Morsmordre

di Heismybestfriend
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.Finzione o realtà? ***
Capitolo 2: *** Paura Malfoy? ***
Capitolo 3: *** Una chiacchierata per due ***
Capitolo 4: *** Stalker ***
Capitolo 5: *** Qualcuno sussurra il mio nome ***
Capitolo 6: *** Incubi ***
Capitolo 7: *** Interrogatorio ***
Capitolo 8: *** Il cappellaio matto ***
Capitolo 9: *** L'appuntamento ***
Capitolo 10: *** Fantasmi nel cassetto ***



Capitolo 1
*** 1.Finzione o realtà? ***


Benvenuti nella mia storia, è la prima volta che ne scrivo una su Harry e Draco quindi siate buoni!

Spero di cuore che vi entusiasmi!

PS Ho intenzione di aggiornare ogni mercoledì, nel caso in cui ho più capitoli pronti ci saranno più aggiornamenti alla settimana.


Buona lettura!







 

FINZIONE O REALTA'?








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Pov Draco Malfoy

 

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1 Settembre 1998 (Quattro mesi dopo la guerra)





La guerra è finita da quattro mesi ormai, ma Draco Malfoy non accenna ad aprire bocca. Tutto è silenzioso attorno a lui. Nonostante i continui esorti di sua madre e la sua volontà nel pronunciare anche una sola parola, non riesce a trovare le parole giuste per esprimere quello che sente dentro. Una volta finita la guerra e superato con qualche difficoltà i processi a cui furono sottoposti, Narcissa cercò di pagare un mago professionista in grado di aiutare la psiche di suo figlio, ma nessuno ha accettato di aiutare la famiglia di traditori.



Il tempo passa e settembre arriva velocemente. Draco si sente un estraneo nella stazione di king's cross, un biondo platino troppo eccentrico in mezzo ad una folla troppo omogenea. La sua mano trema, la lettera della scuola di Hogwarts sembra avere vita propria all'interno della tasca della sua giacca elegante e un fascio di magia attorno al suo polso destro lo pizzica costantemente e gli ricorda tutto quello che è successo quattro mesi addietro.

Il serpeverde supera la barriera del binario nove e tre quarti e indossa la sua solita maschera. Decide di non mostrare emozioni, che siano di fastidio o di gioia, preferisce rimanere indifferente di fronte alla folla. Da quando è stato etichettato come mangiamorte e costretto agli arresti domiciliari per un anno e mezzo, qualunque espressione indossi provoca la paura delle persone che temono che nascondi qualcosa e che stia per attaccarle. Dopo la guerra ha imparato ad evitare le grandi folle e a parlare sempre di meno, essendo figlio di traditori ha imparato che ogni parola che dice è sbagliata.

Il treno è pieno di studenti e Draco riesce quasi a riconoscere sul viso di alcuni di loro le ombre della guerra passata. Non è l'unico a soffrire. Draco rabbrividisce nel sentire tutti gli occhi puntati su di lui, l'ex-mangiamorte che è tornato per completare gli studi solo perché costretto dagli arresti domiciliari. È questo quello che è adesso, un enorme contenitore di rimpianti e debolezze.



 

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Draco si infila silenziosamente nel primo vagone che trova, incanta la porta per chiuderla a chiave e mette la valigia al suo posto.
'è questo cos'è'
Pensa guardando un gatto adagiato sui sedili del vagone, è completamente nero, con il manto scompigliato, due occhi tondi e verdi che lo fissano attentamente. "A chi appartieni?" mormora Draco, la sua voce è roca e il suono gli appare strano alla sue orecchie.

Allunga la mano verso l'animale in cerca di qualche traccia magica che lo conducesse al padrone ma il gatto soffia e si allontana dalla sua mano. Brividi freddi lo fanno tremare, anche un animale gli si allontana. "non voglio farti del male", lo informa, si avvicina alla porta del vagone e con uno scatto veloce della bacchetta rimuove la serratura. La apre di poco e guarda il gatto attentamente, gli occhi verdi sono ancora fissi su di lui.

"così puoi andare via in qualsiasi momento" dice sottovoce stendendosi sui sedili vuoti. Alza la mano destra davanti ai suoi occhi e osserva la catenella magica attorno al suo polso. Cercherà di rendersi il più invisibile possibile a scuola, spera solo che quest'anno passi in fretta.



 

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Pov Harry Potter

 

 

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"Harry!!" Hermione corre verso il suo migliore amico e lo stringe in un abbraccio caloroso. Harry ride e fa qualche passo dietro di sé per mantenere l'equilibrio. "io e Ron non ti abbiamo trovato sul treno" La giovane grifondoro gli dà una sguardo sospetto, le sue labbra si piegano in un broncio. "hai fatto tu sai cosa?"

Alcuni studenti passano accanto ai due amici, sussurrano eccitati ma fortunatamente non li fermano per parlare, Harry ha sempre odiato la sua popolarità, soprattutto dopo che la guerra è finita e voldemort è stato sconfitto. Ron lì raggiunge poco dopo con un leggero affanno "perchè corri sempre così ogni volta che non vedi Harry per qualche giorno?!"

"non è un giorno, Ronald, è passato un mese" Harry sorride ai loro soliti battibecchi e sposta lo sguardo sulla sala grande nella quale sono appena entrati per la cena di benvenuto e lo smistamento. Respira aria di eccitazione, sebbene i ricordi della guerra siano ancora impressi nelle mura. Hermione e Ron spingono Harry ad incamminarsi verso il tavolo dei grifondoro. "Hogwarts è perfetta", esclama la riccia. Ron sbuffa accanto a loro, "dopo i galeoni cacciati e le ore che i volontari ci hanno speso dietro non poteva altro che essere così"

Tutti e tre si siedono sulla grande panca della tavolata dei grifondoro. Harry guarda i serpeverde dalla parte opposta rispetto alla loro ma ancora non riesce a scorgere una testa bionda tra di loro. "ragazzi, siete tornati anche voi!" Neville si siede di fronte a loro con Ginny al suo fianco. "ci sembrava giusto finire gli studi correttamente" le rispose Hermione, intanto aveva afferrato la mano di Ron mentre quest'ultimo si lamentava per la sua solita fame.

"chissà quest'anno come sarà il professore di magia contro le arti oscure", mormora Harry. Guarda la tavolata dei professori e scorge un uomo con un grosso cappello turchese e un paio di occhiali rotondi. La sua attenzione viene rubata dai serpeverde che ridono dall'altra parte della sala grande, sembrano provocare uno di loro ed è Draco Malfoy. Harry si acciglia, il serpeverde rimane con la testa calata e sebbene Harry non possa vederlo da così lontano, giurerebbe sul fatto che abbia gli occhi chiusi.

"Harry, la Mcgranitt è appena entrata", Hermione gli da un colpetto sulla spalla che lo risveglia dalle sue riflessioni e subito sposta la sua attenzione sulla vecchia preside di Hogwarts. Un senso di nostalgia lo assale mentre guarda la bacchetta della professoressa avvicinarsi alla sua gola.

"Maghi e streghe di Hogwarts, che con questo inizio anno la luce risplenda nuovamente in tutti i nostri cuori. La guerra è finita da pochi mesi ma le anime che abbiamo perso non smetteranno mai di battere dentro di noi. Ricordatevi di tutti loro con un sorriso, perché è così che vorrebbero essere ricordati e non altrimenti" Hermione poggiò la sua mano su quella di Ron, il grifondoro la prese con dolcezza e le posò un piccolo bacio sul dorso, poi guardò in alto con un sorriso tremante. "Un nuovo inizio è alle porte e mi auguro che tutti voi riusciate a trovare la serenità in voi stessi e lasciarvi la guerra alle spalle" il suo sguardo scivolò lentamente su tutta la sala grande.

"Adesso mangiamo e divertiamoci...che la cena sia servita" con un rapido movimento della bacchetta tantissime pietanze dall'aspetto gustoso spuntarono sui cinque tavoli e un fragoroso applauso partì nella sala grande. Harry sorrise, gli occhi scintillanti a causa dell'emozione, sarebbe stato un anno grandioso.



 

.

 





 

Pov Draco Malfoy

 

 

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Le lezioni sembrano durare pochi secondi quel giorno, Draco cammina per i corridoi in silenzio, cerca di prendere più scorciatoie possibili in modo da incontrare meno studenti. Non ha prestato molta attenzione alla sua ultima lezione di trasfigurazione, la tazzina da tè che doveva trasformare in un animale continuava a ricordagli del vecchio set da tè di sua madre, quello che usava per i suoi ospiti più importanti, ricorda di averlo rotto, quando suo padre tornò a casa con un altro prigioniero di guerra. Ricorda ancora il formicolio che provò nelle dita guardando il viso sporco di sangue di quel povero uomo, gli occhi vuoti di chi era appena stato torturato, ricorda il momento in cui aveva spostato lo sguardo assente su di lui, la sua richiesta di aiuto.

"Che sorpresa", Luna spunta da dietro un angolo e Draco fa un passo indietro spaventato, la giovane corvonero lo osserva per qualche minuto poi si toglie gli occhiali colorati. "dovresti controllare la tua costellazione uno di questi giorni, sei più pallido del solito" Draco vorrebbe risponderle, è normale che sia pallido dopo averlo spaventato in quel modo, ma, suo malgrado, le parole non gli escono da bocca.

"c'è un gatto", afferma Luna dopo qualche secondo di silenzio. Draco sposta lo sguardo verso la direzione che indica la ragazza e vede lo stesso gatto che ha incontrato sui vagoni del treno. I suoi occhi verdi sembrano ancora più grandi e luminosi. "sai chi è il padrone?", sussurra, la sua voce si spezza sulla sua ultima parola, non essendo abituato a parlare a lungo. "sarà un vagabondo", Luna si accovaccia all'altezza del gatto, "ciao bel gattone" gli sorride mentre lo accarezza con dolcezza, il gatto inizia a fare le fusa e a strusciarsi su di lei in segno di affetto, Draco quasi ne è geloso.

Il giovane Serpeverde decide di andarsene ma Luna lo ferma prima che possa svoltare l'angolo. "non ho potuto mai ringraziarti per l'ultima volta che ci siamo visti", dice. Draco serra la bocca in una linea piatta. A volte sogna i suoi occhi azzurri nelle segrete del maniero. "eri l'unico a portarci da bere e delle coperte calde in quel posto, hai rischiato molto per noi"

"Ma non vi ho portato in salvo", sussurra Draco, il rammarico per le sue azioni ancora stampato nel profondo del suo animo. Luna smette di accarezzare il gatto e si alza al suo livello. "sei cambiato molto, Draco" dice "o forse hai solo smesso di fingere"



 

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"L'incanto patronus", spiega il professor Pacifer agitando con fare distratto la bacchetta "è un incantesimo di alto livello, pochi maghi sono effettivamente riusciti ad eseguirlo alla perfezione in giovane età e solitamente non è nel programma d'insegnamento di Hogwarts ma credo sia utile per tutti voi imparare come evocarlo" gli occhi chiari perlustrano i suoi studenti con un piccolo sorriso, Draco pensa cosa potrebbe essere il suo patronus, forse un serpente, cattivo, sibilante, una creatura misteriosa e pericolosa. O addirittura una donnola, un animale carnivoro e molto feroce.

Alcune braccia si tendono verso l'alto e il giovane serpeverde si spaventa dai gesti improvvisi, il professore deve aver fatto una domanda. "vi vedo molto interessati", il tono di Pacifer è affettuoso, i suoi occhi sono gentili e ai loro lati ci sono piccole rughette che mostrano quanto spesso sorrida. "Chieda pure signor Finnigan"

Draco solleva lo sguardo sul grifondoro, "è vero che i mangiamorte non sono in grado di evocare un loro patronus?" L'aula diventa silenziosa, Draco abbassa lo sguardo. I mangiamorte non provano alcun tipo di affetto, non hanno persone a loro care di cui ricordare, il loro animo è scuro e deformato.

La mente di Draco si allontana a quando era un bambino, i ricordi sono sfocati, alcune volte pensa che siano solo fantasticherie, ma crede di ricordare la sua infanzia, le estati passate con sua madre in Francia, in riva al mare a piedi scalzi. Le loro mani non si sarebbero mai lasciate e avrebbero camminato per ore lungo la costa ridendo e scherzando. Il suo cuore accelera e l'angolo delle labbra tremola colpito da un tic nervoso. Alza lo sguardo e nota che la classe è ancora silenziosa, alcuni Grifondoro lo guardano con disprezzo, sicuri di non essere visti dal nuovo professore.

Draco rabbrividisce e il viso spensierato di sua madre sparisce e viene sostituito da un volto pallido, ossuto, con gli occhi e il naso scavati. Il serpeverde non ci pensa e si alza di scatto, la sua bocca si apre appena, forse per rispondere a tono, lui prega affinché qualsiasi cosa gli esca dalla bocca invece di questo silenzio assoluto. Ma le sue labbra si serrano e i suoi occhi cadono. Raccoglie le sue cose e scappa dall'aula.

'Un malfoy non oserebbe mai comportarsi in questo modo', si ripete come un mantra nella sua testa. Gli sfuggono le urla arrabbiate del professore.



 

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È passata qualche ora dalla lezione del professor Pacifer, Draco si è rifugiato in un vecchio corridoio quasi sempre deserto. È seduto sul davanzale ad osservare il bracciale magico attorno al suo polso, se solo trovasse un modo per liberarsene, così potrebbe scappare via e non tornare mai più, in modo da non sentirsi così oppresso e claustrofobico.

Un piccolo uccellino gli compare davanti al viso, Draco quasi non ha il tempo di reagire perché l'incantesimo esplode in tante scintille e si trasforma in un biglietto elegante.



~~~

Signor Malfoy,

l'aspetto nel mio ufficio tra mezz'ora per parlare in privato,

Professor Pacifer.

~~~



Draco sospira, appoggia la testa contro il muro contro il quale è seduto e chiude gli occhi. A volta desidera di riaprirli e di trovarsi in un posto dove nessuno conosce il suo aspetto.



 

.

 





L'ufficio del nuovo professore è davvero strambo. Ha una forma ovale, davvero grande, luminoso e confortevole. I banchi sono disseminati in maniera casuale e hanno tutti forme diverse, ci sono alcune mensole con roba che non ha mai visto prima e una strana boccia di vetro con dentro dell'acqua ma alcun pesce. Le pareti sono di un acceso verde limone e vi sono disegnati alcuni animali che si muovono in completa libertà. Il pavimento sembra affondare leggermente quando ci si cammina sopra, come se fosse ricoperto di morbidi cuscini trasparenti in modo da sedersi anche per terra se necessario.

La porta cigola e qualsiasi cosa stia facendo Pacifer viene interrotta. "Signor Malfoy, sono contento di vedere che il mio incantesimo di localizzazione è arrivato al destinatario" osserva mentre fa un leggero movimento con la mano per invitare il giovane ad entrare ulteriormente.

Draco entra nell'aula, confuso. "ti chiederai il motivo di questa riunione, siediti, ti spiegherò tutto presto", Malfoy sceglie un banco ovale e un set da tè compare immediatamente davanti a lui. Una tazzina fluttua davanti ai suoi occhi mentre una più grande gli versa una manciata di tè e la riempe fino all'orlo, un goccio di latte e un cucchiaino di zucchero vengono poi aggiunti. "il signor Finnigan subirà delle conseguenze per le parole di prima, voglio che tu lo sappia Draco"

Draco decide di non dire nulla, nonostante il dolore che sente nel petto e l' improvvisa sensazione di nausea nello stomaco. "lo convinceremo che quello che ha detto è una bugia!" Il professore gli si avvicina e poggia entrambi le mani sul banco dove Draco è seduto, il tè nelle tazzina tremola leggermente. "imparerai a fare un incanto patronus" afferma.

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Capitolo 2
*** Paura Malfoy? ***


Vorrei ringraziare @NICKITA0124 per entrambe le recensioni. Davvero, sono felicissima che la storia ti stia piacendo e che abbia raggiunto qualcuno! Per me anche solo una recensione è 

importantissima!

In più ci tengo a ringraziare tutti coloro che hanno aggiunto la storia tra le seguite o preferite! Vi sprono a recensire, non abbiate vergogna! Accetto anche quelle negative!

PS Per il prossimo aggiornamento dovrete aspettare mercoledì prossimo, ma nel caso in cui avrò pronti più capitoli aggiornerò anche prima, non si sa mai, quindi rimanete aggiornati! In più, sto cercando di allungare i capitoli man mano che vado avanti, non sono abituata a scrivere più di 1000 parole a capitolo ma ci sto provando! Abbiate pazienza.

Buona lettura e grazie ancora.




Paura Malfoy?





Pov Harry Potter





Imparare a trasformarsi in un animagus è stato più facile di quanto pensasse, a volte passare da umano ad un gatto nero col pelo sbarazzino è così istantaneo che quasi non se ne accorge. Fa parte di lui ormai.

È stato un caso incontrare Draco Malfoy sul vagone del treno, Harry aveva bisogno di un pó di tranquillità dalla fama ottenuta dopo la fine della guerra, ormai non riusciva più ad uscire di casa senza che qualcuno lo avvicinasse per qualche domanda di qualunque tipo.

Sui sedili del treno, si aspettava di venire cacciato in modo brusco, invece quello che ha visto lo ha spiazzato, Malfoy sembrava diverso, desolato, solo.
Nulla a che vedere col il bullo che lo aveva assillato per sette lunghi anni.
Ma harry ha avuto sempre una sorta di bramosia verso il giovane Serpeverde e quindi ha iniziato a seguirlo nella sua forma da gatto, notandolo in comportamenti che non gli avrebbe mai e poi mai visto addosso.




I passi sulla mappa del malandrino si muovono in cerchio, gli occhi di Harry non si staccano nemmeno per un frammento dalla targhetta con su scritto il nome di Malfoy.

Il giovane Serpeverde sembra abbastanza irrequieto, Harry si chiede cosa abbia pensato o cosa abbia combinato dopo la sparata di Seamus in classe di arti oscure.
Il forte russare di Ron lo desta dai suoi pensieri, quasi lascia cadere la pergamena dalle mani dalla stanchezza ma nota i passetti di Malfoy uscire dal dormitorio dei serpeverde e allontanarsi dai sotterranei. Harry non ci pensa neanche un secondo quando scatta fuori dal letto e indossa il mantello dell'invisibilità per seguire la sua ex nemesi.



****



Grazie al mantello dell'invisibilità Harry riesce ad intrufolarsi silenziosamente dentro l'aula del quarto piano dove Malfoy si è nascosto, la stanza sembra perfettamente normale, assomiglia ad una delle vecchie aule del loro primo anno.

Ripone con cura la mappa nella tasca del pantalone del pigiama e osserva il serpeverde dirigersi verso una cassa di legno scuro. Un fascio di luce lunare illumina il viso di Malfoy mente si avvicina all'oggetto e Harry nota le profonde occhiaie sotto i suoi occhi.

Malfoy mormora un incantesimo e la scatola scatta, Harry diventa teso, per un attimo non succede assolutamente nulla, fino a quando una grossa carcassa nera non fuoriesce dalla scatola e inizia a ruotare su se stessa.

Malfoy punta la bacchetta lunga contro la creatura che Harry ricorda essere un molliccio ma non succede nulla fino a quando il mostro prende le sembianze di Lucius Malfoy.

Harry smette di respirare per un attimo. Possibile che la cosa di cui malfoy ha più paura è il suo stesso padre?

Il serpeverde sembra pietrificarsi, un accenno di un patronus viene borbottato nervosamente ma Harry già sa che non funzionerà. Si toglie di scatto il mantello e prima che la creatura possa attaccare, evoca il suo patronus, un cervo maestoso si libera nella stanza che per un attimo si illumina d'argento. Il cervo scaccia il molliccio prima che possa trasformarsi per la seconda volta e Harry lo chiude velocemente dentro la sua scatola con la bacchetta.

"Ti rendi conto del pericolo in cui ti sei messo!" Harry scatta e si gira verso Malfoy che è ancora in piedi in mezzo alla stanza in silenzio, sembra avere l'affanno.

"Non sono affari tuoi!" Il serpeverde sembra scioccato delle sue parole, si porta entrambi le mani davanti alla bocca e guarda Harry in silenzio.
Il grifondoro nota lo strano gesto, fa finta di nulla, "dove ti sei procurato un molliccio?"

Quando nota che Malfoy non ha intenzione di rispondere gli si avvicina ulteriormente e alza la bacchetta contro il suo petto. Il serpeverde sussulta e Harry si disarma in un attimo.

"Malfoy, cosa stavi cercando di fare?"

Malfoy distoglie lo sguardo e sembra pensarci per qualche secondo prima di rispondere. "Il professore vuole che impari ad avocare un incanto patronus" mormora, la sua voce è roca e bassa.

Harry caccia la bacchetta dalla tasca e trasforma un vecchio trofeo su una mensola in una barretta di cioccolato, ne prende un pezzo e lo porge al serpeverde.
"mangia, sembra che tu ne abbia bisogno"

Malfoy lo prende con esitazione e ne morde una piccola porzione, Harry fa una smorfia "non essere schizzinoso Malfoy, ti servirà se vogliamo continuare ad allenarti"

Il serpeverde smette di mangiare e alza lo sguardo sul quattrocchi. "vogliamo?" dice.

Harry annuisce e si avvicina alla cassa con dentro il molliccio e le dà un paio di colpetti con la mano. "Ti andrebbe il mio aiuto?"

"accetto" mormora Malfoy, ma Harry può dire che c'è dell'altro dal suono petulante della sua voce "soltanto se mi dici come facevi a sapere che mi trovavo in questa stanza" agita la bacchetta e delle cifre infuocate appaiono dal nulla. "è mezzanotte passata! Che ci fai ancora sveglio?"

"potrei chiederti lo stesso!!" Ribatte Harry. "e non sapevo di trovarti qui, non riuscivo a dormire e stavo facendo un giro per il castello"

"certo, perché girovagare per il castello di notte quando rischi di essere scoperto da Gazza è un attimo rimedio per l'insonnia"

"vuoi il mio aiuto sì o no?" ribatte Harry per stroncare il litigio.

Malfoy si ammutolisce ed annuisce con la testa dopo qualche secondo di silenzio.

"okay, allora finisci la cioccolata e mettiti davanti alla scatola" mostra.



Pov Draco Malfoy





Draco non riusciva a credere di aver parlato così tanto. È così felice di essere riuscito a pronunciare qualche parola che quasi dimentica di essere stato sorpreso da Potter.
Stringe i pugni ed evita la vergogna di essere stato scoperto a provare un incantesimo che non evocherà mai! Inizia a pensare che Finnigan abbia ragione dopo tutto.

Si posiziona davanti alla cassa chiusa come ordinatogli da Potter. Guarda l'oggetto con diffidenza, poi punta gli occhi sul grifondoro.

"sai come funziona questo incantesimo?", domanda allora Potter.

"sta tutto nel ricordare dei momenti felici della tua vita o a delle persone care che colleghi a quei momenti" Potter accena in accordo.

"Prima, con il molliccio, a cos'hai pensato?"
Draco non vuole rispondere, ma non è così fortunato, Harry punta lo sguardo su di lui finché il serpeverde si sente talmente a disagio da dire la verità.

"Io e mia madre in spiaggia in Francia, ricordo delle passeggiate che facevamo, mi sentivo felice" dice Draco, il silenzio regna per un attimo nell'aula, Potter sembra pensare ad una risposta da dare.

"probabilmente non ci hai pensato abbastanza duramente, L'incanto patronus è un incantesimo molto potente, ha bisogno di tutte le abilità di chi lo evoca" spiega Potter.

Draco fa il broncio. "capisco" mormora.

Potter gli si avvicina. "che intendi con 'capisco'."

"non ho abbastanza abilità" svela alla fine.

Potter sembra sorpreso, poi nega con la testa. "non so cosa ti sia successo Malfoy, ma riuscirai ad evocare un patronus alla fine, devi crederci"

Draco non la pensa così.



*****



È stato un disastro. Il molliccio non è minimamente rimasto infastidito dalla sua magia. Draco aveva voglia di spezzare le posate con cui stava mangiando la sua colazione in due.
Non osò guardare la tavolata dei grifonforo, aveva paura di vedere la faccia compiaciuta di Potter, sebbene sia stato il più paziente possibile mentre gli spiegava cosa fare.

La sua mente continuava a sussurrargli motivi per il quale non era riuscito ad avocare il suo patronus, ogni tanto sbucavano fuori le parole perfide di Finnigan.

E' un mangiamorte, non è in grado di provare vero amore e non sarà mai in grado di evocare un patronus decente





Perfido.
Lurido.
Sporco.
Mangia....


"Draco!" La voce di luna lo desta dai suoi pensieri. Senza volerlo, aveva infilato le unghie nei suoi palmi e aveva causato l'uscita di qualche goccia di sangue.
Luna si siede accanto a lui e tira fuori le posate dalle mani di Draco.

Il serpeverde nota solo ora alcuni sguardi fissi su di lui. Sente il suo respiro accelerare. Si alza dal posto e a passo svelto esce dalla sala grande.



POV HARRY POTTER



Sono passati due giorni dall'ultima volta che ha parlato con Malfoy. La colazione quella mattina sembra avere un sapore aspro.

"avete scritto la pergamena per la lezione di trasfigurazione?" domanda Hermione sia a Ron che ad Harry. Ron tossisce nel suo succo di zucca, Harry smette di girare la forchetta nella strapazzata. Hermione sembra infastidita "come al solito" alza gli occhi al cielo. Caccia dalla borsa due pergamene perfettamente rilegate "sono solo alcuni dei miei appunti" spiega porgendo ai suoi migliori amici le pergamene "basta rielaborarli"

Ron gli si butta contro e la bacia con dolcezza. "ti amo sempre di più Herm" Hermione arrossisce e abbassa lo sguardo imbarazzata.
Harry li ignora, si gira a guardare la porta d'accesso alla sala grande, oggi Malfoy non è ancora entrato per colazione.



*****



L'incantesimo non verbale induce la porta ad aprirsi senza far rumore, Harry sgattaiola nella stanza con ancora addosso il suo mantello dell'invisibilità.

Draco Malfoy è in piedi, immobile, di fronte alla cassa marrone, dimora del molliccio. Ad harry sembra rivivere un paio di sere fa, ma Malfoy questa volta non accenna a pronunciare l'incantesimo per sbloccare il molliccio.

"Pensavo volessi esercitarti", dice Harry. Malfoy impreca sotto voce e punta la bacchetta contro la testa del grifondoro, l'unica parte visibile del suo corpo. Malfoy lo guarda per alcuni secondi senza dire niente, poi un ghigno compare sul suo viso. "non dovrei essere sorpreso" commenta, riferendosi al mantello dell'invisibilità "chissà quali altri segreti nascondi".

I due ex-rivali si guardando in silenzio per un istante.

"Paura, Malfoy?" Domanda Harry, accenna verso la scatola sigillata.
"Ti piacerebbe", risponde Malfoy. Si gira verso la cassa e gli punta la bacchetta contro. Ma dopo qualche secondo di esitazione l'abbassa lungo i fianchi.

"non ho paura" mormora, "penso che sia inutile provarci" spiega e si allontana lentamente dalla scatola, sembra avere un aspetto sconfitto e stanco. Harry lo guarda con attenzione, "non so cosa ti sia successo Malfoy, ma non è da te rinunciare così"

Malfoy non lo guarda. "non sono più me stesso da un pó ormai" sussurra, poco dopo lascia la stanza lasciando Harry da solo.

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Capitolo 3
*** Una chiacchierata per due ***


Buongiorno a tutti,

lo so è sabato e non è il giorno settimanale che mi sono prefissata per pubblicare nuovi aggiornamenti, ma avevo quasto capitolo pronto e una parte del quarto già scritto quindi ho detto, perchè no?

Spero vi piaccia, a me non convince molto rispetto agli altri, ma una recensione per incoraggiarmi sarebbe ben gradita! (ci provo in tutti i modi a farvi lasciare una recensione ahahahah).

Anyway, ringrazio molto tutti coloro che hanno aggiunto le storie tra le seguite, le ricordare e preferite. 

Ringrazio specialmente ALLYII per aver recensito il capitolo precedente!

Questa storia sta avendo un bel riscontro, quindi sono molto felice!

A mercoledì per un nuovo aggiornamento

Buona lettura 

xxx







UNA CHIACCHIERATA PER DUE







POV DRACO MALFOY





Non parla più. Da quando ha smesso di provare ad evocare il suo patronus si è chiuso di nuovo in sé stesso. Evita il professor Pacifer, evita di andare nell'aula per esercitarsi per paura di incontrare di nuovo Potter. È tutto inutile.

Un dolore improvviso alla schiena lo induce a fermarsi in mezzo al corridoio che stava percorrendo. Qualche giorno prima qualcuno gli aveva lanciato una maledizione minore per ferirlo, un graffio gli era apparso al centro della schiena ma non ne aveva parlato con nessuno. Pensava di meritarlo.


Appena gli è possibile prende una scorciatoia e riesce ad arrivare incolume al suo dormitorio, tira un sospiro di sollievo.



Il giorno dopo è a colazione quando il suo gufo picchietta leggermente il becco sulla sua mano destra. Draco prende la lettera attaccata alla sua zampa e offre al vecchio animale un pezzetto di Bacon dal suo pranzo. Il gufo osserva il cibo per qualche istante prima di mangiarlo con gusto.

Il serpeverde apre la lettera e senza che legga il nome capisce già il mittente. La scrittura di sua madre è sempre stata molto elegante, inconfondibile anche tra mille pergamene.



'Caro Draco,

Spero tu ti stia trovando bene nel castello e che tu non ti stia chiudendo in te stesso come ti è solito fare.

La settimana prossima ho intenzione di inviarti una scatola di cioccolatini francesi, ero solita mangiarli quando era una bambina, so 

che saranno di tuo gradimento, sto solo aspettando l'approvazione degli auror per farmeli spedire dalla Francia.

Ti scrivo questa lettera per avvisarti su tuo padre, la sua condanna ad Azkaban è stata prolungata ulteriolmente, per

adesso non mi è permesso avere sue notizie, ma forse durante la vigilia di natale ci sarà concesso andare a trovarlo per alcuni minuti.

Spero tu stia bene, qui si sente la tua mancanza.

Con affetto, 

mamma.'





Draco posa la lettera sul tavolo sulla quale si è poggiato, sente i suoi occhi appannarsi e cerca di calmarsi per non iniziare a piangere nella sala grande davanti a tutti. Dopo la fine della guerra lui, sua madre e suo padre sono stati processati a causa delle loro scelte. L'unico a parlare a favore suo e di sua madre è stato Harry Potter, il motivo per cui non sono stati mandandi dietro le sbarre, suo padre invece fu condannato per aver aiutato Voldemort nella sua ascesa al potere. Draco non dimenticherà mai il sollievo che provó quando il ministro condannó suo padre a dieci anni ad Azkaban e si sente male per questo.



*****



Quel pomeriggio gli studenti dal terzo all'ottavo anno hanno la possibilità di andare ad hogsmead, in quanto Draco era costretto all'interno del castello a causa degli arresti domiciliari era uno dei pochi a non essere andato. Il castello sembrava vuoto e Draco finalmente si sentiva libero.

È seduto in riva al lago nero e stacca in silenzio alcuni fiori dal terreno.
"Signor Malfoy" Draco scatta all'attenti alla voce del professore Pacifer "finalmente sono riuscita a trovarla"

Fa per alzarzi ma l'uomo lo blocca sedendosi accanto a lui. "non alzarti ancora, voglio solo parlare non temere" Draco guarda davanti a sè e deglutisce. La sua mente si chiude e aspetta qualsiasi cosa il prof voglia dirgli.

"Perché non sei ad hogsmead?" Domanda, Draco gli mostra il braccio destro dove il suo braccialetto magico é stato fissato dagli auror "quasi dimenticavo. Immagino che tu non possa allontanarti molto dal castello", Draco annuisce. Rimangono in silenzio per un periodo, Draco coglie l'occasione per dare un'occhiata più attenta al professore. Sembra molto elegante e amichevole. Ha i capelli ordinati di un marrone chiaro, un accenno di barba e gli occhi color ambra.

"sai", inizia il professore "quando ti ho detto che avresti imparato ad evocare un incanto patronus non intendevo costringerti in alcun modo" dice. Draco lo guarda con stupore, senza pensare continua a strappare alcune erbacce dal terreno.
"non volevo stressarti ancora di più, volevo solo dimostrare ai tuoi compagni che non sei la persona che credono" si volta a guardare Draco e i suoi occhi sono pieni di pura sincerità e rimpianto, era da molto che qualcuno non lo guardava in quel modo.

"So cosa vuol dire sentirsi isolato e estranei a ciò che ci circonda. So cosa si prova ad essere allontanati da tutti e sentirsi privi di significato. L'ho vissuta prima di te la guerra, quando Voldemort è apparso per la prima volta" Draco nota il professore essere in difficoltà per la prima volta. "provengo da una famiglia di mangiamorte, all'epoca i miei genitori mi costrinsero a prendere il marchio, ma io sono scappato, mi sono rifugiato in Francia e non sono più tornato" il professore si zittisce. Malfoy è incuriosito, le sue mani si fermano e la sua attenzione è completamente rivolta verso l'altro uomo.

"potevo sicuramente affrontare di petto le mie responsabilità, rimanere, continuare a combattere. Ma odiavo troppo la mia famiglia per quello che volevano farmi diventare", guarda Draco mentre confessa.

"io l'ho preso invece, il marchio" sussurra Draco "sono stato un codardo e ho scelto la parte sbagliata" il professore nega le sue parole "tu non hai avuto scelta".

Rimangono per un attimo entrambi nei propri pensieri, il lago nero è completamente piatto, il riflesso dei raggi del sole lo rendeno più facile da ammirare. "adesso hai l'opportunità di provare ai tuoi compagni chi sei veramente. Non sei un mangiamorte Draco e puoi dimostrarlo evocando un potentissimo patronus, devi solo travarlo in te stesso, posso aiutarti" Draco ci pensa su, "credo di aver già qualcuno che voglia aiutarmi professore" svela.

Il professor si volta a guardarlo e Draco nota una coppia di occhiaie sotto i suoi occhi espressivi. Gli sorride e inclina il viso verso la spalla sinistra. "Ah si? Qualcosa mi dice che posso immaginare chi sia", gli dice. Sotto lo sguardo indagatore dell'uomo Draco si ritrova ad arrossire, spera solo che l'altro non se ne accorga.

"non so a chi lei stia pensando professore, ma qualsiasi cosa lei stia insinuando, si fermi per favore", sussurra imbarazzato. Il professore ride della sua goffaggine. Gli preme una mano sulla spalla e stringe leggermente. Draco si sente rassicurato da quel gesto. "Stai tranquillo ragazzo"gli dice con affetto.



POV HARRY POTTER





Ai maghi e streghe dell'ottavo anno non era permesso entrare a far parte di una squadra di Quidditch, quindi i grifondoro usavano ogni pomeriggio libero dalle lezioni per usufruire del campo, ovviamente senza interferire con gli allenamenti delle squadre ufficiali. Quel pomeriggio avevano la possibilità di visitare Hogsmead per la prima volta quell'anno, quindi i giovani studenti avevano facilmente fatto a meno della solita pratica del Quidditch per avventurarsi nella magica città poco distante da Hogwarts.

Harry, Ron ed Hermione erano proprio tra quelli, Hogsmead sembrava non aver risentito degli effetti della guerra, i cittadini era contenti di accogliere gli studenti di Hogwarts e la città appariva allegra e affollata. Il trio magico decise di prendere qualcosa di caldo ai tre manici di scopa, furono accolti con benevolenza dal vecchio proprietario e presto gli furono offerti un tavolo appartato e tre caldi calici di burrobirra.

"Sembra essere passata un'eternità dall' ultima volta che siamo venuti in questo posto" Ron è il primo a spezzare il piacevole silenzio. Un'ondata di nostalgia si riversa in Harry e annuisce con approvazione. "Sembra che tutto sia rimasto uguale ma allo stesso tempo sono cambiate molte cose" si ritrova a dire Hermione e i suoi due migliori amici annuiscono in accordo.

Rimangono in silenzio mentre assaporarono le loro burrobirre, Hermione si sporca il labbro di schiuma bianca e Ron sorride con affetto mentre gli pulisce il viso con delicatezza. Harry è felice della nuova relazione tra i suoi più cari amici. "Avete notato Malfoy invece?" Domanda Ron rivolgendo la sua attenzione anche al moro. Beve un ultimo sorso di burrobbirra e colpisce un paio di volte la pancia piena. "È diverso dal solito, gli anni precedenti non avrebbe esitato ad assillarci"

Hermione sembra pensarci sù. "la guerra deve averlo segnato profondamente. Non credo neanche di averlo sentito dire una parola dall'inizio dell'anno" sia Ron che Hermione si voltano a guardare Harry aspettando un qualsiasi tipo di risposta. "cosa c'è?", domanda improvvisa ansioso del comportamento dei due grifondoro. Ron ridacchia, "andiamo Harry! Conosciamo entrambi la tua fissazione per Malfoy! Non hai fatto altro che seguirlo dappertutto al sesto anno" Harry fa il broncio, "quell'anno avevo delle giuste motivazioni, e lo sapete entrambi!" si difende.

Ricorda perfettamente il sesto anno. Era letteralmente ossessionato dal serpeverde tanto da non pensare ad altro, o almeno non totalmente. "L'ho incontrato" ammette "un paio di volte...lui stava cercando di evocare un incanto patronus" per un attimo ha paura della reazione dei suoi migliori amici, che potessero schernirlo come ha fatto Seamus a lezione, ma Hermione si limita a sollevare le sopracciglia interessata e Ron allarga gli occhi sorpreso.

"Quello che ha detto Seamus deve averlo colpito, mi serprende ancora come non l'abbia risposto a tono, anche io mi sarei difesa ad usa simile accusa" commenta Hermione. Posa il bicchiere vuoto sul tavolo e si lecca ulteriore schiuma bianca dalle labbra. "Quello che ha detto Seamus è stato crudele" dice poi Ron, Harry si volta verso il suo amico sorpreso. Dopo tanti anni di rivalità tra lui e Malfoy non avrebbe mai creduto di sentire delle parole in sua difesa da Ron. "soprattutto a causa della guerra dovremmo provare a non pensare a questi pregiudizi. E poi Malfoy avrà pur preso il marchio ma non è mai stato un mangiamorte" Harry sposta lo sguardo sulla finestra accanto al loro tavolo, il tempo fuori è grigio e nuvoloso. "sembriamo i pochi a pensarlo" mormora.

"vorrei aiutarlo", dice Harry, finisce con un lungo sorso la sua burrobbira per evitare, anche solo per un momento, gli sguardi interrogativi dei suoi amici. "non avete idea di quanto sia sembrato sopraffatto mentre provava a lanciare quell'incantesimo. Sembrava partire già sconfitto" Harry ripensa allo sguardo avvilito del serpeverde. "mi fa impazzire vederlo così, di solito è così sarcastico, mi dava sempre suo nervi"

"Harry" inizia Hermione, poggia una mano sua sua "lo sapevamo già che Malfoy è cambiato durante la guerra. Ci ha salvati nella sua villa, sappiamo tutte e tre che quel giorno ti ha riconosciuto"

Harry picchetta il boccale vuoto con le dita. A volte gli capita di sognare la loro disavventura al maniero dei Malfoy. Incubi che lo fanno restare sveglio tutta la notte.

"mi è appena venuta un'idea fantastica!" esclama, un senso di euforia lo immerge e si alza di scatto dal tavolo che stanno occupando. "dove stai andando?" gli urla Ron quando il grifondoro inizia ad andare verso l'uscita del locale "devo tornare alla torre dei grifondoro, vi spiego dopo" e corre via verso il castello.

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Capitolo 4
*** Stalker ***


Voglio profondamente ringraziare tutte le quattordici persone che seguono la storia,

e le altre sei che o la preferiscono o la ricordano. GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE! Mi spingete ad andare avanti capitolo per capitolo!

Spero che il capitolo vi piaccia, 

a mercoledì! 

 




STALKER

 



Pov Harry Potter




Trasformarsi in un animagus non è mai stato un problema per Harry, in realtà, ha imparato abbastanza facilmente a cambiare sembianze da umano ad un vispo gatto nero dalla coda folta. Lo trova rilassante, un modo per sfuggire alla sua fama ancora più grande dopo la caduta di Lord Voldemort. Non essendo registrato al ministero della magia, il che è molto illegale, cerca di evitare di trasformarsi per lunghi periodi. Il più delle volte lo fa per qualche ora o a molti giorni di distanza. Ma da quando è ad Hogwarts le sue trasformazioni sono sempre più frequenti. E inizia a pensare che il motivo sia un certo serpeverde dall'aria sempre più misteriosa.

Il suo senso da gatto lo mette in guardia, dal suo nascondiglio dietro una colonna vicino all'entrata nascosta della casa dei serpeverde, finalmente si fanno vivi due studenti del settimo anno. Harry non conosce i loro nomi, sono due ragazzi abbastanza grandi, con le spalle larghe, muscoli sulle braccia evidenti. Quello a destra ha i capelli biondo scuro, indossa vestiti informali, probabilmente entrambi sono appena rientrati da Hosgsmead, è alto e ha un'aria saccente. Il secondo è leggermente più basso, è moro, indossa un paio di orecchini appariscenti e un paio di occhiali stravaganti.

"sei sicuro che nessuno se ne accorgerà? Rischiamo grosso questa volta" dice il primo, guardando con aria accigliata l'amico. Entrambi si avvicinano al dipinto che conduce alla casa dei serpeverde, si fanno strada con le mani piene di buste di mielanda.

Il moro scocchia la lingua sul palato, "è passato un giorno e non ha ancora parlato e poi sfido chiunque a dire che non lo merita" entrambi scoppiano a ridere di gusto.

"Mago stralunato", il biondo dice la parola d'ordine e il dipinto li lascia entrare senza fare storie, Harry lì segue senza che i due notino la sua presenza.

La sala comune dei serpeverde è come la ricordava, con le pareti in marmo, grossi lampadari che pendono dal soffitto che rendono la grande stanza smeraldina, un grosso camino, unica fonte di calore contro il freddo dovuto al lago nero, e poltrone nere e verdi sparse un pó ovunque. Flashback di lui e Ron sotto l'incanto della pozione polisucco gli invadono la mente, sembra passata un'eternità dal suo secondo anno, e in passato Draco Malfoy sembrava confondergli la mente allo stesso modo.

Il cofanetto nero e lungo che porta con sé, sebbene sia incantato da un fascino rimpicciolente e in grado di renderlo più leggero per fare in modo di adattarlo alla sua forma di gatto, d'un tratto sembra pesare come il piombo.

Per sua fortuna, ci sono pochi studenti nella sala comune, probabilmente la maggiorparte di loro è ad Hogsmeade, anche se non sa di cosa si preoccupi visto che nessuno immagina che qualcuno sappia come diventare animagus all'interno del castello.

Sale le scale che immagina portino verso i dormitori, legge alcuni nomi femminili alla sua destra quindi continua a camminare verso sinistra. Quando legge il nome di Draco Malfoy su una porta grigio scuro pronuncia un incantesimo non verbale per poter entrare senza far rumore.

La stanza è singola, probabilmente Malfoy può permettersi quel lusso solo perché è stato l'unico serpeverde del suo anno ad essere ritornato ad Hogwarts per completare gli studi, nonostante Harry pensi che la ragione siano solo i suoi arresti domiciliari.

La stanza è molto simile ai dormitori dei grifondoro, c'e un enorme letto a baldacchino abbellito da tende verdi smeraldo, un comodino di legno scuro con sopra uno specchio rettangolare, ai piedi del letto c'è un baule chiuso e il pavimento è ricoperto da un tappeto spesso. La stanza è collegata ad un'altra, probabilmente il bagno privato, cosa che i grifondoro non hanno. Il gatto nero sale sul letto, le zampe toccano una trapunta tremendamente soffice. Tutt'un tratto Harry si sente stupido, ecco perché quando al ritorno dei manici di scopa il puntino di Draco Malfoy era immobile sulla mappa dei malandrino, il serpeverde stava semplicemente dormendo, eppure Harry si era sentito talmente turbato e preoccupato quando ha notato quel particolare che ha avuto il bisogno di ricorrere al suo animagus per controllare il giovane ragazzo.

Malfoy sospira profondamente e si gira sullo stomaco, il cuore di Harry batte all'impazzata. Si sente un'idiota per essersi spinto così tanto per un suo vecchio rivale. Cosa ci fa in una casata che non è la sua rischiando di essere scoperto? Sposta lo sguardo sulla forma dormiente del giovane serpeverde. Apparentemente la ragione delle sue azioni dorme sul letto dov'è seduto.

Per qualche secondo rimane immobile, si sentono solamente i loro respiri. Il suo sguardo scivola su Malfoy, le coperte lo coprono fino all'inizio della vita, indossa una maglietta a maniche lunghe che gli scivola su una spalla talmente che è larga. Harry continua a guardarlo nonostante sappia quanto sia sbagliato. Alla base dei fianchi la maglia è leggermente sollevata mostrando un lembo di pelle pallida, Harry è distratto dall'inizio di un graffio dall'aspetto molto dolorante e profondo anche, si sorprende del fatto che non sia bendato.

Un pugno batte violentemente sulla porta, Harry scatta e balza via dal letto per nascondersi sotto al letto. I suoi occhi felini sono sgranati, il cuore gli batte all'impazzata. Perché si è messo in questo casino!

"Pronto o no Malfoy, stiamo entrando!" lo deride una voce che Harry riconosce essere uno dei maghi che gli hanno permesso l'accesso nella sala comune. Il letto si abbassa di qualche centimetro, Malfoy deve essersi svegliato e seduto sul letto, Harry può sentire dal suo nascondiglio i respiri accelerati della sua ex nemesi.

Nota due paia di scarpe lucide avviarsi al letto. "questo è un avvertimento Malfoy, una sola parola su quello che è successo e sei spacciato" minaccia uno dei ragazzi, Harry affonda le unghie nel tappeto, d'improvviso vede nero, ma sa che è impotente in questa situazione.

"Rispondi, mangiamorte!" scatta l'altro ragazzo e il grifondoro sente il rumore di uno schiaffo, l'atmosfera nella stanza tutto un tratto sembra poter essere affilata da un coltello. Malfoy deve aver annuito perché i piedi improvvisamente si allontanano dal letto." bene", dice uno dei due ed entrambi lasciano velocemente la stanza così come sono entrati. Harry non risponde di sé stesso quando sbuca da sotto il letto e inizia a miagolare istericamente verso Malfoy per attirare la sua attenzione.

Il giovane Serpeverde è ancora sul letto matrimoniale, le sue gambe sono nascoste sotto le coperte ma non è più steso, il suo viso è rivolto verso il basso, le mani rimangono senza vita sulla spessa trapunta smeraldo. Sembra sconfitto, completamente ammutolito.

Harry balza sul letto e Malfoy sussulta violentemente. Si guarda attorno freneticamente fino a quando, finalmente, i suoi occhi grigi si posano su di lui, il suo sguardo si calma ma Harry nota un pizzico di curiosità in essi.

"Da dove sei apparso tu?" sussurrà allungando la mano verso la sua bacchetta, probabilmente per controllare se abbia qualche segno di riconoscimento per rintracciare il suo padrone, ma Harry sa già che non ce n'è alcuno.

Spinto da una volontà sconosciuta, si avvicina ulteriormente a Malfoy e struscia il suo pelo sulla mano ossuta per cercare di trasmettere una specie di conforto. Ha notato le guance umide e un accenno di un graffio rossastro sul viso del serpeverde, vuole solo trasformarsi nelle sue vere sembianze e correre nella sala comune per attaccare quei due bulli per aver attaccato qualcuno che al momento è decisamente più debole di loro.

Harry ha in mente di scoprire a cosa si riferivano.

"non dovresti essere qui", sussurra il giovane serpeverde, si stende delicatamente sul letto, probabilmente per evitare di strofinare ulteriormente il graffio che Harry pensa, a questo punto, presente al centro della sua schiena.


.


Pov Draco Malfoy





Il suo corpo è dolorante, il graffio al centro della sua schiena sembra infiammargli la sua pelle diafana e la sua guancia sinistra batte costantemente provocandogli un leggero mal di testa, appena riconoscibile, ma abbastanza costante da essere fastidioso. Il gatto nero continua a strisciare il suo pelo sulla sua mano che Draco continua a muovere per accerezzarlo, sa che la presenza dell'animale è insolita, dovrebbe alzarsi e indagare sul suo padrone ma non ha la giusta volontà per lasciare la stanza, scendere in sala comune e affrontare Lucas e Malcom Minister, I due gemelli del settimo anno. Draco sospettava che fossero stati loro due a lanciargli l'incantesimo che aveva fatto apparire il graffio sulla sua schiena, ma era solo un vago presentimento, probabilmente se i due non fossero entrati nella sua stanza, minacciandolo, Draco non avrebbe avuto alcuna prova per incolparli. Nonostante questo, sa già che rimarrà in silenzio, com'è stato abituato a fare per tutto il corso della guerra, all'interno della villa Malfoy, mentre ascoltava le urla dei prigionieri torturati, interminabili urla che poteva sentire da qualsiasi stanza del maniero.


Il pelo folto del gatto gli colpisce il viso, i suoi occhi si aprono e sbatte per un paio di volte le palpebre per riadattare la vista alla stanza ancora oscurata dall'incantesimo lanciato prima di addormentarsi, non aveva voglia di deprimersi mentre tutti gli altri erano a divertirsi ad Hogsmead così, una volta rientrato dal suo incontro con il professor Pacifer, aveva deciso di fare un sonnellino. Avrebbe parlato l'indomani con Potter della sua decisione di imparare a fare un patronus tutto suo. Il suo cuore balzó all'impazzata all'idea di chiedere un favore alla sua ex-nemesi. Al momento non vuole pensarci, si gira su un fianco nel tentativo di fermare il dolore alla schiena, il gatto segue i suoi movimenti e si acciambella accanto alla sua pancia, Draco riprende ad accarezzarlo e si addormenta abbastanza rapidamente.





Draco colpisce un paio di volte la porta dell'ufficio, che fa anche da classe, del professor Pacifer, aspetta in silenzio fuori al corridoio sperando che l'aula non sia vuota. Quando si è svegliato, un'ora prima, si è ritrovato solo nel letto, probabilmente il gatto nero era sgattagliolato via appena aveva smesso di accarezzarlo. Il graffio gli faceva talmente male da non poter pensare, non riuscendo in alcun incantesimo per alleviare il dolore, corse a chiedere aiuto all'unica persona di cui si fidi per mantenere il segreto, o almeno così spera.

La porta si apre e il professor Pacifer appare sulla soglia, Draco tenta un piccolo sorriso ma una scarica di dolore lungo la spina dorsale lo blocca. "Ho bisogno del suo aiuto", dice e si catapulta all'interno dell'aula. Pacifer rimane in silenzio, chiude la porta dietro di sè e si gira a guardare Draco al centro della stanza.

"Mi deve promettere di non dire nulla", dice Draco, "a nessuno" sottolinea. Il professore si avvicina a Draco, qualche ruga di espressione compare sul suo viso, "così mi fai spaventare, cos'è successo?" domanda. Draco lo guarda con esitazione, "Me lo prometta", sussurra, "che non dirà o non fara nulla" il professore si acciglia, sembra pensarci per qualche secondo prima di annuire, allo sguardo costante del serpeverde parla: "Va bene, lo prometto", afferma, convinto. Questo, o non sarebbe riuscito ad aiutare il suo studente. E Draco lo stava preoccupando.

Draco allora gli diede le spalle, strinse le dita sulla base della camicia bianca dell'uniforme e la alzò. Pacifer rimase esterreffatto, "Come ti sei fatto questo?" avvicinò un paio di dita alla ferita appariscente al centro della schiena del giovane studente ma a pochi centimetri dal toccarla si bloccò, deve essere cauto con questo tipo di ferite, dall'aspetto sembra essere di natura magica, una magia non approvata all'interno del castello di Hogwarts.

"Cosa ti ha fatto questo?" domanda allora al serpeverde, gli gira attorno fermandosi davanti a Draco che ha tirato giù la camicia lasciandola fuori dai pantaloni neri ed eleganti. Rimane in silenzio, evitando la domanda del professore. "Sa come guarire questa ferita? Non riesco più a sopportarla e ho bisogno di concentrarmi sullo studio, altrimenti avrò un problema per i mie M.A.G.O a fine anno" Draco ride ma il professor non trova alcun umorisamo nella sua risposta, continua a guardare Draco con severità. "Chi ti ha fatto questo dovrebbe essere espulso Draco, dimmi chi è stato" riprova. Draco smette di ridere e fissa lo sguardo sull'uomo più grande "Posso conviverci. E' una conseguenza delle mie scelte", il professore stringe i pungni, un sentimento di rabbia gli invade lo stomaco e non riusce a tranquillizzarsi "lo sai che non hai avuto alcuna scelta in mer.." Draco lo blocca subito. "Non voglio parlare di questo professore!" urla, sorprendendo il professor Pacire che dall'inizio dell'anno non aveva ancora assistito ad uno scatto di rabbia da parte del serpeverde. "Riesce a guarirla? Altrimenti me ne andò e provvederò da solo, basta solo che mi dica qualcosa" continua a guardarlo senza abbassare lo sguardo "alla svelta" conclude.

Pacifer sospira, sconfitto. "Ti aiuterò, ma non vuol dire che da adesso in poi terrò gli occhi ben aperti su di te e quelli che ti stanno attorno" gli fa segno con le dita di girarsi. Draco lo fa e alza la magliatta quanto basta per mostrare il segno arrabbiato che gli copre la schiena. Pacifer prende la sua bacchetta e lo punta verso esso. Mormora un incantesimo, chiude gli occhi, sente la sua magia riversarsi attraverso la bacchetta sul graffio del giovane serpeverde e quando riapre gli occhi il segno è sparito, al suo posto c'è solo un lievo segno rosso che dovrebbe sparire da lì a qualche ora. Draco si sistema la camicia e si gira nuovamente verso il professore, per qualche strana ragione non riesce a sostenere lo sguardo del più grande. Mormora un ringraziamento e fugge dall'aula prima che l'insegnante possa aggiungere altro.

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Capitolo 5
*** Qualcuno sussurra il mio nome ***


Qualcuno sussurra il mio nome

 

 

 

 

 

 


Pov Draco Malfoy

La temperatura sembra essere ciqnuanta gradi sotto zero, il dormitorio dei serpeverde sembra immerso dal gelo. Draco si strofina le mani su entrambe le braccia e si accovaccia quanto più possibile sotto la trapunta grigia e smeraldo. "Non dovresti dormire Draco!" la voce di sua zia Bella irrompe nel silenzio della sua stanza e Draco urla terrorizzato. Si siede sul materasso e il piumone gli cade sulle ginocchia scoprendogli il petto nudo, sua zia bellatrix ai piedi del letto lo torreggia con un sorrisono sadico sul viso. "No-n p-o-ssibile, tu.." sua zia gli punta la bacchetta contro "CRUCIO!" urla. Draco si prepara al peggio, ma sembra non arrivare, quando riapre gli occhi sua zia è completamente sparita. Viene pervaso da un senso di sollievo ma la sua quiete non dura abbastanza. "Devi imparare come torturare i prigionieri, altrimenti il signore oscuro torturerà te!" sua padre afferra per il collo un uomo sudicio, con tremende occhiaie sotto agli occhi. L’uomo sfugge dalla presa i suo padre, si arrampica sul letto e alita sul viso di Draco. "Aiutami!"

Draco urla nel buio della sua camera, ha la tachicardia. "Un incubo...orrendo incubo", si toglie con uno scatto le coperte da dosso, tutto un tratto la stanza sembra infuocata. Inspira ed espira per qualche minuto e non osa chiudere gli occhi contro l'oscurità della stanza, prende la bacchetta con mani tremanti e illumina la stanza con un Lumus. "Draco", un sussurro gli riempe la testa. Si gira attorno spaventato a morte ma nessuno sembra essere presente. "E' solo un sogno, non è reale!" si ripete come un mantra nella sua testa.



.





Come al solito la sala grande è piena di studenti, è il primo ottobre e la maggior parte di loro ancora non si è abituato a svegliarsi presto quasi tutte le mattine.
Un passo dietro l'altro, Draco cammina verso il tavolo dei serpeverde, non osa guardare i grifondoro, ma sa che Potter è lì, a mangiare e a scherzare con i suoi amici, incuranti che di lì a poco si sarebbero visti nella stanza delle necessità per esercitare il patronus insieme.



- FLASHBACK -

UNA SETTIMANA PRIMA





"Allora" gli dice Potter mentre si sfila i guanti dalle mani e li poggia su un banco vicino "cosa vuoi chiedermi" Draco osserva l'aula vuota per qualche secondo in cerca delle parole giuste per chiedere alla sua nemesi un simile favore. "io" inizia debolmente, in mente gli risuonano le parole del professor Pacifer "voglio che tu mi insegni ad evocare il mio incanto patronus" Potter lo guarda in silenzio, I suoi occhi sono tremendamente verdi per la modesta opinione del serpeverde, sembrano capaci di leggere la sua anima. "perché io? È il professor Pacifer l'insegnante" ribatte. Draco annuisce "questo è vero, ma voglio che sia tu" Potter spalanca gli occhi.
Draco abbassa lo sguardo, sa che il suo viso inizia a diventare di una leggera tonalità di rosso. Sapeva che non avrebbe dovuto fare una simile richiesta.
"non mi dirai il motivo vero?" Domanda Potter, Draco alza lo sguardo e scuote la testa.
Potter annuisce e tira un sospiro. "ad una condizione" ruba tutta l'attenzione dal serpeverde "vieni con me ad Hogsmead il 2 ottobre" dice. Draco scuote la testa, "non posso lasciare il castello" dice mostrando il bracciale magico al suo polso destro. Harry inspira e avvicina lentamente la mano vicino all'incanto di colore verde smeraldo.


Come i suoi occhi, pensa Draco, ma si smentisce subito.




"troverò un altro modo allora" sussurra il grifondoro. 
Ad un dito dal bracciale magico si ferma e guarda negli occhi di Draco, come se volesse chiedere il permesso. Draco annuisce, quasi impercettibilmente. Harry tocca delicatamente il bracciale attorno al suo polso, Draco quasi non lo sente. Si concentra sul viso di Harry mentre il grifondoro guarda il bracciale. Non si era mai reso conto di quanto fosse carino in realtà. "okay ora basta" tira via il braccio dal ragazzo. Harry scuote la testa velocemente e si allontana di qualche passo, allunga il braccio "allora abbiamo un accordo?" Domanda, Draco ci pensa ancora per qualche secondo. "perché vuoi che venga con te ad Hogsmead?" domanda. 
Harry lo guarda dritto negli occhi. "perché vuoi lezioni da me?" ribatte. Draco non risponde, allunga il braccio e afferra la mano del grifondoro.
"abbiamo un accordo"


- FINE FLASHBACK -




"Strano" afferma Luna e Draco quasi salta dalla paura destato dai suoi ricordi. "ogni volta che ti incontro sembri perso in un mondo tutto tuo" Draco la guarda con circospezione e sbuffa teatralmente "cosa vuoi da me?" Domanda con sospetto, intanto si dirige verso il suo tavolo, Luna lo segue come un cagnolino "voglio diventare tua amica" svela sorridente, Draco si gira di botto e la guarda, d'un tratto il chiasso attorno a loro smette di esistere. "perché? Sai cos'ho fatto!" dice timidamente. Luna gli offre un dolce sorriso. "non mi interessa" gli dice. Draco deglutisce lentamente. Non ha mai avuto davvero degli amici che tenevano realmente a lui negli anni. Ha avuto Tiger e Goyle, Pancy e poi Blaise, ma pian piano sono scappati tutti da lui. "E così sia" gli dice, volendo metterla alla prova. 



.





Subito dopo la colazione, Harry e Draco si incontrano nella stanza delle necessità. Ad entrare in quella stanza, Draco viene sempre sommerso da una miriade di ricordi dolorosi ma cerca ogni volta di spingerli in un angolino nascosto della sua mente. Potter gli rimane a pochi passi di distanza, pronto ad intervenire per scacciare il molliccio, nel caso Draco non riesca per l'ennesima volta ad evocare un patronus, ma Draco ancora non fa scattare la serratura della scatola di legno che lo rinchiude. "cosa stai aspettando?" gli domanda il Grifondoro, Draco osserva la scatola in silenzio, la sua mano trema leggermente. "Non voglio fallire di nuovo" ammette. Potter allora gli sfila con attenzione la bacchetta di mano e lo conduce a sedersi su un divano vicino ad un fuoco scoppiettante. Draco per un momento si crogiola nel calore, "forse dobbiamo provare qualcosa di diverso, questo metodo non sembra funzionare" ammette. Draco annuisce, "non credo funzionerà qualsiasi metodo, forse è meglio smettere" svela col cuore in gola. Per un momento guardano le fiamme del fuoco rosso, Draco si sente la faccia bruciare dal calore, "non è così, tutti possono evocare un patronus" gli dice il grifondoro. Draco ride di sé stesso "non i mangiamorte" Potte sbuffa accanto a lui "non sei più un mangiamorte Draco, la guerra è finita e dovrai farne atto anche tu" Draco sente il suo braccio sinistro formicolare e preme la mano destra sul segno oscuro ormai sbiadito. "non si smette mai di essere un mangiamorte!" alza il tono di voce. Potter si gira verso di lui, probabilmente per riattaccare quando Draco lo sente di nuovo. 


"Draco" sussurra una voce. Rabbrividisce. 
Si guarda attorno impaurito. "l'hai sentito anche tu?" Domanda e si alza di scatto dal divano, Potter lo copia affiancandolo in un secondo. "cosa?" vedendo che Draco non lo risponde si sposta nella sua visuale "di costa stai parlando? Cos'hai sentito?" Draco è troppo interessato ad ascoltare la voce bassa che continua a pronunciare il suo nome. È terrorizzato. "com'è possibile che tu non senta nulla? La voce!" dice e si avvicina al muro e poggia un orecchio su una parete. Non sente nulla di strano. Potter gli si avvicina di nuovo, "quale voce?" Domanda, Draco continua a girarsi attorno freneticamente finché Potter non gli afferra le spalle e lo costringe a girarsi verso di lui. Il serpeverde si ritrova a fissare due occhi verdi e luminosi.
"mi stai spaventato adesso" afferma. Sembra notare l'aspetto pallido del serpeverde e le occhiaie sotto agli occhi. "non sto impazzendo se è quello che pensi, io la voce la sento per davvero!" alza di poco il tono di voce per accentuare la sua convinzione. Rimane in silenzio per un momento ma nessuno pronuncia nuovamente il suo nome. "okay" gli dice Potter e senza staccare le mani da lui lo conduce verso il divano "okay ti credo" lo fa sedere su di esso e poi lo costringe a stendersi, "ma credo comunque che sia meglio per te stenderti" Draco prova ad obbiettare ma lo sguardo forte di Potter sembra far bloccare le sue parole, "L'ho sentita, lo giuro. E non è la prima volta" Adesso che è steso, la stanchezza della scorsa notte insonne inizia a farsi sentire. "qualcuno vuole qualcosa da me" ammette continuando a guardare Potter dritto negli occhi.

Il grifondoro gli sposta qualche ciocca di capelli ribelle dalla fronte sudata e Draco sembra finalmente ammutolirsi, troppo preso dal gesto dolce della sua nemesi, o almeno crede che lo sia ancora. "Ho capito Draco, e ti credo" gli dice con voce confortante. Si ferma e smette di accarezzare i suoi capelli, probabilmente si è reso conto di quello che sta facendo. "ma sto notando solo ora che sembri stanco morto, quanto hai dormito la notte scorsa?" gli domanda, Draco inizia a sentire le sua ossa farsi pesanti, in presa alla stanchezza.

"non lo so, continuavo a sentire questa voce dire il mio nome, ad un certo ho creduto che qualche fanatico della guerra fosse venuto nella stanza per farmi del male" Potter si acciglia e guarda Draco con attenzione. "perché qualcuno ti ha mai fatto del male?" Draco combatte contro la stanchezza e il pensiero gli cade sui gemelli che gli hanno procurato il brutto graffio al centro della sua schiena fortunatamente guarito dal professor Pacifer. "no" mente.
Potter non va oltre ma Draco osserva i suoi occhi scurirsi leggermente. "Adesso riposati, non puoi esercitarti in questo modo. Hai tutto il tempo del mondo non ci sono lezioni di sabato" Draco schiocca la lingua e tenta nuovamente di alzarsi ma la mano del grifondoro sul petto Lo spinge nuovamente sul divano. "ma la voce, devo capire da dove viene" continua a provare ma la presa di Potter è più forte di lui al momento. "ti prometto che ce ne occuperemo più tardi, adesso dormi" dice. Harry riprende ad accarezzare i suoi capelli, forse l'ha fatto ancora senza rendersene conto, magari l'ha fatto solo per farlo calmare, ma gli occhi di Draco si chiudono contro la sua volontà. 

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Capitolo 6
*** Incubi ***


Vi avviso, il capitolo è breve e probabilmente non vi piacerà.

Ma non mi sono sentita proprio alla grande questa settimana quindi questo è il massimo che sono riuscita a tirare fuori!

Prometto che cercherò di riparare! Mi farebbe piacere leggere qualche recensione in più, mi tirereste su il morale!

 

 

 

 

INCUBI

 

 

 

Pov Harry Potter

 

 

 

 


Harry chiude con estrema lentezza la porta della stanza delle necessità, si sente solo un leggero scoppio nel momento in cui la serratura scatta, ma Harry sembra saltare all’attenti. Spera che all’interno della camera Malfoy non si sia svegliato. Il grifondoro in questi tempi è sicuro di pochissime cose, ma osservando il viso del serpeverde sa con certezza che il giovane ha bisogno di un po' di riposo
“Harry!” Hermione gli cammina contro e Harry si gira a guardarla con un dito piantato sulle labbra.
“Fai silenzio Hermione!” pur sussurrando sembra essere il più intimidatorio possibile. Hermione stringe le dita attorno ai libri di testa del grifondoro, pone tutta l’attenzione sul suo viso e assottiglia lo sguardo.
Harry fa un passo indietro, questi tipi di sguardi da Harmione non portano mai a nulla di buono!
“Non mi hai ancora detto a cosa ti servono i tuoi libri di testo”, gli chiede Hermione, Harry le si avvicina per sfilarle il carico da meno, “voglio solo studiare Herm”, gli spiega allora Harry, non sa davvero il motivo della sua piccola bugia, ma davvero al momento non vuole spiegarle perché la vera ragione per cui vuole studiare all’interno della stanza delle necessità di sabato mattina è per sorvegliare un certo serpeverde mentre fa un pisolino.


A volte pensa di essere impazzito dopo la guarra, o durante, dipende dai punti di vista.


Hermione mette le braccia lungo i fianchi, sbatte i tacchi sul pavimento e alza il mento. Harry osserva in silenzio i suoi ricci oscillare da una parte all’altra a causa dei suoi movimenti veloci. “Di sabato mattina?” gli domanda allora. Harry scrolla le spalle. “sono preoccupato per i M.A.G.O” mente. Hermione probabilmente sa che sta mentendo, è sempre stata molto perspicace. “certo”, dice, poi gira i tacchi e se ne va. Il grifondoro la ringrazia mentalmente per non aver ficcanasato ulteriormente. Tira un paio di respiri per calmarsi e rientra nella stanza. Il serpeverde sta ancora dormendo, ad un certo punto durante la sua assenza deve aver avuto freddo perché la stanza ha evocato una trapunta rossa che lo copre dalla punta dei piedi fin sopra il mento.

Ridacchia tra se, deve ammettere che il rosso è un colore che gli dona particolarmente.

Harry chiude piano la porta e si dirige verso il divano adiacente a quello di Draco. Si siede a gambe incrociate e poggia i suoi libri di pozioni in mezzo alle gambe, sbatte la piuma sulla punta del naso mentre guarda il titolo del libro. Anche la copertina del libro gli sembra difficile da interpretare! Per una mezz’oretta cerca di studiare e apprendere più nozioni possibili dal libro ma continua a chiedersi com’è possibile che si sia ritrovato a fare la veglia sulla sua ex-nemesi, o addirittura da dove esca fuori questo sentimento così protettivo nei suoi riguardi.

Il serpeverde si gira sul divano dandogli le spalle ma senza dare cenno di risveglio. Harry sbuffa e torna a leggere il suo libro controvoglia, ma la sua attenzione è presa ancora da Malfoy che si gira nuovamente, questa volta col viso rivolto al soffitto, poi si gira di nuovo, rivolto verso di lui. Harry si alza dal divano e gli si avvicina.
“No”, mugola Malfoy “non posso aiutarti” bisbiglia. Harry si acciglia a e si avvicina ancora di più al serpeverde che continua a girare la testa da un lato all’altro. Gli poggia una mano sulla spalla e scuote, “Malfoy, è solo un incubo, non è reale!” dire mentre lo scuote più forte per svegliarlo quando sente la voce del serpeverde farsi sempre più disperata. Allora Harry gli afferra entrambe le spalle e lo alza quasi di prepotenza. “Svegliati Malfoy!”, urla, e il serpeverde apre gli occhi con uno scatto. Punta lo sguardo su Harry e inizia a scuotersi violentemente per uscire dalla presa del grifondoro. Vedendo il terrore dentro i suoi occhi, Harry lo lascia subito andare, Malfoy ne approfitta per scivolare giù dal divano e tentare invano di nascondersi in un angolo della stanza, si siede tremante e mette le braccia attorno alla gambe.

Harry nota che la stanza improvvisamente diventa più fredda e i colori sulle pareti si incupiscono, come se le emozioni di Draco stiano prendendo il sopravvento della stanza stessa. Si accovaccia accanto al serpeverde senza toccarlo. “Va tutto bene Draco, sono solo io, Harry. Qualsiasi cosa la tua testolina si stia immaginando non è reale”, Harry si sorprende del suo tono dolce, nemmeno a Ginny ha mai parlato in questo modo, Ron vomiterebbe se lo venisse a sapere.

Nota con piacere che lo sguardo di Draco inizia pian piano a concentrarsi sempre di più su di lui.
“Potter?”, sussurra, la sua voce è roca e le sue guance sono bagnate a causa delle lacrime che probabilmente ha versato mentre sognava.
Harry sbuffa “Continui a chiamarmi in quel modo anche in questo caso!” scherza, ma il serpeverde non risponde, continua a guardarlo con i suoi occhi sgranati. Continua a tremare e le sue braccia sono ancora fissate attorno alle sue gambe tanto da far male.

Harry espira lentamente, “Va bene”; sussurra, “vieni qui”, con delicatezza gli allontana le braccia dalle gambe e avvolge le sue attorno alle sue spalle, avvicinandogli la testa al petto.

Sto abbracciando Draco Malfoy, pensa con terrore.

Il serpeverde ha la testa schiacciata contro il suo petto ma non tenta di allontanarsi, anzi, dopo qualche minuto avvolge lentamente le sue braccia attorno ai suoi fianchi. “Andrà tutto bene Draco, ci sono io con te”, gli promette Harry. E ha in mente di mantenere al 100% quella sua promessa!

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Capitolo 7
*** Interrogatorio ***


*MI SCUSO PER GLI ERRORI CHE TROVERETE E CHE AVETE TROVATO DURANTE LA LETTURA DELLA STORIA, PRESTO RILEGGERÒ' TUTTO PER CORREGGERE VARI ORRORI DI ORTOGRAFIA E NON SOLO*









INTERROGATORIO





Pov Draco Malfoy





Draco lo trova così imbarazzante, stare tra le braccia di Potter con le guance rigate di lacrime e il naso rosso a causa del pianto. La sua pelle è sempre stata molto delicata e il minimo accenno di lacrime porta ad avere il viso rosso come un peperone. Questa è una delle motivazioni per cui odia tanto piangere, il suo viso diventa brutto e non gli piace guardarlo allo specchio. Così, nonostante sia molto imbarazzante, continua a nascondere il viso contro il petto del grifondoro, che trova sorprendentemente muscoloso. Il salvatore gli sta sussurrando qualcosa, probabilmente una serie di parole confortanti e smielate, ma non vuole sentirle.
Stranamente le sue braccia bastano a farlo sentire al sicuro dal precedente incubo. Non ricorda tutti i particolari, ma l’uomo torturato che aveva sognato in precedenza era tornato e voleva di nuovo il suo aiuto e zia Bella continuava a dirgli che era un patetico, sporco, che non aveva abbastanza forze per lanciare una delle maledizioni imperdonabili...

Deve aver detto qualcosa perché Potter costringe il suo viso ad uscire dal nascondiglio e allinea i suoi occhi verdi nei suoi grigi. “Sei con me?” gli chiede, Draco è convinto ora che il suo viso sia completamente rosso fuoco, non risponde, si allontana (suo malgrado) dalle braccia del grifondoro e si alza su gambe tremanti. Fa qualche passo finché non raggiunge uno dei divani e ci sprofonda dentro. Espira rumorosamente, “Ci sono, si”, risponde quindi a Potter, non volendo evitarlo dopo che ha appena finito di aiutarlo ad uscire da un suo terribile incubo. Punta lo sguardo su di lui, “Grazie” sussurra, “ma non parliamone più” Harry ride e alza i palmi verso di lui, “sono completamente d’accordo con te”, Draco strofina una mano sul suo viso per tentare di spazzare via la stanchezza, “credo che adesso sia meglio che vada”, decide, iniziando a raccogliere le sue cose e sistemare le pieghe sul suo mantello.
Guarda uno dei divani accanto al fuoco e nota una coperta spessa color rosso, si acciglia. “Ho dormito con quella cosa addosso?” domanda disgustato.
Harry sorride, “Il rosso ti dona, Malfoy”, lo deride, Draco si limita a voltargli le spalle e camminare a passo costante verso la porta d’uscita, “io vado allora”, sussurra, mette una mano sul pomello e stringe.

“A-Aspetta!” il grifondoro lo ferma prima che possa avanzare e si avvicina anch’esso alla porta, “domani è il 2 ottobre”, il respiro di Draco si blocca all’informazione, col passare dei giorni e con la sua testa fin troppo incasinata si era completamente dimenticato della promessa fatta a Potter, Quest’ultimo lo guarda, incuriosito, “quindi starai con me?” gli chiede, quasi titubante, Draco ne è sorpreso, è sempre stato difficile sorprendere il grifondoro in difficoltà. “Lo sai che non posso mettere piede ad Hogsmead, il ministero mi tiene costantemente sotto tiro”, si tira su la manica e mostra per l’ennesima volta il bracciale magico verde smeraldo. Harry questa volta però non lo degna di uno sguardo, “ho già trovato una soluzione, non andremo ad Hogsmead stai tranquillo”, gli sorride.

“Mi dirai mai perché hai così tanta voglia di uscire con me?” domanda. L'atmosfera diventa tutt’un tratto molto più seria, il silenzio vaga per qualche secondo, Draco ascolta il fuoco scoppiettare nell’angolo della stanza, Harry si allenta la cravatta oro e rossa e le sue guance sembrano arrossire, o magari è l’improvviso calore all’interno della camera.

“Voglio solo conoscerti meglio, sembri davvero cambiato dopo la guerra e...” finalmente lascia stare quella sua cravatta e guarda dritto negli occhi grigi del serpeverde, ogni volta che li guarda Draco si sorprende sempre di quanto appaiano verdi smeraldo gli occhi del moro, “voglio solo capirti, in qualche modo, voglio cercare di aiutarti”, Draco abbassa lo sguardo, espira, mentre con le dita picchietta i bordi della camicia dell’uniforme scolastica. “non ho bisogno di aiuto”, sussurra, sente un paio di dita sorreggergli il mento e il suo sguardo si alza nuovamente per incontrare quello del grifondoro, “io credo di si”, dice allontanando la mano da lui, e Draco quasi ne sente la mancanza “e chiamami Harry okay? Credo sia ora di finirla con questa cosa dei cognomi, va bene?” Draco annuisce in accordo. Harry sorride, schiocca la lingua e con un movimento della bacchetta la borsa con tutti i libri di testo dentro gli vola tra le braccia, “adesso credo sia meglio andare, ci vediamo domani, Draco”, apre la porta e cammina a passo svelto via da lui, il serpeverde rimane paralizzato ad un passo dall’uscita, sorpreso di quante cosa siano cambiate nell’arco di poche ore.



.





Pov Harry Potter





Harry è ancora immerso nei pensieri della conversazione e l’incubo di Draco mentre cammina per i corridoi della scuola intento a ritornare nella sala comune dei grifodoro, Hogwarts sembra spoglia, sebbene sia sabato mattina e ciò significa che tutti gli studenti sono liberi dalle lezioni.
Il moro sta per svoltare un angolo a sinistra quando sente un paio di sussurri dai toni di voci stranamente familiare. “Quando potrò, lo farò a mille pezzi”, Harry attizza le orecchie come un gatto e si avvicina di soppiatto al muro per poter spiare senza essere scoperto.

Si affaccia sul corridoio e stringe i pugni alla vista dei gemelli Minister, sono praticamente identici, con i denti storti e le spalle larghe, Harry li riconosce come studenti del settimo anno, entrambi serpeverde e apparentemente con una fissa per Draco Malfoy.

Il gemello leggermente più basso, Malcom, guarda il fratello con occhio attento, “dici che non dirà nulla nel caso provassimo qualcos’altro?”, gli domanda, il più alto accenna con convinzione ed sorride subdolo, “Ho già in mente un paio di idee carine per..” Harry non riesce più ad ascoltare e esce allo scoperto, con lo sguardo furioso e la bacchetta serrata lungo i fianchi. “Di cosa state parlando, voi due?” gli domanda con un tono di voce basso, furioso, i gemelli per un momento rimangono entrambi sorpresi di essere stati colti in fragrante, “Potter, da quanto tempo ci spiavi?”, chiede il più alto, Lucas.
Malcom copia le mosse del gemello e lo guarda altrettanto imbestialito, sebbene Harry sia leggermente più basso e mingherlino di entrambi, non si lascia intimidire e punta la bacchetta verso i suoi attuali sfidanti.

“Ho detto, di chi stavate parlando”, dice, tentanto di mantenere salda la sua pazienza, sebbene riesca a sentire il suo sangue ribollire nelle vene. “Non sono affari tuoi!”, scatta Lucas e poggia una mano sul petto di Malcom quando quest’ultimo tenta di avanzare infuriato verso il grifondoro. “Adesso, noi ce ne andiamo. Non stavamo parlando di nessuno e non hai alcuna prova o pretesto per screditarci”, Harry si acciglia, sconfitto.


Eccome se ho una prova contro di voi, pensa, ma nonostante le sue convinzioni, non può assolutamente rilevare il suo animagus e sicuramente non ai gemelli Minister. Quest’ultimi hanno colto la distrazione di Harry per voltargli le spalle e darsela a gambe. Harry digrigna i denti, impotente. Prima o poi farà pagare a quei due tutto quello che hanno fatto o cercheranno di fare.



Ci vogliono una decina di minuti per varcare il quadro che gli permette l’accesso alla sua sala comune, una volta al sicuro nel calore familiare, si lascia sprofondare in uno nei divani rossi davanti al fuoco. La corsa verso la torre ha calmato un po' la sua rabbia, ma il timore che quei due idioti possano far del male a Draco non sembra svanire, contando soprattutto il fatto che i gemelli sono della stessa casata della sua ex-nemesi e che quindi hanno libero accesso ai suoi dormitori, che tra l’altro non condivide con nessuno, quindi è ancora più indifeso.

Harry scuote la testa muovendo le ciocche more da una parte all’altra della sua testa, cosa gli salta in mente, Draco è pienamente consapevole di sé e capace di difendersi.


Ma i gemelli gli hanno già fatto del male, pensa quasi in un secondo, ma cerca di spostare tutto in un angolino buio della sua mente per impedirsi di impazzire.


Dieci minuti dopo, siede ancora sullo stesso divano ma con in mano la mappa dei malandrini aperta davanti ai suoi occhi dove osserva senza sbattere ciglio le targhette dei due gemelli, come se si aspettasse da un momento all’altro che i due decidessero di attaccare, ma per il momento si tengono alla larga dal più grande.

“Cosa stai guardando?”, Hermione sbuca all’improvviso e si siede di fianco ad Harry sul divano, Harry, spaventato, rischia quasi di stropicciare la mappa, invece la nasconde velocemente agli occhi curiosi della sua amica. Ron si siede alla sua sinistra e gli sfila la mappa da mano. “Tu non ce la racconti giusta amico”, afferma, continuando a guardare con circospezione la mappa, ma per fortuna adesso è completamente priva di ogni disegno. “Ridammela”, scatta il grifondoro e recupera l’oggetto incantato e si prende del tempo per riporla con cura nella tasca del mantello.
“Hai già finito il tuo intenso ciclo di studi?” gli chiede Hermione, quasi deridendolo. Harry schiocca la lingua e si alza dal divano per sedersi su quello opposto al loro.
“Perchè mi sento come se stessi sotto interrogatorio?” domanda e guarda i suoi due migliori amici che lo guardano indagatori, “si, decisamente sotto interrogatorio”, incrocia le braccia al petto, “cosa volete chiedermi?”

“Come va con Malfoy?”, chiede Hermione, la faccia di Ron si apre in un cipiglio accanto a lei, “Non vuole più che gli insegni l’incanto patronus”, mente e spera che i due grifondoro non riescano a percepirlo, “perchè?” domanda la riccia, Harry fa spallucce in cerca di una risposta sensata, “pensa che non sia in grado”, sposta lo sguardo tra i due. “Oh”, esclama Hermione. Harry si alza dal divano e sospira, “Bene, se l’interrogatorio è finito, devo andare a controllare una cosa nei dormitori”, li informa, si avvia verso le scale ma un ulteriore domanda di Ron lo ferma ad un passo dal primo scalino “domani andiamo ad Hogsmead?”, Harry deglutisce, si gira nuovamente verso i suoi amici che lo stanno fissando attenti. “Io---in realtà---domani ho degli impegni”, la sua mente vaga sui capelli platino di Draco, sente le sue guance scaldarsi e prega che gli altri grifondoro non se ne accorgano, “perchè non passate un pomeriggio insieme invece? Si”, si risponde da solo, “credo sia un’ottima idea” si volta e sale velocemente le scale prima che uno di loro possa fermarlo con un’altra domanda su cui non ha una risposta credibile!



Per fortuna il dormitorio è vuoto, si chiude la porta dietro le spalle e si lascia calmare con un paio di respiri profondi, il suo cuore sembra avere la tachicardia. Quando riesce a calmarsi si inginocchia vicino al suo baule e fruga con le mani tra i vestiti. Sorride quando afferra l’oggetto che stava cercando. “Perfetto, l’ho portata!!” Esclama felice, curioso di usarla domani per la sua uscita con Draco Malfoy. Sarà sorpreso come mai nella vita.

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Capitolo 8
*** Il cappellaio matto ***


Riferimenti puramenti casuali a Once upon a time!!










IL CAPPELLAIO MATTO 










Pov Draco Malfoy






Draco e Harry osservano in silenzio la folla di studenti eccitati uscire dai cancelli del castello, la giornata sembra perfetta per un’uscita, il serpeverde quasi dimentica che l’inverno è alle porte, il sole brilla nel cielo limpido e i raggi caldi battono sul suo viso pallido. Si gira a guardare Harry che sta guardando i vari studenti ridere e scherzare tra loro. Draco si sente quasi in colpa. “Sei ancora in tempo per cambiare idea, sono sicuro che la Granger e il suo ragazzo ti staranno aspettando a braccia aperte” dice, sarcastico.

Il grifondoro sbuffa al suo fianco, “penso che a loro piacerà del tempo da soli”, si gira verso di lui e sorride “e poi devi tenere fede alla tua parte del patto”, La mente di Draco ritorna alla loro stretta di mano, guarda di sottecchi il grifondoro, “a volte sei subdolo come un serpeverde”. Harry gli sorride, rimane in silenzio a guardarlo per alcuni secondi, il serpeverde sente le sue guance accaldarsi. “E tu a volte arrossisci come un tassorosso” rivela, al che Draco schiocca la lingua in disaccordo e inizia a camminare lungo i corridoi spogli, allontanandosi dalla situazione di disagio che si sta creando.

Sente i passi veloci di Harry seguirlo dietro di lui, “ho qualcosa da mostrarti” gli dice una volta al suo fianco, “penso che ti piacerà”. La curiosità si sprigiona nel biondo, “e cosa sarebbe?” Harry svolta a sinistra senza preavviso e Draco si affretta a seguirlo, “dove stiamo andando?” gli chiede, curioso, per qualche minuto è costretto a seguire il moro senza ricevere alcuna risposta, iniziano a salire diverse scale, e sostare svogliatamente quando improvvisamente una di esse decide di cambiare direzione , probabilmente per fare loro un dispetto.

“Non riuscirò mai ad abituarmi a queste scale”, sussurra Harry, avendo l’improvviso bisogno di parlare a bassa voce, Draco sorride, ricordando il suo primo anno, la faccia stupita che aveva avuto per tutto il tragitto verso la loro casa comune. “mi dirai mai dove stiamo andando?” domanda il biondo platino una volta iniziato nuovamente a camminare, “siamo diretti verso la torre dei grifondoro”, percorrono una nuova scala, ma Draco si ferma a metà degli scalini, “Vuoi davvero portarmi nella sala comune dei grifondoro, Potter?” dice con un ghigno, Harry si ferma qualche gradino più in alto e sorride, sorpreso. “A volte il tuo vecchio te ritorna allo scoperto” lo deride, la faccia di Draco impallidisce e scende di qualche gradino, cercando di difendersi dal grifondoro, inconsciamente.

Ha detto qualcosa di sbagliato?, pensa.

Forse dovrebbe pensare più di una volta prima di aprire bocca, magari ha in qualche modo offeso l’altro ragazzo, dovrebbe stare in silenzio? Eppure Harry ha rinunciato ad Hogsmead per passare del tempo con lui, ha rovinato già tutto?

Harry gli si avvicina in un lampo, “qualsiasi cosa tu stia pensando, smettila”, dice, in tono deciso.
Draco lo guarda attento a qualsiasi reazione, “non intendevo offenderti”, ammette, dispiaciuto. Harry gli sorride dolcemente, “non hai fatto nulla, mi piace rivedere il vecchio Draco ogni tanto. A volte temo che tu abbia perso la tua forte personalità” Draco abbassa lo sguardo e si morde un labbro, confuso. Non crede di essere cambiato da prima della guerra, lui ha semplicemente smesso di esprimersi liberamente in pubblico da quando il signore oscur….voldemort, è stato sconfitto. Teme ancora la reazione della gente in caso faccia qualcosa di sbagliato, suo malgrado.

Harry sospira, allaccia le mani con quelle fredde del serpeverde e lo spinge in avanti, Draco sussulta al contatto. “Andiamo, sono curioso di vedere la tua faccia quando guarderai cos’ho preparato” salgono qualche gradino in più, ma prima di riuscire a salire l’intera scala, essa cambia direzione, fermandosi davanti ad un vicolo cieco. “dannazione”; brontola il grifondoro, davanti a loro c’è solo un corridoio che porta ad un muro di mattoni grigio, dovranno aspettare che la scala si decida a spostarsi nuovamente per continuare a camminare.

Draco osserva il muro con innato interesse, gli si avvicina lentamente e poggia un palmo sul muro freddo. “Cosa stai facendo?”, senza che se ne rendesse conto, Harry gli si è avvicinato più del dovuto. Draco scuote la testa con l’intento di schiarirsi la mente, “ho avuto uno strano presentimento”; sussurra, fissando ancora il piatto muro di mattoni. Harry gli rimane accanto, con uno sguardo ansioso sul volto, il serpeverde poggia un orecchio sul muro e sussulta al contatto estremamente freddo. Harry strofina entrambe le mani sul mantello, cercando di trasmettere del calore all’interno del suo corpo. “Perchè improvvisamente si gela in questo modo?” Domanda al serpeverde, ma il ragazzo sembra non prestargli attenzione. Ha uno sguardo vitreo, puntato alle spalle del grifondoro.

Harry si volta dietro di sé con un po' di timore, ma non vede nulla. “Draco”, si gira nuovamente verso l’altro ragazzo, “mi stai spaventando”, sussurra, dalla bocca gli esce una nuvoletta di gelo. Il rumore improvviso delle scale in movimento sembra far destare Draco dalla sua trance. “cos’è successo?”, domanda il biondo, sbatte un paio di volte gli occhi per mettere a fuoco la vista, Harry scuote la testa, incapace di dargli una risposta esatta, afferra una delle mani del serpeverde e lo spinge frettolosamente sulle scale, “andiamo via di quà”





Pov Harry Potter







Una volta entrati nella sala comune dei grifondoro entrambi i maghi sembrano aver dimenticato lo strano episodio di una decina di minuti prima. Draco ha la bocca spalancata per lo stupore, la sala comune, come sempre è molto accogliente ed ampia. È arredata con comode poltrone, pouf e tavolini bassi. Gran parte dello spazio è occupato da un immenso camino di marmo. Il pavimento è ricoperto da uno stupendo tappeto rosso vermiglio e oro, mentre le pareti sono tappezzate di drappi e magnifici arazzi dei colori della Casa.

Harry osserva il serpeverde con aria sbarazzina, “ebbene?” gli domanda, curioso di conoscere il suo parere. “È tutto così”, pensa per un secondo al terminr adatto per descrivere ciò che vuole intendere, “rosso e confortevole” dice alla fine. Harry ride, non potrebbe trovare parole più adatte per descrivere la casa in cui ha vissuto per otto lunghi anni. Draco si volta a guardarlo senza aggiungere nulla, “ho qualcosa in faccia?” il grifondoro si ritrova ad arrossire sotto il suo sguardo attento. Draco arrossisce e abbassa lo sguardo, “no è solo che..” sussurra, “niente”. Se possibile, nota il moro, il suo viso si accalda ancora di più, dando al serpeverde un aspetto super adorabile.

Il caminetto sprigiona calore in tutta la sala avvolgendo i due maghi in un calore confortante, per fortuna, nessuno sembra essere presente, Harry ride al pensiero della reazione dei primini nel vedere Draco Malfoy nella tana dei grifondoro. “Siediti su uno dei divani”, lo invita nel mentre si avvicina agli scalini che lo porteranno al suo dormitorio, “devo prendere una cosa, ci metto un secondo!” non aspetta la risposta del serpeverde, si limita a scappare verso il suo baule e frugare tra gli abiti disordinati l’oggetto dei suoi desideri.

Alla fine si limita a cacciare la sua bacchetta e grazie ad un rapido incantesimo di appello un piccolo oggetto di stoffa gli cade tra le mani. Ritorna in fretta nella sala comune e quasi inciampa nel suo mantello a causa della fretta. Si ricompone un secondo prima che gli occhi di Draco si posino su di lui. Due grandi sfere grigio-celesti lo guardano stranito, il fuoco del camino ha colorito le guance del biondo e le maniche della sua camicia sono state tirate su durante la sua assenza.

Harry gli si avvicina e alza trionfante l’oggetto di stoffa davanti agli occhi curiosi. “che cos’è?” domanda il serpeverde girandosi verso lo schienale, afferra i cuscini del divano con le dita e inclina la testa verso destra, continuando a puntare lo sguardo curioso verso l’oggetto misterioso.
“Conosci il cappellaio matto?” gli domanda il grifondoro mentre gira il divano per sedersi accanto al biondo. Una volta più vicino al fuoco, tutto il calore lo inonda in una sola volta, riscaldandogli il viso. Draco si volta verso di lui con un cipiglio sul volto “non credo di averlo mai sentito nominare”, svela.

Harry sorride, eccitato. Mette l’oggetto sul pavimento e subito si trasforma in un grande cilindro nero. “È il personaggio di una fiaba babbana, Alice nel paese delle meraviglie. A quanto pare è un mago ed esiste veramente. Quando Voldemort è stato sconfitto mi ha mandato uno dei suoi cappelli in dono in segno di ringraziamento”, si alza dal divano per avvicinarsi all’oggetto magico, la punta delle scarpe sfiora il tessuto nero, Draco, incuriosito, copia le sue mosse e inclina il viso per guardare all’interno del cilindro.

“Cos’ha di particolare?”, domanda, punta lo sguardo in quello del grifondoro che lo sta guardando divertito, “è in grado di portarti in qualsiasi posto tu voglia”, spiega, la bocca di Draco si piega in un cipiglio, “come una passaporta!” Harry scuote il viso e afferra la mano del serpeverde, Draco sussulta al contatto, la mano di harry è gelida, le sua dita lunghe si intrecciano nelle sue. “Non proprio, funziona ovunque tu lo metti ed è in grado di portarti in posti mai esplorati dall’uomo, credi davvero che l’essere umano sia arrivato in qualsiasi angolo del pianeta terra?” domanda eccitato.

Draco si morde il labbro, curioso. “E come funziona?” domanda, guardando le loro mani intrecciate. “ti fidi di me?” gli domanda allora Harry, il serpeverde lo guarda, col cuore in gola, il grifondoro sembra non riuscire a contenere un sorriso. “si”; sussurra, ripensando a quante volte il grifondoro gli abbia salvato la vita. Si fida lui, ciecamente.

“Tu?” domanda, Harry si blocca, qualsiasi cosa stesse per dire prima che Draco lo interrompa con la sua domanda, dimenticata. Dopo un momento di troppo in silenzio, il biondo platino inizia a contorcersi sotto lo sguardo sorpreso del grifondoro, prova a staccare le dita dalle sue ma Harry rafforza la presa. “Certo che mi fido di te Draco”, gli dice allora, e il cuore di Draco riprende a battere.

“Visto che ci fidiamo l’uno dell’altro, non esiterai a saltare dentro al cilindro!”, sbotta poi Harry, sorprendendo Draco. Quando lo guarda, un sorriso enorme gli abbellisce il viso, strattona la sua mano verso l’oggetto magico. “Dai, non lasciarti pregare!” afferma e salta verso il cappello, Draco chiude gli occhi e copia le sue mosse. Con un grosso balzo, spariscono all’interno del cilindro.

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Capitolo 9
*** L'appuntamento ***


L'APPUNTAMENTO







Pov Draco Malfoy


La testa di Draco gira talmente tanto da destabilizzarlo e costringerlo a sedersi sul pavimento, che quanto il serpeverde tocca con le sue mani ossute, nota essere della sabbia fine e fredda. Aspetta un paio di minuti che il senso di confusione passi notando a malapena il grifondoro affondare nella sabbia al suo fianco, colpito dalle stesse sensazioni.

Sbatte gli occhi più volte e focalizza la sua vista sulla vasta distesa di oceano difronte a loro, la sua bocca si spalanca e di colpo le sue orecchie si concentrano sul suono rilassante delle onde che indietreggiano ed avanzano sulla riva del mare. Le sue dita si stringono nella sabbia fredda e all’improvviso Draco ha una voglia matta di togliersi le scarpe e calzini e affondare i piedi nella sabbia.

Si guarda attorno notando di essere su una piccola isola, apparentemente. L’acqua sembra limpidissima, il sole è accecante e sembra star appena sorgendo. Draco prova una miriade di emozioni tutte insieme, il sorriso gli si allarga sul viso e inclina il collo verso l’alto in modo di osservare anche il cielo, leggermente scuro a causa dell’alba.

“Questo posto è meraviglioso”, Harry parla accanto a lui e Draco sussulta appena, preso dalla bellezza di quel posto si era quasi dimenticato della presenza del grifondoro.
Si gira verso di lui che è ancora intento a guardare le onde del mare infrangersi contro la riva. I suoi occhi brillano di un verde molto più chiaro del solito a causa del primi raggi del sole. “Ad Hogwarts non è così presto. Qui è appena l’alba”, Draco sussurra, non volendo rompere l’atmosfera magica che il posto gli sta regalando, Harry si volta a guardarlo di nuovo e sorride. Draco si morde il labbro, in difficoltà nel nascondere l’accelerare il battito del suo povero cuore.



Quando ha iniziato a sentirsi in questo modo?



“è l’alba perché il cappello magico può anche portarti in luoghi molto lontani da dove vivi”, inizia a spiegare il grifondoro, mette le mani davanti a se e le usa come leva per alzarsi “prima di saltare, ho pensato un posto che facesse allontanare entrambi da Hogwarts”, si stiracchia la schiena e si volta nuovamente verso il biondo, “pensavo ne avessimo entrambi bisogno”, gli tende la mano e Draco la prende e si alza con una piccola spinta, “è bellissimo”, il serpeverde si toglie rapidamente le scarpe e i calzini prima di stringere le dita attorno all’orlo della lunga veste nera e sfilarsela da dosso.
Piega la toga ordinatamente e la ripone insieme alle scarpe sotto una piccola palma.

Vestito solo di un lupetto grigio infilato nei morbidi pantaloni neri si avvicina alla riva e mette i piedi nell’acqua, sospira, estasiato e fa cenno ad Harry, che lo guarda ancora da lontano, di raggiungerlo il più in fretta possibile.
Piega le mani dietro la testa e ammira il sole che lentamente sorge in cielo, allungando i suoi raggi caldi sull’oceano, rendendolo più cristallino possibile.
Gli mancava questo calore, la sensazione di libertà, il non essere costantemente guardati di nascosto...e mai avrebbe immaginato di vivere un’emozione simile con Harry Potter.

“Grazie”, gli dice, sapendo nonostante gli occhi chiusi contro il calore del sole, che Harry era proprio al suo fianco, anche lui a godersi la semplicità del momento, “per avermi portato qui. Hai proprio ragione, avevo bisogno di respirare un’aria diversa”.

Il grifondoro rimane nel silenzio, ma se Draco aprisse gli occhi noterebbe che i suoi occhi verdi sono fissi versi di lui, e sorride, sorride nel notare la pace che nel serpeverde non aveva avuto mai l’occasione di osservare.





Rimangono abbastanza tempo da rendere entrambi i ragazzi affamati e all’ennesimo gongolare dello stomaco di Draco, Harry caccia dalla tasca del pantalone un piccolo contenitore quadrato che si trasforma in un cesto da pic-nic con dentro un sacco di roba da mangiare, comprese delle mele caramellate e una spessa coperta di lana che stendono sulla sabbia vicino al mare quanto basta per non essere toccati dalle onde. Draco è estasiato, assapora l’ultimo pezzo della torta alle mandorle (una delle sue preferite) e si stende sulla coperta osservando le nuvole bianche sopra di lui.

“Credo di scoppiare”, parla Harry steso accanto a lui, Draco ridacchia e si sfrega la mano contro l’occhio destro, “ci credo, avrai mangiato tre mele e metà della torta!”, afferma, al che Harry geme e si porta una mano al cuore, fingendo un espressione di puro tradimento “ma se mi hai rubato l’ultima fetta di torta!”, Draco ride un’altra volta alle buffonate del grifondoro, alza la mano per dargli un piccolo colpetto sulla spalla che non lo smuove di un centimetro “era troppo buona non è colpa mia!”, Harry schiocca la lingua ma gli regala un grande sorrido e lo guarda con occhi pieni di divertimento.

Il serpeverde lo ignora e si volta di nuovo verso il cielo, Rimangono in silenzio per una decina di minuti, Draco crede di stare per addormentarsi cullato dal rumore rilassante delle onde del mare quando il grifondoro entra nel suo campo visivo con una scatola rettangolare e lunga in mano. “Ti voglio dare una cosa e credo che questo sia il momento migliore”. Il serpeverde guarda con occhi curiosi mentre il moro apre con mani tremanti il cofanetto e improvvisamente Draco smette quasi di respirare. Il clima piacevole del mare lo aiuta a tenere il respiro sotto controllo mentre afferra la sua vecchia bacchetta. A questo punto, crede di avere gli occhi colmi di lacrime a causa della grande quantità di emozione provate tutte nello stesso momento, “credevo di averla persa durante la guerra”, sussurra e muove agilmente il polso per abituarsi di nuovo ad impugnarla.

Deglutisce a fatica e stringe senza pensarci Harry in un grosso abbraccio, “Grazie”, si confida. “Non avrei mai immaginato di trovarmi in questo posto con te, parlare in questo modo, essere così piacevoli l’uno con l’altro”, si allontana e con il pugno toglie via le lacrime agli angoli dei suoi occhi, “sono stato un tale idiota durante la guerra. Non sono sorpreso di tutto l’odio che ho procurato. Mi dispiace per tutte le cose che ti ho detto”, geme e il suo viso si stringe in un grosso cipiglio, “tutto le volte che ti ho preso in giro per i tuoi genitori, per Hermione e Ron”, singhiozza e distoglie lo sguardo dagli occhi verdi del grifondoro mentre stringe a se la bacchetta.

Si morde il labbro e muove i piedi da una parte all’altra, agitato, mentre aspetta che Harry dica qualsiasi cosa, che sia di disprezzo o di pietà verso di lui. “Di certo non mi hai reso facili gli anni ad Hogwarts”, sbotta Harry all’improvviso, e il viso di Draco cade ancora di più, Harry si posiziona velocemente di fronte a lui e gli afferra le spalle fermamente “ma sei cambiato, non hai avuto scelta durante la guerra ma adesso puoi scegliere e hai deciso di redimerti, prendere la strada giusta. Sono orgoglioso di te, Draco”, gli confessa, e Draco scoppia di nuovo a piangere. Il grifondoro ride e sorride dolcemente, gli scaccia via le lacrime con il pollice, “non c’è bisogno di piangere”, dice ma il serpeverde non riesce a smettere lo stesso.

Si pietrifica quando la bocca del grifondoro si avvicina al suo viso e inizia a baciare tutte le lacrime sulle sue guance, Draco ne è molto sorpreso, ma non si allontana, accaldato dall’improvvisa sensazione di pace. Alla fine, pian piano, smette di piangere ed Harry si avvicina ulteriormente per posargli un dolce e piccolo bacio sulle labbra. Draco scoppia a ridere, felice. “Questo non era nel programma”, scherza Harry e entrambi iniziano a ridere prima che Draco si avvicini di nuovo per scambiare un ulteriore bacio.





Pov Harry Potter


Due ore dopo, sono ancora sulla spiaggia, stesi uno affianco all’altro, con le mani intrecciate, gli occhi chiusi per assaporare al meglio il mare attorno a loro. Harry sospira lentamente e con la mano libera accarezza i capelli biondi di Draco. Le ciocche chiare sono molto più morbide di quanto sembrano e il grifondoro sta coltivando una strana passione per tenerle tra le dita e arricciarle.

“Adesso che hai la tua bacchetta potresti provare ad evocare l’incanto patronus”, parla. L’idea già in mente dal momento in cui gli ha consegnato la sua bacchetta. Draco apre gli occhi e appoggia il mento sul petto di Harry per poterlo guardare in viso, “credi che ci possa riuscire? Ci ho provato un sacco di volte senza alcun risultato” sussurra, pensando alle numerosi volte che si è rinchiuso nella vecchia aula davanti alla cassa contenente il molliccio, bacchetta alla mani e denti serrati nella speranza di poterlo scacciare col suo patronus.

Harry non risponde, fa leva sulle braccia per potersi alzare e portare Draco con sé. “Proviamo adesso”, apre le braccia e indica il luogo nella quale si trovano, “quale posto migliore di un paradiso terrestre. L’atmosfera è perfetta, devi solo crederci”, Draco lo guarda dubbioso, sfila lentamente la bacchetta dalla tasca del pantalone leggero e la stringe leggermente. “Ne sei davvero sicuro?” gli domanda una seconda volta, solo per avere un ulteriore spinta in più. Harry gli sorride rassicurante e annuisce, gli stringe la mano per un paio di secondi prima di dargli una piccola spinta per incoraggiarlo.

Draco respira per calmarsi, “chiudi gli occhi”, sussurra Harry e tende la mano davanti a se con la bacchetta stretta nel pugno. “pensa ad un evento della tua vita molto importante, concentrati su di esso, rivivilo nella tua mente”, spiega e si zittisce quando nota la concentrazione del serpeverde.

“Incanto patronus”, dice Draco e muove appena la bacchetta, Harry sorride alla fuoriuscita di un fascio di luce argentea, ansima di sorpresa e quando il biondo apre di nuovo gli occhi un elegante cigno li guarda con attenzione. Draco sembra quasi voler piangere dalla contentezza e con un piccolo cenno del capo saluta il suo patronus che piega il collo in un inchino delicato.

“È perfetto per te!” Harry esclama e afferra la mano di Draco per avvicinarlo e dargli un piccolo bacio sulle labbra. Ama la sensazione nuova delle labbra carnose del serpeverde, mai avrebbe immaginato di trovarsi in quel posto, con la sua ex-nemesi, a baciarsi e sentirsi vivo dopo tanto tempo che non riusciva a sentirlo, smanioso di avvicinarsi ad una persona e circondarla con le braccia per richiuderlo tra esse in un abbraccio d’acciaio.

“Ce l’abbiamo fatta!”, Draco alla fine non ha retto l’emozione ed è scoppiato a piangere, di nuovo. Singhiozza e ride alternando i movimenti, “sono davvero contento!”, dice, lo guarda con i suoi occhi grigi-azzurri, “anche di stare qui con te e di averti baciato”, sussurra e un lieve rossore gli colora le guance, Harry ride ma preso alla sprovvista si ritrova anche lui ad arrossire alla rivelazione del serpeverde. “Lo sono anch’io”, dice.

Rimangono per un’altra di ventina di minuti circa abbracciati, fin quando Harry non convince Draco a ritornare ad Hogwarts prima che qualcuno li possa dare per sperduti. È felice che la magia del cappello riesca a camuffare il segnale del braccialetto di Draco in modo che risulti sempre stare ad Hogwarts sebbene si trovino sulla spiaggia, ma Harry preferisce non rischiare.
Alla fine il grifondoro accompagna Draco fino all’entrata della sala comune dei serpeverde, sono entrambi mano nella mano e ripensano ad ogni momento della giornata.
“La prossima volta ti farò venire nella sala comune dei serpeverde, così la vedi e siamo pari”, borbotta Draco mentre fa qualche passo in avanti verso l’entrata e nello stesso momento allontanandosi da Harry, il grifondoro ne sente quasi subito la mancanza.

Alle parole d Draco, il moro scoppia a ridere. “Già l’ho vista!” rivela e la faccia del serpeverde quasi è comica da quanto i suoi occhi si allargano sorpresi. “Ho un sacco di cose da raccontarti!” gli dice e con un ultimo bacio sulle labbra lo spinge ad entrare nella sua casa comune.
Il cuore non la smette di battere all’impazzata anche quando entra nella torre dei grifondoro.





Quando Harry ritorna nella sua sala comune ha appena il tempo di fare un passo in avanti prima di essere assalito dai suoi migliori amici. Hanno entrambi le mani piene di dolcetti di mielandia e alcuni accessori del negozio degli scherzi di George, segno che entrambi sono rientrati poco prima di Harry.
“Dove sei stato tutto il pomeriggio?”, gli domanda Hermione allontanandosi, lo guarda con circospezione mentre posa le varie buste su un tavolino vicino, Ron copia le sue messe senza staccare lo sguardo sull’amico. “Davvero Harry, pensavamo di trovarti qui o in giro da qualche parte ma all’improvviso sembri essere sparito”, Harry ritrorna ad arrossire e spera con tutto il cuore che i suoi amici non se ne accorgano.

Ripensa alla spiaggia, ai baci con Draco, all’incanto patronus, e il cappello magico, rimpicciolito e ben nascosto nella tasca dei suoi pantaloni, all’improvviso sembra diventare molto più pesante.
“sono stato occupato”, gli confida, non volendo rivelare alcun particolare non conoscendo la loro possibile reazione a proposito, soprattutto quella di Ron. Si avvicina alle scale verso i dormitori senza incrociare loro lo sguardo, “credo che andrò a riposare. In realtà mi sento parecchio stanco in questo momento”, fa un passo in avanti e ancora sente due paia di occhi puntati sulla sua schiena.

“Harry”; lo chiama Hermione e quando il grifondoro si gira verso di lei ha quasi una sensazione di dejavu. “Ci diresti se sta succedendo qualcosa che ti preoccupa, giusto?” gli domanda la riccia e il grifondoro si mordicchia il labbro, osserva entrambi i suoi amici per un secondo prima di annuire con convinzione. “Dopo tutto quello che abbiamo passato non esiterei”, gli svela e sorride genuinamente, “siete i miei migliori amici, ragazzi!”, fa un piccolo cenno della testa e si volta di nuovo per salire lentamente le scale.

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Capitolo 10
*** Fantasmi nel cassetto ***


In primis, il capitolo è breve, ma era questo o rimandare il giorno della publicazione!

PS dovrebbero mancare CIRCA quattro episodi al completamento della storia!

Spero che fino ad ora vi stia piacendo!

PSPS Ringrazio infinitamento RAMOSO per le sue recenzioni!

 

DOMANDA PER VOI:

Preferireste un capitolo da 0 a 3000 parole, oppure uno tra le 3000 a 5000? E' importante quindi cercate di rispondermi please!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FANTASMI NEL CASSETTO

 



POV DRACO MALFOY

 

 

 

 


Hogwarts è caotica, studenti di ogni età corrono da una parte all’altro del castello presi dal panico.
Draco punta lo sguardo su una ragazzina accovacciata contro al muro, testa poggiata sulle gambe, strette tra una presa mortale delle sue braccia sporche e piene di graffi.
“Voglio la mamma, voglio la mamma”, piange mentre dondola in avanti e in dietro in un movimento costante.
Il serpeverde ferma il suo passo veloce, lo sguardo ricolmo di terrore si ferma sulla piccola figura, ma prima che possa fare qualcosa, qualsiasi cosa, un lampo di luce verde scatta nell’aria e la bambina colpisce il pavimento inerme. L’ultima cosa che Draco vede prima di impazzire è lo sguardo opaco e morto della ragazzina.

ORE 01.13 DEL MATTINO

La stanza di Draco è fredda come non mai, Draco apre gli occhi e si sveglia da un incubo della guerra terribile. Il suo cuore batte all’impazzata ed è difficile ristabilire il suo respiro accelerato.
“È solo un incubo, è solo un incubo”; si ripete Draco mentre afferra la sua bacchetta con mano tremante e sussurra un breve incantesimo per illuminare la stanza.
Urla quando i suoi occhi puntano quelli freddi della stessa bambina del suo sogno, “aiutami”, sussurra la ragazzina mentre il serpeverde si alza alla rinfusa dal letto e cerca riparo in un angolo lontano della stanza, “aiutami”, dice di nuovo la bambina, ancora vestita con l’uniforme scolastica adornata dai colori dei tassorosso. È una visione orrenda vedere.

Draco scuote la testa, tremante, “cos...cosa”, sussurra con voce rotta a causa dell’attacco di panico che il suo corpo sta cercando in tutti i modi di evitare. Gli occhi della bambina si allargano e il suo viso fanciullesco si trasforma in un’orrenda smorfia di dolore, “aiutami”, dice e si avvicina nell’angolo in cui Draco si è rintanato, “AIUTAMI”, inizia a correre verso il biondo e quest’ultimo urla e si accovaccia a terra con la testa nascosta tra le mani. “AIUTAMI!” sente urlare di nuovo e lui agisca allo stesso modo, urla finché il suo corpo non viene trafitto da un’ondata gelida e trema per un momento che sembra quasi interminabile.

Quando tutto sembra essersi calmato e Draco ha appena il coraggio per rialzare il viso tra il nascondiglio delle sue gambe, la stanza è spoglia e non c’è alcun segno della ragazza-fantasma.
Draco trema ancora e riesce a trascinarsi, nonostante le sue gambe instabili, vicino al letto dove afferra la bacchetta.
“Exspecto Patronum”, pronuncia e il suo Patronus, un grazioso cigno, attende un suo ordine guardandolo col collo allungato “Ho bisogno che tu raggiunga Harry. Harry, ho bisogno di lui, digli di venire da me”, sussurra e il cigno sparisce.

Draco nasconde il viso nella trapunta color smeraldo e aspetta.



POV HARRY POTTER





Quando Harry si scrolla da dosso il mantello dell’invisibilità, Draco gli si butta tra le braccia stringendolo talmente forte da temere di fargli del male. “Finalmente sei arrivato”; sussurra nascondendo il naso tra i capelli mori del grifondoro. Inspira e odora un dolce profumo di cannella, probabilmente il sapone che il suo ragazzo usa sotto la doccia.

Harry riesce, con quale fatica, ad allontanarlo di qualche centimetro da lui, il giusto per potersi guardare negli occhi. Draco ha ancora il viso bagnato dalle lacrime dovute al terribile incubo di qualche minuto prima. Non da ad Harry il tempo per alcuna domanda, si muove in avanti per baciare il ragazzo con fervore e spingerlo verso la porta costringendolo contro il legno scuro.
Harry risponde al bacio, stringe i fianchi di Draco tra le dita e apre la bocca scontrando la propria lingua con quella del serpeverde, il bacio è sciatto e un paio di volte i loro denti si scontrano ma quando Harry si allontana per lasciare una fila di baci lunga il collo del biondo, lui ansima dal piacere.
“Di più”, geme portando le mani tra i capelli del grifondoro.

Harry per un secondo continua con la lunga scia di baci ma alla fine il ricordo del patronus di Draco nella sua stanza e il suo viso pallido, lo riportano alla realtà e lo spingono ad allontanarsi dal serpeverde.
L’altro maschio lo guarda con un espressione delusa e tenta di avvicinarsi nuovamente ma Harry scuote appena la testa e lo ferma afferrandogli le spalle.
“No, Draco, prima devi dirmi perché mi hai chiamato nel bel mezzo della notte. Non lo faresti se non per qualcosa d’importante”, guarda il suo fidanzato ristabilire il respiro, “è successo qualcosa vero?” domanda preoccupato.

Draco devia lo sguardo e Harry rafforza la presa sulle sue spalle, “Devi fidarti di me Draco. Dimmi tutto” il grifondoro osserva impotente mentre Draco si allontana da lui e si siede sul bordo del letto, sembra in difficoltà ma quando il moro cerca di avvicinarsi il serpeverde lo guarda appena, intimandogli di stare alla larga.
“Ho visto una ragazza”, gli sussurra e Harry si acciglia, “in che senso?”, domanda, il serpeverde si sfrega le mani a disagio, “prima, quando mi sono svegliato. Ho fatto un incubo e dopo l’ho vista”, indica un angolo della camera, “proprio lì che mi guardava e mi implorava di aiutarla”, Harry lo guarda terrorizzato mentre altre lacrime iniziano a bagnargli il viso. “Mi ricordo di lei”, piange, “Era solo del primo anno, era una bambina”.

Incapace di rimanere seduto Draco si alza e si mette le mani nei capelli, stringe forte nel tentativo di allontanare i cattivi ricordi. “Era solo una bambina e qualcuno l’ha uccisa, davanti ai miei occhi!”

“Non hai pensato che quello che hai visto potrebbe essere solo l’effetto del tuo incubo? Solo da poco hai iniziato a fare a patti con la guerra Draco, devi essere paziente”, Harry cerca di avvicinarsi a lui ma il biondo si scansa malamente, scuote la testa in modo quasi frenetico. “Tu non capisci, la voce che ho sentito, la scala che si ferma davanti ad un vicolo cieco, gli incubi! Sto impazzendo Harry”, alla fine il grifondoro riesce, con suo grande sollievo, ad avvicinarsi al biondo e stringerlo in un abbraccio. “Non stai impazzendo” sussurra mentre Draco continua a scuotere la testa tra le sue braccia, “l’ho vista, vuole qualcosa, vuole il mio aiuto. Ti prego Harry, aiutami, credi alle mie parole”, implora e Harry, notando il suo panico crescente, inizia a piangere contro la sua volontà.
“Ti credo okay? Lo risolveremo, insieme”, sussurra e posa un piccolo bacio tra i capelli del biondo, “D’accordo?” domanda e aspetta pazientemente fin quando Draco non annuisce appena.

Le spalle di Harry si allentano, “bene, adesso mettiamoci a letto. È tardi e domani abbiamo entrambi lezione”, Draco rimane passibile mentre il grifondoro li porta entrambi a letto. “Questo è il vantaggio di avere un letto matrimoniale tutto tuo”, è felice di vedere un piccolo sorriso sul volto del suo nuovo ragazzo e con un piccolo sospiro allarga le braccia per invitarlo ad avvicinarsi ancora di più.
Alla fine Draco poggia la testa sul suo petto e afferra con una mano il lembo della vecchia felpa con cui dorme. “Grazie”, sussurra e Harry gli posa un altro piccolo bacio tra i capelli, “Dormiamo ora. Me ne andrò poco prima dell’alba”, gli dice non volendo destare sospetti e far si che Ron si svegli e non lo trovi nel suo letto l’indomani mattina. Draco si sistema tra le sue braccia e in poco tempo entrambi si addormentano. L’incubo per il momento dimenticato.

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