Stolen Moments

di Violet Sparks
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Light (Prompt #54) ***
Capitolo 2: *** Old Habits (Prompt #23) ***
Capitolo 3: *** Darkness (Prompt #51) ***



Capitolo 1
*** Light (Prompt #54) ***


WARNING: La storia che segue prende avvio da uno spunto, elaborato esclusivamente da fan della saga, secondo cui Ben Solo e Poe Dameron avrebbero potuto verosimilmente conoscersi ed essere stati amici in adolescenza.
 
 
 
Light
(Prompt #54, “Non riesco a smettere di baciarti”)
 
 
The world is brighter than the sun
Now that you're here
Though your eyes will need some time to adjust
To the overwhelming light surrounding us

(Sleeping at last, Light)
 
 
 
 
Ben odiava la sua abilità di sentire gli altri.
Anche sua madre e suo zio ne erano in grado ovviamente, ma non era la stessa cosa.
Loro riuscivano ad arginare chi li circondava, riuscivano a dividere, a distinguere.
Come una scatola di caramelle, allungavano la mano e sceglievano. Prendevano solo quel che volevano conoscere davvero, per poi fare un passo indietro, tornando in sé stessi, al sicuro nella propria testa.
Ben li invidiava.
Li invidiava perché per lui non era mai stato così.
Non gli era mai stato concesso il privilegio di dire semplicemente basta.
L’animo umano non si era mai mostrato a lui come uno scrigno prezioso da aprire e chiudere a suo piacimento, ma come una cascata impietosa di sensazioni, pensieri, fobie estranee che si riversavano sulla sua pelle e lo svisceravano, lo percuotevano, spingendo la sua mente nelle profondità di un abisso oscuro, fin quando non smetteva di respirare.
Ben sentiva tutto.
Sempre.
Anche quando non voleva.          
Con Poe, tuttavia, era differente…
 
“Non riesco a smettere di baciarti.”
Il sussurro dell’amico si infranse sulle sue labbra come una carezza, per poi srotolarsi pigramente lungo il palato e venire ingoiato insieme a un altro respiro.
Sollevò le palpebre.
Il volto sorridente di Poe riverberava contro il sole bollente di Yavin4.
I suoi riccioli scuri sembravano fili di cotone tra le dita, la sua pelle una spiaggia dorata dove avrebbe voluto perdersi, mentre i suoi occhi nocciola risplendevano di mille sfumature diverse, simili alle radici intrecciate di una foresta selvaggia e sconfinata.
Ben lo accarezzò con la punta delle dita, riempiendosi i polmoni del suo profumo.
“Non smettere, allora.” gli disse contro la sua bocca “Non smettere mai.” aggiunse, ma a stento riuscì a pronunciare le ultime sillabe, prima che Poe ricominciasse a baciarlo.
All’improvviso energia, felicità e desiderio gli esplosero di nuovo nel petto come un epicentro, propagandosi lungo le ossa, dentro le vene.
Era intossicante e soave, spettacolare e spaventoso.
Le sue emozioni si mescolavano con quelle di Poe per moltiplicarsi e crescere.
E toccare i confini del possibile, per cancellarli e riscriverli.
Non esisteva più niente, nemmeno il prato sotto di loro, il cielo terso o il sole, l’odore pregnante degli alberi intorno.
Tutto ciò che c’era, stava tra le loro labbra congiunte, le loro lingue intrecciate, i loro respiri affannosi, i loro corpi giovani, appena sbocciati.
Poe gli circondò il collo con un braccio, si inarcò leggermente contro di lui.
Rise, ad un certo punto.
Era bellissimo.
“Cosa senti?”
“Tutto.”
 
Ed era vero.
E, per la prima volta, era esattamente ciò che voleva.
 
 
 
 
 
NOTE AUTORE
Questa piccola Flash, così come quelle che verranno, non erano affatto previste!
Prendetevela con San Valentino, gli ormoni impazziti del ciclo, le fan art Darkpilot di Tumblr e soprattutto col Giardino di EFP, che mi sforna queste Challenge super-cute a cui non si può dire di no!
Ci vediamo il più presto possibile! :D
 
Violet Sparks

 

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Capitolo 2
*** Old Habits (Prompt #23) ***


WARNING: Post!TROS; alive!BenSolo; 560 words.
 

Old Habits
(Prompt #23 Immaginarsi un bacio)
 
 
 
I wish somebody would have told me babe
Someday, these will be the good old days
(Macklemore, Good old days)
 
 
 
 
Basta poco, alle volte.
Una parola, un gesto.
I ricordi sono come crepe nel muro.
Una piccola spinta.
E ti frana tutto addosso.
 
Passi una mano tra i capelli, accavalli le gambe, ti mordi un labbro.
Provi a distrarti, a concentrarti sulle pareti scrostate che ti circondano, la vernice sbeccata del vecchio tavolo a cui sei seduto, ma semplicemente non ce la fai.
Sollevi appena lo sguardo e sei di nuovo lì, disgraziatamente su di lui.
Poe Dameron se ne sta stravaccato su un divano della mensa alquanto dismesso, arrovellandosi su una mezza dozzina di pagine fitte di parole e condizioni di pace troppo complesse, che da circa due ore sta tentando inutilmente di analizzare.
Indossa una T-shirt nera, nonostante l’aria frizzantina di Annuel, dove siete approdati da pochi giorni. Qualche ciocca bruna gli ricade sulla fronte, crucciata per la concentrazione, ma è il movimento delle sue dita che ti ipnotizza davvero, quel loro viaggiare frenetico dalla bocca alla coscia, ogni qualvolta il vizio di mangiarsi le unghie sopraggiunge e il pilota – ormai generale- si impone di fermarlo.
Trattieni il respiro, mentre un brivido freddo ti si srotola lento, dietro la nuca.
Poe ha sempre avuto quel vizio lì.
E tu lo sai.
Lo sai perché c’è stato un tempo in cui quella mano stava sempre intrecciata alla tua.
Lo sai perché c’è stato un tempo in cui quelle nocche screpolate si impigliavano tra i tuoi capelli.
Lo sai perché c’è stato un tempo in cui quelle unghie irregolari e spezzate disegnavano solchi rossi di passione e desiderio lungo la tua schiena nuda.
Provi di nuovo a distogliere lo sguardo e sorridi amaramente, al sicuro sotto la tua testa china.
Sì, c’è stato un tempo.
Ma adesso non c’è più.
Ti immagini di tornare adolescente, prima degli errori, prima del sangue.
Ti immagini di alzarti, camminare verso di lui e sederti al suo fianco, come hai fatto mille volte.
Poe avrebbe abbassato le pagine, regalandoti uno di quei suoi immensi sorrisi che scaldano il cuore, che ti fanno sentire piccolo piccolo, eppure così potente. Allora tu gli avresti rubato i fogli e gli avresti baciato il cruccio in mezzo alla fronte, poi una per una quelle sue dita scorticate e ruvide, finché lui non si sarebbe scocciato, sempre così impaziente, e ti avrebbe imposto di congiungere le vostre labbra.
Stringi i pugni.
Serri le palpebre.
Ti sembra di sentire il peso della sua bocca sulla tua.
La morbidezza della sua lingua contro il palato.
Il suo profumo direttamente in gola.
Avverti una scarica di lussuria nel basso ventre, ma è poca cosa rispetto al dolore.
Cazzo, ti manca il fiato.
“Stai bene?”
Sollevi il capo di scatto.
Poe è davanti a te, eppure non ti eri nemmeno accorto si fosse alzato.
Non ti guarda.
Lo fa il meno possibile, da quando sei tornato.
“Sì.”
“No, non è vero.”
“Come sarebbe a…”
“Stringi i pugni e ti nascondi dietro i capelli quando qualcosa non va.” dice, in modo atonale, tuttavia il suo sguardo si abbassa lentamente verso di te.
Quando i vostri occhi si incontrano, è come se una lama affilata ti si infilasse nella carne, ti bucasse gli organi interni.
Sei abbasta sicuro che sia lo stesso per lui.
“È passato tanto tempo,” mormori, la voce che ti trema, non sai perché “le cose cambiano.”
Poe scuote la testa.
Scorgi l’ombra di un sorriso sulla sua bocca, prima che ti dia le spalle.
“Ci sono cose che non cambiano mai.”
 
 
 
 
 
 
Note Autore
Alla mia voglia di scrivere Darkpilot e ignorare le altre responsabilità del mondo, direi che serviva soltanto questa favolosa challenge del Giardino di Efp! :D
Eccoci qui dunque! Seconda flash, questa volta ambientata in un contesto diverso, dopo la guerra, il Primo Ordine e la sconfitta di Palpatine. Oltre alla loro adolescenza, quello di un ipotetico ritorno da parte di Ben nella vita di Poe, è uno scenario che mi piace molto approfondire, perché colora il loro rapporto di tantissime altre sfumature molto interessanti da affrontare (rimpianto, rabbia, incomprensioni, ricordi).
Insomma, aspettatevi altri progetti al riguardo!
Per quanto riguarda questa raccolta invece, vi anticipo che si concluderà con una ultima flash, che verrà pubblicata intorno a sabato/lunedì.
Sarà un po' diversa dalle precedenti, vi avviso. Era un’idea che mi balenava in testa da tempo, i toni saranno un po' più dark, per questo ho deciso di mettere il bollino arancio a tutta la raccolta!
 
A prestissimo :)
 
Violet Sparks

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Capitolo 3
*** Darkness (Prompt #51) ***


WARNING: Alternative Universe; What If, violenza; dark!KyloRen; slavery; Post!TFA; 573 words.  
 
 
Darkness
(Prompt #51, Baciare un demone*)
 
 

Dream brother, my killer, my lover.
(Placebo, Battle for the Sun)
 
 


Poe stringe le lenzuola fino ad imbiancarsi le nocche, ingoia un gemito di dolore, poi serra le palpebre.
Sente le lacrime addensarsi lungo le ciglia, minacciare di tradirlo e bagnargli il volto, ma faticosamente riesce a ricacciarle indietro, utilizzando l’ultimo barlume di forza che gli è rimasto.
Dietro di lui, il demone si dondola nelle profondità del suo corpo senza tregua, tenendogli la testa tra i cuscini e un braccio piegato contro la schiena.
La ferocia con cui lo mantiene, è tale che Poe si chiede se le sue ossa reggeranno questa volta.
È una domanda che si pone spesso negli ultimi tempi, ma il desiderio che finalmente non lo facciano, è una speranza recondita che non ha il coraggio di confessare nemmeno a sé stesso.
Forse -si dice- se la bambola è rotta, il demone smette di giocare.
“Ah…”
Un gemito gutturale, una spinta violenta e l’essere si libera dentro di lui, affondando nel bollore ustionante delle sue membra.
Poe trema.
Allenta un poco la tensione dei muscoli, pregando che, almeno per quella notte, la sua dose quotidiana di torture si sia conclusa, quando all’improvviso le dita tra i suoi capelli si serrano in una morsa e lo tirano di lato brutalmente, facendo oscillare anche le catene.
Poe cerca di reagire, di scrollarsi di dosso il suo aggressore e fuggire, ma non ha neanche il tempo di muoversi che i denti del demone si posano su di lui, rompono la pelle alla base del collo e allora stringono, stringono, stringono, come a volergli strappare via la carne.
Poe stavolta non ce la fa: grida.
Il dolore è una scarica elettrica che si propaga senza pietà lungo la spina dorsale. Il sangue gli cola sul petto, caldo e pesante, simile a lava che brucia, mentre la vista si appanna per quelle lacrime maledette che infine lo ingannano e cadono ai lati degli occhi, senza che lui possa far niente per fermarle.
Quando finalmente lascia la presa, Poe respira a stento e il cuore martella così forte da rimbombargli nelle tempie.
“Tu sei mio” sussurra il demone, contro il suo orecchio “Lo sarai per sempre.”
Poe sussulta.
Eppure…
“Non ci riuscirai mai.”
È un attimo.
Si sente manovrare come se non avesse peso e all’improvviso si ritrova supino, premuto sotto il corpo marmoreo di Kylo Ren, coi suoi occhi neri che lo scrutano a un centimetro di distanza. La rabbia che ci legge dentro e il sangue che gli imbratta metà del volto, lo fanno somigliare ancor più a un demone dell’Inferno, ma Poe non si lascia intimidire dalla sua furia.
Ride, piuttosto.
Probabilmente stanotte morirà.
“Cosa hai detto?” gli sputa l’uomo contro, afferrandolo per i capelli.
“Lo so cosa stai cercando di fare, Ren… è tutta fatica sprecata.”
La mano di Kylo scende sul suo collo, si posa sulla ferita e preme impietosa.
Poe geme, ma non smette di sorridere.
 “Non lo capisci?” dice “Puoi spezzarmi le ossa, se vuoi. Strapparmi la pelle a morsi, fottermi fino alla fine dei giorni. Non fa differenza, sai perché?”
Lentamente, solleva una mano tremante e la posa con delicatezza estrema sul viso sporco del demone che, per la prima volta, vacilla.
Infila gli occhi nei suoi, scuri come una notte senza stelle eppure un po' vacui, allora si avvicina, per posare un bacio -un piccolo, impercettibile bacio- su quelle labbra così familiari eppure così diverse, che ha amato così tanto e così profondamente e adesso sono bagnate del suo sangue.
“Non importa quanto Kylo Ren cerchi di nasconderlo.” sussurra, senza smettere di guardarlo “Io Ben Solo lo riconosco, anche al buio.”
 
Colpi.
Grida.
 
 
 
 
NOTE AUTORE
Piano… piano… respirate. Andrà tutto bene. No, non mi denunciate. Fate i bravi. Prometto che mi farò perdonare con qualche roba super romantica e zuccherosa, daiii! xD
 
(*) L’asterisco è dovuto al fatto che, in realtà, il prompt della Challenge del Giardino avrebbe dovuto essere BACIATO DA UN DEMONE e non BACIARE UN DEMONE, ma mi sono accorta dell’errore soltanto dopo aver finito la storia, quando dovevo aggiungere il numero del prompt al titolo. *urliamo tutti insieme: SCEMA, SCEMA!*
 
Sono stata indecisa sul buttar giù questa Fan Fiction praticamente da quando mi è balenata per la testa, ma alla fine è stato più forte di me: non mi lasciava in pace. Ovviamente deriva dalla scena di TFA, dove Kylo Ren tortura Poe e mescolandola con la mia idea della Darkpilot, è venuta fuori.
So che è molto controversa, ma trovo che anche il periodo “Kylo Ren” sia colmo di spunti interessanti, perché rappresenta la pagina più nera della vita di Ben Solo, per cui non escludo di riaffrontare l’argomento in qualche lavoro successivo, soprattutto se avrò un buon riscontro (forza shipper Darkpilot, dite la vostra! Io lo so che ci siete! XD).
È bene sottolineare che la storia si allontana completamente dal filo delle altre Fanfiction che avete avuto modo di leggere fino a questo momento. Insomma, deve essere considerata una Flash a sé stante.
Come anticipato, con Darkness si chiude la raccolta Stolen Moments (almeno credo), ma non disperate: tanti altri progetti sono in cantiere e arriveranno presto su questi schermi! :3
STAY TUNED!
A presto ;D
 
Violet Sparks  

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