Infinity Magical War

di Ahimadala
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Squadra d'attacco ***
Capitolo 3: *** Richiesta di aiuto ***
Capitolo 4: *** New York ***
Capitolo 5: *** Dublino ***
Capitolo 6: *** Spazio ***
Capitolo 7: *** Viaggio ***
Capitolo 8: *** Titano ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


È stato difficile riprendersi, dopo la guerra magica.
Harry Potter, Ronald Weasley ed Hermione Granger hanno subito ricevuto un offerta straordinaria per via delle loro azioni eroiche durante la guerra. Sono stati immediatamente assunti al reparto di Difesa.
Harry è entusiasta di poter continuare a fare ciò che ha sempre fatto: combattere per il bene. Ron è felice di poter continuare a vivere avventure al fianco del suo migliore amico.
Hermione è soddisfatta di essere stata messa al comando del reparto strategia. Trovare soluzioni ad ogni problema le venisse posto è sempre stato il suo grande talento.
Per Draco non è stato facile farsi assumere, combattere i pregiudizi che tutti nutrivano verso di lui. Ma voleva riscattarsi, voleva combattere per il bene. Finalmente nella sua vita gli era stata data la possibilità di scegliere, dopo la morte di suo padre, ed era quello che voleva fare.
Inoltre, era un abile mago ed uno stratega abile quasi quanto la Granger, per questo era stato messo a lavorare al suo fianco, al reparto strategia.
- O meglio, lei era il suo capo, e lui si innamorava di lei, del suo coraggio, della sua intelligenza, della suo essere così dolce e autoritaria al tempo stesso ogni giorno di più, ma questa è un'altra storia-. 

Ginny Weasley, terminati gli studi ad Hogwarts, si era iscritta all'accademia militare della magia. Aveva sempre saputo di essere una forte strega ed un'abile combattente, ma era sempre stata vista da tutti come una piccola ragazzina innocente, almeno fino alla guerra magica: da quel momento le sue abilità furono chiare a tutti. Dopo solo un anno di accademia era diventata il soldato più forte del mondo della magia. Insieme a lei, all'accademia, vi era un altro ex-studente di Hogwarts che aveva scoperto le sue abilità di combattente nel corso della battaglia: Neville Paciock.

Il migliore amico di Draco Malfoy, anche lui figlio di un mangiamorte, Blaise Zabini, aveva ottenuto la sua occasione di riscatto divenendo insegnante di Difesa contro le arti oscure ad Hogwarts, la cui nuova preside era la professoressa Mc Grannit.

Questa era la vita dei ragazzi di Hogwarts, la nuova vita, all'indomani della guerra.

Ma c'è qualcos'altro oltre al lavoro, no?

Spazio autrice: questa è solamente l'introduzione. Credo che ne verrà fuori una storia molto lunga ma potrebbe essere un crossover interessante per chi, come me, è ossessionato da entrambe la saghe! 
Piccolo spoiler: tra i vari eventi, la storia si svilupperà con una love story tra Draco ed Hermione , e seguirà gli eventi del film Infinity war fino alla battaglia del wakanda. 

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Capitolo 2
*** Squadra d'attacco ***


*Knock Knock*

 

Due occhi ambrati sgusciarono fuori da un'ampia pila di fogli di giornale, riviste e tomi impolverati. 

"Grandioso, è peggio di quanto mi aspettassi" disse Draco, un po' a sé stesso. 

"Ci sei, Granger? sono tutti in sala riunioni, aspettiamo solo te". 

"Arrivo" pronunciò la voce affannata di Hermione mentre si sistemava i capelli in un tuppo disordinato. 

"Trovato qualcosa di interessante?" chiese il biondo mentre lei lo raggiungeva sulla porta. 

"Più o meno. E tu, Malfoy? Abbiamo novità?" 

"Diciamo di sì" rispose, mentre percorrevano a grandi falciate il lungo corridoio. "A quanto pare c'è un grande esperto di avengers tra di noi, o forse dovrei dire un fan. Non credo che ti piacerà.. " 

"Ron" sospirò Hermione, con un aria un po' seccata. Erano passati mesi da quando si erano lasciati, e la loro storia non funzionava da ancora prima che lei scoprisse del suo tradimento con Lavander Brown. Tuttavia, non poteva dire averlo ancora perdonato. 

Draco spalancò la porta della sala riunioni lasciando che lei entrasse per prima. Una folla di persone era riunita intorno a Ron, tra loro vi erano Harry, Ginny, Arthur e George. "Oh andiamo non farai sul serio" disse Hermione rivolta al rosso, osservando una serie di figurine e poster disposti tra la scrivania ed una lavagna. 

"Aspetta Herm" la interruppe Harry, "lascialo spiegare". 

Rivolse il suo sguardo verso Ron, che aveva puntati su di sé gli occhi di tutti i presenti in sala. 

"Bene... Chi di voi sa qualcosa sull'attacco che vi fu a New York nel 2012?" chiese Ron. Silenzio, qualche bisbiglio diffuso. Avevano tutti sentito qualcosa, e avevano visto le immagini ai notiziari babbani, ma non se ne erano preoccupati più di tanto, all'epoca. Avevano avuto ben altri problemi d'altronde. 

"Si..." fu un incerto Arthur Weasley a parlare, avvicinandosi al figlio. "All'epoca il nostro reparto era stato avvisato del pericolo, con la richiesta di intervenire nel caso in cui la minaccia si fosse estesa oltre i confini americani" 

"Esatto" rispose Ron, rivolgendosi all'intera stanza, facendo saettare il suo sguardo tra tutti i presenti, evitando tuttavia il contatto visivo con Hermione. Poi continuò, arrivando al punto di quello che voleva dire. 

"Sei anni fa gli avengers e l'esercito magico americano erano stati in grado di gestire il problema. Stiamo parlando dei supereroi più forti che si siano mai visti, dopotutto.." sospirò.

"Quello che sto cercando di dire è che se questa volta si sono rivolti a noi prima ancora dell'inizio della battaglia devono avere davvero paura di ciò che sta per arrivare... E questo dovrebbe farci preoccupare tutti, siamo tutti in pericolo". 

"Quindi suggerisci di intervenire? " chiese George in fondo alla sala. 

"Assolutamente, e il prima possibile" fu la risposta. 

Draco ed Hermione si guardarono velocemente, sapendo l'una cosa passasse nella mente dell'altro. Fu lei a parlare. 

"Lo faremo. Invieremo subito una prima squadra all'indirizzo che ci hanno mandato, li guiderò io personalmente. Dopodiché valuteremo la situazione e decideremo come procedere con l'intera operazione" 

"Mi offro volontaria" affermò Ginny Weasley da un angolo della sala, facendo un passo avanti. 

"Anche io" un'alta figura apparve al suo fianco, era Neville. I due si scambiarono uno sguardo di intesa. 

"Grazie ragazzi" disse Hermione, poi rivolse lo sguardo ad Harry e Ron. O meglio, ad Harry. 

"Oh non vedo l'ora, era da troppo che nessuno tentava di uccidermi" disse Harry, con una battuta che tuttavia non nascondeva un certo entusiasmo nel rimettersi di nuovo in azione dopo tre anni di lavoro in ufficio. 

Draco si affiancò ad Hermione e parlò in modo che solo lei lo sentisse 

"Mi sento quasi offeso dal fatto che tu stia addirittura per chiedermelo, Granger". Irriverente come al solito, pensò Hermione, e sorrise. Era lieta che ci fosse lui al suo fianco: era una bella sensazione avere accanto una persona logica ed intelligente quasi quanto lei. 

"Io resterò qui" disse George. "Aspetterò le vostre istruzioni e coordinerò le operazioni". 

Ron e Ginny lo abbracciarono, prima di raggiungere il resto della squadra al centro della stanza, pronti per la smaterializzazione. Hermione teneva in mano la propria bacchetta. La agitò ed in un attimo sparirono lasciandosi dietro un vortice d'aria. 

 

Blecker Street, 177A.

 

"Ho giurato di difendere la gemma ad ogni costo". Strange e Tony discutevano ormai da mezz'ora, nell'incredulità di Wong e Banner che li ascoltavano inermi. 

"Ed io di non toccare i derivati del latte ma poi hanno messo il mio nome ad un gelato e..." 

 

"Follia Stark al cioccolato, lo adoro" la voce di Ron, che si era appena smaterializzato alle spalle di Tony Stark, fece sobbalzare tutti i presenti, eccetto Strange. 

Tony restò di stucco,facendo scattare in un secondo l'armatura con un rapido colpo sul petto, mentre la sua  mano, già carica, era puntata verso il gruppo di strani ragazzi con in mano delle bacchette che erano appena apparsi dal nulla nella stanza. Li osservò per un secondo, poi si tolse il casco e si voltò verso lo Stregone Supremo.

"E loro chi diavolo sono?" 

 

 

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Capitolo 3
*** Richiesta di aiuto ***


New York: Blecker Street 177A

 

Bruce Banner, il dottor Strange e Wong si trovano al Sanctorum di Blekcer Street.

"Lui è la creatura più forte dell'universo, già così è imbattile. Ma ha già due gemme con sé" Banner sta urlando, ansima. Strange mantiene la sua solita compostezza.

"Dunque, sta venendo qui per la gemma del tempo?" chiese, pur sapendo già la risposta.

"Bene, dobbiamo proteggerla. Wong, avvisa i guardiani del Sanctorum di Londra e Hong Kong...Io avviserò la comunità magica mondiale" 

Wong lo guardò stupito. 

"Ma, loro sono maghi, non stregoni, la loro magia è diversa dalla nostra" 

"Wong, avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Non è solo questa città ad essere in pericolo ma l'intero universo. Banner, puoi contattare gli avengers?" 

Banner era ancora a bocca aperta. Immobile. Neanche ascoltò la domanda del dottore. 

"Comunità magica? Cioè esistono altri maghi oltre a voi?" 

"Noi siamo stregoni, non maghi" ci tenne a precisare Wong. 

"Perché non continuate le vostre discussioni davanti ad una tazza di the?" disse Strange ponendosi tra i due e aprendo un portale. 

"Io vado a chiamare Tony Stark". 

 

Londra: Ministero della magia. Reparto di Difesa. 

Una lettera con un sigillo mai visto era stata recapitata al Ministero e subito portata al reparto di Difesa, sottosezione strategia. Hermione Granger e Draco Malfoy condividevano lo studio. 

Arthur Weasley aprì improvvisamente la porta, recapitando ad Hermione la busta chiusa. Ansimava, aveva corso poiché era un codice rosso. Era stata recapitata al reparto degli affari esteri babbani, ma rigirando la lettera tra le sue mani Hermione percepì qualcosa di mistico e a lei sconosciuto in essa. "Siamo certi che provenga dai babbani, Arthur?" chiese, al vuoto, perché lui se ne era già andato. 

"Arthur? Credevo lo chiamassi papà"

Fu la risposta acida del biondo seduto alla scrivania di fronte a lei. 

"Piantala Malfoy, lo sai bene che io e Ron non stiamo più insieme" si, lo sapeva. Ma passava le giornate a prenderla in giro. 

"Hai intenzione di aprirla o continuerai a fissarla e basta?" chiese il biondo, avvicinandosi alla scrivania di lei e mettendosi alle sue spalle, per osservare quella strana lettera. 

Il mittente era un certo Doctor Strange, l'indirizzo era Blecker Street 177A. Hermione fece scivolare le mani sulla pergamena. L'inchiostro era ancora fresco, com'era possibile che venisse da New York? Il suo cervello girava a mille in un susseguirsi di ansia e curiosità, e il suo cuore accellerava i battiti sapendo che si celava un pericolo imminente e mai visto dietro quella lettera. 

La aprì ed iniziò a leggere. 

 

Alla comunità magica di Londra. 

Una minaccia incombe sull'intero universo. Forze oscure ben più pericolose di quelle che avete affrontato in passato minacciano non solo il nostro mondo, ma l'intero universo. Comprendo come questo messaggio possa sembrarvi surreale ed azzardato e sono pronto ad offrirvi le risposte ad ogni domanda che avrete. Ma vi chiedo di essere nostri alleati nella battaglia imminente che dovremo affrontare. Solo unendo le nostre forze potremo avere una speranza di farcela. Se deciderete di combattere al nostro fianco, vi aspetto al Sanctorum di New York, all'indirizzo che trovate sulla busta . L'esercito degli stregoni si radunerà presto, la comunità magica americana ha già offerto il proprio aiuto, consigliandomi caldamente di rivolgermi al vostro reparto, le cui eroiche imprese sono ben note tra i maghi. Gli avengers conoscono il nemico che dovremo affrontare.

 

Confido nel vostro intervento per il bene dell' universo. 

Lo Stregone Supremo, Stephen Strange. 

 

"Beh, un tantino eccessivo, non trovi?" furono le parole di Malfoy. Hermione era ancora in silenzio, si mordeva il labbro ed il suo sguardo era perso nel vuoto: l'espressione che aveva quando ragionava su qualcosa. Al suo silenzio Draco continuò. 

 

"A cosa stai pensando, Granger? Perchè a me sembrano un mucchio di sciocchezze apocalittiche. Non c'è una frase in questo messaggio che abbia senso. Chi sono gli stregoni? Cosa diamine sono gli avengers?"

 

Hermione non lo guardò , rispondendo alla sua ultima domanda mentre si alzava in piedi e prendeva in mano la sua bacchetta.

 

"Sono supereroi babbani, almeno la maggior parte. Credo che uno di loro sia un dio, o qualcosa di simile,dicono venga da un altro mondo, ma non ho mai approfondito la storia"

 

"Ah grandioso, adesso si che ha tutto più senso " sbottò Draco, guardando il suo capo che agitava nervosamente la bacchetta. "Mi spieghi cosa stai facendo ?"

 

"Sto cercando di contattare il ministero della magia americano. La lettera dice che sono stati loro a mandarli da noi. Sapranno spiegarci meglio la situazione".

 

Dopo una serie di tentativi di mettersi in contatto con il riparto di difesa americano tramite le linee segrete di comunicazione finalmente qualcuno rispose. Apparì un ologramma: era una donna , indossava una lunga divisa nera con un logo sul petto che Hermione non riconobbe, come una specie di aquila. La situazione iniziava ad innervosirla, non era da lei non avere il controllo sulla situazione.

 

"Sono l'agente Maria Hill, rappresentante del mondo magico nello SHIELD, un' organizzazione segreta per la sicurezza. Come voi, abbiamo ricevuto la lettera del Dottor Strange. Capisco che non eravate a conoscenza della comunità degli stregoni, e immaginavo avreste cercato di mettervi in contatto con noi" Hermione e Draco erano entrambi di stucco. Hermione cercò di mantenere un po' di autocontrollo e si sforzò di parlare in modo autoritario 

"Che cosa volete da noi?" 

"Il vostro aiuto, una squadra con i vostri maghi migliori. Sappiamo che avete affrontato delle grandi battaglie, e avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile. Capisco il vostro stupore, ma il dottor Strange vi spiegherà tutto" continuò la donna.

"Vi invierò il mio Patronus, come prova che ciò che sto dicendo è la verità. Vi guiderà a smaterializzarvi al Sanctorum, se deciderete di aiutarci". 

Dopo aver pronunciato queste parole tirò fuori dal suo stivale una bacchetta e l'agitò: una grossa aquila argentata uscì da essa, per poi volare via. "Sarà da voi tra poche ore, adesso devo andare" disse la donna, e interruppe la connessione non appena un grosso uomo dalla carnagione scura e con una benda sull'occhio comparve alle sue spalle. 

Hermione si accasciò sulla sua sedia. Poi guardò verso Draco. 

"Dobbiamo contattare gli Auror, ed il reparto militare, e..." 

"Mi occuperò io di radunare un consiglio straordinario. So che vuoi fare delle ricerche, perciò fa quello che devi fare.... Ci sarà utile" 

Hermione era lieta di sentire quelle parole, non era la prima volta che Draco si offriva di svolgere tutto il lavoro al posto suo. Gliene era molto grata, non era più il ragazzino viziato e presentuoso dei tempi di Hogwarts. Nonostante passassero una buona parte del tempo a litigare e a mandarsi frecciatine, doveva ammettere che erano una grande squadra a livello lavorativo. Nessuno la capiva meglio di lui, e non avrebbe potuto desiderare una persona migliore assegnata a quel reparto al suo fianco.

"Grazie Malfoy" disse Hermione, mentre raccoglieva alcuni fogli dalla sua scrivania intenta ad avviarsi agli archivi. 

"Verrò a chiamarti quando sarà tutto pronto, e quando il Patronus della bond-girl sarà arrivato, sempre che non affoghi nell'oceano" 

Hermione rise. "Sempre il solito" disse, uscendo dall'ufficio. 

 

 

 

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Capitolo 4
*** New York ***


"Quattordici miliardi di anni fa il big bang scaraventò sei cristalli elementari nell'universo vergine. Ad ognuno di loro è associato un diverso aspetto dell'esistenza:

Spazio. Tempo. Realtà. Potere. Mente e..."

"Anima" fu Hermione a finire la frase per Wong.

Tutti i presenti ascoltavano incantati la spiegazione dello stregone, come qualcosa di surreale, ma non lei. Per pochi minuti ad Hermione sembrò di essere di nuovo ad Hogwarts, si sentì la piccola bambina di undici anni catapultata in un mondo nuovo e sconosciuto desiderosa di imparare più cose possibili.

Dopodiché fu Draco a prendere la parola. 

"Dunque, se questo Thanos sta venendo qui per quella.. " e indicò l'occhio di agamotto appeso al collo del dottore "allora perché, non saprei, distruggerla e basta?" chiese. 

"Oh grazie, finalmente" Tony Stark si affiancò al biondo. 

"Dammi man forte ragazzo" poi si rivolse ai due stregoni, determinati a proteggere la gemma ad ogni costo. Pose un braccio intorno alla spalla di Draco, il quale stranamente non si sentì infastidito: provava simpatia per quell'uomo. 

"Due contro due adesso. Qualcun'altro vuole schierarsi?" finì per dire. 

Silenzio. 

Poi parlò Banner. "Ok ragazzi possiamo rimandare questa discussione? Il fatto è che noi  abbiamo questa gemma e.. Visione? Adesso è da qualche parte con la gemma della mente,  dobbiamo trovarlo subito" 

"Questo è un problema" tutti si girarono con aria interrogativa verso Tony, sebbene tra i maghi nessuno capisse di cosa stassero parlando, eccetto Ron. 

"Due settimane fa Visione ha spento il suo transponder, é offline" 

"Tony... Hai perso un altro superbot" 

"Io non l'ho perso, lui è diverso, si evolve" 

"La gemma oltre a conferirgli dei poteri può donargli capacità umane, come sentimenti, coscienza, empatia?" la domanda di Hermione spiazzò tutti i presenti, compresi quelli che erano arrivati insieme a lei. Nessuno si era accorto che aveva tirato fuori un taccuino e si era messa a prendere appunti. Nel notarlo Harry parlò:

"Non farai sul serio Herm" riferendosi alla ragazza con in mano carta e matita nel bel mezzo di una guerra imminente. 

"Lasciala fare, Potter. Ci tornerà utile, e poi è lei il capo" rispose Draco per lei, ed Harry lo guardò in cagnesco. Lei era la sua migliore amica, ma da quando avevano inziato a lavorare insieme Draco era diventato stranamente apprensivo nei confronti di Hermione. 

"Comunque la risposta è sì" rispose Tony ad Hermione. "Davvero sveglia, mi piace lei" disse un po' al vuoto, ed Hermione sfoggiò un sorriso compiaciuto, uno di quelli che Draco non le vedeva fare dai tempi di Hogwarts. "10 punti a grifondoro" le mormorò nell'orecchio il biondo, e lei rise. 

"Chi può trovare Visione?" chiese Banner, ritornando sul punto centrale della questione. 

"Capitan America? Dov'è finito?" adesso era Ron a parlare. Moriva dalla voglia di chiederlo da quando erano arrivati. - ti piacerà- aveva detto ad Harry prima di partire, era deluso che non fosse lì.

"Noi...non ci sentiamo più. Ma.. " rispose Tony, tirando fuori un vecchio telefono dalla tasca "posso provare a chiamarlo". 

Poi in un attimo si immobilizzarono tutti, l'atmosfera divenne stranamente più cupa e fredda. I maghi si scambiarono degli sguardi allarmati: quella sensazione, quell'atmosfera, l'avevano già vissuta. Era la stessa di quando si avvicinavano i dissennatori. 

"Dottore, non è che per caso stai muovendo il ciuffo?" 

"No... Non in questo momento". 

Ci fu un attimo di silenzio. Poi iniziarono a sentirsi urla, rumore di gente che corre, clacson, sirene. 

Si catapultarono immediatamente tutti fuori. 

Nelle strade la gente correva, tutti verso la stessa direzione, come se stessero scappando da qualcosa. Era chiaro dunque dove dovevano dirigersi gli eroi. 

"Forse è il caso di mettere la gemma in tasca, dottore" disse Tony. Draco trattenne una risata. Quell'uomo gli piaceva sempre di più. 

"Magari vorrò usarla".

Presto capirono cosa aveva spaventato tutte quelle persone e restarono tutti a bocca aperta, i maghi più degli altri.

"Che diavolo è.." chiese Ginny, guardando verso l'alto. 

"Oh, solo una ciambella gigante in grado di viaggiare attraverso lo spazio" rispose Ron. "Io mi preoccuperei più del pilota" disse, indicando la strana figura apparsa di fronte a loro, a cui dopo pochi secondi ne fece seguito un'altra, più grossa e altrettanto inquietante. 

Tony stava davanti a tutti quanti gli altri, radunati alle sue spalle. 

"Udite e gioite, state per morire per mano dei figli di Thanos.. Siate grati che le vostre inutili vite contribuiscano ora.." 

"Mi dispiace, la terra è chiusa oggi, fareste meglio a tornarvene da dove siete venuti" disse Tony alle due strane figure. 

"Harry, non ti sembra che il tizio senza naso somigli vagamente ad una nostra vecchia conoscenza?" chiese  Ron all'amico accanto a lui, leggendo sul suo volto che aveva pensato la stessa indentica cosa. 

Il soggetto della sua domanda parlò di nuovo, al dottore questa volta. 

 

"Custode di gemma, questo animale chiacchierone parla per te?" 

"Certo che no, io parlo per me". 

 

"Portami la gemma" mormorò l'alieno che somigliava a Lord Voldemort dopo due settimane di crack, e la figura più grossa al suo fianco iniziò ad avanzare a passi pesanti. 

I maghi impugnavano saldamente le loro bacchette e gli stregoni erano in formazione.

"Banner vuoi batterti?" chiese Tony.

"Emh... Io ed Hulk abbiamo alcuni problemi" disse, mentre tentava invano di trasformarsi. Tutti i presenti, maghi e stregoni, lo guardavano con aria perplessa. 

"Oh andiamo, mi fai fare brutta figura con i maghetti qui..".

Fu l'impavida rossa a dare inizio ufficialmente al combattimento , schizzando davanti a tutti gli altri e lanciando un sonoro

"CONFRINGO" contro la grossa figura dinanzi a lei, polverizzando all'istante l'enorme ascia che teneva tra le mani. I maghi si scatenarono iniziando a lanciare sonori incantesimi. 

"Stupeficium" 

"Confringo" 

"Incarceramus" 

L'unico tra loro che non schizzava da una parte all'altra lanciando incantesimi era Draco. Era rimasto immobile, la sua bacchetta puntata contro l'alieno più piccolo, che era fermo ad osservare il combattimento. 

Stava usando un legilimens contro di lui, per scoprire quale sarebbe stata la sua prossima mossa. Tony gli lanciò un'occhiata curiosa prima di far scattare la propria armatura con un rapido tocco sul petto, facendo voltare il biondo che osservava a bocca aperta quell'istantanea trasformazione. Sembrava magia.

"Bella, eh? Nanotecnologia. Se sopravviviamo te la faccio provare". 

"A DESTRA" urlò Draco a Tony, anticipando l'auto che con una strana telecinesi Fauce, figlio di Thanos, aveva diretto contro di lui. 

"Dobbiamo portare via la gemma" disse Draco, interrompendo l'incantesimo legilimens, ma Tony era già volato via. 

"Resta qui con me" replicò Strange, alle sue spalle. 

Nel frattempo i maghi del Golden Trio avevano lanciato contemporanemente uno Stupeficium contro l'alieno più grosso, schiantandolo violentemente all' indietro. 

 

Draco doveva parlare con qualcuno di ciò che aveva visto nella mente di Fauce. Lo Stregone non sembrava intento ad ascoltarlo, impegnato a schivare gli attachi dello stesso, diretti esclusivamente contro di lui, Stark era appena volato via.

Avvistò Hermione e corse al suo fianco, urlando un Protego per proteggerla da un estintore che l'alieno più grosso, ripresosi dallo schiantesimo, aveva lanciato. 

"Ce ne sono altri" urlò Draco. 

"che cosa?" 

"Altri di loro, ma non qui. So dove sono diretti e dove si trova l'altra gemma, dov'è finito Stark?"

 

Fauce aveva appena schiantato Strange contro un muro, imprigionandolo con i suoi poteri. Il dottore perse i sensi mentre veniva trasportato, con la gemma al collo, verso la strana astronave. 

" Qualcuno aiuti il dottore" urlò un Tony Stark strattonato da una parte all'altra dall'alieno più grosso. 

"Ci penso io" urlò Ginny. 

"Vado da Stark" urlò Draco ad Hermione, inseguendo il gigante più grosso che si allontanava. Lei lo seguì. 

La rossa chiamò con una scossa di bacchetta la sua scopa e si diede all'inseguimento aereo del dottore svenuto, accompagnata da Harry, mentre a terra Ron, Neville e Wong davano del filo da torcere a Fauce. Più in là Draco ed Hermione scagliavano schiantesimi contro il gigante, cercando invano di liberare Tony dalla sua presa. 

Un'altra strana figura, particolarmente amichevole, saltò fuori dal nulla e quasi si beccò uno schiantesimo da parte di Hermione. 

"Salve signor Stark. Che problema ha questo qui?e chi sono questi due? " 

"Lui viene dallo spazio, è venuto a rubare un ciondolo ad uno stregone. Loro sono i nostri rinforzi magici. Possiamo rimandare le presentazioni a dopo?" 

Peter iniziò ad immobilizzare l'essere alieno con le sue ragnatele, restando ad un certo punto incantato ad osservare una strana figura a mezz'aria seguita da due ragazzi su di una scopa che volarono ad un pelo dal suo naso. 

" Confringo" urlò Ginny, volando davanti al giovane e disintegrando un tronco diretto nella sua direzione prima di allontarsi sulla sua scopa. 

"Credo di essermi innamorato" disse lui, al vuoto, osservando la strega riprendere il suo inseguimento. 

"Davvero molto romantico, Peter. Quello è lo stregone, inseguilo" replicò Tony. 

Hermione era in uno stato di totale confusione, che non era dovuto alla battaglia ma a tutte le cose che non riusciva ancora a comprendere. Chi era questo adesso? 

Incrociò gli occhi di Draco: lui lesse la mente di lei e i due, contemporaneamente, lanciarono un Petrificus Totalus contro il gigante. Non bastò ad immobilizzarlo in maniera definitiva ma lo bloccò abbastanza da consentire a Stark di liberarsi e colpirlo con un raggio di nanoparticelle, mettendolo definitivamente K.O.

"Ragazzi, siete invitati alle mie nozze"

"Ce ne sono altri, sono diretti a Dublino, è lì l'altra gemma" urlò Draco a Tony mentre volava via.  

 

"Signor Stark, mi stanno teletrasportando". Peter aveva legato Strange con le sue ragnatele, ma non era riuscito ad evitare di finire nel raggio del fascio teletrasportatore che ora li stava trascinando sull'astronave. 

 

A terra la battaglia si era interrotta: Fauce si era alzato in volo verso la sua astronave. 

Con una leggera mossa della mano scansò lo schiantesimo di Harry, che stava per andare in soccorso a Peter, e lo fece precipitare dalle sua scopa. 

"Harryyy" Ginny invertì la rotta per soccorrerlo. 

 

A terra Draco ed Hermione erano rimasti da soli. 

"Dobbiamo fermarlo, non può prenderla. Ho visto cosa hanno intenzione di fare... Dobbiamo raggiungerli" disse ansimante il biondo mentre guardava inesorabile l'astronave allontanarsi sempre di più nel cielo. 

"Possiamo farlo" rispose Hermione, sapendo cosa stesse passando per la sua mente in quel momento. 

"Potrebbe essere un punto di non ritorno. Una volta nello spazio non potremo rismaterializzarci indietro,è rischioso e..." 

"MALFOY" lo interruppe lei  

"Mi sento quasi offesa che tu debba pure chiedermelo". 

Lei gli porse il braccio, lui vi si appoggiò ed in un attimo sparirono. 

 

L'astronave sparì rapidamente attraverso l'atmosfera mentre da terra gli altri la osservavano inermi.

Si scambiarono sguardi di incertezza e preoccupazione, rimanendo in silenzio tra le macerie e la polvere. 

Una raggio argentato apparve in lontananza nel cielo e si avvicinò sempre di più a loro. 

"Ragazzi, è il Patronus di Hermione" urlò Ron, richiamando l'attenzione degli altri. La piccola lontra avvisò i maghi di ciò che Draco aveva letto nella mente di Fauce, informandoli di recarsi a Dublino. 

Mentre era intenta a parlare sparì improvvisamente, in modo innaturale. Ron sobbalzò. Harry tentò di tranquillizzarlo "avranno oltrepassato l'atmosfera". Pronunciò quelle parole guardando verso l'alto e sospirando. Poi si ricompose. 

"Bene, abbiamo una nuova meta" disse alla sua squadra, voltandosi poi verso le figure di Banner e Wong. 

"Io vado" disse Wong, aprendo un portale "la gemma è stata presa, il Sanctorum rimane incustodito" 

Restò solo Banner.

"Non credo di potervi essere molto d'aiuto, ragazzi. 

Andate. 

Io faccio una telefonata". 

 

Spazio autrice: questo capitolo è uscito più lungo di quanto mi aspettassi. Credo che i prossimi capitoli saranno piuttosto lunghi, vorrei cercare di restare fedele alle scene del film, inserendo questi nuovi personaggi. Credo di seguire il  film evitando solo le scene di Nidavellir e Ovunque. Fatemi sapere se l'idea vi piace, o/e se c'è qualcosa in particolare che vorreste vedere! 

 

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Capitolo 5
*** Dublino ***


"Visioneeee" l'urlo di Wanda Maximoff spezzò il silenzio tombale di una strada deserta di Dublino, mentre quest'ultimo veniva gravemente ferito da Proxima e Corvi, figli di Thanos. 

Prima che potesse reagire e difendersi venne violentemente colpita e scagliata con forza contro l'edificio di fronte. 

- Questo farà male- disse a se stessa, stringendo gli occhi e preparandosi all'urto contro l'imponente muro di mattoni dinanzi a lei. 

 

Ma fu un urto che non avvenne mai. 

 

Qualcosa la blocco a mezz'aria, ed un attimo dopo si ritrovò su una scopa aggrappata ad una strana figura. Aprì gli occhi cercando di vedere meglio chi - o cosa- l'avesse apparentemente salvata. Era solo un ragazzo, occhialuto, sembrava molto giovane. Ma chi era? Da dove veniva? 

E - soprattuto- stava davvero volando su una scopa? 

Un urlo che riconobbe bene ruppe di nuovo il silenzio di quella strada deserta e senza ragionarci un secondo si ritrovò a terra, a pochi metri dal luogo dal quale esso era partito. 

Visione era spalle contro il muro mentre i due figli di Thanos tentavano di cavare la gemma dalla sua fronte. 

I piedi di Wanda presero a correre verso di loro, ma prima ancora che potesse avvicinarsi abbastanza da colpire altre figure che non riconobbe apparvero.

"Stupeficium" urlò una piccola ragazza dai capelli rossi, giovanissima, che quasi le somigliava. 

Proxima venne scaraventata all'indietro. 

"Reducto" urlò un altro ragazzo dai capelli rossi alle sue spalle, mancando di poco l'altro alieno, che però fu costretto a mollare la presa su Visione. 

Senza pensare a quei ragazzi si diresse verso il suo compagno, che si era appena accasciato a terra. 

"Chi sono loro?" chiese lei, mentre iniziava a guarire le sue ferite con i propri poteri. 

"Non lo so" fu la risposta, pronunciata con sofferenza "ma pare che siano dalla nostra parte". Poi abbassò lo sguardo sulla propria ferita. 

"Mi ha mandato fuori fase.."

 

"Non dovrebbe essere possibile" rispose, trattenendo la preoccupazione. Poi i due si voltarono, osservando i due alieni dirigersi verso di loro, dopo aver scaraventato contro un muro un altro ancora dei loro misteriosi soccorritori. 

"Wanda... Vai, ti prego"

"No"

"Wanda.."

"Mi hai chiesto di restare, io resto". 

 

Si alzò in piedi, pronta a combattere. 

 

Proxima lanciò la sua lancia contro di lei ad una velocità talmente elevata che non riuscì a seguirla con lo sguardo, chiuse semplicemente gli occhi, mentre le sue mani spararono alla cieca. 

 

Anche questa volta però il colpo che si sarebbe aspettata di ricevere non arrivò. 

 

Un vortice d'aria e due figure apparirono improvvisamente dal nulla. 

Le riconobbe entrambe. 

Una era il ragazzo che l'aveva afferrata al volo sulla scopa poco prima. 

L'altra, quella che aveva afferrato la lancia al volo lasciando Proxima a bocca aperta era... 

 

"Capitano" la voce sofferente di Visione era quasi impossibile da udire nel frastuono di colpi che adesso riempiva l'aria. 

Steve Rogers si voltò verso di lei "occupati di lui, qua ci pensiamo noi" le disse. Poi indicò il gruppo di ragazzi che si era ricompattato e stava accerchiando i loro assalitori. 

"Abbiamo dei rinforzi speciali". 

Wanda si concesse solo alcuni secondi per osservarli. Erano bacchette quelle che tenevano in mano? 

Poi notò che non erano soli, al loro fianco c'erano anche Natasha e Sam.

 

Neville lanciò un "Expelliarmus" contro Corvi, e il suo scettro di lame affilate volò nelle sue mani.

Ron si voltò verso di lui, con un' espressione sinceramente colpita: "Credevo funzionasse solo per le bacchette".

"Anche io" rispose il moro, prima di voltarsi verso la vedeva nera.

"NATASHA" urlò, lanciandole lo scettro con il quale lei, con un agilità che i maghi non avevano mai visto, ferì gravemente il suo possessore.

 

Proxima, ormai disarmata, si affiancò al compagno ferito. Steve, Sam e Natasha li accerchiarono, i maghi dietro di loro. 

"Alzati, non vogliamo uccidervi, ma lo faremo" fu Natasha a parlare.

"Non avrete mai un'altra occasione" rispose Proxima, prima che il fascio teletrasportatore dell'astronave si aprisse e li facesse sparire in un attimo.

 

A pericolo ormai finito, Steve e Sam aiutarono Visione a rialzarsi.

"Come ci avete raggiunti?" chiese Wanda al capitano, preoccupata e curiosa al tempo stesso.

"Abbiamo ricevuto una telefonata..." rispose, poi sorrise ad Harry ".. e abbiamo trovato un passaggio" disse.

 

"Dobbiamo andarcene da qui" disse Sam, guardandosi ansiosamente intorno. 

 

"Si.. Sono d'accordo" rispose un Visione piuttosto dolorante. 

"Come siete arrivati? credevo che il super-Jet fosse fuori uso" 

 

"Lo è" annuì il capitano. 

"Come ho detto, abbiamo trovato un passaggio" disse, sorridendo ai maghi. 

 

Senza che lei e Visione se ne rendessero conto qualcuno poggiò una mano sulla loro spalla ed in un battito di ciglia si ritrovarono in un altro posto. 

 

Un posto che conoscevano bene. 

 

Casa. 

 

Non appena si smaterializzarono videro Rudy e Banner ad aspettarli. 

Si salutarono tutti, alcuni con più stupore di altri, e badarono poco alle presentazioni.

 

"Io non capisco, quindi esiste davvero la magia? È assurdo... " Wanda era stupita di quella scoperta, credeva di averne viste tante nella sua vita, ma questa non se la sarebbe aspettata.

"Oh per favore, abbiamo appena combattuto contro degli alieni che sono qui per rubare dei potentissimi cristalli magici, uno dei quali è piantato sulla testa del tuo fidanzato robot che non è proprio un robot" replicò Ron. Wanda si zittì, con un espressione tra il confuso e l'infastidito, ma nessun'altro dei presenti badò a quella conversazione. 

 

"Dov'é Clint?" chiese Bruce a Natasha. 

"Ai domiciliari. Dopo gli accordi lui e Scott hanno patteggiato per stare vicino alle loro famiglie". 

"Chi diavolo è Scott?" 

"Ant-Man" rispose il capitano, come se si trattasse della domanda più banale del mondo. 

"Cioè volete dire che ci sono due insetti supereroi?" 

 

"Ah, il primo sarebbe il tizio ragno che abbiamo incontrato prima?" chiese Ron, senza sforzarsi di trattenere un brivido "inquietante, e poi saremmo noi quelli strani.." 

"Secondo me invece lui è fico" rispose Ginny al fratello, e lui la guardò con un'aria ancor più schifata. 

 

Poi la conversazione divenne di nuovo seria, Visione prese la parola. 

"Non giriamoci intorno, ok? Dovete distruggere la gemma... Questa entità dentro di me, so che può essere distrutta. Io credo che se venisse investita da una forza di entità simile alla sua l'integrità molecolare collasserebbe" si voltò a guardare verso Wanda, che stava volutamente evitando di incrociare i suoi occhi.

"No non esiste. Non è un prezzo che sono disposta a pagare" rispose lei. La voce incrinata. 

"Lo so, ed è ingiusto che sia tu a doverlo fare! Ma è così" 

 

"No Visione, noi non scambiamo vite" questa volta fu Steve Rogers a parlare, con tono più deciso che mai. 

"Capitano tu settant'anni fa hai sacrificato la tua vita per salvare milioni di persone"

 

"Emh..scusate se mi intrometto" Harry Potter si fece avanti, mentre gli occhi di tutti erano puntati con uno sguardo curioso nella sua direzione. 

 

"Parlando di desideri suicidi" sbuffò affettuosamente Ron alle spalle del suo migliore amico. 

 

Il ragazzo che è sopravvissuto continuò con ciò che stava per dire.

"Siamo proprio sicuri che, rimuovendo la gemma lui morirebbe?" 

 

"Esatto..." disse Bruce, come se quell'affermazione lo avesse illuminato improvvisamente.

 

"Cosa intendi?" chiese la rossa degli avengers al ragazzo che l'aveva soccorsa nel combattimento. 

 

"So che non è la stessa cosa... Ma.. anche io tempo fa dovevo liberarmi di qualcosa che faceva parte di me, e credevo che sarei morto. Avrei dovuto, ed ero pronto a farlo... Eppure eccomi qua" disse lui, semplicemente.

Non sapeva come spiegarsi, ed era sicuramente una storia fin troppo lunga da raccontare in questo momento, ma sperava che qualcuno riuscisse ad afferrare il concetto di ciò che voleva dire. 

 

Si girarono tutti verso Bruce, che adesso era al centro della stanza con lo sguardo assorto e calcolatore mentre si mordicchiava freneticamente un' unghia. 

Natascha lo richiamò dolcemente 

"Bruce?" 

 

"Si..ci sono" si riprese, come se un idea fosse appena affiorata alla sua mente. 

"Ragazzo... Emh.."

 

"Harry" Steve suggerì il nome a Bruce, strizzando l'occhio al giovane mago. 

 

"Allora, Harry. Questa cosa... Faceva parte di te, era una parte della tua personalità in qualche modo...  " 

 

"Si" rispose secco lui. 

 

"E quando è stata rimossa, quella parte della tua personalità è sparita.. Più o meno... Giusto?" 

 

"Si" rispose di nuovo, questa volta in modo meno convinto. 

 

"Bene.. Bene" poi si rivolse a tutti gli altri: "Capite dove voglio arrivare?" 

 

Wanda sembrò capirlo. 

"Vuoi dire che non è solo la gemma?"

 

"Voglio dire che se noi rimuoviamo la gemma rimangono comunque molte parti di Visione, forse le parti migliori" 

 

"Beh per Harry è stato sicuramente così" aggiunse debolmente il rosso. 

 

"Possiamo farlo?" chiese Natasha.

 

"Non io, non qui" sospirò Bruce, con aria quasi rassegnata. 

 

Il capitano si fece avanti, un sorriso in volto: 

"Conosco un posto". 

 

Spazio autrice: questo capitolo è un po' più corto del precedente, ma vorrei cercare di raccontare la storia attenendomi alle scene del film. Il prossimo capitolo sarà ambientato sull'astronave di Fauce e vedremo che fine hanno fatto Strange, Tony e Peter insieme a Draco ed Hermione. Fatemi sapere che ne pensate:) 

 

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Capitolo 6
*** Spazio ***


Tony, Draco ed Hermione stavano nascosti in angolo buio ed osservano dall'alto le torture di Fauce al dottore.

 

"È disumano", bisbigliò sottovoce Hermione.

 

Colsero un veloce movimento alle loro spalle e sobbalzarono tutti e tre, voltandosi nella direzione del mantello di Strange.

 

"Oh tu si che sei un soprabito fedele" disse Tony, sotto lo sguardo confuso di Hermione e Draco. Quest'ultimo guardava incantato quello strano indumento.

 

"Ne voglio uno anche io" disse, un secondo dopo. Hermione gli diede un colpo con il gomito e lui si rivolse a lei. "Beh? Devi ammettere che è anche meglio di quello di Potter" 

 

"Parlando di fedeltà...." una voce che Tony conosceva bene fece voltare le loro teste verso l'alto. 

Peter mollò le proprie ragnatele e si affiancò a loro. 

 

Nonostante la situazione, Tony gli andò incontro furioso. 

"Che cosa ci fai qui? Ti avevo detto di tornare a casa.." 

 

Hermione, vedendo che il suo tono di voce era abbastanza alto, pensò bene di piazzare un Muffliato, per evitare che venissero scoperti. 

 

"Lo so, ma ci ho riflettuto e ho pensato  che avesse bisogno di aiuto..così mi sono attaccato all'astronave. Comunque... Questa tuta è fantastica, è incredibilmente intuitiva" 

 

"Già, voglio una anche di quelle" bisbigliò di nuovo Draco all'orecchio della sua quasi-amica mentre erano intenti ad osservare la litigata tra i due. 

 

"No tu non ci hai riflettuto, non dire che lo hai fatto. Qui non siamo in gita scolastica a Coney Island, è un viaggio di sola andata" Tony era furioso. 

 

"Lo so, ascolti, non posso essere un amichevole spider man di quartiere se non c'è un quartiere" 

 

Ci fu un attimo di silenzio. 

"Ha un po' senso" disse Draco all'orecchio della ragazza. 

"No che non ne ha" bisbigliò lei in riposta. 

 

Tony Stark lasciò andare un sospiro di rassegnazione, mentre con le mani si massaggiava le tempie, riflettendo sul da farsi. 

 

"Ok bene" disse, radunando i tre ragazzi e riportando l'attenzione sulla scena del dottore. 

"Come lo salviamo?" 

 

"Avete visto il film Aliens scontro finale?" chiese il più giovane del gruppo. 

Draco lo guardò inarcando un sopracciglio con aria scettica, voltandosi poi verso Stark e notando la stessa espressione sul suo volto. 

 

Hermione, al contrario, colse al volo l'idea del giovane.

 

__

 

Dolore. Acuto ed assordante. Sottile e pungente. Insopportabile. 

Questo era ciò che sentiva lo stregone supremo, mentre cercava di comprendere le parole di Fauce. Quei suoni arrivavano ovattati ed incomprensibili alle sue orecchie, coperti dal rumore assordante del sangue che pulsava nelle sue vene ad un intensità tale da fargli credere che stessero per scoppiare. Sentiva come se il suo corpo stesse per essere squarciato in mille frammenti, fatto a pezzi, fibra dopo fibra. 

 

"Dolorosi, non è vero? Inizialmente furono progettati  per la micro-chirurgia.." il tono sadico con cui parlava ricordava tanto ad Hermione un nemico che aveva affrontato in passato.

Era nascosta, insieme a Draco, in un angolo alle spalle del dottore. Aspettavano il segnale di Stark, avevano un piano, doveva aspettare il momento giusto per attaccare, ma era dura resistere alla vista di quell'atrocità. 

 

Capiva come si sentisse il dottore. Conosceva il dolore, lei stessa lo aveva provato in passato. Era stata torturata, e ciò che stava vedendo sembrava persino peggio di un cruciatus. 

Trattene l'istinto di schiantare una maledizione senza perdono contro l'inquietante creatura e abbassò lo sguardo sul suo polso, verso la propria cicatrice, distraendosi un attimo, mentre la sua mente vagava in un mare di brutti ricordi. 

Non riuscì a resistere. Non riusciva ad ascoltare quelle urla di dolore. Si portò le mani alle orecchie, chiuse gli occhi.

Sentì il braccio del biondo cingerle le spalle per tranquillizzarla. 

 

"Confundus" bisbigliò, sottovoce. Non era sicura che lui l'avesse sentito. Non era neanche sicura che funzionasse. 

Non lo faceva da anni, da quando aveva confuso Cormac alle selezioni per la squadra di quidditch. 

 

Forse aveva funzionato. 

Non sentì più urla di dolore. 

Aprì gli occhi: Tony era appena spuntato davanti a Fauce. 

 

Fu l'alieno a parlare per primo. 

 

"Cosa credi di fare? I tuoi poteri sono nulla paragonati ai miei" disse. 

 

"Si, ma i ragazzi hanno visto più film". 

 

Fauce sembrò confuso a quelle parole,ma non ebbe il tempo di pensarci su. 

 

Era il segnale. 

 

Hermione si fece avanti, cogliendo il figlio di Thanos alle spalle. 

"Confringo" urlò, puntando la sua bacchetta non contro di lui, ma contro una parete dell'astronave, squarciandola.

Fauce venne immediatamente risucchiato fuori.

 

"LeviCorpus" urlò Draco, impedendo che il corpo sospeso del dottore lo seguisse alla deriva nello spazio. 

 

Il corpo di Hermione stava per essere trascinato fuori insieme a lui. Sentiva la sua mente paralizzata e non riusciva a pensare ad un incantesimo per salvarsi, cosa che non era assolutamente da lei.

 

Sentì delle braccia afferrarla per la vita, ed un attimo dopo vide Tony  riparare il buco nell'astronave.

 

"Non ci siamo presentati, io sono Peter" disse il ragazzo che l'aveva salvata, mentre la rimetteva delicatamente per terra. 

 

"Her-Hermione" balbettò lei, riprendendosi da ciò che era appena successo. Il dottore si era appena rimesso in piedi. 

 

Draco le andò incontro. 

"Stai bene?" le chiese, preoccupato. 

Lei annuì con la testa, poi un ghigno comparve sul volto del mago. 

"Confundus, Granger? Allora è un vizio". 

 

Hermione ignorò ciò che aveva detto.

 

"Malfoy..." disse, continuando a non incrociare i suoi occhi. Lo sguardo assorto, spaventato, ma con quella scintilla di curiosità che non mancava mai in lei. 

 

"Si?" 

 

"Siamo i primi" 

 

"... non ti seguo" 

 

"I primi maghi nello spazio". Qui si voltò, affondando i suoi occhi marroni in quelle due pozze grigie. 

Lui era immobile, o meglio, paralizzato, come ogni volta che i loro occhi si incrociavano. Ma questa volta era diversa dalle altre, fu più lunga. 

Ed era stata lei ad incastrare i propri occhi nei suoi. 

Lei lo stava guardando, forse per la prima volta dopo tutti quegli anni. 

Si sentiva intimidito, una parte di lui voleva allontanarsi, voleva scappare,  si sentiva colpevole, eternamente in debito verso di lei. Sentiva di non essere degno di guardarla negli occhi.

Ma un'altra parte di lui, quella vincente, lo costringeva a restare immobile, a non staccare il suo sguardo da lei per nulla al mondo. 

E non lo avrebbe fatto. Mai. 

 

Fu Hermione a voltarsi, ad interrompere quel contatto, riportata alla realtà da toni accessi con cui Stark e Strange stavano discutendo. 

 

"Ti avevo detto di andare via, di scappare con la gemma". Tony urlava, era furioso, non controllava se stesso.

 

"A differenza di tutti gli altri nella tua vita, io non lavoro per te" contrariamente a quella di Stark, la voce del dottore non lasciava trapelare la rabbia, o lo spavento, o alcun segno delle atroci torture di pochi istanti fa. 

 

"Oh, e cosa abbiamo ottenuto? Siamo persi nello spazio su una ciambella gigante a miliardi di chilometri dalla terra" 

 

Mentre i due continuavano a discutere e Peter e Draco li ascoltavano, Hermione esaminava l'astronave. 

Vi era un grosso quadrante di controllo. 

"Revelio" disse sottovoce, agitando la sua bacchetta, dopodiché interruppe bruscamente la conversazione che si svolgeva alle sue spalle. 

 

"C'è una rotta " esclamò. 

 

Tony si avvicinò a lei. 

 

"Possiamo controllarla, possiamo tornare a casa?" chiese il dottore. 

 

Prima di rispondere Hermione guardò Tony, che sembrava esitare. 

 

"E se non lo facessimo?" fu la sua riposta. Capì che Tony aveva avuto la sua stessa idea. 

 

Parlò lui.

 

"La nave sta autocorregendo la rotta, è sul pilota automatico... Ma.. Non dovremmo cambiarla, non dovremmo tornare a casa" 

 

"Per nulla al mondo ho intenzione di portare la gemma del tempo da Thanos, Stark... Tu forse non capisci cosa c'è in gioco qui" 

 

"NO, sei tu che non capisci.." 

 

"Dobbiamo sfidarlo a casa sua" disse Hermione, alle spalle di Tony, e il dottore portò la sua attenzione su di lei. 

 

Tony riprese la parola. 

"Abbiamo visto già sei anni fa che cosa ha fatto sulla terra, che danni può fare.." 

 

"Se siamo noi ad andare da lui lo prenderemo di sorpresa, non se lo aspetterà" aggiunse Draco, che aveva perfettamente capito dove stessero cercando di arrivare. 

 

"Va bene" concordò il dottore. Fece seattare lo sguardo tra i tre ragazzi, per poi ritornare a fissare Stark con aria severa. 

"Noi andiamo da lui. 

Ma voglio avvertirvi...

Se dovrò salvare uno chiunque di voi o la gemma del tempo, non esiterò un istante a scegliere la gemma. 

Perché l'universo dipende da questo". 

 

Tony abbassò lo sguardo. 

"Bene, bravo. Ottimo codice morale. Siamo d'accordo". 

 

Dopodiché si allontano dal dottore, fece qualche passo avanti, verso il punto in cui i tre ragazzi si erano adesso radunati. Draco stringeva la mano di Hermione. 

Poggiò una mano sulla spalla di Peter, guardando tutti e tre negli occhi. 

 

"Congratulazioni ragazzi.. 

 

ora siete degli Avengers" disse, allontandosi con un sospiro esausto. 

 

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Capitolo 7
*** Viaggio ***


La navicella spaziale proseguiva nella sua rotta verso Titano.

 

Hermione era determinata a capirne di più di tutto ciò che stava accadendo. Iniziò a fare al dottore una serie di domande: sulla gemma, sulla sua magia, sulla storia degli stregoni, sul santuario. 

 

Lui le raccontò tutto, dall'inizio della sua carriera come medico fino a che  non divenne lo stregone supremo. 

 

"E quando ha scoperto dell'esistenza della nostra comunità magica?" chiese alla fine Hermione, dopotutto era abbastanza curiosa di saperlo. 

 

"Noi stregoni lavoriamo per difendere l'universo, siamo al corrente di qualsiasi cosa che succede al suo interno. Sapevo già della vostra esistenza, il  nostro compito è  vigilare su ogni possibile minaccia, in modo da poter intervenire se si rende necessario". Rispose l'uomo. 

 

"Oh..." esclamò lei pensierosa. " La nostra comunità ha mai rappresentato una minaccia?". 

 

Stephen sembrò rifletterci un po'.  "Più volte" disse. "Io non ero ancora lo Stregone Supremo. La volta più recente mi trovavo in Tibet. Sentivo parlare, origliavo le conversazioni degli altri stregoni. C'era una creatura che minacciava questa realtà, che aveva risvegliato forze oscure. Ma fu fermato, da voi" aggiunse una certa enfasi nelle ultime due parole, facendo trapelare tutta la sua ammirazione. Erano coraggiosi quei ragazzi, molto. 

 

"Raccontami un po' di voi, invece. Trovo interessante la vostra comunità" disse il dottore. Sebbene fosse al corrente della loro esistenza e conoscesse la loro magia, era improvvisamente interessato alla loro quotidianità. A differenza degli stregoni, loro svolgevano una vita in qualche modo "normale". Perchè, a differenza di quelli come lui, loro con la magia ci nascevano. 

 

"Com'è nascere con la magia?" chiese, vedendo gli occhi della ragazza illuminarsi a quella domanda.

 

"Beh..." sospirò con lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse raccontando una favola. 

"Alcuni di noi sanno di essere dei maghi dalla nascita, è il caso di chi nasce da entrambi genitori maghi. Sono detti purosangue" abbassò lo sguardo a quella parola. 

 

"Come lui" aggiunse, indicando il biondo in lontananza che parlava con Tony e Peter. Lo fissava assorta, mentre una marea di ricordi attraversava la sua mente. Gli anni di Hogwarts, quella scuola che per lei era diventata ormai una casa. Ricordava tutte le volte in cui si era sentita inadeguata, in cui aveva avuto paura di fallire, in cui era stata definita una sporca mezzosangue dallo stesso ragazzo con cui ora si ritrovava bloccata su una navicella spaziale persa nello spazio. Era dalla guerra che non sentiva quella parola ormai, ma non l'aveva dimenticata. 

 

"E tu?" , la domanda del dottore la riportò alla realta. 

 

"Beh, io sono nata da genitori babbani" disse . Stephen fece una faccia leggermente confusa. 

 

"Senza magia" spiegò lei. 

 

Strange sorrise. Provava simpatia per quella ragazza. Era sveglia, straordinariamente intelligente, coraggiosa. "Continua" la esortò. 

 

"Non sapevo di essere una strega. Quando ero piccola ero in grado di far avvenire delle cose, poi ad undici anni ho ricevuto la mia lettera per Hogwarts e... " i suoi occhi erano assorti e un ampio sorriso riempiva le sue labbra quando lo stregone la interruppe. 

 

" Hogwarts... Sarebbe la scuola di magia inglese? Quella suddivisa in case? Ho sempre trovato interessante e curiosa questa suddivisione"

 

" Si esatto..." sorrise.  "Beh le casate, distinguono un aspetto del nostro carattere. Qualcosa che ci caratterizza negli anni della crescita, ma non sono una verità assoluta, le persone crescono, cambiano. Lui ad esempio era un serpeverde..." disse indicando vagamente Malfoy, "... Mentre io"

 

"Grifondoro, il coraggio". Il dottore finì la frase per lei. "Facciamo un gioco". 

 

Lo sguardo di Hermione si accese nuovamente di curiosità. 

 

"Assegna ad  ognuno di noi una casata di Hogwarts". Concluse Strange. 

 

"Oh interessante" rispose Hermione. 

 

"Vediamo un po'. Il ragazzo, Peter, credo sarebbe stato assegnato a Grifondoro. Insomma... Si è lanciato su un astronave aliena diretta oltre l'atmosfera per salvarla, coraggioso direi. E anche un po' stupido, mi ricorda tanto il mio amico Harry" 

 

"Potter?" chiese il dottore. Ovviamente lo conosceva. 

 

"Si. Il ragazzo che è sopravvissuto" continuò. 

"Poi... Per il signor Stark... Vediamo, ho letto molto su di lui, sulle sue invenzioni. Sicuramente è un uomo di grande intelligenza, però prima di salvare il mondo progettava armi da guerra.." si bloccò. 

 

"... Ed era un montato pieno di sé" finì il dottore per lei, ridendo. 

 

E rise anche lei. 

 

Quei sorrisi non sfuggirono alla vista del trio che sedeva dal lato opposto dell' astronave. 

 

"Aspettate un momento" disse Tony, e si voltò verso Draco. 

 

"Ho appena visto il super-serio Stregone Supremo accennare qualcosa di quasi simile ad un sorriso? La tua ragazza non fa magie, fa miracoli" finì, dandogli una pacca sulla spalla. 

 

Il biondo arrosì improvvisamente. "Lei non è la mia ragazza" rispose imbarazzato. 

 

"Certo che non lo è" si mise in mezzo Peter. "È chiaro che lei ti vede solo come un amico mentre tu sei innamorato perso, mi dispiace per te fratello". Rise, e Tony gli rivolse uno sguardo curioso e divertito. 

 

"Ottima analisi figliolo, direi che il ragazzo qui è messo male". 

 

Draco, in imbarazzo come poche volte sbottò :"io non sono innamorato di lei, la sopporto appena, siamo solo colleghi". 

 

Tony e Peter esordirono in una fragorosa risata. Stark poi si rivolse di nuovo a Malfoy. 

 

"Visto che siamo persi nello spazio e quasi condannati ad una morte certa, ti consiglio di farti avanti, prima che lo faccia lo stregone" concluse indicando Hermione che, alle loro spalle, sembrava completamente assorta nella sua conversazione con Stephen. 

 

"Ed io?" chiese infine il dottore alla ragazza. 

 

"Lei era un neurochirurgo. Intelligente, ambizioso, determinato...". Hermione sembrò esitare. 

 

"Un serpeverde" concluse ancora una volta lui per lei. Poi proseguì. 

"Sono d'accordo con te, ma non darmi del lei, chiamami Stephen".

 

***

 

A bordo di un jet, una squadra di maghi e supereroi sorvolava una foresta africana. 

 

"Dove siamo diretti, esattamente?" chiese un perplesso Harry Potter a Steve Rogers. 

 

"Aspetta e vedrai figliolo" rispose il capitano, con lo sguardo perso attraverso un'intricata rete di alberi. 

 

"Scendi a tremila piedi" disse di nuovo a Sam, avvicinandosi ai comandi. 

 

"Spero che quello che dici sia vero Cap, altrimenti andremo a schiantarci". Rispose falcon, dirigendo il jet a ridosso della folta foresta. 

 

Per un attimo Harry trattenne il fiato, ma non si schiantarono. 

La foresta era un illusione, un incantesimo. 

 

"Che posto è?" domando Ginny meravigliata, osservando le strane strutture di quel luogo. 

Non era una città babbana, non poteva esserlo, ne era quasi certa. 

Forse erano maghi, ma diversi da loro. Era strano. 

 

"Questo, amici miei, è il Wakanda" disse orgoglioso Steve mentre il jet faceva il suo atterraggio. 

 

Ad attenderli vi era un giovane uomo dla carnagione scura. Steve si avvicinò per stringergli la mano, seguito da Harry. 

 

Ron procedeva più indietro, tra Rhodey e Banner. 

 

"Lui è il re di questo posto, dovremmo fare un inchino?" chiese Banner, bisbigliando nell'orecchio di War Machine. 

 

"Sicuro" ottenne come risposta. 

 

Si avvicinarono al ragazzo, e sia Ron che Banner accennarono un impacciato inchino. 

 

"Oh no no, noi non lo facciamo qui" fu la risposta del giovane, mentre Rhodey si sforzava di non ridere e le guance del rosso assumevano lo stesso colore dei suoi capelli. 

 

Un esile ragazzina, ancora più giovane del re di quel posto, si fece avanti. 

 

"Fratello, loro sono gli avengers?" chiese al giovane. 

 

"Si sorellina". 

 

"Abbiamo qualche rinforzo speciale" intervenì il capitano, presentando ai wakandiani i nuovi arrivati. 

Dopodiché il suo volto sembrò mutare espressione. 

 

"Bucky" esclamò con un soffio di fiato. 

 

Un'uomo dai capelli lunghi avanzò, abbracciandolo calorosamente. 

 

"Come stai?" gli chiese il capitano. 

 

"Non male per la fine del mondo" rispose lui, muovendo quello che a quanto pare era un braccio bionico. 

 

"Già come dargli torto" sbuffò sommessamente Ron, e Banner al suo fianco gli diede una pacca sulla spalla.

 

 

 

Spazio autrice: scusatemi, ci ho messo molto a far uscire questo capitolo. Purtroppo in questi giorni sono successe un sacco di cose. 

Alle poche persone che leggeranno un abbraccio virtuale. Come state? Com'è la situazione nella vostra città? 

Coraggio e #restateacasa

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Titano ***


Arrivarono su Titano con un piano pronto. 

Thanos sarebbe stato lì: adesso sarebbero stati loro a coglierlo di sorpresa. Anzichè lasciare che attaccasse sulla terra questa volta la battaglia si sarebbe svolta a casa sua. 

Non avevano dovuto fare molto: la rotta era già impostata, il pilota automatico li aveva condotti a destinazione senza incontrare ostacoli lungo il tragitto. 

L'atterraggio era stato un po' complicato, ma Hermione e Draco avevano unito le loro forze e, producendo l'incantesimo di lievitazione più potente che si fosse mai visto, erano riusciti a rendere l'atterraggio della navicella spaziale il meno brusco possibile.   

La vera sorpresa arrivò una volta a terra. 

Il primo ad accorgersi che c'era qualcosa che non andava fu Peter, che fece cenno ai presenti di fare silenzio. "Sta arrivando qualcosa"

Udirono dei rumori in lontanza. 

Non erano gli unici presenti.

Ciò significava che Thanos era già lì e,  da ciò che sembrava, aveva portato con sè dei rinforzi.

Procedettero silenziosamente, finchè i rumori e le voci che udivano non divennero sempre più vicini. 

Ci fu un esplosione.

Improvvisamente fu il caos. 

Quattro figure, nessuna delle quali vagamente somigliante al gigante che avevano affrontato a New York, furono davanti a loro. 

"Thanoos" udirono un urlo, una voce maschile. 

Nessuno dei presenti mantenne la loro posizione. 

Fasci di luce volarono in tutte le direzioni e più figure confuse sfrecciarono nell'aria. 

Senza che Hermione se ne rendesse conto, si ritrovò con la bacchetta puntata contro la gola di un'omone grosso, blu e a torso nudo. 

"E che cosa vorresti fare con quel bastoncino, farmi il solletico?". Afferò il braccio della ragazza che reggeva la bacchetta, lasciandola disarmata.

"Impedimentia".  L'incantesimo lanciato da Draco, che si trovava qualche metro più distante, fece cadere l'alieno blu a terra, avvolto da corde invisibili. La ragazza lo guardò, rivolgendogli un cenno di ringraziamento per averla aiutata.

La breve distrazione fu fatale per il biondo, che si ritrovò con una strana arma puntata alla gola da quello che sembrava essere l'unico umano del gruppo dei loro aggressori. 

La grifondoro si guardò rapidamente intorno.

Tony puntava i razzi della propria armatura contro l'uomo che aveva in pugno Draco, il dottor Strange invece si trovava faccia a faccia con un altra aliena, dalle sembianze decisamente femminili. 

Fece un giro su sè stessa nel tentativo di scoprire che fine avesse fatto Peter: lo ritrovò in ostaggio di un altro essere alieno, dall'aspetto femminile e con due strane antenne sulla testa. 

Godric, questa esperienza aveva dell'incredibile.

"Te lo chiederò una volta sola" parlò l'uomo che teneva il serpeverde in ostaggio, rivolto a Tony dinanzi a lui. "Dov'è Gamora?"

Stark si liberò dal casco. "Ho una domanda migliore: chi è Gamora?"

"Io ne ho una ancora migliore" grugnì l'alieno blu immobilizzato ai piedi di Hermione, facendola sobbalzare "perchè è Gamora?"

Anche il ragazzo si liberò della propria maschera, rivelando un volto dai tratti decisamente terrestri e una leggera barba. Strinse ancora di più la sua presa intorno al collo del serpeverde.
"Dimmi dove si trova o faccio saltare la sua bella testolina bionda" intimò nuovamente. 

Stark puntò la propria arma contro l'alieno blu steso per terra. "Fallo. Spara ad uno dei miei ed io sparo a lui".

"Non vuoi dirmi dove si trova?" continuò lui. "Grandioso. Vi ucciderò tutti quanti e poi pesterò Thanos finchè non me lo dirà".

"Thanos?" domandò Hermione, attirando gli sguardi dei presenti su di sè. "Aspetta un momento" disse al ragazzo che continuava a puntare un arma spaziale contro la testa del biondo. Fece un passo avanti, avvicinandosi cautamente. "Quale padrone servi tu?"

"Quale padrone servo? E cosa dovrei rispondere, Gesù?"

Hermione lasciò andare un sospiro. "Vieni dalla terra" affermò. 

"Non dalla terra, dal Missouri".

La ragazza lo guardò perplessa per qualche secondo. "Il Missuoiri... è sulla terra".

"Quindi non stai con Thanos ?" si intromise Stark. 

"Con Thanos? No" rispose il ragazzo, allentando lentamente la presa intorno al collo del mago. "Io voglio uccidere Thanos, ha preso la mia ragazza..." Draco si liberò finalmente dalla sua presa. "Ma voi chi diavolo siete?"

"Noi siamo gli Avengers" intervenne Peter "I supereroi più forti della terra". 

"Siete quelli di cui ci ha parlato Thor" questa volta a parlare fu di nuovo l'alieno steso ed immobilizzato ai piedi della grifona.

"Voi conoscete Thor?" chiese Stark, con un' espressione che racchiudeva stupore e confusione. 

"Si" rispose il terrestre. "Ragazzo alto, non tanto bello"

"Si certo, come no" replicò Draco, ancora accanto a lui.

"Hey, biondino..."

Il serpeverde alzò le braccia. "È oggettivo, amico..." 

Hermione si intromise nella conversazione. "Tu sai chi è Thor?" chiese, rivolta al mago. 

"Si" sbuffò Malfoy. "Pansy ne è ossessionata". 

"Adesso basta" intervenne Strange, riportando l'ordine. "Se voi siete contro di Thanos, allora combattiamo dalla stessa parte".

Scoprirono così che i loro nuovi alleati si facevano chiamare "guardiani della galassia" ed i loro nomi erano Peter, o StarlLord, Drax, Mantis e Nebula. 

Anche loro avevano recentemente affrontato Thanos. 

Fu così che vennero a conoscenza dell'infausta notizia: adesso non possedeva solo la gemma dello spazio e del potere, ma anche quella della realtà. 

"Thanos diventa più forte ogni minuto che passa" affermò Strange. 

Tra i presenti calò il silenzio, un silenzio pieno di dubbi, paure e preoccupazioni. 

Tuttavia fu breve: avevano la necessità di organizzare un piano il prima possibile. Thanos sarebbe arrivato da un momento all'altro, potevano ancora coglierlo di soprersa  e provare a sottrargli le gemme.

Hermione ascoltava, tentando di offrire il proprio contributo, tuttavia non era facile. Per la prima volta in vita sua si ritrovava solamente con mille domande e zero risposte. Non sapeva cosa stavano per affrontare, nè tantomeno poteva consultare i suoi amati libri per trovare le risposte. Oltretutto, queste gemme sembravano essere elementi di potenza inimmaginabile. 

La discussione si svolse prevalentemente tra Strange, Stark ed il nuovo arrivato, Starlord. Draco non mancò di offrire il proprio supporto, proponendo diverse strategie di attacco e esaminando tutte le possibili opzioni che avevano a disposizione.

Una volta deciso che sarebbe stato Strange l'unico ad attendere Thanos sul pianeta mentre tutti gli altri si sarebbero nascosti per attaccarlo alle spalle, Tony e Quill iniziarono a discutere sui dettagli del piano. 

Vide lo stregone intento a parlare con il serpeverde. Avrebbe desiderato intromettersi nella conversazione e scoprire di cosa stessero parlando, ma fu distratta.

Il grosso alieno di nome Drax si avvicinò a lei. "Hermione, vero?" disse.

La ragazza annuì, indecisa se fosse più spaventata o incuriosita.

"Sei molto bella, Hermione".

Perplessa, la grifondoro sorrise impacciatamente. "Grazie... credo"

"No, non devi ringraziarmi, non è un bene..."

Adesso era decisamente incuriosita, avrebbe addirittura osato dire "divertita" per quanto la situazione lo permettesse.

"Sai..." continuò l'omone. "Le persone belle non sanno mai di chi fidarsi. Invece quando sei brutto e qualcuno ti ama, sai che ti ama per come sei".

"Oh" l'espressione confusa della grifondoro catturò l'attenzione di Draco, che si era appena separato da Strange e si stava avvicinando a loro. "Si, ha senso, credo" rispose.

"Prendi lui" continuò Drax mentre il biondo si avvicinava. "È talmente bello, come un angelo, non deve essere facile". 

Finì la conversazione una volta che il serpeverde era ormai davanti a loro, incurante dell'imbarazzo generale che si venne a creare tra i due ragazzi.

"Si, me lo dicono spesso" rispose ironicamente il biondo.

"Ragazzi..." una voce acuta e femminile richiamò la loro attenzione. Era Mantis, l'aliena con le antenne. "... Che cosa succede al vostro amico?"

Si voltarono per scoprire che il Dottor Strange era in preda ad uno stato di trans. La gemma del tempo era aperta dinanzi a lui, emanando fasci di luce verde che si susseguivano velocissimi.

Da quanto tempo era così? E, soprattutto, cosa stava facendo?

All'improvvisò rinvenì, sbarrando gli occhi per la sorpresa di ritrovarsi sotto lo sguardo attento di tutti i presenti.

"Cosa succede?" chiese Hermione, prima che potesse farlo qualcun'altro.

"Ho visto 14.000.605 futuri possibili..."

Ah, ecco cosa fa la gemma, penso la grifondoro tra sè e sè.

"E in quanti vincevamo noi?" chiese Draco, con lo stesso tono apparentemente calmo e calcolatore con cui chiedeva al professor Piton quante radici di asfodelo aggiungere alla pozione.

L'espressione sul volto dello stregone supremo era impassibile. 

"Uno".

***

Thanos era arrivato. 

Strange era seduto su un cumulo di macerie, esposto ed in attesa, la gemma con sè al collo.

Tutti gli altri erano nascosti. Il gigante non si era accorto di nulla. Avanzava convinto che l'unico presente sul pianeta fosse Strange.

Attualmente procedeva tutto secondo i piani.

Stoicamente, passo dopo passo, Thanos si avvicinò allo stregone.Si guardò rapidamente intorno. I ragazzi, nascosti, trattennero il fiato.

"Immagino che fauce sia morto" parlò. "Questo giorno richiede un pesante tributo". 

"Già" mormorò Draco, nascosto nel mezzo tra Peter ed Hermione. "Quel tizio era più inquietante di Voldemort" 

"Chi?" chiese Peter, bisbigliando un po' troppo forte.

"Lunga storia, amico". 

La conversazione tra Thanos e Strange continuava.

"... Titano era bellissima. Ma come molti pianeti aveva un problema: troppe bocche da sfamare, troppe poche risorse. Io ho proposto una soluzione" la sua voce era quasi malinconica mentre raccontava di quella che era la vita sul suo pianeta d'origine.

"Il genocidio" continuò Strange. 

"Ma casuale, imparziale, uguale sia per i ricchi che per i poveri"

"È completamente folle" mormorò tra sé e sé il biondo. 

Hermione lo sentì. "Io non capisco..." continuava ad osservare la scena, con la bacchetta tesa, in attesa del segnale dal dottore, bisbigliando ai due ragazzi insieme ai quali era nascosta. "Non sarebbe stato più semplice raddoppiare le risorse? Se le gemme sono così potenti..." 

"Granger" la richiamò Draco. 

"Sarebbe semplicemente bastato raddoppiare l'acqua, questo avrebbe favorito le produzioni. Ogni famiglia avrebbe potuto rendersi autosufficiente e..." 

"GRANGER, ADESSO". 

Il segnale di Strange era arrivato.

Stark si scagliò contro Thanos, cogliendolo alle spalle e schiacciandolo sotto il peso di un grosso relitto. 

Il piano era di immobilizzarlo momentaneamente, impedendogli di usare le gemme. Draco ed Hermione avrebbero dovuto colpirlo con un Petrificus Totalus, mentre Mantis lo avrebbe messo a "dormire", o almeno era ciò che i guardiani avevano detto.

Thanos era forte, molto forte. Le gemme lo rendevano praticamente imbattibile, e non le possedeva ancora tutte.

Era difficile: avevano bisogno di coordinazione, precisione e tempismo perfetto.

Subito dopo Stark, Strange passò all'attacco, mentre Peter, tutt'intorno, scagliava le proprie ragnatele nel tentativo di immobilizzarlo. 

Il giovane supereroe riuscì brillantemente ad ancorare i piedi del gigante al suolo, tuttavia, prima che potesse colpire la mano che portava il guanto , Thanos lo afferrò, lanciandolo all'indietro con una forza inaudita. 

"Wingardium Leviosa" urlò Hermione, arrestando la sua caduta un momento prima che il corpo del ragazzo urtasse violentemente il suolo. 

"Grazie" urlò Peter, passandole davanti mentre correva nuovamente all'attacco. 

Il momento era arrivato: i piedi del gigante erano immobilizzati al suolo, adesso dovevano bloccargli il busto e le braccia.

"Malfoy" urlò Hermione al biondo, qualche metro più distante.

Si guardarono per un secondo, prima di puntare le loro bacchette e urlare all'unisono. "Petrificus Totalus".

Rimasero immobili, bacchette puntate, mentre i fasci di luce che sbucavano da esse continuavano ad abbattersi sul gigante. 

Nessuno dei due aveva mai affrontato nulla di simile: la loro magia sembrava essere impotente dinanzi alla sua forza. Era necessario uno sforzo inaudito per riuscire anche solo ad immobilizzarlo per qualche secondo. 

Strange immobilizzava il braccio libero del gigante, mentre dal lato opposto Stark e Peter tentavano di sfilare il guanto. 

Mantis atterrò sulle spalle Thanos, mettendo il suo cervello " a dormire" con i propri poteri telepatici, nella speranza che, in quel modo, opponesse meno resistenza. 

L'atmosfera era tesissima. Il sudore iniziava a colare dalla fronte dei due maghi, le cui bacchette, tese e puntate, continuavano a prolungare l'effetto dell'incantesimo pietrificante. 

Quill, dopo aver scortato Mantis sulle spalle di Thanos, atterrò di fronte a lui. 

Il volto dell'aliena mostrava un espressione di dolore e sforzo mentre le sue mani si adagiavano ai lati della sua fronte. "Lui è molto forte" esclamò con la sua voce acuta "fate in fretta". 

"Sono d'accordo con lei" esclamò il serpeverde.

 Hermione vide con la coda dell'occhio che il suo braccio teso iniziava a tremare per lo sforzo. Non avrebbe retto ancora a lungo.

"Ma guardatelo un po'" questa volta a parlare fu Quill, rivolto al gigante immobilizzato. "Allora, dove si trova Gamora?"

Lacrime iniziarono a solcare il volto di Mantis. 

"Che cosa c'è?" chiese Starlord

"Lui è ..." esitò, singhiozzò. "È in lutto"

"Gamoraa..." borbottò il gigante.

"Che cosa le hai fatto? Dov'è?" ripetè Starlord.

"Si sta svegliando" urlò Draco. "Peter, smettila"

"Quill" lo richiamò Tony. "Ci siamo quasi".

Tuttavia la situazione stava oramai degenerando e Quill era incontrollabile.

"Dimmi immediatamente..." urlò, sferrando un pugno a Thanos "...dove diavolo" un altro pugno "...è Gamora".

La mano di Draco lasciò andare definitivamente l'incantesimo. "Bastaa" urlò, scagliandosi addosso al ragazzo ed impedendo che continuasse a colpire Thanos.
Puntò la sua bacchetta contro di lui. "Fermati immediatamente" gli intimò. 

Il giovane non sembrò ascoltarlo, continuando ad inveire contro Thanos. 

"Peter" lo richiamò un altra volta il serpeverde.

"Peter ti prego, ci siamo quasi" implorò Stark. 

Hermione si voltò un momento. La forza del suo Petrificus iniziava a vacillare ora che si ritrovava sola e sempre più stanca.

Ma ce l'avevano quasi fatta.

Il guanto si stava sfilando. 

Doveva solo resistere, solo un altro minuto. 

La sua vista iniziò ad appannarsi per lo sforzo. I suoni iniziarono a divenire confusi.

Draco schiantò Quill, ormai fuori controllo. Tuttavia il rumore provocato dall'urtò arrivò ovattato alle sue orecchie.

Ogni suo muscolo bruciava per lo sforzo. 

Resisti Hermione, si disse.

Ce l'avevano fatta, c'erano quasi...

O forse no.

A tutti quelli che hanno letto fino a qui:mi scuso per la mia lunga assenza. 
Non hai mai avuto intenzione di abbandonare la storia. Gli aggiornamenti continueranno! Scusatemi per la mia infinita lentezza! 

A presto❤️






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