Tutta colpa di un ritratto

di Valenicolefede
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un incontro inaspettato ***
Capitolo 2: *** Aggiungi un posto a tavola ***
Capitolo 3: *** Serata in famiglia ***
Capitolo 4: *** Modella cercasi ***
Capitolo 5: *** Un amore non corrisposto ***
Capitolo 6: *** La resa dei conti ***



Capitolo 1
*** Un incontro inaspettato ***


Il giorno del Korisumasu* era arrivato. La gente correva frenetica per le strade della città alla ricerca degli ultimi regali da comprare. Il sole quel giorno splendeva alto nel cielo limpido, e questo faceva abbassare ancora di più la temperatura tipicamente invernale. Per Kaori quello era il periodo dell’anno più magico e il più amato, avrebbe tanto desiderato vedere scendere fiocchi soffici di neve, come capitava quando era bambina. Quel giorno sarebbe apparso più anonimo senza la città completamene imbiancata.
Anche lei avanzava affannata da un negozio all’altro in cerca degli ultimi doni per i suoi amici. La sera li avrebbe avuti tutti a cena e doveva affrettarsi a rientrare per completare gli ultimi preparativi. Ne sarebbe uscita distrutta ma il pensiero di avere attorno a sé la sua famiglia le arrecava comunque tanta gioia.
Tutta trafelata con l’intento di rincasare il prima possibile andò a scontrarsi con un passante, il cui urto la fece cadere all’indietro, insieme ai sacchetti con gli acquisti fatti. Per un attimo si diede mentalmente della stupida per non aver avuto il minimo accorgimento. Ancora un po’ stordita dalla caduta, si issò a sedere guardandosi attorno quando sentì una voce calda e serena giungerle alle orecchie.
“Si è fatta male signorina?”
Alzò la testa in direzione della persona che le aveva gentilmente rivolto parola, ma il sole le batteva dritto negli occhi e, costringendola a stringerli come due fessure, percepì la sagoma di un uomo.
“Cosa? Come?”
“Venga che l’aiuto.”
Lo sconosciuto l’aiutò ad alzarsi e solo in quel momento Kaori poté vedere chi era il malcapitato davanti a sé. Era una ragazzo alto dai tratti del viso molto virili. Le pareva quasi di conoscerlo ma probabilmente doveva averlo già incrociato.
“Spero di non averle fatto male signore. Mi spiace tanto, sono desolata.”
“Nessun problema, non mi sono fatto nulla. Anzi, dispiace a me che sia caduta. Mi auguro vivamente che i suoi regali siano tutti interi, e che lei sia tutta intera.” Cercò di sdrammatizzare il momento di evidente disagio. Kaori notò che disse quelle ultime parole con un tono più dolce, tanto da farla arrossire.
“Grazie, sto bene. Buon Dio com’è tardi, sarà meglio che vada. Arrivederci, e MeriiKurisumasu*!”
Ma prima che potesse riprendere a correre verso casa, l’uomo la fermò prendendola per un braccio.
“Aspetti, per caso ci conosciamo? Ha l’aria davvero famigliare lo sa?”.
Allora non se l’era immaginato solo lei.
“Beh a dir il vero, e’ la stessa cosa che ho pensato anche io ma non saprei...”
Lui continuava a fissarla con sguardo indagatore, poi all’improvviso, i suoi occhi si dilatarono cominciando a brillare come colto da un’illuminazione.
“Ma certo, sei Kaori Makimura non è vero?” Lei rimase sconcertata, allora si conoscevano davvero, peccato che lei non sapeva chi potesse essere.
“Ehm si, però mi spiace ma non ricordo....”
“Sono Yuri Kimura, eravamo in classe insieme al liceo.”
A sentire quel nome la sweeper rimase nuovamente sorpresa. Certo che se lo ricordava, solo che all’epoca era decisamente bruttino e con l’apparecchio ai denti. Ora che lo guardava meglio notò che davanti a lei aveva un bellissimo ragazzo.
“Kimura? Oh perdonami non ti avevo proprio riconosciuto, sono passati diversi anni, e sei cambiato parecchio da come ti ricordavo.”
Il ragazzo arrossendo si mise una mano dietro la testa con grande disagio.
“Si, è vero. Gli anni del liceo non rendono giustizia, e anche tu sei decisamente cambiata. All’epoca riscuotevi un grande successo ma tra le ragazze se non ricordo male, mentre ora sei diventata una bellissima donna.” Kaori se poté divenne ancora più rossa. Per spezzare quel momento imbarazzante pensò di invitarlo a prendere un caffè. Aveva un sacco di cose da preparare per la sera ma dopo l’incidente sentiva che sdebitarsi fosse quantomeno necessario.




Nota autrice:
Kurisumasu è Natale in Giapponese
Merii Kurisumasu significa Buon Natale

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Capitolo 2
*** Aggiungi un posto a tavola ***


Si diressero in una piccola caffetteria non tanto distante, e una volta accomodati ad un tavolo, ordinarono entrambi una cioccolata calda. Kaori era molto curiosa di sapere come aveva passato i vari anni dopo il liceo. I suoi genitori erano ai tempi tra i più noti gioiellieri della città, ma decisero improvvisamente di trasferirsi con i figli in America per aprire un nuovo negozio e, da quel che sapeva lei, anche lì avevano fatto fortuna.
“Allora Yuri, da quando sei tornato a Tokyo? Se non ricordo male, all’ultimo anno di liceo ti eri trasferito con la tua famiglia negli Stati Uniti.”
“Da un annetto direi. L’America è bellissima, ma io preferisco stare qua, sento una sorta di rilassamento interiore non so se mi spiego”.
Kaori sapeva bene cosa intendesse. Quelle volte che era stata a trovare sua sorella, New York le aveva fatto letteralmente girare la testa.
“Si ti capisco. Sai ho una sorella a New York.”
“Una sorella? Ma, se la memoria non mi inganna, ricordo che ai tempi avevi solo un fratello che lavorava nella polizia...”
Kaori al ricordo di suo fratello non poté fare a meno di diventare improvvisamente triste. Yuri non poteva sapere di Hide, era già partito quando fu ucciso dalla Unione Teope.
“Si è vero, Hideyuki...ma purtroppo è venuto a mancare 8 anni fa. Sai, non era il mio vero fratello, fui adottata quando ero ancora in fasce, e per me, lui e nostro padre furono la mia unica e vera famiglia. Durante il liceo poi venni per caso a sapere di avere una sorella di sangue, Sayuri, che attualmente vive e lavora in America.”
Il ragazzo si sentì costernato da quelle rivelazioni così personali ed inaspettate.
“Sono desolato Kaori, non ne avevo idea.”
“Oh tranquillo, per quanto riguarda Hide, era il suo mestiere...sapeva i rischi che correva. E con Sayuri andiamo davvero molto d’accordo, per quanto ci vediamo quando possiamo. Ma dimmi un po’ di te, cosa fai di bello nella vita?”.
“Beh, come forse ricorderai, già ai tempi del liceo avevo un debole per l’arte, e in America ho approfondito i miei studi. Ora faccio ritratti.”
Kaori ne fu piacevolmente sorpresa.
“Wow, che bello. E cosa ritrai esattamente? Paesaggi?” Chiese con estremo interesse. Il ragazzo improvvisamene arrossì.
“Ehm non proprio....diciamo che ritraggo corpi.” Non sapeva davvero come spiegarsi senza essere frainteso.
Kaori lo guardò decisamente confusa. Notava in lui un certo disagio e non ne capiva la ragione.
“Scusa faccio fatica a capire..”
“Oddio, adesso penserai male di me...ecco, io ritraggo corpi di donne...donne nude!” E lo disse tutto d’un fiato.
Kaori non poté trattenersi dal spalancare la bocca e sbattere velocemente gli occhi.
“Ma tranquilla. È davvero un lavoro onesto, sono un professionista io...non importuno nessuna che posi senza veli.” Kaori emise un sorriso appena accennato.
“E questi ritratti a chi vengono venduti?”
“Oh ad un sacco di gallerie d’arte, o a privati. Non puoi immaginare quanto abbiano successo. Non ritraggo in maniera nitida i volti delle donne, le ragazze posano solo per il loro corpo. Aspetta ho qui con me alcuni schizzi fatti di recente. A volte ho bisogno di incontrare più volte la persona da ritrarre per imprimere meglio...ehm, i particolari.” Ed emise una piccola risata piena di imbarazzo. Prese fuori da una cartellina un blocco da disegno su cui erano raffigurati corpi femminili completamente nudi ma in pose molto dignitose.
Kaori per un attimo aveva temuto fossero raffigurazioni erotiche. In effetti i visi venivano leggermente accennati senza però riconoscerne i tratti. Era sbalordita dalla sua bravura.
“Devo ammettere che se questi sono solo degli schizzi sei veramente bravissimo!”
“Grazie! L’arte è la mia passione, da sempre. Ma adesso dimmi di te. Che lavoro fai?”
A quella domanda la sweeper rimase per un secondo interdetta, non poteva di certo raccontare che era la socia di un giustiziere...
“Oh ecco io sono l’assistente di un detective”
“Mmm, lavoro molto interessante ed immagino anche pericoloso.”
“Beh diciamo che non è sempre la regola ma sì, a volte può anche essere pericoloso.”
“Sai, non ne sono affatto sorpreso. Sei sempre stata una ragazza forte e coraggiosa, che si batteva per chi era in difficoltà. Tuo fratello stesso era votato alla giustizia quindi penso che faccia parte nel tuo dna aiutare le persone.” Kaori rimase nuovamente a bocca aperta, quel ragazzo la conosceva meglio di quello che credeva. Era una bella sensazione. Avrebbe tanto voluto che anche Ryo la trattasse con tanta gentilezza e ammirazione, ma per lui era spesso un incapace mezzo uomo. Assorta nei suoi pensieri le venne in mente però che doveva recarsi subito a casa per finire di preparare la cena e le decorazioni nella sala.
Erano le 17:00 e non le rimaneva molto tempo.
“Oh Yuri io ora devo proprio andare. Ho una cena di famiglia, tu capisci...?.”
“Ma si certo. Anzi, perdonami se ti ho fatto perdere tempo.”
“Ma figurati, era il minimo che potessi fare. Anche tu passerai il Natale con la tua famiglia?” “Eh no, purtroppo i miei sono in seconda luna di miele, e mia sorella che adesso vive in Spagna, ha da poco avuto una bimba quindi non riuscirà ad esserci. Passerò il Natale a casa, guardando qualche programma tipicamente natalizio.” E lo disse con sorriso malinconico.
A Kaori si spezzò il cuore pensando che c’erano persone come lui, sole, in quella che per lei è una delle ricorrenze più importanti dell’anno. Avrebbe tanto voluto aiutare ognuna di loro ma era sicura che almeno per lui avrebbe potuto fare qualcosa. Si girò osservandolo mentre si metteva la giacca.
“Senti, ti andrebbe di unirti a noi stasera? Siamo una famiglia come dire, un po’ particolare, ma ci vogliamo tutti molto bene.”E fece una piccola risata.
Il ragazzo fu sorpreso da quella proposta, ma ringraziandola profondamente, accettò con molto piacere.

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Capitolo 3
*** Serata in famiglia ***


Si erano incamminati in direzione del palazzo dai mattoni rossi.
Yuri galantemente le aveva proposto di farsi carico dei suoi sacchetti e, lungo il tragitto, rivangarono i lontani ricordi legati agli anni di scuola.
“Ma pensa, Eriko stilista, certo che ne ha fatto di strada. Chi l’avrebbe detto...no, a pensarci bene non mi meraviglio. Già da ragazzina era un appassionata cronica di moda” disse Il ragazzo sorridendo.
Kaori gradiva molto la sua compagnia, era un buon ascoltatore e una persona che esprimeva molta positività, tutti aspetti che le infondeva serenità e spensieratezza. Ricordava che anche ai tempi della scuola era un ragazzino dolce e sempre sorridente.
Una volta arrivati sul pianerottolo, la sweeper non riuscì a percepire la presenza di Ryo in casa, segno che probabilmente era fuori chissà dove. Poco male, per fortuna non era sola, con Yuri avrebbe avuto una mano in più per finire in tempo i preparativi. Una volta addobbata la sala, messi gli ultimi regali sotto l’albero e apparecchiato la tavola, propose al suo ospite di sistemarsi comodamente sul divano, intanto che lei finiva di preparare le ultime pietanze.
Il ragazzo al contrario, decise di assisterla avvicinandosi in cucina e beandosi gli occhi nel vedere quella bellissima ragazza, che un tempo era molto simile ad un maschiaccio, darsi con grande maestria ai fornelli. Kaori sentendosi osservata, cominciò a nutrire un certo disagio, ma un rumore nella serratura della porta l’avvertì che Ryo era arrivato. Quando lo sweeper fece il suo ingresso rimase per un attimo interdetto trovandosi davanti un altro uomo, che lo fissava di rimando con sguardo interrogativo.
“Kaori, sono a casa”. Si annunciò con voce perplessa .
Dalla porta della cucina fece capolino una testa rossa.
“Oh ciao Ryo, finalmente sei rientrato. Ehm, questo è Yuri Kimura, un mio ex compagno di classe del liceo. Yuri.....Yuri lui è Ryo, il mio socio.”
"Piacere” fece il ragazzo alzando la mano in segno amichevole.
“Si, piacere” rispose lo sweeper con voce piatta.
“Ci siamo incrociati per caso, e visto che non ha nessun parente con cui passare la serata di Natale ho pensato di invitarlo qua. Spero non ti dispiaccia.”
Ryo fece spallucce, buttò distrattamente l’impermeabile nell’attaccapanni e si diresse verso la sala. Kaori, nel tentativo di far rompere il ghiaccio, disse ai due uomini di accomodarsi sul divano mentre lei si sarebbe andata a cambiare.
La tensione nella sala era palpabile, chiunque l’avrebbe percepita. Fu Yuri però a rompere quel fastidioso silenzio. “Allora....Kaori mi ha detto che sei un detective.”
“Diciamo di sì.” Sbuffò divertito senza nemmeno degnarlo di grande attenzione.
“Lavoro pericoloso, specialmente per una donna. E che mi dici di lei? Voi lavorate insieme ma sai se frequenta qualcuno?”
A Ryo quella domanda lo infastidì parecchio. Chi era quello per interessarsi alla sua Kaori? Era piombato in casa loro e già faceva domande inopportune.
“E tu che lavoro fai?” Chiese lo sweeper per depistare apparentemente la domanda è capire con chi avesse a che fare.
“Sono un ritrattista.”
"E perché ti interessa tanto sapere se Kaori è impegnata con qualcuno?”
“Perché mi piacerebbe chiederle di uscire ecco tutto. Qualche problema?”
Ryo avrebbe giurato di vedere uno sguardo di sfida negli occhi del ragazzo.
“Nessun problema. Non sono suo padre.” Fece una piccola pausa per concentrare le idee.
"Ma sono molto geloso delle mie cose”.
L’altro comprese l’antifona, e di rimando fece un sorriso enigmatico.
Nello stesso momento, un rumore di passi alle loro spalle pose momentaneamente fine a quel conflitto leggermente annunciato, e li fece voltare. Rimasero completamente inebetiti di fronte alla donna che si apprestava a scendere le scale. Kaori più radiosa che mai, indossava un lungo abito rosso con spalline sottili ed uno spacco alquanto vertiginoso. I capelli erano leggermente scompigliati dandole un effetto sbarazzino, e sul viso si era concessa un leggero velo di trucco, che metteva ancora più in risalto quei meravigliosi e grandi occhi nocciola. Semplicemente divina.
Una volta sceso l’ultimo gradino si accorse delle facce stupite che la fissavano come se la volessero spogliare con gli occhi.
“Beh che avete voi due? Ho interrotto qualcosa? O non avete mai visto una donna in abito da sera?”
“Oh si, ma mai una così bella” le rispose Yuri in tutta onestà.
Ryo a quel commento strinse i pugni tanto da farsi venire le nocche bianche, Kaori invece divenne rossa come il vestito che indossava.
“Grazie Yuri, sei molto gentile.”
Il suono del campanello fu la manna dal cielo che sciolse quel momento imbarazzante. Gli ospiti arrivarono pian piano al gran completo, accogliendo calorosamente il nuovo invitato.

La serata andò nei migliori dei modi. Mick non perse occasione per fare il cascamorto con tutte le ragazze, con conseguente martellata dalla sua dolce Kazue. Tutti si complimentarono con la padrona di casa per l’organizzazione della casa e per l’ottimo cibo. Solo Ryo per tutta la durata della cena aveva silenziosamente osservato la sua socia, gli sembrava una Dea scesa in terra e questo lo rendeva sempre più orgoglioso di averla al suo fianco, per quanto la realtà delle cose fosse decisamente complicata.
A fine serata, quando tutti se ne furono andati, Kaori si guardò attorno, stanca ma molto felice e soddisfatta. Il suo socio era affacciato alla finestra che osservava la città sorseggiando un bicchiere di whisky, mentre Yuri, che si era intrattenuto ancora qualche minuto...stava raccogliendo le stoviglie dalla tavola. “
"Oh Yuri grazie ma non c’è bisogno che ti disturbi, farò io domani con calma.”
“Nessun problema, mi sembra il minimo.”
“No insisto, la serata è stata lunga e sarai stanco, quindi lascia stare. E poi devo scusarmi, non ti ho potuto dare neanche un regalo...”
“neppure io s’è per questo.” E si sorrisero complici.
Ryo che osservava con la coda dell’occhio lo scambio di battute e sorrisi, si chiedeva quando quel tipo da strapazzo se ne sarebbe andato.
“Ok allora io vado. Ah, Kaori volevo dirti che mi ha fatto un immenso piacere conoscere la tua famiglia, e passare una serata così divertente. Ecco prendi, questo è il mio biglietto da visita, beh....se ogni tanto tu avessi voglia di vederci per fare due chiacchiere”.
“Oh grazie. Comunque il piacere è stato mio, e di Ryo ovviamente, per averti avuto con noi la sera di Natale”. Il ragazzo si rivolse verso lo sweeper che continuava a dar l’idea di puro disinteresse.
“Saeba è stato un piacere conoscerti.” Gli disse con un velo sottile di sarcasmo, cosa che non passò inosservato a Ryo.
“Altrettanto” rispose questi lapidario.
Kaori notò lo scambio di battute per nulla idilliaco e così accompagnò alla porta l’amico, ma prima di uscire il ragazzo si girò e le diede un leggero bacio molto vicino alla bocca, che lasciò questa completamente immobile ed impreparata ad un’azione simile. Ryo sembrò impassibile dinanzi a questa scena fugace, ma dentro sentiva il sangue ribollirgli dalla rabbia. Il bellimbusto allora voleva rischiare un colpo proprio a Natale pensò.
Kaori rimase impietrita, non sapendo cosa fare o cosa dire. Quando quel leggero contatto finì, il ragazzo si voltò in direzione della porta e prima di uscire:
“Ah, per la cronaca, anche io sono molto geloso delle mie cose.” E se ne andò.
Qualche minuto più tardi, una volta ripresasi dall’emozione inaspettata del momento, la rossa si girò verso il suo socio.
“Eh, io...io...non so che...ma che voleva dire con quell’ultima frase?
Lui rimasto di spalle ad osservare le luci e le scie luminose delle macchine in quella notte frenetica di festeggiamenti, si girò improvvisamente e le puntò dritto negli occhi uno sguardo decisamente furente.
“È ora che tu vada a dormire.” Le rispose con un tono tra il rabbioso e il disgustato.
Un senso di pura collera si impadronì di lei. Come osava trattarla in così malo modo? Chi era lui per farla sempre soffrire? Non riuscì a trattenere un commento prima di dileguarsi con le lacrime agli occhi.
“Che diritto hai di trattarmi in questo modo? Non sono più una ragazzina e tu non sei mio padre! Buona notte, Ryo!” E corse più veloce che poté su per le scale chiudendosi in camera sua.
Lo sweeper continuò a volgere il suo sguardo sulla città.
Appoggiò la fronte sul vetro gelido e con un ghigno malinconico, ripetè ad alta voce quello che ormai il suo cuore batteva a menadito:
“Hai ragione Sugar, sono solo uno stupido uomo innamorato.”

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Capitolo 4
*** Modella cercasi ***


Passarono tre giorni esatti da quella serata.
Tre giorni in cui la tensione all’interno dell’appartamento era talmente palpabile tanto la si poteva tagliare con un coltello. La situazione tra i due soci era al limite della sopportazione, e Ryo come solito, aveva preferito chiudersi nel mutismo più assoluto, lasciando ancora una volta una Kaori inerme e rancorosa per come l’aveva trattata.
La sweeper si chiedeva cosa gli passasse per la testa dalla sera di Natale; vivevano insieme ma ognuno era perso nel proprio tempo, un tempo che sembrava non passare mai. Lui non le avrebbe mai dato le spiegazione che lei voleva, quindi inutile tentare di capirci qualcosa. Gli sarebbe passata, o almeno lo sperava.
Nemmeno l’ombra di un incarico in quei giorni di festa, probabilmente anche la malavita si prendeva una pausa almeno per Natale, pensò la rossa. Il tempo sembrava interminabile, e lei non era una da starsene lì con le mani in mano, o sdraiata sul divano come faceva sempre il suo socio con quelle riviste di dubbio gusto.
Immersa nello sconforto più totale, decise di sistemare un po’ i cassetti degli armadi della sua camera. Quando aprì quello del comodino affianco al letto fu felice nel trovarvi diverse foto scattate a Natale, le aveva fatte sviluppare il giorno seguente per tenerne un ricordo subito vivo. Le scorse una ad una, c’era quella con Mick intento a palparle il sedere, quella in cui Umi si era appisolato sul divano, quelle con le sue amiche, poi rimase a fissare l’ultima, dove compariva anche Yuri. Improvvisamente le venne in mente la piacevole presenza che quel ragazzo le trasmetteva, sentiva di averne quanto mai bisogno, e decise di contattarlo.

Ryo nel frattempo se ne stava sul divano impegnato a guardare le sue riviste preferite, anche se la sua mente continuava a riportarlo a ragionare sulla triste realtà che stavano vivendo. Non riusciva proprio a dimenticare la scena che aveva adocchiato a fine serata, gli rodeva fin nelle viscere che quel bellimbusto avesse avuto la faccia tosta di “quasi” baciare il suo dolce angelo, e questo l’aveva portato a chiudersi sempre di più nei confronti di colei che sapeva non avere colpe. La sua risaputa generosità l’aveva portata ad invitarlo a passare il natale insieme alle persone a lei più care, ma se oltre a questo non fosse stata così carina ed accondiscendente per tutta la serata, e soprattutto così maledettamente sexy con quel vestito, quel Yuri non l’avrebbe notata.....e invece sì, l’avrebbe notata in ogni caso, perché lei era bella anche con uno scafandro addosso. Quella sera aveva rivolto le sue attenzioni ad uno sconosciuto e non a lui, e questo l’aveva innervosito non poco.
Perso nei suoi contorti pensieri, si accorse che Kaori era scesa e stava dirigendosi a passo svelto verso la porta per uscire. Non poté far a meno di porre quella domanda.
“Si può sapere dove stai andando?” Le chiese mantenendo un tono freddo e distaccato.
Lei per un attimo si fermò a guardarlo. Ora le rivolgeva pure la parola, pensò con rabbia.
“Non sono affari tuoi. E comunque, sto andando da Eriko a fare due chiacchiere. Torno per la cena.”
Ed uscì di corsa senza che lui potesse ribattere.
Ryo continuò a fissare la porta per qualche minuto, sapeva che così non potevano continuare.

Quando Kaori arrivò a destinazione venne ad aprirle la porta l’amico alquanto sconvolto.
“Yuri ma che hai? È successo qualcosa?”
“Ciao Kaori, si guarda, sono in un bel casino. Prego entra.”
E la fece accomodare sul divanetto della piccola sala.
“Purtroppo la ragazza che doveva venire domani a posare si è ammalata, ed ora sono letteralmente fregato.”
“Ma non hai nessuna che conosci, con cui hai già lavorato, che possa sostituirla?
“Purtroppo no. Le ragazze me le fornisce un agenzia, ma sotto le feste è impossibile trovarne di disponibili, l’ingaggio per domani era stato stabilito da settimane. Aaahhh, e adesso come faccio? Il ritratto devo consegnarlo fra due giorni! Ho bisogno di questo ingaggio, mi verrà pagato molto bene!"
Kaori, vedendo l’amico alquanto disperato ,cercò di trovare delle alternative ma onestamente non le venne in mente nulla se non che....no, non avrebbe mai potuto. Proprio lei che era molto pudica e arrossiva con niente stava per dare al suo vecchio compagno di liceo forse la sua unica ancora di salvezza.
Con grande coraggio si alzò in piedi, puntò lo sguardo decisamente determinato in quello di Yuri e:
“E se ti facessi io da modella?”.

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Capitolo 5
*** Un amore non corrisposto ***


Yuri a quella proposta spalancò gli occhi. Mai avrebbe avuto l’idea che lei potesse prestarsi a tanto, anche se in cuor suo non poteva desiderare modella migliore si disse.
“Kaori, sei sicura? Non voglio tu faccia una cosa che ti metta a disagio solo per aiutarmi. Non preoccuparti, dirò al cliente che non se ne fa niente e pazienza. Sarebbe stato un ingaggio ben remunerato ma ne verranno degli altri.” “No Yuri nessun problema. È vero, non sono pratica di queste cose, ma se posso aiutarti lo faccio molto volentieri.” Cercò di sembrare naturale e disinvolta, ma in realtà era l’ansia fatta a persona. Pensare che tra poco un uomo, che conosceva fin dai tempi del liceo, l’avrebbe vista come madre natura l’aveva fatta le creava una certa sudarella, ma per il suo amico ce l’avrebbe fatta! Meglio lui che per uno sconosciuto, pensò.
“Allora non so davvero come ringraziarti, ma in qualche modo mi sdebiterò. Ora se vuoi andare in bagno a cambiarti...cioè a spogliarti, troverai un accappatoio con cui potrai tornare qui da me .”
Anche lui era imbarazzato alquanto. La ragazza per la quale aveva una cotta si sarebbe prestata a fargli da modella, avrebbe visto il suo corpo perfetto che già non gli era passato inosservato sotto quell’aderente abitino la sera di Natale. Con nessuna si era mai sentito teso come con lei.
Aspettò con calma apparente che tornasse, e quando la vide, solo in accappatoio che le arrivava a metà coscia, deglutì a fatica.
Kaori tremava, non dal freddo, ma dalla tensione, cominciando a pentirsi amaramente per quella stupida idea, ma non era da lei rimangiarsi la parola data, e non avrebbe cominciato ora a farlo! Fece qualche passo verso di lui e rimase in attesa di istruzioni.
“Ehm, allora, il cliente mi ha commissionato un ritratto in posizione “sdraiata”, quindi qui c’è il divanetto dove puoi coricarti sul fianco. Prima però, dovresti toglierti....beh....hai capito no?.”
Ecco il momento tanto temuto. Yuri la vide tentennare, aggrappandosi ancora di più a quell’indumento.
“Tranquilla Kaori, non mordo e come ti ho detto, sono una persona seria e professionale.”
E le fece un ampio sorriso di incoraggiamento cercando di rassicurarla, rendendosi perfettamente conto di quanto fosse agitata e per nulla a suo agio. La ragazza prese un bel respiro e lasciò cadere il capo che la copriva.
Yuri spalancò per un attimo gli occhi, mai in vita sua aveva visto un corpo così sensuale e attraente. Era perfetta! Kaori sentendosi voracemente osservata si diresse a grandi falcate sul divano e si accomodò come le era stato spiegato, ricordando mentalmente di tenere le gambe chiuse! Era oltremodo imbarazzata e sperava che questo suo stato non pregiudicasse la riuscita del lavoro.
Il ragazzo, dopo un breve periodo di trans, si riscosse.
“Ok, allora, procediamo?”
E si posizionò dietro il cavalletto pronto per iniziare la sua opera . Cominciò a calcare le prime linee, osservando di tanto in tanto il corpo immobile della donna stupenda che aveva davanti a sé. La mano per la prima volta gli tremava, il suo cervello cercava di rimanere concentrato sul lavoro ma continuava a sentirsi rapito da quella ragazza. Dopo dieci minuti che parvero ore ad entrambi, Kaori notando la difficoltà sul volto dell’amico, si sentì di chiedergli: “Va tutto bene Yuri?”
Al suono di quella domanda, il suo autocontrollo venne meno, gettò la matita a terra ed alzandosi velocemente raggiunse la finestra alle sue spalle.
Kaori rimase interdetta da quella scena, aveva forse sbagliato qualcosa? Sicuramente non era all’altezza delle solite modelle che gli venivano assegnate, ma adesso non sapeva cosa fare. Si rimise l’accappatoio e gli si avvicinò pur rimanendo leggermente distante.
“Non posso Kaori. Perdonami ma non riesco a concentrarmi, con te.”
“No Yuri, sono io che ti chiedo scusa. So di non essere all’altezza per questa cosa ma volevo davvero tanto aiutarti.” Il ragazzo si girò sgranando lo sguardo.
“Ma che stai dicendo? Tu, tu sei la perfezione. Credimi, di donne ne ho viste tante ma nessuna è paragonabile a te! Ed è proprio questo il problema. Con una modella non ho nessun tipo di rapporto per cui lavorare mi viene facile e veloce. Ma con te non mi è possibile.”
Lei lo ascoltava costernata di esserne il problema.
“Vuoi sapere una cosa? Quando andavamo al liceo ero innamorato perso per una compagna del mio anno. Era una vera forza della natura, molti la scambiavano per un maschiaccio, ed in un certo senso i suoi modi avrebbero ingannato chiunque. Ma io sapevo esattamente chi fosse, era la ragazza più gentile, dolce e con il cuore più grande che avessi mai visto. Era pronta a battersi contro le ingiustizie e non si risparmiava di aiutare chiunque. Ha sempre visto il mondo a colori. Al secondo anno mi resi conto che ero follemente innamorato di lei.”
“Yuri....” Kaori era commossa.
Il ragazzo si voltò di nuovo a guardarla.
“Non ho mai preteso nulla all’epoca, e penso di non poterlo fare nemmeno adesso. Sai, Eriko a quei tempi era fermamente convinta che tu fossi innamorata di un uomo più grande, definendolo addirittura misterioso. Da un giorno all’altro ti aveva vista diversa, soprattutto quando eri in presenza di tuo fratello e del suo collega. Era Saeba già allora vero?”
Kaori era a bocca aperta, non sapeva cosa dire, e si sentiva profondamente in colpa. Non aveva mai pensato che il suo amico ed ex compagno di liceo provasse sentimenti così forti, talmente tanto da resistere dopo anni di lontananza. Ma lei sapeva bene cosa volesse dire amare qualcuno per anni.
“Yuri io non ho parole per dirti quanto mi dispiace. Ai tempi non mi ero accorta di nulla, credimi. Se solo avessi saputo....”
“Avresti continuato ad amarlo. E permettimi di aggiungere che lui ti ama molto.”
Kaori a quell'affermazione arrossì pur alzando un sopracciglio di disappunto.
“Ma che stai dicendo? Ryo amarmi? Ma se in tutti questi anni di vita e lavoro assieme non mi ha mai toccato con un dito, mi ha sempre dato del mezzo uomo, della poco attraente. A modo suo mi ha sempre fatto capire che tiene a me certo, però niente più di questo.”
“E invece qualcuno l’altra sera mi ha detto, e cito testuali parole:“ sono molto geloso delle mie cose”...pensi ancora che non ti ami? Ti posso assicurare che si riferiva ad una rossa di mia conoscenza, e che la frase era puramente bellicosa.”
Kaori era esterrefatta. Ryo come al solito era un rebus che non riusciva mai a decifrare, però si sentì anche in dovere di spiegare chi stava dietro ad un comportamento tanto sconsiderato.
“Sai, Ryo è una persona che ha sofferto molto nella sua vita, è stato cresciuto in un mondo violento e lui stesso ha vissuto dentro di sé tanta violenza. Ma nonostante questo è riuscito a diventare il difensore di questa città e delle persone che vi abitano. È un uomo di grande cuore anche se non lo vuole ammettere.”
Yuri ascoltava con una certa invidia e malinconia nel cuore come Kaori parlava con tanta dolcezza del suo socio, non avrebbe mai potuto competere e arrivati a questo punto non avrebbe davvero più voluto. Le mise una mano sulla spalla e a quel contatto la ragazza si irrigidì. Lui la fissò con sguardo amorevole e comprensivo.
“Ora credo sia meglio che ti rivesta e che torni a casa.”
“Ma come farai con l’incarico?”
“Oh tranquilla, come ti dicevo un incarico lo posso anche saltare, il compratore lo chiederà a qualcun’altro e pazienza! Non sono poi l’unico sulla piazza.”
Kaori se ne dispiacque molto, il suo amico avrebbe perso una grande opportunità, ma allo stesso tempo era rincuorata di non doversi più sentire così a disagio. Si rimise i suoi abiti e quando fu pronta tornò da lui. Yuri le si avvicinò e l’abbracciò, e lei, comprendendo quel gesto come di puro e sincero affetto, contraccambiò.
“Grazie Kaori, grazie per essere ripiombata brevemente nella mia vita, sono felice di averti rivista e di aver riscoperto un sentimento che credevo di aver seppellito. Sei una splendida persona, non cambiare mai.”
Kaori lo guardò commossa, quel ragazzo era veramente un angelo, di una bontà genuina.
“Grazie Yuri, sei sempre stato un grande amico allora, e questa tua qualità non è mutata nel tempo. Mi ha fatto tanto piacere rivederti.”
E poi uscì da quella casa per ritornare dal suo socio. Sapeva che doveva sistemare le cose tra loro. Era arrivato il momento di fare chiarezza una volta per tutte, volente o nolente!

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Capitolo 6
*** La resa dei conti ***


Quando arrivò davanti a casa si accorse solo in quel momento di aver fatto inesorabilmente tardi rispetto all’orario in cui sarebbe dovuta rincasare. Constatando che l’ora di cena era già passata, fu persuasa a pensare che il suo socio se ne fosse bel che uscito con Mick in qualche discutibile locale alla ricerca di donne con cui passare il tempo.
Salì lentamente gli scalini che la portarono all’appartamento. Dentro di sé sentiva una strana agitazione, come se qualcosa non quadrasse, o come se all’interno vi fosse un’aura maligna pronta a divorarla in un sol boccone. Appena varcò la soglia non fece in tempo ad accendere la luce che due forti mani la immobilizzarono contro il freddo muro. Chiunque in una simile situazione sarebbe stato colto da pura paura davanti a tanta violenza, ma non lei, che era abituata ad essere oggetto di ripetuti rapimenti. Non era minimamente spaventata da chi la braccasse con tanta veemenza, conosceva perfettamente l’odore di quell’uomo, odore di muschio e polvere da sparo.
Quella fragranza l’avrebbe riconosciuta sempre e ovunque. La domanda che la tormentava era il motivo di tale accanimento. Sicuramente, il fatto che avesse fatto così tardi l’aveva probabilmente impensierito, tanto da mandarlo su tutte le furie. Non c’era altra spiegazione.
Persa nelle sue inesplicabili domande, il suo udito registrò il suono di semplici parole uscite in maniera gutturale dall‘uomo che aveva di fronte.
“Deve. Sei. Stata?”
A quel suono grave intuì che Ryo fosse alquanto furioso, più di quello che avesse osato immaginare. Con tutta la calma che poteva trovare nei meandri di se stessa, rispose senza dare il minimo segno di sgomento.
“Dove vuoi che sia stata, da Eriko. Solo che..”
Bastò la stretta più ferrea ai polsi per farla smettere di parlare.
“Ryo smettila, mi stai facendo male”. Ora cominciava davvero a sentirsi spaventata ma anche irritata. Che passava nel contorto cervello di quel maniaco?
“Ascoltami bene Kaori, perché te lo chiederò ancora una volta, quindi vedi di dirmi la verità. Dove sei stata fino adesso?”
La ragazza non si fece intimidire dal suo modo di fare. Con i loro nemici funzionava alla grande ma con lei non avrebbe avuto l’effetto sperato.
“Da Eriko.”
“BUGIARDA!” le urlò, quasi volesse farle saltare un timpano. “Sai è divertente, proprio due ore fa ha chiamato Eriko per sapere come stavi. Puoi immaginare la mia sorpresa nello scoprire che non eri dove avevi detto. Me lo puoi spiegare?” Kaori si accorse che il tono era leggermente ammorbidito, segno che anche lui aveva compreso che con lei le maniere dure sarebbero servite a ben poco. Kaori a questo punto non poté fare altro che dire la verità, per quanto questa avrebbe fatto perdere definitivamente le staffe al socio.
“E va bene, lo vuoi proprio sapere, paparino? Sono stata dal mio amico Yuri, ricordi? Quello che la sera di Natale hai cercato di intimidire col tuo solito modo di fare da cavernicolo!”
A quelle parole Ryo lasciò andare la presa sui polsi di Kaori e si allontanò di qualche passo da lei. La luce della luna filtrava limpida dalla grande finestra della sala, e con la sua luce argentea illuminava i volti lividi dalla tensione dei due coinquilini. Ryo era impietrito, non riusciva a capacitarsi che lei fosse arrivata a mentirgli, a farlo stare in pensiero, ma la cosa che lo feriva forse in maniera più profonda, era il fatto che fosse stata tutto il pomeriggio in compagnia di quel tizio, e che ora lui pareva il mostro della situazione. A spezzare quel momento tangibile di nervosismo fu la socia.
“Come ti sei permesso di definirmi una cosa tua? Come che io fossi un oggetto! Certo, per te sono sempre stata solo che questo, un impegno nei confronti di mio fratello, un appoggio ogni qual volta tornavi a casa ubriaco fradicio senza nemmeno riuscire ad arrivare dignitosamente alla tua stanza, una serva che pulisse e mantenesse in ordine questa baracca. Non sono mai stata altro per te, e me lo hai sempre dimostrato, mi hai sempre fatto capire a chiare lettere che non ti interessavo minimamente come donna, che non fossi abbastanza in gamba come socia. Beh, mio caro Stallone, ci tengo a precisare che io non sono l’oggetto di nessuno, men che meno di un maniaco depravato come te! Sono andata dal mio ex compagno del liceo perché almeno lui mi apprezza per quella che sono. E c’è dell’altro mio caro, mi sono anche offerta di fargli da modella mostrandogli il mio corp..”
Ma un suono secco, nitido, tipico di uno schiaffo in pieno viso, seguito da un tonfo per terra riecheggiò nella sala da pranzo. Kaori, stordita e del tutto sorpresa si toccò la guancia calda e pulsante, incapace di reagire. Ryo che giaceva di fronte a lei con ancora la mano alzata, continuava a puntarle addosso uno sguardo dei più duri.
“Sei proprio una stupida Kaori Makimura,se credi che io pensi tutto questo di te! Non c’è un solo giorno in cui non ringrazi mentalmente il cielo e tuo fratello per averti messa sul mio cammino. Esco ogni sera a sbronzarmi per cercare di non pensare a quanto tu sia importante per me e a quanto io ti desideri da sempre, da quando ancora eri solo una ragazzina. Ti infliggo il peso di dovermi aiutare quando rincaso fatto duro dall’alcool perché è l’unico momento in cui posso permettermi di godere del tuo contatto fisico e delle tue attenzioni. Da quando sei entrata in questa casa hai portato luce, calore, amore.....tutti sentimenti che non avevo minimamente osato sperare di avere attorno a me. Sei la donna più bella che io abbia mai conosciuto, grazie anche alla tua semplicità e dolcezza disarmante, il tuo coraggio e il tuo enorme cuore. Sei l’unica donna che abbia mai dovuto tenere lontano con subdole menzogne per non rischiare di cedere al desiderio di farti mia. E sei la migliore partner che io potessi mai desiderare, basta uno sguardo per capirci al volo, cosa che non mi è mai capitata ne con Mary e ne con Maki.”
Fece una brevissima pausa per riprendere un minimo di ossigeno. Poi, dandole le spalle, come se stesse per confessarle qualcosa di così intimo da spaventare persino lui stesso, proseguì.
“Sei l’unica donna di cui mi sia mai innamorato veramente, l’unica per cui darei subito la mia vita pur di saperti sana e salva, l’unica per cui sarei anche disposto a mollare questo mondo schifoso, fatto di pericoli e morte, se tu accettassi di stare al mio fianco per sempre e volessimo costruirci una famiglia insieme. Sei...”.
Ma non riuscì a finire quel monologo che due esili braccia lo circondarono, ed un corpo caldo si incastrò alla perfezione col suo. Non osò più fiatare, in attesa che fosse lei a parlare.
“Ryo Saeba, sei tu lo stupido!”
E lo strinse a sé con più forza, mentre le lacrime scendevano inesorabili sul suo viso. Lui si girò per poter ricambiare l’abbraccio. La guardò con occhi dolci e, dopo averle alzato il mento, le accarezzò la guancia arrossata.
“Perdonami, mi sono fatto prendere dalla rabbia, e sopratutto dalla gelosia. Non era mia intenzione farti del male, non più di quello che ti abbia già fatto provare in tutti questi anni. Ti prometto che non dovrai mai più versare una lacrima a causa mia.”
E senza aggiungere altro si chinò per prendere possesso della sua bocca, in un bacio in cui Kaori riuscì a percepire tutta la sua necessità di avere un contatto profondo con lei. Quando si staccarono si guardarono intensamente negli occhi, poi a Ryo venne un dubbio, un dubbio che doveva assolutamente cavarsi dalla testa.
“Sbaglio o hai forse detto di avergli mostrato il tuo corpo??"
Lei lo guardò con fare malizioso, sapendo benissimo quali viaggi contorti si stesse facendo quell’uomo irrecuperabile.
“Ah ah, ma tranquillo, non è successo niente tra me e Yuri, era solo per aiutarlo nel suo lavoro. La mia virtù è ancora salva se ti stai chiedendo questo.
Ryo la fissò con sguardo sornione e, prendendola in braccio: “Non per molto mia cara..” e la portò in quello che da quella sera, sarebbe diventato il loro nido d’amore.


E anche questa mia follia è terminata! Voglio come sempre ringraziare chi mi segue, chi commenta e chi legge silenziosamente. Per me scrivere è un piacere e spero sempre di dare un bel contributo con le mie storie. 
In particolare ringrazio: Elewar, Briz65, Kaori06071987,Stellafanel87,msdarcyfan,Maryfangirl, 24Giu, FunnyJumpingSparrow. 
Ogni recensione è sempre un piacere, un modo di confrontarsi, di migliorare! 
GRAZIE

a presto 
un abbraccio 
Vale 

 

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