La nobile stirpe

di The Bride of Habaek
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Verso nuovi orizzonti ***
Capitolo 2: *** Sangria ***
Capitolo 3: *** Bellezza occulta ***
Capitolo 4: *** Se solo fosse vero ***



Capitolo 1
*** Verso nuovi orizzonti ***


La nobile stirpe

Ingrid - Verso nuovi orizzonti
Tutto ha inizio con poche semplici parole.
La vita, la morte, l'odio e l'amore.
"Ingrid, solo tu puoi entrare nella Casata Mortmain senza destare sospetti."
Sono le parole di mio padre, un hunter di primo ordine nonché un leggendario cacciatore di vampiri.
"Sono pronta, svelerò l'arcano una volta per tutte."
"Prenditi il tempo che ti serve. Victor Mortmain è un uomo molto astuto, non si aprirà a te con facilità."
Afferma mia madre con fermezza.
"Non lasciarti abbindolare dai suoi modi gentili e dal suo bell'aspetto. Lui è il Principe ereditario della nobile stirpe, non dimenticare che la sua razza ha sterminato interi clan di cacciatori."
Aggiunge mio padre.
"Starò attenta, vi dimostrerò che sono degna di portare il vostro cognome."
"A proposito di questo, il Nobile Mortmain non dovrà mai venire a conoscenza della tua vera identità per nessun motivo al mondo."
"Padre andrò lì per divenire una sua domestica, cosa vuoi che gliene importi della mia discendenza? Se mai dovesse chiedermelo inventerò un cognome falso."
"Confido in te figlia mia. Fai molta attenzione mi raccomando."
"Ti ringrazio, non ti deluderò."
Saluto i miei e mi preparo per andare in Inghilterra per la selezione della nuova servitù della Casata Mortmain.
"Ricordati di tornare a casa Ingrid."
Dice mio fratello con un velo di tristezza.
"Non preoccuparti James, non sto mica andando in guerra. Vieni qui."
Lo abbraccio lasciandogli in custodia le mie armi.
"Non hai intenzione di portarle con te?"
"Meglio di no, aumenterebbero solo le probabilità di farmi scoprire."
"Forse hai ragione..."
"Tornerò sana e salva promesso, ma ora devo andare. Vi voglio bene!"
Esco dal mio covo vestita da ragazza comune portando con me il minimo necessario per il viaggio, chissà come sarà Victor Mortmain. Da come lo hanno descritto sembra un uomo astuto ed anche abbastanza pericoloso, uno di quei nobili dal sangue freddo che sanno come ottenere qualsiasi cosa essi desiderino. Dopo essere entrata nel suo enorme castello finalmente lo incontro, è seduto su un trono con le gambe accavallate e seleziona accuratamente la sua servitù. Quando sono dinanzi a lui, così ben vestito e con lo sguardo attento su ognuno di noi, un po' mi sento in imbarazzo.
"Mi presento, sono Jared Eric Walter Edward Victor Mortmain. Posso sapere il tuo nome? Da dove vieni?"
Sono le prime cose che mi chiede mentre m'inchino in sua presenza.
"Tranquilla, non mordo."
Dice ironizzando.
"Il mio nome è Ingrid, vengo dall'Irlanda del Nord Signore."
"Bene. Siamo un po' a corto di personale in questo periodo, vorrei diventassi la mia domestica personale durante i turni notturni."
"Ne sarei onorata Nobile Padrone."
"Ti verrà presto consegnata la tua divisa e assegnata la stanza che condividerai con le altre domestiche. Buona permanenza."
"Infinite grazie Signore."
Ormai sono dentro, non mi resta che aspettare un suo passo falso per poterlo smascherare.
Che fine avrà fatto il precedente personale?

 

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Capitolo 2
*** Sangria ***


Victor - Sangria
La luna piena è un antico richiamo per noi sangue puro, illumina la notte come una candela la cui flebile fiamma rischiara l'oscurità in attesa dell'alba. Ho vissuto così a lungo nella mia eterna giovinezza da non averne quasi più memoria, vivo nell'ombra del mio castello nascondendo la mia vera natura al resto del mondo. Proprio oggi ho assunto una nuova domestica addetta ai lavori "notturni". Avevo proprio bisogno di qualcuno che mettesse un po' di ordine al crepuscolo, che rappresenta in parte il mio modo di vivere invertendo il giorno con la notte.
"Mio Signore, posso esserle utile?"
Chiede la nuova arrivata indossando la sua divisa.
"Potresti portarmi un infuso? In cucina devi solo dire che è per il Nobile Victor."
"Certamente Signore."
La vedo sgattaiolare giù per le scale e scomparire nel corridoio subito dopo. Mi avvicino all'ampia vetrata della mia stanza ed osservo la luna mentre gioca a nascondino con le nubi, è un po' la metafora della mia esistenza: non poter brillare durante il giorno ma solo di notte mentre il resto dell'umanità riposa, ignara di ciò che sono in realtà.
"La vostra tisana."
Dice la ragazza allungando un vassoio verso di me.
"Ti ringrazio, ne avevo veramente bisogno."
"Posso chiedervi di che infuso si tratta?"
Chiede lei cercando le parole opportune, per non sembrare banale.
"Sono frutti rossi. Ne vuoi un sorso?"
"Ma Signore, io sono solo un umile serva..."
"Non essere timida, su assaggiala."
Le sue labbra si tingono di un rosso scarlatto.
"Deliziosa, capisco perché vi piace tanto Signore."
Afferma lei dopo averla sorseggiata.
"Già, è di prima qualità."
Una prelibatezza.
"Vi serve qualcos'altro Signore?"
Chiede lei ancora in stato afrodisiaco.
"Niente per ora, ti congedo. Chiamami semplicemente Victor d'ora in avanti."
"La ringrazio Nobile Victor, buon proseguimento."
Ora puoi andare.
Riesco a sentire distintamente il suo flusso sanguigno e i battiti accelerati del suo cuore.
In realtà le ho mentito perché non sono frutti di bosco:
è sangue quello riverso nel mio calice.

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Capitolo 3
*** Bellezza occulta ***


Ingrid - Bellezza occulta
Dopo aver mandato giù l'infuso sono stata colta da un gran senso di euforia, mi sono sentita rinvigorita e questo fatto mi fa pensare che non si trattasse di una semplice bevanda. Victor mi è parso un uomo elegante e a modo, un vero nobile. Il suo volto sembra porcellana mentre la sua pelle alabastro. i suoi capelli sono scuri come la notte ed i suoi occhi trasparenti sembrano di ghiaccio. La sua oscura bellezza va oltre ogni immaginazione. Trascorro il resto della serata insonne, mi giro e mi rigiro nel mio letto nella stanza adibita alla servitù, poi qualcosa mi fa scattare e mi avvio verso il corridoio come una sonnambula, in camicia da notte con in mano un candelabro. Scendo giù in salone e scorgo il nobile Victor sdraiato sul suo divano in pelle come tramortito. Un maggiordomo in nero gli solleva la testa posandola su un cuscino arabescato.
"Cosa è accaduto?"
Mi ero appena congedata, non capisco...
"Il nobile padrone ha avuto un mancamento, è di salute cagionevole."
Risponde il maggiordomo.
"Mi dispiace, posso essere di aiuto in qualche modo?"
"Potresti prendere le sue pillole in infermeria. La trovi al piano terra sulla sinistra."
"Vado subito."
Quando torno in salone lui ha già ripreso conoscenza e si tiene la testa fra le mani.
"Ecco le vostre pillole Signore."
Le afferra e in un attimo le manda giù come niente fosse.
"Il nobile Victor soffre di una grave forma di anemia..."
Commenta il maggiordomo anticipandomi.
"Non esiste una cura?"
"Questi farmaci lo fanno stare meglio, ma è solo una soluzione momentanea.  Poiché non esiste miglior cura dell'amare e del sentirsi amati."
Le sue parole inizialmente mi sono sembrate un po' fuori luogo e solo con lo scorrere del tempo, come fosse un mare in tempesta, ho potuto comprendere appieno il loro significato velato.


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Capitolo 4
*** Se solo fosse vero ***


Victor - Se solo fosse vero
Le pillole ematiche non hanno più molto effetto su di me, la sete di sangue è come un morbo che ti corrode dall'interno e ancor prima che tu possa accorgertene ti ha già divorato. Quando mi riprendo sento una presenza al mio fianco, ciò accade ancor prima di aprire gli occhi, poi scorgo il suo collo pallido che richiama le mie zanne allo stato primitivo ma oppongo resistenza cercando di frenare ogni istinto o desiderio regresso. Sono trascorsi secoli dall'ultima volta in cui mi sono nutrito di sangue umano anziché animale, ma rimembro ancora il suo sapore, quel suo odore inconfondibile che mi faceva perdere il senno.
"Ingrid, cosa ci fai qui?"
"Nobile Victor veramente io..."
"Torna immediatamente nella tua stanza!"
Prima che la sete di sangue mi divori e compia qualche atto atroce contro il mio volere.
"Come desiderate. Chiedo scusa!"
La vedo allontanarsi amareggiata, vorrei poter dire la verità ma non posso ed anche se lo facessi forse non capirebbe. Nessuno, oltre il popolo delle tenebre, sa cosa significa dover reprimere i propri istinti come fossimo cacciatori dinanzi ad una preda.
"Si sente meglio Signore?"
Chiede Alfred, il mio maggiordomo.
"Si ti ringrazio. Potresti farmi un favore?"
"Qualsiasi cosa desideriate."
"Puoi controllare se la stanza del personale domestico è al completo? Poco fa ho visto Ingrid, non vorrei stesse ancora vagabondando per il castello."
"Le somiglia molto non è vero? Intendo alla vostra defunta moglie."
A volte ho come la sensazione che Alfred possieda la capacità di leggere nel pensiero.
"Già, in qualche modo sono simili ma è ancora troppo presto per poterlo dire."
"Cosa intende dire Signore?"
"E' qui da appena un giorno non posso averne la certezza."
"Vi capisco nobile padrone, ora vado a controllare come mi avete ordinato. Buonanotte."
"Buonanotte Alfred."
Rimango ancora un po' in salone e la mia mente si riempie di pensieri e strani presagi. Forse la mia defunta moglie, o meglio la sua anima, ora alberga nel corpo di quella ragazza anche se so che è improbabile se non addirittura impossibile. Quando si avvicina a me sento la sua prorompente energia, i suoi sentimenti contrastanti...
                                                  Chi sei realmente Ingrid?
                               Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti.

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