La Battaglia dei Mondi [1] : La Porta per Abyss

di rosy03
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 00. Prologo: Inizio e Fine ***
Capitolo 2: *** 01. Il Centro e i suoi Nemici ***
Capitolo 3: *** 02. Il Simbolo della Pace... è KO? ***
Capitolo 4: *** 03. Ayan e la Strega ***
Capitolo 5: *** 04. Paura e Coraggio ***
Capitolo 6: *** 05. Obiettivo: Team 7 ***
Capitolo 7: *** 06. I Tre Ninja ***
Capitolo 8: *** 07. La potenza Otsutsuki contro il Duo ***
Capitolo 9: *** 08. Indizi e Colpe ***
Capitolo 10: *** 09. La Gilda più Forte, Fairy Tail ***
Capitolo 11: *** 10. L'Inizio degli Scontri ***
Capitolo 12: *** 11. Battaglia su più Fronti (Parte 1) ***
Capitolo 13: *** 12. Battaglia su più Fronti (Parte 2) ***



Capitolo 1
*** 00. Prologo: Inizio e Fine ***


PROLOGO:

Inizio e Fine
 

 

«Diamine, Isuke! Fai piano!»
Il ragazzo la guardò corrucciando le sopracciglia e con le mani sui fianchi. «Avresti dovuto schivarlo.»
Amanda, questo era il suo nome, sbuffò contrariata. Era da giorni che non le si poteva rivolgere la parola e quando aveva finalmente accettato di allenarsi con lui, ecco che si lamentava per qualsiasi cosa.
Prima era la luce negli occhi, poi il rumore continuo dei computer che non la faceva concentrare, ora era persino colpa sua che l’aveva colpita troppo forte!
«Dobbiamo diventare più forti, Amy. Il più presto possibile.»
Lei arricciò le labbra prima di rispondere: «Questo lo so benissimo, scemo.»
«E non dimenticare che abbiamo una missione. Non appena il computer avrà trovato il bersaglio dobbiamo intercettare Artemi prima che ci metta le mani prima di noi.»
Amanda se l’era sentito dire molte volte da una settimana a quella parte, le facevano quasi male le orecchie. «D’accordo. Continuiamo» e tornò ad assumere la posizione precedente.
«Amanda? Isuke?»
I due si voltarono contemporaneamente in direzione del grande portone che in quel momento era stato aperto da En, una bellezza eterea e priva di qualsivoglia imperfezione: con i suoi lunghi capelli marroni tendenti al blu sulle punte, gli occhioni da cerbiatta color nocciola e la pelle diafana, sembrava una dea. Una meravigliosa dea.
Forse lo era per davvero, era questo il comune pensiero di coloro che l’avevano incontrata.
«Ivar mi ha mandato a chiamarvi, vi aspetta nella sala computer.»
Amanda si irrigidì, non si aspettava di essere convocata così presto. «D’accordo, arriviamo.»
La donna sorrise incoraggiante. «Andrà tutto bene, ne sono certa.»
Non c’era da aspettarsi niente di meno da En, la persona più calma e ottimista che avesse mai incontrato, Amanda sospettava seriamente che fosse un angelo.
«Speriamo» fece Isuke, recuperando da terra la solita felpa extralarge che soleva indossare sopra le T-shirt. «Sarà un’impresa non da poco proteggere la Colonna da Artemi e i suoi nuovi ‘amici’.»
C’era astio nella sua voce. Astio, dolore e qualcos’altro che Amanda non seppe interpretare, perché poi il ragazzo uscì dalla sala d’allenamento senza dire nient’altro.
Dando le spalle alle due, coprendo i folti capelli biondi con il cappuccio della felpa.
«Sarà difficile» disse En.
Amanda annuì, grave. «Già. Difficile.»


 


L’uomo che li aspettava aveva gli occhi scuri incollati sul monitor del computer principale, lì dove era apparso scritto un nome a caratteri cubitali e successivamente le coordinate per raggiungere quella persona.
Amanda sciolse i lunghi capelli marroni che aveva precedentemente legato per allenarsi meglio e sistemò meglio la tuta dei pantaloni, tutta stropicciata. «Dicci tutto Ivar.»
«L’abbiamo trovata.»
«Bene. Finalmente una buona notizia!» esclamò Isuke incrociando le braccia dietro la testa.
Il capo dell’organizzazione gli lanciò un’occhiata, era evidente che c’era dell’altro e che la cosa non sarebbe piaciuta poi tanto. «È l’ultima Colonna rimasta.»
«Porca miseria...»
Amanda gli diede un pizzicotto, non aveva mai sopportato che l’amico imprecasse in quel modo scurrile, specialmente in sua presenza; tornò a guardare Ivar preoccupata. «Questa è la nostra unica possibilità, vero? È nostro compito proteggerla fino alla fine.»
«I Dimensional Gap sono pronti, con ogni probabilità dovrete combattere contro di loro. State attenti, tornate sani e salvi con la Colonna
Isuke annuì, estremamente serio, come non lo era mai stato.
Avrebbero dato il tutto per tutto, questa volta senza risparmiarsi.

 


 
[In un Futuro Prossimo]
 

L’odore del sangue riempiva le narici. Le grida le rimbombavano in testa, sconnesse e pian piano sempre più ovattate, come se tutto stesse svanendo.
Come se tutti coloro che aveva intorno stessero scomparendo uno ad uno. Il solo pensiero che potesse succedere qualcosa ai suoi nuovi amici le fece rizzare i capelli sulla nuca e in preda al terrore cercò con gli occhi le loro figure.
Dov’erano finiti? Perché vedeva tutto nero?
Cos’era successo? «Ah, già
Come aveva fatto a dimenticarlo? Se l’era cercata, era stata una stupida: una stupida distrazione, un momento di debolezza e si era cacciata nei guai.
Avrebbe dovuto stare più attenta. Avrebbe dovuto pensare alle conseguenze delle sue azioni. Sapeva però che nulla l’avrebbe portata a rimpiangere ciò che aveva fatto: era estremamente convinta di essere nel giusto. Non poteva permettere che lui morisse.
O peggio, che venisse nuovamente posseduto dai demoni... «Questa volta ci sono io» avrebbe voluto dirgli.
«Questa volta puoi fidarti





 



#Rosy:

Innanzitutto, sto revisionando la storia. Ma tranquilli, non ci saranno grossi cambiamenti di trama, anzi, modificherò un po’ la grafica, aggiusterò qualche errore grammaticale, lessicale e di stile.
Tornando alla storia in sé: il prologo è un po’ corto ma è sostanzialmente voluto, i prossimi saranno un po’ più ricchi di informazioni e di azione, promesso!

Questo CrossOver è nella mia testa da anni e ha subito innumerevoli cambiamenti, tanto che personaggi come En e Isuke non avrebbero dovuto esserci... ma eccoli qua, assieme a Ivar e Amanda! Come vi sembrano?
Cercherò di evitare mappazzoni (?) e farò le cose ordinate.
Ma non voglio rubarvi altro tempo, ci tengo però a precisare una cosa: si tratta di una serie (nella mia testa, almeno, è così) e ho già pubblicato uno spin off che però vi consiglio di leggere DOPO il capitolo otto altrimenti non capireste chi sia il protagonista.

Passerò inoltre a illustrarvi i quattro fandom principali, affiancati da un quinto “di contorno”:

My Hero Academia
Ci troviamo in un mondo dove oramai essere un supereroe, avere super poteri o comunque abilità sovrumane è normale, tanto che quasi tutta la popolazione ne è dotata!
La storia che ci viene mostrata è quella di Izuku Midoriya, un nerd che, nonostante faccia parte di quella piccola fetta di popolazione priva di poteri, è determinato a realizzare il suo sogno: diventare il migliore degli eroi in circolazione. Presto però dovrà fare i conti con la dura realtà... o forse no? Sarà l’incontro con il mitico All Might a ribaltare tale realtà.

ATTENZIONE! My Hero Academia è ambientato nella Quarta Stagione! Possibili Spoiler!
 
One Piece
In un mondo quasi interamente coperto dall'acqua e con poche e piccole isole abitate si è fortemente diffusa la pirateria, pratica che riceve un'ulteriore spinta il giorno in cui Gold Roger, il re dei pirati, annuncia al mondo intero che ha nascosto un incredibile tesoro, il One Piece.
La storia segue le avventure del giovane pirata sognatore Monkey D Rufy, intenzionato a trovare il One Piece e diventare il nuovo Re dei Pirati.
Rufy metterà insieme una strana ciurma di pirati e grazie al potere del frutto del diavolo Gomu Gomu, che lo ha reso un uomo di gomma a discapito della capacità di nuotare, e alla sua grande forza di volontò si ritroverà più e più volte a mettere a soqquadro il mondo intero.

ATTENZIONE! One Piece è ambientato dopo la saga di Wano! Possibili Spoiler anche se il manga non è ancora arrivato fino a quel punto!
 
Fairy Tail
Fairy Tail è la gilda di maghi più casinista e combinaguai del Regno di Fiore, è situata nella città di Magnolia e prende il suo nome dall’antica leggenda secondo cui le fate hanno la coda.
Lucy Heartphilia è una ragazza che sogna di poter entrare nella gilda di Fairy Tail e un giorno, dopo varie peripezie, incontra proprio uno dei suoi componenti: Natsu Dragneel, un ragazzo che gira il mondo in cerca del drago che per lui è stato come un padre, Igneel, insieme al suo fidato compagno, il gatto blu Happy.
Entrata a far parte della gilda, Lucy finirà per far gruppo insieme a Natsu e ad altri due maghi della stessa: il mago del ghiaccio Gray Fullbuster e la maga guerriera di classe S Elsa Scarlet.
Nei loro viaggi e nelle missioni incontreranno molti maghi potentissimi, buoni e malvagi, gilde rivali e oscure, mostri e demoni, viaggiando anche in mondi paralleli, per poter vivere la loro grande avventura.

ATTENZIONE! Fairy Tail è ambientato immediatamente dopo la fine della serie! Possibili Spoiler!
 
Naruto
Orfano dalla nascita, Naruto Uzumaki è un ninja del Villaggio della Foglia che sogna un giorno di diventare Hokage, ossia il ninja a capo del villaggio. Da sempre bambino emarginato, Naruto scopre quasi per caso la ragione per la quale tutti lo tengono a distanza: dentro di lui è sigillato lo spirito della Volpe a Nove Code, un gigantesco demone sovrannaturale che anni addietro aveva raso al suolo la Foglia. Dopo essere entrato all'Accademia ninja, Naruto viene inserito nel team 7, composto da Sasuke Uchiha e Sakura Haruno, e guidato dal maestro Kakashi Hatake.
Fra molteplici avventure in paesi dalle diverse culture e combattimenti avvincenti contro avversari pericolosi, inizia per Naruto un viaggio alla scoperta di se stesso, delle sue origini, del valore dell'amicizia e dell'onore di essere ninja.

ATTENZIONE! Naruto è ambientato dopo la Quarta Guerra dei Ninja e subito prima del film The Last! Possibili Spoiler!

Detto ciò, spero che la storia possa divertirvi ^^
rosy

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Capitolo 2
*** 01. Il Centro e i suoi Nemici ***



Capitolo 01:
 
Il Centro e i suoi Nemici
 





Tre giorni. Tre maledetti giorni di riposo assoluto, Isuke avrebbe avuto tante cose da ridire ma non se l’era sentita di mettersi contro un’Amanda furiosa come una biscia.
Avevano protetto la Colonna grazie a chissà quale divinità e l’avevano portata al Centro.
Claudia. Questo era il nome della Colonna proveniente dall’Altra-Parte; lo stesso da cui sapeva di provenire Amanda, ma di cui non ricordava quasi nulla... dopotutto aveva vissuto al Centro sin da quando era bambina. Claudia si era rivelata una persona normale, non aveva qualità speciali, non era in grado di difendersi neanche da un borseggiatore con un coltello di plastica ed era miope, per cui non vedeva un tubo senza i suoi occhiali.
Nonostante avesse faticato a fidarsi di loro (chi si sarebbe fidato di due pazzi che sostenevano di provenire da un altro mondo?), alla fine aveva compreso chi fossero i buoni e chi i cattivi, chi intendeva proteggerla e chi ucciderla.
Quella mattina Claudia si svegliò riposata, attese qualche minuto prima di alzarsi e andare a parlare seriamente con il capo del posto, un certo Ivar. Voleva sapere perché quegli strani individui ce l’avessero con lei, perché la volevano morta... e come avrebbe fatto a tornare a casa senza mettere in pericolo nessuno.
Ricordava ancora nitidamente il combattimento furioso tra i due agenti del Centro e quel tipo con le catene, Ayan. Sarebbe potuta morire. Erano stati attimi di puro terrore e se non fossero intervenuti loro avrebbe fatto sicuramente quella fine. Scosse la testa, non lo voleva ricordare.
Le faceva impressione.
Claudia camminò a lungo, percorrendo i lunghi corridoi vuoti di quel palazzo illuminato da grossi lampadari che pendevano dal soffitto, era incredibile come in quel luogo antichità e modernità coesistessero in armonia. Amanda le aveva disegnato una specie di cartina ma nonostante questo si perse un paio di volte prima di riuscire a trovare la sala grande.
Era una stanza perfettamente quadrata e ben illuminata.
Intravide l’uomo dai capelli marroni intento a leggere qualcosa sull’enorme tavolo posto al centro della stanza, quando gli si avvicinò questo si voltò nella sua direzione facendole un segno col capo, per salutarla. – Sei venuta in cerca di informazioni, immagino.
– Immagina bene, signore.
Lui sorrise flebilmente. – Chiamami pure Ivar.
In un primo momento non disse nulla, si limitò a sedersi su una delle sedie girevoli che erano disposte in fila lungo il tavolo. Aveva gettato un occhiata vaga al soffitto chiaro, le pareti erano color panna e su quella opposta all’entrata c’era un’immensa libreria.
– C-Cosa ci faccio qui?
Perché Isuke e Amanda erano giunti lì a salvarla? Perché quel tizio pericoloso voleva tanto mettere le mani su di lei? A cosa serviva?
Ivar lesse nei suoi occhi quella infinità di domande, si concesse un sospiro prima di cominciare a parlare: – È una storia lunga.


•••


Ivar sembrava una persona seria e ligia al dovere. Secondo lei doveva aver vissuto qualcosa di traumatico perché ogni volta che finiva per parlare di certi argomenti il suo sguardo diventava triste e perdeva un po’ di lucidità. Non si sarebbe affatto stupita se a un certo puto la sua voce avesse cominciato a tremare.
Questo è il Centro – aveva iniziato così il discorso. – La funzione principale della nostra organizzazione è evitare che la Via si squarci. La Via è una specie di barriera che divide un Mondo dall’altro e solo noi con i nostri dispositivi possiamo aprire un varco.
Ivar era stato gentile e paziente. Tutta la tensione e la paura scemarono grazie al suo modo di metterla a suo agio, la tranquillità con cui le infondeva coraggio e si rivolgeva a lei non aveva niente a che vedere con l’irruenza di Amanda e Isuke. Poteva dire di essere più serena di quanto non lo fosse mezz’ora prima.
Quasi nessuno sa della nostra esistenza. Fino a tre settimane fa eravamo più di cento agenti, ora siamo solo in tre – aveva spiegato e fu a quel punto che Ivar divenne scurissimo in volto. – In pochi sono ancora vivi ma hanno preferito tornare a casa pur di non incontrare nuovamente quel... mostro.
Claudia non riusciva a credere che Ivar le stesse raccontato per filo e per segno tutto ciò che era successo al Centro quando la creatura di Abyss aveva messo a soqquadro quel luogo. Quando Isuke aveva accennato alla cosa si era rabbuiato e zittito, facendole capire che ciò che era accaduto l’aveva segnato talmente tanto che ancora non riusciva a parlarne.
Non ci aspettavamo un evento simile – aveva detto. – Ma fino a poco fa il corridoio che hai percorso per arrivare qui era impregnato dall’odore del sangue.
Claudia si era sentita gelare sulla sedia.
Non ci voleva un genio per capire che Ivar si sentiva in colpa, tremendamente in colpa per essersi salvato a discapito di molti suoi sottoposti. Ma ora avevano un nuovo obiettivo.
Lei. Proteggerla da Artemi.
Tu sei una Colonna, Claudia. L’ultima rimasta, sfortunatamente. Per questo dobbiamo evitare che Lui ti uccida a qualunque costo.
Che cos’è una Colonna? – si era azzardata a chiedergli.
Ivar rispose dopo un lungo silenzio, forse non era facile trovare le parole giuste. – Le Colonne sostengono la Via proprio come i pilastri di un ponte. È la vostra energia vitale a farlo e quasi nessuna di voi ne è conoscenza – aveva spiegato. – Ora che tutte le Colonne tranne te sono morte, sei l’unica che può evitare che la Via collassi. Noi ti proteggeremo ma per farlo devi rimanere qui.
È tutto così assurdo, pensò.
Rimanendo nel tuo mondo tutti saranno in pericolo.
Claudia l’aveva capito. Era rimasta per qualche secondo in silenzio senza proferire parola e lo sguardo basso, sulle scarpe che Amanda le aveva prestato e fatto trovare accanto al letto dove l’avevano messa a riposare.
Avrebbe messo in pericolo sua madre, suo padre, il suo fratellino... il solo pensiero che potesse succedere loro qualcosa le annebbiò la vista per un attimo. Aveva accettato di buon grado di rimanere lì al Centro, per il bene dei suoi cari e per il bene del mondo intero.
Chissà cosa sarebbe potuto succedere se la Via fosse scomparsa.
Una tragedia si abbatterà sui mondi, chiunque potrà passare da una parte all’altra e i più deboli soccomberanno ai più forti. Sarà una catastrofe.
Era ignara, Claudia, di quali creature Ivar stesse parlando ma il senso era chiaro. Non potevano permettere che la Via venisse distrutta, lei doveva restare in vita.
Va bene – gli aveva detto, annuendo discretamente e mordendosi un labbro. – Resterò qui.
Purtroppo non so ancora quanto tempo ci impiegheremo a sconfiggere Artemi, ma faremo tutto il possibile per proteggere la tua famiglia. Fino a quando la situazione non si stabilizzerà tutti i tuoi conoscenti si dimenticheranno di te.
Poi si era affrettato ad aggiungere: – Puoi stare tranquilla, i poteri di En sono precisi e infallibili, non appena potrai far ritorno a casa tutto tornerà come prima.
Claudia avrebbe tanto voluto chiedere chi diavolo fosse En ma non le sembrò il caso, anche perché c’erano ancora tante cose che Ivar doveva dire e poco tempo a disposizione.

 

•••


Amanda stava togliendo la fasciatura al braccio, ormai la ferita era completamente guarita. La sua stanza era come l’aveva sempre lasciata: piena di fogli e vestiti sparsi per terra, il caos.
Era uno dei motivi per cui Isuke non vi metteva mai piede. Contrariamente a quel che sembrava la vera disordinata era lei mentre il ragazzo digrignava i denti anche solo quando notava un quadro fuori posto. Davvero pignolo su certe cose.
Si fece un bel bagno caldo, in verità ci impiegò anche meno del solito, e tornò a far compagnia al suo fido compagno di sventure che sonnecchiava in infermeria.
Isuke la accolse con una smorfia. – Mi passeresti il manuale che En ha lasciato lì? – le chiese indicando l’enorme libro posto sul mobile accanto all’ingresso.
Glielo passò. – Non dovresti riposare?
– La ferita è quasi del tutto guarita. I poteri di En funzionano alla grande!
Amanda sbuffò. – Ma non dovresti sforzarti comunque. Domani dobbiamo ripartire e sai bene che è meglio essere riposati.
Il ragazzo annuì distrattamente, troppo impegnato a rileggere alcune note che aveva trascritto sul corretto funzionamento dei DG. Come se non li sapesse usare alla perfezione!
– Ancora non capisco perché continui a studiare cose che già sai – gli disse, infatti.
Lui alzò le spalle. – Non si smette mai di imparare.
– Il capo sta parlando con Claudia.
Isuke alzò lo sguardo sull’amica per un nanosecondo – Le starà spiegando un po’ la situazione.
– Ma ovviamente non le dirà tutto, no?
Seguirono interi minuti di silenzio.
Amanda sapeva bene che qualsiasi cosa fosse successa, Ivar non si sarebbe messo a sbandierare i fatti del Centro ai quattro venti. Non era da lui.
Ad ogni modo Claudia meritava delle spiegazioni. Era lei il bersaglio della follia di Artemi.
– Beh, ormai non serve più nascondere la realtà dei fatti. Se Ivar vorrà parlargliene è una sua decisione, io non voglio saperne niente. Ho già i miei problemi e anche tu dovresti pensarla così.


•••


La sua camera era piccola ma gli spazi erano così ben organizzati che sembrava parecchio più grande di quanto non lo fosse in realtà. Due armadi stretti e alti erano posti ai lati della finestra che dava sul retro del quartier generale, il letto era a una piazza e mezza ed era davvero soffice, mentre la scrivania aveva una piccola libreria annessa.
Se doveva passare del tempo lì avrebbe dovuto riempire gli spazi vuoti con libri, fumetti e tutto ciò che poteva servirle per ammazzare il tempo quando voleva stare da sola. La sua camera si trovava a poche porte di distanza da quella di Amanda e perfettamente di fronte a quella di Isuke.
Tutte le altre erano vuote e sigillate.
Si stupì non poco quando vide un valigia sul letto, l’aprì e le mancò il respiro: dentro c’erano alcuni suoi vestiti, alcuni libri e il suo peluche preferito. C’erano persino il suo diario e lo zaino che usava per andare a scuola. Il solo rivedere l’orsacchiotto color caramello che le avevano regalato i suoi amici al suo quindicesimo compleanno, fece sì che la mente venisse invasa dai ricordi.
Ricordi belli, felici ma anche dolorosi, e di conseguenza sentì un forte peso al petto quando l’immagine di suo fratello cominciò a formarsi nella sua mente. Le mancava già tantissimo.
Gli occhi si inumidirono e ben presto due lacrime le rigarono il volto.
Non voleva piangere, era troppo presto ma erano successe così tante cose tutte insieme. Prima lo strano individuo che cercava di ucciderla, poi Amanda e Isuke, quest’ultimo rimasto ferito proprio davanti ai suoi occhi, il viaggio ultra dimensionale che come conseguenza le aveva fatto rimettere tutto ciò che aveva mangiato e infine la notizia di non poter più tornare a casa. Almeno finché Artemi non fosse stato sistemato.
Per un momento desiderò davvero la morte di quell’essere a cui dava la colpa della sua condizione. Non avrebbe potuto riabbracciare Thomas, né i suoi genitori e nemmeno i suoi amici se prima Artemi non fosse sparito dalla circolazione per sempre.
Lo odiava. Lo odiava davvero tanto.
Claudia si meravigliò di poter provare tanto odio verso una singola persona, si sentiva addirittura peggio di quando ‘conobbe’ per la prima volta Shou Tucker dell’anime di Fullmetal Alchemist Brotherhood. Si sentì fremere dalla voglia di dare un pugno al responsabile di tutto!
Poi sentì bussare.
Fece appena in tempo ad asciugarsi il viso con la manica della maglietta. – Avanti.
L’uscio si aprì e fece la sua comparsa niente di meno che Amanda. – Ciao – disse ed era accompagnata da una donna bellissima, Claudia pensò di non aver mai visto nessuno di così bello. – Lei è En. È la Guardiana del Centro, una specie di nostro angelo custode – le spiegò.
En le sorrise. – Piacere di conoscerti, Claudia.
– Il piacere è mio – disse, cercando di mostrarsi rilassata. Ma la sua mente non faceva altro che pensare a quello che le aveva detto Ivar poco prima: che era stata lei a far perdere i ricordi di sé ai suoi cari. Ma almeno così saranno al sicuro...
– Se hai bisogno di qualsiasi cosa rivolgiti pure a lei. Anche se hai solo bisogno di sfogarti con qualcuno, è brava a tirar su di morale le persone al contrario di me.
En ridacchiò garbatamente mentre Amanda alzò le spalle.
– Vi ringrazio – disse Claudia a un certo punto. – Mi avete salvata e curata.
– Non devi ringraziarci. Dopotutto è il nostro lavoro. Tutto ciò che riguarda Artemi è il nostro lavoro – asserì Amanda. – Comunque non c’è bisogno che parli con noi in maniera tanto formale. E puoi semplicemente chiamarmi Amy se ti va.
Claudia annuì. – D’accordo.
– Bene! – fece la bruna posando le mani sui fianchi. – Ivar di avrà già spiegato tutto, no? Del Centro, della Via, del fatto che tu sei l’ultima Colonna rimasta in vita? Se vuoi dopo cena posso spiegarti un altro po’ di cose riguardo la missione di domani.
Claudia alzò un sopracciglio. – Quale missione?
A quel punto En intervenne nella conversazione con un altro dei suoi luminosi sorrisi. – È stata una decisione dell’ultimo momento. Tu andrai con Isuke e Amanda in missione domani. Muovendoti continuamente da un Mondo all’altro eviteremo che Artemi possa localizzare la tua posizione.
– E sicuramente sarai molto più utile in missione che qui a far niente.
Claudia non capiva se Amanda stesse scherzano o no, ma sicuramente partire per una missione quando ancora non aveva avuto il tempo di ambientarsi le pareva una pazzia.
Ma non poté controbattere perché le due se ne andarono, consigliandole di farsi un bel bagno caldo prima di cena cosicché avrebbero avuto il tempo necessario per altre spiegazioni.


•••


– Questo è un esempio di Dimensional Gap, abbreviato in DG – le disse Amanda mostrandole l’aggeggio rotondo. Sembrava più una calcolatrice che un oggetto in grado di creare varchi tra le dimensioni. – Basta digitare le coordinate e premere il pulsante bianco. Quelle del Centro sono 44rp12m5. Cerca di ricordartele nel caso in cui dovessi scappare senza di noi.
Claudia annuì. Ormai non faceva altro da trenta minuti.
Il giorno prima era crollata e Amanda non aveva avuto modo di spiegarle niente: le troppe informazioni ricevute e il continuo stato di stress le avevano fatto perdere le energie, così all’alba la ragazza del Centro era entrata in camera sua e l’aveva buttata giù dal letto.
– Abbiamo una missione! – aveva esclamato.
Il sonno le era passato del tutto quando era andata a sbattere contro la schiena di Isuke. Il ragazzo, contrariamente alle sue aspettative, sembrava stare più che bene, tanto che la sollevò senza sforzo quando, per lo scontro, era finita a terra.
– Ehi, Terra chiama Claudia! Ci sei? A cosa stai pensando?
Amanda le stava sventolando una mano davanti al viso, al che Claudia scosse la testa nella speranza che tutti i pensieri inutili svanissero dalla sua mente. – Scusa, mi ero distratta.
La bruna sospirò. – Dicevo, i DG sono apparecchi che non possono finire in mani sbagliate. Artemi ne ha rubati un paio l’ultima volta che è stato qui, ma dobbiamo assolutamente evitare che altri estranei ne entrino in possesso.
– In altre parole si deve evitare che qualcuno che non sappia usarli possa aprire un varco dimensionale e finire in un altro Mondo per caso. Giusto? – concluse.
Amanda sorrise allegramente annuendo. – Esatto!
– Ne porteremo due con noi. Uno lo terrò io e l’altro Amanda – fece Isuke, irrompendo nella conversazione. Fino a quel momento stava smontando un computer con un cacciaviti. – In caso di problemi ti farò avere il mio e potrai scappare.
Claudia avrebbe voluto ribattere ma non gliene diedero il tempo perché arrivò Ivar seguito da En. – Siete pronti?
I due agenti annuirono vigorosamente.
– Fate attenzione e non strafate. È importante che anche voi non vi facciate male – disse En con voce angelica, per poi volgere gli occhi nocciola verso la Colonna. – Resta sempre vicino a loro.
Claudia annuì. Ancora.
– Il computer ha le coordinate giuste. Dobbiamo trovare queste persone e convincerle ad aiutarci.
Ivar parlò principalmente a Claudia, essendo l’unica che ancora non aveva ben capito quale fosse la missione che avrebbero dovuto compiere. Tirò fuori dalla tasca alcuni fogli che porse ai tre giovani.
Quando Claudia diede uno sguardo a quello che le capitò tra le mani si ritrovò a trattenere il fiato.
– Nessuno di loro è a conoscenza dell’esistenza del Centro ma trovate il modo di convincerli a combattere con noi. Non abbiamo tempo da perdere e queste persone sono a dir poco straordinarie, sicuramente saranno in grado di battere... un mostro.
Isuke annuì arricciando le labbra. – Questo qui mi sembra forte già dalla foto.
– Non mi convincono tutti e tre al cento per cento ma se li hai selezionati tu, mi fido – fece Amanda, annuendo in direzione del capo.
Claudia, invece, era ancora scioccata. Non riusciva a capire come fosse possibile che ci fosse una sua foto lì sopra.
Il suo strano silenzio attirò l’attenzione degli altri che cominciarono a preoccuparsi circa un eventuale attacco di panico. Fu En ad avvicinarsi lentamente mettendole una mano sulla spalla e inclinando di poco la testa per vederla in volto. – Tutto bene?
Claudia tremò. – Voi siete proprio sicuri che q-questa persona esista?
Isuke alzò un sopracciglio, stranito, imitato da Amanda mentre il capo del Centro non si scompose più di tanto dinanzi alla sua incredulità.
Poi alla ragazza venne in mente una cosa singolare e fu a quel punto che comprese il suo turbamento. – Ora che ci penso... nel tuo mondo esiste qualcosa grazie ai quali è possibile venire a conoscenza di ciò che succede negli altri Mondi – disse, la sua era una riflessione fine a se stessa ma ciò che disse bastò a far scuotere Claudia.
Quest’ultima era, se possibile, ancora più allibita del sapere di essere l’ultima rimasta che può impedire il collasso della Via.
– Mi stai dicendo che...?
– Non mi pare proprio il momento di parlare di queste cose – disse Isuke, all’improvviso. – Dobbiamo sbrigarci se vogliamo sconfiggere Artemi prima che riesca ad ammazzarla.
Ivar si trovò d’accordo e Claudia dovette reprimere tutte le domande, le ansie e i dubbi che le tartassavano le interiora perché... non può essere vero!
– Rientreremo alla base tra una settimana al massimo. Abbiamo tre Mondi da visitare – disse Amanda, al che il compagno annuì con un sorrisetto.
En li salutò con un sorriso radioso mentre Isuke inseriva le coordinate sul DG.
Il varco si creò e Ivar assunse la sua solita espressione preoccupata – Buona fortuna a tutti e tre.


 
 






 
 





► Capitolo revisionato.

# Sono tornata prima del previsto ^^ questo primo capitolo è più esplicativo rispetto al prologo, anche se, come penso abbiate intuito c'è ancora qualcosa che la povera Claudia non sa, qualcosa di importantissimissimo! Qui abbiamo un'altra panoramica sui personaggi da me inventati: ho paura di parlare di loro perché potrei involontariamente fare degli spoiler, per cui lascerò le prime impressioni a voi.

Claudia, a differenza degli altri, è una persona normale senza alcun potere a cui è capitata la disgrazia di essere la Colonna che sostiene la Via. La relazione tra Amanda e Isuke è parecchio complessa, ma ci vuole del tempo prima che possa parlarvene liberamente. Pazientate ^^
Lo scontro avvenuto nel Mondo di Claudia è volutamente messo da parte, più avanti ritornerà.
Avrete anche notato che tra Claudia e gli agenti non è che ci sia tutta quest'amicizia, semplicemente perché cerco di mettermi nei panni di tutti e tre: per Claudia è difficile instaurare un rapporto perché è ancora impaurita e persa a causa della situazione; mentre per Amanda e Isuke lei è semplicemente una persona da dover proteggere, lavoro insomma. Sono stati abituati così.

Ovviamente poi le cose potrebbero cambiare, chissà ^^ io non mi esprimo.
E che altro? Ringrazio @Elgul1 per la recensione, spero che anche questo capitolo possa essere degno di altrettanti complimenti... Nel prossimo capitolo entreremo nel vivo della missione e non ci faremo mancare un po' d'azione, spero di riuscire in quest'impresa titanica: è da un po' che non mi cimento in questo genere di storie, non so se sono ancora brava a descrivere degli scontri. Incrocio le dita ^^

Alla prossima

Rosy

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Capitolo 3
*** 02. Il Simbolo della Pace... è KO? ***



Capitolo 02:
 
Il Simbolo della Pace è... KO?
 


 
 

Claudia non si sarebbe mai abituata al viaggio dimensionale.
Non appena mise nuovamente piedi a terra, dovette fare dei respiri profondi per non vomitare dietro il primo cespuglio in vista. Amanda era piacevolmente divertita dalla cosa.
I tre ragazzi passarono i primi dieci minuti nascosti in un parco cittadino, cercando di capire dove fossero finiti. Ma Claudia aveva un presentimento.
Che si trasformò in certezza quando notò la stranezza di alcune persone che li circondavano. – Non vorrei sbagliarmi ma...
– Cosa? – fece Isuke, incuriosito.
Claudia fece un respiro profondo. – Questo posto lo conosco. Certo, non direttamente... se così fosse potrebbe essere più facile del previsto trovare quella persona – disse, poi strinse le labbra: – Però non me lo spiego.
– Ti riferisci a quello che ho detto prima? – chiese Amanda. – In effetti mi sono sempre chiesta se andasse bene così. Alcuni Mondi sono a conoscenza di ciò che accade negli altri... le informazioni sono pur sempre limitate. Ma Ivar non si è mai mostrato preoccupato per questo e io mi fido di lui.
– Ma se fosse davvero così allora vuol dire che...! – fece per dire, ma si fermò.
Isuke allora incrociò le braccia al petto ampio. – Vuol dire che cosa?
Non ne era sicurissima ma dopo aver dato un’occhiata alla zona, alla foto dell’uomo erculeo a cui avrebbero dovuto chiedere aiuto e dopo aver chiarito che si trovassero in una moderna città giapponese abitata da persone apparentemente normali e non... l’unica cosa che le veniva in mente era... lui. Il nome scivolò fuori dalle sue labbra in un flebile sussurro: – All Might.
Gli altri due si lanciarono un’occhiata preoccupati che la Colonna fosse impazzita all’improvviso.
– Dobbiamo trovarlo e sperare che non sia troppo tardi! – esclamò allora guardando gli agenti.
Fu Amanda a esternare per prima la sua confusione. – Chi sarebbe questo All Might? Noi dobbiamo trovare un tipo che si chiama Yagi Toshinori! E cosa significa “prima che sia troppo tardi”?
Claudia si premurò di spiegare loro tutto per strada, oltrepassarono il parco e pregò che l’eroe fosse ancora nel pieno delle sue forze altrimenti sarebbe stato un guaio.
– Se è vero che questo Mondo è lo stesso che conosco io grazie a un fumetto, allora la persona che state cercando è effettivamente All Might, l’Hero numero uno. Il suo vero nome è Yagi Toshinori – disse, mentre cominciava a camminare verso una zona abitata seguita dagli altri due. – In questo Mondo la maggior parte delle persone possiede delle abilità speciali chiamate Quirk, ed è grazie a queste abilità che si è sviluppato il mestiere dell’eroe.
– Aspetta – fece Isuke, incredulo. – Stai dicendo che questo posto è pieno di eroi?
Claudia annuì. – I più giovani studiano in quella che viene chiamata U.A, il liceo per diventare dei super eroi – spiegò animata da nuovo entusiasmo. – Ed è lì che siamo diretti noi. All Might insegna lì! L’unica cosa che mi preoccupa è la possibilità di trovarlo indebolito. A causa di uno scontro con un potente Villain e in seguito alla donazione del suo Quirk al suo successore, All Might potrebbe non riuscire a sostenere una battaglia.
Seguirono dei secondi di silenzio, più che altro gli due avevano bisogno di tempo per elaborare tutte quelle nuove informazioni. La mente di Amanda non poté che proiettarsi verso Ivar: possibile che uno dei motivi per cui aveva insistito affinché portassero la Colonna con loro era... quello?
– È una fortuna che tu conosca questo Mondo – disse Isuke continuando a camminare con le braccia incrociate dietro la testa e osservando con crescente curiosità l’ambiente circostante, in particolare le strane persone che incrociavano per strada. – Dici che questa U. A è molto lontana?
In verità Claudia non sapeva dove si trovasse con esattezza, voleva chiedere informazioni per assicurarsi che stessero andando nella direzione giusta ma non sapeva se era una buona idea attirare così l’attenzione. Dopotutto loro erano degli estranei lì.
– Abbi un po’ di pazienza, ‘suke – sbuffò Amanda. – Piuttosto mi preoccupa quello che ha detto Claudia. Se questo Toshinori non fosse più in grado di combattere, come faremo?
– Sarebbe un problema.
Amanda alzò gli occhi al cielo. Dovevano trovare quel tizio al più presto e assicurarsi il suo aiuto per sconfiggere Artemi e salvare tutti Mondi. Senza una Via, l’equilibrio collasserebbe.
– Siamo arrivati, ragazzi – si fermò dinanzi a un enorme edificio con grandi finestre, all’ingresso di questo però, cosa che sorprese perfino Claudia, vi erano palloncini e festoni.
Un mucchio di gente entrava e usciva, ragazzi e ragazze in uniforme distribuivano volantini colorati e la scritta FESTIVAL era stata scritta a caratteri cubitali, sullo striscione principale.
I tre ragazzi varcarono la soglia e Amanda cominciò a guardare con insistenza la bancarella delle crepes. – Io comincio ad avere fame
– Non mi pare il momento di mettersi a mangiare. Prima troviamo Toshinori e poi andrai a riempirti la pancia – disse Isuke, che ignorò bellamente l’insulto che la ragazza gli lanciò. Picchiettò con un dito la spalla di Claudia. – Hai idea di dove possa trovarsi?
Purtroppo però lei aveva già capito tutto e la sua espressione venne ben interpretata da entrambi gli agenti del Centro. – Ho paura che All Might non possa aiutarci.


•••


– Svegliati.
Una voce. Nient’altro. Chi diavolo osava disturbare la sua prigionia?!
– Chi sei?
Sentì una flebile risata risuonare attraverso il cristallo che la teneva intrappolata. Non poteva muoversi, neanche aprire gli occhi o usare i suoi poteri ma riusciva benissimo a sentire quella voce. Rabbrividì come non le era mai successo prima.
– Io posso aiutarti.
Cos’era? Avrebbe voluto sbuffare.
– Nessuno può aiutarmi.
Dolore. Frustrazione. Rabbia.
– Io posso ridarti la tua libertà.
Seguirono attimi di puro silenzio. C’era una sola cosa a cui riusciva a pensare in quella circostanza: la vendetta. Avrebbe tanto voluto uscire da quella prigione di cristallo e farla pagare a chi l’aveva messa laggiù, in un angolo sperduto del mondo!
Dovette ingoiare un po’ d’orgoglio prima di parlare – Cosa vuoi esattamente da me?
In quella voce non udì divertimento o soddisfazione, era soltanto atona e vuota.
Come il luogo che abitava da secoli.
– Uccidi una ragazza per me.
Ghignò. – Solo questo? È troppo facile.
– Ti ricompenserò con la libertà... e un certo manufatto.
Quanto potente poteva essere quell’oggettino che le proponeva? Credeva davvero di stare parlando con una stupida? Lei era la più potente delle tre sorelle, quale oggetto magico avrebbe potuto soddisfare la sua persona?! – E di cosa si tratta?
Solo allora scorse una piccola risata, flebile come un piccolo soffio. – Il talismano di Medusa.
Poi ad un tratto, tutto cominciò a pulsare, il cristallo che la imprigionava divenne improvvisamente di un rosso vivo, attraversato da sottili crepe che s’allargavano sempre di più.
Per un attimo ebbe paura che assieme al cristallo stesse andando in frantumi anche lei. Fu un attimo, la luce investì i suoi occhi blu come il fondo dell’oceano e un largo ghigno si fece strada sul suo volto pallido.
– Ebbene?
 

•••


Chiedendo informazioni in giro, Claudia e i due agenti si ritrovarono dinanzi alla segreteria scolastica. Fu Isuke a bussare e colei che li accolse era niente di meno che Midnight.
Una donna avvenente, certo, dai lunghi capelli blu e una maschera dello stesso colore attorno agli occhi scuri, con addosso la sua divisa da eroe che lasciava davvero poco spazio all’immaginazione.
Claudia strinse le labbra. Nella sua mente vi era il caos: sul serio si trovava davanti proprio a Midnight?!, l’eroina vietata ai minori?! Che poi insegna in un liceo, ma vabbè...
– E voi chi siete? – chiese, assumendo la sua caratteristica posa sensuale.
Amanda prese la parola, conscia che a quest’ora il cervello del suo collega fosse già bello che fritto. – Stiamo cercando To- cioè, All Might. Sa dove possiamo trovarlo?
La donna li guardò scettica.
Claudia ebbe paura per un attimo che li scambiasse per persone poco raccomandabili, ma i suoi dubbi si rivelarono soltanto frutto della paranoia perché Midnight mostrò loro un largo sorriso. – Va bene, seguitemi.
I tre dunque camminarono dietro all’Hero, attraversando i corridoi e a tratti sgomitando per riuscire a passare tra la folla. Claudia ancora faceva fatica a crederci.
Aveva cominciato a leggere My Hero Academia soltanto tre mesi prima e ora si trovava tra i corridoi della U.A e alla ricerca del grande All Might! Cominciò a pensare che le sarebbe piaciuto incontrare tutti i suoi personaggi preferiti, menzione speciale a Midoriya.
Avrebbe tanto voluto scambiare quattro chiacchiere con lui!
Persa com’era nei suoi pensieri inciampò addosso a uno studente e per poco non andò con la faccia per terra. Sospirò rimettendosi dritta, ma quando alzò lo sguardo verso la schiena di Amanda non la trovò più dinanzi a sé.
Un’ondata di panico si impadronì di lei. Dove sono finiti? Mi sono persa?!
Beh
, pensò, almeno sono circondata da Heroes e aspiranti Heroes, per cui non dovrebbe succedermi niente, no?
Cercò di raggiungere un punto meno affollato e si guardò attorno. Non vi era più traccia di Amanda, Isuke o Midnight e, tra l’altro, non vedeva nessuna faccia conosciuta.
Questa sì che è sfiga...!
Cercò di fare mente locale: a che punto del manga erano? Il festival culturale doveva trovarsi cronologicamente dopo il salvataggio della piccola Eri, per cui All Might era senza dubbio tornato a essere un normale essere umano. Guardò l’orologio che segnava le dieci meno dieci.
A quest’ora, se non sbaglio, la classe 1A... Claudia sorrise tra sé e sé.
Sperò che Isuke e Amanda non se la prendessero troppo se per una ventina di minuti sarebbe sparita.


•••


Quando Amanda lanciò un’occhiata alle sue spalle, per essere sicura che Claudia li stesse ancora seguendo, le sfuggì un urlo strozzato.
– Che c’è Amy? – fece il suo compagno, voltandosi appena.
Anche la donna si era fermata a guardare i due, rimanendo però in silenzio.
– Claudia è scomparsa! – esclamò preoccupata. – Dobbiamo cercarla, non deve allontanarsi!
Isuke aggrottò le sopracciglia e si morse l’interno della guancia, evitando così di mettersi a imprecare.
Fu a quel punto che Midnight intervenne nella conversazione: – Cosa sta succedendo esattamente?
Amanda sentì improvvisamente la gola farsi secca. Era a corto di parole e questo l’Hero parve percepirlo. – Chi siete voi?
I due agenti si guardarono per un attimo, consci che quella donna li avesse condotti di proposito in quel corridoio isolato della scuola e del fatto che stavano pensando alla stessa cosa.
Siamo nella merda...
 

•••


Aveva aspettato con trepidazione l’inizio dello spettacolo e alla fine era stata ripagata. Dopo un inizio esplosivo (nel vero senso della parola dato che alla batteria c’era niente meno che Bakugou) la voce di Jirou riempì la palestra di vibrante energia.
Certo, da quella distanza non riusciva a vedere bene il viso di ognuno, la miopia non aiutava. Comunque riuscì a individuare perfettamente Uraraka, Ashido e Yaoyorozu e a un certo punto intravide anche la zazzera di capelli verdi di Midoriya: non riusciva a capire quale emozione stesse provando in quel momento, ma qualcosa che si avvicinava pericolosamente alla felicità.
Un’energia positiva che non provava da tanto tempo, da quando aveva messo piede al Centro con la consapevolezza che non sarebbe tornata tanto presto a casa.
Avrebbe dovuto ringraziarli se ce ne fosse stato il tempo.
Lo spettacolo terminò e Claudia aveva le lacrime agli occhi, quanto avrebbe voluto essere meno sensibile...! Gran parte delle persone cominciarono a uscire dalla palestra, il pavimento ricoperto da ghiaccio, coriandoli, palloncini e tutto ciò che avevano utilizzato per rendere il concerto uno spettacolo indimenticabile.
Riconobbe Mirio Togata in compagnia di Eri e Claudia deglutì. La scena in cui lui piangeva al tappezzale di Nighteye era ancora vivido nella sua mente.
Cercò di non pensarci e fece per andarsene anche lei, dopotutto aveva promesso a Isuke e Amanda che non si sarebbe allontanata e aveva già disubbidito. Non voleva farli preoccupare.
Devo solo cercare di capire dove siano andati e raggiungerli, basterà chiedere di All Might...
Ancora una volta era persa nei suoi pensieri e ancora una volta andò a sbattere contro qualcuno, questa volta però la persona accidentata cadde letteralmente a terra. – Oddio, mi scusi! – esclamò in preda al panico, allungando una mano per aiutarlo ad alzarsi.
Claudia... diventò di pietra.
– Non preoccuparti, sto benone, giovane ragazza.
Non ci credo... m-ma...
– All Might?!
Il suo sembrò proprio un grido che attirò l’attenzione di coloro che erano ancora in palestra.
L’uomo si rimise in piedi abbozzando un sorriso tirato, non era ancora abituato a farsi vedere in quelle sembianze dai suoi fans. – Già, proprio io.
Claudia si sentì arrossire di botto. Non che provasse imbarazzo dinanzi a lui ma aveva fatto una figura del cavolo mettendosi a urlare in quella maniera – Mi s-scusi, veramente, non guardavo dove stavo andando – disse, poi fece un respiro profondo e sembrò calmarsi. – Piacere, Claudia.
Si chiese per quale diavolo di motivo Amanda e Isuke non erano con loro. Dove li stava portando Midnight?!
– Il piacere è mio, giovane Cla-
– Ehm, signor All Might – lo interruppe lei abbassando di poco il tono di voce. – Le potrei parlare un attimo in privato?
L’ex Pro Hero si mostrò alquanto confuso.
Stava per dire qualcosa ma una voce dal fondo della palestra li fece sobbalzare: – E allora?! Datti una mossa, Merdeku!! – abbaiò Bakugou contro quel povero ragazzo lentigginoso, il quale smise di osservarli e ricominciò affannosamente a rimettere a posto assieme agli altri.
Claudia, se possibile, stava per avere un attacco di ridarella.
Era più forte di lei, ma quando leggeva (o in quel caso sentiva) le sfuriate di Katsuki Bakugou proprio non riusciva a non ridere. Sfortunatamente non ce la fece e scoppiò.
Questa volta però proprio tutti la sentirono.
Dio che vergogna...
– E tu chi cazzo sei?! Che hai da ridere?!
Claudia si tappò la bocca con entrambe le mani per poi spostarle dietro la schiena, imbarazzatissima – C-Ciao.
Quello digrignò i denti prima di urlarle addosso. – Ciao un corno!
– Suvvia, giovane Bakugou, calmiamoci – si intromise a quel punto l’uomo scheletrico che corrispondeva al nome di Yagi Toshinori, il quale poi si rivolse a lei. – Di cosa volevi parlarmi?
Come avrebbe potuto spiegarglielo in poche parole?
Mi prenderà per matta.
Purtroppo però il suo flusso di pensieri venne brutalmente interrotto da un botto, seguito da delle grida, sentì degli spari e alcune voci familiari per poi riconoscere Amanda quando questa si palesò all’entrata della palestra, con in viso un’espressione per nulla rassicurante.
– Cosa di ‘non allontanarti mai da noi’ non hai capito, esattamente?!
Claudia arrossì di vergogna. – Mi dispiace.
Fece anche per aggiungere altro ma trattenne a stento un grido quando Isuke venne schiantato esattamente contro il palco, facendo ammutolire i presenti.
Si portò una mano alla bocca, sperando che non si fosse fatto troppo male e temendo l’entrata di un nemico da un momento all’altro. Immaginò di tutto in quei pochi secondi, All Might si era persino premurato di farle fare alcuni passi indietro per allontanarla dalla battaglia.
La stessa cosa fece Mirio, tenendo ben stretta la piccola Eri, mentre Midoriya e gli altri studenti si tenevano pronti a dare una mano ai loro professori.
– M-Ma che sta succedendo?
Purtroppo però la sua domanda non venne presa minimamente in considerazione poiché Amanda si lanciò come una furia contro il responsabile del ferimento del suo amico: un uomo dai lunghi capelli neri e dall’aspetto trasandato. A Claudia venne un colpo.
Aizawa mosse quella specie di lunghissima sciarpa di nanofibre di carbonio, la sua arma di cattura, e con una velocità che non credeva possibile l’avvolse attorno al corpo della sua amica, immobilizzandola.
Midnight avanzò verso di loro seguita da Present Mic, ma fu proprio Erasedhead a parlare: – Chi siete e cosa siete venuti a fare alla U.A.?
Mi sa che è meglio intervenire prima che sia troppo tardi!
Fece per fare un passo ma l’ormai ex Simbolo della Pace la fermò, probabilmente preoccupato che rimanesse coinvolta. – Ehm... All Might, credo... ecco, credo che ci sia stato un errore – balbettò in preda al panico. – Un grandissimo, gigantesco, errore!
Quell’ultima frase praticamente strillata, attirò più attenzioni del dovuto.
La professoressa l’adocchiò e la riconobbe subito: l’aveva vista in compagnia di quei tizi sospetti. Fece per dirlo ai suoi colleghi ma riuscì appena a schivare un proiettile che andò a conficcarsi sulla parete alle sue spalle, a poca distanza dalla porta.
– Lascia andare la mia amica! – esclamò Isuke puntando la pistola verso Aizawa mentre si teneva il fianco dolente con l’altra mano. – Piuttosto voi cosa volete da noi?!
Certo, la distanza tra i due era notevole ma Claudia aveva già visto il biondo in azione e sapeva che avrebbe colpito il suo bersaglio anche se tra loro ci fossero stati cento metri. Per questo si sbrigò a intervenire, scansò All Might ignorando il suo richiamo e si posizionò esattamente al centro della palestra con le braccia spalancate.
Si rivolse poi al giovane agente: – Aspetta! Non colpirlo! – esclamò trafelata.
Isuke represse la voglia di lanciarle la pistola in testa. – Ma che stai dicendo?!
– Si tratta di un errore!!
 

•••


Camminò a piedi nudi sino alla riva del lago, lì si fermò.
Era completamente priva di vestiti, la sua pelle pallida era illuminata dalla luce della luna piena e attorno a lei svolazzavano miriadi di farfalle blu.
Alzò una mano dinanzi a lei, il pelo dell’acqua si mosse impercettibilmente e poi finalmente quei bellissimi insetti volanti si posarono sul suo corpo trasformandosi in un vestito nero lungo sino alle ginocchia dalla scollatura provocante.
Perse giusto qualche istante a guardare la sua immagine riflessa nell’acqua, per il momento poteva bastare. Infine giunse le mani le cui unghie erano laccate di nero.
Pronunciò la formula magica e il lago sembrò illuminarsi di un’intensa luce viola a intermittenza, la stessa luce che brillava nei suoi occhi dello stesso colore delle profondità oceaniche. Sul suo indice destro vi era un gioiello, un sigillo con sopra impressa una freccia.
Sarà un giochetto da ragazzi, pensò ghignando.
– Cosa stai facendo?
La donna non diede segno di averlo sentito, almeno in un primo momento. Il lago smise di emettere quella luce sinistra, poi qualcosa sul fondo esplose e come risultato si ritrovarono entrambi bagnati.
Da sotto la superficie apparve una piccola sfera violacea che levitò lentamente verso di lei.
L’afferrò e la mostrò al ragazzo che, impassibile, affondò le mani nelle tasche dei jeans. – Sai cos’è questa?
Lui non fece nulla ma neanche espresse la sua ignoranza in merito.
– È un’anima.


•••


Claudia restò seduta sul divano, i pugni serrati sulle ginocchia e la testa piena di pensieri. Aveva deciso di tenere lo sguardo fisso sulla tazza di tè un tempo fumante che era poggiato sul tavolino mentre gli altri attorno a lei discutevano della situazione.
Era stato difficile convincere i professori della U.A. che non avessero cattive intenzioni, soprattutto erano lì per chiedere il loro aiuto, o meglio, quello di All Might. Claudia percepì distintamente lo sconforto dell’ex Pro Hero nel momento in cui dovette dire che no, non avrebbe potuto dar loro una mano.
Fortunatamente Gran Torino era a conoscenza dell’esistenza del Centro grazie a sua figlia, ne aveva parlato a Toshinori pochi anni prima e solo dopo aver ascoltato la spiegazione di Amanda si ricordò delle parole della sua maestra. Lei e Ivar si erano conosciuti, una volta.
– Quindi il vostro obiettivo è sconfiggere Artemi e, intanto, proteggere lei – concluse Midnight sorridendo in direzione di Claudia che si sforzò non poco per ricambiare.
Eraserhead e Present Mic erano seduti sulle due poltrone ai lati del divano, il primo seguiva la conversazione in silenzio, mentre il secondo irrompendo vivacemente con alcuni suoi commenti.
Isuke era da un po’ che se ne stava in silenzio con il cappuccio ben calato sulla testa e lo sguardo perso aldilà della finestra, Claudia avrebbe tanto voluto sapere a cosa stesse pensando.
Dev’essere qualcosa di vagamente triste se ha quell’espressione.
Amanda intanto andava avanti e indietro, irritata dalle continue interruzioni di Present Mic, ma cercò in tutti i modi di far capire loro la situazione. All Might era seduto al suo fianco.
A quel punto Amanda sospirò. – Beh, è inutile rimanere qui a questo punto. Comunque vi consiglio di rimanere all’erta e di contattare il nostro capo qualora doveste ricevere... visite sgradite.
Non lo dava a vedere ma era abbattuta: non si aspettava di trovare un ostacolo sin da subito.
– Ehm – cominciò Claudia alzando di poco la mano come se fosse a lezione. – Dovrei andare in bagno.
In verità aveva bisogno di rimanere sola per un po’.
– Posso accompagnarla io – fece Midnight, rivolgendosi alla giovane agente come per avere una conferma.
Con sua grande sorpresa non fu Amanda ma Aizawa a fermarla. – Aspetta. Vai ad avvertire il preside cosicché possa informare Endeavor e gli altri Pro Hero. Ad accompagnare la ragazza ci penseranno gli studenti impiccioni piantati dietro la porta.
Claudia giurò di aver sentito qualcuno imprecare e poco dopo l’uscio si aprì, rivelando la faccia imbarazzata di Denki Kaminari. – Eheh, salve prof!
All Might sorrise sinceramente divertito. – Da quant’è che siete lì fuori?
– Mi dispiace! Come rappresentante di classe avrei dovuto impedirlo ma... ecco... – era chiaro che Tenya Iida non sapeva più che pesci pigliare, Claudia sospettava che preso dalla curiosità anche lui si fosse messo lì dietro a origliare.
Amanda strinse tra loro le labbra, rimanendo in silenzio.
La Colonna si alzò incamminandosi verso la porta. – Farò subitissimo – disse e sperò anche lei fosse vero. Richiudendosi la porta alle spalle si lasciò andare a un sospiro, non era passato tanto tempo ma già soffriva l’oppressione degli agenti del Centro: non era libera neanche di fare una passeggiata per schiarirsi le idee.
– Dì un po’ – era stata la voce allegra di Eijirou Kirishima a destarla da quel flusso di pensieri. – Tu cosa sai fare?
Dinanzi a Claudia vi erano diversi volti, uno più particolare dell’altro. Riconobbe per l’appunto Kirishima e i suoi rossi capelli appuntiti, Ochaco Uraraka con il suo angelico sorriso, Mina Ashido e la sua stranissima pelle color marshmallow, Midoriya e Shouto Todoroki.
Caspita, visto dal vivo è ancora più affascinante!, si ritrovò a pensare per un attimo. Poi si rese effettivamente conto di essere circondata da alcuni studenti della 1 A della U.A.
Sembra sempre più un sogno... e senza realmente accorgersene allungò una mano verso il viso di Kirishima, tirandogli leggermente la guancia. Lui alzò un sopracciglio, stranito, per cui tirò indietro le mani dietro la schiena e finse un sorriso di circostanza – C-Cosa hai chiesto, scusa? Stavo pensando ad altro.
– Ti ho chiesto cosa sai fare, a quanto abbiamo capito sei una persona importante. Un pilastro, no?
– Hanno detto Colonna, non pilastro! – lo rimbeccò scherzosamente la ragazza dalla pelle rosa, la quale accennò un inchino nella sua direzione – Piacere, sono Mina Ashido! –
Il suo sorriso si allargò maggiormente. – Mi chiamo Claudia, il piacere è mio.
– Non sei giapponese, vero? – chiese allora Uraraka, al che lei scosse la testa.
Si rivolse poi al rosso conscia che non avrebbe potuto dire nulla di entusiasmante perché effettivamente l’essere una Colonna non le donava poteri speciali. Purtroppo.
Rispose alle domande degli studenti avendo nella mente soltanto un unico pensiero.
Non avrebbe mai potuto immaginare di poter incontrare i personaggi di My Hero Academia, le dispiaceva soltanto che non aveva più visto Bakugou ma non poteva certo chiedere dove si fosse cacciato, dopotutto lei non avrebbe dovuto conoscerli.
– Allora? Dove vuoi che ti accompagniamo? – fece allegra Uraraka.
Iida cominciò ad agitare come suo solito la mano per aria. – Purtroppo però non ci è concesso portarti fuori dalla scuola, sarebbe troppo pericoloso.
Claudia scosse la testa. – Non preoccupatevi, avevo solo intenzione di andare in bagno – per stare un po’ di tempo da sola e riflettere... avrebbe voluto aggiungere ma non voleva farsi vedere in quelle condizioni. Non per chissà quale motivo, semplicemente sentiva che ne aveva bisogno.
Midoriya, allora, mise in mostra uno dei suoi soliti e rasserenanti sorrisi. Forse se n’era accorto, dopotutto Deku era una ragazzo attento ai dettagli.
I ragazzi si erano presentati uno per volta, avevano imboccato un corridoio vuoto (lontano dal frastuono del festival), scesero al piano di sotto e tra una chiacchiera e l’altra erano giunti a destinazione. Alla fine neppure le ragazze erano entrate con lei, le ringraziò mentalmente mentre oltrepassava la porta dei bagni.
Aprì il rubinetto dell’acqua e si lavò le mani.
Vide la sua immagine riflessa nello specchio e pensò di non essersi mai vista tanto strana. Nell’aspetto era sempre lei, con i suoi corti capelli castani e gli occhi color cioccolato, semplicemente aveva qualcosa di diverso. Forse era la consapevolezza, il senso di pericolo che la coglieva nei momenti più disparati, come in quel momento.
Non era mai stata tanto ansiosa di rimanere da sola in un bagno.
Si morse l’interno della guancia e sospirò verso il soffitto, strizzando gli occhi, cercò in quei pochi attimi di non pensare a nulla e autoconvincendosi che non c’era nulla di cui aver paura. Oltre quella porta c’era il futuro eroe numero uno e i suoi amici, poco più in là i professori della scuola, Isuke e Amanda.
Rianimata di positivismo, fece per uscire ma nel momento esatto in cui stava per abbassare la maniglia sentì un battito d’ali. Un rumore non troppo forte, in realtà, ma era riuscito a sentirlo senza problemi.
Si voltò appena in tempo per rendersi conto che il bagno era invaso da strane farfalle blu. Automaticamente spinse il suo corpo contro la porta aprendola, in quel momento però gli insetti volarono verso di lei facendole cacciare un grido.
Per lo spavento cadde col sedere per terra mentre le farfalle svolazzavano per il corridoio.
– Da dove spuntano queste?! – esclamò Kirishima.
Claudia, ancora un po’ scioccata, scosse la testa. – N-Non ne ho idea – gracchiò. – Ma non mi piacciono per nulla.
– Neanche a me – disse Ashido, posizionandosi davanti alla Colonna.
Fu niente meno che il figlio di Endeavor a porgerle la mano per aiutarla ad alzarsi, cosa che Claudia accettò volentieri.
La sua mano destra è fredda proprio come me l’ero immaginata...
Un insetto si posò silenziosamente sul braccio della ragazza, incendiandosi subito dopo, facendola strillare: ancora una volta Todoroki l’aiutò usando il potere della sua parte destra.
Stavo per diventare un arrosticino...! – G-Grazie – balbettò impaurita, mentre tastava la pelle che stava anch’essa per prendere fuoco.
– Non toccate le farfalle! – esclamò Ochaco.
– Dobbiamo tornare dei professori.
A rispondere fu Kaminari: – Se almeno queste cose la smettessero di svolazzare alla rinfusa!
– Ci penso io.
Claudia guardò la schiena di Midoriya dinanzi a lei e si ritrovò a tirare un sospiro di sollievo, infatti usando il suo Delaware Smash, l’onda d’urto creatasi grazie alle dita colpì in pieno le bellissime e letali farfalle che svolazzavano nel lungo corridoio.
Restò a bocca aperta e si lasciò sfuggire un “Grande” appena sussurrato ma che tutti sentirono.
Midoriya per un attimo arrossì per il complimento, ma poi si ricompose. – Andiamo!
Gli studenti della U.A. presero a correre seguiti a ruota da una Claudia ancora sconvolta, ripercorsero il corridoio, quello che li avrebbe portati dai professori e da All Might.
– Spero soltanto che le persone al festival siano state evacuate! – esclamò Uraraka.
Fu Midoriya a risponderle: – Credo proprio che gli Heroes siano stati informati dal preside di rimanere in guardia.
– Però... non si sentono le grida dei civili e alcun suono che possa far ricondurre a un combattimento. Può darsi che le farfalle abbiano attaccato soltanto noi e che il festival culturale stia proseguendo.
L’ipotesi di Todoroki non era poi così infondata, pensarono tutti preoccupati.
– Vuoi dire che tutte quelle persone adesso si stanno divertendo ignare del pericolo?! – esclamò Kirishima, il compagno dagli occhi eterocromatici annuì. – Questa non ci voleva! Dobbiamo avvertire gli Heroes e i professori!
– L’idea migliore è dividersi, Iida...
Ma quest’ultimo interruppe Midoriya, intuendo subito cosa stava per dire: – Ci penso io! Voi proteggete Claudia! Tenete alto il nome della classe 1 A! – esclamò prima di attivare il Recipro Burst e dividersi dal resto dei compagni.
La ragazza lo vide sfrecciare a tutta velocità giù per le scale, pensò che fosse incredibile, come un po’ tutti gli altri del resto.
Il gruppo continuò a salire le scale, alla seconda rampa però si fermò, in cima vi era una figura.
Una figura circondata dalle farfalle blu, con gli occhi color ghiaccio e la pelle diafana.
– Lo conosci? – chiese allora Todoroki, al che Claudia annuì.
– È lui che controlla le farfalle? – fece Ashido, rivolgendosi sempre alla Colonna che questa volta negò col capo. – Allora può darsi che si sia portato dietro un amico.
Claudia tremò, ricordava ciò che era successo nel suo mondo e non ci teneva a ripetere l’esperienza.
Midoriya se ne accorse e le sorrise rincuorante. – Non preoccuparti. Ti aiuteremo noi.
Strinse il labbro tra i denti per trattenere le lacrime e annuì, dopotutto non le restava che affidarsi agli altri. Sempre. In quel caso, affidarsi a Deku e ai suoi amici.


•••


La conversazione andava avanti inesorabile, li avevano raggiunti uno strano topo parlante che dichiarava di essere il preside della scuola e un altro paio di insegnanti.
Amanda stava giustappunto rompendo le righe quando la voce severa di Isuke la interruppe: – Dobbiamo andarcene!
Gli adulti presenti presero a osservarlo mentre abbandonava la finestra e si dirigeva a passo spedito verso la porta. – Che succede, ‘suke?
Il biondo imprecò un paio di volte prima di dare delle spiegazioni. – Artemi ci ha trovati. Se non lui, uno dei suoi tirapiedi e Claudia è in giro chissà dove!
Aizawa si alzò per avvicinarsi alla finestra da dove vide lo stesso spettacolo a cui aveva assistito Isuke poco prima: miriadi di farfalle blu svolazzavano per il cortile della U.A. e tutti i visitatoti, eroi, studenti e professori erano a terra.
– Che diamine...? – cominciò a dire All Might, raggiunto anche lui la finestra.
Isuke spalancò la porta. – Dobbiamo trovarla!
– Non così in fretta, ragazzino – proruppe una voce femminile, il giovane agente del Centro portò istintivamente la mano alla pistola che nascondeva nella tasca interna della felpa ma non fece in tempo.
La mano della donna si poggiò al centro del suo petto e lui non riuscì più a muoversi.
– Isuke!
– Il modo migliore per eliminare un obiettivo è, prima di tutto, togliere di mezzo i suoi guardiani – spiegò la bella donna dai lunghi capelli neri legati in una treccia, poi sorrise allegra a Isuke. – E uno è già stato neutralizzato.
Amanda digrignò i denti. – Maledetta. Chi sei?!
La sconosciuta fece una smorfia, rivolgendo il suo sguardo blu come la notte alla ragazza. – Non sono mica obbligata a risponderti – disse, ma prima ancora di fare qualsiasi movimento Aizawa aveva già fatto la sua mossa e in un attimo la Villain fu subito immobilizzata dalla sua arma di cattura. – Oh, ma dai – ridacchiò. – Un così bell’uomo non dovrebbe essere rude con il gentil sesso.
– Parla. Che sei venuta a fare qui? – sibilò Nezu, in pena per i suoi studenti in pericolo.
Lei dapprima lo guardò con stupore, poi sorrise. – Ma che carino. Cosa sei? Un procione?
– Sono il preside di questa scuola – dichiarò serio, come non lo era mai stato. – E ora parla. Ti ha mandata Artemi? Vuoi fare del male a quella povera ragazza?
– E togliti quel falso sorriso dalla faccia, già che ci sei – continuò Midnight, alquanto infastidita.
Rise. La donna misteriosa rise buttando la testa all’indietro, doveva trovare tutto molto divertente.
All Might strinse i pugni lungo i fianchi, in quel momento si rese effettivamente conto di non poter più aiutare nessuno. Non aveva più un quirk, non sarebbe sopravvissuto neanche a una semplice scazzottata, non avrebbe più potuto salvare nessuno.
Nemmeno Claudia. Era ovvio che quella donna fosse lì per lei.
Amanda si avvicinò all’amico, ancora immobile, per poi rivolgersi a lei. – E dimmi cosa gli hai fatto! Perché non riesce a muoversi?!
Quella smise di ridere, trattenne uno sbuffo annoiato. – Credo che questo posso anche dirtelo, ragazzina... vedi, questo è il mio potere.
– Che razza di potere è?
La sconosciuta ghignò, sembrava così maledettamente sicura di sé. – Se vuoi ne parliamo un’altra volta, tesoro, adesso ho proprio da fare – disse, poi si rivolse a colui che la teneva ancora immobilizzata tramite la sciarpa in nanofibre di carbonio, abbozzando un sorriso provocatorio: – Mi spiace, amore, tra noi non avrebbe mai funzionato. Non sei male ma dovresti imparare un po’ come ci si comporta con le donne.
In un attimo il suo intero corpo si trasformò in tante, tantissime farfalle che volarono via, di lei nessunissima traccia.
Isuke crollò a terra, esausto, ma almeno ora riusciva a muoversi. Imprecò affannosamente, tenendosi il petto con una mano, gli sembrava di avere ancora il cuore stretto dalle dita di quella donna maledetta.
Present Mic sospirò. – È scomparsa.
– Dobbiamo trovare Claudia – affermò All Might, al che tutti annuirono.
Amanda si alzò e raccomandò al biondo di riposare, ma Isuke si rialzò accennando un sorriso di sfida. – Non sono mica ko. Andiamo insieme.
– Non mi convince.
I presenti si voltarono verso il piccolo preside che aveva parlato, il quale abbandonò la sua espressione meditabonda per spiegare cos’aveva intuito: – È piuttosto strano che sia venuta qui e che se ne sia andata senza cercare di neutralizzarci tutti. In altre parole, può essere che abbia fatto da diversivo.
A quel punto la lampadina si accese e Amanda capì. – Ci ha tenuti impegnati mentre qualcun altro andava a prendere Claudia!
Isuke imprecò malamente prima di correre fuori, seguito dalla compagna. Speravano soltanto che non fosse di nuovo lui, Ayan.


•••
 

[Poche ore prima]

Alzò un sopracciglio. – Vuoi che vada a prenderla insieme a lui?
Non aveva niente contro quel ragazzino dall’espressione surgelata, ma era da sempre abituata a lavorare da sola e tra l’altro non riusciva proprio a capire in cosa poteva esserle utile. Se ne stava lì, in un angolo, a braccia conserte e a fissare il vuoto.
Le faceva impressione.
– Lui conosce gli agenti del Centro, ti aiuterà senz’altro – spiegò l’essere che, a quanto le aveva detto, l’avrebbe aiutata a vendicarsi contro colui che l’aveva rinchiusa in quella prigione di cristallo.
Lo guardò, non era affatto convinta. Ma lui l’aveva liberata e le aveva dato ciò che sua sorella aveva tenuto nascosto prima della sua dipartita, come a voler lasciare un pezzo di sè anche dopo la sua morte. Che ironia... è morta. – Va bene, verrà con me e collaboreremo.
Poi si voltò verso il ragazzo. Sembrava avere sì e no, diciassette anni o giù di lì.
– Come ti chiami?
Lui si limitò a guardarla, totalmente assente.
Questo mi mette i brividi...
 
 
 











► Capitolo revisionato.

# Ed ecco il secondo capitolo! ^^ Si inizia con My Hero Academia, un manga che ho iniziato a leggere da (relativamente) poco e che mi ha sin da subito affascinata!
Questa volta inizio con il ringraziare @Sayman ed @Eternity_paradise0 per le splendide recensioni e spero di non deludere le vostre aspettative... a tutto c'è un perchè, perfino dietro la 'zero professionalità' degli agenti del Centro che se la sono data a gambe ma per questo ho bisogno di più tempo, introdurrò la questione a tempo debito.
Cooomunque, sono ultracontenta che il personaggio di Isuke sia piaciuto: ovviamente più si andrà avanti con la storia più risulteranno meglio caratterizzati, diciamo che finora è quasi sempre tutto raccontato dal punto di vista di Claudia quindi ci sta che parecchie cose non le noti o che non se le sappia spiegare, soprattutto per quanto riguarda i due agenti... date tempo al tempo... e anche a me ^^ che nonostante sia ultra impegnata con lo studio mi sono cimentata lo stesso in questa impresa titanica!

Che altro dire? In questo capitolo scopriamo che l'obiettivo Numer One è All Might... ma che purtroppo è senza forze, come faranno gli agenti? Sono sicura che qualcuno di voi sa già la risposta ^^ o potrebbe facilmente intuirla.
Una cosa che noterete è che non sempre gli obiettivi da contattare sono i protagonisti (come in questo caso) perché dal mio punto di vista, Ivar vuole gente forte, i più forti che esistono e tra All Might e Izuku il divario è abbastanza alto... certo, ora che però All Might non può più combattere non è più lui il più forte.
Ma c'è comunque Endeavor... fatemi sapere cosa vi aspettate dal prossimo capitolo e dalla fine della 'saga' di MHA in generale, gli agenti chi porteranno con loro?
Il fatto che Midnight li abbia portati in un luogo isolato, lontano dal festival, è plausibile: dopo tutti gli attacchi che hanno ricevuto sono super in allerta, per cui tre sconosciuti che chiedono di All Might è alquanto sospetto, no? Spero di aver descritto bene quelle piccole scene di 'combattimento', ultimamente ho scoperto di aver perso un po' la mano con queste cose... mannaggia, devo rimendiare!
Altra cosa: chi diamine è la 'Donna delle Farfalle'?? Eeeh, è impossibile che lo sappiate perché è un mio OC u.u ma ho sparso un po' di indizi in giro, potreste facilmente indovinarne il fandom di provenienza.
E il ragazzo pallido dagli occhi di ghiaccio? Ayan? Quanti misteri... eheh, ad ogni modo per ora Claudia passa dall'essere super contenta a super ansiosa, com'è giusto che sia: il fatto che rida quando Bakugou strilla addosso a Midoriya è una cosa che mi accumuna a lei, ogni volta che si mette a sbraitare rido sempre ^^ è più forte di me! Ci tengo tra l'altro a sottolineare una cosa, una caratteristica talmente evidente da renderla paradossalmente difficile da individuare: Claudia è una nerd! E tra poco lo dimostrerà come solo lei sa fare! ^^
La storia prenderà sempre più spesso una vena comica - ma senza tralasciare l'angst, questo è sicuro, man mano che i personaggi prenderanno confidenza gli uni con gli altri!
Bene, questo è tutto (spero di non essermi dimenticata niente) e al prossimo capitolo!

Rosy

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Capitolo 4
*** 03. Ayan e la Strega ***



Capitolo 03:

Ayan e la Strega
 
 
 


Midoriya Izuku era sempre più convinto che ci fosse qualcuno, magari nell’alto dei cieli, che proprio non voleva saperne di fargli trascorrere una giornata tranquilla assieme ai suoi amici.
Prima Gentle Criminal, ora un nuovo tipo di nemico proveniente da un altro mondo.
Quando, dopo lo spettacolo, aveva adocchiato una ragazza mentre parlava con All Might aveva pensato come prima cosa a una sua fan, poi Kacchan gli aveva praticamente urlato addosso di stare battendo la fiacca e aveva ricominciato a sistemare.
Quella ragazza, che poi aveva scoperto chiamarsi Claudia, gli era sembrata abbastanza normale. Una persona nata senza poteri speciali, senza un Quirk • scoprire che in un altro mondo questo genere di cose non esisteva affatto era stato uno shock, tra l’altro. Mentre l’aspettavano fuori dal bagno delle ragazze, ebbe modo di rifletterci su ancora.
Uraraka e Ashido avevano preferito non entrare con lei perché avevano capito, cosa chiara più o meno a tutti, che la cosa che le premeva in quel momento era stare da sola. Loro non sapevano cosa volesse dire essere presi di mira da un super Villain e per questo tenuti costantemente d’occhio, ma intuivano che dopo un po’ chiunque avrebbe sbroccato. Claudia, invece, cercava di fare meno casini possibili. Sì, si era allontanata dagli agenti, ma sapeva di essere circondata da ogni lato da eroi e apprendisti eroi che avrebbero evitato il peggio.
Claudia gli sembrava una persona gentile, gli aveva sorriso non ricordava quante volte lungo la strada per i bagni e a un certo punto si era chiesto il perché. Si guardava in giro, ascoltava con tanto interesse quel che gli altri le dicevano riguardo alla scuola e ridacchiava alle battute di Kaminari e Kirishima come se fosse abituata alla loro presenza.
Poverina – aveva detto a un certo punto Uraraka, poggiando le spalle contro il muro. – Dev’essere brutto per lei che fino a qualche tempo fa conduceva una vita normale, essere il bersaglio di un Villain che descrivono così potente e pericoloso.
Claudia ci provava con tutta se stessa a non pesare sugli altri ma cosa avrebbe potuto fare?
Poi erano comparse quelle strane farfalle blu, che quasi l’arrostivano viva se non fosse stato per l’abilità di raffreddamento di Todoroki, e grazie al suo Delaware Smash erano riusciti a passare senza che nessuno rimanesse ferito.
Si erano ritrovati in una situazione di estremo pericolo, in cui Claudia andava protetta non solo dagli insetti alati ma anche dal ragazzo apparso in cima alla rampa di scale. Un ragazzo per nulla propenso a parlare; aveva gli occhi azzurri puntati su di loro ma non sembrava vederli realmente, il suo obiettivo era ovviamente Claudia.
Indossava una strana tuta bianca dai bordi finemente decorati in grigio e argento e ai polsi erano legate delle catene, le stesse che in un attimo cominciarono a muoversi autonomamente come serpenti e puntando dritti alla Colonna come per trafiggerla.
Senza aspettare neanche un secondo Kirishima attivò il suo Quirk:Indurimento e si posizionò davanti alla ragazza parando il colpo con gli avambracci. D’altronde chi meglio di lui avrebbe potuto farlo, dato che grazie alla sua abilità il suo intero corpo diventava impossibile da scalfire.
Era conscio, però, Midoriya, del fatto che si trovassero a scuola e che per evitare di farla a pezzi non avrebbe potuto usare il suo Quirk a piena potenza per battere il nemico, così come anche Todoroki e Kaminari, quest’ultimo in particolare avrebbe rischiato di fulminarli tutti.
Il festival stava proseguendo nel cortile e nell’ala opposta alla loro, non potevano mettere in pericolo tutta quella gente!
– Consegnatemi la Colonna – sibilò il biondo, incolore.
Kirishima mostrò un sorriso di sfida. – Dovrai prima vedertela con noi.


•••


Tenya Iida era uno degli studenti più veloci della U.A. grazie al suo Quirk: Engine, le sue gambe funzionavano proprio come fossero dei motori: per cui non gli riuscì difficile raggiugere il cortile dove il fastival era nel pieno del suo svolgimento, per altro in pochissimi secondi.
Il ragazzo, però, non si aspettava di trovare tutte le persone, Heroes compresi, distesi a terra, così simili a dei corpi senza vita. Gli era venuto in colpo. Poi aveva appurato che fossero soltanto svenuti, ma ad ogni modo avrebbe dovuto mettere al sicuro tutti quei civili e da solo non ce l’avrebbe mai fatta.
Si chiese soltanto come mai fossero crollati tutti addormentati.
Alcune delle farfalle rimaste le aveva eliminate a suon di calci e l’unica ipotesi riguardava proprio quelle maledette: forse, prendere fuoco non era la loro unica abilità.


•••


Paralizzata dalla paura.
Odiava quando si sentiva così impotente, ma Claudia sapeva di non poter fare niente contro un avversario del genere: Ayan era troppo forte per lei e per qualunque persona normale.
Davanti a lei, Uraraka e gli altri le facevano da scudo. Cercò di concentrarsi e non permettere alla sua mente di vagare chissà dove, in modo da poter scattare quando gli altri gliel’avrebbero detto.
Accadde tutto in un millesimo di secondo, come quella volta: Ashido e Kirishima si lanciarono all’attacco contemporaneamente, uno da destra e l’altra da sinistra: il primo per immobilizzarlo e la seconda per sciogliere con il suo Quirk:Acido le sue maledette catene.
Claudia sobbalzò quando entrambi fallirono i loro intenti. Il rosso venne spedito contro il soffitto.
Intanto, però, Ayan si era rivelato più veloce e agile del previsto e le catene agli avambracci che usava come fruste non aiutavano di certo, Mina non riusciva ad avvicinarsi abbastanza e lanciare il suo acido a distanza non avrebbe sortito risultati.
In più erano al chiuso.
È veloce, molto veloce. Neanche Ashido, che è la più agile tra noi, riesce a trovare una breccia nella sua difesa, pensò Midoriya mentre osservava la compagna schivare e tentare di usare il suo Quirk.
Ayan non si lasciava mai toccare da lei e dal suo acido. – Dannazione! – esclamò a un certo punto, quando una punta acuminata riuscì a sfiorarle una gamba, fece un salto all’indietro per allontanarsi ma il biondo ne approfittò per infilzarla.
Ci sarebbe anche riuscito se non fosse arrivato Kirishima dal piano di sopra che, non soltanto parò il colpo, ma riuscì anche a stringere una catena nel pugno destro. A quel punto ghignò. – Ti ho preso, bastardo!
Ayan non fece una piega, non reagì neanche alla provocazione, mosse la seconda catena nella direzione del rosso ma abilmente Ashido mise le mani sulle spalle di quest’ultimo per darsi lo slancio necessario a scavalcarlo. – Ehilà! Non ti dimenticare di me! – gridò mentre le sue braccia stavano producendo dell’acido con il quale avvolse il serpente di metallo, corrodendolo.
I due alunni della classe 1A si sorrisero, orgogliosi di aver collaborato alla grande.
Il momento di gloria durò poco, perché Ayan stava per fare la sua mossa; Todoroki fu il primo a notarlo e agì di conseguenza. – Ashido, Kirishima, allontanatevi!
Deku sgranò gli occhi e nel momento esatto in cui i due ubbidirono, Todoroki creò il suo Muro di Ghiaccio che investì con una velocità e una precisione incredibile il nemico mandando in frantumi tutta la parete, comprese le finestre.
Inevitabilmente Ayan venne sbalzato fuori dalla struttura scolastica e atterrò nel campetto esterno che, fortunatamente, era vuoto.
– Mi siete d’intralcio – sibilò il biondo.
Uraraka esultò, in quanto Claudia era finalmente lontana dai suoi serpenti metallici.
Quest’ultima, però, non era affatto rilassata, perché sapeva che a breve si sarebbe consumato uno scontro simile a quello a cui aveva assistito nel suo mondo. Ma c’era una differenza sostanziale.
Si disse che questa volta le cose sarebbero andare in maniera diversa perché a combattere contro di lui c’erano dei ragazzi che potevano contare su delle abilità speciali e che non dovevano preoccuparsi di eventuali civili.
Claudia deglutì. Sì, la situazione è diversa ma... sono comunque preoccupata per loro!
– Midoriya, andiamo!
Il piano era scendere e lasciare Claudia nelle mani di Uraraka e Kaminari, in questo modo gli altri quattro avrebbero potuto sconfiggerlo senza troppi problemi. Almeno ci speravano.
Non avevano però calcolato un fatto... le farfalle.
– Ma che...?
Kaminari per poco non ne ingoiava una. – Non vedo niente, accidenti!
Gli insetti, ancora più grossi di prima, si erano lanciati addosso al gruppo.
Ayan allungò la catena, quella che presentava ancora dei residui dell’acido di Mina. Questa si agganciò attorno alla gamba della Colonna provocandole un dolore allucinante.
Infatti cacciò un urlo, attirando l’attenzione degli eroi. Accadde tutto in un millesimo di secondo: Todoroki usò le sue fiamme, Claudia venne tirata verso il basso e il movimento le strappò un ennesimo grido, in quello stesso momento Deku attivò il Full Cowl.
A mezz’aria, Claudia stava per essere trapassata da parte a parte dal secondo serpente di metallo, aprì gli occhi solamente per vederne la punta avvicinarsi sempre di più, sempre più vicino alla sua testa.
Il cuore smise di battere o forse era lei che smise di respirare. Fu come vivere la scena a rallentatore... 
Lei era appoggiata alla parete, gli occhi dei presenti puntati sul ragazzo che stava per ucciderla. Sì, stava per ucciderla. I suoi occhi sembravano così vuoti, privi di qualsiasi sentimento.
Non voleva ucciderla davvero, era come se non gli importasse della sua esistenza. La prima catena si conficcò con forza a pochissimi millimetri dalla sua spalla, la prese di striscio e lei strizzò gli occhi dal dolore e dalla paura, ora non poteva più muoversi.
Era bloccata, i vestiti impigliati.
Ma c’era la seconda catena che... presto sarebbe arrivata. Claudia smise di respirare. Non voleva morire, non poteva lasciare suo fratello! Non voleva morire, non ancora.
C’erano ancora molte che avrebbe voluto fare...!
– Non mi hai ancora ucciso, stupida testa di cazzo! – urlò Isuke.

Si sentì una stupida a ripensare a quel momento, quando Isuke era arrivato sparando ad Ayan alla spalla sinistra e parandosi davanti a lei. Si era ferito.
È stato ferito a causa mi- Claudia avrebbe voluto urlare ma una presa ferrea attorno alle sue spalle la ammutolì, Midoriya era riuscito ad afferrarla mentre Kirishima aveva affilato le sua braccia per tranciare quella dannata catena.
Quasi pianse di gioia ignorando il dolore alla gamba.
Midoriya guardò Ayan con in volto un’espressione tremendamente seria. – Non ci hai ancora sconfitti!
– Ben detto Deku! – esclamò Kirishima lanciandosi nuovamente all’attacco. Entrambe quelle maledette fruste di metallo erano state private della punta acuminata, non sarebbe stato più un problema abbatterlo.
Almeno questo era il pensiero comune degli studenti della classe 1A.
– Certo che hai fatto proprio un bel buco, eh, Todoroki – fece Kaminari indicando il foro sopra le loro teste, al che il figlio di Endeavor sbatté le palpebre un paio di volte.
Mina Ashido sghignazzò. – Eh, beh, è il prezzo da pagare per essere spaventosamente bravi!
Il biondo alzò un sopracciglio e stava anche per dire qualcosa, ma Midoriya lo interruppe raggiugendo i ragazzi con un balzo e con ancora Claudia in braccio. – Uraraka, potresti occupartene?
Lei annuì prontamente. – Lasciala pure a me, la proteggerò.
– G-Grazie – biascicò Claudia una volta rimessi i piedi a terra, ma non riuscì a fare neanche un passo che la gamba ricominciò a dolerle.
Mina sgranò gli occhi e cominciò a scusarsi in mille modi, perché era stato il suo acido a bruciarle la pelle, quello rimasto ancora attaccato alle catene di Ayan.
– Non ti preoccupare – disse, ma dentro di lei stava urlando dal dolore. Non aveva mai avuto un’alta sopportazione del dolore, un semplice pizzicotto poteva farla sobbalzare, figurarsi delle catene corrose dall’acido!
La sua attenzione venne però attirata dal corpo ancora indurito di Kirishima sbattere violentemente contro il terreno facendo alzare una spessa nube di polvere. L’ansia le attanagliò lo stomaco ma emise un sospiro di sollievo quando vide il rosso rialzarsi.
– Maledizione, ha altre catene attorcigliate attorno alle caviglie! – esclamò.
L’avvertimento arrivò in tempo, prima che due spuntoni di metallo lo infilzassero come uno spiedino, Midoriya saltò in aria e caricò quello che Claudia capì essere il Manchester Smash, un potentissimo calcio discendente ma Ayan usò le proprie catene per darsi lo slancio e schivarlo.
Il terreno tremò e lì dove Deku aveva calciato, si creò un cratere.
Se l’avesse colpito gli avrebbe frantumato il cranio, si ritrovò a pensare sconcertata.
Ayan partì all’attacco e questa volta fu il turno del possessore del One For All gettarsi di lato e schivare, saltò nuovamente in aria e questa volta strinse il pugno concentrandovi il 20% dell’energia, il massimo a cui poteva arrivare senza spaccarsi le ossa. Scagliò il Detroit Smash contro il biondo, questa volta investendolo in pieno.
La potenza d’urto del suo pugno venne percepito anche da Claudia, che restò a bocca aperta. Certo, lo aveva visto innumerevoli volte combattere ma assistere a un suo combattimento era impagabile!
– Grandioso, Midoriya! – esclamò Kaminari.
Ayan, che era stato sbalzato parecchi metri più in là, si rialzò anche se ferito. Dopotutto anche lui, era pur sempre un essere umano...
– Adesso basta – gracchiò, prima di tossire sangue.
Per una volta lo videro avere una reazione diversa dall’apatia. Si strinse lo stomaco, lì dove il colpo aveva fatto più male e lanciò uno sguardo carico di rancore a Izuku, poco dopo mosse una delle sue catene dritta verso di lui, una seconda catena la piantò a terra, ai suoi piedi.
Midoriya si preoccupò di schivare la prima, balzando verso destra, ma neanche il tempo di capire cosa stesse per fare che la seconda sbucò fuori dal terreno alle sue spalle.
Claudia sentì il cuore fermarsi per un attimo. – Deku! – gridò, preoccupata a morte.
Non era però l’unica ad essersi accorta del pericolo, infatti Todoroki usò il suo ghiaccio per bloccare l’attacco. Espirò aria fredda, freddissima.
Che sia una situazione pericolosa o no, lo trovo estremamente figo...
– Claudia.
– Eh? Sì.
Ashido le lanciò un’occhiata divertita. Credette per un attimo di aver pensato ad alta voce e stava già per arrossire come un pomodoro maturo dalla vergogna, quando l’espressione della futura eroina cambiò, diventando seria. – Sarebbe meglio che tu ti allontanassi da qui. A lui ci pensiamo noi.
– Mina ha ragione, ma... – Uraraka si voltò verso la sua compagna di classe. – Vai anche tu, sei ferita e anche se non sembra grave, scommetto che ti sta dando delle noie.
Anche Todoroki se n’era accorto, la gamba di Ashido non sembrava stare bene: attorno al graffio, la pelle (normalmente di un acceso rosa confetto) stava assumendo una strana colorazione violacea.
– In effetti è da un po’ che mi formicola tutto – confessò, dispiaciuta.
– Andate – esclamò allora Eijirou, preoccupato.


•••


Chi non lo conosceva avrebbe pensato che Isuke fosse il tipo di persona che non si fermava mai a ragionare preso dalla collera. In realtà non era affatto così. La maggior parte delle volte era lui quello che più di tutti riusciva a mantenere il sangue freddo: Amanda lo ammirava per questo.
– Dev’essere stata quella donna – disse la bruna. – Ha fatto addormentare tutti.
Isuke non rispose, stava pensando soltanto a un’unica cosa. Una strategia? Un piano? Amanda sapeva soltanto che poteva fidarsi del suo metro di giudizio.
Poi si ritrovò a pensare a Claudia: erano molte le cose che ignorava e quasi si sentiva in colpa nei suoi confronti.
Avrebbe dovuto dirglielo? Chi fosse Ayan, la persona che aveva cercato di ammazzarla...
– Amy.
– Mh? Cosa c’è?
Isuke sbuffò. – Questa volta niente sentimentalismi.
Amanda gli diede mentalmente dello stupido ma non disse niente. Annuì, ancora frastornata, ma non poté che volgere il suo sguardo sulla sua figura mentre correva dinanzi a lei.
Niente sentimentalismi... dovrei dirlo io a te, Idiota.


•••

 
Inizio Flashback ]


Era seduto con la testa appoggiata alla porta, aldilà di questa il bambino continuava a singhiozzare. Non sapeva proprio come comportarsi: lui non aveva mai avuto dei figli e a pensarci non aveva mai avuto neanche una fidanzata o un fratellino di cui prendersi cura.
Era ben lontano dall’idea di padre che qualcuno vorrebbe avere. Non ne sapeva niente, come poteva confortare un bambino che aveva visto morire delle persone davanti a lui?
A causa sua, poi.
– Capo?
Si sentì chiamare, davanti a lui vi erano tre dei suoi agenti. – Isuke ti stava cercando, è da più di un’ora che sta dando il tormento a tutti con la sua nuova invenzione. Fallo smettere.
Ivar sbuffò una risata. – Arrivo.
Se ne andarono, tutti tranne una ragazza che si morse due o tre volte le labbra prima di parlare: – Non si è ancora calmato? – Lui scosse la testa. – È naturale, per lui è stato uno shock.
Ivar si disse in parte d’accordo, ma c’era qualcosa che non lo faceva dormire tranquillo da un po’.
Chiuse per un attimo gli occhi cercando di raccogliere i suoi pensieri. Non voleva commettere errori. Farlo significata perderlo per sempre e non voleva, non voleva che se ne andasse, che imboccasse una strada sconosciuta e dedita all’odio.
Non voleva commettere quell’assurdo errore.
Gli si strinse il cuore, dopotutto era stato lui a raccoglierlo.
Era stato lui a salvarlo nonostante nessuno lo volesse.
Lui che era... un mostro.


Fine Flachback ]


– Sei nuovamente perso nei tuoi pensieri?
Ivar sussultò sulla sedia, accanto a lui En lo osservava curiosa e con occhi gentili.
, avrebbe voluto dire. Più che altro si trattava di un sogno a occhi aperti.
Poi, con voce angelica, gli disse: – Nessuno te ne fa una colpa.
En allungò una mano, perfetta e candida come al solito, e la poggiò su quella dell’uomo afflitto dai suoi stessi ricordi. Ivar le sorrise, grato, quando si accorse di non avere più lo stesso martellante mal di testa che l’aveva costretto a prendersi qualche momento di pausa.
– Grazie, En.
La donna ridacchiò. – Faccio solo il mio dovere. I miei poteri sono solo curativi, non posso aiutarvi in altro modo.
Ivar avrebbe voluto rassicurarla ma i pensieri ritornarono improvvisamente, quelli brutti e intrisi ancora di sangue. – E invece è colpa mia. Ho sbagliato qualcosa.
Già, aveva sbagliato.
E aveva pagato il suo sbaglio con la vita di migliaia di persone innocenti...


•••


Mina inciampò nel nulla cosmico e cadde sbucciandosi le ginocchia.
Lì avrebbe dovuto capire che qualcosa non quadrava. – Stai bene? Riesci a camminare? – chiese allora Claudia, porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
Certo era che la gamba le faceva ancora male ma il dolore stava passano pian piano, dopotutto non era rotta o altro. Lo stesso non poteva dire Ashido: la pelle stava cambiando colore e stava diventando verdognola, faceva vagamente impressione.
La studentessa della U.A. ridacchiò cercando di smorzare la tensione. – E dire che dovrei essere io ad aiutarti.
– Non dire così – disse l’altra. – Per aiutarmi ti sei fatta male, mi dispiace.
Mina si rialzò, anche se a fatica, e mostrò il pollice sollevato. – Va tutto bene! Sto alla grande!
Era una bugia. Era palesemente una bugia.
Stava anche sudando, ogni passo le costava parecchia fatica e non si erano neanche allontanate troppo da lì. Midoriya e Todoroki stavano ancora cercando di mettere alle strette il nemico combinando i loro Quirk ma le farfalle che gli svolazzavano attorno non aiutavano.
Shouto aveva provato a usare le fiamme contro quelle catene sperando che si sciogliessero o che, almeno, il calore avrebbe costretto Ayan a togliersele di dosso. Ma il ferro con cui erano fatte doveva essere ignifugo perché ciò non accadde.
Kaminari le vide un po’ in difficoltà e corse immediatamente verso di loro, il suo piano era quello di aiutarle a nascondersi altrove, in un posto sicuro. Si rese però conto di una cosa alquanto preoccupante.
Qualcosa, simile a un’ombra, si stava avvicinando pericolosamente alle due. Quindi scattò più veloce di prima ma non fece in tempo. Almeno per il primo attacco.
Infatti l’ombra sottile e serpentina si alzò e puntò Claudia; fu Mina a spingerla via ma venendo ferita ulteriormente al braccio.
La cosa si attaccò nuovamente al terreno, Kaminari si lanciò tra esso e Claudia all’ultimo secondo.
Quest’ultima gridò e per via dell’ulteriore spinta del ragazzo cadde col sedere per terra.
– C-Claudia, prendi Ashido e correte lontano. Il più lontano p-possibile.
Era visibilmente affaticato, parlare gli costava parecchie energie ed era stato trapassato dalla catena d’ombra all’altezza del fianco sinistro. Nel momento in cui fece per ritirarsi, questo le fu impossibile perché Denki l’aveva afferrata con entrambe le mani macchiandole col suo stesso sangue.
La Colonna non capì subito cosa volesse fare ma avvertì l’elettricità avvolgere il corpo di Kaminari e allora scattò in piedi. Come meglio poté prese la ragazza rosa e se la trascinò sulla schiena.
Si affrettò, un passo dopo l’altro, si costrinse a non pensare dove ma l’importante era allontanarsi altrimenti Denki non avrebbe potuto usare il suo Quirk: Elettrificazione.
Non lo vide ma lo sentì usare il suo attacco e rilasciare ben due mila volts di corrente.
Per lo spavento cadde a terra ma fortunatamente erano già abbastanza lontane per evitare di finire folgorate. L’elettricità attraversò la catena d’ombra fino ad arrivare ad Ayan, che gridò di dolore.
– Kaminari! Stai bene?! – esclamò Mina e al contempo Midoriya fece per avvicinarsi a lui che, intanto, era ricaduto al suolo, streamato.
Nello stesso istante, quando l’elettricità rilasciata da Kaminari abbandonò il corpo di Ayan, Uraraka fece la sua mossa: gli si avvicinò e lo atterrò, bloccandogli le braccia dietro la schiena. Mentalmente ringraziò ancora una volta Gunhead per i duri allenamenti.
Avevano vinto.
Claudia fece per aiutare Ashido a rialzarsi per accertarsi che il biondo stesse bene ma proprio in quel momento uno stormo di farfalle si precipitò sulle due ragazze.
– Non ci credo, ancora questi stupidi insetti!
La Colonna cercò di mandarle via agitando le mani ma fu tutto inutile, anche perché Mina era davvero troppo esausta e non riusciva più neanche a usare il suo Quirk.
Successe che una farfalla, la più grande e forte delle altre, agguantò Claudia per il cappuccio della felpa e la sollevò da terra. Lei urlò per attirare l’attenzione degli altri.
Nello stesso istante però anche Uraraka gridò nella loro direzione. – Ragazzi, sta succedendo qualcosa!
Ayan aprì gli occhi e la sua stessa ombra si ramificò in una moltitudine di ‘catene’ serpentine. Uraraka non fece in tempo a mettersi al riparo e venne travolta dal tornado di ombre, venendo ferita in più punti e sbalzata per aria.
– Datemi la Colonna – sibilò ancora il ragazzo. – Datemela o vi ucciderò tutti quanti.
Izuku era in difficoltà. Cosa doveva fare?
Da una parte c’era Claudia che veniva portata via dalla farfalla blu gigante, dall’altra Uraraka gravemente ferita a pochi passi dal nemico.
– Midoriya – fu la voce calma e razionale del figlio di Endeavor a riportarlo alla realtà. – Tu salva Claudia, qui ci pensiamo noi.
Lui annuì, dopotutto si stava affidando ai suoi compagni. Todoroki e Kirishima erano ancora in grado di combattere e insieme sapeva che avrebbero sconfitto quel ragazzo, ormai al limite delle forze. Ora è più lento, dobbiamo solo sperare che non abbia altri assi nella manica, pensò.
– Ashido, riesci a muoverti?
La ragazza forzò un sorriso e annuì. – Un po’ ma non vi prometto niente.
– Allora resta con Kaminari, noi cerchiamo di allontanarlo il più possibile – esclamò Kirishima.
– Ora come ora sta solo cercando di guadagnare tempo, Claudia è stata rapita dalla persona che controlla le farfalle – spiegò Shouto, estremamente serio in volto. – Vai, Midoriya.
Kirishima ridacchiò. – Non c’è bisogno che glielo ripeti, è già andato!


•••


Claudia aveva una grande paura, una paura che le faceva formicolare tutta: l’altezza.
Quella dannata farfalla la stava trascinando sempre più in alto e la cosa non le piaceva per niente, anzi, stava iniziando ad avvertire un leggero senso di nausea. Ma forse era il dolore alla gamba.
Non l’aveva guardata perché aveva paura di farsi prendere dal panico ma immaginava cos’avrebbe visto: la sua pelle ustionata dall’acido e graffiata dalle catene.
Giunti sul terrazzo della U.A. la farfalla la lasciò cadere in ginocchio, allora si permise di respirare.
Quell’attimo di tranquillità venne però spezzato dalla voce femminile: – E così tu saresti la Colonna.
Claudia alzò lo sguardo e vide una bellissima donna vestita di nero, la pelle pallida e gli occhi blu oceano. Si sarebbe certamente incantata a guardarla in un momento normale ma il suo sguardo e il suo sorrisetto le mettevano agitazione. Una tremenda agitazione che la scuoteva fin da dentro.
– Chi sei? – le chiese, gracchiando.
La donna ridacchiò. – Volete tutti sapere il mio nome, eh? E va bene... – sospirò, per poi aggiungere: – Sono Echo.
Claudia deglutì. Non conosceva nessuno con quel nome ma quegli atteggiamenti le ricordavano qualcuno, qualcuno di cattivo.
Ma chi...?!
– Immagino tu sappia perché sono qui.
Ovvio che lo sapeva. Per lo stesso motivo di Ayan.
– E immagino anche che i tuoi guardiani stiano girovagando per questa struttura nella speranza di trovarti, peccato abbia disseminato un po’ di caos in giro. Affacciati.
Claudia non era sicura che stesse parlando sul serio. La donna le suggerì nuovamente di affacciarsi e dare un’occhiata di sotto e a quel punto non poté che eseguire.
Zoppicò fino alla ringhiera e allungò il collo, quel che vide la lasciò senza parole: tutta quella gente a terra, come se fosse morta e miriadi di farfalle svolazzanti.
– Che cosa hai fatto? – gracchiò, non aveva quasi più voce.
Sentiva di avere un macigno in gola e le lacrime minacciavano di uscire da un momento all’altro.
È colpa mia...
– Stanno dormento tutti – spiegò, avvicinandosi a lei da dietro. – Le ali delle mie farfalle rilasciano una sorta di polverina magica che fa addormentare tutti, come un potente sonnifero. Si sveglieranno tra qualche giorno suppongo.
Claudia si morse le labbra quasi fino a farle sanguinare.
È sempre colpa mia...
– Ovviamente non fanno solo questo. Vedo che hai avuto un incontro ravvicinato con una mia farfalla di fuoco e sei sopravvissuta, brava – continuò a parlare, come se fossero da sempre state migliori amiche e ovviamente alludendo alla lieve bruciatura sul suo braccio. Era stato Todoroki a salvarla in quel frangente. – Stavo pensando... ti va davvero bene?
Corrucciò la fronte, Claudia; non capiva dove volesse andare a parare.
L’altra rise.
– Ti va bene che gli altri muoiano per te? Ayan mi ha detto che qualche giorno fa Isuke è stato ferito per proteggerti e ora anche l’altro ragazzo, come si chiamava?
Kaminari...
– Già, è proprio una brutta ferita quella. Chissà se si riprenderà.
Claudia si sentì soffocare. Letteralmente.
Nessuno la stava toccando ma si sentiva oppressa, era la paura? Portò istintivamente una mano alla gola, voleva piangere e gridare.
Perché tutti finiscono sempre feriti? Perché non sono capace di difendermi da sola?
Sentiva quell’odore nauseante, l’odore del sangue; prima di Isuke, di Mina e poi di Denki e non poteva far altro che maledirsi. Perché?!
– Credo di averti torturata abbastanza, adesso basta. – La voce della strega arrivò ovattata, non riusciva a capire neanche lei come potesse essere possibile.
Si sentiva mancare, le gambe erano molli e le braccia abbandonate lungo i fianchi.
Cosa sta succedendo?
– Claudia!!


•••


Era di ronda quando la sua assistente l’aveva chiamato al cellulare. Sembrava preoccupata.
– È successo qualcosa al festival culturale della U.A. Il preside Nezu ha richiesto il tuo aiuto! – Il suo era praticamente un grido, al punto che quasi gli perforò le orecchie.
Enji Todoroki si chiese cosa potesse mai essere successo per richiedere l’intervento di uno dei migliori Heroes in circolazione, ma tutto ebbe un senso quando si avvicinò di qualche isolato alla scuola frequentata da suo figlio. Uno stormo di farfalle blu, bellissime ma letali, sbattevano le ali costantemente e in maniera ipnotica.
Endeavor fece una smorfia constatando che un gran numero di civili erano rimasti coinvolti e ora giacevano a terra, privi di sensi.
Non avrebbe potuto usare il suo Quirk a piena potenza se c’erano tutte quelle persone in giro, per questo chiamò all’attenzione i suoi aiutanti.
– Per prima cosa portate queste persone in un posto sicuro, voglio un’operazione veloce – esclamò. – Non importa quanti di voi ci vorranno, vi do dieci minuti di tempo per far evacuare.
Era certo, Endeavor, che anche i professori della U.A. si stavano dando da fare e che a quest’ora molti dei visitatori fossero già al sicuro. Almeno ci sperava.
In quanto al resto, aveva bisogno di sapere che suo figlio non si fosse cacciato in qualche guaio. E che anzi, si fosse fatto valere.


•••


Quello che Ayan stava cercando di fare era uccidere tutti incondizionatamente. Le ombre, o catene, si muovevano senza uno schema preciso e cozzavano furiosamente contro il ghiaccio creato da Todoroki e la pelle indurita di Kirishima.
Dietro il Muro di Ghiaccio, Uraraka premeva entrambe le mani sulla ferita di Kaminari, incurate delle fitte lancinanti alle braccia e al busto. Quelle cose l’avevano colpita forte, anche lei stava perdendo sangue da quei tagli e tra l’altro stava cominciando a respirare affannosamente.
Gli occhi di Ashido erano semichiusi e lividi.
– Ci ha avvelenati – concluse duramente Ochaco mordicchiandosi le labbra.
Kirishima cercava invano di avvicinarsi a quella tempesta di fruste che non facevano altro che respingerlo via, fortuna che con il suo Quirk non sembrava scalfirlo.
Todoroki sospirò.
Quelle ‘cose’ sembravano immuni al suo fuoco, anzi, lo attraversavano. Non gli restava che provare a mettere in pratica un’ultima idea.
– Uraraka, mi spiace chiedertelo, ma tienili d’occhio.
Lei annuì.
Shouto usò nuovamente il ghiaccio per creare una strada, una pista dove cominciò a correre dritto verso Ayan. Kirishima se lo vide schizzare davanti e quasi gli venne un colpo quando le catene del biondo si abbatterono sul suo ghiaccio frantumandolo.
Todoroki fece un balzo e richiamò il fuoco della sua parte sinistra. Doveva in qualche modo controbilanciare il freddo dell’altra metà e lanciò una fiammata nella direzione del nemico che, per un solo istante, mostrò in viso un’espressione rabbiosa.
Per quante volte ancora ci proveranno?
– Vai Todoroki! – gridò il rosso.
Ayan schivò il fuoco e non appena atterrò, Shouto fece la sua mossa. Batté il piede destro sul terreno e in una frazione di secondo si formò del ghiaccio tutto intorno al nemico, intrappolandolo.
L’aveva bloccato al suolo, ora doveva soltanto sbarazzarsi di quella tempesta di catene d’ombra, le quali però a un comando mentale di Ayan cominciarono a vorticare ancor più velocemente.
Todoroki si preparò a tentare il tutto per tutto, nonostante il freddo del suo stesso Quirk gli stesse rallentando i movimenti ma prima ancora di poter manifestare del ghiaccio, una voce dall’alto lo distrasse.
– Aspetta, Todoroki, lascia che ti dia una mano!
Lo stesso Ayan sollevò lo sguardo verso la ragazza e lo assottigliò. – Cosa vuoi?
– Non è ovvio? – esclamò raggiante. – Aiutare i miei kohai a sconfiggerti!
Nejire Hado portò le mani in avanti e attivò il suo Quirk: Wave Motion; in questo modo rilasciò una potente onda esplosiva che interruppe il vorticare delle catene d’ombra.
Shouto ne approfittò, riuscì finalmente a creare il Grande Muro di Ghiaccio e investire in pieno l’avversario. Dopo che l’aria fredda e la polvere si fossero diradate, gli studenti poterono emettere un sospiro di sollievo dato che Ayan era stato quasi completamente ricoperto dal ghiaccio e le sue catene erano state tranciate dalle chele di Tamaki Amajiki, apparso quasi dal nulla.
– Ce l’abbiamo fatta – sospirò Kirishima disattivando finalmente Indurimento. – È svenuto.
Nejire li raggiunse, con ancora il sorriso sulle labbra. – Siete stati bravi, ragazzi! Complimenti!
– Grazie a voi che siete arrivati al momento giusto – fece Uraraka.
– Recovery Girl sta arrivando, tenente duro.
Todoroki si voltò nella direzione in cui era stata portata via Claudia. C’erano ancora alcune farfalle in giro, alcune di loro svolazzavano sopra le loro teste.
Uraraka sbadigliò e fu allora che avrebbero dovuto capire cosa stava succedendo.


•••


– Ayan –
Un sussurro. La 
sua voce.
– Ayan. Come ti senti? –


•••


È colpa mia. È tutta colpa mia.
Non si era mai sentita così male in vita sua, neanche quando aveva scoperto di dover lasciare la sua famiglia. Claudia era devastata. Dall’interno.
Avrebbe voluto piangere fino alla morte.
E se morissi davvero...?
– Claudia!!
Spalancò gli occhi, come risvegliatasi da un lungo sonno. Il viso di Echo troppo vicino, molto più di quanto immaginava, la sua mano affusolata stretta attorno al suo collo e gli occhi animati da pura malvagità. Una smorfia di cattiveria gliel’aveva completamente trasformata, non era più la bella donna che aveva visto pochi attimi prima.
Pochi attimi...? No... Quanto tempo è passato?
– Claudia! Resisti!!
Echo smise di guardarla e si voltò appena in tempo per vedere il piede di Midoriya a pochi millimetri dalla sua faccia. L’impatto fu duro, venne sbalzata via in un attimo e soltanto grazie alle sue farfalle non precipitò giù dalla terrazza.
Claudia tornò a respirare, tossì e dalla paura scoprì di stare tremando. Che cos’era? Una specie di illusione?
– Meno male, ho fatto in tempo. Tranquilla, ci sono io adesso.
Posso piangere adesso?
– Non è una cosa carina prendere a calci in faccia una signora, sai?
Midoriya si voltò verso la donna il cui volto si presentava perfettamente intatto, forse grazie a qualche magia. – Non ti lascerò avvicinare a lei.
Era pronto a combattere, questa volta non si sarebbe risparmiato e avrebbe protetto quella ragazza a ogni costo. Era un eroe dopotutto, aveva giurato a se stesso che avrebbe salvato tutti.
Lasciò che l’energia attraversasse tutto il suo corpo, la lasciò fluire ovunque e poi si lanciò alla carica. Echo non era veloce come Ayan, non era riuscita a schivare il suo attacco, voleva dire che dalla sua aveva velocità e forza. Sarebbe bastato un colpo ben assestato!
Riuscì a colpirla con un calcio laterale ma qualcosa andò storto.
Il corpo della donna si trasformò in tante farfalle, che lo sollevarono di pochi metri in aria.
Maledizione! Dov’è?!
– Sono qui, tesoro.
Così com’era scomparsa, ricomparì in mezzo ai suoi insetti (almeno la parte superiore del suo corpo) a pochi centimetri da lui.
Fortunatamente non ebbe neanche il tempo di arrossire per l’eccessiva vicinanza, non era proprio il caso, ma non riuscì a evitare che la sua mano si posasse in mezzo al suo petto.
Tutto si fermò.
Le farfalle lo lasciarono cadere a terra, l’energia del One For All scorreva ancora attraverso i suoi tessuti muscolari ma qualcosa lo teneva relegato. Non riusciva a muoversi.
– Che cosa mi hai fatto?
Echo ridacchiò. – La manipolazione delle anime è il mio forte, ho semplicemente incatenato la tua cosicché tu non possa muoverti per un po’.
Midoriya sgranò gli occhi, non pensava potessero esistere poteri del genere. E lui ci era cascato come un idiota!
– Tornando a noi, piccola Colonna.
Claudia indietreggiò, impaurita. Il cuore a mille.
– T-Tu sei... una strega? – chiese, allora. Il massimo che poteva fare era prendere tempo, anche se non era sicura che avrebbe potuto fare la differenza.
Echo allargò il suo sorriso, questa volta sembrava davvero una persona normale. – Esatto! Inoltre, vorrei ringraziarvi di cuore – esclamò, per poi tornare spaventosamente seria. – Grazie di essere tanto deboli, cosicché io possa raggiungere il mio obiettivo senza perdere altro tempo.
Claudia deglutì. – Il tuo obiettivo è... uccidermi?
– Tesoro, a me non frega un accidente se vivi o muori. Sto soltanto aiutando chi mi ha liberata, mi ha chiesto un favore. Il mio vero scopo è prendermi la testa di chi mi ha imprigionata – spiegò.
Aveva paura a chiedere, Claudia, di chi stesse parlando. Ma stava iniziando a mettere insieme i puntini e più andava avanti quella conversazione più la sua ipotesi si rafforzava.
– E... chi... s-sarebbe?
Il viso di Echo abbandonò qualsiasi sorriso o ghigno, Claudia vi lesse solamente rabbia e desiderio di vendetta. – Voglio la testa di Shinigami.
Avevo ragione! Questa donna è una strega appartenente al manga di Soul Eater!
– Ma ora basta parlare di me.
– Delaware... – la donna si voltò in parte a guardare il ragazzo e ciò che vide le fece sgranare gli occhi dalla sorpresa, intanto Claudia si abbassò. – ... Smash!
Echo venne colpita in pieno dall’onda d’urto e questa volta non fece in tempo a smaterializzarsi in tante farfalle, come aveva fatto precedentemente.
– Come fai a muoverti?! – esclamò Echo, visibilmente arrabbiata.
Midoriya non lo sapeva. Non sapeva come mai lui riuscisse a muoversi, nonostante la stretta al cuore che percepiva vividamente.
Sarà grazie al One For All...?, si ritrovò a pensare. Ma non c’era tempo per queste cose, doveva darsi una mossa e sconfiggere quella donna.
Altrimenti Claudia non sarebbe mai stata al sicuro.
– Aspetta – fece Echo, i suoi occhi divenne per un istante di un azzurro intenso, molto più chiaro del suo abituale colore blu notte. – Adesso ho capito... certo che sei un marmocchio interessante.
Che cosa avrebbe capito?
La donna scoppiò a ridere, sembrava di avere la situazione in pugno. E in effetti Midoriya faticava a muoversi, era semplicemente riuscito a rimettersi in piedi e a puntare un braccio nella sua direzione.
Nulla di più, anche se il suo corpo fremeva dal liberare l’energia del One For All.
– Resta dietro di me – le sussurrò e Claudia annuì.
Echo sbuffò. – Adesso basta. Mi state facendo perdere tempo.
Ebbe il tempo sufficiente per fare un passo, poi il rumore di una grossa esplosione li fece sobbalzare. Si voltò. Un’altra esplosione e poi un’altra ancora, sempre più vicina, annunciavano l’arrivo di un nuovo avversario.
– Quanta confusione – disse, scocciata.
Ci fu l’ennesima esplosione e successivamente un ragazzo biondo mise piede sul terrazzo. Mostrò un terrificante ghigno in direzione della donna, i palmi delle sue mani scoppiettarono.
Midoriya spalancò gli occhi, incredulo. – Kacchan! Che ci fai qui?
Lui gli lanciò un’occhiataccia. – Che cazzo stai facendo, Nerd?! Ti stai facendo battere da una stronza del genere?!
– E-Eh beh...
Claudia sbatté le palpebre più volte, non sapendo bene cosa pensare.
Katsuki Bakugou era arrivato a salvarli? Davvero? Dalla faccia che ha non si direbbe, pensò rassegnata.
– Che linguaggio scurrile – sentenziò Echo stringendo le labbra in una linea sottile, per poi continuare: – Abbassa la cresta, moccioso.
– Crepa!
Echo si era sempre vantata di avere una pazienza e un autocontrollo di ferro: ma di fronte a un ragazzino maleducato l’unica cosa che avrebbe voluto fare era sbatterlo testa e muro.
– Kacchan, non farti toccare! Può immobilizzarti! – gridò Deku, dall’altra parte della terrazza.
Echo, di fatto, si trovava esattamente al centro tra i due ragazzi.
Sospirò, cercando di darsi un contegno – Ora i marmocchi si sono duplicati. Che fastidio!





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

► Capitolo revisionato.

#ALLORA, ho trovato parecchia difficoltà a rendere presentabile questo capitolo, l’ho scritto e riscritto mille volte perché non sono più abituata a scrivere di combattimenti.
Questo perché sin da subito mi son trovata con uno scontro che non fosse un 1 vs 1, all’inizio ho dovuto muovere diversi personaggi senza farli cozzare tra di loro e senza far perdere la testa a voi lettori. Ditemi che così com’è uscito non è obbrobrioso... T.T e se lo è, apprezzerei i vostri consigli.

Ayan, nonostante sia un cattivo, ha parecchi segreti, eheh. Cosa ne pensate, invece, di Echo?
Tecnicamente la figura della terza sorella delle gorgone appare in Soul Eater Not! ma, dato che io non l’ho mai visto ^^, mi sono sentita libera di generare la mia Echo Gorgon.
Non c’è bisogno che vi dica che anche lei, come o anche più di Ayan, sarà importantissima nella storia e, in particolare, nelle fasi finali! ^^ Okay, ho spoilerato abbastanza.

Il piccolo flashback a metà capitolo non doveva esserci ma spero lo abbiato apprezzato lo stesso, è uno spezzone incentrato su Ivar e i suoi pensieri malinconici.

Piccola parentesi su Claudia: so che potrà sembrare una piagnucolona e una fifona ma cercate di mettervi nei suoi panni, chiunque se la farebbe addosso! Non si tratta di semplici tizi a caso che conoscono le arti marziali o che sparano con delle mitragliatrici, sono dei mostri! E poi è rimasta traumatizzata dall’apparizione improvvisa di Ayan, pochi giorni prima.
Non vedo l’ora che Claudia cacci gli attributi, vai Cla!! ^^

MA, spero di aver reso giustizia ai personaggi di My Hero Academia, è stata questa la mia paura più grande!

ULTIMA COSA: qui ci sono i personaggi, i miei OC *^*:

https://www.dropbox.com/scl/fi/0jg8c8of8bqfu20jayy55/La•Battaglia•dei•Mondi•_•Personaggi.paper?dl=0&rlkey=5h71ep4k1i2unn3h09z28fhb0
Ultimissima cosa: si tratta di un documento che contiene ANCHE personaggi che inderirò in futuro quindi... attenzione. Ma tranquilli, non penso possano contenere degli spoiler, sono solo immagini! >.<


Rosy


 

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Capitolo 5
*** 04. Paura e Coraggio ***



La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss


Capitolo 04

Paura e Coraggio
 
 
 
[ Inizio Flashback ]

– E poi Raine ha sparato e... Ka-Boom! – esclamò, tutto eccitato, agli adulti attorno a lui.
Questi ultimi risero non tanto per ciò che stava raccontando ma, più che altro, per lo spirito che ci satva mettendo a narrare le gesta della sua adorata sorella maggiore.
Era piccolo, lui, aveva solo dodici anni e viveva lì assieme a Raine e a molti altri che non avevano una casa. Come Amanda, per esempio.
Che giusto in quel momento ascoltava scocciata la storia.
Lui la notò e corrucciò la fronte – Perchè quella faccia? –
– Ho sentito questa storia centinaia di volte! – fece lei – e non fai altro che parlare di tua sorella, cambia per lo meno argomento! –
Alcuni annuirono, perfettamente d’accordo con Amanda.
Il ragazzino gonfiò le guance e a mise il muso, offeso a morte. Quando però un paio di mani cominciarono a fargli il solletico da dietro gli angoli della bocca si risollevarono e cominciò a dimenarsi come un’anguilla.
Non c’era bisogno di vederla in viso per capire che era lei – Raine! –
Ogni volta che sua sorella entrava nella sua stessa stanza i suoi occhi azzurri come il cielo brillavano di una luce intensa e nonostante alcune lamentele riguardo il solo e unico argomento di conversazione del piccoletto, chiunque lì dentro invidiava il loro legame.
Erano praticamente identici. Biondi, pelle candida.
Ed entrambi portavano lo stesso orecchino, l’uno all’orecchio dentro e l’altra a quello sinistro.
– Cosa stai combinando, eh? Non ti avevo detto di lasciar lavorare gli altri agenti? – lo rimbeccò gentilmente.
Lui sorrise – Per la verità li ho trovati che chiacchieravano –
– Davvero? – fece e guardò gli altri con un sorrisetto divertito, chiedendo conferma con lo sguardo.
C’era chi guardava altrove, chi alzava le spalle in segno di scuse e chi immediatamente si rimise a lavoro. Raine scoppiò a ridere, un sorriso luminoso che presto contagiò tutti gli altri.
C’era chi credeva che quella ragazza avesse il potere di far tornare chiunque di buonumore. Amanda ne era quasi convinta, e il capo Ivar le aveva confidato che presto anche suo fratello sarebbe riuscito a fare ciò. Con un semplice sorriso.
I loro occhi erano chiarissimi ma non per questo inespressivi, erano pieni di luce.
E vita. E gioia.
– Che ne dici se andiamo in mensa, eh? – gli chiese infine, prendendolo per mano.
Lui annuì e si lasciò guidare, salutando intanto tutti gli altri, Amanda inclusa che restò lì.
– Ti voglio bene, Raine! – esclamò, d’un tratto.
La ragazza abbassò lo sguardo verso di lui e gli sorrise grata – Anche io ti voglio bene, Ayan – poi si inginocchiò alla sua altezza e gli prese il viso tra le mani – Adesso però svegliati

 
[ Fine Flashback ]

Raine
Schiuse gli occhi e la prima cosa che vide fu il cielo. Poi sentì freddo, tanto freddo.
Cercò di muoversi ma era bloccato, qualcosa glielo impediva e fu solo allora che ricordò cos’era successo. Una montagna di ghiaccio l’aveva travolto ed era stato sconfitto.
Raine? – ripetè, stanco.
Dov’era? Che fine aveva fatto? Perchè non era con lui?
Si guardò intorno e ciò che vide lo stranì. Erano tutti a terra, addormentati. Dentro di lui sentì un dolorosissimio fastidio al petto.
D’un tratto si sentì soffocare. L’unica consolazione era il cielo. Azzurro.
Svegliati Ayan – sentì nuovamente la sua voce e sgranò gli occhi.
Il ragazzo tentò di muoversi, di liberarsi da quella prigione di ghiaccio ma l’unico risultato che aveva ottenuto era quello di sentirsi peggio di prima, infinitamente più debole e stanco.
Doveva raggiungere Raine... ma dov’era? Perchè aveva la sensazione di sapere dove si trovasse ma di non poterlo ricordare? Che poi, chi era Raine?
Il suo cervello sembrò andare in frantumi. Qualcosa pulsava, lottava per uscire ma non capiva di cosa si trattasse. Gli faceva male la gola e il petto, diverse immagini si sovrapponevano nella sua mente.
Lei. Lei e solo lei. Poi una donna dalle incredibili abilità magiche, un ragazzo più grande di lui che gli ordinava... gli ordinava di uccidere una Colonna. Sentì di stare impazzendo.
Ce la puoi fare – la sentì nuovamente – Rompile
No. Non puoi ricordare. Non puoi. Ti prego.
Rompi le catene
Ayan spalancò gli occhi, non accorgendosi che fino ad allora li aveva chiusi nel cercare di dare un senso a tutto ciò che stava provando. Ma ciò che vide non fu più il cielo, ma un paio di occhi.
Non riusciva a vedere bene la sua fisionomia perché aveva la luce del sole alle spalle ed era ancora intontito ma si trattava senza dubbio di una figura femminile dai lunghi capelli che gli solleticavano la faccia.
– Ciao Ayan – gli disse, tranquilla – Sei Ayan, vero? Non ne sono sicura, quel tipo poteva darmi una foto così non avrei perso tempo a chiedertelo –
Il biondo non disse niente, come al solito.
A quel punto lei sorrise contenta – Eh sì, sei tu. Mi aveva detto che non parlavi molto –
Aprì la bocca per dire qualcosa ma ne uscì un flebile sospiro.
Ayan, rompi le catene. Ti prego
Aggrottò le sopracciglia, confuso – Le... catene? –
Lei piegò la testa – Cosa hai detto? Certo che sei strano forte, tu –
Se non lo farai adesso lo rimpiangerai
– Mi stai ascoltanto oppure no? –
Ayan, ti prego
La ragazza sbuffò una risatina, poi si guardò attorno.
– Rompere questo ghiaccio non sarà facile... ma non preoccuparti, ti libero e torniamo alla base, okay? – spiegò senza smettere un attimo di sorridere.
Aveva i capelli spettinati, come se si fosse appena alzata dal letto, lunghi e color ciliegio. Ma nonostante la sua figura esile e l’apparenza da ragazzina spensierata, era in realtà una donna fatta e finita... che pochi giorni prima aveva stretto il patto con il vero demonio.

---

Attaccare direttamente quella strega non avrebbe portato a niente di buono, soprattutto perché continuava a dissolversi in una moltitudine di farfalle ogni volta che Bakugou le sparava addosso una delle sue esplosioni.
Di positivo c’era che gli insetti bruciavano.
Dovevano darsi una mossa e sconfiggere la donna nel minor tempo possibile, altrimenti quella si sarebbe trasformata in una guerra di logoramento. Certo, le esplosioni di Bakugou diventavano sempre più potenti man mano che il tempo passava ma le sue braccia non potevano resistere all’infinito.
Questo lo sapeva lui, come l’aveva capito la strega.
– Questi Quirk hanno un qualcosa di sorprendente, mi piacerebbe fare degli esperimenti con voi due ma non sono portata per queste cose, a differenza di mia sorella – disse lei.
Il biondo sbuffò, infastidito dal suo chiacchiericcio.
Claudia si teneva a debita distanza da lei ma Midoriya le rimaneva vicino, pronto a difenderla in qualsiasi momento.
Tra l’altro, ora poteva muoversi come voleva e stava attento a non farsi toccare nuovamente da lei.
Doveva agire, sconfiggerla.
Echo mostrò ancora una volta il suo falsissimo sorriso – Ad ogni modo – iniziò a dire di scomparire e poi ricomparire sull’alta ringhiera che circondava il terrazzo – Per me è ora di andare –
Bakugou ghignò – Cosa? Hai paura? –
Con tutta la calma del mondo lei lo guardò scuotendo la testa.
Doveva ammetterlo, quei ragazzi erano straordinariamente resistenti e combattivi, ma era stata richiama all’ordine da quello lì e, sebbene non vedesse l’ora di portare a termine la sua missione, si vide costretta a ubbidire.
Torna, Echo – le aveva detto tramite la telepatia.
Fece appena in tempo ad aprire bocca che un proiettile le perforò la spalla destra, il sangue cominciò a uscire a fiotti e lei rimase per un attimo interdetta.
Si voltò e vide Isuke su quello che sembrava un overboard volante.
Midoriya si ammutolì. Era riuscito a colpirla e ferirla!
– Ma che maleducato – lo rimbeccò lei.
Isuke sghignazzò – A quanto pare funzionano. Sono proiettili che il mio capo ha ottenuto grazie a un tipo strano con la maschera – spiegò e ripuntò l’arma nella sua direzione – Adesso dimmi cos’ha intenzione di fare Artemi, perché vuole distruggere la Via? –
– Non lo so proprio – rispose.
Isuke digrignò i denti – Non mentirmi –
La strega portò la mano sulla ferita, mascherando l’espressione di dolore con uno dei suoi soliti sorrisi – Sto dicendo la verità. A me non ha detto niente, forse non si fida ancora del tutto –
Il suo era un ragionamento del tutto azzeccato. Era vero, Artemi difficilmente si fidava degli altri ma non era quella l’unica ragione.
– Piuttosto, voi, sperate davvero di poter difendere la ragazzina per sempre? – ghignò – Scordatevelo –
Isuke avrebbe sparato un altro colpo ma fu in quel momento che successe. Un’opprimente aura maligna si abbattè sui presenti e il corpo dell’agente prese a tremare in maniera innaturale.
Aveva gli occhi sgranati e il terrore dilagava nel suo animo.
I due studenti della U.A. presero a guardarsi intorno affannosamente, loro non sapevano cosa stava succedendo e certamente non avrebbero potuto sapere cosa sarebbe accaduto da lì a pochi secondi.
Una figura alta e snella era apparsa al fianco della strega, che lo guardò con un sopracciglio alzato.
Sul serio? Non si fida di me a tal punto di presentarsi qui come se niente fosse?, pensò indignata.
Quando Claudia incrociò i suoi occhi, di un verde estremamente chiaro, si ritrovò a tremare. Una scarica l’attraversò e capì che non era solo paura.
Quegli occhi incutevano timore, certo, ma anche qualcos’altro. Non sapeva come identificarlo, era qualcosa che sentiva dentro e mischiata alla paura.
– Non avevi detto che i tuoi poteri non erano ancora tornati ed è per questo che ti saresti tenuto lontano dalla battaglia? – gli chiese Echo, stranita.
Lui la guardò malissimo. Certo, quello poteva essere un indizio e un vantaggio per i buoni.
Echo si accorse di aver parlato troppo e ridacchiò – Ops, scusa, Artemi –
Claudia sgranò gli occhi.
Non si sarebbe mai aspettata di vederlo così presto, il mostro che vorrebbe ucciderla. Distruggere la Via e conquistare gli Universi... se possibile tremò ancora più forte e si nascose dietro Midoriya.
Artemi.
Ecco perché Isuke è così sconvolto...!
Indossava dei normali abiti neri, in netto contrasto con la pelle chiara e portava i capelli rossi leggermente spettinati, con alcuni ciuffi troppo lunghi: era come se non li tagliasse da troppo tempo.
Non si era resa conto di averlo osservato per tutto quel tempo e quando anche lui posò gli occhi su di lei il suo istinto le urlò di scappare. Per un attimo le era parso di morire di paura.
Perchè si sentiva così? Era bastato uno sguardo.
Un paio di occhi non le avevano mai fatto un simile effetto.
Fece un passo, lui, e nello stesso istante Izuku deglutì: anche lui risentiva di quell’aura, aveva la gola secca e non riusciva a spiccicare parola. Devo farcela, se non riesco a rinquorarla e a difenderla non potrò mai essere un vero eroe...! si disse, deciso.
– Ehi, bastardo!! – abbaiò Bakugou – Non pensare di venire qui e fare i tuoi comodi! –
Artemi si voltò a guardarlo e per un attimo sembrò sorpreso.
– Dato che sei qui sbrighiamoci a ucciderla così potrò tornarmene alla mia vendetta – disse Echo.
Ma il ragazzo scosse la testa – Non è il momento –
La strega aggrottò le sopracciglia.
Non sarà che ha decifrato quella tavola?, si chiese. Ma non potevano discuterne lì e per questo si limitò a un’alzata di spalle – Come vuoi –
– A-Aspetta... – gracchiò Isuke, fino ad allora rimasto in silenzio.
Il nemico alzò lo sguardo verso di lui, finalmente.
Lo vide. Ma si limitò a un ghigno, poi sparì assieme alla stega.
Claudia crollò sulle ginocchia, esausta. Sarebbe svenuta se non ci fosse stato Izuku a sostenerla.
Ignorò le imprecazioni di Bakugou masticate a voce non troppo bassa e si limitò a lanciare un’occhiata preoccupata all’agente, ancora sconvolto.
Era come se avesse visto un fantasma. O peggio, il ricordo di un fantasma.
Ma questo Claudia non poteva saperlo e aveva come l’impressione che non l’avrebbe mai saputo. Ciò le spezzava il cuore. Si fideranno mai abbastanza di me per raccontarmi tutto?, si chiese con le lacrime agli occhi.
In quelle poche ore ne aveva passate tante e lei provava un miscuglio di emozinoi che, ne era certa, prima o poi sarebbero scoppiare. Lei sarebbe scoppiata.
Come un petardo.
Ma in quella situazione non poteva permetterselo.
Doveva resistere, non voleva essere ulteriormente un peso per gli altri.
Non poteva...

---

Lei annuì, pronta anche a quella missione.
Al suo fianco c’era il suo partner, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e l’espressione stranamente seria.
– Partirete questa sera stessa – annunciò Kid, avvolto nel mantello nero – Conto su di voi, amici –
– Non sarebbe meglio mandare anche Stein con loro? – chiese a quel punto Liz, preoccupata per la sorte dei due ragazzi – Si tratta dopotutto della sorella di Medusa e Aracne, è un tipo pericoloso. Shinigami non è stato in grado di ucciderla, ma solo di sigillarla –
Kid la osservò con i suoi occhi d’ambra, rimanendo serio come al solito – Mandare Stein è impensabile. Per la sicurezza di Death City è meglio che rimanga qui assieme a Spirit, Black⋆Star è in missione e gli unici che saranno sicuramente in grado di battere una strega sono loro –
Patty annuì vigorosamente – E poi dubito che la professoressa Mari lo lasci partire! – esclamò per poi scoppiare in una fragorosa risata, al che sua sorella dovette darle ragione.
– Mio padre non è riuscito a ucciderla – cominciò a dire Kid, poi si rivolse alla coppia dinanzi a lui – E io non posso abbandonare la Shibusen incustodita, ragion per cui lascio tutto nelle vostre mani. Soul, Maka, cercate di tornare tutti interi –
La ragazza sorrise – Certamente! Lascia fare a noi! –
– Sconfiggeremo quella strega e ti riporteremo la sua anima. Dopotutto siamo una Death Scythe e una delle più forti Master, no? –

---

Una volta le capitò di leggere una frase di un certo Gregory Roberts. Recitava: “La paura è l’emozione più difficile da gestire. Il dolore si piange, la rabbia si urla, ma la paura si aggrappa silenziosamente al cuore”.
Si era chiesta mille volte da cosa nascesse quel sentimento. La paura.
Lei aveva paura di molte cose: dei ragni, dell’altezza, di sbagliare, di perdere la fiducia di qualcuno, avrebbe potuto stilare una lista infinita. Ora si era aggiunta la paura di morire.
Nelle ultime ore era successo di tutto e lei era stanca.
Stanca di farsi proteggere, stanca di vedere i suoi amici farsi male a causa sua, stanca di avere paura.
Con quel pensiero in testa si alzò dal letto su cui le era stato detto di riposarsi e sorpassò la figura di Amanda, addormentata sulla sedia al suo fianco. La guardò prima di aprire la porta, aveva la fronte corrucciata e forse stava facendo un sogno non propriamente felice.
Spalancò la porta e seduto dinanzi a lei, a terra e con la schiena rivolta al muro c’era Isuke. Pensò stesse dormendo anche lui ma si dovette ricredere quando lui alzò lo sguardo. La inchidò sul posto e non perché la guardò male, sembrava esausto. Aveva gli occhi stanchi.
– Come stai? – le chiese.
Claudia abbozzò un sorriso – Bene, grazie. Recovery Girl mi ha rimesso a nuovo la gamba – e per provare la veridicità di ciò che aveva detto spostò lo sguardo sulla zona che poco prima era ustionata dall’acido. La pelle era tornata perfettamente liscia e chiara.
Isuke annuì, più a se stesso che altro. Sembrava volesse dirle qualcosa ma non trovava il coraggio.
Coraggio. Un’altra bellissima parola.
Claudia pensò di non averne, almeno ne aveva per lanciarsi a capofitto nel pericolo.
– Artemi e Ayan erano agenti del Centro –
Isuke non la stava guardando, aveva gli occhi azzurri fissi sul pavimento e lei si sentiva impietrita.
Il nemico... era un agente? Cioè, un loro collega, un amico?
La persona (o il mostro) che l’aveva fatta tremare come una foglia con un solo sguardo era...
– E... – la voce le morì in gola, deglutì e si prese del tempo per formulare una domanda sensata – Perchè vuole uccidermi... e distruggere la Via se prima era... –
Lui abbandonò la testa contro il muro e poggiò i gomiti sulle ginocchia, neanche lui sembrava se la stesse passando bene. Anzi, pareva ancor più stremato di lei – Bella domanda –
– Erano tuoi... amici? – si azzardò a chiedere.
Lo vide mordersi l’interno della guancia prima di annuire.
– Mi dispiace se non te l’abbiamo detto sin da subito. Hai tutto il diritto di sapere che... –
– Va bene. Non cambia niente se... – ma venne interrotta a sua volta, questa volta da Amanda che sbucò alle sue spalle.
La guardò male – E invece dovrebbe importarti! – esclamò.
Claudia aprì la bocca per dirle qualcosa ma lei la bloccò nuovamente – Quello che è successo oggi succederà altre volte. Devi affidarti a noi ma non puoi continuare ad abbassare la testa e dire sempre ‘sto bene’ o ‘va bene’, cazzo! Se hai paura, dillo. È vero, non siamo dei simpaticoni, tutta questa situazione sta facendo impazzire anche noi ma se c’è qualcosa che ti turba devi dircelo. È il nostro compito aiutarti, l’hai dimenticato? –
Era tutto il giorno che tratteneva le lacrime, le urla, e ora Amanda le stava dicendo che, se avesse voluto, l’avrebbe ascoltata? Il nodo che si formò in gola non le permetteva di respirare correttamente.
– Scusaci, Claudia – fece Isuke, alzatosi da terra.
Lei scosse la testa, ormai le lacrime avevano iniziato a scorrere lungo le guance – Scusatemi voi –
Amanda sospirò e sorrise sinceramente – Da quand’è che ti trattenevi, eh? –
Le sfuggì una risata, ciò diede il tempo ad altre lacrime di uscire.
Portò entrambe le mani agli occhi alzando gli occhiali sulla fronte e cominciò a piangere, con tanto di singhiozzi. Sentì la mano di Isuke posarsi delicatamente sulla sua testa e, se possibile, pianse ancora più forte.
– Sfogati pure, Claudia. Ti prometto che ti diremo tutto da ora in avanti – fece la bruna, gli occhi lucidi – Così potremo ricominciare –

 
---

Poteva sembrare strano ma si sentiva meglio. Dopo aver pianto, aveva una voglia matta di ridere.
Quando lo disse ad Amanda questa scoppiò in una risata che contagiò persino l’altro agente. Venti minuti dopo erano dinanzi alla U.A., tutte le persone del festival erano state portate in ospedale e gli studenti ancora svegli erano tornati ai dormitori.
Il preside Nezu e Midnight li avevano aspettati all’ingresso per gli ultimi saluti, ai quali si aggiunse anche All Might successivamente.
– Mi dispiace di non potervi essere d’aiuto – iniziò a dire – E dato che non posso combattere, è bene che Endeavor resti qui. Qualcuno deve pur difendere il paese –
Claudi capì perfettamente e annuì.
– Per la verità avrei un’idea – disse all’improvviso il topo.
Tutti, meno Midnight che già era a conoscenza della cosa, si voltarono in contemporanea verso di lui, in attesa.
Quello sorrise e alzò le spalle – E se portaste con voi alcuni studenti? –
All Might spalancò gli occhi e per un attimo si augurò che il preside stesse scherzando – Non sarebbe meglio scegliere qualcuno con più esperienza? –
Nezu scosse la testa – Beh, alcuni di loro hanno già dimostrato di essere all’altezza difendendo Claudia da quella Donna Farfalla, no? –
La Colonna trattenne il respiro. Non ci poteva credere.
– Molti eroi sono ancora addormentati, quelli rimanenti servono qui – poi guardò Claudia in modo strano e allora la ragazza capì che lui aveva capito – E poi questa ragazza sa molte più cose di quello che ci è dato sapere –
Colpita e affondata.
Stava per parlare ma Amanda la interruppe, aveva sempre avuto questo vizio – E chi vorresti consigliarci? –
A quel punto il preside sorrise ampiamente per poi indicare alle spalle dei due agenti, dove due figure con in mano una valigetta ciascuno si stavano avvicinando. Da lontano non li riconobbe subito, anche perché erano in controluce, ma le bastò ascoltare le loro voci per comprendere.
Oh mamma, quei due? Cioè...
– Non siamo in ritardo, vero? – domandò educatamente Midoriya.
L’altro non si premurò neanche di salutare.
Il preside Nezu li indicò sorridente – Izuku Midoriya e Katsuki Bakugou, sono sicuro che saprete aiutare gli agenti del Centro nella loro missione –
Il primo annuì, determinato a fare del suo meglio e a non deludere le aspettative, mentre il secondo si limitò a sibillare un insulto rivolto alla strega e all’altro tizio coi capelli rossi.
Amanda non sembrava convinta e per questo si rivolse al topo con un sopracciglio alzato – Passi per il tipo educato, ma siamo sicuri che quell’altro non ci dia soltanto dei problemi? –
Quell’altro di cui tu parli, maledetta mocciosa, ti farà il culo se continui a rompere – ringhiò il biondo, mentre il suo compagno di scuola cercava di calmarlo.
La bruna lo guardò schifata, non aveva mai sentito tanta maleducazione fuoriuscire da una singola persona, era persino peggio di Isuke quando imprecava ad alta voce.
Quest’ultimo, per evitare di dover tirare fuori la pistola per calmarli, cambiò repentinamente discorso – Promettiamo di riportarli vivi e vegeti – disse, vedendo l’espressione preoccupata di All Might che aveva assistito a quel tristissimo scambio di battute.
Claudia non disse niente. Anche perché non sapeva cos’altro dire.
Accanto a lei gli apprendisti eroi sembravano davvero pronti a tutti e lei non potè che sentirsi lusingata da tanta attenzione da parte loro, ancora non si capacitava di avere a che fare con i veri personaggi di un manga!
Osservò con cipiglio curioso i due e sorrise.
La loro era un’avventura pericolosa, alla ricerca di altre persone che li avrebbero aiutati a sconfiggere un nemico pericolossisimo. Un mostro, come l’aveva deifinito Ivar.
Fu allora che le balenò un pensiero.
Anche Ivar aveva omesso di dirle che Artemi era stato un loro compagno? Che questo centrasse con il fatto che molti degli agenti avevano lasciato il lavoro al Centro? Erano tutti diventati come Ayan, suoi sottoposti?
E, a proposito di quello strano ragazzo, dov’era finito? Perché il ghiaccio di Todoroki era stato distrutto così facilmente? Era forse stato Artemi?
Claudia chiuse gli occhi e sospirò, troppi pensieri ad affollare la sua piccola testolina.
Ma una cosa era certa: Non è il momento, aveva detto Artemi.
Non era ancora il momento di ucciderla, perché?
E, soprattutto, Artemi... che tipo di mostro sarà?

---

Echo sbuffò un’ennesima volta.
Quella ferita alla spalla le doleva moltissimo e aveva come la netta sensazione che per recuperare avrebbe dovuto stare a riposo per qualche giorno.
Maledetto Shinigami!!, pensò irritata.
– Allora? – chiese – Hai decifrato la tavola? Cosa diceva? –
La stanza in cui erano era piccola, il salottino di una casa in mezzo alla montagna innevata. A pochi passi da lei scoppiettava il fuoco nel camino, riscaldando l’ambiente.
Ayan era seduto, come al solito immobile e silenzioso, sulla poltrona accanto ad esso: era ancora infreddolito e quella strana donna, Kuchisake Taira, l’aveva coperto con due plaid e gli aveva dato una bevanda calda.
Tutte quelle attenzione per un tipo apatico mezzo congelato e a lei che sanguinava ancora non ci pensava?
– Sì, l’ho decifrata – disse – Secondo l’iscrizione, la Porta per Abyss potrà essere aperta nel momento esatto in cui la Via collasserà. In altre parole non possiamo uccidere la Colonna se non siamo pronti ad aprire quella dannata Porta –
– Quindi? –
Artemi alzò gli occhi verdi sulla sua figura – Quindi dovrò aspettare di tornare in forze e, intanto, rapire la Colonna. Se in questo lasso di tempo riuscite a uccidere qualche nemico, tanto di guadagnato –
A quel punto la voce di Taira trillò – Direi che è stato un colpo di fortuna quello di esservi imbattuti in avversari tanto insidiosi, no? –
Echo sbuffò una risata amara – Quei mocciosi sono delle gran facce toste, ma ognuno di loro ha i suoi punti deboli –
– Beh, ad ogni modo voi due siete KO per ora – concluse allegra.
La strega la guardò malissimo e, forse per istinto, tentò di attivare i suoi poteri e metterla a tacere per sempre ma Artemi la fermò con un singolo gesto della mano.
– Hai intenzione di sconfiggere il Centro, uccidere la Colonna e aprire la Porta con solamente noi tre? Non è un progetto un po’ troppo... ambizioso? – chiese ancora Echo.
In verità era sempre stata curiosa del suo strano modo di agire. Non le aveva raccontato chissà cosa ma aveva capito che per riuscire nella sua impresa, quell’esimio numero non sarebbe bastato.
Stavano parlando della Porta per Abyss, un posto che persino lei conosceva.
Di certo non il più bello del mondo.
– Per questo ho parlato con una persona che ci aiuterà – annunciò Artemi.
Spero che non sia un tipo strano come questa qui, pensò afflitta lanciando un’occhiata a Kuchisake.
– Prima o poi mi dovrai spiegare come fai a convincere gli altri a seguirti – continuò a dire la donna – Io ho deciso di aiutarti perché il potere di Abyss mi fa comodo per la mia vendetta e tu hai acconsentito a lasciarmene un pezzetto. A dire la verità non mi sembri uno che vuole sottomettere il mondo, o i mondi, grazie a quell’immenso potere. Quindi... perché lo fai? –
Erano uno strano gruppetto, loro, senza dubbio.
Taira battè le mani un paio di volte prima di parlare – L’ospite è arrivato! –
La porta della baita si aprì, Echo si voltò giusto per vedere una figura interamente bianca fare la sua apparizione. Una persona particolare, non c’è che dire...
– Che posto squallido – disse quest’ultimo guardandosi attorno.
Entrò ma non era solo.
– E quei tre? – chiese Artemi, rivolgendosi al nuovo arrivato.
Questo assottigliò gli occhi perlacei per poi mostrare un ghigno – I miei figli –
 









 
Coraggio non vuol dire avere la forza di andare avanti, ma di andare avanti anche quando non si ha nessuna forza.
- Theodore Roosvelt
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
# Ebbene, ho appena deciso che gli aggiornamenti avverranno ogni due settimane (tra il martedì e il mercoledì): quando posso e riesco, anche una volta alla settimana. Ad ogni modo cercherò di evitare pause troppo lunghe tra un capitolo e l’altro.

So bene che questo non è troppo lungo, vogliate perdonarmi, ma avevo bisogno di soffermarmi più che altro alcuni punti: 1) Claudia ha paura, una paura matta e quando vede Artemi non riesce a smettere di tremare dopo aver avuto uno scambio di sguardi, 2) I cattivi sono dei cattivi con delle motivazioni e un po’ alla volta verranno a galla, date tempo al tempo.

Cosa ve ne pare? È già comparso Artemi, wow! Ve lo immaginavate così? Per la verità ci sarebbe molto altro da dire su di lui, eh... ma non ora: dovranno passare taaaaanti capitoli prima di saperne di più!

Nuovi personaggi apparsi: Kuchisake, (Artemi, ovvio), un nuovo tipo con i suoi 'figli' e... alcuni personaggi di Soul Eater!

E a proposito di questo, ci tengo a precisare che è ambientato DOPO la fine del MANGA, perchè, come penso sappiate voi fan della serie: manga e anime seguono un percorso del tutto differente!

Ringrazio dal più profondo del cuore chi legge e chi recensisce ogni capitolo, non potete immaginare quanto mi rendere felice! A quanto ho capito il personaggio di Bakugou non è molto amato (non che lui si impegni a rendersi simpatico) e spero di riuscire a farvelo apprezzare almeno un poco, cercando di non stravolgerlo troppo ^^ sono sicura che possa essere piacevole in fondo... sottolineamo in fondo almeno trecento volte!

Questa sera non ho molto tempo, per cui mi sbrigo a lasciarvi in pace ^^ ma prima, le immagini:

Maka Albarn



Soul Eater



Death the Kid



Elizabeth Thompson ‘Liz’ e Patricia Thompson ‘Patty’
(Liz è quella coi capelli lunghi, Patty con i capelli corti)



Kuchisake Taira



Artemi

 

 
 
Bye ^^

rosy

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Capitolo 6
*** 05. Obiettivo: Team 7 ***


La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss


Capitolo 05

Obiettivo: Team 7
 
 

Amanda spiegò per filo e per segno quello che era stato precedentemente spiegato a lei, parlò del Centro e dei Dimensional Gap e di come si usassero.
Nel mentre Isuke aveva tirato fuori dalla tasca dei pantaloni il famoso oggetto inserendo le coordinate che li avrebbero condotti nell’universo successivo. Claudia si mise a osservare il cielo rossastro con un certo senso di nostalgia.
Quand’era piccola era solita guardare le diverse sfumature del tramondo assieme a suo fratello.
Il flusso dei suoi pensieri venne interrotto dall’agente che aveva alzato la voce per cercare di zittire Bakugou, nervoso per chissà quale motivo.
Lei non poteva di certo sapere che, in fondo, il ragazzo era incazzato con se stesso per non essere stato in grado di agire quando poteva farlo: anche lui per un attimo aveva avuto paura di quel tizio.
E non se lo sarebbe mai perdonato.
– Avete finito di litigare? Dovremmo partire – sentenziò Isuke.
Claudia sospirò – Spero di non vomitare di nuovo –
Amanda ridacchiò piuttsto divertita – Vedrai che ti ci abituerai, basta avere pazienza –
Sorrise mestamente, l’altra, in attesa che il biondo schiacciasse il pulsante e subito dopo un varco circolare si aprì dinanzi ai loro occhi.
– Dov’è che stiamo andando esattamente? – chiese Izuku.
Fu Isuke a rispondere – Cerchiamo tre persone e secondo il nostro capo dovrebbero trovarsi in un luogo chiamato Konoha, una sorta di villaggio di ninja –
Claudia sobbalzò sul posto – Konoha, hai detto? – chiese, giusto per essere sicura di aver sentito bene.
Amanda annuì – Non è che conosci anche questo posto? –
La ragazza si morse un labbro. Quante probabilità c’erano che si trattasse della vera Konoha?
– Andiamoci – affermò risoluta.

---

Non appena posò i piedi per terra sentì lo stomaco girarle. Premette una mano sulla bocca e si sforzò di pensare ad altro, qualcosa di bello, tipo il cielo azzurro, il cinguettio degli uccelli, il... il cielo azzurro?
La nausea passò quasi in secondo piano, perché la sua attenzione venne focalizzata sull’ambiente circostante. Erano in una foresta, una normalissima foresta ma aldilà delle fronde degli alberi il cielo era di un azzurro chiaro.
– Com’è possibile che qui sia giorno? – chiese, più che altro parlò ad alta voce.
Al suo fianco Isuke le sorrise – Beh, le ragioni possono essere due: o il tempo scorre diversamente e di conseguenza un’ora in questo mondo corrisponde a un paio d’ore in un altro; oppure semplicemente c’è una sorta di fuso orario. Ma quasi sicuramente è il secondo caso –
Claudia annuì sorpresa. Non si aspettava una cosa del genere.
– Ma siamo sicuri che sia questo il posto? – chiese Midoriya guardandosi attorno.
Amanda indicò un sentiero che i cinque cominciarono a percorrere, alla fine di questo vi era un enorme cancello dalle ante verdi e con alcuni ideogrammi rossi.
Appena sopra la porta vi era il simbolo del villaggio e a quel punto Claudia non ebbe più dubbi.
– Sì, lo conosco questo posto – disse e proprio accanto la porta adocchiò un paio di ninja di guardia.
I due agenti tirarono un sospiro di sollievo – Allora puoi condurci da questi tre tizi? – le chiese la bruna porgendole un foglio con sopra tre volti.
Claudia ci pensò un po’ su e poi le venne un’idea – Non so dove abitino ma basterà chiedere all’autorità più alta del villaggio, l’Hokage! – spiegò semplicemente.
Amanda annuì – E allora andiamo da questo Hokage –
Passare i controlli si era rivelato più facile del previsto, il ninja più cordiale aveva chiesto nome e motivo del loro soggiorno a Konoha e Isuke rispose prontamente che erano semplici turisti.
Davanti a loro si aprì la via principale, lunghissima e che portava dritta al palazzo dell’Hokage alle cui spalle si ergeva fiera la montagna.
Era davvero... immensa. E più camminavano, più era gigantesca.
Osservò con attenzione ogni volto, quello del primo Hokage, Hashirama, poi quello di Tobirama e non poté non sorridere al ricordo di quando Orochimaru li aveva riportati in vita durante la Quarta Guerra dei ninja. Sorriso che si ampliò quando passò al volto di Sarutobi, il mitico terzo Hokage, e poi a quello del Lampo Giallo. Minato, l’eroe del villaggio.
Colui che aveva sigillato la volpe a nove code dentro il corpo di un bambino, suo figlio.
Subito dopo di lui vi era Tsunade. Dovette trattenersi per non scoppiare a ridere, anche lei era alquanto esilarante e in particolar modo quando era ubriaca.
Era sfortunata nel gioco, proprio come lei.
Sospirò, ma poi adocchiò un sesto viso. Sgranò gli occhi, questo voleva dire che a rivestire il ruolo di Hokage in quel momento era... Kakashi!
– Allora, Claudia? – cominciò Amanda, interrompendo i suoi deliri mentali – Vuoi dirci un po’ come funziona qui? –
La Colonna cercò quindi di spiegare in poche e semplici parole il mondo dei ninja. Spiegò chi fosse l’Hokage e quali compiti gli spettavano, l’importanza dell’Accademia e tutto quello che poteva interessare agli agenti. Interruppe il suo discorso quando passarono accanto all’Ichiraku Ramen.
E non riuscì a trattenersi.
– Che ne dite se a pranzo mangiassimo lì? – chiese, senza vergogna.

---

Ivar era lì che dava un’occhiata alle schede dei due ragazzi che Amanda e Isuke avevano ‘reclutato’ e una parte di sè si sentiva sollevata. Certo, non avrebbero potuto contare su All Might ma quei due avevano dimostrato coraggio e prontezza di spirito, almeno così gli aveva riferito Isuke.
Aveva fiducia in quel ragazzo e nella sua capacità di giudizio, per questo, di riflesso, poteva sentire di fidarsi di Midoriya Izuku e Bakugou Katsuki.
Due ragazzi con due Quirk eccezionali. Ovviamente lui sapeva bene la verità sul One For All, Nana Shimura in persona gliel’aveva spiegato al tempo in cui si erano conosciuti.
Tra quei fogli spiccò quello in cui erano riportati i dati di Sasuke Uchiha. Non era del tutto convinto che fosse una buona idea, dopotutto i suoi precedenti erano tutt’altro che positivi.
Ma, si disse, doveva soltanto sperare che fosse una persona affidabile e su cui lui e il Centro potessero contare. Per di più lui poteva aprire varchi dimensionali senza l’usilio del DG, esattamente come En.
La sola differenza stava nell’origine di tale potere: lei era la Guardiana della Via, lui aveva il Rinnegan, una particolare abilità oculare che nessun’altro aveva e a cui chiunque avrebbe dovuto fare attenzione.
Averlo come alleato gioverebbe alla situazione, si disse.
Fu mentre era immerso in tali pensieri che apparve En con un vassoio tra le mani. Avanzò verso di lui che era seduto alla grande scrivania e gli offrì una tazza di tè – Non faresti meglio a riposarti? –
Ivar le sorrise mesto – Ci sono tante cose che devo fare. Ora che Isuke e Amanda non ci sono devo controllare che in nessun mondo succeda nulla di strano, devo essere in allerta – le spiegò.
En era davvero una donna straordinaria, pensò.
In tutta la sua vita non l’aveva mai vista triste o arrabbiata. Quando il Centro era pieno di agenti, i quali spesso portavano lì le loro famiglie, lei si divertiva a giocare con i più piccoli.
Era una gioia per gli occhi vederla ridere e prendersi cura dei bambini, la stessa Amanda era cresciuta con lei.
– È passato molto tempo – cominciò a dire Ivar, sentendo crescere in lui uno strano sentimento nostalgico – Ti ricordi quando Amanda e Isuke erano soltanto dei bambini? –
En sorrise allegra – Non sono cambiati poi molto – asserì.
– È vero – bevve un sorso di quella gustosa bevanda calda – Ma ora sono scresciuti –
State attenti, ragazzi. Non vi azzardate a morire...

---

– E così voi sareste agenti del Centro? –
Claudia deglutì, non si sarebbe mai aspettata che uno dei suoi sogni da ragazza nerd diventasse realtà. Davanti a lei c’era niente di meno che Kakashi Hatake!
Cavolo, nonostante gli anni rimane comunque un gran figo, pensò mordendosi le labbra.
– Conosce il nostro capo, Ivar? – chiese allora Amanda.
L’Hokage scosse la testa – Non direttamente. Diciamo che un mio vecchio amico lo conosceva –
Claudia non sapeva a chi si stesse riferendo, se a Jiraya o, addirittura, a Obito. Ma non le sembrava plausibile la seconda opzione, ragion per cui optò per la prima.
Dopo, forse, gliel’avrebbe chiesto per maggiore sicurezza.
– E voi tre, invece? – chiese, rivolgendosi agli altri tre.
– Oh, noi siamo studenti della U.A. e apprendisti eroi – spiegò Midoriya, presentandosi.
Dopodichè fu il turno della ragazza – Io sono Claudia –
Kakashi annuì, stava per aprire bocca quando qualcuno fece irruzione nella stanza. Erano due persone anziane, familiari, guardarono prima Claudia e poi l’Hokage con cipiglio serio.
– Siamo stati informati dell’arrivo di alcuni agenti del Centro e siamo corsi a vedere – disse la donna, austera e dalla postura rigida.
Allora si ricordò: i due consiglieri di Hiruzen, quegli antipatici che appoggiavano la candidatura di Danzo al titolo di Hokage!
– Buongiorno a voi – fece Kakashi, mostrando un mesto sorriso – Questi ragazzi sono giunti fin qui a cercare i componenti del team 7 – spiegò ai nuovi arrivati.
– Non è questo il punto – disse l’uomo.
Izuku li osservò attentamente. Non sembravano persone stupide, men che meno deboli caratterialmente ma ebbe come l’impressione che fossero un tantino stretti di vedute. Poi ricordò le parole di Claudia, quando aveva spiegato loro come in precedenza i ninja fossero stati costretti a combattere tra di loro in una serie di cruente guerre.
– Questa ragazza è la Colonna, giusto? È l’obiettivo dei nemici? – chiese la donna ma non aspettò la conferma dell’Hokage poiché non ce n’era affatto bisogno – Mi spiace per l’inconveniente ma non può femarsi al villaggio –
I cinque sgranarono gli occhi.
Kakashi non disse niente, aspettò con pazienza che l’altro consigliere finisse di spiegare le ragioni che li avevani spinti a parlare in quel modo – Non possiamo permettere che la pace di Konoha, e di conseguenza, del mondo intero venga spezzata dall’arrivo di chissà quale nemico. Siamo riusciti a riprenderci a fatica dall’attacco di Pain e dalla Quarta Guerra dei ninja ma se ci dovessero attaccare di nuovo... –
– Sarebbe un disastro – terminò l’anziana.
Claudia non ci aveva pensato. E in effetti era così evidente.
I cittadini di Konoha erano in pericolo con lei nelle vicinanze: aveva già visto molte persone ferirsi a causa sua, primi tra tutti Isuke e Kaminari. Non voleva che altre persone innocenti ci andassero di mezzo.
– E dove dovremmo andare? – chiese irritato Isuke.
– Se non ci volete qui, allora fateci parlare con quei tre e ce ne andremo immediatamente – suggerì la bruna, trattenendosi dal guardare male quei due.
Kakashi sospirò – Beh, vedete, in questo momento l’unico che si trova al villaggio è Naruto... gli altri due sono uno in giro chissà dove e l’altra in missione – fece – Intanto, perché non vi riposate, eh? –
– Ma, Kakashi, hai sentito quello che abbiamo detto? –
L’uomo mascherato annuì – Sì, ho capito, ma al momento non possono andarsene, giusto? Facciamo in questo modo, vi offro il pranzo e intanto manderò qualcuno a chiamare Sasuke. In quanto a Sakura dovrebbe arrivare proprio oggi. Che fortuna, eh? –
I due anziani non sembravano affatto convinti dalla soluzione proposta dall’Hokage e infatti la donna riprese nuovamente la parola – Ad una condizione. Alloggeranno fuori dal villaggio –
Stremato da tanta testardaggine, Kakashi annuì.
Terminata la discussione i due se ne andarono e Claudia potè tirare un sospiro.
– Ma cos’hanno quei due vecchiacci? – grugnì Bakugou, rimasto in silenzio per tutto quel tempo.
Amanda incrociò le braccia e sbuffò.
– Sono gli anziani del villaggio e godono della stima di molti ninja – spiegò l’Hatake per poi alzarsi dalla poltrona.
Claudia non potè non chiederglielo – D-Davvero ci offre il pranzo? –
Lui la guardò – Avete per caso la valuta necessaria a pagare? – chiese di rimando.
E in effetti doveva ammettere, Claudia, che sarebbe stato inutile tentare di pagare con gli euro. Allo stesso modo Izuku tirò fuori dalle tasche qualche yen mentre Amanda si malediceva per essersi dimenticata il portafoglio.
– Cosa vi piacerebbe mangiare? Potrei proporvi... –
– Ramen! – esclamò la Colonna all’improvviso e con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
Dopo i primi attimi di sconcerto, Kakashi si lasciò andare a un sorriso – Ottima scelta –
Così l’Hokage li guidò fuori e poi nuovamente lungo la strada principale.
Durante il tragitto Claudia potè notare come tutti gli abitanti del villaggio si rivolgessero a Kakashi chiamandolo ‘Onorevole’ e lui, di conseguenza, risultasse un po’ impacciato nel rispondere.
Forse non è ancora abituato a tanta formalità, pensò ridacchiando, chissà da quanto è Hokage?
– Certo che gode di popolarità – disse Izuku – Ovunque vada c’è gente che lo ringrazia per il duro lavoro svolto per il villaggio –
Claudia annuì – Kakashi è sempre stato famoso per via delle sue incredibili abilità. Veniva chiamato ‘Kakashi dello Sharingan’ o ‘Il Ninja Copiatore’ perchè era in grado di copiare qualsiasi tecnica grazie al suo occhio – spiegò sottovoce.
A quel punto la curiosità di Midoriya aveva preso il sopravvento e chiese di poterne sapere di più, alchè lei l’accontentò cominciando a raccontare e non solo dell’Hatake! Il discorso deviò alle tecniche elementari e alla possibilità di unire due chakra diversi per ottenre una nuova e potentissima tecnica.
– Invece, quando a unirsi sono ben tre chakra elementari, si parla di Abilità Superiore e ce ne sono alcune che- –
– La volete piantare?! – ruggì Bakugou, voltandosi di tre quarti verso quei due tremendi chiacchieroni – È da ore che confabulate là dietro, siamo arrivati! –
Mentre quei due presero a scusarsi in mille lingue diverse, Isuke osservò per bene la scritta del piccolo chiosco.
Kakashi li invitò a sedersi al bancone dove alcune persone stavano già gustando una buona ciotola di ramen, non restò molto sorpreso di trovarci l’allievo più problematico di sempre.
– Ehilà, Naruto – fece alzando una mano in segno di saluto.
Il ragazzo biondo si girò e non appena lo vide un ampio sorriso gli illuminò il volto – Kakashi-sensei! Come mai qui? –
– Offro il pranzo a questi ragazzi e... sapevo di trovarti qui, devono parlarti – spiegò.
I due agenti si presentarono al giovane ninja che li accolse col sorriso sulle labbra.
– Sei tu, Naruto Uzumaki, quindi? – domandò Amanda, lui confermò – Bene. Abbiamo bisogno di te, c’è una questione di cui dobbiamo assolutamente parlare – e avrebbe aggiunto dell’altro, davvero, ma il suo stomaco cominciò a brontolare troppo forte e decise così di sedersi – Ma adesso mangiamo, sto morendo di fame –
Isuke ridacchiò, alché la collega gli mollò uno scappellotto.
Claudia allora prese posto tra Midoriya e Naruto.
– Cosa vi porto? – chiese il vecchio Teuchi. Ognuno di loro ordinò qualcosa di diverso ma quando fu il turno di Claudia optò per lo stesso che aveva presto il ninja biondo, ricevendo adulazione da queste di quest’ultimo.
– Il ramen di questo chiosco è speciale, il migliore del mondo! – esclamò allegramente.
Il pranzo proseguì senza intoppi e per una volta la Colonna potè godere di quel clima di serenità che tanto le mancava. Rise alle battute di Isuke riguardo un certo pozzo senza fondo che sedeva alla sua sinistra e Amanda, punta sul vivo, non perse l’occasione per mollargli una gomitata.
Come lei, Midoriya ascoltava divertito i loro pseudo litigi, mentre Bakugou mangiava in silenzio il suo ramen piccante dall’aspetto delizioso.
Naruto, come aveva ipotizzato Claudia, portava i capelli più corti del solito ed era diventato davvero alto: dovevano trovarsi alla fine della story line, dopo lo scontro con Kaguya, la dea dei ninja e dopo lo “scontro” alla Valle dell’Epilogo.
E infatti la mano destra, così come il braccio supponeva, era avvolto dalle bende. Segno che quella doveva essere una protesi e niente di più.
– Teuchi, me ne dai un’altra, per favore? –
Quest’ultimo rise di gusto prima di annuire – Arriva subito! –
Claudia allora ne approfittò e alzò la mano, attirando l’attenzione del cuoco – Ehm, anche a me, se possibile – poi si ricordò che a pagare sarebbe stato Kakashi e si voltò verso di lui, seduto oltre Naruto – Certo, se p-per lei non è un problema – balbettò, terribilmente in imbarazzo.
L’Hokage le sorrise gentilmente, aveva già terminato la sua porzione da un pezzo – Fai pure –
– Wow, non mi aspettavo che anche tu mangiassi così tanto, Claudia – osservò Amanda.
Sicuramente si riferiva al fatto che al Centro aveva mangiato poco e niente.
Lei si strinse nelle spalle – Beh, questo ramen è così buono che non riesco a smettere di mangiarlo –
Il biondo applaudì alle sue parole, totalmente d’accordo.
Dopo una mezz’oretta circa avevano terminato e Claudia non si era mai sentita così sazia in vita sua. Cavolo, dovrò farmi dare la ricetta così potrò mangiarlo anche a casa. Scommetto che mio fratello farà i salti di gioia!, pensò.
– Ora che abbiamo mangiato, non dovevate dirmi qualcosa? –
Isuke annuì alzandosi – Andiamo in un posto un po’ meno affollato –
Naruto allora disse loro di seguirlo, sarebbero andati al parco dato che a quell’ora non c’era quasi mai nessuno – Ah – si fermò all’improvviso prima di andarsene – Teuchi, metti pure il mio conto su quello di Kakashi-sensei – disse sghignazzando e poi andò via facendo sospirare il suo vecchio maestro.
Claudia coprì la bocca con una mano attenta a non farsi beccare mentre tentava di frenare le risate.
Raggiusero il parco in poco tempo, una volta lì Naruto si sedette inequilibrio sulla ringhiera, pronto ad ascoltare quello che avevano da dire. Quando Midoriya chiese che fine avesse fatto l’Hokage, il biondo aveva risposto che probabilmente era tornato nel suo ufficio.
Poco dopo Amanda cominciò a raccontare: parlò, come sempre, della Colonna, di Artemi, del Centro e della loro missione, sino ad arrivare alla loro richiesta di aiuto – E questo è quanto –
Naruto aveva capito sì e no che la situazione era molto grave e che quel tipo, Artemi, aveva messo in moto gli ingranaggi per un evento catastrofico se fosse riuscito nel suo intento.
– Quindi stai dicendo che se la Via crolla, sparirebbero tutti i mondi? – chiese, per conferma.
Amanda sospirò – No. Se la Via dovesse crollare, regnerebbe il caos. Alcuni, sì, potrebbero finire col morire, altri, i più deboli, finirebbero soggiogati dai più forti. Non esisterebbe più l’ordine –
In effetti Naruto non è mai stato molto sveglio, ricordò Claudia con un sorriso ironico.
– Okay, ho capito. Più o meno – asserì – D’accordo, vi aiuterò –
La bruna tirò un sospiro di sollievo, questa volta era stato abbastanza facile – Bene –
– Ma non credo che Sasuke accetti – disse, smorzando in un istante le speranze dell’agente, che chiese dunque spiegazioni – Vedete, c’è il problema del villaggio. Non possiamo andarcene e lasciarlo in balia di chissà quali nemici. Se come avete detto c’è la possibilità, ora che la Via si è indebolita, di un attacco da parte di esseri da un altro mondo... uno di noi due deve rimanere qui –
È vero. Come ho fatto a dimenticarmene?
Claudia cercò di visualizzare la scena, il momento in cui i due ninja si erano separati. Avevano promesso che avrebbero protetto il villaggio, che in mancanza di uno l’altro sarebbe subito corso a Konoha per il bene dei suoi abitanti e per la pace.
– Per quanto riguarda Sakura, ne parlerò con lei una volta che sarà tornata –
– E quando tornerà? – chiese prontamente Isuke.
Naruto incrociò le braccia al petto e inclinò le testa, cercando di ricordare cosa gli aveva detto – Mi pare che la sua missione dovesse durare soltanto tre giorni... dovrebbe già essere arrivata –

---
 
[Poche ore prima]

La richiesta d’aiuto giunse non appena Kakashi-sensei tornò al suo ufficio.
Shikamaru spalancò la porta e gli consegnò il messaggio, aveva già fatto preparare una squadra capitanata niente meno che da lui stesso, squadra che ebbe il benestare dell’Hokage e fu fatta partire subito dopo.
Quando arrivarono al posto designato ciò che videro li lasciò sconvolti: un’intera foresta era bruciata, nell’aria si respirava ancora la puzza e la cenere ricopriva il suolo ormai morto.
– Cosa diamine è successo? – si chiese uno dei ninja, al quale nessuno avrebbe potuto dare una risposta.
Non avrebbero potuto fino a quando un portale dimensionale non apparve dinanzi a loro.
La maggior parte di loro non sapevano cosa avrebbe voluto dire, ma Shikamaru e tirò un sospiro di sollievo, massaggiandosi la base del collo – State tranquilli. È Sasuke –
Oltre quella coltre scura, infatti, apparve l’Uchiha la cui figura era parzialmente coperta dal mantello nero, il suo occhio destro saettò prima sul viso dello shinobi con gli orecchini e poi sulla devastazione che li circondava.
Prima che potesse aprire bocca una seconda persona attraversò il portale, questa volta si trattava di una kunoichi – Menomale che siete qui. È successo il finimondo – esclamò Sakura, tesa come una corda di violino – Kakashi-sensei e Naruto devono essere messi al corrente. Tre ninja sconosciuti stanno mettendo a ferro e fuoco alcuni villaggi – spiegò.
Sasuke annuì seriamente – Non c’è tempo da perdere. Bisogna avvertire tutti gli altri Kage –
– Sapete il movente? –
Sakura scosse la testa – Purtroppo no –
– Cos’è successo qui? – chiese prontamente Ino – State bene? –
Loro stavano bene, certo. La richiesta d’aiuto era stata mandata da Sakura quando si era resa conto di essere in svantaggio numerico.
– Erano tre. Due ragazzi e una ragazza. Lei aveva... – ma tentennò prima di essere esaustiva, lanciando un’occhiata al suo compagno di squadra – ...sembrava in possesso dello Sharingan –
Shikamaru corruggiò le sopracciglia e subito dopo sbuffò – Parebbe proprio una bella seccatura –
– Cosa facciamo Shika? – domandò Choji – Sei tu il capitano –
– Per prima cosa dobbiamo avvertire gli altri Kage. Ci divideremo –
Shikamaru Nara aveva innate capacità di leadership. Oltre che un intelligenza e un QI fuori dal comune. Era uno stratega eccellente, si era distinto sin dalla più tenera età e nonostante la pigrizia che lo caratterizzava, godeva della piena fiducia non solo della sua squadra ma anche dell’Hokage.
Di tutti i Kage, chinque avrebbe potuto dire quanto voleva quel ragazzo.
Per questo non gli era stato difficile creare cinque squadre aventi cinque differenti destinazioni.
Choji e altri due ninja sarebbero andati fino a Iwa, Ino avrebbe raggiuto la Mizukage a Kiri sempre accompagnata da altri due shinobi, mentre Shiakamaru avrebbe dovuto arrangiarsi e andare a Suna assieme a un solo ninja.
Sasuke, grazie al Rinnegan, avrebbe potuto raggiungere facilmente Kumo e avverire l’irascibile Reikage, dopodiché avrebbe seguito le tracce dei nemici.
– State attenti sulla via del ritorno – disse Ino guardando prima il giovane shinobi e poi la sua amica Sakura che annuì.

---

– E questo è quanto –
Midoriya era a dire poco estasiato, Claudia non sembrava da meno.
Il pomeriggio era passato molto velocemente, soprattutto per quei due che non avevano fatto altro che parlare per ogni dannatissimo minuto. Disteso su un divano smollato, Isuke schiuse gli occhi destandosi dal suo dormi veglia.
Aveva sentito qualche parola anche lui, aveva ascoltato parte della storia del grande Naruto Uzumaki la cosa non poteva che fargli piacere. Voleva dire di avere tra le loro fila una persona invincibile o quasi.
Il soggetto della storia, invece, era fuori che parlottava con una ragazza dagli occhi perlacei che era stata mandata a tenere d’occhio i nuovi arrivati e assicurarsi che strane presenze non si avvicinassero al villaggio. Poco più lontano, nei dintori, c’erano anche Kiba e Shino. Dopotutto la loro era la squadra migliore se c’era da individuare un nemico.
Il primo aveva il fiuto, il secondo i suoi insoliti insetti; Hinata poteva invece contare sul Byakugan.
– È incredibile che tu sappia tutta la sua storia! – esclamò Izuku – Come fai? –
Claudia si morse l’interno della guancia e alzò gli occhi per evitare di guardarlo.
Se sapesse che so tutto anche di lui, non sarebbe così contento...!, pensò.
– Beh, qualsiasi sia il motivo è straordinario. Naruto, dico. Ha dovuto lottare per arrivare fino a qui. Io non sarò da meno! –
Claudia sorrise intenerita, sembrava animato da nuova determinazione.
– Sono sicura che diventerai l’Eroe numero uno – disse, senza rendersene neanche conto.
Midoriya cominciò ad agitarsi sul posto, preso dall’imbarazzo.
Stava per aggiungere dell’altro, ma una voce rude irruppe nella stanza. Bakugou stava scendendo le scale, probabilmente aveva finito di usare il bagno – Ragazzina! Bada bene, io sarò un Eroe migliore di Deku, questo è certo! –
Isuke sospirò mentre Midoriya sorrise mestamente, arresosi dinanzi al suo atteggiamento, ma non lasciandogli l’ultima parola. In questo era davvero maturato – Non mi lascerò battere, Kacchan! –
La sua non era una presa di posizione o altro, semplicemente un modo per alimentare quella rivalità che li legava e permetteva loro di superare i propri limiti. Come si dice? Plus Ultra!
– Massì! – esclamò Claudia all’improvviso – Sarete bravissimi entrambi! –
– Non mi paragonare a quello lì, Quattrocchi! –
– Ma scusa, ti ho fatto un complimento! – disse lei, trattenendo le risate.
Quando Bakugou aveva la faccia deformata dalla rabbia era quasi impossibile per lei non sorridere.
E infatti... – Che cazzo ridi?! –
Claudia si girò dall’altra parte tenendosi lo stomaco con una mano e tappandosi la bocca con l’altra, cercando invano di non scoppiare. Midoriya la osservava incuriosito.
– Non prendermi in giro, Quattrocchi! Non osare! – ruggì il biondo.
–  Si può sapere perché strillate in questa maniera?! – gridò Amanda dal piano di sopra – Sto cercando di inviare un messaggio! –
– Sta’ zitta! –
Amanda si affacciò allora dalla rampa di scale e guardò male chi le aveva appena detto di tacere – Sei insopportabile. Che razza i Eroe saresti, eh? Uno che fa piangere i bambini! –
Bakugou digrignò i denti e per un attimo sembrò non darci troppo peso alle sue parole ma poi cominciò a strillare contro l’agente del Centro e Isuke si vide costretto ad alzarsi e uscire fuori.
Non voleva un altro al di testa, grazie.
– Fa sempre così, scusalo – fece Izuku alzando le spalle – Ma non è cattivo... in fondo –
Claudia si voltò a guardarlo, ormai ripresasi dall’attacco di ridarella.
Come supponeva, Midoriya l’aveva ampiamente rivalutato. Katsuki Bakugou era una pesona difficile da avvicinare, sapeva essere un vero stronzo quando voleva.
Tutti e due potevano dire di conoscerlo, chi per un motivo e chi per un altro.
Certo, Claudia non avrebbe mai potuto dire di conoscerlo quanto Izuku. Lei era soltanto una spettatrice, una fan, qualcuno che aveva visto la storia svolgersi dall’esterno.
– Per la verità mi chiedevo una cosa – disse, facendo attenzione che il diretto interessato non sentisse, troppo impegnato a litigare con Amanda che aveva cominciato a lanciargli i vecchi libri trovati nella catapecchia abbandonata – Per tutta la mattina non ha parlato granché, mi ero preoccupata –
Midoriya sgranò gli occhi.
Dal canto suo, non si aspettava tanta empatia da una ragazza conosciuta appena qualche ora prima – Credo che sia dovuto ad Artemi. Kacchan è molto orgoglioso. Quando Artemi è comparso è successo qualcosa, è stato come se un’aura possente avesse iniziato a schiacciarci, era più che altro... paura –
La Colonna restò in silenzio.
– Sì, io ho avuto paura. E sono sicuro anche Kacchan abbia avvertito qualcosa che lo ha reso... piccolo dinanzi a lui. Artemi è un nemico indubbiamente potente e che incute timore –
Claudia annuì – Ma non è una paura normale – terminò per lui.
Izuku fece segno di essere d’accordo.
– Allora sono contenta che sia tornato normale. Anche se... – lasciò in sospeso la frase, anche perché la visione di un Bakugou furente le impediva di continuare. Izuku al suo fianco sospirò.
– Tanto per cominciare, è Isuke che comanda. Se lui dice di rimanere qui, noi rimaniamo qui – fece Amanda, al limite dell’esasperazione.
Claudia davvero non capiva quest’imposizione da parte sua. Non l’aveva visto di buon occhio sin dall’inizio e aveva il sospetto che avrebbero continuato a litigare per l’eternità.
– È una perdita di tempo rimanere qui a fare niente – ribatté il biondo.
Amanda aprì la bocca per dargli contro ma, dovette ammettere, che non aveva affatto torto. Ma questo non bastava a convincerla che avesse a che fare con un grande maleducato – Questo non è importante, lui è il più grande e perciò decide –
Allora intervenne Midoriya, l’innocente Midoriya – A proposito, quanto anni avete voi due? –
Bakugou lo guardò di sbieco mentre Amanda si concesse un sospiro prima di rispondere, questa volta più calma – Io ho sedici anni, Isuke ne ha diciotto –
Claudia inclinò la testa – Comanda il più grande? –
Gli sembrava una situazione da bambini, doveva ammetterlo, ma era divertente! Aspettò che l’agente annuisse prima di mostrare il sorriso più grande e luminoso di cui era capace – Allora è facile, comando io. Ho diciannove anni –
Amanda quasi si strozzò con la saliva mentre Izuku, al suo fianco, sgranò gli occhi.
– C-Cosa? Davvero?! –
Claudia annuì – Sì. Non sono molto alta, per questo sembro più piccola. Ma io frequento l’università – disse, prima di autocorreggersi – O meglio, frequentavo –
Proprio in quel momento Isuke decise di entrare, ritrovandosi i quattro ragazzi completamente immobili nel piccolo soggiorno, tra cui Amanda in cima alle scale con un’espressione allibito stampata in faccia – Che avete tutti? –
– Tu eri a conoscenza che Claudia avesse diciannove anni?! – chiese la bruna, ancora scioccata.
L’altro annuì – Era sulla scheda. Comunque... è importante? – poi sospirò – Tralasciando questo, ci sono delle novità –

---

C’era da dire la situazione era quella che era.
Non appena aveva messo piede al villaggio, Sakura aveva dovuto correre da una parte all’altra: prima in ospedale per assicurarsi che quella piccola ferita dietro la schiena non rischiasse un’infezione (per ovvie ragioni non avrebbe mai potuto farcela da sola), poi da Ibiki per un identikit dei nemici; aveva dovuto fare un rapporto dettagliato a Kakashi-sensei, ovviamente, e poi era stata mandata fuori Konoha, in una casetta poco distante, dove anche Naruto la stava aspettando.
Fuori dalla piccola costruzione aveva trovato il suddetto, Hinata e uno sconosciuto. Un tipo biondo dagli occhi azzurri.
Isuke era il suo nome, lo scoprì subito dopo.
Quest’ultimo le spiegò la situazione e lei ne rimase interdetta. Poi aveva sospirato.
– Ti presento gli altri – aveva poi aggunto, prima di dirigersi dentro l’abitazione. La conosceva, fino a poco tempo prima era la casa di un boscaiolo eremita che non amava vivere in mezzo alla confusione, per questo era stata fatta costruire lì.
Una volta dentro le vennero presentati Claudia, Izuku, Katsuki e Amanda.
– Piacere di fare la vostra conoscenza – disse, per educazione.
– Lei è il ninja medico migliore del nostro villaggio. Ma che dico? Del mondo! – esclamò senza ritegno un Naruto estasiato.
– Beh, ci farebbe comodo un dottore. Certo, abbiamo En ma lei non può muoversi dal Centro – spiegò Amanda.
Midoriya ricordava perfettamente quanto detto dalla Colonna riguardo Sakura Haruno. L’aveva descritta come una kunoichi dalla forza incredibile, capace di spaccare un grosso macigno con un solo pugno.
Sakura annuì – Kakashi-sensei mi ha dato il permesso di partire con voi, il problema è un altro – cominciò a dire, poi si voltò verso Naruto – Mentre tornavo sono stata attacca da tre ninja dalle strane abilità, una di loro aveva la Sharingan e non mi spiego come sia possibile –
Il biondo sgranò gli occhi, esterrefatto – Lo Sharingan? Ma è impossibile! L’unico dovrebbe essere Sasuke! –
La ragazza annuì gravemente – Lo so. Per questo Shikamaru e gli altri stanno mettendo in allerta gli altri Kage. Per ora vogliamo aumentare la sorveglianza e sperare che non ci attacchino –
Isuke aveva capito che la situazione in cui versavano era grave.
Fosse stato per lui non sarebbe giunto sin lì a chiedere l’aiuto di Naruto sapendo che il suo scopo primario era difendere il villaggio. Quasi si sentiva in colpa.
– Ci penserà il Teme a difendere Konoha. Io vado con loro –
Gli agenti spalancarono gli occhi, non credendo alle loro orecchie.
– Ma, Naruto- –  
Quest’ultimo però la interruppe con un sorriso ottimista in volto – Se dovesse realmente accadere quello che hanno detto sarà la fine per tutti, non solo per Konoha. E poi io sono il futuro Hokage, è mio dovere proteggere la pace, no? –
Sakura sospirò. Non ci voleva un genio per capire quanto fosse testardo il suo amico, dopotutto lo conosceva da anni e ne aveva avuto moltissime dimostrazioni – E va bene, Testa Quadra –
Detto ciò un lieve sorriso sfuggì dalle sue labbra.

---

Ogni volta che, per un motivo o per un altro, incontrava il Raikage, quest’ultimo lo guardava circospetto come se si aspettasse un tiro mancino da un momento all’altro.
Per la verità, la diffidenza era per lo più palese in tutti gli altri shinobi che sapevano di lui, della sua storia e delle sue azioni. Sarebbero rimaste delle macchie impossibili da togliere, ne era sicuro.
Dopo aver consegnato il messaggio, Sasuke si adoperò per trovare quei ninja.
Purtroppo ci aveva impiegato più tempo del previsto perché utilizzare più volte il Rinnegan impiegava parecchi sforzi ma alla fine ci era riuscito.
Fin troppo bene.
– Tu sei Sasuke Uchiha – disse il ragazzo dalla carnagione ambrata.
Il moro assottigliò lo sguardo – Qual è il vostro scopo? Perché attaccate i villaggi? –
Una leggera risatina gli fece intendere di essere circondato: alle sue spalle era apparso una specie di colosso mentre di lato, su un albero, vi era una ragazza dai lunghi capelli viola.
Era stata lei a ridacchiare – Come sei serio –
Sasuke le lanciò un’occhiata e non poté non corrucciare ancora di più la fronte non appena individuò i tre tomoe che circondavano la pupilla nero carbone, l’iride era rossa.
Lo Sharingan. Perché?, si chiese.
Il suo piano era abbastanza semplice: catturarli e farsi dire chi erano, cosa volevano e, al limite, avrebbe usato il suo occhio per racimolare tali informazioni e li avrebbe comunque uccisi. Alla fine.
– Sei venuto da noi per combatterci? – chiese lo stesso ragazzo di prima. Aveva il viso affilato, gli occhi color carbone e i capelli scurissimi.
Addosso portava una tuta altrettanto nera che gli ricopriva tutti il corpo, lo stesso valeva per il colosso alle sue spalle: l’unica differenza era che non indossava nulla sul busto.
Sasuke era sicuro di una cosa: non avrebbe potuto aprire un altro portale dimensionale tanto presto, avrebbe dovuto cercare di non consumare troppo chakra per abbatterli. In quello che era un millesimo di secondo estratte la sua katana e partì all’attacco.
Saettò verso il nemico dinanzi a lui che però si mosse altrettanto velocemente e lo schivò, alzando poi una gamba per dargli un calcio.
Sasuke riuscì a pararlo con il proprio ginocchio e saltò per prendere le distanze.
– Non riuscirai mai a batterci, Uchiha – fece una voce sopra di lui.
Il moro non perse tempo ed evitò il pugno dell’omone dai capelli rossicci, che andrò a rompere il terreno. Stava cercando di capire quali fossero le loro abilità.
Di trovare un punto debole, per questo attivò lo Sharingan all’occhio destro.
La ragazza priva di curve spiccò un salto e gli atterrò proprio davanti – Ma che bell’occhio. Perché non me lo regali? –
Sasuke scattò dunque verso di lei ma a parare il suo calcio fu il ragazzo dalla pelle scura – Non azzardarti, Uchiha – e veloce com’era apparso gli andò vicino colpendolo a sua volta con un pugno in pieno petto.
Atterrò in piedi fortunatamente ma il volto della ragazza gli coprì l’intera visuale. Per un attimo si chise come avesse fatto a raggiungerlo senza che lui se ne accorgesse ma poi gli occhi della tipa pulsarono e... i suoi piedi erano immersi in una pozzanghera di sangue.
Sasauke si guardò attorno impassibile, l’illusione dove era caduto non era assolutamente come quelle di suo fratello. Il cielo rossastro, le nuvole gocciolavano di inchiostro scuro e nella sua testa rimbombava il fischio del vento.
Ghignò
– Le tue illusioni non sono un granché – asserì – Faresti bene ad abbandonare quegli occhi che non ti appartengono –
Detto ciò sciolse la tecnica con una facilità estrema.
La kunoichi venne sbalzata via con potende calcio laterale, atterrando tra le braccia dell’omone. L’altro loro compagno si avventò su Sasuke sferrando una sequenza irregolare ma efficace di calci e pugni, sgusciando via ogni volta che il ninja di Konoha aveva l’impressione di averlo preso.
– Shitai – fece una voce, l’uomo che fino a quel momento era rimasto in silenzio – Basta così – e subito dopo lanciò un’occhiata alla ragazza ancora svenuta.
Il ragazzo lo assottigliò lo sguardo indugiando sul volto della kunoichi, poi si voltò a guardare Sasuke con cipiglio di rabbia – La prossima volta ammazzerò te e tutto il tuo fottuto villaggio –
Quest’ultimo cercò di impedire la loro fuga ma Shitai lanciò una bomba fumogena che gli annebbiò la vista, persino il suo Sharingan non gli servì a nulla, anzi, cominciò a bruciargli.
Messosi al riparo dal fumo riuscì finalmente ad aprire gli occhi.
Quello sinistro era intatto, dopotutto lo teneva quasi sempre chiuso quando non gli serviva, mentre quello destro gli doleva un po’ ma era convinto che in breve tempo potesse guarire.
Prima o poi avrebbe capito il trucco che usavano per scomparire nel nulla. Sospirò, Sasuke, prima di rimettersi in cammino.
La sua prossima meta era, ovviamente, Konoha.
Il suo obiettivo era parlare a Naruto e sperare che a Kakashi-sensei venisse un’idea su chi potessero essere quei tre strani tizi.

---

– Allora? –
Echo non disse niente, continuò a leggere il suo libro degli incantesimi senza badare alla conversazione tra quei due, tranquillamente distesa su di un divano che fluttuava accanto al caminetto acceso. Ai suoi piedi Ayan ripuliva le sue catene, ormai ripresosi dal congelamento.
Kuchisake Taira sospirò in maniera melodrammatica – Ho contattato Shigaraki Tomura ma non ne vuole sapere. Quel tipo è veramente infantile... alla fine ha rifiutato –
Era vero. L’aveva incontrato e per poco non ci rimaneva secca.
Quell’antipatico, pensò contrariata.
– Non importa – fece Artemi, abbandonandosi contro lo schienale della sedia – Non appena Echo potrà nuovamente muoversi tornerà all’attacco –
– Sempre se quei tre non finiranno il lavoro prima del mio intervento – disse quella chiamata in causa, continuando a sfogliare il suo libro di pelle.
– Già. Quei tre mi sembrano abbastanza forti – iniziò a dire Taira – Ma non mi sembrano i figli di quel tipo tutto in bianco. Non si assomigliano per niente! –
Artemi rimase in silenzio, lui sapeva.
Ayan non sembrava interessato alla conversazione, non sembrava interessato da niente per la verità, e continuava a fare quel che stava facendo con un’espressione assente.
La donna sospirò – Saranno stati adottati –
– O creati – suggerì Echo con un ghigno – Non sarà stato difficile per un tipo come lui creare degli esseri senzienti in grado di combattere. Non sei d’accordo, Artemi? –
Quello annuì.
– È possibile una cosa del genere? –
– Tu non hai capito chi è, vero? A quale clan appartiene – continuò la Strega.
Taira scosse la testa facendo tintinnare l’orecchino a forma di campanello.
Echo sorrise. Lei poteva saperlo perché era da sempre stata curiosa.
Aveva sa sempre studiato i mondi paralleli ed era anche per questo motivo che alla fine aveva deciso di allearsi con lui, oltre che per avere la sua vendetta.
– Quell’uomo è... Toshiaki Otsutsuki –
 
 
 
 
 
 
 

 
#Perdonate se il capitolo arriva con un po’ di ritardo ma ero strasicura che oggi fosse mercoledì (non so ancora chi me l’abbia data questa convinzione) ad ogni modo Ta-dan!
Ringrazio @
Eternity_paradise0 e @Sayman per le bellissime recensioni ^^ sapere che la mia storia piace è motivo d’orgoglio per me (che ho - 200 di autostima) e mi rende felice.
Ringrazio anche tuti quelli che semplicemente leggono e chi ha inserito la storia tra le preferite.


Questa volta cercherò di non trattenervi oltre. In poche parole succede che si arriva a Konoha, gente! Spero di aver reso bene tutti i personaggi: Naruto e Sasuke in primis e di non averli stereotipati troppo.
Spero anche che il siparietto nella casa in mezzo ai boschi sia piaciuta. Volevo alleggerire un po’ l’atmosfera ^^ Il perché della scelta dei vecchi consiglieri non è proprio insensata, loro hanno paura di una nuova guerra che possa crearsi a causa di Claudia. Certo, non hanno neanche pienamente ragione perché confinarli fuori dal villaggio potrebbe renderli più facili da attaccare ma abbiamo il nostro fidato team 8 a fare loro da guardia.

Nel prossimo capitolo avranno più spazio, tranquilli ^^
Premessa: io ADORO Shikamaru, per cui è possibile che lo farò comparire parecchie volte ^^ E adoro ancora di più Temari, per cui... 


Infine, ecco le immagini:

Team 7: Sakura Haruno, Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki e Sasuke Uchiha



Shikamaru Nara, Ino Yamanaka e Choji Akimichi

 
 


P.S. Piccola checca: Plus Ultra era... il motto di Carlo V d’Asburgo! L’ho scoperto l’anno scorso e volevo rendervi partecipi della mia 'scoperta' ^^

PP.S. Ho risolto il problema delle immagini nel precedente capitolo ^^ spero ora sia tutto apposto. E ho notato che anche l'immagine di Ayan è stata tolta dal capitolo 03, provvederò subito

Bye

 
rosy

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Capitolo 7
*** 06. I Tre Ninja ***


La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss

 
Capitolo 06

I Tre Ninja
 
 

Dopo essersi appisolata, Claudia cominciò a preparare la cena con quello che Amanda aveva comprato al villaggio poche ore prima.
Midoriya, gentile e disponbile come sempre, si era offerto di darle una mano e tra una chiacchiera e l’altra si erano dati molto da fare, servendo per cena stufato di verdure e tacchino ripieno.
Fortunatamente Claudia era un vero asso in cucina, ragion per cui riuscì a non combinare pasticci. Dopotutto aveva passato anni interi a cucinare per suo fratello quando i suoi genitori avevano i turni in ospedale in contemporanea. Si permise anche di usare la farina e le uova per preparare un delizioso rotolo ripieno di panna e fragole, che terminò quella sera stessa.
Claudia diede un veloce sguardo all’orologio e cominciò a mettere a posto. Si era fatto tardi e aveva proprio bisogno di dormire.
Isuke si mostrò apparentemente tranquillo e si addormentò immediatamente sul divano, non appena la sua testa aveva toccato il cuscino, cosa che la fece sorridere.
Sarà meglio lasciarlo riposare..., pensò intenerita.
Si voltò poi verso Amanda – Se vuoi puoi andare a dormire anche tu, qui faccio io –
– Sicura? – Claudia annuì e così la bruna si decise ad andare al piano di sopra – Va bene, chiamami se hai bisogno –
La vide sparire oltre le scale per poi rimboccarsi le maniche. In cucina c’erano ancora Izuku e Katsuki, entambi intenti a lavare le stoviglie, sembravano così tranquilli.
Specialmente il secondo.
– Posso finire io, ragazzi, voi potete anche andare a dormire –
Sarebbe stato molto meglio che fossero loro i più riposati, lei non avrebbe comunque potuto fare nulla in caso di attacco. Che fosse piena di energie o meno.
– Ti aiutamo volentieri, Claudia – fece Midoriya, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Gli sorrise grata.
– Sei praticamente uno straccio, va’ a dormire e non rompere – esclamò invece Bakugou dandole la schiena mentre asciugava i piatti – O ti ci manderò a calci in culo –
Claudia ridacchiò e si morse il labbro inferiore.
Alla fine dovette cedere – Okay. Buonanotte –
Ovviamente l’unico a rispondere fu Midoriya, neanche a dirlo. Il piano di sopra comprendeva tre camere da letto e un bagno.
Era già stato deciso che lei e Amanda avrebbero dormito insieme ma quando entrò in stanza la vide che ronfava beatemente coperta dal lenzuolo e poi vide la luna attraverso i vetri della finestra.
Si avvicinò a quest’ultima e l’aprì, non c’era molto vento. Anzi, quasi nullo.
Dall’altra parte vi era un balcone a cui si accedeva da un’altra delle camere e così decise di scavalcare il davanzale della finestra per affacciarsi di sotto.
La prima cosa che vide fu un Naruto addormentato ai piedi dell’albero accanto alla casa di legno e Hinata, seduta su una panca. Quest’ultima, come se niente fosse, alzò lo sguardo e la beccò.
Giustamente. Claudia si diede della stupida, con il Byakugan era ovvio che l’avesse vista.
– Non riesci a dormire? – le chiese cordialmente.
La Colonna scosse la testa – Volevo solo guardare un po’ fuori –
Aveva avuto modo di scambiare due parole con Hinata, era esattamente com’era rappresentata all’interno del manga. Dolce, educata, gentile... un vero angelo coi suoi occhi perlacei e i lunghi capelli corvini.
Fu in quel momento che, non seppe per quale assurda ragione, si ritrovò con le lacrime agli occhi.
Ovviamente lei se ne accorse – Qualcosa non va, Claudia? –
– Non preoccuparti, non voglio distrarti. Scusa – disse.
Hinata allora le sorrise incoraggiante – Non preoccuparti. I miei compagni di team sono nei paraggi e stanno tenendo d’occhio la zona. Posso parlare per cinque minuti –
Claudia annuì.
Si morse il labbro prima di esternare il suo malessere – È che sono... devo essere sempre protetta, non posso fare nulla. Vorrei poter dare una mano e invece... –
La voce le morì in gola.
– Vorresti essere più forte – concluse per lei Hinata, alché l’altra annuì vigorosamente – Sai, tempo fa non ero neanche lontanamente come sono adesso. Quand’ero piccola mi arrendevo spesso e non ero forte abbastanza per proteggere il villaggio e i miei amici –
Claudia tirò su col naso. Lo sapeva, conosceva la storia di Hinata, di chiunque altro personaggio di quel manga meraviglioso che le aveva cambiato la vita.
Aveva pianto alla morte di Jiraya e di Asuma, aveva fatto il tifo per Naruto, per lei, per Gaara, e aveva imparato ad andare oltre le apparenze. Itachi non era cattivo. Obito aveva sofferto tantissimo.
Madara si era sentito devastato quando aveva compreso che tutto ciò che amava e che aveva sacrificato in nome della vendetta, di una pace... l’aveva perso per sempre.
Naruto non era il solito stupido incapace, Sasuke non era un santo ma neanche tanto cattivo. Semplicemente era stato vittima degli eventi e della crudeltà delle altre persone, dell’ideologia del buon ninja, delle ambizioni di Orochimaru e delle bugie di suo fratello.
Guardò Hinata, sempre più triste – Come posso fare per aiutarli? – le chiese.
In realtà non era affatto sicura che lei fosse in grado di spiegarle cosa avrebbe potuto fare. Come acquisire delle minime abilità che le avrebbero permesso di difendersi da sola.
– È difficile – disse infatti la Hyuuga – Nel mondo dei ninja ci si allena sin da piccoli. Per imparare a concentrare il chakra, a richiamarlo e utilizzarlo in maniera appropriata ti ci vorrebbero anni di preparazione e di pratica –
Claudia sospirò, poggiando i gomiti sulla ringhiera e incassando la testa nelle spalle.
– Ma tu non sei un ninja – continuò a dire – Sono sicura che troverai qualcosa che farà al caso tuo. Sappi però che ci vorrà tempo e pratica, dovrai allenarti e soprattutto... –
– Non arrendermi – concluse.
Hinata le sorrise raggiante – Esatto –

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Midoriya sbadigliò portandosi una mano alla bocca.
Il fuso orario di quel posto l’aveva stremato e non vedeva l’ora di andare a dormire. A pochi passi da lui Bakugou asciugava le stoviglie in religioso silenzio rotto da qualche raro sbuffo o imprecazione quando per poco non gli scivolavano i piatti dalle mani.
Ogni tanto gli lanciava delle occhiate, Izuku, per cercare di capire cosa diavolo stesse pensando. E ovviamente senza farsi beccare, sia mai che diventasse più intrattabile del solito.
Poi, all’improvviso, proprio il biondo prese la parola – Ehi, Deku –
Midoriya quasi sobbalzò sul posto – Sì? Dimmi –
Lo sentì sbuffare come una locomotiva prima di parlare – Abbattere quel tizio non sarà semplice – cominciò a dire senza voltarsi, lo sguardo puntato lontano oltre la finestra, verso l’inizio del bosco immerso nel buio della notte – È un Villain fottutamente forte –
Gli era bastata un’occhiata per capirlo. Quelle iridi verde ghiaccio non si potevano certo dimenticare in un secondo.
Dannazione!
– Mh-mh. Senza contare poi quell’aura spaventosa – disse l’altro.
Già, l’unica volta che aveva provato quello stesso senso di terrore dal profondo delle sue viscere era stato ai tempi di Stain lo Stermina Eroi. Anzi. Non era neanche lontanamente paragonabile a quello.
– Stammi bene a sentire – grugnì il biondo – Se ti fai ammazzare troverò il modo di perseguitarti fino all’inferno perché non accetto di perdere contro di te per via di uno stronzo simile –
Pronunciò quelle parole velocemente.
Izuku ne rimase piacevolmente sorpreso – S-Sì, va bene… e anche tu, sta’ attento –
– Per chi mi hai preso, Deku?! Sei tu che ti riduci a una pezza del cazzo quando non è affatto necessario quindi dacci un taglio! – gli urlò in faccia e Midoriya pregò che Isuke, steso in soggiorno, non si fosse svegliato.
Incassò la testa nelle spalle e annuì – Okay, okay. Va bene, Kacchan –
– Hai del coraggio a insinuare cose del genere! –
– Shh! Kacchan, così sveglierai gli altri... – cercò di dirgli.

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Non conosco nessuno che possa voler fare una cosa del genere e non ho mai sentito parlare di un’organizzazione chiamata Centro – spiegò il bestione.
Naruto sospirò. Aveva approfittato della nottata tranquilla per chiedere informazioni a Kurama, dato che, essendo vecchio di migliaia di anni, avrebbe potuto sapere qualcosa riguardo Artemi.
E invece... – Sei davvero sicuro che vuoi partire? Konoha ha ancora bisogno di te
C’è Sasuke. O meglio, ci sarà. Aspettiamo il suo ritorno e poi ce ne andremo. Mi fido di lui
Kurama sghignazzò.
Da quando era stato sigillato dentro il corpo di quel biondastro ne aveva viste di tutti i colori ma la cosa che lo divertiva maggiormente era vederli litigare ancora, dopo anni, per delle banalità.
Naruto non era di certo una cima ma neanche Sasuke scherzava quando si toccavano i punti giusti.
Ad ogni modo la situazione è pessima. Un solo passo falso e ci ritroveremo nella merda, eh?
Già. Senza contare che non sappiamo quali siano le reali capacità del nemico. Tra l’altro, secondo Isuke e Amanda, quel tipo si sta circondando di persone alquanto forti e dalle abilità più disparate – spiegò Naruto.
La volpe era stesa a pochi metri da lui, teneva il muso appoggiato alle zampe anteriori e di tanto in tanto muoveva qualche coda. A vederlo così sembrava alquanto innocuo.
Sapeva però, Naruto, come tutti gli altri ninja, che se voleva era capace di distruggere un intero villaggio in meno di un’ora. Una forza della natura, ecco cos’era l’Enneacoda.
Non farti ammazzare, Naruto – disse a un certo punto il grande animale – Che se muori tu poi muoio anch’io
Il ragazzo scoppiò a ridere.
Certo, l’avrebbe seguito nel regno dei morti... ma poi sarebbe tornato, libero e senza doversi sorbire le stupidaggini dello shinobi biondo – Come sei romantico
Kurama non si curò neanche di mostrare le zanne in segno di irritazione.

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Aveva chiuso gli occhi appena trenta minuti prima che un boato la fece letteralmente saltare.
– Ma che cazzo...? – non sentì neanche Amanda che era corsa subito alla finestra a controllare cosa diamine stesse succedendo, che si ritrovò a spalancare la bocca quando un uccello sfondò la parete come fosse un proiettile – Ma che cazzo...? – ripeté la bruna, indossando rapidamente gli stivali.
Agguantò Claudia per una mano e la trascinò al piano di sotto, senza aspettare che il rapace si riprendesse dalla botta.
– Isuke! Per poco un dannato uccello non ci ha ammazzate! – urlò.
Lo sentì imprecare – E tu ti preoccupi degli uccelli? –
Amanda non poté credere ai suoi occhi. Il soggiorno era pieno zeppo di bestiacce, alcune di queste ringhiavano e snudavano le zanne con insistenza.
Arrivò un’altra esplosione, questa volta proveniente dal piano di sopra e i due apprendisti eroi apparvero sulla rampa di scale pochi secondi dopo, trafelati – Che cazzo hanno questi animali? –
Midoriya doveva ancora riprendersi dall’aver avuto un anaconda a pochi centimetri dalla faccia.
L’agente del Centro stava per rispondergli che non ne aveva idea ma il soffitto crollò in quel preciso istante e solo l’ennesima e potente esplosione di Bakugou direzionata verso l’alto aveva evitato che rimanessero schiacciati, riuscendo anche ad allontanare le bestie più vicine.
A quel punto, dopo che la polvere si diradò, Hinata apparve dando loro le spalle – Scusate, avremmo dovuto avvertirvi ma c’è stato un piccolo problema –
E con ‘piccolo’ intendeva che perfino Akamaru aveva cominciato a dare di matto e aveva iniziato ad attaccare il suo padrone senza dargli tregua. Inoltre l’Hokage aveva appena fatto suonare l’allarme e il villaggio era nel caos, attaccato da qualsiasi animale più grande di un chiwawa.
– Dov’è Naruto? – chiese allora Isuke mentre toglieva la sicura alla pistola.
– Il nemico è stato avvistato a ovest, si è diretto là –
Amanda quasi si strozzò con la sua stessa saliva – Da solo?! –
La kunoichi si voltò di tre quarti verso il gruppetto mostrando un sorriso – Non preoccupatevi. Se la caverà sicuramente –
Poi, il caos.
Dapprima quelli a lanciarsi senza remore sulla giovane Hyuuga furono dei cani lupo, a seguire serpi, rapaci, cinghiali, daini e volpi che la mora prontamente respinse usando il Palmo d’Aria, la cui onda d’urto spedì gli animali contro i tronchi della prima fila di alberi.
Si muoveva fluidamente, i suoi movimenti erano precisi e grazie al Byakugan attivo aveva sott’occhio tutti i nemici senza rischiare di essere presa di spalle.
– Cosa facciamo? – chiese allora Amanda – Non possiamo restare qui –
Isuke annuì ma prima di fare qualsiasi cosa si rivolse a Hinata – Chi è il nemico? E che cosa vuole? –
Dopo aver stroncato l’ennesimo tentativo del cinghiale, la kunoichi espirò – Sono gli stessi ninja di cui parlava Sakura. Shino è riuscito a captare alcune loro conversazioni e a quanto pare stanno cercando te, Claudia – spiegò in un sospiro.
La Colonna restò immobile, muta come un pesce.
Era notte. La visibilità era scarsa ed erano circondati da bestie di ogni sorta.
A un certo punto Hinata portò una mano all’orecchio dove i due agenti poterono notare un auricolare, subito dopo parlò con chi era dall’altro capo – Ho capito. Ci penso io qui, anche se... – poi si bloccò e volse lo sguardo verso la vegetazione, aggrottando le sopracciglia.
Lo sentiva, lo vedeva. Il ninja proprio davanti a lei, nascosto dagli alberi e non ci mise molto a capire di chi si trattasse: il chakra confluiva negli occhi.
– La kunoichi con lo Sharingan – disse soltanto.
Amando alzò un sopracciglio, non ci stava capendo assolutamente nulla mentre le sole parole di Hinata bastarono a farla tremare, Claudia sapeva bene di cosa era capace quella tecnica oculare.
Fu la Hyuuga a proferire parola, in modo da renderli partecipi della questione – Il nemico è nascosto tra gli alberi e possiede una particolare tecnica che gli consente di intrappolare le sue vittime in potenti illusioni. Non guardatela negli occhi! – esclamò.
– Uff, che rottura – cantilenò una voce – Tra tutti i ninja che ci sono dovevano mettere a guardia della Colonnina proprio una Hyuuga? E io che volevo risolverla velocemente... –
L’avversaria uscì dalla coltre di oscurità dov’era nascosta e mostrò fiera gli occhi rosso sangue, l’iride tipico dello Sharingan, l’occhio delle illusioni – Akame, piacere – disse – Tu devi essere la primogenita del capoclan, Hisashi Hyuuga. E voi... i tipi del Centro. Oh, sei tu la Colonnina? –
I lunghi capelli viola rendevano la sua figura ancora più slanciata, sul viso un’espressione divertita.
Abbassò lo sguardo, Claudia. Non voleva cadere in nessun tipo di illusione.
Lo stesso fecero gli altri.
Come facciamo a combattere se neanche possiamo guardarla in faccia?, si chiese Bakugou.
Akame batté le mani un paio di volte prima di ghignare – Va bene, bestioline. È l’ora della pappa. Il piatto principale è... la piccola Hyuuga –
Hinata fu costretta ad allontanarsi dal gruppo del Centro con un balzo nel momento in cui un orso alquanto grande fece per saltarle addosso. Le zanne snudate, ringhiava nella sua direzione con la bava alla bocca.
Isuke alzò la pistola e sparò un colpo, il proiettile però venne attentamente deviato da uno shuriken.
– Che crudeltà... colpire dei poveri animali affamati – affermò il nemico.
Allora Amanda assottigliò gli occhi – Sei tu che li controlli? –
– Esatto – disse – Ed è inutile che cerchiate di colpirmi. Leggo tutte le vostre mosse –
Il biondo agente del Centro, allora, provò a spararle ma non ci fu niente da fare.
Claudia avrebbe dovuto immaginarselo. Con lo Sharingan schivare dei semplici proiettili era una passeggiata! – È inutile, Isuke. I suoi occhi possono vedere tutti i nostri movimenti, analizzarli e anticiparli. Riuscirà sempre a evitare i tuoi colpi – spiegò infatti.
Akame rise di gusto – Ma allora è vero che sai tantissime cose! Ma che brava! –
– E allora come la battiamo, secondo te? – ruggì Bakugou.
Claudia sobbalzò, non si aspettava di essere chiamata a rispondere a una tale domanda.
Non ne aveva idea e poi... perché lei che di combattimento non sapeva nulla?!
Quello ha ragione, Cla – intervenne allora Amanda – Tu conosci molto bene questo mondo. Sei l’unica che può spiegarci come combatterla –
Sgranò gli occhi, impaurita – Conosco delle cose, è vero. Ma da qui a dirvi cosa fare...! – era stata presa in contropiede, le mani avevano cominciato a tremare – E poi non ho mai visto quella tizia! Non so neanche ci sia! –
– Ma conosci parte delle sue abilità, no?! –
Claudia si morse la lingua.
Guardava i suoi protettori uno ad uno in cerca di aiuto, voleva uscire da quella tremenda situazione perché non se la sentiva. Non avrebbe mai potuto farcela. Guidarli?
Lei? Scherziamo?!
Li avrebbe condotti alla morte, altroché!
– Claudia, ce la puoi fare – fece Izuku sorridendole.
Perché aveva così tanta fiducia in lei? – Midori- –
– Piantala di frignare e dacci una mano, Quattrocchi! –
Posso farcela? Davvero? Posso davvero dare una mano in questo senso?
Sono cresciuta con il manga
Naruto, conosco tecniche che neanche il protagonista conosce e la storia di moli personaggi. Sì, potrei. Che mi costa provare?
Annuì, Claudia. Annuì e cominciò a elaborare le informazioni così da spiegarle in maniera semplice e veloce agli altri.
Ma ovviamente, mai che una cosa vada nel verso giusto.
– E secondo voi ve lo lascio fare? – fece Akame, tirando fuori dal marsupio dieci shuriken, cinque per mano, e lanciandoli nella loro direzione.
Isuke agì prontamente e sparò nove colpi, l’ultimo shuriken fu fermato dalla lama di uno stiletto. Claudia sgranò gli occhi quando capì a chi appartenesse – A-Amanda? –
La bruna sbuffò e alzò le spalle – Li ho nascosti un po’ ovunque, perfino nelle scarpe – disse, a mo’ di spiegazione.
– Siete proprio delle pesti –
– Dacci un taglio, noi ora ti faremo il culo – ruggì Bakugou.
Akame ridacchiò – Ne sei proprio convinto? –
Il tono sibilino che usò fece temere il peggio. E infatti dopo neanche pochi secondi Hinata, che affannosamente si difendeva dal continuo attacco di belve feroci, gridò nella loro direzione – Stanno arrivando gli altri due! Attenzione! –
Neanche il tempo di ulteriori dettagli che venne colpita con un calcio alla base della schiena.
Veloce, era stato tremendamente veloce che neanche con il Byakugan era riuscito a vederlo. La Hyuuga crollò a terra ma si rialzò immediatamente sotto gli occhi preoccupati degli altri cinque.
Gli animali si erano fermati a un ordine della kunoichi.
Colui che aveva colpito la mora era un giovane dalla pelle ambrata e i capelli scuri, non molto alto e dall’espressione austera – Non resisterai ancora a lungo, arrenditi – disse serio.
Hinata scosse la testa e si morse l’interno della guancia. Non aveva molto chakra, il suo avversario era veloce come il vento e in più era arrivato una montagna di muscoli dietro di lui.
– Se proprio ci tieni a morire, ti accontento –
Claudia non riuscì a non gridare il nome della Hyuuga ma il ninja avversario non la uccise, contrariamente a ciò che aveva pensato.
Velocemente, tanto da sparire e ricomparire alle spalle di Hinata, l’afferrò per la testa e la spinse al suolo. Izuku non aspettò oltre e attivando il Full Cowl spiccò un salto per raggiungerla e aiutarla ma i due scomparvero nell’istante in cui mise piede a terra.
Hinata venne trascinata dinanzi ad Akame che la costrinse a spalancare gli occhi.
Fu questione di un attimo, la kunoichi di Konoha crollò come fosse addormentata, le palpebre socchiuse e chissà quale inferno in testa.
– Che cosa le ha fatto? – fece Amanda, non riuscendo a capire come mai la loro alleata avesse smesso all’improvviso di dimenarsi.
A rispondere fu la Colonna, in tono grave – L’ha chiusa in un’illusione –
Si rese conto di avere il respiro pesante ed era stanca, stanca di vedere gli altri soffrire a causa sua.
Perciò si voltò verso Bakugou, gli altri due e Izuku, che li aveva raggiunti nel frattempo – Okay, non so dove sia Naruto ma per ora ci arrangeremo. Sakura vi ha detto altro riguardo questi tre che l’hanno attaccata? –
Isuke annuì prontamente – Ha detto che quello tutto muscoli ha una forza fisica spaventosa –
– E il terzo? Ti ha parlato di qualche sua abilità? – chiese ancora, questa volta però scosse la testa.
I palmi di Katsuki presero a scoppiettare e un ghigno malefico si fece strada sul suo volto – Sappiamo che è veloce al punta di diventare invisibile, è già qualcosa –
– Talmente veloce che Hinata non è riuscita a vederlo – concluse Claudia, volgendo lo sguardo verso l’amica stesa a terra ai piedi dei tre ninja – Normalmente uno shinobi viene addestrato nelle tre arti di base: le arti marziali, le arti magiche e quelle illusorie. Fate attenzione, potrebbero saper utilizzare il fuoco, l’acqua, la terra, il vento o il fulmine. Addirittura potrebbero avere delle Abilità Innate – spiegò, in fretta e furia.
Non voleva che venisse interrotta o, peggio, che fossero impreparati.
Amanda annuì – Okay. Tu resta indietro. Ci pensiamo noi –
– Io penso al tipo tutto muscoli – cominciò a dire Bakugou.
L’agente gli lanciò un’occhiataccia – Se vuoi metterti in mostra non è il momen- – ma venne interrotta da Izuku che le posò una mano sulla spalla.
Non sorrideva, ma i suoi occhi dicevano tutto. Era una muta richiesta di fidarsi del suo amico.
Claudia non ebbe alcun dubbio e annuì, dopotutto sapeva bene che, nonostante il carattere irascibile, Bakugou ragionava con fredda lucidità nelle situazioni più disperate.
– Allora io mi occupo del tizio con la pelle scura. Con il mio Full Cowl dovrei riuscire a tenergli testa – disse allora Midoriya.
Certo che non so se mi basterà il 20%..., pensò preoccupato.

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Konoha era assediata dagli animali.
La cosa avrebbe fatto ridere i polli che non immaginavano neanche cosa realmente stava accadendo. Il villaggio era stato preso di mira da bestie fameliche e tutti i ninja erano stati chiamati a protezione dei civili. Persino i genin erano stati ingaggiati all’azione.
Quello sarebbe dovuto essere un periodo di pace.
Kakashi sapeva cosa stava succedendo: quei tre ninja che fino a poco tempo prima si erano divertiti a distruggere piccoli villaggi, avevano preso di mira la loro città. Konoha era piena di civili che correvano verso i rifugi sulla montagna, scortati da innumerevoli shinobi.
Lui era lì a cercare di trovare una soluzione.
Ma mentre pensava a un modo per risolvere la questione, si disse, avrebbe potuto prendere a calci quelle belve che minacciavano di distruggere il villaggio.

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La cosa che più gli premeva era allontanare il bestione dagli altri così da poter combattere in pace senza rischiare che gli alleati venissero coinvolti nelle sue esplosioni.
Per questo motivo si lanciò a rotta di collo verso di lui, usando il suo Quirk per acquisire maggiore velocità e allo stesso tempo Midoriya si mosse per conto suo, attivando il suo Full Cowl e caricando in direzione del nemico.
Allungò le braccia in avanti e gli lanciò un’esplosione moltiplicata per dieci sulla faccia lanciandolo nel mezzo della foresta. Certo, lì il rischio di incendio era alto ma almeno non doveva preoccuparsi di colpire per sbaglio tutti gli altri.
– Ragazzino – ruggì il colosso – Ti stai mettendo nei guai –
Aveva la mascella grossa ma appuntita, gli occhi piccoli e affilati.
– Ti ridurrò in poltiglia –
– Non sei un ninja per cui non mi interessi – continuò il rosso.
Bakugou digrignò i denti.
Stava cominciando a perdere la pazienza. L’avrebbe massacrato, altroché.
Senza dire nient’altro, si lanciò nuovamente all’attacco: gli era più facile muoversi a mezzaria con le sue esplosioni e riuscire in questo modo a colpirlo, acquisendo maggiore rapidità.
Tai, questo era il suo nome, parò il viso dietro le braccia, come aveva fatto poco prima.
La potenza delle esplosioni era notevole ma ci voleva ben altro per scalfire i suoi muscoli.
Non appena gli fu possibile caricò il pugno e fece per colpirlo, ma Bakugou lo schivò agilmente.
– Sei fastidioso, tu e le tue esplosioni –
Andarono avanti così per diversi minuti, un continuo confronto fisico in cui nessuno dei due aveva la benché minima voglia di arrendersi e lasciarsi vincere.
Il più giovane era attento a non farsi colpire neanche una volta. Sapeva bene che con quella forza avrebbe potuto rimanerci secco, la sua stazza gli ricordava quella di All Might, anche se...
Non è neanche paragonabile a lui, si ritrovò a pensare, E di questo passo le mie esplosioni diventano sempre più potenti. Posso farcela!
Era questa la particolarità di Katsuki Bakugou: più si muoveva, più il suo Quirk risultava micidiale.
Certo, a lungo andare il suo stesso corpo ne avrebbe risentito, ma non era ancora vicino al suo limite. Avrebbe potuto abbatterlo con una serie di esplosioni ben indirizzate.
Purtroppo però non era l’unico con qualche asso nella manica.
Quando fu costretto ad allontanarsi per non essere preso in pieno, Tai formò degli strani segni con le mani. La mente di Bakugou ebbe appena il tempo di elaborare l’informazione che cominciò a sentire il vento cambiare direzione e girare vorticosamente attorno all’avversario.
Assottigliò gli occhi e mosse un passo in avanti.
D’altro canto, il colosso mostrò un vago sorriso – Taiton – disse – Scommetto che non ne hai mai sentito parlare –
Bakugou corrucciò la fronte. Che diamine sarebbe questo Taiton?
– Altresì chiamata Arte del Tifone. Osserva –
Le sue mani cambiarono di nuovo posizione e un potente uragano si generò attorno ai due combattenti. Katsuki si guardò intorno, non c’era via d’uscita.
L’unico modo sembrava abbattere chi aveva messo in piedi quel ciclone.
– Questo è il più alto livello di controllo dell'Arte del Vento – spiegò sghignazzando.
Bakugou sapeva solo una cosa: che avrebbe dovuto impedirgli di muovere quelle maledette mani e forse avrebbe evitate altre problematiche di quel tipo.
Aveva deciso quale sarebbe stata la sua prossima mossa ma questa volta avrebbe dovuto superare i suoi limiti, doveva aumentare la potenza delle sue esplosioni e ignorare il dolore alle braccia.
Tai mosse le mani, componendo i vari segni – Taiton: Grande Ciclone – e, detto ciò, il vento cominciò a soffiare ancora più forte attorno a loro.
Bakugou saltò in aria e cominciò a girare grazie alle sue esplosioni, sempre più velocemente formando un moto circolatorio. Girò e girò, dopo che l’impulso accumulato gli sembrò sufficientemente distruttivo, Katsuki sparò.
La vittoria sarebbe stata decisa dalla forza d’impatto.
Un ciclone creato e mosso dal chakra di un essere umano creato artificialmente e un tornado esplosivo carico di rabbia.
Si udì un boato. La terra tremò, gli alberi che li circondavano si disintegrarono all’istante.
Subito dopo ci fu il silenzio. Bakugou respirava affannosamente, in piedi per miracolo.
La camicia dell’uniforme scolastica era quasi del tutto distrutta e i pantaloni sporchi di polvere, leggermente bruciacchiati.
Ai suoi piedi Tai giaceva immobile.
La nuvola di fumo e detriti si diradò lentamente, a quel punto il biondo si mosse e guardò il tipo contro cui aveva appena combattuto. Sembrava morto.
Si inginocchiò per scrupolo e allungò due dita poggiandole laddove sapeva ci fosse l’arteria.
Gli sembrò assurdo. Il cuore di Tai non batteva. Neanche un po’.
Non respirava. Restò per un attimo immobile. Alla U.A. gli avevano detto e ripetuto che non era compito dell’Eroe decidere della vita e della morte delle persone, neanche se si trattava di spietati Villains... l’importante era rendersi inoffensivi e arrestarli.
E invece aveva appena ammazzato un colosso di due metri senza neanche accorgersene.
In verità, per un attimo, gli era sembrato che avrebbe potuto resistere a un attacco del genere. Gli era parso più resistente, più forte, più... ma no, forse non lo era.
Possibile fosse solo apparenza?
Si alzò e andò a sedersi su un grosso masso lì vicino, posando i gomiti sulle ginocchia larghe, la testa abbandonata in avanti. Neanche uno come lui poteva rimanere impassibile.
Che cazzo..., Aveva appena ucciso un uomo?
Si lasciò sfuggire un sorriso amaro.

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– Non sei un ninja e non conosci il mondo dei ninja. Non puoi pensare di battermi –
Il ginocchio di Midoriya crollò a terra ma quest’ultimo si rialzò subito dopo.
Aveva collezionato colpi su colpi, escoriazioni a causa delle cadute e per poco non gli aveva slogato una spalla. In quel frangente il One For All l’aveva salvato.
Non posso pensare di eguagliare la sua velocità utilizzando solo il 20% e dire che mi fanno male già le ossa e i muscoli, pensò tra sé.
La soluzione più veloce era utilizzare il suo Quirk a piena potenza ma in quel modo avrebbe rischiato di rompersi, poi ci avrebbe messo chissà quanto tempo a riprendersi dallo scontro.
Sarebbe stato già fuori gioco.
Shitai, d’altro canto, aveva perso la pazienza. Era da quando avevano iniziato a combattere che quel moccioso si rialzava, qualsiasi fosse il colpo che accusava – Smettila. Stai diventando irritante –
– E tu non pensare che io mi possa arrendere. Il mio compito è proteggere Claudia – affermò sicuro, negli occhi verdi brillava una luce di pura determinazione – Full Cowl: Shoot Syle
Corrucciò le sopracciglia e strinse i denti, sopportando altro dolore a quello solito.
21... 22... 23..., contò nella propria mente, 24... 25%...!
Sentì le sue gambe bruciare, l’energia scorrere in ogni tessuto del suo corpo, in ogni cellula minacciando di farli esplodere dall’interno.
Fa male, dannazione, ma devo resistere. Un po’, solo per un po’!
– Puoi incrementare la tua forza ma se non riesci a colpirmi è inutile –
Midoriya sospirò di fatica – Questo lo vedremo –
Scattò in avanti e tentò di colpirlo con un calcio, Shitai lo schivò e contrattaccò piegandosi in avanti, girando su stesso e mollandogli una gomitata.
L’altro, allora, tentò una seconda volta e Shitai dovette per un attimo rivalutare la situazione.
Era una sua impressione o quel ragazzino stava diventando più veloce più il tempo passava? Certo, gli sembrava altrettanto stanco e sofferente, come se quella velocità gli costasse parecchio.
Doveva trovare il modo di muoversi e farlo fuori.
– Adesso basta –
Shitai era il più bravo tra i tre nelle arti marziali e il più veloce. Gli sembrava impossibile che stesse faticando a far fuori un moccioso.
Si preparò ad agire quando sentì chiaramente un filo spezzarsi.
Quel filo si spezzò nel momento in cui una potente esplosione fece tremare la terra poco distante da loro, l’onda d’urto li raggiunse seppur più lieve rispetto all’epicentro.
I suoi occhi neri come il carbone puntarono in quella direzione e in un attimo seppe per certo cos’era successo.
Lo ha ucciso. Quel ragazzino ha ucciso Tai!
Midoriya lo vide sparire e prontamente cominciò a seguirlo nella foresta. Se la sua intuizione era giusta era stata tutta opera di Bakugou, doveva sbrigarsi. Era stata un’esplosione potentissima, sicuramente non doveva trovarsi al massimo delle forze.
Shitai giunse per primo nella radura, al centro di un enorme cratere c’era il corpo esamine di Tai: la sua pelle sembrava rotta un po’ ovunque. No, erano vere e proprie crepe.
– Kacchan! – esclamò Izuku arrivando subito dopo.
Successe tutto molto velocemente. Il moro si lanciò contro Bakugou colpendo con un pugno il plesso solare e subito dopo con un calcio facendolo sbattere con il viso sulla roccia.
– Tu, bastardo, non osare guardarmi dall’alto in basso – ringhiò il biondo, cercando di alzare la faccia che Shitai teneva premuta contro il terreno con un piede.
– Non muoverti Kacchan! – gridò ancora Midoriya ed eseguendo il St.Louis Smash sul nemico.
Il calcio venne prontamente schivato, Shitai gli afferrò la caviglia e lo sbatté a terra, accanto all’altro. Era furioso. Era davvero furioso.
Bakugou abbaiò diversi insulti prima di farsi forza sulle braccia indolenzite per via delle esplosioni, voltarsi e sferrargli una ginocchiata in viso. Esultò mentalmente anche se avrebbe dovuto indossare le sue ginocchiere di metallo per fargli ancora più male.
Al tempo stesso Midoriya aumentò l’energia del One For All, arrivando al 37%.
Ciò che sentiva era soltanto dolore. Immenso dolore in ogni parte del corpo.
Doveva superare quel limite, doveva riuscirci.
Gli occhi di Shitai lampeggiarono nel buio della notte, si mosse molto velocemente, più velocemente di quanto abbia mai fatto, si spostò alle spalle dei due ragazzi afferrò le loro teste – Morite – sibilò, iroso.
Il corpo di Izuku esplose di energia nel medesimo istante, afferrò il braccio del nemico e lo tirò in avanti. Dopodiché caricò il Detroit Smash e colpì duramente.
Si udì un sonoro crack, poi il corpo di Shitai percorse diversi chilometri prima di fermarsi. Alla fine Midoriya crollò in ginocchio tenendosi il braccio destro e con un fortissimo dolore anche alle gambe.
Si morse l’interno della guancia e strizzò gli occhi per abituarsi al dolore.
Al suo fianco Bakugou tossicchiò un paio di volte, poi lo guardò irritato – Ti avevo detto di non romperti, cazzo –
Izuku incassò la testa nelle spalle – Mi dispiace – gracchiò sofferente – Ma almeno è finita –
Già. Finita. Due su tre erano stati sconfitti.
Per ora.

---

– Merda! –
L’esclamazione contrariata di Isuke fece sobbalzare Claudia che faticava a guardare nella direzione del nemico senza incrociare i suoi occhi.
Amanda si era lanciata all’attacco contro la kunoichi ma con i suoi stiletti non riusciva a fare molto, i suoi movimenti, seppure notevolmente agili e veloci, non erano abbastanza. Lo Sharingan era difficile da contrastare e loro non aveva nessun potere.
– Hai qualche idea? Qui la situazione si mette male... e Midoriya è in difficoltà –
Claudia strinse le labbra.
I suoi occhi saettarono verso i due che combattevano qualche metro più in là, nello spiazzale primo di alberi; poi guardò Hinata, ancora a terra, inerme.
Doveva farsi venire in mente qualcosa. Ma cosa?!
– Siete proprio divertenti voi agenti del Centro. Non fate altro che provarci ma è evidente che è tutto inutile – esclamò Akame.
La bruna sbuffò una risata – A parte quegli occhi non hai nulla di particolare, no? –
– È qui che ti sbagli, cara – e detto ciò, cominciò a comporre i segni con le mani – Kouton: Sfere di Ferro
Ai lati di Akame si formarono, appunto, delle sfere nere grandi quanto un pugno che saettarono addosso agli avversari. Isuke e Claudia li schivarono facilmente, essendo più lontani, Amanda riuscì a deviarne la traiettoria usando i suoi stiletti ma la seconda la colpì in pieno nello stomaco.
La Colonna tossì per via della polvere e si rialzò dolorante – Cavoli, questa proprio non ci voleva –
Isuke tirò fuori le pistole e provò a colpire le sfere di metallo ma non sembravano avere effetto e intanto, suddette sfere ricominciarono a muoversi in maniera autonoma provando a colpirli.
La battaglia si trasformò in una specie di gioco a palla avvelenata, dove chi veniva preso perdeva non solo la sfida ma, forse, anche la vita.
Amanda, dal canto suo, cercava di capire cosa avesse di rotto all’altezza del petto. Ogni respiro diventava doloroso ed era quasi certa centrasse una costola – Maledetta stronza – grugnì.
Il biondo allora provò ad avvicinarsi all’avversaria, spiccando un salto e usando una sfera di ferro per darsi lo slancio necessario. Si avvicinò in questo modo ad Akame ed estrasse due pistole, sparò un paio di colpi ma fu tutto inutile.
Kouton: Sbarre di Ferro!
Claudia vide distintamente le sfere fermarsi a pochi centimetri da lei, mentre ai piedi di Isuke spuntarono grosse sbarre acuminate di metallo che lo trafissero e a causa del dolore lancinante perse la presa sulle pistole che caddero ai suoi piedi.
– Isuke! – esclamarono le altre due, l’una circondata da sfere di metallo, l’altra cercando di rialzarsi e tenendosi con una mano la parte lesa.
– È stato abbastanza semplice, eh? – fece Akame – Tranquille, non ho colpito nessun organo vitale. Ve l’ho detto, siete divertenti... ad ogni modo è finita, mi dispia- – si bloccò al suono di boato.
Sentì chiaramente anche lei il filo spezzarsi e restò immobile, le braccia lungo i fianchi snelli.
Fece per parlare ma prima si inumidì le labbra e scosse la testa – Non ci credo – sussurrò, subito dopo vide Shitai sparire e il piccoletto con le lentiggini inseguirlo – Non ci credo! –
Non so cosa stia succedendo... ma mi pare proprio il momento di darsi una mossa, pensò Amanda scattando in piedi. Afferrò i suoi stiletti e ignorò il dolore, corse a più non posso verso la kunoichi azzardando un attacco.
Claudia approfittò della distrazione della nemica per sgattaiolare lontano dalle sfere micidiali e avvicinarsi a Isuke, tenuto in piedi dalle sole sbarre che uscivano dal terreno. Il sangue aveva cominciato a colare e sporcargli i vestiti.
Le veniva da piangere ma ingoiò il malessere e si abbassò in tempo per prendere in mano le pistole dell’agente. Non aveva mai sparato in vita sua ma avrebbe imparato in quel breve lasso di tempo.
– A-Aspetta, Claudia... prendi q-quella che ho dietro la schiena – gracchiò Isuke, attento a non respirare troppo forte.
La Colonna restò a bocca aperta, non si aspettava un tale consiglio ma annuì e allungò una mano dove lui le aveva detto di cercare. Sarebbe stato imbarazzante in un’altra occasione e sarebbe arrossita come un pomodoro maturo nello sfiorare (per sbaglio, eh) la pelle di Isuke; ma agguantò la pistola e fece come gli aveva visto fare.
Doveva solo mirare, giusto? Il problema era che quella pistola non sembrava affatto come tutte le altre. Era interamente bianca, sul lato della canna c’erano scritte soltanto due iniziali E.J.
Non sono le iniziali di Isuke, pensò curiosamente.
– Prendi b-bene la mira e sp-ara. A-Attenta al rinculo –
Claudia annuì mordendosi il labbro inferiore.
Volse poi gli occhi verso Akame che proprio in quel momento sferrò un calcio laterale alla bruna che si piegò in due dal dolore. Tirò fuori tre shuriken e li lanciò ma Amanda fece appena in tempo a pararne due e schivarne uno, anche se quest’ultimo riuscì a graffiarle il viso.
Prese un bel respiro profondo, Claudia, e puntò la pistola tenendola con due mani.
Akame, ovviamente, se ne accorse e ridacchiò – Sul serio? Non avete ancora imparato la lezione? – quando Amanda cercò di tornare all’attacco però le lanciò un’occhiata irritata – Tu stanne fuori, adesso mi hai scocciata –
Le sfere di metallo la colpirono con violenza alle spalle spingendola a terra e facendole sputare sangue. Il dolore al petto non intendeva diminuire.
Claudia tremò. Akame mosse sinuosamente un passo dopo l’altro, gli occhi rossi ancora più minacciosi di prima.
Devo sparare. Ma se mancassi il tiro? E se lo evitasse?
– Coraggio, Colonnina, usa pure quella strana arma. Non servirà a nulla ma ti lascio provare –
A quel punto sentì la voce di Isuke mugugnare un ‘spara’ biascicato.
Okay, sparo. Speriamo in bene!
Il dito premette il grilletto e subito dopo le braccia vennero spinte all’indietro per il contraccolpo. Il proiettile viaggiò a una velocità pazzesca, Akame lo osservò arrivare e sfiorarle l’orecchio sinistro
Cavoli, che brutta mira, avrebbe voluto dire ma all’ultimo secondo quel proiettile cambiò forma ed esplose a un centimetro dalla sua faccia.
La kunoichi gridò di dolore, portò immediatamente una mano sull’orecchio sinistro, o quel che ne rimaneva. Il sangue uscì a fiotti, colando sulla spalla e la parte lesa cominciò a bruciare e a dolere in maniera esagerata – Maledetta!! Cosa cazzo era quello?! –
Claudia non seppe cosa dire, non si aspettava tutto ciò da una semplice pistola.
Akame cercò di caricare sulla Colonna, doveva portare a termine la sua missione prima che anche Shitai facesse una brutta fine ma aveva perso la sensibilità all’orecchio e non udiva nulla.
Il timpano era rotto a causa del forte rumore dell’esplosione, il sangue non accennava a diminuire e concentrò il chakra negli occhi.
Pessima mossa.
Qualcosa dentro di lei smise di funzionare. Un meccanismo, qualcosa che le impedì di gridare. Spostò le mani, compresa quella intrisa del suo stesso sangue, sugli occhi che avevano iniziato stranamente a sanguinare. Cosa le stava accadendo? Cos’era quella reazione del suo corpo?
Possibile che fosse bastata una piccola esplosione per mandarla in tilt?
Quelle stesse domande se le poneva anche Claudia che aiutò per prima cosa Amanda ad alzarsi in piedi, poco dopo il metallo che tenevano Isuke in piedi svanirono come per magia e lui ruzzolò giù.
– Dannazione. Dannazione. Dannazione –
Akame proprio non riusciva a capire cosa le stesse succedendo.
Che non vi salti in mente di esagerare – aveva detto loro – Il chakra, le abilità innate, i vostri stessi nomi, sono stato io a farvene dono. Soprattutto tu, Akame
Il tuo Sharingan è soltanto un’imitazione. Non pensare di poterlo attivare quando e come vuoi
È incompleto e precario. Non corri il rischio di perdere la vista ma è già un miracolo che quell’Uchiha non ti abbia uccisa quella volta
Le sue viscere tremarono. Ecco cos’era, allora. Lo Sharingan si stava ribellando? Sul serio?
Ed è tutta colpa di quel colpo, che ironia... la Colonnina ha tirato fuori il coraggio, eh?
Lentamente il suo corpo smise di muoversi, perse funzionalità e cadde a terra, a pancia in su.
Respirava a stento, a breve avrebbe smesso.
Claudia e Amanda aiutarono Isuke a mettersi seduto e la bruna cominciò a dargli un’occhiata, era stato ferito in più punti ma non era grave. Certo, tutto dipendeva dalla quantità di sangue che aveva già perso. Dovevano sbrigarsi a curarlo.
– Sei stata grande, Claudia – disse – L’hai sconfitta –
Ma la Colonna sapeva che non era stato soltanto grazie a lei. Per cui scosse la testa – Io non ho fatto nulla. La pistola è di Isuke e... non so, è crollata troppo facilmente – osservò mogia.
Amanda sospirò e le intimò di restare lì e non muoversi, lei avrebbe cercato il kit di pronto soccorso in casa (o quel che ne rimaneva).
– N-Non puoi pretendere di- diventare una combattente all’improvviso... ma questa notte sei stata b-brava – gracchiò Isuke tirando un sorriso.
– Non parlare, così ti faranno più male –
Isuke ridacchiò ma subito dopo gemette.
– Però – continuò a dire, tornando a scherzare – Hai una mira schifosa –











#Ciao!! ^^ Rieccomi! Un po’ tardi, eh.
Come va? Come trascorrete queste noiose giornate di quarantena? Io studio, scrivo, leggo, studio, leggo, studio ancora un po’ e poi scrivo, scrivo, scrivo... ah, poi mangio. Tanto. E dormo.

Come vi sembra il capitolo? L’ho scritto tutto in un solo giorno, poi l’ho riletto e riletto e riletto perché delle cose non mi convincevano, alcune cose le ho cambiate, altre no. Spero che sia stata una piacevole lettura ^^ io ce l’ho messa tutta. In realtò avrebbe dovuto contenere un'altra piccola scena ma poi mi son detta che sarebbe stato meglio lasciarla per dopo...!

Che dire? Povera Claudia, la sto facendo dannare ^^ vabbé, prima o poi si riprende, giuro. Però qui si è data un bel po’ da fare, eh? Certamente non inizierà a tirare pugni o sparare raggi fotonici da un momento all’altro, ma pian piano giungerà a un bel traguardo.
Amanda e Isuke, dal canto loro, non sono deboli... è solo che con una con lo Sharingan come si fa?
In questo capitolo ho inserito ben TRE combattimenti! Tai, Shitai e Akame, come vi sembrano? Spero vi siano piaciuti, dai.

So già che lo starete pensando tutti... dove caspita sono finiti Naruto, Sakura e Sasuke? Beh, innanzitutto Sasuke non è neanche al villaggio, quindi per lui la scusa c'è per non farlo arrivare subito ^^ ma tranquilli, non sono morti (ma daaaai?!) e a breve faranno la loro entrata.
Giustamente mi avete fatto notare che loro sono davvero TROPPO per gente come Midoriya &Co ma ehi, ho pensato anche a questo! è già tutto nella mia testolina!

Vi lascio, io questa sera mangio la pizza e tanti, tanti grazie ^^ mi rende contenta sapere che la storia stia piacendo.
Alla prossima

rosy

P.S. Le immagini: il team 8: Shino Aburame, Hinata Hyuuga e Kiba Inuzuka



Per gli altri personaggi (gli antagonisti) non ho ancora trovate delle immagini decenti, sorry T.T



 

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Capitolo 8
*** 07. La potenza Otsutsuki contro il Duo ***


La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss
 

Capitolo 07

La potenza Otsutsuki contro il Duo
 

 
Amanda tornò con una scatolina bianca e cominciò a prestare il primo soccorso, tamponando le ferite di Isuke per poi sedersi con la schiena appoggiata a un albero, stanca morta.
Dalla foresta sbucarono Midoriya e Bakugou, entrambi un po’ malconci ma vivi e questo bastava.
Ma quando Claudia li vide da vicinò quasi non svenne.
– Midoriya! Il braccio! È... È viola! – esclamò.
Il ragazzo sorrise mestamente ma non disse nulla, più che altro si rese conto della condizione in cui versavano i suoi compagni. I vestiti di Isuke erano sporchi si sangue e terra, Amanda non osava muovere il busto per evitare danni peggiori e Claudia, beh, lei era quella che stava meglio: sfoggiava qualche graffio ma niente di più.
– Dov’è la tizia? – chiese Bakugou, al che Amanda indiò la kunoichi stesa poco più in là.
Claudia decise di girarle attorno seguendo il biondo (più che altro aveva paura che quella si rialzasse da un momento all’altro) e poi andò dritta da Hinata, cominciando a scuoterla.
– È inutile – sentenziò Akame da terra – A meno che tu sappia come fare, il che io dubito, l’unico modo per rompere l’illusione è uccidermi –
Ovviamente, pensò la kunoichi, io posso disattivarla quando voglio ma con gli occhi in questo stato non credo ci riuscirei.
Bakugou si abbassò sulle ginocchia, Midoriya restò accanto a lui mentre seguiva con lo sguardo i movimenti di Claudia che cercava di svegliare la mora.
– Dov’è Naruto? – chiese Isuke, che intanto si era trascinato verso di lei e le puntava una pistola in volto – Scommetto che tu lo sai –
Akame rise ma una fitta alla testa la fece smettere – Certo che lo so. Il biondino è caduto in una trappola ma non è morto – spiegò – Non avremmo mai potuto ucciderlo, è troppo forte –
Era stata sincera, notò.
– E dov’è adesso? –
– Non è in questa dimensione, semplice –
Corrucciò le sopracciglia – In che senso? –
– Sì, insomma. Il mio potere illusorio non controlla solo gli animali ordinari, ma anche quelli da evocazione, specie se si tratta di Inomaru, l’animale con cui ho stretto il contratto –
Nella mente di Claudia si accese allora una lampadina ma doveva avere una conferma.
Akame si leccò le labbra dove alcune gocce di sangue si stavano incrostando – È forte e difficile da battere ma è un bel po’ scemotto –
Claudia non seppe se tirare un sospiro di sollievo perché era vivo o se imprecare mentalmente.
Isuke abbassò quindi la pistola, dalla sua espressione e dalle condizioni in cui versava il suo corpo intuì che non avrebbe dato loro una mano a farlo tornare indietro
Lui non sapeva neanche cosa fossero questi animali da evocazione e si appuntò di chiederlo a Claudia non appena fosse possibile. Ciò che non si aspettò, però, fu la spinta di Midoriya.
Entrambi caddero lontano da Akame, Bakugou riuscì a raggiugere Claudia con un salto e le abbassò la testa per evitare di venire colpita da quella... palla di fuoco?
Isuke imprecò per via del dolore e volse lo sguardo verso l’alto, da dove proveniva l’attacco e sgranò gli occhi – Ma che diamine...? –
Il corpo di Akame bruciò quasi immediatamente e Hinata si svegliò di soprassalto, puntando gli occhi sulle sue stesse mani. Lontano da lì, a Konoha, gli animali smisero di muoversi irrazionalmente e scapparono nella foresta, tornando alle loro tane e ai loro nidi.
– E adesso chi cazzo è questo? – ringhiò Bakugou.
Hinata avvertì quel particolare tipo di chakra e la sua testa scattò all’insù, fu un istante e riconobbe quegli occhi, così simili ai suoi. Anche Claudia restò a bocca aperta.
Lei e la giovane Hyuuga, più di tutti, conoscevano il reale pericolo che fluttuava sulle loro teste.
– Non è possibile – gracchiò la Colonna.
Izuku, allora, volse lo sguardo alla ragazza – Lo conosci? –
– È un Otsutsuki – rispose Hinata per lei e faticosamente tornò in piedi – Vi ringrazio per avermi aiutata, ma adesso è meglio se vi allontanate –
Claudia avrebbe voluto impedirglielo, contro un tipo dalle abilità semi divine avrebbe rischiato la vita!
– Conosco ognuno di voi, terrestri, e so per certo che non avete le capacità per battermi. Consegnatemi la Colonna e facciamola finita –
Bakugou sussultò e fece per rispondergli per le rime ma Claudia gli afferrò il braccio e scosse la testa – Ha ragione, è troppo forte. E poi siete feriti, non fate sciocchezze –
– Prendete Amanda e allontanatevi, svelti – ripeté la Hyuuga camminando in avanti e mettendosi in posizione, attivando la sua abilità oculare.
L’uomo vestito con un elegante kimono bianco poggiò i piedi a terra, possedeva il Byakugan e nascondersi non era un’opzione, li avrebbe trovati comunque.
– Una Hyuuga, bene – sentenziò – Il mio nome è Toshiaki Otsutsuki, consegnatemi la Colonna
Artemi mi aveva garantito che ci avrebbe pensato lui ma a quanto pare posso provvedere da me.
Cercò di calmare i battiti, Hinata. Quel tipo voleva qualcosa da lei, dunque? Sarebbe riuscita a resistere prima dell’arrivo dei soccorsi?
Sarebbero arrivati i soccorsi?
– Perché hai ucciso un tuo alleato? – chiese a un certo punto Izuku, che si era caricato la bruna sulle spalle nonostante le gambe tremanti. Non riusciva a concepire un’azione simile.
L’Otsutsuki rimase impassibile e lentamente voltò gli occhi perlacei verso di lui – Perché si è rotta – rispose atono – Tutti e tre sapevano perfettamente che sono solo dei prototipi, creati giusto per questa missione. Hanno assorbito il chakra di molte persone e io ho donato loro delle abilità innate come premio –
Claudia deglutì prima di aprire bocca – Hanno ucciso tutte quelle persone e distrutto interi villaggi per... il loro chakra? –
– Certo. Ma questo non vi interessa. Per prima cosa mi occuperò della Hyuuga – disse e fece per attivare anche lui il Byakugan ma Hinata si mosse prima.
Doveva farli allontanare il più possibile.
Sono sicura che Naruto arriverà presto, pensò con un sorriso.
Nel momento stesso in cui si lanciò verso il nemico, Hinata mosse le mani creando i segni che le servivano e concentrò il chakra nelle mani che assunse la forma di due leoni.
Si mosse velocemente, cercò di assestare all’Otsutsuki diversi pugni ma quest’ultimo rese vani tutti i suoi tentativi; la Hyuuga infine sciolse la tecnica all’improvviso ed eseguì il Doppio Palmo d’Aria.
Lo prese in pieno ma l’essere in bianco non sembrò per nulla colpito dalla mossa.
Alzò pigramente la mano sinistra in direzione della ragazza e allora sulla fronte si aprì un terzo occhio. Claudia sussultò sul posto, conosceva fin troppo bene quel tipo di arte oculare e le sue immense capacità: l’iride era viola e la pupilla circondata da tanti cerchi concentrici tutti uguali.
Toshiaki attivò il Bansho Tenin e Hinata venne attirata, come fosse una calamita, verso di lui.
Senza poter contrastare tale forza attrattiva, il collo della Hyuuga venne stretto tra le dita pallide dell’Otsutsuki, il suo corpo incapace di muoversi.
– Cosa diamine è successo? Cos’è quell’occhio?! – fece Amanda, tentando di respirare il più piano possibile.
Fu Claudia a rispondere e a chiarire ciò che stava succedendo – Quello è il Rinnegan. Esiste una vasta gamma di abilità legate a quell’occhio ma tutti quelli che lo possiedono sono ninja davvero molto potenti, peggio ancora se si tratta di un Otsutsuki – spiegò, la gola secca.
– Voglio soltanto due cose. La prima è la ragazza laggiù – disse e indicò Claudia con un cenno della testa, al che la ragazza tremò sul posto – E la seconda... –
Prima ancora che chiunque di loro capisse cos’aveva intenzione di fare, Toshiaki avvicinò minaccioso tre dita al viso di Hinata.
Subito dopo si levarono alte le grida della kunoichi che ricadde al suolo, nuovamente padrona del suo corpo, mentre stringeva entrambe le mani sulla cavità oculare ormai vuota. Il dolore era soffocante, il sangue usciva a fiotti e non sembrava volersi fermare.
Midoriya, senza neanche pensarci, attivò d’istinto il One For All pronto ad attaccare ma qualcosa spuntato all’improvviso dal terreno lo immobilizzò.
– Merda! Cosa sono?! – ululò Bakugou, sentendo le braccia venire tirate dietro la sua schiena.
Amanda strillò nel momento in cui sentì il dolore alle costole incrementare, Isuke mugugnò qualcosa, per non urlare si morse l’interno della guancia.
Anche Claudia venne immobilizzata così come gli altri e subito dopo sentì le energie venirle meno.
– Kacchan, riesci a liberarti? –
Il biondo strattonò per l’ultima volta quelle corde fatte di rami prima di espirare pesantemente – No. E mi sembra di non avere più forza da quando mi si sono aggrovigliate attorno –
L’ultima parola era praticamente biascicata.
Claudia ebbe conferma dei suoi timori in quel preciso istante – Questo legno sta... assorbendo la nostra energia – spiegò debolmente.
In circostanze normali Katsuki non avrebbe perso tempo a far esplodere tutto ma stranamente non aveva quasi più la forza neanche per alzare la testa e guardare in faccia lo stronzo presuntuoso che intanto immergeva l’occhio di Hinata in un barattolo a forma di cilindro.
Con la stessa espressione di superiorità stampata sul volto, ignorò i lamenti della mora inginocchiata a terra e si diresse spedito verso Claudia.
Beh? È già finita? Cavoli... non voglio che termini così. Dannazione...!
Alzò gli occhi sulla figura in bianco che man mano si stava avvicinando, la vista non era dei migliori in quanto gli occhiali si erano un po’ impolverati.
Le piccole corna spuntavano tra i capelli albini dell’uomo, il terzo occhio la fissava con intensità.
Il cuore batteva e batteva, la paura le bloccò il respiro. Toshiaki alzò nuovamente la mano, questa volta per rompere la tecnica che teneva ferma la Colonna ma prima ancora che potesse succedere si alzò il vento e udì uno strano rumore tremendamente familiare.
Questione di un battito di ciglia, le radici vennero tranciate di netto e abbassando lo sguardo sul proprio corpo ormai libero, Claudia notò dei piccoli bagliori. Come se pochissimi attimi prima le fosse passato accanto un fulmine.
Fare due più due non fu mai così facile.
Animata da nuova speranza alzò gli occhi per incontrare la schiena di Sasuke, coperta da un lungo mantello nero mentre alla sua destra splendeva la sua katana, ancora contornata dal chakra di tipo fulmine che era solito usare.
– Scusate il ritardo – esclamò Naruto spuntando alle sue spalle, ma non fece in tempo a vederlo che con un salto raggiuse l’Otsutsuki con una sfera di vento tra le mani.
Lanciò il Rasengan dritto sulla faccia del nemico senza remore, per poi atterrare al fianco dell’amico.
Volse lo sguardo a Izuku e gli altri e notò che anche loro erano liberi e stavano bene. Più o meno. E che anche Sakura li aveva raggiunti, iniziando a prestare il primo soccorso.
– Siete stati bravi a sopravvivere fino ad ora – sentenziò proprio l’Haruno mentre medicava con una certa urgenza Hinata che, grazie all’antidolorifico appena iniettatole, aveva smesso di dimenarsi dal dolore – Ora lasciate pure fare a noi –
– D-Dove diavolo eravate finiti? – chiese Amanda respirando a fatica.
– Beh, io... sono stato mangiato e trasportato in una palude puzzolente da un cinghiale gigante – disse lo shonobi biondo ridacchiando leggermente.
Sasuke al suo fianco sbuffò – Farei meno lo spiritoso fossi in te –
Prima ancora di poter controbattere, fu Sakura a prendere la parola – Esatto! Sasuke è dovuto venire a cercarti con li risultato di aver perso un sacco di tempo! –
L’altro sospirò affranto e chiedendo scusa nuovamente.
– Sasuke Uchiha e Naruto Uzumaki. Coloro che hanno vinto la guerra di alcuni anni fa – disse l’alieno alzando un sopracciglio – Ero ansioso di poter combattere contro di voi –
Il biondo assottigliò lo sguardo, all’improvviso fattosi serio in volto – Te la farò pagare per aver fatto del male a Hinata e mi riprenderò ciò che le appartiene! –
L’Otsutsuki ridacchiò, era la prima volta che Claudia lo vide fare un’espressione differente da quella a cui si era abituata.
Sasuke avanzò di un passo – Cosa vuoi ottenere con quell’occhio? –
– Il Tenseigan –
Ma non era stato lui a parlare, bensì Claudia.
Si era finalmente ricordata. Come una stupida si era dimenticata di quel particolare e non aveva pensato ad avvertire la povera Hinata.
– A quanto pare sai parecchie cose – iniziò a dire Toshiaki – Ebbene sì, il mio obiettivo è il Tenseigan e per ottenerlo mi serve necessariamente il Byakugan di voi abitanti della terra. Me ne basta uno, per la verità. Non ho bisogno di altro – spiegò.
Non aspettarono oltre, i due ninja di Konoha si lanciarono all’attacco.
Da qui in poi Claudia non riuscì quasi più a seguirli. Si muovevano velocemente, sferrando calci, pugni e fendenti in sequenza.
Sasuke e Naruto gli tenevano testa perfettamente, le loro abilità superavano di gran lunga quelle dei presenti e soltanto Otsutsuki poteva eguagliarle. Sakura concentrò il chakra sulle ferite di Isuke, fermando le emorragie che minacciavano di farlo svenire da un momento all’altro, dopodiché le bendò alla meno peggio. Cominciò poi a occuparsi di Amanda e trattenne un’imprecazione quando si rese conto che due costole erano state inclinate.
Non aveva tempo e materiali per procedere con un’operazione, per cui le disse di stringere i denti e in un attimo le rimise apposto le ossa. Il suo era un lavoro pulito e veloce, le iniettò dell’antidolorifico e le intimò di non muoversi troppo altrimenti la situazione le sarebbe sfuggita di mano.
Claudia però, così come i due studenti della U.A., non riuscivano a staccare gli occhi dallo scontro che si stava consumando a pochi passi da loro.
Sasuke muoveva quella katana con estrema precisione, contornandola di chakra del fulmine e sparendo e ricomparendo grazie al Rinnegan. D’altro canto Naruto aveva attivato la moltiplicazione del corpo, copie d’ombra che però vennero annientate da una potente tecnica dell’arte dell’acqua.
Un muro di terra si innalzò subito dopo ma lo shinobi biondo riuscì a sfondarlo con un Rasengan ben assestato, poi fu la volta del compagno lanciare numerosi shuriken nella direzione del nemico.
Il loro era un combattimento incredibile. Quei due erano perfettamente sincronizzati, il cuore di Claudia si gonfiò di speranza e ammirazione.
– Sono incredibili – soffiò Midoriya, con gli occhi sgranati.
Il suo compagno di classe non disse nulla e si limitò a guardare con la mascella tesa.
Quei tre erano su di un altro livello... erano superiori a loro in tutto e per tutto. E ne ebbe la conferma quando Naruto attivò la modalità cercoterio, venendo avvolto nel chakra di Kurama.
Da quel momento i suoi movimenti si fecero ancora più veloci, precisi, mentre Sasuke scattò riponendo la spada e attivando il Chidori nell’unica sua mano disponibile.
Si era sempre chiesta, Claudia, del perché non avesse accettato una protesi come invece aveva fatto l’amico. Imparare a comporre i sigilli con una sola mano doveva essere faticoso, si era immaginata.
Sakura sorrise nel vederli così sconvolti – Abbiate fiducia. Se la caveranno. Noi però dobbiamo allontanarci –
Aveva prestato soccorso ai tre che più le sembravano messi male, Hinata compresa, ma era arrivato il momento di tagliare la corda e allontanarsi il più possibile da uno scontro che a breve sarebbe diventato epocale.
Conosceva le armi di un Otsutsuki e i suoi due compagni non sarebbero riusciti a trattenerlo a lungo dallo scatenare tutta la sua potenza.
Midoriya annuì e con grandissimo sforzo si alzò in piedi, seguito a ruota dalla Colonna.
Avevano cominciato a incamminarsi nella foresta ma Toshiaki non aveva alcuna intenzione di lasciarli andare e così evocò numerose marionette che si lanciarono all’attacco del gruppo.
Sakura stette per lasciare Amanda agli altri per intervenire ma qualcosa si abbatté dinanzi a loro travolgendo un gran numero di nemici di legno. Claudia lo riconobbe quasi subito.
Anzi, li riconobbe.
Kiba e Akamaru, sembravano entrambi affaticati ma non ebbe il tempo di dire nulla che molte altre marionette si ruppero dall’interno rivelando una grande quantità di insetti. Era opera di Shino.
– Ragazzi... grazie per essere qui – fece Hinata, sorridendo debolmente.
I due ninja si voltarono a guardarla, il primo sgranò gli occhi e cominciò a chiedere spiegazioni riguardo il suo stato mentre il secondo si limitò a stringere i pugni.
Il grosso cane le si avvicinò guaendo e lei lo accarezzò.
Fu Sakura a chiarire la situazione – Non è il momento di farsi prendere dalla rabbia. Dobbiamo portare questi ragazzi via di qui, sono feriti –
Anche se con riluttanza, Kiba annuì.
In quel momento arrivò anche Sai, pallido come Claudia lo ricordava. Dopo essersi scambiato una veloce occhiata con i suoi compagni aprì il rotolo che normalmente si portava dietro e ci disegnò rapidamente dei grandi uccelli che subito dopo presero vita.
Midoriya restò ancora volta senza parole.
Rapidamente furono fatti salire sugli animali che presero il volo.

---

– Cosa diamine è successo? –
Alla domanda di Temari, purtroppo, il suo compagni di viaggio non ebbe risposta. Per lo meno non ne aveva una che spiegasse con certezza assoluta perché i ninja che avevano incontrato blateravano di stupide bestiacce anziché di nemici.
Shikamaru ne aveva solo una, di certezza. Sapeva, se lo sentiva fin dentro le ossa, che quei tipi di cui gli avevano parlato Sakura e Sasuke si erano fatti vivi ancora una volta e che, questa volta, si erano dati davvero molto da fare.
Anzi, erano due le certezze. Anche quella sarebbe stata una grande seccatura da affrontare.
– Sei tornato presto – asserì Ino, che lo raggiunse scavalcando le macerie di una casa.
– Già – sbuffò lui portandosi una mano alla nuca – E Choji? –
– Sta arrivando. Io sono ripartita subito dopo aver comunicato la cosa alla Mizukage – spiegò, per poi fare un cenno di saluto alla kunoichi di Suna – Una manica di animali inferociti ci ha attaccato e abbiamo molti feriti –
Shikamaru annuì.
Avrebbe tanto voluto starsene in pace in qualche angolo sperduto del bosco che apparteneva alla sua famiglia da generazioni, invece che stare lì a cercare di calmare le acque. Perché era evidente che molti dei ninja, genin e chunin inesperti in primis, avevano iniziato a non capirci più niente.
L’Hokage apparve all’improvviso al loro fianco con il suo solito sorriso stampato sul viso.
– È stata confermata la presenza di un nemico in direzione sud-est. Il team 7 è già lì, supportato dal team 8 ma la situazione è grave, avranno bisogno di rinforzi –
Temari non perse tempo a chiedere come mai ci fosse anche Sasuke, semplicemente decise di andare a dare un’occhiata assieme al Nara mentre la biondina avrebbe dato le ultime indicazioni ai ninja medici. Li avrebbe raggiunti successivamente, in attesa che anche Choji arrivasse.
– Possibile che Konoha sia sempre inondata di guai? – fece ironica.
L’altro sospirò – Che posso farci... piace così tanto ai cattivi
Temari sogghignò e scosse la testa, divertita – Non ci vivrei per nulla al mondo –
– Ah sì? – questa volta fu il turno dello shinobi, di ridacchiare – Ed io che ero convinto che io e il mio villaggio stavamo guadagnando punti! –
– Muoviti e non ciarlare. Sei una seccatura – ribatté prontamente lei.
– Non puoi dire a me che sono una seccatura, seccatura
Temari roteò gli occhi al cielo e saltò sul primo ramo, decisa più che mai a mettere fine a quella conversazione assurda. Assurda e divertente, certo, ma non le pareva il momento per certe cose.

---

Il Rasenshuriken si abbatté al suolo formando un enorme cratere. Ormai della casetta di legno dove erano stati sistemate quelle persone provenienti da un’altra dimensione era del tutto scomparsa.
Causa principale l’immenso chakra dell’Otsutsuki che aveva iniziato a lanciare attacchi a raffica, alcuni di questi lasciati liberi di colpire montagne e laghi nei dintorni, altri parati o deviati in quanto puntavano dritti al villaggio o nella direzione in cui erano fuggiti Claudia e gli altri.
– Mi avete stancato. Consegnatemi la Colonna se non volete far correre inutili rischi a Konoha –
– Neanche per idea! – esclamò Naruto – Anziché farci perdere tempo ridammi l’occhio di Hinata, bastardo! –
Sasuke gli lanciò un’occhiata intimandogli di stare calmo.
Se avesse perso il controllo delle proprie emozioni avrebbe perso quella battaglia. L’Uchiha aveva calcolato bene le potenzialità di quell’individuo e non gli piacevano per niente: possedeva il Byakugan e il Rinnegan, in più era maledettamente bravo nelle arti marziali e magiche.
Sconfiggerlo avrebbe richiesto una grande quantità di chakra.
Certo, Naruto poteva contare su quello di Kurama e lui si era ritrovato in situazioni pessime tantissime volte e non sprecava mai chakra a caso. Però...
Toshiaki Otsutsuki... va eliminato qui e adesso, pensò deciso.
– Non restituisco proprio niente, terrestri. Quell’occhio mi serve e anche la Colonna
– Mi stupisce che un Otsutsuki prenda ordini da qualcun altro – si intromise a un certo punto Sasuke.
L’alieno assottigliò gli occhi nella sua direzione – Che intendi dire? –
– Hai ottenuto il Byakugan di Hinata Hyuuga e ti ostini a rimanere qui sapendo che rischi di essere sconfitto solo per prendere una ragazzina per conto di qualcun altro – disse serio – Perché lo fai? –
Quello ghignò ma per un secondo Naruto ebbe la sensazione di vedere qualcos’altro in quello sguardo, diverso dall’arroganza che lasciava trasparire – Non sono affari vostri –
Le marionette che poco prima erano state distrutte da Kiba e Shino ripresero a muoversi.
Naruto fece per raggiungerle e toglierle di mezzo definitivamente ma Toshiaki lo bloccò palesandosi dinanzi a lui e sferrandogli un calcio allo stomaco. Mentre le marionette cominciarono ad allontanarsi, inseguendo Sakura e gli altri, l’alieno attivò nuovamente il Rinnegan, muovendosi velocemente e afferrando entrambi i ninja per il collo.
Fece per assorbire il loro chakra ma Naruto evocò due copie nel momento esatto in cui Sasuke attivò nuovamente il Chidori sulla mano destra, pronto a trafiggerlo.
Toshiaki scomparve e in un attimo fu alle loro spalle.
Non era facile stargli dietro ma gli altri due non erano da meno.
– Dobbiamo trovare un modo per sconfiggerlo e in fretta – disse Sasuke.
L’altro annuì – Suggerimenti? –
Saltarono via quando l’Otsutsuki cercò di colpirli con l’ennesima palla di fuoco.
Allontanatosi abbastanza l’Uzumaki ghignò – Forse ho un’idea –
– Ti prego, dimmi che non si tratta di quella sottospecie di tecnica –
L’occhiata che li lanciò era palesemente scocciata e supplicante, Sasuke non aveva proprio voglia di rendersi ridicolo di fronte a un avversario tanto temibile.
Naruto allora sbuffò – Hai qualche altra scelta? E poi con Kaguya ha funzionato... –
L’altro perse per un attimo la sua solita compostezza e si voltò completamente a guardarlo come se fosse pazzo – Non ci pensare neanche!! –
– Io ci provo –
Sasuke alzò gli occhi al cielo quando il biondo partì all’attacco.
Ma perché non può ideare dei piani normali?!, pensò, maledicendo la sua indole da mentecatto.
Naruto si lanciò verso di lui e formò i sigilli con le mani – Questa volta non hai scampo, Toshiaki Otsutsuki! –

---

Atterrarono in cima alla montagna degli Hokage, Kiba e Shino avevano però accompagnato Hinata e Amanda a Konoha perché entrambe versavano in condizioni critiche.
Intanto però, dato che il pericolo non era ancora passato, Claudia avrebbe dovuto rimanere lì assieme agli altri ninja per evitare un secondo attacco al villaggio.
Isuke aveva insistito per rimanere dato che si sentiva già meglio grazie alle cure di Sakura e anche Midoriya, nonostante avesse un braccio steccato.
– Come diavolo hai fatto a ridurtelo così? Sembra che sia esploso dall’interno... –
Il ragazzo ridacchiò, preso in contropiede.
A quel punto Claudia sospirò, cercando di spiegare in breve la faccenda al ninja medico – È perché non riesce a controllare l’enorme potenza del One For All – disse e soltanto dopo si rese conto della grande stronzata che aveva fatto.
Per cercare di rendere chiare le cose aveva parlato sovrappensiero e aveva spifferato tutto.
Davvero complimenti, Claudia, sei un genio, pensò.
Midoriya la guardò con gli occhi e la bocca completamente spalancati, trovando il modo di formulare una frase di senso compiuto. Ci riuscì dopo un po’ di tempo – T-Tu come... come lo sai?! – finì la frase praticamente urlando.
– Beh... – cosa avrebbe dovuto dirgli?
Non riuscì comunque a dire niente perché Bakugou l’afferrò per il collo della felpa e la sollevò sulle punte, scuotendola senza fregarsene del fatto che stava finendo di rincitrullirla – Com’è che tu conosci il Quirk di questo sfigato, EH?! Cos’altro sai, parla!! –
Izuku, seppur sconcertato dalla notizia, cercò di calmare l’amico e convincerlo a lasciarla.
Claudia tirò un sospiro di sollievo quando Katsuki lasciò la presa – Vi va se ne parliamo dopo? Non mi sembra il momento –
– Ha ragione – affermò Sakura zittendo sul nascere Bakugou – Non ci sto capendo niente ma avrete tempo per parlare di Quork e di qualsiasi altra cosa vogliate –
I tre ignorarono la brutta pronuncia adottata dalla kunoichi e annuirono, chi con riluttanza e chi tentando di calmare i propri battiti. Midoriya non si aspettava certo che qualcun altro (pure di un altro mondo!) conoscesse il segreto di One Far All!
– Sta arrivando qualcuno – disse a un certo punto Sai.
Dopo pochi secondi le stesse marionette di prima si gettarono sul gruppo. Prima che qualcuno potesse fare la propria mossa, Sakura le disintegrò a suon di pugni.
Izuku si ricordò di quanto raccontatogli da Claudia e dovette ammettere che la forza fisica di quella ragazza superava la sua immaginazione.
A un certo punto il ninja medico unì le mani e colpì duramente il terreno che si sgretolò, subito dopo delle tigri d’inchiostro bloccarono le marionette rimaste riducendole a meri pezzi di legno.
Era stato alquanto facile.
– Non abbassate la guardia – sentenziò Sakura.
E intanto le stelle venivano oscurate da una misteriosa quanto minacciosa nube temporalesca.

---

Sasuke cercò di evitare l’inevitabile lanciandogli addosso innumerevoli e gigantesche palle di fuoco. Erano teste di drago infuocate ma non valsero a nulla, Toshiaki le evitò fluttuando nel cielo.
– Torna giù, maledetto! – gridò Naruto.
Il modo sbuffò – Se non avessimo perso tempo con quella tua stupida tecnica... –
L’altro si sentì offeso nel profondo.
Assottigliò gli occhi e lo guardò malissimo – Non parlare male della mia Tecnica dell’Harem, disgraziato. Che ne potevo sapere io che si sarebbe incazzato così? –
– Ma guardatevi. Tanto bravi e potenti eppure litigate come due mocciosi –
Toshiaki voleva soltanto finirla, andare a prendere la Colonna e tornarsene a casa senza un mal di testa. E invece gli erano capitati due ninja dalle grandi abilità; uno irritante, l’altro irritante e pure scemo.
Quella battaglia stava durando da troppo tempo.
Avrebbe messo fine alla loro vita da lì a poco.
– Perché non scendi, eh? Così ti faccio vedere io! – esclamò ancora il biondo con un’espressione alquanto irritata in volto.
Naruto, stai esagerando... – la voce di Kurama risuonò nella sua testa e lui sbuffò.
– Adesso basta. Mi sono davvero stancato. Mi prenderò la Colonna dopo averci uccisi tutti quanti! –
Sasuke spostò l’attenzione dall’Otsutsuki al cielo per un solo istante, per assicurarsi che tutto stava procedendo come doveva. Un lieve sorriso nacque sulle labbra quando ebbe la certezza che sì, tutto stava procedendo alla grande.
– Sei pronto, Naruto? –
Il biondo sghignazzò in maniera allegra – Certo che sì! –
Toshiaki corrucciò la fronte e si preparò al peggio. Aveva il Rinnegan e il Byakugan, non sarebbero mai riusciti a batterlo.
Certo, uno di loro era un Jinchuuriki e l’altro l’ultimo sopravvissuto del clan Uchiha.
Finora non sono riusciti neanche a farmi il solletico. Sono veloci e molto forti ma prima o poi finiranno il loro chakra mentre io..., pensò ghignando.
– Allora, cominciamo! –
Naruto creò ancora una volta numerosissime copie che si gettarono all’attacco.
L’alieno li scacciò via a metà tra l’infastidito e il divertito – Insisti con questa tua tecnica inutile? Che siate in due o in cento non cambia il risultato –
– Infatti serviva solo a distrarti – affermò il biondo.
Sasuke lanciò alcuni shuriken per poi comporre i segni e alzando il braccio verso il cielo, il suo occhio era pronto a creare la corazza del Susanoo in qualsiasi momento. Da lì a breve gli sarebbe servito per evitare di finire folgorato assieme a quell’essere odioso.
Toshiaki udì il fragore potente dei tuoni alle sue spalle e solo allora capì il reale intento di quei due.
Quando diavolo hanno elaborato questa strategia se fino ad ora non hanno fatto altro che lamentarsi l’uno dell’altro?, pensò inviperito.
L’Otsutsuki fece per dileguarsi all’istante ma ciò gli fu inevitabilmente impedito quando notò di essere circondato da innumerevoli sfere di vento rotanti. Ma quella non era semplice arte del vento, quando più...
Teriosfera Rasenshuriken – esclamò Naruto, pronto a lanciarne un’altra, un po’ più grande delle altre che a brave avrebbero centrato il bersaglio – Vai, Teme! –
Il moro attirò i fulmini naturali che assunsero l’aspetto di un vero e proprio drago, il quale si abbatté con precisione e violenza sul nemico. Toshiaki venne colto di sprovvista e non solo il Kirin, ma anche l’attacco di Naruto rovesciarono su di lui.
Tanto veloci quanto distruttive.
Sasuke fece appena in tempo ad ingrandire il Susanoo, proteggendo se stesso e il suo compagno dalla forte esplosione dovuto all’impatto.
Il Kirin li abbagliò e una colonna di luce si levò alta verso il cielo, dove le nuvole si scaricarono della pesante elettricità scagliandola a terra. Non appena riuscì ad aprire gli occhi, Sasuke disattivò il Susanoo e la pioggia cominciò a cadere dissolvendo rapidamente la polvere venutasi a creare.
Anche Naruto rilassò i muscoli quando non percepì più la presenza dell’Otsutsuki e disattivò la modalità cercoterio, sbuffando di frustrazione – Se n’è andato, vero? –
L’altro annuì gravemente – Si è smaterializzato nel momento esatto in cui i nostri attacchi l’hanno colpito. Ho provato a usare il Susanoo ma... non ho fatto in tempo –
E infatti poco lontano da loro era ancora integra la freccia di chakra viola scagliata da Sasuke, conficcata nel terreno. Aveva infilzato un pezzo del kimono di Toshiaki ma niente di più.
– Dannazione! – esclamò il biondo, cominciando ad agitarsi – Si è portato via l’occhio di Hinata! Come facciamo adesso?! –
– Calmati. Sono certo che si rifarà vivo –
Sasuke ha ragione come sempre. Dovresti migliorare le tue abilità recitative, si vedeva lontano un miglio che stavi facendo finta di perdere la pazienza – lo rimbeccò Kurama divertito.
Naruto arricciò il naso ma non disse niente.
– Ad ogni modo – cominciò a dire l’Uchiha – Credo che siamo riusciti a danneggiarlo almeno un po’ –
Il suo dito pallido indicò il punto esatto in cui il fulmine era caduto. C’erano tracce di sangue.
E ce n’erano anche sul pezzo del kimono strappato.
Almeno per adesso non tornerà a scocciarci – disse la grossa volpe.
Al che lo shinobi biondo annuì, anche se non del tutto sicuro che quella notizia fosse tanto buona.
 
 
 







# Salve! ^^ Non ci crederete mai ma questo capitolo è pronto da sabato!
Non ci credo neanche io ^^ Coomunque, spero che questo capitolo vi abbia entusiasmati come ha entusiasmato me... scrivere di Naruto è sempre bellissimo.

Come sempre ringrazio chi legge, segue la mia storia, chi l’ha inserita tra le ricordate e/o preferite e, soprattutto, grazie infinite a chi spende del tempo per recensirla!

Bene, dal prossimo capitolo inizierà a delinearsi un po’ meglio la missione dei protagonisti, nel senso che oltre a reclutare gente e proteggere Claudia dovranno fare ben altro! Ma... non dico più nulla altrimenti poi perdete l’interesse (se ancora ce n’è).

Avevate capito che tecnica avrebbe cercato di usare Naruto? A me personalmente ha fatto morire dal ridere quando l'ha usata contro Kaguya! ^^
Ancora grazie mille e buona fase 2 a tutti (e non esagerate a uscire, eh)!

Per finire ecco le immagini dei nuovi personaggi apparsi in questo capitolo:

Sai 



Temari



Bye ^^

rosy

 

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Capitolo 9
*** 08. Indizi e Colpe ***


La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss


 
Capitolo 08

Indizi e Colpe
 
 



Quando aveva visto quella colonna di luce e quando aveva sentito il tremendo rumore del fulmine mentre si schiantava a terra, Claudia seppe con certezza di non aver mai visto in vita sua nulla di così... bello. Bello e pericoloso, ovviamente.
Era rimasta a bocca aperta mentre con la mente ripercorreva lo scontro tra Sasuke e Itachi, in quel frangente aveva visto per la prima volta la tecnica del Kirin. Certo, anche Naruto aveva fatto la sua parte, come le era stato poi raccontato... ma la tecnica dell’Uchiha aveva qualcosa di veramente spettacolare.
Il tempo era cambiato repentinamente, aveva cominciato a piovere e in pochi sapevano che era sostanzialmente colpa di Sasuke ma a nessuno importava. In realtà, il problema era tutt’altro.
Il giorno dopo Claudia si svegliò che aveva la schiena dolorante e un cerchio alla testa.
Si era addormentata sulla sedia accanto al letto di Amanda. La stanza ospitava anche Hinata Hyuuga e Isuke, quest’ultimo aveva ronfato tutto il tempo e non si era svegliato neanche per la colazione.
Si disse, Claudia, che doveva essere molto stanco. Amanda aveva semplicemente ribadito quanto fosse stupido rilassarsi in quella maniera quando avrebbero potuto subire un altro attacco, ma in cuor suo sapeva che agitarsi non serviva a niente.
Aveva scaricato un po’ di tensione quando Bakugou e Midoriya erano fatti vivi per un saluto.
Si erano messi a litigate, lei e il biondo, mentre Izuku cercava di scusarsi a nome del suo compagno di scuola: dopotutto si trovavano in un ospedale.
Claudia era quella che, almeno questa volta, aveva subito meno danni. In un modo o nell’altro i ninja medici (Sakura in primis) riuscirono a mettere a posto il braccio di Midoriya. Gli aveva ordinato il riposo assoluto, ovviamente, perché non si trattava di una slogatura normale la sua.
Neanche a ero stato visto allenarsi in gran segreto assieme a Naruto. Sakura li aveva pestati a dovere (entrambi) e aveva ordinato loro di non lasciare la stanza d’ospedale.
– Quando potremo ripartire? – chiese Isuke, una volta risvegliatosi.
L’Haruno gli lanciò un’occhiata di sbieco – Aspetterete che Amanda si riprenda. Ci vorranno alcuni giorni –
Gli agenti del Centro sgranarono gli occhi.
– Che cosa?! Non possiamo aspettare così tanto! – esclamò la bruna alzando improvvisamente il busto. Tale movimento, però, le fece gemere di dolore e dovette rimettersi stesa.
Sakura alzò un sopracciglio – Ironico che lo dica proprio tu che hai avuto due costole incrinate, pericolosamente vicino dal romperle –
Claudia non seppe cosa dire. Non c’era niente che potesse dire, in effetti.
Capiva il punto di vista di Isuke e Amanda, ma aveva ragione Sakura. Non potevano rischiare di sentirsi male nel mezzo del loro viaggio.
– Non possiamo rimanere qui. E se ci attaccassero di nuovo? –
– Saremo pronti anche per questo – rispose rapidamente la kunoichi con un sorriso.
A quel punto Katsuki spalancò la porta ed entrò.
Claudia lo osservò camminare diretto verso una sedia libera, accanto alla finestra. Senza dire neanche una parola si sedette. Era quasi del tutto sicura che fosse uscito ad allenarsi, lui poteva permetterselo.
Non aveva certamente qualche osso rotto come il suo compagno di classe.
– Ad ogni modo – continuò a dire Sakura – Dov’è Sasuke? –
Naruto, semi disteso sull’unico letto libero, si voltò a guardarla – È in giro. Ha detto che andava a controllare una cosa –
Claudia vide l’Haruno sospirare e non poté che intenerirsi di fronte a tale scena.
Poverina, lo sta aspettando da una vita e ora che è al villaggio non si fa neanche vedere..., pensò.
– Come mai quella faccia abbattuta? – chiese Amanda, accortasi del suo cambiamento d’umore.
Sakura alzò le spalle e fece finta di niente.
Il suo tentativo, però, fu reso vano da Naruto che spiegò in breve la situazione – È soltanto triste perché non vede il Teme da un sacco di tempo –
Ovviamente, come da prassi, il pugno sui denti non tardò ad arrivare e Midoriya corse a controllare se il povero shinobi stesse bene.
Dopo uno schianto del genere, dubito che stia bene, pensò stranito Isuke.
– Pensa agli affari tuoi, Testa Quadra! –
– S-Scusa... –
Hinata si lasciò scappare un risolino, al che Naruto si rimise in piedi in un nanosecondo.
Il biondo non aveva certamente dimenticato quel che Toshiaki Otsutsuki le aveva fatto. Come poteva? Sakura aveva provveduto a bendare la parte lesionata del viso e per chissà quanto tempo avrebbe dovuto rimanere in ospedale.
Senza poter utilizzare il Byakugan al massimo della potenza, con un occhio in meno.
Divenuto serio in un attimo, Naruto si rivolse proprio alla mora – Hinata, ti prometto che sconfiggerò Toshiaki e ti riporterò quello che ti ha rubato –
Lei arrossì leggermente e distolse lo sguardo, al che Sakura sorrise. Allora la bruna lanciò un’occhiata alla Colonna che annuì, Hinata era sempre stata innamorata cotta di Naruto e la cosa non era sfuggita a nessuno dei quattro nuovi arrivati.
La porta si aprì nuovamente, questa volta lentamente svelando poi la presenza di Shikamaru Nara, il genio del Villaggio della Foglia. Claudia non poté credere ai suoi occhi, era praticamente uno dei suoi personaggi preferiti!
– Ehilà – disse il ninja, l’espressione di chi aveva dormito veramente poco stampata in volto.
Alle sue spalle apparve una testa bionda e a Claudia per poco non venne un colpo.
Temari della Sabbia... che emozione!, pensò estasiata.
Naruto alzò un sopracciglio, stranito, al che lei gli spiegò subito il motivo della sua presenza lì.
Ovviamente gli agenti del Centro non avevano la benché minima idea di chi fossero quei due, l’unica cosa certa era che il coprifronte indossato dalla kunoichi era diverso rispetto a quello degli altri.
– Novità? Ino è riuscita a trovare qualcosa? – chiese allora Sakura, mentre richiudeva la cartella clinica di Amanda.
Shikamaru sospirò – Sì, qualcosa c’era ma abbiamo dovuto chiamare Sasuke. La sua mente era protetta da un sigillo. Solo lui può romperlo e guardarci dentro –
– È per questo che siamo qui. Lo aspetteremo per il verdetto – terminò Temari.
Izuku riuscì a seguire il discorso fino a un certo punto, poi chiedere dei chiarimenti – Di che state parlando? –
Fu il Nara a rispondergli con un’alzata di spalle – Dei tre ninja che avete sconfitto, soltanto uno è ancora ‘vivo’, anche se ancora per poco. Il meccanismo che lo tiene in vita si sta rompendo e prima che muoia stiamo cercando di raccogliere informazioni che, sono sicuro, possono aiutarvi nella vostra missione –
– Senza contare che possono aiutare anche noi. Per lo meno saremo preparati quando altri esseri umani artificiali come loro si presenteranno – disse Sakura.
Bakugou si limitò a fissare il tipo con la coda senza dire niente.
Era ovvio di quale dei tre stavano parlando... Shitai, quello coi capelli scuri e la pelle ambrata. Quello veloce che aveva dato del filo da torcere a Deku.
– Purtroppo non potremo capire perché quella ragazza fosse in possesso dello Sharingan, Otsutsuki le ha dato fuoco proprio per questo – concluse mestamente il ninja medico.
Claudia sapeva bene perché l’avesse fatto.
Non ricordava esattamente quando ma era stato spiegato che, per evitare che il nemico mettesse le mani sui corpi dei propri compagni un ninja era chiamato a distruggerli.
Un leggero bussare la fece balzare sulla sedia, era stata troppo immersa nei propri pensieri.
– Oh, Teme! Ti stavamo aspettando! – esclamò Naruto, ancora in piedi di fronte a Hinata.
Claudia registrò un leggero arrossamento sulle guance di Sakura ma non disse nulla, dopotutto anche la kunoichi fece finta di niente e tornò ad avere un’espressione seria.
Quella stanza d’ospedale ospitava in quel momento ben undici persone e l’atmosfera si era fatta più pesante nel momento esatto in cui l’Uchiha aveva messo piede lì dentro. Shikamaru allora si rivolse a lui chiedendo se ci fossero novità.
Sasuke annuì e lasciò scorrere l’occhio sui due agenti feriti, poi su Bakugou e Midoriya (quest’ultimo in piedi accanto alla Colonna) e infine su Claudia stessa ma quando parlò era chiaro che stava rispondendo allo shinobi con la coda – Ho già parlato con Kakashi-sensei ma ci sono ancora delle cose poco chiare –
Dopodiché attivo lo Sharingan.

---

– Dove siamo? –
La domanda sfuggì dalle labbra schiuse di Amanda, non trovandosi più sul letto. Midoriya spalancò gli occhi quando i contorni della stanza si dissolsero in una strana nebbia, subito dopo si materializzò attorno a loro un luogo sconosciuto.
Il pavimento era di marmo bianco e il soffitto, mantenuto da molteplici e scanalati pilastri che circondavano lo spiazzo circolare, era affrescato.

– Questo è...? – fece per dire Claudia ma venne interrotta dalle parole dell’Uchiha.
Sasuke annuì
– È la mente di Shitai, qui ci sono i suoi ricordi. Osservate –
Il potere dello Sharingan è straordinario, si ritrovò a pensare.
A un certo punto si udirono delle voci. Isuke sobbalzò quando vide i tre ninja che avevano da poco sconfitto camminare a pochi metri da loro ma fu Shikamaru a tranquillizzarlo.
In quel momento erano invisibili perché quelle erano soltanto delle memorie
.
– Cosa ne pensate? – chiese Akame, rivolta ai suoi due compagni.
Claudia e gli altri aguzzarono le orecchie per cercare di carpire quante più informazioni possibili.
A prendere parola fu Tao – Di quel tipo? Ha una strana espressione –
– Però è un gran figo – fece la ragazza ridacchiando, al che l’altro sospirò.
Shitai rimase in silenzio per tutto il tempo, quasi ignorò il commento di Akame e continuò a camminare guardando dritto davanti a sé. Eppure c’era qualcosa nei suoi occhi, Claudia ne era convinta.
Non soltanto lei, per la verità. Naruto stesso aveva captato qualcosa.
A quel punto comparve una quarta figura, Amanda rabbrividì sul posto mentre la kunoichi dai lunghi capelli viola sorrise – Oh, padron Toshiaki –
L’alieno era esattamente come l’avevano visto quella notte. L’unica differenza era che con la luce proveniente dei cristalli che abbellivano il luogo misterioso, divenne più facile osservarlo.
– Vi siete accordato con Artemi? – chiese allora Shitai.
Al semplice suono di quel nome gli agenti del Centro persero un battito e non solo loro.

– Allora è vero, sono alleati – sibilò grave Isuke.
L’Otsutsuki annuì – La priorità è recuperare la
Colonna che sostiene la Via – spiegò – Al momento dovreste avere abbastanza chakra da riuscire a portare a termine la missione senza problemi –
– Non si preoccupi, padron Toshiaki –
Allora l’alieno si rivolse principalmente a lei, assumendo un’espressione parecchio seria – Non ti montare troppo la testa, Akame. Il tuo Sharingan è soltanto un’imitazione. Non pensare di poterlo attivare quando e come vuoi – disse duramente.
Lei corrucciò leggermente la fronte ma qualsiasi sua obiezione venne fermata sul nascere da Toshiaki stesso, che continuò a parlare – È incompleto e precario. Non corri il rischio di perdere la vista ma è già un miracolo che quell’Uchiha non ti abbia uccisa quella volta –
Abbassò gli occhi, la kunoichi, al che Tao le lanciò un’occhiata preoccupata.
– Non si preoccupi, padron Toshiaki. Ce la caveremo senz’altro – asserì Shitai, prendendo la parola.
Otsutsuki annuì e fece per andarsene ma prima di poterlo fare si fermò – Ricordatevi che non dovete ucciderla altrimenti sarà tutto inutile – detto ciò, sparì.
Claudia non poté credere ai suoi occhi. Non volevano più ucciderla? Sul serio?

– A quanto pare l’obiettivo del nemico è cambiato – disse Shikamaru, analizzando bene le parole di Toshiaki – Ma non sono sicuro che tu sia effettivamente fuori pericolo. Hanno comunque cercato di rapirti. Con ogni probabilità ci dev’essere un motivo per il quale non possono ucciderti adesso
– Ma quale potrebbe essere? – chiese allora Amanda.
Il Nara sospirò – Non ne ho idea... forse hanno un ordine cronologico secondo cui agire – provò ad azzardare.
– Sappiamo quindi che la tua morte non è un’opzione valida per il momento. Dovresti esserne sollevata – disse Temari con un lieve sorriso d’incoraggiamento.
Claudia annuì. Eccome se ne era sollevata. Per lo meno non volevano ucciderla.

Ma chissà cosa mi faranno se riuscissero nel loro intento..., pensò rabbrividendo.
– Dannazione! –
Il grido di frustrazione di Akame interruppe il loro discorso. La ragazza strinse i pugni lungo i fianchi e aggrottò le sopracciglia, visibilmente irritata.
Tao sospirò – Dai, calmati –
– Come posso calmarmi?! Hai sentito cos’ha detto, no? Io sono... sono solo un esperimento mal riuscito per lui! – esclamò senza preoccuparsi che l’Otsutsuki potesse sentirla
– Dannato Sharingan e dannato Uchiha! Gliela farò vedere io la prossima volta! –
– Sarebbe meglio non sfidare la sorte, Akame – la interruppe Shitai – Non sei nelle condizioni di poterlo battere. Per la verità, sarebbe meglio se tu ti concentrassi sulla Colonna e basta –
Tao aprì la bocca per controbattere ma alla fine rimase in silenzio.
La kunoichi lo guardò stranita – Cosa? Pensi anche tu che io sia la più debole tra voi? –
– Dico soltanto che il tuo Sharingan non è neanche lontanamente paragonabile a quello di Sasuke Uchiha – asserì – Adesso basta parlarne, andiamo –
Akame si mostrò terribilmente offesa.
Non si aspettava una tale mancanza di fiducia da parte sua – Sei insopportabile – gli abbaiò contro e subito dopo svanì in una nuvola di fumo.
Tao lanciò una breve occhiata al compagno – Non ti pare di aver esagerato? –
Claudia trattenne il fiato quando notò l’ombra di un triste sorriso sulle sue labbra. Shitai stava soffrendo in quel momento.
Possibile che un essere umano artificiale potesse provare sentimenti simili?

Possibile che lui sia..., ma i suoi pensieri furono interrotti da un nuovo cambio di scena.
Il luogo scomparve così come era scomparsa la stanza d’ospedale. In uno sbuffo.
Poco dopo il gruppo si ritrovò immerso nel buio.

– Che posto è questo? Perché non si vede niente? – chiese il biondo shinobi, guardandosi attorno ma vedendo sempre e solo il nero.
Ci pensò Sasuke a spiegare il perché
– È a causa del sigillo mentale che ho trovato nella testa di quel ninja. Possiamo solo ascoltare ma non tutto è comprensibile, per cui fate attenzione –
A quelle parole, aguzzarono nuovamente le orecchie.
Dopo diversi minuti di silenzio in cui Naruto stava quasi per perdere la pazienza, ecco che la voce di Shitai risuonò nel vuoto – Quindi sarebbe questo il piano di Artemi? –
Seguì uno strano fruscio, poi Toshiaki rispose – Esatto –

E che cos’è la Porta?
Isuke corrucciò la fronte, le parole dell’alieno non erano minimamente comprensibili.
Poi parlò nuovamente Shitai, questa volta con una nota amara nella voce
Mostri? Ci sono davvero dei mostri lì dentro?
– Non ci sto capendo niente –
Sakura lo zittì con un’occhiataccia e allora Naruto incassò la testa nelle spalle.
Questa volta la voce di Toshiaki risuonarono forti e chiare: – La potenza di alcuni di loro potrebbe superare quella dei nove cercoteri.
I ninja, meno Sasuke, sobbalzarono.
Più potenti dei cercoteri? Più potenti di Kurama? Quella notizia era la più sconvolgente che avevano appreso negli ultimi dieci minuti.
SI trattava di una supposizione di quel tizio ma loro non avevano neanche le prove per smentirla, quell’assurda e pericolosa ipotesi. Se davvero c’erano dei ‘mostri’ in grado di fare peggio dei cercoteri, la situazione non era semplice.
Per niente.
– E dove si trova questa Porta? – chiese Shitai.
Interi minuti di silenzio e strani rumori seguirono quella domanda, alla fine a rispondere non fu affatto Toshiaki ma qualcun altro.
Qualcuno che Isuke, Amanda, Claudia e i due studenti della U.A. conoscevano.
– Sull’isola di Antilia –

È... Artemi?!, pensò terrorizzata.

---

Era passato un giorno e Isuke era già in piedi.
Faceva spesso visita alla sua amica in attesa che si rimettesse in sesto anche lei, così da poter partire e lasciare Konoha. Cercavano di nasconderlo ma erano ansiosi.
Avevano paura che quel tipo, Toshiaki, potesse tornare e radere al suolo il villaggio. Non avrebbero potuto sopportare il senso di colpa sapendo di essere la causa di quegli attacchi.
Claudia aveva deciso di non pensarci, per il momento.
Era sempre insieme a Naruto, qualsiasi cosa facesse c’era il biondo con lei. Aveva ricevuto l’ordine di non lasciarla mai da sola e così stava facendo.
Ma la vera preoccupazione di quei ninja non era un nuovo eventuale attacco da parte di Otsutsuki. No. Ma la forza rilasciata dalle esplosioni di quel tale, Katsuki Bakugou, che stava letteralmente radendo al suolo il campo di allenamento numero sette.
Kakashi aveva sospirato e Shikamaru aveva alzato gli occhi al cielo.
– Si stanno dando parecchio da fare – asserì Naruto, con un sorriso stampato in volto.
Claudia annuì e spostò l’attenzione sul luogo da cui proveniva quel grande fracasso, quasi riusciva a vederli, Bakugou e Midoriya, mentre erano intenti ad allenarsi.
– Hanno entrambi un obiettivo da raggiungere – cominciò a dire – Un po’ come te, no? –
Naruto sorrise – Sai un sacco di cose. Com’è possibile? –
– Non lo so neanche io, credimi. Piuttosto, ti ringrazio per aver accettato di venire con noi –
Sinceramente aveva paura che qualcuno fosse contrario alla cosa.
Ma ora che avevano come nemico un Otsutsuki, Claudia aveva tirato un sospiro di sollievo quando il biondo aveva detto che sì, li avrebbe aiutati a sconfiggere Artemi e tutti i suoi alleati.
Provava a non pensarci ma aveva paura.
La notte poteva ancora vederli, quegli occhi. Di un verde glaciale, come quelli di uno spettro.
Il suo flusso di pensieri venne però interrotto dall’ennesima esplosione. Claudia sperava davvero che la gente non si spaventasse troppo udendo tutto quel baccano.
Naruto portò una mano tra i capelli – Che ne dici di andare a vedere se sono ancora vivi? –
Lei annuì. Più che altro aveva il dubbio che fosse Midoriya quello seriamente in pericolo.
Attraversarono il villaggio, vennero fermati un paio di volte dalle ammiratrici dello shinobi e in venti minuti arrivarono a destinazione. Il campo di allenamento numero sette era quasi del tutto irriconoscibile.
Bakugou era seduto al suo centro con indosso soltanto una canotta e stava bevendo.
– Ehi, cosa diamine avete combinato? – fece Naruto, scioccato.
Izuku spuntò al loro fianco con un’espressione mortificata – Scusate, ci stavamo allenando –
Solo allora il biondo si accorse di loro e si voltò a guardarli. Digrignò i denti non appena i suoi occhi cremisi si posarono sulla figura dello shinobi.
Era forte, cavolo. Fortissimo. Aveva percepito un’energia spaventosa quando era stato avvolto da quella specie di fiamme arancioni e lo stesso valeva per il suo compagno.
Si alzò da terra e ignorando i muscoli indolenziti per lo sforzo, si avviò verso di loro.
Era incazzato, certo, perché in confronto a quel tipo era debole. Ma al momento aveva altre grane a cui pensare, prima di tutto... – Quattrocchi! – abbaiò, una volta dinanzi a lei quest’ultima sussultò – Non ci hai ancora spiegato come conosci il segreto del One For All
Midoriya annuì, più che altro anche lui voleva sapere.
Allora Claudia sospirò, prima o poi doveva dirglielo. Aveva fatto lei il casino e lei avrebbe dovuto risolverlo.
Spiegò loro l’esistenza di un manga intitolato My Hero Academia, sorvolando su chi dei due fosse il protagonista (Bakugou non l’avrebbe presa bene) e del fatto che, in maniera del tutto casuale, le vicende narrate rispecchiavano quella che per loro era la realtà – Ma com’è possibile?! – esclamò a un certo punto Izuku – Q-Questo vuol dire che tu sai... tutto-tutto? –
Claudia alzò un sopracciglio – Dipende cosa intendi con ‘tutto’ –
– Quindi già conoscevi All Might, i professori e tutti gli altri? – sibilò l’altro.
Per un attimo ebbe paura di annuire, ma poi si fece coraggio.
– Però! Che mondo divertente il vostro! – esclamò a un certo punto Naruto – E così quello che riuscite a fare deriva dai cosiddetti Quirk, eh? Che forza! –
La Colonna sorrise a tanto entusiasmo.
– Già, ma io non riesco ancora a controllare bene il mio potere – disse Midoriya, con un sorriso amaro. In un momento come quello, in effetti, poteva essere controproducente non riuscire a combattere come avrebbe voluto.
E ne soffriva, Izuku.
Naruto sembrò notare il suo turbamento e decise allora di intervenire – Sai, io avevo più o meno il tuo stesso problema – disse, attirando l’attenzione dei due apprendisti eroi – All’inizio non ero in buoni rapporti con Kurama, ragion per cui spesso mi capitava di perdere il controllo. Del tipo... che finivo per attaccare i miei amici oltre che i miei nemici –
Non sembrava, ma ripensare a quei momenti gli faceva ancora male.
Ricordava ancora perfettamente quando aveva ferito Sakura al braccio, era stato terribile. Era lui la causa del suo dolore e non riusciva a darsi pace.
Midoriya annuì gravemente.
Da quel punto di vista, forse, Naruto aveva sofferto molto più di lui. Si sentiva quasi in colpa.
– Ma adesso io e Kurama siamo diventati amici. Ed entrambi vogliamo proteggere il villaggio e la pace del mondo ninja – concluse con un mega sorriso.
Magari avesse saputo come risolvere il problema di Izuku, Claudia non avrebbe perso neanche un secondo e gliel’avrebbe detto. Le dispiaceva davvero molto vederlo così abbattuto.
– Bene! Torno ad allenarmi! – esclamò all’improvviso Midoriya.
– Ma sei già guarito? – chiese la Colonna, indicandogli il braccio ancora fasciato.
Izuku annuì – Sakura ha voluto lasciare la fasciatura ma è tutto apposto, le sue abilità mediche sono incredibili! –
Claudia avrebbe dovuto saperlo: lo studente della U.A. aveva preso in simpatia i ninja che avevano dimostrato capacità ai limiti del possibile. Cominciò a elogiare l’Haruno, passando poi a complimentarsi per il grandioso combattimento contro l’alieno vestito di bianco.
– Il team 7 ha già avuto modo di scontrarsi con un Otsutsuki! – esclamò lei – Hanno lottato contro niente di meno che Kaguya! –
Bakugou sbuffò un mezzo insulto rivolto a quei due che avevano cominciato a parlottare di cose più o meno rilevanti, al che Naruto ridacchiò imbarazzato dalle lusinghe ricevute.
Dopodiché se ne andò.

---

Si stranì quando Ivar non rispose alla chiamata.
Amanda non poteva fare altro se non pensare, pensare e pensare. Era costretta su un letto di ospedale, era stanca di non fare nulla e di sentire dolore ogni volta che alzava il busto.
Sakura le aveva assicurato che a breve sarebbe stato tutto finito.
Ma l’attesa era snervante.
– Come ti senti oggi? –
Quella era la terza volta che si faceva vivo in meno di sei ore. Isuke si sedette sulla sedia vicino al letto, le aveva portato un po’ di frutta.
La bruna alzò di poco le spalle – Non c’è male. Tu? Le ferite non ti danno fastidio? –
– No. Sakura ha fatto un ottimo lavoro –
Amanda annuì, per poi aggiungere – Ho provato a chiamare Ivar. Dobbiamo scoprire cos’è Abyss ed evitare che Artemi ci metta le mani sopra –
Lui non poteva essere più d’accordo.
Dopotutto aveva perso un sacco di tempo a cercare informazioni, aveva chiesto a Shikamaru se al villaggio esistesse qualcosa con quel nome. Niente. Un buco nell’acqua.
– Ehi – cominciò a dire lei – Cosa faremo quando... ci troveremo davanti Artemi? Cioè... –
Dobbiamo davvero ucciderlo?, era questo che avrebbe voluto chiedergli.
Non sembrava ma ci pensava costantemente. Lei non voleva uccidere qualcuno che fino a pochi mesi prima era il suo punto d’appoggio, il modello da imitare.
Non era pronta a farlo. Per niente.
– Avevamo detto niente sentimentalismi –
Amanda strinse il lenzuolo tra le dita pallide e abbassò lo sguardo.
– Avevamo detto niente distrazioni –
– Sì, ma- –
Isuke la interruppe – Artemi e Ayan erano anche miei amici – disse con tono grave – Lo erano anche Sei, Balder, Sayoko, Raine e tutti gli altri. Ma non ci sono, Amy. Non ci sono e noi dobbiamo salvaguardare l’Equilibrio. Non dobbiamo avere riserve –
Ma lui ne aveva, eccome se ne aveva.
Aveva paura, una fottuta paura di non riuscire nel suo compito. Ma a quel punto a pagare sarebbero stati degli innocenti, non poteva permettere ad Artemi di vincere.
Non questa volta.
Aveva già mandato all’altro mondo tanti agenti del Centro.
Lei annuì soltanto, dopodiché mandò un messaggio a Ivar.

---

Camminò lungo le strade secondarie del villaggio, sperando di essere lasciato in pace.
Camminò da solo per dei minuti interminabili, fino a che non si rese conto del posto in cui era andato a finire: il cimitero. Individuò una donna dai lunghi capelli neri, era in piedi dinanzi a una lapide e in sua compagnia vi era una bambina molto simile a lei.
– È la prima volta che uccidi – sentì dire da una voce alle sue spalle.
Bakugou non si voltò neanche, l’aveva riconosciuto. Era quel ninja senza un braccio, lo spadaccino.
E la sua non era affatto una domanda, come poteva? Gli si leggeva in faccia che fosse ancora sconvolto per la questione.
– Qui da voi è normale? – chiese, le mani affondate nelle tasche della tuta.
Il respiro si era fatto pesante, rabbioso; si voltò.
Sasuke aveva quel suo tipico cipiglio freddo. Quei due non potevano essere più diversi ma, al tempo stesso, erano così simili... per lo meno, si era reso conto l’Uchiha, quel biondino gli ricordava qualcuno di spiacevole. Qualcuno a cui Naruto aveva rifilato tante di quelle botte da stordirlo.
C’era rabbia e confusione nel suo sguardo.
Non sapeva se sarebbe stato in grado di aiutarlo, non lui.
Lui che non era in grado neanche di guardare in faccia una donna che l’aveva aspettato dopo tutto il casino che era stato capace di combinare.
– Il lavoro di un ninja è proteggere il villaggio – spiegò atono – E pur di farlo, siamo pronti perfino a uccidere. È una cosa che va avanti da secoli... –
La razionalità di Bakugou gli impediva di accettare una cosa del genere.
Era un eroe, dannazione, avrebbe dovuto salvare la gente non ammazzarla: sebbene alcuni individui potessero risultare decisamente ostici e altri quasi sembravano spingerlo all’omicidio... non avrebbe mai ucciso nessuno.
Neanche Deku (forse).
– Ci sono momenti in cui un ninja deve prendere decisioni dolorose – continuò a dire.
A quel punto Katsuki si innervosì – Ma io non sono un fottuto ninja! –
Questo è vero, pensò.
Non gli sembrava giusto che dei ragazzini che non centravano nulla, che non erano stato addestrati per quello dovessero soffrire a quel modo.
L’omicidio non è qualcosa che si supera facilmente, soprattutto se non si è preparati.
– Kacchan –
Bakugou si voltò stizzito verso il suo compagno di classe, giunto sin lì principalmente perché aveva bisogno di parlare con qualcuno. Aveva la faccia di chi si sentiva in colpa.
Di chi non aveva considerato le conseguenze.
Deglutì prima di parlare: – Shitai è appena morto – e fu con tali parole che il mondo crollò.
Midoriya, colui che in vita sua non aveva mai fatto del male neanche a una mosca, era appena diventato un assassino. La consapevolezza di ciò lo faceva sentire un essere orribile.
Proprio come lui.
Era stata Claudia a informarlo della cosa, di ritorno dall’ospedale.
Non aveva neanche notato le fasciature e il grande ematoma che svettava sulla sua guancia sinistra, era andato completamente in trance.
– Capisco il vostro stato d’animo ma dovreste rimettervi in piedi e alla svelta. Il tipo contro cui combatterete non si farà certamente scrupoli, vorrà eliminarvi dalla faccia della terra –
Izuku annuì ma continuò a tenere lo sguardo basso.
– Lo so, ma- –
Sasuke lo interruppe: – Non siete dei ninja, è vero, ma la situazione richiede forza di volontà –
Quelle parole risuonarono fortemente nella loro testa.
– In che razza di mondo di merda siamo capitati?! – ruggì Bakugou, calciando una grossa pietra.
Midoriya sobbalzò a causa del fracasso.
Guardò gli occhi fiammeggianti dell’amico e per un attimo ci si rivide riflesso dentro. In un certo qual modo stavano provando la stessa cosa.
L’unica differenza era che Katsuki sembrava più arrabbiato che altro, lui invece non riusciva a non pensare che, forse, avrebbe potuto evitarlo. Claudia gli aveva riferito che anche senza il suo intervento, Shitai sarebbe andato verso una fine certa nel giro di qualche mese.
Sakura aveva studiato i loro corpi e non erano certamente perfetti come sembravano.
Ma anche così, Izuku non riusciva a non togliersi dalla testa lo sguardo di quel ragazzo. Era così vero e vivo, non gli importava che fosse una creatura artificiale.
Sasuke sospirò.
Prima o poi l’avrebbero capito.




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

# Ciao!! ^^
Come va? Spero bene!


Innanzitutto perdonate l’attesa, ma alla fine eccomi con il nuovo capitolo!
Questa volta niente battaglie, semplicemente un capitolo di passaggio ma molto, molto importante: finalmente anche i nostri sanno qual è l’obbiettivo di Artemi, anche se non è ancora tutto chiaro.


In attesa che Amanda si rimetta in sesto, gli altri trovano come passare il tempo.
Claudia è sempre sotto gli occhi di qualcuno e sempre protetta ^^ mentre Bakugou e Midoriya, beh, sono un po’ giù per ciò che successo.

Con questo capitolo possiamo dire definitivamente addio al trio di ninja nemici.
Già mi mancano T.T vabbè, nel prossimo capitolo: si cambia universo!


IMPORTANTE! > in realtà non è sicuro ma potrebbe capitare che l’aggiornamento diventi un filino più irregolare, ho mille cose da fare e il periodo giugno-luglio non sarà una passeggiata (con l’università e tutto il resto) ragion per cui perdonatemi se dovessi mancare un appuntamento!
Cercherò di evitarlo, ma mi sono sentita in dovere di avvisarvi ^^


Alla prossima!

rosy

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Capitolo 10
*** 09. La Gilda più Forte, Fairy Tail ***


 
La Battaglia dei Mondi
 
La Porta per Abyss

 
Capitolo 09

La Gilda più Forte, Fairy Tail

 
 

 
– Ci sposteremo nelle varie dimensioni con questo aggeggio? –
Amanda annuì, dopodiché decise di ignorare l’espressione stupita dell’Uzumaki per concentrarsi sulla faccia di Claudia. O meglio, sul cerotto che aveva applicato nel mezzo della fronte.
– Si può sapere cosa diamine hai combinato? – le chiese, preoccupata.
La Colonna alzò le spalle e ridacchiò imbarazzata. Stava per risponderle ma l’Hokage in persona arrivò sul posto per gli ultimi saluti.
Guardò prima gli agenti del Centro e poi i suoi due pupilli in procinto di partire: – Mi raccomando, Naruto, non fare arrabbiare Sakura ed evita di cacciarti nei guai – disse, il sorriso nascosto dalla maschera.
Il biondo dapprima si mostrò sorpreso, poi sbuffò.
Isuke osservò divertito la situazione: se c’era una cosa che aveva capito era che Sakura poteva essere una compagna importante quanto pericolosa se la si faceva arrabbiare. Anche Midoriya ebbe modo di assicurarsene quando era stato visto gironzolare dopo il duro combattimento contro quei ninja spietati.
Erano passati alcuni giorni e Amanda si era completamente ripresa.
Ragion per cui erano pronti a partire alla volta di Earthland, inutile dire che a Claudia era venuto un colpo e Isuke le aveva espressamente chiesto di raccontare quel che poteva essere utile per evitare guai.
Ignorando il dolore alle articolazioni, la Colonna spiegò loro cosa fosse la magia e che c’erano individui, cosiddetti maghi, che utilizzando proprio tale magia si riunivano in associazioni chiamate gilde, svolgendo lavori su commissione. Le era bastato ripetere, a grandi linee, l’incipit di Fairy Tail e tutti avevano capito.
Eppure era rimasta sorpresa nel constatare che i due agenti cercassero esattamente quattro persone.
Ovviamente, i più forti tra i forti, pensò Claudia.
– Tornate a casa vivi, ragazzi – continuò a dire.
Sakura annuì e sorrise rassicurante – Non si preoccupi, Maestro, andrà tutto bene –
Bakugou lanciò un’ultima occhiata all’Uchiha, poggiato allo stipite della porta d’ingresso del villaggio. Non aveva dimenticato la rabbia e la frustrazione che aveva provato per via di Tao ma, in qualche modo, se n’era fatta una ragione.
Al suo fianco Deku sembrava animato da nuova determinazione.
Non avrebbero dimenticato, affatto. Ma ciò che era successo li avrebbe spinti oltre il limite, avrebbero percorso il cammino dell’eroe a qualsiasi costo e sarebbero andati avanti nella missione.
Proteggere la Colonna era la cosa più importante.
Mai come in quel momento Midoriya aveva sentito la mancanza di All Might, se avesse potuto farlo sarebbe corso da lui in cerca di consigli ma aveva trovato qualcun altro che li aveva spronati: Sasuke Uchiha e, indirettamente, Naruto Uzumaki.
Il senso del sacrificio e la determinazione stoica. Questi due fattori accomunavano quei due shinobi che, altrimenti, erano come il giorno e la notte.
Un po’ come loro, d’altronde.
– Abbiamo un solo DG al momento. L’altro l’ho consegnato nelle mani di Endeavor prima di partire, per cui fate attenzione a non romperlo – parlò Isuke.
Claudia aveva capito perché l’aveva fatto.
Nel caso in cui le cose sarebbero andate male, qualcuno avrebbe potuto usarlo e raggiungerli.
A quel punto prese la parola Amanda: – Tanto se si rompe sei comunque in grado di aggiustarlo, no? –
– Certo. Ma è meglio evitare –
– Ad ogni modo, se avete bisogno di supporto, Sasuke aprirà un varco con il suo Rinnegan e saremo subito da voi – fece Shikamaru, subito dopo affondò le mani nelle tasche della tuta e aggiunse: – Anche se spero risolviate la questione il prima possibile. Tutto questo è una seccatura –
Amanda sospirò: – Cercheremo di cavarcela in un modo o nell’altro –
Infine, arrivò il momento di partire e Isuke attivò il Dimensional Gap e un portale si materializzò a pochi passi da loro.
– Ci vediamo! – esclamò Naruto con un sorriso.
Amanda e gli studenti della U.A. furono i primi a varcare il portale, seguiti a ruota da Claudia che però si fermò nel momento in cui Sasuke accennò qualche passo verso di loro.
Sakura gli sorrise e poi parlò: – Fa’ attenzione –
Non c’era neanche bisogno di dirglielo, l’Uchiha era tra i più forti ninja del mondo. Avrebbe protetto il villaggio e se stesso egregiamente, molto più di quanto avrebbe potuto farlo lei.
Anche Naruto arrestò il passo, giusto in tempo per guardare un imbarazzatissima Sakura sollevarsi sulle punte e lasciargli un bacio sulla guancia. Sgranò gli occhi e stette per mettersi a ridere ma la stessa kunoichi gli diede uno spintone tale da farlo ruzzolare nel varco creato dal DG.
La Colonna si spostò appena in tempo per non essere travolta e diede un ultimo saluto ai tre ninja.
Dopodiché anche lei, Sakura e Isuke entrarono nel portale, pronti a continuare con la loro missione.

---

A seguito dell’esilarante caduta di faccia del poderoso ninja di Konoha, Naruto era rimasto a bocca aperta. La città in cui erano finiti era veramente enorme e popolosa.
Non ci volle molto e Claudia la riconobbe: Magnolia.
Proseguirono lungo il fiume che attraversava la città, guardandosi attorno rapiti. Le persone non sembravano neanche fare caso alla presenza di stranieri.
– Quindi qui esiste la magia – sentenziò a un certo punto Isuke.
La Colonna annuì allegramente, continuando il discorso lasciato in sospeso: – Esistono diverti tipi di magia: dimensionale, della creazione, di assimilazione, per non parlare di quelle più potenti! –
A quel punto Midoriya si fece estremamente curioso: – E sarebbero? –
– Beh, per esempio c’è la magia del Dragon Slayer – spiegò ma a un certo punto i suoi occhi calamitarono su un edificio in particolare, a due piani e dalle pareti rossastre.
Si chiese se quella fosse effettivamente la casa di Lucy ma non perse tempo a pensarci più di tanto, perché l’avrebbe di certo in contrata alla gilda, luogo in cui erano diretti.
– E ovviamente ci sono diversi tipi di Dragon Slayer – continuò a dire, sperando di risultare chiara.
Era consapevole che fossero innumerevoli informazioni e che Naruto si era già perso un paio di volte, ma confidava nella buona capacità di apprendimento di Isuke.
Camminarono un altro po’, Claudia esultò mentalmente quando riconobbe la cattedrale di Cardia e proseguirono dritti lungo la strada principale dove, ricordava, si era solito svolgersi il Festival di Fairy Tail.
Chiedendo informazioni in giro, riuscirono a trovare la sede della gilda facilmente.
Sull’alta scogliera, a nord della città di Magnolia, vi era un’immensa costruzione.
Fu a quel punto che Claudia si sentì in dovere di fare una precisazione: – Riguardo i maghi di Fairy Tail, beh, dovete sapere che si tratta di persone un po’... particolari, ecco –
Vivaci e rissose, avrebbe voluto dire. Ma non voleva spaventarli.
– Beh, tanto meglio, no? –
La Colonna alzò le spalle e seguì Amanda camminare senza timore verso il grande portone. Non appena lo spalancò un ululato la fece sobbalzare e Isuke, Midoriya e tutti gli altri si prepararono a dover difendere Claudia da qualsiasi minaccia.
Soltanto dopo si resero conto della reale situazione.
Neanche a dirlo, quei maghi stavano litigando tra loro e Claudia dovette trattenersi per non scoppiare a ridere mentre Macao, fradicio di birra, si lanciava addosso a Wakaba.
Vani furono i tentativi di sedare la rissa e il povero Alzack si ritrovò spiaccicato contro Nab che, scivolando, andò a sbattere contro il muro accanto la lavagna dei lavori.
Claudia si morse il labbro inferiore quando vide Visca andare in soccorso del marito e la piccola Asuka guardare divertita tutta la scena, come se una scazzottata tra compagni fosse una cosa normale. In effetti, si ritrovò a pensare la Colonna, se quei maghi avessero davvero accettato di aiutarli, cose del genere sarebbero diventate anche per loro la normalità.
A nulla valsero i richiami del Master che, seduto su quella maledetta sedia a rotelle, non poté fare poi molto per dividerli.
– Voi, piantatela! – ruggì Gajeel con voce dura.
Per tutta risposta, la sedia che Macao aveva lanciato a Wakaba, andò a schiantarsi contro la sua faccia in quanto il primo bersaglio si era scansato all’ultimo secondo. Al suo fianco, Levy non seppe trattenere un’esclamazione sorpresa.
Amanda inarcò profondamente un sopracciglio: – Ma che stanno facendo? –
– Si stanno picchiando, pare – disse un Naruto alquanto sconvolto.
A quel punto una ragazza dai lunghi capelli bianchi si avvicinò al gruppo di sconosciuti, ignorando volutamente il fracasso creatosi all’interno della gilda, accogliendoli con un sorriso: – Salve, posso aiutarvi? Mi presento, il mio nome è Mirajane –
– Sì, ehm... dovremmo parlare con il... Master – asserì Amanda.
La maga sembrò per un attimo sorpresa, ma poi tornò a indossare quel sorriso affabile: – Certamente, adesso ve lo chiam- – ma venne interrotta dall’ennesimo grido.
Doveva essersi arrabbiato anche un certo mago mezzo svestito, al che Claudia lanciò un’occhiata verso il centro della rissa. Riconobbe tanti visi conosciuti, tra i quali l’inconfondibile Natsu che per poco non si strozzò quando Max lo tirò indietro per la sciarpa.
– Sei forse impazzito, vuoi uccidermi? – abbaiò allora il Dragon Slayer verso il diretto interessato.
Ma non fece in tempo ad aggiungere altro che qualcuno gli mollò una gomitata in testa, dopodiché si voltò pronto a suonarlo come un tamburo ma il piede di Gajeel finì dritto sulla sua faccia.
Quest’ultimo aggrottò le sopracciglia: – Vuoi toglierti di mezzo o no? Mi sei d’intralcio! –
– Come osi? Ti riduco in cenere, brutto pezzo di ferraglia! –
– Che cosa?! –
Poco distante da loro, Levy sospirò scuotendo la testa, ormai rassegnata.
Intanto Mirajane si fece strada tranquillamente e comunicò al Master Makarov che qualcuno desiderava parlargli, al che lui sgranò gli occhi e cominciò a dimenarsi sulla sedia: – Ehi, fate silenzio! Spaventerete gli ospiti! –
Di ritorno udì soltanto numerosi ‘e chi se ne frega’, dopodiché decise di adottare le maniere forti.
Bastò un’occhiata alla diretta interessata e poi una frase: – State tutti zitti, sono stata chiara?! –
Il pugno di Natsu si fermò a un centimetro dal naso di Gray, allo stesso modo la sedia che Macao aveva tra le mani non sfiorò mai la testa di Reedus. Fu come se il tempo si fosse fermato.
È questo il terrificante potere di Erza Scarlet, pensò divertita Claudia.
– Finalmente! – sospirò infine Makarov.
A parte Bakugou, che trovava tutto questo divertente, gli altri dovettero aspettare un po’ prima di riprendersi.
Il vecchio seduto in sedie a rotelle si avvicinò tranquillo al gruppo di sconosciuti e poi parlò: – Sono l’attuale Master di Fairy Tail, Makarov Dreyar. E voi chi siete? –
Dopo una rapida presentazione, Amanda spiegò a grandi linee cosa, o meglio chi, stavano cercando, l’esistenza di una Via e di Artemi.
I maghi di quella gilda di matti ascoltarono non senza interrompere, aiutati di tanto in tanto dalle occhiatacce della maga dai lunghi capelli rossi. La ringraziò mentalmente.
– E così è cominciata, eh? –
Isuke si accigliò: – In che senso? Hai mai sentito parlare della Porta di Abyss? –
Se avessero trovato degli indizi utili sulla sua collocazione o sulle creature che rinchiudeva, sarebbe stato il massimo. Purtroppo però le parole di Makarov non alludevano affatto a ciò.
– Ho conosciuto Ivar, una volta, e alcuni agenti del Centro, purtroppo però non ho mai sentito nessuno nominare questa Porta – spiegò per poi aggiungere: – Ma c’è un’antica leggenda che ha a che fare con la Via e le Colonne che la sostengono –
– Conosco anche io questa leggenda! – esclamò all’improvviso Levy.
Tutti i maghi si voltarono a guardarla, intanto lei tirò fuori alcuni libri dalla borsa che si portava dietro e infine trovò quello che stava cercando. La maga dai corti capelli blu tenuti indietro da una graziosa fascetta arancione, sfogliò le pagine fino a puntare il dito su di una in particolare.
– Questo libro raccoglie diverse storie antiche, tra qui questa. Si parla di sedici Colonne e una Via, che quando tutte le Colonne verranno distrutte la Via collasserà e a quel punto regnerà il Caos –
Naruto a quel punto alzò le spalle: – Sì, ma tutte queste cose le sapevamo già –
– C’è dell’altro – continuò Levy, ignorando deliberatamente le parole del biondo: – Secondo questo libro, una volta che la Via collasserà, sarà possibile aprire il portale che conduce al luogo che è dimora di innumerevoli mostri –
Makarov annuì. Anche lui era a conoscenza di una storia simile.
– Queste informazioni non sono sufficienti, dannazione – sospirò afflitto Isuke.
Claudia cominciava a capire come si sentiva il giovane agente.
Frustrato. Stanco. Tra l’altro Artemi era un suo amico che, per chissà quale ragione, aveva deciso di rivoltarsi contro il Centro e gettare i mondi nel caos.
Eppure non si perdeva mai d’animo, infatti subito dopo si rivolse nuovamente alla piccola ragazza: – In questo libro non c’è scritto nient’altro? Qualcosa sulla Porta? O magari dove possiamo trovare altri indizi? –
Per un breve istante Levy scosse la testa ma poi le si illuminò la lampadina: – C’è la biblioteca magica. Sono sicura che lì ci dev’essere qualcosa che fa al caso vostro –
– A questo punto direi di cominciare le ricerche – intervenne proprio il Master.
Amanda abbassò lo sguardo, stupita: – Aspetti, ci sta dicendo che vuole aiutarci anche a raccogliere informazioni? –
– Certo che sì – affermò il vecchietto, per poi aggiungere: – Consideratevi amici della gilda di Fairy Tail. Tra l’altro c’è in gioco il destino del mondo –
– E dei mondi – terminò Levy con un sorriso.
Sakura dovette ricredersi: tolta la prima impressione di litiganti seriali, erano delle persone altruiste.
– A proposito, avete detto di stare cercando alcuni maghi – continuò a dire Makarov.
Fu allora che Isuke riprese la parola e annuì: – Sì, ecco i loro nomi. Claudia ha detto che potevamo trovarli qui – detto ciò, consegnò al vecchio i documenti.
La gilda lanciò un’occhiata su quel foglio, alcuni allungando persino il collo in avanti per cercare di leggervi qualcosa, estremamente curiosi. Non appena il Master elaborò la cosa, scoppiò in una fragorosa risata: – Non so chi li abbia scelti ma ha occhio per questo cose –
– Per la verità è stato il computer del Centro. Attraverso un algoritmo che non sto neanche a spiegarvi rileva gli individui più forti di ogni mondo – spiegò Amanda.
Natsu si accigliò: – Algoche? – si era perso più o meno a quella parola.
– Però mi dispiace. Gildarts e Laxus non sono alla gilda al momento. Per quanto riguarda le altre due... – e nel dirlo si voltò proprio verso le dirette interessate.
Erza e Mirajane erano in piedi, l’una accanto all’altra. Avevano ascoltato in silenzio tutta la storia.
La rossa annuì, in viso l’espressione di chi era pronta a qualsiasi cosa: – State tranquilli, lasciate fare a me. Verrò io con voi –
A quel punto un’altra ragazza si intromise nella conversazione.
Non appena Izuku la vide arrossì senza neanche accorgersene: indosso aveva soltanto un bikini e un pantalone tagliato poco al di sotto delle ginocchia e portava i lunghi capelli marroni sciolti sulle spalle: – Con la mia magia potrei chiamare a rapporto quel donnaiolo di mio padre –
– Ma non te n’eri liberata? – le chiese prontamente Gray, indicando col mento la carta Call che Cana aveva in mano.
– Pensa ai fatti tuoi! – esclamò esasperata.
– E cosa facciamo con Laxus? Sapete dov’è andato? – chiese allora Wendy, anche lei rimasta in silenzio fino ad allora.
Mirajane inclinò la testa, pensierosa: – Mi pare di aver capito che è andato ad allenarsi con Freed, Evergreen e Bixlow. Sulle montagne a nord, giusto? –
Il vecchio Master annuì.
A quel punto anche Elfman volle intervenire: – Dopo l’allenamento sono stati invitati dal Master di Blue Pegasus per una chiacchierata –
Tutta la gilda, in particolare sua sorella minore Lisanna, gli lanciarono un’occhiata divertita.
Chissà perché era a conoscenza degli spostamenti di Laxus (ed Evergreen)?
– Quindi sono nella città di Clover. Perfetto, basterà prendere il treno – asserì il vecchio Makarov.
Al solo pensieri i tre Dragon Slayer percepirono un distinto giramento di stomaco.
Claudia sorrise dinanzi a tutto questo: in assoluto la gilda di Fairy Tail era la più pazza e casinista di tutto il regno di Fiore, ma erano anche tremendamente iconici.
Natsu, Gajeel e Wendy soffrivano i mezzi di trasporto; Elfman era cotto di Evergreen (e viceversa), Levy e il già citato Dragon Slayer d’Acciaio formavano una coppia effettiva e...
Un attimo!, pensò all’improvviso, a giudicare dalle condizioni del Master siamo finiti alla fine del manga, ragion per cui Zeref è già stato sconfitto.
Impegnata com’era nelle sue elucubrazioni, non si accorse che intanto gli altri si stavano mettendo d’accordo sul da farsi: fu Sakura a suggerire di dividersi e alla fine tutti furono d’accordo.

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Ho da fare. Non disturbatemi – aveva detto Toshiaki Otsutsuki e nessuno se l’era sentita di contraddirlo.
Artemi non sembrò neanche essersi accorto che avesse parlato, troppo perso nei propri pensieri. Sta di fatto che alla fin fine Echo si alzò, tornata finalmente in forma, e lanciò una rapida occhiata al ragazzo seduto in un angolo: Ayan pareva sempre più un fantasma.
– Dove stai andando? – le chiese Taira, facendo tintinnare il campanello che portava come orecchino: – Non dirmi che te ne vai anche tu? Cos’è? Avete un appuntamento segreto tu e quell’alieno? –
La Strega sorrise enigmatica prima di risponderle: – Non dirlo neanche per scherzo. Il mio genere di uomo è ben diverso da lui –
Taira ridacchiò allegramente, per poi servire del tè caldo a tutti i presenti.
Il biondo bevve quasi meccanicamente mentre Artemi non sfiorò neanche per sbaglio la tazzina, sembrava arrabbiato. Deluso, frustrato. Eppure nessuno dei presenti provò a parlargli.
Anzi, continuarono a conversare come se niente fosse.
– Allora noi andiamo. Ayan? –
Udita la sua voce, il ragazzo si alzò e si avvicinò alla Strega.
Prima ancora di poter varcare la porta di quella casetta di legno, Taira li richiamò. Tirò fuori dalla tasca uno di quegli strumenti utilizzati al Centro per viaggiare attraverso le dimensioni e impostò le coordinate, poi parlò: – Ci sono due persone che dovete passare a prendere. Dopodiché potete andare tranquillamente a giocare con la Colonna e i suoi amichetti –
– Sanno già cosa devono fare – disse Artemi, era da tanto che non sentivano la sua voce, per poi aggiungere: – In quanto a voi... –
Artemi guardò Echo negli occhi e per un attimo le vennero i brividi.
I suoi occhi erano freddi, di un verde ghiaccio brillante ma al tempo stesso tremendamente spaventosi e cupi: non sapeva davvero come spiegare la sensazione che provava ogni qual volta incrociava il suo sguardo.
Estrasse un piccolo stiletto dagli stivali scuri e senza esitazione si recise il palmo della mano sinistra. Apparve una sottile linea di sangue e le gocce scarlatte si raccolsero in una boccetta.
Tale oggetto venne sistemato tra le mani della Strega, che lo osservava confusa: – Cosa dovrei farci con questo? –
– Dallo a quel tipo, il Master della gilda di Orange Dawn. In questo modo dovresti essere più convincente – spiegò atono.
Non le sfuggì l’incredibile velocità con cui la ferita si richiuse. Non le sfuggì neanche l’odore pungente di quel liquido vermiglio che stringeva tra le dita ma decise di non fare domande.
Per quelle ci sarebbe stato tempo.
Si voltò a guardare Taira e con un pizzico di supponenza le parlò: – Va tu a prendere quei due, io ho cose più urgenti a cui pensare –
La ragazza dai capelli rosi sgranò gli occhi e arricciò le labbra: – Che cosa? Ma è tuo compito... –
– No. Ti sbagli – disse e se ne andò portandosi dietro Ayan.
Fece appena in tempo a sentirla sbuffare, poi si chiuse la porta alle spalle.
Le aveva percepite. Le loro anime.
Echo ghignò in direzione del cielo, sapeva già da quale direzione sarebbero arrivati. Aveva disattivato lo Scudo dell’Anima apposta per farsi trovare, ne aveva abbastanza di scappare e voleva far capire a Shinigami e a tutta la Shibusen che lei era libera.
Libera di poter fare quello che le pareva.
E non sarebbero certo bastati due marmocchi a impedirglielo: neanche una Death Scythe.
– Ayan, precedimi – disse e il ragazzo, sempre senza dire nulla, ubbidì, sparendo nella coltre della montagna innevata.
Certo, che posto carino dove organizzare la fine dei mondi, pensò.
In cima a una montagna coperta dalla candida neve, dove soffiava incessante un vento freddissimo e di cui, ne era sicura, presto o tardi non sarebbe rimasto granché.
Poi li vide, finalmente.
Una Death Scythe e la sua Maestra.
Fantastico. Spero solo che Artemi mi perdonerà se faccio un po’ di baccano.

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La biblioteca magica si trovava nel mezzo di una foresta.
Ci avevano impiegato più del previso ad arrivarci a causa del continuo malessere di Natsu e Gajeel, i due Dragon Slayer, infatti, soffrivano più di ogni altra cosa i mezzi di trasporto e la cosa sembrava anche divertente vista da una certa prospettiva.
Isuke si era chiesto se facessero sul serio e alla fine dovette rassegnarsi.
Quei maghi erano decisamente dei pazzi ma erano simpatici, sperava solo che il computer non avesse sbagliato a selezionarli come gilda più forte. Il dubbio gli era venuto quando aveva fatto finalmente la conoscenza di Happy.
– Siamo arrivati – esclamò Levy a un certo punto.
Il gruppo di maghi incaricati al recupero informazioni arrestò il passo e dinanzi a loro si ergeva l’entrata alla famosa biblioteca. Una costruzione altissima e resistente a qualsiasi impatto esterno.
Una volta entrati non poterono non ammirare strabiliati la lunghissima (se non infinita) scala a chiocciola che percorreva l’intera torre.
Naruto corrucciò la fronte, come se fosse in qualche modo preoccupato: – Dobbiamo cercare informazioni in mezzo a tutti questi libri? –
– In effetti sono davvero troppi per controllarli tutti – continuò Sakura: – Non c’è un modo più veloce? –
– Certo, lasciate fare a me –
Levy cominciò a trafficare con uno strano aggeggio posto all’ingresso della biblioteca, nel mentre gli altri si guardarono intorno. Dal canto suo, Claudia era contenta di potersi rendere utile almeno una volta. Anche perché, essendo una lettrice accanita, non le dispiaceva per niente dare un’occhiata lì dentro.
A quel punto Lucy sospirò affranta: – Non che ci abbia capito molto, ma cerchiamo di trovare in fretta le informazioni che ci servono –
– In che senso non hai capito? – le chiese Happy, svolazzandole accanto.
La maga gli lanciò un’occhiata di sbieco e Claudia non poté che provare compassione per quella povera ragazza. Era arrivata alla gilda soltanto dopo tutta la spiegazione su Artemi, Abyss e il Centro, era stata agguantata da Natsu ed Erza e trascinata con loro fino alla stazione.
Isuke aveva provato a spiegarle la situazione ma i continui interventi di Erza e i lamenti dei Dragon Slayer per via della nausea non erano affatto d’aiuto e Lucy aveva capito ben poco.
– Ecco fatto! – esclamò Levy tornando da loro con un mega sorriso, dopodiché spiegò cosa avrebbero dovuto fare: – Ho selezionato i libri che ci servono e si trovano al quarantasettesimo e al quarantottesimo piano della torre –
Sakura annuì e subito dopo si diressero alle scale.
Claudia lanciò un’occhiata alla maga del Solid Script quando un pensiero le balenò in mente: Se siamo cronologicamente alla fine del manga, vuol dire che... Levy è incinta!
Si intenerì al punto che non riuscì a trattenere un sorriso.
Naruto si fermò al quarantasettesimo piano assieme alla Colonna, Erza, Levy e Gajeel, mentre i restanti proseguirono fino al piano superiore.
Giunta a destinazione, Claudia quasi si accasciò accanto ai libri, stanca morta.
– Se trovate qualcosa di utile chiamateci – disse Lucy, prima di continuare a salire, seguita a ruota da un Natsu vagamente scocciato.
Erza annuì e ben presto si misero a lavoro.
Non appena Levy indossò gli occhiali magici, Naruto si mostrò entusiasta e volle assolutamente provarli. La ragazza gli spiegò che grazie a quelli, si potevano velocizzare i tempi di ricerca.
Wow... funzionano un po’ come lo Sharingan, pensò incuriosito.
Gajeel lo guardò storto quando li raggiuse, passando alla McGarden alcuni libri presi dalle mensole più alte. Non poté fare a meno di notare quanto fosse geloso, il Dragon Slayer, perciò Claudia ridacchiò attenta a non farsi beccare.
Sono così carini insieme!
– Mi chiedo come se la stiano passando Wendy e gli altri... – disse Lucy, a un certo punto.
– Sono sicura che stanno bene – asserì Erza dal piano di sotto, come per tranquillizzarla.
Ma la bionda sospirò per poi continuare: – Non è questo che mi preoccupa, piuttosto, quel tizio... –
Isuke alzò un sopracciglio, ma solo la bionda, Natsu e i due gatti poterono vederlo: – Chi? –
– Oh, ti riferisci a Bakugou? – chiese allora Sakura, al che la giovane maga annuì.
Sotto di loro Claudia alzò le spalle ma non disse nulla.
Fu Phanter Lily a prendere parola: – In effetti Wendy mi è sembrata parecchio turbata –
– Direi più spaventata. Quel tipo non è molto simpatico – concluse Happy, ricordando quando l’aveva afferrato per la testa e lanciato contro una parete soltanto perché aveva osato chiedergli perché aveva quella faccia demoniaca.
A quel punto Levy ridacchiò, ricordando agli altri il motivo per cui erano lì.
Poco dopo, chi più e chi meno, erano immersi nella lettura.

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Sollevata dal fatto di essere scesa da quell’inferno su rotaie, Wendy si prese qualche minuto per concentrarsi e ignorare quel fastidiosissimo giramento di stomaco che le impediva di camminare.
Midoriya sembrava sinceramente preoccupato per la sua sorte, tant’è che si presentò poco dopo con un d’acqua preso in prestito da un locale lì vicino.
– Sto bene, possiamo continuare – disse infine la giovane Dragon Slayer, abbozzando un sorriso.
Sorriso che morì subito dopo aver incrociato per sbaglio gli occhi scarlatti di Katsuki Bakugou.
Non sembrava affatto contento di doversi fermare mezz’ora ogni volta che prendevano un treno e le occhiate che le lanciava erano piuttosto eloquenti. Rimaneva zitto e non si lamentava solo perché, alla stazione precedente, Gray l’aveva minacciato di farlo diventare una statua di ghiaccio.
Eppure non era per paura che si era ammutolito.
Piuttosto, mettendosi a litigare con il ragazzo, avrebbe scatenato le ire di Lluvia Loxar, che li aveva seguiti senza neanche chiedere.
– Sono contento che tu ti senta meglio – disse Izuku.
– Non possiamo farci niente, a quanto pare tutti i Dragon Slayer soffrono i mezzi di trasporto, di qualsiasi genere essi siano – spiegò Charle, le zampe anteriori incrociate al petto.
Anche Amanda ne era rimasta colpita. Non credeva che la nausea potesse arrivare a tanto.
– Direi di incamminarci – disse a un certo punto Gray, per poi aggiungere: – Se non ci affrettiamo, finisce che Laxus se ne vada prima del nostro arrivo –
Lluvia annuì prontamente.
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 

 
 
 
 
 
 
# Eccomi! Alla fine non è stato necessario rimandare l’aggiornamento... sono contenta ^^
Bene, a questo punto siamo passato alla gilda di Fairy Tail! Come va? Io ho appena terminato un esame online ed è stato abbastanza divertente (tralasciando il panico ^^).


È stato alquanto complicato farli apparire, perché sono tanti e troppo chiassosi, ragion per cui ho optato per una cosa graduale: pian piano avranno sempre più spazio, specie i nostri protagonisti!
Isuke &Co cercano i maghi di classe S (giustamente) e informazioni su Abyss e Antilia.


Ricapitolando, i gruppi sono così suddivisi (per chi, come me, si confonde facilmente):
- Claudia, Isuke, Naruto, Sakura, Natsu (e Happy), Lucy, Levy, Gajeel (e Lily), Erza sono alla biblioteca
- Amanda, Katsuki, Izuku, Wendy (e Charle), Gray, Lluvia sono andati a ‘prendere’ Laxus
- i restanti (Mirajane &fratelli, Makarov, Cana, ecc..) sono rimasti alla gilda
- Gildarts è in giro chissà dove, aspettiamo sue notizie ^^


Bene. Mi pare di aver detto tutto.

DOMANDA: è da moooolto tempo che ho in mente un OC, ho già scritto su di lei in alcune raccolte ma ho un dubbio esistenziale che non mi fa dormire la notte (o quasi)... la inserisco o no in questo Crossover? Vedete, per la verità, fa parte di due universi distinti (non è un grande spoiler perché, nel caso la facessi comparire, sarebbe la prima cosa che spiegherei per evitare incongruenze) e ho paura che non possa piacere.
La storia è già tutta nella mia testa, l’unico dettaglio che non ho ancora deciso è, per l’appunto, la presenza di questa tizia! Voi che ne pensate?


E... le immagini:

Da sinistra... Erza Scarlett, Gajeel Redfox, Lucy Heartphilia, Natsu Dragneel, Gray Fullbuster, Wendy Marvel, Lluvia Loxar


Charle, Phanter Lily e Happy

 
Per le immagini degli altri personaggi, attendete, vi prego ^^
 
 
rosy
 

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Capitolo 11
*** 10. L'Inizio degli Scontri ***


 
La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss

 
Capitolo 10

L’Inizio degli Scontri
 
 
 


Isuke chiuse con stizza l’ennesimo libro con un’espressione corrucciata.
Aveva perso il conto di quanti ne avesse aperti e nessuno di loro sembrava voler parlare di Antilia, sembrava non esserci nessuna speranza. Poi, all’improvviso, Lucy cacciò un urlo.
Natsu si destò dal sonnellino in cui era caduto circa mezz’ora prima e si guardò attorno spaesato: – Che succede? –
– Sì, Lucy, perché ti sei messa a urlare? Sei forse impazzita? – chiese il gatto volante lanciandole un’occhiata ilare che la bionda non prese per niente bene.
Eppure lo ignorò per amor proprio e sollevò fieramente la chiave d’argento della costellazione della Croce del Sud, poco dopo aprì il portale e dinanzi a degli sconvolti Isuke e apparì un nonnetto dalla faccia a forma di grossa croce, arredati da strani baffi dalla medesima forma.
– Oh, buongiorno Lucy, come posso esserti d’aiuto? –
– Ciao Crux, avrei bisogno che tu faccia una ricerca –
Sakura sgranò gli occhi e il libro che aveva in mano cascò a terra. Al che Phanter Lily spiegò loro cosa fosse quella strana creatura, uno Spirito Stellare che poteva essere evocato soltanto tramite quelle chiavi magiche che la maga portava alla cintura.
Natsu si premurò di chiamare i compagni al piano di sotto e in un attimo furono tutti riuniti.
La maga degli Spiriti Stellari non perse ulteriore tempo, spiegò la situazione al vecchio Crux e sperò di riceve un’adeguata risposta alle loro molteplici domande. Si diede mentalmente della stupida, avrebbe potuto ricordarsi prima di poterlo evocare. Dopotutto lui sapeva parecchie cose.
Naruto arricciò le labbra e inclinò la testa, abbastanza confuso: – Ma... sta dormendo? –
– Oh, no – rispose Lucy divertita: – Si sta concentrando –
Isuke non seppe bene cosa pensare. In quel mondo sembravano tutti così strani.
Mentre lo Spirito Stellare continuava la sua ricerca di informazioni, Claudia ne approfitto per avvicinarsi pian piano a Levy e la fece voltare picchiettandole un dito sulla spalla. Gli altri erano occupati a chiacchierare o a leggere i restanti libri, per cui nessuno le prestò molta attenzione.
– Senti, Levy, avrei una domanda – cominciò a dire, mordicchiandosi il labbro inferiore.
La ragazza sorrise e annuì: – Certo, dimmi pure –
– Beh, ecco... io non ho poteri speciali e non so neanche combattere... però mi chiedevo... ecco, qui non ci sarebbe qualcosa che potrei usare? Intendo, per difendermi. Non mi piace l’idea che gli altri debbano rischiare la vita per me e, in un modo o nell’altro, vorrei poter dare una mano –
Levy restò a fissarla per alcuni secondi senza dire una parola. Poi si sciolse nuovamente in un sorriso e parlò: – È molto coraggioso da parte tua –
– Se vuoi davvero aiutare i tuoi amici, è un buon inizio combattere la paura – asserì all’improvviso Gajeel intromettendosi nella conversazione.
Claudia sobbalzò, non si aspettava che lui l’avesse sentita.
– Beh, questa è una biblioteca e so che esiste un reparto speciale dedicato alle armi magiche ma molte di queste funzionano solo se è un mago ad impugnarle – spiegò la maga con tono serio.
La Colonna sospirò affranta. Se davvero era come diceva lei, non avrebbe avuto alcuna possibilità di aiutare Isuke e Amanda. Davvero il suo destino era quello di farsi semplicemente proteggere?
– Che aspettiamo? Andiamoci – propose il Dragon Slayer.
Seppur abbattuta Claudia annuì, la speranza era davvero l’ultima a morire.
– Ragazzi, noi ci allontaniamo un attimo! – esclamò Levy, rivolta agli altri: – Tranquilli, non la perderemo d’occhio neanche per un secondo –
Bastò questo per far annuire Erza che, come tutti gli altri, era preoccupata di poter subire un attacco. Ma se c’era Gajeel con loro, si sentiva più serena.
Li vide salire le scale, seguiti da Phanter Lily che aveva appena deciso di andare con loro, e sparire ai piani superiori.
– Qualcuno di voi sa dove stanno andando? – chiese Sakura, confusa.
– Al reparto ‘armi magiche’ – rispose prontamente Natsu con un sorrisino furbo, quello di chi ben sapeva il perché e si affrettò a spiegare: – Il mio udito è come quello di un drago, li ho sentiti –
Ci mancava solo il drago, pensò la kunoichi.
All’improvviso Crux emise un grido, facendo sussultare tutti i presenti.
E questo qui cos’ha adesso?, si chiese Sakura, sempre più esasperata.
– Allora? Hai trovato qualcosa? – fece Lucy, sperando in una risposta positiva.
Isuke deglutì, aveva i muscoli del corpo tesi come una corda di violino. Pregò che quello strano essere, uno Spirito Stellare, fosse riuscito a scoprire qualcosa riguardante Abyss!
Il vecchietto annuì gravemente e l’agente del Centro poté emettere un sospiro di sollievo: – Sì, ho trovato qualcosa. Ma... –
– Non tenerci sulle spine! – esclamò Happy, facendo annuire il giovane Natsu.
– Da dove posso cominciare? Ah sì... Sapete cos’è l’isola di Antilia? –
Tutti i presenti dovettero scuotere le teste, nessuno aveva mai sentito parlare di quell’isola.
Crux allora cominciò a parlare: – Antilia è un’isola intrisa di magia. I suoi abitanti hanno tutti una particolare dote legata agli elementi naturali ed è proprio qui che è posizionata l’unica Porta che conduce ad Abyss, il regno dei mostri. L’isola è interamente governata dalla Sacerdotessa, la quale viene scelta dal mare e incaricata di custodire il sacro Tempio, la Porta e la potente pietra di zaffiro in grado di purificare l’animo di qualsiasi creatura demoniaca –
– E sai qualcosa riguardo Abyss? Voglio dire, che genere di mostri vi abitano? – chiese Isuke.
Crux sospirò pesantemente, poi continuò: – In Abyss vivono gli Ol. Non si sa che aspetto abbiano ma la loro forza è immensa –
– Quanto immensa? – fece allora Erza.
– C’è la possibilità che alcuni di loro siano più pericolosi di Zeref –
Happy e Lucy tremarono sul posto. Certo, erano consapevoli che non sarebbe stato nulla di allegro ma sapere che il loro nemico era una sorta di mago oscuro 2.0 (se non più forte) li aveva scossi.
Isuke, come anche i due ninja di Konoha, non sapeva chi fosse la persona nominata dallo Spirito Stellare ma gli bastò dare un’occhiata al gatto blu e alle due ragazze per averne un’idea. Al contrario Natsu aveva abbandonato la loro stessa espressione ansiosa quasi immediatamente, rivelando un sorriso carico di determinazione.
– Sarà una bella sfida! Sono tutto un fuoco! – esclamò infatti.
– Natsu, non mi pare una bella cosa... dobbiamo evitare che quella dannata Porta si apra – spiegò Lucy assumendo un’aria meditabonda.
Intanto Erza si rivolse nuovamente a Crux: – E come si apre questa Porta? –
– Beh, le istruzioni sono riportate sulla tavola sacra di Antilia in una lingua sconosciuta all’essere umano –
Sakura sospirò: – Questo vuol dire che non lo sai? –
– Signorina, io non sono un essere umano. E le mie ricerche sono sempre complete –
– E allora non girarci intorno, parla! –
Naruto sghignazzò guadagnandosi l’ennesima occhiataccia da parte della compagnia di squadra.
– È molto semplice. La Porta... –

---

Non appena il portone si spalancò, Claudia trattenne il fiato.
Sarebbe questo il reparto delle armi magiche? È immenso..., si ritrovò a pensare.
Levy si avviò sicura all’archivio che occupava un’intera parete, lì sperava di trovare qualcosa che facesse al caso della ragazza. D’altro canto Gajeel non perdeva d’occhio entrambe. A quanto aveva capito, la Colonna era uno degli obiettivi del nemico, ragion per cui doveva stare attento.
– Dunque... ecco qui, in questa sezione dovrebbero esserci delle armi magiche che non richiedano l’uso della magia – spiegò Levy.
Claudia annuì e la seguì sino a una grande vetrata. Era vero, c’erano armi di tutti i tipi: spade, scudi, bastoni, cristalli dalla strana forma.
– E come funzionano? – si azzardò a chiedere.
– Tramite una potente Lacrima – disse: – Ovviamente quest’ultima deve essere caricata di nuova magia ogni tanto, ma se chiedi a Erza scommetto che ti aiuterà senza problemi –
Quindi... quindi con una di queste posso aiutare anche io..., pensò.
– Non pensare, però, che basti un’arma per diventare forte – asserì all’improvviso Gajeel.
La sua serietà la fecero vacillare per un secondo. Per un attimo si rimproverò mentalmente, stava affidando tutto a uno stupido oggetto che non aveva ancora tra le mani e che non aveva ancora imparato a usare. Doveva stare attenta. Doveva impegnarsi e allenarsi per essere utile.
– Innanzitutto pensa al tipo di arma: qui ce ne sono tantissime –
– Beh, ho una mira orribile per cui escluderei a priori pistole e robe del genere – disse sicura, per poi continuare: – E mi sentirei anche di escludere le spade, mi ci vorranno anni di pratica –
Levy annuì e si guardò intorno pensierosa.
– Che ne dici di questo? – chiese a un certo punto Phanter Lily. I tre si voltarono a guardarlo ma l’arma che aveva indicato era sproporzionatamente grande e a Claudia venne un mezzo infarto.
Gajeel sghignazzò e le due ragazze gli lanciarono un’occhiata vagamente scocciata.
Impiegarono diversi minuti, specialmente perché Claudia era limitata da diversi fattori: nessun’arma troppo pesante (lei non era certamente Ercole), nessun’arma a lungo raggio, nessun’arma eccessivamente potente (non voleva certamente rischiare di non saperla controllare).
Dunque... che fare?
– Ehi, ragazzina – disse a un certo punto Gajeel, gli occhi scarlatti puntati verso un oggetto al di là della vetrina: – E questo? Potrebbe fare al caso tuo, no? –
Claudia gli si avvicinò e osservò con occhi quasi clinici quella cosa.
L’impugnatura era d’argento, a occhio sembrava facile da maneggiare e da portarsi dietro. Levy, grazie a una magia, fece sparire il vetro e così la Colonna poté toccarla. Un lieve sorriso le illuminò il volto. L’etichetta riportava il nome dell’arma e in un attimo si ritrovò a pensare che forse era quella giusta.
La strinse tra le dita, recuperò le istruzioni e, sedendosi a terra con le gambe incrociate, cominciò a studiare i suoi particolari.

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– Ehi, voi due, la volete piantare? Siamo qui per un motivo alquanto importante. Non per vedervi fare i piccioncini! – esclamò il tipo con indosso un’elegante giacca con tanto di pelliccia.
Jago, questo era il suo nome, era il Master di Orange Dawn, una gilda che avrebbe potuto essere la numero uno nel regno di Fiore se non fosse stato per delle fatine scalmanate. L’uomo si aggiustò meglio i baffi, un’azione che compiva regolarmente e che, spesso, finiva con il renderlo ancora più ridicolo del solito.
Il suo era un carattere alquanto particolare e tutti i suoi compagni di gilda sembravano ignorare tutti i suoi vaneggiamenti, come anche in quel caso.
La ragazza dai lunghi cappelli rossicci gli lanciò un’occhiata annoiata prima di parlare: – Non stiamo facendo proprio niente, Jago. Siamo pronti a entrare in azione quando vuoi –
Sembrava stupido, ma non lo era.
Jago arricciò le labbra e alzò gli occhi al cielo quando Mirvo sghignazzò divertito. Quei due erano capaci di sparire e andare a limonare in qualsiasi angolo nascosto di quell’immensa foresta.
Fosse stato per lui, li avrebbe separati. E invece Nox aveva supplicato per essere lei ad andare a trovare quel particolare mago di Fairy Tail e aveva fatto a cambio con Varia.
– Dai, capo, lasciali stare. È inutile rimproverarli – sentenziò Royal, sospirando.
Al contrario dei suoi compagni di gilda, lui era parecchio basso e giovane di età: a occhi sembrava avere all’incirca dodici anni. Un ragazzino biondo dagli occhi dorati e dal ciuffo centrale tendente al bianco. Andava in giro sempre coperto fin sotto al mento e le maniche di quell’enorme felpa bianca erano troppo lunghe per le sue braccia.
– A proposito – iniziò a dire Mirvo: – Che fine hanno fatto quelle due? Sono in ritardo –
Jago annuì: – Arriveranno presto –
– Sempre a fare di testa loro – sbuffò Varia. E quando Mirvo fece scivolare il braccio attorno alle sue spalle non fece una piega, anzi, continuò a parlare: – Non le sopporto –
– Adesso basta – sentenziò Jago, serio.
– Non si parla male dei propri compagni, Varia – la prese in giro Royal con un lieve sorriso.
Di tutta risposta lei gli fece la linguaccia.
– Non dimenticatevi la missione – cominciò a dire Jago: – Catturare la Colonna per conto di Artemi e... farla fagare a quella gilda di scoppiati! –
– Ma tu ti fidi veramente di quel tizio? Cioè hai... il suo sangue...? – chiese intimidita la rossa.
Il Master annuì prontamente. Se c’era una cosa di cui era sicura, Varia, era che quando Jago si metteva in testa una cosa la otteneva. Sempre.
Se poi centrava Fairy Tail, allora la conclusione era una sola. Con il nuovo upgrade datogli da Artemi, il suo sangue, sicuramente Jago sarebbe stato in grado di sconfiggere maghi del calibro di Laxus e Gildarts, ma per farlo doveva testare il suo nuovo e terrificante potere.
– Attaccherete la biblioteca non appena saranno arrivate anche Miyuki e Hanako, dopodiché... non appena mi sarò iniettato questa mi unirò anche io alla festa –

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Quello era l’ultimo. L’ultimo treno prima di arrivare a Clover, Wendy quasi non ci credeva.
Erano dovuto scendere a ogni stazione con il rischio di perderlo ma alla fine ce l’avevano fatta, a breve sarebbero arrivati in città e avrebbero avvertito Laxus.
Amanda era seduta accanto alla finestra e guardava fuori, ogni tanto lanciava un’occhiata preoccupata alla giovane maga di fronte a lei: Wendy aveva lo sguardo perso oltre le montagne e cercava di non pensare alla nausea che le attanagliava lo stomaco.
Charle era seduta sulle gambe di Lluvia che, appicciata a Gray, continuava a guardare Amanda come fosse un nemico nonostante le avesse spiegato tante, troppe volte, che non aveva alcuna intenzione di mettere mano (o dito) sul suo fidanzato.
O quel che era.
– Resisti Wendy, siamo quasi arrivati – disse la gatta bianca.
L’altra annuì trattenendo l’ennesimo conato e sforzandosi di pensare a qualcos’altro.
Anche Gray gettò un’occhiata preoccupata alla ragazzina: – Manca mezz’ora –
Intanto, Izuku non osava posare gli occhi sulla figura tutte curve della Donna della Pioggia, il solo pensarci lo faceva arrossire peggio di un pomodoro.
– Finalmente, non ne posso più di questo fottuto treno –
Midoriya ridacchiò, ignorando per l’ennesima volta il modo di parlare dell’amico: – Mi domando come sia questo Laxus. È davvero più forte di Natsu e gli altri? –
Gray sorrise flebilmente e annuì.
– Laxus è il nipote del Master e appartiene alla terza generazione dei Dragon Slayer, il suo soprannome è Dio del Tuono – spiegò.
Non osava pensarci, Izuku. Aveva avuto un assaggio della forza dei maghi di Fairy Tail e gli erano sembrati incredibilmente forti. Data la situazione, però, si era fatto prendere dal panico: non si aspettava certamente che quelli cercassero di ammazzarsi a vicenda!

[Inizio Flashback]

– Che cosa?! – urlò Natsu, rivolto al vecchio Master: – E perché dovrebbe andarci Erza? Anch’io voglio combattere contro Alchemi! –
Macao sospirò spalmandosi una mano sulla fronte, mentre Happy scosse la testa per poi guardare il suo fido compagno con uno sguardo afflitto: – Si chiama Artemi –
– Non mi importa, voglio affrontarlo! Ehi, nonnetto, posso tranquillamente andarci io! –
– Cerca di capire, Natsu, a quanto pare il nemico non è come quelli che abbiamo affrontato finora – cercò di calmarlo Mirajane, avvicinandosi a lui e posandogli una mano sulla spalla.
Gray annuì, dopodiché gli lanciò la peggiore tra le sue occhiatacce: – Non essere stupido, Natsu. Hai sentito cos’hanno detto, no? –
– Tsk. Tu hai solo paura, idiota di un ghiacciolo! –
– Come diavolo ti permetti?! –
Sotto gli occhi stupiti degli agenti del Centro, dei due ninja e degli studenti della U.A., il corpo del Dragon Slayer cominciò a fiammeggiare: – Perché? Non ho ragione? –
– Smettila o mi costringi a suonartele! – grugnì l’altro, e nello stesso istante la temperatura circostante sembrò abbassarsi terribilmente.
A quel punto intervenne Gajeel, scocciato dalla piega che stava prendendo la situazione: – Piantatela entrambi, siete peggio dei bambini. Fatela finita! –
– E tu che centri?! Sta’ zitto! – gridarono all’unisono i due maghi rivali.
Izuku era sul punto di cercare di riappacificare gli animi, come suo solito, ma venne quasi sbattuto a terra da un omone grande e grosso dalla carnagione scura e i capelli bianchi, il quale fermò al volo il pugno diretto a Salamander: – Basta! Non è così che si comporta un vero uomo! –
Lisanna ridacchiò e subito dopo cominciò la rissa.
Makarov sgranò gli occhi nel momento in cui Gray posò il pugno sul palmo della mano, pronunciando l’incantesimo che gli avrebbe permesso di creare il suo potentissimo ghiaccio.
– Smettetela subito! Siete impazziti?! – esclamò Charle.
In quel preciso istante arrivò Lucy: – Salve a tutt- ma che succede?! State ancora litigando? –
Mirajane le fece cenno di avvicinarsi e, anche se con un poco di timore, la maga degli Spiriti Stellari ubbidì facendo la conoscenza dei nuovi arrivati. Non fecero, però, in tempo ad aggiungere altro che la povera Lucy venne spinta a terra.
Izuku sobbalzò mentre Claudia allungò una mano per aiutarla ad alzarsi, pochi secondi dopo la bionda stava inveendo contro il suo compagno di team: – Natsu! Fai più attenzione! –
–Suvvia, Cheerleader, non puoi pretendere che quest’idiota riesca a cadere in piedi – ghignò il Dragon Slayer d’Acciaio incrociando le braccia coperte di cicatrici al petto.
La maga storse le labbra in una smorfia prima di rivolgersi a lui: – Ancora con questo stupido soprannome? –
– Piantala, Gajeel, o con un calcio di spedisco sul monte Hakobe! – ringhiò l’altro, rialzandosi e, subito dopo gli si gettò addosso con l’intento di malmenarlo per bene.
Il Master sospirò, venendo allontanato dalla rissa da Mirajane che osservava divertita la scena.
A un certo punto cominciarono a volare sedie, tavoli e altri oggetti, fino al momento in cui Erza decise di intervenire, essendo esaurita la sua pazienza.
– Mi avete davvero stancata, finitela! –
Midoriya deglutì e si sporse un poco verso Claudia: – Ma fanno sempre così? –
La Colonna annuì, un sorriso sulle labbra.
– Sono dei casinisti, in ogni missione finiscono per distruggere qualcosa – gli confidò, a bassissima voce e facendo rabbrividire il ragazzo. Non osava immaginare cosa avrebbero combinato se avessero deciso di seguirli.
– Ma Erza! Voglio venire anche io! –
– Se lasciamo fare a te non ne verremo mai fuori, vado io – proseguì Gajeel, serio in volto.
Gray incrociò le braccia e alzò le spalle: – Non sarebbe meglio mandare me? Voi due rischiate di portare più danni che benefici –
I due Dragon Slayer ringhiarono in direzione del mago che li guardò stranito, dopodiché Cana si intromise nella conversazione come se nulla fosse, adagiando per un attimo il boccale di birra sul bancone della taverna.
– Gray, ti stai togliendo i pantaloni – lo avvertì.
Sakura arrossì lievemente distogliendo lo sguardo, trattenendo l’impulso di mollargli un pugno sul muso e, allo stesso modo, Amanda e Claudia portarono le mani agli occhi con l’intento di coprirseli.
Il mago del ghiaccio si fermò in tempo e in un nanosecondo riportò sù i pantaloni: – Dannazione! Non me n’ero accorto! –
– Il solito spogliarellista – sentenziarono in coro gli altri due.
– Se non la piantate vi darò una lezione che non dimenticherete facilmente. Adesso basta fare chiasso, abbiamo ben altro a cui pensare – sentenziò Erza, facendo scontrare i suoi poderosi pugni sulla testa bacata dei suoi compagni di gilda.
Subito dopo, uno ad uno si scusarono in ginocchio, in sottofondo c’erano solo i versetti eccitati di una Lluvia che, per l’ennesima volta, aveva potuto vedere il suo adorato Gray con solo le mutande addosso.

[Fine Flashback]

Izuku sospirò. Erano veramente dei pazzi. In tutto ciò Bakugou era rimasto a guardare estremamente divertito dalla faccenda, per lui vederli prendersi a pugni e a pedate era stato come prendere a pugni e a pedate lui.
C’era mancato poco che vi partecipasse, ma Midoriya sapeva bene che non era il tipo da intromettersi in questioni in cui non centrava affatto. Avevano imparato tante cose: le fiamme di Natsu erano in grado di distruggere qualsiasi cosa, il ghiaccio di Gray non era da meno, allo stesso modo Gajeel, Elfman e, soprattutto Erza, erano tutti maghi di altissimo livello.
Non osava immaginare quando Laxus fosse potente.
Certo, non aveva visto il reale potenziale di ognuno di loro ma era sicuro non fossero tutto fumo e niente arrosto.
– Mh? Il treno si è fermato? –
Si risvegliò dal proprio flusso di pensieri, Izuku, e si voltò verso Amanda che aveva posto la domanda.
Gray, a sua volta, guardò fuori: – Impossibile, siamo ancora in mezzo al nulla –
– Ci sarà stato un problema – ipotizzò Lluvia, tornando seria per un attimo. Perché, ovviamente, fino a pochi secondi prima era al settimo cielo per essere seduta (e appoggiata) al suo più grande amore.
Il mago del ghiaccio non sembrò tranquillo, per cui si alzò ma non fece in tempo a fare neanche un passo che con la coda dell’occhio vide una donna avvicinarsi. Era una maga. Ovviamente.
Dai lunghi capelli biondi. Gray vide uno strano scintillio, il sole riflesso sul pugnale che brandiva nella mano destra ma ancor prima poter evocare il suo ghiaccio magico un’ondata d’acqua spazzò via la sconosciuta bucando vagone del treno.
Il moro sgranò gli occhi. Era accaduto tutto in un nanosecondo, tanto che persino i civili si resero conto della situazione soltanto dopo pochi secondi cominciando a gridare.
– Cosa diamine è successo?! – esclamò Amanda, balzando in piedi.
La maga dell’acqua arrossì d’imbarazzo: – Oh, Lluvia pensava fosse un’altra rivale in amore –
– Beh, hai fatto comunque bene – sentenziò Gray, sospirando.
Questa ragazza è pericolosa, pensò l’agente del Centro.
– Era armata – disse Bakugou, assumendo un cipiglio serio: – Ci stanno attaccando –
Charle sbuffò, infastidita: – Ma chi era? –
– Come avete osato prendervela con Nox! Ve la faremo pagare! – esclamò una voce mascolina.
Midoriya alzò lo sguardo e vide sul tettuccio del treno, attraverso il foro creato dall’acqua, un uomo grande e grosso, muscoloso oltre ogni dire: – E quello chi è? –
– Mi chiamo Santamaria e sono qui per- –
Ma non terminò mai la frase, perché a Lluvia scappò un risolino e, allo stesso modo, anche Gray e Katsuki sorrisero nel sentire quel nome abbinato a un uomo grande e grosso come lui.
Izuku sbiancò nello stesso momento, non appena sentì due ‘cose’ morbide posarsi sulla sua schiena e subito dopo arrossì di botto sentendo una voce femminile proprio accanto al suo orecchio: – Che nome buffo che ha, non è vero? –
Il ragazzo si voltò, cercando di prendere le distanze dalla donna appena apparsa alle sue spalle ma l’imbarazzo sembrò quasi passare in secondo piano quando vide Amanda immobile, tra la finestra e la sconosciuta.
– Non riesco a... muovermi – si lamentò la bruna e, in effetti, Midoriya lesse tutta la sua intenzione di allontanarsi da lì, eppure non ci riusciva.
– C-Chi siete? – gracchiò Wendy, ancora con lo stomaco sotto sopra, e sorretta da Charle in versione umana. Ormai tutte le persone erano scappate via, lontano da quel treno infestato da maghi pericolosi e, sicuramente, si erano tutti diretti alla stazione più vicina a piedi.
Molto meglio così, pensò Bakugou, così non saranno di intralcio.
La sconosciuta aveva lunghi capelli color indaco, mossi e un paio di occhiali ovali. Indosso portava una gonna lunga sino a sotto le ginocchia, mancavano solo un paio di trecce e sarebbe stata perfetta per il ruolo da secchiona.
I suoi occhi azzurri puntarono immediatamente Katsuki, di colpo arrossì e si leccò le labbra.
– Che cazzo hai da guardare?! –
– Siete dei maleducati, non si interrompono le persone mentre parlano! – ruggì l’altro, Santamaria.
Gray lo ignorò completamente e si rivolse agli altri: – Dobbiamo uscire da qui, lo spazio è ristretto. Non riusciremo mai a combattere come si deve –
– Non c’è bisogno che ce lo spieghi, nudista! – abbaiò Bakugou, scatenando le ire del mago.
Eppure non c’era tempo per i litigi, quando Santamaria caricò il pugno Midoriya attivò il Full Cowl e, afferrate Wendy e Charle, si diede la spinta. Una volta fuori, ancora in aria, Izuku vide con la coda dell’occhio qualcosa arrivare a grandissima velocità e riuscì a malapena a schivarlo.
Quando rimise i piedi a terra, le due ragazzine lo ringraziarono e Midoriya poté sentire una sottile goccia di sangue scivolargli lungo la guancia. Era solo un piccolo graffio ma ci era mancato veramente poco.
Alzò lo sguardo e per poco non gli venne un colpo: – Ayan? –
Il ragazzo era lì, sempre immobile, sempre apatico, sempre con quelle maledettissime catene legati ai polsi e alle caviglie. Izuku si preparò allo scontro ma a quel punto Wendy gli si affiancò: – Adesso mi sento meglio, posso darti una mano –
Charle, dietro di loro, annuì e si disse pronta a volare da un momento all’altro.
Midoriya, però, sapeva bene che quello scontro sarebbe stato l’ultimo. Quella volta, avrebbe messo fine alla questione e scoperto il motivo per il quale quell’Ayan fosse cambiato così tanto.
No. Quello non è il nostro Ayan. Lui è... gentile, sensibile e sempre sorridente. Quel ragazzo... non so più chi sia – aveva detto Isuke, in un momento di confidenze.

---

Avrebbe fatto di tutto per sua sorella. Di tutto.
La sua intera esistenza ruotava attorno a Miyuki, una maga eccezionale, una persona tenace e dal cuore d’oro. Brandiva la sua spada per aiutare i più deboli, dietro quegli occhi blu nascondeva un grandissimo dolore.
Lei, sua sorella maggiore, l’avrebbe protetta a costo della vita.
Allo stesso modo Miyuki non aveva occhi che per lei, per Hanako. Entrambe combattevano per il bene dell’altra e mai per loro stesse, sempre insieme.
La spada e il ventaglio. Il ventaglio e la spada.
Hanako.
Miyuki.
Insieme.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 






 
# Perdonate il ritardo ^^ ero sicurissima di riuscire a pubblicare una volta ogni due settimane ma in questi giorni ho dovuto affrontare diverse problematiche (lo studio, il caldo, lo stress, il blocco) e non sono riuscita a scrivere nulla se non la primissima scena del capitolo... quindi sì, non era pronta neanche la metà.
Ad ogni modo, qualcosa sono riuscita a scrivere la settimana scorsa: ho pubblicato un breve (brevissimo) spin off dedicato a Shitai! Se siete curiosi, basta cercarlo sul mio profilo.

E dunque... come vi sembra il capitolo? Claudia sta pian piano evolvendosi, datele tempo ^^
Non è un caso che abbia interrotto Crux sul più bello...!


Che ne pensate dei cattivi questa volta? Quale vi ispira di più? Quale vi sembra più strambo o vi sta più antipatico? (Forse è un po’ presto per dirlo, eh) Ovviamente ognuno di loro avrà una sfaccettatura e, forse, scriverò dei piccoli missing moment anche su di loro come ho fatto con Shitai. Chissà.

Al prossimo aggiornamento, spero, sempre tra due settimane tra martedì e il mercoledì! ^^

rosy

P.S. Non mi sono dimenticata delle immagini. Ho creato una cartella dove ho inserito le immagini di tutti i personaggi originali (tranne Tao che non riesco a trovare ^^), eccola qui: https://www.dropbox.com/scl/fi/0jg8c8of8bqfu20jayy55/La-Battaglia-dei-Mondi-_-Personaggi.paper?dl=0&rlkey=j95238takn3evf4sb9vbfwm9x

 

 

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Capitolo 12
*** 11. Battaglia su più Fronti (Parte 1) ***


La Battaglia dei Mondi

La Porta per Abyss

 
Capitolo 11

Battaglia su più Fronti (Parte 1)
 
 

 
Crux li aveva lasciati da un po’, lo sguardo perso tra gli immensi scaffali della libreria magica. L’atmosfera si era fatta pesantissima, l’unico che sembrava non esserne preoccupato era Natsu che con il suo solito ottimismo tentò di rianimare gli animi di tutti: – Suvvia! Prenderemo a pugni sui denti sia Artemi che i demoni di Abyss. Tanto l’abbiamo già fatto, no?
Lucy sospirò e si premurò di ricordargli quanto pericolosi fossero i demoni di Zeref e che, più volte, si erano ritrovati con le spalle al muro a causa della loro potenza.
– Non dobbiamo sottovalutare il nemico – asserì Titania, serissima in volto.
– Aye! Erza ha ragione come al solito, Natsu...
Il rosato sbuffò qualcosa di indecifrabile quando a prendere la parola fu Isuke: – Riuniamoci con Amanda e gli altri, dobbiamo ripartire subito.
– Che senso ha scappare? Affrontiamoli! – esclamò ancora il Dragon Slayer, ottenendo innumerevoli occhiatacce e uno scappellotto da Erza che lo fece cadere di faccia al suolo.
Lucy si rivolse quindi alla kunoichi: – Da qui faremo del nostro meglio per supportarvi al massimo, tranquilli.
Ancora una volta Natsu era pronto a gridare la sua, voleva combattere anche lui contro quel tipo e i suoi tirapiedi... voleva dimostrare di essere più forte di Erza, di Laxus... dannazione!
Ma non fece in tempo, percepì un odore sconosciuto avvicinarsi a grandissima velocità, una magia devastante. Erza agì ancora prima di lui, utilizzando la sua magia di tipo dimensionale cambiò armatura e deviò le lame di vento ancor prima che potessero sfiorare il gruppo.
Isuke poggiò la mano sulla pistola che nascondeva nei jeans e girò lo sguardo, nella speranza di trovare il nemico. E lo vide. Le vide.
Erano due ragazze vestite con dei graziosi kimono. La prima portava i lunghi capelli neri legati in una coda alta, la cui mano sfiorava l’elsa della spada che portava al fianco.
La seconda aveva i capelli color cioccolato e in mano aveva un paio di ventagli. Era stata lei a lanciare quell’attacco, quella magia.
– Chi siete? E cosa volete da noi? – chiese Sakura, pronta a lanciarsi contro il nemico in qualsiasi momento. Il suo pensiero era però rivolto a Claudia che in quel momento non si trovava con loro.
Non era sola, certo. Ma aveva comunque paura che potesse succederle qualcosa.
– Io sono Hanako. Lei è mia sorella Miyuki – disse quella con indosso il kimono bianco, dopodiché sollevò uno dei ventagli e lo puntò nella loro direzione: – Consegnateci la Colonna
– Potete scordarvelo! – esclamò quindi Naruto.
Titania le osservò: occhi blu, abiti orientali... una spada e due ventagli. Ho capito!, pensò sgranando gli occhi. Dopodiché si rivolse ai suoi compagni di gilda: – Raggiungete Gajeel e aiutatelo a proteggere Claudia.
– Cosa? Vuoi combattere da sola contro di loro?
A parlare era stato Isuke, ignaro del reale potenziale della donna dai lunghi capelli rossi che era in piedi di fianco a lui. Lucy gli sorrise e lo pregò di avere fiducia in lei.
Happy prese a svolazzare sopra la sua testa prima di parlare: – Erza è fortissima, un vero mostro.
– E va bene! Ti lascio il divertimento solo per questa volta! – esclamò un Natsu vagamente irritato.
La maga sorrise per poi attivare nuovamente la sua magia e adoperare l’Armatura Ali d’Argento.
– Siete state carine a darci il tempo di organizzarci – asserì Erza, rivolta alle due nemiche. Aveva pronunciato quelle parole soltanto quando fu sicura che nemmeno il super udito di Natsu riuscisse a sentirla. Hanako si limitò ad accennare un sorriso tirato.
Miyuki estrasse la spada e gliela puntò contro, ignorando il suo tono prettamente gentile: – Cosa ti fa pensare che sia così? In questo momento la Colonna sta venendo attaccata dai nostri compagni.
Erza annuì. – Ovviamente.
In quel preciso istante un boato tremendo fece tremare l’intero edificio facendo ghignare maggiormente la Regina delle Fate. Dopodiché prese la parola: – Non vi conviene sottovalutare Fairy Tail. I nostri amici non si toccano e ora che Claudia è una nostra amica... vi annienteremo ancor prima che riusciate a sfiorarle un capello!

---

Quando mai le cose vanno bene!
Claudia si fece piccola piccola dietro Gajeel e Lily, i quali fronteggiavano senza remore gli strani individui penetrati nella stanza sfondando i grossi muri della biblioteca.
Pure questi non sanno cosa voglia dire “discrezione” eh, pensò rassegnata.
– Non vi lasceremo portare via Claudia! – esclamò Levy, dritta e sicura al suo fianco.
Come facesse ad essere così coraggiosa nonostante aspettasse un bambino doveva ancora capirlo. Normalmente non dovrebbe avere timore che potesse succedere qualcosa a suo figlio? Eppure capì la preoccupazione di Gajeel che le lanciò un’occhiata di traverso nel momento in cui aveva alzato le dita per invocare un qualsiasi incantesimo.
Non vuole che combatta, lo capisco. Dopotutto è incinta di suo figlio..., continuò a pensare.
– Non distrarti e quando te lo dirò, corri via più veloce che puoi – ribadì il Dragon Slayer.
Claudia avrebbe voluto annuire ma lui la interruppe rivolgendosi a Levy: – Anche tu, vai via con lei. Darò loro una bella lezione e sarò subito da voi.
La maga gonfiò le guance. – Guarda che io posso combattere, non sono mica invalid-
– Ehi, allora?! Abbiamo finito con queste perdite di tempo?! – esclamò l’unica ragazza del gruppo.
Aveva dei capelli rossi che portava sciolti lungo la schiena, occhi dorati e un sorriso malizioso sulle labbra. – Consegnateci la Colonna e noi non vi faremo del male.
– Scordatelo.
Dopodiché Phanter Lily spalancò le ali e fece segno alle due di seguirlo.
Seppur riluttante Levy annuì ma prima di andarsene gettò un’ultima occhiata al Dragon Slayer che le sorrise di rimando. Ma non per molto.
– Volete andarvene? Lasciate che vi dia una piccola... spinta – sussurrò il più basso dei tre, Royal.

---

In testa al gruppo, Natsu correva veloce.
La sala in cui si erano rintanati la Ferraglia, la sua ragazza e la Colonna non era molto lontana da dove si trovavano, eppure sembrava ci stessero mettendo un’eternità.
– Spero stiano bene – disse affannosamente Lucy, per via della corsa.
– Non preoccuparti. Quell’idiota non è tanto stupido da farsi battere, non quando c’è di mezzo Levy! – esclamò il Dragon Slayer, al che anche il gatto volante annuì, completamente d’accordo con l’amico. La bionda avrebbe pure risposto con un sorriso ma un rumore violento la sovrastò e proprio quando erano a pochi metri dalla stanza che stavano cercando, la cui porta venne distrutta dinanzi ai loro occhi.
– Cos’è stato? – chiese Sakura, fermandosi di colpo.
Assieme alle devastanti assi di legno del grande portone, Isuke notò che anche qualcos’altro stava volando via a causa di quel potente urto. O meglio, qualcuno.
Non poté credere ai suoi occhi, eppure non c’erano dubbi.
– Merda, Levy! – il grido di Gajeel echeggiò nell’intera stanza e giunse alle orecchie di Natsu come un grido disperato. – Lily! –
A quel punto anche Happy, volgendo gli occhi al suo migliore amico che annuì, si lanciò al recupero delle due ragazze che stavano precipitando. E mentre i due gatti scomparvero dalla loro vista verso i piani inferiori, Natsu digrignò i denti, furioso.
Chi e come avevano osato prendersela con un membro della sua gilda?
– E va bene, ora tocca a me, no? – chiese l’unica ragazza del gruppo di nemici con un sorrisetto che non prometteva nulla di buono: – Apriti, portale del Corvo: Corvus! –
Dopodiché un numero impressionante di corvi dalle ali nere si lanciò all’inseguimento di Claudia; ma non avevano fatto i conti con un’altra maga degli Spiriti Stellari. Non fecero molta strada quegli uccellacci perché altrettante frecce li trafissero impedendo loro di nuocere più del dovuto.
Varia corrucciò la fronte e fissò Lucy con crescente irritazione. – Tu... –
La bionda sorrise vittoriosa, sciogliendo l’incantesimo Star Dress che le aveva consentito di utilizzare i poteri e le frecce magiche di Sagittarius: – Già, io. Tu invece sei Varia Alexandrovna, la maga che possiede un incredibile numero di chiavi.
Natsu alzò un sopracciglio e indicò la rossa, guardando però in direzione dell’amica: – La conosci?
– La conoscono tutti... ha tantissime-
Ma non terminò la frase dato che l’altra la interruppe bruscamente: – Avrò anche tante chiavi in mano mia, eppure tu possiedi ben dieci chiavi dorate. Quando avrò finito con te non te ne rimarrà neanche una, sappilo!
Lucy sogghignò, dopotutto l’aveva pungolata in quel punto preciso e mai si sarebbe fatta intimidire da chi aveva messo gli occhi sulle sue chiavi (e di conseguenza sui suoi amici): – Non sarà facile sconfiggermi, sono una maga di Fairy Tail.
– A questo punto, Varia, ti lascio la ragazzina. Noi però, continuiamo con il nostro piano, vero, Mirvo? – chiese Royal, scocciato.
Il moro annuì e allora il ragazzino attivò nuovamente il suo potere magico.
– Attenzione, questo tipo può trasformarsi in una creatura potentissima! – esclamò Gajeel, remore di ciò che era accaduto poco tempo prima. In cuor suo sperava che Lily e Happy avessero già portato in salvo le ragazze, quel semplice pensiero bastò a distrarlo.
Per un attimo. Infatti, riuscì a capire in tempo cosa volesse fare il nemico e a scansarsi.
Royal aveva alzato le mani e queste si erano trasformate in zampe leonine fatte di pietra con cui aveva colpito così duramente il pavimento da distruggerlo. Il tempo di intuire cosa sarebbe successo a breve che a Gajeel, così come gli altri, mancò letteralmente la terra sotto i piedi.
Caddero tutti al piano inferiore, meno Lucy che si era aggrappata alla ringhiera ancora del tutto intatta. Quando si guardò attorno la paura che potesse essere successo qualcosa di grave ai suoi amici la atterrì ma venne riportata alla realtà da un calcio datole alla bocca dello stomaco che la fece cadere all’indietro e rotolare per alcuni gradini.
Portò la mano sulla zona dolorante e alzò lo sguardo appena in tempo per vedere Varia avvicinarsi.
– Sta’ tranquilla, i tuoi amici non sono morti. Ancora.
– Non moriranno per così poco – gracchiò mentre cercava di alzarsi. Le scale erano instabili e per un po’ le parvero sul punto di crollare ma Varia l’afferrò per i capelli e la tirò verso di sé, dopodiché la lanciò contro la ringhiera che si piegò pericolosamente.
Lucy trattenne il respiro, poi tornò a guardare la sua nemica con una nuova luce negli occhi. – Ti sconfiggerò, stanne certa.
Varia ghignò inclinando la testa di lato. – Questo lo vedremo. Apriti, portale dei Cani da caccia: Canes Venatici! –
Dinanzi a lei comparvero tanti cani di diversa dimensione, dai denti affilati e occhi iniettati di sangue. Non aveva mai visto degli Spiriti Stellari così feroci.
– Io qui sono il cane... mentre tu sei il leprotto che cerca disperatamente di scappare – disse divertita.
A quel punto Lucy assottigliò gli occhi color cioccolato, infastidita da tanta sicurezza: – Io non sono un leprotto – ribatté sicura, alzandosi in piedi. – E te lo dimostrerò. Scorpio!
Il cerchio magico di richiamo si aprì e subito dopo apparve lo Spirito Stellare della costellazione dello Scorpione, un uomo dalla carnagione scura e i capelli cortissimi di due colori differenti: rosso e bianco. – Eccoci qua, Lucy! Hai bisogno di una mano?
– Sì, Scorpio. Occupati di questi brutti cagnacci!
Lo spirito annuì raggiante piegandosi in avanti fino a toccare il pavimento con le mani, puntando l’enorme pungiglione dritto verso quelle bestiacce. – Non ti preoccupare, Lucy. La nostra sabbia non può essere fermata: Sand Buster! –
Nel momento in cui i canidi si lanciarono all’attacco, un gigantesco tornado di sabbia si abbatté su di loro e in un batter d’occhio questi vennero spazzati via dalla sua enorme potenza.
La maga di Fairy Tail sorrise e afferrò con tenacia la sua Fleuve d'étoiles, una frusta magica.
Quando la sabbia di Scorpio non copriva più la visuale, Lucy sgranò gli occhi non appena vide una gigantesca sfera piatta con un paio di braccia minuscole e una piccola testa sulla sua sommità.
– Cosa diamine è quello? – chiese sconvolta.
Fu Scorpio a risponderle, abbastanza sorpreso anche lui: – Quello è Scutum della costellazione dello Scudo. Di norma i suoi contratti prevedono che non lo si chiami durante le battaglie... è un tale fifone! – spiegò. – Inoltre è fortissimo, la nostra sabbia è inefficace contro di lui. Non posso aiutarti, spiacente. Alla prossima!
– Che cosa?! Aspe...tta...
Non riusciva a crederci: Scorpio se n’era andato! C’era da dire che almeno aveva tolto di mezzo quei fastidiosissimi cani da caccia.
Una risata proruppe nell’aria e solo dopo alcuni secondi Varia si affacciò da dietro il suo personalissimo scudo con l’espressione di chi aveva già la vittoria in pugno. – Il tuo Spirito Stellare ha ragione, non riuscirai a battere Scutum. È fortissimo!
Lucy si trattenne dall’urlare. Ma non poteva farsi prendere dal panico, nossignore.
– E va bene. Sarà pure resistente ma non per questo perderò. Taurus! –
Il grosso omone bianco a chiazze nere si manifestò subito dopo essere stato chiamato volgendo sguardo di apprezzamento prima a Lucy, poi a Varia, facendo sogghignare quest’ultima ed esasperare la bionda. – Taurus, abbatti quello scudo! –
– Lascia fare a me, Lucy! – esclamò, brandendo la sua grande ascia bipenne. Si lanciò all’attacco ma oltre che fare un rumore assurdo, non successe assolutamente niente.
La maga di Fairy Tail restò basita: quasi nessuno era immune ai colpi di Taurus, com’era possibile?
– È inutile, biondina. Non mi batterai così.
– Questo lo vedrem-
– Aspetta – disse a un certo punto. – Non è mica giusto che tu sia l’unica ad attaccare, sai?
Varia quindi afferrò una chiave completamente nera e la indirizzò in aria, il cerchio magico che si creò era rosso sangue e a Lucy gelò il sangue nelle vene.
– Apriti, portale dell’Idra, Hydra!

---

– Perché stai dalla parte di Artemi? – gli chiese.
Ayan non si mosse, non accennò ad alcun tipo di risposta. Semplicemente attivò le sue catene incantate che iniziarono a muoversi come serpenti.
Senza perdere ulteriore tempo Charle afferrò Wendy e si alzò in volo, schivando abilmente tutti gli attacchi; lo stesso stava facendo Izuku. Era veloce, forse più veloce dall’ultima volta.
Eppure il detentore del One For All non si arrese.
Caricò un calcio all’8% e sfondò il terreno, le catene gli si attorcigliarono attorno alla caviglia e venne letteralmente sbalzato via. Gli mancò il respiro per un attimo.
– A-Ayan... Isuke mi ha detto che eri suo amico... – tentò nuovamente, ma le catene si mossero nuovamente e Midoriya venne trascinato lungo il terreno fino a sbattere contro la prima linea di alberi che delimitava l’inizio di un vasto bosco.
Tossì saliva mista al sangue e per un attimo vide tutto nero. Non poteva sperare di riuscire a sconfiggerlo utilizzando soltanto l’8%, era da folli.
Si rimise in piedi e vide la ragazzina soffiare un fortissimo vento in direzione del nemico. Ayan però mosse le catene e schivò l’attacco come se niente fosse. Già da quando aveva visto un paio d’ali spuntare dalla schiena della gatta bianca aveva capito che non era affatto stupida.
Wendy evitò di essere trafitta dalla punta acuminata di quei serpenti di metallo e lo stesse fece lui, balzando via. Ancora in aria, Midoriya caricò il Detroit Smash e quando fu abbastanza sicuro di poterlo colpire sferrò l’attacco.
Sarebbe andato tutto bene se non avesse sentito un crack provenire dal braccio teso, che per un attimo lo distrasse e permise ad Ayan di ribaltare la situazione.
Maledizione... mi fa ancora male...!, pensò sconfortato.
Sentì la lunghissima catena prenderlo di striscio all’altezza della spalla, schivò abilmente la seconda e aumentando la velocità prese accuratamente le distanze dal biondo dagli occhi di ghiaccio.
Sky’s Dragon Wing! – esclamò Wendy dall’alto e un potente vortice d’aria si scagliò su Ayan.
La maga non perse tempo e si avvicinò a Izuku con occhi preoccupati, Charle ne approfittò per riposarsi e posare i piedi su una roccia.
– Wow, sei stata grande – affermò lui, preso alla sprovvista.
Non si aspettava una tale potenza da una ragazzina così timida e minuta, era proprio vero che le apparenze ingannano. Si ritrovò a pensare, per l’ennesima volta, che quel viaggio gli stava insegnando a non sottovalutare nessuno, che fosse nemico o amico... pensò addirittura che potesse essere interessante affrontare un Dragon Slayer.
Lei però scosse la testa e ignorò il complimento: – Sei ferito, Midoriya? Hai bisogno di cure? –
Izuku schiuse le labbra per dirgli che no, non c’era tempo per quello e che ce l’avrebbe fatta comunque. Aveva un’altissima soglia di sopportazione del dolore.
– Attenti! –
L’urlo di Charle arrivò appena in tempo, Wendy si voltò appena in tempo e alzando le braccia creò un muro di vento contro cui andarono a scontrarsi le catene lanciate da Ayan. Fece un passo in avanti e abbassò le mani, a quel comando l’incantesimo si abbatté contro il nemico.
La ragazza allora inspirò profondamente per poi ruggire come non aveva mai ruggito in vita sua.
Midoriya poté quasi sentire il boato, la forza e la distruzione di quel potente grido.
Sembra davvero di avere davanti un drago!, pensò estasiato.
– Conosco degli incantesimi di guarigione, lascia fare a me – sentenziò quindi Wendy, mostrando un sorriso.
Izuku non poté che annuire e porgerle il braccio dolente.
Le sue mani si illuminarono, a Midoriya tornò in mente la tecnica con cui Sakura gli aveva sistemato il braccio non appena si era resa conto che fosse rotto. Eppure era diverso. Le ferite interne, così come la stanchezza che si portava dietro dal combattimento a Konoha, svanirono.
Grandioso! Questa ragazza non è solo in grado di combattere ma ha anche delle abilità di guarigione straordinarie, pensò entusiasta.
In quello stesso istante Ayan attaccò ma Deku si piazzò dinanzi alla giovane maga, riuscendo ad afferrare le sue catene d’acciaio, due per mano; eppure era sicuro di non riuscire a trattenerlo ancora per molto.
Come se gli avesse letto nel pensiero Charle mutò aspetto in quello di una ragazzina dai capelli bianchi, mantenendo le orecchie e la coda da gatto, dopodiché si avvicinò rapidamente al nemico sferrando il suo calcio volante. Wendy attivò il cerchio magico ed era pronta a non lasciargli neanche un attimo di tregua ma proprio in quel momento le catene del biondo cominciarono si mossero in avanti.
Con ancora quegli spuntoni tra le mani, Izuku si abbassò quel tanto che bastava per evitare di essere colpito alla testa ma perse la presa sul terreno e venne sollevato.
– È te che vuole – mormorò Ayan, apatico.
Il ragazzo corrucciò la fronte, non capendo a cosa il nemico si stesse riferendo.
– Midoriya! Fa’ attenzione! – gridò Wendy, creando dei mini tornado.
I serpenti di metallo si agitavano impazziti, se avesse lasciato andare anche uno solo di quelli sarebbe stato trafitto a morte e ciò non era contemplabile.
Non posso farmi sconfiggere, ho una missione da portare a termine!
Neanche il tempo di formulare il pensiero che Ayan lo sbatté a terra, trascinandolo come aveva fatto poco tempo prima e travolgendo nella corsa anche Charle.
In quel momento, ai piedi della maga di Fairy Tail si creò un grande cerchio magico dello stesso colore blu dei suoi capelli e un forte vento cominciò a soffiare in tutta la radura.
– W-Wendy... quell’incantesimo...? – gracchiò la gatta, tornata alla sua forma autentica.
E mentre incanalava la magia in quello che poi sarebbe diventato un ciclone in piena regola, la ragazzina allungò una mano e una raffica di vento colpì in pieno Ayan che perse l’equilibrio e ciò permise a Izuku di prenderne il controllo.
Tirò a sé le catene, piantò i piedi a terra una volta rialzatosi e strattonò il biondo dagli occhi odi ghiaccio, ribaltando la situazione.
Lo guardò con gli occhi pieni di determinazione e rabbia, ripensando al viso sofferente di Isuke e Amanda, costretti a combattere contro un loro vecchio amico: – Quando ti avrò sconfitto me lo dirai, Ayan! Mi dovrai spiegare perché hai deciso di tradire i tuoi amici!
E con una forza che non credeva possibile, Izuku lo scaraventò a terra alzando un polverone.
– Allontanati, Midoriya! – esclamò Wendy, ormai pronta a lanciargli il suo attacco.
Lui fece come chiesto e con un balzo si avvicinò a Charle, in ginocchio alle spalle dell’amica.
Quando anche le nuvole presero a muoversi, la Dragon Slayer pronunciò l’incantesimo e l’enorme tornado investì in pieno Ayan. Questa volta non c’erano possibilità di fuga, di scampo.
Wendy governava i venti che sferzavano, l’enorme quantità di potere magico era troppa per poter essere contrastata. Quando il vortice sparì, lo sconfitto cominciò a precipitare.
Izuku si mosse ancor prima che le altre due potessero fermarlo. Attivò nuovamente il One For All e dandosi lo slanciò riuscì ad afferrarlo in tempo, per poi posarlo a terra con delicatezza.
Le sue catene erano ridotte in pezzi. Quella era una grande fortuna.
– Uff, era veramente un osso duro – sbuffò la gatta.
Wendy annuì per poi avvicinarsi allo studente della U.A, preoccupata. – Cosa facciamo adesso?
Sospirò, Midoriya. Si inginocchiò a osservarlo, gli occhi di Ayan erano chiusi ma respirava ancora. La botta doveva avergli fatto perdere conoscenza.
– Puoi curarlo?
Charle sgranò gli occhi ed esclamò: – Sei impazzito? Se si rimette in sesto, ricomincerà ad attaccarci!
Lo sapeva, quella era una possibilità che non poteva trascurare.
Ma prima che potesse ribattere, Wendy si abbassò sulle ginocchia sorridendo mestamente: – Posso aiutarlo a svegliarsi, per quanto riguarda le ferite me ne occuperò in seguito.
Izuku la ringraziò di cuore.
La magia curativa della Dragon Slayer del Cielo era portentosa e in un attimo Ayan mosse le palpebre. Eppure c’era qualcosa che non andava. Wendy lo percepiva.
C’era qualcosa dentro di lui che non avrebbe dovuto esserci.
– Wendy, tutto bene? – domandò Charle, vedendola affaticata.
La ragazzina annuì, insistendo con l’incantesimo curativo.
A quel punto Ayan sussurrò qualcosa, un nome... – Raine – e Izuku corrucciò la fronte.

---

Una bella botta in testa, ecco cosa si era beccato.
Per un attimo non vide più niente, poi Sakura gli rifilò una cinquina mica tanto leggera da farlo rinsavire. – Finalmente, Naruto. Non è il momento di dormire, dobbiamo raggiungere Claudia il prima possibile!
Erano scesi di parecchi piani, a dire la verità. E intanto Royal si era completamente trasformato, rivelando la natura della sua magia: il Take Over.
Il suo corpo assomigliava a quello di un grosso leone ma dal dorso spuntavano due ali piumate e la testa era quella di una capra dal pelo biondo; si trattava di un animale strano ed estremamente potente, qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato esistesse.
– Questo coso lo faccio arrosto, datemi cinque minuti! – esclamò Natsu, in preda alle fiamme.
Isuke scosse la testa, spazientito. – Non possiamo stare qui a perdere tempo e poi come la metti con il veleno, eh? –
– Non m’importa, vincerò lo stesso.
– Non dire idiozie, Salamander! – gridò l’altro Dragon Slayer, furente di rabbia. – Dobbiamo sbrigarci, tu e io dobbiamo andare da Levy e Claudia! L’altro tipo se l’è svignata!
Sakura sospirò e lanciò un’occhiata al veleno che fuoriusciva dalla bocca del serpente che, a conti fatti, sembrava muoversi come una normale coda di un felino. Poi prese la parola: – Resto io qui, andate.
– Cosa? Sei sicura? – chiese allora il biondo shinobi.
– Normalmente la prima cosa da fare è trovare una cura per quel veleno ma non abbiamo tempo – spiegò scura in volto, ricordandosi come Royal, a dimostrazione della sua forza, aveva morso Isuke al braccio e da allora aveva iniziato a diventare viola.
Nonostante ciò sembrava che il giovane agente riuscisse comunque a muoverlo e a sferrare i suoi micidiali pugni. – Lo sconfiggo, dopodiché analizzerò il veleno così da creare un antidoto. Non sembra grave ma per sicurezza è meglio non aspettare l’arrivo della vostra amica guaritrice.
Isuke allora annuì, convinto. – Okay, però resto con te.
– Voi tre andate! – esclamò la kunoichi, annuendo alla proposta del giovane agente.
Alla fin fine anche Natsu dovette accettare e tutti e tre presero a correre verso i pieni inferiori, dovevano avevano visto Mirvo scappare via alla ricerca di Claudia.
Royal non si mosse, aspettò che i ragazzi se ne fossero andati per poi fissare gli ultimi rimasti con veemenza; si rivolse a loro: – Perché non ci consegnate semplicemente la Colonna? Non ce l’ho con voi, i nostri obiettivi sono la ragazza e ridicolizzare la gilda di Fairy Tail.
– Sei diventato un nostro nemico dal momento in cui hai cercato di uccidere Claudia – sbottò Isuke.
L’Haruno si aggiustò i guanti, pronta al combattimento.
– E va bene. Ma sappiate che non sarà facile come pensate, sconfiggere la Chimera... –

 
 












 
 
 
# Le mie scuse non possono essere accettate, me ne rendo conto...
Interrompere così la storia, senza avvisi o altro, mi sento tremendamente in colpa. Posso comunque dire in mia difesa che in questo periodo è successo ciò che più temevo: il tanto famigerato (e odiato) blocco mi si è presentato e non sembrava volersene andare!
E lo sapevo che sarebbe arrivato perché è l’estate che me lo porta. Il troppo caldo mi dà alla testa e non riesco più a scrivere niente, solo brani occasionali – e infatti noterete che non ho scritto poi molto durante tutto il mese di agosto e settembre.

Ad ogni modo sono tornata (e spero che dopo questo capitolo l’estate se ne vada una volta per tutte insieme ai trentacinque gradi che mi hanno rotto anche l’anima!) ^^ I capitoli della battaglia spero siano avvincenti così come li ho immaginati.
Abbiamo Lucy VS Varia, Deku/Wendy VS Ayan, Erza VS Hanako/Miyuki... e ne avremo tanti altri, potete scommetterci ^^ Purtroppo non so quando pubblicherò il prossimo capitolo perché ho un esame a breve – e sì, lo so, ma più si avvicina la data più ho voglia di scrivere ma non posso farlo o verrò bocciata per davvero stavolta... ad ogni modo sappiate che da ottobre le cose miglioreranno di sicuro!
Torneremo a un capitolo ogni due settimane, promesso! ^^

Alla prossima con altri scontri - rivedremo Kacchan, Gray, Lluvia (dal gruppo di Clover) dopo taaanto tempo e sapremo cosa faranno Lucy, Sakura e Isuke contro i rispettivi nemici... ah, e non dimtichiamoci di Natsu, Gajeel e Naruto! E chissà, chissà se ci sarà anche Erza ^^

Ciau! E buon rientro dalle vacanze (per chi ci è andato T.T)

rosy

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Capitolo 13
*** 12. Battaglia su più Fronti (Parte 2) ***


 
La Battaglia dei Mondi


La Porta per Abyss
 

Capitolo 12

Battaglia su più Fronti (Parte 2)
 
 
 
– Sei fottutamente inquietante!
Se avesse potuto Amanda avrebbe scosso la testa e gliene avrebbe cantate quattro a quel maleducato perché offendere e insultare l’avversario non le sembrava una mossa intelligente. Specie se a causa della sconosciuta, lei non riusciva a muovere il proprio corpo.
Ci provava e riprovava ma nulla. Cosa diavolo sta succedendo?
– Ehi, tu, cos’hai? Paura? Se è così togliti di mezzo e lascia fare a me!
– Ma cosa dici?! Non ho paura! È che non riesco- – ma si bloccò perché improvvisamente le sue gambe cominciarono a camminare senza il suo consenso. – Ma... che cosa mi stai facendo, strega?!
Mio sghignazzò coprendosi le bocca con le mani, gli occhi azzurri scintillarono di una strana luce per un secondo. – Non sono una strega, ma una maga... e questo è il mio incantesimo!
Bakugou sollevò un sopracciglio, restando ad ascoltare, mentre Amanda cercava inutilmente di riprendere il possesso del suo corpo; lentamene si posizionò esattamente al centro, tra quel concentrato di orgoglio che era l’apprendista eroe e Mio, volgendo le spalle a quest’ultima.
– Maledizione...! – grugnì la bruna.
– Non puoi sciogliere l’incantesimo, il filo del destino si è legato a te e non può essere spezzato! – continuò a dire, ridacchiando quasi sottovoce. – Sei in mio potere adesso. E ti userò per sbarazzarmi dei nostri nemici.
Amanda ebbe appena il tempo di sgranare gli occhi che, ancora una volta, le sue gambe si mossero da sole correndo rapidamente in direzione di Bakugou. Capì cosa sarebbe successo nell’esatto istante in cui le sue mani si posarono sui pugnali che teneva nascosti nei suoi stivali. – Merda. Scansati, Bakugou!
Il ragazzo si mosse prima ancora di ascoltare la fine della frase, grugnendo in risposta: – Non c’è bisogno che me lo dica tu, stupida!
Ignorò l’insulto per pur amor proprio, inoltre cercava disperatamente di fermarsi, di fermare il suo corpo ogni qual volta era a tanto così da colpirlo. – Che merda di situazione.
– Mi spiace doverti uccidere, sai? Rappresenti proprio il mio tipo di ragazzo ideale! – gongolò la maga dai lunghi capelli indaco, al che l’agente del Centro corrucciò la fronte.
Era... allibita. – Come può essere il tuo tipo ideale? Sei masochista?
– Magari il Master chiuderà un occhio con te... ti va di entrare nella nostra Gilda? – chiese, ignorando volutamente quello che le aveva urlato Amanda.
– Non sento tante stronzate uscire dalla stessa bocca da quando quel Bastardo a Metà era in crisi con suo padre, sta’ un po’ zitta! – sbraitò il biondo, per poi concentrarsi sul problema più urgente bloccando i polsi di Amanda che teneva ancora stretti i suoi due pugnali. – E tu piantala di saltellare di qua e di là, mi stai dando sui nervi!
La bruna si impuntò. – Non è colpa mia, è il suo incantesimo.
– Questo l’ho capito. Ed ecco perché mi piacerà un sacco fare questo.
Non fece in tempo a chiedergli nulla, ad ogni modo quella faccia da maniaco violento non l’aveva abbandonato e per questo presupponeva guai. Grossi guai. Con un balzo Amanda poggiò i piedi sul suo petto e si diede la spinta necessaria per indurlo a lasciarla andare.
Atterrò pochi metri all’indietro, poi ripartì alla carica. Fu allora che Bakugou puntò una mano sul terreno a pochi passi da lei e lanciò un’esplosione.
La ragazza venne sbalzata indietro dalla forza dell’onda d’urto e rotolò via.
Tossicchiò la polvere che aveva inavvertitamente inalato prima ancora di urlargli addosso: – Sei impazzito?! Vuoi ammazzarmi?!
Katsuki accelerò grazie alle sue esplosioni e in un nanosecondo fu davanti a lei, il suo corpo reagì in ritardo e lui calciò via i pugnali con una facilità estrema. Era stata disarmata.
Ma non era finita. Lei lo sapeva bene ed evidentemente anche Mio sembrava esserne al corrente, infatti la sua mano corse velocissima al coltellino che portava sul retro dei pantaloni. Amanda sgranò gli occhi ed esclamò: – Bakugou, aspetta, ho ancora un-
Il braccio si mosse e lei chiuse gli occhi d’istinto. Ma nulla di quello che aveva immaginato accadde, infatti Bakugou schivò il fendente, sollevò la gamba e le pestò malamente il braccio facendola ricadere in ginocchio sul terreno.
Amanda lo guardò dal basso e sembrava seriamente divertito da tutto ciò, per cui sollevò gli occhi al cielo. – Grande. Mi uscirà il livido, grazie tante – disse scocciata.
– Ringrazia che non ti abbia fatto di peggio.
Mio squittì da lontano, arrossendo come una pera cotta. – Oh, ma sei fortissimo!
– Piantala! – ruggì lui.
– Quindi la sua magia consiste nel controllare i corpi altrui – asserì Amanda con uno sbuffo. – È una vera seccatura.
Bakugou osservò meglio la tizia inquietante che iniziò a gongolare sul posto. – Se continui così finirai per piacermi ancora di più!
– Sta’ zitta! Piuttosto, hai paura ad affrontarmi ad armi pari? Hai veramente bisogno di controllare una mezza calzetta come lei per riuscire a battermi?
Mio arricciò le labbra e per un istante sembrò quasi pensarci su seriamente, ma poi arrossì nuovamente e batté le mani eccitata: – Hai ragione! Vorrà dire che prenderò il controllo su di te!
Katsuki sgranò gli occhi, stava per urlarle contro quando il suo corpo non rispose più ai suoi comandi. No, merda...!
– Scansati, idiota! – gridò rivolgendosi alla bruna che non se lo fece dire due volte e rotolò via prima di beccarsi un’esplosione in piena faccia.
Si rialzò che aveva il fiatone e una paura matta di saltare in aria per mani di quel buzzurro.
– Siete pronti?! Ready...
– Davvero non riesci a muoverti? – gli chiese Amanda.
L’altro la guardò come se fosse pazza e le gridò nuovamente contro: – E a te cosa sembra?! Ovviamente sì! Non riesco a muovermi, cazzo!
Riesce a essere sgradevole anche quando è in queste situazioni, pensò rassegnata.
– ...Go! – esclamò concitata Mio, dopodiché il corpo di Katsuki si mosse in avanti.
– Fa’ attenzione, le mie esplosioni sono micidiali! – gridò ancora il biondo.
Amanda cominciò a sudare freddo, urlando spazientita: – Lo so, idiota!
Lanciò un’occhiata ai suoi pugnali, non erano tanto lontano da dove si trovava e con un veloce salto avrebbe dovuto recuperarli e cercare di difendersi. Non c’era tempo per pensare, si disse.
Per cui si gettò di lato e li afferrò, giusto in tempo per schivare una nuova esplosione di Bakugou e andargli alle spalle. Quello però fu più veloce e le mollò un calcio che Amanda parò con la parte piatta delle sue due armi.
– Non puoi sperare di vincere battendoti contro di me, devi concentrarti su di lei! – la rimbeccò.
– E come pensi che possa riuscirci se mi sei alle calcagna?
– Allontanati – le disse soltanto.
La ragazza aggrottò le sopracciglia confusa. – In che senso?
– Ti ho detto di levarti! Va’ via! Stammi lontano! Smamma, agente dei miei stivali! Ci penso io a me, vai a dare una bella lezione a quella pazza così che possa finire io il lavoro una volta che mi sarò ripreso il mio corpo! – ruggì spazientito e iracondo.
Amanda fece come “chiesto”, schivò un calcio e una doppia esplosione afferrandolo per le spalle e dandosi la spinta necessaria per passargli sopra la testa. Dopodiché cominciò a correre in direzione di Mio.
Se credi avermi in pugno, ti sbagli! Pensò Bakugou.
Quella maga da strapazzo era in grado di controllare i suoi movimenti ma cosa avrebbe fatto se, inseguendo Amanda e attaccando lei...
Ho capito! La bruna sorrise aumentando la velocità e raggiungendo in un attimo Mio che per un attimo sembrò quasi spaventata da una misera ragazzina come lei. Bakugou non può attaccarmi finché sono vicina a lei, le sue esplosioni finirebbero per nuocerle.
– Non pensare possieda un solo tipo di magia! – esclamò, dimenticandosi di essere una matta masochista – Barrier!
Amanda si diede lo slancio per attaccarla ma venne fermata da quello che sembrava un muro invisibile. Ricadde all’indietro e osservò esterrefatta Mio che sghignazzava dietro la sua barriera magica. Maledetta...!
– Questa barriera è magica, nessuno riuscirà mai a scalfirla. Nessun incantesimo ne sarebbe in grado.
La bruna digrignò i denti e strinse la presa sui suoi pugnali.
Poi eccola, l’illuminazione.
– E ora... ti farò saltare in aria grazie al tuo amico. Sayounara!
Bakugou si mosse e cominciò a correre in avanti, imprecando a denti stretti. Quando fu a un paio di metri da Amanda, corrucciò la fronte: – Che stai facendo? Spostati! – gridò mentre tendeva entrambe le mani in avanti, pronte a lanciare due potentissime esplosioni.
La bruna si voltò a guardarlo, dando le spalle a Mio con una sicurezza invidiabile.
– Fidati di me.
– Cosa? Non hai idea di come ne usciresti, scansati!
Ma Amanda cominciò a perdere la pazienza. – Fidati di me per una cazzo di volta! – gridò arrabbiata.
I palmi di Katsuki scoppiettarono e per un attimo l’agente del Centro ebbe seriamente paura.
No, diamine. Se mi paralizzo salterò per davvero in aria.
– Ti avverto, anche se ti scansi la mia barriera non si distruggerà... – sentenziò annoiata Mio.
– Oh, tu credi?
E poi ci fu una tremenda esplosione. Più forte di tutte le altre sferrate precedentemente, più violenta.
Amanda rotolò di lato per diversi metri a causa dell’onda d’urto ma almeno era salva. Era riuscita a schivarlo in tempo.
Katsuki era ancora in piedi con le braccia tese in avanti che abbasso poco dopo, stranendosi però del fatto che potesse muoverle nuovamente.
– N-No, non è... n-non è possibile...! – gracchiò Mio, accovacciata a terra e bruciacchiata in più punti. – L-La mia barriera...
Amanda li raggiunse con un sorriso larghissima, fiera di se stessa. – Beh? Sono stata brava, no? Ti ho liberato e nel contempo ho sconfitto l’avversaria.
– Prego?! È stata la mia esplosione ad annientarla!
L’altra sospirò portandosi le mani suoi fianchi dopo aver riposto i suoi pugnali. – Sì, ma sono stata io ad avere l’idea.
– Come hai fatto? – le chiese allora Mio, incapace di muoversi a dovere e sul punto di svenire.
Amanda alzò le spalle. – Tu hai detto che nessun incantesimo avrebbe potuto scalfire la tua barriera... ma ciò che Questo qui usa si chiama Quirk, non c’entra niente la magia.
Dopodiché la turchina ghignazzò. – Allora avevo ragione, è proprio un figo...
Santi numi, è veramente una pazza, pensò allibita.
– Comunque – ruggì il biondo, deciso a ignorare il modo vergognoso in cui quella tipa aveva deciso di chiamarlo, per puro amor della missione, ovviamente. – Non abbiamo tempo da perdere, andiamo a cercare quelle inutili comparse e quel maledetto prima che perda la pazienza.
Amanda annuì ma prima voleva proprio sapere una cosa: – Con “maledetto” intendi Midoriya? Perché ce l’hai tanto con lui?
In risposta, Katsuki trattenne a stento un verso animalesco. E poi le intimò di non nominarlo più.
È veramente un tipo singolare... e dire che quando Izuku si era rotto il braccio a Konoha, lui era lì al suo capezzale, pensò stranita. Anzi, direi più uno stupido.

---

La chimera ruggì.
Sakura aveva due priorità al momento: trovare il punto debole di quella bestia e osservare Isuke, conscia che prima o poi avrebbe risentito del veleno entrato in circolo.
Devo sbrigarmi... prima lo anniento e prima potrò studiarlo, pensò affannata.
Schivò l’ennesimo colpo di frusta dato con la coda e si appiattì contro il soffitto, restandovi attaccata grazie al chakra rilasciato dai piedi. Dall’alto poté avere una buona visuale della creatura, finché poi quest’ultima non si accorse di lei e allungò il collo per poterla azzannare.
Non sta fermo un attimo! Di questo passo non andremo da nessuna parte!
– Sakura, attenta!
Ritrovandosi a mezz’aria, la kunoichi si voltò appena in tempo per parare con le braccia una zampata della chimera, venendo lanciata contro una parete della biblioteca. Inutile dire che molti libri saltarono per aria, finendo ai pieni inferiori.
Isuke rafforzò la presa sulla pistola e sparò tre colpi verso Royal. Quest’ultimo però si riparò dietro la sue grandi e possenti ali, usandole come scudo.
– È inutile. Non riuscirete mai a battermi, ho la magia dalla mia parte... sono un mago.
Sakura mostrò un sorriso tirato, spingendo via un mazzo che stava per caderle addosso. – E allora? Non siamo da meno, con o senza magia – sentenziò seria.
Il biondo annuì, trovandosi perfettamente d’accordo con lei. Poi, per un attimo, la vista gli si appannò. Batté le palpebre un paio di volte, subito dopo tornò tutto normale.
Ovviamente Sakura, che non gli toglieva quasi mai gli occhi di dosso, se ne accorse e strinse i pungi. Devo muovermi!
– Se non ce la fai, lascia fare pure a me – disse, raggiungendolo.
Isuke scosse la testa prima di risponderle: – No, ce la faccio.
Per ora, continuò nella sua testa.
– Arrendetevi ora che potete farlo – grugnì la chimera.
Di tutta risposta, Sakura balzò un salto nella sua direzione e caricò il pugno. – Non abbiamo alcuna intenzione di arrenderci senza combattere! Dobbiamo proteggere Claudia!
L’impatto fu devastante e l’intero piano cominciò a tremare.
Royal mosse la coda di serpente e i suoi denti acuminati azzannarono l’aria perché la kunoichi si scansò all’ultimo secondo, per poi venire colpiti in pieno da alcuni proiettili.
Il pavimento non reggerà a lungo, pensò Isuke preoccupato, in verità, sembra che tutta la torre sia sul punto di crollare.
– Un altro colpo del genere... – sussurrò pensieroso.
Ma il ruggito della chimera lo distrasse un attimo e si affrettò a schivare una sua zampata. La criniera si agitò quando mosse la grossa testa felina per togliersi di dosso le pergamene che Sakura gli aveva applicato addosso.
Queste esplosero a un cenno della kunoichi, facendo gridare la bestia.
Un secondo ruggito li colse alla sprovvista. – Da dove viene? – chiese Isuke.
L’Haruno alzò il capo con la fronte aggrottata, poi rispose: – Penso dal piano di sopra. Lucy è ancora lì... – disse.
Il biondo annuì ma a un certo punto si ritrovò a dover chiudere gli occhi preso da un improvviso mal di testa. Sakura, ovviamente, se ne accorse: – Che hai? Stai male?
– La testa... – gracchiò lamentoso.
Allora Sakura imprecò mentalmente. – Che razza di sostanza è? Normalmente un veleno inibisce le funzioni motorie o sensoriali... – ragionò, cercando di non dimenticare che davanti a loro il nemico era ancora in piedi.
Certo, le carte bomba lo aveva momentaneamente rallentato. Ma una volta che la nube di polvere si fu diradata eccolo lì, Royal spalancò le grosse ali e ringhiò nella loro direzione.
– Siete finiti! Addio, pivelli! –
Sakura si tenne pronta al salto, Isuke ignorò il dolore e puntò la pistola contro di lui, quando accadde l’imprevedibile. Il soffitto cedette e un mostro violaceo cadde addosso alla chimera.
– Ma che diamine...?
Un grido attirò la loro attenzione, una voce che conoscevano bene.
Isuke sgranò gli occhi nel vederla precipitare dall’alto. – Lucy!
La bionda aprì gli occhi giusto in tempo per vedere loro e la chimera, schiacciata dal peso dell’altra creatura. Fu allora che ebbe un’idea.
– Ehm, ragazzi! – esclamò, ancora a mezz’aria – Vi va se per un attimo ci scambiamo i nemici?
Non era ancora atterrata semplicemente perché quella biblioteca aveva dei soffitti molto alti per contenere il maggior numero di libri e Sakura ne approfittò annuendo in risposta.
Caricò il pugno imbevendolo di chakra, poi saltò.
In quello stesso istante, il corpo della maga venne circondato da un’aura magica dorata. – Star Dress: Aquarius Form! – gridò e i suoi vestiti cambiarono totalmente, a quel punto era pronta a lanciare il suo incantesimo più potente: – Urano...
Con un grido, Sakura si scagliò contro l’idra. L’impatto spinse la creatura contro la prete più esterna della biblioteca magica, finendo per distruggerla.
La luce esterna entrò illuminando e accecando per un attimo Royal, ancora stordito da ciò che gli era piovuto addosso. E fu allora che la bionda ne approfitto: l’ambiente sembrò mutare e Isuke si guardò attorno meravigliato.
È come essere circondati da una miriade di stelle, pensò con un vago sorriso.
– ...Metria! –

---

Gajeel atterrò sull’erba e annusò l’aria. Al suo fianco Naruto scrutò con occhi attenti la foresta che circondava la Biblioteca magica e l’altro Dragon Slayer incendiò i palmi delle mani.
Personalmente, non vedeva l’ora di mettersi a combattere.
– Non ditemi che è scappato, quel codardo! – esclamò deluso Natsu.
Fu questione di pochi attimi e finalmente Mirvo si mostrò. – Sono qui, Salamander. Tre con contro uno non è scorretto?
Il biondo aggrottò le sopracciglia, confuso.
– Ferraglia, puoi anche correre da Levy e Claudia. A lui ci penso io!
– Non dire cavolate. Abbiamo tutto il tempo di raggiugerle, lui è l’ultimo nemico...
Mirvo rise sollevando le spalle. – Hai ragione. Che fretta c’è... – e nel dirlo tirò fuori dalla felpa rossa che indossava un comunissimo flauto traverso che portò alle labbra. – Summon.
E cominciò a suonare. Una melodia breve, di pochi secondi.
Fu questione di un attimo e alcuni serpenti gli si avvinghiarono addosso, come dei possenti boa.
– Dannazione! Cosa sono questi? – esclamò Gajeel, furioso.
Natsu tentò di liberarsene ma più si agitava e più quelle bestiacce sembravano rafforzare la presa facendogli mancare per un attimo il respiro.
Il corvino davanti a loro sghignazzò, orgoglioso del suo operato: – A quanto pare vi ho immobilizzati. Mi aspettavo di meglio dai maghi di Fairy Tail- Cosa?
Cambiò immediatamente espressione, Mirvo, non appena vide Naruto sparire in una nuvola di fumo e al suo posto comparve un pezzo di legno. Aggrottò le sopracciglia e strinse la presa sul suo flauto. – Come diamine hai fatto?
– È una tecnica basilare dalle mie parti – esclamò divertito, in piedi sul ramo di un albero: – La Tecnica della Sostituzione!
Natsu spalancò la bocca e in un attimo gli si illuminò lo sguardo. – Figo! Questo sì che è un vero ninja!
L’Uzumaki sorrise di rimando, ma poi tornò serio. Aveva percepito qualcosa, infatti.
Mirvo non sembrava intenzionato a proseguire, era come se volesse...
– Vuole trattenerci qui – disse. – Questa è una trappola e Claudia continua ad essere in pericolo.
Il nemico ghignò malefico: – Cosa te lo fa pensare?
– Istinto! – esclamò senza remora.
A quel punto Gajeel annusò l’aria e ne rimase inorridito. Prese ad agitarsi, eppure quei serpenti gli si attorcigliarono attorno alle braccia e alle gambe facendogli perdere l’equilibrio.
Cadde a terra, la faccia contro il terreno. Eppure, non si lasciò fermare da questo perché alzò gli occhi quanto più poteva per poter incrociare quelli di Naruto.
– Se Claudia è in pericolo, lo è anche Levy! Vai, non pensare a noi!
Non era sicuro di potersene andare, Naruto. Infondo non li conosceva neanche, non sapeva di cosa fossero capaci. E se, andandosene, li avrebbe condannati?
– Merda, hai ragione! C’è un altro odore che non conosco e impregna tutta la foresta! – esclamò Natsu. – Ehi, ninja, corri ad aiutare chi ne ha realmente bisogno... io basto e avanzo per far fuori questo qui!
Il biondo annuì. Doveva aver fiducia in loro nonostante sembrassero dei tipi strani.
– Non ti permetterò di proseguire! – gridò a un certo punto Mirvo.
Natsu mise su un’espressione a dir poco terrificante prima di rivolgergli la parola: – E io non ti permetterò di interferire!
Il suo corpo prese immediatamente fuoco e i serpenti bruciarono tutti, in un attimo non ne rimase che cenere.
Senza perdere tempo, il mago portò il flauto alla bocca e suonò altre note.
– Ti sei liberato dei serpenti... ma il tuo amico riuscirà a sopravvivere al loro veleno mortale?
Natsu non sembrò affatto preoccupato.
– Cosa? E tu pensi che una cosa simile possa ferirmi? – chiese ilare il Dragon Slayer steso a terra.
Il rettile che gli stringeva le spalle in una morsa tentò infatti di morderlo ma ciò che incontrò fu acciaio, una pelle tanto dura impossibile da mordere.
Mirvo sospirò: – Merda. E i che pensavo di non dovermi impegnare tanto... voi maghi di Fairy Tail siete proprio insopportabili.
– Come ti permetti?! Non ci faremo battere, men che meno da un idiota suonatore di flauto! – esclamò il rosato battendo un piede a terra, irritato oltre ogni misura.
È proprio vero, pensò Naruto sollevato.
Chiunque parli male della gilda è automaticamente condannato a venire sconfitto. Non importa quanto siano forti o quali magie possiedono... Fairy Tail è fatta così! – aveva detto Claudia con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
– Beh, allora io vado! – esclamò lo shinobi, volatilizzandosi nel nulla.
Il Dragon Slayer di Fuoco fece scroccare le ossa del collo, preparandosi al combattimento mentre Gajeel si liberava dai serpenti allargando le braccia, dopodiché si rialzò.
– Sei veramente sicuro di poterci battere? – sibilò nella sua direzione. – Per questa volta collaboreremo, Salamander... ma solo perché non vedo l’ora di dare a questo mingherlino la giusta punizione e ritornare dalla mia Levy!
Natsu rise circondando le mani con il suo fuoco magico. – Anche io non vedo l’ora di rispedirlo da dove viene. Fatti sotto!

---

– C’è mancato poco...
Lucy sciolse l’incantesimo Star Dress e l’abito magico scomparve.
Se Sakura non avesse tolto di mezzo quell’idra con un solo pugno, lei non sarebbe riuscita a colpire Royal con la sua magia e avrebbe soltanto sprecato un sacco di energie. – Siamo state brave!
– Già... – asserì l’Haruno con un sorriso.
Ma non era finita. Non ancora.
– Non vi sarete mica dimenticati di me? – esclamò Varia, debilitata dopo aver evocato uno Spirito Stellare tanto potente ma comunque ancora in forze per mantenere aperto il portale di Scutum.
La bionda si morse le labbra, pensando a una strategia in grado di togliere di mezzo quello scudo.
Varia, infatti, era scesa anch’ella al piano inferiore protetta dal suo Spirito Stellare; mentre Royal era tornato alla sua forma umana dopo essere collassato.
– Cos’è quello, esattamente? – chiese Isuke.
– È Scutum, lo scudo. È impossibile da scalfire... eppure, non propriamente un emblema di coraggio – spiegò la maga.
L’espressione dello Spirito Stellare sembrava tutt’altro che temeraria, in effetti. Aveva gli occhi chiusi, come se quello sarebbe bastato a difenderlo dagli attacchi.
– E se provassi a sparagli?
Lucy sospirò. – Non so quanto potrebbe funzionare. Ho già provato evocando Taurus e Capricorn.
Chi fossero questi due menzionati, Isuke non lo sapeva, ma c’era qualcosa che poteva fare.
E anche se la cosa non gli piaceva per niente, doveva assolutamente provarci. Rimise dentro la pistola che fino ad allora aveva utilizzato e ne tirò fuori un’altra, la sua preferita.
Mi rimangono solo due proiettili. Se ne uso uno adesso, non potrò più utilizzarla fino ad allora...
Osservò la propria mano stringere quell’arma, ne seguì le sottili decorazioni lungo tutta la canna fino a incontrare quelle iniziali.
E.J.
Già... solo due proiettili.
– Se distruggo lo scudo – cominciò a dire piano, Isuke. – Lucy, pensi di riuscire a sconfiggerla?
La bionda dapprima lo guardò incerta, non credeva che con una semplice pistola potesse sconfiggere uno Spirito Stellare tanto potente in difesa ma poi incrociò il suo sguardo.
I suoi occhi sembravano bruciare di una tale intensità che per un attimo provò un’innaturale paura. Poi annuì, accennando un sorriso. – Lascia fare a me, ci penso io!
– Isuke, stai bene? – domandò Sakura.
Per un occhio clinico come il suo, infatti, non fu affatto difficile notare il lieve tremore delle sue gambe.
L’agente del Centro annuì. – Sì, ma sto iniziando a sentirmi debilitato.
– Allora, che aspetti, spara! – esclamò Lucy, facendogli capire che si fidava di lui.
Scusa, papà... sto sprecando un altro proiettile, pensò rammaricato.
– Oh, andiamo, non riuscirete mai a spezzare Scutum. E tu, maga degli Spiriti Stellari, dovresti saperlo meglio di chiunque altro! – disse Varia, continuando a rimanere nascosta.
Era sicura di non poter perdere, la rossa.
– È proprio per questo motivo che Orange Dawn non è stata in grado di risalire la classifica dei maghi più forti di Fiore! – spiegò a un certo punto Lucy. – Ciò che ci permette di andare avanti è la fiducia che riponiamo gli uni negli altri. E in questo momento voglio fidarmi di lui perché il nostro è uno scopo comune: proteggere un amica!
Il biondo sorrise, intenerito. – Grazie, Lucy.
Alzò il braccio, puntando l’arma contro il grande scudo e senza alcuna remora premette il grilletto.

---

Una volta che ebbero legato Ayan con una corda improvvisata, Wendy poté tirare un sospiro di sollievo. Sospiro che non durò a lungo, perché dopotutto era preoccupata per i suoi compagni.
– Non fare quella faccia – la rimbeccò Charle. – Non dimenticare che Gray e Lluvia sono perfettamente in grado di difendersi.
La ragazzina annuì mestamente, poi rispose: – Sì, lo so. È che non posso fare a meno di pensare che tutto questo sia strano. Perché ci hanno attaccati? Midoriya, hai detto che l’obiettivo di queste persone è Claudia, no? Ma lei non è con noi...
– Già. Cominciò a pensare che anche Isuke e gli altri siano stati attaccati... piuttosto Ayan ha detto... – ma lasciò cadere la frase, non sicuro di aver afferrato il senso delle sue parole.
È te che vuole. Erano state queste le sue parole.
Intendeva che era lui il loro obiettivo? Perché? E poi... – Chi è a capo di queste persone?
– Io penso di saperlo – intervenne la gatta bianca.
Midoriya restò per un attimo senza parole, attendendo che lei gli spiegasse.
– All’inizio non avevo collegato, ma quel tipo grosso come un armadio aveva uno strano simbolo sul petto... Wendy, anche loro fanno parte di una gilda. Orange Dawn. Non so perché ce l’abbiano con Fairy Tail ma dobbiamo aver urtato il loro orgoglio se hanno deciso di attaccarci.
Izuku si portò la mano sotto al mento, pensieroso. – Sì, ma Ayan lavora con la Strega. Questo vuol dire che Orange Dawn e Artemi si sono alleati?
– Tutto fa pensare che lavorino insieme – concluse Charle seriosa.
Wendy volse gli occhi sulla figura addormentata del ragazzo legato e non poté non provare tristezza per lui.
– Ad ogni modo il Master della gilda Orange Dawn non è qui. Questo vuol dire... – ma la gatta venne brutalmente interrotta da un tonfo a pochi passi da loro, provocato da un corpo che cadeva a terra.
I tre si voltarono immediatamente verso l’origine del suono ma non appena si resero conto di chi fosse, si rilassarono. Anzi, Midoriya sorrise alquanto sollevato: – Kacchan! Stai bene! E anche tu, Amanda!
Il biondo assottigliò gli occhi cremisi e gli inveì contro: – Cos’è quel tono? Pensavi che delle schiappe simili potessero battermi? Osi sottovalutarmi?!
– Nient’affatto, Kacchan... – continuò a dire l’altro, mantenendo però il sorriso.
Amanda sospirò e si massaggiò il collo dolorante. – Quella tizia era veramente inquietante... non faceva altro che guardare Questo qui e complimentarsi con lui. In questo mondo ne esiste di gente strana! – esclamò mentre Wendy accennò un sorriso divertito.
Charle inclinò la testa e indicò la ragazza dai capelli indaco che poco prima Bakugou aveva molla a terra. – È questa qui?
La bruna annuì stancamente.
– Ad ogni modo abbiamo scoperto una cosa – grugnì a un certo punto Katsuki: – Non so perché ma la Strega ha messo gli occhi su di te, Nerd.
Allora Midoriya sospirò. – È come pensavo, quindi.
– Cosa?! – proruppe il biondo. – Lo sapevi già?!
– In verità, Ayan ha detto qualcosa di simile... È te che vuole, così ha-
Ma non terminò la frase perché Bakugou ringhiò così forte da farlo zittire: – Potevi anche dirmelo prima!
Charle scosse la testa. Quel tipo era anche più orgoglioso e attaccabrighe di Natsu, Gajeel e Gray messi insieme... e la cosa non le piaceva per niente, specie perché Wendy lo guardava come fosse pronto a esploderle in faccia.
È una maga eccezionale, eppure si lascia spaventare da qualche brutto carattere, pensò sospirando. Poi prese la parola: – Non scordiamoci che non è finita. Gray e Lluvia stanno ancora combattendo! – esclamò, richiamando l’attenzione.
– Già, è vero... andiamo a vedere. Magari hanno bisogno di aiuto – disse Izuku.
– In verità non credo proprio che abbiano bisogno del nostro intervento, ma se volete possiamo dare un’occhiata agli scontri – asserì la gatta indicando un punto lontano, lungo la ferrovia. – Prima ho visto Gray venire scaraventato in quella direzione. Se lui è lì, ci sarà anche Lluvia.
La maghetta annuì.
– Dovremmo lasciarli qui incustoditi? – asserì Amanda, indicando i due nemici sconfitti.
– Mh. Basterà portarci dietro Ayan... se la Strega dovesse recuperarlo, non potremo scoprire niente su Artemi e il suo piano – spiegò Midoriya.
A quel punto intervenne Bakugou: – Fammi capire, hai intenzione di interrogarlo?
L’altro annuì e il biondo, stranamente, si ritrovò d’accordo con le sue parole. Se lo caricò in spalla e cominciò ad avviarsi verso il punto da cui provenivano forti rumori.
I rumori della battaglia.

---

Fu una questione di secondi.
Il proiettile viaggiò a una velocità considerevole, nessuno fu in grado di vederlo scontrarsi con Scutum se non al momento dell’impatto, quando esplose.
Né Sakura, né Lucy avevano mai visto quello che quei colpi erano in grado di fare, in effetti. La kunoichi aveva però intuito si trattasse della stessa pistola usata da Claudia contro Akame e sgranò gli occhi quando vide una crepa percorrere quasi tutta la superficie dello scudo.
Lucy sorrise meravigliata. – Ce l’hai fatta...!
Isuke ghignò soddisfatto ma poi cadde in ginocchi, esausto e con un tremendo cerchio alla testa. – Ti basta quella crepa? – le chiese.
Si tutta risposta, lei estrasse una chiave dall’astuccio ed evocò Virgo che fece la sua apparizione. – Mi ha chiamata, principessa?
– Virgo, dai il colpo di grazia a Scutum! – esclamò sicura la bionda.
La maga avversario corrucciò allora le sopracciglia e si rivolse a Lucy, irritata oltre ogni misura: – Non pensare che basti una cameriera per sconfiggermi!
– Infatti ci sono anche io! – gridò Sakura.
Lei e lo Spirito Stellare si lanciarono in contemporanea contro lo scudo gigante, colpendolo la prima con un pugno e l’altra con un calcio. L’attimo dopo Scutum si ruppe in mille pezzi e scomparve, varcando il portale e tornando nel suo mondo.
Varia restò allibita e quasi incapace di muoversi. – M-Ma come... come avete fatto?!
Seduto tra le macerie del soffitto crollato, Isuke sogghignò rimettendo la pistola al suo posto. – I miei non sono dei semplici proiettili. È stato il Sommo Shinigami a darmeli qualche tempo fa e fanno il volere del loro padrone. – spiegò.
– E adesso, Star Dress: Lion!
La mano di Varia si spostò sul suo mazzo di chiavi ma per un attimo, un misero secondo, si paralizzò sul posto. E Lucy ne approfittò per colpirla con l’incantesimo più potente preso in prestito da Loki: Regulus; la sua gamba venne inondata di luce ed eseguì un perfetto calcio volante che colpì Varia in pieno stomaco.
– E con questo... fuori due! – esclamò.
– Che abilità fuori dal comune... – fece Sakura. – Puoi cambiare abbigliamento e in base a questo, la tua magia cambia?
Lucy stava per risponderle ma un colpo di tosse improvviso fece andare in ansia le due ragazze. Il ninja medico si catapultò vicino all’agente del Centro che ora faticava a respirare. – Beh, c’è di positivo che questo tipo di veleno non ha fatto subito effetto. Altrimenti sarebbe stato difficile combattere.
– Cosa facciamo? Wendy non c’è e...
– Sono un medico – la interruppe Sakura – Ci penserò io a lui, ma ho bisogno di-
Ma si fermò, l’Haruno.
Lucy fece per chiederle di continuare ma la kunoichi si lasciò andare a un sorriso divertito prima di continuare a parlare: – Ho capito. Sta’ tranquillo, Isuke. Il veleno che ha utilizzato non è affatto mortale!
– Come sarebbe a dire? Mi fa male tutto.
– È quello che voleva farci credere. Non sei in pericolo di vita... però sarà meglio iniettarti un antidoto prima che il dolore diventi insopportabile.
La maga di Fairy Tail la osservò per tutto il tempo con un’espressione sollevata.
Per fortuna che c’è lei, adesso che so che è un medico sono anche più tranquilla per Erza che ha deciso di andare con loro. In questo modo, almeno, non correrà pericoli.
La vide tirare fuori dal suo piccolo zaino alcune provette piene di liquido e una siringa. Il processò durò soltanto pochi secondi e Isuke non si lamentò neanche del fatto che Sakura gli stesse bucando prima le braccia e poi le gambe – Per precauzione – aveva detto – E poi così farà effetto prima.
– Mi sento già meglio – sospirò a un certo punto il biondo.
Lucy sorrise nel vederlo tornare a un colorito più sano e Sakura annuì per poi dare un’occhiata ai due sconfitti. – A questo punto direi di andarcene. Usciamo da questa torre e raggiungiamo gli altri.
– Okay, anche se l’idea di scendere tutte quelle scale non mi piac-
Non fece in tempo a terminare la frase, Lucy, che tutto cominciò a tremare.
Isuke si alzò immediatamente, seppur con qualche difficoltà nei movimenti, mentre Sakura si rimise lo zaino in spalla. – Cosa sta succedendo?
– Sembra che qualcuno stia combattendo senza prestare attenzione a ciò che colpisce... – disse Isuke con tono a metà tra il divertito e il preoccupato.
Fu proprio lui a notare in Lucy un cambio di colore repentino. – Che hai? Ti senti male?
– Penso... – gracchiò la bionda, diventando sempre più pallida. – Penso di sapere di chi sia la colpa.
In un quello stesso istante il pavimento sotto i loro piedi collassò e tutto prese a precipitare.
Sakura lanciò un’occhiata ai due che fino a pochi istanti fa avrebbero dovuto essere svenuti ma con enorme sorpresa vide Royal tramutarsi nuovamente in chimera, afferrare Varia e scappare via.
Un paio di ali farebbero comodo anche a noi in questo momento, pensò frustrata.
– Sakura! Lucy! – esclamò a un certo punto Isuke, tirando fuori il suo Overboard. Lo accese non appena vi poggiò sopra i piedi. – Salite, dobbiamo andarcene!
Evitando le macerie, il biondo fece spazio alle due ragazze su quella specie di tavola volante e anche se non era lucidissimo per mettersi a guidarlo, era comunque l’unico a sapere come funzionava.
In più non era fatto per trasportare tre persone ma fortunatamente ebbero almeno il tempo di allontanarsi quel tanto che bastava per raggiungere i primi alberi della foresta che circondava la biblioteca magica. Sakura si lasciò cadere sul ramo più alto mentre Lucy restò seduta sull’Overboard, dietro un Isuke probabilmente stremato.
– Ce l’abbiamo fatta per un pelo – sentenziò lui, vedendo la torre crollare su se stessa.
Lucy annuì per poi spalmarsi una mano sul viso, rassegnata. – Tutto questo disastro... sarà di sicuro colpa di Erza...!
 
 
 
 
 
 



 
 
# Salve ^^ Rieccomi.
Questa volta il capitolo è venuto fuori un po’ più lungo rispetto a quello precedente, bene.


Si sono conclusi alcuni scontri e altri sono iniziati. Per quanto riguarda Erza &Co (quelli che non sono apparsi nel capitolo) abbiate pazienza, ce n’è anche per loro ^^

E finalmente Amanda e Isuke si sono presi un po’ la loro “rivincita”, ecco. Amanda e Bakugou formano una stranissima coppia, eh?, per questo li ho messi insieme a combattere contro Mio! – non che lei non sia strana.
Mentre ricompare la pistola con le iniziali E.J., chissà chi è?

E Claudia? Beh, ovviamente tornerà anche lei ^^

Alla prossima, Ciau
 
rosy
 
P.S. Questo sembra il capitolo degli scudi indistruttibili che però vengono comunque fatti a pezzi... vi giuro che non ci avevo fatto caso fino ad ora!

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