24 Hours

di VvFreiheit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 6h ***
Capitolo 2: *** 12h ***
Capitolo 3: *** 18h ***
Capitolo 4: *** 24h ***



Capitolo 1
*** 6h ***


Un'altra giornata frenetica, nel freddo ottobre milanese, che per Mika significava quotidianità.

Se qualche buon'anima lo avesse avvisato per tempo che progettare uno show televisivo avrebbe significato bruciare una quantità così astronomica di ore, per ogni singolo minuto di trasmissione, forse ci avrebbe pensato due volte prima di accettare e tuffarsi di testa in quell'avventura.

Scosse il capo a quel pensiero fugace. Chi voleva prendere in giro? Amava quel progetto alla follia, con tutto ciò che comportava. Aveva trascorso due giorni a Bologna nelle vesti di tassista, raccogliendo storie strampalate, commoventi o di meravigliosa quotidianità tra facce sorprese di chi lo riconosceva come la popstar che era, o visi impassibili di gente fuori età o troppo distante dal suo mondo per conoscere la sua musica e la sua faccia.

Ora era invece di ritorno dalla capatina a Parigi che lo aveva immerso di nuovo nel mondo di The Voice France, in cui ormai si sentiva come di famiglia.

L'aereo della Air France atterrò sulla pista ventosa dell'aeroporto di Linate, sobbalzando un paio di volte, destandolo dalla mezz'oretta buona di sonno a cui aveva ceduto, esausto dai ritmi frenetici e a tratti impossibili di certe sue settimane.

Adorava tutto, di ciò che in quei mesi stava portando avanti, ma doveva ammettere che il suo fisico forse stava iniziando a pensarla in maniera leggermente diversa. Erano tre giorni che si portava appresso un raffreddore coi fiocchi e la scappatella nella fredda Parigi condita da una manciata di ore di sonno a notte, non aveva di certo aiutato.

Scese dall'aereo allacciandosi il cappotto e alzando il cappuccio contro il vento, desideroso di mettere piede in un taxi il più presto possibile e recarsi a casa dove si sarebbe trovato per dare forma al copione di un paio di sketch per una delle puntate a venire, insieme a Ivan, l'amico regista, Giulio il suo manager, Sarah la "coinquilina" di CasaMika e Ilaria, la direttrice di Rai2, la sua "boss" come adorava chiamarla.

Aveva un sacco di idee in mente e non vedeva l'ora di confrontarsi con i colleghi che avevano sempre ottimi consigli e spunti con i quali plasmare i suoi fantasiosi monologhi o interventi.

Fortunatamente trovò un paio di taxi parcheggiati giusto fuori gli arrivi area Schengen, così nel giro di una mezz'oretta scarsa riuscì finalmente a scendere dal mezzo bianco ringraziando l'autista e aprire il portone d'ingresso della palazzina dove abitava. Si fermò dinnanzi l'ascensore, in attesa, troppo stanco per raggiungere a falcate il terzo piano del suo appartamento milanese, come spesso faceva.

Arrivato davanti alla porta di casa inserì il codice di sblocco aprendo la serratura e mise piede finalmente nel suo appartamento caldo e accogliente che da alcune ore bramava con tutto sé stesso.

Un vociare allegro e non troppo distante si udì dal salottino alla destra, mentre lo zampettare felice sul parquet gli annunciò l'arrivo delle sue girls, che come piccoli tornado presero a girargli intorno festanti come se non vedessero il loro padroncino da mesi.

Mika gli riservò le dovute attenzioni accucciandosi per accarezzare entrambe e ricevere le leccate di rito e quando si alzò di nuovo in piedi, fu ancora più felice di veder sbucare dalla porta bianca della sala, la testolina bionda e sorridente del suo ragazzo.

Sì perché in tutto quel trambusto di idee, lavoro e impegni, aveva la fortuna di poter considerare come casa, nel vero senso che lui attribuiva a quella parola, il suo appartamento milanese. Da una settimana a quella parte, infatti, i suoi 3 biondi: Andy, Mel e Amira si erano trasferiti definitivamente in Italia con lui.

"Ben tornato" lo accolse Andy in italiano con un enorme sorrisone, avanzando verso di lui e avvolgendolo in un abbraccio. Mika si sciolse letteralmente, perdendosi in quel calore tanto atteso e nella fragranza intrecciata alle fibre del maglione azzurro che tante volte lui stesso aveva indossato.

"Stai imparando l'italiano?" chiese curioso nella stessa lingua usata dal ragazzo poco prima, disegnando sul suo viso latteo un enorme punto di domanda che denotava chiaramente la confusione che lo stava pervadendo.

Mika a quell'espressione innocente dipinta negli occhi zaffirini di Andy, rispose con una risatina innamorata, ripetendogli poi in inglese ciò che gli aveva appena chiesto.

"Mi piacerebbe capire quello che dirai nel tuo programma ma ho un mese nemmeno per capirci qualcosa e non ho la tua intelligenza, o meglio i tuoi superpoteri, quindi la vedo a dir poco impossibile." Gli confessò con una finta faccia sconsolata a cui seguì un bacio a stampo.  

"Hai un faccino stanco..." aggiunse lasciandogli una carezza in viso e prendendosi quindi carico della sua borsa per riporla sull'appendiabiti accanto.

Mika annuì tossendo un paio di volte e tirando su col naso, cercando il fazzoletto nelle tasche dei jeans.

"Come va il raffreddore?" chiese Andy premuroso, passandogli il suo fazzoletto notando come quello del compagno fosse ormai da lavare.

"Va che l'aria di Parigi ha fatto bene solo a lui..." si lagnò cercando di decongestionarsi un minimo.

"Sarah, Giulio e Ivan ti stanno aspettando di là, abbiamo un paio di idee troppo belle!" gli annunciò con fare euforico, avanzando di un paio di passi verso il salotto dove erano riuniti.

"Abbiamo?" chiese curioso alzando le sopracciglia.

"Sì, sto partecipando anche io... Spero non ti dispiaccia..." disse il greco facendogli l'occhiolino teneramente e invitando a seguirlo. 

Mika entrò in salotto venendo accolto da un coro di ciao e bentornato seguito subito dopo dalla spiegazione dell'idea a cui stavano correntemente lavorando.

"...e quindi si potrebbe coinvolgere il coro delle mani bianche che ha aperto il tuo concerto a Trieste quest'estate" gli spiegò Giulio, mostrandogli sul pc una foto dei ragazzini con i guantini bianchi disposti in ordine sul suo palco allestito in Friuli giusto pochi mesi prima.

"E tu potresti cantare e mimare le parole con il linguaggio dei segni allo stesso tempo. Sarebbe bellissimo" affermò Andy muovendo a sua volta le mani come per illustrare l'idea e ricevendo un coro di assensi.

"Andy ci sta riempiendo di spunti oggi..." lo elogiò pubblicamente il manager complimentandosi per l'ennesima idea geniale del greco, che finse un mezzo inchino fiero.

"Dopo un decennio con un artista qualche cosa devo pur aver assorbito..!" scherzò il biondo facendo ridere Giulio e Ivan, che seppur faticando con l'inglese aveva capito la battuta del greco.

Sarah invece li guardò stupita a bocca aperta "10 anni, ho capito bene?" chiese conferma ai due giovanotti che gli sedevano a poca distanza sulle sedie colorate del salotto.

Mika annuì timidamente mentre Andy si lasciò andare ad una risata ed ammise "Ebbene sì. Sono esattamente 10 anni e un mese che lo sopporto!" a cui il riccio rispose con una serie di smorfie di scherno che fecero ridere la tavolata.

"Immagino ci voglia parecchia pazienza con uno come Mika" diede ragione Sarah al 31enne ricevendo un cenno di assenso e una mano allungata in una stretta giocosa.

"Ehhhiii!" si intromise però il libanese con fare accigliato, incrociando teatralmente le braccia al petto e squadrando malamente la sua coinquilina fittizia e il suo vero coinquilino.

"Ma no Mika, intendevo pazienza, nel senso che sei sempre in giro per il mondo..." corse ai ripari la ragazza, spiegando il senso delle sue parole e ricevendo un sorrisino poco convinto dal moro e uno sguardo contrariato da Andy che invece aggiunse "No no... io invece intendo pazienza in tutti i sensi!" affermò con enfasi, facendo nascere l'ennesima ondata di ilarità nel gruppetto e ottenendo dal compagno un finto sguardo di fuoco.

Il battibecco scherzoso finì com'era cominciato e i ragazzi tornarono a creare, scrivere, pensare e ideare insieme.

Mika era estremamente preso da una frase che Ivan aveva detto e sulla base della quale aveva deciso avrebbe scritto il suo monologo. Stava buttando già frasi a raffica digitando forsennatamente sul suo pc da una mezz'oretta buona, cancellando e riscrivendo alcuni pezzi innumerevoli volte. Si fermò solamente per ripensare meglio una parte di testo che non lo convinceva più di tanto e si ritrovò a sbadigliare senza sosta per tre volte di seguito. Come sempre non si rendeva conto della stanchezza fino a quando non disconnetteva per un attimo l'attenzione da ciò che stava creando e veniva quindi travolto dalle ore di sonno perse e quella sera anche dal suo fisico provato.

Si stropicciò gli occhi che avevano preso a bruciargli e si soffiò il naso per l'ennesima volta sbuffando. Sentiva di avere le energie in esaurimento ma non aveva intenzione di lasciare che fosse il suo corpo a comandare la sua mente.

Andy, impegnato con Ivan a commentare robe tecniche da registi da una buona oretta, alzò gli occhi dallo schermo del pc e si ritrovò il viso esausto del compagno che con i palmi delle mani si sfregava gli occhi arrossati, e venne travolto da un moto di tenerezza.

"Ragazzi, sono le 7, che ne dite di ordinare qualcosa da mangiare e fare una bella pausa?" avanzò come ipotesi il greco, facendo una veloce ricognizione con lo sguardo su tutti i presenti che annuirono in accordo e fermandosi alla fine sul volto del suo ragazzo, di nuovo immerso nella lettura e correzione di ciò che aveva scritto.

In realtà non aveva ancora molta fame, e Ilaria non sarebbe arrivata prima delle 8 e mezza, quindi di tempo ne avevano in abbondanza.
Notata però l'espressione sfinita che Mika stava mal celando da un bel momento, aveva capito avesse seriamente bisogno di una pausa, e sapeva molto bene come l'unico modo per staccarlo dal suo lavoro fosse quello di indire una pausa collettiva.

Quindi si alzò dal tavolo, abbandonando ciò a cui stava lavorando con Ivan e mentre i due uomini e Sarah si sgranchivano le gambe per il salotto e coccolavano Mel e Amira, aggirò il tavolo portandosi dietro Mika e posando una mano sull'estremità dello schermo del MacBook, abbassandolo lentamente, tra i lamenti del proprietario che ancora stava revisionando quanto scritto.

"Adesso facciamo pausa. Tu compreso." Disse dolcemente spostandogli le mani dalla tastiera e chiudendo definitivamente il computer.

Mika sbuffò tossicchiando un paio di volte e tornando a cercare il fazzoletto. Odiava essere stanco e ancor di più detestava essere stanco e poco in forma quando aveva mille cose a cui lavorare.

Andy gli passò una mano tra i ricci, scostando alcune ciocche ribelli dal viso e portandogli la testa dolcemente all'indietro, facendogli nel mentre un lieve massaggio al collo, a cui il riccio si lasciò andare completamente chiudendo gli occhi e abbandonando il mondo esterno, godendosi quelle attenzioni.

Il greco osservò il volto stanco della sua metà e non mancò di notare le guance rosate di cui il suo viso era tinto e nemmeno la pelle troppo calda sotto le sue mani. Sospirò continuando a muovere le dita delicatamente sui muscoli indolenziti, ricevendo un mugolio che lo fece sorridere. Sapeva che fargli notare le sue condizioni e rimarcargli la necessità di riposarsi non sarebbe servito a nulla, se non a portarlo a negare spudoratamente ciò che era palese agli occhi attenti di chi lo conosceva da un terzo della sua vita, e forse non solo a lui. Quindi tacque.

"Cinese, giapponese o pizza?" chiese Giulio scorrendo l'app delle consegne a domicilio e interrogando il gruppetto di colleghi.

Ognuno espresse la propria preferenza. Mika invece non sembrava connettere con il mondo circostante e Andy ci teneva ad ordinare ciò che lui avrebbe scelto, sperando sarebbe servito a farlo mangiare, cosa che quando stava poco bene era un'impresa titanica.

"Io non ho fame" biascicò infatti il libanese come a confermare la teoria del biondo, portandosi la testa tra le mani e tossendo un paio di volte. Andy gli passò una mano sulla schiena e poi tornò a dare attenzione al manager, optando per una pizza e portandosi accanto a Giulio per ordinare il gusto prescelto.

"Lui?" chiese quindi l'italiano indicando il riccio che si stava in quel momento stiracchiando cercando di risvegliarsi dal mezzo coma che lo aveva investito.

"Non ha fame" rispose semplicemente, ricevendo uno sguardo perplesso da Giulio, che come lui conosceva l'indole perennemente affamata del cantante. "Allora c'è da preoccuparsi" scherzò l'italiano con una mezza risata, ricevendo un cenno di assenso da Andy che confermò le sue teorie sussurrando "Sì, credo si è preso una mezza influenza. Ma non chiederlo a lui perché negherà fino allo sfinimento."

Entrambi risero silenziosamente alla cocciutaggine dello stakanovista 33enne, poi ordinarono quando deciso.

Andy si rintanò in cucina a preparare posate, bicchieri e bevande per la cena e Sarah lo raggiunse servizievole, offrendosi per un aiuto e chiacchierando amabilmente.

"Com'è essere il vero coinquilino di Mika?" chiese curiosa sistemando forchette e coltelli accanto ai tovaglioli.

Andy le si avvicinò posando i bicchieri colorati in centro alla tavola. "Solitario per 8 mesi l'anno più o meno..." confessò il giovanotto ammettendo come per impegni lavorativi di entrambi, passavano si e no 4 mesi all'anno insieme, frammentati durante i 365 giorni.

"In compenso gli altri 4 valgono per 12!" rise il ragazzo raccontando come spesso e volentieri casa loro divenisse veramente il teatro di incontro per i numerosi amici del libanese, della sua famiglia e perfino di giornalisti e collaboratori che si portava dentro casa per lavorare.

"CasaMika è proprio Casa di Mika, fidati!" asserì con un sorriso di chi sa quello che dice "Fortuna che a Londra abitiamo in una villetta a 3 piani, così se mi stufo di avere gente attorno mi rintano ai piani alti!" aggiunse facendo ridere Sarah di gusto.

"Invece qui in Italia ti tocca sopportarci tutti tra i piedi..." disse lei con un occhiolino comprensivo a cui Andy si premurò però di rispondere "...ma figurati, mi diverto con voi."

Quando la tavola fu apparecchiata e i due ritornarono in salotto, Andy notò immediatamente una cosa: Ivan e Giulio si erano spostati nel salottino adiacente, li poteva vedere dalla porta a vetri osservare uno dei numerosi quadri appesi alle pareti, mentre il pc di Mika era di nuovo acceso e il suo proprietario era di nuovo intento a picchiettare sui tasti, grattandosi la fronte con fare incerto, reprimendo l'ennesimo sbadiglio.

 

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Capitolo 2
*** 12h ***


Sospirò sonoramente e poi a grosse falcate si avvicinò al tavolo del salotto e rubò letteralmente il computer dalle mani del suo ragazzo, chiudendolo e trattenendolo a sé.

"Andyy!!" lo rimproverò il riccio infervorandosi a quella presa di posizione e voltandosi verso di lui a braccia conserte e sguardo minatorio.

"Andy niente!" gli rispose però il biondo in tono perentorio, ben deciso a non dargliela vinta. "Siamo tutti in pausa e tu più di tutti hai bisogno di riposare, quindi siediti tranquillo e lascia da parte il lavoro fino a dopo cena." Gli ordinò con lo stesso tono di una madre con il proprio figlio, a cui Mika assottigliò gli occhi irritato.

Andy conosceva benissimo quel suo comportamento. Glielo aveva visto fare una miriade di volte, sia in tour che a casa, ogniqualvolta fosse sfinito o poco in forma ma non voleva cedere alla stanchezza. Cercava di celare il suo malessere e continuare a mantenersi attivo, conscio che se si fosse preso un solo attimo di relax, sarebbe finito col crollare definitivamente.  

Ma il biondo, dopo tutto quel tempo al suo fianco, lo conosceva quasi come sua madre e non aveva intenzione di assecondare quel suo masochistico modo di fare. Anzi, avrebbe fatto di tutto pur di assicurarsi che Mika crollasse addormentato, prima di collassare esausto e magari anche con una febbre a 41 come era successo nei giorni pre-Xfactor un paio d'anni prima.

Sarah notò il veloce battibecco tra i due e si affrettò a raggiungere gli altri italiani nel salottino adiacente, lasciando un attimo di tranquillità alla coppia.

Andy ripose il computer del compagno sopra il mobiletto e quando anche l'ultima dei loro ospiti fu sparita oltre la porta, si avvicinò cingendo le spalle di Mika con un braccio "Dai vieni..." lo invitò gentilmente facendo un cenno con il capo verso il divanetto sgombro.

Mika si voltò verso l'invitante sofà a tre posti, reticente a scollarsi dalla sedia ma quando Andy lo afferrò dolcemente per un braccio decise di dargliela vinta. Era troppo stanco per cercare di convincerlo a lasciarlo perdere.

Andy prese posto tra i cuscini multicolor allargando le braccia e rimirandolo. Mika, rallentato dalla stanchezza, non fece in tempo ad avvicinarsi al divano, che le due golden arrivarono di corsa e invitate dalle braccia spalancate del loro padroncino, ci balzarono sopra acciambellandovisi accanto.

Il biondo sbuffò ad una codata poco fine dritta in viso e poi prendendo letteralmente Amira di peso, se la scollò di dosso facendo spazio al riccio, che fermo impalato in mezzo alla stanza, osservava il quadretto incerto su dove potersi posizionare.

"Fossi in te mi sbrigherei prima che questa cicciona si allunghi di nuovo" rivolse una occhiata alla minore delle loro cagnolone, che già stava misurando lo spazio libero per mettersi più comoda.

Mika a quel punto si lasciò convincere e scostando appena la coda di Amira si accucciò addosso a Andy, sfilandosi le scarpe e portandosi le lunghe gambe al petto. Il greco si compresse quanto più possibile contro il bracciolo del divano cercando di fargli spazio.

"La prossima volta che scegliamo i cani, direi non più grandi di un barboncino toy" si lamentò il biondo, notando come i loro quadrupedi occupassero due posti del divano mentre lui e Mika fossero compattati nell'ultimo spazio rimasto vuoto.

Mika ridacchiò a quella battuta annuendo con forza e allungando poi una gamba affinché Mel si spostasse più in giù e Amira facesse altrettanto, guadagnando una trentina di centimetri per lui e Andy, che ringraziò.

Il libanese si stese addosso al compagno, lasciandosi andare ad un sospiro compiaciuto, mentre quest'ultimo allargò le braccia avvolgendolo amorevolmente. Mika sentì il peso delle ultime giornate frenetiche avvolgerlo come una calda coperta e senza volerlo chiuse gli occhi per un momento, beandosi delle attenzioni che Andy gli stava rivolgendo. Il biondo sorrise a quella arrendevolezza, passandogli una mano in viso in una dolce carezza e soffermandosi lievemente sulla sua fronte, prima di continuare il suo viaggio verso i capelli fin troppo corti. Mika mugolò appena cercando di respirare con il naso ma arrendendosi alla congestione che era di nuovo tornata a torturarlo.

"E anche quest'anno influenza 1, Mika 0" bisbigliò il greco accanto al suo orecchio, lasciandogli poi un bacio appena sotto il lobo e ridacchiando al brontolio di protesta che seguì le sue parole.

"Non è vero" mugugnò nascondendo il viso dietro le ginocchia e tirando su col naso per l'ennesima volta.

Andy gli puntellò un paio di dita all'altezza delle costole, facendolo contorcere e poi appallottolare ancora di più su sé stesso e allo stesso tempo addosso a lui. "No infatti il caldo che sento addosso dev'essere dovuto alla borsa dell'acqua calda nascosta sotto il tuo maglioncino" lo prese in giro palesemente, ricevendo un altro mormorio infastidito.

Un attimo dopo la porta del salottino si spalancò facendo entrare Giulio che aveva visto la macchina delle consegne della pizza avvicinarsi al portone di casa. "Sono arriva..." disse annunciando l'arrivo della cena ai due ragazzi ma bloccandosi e scoppiando in una mezza risata notando la disposizione dei 4 personaggi che aveva davanti sul divano. "State comodi?" chiese alzando un sopracciglio, perplesso.

Mel e Amira erano infatti sdraiate una accanto all'altra, Mel con il musino appoggiato al bracciolo sinistro, Amira con il muso sostenuto dalla coscia della più grande, mentre i due bipedi erano rannicchiati uno addosso all'altro in una frazione di divano, Andy schiacciato nell'angolino di destra e Mika rannicchiato addosso a lui con le gambe al petto ad occupare fino all'ultimo centimetro di spazio disponibile.

"Non sai quanto" biascicò il biondo impuntandosi con le gambe per alzarsi, ma Giulio gli fece cenno di fermarsi, estrasse il cellulare e scattò loro una foto, prima che al più giovane fosse dato il nulla osta per uscire definitivamente da quella posizione.

Una volta districatosi dal groviglio, Andy tese una mano a Mika che si alzò a sua volta dal divano seppur controvoglia per sedersi al tavolo con la squadra, certo che anche durante la cena sarebbero finiti per parlare di lavoro e deciso a non volersi perdere nemmeno una briciola di discorso.

"Allora il primo balletto con Virginia è deciso?" chiese infatti Sarah dopo pochi attimi, servendosi l'ennesimo involtino primavera.

"Lei è d'accordo quindi direi che possiamo darlo per ufficiale" annuì Giulio addentando un pezzo di pizza ai peperoni.

Mika si lasciò andare ad una mezza risatina portandosi la testa tra le mani e biascicando un "Non lo imparerò mai!" sconsolato, che fece ridere tutti quanti. Tutti eccetto Andy che non stava capendo il tema del discorso, portato a termine prima del suo arrivo in terra milanese.

"Sento di essermi perso qualcosa di vitale importanza..." rifletté infatti, osservando uno a uno i commensali in cerca di spiegazioni.

Il riccio seppur lento di ragionamenti quella sera, capì al volo dove quella faccenda sarebbe potuta andare a finire e risvegliatosi di colpo fece cenno a tutti quanti di non aprir bocca, ricevendo uno sguardo contrariato dal suo compagno che invece si prodigò a lanciare sguardi complici qua e là per la tavolata, affinché uno di loro gli spiegasse ciò che, dopo la reazione di Mika era convinto, di succulento stesse bollendo in pentola.

Sarah e Giulio cercarono di lanciargli piccoli indizi ma lo sguardo di Mika nonostante la stanchezza e la febbre era capace di intimidire ugualmente benissimo. Quindi, dopo alcuni minuti, lasciarono da parte i loro tentativi, non prima però che Andy cogliesse il cenno di Giulio che gli indicava come glie ne avrebbe parlato appena possibile.

Bastò infatti un attimo di distrazione di Mika a far sì che le 6 parole del titolo del brano passassero dal manager al greco, e non ci volle che una manciata di secondi affinché il video delle gemelle Kessler e di Don Lurio apparisse sullo schermo piatto del suo iphone.

Come il libanese sentì partire quella musichetta famigliare si corrucciò alzandosi al volo dal tavolo e cercando di afferrare il cellulare dalle mani del suo ragazzo che si spostò corricchiando dall'altro lato della cucina osservando la scenetta con occhi radiosi di curiosità e pronti, ne era certo, a sfotterlo per il mese a venire.   

Dopo solo un minuto scarso di video infatti Andy stava già ridendo a crepapelle, contagiando anche il resto della squadra, già pronto ad assistere alle prove di Mika nelle settimane successive.

"Mioddio ma nemmeno in 3 anni la impari tu tutta questa sequenza." Lo schernì il biondo ridendo come un ossesso e imitando alcune delle movenze del trio, portandosi una mano alla testa, una alla spalla e contando one, two, three.

A quella scenetta di un Andy ballerino e di un Mika fermo impalato con le mani sui fianchi e sguardo truce rivolto a lui, la fine cena si trasformò in uno spettacolo comico con i tre italiani che non riuscivano a smettere di ridere a crepapelle.

Sarah osservava l'esilarante scenetta ripensando alle parole del biondino di prima di cena e constatando come ciò che aveva detto corrispondesse davvero alla realtà di casa di Mika. Vivere con quei due doveva davvero essere uno spasso.

Finita la cena e sparecchiato il tavolo, Mika decise di andare a farsi una veloce doccia di cui sentiva il bisogno, prima dell'arrivo di Ilaria, previsto tra una mezz'ora. Si cambiò in abiti più casalinghi e soprattutto più caldi dato il freddo che continuava a sentire e che, ormai doveva ammetterlo, sapeva essere imputato al suo fisico debilitato.

L'acqua calda però oltre a levare la sensazione di sporco che i viaggi in aereo gli lasciavano sempre, contribuì anche a cullarlo e a rilassarlo più di quanto avrebbe osato ammettere.

Quando si ripresentò in salotto dalla squadra e i ragazzi incrociarono il suo sguardo, infatti, a nessuno di loro sfuggì il suo stato.

Avanzava in ciabatte e tuta, abbigliamento in cui normalmente osava farsi vedere solo dalla sua famiglia, ciondolando come se le gambe chilometriche pesassero 20kg ciascuna. Aveva un viso esausto con due gote rosse, incorniciate dai riccioli scarmigliati ancora umidi e due occhi lucidi e arrossati che parlavano da loro.

"Ehm Mika... forse è meglio che con Ilaria ci vediamo domani" propose Giulio prendendo posto sulla sedia davanti al divano su cui Andy e Sarah erano accomodati e stavano fino ad un attimo prima passando da un video all'altro delle varie esibizioni delle Kessler.

Il riccio però scosse la testa testardamente. "Sono solo un po' stanco ce la faccio, davvero..." affermò squadrando la sedia vuota in centro al salotto, posta tra Giulio e Ivan. Andy a quelle parole annuì alzando gli occhi al cielo con fare di chi la sa lunga, screditando l'affermazione del compagno, facendo ridacchiare il regista e l'attrice.

"Quello è il posto di Ilaria, vieni qui" lo chiamò quindi dolcemente, spostandosi sulla destra e lasciando il posto libero sul divano tra lui e Sarah che si mosse verso il lato opposto.

Il libanese prese posto con un sospiro, chiudendo gli occhi per una frazione di secondo e riaprendoli con una sforzo immane, sbadigliando.

"A che ora arriva Ilaria?" chiese il ragazzo passandosi una mano sugli occhi per lenire un po' il bruciore.

Giulio diede un veloce sguardo all'orologio per poi proferire "15 minuti" a cui Mika rispose con un cenno del capo.

Andy si lasciò andare ad una lieve risatina silenziosa, osservando con tenerezza il volto assonnato e stanco del suo testardo ragazzo intento col cellulare a mandare un messaggio, posandogli poi il dorso della mano sulla guancia per un breve istante e azzardando un "38 e mezzo se non 39" a cui i ragazzi risposero con espressione impensierita o perplessa, e che Mika non registrò nemmeno, voltandosi e osservandolo con sguardo perso.

"Gli do 30 minuti di autonomia" sussurrò Giulio con fare pensieroso e un mezzo sorriso rivolto a Andy, senza farsi sentire dal diretto interessato a cui il biondo rispose con un "Io gliene do 10" condito da un ghigno malefico che fece ridere di gusto sia la ragazza che il manager.

"Ma dai poverino" si lamentò per le prese in giro Sarah, passando un braccio attorno alle spalle del ragazzo e lasciandogli un bacio affettuoso sulla guancia "Anche se mi sa che con la previsione dei 39 ci hai preso" constatò con uno sguardo leggermente preoccupato rivolto al greco. Mika finito di inviare il messaggio si voltò verso i due sedutigli accanto, cercando di recuperare il discorso e capire di cosa i due stessero blaterando, senza molti risultati.

"Abbiamo trovato un altro balletto da farti fare con Virginia!" gli annunciò Sarah facendo cenno a Andy di mostrargli il video del ballo del LetKiss.

Mika la osservò con espressione a metà strada tra il terrorizzato ed il rassegnato, voltandosi poi verso il compagno per visionare la clip, un'altra delle sorelle Kessler.

"Dopo Testa Spalla one, two, three, con questo ti verrà da ridere" lo spronò la ragazza muovendo la testa a ritmo. "Oh mamma" disse solo Mika, passandosi una mano in viso sconsolato e poggiando la testa accanto alla spalla del biondo per vedere meglio.

"Io fossi in voi non lo sfotterei così tanto" si intromise Ivan, passando in rassegna i vari fogli sparsi sul tavolo in cui figuravano alcuni dei monologhi, degli sketch e dei duetti in cui il ragazzo si doveva cimentare per gli show "...ha una montagna di roba da memorizzare e pochissimo tempo" osservò soppesando tutto ciò che stavano scrivendo in quei giorni e ricevendo assensi a destra e a manca.

"Grazie Ivan" biascicò Mika grato del supporto dell'amico regista con cui fin dal primo giorno si era trovato in sintonia.

Ivan, Giulio e Sarah si imbarcarono poi nella discussione riguardante l'opening della seconda serata, riguardo le canzoni da utilizzare e le coreografie dei ballerini, mentre la coppia di fidanzati ancora faceva scorrere vecchi balletti e canzoni anni 50 sul telefono del greco.

Dopo un paio di video Andy percepì la testolina calda del suo ragazzo pesare sulla sua spalla e con la coda dell'occhio lo vide socchiudere gli occhi nocciola e riaprirli sempre con maggior fatica non troppo sicuro stessero focalizzando ancora le immagini in bianco e nero che scorrevano nella sua mano sinistra.

Stava per cedere, ci avrebbe scommesso la testa dei suoi cani. Per dare un ultimo colpo di grazia e metterlo definitivamente ko, decise quindi di spostare la mano destra dalla sua spalla su cui era posata, alle ciocche di riccioli corti appena sopra la linea del collo, andando ad intrufolarla nei capelli corvini, giocherellandoci distrattamente.

Il leggero massaggio ebbe l'effetto sperato. Nel giro di un paio di minuti Mika chiuse gli occhi definitivamente lasciandosi andare contro il fianco di Andy, cedendo finalmente a quella lunga ed estenuante giornata.

Andy spense il video che stava ormai girando a vuoto e ripose il cellulare accanto sul divano, spostando lievemente il peso di Mika su si sé, così che riposasse più comodamente e si evitasse un torcicollo colossale.

Diede un veloce sguardo all'orologio posto sul muro accanto alle mensole. Ilaria, la boss, sarebbe arrivata da un momento all'altro e sperava vivamente non avrebbero avuto bisogno estremo di Mika per ciò di cui dovevano discutere.

"È qua" asserì proprio in quel momento Giulio, guardando dalla finestra che dava sulla strada e notando il taxi fermo a pochi passi dal portone d'ingresso.

Poi l'attenzione del manager finì sul divano. Lui e il greco si scambiarono uno sguardo d'intesa adocchiando la figura addormentata che giaceva semi distesa su quest'ultimo. "10 minuti... Hai vinto" scherzò l'italiano riferendosi alla piccola scommessa di poco prima, mentre Andy sgusciava da sotto il riccio, adagiandolo sopra un paio di cuscini attento a non destarlo, dirigendosi successivamente fuori dal salotto verso la porta d'entrata per accogliere la nuova arrivata.

"Buonasera Andy!" lo salutò caramente la direttrice di Rai2 con un abbraccio e un paio di baci sulla guancia, guadagnando l'ingresso nello spazioso appartamento milanese.

"Gli altri son di là?" chiese con un sorriso cordiale indicando il salotto. Il ragazzo rispose affermativamente, facendole cenno di entrare.

Come arrivò nella grande sala, tutti si alzarono ad accoglierla, pronti ad illustrarle il lavoro svolto fino a quel momento.

"Ottimo. Mika?" chiese in italiano congiungendo le mani in grembo notando come mancasse il personaggio principale dello show.

Giulio le sorrise con fare teatrale, indicando il divano alle sue spalle, dove il ragazzo giaceva rannicchiato e semi sdraiato sopra un paio di cuscini, placidamente addormentato.

"Ah..." disse semplicemente la donna sorridendo alla vista di quel tornado di 1 metro e 90 immobile in posizione appallottolata, tranquillamente assopito. Una vista alquanto inconsueta ma decisamente tenera, pensò la donna.

Andy fece la sua comparsa in quel momento e notando lo sguardo di Ilaria su Mika si prodigò a spiegare e scusarsi per lui per la situazione.

"Scusalo. Ha avuto un paio di giorni piuttosto frenetici e stasera ci si è messa anche la febbre" La informò cordialmente posando nel mentre una coperta di pile a coprirlo. "Magari riposando un attimo si riprende un pochino e tra un momento riesce a connettere almeno quel tanto che basta" azzardò Andy, più per incoraggiare la squadra che altro.

Ma Ilaria scosse la testa sorridendo, "Non c'è problema. Con lui posso parlare anche un altro giorno." Si offrì gentilmente, prendendo quindi posto al tavolo insieme a Ivan, Giulio e Sarah, discutendo delle faccende già sistemate e delle nuove idee. Andy invece raccattò l'ipad e si accomodò sul divano accanto a Mika, dato che la discussione alle sue spalle stava avendo luogo in italiano e lui non l'avrebbe seguita comunque.

 

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Capitolo 3
*** 18h ***


Rimase nel suo mondo per una mezz'oretta inoltrata guardando una vecchia pellicola di Orson Wells di cui stava studiando la tecnica del long shot di cui il regista era un maestro e precursore. La sua attenzione venne distolta da un impeto di tosse che scombussolò la figura addormentata accanto a sé facendola agitare sul divano.

Si alzò mettendo in pausa il film e si avviò verso la cucina per recuperargli un bicchier d'acqua e già che era di strada portare con sé il termometro e una bustina di tachipirina, sicuro che a quel punto ne avrebbe avuto bisogno.

Quando tornò in salotto, quello che vide lo fece sospirare e accigliare di nuovo. Mika risvegliatosi dal suo sonno, aveva udito chiacchierare in italiano e aveva immediatamente distinto la voce della sua capa. Imbarazzato per essersi addormentato prima ancora che arrivasse si era quindi messo seduto sul divano e stava ora osservando la tavolata e ascoltando il discorso sfregandosi il volto come per svegliarsi del tutto.

Andy gli si avvicinò con il bicchiere di acqua porgendoglielo e attirando su di sé lo sguardo contrariato del suo ragazzo che gli rimproverò di averlo lasciato dormire "Perché cavolo non mi hai svegliato?!" quasi ringhiò in un sussurro tossendo di nuovo.

"Ma ti sei visto?" gli chiese di rimando il biondo forzandolo con una mano sul petto a tornare a sdraiarsi sul divano almeno per un attimo e negandogli così la vista della tavolata, coperta dallo schienale del sofà.

"Devo and..." si impuntò però il riccio facendosi forza per rialzarsi di nuovo, ma Andy lo anticipò: "ti lascio andare ma prima stai tranquillo un attimo per favore?" gli chiese dolcemente ma con fare autoritario mostrandogli il termometro così da fargli capire le sue intenzioni e patteggiando i loro rispettivi voleri.

Mika sbuffò infilandosi il piccolo cilindro bianco sotto al braccio e mettendo un broncio teatrale giusto per il gusto di far sentire il suo ragazzo in colpa.

"Contento?" chiese in un sussurro, sfidandolo. Ma Andy non stette al gioco e gli cancellò l'aria corrucciata prendendogli il viso rovente tra le mani tiepide e lasciandogli un bacio sulla punta del naso.

"Adesso bevi questo e poi ti lascio andare a lavorare, stakanovista, ok?" gli disse sventolandogli davanti al viso la bustina bianca e rosa. Con quel visino arrossato e gli occhioni nocciola lucidi gli faceva una tenerezza assurda. Se lo sarebbe coccolato volentieri se non ci fossero state 4 persone sedute al tavolo giusto a un paio di metri da loro.

Il termometro annunciò il suo verdetto con un lampeggiante 39.2, Andy sciolse la polverina bianca nell'acqua e non appena l'ultimo sorso fu sparito nello stomaco del riccio, quest'ultimo si alzò in tutta fretta, dribblando la figura sedutagli accanto e aggirando il divano per prendere posto al tavolo.

"Scusatemi per prima, Andy non mi ha sveiato" disse il ragazzo in italiano annunciandosi alla squadra e prendendo posto ad una delle sedie vuote.

"Ciao Mika" lo salutò Ilaria con un cenno della mano e un sorriso dolce, a cui lui rispose imbarazzato.

"Credevo tu mi chiamasi Penniman, invece Mika va bene" osservò con sollievo il giovane, abituato a sentirsi chiamare per cognome dalla donna ogniqualvolta fosse scontenta di qualcosa che lo riguardasse.

L'italiana si lasciò andare ad una risata condita da un buffetto affettuoso su un guancia, osservando gli occhi espressivi ma velati da un luccichio e da un rossore atipici.

"Come potrei arrabbiarmi con uno che parla italiano da tre anni e pur appena sveglio e febbricitante mi azzecca i congiuntivi?" chiese facendo alzare un'ovazione dalla tavolata che fece perfino voltare la testa a Andy dal suo ipad per rivolgerla dietro di sé.

"Grazie" disse solamente il ragazzo, alzandosi e andando a recuperare il pc dal ripiano dove Andy lo aveva lasciato prima di cena, per mostrare l'ultimo scritto alla sua capa.

"Questo è l'inizio del monologo che ho scrito per la prima sera" disse girando lo schermo del suo MacBook verso la tavolata e attendendo che i ragazzi lo leggessero.

"Stupendo" ammise Ilaria in tono serio, sottolineando l'importanza di ciò che pensava "Il bello è che riesci sempre a stupirmi, e dovrei saperlo ormai che con le parole ci sai fare alla grande..." aggiunse annuendo orgogliosa della perla di artista su cui aveva messo le mani.

"Ma ancora devo finirlo" si premurò di precisare il riccio in tono autocritico "stasera la mia testa è un po' confusa, io finisco domani" ammise grattandosi la nuca e reprimendo uno sbadiglio.

"Ma sì, non c'è fretta" lo rassicurò la donna, impietosita dal viso stanco che la osservava in attesa di una risposta, lasciandogli un sorriso.

La discussione si spostò quindi su alcuni dettagli tecnici di cui gli italiani chiacchierarono a lungo e riguardo ai quali, ad un certo punto, chiesero anche il parere dell'altro regista nella stanza.

Andy si alzò dal divano, raggiungendo la combriccola e prese posto a capotavola accanto al suo ragazzo e a Ilaria, discorrendo sulla maniera migliore di filmare l'intro e ipotizzando diverse tecniche di montaggio per le riprese in esterna.

Mika fu grato ai colleghi di aver interpellato il compagno, perché in quel modo la lingua di discussione si dovette spostare dall'italiano, in cui ormai faticava a connettere, all'inglese, che il suo cervello fortunatamente processava senza troppa dispersione di energie.

Si unì di nuovo alla conversazione un paio di volte, ma quando il discorso si fece troppo tecnico, il libanese alzò definitivamente bandiera bianca, sorreggendosi il viso con la mano il cui gomito era saldamente puntellato al tavolo, e limitandosi ad ascoltare distrattamente.

"Perfetto, direi che si potrebbe fare come dite" annuì soddisfatta la direttrice, prendendo alcuni veloci appunti su un taccuino rosso e rivolgendo un cenno di assenso a ciascuno dei suoi ragazzi. Quando lo sguardo si fermò sulla figura a capotavola, la 50enne non poté reprimere un moto di tenerezza del notare il perennemente adrenalinico e scoppiettante Mika dormicchiare con il capo sorretto dalla mano in una posizione che sembrava tutto fuorché comoda.

Andy notò il suo sguardo e sorrise a sua volta. "Si ostina a voler fare il supereroe, ma a tutto c'è un limite" ammise il greco scuotendolo a malapena, cercando di svegliarlo ma ottenendo solo un mugolio infastidito e il cambio di posizione con la testa che andò a quel punto a finire sul braccio ora disteso sul piano liscio del tavolo.

Dal tavolo si alzò un coro di risatine intenerite mentre Andy scuoteva la testa rassegnato.

I ragazzi iniziarono a sistemare ognuno le proprie cose, pronti a lasciare l'appartamento milanese e far ritorno alle loro case. Ilaria e Ivan furono i primi a lasciare la squadra, dovendo viaggiare nella stessa direzione, mentre Sarah si intrattenne brevemente, concludendo un veloce discorso con Andy, e Giulio attendeva di poter fare ritorno a sua volta, dopo aver accompagnato lei non troppo distante da dove abitava.

"Serve una mano con il bello addormentato qui?" chiese il manager appoggiando una mano in volto all'artista, constatando come fosse di nuovo bollente al tatto.

Andy scosse la testa trattenendo a sua volta uno sbadiglio. "Ti ringrazio ma me la vedo io. Se non si sveglia lo lascio a dormire dove sta." Disse con un ghigno malefico a cui ne Sarah ne Giulio credettero per nulla.

Poi mentre l'uomo si allontanò per raccattare il suo giubbotto si rivolse alla ragazza "Ah e Sarah... Non è la cosa più semplice del mondo convivere con questo individuo qui, preparati!" la mise in guardia, tornando al discorso di prima. La bella attrice rise di gusto, poi tornando con lo sguardo su Mika ammise ciò che le stava frullando in testa. "Guarda è talmente geniale e tenero anche quando è esausto e malato che credo azzeri tutto il resto. E tu lo sai meglio di chiunque altro, ammettilo..." gli disse con uno sguardo birichino di chi ha scoperto un bambino a mentire. 

Andy chiuse il pc del ragazzo ridacchiando alla battuta di Sarah, a cui non poteva che dar ragione, per poi salutare entrambi e accompagnarli alla porta.

Ritornò in salotto dando un fugace sguardo all'orologio appeso sopra il mobile del salotto, segnava le 23:30.

Poi si voltò verso il tavolo ora semi sgombro dai fogli che lo avevano invaso durante tutto il pomeriggio e la sera, sospirando alla vista del suo ragazzo profondamente addormentato con il capo poggiato sul braccio piegato sulla superficie candida.

Gli si portò vicino già figurandosi la lotta che avrebbe dovuto portare avanti per svegliarlo e convincerlo a seguirlo a letto. Poggiò una mano sulla schiena avvicinandosi al suo viso e sussurrandogli il suo nome alcune volte, senza ottenere nulla più che un flebile mormorio contrariato.

"Dai su, poi ti lascio dormire giuro" cercò di spronarlo passando le mani sotto le sue braccia da dietro nel tentativo di portarlo a scollarsi dal suo adorato tavolo trasparente.

Sentendosi venir meno l'appoggio, che fino a quel momento lo aveva sostenuto, si costrinse a socchiudere gli occhi, non molto pronto all'idea di incontrare la accecante luce del salotto.

Andy però si era già premurato di spegnerla e lasciare che l'ambiente fosse illuminato solamente dalla fioca luce del salottino adiacente.

Sbattendo le ciglia un paio di volte, mise a fuoco ciò che aveva attorno e osservò un attimo stranito la stanza, che da come gli risultava prima di crollare addormentato, si ricordava non essere così... vuota.

"Sono appena andati" gli spiegò il greco, notando l'espressione poco convinta e posandogli una mano sulla spalla così che gli prestasse attenzione.

"Che ne dici di andare a letto e lasciar da parte definitivamente il tuo stakanovista fare da supereroe?" chiese lanciandogli un'occhiata di affettuosa presa in giro "che tra l'altro non ti è riuscito granché bene stasera..." aggiunse con un ghigno saccente che provocò la reazione stizzita del libanese, il quale rispose corrucciandosi e lanciandogli un'occhiata acida.

Andy rise a quel faccino da fanciullo, porgendogli una mano per alzarsi che però Mika ignorò, troppo orgoglioso per farsi aiutare da chi lo stava, pur amorevolmente, prendendo in giro.

Il riccio si avviò lentamente verso la camera da letto, stropicciandosi gli occhi che non sembravano voler restare aperti a lungo e quando, aperta la porta della sua stanza, vide il letto li chiuse definitivamente buttandovici sopra a peso morto, decisamente a corto di energie residue.

Andy spense le ultime luci in giro per casa, riempì la ciotola d'acqua, ormai vuota, per i cani e poi si spostò a sua volta in camera, portando con sé ciò che gli sarebbe servito per Mika.

Entrò andando quasi a sbattere contro lo spigolo del comò, ma riuscì ad arrivare al suo lato del letto senza ulteriori incidenti e finalmente accendere l'abat-jour.

Il compagno era già steso pancia sotto sopra le coperte, in centro perfetto al materasso, occupandone due terzi pur raggomitolato com'era.

Il greco gli si avvicinò e lo spostò poco più in là, recuperando lenzuola e coperta da sotto di lui al di sotto delle quali Mika sgusciò all'istante.

"Vieni qui?" chiese in un bisbiglio, allungando una mano verso il lato vuoto del letto e puntando gli occhi semi-chiusi verso il biondo che si stava in quel momento cambiando in pigiama.

Andy si voltò trovandosi la figura del compagno che lo scrutava con occhi imploranti e sorridendo innamorato.

"Se me lo chiedi con quegli occhioni da gattino come faccio a dirti di no..." chiese Andy prendendo posto sul letto e sporgendosi verso di lui. Mika sorrise arricciando il naso e rabbrividendo appena quando Andy gli avvolse il viso con le grandi mani fresche, avvicinandosi poi a lasciargli un lungo bacio in fronte.

"Quanto scotti amore mio" constatò prendendosi un breve istante per rimirare il viso della sua metà, che ad occhi chiusi si lasciava andare alle sue attenzioni.

Si separò da lui per un attimo, andando a recuperare un paio di cose dal comodino per sincerarsi della situazione e si stupì quando avvicinandosi a lui e scoprendolo leggermente, Mika non protestò e si lasciò infilare il termometro sotto al braccio. Gli si stese accanto portando una mano ad accarezzagli i capelli, che non essendo stati domati col gel dopo la doccia ricadevano a ciocche morbide sulla fronte, lasciandogli poi un veloce bacio sulla tempia. Come sentì le labbra del suo amato posarsi dolcemente sul suo capo si strusciò a lui, cercando ancora più contatto fisico.

"Siamo coccoloni stasera..." bisbigliò piano, affondando il viso nei capelli castani e sorridendo.

Mika annuì appena percettibilmente, facendo ridere Andy di gusto. "E lo ammetti pure...!" disse passando le dita sul torace del ragazzo, facendolo scostare appena.

Il trillo del termometro interruppe momentaneamente il momento di coccole tra i due, Andy intrufolò una mano sotto alla felpa del riccio, estraendolo e leggendo con un sospiro rassegnato ciò che riportava.

"39.6, e meno male che eri solo stanco..." asserì il greco, ricordandogli come gli avesse risposto solo poche ore prima, quando già il più giovane aveva invece capito come stessero le cose.   

Mika aprì gli occhi per un breve istante per alzarli al cielo e guardare il compagno con aria contrariata ma ormai rassegnata. "Smettila di prendermi in giro" borbottò voltandosi dall'altra parte e tossicchiando appena e rubando tutte le coperte.

"Dai permalosetto, scherzavo." Disse col tono di un bambino che cerca di scusarsi con l'amichetto imbronciato. "Come scei sciuscettibile" disse poi imitando Sid, il bradipo dell'era glaciale, infilando la testa tra la nuca e il collo del suo ragazzo, lasciandogli un paio di bacetti.

Mika a quelle parole non ci riuscì proprio a trattenere una risata divertita. Andy che con la sua vociona profonda cercava di imitare i personaggi dei cartoni era esilarante.

Il riccio decise quindi di concedergli una tregua e tornò a voltarsi verso di lui. Il biondo ci mise mezzo secondo ad accoglierlo e avvolgerlo tra sue braccia, e ancor meno ci mise Mika ad accoccolarvisi addosso. "Buona notte amore" gli disse Andy lasciandogli un ultimo bacio tra i ricci e ricevendo una risposta piuttosto incomprensibile, ovattata dalla maglia, dalle coperte e dal suo petto nel quale il suo viso era affondato.

La notte iniziò tranquilla ma proseguì in maniera non troppo pacifica. La congestione di Mika lo svegliò alle 4, il suo naso era completamente chiuso e sentiva un fastidio alla gola che gli dava l'impulso di dover tossire ininterrottamente.

Cercò di trattenersi il più possibile, sia per non svegliare il compagno che per non iniziare un impeto di tosse che sapeva non lo avrebbe più lasciato in pace, ma dopo un momento fallì miseramente, lasciandosi andare al volere del suo fisico.

Il biondo si svegliò udendo la congestione avere la meglio sul suo ragazzo e trovandolo seduto in centro al letto con un'espressione dolorante e al contempo assonnata.

"Vado..." disse tossendo "a farmi una..." continuò fermandosi un'altra volta "...camomilla" concluse sgusciando fuori dal letto e dirigendosi verso la cucina prima che Andy potesse connettere abbastanza da impedirglielo.

Il greco sbadigliò pesantemente, passandosi una mano in viso e buttando un occhio alla sveglia sul comodino, lasciandosi andare ad un respiro profondo e ributtandosi sui cuscini intenzionato a svegliarsi un po' meglio e poi seguire Mika in cucina.

Ovviamente i suoi propositi non funzionarono e cullato dal tepore delle coperte, ci mise meno di 5 minuti a tornare tra le braccia di Morfeo.

Mika intanto si era incamminato verso la cucina per prepararsi una camomilla, ma rabbrividendo al cambio di temperatura tra corridoio e cucina venne scosso da un brivido, accorgendosi quindi di avere addosso solo una maglia a maniche corte. Con tutta probabilità doveva aver sudato durante la notte e doveva essersi levato la felpa e essere rimasto in t-shirt che a sua volta era divenuta ormai umida. Girando per la sala aveva trovato una felpa pesante usata da Andy quando usciva coi cani e non ci aveva pensato due volte a levarsi la maglietta e infilarsi quella.

Ora se ne stava seduto al tavolo delle cucina, attendendo che l'acqua bollisse si era servito una generosa quantità di miele nella tazza con cui stava giocherellando, alzando il cucchiaino e osservando il denso liquido dorato scendere a grossi goccioloni e ricompattarsi sul fondo.

Melachi e Amira si erano a loro volta accoccolate, riposando sotto e accanto la sua sedia.

L'ambiente era surrealmente silenzioso e tranquillo.

Si soffiò il naso per l'ennesima volta senza ottenere grossi risultati ma beandosi comunque del sollievo che stare in posizione seduta stava dando al suo naso tappato e alla sua tosse.

Fin da piccolo aveva sempre amato gironzolare per casa di notte mentre il resto della sua famiglia dormiva. Adorava la sensazione di benessere che l'oscurità e la pace silenziosa delle ore più inoltrate, avvolte dalle tenebre e dall'oblio, sapeva donargli.

Era durante la notte che aveva scritto alcune tra le sue più belle canzoni e sempre nel silenzio di quell'atmosfera aveva preso alcune tra le più importanti decisioni della sua vita.

Il gorgoglìo delle bolle nel pentolino lo avvolse e lo riportò alla realtà, facendolo alzare dal tavolo, recuperare il bollitore e versare il liquido sopra la bustina. Tornò al suo posto, avvolgendo con le mani la tazza bollente e godendosi quel calore quasi doloroso, riportando la testa altrove.

Il traffico milanese scorreva lento e quasi inesistente fuori dal balconcino della finestra a cui finì per affacciarsi, la frenetica città italiana era anch'essa avvolta da quell'aura tranquilla e ovattata che solamente a quelle ore tarde riusciva a concedersi.

Gironzolò distrattamente per l'appartamento, trovando alcuni fogli lasciati sul tavolo la sera prima dalla sua squadra. Erano appunti chiaramente scritti con la calligrafia di una donna, Sarah o Ilaria, in italiano. Li raccolse e adocchiando il divano li portò con sé andando ad accomodarsi con la tazza di camomilla nell'altra mano.

Leggendo ciò che vi era scritto, vennero portati alla memoria alcuni frammenti di discussione della sera prima, di cui lui ricordava però poco o nulla, talmente era stato stanco e poco connesso con il mondo esterno. Ci fu una parola in tutto quello però, che gli fece balenare in testa un'idea che poteva usare nel suo monologo sulle parole che aveva iniziato ma non ancora finito.

Si alzò velocemente dal divano e andò a prendere il pc chiuso, riaccomodandosi e accendendolo ormai impaziente di mettere per iscritto la sua geniale ispirazione del momento.

Si prodigò a correggere alcune cose che non lo convincevano ed a sistemarne altre e poi preso da un moto di orgoglio si armò di pazienza e, non senza fatica, tradusse tutto in italiano. Un paio di orette buone passarono, prima che Mika si accorgesse di essere tornato a rabbrividire sempre più ravvicinatamente e di iniziare di nuovo a percepire il bruciore agli occhi e la testa pesante. Rilesse ancora una volta il tutto e poi decise che per rimediare alla figuraccia della sera precedente, quando si era addormentato per ben due volte in presenza della sua capa, avrebbe mandato una mail alla squadra con il monologo concluso e tradotto, così che alla mattina lo trovassero e potessero esprimere il loro pensiero.

Una volta inviata, si alzò dal divano andando a riporre la tazza nel lavandino e poi ciondolò di nuovo assonnato verso il letto, ben attento a non svegliare Andy.

 

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Capitolo 4
*** 24h ***


La mattina successiva il greco si destò alle 9 e mezza di mattina, decisamente tardi per i suoi standard, svegliato dai mugolii delle cagnoline che rivendicavano la passeggiata per sgranchirsi le zampe e fare i loro bisogni.

Si stropicciò gli occhi stiracchiandosi e dando un veloce sguardo alla figura di Mika accanto a sé ancora nel mondo dei sogni. Gli si avvicinò lasciandogli una carezza e percependo ancora la pelle arrossata ardere al contatto. Dopo quasi 9 ore di sonno, la febbre doveva ormai essersi abbassata almeno un po', ma così ad un primo contatto non sembrava. Preoccupato afferrò il termometro e senza svegliarlo riuscì a piazzarlo sotto al suo braccio attendendo il responso che si attestò di nuovo a 39.4.

Lasciando perdere per un attimo i guaiti delle golden, fece una capatina in bagno bagnando una salvietta e posandola sulla testa del riccio, prima di uscire per la passeggiata e approfittarne per una capatina in farmacia.

Durante il tragitto gli venne in mente che non era certo di sapere come i normali medicinali che era solito comprare in Inghilterra si chiamassero in Italia, quindi chiese gentilmente consulto a Giulio.

Il manager fortunatamente rispose subito e gli indicò cosa fosse meglio e gli scrisse ciò che doveva chiedere al farmacista, poi sotto aggiunse: "Come sta lo stakanovista?"

Andy si fermò ad un semaforo pedonale rosso e ne approfittò per rispondere: "Come ieri sera, 39 e mezzo e non accenna a scendere." Spiegò il ragazzo allegando l'emoticon malaticcia con il termometro il bocca.

"Mi stupisco tu l'abbia lasciato lavorare stanotte allora..." fu la risposta che ricevette un attimo più tardi. Il semaforo scattato sul verde gli fece riporre il telefono momentaneamente in tasca e procedette quindi ad attraversare la strada. Una decina di minuti dopo, arrivò in farmacia e dovette aspettare in fila il suo turno, quindi estrasse di nuovo il cellulare.

Quando rilesse il messaggio di Giulio lo osservò pensieroso per un attimo. C'era qualcosa che non gli quadrava.

"Lavorare?" chiese allegando una faccina perplessa e attendendo la risposta, cercando una spiegazione logica a quell'implicazione.

"Ha mandato una mail col monologo finito e tradotto alle 6 e 30 stamattina..." spiegò l'uomo, allegando lo screen della mail comparsa sul suo iphone. 

Andy a quel punto fece velocemente due più due. Gli tornarono alla mente le ore 3:50 proiettate dalla sveglia sul comodino e Mika che gli comunicava di volersi alzare per una camomilla, si ricordò come il suo intento fosse stato quello di raggiungerlo e controllare che non facesse cavolate come rimettersi a lavorare nel cuore della notte, quando tutto ciò che doveva fare era dormire per ripigliarsi dall'influenza che si era preso, e di come si fosse finito per riaddormentare.

Sospirò infervorandosi con sé stesso e con quel cocciuto del suo ragazzo, capendo come avesse finito con spendere quasi 3 ore sveglio a lavorare al suo stupidissimo monologo.

Quando tornò con l'attenzione sul cellulare e vide l'ennesimo messaggio dell'uomo, sorrise "Forse non te lo dovevo dire!" aveva infatti scritto con l'immaginetta della scimmietta con le mani sulla bocca e quella imbarazzata a fianco.

Ma Andy si premurò a rispondere velocemente: "No! Tu hai il dovere di dirmi quando quel testa di rapa con cui vivo fa cazzate come questa!" disse ricevendo una faccina che rideva a crepapelle e un pollice all'insù dal manager.

"Quando si sveglia mi sente!" rimarcò ancora il greco con una faccina arrabbiata.

Veloce arrivò la risposta dell'italiano: "Non dirgli che sono stato io, se no mi licenzia!" chiese appuntando due mani giunte in preghiera. "Resterà un segreto tra me e te" gli assicurò con un occhiolino.

Finito di portare a termine le sue commissioni fece rientro a casa, sfamò le golden e poi tornò in camera con un bicchiere dentro al quale aveva sciolto una bustina di antipiretico.

Si rincuorò nel vedere Mika steso sopra le coperte, segno che la febbre si stava abbassando ma mugugnò quando notò che la felpa giaceva in fondo al letto e lui se ne stava a torso nudo e schiena all'aria. Come se non fosse già raffreddato a sufficienza.

Posò il bicchiere sul comodino e poi si incamminò verso l'armadio dal quale estrasse una maglia leggera a maniche lunghe, prima di tornare al letto.

"Mika... svegliati" lo chiamò scuotendolo e ottenendo un impeto di tosse che lo svegliò di soprassalto.

Si voltò portando la schiena a contatto con le coperte e schiuse gli occhi lentamente, mettendo a fuoco la figura di Andy che lo osservava seduto a poca distanza.

"Giorno" lo salutò il libanese ricevendo il bicchiere d'acqua e bevendo avidamente, emettendo una smorfia, percependo il gusto amarognolo della polverina e guardando il fondo e poi Andy come se fosse appena stato avvelenato a tradimento.

"Non fare quella faccia, te la sei cercata" disse aiutandolo a poggiare il contenitore di vetro sul ripiano arancione del comodino e porgendogli poi la maglia che gli aveva recuperato e invitandolo a indossarla. 

"Vestiti, che conoscendoti domani hai la bronchite" gli disse quasi scocciato, consegnandogliela e attendendo che facesse come gli era stato detto. Mika lo guardava con un sopracciglio alzato, cercando di capire da dove provenisse quel suo tono quasi minaccioso, quando la sera prima si era addormentato dolcemente tra le sue attenzioni.

Vedendo gli occhi azzurri saettare dalla maglia al suo viso, Mika si sbrigò a indossare la maglia per poi tornare a sdraiarsi, sentendo la testa girargli lievemente.

"Cosa ho fatto stavolta?" chiese quindi indagando e intuendo come quel suo modo di fare perentorio fosse solito comparire quando faceva qualcosa che lo infastidiva.

Andy lo guardò assottigliando gli occhi passandogli una mano sulla fronte per capire quanto la situazione fosse migliorata rispetto a un'oretta e mezza prima.

"Ah e me lo chiedi anche?" chiese poi con le mani sui fianchi e sguardo torvo.

Mika chiuse gli occhi cercando di concentrarsi e capire cosa potesse averlo infastidito in quel modo, passando in rassegna tutto ciò che aveva fatto da che si era coricato, fino a quel momento.

Ad un tratto gli venne in mente... Si ricordò di aver lasciato il computer sul tavolino da tè davanti al divano dopo averci lavorato in piena notte. Andy doveva aver capito qualcosa e se aveva quel tono da rimprovero doveva anche avere avuto conferme ai suoi sospetti.

"Sì ok, hai ragione ma non riuscivo a dormire e stavo meglio, tanto valeva fare qualcosa." Confessò ammettendo le sue colpe ma spiegando anche il motivo delle sue azioni.

"Oh sì, ho visto come stavi meglio un'ora fa. Come ieri sera quando sei andato a dormire, uguale!" sbottò il biondo puntando un dito contro il termometro sul comodino come ad avvalorare le sue parole.

"Ma..." iniziò il moro interrompendosi per un paio di colpi di tosse.

"Ma niente." Lo mise a tacere il greco con fare risoluto. "Se non mi vuoi vedere incavolato, sarà meglio tu non ti azzardi a toccare il lavoro fino a quando quel coso non segnerà un numero al di sotto del 37" disse puntando di nuovo un dito verso il comodino. Andy si rese conto di sembrare molto sua suocera in quel momento ma era perfettamente conscio del fatto che senza un tono autorevole quel testardo del suo compagno di vita non avrebbe saputo fermare i suoi impulsi. Il sapere di provocare il disappunto di Andy sarebbe stato l'unico freno utile.

Mika abbassò gli occhi udendo quelle parole. Effettivamente non c'era fretta per le cose su cui stava lavorando, erano a buon punto e anche Ilaria lo aveva rassicurato dicendogli che poteva anche prendersela con calma. Quella notte era stato risucchiato dall'ispirazione e senza il freno di Andy aveva finito per passare 3 ore sul divano invece di riposare e smaltire ciò che si era portato a casa da Parigi, con il risultato di sentirsi uno straccio anche in quel momento.

"Hai ragione, scusami" ammise allora il libanese alzando gli occhi per incontrare l'altro paio che lo stavano guardando dall'alto.

Andy sentendo le scuse poste con quel tono, capì di aver fatto centro e decise quindi di ammorbidire i toni, era pur sempre il suo Mika, la persona con cui aveva deciso di passare il resto della sua vita, che lo guardava con fare colpevole e fanciullesco oltre che con un visino malato. Non sarebbe stato in grado di fare il duro con lui tanto a lungo.

"Non voglio che ti scusi. Voglio che oggi passi la giornata a cazzeggiare con me sul divano davanti a qualche film o programma stupido ti riposi e ti riprendi, senza pensare ad altro ok?" disse dolcemente abbassandosi verso di lui per avvolgerlo in un abbraccio caloroso e concedergli il lungo bacio mattutino che ancora non si erano scambiati.

Quando Andy si alzò, Mika gli sorrise grato, tornando a prendere il viso tra le mani e tirandolo verso di sé, per racchiuderlo in un altro bacio profondo.

"Andiamo di là a far colazione, coccolone?" chiese il greco allungandogli una mano, sempre restando seduto accanto a lui sul lettone. Mika annuì stringendosi meglio nella felpa e mettendosi seduto a sua volta, ignorando la fitta alla testa che lo accolse. Andy non mancò di notare la smorfia di dolore comparsa sul viso del ragazzo, così gli si mise di spalle sul bordo del letto e gli fece segno di accomodarsi dietro di lui e legare braccia e gambe alla sua vita. Quando si fu posizionato, Andy portò le mani a sostenergli le gambe e si alzò dal letto, scarrozzandoselo di là e abbandonandolo sul divano a penisola del salotto più piccolo, su cui aveva già predisposto un paio di coperte, sotto le quali si fiondò immediatamente, la borsa dell'acqua calda che strinse a sé e vari cuscini tra i quali si accomodò.

Andy proseguì invece per la cucina dove preparò un vassoio enorme che portò con sé e appoggiò sul tavolino di fronte. Mika osservò le leccornie disposte ordinatamente, c'erano due croissant, una fetta di crostata alla frutta, un succo, del pollo allo spiedo con patate e dell'acqua.

"Ok, dato che in teoria è ora di pranzo sono passato a prendere qualcosa in rosticceria, ma siccome conoscendoti oggi non avrai fame, ti ho preso anche i dolci" disse avvicinando il tutto e sperando che la sua idea di stuzzicargli l'appetito con quelle leccornie da pasticceria avesse qualche frutto.

Andy prese una coscia di pollo e iniziò a mangiare senza tante cerimonie, affamatissimo essendo anche rimasto senza colazione, nel trambusto della mattinata mentre Mika guardava l'invitante banchetto senza sentire minimamente l'appetito che avrebbe dovuto avere. Come se non bastasse alla tv stavano trasmettendo la prova del cuoco che in teoria avrebbe dovuto fargli desiderare quantità enormi di cibo, ma su di lui non stava avendo nessun effetto.

Dopo un quarto d'ora Andy diede uno sguardo al vassoio e notando come non mancasse nulla che lui stesso non avesse mangiato, si rivolse verso Mika, seduto con le gambe al petto, e il viso semi nascosto dalle ginocchia a cui era appoggiato, sotto due pesanti coperte, che lasciavano fuoriuscire solamente i febbricitanti occhioni nocciola e la massa di riccioli castani disordinati.

Andy sorrise innamorato prima di prendere il cellulare e scattare una fotografia al bozzolo di lana colorato che aveva di fianco.

"Dite che dobbiamo inserire anche questo a CasaMika?" chiese inviando la fotografia al gruppo whatsapp che includeva la squadra dello show, e a cui anche lui era stato aggiunto dopo gli ultimi giorni di lavoro congiunto.

Le risposte arrivarono in un istante: "Ci si potrebbe pensare..." disse Ivan con un pollice in su, "Ho già il titolo dello spezzone: Anche gli stakanovisti si ammalano" propose Giulio con la faccina ridente. "Cucciolo! Posso venir lì e spupazzarmelo un momento?" chiedeva Sarah con un cuoricino allegato "Penniman al lavoro! Scherzo ;)" prese in giro Ilaria.

Andy rise di gusto ai commenti degli amici poi rispose "Bene, spezzone pronto!" rispondendo ai due uomini, "Sarah hai presente i cuccioli di diavolo della tazmania? Tutti carini e coccolosi ma solo all'apparenza... Ecco...." E per ultimo "Non lo istigare nemmeno per scherzo!" diretto alla direttrice.

Era certo che quando Mika avesse visualizzato gliel'avrebbe fatta pagare, ma per ora si godeva lo scambio di battute in libertà.

Dopo il momento di ilarità decise di provare a convincere l'involtino primavera a fianco a mangiare almeno qualcosa, quindi prese un pezzetto di crostata e dopo averlo staccato lo avvicinò piano piano al naso di Mika, come si farebbe coi bambini, fermandosi a pochi centimetri.

"Fai aaaa" disse Andy alterando la voce come quando parlava con Mel e Amira ma Mika squadrò il pezzetto di torta con fare per nulla convinto per poi ribadire la sua totale non voglia di mangiare.

Il greco allora la portò alla sua bocca assaporandola con gusto e rimarcando "Non sai quello che ti perdi" prima di staccarne un altro pezzo, stavolta con un pezzetto di lampone e ingurgitarlo di nuovo e poi sparire in cucina con il vassoio per preparare l'unica cosa che sapeva Mika avrebbe ingerito, una camomilla con una montagna di miele e limone.

"Di questa che ne dici?" chiese infatti comparendo davanti a lui con una tazzona fumante dalla quale pendeva un piccolo quadratino con disegnata una margherita davanti alla quale gli occhi nocciola si ingrandirono grati.

Andy attese che il riccio disintrecciasse le mani dalla coperta e afferrasse la tazza portandola alla bocca per poi sedersi di nuovo accanto ed avvicinarglisi posando le sue labbra sulla fronte e andando quindi a recuperare il termometro.

"Sai che abbiamo Antonella come invitata allo show?" chiese sorseggiando la camomilla bollente, e indicando la Clerici alla tv, attento a non muoversi troppo e spostare l'aggeggino che Andy gli aveva di nuovo infilato sotto al braccio.

Il biondo a quelle parole portò gli occhi al cielo lasciandosi andare ad un "Mikaaaaa" di rimprovero, condito da una mezza risata per sdrammatizzare. Era impossibile. Non riusciva a stare senza portare la mente al lavoro costantemente. 

"Era solo così per dire" si affrettò a ribadire il moro, soffiando sul liquido bollente e inspirando il vapore al profumo di miele e camomilla.

"Sì sì... Faccio finta di crederci..." lo rimbeccò Andy scompigliandogli piano i ricci e portando una mano sotto le coperte per recuperare il piccolo oggettino trillante.

"Se vai avanti così, torni a lavorare nel 2017" gli fece notare girando il minuscolo schermo su cui un 38.8 svettava ancora inesorabile.

Mika diede un veloce sguardo e poi tornò con l'attenzione alla tv mugugnando uno sconsolato "Mi sto impegnando, giuro" semi attutito dalla coperta. Andy a quell'uscita non poté che piegarsi in due dal ridere. Era di una tenerezza disarmante. "Sì amore, lo so" disse ridacchiando e abbracciandolo, scoccandogli un bacio in fronte.

"Vieeeni qui con me" gli disse poi dolcemente tirandolo a sé e facendolo sdraiare, portandogli la testa a riposare sul suo petto e affondando una mano nei morbidi capelli disordinati. 

"Dormi un pochino" gli sussurrò continuando a giocherellare con le ciocche lunghe che spesso adorava acconciare all'indietro, cullandolo in un lento sonno che non ci mise che pochi attimi a giungere.

Andy rimase a guardare quel programma ancora per un attimo poi quando finì decise di cambiare canale e cercare un film che avesse almeno i sottotitoli in inglese, dato che non aveva nessuna voglia di andare a cercare l'ipad o il MacBook, già che Mika stava finalmente dormendo tranquillo e lui davvero di quella lingua capiva giusto le poche parole derivate dal greco e nulla più.

La sua idea di cimentarsi nell'italiano però non durò molto. Quel film era di una noia mortale e dopo meno di un'ora si ritrovò a sua volta tra le braccia di Morfeo.

Il greco finì per svegliarsi ad una pubblicità un po' troppo rumorosa e con piacere notò con Mika non fosse più avvinghiato a lui ma fosse seduto per terra sul tappeto davanti al divano senza coperte addosso, a giocare silenziosamente con Amira e Melachi rubandosi una pallina a vicenda.

"Ci siamo svegliati?" chiese dolcemente sporgendosi dal divano e avvicinando la testa a quella mora poco più in basso e ricevendo una leccata da Amira, seguita da un bacio di Mika.

"Sì..." rimarcò il ragazzo lanciando nuovamente la pallina da tennis alle golden. "La crostata di prima è in frigo?" chiese poi, schivando le due pazze pelose che quasi lo travolsero nella foga di tornare a portargli il giocattolo.

"Ohh yesss" trillò Andy contento di sentire dell'interesse verso il cibo provenire dal ragazzo che per quasi 24 ore non aveva toccato cibo.

"Vado a prenderla" si offrì alzandosi dal divano per andare a prenderla, portando con sé anche il succo ed un croissant.

Tornò posando il tutto sulla penisola, scacciando Amira che si era avvicinata pericolosamente alla torta con aria curiosa e passando un piattino ed una forchettina al compagno che ringraziò e ne staccò un quadratino.

"Buoniffima" biascicò masticando e facendo ridacchiare Andy. "Non te l'ha mai detto mamma Joannie che non si parla con la bocca piena?" chiese stuzzicandolo amorevolmente.

"Forse un paio di volte. Ma con lei non lo faccio..." disse mostrando un sorriso tutto dentoni al biondino seduto sul divano appena sopra di lui.

"Ci avrei scommesso!" asserì convinto rubando un pezzo di crostata dalla forchetta che Mika stava portando alla bocca.

"Hey!!!" si infervorò quest'ultimo, scostandosi di poco alla sua sinistra evitando altri attacchi.

Però solo per il gusto di rompere le scatole, Andy si spostò a sua volta cingendogli le spalle con le braccia e stritolandolo in un abbraccio.

"Cosa farei senza di te, io?" si lasciò andare ai sentimentalismi strusciando la guancia dalla barba appena accennata contro quella ugualmente spinosa del suo uomo e ricevendo una delle risate da fanciullo che aveva da sempre adorato.

"Io avrei potuto lavorare tutto il pomeriggio senza che qualcuno interferisse..." fece notare il libanese con un mezzo sorriso sornione e saccente, ricevendo un leggero morso indolore dal suo ragazzo.

"Se stai meglio adesso è tutto merito ti questo rompiscatole, tienilo a mente!" gli ricordò con fare materno ma al contempo possessivo, notando finalmente come la febbre fosse scesa rispetto ai 39 e oltre che erano persistiti dalla sera prima.

"No, è merito dei miei globuli bianchi!" puntualizzò il riccio alzando un dito da maestrino.

Continuarono il loro battibecco ancora per un bel momento, poi verso le 6 Andy sparì in bagno a farsi una doccia, lasciando il ragazzo ad un programma tv che sembrava interessarlo particolarmente.  

Quando tornò nell'area giorno dell'appartamento ancora con la salvietta in mano, intento a frizionarsi i capelli, non mancò di notare che Mika era sparito dal divano e la tv era sì accesa, ma senza nessuno spettatore a seguirla.

Passò dal salotto più piccolo a quello più grande e vide esattamente ciò che non avrebbe voluto, ma si sarebbe aspettato di vedere.

"MIKA PENNIMAN!" sbraitò utilizzando la sua vociona per enfatizzare la cosa, avanzando a grandi passi nel salotto, facendo sobbalzare il riccio, che seduto al tavolo stava picchiettando con le dita sui tasti neri dei suo MacBook.

Il ragazzo alzò gli occhi su di lui abbassando la testa come un cagnolino con il padrone da cui sta ricevendo una lavata di capo. "Sto meglio Andy dai..." cercò di convincerlo rivolgendo le mani verso sé stesso come a illustrare figurativamente le sue parole, ma il biondo non volle sentir ragioni, andò a cercare il piccolo termometro bianco abbandonato di là e lo lanciò al suo ragazzo.

"I patti li conosci" disse solamente con un mezzo sorriso, andando intanto a spegnere il bollitore dell'acqua che sentì fischiare in cucina.

"E non barare!" lo mise in guardia, portando la testa a sbucare dalla porta della cucina, versando l'acqua in 2 tazze e chiedendo poi cosa preferisse "Tè o camomilla?".

Mika sbuffò, certo che nonostante si sentisse meglio, non fosse ancora arrivato ad essere completamente sfebbrato e che quindi non rispettasse i criteri che quell'iperprotettivo del suo compagno gli aveva imposto per potergli concedere di tornare a lavorare.

"Camomilla con tan..." iniziò sovrappensiero la spiegazione su come desiderasse la bevanda ma dalla cucina Andy completò la frase "...to miele e tanto limone. Sono 10 anni che te la faccio così, credo di saperlo ormai" disse lanciandogli una linguaccia dalla porta a cui Mika rispose nella stessa maniera.

Finì di preparare tè per sé e camomilla per lui e poi raccolse le tazze tornando in salotto e udendo il bip del termometro attutito dalla maglia. Mika non fece in tempo a sfilarlo e leggere ciò che vi fosse scritto che gli fu rubato dalle mani.

Andy gli diede un veloce sguardo e poi sogghignò compiaciuto avvicinandosi al computer e abbassando lo schermo fino a chiuderlo, sotto lo sguardo contrariato del più grande.

Voltò il piccolo schermo verso gli occhi nocciola, provocando uno sbuffo e un sospiro rassegnato.

37,7

"Sei sulla buona strada" gli disse Andy trionfante per aver vinto e felice e sollevato nel vederlo finalmente sulla via della guarigione.

"Partitina alla Wii?" chiese quindi il biondo per risollevare il morale dello stakanovista convalescente e ricevendo uno sguardo alquanto eccitato all'idea.

I due si spostarono quindi di nuovo sul grande divano a penisola davanti alla tv e in un attimo stavano battibeccando su quale gioco far partire.

"Ok ok dai, il malatino sceglie" disse alzando le mani in segno di resa, lasciando la vittoria a Mika con un sorrisino di scherno, usando quel nomignolo apposta per farlo arrabbiare.

"Te lo faccio vedere io il malatino adesso!!" si infervorò sportivamente, lanciando il dischetto di Mario Kart a Andy e recuperando i piccoli volanti di plastica da applicare ai telecomandi per rendere la cosa più realistica.

I litigi iniziarono in tempo zero fin dalla scelta dei personaggi "Non ti azzardare a rubarmi Yoshi e l'ovomobile! E' mia!!" si premurò Mika quando dovettero scegliere vettura e personaggio da far correre.

Andy alzò gli occhi al cielo "Bambino dell'asilo" biascicò lasciandogli il suo draghetto verde e scegliendo il personaggio del funghetto Toad, facendolo ridacchiare contento.

Quando il primo percorso iniziò, la stanza si trasformò da un tranquillo salotto di due trentenni a una sala di ricreazione delle elementari.

"La smetti di lanciarmi gusci??!" lo rimproverò Andy vedendosi la vettura di nuovo investita da un guscio rosso di tartaruga lanciatogli da dietro.

Mika rise sterzando bruscamente e superando la macchinina in ripresa del funghetto del biondo.

"Adesso la smetto" disse con una linguaccia, sgommando a tutta birra e ricoprendolo di sabbiolina.

"Odioso!" borbottò il greco tornando alla riscossa, alle calcagna del draghetto, gli restò dietro per un bel momento ma quando arrivò ad una curva stretta sterzò bruscamente finendo in derapata e spingendosi anche nella realtà contro Mika sedutogli accanto per enfatizzare, mentre l'ovomobile finiva insabbiata in una duna.

Il riccio, sbilanciatosi dalla spintarella del greco, finì per fare un testacoda. 

"Andyyyy! Sei sleale!" lo rimproverò tornando a cercare di riportare la sua vettura in pista. Ci riuscì ma perse talmente tanto tempo che finì per essere doppiato da tutti, e quando il funghetto gli passò accanto sul ponte, Mika si buttò a destra e con una manovra lo spinse insieme alla sua stessa vettura, giù dal tracciato facendolo finire in acqua. Tutto questo venne accompagnato a sua volta da una mossa improvvisa di Mika che spintosi verso Andy gli fece perdere l'equilibrio e lo fece quasi finire giù dal divano.

Mentre le macchinine venivano riportate gocciolanti in pista, Mika si voltò per un attimo verso Andy e vedendolo rialzarsi da terra, scoppiò in una risata isterica, sdraiandosi sul divano rannicchiato con le mani a tenersi stretta la pancia.

Andy lasciò il telecomando sul divano e a quel punto decise di vendicarsi, ma non nel gioco. Rialzatosi, si lanciò sul divano, intrappolando Mika tra i cuscini del divano, mentre quest'ultimo ancora rideva a crepapelle. Con una mano gli bloccò le sue e salito a cavalcioni, iniziò a torturarlo con leggeri pizzichi e solletichi ben assestati. Mika non ce la faceva più dalle risate, impossibilitato a muoversi non riusciva a contrastare l'attacco del greco che si stava vendicando del capitombolo.

Il gioco impari finì quando le risate di Mika vennero condite da una raffica di tosse che contribuì a lasciarlo senza fiato,  costringendo Andy a lasciarlo andare e aiutarlo a mettersi seduto.

"Scusami malatino mio" lo prese in giro passandogli una mano sulla schiena e allungandogli la camomilla, ormai tiepida, che trangugiò a grossi sorsi.

Quando la calma tornò nella stanza, Andy recuperò il telecomando sepolto tra i cuscini, e voltatosi verso la tv, notò come la gara fosse ormai terminata e i loro due personaggi fossero finiti ultimo e penultimo. Scoppiò a ridere di nuovo, seguito a ruota da Mika, che però non perse occasione di far notare al compagno la sua vittoria, indicando il suo draghetto in penultima posizione.

Giunta l'ora di cena i due ragazzi si spostarono in cucina dove finalmente anche Mika consumò il suo primo vero pasto in oltre 24 ore.

"Ho come l'impressione che domani mi toccherà tornare a lasciarti lavorare" finse di risentirsi il greco, notando come la voracità ritrovata per lui fosse già segno tangibile della guarigione ormai imminente.

Mika gli rivolse un'affettuosa linguaccia, poi insieme si spostarono nuovamente sul divano che li aveva visti insieme per tutta la giornata.

"Dillo che tutta 'sta storia del lavoro non l'hai inventata per via della febbre, ma l'unica cosa che volevi era avermi un giorno tutto intero tutto per te" gli disse con un sorrisino sveglio di chi conosce la persona al suo fianco da oltre un decennio.

Andy sorrise innamorato, a quelle parole. Effettivamente era parecchio tempo che, nonostante la convivenza degli ultimi mesi, non passavano una giornata di relax solo loro due in casa come avevano fatto quel giorno. Nella poco fortunata situazione, si erano ritrovati a ridere, coccolarsi scherzare e darsi l'un l'altro completa e assoluta attenzione come da tempo non succedeva.

"Ammetto che è stata una giornata che ricorderò molto piacevolmente. Sei sempre così impegnato che averti sul divano così in tranquillità con me è quasi un miraggio." Si lasciò andare confessando i suoi sentimenti, stringendolo ancora una volta a sé "Dovresti ammalarti più spesso" scherzò poi lasciandogli un urgente bacio che zittì le sue lamentele.

"Ti amo stronzetto!" affermò Mika intrecciando gli occhi in quelli azzurri e lucenti di colui che più di dieci anni prima aveva scelto come la sua metà.

"Ti amo anche io" pronunciò solamente Andy chiudendo gli occhi e lasciando che per un'ultima volta le loro labbra si incontrassero a metà strada, come oramai sapeva fare alla perfezione.

 

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