The witching hour

di ViaggioAstrale
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte I ***
Capitolo 2: *** Parte II ***
Capitolo 3: *** Parte III ***
Capitolo 4: *** Parte IV ***



Capitolo 1
*** Parte I ***


Near si svegliava ogni notte alle 3.

Non aveva idea del perché di questo fatto e andò avanti così almeno per una settimana intera prima che il suo genio realizzasse una buffa coincidenza.

Dopo che lui si svegliava sentiva sempre dei passi in corridoio di qualcuno dei suoi compagni che andava in bagno. Non aveva mai avuto la curiosità di andare a vedere ma una sera aprì la porta giusto abbastanza da scorgere la figura di Mello che percorreva il corridoio, e fin qui non aveva notato nulla di strano se non fosse stato che anche per tutta la settimana successiva era sempre e solo Mello la persona che a quell'ora precisa si recava in bagno. Come un orologio svizzero, Near si svegliava, Mello andava in bagno.

Near non riuscì tuttavia a dare nessuna spiegazione a questo strano avvenimento però ogni giorno si affacciava per constatare stranito che i suoi sensi non gli stavano giocando uno scherzo ma era così e basta.

Una notte Mello si fermò lungo il corridoio.

-Smettila di fissarmi Near, pensi che non me ne sono accorto durante la settimana?-

Near indietreggiò.

Mello si voltò verso di lui e iniziò a camminare, l'albino trovò la cosa molto inquietante visto il silenzio rotto solo dai passi di marcia del biondo.

-Ma che cazzo hai da guardare?- 

-Ho notato una cosa molto strana, mi sveglio sempre a quest'ora e poi ti vedo passare davanti a camera mia- spiegò Near, dopo una breve riflessione su cosa rispondere aveva deciso di buttare tutto sulla ricerca scientifica della verità che dà motivo al mondo di girare in un certo modo.

-E allora, moccioso? Che cazzo vorrebbe dire? Se ti svegli rimettiti a dormire idiota!- gli ringhiò contro Mello, che si era auto-invitato in camera sua.

-Si ma non lo trovi strano anche tu?- ribattè Near senza riuscire a trovare una risposta fastidiosa come faceva di solito, era semplicemente incuriosito da quello strano fenomeno e se scoprirne la causa implicava di ragionarci con Mello lo avrebbe fatto senza esitare.

-Mi veniva da pisciare, e allora? Si vede che devo pisciare a quest'ora e basta!- 

Calò il silenzio, Near si rese conto che sarebbe stato inutile continuare a chiedere qualunque cosa all'altro dato che rifiutava categoricamente che ci fosse un motivo più interessante per questa coincidenza.

L'albino smise di pensare e si avviò verso il letto per poi sparire sotto le lenzuola.

Mello si sentì di nuovo turbato e fuori posto come solo Near riusciva a farlo sentire.

-Ma che cazzo stai facendo!?-

-Faccio come mi hai detto, torno a dormire-

-Ma nano del cazzo non ti dà fastidio che io sia ancora qui? Che problema hai? Ti pare normale comportarti così?-

-Non vedo dove sia il problema, tu devi andare in bagno e io devo rimettermi a dormire-

Mello sentì la sua rabbia ribollire in corpo, quel maledetto nanerottolo si prendeva gioco di lui come sempre.

Si precipitò vicino al letto e tirò via tutte le coperte lasciando esposto il suo rivale.

-Hm? Che c'è?- chiese impassibile quello, ignorando in tronco la foga con cui Mello aveva compiuto quell'azione.

Il biondo lo fissò e complice forse l'ora, forse il silenzio, si sentì enormemente a disagio davanti a quella figura sdraiata sul letto con i capelli incolti, la maglietta del pigiama che lasciava scoperta la pelle bianca e candida da cui spiccavano le clavicole in modo netto e visibile.

Il petto di Near si muoveva lento, il suo respiro era calmo e pacato come sempre, Mello si trovò improvvisamente a indugiare sul suo viso, le palpebre leggermente abbassate che contribuivano a conferirgli un' espressione vuota, il naso leggermente a punta e la bocca socchiusa... la bocca socchiusa, questo dettaglio iniziò a infastidire Mello, perché la bocca era socchiusa? Abbastanza da lasciare intravedere i suoi denti, anche quelli bianchi come il resto del suo essere.

Near iniziò a notare che effettivamente c'era qualcosa di molto strano nel comportamento del suo rivale e non si sentì più molto a suo agio in quella posizione, così iniziò a tirarsi su e per la prima volta nella sua vita dovette rendersi conto dell'enorme errore di calcolo che aveva causato quell'azione.

Infatti si ritrovò a pochi centimetri dal viso del biondo senza volerlo.

Mello emise un sussulto appena percettibile.

Near non avrebbe saputo quantificare il tempo per il quale erano rimasti in quella maniera, sembrava infinito.

Per errore aveva fatto incrociare i loro sguardi che forse non si erano mai uniti prima di allora.

Non aveva ben chiaro il da farsi, non sapeva se spostarsi o scusarsi, ma lentamente iniziò a trovare un conforto 'scientifico' in quella situazione.

Gli occhi di Mello erano molto belli da guardare così la sua mente iniziò ad analizzarli per bene, cercando ossessivamente il colore a cui paragonarli, non era l'acqua e non era il cielo, quale era questo azzurro? 

Mentre cercava la risposta a questo enorme dilemma fu disturbato nelle sue riflessioni da un paio di labbra che si posarono sulle sue.

Per i primi attimi non capì bene cosa stava accadendo, se ne rese conto solo dopo quando sentì una stranissima sensazione nel suo corpo, come se qualcuno avesse acceso il motore di un automobile ferma da tempi immemori. 

Ebbe la sensazione come se il suo corpo piano piano iniziasse a funzionare, come se ci fosse effettivamente del sangue nelle sue vene.

Ma cos'era quella sensazione?

Cercò di trovare una spiegazione scientifica ma il suo corpo iniziò a fare da solo, come se il cervello fosse andato fuori uso, la sensazione sempre più forte della perdita di identità.

Near non era più Near, Near era anche Mello in parte. 

Non aveva senso razionale eppure non seviva il senso.

Mello continuò a baciarlo con sempre più foga, il suo cervello era a fuoco, non sapeva se fosse la rabbia impazzita che si manifestava in strane forme senza senso oppure se fosse qualcosa di molto più grave.

Mello in quel momento era tutto, come se tramite quell'unica azione avesse assorbito il mondo intero.

Si posizionò sopra l'albino senza staccare le loro labbra.

Iniziò a sfiorare le mani abbandonate sulle lenzuola del suo rivale per poi scendere e insinuare la sua mano sotto la maglietta di Near e stringergli un fianco.

Era così magro.

Una delle mani dell'albino all'improvviso si piazzò tra i suoi capelli biondi e sentendosi incoraggiato continuò a baciarlo con più foga di prima.

Lentamente fece coincidere le loro intimità, le cui erezioni si percepivano attraverso i vestiti.

Near emise un leggero lamento.

-Sono vergine- disse subito dopo interrompendo quello che stava accadendo, qualunque cosa fosse.

Lo avevano studiato a educazione sessuale, l'importanza di informare il partner in una situazione del genere, ma si sentì anche un po' stupido subito dopo averlo detto.

-Eh? Ma che vuol dire? Near noi non possiamo fare sesso siamo maschi!-  si irritò Mello.

Near lo guardò confuso... quindi cosa stavano facendo?

-Ma anche i maschi hanno un buco- disse poi, sorprendendosi dalle sue stesse parole, giustificandosi di aver solo sottolineato un dettaglio anatomicamente corretto.

Mello non sembrò capire.

-Ma cosa dici?- 

Si alzò in fretta e uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Near non aveva proprio idea di cosa fosse appena accaduto, sapeva soltanto che non aveva mai avuto qualcosa di così duro nei pantaloni, qualunque cosa fosse.

Certo lo avevano studiato a educazione sessuale ma non se lo immaginava di certo così e soprattutto non immaginava quanto fosse forte la necessità di farci qualcosa per far passare quella sensazione.

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Capitolo 2
*** Parte II ***


Mello entrò in camera sua sconvolto e si chiuse la porta alle spalle come se fosse inseguito.

-Hey Mello tutto bene?- gli chiese la rassicurante voce del suo migliore amico Matt, la cui faccia sbucava dalla cima del letto a castello.

-Si, si certo!- 

-Hai mica visto un fantasma?- 

-N-No...- rispose nervosamente il biondo, pensando che effettivamente Near era bianco come i fantasmi.

-Sicuro che va tutto bene?-

-Senti Matt, che senso ha la frase 'anche i maschi hanno un buco?'-

Matt guardò stranito il suo amico.

-Ma scusa Mello proprio tu non ci arrivi?-

Mello fissò l'amico come per incalzarlo a rispondere.

-Bhe il culo, il buco dei maschi deve essere per forza il culo!-

Mello sgranò gli occhi.

-Ma che schifo!- 

-Perché che schifo? Che cavolo ti prende Mello?-

-Niente lascia stare, non ha senso-

-Su questo concordo!- mormorò Matt rinascondendosi sotto le coperte per continuare a dormire.

Il giorno dopo Mello evitò Near come la peste, non lo avvicinò nemmeno per dargli fastidio anche se l'albino si comportava normalmente come se nulla fosse successo. 

Quindi Mello dedusse che per Near qualunque cosa fosse successa non aveva proprio nessun significato.

La notte alla solita ora, Near si svegliò, ma dopo qualche secondo si vide piombare in camera Mello, tutto agitato.

-Near, sono venuto a dirti una cosa- annunciò nervosamente il biondo.

Near si tirò su nel letto per ascoltarlo.

-Non si può fare-

-Cosa non si può fare?-

-Non credo si possa infilare... nel culo- spiegò il biondo prima di fuggire dalla camera senza aspettare la risposta dell'altro.

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Capitolo 3
*** Parte III ***


-Near- 

Sentì chiamare il suo nome l'albino.

-Mello, come sei entrato? Ci sono sette codici a protezione di questa camera-

-Sono stato persuasivo e li ho ottenuti tutti e sette-

-Cos'altro vuoi adesso? Non hai portato Halle come ostaggio, ti sei introdotto furtivamente di notte... Mello, sei venuto a uccidermi vero?-

Impassibile, l'albino non sembrava provare alcuna emozione.

-Ti ricordi quello che mi avevi detto?-

-Ti ho detto tante cose Mello...-

-Anche i maschi hanno un buco-

Near si pietrificò.

Non poteva credere alle sue orecchie, aveva messo da parte quella vicenda tanto tempo fa come un incidente insensato. Davvero Mello era entrato in un posto così sorvegliato come la sede dell'SPK solo per dirgli una cosa così stupida?

-Ebbene?-

-Ho capito cosa intendevi, o meglio, avevo fatto finta di non capire quella volta-

-E perché me lo dici adesso?-

-E tu perché me lo dicesti quella volta? Cosa ti aspettavi da me?-

-Probabilmente esattamente quello che è successo, mi aspettavo che tu scappassi-

Mello si fermò, quindi Near voleva solo liberarsi di un fastidio quella volta.

-Ho capito, scusa il disturbo-

La cosa che stupì di più Near fu la parola 'scusa' uscita dalla bocca di Mello.

-Aspetta- 

Il biondo si fermò.

-Sono vergine- mormorò Near. 

Non avrebbe assolutamente voluto dire quello ma non sapeva come rimediare a ciò che aveva detto un attimo prima.

Non voleva che Mello se ne andasse, anzi, non lo aveva mai voluto.

Quelle parole erano il goffo tentativo per far capire al biondo che lui ci stava, qualunque cosa fosse il sesso, con Mello ci stava.

-E? Quindi?- lo stuzzicò Mello.

-Quindi io credo ancora che tra due maschi si possa fare... perché anche i maschi hanno un buco-

Near continuava a fare la sua costruzione come se nulla fosse, come se non stesse neanche cercando di dichiarare qualcosa all'altro.

Mello rise.

Si avvicinò a Near e lo sollevò da dietro, l'albino potè solo guardare la costruzione che stava facendo allontanarsi.

Il biondo lo posò sul letto e gli tolse dalla mano il tassello che stava per inserire in cima alla costruzione per buttarlo a terra senza troppe cerimonie.

Si guardarono negli occhi e Mello iniziò a baciarlo.

Quella notte Near riprovò le stesse sensazioni che aveva provato la prima volta sul suo corpo.

Mello aveva tutta l'aria di chi sapeva quello che faceva quindi l'albino dedusse che aveva avuto altri partner e si pentì amaramente di non aver mai insistito con Mello, di aver sempre reputato la speranza come qualcosa di inutile tanto quanto la fantasia.

Si pentì di non aver rischiato tutto, forse se l'avesse fatto Mello non avrebbe mai lasciato la Wammy's.

Prese consapevolezza che l'unica fottuta cosa che lui avesse mai davvero desiderato era Mello.

Near voleva passare la vita con Mello e invecchiare insieme, e forse dopo il caso Kira avrebbero potuto farlo...

Quando ebbero finito Near si sentì più stupido di prima, come se fare l'amore con qualcuno implicasse la perdita di qualche neurone, era pervaso da uno strano senso di forza e un po' di euforia, un qualcosa che mai aveva provato.

-Mello come ti chiami?- 

Il biondo lo guardò da prima infastidito per poi trovare la serenità negli occhi del suo rivale.

-Mihael... Keehl-

-Se prometti che rimani qui stanotte, se dormi con me, ti dico anche il mio nome-

-Ma così non vale! Io ti ho già detto il mio senza chiederti nulla in cambio.

-Allora chiedimi anche tu qualcosa-

-Near, non dimenticarmi mai-

-Certo che no, io pensavo che magari quando il caso Kira si risolve noi potremmo...-

Mello diede un bacio in fronte all'albino, che sembrava così innamorato e inconsapevole.

Il biondo era venuto con l'intenzione di dirgli che stava per morire ma non ce la fece quella notte, voleva solo tenerlo stretto a sè per la prima e ultima volta.

Voleva tenerlo stretto a sè per ricordare a tutto il mondo che ad aspettare troppo per qualcosa, ad avere paura, si rischia solo di perdere.

In realtà era grato per aver realizzato appena in tempo qual'era veramente il suo posto, nel letto del suo fastidioso rivale che sognava un futuro insieme con l'ingenuità di un bambino, proprio lui che bambino non lo era mai stato.

-Si, Near... penso che sia una buona idea-

-Ma non ho finito la frase!-

-Non è necessario-

Così lo strinse a sè quella notte.

Perché era amore quello, non era odio.

Che strano l'amore che così spesso ama travestirsi da odio...

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Capitolo 4
*** Parte IV ***


Dopo che Near seppe cosa era successo e il suo mondo andò definitivamente in pezzi, fu ritrovata una lettera dal suo Mello.

Una lettera che il biondo aveva lasciato nel covo in cui si nascondeva con Matt, ben consapevole che tanto Near l'avrebbe trovata.

L'albino pensò subito a una passionale lettera d'amore e la aprì con le lacrime che facevano capolino nei suoi occhi vuoti.

'Per Near'

Aprì bene il foglio e notò subito che era solo una riga...

'Pensa se quella notte non mi fossi alzato per pisciare'

-Ma che... coglione-

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