, quella era l'unica consolazione! Il segreto tra di loro si poteva dire ancora intatto?

Robin si alzò, andò dal suo compagno (Zoro era ancora molto indaffarato a mettere in ordine materassini, pesetti ed altro). Si approcciò a lui timidamente, all'inizio lo spadaccino fu molto freddo con lei poi l'archeologa si scusò e promise al verde di non rivelare mai a nessuno la verità e che avrebbe tenuto con più cura le sue cose d'ora in avanti. Zoro era ancora arrosato in viso e rabbuiato ma alla fine le sorrise.

“E' davvero bello quel disegno” le disse poi “Ti sei ricordata tutti i particolari... sei diventata davvero brava a disegnare”

“Grazie” rispose Robin sollevata “Hai bisogno di una mano qui?”

“No, ho quasi finito” fece lui (non era vero, quella stanza era un disastro!) “Vai a riposare, non hai davvero una bella cera archeologa”

“Mi spiace sul serio..io...” pronunciò Robin, ma poi le mancò il pavimento sotto i piedi.

L'archeologa piombò a terra.

 

---

 

“Dai Sanji rispondi! Rispondi cazzo!

Bzz! Nami dolce? Tutto bene?” Sanji, da giù in cucina, rispose al lumacofono.

“Abbiamo un'emergenza, ragazzi! Dobbiamo portare Robin in infermeria! E' svenuta e il dottore dice che ha bisogno dei suoi arnesi e...”

ROBIN?! CHE HA ROBIN?!!” Rufy rubò il lumacofono al cuoco, pareva agitatissimo.

“Rufy, ascolta, ascoltatemi tutti! Franky ci sei ancora?”

Sì, sento tutto” Anche la voce del cyborg sembrava molto grave, era ovviamente preoccupato.

“Ora usciremo fuori, Zoro e Chopper porteranno Rob in infermeria. E voi sapete che accadrà...Onde, tempeste furiose, allucinazioni. Dovete essere pronti a tutto, purtroppo. Cercheremo di fare il tutto più velocemente possibile, speriamo bene! L'unico problema è che non abbiamo altri lumacofoni per il gruppo di Zoro”

Nami cara, quello che è importante è portare la nostra archeologa in infermeria, per le comunicazioni ci penseremo noi! Dopotutto per passare dalla cucina all'infermeria è un attimo e non serve uscire. Andrà tutto bene, tranquilla”

“Sanji hai ragione!! La botola con la scaletta! Scusami, questa situazione mi ha confusa..” si rallegrò la rossa “Allora avrete voi della cucina la responsabilità degli altri in infermeria! Per qualsiasi cosa dovrete avvisare anche loro! Mi raccomando, tenetevi in contatto!”

Contaci tesoro!” rispose il biondo.

Fate il vostro meglio e fatemi avere notizie fece Franky, poi riattaccò.

“Allora adesso usciranno, tenetevi pronti e...fateci sapere notizie” disse la rossa, quasi contemporaneamente al cyborg.

Stai tranquilla amore” le rispose ancora tenero il cuoco, aveva avvertito la preoccupazione di Nami.

Nami riattaccò e Zoro, con in groppa l'archeologa, fece un cenno alla renna. Era ora di andare.

 

---

 

Dopo aver disceso dieci scalini della scaletta della palestra il vento si alzò poderoso e gelido come non mai. Zoro si lasciò andare allora e atterrò velocemente sul ponte che era una lastra gelata, strinse di più a sé l'archeologa svenuta che, con tutti quegli strati di vestiti, rischiava di scivolargli. Chopper lo seguì, si fiondò giù e poi scivolò con i suoi zoccoli, il ghiaccio si crepò anche visto la sua stazza (si era trasformato in mezzo uomo), però si tirò sù subito con decisione. Il verde si girò quindi, partì in direzione del ponte a poppa, ma una piccola sagoma gli si parò davanti. La ragazzina si voltò.

“Che c'è?!” fece Chopper, raggiungendolo.

Zoro stava fissando quella bambina davanti a sé: capelli corti e scuri, katana bianca alla mano e occhi grandi e neri. Quegli occhi molto familiari fissavano il vuoto, tristemente.

Era Kuina.

Un'altra folata di vento ancora più forte e gelata trapassò la nave. Il vento si era alzato molto velocemente e aveva iniziato a nevicare.

“ZORO! HEI?! Cosa c'è? Chi è?? Dobbiamo andare!” urlò la renna al verde ma lui era impalato, immobile. “Zoro, ti prego! Può essere molto pericoloso e lo sai!”

La renna avvertì uno stridore sinistro tra gli alberi della nave, si guardò attorno allarmata, poi vide qualcosa di orribile e tremendo che li stava sovrastando. Afferrò lo spadaccino per la pellicciona. Lo scosse.

“ZOROOO!!!! Dobbiamo metterci sottocoperta!! ZORO RISPONDI!! ADESSO!!!

“Lei è...morta” disse piano il verde, Chopper capì cosa aveva detto solo dal labbiale e continuò a cercare di smuoverlo.

“ZORO, E' SOLO UN'ALLUCINAZIONE!!!! NON ABBIAMO TEMPO!!!”

Il verde si scosse, annuì debolmente, ancora fisso sulla bambina di fronte a sé.

“Perchè proprio lei?” pronunciò “PERCHE' PROPRIO LEI?!!” urlò poi al mare, mettendo paura perfino a Chopper, era sconvolto. Zoro poi notò che il mare aveva qualcosa che non andava, incombeva su di loro. Capì. Spalancò l'occhio e una prorompente adrenalina lo percosse.

Iniziò a correre, non si accorse nemmeno che quel fantasma, quell'allucinazione era sparita, corse a più non posso fino alla porta più vicina ma non fece in tempo.

La Thousand Sunny venne investita da un'onda tsunami gigantesca. Un fiume di acqua gelida li travolse, fu come un pugno di ghiaccio che li mandò ko, e per miracolo, solo per miracolo non firono tutti in mare. La nave poi iniziò ad inclinarsi paurosamente ancora in avanti, in segno che non era ancora finita. Fortunatamente Zoro si riprese quasi subito ed ebbe la lucidità per afferrare celermente Chopper e Robin (storditi dall'acqua) e trascinarli a fatica dentro sottocoperta prima che succedesse il peggio. Varcò la porta più vicina che aveva e si ritrovò fortunatamente in cucina. “Aiutatelih!...” ebbe la forza di dire solamente crollando in ginocchio.

“Ragazzi!!!”

“MARIMO!!! Che succede?!”

“TUTTO BENE? Ma siete fradici!!!”

“Non va tutto bene, cretino!! Ne sta arrivando un'altra!”

Brook, Sanji e Rufy piombarono sui malconci, il gommoso aiutò Zoro a reggersi in piedi, lo scheletro prese Robin e la adagiò sopra il divanetto vicino al tavolo grande e il biondo praticò il massaggio cardiaco a Chopper che rinsavì subito e gli sputò un getto d'acqua addosso.

“Grazie!...grazie Sanji!” fece affaticato e stordito.

“Non c'è di che dottore. Ma che diavolo è successo? Perchè ci avete messo tanto?? Cosa è successo lì fuori?”

La renna non fece in tempo a rispondere perché la nave rullò di brutto, un'altra ondata gigantesca travolse la nave, si mosse tutto lì dentro, fu un caos totale.

Quando il pavimento tornò abbastanza fermo sotto i loro piedi, Chopper cercò di muoversi, disse agli altri di portare velocemente l'archeologa in infermeria tramite la scaletta in cucina e Sanji e Zoro si mossero velocemente. Il dottore però, dato gli strati di abiti addosso bagnati di acqua marina, non si sentiva ancora in forma quindi non arrivò proprio subito in infermeria e il verde e il biondo lassù iniziarono ad agitarsi.

“Chopper che fai, sbrigati!” urlò dall'infermeria il cuoco.

“CHOPPER! Robin respira ma è fredda! Che facciamo?? E' un cubo di ghiaccio!” fece Zoro, non rendendosi conto che anche lui era fradicio e tremante.

“Prendo degli asciugamani, qualcosa di asciutto!.. Vado e torno! Così vado a vedere che fine ha fatto quella renna!” disse Sanji. Zoro annuì solamente, non sapendo più che pesci pigliare.

Lo spadaccino si ritrovò solo in infermeria con Robin quindi, e, tra lo schock di quello che era appena successo (si sentiva anche in colpa per aver perso tempo davanti al fantasma della sua amica) e la disperazione di non sapere il da farsi, tentò un'azione azzardata pensando alle ultime parole che gli aveva detto il cuoco. Iniziò a svestirsi e a spogliare Robin, prese tutta la carta che era a portata di mano lì in infermeria e iniziò ad asciugare la mora come poteva. Poi prese tutti i tappeti di quella stanza, ci trascinò Robin sopra e la coprì con il suo corpo, la avvolse il più possibile con le gambe e con le braccia, cercando di scaldarla anche se anche lui in quel momento sentiva un dannato freddo. L'ultima cosa che fece fu coprire i loro corpi con altra carta avanzata e una piccola coperta trovata in un mobiletto, talmente ridotta che le loro gambe rimanevano fuori. Robin era talmente fredda che pareva morta, solo il suo debolissimo respiro diceva il contrario. Zoro si concentrò proprio su quel debole fiato e cercò in quei minuti di massaggiarla, scaldarla il più possibile. Dopo poco non sentiva più alcun freddo, era troppo concentrato in quella cosa per avvertirlo.

“Ti...ti ricordi quella gelida casupola, archeologa?..” sussurrò, vicino al suo viso “Sono s..sicuro che ti ricordi. Ricordo bene il freddo, i colori dei nostri corpi...il calore che sentivo dentro di me. Sono stato davvero felice...non te l'ho mai detto. Robin, sono qui con te... non andrai da nessuna parte. Non ti azzardare a lasciarmi, demone...ti prego. Sarò... sarò per altri cento giorni il tuo schiavo se ti sveglierai... sarò il tuo schiavo per quanto vorrai”

Zoro appoggiò la sua fronte sul collo della mora, le baciò la clavicola. Quella parte sembrava aver preso un po' di calore dopotutto. Poi sentì un respiro più deciso, e non era il suo.

“Ero...molto felice anche io, Zoro”

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Capitolo 33
*** Due fazioni ***


Dopo pochissimo qualcuno entrò dentro la piccola infermeria e fece un colpo a vedere quei due messi così, inoltre parevano tremendamente...indaffarati! Chopper richiuse immediatamente la botola non mancando di fare un urlo isterico dei suoi: Zoro l'avrebbe tagliato a metà sul serio ora!

“BENE!! Sanji dì a tutti che Robin sta bene!! MOLTO bene!!” urlò la renna con gli occhi serrati al biondo in basso che lo fissava dubbioso.

“Quello che non sta bene sei tu” gli fece il cuoco poi, andandosene.

Poco dopo Zoro urlò a Chopper di entrare, la renna si infilò nella botola alla cieca e il verde gli disse che era salvo solo perché lì fuori poco prima aveva dimostrato di avere molto coraggio. Lo spadaccino chiese a Chopper di procurare dei vestiti caldi a lui e a Robin.

“D'accordo” rispose il medico, sollevato “Poi però dovrò visitare Robin per capire se è tutto ok..”

La renna uscì dalla botola sempre con gli occhi chiusi, quasi precipitando dalla scaletta.

 

---

 

Durante quella giornata non accadde più nulla di eclatante perché nessuno dell'equipaggio non si azzardò più ad uscire. Ogni tanto Sanji faceva una chiamata alla sua bella Nami, costretta a controllare la rotta in palestra con Usopp. Le chiamate erano sempre le stesse...

Bzz! Mio cuoricinoo, sono io! Come va? Come stai?...Hai fame?”

“No, tutto regolare”

Lo sai che sfiderei il mare e i monti per te! Dimmi che hai un languorino e io ti porto...”

“NO! SANJI, NO! NON PUOI ASSOLUTAMENTE USCIRE!”

Ma tesoro! Ti sciuperai...Io non farò nulla da mangiare, sappilo! Farò sciopero!! Se tu non puoi mangiare, nessuno qui mangerà!”

---urla e proteste da parte del capitano affamato di sottofondo---

“Non ti preoccupare! Ne approfitto per fare dieta! Sto benone! Ciaoooo!”

NO! Aspetta!! Mi manca la tua vocee......sicuradinonaverfame!?”

“Sanji, BASTA!!!”

 

Passò così il pomeriggio e la notte, Usopp rimase di vedetta, sempre sbirciando dalla finestrella della palestra. Non notò nulla di particolare durante tutto il periodo di oscurità però alle prime luci dell'alba gli toccò proprio svegliare la navigatrice.

“Nami.. Pss! Namih!” fece scuotendola un poco. La navigatrice uscì dagli strati di materassini leggeri sopra di lei.

“Dimmi che è per un buon motivo” gli rispose ancora tutta accartocciata dal sonno “Stavo mangiando un ramen caldo nel sogno.....e sai che ci trovavo dentro?? Diamanti!”

Il cecchino la stava guardando con un ampio sorriso, di certo c'erano buone notizie!

Poco dopo una chiamata arrivò al lumacofono della cucina e svegliò tutti. Brook afferrò la lumachina dalla chioma rossastra e rispose.

“Yoho! Buonasera e buongiorno dal mondo dei sogni! Ma che ora è?!”

Bzz..Brook, sono io! Mi spiace svegliarvi, cioè no! Volevo dirvi che il mare verde ce lo siamo lasciati alle spalle! Siamo finalmente nel mare azzurro!! Anche se non si vede..”

“Perchè non si ved...” il lumacono venne preso in fretta e furia da Sanji.

“Amore del mio cuore! Come stai?? Cosa succede?? Hai fame?? Ti manco?!”

Sanji! Guardate fuori!!! Penso che si possa uscire! Il mare verde non c'è più! Capito?!”

“Ah! Bene!!! Quindi posso prepararti la colazione!”

Dopo uno sbuffo impressionante della rossa dove tutti si tapparono le orecchie, i mugiwara si accordarono di stare allerta. Usopp e Nami sarebbero scesi, ci avrebbero provato per vedere che succedeva e se tutto sarebbe andato a buon fine sì, certo, avrebbero poi tutti fatto una bella colazione ricostituente.

Ti aspetto a braccia aperte tesoroo!!!♥ E non preoccuparti, sono carico come non mai per difenderti da ogni minaccia!” Il biondo la salutò così e tutti scossero la testa in cucina.

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Franky fu il primo a mettere il naso fuori, dalla sua postazione fino alla cucina fece una corsa veloce fiondandosi poi nella stanza dove tutti l'aspettavano, aveva persino trattenuto il fiato, così, per sicurezza. Sanji sbirciò fuori dalla finestrella, nulla di strano all'orizzonte, solo un mare stranamente troppo azzurro, quasi brillante, che si fondeva all'orizzonte con il cielo.

Quindi venne il turno dei due fifoni, cioè Usopp e Nami. Neanche a dirlo fu la rossa a spingere fuori il nasone che quasi precipitò giù dall'albero maestro seguito dalla navigatrice che gli strillava di sbrigarsi. I due corsero a perdifiato fino alla cucina, ci si fiondarono dentro, caddero l'una sopra l'altro e vennero accolti da urla di felicità. Finalmente erano tutti insieme e niente là fuori stava accadendo, gli strani fenomeni erano cessati.

Sanji corse subito da Nami, la abbracciò prima forte sporcandola tutta di farina e poi la baciò con trasporto, fregandosene di tutti quelli che stavano intorno a loro e osservavano la scena un po' allibiti. Poi il cuoco dichiarò che la colazione poteva avere inizio e tutti si sistemarono a tavola dimenticando subito quello che avevano visto tanta era la fame.

La colazione durò più del solito tra cose buone da mangiare e chiacchiere infinite, gli animi erano più accesi, solo Robin pareva un po' più taciturna del solito (o meglio, più rabbuiata), Nami notò chiaramente che da quando lei e Usopp erano entrati in cucina la mora non li aveva minimamente sfiorati con lo sguardo, erano stati completamente ignorati.

“Bah...ce l'avrà ancora per la storia di quel disegno!” rimuginò la rossa, ma poi non ci badò più, prima o poi le sarebbe passato, in fondo lei aveva già chiesto scusa per quella faccenda.

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Nel pomeriggio, mentre saliva una vaga nebbiolina, tutti erano affaccendati al controllo della nave, alla direzione della rotta e in altre faccende. Solo Robin e Zoro rimasero in cucina, poiché lei, dopo la colazione, si addormentò profondamente sul divanetto appoggiata sulle gambe del verde. Lo spadaccino dormì anche lui, sebbene in quella posizione scomoda, con la testa a penzoloni all'indietro e la bocca spalancata, ma dopo circa due ore si svegliò di soprassalto (ancora quel fottuto sogno pensò) e, dolorante, cercò di sgranchirsi piano, cercando di non svegliare l'archeologa. In quel momento notò un qualcosa lì sul divanetto, era il libretto di Robin, quel libricino dove lei aveva fatto quel disegno. Allungò la mano e lo aprì, ormai tutti quegli schizzi erano rovinati dall'acqua di mare, sbavati e dai soggetti irriconoscibili. Il verde arrivò a quel disegno, irrimediabilmente rovinato, poi girò ancora la pagina e notò qualcosa scritto da lei, di recente, le scritte erano nitide.

QUANDO LA NEVE CADRA' IN PRIMAVERA, NEL TRENTESIMO ANNO DEL DRAGO, I GRANDI APPARIRANNO PER VEDERE LE LUCI E IL MARE SI TINGERA' D'ARCOBALENO. DALLA CODA ALLA TESTA, SOLO I MERITEVOLI GIUNGERANNO AL LUOGO SACRO DEGLI DEI. SUPERATA LA RINUNCIA, IL VARCO SI APRIRA' PER DIECI ANIME”

Era quella tiritera che ogni tanto ripeteva lei, quella profezia. Però c'era qualcosa di strano, lei aveva cancellato una parte di quella frase, cioè aveva fatto una linea sopra le parole, dall'inizio fino alla parola “dei”. Rimaneva quell'ultima frasetta che diceva “Superata la rinuncia, il varco si aprirà per dieci anime”. Quindi erano arrivati a quel punto! Stavano superando il mare arcobaleno e stavano arrivando alla testa del drago, l'ultima isola, la loro meta. Poi ci sarebbe stato da capire questo ultimo enigma! Robin sotto aveva annotato anche qualcos'altro: “La rinuncia di cosa?... Cos'è il varco?..Varco: attraversamento angusto, passaggio dalla vita alla morte”.

Beh, Robin era meravigliosamente macabra come al solito, nulla di strano pensò lui. E comunque a Zoro stava già scoppiando la testa al pensiero di tutta quella roba, di certo lui non aveva la risposta a quelle domande, non ci aveva capito un cazzo dall'inizio. Lo spadaccino rimise il libricino dov'era e proprio in quel momento si accorse che lei si stava svegliando, forse perché aveva detto “Non ci capisco un cazzo” a voce troppo alta?

Robin dapprima si tirò su debolmente, in silenzio, con una mano sulla fronte, poi, inaspettatamente, fece un balzo in avanti come un gatto, girandosi poi verso lo spadaccino con uno strano sguardo accusatorio. La mora fece qualche passo indietro, molto lentamente.

Zoro la fissò, la squadrò, capendo subito che qualcosa non andava. “Cosa c'è?” chiese e basta, e lei incrociò le braccia in segno di attacco, come pronta a difendersi da un momento all'altro.

“Robin?..” fece lo spadaccino confuso, poi si posizionò meglio sul divanetto. Proprio quel tirarsi sù lo fregò perché la mora attivò la sua abilità facendo apparire una decina di mani che lo bloccarono lì su quella seduta.

“Non tentare di alzarti o fare altro...non ti converrebbe, uomo dai capelli ad alga. Ora mi spiegherai come mai conosci il mio nome”

Dopo queste parole Zoro strabuzzò l'occhio. “Cos..! Cos'hai detto?!.. Robin! Sono io, Zoro! Che vuoi dire con 'uomo dai capelli ad alga'?!?! Cos'è, uno scherzo??” Lo spadaccino era allibito, iniziò ad agitarsi.

Robin si bloccò un attimo a quella parola, “Zoro”, ma poi tornò a squadrarlo e rimanere sulla difensiva, tesa più che mai.

“Zoro...non mi dice nulla. Chi sei? Perchè dici di conoscermi? Cosa fai su questa nave?” pronunciò freddamente la mora.

Allo spadaccino andò in pappa il cervello, al momento restò basito, senza trovare parole, poi la sua mente trovò la soluzione. Sì, doveva essere solo così. Respirò profondamente e fece un sorriso tiratissimo e fintissimo a quella bella donna davanti a lui.

“Demone, ascolta. Sono felice che tu ti sia ripresa ma il gioco è bello fino a che dura poco. Qual'è il tuo scopo? Continuare l'allenamento iniziato in palestra? Beh, potevi chiedermelo e saremo andati lassù a diver...”

Zoro non finì la frase perché una mano gli strinse forte i gioielli di famiglia lì in basso e una fitta di dolore gli esplose nel cervello. Tirò un urlo. Quando riaprì l'occhio il poveretto potè notare che ora su di lui vi erano almeno venti mani che lo tenevano fermo, alcune in posizioni molto pericolose.

“Tu...Noto una grande minaccia in te, devi essere un uomo molto forte, il tuo haki...posso sentirlo. Non posso abbassare la guardia, quindi sta attento a ciò che fai e a ciò che pensi di fare”

Lo spadaccino la fissò, dolorante. Non ci poteva credere, allora lei non stava recitando! Ma cosa le era successo?! Centrava forse qualcosa che Chopper le aveva dato?.. Era tutto assurdo! Cercò di calmarsi e le parlò ancora, lentamente, doveva tentare di farla rinsavire.

“Robin...ascolta. Tu sei molto confusa, tu mi conosci da tempo ormai...in questa nave siamo tutti nakama, amici. Io non sono una minaccia per te, te lo garantisco. A dirla tutta noi...stiamo insieme, ecco perché mi hai trovato vicino quando ti sei svegliata. Non devi avere paura”

“Smettila di mentire. Se fosse come dici me lo ricorderei...cioè, fai silenzio e basta!” La mora avvampò leggermente a quelle ultime frasi dette da lui ma continuò a rimanere vigile e ferma nella sua posizione. Quelle parole non avevano fatto nessun decisivo effetto. ”Non crederò ad una singola parola che esce dalla tua bocca”

A Zoro non rimase che negare con la testa, nel frattempo si udirono degli schiamazzi provenire dal ponte della nave. Subito dopo qualcuno entrò nella cucina.

Brook entrò nella stanza con un'aria pomposa, fiera e un po' scocciata. Lo scheletro avanzò trascinando qualcosa, con stupore Zoro notò che quel qualcosa erano Nami e Usopp, legati ed addormentati, almeno così pareva.

“Brook, ti aspettavo” disse inaspettatamente Robin.

“Beh, yoho! Scusami se ho ritardato zuccherino, questi due mi hanno tenuto più impegnato del previsto. Vedo che comunque hai in pugno la tua preda, YOHOHO! ”

“Cos'hai fatto?!..Sei impazzito, Brook?!” urlò Zoro, non trattenendosi. Era frustrato, arrabbiato. E poi perchè Robin si ricordava di quello scheletro ma DI LUI NO? Perchè non si ricordava di Nami e Usopp?! Cosa stava succedendo?! Quelle braccia su di lui si strinsero più saldamente. La mora non aveva mai staccato lo sguardo dallo spadaccino.

“Chi è questo maleducato e baldanzoso samurai? COME OSI?!” si alterò lo scheletro.

“Questo tizio non è da sottovalutare, è più pericoloso di quanto sembra” disse Robin. Zoro si infervorò ancor di più per come lei lo aveva apostrofato.

“TIZIO?! Che tizio?! Da quando sono un tizio per te?!”

“Se vuoi lo metto io ko per te, lascialo a me Robin-san. Gli insegnerò le buone maniere e poi come premio, magari....mi faraivedereletuemutandine?!” chiese uno sdolcinato Brook avvicinandosi alla donna. Zoro, a quel punto, minacciò di staccargli il teschio.

Robin invece balenò all'ossuto un'occhiataccia. “No, non è alla tua portata” sentenziò “Meglio aspettare lui, tanto prima o poi arriverà”.

In effetti qualcuno arrivò proprio in quell'istante.

Sanji spalancò la porta della cucina, era decisamente stralunato, con i capelli tutti arruffati.

“Maledizione! Ma quel dottore deve aver dato di matto! Ragazzi, dobbiamo fermarlo! Mi insegue con una specie di grossa siringa! Dice che devo essere...EHH??!”

Il biondo si era accorto finalmente della rossa a terra. Incredulo, subito, accorse da Nami ignorando totalmente la presenza del nasone vicino a lei, anch'egli stordito.

“Ma...mamama! Ma chi diamine TI HA FATTO QUESTO, BISCOTTINO MIO?!... Nami! Ti prego, rispondi!! CHI DIAVOLO MORIRA' PER QUESTO?!!” I capelli del biondo stavano già trasformandosi in chiare fiamme da quanto era arrabbiato. Continuò però a guardare la sua bella e non ciò che stava accadendo attorno a lui..

“CUOCO! Dietro di te!!!” cercò di avvertirlo Zoro, ma Brook fu lesto.

“Yoho! Chi sarà mai questo fastidioso biondino? Ne farò un tramezzino!” A queste parole lo scheletro vibrò la sua spada che emanò una specie di aura verdastra. Immediatamente Sanji caracollò e finì steso sopra Nami, totalmente svenuto.

“Ce ne saranno altri?” commentò lo scheletro.

Zoro non ragionò più, nella sua testa nulla aveva un senso, forse quello era solamente un altro sogno del cazzo, un assurdo, fottuto prodotto della sua mente! Lo spadaccino tentò di divincolarsi, iniziò a fare forza su quelle prese che lo trattenevano ma ottenne solo un peggioramento della sua situazione. Le mani si triplicarono su di lui, alcune lo strinsero così forte da farlo gemere, la mora iniziò a fissarlo malignamente, iniziò ad avvicinarsi a lui lentamente, elegantemente e persino...così sembrò a Zoro, persino in modo seducente. Era ovvio che voleva prendere tempo, aveva detto che stava aspettando qualcuno, magari voleva distrarlo così? Guardandolo in modo provocatorio e sexy? Mordendosi le labbra e squadrando ogni suo singolo muscolo? Allora era vero che non si ricordava di lui. Lui non avrebbe ceduto mai a quel tipo di provocazione, non se era un nemico. Ma una domanda gli balenò in testa in quel momento, la più prorompente di tutte.

“Ma di solito fai così con i tuoi nemici, Robin?! Dimmelo!”

“Non sei nella posizione per fare domande” rispose lei, sorridendo maliziosamente ma sempre con uno sguardo molto pericoloso.

“Certo che sì! Tu sei mia e con gli altri uomini non puoi fare...così!

“Mfuh! Se dici che sono tua e ora faccio così con te...qual'è il problema, confuso uomo dai capelli ad alga? Ad ogni modo, vedo che desideri sul serio essere stritolato”

Zoro fece una faccia tra il disperato e il turbato, mentre una mano apparsa improvvisamente gli tappò la bocca e un'altra iniziò ad esplorare dentro alla sua veste, in cerca di chissà che cosa. Brook allora commentò che se volevano lui poteva togliere le ossa dalla cucina così da lasciar loro un po' di privacy (ovviamente era una battuta, era irritato dallo scambio di battute tra i due) ma Robin colse la palla al balzo rispondendo che era una buona idea e che doveva andare a chiamare il capitano.

Lo scheletrò sbuffò e, brontolando qualcosa, fece per uscire dalla stanza ma venne travolto da qualcosa. Era piombato in cucina Rufy.

Mentre il teschio di Brook volava per una meta sconosciuta, Robin si girò a parlare al moretto.

“Ah, capitano! Ti cercavamo! Dobbiamo sistemare questa scocciatura...non so se ce ne siano altri a bordo, comunque quattro ..”

“Dopo, Robin! Adesso ho fame!.. Ma caspita! Dov'è finito quel cuoco?! Non sa che io devo mangiare?!” si lamentò Rufy, non badando minimamente alla richiesta della donna.

“Ma...capitano, noi non abbiamo mai avuto un cuoco a bordo” fece lei, fissando il capitano come se fosse impazzito.

“Ah?! Ah, sì! Giusto! Quindi mi arrangerò come sempre! Vediamo un po'....”

Mentre Rufy faceva spallucce e inizava ad aprire ante a caso degli stipetti della cucina, Zoro iniziò a sentirsi davvero male. Robin, Brook, Chopper e Rufy non si ricordavano più dei loro compagni, li avevano scambiati per degli intrusi e li avevano attaccati. Com'era successo? Perchè era successo?!.. Quella presa sulla sua bocca era stata la goccia finale, ora faticava pure a respirare... Doveva fare qualcosa e subito. Doveva farlo anche a rischio di fare in parte del male alla sua donna. Doveva farlo ora che lei si era un poco distratta e aveva leggermente allentato la presa.

“Perdonami, Robin. E' per il tuo bene” pensò e fece forza per liberarsi, molta più forza della volta precedente, creandosi un varco.

Robin urlò, si abbracciò tenendosi stretti gli arti superiori e piegando le ginocchia dal dolore, così molte braccia che avvolgevano Zoro scomparvero in petali rosa. Il verde allargò ancor di più la breccia, respirò a fondo e, sul più bello in cui riuscì a sgattaiolare fuori da quel marasma di mani, venne colpito al volto in modo prorompente. Battè la testa su qualcosa di duro e svenne.

Rufy l'aveva colpito, un solo pugno ben assestato.

 

---

 

Zoro si svegliò con un debole gemito, la testa gli doleva. Aprì l'occhio e tutto quello che vide fu il buio e una fitta nebbia che avvolgeva la nave, era all'esterno, era notte. Mentre riacquistava lucidità si accorse di essere legato, tremendamente legato, il suo corpo era pieno di corde intrecciate abilmente e chissà perché gli venne in mente subito l'archeologa. Era stata lei a legarlo così? Probabile.

Era ancorato saldamente all'albero maestro della nave e non era solo, accanto a lui c'era Sanji e più in là dovevano esserci anche gli altri, non li vedeva tra le tenebre della notte e la nebbia. Comunque solo lui era insalamato esageratamente, tutte quelle corde erano come un bozzolo su di lui.

Un fischio, un'ombra parve muoversi nell'oscurità davanti allo spadaccino. Zoro cercò di aguzzare la vista, quel rumore proveniva proprio da quella direzione. Qualcuno, acquattato come un gatto, avanzò verso di lui: Franky!

“Caspita! Finalmente qualcuno si è svegliato! Sono rimasto nascosto fino adesso, aspettavo il momento giusto.. ora vi libero!” sussurrò il cyborg, poi dalla sua mano robotica spuntò un coltellino molto affilato che iniziò subito a tagliare le corde.

“Che...cavolo è successo?..” pronunciò il cuoco, ora sveglio anche lui ma decisamente frastornato.

“Lo scheletro ti ha colpito. Rufy, Robin, Chopper e Brook non sono più in sé, ci hanno messo ko e ci hanno legato qui fuori...e probabilmente da un momento all'altro torneranno” rispose il verde, la sua voce era grave e rauca.

“Ma perché?!” fece il biondo agitandosi, poi notò la navigatrice vicino a lui “Oh, Nami amore! Svegliati, ti prego!”

“Fa silenzio, cretino!” inveì lo spadaccino dandogli una spallata.

“Il mio amore è stato aggredito, io non sto zitto! Brook me la pagherà!” fece il biondo irritato, la sua gamba iniziò a prendere fuoco..

“Smettila! Vuoi farci arrostire tutti, idiota?!” gli fece notare il verde.

“Questa volta dò ragione a Zoro. Sanji ci penso io, fra poco sarai libero” disse il cyborg, così il biondo cercò di respirare e ricomporsi a malavoglia.

“Com'è accaduto?..Perchè così all'improvviso? Ah! Franky, sbrigati!”

“Sto facendo più in fretta possibile! E' come ha detto Zoro. Sanji, è successo qualcosa ai nostri compagni e ora non ci riconoscono più...non è colpa loro. Dobbiamo riflettere, dobbiamo pensare ad un piano per ribaltare la situazione...”

“Sono i fruttati...qualsiasi cosa sia successa è accaduta solo a loro...chissà, magari è questo strano mare, questa nebbia” si intromise nella conversazione Nami. Ecco, si era destata anche lei e pareva star bene anche se la sua voce tradiva molta tristezza.

“Ah! Sei sveglia tesoro! Come stai? Senti male da qualche parte?”

“Sto bene, tranquillo..”

“Potresti avere ragione, potrebbe essere la nebbia!” fece il biondo cercando di girarsi verso di lei.

“E' una nebbia che nasce direttamente da questo strano mare, non potevamo prevederlo...Deve essere qualcosa di speciale, potente.. per far sì che loro si siano dimenticati completamente di noi” Nami era proprio giù di morale.

“Siamo nella cacca più assoluta quindi” Anche Usopp era tornato in sé, o magari era stato zitto fino a quel momento “Abbiamo un Rufy e una Robin contro di noi...Brook con un potere da stendere chiunque in un secondo e...Chopper. Beh, può diventare pericoloso anche lui se fuori controllo... “

“Non dobbiamo batterci con loro, Usopp, dobbiamo far sì che non siano più un problema, nell'attesa di trovare un modo per farli rinsavire” fece lo spadaccino con fermezza.

“Non so, credo non ci sia piano abbastanza efficace da attuare..” commentò il nasone con riluttanza, poi cambiò espressione “Aspettate! O forse sì!”

Tutti si girarono verso di lui.

“L'acqua di mare!” pronunciarono in coro.

 

---

 

La mattina seguente qualcuno arrivò a passi leggeri ed eleganti davanti allo spadaccino. Era l'alba, c'era ancora una strana e azzurrina nebbia che li avvolgeva tutti, i quattro si erano volutamente fatti trovare ancora legati all'albero maestro per non destare alcun sospetto ma il loro piano era ufficialmente già partito.

“Passato una buona nottata?” fece Robin. Zoro la squadrò notando con stupore quello che lei si era messa addosso: un succinto abitino nero e lucido, con una gonna cortissima che, dalla sua postazione, non nascondeva proprio nulla. I suoi seni poi minacciavano di uscire da un momento all'altro da quella costrizione. Poi, cosa ancor più strana, aveva riempito la sua testa di treccine finissime e le sue labbra erano nere, non si era mai acconciata in quel modo! Sembrava un'altra donna! A Zoro venne l'istinto di redarguirla, di dirle di andare a cambiarsi subito, ma il piano non prevedeva lo scambio di battute tra di loro. Di chi era quel vestito poi? Non era il suo stile e pareva piccolo per lei. Ma certo! Di sicuro era di Nami!

Sanji, lì a fianco, spalancò la bocca per quella visione (per fortuna Zoro non se ne accorse).

“Non parli più adesso?.. Beh, non è una decisione saggia, testa ad alga! Il nostro capitano fra poco verrà ad interrogarti. Vorrà sapere chi siete, cosa volete e chi vi ha mandato qui. E di certo hai capito che lui non è paziente come me”

A quel “testa ad alga” Sanji sbuffò, trattenendo una risata. Quello era un risvolto inaspettato! Perchè lei lo apostrofava così? Non si ricordava di nulla ma di quell'epiteto detto dal cuoco sì, pareva!

Lo spadaccino tirò un'occhiataccia al biondo che si sforzò a rimanere serio, poi fece finta di non aver sentito alcuna parola e guardò altrove.

“Vedo che non vuoi ascoltare... Bene! Peggio per tutti voi! Inoltre abbiamo la sensazione, anzi, siamo certi che sia sparito qualcosa. E statene certi, quando troveremo che cosa per voi sarà la fine” fece Robin squadrando in modo tagliente tutti i prigionieri. Zoro tornò a fissarla intensamente come a volerle comunicare qualcosa, Sanji chiuse gli occhi per non vedere altro, Nami fissò a terra e Usopp rimase sull'impietrito. La mora fece dietro front e si allontanò a passi lesti.

“E' sparito qualcosa, certo.. E' sparito il ricordo di noi nelle vostre menti” commentò amaramente la rossa.

--

 

Dopo due ore il sole si levò più alto nel cielo, ma non tanto da apparire dietro quella coltre azzurrina che li accompagnava sinistramente, sempre più densa. Nami stava quasi per prendere sonno quando dei passi veloci picchiettarono sul ponte della Sunny seguiti da altri più lenti. I pirati legati alzarono la testa. Erano la renna e lo scheletro, anche loro si erano cambiati, Chopper era vestito con un completo elegante e blu e Brook aveva un cappotto giallo, enorme e strambissimo. Di sicuro quella nebbia influiva anche nei loro gusti, oltre che variare e cancellare ricordi, e di sicuro aumentava la loro cattiveria. Comunque tutti pensarono “Perfetto! Ciò che ci voleva! I più vulnerabili sono arrivati!”.

“Eccoti qui! Sei stato scelto tu!” fece un Chopper dallo sguardo esaltato e malevolo (ce l'aveva con Usopp) “Sei la mia personale cavia per l'antidoto nuovo che sto sperimentando contro i bubboni! Hehehee! Tanto non servirai al capitano nell'interrogatorio! E comunque il massimo che ti può capitare è gonfiarti come una pustola e scoppiare, hehehehe!” La renna reggeva tra le mani una siringa più grande di quelle che usava di solito, era spropositata! Dentro conteneva un liquido giallastro, per niente invitante. Nami lì vicino osservò quella cosa con orrore e il nasone iniziò a sentirsi male ma cercò di restare tranquillo, fra poco avrebbero dato via alle danze ma toccava aspettare il segnale di Franky.

Però Chopper poi inziò ad avvicinarsi paurosamente al cecchino, fece spruzzare la sua siringona in alto e Usopp si fece prendere dal panico. Urlò un “YAAAHHH!! Franky dai quel maledetto segnalee!!!!” istericamente.

La renna si bloccò, guardò il nasone in modo interdetto. “Stai fermo! Ti conviene!!”

Da lì un guazzabuglio infernale.

Franky urlò un “VIAA!”, spuntò dal suo nascondiglio lì vicino e corse verso Brook, e Sanji contemporaneamente tirò fuori da dietro la schiena un Watergun (un grosso fucile giocattolo riempito con acqua di mare). Franky colpì lo scheletro con una mega secchiata di acqua marina, Nami lo raggiunse con un altro Watergun e gli diede man forte sparando il getto direttamente in bocca al povero scheletro che finì ko a terra. Sanji sparò in faccia alla renna tutta l'acqua contenuta nel fucile, Chopper barcollò, stordito, alla fine arrivò Zoro che, con un'altra grande secchiata, lo mise fuori gioco del tutto. I due vennero subito legati e bagnati per bene ancora da altre secchiate per evitare che si risvegliasero. Usopp, Sanji e Nami si occuparono dei due fruttati, il piano era di portarli all'acquario, luogo dove sarebbero rimasti, cioè in ammollo.

Franky e Zoro invece andarono a cercare Robin.

“Il verde e l'azzurro”, in religioso silenzio come due ninja, andarorono a cercare la mora. Cercaraono di fare più piano possibile, certi che lei con la sua abilità, se avesse avuto un minimo sospetto, li avrebbe immediatamente scoperti. Zoro cercò di annullare al massimo la sua presenza ma sapeva che lei adesso era diventata più brava ad individuare qualcuno anche grazie all'allenamento che avevano fatto in palestra. Prima andarono a spiare dalla finestrella della cucina, e nulla, quell'ambiente era deserto. Poi andarono a vedere in camera da letto e lì rischiarono grosso perché dovettero aprire la porta per vedere se c'era qualcuno in quella stanza. Niente comunque, anche lì non c'era anima viva.

“La biblioteca!” fece lo spadaccino allora e Franky annuì, così i due si avviarono verso quella stanza, sempre in modo silenzioso ma per qualcuno anche goffo (Franky trasportava due secchioni pieni d'acqua marina ed era un po' difficile non essere visti in quelle condizioni!). Arrivati, la porta della biblioteca era semiaperta e il verde, lentissimamente, spiò dentro..

Eccola lì, pensò Zoro. Sì, Robin era proprio in biblioteca e stava camminando con un libro tra le mani, stava leggendo. Zoro si nascose dietro la porta, fece cenno al cyborg dietro di lui di rimanere pronto. Aspettò un minuto scegliendo il momento migliore e quando lei passò vicino all'uscio, sempre immersa nella lettura del libro, lui la ghermì da dietro bloccandole le braccia in modo che la donna non potesse incrociarle e attivare la sua abilità. Robin emettè un piccolo urlo di sorpresa, cercò subito di divincolarsi, tentando qualche mossa appresa anche dallo stesso Zoro, ma lui era molto più forte di lei e non le permise nessuna via di scampo. Arrivò quindi veloce Franky che svuotò addosso ai due sia il primo che il secondo secchio (con il secondo mirò la faccia della “povera” archeologa, che bevve e tossì prima di perdere i sensi tra le braccia dello spadaccino).

“Mi spiace, ma dovevamo farlo” pronunciò Zoro, stringendola e controllando se lei respirava.

“Perdonami Robin..” fece contemporaneamente Franky posando il secchio a terra.

Ora toccava a Rufy.

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Capitolo 34
*** Guerra sulla Sunny ***


Nota dell'autore

---- Eccomi qui con un altro capitolo dopo solo...un anno! Hahaha...beh, devo dire che per me sono anni impegnativi quindi armatevi di santa pazienza. L'unica cosa che posso dirvi è che voglio finire questa fiction, ho già in mente il finale da molto tempo, e che non passerà un altro anno per avere il capitolo successivo. Grazie ♥-----

 

 

Franky e Zoro non ci misero molto ad arrivare all'acquario. Non ci misero neanche tanto per accorgersi che qualcosa non andava. Era evidente, il piano era miseramente fallito.

“Metti giù lentamente quella donzella, orco!” minacciò lo scheletro con occhi rabbiosi, vedendo Zoro che teneva tra le braccia Robin. Il verde si bloccò per osservare bene la situazione che gli era parata davanti.

“Dobbiamo pensare a qualcosa velocemente...” gli spifferò Franky, dietro di lui.

Brook, in piedi, teneva stretta Nami per il collo, e le puntava addosso la sua spada affilata in un fianco. “Una mossa azzardata, verdastro, e io la faccio diventare uno spiedino. E' un gran peccato comunque...hohoho!”. Con uno sguardo veloce Zoro non trovò Sanji da nessuna parte (chissà dove cazzo era finito!) mentre Usopp era in un angolino a terra, sembrava dolorante e terrorizzato. Più in fondo un Chopper ancora stordito stava riprendendo i sensi.

Di certo avevano sbagliato i loro calcoli, lo scheletro non era stato bagnato abbastanza oppure era successo qualcosa e Usopp e Nami erano rimasti soli per qualche motivo, non era facile da capire al momento...

Nami urlò.

“AHHH!!!...Maledetto!! Mi fai male! BROOK!! TORNA IN TE!!!”

“Ferma pasticcino o ti si bucherà il pancino! Yohohoho!! Ma come mi vengono?!” fece lo scheletro all'improvviso divertito “Allora, pusillanime, devo farne uno spuntino per il capitano?” ribadì poi verso il verde accennando alla rossa.

Zoro quindi mise giù la mora, lentamente, come era stato chiesto e lei emise un sussulto. Molto male, fra non molto si sarebbe destata anche lei...

Il verde tornò a fissare lo scheletro giusto in tempo per vedere il suo teschio partire per una meta indefinita (succedeva spesso ultimamente). La sua mano d'ossa mollò la spada, Nami crollò a terra e le braccia dello scheletro si misero subito a cercare una testa che poco tempo prima era lì al suo posto. Bella roba, un corpo che cercava il suo capo pensò il verde.

“Bello spettacolo” commentò Robin, ancora sdraiata, sotto a Zoro. Diamine! Ci aveva messo poco!

L'archeologa tornò a squadrare il verde in modo confuso e malevolo, e ora che sarebbe accaduto? E in ogni caso...che era successo allo scheletro??

Un urlo furibondo avvolse l'acquario. “Maledetto stronzo di un violista!!! Che non ti veda mai più mettere una falange ossuta sulla MIA NAMI!!!!!!!” sbraitò un noto biondo, arrivato da chissà dove. “Ragazzi, mettiamoli ko subito perché non so per quanto Rufy se ne starà buono!”

Sanji era finalmente apparso, Franky e Zoro annuirono senza perdere tempo in discussioni. Immediatamente il verde cercò di bloccare la mora lì dov'era, a terra, i due tornarono a lottare alla stessa maniera di quando si allenavano in palestra, però ora erano davvero nemici e le cose si facevano serie. Franky si precipitò dal corpo di Brook, lo afferrò e lo buttò dentro la botola dell'acquario, e Sanji andò a recuperare il suo teschio che blaterava cose incomprensibili. Poi però da quel cranio si liberò un fumo verde, lo spirito di Brook, che aveva la capacità di uscire dal corpo se ne aveva la necessità.

“NO!!! Dobbiamo fermarlo!! Andrà ad avvisare Rufy!!!” fece il biondo, agitato, ma lo spirito era impossibile da afferrare e da trattenere.

Franky gli sparò uno dei suoi laser, per disperazione. Fu inutile come mossa, ovviamente. Poi una nube giallognola, preceduta da uno scoppio, avvolse lo spirito.

“Tappatevi il naso!! Subito!!” gridò Usopp, destato dal suo terrore. Era stato lui a cecchinare lo spirito di Brook con una sua creazione. Lo spirito si mise a ridere sguaiatamente. Forte, così forte da essere insopportabile. Ma almeno si era fermato. Piangeva dal tanto ridere (certo che uno spirito che piange lacrime vere è anche paradossale...).

Nel frastuono di quelle risa, che rimbombavano ovunque, si udì un altro grido.

“Huuuuahhhh!!! NOO!” era ancora il nasone ma questa volta era nel panico. Sanji, Franky e Nami guardarono inorriti la scena: Usopp si stava velocemente riempiendo di bolle.

Tutto il corpo del nasone era in subbuglio, dalla pelle continuavano a nascere dei piccoli foruncoli giallastri che in pochi secondi crescevano e diventavano grandi, molto grandi. La pustola più grande gli crebbe proprio su naso e lui, atterrito, iniziò a fissarla piangendo.

“Fa male, fa malee, FA MALEEE!!!!” si lamentò agitatissimo.

“Chi la fa, l'aspetti!! Cosa credevi?!” fece Chopper in modo cattivo, a pochi passi da lui. “Ecco, ti avevo detto che eri la mia cavia! Fra poco quella pustola esploderà portando con sé anche il tuo inutile cervellino! Chi si avvicina a me farà la stessa fine!!”

Il biondo, la rossa e il cyborg si guardarono di nuovo non sapendo che dire e che fare. Franky, con la coda dell'occhio poi, vide Robin riuscire a scappare dalle grinfie di Zoro e correre via. Il verde gridò un “Mannaggia a me che gli ho insegnato quella mossa!” poi la mora si fermò, incrociò le braccia e con la sua abilità bloccò il verde che con un “Cazz!!” barcollò paurosamente ma non cadde, trattenuto da una dozzina di arti. Lo sguardo micidiale della mora poi passò a Franky.

“Ragazzi...!” fece per avvisare gli altri il cyborg, ma era troppo tardi. Moltitudini di braccia fiorirono dal pavimento afferrando Sanji, Nami e Franky da tutti i punti. Vennero avvolti, afferrati da ogni punto e urlarono. Quelle prese erano salde, strette, facevano male. Non c'era nulla della gentilezza di Robin in quelle mani. Lo spirito vide la scena e continuò a ridere sguaiatamente sempre più forte, le sue lacrime stavano già allagando l'acquario.

Una voce molto familiare tuonò nella stanza.

“BASTA BROOK!!”

Il teschio si bloccò, come per magia. La pustola sul naso di Usopp esplose.

E poi applausi.

Applausi rieccheggiarono dall'entrata dell'acquario che dava verso l'uscita al piano inferiore.

“Ottimo, ottimo lavoro Robin! E bravo Chopper!” fece il capitano.

La mora sorrise malignamente, gli occhi le brillavano, era soddisfatta. La renna gongolò parole d'insulto verso il moretto perché non voleva essere elogiato così (il cecchino era finito a terra dallo scoppio ma per il resto era intero). Lo spirito invece tossì, cercando di riprendersi da quell'esperienza troppo ilare.

“Abbiamo degli intrusi capitano, avevo cercato di infor...”

“Certo Robin, adesso ci penso io” fece Rufy, con occhi che già non presagivano nulla di buono. “Chi tocca i miei compagni è morto!”

Il moretto squadrò ogni singolo pirata che era stato catturato e il suo sguardo arrabbiato non mutò.

“RhUFY!!... Noi shiamo il tuo equipagghio! I thuoi nakama! Come fai a non richordareh?!” fece uno Zoro intrappolato da una ventina di braccia (due mani gli stavano premendo la faccia, era dura parlare in quello stato!).

Il capitano si girò verso di lui con una faccia buffa. “Mm..mmh... No, direi che non ti ho mai visto. Certo che sei strano con quei capelli! Comunque vi eliminerò senza grandi sofferenze. Oggi sono magnanimo. Ho mangiato bene, qualcuno in cucina mi ha fatto una sorpresa...non ho mai trovato tante cose buone in cucina come oggi! Robin, dicevi... che non abbiamo un cuoco a bordo, giusto?”

“No, ti confermo. Mai avuto”

“Bah, allora è molto str....”

Il moretto si bloccò, le mani andarono a premere la pancia.

“Capitano?” si preoccupò l'archeologa.

“Non...ahi!! Ah, non è niente. Credo che devo andare in bagn..ouh!! Farò prestoh!!” disse confusamente e lamentandosi Rufy, poi sparì velocemente dalla scena tenendosi anche il sedere.

“Ha fatto effetto” bisbigliò Sanji.

Tutti capirono cosa era accaduto, il cuoco aveva lasciato l'acquario per andare a cucinare qualcosa di avariato per Rufy, un modo per metterlo ko, un modo disperato. Nami sospirò.

“Conoscendo il fisico di Rufy, questo lo terrà buono per poco. Dobbiamo fare qualcosa adesso”

“Se credete di poter fare qualcosa sbagliate di grosso” disse Robin dall'altro lato della stanza “Non riuscirete a muovere un muscolo”. Sorrise malignamente.

“DEMONE, raghiona!” Zoro attirò l'attenzione della mora che si girò verso il verde e mollò la presa dalla sua faccia; era strana la sua espressione, quasi incerta (era forse stato quell'epiteto?). Lo spadaccino continuò. “Chi governa questa nave? Non avete navigatori! Chi prepara il cibo per la ciurma? Non avete cuochi! Chi ripara i danni alla nave? Non avete carpentieri! ...”

“Che cosa assurda mi stai dicendo?! Certo che li avevamo ma qualcuno ce li ha portati via!!” Urlò la mora, ritornado decisa come poco prima, poi si rabbuiò “C'era qualcun'altro...sì! Qualcun'altro faceva parte della ciurma..!”

Si stupirono tutti, dalle parole e dal continuo cambio repentino di umore che aveva la donna. Lo spirito iniziò a piagnucolare, anche lui sentiva una strana mancanza?

“Robin...siamo noi! Siamo noi quelli che cercate!! Liberaci!” disse disperatamente la rossa nella morsa di quelle braccia.

“Poco fa ha detto che non avevano mai avuto un cuoco a bordo, ora è come confusa...” commentò il cyborg. Sanji era a bocca aperta, che poteva dirle lui per farla rinsavire?

Le mani di Robin, tutte, strinsero più saldamente ogni corpo che afferravano.

“Ehi, ehi! Vacci piano tesoro!” si lamentò il biondo, una mano era proprio lì, vicino i suoi gioielli di famiglia.

Li hanno portati via. Ci hanno cancellato anche la loro memoria!... In realtà noi non ce ne ricordiamo più... E siete stati VOI a farlo! Ora che vi abbiamo catturati ve la faremo pagare cara!! Sento che... abbiamo perso qualcosa...di molto importante”

Robin adesso era più infuriata che mai e gli occhi le si stavano riempiendo di lacrime. In tutta questa altalenanza di emozioni non aveva comunque perso quell'aria diabolica.

“E' questo mare, Robin! Questa nebbia! Ti sta confondendo! Vi sta confondendo! Noi siamo la vostra ciurma! Te lo posso provare!” fece il cuoco “... Ti ricorda qualcosa Enies Lobby?”

Robin battè le palpebre e dai suoi occhi cadde una gonfia lacrima.

“Enies Lobby... No. Non ricordo niente!”

“Stai mentendo e io lo so!!! Riconosco chi mente!!” urlò Usopp dall'altro lato della stanza. Le sue pustole stavano guarendo da sole.

“Maledetto, taci!!!!! Non ne sappiamo niente di quel maledetto posto!!” fece il dottore, puntò poi la sua siringa spara-cose orrende sul nasone iniettando su di lui un'altra dose di quella roba giallastra. Usopp urlò inorridito e svenne.

L'attenzione di tutti tornò sull'archeologa che guardava un punto indefinito adesso, sembrava stesse pensando intensamente a qualcosa.

“Robin, guardaci! Possibile che tu non ti ricorda? Noi siamo le persone per le quali tu stavi per sacrificare la tua esistenza. Ti sei consegnata al governo pur di metterci in salvo tutti! Tu tieni molto a noi, Robin!”

La mora squadrò tutti i presenti e poi tornò al biondo, gli rispose. “Non è possibile. Non è così. Se mi dici Enies Lobby... io ho solo un brutto ricordo di quel posto. Ricordo quel luogo, la mia disperazione, ricordo gli scagnozzi del governo...non altro. Ricordo infine...di esser svanita in vasto buco nero”

L'archeologa si abbracciò come se fosse improvvisamente colta dal terrore. Il corpo scosso dai brividi, iniziò a sussurrare tra sé e sé “Era un buco nero...ma come ne sono uscita?... Mi è apparso anche in sogno. E' terribile, succederà qualcosa di terribile...” Crollò infine in ginocchio. Zoro continuava a scrutarla in modo preoccupato.

“Hai detto.. buco nero?” fece subito Sanji che aveva capito le sue parole “Io ho fatto un sogno strano con un buco nero proprio l'altro giorno...ero in cucina e ad un tratto il forno è diventato enorme, ha iniziato a risucchiare tutto...tutti... Non ho potuto fare nulla per...”

“Potevi sentire la loro carne bruciare come se fosse la tua” fece la mora fissandolo. Con occhi bellissimi, maledetti, cattivi ma anche solcati di dolore.

Ora fu il biondo ad avere un brivido. Nami fissava prima Sanji poi Robin, ripetutamete. “Non me l'hai detto...”commentò basita.

“Tu hai visto la nave risucchiata da quella nera voragine che arrivava dal cielo” pronunciò l'archeologa fissando d'un tratto la rossa. Nami sussultò, era vero! Cosa cavolo stava succedendo? Come faceva a sapere?!

“E tu morivi privato dei tuoi ingranaggi metallici prima di sparire nel buio” fece ancora la mora verso il cyborg questa volta. Franky spalancò la bocca, era stato proprio così il suo sogno.

Lo sguardo assorto di Robin si fermò poi sulla la renna e sul cecchino svenuto. “Il tipo dal naso oblungo...lui è caduto in mare, attendendo sott'acqua la sua fine nel grande gorgo oscuro. E tu, mio compagno...” Chopper balzò terrorizzato (aveva perso tutta la sua verve da prepotente) “Tu...neanche trasformato in bestia hai potuto far nulla contro il nero che avanzava”... “E poi tu, scheletro spadaccino!” La mora alzò la voce verso lo spirito di Brook che urlò un “AHH! Nonlovogliosentire!!!PAURAAh!”. Ormai regnava il terrore lì dentro.

“Tu, scheletro spadaccino adoratore dell'intimo indumento... Tu ti sei rimpolpato delle tue carni prima di perire risucchiato nel baratro! Eri gradevole...” Lo spirito verdastro fuggì dietro alla renna.

Era ovvio, tutti capirono che Robin stava, non si sa come, rivivendo tutti i sogni terribili dei suoi compagni. Tutti avevano fatto un sogno che finiva malissimo, un incubo dove un grande buco nero aveva la meglio su di loro.

La mora si teneva ancora stretta ma aveva uno sguardo demoniaco, sovrannaturale. Girò lentamente il volto verso l'ultima persona lì dentro alla quale non aveva donato la sua terribile rivelazione.

Zoro la guardò senza timore, la stava aspettando, ancora lì avvolto dalle sue grinfie. Lui gliel'aveva pure confessato quel sogno, no? Quando lei era ancora in sé ovviamente.

“Tu...” fece l'archeologa, ma poi si bloccò. Cambiò espressione, la sua faccia mutò in vivo stupore. “Non è possibile!” commentò.

Zoro sorrise, aveva capito “Hai visto qualcosa che non ti aspettavi, mh?”

Robin si mise le mani sul viso “Perchè io? Perchè io muoio nel tuo sogno?!” ... “Zoro...!” fece poi, come illuminata.

“Sì!” fece Franky, sfogando vittoria.

“Adesso sai chi sono, archeologa?” chiese il verde.

Robin fece sparire tutte le braccia liberando tutti quanti, la renna urlò sconvolta che lei non sapeva ciò che faceva e iniziò a puntare la siringa in direzione dei presenti.

“Mi...dispiace! Io...” cominciò a dire confusamente la mora. Il verde, libero, fece per avvicinarsi a lei per spiegare la situazione e confortarla ma venne sbalzato via improvvisamente da una forza sconosciuta. Di nuovo.

Rufy entrò come una furia lì dentro, il suo braccio allungabile tornò normale.

“NON TOCCARE ROBIN!!!” urlò come un ossesso “E CHI CAVOLO E' STATO A CUCINARE?! COSA MI AVETE DATO DA MANGIARE, MALEDETTI?!?!? Non sono mai stato così male....ouch! E ho pure intasato il bagno” Il capitano si piegò su sé stesso, evidentemente aveva ancora fastidio.

Zoro si sfracellò contro la parete di vetro dell'acquario, quel vetro si crepò minacciando di cedere da un momento all'altro. Il verde scosse la testa e si riprese subito, aveva ancora lo sguardo sulla mora quando lei, vedendo Rufy, ebbe un mancamento. Con un urlo di rabbia e uno scatto felino, lo spadaccino andò a recuperarla prima che lei battesse la testa per terra. Balzò poi via con lei, approfittando del malessere di Rufy, e andò veloce dal cyborg. Poggiò la mora sul pavimento vicino a Franky che lo guardò con un punto di domanda in faccia.

“Tienila al sicuro, penseremo io e il cuoco a Rufy” disse deciso. Il biondo fece un cenno d'assenso.

“Franky, mi raccomando” disse Sanji “Nami, tornerò subito” Il cuoco fece un occhiolino alla rossa ma lei negò con la testa, era molto preoccupata.

“Siete impazziti? Volete battervi con Rufy?!”

“E' l'unica cosa che mi viene in mente al momento!” cercò di zittirla lo spadaccino.

Il biondo andò dal verde, parandosi anche lui in difesa dei compagni. “Cercheremo di farlo ragionare” disse.

“Non...non è la cosa giusta da fare! Lui è...! Vi siete scordati di cosa è capace Rufy?!” cercò di dissuaderli Nami, ma arretrò ubbidendo loro. Qual'era l'alternativa possibile?

“Bene, allora cerca di non intralciarmi. Anche se non farò sul serio” fece Zoro a Sanji, sguainando le spade.

“Neanche io posso fare sul serio ma... tu cerca di salvaguardarti” rispose il biondo.

I due si guardarono, si schifarono a vicenda lasciando perdere altre discussioni.

Il capitano urlò di dolore e poi urlò incazzato.”ALLORA??!!! DOVE AVETE PORTATO ROBIN?!!! ROBIN E' NOSTRA!!!! ROBIN E' MIA!!!!!!”

Zoro gli lanciò un fendente che non pareva affatto magnanimo. Il moretto lo vide all'ultimo e lo schivò. Si sentì un botto tremendo, una parete della stanza subì un taglio netto.

“Sei deficiente?! Vuoi distruggere la nave???!” gli urlò il biondo.

Zoro era livido. “CHE CAZZO HAI DETTO?!! Robin è solo MIA!!!” fece, puntando una katana contro il capitano.

“Ommioddio...” commentò Sanji alzando le mani “Ma lo vuoi capire o no che non è in sé?! Portiamolo fuori e cerchiamo di evitare di fare troppi danni!”

Il verde lo fulminò “Se avesse detto 'Nami è mia' non saresti così tranquillo! E comunque quello era un colpo molto debole!”

I due non ebbero il tempo di andare avanti a parlare perché furono travolti dal gatling di Rufy, una pioggia di pugni potenti. Un po' vennero travolti e un po' riuscirono a evitarli, l'unica cosa certa fu che alcuni si schiantarono sul vetro già malmesso dell'acquario mandandolo in frantumi. L'acqua invase la stanza, ci fu un fuggi fuggi generale, il corpo di Brook fu libero e il suo spirito ritornò nel suo corpo. Usopp si svegliò dallo tsunami d'acqua, urlò spaventato ma quell'acqua fu anche la sua benedizione perché le pustole iniziarono a guarire con una velocità incredibile. La renna si indebolì parecchio dopo quel bagno indesiderato così il nasone riuscì a scappare e raggiungere gli altri fuori sul ponte.

La battaglia tra Rufy, Sanji e Zoro si spostò sul ponte principale. Nami, Franky e Usopp notarono che il moretto era già trasformato in gear third, e il biondo e il verde cercavano di contrastarlo attaccandolo a turno. Sanji cercava anche di dirgli qualcosa, qualcosa per farlo rinsavire ovviamente, ma Rufy era troppo alterato. Si era accorto che Robin, priva di sensi, era tra le braccia di Franky e questo non gli piaceva affatto. Ad un certo punto tentò pure di attaccare il cyborg, sembrava che non gli importasse neanche di ferire la stessa Robin. Il colpo fu così fulmineo che Franky fece in tempo solo a girarsi di schiena per salvare almeno la mora dal colpo. Zoro intercettò il pugno che andò comunque in parte a segno. Il cyborg, colpito, caracollò ma non crollò, tenendo salda la mora tra le braccia, l'aveva salvata, non era stata colpita.

Lo spadaccino quindi decise di alzare il tiro, non poteva permettere che Rufy facesse del male agli altri. Gli avrebbe fatto male, il giusto, quel tanto da fermarlo.

“NO, Marimo!” urlò Sanji, che capì subito le intenzioni del verde.

Nulla poteva far cambiare idea allo spadaccino. Non sui punti vitali, si ripeteva, tutto qui.

Lanciò due fendenti a croce diretti verso il capitano. Il moro si trasformò rapidamente in gear fourth ma venne colpito. Ora era più nero che mai.

“Cazzo! Te l'avevo detto! Non ha senso provocarlo!! Dobbiamo farlo ragionare!” sbraitò il biondo al verde.

“Non ragiona più...non lo vedi?! Hai detto tu che non è in sé!! Che dobbiamo fare se non metterlo ko?! Non ti preoccupare cuochino, non lo ucciderò!” rispose Zoro canzonandolo pure.

“Così otterrai l'effetto contrario, testa di rapa!! Cosa faremo quando diverrà più forte?!”

“Dobbiamo solo stancarlo!! Siamo in due e ce la faremo! O ti stai tirando indietro, principino?!”

Il biondo si alterò incredibilmente. “Non hai capito un cazzo di quello che volevo dire!!! Comunque è certo che non mi arrendo! Stavo solo seguendo un'altra strategia! Ma è ovvio che non ci puoi arrivare!”

“Finiscila e combatti seriamente!” fece Zoro, sbottando. Poi deviò un pericoloso colpo arrivato da destra.

“D'accordo! Ma se moriremo tutti sarà per colpa tua!” sbraitò il cuoco perdendo la pazienza. Ora toccò a lui scampare da un calcio poderoso del moro che era gonfio come un pallone.

I tre continuarono a combattere ancora, i colpi sempre più devastanti sfioravano la nave e minavano la sua integrità. Anche Chopper e Brook uscirono sul ponte alla fine, osservarono il combattimento del capitano in silenzio, come rapiti.

“Si stancherà...uff! Vedrai!!Uff...! Di solito non si riprende facilmente dal gear fourth...se lo mantiene per troppo tempo rischia di...diventare piccolo” commentò uno stanco Zoro dopo una mezz'ora di combattimento.

“Tu ti sbagli...ahh...Rufy è cresciuto...è migliorato ancora...e tu l'hai visto che cosa può fare...ah” rispose uno sfinito Sanji “Lo sai che se non va come prevedi...qui si rischia di brutto..”

Zoro prese un profondo respiro “Se funzionerà...lo sapremo presto” disse, poi lanciò un fendente triplo che colpì Rufy, lui lo contrastò ma poi ci fu un esplosione. Rufy piombò a terra e si rimpicciolì.

“A-HA'!! Che ti avevo detto?!” fece trionfante Zoro, dal basso anche Nami e Usopp gioirono per un attimo.

Il corpo del moro infatti venne avvolto da una strana nebbia bianca, deboli battiti di tamburo iniziarono a pervadere quelle acque.

“Oh no... No, no, no!!” Sanji si mise le mani nei capelli “Bene, diciamo addio ad ogni speranza adesso!”

“Che cazzo dici?” commentò il verde mentre il corpo di Rufy si gonfiava e diventava sempre più grande. Non se n'era accorto.

 

---attenzione spoiler--- per chi non è al passo con il manga questo pezzo contiene spoiler su Rufy e il gear five

 

“Ah?”fece il verde vedendo il moro sempre più grande e bianco che mai. “Non è possibile! Doveva stancarsi! Rufy non ha mai passato il gear third, fourth e five tutto insieme!”

“Qui nulla è normale, marimo testardo! Questo mare agevola i possessori dei frutti! Se si trasforma in Nika non potremo nulla”

Tum- tum- tum- tum!!!! Tum-tum-tum-tum!!!!

I colpi del tamburo ora erano più forti, sicuro, stava arrivando.

“Io e te insieme siamo molto forti se facciamo davvero sul serio” dichiarò Zoro. Sanji si voltò verso di lui, non se l'aspettava quella dichiarazione e tutta quella fiducia!

“Sarà. Ma io non posso fare sul serio contro di lui e non lo puoi fare nemmeno tu”

“Lascia dirlo a me” disse il verde.

“Perchè, non è così?” chiese il biondo.

Tum-tum-tum-tum!!!

Zoro abbassò le spade. Era ovvio che non poteva fare sul serio contro Rufy.

Grasse risate rieccheggiarono in tutta la nave.

“Non potrete mai battere il nostro capitano!! MAII!!!” urlò Chopper in modo fanatico.

Robin nel frattempo si destò, guardò in malo modo Franky, si svincolò da lui allontanandosi. Il cyborg la lasciò andare non sapendo che fare. Lei era ancora soggiogata da quella nebbia, Rufy era nella sua forma più forte, incontrastabile. Che ne sarebbe stato di loro? Franky, Nami, Zoro, Usopp e Sanji avrebbero dovuto abbandonare la nave? Essere uccisi?...

Tum-tum-tum-tum!!!

“YahahhahahahHAHAHAHAH!!” Rufy continuava ad ingrandirsi cominciando a ridere, i tamburi rieccheggiavano da spaccare le orecchie ora. Aveva gli occhi ancora chiusi e pieni di lacrime dalle grandi risate. Di solito piangeva dal ridere? Zoro se lo chiese.

“Metti in salvo gli altri, andate via con la scialuppa, farò da diversivo” fece Zoro osservando quel gigante bianco.

“C..Cosa?! No, non farai di nuovo l'eroe, questa volta starò io qui” fece Sanji “Voglio dare la possibilità agli altri di fuggire, il resto non conta”

Il verde allora si girò per contrastarlo con più determinazione ma la sola cosa che vide fu un alone bianco. Rufy aveva posto la sua enorme mano tra lui e Sanji.

“AHAHAHAH!!! Basta!! Ahahahahahahahha!!!!” continuò a ridere il capitano, fissandoli dall'alto con due occhi matti ma ...diversi. Buoni?

I due si bloccarono non capendoci granchè. Contemporaneamente Brook, Chopper e Robin si immobilizzarono come ipnotizzati da quelle risa e poi, da un momento all'altro, il rombo dei tamburi si fermò, Rufy si fermò con un largo sorriso e lo scheletro, l'archeologa e il dottore si destarono. Presero una boccata d'aria, si scossero un poco, non capendo. Erano tornati normali.

Rufy si rimpicciolì velocemente, tornò il solito moretto sorridente in mezzo a Zoro e a Sanji.

“Cosa?...”

“Sei tu? Sei tornato?!”

I due, straniti, grondanti e tumefatti, studiarono attentamente il capitano.

“Perchè? Sono mai andato da qualche parte?” fece lui. E li abbracciò. Sanji e Zoro quasi si scontrarono. “Non so cosa sia successo ma ho bisogno di mangiare, e voi avete bisogno di bagno! Hehehehe!”

“Rufy!!!!” urlò la rossa piangendo e uscendo fuori dal suo nascondiglio. Tutti andarono dal capitano e dai “due vice” che avevano rischiato grosso per il bene della ciurma.

Si abbracciarono tutti, ci fu chi urlò dolorante, chi rise, chi pianse, chi era ancora frastornato ma felice dalla situazione. Erano ancora insieme, tutti insieme, nulla era più importante. Ci sarebbe stato il tempo di spiegare che cosa era successo, ora era il tempo di festeggiare. La forza delle risate di Rufy e il legame che c'era tra loro aveva trionfato ancora.

Erano tutti così felici e immersi in quell'abbraccio che non si accorsero che la nave stava ormai lasciando quel mare azzurro per inoltrarsi nel mare viola.

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Capitolo 35
*** Finalmente ***


“DUE ISOLEEEE!!!! A DRITTAAAAAA!!!!!!!!!”

Usopp con il suo urlare a squarciagola destò tutti dai propri affari mattutini. La prima a precipitarsi sul ponte fu Nami.

“Che cosa?! Di già?!” corse di fretta, rubò poi dalle mani del nasone il cannocchiale per precipitarsi a scrutare l'orizzonte. “CASPITA!.. Ragazzi!!! Tutti quii!!! ADESSO!!!!” urlò esagitata.

Quella mattina erano rimasti tutti piacevolmente sorpresi nel constatare il cambiamento del colore del mare che, all'alba, pareva dello stesso colore rosa del cielo, poi era mutato in viola acceso, color delle violette di prato. Qualcuno aveva commentato che sembrava vino (Zoro), altri che era inquietante (Usopp), altri affascinanate (Robin)... C'era stato pure chi l'aveva trovato profumato (Chopper) e chi lo voleva bere tutto (indovinate un po'...). Però quella cosa delle due isole ora era inaspettata.

Accorsero tutti sul ponte, chi un po' frastornato, chi ancora con mestoli o attrezzi vari in mano, tutti con un punto di domanda in faccia. Poi apparve il verde, ancora grondante e con un asciugamano striminzito che copriva solo le parti intime (aveva appena finito di fare la doccia dopo l'allenamento).

“Allora ragazzi, ci siamo tutti?!” fece la rossa, per poi bloccarsi alla vista dello spadaccino in quelle condizioni “EHI TU! Non sei... presentabile!!!” urlò inferocita, tirandogli il cannocchiale addosso. Zoro lo scansò, Usopp urlò un “NO!”, tutti fissarono il verde negando con la testa. Robin alzò solo le sopracciglia: era il solito.

“Hai fretta! ...Sono uscito così!” si giustificò lui, seguirono risate e commenti tra i quali quelli del cuoco che sussurrò fra sé e sé un “Bifolco babbuino babbeo”.

“Sì certo, ho fretta!...Vabbeh, comunque! Le vedete quelle due punte all'orizzonte?” ricominciò la rossa con occhi luccicanti, senza più badare ad altro. Tutti cercarono di osservare quello che lei intendeva. Annuirono. “Ecco, quelle sono gli occhi del drago. Del nostro drago, capite?! Quindi vuol dire che ora siamo pienamente sulla testa! Siamo sulla testa e quelli sono gli occhi! Dobbiamo oltrepassarli per arrivare alla fine del capo! Io non pensavo che fossimo già così lontano...cioè credevo che questo tratto fosse più lungo ma... ci siamo!!! Avete capito, no? Sì?....”

Nami si fermò a studiare le facce dei compagni. Sorridevano ma erano sorrisi forzati, nessuno aveva veramente capito, tutti tranne una.

“Quelli sono gli occhi del drago, quindi siamo quasi giunti a destinazione. In teoria, fra poco, scorgeremo God Valley” sentenziò Robin.

I ragazzi, ascoltando la mora, esplosero in un “OOHHHHhhhh!!!” di comprensione. Finalmente avevano capito.

“Beh, e io che ho detto?!” fece la rossa, spazientita.

“Siamo arrivati?! Siamo arrivati! Siamo arrivati!!!!! YAAAHUUUUUUU!!!!!!!!!” Esplose il capitano “CIURMAAA DOBBIAMO FESTEGGIAREEEEE!!!!!”

Rufy si mise a correre per tutto il ponte, mega esaltato. Appena passò vicino alla rossa, lei lo prese per un orecchio. Questo si allungò, allora lei tirò più forte, Rufy si lamentò e tornò da lei con la faccia di chi non coprendeva cosa non andava.

“Calmacalmacalma!!... Non siamo ancora arrivati! E avete visto di cosa è capace questo mare! Quindi stiamo allerta e che nessuno tocchi per nessun motivo queste acque...la situazione mi pare fin troppo tranquilla”

“Nami ha ragione. Dobbiamo stare allerta, non è il momento di rilassarsi” sottolineò Sanji, concorde.

“Beh, starò di guardia tutto il giorno se necessario!” fece Usopp (che voleva scampare ai lavori di riparazione dell'acquario).

Qualcuno annuì, Rufy protestò. “Ma dobbiamo fare festa!!! Dobbiamo pescare qualcosa di buono!”

“NOO!!” urlarono Nami e Sanji in coro.

“E se fossero acque nocive? Da stamattina non ho scorto neanche un pesce, nemmeno un movimento sospetto delle onde, né una bolla... E' altamente probabile che non sia acqua sana” fece il cuoco gesticolando con un mestolo di legno (era sporco di qualcosa di rosso e il capitano, pericolosamente vicino, si allungò a ciucciarlo). Il biondo lo allontanò con un calcio.

“Abbiamo capito tutti allora???” chiese esasperata Nami.

“Siiiii” fece in coro il gruppo... tranne Rufy che si lamentò di aver fame.

Si congedarono quindi con la promessa di tenere gli occhi bene aperti, la rotta verso le due isole e non toccare l'acqua di quel mare per nessuna ragione.

 

---

 

Zoro allora si avviò verso la sua camera, doveva mettere qualcosa addosso. Pensò che quella navigatrice a volte era davvero insopportabile. Che aveva fatto lui di tanto strano? Come se lei non avesse visto in costume da bagno tutti ormai! Che cambiava?... Il verde aprì la porta, la richiuse dietro di sé, tolse l'asciugamano da dov'era posto e lo usò per asciugarsi la faccia, si strofinò i capelli energicamente e poi... si accorse di avere davanti a lui Robin, Robin seduta sul letto.

La mora si passò una mano sulla guancia e strabuzzò gli occhi.

“Oh! Non ti avevo visto!” fece Zoro scostandosi, in imbarazzo. Adesso sì che aveva fatto una figuraccia. Però...aveva notato anche una cosa. L'asciugamano ormai bagnato che aveva tra le mani ritornò a coprire le sue parti basse. Le si sedette accanto. Lei gli sorrise, senza felicità.

“Cosa c'è? Perchè piangi adesso?”

“...”

 

---

 

Nello stesso momento, Nami, con nonchalance, entrò in cucina. Il biondo era intento a preparare un sughetto proprio invitante! Si avvicinò a lui.

“Mmh!... Che buon profumino! Cosa prepari?”

“Spaghetti al sugo di mare. Almeno sfrutto quei poveri pesci del defunto acquario..erano lì da un po'” disse lui. La rossa pensò che aveva una camicia troppo elegante per cucinare.

“Certo...” concordò lei “E cosa intendevi con quell'occhiolino di poco fa? Sono curiosa..”

Il biondo le lanciò un occhiata furba, sorrise e spense il fuoco.

“Credo di avere una soluzione al mio... problema” fece enigmatico.

Nami sbattè le palpebre, era sempre più curiosa (intendeva quel problema, giusto?). Sanji si appoggiò alla cucina e guardò in alto, con fare vago. Si accese una sigaretta.

“Però dovremo fare un furto”

“I furti sono la mia specialità” sentenziò la rossa.

 

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“Credo... perchè mi sento in colpa”

“Ti sei già scusata ieri, è inutile che tu rimanga in questo stato” fece Zoro mettendole in ordine un ciuffo ribelle. “Abbiamo fatto tutti cose assurde in questo viaggio, e di certo ieri non eri in te. L'hanno capito tutti, è acqua passata”

La mora gli fece un debole sorriso, con gli occhi ancora lucidi.

“Dimmi la verità, vi ho fatto del male?”

Zoro scosse la testa e sbuffò. “No, devi stare tranquilla”

“Ti rendi conto che poteva scatenersi quella cosa, Zoro?... Cosa sarebbe accaduto?”

Lei intendeva quel suo strano potere, quella specie di risveglio scatenato sull'isola dei selvaggi.

“Non è accaduto. Non pensare ai 'se' e ai 'ma'. E' inutile”

“Avrei potuto uccidervi tutti” disse la mora, abbassando lo sguardo a terra.

“Non l'avrei permesso” fece Zoro, sicuro.

“Se succedesse...se dovessi per caso...non essere in me e attivare quella cosa contro di voi...tu dovrai fermarmi a tutti i costi, Zoro”

Robin tornò a guardarlo, stava piangendo di nuovo ma sembrava molto determinata. Il verde sbuffò, le prese le spalle e se la trascinò addosso.

“Non accadrà. Ma se dovesse succedere, non esiterò. Non esiterò a mettere in salvo tutti, te compresa”

La mora lo abbracciò, voleva sparire tra quelle forti braccia. Nascose la faccia nel suo petto.

“Non dire più cose del genere” fece Zoro, con un'insolita tenerezza.

 

---

 

Quando Sanji annunciò che il pranzo era pronto, Robin si svegliò. Sorpresa, si rese conto di essersi addormentata, accanto a lei, Zoro, stava disteso a leggere qualcosa. Aveva pure gli occhiali da vista!

“Da...da quando in qua porti gli occhiali?” chiese la mora, ancora assonnata.

“Mh?” si destò il verde, distratto “Da quando ho perso l'occhio...ma non li metto mai” fece lui, togliendoli subito.

L'archeologa si mise a ridere “Non serve che li nascondi, mfuh! E poi ti stanno bene!”

“Tu, invece, dormi sempre ultimamente” commentò lo spadaccino mettendo via anche il libro (l'archeologa lesse solo “Storie di spade”).

“AH! Ho proprio fame! Andiamo?” fece lei mettendosi a sedere.

Zoro sorrise, felice di vederla serena, fece un cenno d'assenso e prese le katane (doveva sempre portarle con sé, era meglio...).

 

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Il pranzo si svolse in modo tranquillo, Brook e Usopp si diedero il cambio per fare la guardia fuori, quella spaghettata di pesce rimise in sesto tutti.

“Sanji, è qualcosa di stratosferico!!!!! Ce n'è ancora???” fece il capitano.

“Rufy, da mangiare ci sono i piatti se vuoi” gli rispose il cuoco (il moretto ne aveva mangiato ormai sei piatti strapieni).

“Nuoooohh....” Il capitano si rattristò, ma alla vista dei biscotti comparve un sorriso sulla sua faccia. Tutti risero.

“Ragazzi, vado avanti con i lavori. Sanji, ottimo come sempre!” si congedò Franky.

Dopo un minuto uscì anche Zoro dalla cucina. Sanji osservò il suo bicchiere: strano, non aveva finito il sakè.

 

---

 

“Stai facendo un bel lavoro! Ti serve aiuto?!”

Franky disattivò l'aggeggio che aveva tra le mani e si girò a guardare chi fosse, con l'elmetto e gli occhialoni non aveva capito bene.

“Zoro?...”

“Dicevo, ti serve una mano?”

“Beh, se non hai nulla da fare, sì!” fece un po' sorpreso il cyborg. In effetti era in alto mare con i lavori, quella stanza era un disastro, due braccia forti gli sarebbero servite.

“Ok, dimmi cosa devo fare”

Il cyborg si chiese per un attimo se quello davanti a lui fosse sul serio lo spadaccino, ma poi gli sorrise e gli diede indicazioni.

Lavorarono duramente nell'acquario per ben tre ore.

 

---

 

La rossa e il biondo, nel frattempo, erano presi da ben altre faccende.

Sanji non aveva detto granchè a Nami, non le aveva raccontato i dettagli. Avevano fatto quello che non andava fatto (avevano rubato dalla dispensa di Franky una quantità vergognosa di cola) ma la ragazza non capiva il perché. Cosa c'entrava con il suo problema? La rossa sapeva solo che avrebbe dovuto presentarsi nel bagno grande in una data ora del pomeriggio, tutto qui. Si sistemò i capelli quindi e bussò.

Sanji aprì la porta, il bagno era in penombra, la fece entrare in silenzio e poi richiuse la porta a chiave. Non le disse niente, non serviva.

Il bagno era immerso in una luce tenue, tante piccole lucine erano state messe un po' qua e un là per dare un po' d'atmosfera romantica e avvolgente. Quell'ambiente era diventato qualcosa di magico! La vasca, più in là, sembrava piena ed era cosparsa di fiori, sia dentro che sul bordo. Nami si voltò verso il cuoco, era a bocca aperta.

“Vuoi? Brindiamo” fece lui, porgendole un bicchiere di spumante “Sei ...troppo bella”

Nami sorrise e annuì, non ci stava capendo nulla.

Bevvero guardandosi negli occhi, poi posero i bicchieri chissà dove e iniziarono a baciarsi.

Si baciarono prima dolcemente, poi con molta più passione, Sanji ormai non aveva più nessun problema in quella fase, iniziò, nel contempo, perfino ad accarezzarla tutta e a spogliarla. Nami ridacchiò.

“Quindi era un bagno nella vasca quello che dovevamo fare...” sussurrò al biondo che, con mani molto abili, l'aveva già lasciata in lingerie.

Sanji non disse nulla, la prese in braccio, e con un sorriso sornione la portò vicino alla vasca. La sedette sul bordo. Le si inginocchiò davanti, le prese le mani e le baciò, poi le mise proprio sopra i bottoni della sua camicia. E attese.

Lei doveva spogliarlo. Nami si destò, era come ipnotizzata da quell'uomo che sapeva sempre come stupirla, non avrebbe mai immaginato di potersi perdere così per lui. Iniziò piano a slacciare ogni singolo bottone cercando di andare con calma ma sotto sotto stava fremendo, lui in compenso pareva molto tranquillo, concentrato. Tolta la camicia, Nami lo tirò a sé. “Ti amo” gli sussurrò, prima di dargli un bacio dolce, e lui sorrise un poco. Poi il biondo si alzò in piedi, ammiccò, e lei capì che doveva fare pure il resto. La navigatrice slacciò pure i pantaloncini, li tirò giù e ridacchiò di nuovo. Fece scorrere le mani su quelle forti gambe e il biondo fece un profondo respiro, era ad occhi chiusi. La rossa pensò che forse il cuoco la stava prendendo un po' troppo sul serio così decise di fargli uno scherzetto: si bagnò la mano nella vasca ma si accorse subito che quell'acqua era strana, pizzicava, era... piena di bollicine! In tutto quel gran daffare si era completamente dimenticata della bibita rubata! Si leccò un dito, era proprio ciò che pensava!

“Ma...ma hai riempito la vasca di cola?!” chiese divertita “In effetti c'è un profumo un po' strano qui dentro”

Il biondo non le rispose, sorrise e andò dritto ad immergersi nella vasca. Nami, ancora spiazzata, seguì le sue mosse: il biondo si calò nella cola tiepida, fece un grugnito che la rossa non decifrò e le fece cenno di entrare.

“Attenta a non scivolare, ho messo anche un po' di miele...Ti aiuto” disse infine, protendendo le mani.

“..Cos..?!” Il miele? Ma davvero? Nami era un po' bloccata ma si decise ad entrare comunque.

Il liquido scuro la avvolse, pizzicava un po' e aveva un odore dolciastro un po' forte ma non le importava, voleva raggiungere il cuoco.

“Il miele farà bene alla pelle e la cola ti aiuterà a liberarti dalle tossine, almeno così ho letto” fece lui abbracciandola.

“Hahahahha! Sei completamente matto! Ci appiccicheremo tutti e Franky ci ucciderà! Hahhah” rise lei attaccandosi a lui.

“Che ne dici di liberarci anche delle ultime cose?” le pifferò lui.

Lei annuì. ...Diamine! Era sempre più audace!

“Ma perché proprio la cola?!” chiese divertita la rossa, sentendo che lui le stava sfilando via il reggiseno. Sanji iniziò a leccarle il collo e la spalla in modo molto sensuale.

“Perchè odio il suo odore e il suo sapore” disse, premendo il suo corpo contro il suo. Nami sentì la sua virilità pulsare violentemente. Lo strinse, ritornando seria. Finalmente aveva capito il perché di quella stramba scelta: Sanji le stava provando proprio tutte! Nami sperò profondamente che questa volta funzionasse, lo voleva con tutta sé stessa, con tutto il suo cuore. Si disse che avrebbe fatto la brava e avrebbe assencondato ogni richiesta del cuoco.

Ora si trovavano completamente nudi, l'uno vicino all'altra, e quella penombra, l'acqua scura e quel tiepido che li avvolgeva li faceva sentire proprio a loro agio. Il biondo la spinse fino al bordo della vasca e iniziò a baciarla profondamente, poi di nuovo sul collo, sul decoltè, sui seni ormai turgidi, infine si immerse e continuò a donarle dei baci sulla pancia, soffermandosi poi più in fondo nella sua parte più sensibile. Iniziò ad esplorarla e stuzzicarla con maestria. Era pazzesco! Ma come faceva così in apnea?! Nami avvampò, gemette, urlò, Sanji riemerse solo dopo alcuni minuti prendendo una sonora boccata d'aria. La rossa gli si appiccicò d'istinto, lo circondò con le gambe, troppo presa da lui. Il biondo respirò ancora e le regalò un bacio rovente.

“Che dici...?” iniziò a dire, ma lei gli parò un dito sulla bocca, annuendo decisa. Era ovvio che era pronta per quel momento.

Non fu facile trovare un appiglio sicuro in quella vasca ma Nami cercò di aggrapparsi bene al bordo, lo stesso fece il biondo con una mano, e con l'altro braccio la ghermì.

“Tu non sai quanto ti amo...” mormorò lui, e lei cercò solo di rilassarsi, non aveva bisogno di quelle parole, lo sapeva già da tempo.

I loro corpi si incontrarono di nuovo, piano, dolcemente, enormi emozioni pervasero i loro sensi e le loro menti. Poi lui, finalmente, entrò con prudenza in lei. Nami, in estasi, spalancò la bocca, Sanji invece gli occhi: incredibile, ce l'aveva fatta! Restò per un poco lì dentro come in esplorazione di un mondo nuovo, poi andò a controllare come stava la sua adorata. Lei stava respirando con la bocca, la sua espressione tradì un po' di sofferenza ma subito gli sorrise. La rossa annuì di nuovo, quindi lui non ci pensò più e andò avanti. Iniziò lentamente ad entrare e uscire dentro di lei e Nami iniziò a gemere.. il biondo era incredulo, era stra-felice! Uno dei suoi sogni più grandi quel giorno si era avverato!

 

---

 

Mancava poco alla cena quando Zoro e Franky finirono di sistemare l'acquario. Lo spadaccino, ancora grondante di sudore, andò a prendere due bibite in cucina, lo accolse il cuoco con uno storto sorriso ebete. Era pure in una mise insolita, una sottospecie di vestaglia viola.

“Fa pure, amico!” disse il biondo sentita la sua richiesta, in tutta risposta Zoro si servì e se la filò via guardandolo male (c'era di sicuro qualcosa che non andava in lui).

Il verde tornò sul ponte a prua, era lì che lo attendeva il cyborg. Franky si stava ancora asciugando la fronte e guardava il mare violetto che, con il tramonto, stava assumendo un colore rossastro. Lo spadaccino arrivò da lui porgendogli la bibita fresca e lui lo ringraziò: era sul serio stanco! Aveva una faccia!

“E' stata una sfaticata ma grazie a te ho fatto prima di quanto pensassi” fece il carpentiere “Quel dannato Usopp si è inventato una scusa dopo l'altra per non fare nulla oggi!”

Zoro sorseggiò la bevanda: doveva andarci piano, era troppo fredda.

“Non devi ringraziarmi, ho fatto doppio esercizio. E comunque dovrei ringraziarti io, ieri hai fatto un ottimo lavoro con Robin”

Franky sorrise. “Ho protetto una compagna, l'avrei fatto con chiunque di voi”

Lo spadaccino annuì, respirò profondamente. “Ho un favore da chiederti, Franky”

“Hahhahah!” si mise a ridere lui “Certo! L'avevo capito” disse, poi prese un grande sorso della sua bibita.

“Voglio affidartela”

Nel mentre che Zoro accartocciava la sua lattina, a Franky andò di traverso ciò che aveva bevuto. Tossì più volte, ci mise un po' per riprendersi.

“Co..cos'hai detto?!” fece al verde, stralunato.

Cosa aveva capito quel carpentiere? Zoro fece un mezzo sorriso, negò con la testa e si mise a guardare il mare. “Le cose si stanno facendo sempre più complicate in questo viaggio...non possiamo prevedere nulla. Tutto ciò che sta accadendo è inimmaginabile e sempre più rischioso. Ho semplicemente pensato che, nel caso in cui io non fossi materialmente presente e non potessi proteggerla, potresti farlo tu al posto mio. So bene quanto ci tieni, il tuo pugno l'ha dimostrato”

Il cyborg, ad occhi splancati, lo fissava come inebetito. Non sapeva che dire.

“E' molto importante per tutti e due... lo è anche per Rufy e i suoi obiettivi. Dobbiamo tenerla al sicuro, fosse l'ultima cosa che facciamo”

“Coufh!” il cyborg si scrollò con un ultimo colpo di tosse e rispose con un “Certo, contaci!” quella richiesta l'aveva inizialmente sconvolto ma aveva senso. Ed era ovvio che lui l'avrebbe fatto.

Zoro lo fissò un attimo, fece un cenno d'assenso e se ne andò, lasciando al cyborg altre riflessioni nella mente. Una cosa era sicura: doveva amarla sul serio tanto per abbassarsi a fare al cyborg quella richiesta.

 

---

 

La cena fu squisita ma... decisamente imbarazzante.

Il cuoco sembrava fuori di sé, ubriaco, ma non lo era. Era decisamente su di giri: serviva i piatti cantando canzoni mielose, regalava sorrisetti fastidiosi a tutti (Zoro compreso!) e, cosa che notarono tutti, aveva la camicia storta, con i bottoni per dentro! Cosa abominevole di solito per un uomo come lui. Insomma, era preoccupante, fuori come una campana! Ma non era l'unico ad avere un atteggiamento strambo: Nami non toccava cibo, e lo fissava continuamente con occhi sognanti. E ogni volta che lui andava da lei ad insistere con quella vocina fastidiosa che doveva mangiare, la rossa diceva che l'aveva già fatto...per poi accorgersi di avere ancora il piatto pieno!

Finì che tutti mangiarono in silenzio (solo il capitano rideva di quella situazione!) e poi si dileguarono celermente dalla cucina lasciandoli soli. Lasciando Nami seduta sopra il biondo che la imboccava come fosse una bambina.

“Chopper! Direi che una visitina a tutti e due devi farla!” fece il nasone appena fuori dall'uscio della cucina.

“E anche d'urgenza!” sottolineò lo spadaccino. Robin ridacchiò e Brook commentò che erano solo ragazzi.

Rufy rideva ancora.

 

--

 

Dopo un quarto d'ora Chopper uscì fuori per il suo turno di guardia ma si ricordò che doveva andare a controllare Nami e Sanji che poco prima erano sembrati malati. Quindi fece dietro front per dirigersi alla cucina, si bloccò poco dopo sentendo dei versi strani venire proprio da quella stanza.

“Mhhh...ahuh..”

“Ahh...”

La renna si inquietò, chiunque fosse stava proprio male! Ascoltò più attentamente...

“Mmh..tesoro..Ahh! Non possiamo qui...”

“Ah...non resisto più...certo...possiamo...”

“Ough!....Hahah...guarda che ora abbiamo anche una stanza dove andare eh?..” Nello stesso tempo in cui Nami disse questa frase, la renna aprì la porta. Chopper era agitato , preoccupatissimo!

“Chi sta male qui?! Ecco il dottore! Cioè IO!”

La rossa e il biondo si bloccarono di colpo, si girarono allarmati. Nami era sopra il tavolo della cucina, mezza nuda, e tra le sue gambe c'era Sanji in una posizione equivoca. “Porca miseria...la porta” bofonchiò maledendosi.

Chopper cambiò espressione, dalla preoccupazione passò allo stupore, poi divenne rosa e poi rosso, infine mollò un urlo acuto e scappò via da quel posto correndo veloce come un fulmine.

I due scoppiarono a ridere.

 

Chopper, in super imbarazzo, istintivamente, pensò di andare da Robin. Si mise a correre nella direzione del ponte superiore dove si trovavano le stanze delle due coppie della ciurma, si fermò davanti alla porta interessata, bussò, aspettò che qualcuno rispondesse e poi entrò. Andò dritto dritto dalla mora urlando il suo nome. Robin era seduta sul letto, in vestaglia, lo fissò con stupore chiendogli cosa era successo mentre lui correva ad abbracciarla.

“Ahhhhh!!! Robiiiinnn!!!!!!!!! Voglio stare quii!!!!”

Zoro, che stava sistemando le sue katane, si voltò e lo fulminò.

“Và a fare la guardia e togliti da qui, dottore!” comandò.

“No! NO! Non voglio! Non. Voglio!” si mise a fare i capricci la renna.

La mora e il verde si scambiarono sguardi dubbiosi: ma che gli era successo?

“Adesso ti calmi e ci dici cos'hai Chopper...” fece Robin staccandolo dolcemente da lei.

“Ho fatto una cosa brutta...non mi perdoneranno!” piagnucolò, guardando in basso.

“Cosa puoi aver mai fatto, umh?” fece Zoro, minimizzando. Si mise seduto vicino alla mora, squadrandolo.

Chopper, intimidito, si rifiondò sull'archeologa, stringendola.

“Allora?! Rispondi!” alzò la voce il verde, che non vedeva l'ora di andare a dormire visto la pesante giornata che aveva avuto.

La renna si mise a piangere e Robin lanciò uno sguardo terribile allo spadaccino. Lui sbuffò spazientito.

“Chopper...lo sai che puoi dirci tutto. Non aver paura e dicci cos'hai fatto, capiremo” sussurrò la mora al dottore.

Ci volle un po' ma poi Chopper si convinse. Ancora nascosto sotto i seni di Robin pronunciò queste parole:

“S..Sanji e Nami non sono malati...Io li ho visti...stavano facendo...facendo!..Si stavano a-annusando!!” balbettò, non riuscendo a esprimere quello che aveva visto in realtà.

Robin e Zoro si scambiarono uno sguardo incredulo, poi la mora si morse le labbra e a Zoro scappò mezzo sorriso. Scoppiarono tutti e due a ridere. Chopper sgusciò dal suo nascondiglio: perché ridevano, perchè tutti ridevano quella sera?

 

---

 

Chiarito il fatto che non ridevano di lui e che Nami e Sanji non se la sarebbero presa affatto, Zoro e Robin congedarono Chopper dalla stanza, lui si scusò (il suo musetto era ancora rosso) e dichiarò di andare a fare la guardia, ma proprio sull'uscio aperto avvertì qualcosa di strano. Il suo naso aveva sentito odore di pioggia. Guardò subito verso il mare e restò stupito. Zoro si mise subito in allarme.

“Cosa c'è? Cosa c'è Chopper?!”

“P..piove...eppure qui no”

“Che cosa vuoi dire?!” fece lui uscendo dalla stanza in mutande. Strabuzzò l'occhio fissando a prua. “Non è...possibile” pronunciò.

Robin, Zoro e Chopper andarono subito a verificare. Era incredibile, quello che vedevano era irreale! Mai vista una cosa del genere! Stava piovendo, ma stava accadendo al contrario! Piccole gocce di acqua marina si staccavano dalla superficie dell'acqua per migrare verso l'alto, verso il cielo. Era come se tutta quel mare stesse evaporando.

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