Tredici più uno.

di JennyPotter99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1-Le cassette ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2-Sfogarsi ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3-Cassetta 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4-L'amicizia è complicata ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5-Alex Stedall ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6-Scheletri nell'armadio ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7- Tyler Down ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8-Il ballo d'inverno ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1-Le cassette ***


Ciao, sono Samantha Baker.
So cosa state pensando, una cassetta? Ma davvero?
L’ho solo trovata originale come idea.
Volevo che qualcun altro sapesse cosa è successo davvero.
Perché qualcun altro doveva saperlo oltre a noi e io non riuscirei a sopportare di vivere tenendolo dentro di me.
Gli altri non sarebbero d’accordo, ma io voglio che la memoria di Hannah rimanga indelebile nel tempo.
Prima di iniziare, dovrei dirvi chi è Hannah.
Hannah era un essere umano, una persona e si è suicidata.
Vi starete chiedendo il perché.
Pian piano ci arriverò.
Era una giornata buia alla Liberty High: era passata una settimana da quando Hannah si era uccisa e c’era chi voleva dimenticare, ma altri proprio non ci riuscivano.
Uno di questi, era Clay Jensen.
Potrebbe apparirvi gracile o innocente, ma posso assicurarvi che non lo era.
L’ armadietto di Hannah era a pochi metri da quello di Clay e il ragazzo poté notare che sopra di esso erano state attaccate dei fiori e delle dediche.
Ma in realtà, nessuna di quelle persone conosceva bene Hannah.
O forse, non la conosceva bene nessuno.
Clay si avvicinò all’armadietto per osservare, quando Justin Foley gli si avvicinò con aria minacciosa.- Che cazzo fai?-
Clay si guardò intorno spaesato.- Dici a me?-
-So che c’entri qualcosa Jensen, non fare il finto tonto.-
Clay non aveva idea di cosa stesse dicendo, fin che la campanella non suonò ed entrambi furono costretti ad andare in classe.
Gli alunni erano stati tutti automaticamente segnati ad un corso in cui avrebbero parlato dell’accaduto.
Nel caso a qualcun altro fosse venuta l’idea di togliersi la vita.
-Professoressa, ma quanto dovrà andare avanti questa storia?- intervenne un ragazzo, interrompendo il discorso.- Insomma, è successo una settimana fa, non dovremmo andare avanti?-
Si creò un brusio in aula, quando qualcuno si alzò bruscamente per replicare, ma le parole non le uscivano dalla bocca.
Clay sapeva chi era, erano amici da un po' di tempo.
Era Samantha Baker, la Sammy della Liberty High, non che sorella di Hannah.
Samantha e Hannah erano gemelle, ma eterozigote, non si assomigliavano, ma avevano alcuni aspetti simili.
Per esempio i lunghi capelli ondulati, ma di colore leggermente diverso.
Gli occhi azzurri e le guance rosee.
Ma di quei tempi, Samantha si era spenta.
Come biasimarla, sua sorella si era suicidata da poco.
Ancora non aveva ben elaborato l’accaduto, ma non se ne voleva stare chiusa in casa, anche perché tutti i suoi amici erano a scuola, compreso Clay.
Quando finì la lezione, Sammy vide i suoi genitori nel corridoio con il signor Porter, il counselor della scuola.
-Ciao mamma, che fate qui?- domandò a mamma Olivia, dalla quale aveva sicuramente ereditato i capelli arancioni.
-L’avvocato ha detto di prendere tutti gli effetti di Hannah.- rispose lei, aveva le borse sotto gli occhi e il naso rosso: si vedeva che non stava bene.
Peggio di perdere una sorella, lo era perdere una figlia.
I tre si meravigliarono nel vedere che dentro l’armadietto c’erano solo libri.
Hannah era una ragazza che dove passava, tutto si riempiva di colore: invece quel posto era vuoto e spento.
-Come mai non aveva nemmeno un adesivo?- continuò la signora Baker.
-Non ne ho idea.- rispose Porter.
-Salve signora Baker.- intervenne Clay.
-Ciao Clay.- gli disse Olivia, sforzando di fare un sorriso: Clay le era sempre piaciuto.
-Se me lo permette, volevo invitare Sammy a pranzare a casa mia.- continuò il ragazzo.
-Ma certo, non me lo devi neanche chiedere.- disse l’altra, dandogli un buffetto sulla testa.
-Ci vediamo stasera, mamma. Ti voglio bene.-
-Anche io tesoro.-
Clay e Samantha si prepararono ad andare a casa a piedi, quando per la strada incrociarono Tony Padilla.
Tony era il migliore amico di Clay, era un tipo misterioso, ma Samantha lo trovava molto sexy.
Lui e la sua Mastang rossa.
-Ehi, vi serve un passaggio?-
Sammy fece il primo sorriso della giornata e senza pensarci salì nei posti dietro.
-Niente bici oggi?- chiese Tony a Clay.
-No, mia mamma mi ha accompagnato con la macchina, sai, per parlare..- rispose Clay.
Una volta arrivati a casa, trovarono un pacco di fronte alla porta di casa.
-Aspettavi posta?-
-No…-
Clay lo raccolse stranito e notò che c’era il suo nome scritto sopra con un pennarello.
-Non sembra un pacco di Amazon o altro.- commentò Sammy.
In realtà era proprio fatto a mano: Clay scartò l’involucro di carta che copriva una semplice scatola di scarpe, ma dentro c’era altro.
Erano delle cassette.
Non se ne vedeva una da qualche anno.
La copertina era disegnata.
In tutto ce n’erano sette.
-Che cosa ci sarà dentro?- chiese Sammy.
-Non lo so, ma mio padre ha un vecchio stereo: ascoltiamo.-
I due si diressero nella mansarda davanti alla casa, dove Clay tolse la polvere allo stereo e inserì la cassetta sopra la quale c’era scritto il numero 1.
Ma quando la voce partì, ad entrambi si accapponò la pelle.
Ciao, sono Hannah, Hannah Baker.
Samantha sgranò gli occhi e tutti gli eventi delle ultime settimane le rivennero in mente.
Non ci poteva credere, era proprio sua sorella, riconosceva la sua voce.
Non smanettare con qualsiasi cosa tu stia usando: sono io. In diretta e stereo. Nessuna replica, nessun bis e questa volta, assolutamente nessuna richiesta. Mangia qualcosa e mettiti comodo, perché sto per raccontarti la storia della mia vita. Anzi, più esattamente il perché è finita. Se hai queste cassette, è perché tu sei uno dei motivi. Non ti dirò in quale cassetta sarai, ma non preoccuparti, se hai ricevuto questa scatola, il tuo nome comparirà di sicuro. Comunque, le regole sono abbastanza semplici, ce ne sono solo due: ascolta e passa. Una volta che hai ascoltato tutti e tredici i lati, perché ci sono tredici lati di tutte le storie, riavvolgi il nastro e passali alla persona successiva.
-Ma perché ha messo di mezzo anche me?!- esclamò Clay, ma nello stoppare la cassetta, premette troppo il tasto che si ruppe. -Merda!-
-Cazzo e ora come facciamo?- domandò lei.
Clay si pensò su.- Tony ha un lettore di cassette in macchina. Ma non voglio che sappia di queste.-
-Dovremmo rubare a Tony?-
-Non vuoi sentirle tutte? Non hai nemmeno un po' di curiosità?-
-Ovvio che ne ho, era mia sorella!- esclamò Samantha.
-Bene, allora domani a scuola gliela prendiamo.-
A Sammy non piacevano molto le bugie, soprattutto perché era stata una bugia ad allontanarla da sua sorella.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2-Sfogarsi ***


Il giorno dopo, a scuola, Clay e Sammy attuarono un piano per rubare il walkman a Tony.
Gli avrebbero chiesto un altro passaggio a casa e glielo avrebbero preso di nascosto.
Tutta quella storia delle cassette non aveva fatto dormire Sammy, soprattutto perché la sua voce le rimbombava nella testa e le era venuto in mente quanto la sorella le mancasse.
Non avevano sempre avuto un rapporto stabile, ma quale sorelle lo hanno?
Erano arrivate in città da poco: Hannah aveva qualche problema a farsi degli amici, perché se ne stava sempre per conto suo, ma Sammy invece non aveva trovato difficoltà.
Di fatti nel suo armadietto aveva foto che si era fatta con tutti gli amici.
Uno di questi, era Justin Foley.
Il tipico Don Giovanni dall’aspetto abbagliante, col suo sorriso e gli occhi azzurri.
-Ehi.- le si avvicinò all’armadietto.
-Ciao Justin.- disse Sammy, riponendo i propri libri: di solito era sempre esuberante.
-Volevo chiederti come stavi..- borbottò lui.
Nessuno dei suoi amici l’aveva chiamata dopo la morte di Hannah, tranne Clay e questo l’aveva ferita molto.
-Davvero? Vuoi chiedermelo una settimana dopo che mia sorella è morta?-
A quel punto, Justin le si avvicinò come se stesse rivelando un segreto.- Senti, mi dispiace, ma dopo quello che è successo..-
-Hai fatto lo stronzo Justin, questo è successo.- borbottò lei, chiudendo l’armadietto quasi con rabbia.
Justin le afferrò il braccio prima che se ne andasse.- Ehi, andiamo, era solo uno scherzo! Tu con me sei stata bene e non puoi negarlo!-
Sammy mollò la presa con disprezzo.- Quindi è questo che ti importa? Siamo solo altre due tacche da mettere sulla tua cintura. Mi fai schifo.-
Quello che era successo lo sapeva, purtroppo, tutta la scuola.
Ma questa è una storia che arriverà in seguito.
Alla Liberty se non eri uno studente modello, vuol dire che ti dedicavi più allo sport.
C’era il basket, il baseball e la corsa.
Non appena arrivata in città, Samantha aveva scoperto la passione per la corsa.
Quando era arrabbiata o stressata, indossava pantaloncini e top, andava in campo e si faceva una corsa.
Doveva aspettare la fine della lezione per ascoltare le cassette e intanto decise di scendere sul campo per sbollire un po' tutte le emozioni.
Non sapeva che il campo era già occupato da un ragazzo che si stava allenando: Bryce Walker.
Bryce era il tipico riccone che aveva sempre tutto da tutti: aveva perfino comprato lui quel campo, era a nome suo.
Era a capo della squadra di baseball e il suo nome stava sulla bocca di tutti.
Ma prima, mi sembra giusto raccontarvi come Samantha e Bryce si erano conosciuti.
 
Qualche mese prima.
 
Samantha e Hannah erano da poco arrivate in città e avevano organizzato una festa nella prima casa in cui avevano abitato.
I genitori non c’erano e ovviamente l’idea era stata di Sammy, Hannah non era un tipo da feste.
Fu quella sera che Samantha conobbe Clay e Bryce e la prima volta che Hannah conobbe Justin.
Clay parve a Sammy molto diverso dagli altri: tutti intorno c’erano ragazzi muscolosi, pieni di testosterone e chissà cos’altro, mentre lui se ne stava in disparte e nemmeno beveva alcolici.
Questa cosa le era sempre piaciuta.
Ma i guai iniziarono proprio con Justin Foley.
Lui e Zach Dempsey arrivarono zuppi per via degli irrigatori attivi nel giardino.
Zach aveva un corpo atletico, un ciuffo nero e i tipici segni di venire da una famiglia coreana.
Justin, invece, era secco, ma gli occhi azzurri e il sorriso abbagliavano qualsiasi ragazza.
-Non penserete di entrare conciati così, vero?- esclamò Samantha.
-Oh andiamo, non è colpa nostra!- ribatté Justin ridacchiando e poi si tolse la polo bagnata.- Così va meglio?-
Hannah sorrise sotto i baffi, imbarazzata dalla situazione.
-Assolutamente no, vai via!- continuò Samantha.
-Solo se mi dai il tuo numero!-
Sammy fece per rientrare in casa e di spalle alzò un dito medio, mentre Justin ancora se la rideva.
-Ma quei due chi erano?- domandò Hannah, interessata al più magrolino.
-Zach Dempsey e Justin Foley, chi altri sennò? Hannah, ma ti guardi intorno quando siamo a scuola o hai tutto il tempo la faccia nell’armadietto?- rispose Sammy, sempre con i suoi modi leggermente altezzosi.
-Già, hai ragione..- sussurrò l’altra, abbassando lo sguardo.
Sammy le riempì un bicchiere di birra.- Bevi e fai amicizia, questa festa l’ho organizzata soprattutto per te.-
-Quindi dovrei dirti: grazie sorellona, ti voglio bene?-  commentò Hannah, schifandosi del gusto della birra.
-Esattamente.-
Hannah le mise una mano sulla spalla e la guardò con sarcasmo.- Grazie Sammy, ti voglio bene.-
-Anche io, mostriciattolo.- rispose l’altra, dandole una pacca sulla testa.
Proseguendo in cucina, Sammy notò che un gruppo di ragazzi stava giocando al tipico giochetto che si fa alle feste con i bicchieri e la pallina.
Un ragazzino nerd stava sfidando uno che di nerd aveva ben poco.
Aveva un bel ciuffo di capelli biondi, la faccia tonda e gli occhi azzurri.
Sembrava un principe della Disney con la felpa dei Tigers, la squadra della Liberty.
Il ragazzo aveva appena vinto.- Si! Silurato!- esultò insieme alla gente intorno a loro.
Le parve simpatico e in più la divertiva.
-Ti sfido io.- intervenne proprio lei, tra la folla.
Egli gli sorrise.- E tu saresti?-
-Samantha Baker, non che la padrona di casa, ma puoi chiamarmi Sammy.- si presentò lei. -E tu dovresti essere uno dei 50 imbucati.-
L’altro storse la bocca, come fosse imbarazzato.- Già, scusa, sono Bryce Walker.- disse l’altro, facendole un occhiolino.
-Va bene Bryce Walker, vediamo che sai fare.- continuò lei, alzando un sopracciglio per sfidarlo.
-Che ne dici se mettiamo in palio qualcosa?- domandò lui, togliendosi dal dito medio un bell’anello d’oro e mettendolo sul tavolo.
-D’accordo.- disse lei e con sfacciataggine si mise le mani sotto la gonna e ne estrasse uno slip viola che mise sul tavolo accanto all’anello.
Bryce scoppiò a ridere.- Questa qui mi piace un sacco!-
 
 Oggi.
 
-Ehi.- si annunciò Bryce, col fiatone.- Sei venuta a correre?-
-Già, mi aiuta ad alleggerire la tensione.- rispose Sammy, prendendo dalla borsa le scarpe da corsa. -E poi devo battere il record.-
-Che record?-
-4 minuti e 45.-
-Vuoi che ti cronometri?- chiese lui, afferrando il cronometro.
Sammy annuì: non le andava molto di parlare nell’ultimo periodo o buttare fuori le emozioni.
La corsa serviva proprio a quello.
-Sai, non te ne volevo parlare subito perché non mi sembrava giusto, ma mi dispiace per quello che è successo ad Hannah.- continuò Bryce, ma sembrò come se fosse forzato a dirlo, anche se almeno la sua apparve come una buona scusa.
-Grazie.- mormorò lei, prima di prepararsi a partire.
Quando Bryce le diede il via, Sammy partì come un razzo.
Le mancò il fato quasi da subito, dato che per quella storia non si era allenata da tanto tempo.
Ma il dolore la fece riflettere.
Se quel dolore lo avesse provato anche la sorella, prima di morire.
E per un millesimo di secondo, si ricordò di quando l’aveva trovata nella vasca, morta.
Sì, era stata Sammy a trovare il suo corpo.
Quell’immagine le sarebbe per sempre rimasta nella mente, come una macchia che non vuole andare via.
A quel punto rallentò e la rabbia, la tristezza e l’angoscia venero fuori con un urlo.
Fortunatamente non c’era nessuno nei paraggi, solo Bryce che le corse in contro e la strinse a se.
Sammy scoppiò a piangere, proprio quello che aveva fatto negli ultimi giorni.
-Perché?- balbettò più volte.
Bryce le accarezzò i capelli e le baciò la fronte.- Non lo so, non lo so, mi dispiace.-
***
Una volta calmata, dopo aver chiesto scusa a Bryce e successivamente al furto del walkman di Tony, Sammy e Clay tornarono a casa di lui e si chiusero in camera per continuare ad ascoltare le cassette.
Fino a quel momento, Sammy si era chiesta perché la sorella si fosse uccisa e finalmente poteva sapere i motivi.
-Sei pronta?- le chiese Clay, guardandola bene negli occhi.
Sammy trovava quegli occhi così dolci.- Sono pronta.-
Perciò si misero una cuffietta per orecchio e fecero ripartire il primo lato della cassetta.
Parlava di quella festa che avevano organizzato nella loro casa, ma soprattutto parlava di Justin.
Ed è da lì che sono iniziati i guai. Da quel sorriso. Da quel maledetto sorriso.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3-Cassetta 1 ***


Qualche mese prima.
 
Sammy fu entusiasta di sfoggiare l’anello di Bryce a scuola, vinto durante la sfida.
A quella festa Hannah aveva notato Justin, ma di sicuro Justin non aveva notato Hannah.
Anzi, mi correggo, l’aveva notata eccome, ma si era interessato più a sua sorella.
Ed era il giorno in cui Justin aveva deciso di far trapelare quella foto, che lui e Samantha stavano facendo una veloce sveltina nell’aula di chimica.
Si trattenevano i gemiti a vicenda, l’uno con la mano sulla bocca dell’altro, mentre si guardavano negli occhi.
-Oddio, sei fantastica.- commentò Justin ridendo e intanto si rimetteva a posto le mutande.
-Sai che puoi chiamarmi quando vuoi.- commentò l’altra, mettendosi giù il vestitino.
-Sicuramente.- sussurrò lui, baciandola con la lingua prima di uscire per il corridoio.
Sammy andò al proprio armadietto per prendere il libro di Comunicazione e incrociò Hannah, con uno strano sorriso felice.
-Ehi, dove sei stata ieri sera? Sei rientrata tardi.- le chiese Sammy, curiosa.
Hannah storse la bocca.- So che avrei dovuto dirtelo, ma prima anche io dovevo capire se era reale o no.- ridacchiò nervosamente, mettendosi i ricci dietro l’orecchio.
-Cosa?-
-Sono uscita con un ragazzo..- le sussurrò, per non farsi sentire da nessuno.
Sammy ne fu sorpresa.- Davvero?! Devi raccontarmi tutto! Chi è?-
La sorella arrossì e si morse un labbro timidamente.- Justin Foley.-
Samantha sbiancò in viso: non poteva credere che alla sorella piacesse lo stesso ragazzo con la quale andava al letto.
-Tesoro, sono molto felice per te, ma stai attenta. Justin e il suo gruppetto non mi piacciono.- mormorò con serietà.
A quel punto Hannah notò l’anello al suo dito e non sembrava un gioiello da donna.- E questo dove lo hai preso?-
-L’ho vinto con Bryce.- rispose.
Hannah sbuffò.- Allora non venirmi a fare la predica se lo frequenti anche tu!-
-Hannah, sto solo cercando di proteggerti. Tu non sei come me.- commentò Sammy.
-Come te nel senso come una zoccola? Smettila di proteggermi, non ne ho bisogno!- esclamò l’altra, prima di proseguire in classe.
Da una parte non la biasimava per averla chiamata così, dopotutto passava di ragazzo in ragazzo come fossero rasoi usa e getta.
Raccolse lo zaino e proseguì in aula di Comunicazione insieme alla sorella.
E fu proprio in quella lezione, che il telefono squillò a tutti.
Nonostante la professoressa stesse dicendo di spegnerli, tutti non esitarono a vedere la notifica.
Lo stesso fece Sammy, ma quello che vide, la fece ribollire di rabbia.
Era una foto di Hannah, su uno scivolo, fatta dal basso, dove le si vedevano le mutande.
E l’avevano appena ricevuta tutti.
Si creò brusio ed Hannah corse via fuori dall’aula.
Samantha non ci poteva credere, poteva solo esser stato Justin, il ragazzo con la quale la sorella aveva avuto un appuntamento la sera prima.
Senza esitare la ragazza si alzò e scansò via il piccolo banco di Justin, guardandolo male.- Sei un pezzo di merda!- esclamò, digrignando i denti.
Sammy l’avrebbe anche preso a pugni se Bryce non l’avesse fermata, non le importava di finire in presidenza o essere espulsa.
-Sta calma, potrebbero buttarti fuori.- le sussurrò Bryce, per farla calmare.
-Sei pazza, cazzo.- ridacchiò invece Zach.
Sammy uscì per andare a cercare la sorella, ma non la trovò da nessuna parte.
 
Oggi.
 
-Dannazione, non di nuovo.- commentò Sammy, sospirando.
-Cosa?- domandò Clay.
-Non credevo le piacesse così tanto Justin.- rispose lei.
-Perché? Qual è il problema?-
-Perché lui non sorrideva a lei, sorrideva a me.- spiegò Samantha. -Siamo andati al letto insieme qualche volta.-
-E questo Hannah lo sapeva?-
-N-non gliel’ho detto io, lo ha scoperto da sola e penso che da quel giorno mi abbia odiato. Probabilmente anche io sono nelle cassette.-
-Non puoi saperlo, dopotutto è stato un caso che le stiamo ascoltando insieme.-
-No….Tu non lo sai come mi ha guardato…Tu non c’eri.-
Ma nonostante tutto, Sammy non voleva smettere.
Ma rimani nei paraggi Justin, perché con te non ho finito.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4-L'amicizia è complicata ***


Clay e Sammy continuavano a vedersi tutti i giorni per ascoltare le cassette.
Non importavano i sospetti della signora Jensen sul loro rapporto, ne il fatto che Sammy usasse la scusa delle ricerche di scuola per stare sempre con Clay.
Ma qualche volta, Clay era costretto a fermarsi: aveva paura che la sua cassetta sarebbe arrivata presto, perché non aveva idea di cosa avesse fatto ad Hannah.
Samantha, invece, non aveva questo dubbio: lei era certa di essere uno dei motivi che aveva spinto sua sorella a suicidarsi.
E più andava avanti, più capiva che si trovava in qualsiasi cassetta.
Bentornato. Stai ancora ascoltando? Bene. Ti stai divertendo? Ti chiederai chi sia il prossimo. Sarai tu? Cosa avrai fatto di male per trovarti in queste cassette? Magari non sai nemmeno di aver fatto qualcosa di crudele. Magari sei solo rimasto a guardare. Ma ormai è troppo tardi. Ah, dimenticavo, sono sempre morta.
Sammy voleva affrontare Justin faccia a faccia una volta per tutte, ma non si era presentato a scuola per due giorni e nessuno sapeva dove fosse.
Nonostante ciò però, Justin continuava a pubblicare foto sui social e Sammy riconobbe bene il luogo dell’ultima che aveva postato: la casa di Bryce Walker.
Dopo la scuola, Samantha si diresse proprio lì: sapeva esattamente dove abitasse, dato che ci aveva partecipato ad alcune feste.
Fu sorpresa quando ad aprirle, fu Jessica Davis, la sua ragazza.
Non era una delle più belle della scuola, infatti Samantha non aveva mai capito cosa Justin ci vedesse in lei, ma i gusti sono gusti.
-E tu cosa vuoi?- le chiese con aria minacciosa.
-Justin è qui?- disse l’altra.
-E a te cosa importa?-
Sammy sbuffò ed entrò con la forza, dandole una spallata e cercò Justin nella mansarda.
Bryce l’aveva trasformata in una sala giochi con bar e divanetto incorporato.
Tra la mansarda e la casa c’era una piscina: Bryce ci stava nuotando dentro.
-Ehi! Che ci fai qui?- le chiese Bryce, uscendo dalla piscina.
Sammy si soffermò per un attimo sul suo corpo muscoloso e bagnato, ma poi scosse la testa.- Scusa Bryce, devo parlare con Justin.-
-E’ dentro.- le rispose lui, con un sorrisetto.
La ragazza si fiondò nella mansarda e senza pensarci due volte gli urlò contro.- Brutto pezzo di merda! Lo sapevo che quella cazzata che avevi fatto l’avrebbe uccisa!- esclamò, iniziando a dargli degli schiaffi sul braccio.
-Ahi! Ahi! Ma di che cazzo parli?!- esclamò l’altro, proteggendosi.
-Ho sentito le cassette!-
Non appena Sammy le nominò, Justin e Jessica si guardarono e velocemente la ragazza chiuse la porta, come per nasconderlo a Bryce.
-Come fai a sapere delle cassette?!- domandò Justin, preoccupato.
-Sono arrivate a Clay mentre erano insieme a lui, quindi le stiamo ascoltando insieme.- spiegò Sammy, forse nemmeno doveva.
-Quindi le ha Jensen adesso..-
-Ma perché non volete che Bryce ascolti?- chiese Sammy, notando il loro comportamento.
-Bryce non deve assolutamente sapere delle cassette.- affermò Justin.
-Perché no?-
-Che cazzo, ma a che cassetta sei arrivata?- domandò Jessica.
-Alla seconda, perché? Bryce è nelle cassette?-
-Non posso dirtelo, devi sentirle tutte!- esclamò la ragazza.- Sammy, ascoltami, so che è tua sorella, ma non devi credere a tutto quello che dice.-
Samantha notò un tratto di preoccupazione nelle sue parole.- Perché sembri aver paura?-
-Perché la prossima è la mia.-
Ma senza ulteriori indugi, vi presento la protagonista di questa cassetta. Fatti avanti Jessica Davis, è il tuo turno.
Jessica era stata la prima vera amica di Hannah da quando era arrivata in città.
Si erano conosciute a scuola, nell’ufficio orientamento, poiché entrambi si erano appena trasferite.
Il loro covo era il bar Monet al centro della città: le legava il loro grande senso dell’umorismo.
Presto, il duo divenne un trio.
Jessica e Hannah conobbero un ragazzo che se ne stava in disparte, proprio da Monet: Alex Stendall, arrivato da poco anche lui.
Una riccia, una ragazza di colore e un curioso ragazzo dalla chioma biondo platino e il percing al naso.
Avevano trovato qualcosa in comune e per qualche tempo erano stati inseparabili, o almeno così sapeva Samantha.
Hannah non le raccontava spesso della sua vita privata, specialmente dopo quello che era successo con Justin, era troppo imbarazzante.
 
Qualche mese prima.
 
Quel pomeriggio, Samantha stava facendo i compiti quando qualcuno bussò alla sua finestra: Justin Foley.
Sammy l’aprì, ma non aveva intenzione di farlo entrare.- Che cazzo fai?-
-Lo so che sei furiosa con me, ma devo spiegarti!- esclamò lui, entrando quasi con la forza in camera.
-Che cosa devi spiegarmi? Quanto sei stronzo da 1 a 10?-
-Senti, non sono stato io a pubblicare la foto: Zach mi ha preso il telefono dalla mano.- spiegò Justin.
-Ah e dovrei crederti? E poi perché sei uscito con mia sorella? Non è nemmeno il tuo tipo!-
-Non lo so, va bene? So solo che quando eravamo lì al parco e ci siamo baciati, poi mi sono accorto che..- sussurrò, andandole in contro.
Sammy venne stregata da quegli occhi azzurri, come tutte le ragazze d’altronde.- Che?-
-Lei non era te.- completò il ragazzo, non esitando a baciarla.
Samantha non poteva farci niente, Justin Foley era davvero irresistibile.
Sapeva che le cose che le diceva erano false e lo faceva solo per il sesso, ma questo non le faceva cambiare idea.
Forse niente poteva.
Le tolse la maglietta e poi il reggiseno, chinandosi appena per baciarle il seno.
In quel momento, udirono delle voci provenire dalle scale.
La porta era chiusa, ma Sammy riconobbe sua sorella. -Cazzo! Te ne devi andare!- esclamò Sammy, coprendosi con la maglietta.
Justin uscì fuori dalla finestra in fretta.- Ma sono perdonato?-
Non se ne sarebbe mai andato se Sammy gli avesse detto di no.- Si, si, ma adesso va via!-
Samantha si ritrovò a ridacchiare tra se e se, ma mentre si rivestiva, qualcuno aprì la porta bruscamente.
Fu costretta a ricoprirsi di nuovo con la maglia, quando Alex entrò nella stanza.
-Oddio, cazzo, scusa, credevo fosse il bagno!- balbettò il ragazzo, coprendosi gli occhi.
Sammy scoppiò a ridere per qual ragazzino buffo che tentava di tutto per coprirsi gli occhi, ma si vedeva sotto sotto che voleva guardare.
-Non ti preoccupare, non hai fatto nulla di male.- gli disse, mentre Alex apriva gli occhi.- Sono Samantha, la sorella di Hannah, ma puoi chiamarmi Sammy.-
-Stendall. Cioè, è il mio cognome, il mio nome è Alex, non Stendall. Cioè, chi si chiamerebbe Stendall?- balbettò l’altro.
Sammy pensò che fosse così carino ed impacciato, che per divertimento e per vedere la sua reazione, decise di far cadere la maglietta di proposito.
Di tutta risposta, Alex deglutì più volte e iniziò a sudare.
-Il bagno è dall’altra parte del corridoio.- rispose Sammy, sorridendogli.
-G-Grazie.-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5-Alex Stedall ***


Qualche mese prima.
 
L’amicizia tra Alex, Jessica e Hannah era finita dopo che Alex e Jessica si erano messi insieme.
In realtà, non c’era stata una vera e propria fine, ma i due si erano allontanati da Hannah.
Samantha aveva sempre creduto che forse lo avessero fatto per non ferire Hannah e la dimostrazione arrivò la sera del cinema.
Qualche volta nell’arco della settimana, Hannah e Clay lavoravano insieme al cinema della città.
Sammy sperava di rimediare un biglietto gratis per andare a vedere il film del suo attore preferito, ma Hannah non cedeva.
-Dai sorellina, che ti costa?-
-Farai il bucato 4 volte a settimana, per il prossimo mese!- ribatté Hannah.
-No, che schifo! Io le tue mutande non le tocco!- sogghignò l’altra.
-Sono io che dovrei schifarmi delle tue, chissà quale ragazzo ci ha messo le mani!- commentò la minore.
Prima che potesse ribattere, arrivò Jessica, timidamente.- Ciao Hannah, lavori anche oggi?- le chiese balbettando.
-Faccio una sostituzione.- rispose Hannah: si vedeva che il loro rapporto non era più lo stesso.
Jessica tirò fuori i soldi per il biglietto, ma Hannah gliele ridiede.- No, offre la casa. Che senso ha avere un amica che lavora al cinema se non puoi avere biglietti gratis?-
-Stronza.- borbottò Sammy.
A quel punto però, apparve anche Alex.
La tensione tra i tre si tagliava col coltello.
-Ehi, Hannah, ciao. Stavamo facendo un giro..E pensavamo di venire al cinema.- disse Alex.
-Certo.- rispose Hannah, freddamente.- Sono 10 dollari.-
Hannah non era arrabbiata con loro perché stavano insieme, ma semplicemente perché non gliene avevano mai parlato.
E questo fece diventare Jessica Davis una pessima amica.
Avete presente l’effetto farfalla? Se una farfalla sbatte le ali, in qualche parte nel mondo, arriva il caos. Non ci credete? Provate a chiedere ad un matematico o a chi si è trovato nell’occhio di un ciclone. Alex Stendall, sei tu il ciclone. Tocca a te.
Non immaginavo che saresti stato tu a mandare a fanculo la mia vita. O che saresti stato il mio ciclone.
Quella mattina a lezione di Comunicazione, Hannah, Clay e Samantha si sedettero vicini.
Intanto, per gli alunni, stava passando un foglio che giunse nelle mani di Clay.
Nel leggerlo, Sammy notò la sua faccia stranita.- Cos’è?- gli chiese, prendendoglielo.
Era una lista di ragazze della Liberty, ma erano state giudicate come la miglior parte del loro corpo.
Come “Migliore tette” c’era proprio il nome di Sammy.
Il “Peggior culo” era di Jessica.
E il “Miglior Culo” di Hannah.
-Ma io li ammazzo quegli stronzi.- mormorò a denti stretti.
Quando la sorella lesse il foglio, le si riempirono gli occhi di lacrime e vergogna.
-Ti avevo avvertito sorellina.- commentò poi Sammy, ma Hannah non riusciva a dire niente. -Ci penso io.- borbottò infine la maggiore e senza ulteriori indugi, si alzò ed uscì dall’aula, nonostante la professoressa la chiamava continuamente, dato che aveva lasciato la lezione senza motivo.
Si diresse subito negli spogliatoi maschili, dove sapeva di trovarli tutti dopo l’allenamento di basket.
A fare quella lista, poteva esser stato o Justin o Alex Stendall, gli unici che le avevano visto il seno, ma Justin non era un tipo da fare quelle cose idiote.
-Alex Stendall!- urlò Sammy, mentre tutti i ragazzi nudi si coprivano.
-Che cazzo fai qui? E’ lo spogliatoio dei maschi!- esclamò Zach.
-Hai paura che ti guardi quel culo floscio Dempsey?- esordì Samantha, prima di puntare lo sguardo su Alex.- Che cazzo significa quella lista?-
-Era solo uno scherzo.- sbuffò il ragazzo.
-Quello scherzo ha ferito mia sorella, era la tua migliore amica prima che decidessi di mischiarti a questi stronzi.- ribatté lei.
-Ehi, piano con le parole.- intervenne Montgomery de la Cruz.- Hai davvero quelle belle tette che dice Alex?-
-Va a farti fottere de la Cruz.-
-Ragazzi, diamoci tutti una calmata.- continuò Bryce. -E’ una signorina.-
-Vorresti dire che non sei nemmeno un po' curioso?- gli chiese Monty, con un sorrisetto.
-No, faccia di cazzo, falla finita.- rispose Bryce, piuttosto serio.
Prima che potessero dire altro, arrivò il coach.- Baker! In segreteria, subito!-
Samantha se l’era cavata con un richiamo, la prossima volta sarebbe stata messa in punizione.
Ma Sammy promise a se stessa che gliel’avrebbe fatta pagare.
 
 Oggi.
 
Dopo la morte di Hannah, Alex non faceva più tanto lo spiritoso con gli altri ragazzi della squadra.
Anzi, sembrava più triste di tutti loro: forse perché si sentiva in colpa per quello che aveva fatto.
Fu quel giorno dopo scuola, che Clay e Sammy scoprirono cosa aveva davvero ferito Hannah.
Vuoi delle prove Alex? Vuoi tuoni e fulmini? Allora vai al negozio di liquori in centro.
La cassetta raccontava del fatto che Hannah in quel negozio, avesse incontrato Bryce Walker e che, per tastare la lista di Alex, il ragazzo le aveva toccato il sedere.
Puoi sembrare una piccolezza, fin che non arriva il ciclone. Perché mettendomi su quella lista, hai aperto la caccia ad Hannah Baker.
Nell’ascoltare quelle frasi, Sammy si ricordò di non averla mai fatta pagare alla squadra.
Ma l’avrebbe fatto quello stesso giorno.
Decise di andare proprio in quel negozio di alcolici, dove comprava anche Bryce e prendere delle birre.
Bryce non era al secondo anno come lei, era più grande e per questo poteva permettersi l’alcool.
Ma Samantha svuotò le bottiglie e li riempì di qualcos’altro di simile.
Poi, andò a casa di Bryce, dove sapeva di trovarli tutti.
Dentro di se, Samatha si chiedeva perché proprio Bryce: sapeva che era uno stronzo, ma l’aveva sempre trattata bene.
O forse era un privilegio di cui godeva solo lei.
Fu proprio lui ad aprirgli.
-Come mai sei sempre a casa mia?- le chiese con un sorrisetto.
-Sono venuta con un offerta di pace.- rispose, mostrando la busta con le birre.- Sai, per quella volta allo spogliatoio.-
Allora Bryce la fece entrare e raggiunse i suoi amici nella mansarda, c’era perfino de la Cruz.
-Ehi, è tornata la pazza.- commentò proprio lui.
-Scusalo, ha ricevuto troppe pallonate in testa.- continuò Bryce, distribuendo ai suoi amici la birra. -Queste ce le offre lei.-
Poi, il suo piano proseguì.- Perché non facciamo una gara a chi la finisce tutto per primo?- disse Sammy.
-E che si vince?- chiese Justin, guardandola dalla testa ai piedi.
Samantha fece una specie di piroetta su se stessa.- Questo basta?-
-Oh si.- commentò Zach, iniziando a bere per primo.
Tutti gli altri lo seguirono a ruota, ma quando si resero conto che il sapore non era quello di una birra, lo sputarono con disgusto.
-Ma che cazzo è?!- esclamò Alex, tossendo.
Monty annusò l’interno della bottiglia.- E’ piscio?!- gridò furioso.
Sammy scoppiò a ridere.- Così imparate a trattare male le ragazze.-
-Non ci credo, sto per vomitare.- balbettò Zach.
Con un sorrisetto soddisfatto sul volto, Samantha li lasciò li, chi a tossire e chi a vomitare.
Tranne Bryce, che se la rideva.
-Che cazzo ti ridi?!- gli domandò Monty.
-La adoro.- rispose l’altro, ridendo.
Sammy si ricordava benissimo di come si era sentita in quell’istante: era fantastico farsi vendetta da sola.
Ma poi, quando tornò a casa, trovò la polizia ad aspettarla.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6-Scheletri nell'armadio ***


Quelle birre, Sammy, non le aveva proprio comprate.
Aveva 17 anni ancora e non poteva permettersi gli alcolici.
Non voleva finire in prigione, quindi, d’istinto, iniziò a correre dalla parte opposta.
Fortunatamente i suoi genitori erano a Chicago con l’avvocato, quindi non videro niente.
Ma i poliziotti si accorsero che stava fuggendo e quindi la rincorsero per tutto il viale.
Fin che Samantha non inciampò e cadde sul marciapiede.
Il poliziotto non esitò a mettersi su di lei e legarle i polsi con le manette.- Sei in arresto per furto, cara mia.-
Fu un bel casino: se Samantha avesse avuto 18 anni, gli avrebbero dato 18 mesi di prigione, ma visto che era ancora minorenne, il giudice avrebbe deciso per lei e intanto avrebbe dovuto pagare una cauzione di due mila dollari.
Non voleva dare altre preoccupazioni ai suoi genitori, ma non sapeva chi chiamare.
Ma mentre attendeva in una cella di poter fare una telefonata, una guardia venne ad aprirle.
-Baker, esci, avanti, ti hanno pagato la cauzione.-
Sammy non aveva idea chi avesse potuto sborsare due mila dollari per aiutarla e soprattutto nessuno l’aveva vista rubare, a parte le telecamere del negozio.
Ma si ricredette quando uscì dalla stazione di polizia e vide Bryce Walker.
-Sei stato tu?- gli chiese sorpresa. -Come sapevi che ero qui?-
-Mio padre ha delle conoscenze nella polizia.-
-Ma…Perché?-
-E’ stato un bello scherzo.- rispose Bryce, ridacchiando. -Dai, ti porto a casa.-
Sammy non capiva il perché facesse tutte quelle cose , se fossero sincere o era solo perché voleva venire al letto con lei.
-Posso farti una domanda.- gli disse lei, rompendo il silenzio nella jeep.
-Tutto quello che vuoi, tesoro.-
-Hai toccato il culo a mia sorella?-
Lui storse la bocca, quasi dispiaciuto.- Si, so che ho fatto il coglione, l’ho ammetto, mi dispiace.-
Non c’era menzogna nelle sue parole, le aveva pagato la cauzione e le aveva perfino chiesto scusa.
-Grazie per il passaggio e il resto…-gli disse Sammy.
-Non preoccuparti, io aiuto sempre gli amici in difficoltà.-
Samantha gli fece un piccolo sorriso e rientrò in casa: da Chicago era tornata solo sua mamma e la vide al letto, a piangere.
-Ehi..- le sussurrò, stendendosi accanto a lei.
-Ehi, piccola, ciao.- disse l’altra, asciugandosi il viso.
-Com’è andata con l’avvocato?-
-Vuole che raccogliamo più informazioni possibili, soprattutto dalla scuola.- spiegò la signora Baker.- Deve esserci un motivo per la quale lo ha fatto. Anche se non ha lasciato nemmeno un biglietto…-
Sammy avrebbe voluto dire delle cassette a sua madre, ma non poteva, l’avrebbero distrutta.
-Mamma, ti prometto che ti aiuterò. Ti prometto che gliela faremo pagare….A tutti loro.-
***
La vendetta non finì lì, il lunedì mattina, quando il gruppetto arrivò a scuola, al centro del corridoio, in alto, cera un lungo striscione con una scritta rossa: A de la Cruz, Foley, Stendall e Dempsey piace il piscio.
Se la stavano ridendo tutti, sia per la  scritta, che per le facce imbarazzate degli atleti.
In più, Tyler Down, il fotografo del giornalino scolastico, stava facendo delle foto.
-Mi raccomando Tyler, prendilo da una bella angolazione e fa sì che finisca sul giornale della scuola.- gli disse Sammy.
-Sarà fatto Sammy!- esclamò l’altro, ridacchiando.
Infine, Samantha aveva fatto una scritta sull’armadietto di Alex: dopotutto la lista l’aveva fatta lui.
Fai schifo, con il suo rossetto.
-Davvero Sammy?- sbuffò Alex.
-Stai attento, potrebbe essere indelebile.- gli disse lei, indicandosi il rossetto che aveva alle labbra.
Con sorriso soddisfatto, si diresse in cortile per l’ora di ginnastica, ma qualcuno la seguì.
-Aspetta, aspetta!- la rincorse Bryce.
-Che c’è?-
-Non hai scritto il mio nome..- le fece notare lui.
Bryce era stato gentile con lei e aveva anche chiesto scusa.- Sei perdonato, ma io non dimentico.-
-D’accordo.- rispose lui, sorridendole.- Senti, Hannah ti ha mai detto qualcosa su di me?-
Samantha trovò molto strana quella domanda.- No, in realtà non parlava mai di te..-
-Bene, okay. Comunque…Siamo stati bene al ballo, io e te, no?-
Sammy si era praticamente dimenticata di esser stata al ballo d’inverno con lui.- Si, certo…-
-Quindi, mi chiedevo se qualche volta non ti andasse di uscire.-
Uscire con Bryce Walker sarebbe stata “la mossa peggiore che potessi fare”, come le aveva detto la sorella.
-Sai, sono un po' nei casini adesso, con questa storia della causa.-
Ah, dimenticavo, la famiglia Baker aveva accusato la scuola della morte di Hannah e ci aveva visto bene.
Era in corso una causa in tribunale.
-Certo, certo, capisco. Ma se cambi idea, chiamami.- le disse Bryce, col solito sorriso da principe.
Sammy annuì, ma sembrava proprio che non volessero farla andare a lezione, perché venne chiamata in presidenza.
-Vandalismo, prese in giro, bullismo…- stava elencando il preside.
-Bullismo?! Ma è serio? Sa che cosa hanno fatto quei tipi a mia sorella?- esclamò Samantha, mentre il preside rimase con la faccia da pesce lesso.- No, infatti.-
-Samantha, a qualsiasi altro studente, tutto queste infrazioni, costerebbero l’espulsione immediata. Ma io so che stai passando un periodo difficile e ti farò andare in detenzione per un paio di giorni.-
Sammy odiava la faccia del preside: non aveva la minima idea di cosa succedesse nella sua scuola.
-Ma vaffanculo.-
Si alzò senza dire nient’altro, ma sapeva di dover andar per forza in detenzione, altrimenti sarebbe stata cacciata e non voleva dare questo peso a sua madre.
Passando per il corridoio, notò Courtney, la giapponesina sempre ben vestita e simpatica a tutti.
Stava mettendo dei fuori su un tavolo che era stato abbellito per Hannah: c’erano tante dediche, pupazzi e candele.
-Ciao Sammy, è per Hannah, spero ti piaccia.- le disse.
Non aveva idea di dove venissero tutte quelle cose, dato che Hannah non aveva molti amici.
-Le dediche e il resto sono dei suoi amici.-
Sammy ridacchiò appena.- Davvero?- le chiese, notando un mazzo di rose.- Chiunque conoscesse bene mia sorella sa che le rose non le piacevano: le trovava banali.- commentò poi. -Ma tranquilla Courtney, stai apparendo a tutti buona e gentile, come sempre.- disse infine, prima di andarsene.
In aula non c’era nessuno, solo un professore grasso che dormiva sulla sedia con mezza patatina in bocca.
Era disgustoso, ma dopotutto doveva starci solo per due ore.
Fu a quel punto, che con sua grande meraviglia, vide entrare Clay.
-Ehi, che ci fai qui?- gli chiese, mentre si sedeva al banco accanto al suo.
-Dovevamo ascoltare le cassette insieme no?- rispose l’altro, con un mezzo sorriso.
Anche a Sammy venne da sorridere.- Ti sei fatto mettere in punizione per me?-
-Una sorta.- sussurrò Clay, per non svegliare il prof.
-E cosa hai fatto?-
La risposta giunse dalla porta: Alex Stendall con un pacco di ghiaccio sulla guancia.
Sammy scoppiò a ridere e diede un cinque a Clay.- Grande Clay!-
-Si, molto divertente.- borbottò Alex, sedendosi.
-Hai davvero fatto tutte quelle cose che dice Hannah?- domandò Clay.
-E tu? Siamo tutti colpevoli.- commentò l’altro, prima di mettersi a braccia conserte sul banco.
Successivamente, Clay tirò fuori il walkman e porse una cuffia a Samantha.
Sssh, per questa cassetta dovrete essere molto molto silenziosi. Vi siete mai chiesti com’è osservare qualcuno? Violare la sua privacy? Vi chiederete che segreti potreste scoprire. Che scheletri potreste scoprire. Facebook, Twitter, Instagram, ci hanno trasformati in una società di guardoni….E ci piace. Ma ovviamente, spiare qualcuno nella vita reale è una cosa completamente diversa. Si, qualcuno mi spiava. Quindi benvenuto Tyler Down, questa è la tua cassetta.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7- Tyler Down ***


Subito dopo aver scontato la punizione, Clay e Samantha raggiunsero in bici la via che Hannah indicava nella cassetta.
Sammy si strinse dietro a Clay, come faceva sempre, come le piaceva fare.
Era quasi Halloween e le case erano state abbellite.
Una in particolare anche, quella di cui Hannah parlava.
Una grande casa che aveva una camera con un enorme vetrata, ma la prima cosa che notarono, era che un vetro era rotto e stato coperto con un pezzo di cartone.
Altri due invece erano scheggiati, probabilmente da una pietra.
Improvvisamente, la luce si accese e Clay e Sammy si nascosero dietro dei cespugli: era la casa di Tyler Down, il fotografo del giornalino scolastico.
Sammy era curiosa, non credeva che Tyler Down, quel Tyler magrolino e col ciuffetto potesse fare del male.
Disse ai suoi genitori che avrebbe dormito da Clay per finire un compito importante e sentirono la cassetta.
Credevano che i segreti di cui parlava Hannah, e che Tyler avesse scoperto, fossero i suoi, ma in realtà, erano di Courtney.
Tyler spiava Hannah a casa e lei se ne era resa conto.
La giapponesina le aveva offerto il suo aiuto e così le due si erano viste a casa Baker.
Ma, avevano bevuto e le cose erano precipitate: Courtney aveva baciato Hannah.
-Mi ricordo di quella sera.- commentò Samantha.
-Cosa è successo?- le chiese Clay, steso sul letto accanto a lei.
-Mi ricordo che Courtney è scappata, ma non sapevo il perché.- rispose Sammy.- Poi la mattina dopo le ho viste litigare a scuola e poi ho ricevuto quella foto…-
Tyler aveva fotografato le due ragazze baciarsi e aveva mandato la foto a tutta la scuola, solo che non si capiva che si trattasse di Courtney ed Hannah.
Il segreto restava tra loro tre.
Ma Sammy aveva bisogno di parlare con Tyler e chiedergli il perché avesse reso pubblica quella foto.
Clay decise di dormire sul divanetto che aveva in camera e lasciare a Samantha il suo letto, da bravo gentiluomo.
Ma Samantha non riusciva a dormire da un bel po' e lo stesso si poteva dire di Clay.
Sammy notò che si contorceva nel sonno, probabilmente stava avendo un incubo.
Era tutto sudato quando decise di avvicinarsi a lui lentamente e prendergli la mano.
Da quando Hannah era morta, solo lui stava avendo una reazione più o meno uguale alla propria.
Clay era l’unico con cui parlare senza sembrare strana.
Così decise di addormentarsi accanto a lui.
***
Clay si svegliò per primo la mattina seguente e trovò Samantha appicciata a se.
Le diede una spintarella per svegliarla.
-Ehi, buongiorno.- gli disse lei, sbadigliando. -Scusa se mi sono avvicinata.- balbettò, rizzandosi in piedi.
-Sta tranquilla..- disse l’altro, rosso in viso.
-E’ che sembrava stessi avendo un brutto sogno..- spiegò Sammy, accorgendosi che puzzava da morire dato che era sudaticcio.- Hai decisamente bisogno di una doccia.-
-Già, ehm, sì.-
Il discorso era troppo imbarazzante per approfondire.
Quando scesero per la colazione, trovarono i genitori di Clay seduti a tavola con uno sguardo strano, come pronti per un interrogatorio.
-Tutto bene, mamma?- domandò Clay.
-Ragazzi..Samantha, sai che qui sei sempre la benvenuta e siamo contenti che tu sia amica di Clay.- disse la signora Jensen.
Sammy si aspettava un “ma” in arrivo.- Ma..?-
-Adesso sono uno degli avvocati della scuola e quindi averti qui intorno mi è vietato.-
-Cosa? Vuoi dire che adesso combatterai contro i Baker?- intervenne Clay.
-E’ il mio lavoro, tesoro, mi dispiace.-
-Non si preoccupi signora Jensen, lo capisco, ha bisogno di prendersi cura della sua famiglia.- continuò Sammy, dirigendosi verso la porta.- Ci vediamo a scuola Clay.-
In realtà questo intristiva Samantha, ormai aveva pochi veri amici e doversi allontanare da Clay per via della causa, la fece piangere mentre si incamminava per scuola.
Durante la strada, qualcuno alle spalle le suonò il clacson: erano Tony e la sua Mustang.
-Passaggio?-
Fortuna che Tony c’era ancora.
Salì in auto e si mise la cintura.
-Allora, il mio walkman sta bene?- le chiese lui.
Samantha storse la bocca imbarazzata.- Cazzo Tony, scusa, te lo avrei chiesto, ma…-
-Sta tranquilla, posso capire che esistano pochi aggeggi al mondo per ascoltare delle cassette.-
Sammy lo guardò sorpresa.- Tu sai delle cassette?-
-Già.-
-Sei in una di quelle? Qualcuno le ha passate a te?-
-Non posso dirtelo Sammy, sono le regole. Già ne stiamo infrangendo una..- mormorò Tony, come fosse un segreto.
-Perché?-
-Perché non era pianificato che tu le ascoltassi con Clay.- rispose lui, fermandosi davanti la  scuola per farla scendere. -Devi farmi un favore Sammy, ma non devi chiedermi il perché.-
-D’accordo…-
-Tieni d’occhio Clay e non farlo avvicinare a Justin e gli altri..-
Samantha non sapeva il perché, ma annuì.
-E sta attenta anche tu, promettimelo.-
Tony aveva uno strano sguardo, ma non le aveva mai mentito e si fidava di lui.
-Te lo prometto.-
Infine le sorrise e andò a cercare parcheggio.
Sammy poggiò lo zaino nell’armadietto e dopo la prima ora, raggiunse “l’ufficio” di Tyler, ovvero la stanza della camera oscura.
-Ehi, non puoi stare qui, ci sono le foto dell’annuario!- esclamò Tyler.
-Non me ne frega un cazzo Tyler, sono alla tua cassetta.- esordì Samantha.
-Ah, quindi sei venuta qui per giudicarmi.-
-Voglio che cancelli tutte le foto che hai di lei, chiaro?- lo minacciò lei.
-Tu non capisci.- balbettò il ragazzo.
-Cosa dovrei capire? La spiavi.-
-Le volevo bene. So cosa penserai, la conoscevo da poco, ma solo io la conoscevo veramente bene. Io la vedevo da vicino, la fotografavo. Molti quando gli punti la fotocamera, si mettono in posa e sorridono, indossano delle maschere. Ma non tua sorella, lei era vera e io l’amavo per questo.- spiegò Tyler.
Per Samantha fu strano sentire che qualcuno amasse sua sorella, ma c’era qualcosa in Tyler che non la convinceva.
-Perché non hai provato a parlarle?- domandò lei.
-Scherzi? Non mi avrebbe nemmeno notato. Me ne sono rimasto in disparte ad osservare tutto. Io guardo tutto. E anche come Jensen le andava dietro.- continuò il fotografo.
Clay non aveva mai parlato di un debole per Hannah, nemmeno accennato.
Da lì capì che Tyler stava dicendo cavolate.
-Ma quante ne spari?- ridacchiò Sammy.- Cancella le foto di Hannah o ti denuncio.- disse infine, facendo per andarsene.
-Potevo dirle la verità, ma non l’ho fatto!- disse ancora l’altro, prendendo una foto di Sammy e Justin dentro l’aula di chimica, mentre si baciavano.
A quel punto Samantha andò su tutte le furie.- Fottiti Tyler.-
Sbatté la porta alle sue spalle e cercò di mantenere la calma, quando qualcosa la fece ridacchiare: Alex stava cercando in tutti i modi di togliere il rossetto dal suo armadietto con un panno saponato.
-Ti diverti?- le domandò sarcasticamente.
-Mi dispiace, ma te lo sei meritato.- commentò sorridendo e poi prese il panno, raschiando con le unghie sull’armadietto.- Ecco a cosa servono le unghie finte.-
-Parteciperai alla gara?- le domandò, indicando il poster che era stato attaccato alla parete.
Si trattava di una gara per il miglior costume di Halloween, magari l’avrebbe distratta un po'.
-Perché no?-
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8-Il ballo d'inverno ***


Prima di andare in detenzione, Sammy decise di fare una corsa al campo per sfogare la rabbia.
Fortunatamente la squadra di basket aveva appena finito l’allenamento.
Si legò i lunghi capelli in una coda alta e si mise le scarpe da ginnastica.
-Ehi dolcezza, sei pronta per fare un pompino?!- intervenne Monty ridacchiando, alludendo al fatto che si fosse legata i capelli.
Sammy lo guardò con disgusto.- Ma non ti fai mai schifo?-
Successivamente giunse Bryce, che gli tirò una palla in pieno petto e l’amico si piegò in due.- Piantala e va a farti la doccia, puzzi come un cammello.- gli disse, avvicinandosi poi alla ragazza. -Gli ho detto di smetterla, ma…-
Bryce era carino, ma Monty non avrebbe mai smesso. -Lo so, ce l’ha nelle vene. -
-Probabilmente. Ma lo sai che qualsiasi cosa hai bisogno, io ci sono.-
Finalmente Bryce le fece fare il primo sorriso della giornata.- Grazie.-
Detto questo, Samantha prese un bel respiro e con uno scatto iniziò a correre.
-Perché la difendi sempre?- chiese Zach a Bryce, riferendosi a Sammy.
A Bryce brillavano gli occhi, mentre la guardava correre.- E’ bellissima, cazzo.-
***
Prima di tornare a casa, quel pomeriggio, Samantha decise di prendersi una vendetta personale.
Tornò a casa di Tyler e aspettò che andasse in camera sua per cambiarsi.
Colse l’occasione di beccarlo nudo e gli fece una foto con il sedere di fuori, poi la mandò a metà scuola.
Nonostante Tyler avesse un bel sedere, se lo meritava.
Dato che Clay e Samantha non potevano vedersi a casa di lui, decisero che il loro posto sarebbe stato l’attico del cinema dove lavoravano lui ed Hannah.
Courtney. Che nome carino. E che ragazza carina. Sei gentile con tutti, in qualunque momento. Sei una delle ragazze più in vista della scuola. Perché sei così carina. Giusto? Sbagliato.
 
Qualche mese prima.
 
Samanta aveva sempre odiato l’aria da buona ragazza che aveva Courtney: le sembrava una Barbie coreana.
Sempre perfetta, sempre attenta.
Mancavano pochi giorni al ballo d’inverno e Courtney con le sue spalle destre stavano distribuendo gli inviti lungo il corridoio.
A Sammy non faceva impazzire l’idea del ballo: faceva troppo film scolastici americani.
Ma stava prendendo i libri dall’armadietto quando Bryce Walker le si presentò con un biglietto del ballo.
La guardò negli occhi con un sorrisino e magicamente ne fece apparire un altro.
Sammy ridacchiò.- Un invito senza nemmeno aprire bocca, originale.- commentò.
-Dai, lo so che ci vuoi venire con me.- disse l’altro, sicuro di se.
-E cosa te lo fa credere?-
-E’ per lo stesso motivo per il quale non ti sei mai tolta il mio anello.-
In verità, Sammy non ci faceva più tanto caso: le piaceva come le stava e le faceva piacere che fosse di Bryce, ma forse ancora non se n’era resa conto.
Samantha non poteva farci niente, il suo sorriso era troppo persuasivo.- Va bene, ma ad una condizione.-
-Sono pronto a tutto!-
-Solo io e te, nessuno di quelle scimmie ammaestrate.- le disse lei: non poteva sopportare che Bryce si portasse dietro tutti quelli della squadra.
-Sarà fatto, promesso.- rispose lui, mettendosi una mano sul cuore. -Ti vengo a prendere alle sette.-
-Alle sette.- ripeté Sammy, prima che Bryce le desse un bacio sulla guancia.
***
E venne il grande giorno.
Anche Hannah sarebbe andata al ballo, ma non con un accompagnatore, con Courtney e le sue amiche.
Hannah aveva indossato un semplice vestito lilla che le arrivava fino alle ginocchia, qualche accenno di trucco e delle scarpe col tacco.
Samantha, invece, per rispettare i suoi look eccentrici, aveva optato per un vestito grigio quasi trasparente, aveva portato la lunga chioma arancione da un lato e aveva forse esagerato con il trucco.
Erano gemelle completamente diverse e la signora Baker se ne accorse quando le inquadrò con il telefono.- La notte e il giorno, bimbe mie siete stupende.- singhiozzò, scattando una foto.
-Mamma! Non c’è bisogno di piangere!- esclamarono insieme le due sorelle.
Hannah sarebbe andata con la macchina, mentre Samantha aspettò Bryce.
-Non vai con Hannah?- chiese il signor Walker.
-No, in realtà, ci vado con un ragazzo.- rispose Sammy, ma la imbarazzava parlare di uomini con i propri genitori.
Bryce arrivò sfrecciando davanti casa con la jeep, puntualissimo, con una camicia bianca e una giacca nera.
Quando scese dall’auto, nel guardare Samantha, gli si dilatarono le pupille.- Porca puttana.-
Sammy si coprì il viso timidamente, aveva appena detto una parolaccia davanti ai genitori.
-Cioè, ehm, scusate, ma vostra figlia è bellissima.- balbettò avvicinandosi.- Sono Bryce Walker.- continuò, stringendo la mano ai due.
-Ti occuperai della mia bambina?- continuò il papà.
-Assolutamente si signore, non berrò un goccio d’alcool per riportarvela a casa.- rispose l’altro, con la schiena diritta.
Samantha sogghignò tra se e se, dato che sapeva che Bryce stava dicendo balle solo per piacere ai suoi genitori.
Una volta in viaggio in macchina, Bryce intrecciò le dita con quelle di Sammy, dove aveva l’anello.- Sta perfetto con tutto il resto.- commentò. -Sei stupenda.-
Nessuno le aveva mai fatto così tanti complimenti.- Anche tu non stai male.-
-Non sto male?! Sai quanto ci ho messo a fare tutto questo?- esclamò Bryce, ridendo.
Anche Samantha scoppiò a ridere e tra se e se pensava che forse sarebbe stata una bella serata.
Forse.
Non appena scese dalla macchina, tutti i presenti iniziarono a guardarli.
Dopotutto erano sempre la ragazza più bella della scuola e il capitano della squadra.
-Ci stanno fissando tutti.- mormorò Samantha, sentendo gli occhi addosso.
-Guardano te.- mormorò Bryce, aprendole la porta da bravo gentil uomo.
La palestra era stata abbellita con festoni e appesi al muro erano stati messi dei fiocchi di neve di cartone.
Samantha iniziava a sentire la pressione: forse era arrivato il momento di fare sul serio con un ragazzo e Bryce sembrava la scelta migliore.
Si fiondò sul ponch per bagnare la gola secca che le era venuta per via dell’ansia.
Bryce le si avvicinò per chiederle se stava bene, quando Zach gli offrì una fiaschetta.- Prendi amico, è uno sballo!-
-No, grazie.- gli rispose l’altro.
Sammy notò che allora non aveva detto cavolate.- Hai detto la verità ai miei, dunque. Non berrai.-
-Perché dovrei? Ho fatto una promessa e quando Bryce Walker fa una promessa, la mantiene sempre.- rispose lui, dandosi una pacca sul cuore.
A quel punto giunse Tyler con la sua fotocamera.- Foto per l’annuario ragazzi!-
Sammy si mise guancia a guancia col suo accompagnatore ed entrambi fecero la linguaccia verso l’obiettivo.
Poi Samantha notò come niente era cambiato anche al ballo: Tony stava mettendo la musica, Hannah si divertiva, Justin e gli altri stavano ballando come pazzi insieme a Jessica Davis e Clay se ne stava in disparte col suo amico Jeff.
-Okay Liberty, rallentiamo un po'.- disse Tony, inserendo una cassetta con un lento.
-Balliamo?- le chiese Bryce, porgendole una mano.
Sammy l’afferrò e si strinse a lui, iniziando a dondolare.
Nonostante tutto, Samantha non ce la faceva a non controllare sua sorella: dopotutto le erano successe cose brutte nell’ultimo periodo.
-Lasciala andare.- le disse Bryce, riferendosi ad Hannah. -Ha 17 anni, può cavarsela da sola. Ormai è uscita dal suo bozzolo, devi lasciarla volare.-
Forse aveva ragione e per seguire il suo consiglio, tolse lo sguardo dalla sorella e lo poggiò su di lui.
-Finalmente ti sei accorta che esisto.- commentò lui.
Samantha sorrise appena.- Lo so, scusa, hai ragione. E’ che farti conoscere ai miei genitori,  l’ha fatta sembrare una cosa seria.-
-Non devi preoccuparti, non deve essere per forza una cosa seria.- balbettò l’altro, quasi deluso.
-Davvero? Grazie, mi toglieresti un sacco di ansia da dosso.-
-Certo..-
Prima che potessero continuare a parlare, Sammy vide Monty discutere con Hannah.
-…Perché Courtney mi ha detto che volete fare una cosa a tre con un maschio. Tu e la bella figa nella foto, so che sei tu.- le stava dicendo il ragazzo.
-Che sta succedendo?- intervenne Sammy.
-Ma che bello scherzo del cazzo.- commentò Hannah, con le lacrime agli occhi.
-Sei una che ci va pesante, perché Justin ha ammesso che non solo vi siete baciati, ma l’avete anche fatto. E così Justin si è fatto entrambe le Baker!- esclamò Monty, ridendo.
-Chiudi quella bocca del cazzo!- gli disse Samantha, spingendolo.
-E’ vero?- singhiozzò Hannah, guardando sua sorella.
La verità era appena venuta a galla.
-T-Te lo avrei detto.-
Samantha non sopportava vedere Hannah così, per questo non glielo aveva detto.
-Bella sorella di merda.- disse l’altra, prima di fuggire in corridoio.
Samantha cercò di rincorrerla, ma con quei tacchi era impossibile.
Così decise di toglierseli e le andò dietro a piedi nudi.
La ritrovò a discutere con Courtney che stava seduta lungo il muro a piangere.
-Ma che cazzo gli hai detto?!- le chiese Hannah.
-Mi dispiace, stavano facendo domande..- singhiozzò l’altra ragazza.
-Io non sono il tuo cazzo di scudo! Non puoi fottere la mia vita perché la tua non ti piace!- le gridò poi contro.
-Mi dispiace..-
Ma Hannah non voleva ascoltarla e le voltò le spalle, dirigendosi verso sua sorella.- E tu vattene, non voglio più vederti.-
Il rapporto con sua sorella era stato rovinato da una grande bugia e Samantha non se lo sarebbe mai perdonato.
Voleva solo tornare a casa e piangere da sola.
Si rimise le scarpe e tornò in palestra per cercare Bryce.
-Ehi, puoi riaccompagnarmi a casa, per favore?- gli chiese.
-Perché non ti fai riaccompagnare da tua sorella?- rispose l’altro, bevendo un lungo sorso dalla fiaschetta.- Tanto non è una cosa seria, giusto?-
Samantha si accorse di aver ferito non solo sua sorella, ma anche Bryce dicendogli quelle cose.
Non le restò che uscire dalla palestra e cercare un passaggio da qualcuno.
Iniziò a piangere senza accorgersene, ma qualcuno la notò.
-Ehi, tutto bene?- le chiese Alex.
Sammy si asciugò prima che vedesse che stava piangendo.- Si, si, ho solo litigato con Hannah.-
-E il tuo accompagnatore dov’è?-
-Credo di aver litigato anche con lui..- mormorò tra se e se.
-Ti accompagno a casa?-
-Puoi?-
-Scema, certo che si.- rispose lui, sorridendo nel suo abito grigio.- Andiamo.-
Alex era stata un’ancora di salvezza per Samantha quella sera e forse per tante altre cose.

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