L'imperatrice segreta

di Tide
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


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Avvertenze:
-Mi baso principalmente sui film, utilizzando altre fonti solo come bacino di riserva di idee, aneddoti e background. La mia posizione è: se non è nei film, non è canon.
-Ho messo OOC, nonostante l’interpretazione che ho dato dei personaggi mi sembri legittima, perché comunque la situazione immaginata è inconsueta e probabilmente qualcuno potrebbe non essere d’accordo con me.
-Ho messo movieverse perché ignoro deliberatamente la “novelization” dei vari film, specialmente dell’ultimo.
-Ho messo WhatIf perché la versione ufficiale, desunta dalla “novelization” dell’ultimo film, è che il padre di Rey sia semplicemente un clone di Palpatine. Personalmente la trovo una cosa plausibile, ma poco interessante (e come ho detto, per me, se non è nei film, non è canon).
. -Sono consapevole dei difetti che questa fan fiction può avere, ma mi sono detta che infondo non sto cercando di vincere un premio letterario. La mia aspirazione è solo raccontare una storia che avevo in testa.
 
Vi prego di essere delicati, se dovete esprimere delle critiche.



 

Capitolo 1
 

Sheev Palpatine s’era sempre interessato a Umabara e ai suoi abitanti. Apprezzava la loro tecnologia avanzata, ammirava la loro abilità nel farsi strada in politica e in società e sapeva che avevano una certa inclinazione per la Forza, tanto che alcuni dicevano fossero in grado di leggere nel pensiero e di manipolare la mente altrui.
Il senatore di Naboo coltivava da tempo i buoni rapporti con il senatore di Umbara, ma aveva presto capito che l’umbaran  aveva raggiunto i propri obbiettivi ed era solo interessato a non perdere nulla di ciò che aveva guadagnato. Non era più, o forse non era mai stato, la persona giusta da coinvolgere, più o meno consapevole, nei piani dei Sith.
Palpatine, o meglio Darth Sidious, aveva appena preso accordi con la federazione dei mercanti, quando una nuova deputata di Umabara colse la sua attenzione.
Sly Moore era subentrata a un membro della delegazione umbarana che era svanito nel nulla, probabilmente vittima di qualche macchinazione sul suo pianeta natio. E Sheev Palpatine avrebbe potuto scommettere che fosse stata proprio lei a costringere il predecessore ad eclissarsi. Quella donna silenziosa aveva lo sguardo scrutatore e discreto di chi tasta il terreno per elaborare un piano. Lei non aveva ancora raggiunto il proprio obbiettivo. Era un soggetto da tenere d’occhio.

Sly Moore era allenata a distinguere chi meritava la propria posizione e chi, tra questi, avesse più capacità e ambizione. Sheev Palpatine rientrava in entrambe le categorie. Sly l’aveva osservato stringere e abbandonare amicizie e alleanze, riuscendo sempre a mostrarsi come paladino del bene comune. Inoltre aveva buoni rapporti, se non politici, almeno personali, con la delegazione di Umbara e sembrava averla eletta a sua interlocutrice preferita:
“Per non rubare tempo prezioso al mio collega.” Diceva lui 
Dovendo scommettere, Sly avrebbe certamente puntato sul senatore di Naboo.
Un uomo difficile da interpretare, pensava tra sé l’umbaran, ma senza dubbio sarebbe stato interessante provare.





 




Angolo dell’autrice:
-Sly Moore compare per la prima volta ne “L’attacco dei cloni”, come capo assistente amministrativo del cancelliere. È la donna calva che sta alla sinistra di Palpatine in senato. Ho pensato che prima dovesse essere già lì,da qualche parte. In effetti non saprei come si diventa capo assistente amministrativo. Ho immaginato che si venga chiamati o quanto meno proposti dal cancelliere.
-La caratterizzazione degli umbaran non è nei film, ma serve da background.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2

Nei mesi successivi Sheev Palpatine e Sly Moore ebbero modo di osservarsi e confrontarsi in molte occasioni. Tuttavia Sly fu piuttosto sorpresa quando il senatore di Naboo la invitò a cena. Accettò per curiosità e perché comunque coltivare buoni rapporti con Sheev Palpatine era nei suoi piani. 
Sarebbero andati in un ristorante noto per essere un luogo d’incontri ufficiosi tra senatori, il che poneva la cena più sul piano politico che personale..
Sly scelse un abito semplice e un manto color nebbia, poco più elaborato di quello che indossava abitualmente. Anche Palpatine aveva scelto una strada simile: nulla che fosse fuori dell’ordinario, a suggerire che  l’interazione non dovesse essere differente da quella che avevano di solito.
“Si chiederà il perché di questo invito.” Disse Palpatine, mentre attendevano le pietanze
Sly piegò appena il capo, come a dire che era in attesa.
“Vede, volevo poterle parlare con più calma.”
“Di cosa?”
“Di alcune questioni e alcune curiosità. Senza dubbio è al corrente delle mosse della federazione mercantile.”
“Lo sono.”
“Eppure il vostro senatore non sembra interessato alla vicenda. Mi farebbe piacere sapere il suo personale parere.”
“E a me sapere il suo.”
Palpatine sorrise alla pronta risposta di Sly..
“Molto bene” disse “Personalmente ritengo che una flotta armata sia di per sé una minaccia da non sottovalutare .”
“Umbara difficilmente sarebbe coinvolto negli scontri e non ha sofferto delle tasse sulle rotte mercantili.”
Rimasero un momento a scrutarsi a vicenda. Entrambi stavano dando risposte di comodo ed entrambi lo sapevano.
“Questa è la posizione del vostro senatore.” Disse infine Palpatine “Io chiedevo della sua, signorina Moore.”
“Lei mi ha detto ciò che tutti sanno. Naboo è coinvolto specialmente nella questione?”
“Naboo è nell’area d’interesse della federazione.”
Sly annuì
“Capisco.” Disse continuando ad osservare il senatore. Forse davvero non c’era altro da sapere, ma cominciava pensare che Palpatine non fosse l’uomo da dire apertamente tutta e solo la verità, per quanto potesse darne l’impressione.
L’uomo fece per dire qualcosa, ma fu interrotto dal droide cameriere che portava i loro piatti.
“Mi tolga una curiosità, signorina Moore” disse appena il cameriere si fu allontanato “è vero quello che si dice sugli umbaran?”
“Che sono degli intriganti?”
Palpatine accennò a una risata e scosse la testa
“Che siate in grado di leggere la mente, intendo.”
“Se glielo dicessi, su Umbara mi declasserebbero di almeno due caste.”
Palpatine sorrise e continuò a sostenere lo sguardo penetrante della donna.
Sly socchiuse gli occhi
“Lei mi sta sfidando. Vuole che le dica perché mi ha fatto questa domanda.” Disse infine
“Mi accontenti, signorina Moore.”
“ Perché dovrei?”
“E perché non dovrebbe?”
“Perché perderei vantaggio.”
“Ammesso che lei ne abbia.”
“Non staremmo ancora parlando e non mi avrebbe invitata a cena, altrimenti.”
Palpatine rise quietamente e Sly sorrise. Infondo si stavano anche divertendo.
“L’ha chiesto per farmi sapere che non mi sottovaluta, non è vero?” rispose infine Sly.
“E come mai ha cambiato idea?”
“Me lo dica lei.”
“Perché io sappia che faccio bene a non sottovalutarla.”
“Lei legge nella mente, senatore?”
Si sorrisero ancora
“Tutti hanno una chiave di lettura.” Concluse Sly Moore
“E con questo ha esaurito il suo vantaggio, credo.”
“Mi resta la mia chiave.”
Ribatté Sly, per poi concludere la conversazione prendendo una forchettata dal piatto.





 


Angolo autrice:
-Spero che i dialoghi risultino abbastanza chiari, perchè ce ne saranno parecchi.
-La società umbarana è divisa in qualcosa come cento caste, qualsiasi mezzo è consentito per salire di casta, purché non ci si faccia scoprire, perché significherebbe che non si è degni di salire di casta e perciò si verrebbe declassati  con tutta la famiglia, se tutto va bene. Solo la casta più alta governa e manda rappresentanti al senato galattico. 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


~~Capitolo 3

I rapporti tra Sly Moore e il senatore Palpatine divennero più stretti, le conversazioni più frequenti, tanto che qualcuno avrebbe potuto definirli amici. In realtà per lo più si studiavano a vicenda, ma alle volte finivano a parlare di cose del tutto irrilevanti, solo per poter proseguire qualche piccolo gioco d’astuzia.
Ormai non nascondevano più la stima reciproca e la diffidenza si era ridotta a una semplice precauzione per non compromettersi.
Poi d’un tratto il senatore parve ancor più impegnato del solito e cominciò a girare voce che la federazione mercantile minacciasse direttamente il pianeta Naboo.
Sly Moore si aspettava di non aver più contatti con Palpatine finché la crisi non fosse stata risolta, invece lui le chiese quasi subito di incontrarlo nel suo ufficio di senatore, per una questione importante, aveva detto.
Ora, Umbara non sarebbe stato sfiorato che molto marginalmente dalle pretese della federazione, perciò doveva trattarsi di qualcosa importante per lei nello specifico.
Quando Sly entrò nell’ufficio del senatore, Palpatine era seduto alla sua scrivania.
“Signorina Moore …” la salutò alzandosi e indicandole la sedia di fronte a lui. Sly rispose con un cenno del capo e sedette, poi gli rivolse il suo sguardo attento e penetrante. Anche il senatore tornò a sedere
“Immagino che anche lei si sarà accorta del peggiorare della situazione.”
“Di Naboo?”
“Della Repubblica.”
“La Repubblica è la solita.”
Palpatine diede una sorta di risata sconsolata
“Resa inefficace dalla burocrazia e disinteressata al bene comune?”
“Esattamente. E credo sia un po’tardi per parlarmi in questi toni.”
Il senatore non si fece impressionare dalla frecciata
“Comunque sia, signorina Moore, mi è sempre più chiaro che il governo del cancelliere Valorum sia incapace di agire quando è più richiesto, ad esempio in difesa del mio pianeta natale. L’ho osservata, signorina Moore, e so che non si scandalizzerà se le dico apertamente che apprezzerei immensamente se mettesse le sue abilità all’opera per minare il prestigio del cancelliere.”
Il messaggio era molto chiaro per la donna: su Umbara era una dote necessaria per salire di casta quella di saper diffondere voci sul conto altrui.
“Su Umbara non si rischia una casta se non se ne possono guadagnare due.” Rispose.
Palpatine le sorrise
“Come ho detto, signorina Moore, io l’ho osservata. E quel che ho visto mi è piaciuto. Sono certo che il nuovo cancelliere non si pentirebbe di eleggerla capo assistente amministrativo.”
“Taria sarebbe ancora in carica.” Osservò Sly.
“Non un grave problema per un umbaran del suo calibro, dico bene?”
Sly socchiuse appena gli occhi.
“Tutto per il bene della Galassia.” Disse con un tono ambiguo
Palpatine le rivolse un sorriso appena accennato
“Credo di sapere qual è la sua chiave di lettura, senatore.” Disse la donna dopo un istante
“Spero di non averla delusa.”
“Niente affatto.”







 

Angolo autrice:
-Taria è il capo assistente amministrativo sotto Valorum, se non ho sbagliato il nome.
-Spero che vi piacciano i dialoghi, perché ce ne saranno parecchi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4

Non era prudente inventare una storia dal nulla contro un personaggio pubblico, meglio dare ulteriore spessore a voci già esistenti. Valorum era già stato accusato di essersi fatto corrompere, anche se non c’era nessuna prova. Ravvivare l’interesse per quella vecchia storia non fu difficile e presto nuove voci più recenti  sorsero spontaneamente. Lo scarso potere del cancelliere non era più supportato nemmeno dal suo prestigio.
E quando, al momento più opportuno, Naboo fu invaso, Sly Moore non ne fu troppo sorpresa.
Quando poté osservare un po’ la regina Amidala, la trovò estremamente giovane e piuttosto ingenua, ma molto determinata. Durante il suo intervento in senato, Sly Moore pose particolare attenzione al senatore di Naboo, accanto alla sua regina, proprio un istante prima che questa proponesse una mozione di sfiducia contro il cancelliere Valorum.
Era ovvio che Palpatine sarebbe stato proposto come candidato, con l’influenza che si era costruito nel tempo, ed era ovvio che sarebbe stato eletto cancelliere, con la simpatia che ora gli veniva dalla situazione del suo pianeta. D’altra parte, Sly era certa che il senatore non avrebbe ammesso un esito diverso.
Era il momento di fare pressioni su Taria perché lasciasse il posto da capo assistente amministrativo.
Tutto procedeva secondo il piano di Palpatine e Sly Moore aveva cominciato a farsi un’idea sempre più precisa di quale dovesse essere.
Quando Sheev Palpatine la invitò nuovamente nel proprio ufficio, Sly Moore sapeva che era in quel momento che si sarebbe visto quanto di vero c’era nei loro rapporti politici e personali. Il pensiero che gli sforzi fatti fino a quel momento potessero rivelarsi vani la rendeva nervosa, l’idea che la loro intesa potesse essere solo una finzione le risultava insopportabile.
“Signorina Moore …” la salutò come sempre Palpatine e come sempre lei fece un cenno del capo. Il senatore si alzò dalla sedia e si fermò a lato della scrivania
“Mi chiedevo, signorina Moore: potrei chiamarla Sly?”
“Posso chiamarla Sheev?” chiese Sly. Palpatine sorrise
“Solo in privato.”
“Lo stesso vale per lei. Immagino non abbia chiesto di me per questo.”
“No, in effetti no.” Ammise il senatore “ Vede, lei mi ha detto di aver individuato la mia chiave di lettura. Vorrei che me lo dimostrasse.”
“E Come?”
“Raccontandomi la storia.”
“Quale?”
“Quella di come diventerò cancelliere. Voglio che mi dica tutto ciò che pensa di sapere.”
 “E lei mi dirà se ho ragione?”
“Più o meno.”
Sly Moore scrutò il senatore di Naboo, che attendeva con un mezzo sorriso quasi di sfida.
“Lei ha sempre mirato a diventare cancelliere. Per farlo non bastava che Valorum fosse screditato, serviva anche una congiuntura tale da giustificare una mozione di sfiducia. Lei conosce la regina, sapeva che non avrebbe firmato un trattato. Forse confidava che morisse o restasse prigioniera: questo avrebbe messo lei nella posizione di agire per conto della regina Amidala. Ma in fin dei conti è stato meglio che la mozione di sfiducia fosse pronunciata dalla sovrana.”
“Sta suggerendo che io avrei indotto l’invasione del mio stesso pianeta ?”
“Per mettere in crisi il governo di Valorum, causare nuove elezioni e vincerle.”
“Interessante. E come avrei fatto?”
“Con molta astuzia.”
Palpatine sorrise della risposta.
“Domanda critica?” disse “Non importa, mi accontento. Ora mi dica cosa intendo fare quando sarò cancelliere.”
“Guadagnare il maggior potere possibile.”
Palpatine la osservò qualche istante, poi prese ad avvicinarsi lentamente.
“Signorina Moore, Sly, se questo è quello che pensa” Disse dando peso ad ogni parola “Perché dovrebbe restare al mio fianco?”
“Me lo dica lei.” Rispose Sly, sostenendo lo sguardo dell’uomo. Sheev era ormai a un passo da lei.
“Per godere del mio potere, senz’altro.”
“Sì.”
“E …” proseguì l’uomo, sollevando la mano a sfiorare il viso di Sly “ Per me.”
“è un problema?”
Sheev le sorrise
“Niente affatto.”
Allora anche Sly pose la mano dietro il collo dell’uomo, lo attirò a sé  e si baciarono.
 
 








 
Angolo autrice:
-Non sono brava a descrivere i baci. Perdonatemi.
-So che nelle legends è diverso, ma io ho sempre avuto l’impressione che Palpatine sia una di quelle persone che hanno bisogno anche di un appagamento intellettuale nelle relazioni. La verità è che, per come il personaggio è stato caratterizzato nei film, la strada è aperta più o meno a qualsiasi interpretazione. Io do la mia versione
-Prima de “L’ascesa di Skywalker” non avevo mai pensato che Palpatine potesse avere dei sentimenti per qualcuno, ma sapendo che ha un figlio,mi sono detta : oh, interessante, potrebbe essere una nuova prospettiva sul personaggio. Perché no, infondo? Molte pessime persone hanno comunque qualcuno a cui vogliono bene, in qualche maniera. Perché Palpatine non dovrebbe permettersi di avere dei sentimenti per qualcuno, almeno finchè non intralciano i suoi piani?

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 
Capitolo 5

Sheev Palpatine e Sly Moore vedevano i sentimenti allo stesso modo e lo sapevano. Entrambi li consideravano armi a doppio taglio: avere l’affetto di qualcuno poteva essere una garanzia della sua fedeltà, provare affetto per qualcuno era un vincolo che poteva diventare scomodo. Provare affetto reciproco poteva essere sia di giovamento che di danno al legame politico.
Dopo quel bacio sarebbe stato ingenuo negare cosa stesse nascendo dalla stima e dall’intesa, ma nessuno dei due aveva intenzione di lasciarsi travolgere, né di darlo troppo a vedere, soprattutto in un  frangente così delicato. Proseguirono a vedersi negli uffici del senato, a chiamarsi senatore e deputato in pubblico e Sheev e Sly in privato, a parlare di politica e a perdersi in giochi d’astuzia. Ma le cene spesso non erano più al ristorante dei senatori, bensì in luoghi più intimi e meno noti. Avevano un appuntamento di questi per dopo le elezioni e Sly non poteva fare a meno di aspettare con ansia il momento in cui avrebbero nominato Sheev Palpatine cancelliere. Ll’avrebbe guardato con orgoglio in senato, durante il ricevimento non l’avrebbe perso di vista, si sarebbero scambiati sguardi da un lato all’altro della sala, poi lei l’avrebbe atteso nell’ ufficio da senatore un’ ultima volta e avrebbero potuto essere soli, finalmente. Era la prima ad essere sorpresa di provare qualcosa del genere, ma anche su Umbara esistevano i sentimenti e nessuno avrebbe potuto biasimarla se ne nutriva per un uomo come Sheev Palpatine.
 
L’elezione fu un successo: Sheev Palpatine aveva vinto di gran lunga sugli altri senatori concorrenti.
All’elezione seguì un ricevimento in onore del vincitore. e il nuovo cancelliere fu presto impegnato in una conversazione eminentemente politica col vicecancelliere Mas Amedda.
Palpatine distolse appena lo sguardo dall’interlocutore per cercare Sly tra la folla. La vide dall’altro lato della sala, che seguiva una conversazione tra l’ancora capo assistente amministrativo Taria e un senatore. Anche lei sollevò lo sguardo e gli rivolse un elegantissimo cenno. Appena finito il ricevimento l’avrebbe trovata nel suo ormai smesso ufficio da senatore di Naboo, l’avrebbe abbracciata, l’avrebbe baciata, l’avrebbe portata in un posto carino dove nessuno avrebbe fatto caso a loro, le avrebbe detto di non parlare di politica quella sera e lei avrebbe sorriso enigmatica e avrebbe fatto qualche battuta di umorismo nero, lui avrebbe riso: ogni battuta detta da lei sembrava più divertente che detta da chiunque altro; ogni cosa fatta da lei sembrava più affascinante che fatta da chiunque altro.
Palpatine non avrebbe mai pensato di provare qualcosa di simile per qualcuno e avrebbe dovuto stare molto attento ai propri sentimenti. Ma dopotutto i sith non dovevano temere nemmeno l’amore, finché non comprometteva il loro potere nel Lato Oscuro.
“Cancelliere …” Amedda richiamò Palpatine dai suoi pensieri
“Mi perdoni, Amedda: questa carica giunge ovviamente con molti pensieri. Diceva …”
La conversazione riprese. Palpatine sollevò di nuovo un istante lo sguardo e Sly era svanita come un fantasma, con perfetta discrezione, come sempre.
 
 
 
 



 
Angolo autrice:
-I sith e i sentimenti sono una questione spinosa e io ho un po’le mie idee sulla filosofia sith. Personalmente credo che il problema si ponga solo se si rischia di perdere potere nel Lato Oscuro e di avvicinarsi al Lato Chiaro. Non credo che il semplice provare dei sentimenti positivi per qualcuno voglia dire automaticamente passare al Lato Chiaro, né che ipso facto indebolisca  nel Lato Oscuro. Certo, Palpatine dovrà stare attento a non concedere troppo a questo sentimento, ma credo si possa permettere di provarlo. Anche perché anche Sly non è che tenda proprio al Lato Chiaro.
- Capitoletto, così, tanto per … Permettiamoci un po’di ottimismo, almeno per ora.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6

Taria non durò ancora a lungo come capo assistente amministrativo. Ufficialmente si dimise per questioni personali, ma giravano voci che fosse stata costretta con lettere minatorie e minacce anonime a lasciare la carica. I sospetti sarebbero facilmente ricaduti sulla nuova capo assistente amministrativo, Sly Moore, se non ci fossero state né prove, né indizi a suo carico e se non fosse stata opinione comune che accusare lei sarebbe stato accusare il cancelliere, che l’aveva nominata. E d’altra parte Sly s’era curata di non sporcarsi le mani direttamente.
Tutto procedeva nel migliore dei modi: Palpatine sapeva sempre farsi approvare dalla maggior parte del senato, Sly era sempre una vigile ombra con ottime doti amministrative, Amedda era sempre un burocrate competente e sempre più fidato.
La nuova posizione di Sly permetteva a lei e a Sheev di mascherare incontri privati come ufficiosi incontri politici e di muoversi più liberamente durante le occasioni ufficiali: nessuno avrebbe potuto dire che fossero così spesso l’uno accanto all’altra per altri motivi che quelli istituzionali.
Non era raro che, per una ragione o per l’altra, Palpatine trattenesse nel suo ufficio di cancelliere Sly Moore, ma quella volta Sly aveva l’impressione che vi fosse un motivo speciale, forse per l’espressione particolarmente pensierosa di Palpatine.
“Sly, vorrei parlarti.” Disse “Siediti, ti prego.”
Lei obbedì e gli rivolse il suo sguardo attento
“ Mia cara, ricordi quando ti chiesi se gli umbaran possono leggere la mente?”
“Lo ricordo. Dunque?”
 “Degli umbaran dicono anche che possano influenzare il pensiero e la volontà altrui.”
“Un’altra curiosità da toglierti?”
Sheev sorrise alla donna
“La curiosità è madre del sapere.”
“E il sapere è potere, giusto?”
Palpatine rise “So dove finirà questo scambio di battute: non hai intenzione di dirmi se è vero per non perdere vantaggio.”
“Come vedi, ricordo quando mi hai chiesto se gli umbaran possono leggere nella mente.” Ribatté Sly.
Sheev scosse la testa divertito e proseguì:
“Comunque so già la risposta. Alcuni umbaran ne sono in grado, Sly.”
“Vuoi sapere se io posso?”
Palpatina sorrise, ma sembrò cambiare totalmente argomento
“Tu sai dei piccoli trucchi mentali che sanno fare i jedi, Sly?”
“Ne  ho sentito parlare.”
“Ti sei mai chiesta se le abilità che sembrano essere comuni tra gli umbaran,  non siano manifestazioni della Forza?”
“Sono pochi gli umbaran che si interessano a diventare jedi. Non facciamo molto affidamento sulla Forza.”
“è un peccato. Hai mai sentito parlare di Darth Ruin?”
“Darth non è un titolo da Jedi.” Osservò Sly
“No, non lo è. Darth Ruin era un sith.”
Sly socchiuse un poco gli occhi, come se stesse valutando un pensiero. Non era la prima volta che Palpatine le parlava dei sith e lei aveva sempre sospettato che non si trattasse di un semplice argomento di conversazione.
“Ti interessano molto i sith, Sheev.” Disse
 “Non sei  curiosa di sapere perché te ne parlo?”
Lei piegò il capo, come invito a proseguire
“Darth Ruin era un sith umbaran, Sly, e poteva influenzare tanto una persona da ridurla completamente in suo potere.”
“è interessante, in effetti.” Disse Sly, con un velo di antica diffidenza.
Sheev le sorrise
“Non temere, non pretendo tanto da te. Ma ho sentito sin da quando ti ho conosciuta che le tue doti erano almeno in parte doni della Forza, Sly . Imparare qualcosa di più sulla sua natura e su come usarla sarebbe utile e avvincente per una donna come te.”
Sly lo osservò con particolare intento
“Tu conosci la Forza.” Concluse semplicemente
“Posso guidarti nelle sue vie.”
“Tu sei un sith.” Disse ancora Sly, impassibile, persino senza sorpresa.
“E tu sei interessata a quanto ho detto.”
“Fino a un certo punto.”
Palpatine sembrò sorpreso
“Cosa intendi?”
“Intendo che sembra un investimento rischioso.”
Lui sorrise ancora
“Non sarai un apprendista sith, Sly cara. Non sei abbastanza potente e ne ho già uno.”
“Allora cos’è che mi proponi?”
“Ti propongo di guidarti nel Lato Oscuro quanto basta ad acuire le tue doti naturali. Sarai presto in grado di influenzare le menti deboli come e meglio dei jedi.”
Sly rimase in silenzio alcuni secondi, poi diede un sorriso indecifrabile
“Molto bene.” Disse soltanto, si alzò e si avviò all’uscita, ma si fermò prima di aver aperto la porta.
“Una doppia identità.” Disse voltandosi “è così che hai gestito l’invasione di Naboo, non è vero?”
“Mi sembrava starno che tu non l’avessi ancora detto.”
Sly sorrise “Un’ultima cosa: qual è il tuo nome da sith?”
“ Darth Sidious.”
“Continuerò a chiamarti Sheev, allora.”
E con questo Sly aprì la porta e uscì dall’ufficio con un fruscio del manto. 
 









 
 
Angolo autrice:
-Credo che Darth Ruin sia nelle legends, ma un sith umbaran era un dettaglio troppo grazioso per non metterlo. Credo di aver sentito da qualche parte che tra i suoi poteri ci fosse quello di controllare la mente altrui, ma potrei anche essermelo inventato, onestamente non ricordo …
- Nelle legends, Sly è sensibile alla Forza e anche piuttosto potente. Trovavo conveniente che fosse sensibile alla Forza, ma non mi piaceva l’idea che fosse piuttosto potente (avrebbe creato troppa tensione, credo), così ho optato per una moderata sensibilità alla Forza.
 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7

Il cancelliere s’interruppe, diede un lieve sospiro e posò il documento che stava leggendo. Sly attendeva alle sue spalle.
“Sly …” la chiamò
“Sì?” rispose la donna
“Ti sento turbata. Vuoi parlarne?”
“Credevo che tu non volessi.” Rispose Sly con freddezza.
Sheev si volse a guardarla e le indicò la sedia di fronte alla scrivania
“Siediti.”
Sly obbedì e gli rivolse uno sguardo addirittura severo
“Adesso spiegati.” Disse il cancelliere
“Hai qualcosa da dirmi?” domandò lei
“Come tuo superiore, decido io cosa dirti o meno.”
“Tu hai qualcosa da dirmi.”
Palpatine osservò la donna qualche istante, poi sorrise
“Oh, Sly, non starai cercando di usare trucchi mentali su di me.”
“Non starai cercando di cambiare argomento, Sheev.”
Rimasero a guardarsi per qualche secondo, poi il cancelliere diede un sospiro
“Cos’è che dovrei dirti?”
“Quali sono i tuoi piani.”
“Sai quali sono.”
“So molto poco, rispetto ad Amedda.”
“Credi questo?”
“Stai parlando molto più con lui che con me ultimamente. Dubito che parliate del tempo che fa.”
Palpatine si alzò e andò alla vetrata dell’ufficio
“Sly,” disse guardando lontano “Se non ti dico qualcosa non è per nascondertelo, ma perché aspetto il momento più opportuno.”
“Il momento più opportuno per dire a qualcuno che non serve più è il  momento in cui ti disfi di lui.”
Sheev si voltò con un’espressione contrariata
“Non ho alcuna intenzione di disfarmi di te, Sly.”
“Dimostramelo.” Replicò la donna, fissandolo coi suoi occhi bianchi.”Mi fido di te quanto tu di me.”
Il cancelliere si volse di nuovo a guardare l’orizzonte per alcuni secondi, poi tornò alla sua scrivania
“Molto bene. Dopotutto sai già troppo per non dirti tutto. Dimmi, Sly, secondo te funziona la Repubblica?”
“Potrebbe funzionare meglio.”
“Se il cancelliere avesse più poteri.”
Sly sorrise “Oh, Sheev, non starai dicendo che lo fai per la Repubblica.”
“Lo faccio per l’Impero, Sly.”
Seguì un attimo di silenzio
“L’Impero …” ripeté piano Sly, più con ammirazione che con sorpresa
“La crisi che si sta formando nel senato a causa dei Separatisti …”
“Diventerà guerra: Darth Sidiuos con i Separatisti e il cancelliere Palpatine con la Repubblica. È il conte Dooku il tuo apprendista, vero?”
Palpatine sorrise “Non mi deludi mai, mia cara.”
Sly aggrottò appena la fronte
“Immagino che i Separatisti stiano preparando un esercito di droidi ” disse “ Ma la repubblica non ha alcun esercito.”
“A questo ho cominciato a pensare molto tempo fa: in questo momento un esercito di cloni si sta formando su Kamino, apparentemente sotto richiesta del maestro jedi Sifo Dyas, per conto della Repubblica.”
Sly annuì
“Amedda lo sa?” domandò poi
“Lo saprà presto e sono certo che sarà dalla nostra parte.”
“Nessuno si insospettirà?”
“Un esercito sotto la minaccia della guerra sarà visto come una benedizione. Nessuno si chiederà niente finché non saranno  finite le ostilità e per allora l’Impero sarà già sorto.”
Sly annuì assorta
“Perché non me ne parlavi?” chiese dopo un istante
“Perché è un progetto a lungo termine.” Rispose il cancelliere “Servirà più di un mandato, senz’altro”
“E i jedi?”
Sheev rise e si alzò per sedere accanto a lei
“Tu corri troppo, Sly cara. Non possiamo discutere tutti gli aspetti della questione in questo momento. Come ti ho detto, avremo tutto il tempo per chiarirci.”
Allungò una mano e le accarezzò il volto. Lei ostentò indifferenza
“Ci sono molte cose che dico a te e che non dico ad Amedda, “ le disse Sheev. Sly non poté trattenere una risata, scosse la testa, poi si sporse per ricevere un bacio.
 







 
 
Angolo autrice:
-la questione dell’esercito dei cloni è poco chiara. In legends e in canon ci sono alcune spiegazioni, ma qui mi attengo a quanto mi sembra sia suggerito dai film, ovvero che qualcuno si sia fatto passare per il maestro Sifo Dyas quando questi era già morto.
-Giusto perchè non potevano avere un normale battibecco di coppia.
 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8

Alcuni membri del consiglio dei jedi, la senatrice Amidala e gli altri senatori a lei vicini avevano appena lasciato l’ufficio del cancelliere. Palpatine aveva congedato le guardie e  restavano solo lui, Amedda e Sly Moore, che, dopo essere rimasta immobile e in silenzio durante l’incontro con i jedi, s’era ritirata in un angolo all’altro capo dell’ufficio durante quello coi senatori lealisti.
“Molto bene.” Disse il cancelliere “Tutto sembra procedere per il meglio.”
“Il meglio sarebbe stato se la senatrice Amidala fosse stata eliminata. Non è un segreto che sia contraria all’accentramento del potere e alla formazione dell’esercito.” Replicò Amedda.
“Invece mi aspettavo che potesse sopravvivere: non è certo la prima volta che usa una controfigura. Ho la sensazione che ci sarà ancora utile la giovane senatrice. L’attentato sarà una buona scusa per allontanare lei e le sue doti persuasive dal senato.”
“Ma metterla sotto la protezione di un jedi …”
“Non potevo disinteressarmi all’incolumità della senatrice del mio pianeta. Comunque non la affideranno al maestro, sono certo che troveranno questioni più pressanti per lui. La affideranno piuttosto al giovane Skywalker.”
Amedda parve un poco perplesso
“E questo …”
“Tutto a suo tempo, Amedda. Potrei dover improvvisare un poco: non posso e non voglio descrivere ogni passo da qui al mio obbiettivo.”
“Purché mi teniate informato, cancelliere.”
“Al momento giusto, Amedda. Ora lasciaci, per favore.”
Amedda obbedì e  Sly Moore riemerse dall’ombra del suo angolo.
Il solo pensiero di perderla mi è intollerabile … “ disse riprendendo le esatte parole di Palpatine alla senatrice di Naboo
Sheev sorrise
“Non sarà davvero la parte della conversazione che ti ha colpito di più.”
“L’hai detto con enfasi.” Si giustificò Sly con aria vagamente risentita
“Se non ti conoscessi, direi che sei gelosa.”
“Se non ti conoscessi, lo sarei.”
Il cancelliere le sorrise divertito, ma subito liquidò gli scherzi con un cenno della mano
“A parte questo, vorrei veramente sapere cosa pensi.”
“Dubito di pensare qualcosa che tu non sappia già.”
“Vorrei sentirlo comunque.”
“Temo che il maestro Yoda possa avere dei sospetti.”
Palpatine annuì piano, assorto
“è l’unico che potrebbe averne, ma non credo che si fidi abbastanza delle proprie percezioni per essere una minaccia immediata. Come ha detto lui, il Lato Oscuro annebbia la vista dei jedi. Sanno che c’è un pericolo, ma non sanno dove guardare. La guerra dovrebbe distrarli abbastanza.”
“Da quanto ha detto il maestro Windu sembra che il consiglio sarà favorevole alla formazione dell’esercito.”
“E questo è un bene.”
Sly annuì e andò alla grande finestra  a guardare il panorama
“Cosa hai in mente riguardo al giovane Skywalker?” domandò d’un tratto.
Palpatine le si avvicinò con un sorriso
“Sapevo che l’avresti chiesto.”
“E hai anche intenzione di rispondermi?”
“Non ancora. Devo vedere come procedono le cose.”
Sly annuì ancora e socchiuse appena gli occhi, come per poter vedere più lontano
“Darth Tyranus non durerà ancora a lungo come tuo apprendista, vero?”
Sheev la guardò con una certa ammirazione. Lei gli sorrise
“Hai sempre puntato a Skywalker. Il conte Dooku serviva solo per orchestrare la guerra.”
Palpatine diede un sospiro “A volte mi chiedo se tu non sappia troppo, Sly.”
 “A volte mi chiedo se io non ti dica troppo, Sheev.”
Sheev rise pacatamente
“Dato che sembra inutile non parlarne, parliamone.” Concesse, tornando a sedere alla scrivania “Ti dirò Sly, che devo ancora vedere come vanno certe cose, prima di sapere che farne del ragazzo. Negli anni mi sono guadagnato la sua confidenza, come hai notato: non sarà difficile individuare un punto debole su cui far leva.”
“Centra la senatrice Amidala?”
“Forse. Ho appena fatto fallire un secondo tentativo di eliminarla.”
Sly lo guardò un momento con aria un po’confusa. Sheev le sorrise divertito: adorava riuscire a prenderla di sprovvista. La donna levò un momento gli occhi al cielo, come a dire che non era il momento di scherzare.
“Questa notte le sarà teso un secondo attentato.”prese a spiegare il cancelliere “Ma essendo sotto la custodia del maestro Kenobi e del suo padawan, dubito che il tentativo andrà a buon fine. Comunque se dovesse riuscire non dovremmo più preoccuparci della senatrice Amidala.”
“Qual è il vantaggio se l’attentato fallisce?”
“Non ne sono sicuro, ma credo che la senatrice possa essere la chiave di Skywalker, per dirla con termini tuoi. Se la senatrice sopravvive avremo il tempo di scoprirlo e forse avrò trovato un punto debole su cui far leva..”
Sly annuì con un’espressione intenta
Sheev le sorrise “ Stai cercando qualcosa che potrebbe andare storto, vero?”
Lei scosse il capo “Gli imprevisti sono opportunità se ben sfruttati, non è così?”
“Non ho proprio nulla da insegnarti, Sly.”
 
 
 








Angolo autrice:
-Finalmente faccio riferimento a una scena in cui Sly Moore effettivamente compare.(dietro a Palpatine, davanti alla finestra).
-A questo punto sono passati dieci anni dall’elezione a cancelliere di Palpatine. Onestamente non so quanto duri il mandato del cancelliere o quante volte possa essere rieletto. Ho pensato che una rielezione e una proroga ( più avanti)  possano coprire il giusto lasso di tempo.
 - Troppo ottimismo pensare che Sly e Sheev  siano ancora una coppia dopo dieci anni? Forse, ma personalmente trovo molto conveniente per Palpatine avere una relazione stabile con una persona che può vedere ogni giorno senza destare troppa curiosità. In più c’è interesse reciproco e interessi in comune.
-Una cosa che mi chiedevo è: perché mettere la senatrice sotto la protezione dei jedi, se si progetta un attentato alla sua vita? Ho cercato di rispondermi.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9

Seguì quasi subito una seduta speciale del senato. L’ordine del giorno era l’attentato alla senatrice di Naboo, ma presto si trasformò in un appello al senato perché non fosse formato un esercito.
Sly Moore doveva ammettere che Amidala era maturata negli anni, aveva conservato la sua decisione ed era riuscita a porsi come una guida dei senatori contrari alla fondazione dell’esercito della Repubblica.
Chiaramente andava allontanata al più presto da Coruscant e il secondo attentato la costrinse a farlo.
“Vediamo come andrà a finire.” Disse Palpatine quando la senatrice partì scortata da Anakin Skywalker e Obi Wan Kenobi fu incaricato di indagare sull’accaduto. Sly Moore adorava come sembrava che tutto fosse sempre sotto il controllo del cancelliere, persino il caso.
Non c’era molto tempo per gli incontri privati mentre, da un lato, si doveva dare l’impressione di star lavorando per mantenere unita la Repubblica e, dall’altro, si doveva fare in modo che cominciasse la guerra. In compenso Sheev e Sly lavoravano a stretto contatto.
Dopo alcuni giorni dalla partenza della senatrice Amidala, il cancelliere chiamò il suo capo assistente amministrativo per darle alcune notizie
“Ci sono novità.” Le disse, appena lei ebbe chiuso la porta dell’ufficio
“Buone o cattive?” chiese Sly andando a sedere di fronte alla scrivania
“Buone, direi. Amedda era qui poco fa, sa già ciò che deve sapere.”
“Perché ci parli così spesso separatamente?”
Palpatine sorrise alla donna
“So cosa pensi: che io lo faccia per tenere ciascuno all’oscuro di qualcosa.”
“Sarebbe un modo di tenere entrambi sufficientemente in svantaggio.”
“Ma creerebbe confusione e consumerebbe tempo e non abbiamo bisogno di nessuna delle due cose. La verità, Sly è che preferisco poter parlare più liberamente con te, non doverti chiamare signorina Moore.”
“Che dolce.” Disse Sly con un’espressione quasi canzonatoria
“Eravamo qui per parlare di cose serie.” Le ricordò Sheev
“Giusto. Quali sono le notizie?”
“In primo luogo il consiglio dei jedi mi ha riferito che il maestro Kenobi ha individuato e seguito Jango Fett su Kamino, scoprendo così anche l’esercito in preparazione.”
Sly aggrottò un poco la fronte, cercando di capire quanto grave fosse la cosa, anzi, se fosse grave, data la calma con cui ne parlava il cancelliere
“Ma credono che il legame tra le due cose sia casuale.” Aggiunse l’uomo.
Sly parve un po’confusa
“La loro visione è davvero oscurata!” esclamò infine
Sheev sorrise
“Infatti. Ma sarebbe comunque un errore sottovalutarli.”
La donna annuì e attese che il cancelliere proseguisse
“In secondo luogo”Riprese lui “Il maestro Kenobi sta ancora inseguendo Jango Fett, il che lo porterà presto a scoprire l’esercito dei Separatisti su Geonosis.”
Sly sorrise
“La resistenza alla fondazione dell’esercito della Repubblica saranno ridotte al minimo con questa minaccia e senza la senatrice Amidala.”
“E a questo  proposito ho un piano, mia cara. Ho bisogno delle tue doti persuasive, diciamo.”
“Solo se mi spieghi tutto prima.”
Palpatine sospirò, ma la accontentò:
“Intendo ottenere poteri speciali in questi giorni, invece che a guerra iniziata. In questo modo la fondazione dell’esercito dipenderà unicamente da me: sarà più rapido e sicuro.”
“Come pensi di fare?”
“Sai bene che la senatrice ha dovuto lasciare il compito di rappresentarla al deputato Binks. Non, ridere, Sly, potrebbe essere cruciale.”
Sly rise comunque
“Sono serio, Sly.” la rimproverò Sheev “Se fosse il deputato di Naboo a proporre la misura, i sistemi che sostengono le posizioni della senatrice Amidala accetterebbero più facilmente l’idea.”
La donna era tornata seria e annuì
“Vuoi che io parli a Binks.” Concluse
“Non ti sarà difficile influenzarlo, grazie a quanto ti ho insegnato.”
Sly sorrise
“Ti darò notizie questo pomeriggio, Sheev.”
 
Jar Jar Binks non era, come disse Sly al cancelliere, carne da senato. Nonostante fosse stato nominato deputato, continuava a soffrire di un certo senso di inadeguatezza che lo spingeva a cercare approvazione. Ora che la senatrice Amidala era lontana, non fu difficile convincerlo che avrebbe avuto quella del senato, proponendo di dare al cancelliere poteri speciali, date le novità sull’esercito dei separatisti. Sly aveva fatto la sua parte e Amedda e Palpatine avevano completato l’opera.
Il cancelliere ottenne più potere e la Repubblica ebbe un esercito: la guerra poteva iniziare.
 
 
 
 







Angolo autrice:
-La seduta speciale del senato non è un idea mia: c’è in una scena tagliata.
-Io mi sono sempre chiesta perché mai Jar Jar Binks abbia proposto di dare poteri speciali al cancelliere, viste le posizioni della senatrice di Naboo. Immaginare che gli abbiano dato una spintarella in quella direzione mi aiuta ad accettare la cosa.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10

I tre anni che seguirono furono estremamente impegnativi: gestire una guerra era di per sé una cosa complicata, gestirne entrambi i contendenti lo era doppiamente. Il lato positivo era che pochissimi senatori, in quelle circostanze, ebbero il coraggio di opporsi all’accrescersi dei poteri del cancelliere o alla proroga della fine del mandato.
Intanto Anakin Skywalker confidava sempre più in Palpatine. Sly avrebbe giurato che il cavaliere ponesse più fiducia nel cancelliere che nel consiglio dei jedi. Di certo non avrebbe mai raccontato del massacro dei Sabbipodi ai maestri, né avrebbe mai nominato loro Padme.
Sheev Palpatine da parte sua faceva del suo meglio perché il giovane Skywalker lo vedesse come un mentore, persino come un amico.
Sly s’era occupata di fare osservare il giovane, quando era su Coruscant.
“Ho notizie interessanti.” Annunciò la donna, entrando nell’ufficio del cancelliere. Sheev sollevò la mano per interromperla, mentre finiva di esaminare un documento. Sly intanto si accomodò su una delle sedie davanti al cancelliere, in attesa.
Finalmente lui sollevò lo sguardo
“Riguardo a cosa?”
“Alla senatrice Amidale e al cavaliere Skywalker.”
“Sull’argomento ho notizie anche io. Dimmi pure.”
“Skywalker visita la senatrice nottetempo. Il mio informatore dice che spesso passa tutta la notte nei suoi alloggi”
Palpatine le sorrise con un fare quasi compassionevole. Sly corrugò la fronte perplessa
“Temo di averti scavalcata, mia cara.” Disse l’uomo
“In che senso?”
“Ho chiesto ad alcuni amici su Naboo di fare un paio di ricerche.”
“Dunque?”
“Tu hai scoperto che Amidala e Skywalker hanno una relazione, io ho scoperto che sono sposati.”
Lei rimase in silenzio un secondo, poi scosse la testa e poggiò la fronte sulla mano
“Mi hai fatto perdere tempo.”
“Ti chiedo scusa.”
Sly sollevò il viso, guardando lontano, oltre la vetrata dell’ufficio. Sembrava distratta.
“Pensi mai se qualcuno indagasse su di noi?” disse dopo un istante.
“Perché lo chiedi?”
Lei scosse il capo
“A volte mi chiedo se siamo troppo cauti.”
“Mia cara,” sospirò il cancelliere andando a sedere accanto a lei “Purtroppo, come la senatrice e Skywalker, noi non siamo chiunque. Abbiamo un obbiettivo da raggiungere e dobbiamo sacrificare alcune cose per farlo.Le voci di corridoio non sono un problema solo finché sono fondate su pure fantasie.”
“Non fa una bella figura avere la propria amante come capo assistente amministrativo.” Ammise Sly.
Sheev prese la mano di lei tra le sue, come per consolarla. Sly gli sorrise con aria stanca
“Ti conosco Sheev, non avrei dovuto dire niente di questo.”
Per un istante la donna aveva scordato la chiave di lettura di Palpatine: né lei,  né loro  sarebbero mai venuti prima del Lato Oscuro e del potere. L’aveva accettato sin dall’inizio e poteva continuare a farlo.
Sheev la guardò intensamente negli occhi e Sly seppe che lui aveva capito. L’uomo le baciò la mano
“Davvero non c’è donna al tuo pari, Sly.” le disse, poi la lasciò  e tornò dietro la scrivania
“Torniamo al nostro lavoro.”
 
 





 
Angolo autrice:
-Mi sono sempre chiesta come Palpatine sapesse che Padme e Anakin erano sposati.
 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
   
Pochi mesi dopo, la guerra giunse anche sul cielo di Coruscant, con il rapimento del cancelliere da parte del generale Grievous. La battaglia si concluse  con la fuga del generale separatista e la liberazione del cancelliere.
Palpatine fu accolto davanti al senato da diversi senatori e dal maestro Windu. Era d’obbligo scambiare alcune parole con loro, ma presto disse d’essere stanco e che avrebbe voluto riposare un po’ prima di tornare ai suoi doveri di cancelliere. In realtà non andò subito nei suoi alloggi: prima voleva vedere il suo capo assistente amministrativo. Sly Moore ignorò con freddezza il suo ingresso
“Credevo che saresti venuta ad accogliermi.” Le disse il cancelliere
“C’erano solo senatori, sarei stata fuori luogo.” Rispose lei senza alzare lo sguardo dai documenti sul tavolo.
“Sei ancora arrabbiata, non è vero?” osservò Sheev avvicinandosi
Sly levò il capo con uno scatto e lo guardò severa
“Certo che sono ancora arrabbiata. Devo ripeterti quante cose potevano andare male?”
“No, ti prego. L’hai già fatto almeno dieci volte.”
“E non è servito.”
“Cara, sai che non è stato un rapimento.”
Sly si alzò in piedi e si avvicinò un poco
“Ma il generale Grievous non lo sapeva.” Fece notare “Lui non sa che sei Darth Sidious.”
“Lo sapeva il conte Dooku.”
“Oh, intendi quello che hai fatto uccidere?”
“E questo come lo sai?”
“Può avervi fatto atterrare solo Skywalker, in quelle condizioni.”
Palpatine sospirò soltanto.
“Ti sei sottoposto a tutti i rischi di un vero rapimento, in pratica.”concluse Sly..
“Credevo avessi più fiducia nelle mie doti di improvvisazione, Sly.”
“Ho guardato la nave su cui ti trovavi andare in pezzi e non sapevo se eri su quello che è atterrato, non avevo idea di cosa fosse successo nel frattempo. Hai idea di come mi sia sentita?”
Sheev prese a guardarla con un sorriso più dolce del solito
“Cosa c’è?” domandò lei, un po’ meno dura
“Eri preoccupata per me. È dolce da parte tua.”
Sly levò gli occhi al cielo, ma non ribatté. Sheev le si avvicinò e le prese con delicatezza le braccia
“è tutto passato, mia cara. Sono qui, adesso, e sto bene.” Disse
Finalmente Sly diede un sospiro sollevato e levò la mano ad accarezzare il volto dell’uomo
“Ero mortalmente preoccupata.”
“Devo ammettere di aver avuto paura in un paio di occasioni.”
“Sembri stanco.”
“Lo sono.”
Sly  attirò a sé Sheev e lo baciò , poi lo abbracciò e rimasero così alcuni istanti
“Ti lascio andare a riposare.” Disse infine Sly sciogliendo l’abbraccio “Devi tornare al lavoro il prima possibile.”
 
 






 

Angolo autrice:
-Troppo dolci? Forse, ma perché non dovrebbero esserlo, in fin dei conti. 
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12

Quella mattina sarebbe stata impegnativa: il senato avrebbe votato per dare al cancelliere, tra l’altro, controllo sul consiglio dei jedi. Sly Moore voleva parlare con Palpatine, prima della votazione: sapeva che i jedi non erano entusiasti dell’idea e questo la preoccupava. Vide il cavaliere Skywalker uscire dall’ufficio del cancelliere, lo seguì allontanarsi con lo sguardo, poi entrò.
“Ho incrociato Skywalker.” Disse per prima cosa, appena si fu accertata che il cancelliere fosse solo
“Infatti era qui un momento fa. Tempismo perfetto, mia cara.”
“Anche questo non piace al consiglio dei jedi.” Gli ricordò Sly
“Neanche il giovane Skywalker è troppo contento del consiglio.”
“E presto lo sarà ancora meno, giusto?”
“Diciamo che l’ho messo in una posizione difficile: gli ho chiesto di rappresentarmi presso il consiglio e sono certo che gli chiederanno di sorvegliarmi.”
“Giochi d’anticipo, Sheev. Non hai ancora il potere di farlo.”
“Lo avrò tra un paio di ore. Le scelte del consiglio nella guerra non sono state estremamente felici, i senatori ne sono consapevoli. In più nessuno ha dimenticato che il conte Dooku era un jedi a suo tempo.”
Sly annuì, poi osservò:
“Dunque i jedi cominciano ad avere dei sospetti.”
“Finché Grievous è in vita non hanno nulla di cui accusarmi.”
“A meno che non scoprano che sei un sith.”
“Sai che tecnicamente non è illegale.”
“Ai jedi importerebbe?” domandò Sly retorica
Sheev le sorrise
“Non devi preoccuparti tanto, mia cara. Ho alcune idee per occuparmi di loro.”
“Quali?”
Palpatine sospirò
“Ogni tanto vorrei che tu ti fidassi.”
“Non l’ho mai fatto e non comincerò adesso.” Ribatté Sly
Il cancelliere non poté fare a meno di sorriderle
“Ti dirò solo che dei jedi al fronte si occuperanno i cloni.”
Sly corrugò un poco la fronte
“Sai che sono fatti per obbedire a certi ordini.” Spiegò Palpatine
Lei annuì lentamente “Uno di questi ordini prevede che si rivoltino contro i jedi.” concluse
“Se questi si rivelassero nemici della repubblica.” Precisò Sheev
“Ovvero se procedessero contro di te.”
“Se dovessero farlo, mi darebbero un valido motivo per dare l’ordine.”
“Ti stai usando come esca della trappola.” Concluse Sly rivolgendo al cancelliere un gelido sguardo di rimprovero. Lui levò gli occhi al cielo un secondo
“Sly, non ricominciare. Hai sempre saputo che sarebbe stato necessario assumersi alcuni rischi.”
“Non manderanno un padawan per affrontarti.”
“Non è detto che succeda. Ho solo detto che sarebbe un’occasione da sfruttare, nel caso.”
Sly sospirò:
“Dimmi che hai anche un altro piano.”
“Sto raccogliendo indizi che farebbero apparire i jedi come traditori della Repubblica, se ben esposti. ”
“Anche questa alternativa è rischiosa:i senatori potrebbero non credere alla tua versione.”
.”A quel punto, la mia sarà l’unica versione, Sly. E come ho detto le imprese dei jedi in guerra non mancano, ma sono inferiori alle aspettative: i senatori cominciano a mettere in dubbio la loro abilità e lealtà. A questo proposito vorrei che tu mettessi in campo le tue doti.”
Sly annuì e prese a passeggiare assorta per la stanza.
“E Skywalker?” chiese infine “Come pensi di gestirlo?”
“Sento che qualcosa lo turba.” Disse Palpatine, corrugando appena la fronte, concentrato
“Forse le tensioni col consiglio.” Suggerì Sly
Sheev scosse la testa
“No. Credo riguardi sua moglie. Mi ha detto di non poter riposare per certi incubi. Mi raccontò qualcosa di simile riguardo la morte della madre.”
“Credi che sogni la morte della senatrice Amidala?”
Palpatine sorrise
“Se questo fosse il caso, giocherebbe senz’altro a mio favore.”
 
 







 
Angolo autrice:
-Credo che l’ultimo passo per il trasferimento completo dei poteri dal senato al cancelliere (ivi compreso il controllo del consiglio dei jedi)  abbia avuto luogo poco dopo il colloquio tra Anakin e Palpatine. Spero di non essermi sbagliata.
-Credo che nella Repubblica sia un diritto professare qualsiasi credo religioso-filosofico, finché non agisci contro la legge.
-Mi sono sempre chiesta come Palpatine sapesse che Padme rischiava la vita.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13

Sheev Palpatine amava la stagione teatrale all’opera. Amava soprattutto avere un palco riservato e poter portare con sé Sly Moore senza che questo, dato che lei era il suo capo assistente amministrativo, facesse alcun clamore. Certo doveva invitare anche il vicecancelliere e quella sera avevano anche un altro ospite, ma era difficile dalle poltroncine dietro sentire cosa dicessero le persone sedute su quelle davanti. Con un po’ di discrezione Sheev e Sly, seduti vicini, potevano godere di una certa intimità in quelle occasioni. Per qualche ora potevano godere di un buono spettacolo, mentre Sly sfruttava la sua abilità di vedere nella sala oscurata per osservare altri senatori presenti.
“è qui che sono nate le voci su di noi.” Disse Sly
“A teatro nascono voci su tutti, mia cara.”
“A teatro e al senato.”
Sheev sorrise
“Non c’è da prendersela: un uomo e una donna in contatti stretti suscitano sempre interesse. Sbaglio o avevano qualcosa da dire anche riguardo il senatore Organa e la senatrice Amidala, per la loro assidua frequentazione?”
“Non molto: lui è sposato, dopo tutto.”
“E sul fatto che lei sia chiaramente in attesa non dicono nulla?”
“Diciamo che l’amicizia con Skywalker non è passata del tutto inosservata. Ma lui è un cavaliere jedi, questo tiene la maggior parte delle lingue a freno.”
“A questo proposito, mia cara,” sospirò Sheev “Ho una notizia cattiva e una buona. Quella cattiva è che verremo interrotti dal giovane Skywalker: dovrò chiedere a tutti voi di lasciarci soli.”
“E quella buona?”
“è la stessa.”
Sly scrutò il cancelliere qualche istante, poi sollevò lo sguardo alle bolle e alle coreografie dello spettacolo.
“Non mi chiedi cosa ho in mente?” domandò Sheev un po’sorpreso
“No, questa volta no.” Rispose lei “Purché tu mi dica tutto dopo.”
“Dopo, quando?”
“Dopo lo spettacolo.” Sly si sporse verso di lui e aggiunse più piano “Quando avremo qualcosa da festeggiare.”
Sheev rise e mosse appena la mano per sfiorare furtivamente quella della donna
“E di noi cosa dicono?” le chiese dopo un attimo
“Che dovremmo trovare una più affascinante compagnia per Amedda.” Scherzò lei.
 
 








Angolo autrice:
 
-Gli Umbaran possono vedere nel buio, dato che il loro pianeta non ha un sole proprio ed è molto scarsamente illuminato.
-La scena all’opera è capitale, se vuoi immaginare una relazione tra Sly Moore e Sheev Palpatine: mentre Anakin fa il suo ingresso, lei e il cancelliere siedono l’uno accanto all’altra, con Amedda e un altro ospite in seconda fila, nonostante ci sia ancora un posto libero nella prima, e sembrano scherzare tra di loro.
-Buona Pasqua!

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Dopo la sera a teatro, Palpatine aveva detto a Sly Moore di non metterlo in discussione e lasciarlo fare senza intromettersi: tutto procedeva per il meglio, ma la situazione era quanto mai delicata.
Sly aveva capito subito che a quel punto un passo falso avrebbe fatto crollare tutto quanto architettato per anni e per quanto potesse essere preoccupata , non sarebbe certo stata lei a fare quel passo.
Erano seguiti giorni difficili: le informazioni che Sheev le dava erano scarse e accompagnate da un’espressione concentrata e tesa che la rendeva ancora più ansiosa. Entrambi sapevano di aspettare da un momento all’altro qualche evento potenzialmente fatale.
Quando Sly vide dalle proprie stanze il fumo salire dal tempio dei jedi, seppe che quel momento era arrivato.
L’ologramma di Amedda apparve sul tavolo del salottino e Sly lasciò la finestra per rispondere
“Il cancelliere vuole vederla, signorina Moore.” Disse soltanto Amedda
“Cos’è successo?” chiese subito lei
“Meno di un’ora fa i jedi l’ hanno attaccato.”
“Come sta?”
“Sembra bene, ma la avverto, signorina Moore: è molto sfigurato.”
Amedda non era stupido: ovviamente aveva intuito qualcosa dei rapporti tra lei e il cancelliere. Sly ne era già consapevole e comunque era troppo preoccupata per badare a quel che pensava Amedda.
“Digli che sto arrivando.” Disse all’ologramma, mentre già si allontanava.
 
Quando Sly entrò nell’ufficio del cancelliere, Palpatine era seduto alla scrivania. Nonostante il cappuccio calato sul volto, la donna poteva già vedere quanto fosse mutato.
“Cos’è successo?”
Gli chiese, ferma davanti alla porta
“Ho un nuovo apprendista.” Disse Palpatine. Persino la sua voce era cambiata.
“Amedda ha detto che i jedi ti hanno attaccato.”
“Il maestro Windu mi ha disarmato. Ho dovuto difendermi con i fulmini, ma lui ha saputo reindirizzarli contro di me. Questo mi ha dato l’aspetto che vedi ora, ma ha convinto Skywalker a intervenire in mio aiuto.”
Sly intanto aveva preso ad avvicinarsi. Il cancelliere si alzò e le andò incontro.
“Vieni a vedermi.” Le disse tendendole le mani. Sly le prese e le osservò, sentì con le dita ogni ruga e ruvidità della loro pelle, poi levò lo sguardo e tolse il cappuccio dal volto dell’uomo. Gli passò piano la mano sulla fronte e poi sulla guancia, incrociò i suoi occhi gialli, quanto mai penetranti, studiando il suo nuovo aspetto.
Certamente doveva farci l’abitudine, ma curiosamente non provò alcuna repulsione: si trattava comunque del volto di Sheev Palpatine, si trattava dell’aspetto di un vero signore dei sith e, in un certo modo, di un aspetto più adatto ai tempi che stavano per venire.
“Ti crederanno più facilmente adesso.” Gli disse
“Loro vedranno ciò che io voglio che vedano” rispose lui “Non me ne preoccupo.”
Sly capì subito e scosse il capo
“Se mi fosse importato l’aspetto fisico non avrei amato un uomo più vecchio di me.”
Allora Sheev prese  con delicatezza la mano della donna e la baciò.
“Non abbiamo ancora finito, mia cara.” Le disse “Amedda sta già convocando i senatori per una seduta speciale.”
  












 
Angolo autrice:
-Si dibatte ampiamente se il duello con Windu abbia sfigurato Palpatine o se abbia rivelato il suo vero aspetto. Per me un po’entrambe le cose.
 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15

Quel giorno, il primo dell’Impero, l’imperatore poté tornare ai suoi alloggi solo quando era ormai prossima l’alba del successivo.
Aveva appena chiuso la porta e nemmeno aveva acceso le luci quando dal buio del salottino si sentì la voce familiare di Sly Moore
“L’Impero non ha neanche un giorno e io devo già preoccuparmi di che fine abbia fatto l’imperatore.”
“Cosa fai qui, Sly?” domandò Palpatine, finalmente accendendo la luce. Lei sedeva nel salottino appena oltre l’ingresso.
“Ti ho cercato ieri sera.” Spiegò la donna “Dato che non ti si trovava da nessuna parte ho atteso nel tuo ufficio. Verso l’una di notte sono venuta direttamente qui.”
Ormai Sheev non si preoccupava più da tempo che Sly si facesse notare quando veniva da lui: gli umbaran non erano chiamati Gente-Ombra per nulla, soprattutto quando si muovevano nel buio.
“So cosa pensi, Sly. Non avrei potuto avvertirti nemmeno se avessi voluto.”
Questa volte a Sly bastò uno sguardo per credergli: il volto sfigurato dell’uomo era chiaramente stanco. Dovevano essere successe molte cose di cui lei era rimasta all’oscuro.
“Cos’è successo?” gli chiese con una punta di apprensione, mentre lui si sedeva in una poltroncina più o meno di fronte a lei.
Palpatine rise
“Potrei anche non dirtelo.”
Sly capì subito che la stava prendendo in giro, come a chiederle un po’di leggerezza dopo una giornata lunga e tesa.
“Allora potrei lamentarmi del fatto che tu abbia tenuto informato Amedda, invece.” Gli rispose, sia per stare al gioco, sia per avere comunque qualche spiegazione.
Sheev diede un cenno noncurante della mano
“Amedda era lì per caso ed è stato meglio che non ci fossi tu.”
“Meglio, dici?”
“Amedda può correre qualche rischio.” Rispose Sheev  “lui posso sostituirlo.”
Sly distolse un attimo lo sguardo, cercando di non essere troppo lusingata.
“Non mi hai ancora detto cosa è successo.” Fece notare subito.
“Il maestro Yoda e il maestro Kenobi sono sopravvissuti. Yoda è venuto ad affrontarmi, non mi ha battuto, ma mi è sfuggito. Il maestro Kenobi invece ha attaccato Darth Vader su Mustafar. Ho sentito che il mio allievo era in pericolo e sono andato in suo soccorso. L’ho trovato bruciato, mutilato e in fin di vita: s’era fatto battere.”
Sly notò l’amarezza nella voce e sul volto di Palpatine
“L’ho salvato comunque” proseguì l’uomo “Ma temo non sarà mai come avevo sperato.”
“Puoi trovare un altro apprendista.” suggerì Sly, alzandosi e andando accanto a lui.
“Non lo escludo, ma dubito che qualcun’altro avrà mai il suo potenziale. E nonostante tutto ho ancora delle speranze. Il suo vecchio maestro l’ha lasciato a una morte lenta e dolorosa, è costretto in una struttura meccanica  limitante e sua moglie è morta. La rabbia e il dolore potrebbero ancora renderlo potente nel Lato Oscuro.”
“Credo sia meglio così.” Disse Sly, ponendo con affetto la mano sulla spalla dell’uomo “Un apprendista come lui al suo massimo potenziale avrebbe potuto essere più una minaccia che altro.”
Sheev sospirò:
“Forse hai ragione.” E trattenne la mano di Sly con la propria.
“Ora ti lascio riposare.” Gli disse la donna. Lui scosse la testa
“Ci sono due guardie alla porta e non mi fido a congedarle. Te ne andrai domani, dopo di me.”
“Le guardie sono per chi è là fuori o per me?” scherzò Sly.
Palpatine rise.
Per molto tempo non aveva voluto che Sly passasse la notte da lui e lei aveva subito capito che era perché non si fidava a dormire sapendo di essere potenzialmente in balia di qualcun altro. La prima volta che l’aveva lasciata rimanere, lei gli aveva fatto trovare un biglietto con scritto: ancora vivo?
“Sly ..” la chiamò Sheev
“Dimmi.”
“Davvero non ti importa del mio aspetto?”
“Se  io fossi al tuo posto, ti importerebbe?”
“Avrei sempre rispetto di qualcuno che sacrifica qualcosa al Lato Oscuro. Ma di certo dovrei abituarmi.”
“Mi sto abituando.”
Sheev non disse nulla, ma Sly sapeva che non le credeva del tutto.
“Ti ho guardato mentre proclamavi l’Impero. E sai cosa ho visto?” gli disse “Ho visto il mio imperatore.”
 
 










 
Angolo autrice:
-Troppo ottimismo pensare che Sly si possa abituare così in fretta al nuovo aspetto di Palpatine? Forse, ma ho l’impressione che gli umbaran non diano troppa importanza all’aspetto fisico.
-Credo sia canonico che Palpatine abbia ucciso il suo maestro nel sonno. Comunque è opinione comune e non mi dispiace come idea.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


 
 Capitolo 16

Un impero non si faceva da solo. Palpatine aveva cominciato a spianare la strada mentre era cancelliere, ma molto restava da fare. Innanzi tutto bisognava riadattare gli organi della Repubblica ed evitare discontinuità nel governo della Galassia. Il senato era vitale allo scopo: sarebbe passato molto tempo prima che un organo alternativo fosse in grado di sostituirlo.
Un’altra questione aperta era la formazione di una cerchia di consiglieri dell’imperatore che avrebbe agito da governo. Palpatine aveva già scelto alcuni componenti, ma per altri preferiva consultare Mas Amedda e Sly Moore. In effetti Sly forniva due pareri: uno politico in seduta ufficiale e uno personale in privato.
“Dimmi cosa pensi di Amedda.” Le chiese un giorno l’imperatore, mentre erano soli nel suo ufficio.
“Lo stesso che penso da più di dieci anni.”
“Intendo come gran visir.”
“Il gran visir è la versione imperiale del vicecancelliere. Amedda sarà perfetto.”
“Credo che sia preoccupato.” Disse Palpatine con un sorriso divertito
Sly gli rivolse uno sguardo interrogativo.
“Credo che tema la tua influenza personale su di me.”
“Ne ho?” chiese scettica Sly
Sheev rise
“Diciamo che lo preoccupa la nostra speciale confidenza. E ti dirò, Sly, che non ha tutti i torti.”
“Cosa intendi?”
“Mas Amedda controllerà gli altri consiglieri e tu controllerai Mas Amedda. Giusto per accertarsi che non provi a fare le proprie veci invece che lei mie.”
“Te ne accorgeresti da solo.”
“Potrei seguire le vicende da una certa distanza in futuro.”
“Un futuro non troppo prossimo: servirà tempo prima che l’Impero funzioni anche senza il tuo controllo diretto.”
“Ne sono consapevole, ma quando non potrò essere presente tu sarai i miei occhi.”
Sly scosse appena la testa
“Scommetto che Amedda già lo immagina.”
“è meglio che lo sappia: non si farà tentare dall’idea.”
“Molto bene. Ora toglimi una curiosità, Sheev.” Disse Sly piuttosto divertita. “Chi terrà d’occhio me e la mia influenza ?”
“Pestage, suppongo.”
Sly per una volta rimase quasi esterrefatta: non si aspettava una risposta e soprattutto non quella risposta.
Sheev rise di gusto
“Non me l’avresti detto, se glielo avessi chiesto davvero.”replicò infine la donna
“Non era necessario. Se c’è qualcuno che può invidiarti la confidenza e l’influenza personali, quello è Pestage e sono certo che non perderà occasione di metterti in cattiva luce.”
“Forse smetterebbe, se gli facessi sapere di che natura sono i nostri rapporti personali.”
“Risparmiami, Sly.”
Sly rise tra sé, poi, senza troppa serietà, chiese:
“Dunque ho effettivamente dell’influenza personale?”
“Solo in affari personali.”
“Che peccato.”



  
 






 
Angolo autrice:
-A dire il vero avevo pensato di eliminare questo capitolo, ma mi faceva strano non dire nulla sulla riorganizzazione del potere. C'è qualcosa che non mi piace proprio di come è venuto. Ho cercato di cambiarlo, ma questo è il risultato migliore.
 -Visto che Pestage compare così poco nei film, mi sono limitata a citarlo, senza soffermarmi su quale ruolo abbia svolto fino a questo punto. Col senno di poi avrei potuto allegramente ignorarlo, visto che alla fine ho deciso di istituire il mio canon personale e ignorare quello ufficiale, ma non sapevo come sistemare le cose senza che il capitolo risultasse ancora più goffo.
 -Da altre fonti ho ripreso l’idea che Amedda sia diventato gran visir.
 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


 
Capitolo 17
 
Palpatine volle riconvertire il tempio dei jedi in palazzo imperiale, come simbolo della loro sconfitta. Un anno dopo la dichiarazione dell’Impero la restaurazione dell’edificio era a un punto tale da consentire il trasferimento degli uffici e degli alloggi dell’imperatore, di Sly Moore e di Mas Amedda. Gli altri consiglieri avrebbero avuto il loro posto a fine dei lavori.
“Ci sarà da divertirsi.” Aveva commentato Sly, immaginando tutti i membri della cerchia stretta dell’imperatore costretti a vivere nello stesso palazzo, per quanto ampio.
“Infatti.” Aveva risposto Sheev con un sorriso maligno
“Sono i tuoi consiglieri, non i tuoi giullari.”
“Le due cose non si escludono. Inoltre le loro rivalità eviteranno che qualcuno possa guadagnare troppo potere.”
“Una vera corte imperiale, insomma.”
A parte questi futuri svantaggi, il trasferimento comportò un deciso miglioramento nella vita privata di Sheev Palpatine e Sly Moore: avevano molti meno sguardi indiscreti di cui preoccuparsi, potevano stare insieme più spesso e più a lungo senza che nessuno lo notasse. Per la prima volta in tutti quegli anni la loro relazione assomigliava vagamente a quella di una coppia qualunque. Certo, le giornate passavano per lo più in questioni politiche ed amministrative e Palpatine dedicava molto tempo ad approfondire la conoscenza del Lato Oscuro, ma a volte si ritrovavano con del tempo libero. Allora lo passavano in compagnia reciproca nelle stanze private dell’imperatore a essere una coppia, a parlare, a leggere, a occuparsi di interessi che avevano in comune.
 “Cominciamo a sembrare una vecchia coppia.” Osservò una volta Sly
“Tu non sei vecchia.”
“Non sono più giovane.”
“Tu sei ancora come quando ti ho conosciuta”
Sly sollevò lo sguardo, notando qualcosa nel tono dell’uomo e lo scrutò, cercando di capire cosa stesse pensando. Lo trovò inaspettatamente serio, assorto. Era un atteggiamento che Sly aveva notato diverse volte in quegli ultimi giorni. 
“Girano voci su di noi sin da quando ero cancelliere.” Disse Sheev rivolgendole uno sguardo quanto mai penetrante.
“Di certo non ti sarai aspettato che diminuissero con l’Impero, Sheev.”
“Ho sentito che alcuni senatori ti chiamano Regina dell’Impero.”
Sly lasciò la poltrona su cui stava leggendo, si diresse alla finestra e per un istante rimase a guardare i grattacieli di Coruscant. Palpatine non si stava affatto preoccupando di quel che la gente diceva di loro, Sly lo capiva benissimo.
“E se non fossi più la stessa, invece?” disse lei infine
“Sei brillante come allora, hai ancora lo sguardo di chi non ha ancora raggiunto il proprio obiettivo.” Osservò Sheev. Sly l’avrebbe considerato un complimento, se il tono dell’uomo non fosse stato così serio, quasi scostante.
“E quale sarebbe il mio obiettivo?” lo provocò. Tornò a guardare Palpatine col suo sguardo penetrante e impassibile. “Pensavo sapessi la mia chiave di lettura, Sheev. È una scelta tua se credere a ciò che leggi.” Concluse tagliente, quindi si diresse alla porta
“Hai sempre avuto il contegno di una regina, Sly.” Le disse l’imperatore, prima che lei uscisse, ancora con troppa freddezza.  Sly esitò un istante, incerta se si trattasse di una vaga offerta di pace o di una velata accusa, poi aprì la porta e se ne andò.
Non tornarono più sull’argomento. Facevano sempre così con le discussioni: fingevano di non averle mai avute, ma le custodivano con cura nella memoria.
 
 
 
 
 





Angolo autrice:
-Non ne sono del tutto soddisfatta, ma questo capitolo mi serviva per rendere un po’più esplicita quella sottile tensione che spero si sia notata almeno un po’nei capitoli precedenti.
-Anche qui ho preso in prestito un dettaglio grazioso dalle legends : le voci che definivano Sly Moore Regina dell’Impero. Era utile a ricordare un elemento di attrito della coppia.
-Da altre fonti ho anche preso l’idea che il tempio jedi sia stato riconvertito in palazzo imperiale. In teoria, credo che ci siano voluti cinque anni per il restauro, ma per me era un po’troppo tempo, perciò ho fatto un po’di pasticci e ho deciso che ci si trasferiscono a rate … L’ho detto che ho fatto un po’di pasticci.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***



Capitolo 18

Palpatine cominciò ad assentarsi piuttosto spesso e piuttosto a lungo da Coruscant per sorvegliare i progressi alla costruzione della Morte Nera. Quando ritornava richiedeva sempre di parlare con Mas Amedda e Sly Moore e occasionalmente con qualche altro consigliere. Quella volta si presentò solo Amedda, dicendo che la signorina Moore era indisposta.
Sly si fece viva solo alcune ore dopo, tramite ologramma per richiedere all’imperatore un’udienza privata, ovvero senza guardie nelle vicinanze. Poco dopo la donna era nella sala del trono. Come promesso, Palpatine era solo, seduto al suo posto di imperatore. Si alzò appena la porta fu chiusa e prese ad avvicinarsi
“Sembri stanca, Sly cara. Amedda ha detto che sei stata spesso indisposta durante la mia assenza.”
“Infatti.”
Sly era tremendamente seria e d’un tratto anche l’espressione dell’imperatore si fece greve
“Sento un mutamento nella Forza riguardo a te, Sly.” disse fermandosi a pochi passi da lei “Di cosa si tratta?”
Sly sembrò dover concentrarsi per mantenere fermi il tono e il contegno
“Aspetto un figlio.” Disse .
Palpatine prima distolse lo sguardo, poi si voltò e si allontanò piano di qualche passo.
“Abbiamo confidato troppo nella nostra età.”spiegò Sly, solo per riempire il silenzio dell’uomo. Si mordeva l’interno della guancia ogni volta che ci pensava: proprio loro, che avevano sempre controllato gli eventi avevano commesso una simile leggerezza.
“Non puoi tenerlo.” Disse infine l’imperatore.
“Non posso non tenerlo.” Replicò Sly con fermezza
“Perché?”
“è tuo figlio. Avrei potuto se non lo fosse stato.”
“Non posso preoccuparmi di un figlio.”
“Me ne occuperò io. Su Umbara …”
“Io non posso avere un figlio!” le gridò contro Palpatine voltandosi.
Sly rimase senza parole alcuni secondi. Era chiarissimo cosa intendesse l’imperatore e Sly se l’era anche aspettato, tuttavia non c’era modo di essere pronti a ribattere.
“Sapevo che l’avresti pensato.” Disse infine
“Ma non ti ha fatto cambiare idea.”
“Questo figlio non vorrà il tuo posto.”
“Davvero? Chi me lo assicura?”
“Lo crescerò io.”
“Lo crescerai da umbaran.”
Sly non rispose subito. Rimasero un istante a scrutarsi con uno sguardo teso al limite e guardingo, sapendo che la frase successiva sarebbe stata una scintilla in una polveriera.
“Davvero pensi questo?” domandò Sly con un volto di pietra “Pensi che ti tradirei per mettere mio figlio sul trono? Davvero credi che non avrei già agito se avessi voluto?Quante volte avrei potuto tradirti? L’ho fatto? Tutte le volte che hai dormito al mio fianco: avrei potuto ucciderti facilmente.”
“Non dire un’altra parola.” Le intimò Palpatine con un ringhio
“Ho mai chiesto di avere un trono accanto a te? Ho mai chiesto di essere imperatrice? Rispondimi!”
“Taci!”
D’un tratto l’imperatore levò le braccia e una scarica di fulmini colpì Sly. La donna cadde a terra con un grido di dolore.
“è questa la tua soluzione?” esclamò con ira appena si fu un po’ripresa “Ucciderci?”
Sheev la raggiunse, si chinò su di lei e la raccolse tra le proprie braccia
“No.” le rispose ponendole la mano prima sulla fronte, poi sul grembo per ristabilire con la Forza lei e il bambino.
Sly rimase in silenzio. Certamente per uccidere il feto sarebbe bastato poco più di quella energia che Palpatine le aveva rivolto contro. Aveva voluto intimidirla, ma ancora non voleva perderla.
Allora Sly mise la mano su quella dell’uomo, ancora appoggiata sul suo grembo e lo guardò negli occhi.
“Questo figlio non sarà una minaccia.” Promise “Io non lo permetterò.”
 










 
 
Angolo autrice:
-Gli Umbaran sono quasi-umani. Ho deciso che siano abbastanza umani da poter avere prole fertile con gli umani.
-Grosso modo, Palpatine dovrebbe avere più o meno  sessantacinque anni e Sly Moore più o meno quarantacinque (supponendo che all’inizio della storia avesse più o meno trent’anni). In genere, l’età dei genitori e le probabilità di concepire sono inversamente proporzionali.
-Ho sentito pareri differenti sull’abilità di curare con la Forza, ma ne “La Vendetta dei Sith”, sembrerebbe che Palpatine la usi per tenere in vita Anakin fino all’operazione.
-Non lo so nemmeno io come hanno fatto a distrarsi su una questione così elementare, ma sono stata rassicurata che si tratta di uno degli errori più antichi del mondo.
- Quando ho cominciato a scrivere questa storia, questo bambino avrebbe dovuto poi diventare il padre di Rey. Poi è uscita la novelization de l’Ascesa di Skywalker, dove si chiarisce che il padre di Rey è semplicemente un clone. Dunque ho recentemente deciso di fare pace con questa storia del clone e ho pensato : “Nulla vieta che Rey possa avere uno zio, no?”
 
 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19

Sly Moore partì per Umbara il giorno dopo. Il governo del pianeta s’era dichiarato onorato di metterle a disposizione un ufficio e degli alloggi. Erano ben consapevoli della posizione della loro ospite nella gerarchia dell’Impero e non avrebbero osato fare supposizioni sulla sua gravidanza.
In tutti gli anni che aveva passato su Coruscant, Sly non aveva mai sentito la mancanza di Umbara, come Palpatine non sentiva quella di Naboo, eppure tornare adesso al suo pianeta natale le dava un senso di sollievo. Le era necessario allontanarsi dal centro dell’impero e dall’imperatore.
Sarebbe rimasta su Umbara per tutto il tempo della gestazione e forse qualche altro mese, forse per un anno intero. Sarebbe stato doloroso, avrebbe sentito la mancanza di Sheev, ma restare sarebbe sembrata una sfida, se non una manovra per costringerlo ad accettare il figlio . Non intendeva assecondare troppo l’imperatore, ma insistere in quel momento avrebbe significato incrinare irreparabilmente la loro relazione e probabilmente anche i loro rapporti politici. Sly Moore non poteva permettersi nessuna delle due cose.
 
Sly Moore era sempre apparsa come una presenza silenziosa e discreta, ma per l’imperatore la sua assenza fu subito evidente. Per più di dieci anni aveva dato per scontato che lei fosse a disposizione lì su Coruscant: saperla adesso lontana era il crollo di una certezza. A dire il vero era il crollo di diverse certezze. Per tutto quel tempo Sly era stata un’alleata politica, una complice nei piani dei sith, una compagnia affine e stimolante. Per lunghi anni era stata la donna a cui difficilmente Palpatine avrebbe potuto mentire o nascondere qualcosa, troppo astuta per non diffidarne, troppo scaltra per non amarla. L’imperatore non poteva permettersi di averla come nemica, né di perderla come amante.
Sly era stata debole a non voler rinunciare al figlio, ma non rispettare la sua scelta avrebbe significato di certo dover rinunciare a lei.
 Avrebbe potuto chiederle di restare, ma sarebbe stato come dire che lui accettava quel figlio. No, avrebbe dovuto farla soffrire  e patire la sua assenza per qualche tempo prima di permetterle di tornare col suo bambino. Poi avrebbero discusso le loro condizioni e capito quanto e cosa restava dei loro rapporti, cosa restava di loro.









Angolo autrice:
-Non ho molto da dire su questo capitolo ... è semplicemente un piccolo capitolo riflessivo. 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


 
Capitolo 20

Per prima cosa, Sly cercò una cameriera, qualcuno che venisse dalle classi intermedie, che avesse abbastanza coraggio da lavorare per un membro della casta più alta, ma che avesse il buon senso di non osare fare o dire nulla di diverso da quel che era richiesto, né contestare un ordine. Scelse una giovane donna un po’ottusa e un po’troppo tenera di cuore per gli standard di Umbara. Sly aveva nove mesi di tempo per ottenere la sua fiducia e la sua totale obbedienza: in futuro le sarebbe servito qualcuno che badasse al bambino se voleva continuare ad avere un ruolo nell’Impero.
Sly continuò ad occuparsi degli affari imperiali e a partecipare alle sedute della cerchia di consiglieri dell’imperatore tramite ologramma, usando qualche trucco mentale perché nessuno notasse il procedere della gravidanza, e già che era su Umbara, si occupava anche dei rapporti col governo del pianeta.
Faceva regolarmente rapporto all’imperatore su ogni cosa. Nessuno dei due avrebbe saputo dire se sarebbe stato più difficile  non potersi vedere affatto, o doversi  parlare in quelle occasioni. Ovviamente non lo davano a vedere, ma non c’era alcun bisogno di dirlo perché entrambi lo sapessero.
Sly aveva l’impressione che facessero intere discussioni senza dire una parola: discussioni riguardo loro, riguardo il loro futuro, riguardo loro figlio.
Erano già passati cinque mesi quando Sly rinunciò ad aspettare che fosse Palpatine a dire qualcosa al riguardo.
“Tornerò su Coruscant quando vorrai.” Gli disse d’un tratto, prima che lui potesse chiudere la trasmissione. “Dopo il parto. So che non mi vuoi intorno, finché sono in questo stato.” spiegò davanti allo sguardo perplesso dell’imperatore.  Lui la scrutò con attenzione.
“Dovresti comunque obbedire a un mio ordine.” Fece notare “Sono pur sempre il tuo imperatore.”
“Non in questioni private.”
“Sai che non è solo una questione privata.”
“Per questo tornerò su Coruscant appena vorrai, una volta nato il bambino. Dubito che ti fideresti di un figlio cresciuto su Umbara.”
Palpatine la osservò ancora qualche istante
“E dubito che tu ti fiderai di me, non è vero?” Disse.
Sly scosse la testa
“Ti conosco, Sheev. Crescerò questo figlio sotto i tuoi occhi, ma non lascerò che sia solo cera nelle tue mani. Non hai rispetto di ciò che puoi modellare facilmente”
“Sei molto aperta, Sly.”
“Le carte erano già scoperte in pratica. Tanto vale essere chiari.”
Rimasero a guardarsi negli occhi, entrambi cercando di leggere i pensieri dell’altro
“Non farmi guerra, Sly.”
“Non costringermi a fartela, Sheev.” Rispose Sly con un’espressione al contempo ferma e stanca.
Palpatine la osservò qualche istante: la definizione non perfetta e il colore azzurrino dell’ologramma non potevano nascondere i segni della fatica di ospitare una nuova vita, di mantenere l’efficienza nei propri doveri e di sostenere la situazione.
“Sembri stanca.” Osservò infine Sheev
“La sono.”
“Forse dovresti delegare qualcuno dei tuoi compiti.”
Sly diede una sorta di risata amara
“Vuoi vedere se puoi fare a meno di me?”
“Se potessi ti avrei già liquidata, lo sai bene.”
Sly sospirò “Sì, lo so. Sono solo un po’stanca.”
“Sento la tua mancanza, Sly” disse Sheev d’un tratto
“Ora sei tu ad essere molto aperto.”
“Sapevi già di mancarmi o non avresti parlato come qualcuno che ha del vantaggio.”
Sly scosse un poco la testa
“Siamo pari, allora.” Rispose “Mi manchi anche tu.”
Non dissero altro, ma entrambi temevano che avrebbero continuato a sentire la reciproca mancanza anche quando Sly fosse tornata al palazzo imperiale.
 








 
 
Angolo autrice:
-C'è davvero qualcosa che non mi convince in questo capitolo, ma non potevo far passare nove mesi senza che parlassero, no?. 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21

I dottori erano stati molto chiari sin dall’inizio: una gravidanza alla sua età comportava sempre dei rischi. Le avevano suggerito di trasferire il feto in una macchina per la crescita per gli ultimi mesi, ma avrebbero potuto esserci pericoli per il bambino e Sly temeva che sarebbe stato fin troppo facile per il padre restare del tutto insensibile al figlio, se lei stessa delegava la gestazione.
Non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe stata disposta ad accettare il  rischio di perdere  la vita per un figlio.
Sheev  doveva averla trovata terribilmente debole a non voler rinunciare al bambino, lei stessa si sarebbe giudicata tale solo qualche anno o anche solo alcuni mesi prima. Ora si giudicava solamente folle: solo un pazzo si sarebbe gettato in una simile situazione, non un debole.  Ma temeva che sarebbe bastato un nulla adesso perché Palpatine perdesse rispetto e stima per lei ed era un’idea insopportabile.
Aveva seriamente pensato di abortire, l’aveva anche ritenuta la scelta migliore, ma si trattava del figlio dell’uomo che amava, del figlio dell’imperatore. Semplicemente, senza motivo, non era stata capace di disfarsene.
Man mano che il feto cresceva, Sly poteva sentire sempre più chiara la sua presenza nella Forza  prima ancora che nel  suo corpo, sempre più si rendeva conto di essere ormai una madre, che l’avesse voluto o meno. Anche su Umbara le madri amavano i figli, a modo loro.
Sly Moore ricordava la propria madre, così severa nel dare lezioni di vita, così attenta a non viziarli, lei e suo fratello, così impassibile quando avevano disconosciuto il primogenito. Eppure non aveva smesso di aiutarlo in segreto, nonostante lo disprezzasse, nonostante lui fosse risentito con la famiglia d’origine.
Un figlio disconosciuto prima della maggiore età non era più considerato un parente, perciò la sua incapacità non avrebbe messo in pericolo la posizione sociale della famiglia. Il fratello di Sly, Fanee, era stato sacrificato per favorire la sorella dalle migliori prospettive. Non era mai stato degno della casta in cui era nato, mentre Sly avrebbe guadagnato quella più alta. Fanee non era abbastanza brillante, non era abbastanza calcolatore, non sapeva trarre  vantaggio dalle debolezze altrui, si lasciava ingannare. Forse non sarebbe stato considerato stupido nel resto della Galassia, ma su Umbara sì.
Sly non gli aveva più pensato da quando era stato disconosciuto, ma ora si stava preparando per ogni eventualità e persino lui avrebbe potuto essere utile, se riusciva a trovarlo.





 
 
 




Angolo autrice:
-Spero con tutto il cuore che inserire un nuovo personaggio a questo punto non sia una tremenda goffaggine.
- Inizia la parte più fantasiosa, diciamo, del progetto.
-La faccenda del disconoscimento me la sono inventata, ma mi sembra qualcosa che potrebbero fare su Umbara.
-Forse avrei dovuto inserire le riflessioni prima, ma ormai è andata così.

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


 
22
A Sly  servì più di un mese per rintracciare il fratello. Non s’era spostato che di un paio di caste rispetto quella che gli avevano assegnato quando era stato disconosciuto.
Quando la donna si presentò alla porta del suo appartamento nei bassifondi della capitale Umbarana, lui la socchiuse appena. Sly, anche nella sua veste più umile, non poteva sembrare un membro delle caste basse: aveva uno sguardo troppo orgoglioso, una posa troppo ritta.
“Chi sei?” chiese Fanee.
“Non mi riconosci?” gli rispose Sly.
Lui corrugò la fronte, poi sembrò realizzare d’un tratto
“Sly?” disse incredulo, con una vena di risentimento.
Sly annuì appena, poi chiese:
“Posso entrare?”
Lui la ignorò:
“Cosa ci fai qui?”
“Devo parlarti.”
Fanee rise e scosse la testa “No, non è possibile”
“Eppure sono qui.”
“Cosa puoi volere da me? Di certo non vuoi fare due chiacchiere col tuo vecchio fratello e di certo non sono nelle condizione di poter essere utile a un membro della prima casta.”
“Puoi essermi d’aiuto facendomi entrare, tanto per iniziare.”
Fanee aprì la porta e le fece spazio
“Immagino di non potermi rifiutare comunque.” sospirò
Sly entrò e si arrestò in mezzo al piccolo salotto, dando uno sguardo all’umile appartamento.
“Cosa ci fai qui, Sly?” chiese ancora il fratello, dopo aver chiuso la porta
Sly scostò il mantello a mostrare il grembo ormai di sette mesi.
“Un figlio …” mormorò  Fanee sorpreso, poi corrugò la fronte con sospetto “Ah, Sly, ti conosco abbastanza da sapere che non sei qui per avere le mie congratulazioni.”
“Volevo che sapessi che avrai un nipote.”
“Questo lo vedo. Il punto è: perché? Non sono più tuo fratello da molto tempo.”
“Tu sarai sempre mio fratello: hai un cuore troppo tenero per smettere di essere un fratello.”
“E d’un tratto questo ti importa? Guardati intorno: cosa puoi volere da me?”
Sly sembrò ignorarlo
“Scommetto che hai seguito ogni passo della mia carriera.”
“Volevo sapere che almeno fosse servito davvero disconoscermi.”
“è servito.”
“Ho visto.”
D’un tratto Fanee sembrò realizzare qualcosa e subito diffidare del pensiero
“So cosa pensi.” Disse Sly
“E ho ragione?”
“Al momento non è rilevante.”
“è vero, sai” continuò il fratello “Ho seguito la tua carriera. Ho ascoltato ogni notizia, ogni voce che ti riguardasse. Sai che alcuni ti chiamano l’imperatrice segreta, qui su Umbara?”
“Non fare supposizioni, Fanee. Se non ricordo male, non era il tuo forte.”
Lui scosse la testa
“Di nuovo, Sly: perché sei qui? Perché vieni a mostrarmi che aspetti un figlio?”
“Hai un nipote, Fanee“ disse Sly, posando sul tavolo un dispositivo per la trasmissione di ologrammi “Puoi contattare la mia cameriera, se la cosa ti interessa.”
E con questo, Sly si diresse alla porta e lasciò la casa del fratello. Se lui avesse chiamato, lei avrebbe saputo che era lo stesso di un tempo e che poteva fidarsi di lui.


 











Angolo autrice:
-Non ho molto da dire su questo capitolo ... Ecco Fanee, spero vi piaccia.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23

Fanee cercò la sorella meno di un mese dopo, contattando la cameriera, e Sly tornò a fargli visita. Questa volta lui le aprì subito con una singolare aria di rassegnazione.
“Dimmi perché hai scelto di chiamarmi.” Chiese Sly, mentre si accomodava come  meglio era possibile sul logoro divanetto dell’appartamento.
“Lo sai benissimo.” Sospirò il fratello “Hai bisogno d’aiuto, o non mi avresti detto niente. Ti torna utile che io sia un pessimo umbaran.”
“Allora davvero non sei cambiato in tutto questo tempo.”
Lui scosse la testa, sapendo che non era un complimento
“Comunque” disse con un sospiro, sedendosi all’altro capo del divanetto “Mi aspetto delle spiegazioni. Innanzi tutto, come diamine pensi che potrei mai aiutarti.”
“Non ho più l’età migliore per avere un figlio.” Cominciò a spiegare Sly.
L’espressione di Fanee si fece inevitabilmente più preoccupata
“Ci sono complicazioni?” le chiese
“Potrebbero esserci. So cosa fare se tutto andrà bene, ma altrimenti avrò bisogno di te.”
“E il padre?”
“Il padre mi ama abbastanza da odiare questo figlio, se dovessi morirne.”
“E nessun’altro può occuparsene? Io non sono certo la prima scelta.”
“Non mi serve solo qualcuno che si occupi del bambino. Mi serve qualcuno che lo faccia sparire.”
Fanee sgranò gli occhi
“Fino a questo punto?”
“Suo padre non voleva un figlio.”
“E allora lo ucciderebbe? Si può sapere …”
“Sai già chi è .”
il fratello di Sly rimase un istante senza parole
“Allora le mie supposizioni non sono così male, eh.” Disse poi con cupo sarcasmo.
Sly gli rivolse uno sguardo tagliente, ma Fanee la ignorò
“E tu invece lo volevi un bambino?” le chiese
Lei scosse la testa, ma portò una mano al grembo
“Non sono stata capace di liberarmi di suo figlio.”
“Dunque non è una tua complicata manovra. Davvero ami l’imperatore.”
Sly non rispose
“Ah, questa volta lo so: ti chiedi perché mi parli in questo modo.” Disse  Fanee “ È perché sai che sono un fesso che non avrebbe il cuore di usare queste cose a suo vantaggio, se anche potesse. Non hai nulla da temere qui.”
Sly diede un cenno infastidito della mano
“Tutto questo non ha alcuna importanza. Tu puoi occuparti del bambino e farlo sparire.”
“No, che non posso: se sanno di dover cercare su Umabara, non ci metterebbero molto a trovarci.”
“Ma tu vuoi andartene da Umbara.”
“E tu che ne sai?”
“Tutti quelli delle caste basse vogliono andarsene da Umbara.”
“Ma sai che non possono.”
“Non legalmente.”
Fanee  diede un profondo sospiro
“Ho cercato dei contatti” ammise “Ma non ho abbastanza soldi per loro. Per un viaggio in condizioni passabili per un neonato ne servirebbero anche di più.”
“Posso farti avere quanto ti serve. E se andrà tutto bene quel denaro servirà  ad avere il tuo silenzio.”
“Non mi crederebbe comunque nessuno.”
“Non importa, voglio essere sicura.”
Il fratello annuì e rimase a capo chino con fare assorto.
“Hai delle domande?” domandò Sly
“Certo che ne ho. Ma credo che risponderesti a tutte che non sono fatti miei.”
“Bene, allora.” Concluse la donna alzandosi e avviandosi alla porta “Non posso rubare altro tempo ai miei doveri. Parleremo dei dettagli un’altra volta: devo ancora organizzarmi.”
 

 
 
 






Angolo autrice:
-Su Umbara solo le prime dieci caste possono lasciare il pianeta. Immagino che la criminalità di Umbara si premuri di sfruttare la cosa.
-A Sly piace essere pronta per ogni evenienza.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


 
Capitolo 24

La cameriera che Sly aveva scelto non era stupida in fin dei conti, ma senz’altro non aveva una mente forte. I trucchi mentali avevano facile presa su di lei e verso l’ottavo mese di gravidanza Sly era abbastanza fiduciosa di aver ottenuto la sua obbedienza pressoché totale.
“May“ la chiamò Sly una sera, quando ormai aveva completato tutti i suoi doveri per quella giornata.
“Sì, signora.” Rispose subito la cameriera, comparendo sulla soglia del salotto. Sly, che era già seduta, le fece cenno di accomodarsi di fronte a lei. May obbedì e rimase in attesa.
“Saprai che la tua paga è parecchio più alta di quella di una semplice cameriera.” Cominciò Sly
“Sì, signora.”
“E ti ho sempre detto che mi aspetto che tu agisca di conseguenza.”
“Sì, signora.”
“Fin ora non ti ho mai chiesto nulla di più di quel che si richiede a una cameriera. Adesso è il momento di dimostrarti veramente utile.”
La cameriera annuì attenta.
“Quando mio figlio nascerà, voglio che tu sia con me, May. “ continuò Sly, senza distogliere un istante lo sguardo “E se io dovessi essere in pericolo di vita, voglio che tu prenda il bambino e lo porti dove ti dirò. È chiaro?”
May sembrò confusa
“Signora, perché dovrebbe …”
“Questo non ti riguarda.”
“Non mi riguarda.”
“Bene. Sei in debito della mia fiducia e della mia gratitudine. Non è mai una buona idea non saldare un debito con un membro della prima casta, May, nemmeno se questi muore. Mi intendi?”
“Sì, signora.”
“Tu farai quel che ti chiedo.”
“Farò quel che mi chiede, signora.”
“Molto bene. Puoi andare adesso.”
“Sì, signora.”
May si alzò e se ne andò
Sly diede un sospiro. Nonostante l’influenza che con la Forza esercitava sulla cameriera, Sly non poteva essere totalmente certa che lei avrebbe obbedito. Soprattutto la preoccupava il fatto che non sarebbe stata lì a controllare, nel caso. Per qualche istante rimase a contemplare il fatto che in pratica si stava preparando più alla propria morte che al ritorno su Coruscant, al palazzo imperiale. Certamente essere viva le avrebbe dato un discreto vantaggio nel secondo caso, mentre nel primo poteva solo affidarsi a piani già fatti, sperando per il meglio.
Sly cercava di ignorare la paura quando si insinuava tra i suoi ragionamenti, ma in quel momento non poté fare a meno di provare sgomento per le prospettive future: ci sarebbero state complicazioni nel parto? Il bambino sarebbe stato bene? E se tutto fosse andato per il meglio, come sarebbe stato tornare da Sheev? L’avrebbe disprezzata per essere stata debole? Cosa avrebbero pensato gli altri consiglieri? Sarebbe riuscita a gestire l’amore per l’imperatore e l’affetto per un figlio?
Poteva preparare piani ed essere pronta ad improvvisare, ma poteva risponde solo con probabilità a quelle domande, non con certezze.   Per la prima volta dopo moltissimo tempo, Sly Moore sentì la gola chiudersi e gli occhi bruciare di lacrime.
 
 











 
Angolo autrice:
-Ho idea che i sith abbiano sviluppato trucchi mentali più potenti e più coercitivi di quelli dei jedi.
-Tra la situazione difficile e gli ormoni, concediamo un attimo di sconforto persino a lei.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25

Era già iniziato il nono mese di gravidanza quando Sly fece un’ultima visita al fratello.
“è l’ultima volta che ci vediamo, non è vero?” chiese lui, dopo averla fatta entrare. Sly sorrise con un certo sarcasmo
“Non ti mancherò, Fanee“
Fanee scosse la testa
“Sai, probabilmente tutto questo sarà del tutto inutile.” Disse cambiando argomento con un tono vagamente nervoso “Non hai avuto problemi con la gravidanza e sei una donna in salute: starai benissimo, porterai tuo figlio su Coruscant, e mi avrai pagato la fuga da Umbara. Tutto qui: chi s’è visto, s’è visto.”
Sly gli rivolse uno sguardo di compatimento
“Oppure ti sarai accollato il figlio dell’imperatore.”
Il fratello rise suo malgrado:
“Pessimo affare, eh?”
“Ti costerebbe due o tre caste, se non ti permettesse di lasciare Umbara.”
Fanee scosse ancora la testa, poi disse:
“Cos’è che devi dirmi? Pensavo fossimo d’accordo su tutto ormai.”
“Se dovrai crescerlo tu, voglio che tu lo cresca perché sia il più possibile vicino a una persona degna dei suoi natali.”
“Sai bene che non sono proprio il migliore per farlo.”
“Ma sei l’unico.”
Fanee annuì rassegnato
“Farò del mio meglio.”
Sly lo scrutò con attenzione, diffidente. Lui allargò un poco le braccia
“Devi fidarti, non hai scelta.”
Sly diede un lieve sospiro, poi si levò una catenina con una medaglietta dal collo e la porse al fratello.
“Mio figlio deve averla: potrebbe servire se dovesse farsi riconoscere.”
Fanee rigirò la medaglietta e notò un piccolo codice inciso sul retro.
“Bene.” Disse con un sospiro “E che cosa gli dirò?” aggiunse dopo un secondo “Che ci nascondiamo da suo padre?”
“No, non deve odiarlo.”
“Ne avrebbe motivo.”
“Se odiasse suo padre non avreste alcuna possibilità, se dovessero trovarvi. Se invece saprà dimostrare un minimo di capacità e di lealtà, suo padre potrebbe decidere di provare a introdurlo nel sistema dell’Impero, se sarà passato abbastanza tempo.”
“Santo cielo, Sly, come puoi amarlo?”
“Non puoi capire.”
“Infatti non capisco.”
“E non è affatto necessario che tu capisca.”
Fanee levò le mani in segno di resa
“è tutto, Sly?”
“Sì, è tutto.”
Fanee annuì e prese un respiro, poi allungò la mano “Addio, Sly.”
Sly la strinse con cautela “Addio, Fanee“













Angolo autrice:
- La medaglietta può sembrare un dettaglio superfluo, ma nel caso dovessi mai scrivere un seguito tornerebbe molto utile.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26

In quei mesi Sly Moore e Sheev Palpatine non avevano parlato d’altro che di affari politici e amministrativi. C’erano troppe questioni irrisolte per conversare e troppo disagio per risolvere tali questioni. Sly cercava di pensare che si stessero prendendo del tempo per riflettere. Perciò fu sorpresa di vedere l’ologramma dell’imperatore comparire, fuori programma, dal dispositivo sul tavolino del salotto.
“Qualche emergenza?” chiese appena dopo aver risposto
“No. È una chiamata personale, Sly.”
La donna corrugò appena la fronte
“Come stai?” le chiese Palpatine.
Sly rimase un istante in silenzio
“Hai sentito qualcosa nella Forza?” domandò poi
“Solo una sensazione. Ho voluto accertarmi.”
“Sto bene, Sheev.Sono solo stanca.”
“E la gravidanza?”
“Quasi finita. Complimenti per il tempismo.”
Palpatine diede un cenno spazientito
“Sai cosa intendo, Sly.”
“Non ci sono state complicazioni.”
L’imperatore annuì piano
“Stai attenta”
Sly rise
“A cosa, Sheev? Non c’è nulla che io possa controllare di questa faccenda.”
“Avresti potuto rinunciare al bambino” le rispose lui cupo “Non avresti corso alcun rischio.”
Sly scosse la testa
“Avrei voluto.”
“Ma?”
“Non ti chiedo di capire.”
“Cosa mi chiedi, allora?”
“Cosa puoi dare?”
Sheev non rispose . Sly lo fissò negli occhi ancora qualche secondo
“Faccia a faccia sarà più semplice” concluse “C’è altro, Sheev?”
“No. Ti lascio riposare.”
Sly salutò chinando appena il capo, mentre la trasmissione veniva interrotta.
 
Appena terminata la chiamata, l’imperatore si mise ancora in ascolto della Forza. Percepiva una sottile inquietudine che non era ancora un presentimento, ma avrebbe potuto diventarlo.
Chiamò il capitano della sua navicella privata
“Sì, signore.” Rispose immediatamente l’ologramma del pilota
“Tenete la navicella pronta per il decollo.” Ordinò l’imperatore “Potrebbe servirmi presto.”
 
 
 









Angolo autrice:
-Non so, c’è qualcosa che non mi torna, ma come al solito non so cos’è. Forse è solo una mia impressione.
- Terzultimo capitolo …

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27

Era passata meno di un ora da quella chiamata inattesa e Sly stava per coricarsi, quando un dolore al bassoventre le tolse il respiro. A quel punto della gravidanza poteva significare una sola cosa.
“May!” chiamò appena ebbe di nuovo il fiato. La cameriera accorse e subito si offrì come sostegno alla padrona.
“è il bambino.” Informò Sly
“La porto subito in ospedale, signora.”
“Ricorda cosa ti ho detto …”
“Sì, signora.”
“Se dovessi essere in pericolo, sai cosa fare col bambino, May.”
“Farò come mi ha detto, signora.”
 
Il travaglio fu lungo, ma il parto sembrò procedere in modo regolare. May assisteva la padrona offrendo la propria mano da stringere e senza dire una parola.
Passò un’altra faticosa ora  prima che finalmente si sentisse il pianto del bambino. Sly diede un sospiro di sollievo, esausta.
“è un maschio.” Disse il droide ostetrico, passando il neonato al droide infermiere.
“Voglio vederlo.” Riuscì a dire la madre, mentre il droide infermiere puliva il bambino. La cameriera si fece consegnare il neonato .
“Non sembra un umbaran” osservò, avvicinandolo a Sly. Lei lo osservò soltanto: una creaturina urlante, quasi fosse risentita d’essere stata messa al mondo, con ciuffi di capelli rossi, come quelli del padre da giovane. Eccolo lì; dopo tante preoccupazioni e tensioni, dopo tutto quel pianificare il suo futuro, ecco suo figlio, suo e di Sheev Palpatine …
Poi d’un tratto la donna diede un altro grido e sentì un flusso copioso di sangue uscire dal proprio corpo.
“Emorragia.”disse il droide ostetrico “Anestesia generale.”
La cameriera si ritrasse stringendo il bambino, mentre il droide infermiere iniettava l’anestesia alla paziente.
Sly chiuse gli occhi e si aprì alla Forza, per quel che era capace, sapendo che avrebbe potuto essere l’ultima cosa che faceva.
Sly …
“Sheev …” mormorò sentendo la voce dell’uomo
No …
Sly avrebbe voluto potergli dire tutto in un istante: l’odio, il rancore, il dolore, la paura che provava per quella situazione e il sollievo di sentirlo, dopo aver temuto che non gli importasse più di lei; avrebbe voluto dirgli che lui era ancora il suo imperatore, nonostante tutto, e lo sarebbe stato anche se quel figlio li avesse divisi completamente; che gli avrebbe fatto guerra, se necessario,  ma non per sconfiggerlo; che lo conosceva e sapeva che lui l’avrebbe sempre sacrificata al potere e al Lato Oscuro- lei avrebbe fatto lo stesso al suo posto- e forse era meglio che finisse così, piuttosto che in un altro modo …
No! Sly, no!
“Sheev …” riuscì soltanto a ripetere piano Sly. Poi cominciò a sentire freddo e infine perse conoscenza.
 











 
Angolo autrice:
-Ho aggiornato un po' tardi. Pardon.
-Non sono prioprio ferrata a descrivere i parti ...
-Non so voi, ma io ho l’impressione che i tipici tratti umbarani siano allegramente recessivi.
-Il rischio di emoraggie durante e dopo il parto aumenta, insieme ad altri rischi, proporzionalmente all'età della partoriente.
-Penultimo capitolo …

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


 
Capitolo 28

Umbara era già in vista quando l’imperatore sentì di averla persa: Sly era morta.
Fosse stato solo, forse avrebbe gridato. Non un grido disperato come quello di Vader quando aveva saputo della morte della moglie: ciò che legava Sheev Palpatine a Sly Moore era molto diverso.  Sarebbe stato un grido di rabbia, di frustrazione come davanti a un’offesa, come se lei l’avesse fatto apposta di morire così, scivolando via dalle sue dita. Invece strinse i denti e d’un tratto gli sembrò di sentire quasi  fisicamente la porzione di vuoto che Sly lasciava, un vuoto che presto il Lato Oscuro avrebbe reclamato.
L’aveva persa, la sola che potesse stare al suo pari, l’unica che sapeva immaginare cosa lui stesse pensando, la donna che lo conosceva meglio di chiunque, la donna dagli occhi attenti, vigili, scrutatori, così difficili da ingannare, una donna che sarebbe stata davvero degna d’essere regina dell’Impero, se non fosse stato per quell’unica debolezza. Erano stati dei folli, lei a voler tenere il bambino, lui a lasciarglielo fare. Era stato folle fin dal principio a pensare che l’affetto per lei non avrebbe generato alcuna fragilità ed era stato debole ad aver paura di perderla. Era stato uno sciocco a non accorgersi, o, peggio, a non voler accorgersi di tutto questo e a non liberarsi di lei. Era stata tutta una follia e ora l’aveva persa. Nulla avrebbe potuto portarla indietro ormai, nemmeno il potere del Lato Oscuro.
 
Palpatine avrebbe voluto vedere subito il corpo, ma sarebbe stato del tutto inutile. Invece ordinò a due guardie di andare all’ospedale dove Sly aveva partorito e fece sapere al governo locale del proprio arrivo.
Il governo umbarano fu sorpreso dalla visita inaspettata, proprio il giorno della morte di Sly Moore, ma tenne per sé qualsiasi perplessità, limitandosi a dare con garbo la triste notizia e a informare che era già pronta una camera ardente.  L’imperatore volle visitarla da solo.
Sly Moore era stata deposta su un catafalco drappeggiato, in una stanza del palazzo del governo, illuminata perché anche l’uomo potesse vedere. Era stata vestita con un abito scuro e col suo manto frangiato e composta con le mani giunte sul grembo, ancora deformato dalla gravidanza.
Sheev Palpatine si avvicinò piano e piano mise una mano sulla fronte della donna. Nemmeno un’ombra di vita emanava più dal suo corpo. Le accarezzò il volto freddo, poi pose la mano su quelle di lei e la strinse digrignando i denti. Se era stata una debolezza provare sentimenti per lei, ora rimediava provando ira e dolore da riversare nel Lato Oscuro. Utile un ultima volta, la sua Sly cara, utile anche morendo. Lei avrebbe apprezzato l’ironia della cosa.
Una guardia entrò con discrezione
“Abbiamo interrogato il droide ostetrico e il droide infermiere e cercato nell’ospedale.” Disse tenendosi a distanza “Non c’è traccia del bambino.”
“Deve essere trovato.” Ordinò l’imperatore senza voltarsi
“Sì, signore.”
La guardia lasciò la stanza.
Sheev Palpatine strinse ancora più forte le mani di Sly, tanto che le avrebbe fatto male, se fosse stata viva. Un’ultima volta lei aveva indovinato i suoi pensieri e la sua volontà, anche morendo s’era dimostrata capace di sfidarlo, capace di stare alla sua altezza.
  
 











Angolo autrice:
 
-Nelle legends Sly Moore muore di parto. Dopo aver valutato altre ipotesi, mi è sembrata la fine più appropriata, dato che dopo “La Vendetta dei Sith” non la si vede più.
-Volevo scrivere un ultimo capitolo su Fanee che scappa col bambino e magari gli da un nome, povera anima, ma non mi è riuscito. Perciò questo è l’ultimo capitolo … Spero non sia male come finale.
- Voglio ringraziare di cuore: una mia amica a cui chiedo sempre consiglio; Padme83, senza il cui incoraggiamento non avrei pubblicato; IndianaJones25 che mi ha accompagnata fedelmente con le sue recensioni in questa avventura; tutte le persone che hanno seguito, recensito, letto la storia. Grazie  <3

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