L'ultimo viaggio

di Helly00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ..Solo illusioni? ***
Capitolo 2: *** Ritorno ***
Capitolo 3: *** Nuovi amici! ***
Capitolo 4: *** Vento di cambiamento ***
Capitolo 5: *** Verso nuovi orizzonti ***
Capitolo 6: *** Sogni ed incubi ***
Capitolo 7: *** Cuore e mente ***
Capitolo 8: *** Futuro e Verità ***



Capitolo 1
*** ..Solo illusioni? ***


CAP. I

 

Erano passati ormai tre anni dal loro ritorno a casa.

Il viaggio su Sephiro era stata un'avventura ai limiti dell'immaginabile. Avevano conosciuto tantissime persone, avevano stretto nuove amicizie.. e avevano trovato l'amore. La loro missione però era terminata e nonostante si fossero recate più volte alla Tokyo Tower pregando intensamente di poter tornare al regno incantato, il loro desiderio non era stato più esaudito. L’ultimo ricordo rimasto era l’amuleto che Lantis aveva donato ad Hikaru e che, nella loro realtà, aveva regalato alle ragazze una visione di Sephiro nata a nuova vita prima di diventare un pendente qualsiasi.  Così trascorrevano la loro vita da liceali, insieme, vedendo in ogni bagliore sospetto o fatto strano un indiretto messaggio da parte dei loro vecchi amici ma che puntualmente non aveva alcun seguito. Non parlavano di queste sensazioni tra di loro perché significava riaprire ferite nei cuori di tutte così faticosamente rimarginate. Ma ormai si conoscevano fin troppo bene.. dopo aver condiviso lo stesso corpo in Rayearth, si erano unite nell'anima.. quindi ogni nostalgico e triste sguardo, gelosamente nascosto al resto del mondo, non poteva sfuggire alle altre e da queste condiviso in silenzio. A volte si domandavano se non fosse stato tutto un sogno.. ma quelle emozioni tanto intense di paura, rabbia, gioia, dolore, felicità, pace, meraviglia.. dovevano essere radicate in eventi accaduti davvero, altrimenti avrebbe significato che tutte le persone che avevano conosciuto, la principessa Emeraude, Lantis, Clef, Caldina, Ascot, Ferio, Presea.. per non parlare di tutti gli abitanti di Sephiro dai quali avevano ricevuto aiuto e supporto.. erano stati frutto della loro immaginazione.. come tutti gli accadimenti che le avevano viste protagoniste in quel magico mondo ..

no.. era davvero successo. Doveva essere reale!

Hikaru, di ritorno da scuola, camminava lenta e assorta sul marciapiede non facendo caso al tripudio naturale che i ciliegi in fiore le stavano regalando. Un leggero petalo rosa le accarezzò la guancia attirando la sua attenzione. Per un attimo, quel tocco le sembrò così familiare da spalancare quella porta di ricordi che disperatamente cercava di tenere socchiusa nella sua memoria e rivide Lantis.. la sua calda voce.. la sua presenza rassicurante.. coraggioso e serio.. Hikaru strinse forte la maniglia della cartellina scolastica e cercando di resistere alle lacrime che prepotenti volevano sgorgare, si mise a correre a perdifiato senza una meta. Dopo molti minuti si fermò in carenza d'ossigeno appoggiandosi con la testa al muro vicino cercando di rallentare il battito del suo cuore quando un flash le invase la mente. Durò un attimo. Ripresa coscienza col mondo circostante, si lasciò cadere pesantemente a terra. Si guardò attorno. Tutto era ancora al suo posto: il marciapiede, la strada e il muro che l'aveva sorretta. Ma allora cos'era stato? Aveva visto qualcosa.. ma non aveva contorni ben definiti. Cercò di concentrarsi per far riaffiorare l'immagine che tornò con un altro lampo. La figura si andò definendo mentre Hikaru si sforzava di vedere meglio finché il suo cuore perse un battito "Lantis!!!!". Lui era lì sanguinante e ferito. Pieno di ustioni e circondato dalle fiamme. Hikaru cercò di avvicinarsi ma era come un sogno.. un orribile incubo.. uno di quelli dove vorresti fare o dire qualcosa ma sei immobile.. una statua. Il guerriero a terra sembrò percepire la presenza estranea e quando la vide allungò sofferente una mano nel vano tentativo di toccarla.. ma era troppo distante. Le lingue di fuoco guizzarono intorno a lui avvolgendolo completamente. Non poteva avere scampo. Hikaru iniziò a piangere disperata urlando il suo nome ed un lancinante dolore alla testa le tolse i pensieri fino a condurla al buio.

 

Fuu si era esercitata tutto il pomeriggio al pianoforte tentando di rilegare in un angolo  quei sentimenti che ultimamente facevano da padrone nelle sue giornate appena si concedeva un attimo di distrazione ma inutilmente. Tutto le ricordava Sephiro.  Tutto le ricordava lui.. così caparbio e forte.. non aveva mai provato un batticuore simile per nessun altro e nonostante fossero ormai passati ben tre anni, a pensarlo avvertiva quella familiare accelerazione ancora oggi. Sospirando si alzò  dallo sgabello avvicinandosi alla finestra aperta dove una leggera e dolce brezza faceva capolino accarezzandole i capelli. Le ciocche bionde danzavano morbide tra gli sbuffi e chiudendo gli occhi le parve proprio di percepire le sue mani che abituate a brandire la spada, erano state capaci di farla arrossire con un lievissimo tocco. Sentì le lacrime pizzicarle l'angolo degli occhi e le asciugò prima che facessero capolino. Sapeva non sarebbe riuscita a fermare quel fiume di tristezza e Umi se ne sarebbe accorta senza che le dicesse nulla facendo seguire una ramanzina concitata che proprio non aveva voglia di affrontare. Improvvisamente dalla stanza di fianco giunse l'inconfondibile rumore di un incrocio di spade. Allarmata, Fuu riprese controllo di sé e circospetta si avvicinò alla porta socchiusa che separava le due camere. Spinse il legno e ciò che si trovò davanti  le tolse il respiro. L'aria era pesante e tetra. Nell'oscurità qualcosa si dimenava sul pavimento avvicinandosi a lei. Pietrificata per la paura Fuu non riuscì a muovere un muscolo. Inutile.. non riusciva neanche a far uscire la voce dalla sua bocca. Avrebbe voluto intimargli di starle lontano finché la figura non si rivelò sotto la fioca luce che arrivava dalle spalle della ragazza e quando lo riconobbe urlò in preda alla disperazione "Ferio!!!!!!". Il guerriero di Sephiro era ferito e i suoi vestiti erano intrisi del suo stesso sangue  mentre lunghi rami di rovi cercavano d'imbrigliarlo sempre di più lacerando stoffa e pelle. Lei lo fissò atterrita mentre le labbra di Ferio senza emettere alcuno suono la chiamavano. Lo leggeva chiaramente pronunciare il suo nome. Fuu si portò le mani alla bocca mentre copiose lacrime incontrollate iniziarono a rigarle le guance. "No! Non può essere.. è un incubo!". Cercò di soccorrerlo ma un dolore insopportabile alla testa la fece piegare in due.  Una forza misteriosa la spinse via e la porta si richiuse sbattendo fino a farla tremare. Fuu cadde a terra tanto violentemente che svenne.

 

Umi non aveva sentito le ragazze per tutto il pomeriggio. Le era sembrato strano, ma forse le sue amiche avevano ragione.. era troppo apprensiva. Da quando erano definitivamente tornate si era data anima e corpo nelle attività scolastiche eccellendo negli studi e portandola a diventare capitano del club di scherma del loro liceo. Purtroppo però tutto il suo impegno non le aveva risparmiato di continuare a rivedere nei suoi sogni quelle magiche lande ricolme di grandi misteri e persone a dir poco speciali. Non avrebbe mai pensato avrebbe avuto la possibilità di vivere un'esperienza così intensa e travolgente nella sua vita. Cos'aveva fatto per meritarselo? Per meritarsi degli amici tanto straordinari? Lei era una comunissima ragazza senza niente di che.. anzi forse un po' difficile e scontrosa.. oltre che presuntuosa.. eppure quell'opportunità era stata data proprio a lei. Spesso rimproverava Hikaru e Fuu per tutte le volte che le sorprendeva con sguardo triste e perso cercando di spronarle a reagire.. ma la verità era che forse soffriva tanto quanto loro.. se non di più. Alla fine non era riuscita a confessargli i suoi veri sentimenti.. non si sa per quale motivo. Era certa lui l'avesse capito ma non era sicura che la sua risposta contraccambiasse ciò  che provava per lui e avrebbe tanto voluto chiederglielo. Dopo una fresca doccia s'infilò la lunga camicia da notte bianca e si diresse in camera da letto. Faceva caldo e si avvicinò alla porta-finestra facendo scorrere il vetro. Immediatamente fu avvolta dalla notte tiepida che portava con sé il lontano profumo del mare. Ispirando profondamente uscì sul balcone beandosi della vista che il cielo offriva quella serata. Una luna piena e candida solcava l’etere buio mentre le stelle brillavano con una tale intensità  per non farsi oscurare da disegnare la via lattea come un drappo morbido nella volta celeste. Non sapeva spiegarsi il perché ma quelle notti portavano con sé una triste nota di nostalgia e non poteva fare a meno di pensarlo.. a come scrutando gli astri cercasse le risposte alle sue centenarie domande od a come dai suoi occhi trasparisse il peso e la responsabilità che il suo ruolo gli imponevano.. ma soprattutto non riusciva a scordare il senso di paura che provò quando affiancandole in battaglia diede fondo alla sua magia rischiando la sua vita per la causa comune. In quel momento si sentì persa.. svuotata.. e allora capì veramente cosa il suo cuore le stesse sussurrando da tempo, ma ormai era tardi e il loro tempo su Sephiro scaduto. Umi si strinse le braccia al petto mentre calde lacrime le rigavano le guance e le sue labbra pronunciavano il suo nome in un sospiro. Una folata di vento stranamente freddo la colpì portandole via profumo, lacrime e il nome dell'unico uomo di cui si fosse mai innamorata. Umi rientrò e distesasi a letto cadde subito nel sonno.

.. Strano.. niente prati verdi e creature fantastiche..

Solo un'enorme porta socchiusa intarsiata di oro e finemente lavorata.. Umi si guardò intorno e poi lo riconobbe "Ma certo!! E’ il castello di Sephiro! E questa è la sala del trono.." . La ragazza sentì il suo cuore iniziare a martellare come se volesse esplodere e avvicinandosi alla porta allungò una mano "Vuoi dirmi che lui è..?". Pesantemente il legno si mosse rivelando la familiare sala luminosa dove era state innumerevoli volte. Il suo sguardo fu però catturato da una colonna di luce proprio davanti al trono. Socchiuse gli occhi per l'intensità del bagliore e per mettere a fuoco meglio la figura che vi si ergeva all'interno. Quando lo riconobbe il suo respiro si fermò. Era proprio lui! Statuario e potente come lo ricordava.. ma c'era qualcosa di strano.. diverso.. avvertiva un'orribile angoscia crescerle dentro. Lei aveva già visto questo momento.. gli ornamenti dello stregone sembravano sciogliersi nella sua magia.. come tutto il resto di lui. Umi gli corse incontro ma la forza emanata era troppo grande per poter essere sopportata da un'umana e dovette tenersi a distanza di sicurezza. Lo chiamò "Clef!!!! Clef!! Rispondimi!". L'uomo nella luce aprì gli occhi e le sorrise: "Infine la mia preghiera è giunta sino a te Umi.. ne sono contento..". La ragazza incredula lo fissava dissolversi lentamente sull'orlo del pianto "Che ti sta succedendo?!". Lo stregone respirò dolorante "Non ho molto tempo.. mi rincresce chiedervi di nuovo di rischiare la vostra giovane vita per noi.. ma da solo non ce la faccio.. Sephiro ha di nuovo bisogno di voi Cavalieri Magici.. ed io ho bisogno di te..". Umi si avvicinò: "Cosa intendi dire?! Non capisco!". Clef le rispose: "Lo capirete presto..". La ragazza si sforzò di apprestarsi di più chiedendo ai suoi occhi l'impossibile impresa di resistere a quella luce abbagliante: "Clef! Ti prego! Resta con me!! Non voglio perderti di nuovo!!". Il ragazzo l'accarezzò con lo sguardo: "Non mi perderai Umi.. sarò sempre nel tuo cuore..". Il corpo dello stregone si dissolse completamente nell'aria satura di potere magico lasciando dietro di sé una scia luminosa evanescente. Umi si accasciò a terra fissando il vuoto con la mano ancora a mezz'aria nel tentativo di prendere qualcosa che non c'era più.  "No.. No!!!". Si raggomitolò sul pavimento riversando nel suo pianto tutto ciò che provava in quel momento. Si alzò in lacrime guardandosi intorno spaesata alla ricerca di qualcosa che giustificasse quella situazione surreale o qualcuno da incolpare. Era sola. Vicino al trono si ergeva ancora il bastone magico di Clef. Perché era ancora lì se lo stregone non era più.. non riusciva neanche a pensarlo. Si tirò su in piedi e si avvicinò alla potente arma che gli aveva visto talmente tante volte in mano da conoscerne i minimi dettagli. Le pietre ai lati brillavano.. "Un incantesimo?..". Umi lo afferrò ed un'improvvisa fitta alla testa sembrò minacciare di farle scoppiare il cranio. Perse l'equilibrio ma non sentì la caduta. Il dolore era insopportabile ed il cervello aveva azzerato il sistema nel buio più totale.

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Capitolo 2
*** Ritorno ***


CAP. II

 

Le ragazze si svegliarono tutte e tre contemporaneamente Fuu sul pavimento di casa, Hikaru sul freddo marciapiede ed Umi nel suo letto. Nessuna voleva credere a quello che aveva visto.. ma questa volta era un chiaro messaggio. Una richiesta di aiuto. Sapevano cosa dovevano fare. Si alzarono. Dovevano andare dove tutto era cominciato. Hikaru si alzò da terra.. possibile che in tutte ore nessuno l’avesse notata stesa sul cemento? Ma niente era rilevante.. prese la cartellina da terra e si mise a correre. Il suo pensiero si rivolse alla famiglia che in apprensione sicuramente la cercava. Stringendo i denti non si voltò neanche per un secondo con l’immagine di Lantis che la tormentava.. era in pericolo.. doveva fare qualcosa!

Fuu dovette uscire dalla finestra per non farsi sentire dai suoi genitori. Prese la bicicletta dallo scantinato, così c’avrebbe messo meno tempo. Una figura femminile emerse dall’ombra “Dove stai andando a quest’ora?”.  Il ricordo di Ferio così sofferente la faceva tremare.. doveva sbrigarsi! Senza girarsi, montò sulla bici “Mi dispiace Kuu.. devo andare.. e non posso dirti di più.”. Non lasciò il tempo alla sorella di controbattere, partendo a tutta velocità.

Umi si cambiò rapidamente indossando un paio di leggins ed una comoda maglietta e senza preoccuparsi di farsi sentire uscire a quella tarda ora si precipitò giù per le scale dell’enorme villa dove abitava aprendo il pesante portone senza tante premure. Clef aveva bisogno di lei.. il resto non aveva importanza..

Si incontrarono tutte sotto la Tokyo Tower e con un solo sguardo capirono che ciò che era appena accaduto ad una era successo anche alle altre. Umi fece notare: “ La torre è chiusa a quest’ora ai visitatori.. come faremo a salire?”.

Improvvisamente la porta dell’ascensore alle loro spalle si aprì ma dentro non c’era nessuno. Con uno sguardo d’intesa, le tre amiche entrarono nell’abitacolo che prese rapidamente a salire verso la balaustra più alta della costruzione. La tensione era palpabile. Cosa stava succedendo su Sephiro? Cosa stava disturbando la quiete del magico regno? Cos’erano quelle immagini che avevano visto nelle loro menti? Realtà? Premonizioni? Magari una trappola?.. con queste e mille altre domande, arrivarono sulla sommità della torre, dove tutto era cominciato e dove si erano incontrate per la prima volta, ma non era quello il momento per perdersi a rivangare dolci ricordi. Dopo una rapida e silenziosa ispezione, appurarono che la galleria panoramica era deserta. Le ragazze si guardarono perplesse. Le volte precedenti era comparsa nel cielo una luce che le aveva investite e trasportate nel mondo magico, ma adesso non stava accadendo proprio nulla. Umi iniziò ad agitarsi. Chi apriva il portone dimensionale oltre ad Emeraude, che non c’era più, era Clef.. e se questo non stava accadendo.. significava che qualcosa non andava. Hikaru e Fuu percepirono la sua inquietudine e le si apprestarono per infonderle coraggio quando tra di loro scaturì un bagliore. Le ragazze si allontanarono e come comparso, svanì. Fuu esclamò: “Avete visto?!”. Le altre annuirono e lei proseguì “Questa luce… Non vi sembrava la stessa di tre anni fa? Che sia il passaggio per Sephiro?!”. Hikaru rifletté: “Potrebbe essere.. non ci resta che provare!”. Si avvicinarono di nuovo in cerchio e come prima, tra loro, si generò quel bagliore già conosciuto in passato. Si alzò un forte vento e d’istinto si presero per mano attivando così il passaggio dimensionale. Sentirono la terra mancare sotto i loro piedi mentre il familiare vuoto allo stomaco provocato dalla caduta libera le attanagliava. Come le altre volte, svanita la luce, si trovarono a precipitare verso le lande incantate del regno. Non riuscirono a trattenere le urla di paura e le gemme vennero a loro incastonandosi nelle mani delle legittime padrone. Fuu invocò l’aiuto del suo fidato amico: ”Windam!! Vieni in nostro soccorso!!!!”. La pietra verde s’illuminò al comando e il melodioso canto delle fenice si espanse nell’aria . Atterrarono sul morbido dorso dell’imponente uccello. Fuu con le lacrime di gioia lo salutò: “Oh Windam! Come mi sei mancato!!”. In risposta ricevé un verso di giubilo. Rapidamente planarono verso il suolo dove Windam si dematerializzò nella gemma. Ad attenderle non c’era nessuno quindi si diressero verso il castello. Lungo il tragitto non incontrarono anima viva e la cosa le insospettì. Arrivate a destinazione rimasero allibite da ciò che videro. Il palazzo sembrava stesse andando il rovina.. come fosse abbandonato da anni. Il portone principale era sprangato e dalle alte finestre sembrava che qualcuno stesse spiando all’esterno. Rabbrividirono sentendosi osservate con tanta circospezione. Hikaru si fece sentire: “Ehi ragazzi!!! C’è nessuno?! Siamo noi, dai!!!!”. In risposta ricevettero delle sfere energetiche che esplosero davanti ai loro piedi mentre una voce lontana intimava: “Provatelo!!”. Le ragazze non ebbero tempo di replicare che alle loro spalle emersero da sottoterra dei giganteschi insetti mostruosi. Stizzite, riconobbero la mano di Ascot. Scansarono vari fendenti, non volevano ferirli ed Umi lo rimproverò: “Basta Ascot!! Smettila di fare il bambino e fatti vedere!!”. Ma nel distrarsi a rimbrottare l’autore dell’attacco finì scaraventata a terra e bersaglio di un enorme bestia che somigliava ad una cavalletta. Le altre cercarono di raggiungerla inutilmente.. era troppo distante. La falce dell’essere si fermò ad un soffio dal viso di Umi e finalmente il loro vecchio amico comparve sul dorso dell’animale. Ascot la fissava ancora incerto: “ Sei veramente tu?”. La ragazza ancora a terra gli chiese: “Cosa sta succedendo?..”. Il ragazzo che aveva mantenuto le sue sembianze da adolescente le si avvicinò e aiutandola ad alzarsi da terra la strinse tra la braccia: “Non posso credere che tu sia veramente qui.. mi sei mancata da morire..”. Umi ricambiò il gesto con sentimento fraterno e scostandosi ripeté: “Cosa sta succedendo Ascot? Perché siamo state richiamate a Sephiro?”. Il ragazzo si fece scuro in volto: “Lo stregone è scomparso da settimane.. e il castello sta cadendo a pezzi senza la sua magia.. il regno è esposto.” . Umi si sentì mancare. Quello che aveva visto nel sonno era dunque vero? Com’era potuto succedere? Il respiro le mancò e le cose intorno a lei si fecero sfocate.. indistinte. Mentre perdeva coscienza rivide la terribile scena del suo incubo..  Ascot prese prontamente in braccio la ragazza prima che cadesse. Aveva intuito cosa lei provasse per Clef.. ma lui ne era ancora innamorato e con sguardo triste si apprestò ad entrare nel palazzo: “Venite Cavalieri Magici.. non è sicuro restare qui fuori..”. Hikaru e Fuu seguirono il loro amico in silenzio oltrepassando le pesanti assi di legno inchiodate al grande portone attraverso una piccola apertura nascosta. Percorsero lunghi corridoi bui. Fuu rifletté ad alta voce: “Che strano vedere il castello così spento…”. Arrivarono alla sala del trono. Ascot aprì la pesante porta cigolante facendo strada alle ragazze. La stanza era anch’essa a malapena illuminata da deboli fiaccole sparse che lanciavano al suolo inquietanti ombre guizzanti. Da un angolo buio emerse un’esile figura che corso loro incontro “Oh come sono contenta di vedervi!!”. I volti di Hikaru e Fuu si distesero in un raggiante sorriso mentre abbracciavano la donna appena comparsa: “Presea! Anche a noi fa piacere vederti!!”. Dalla porta alle loro spalle giunsero dei rumori di passi. Si voltarono tutti ed accolsero Caldina e Rafaga nel gruppo. L’emozione condivisa da tutti per il ritrovarsi di nuovo insieme era sincera.. ma non c’era gioia nei loro occhi.. solo preoccupazione mascherata da una finta tranquillità. Presea si avvicinò ad Umi che giaceva ancora incosciente tra le braccia di Ascot e scostandole una ciocca di capelli dal viso le parlò: “Povera piccola.. deve essere stato un duro colpo vero?”. Hikaru prese la parola: “Volete raccontarci cosa sta succedendo? Ci è stato detto solo che Clef è scomparso da settimane..” . Presea si strinse le braccia al petto: “In realtà non sappiamo molto di più.. circa due mesi fa mi stavo recando qui convocata dallo stregone. Arrivata alla porta dorata però non riuscii ad entrare. Dall’interno arrivavano i rumori concitati di una lotta.. sentii Clef pronunciare degli incantesimi ed il boato di esplosioni.. cercai di sfondare ma fu tutto inutile. Poi all’improvviso ci fu silenzio. La porta si aprì da sola.. e la stanza era vuota.. deserta.. nessuna traccia. Chiamai gli altri descrivendo l’accaduto. Cercammo Clef in lungo ed in largo per Sephiro.. ma, ad oggi, di lui non c’è ancora traccia..” Presea non riuscì a dire altro perché un nodo alla gola le impediva di parlare. Continuò Rafaga per lei: “ Il punto è che senza la sua magica presenza, gli abitanti del regno non sono sufficienti a garantire la stabilità e la pace di questo mondo.. -stringendo i pugni aggiunse- sembra quasi che lui non sia più in questa dimensione.. o che sia..”.. “Non pensarlo neanche per un attimo!!” lo rimproverò Presea aggiungendo “Io so che è ancora vivo..”. Rafaga continuò: “Abbiamo così organizzato delle squadre di ricerca .. ma molte non sono tornate..”. Hikaru trovò il coraggio di fare la domanda che si trovava sulla punta della lingua anche di Fuu anche a costo d’interrompere il racconto del guerriero ma non poteva resistere oltre: “Perché non sono qui con noi Lantis e Ferio?”. Il silenzio calò nella stanza. La giovane scrutò uno per uno i suoi compagni ma nessuno voleva guardarla negli occhi “Avanti ragazzi.. così mi fate stare in pensiero..”. Fu Ascot a parlare: “Erano a capo di due diverse squadre di ricerca.. tra quelle che non sono rientrate. Sono dispersi da più di due settimane.”. Fuu strinse la mano alla sua amica per conforto o per cercare un’ancora nel vuoto che quella dichiarazione le aveva generato dentro ma si rese conto che Hikaru era persa tanto quanto lei. Rafaga concluse: “Oltre a questo… non sappiamo altro.” . Ascot continuando ad osservare la ragazza inerme tra le sue braccia intervenne: “Io credo sia qualcosa.. o meglio qualcuno con mistici poteri oscuri. Quando Clef è scomparso, ho percepito chiaramente due grandi poteri collidere.. l’uno l’opposto dell’altro.. eppure così simili..”. Caldina indagò: “Cosa intendi dire? Spiegati meglio.” Il ragazzo interpellato rispose: “Ancora non lo so.. ma di una cosa sono certo: una di quelle due forze magiche era Clef.”. La giovane dalla pelle ambrata lo scrutò scettica: “E come fai ad esserne certo?”. Lui la fissò serio: “Sono un evocatore di primo ordine.. percepisco la magia.”.  Caldina s’inalberò: “Ehi ragazzino! Sarai anche un evocatore, ma bada al tono con cui ti rivolgi a me! -e vedendo che se ne stava andando ignorandola gli inveì contro- Ehi mago da quattro soldi!! Sto parlando con te!!”. Si conoscevano da tanti anni ma quando le si rivolgeva con certi toni, non riusciva proprio a tollerarlo. Rafaga le mise una mano sulla spalla così lei si acquietò subito sbollendo in silenzio quella che riteneva un’offesa. Ascot si diresse verso la camera di Clef. Adagiò dolcemente Umi sul letto coprendola con il lungo mantello che si tolse. Le accarezzò la fronte spostandole la frangia per depositare un leggerissimo bacio “Mi dispiace..”. Uscito dalla stanza si richiuse la porta alle spalle per tornare dagli altri. Umi aprì gli occhi.. aveva sentito tutto. Le lenzuola avevano ancora il profumo intenso e speziato di Clef. Inspirò profondamente e finalmente si concesse un lungo pianto finché stremata non si lasciò cullare dall’oblio del sonno.

Intanto Presea aveva accompagnato le altre in un’ampia camera da letto con un enorme materasso dove avrebbero potuto dormire insieme. Non voleva che Umi svegliatasi le tempestasse di domande.. senza sapere che invece aveva già sentito tutto. Hikaru e Fuu si cambiarono in silenzio e s’infilarono sotto le coperte ed una di fronte all’altra incrociarono i loro sguardi. Presto gli occhi di entrambe si riempirono di lacrime. Hikaru tra i singhiozzi le disse: “Promettimi una cosa..-ed ottenuto il consenso proseguì- che ora piangeremo.. ma che domani faremo vedere loro che siamo forti e ottimiste..”. Fuu assentì mentre stringendosi all’amica diedero sfogo alla preoccupazione e alla paura.. domani questi sentimenti avrebbero dovuto essere solo un ricordo. Avrebbero dovuto affrontare forse la più ardua delle missioni.. e non potevano permettersi assolutamente di cedere o mostrarsi deboli, in fin dei conti loro erano i Cavalieri Magici.

 

 

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Capitolo 3
*** Nuovi amici! ***


 

CAP. III

All’alba le ragazze si svegliarono di buon ora. Umi si drizzò a sedere sospirando. Prese il mantello di Ascot e con cura lo ripiegò. Decise in quel momento che per i suoi amici avrebbe dato il meglio di sé accantonando la tristezza che gravava sul suo animo. Clef non avrebbe voluto vederla tanto abbattuta.

Lungo il corridoio incontrò le sue amiche e dopo un attimo di circospezione dove di nuovo le parole sarebbero state superflue si sorrisero con una parvenza di serenità. 

Riunitisi  tutti nella stanza del trono decisero come procedere consumando una rapida colazione. Fu stabilito che i Cavalieri Magici sarebbero andati in avanscoperta con una scorta di guerrieri scelti per le settimane avvenire suddividendo il reame in quadranti da esplorare in lungo e in largo alla ricerca di tracce di ogni genere. Con loro sarebbero partiti anche Rafaga ed Ascot, il miglior spadaccino dopo Lantis ed un evocatore sarebbero stati sicuramente d’aiuto.

Il piano era stabilito. Furono sellati i cavalli con le provviste per il viaggio e Rafaga insisté per presentare loro i guerrieri che li avrebbero accompagnati. Si diressero quindi verso le scuderie dove si stavano ultimando i preparativi per la loro nuova missione. Appena entrarono, cinque persone si misero in linea in fretta davanti le stalle. L’attuale capitano delle guardie li presentò “Ecco! Questi sono i guerrieri che ho personalmente selezionato per accompagnarci in questo viaggio. Sono Juno, Terrano, Navara, Xedos ed Hornet. Sono tra i più valorosi di tutto il paese. Sapranno essere di supporto.”. Le ragazze salutarono ad uno ad uno i loro prossimi compagni presentandosi. Erano tutti molto giovani ma a dispetto dell’apparente età, avevano alcune vistose cicatrici ormai datate.. sinonimo di familiarità con le battaglie. Juno che sembrava essere la più grande parlò:  “Cavalieri! Sappiamo chi siete e cos’avete fatto per il nostro paese -e detto questo s’inginocchiò seguita dagli altri- state certe che se necessario daremo la vita per voi!”. Le ragazze imbarazzate li pregarono di alzarsi “Non vogliamo essere trattate diversamente da uno qualunque di voi.. -disse Hikaru- siamo qui per darvi speranza.. e la speranza la tratti come un’amica.. no?”. Navara prese le mani di Hikaru tra le sue e guardandola ammirata le disse: “Ora capisco perché eri stata scelta come nuova Colonna..”. Il cavaliere del fuoco si sentì a disagio ripensando a tutti gli accadimenti avvenuti dacché era stata nominata al posto di Emeraude e preferì troncare l’argomento liquidando il soldato con un mezzo sorriso nonostante quello di Navara volesse essere un complimento. Fatte le presentazioni Rafaga ordinò che terminassero i preparativi. Avrebbero lasciato il castello a breve.

Intanto Presea aveva preparato delle divise atte a lunghe cavalcate. I loro indumenti non andavano bene. Umi con i suoi leggins li avrebbe consumati nel giro di un’ora o più.. per non parlare delle divise scolastiche che le altre stavano ancora indossando. Orgogliosa di sé stessa, la forgiatrice di Cephiro, illustrò alle ragazze il lavoro di una notte intera passata a modellare le loro uniformi. Hikaru rimase a bocca aperta a nome di tutte. Erano meravigliose. Bianche con finiture dorate ed intarsi blu, verdi e rossi. Ad ognuna il suo colore. Incredibile.. erano anche della giusta misura. Presea era davvero abile nel suo mestiere. La donna spiegò: “Queste armature sono un connubio perfetto tra resistente tessuto e metallo dentro cui ho miscelato una piccola quantità di Escudo -e facendo l’occhiolino aggiunse- così sarò tranquilla sarete protette a dovere!”.  Le indossarono subito. Leggere come l’aria nonostante il materiale, sembravano studiate per consentire loro qualsiasi comodo movimento. Il tutto completato da uno dei loro tipici mantelli forse fin troppo lunghi dato che arrivavano a toccare terra e di quel poco. Terminato di metterle, le gemme magiche si attivarono riconoscendo l’Escudo forgiato ed ornando le loro teste con i diademi delle loro vecchie divise da combattimento. Fuu disse riconoscente: “Non ho parole Presea! Sono magnifiche..”. Di rimando lei commossa rispose: “Non dovete dirmi nulla.. promettete solo che tornerete sane e salve!”. Si abbracciarono tutte insieme e Hikaru disse: “Faremo del nostro meglio!”. Congedatesi dalla forgiatrice si diressero alle scuderie dove la loro comparsa fu accolta da espressioni di stupore misto a reverenza e ammirazione. Erano bellissime e pronte alla guerra come delle dee. Hikaru si avvicinò a Rafaga in imbarazzo: “Ehm.. noi non siamo mai montate  a cavallo..”. Il capo delle guardie scoppiò a ridere facendole arrossire tutte: “Non preoccupatevi! Imparerete presto! Anche perché o state su.. o andate giù! Sta a voi! Le cose fondamentali da sapere sono: talloni bassi sulle staffe e briglie corte al galoppo! Siete voi a condurre.. non lui a portare voi.”. Umi prese l’iniziativa ed osservato come i suoi compagni montavano, mise il piede sulla staffa e con un bello slancio atterrò morbida sul dorso dell’animale che non si scompose minimamente. Hikaru era decisamente più bassa di Umi il che le costò un paio di tentativi prima di riuscire a salire in groppa al suo destriero. Fuu era quella che si sentiva più fuori posto in quell’attività. Non era mai stata brava negli sport tranne che nel tiro con l’arco... anzi si sentiva molto impacciata e si fece aiutare da Xedos il quale senza il sforzo la sollevò di peso facendola montare. Lei lo ringraziò di cuore: “Ti prometto che cercherò d’imparare velocemente!” gli disse elargendo un dei suoi dolci sorrisi. Il cavaliere arrossendo leggermente bofonchiò un “Prego..” prima di avviarsi al passo. Fuu ci restò male ma Navara le si accostò: “Non temere cavaliere è solo molto timido.. sai credo tu gli piaccia!”. Non attese risposta e raggiunse il  suo compagno per prenderlo in giro. Fuu senza parole restò imbambolata. Non aveva mai preso in considerazione l’idea di piacere a qualcun altro che non fosse Ferio. Umi la richiamò all’attenzione e si prepararono a partire. In formazione uscirono dal castello al passo per dare modo alle ragazze di prendere confidenza con gli animali. In testa Rafaga e Ascot guidavano il gruppo. Subito dietro si erano posizionati , Xedos, Terrano, Juno ed Hikaru. Nella fila successiva Fuu, Navara e Umi. A chiudere la squadra Hornet.

Dall’alto di una delle torri ancora non crollate Presea teneva in braccio Mokona e con aria malinconica implorò mentre guardava i suoi amici allontanarsi “Vi prego.. fate attenzione..”.

Rafaga decise si sarebbero diretti al quadrante Nord per primo dato che era giunta voce che gli abitanti potessero avere informazioni di sorta e quindi si misero in marcia. Ci vollero giorni di trotto e galoppo per arrivare al punto di partenza. Le prime ricerche subito dopo la scomparsa di Clef avevano spinto le guardie ben oltre i limitrofi del castello.  In questo periodo ebbero modo d’entrare in confidenza coi loro compagni. Scoprirono che Juno era davvero la più grande nonostante avesse passato a malapena i vent’anni e che suo padre era disperso insieme alla squadra di Ferio. Non era di tantissime parole. La maggiore di quattro fratelli su di lei gravava il peso e la responsabilità della sua famiglia giacché suo padre era scomparso. Seria e composta si rifletteva sul suo sguardo spesso corrucciato la rabbia per ciò che stava accadendo nel reame ma anche la determinazione ostinata ereditata dal suo vecchio nello scoprire e risolvere il fitto mistero che avvolgeva le strane sparizioni. Umi si ritrovò un po' in lei.. accomunate da quella testardaggine tipica di chi non si arrende neanche all’evidenza. Questa nuova intesa rese più leggero il cuore del cavaliere dell’acqua che nonostante non avesse raccontato alle sue amiche dell’orribile incubo e a nessuno dei compagni dei suoi sentimenti per Clef, si struggeva al pensiero di arrivare troppo tardi per salvarlo. Da canto loro Hikaru e Fuu si rasserenarono vedendo la loro compagna di norma tanto riflessiva ed introversa lasciarsi andare a quella nuova amicizia. Si fermarono per la notte e suddividendosi i compiti iniziarono a provvedere chi alla cena, chi ad acqua e fuoco e chi ai cavalli come il solito. Hikaru con Terrano ed Hornet erano stati incaricati di cercare la legna e portare ad abbeverare gli animali al fiume vicino. La ragazza aveva notato la somiglianza tra i due e si azzardò alla domanda personale: “Scusate.. ma voi due siete fratelli?”. I due ragazzi si guardarono in cagnesco. In effetti non si erano neanche parlati. Forse non avrebbe dovuto farsi gli affari loro. Era chiaro che Hornet fosse un po' più grande dato che superava l’altro di una spanna. Fu proprio questo a parlare: “Si siamo fratelli.. ma solo di sangue! Dato che questo scavezzacollo -disse accennando al fratello- si caccia sempre nei guai e poi tocca a me tirarlo fuori!!”. Terrano non riuscì più a tacere: “Ah si?! Beh! Non ti ho mai chiesto nulla mi pare! Non ti devo favori!!”. Il maggiore lo schernì: “Ma senti, senti il ragazzino!! Se non fosse stato per me saresti già morto alle Valli di Pietra tre anni fa!!”. L’altro non gli fece mancare la risposta: “Avevo tutto sotto controllo! Cosa credi?!”. Hikaru assisté allo scambio di battute tra i due ancora per un po' e poi scoppiò a ridere proprio di gusto meritandosi uno sguardo fulminante da parte di entrambi. Con le lacrime agli occhi cercò di tornare seria: “Scusate! Non volevo prendermi gioco di voi.. solo mi ricordate i miei fratelli! Ne ho quattro e tutti più grandi di me. Sono sempre lì a litigare.. anche se in realtà si vogliono bene.”. I due ragazzi si distesero e Terrano le fece notare: “Piacere d’averti fatto sorridere cavaliere.. è la prima volta che lo fai per davvero da quando siamo partiti.” Hikaru capì al volo. La loro era stata solo una barzelletta per cercare di farla ridere. Anche se non si erano parlati per tutti quei giorni il loro legame doveva essere proprio quello vero e autentico di fratellanza non solo nel sangue ma anche nell’anima. Era anche per questo che valeva la pena di combattere. Sorrise loro di cuore: “Avanti scansa fatiche! Il fuoco non si accende da solo!!”. Insieme le risposero: “Scansa fatiche a chi?!”. Tornarono all’accampamento tra le risate. Umi e Fuu gioirono in silenzio a vedere la loro amica così a suo agio.. sembrava essere tornata la stessa di un tempo. Sapevano quanto Lantis le mancasse.

Cenarono quasi in  allegria.

Organizzati i turni di guardia i primi sarebbero stati Xedos, Navara e Fuu. Gli altri andarono a riposare.

Ormai avevano raggiunto le porte del quadrante nord e le temperature erano decisamente più basse rispetto alla zona da dove erano partiti. Fuu ringraziò di nuovo Presea per l’enorme mantello di cui aveva corredato le divise. Era terribilmente gelida l’aria. Navara le si avvicinò: “ A cosa stai pensando Fuu?”. La ragazza sollevò lo sguardo verso la compagna scuotendo lenta la testa: “A niente. Non ti preoccupare.. Parlami di te! Raccontami qualcosa della tua vita.” Navara elargì un enorme sorriso. Era una cascata di vitalità questa giovane. Un po' le ricordava Hikaru. Mai ferma,  mai zitta. Argento vivo insomma! “Beh! Vediamo.. cosa ti posso raccontare.. tre anni fa quando comparve Debonair i mostri nel regno si moltiplicarono come gli attacchi ai villaggi ed io rimasi orfana.”. Fuu assunse un’espressione sconcertata. Si sentiva responsabile dell’accaduto e quindi anche della morte dei suoi genitori. Navara si affrettò a chiarire: “Non ce l’ho con voi Cavalieri Magici!!Anzi!! Vi sono riconoscente.. senza il vostro intervento.. probabilmente io non sarei qui oggi. Decisi poi di entrare nell’esercito di Cephiro per dare uno scopo alla mia vita. Le mie potenzialità in qualità di soldato senza poteri magici erano ridotte e non mi consentirono di schierarmi nelle file più potenti.. ma desideravo dare il mio contributo al paese e preservarne la pace.”. Appoggiandosi ad un albero continuò: “Cosi mi diedi anima e corpo all’addestramento. Conobbi Rafaga e lui per me fu un secondo padre. Gli devo tutto. La mia istruzione e gli allenamenti che mi hanno portato ad essere uno dei migliori guerrieri di tutto il paese!”. Fuu la osservò ammirata. Navara imbarazzata si voltò: “Dai non fissarmi così!!”. L’altra si scusò: “Mi spiace.. non volevo essere invadente e costringerti e rievocare ricordi tanto dolorosi.. Sei davvero coraggiosa e piena di energie.. vorrei assomigliarti almeno un po'..”. La compagna la fissò stranita: “Stai scherzando?! Voi avete salvato Cephiro due volte!! Siete degli eroi!! In cosa vorresti essermi simile?”. Fuu si rattristò: “ Vedi.. non sono così forte come pensi.. io non amo la guerra e non mi sento particolarmente combattiva. Quasi tutte le volte in cui ho dovuto brandire la spada, sono stata aiutata da qualcuno..”. Navara rifletté: “Io credo tu ti stia sottovalutando.. se sei stata scelta un motivo c’é. E se Windam ha deciso di affiancarti col suo enorme potere significa che in te ha visto le vere capacità di un cavaliere.. poi sono convinta che un grande combattente non debba essere smanioso di fare la guerra.. anzi! Dovrebbe risolvere i conflitti in altre maniere e tenere la battaglia come ultima ed inevitabile soluzione. Non ritengo affatto che tu sia debole.. al contrario. Probabilmente sei la più saggia e questo è un fattore che fa di un soldato un condottiero!”. Fuu con le lacrime agli occhi la ringraziò. Si sentiva confortata dalle sue parole.. forse non meritava tanta considerazione.. ma lo sguardo risoluto di Navara la fece desistere dal porre nuove obbiezioni.

Da sopra le loro teste un bagliore si espanse e delicati fiocchi di neve scesero leggeri. Fuu prese uno dei piccoli cristalli tra le mani.. che strano.. non era freddo. Non sembrava neanche neve! Navara con ormai una montagnola in testa di quei fiocchetti candidi, rivolse un pugno verso l’alto: “Xedos!!! Smettila coi tuoi giochetti!! Cos’è hai voglia di fare lo spiritoso?”. Dall’ombra alle loro spalle, emerse il ragazzo sbuffando: “Eh dai!!! Era uno scherzo!”. Navara lo fulminò: “Ma ti pare! Guarda!!mi hai riempita di questa roba bianca che non si stacca dalla mia armatura!!”. Fuu interrogativa gli si rivolse: “Ma come hai fatto? Hai forse poteri magici?”. Contento d’aver attirato la sua attenzione, si gonfiò: “Ebbene si! Prima che cominciassero le sparizioni ero nella  sezione apprendisti stregoni dell’esercito!”. “Sei  solo un ciarlatano che si vuole mettere in mostra agli occhi della bella!” lo prese in giro Navara indicando Fuu, la quale scoppiò in una cristallina risata che trascinò i suoi compagni con sé. Tornati seri Xedos mise da parte la sua timidezza e domandò: “Allora cavaliere.. c’è già un uomo nel tuo cuore?”. Navara gli tirò  un pugno su una spalla: “Ma ti sembra una cosa da domandare così diretto?!”. Fuu titubante stava per rispondere quando la terra tremò sotto i loro piedi. Si trovavano su una roccia a strapiombo nella vallata. Un boato assordante risuonò nell’aria. Non ci fu quasi il tempo di capire cosa stesse accadendo. La terra si spaccò. Xedos afferrò Navara per un braccio mentre il suolo sotto Fuu si sgretolò facendola precipitare nel vuoto.

 

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Capitolo 4
*** Vento di cambiamento ***


CAP. IV

Il terremoto aveva svegliato tutto l’accampamento che si era riunito ai limitrofi boschivi. Hikaru chiese allarmata: “Ragazzi! Che succede?! Dov’è Fuu?!”. I due compagni  del primo turno di guardia fissavano muti il punto ormai vuoto dove si trovava il cavaliere del vento ed improvvisamente vennero investiti dallo spostamento d’aria provocato da Windam che nelle spoglie di fenice s’impennò verso l’alto con Fuu aggrappata al suo dorso. Tirarono un sospiro di sollievo ma durò poco perché dall’oscura discesa della montagna emerse una creatura gigantesca dalla forma indefinita e nera come la notte. Rafaga urlò: “Via di qua!!”. Si spostarono appena in tempo per evitare un’enorme braccio atterrare e distruggere tutto creando un solco nel suolo profondo almeno un metro. Fuu richiamò l’attenzione della sua compagna planando di fianco al gruppo: “Umi!! Vieni ho un’idea!!” disse allungando una mano affinché l’altra salisse sul dorso di Windam. Ancora in camicia da notte l’amica obbedì e si alzarono in aria schivando un nuovo attacco che sradicò gli alberi intorno. Volando in quota Fuu girò intorno al mostro esponendo il suo piano: “Guarda!-disse indicando il dietro della creatura- davanti non si riesce a distinguere di cosa sia fatto.. ma dietro è di terra..” Umi assentì e l’amica riprese “Sai cosa succede alla terra quando l’acqua all’interno si ghiaccia?”. La compagna capì al volo! Geniale! Si lanciò giù nel vuoto richiamando il potere del suo spirito guida: “Drago d’acqua!!!”. Ceres venne a lei concedendole il potere. Un’enorme onda colpì la creatura che si abbatté sul versante del monte. Rialzandosi pesantemente si rivolse verso il cavaliere dell’acqua preparandosi ad attaccare ma abbandonando fortunatamente i compagni che poterono riunirsi. Ascot aveva prontamente evocato uno dei suoi mistici animali che volando rapido aveva salvato Umi dalla caduta. “Turbine verde!!!!”. Il colpo di Fuu andò a segno. La creatura iniziò a rallentare i movimenti fino a fermarsi del tutto. Congelata la si sentì ruggire dall’interno come una bestia rabbiosa. Fuu dal dorso di Windam saltò giù in direzione del mostro. Serviva il colpo di grazia . Estrasse la sua enorme spada dalla gemma fendendo un colpo che spaccò l’avversario in due. Il gigantesco cumulo di terra esplose letteralmente a causa dell’acqua assorbita che trasformatasi in ghiaccio si era espansa e l’urto del colpo finale ne aveva decretato la sconfitta. Erano state terribilmente magnifiche e micidiali. Con una sola tecnica combinata e senza particolare sforzo, avevano abbattuto un mostro terrificante. La scorta le fissava con incredulità, ma del resto loro erano i Cavalieri Magici. Il gruppo si ricompattò. Umi ringraziò Ascot per il supporto mentre lui arrossiva lusingato. Rafaga osservò: “E’ il primo vero mostro che incontriamo.. a mio avviso ci stiamo avvicinando a qualcosa da cui ci vogliono tenere lontani..”.

Cercarono di riposare per il tempo che li separava dall’alba. Con il primo rischiararsi del cielo si organizzarono per ripartire. Salirono ripidi sentieri con i cavalli che incespicavano sulle rocce mentre un forte vento freddo sferzava le fronde circostanti. Xedos si affiancò ad Ascott: “Guarda quelle nuvole.. -disse indicando i cumuli vaporosi e delineati in alta quota- sono troppo in alto per essere normali condensazioni.. che possano essere un passaggio interdimensionale?”. L’evocatore rispose: “Si.. le stavo tenendo d’occhio da un po'.. non hanno mai cambiato forma. E’ di sicuro una porta di collegamento..”. Arrivati su un altopiano e al riparo  dal vento dietro una grande roccia, si fermarono a riposare. Ascot attirò l’attenzione dei compagni: “Abbiamo individuato un passaggio dimensionale.. -spiegando alle ragazze- Anche nel nostro mondo non sono comuni. Secondo me varrebbe la pena controllare..” ma Xedos lo interruppe: “Guardate! Si sta attivando!” disse indicando le nuvole improvvisamente fattesi plumbee e minacciose. Le morbide curve vaporose iniziarono ad essere tempestate da lampi e fulmini. Un tuono tanto forte che sembrò voler squarciare il cielo portò in coda al suo boato un urlo di dolore. Si guardarono tutti in faccia.. ma chi era stato? Nessuno era ferito.. quindi da dove era venuto? Fuu fissò sconcertata le nuvole.. “Io conosco questa voce..”. Di nuovo un fulmine attraversò la volta celeste facendo seguire un urlo ancora più straziato. Fuu presa dal panico fece per allontanarsi dal gruppo. Doveva capire da dove arrivava quella voce, ma Xedos la prese di peso riportandola con gli altri: “Ma sei impazzita?! Non puoi andartene da sola qui!”. Fuu si dimenava con forza: “Ti prego lasciami andare!! Lasciami ho detto!!”. Hikaru ed Umi preoccupate cercarono di calmarla: “Smettila! Ti stai agitando troppo!!”. Fuu tentando disperatamente di liberarsi dalla presa ferrea del compagno iniziò a piangere urlando: “Voi non capite!! Questa è l voce di Ferio!- rivolgendosi poi  al cielo lo chiamò- Ferio!! Ferio!!!”. Juno si girò sconvolta verso Ascot: “E’ possibile?”. Il ragazzo rispose: “Certo che lo é.. se le squadre fossero state trasportate in altre dimensioni spiegherebbe perché finora non abbiamo trovato nessuna traccia..le persone a cui abbiamo domandato li hanno solo visti passare e mai tornare..”. Xedos che ancora teneva ferma Fuu s’informò: “Potrebbe essere una trappola?”. Ascot assentì di nuovo: “Si.. ma se il portale si dovesse chiudere come sembra stia per fare..non avremo più possibilità di scoprirlo.”. Rafaga intervenne: “E se dovesse chiudersi mentre siamo ancora dentro?”. L’evocatore ribatté grave: “Non faremmo mai più ritorno..”. Il capo delle guardie sembrò soppesare le opzioni. Fuu che aveva smesso di ribellarsi sentenziò con le lacrime che ancora le rigavano le guance: “Non so cosa decidiate di fare.. ma io devo andare..”. Xedos aveva avuto la risposta alla sua domanda e prese la decisione: “Se lei va, andrò anch'io.”. Un susseguirsi di adesioni convinse Rafaga a dare il suo consenso all’operazione. Senza ulteriori indugi Fuu montò a cavallo seguita dagli altri. Terrano chiese: “Come faremo a raggiungere la porta?”. Il cavaliere del vento strinse la sua gemma verde: “Ti prego Windam.. vieni in mio soccorso!”. La pietra s’illuminò ed una calda corrente densa distribuì enormi ali ai fianchi dei destrieri. Fuu si lanciò decisa al galoppo saltando nel vuoto oltre la terraferma. Le grandi protuberanze piumate si dispiegarono elegantemente sostenendo l’abbondante peso dell’animale. Rafaga, Ascot, Umi e Xedos, spronarono i cavalli in coda alla ragazza librandosi in aria senza problemi. Gli altri titubanti si guardarono in viso e stringendo i denti li seguirono con non poche difficoltà. Fuu consigliò loro di stare il più vicini possibile e di restare nella sua scia. Conoscendo i venti li avrebbe guidati dentro delle correnti ascensionali che li avrebbe fatti arrivare a destinazione con meno sforzo. Facendo un largo giro per obbedire alle indicazioni di Fuu si apprestarono alla portale che li risucchiò al suo interno in una vorticosa spirale troppo forte per potervi resistere. Quando finalmente il vento cessò, i cavalli ripresero assetto ed atterrarono al suolo dove le ali svanirono in una scia di piume leggere. Smontarono circospetti cercando di adattare la vista alla penombra del posto. Somigliava alla loro Foresta del Silenzio. Qui gli alberi non erano che scheletri morti e neri. Tesero le orecchie per cercare di captare qualsiasi rumore. All’improvviso un nuovo urlo giunse come un eco lontano. Estrassero le spade e senza attendere Fuu corse nell’intricata vegetazione senza vita. Hikaru ed Umi tentarono di fermarla ma le ramaglie sembrarono ravvivarsi all’improvviso perché si richiusero dietro il passaggio di Fuu impedendo loro di raggiungerla.

Il cavaliere del vento non si accorse di essere rimasta sola. Continuò a fendere l’aria tagliando i rami che le ostruivano il passaggio. Ben presto semplici legni secchi si trasformarono in taglienti rovi fitti. Fuu si bloccò riconoscendo il contesto.. era uguale a quello del suo incubo. Era reale dunque?! Si rese conto in quel momento che i suoi compagni non erano più dietro di lei. La voce di Ferio risuonò nuovamente nell’aria. Questo la spronò “Resisti ti prego.. sto arrivando!”. Nell’ombra una figura sinistra ghignò: “Credo ci sarà da divertirsi..”.

Nel frattempo il resto dei suoi compagni tentava inutilmente di sfondare la barriera di rami che invece ogni volta si ricostituiva e più fitta di prima. Dopo svariati tentativi fisici e magici si ritrovarono al punto di partenza. Ascot disse amareggiato: “Deve essere un mago potente perché i suoi incantesimi siano così efficaci..”. Hikaru col fiatone si scagliò di nuovo contro quel muro apparentemente indistruttibile “Non possiamo arrenderci!!..Fulmine rosso!!”.

Fuu perse la cognizione del tempo. Non sapeva più da quanto si stesse addentrando tra quei rovi che le laceravano la pelle dove l’armatura non riusciva a proteggerla. Man mano che procedeva tagliando i rami si percepì nell’aria un lamento prima lieve e poi sempre più chiaro. Non capiva dove il nemico volesse arrivare con questo trucco.. forse ad intimorirla. Ma continuò ad avanzare senza sosta. Nel recidere un tronco che le sbarrava il cammino le giunse nitida una voce all’orecchio “Perché lo fai..?..”. Fuu si girò intorno sospetta: “Chi è là?! Fatti vedere!” ma non ottenendo alcuna risposta, tornò alla sua impresa. Poi al ramo successivo: “Perché ti dai tanta pena..?..”. Di nuovo quella voce.. sembrava di una donna.. anzi sembrava giovane. Fuu impugnò la spada circospetta: “Ancora?! Cosa vuoi da me?”. Nessuna risposta. Ma il cavaliere aveva capito. Sembrava essere un trucchetto psicologico.. non si sarebbe fatta fermare per così poco. Continuò imperterrita a disboscare la vegetazione morta intorno a lei mentre ad ogni passo corrispondeva quella triste voce che le faceva domande simili alle precedenti “ Perché non torni a casa?.. Chi te lo fa fare?.. Non sei stanca di combattere?.. Perché non lasci fare agli altri?.. Nessuno ti ha mai apprezzato veramente.. Per chi combatti allora?..”. Inizialmente Fuu credeva avrebbe smesso ma invece imperterrita seguitava a dover ascoltare quelle sciocche domande. L’unico pensiero fisso era la visione di Ferio in pericolo e questo le permettè di non vacillare mai. Nessun ripensamento per la scelta di andare avanti da sola piuttosto che tornare indietro a cercare i suoi compagni. Piantò la lama in grosso legno e si girò di scatto giusto in tempo per vedere una sagoma semitrasparente alleggiare dietro di lei. “Ma cosa..?! -esclamò sorpresa- Tu sei me?!”. L’apparizione aveva proprio le sembianze di Fuu.. solo molto più triste e spenta. Negli occhi della presenza non si scorgeva segno di vita. Simile ad un fantasma levitò vicino alla ragazza sussurrandole all’orecchio: “Perché continui a batterti? Non sarebbe meglio tornare a casa dalla tua mamma e dal papà.. al sicuro? Perché metti a rischio la tua vita per degli sconosciuti?..  Cos’hanno fatto loro per te?..”. Fuu riprese la spada in mano e stringendo l’elsa a tal punto da farsi male proseguì nella sua opera con più determinazione “Tu non sai niente di me! Io combatto per i miei amici! Per dare speranza anche a chi l’ha persa e donare la pace a chi non ha più nulla! Certo che sarebbe più comodo voltare le spalle e andarmene ma poi non avrei più il coraggio di guardarmi allo specchio..”. Ormai iniziava ad accusare la stanchezza ma la figura nell’ombra aveva esaurito la pazienza di aspettare che cedesse le armi per sfinimento e decise di mostrarsi. Fuu dando fondo alle sue energie urlò: “La felicità si ottiene combattendo per le cose in cui credi! A volte sono battaglie di vita.. dove la spada non serve.. ma questo non è il mio caso!!”. Toccato un altro dei tanti rami pungenti con la lama, i rovi sparirono dissipandosi veloci. Fuu ferita e stanca si guardò intorno per individuare il suo nemico che comparve avvolto da un fumo nero e denso. Lei intimò: “Dimmi chi sei e cosa vuoi! Che ne hai fatto dei soldati di Cephiro?”. Era alto con i capelli bianchi ma giovane all’apparenza ed indossava un’armatura nera con lungo mantello sorretto da una grossa spilla con una pietra gialla ferma sul petto. L’uomo la fissava glaciale: “Il mio nome è Titan. Lo ammetto cavaliere dell’aria.. non so come siete entrati attraverso il mio portale.. né come tu abbia fatto ad arrivare sin qui.. ma di sicuro non ne uscirete.”. Fuu ripetè: “Che ne hai fatto della squadra di ricerca? Dimmelo!”. Titan la scrutò serio e con un gesto della mano la terra tremò sotto di loro. Poco distante emerse dal sottosuolo un intricato ammasso di rovi.. all’interno dei quali si distinguevano corpi di uomini. Aguzzando la vista Fuu inorridì riconoscendo la principesca armatura bianca di lui “Ferio… No..”. Con rinnovata forza fece per avvicinarsi ma venne sbalzata indietro da una forza invisibile. Si rivolse quindi all’uomo con espressione incollerita: “Che cosa gli hai fatto?!”. Titan capendo al volo, scoppiò in una risata sadica: “Ora ho capito come sei riuscita ad arrivare fin qua! Il mio maestro mi dice sempre che sono troppo calcolatore e non tengo conto dei sentimenti.. si spiega.” Fuu interdetta gli domandò: “ Allora non sei da solo.. ce n’è un altro..?”. Lui rifletté se rispondere o meno.. ma si.. tanto l’avrebbe uccisa di lì a poco.. dopo essersi divertito.. chiaro. “A dire il vero siamo in tre.. più il maestro.”. Fuu brandì la sua spada: “Non so quali siano i vostri piani.. Ma ti ordino di lasciarli andare immediatamente!”. Titan scoppiò in una gelida risata: “Non temere cavaliere.. presto li raggiungerai. Guarda bene.. -disse indicandole l’ammasso di corpi intrappolati- Vedi come stanno perdendo vitalità. Tra poco non rimarrà più niente di loro!”. Fuu osservò meglio e notò come le spine conficcate nella carne stessero assorbendo energia.. e vita. Doveva sbrigarsi! L’avversario fluttuando in aria decretò le regole di quello che per lui era un gioco: “Ti do l’alternativa cavaliere.. O cerchi di sconfiggere me.. o ti concederò di trascorrere gli ultimi momenti col tuo amato prima di uccidervi entrambi.. cosa scegli?”. Fuu non ci pensò un attimo e si scagliò contro Titan. Questo ridendo soddisfatto si smaterializzò lasciando un mostro verde coi tentacoli a combattere al posto suo. “Che vigliacco..-pensò lei- Neanche il coraggio di affrontarmi direttamente!”. Con ansia crescente Fuu iniziò lo scontro. Abbattè uno, tre, cinque degli esseri che Titan aveva evocato, ma non finivano mai! Stanca e col fiatone pensò: “E’ inutile.. se continuo così non risolverò nulla..”. Nel frattempo aveva notato che la spilla gialla di Titan s’illuminava ad intermittenza in concomitanza con i momenti di maggior assorbimento energetico dei rovi.. e se fosse l’oggetto dove era stata incamerata la loro vitalità? Forse distruggendolo avrebbe potuto salvarli.. Il mago fece echeggiare la sua voce nell’aria: “Cavaliere..? Il tempo scorre.. e il tuo uomo sta per morire...tic-tac, tic-tac!”. Fuu presa dal panico cercò di avvicinarsi a Ferio che sopra gli altri uomini le era relativamente a portata di mano. Titan ricomparve: “Come mi sto divertendo! -e aggiunse maligno- te lo porto più vicino così potrai toccarlo..”. Con una gesto della mano i rami che imprigionavano Ferio si mossero provocando in lui gemiti di dolore che emise con le ultime forze che gli restavano. Ora era molto meno distante e con qualche passo sarebbe arrivata a lui. Titan con espressione che rasentava più la pazzia che il divertimento, la sfidò: “Dai! Dai!! Toccalo!.. Se ci riesci!”. Fuu capì subito cosa volesse intendere. Ogni volta che cercava di allungare la mano verso Ferio, veniva respinta da una forza inconsistente. Ci potrò e riprovò.. ancora e ancora.. mentre la frustrazione e la rabbia crescevano in lei esponenzialmente. Puntando la spada a terra urlò: “Adesso basta!!! Non puoi continuare a prenderti gioco di me in questa maniera! Turbine Verde!!!!”. Colto alla sprovvista, Titan di allontanò. Fuu ebbe così modo di liberare il ragazzo dalla prigionia acuminata a suon di falciate. Finalmente riuscì a stringerlo tra le braccia. Lo chiamò dolcemente mentre copiose lacrime scendevano sul suo viso “Ferio.. Ti prego.. apri gli occhi..”. Lo spadaccino riconobbe la voce che lo implorava e con enorme sforzo mise a fuoco l’immagine: “Fuu.. sei proprio tu..”. Facendo appello a tutte le sue forze alzò una mano per toccarla. Lei gliela prese e se la portò al viso: “Si sono io.. Mi dispiace non essere arrivata prima per salvarti.. -e tra i singhiozzi si disperò- Ed ora è troppo tardi!!”. Ferio l’accarezzò. Non aveva molto fiato ancora da usare ma valeva pena impiegarlo per lei “Non dire così.. vederti prima di andarmene.. era il mio ultimo desiderio.. sai volevo dirti un’ultima cosa..”. Una fitta di dolore gli stroncò il respiro. Fuu lo fissò impotente non riuscendo neanche a vederlo bene tante erano le lacrime che le appannavano la vista. Ferio non riusciva più a parlare. Allora la tirò a sé nel loro ultimo dolce bacio. Dopo di che si abbandonò all’oblio. Fuu strinse forte la candida divisa dell’uomo che amava e dentro di lei qualcosa si ruppe. Lo sguardo era perso nel vuoto. Titan ridendo sguaiatamente della scena ne approfittò per farla capitolare: “E’ giunta a tua fine insulsa ragazzina..” sentenziò dando forma tra le sue mani una sfera di energia tanto potente quanto letale che le lanciò contro per porre termine a quello scontro.

 

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Capitolo 5
*** Verso nuovi orizzonti ***


CAP. V

Fuu stava per essere attaccata e le sue labbra si mossero in un sussurro: “Vento di Difesa..”. I colpi dell’avversario andarono a vuoto mentre lei fissava persa il corpo inerme di Ferio. Non riusciva a capire cosa stava provando.. la gioia di averlo ritrovato ed avergli parlato prima che fosse troppo tardi e il dolore per la sua perdita successiva si erano annichiliti tra di loro nel suo animo.

Non provava più nulla.

Windam le parlò : “ Sei giunta infine all’equilibrio, ragazza.” Fuu, in uno stato catatonico, gli chiese: “Dimmi spirito guida.. è questo che significa non provare più paura?”. Lui rispose: “La paura è un sentimento umano. Alla tua domanda non posso rispondere. Ma ora hai raggiunto la consapevolezza ultima. Sei pronta per ricevere nuovi poteri..”.

Fuu assentì e la fenice rinacque dalle sue ceneri.

La gemma verde iniziò a brillare così intensamente da far capire a Titan che qualcosa era cambiato. La ragazza si alzò in piedi e l’armatura realizzata da Presea venne sostituita da leggeri e fluttuanti veli bianchi fermati da spille e lacci verde-dorati su un leggero corpetto color smeraldo. Il nemico indietreggiò: “Cosa sta accadendo..?”. Fuu impugnò la spada e scagliò contro Titan il suo attacco più potente “Turbine Verde!!”. L'altro rise di gusto: “Non mi hai colpito prima, non lo farai neanche adesso!.. Ma cosa..?”. L’attacco era lo stesso.. ma centuplicato in potenza. Il mago se ne accorse troppo tardi e venne investito dall’impatto devastante che distrusse la pietra gialla e non gli lasciò scampo annientandolo definitivamente.

Titan era stato sconfitto.

La trasformazione di Fuu si sciolse rivestendola della sua tenuta da combattimento. La spada scomparve nella gemma. Ma il vuoto dentro il cuore rimase. I rovi attorcigliavano ancora i corpi dei soldati di Cephiro e ritenne giusto liberarli dalla loro prigionia. “Vento di Guarigione..”. Le tetre ramificazioni scomparvero.

Fuu si lasciò cadere a terra. Avrebbe voluto piangere.. ma non ne aveva più la forza.

Dietro di lei Ferio giaceva supino e quando il flusso vitale tornò a scorrere in lui, aprì gli occhi. Con sforzo sovrumano si alzò a sedere. Gli uomini ammassati iniziarono a riprendere conoscenza lamentando dolori ovunque ed interrogandosi confusi su cosa fosse successo. Fuu li fissò esterrefatta. Erano vivi! Questo voleva dire che forse..

Una voce alle spalle la chiamò. La conosceva bene. Non riusciva a dire una parola mentre il suo cuore si riempiva di una felicità mai provata prima. Si voltò lentamente quasi avesse timore fosse solo un bellissimo sogno. Ma non era un sogno.. lui era lì e le sorrideva. Improvvisamente trovò le forze per versare lacrime di nuovo ma stavolta di gioia. Gli lanciò le braccia al collo piangendo a dirotto sul suo petto dicendo frasi sconnesse senza senso. Ferio le accarezzò dolcemente la testa stringendola poi a sé “Grazie Fuu.. mi hai salvato..”. Lontano da loro comparve anche il gruppo dei suoi compagni con Umi Hikaru e tutti gli altri che corse loro incontro. L’incantesimo era spezzato. Juno abbracciò il padre. Finalmente si erano ritrovati. Hikaru guardò Fuu. La sua amica aveva qualcosa di diverso, di nuovo. Emanava un’aura calda e forte. “Cos’è successo? Sei cambiata..” disse Hikaru. Tutti percepirono che il cavaliere dell’aria non era più la stessa. Fuu strinse la gemma: “E’ stata una dura prova. La battaglia è vinta e Windam mi ha concesso nuovo potere!”. Ascot dovette interrompere suo malgrado l’aria di festa: “Dobbiamo uscire in fretta da questa dimensione! Il portale si sta chiudendo!”. Recuperarono i cavalli e furono evocati alcuni insetti giganti per implementare i mezzi di trasporto. Erano in molti a voler uscire da quella prigione mortale. Come all’andata Windam venne in loro soccorso alando i destrieri che ormai presa familiarità con il piumaggio, spiccarono il volo con un balzo. Le nubi intorno all’ingresso del passaggio si stavano stringendo minacciando d’intrappolarli all’interno per sempre. Fuu in testa montava con Ferio che senza troppe remore spronò energicamente l’animale. Questo prese velocità e seguito dagli altri oltrepassarono per un soffio il portale che si chiuse in un risucchio alle loro spalle. In un liberatorio urlo di trionfo, volteggiarono nel cielo sereno di Cephiro gioendo della vittoria.

Scesero a terra riparandosi dal vento nella folta vegetazione che profumava di pino. Imbruniva e decisero avrebbero passato la notte lì. Accesero i fuochi ed una volta assolti i compiti richiesti in un accampamento si sedettero intorno ai falò. Fuu raccontò cosa le aveva rivelato Titan, ovvero che come lui ce n’erano altri tre più un fantomatico maestro. Ascot ascoltò con attenzione. Chi poteva mai essere quel mago tanto potente da essere riuscito a mettere in difficoltà Clef? Doveva avere poteri immensi.. Stabilirono che l’indomani la squadra di ricerca avrebbe preso la via del ritorno verso il castello per ritornare dalle loro famiglie. Gli uomini protestarono ma l’ordine di Rafaga fu perentorio, con somma riconoscenza da parte di Juno rincuorata che suo padre sarebbe tornato a casa sano e salvo. Ferio decise di proseguire il viaggio insieme ai cavalieri. Si sarebbero diretti verso il quadrante di sud-ovest. La giornata era stata densa di eventi e la stanchezza si fece sentire presto. Organizzati i turni andarono a riposare. Hikaru, Umi e Fuu si ritrovarono a condividere la stretta tenda per via del gran numero di persone da mettere al coperto, ma non gli dispiaceva. Hikaru non riusciva a prender sonno. Continuava a rigirarsi impedendo anche alle altre di riposare. Fuu tranquilla le domandò: “Cosa c’è che non va? A cosa stai pensando?”. L’amica sospirò profondamente: “Fuu.. io ho bisogno di chiedertelo.. Cos’avevi visto nel tuo incubo a Tokyo.. prima che partissimo?”. L’altra cercò di dare una risposta generica. Non sapeva cos’avesse sognato Hikaru e temeva di farla soffrire se le avesse chiesto di raccontarglielo: “Ho visto quello  che poi si è davvero accaduto.”. La compagna trattenne il fiato in una morsa angosciante mentre Umi stringendo il lenzuolo fino a farsi male restò in ascolto fingendo di dormire. Fuu continuò: “Ma io credo che le nostre visioni fossero degli avvertimenti.. Come se qualcuno ci stesse facendo vedere il futuro.. Non so come spiegarmi.. Come ci volesse chiedere d’intervenire.. di cambiare il corso degli eventi. E così è stato. Senza quei sogni ora non saremmo qui e Ferio..”. Non occorreva aggiungesse nulla al riguardo. Appoggiò una mano sulla spalla di Hikaru per infonderle coraggio: “Sono sicura che Lantis è ancora vivo! E come io sono riuscita a salvare Ferio, riusciremo a cambiare anche il suo di destino!”. L’amica le sorrise nel buio e rifrancata dall’ottimismo di Fuu si addormentò. Umi sentì calde lacrime scivolare verso il cuscino e per non svegliare ed impensierire le altre, pianse in silenzio. Sapeva chi era stato ad inviare loro quelle visioni.. “Clef.. dove sei..?”.

In un'altra dimensione una fiaccola si accese nell’oscurità,  illuminando un mantello che scattoso si muoveva nell’aria. Ci lo indossava si pronunciò seccato: “Sono stupito.. I tuoi cavalieri sono più forti di quanto immaginassi. Ma non abbastanza da sconfiggermi!”. Clef dolorante aprì gli occhi: “Perché stai facendo questo a Cephiro?! E’ stata anche la tua casa!”. L’altro tese la mandibola: “Non per me!”. Lo stregone era intrappolato in una solida materia nera che lo bloccava fino al petto assorbendo la sua magia per impedirgli di usare incantesimi. Il suo bastone era in piedi di fianco a lui e non poteva toccarlo. La figura si avvicinò : “Vediamo quanto invincibili sono questi mitici cavalieri..”. Clef lo supplicò: “Ti prego non fare loro del male..”. Il suo interlocutore prese il bastone che divenne nero come la notte e lo agitò attivandone la magia oscura: “Le hai chiamate tu qui! Credi che non lo sappia?! Ed ora mi domandi di non fare loro del male?! Sei patetico!!!”. Una scarica elettrica investì Clef che urlò per il dolore tanto forte da perdere i sensi.

 

Umi si svegliò di soprassalto.. un altro incubo.. stava davvero accadendo quello a cui era costretta ad assistere da molte notti?

Il cielo era chiaro. La squadra dei soldati di Cephiro prese la via di casa dopo che si furono degnamente congedati. I Cavalieri Magici insieme ai combattenti scelti e Ferio si diressero verso il quadrante ancora inesplorato. Ci misero una settimana e mezza a raggiungere le Vallate del Sole. Cephiro era davvero magico!

Arrivarono ai piedi del monte dove davanti a loro si ergeva un muro di roccia che raggiungeva le grigie nuvole. Umi s’interrogò: “Ma dove sono queste decantate Valli del Sole?”. Dietro di loro le fredde montagne e ai lati rocce taglienti desertiche. Si aspettava qualcosa di diverso a giudicare dal nome. Juno le si affiancò ironica: “Per non essere nuova del nostro mondo.. ce ne sono ancora molte di cose che dovresti imparare cavaliere..”. Le stava dando dell’ignorante. Umi sentì la vena dell’orgoglio pulsarle dolorosamente e le si rivolse :” Ehi vecchiarda.. cosa stai insinuando?!”. La compagnia d’armi si elevò in tutta la sua statura sopra Umi: “Come mi hai chiamata..?”. Terrano intervenne: “Non vi sembra di essere un po' troppo grandi per comportarvi così?”. Gli si rivolsero infuriate: “Stai zitto moccioso!!”. Scoppiarono tutti a ridere. Quelle due si somigliavano davvero! Ascot si avvicinò alla parte e disegnando simboli nell’aria estranei ai più, recitò una formula magica. La roccia iniziò a sgretolarsi quel tanto da creare un passaggio simile ad un arco. L’evocatore invitò Umi a venire avanti. Incredibile.. oltre quella struttura di pietra si stendevano valli sconfinate di verdi prati soleggiati. Umi non resistette ed allungando prima una mano e poi il resto del corpo passò nell’altro lato. Il dolce tepore della stella infuocata la ritemprò subito dai giorni passati sulle fredde montagne. Era meravigliosa la magia.. dietro di lei passarono tutti gli altri con i cavalli al seguito. Montarono in groppa e quando Ascot ebbe richiuso il portale, s’incamminarono. Fuu, incuriosita, si avvicinò ad Ascot: “Perché non utilizziamo sempre questo modo per spostarci da un quadrante all’altro? Sarebbe molto più rapido!”. Il compagno rispose: “Si, hai ragione! Ma così rischiamo di perderci delle tracce e comunque i portali non si possono aprire ovunque.. ci sono delle regole da rispettare anche nel mondo magico.”. Fuu assentì riflessiva.

Hikaru si portò avanti solleticata dalla voglia di una pazzia. Si posizionò tra i fratelli Terrano ed Hornet: “Che ne dite di una galoppata a tutta birra?”. Hornet le rispose: “Non se ne parla. Non so neanche cosa vuol dire “a tutta birra”.. ma me lo immagino e non mi piace!.. non sai ancora andare bene a cavallo.. rischi di romperti l’osso del collo!”. Terrano invece entusiasta accettò: “Si!! E’ una vita che non lo faccio!! -e rispondendo allo sguardo di disappunto del maggiore disse- E dai fratellone! Le starò io davanti.. così non correrà rischi.”. L’altro li vide fissarlo con occhioni imploranti e sbuffando acconsentì: “Ma poi non venite a piangere dalla mamma se vi fate la bua!”. Dietro di loro Xedos e Navara avevano sentito tutto e dopo uno sguardo d’intesa spronarono i cavalli al galoppo sorpassandoli a filo: “Chi arriva ultimo pulisce lo sterco dei cavalli!!”. Il destriero di Hikaru si lanciò d’istinto all’inseguimento dei suoi simili mentre la ragazza, colta di sorpresa, dopo un primo momento d’incertezza si sciolse seguendo il bel movimento dell’animale col bacino. Sembrava di volare!! Diede più briglie al cavallo che contento di sgranchirsi le gambe a dovere, allungò il passo raggiungendo presto i primi due che erano partiti a tradimento! Umi rifletté:  “Non sarebbe il caso di fermarla prima che si faccia del male?” ma Fuu la tranquillizzò: “Non corre pericoli con loro di fianco.. lasciamola divertirsi un po'.. ne ha bisogno.”. Rafaga sorrise. Era bello vedere tanta allegria nonostante la grave situazione.. quanta energia avevano queste ragazze.. li avrebbero davvero salvati un’altra volta.

Ci vollero due giorni per attraversare le ridenti vallate. Man mano che si dirigevano verso sud-ovest l’aria di faceva più calda e umida. Si stavano avvicinando alle Terre dei Vulcani. Giunsero alle Colonne di Granito; vere e proprie colonne di centinaia di anni che formatesi naturalmente e con una precisa geometria, delineavano per tutto il perimetro di queste lande incandescenti il limite che i vulcani stessi avevano stabilito essere di loro dominio. Rafaga diede loro delle indicazioni: “Prima di entrare devo dirvi alcune cose.. dovete prestare la massima attenzione a dove indirizzate i cavalli. La terra che vedete  scura -disse indicando alcune chiazze di color nero sui versanti- è magna raffreddatosi.. ma non significa che ci si possa camminare sopra. Non fidatevi. Le venature accese di lava che scorre emettono vapori sulfurei quindi evitate di respirarle e di farle respirare agli animali.. potrebbero svenire e saremmo nei guai. Cercate di girargli alla larga. In ultimo.. e probabilmente il fenomeno qui più pericoloso -aggiunse rivolto ai cavalieri che avevano meno esperienza di tutti- possono fuoriuscire dal suolo degli sbuffi di aria vulcanica più o meno accompagnati da schizzi di lava.. non dovete farvi sorprendere impreparati assolutamente o non ci sarà nulla da fare. Sono stato chiaro?”. Tutti annuirono. Ferio montava con Fuu quindi avrebbe guidato lui il cavallo mentre Ascot si affiancò ad Umi ed Hornet ad Hikaru per aiutarle. Pronti, si avviarono. Dalla brulla terra evaporavano fumi ovunque. Non c’era un albero.. una pianta.. un filo d’erba che crescesse fin dove occhio poteva arrivare. Eruzioni davano spettacolo di sé dalla cima dei vulcani mentre colate laterali lasciavano scendere lento il materiale viscoso sui pendii. Xedos non aveva mai amato quelle terre. Troppo pericolose e la prova arrivò di lì a poco. La terra vibrò leggermente sinonimo di una risalita sotterranea. Rafaga urlò: “Attenzione!! Arriva un soffione!!”. I cavalli iniziarono ad agitarsi. Da un punto vicino a Navara si vide un piccolo sbuffo uscire simile a quello di una teiera. Lei non riuscì a controllare la bestia per spostarsi in tempo. Era la sua fine. Chiuse gli occhi mentre sentiva i suoi compagni urlare. Poi la crosta si spaccò ed un getto di aria velenosa con residui lavici della stessa potenza di un gaiser si scaricò verso di lei. Passati alcuni secondi riaprì gli occhi. Xedos frappostosi tra lei e lo sbuffo aveva creato un barriera protettiva che l’aveva salvata da morte certa. La guardò serio: “Stai più attenta.”. Mezza morta dalla paura si limitò ad accennare un si col capo. E si rimisero in marcia tirando un sospiro di sollievo. Attraversarono la prima metà di quelle brulle terre cercando di evitare i vulcani più attivi e senza incontrare niente e nessuno.. neanche una traccia del passaggio precedente della squadra di ricerca. Aggirato un piccolo monte inattivo però trovarono ad accoglierli decine di figure umanoidi tutte nere. Si stopparono tutti, interrogandosi sulla natura di quegli esseri. Ascot li riconobbe: “ Svelti! Scendete da cavallo! Questo è un incantesimo!! Sono creature di lava!”. I compagni obbedirono ma la terra tremò tanto violentemente spaccandosi profondamente vicino a loro che Hikaru non riuscì a smontare prima che il suo cavallo s’impennasse per la paura e partisse al galoppo imbizzarrito senza una meta. Gli altri cercarono di fermarli ma la bestia schivò tutti puntando dritto verso quelle figure misteriose che non si mossero neanche quando l’animale ne investì tre distruggendoli in un colpo solo. Chi muoveva i fili invisibili delle marionette ghignò divertita “Un cavaliere.. che non sa andare a cavallo.. ridicolo!”. Umi si portò una mano alla bocca: “Li ha fatti fuori!”. Ascot la deluse: “Non è così semplice.. finché rimarremo in queste terre, avranno possibilità di rigenerarsi. Credimi ci stancheremo di combattere prima che siano sconfitti.” E aggiunse mentre gli altri assistevano basiti alle figure che sgretolate si stavano riformando “L’unica cosa in cui possiamo sperare è trovare il mago che li ha generati e fermarlo!”. Umi tentò di risalire sul dorso equino: “Beh! Vado a cercare Hikaru..” ma dovette desistere dal suo intento giacché i soldati di lava materializzarono dalle braccia lunghe lance affilate; era stato dato loro l’ordine di esecuzione. Avevano intenzione di attaccarli. Si presentavano come inquietanti figure.. senza bocca.. né naso.. né orecchie. Con gli occhi rossi come il sangue. Rafaga sguainò la spada imitato da tutti gli altri. I cavalli furono lasciati liberi di allontanarsi mentre dalla crepa che si era poco prima formata a terra si stava lentamente allargando lasciando intravedere il fiume di lava che scorreva sotto. Il nemico caricò . La battaglia era cominciata. Gli esperti guerrieri di Cephiro non ebbero difficoltà a sconfiggere quelli che parevano essere proprio solo manichini manovrati.. ma come aveva previsto Ascot questi si ricostituirono sfruttando i depositi magmatici circostanti ricominciando da capo. Presto si resero conto che nonostante gli avversari fossero molto più deboli di loro, avrebbero perso perché prima o dopo le energie sarebbero finite. Fuu li eliminò tutti con un solo colpo mostrando ai suoi compagni meravigliati i nuovi poteri concessi da Windam. Tuttavia era inutile. Continuavano a risorgere dalla terra. Ingaggiarono un corpo a corpo. Umi spezzò la lancia del suo avversario che si scagliò fisicamente contro di lei. Cercò di scansarlo mentre questo finiva dritto dentro la spaccatura nel terreno precipitando nella lava ma perse aderenza col suolo rischiando di cadere a sua volta nel fluido incandescente. Ascot che le era vicino con uno scatto riuscì ad afferrarle un polso: “Resisti!” le urlò cercando di non mollare la presa. Umi a penzoloni nel vuoto sentiva il calore insopportabile levarsi dal basso. Oltre le spalle del compagno che stava tentando di salvarla arrivarono di soppiatto diversi avversari puntando le loro armi. Umi lo avvertì: “Ascot! Dietro di te!!”. Lui capì al volo ed evocò alcuni insetti giganti affinché li proteggessero. Sfortunatamente al nemico venne concesso dal burattinaio l’utilizzo di nuove abilità. Simili a cannoni ora dalle loro braccia fuoriuscivano proiettili di magna e contro questo le creature richiamate da Ascot potevano ben poco. Umi inorridita sapeva cosa rappresentavano per il suo amico gli insetti che lo aiutavano in battaglia.. fino a poco tempo prima erano i suoi unici confidenti e teneva molto a loro. Lo esortò: “Lasciami.. me la caverò..”. Lui la guardò incredulo: “ Ma sei impazzita?! Certo che non ti lascio!”. La compagna in lacrime disse: “Non vedi che stanno morendo?! Stanno morendo per te Ascot che stai salvando me!!”. Il ragazzo con uno sforzo sovrumano la tirò su di peso abbracciandola: “Sei una sciocca.. -le sussurrò- tu sei più importante.. per Cephiro.. e per me…”. Umi capì cosa intendeva dire e non voleva dargli false speranze: “Ascot...io..”. Lui si alzò di scatto ed eliminando con un solo colpo tutti gli avversari che li stavano attaccando confessò: “So già tutto.. non devi dirmi nulla. -lei lo guardò sorpresa- pensavi non me ne fossi accorto? .. ma questo non mi riesce ad impedire di provare lo stesso dei sentimenti per te..  e adesso basta piangerti addosso e combatti!!”. Umi ancora a terra vide finalmente l’uomo maturo che Ascot era diventato. Non era più il bambino capriccioso che aveva conosciuto. Si alzò e tirandolo per un braccio perché si abbassasse depositò un riconoscente bacio sulla sua guancia sorridendogli.

Intanto Hikaru era riuscita a riprendere controllo sul cavallo seguendo i consigli impartiti da Rafaga: piedi piantati sulle staffe.. talloni bassi.. peso indietro.. briglie corte e tirate piano verso il petto. L’animale passò al troppo, poi al passo fino a fermarsi ansante. Lei accarezzò sul collo per confortarlo. Scese dalla groppa guardandosi intorno: il paesaggio era identico a prima brullo e coperto di cenere. Lasciò cadere a terra le redini e si spostò di qualche passo. La terra iniziò a fremere sotto di lei. Allarmata cercò di reggersi in piedi. Uno piccolo sfiato di vapore si aprì alla sua sinistra. Realizzato di cosa si trattasse provò ad allontanarsi ma fu investita in pieno dal getto esploso.

 

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Capitolo 6
*** Sogni ed incubi ***


CAP. VI
Hikaru si svegliò di soprassalto. La luce tenue della prima mattina filtrava dalla finestra della sua camera da letto. Perché si sentiva tanto scombussolata? Doveva aver fatto un brutto sogno.. ma non lo ricordava.. meglio così!! Scese dal letto ed iniziò a prepararsi per una nuova giornata di scuola litigando coi suoi fratelli come tutti i giorni per il turno del bagno. “Smettila di comportarti come un maschiaccio sorellina! -la prese in giro uno di loro- o non troverai mai un ragazzo!!”. Lei di rimando mostrò la lingua e si chiuse in camera per terminare i preparativi. Indossò velocemente l’uniforme scolastica, sistemò la cartellina e diede un ultimo sguardo allo specchio prima di uscire. Si fermò a guardare un attimo in più la sua immagine riflessa notando gli occhi stanchi e l’aria sciupata. Il vento leggero che entrava dalla finestra fece spostare lo specchio mobile che stava usando accecandola per un istante.. e le parve di vedere riflesso oltre a lei un fiamma guizzante alle sue spalle. Si girò di scatto temendo che il suo letto avesse preso fuoco in qualche maniera.. ma non c’era nulla. “Si.. devo essere parecchio stanca..”. Scese le scale, salutò tutti con la sua solita energia e terminò in fretta la colazione dato che Umi la stava aspettando impaziente al cancello per andare a scuola insieme. “Ma insomma! – la rimproverò l’amica quando finalmente si decise ad uscire di casa- non potresti alzarti un po' prima?!”. Hikaru come tutte le mattine si scusò dando la colpa al fatto che il bagno fosse uno solo ed iniziò a correre incitando la compagna di scuola: “Sbrigati Umi!! Non voglio far attendere Fuu!”. L’altra sbuffò. Odiava correre. Le si spettinavano i suoi bellissimi e lunghi capelli. Hikaru tornando a guardare avanti a sé vide di sfuggita dalla parte opposta della trafficata strada qualcosa che poteva assomigliare ad un enorme cane con la criniera e la coda in fiamme. Incredula fissò meglio il punto dove aveva visto l’animale.. “Ora non c’è più.. che strano.. di nuovo il fuoco..” Umi la raggiunse: “Ehi cosa ti prende? Cos’hai visto?”. Hikaru scosse la testa per non far preoccupare l’amica: “Niente! Andiamo dai!”. Raggiunsero Fuu al punto d’incontro e si diressero tranquille verso scuola. Prima di entrare dal cancello, da un angolo buio in un vicolo Hikaru vide con la coda dell’occhio un mantello svolazzare. Girandosi però non scorse nessuno. Dubbiosa corse verso le sue amiche che l’avevano lasciata indietro nel frattempo. Le lezioni si svolsero normalmente. Il tepore della primavera invogliava terribilmente a rilassarsi e stanca si addormentò sul banco durante l’ora di matematica. Il sogno che popolò il suo sonno fu incredibile. Stava volando! Librandosi nell’aria più leggera di una piuma. Vide terre verdi e fiumi cristallini.. un castello che sapeva essere magico e creature di ogni forma e colore. Estasiata dal paesaggio si diresse verso il palazzo. Atterrata, il portone si aprì. Percorse i corridoi maestosi e vuoti finché non giunse ad una porta riccamente intarsiata in oro. La aprì e all’interno della regale stanza vide un uomo girato di spalle. Le sue labbra si mossero da sole: “Lantis..”. Come faceva a conoscere il suo nome? Non aveva la più pallida idea di chi fosse costui. Lui si voltò. Il suo sguardo era freddo come il ghiaccio. Impugnò la spada estraendola dal fodero e si lanciò contro di lei.
Hikaru spalancò gli occhi urlando mentre tutti i suoi compagni di classe la fissavano divertiti. Il professore severo la riprese: “Molto bene signorina Shidou.. se trova le mie lezioni tanto noiose, perché non resta dopo scuola a riordinare la classe? Forse la potrebbe trovare un’attività maggiormente stimolante?”. In classe sghignazzavano perfidi mentre Hikaru abbassando la testa si scusò e si rimise a sedere . Sarebbe tornata a casa a sera con questa punizione. Ripensò tutto il giorno a quel sogno.. domandandosi che posto fosse.. ma soprattutto chiedendosi perché quel misterioso spadaccino di cui sapeva il nome, non si sa come, volesse farle del male. Ma quando lo aveva visto aveva provato un vuoto allo stomaco indescrivibile.. come se lo conoscesse.. come quando cerchi qualcosa o qualcuno per molto tempo ed infine lo trovi. Per quanto si scervellasse però non riusciva a ricordare dove l’avesse già incontrato.. con quegli abiti bizzarri poi! Sembrava appena uscito da un film medioevale! Eppure lui sembrava conoscerla.. si stavano forse dando la caccia l’un con l’altra? No.. la sensazione che le aveva attanagliato lo stomaco quando lo aveva visto di spalle era tutt’altra cosa.. Non ci vedeva chiaro. Non raccontò alle altre l’accaduto, altrimenti le avrebbero fatto una ramanzina su quanti film guardava invece di andare a letto presto la sera. Finite le lezioni, sistemò l’aula rassettando da cima a fondo come richiesto dall’insegnante. Si apprestò a rientrare a casa quando il sole stava calando all’orizzonte e la scuola era ormai deserta. Nel cortile antistante l’istituto, dirigendosi verso l’uscita, le si parò davanti il gigantesco cane di fuoco che aveva intravisto per tutta la giornata. Terrorizzata fece un passo indietro inciampando su un sasso e cadendo a terra. L’animale si mosse verso di lei lento. Hikaru si nascose il volto tra le mani: “Cosa vuoi da me?! Lasciami in pace! Vattene!”. La bestia si fermò a pochi passi. Pazientemente attese che la ragazza si ricomponesse. Lei tornò a guardarlo. Gli occhi della creatura erano rossi come il fuoco.. ma non sembrava volerla aggredire.. con quella mole, l’avesse voluta attaccare, ora sarebbe morta. Così si rilassò, ma non troppo e sedendosi composta in ginocchio gli domandò: “Chi sei?”. Lui rispose: “Il mio nome è Lexus.” Hikaru sussultò: “Sai parlare?! Cosa vuoi da me?”. La bestia rispose: “ Sono qui in tuo aiuto. Sono qui per restituirti i ricordi che ti sono stati sottratti.”. Lei perplessa indagò: “Ma di cosa parli? Io non ho bisogno d’aiuto.. e non ho ricordi da recuperare..”. Lexus le domandò: “Ne sei sicura?”. La ragazza fece per replicare quando ripensò agli accadimenti di quella giornata.. forse.. avrebbe dovuto dargli ascolto. Non sapeva spiegarselo ma verso quella creatura provava un trasporto unico.. come si conoscessero da sempre.. di nuovo questa sensazione. Decise di dar credito al suo istinto “Fammi vedere Lexus..”. Dalla gemma rossa sulla fronte dell’animale, partì un sottile raggio di luce che colpì Hikaru in mezzo agli occhi. Nella sua mente iniziarono a scorrere immagini di lei con Umi e Fuu nelle miriadi di avventure trascorse. Vide Cephiro.. Emeraude .. Clef.. Mokona.. Presea e tutti gli altri ed infine ripercorse gli eventi legati a alla Colonna e comparve lui.. Lantis. Hikaru ancora ad occhi chiusi iniziò a piangere chiedendosi come avesse potuto dimenticare tutto questo. Lexus interruppe la connessione spiegandole: “Sei stata colpita da uno sfiato vulcanico che era in realtà un passaggio dimensionale.” . A questa rivelazione Hikaru ricordò il momento di cui parlava lo spirito del fuoco che proseguì: “Ora sei sotto l’effetto di un incantesimo dell’oblio.. ciò che ti accade, succede anche al tuo corpo. Se qui muori, anche il tuo corpo morirà.. Ora è tempo di combattere cavaliere magico.” Hikaru, percependo lo spostamento d’aria alle sue spalle, si voltò appena in tempo per schivare un fendente mortale. Lantis la stava attaccando di nuovo. Lexus si dematerializzò nella gemma posizionandosi sulla mano di Hikaru cosicché potè estrarre la spada. Ingaggiò uno scontro senza esclusione di colpi. Ma perché le voleva far del male?! “Lantis! Basta ti prego!! Non mi riconosci?!”. Lui non sembrava sentire la sua voce ed imperterrito continuò ad affondare la lama per ucciderla. La ragazza disperata lo evitava e parava colpi. Non voleva ferirlo. Lantis però era il miglior spadaccino di Cephiro.. non gli avrebbe resistito a lungo. Improvvisamente il guerriero si fermò e lei si portò a distanza di sicurezza. Cosa stava accadendo?.. A fianco dell’uomo comparve una donna dai lunghi capelli ramati che maligna si appoggiò alla spalla di Lantis: “Sei ridicola cavaliere magico.. non sai stare a cavallo e non sai neanche difenderti..”. Hikaru la fissava rabbiosa: “Chi sei?! Cos’hai fatto a Lantis?!”. Il nemico di rimando rispose divertita: “Ma non dirmi che provi qualcosa per il bel spadaccino?.. interessante..”. Si strusciò sull’armatura di lui e prendendo il suo volto tra le mani confessò senza degnarla di uno sguardo: “E’ il mio fantoccio ora.. obbedisce ai miei ordini.”. Hikaru le puntò la spada contro: “Sciogli immediatamente l’incantesimo perfida strega!!”. La maga si fece seria: “Il mio nome è Deauville.. razza di mocciosa impertinente! Ti pentirai amaramente di avermi sfidata..”. La sua bocca si distese in un ghigno perfido. Si avvicinò a Lantis e lo baciò sulle labbra per umiliare la sua avversaria, sussurrandogli: “Uccidila!”. Hikaru si scagliò furibonda su di lei ma il guerriero la bloccò senza sforzo intimandole: “Sono io il tuo avversario!”. Anche se lo sapeva essere sotto l’effetto di un incantesimo, questo la ferì terribilmente. Lei cercò di sfuggirgli ma la velocità e l’abilità dello spadaccino la misero in grave difficoltà. Lexus la spronava a reagire: “Combatti cavaliere!”. Ma lei si rifiutò: “Non posso! Non ci riesco!”. Intanto la spada del ragazzo era riuscita ad arrivarle terribilmente vicino lasciando tagli netti sulla sua candida pelle. Deauville rideva di gusto alla vista di quella ragazzina impertinente che faceva di tutto per schivare i colpi senza far del male all’uomo che amava. La collera crebbe in Hikaru come un’onda di fuoco finché cogliendo di sorpresa il suo avversario, lo atterrò. “Adesso basta malefica strega! Lingue di fuoco!!!!!”. Dalla sua mano scaturirono fiammeggianti guizzi che puntarono dritto verso la maga che sorrise: “Povera sciocca..”. Lantis si parò tra la sua padrona e l’attacco incendiario facendole da scudo col suo corpo. Fu travolto in pieno tra le urla disperate di Hikaru che non potè far altro che assistere impotente. Era come nel suo incubo.. a Tokyo.. circondato da fiamme e coperto di ustioni che era stata lei stessa a provocargli. La ragazza si lasciò cadere in ginocchio a terra, incredula. Lantis si rialzò.. sembrava che le profonde ferite non lo turbassero minimamente. Impugnò nuovamente la spada e l’attaccò. Hikaru si difese ormai per inerzia. La sua mente non poteva sopportare oltre questo combattimento. In un colpo più forte, Hikaru fu sbalzata a diversi metri sbattendo violentemente a terra. La spada le sfuggì di mano scivolando lontano da lei per poi svanire tra le scintille. Deauville rise soddisfatta. Aveva la vittoria in pugno e il modo in cui l’aveva ottenuto era a dir poco esilarante: “E’ finita per te ragazzina! .. che ironia.. uccisa dall’uomo che ami e che ora è mio..”. Hikaru atterrita lo guardò negli occhi. In lui non c’era ombra dell’uomo che conosceva.. non aveva la più pallida idea di come fare a salvarlo e non aveva il tempo di escogitare un piano. Non era alla sua altezza nel combattimento fisico.. l’avrebbe uccisa senza pensarci. Il guerriero caricò di nuovo. Hikaru avrebbe voluto morire in quell’istante piuttosto che fare quello che stava per fare.. ma il bene di Cephiro doveva venire prima di tutto.. e di tutti. Lo lasciò avvicinare pregando fino all’ultimo che rinsavisse.. cosa che on accadde. Estrasse la sua magica spada dalla gemma e trafisse il cuore di Lantis con un solo colpo, un attimo prima che lui calasse il fendente sulla sua testa. Dueville sorpresa si lasciò sfuggire un apprezzamento: “Complimenti.. l’hai fatto davvero! Non me lo sarei aspettato cavaliere..”. Hikaru mollò la presa sulla sua arma che si dematerializzò dentro la gemma rossa. Strinse il corpo di Lantis a sé percependo la vita abbandonarlo velocemente.
Si sentiva vuota dentro.
Rabbia.. paura.. dolore.. amore.. tutto si era mescolato in un calderone indistinto. Lexus le parlò: “Ora cavaliere sei pronta per ricevere nuovi poteri.”. Hikaru in silenziose lacrime assentì. La pietra rossa prese a brillare e ricoprì la ragazza di fiamme calde che la vestirono trasformandosi in leggeri veli candidi fermati sotto una sottile armatura rossa intarsiata d’oro. Deauville la guardò con sospetto: “Cosa sta succedendo..?”. Hikaru si lasciò pervadere dal potere dirompente del fuoco liberando la forza concessale da Lexus e l’incantesimo dell’oblio si spezzò. Hikaru aprì gli occhi. Ora era davvero faccia a faccia con la maga che circospetta indietreggiò: “Cosa pensi di fare?! Non mi spaventerai con tuoi trucchetti cavaliere! Io sono Deauville apprendista del grande mago Leaf! Non mi puoi battere!!”. La ragazza con lo sguardo ancora perso nel vuoto puntò l’avversario: “Freccia di Fuoco!”. Il colpo fu inesorabile. La maga venne trafitta in pieno petto. Deauville bruciò tra le pene dell’inferno fino a consumarsi del tutto: era stata sconfitta.
La trasformazione di Hikaru si sciolse rivelando nuovamente l’armatura forgiata da Presea.
E adesso?.. si guardò intorno in cerca di non si sa cosa.. poi come in un miraggio d’estate l’aria vibrò rivelando una zona probabilmente nascosta fino a quel momento prima da un altro incantesimo. Hikaru aguzzò la vista e il suo cuore prese a battere come un forsennato. Corse verso un ammasso di corpi umani che avevano iniziato a muoversi ridestandosi dal lungo sonno e tra loro c’era anche Lantis sano e salvo. Pianse di gioia quando lo vide rialzarsi con gli altri e soprattutto senza neanche un graffio. Gli lanciò le braccia al collo baciandolo sulle labbra tra lo stupore generale. Lo spadaccino la strinse forte: “ Mi dispiace così tanto Hikaru.. ero davvero io nel tuo sogno ma non riuscivo a controllarmi.. sono allievo di Clef.. avrei dovuto essere più accorto e invece mi sono fatto manipolare come un ragazzino alle prime armi -disse guardando le ferite che le aveva inferto- guarda cosa ti ho fatto.. mentre io sono incolume.”. Lei scosse la testa senza riuscire a dire una parola per l’emozione. Pianse. Pianse tanto.
Vicino a loro si aprì un portale da cui entrarono Ascot e gli altri. Quando videro che i soldati della squadra di ricerca erano tutti salvi, gioirono insieme. Ferio si avvicinò: “E’ bello rivederti Capitano!”. Lantis sorrise: “Anche per me..”. Rafaga suggerì di uscire dalla dimensione alternativa e di allontanarsi il prima possibile dalle Terre dei Vulcani. Recuperati i cavalli ed evocate alcune creature che implementassero i trasporti, uscirono dal quadrante sud-ovest. Arrivarono alle colonne di granito dove Ascot aprì un nuovo portale verso il quadrante di sud-est. Attraversato, giunsero alla Foresta del Silenzio. Lì si fermarono per recuperare le forze e riposare un paio di giorni. Era palese ora la differenza di stato d’animo tra Hikaru, Fuu ed Umi. Juno fraintendendo il motivo per il quale la compagna si era chiusa in sé stessa cercò di confortarla: “Vedrai che verrà il momento anche per te di acquisire nuovi poteri!”. Umi le fece un mezzo sorriso.. non le interessava nulla al momento di non essere allo stesso livello delle sue amiche. Ora l’unica cosa che voleva era trovare Clef. Stava pregando con tutta sé stessa che per un qualche colpo di fortuna l’avrebbero incontrato nella prossima avanscoperta. Era impaziente di ripartire ma non tutti erano pronti ad affrontare il viaggio. Si rassegnò ad attendere mentre però la preoccupazione e l’ansia montavano in lei turbando il suo cuore. Si estraniò dal gruppo e persino dalle sue compagne, fomentando i timori che in lei stavano assumendo i connotati di mostri sempre più grandi. Fuu ed Hikaru cercarono di avvicinarla a più riprese ma sembrava che volesse avere intorno nessuno. Nemmeno Ascot riuscì a parlarle.

Clef aprì gli occhi dolorante ancora intrappolato nella materia nera mentre una figura nell’oscurità si mosse spazientita: “Hai ripreso conoscenza?.. i tuoi cavalieri mi stanno irritando stregone..”. Clef sorrise: “Ti stanno dando del filo da torcere?.. – e tornando serio gli chiese-Perché stai facendo tutto questo Leaf?!”. Muovendosi nel buio l’altro rispose: “Tu hai il dono della veggenza Clef.. io invece quello di vedere la Verità.. e la Verità è che Chepiro non è che un’enorme bugia! Una menzogna da quando è stata creata che si erge e vive basata sulle illusioni!”. Lo stregone lo scrutò interdetto: “Ma di cosa stai parlando..?”. Leaf proseguì: “Rifletti bene.. prima il sistema delle Colonne.. una persona che devota sacrifica la propria vita ‘pregando’ affinché il regno possa continuare a vivere.. è ridicolo!! Un sistema fallito che ha portato il regno sull’orlo del baratro perché sorretto dalla forza di volontà di una persona.. – continuò ancora più convito – Poi è stata la volta dell’equa responsabilità.. ripartita tra tutti gli abitanti di Cephiro.. e qual è stato il risultato?! Te lo dico io.. Identico!!! Poi sei intervenuto tu.. e facendoti carico di mantenere l’apparente stabilità di questo mondo non hai fatto altro che prolungare l’agonia verso la fine.. distribuendo false speranze ad un mondo che non sarà mai in grado di autopreservarsi..”. Riprendendo la sua compostezza concluse: “Voglio dimostrarti come senza di te che sei ora il loro pilastro.. questo regno muoia in fretta.“. Clef non credeva a quello che stava sentendo: “ Il male ha ottenebrato la tua mente Leaf!! Non puoi volere veramente la morte di Cephiro! Sono migliaia di vite innocenti!!”. “Un sacrificio irrilevante.” rispose il mago oscuro. Clef atterrito da tanta indifferenza lo avvertì: “Non vincerai questa guerra..”. L’altro gli si apprestò minaccioso ed irritato: “Staremo a vedere.. Cosmo!!”. In un angolo comparve un ragazzo: “Mi avete chiamato maestro?”. Leaf ordinò: “Occupati di eliminare i Cavalieri Magici. Ho visto che stai nutrendo una nuova creatura..-il discepolo assentì- bene.. E vedi di non deludermi..”. Cosmo s’inchinò e scomparve. Clef interdetto chiese: “Cos’hai intenzione di fare..?”. Voltandogli le spalle rispose mentre si allontanava: “I tuoi soldati pagheranno caro l’affronto d’aver eliminato due dei miei discepoli.. sfrutterò i loro punti deboli.”. Lo stregone continuò a chiedere: “Cosa vuoi fare?! Qual è il tuo piano?!..” ma non ricevette più alcuna risposta.

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Capitolo 7
*** Cuore e mente ***


CAP. VII
Finalmente il gruppo di uomini si rimise in marcia. I soldati della squadra di ricerca furono congedati come i primi perché tornassero dalle loro famiglie mentre Lantis montando con Hikaru decise di accompagnarli per il resto della loro missione.
Umi pensierosa si tenne indietro rispetto gli altri. Aveva sognato di nuovo Clef imprigionato e torturato da un uomo che sempre nell’ombra non si mostrava mai. Gli stavano accadendo davvero tutte quelle cose orribili? Strinse forte le briglie sospirando preoccupata. Davanti a lei Hikaru e Fuu la guardarono con la coda dell’occhio. Non sembrava neanche più lei. Quasi non parlava e neanche provocarla serviva a farla reagire, anzi diventava irritabile e scontrosa. Attraversarono la Foresta del Silenzio in tre giorni dirigendosi verso la costa. Lì si fermarono per un po'. Non avevano trovato alcuna traccia né passaggi dimensionali o qualsiasi altro indizio. Seduta sulla spiaggia Umi fissava il mare cercando conforto nel familiare moto ondoso.. ma stavolta neanche quello lenì le sue paure. Era una settimana che sostavano in quella zona perlustrando in lungo ed in largo il territorio ma senza nulla di fatto. Hikaru si sedette di fianco a lei: “Vedrai che lo troveremo Umi.. non temere. Clef se la saprà cavare. E’ uno stregone molto potente e…”. La compagna si alzò di scatto e con i pugni stretti le rivolse parole dure: “Tu non sai un bel niente! Non hai la più pallida idea di come sto io e di quello che sono costretta a vedere tutte le notti!!”. Fuu le raggiunse preoccupata dal tono concitato dell’amica. Hikaru le chiese: “Di cosa stai parlando?.. Cos’hai visto?”. Umi non ce la faceva più.. stava covando ansia e paura da troppo tempo ormai.. ma non riuscì a risponderle che da in mezzo al mare si levò un mostro gigantesco che puntò dritto verso di loro mentre dal folto boschivo una figura ghignava divertita: “Sei stato ben nutrito mia creatura.. Uccidili tutti!”.
Accantonato il dialogo, le ragazze, richiamarono l’attenzione degli altri che accorsero sul bagnasciuga. Navara esclamò: “E’ enorme!! Come faremo ad abbatterlo?.. Ehi! Guardate! Qualcosa si muove nel nucleo sul suo petto!”. Nel mezzo del mostruoso torace una semisfera di vetro sporgeva. Al suo interno si dimenavano come ossesse delle figure.. umane! Erano le altre due squadre di ricerca disperse! Parve subito una situazione drammatica. Serviva l’intervento dei Machins. I Cavalieri Magici richiamarono quindi i loro spiriti guida affinché le aiutassero a sconfiggere il nuovo nemico, ma il loro avversario questa volta era veramente forte tant’è che persino gli attacchi potenziati di Windam e Lexus riuscirono a malapena a scalfire la dura pelle della creatura marina. Inoltre non dovevano colpirlo troppo forte o direttamente.. altrimenti avrebbero ucciso tutti gli ostaggi. Dopo l’ennesimo colpo a vuoto Hikaru disse: “Che codardi! Usare degli uomini come scudi.. E’ inutile.. dobbiamo provare a fonderci in Reyearth se vogliamo avere una possibilità di spuntarla!”. Le altre acconsentirono e si prepararono ad unire i loro Machines. Il gruppo dei loro compagni assisteva dalla costa all’epica battaglia che per chi non li aveva mai visti in opera, aveva dell’incredibile. I Machins si allinearono scorporandosi per creare un unico invincibile combattente ma qualcosa non andava.. nonostante avessero costruito il corpo del super guerriero come in passato sembrava ci fosse una disarmonia di onde. Improvvisamente Ceres fu sbalzato fuori dalla fusione ed Umi si ritrovò di nuovo sulla spiaggia senza il suo spirito guida che si era dematerializzato nella gemma. Sconvolta s’interrogò: “Ma cosa sta succedendo?!”. Lexus e Windam erano rimasti fusi mentre Ceres era stato estromesso. Ascot le corse incontro azzardando un’ipotesi: “Forse per la fusione è necessario che tutti i Machins siano allo stesso livello di potenza..”. Si aveva senso.. ma questo significava che non avrebbe potuto aiutare le sue amiche ad affrontare il nemico.. si sentì terribilmente inadeguata ed inutile..
Il mostro sembrò potenziarsi ed attaccò il super guerriero incompleto e debole dato che l’assenza di Ceres aveva destabilizzato la fusione. Lo scontro assunse proporzioni apocalittiche. Enormi onde si abbatterono sulla costa mentre la terra fu sconquassata da movimenti sotterranei che spaccarono la crosta profondamente. Più i colpi si susseguivano piegando Reyearth più Umi si disperò sentendo le urla delle sue compagne che non riuscivano a contrattaccare in maniera efficace. Ascot si rese conto di una coincidenza troppo strana.. “No.. non è possibile..” più Umi si lasciava andare al tormento più la creatura sembrava fortificarsi. L’evocatore la prese per le spalle scuotendola: “Umi! Basta! Io credo che il mostro contro cui stanno combattendo Hikaru e Fuu.. sia stato generato da te!”. Lei lo guardò sconvolta: “Cosa?!”. Ascot la fece voltare verso lo scontro: “Si! Guarda quanto è diventato potente dopo che Reyearth ti ha escluso.. non può essere un caso!”. La ragazza incredula fissò la creatura abbattersi sulle sue amiche con una violenza inaudita. Se c'era una cosa che aveva imparato in quel mondo fantastico era che i sentimenti e le emozioni potevano dare vita a qualsiasi cosa.. meravigliosa o terrificante che fosse. Era colpa sua.. anche se indirettamente stava attaccando le sue compagne.. e la responsabilità era solo sua. Ascot la scosse di nuovo: “Smettila!! Controllati! Se continuerai ad essere così in pena non farai che alimentare la sua furia!”. Umi si riscosse dal loop in cui era caduta. Se lo aveva nutrito coi tristi sentimenti fino a quel momento, avrebbe avuto lo stesso controllo nel senso inverso.. o almeno lo sperava con tutte le sue forze. Doveva tentare! Era l'unica cosa che potesse fare in quel momento. Cercò di calmarsi. Esiliò le sue paure con grande autocontrollo ma non senza difficoltà. Ogni volta che le sembrava di essersi aggrappata un accaduto positivo, le urla delle ragazze in difficoltà la catapultavano di nuovo alla realtà dei fatti rendendo i suoi tentativi di concentrazione vani. Ascot le prese il volto rigato dalle lacrime tra mani: “Umi guardami!- le ordinò perentorio- ascolta la mia voce! Focalizza i tuoi bei ricordi! Sforzati di legarti a quelli!!”. Singhiozzando quasi senza controllo, il cavaliere dell'acqua si tappò le orecchie con le mani rendendo tutto il contesto nient'altro che un mormorio sordo. Respirò a fondo rallentando i battiti del suo cuore che le martellava in testa risultando un ulteriore ostacolo. Richiamò dalla memoria alcune immagini che cominciarono ad arrivarle sempre più numerose.. i suoi amici.. le avventure passate insieme.. le conquiste fatte.. Umi si lasciò pervadere da quel senso di serenità che il fiume di ricordi aveva portato con sé ritrovando un po' del suo equilibrio interiore. Sembrò funzionare. Il mostro marino si stava indebolendo consentendo a Reyearth di averne la meglio. Una volta sconfitto si dissolse nell’acqua liberando gli ostaggi intrappolati nel suo corpo che furono prontamente tratti in salvo da Windam e Lexus. Ascot la abbracciò teneramente: “Sei stata magnifica… se vorrai questa cosa resterà tra me e te.”. Umi lo ringraziò: “Te ne sarei riconoscente.. per il momento si.”. Non voleva mentire alle sue amiche.. ma aveva la sensazione che questo dovesse essere un percorso da intraprendere da sola per una volta.
Cosmo dall’alto imprecò in silenzio. Era stato sconfitto e questo al suo maestro non sarebbe affatto piaciuto. Tornò nella dimensione oscura dove ad attenderlo c’era Leaf già al corrente del suo insuccesso. Si presentò al suo cospetto per implorarne il perdono e chiedere una seconda opportunità, che il maestro non fu disposto a concedere: “Mi sbaglio o ti avevo detto di non deludermi?”. Cosmo s’inchinò sopraffatto dalla paura. “Non avresti dovuto sprecare la tua occasione..” sibilò Leaf che con un gesto della mano disintegrò il corpo di Cosmo in un secondo. Clef lo fissò inorridito: “Cosa ti è successo?! Sei diventato un mostro!”. Il mago lo scrutò seccato: “Solo perché non mi sono piegato al destino che mi volevano imporre?”. Lo stregone ribattè: “Non eri obbligato a fare quello per cui sei nato! Il libero arbitrio non ci è stato mai negato!! E’ stata una tua scelta quella di rinunciare a tutti per andartene!”. Leaf irritato lo colpì con una scarica elettrica più potente delle altre: “Chiudi quella bocca!”.

Tornati a riva, i Cavalieri Magici furono ampiamente elogiati per l’esemplare combattimento. Erano riuscite a salvare tutti di nuovo. Hikaru e Fuu ringraziarono imbarazzate. Come il solito era stato un gioco di squadra. Cercarono Umi con lo sguardo trovandola sugli scogli insieme ad Ascot che premuroso la sorreggeva per le spalle. Si era ferita dopo essere stata riportata sulla spiaggia. Le si avvicinarono. Sorrise loro tranquillizzandole, erano solo dei graffi. Le loro facce non erano troppo convinte ma con tacito assenso decisero di lasciarle gli spazi che chiedeva.
Nei giorni seguenti terminarono la perlustrazione del quadrante sud-est. Di Clef non c’era traccia, ma almeno avevano recuperato tutti gli uomini dispersi. Lantis organizzò con Ferio il rientro delle squadre. Sulla via del ritorno avrebbero pattugliato più direzioni. Stabiliti i tragitti dei gruppi, partirono. Sulla via verso il castello non incontrarono altri mostri se non piccole cose insignificanti. Umi continuava a vedere nei suoi incubi Clef sofferente e sotto tortura ma cercò di vedere il lato meno orribile.. se erano veri.. significava che era ancora vivo da qualche parte.. ”Resisti! Ti troverò!”.
Leaf si aggirava inquieto per la dimensione oscura e parlò: “Ho capito.. dovrò scendere in campo io stesso!”. Clef sbarrò gli occhi: “Che cos’hai in mente..?”. L’altro lo guardò divertito: “ Mi piace vederti così in ansia stregone! Vedi i cavalieri del fuoco e del vento hanno acquisito dei nuovi poteri dai Machins.. ma Ceres non ha ancora concesso alla ragazza le abilità corrispondenti.. credo mi divertirò con lei per prima..”. Clef non riuscì a trattenersi: “Non osare toccarla!!”. Leaf si girò sorpreso: “Non ti ho mai visto così alterato!.. Non dirmi.. che provi qualcosa per lei..”. Lo stregone contrasse la mascella distogliendo lo sguardo. Il mago lo interrogò stizzito: “Te ne sei innamorato?! Tu.. centenario pilastro d’integrità assoluta.. Ti sei innamorato di un’umana?! -e scoppiando in una sguaiata risata aggiunse- Bene! Sarà ancora più interessante!”. Clef lo minacciò: “Ti avviso.. falle del male.. e non avrà più alcuna importanza che tu sia mio fratello.. ti ucciderò!”. Per Leaf lo svolgersi degli eventi era entusiasmante! Per la prima volta lo stregone aveva abbandonato la sua facciata e stava mostrando sentimenti diversi a riprova fosse terreno come tutti. Scomparve nell’aria mentre Clef si maledisse per non essere riuscito a tenere la bocca chiusa. Se Leaf avesse fatto qualcosa ad Umi, non se lo sarebbe mai perdonato.

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Capitolo 8
*** Futuro e Verità ***


CAP. VIII

Il gruppo capitanato da Lantis prese la direzione del castello. Avevano battuto a tappeto in lungo e in largo il regno per settimane ed era giunto il momento di rientrare. Giunsero infine a palazzo. Presea corse loro incontro abbracciandole una ad una per la contentezza: “Che bello vedervi ragazze! Ho una notizia magnifica.. Clef è tornato!!”. Tutti sgranarono gli occhi increduli. Com'era possibile?! Cos'era successo?

Umi in testa alle altre si diressero verso l’unica sala dove era sicura si trovasse: la stanza del trono. Col batticuore che minacciava di scoppiarle in gola, spalancò la porta e si bloccò sull’entrata. Le sue compagne la oltrepassarono di volata andando a salutare lo stregone che dando loro le spalle era rivolto verso la regale poltrona. Sentendole entrare si girò regalando loro un sorriso serafico. Umi percepì una strana sensazione.. qualcosa non andava.. ma cosa? Lo fissò incerta. Clef la guardò riservandole un dolce sguardo. Perché il suo cuore non faceva le solite capriole a quegli occhi?! Nella sala fecero il loro ingresso anche gli altri compagni che salutarono il ritorno dello stregone con gioia. Il suo rientro al castello significava che presto le cose si sarebbero sistemate e la pace sarebbe tornata, i mostri sarebbero scomparsi e l'armonia avrebbe di nuovo pervaso il regno rendendo le ultime settimane un lontano e triste ricordo come tanti altri nella storia di Cephiro. Appoggiata al muro vicino alla porta, Umi a braccia conserte ascoltava in silenzio i racconti che nel via vai di gente si seguivano ininterrottamente. Un'inquietudine dentro la faceva tremare e non sapeva neanche spiegarsi perchè. Hikaru le si avvicinò dubbiosa: “Ehi! Cosa ti prende? Mi sembri così distane ed assente.. non sei felice?”. Umi le rivolse un’apparente tranquillità: “Non temere.. sono solo ancora frastornata da tutti questi avvenimenti.. mi devo riprendere.”. Rinfrancata, l’amica le elargì un sorriso rilassato continuando a godersi l’atmosfera festosa condivisa dagli altri. Umi tornò a concentrarsi sullo stregone. Non riusciva a capire cosa la tenesse tanto in allerta.. eppure era lui! Ma a pelle.. qualcosa non la convinceva. Il suo istinto le lanciava chiari segnali e non sbagliava mai. Lo osservò per tutto il resto del giorno tra l’andirivieni di gente, mentre la storia raccontata da Clef era sempre uguale: catturato da una forza oscura e misteriosa si era lasciato trattenere volontariamente per scoprire il fine ultimo del nemico ma senza successo. Poi i Cavalieri Magici erano intervenuti sconfiggendo uno dopo l‘altro i loro avversari decretando così la fine della minaccia e la ritirata del loro capo di nuovo nell’ombra. Pareva che nessuno si ponesse domande sulla facilità con cui questa vicenda si era risolta.. erano persino state richiamate dal loro mondo, cosa che in precedenza aveva richiesto occasioni di una certa portata, non di sicuro per teatrini da nulla.

Terminato il pellegrinaggio, la porta della sala reale si chiuse lasciandoli soli. Umi lo aveva osservato pazientemente fino a sera. Gli si avvicinò. Lui sapeva che gli era rimasta intorno fin dal loro rientro studiandolo e forse sospettava qualcosa. La guardò: “Umi..”. La ragazza estrasse la sua spada dalla gemma e lo squadrò seria: “Chi sei?”. Lo stregone sorpreso dalla domanda si ricompose: “Non so di cosa tu stia parlando.. Sono io.”. Lei ribattè: “Non sei Clef!”. L’altro ghignò divertito, non aveva senso continuare quella farsa: “Sei sveglia.. per essere umana.. come l’hai capito?”. Umi rispose circospetta puntandogli l’arma contro: “Sarai anche uguale a lui nell’aspetto.. ma i tuoi occhi non mentono..”. L’uomo scoppiò a ridere. Afferrò la ragazza per un polso e prima che lei potesse far nulla si ritrovò stesa su un pavimento sconosciuto e con il voltastomaco. Cercò di vedere qualcosa attorno a lei.. l’oscurità era così penetrante da rendere tutto indistinto. Una tenue luce rischiarò l’ambiente e allora lo vide.. imprigionato in una materia nera solida era lui. Era Clef. Gli corse incontro prendendo il suo visto tra le mani: “Clef! Clef! Rispondimi!”. Lui aprì lentamente gli occhi: “Umi.. sei tu?”. Lei gli sorrise dolcemente appoggiando la fronte sulla sua. Un applauso nell’ombra interruppe il loro momento di ricongiungimento. Il cavaliere magico si voltò sguainando la spada: “Chi sei?!”. La figura emerse dal buio: “Io sono Leaf. Sono il fratello gemello di Clef.”. Umi lo analizzò e capì perché fossero in apparenza uguali. Aveva in mano il bastone magico.. doveva trovare il modo di recuperarlo se voleva avere una chance di liberare lo stregone. Le era stato mostrato nel sogno. Ma come?! Non poteva affrontarlo direttamente e se era anche solo lontanamente potente quanto Clef, allo stato attuale non avrebbe potuto nulla. Non poteva arrendersi però ancora prima d’averci provato. Facendo appello a tutto il suo coraggio si lanciò all’attacco implorando Ceres di concederle quanto più potere possibile. Clef cercò di fermarla conscio non avrebbe avuto speranze contro Leaf ed a ragion veduta.

Lo scontro parve fin da subito impari. L’avversario di Umi era troppo superiore alle sue capacità, tant’è che si limitò solo a deviare i suoi attacchi schernendola “Che umana sciocca.. Non ti rendi conto, vero, che non riuscirai neanche ad avvicinarti a me?”. Col fiato corto per lo sforzo, Umi si rimise in posizione: “Non sono stupida..ma se dovrà essere la mia fine.. non ho intenzione di arrendermi tanto facilmente! Non lascerò questo mondo prima d’aver fatto tutto quanto è in mio potere per proteggere chi amo!”. Il cavaliere magico invocò il suo spirito guida facendo appello alle sue ultime energie, raschiando fino all'ultima goccia del potere che si sentiva scorrere dentro: “Ceres, ti prego.. aiutami a sconfiggere il mio nemico! .. Drago degli Abissi!!”.

Un’enorme bestia invase la dimensione alternativa in tutta la sua mole e con un ruggito guerriero si abbattè sul suo avversario. Umi diede fondo a tutte le sue forze in questo attacco che con l’impatto provocò un boato assordante. Una leggera pioggia continuò a cadere per diversi minuti fintanto che Umi tentò di non cedere allo sfinimento. Diradatasi la nebbia, però, Leaf era esattamente nello stesso punto di prima attorniato da un cratere dove lui spiccava nel mezzo senza un graffio. Si sentì preda dello sconforto. Non aveva speranze. Indovinati i suoi pensieri, Leaf le si avvicinò lento, afferrò con la mano la lama della spada che Umi gli teneva ostinatamente puntata addosso, suggerendole di abbassarla. Piantò il bastone magico a terra. La tenacia dell’umana era ammirevole, ma oltre ogni cosa voleva testare fino a che punto il finto autocontrollo di Clef avrebbe resistito prima di cedere ai primordiali impulsi terreni. Voleva provocarlo, dimostrandogli che lui come tutti era dominato dalle emozioni e che anche gli insegnamenti ricevuti quand’erano apprendisti non erano che frutto di menzogne architettate per indottrinarli e plasmarli a piacere in un ruolo definito da altri. Un’imposizione mascherata da onore. Leaf prese il mento della ragazza tra le dita e portandoselo vicino disse rivolto al fratello: “Io.. conosco la Verità! Ed ora lo dimostrerò!”. Intuito cosa stesse per fare, Umi cercò di scansarsi per sfuggire alla sua stretta ma era senza forze. Leaf la prese per i polsi e la immobilizzò a terra sotto di lui. Clef lo implorò di fermarsi: “Ti prego Leaf! Lasciala andare! Basta!”. L’altro lo studiò soddisfatto con la coda dell’occhio.. stava per cedere, glielo leggeva in faccia: “Altrimenti? Cosa pensi di fare nelle tue condizioni?”. Non gli importava nulla dell’umana; voleva spingere Clef a reagire perché riconoscesse la Verità, ovvero che anche i principi ritenuti capisaldi del suo antico voto non erano che falsità instillate da animi altrettanto persuasi dalla convinzione potesse esistere un fine ultimo perseguibile con totale dedizione e per il quale sacrificare persino la vita a loro dire. Fin da ragazzi fu chiaro quale strada avrebbero seguito i Guardiani Gemelli di Cephiro. Già allora Clef aveva visto il Futuro, ma nonostante ciò aveva rifiutato quella realtà che avrebbe portato suo fratello lontano da lui e dalla luce. D’altro canto, conscio che la sua Verità fosse unica ed inequivocabile, Leaf aveva fatto della sua vita una missione per dimostrare come il suo Dono rivoluzionasse le basi stesse della vita così concepita in quel mondo magico. Lui Sapeva ed era inconcepibile come tutti gli altri rifiutassero questa ovvietà data non da tradizioni e cerimonie ereditate da un passato di altrettanti passamano,ma da un potere superiore. Una certezza dettata non dalla conoscenza, ma dalla Verità.

Nell’imposizione di quel contatto, Umi cercò di resistere alle lacrime che volevano scendere contro la sua volontà ma la presa su di lei aumentò tanto da strapparle un gemito di dolore e non riuscì più a controllarsi. Clef, per la prima volta in vita sua, sentì una collera incontrollabile montargli dentro come una furia: “Non toccarla!!”. L’aura magica dello stregone aumentò improvvisamente così tanto da saturare la materia oscura che lo bloccava con il suo potere fino a farla deflagrare. Leaf sorpreso lasciò la presa sulla sua vittima. Clef riprese il bastone e colpì il fratello con un’onda di energia che lo tramortì facendolo volare per diversi metri. Prese Umi e si dematerializzò dalla dimensione oscura sigillandola.

Ricomparvero nella sala del trono. Depose la ragazza a terra: “Mi dispiace per tutto quello che hai dovuto passare ma purtroppo i miei poteri erano limitati .. e l’unico modo che avevo per comunicare con te era attraverso i tuoi sogni.”. Umi lo ascoltò in silenzio e lui continuò: “ Non abbiamo molto tempo.. non è ancora finita.. presto si sveglierà e non ci metterà molto ad uscire dalla dimensione alternativa anche se l’ho chiusa.”. La ragazza chiese: “ Cosa possiamo fare?”. Clef la guardò pensieroso: “L’unica maniera per sconfiggerlo è attraverso me.”. Umi, confusa, gli chiese: “Cosa?! Ma di che diavolo stai parlando?!”. Lo stregone chiarì: “Essere gemelli nel nostro mondo come nel vostro implica una connessione particolare.. e ai nostri livelli quella connessione diventa inscindibile nella vita come nella morte.”. Lei capì cosa stesse cercando di dirle ma si rifiutò di accettarlo. Clef la strinse a sé.. Non avrebbe mai creduto possibile, dall’altro dei suoi 740 e più anni, che un giorno si sarebbe innamorato così. Non aveva mai giudicato Emeraude e Zagato per ciò che avevano fatto.. solo si chiedeva come fosse possibile che nonostante un voto infrangibile, avessero ceduto al richiamo dell’amore. Ma ora aveva capito.. Umi era entrata dentro di lui piano insegnandogli cosa significasse amare. Avrebbe voluto avere l’eternità per stare insieme.. anche se a dire il vero gli sarebbe bastato anche solo il resto della loro vita, ma non c’era altro modo. Nessuno era all’altezza del loro avversario ed a parità di potere, Leaf non si sarebbe fatto scrupoli a coinvolgere chiunque gli tornasse comodo per averlo in pugno.. soprattutto ora che sapeva di Umi. Si staccò da lei che in lacrime lo implorò di non farlo. Il suo primo incubo stava per realizzarsi. Clef si portò con le spalle al trono preparandosi al sacrificio estremo per salvare Cephiro ancora una volta. Una colonna di luce bianchissima lo avvolse mentre i suoi ornamenti iniziarono a dissolversi. Umi non potè vivere di nuovo quel momento. Il suo cuore non avrebbe retto alla stessa scena due volte. Si avvicinò a lui e nonostante la potenza emanata fosse fisicamente insopportabile, si tuffò nella colonna di luce stringendosi all’uomo di cui era innamorata. Clef la rimproverò: “ Cosa stai facendo?! Morirai anche tu! Vattene immediatamente!!”. Umi scosse energicamente la testa e volgendo lo sguardo a lui disse: “Non m’importa . Ora qui con te sono felice.. non ho più paura..”. Clef si abbassò e la baciò. Che triste.. il loro primo bacio sarebbe stato anche l’ultimo. Era questo dunque l’amore? Forse si.. era anche questo.. ma il tempo per le domande era finito.

Ceres le parlò: “Sei dunque pronta cavaliere magico a ricevere nuovi poteri?”.

La luce bianca li avvolse definitivamente e scomparvero disciolti nella magia di Clef.

 

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