Storia di una presunta ladra di libri

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto sembra essere tranquillo, ma... ***
Capitolo 2: *** Un libro rubato dopo l'altro ***
Capitolo 3: *** Un motivo violento ***
Capitolo 4: *** Affrontare i problemi ***
Capitolo 5: *** Il lieto fine del lettore ***



Capitolo 1
*** Tutto sembra essere tranquillo, ma... ***


Basil suonava malinconici spartiti atto per dimostrare e far risplendere tutta la sua inequivocabile tristezza.
nessuno gli sarebbe potuto essere d’aiuto, nemmeno il suo fidato compagno d’avventure Topson.
< Basil, la vuoi smettere con questa lagna? Non riesco a leggermi il giornale in pace. >
< Perdonami, Topson. Ma non è colpa mia se dopo la caduta di Rattigan la mia vita non ha più un senso. >
< Ma che diavolo ti viene in mente adesso? Tu continuerai a risolvere casi fino alla fine dei tuoi giorni e non ci sarà nessuno in grado di superarti nelle tue intuizioni. >
< Ah no? Ma allora perché nessuno vuole il mio aiuto? Insomma, Londra è un covo di criminali. C’è sempre qualcuno che potrebbe avere bisogno di me, invece niente. >
< Smettila di fare il guastafeste Basil e vedrai che prima o poi toccherà a te tornare in scena. >
< Sì, voglio proprio vedere quando. Intanto rimarrò immerso nei miei pensieri e suonerò melodie tristi così che possano farmi deprimere fino a quando ne ho voglia… >
Ma la vita di Basil non era diventata solo noiosa e monotona, anzi…
Doveva pensare che era un nuovo inizio per lui, soprattutto adesso che non si trovava da solo con la sua governante.
< Basil, perché non va a fare compagnia alla piccola Olivia? Sono sicuro che gli farà molto piacere. >
< Olivia? Perché è qui con noi? >
< Certo, sciocco che non sei altro! Sei stato tu ad aprirgli la tua biblioteca personale. >
< Capisco… Una piccolina che sta frugando tra i miei libri più importanti?! >
Tornando ad avere il senno della ragione, alla fine Basil si tolse la sua vestaglia per vestirsi della sua solita divisa da detective.
< Allora, dove sta la piccolina? >
< Nella tua libreria, Basil. >
< Ottimo lavoro, Topson. Sei in forma come sempre. >
< Era scontato che fosse lì. >
< Niente è così scontato, Topson. Adesso voglio proprio vedere che combina. >
Spiandola dalla porta, Basil vide Olivia leggere accuratamente e con interesse un grande volume di enciclopedia.
< Non sta facendo niente di male, Basi. >
< Ah, davvero? E se nel mentre non la stavamo controllando mi avesse rubato alcuni scritti importanti su alcuni casi risolti in precedenza? >
< Per te sono così importanti, Basil? >
< Certo. L’ordine delle mie cose è più importante di qualsiasi altra cosa. >
< Almeno quella bambina riuscirà a risistemare tutti tuoi fogli e i tuoi libri polverosi di cui io non posso nemmeno toccare. >
< Signorina Placidia, pensavo si ritrovasse in cucina. >
< Infatti è quello il mio posto, Signor Basil. Ma mi fa molta tenerezza vedere la piccolina come sta studiando. Secondo me diventerà molto più brava del padre. >
< Il padre è un umile costruttore di giocattoli. È normale che la bambina abbia acquisito tanta intelligenza… E adesso che ho più tempo per me stesso, la controllerò a vista in attesa che faccia qualche passo falso. >
< perché dovrei fare qualche passo falso, Signor Basil? >
Sentendo quelle parole dure, Olivia ci rimase molto male.
< Olivia, non volevo dire… ecco… >
< Sto solo leggendo alcuni libri d’avventura molto interessanti, Signor Basil. E non si preoccupi: dopo rimetterò tutto in ordine. >
< Ne sono convinto, Olivia. >
Non c’era nessun modo per distrarre la bambina.
Basi la guardava con tale riluttanza che la piccolina fece quasi finta di nulla.
< Signor Basil, sarebbe meglio lasciare Olivia alla sua lettura. >
< Signora Placidia ha ragione. Come sempre, dopo tutto. >
< Signora Placidia, è colpa mia se ho chiesto a Basil d “interrompere” la lettura di Olivia. Da qualche giorno a questa parte si sta comportando in maniera molto strana. >
< Perchè? Io non vedo niente di strano in una bambina che legge. >
< Perché lei solo l’apparenza, Signora Placidia. Non è un afferrata detective come noi. >
< Sarà come dite voi, ma almeno faccio dei manicaretti che sono la fine del mondo. >
< Davvero? Non vedo l’ora di assaggiarli. >
< Dovrà attendere la cena, Signor Topson. Ovvero tra un’ora esatta. >
< E sarà in quel momento se scopriremo la bambina alzarsi da quella sedia oppure no > fece Basil. >
< Signor Basil, devo dire… >
< Chiamami semplicemente Basil, Olivia. Non farmi sentire più vecchio e inutile di quello che sono. >
< D’accordo… Hai molti libri affascinanti, Signor Basil. Ci passerei tutte le mie giornate qua dentro. >
< Ma perché invece non vai a giocare come tutti gli altri topini della tua età? Adesso che Londra è un luogo sicuro… >
< Londra non è un luogo sicuro. Soprattutto ora che le ombre si sono fatte più fitte. >
< Quali ombre? Di cosa stai parlando, Olivia? >
< Niente, Basil. Stavo solo scherzando. >
Ma Basil intuì che la bambina stava nascondendo qualcosa.
“E se quella bambina avesse scoperto alcuni dei miei casi che non sono riuscito a portare a termine? Sarebbe un gran peccato non essere riuscito a nascondere tale mia vergogna.”
< Olivia, tra poco sarà pronta cena ed io ti devo pregare di uscire. Devo sistemare alcune cose qui dentro che mi sono dimenticato. >
< E devi farlo proprio adesso, Basil? >
< Purtroppo sì, piccola mia. Altrimenti rischio di dimenticarmene ancora. >
Per Basil non fu difficile convincere Olivia.
< Va bene, però poso tornare in biblioteca dopo cena? >
< Se avrò finito con i miei lavori, sì. >
< Posso darti una mano? >
< No, grazie. Ce la faccio da solo… Ma puoi dare una mano alla governante, se vuoi. lei non ti dice mai di no. >
< Ok, affare fatto! >
Appena Basil e il Signor Topson rimasero da soli, Basil controllò immediatamente in quella moltitudine di libri che non mancasse niente.
< Ci metterò un sacco di tempo a riordinare tutto questo disastro… Quella bambina poteva fare meno confusione, però. >
< Basil, ma cosa stiamo cercando per l’esattezza? >
< Non lo so. Ma se manca qualcosa qua dentro lo scoprirò. >
Ma dopo più di un’ora, Basil non riuscì a trovare niente di compromettente.
< Signor Basil, la cena è pronta > fece la governante richiamandolo dall’altra stanza.
< Basil, adesso dobbiamo andare. >
< Tu vai pure, Topson. Io ti raggiungo presto. >
< Non è buona norma far aspettare la tua governante. >
< Lo so bene! Ma non mettermi fretta. Io posso anche mangiare più tardi. Devo solo sistemare l’ultimo scaffale e… >
Con grande sorpresa, alla fine Basil vide che mancava un libro molto importante sullo scaffale principale.
< Basil, cos’hai scoperto? >
< Vedi Topson, qui mettevo tutti i miei libri preferiti che stavo leggendo e che mi aiutavano a risolvere i miei casi… Secondo me Olivia mi ha rubato un libro così importante da aver attratto anche lei nel mistero. >
< Basil, Olivia non farebbe mai una cosa del genere. >
< Questo non possiamo saperlo, Topson. Ecco perché tutti sono sospettati. Anche tu. >
< Ma che diamine ti viene in mente?! Vorrei proprio sapere di quale libro si tratta. >
< Appena lo ritroverò saprò dirtelo. >

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Capitolo 2
*** Un libro rubato dopo l'altro ***


Appena finita la sua cena, Olivia si alzò immediatamente da tavola.
< Olivia, dove vai così di fretta? > gli domandò la governante.
< Devi finire di leggere un libro nella biblioteca di Basil. E poi non ho più fame. >
< Ma come? Non vuoi assaggiare uno dei miei muffin al formaggio? >
< Magari un’altra volta, Signora Placidia. Adesso devo proprio andare. >
Per non contraddire la bambina, Basil non disse niente, mentre Topson fissava il detective con sguardo enigmatico.
< Basil, che cos’hai intenzione di fare adesso? >
< Cogliere il nostro principale sospettato nelle mani nel sacco. >
< Che cosa state confabulando voi due? Mica vi alzerete da tavola prima di aver finito il dolce. >
< Grazie per tutto questo ben di Dio che ha fatto per noi Signora Placidia, ma dobbiamo proprio andare. >
< Non se ne parla nemmeno! Nessuno si alza dalla mia tavola senza aver finito di mangiare. >
< Signora Placidia, sono abbastanza vecchio per alzarmi quando mi pare. >
< Non questa volta, Basi. Stavolta si alzerà dal tavolino quando glielo dirò io. >
Quando la governante di Basil s’impuntava di una cosa, era impossibile fargli cambiare idea.
< D’accordo… Topson, prima finiamo il dolce meglio è. >
< Ma io non ho più fame. >
< Te la farai venire. Alla svelta. >
 
 
Una volta che anche Basil e David Topson si alzarono dal tavolino, il detective non perse tempo per andare nella sua biblioteca per vedere se era tutto in perfetto ordine.
< Basil, c’è qualcosa che manca alla tua collezione? >
< Non proprio, Topson. Qui è tutto in ordine. >
Ma guardando più attentamente, Basil riuscì a scoprire un altro buco nascosto che si notava a malapena.
< Anche qui manca un libro! >
< Davvero? Di che libro si tratta? >
< Non lo so con certezza, a parte il fatto che si trovava nella sezione di storia… Anche il libro che si trovava sopra lo scaffale… >
Con la mente piena di mille pensieri, Basil stava facendo tutti gli accorgimenti necessari per capire se tra i due libri rubati ci fosse qualche collegamento.
< Non riuscirò a trovare niente di concreto se non riesco a scoprire di quali libri si trattano. >
< Perché non lo domandi ad Olivia? Sono sicuro che la piccola ti aiuterà. >
< Certo, così la metterò subito in allarme. >
< Sono convinto che non è lei la ladre in questione. Perché ti dovrebbe rubare qualcosa che non ti appartiene. >
< Non lo so Topson, ma devo scoprirlo… Intanto devo rintracciare quella bambina. >
< Stavi cercando me, Basil? >
Vedendola tornare con il sorriso stampato in faccia, Basil non riusciva a capire perché aveva così tanto da ridere.
< Signorinella, dovrai spiegarmi un sacco di cose. Vieni con me in biblioteca. >
Ignorando quello che Basil aveva da dirgli, Olivia si limitò a seguirlo in silenzio.
< Topson, dovrai aspettare fuori. La conversazione è tra me e Olivia. >
< Ma non capisco cos’hai da nascondere… >
< Io niente. Ma aspetterai lo stesso fuori, intesi? >
< D’accordo. Vado a sentire se la tua governante ha bisogno in cucina. >
< Splendido. Digli se ha preparato qualcosa per la merenda. Sto morendo di fare. >
< Siamo usciti dal tavolino appena un’ora fa’. >
< La mia sete di sapere mi svuota lo stomaco, Topson. A più tardi. >
Chiudendo accuratamente la porta della biblioteca per paura di venire disturbati, Basil non riusciva ad essere serio in quel frangente.
< Allora Olivia, non so da cosa sia data la tua passione di leggere così tanti libri, ma a malincuore ho scoperto che qualcuno ha rubato due dei miei libri storici nelle sezioni da me riposte… Visto che sei tu l’unica che entra indisturbata nel mio angolo di studio, ti chiedo di confessare immediatamente prima che la tua posizione peggiori. >
< Basil, perché sei così sospettoso? Ti servono forse quei libri che ho preso in prestito? >
< E chi l’avresti chiesto il permesso? >
< Alla Signora Placidia. Tu era troppo impegnato a deprimerti a causa del tuo lavoro e per non disturbarti, ho chiesto a lei se potevo fare man bassa dei capolavori che tieni. >
< E dimmi, che libri hai preso? >
< Voglio solo documentarmi sulla storia inglese di inizio ‘800. I tempi stanno cambiando e vorrei capire il perché. >
< Rivoluzione industriale, mia cara. Con l’avvento dei capitalisti e di nuovi soldi freschi, l’Inghilterra è tra i primi in Europa e forse al mondo ad essere più all’avanguardia in questi settori. >
< Bene, ma vorrei studiarli più sui libri se non ti dispiace… Adesso posso andare? O sono implicata in un altro caso costruito dalla tua mente inaffidabile? >
< I miei sospetti sono tutti fondati! >
< Oppure hai paura che qualcuno possa rubarti qualcosa di prezioso… Ci nascondi qualcosa, Basil? >
< Ovvio che no. Perché dovrei farlo? >
< Questo non lo so… E comunque non preoccuparti dei tuoi libri. Sono in ottime mani > disse infine Olivia prima di uscire dalla biblioteca.
< Signorinella, non abbiamo ancora finito. >
< Devo tornare da mio padre. Sono sicura che mi sta cercando… Ci vediamo questa sera, Basil. Magari potremmo leggere un libro insieme. >
< Ci penserò. Se non sono troppo impegnato. >
< D’accordo. A più tardi. >
Mentre Basil stava rimuginando nei suoi pensieri, Topson non perse tempo di domandargli com’era andato il suo “colloquio” con Oliva.
< Praticamente ha chiesto il permesso alla mia governante se poteva prendere quegli stupidi libri. >
< Bene. Allora la faccenda è risolta. >
< Questo lascialo decidere a me, Topson. Adesso devo parlare con la Signora Placidia. >

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Capitolo 3
*** Un motivo violento ***


La Signora Placidia era sempre intenta a sistemare la cucina e a rendere l’abitazione di Basil dicibile e sempre splendete per vivere.
< Signora Placidia, mi dispiace interrompere le vostre faccende, ma ho un assoluto bisogno di parlarvi. >
Non capendo con quale astio avesse detto quelle parole, la governante posò i suoi attrezzi per pulire e fissare dritto negli occhi Basil.
< Basil, c’è qualche problema? >
< In verità sì… Siete stata voi ad acconsentire che Olivia potesse prendere in prestito due libri storici a cui tengo veramente tanto? >
< Ho dato il permesso a Olivia di prendere alcuni dei vostri libri. Ma non avrei mai pensato che sarebbero stati importanti per voi. >
< Ebbene, voi non avete nessun diritto di prendere decisioni senza il mio esplicito consenso. >
< Voi non osate mai introdurvi in quella biblioteca > replicò la governante difendendosi < Non riesco a capire quale sia realmente il problema. >
< Non voglio che nessuno tocchi più la mia roba d’ora in avanti. Sono stato abbastanza chiaro? >
< Quindi non volete nemmeno che cucini per voi? Perché al contrario io tocco tutti i giorni la vostra roba. >
< E’ diverso, Signora Placidia. Non mi tolga parole che potrebbero peggiorare una situazione già compromessa. >
< Mi sto domandando che mai potrebbe fare una piccola bambina innocente come Olivia, Basil. Lei vuole solo imparare a conoscere questo mondo. E nel farlo rimane nella vostra biblioteca dalla mattina alla sera scuola permettendo. Davvero vi da’ così fastidio? >
< Signora Placidia, non ho mai sopportato nessun tipo di ladro e soprattutto quando qualcuno osa prendere le mie cose senza il mio esplicito permesso. Di conseguenza. Quando questa sera Olivia tornerà a farci visita, gli direte che non avevate intenzione di acconsentire al suo desiderio perché non siete la padrona di questa casa. >
< Dareste del dispiacere a quella pover bambina dopo tutto quello che gli è successo? >
< Se Olivia vorrà prendere dei libri in prestito lo farà in mia presenza e non grazie a voi. Glielo direte senza battere ciglio, altrimenti dovrò prendere le dovute conseguenze. >
La governante non si era mai sentita così indignata prima d’ora.
Basil era cambiato davvero molto e tutto quell’astio che covava dentro il suo corpo lo rendevano ai suoi occhi un topo irriconoscibile e cattivo.
< Peccato che io abbia bisogno di questo lavoro Basil, altrimenti da questo istante dovevate cercare una nuova governante… Adesso, se non c’è altro, dovrei tornare alle mie faccende. >
< Certo, Signora Placidia. Torni pure ai suoi lavori. >
Nel mentre i due stavano discutendo animatamente, Topson cercava di capire quale oscuro segreto potesse custodire Basil gelosamente nella sua biblioteca.
“Olivia non farebbe niente di male solo se prendesse alcuni libri… Ma perché Basil non vuole? Solo per gelosia? Oppure c’è dell’altro?”
< Topson? Credo di aver risolto una situazione compromessa. Le cose torneranno tutte al loro posto come se niente fosse successo. >
< Adesso ti senti buono e ripagato con te stesso? >
< Direi proprio di sì. >
 
 
Quando Olivia ritornò a casa di Basil, il morale della bambina era estremamente basso.
< Buonasera a tutti > fece la piccolina mettendo il suo zaino di scuola sulla poltrona personale di Basil.
< Piccola mia, sai bene che Basil non vuole… >
Ma appena Placidia vide la povera topolina piangere improvvisamente, la governante non ce la faceva ad essere cattiva e insensibile nei suoi confronti.
< Piccolina, perché stai piangendo? >
< Ho avuto una brutta giornata a scuola. Colpa dei miei compagni. >
< Davvero? Che cosa ti hanno fatto? >
< Solo perché mi credo molto migliore di loro questo non vuol dire che devo essere trattata così… violentemente. >
< Cosaaa?! Ti hanno forse messo le mani addosso?! >
< No, mi hanno solo deriso dinanzi a tutti i miei compagni e il maestro in questione non ha fatto niente per proteggermi. >
< Che screanzato. Non doveva permettere un simile affronto. >
< Lo so. Solo perché leggo molti più libri dei miei compagni e di conseguenza mi reputo molto più intelligente di loro non vuol dire che devono discriminarmi. Non è colpa mia se amo la storia. >
< Certo che no, piccolina. Tu devi continuare a studiare. Solo così potrai diventare una persona migliore di quella che sei. Anche se di te non cambierei proprio niente > rispose la governante sorridendo alla bambina < Sai adesso che cosa ci vuole per rialzare quel brutto muso? Una buona cioccolata calda. Vieni con me in cucina? >
< Metto a posto questi libri, altrimenti Basil potrebbe arrabbiarsi di nuovo con me. E non ce la farei ad ascoltare altre brutte parole nei miei confronti. >
< Sì, fai bene. Ma Basil non si deve permettere di mancarti di rispetto, altrimenti ne dovrà rispondere a me. >
< Io non ho mai mancato di rispetto nessuno < Face Basil una volta rincasato dopo una passeggiata con Topson.
< Lasciamo stare Basil che è meglio. >
< Olivia, la signora Placidia… >
< Non gli ho detto nulla al riguardo, Basil. Non è il momento. >
< Perché? Cosa mi doveva dire la Signora Placidia? >
< Ecco… >
Non riuscendo a trovare le parole adatte, dovette intervenire Topson prima che la situazione potesse degenerare.
< Ecco, Basil gradirebbe che tu leggessi altri suoi libri, sai Olivia? Si scusa per come si è comportato questa mattina. È solo che senza il suo lavoro che più l’appaga non riesce a dire parole lucide. Mi capisci, non è vero? >
< Sì… Ma adesso Basil non si dovrà preoccupare di questo: da oggi abbandono la scuola e riconsegno tutti i libri che ho preso in prestito qui e nella biblioteca della scuola. La devo smettere di essere derisa da tutti. >
< Derisa? Chi è che ti prende in giro? >
< Tutti i miei compagni. >
< Davvero? E non c’è nessuno che voglia difenderti? >
< Perché perdere tempo con una bambina? In fondo per loro sono solo un’inutile avanzo di fogne. >
< Non devi dire questo, Olivia! >
< Loro non conoscono il mio passato e in fondo è meglio così. Sono condannata a soffrire tutta una vita e nessuno che vuole mettersi dalla mia parte! >
< No, questo non è vero… >
< Allora dimmi Basil, chi potrebbe venire a darmi una mano domani a scuola? >
Guardandosi intorno per leggere gli sguardi altrui, Basil capì che la persona adatta era proprio lui.
< Ti aiuterò io, piccolina. Voglio vedere se anche domani avranno il coraggio di deriderti. >
< Ecco, credo che la protezione di un adulto sia la mia ultima spiaggia. In fondo una bambina come può difendersi se non dalle parole? >
< Sia ben chiara una cosa: io non prendo a botte nessuno. Non sono un tipo violento. >
< Certo che no… Ma in fondo sei molto intelligente di tutti gli altri. Anzi, sei il tipo più intelligente che io conosca. >
< Grazie del complimento, Olivia. Adesso sei pronta per la tua cioccolata calda prima che si raffreddi? >
< Certo che sì. >
< Però adesso devi scusarmi un attimo. Devo parlare con Topson e con la Signora Placidia. >
< Fate pure. Tanto io sono qui. >
Dopo essere tornati nel soggiorno, Basil ritornò sui suoi passi sulla questione della sua biblioteca.
< Complimenti. Sono contenta che abbiate cambiato idea > fece la governante.
< La stessa cosa vale per me > disse invece Topson.
< E comunque non so davvero che cosa nascondete nella vostra biblioteca in maniera così gelosa ma state sicuro che lo scoprirò. >
< No! Non mettete naso in affari che non vi riguardano, Signora Placidia. I miei segreti devono riposare in pace e nessuno deve sapere del mio passato. >
< Basil, cos’è che vi affligge molto del vostro passato? >
< Mi dispiace Topson, ma non posso dirvelo > rispose tristemente Basil < Adesso, se volete scusarmi, ho ancora bisogno di schiarirmi le idee. Ci vediamo più tardi. >
< Spero che tornerete almeno per la cena. >
< Certo… Non mancherò. >

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Capitolo 4
*** Affrontare i problemi ***


Appena Olivia non vide nei paraggi il suo amico Basil, si allarmò all’istante credendo di averlo fatto fuggire in qualche modo.
< Non ti preoccupare bambina > cercò di rassicurarla la governante < Sai com’è fatto Basil. Tornerà quando meno te lo aspetti. >
< E cioè quando? >
< Quando il nostro eroe lo riterrà più opportuno. >
Pensando che il povero Basil si fosse immerso in una depressione senza fine, toccava proprio a Olivia aiutarlo.
< Io vado cercarlo. >
< Che cosa? >
< Olivia, spero che tu voglia scherzare. >
< Mio padre verrà a prendermi solo tra un’ora. Non posso rimanere qui con la possibilità di sapere che Basil non è al sicuro. Devo aiutarlo immediatamente! >
< Ma Olivia… >
< Non sento ragioni. Mi dispiace. >
< E’ troppo pericoloso andare a zonzo in queste ore notturne. Almeno fatti accompagnare. >
< D’accordo, Topson. Con te mi sentirò molto al sicuro. >
Ma prima che i due topi potessero uscire di casa, le preoccupazioni per la governante non scesero minimamente.
< Vedete di stare molto attenti. A quest’ora molti malviventi escono fuori per… >
< Non ci diate altre preoccupazioni, Signora Placidia. Siamo abbastanza nervosi già da noi. >
< Non è colpa mia se… >
< Voglio scoprire che cosa salta nella mente di Oliva e di Basil quindi non mi resta altro che acconsentire alle loro sciocchezze. >
< Voi credete che tutto questo… >
< Non ho nessuna prova, signora Placidia. Ma sta a me cercare di trovarle. Ci vediamo prima di cena. Almeno lo spero. >
 
 
I vicoli di Londra oltre ad essere bui e malfamati, non erano adatti per una bambina e per un gentiluomo quale era il Signor Topson.
< Olivia, non sappiamo nemmeno dove cercarlo. >
< Secondo me si trova qui nei paraggi. Lo sento. >
< L’hai detto anche mezz’ora fa’ e non l’abbiamo trovato. Se rimaniamo ancora in questi posti ci potrebbe capitare qualcosa di spiacevole. >
< Del tipo? >
Non aveva fatto in tempo a parlare che la bambina e il Signor Topson furono circondati da un gruppo di ubriaconi che volevano solo molestarli.
< Signori, cosa volete da noi? >
< Chiami signori questi tizi, Topson? >
< Secondo te come mi dovrei esprimere, Olivia? >
< Bene bene, che ci fanno due topastri ben vestiti e profumati nei bassi fondi di questa lurida città. >
< Stiamo cercando un nostro amico > fece il Signor Topson con coraggio.
< Sì. Il suo nome è Basil di Baker Street. >
Sentendo il nome del quartiere, i presenti nel locale si guardarono intorno attoniti.
< Sapevo che venivate dai borghi più importanti, ma addirittura un topo di quel genere qui… Se fosse davvero nelle vicinanze sarebbe un gran guaio per lui. >
< Perché? Cosa gli potrebbe accadere? >
< So chi è il vostro amico… Ma forse non so se sapete che ci deve un mucchio di soldi. >
< Come? Questo è impossibile. >
< Davvero? Allora perché non lo domandate a lui. Volevamo chiudere i suoi debiti con la vendita di alcuni dei suoi libri più pregiati, ma lui ha rifiutato l’offerta. So che in questo momento è disoccupato. Nessuno vuole richiamarlo in azione? Peggio per lui. >
< Quindi mi state forse dicendo che Basil ha dei libri che possono valere qualcosa? >
< Certo, ciccione > fece il topo rispondendo a Topson < Anche se non siamo degli accaniti lettori, sappiamo quando la merce vale una fortuna e quella che non vale niente… In questo momento i miei uomini lo stanno cercando in tutta Londra ma non si azzarderebbero ad avvicinarsi a casa sua. Almeno per ora… Il suo tempo scadrà proprio domani sera a mezzanotte e se non riuscirà ad estinguere il suo debito, sarà in grossi guai. >
Olivia e il Signor Topson si guardavano a vicenda come se la rivelazione di quella gente di bar fosse un pericolo insormontabile.
< Per questa sera avrete salva la pelle ma mandate un messaggio a Basil da parte mia: per ora può dormire sogni tranquilli. Almeno fino a domani. >
< Non mi servirà aspettare domani. >
Sentendo la voce acuta di Basil, tutti i topi del locale si girarono di scatto a fissarlo.
< Basil di Baker Street… Che gradita sorpresa averti nel mio umile locale. >
< Peccato che non valga lo stesso per me, Rufus… Ecco qui i tuoi soldi per i servigi da te offerti > fece il detective lanciandogli il sacco pieno di monete d’oro.
< Allora, adesso sono libero da qualsiasi tuo vincolo? >
< Non così in fretta, Basil… Che c’è? Tutto ad un tratto hai paura di me? Dove hai trovato tutti questi soldi? >
< Sono i miei risparmi di una vita, Rufus. Adesso sono tuoi. >
Dopo averli contati velocemente, Rufus gli comunicò con gentilezza che il suo debito era stato definitivamente saldato.
< Ora tu e i tuoi amici potrete andarvene benissimo sulle vostre gambe… A meno che non vi fermiate per brindare insieme a noi. Offro io. >
< No grazie. La mia domestica mi sta aspettando. Rischio di fare tardi a cena. >
< Certo. Voi di classe più agiata di noi avete impegni di cui non potrete sottrarvi in nessun modo… Andate pure. Brinderemo alla vostra salute. >
< Addio, Rufus. >
< Addio? È stato un piacere fare affari con te, Basil. Spero in un altro compito proficuo come questo. >
< Non sperarci > disse infine Basil prima di scortare i suoi amici lontani da quel posto malfamato.
 
 
< Basil, adesso ci dovrai dire un sacco di cose > fece il Signor Topson appena tornati nella casa del detective.
< Non ora. Tra poco si cena. >
< Non cercare di rinnegare il tuo problema, Basil. E affrontalo come un vero topo. >
< Io non devo affrontare un bel niente! > gridò Basil con voce dura < Ho ripagato ilo mio debito vendendo due dei miei più cari libri. >
< Hai venduti quei due libri di cui mi era tanto innamorata? >
< Mi dispiace Olivia, ma dovrai trovare altri libri da leggere. Il tuo prezioso tesoro è stato venduto. >
Ma Olivia non voleva credere alle parole di Basil.
< Questo non è possibile… >
< Basil, perché essere in combutta con quei crimilai? Se avevi bisogno di soldi non avevi che da chiedere. >
< Non chiedo mai un prestito di quella portata… Ma per riuscire a trovare una talpa in un vecchio caso mi ha obbligato a cercare aiuto da quegli ubriaconi. >
< Basil vuoi parlarmene di questa storia? >
< No, Topson. Non voglio mai più tornare sull’argomento. Mi dispiace. >
 
 
Una volta conclusa la cena, Basil non perse tempo di tornare nel suo salotto e riprendere a suonare melodie tristi e malinconiche.
Al contrario di Olivia che non riusciva a credere che i suoi due libri di cui era molto innamorata non sarebbero mai tornati nelle loro mani.
< Olivia, se vuoi conoscere il passato del nostro paese… >
< Non voglio nessun aiuto da te, Basil. Hai creduto che io fossi una ladra ma qui l’unico ladro sei tu. hai rubato in casa tua per ripagare un debito nascosto agli occhi di tutti. Non ti vergogni per come hai agito? >
< Sì, mi vergogno molto… Ma se solo tu sapessi la mia storia… >
< Allora raccontamela. Abbiamo tutto il tempo. >
Anche se prima Basil si era ripromesso di non tornare mai più sull’argomento, alla fine dovette cedere.
< Stavo seguendo un caso molto difficile nella periferia ad est di Londra. Ero alla ricerca di un criminale che uccideva le sue vittime lasciando sul luogo del delitto dei bellissimi anelli d’oro.
Non riuscivo a capire tale collegamento e visto che quegli anelli provenivano da una fabbrica nascosta in uno dei vicoli più malfamati di Londra, ho deciso che era mio dovere andare a controllare.
Dopo alcune ricerche e alcune scoperte fatte grazie a quegli ubriaconi che hai visto prima insieme a Topson, ero riuscito a scoprire il vero colpevole di tutta questa storia.
Ahimé era uno scrittore molto affermato nei peggiori vicoli e non aspettava altro che arrivare alla luce del successo.
Così ha pensato bene di diventare un serial killer e togliere di mezzo tutti coloro che lo credevano un farabutto buono a nulla.
Dopo che ha confessato definitivamente, Rufus si è avvicinato a me dicendomi che gli dovevo un sacco di soldi per quelle dannate soffiate, altrimenti mi avrebbe svaligiato casa e avrebbe preso quei dannati libri scritti proprio da quel criminale. >
< Ma quello scrittore che stai sottolineando con grande veemenza ha che fare con i miei due libri che mi piacciono? >
< Olivia, devi sapere che qui libri che ho venduto erano preziosi non per il contenuto, ma dalla copertina dorata nascosta sotto un foglio molto spesso che ricopriva il tutto… Durante le mie indagini ero anche venuto a conoscenza che quel misterioso criminale li stava ricercando nel mentre stavo arrivando a lui.
L’unica maniera era disfarmene una volta per tutte e dopo tanto tempo ho finalmente trovato a chi rivenderlo. >
< Non abbiamo nessuna possibilità per ritrovare quei libri e riappropriarcene? >
< Tempo che sia molto complicato, Olivia. Anche perché ci vorrebbero un sacco di soldi. >
< I soldi non sono un problema. Ho molti risparmi da parte. >
< Olivia, ma perché ti interessano tanto quei libri? >
< E’ una lunga storia, Basil. Molto emozionante a dire il vero. >
< Adesso che ho raccontato la mia versione dei fatti, tocca a te raccontare la tua storia. >
< Per me quei due libri hanno un significato molto importante perché sono i primi due libri che mi sono serviti per imparare a leggere come si deve.
Nel corso della mia vita non sono mai riuscita in quell’intento e ancora oggi non riesco a capire il perché… Forse perché non trovavo i libri per bambini interessanti, ma non m’interessa.
Ho trovato la voglia di leggere grazie a quei libri, Basil. Ecco perché ho pensato un paio di volte nel sottrarteli a tua insaputa. >
< E avresti fatto un errore madornale, mia cara. >
< Adesso devo ritrovarli. Costi quel che costi… E domani mattina andremo insieme da quel venditore e riusciremo a riacquistarli. Grazie al tuo aiuto. >
< Ma io cosa mai potrei fare? >
< Lo vedremo. Intanto mi aiuterai. >
S’eppur sbuffando, alla fine Basil non poteva tirarsi indietro.
< Molto bene. Anche stavolta hai vinto tu. >

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Capitolo 5
*** Il lieto fine del lettore ***


Svegliandosi di mattina molto presto, Olivia era pronta per andare in quel negozio insieme a Basil dove il detective aveva venduto quei libri molto speciali per lei.
< Olivia, dove vai così presto? >
< Dobbiamo recuperare quei due libri. Te ne sei forse dimenticato, Basil? >
< E come potrei? È tutta la notte che ci penso > rispose il topo assonnato < E comunque è inutile arrivare al negozio così presto visto che l’orario di apertura è tra due ore. >
< Vorrà dire che aspetteremo davanti la porta. >
< Come due avvoltoi? Non ci pensare nemmeno. Prima farai un’abbondante colazione e poi te ne andrai a scuola. >
< Ma oggi non potrei saltarla? >
< Assolutamente no. E poi devi risolvere i problemi con i tuoi compagni? O te ne sei dimenticata? >
< Come posso dimenticare una cosa così importante? A proposito, mi hai promesso che… >
< Se riesco ad arrivare in tempo, ti aiuterò. Promesso. >
< Che cosa vuoi dire? >
< Questa mattina sarà Topson ad accompagnarti. Io devo andare. >
< Perché tanta fretta? dove te ne vai, Basil? >
Ma il topo non rispose, sparendo in mezzo alla gente londinese senza dare nessuna spiegazione.
< Mi ha abbandonato! Come ha potuto? >
< Avrà avuto i suoi motivi, piccola mia. Vieni a fare colazione. La Signora Placidia ha preparato i pancake. >
< Non ho molta fame. >
< Puoi almeno fare uno sforzo? Fallo per me. Ti prego. >
S’eppur riluttante, alla fine Olivia riuscì a mangiare qualcosa.
< Molto bene. Sei pronta ad andare a scuola? >
< Devo riprendere i miei libri. Non ho tempo per la scuola. >
< Ci penserai dopo, ok? Pensa ai poveri bambini che non hanno la possibilità di andarci. Vorresti essere tra quelli? Tuo padre e tutti noi non ne saremo fieri. >
< Volete farmi venire i sensi di colpa? >
< Se ci obblighi a farlo, sì. >
< Va bene, andrò in quella dannata scuola. Ma appena scatterà l’ora di uscita, io sarò arrivata in quel negozio famoso. >
< Ma se non sai nemmeno dove si trova se non te lo dice Basil. >
< Vedrò di riuscirci anche sola con l mie forze. >
< D’accordo, Sherlock Holmes. Buona fortuna per tutto allora. >
 
 
Le lezioni di Olivia furono alquanto inutili e senza significato.
Nella sua scuola non si usavano libri e scritture per imparare qualcosa di nuovo e l’ignoranza era ogni presente da qualsiasi parte.
< Olivia, mi stai ascoltando? >
< Perché dovrei farlo, maestro? Non capisco niente di tutto quello che mi avete detto. >
< Perché non fai altro che essere distratta, Olivia. E questo non giova al tuo insegnamento. >
< Le uniche cose che posso imparare sono grazie a Basil e ai miei libri. >
< I tuoi libri saranno la tua distruzione, Olivia. Devi seguire una voce che può cacciarti dall’ignoranza. >
< Sarò sempre immersa nell’ignoranza se continuerò a rimanere in quest’aula. >
Olivia non si era mai sentita così coraggiosa e con il cuore in mano.
Aveva bisogno di inseguire i suoi sogni prima che fossero definitivamente soffocati.
< Dove pensi di andare? >
< Lontano da qui. >
< Non hai il mio permesso. E dubito che te lo concederò. Sei ancora molto piccola per un mondo disastroso come c’è là fuori. >
< Il mondo non è così brutto come dite, maestro. E io devo scoprirlo. >
< E come? Rimanendo come un tipo di fogna rinchiusa in una biblioteca? >
< Badate a come parlate, maestro. Io so seguire i miei sogni rivelatori. E non rimarrò un minuto qua dentro. >
< Di cosa hai paura? Di noi, Olivia? > gli domandò un compagno.
< L’ho detto prima, stupido. Ho paura della vostra ignoranza. >
< Come mi hai chiamato? Voglio vedere se hai il coraggio di ridirlo! > fece il bambino minacciandola con una penna.
< Smettetela! Adesso! >
< La situazione sta degenerando, maestro? Perché non prendete le dovute precauzioni? Oppure perché il signorino qui presente è più importante di tutti noi essendo un parente alla lontana di sua maestà la Regina Vittoria voi non alzate un dito? >
< Prenderò le dovute decisioni quando me la sentirò, Olivia. >
< Peccato, maestro… Se solo ci fosse Basil riuscirebbe ad essere dalla mia parte. >
< Sì, ma adesso sei sola stupida ragazzina. E non ci sarà nessuno che potrà aiutarti. >
< Questo è sbagliato, ragazzino > fece Basil con tono serio entrando in classe < Buongiorno a tutti voi. Splendida giornata, non trovate? >
< E voi chi siete? >
< Ma come? Nono siete a conoscenza delle mie gesta? Ebbene, non è che essere famoso mi affascina più di quello che vorrei, ma insomma! Ho aiutato la città a disfarmi di uno dei criminali più potenti e spietati della città: Rattigan. Non ve lo ricordate, maestro? >
< Vagamente, detective Basil. Questa è una lezione privata. Non siete tenuto a rimanere qui. >
< Sapete cosa vi dico? Credo che rimarrò fino a quando tutti voi non avrete chiesto scusa alla mia Olivia. >
< Non ci pensate nemmeno > fece il bambino deridendolo.
< Come ti chiami, figliolo? >
< Robert, signore. >
< Senti una cosa, Robert: tu ti dai molta importanza solo perché sei foglio di un ricco nobile. Ma vorrei ricordarti che oggi se sei in questa lasse è grazie a me. Se vi ho salvato dalla morte della Regina lo dovete a me, al Signor Topson e a questa bambina… Ebbene, non avete nessun diritto di offenderla. Come non avete nessun diritto di deridere la sua intelligenza! Perché voi dovete sapere che mi ha parlato molto sul vostro conto e devo dire di essere rimasto alquanto… disgustato.
L’ignoranza in una scuola dovrebbe essere combattuta, non galvanizzata.
E questo mi dispiace molto dirvelo perchè la vostra compagna non la meritate. >
< Allora perché non la portate via da qui? Tanto lei è la persona più inutile che conosco > fece il bambino.
< Sai cosa farò? Ascolterò il tuo consiglio. Voi non la meritate e d’ora in avanti Olivia non perderà mai più il suo tempo rimanendo rinchiusa in quest’aula maledetta. E sapete il perché? Perchè rileggerà la storia gloriosa di questa nazione in cui io credo ancora molto > replicò Basil consegnando i due libri che Olivia amava molto.
< Basil! L’hai ritrovati! >
< Diciamo che quel venditore onesto mi ha voluto fare un favore… Anche se sarò ancora in debito, di sicuro non rischierò la pelle. >
< Non so davvero come ringraziarti, Basil. Mi hai reso la bambina più felice del mondo. >
< Ne sono lieto… Allora Olivia, vieni con me? Voglio che tu mi dica la tua prospettiva sulla storia inglese. >
< Con molto piacere, Basil. >
< Ma prima che Basil e Olivia potessero lasciare l’aula, il maestro gli impedì di andarsene chiedendo scusa per come si era comportato in quel periodo.
< Non deve chiedere scusa a me, ma ad Olivia. >
< Ne convengo, Basil… Olivia, spero che tu… >
< Vi perdono, maestro. Non sono una bambina a cui piace portare rancore. Non ho tempo per questo. >
< Ti prometto che quando uscirai da qui… >
< Maestro, che cosa fa’? Perchè si abbassa ai suoi livelli? >
< Robert, avrei dovuto farlo molto tempo prima, sai? Fuori immediatamente dalla mia aula. Non sei più bene accetto qui. >
< Ma maestro, cosa vuole dimostrare? >
< Io sono qui per insegnare e come ha sottolineato la tua compagna Olivia, devo combattere l’ignoranza quindi fuori di qui! >
< Non può farlo! non ne ha il diritto! >
< Allora vuoi essere frustato fino a quando ne ho voglia, Robert? Voglio vedere cosa ti dirà tua padre. Magari potresti portarlo da me così faremo quattro chiacchiere. >
< No, d’accordo. Mi comporterò bene. >
< Lo spero molto… Signor Basil, vuole tenerci compagnia quest’oggi? Stavo proprio parlando della storia inglese del primo ‘800, il periodo storico preferito da Olivia. >
< Certo, con grande piacere. C’è sempre tempo per imparare… Anche in compagnia dei bambini. >

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