I cinque samurai

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La rottura del silenzio ***
Capitolo 2: *** Un luogo mai visto prima ***
Capitolo 3: *** Una prova più difficoltosa del previsto ***
Capitolo 4: *** La saggezza di Oogway ***
Capitolo 5: *** La furia dei titani ***
Capitolo 6: *** Un segreto in pericolo ***
Capitolo 7: *** Il risveglio di una forza assopita da tempo ***



Capitolo 1
*** La rottura del silenzio ***


La notte era finalmente scesa sul piccolo paesino di Wutaki.
Gli abitanti si apprestavano a rispettare il coprifuoco indetto dai protettori della loro città al fine di evitare spiacevoli schiamazzi che avrebbero minato l’armonia del luogo.
Gli animali che abitavano in tale luogo si rispettavano e si conoscevano dal momento della loro nascita e venivano ricordati anche dopo il momento della loro morte.
Il senso della vita degli abitanti di Wutaki era questo: rispetta il prossimo senza dimenticarti di chi ti ha rispettato in passato.
Un’armonia così inossidabile e forte che aveva bisogno della saggezza di cinque samurai atti mai a non utilizzare la loro violenza per evitare di incorrere in spiacevoli situazioni che avrebbero distrutto per sempre quell’intesa e quell’unione in cui erano legati fin dal momento del loro giuramento.
I due maestri Shifu e Oogway erano stati irreversibili nel pensare che i loro discepoli avrebbero mai permesso che quella pace venisse distrutta, tale da condannarli a morte per volontà divina.
Ma non si era mai arrivati a questo: i due maestri avevano dei veri discepoli talmente devoti da sorprendersi dei loro gesti.
Erano continuamente impegnati ad aiutare il loro prossimo per la riuscita di un legame che non si sarebbe mai spezzato e di un rispetto che era il principio del loro codice verso i poveri abitanti di Wutaki.
Purtroppo, gli animali che abitavano in tali luoghi erano cresciuti senza niente di cui li potesse appartenere, ma in fondo nessuno come loro conosceva la bontà d’animo.
i piccoli pargoli erano mandati subito a scuola per fare in modo che non conoscessero mai la guerra che imperversava negli altri villaggi circostanti.
Loro dovevano studiare per essere più preparati dei loro “vicini”, senza dimenticarsi mai di essere umili e rispettosi.
In fondo cosa poteva rimanergli se non la consapevolezza dei sentimenti puri che potevano contraddistinguerli?
Si nasceva e si moriva in quel villaggio e solo chi praticava le arti del samurai poteva avere il permesso di uscire dall’area del piccolo paesaggio.
Non dico certo che era una vera e propria prigione, ma agli abitanti andava bene così.
Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo senza perdere mai del tempo prezioso.
Il tempo doveva essere impiegato in momenti e in faccende che facevano in modo di non lasciarli con la mente svuotata e senza pensieri.
L’uno aiutava l’altro e viceversa… Ma cosa sarebbe successo se un ospite poco gradito avrebbe cercato di oltrepassare le mura del tempio dove i cinque samurai erano atti ad allenarsi per tutti i giorni fino al momento del loro passaggio in un altro mondo?
“Allora è questo il posto dove i cinque samurai si allenano per tutti i giorni della loro vita. Ma come possono fare una vita così inadatta e noiosa?”
Po, il panda invasore che aveva osato oltrepassare il confine della sua intelligenza, era estremamente curioso di vedere dopo molto anni il luogo in cui i suoi protettori mantenevano la tranquillità del villaggio in cui risiedeva.
Ma purtroppo per lui, molti sospettavano che i panda non fossero nativi di quel luogo mistico e pieno di pace.
Per gli abitanti di Wutaki era un vero scandalo pensare e credere che dei sangue impuri come quegli animali tanto buoni quanto inoffensivi, potevano oltrepassare il loro ciclo della perfezione.
Ma non era il momento di parlarne visto che Po stava andando contro questo ciclo che si era venuto a creare dopo millenni di vita in quelle misteriose montagne cinesi.
“E’ tutto buio. Non si riesce a vedere un palmo dal naso. Ma perché non accendono alcune torce? È impossibile che siano già a letto. In fondo è solo ora di cena… A proposito, non ho ancora mangiato la mia razione di riso di pollo che ha preparato mio padre.”
Accasciandosi accanto ad una statua di pietra che lo fissava con tale rabbia e perseveranza, Po consumò la sua cena fissando le stelle e senza pensare di essere veramente in pericolo.
“Non ho mai percepito un tale silenzio prima d’ora. Non vola nemmeno una mosca. E se gli abitanti di questo luogo potessero ascoltare i miei pensieri? Sarebbe un guaio irreparabile. Ma ho ancora tante cose da vedere e non posso fermarmi proprio ora.”
Dopo aver divorato il suo cibo, Po s’incamminò verso l’entrata principale del tempio.
Non aveva mai visto un tale edificio così enorme, visto che le mura ricoprivano tutto quel mistero che si cela dietro di esse.
“Non posso entrare ma sono anche molto curioso. Che posso fare?”
Le preoccupazioni di Po stavano per avere il sopravvento.
“Non posso sfidare la collera dei miei protettori. Mi punirebbero all’istante… Ho un’idea! Pregherò nel santuario qui vicino. Così almeno potrò espiare la mia anima da questo peccato. Poi prometto che non tornerò mai più in questo posto.”
Stando molto attento a non fare rumori molesti, Po si ritrovò dinanzi a tutti quegli animali che in passato dovevano essere stati i protettori della città di Wutaki.
“Il maestro Shifu. Sono riuscito a vederlo una sola volta in vita mia e raffigurato in questa statua di pietra fa il suo effetto. Però se lo incontrassi in questo momento… Accidenti! Non voglio nemmeno pensarci. Una preghiera e via.”
Ma appena Po si posizionò nel centro del santuario per venerare gli antichi spirti delle montagne solitarie, un senso d’inquietudine si stava impadronendo del panda.
“Non posso rimanere qui troppo a lungo. Ho paura di venire scoperto da un momento all’altro. E poi mi sta tornando su il riso di pollo. I guai stanno per essere svelati.”
Senza togliere gli occhi di dosso da tutte quelle innumerevoli statue che ricoprivano l’area del tempio, Po non poteva accorgersi che un’ombra dietro, davanti e dalle parti lo stava fissando.
E non erano più animali a farlo, bensì un singolo individuo che lo fissava con tale mistero e riluttanza.
< Hai ancora intenzione di rimanere in questo luogo per molto? >
Sentendo quelle voci, Po emanò un piccolo grido strozzato che per poco non compromise la sua debolezza.
< C-chi ha parlato? >
Ma nessuno rispose, rendendo la situazione alquanto surreale.
< Me ne sto andando. Davvero. Volevo solo vedere questo luogo e captarne lo spirito… Ma sono stato un ingenuo nel pensare che sarei entrato qua dentro come se fosse casa mia. Chiunque mi abbia parlato, lo prego di perdonarmi. Giuro che non mi vedrà più. >
Ma appena Po stava cercando una via per fuggire da quegli occhi indiscreti, la figura in questione si frappose tra di lui e il portone che lo separava dalla sua fuga.
< Tu non andrai da nessuna parte, Panda. Hai osato rompere il nostro silenzio e la nostra pace… E adesso ne pagherai le conseguenze. >

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Capitolo 2
*** Un luogo mai visto prima ***


Al povero Po gli tremavano le gambe dalla paura.
La sagoma oscura che aveva di fronte sembrava che fosse la condanna perfetta per tutte le sue malefatte.
< La prego, mi perdoni. Non ho fatto niente di male. >
< Hai svegliato me e i miei discepoli nel bel mezzo della notte per cosa? per scoprire e carpire tutti i nostri segreti? >
< Non l’ho fatto apposta. Sono un panda curioso. >
Appena la creatura si mostrò sotto i raggi lunari, Po si sentiva sempre più a disagio a guardare i suoi occhi seri pieni di rabbia e di rancore.
< Maestro Shifu, è un vero piacere incontrarla. >
Ma l’animale non disse niente, limitandosi a passeggiare intorno al giovane panda.
< La prego, dica qualcosa. Non rimanga in silenzio. >
< Talvolta il silenzio è più efficace di mille paura. >
< Posso capire la sua rabbia, ma le prometto che d’ora in avanti non la disturberò più. La prego, mi lasci andare. Domani mattina devo svegliarmi molto presto ad aiutare mio padre nel suo ristorante. Conta su di me in queste cose. >
< Qual è il tuo nome, ragazzo? >
< Po. Il mio nome è Po. >
< Po… Non credevo che i panda fossero originari di Wataki. >
< Sono sempre vissuto in questo lembo di terra, maestro. Così mi ha detto mio padre. >
< Chi è tuo padre? >
< Si chiama Ping, signore. >
< E che animale è? >
< E’ un anatra. >
Fissando in maniera imperscrutabile il panda, Shifu capì subito che l’animale era in serio pericolo non essendo originario di Wataki.
< Ragazzo, da questo momento non potrai mai più fare ritorno da tuo padre. >
< Che cosa? che vuole dire, maestro? >
< Tu hai sempre creduto di appartenere a questa terra… Beh, non è così. Il tuo passato non si lega con i nostri principi e il nostro sangue puro. Tu non fai parte di noi. >
< Ma mio padre mi ha sempre cresciuto in maniera degna e rispettabile. >
< Davvero? Se tu avessi avuto un po’ di cervello, questa notte non ti saresti mai avventurato nel mio tempio. >
< Sì, ha perfettamente ragione. Mi scusi maestro. >
< Basta con le scuse e i lamenti… Mi stai molto a cuore panda. E voglio aiutarti a ritrovare la retta via che ti permetterà di aver salva la pelle. Adesso vieni con me. >
Seguendo il maestro Shifu, Po non si sentiva lo stesso tranquillo.
Aveva paura che i suoi timori più profondi potessero prendere il sopravvento.
< Maestro, dove stiamo andando? >
< Sssh, silenzio > lo avvertì l’animale < Non vorrai mica svegliare le anime dei defunti di questo tempio, spero. >
< No, certo che no. È solo che ho paura del mio futuro maestro e mi stavo chiedendo… >
< Basta parlare > lo avvertì ancora il maestro < Presto potrai capire molte cose di questo posto. Ma non adesso. >
Continuando a rimanere in silenzio, Po contemplò i passaggi segreti e nascosti che il tempio del maestro Shifu aveva da offrire.
< Maestro Shifu, crede che incontrerò i cinque samurai che proteggono il villaggio? >
< Non lo so, panda… Ne saresti degno? >
< Non lo so. Me lo dovete dire voi, maestro. >
< Esatto. Hai detto bene. >
Ma Po si sentiva più confuso che mai: che cosa voleva dire Shifu con quelle parole?
< Maestro, non capisco. >
< Limitati a seguirmi senza fare domande. Non parlare se non sei interpellato. Questo non te l’hanno insegnato a scuola? >
< Purtroppo non sono mai potuto andare a scuola, maestro. >
< Capisco… Ecco perché continui ad essere diverso rispetto agli altri abitanti di Wataki. I bambini del villaggio non si sognerebbero mai di mancare l’istruzione adeguata per un futuro migliore. >
< Ma cosa serve la scuola se io e tutti gli altri abitanti di questo posto siamo condannati a rimanere rinchiusi in queste colline nascoste per tutto il resto della nostra inutile vita? >
< Perché adesso credi che noi abbiamo una vita inutile, ragazzo? >
< Non lei, maestro. Addestrare i cinque samurai deve essere un lavoro molto faticoso. >
< Non troppo visto le enormi soddisfazioni che mi danno. >
< Anch’io vorrei essere come loro. >
< Credo che in questo momento sia impossibile, soprattutto quando dietro il tuo passato non hai un istruzione adeguata al loro livello d’intelligenza. >
< Non serve l’istruzione per combattere. Bisogna allenarsi e avere tecnica. >
< Sai perché non diventerai mai un abile guerriero? Perché sono questi pensieri che ti danneggiano. Quando sarà il momento, capirai che i cinque samurai sono molto più colti e intelligenti di quello che possono mostrare… Adesso dimmi Po: se tu avessi avuto la possibilità, saresti mai andato a scuola? >
< Questo non lo so… Non saprei come mi sarei potuto trovare. >
< Peccato che questo peso non ti abbia limitato fino ad ora… Ma per imparare tecnica e forza, devi almeno saper leggere. Tu lo sai fare, Po? >
< Certo. Fino ad ieri leggevo fumetti… O almeno, ci provavo. >
< Non sono produttivi i fumetti. >
< Io almeno lì troverei interessanti se solo li potessi leggere. >
< E ti piacerebbe leggere un libro sulla storia di questo tempio? >
< Ne sarei onorato, maestro. >
< Certo… Ma prima devi essere condotto in un salone talmente vasto che utilizzo insieme agli altri samurai per contemplare e imparare altre arti marziali che servono nel loro combattimento con la spada. >
< Non ho mai incontrato i cinque samurai di persona ma da quello che ho potuto capire dai racconti della gente, i suoi discepoli non hanno mai usato la spada. >
< Perché non ce n’è mai stato bisogno, Po. Non sono mai scesi in un combattimento ufficiale. La pace regna questi luoghi… Ma per quanto, secondo te? >
< Non lo so. Lei lo sa, maestro? >
< Fino a quando qualche fanatico invasore distruggerà il nostro silenzio e la nostra pace combattendo in una guerra che ferirà solo il nostro animo. >
< I veri combattenti si riconoscono quando riescono ad essere più abili in una sfida. Vero, maestro? >
< Sì, è vero. Bisogna anticipare le mosse dei nemici se si vuole riuscire a vincere in qualche modo. Per questo io punto molto sull’intelligenza dei miei discepoli. >
< Maestro, davvero: sono più curioso che mai d’incontrarli. Quando potrà succedere? Me lo dica, per favore. >
< Prima dovrai riuscire a toccarmi, Po. >
< Toccarla, maestro? Per così poco? >
< Ti dico solo che i miei discepoli c’hanno messo quasi un mese per riuscire in questo intento. Tu pensi di essere più veloce di loro? >
< Che cosa c’è di così difficile? Anche se lei è piccolo, non può essere intoccabile. >
Ma nel mentre Po cercava di agguantarlo in tutti i modi, la sua fatica divenne improvvisamente insostenibile.
< Maestro, che cosa sta succedendo? Perché mi sento così stanco dopo aver fatto a malapena qualche movimento? >
< Benvenuto nella stanza dello spirito e del tempo dove il trascorrere degli eventi vieni bloccato e il tuo spirito diviene sempre più debole. >
< Ma cosa significa questa stregoneria? >
< Niente di quello che può essere più strano che troverai in questo posto… Faticherai per tutto il periodo necessario e il corso del tempo all’infuori di questa stanza sarà come fermo per sempre. >
< Io… Non ho mai sentito niente di simile. >
< La tua sarà una prova, caro Po. Voglio vedere se riuscirai a sorprendermi. >
< Si fidi, maestro. Quando voglio so essere un tipo imprevedibile. >
< Allora dimostramelo. Subito. >

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Capitolo 3
*** Una prova più difficoltosa del previsto ***


Po non si era mai sentito così affaticato e stanco prima d’ora.
Il grande panda riusciva a malapena a reggersi in piedi mentre il maestro Shifu non faceva altro che deriderlo e incoraggiarlo allo stesso tempo.
La stanza dello spirito e del tempo dove Po si stava allenando in una prova più grande di lui, era un immenso vuoto di sé stesso che doveva essere colmato per riuscire a trovare la via d’uscita e concludere una volta per tutte quella prova che lo stava distruggendo a livello fisico e mentale.
< Maestro, ho bisogno di riposarmi > lo supplicò il panda con il fiatone.
< Ti riposerai quando sarai riuscito a superare questa prova. Non ti permetterò di concludere adesso. Il tuo spirito non deve mollare. >
< Maestro, non riesco a rimanere in piedi. Come posso fare a continuare questa sfida al limite dell’impossibile? >
< Ragazzo, che cosa dice il tuo istinto? >
< Di fermarmi subito. >
< E il tuo volere? >
< Di portare a termine questa prova anche oltre i miei limiti. >
< Molto bene. Infatti è proprio quello che devi fare. >
< Ma maestro, non ce la faccio! >
< Sei tu che non vuoi farcela! Datti una mossa e rialzati, altrimenti ti prenderò per le zampe e ti farò vorticare così velocemente che non te ne accorgerai nemmeno. >
< Maestro, perché è così crudele con me? >
< Volevi vedere gli allenamenti che uso sui cinque samurai? Sono questi. Che cosa credi? Che siano cresciuti viziati e già imparati? Anche loro hanno dovuto faticare proprio come te. >
< Maestro, ma quando potrò incontrarli? >
< Quando sarai degno di loro. E ora continua l’addestramento o ti farò pentire di aver oltrepassato queste mura. >
< Credo di essermene già pentito da un bel po’… Ah! >
Il povero panda, con la forza della disperazione, cercava in tutti i modi di contrattaccare ai colpi del suo maestro mentre lo stava torturando.
< Che cosa fai? Non vedi che ti colpisci da solo? >
< Questo è impossibile. È lei che mi sta colpendo. >
< Non riesci nemmeno a vedere le tue mosse… Il motivo perché sei a terra è perché ti colpisci da solo. Sei uno stupido se credi di potermi attaccare in quella maniera. >
< Ma io… >
< Smettila di perdere del tempo prezioso e concentrati. Attaccami! >
< Io… non ce la faccio… >
Improvvisamente Po cadde a terra senza forze mentre il maestro Shifu cercava di rinvigorirlo un po’ scuotendolo da ogni parte.
“Ha dato tutto sé stesso. Adesso sì che non riuscirà in nessun modo a reggersi in piedi.”
Con la forza di una tigre, Shifu trascinò Po dentro il palazzo dove faceva riposare i suoi discepoli tutto il tempo necessario per ritemprare le energie.
“Quando si risveglierà, sicuramente avrà fame. Meno male che ho la dispensa fornita.”
Per ingannare il tempo evitando di guardare dormire il panda, il maestro Shifu continuava ad allenarsi con una temperatura sotto i – 30° C.
Era da folli per un animale della sua età, ma il maestro non si fermava.
Nessuno l’avrebbe potuto interrompere.
La sua prova consisteva di sopravvivere tra i ghiacci artici nuotando come un forsennato e cercando in tutti i modi di scaldarsi.
Arrivando al limite e mettendo a repentaglio il suo corpo e la sua anima, adesso Shifu doveva oltrepassare lande infuocate di lava mentre tutto il terreno circostante diventava impraticabile.
Il vecchio animale a malapena riusciva a schivare i getti di lava, anche cercavano di colpirlo in tutti i modi mentre la sua concentrazione stava diminuendo piano piano.
Ma con l’aiuto del suo compagno di una vita, riuscì a superare una prova che si stava mettendo davvero male.
< Maestro Oogway, che cosa ci fa qua? >
< Volevo vederti alla prova, Shifu. Sei ancora in perfetta forma. >
< Lei dice? Per poco non venivo carbonizzato da questi flussi di lava. Ho rischiato seriamente di morire. >
< No. io direi che hai avuto tutta la situazione sotto controllo. Come fai sempre. >
< Vorrei tanto che fosse così, maestro. Ma credo che gli anni per me stiano cominciando davvero a pesare. >
< Ne sei sicuro? Guarda me! Ho più di duecento anni e mi sento ancora un ragazzino. >
< Maestro, lei ha una tempra più forte rispetto a me. >
< No Shifu, è qui che ti sbagli. L’unico che non si arrende di fronte a nulla sei tu. Sei tu quello che mandi avanti il nostro tempio allenando i cinque samurai in attesa che gli invasori dall’altra parte delle montagne possano attaccarci. >
< Maestro, lei crede… >
< Prima o poi succederà e noi dovremmo essere pronti. Io credo che il tuo percorso non sia ancora arrivato a metà… Ho scoperto che stai allenando un panda a combattere. >
< E’ solo una punizione che deve scontare per essere entrato senza permesso nel nostro tempio e aver rotto il silenzio. Ma non credo che diventerà come i cinque samurai. >
< Dagli una possibilità, Shifu. Sono sicuro che il panda ti stupirà come non ha fatto mai. >
< Ne dubito fortemente, maestro. >
Inizialmente, Shifu non si era accorto che Po si era svegliato di soprassalto dopo che aveva sentito la voce del maestro Oogway.
< So che sei lì dietro, panda. Avvicinati > lo consigliò la vecchia tartaruga.
“Accidenti. Come ha fatto a vedermi.”
Avvicinandosi molto lentamente ai due maestri, Po non riusciva nemmeno a guardarli negli occhi.
< Buongiorno, Po. Hai dormito bene? >
< Sì. Credo di aver recuperato un po’ di energie. >
< Bravo. Così puoi tornare in azione e combattere contro il mio compagno di mille avventure Shifu. Lui per me è stata la mia retta via che mi ha portato alla conoscenza del mondo rimanendo sempre rinchiuso in questo tempio. >
< Maestro, lei è troppo buono… >
< Dico solo la verità, Shifu. E secondo me puoi addestrare bene questo panda anche meglio degli altri samurai. >
< Maestro, non per contraddirla, ma… >
< Fidati. Almeno una volta. >
< Io mi fido sempre di lei, maestro. >
< Allora continua a farlo senza problemi. Non te ne pentirai mai > disse infine il maestro Oogway prima di scomparire nel nulla.
“Maestro…”
Vedendolo perso nei suoi pensieri, Po decise bene di attaccarlo mentre aveva la guardia molto bassa, Ma Shifu non è un animale da prendere alla sprovvista.
< Credevi davvero di riuscire nel tuo intento? Allora sei più stupido di quello che credevo > rispose il maestro con rabbia.
< Perché mi tratta così male? Che cosa le ho fatto? >
< Lo sai bene! Questo non è il tuo destino! Non dovevi trovarti qui per nessun motivo! >
< Ma mi ci ha portato lei, maestro! >
< Io volevo solo punirti ed è quello che farò! >
< D’accordo! Ma ho imparato la lezione. Voglio andarmene da questo posto! >
< Ne sei sicuro? Guarda che una volta uscito di qui, io e te abbiamo chiuso. >
< Molto bene. Tanto non avevo mai pensato di diventare come i cinque samurai… E per giunta non faccio nemmeno parte di questa congrega. Per tutto il tempo sono stato adottato senza che io lo sapessi… E’ davvero frustrante conoscere così il proprio futuro. >
< Po… Io non so cosa dire… >
< Lasci stare, maestro. Tornerò a casa mia facendo finta che non sia successo niente. Ma la prego di farmi un favore: non dica mai ai cinque samurai di aver messo a tappeto un panda ciccione come me. Mi deriderebbero senza che io me ne accorga. >
< Po, tu sei mai stato deriso? >
< Non credo. In paese sto simpatico a tutti e mi rispettano per la mia goffaggine. >

< Sì… Ma è ancora più bello riuscire a superare la missione. >
Senza accorgersene il maestro Shifu fu toccato su una spalla dal giovane panda facendo in modo di mettere fine alla sua missione.
< Non è possibile… Ho abbassato la guardia. >
< Ha visto? Sono stato molto bravo a fare la parte della vittima e a farle pena. A questo punto dovrei farlo più spesso. >
< Bravo, Po. Sono senza parole… Ma adesso che hai superato questa missione, i miei cinque discepoli possono avere pietà di te? >
< Non lo so, maestro… Lei che cosa mi dice? >
< Io posso solo avvertirti di stare molto attento. Quando combattono non ci vanno leggeri come ho fatto io… Loro sono molto più crudeli e forti avendo dalla loro parte la giovinezza. >
< Secondo me maestro ha fatto in modo di non farmi del male perché sotto sotto io le sto simpatico. >
< Non dire stupidaggini. Gli allenamenti per me sono tutto. >
< Anche il rispetto. Però c’è del buono in lei… e credo anche nei suoi discepoli. >
< Dovrai sfidarli per capirlo. Ti aspettando tra quindici minuti quando saranno le sei del mattino. >
< Che cosa?! È già l’alba? Com’è possibile… >
< Usciamo di qui. L’aria sta diventando sempre più pesante qua dentro. >
Una volta lasciata la stanza dello spirito e del tempo, Po si sentiva più leggero e rilassato.
< Come ti senti? >
< Stanco morto. Ma sento che il mio spirito si è rafforzato enormemente. >
< Bene. Adesso dovrai dare tutto te stesso per sfidare i miei discepoli… Sempre che tu non te ne voglia andare. >
< Assolutamente no, maestro > rispose Po fiero di quello che stava facendo.

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Capitolo 4
*** La saggezza di Oogway ***


Il sole era alto sulle montagne giapponesi che ricoprivano la piccola città di Wataki.
L’aria tiepida e gradevole erano indizi che sarebbe stata una bella giornata.
Ma si poteva dire lo stesso di Po? Il panda doveva fare di tutto per conquistarsi la fiducia dei suoi nuovi compagni, senza però credere che i loro caratteri e la loro forza erano un ostacolo per il suo insegnamento.
< Maestro? >
< Cosa c’è, Po? >
< Ho una fame da lupi. Quando faremo colazione? >
< Quando ne diventerai degno. Prima devi incontrare i miei discepoli. >
< Certo, non vedo l’ora… Ma vorrei farlo dopo che avrò messo qualcosa sotto i denti. Altrimenti rischio seriamente di svenire. >
< Dopo questa notte può superare moltissime difficoltà, Po. Devi solo crederci. >
< Maestro, io… >
< E poi la colazione te la dovrai guadagnare. Come tutto, del resto. >
< Addirittura? Ma io non voglio faticare. >
< E’ la tua punizione. Vuoi diventare come i miei discepoli? Allora vedi di fare quello che ti ordino altrimenti a fine giornata non ti alzerai con le tue gambe. >
“Bene. Riesco a malapena a rimanere in piedi a causa del mio peso.”
< E poi sono convinto che dimagrire non può che farti bene. Sei fuori forma, panda. >
< Proprio perché sono un panda! Se fossi un animale diverso, avrei una statura e una corporatura diversa. >
< Osi discutere i miei ordini? >
< Non ho detto questo, maestro… >
< Non costringermi a farti del male, altrimenti non so cosa potrei avere in serbo per te. >
< Odio quando mi ricatta. >
< E poi togliti quei calzoncini verde pisello. Sono davvero orribili. >
< Perché? Sono i miei preferiti. >
< Hai dei gusti davvero singolari, panda. >
< Da quando in qua un maestro samurai si fa problemi su come ci si veste? >
< L’importante è lo spirito interiore ed esteriore. E non quello che ti ricopre. >
< Sarà, ma con questi calzoncini ci sto davvero bene. >
Nel mentre Po e il maestro Shifu continuavano a parlare e a passeggiare senza una meta precisa, il sibilo del vento divenne sempre più forte.
< Accidenti. Fa un gran freddo stamani. Eppure credevo che fosse una temperatura primaverile. >
< Oh, ma questo non è il vento… >
< Che cosa? >
Senza nemmeno accorgersene, i calzoncini di Po vennero tagliati in due tra lo stupore del panda.
< Oddio! Che è successo? Perché i miei calzoncini si sono divisi in due? >
< Vedo che non ti sei accorto dell’attacco di Tigre. >
< Tigre? Uno dei suoi discepoli, maestro? >
< Esatto. Il vento che hai sentito non era naturale, ma la velocità e la scaltrezza del tuo nuovo compagno. >
Rimanendo ancora sbalordito per quello che era successo, Po poté vedere ad occhio nudo come l’animale si muoveva con tanta destrezza.
< Maestro, io non so cosa dire… >
< Rimani in silenzio e contempla il suo spirito. Sarà Tigre a parlare. >
Ma l’animale prediletto del maestro Shifu continuava ad avere la testa china e a non parlare.
< Maestro, che cosa dobbiamo aspettare? >
< Perché sei così impaziente? >
< Non lo so. Forse perché ho fame? >
< Ti darò una bella notizia: combatterai contro Tigre. >
< Che cosa? Sta scherzando, spero. >
< No, niente affatto. Se vincerai avrai vinto la tua colazione, ma se perdi rimarrai ancora a digiuno. >
Nel pensare che Po era a forte rischio cibo, decise subito di rinunciare alla sfida.
< No maestro, è impossibile vincere con il suo discepolo. È molto più forte di me. >
< Sì, ma tu hai dietro le spalle un duro allenamento notturno che ti ha portato a rafforzare il tuo spirito, mentre Tigre è molto tempo che non entra all’interno della stanza dello spirito e del tempo. >
< Maestro, non voglio farlo. Non ho le energie. >
< Andiamo Po, voglio vederti alla prova. Non puoi rifiutarti. >
< Maestro > fece Tigre con voce flebile mentre alzava lo sguardo < Deve essere proprio lui il mio avversario? >
< Sì, Tigre. Hai forse qualche problema? >
< Maestro, non lo vedo un grande avversario. Vincerei senza faticare troppo. >
< Questo non lo puoi sapere, Tigre. Non giudicare mai un tuo avversario. >
Tigre non sapeva cosa fare.
Aveva una gran voglia di umiliare il povero panda, ma odiava vincere così facilmente.
< Tigre, ti ordino di combattere con il panda. Ti sei forse rammollito questa notte? >
< No, certo che no maestro. >
< Shifu, che sta succedendo? > domandò il maestro Oogway avvicinandosi con fare sospettoso e pacato < Percepisco del dissenso qui tra di voi. >
< Tigre crede di vincere facile con il panda e di conseguenza non vuole combattere > spiegò Shifu.
< Ed io gli do pienamente ragione > fece Po cercando di svignarsela.
< Tu rimani zitto, panda. >
< Shifu, non puoi costringere un tuo discepolo a combattere per umiliare un povero animale come il panda. Lo sappiamo tutti che non è pronto per una simile sfida. >
< Maestro, ma se il panda vuole migliorarsi in qualche modo, deve sfidare un combattente molto più forte di lui, altrimenti non si rafforzerà mai. >
< Può rafforzare il suo spirito mentre fa un po’ di meditazione. >
< E soprattutto dopo aver fatto un’abbondante colazione. >
< La devi smettere di pensare solo al cibo, Po! Rimanendo tra di noi le tue pause per il cibo saranno molto limitate. >
Po sembrava spazientito dalle parole del suo maestro.
Anche se aveva una gran voglia d’imparare, non accettava che Shifu fosse così severo e senza cuore.
< Shifu, per adesso basta così. Il panda ha bisogno di ritrovare le energie necessarie. Avanti, panda. Seguimi. >
< Maestro Oogway, non possiamo… >
< Evita di discutere il mio volere, Shifu. Non puoi portare gli animali allo sfinimento. Sarebbe inutile. Dobbiamo mantenere la pace nel paese e tra di noi. Perché tu vuoi romperla? >
< Io… non voglio… >
< So quello che faccio, Shifu. Abbi fiducia in me. >
< Ho sempre fiducia in lei, maestro. >
< Lo spero tanto… Tigre, puoi riunirti insieme agli altri samurai. Ci incontreremo tutti insieme con il panda alle dieci in punto… Ci siamo intesi, Shifu? >
< Sì, maestro. Non posso fare altrimenti per contraddirla. Ci rivedremo alle dieci in punto. >
< Molto bene. >
Po non faceva che guardare lo sguardo sconfortato e rabbioso del maestro Shifu.
< Evita di guardare la tristezza del maestro Shifu > gli fece Tigre passandogli dinanzi < Ha le sue ragioni se si comporta così. Ma non è una creatura malvagia. >
< Io non ho mai pensato questo. >
< E comunque ci sarà il tempo necessario per farti ritornare dal posto in cui sei venuto. Manca poco, ormai. >
< Mi stai forse minacciando? >
< No. È solo un avvertimento. >
< Panda, hai intenzione di rimanere lì immobile senza fare niente? >
< Arrivo subito, maestro Oogway > rispose il panda.
< Sì, vai pure creatura ignobile. Ormai ho capito le tue intenzioni. >
< Che cosa vuoi dire? >
< I panda non hanno mai fatto parte del nostro paese. Tu sei un estraneo. >
< No, non è vero. Io ho sempre vissuto qui. >
< Certo certo… Tanto è inutile controbattere. Prima o poi il tu segreto verrà allo scoperto > disse infine Tigre prima di scomparire dalla vista del panda.
“Io… non riesco a capire…”
< Caro panda, quale è il tuo nome? >
< Mi chiamo Po, maestro. >
< Po… Facciamo una passeggiata. Ti va’? >
< Certo, nessun problema. >
La vecchia tartaruga fissava in maniera impercettibile lo sguardo impaurito e triste del grosso panda cercando di carpire i suoi problemi più profondi.
< Po, starai sicuramente pensando perché Shifu e Tigre ce l’hanno con te. >
< Io non ho fatto niente di male… A parte entrare senza il permesso in questo tempio, ma era solo un’avventura notturna senza importanza. >
< Dici? Eppure se sei venuto fin qua per te era importante. Cosa volevi scoprire? >
< Non lo so nemmeno io… Magari capire la vita dei cinque samurai e le loro giornate trascorse dietro a queste mura alte e fitte. So che non avrei dovuto farlo, ma erano anni che sarei voluto entrare qua dentro. >
< Po, sei sempre in tempo ad andartene. Io posso far finta che non sia successo niente. La decisione spetta a te. >
< Maestro Oogway, lei è molto saggio… Ma potrei decidere dopo che avrò ritemprato le energie mentali? >
< Sicuramente… Po, non credere che Shifu e Tigre siano cattivi. Loro vogliono fare il bene della nostra vita che spendiamo al servizio degli abitanti di Wataki. >
< Ma perché in paese lei e tutti gli altri non vi siete mai fatti vedere in tutti questi anni? >
< Perché non ce n’è mai stato bisogno. Almeno fino a quando… >
Ma Oogway si bloccò all’istante, rattristandosi di colpo.
< Almeno fino a quando, maestro? >
< Non predico il futuro Po, ma credo che dovremmo prepararci al peggio. Gli invasori sono alle porte… Non sento quel silenzio che ricopriva l’intera vallata. Noi e tutti gli abitanti siamo in pericolo. >
< Maestro, mi devo forse preoccupare? >
< No, Po… Almeno non ora. Ma adesso basta pensare al peggio. La colazione ti aspetta > fece il maestro Oogway

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Capitolo 5
*** La furia dei titani ***


< Caspita! Non facevo una colazione così abbondante da anni > fece il panda dopo aver divorato tutto quello che c’era di commestibile.
Il maestro Oogway, rimasto impressionato, rimase in silenzio e alquanto sorpreso.
< Non ho mai visto nessuno mangiare con così voracità. Sono davvero contento. >
< Lieto di averla fatta felice, maestro. >
< Ma c’è un piccolo problema: dovevano mangiare anche i cinque samurai. >
< Che cosa? >
< Purtroppo non abbiamo altro cibo disponibile fino a questa sera. Dovremmo prendere altre scorte al villaggio se volessimo mangiare in qualunque altro momento del giorno. >
Ma Po non si preoccupò di molto per quello che avrebbero potuto fare i suoi nuovi compagni.
“Sono sopravvissuti al peggio. Non voglio fare l’egoista, ma credo che possano sopportare un giorno senza mangiare niente… Almeno spero.”
< Maestro, chi vi porta le scorte di cibo? >
< Alcune persone molto buone che pregano per noi. Sono talmente buoni di cuore che pensano anche al nostro benessere. >
< Ma se non ci fossero queste donazioni, voi non mangereste? >
< Siamo abituati a fare digiuno. Però mangiare fa sempre bene, d’altronde. >
“Accidenti! Adesso da quanto tempo non mangeranno gli altri?”
Sentendo che l’aria circostante era divenuta fredda, Po si spaventò moltissimo.
< Stanno arrivando, Po. Pronto a conoscere i tuoi nuovi compagni? >
< D-devo proprio? Non posso iniziare il mio allenamento subito? >
< Che fretta hai? >
< Io… sono molto impaziente. >
< Rimani qui, panda > gli sussurrò all’orecchio il maestro Shifu con ghigno malefico < Adesso dovrai affrontare un altro problema più grande di te: la furia dei cinque samurai. >
Sentendosi chiamati in causa, i cinque samurai si mostrarono al loro maestro inchinandosi al suo cospetto.
< Buongiorno, ragazzi. Spero che questa notte abbiate riposato bene > fece il maestro Oogway < Adesso però tocca a me ritirarmi. Vado a pregare i santi spiriti per la salvaguardia del nostro villaggio. Buona fortuna per tutto, Po. >
< Grazie, maestro Oogway > rispose il panda terrorizzato.
“Ora che cosa faccio?”
< Maestro Shifu, dov’è la nostra colazione? >
< Sì, Vipera ha ragione. Non si vede niente qui. Eppure pensavamo… >
< Giusta osservazione, miei cari discepoli… Ma purtroppo gli spiriti che veneriamo ci hanno mandato un “peso” molto difficile da superare… >
< Di cosa sta parlando, maestro? Non capiamo > fece Mantide.
< Già. E chi è questo panda? > domandò scimmia.
< L’inizio dei nostri problemi, temo. >
< Ci vuole forse dire… >
< Sì, è stato lui a divorare la vostra colazione. È solo un ingorgo animale che non pensa a noi. Non può credere che sono ben cinque giorni che non avete messo niente sotto i denti… Ma chi poteva saperlo, vero Po? >
Guardando gli sguardi afflitti e rabbiosi dei cinque samurai, Po divenne bianco in viso.
< Ti stai spaventando, ragazzo? >
< Ragazzi… non volevo… davvero… >
< Ti dovremmo fare a fettine per quello che ci hai fatto > fece Gru avvicinandosi al panda con fare minaccioso.
< Infatti è quello che faremo > precisò Scimmia < Tutti addosso! >
Ma prima che si potessero accanire contro Po, Tigre si mise in mezzo.
< Lasciaci passare, Tigre. Dobbiamo farlo fuori. >
< No. Tocca a me questo compito. >
< E perché mai? >
< Ho un conto in sospeso con il panda. Fatevi da parte. >
Sentendo con quale astio aveva pronunciato quelle parole, il maestro Shifu e i quattro samurai si allontanarono proprio come aveva detto lui.
< La resa dei conti è ormai giunta, panda. Sei pronto? >
< Credo proprio di no. >
 
 
La paura negli occhi si leggeva benissimo sul viso di Po.
Attendendo la prima mossa del samurai, il panda non gli toglieva gli occhi di dosso, anche se sapeva che prima o poi sarebbe stato colpito senza che se ne potesse accorgere.
< Non è colpa mia se ho così fame > mormorò Po cercando di difendersi.
< Dovresti vergognarti. Cercare di invadere il nostro tempio per la tua stupida curiosità e per la tua avidità di cibo. Devi essere punito severamente! >
< Ne prendo atto, ma non fatemi del male. >
< Sai cosa gli potremmo far fare? Facciamolo correre intorno al tempi fino al calar del sole? Naturalmente senza mai fermarsi > fece Vipera.
< Non ci riuscirà mai. Al primo passo si fermerebbe. >
< Hai forse qualche idea migliore, Mantide? >
< Certo. Staccargli la testa… E magari cucinarlo a fuoco lento. Per stasera ci potremmo rinvigorire così. >
< Ma questo è cannibalismo! > protestò il panda.
< Dovevi pensarci prima, non trovi? >
< Me ne andrò da qui e non mi rivedrete mai più. Ve lo prometto. >
< No no. Non sarà così facile per te > mormorò Gru bloccandogli l’uscita < I tuoi peccati verranno estirpati qua dentro. E non uscirai mai da qui finché non l’avrà deciso il nostro maestro. >
< Se fosse per me, se ne sarebbe andato da molto tempo… Ma il maestro Oogway che stravede per lui. >
< Che cosa potrebbe trovarci il maestro Oogway in lui? >
< Non lo so, Vipera. Ma sarà mio compito scoprirlo. Adesso riprendete ad allenarvi senza pensare al cibo. Per questa sera ci inventeremo qualcosa. >
< E del panda che cosa ne facciamo? >
< Divertitevi con lui. Ne avrete bisogno > rispose Shifu con ghigno malefico lasciando il povero animale in pasto ai suoi discepoli.
< Andateci piano con me, d’accordo? >
 
 
Il maestro Shifu trovò il suo compagno secolare intento a fissare l’orizzonte del piccolo paesino di Wutaki.
< Maestro, posso disturbarla? >
< Stavo solo guardando l’infinito cielo che sovrasta le nostre teste, caro Shifu… Ma per quanto potremmo andare avanti così? >
< Maestro, ultimamente è molo preoccupato. Se posso fare qualcosa per lei… >
< Certo che puoi. Appiana le tue divergenze con il panda e insegnagli a difendersi. Ne avrà assolutamente bisogno contro i nostri invasori. >
< Ma maestro, Wataki non è mai stato invaso prima d’ora… Perché dice così? >
< Perché sento il mio spirito imperterrito alquanto irrequieto e nervoso. Per non parlare per quel fumo nero che si vede in lontananza. Il villaggio vicino non appiccherebbe mai fiamme libere e questo mi preoccupa molto. Potrebbe essere anche un segno di guerra che non possiamo non mettere in considerazione. >
< Maestro, insegnare a quel panda sarà un compito molto arduo e più grande di me. Non ha intenzione d’imparare e per giunta si è mangiato le nostre scorte che erano paragonate a tre giorni di mantenimento. Non possiamo tenerlo nel nostro tempio. >
< Dobbiamo proteggerlo, Shifu. Lui non è di Wataki. E se la voce si spargesse in tutta la città, verrebbe bandito o peggio ancora ucciso. >
< Dovremmo contattare il suo padre adottivo. Dovrebbe essere un’anatra da quello che mi ha detto Po. >
< Bene. Tu rimani qua mentre io vado in missione non ufficiale. Sono quasi vent’anni che non esco da queste mura. L’ultima volta che l’ho fatto è per prendere un cesto di frutta e verdure che abbiamo consumato tutti assieme. Ti ricordi, Shifu? >
< Certo. Non potrei mai scordarmelo. Era un bellissimo giorno di natale e la neve cadeva fitta sul nostro villaggio. Sembrava che tutte le minacce fossero inesistenti, ma il male comune che attanaglia le nostre menti è più forte di qualsiasi cosa. >
< Concorderò con il padre di Po per la sua protezione. Poi decideremo sul suo futuro… Intanto abbi cura di lui, Shifu. Come tutti noi, ha bisogno d’amore… I tuoi discepoli conoscono tale sentimento? O pensano solo a combattere? >
< No. Nelle loro menti ho impresso la bontà e il rispetto per il prossimo. >
< Anche la collera da quello che sto vedendo. Il povero Po è completamente martoriato dai colpi dei tuoi discepoli. >
< Volevo fargli capire che il panda non può fare come vuole. >
< Credo che abbia inteso la lezione… Ci vediamo molto presto, Shifu. E mi raccomando: riguarda il nostro nuovo protetto. >
S’eppur contrariato, alla fine Shifu acconsentì alle parole del suo maestro andando in soccorso del povero panda.
Ma non avrebbe mai immaginato che il segreto dell’ultimo animale arrivato al tempio potesse essere in grande pericolo.
< Tutto bene, Po? >
< Mi sta prendendo in giro, maestro? Come può andare tutto bene? Sono stato pestato a sangue. >
< Adesso non esagerare. Mica sei morto > rispose Shifu facendolo alzare da terra con tutte le sue forze < Dovresti dimagrire un po’ non credi? Almeno le botte ti hanno aiutato a fortificare lo spirito. >
< Ne avrei fatto volentieri a meno. >
< Adesso basta lamentarsi. Il nostro allenamento comincia adesso… Ma, dove si trova Vipera? >
< Si voleva allenare da solo maestro > gli spiegò Scimmia < Almeno è quello che ci ha detto. >
< Lo vado a riprendere. Non può rimanere in disparte come un emarginato. Non lo posso sopportare. Voi aspettatemi qua. >
< Possiamo ancora divertirci con il panda? >
< No Mantide, adesso basta. Credo che abbia capito la lezione. >
< E come se l’ho capita > rispose Po cadendo a terra nuovamente senza forze.

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Capitolo 6
*** Un segreto in pericolo ***


Il maestro Shifu raggiunse il suo discepolo prediletto mentre era intento a fare meditazione su un albero di pesco.
< Tigre > lo richiamò l’animale.
< Maestro > fece Tigre inchinandosi e richiudendo gli occhi.
< Perché non sei con i tuoi compagni? >
< Perché non rimarrò assieme ad un animale che non rispetta i miei valori. >
< Il panda sta cercando di cambiare. Dobbiamo aiutarlo noi. >
< Per poi vedere come ci volta le spalle? Il mangiare il nostro cibo è una sola delle tante azioni egoiste che quell’animale potrebbe commettere. Magari la prossima volta potrebbe ucciderci nel sonno. >
< Non dire sciocchezze, Tigre. Non lo farebbe mai. Era solo disperato e bisognoso di viveri. >
< E noi che combattiamo da una vita e veniamo mancati di rispetto in questo modo? Non c’ha pensato, maestro? >
< Comunque il panda rimarrà sempre con noi. Che ti piaccia o no > rispose freddamente Shifu.
< Allora la prego di non considerarmi più un suo pari, maestro. Da questo momento mi allenerò da solo. >
< Il maestro Oogway non sarebbe mai d’accordo su questa tua decisione. >
< Ma adesso non è qui… E poi non rispondo a quella vecchia tartaruga. >
< Non osare mancargli di rispetto! > gridò Shifu dandogli un sonoro ceffone < E’ grazie a lui se Wutaki ha ancora un futuro in queste terre. Senza il suo aiuto e la sua devozione nella protezione degli abitanti, gli invasori delle terre vicini ci avrebbero distrutti e annientati. >
< Già, ed io e tutti gli altri non avremmo mai conosciuto il nostro futuro nefasto. >
< Non dire così, Tigre. >
< Gli spiriti protettori hanno voluto rompere il silenzio per metterci alla prova… E credo proprio che ci stiano riuscendo… Adesso, se non le dispiace, vorrei rimanere da solo. >
Non potendo in nessun modo fargli cambiare idea, Shifu decise a malincuore di lasciarlo da solo.
Ma cosa mai poteva architettare un animale estroverso e pieno di rancore come una tigre? Avrebbe davvero per sempre distrutto tutto quello che fino dal giorno in cui era nato aveva sempre creduto e combattuto?
“Mi perdoni maestro, ma adesso la mia strada è un’altra.”
Una volta che Shifu tornò dal panda e dai suoi discepoli, la sua rabbia fece spazio al suo orgoglio di maestro.
< Maestro, va tutto bene? >
< Potrebbe andare meglio, Gru. Tigre sta facendo meditazione e non ha nessuna intenzione di aggregarsi a noi… L’ho presa come un’offesa personale ma non voglio guastarmi il sangue per lui. >
< Maestro, è il vostro discepolo preferito. >
< Non è vero, Vipera. Tutti voi siete importanti per me… e credo che lo stia diventando anche il panda. >
< Che cosa? Si riferisce a me, maestro? >
< Vedi altri panda nelle vicinanze? >
< No, certo che no… Ma non capisco. >
< Questo non mi sorprende… Se vuoi guadagnarti il mio rispetto, dovrai seguire le mie istruzioni e allenarti con i tuoi nuovi compagni. Solo così si può diventare membro di una grande famiglia… E il tuo primo impegno che dovrai tener fede è impugnare la spada dei samurai. Credi di esserne in grado? >
< Farò tutto quello che crede giusto, maestro. Per il nostro bene. >
< Perfetto. Sapevo che potevo contare su di te, Po. Adesso in riga. Io e gli altri discepoli ti insegneremo a combattere. Iniziamo. >
 
 
Mentre il maestro Oogway si ritrovava in mezzo alla popolazione di Wutaki, vide con fierezza che lo spirito e la pace non erano minimamente stati intaccati nel piccolo paese nascosto tra le colline cinesi.
< Dovrei parlare con il proprietario di questo ristorante > fece la tartaruga con voce grave ad un cervo che si aggirava nelle vicinanze < Lei può aiutarmi? >
< Sta parlando di Mr Ping? Lo trova nelle cucine. >
< La ringrazio. >
< Però non so se può entrare. Il povero animale è molto impegnato a sostituire suo figlio Po scomparso minimamente. Ha il morale a pezzi. >
< Vorrà dire che sarò portatore della sua felicità. Grazie ancora. >
Una volta entrato nel locale, Oogway vide con quale dedizione e rabbia Mr Ping stava facendo di tutto per preparare la linea di cucina per il prossimo servizio.
< Il locale è chiuso > fece freddamente l’anatra < La prego di tornare questa sera quando riapriremo. Ho molto da fare. >
< Buonasera, Mr Ping > fece Oogway.
< Buonasera. Ci conosciamo per caso? >
< Credo di no… Ma non sono venuto qui per disturbarla intenzionalmente, ma dovremmo parlare di suo figlio. >
< Di Po? È stato ritrovato, finalmente? >
< Adesso si sta allenando con il mio caro amico e compagno di mille avventure Shifu. Vuole diventare un nuovo samurai che proteggerà l’intero villaggio dalla prossima guerra. >
< Mio figlio che diventa un samurai? Lei si sta prendendo gioco di me. >
< Lei crede? Non mi permetterei mai di fargli un simile torto prendendola in giro > rispose la tartaruga togliendosi il travestimento.
< Ma lei è… non è possibile… >
< Molti credono che io sia morto data la mia lunga età, ma non sono ancora pronto per lasciare queste terre. >
< Maestro Oogway, è un vero onore averla nel mio umile locale. >
< Abbassate la voce. Non voglio venire scoperto proprio adesso. Sono in missione segreta. >
< Ma allora tutto quello che ha detto… >
< L’ho detto poco fa’: non dico mai bugie. >
< Mi dispiace non averle creduto. Le prometto che non succederà più. >
< Adesso lasci perdere. Dobbiamo parlare di suo figlio… Sempre che sia il suo figlio naturale, Mr Ping. >
Nel sentire quelle parole, l’anatra dovette sedersi per lo sconforto.
Non avrebbe mai creduto che prima o poi qualcuno si potesse fare avanti nel ricordare una vecchia storia.
< Po non è suo figlio, giusto? Lui non fa parte del suo villaggio. >
< La prego di non punirmi per questo, maestro. Io solo aiutato un piccolo panda orfano che stava morendo di freddo e di fame… Qualcuno ha portato lui dentro una piccola cucina dinanzi al mio ristorante.
Non potrei mai dimenticare quella sera d’inverno… Era molto freddo e io stavo chiudendo il mio locale quando non sentii dei pianti provenire all’entrata del ristorante.
Incuriosito, andai subito a vedere chi potesse essere, ma quello che trovai mi lasciò sconfortato proprio come adesso.
Un panda, un piccolo panda aveva un bisogno necessario di cure.
Sapevo che i panda non erano di questi luoghi e che se l’avessi accolto nella mia casa sarei incorso in gravi guai.
Ma questo non m’importava.
non potevo lasciarlo al suo destino. Io non sono fatto così… Me ne sono preso cura fino a questo giorno andando incontro alle leggi di questo villaggio.
Fortunatamente nessun è mai risalito a lui o a me, facendo in modo di vivere una vita piena di sacrifici ma di grandi soddisfazioni… Ma quello che non capisco è perché mio figlio sia entrato a far parte del suo tempio, maestro. Deve prendere atto del suo destino? >
< Assolutamente no, Ping. Lui era solo curioso di sapere come vivevano i discepoli del maestro Shifu e alla fine è entrato a far parte della nostra vita. >
< Quel ragazzo… Non avrebbe mai dovuto. Quando me lo ritroverò dinanzi… >
< Lo lasci in pace, Ping. Ha solo trovato la sua via. Non ha fatto niente di male. >
< Ma in questo modo non tornerà mai più a casa? >
< Non adesso, almeno. Dobbiamo proteggerlo per il suo bene dietro le forti mura del tempio. Sa bene quanto me che gli invasori potrebbero attaccare questo villaggio da un momento all’altro. Gli spiriti che riposano e che vegliano su di noi si stanno rivoltando per avvertirci di simili sciagure che si potrebbero abbattere su di noi. >
< Ma Po non è un combattente! Non ce la farà mai a diventare un guerriero in tempo. Rischierebbe inutilmente la vita. >
< Il mio compagno Shifu farà di tutto per renderlo un ottimo combattente… Sono il primo a dire che non si diventa samurai in pochi giorni, però ha un onore e una forza di volontà talmente grande che gli servirà per giorni difficili. >
< Maestro, se io potessi venire a vederlo… >
< Purtroppo non è possibile, Ping. Lei deve rimanere qui e pregare per lui. Ce la farà. Ne sono certo. >
< Va bene, voglio fidarmi delle sue parole. >
Dopo essersi dati un abbraccio molto stretto e confortante, il maestro Oogway lasciò il locale di Mr Ping con la consapevolezza di aver trovato un alleato valido che avrebbe protetto il suo stesso figlio anche andando incontro alla morte.
“Le forze del male sono qui, lo sento. Devo ritornare subito al tempio prima che sia troppo tardi.”
 
 
Improvvisamente, le nubi nere o scure stavano oscurando i cieli della vallata di Wutaki.
Po, che non amava la pioggia, era pronto per abbandonare il suo allenamento per proteggersi da quel fenomeno atmosferico.
Ma non avrebbe mai immaginato che i suoi guai sarebbero stati provocati da un vile tradimento.
< Che cosa stai facendo, panda? > gli domandò Tigre.
< Mi sto proteggendo dalla pioggia. Odio bagnarmi. Rischierei di prendermi un brutto raffreddore. >
< Ti assicuro che il raffreddore sarà l’ultimo dei tuoi problemi, Po. Presto conoscerai un destino molto diverso ma che ti lega dalla nascita. >
< Che cosa vuoi dire? >
< Ti stanno venendo a prendere. >
Mentre delle forti grida risuonarono alla sua attenzione, in pochi secondi Po si rese conto che un’orda di soldati e di criminali della peggior specie avevano invaso il tempio mettendo alle strette i cinque samurai e il maestro Shifu.
< Chi siete voi? >
< Siamo venuti qui dopo tanti secoli di attesa, Shifu > fece un voce roca e rabbiosa dietro le fila di quei grossi rinoceronti < Pensavi davvero che non ci saremmo mai più rivisti? Che tu e il tuo maestro Oogway mi avreste tenuto lontano fino alla fine dei tempi? Questo vuol dire che non conoscete abbastanza. >
< Lord Shen… Vattene immediatamente da qui. >
< Adesso che ho conquistato così facilmente questo tempio, potrà dare inizio alla distruzione di questo insulso paese che da molti secoli vive un periodo di pace nauseabondo… Per non dimenticare che in casa tua hai ospitato un vile traditore, anzi due. >
< Di cosa stai parlando? >
< Del panda Po che non fa parte del villaggio di Wutaki e di… Tigre. >
< Che cosa? >
< Sì, hai capito bene. Il tuo discepoli ti ha tradito Shifu, riportandomi informazioni molto interessanti. >
< Tigre, sta dicendo la verità? > domandò l’animale alquanto scosso al suo discepolo prediletto.
< Mi dispiace maestro, ma lei ci ha insegnato ad estirpare ogni singola cattiveria che ricopriva il nostro spirito e il nostro silenzio. E quel panda era la cattiveria in persona. >
< Hai tradito un tuo compagno! >
< Lui non lo è mai stato, maestro! >
< Non posso credere che tu abbia fatto questo… Hai tradito tutti noi e moriremo per questo. >
< Non ancora, Shifu. Adesso voglio divertirmi un po’ con voi. >

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Capitolo 7
*** Il risveglio di una forza assopita da tempo ***


Il tradimento da parte di Tigre indignò non poco gli altri quattro samurai e il suo maestro Shifu.
Il panda minore non gli aveva mai tolto gli occhi di dosso, facendogli capire che la loro fine era legata alla sua inevitabile vendetta.
< Maestro > fece Tigre con voce flebile.
< Osi ancora rivolgerti a me con tale appellativo? Esci immediatamente dalla mia vista. Sei solo un vile traditore che merita di morire. >
< Maestro, se solo lei sapesse… >
< Che cosa devo sapere? Ci bai venduti al nostro peggior nemico. Il maestro Oogway aveva ragione nel dire che il male sarebbe tornato presto a Wutaki. Ma non avrei mai pensato che tra le file dei miei cinque discepoli ci potesse essere un traditore. >
< Maestro Shifu… >
< Non mi chiamare così, insolente! Tutto quello che ci dovevamo dire l’abbiamo fatto. E adesso lasciami da solo insieme ai miei allievi in questo supplizio. >
Ma prima che Tigre potesse lasciare il suo maestro incatenato e sofferente, gli sussurrò qualcosa che lo fece arrabbiare ancora di più.
< Deve capire, maestro. Bisogna rinnegare e uccidere coloro che non fanno parte della nostra famiglia. >
< Mi vuoi forse dire che Lord Shen fa parte della tua famiglia? Siamo sempre stati noi coloro che ti abbiamo accudito, non Shen! Te ne sei forse dimenticato? >
< No. Non potrei mai dimenticare quello che avete fatto per me. >
< Allora mettiti in testa una cosa: presto la nostra vendetta sarà così spietata che tu non ti accorgerai di sentirtela afflitta addosso. >
Ma Tigre non diede peso alle parole del suo maestro, lasciandolo inerme e con poche energie.
< Maestro, deve stare calmo. Agitarsi non servirà a niente > fece Scimmia.
< E’ tutta colpa mia… Avrei dovuto capire che il cuore e l’anima di tigre erano malati da sempre… Com’è successo con Tai Lung. >
< Non deve prenderla con se stesso, maestro. Lei ha fatto tutto quello che avremmo potuto fare noi se fossimo stati al suo posto > lo rassicurò Vipera.
< Tale cosa non mi fa stare tranquillo… Adesso spero tanto che il maestro Oogway possa tornare da noi il prima possibile, perché altrimenti non so se avremmo una possibilità di superare questa notte. >
< A me invece dispiace essere inutile > fece il panda < Se non fossi qui con voi, tutto questo non sarebbe mai successo. Io… non so cos’altro dire… Non posso nemmeno aiutarvi. >
< Adesso non pensare a questo, panda. Non tutto è perduto finché siamo in vita. Lord Shen vuole solo farci soffrire. >
< Forse è vero… Ma è anche me che vuole, non voi. >
< Noi non ti daremo mai in pasto a quel dannato pavone senza cuore e senza anima. Vuole solo scatenare una guerra per distruggere per sempre il nostro villaggio. Ma non riuscirà mai nel suo intento. >
< Maestro, ha qualche idea in mente? >
< Purtroppo no. Il mio piano è sopravvivere il più possibile. >
< Maestro, rimanere appesi come salami non ci farà rimanere vivi. Soprattutto dopo che non mettiamo qualcosa sotto i denti da quasi una settimana. >
< E questo è anche colpa mia > ribadì il panda.
< Adesso basta pensare male! Dobbiamo farci forza… Mantide, essendo l’animale più piccolo tra tutti noi, ce la fai a liberarti? >
< Vorrei tanto maestro, ma gli scagnozzi di Lord Shen mi hanno messo le catene più piccole. Con la mia forza non riesco a romperle. >
< Ma forse con una tecnica che ho imparato da lei maestro posso farcela > fece vipera strisciando tra le catene che cercavano di tenerla stretta.
< Vipera, che stia facendo? >
< La mia coda è appuntita come una lama delle nostre spade… Forse riesco a manomettere la serratura e a liberarmi. Devo solo cercare di raggiungere… >
< Fermati, Vipera! Sta arrivando qualcuno > fece il maestro Shifu.
Con il cuore che gli balzava in gola, i cinque animali rimasero inermi e fermi fino all’arrivo del loro salvatore.
< Maestro Oogway, è davvero lei? >
< Sapevo che i guai sarebbero iniziati da un momento all’altro > fece la tartaruga avvicinandosi a loro < Ma non avrei mai pensato che sarebbero arrivati prima di me. >
< Ha visto mio padre, maestro? >
< Sì, Po. Tuo padre è un’anatra molto saggia. Farebbe qualsiasi cosa per te… Però dobbiamo salvare lui e tutta la gente di Wutaki prima che i rinoceronti di Lord Shen possano invadere il territorio. >
< Di questo non vi dovete preoccupare > fece Lord Shen irrompendo nella prigione insieme a Tigre < Perché voi non rivedrete mai la luce del sole. >
Mentre Tigre si apprestava ad attaccare, la rabbia di Po fu tale da rompere in pochi istanti le catene che gli tenevano fermi i polsi delle sue zampe, accanendosi subito dopo contro l’animale.
< Volevi sfidarmi per capire chi era il più forte? Molto bene. Adesso hai la tua occasione. >
< Non vedevo l’ora… Pronto per morire, panda? >
< No, sei tu quello che avrai la peggio, Tigre. E soprattutto il tuo perdono sarà talmente inutile che i tuoi sensi di colpa diventeranno insopportabili. >
< Io non chiederò mai scusa! Tu sei solo un estraneo! Se ho tradito il mio Maestro è perché volevo ripulire questo paese dagli estranei come te! >
< Anche Lord Shen lo è! Tu sei solo accecato dal potere e dalla forza oscura delle arti da samurai… Ma un samurai deve avere onore e rispetto per il suo combattente e per il proprio maestro, cosa che tu non hai mai fatto. >
< E tu che cosa ne vuoi sapere?! >
< Lo scoprirai sfidandomi. >
Mentre Tigre e Po si guardavano dritti negli occhi pieni di rabbia, quest’ultimo capì che nel proprio animo stava tremando dalla paura.
Avrebbe preferito scapare lontano dal quel momento perché capiva benissimo che non aveva nessuna possibilità contro il suo sfidante.
< Attaccami panda! Sempre se hai il coraggio… Ma non credo che riuscirai nemmeno a sfiorarmi. La tua lentezza è pari alla tua stoltezza. >
< Quando la smetterai di prendermi in giro? >
< Mi dispiacerà molto eliminarti, ma chi si mette contro di me e contro il mio maestro Lord Shen, deve pagare con la vita. >
< Adesso è Lord Shen il tuo maestro? Di Shifu e di Oogway te ne sei dimenticato? >
< Loro non hanno significato molto per me… E’ stato Lord Shen a scoprire il mio lato migliore del samurai: distruggere tutto quello che incontravo e impormi con la mia forza. >
< Anche se sei più forte di me, non riuscirai mai ad avere la meglio con tutti noi. >
< Staremo a vedere. >
Ma senza nemmeno accorgersene, il povero Po fu martoriato con una serie di colpi che non riuscirono a risparmiare il suo dolore insopportabile.
< Ho bloccato la tua spina dorsale, panda. Non riuscirai mai a muoverti. >
< Maledetto. Usi questi subdoli trucchi contro un povero animale come me? >
< Voglio farti soffrire. Perché è questo quello che ti meriti. >
< Basta così! >
L’irruenza di Shifu non potevano sopportare tale crudeltà, intromettendosi nella sfida tra il suo discepolo e il panda.
< Se vuoi colpire di nuovo il panda dovrai passare sul mio corpo. >
< Maestro… Non mi lascia altra scelta allora. >
Senza curarsi minimamente della sua bontà ormai sparita, Tigre cercò di martoriare di colpi anche il povero maestro Shifu, ma quest’ultimo non era inadatto come Po.
< Maestro, non lo faccia. La ucciderà. >
< Tu cerca di metterti in salvo insieme agli altri, Po. Di Tigre mi occupo io. >
< Mi dispiace per voi ma non andrete da nessuna parte > fece Lord Shen bloccando l’uscita del tempio < Rimarrete qui finché i miei soldati non avranno distrutto tutto il villaggio sottostante… Ormai siete in trappola. >
Con la rabbia che gli ribolliva nelle vene, Po credeva che non c’era nessuna possibilità per sfuggire al loro destino, ma sapeva bene che se finché Shifu resisteva, anche la sua vita poteva avere un futuro.
“Però non vedo da nessuna parte il maestro Oogway. Dove sarà finito?”
 
 
Mentre Oogway stava per tornare al tempio, un folto esercito di rinoceronti riuscì a bloccarlo proprio sulla scalinata che portava all’edificio.
< Dove pensa di andare, maestro Oogway? >
< Ma come? Non permettete ad un povero vecchio come me di tornare nella sua dimora? >
< Lei non può passare da qui. È nostro prigioniero. >
< E chi l’ha deciso? >
< Il maestro Lord Shen in carne ed ossa. >
< Capisco… Però dovete capire che sono sempre stato uno spirito libero. Perché tenermi imprigionato? >
< Le ho detto di non muoversi! > gridò uno dei soldati.
< Allora credo che dovrete cercare di fermarmi… Però c’è qualcosa che turba il mio silenzio… La vostra rabbia irrefrenabile di distruggerci. Ma perché mi dico io? Perché siete al servizio di un bruto come Lord Shen? Noi poveri animali che cosa vi abbiamo fatto? >
< Dobbiamo ripulire questo territorio dai traditori come lei, maestro. Voi tutti non rispettate il nostro credo. >
< E quale sarebbe questo credo? Uccidere gli estranei come il panda? Non è una possibilità molto saggia… Ma se solo voi tutti potreste pensare al vostro bene e a quello che potreste fare a tutti gli abitanti di Wutaki… Non vi sentireste bene? >
< Maestro Oogway, noi non conosciamo la pietà per i deboli. Siamo stati addestrati per distruggere qualsiasi cosa e sconfiggere tutti i nostri nemici. >
< E vivete bene in questo modo? >
< Non lo so… Di sicuro sopravviviamo. >
< Allora provate a pensare una cosa: come sarebbe la vostra vita se faceste del bene al prossimo? Vi sentireste migliori con voi stessi. >
< Questo non possiamo saperlo, maestro. >
< Provate a pensarci: molta gente ha bisogno di voi. I nostri territori potrebbero unirsi e le disposte tra di noi potrebbero scomparire per sempre. >
< Il nostro villaggio non potrà mai andare d’accordo con il vostro. Soprattutto quando in vita ci sono animali che non fanno parte del nostro ciclo. >
< Ma perché’ quale fastidio possono darvi? >
< Maestro, proprio non capisce? Si romperebbe l’equilibro del nostro corso. Nuovi animali non possono abitare le nostre terre. >
< Eppure il povero panda è cresciuto in mezzo a noi per tutti questi anni senza fare del male a nessuno… Solo perché non è nato a Wutaki, dobbiamo rinnegarlo? >
< Ecco noi… >
< Non sapete cosa pensare… Ve l’ho do’ io il motivo per credere in un mondo migliore: Lord Shen è solo un tiranno che si è divertito a giocare con le vostre menti sfruttandovi in tutto e per tutto… Ma questo non deve essere il vostro peso fino alla morte… Combattete per me se volete credere in qualcosa. Non ve ne pentirete mai. >
< Quindi dovremmo fare del bene? >
< Esattamente. >
< Ma non sappiamo come si fa, maestro. >
< Venite con me. Shifu e i suoi discepoli ci stanno aspettando. >
 
 
Shifu rimaneva a malapena in piedi nonostante i duri colpi causati dalle arti marziali e dalla spada tagliente che Tigre impugnava gelosamente.
< Maestro, è meglio che si ritiri. La sua è una battaglia persa. >
< No… Se devo morire, lo farò con onore. >
< Così vuol dire morire da stupidi! >
< Non avere nessuna pietà per lui, Tigre > lo esortò Lord Shen < Uccidilo! Adesso! >
< Maestro Shen, io… >
< Se non lo farai tu con le tue stesse capacità, dovrò farlo personalmente. E sarebbe un errore da non sottovalutare > rispose il pavone con sguardo accigliato fissando in maniera bruta il samurai.
< Tigre, pensa a quello che stai facendo… ti prego… >
Nel vedere il maestro Shifu in fin di vita, Tigre non riuscì a infliggergli il colpo di grazia, facendo cadere la sua spada a terra mentre i suoi sensi di colpa attanagliavano la sua mente.
< Tigre, cosa stai facendo? Rialzati subito! >
< Mi dispiace maestro, ma non posso farlo. >
< Io non sono il tuo maestro. Mi stai tradendo! >
< Non ucciderò mai Shifu e i miei compagni. Sono la mia stessa vita… Così vorrebbe dire suicidarsi. >
< Vuoi un buon motivo per morire? Eccoti servito! >
< Fermati! >
La voce prorompente di Oogway risuonò in tutta la vallata come se fosse una sentenza.
< Maestro Oogway, finalmente ci incontriamo… Ma i miei soldati avrebbero dovuto fermarti. Che diavolo sta succedendo? >
< Succede che non farai mai più male a nessuno, Lord Shen. I tuoi soldati a quest’ora si sono riversati in città aiutando la nostra popolazione. Adesso sei completamente solo. >
< Non è possibile… Razza di dannati traditori! Morirete tutti! >
< E come credi di farcela? Tu sei da solo, mentre noi… >
< Il tuo compagno Shifu sta per morire, Oogway. E tu sarai il prossimo. Stai a vedere. >
< Non azzardarti a toccare il mio maestro! >
Urlando più che poté, Po si avventò contro Lord Shen schiacciandolo con il suo peso e disarmandolo subito dopo.
< Nessuno e ripeto nessuno mi dirà più che sono inutile… Il tuo destino è segnato, Lord Shen. Il mio e di tutti i miei compagni è ancora da scoprire. >
Mentre Lord Shen veniva rinchiuso in una cella d’acciaio, i quattro samurai furono incaricati da Oogway di portarlo oltre le montagne e di bandirlo per sempre.
< Non finisce qui. Io tornerò… >
< Mi dispiace per te Lord Shen, ma la vita fa il suo corso… E tu rimarrai senza forza e senza spirito fino al momento della tua morte. Addio > rispose la tartaruga prima di contemplare il corpo sofferente di Shifu e soccorrerlo prima che fosse troppo tardi.
 
 
Il maestro Oogway e Po rimasero tutta la notte a contemplare la situazione stazionaria del povero Shifu.
< Maestro, Shifu se la caverà? >
< Fortunatamente è vivo, Po. Ma ha ricevuto talmente tante botte e tagli da parte di Tigre che ha riportato molte ferite ovunque… Ma prima o poi si riprenderà. È questo l’importante. >
< Sono stato uno stupido! Toccava a me proteggerlo da Tigre! >
< Non te l’avrebbe mai permesso, Po. Lui tiene molto a te, anche se non lo da’ a vedere. >
< Adesso che ne sarà di Tigre? >
< Questo non lo so. Devo parlarci a quattr’occhi e trovare una soluzione. >
< Maestro Oogway… >
Vedendo arrivare suo padre Ping, Po fu quasi emozionato.
< Papà. >
< Figlio mio, allora stai bene. Credevo che non ti avrei mai più rivisto. >
< Papà, mi dispiace essere scappato di casa per inseguire i miei sogni > rispose Po abbracciando il suo vecchio < Ti prometto che non succederà più. >
< Non devi chiedermi scusa. L’importante è che tu stai bene. >
< Adesso che la famiglia si è finalmente riunita, posso incontrare il rancoroso Tigre. >
< Maestro, crede davvero che sia una buona idea? >
< Certo. Non può rimanere in disparte fino alla fine dei suoi giorni perché non sarebbe giusto. Anche lui ha bisogno di una seconda possibilità… E’ questa la forza che un samurai deve avere: la saggezza interiore. >
< Lei è davvero unico, maestro Oogway. Shifu sarebbe orgoglioso di lei. >
< Lo so. Ma lasciatelo riposare. Io torno subito. >
Mentre Oogway avanzava lentamente verso l’animale che aveva fatto soffrire tutti i suoi cari vicini, egli non riusciva a guardare negli occhi nemmeno la più alta carica di Wutaki.
< Hai intenzione di nasconderti per sempre, Tigre? >
< Maestro, non ho scuse per come mi sono comportato > fece l’animale piangendo < Ma il lato oscuro in me… Non so come spiegarlo… >
< Lasciamo stare, Tigre. Tu hai bisogno di combattere e di ritrovare te stesso. Per questo rimanere dietro queste quattro mura non ha fatto altro che peggiorare la tua situazione. Il tuo è uno spirito libero… Senza dimenticare il fatto le volte che sei andato da Lord Shen per farti addestrare da lui e inneggiare la tuo tradimento.  >
< Maestro, quindi mi lascia libero? >
< Sì’, Tigre. Punirti non risolverebbe mai la tua situazione, ma come ti ho appena detto, devi inseguire il tuo futuro e i tuoi sogni. Adesso che sei un samurai a tutti gli effetti, puoi decidere del tuo destino. >
< Io… non so se una volta intrapreso un viaggio che non avrà mai fine il mio destino mi riporterà qui. >
< Questo sta a te deciderlo. Noi ti aspetteremo nel caso tu tornassi. >
< Maestro, non so come ringraziarla. >
< Pensa al tuo futuro e a nient’altro. Ora che il silenzio si è rimpossessato di queste terre, tutti noi vivremo in pace per sempre. >
< Ma non io, maestro… Devo chiedere scusa al maestro Shifu >
< Credo che potrai farlo di persona > fece la tartaruga vedendolo avanzare < Vi lascio da soli. >
< Maestro Oogway… >
< Addio Tigre e buona fortuna per tutto. >
Nel mentre Tigre fissava le ferite di Shifu, quest’ultimo non poté che dire due sole parole: mi dispiace.
Ma la rabbia di Shifu non fu per niente cessata, dandogli uno schiaffo così forte da farcelo rimanere male.
< Te lo meriti tutto, Tigre… Che cosa volevi dimostrare alleandoti con Lord Shen? La tua forza? Beh, devi sapere che non si diventa migliori diventando cattivi, ma solo conoscendo le proprie capacità cercando di superarli. >
< Ed è per questo che il maestro Oogway mi ha consigliato di andarmene. Per ritrovare me stesso. >
< Oogway sa sempre cosa farci fare… E’ davvero una creatura di inestimabile saggezza… Ma se fosse per me, inizierei con il picchiarti così forte fino a farti sanguinare ovunque come hai fatto tu con me. Peccato che con queste ferite io non possa farlo… Ma in fondo non sono nemmeno un tipo manesco. >
< Maestro, non so cosa dire… >
< Io invece sì. >
Prendendo le zampe di Tigre, Shifu cominciò ad abbracciarlo mentre quest’ultimo rimase fermo come un pezzo di legno.
< Abbi cura di te, Tigre. Stai molto attento. >
< Lo farò, Maestro… E grazie di tutto quello che ha fato per me. Non lo dimenticherò > disse infine Tigre cominciando il suo cammino che non si sarebbe mai fermato fino al giorno della sua morte.
< Maestro Oogway… >
< Ho sempre creduto che la non violenza fosse la decisione migliore di questo mondo… Anche se a volte le parole possono non essere sufficienti, bisogna avere il rispetto reciproco di ognuno di noi. Per questo motivo ci sarà sempre la pace. >
< Hai perfettamente ragione, Oogway. >
< Però un po’ di arti marziali miste ad arti con la spada possono essere molto produttive. Credi di riuscirmi a darmi qualche lezione, Shifu? >
< Con immenso piacere, maestro > rispose il panda ritrovando immediatamente il sorriso.

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