La fiera croce di Cybertron, la Nemesis valicava indisturbata i cancelli oscuri posti dal tenebroso Nebula al confine più estremo della morente Tyger Pax, la città martoriata da tutto il conflitto che aveva scosso il pianeta delle ultime due generazioni di digit. Il pozzo dell'allspark, accanto, l'un tempo splendida, furente Altihex si ergevano ancora sicuri ai margini civilizzati del mare di ruggine e dietro di loro, sulla sinistra, dorata, bellissima e centro della sua ricchezza, sfrontata agli occhi di un decepticon, Iacon, la capitale, centro della Resistenza autobot e punto di riferimento ufficiale dei rifugiati, nonché residenza del loro citykeeper, Orion, meglio conosciuto col nome di Optimus Prime.

Tuttavia, vedete, al di là di Uraya, Tarn, Praxus, Polyhex, Nova Cronum, Kaon, Kalis, Hive City, Helix, Gygax, Cyber City, Crystal City e Ankmor, la crudele Vos agli estremi lati delle ultime orbite, quasi nello spazio profondo, dominio dei seeker - come pure tutte le altre meno conosciute che non potremo nominare ancora poiché sotto ricostruzione - una cospicua parte dell'ignaro pianeta, quella più importante, come avrebbe amato rimarcare la protagonista della nostra storia, preferiva restare del tutto estranea alle vicende dei conflitti civili e/o interplanetari che talvolta ricorrevano, alla geografia, all'energon e alle leggende segrete e i taboo ancora in voga su Orion Pax e Megatronus, su Amelia Skyfire, Astrum, Thunder e Skywarp, la squadra scelta di caccia energon, le Creatrici, gli Insecticon e tutte quelle baggianate con cui dal termine dell'ultima guerra i robot più vecchi erano soliti farli ricaricare. Non potevano essere a conoscenza del fatto che perfino la faccenda degli organici era vera, come lo erano quelle del pianeta Terra e dell'Unicron, ma molti di loro erano venuti fuori dal pozzo solo da pochi cicli solari, erano stati creati ad Iacon o peggio ancora erano i discendenti dei sopravvissuti ed erano cresciuti orfani per le macchie.

L'alba filtrava insolente tra le spire di finestre d'acciaio troppo misere per gli alloggi di una regina, lungo le ampie e spigolose fessure del fu "quartier generale" del tremendo Starscream, che altri non era che la sua camerata d'alto ufficiale, una stanza costituita da due vecchie sale d'armi alle quali era stato tolto il muro centrale, ricavandone un unico grande magazzi ... quartier generale, appunto. Le pareti erano alte tanto quanto i corridoi, al contrario di alloggi costretti e sotterranei come il laboratorio e la medbay, residenza di Knockout Mirage, il medico di bordo: tragico che di questi si dicesse fosse passato al nemico dal termine del conflitto terzo, o meglio quello che aveva visto l'Unicron coinvolto o così si diceva.

Il soffitto spiovente ad arco gotico ricadeva impietoso in quattro pilastri posti a ogni spigolo, ciascuno decorato con alabastri serpeggianti sulla colonna, a ricordare impronte di artigli o draghi a spirale. A terra il presente amoreggiava sfrontato con l'antico. Data di ultime missioni, rapporti scadenti, scuse, mappe, richieste di parlamentare, trattati di pace e dichiarazioni di guerra, sparsi ricoprivano il freddo pavimento, fin sotto la scrivania a un lato della camera, che al contrario stranamente appariva di un ordine disarmante. Su di essa quattro piccole figure si stagliavano talvolta in proiezioni olografiche, talvolta in datapad di decoro, con la stessa funzione di quadretti degli umani: la prima raffigurava una seeker bionda, d'aspetto regale e possente, in contrasto con le ottiche sin troppo chiare e i caratteri vispi, Sunstorm, capo di Helix City e seconda erede di Vos, prima gemella della famiglia Skyfire. La seconda per tutto l'opposto, vedeva un mech dalla corazza scura, blu notte, un tratto d'oscurità e malvagità per uno della sua specie, come Thundercracker sicuro era stato, dato che era lo stesso colore dello spazio e quindi implicava non essere visti da velivolo alcuno. Si diceva fosse lui il vero comandante e cecchino del Trio Scelto e si diceva anche avesse giurato vendetta contro tutti i suoi fratelli, energon del suo energon. Ma chi poteva più saperne di lui, dopo la sua dipartita per mano di Megatronus ...

La terza figura ritraeva un mech alto e imponente, ricordava più un autobot che un jet - anche se questo suonava palesemente come un sacrilegio da dire, riguardo Skyfire o Jetfire in persona. Egli veniva annotato nei registri di Iacon come il gran sovrano di Vos, l'arguta, perfidissima capitale del Comando Aereo di Cybertron, sede di tutti i seeker e tutti i traditori e comandanti mai ricordati nella storia dei decepticon. Generale di fregata, di cui si narrava il pugno di ferro perfino riguardo i suoi stretti eredi, che come egli stesso aveva amato osservare aveva tirato su a suon di frusta a prod di energon, era stato lui il fondatore dei gradi del primo trio e di Sunstorm stessa, sua figlia, dopo la triste scomparsa della sua Conjunx Endura, Amelia, detentrice ufficiale della città maledetta e Trypticon Station, prima del suo arrivo. 

Skyfire non era slanciato e stretto, per ragioni di volo come i suoi simili, era color dell'argento di giorno e delle stelle di notte e i suoi cannoni a fusione si raccontava avessero avuto maggiore potenza di quelli di Megatronus, sempre lui "chissà non le avesse pure scritte tutte quelle dicerie?"  Come sprezzante ridacchiava l'ultima nata della si fu casata, che intanto sonnecchiava tranquilla sulla branda in mezzo alla stanza, più un letto matrimoniale che stava usando a proprio piacimento, ignara di Jetsky o Xfire o del pugno di ferro di suo nonno; ma si sapeva, nei confronti altrui a Redwing, piaceva essere modesta. 

Le ali color dell'ametista e le ottiche che viravano tra il grigio più gelido e il verde dei cancelli di Tarn, con la solita sfumata grammatura di rosso, comune ai 'Con, le finiture cobalto, lilla e nere, in fermo con le inserzioni dorate e il serpente a sonagli che aveva sull'ala sinistra, l'unica nipote femmebot ed erede di Starscream Skyfire, appariva come un totale caos di creazione di qualche vorn o poco più, disordinatamente assopito su quel cumulo di reliquie su una branda troppo disordinata per essere chiamata letto nella realtà degli eventi, il cui frame imprese sconsiderate, non grandi cose, malevolenza prometteva, che nullafacenza e brama di doppiezza, non prontezza e lealtà, non eroismo, non autobot, assolutamente no, rimarcava. 

Ma si sapeva, in questo universo, più di qualunque altro, le apparenze ingannavano. 

La quarta figura sulla scrivania del comandante, era la più consumata, probabilmente da ripetuti tocchi e spostamenti nei recenti cicli venuti. Tratteggiava due Vosiani che si abbracciavano o meglio, uno più grande, diciamo di una trentina di vorn, affascinante ed elegante nel tiro, dalle ali color porpora e argento avvolte in un lungo mantello viola, che ne teneva in braccio una piccola, con fare entusiasta e questa a tratti glitchava nell'immagine olografica, forse per via del fatto che l'immagine era stata estrapolata da una registrazione o qualcosa di simile. La piccola creatura insolente, somigliava proprio alla femme addormentata, solo con qualche ciclo in meno, più di uno, certo, gli occhi vispi e le labbra scure e dal sorriso impertinente erano i suoi e le piccole ali adornavano la sua flebile schienuccia mentre era aggrappata al giovane ufficiale che la faceva volteggiare.

Finito l'interesse melenso che sicuro avrete avuto per questo salto nel passato, c'era da puntualizzare che a Redwing delle cianfrusaglie di suo zio piacevano molto i trofei di caccia , appesi ordinatamente anch'essi su degli scaffali appositi sulla parete della nave: conoscendo i suoi gusti bizzarri in fatto di souvenir ve n'erano una marea e parte della camerata ricordava quello che altrove andava sotto il nome di baita da bracconieri, ma il preferito della Cattivella - come la chiamava il proprietario - era il braccio rosso allegato al secondo corno dello stesso colore di un Autobot, il cui nominativo, mai se ne sarebbe dimenticata la giovinastra, strapopolava i racconti millantati del suo affezionato parente, tanto da essere diventato un proverbio tra i seekerini della sua età: "È la tua storia di Cliffjumper" si diceva a qualcuno quando usava vantarsi sempre della stessa qualità. A Redwing vantarsi non piaceva e stranamente questa era una delle pochissime cose che non aveva in comune con Starscream. Non le dispiaceva - come di altre "doti" del secondo in comando della causa che invece poteva dire identiche (tanto che su Vos la chiamavano proprio Starscream più che Skyfire di cognome) perlomeno - avrebbe voluto la sua mira, la sua sicurezza, la sua caparbietà, il suo amor proprio sconfinato e la sua inguaribile dose di soddisfazione personale e assoluta mancanza di onore. Si, per Redwing erano buone prerogative. 

Era anche vero che suo zio era un modello quasi datato a dire il vero, erano eoni che era in circolazione ed era perfettamente normale che ne sapesse più di lei, anzi in un certo qual senso sapeva anche poco per quante ne avesse viste.

In un certo qual senso vista e considerata la sua esperienza ... era un completo idiota.

In un certo qual senso era perfino peggio del famoso Megatronus.

Ma a Redwing non importava cosa rendesse qualcuno "negativo" come dicevano i registri, "positivo" o "affidabile". Starscream era l'unico dei suoi parenti cosiddetti ad averla sempre accudita, in un modo o nell'altro (per sbaglio che fosse) e guerre a parte, naturalmente, ma per lei che era praticamente nata sola - a parte sua madre, ma Sunstorm era un'alta spia, aveva lavorato per ambo le fazioni, crescere anche protoforme le sarebbe stato impossibile - era qualcosa. Era una flebile traccia, zio Star nella sua vita, a dire il vero, un debole codice d'un segnale sui suoi sistemi di rilevamento ...  ma lei per codice genetico era una seeker e non poteva ignorarlo.

E preferiva sicuramente seguire le sue orme che non averne affatto. E di questo nel profondo della sua scintilla era certa.

"Redwing Supernova Skyfire, alzati, scansafatiche!! Non mi posso permettere un parassita a bordo che neanche mi aiuta!!" Risuonò la gracchiante voce del suddetto presente Comandante nel sistema di comunicazione della Nemesis, facendola cadere dal letto e dandole una validissima ragione per rimangiarsi tutti i suoi recenti sviluppi mentali.

"Oh, miliardi di droni, che noia"

Tuttavia, ora che la conoscete anche voi, a Redwing che poteva importare?

Qualche avanti e Qualche indietro

(A ognuno il suo)

Qualche datapad indietro o avanti che dir si volesse dei precedenti e sopracitati, affusate e taglienti falangi ticchettavano impazienti sulla console del quadro comandi, tutta considerata la scarsissima collaborazione dei dati di collocamento e file di memoria di triangolazione su universo parallelo in zona d'ombra di ponti spaziali. 

"E dire che di voi cianfrusaglie una volta ero il solo a saperne ... ora non ho nemmeno più la pazienza di millantare di averne!"

Il vecchio sistema aperto sul monitor - più un integrale, a voler essere precisi- lo guardava dritto nelle ottiche, attanagliava la sua camera spark dal profondo, fin dai primordi della sua cifratura genetica, fino alle bestie che erano antenate della sua casata. Digrignando i denti e stringendo un comando fra i servomeccanismi e non mancando di romperlo per l'occasione, Starscream rilevò con la peculiare noncuranza che lo caratterizzava il suo ennesimo buco nell'acqua nella localizzazione del nemico, mentre un nome a chiare lettere in una lingua antica, aliena al cybertroniano, che iniziava da un passato troppo sconsiderato per essere nominato lo ammoniva dai meandri di gigabyte arruginiti.

" Volevi vedermi, zio Starscream?"

Chiuse le ottiche e la fonetica alta di lei lo riportò al reale, come ogni volta, Redwing era formidabile, i suoi passi sfacciati a ricordargli che vorn erano che non ne avesse più percorsi tali egli stesso, a ricordargli l'universo in cui sul serio si trovava, doveva spesso, ogni stella sorgente, da quando ...

Ma che importava più, la guerra era finita.

Le riaprì freddo e risoluto avviò il pilota automatico, si alzò dal trono e impaziente come al solito, raggiunse l'unica "armata" che possedeva, il Comandante, provvedendo a portare a compimento almeno la sola parte sicura del suo ennesimo diabolicissimo piano.

"Ma certo che ne sono sicura, tu sta pure tranquillo e ti aggiorno nel corso dell'operazione" una scaltra agente federale in borghese apriva la porta del suo loft frettolosa, a seguito dell'inconfondibile squillo del citofono, mentre le ciocche disordinate le cadevano sugli zigomi atroci e le ottiche gelide trapassavano il muro antistante e il suo dispositivo primitivo cadeva a terra, dato lo stupore.

Sarebbe stato solo un dannato romanzo di fantascienza se Racee Target fosse davvero stata un'umana.

"Arcee? Mi ricevi, Arcee?! Hai bisogno di aiuto, passo?" 

La voce del tenente rimbombava a ogni scossa delle sue distructor sul tappeto mobile, gli umani erano così deboli, fingeva di riflettere ... Starscream mira ai punti disonorevoli e tende a cedere sulla fiducia, rifletteva realmente, tornando a cinque mesi prima.

Quando le era caduto il cellulare mentre apriva al suo più acerrimo nemico.

La  carta da parati apatica ridecorata a fori di proiettili e segni di coltelli, mentre un ufficiale oltre i quaranta in completo e louboutin e una donna sui ventisette in jeans si affrontavano in un botta e risposta alle porte dell'inferno armati fino alle viscere e suonandosele di santa ragione.

Questo quello che la povera signora Witwicky, la portinaia, aveva visto rientrando dal mercato quel giovedì mattina.

Aumentò il ritmo e corse più veloce, il 16 sul display in salita a 9.2 di pendenza a urlarle di fermarsi, un sottufficiale sui 26 che entrando trafelato nella palestra del quartier generale della base a Jasper premeva per la sua sicurezza.

Ma lei vedeva solo quelle maledette ali.

E quei dannati razzi a ricerca automatica.

Che non erano certo stati lì quel giorno, perché anche il disgraziato aveva usato la sua reliquia. 

Ma lei le vedeva.

"Ho sempre saputo che eri un figlio di scheda madre usata, Starscream, ma questo! Come diavolo mi hai trovato? Perché sei un terrestre?!"

"Arrenditi, Arcee. So della reliquia, so di Cybertron e so di tua sorella. Per te stavolta è finita! Non potrai mai più sfuggirmi!"

"Starscream, dobbiamo andarcene adesso!"

Quella voce, quell'esplosione, quella ragazza bionda col tatuaggio.

Chi era? Dove l'aveva vista? Perché era dalla sua parte?

Le sembrava tutto così surreale.

"Redwing! No!"

Quel nome che la perseguitava che a lui premeva quasi quanto il suo, ma in modo nettamente diverso.

Perché? Perché.

Era un incubo.

E il peggio era che non si sarebbe mai voluta svegliare.

"È finita, Arcee, torniamo a casa!"

Una storta, mise male la destra.

Il tappeto mobile la sbatté sul muro e poi si ritrovò a finire di terminare Starscream nei suoi pensieri nel laboratorio di Ratchet.

"È evidente quanto tu sia coinvolta e la delicatezza dell'operazione archiviata ci imporrebbe di non reclutarti, ma ..."

Bumblebee scandiva cauto ogni parola e la sorella fredda lo evitava, torturando le ciocche rosa sui ricci castani caotici sulla scapole e un cacciavite d'abitudine in mano mentre lo usava per stringere le garze.

Fossero state viti non le avrebbero fatto male.

"Non resterai umano, immagino."

"Voglio che torni con me, Arcee. Solo tu hai una possibilità"

Racee Target, del 345D di Detroit, cybertroniana in incognito, avrebbe certamente esitato, essendo sulla Terra da appena cinque mesi.

Lei in quella stessa base in Nevada, come tre anni prima? 

No.

Il laboratorio Iacon B del centro autobot per eccellenza a capo della squadra stealth di Optimus Prime, situato nel piano sotterraneo del palazzo al centro della cittadina omonima, famosa quasi quanto Altihex e il conflitto tra le tremende Tarn e Vos, era da più di qualche ciclo solare un completo sfacielo di database da spia d'Elite d'altri tempi, strumenti di tortura degni solo dei decepticons più spietati, pinte vuote di high grade e sostanze chimiche instabili senza la benché minima, misera denominazione da piastra di petri, mentre la voce melliflua di Tyler Connoly- cosa energon oscuro ci faceva una melodia terrestre in un avamposto cybertroniano, poi?! - risuonava in una romantica "Wait For Me" dell'ultimo megaciclo, mentre un certo Knockout Mirage, la vernice nuova, le giunture degli stivali caoticamente sparse sul quadro comandi e le ottiche violacee tra la penombra del suo sancta sanctorum e il monitor che già lampeggiava, aspettava una comunicazione che si prospettava cruciale sin dai primi bip.

"Se devo abbasso." Esordì l'unità medica, oramai si diceva autobot, sedendosi composto come davanti a un ospite inatteso, quando l'immagine di una femme verde petrolio e il frame autobot glitchò sullo schermo di almeno quattro allarmi in anticipo.

" Non chiami mai, non scrivi, devo fare io il primo passo e neanche la buona educazione? Ti aggiorno i sistemi puntualmente per farteli sfasciare, lumachina? Pensavo che la decenza ti fosse riservata."

Knockout non era un autobot, non lo era mai stato e forse da qualche mese era quello il suo più grande guaio. Moonracer non era mai stata d'accordo con suo fratello minore più di quanto Mirage in persona fosse mai stato entusiasta del suo primo figlio "maschio", s'era detto che c'era stato un errore perfino nell'allspark quando era stato protoformato.

L'aston dbs v12, modello Zagato, cerchioni cromati in oro finissimo - 24k a detta di Moonracer, finanche - finiture rosso carminio e nero metallizzato, era stato molte cose nel "mezzo del cammin della sua vita", come in altri contesti era stato narrato; fisico con specialistica in chimica cybernucleica con 120 unità a Vos e chirurgo a Kaon, primo tenente e poi viceufficiale medico di Megatronus in persona ... col riconoscimento di aver contribuito alla scoperta dell'energon sintetico.

Era vero, forse da pochi cicli era passato alla fazione opposta e aveva opportunamente concesso la sua camera spark al soldato scelto che aveva terminato il suo cosidetto "maestro".

Alla scintilla non si comandava, il mantra parlava cristallino.

Ed era anche vero, che da buon vile nome della sua cara famigliola di Velocitron era stato un agente dell'intelligence, tra i servizi segreti e la mafia di Kalis, ah si, lì aveva conosciuto Breaky, povera vecchia canaglia.

Ma se tutto questo e forse di più era stato Knockout... giammai si sarebbe potuto definire un errore.

"Che hai per me, Racey? Nuove malefatte?"

"Lo sai, Knocky, con questa doppia vita dovresti smetterla, un giorno o l'altro li finirai i soggetti con cui fare i tuoi cosiddetti doppi giochi, d'interfaccia o meno. Oppure potrebbero coalizzarsi tra loro e farti lo chassis a strisce." 

Sorrise, evitando di farle percepire anche solo una briciola quanto effettivamente le fosse mancata.

"Ti ho chiesto se c'è qualche novità. In caso contrario avrei dell'invecchiato di Tarn di 50 vorn che mi è costato un graffio sul paracerchi destro una settimana fa, non ti metterei mai fretta, ma gli affari sono affari."

"Ho sempre detto una cosa e lo sai."

"Che ti ricordo nostro padre?"

"Che mi ricordi la mamma. Allora, qui ci sono le modifiche che mi hai chiesto alla tua modalità veicolare, anche se ancora non riesco a capire per quale malata ragione ti ostini a non voler tornare a ..."

Si fermava sempre la giovane meccanica. Da quella brutta mattinata, lo aveva cresciuto da sola, vista la marcata differenza di modelli per età e armamenti, aveva sempre saputo del loro sciagurato genitore, di come il dottore non fosse mai stato suo fratello di scintilla e come lei provenisse da Polihex, gliene avevano parlato alla sua prima trasformazione.

Gli avevano detto anche, sempre terzi, estranei, genitori che fossero o no, che raggiunta la maggiore età per un cybertroniano, suo fratello aveva scelto di abbandonare l'aereo e diventare un'automobile.

Guai a chiedergli come mai.

Ma fosse stata quella l'unica stranezza di Knockout.

Se però Moonracer era famosa per la sua schiettezza e innata crudeltà con ciascuno, con l'altro sapeva quando sorvolare e chiudere la bocca, come osservando una segreta dicitura nota solo a loro, da robot segnati da sventure che colpivano i Mirage da prima che la M portasse il loro nome. Da prima che Velocitron stessa li marchiasse a fuoco come criminali.

"Non importa. Però... c'è qualcosa che al di là del tuo tenente, sparkmate o ... altro, credo proprio che dovresti vedere."

Scansò due estrattori di scintilla e un'enerstud abbandonata e alla lettura di quelle lettere quasi cadde dalla postazione, agganciando il rilevatore e avviando il codice di ricerca fino a tutto il palazzo in questione.

"Non è possibile scientificamente parlando, quel segnale non esiste più!"

"Ti dico che l'ho rilevato, lumachina. Buon lavoro, allora. E se ti serve un cannone sonico all'ultimo momento, prendi pure qualche megaciclo per avvisarmi perché non ci sarò a rimontarti le ruote da gara in meno di due nanocicli."

Sbuffando e ringhiando, il dottore si decise a profanare il tempio sacro che si era costruito attorno da quando la sua controparte ennesima non si era più fatta vedere e aveva optato di tornare coi suoi storici compagni di squadra sul pianeta Terra sotto vesti umane, mentre la "parola con la S" scaltra lampeggiava sui suoi display, violò quell'accesso che da che aveva scordato oramai era solito denominare "affari miei".

Qualche datapad indietro o avanti, giovani artigli ticchettavano i comandi della fiera croce Nemesis, mentre questa celata da pannelli olografici montati - da indovinate chi? - sorvolava finalmente Iacon, meta degli impianti di guida dall'inizio della loro spietata impresa.

"E ... eccolo!" Non ci si poteva confondere, al timone di un'astronave madre di un oscuro indemoniato signore della guerra, una seeker di appena 23 vorn, con indosso finiture cobalto e ametista, ottiche frizzanti di famelica sete di conquista e una vipera su una delle ali, non era certo una figura che gridava il voler esser presa sul serio. Ma Redwing aveva un timbro fonetico del tutto particolare per essere una Skyfire: la tipica raucedine e le fluttuazioni degli altoparlanti nella scatola vocale sull'accento vosniano lasciavano spazio a un'intonazione acuta, tra il nasale e il laringeo, molto femminile, la quale denotava noti francesismi e dolcezze da Crystal City.

Sarebbe stata un'air commander d'eccezione per ingannare i modelli cerebrolesi di turno, aveva sempre pensato suo zio.

Peccato convincerla a seguire gli ordini di qualcuno, specie i suoi, fosse una causa persa.

"È lo stesso segnale da tre giorni, i nostri data lo annotano tra gli insecticon, ma io credo che sia perché non hai proseguito gli aggiornamenti alle tarature"

Sgranando gli occhi e sventolandole più che irascibilmente gli artigli sotto al muso, Starscream Skyfire, o quel che ne restava, viste quelle esaustive ultime azioni da cinque mesi a quella parte, assolutamente sconsigliate per un robot della sua datazione, scostò la nipote direttamente dai braccioli della postazione affrettandosi egli stesso a verificare la veridicità dell'informazione.

"Come prego?! Le mie tarature sono perfette. Si sarà piantato qualche autobot impiccione sotto i pannelli che tu hai mancato di reinstallare, cattivella, thz!"

La seekerina in questione furiosa avanzò verso di lui rimarcando le sue buone ragioni su quel dato che proprio il caro zio Star aveva tralasciato di calcolare.

"Se mi fai finire, quel segnale proviene da almeno 10.000 piedi e tarature sbagliate vogliono dire rilevarlo come insecticon, sicuramente non è un autobot, zio! È la Mercenaria!"

"Thz, figurati, è la Mercenaria, ma tu guarda! Ne vorresti sapere più di me, signorina, che disattivavo bot del quadruplo della tua taglia sotto Megatron quando tu eri solo un puntino nell'allspark?! Eh?! Quando io avevo la tua età... "

"Dhhh, ecco che ricomincia, sei senza speranza!"

Quello che zio e nipote "traditor de traditoris" non potevano sapere, oltre che il perder tempo a discutere sull'entità di un segnale era utile quasi quanto nutrire un predacon con del latte terrestre, era che proprio sotto di loro, tra le fredde inospitali strade non ancora riprese del si fu Mare di Ruggine, un'unità armata aveva sui rilevamenti interni al bracciolo della sua armatura pregna di sangue dell'Unicron,  entrambi i loro interi sventuratissimi nominativi.

~

Angolo Autrice per i più temerari arrivati fin qui e Note:

Eccoci al secondo lunghissimo capitolo di questa storia scritta in diverse notti di insonnia xD su una delle mie serie preferite con un paio di Oc.

Vi lascio con alcune curiosità e se l'idea vi entusiasma vi invito a lasciarmi un commentino 😘

  - Dopo l'introduzione di Redwing Skyfire e il nostro caro Starscream a bordo della Nemesis, è il turno del team stealth dopo la battaglia del pozzo dell'allspark, in particolare di Arcee e Bumblebee - fratelli secondo un mio headcanon - in missione segreta sulla terra sotto vesti umane, grazie al potere di una reliquia di cui specificherò in seguito.

  - Mesi prima, Arcee sotto la copertura dell'agente federale Racee Target, è stata localizzata da Starscream e la nipote, anch'essi sotto vesti umane.

  - In questa versione Knockout dopo il termine del conflitto è lo sparkmate di Bee xD e ne aspetta il ritorno nel laboratorio B da cinque mesi, appunto, non avendo avuto alcun avviso prima della partenza da parte del robot.

  - Ho scelto Mirage come cognome di Knockout perché il bot in questione nella Generation 1 aveva con lui diversi tratti in comune e ce lo vedrei bene come spia, quindi un altro mio headcanon è che Knockout sia stato un agente segreto decepticon e che suo padre si chiamasse così 

  - Moonracer Mirage in questa mia versione è la sorellastra di Knockout. Forse scoprirete altro sulla famigliola Velocitroniana ...

  - un'enerstud è una siringa cybertroniana, identica a quelle terrestri se non per dimensioni, la chiama così Starscream nell'episodio "Triangolazione"

  - credo sappiate cos'è un estrattore di scintilla

  - Tyler Connoly e Wait for Me sono rispettivamente il lead voice e uno dei miei pezzi preferiti dei Theory of a Deadman 

Leggendaria Sventura 

Le leggende su creature ritenute in estinzione, le storie dell'orrore sull'Unicron, il loro Diavolo e l'Inferno dei mech di tutta la galassia, il nulla cosmico e tante altre erano per i vosniani qualcosa al limite del razionale, essendo il loro luogo natio stato il fondamento, con la martoriata Trypticon Station della scienza che tutta Cybertron conosceva da secoli e secoli.

Più vicini ai giorni nostri, Redwing Supernova praticava da che era stata protoformata - addestrata da suo zio, il quale non aveva mai avuto la stessa fortuna, ma tanta scienza aveva rubato nel corso di vorn di sgozzanti turbamenti - il dono della Corruzione, avuto in eredità direttamente da sua nonna, tramite gli angoli più reconditi della scintilla di sua madre, Sunstorm. Nelle argute mura della Perfidissima, erano miseri i seeker che possedevano il controllo di entrare anche solo in contatto con la materia, non oscura che fosse, energon o di vario genere. La Corruzione, altri non rispondeva a miglior dicitura del plagiare ogni organismo vivo o meno ai propri biechi desideri, malvagi o d'encomio che fossero. Una sorta di alchimia meccanica, si diceva su Velocitron e Tarn, in senso dispregiativo.

La Corruzione, come diceva la parola, era nata per disegni diabolici, era nata tra le membra di quell'Unicron di cui tanto si sparlava probabilmente e poi come per mille altre cianfrusaglie, era finita nei bot sbagliati, dispersa nel vento, arrugginendo le sue ere di perduta gloria.

La Corruzione era per gli Skyfire come Thundercracker, come Skywarp, come il loro fondatore e in primis la Corruzione era stata del leggendario Astrum Varian Skyfire, primo Comandante della Seconda Dinastia della Perfidissima e figlio illegittimo di Amelia.

Inutile dire, quanto della sua presunta morte dopo la perdita del rilevamento del suo codice dopo il primo enorme Conflitto, alfine, si sapesse poco o nulla e quanto Redwing avrebbe voluto sapere di lui e delle sue avventure molto più che delle altre inutili leggende e del perché un dono così irrecuperabile, così attanagliante ... fosse spettato proprio a una pedina da dietro le quinte, un arlecchino come lei.

Le leggende su creature ritenute surreali, da incubo per protoforme, come quelle sulla Mercenaria, erano da qualsiasi cybertroniano che si rispettasse considerate ai limiti di qualsiasi logica. 

Lo stesso nome che tanto aveva faticato bullone dopo bullone a terra, fendente dopo fendente, affondando nell'arena di Kaon e nei pozzi delle prigioni decepticon sotto la dimenticata fantasma, senza una madre, un padre, radice alcuna a parte il nome del suo creatore dannato ... Nightwing, Ala del Buio, che mai poteva esser vista che mai poteva essere catturata, sul suo metallo scalfito da segni troppo marcati per la sua giovane età , sui colori troppo violacei per appartenere a una sola di quelle degenerate categorie, di quelle stolte fazioni ... lo stesso nome che tanto s'era marchiata con ardore bellico non poteva assolutamente nulla contro La Mercenaria, affibiatogli dalla Guardia d'Elite, l'indegna indicibile e stramaledetta che l'aveva resa una stupida diceria.

"Devono avermi stregato" il suo mantra.

"La creatrice difettosa la pagherà " diceva sempre ad Iacon tutta.

"Mio padre?" Quando qualcuno interpellava incauto il suo volere, premeva la sua furia e finiva inesorabilmente per rimetterci la vita.

"Mio padre si chiamava Megatronus."

Cassandra, la reale cifratura, su Cybertron significava "eccellenza", "splendore", "prescelta". 

La leggenda greca terrestre - ancora una volta - condannava la nominata da parte di Apollo a prevedere disgrazje future, ma non venir mai ascoltata.

Cassandra Nightwing era stata uno dei più grandi errori del suo perduto genitore, risalente a quando, ere precedenti, i primi pozzi di Primus del pianeta direttamente collegati per energia all'Unicron, dalla parte opposta del cosmo, erano governati da creature mistiche che andavano sotto il nome di Creatrici. Del loro ruolo come forme di vita del pianeta d'acciaio è proibito narrare, ma qui basti specificare che la femme dalle cromature d'eclisse era frutto dell'unione dell'oscuro signore decepticon con una di loro, un'insecticon, la prima assassina, il primo vicecomandante ch'egli avesse mai avuto sulla Nemesis.

Guerre ultimate, La Mercenaria proseguiva alla macchia i suoi cicli solari, consapevole di quanto antispark il suo frame fosse e quanto nelle sue vene non scorresse energon vero e proprio. Si diceva di lei che fosse interminabile, si diceva che avesse spento più robot di suo padre e che il suo passaggio a millenni di sventura fosse più che sufficiente. 

Digrignando i denti affilati rise, sbatté le ottiche violacee guizzanti d'indaco e sfiorando con un tocco i comandi audio si preparò la decepticon a intercettare i piccanti segnali che aveva appena scovato.

"Quel segnale arriva da 10-10.000 piedi ... La Mercenaria!"

"La Mercenaria non esiste! Fine della storia, Redwing ... R-Redwing"

"Se non esiste lei allora non esiste nemmeno...  Astrum Skyfire? Zio, chi è Astrum Skifire ? Zio ... Z-Zio"

Riavviò la stessa frase almeno sette volte. 

Caricò il cannone a fusione, i pugnali a disco e le lame.

Spiccò un salto su una roccia, preparandosi a decollare a pi羅 di 10.000 piedi.

Si diceva che una volta sui suoi radar sopravvivere non fosse un'opzione.

"Il momento delle leggende è finito, basta!" Intimava Starscream incrociando i razzi sul petto, risoluto. "Quante volte ti devo ripetere che non voglio assolutamente che ti lasci condizionare dai database scaduti e che perdi tempo invece di agire nel presente?"

"Ma io veramente ..." tentava nel frattempo l'interpellata, sgranando le ottiche marcate in preda a una ramanzina da prima recluta di plotone scelto con imminente retribuzione.

"Pretendi tanto di essere uguale a tua madre, thz, patetico e poi ti lasci sfuggire un'occasione cosí ghiotta per andare dietro a chicchessia o come si chiama ...umpf, fossi stata Sunstorm gi� saresti fuori a catturare quell'intruso!"

Sbuffando, la seeker evitò pronta il suo sguardo sanguinario, pronto a farla cedere alla prima guardia abbassata, concentrandosi mentre suo zio inesorabile continuava la paternale, sui sensori che tutto avevano cominciato e in particolare sul monitor centrale, sul quale campeggiava l'immagine glitchata di un vecchio modello di volo ufficiale, un f22 blu e rosso sulle lamiere laterali con raggi nullificatori in dotazione.

Uno che la Cattivella più di chiunque conosceva assai bene.

"Adesso prima che ti ci spedisca io a calci nell'hardrive, pretendo ch ... Cattivella, ma mi stai ascoltando?!" Non fece in tempo a finire il luogotenente, che venne letteralmente sbattuto sulla poltrona per un'ala dalla nipote, che si era affrettata ad apprpriarsi del vantaggio tanto decantato dal suo sciocco tutore di turno e che ora famelica lo minacciava con gli artigli della mano destra puntati alla gola.

"Dimmi chi è Astrum Skyfire, zio Starscream. Non te lo chiederò un'altra volta"

Starscream o quel che ne rimaneva, era in una situazione a dir poco tragica e sicuramente più umiliante di altrettante toccategli nel corso delle ere ... 

Perlomeno sarebbe stato cosí se la nave non avesse iniziato a parlare.

"Esaurimento carburante, attenzione, esaurimento carburante."

Un nanoclick.

Una disrazione negli occhi della violacea, una risoluzione in quelli del seeker, un affilato servosistema che all'ultimo disperato si aggrappava al timone, cinque miseri nano e poi uno schianto di fortuna.

I sistemi della fiera croce di Cybertron erano stati pienamente hackerati.

Testarda nucleare di sentimenti altrui

La prua della navicella fino a tutto lo scafo anteriore, il cassero, il ponte alto e la sala comandi, furono i primi a collassare d'impatto con la roccia metallica color avorio che caratterizzava le mura d'avamposto del Mare di Ruggine, seguirono le bandoliere di sinistra e il fianco per intero, rovesciato su se stesso con un rombo sordo, andando a cozzare col duro pavimento, eradicandone la superficie e scalfendo pesantemente la propria.

Dopo una pesante botta alla stessa ala che aveva quasi perduto cinque mesi prima e dopo essersi ritrovato al contrario con le gambe sul sedile della poltrona dei comandi, stranamente ancora in piedi, e il retro della fusoliera sulla console stessa, il Comandante Starscream si alz簷  in piedi e dopo aver verificato di non aver distrutto più giunti del necessario, realizzò due squallidissime faccende: in primis, un buon quarto della Nemesis era andato in malora, quindi Lui lo avrebbe sicuramente ucciso, in modi i quali era meglio non specificare, in secundis - sempre si stesse ricordando l'antica lingua terrestre correttamente- dove miliardi di droni era finita quell'impiastro di Redwing?!

Quando un predacon catturava un robot , per lo scopo per cui era stato protoformato, per dilaniarlo, cibarsene o semplicemente marcare il proprio territorio, di solito lo intrappolava in un luogo angusto e buio, senza via di fuga alcuna, senza possibilità di riuscita, ma facendogli nettamente credere di possederne anche diverse. Per gioco. Come tipico di un animale.

Cassidy Megatron avrebbe accerchiato Starscream all'interno della nave da guerra nella stessa identica maniera.

"Tu Mercenaria, fermati subito!"

Non fosse stato per un piccolo e luccicante particolare.

"Sto lavorando, mocciosa"

Risposta che vi spingerà a chiedervi come mai l'oscura mietitrice di taglie altrui non fosse interessata ad ambo i seeker, se effettivamente conoscesse Redwing Skyfire già prima di quell'impresa o se semplicemente non avesse in quel frangente la minima voglia di combattere.

Temiamo di non potervi accontentare.

"Quel f16 è mio "

Con un ruggito, lasciando cadere la granata che già aveva in mano curando di non stapparla, la jet furente atterrò la seeker violetta con un tonfo sordo sul terreno, fece per premere sui sensori di accesso posti sulla parte superiore delle ali per stordirla, ma la più piccola scattò agile alla sua gola, costringendola a parare un affondo di artigli con la lama del suo avambraccio destro, ingaggiandola cosí in un duello all'ultima goccia di energon.

"Non ho paura di combattere con te. Non ho paura delle vecchie leggende e non mi frega uno scarto della tua dannata famiglia e adesso lascia subito stare la mia!" Redwing le urlava ogni nota di quel "encomio" di morte dritto nelle ottiche, mentre l'acre, durissimo, tremendo acciaio di Kalis delle lame di Cassidy sfaldava i suoi artigli di lega vosniana. Una qualsiasi unità dei suoi stessi vorn e del suo stesso codice avrebbe perso amarissime lacrime e litri di energon a quel punto, ma l'orgoglio era qualcosa che raramente si poteva strappare alla legittima erede di Starscream in persona senza rischiare la scintilla.

"Te lo riconosco, almeno non sei noiosa come le supplichevoli sconce dicerie sulla tua di stirpe, Redwing ... " ribattè la "gladiatrice" - a pieno titolo lo era stata - rovesciando in manbassa, giocandole sleale un fendente sul fianco, per fortuna schermato.

"Te lo riconosco, mi piace quando mi fanno il solletico" esasperata, la seeker volteggiò attivando i razzi sotto gli stivali, si trasformò a mezz'aria e fece per attivare le armi vere e proprie, i missili posti lungo i guanti sui servosistemi, corrispondenti alle fusoliere esterne laterali sottoala.

Un vero peccato che l'avversaria a terra fu più celere ad afferrarla per la coda.

Rise, Cass, quella ragazzina non aveva la benché minima possibilità dal principio, ora c'era l'altra questione da sistemare.

Redwing girò su se stessa quattro volte, la sua ala sinistra, pesantemente provata dallo scontro di cinque mesi prima, sfregò sul pavimento spinoso dei cancelli di granito del Mare di Ruggine, facendola urlare a squarciagola.

Cass rise. C'erano molti modi per neutralizzare un seeker, ma se il dogfight era tra i più celebrati, di sicuro il più efficace era farli perdere di aerodinamica e gittata, una morte rapida, ma immensamente dolorosa.

Riposto il cannone, le lame e disattivati i sistemi di difesa, stordita la stolta secondina, si girò verso la navicella, per trovare uno dei boccaporti laterali orribilmente aperto dall'interno.

"Brutto figlio di ..."

Stava per imprecare La Mercenaria, ma fu interrotta da un possente ruggito rilevato dai suoi abilissimi sensori: ci doveva essere una bestia a non più di 500 piedi e purtroppo per la sua sete di vendetta, anche quella volta era da sola.

O cosí fu indotta a credere.

"Cassandra ..."

Storse il naso, increspò il labro ringhiando nervosa, turbata, come un ancestrale istinto le dilaniava e le suggeriva.

"Cassandra?" Una voce flebile, soffocata ma fluttuante, vibrando tra meccanismi increspati di una scatola vocale tristemente nota tra gli autobot e tra i decepticon, intonata in un accento di un luogo proibito e profanato e affascinante come la più diabolica delle sirene, la stava attirando in una promessa solenne per la sua più tremenda curiosità recondita:

Sapere se fosse ancora vivo.

"Cassandra, giusto?" Sentendosi chiamare per l'ennesima, chiuse gli occhi quasi a voler ignorare un ordine datosi da sola e voltandosi lo vide.

Si aspettava decisamente una sorte peggiore quando un ignaro mendicante, avvolto in un mantello raccapezzato e ricoperto interamente di ruggine le tese un servomeccanismo.

"Mi dicono che sei nei guai, Cassandra, non lo sei forse?"

Continuava il carillon disincantato, come una casa di bambole dell'orrore che si animava La Mercenaria vide la giovane Skyfire ricominciare a muoversi, flebile, tenendosi la spalla e imprecando nella sua lingua madre, trattenendo perdite dalle ottiche e mordendosi il labbro inferiore.

Un seeker quasi identico si celava sotto l'aspetto dimesso del viandante arrugginito e per troppo, troppo che dal suo tormento era assuefatta, Cassandra sfidando il suo sguardo gliela fece quella maledettissima domanda.

"Chi lo dice?"

Con un tonfo sordo sul terreno, un meccanismo cibernetico dotato di propria autonomia, corrispondente al nome di Eiden, per la precisione il minicon di Skylynx il predacon, la stordí alle spalle, tornando pronto ad appollaiarsi sul braccio buono di Redwing. A seguire, un altro equivalente si posò sul braccio destro del viandante, che scostato il travestimento di fortuna si rivelò essere Starscream in persona.

"I falchi lo dicono"

Fu la risposta che bastò a Redwing per convincerla a rincasare e affrontare il suo oscuro tutore.

Fu la risposta che zittí La Mercenaria e che Nightwing non poté udire.

Il laboratorio Iacon B del centro autobot per eccellenza a capo della squadra stealth di Optimus Prime, situato nel piano sotterraneo del palazzo al centro della cittadina omonima, famosa quasi quanto Altihex e il conflitto tra le tremende Tarn e Vos, era da più di qualche ciclo solare finalmente un posto tranquillo, ordinato, ripulito, riverniciato e lucidato.

Non si poteva dire lo stesso per il piano situato sopra di esso, contenente l'armeria.

"No, no, no e ancora no, assolutissimamente no, nein, nicht, keine, non, preferite idiomi proibiti quali il Tarn di periferia o di Nova Cronum, forse?!"

"Fratello. Per favore"

"Fratello un corno e tu dovresti essere la prima!"

Un'impettita e irascibile aston martin stava discutendo le disposizioni del team stealth - seduta tralaltro in modo alquanto scomposto e sguaiato su una delle postazioni dei tredici Prime originali nell'un tempo fiorente sala del gran consiglio - da almeno tre quarti di megaciclo, mentre la sua misererrima sorellastra Moonracer stava tentando in ogni maniera civile di fargli cambiare idea.

"Lo dicevo io che era pessimo ridursi ad andarsi a fidare di un ex decepticon!" La splendida Arcee, da poco in grado di sfoggiare di nuovo la sua alt mode da moto aliena dalle finiture indaco e confetto si apprestava invece a prendere anche a sberle, fosse stato necessario l'unità medica in questione.

C'era pure da rimarcare che per quanto terminati tutti i conflitti recenti si potessero dire, lo stesso non valeva di certo per i fuggitivi, i combattenti, gli ufficiali e tutti i robot che li avevano causati, molti dei quali per innato amor proprio o altri validi motivi, ancora restavano fermi sulle posizioni iniziali.

Knockout Mirage, ad esempio, si era stabilito ad Iacon dalla fine dello scontro terzo, quello con l'Unicron in persona - sempre si diceva - tuttavia non si era certo degnato di cambiare frame (non sia mai!), nominativo, colore delle ottiche, armi in dotazione e segnatamente più che mai non aveva certo cambiato modo di fare.

Era stato un agente di Megatron in persona, era stato un cecchino, un assassino e un torturatore, non si sarebbe certo mai abbassato a viaggiare con delle misere unità secondarie che andavano sotto il nome di demolitori!

"Knockout, Bulkhead e Wheeljack, per quanto tu non ne voglia proprio sapere sono gli unici a conoscenza dei sentieri segreti della simpatica famigliola rilevata dai nostri scanner, ora rimanendo con le ruote per terra, anche a voler contattare Mimí, pensi veramente che avremmo una misera chance senza di loro?"

Mentre Arcee scuoteva la testa in segno di disapprovazione totale e Moonracer sculacciava a parole l'ostinato giovincello di casa, una raggiante camaro fece il suo ingresso nella sala, in ritardo come suo solito, ma prontamente informato delle ultimissime.

"Quando io salgo su una navicella" proseguiva intanto il medico "mi diverto solo se la guido io o quantomeno se è un mezzo di trasporto degno di questo nome" E cambiando posizione accavallando le gambe malizioso, si affrettò poi alle specifiche, come se il velocitroniano fosse stato poi tanto diverso dal dialetto di Iacon e Altheix "Vuol dire no, due ruote".

Arcee, chiamata in causa anche più degli altri ufficiali, ringhiando quasi si avventò sul teppista, questi però quasi in un repentino e schizofrenico cambio d'umore si rivolse al tenente in carico.

"Quietscheentchen!!" Disse squadrando Bee dall'alto in basso e malcelando il mal d'amore. "Guideresti tu la spedizione?"

Non sapremmo proprio dirvi se furono le più autentiche "Knockout, quella è la mia sedia" a convincere il giovane ex cmu della causa, se fu la presenza di Racey quale sicuro doppiogioco o la presenza del bot che gli aveva distrutto la scintilla e che perciò avrebbe pagato, o più semplicemente la comodità di un viaggetto a scrocco, fatto fu che il dottore accettò e che volesse saperne o meno, avrebbe messo in gioco la sua adorata carrozzeria anche quella volta.

La medbay della Nemesis di Megatronus a seguito degli ultimi vorn era certo meno curata di quanto fosse stata in precedenza, ma disponeva di risorse a sufficienza da riattivare una recluta dopo una brutta caduta, almeno di questo il suo Comandante si sarebbe accertato di persona, come pure di fermare quanto possibile la contaminazione da energon oscuro.

Tenendo in braccio la seekerina come una fragile protoforma su di una matrice, adagiò Redwing semisvenuta sulla ex tavola da dissezione, avviò gli scanner, riordinò e ripulí la strumentazione, mentalmente ricalcolò le procedure eseguite da quello che era stato il suo migliore amico sul suo stesso malandato frame, preparandosi a replicarle con gli artigli che tremavano.

Era vero, nondimeno, che per quanto avesse impiegato due cicli a convincersi del contrario, concincersi di quanto fosse ancora sotto l'influenza dei ricatti della sorella, Starscream teneva da morire alla sua più recente discendenza, più di quanto fosse stato disposto ad ammettere a se stesso. E neanche al proprio passato avrebbe mai concesso la manche in quel losco e brutale gioco del destino.

In quello che aveva sempre etichettato come suo posto della scintilla, la Cattivella si svegliò circondata da rilevatori e sensori di ricerca talmente antiquati da farle far mente locale su che anno e in che registro avesse mai scorso i loro nominativi. Certo era, che sicuro era protetta da qualsiasi attacco a sorpresa in quella maniera e anche che la sua ala dava molto meno fastidio di prima. Redwing si tirò a sedere affaticata, ma stabile, si guardò gli artigli e istintivamente provò a fendere l'aria sguainandoli, ma trovandosi a reprimere un grido soffocato dalla sinistra alle labbra scure e carnose. Puntini rarefatti come lentiggini umane sul metallo delle sue guance a indirizzarsi verso la porta, dove una figura più slanciata e ricurva vegliava su di lei, ottiche stanche, un vecchio mantello arrugginito stretto in mano e un sorriso comprensivo ad ammonirla più di qualsiasi tremenda punizione.

"Z-Zio Starscream mi dispiace ... " s'affrettò a balbettare, temendo il peggio e forse avendo un minimo di ragione.

Il mech più adulto dal canto suo si sedette su un angolo del letto, le accarezzò un'ala e quasi a conferma di quello che la "sottoposta" paventava, mentendosi felice di non averla persa -o questo la spinse a credere - la zittí in un tono quasi sussurrato, facendo scivolare l'altra mano dalle lunghe dita affilate sul suo musetto colpevole.

"Shhh, adesso hai bisogno di riposarti, noi avremo modo di fare i conti dopo, dopotutto te la sei cavata, è questo che conta; ma sono sicuro, Cattivella, che non avrò più alcun bisogno di metterti in guardia sui pericoli che ci sono là fuori. Sono stato chiaro?" 

Redwing sgranò i sensori ottici incredula, perché se erano poche le volte in cui suo zio la sgrivada veramente, misere o perfino inferiori erano quelle che la spingeva ad autodistruggersi, dall'interno, in tutti i modi che sapeva temesse. Era un'arma che il seeker non usava mai perché sapeva quanto fosse letale. E l'argentata sapeva quanto gli costasse e quanto sicuramente si sarebbe fermato in altri contesti.

Ma a quel punto era troppo tardi, il riverbero nel suono metallico della sua voce comprensiva era già un ricordo.

Avvertí la stessa mano darle un piccolo schiaffo d'avvertimento, stringerla in un abbraccio forzato e una promessa remota nella scrittura genetica a cui apparteneva.

Se pensava che tenergli testa sarebbe stato facile, sarebbe finita peggio che fuori aerodinamica.

Note: 

  - Il cassero per chi non lo sapesse è la sovrastruttura che si estende per la lunghezza di un naviglio, nel caso della Nemesis lo scafo superiore, per intenderci la sala anteriore dove abitualmente sta piantato Megatron xD

  - La povera Redwing se la è vista brutta in questo capitolo, ma sappiamo quanto sia resistente, quindi il tutto non farà che renderla più agguerrita 

  -Cassandra ha riservato a Redwing lo stesso trattamento che Megatron ha riservato a Starscream alla fine dell'episodio "Fuori Di Testa", è una citazione se volete, per fortuna si è fermata lí, essendo una ragazza

  - I minicon di Skylynx e Darksteel si chiamano Eiden e Isabeau e sono due falchi cybertroniani, citazioni a "la spada magica" e "lady hawke"

  - "Mimí" Mirage Mirage, è il fratello maggiore di Knockout e Moonracer, in questa storia solo nominato per fortuna

-Quietscheentchen : paperella di gomma, nomignolo, in tedesco xD un altro mio headcanon è che Knockout parli fluentemente tedesco e francese

Spero che la storia sia stata di vostro gradimento e vi aspetto nel prossimo capitolo 😚

Cifrature

Prima Parte

Il falco pellegrino o falco cacciatore era un rapace dei Falconidi, diffuso quasi in tutto il pianeta terra e le sue misere placche continentali. Nel nome scientifico la parola "peregrinus" (utilizzata per indicare la specie) faceva riferimento alla colorazione scura delle penne del capo, che ricordavano un cappuccio nero simile a quello che erano soliti indossare i pellegrini, terrestri particolari che girovagavano per la piccola sfera di argilla in osservanza delle loro stolte credenze.

Il falco pellegrino era noto per l'elevata velocità. Si riteneva potesse raggiungerne in picchiata una massima di 385 km/h; ciò lo rendeva il più veloce animale vivente.

Più veloce per i grami terrestri forse.

Il falco vosniano pellegrino, era l'equivalente cibernetico del famigerato volatile, nella lega omonima della Perfidissima, una bestia di metallo che aveva popolato addirittura i registri del database di Iacon per la sua pericolosità, per quanto interna  comunque alla dicitura di minicon.

Si riteneva potesse raggiungere in picchiata la velocità di un jet stealth.

Un mini-con, secondo la definizione, era un meccanismo in scala ridotta, protoformato al fine di riprodurre o accrescere esponenzialmente in collegamento esterno le funzioni del suo mech corrispondente. Erano stati avviati dai Tredici, da Megatronus e secondo un pettegolezzo recente, recuperati da Starscream dopo il conflitto terzo, con il tremendo obiettivo di superare il potere della Matrice del Comando.

Si era anche sentito dire che il vice della causa decepticon aveva perso la vita dopo l'avvilita impresa.

Isabeau, che fiera ogni tramonto ancora tornava dal suo padrone, sotto le possenti ali a falange della fiera croce di Cybertron, latrice di nuove, malasorte o bugie, sapeva bene quanto a Starscream le dicerie disgustassero, tuttavia, il suo lavoro era sempre stato solo per interesse, il suo rapporto esclusivamente d'affari: il seeker la nutriva e lei riferiva, tremenda come l'andare offline.

Al contrario il giovane Eiden, accipitride cybernetica di oltre 35 vorn in meno della tremenda "fiera", minicon dalle sembianze di uno sparviero europeo, era il braccio della vice, Redwing, e con il falco maggiore aveva solo in comune la discendenza, da parte degli ultimi due predacon creati da Shockwave in persona. Con la padrona, aveva in comune praticamente ogni cosa e l'amava come una sorella.

Tenacia unica, potenza e velocità facevano del predatore un grandissimo cacciatore. Il suo carattere rimaneva sempre molto selvatico, ed era solo grazie all'esperienza del falconiere che si potevano raggiungere ottimi risultati. Altrimenti, in mani inesperte, la fuga o la morte della bestia era quasi sicura.

Redwing dal suo canto amava la bestiola, specie da quando, diseredata da sua madre in persona per l'accusa di un crimine che non poteva dir esattamente d'aver commesso ma neanche di non averlo fatto, aveva perso suo fratello gemello, Bitstream, rimasto a Vos per essere istruito il tanto che bastava per equivalere i suoi gradi e sostituirla.

Mentre lei era stata affidata alla custodia di zio Starscream, suo parente più stretto, anch'egli bandito dalla Perfidissima dopo aver destituito i Predacon.

Era sicuro in parte una storia estranea, è vero, ora almeno sapete come mai entrambi tenessero al punto l'uno all'altra.

Forse come Isabeau aggrappata teneva al suo piedistallo posizionato sulla ex postazione di Soundwave accanto al timone.

Forse come Starscream teneva a se stesso più che alla propria ex causa.

Forse come il temporale che infuriava fuori la Nemesis teneva ai suoi fulmini.

"Ah, mia diletta" eruppe il comandante, quando la disgrazia svelta planò con un stridio, avvinghiandosi sull'armatura del suo avambraccio sinistro mentre questi le porgeva dell'energon fresco e poi un momento prima che questa lo addentasse "Ah-Ah! Prima gli affari, Isabeau, lo sai come funziona, giusto?".

Stridendo, il minicon fissò le coordinate sul monitor - non poteva trasformarsi né parlare senza il giusto aggiornamento, ma poteva farsi capire alquanto, a Starscream non serviva. Atroce, il seeker storse il muso, scuro e mesto, con un incurante sospiro.

"Si, si, lo so, brutta stupida!" Sbraitando le sue grinfie staccarono gli unici cavi d'avvio rimasti ai comandi della console. Cosa importava ridurla peggio a quel punto? Lo avrebbe spento in ogni caso.

"Lo so che gli autobot ci stanno seguendo da un annoluce" esordí mentre la falconessa lo fissava curiosa.

"Non ti avevo chiesto questo."

Un rumore, sinsitro, angusto, come ferro che strideva su altro ferro, ridondante di rimorsi, sbagli e attenuanti, ticchettò il tacco degli stivali inesperti spostando una postazione malandata mentre procedeva lungo il sopraelevato avvinghiato corridoio.

Isabeau non poteva parlare, come abbiamo detto, ma poteva farsi capire.

"Non dovresti essere a letto?" Rise freddo e malinconico il timoniere, sapendo perfettamente a chi appartenessero quelle suole.

Un altro stridio echeggiò tra le mura in penombra del ponte, un giovane minicon planò avventato, sulle gambe del Comandante, in un gesto più da felino che da falco.

"Eiden!" Lo avvertí Starscream, tornando al suo solito tono stizzito. "Dovresti far cosí con la tua padrona non con me" aggiunse. Quello di tutta risposta gridò ancora, come tipico della sua razza e volteggiando in cerchio, planò sulla spalla ancora in fasce di Redwing che intanto aveva trafugato la giusta dose d'arditezza dall'armeria della propria scintilla, per terminare la nefasta conversazione del giorno precedente.

"A cuccia." Asserí come si fosse trattato di un cucciolo alieno più che un cybertroniano e Eiden di suo atterrò e scarrozzò per la rimanente navata.

Come in una sfida, la violacea alzò un sopracciglio, fissando suo zio che intanto chiudeva gli ultimi file notturni, al solito rimasti aperti sul vetro dinanzi.

"Aha, dovresti trattarlo con più riguardo, dopo ti stupisci che non ti dia retta?" Si alzava in piedi l'altro, raggiungendola. 

Isabeau sapeva bene cosa gli avesse chiesto il suo padrone dal principio, la sua dimenticanza e perché il suo carburante sarebbe rimasto vuoto. Spiccò noncurante sulla spalla di Redwing, causandole un sobbalzo e un gridolino di dolore mentre si appollaiava - era un falco molto più grande di Eiden.

"Ahii! Isabeau, buona, io-io non mi sento bene!" Si lamentò la Cattivella mentre Starscream rideva di gusto, quasi a volersi dichiarare vincitore, come adorava, dell'ennesima recitata sfida tra loro due. Adorava Redwing Skyfire, doveva confessarselo. Adorava che qualcuno più difettoso di lui lo stesse a sentire quando non stava più a sentire se stesso, adorava il timbro nettamente contrastante della sua voce con la propria e adorava soprattutto potersi permettere di credere di averlo qualcuno da riscrivere da capo, al quale impedire le proprie malefatte. Anche se era una causa persa, anche se per cifratura mai sarebbe potuto riuscirci.

Anche se sua nipote non era Eiden e non era Isabeau. E non era neanche Astrum.

Era sempre stata a sé, sempre stata immensamente più rapida, come il secondo nome che lui stesso le aveva regalato.

"Ripeto la domanda, comunque, visto che anch'io stavo per inserire il pilota automatico" allungando la mano e indirizzando l'ambasciatrice alata verso il suo trespolo e il più giovane secondo al nido, il secondo in comando dopo 24 interminabili cicli la guardò finalmente  nelle ottiche.

"Non dovresti essere a letto?"

Redwing indispettita ciondolava giocherellando con le console secondarie, regolando i sensori di illuminazione per la notte nel passaggio delle comete: paradossalmente, sarebbe stato più buio del solito, oltre al fatto di avere una progioniera a bordo contaminata da energon oscuro.

"Non ho sonno. E ... mi facevano male le mani" sospirando e gesticolando, allentando le fasce che ancora ricoprivano le sue falangi scalfitte dall'acciaio nemico, si schiarí la voce, alzando appena le ali, corrugate all'ingiù per tutta la lunghezza della propria fusoliera posteriore.

Non che quelle del tutore fossero tanto più in alto, se non ben ferme e camuffate.

A questo proposito era interessante rimarcare quanto per un vosniano le ali fossero equivalenti a organi sensoriali in tutto e per tutto, muovendosi al risentire di emozioni, dolore fisico e morale, fallimenti, gioie, amore, disprezzo, gusto, follia.

E gli Skyfire avevano le ali più affusolate di tutta la Perfidissima.

La punizione che Redwing aveva tanto paventato che sapeva suo zio le avrebbe riservato se si fosse messa in pericolo più del solito, addentrandosi in prima linea come la appassionava era l'indifferenza. La gelida, cupa, acre indifferenza che Starscream riservava a chi osava deluderlo, a chi non riteneva degno nemmeno di respirare la sua stessa atmosfera, a chi riteneva un intralcio al pari dei propri file di memoria che cancellava personalmente quando non gli servivano più. 

Era la cosa peggiore che si potesse pensare di fare a un air commander, cancellare le sue glorie. Cancellare il suo nome, le sue imprese, il suo tutto.

In questo caso, per fortuna la giovinetta di imprese non ne aveva avute affatto.

Non la delusero comunque l'abbraccio sincero e la spalla offertagli dalle uniche ali familiari che possedeva. 

Voleva ancora sapere chi fosse Astrum, voleva ancora sapere se suo zio le avesse mentito, voleva ancora superarlo esattamente come questi voleva affermare la propria supremazia su di lei, era la natura di entrambi.

Lo avrebbero fatto, ma non quella notte, con quella tempesta e quelle comete.

Provato dallo sforzo fisico ed esausto di rabbia e frustrazione, Starscream accompagnò la secondina nella vecchia camerata, trascorrendo le restanti ore che mancavano all'albeggiare insieme alla sua più recente cifrata sventura.

"Adesso non dovrebbero più darti fastidio, ma devi dar tempo ai graffi di rimarginarsi, per questo le avevo strette, non era per farti male" diceva, allentando le stringhe sulle fragili dita indolenzite "Basta che una volta ripresa non tenti di uccidermi di nuovo, si capisce" rideva poi, più che stuzzicandola a concedergli ancora la sua illustre fiducia.

"No" rispondeva quella guardinda "per ora no ... ho parlato con la prigioniera, zio Star"

"Davvero? Quando?"

"Ha la mia età." pensò di nuovo ad alta voce, ignorando le sue proteste.

"Ha la mia età!" La imitò ali d'argento, alzando di proposito la propria intonazione di quattro ottave, strappando per giunta a Redwing una fragorosa, spontanea risata "Ovviamente, Cattivella senza cervello. Io sono ... beh, sulle tracce della Mercenaria da quando Megatron ha scelto di abbandonare la causa. Ora immagino capirai per quale ragione abbia scelto di non dirtelo: è un impiastro giovane ma letale"

"Per questo non volevi che la incontrassi? Tu?! Credevo volessi prenderti il merito ... invece hai avuto paura per me?"

"La paura è per le prede, Redwing, ma se c'è una cosa che in tutte queste ere ho imparato è che anche i più spietati cacciatori sanno cosa sia."

La giovane sgranò i sensori ottici e sbadigliò poco prima che un tuono increspasse appena uno dei vetri esterni, facendo echeggiare il sobbalzo di Isabeau dal ponte superiore.

Si rigirò quelle parole nel processore pensando alla femme che l'aveva ridotta in quello stato: anche i più spietati cacciatori sanno cosa sia la paura.

Continua ...

Cifrature 

Seconda Parte

Dicerie.

Scalfì la spada usurata sul freddo avorio della sua Kalis, adiacente la vecchia Kaon. Il fragore di quel metallo gli ricordava ciò per cui era stato forgiato il suo.

Perché gli mancasse così tanto quello di Orion contro le sue lame.

Perché si sentisse privo di significato da quando aveva scelto quello scacco da farsi giocare.

Stronzate. Un altro fendente a vuoto e ricominciò a lavorare il titano, lisciando ogni singola componente della lama, attento all'incudine, alla filatura, alla punta, dallo spessore dall'elsa al termine, da che avrebbe colpito all'ultimo affondo.

Dicerie, leggende.

Stronzate.

Forse frutto dei veleni che ancora attanagliavano il suo dannato frame dopo eoni.

La sua fornace, la forgeria, quei rumori, le grida orripilanti della restante criminalità del suo luogo d'origine a suonare le sue giornate da solo, le armi che fondeva per i più inesperti, quelle che egli stesso aveva usato come un dio.

Quale pena poteva essergli più amara?

Nemmeno se tutti gli Skyfire a partire da Svardem avessero conquistato il creato intero.

Nemmeno sapere la sua unica discendenza andata a creatrici.

O magari si?

Smise in un amaro stridente ghigno chinando il capo, si girò, quasi chiamato da un dilaniante istinto primordiale e lo vide.

Si sforzò di restare abbastanza mech come davanti all'Unicron in persona.

Che ne era stato della sua Cassidy?

"Predaking. Cosa vuoi sapere?"

Asseriva l'ex signore della distruzione.

Non c'era stato un nanoclick della sua vita in cui non avesse impartito ordine.

Neanche veniva dalla Perfidissima, era nato seeker in principio, ma aveva acquisito vari aggiornamenti nelle ere del pianeta e una volta gladiatore di Kaon anche quelli proibiti anche quelli in disuso, quelli che gli avevano causato le cicatrici che identificavano la sua truce fisionomia.

Era se stesso per quanto la sua scintilla fosse mai da una o l'altra parte della faccenda.

Era colui che aveva rubato il nome a uno dei Tredici.

"Generale."  Il re delle bestie, accennando una riverenza, fissò le ottiche selvagge e avvertì freddo "il confine è stato attaccato da segnali familiari" 

Sapeva cosa stava per essergli comunicato.

Era un decepticon, alfine.

"Gli autobot?" Ribatté Megatron velenoso.

"La Nemesis, signore. La sua." Predaking continuò con orrore sulla lingua e poi, con l'accento più marcatamente della sua terra natia "Cassandra. È sparita"

Si diceva che Megatronus fosse svanito dopo il conflitto con l'Unicron.

Si diceva si fosse redento e avesse ignorato persino Starscream alla fine dei giochi, dopo "aver conosciuto il significato del termine oppressione".

Stronzate.

Quella notte, Kalis bruciò per la seconda volta nel giro di due ere cybertroniane.

Quella notte un jet a doppia lancia, senza guida preimpostata, senza flotta, senza processo, partì a caccia della taglia che per tanto gli era stata negata.

Il Jack Hammer, precisamente corrispondente alla dicitura di "navicella da trasporto per materiali da demolizione, modificata in navicella da corse illegali vosniane, modificata in navicella da riporto armato" campeggiava spavalda e fresca di manutenzione da parte del suo squinternato ma abilissimo Capitano, Wheeljack, tenente di ventura del team dei demolitori e soldato scelto di Optimus Prime nel conflitto terzo che ne stava avviando la rotta dalla pista di volo del quartier generale di Iacon.

Dinanzi alla vettura, come elementi scelti da un'alta carica di una sezione segreta di intelligence d'altri tempi, facevano il loro ingresso una femme slanciata e flessibile, dal frame di una moto a guida antigravitazionale, un luogotenente dalle finiture curve ma resistenti, eleganti come quelle delle Camaro degli umani, ma dotato di armi degne dei decepticon, una unità medica di vecchia data che esperta praticava gli ultimi controlli e dotava tutti delle risorse più valide e infine una sofisticata Lagonda Vantage, verde petrolio, che trasformandosi piombò ancora a motore acceso davanti all'accesso principale.

"Ultimo! Allora, ti vuoi decidere o devo trascinarti di peso come quando eravamo piccoli?"

"Che mi si smonti il telaio!" Fu la sfrontata semantica della Lamborghini alla vista di quella sublime straniera, seguita celere da un "ti prego dimmi che non sei Arcee con un aggiornamento."

Moonracer, tra la leggerezza della situazione e l'imbarazzo dato dalla presenza del fratello - che tuttavia cementato sui suoi altolocati ideali non si era mosso di un millimetro da dinanzi le sette valigie ancora posizionate davanti al vano di carico già di per sé privo di tale capacità della navicella - ebbe a malapena il tempo di voltarsi in un elegante sorriso e rispondere "Veramente sono solo di passaggio, ma una maleducata a non fare le presentazioni, agente Mirage, lei deve essere il Capitano Wheeljack, io raramente mi sbaglio."

Il demolitore non seppe proprio dire se perché davanti a un servomeccanismo tanto lucidato, tanto privo delle caratteristiche di una qualsiasi falange dopo che fosse lavoro manuale o se per l'eloquenza e il fascino della nuova arrivata, esaurì il suo solito cospicuo vocabolario nella mera "È comunque veloce la bestiola, se vuoi intanto facciamo un giro!" 

Guadagnò almeno l'attenzione della Zagato, intenta nelle ultime rifiniture del suo sovraruota destro.

"Wheeljack, santissimi numi, mia sorella non è in vendita, Racey infilati un rivestimento, per mille allspark!" Provvide Knockout a scardinare dalle più baliose fondamenta tutti i romantici disegni più recenti del povero tenente.

"Q- Questa è tua sorella?!" 

"Io non mi infilo un bel niente se tu non ti infili immediatamente là sopra. Autobot!"

Arcee dal suo angolo adiacente Ratchet, l'unità medica di cui dicevamo, non si trattenne affatto dallo storcere il naso in un cocente cipiglio di biasimo. Le missioni da che quella storia era iniziata avevano tutte le stesse modalità: dovevano essere loro in primis a farsi piacere i nuovi elementi, certo, erano i buoni dopotutto.

Ma mai questi a fare il primo passo verso di loro.

"Perché voi due non la piantate di chiacchierare e non ci ricordate per quale motivo lo abbiamo chiesto proprio a voi?" Scaltro come solo lui sapeva, Bumblebee Target, luogotenente scelto a capo della spedizione assicurò frapponendosi tra le fazioni nascenti, mentre una volta a bordo ognuna sceglieva l'armamento migliore illustrando i vantaggi all'avversaria.

Arcee dal suo spigolo affievolì le labbra ancora seducenti in un mesto sorriso di cortesia, quando l'ex ufficiale di Megatron le porse con una gentilezza che difficilmente esponeva un cannone di precisione della stessa misura dei suoi abituali.

"Io non mi ero ancora permesso di ringraziarti per la tua cortesia dal nostro lieto evento, spero di essermi ricordato le misure, Carina" spiegò sfiorando l'alteratore di fase agganciato al polso sinistro come un orologio. La tiratrice era cresciuta in una famiglia non tanto estranea alle usanze dei Mirage, ma col cavolo che lo avrebbe reso noto ad anima viva. 

Ufficialmente era cresciuta orfana nei dintorni di Kaon.

Certo era che la felicità di suo fratello minore era qualcosa che non avrebbe permesso di intaccare, nemmeno alle sue vendette più dolenti. E se con quella vipera di Knockout Bumblebee era felice, che poteva biasimare tanto lei, a parte far loro da testimone? Rispose poi cortese al dottore, inorridendo al solo pensiero.

Cognata, brrr.

"Sono ... una meraviglia, non so che dire."

"Niente! Infatti è anche troppo, ma sono così magnanimo, vedi." 

Arcee avrebbe usato anche quella stizza come carburante per la sua nascente battaglia interiore.

Avrebbe potuto smontargli le ruote pezzo per pezzo, fece mente locale.

Non avrebbe voluto sopportare Bumblebee nuovamente insicuro come a Detroit.

Col tale rovente equipaggio la lancia, finalmente, salpò.

Agghiacciante, agghiacciato.

Inospitale, ruvido, stretto, troppo misero per il suo corpo fuso resistente dalla prima impressa forma di matrice paterna.

Cassandra si destò divincolandosi sullo sconcio posto a sedere, ancorato a uno degli spigoli delle mura della nave da guerra, dato che catene predisposte a impiccare erano state spostate per l'occasione.

Che onore.

Le vevano cambiato posizione come ostaggio, buono a dirsi, quella cella senza boccaporti era decisamente peggio.

Sfregando la lega di metallo e minerale che le stava ormai slogando le giunture dei servosistemi, riprese completamente i sensi tuttavia al suono di ridicoli battibecchi di inesperti rapitori.

"Si, ma se si libera siamo fottuti, non puoi negarlo." Una voce odiosa, ma limpida, cristallina e velatamente femminea per quanto in riverbero nasale.

"Linguaggio"  Una del tutto orrenda, roca da chissà quali pessime abitudini e da tormento per i sensori uditivi dei più audaci.

Allora non stava sognando.

"Ribadisco, usiamo i metodi tradizionali."

"Usiamo la connessione corticale."

"Non se ne parla neanche! Non ce la collego la tua testa dura al mainframe della mia nave"

"Veramente patetico, pretendi di essere peggio di Megatron e poi ti lasci sfuggire un'occasione così ghiotta, tu sei l'adulto, la figura genitoriale, sei qui per dirmi cosa devo fare, in questo caso un gesto di pura malvagità."

"Come appunto smontarla."

"E ti sembra un gesto di pura malvagità?"

Sconsolata la jet a lancia doppia gettò il capo all'indietro, richiuse l'occhio che spiaca, esacerbata e aggiunse di suo un acida espressione a cui presto avrebbe trovato risposta.

 "Ma come ci sono arrivata in questa gabbia di matti."

Misteri

Volendo darsi alle specifiche 24 cicli indietro (24 ore se, preferite) rispetto al presente interrogatorio che vedeva ingaggiati  insieme i concorrenti Skyfire, la nave madre se l'era cavata in ultimissima con le turbine fuori dall'asse di caduta, l'elaboratore centrale intatto e una dose eccellente di carburante non rilevata di primo acchitto dai sensori rotti dagli arpioni della Mercenaria. 

Volava, che a questa fosse noto o meno.

Redwing Skyfire era una femme molto attenta ai particolari oltre che primo pilota delle corse illegali della sua madrepatria, perfino per un operaio sarebbe stata un'utopia tentare di abbattere un suo mezzo di trasporto.

Fortune a parte, a buona nota comunque lo scafo era danneggiato, l'antigravitazione leggermente compromessa e alla fiera croce serviva un upgrade, al massimo entro poche lune.

Fortune a parte, il Comandante e la Secondina in altre occorrenze avrebbero avuto l'agio di un gioco da marmocchi a interrogare un ostaggio, prendersi il necessario, gettare la sua carcassa miserabile fuoribordo in pasto al profondo spazio e sbattersene i circuiti. Sfortune complici, entrambi erano prosciugati, fallimenti feriti da una serie di eventi nefasti risalenti a cinque mesi prima nella vecchia Detroit.

"Mi riprenderò?! Mi riporterai a Vos, che succederà ora? Tu-Tu puoi ripararla, vero?"

Rimbombavano ancora quelle istanze più che suppliche nel processore di Starscream ogni volta che scorgeva l'ancestrale fuoco della sua stirpe negli occhi della nipote.

Cinque mesi prima, nel loft 345D della vecchia Detroit, aveva trascinato con sé l'inesperta in un incarico che lo faceva rigirare nelle ricariche dacché Lei avesse dannatamente infilato il suo nominativo sui suoi radar.

La Guerra era finita e ancora non ne voleva sapere la scellerata!

Arcee Target, sotto il melenso "Racee", ignara stolta copertura sotto vesti umane, non poteva presentarsi come occasione migliore per farsi eliminare.

Anche perché quella volta aveva dimenticato la Cambiastadio ad Altheix, in bella vista - la vecchia reliquia sfasciata rinnovata da Perceptor in tempi meno remoti che aveva il potere di mutare le sembianze di alieni come loro in quelle dei terrestri, non alterando assolutamente i codici di base, si capiva.

Come intuibile dalla storica iattura del Comandante, l'incarico non andò come previsto. Target con le spalle al muro lanciò una granata, il terzo piano rischiò il crollo e un ufficiale oltre la quarantina dal ricco abbigliamento e una ragazza di 23 anni, bionda, nazionalità inglese, vennero colpiti entrambi alle spalle dai detriti.

Sapeva che lo aveva messo in conto perfino lei, sapeva che per quanto ne avesse trascorse il suo frame era un misero graffio una volta tornati all'aspetto originale, sapeva anche che non avrebbe dato a lui la colpa, non di quello.

Si, sapeva ...

"Puoi ripararmela, vero?!"

"Io ... posso riportarti ad Iacon, Cattivella"

Sapeva che Redwing era troppo giovane per perdere la facoltà di volare.

Così per quanto scomoda come procedura, avendo mantenuto grazie ai droni loro antenati ambo i tcog funzionanti, sostituì il giunto malandato della violacea con l'ultimo pezzo di ricambio disponibile a bordo, tenendo per sé in una biasimatissima cortesia, quello antico e sfortunatamente arrugginito.

"Così non rischi di rimanerci a tenertela addosso?"

"Oh è solo qualche megaciclo in più e poi vedi, finché nessuno mi colpisce rimane nella granatura esterna e non corro alcun rischio. È una ... procedura proibita, si, ma noi siamo decepticon, no? Adesso sparisci prima che ci ripensi!"

Negli occhi della giovinetta solo lui avrebbe mai potuto vedere altro che dolcezza e preoccupazione, come vendetta o brama di spodestarlo.

Forse era troppo abituato a quelle cifre in prima persona, ma agli Skyfire a bordo bastava quell'intesa traballante. 

Bastava potersi fidare quel tanto un nanoclick prima di non potersi fidare affatto.

La guardò inflessibile mentre Redwing pertinace preparava i cavi per mettere in pratica l'orrida invenzione di Shockwave.

"Usiamo i metodi tradizionali, ho detto. E adesso sta al tuo posto, Redwing, io non vorrei mai che succedesse di nuovo."

Sarebbe stata quasi rassicurata a dire il vero da un simile ordine l'altra, ma Cassandra la prigioniera era di tutto altro avviso.

"Se per un momento la finite di ciarlare come le cornacchie che siete" fece la furia a conferma di tutto, in un tono ambiguamente docile "posso dirvi da sola chi sono e come mai vi interesso."

-Le condizioni della propria salute, lo stato del tempo, le meraviglie della natura, sono argomenti che occupano assai raramente i pensieri dell’uomo comune che non abbia ancora raggiunto i trentacinque anni. E c'è un solo modo per combattere la noia: tirarsene fuori a forza.-

Knockout Mirage, rinnovato alto ufficiale medico di Iacon finanche, superati i 35 vorn di datazione senza che alcuno ne fosse a conoscenza - come poteva con tali finiture? Gliene avrebbero affibiati 25 a essere malfidati - una volta era solito intrattenersi con letteratura straniera, specie se umana, di spionaggio, naturalmente, del settore che in passato era stato anche il suo, di modelli d'eccezione che sfrecciavano in imprese impossibili, unità in pericolo oh, giusto, damigelle in pericolo ed eroiche figure senza difetti che coronassero con queste il sogno d'amore, facendosi anche giustizia da soli senza venir perseguitati.

Su Velocitron farsi giustizia da soli era peggio che spegnere qualcuno del proprio stesso energon.

Ah, giusto.

Nel presente, era solito fare lo stesso con registri scaduti, tanto lo assillava quel terribile segreto da qualche mese a quella parte.

Che si aggiungeva agli altri cumuli segreti che la spia già possedeva in una collezione ben lucidata anch'essa ma rilevante.

Però era diventato patetico, eh!

Una risata e una pernacchia di bisticci tra protoforme d'altre ere lo richiamarono al presente, sui monitor del minuscolo laboratorio di cui si era approfittato a bordo della navetta di Wheeljack. Se lo ricordava quel giorno dell'AllSpark, avevano 8 e 10 vorn e la magione sembrava così...

Brillante.

"Attenzione rivoluzionari! Io sono Racey Mirage e non vi permetterò di azzuffarvi davanti alle mie decorazioni alla Vigilia..." una piccola Vantage spaziale senza ancora aver raggiunto la facoltà di trasformarsi saltellava per il grande salone colmo di addobbi, seguita da un più minuto secondino dalla cromatura sgargiante, si cimentava in una battaglia immaginaria coi tremendi decepticon che avevano quasi distrutto la Rapida nel conflitto secondo.

Un gioco da bambini ai tempi, chi poteva immaginare sarebbe mai stato vero.

"Senza prima cantarvi una canzone"

"Racey, no, tu sei stonata! Non puoi sconfiggere qualcuno cantandogli una dannata canzone"

"Invece si, ruota sgonfiata sciogliolio!"

"Invece no, insecticon!"

"Knockout! Moonracer! Adesso basta."

Andava così tra le due fuoriserie quando erano solo due marmocchi.

Andava anche da adulti, ma il poter contare ciecamente su qualcuno senza pensare di fregarlo era indubbiamente l'argomento che in quel frangente occupava i pensieri di Knockout.

Chiuse nostalgico il vecchio file usurato da tante rimesse in onda, sbuffò annoiato come dinanzi a un vecchio drive in in quel luogo che tanto gli mancava.

Avrebbe mai avuto una famiglia da Allspark Day? Avrebbe mai avuto una giustizia-privata lieto fine?

Lo avrebbe avuto dopo quello che aveva omesso di dire al suo abeille?

"Fratello." 

L'accento canadese intrufolatosi nei rinnovati "affari suoi" lo fece voltare stizzito.

"Possibile che uno non possa starsene ad arrugginire in pace con te in giro?"

"Il primo ufficiale di questa carretta sfasciata mi ha chiesto di te fino a cinque nano fa. Che succede?"

Ahilui, Moonracer aveva sempre saputo intuire quando qualcosa in lui non andasse, più non andasse, si capiva.

"Io ... non succede niente, è solo che sono stanco, sorellina. Sono stanco di non decidere mai niente e fare il maggiordomo." 

E con quelle parole, il medico sgattaiolò fuori, evitandola come un litigio di registri andati, mentre la bella Vantage si domandava dubbiosa se avesse fatto bene a tornare nella stessa divisione di Knockout dopo tutti quei cumuli di segreti.

Sul ponte quartier generale del condottiero tremendamente noto nella storia di tutto l'archivio di Iacon per intero, appollaiato sul trono che ere precedenti aveva tanto annaspato a depredare, con indosso il migliore punto d'argento bianco in titanio fine che potesse dire di possedere ancora e Isabeau ancorata a uno dei braccioli a renderlo truce probabilmente un terzo di ciò che nelle dicerie era stato, Starscream Skyfire valutava scettico e tagliente le ottiche fiammanti di Cassandra da una mattinata intera.

La vittima non sembrava volergli cedere gioco alcuno.

Redwing, invece, impaziente e irrequieta come tipico della sua età, volteggiava tra le postazioni della sala usurata usandole con un servomeccanismo come "tiragraffi" per le sue armi biologiche che intanto risultavano in piena ripresa e con l'altra scagliando arrotatissimi pugnali centrando in pieno ciascuna console già pesantemente inutilizzabile. 

"Piano, Optimus Prime, abbiamo finito le parti usurabili" parlò alfine l'indaffarato aguzzino di Nightwing.

"Peccato, Skyfire, proprio ora che tuo zio stava per addormentarsi."

Velenosa morse come un cobra, ormai comoda sulle catene e sui pungoli spenti.

"Ti prego, zio Star, lasciala a me, ti assicuro che ci voglio solo parlare ..." sgozzò la violacea le sue parole insieme al trespolo di Isabeau, facendola stridere e cadere in picchiata. 

"Ops." Aggiunse poi tremenda.

"Non finquando non mi confessa la sua vera identità. Tu ragazzina, guardami negli occhi quando ti parlo. Io sono l'ex primo vicecomandante decepticon, nonché unità suprema in capo di Vos, generale del comando aereo di Cybertron, Comandante militare dei seeker della Guardia d'Elite e infine distruttore di autobot ... ahimé, quindi tuo nemico ... oppure no? Non vedo simboli sulla tua carrozzeria, nonostante tu sia ... un jet." La spinse Starscream al limite della sopportazione.

"Non ci credo che sei la figlia di Megatron"

Note: 

  - Starscream e Redwing erano i sicari che davano la caccia ad Arcee in forma umana a Detroit e durante lo scontro vengono feriti il primo all'ala destra, la seconda all'ala sinistra. Per evitare alla nipote un destino crudele, Starscream monta un meccanismo arrugginito sui suoi esterni e il suo di ricambio originale sull'ala dell'altra. 

 Si, entrambi sono f16, cambiano i colori e lievemente le dimensioni

  -La Citazione che apre la sequenza di Knockout è di Ian Fleming, da James Bond. Tributo di una nerd al suo personaggio preferito numero due❤

- Knockout e Moonracer hanno avuto un passato oscuro in chi sono coinvolti, rovinerei la storia se spoilerassi nelle note xD

  -"abeille" = apetta in francese, altro nominativo che il dottore usa con Bee 

  - Tutti i seeker sono eccellenti nell'uso delle armi bianche e gli artigli di Redwing sono in ottima ripresa 😈

Che altro dire?

"Se lo vuoi sapere" 

Ancora si riprese. Ancora brandì in un mero tentativo di quiete il bracciolo di granito e cybermateria, come lega da fonderia sotto acqua gelida ai sforzò di trovarla quella stupida infima goccia del carattere paterno in qualche maniera dispersa nel suo vecchio spark, quel tanto che bastava a rimandare la terminazione di Nightwing dopo il suo agognato canto.

  - Adesso no- Aggiornamenti indigesti e tediosi erano stati i suoi primi.

E chi più di lui aveva dovuto avere un'infanzia difficile?

"Neanche io credo che tu sia l'infido Starscream" Cassandra declamò il suo di nome come qualcosa di pomposo e millantato. 

Infante esacerbante e orripilante.

Come si permetteva ad avere lo stesso accento, lo stesso modo di formulare, lo stesso doloroso sarcasmo e pure una punta del suo arroccato ridondante tono sulla S iniziale?

"Ah no?" Si impose comunque il seeker di rispondere.

"Per quale motivo?" Sputò poi solerte.

Un interrogatorio era un interrogatorio.

Sapeva che Megatron aveva figli sparsi per il cosmo, era ovvio con tutte le contaminazioni da minerali che da ere popolavano il suo metallo. Sapeva delle Creatrici, del rapporto di cortesia dell'oscuro generale con le nefaste sirene, sapeva della madre di Nightwing e l'origine del nome e sapeva tutto. Infine, aveva una discendenza recente anche lui e contando anche il Gladiatore di Kaon che vorn precedenti aveva innescato la rivolta, poteva dire di vantare una qualcerta esperienza con le protoforme altrui.

Ma perché La Mercenaria? Perché doveva andare a finire proprio sulla sua nave? Nel bel mezzo della riuscita già oltraggiata e tarpata del suo brillante disegno? Perché tra tutti i dannatissimi eredi, a lui doveva toccare quella più identica a cotanto creatore?

"Ti sta provocando, zietto, aspetta l'approdo più vicino e una tua distrazione, per banale che sia" illustrò Redwing, rigirando la lama ricurva - la sola che non avesse ancora scagliato- nella mano sinistra, non era mancina né ambidestra. Era una che sfidava. L'elsa scivolava sull'anulare e il medio ancora fasciati, freschi di fragore e l'indice ricurvo vi si aggiungeva, illeso, estraendo l'artiglio in tutta la lunghezza che gli era propria, fino al polso della seekerina.

"Se permetti avrei un metodo migliore" sembrò essere la mano armata a dire.

"Beh però" precedeva Cassidy la risposta del tutore in carica "se lo facessi poi non potresti sapere in alcun modo come mai è vero che sono la figlia di Megatronus."

Bingo numero uno, Starscream ringhiò.

Tentava di sfruttare le leggende.

"Sei curiosa anzichenò, o non lo sei, "Red"?" Fu la goccia che fece balzare le grinfie del Comandante attorno alla lunga gola della jet a doppia lancia, sempre ancorata alle salde mura.

"Ora basta, ragazzina, dimmi subito chi sei!"

Risero di puro astio le ottiche viola di Kalis arpionate a quelle cardinale del seeker, mentre la tremenda canzonandolo mostrava i servomeccanismi orribilmente liberi, dato che le catene partivano dal suo collo e che Starscream, stolto, le aveva appena spezzate.

"Oh miliardi di droni."

Seguirono altre imprecazioni in vosniano dalle labbra carnose e scure della violetta, mentre la letterale prole del demonio se la cavava con un provocatorio "Buh!" ad annunciare lo spietato scontro che le fusoliere dell'ex vice stavano per rivivere.

Anniluce a distanza dall'obiettivo prefissatosi, contenendo l'interesse personale e antesignando cifre sicure di possibili sviluppi per tutto il suo team, rigirando tra i servo l'intatta ultima creazione di Perceptor, il primo luogotenente del Jack Hammer al timone isolato fissava le stelle.

Dubbioso. Incerto. Qualità che mai gli erano appartenute. 

Difetti.

Ingannevoli. Devianti. "Decezionevoli".

Decepticon.

No, logicamente si stava sbagliando.

"Tenente." Lo destò Wheeljack, al cambio.

"Capitano." Ribatté il ricognitore. Il suono del proprio sintetizzatore, acquisizione recentissima e miracolosa, non lo strabiliava poi come l'amara suspicione che aleggiava nel suo cuore.

Su qualcuno.

Non era quello il momento.

"È ora?"

"Siamo pronti all'azione. Aspettiamo istruzioni."

La reliquia nella destra, lo sguardo serio che aveva rubato a colui che gli era stato anche più di un padre, le braccia lungo i fianchi e il portamento di nobiltà perduta.

"Intendi tutti?"

"Affermativo"

L'eroe prese la sua decisione.

Le lune, i cerchi, le furenti comete e gli asteroidi di corpi celesti remoti, ai confini serrati da che fosse dispaccio di che fosse madrepatria, mai avrebbero fermato la bestiale istintiva protezione di un creatore verso la prima protoforma. L'acciaio nero dei cosciali rompeva così la terza luna del pianeta Cybertron quando un'acuminata e magnificamente terribile figura ne profanava il suolo.

Ritirato? Si, era vero, ma mai un idiota, Megatron. Degli attimi che incauti si erano sovrapposti tra la sua resa ultima a Orion Pax dinanzi al pozzo dell'Allspark e il suo voto di sola forgia nel suo centro d'origine, nessuno era andato sprecato, senza conoscenza, senza pianificazione, senza allenamento.

E chi più di lui sapeva quanto in mani antiche di ere di robot, la conoscenza diventasse potere?

Ghignò sazio d'ira, nutrendo la vendetta crescente nelle sue vene, ricaricando il suo agognato spark di sangue dell'Unicron. 

Stringeva nella destra la seconda Cambiastadio di Perceptor e degli arpioni di localizzazione abbandonati.

La fortuna era di nuovo dalla sua parte, nonostante egli non vi avesse mai creduto.

Altrove le progettazioni si infittivano ogni nanoclick che trascorreva sui meccanismi temporali.

Funzioni di relatività si incrociavano in una curva come un tesseract, estremo paradosso.

"Perché dovrebbe interessarci Parigi e soprattutto perché dovremmo fidarci di te?" Redwing punzecchiava Cassandra Nightwing 

"Perché dovrei credere che tu sia effettivamente in grado di riparare la mia nave?" Accompagnava stridente Starscream.

"Parte delle coordinate dell'ubicazione della mappa segreta si trova dai terrestri, lì. Le mie fonti non hanno potuto dirmi altro, ma a garanzia di tutto posso dirvi che non siamo gli unici. "

E difatti bastò a convincere gli Skyfire.

Se qualcosa interessava pure agli autobot era sicurissimo esistesse.

"Meglio fare gioco di squadra anche se la cosa non ci piacerà affatto"

Fu la parte del dispaccio che i seeker si rifiutarono di registrare nei rispettivi digit.

"Gli Skyfire sono sulle tracce delle stesse coordinate da Nova Cronum e Polyhex."chiariva Bee alle carte - solo di nome, ovvio, erano cifrature su datapad e monitor della navetta di Wheeljack che per l'appunto ne regolavano i sensori.

"È logico supporre che seguendoli dal prossimo ponte che attiveranno" si affrettò mentre un malizioso e pungente servosistema gli addentava la vita, tirandolo a sé "e lo faranno, Knockout"

"Oh, io francamente ci speravo, guarda"

"Con un paio di unità riusciremo a intercettarli e risolvere l'enigma per il quale siamo loro addosso."

Arcee si guardava intorno: la sala nautica era ridotta, ma funzionale, come i suoi elementi. 

Moonracer, ex alta spia decepticon e poi autobot, Velocitroniana, unità ambigua per definizione, scaltra nelle coperture, nelle operazioni infide e delicate, elegante, ma pura potenza di fuoco.

Wheeljack, demolitore a tempo pieno, auto da corsa, meccanico, pilota, vicecomandante a tempo perso, assassino provetto a tempo pieno, suo personale confidente e forse unico sano di processore.

Bee. L'aveva trascinata a bordo per l'ennesima, contava sul suo ultimo colpo, contava su di lei, quando nessuno l'avrebbe più messo in conto.

Non c'erano parole per Bee.

"Però c'è un risvolto negativo" sgranò le ottiche rotonde e ampie la cecchina, all'apertura di quel file.

"Assolutamente no, è fuori discussione." Intervenne a denta serrati, prima ancora che il tenente potesse esprimersi.

"Digli perché, abeille, tesoro, poi ti accompagno io molto volentieri." 

"Andranno sulla terra, a Parigi. È l'unico modo."

Elementi scelti, che altro dire.

Giusto, Knockout Mirage.

Il medico.

La sgualdrina lunatica.

Arcee ringhiò nuovamente ad alta voce.

Come poteva anche solo minimamente immaginare di riuscire a sopportare per un infinitesimo di nanoclick Knockout Mirage?!

Augmented Reality o Charleston?

Nella seconda Camerata blindata del ponte alto, le fondamenta collassate in spicciola sezione dallo schianto di fortuna di due giorni prima ninnavano cigolanti i dubbi sogni di Starscream, tra le spente coltri da ricarica d'ambedue, un numero pari che questi aveva posseduto in un passato remoto, poi aveva rotto, perso, ceduto, anatematizzato, traslato in oggetti di poco  valore e per il quale nel presente era reietto e insoddisfatto. 

Che putridume l'amore. 

Assolutamente inutile. Postulava in solitaria.

Un'incrinatura sull'ala destra lo urse a girarsi, controllandone il malandato decorso e congiurando a bassa voce mezza casta da Svardem a Thundercracker. In altre nefaste avrebbe calcolato di racimolare un talismano, in quella riaprendo i sensori arresi all'insonnia vi trovò il migliore di essi davanti. 

"Cattivella" Si sforzò di proferire raccattando sotto quella bert consumata  il malcelato sicuro contegno che sempre millantava nelle movenze, nell'intonazione. 

Tutti scarti di bugie ma stavano bene sulle sue fusoliere, che ci doveva fare?

Nella postura, nel movimento delle ali.

Ali che avrebbe indubbiamente perso non si fosse dato una mossa.

Un'altra volta.

"Io ... non riesco a dormire."

Fantastico, si disse in una smorfia di biasimo mentre la secondina si sedeva su un angolo, tentennante.

Ramponato da una strega mangiarobot, in pieno ammutinamento, arpionato sull'hardrive dalla iattura cosmica e lei non riusciva a dormire.

Cosa aveva, 6 vorn?

Nemmeno la stava riconoscendo più. 

"Tu ... è per quella miserabile, non è così?"

"La Nemesis ha bisogno di intervento immediato." Ordinò Redwing prima che suo zio potesse anche solo pensare un lungo e fuorviante discorso di biasimo sui suoi recenti fallimenti.

Oh no, lo avrebbe fatto lei a lui, con i fatti non con le parole.

"E anche tu, zio Star. Noi dobbiamo tornare a casa."

Malinconico increspò il cipiglio assonnato. Proprio lei voleva tornare dopo quello di cui l'avevano accusata? Va bene, non era stato del tutto vero, tuttavia perché tornare? Perché non disertare? 

Perché non era uguale a lei anche in quello, se lo chiedeva spesso.

Ipocrita cronica, come il suo defunto nonno, altroché se non ne era fiero.

Si tirò sugli stivali cigolando, ne poggiò i tacchi a terra e poi gesticolando nella direzione dell'altra

"Quindi siamo sicuri che non sia" come fosse stata la domanda più pertinente in un simile contesto "un brutto sogno?"

La violacea sbuffò, accavallò le gambe, annoiata, calciando con la punta del tacco sinistro un muffito disco di lega antiquata, a dire il vero non sapeva di che si trattasse, ma qualsiasi rumore andava bene.

"Si, si. Puoi restare." Arrivò prima di quanto non stesse prevedendo.

"Seguiamo sua figlia, quindi? E Vos?"

Temeva che prima o poi quella domanda sarebbe sopraggiunta da quella sua corrotta voce, certo non si aspettava, Starscream, gli avrebbe fatto così male.

Si alzò in piedi, esausto.

Non se lo aspettava mai, che contava.

"Ehilà " proruppe poi curioso, chinandosi all'altezza dello stivale della più giovane e tirandone via il disco solo molto impolverato.

"Mi domandavo quale fine avessi fatto"

"Ma che roba è?"

Starscream ridacchiando la scosse cercandone il pulsante di avvio, constatò quanto fosse carica e soddisfatto si appollaiò sulla poltrona, accanto al letto.

Quando una recluta di una squadra di volo al primo riporto in esercitazione di caccia evitava la cabina di vedetta in picchiata senza pilota automatico era più raro che una nevicata a luglio.

Al solito le cabine di vedetta erano sotto manutenzione.

Quella notte il seeker provò ineccepibilmente sulle proprie giunture il tempismo dell'imprevedibile.

"Redwing Supernova, ti ho mai raccontato dell'armatura del potere?"

La crittografia della guida cosmica interstellare della "navetta da riporto" del demolitore squinternato non era estranea alle terre degli esseri umani, anniluce opposte all'ignara Cybertron.

Anzi l'ex unità di ventura di frequente, libertà vigilata o meno - era ricercato dai decepticon rimanenti dopo le guerre anche più dei compagni di squadra - era solita accasarsi nei pressi delle alture bianche nella parte quasi più a settentrione del continente chiamato Europa, nell'emisfero boreale dell'ingenua sfera d'argilla. La nominavano Scozia, sovente Dover, sovente altri data che Wheeljack non registrava, ma ai quali non dava più dell'importanza che un saggio viandante dà a chi incrocia al suo giorvagare. L'autobot non gradiva "arruginirsi", secondo la propria definizione "lasciarsi andare al miglior offerente, in un qualsiasi cruccio o rogna".

Odiava il fare le scarpe come concetto in assoluto.

Eppure, citate le avventure, le esplosioni, le prodezze eroiche e le malefatte della Lamborghini, questa non aveva ancora avuto l'onore di sfrecciare indisturbata nella cosiddetta ville-lumière, "Lutetia", centro mondiale di arte, gastronomia, cultura, moda, architettura urbana, caste maggiori di industria del design automobilistico o come accidenti Knockout lo pronunciasse visto che si, parlava le lingue degli alieni, pure.

Riportò le ottiche sbiadite alle istruzioni di Bumblebee quando la due ruote sembrò leggergli nel processore. 

"Ammesso e non concesso che tu e "abeille" vi facciate capire, supposto che abbiano catturato La Mercenaria" e qui la bella Arcee infittì le lettere di voluto scetticismo "Saremmo tre contro due. E sappiamo quanto il tuo due, qui, fratello sia ... preciso, circoscritto al settore che lo interessi, si capisce."

Moonracer recepì un nano avanti la tragedia.

"Io sono perita d'infiltrazioni, se avete già optato per il Moulin Rouge provvedo personalmente alla copertura secondaria"

"E Arcee può monitorarci con precisione, circoscritta al settore che più le interessa, Racey! Sei spaziale, fatti i complimenti " cadde rovinosa sul tappetto mobile del suo velenoso orgoglio la bluastra.

"Al primo movimento o segnale la stealth ingaggia qui, qui e qui " caparbio il tenente localizzava l'esercito negli avamposti prestabiliti.

"Gli Skyfire amano usufruire dell'elemento sorpresa, io e il dottore lo innescheremo" avviando una scorrevole interna al rivestimento della nave, provvista d'artiglieria, aggiunse "Tutti voi ci coprirete con particolare attenzione al palco".

Stupore isolato in grame, smorzate ma civettanti considerazioni, da parte di tutti.

"Perché il palco?" Frivola notò la Zagato rossa.

Più noto della capitale stessa, della sua cibernetica scultura e della sua titanica cattedrale gotica, il Moulin Rouge, in cifre "Mulino Rosso", nel quartier Pigalle, al xviii arrondissement di Parigi, vicino Montmartre, era anche il locale migliore, nascita spirituale del cancan, danza seduttiva da cortigiane in prima istanza trasformatasi nel corso dei secoli in vera e propria forma di spettacolo fino a tutti i cabaret del continente alieno. Il nominativo stesso di Moulin de la Galette, ristorante danzante ricavato nel 1870 - periodizzazione degli umani - entro un vecchio mulino a vento nella parte alta del quartiere all'epoca periferico della città, abitato da artisti, pensatori e personaggi in cerca di divertimenti e ispirazioni in ambiente bucolico, suggeriva bene del resto tutta la storia e le fiorenti dicerie, ancora una volta, possibilmente ancora verosimili sullo storico nightclub.

Ora, nel 1962, forte di anniluce avanti e funzioni favorevoli ai suoi loschi cartesiani che non gli concedevano difatto più di 26 vorn portati malissimo, Starscream Skyfire aveva avuto modo durante un'operazione segreta per conto dell'arcinota atroce organizzazione per la quale già lavorava, di fare la conoscenza della brillante nobildonna d'affari Jacki Clerico, il nome della quale il seeker non riusciva mai pienamente ad azzeccare e che iniziò al tempo una vera e propria rivoluzione per il gioiellino del Pigalle, ampliando con l'installazione di un acquario la portata massima degli spettacoli e le performance.

Riccioli d'avorio di professione, ballerina, proprietaria ed ereditiera, Jacki doveva comunque ai decepticon il più fiorente successo della sua mondana carriera.

Ed era un capitolo della sua esistenza che a ragiom veduta assai preferiva essersi lasciata alle spalle.

Di rado tutto ciò a Parigi era possibile, per lo stesso inesorabile motivo per cui i seeker non utilizzavano mai coperture (o quasi mai).

"Comandante Starscream!" Esclamò affabile la gentildonna sui quarantotto, un metro e sessantanove, in uno sgargiante tubino sopra al ginocchio in balze, frange a riporto di decolté scamosciate a punta, autoreggenti in pizzo e un boa di piume a deviar per buona sorte l'attenzione sull'oblungo bocchino - sacrosanta metafora.

Louboutin sul nero con inserti cardinale a partire dal tacco interno e la suola per intero ticchettarono verso il largo banco centrale dell'edificio, antistante il palcoscenico esteso ai tavoli circolari.

Reliquia Terza di Perceptor a parte, lo stile non era mai stato per l'ex vice una delle sue tante imprese non ragionate e ad un occhio grezzo e sciocco, in forma umana d'ufficiale d'alto grado in borghese, Starscream poteva sembrare quasi piacente, se passati la sua datazione, il suo modo a scatti di aggrovigliare i guanti scuri mentre allacciava i polsini dello smoking, l'espressione arcigna e geneticamente infingarda e i riflessi delle alte luci fin troppo a specchio sulla stoffa della cravatta e della camicia.

"Che piacere rivederla il giorno dell'anniversario" gli strinse il braccio destro l'astuta, avvolgendolo in una nuvola di fumo.

"Jacky" azzardò- incorrendo in errore- elegante il seeker, trasalendo allo scrocco della giuntura oh, del nervo o ... articolazione, si ancora debole.

Grazie ai droni loro antenati, anche lui si poteva definire uno scaltrissimo uomo d'affari.

"Non mi sarei mai potuto perdere il debutto della mia nipotina preferita." Rise melenso, portando in alto un bicchiere e interpellando poi il garçon dietro la levigata tavola.

"Whisky Sour alla Varian" ordinò posato mentre porgeva amabilmente l'altro braccio a Madame Clerico. "Ci vogliamo accomodare?"

Come su ordine di un comandante di fregata un'armata si alzava in volo o una flotta ne bombardava un'altra, il presentatore dalla tipica r morbida nazionale incipiò estasiato l'ultima performer della serata.

"Prima della nostra consueta notte di follie, facciamo tutti un caloroso applauso alla nascente stella della serata, signore e signori ..."

Col tempismo che nessun altro avrebbe mai potuto, punte acuminate strisciarono con la grazia di un alligatore, carminio rosa essiccata dalle calzature ai gemelli del frac, azzardato con un'ampio scollo a v che lasciava scoperto tutto lo sterno, mentre una splendida e glaciale cantante bionda faceva il suo ingresso sul palcoscenico, un aitante straniero decise di collocarsi proprio accanto all'ufficiale e alla vecchia strega.

"Martini vodka e london dry gin, per piacere oh, caro" squillò in un tono che marcava origini incerte, in parte germaniche in parte proprio francesi."Agitato non mescolato"

"Che curiosità!" Gracchiò Skyfire voltandosi per spiarne al meglio la fisionomia. "Il mio migliore amico, che adesso ucciderei, prendeva lo stesso drink." Giocò svelto la sua carta migliore.

"Non mi dica" fece il rubio dal gomito annoiato stringendo il mezzo calice del più alto e porgendoglielo "il mio migliore amico, che adesso ucciderei, prendeva sempre un Whisky Sour alla Varian"

Lo inquadrò come un missile a calore con un velivolo antistante.

Era lui.

Dopo tutti quei tradimenti fidati, ma come osava? 

Si voltò di scatto all'ultimo annuncio, tanto da sorvegliare la cantante dalle lunghe ciocche platino.

"Signore e signori diamo il benvenuto sul palco del Moulin Rouge a miss Redwing Skyfire."

Note: 

-Jacki Clerico  era un uomo d'affari francese, il resto è tutto vero.

  - I seeker sanno cantare 

Non dico altro ✍

Il debut

"Spettacolare serata, Galette" aprì la misteriosa diva del palcoscenico. Di tutti i particolari che di sé maggiormente amava, l'eroina di quella follie nel luogo d'origine della parola stessa avrebbe rinunciato alle ali d'argento perfino, se ciò avesse implicato non perdere mai la sua splendida voce.

La Perfidissima Vos ai lati più estremi dell'emisfero più alto di Cybertron era famosa praticamente ovunque per le note dei suoi illustri volatili, il timbro dei quali era forse impossibile rendesse suono roco.

Forse, a meno di infime eccezioni a confermare la tradizione, come gli Skyfire. Tutti meno una, almeno.

Se la scatola di un normale elemento era equiparabile a un equalizzatore digitale, potendo gli originari della Perfidissima, modificare il livello di una determinata porzione di frequenze a proprio piacimento, a quello di Redwing si aggiungevano l'innata velatura soave e la corrompente, calda dolcezza negli alti e bassi, frutti proibiti di un inflessione da sirena - sicuramente nata per scopi malvagi al momento della creazione del modello - in grado di tenere formidabile qualsiasi scala di ottave.

Due parole non bastarono a quietare la folla esigente; l'aspetto etereo, follemente giovane del viso da bambina, le lunghe ciocche ricurve quasi bianche che ne accentuavano le timide forme femminili in un lievemente acerbo metro e settantasette e in particolar modo le affusolate, bellissime articolazioni infer ... eh gambe, avvolte in stivali alti di velluto, lo sfrontato doppiopetto a balze e uno strascico in volant innescarono spietati lo shock e il più generale silenzio.

Da dove mai veniva quella creatura?

"Io in realtà" al microfono circolare che valeva un patrimonio "non parlo bene il francese" scandì sbattendo gli occhi dalle iridi porpora, un goccio di verde, nel viola della pupilla. 

"Spero non me ne vorrete se stasera porterò al Moulin Rouge un pizzico di Londra" ridendo compiaciuta al si dei madames e monsieurs vari, con un cenno all'orchestra in un forte accento inglese "Si7, maestro, please" la violetta accese i lustrini nei cuori di chiunque con la rivisitazione in chiave jazz di "Bizarre Love Triangle", concludendo in grande tempo la celebrazione a tema charleston - ballo appassionato degli anni '20 in dedans, non in dehors - del mulino scarlatto.

- Every time I see you falling

  I get down on my knees and pray

  Waiting for that final moment 

  You say the words that I can't say -

Caviglie che svitavano vicendevoli come stappi di champagne, salti e giravolte sotto tempeste di coriandoli, luci e confusionaria umana idiozia stonarono in solitaria sul pezzo, mentre nessuno, tranne gli agenti si rifiutava di ballare.

"Aquila a Condor, passo" 

Ignorando la propria camicia, Starscream dopo un insignificante sorso di quel disgustante alcol scadente, fingendo di applaudire scagliò a Knockout, esattamente come ai tempi aurei in mille pezzi, una frecciata di biasimo.

"Trovo così insignificante chi si abbassi a ricorrere a certi comportamenti" attento a scandire ogni sillaba nel modo più acuminato possibile sgualcì di proposito un lembo della giacca splendente del fascinoso. Errore madornale.

"Mi stupisce, tra l'altro" sfruttò il disappunto del rubino disfandosi del calice. "Proprio tu che non rispetti un dress-code, Knockout." 

Fulmineo ribrezzo caricato d'ira scoccò dalla canna delle iridi nocciola come fossero state calibro 9.

- I get down on my knees and pray -

Suonava e incredula come da che fosse iniziata quella storia altalenante non aveva ancora mai potuto, si divertiva, Supernova, intermittendo le note come i riflettori facevano coi presenti, nel lungo finale semitono.

"Vi adoro, Parigi!" Chiuse mandando in aria un bacio, lo strascico a terra, le danzatrici ferme in posa, concluse il debut in società brillantemente e suo zio rifletté tra sé, ammirato "Manca solo il tocco finale".

"Starscream."

Merda. Un tocco in particolare lo aveva dimenticato lui, strinse nervoso la cimice al polsino destro della giacca, dietro il guanto ancora indossato.

Un tocco rozzo e tremendo di un metro e settantanove senza calzature femminili, il taglio alla garçon, in ciuffi corvini sul collo, un'ovvia cicatrice sulla gola e accenni letali di colpi mortali stretti in un corsetto di cuoio che ne accentuava le forme niente affatto gentili.

"Stiamo lavorando, avvoltoio"

"No, ci sto lavorando, io. Cornacchia" si accorse di averla alle spalle solo dopo l'ennesimo trattamento di favore al suo trascurato mal di schiena.

Figlia di suo padre ...

Forse gli occorreva un dottore. E a proposito ...

"Ti prego. Siete sui nostri apparecchi da almeno una settimana, herr kommandant" sorrise l'uomo in frac, salutando civettuolo un altro cosidetto passante di fortuna, un completo grigio perla, anonimo si, ma evidente sulla robusta struttura tuttavia smussata da finissime movenze.

"Non è il caso di scatenare un putiferio proprio adesso." Afferrando la mano cortese dell'ultimo accompagnatore, lo straniero lo intrappolò in una danza proibita, letteralmente, trattandosi di due uomini adulti in un losco covo di criminali.

"Tieni gli occhi piantati sull'esca, potrebbero non essere da soli" minacciò Cassandra, girando le suole chiodate altrove.

Meglio accertarsene.

Starscream nervoso stava per ordinare un bis, incurante della sventura del primo bicchiere quella notte. Quando alzò gli occhi di ghiaccio marmoreo sul palcoscenico, scorse oltre a Redwing un'altra performer in un raffinato e largo suit and tie taglio maschile, color verde petrolio.

Oops, l'ho fatto di nuovo

  - Penso di averlo fatto di nuovo: ti ho fatto credere che fossimo qualcosa di più -

Scorci di intonaco scaraventati a terra, crepacci, fuoco, furore da belva e ceneri di sentimento erano gli oscuri artisti di quella celata notte alle 2:15 a.m. al Moulin de la Galette.

Non è un flashback.

È un flashforward.

"Come primo luogotenente della squadra stealth di Iacon B, a nome della cittadina, dei vincitori del conflitto e per i poteri conferitimi da Optimus Prime" schioccava come una frusta che ovviamente non gli si addiceva per partito preso quella sentenza la recente testa degli autobot mentre l'imputato aveva la via bloccata dai secondi in arme. E da sua sorella.

In tutta in una orripilante carriera di aguzzino mai si era trovato in una situazione del genere.

Bumblebee non aveva mai ragionato con la testa.

"Knockout Vel Mirage di Velocitron, io ti dichiaro in arresto per alto tradimento e omicidio. E ... qualunque altra cosa che ancora non so." Agganciò velenoso le manette ai polsi dell'altro, che non aveva staccato un secondo le calde ottiche da quella che pur sempre era la sua scintilla.

Lo amava, maledizione. Era quello il suo decantato problema.

"Greta!" Sgridò la parente più stretta con la seconda cifratura di quest'ultima.

"Almeno tu, ti prego." 

Moonracer non era mai stata una scelta risoluta.

Né conveniente.

"Comandante, dimmi che li hai presi" rovente un medio semitono intimava con un accenno di disperazione al rinnovato f16 di salire a bordo.

A quel punto era più che certo fosse davvero sua figlia.

"Li ho presi io, Cass." 

Metallo su metallo, l'aveva beccato alla fine.

Si intromise Redwing, ultima stella della serata. 

Appena un megaciclo prima era rimasta ancora la prima ballerina.

"Forse sarebbe più saggio fare un passo indietro" 

Starscream nervoso stava per ordinare un bis, sbirciando un immobile 1:15 a.m. sulle lancette del costoso orologio da taschino interno alla tasca della sua fusolie ... 

Soprabito.

La seconda infiltrata - di questo era più che certo il tutore della Secondina - si era approcciata alla più giovane rubandole la scena con fare sfacciato, il raso dei pantaloni oscillante sui tronchetti a punta lunga con in mano un comune microfono del postmillennio, una fisicità che barava, da trentotto o più, ricci biondo rame indomati e fuoriluogo su una altrettanto media insignificante altezza.

Spie.

Doveva agire in fretta.

"Hanno sbagliato la mia scaletta" si giustificò la donna, attrezzando il moderno cono sull'asta dinanzi a sé. "Facciamo un duetto io e miss Redwing, vi va?" 

Se la violetta aveva già pronta la mano destra al reggicalze, dove la lama vosniana a filo curvo spiccava più luminosa del candido pallore della coscia stessa, le tremò la figura per intero al rilevare la copertura semisfasciata da un'azione totalmente improvvisa.

"Non ti dispiace, tesoro?" 

Il pubblico solerte pareva prevedere che qualcosa stesse per scatenarsi, tenace come sua madre aveva imparato sul proprio energon, scorgendo suo zio pronto a darsi alle armi con un losco straniero, Supernova capì l'antifona e con un impercettibile cenno alle ballerine - queste pure sin troppo eccelse per mere umane - raccolse determinata il guanto di finta seta di Moonracer.

"Scelgo la canzone, Racey." Sorrise tagliente e di puro fuoco.

 - Può sembrare, ma non vuol dire che lo faccia sul serio 

Perché perdere tutte le mie sensazioni 

È  così tipico di me -

Di nuovo la meravigliosa ammaliante sirena intonava incitando scattanti come soldati le acrobate a sciogliere i tessuti dal soffitto, le travi a conquistare e le postazioni a difendere mentre anche al di fuori del palcoscenico aveva inizio lo spettacolo.

  - Oops! L'ho fatto di nuovo

  Ho giocato col tuo cuore

  Lasciandomi prendere

  Tesoro ... -

La velocitroniana la dileggiava con le parole del testo che più tipicamente risultavano scritte per Redwing e questa non perdendo un singolo fiato volteggiava, girava, planava, si piegava, avvolgendosi alla stoffa ancorata al soffitto neanche fosse stata un amante geloso.

O una preda.

Staccò le lunghe unghie smaltate di scuro dall'appiglio, arpionò il parquet col tacco degli stivali in un piegamento distribuito con la grazia di una piuma, roteò la sinistra e fece per annullare la concorrenza, questa le afferrò la caviglia e la ingaggiò in un tango.

  - Oops pensi che ti ami

   Che sia stata mandata dal cielo -

Cantò la rubia straniera ammiccando agli spettatori ignari.

Gliela diede a bere la seekerina, usò tutte le sue fluttuanti doti da ginnasta e da guerriera, conducendo fino al casquet l'attempata seccatura dalla scioltezza di una berlina e la velocità si una sport car, mentre sotto gli spalti, da un lato, dietro le quinte, madame Clerico guardava la scena.

  -Non sono così innocente -

"François, Ugo!" Esclamò Jacki agli squali della mafia propria in veste di sicurezza.

"Adesso basta, fermatele."

Non potevano aspettarsi i miseri di venir lestamente messi fuori gioco da due baldi giovinotti in frac, diversi solo per colore.

"Continuo a dire la mia, ti preferisco in lino vista la tua carnagione" il più curato dei due, con un'arma di ultimissima generazione da agente segreto in una mano che ricordava una motosega e un banale temperino nell'altra - che però sapeva usare meglio di Zola con gli editoriali - ingannava la pugna con considerazioni da parrucchiere, come se nulla fosse.

"Come avrei potuto togliere di mezzo la mafia locale e localizzare dei microcip di tanto valore" fece eco il tenente con un gancio e una ginocchiata a uno degli scagnozzi di Madame, nemmeno stesse rispondendo alla fidanzata. (La verità, v'era il dubbio.) "Indossando del lino?"

"All'estetica non si comanda" Lo scacco finale di quello.

Dal lato opposto all'ala in retro annessa ai camerini dei performanti, una teppista dalla carnagione scura e il taglio di capelli maschile con le punte brillantinate in alto puntigliava le primedonne, che ancora attendevano di spegnersi, pronta anche, in extremis, a salvare la camera spark alla rinnovata "Red".

Non se lo sarebbe mai aspettata Cassandra tra tanti ceffi ad eseguirla di scorgere proprio quelle di spalle possenti e atroci.

"Papà?!"

- Vedi il mio problema è questo

Io faccio grandi sogni

Io desidero che gli eroi esistano veramente

Io piango, guardando i giorni

Non vedi che sono stupida in molti modi

Ma perdere tutti i miei sensi

Questo è tipico di me -

Dinanzi al bancone spoglio d'avventori, dato il fatto che il garçon stesso vi si era acquattato al di sotto terrorizzato, Starscream Skyfire non aveva affatto terminato il suo terzo sciroppo di whisky e gustandone l'ultima goccia, unica acre della miscela, riponendo il bicchiere, scattò furente a ricambiare col pugnale ricurvo il responsabile solo quando uno stiletto di lega di Tyger Pax gli trafisse l'orlo della coda della giacca agganciandone il lembo al legno del servizio.

"Arcee, buonasera."

"Dammi subito quei microcip se non vuoi terminare quello che abbiamo iniziato a Detroit!"

Sofisticato e pericolosamente calmo, con la stessa terribile indifferenza con la quale usava impartire alla sua Secondina lezioni esemplari, l'ufficiale tra la rissa e il bordello smascherato sfilava in direzione della cecchina immobile, al momento cruciale e a quello soltanto, deciso a tagliarle la gola.

Un colpo di semiautomatica gli azzannò per sua fortuna di striscio il braccio destro, disarmandolo e torcendogli un grido ostinato.

"Ma come osi, disgraziato?" Fece per restituire il favore a Knockout togliendo uno dei guanti dalla sinistra: orripilanti appendici di metallo come artigli di rapace facevano bella mostra sulle sue scarne dita.

"È un discorso a cui non abbiamo mai messo un punto, Starscream." Vigliaccamente verso entrambi, il roscio gli spinse la giovane in blu addosso, giocando l'urgenza della tale di sfigurare il seeker con la sua spada a lama corta.

"Le mappe!" Strillava a un centimetro dalle sue orecchie. "Dove si trovano?"

"Io non lo so, maledetta! Lo sanno loro!"

Esitò come sempre le accadeva. L'uomo la colpì a un fianco con l'oggetto ricurvo a imboccò un corridoio secondario.

Gli autobot e i decepticon, essendo tutta la sala ormai un ombrello volante in subbuglio tra pazze fughe incrociate di terrestri e infiltrati alieni, scambiavano da un combattente all'altro una capsula oblunga di appena dieci centimetri di diametro e venti di lunghezza, contenente le tanto bramate cifre d'ubicazione del tesoro leggendario.

"Alfine avremo modo di espletare i dovuti chiarimenti" una graffiante voce baritonale emetteva la sentenza di Nightwing, mentre questa in tutte le maniere a lei note cercava di tirare giù il fringuello dal palco.

"Red, scendi! Andiamo via, immediatamente!"

"Non sia mai, fossi matta" avvinghiava con astio la corda di stoffa,forzando il gancio appeso al soffitto, al collo della fulvia straniera. L'alta spia sapeva come debellare un attacco sleale senza ferire il soggetto operante, i decepticon troppo di sovente venivano reclutati protoforme e non era raro trovarsi in dovere di difendere la propria vita senza tuttavia poter tarpare la loro in virtù del codice di Iacon e della segretezza.

Torse il polso della giovinastra all'indietro, questa furente mollò l'arma ei fortuna e Racey la scaraventò pronta sull'ala esterna sinistra.

"Per chi lavori, stronza ... no! Lasciami!" Strideva la falchetta rialzatasi, ma presa di peso dalle braccia della Mercenaria, mentre un grave uomo sulla sessantina col vigore di una banda di aitanti guerrieri le scortava inesorabile verso l'uscita.

"Torniamo alla mia nave, la Skyfire con me" asserì Megatron, dietro i ciuffi corvini e ingrigiti da secoli d'ardore.

"Starscream" infine la paura della quale aveva solo sentito leggenda, contaminò le ottiche porpora. "Voi l'avete visto?"

Così accadde, in un attimo sentenziato dalla gretta iella e dal frettoloso tempo che trascorreva irremovibile. Il sovratetto esterno agganciato all'asta del mulino scoperchiato, gli allarmi roteando in sirene e sbarre d'acciaio, una fiera di metallo di ben sedici metri costituì il vero e proprio spettacolo di chiusura.

"Megatron!" Ringhiò emettendo lava dall'alito di fuoco, intanto persino Cass e Supernova fuggivano.

"Hai distrutto la mia Kalis, la pagherai per questo!"

"Predaking" ruggì forzato il generale, riacquistando di diritto le titaniche sembianze.

"Che cosa?!" Sopraggiunse il Comandante Starscream dallo stato pietoso, soccorrendo la nipote e adocchiando la Nemesis senza Lord alcuno.

"Non ci vediamo da due anni, diventi neutrale e adesso risbuchi come se niente fosse con un drago?!" Era tardi, per tanta Vos e poca Kaon che erano nel suo frame.

La vendetta era giunta.

"Starscream, no" colpiva il drago il jet con una delle roventi lame.

"Starscream si!" Proclamava il seeker, gli occhi avio che si tingevano di rosso, i tacchi delle calzature che si affusolavano in razzi d'avvio, le linee usurate delle code dello smoking a disegnare ali di lega argentea vosniana e un celebrato disco di ferro nei servosistemi.

"Ora basta."

L'armatura del potere conferiva a chiunque la indossasse d'esponenziare le proprie dimensioni di almeno il quadruplo e la propria potenza di fuoco idem. Reliquia progettata dalla diabolica mente di Cassius Mirage in persona, di origine decepticon, si risolveva in due dischi interposti che dispiegandosi calzavano al soggetto ospitante come un guanto, offrendo sensori di movimento e comando rispondenti ai biologici di estremità, giunture, articolazioni, spine, fusi. 

Il nonplusultra del dogfight.

Avrebbe affrontato i suoi più acerrimi "rapporti interpersonali andati a male", Starscream, ad armi pari, per una volta.

"Fermatevi subito!"

Avrebbe approfittato ancora della stoltezza dei nuovi compagni Knockout.

Non fosse stato per la minavaganza del predacon, come suo solito.

"Non fate che uccidervi da eoni ma la vera causa di tutto la avete davanti alle ottiche e non ve ne rendete conto."

Stridenti placche dentali suonavano fli accordi per quelle parole dannate.

Altrove leghe violacee, ali serpentine e svelti razzi d'accensione sfrecciavano in modalità aerea nella stessa direzione.

"È stato lui a dirmi di Darkmount." Batté il re delle bestie sputando bile scandalizzata sul viso del più giovane dei Mirage.

"Knocky " aggiunse una Vantage come sbucata dal nulla. "Ma cosa sta dicendo?"

"È la verità?" Giunse il tenente Camaro, ottiche meste, confuse e esasperate di stolta insicurezza.

"Ne ho abbastanza di questi malandati copioni!" Starscream ancora una volta fu il termine semi casuale della battaglia, scagliando in direzione dello zigomo del dottore il pugnale ricurvo di Cassandra, di cui ancora disponeva.

"J'accuse, Starscréam, j'accuse!" Urlò il rubio drammaticamente, più per il vestiario che la fisionomia.

Nessuno poteva sperare in una vittoria, bruciata finanche Parigi.

Mai spettacolo o scena era stata migliore.

Il Comandante, il Generale, la Mercenaria e la Secondina, che in ultimo cavalcò la belva alata che pure in ultimo scelse la controparte, rubarono i cip, raggiunsero la nave madre e ne avviarono i sistemi.

Altrove l'equipaggio affondava remoto.

"Knockout Vel Mirage di Velocitron, io ti dichiaro in arresto per alto tradimento e omicidio. E ... qualunque altra cosa che ancora non so." Agganciò velenoso le manette ai polsi dell'altro, che non aveva staccato un secondo le calde ottiche da quella che pur sempre era la sua scintilla.

Lo amava, maledizione. Era quello il suo decantato problema.

Pur sempre legata alle sole radici che avesse mai vantato, Moonracer esplose un fumogeno sull'entrata principale de la Galette, gli sfidanti tutti a terra, frastornati, una Lamborghini giungeva dall'accesso immesso dell'arrondissement, una Zagato, al cui volante un trentacinquenne mesto divorava l'asfalto con iridi come canne di pistola, s'avviò alla croce di Cybertron già in aria.

I confini marcati, il panorama dai finestrini dell'aston che s'aggrovigliava su se stesso alla modesta velocità di 227 allora, in meno di sette nanocicli i polsi divennero ingranaggi, le membra titanio lucido, al volante non sembrava esserci più nessuno, sullo chassis un inequivocabile famigerato logo gotico.

Knockout aveva scelto da che parte stare.

Angolo del delirio:

Complimenti a tutti voi se siete arrivati alla fine di questo ritmato seguito 🤭✍ 

vi aspetto nel prossimo e lascio per ora qualche nota 😉

  - Per metà del genere "songfic" ho usato la canzone "oops i did it again di Britney Spears", se preferite un'idea della versione vi lascio il link:

https://youtu.be/aOnynRPbBpk

  - Citazione principale al film Predacons Rising è una interpretazione o se volete what if personale sul finale: in questa storia è stato Knockout a rivelare a Predaking dove fosse Starscream, scatenando la brama di vendetta nel seeker e quindi l'ennesima guerra contro gli autobot e contro Bee in persona.

Exercitatio Nĕcessitās 

(Sturm und Drang parlando)

La fiera croce Nemesis rollava nel più esterno spazio tra l'atmosfera terrestre  e quella ignota,daccapo covo di malvagi come in principio, al ronzare delle ampie turbine, lo scivolare della potenza dell'elaboratore, allo stridere circadiano dei minicon in armeria, agli sbuffi e sospiri meditati dell'oscuro signore al timone.

Una fightin-falcon alquanto recente invece era intenta a sollazzarsi con una bestia di tonnellate di leghe e spuntoni, zanne acuminate estesa per 16 metri compresa la coda armata, come si fosse trattato di un cucciolo di kerry blue terrier o cavalier king charles spaniel.

[Da notare che il secondo dei due canidi terrestri aveva avuto accesso al parlamento inglese sotto Carlo II.]

"Tu sei veramente una brava bestiola, non lo sei forse?" Lo vezzeggiava la dolce Redwing altalenando le parole tra vosniano e cybertroniano, comicamente  retta sul ventre della fiera stesa supina lungo uno dei corridoi della nave da guerra. "Ehm, io ti chiedo scusa se ti chiamo bestiola, ma è affettivo, lo sai".

Predaking, creato dal perfido Shockwave dal codice genetico in ambra di uno dei più fieri antenati dei cybernetici stellari - specie seekers, per l'appunto - in alt mode di drago di lega d'acciaio, malgrado in profondo di buon cuore e determinazione, era una belva e anche a volersi chinare per poco rientrava nelle strette mura con la sua possenza senza sfondarne il soffitto. Era anche vero, che vorn e vorn prima di quel giorno, la seekerina aveva avuto ben modo di fare amicizia con il "mostro di Megatron", un ciclo lunare che si era trovata a bordo insieme al fratellino, alla veneranda età di 7 vorn e mezzo, sotto le grinfie inesperte di un paio di "baby-seeker" d'eccezione ... 

"Questo non va bene! Non capisci che se sua madre viene a sapere che Megatron l'ha saputa a bordo mi stacca personalmente le ali per poi distruggerle?"

"Francamente, Starscream, non è che il tuo destino non mi stia a cuore, ma temo immaginare la piccola Redwing in mano al "più recente acquisto" del generale non sia poi meno rilevante ..."

"Smettila di ciarlare e aiutami a rintracciarla!"

Era successo tutto così in fretta, visto che il Comandante aveva avuto la brillante idea di intrattenere quelle pesti dei nipoti nel luogo notoriamente più predisposto a tale scopo, il laboratorio di dissezione. Le fiere si erano date alla macchia alla prima distrazione di Knockout nei confronti della propria vernice, naturalmente e si erano dirette verso il "cucciolo" da poco acquisito all'epoca da Lord Megatron per progetto militare durante il terzo conflitto: tempi recenti per i mech adulti, ma nella loro patria gli anniluce funzionavano diversamente dalla terra e le protoforme crescevano nel giro di poco, relativamente parlando.

"Ahh!! Sono spacciato! Ehm, spacciati!" Si era corretto il tutore mangiandosi la lingua all'agghiacciante vista della nipotina nella bocca del mostruoso esperimento.

"Bestiaccia senza cervello!" Gli aveva poi ordinato "sputala subito!".

Ma tra la sorpresa generale dei due ufficiali sul ponte esterno e la stoltezza dei droni, confusi come tipico, Redwing spavalda era volata giù dalle fauci del predacon attivando i razzi degli stivaletti ancora in titanio, intimando un'irremovibile "Mi fai il solletico, ciccione! Lo rifacciamo?!".

Inutile dire quanto Bitstream dal suo canto ne fosse stato terrorizzato invece, ben nascosto dietro una delle ruote di Knockout o quanto Starscream sgridò la protoforma dopo un simile episodio, promettendo punizioni varie e invocando disperato il nome della madre, Sunstorm.

Da quel giorno, in ogni caso, Redwing e Predaking potevano dirsi inseparabili, era solo successo loro e ad altri date le guerre e i vorn trascorsi, di perdersi di vista.

"La piccola Redwing Skyfire! Chi se lo immaginava?" Fece il brutale sollevandola in un' amichevole stretta sotto la sua ala destra, mentre l'amica rideva di gusto rincorrendogli la coda e stuzzicandolo come un grosso felino.

"Che fine avevi fatto tutto questo tempo? Sei cresciuta, dire che quasi stentavo a riconoscerti!"

"Cose da fare, posti da vedere, roba da cercare, rubare, terminare, cose da decepticons" affermò compiaciuta, raccontandogli di come fosse finita a bordo della Nemesis, come mai si fosse ritrovata sotto la custodia di zio Star e perfino le tristi vicissitudini che su Vos l'avevano implicata in una grave accusa, di come l'avessero diseredata e costretta via da Bitstream e dalla sua famiglia. Il "cacciatore di autobot", palesando improprio quel nominativo, chinò la testa lateralmente, preso dalle storie e rabbioso si trasformò, in un mech della statura dell'oscuro signore in persona, con lunghi acuminati artigli da seeker d'altre ere, le poderose ali a fargli da mantello assieme alla coda e le fiere appendici minacciose a difesa della violacea.

"Se è stato Megatron a farti questo, giovane Skyfire, io ti vendicherò! Sarò al tuo servizio come forza maggiore, lo giuro" proclamò in un medievale e cavalleresco inchino che lo portò a malapena a raggiungere l'altezza della Secondina.

"Fammi il piacere e poi neanche è stato lui." Ribatté quella principesca "Me la sono cavata finora, più che ovvio quanto possa proseguire, non mi devi niente, ciccione che non sei altro" accrebbe spronandolo ad alzarsi.

Predaking era sempre stato esageratamente protettivo verso chiunque si fosse mai rivelato gentile nei suoi confronti, da cacciatore leggendario era intrinseco al suo spark e parte del giuramento solenne a tutta la sua specie, ma con Redwing il sentimento fraterno la faceva da padrone al di là di tutto. 

Proprio curiosa quella creaturina, tanto s'era trovato il soldato scelto ad odiarne lo zio di sangue, tanto aveva sempre adorato la nipote.

Strani gli Skyfire, annotò nel processore. Ma non era uno scienziato,né un fisico fuorché eccellente prima linea da battaglione, per cui se la face bastare quando la violacea lo convinse con un sincero sorriso.

Di contro, l'altra tremenda arma segreta a bordo non la riteneva alla stessa maniera.

"Skyfire!" Tuonò Cassandra Nightwing facendo rizzare le ali della Secondina nel più genetico sbigottimento, le lame a filo sguainate, gli anfibici razzi cementati sul pavimento e lo sguardo fumante del sangue dell'Unicron che le scorreva nelle vene.

"Tu non sai combattere"

Scatenò infine il normale disgustato ribrezzo di Redwing nei suoi confronti.

"Come, scusa?" Sputò la viperetta a mezzabocca.

Exercitatio Necessitas da parte, nell'ennesima sala senza muri di separazione dell'ex corpo di Trypticon denominata infermeria, un clima melanconico, tedescheggiante, di puro sturm und drang, romantico anziché tragico e annoiato si respirava, obscure e ridondanti melodie echeggiavano sulle lastre metalliche delle suppellettili, una famigerata rockband composta di quattro "prigionieri umani" sotto i nomi di Tyler, Dave, Dean e Joey costretta a suonarne e risuonarne le note.

Una spigolosa ma splendente unità maschile in tiro da buffer con la mera stonatura d'una patch su un taglio al volto, sorseggiava  poeticamente avvilita sulla medbay un calice ricolmo di sensazioni quali folle ardore, biasimo, dolore atroce, stizza, mancanza, solitudine, rabbia, vendetta, noncuranza, narcisismo, sociopatia ... Tradimento.

Omicidio.

"Si, si, suonala ancora, Tyler, ma più triste, più triste!" 

Knockout Mirage, perfida dbs, torturatore, specialista in smontaggio cronico di carrozzerie altrui e spia scelta della causa, si poteva definire a quel frangente un caso da scarto in assolutissima pena d'amore.

Che amore avesse mai conosciuto questi a parte il fisico accanimento, le pazzie da ricarica doppia e i buffer a rotazione semiautomatica a controllo a distanza? Forse la sensibilizzata completezza data dal buon comportamento che mai gli si era addetto, l'orgolio da buona azione dopo il repentino cambio di controparte, forse le chiare, dolci, profonde ottiche del tenente Bumblebee o le sue prorompenti curve da gioiellino della strada ... forse la sua incurabile passione per le macchine, il suo indelebile masochismo, il lutto malcelato che provava per Breakdown, l'urgenza di farsi chiunque gli capitasse a tiro quando fosse dell'umore sbagliato, la mancanza di un impero dinastico proprio.

Si voltò annoiato dalla sua stessa noia.

Il basso e la batteria s'erano fermati senza autorizzazione.

Due dei membri erano rintanati sotto il secondo tavolo da lavoro, il lead voice e la chitarra abbracciati l'un l'altro visibilissimi dietro la sottile asta del microfono. 

Umani.

"Perché santissimo allspark vi siete fermati, bestiacce?" Strepitò la cocente Zagato, tirandosi su a sedere, appena.

"Che" soltanto alla prima sillaba nel ricurvo e smorzato insopportabile tono il dottore scostò la sleeping mask a forma di ape che indossava per coprirsi le ottiche provate e prender sonno ristoratore.

 "Cosa stai facendo?" Maledì snervatissimo "Skyfire senior" piombato  giustamente nel vecchio laboratorio come ai tempi aurei per le urgenti riparazioni di cui le sue fusoliere necessitavano, aspettandosi già l'inopportuna reazione dell'interpellato e preparatissimo a impartirgli una di quelle che si sarebbe ricordato fino al momento di andare offline.

"Starscream " iniziò uggioso e abbattuto il caro medico, mettendo avanti i servosistemi appuntiti "non vedi che sono piuttosto indaffarato a boicottare il mio com link, la mia pessima opaca esistenza, la mia meravigliosa fisionomia da te vergognosamente deturpata e ancora una volta la mia vita di coppia da te orribilmente smaterializzata?!"

Starscream a tutti quei passati remoti senza meta, ingannò l'attesa pocanzi prefissata dell'appuntamento col professionista, scagliando munizioni varie al povero Tyler e similia che intanto schizzavano per il quartiere risicato come roditori di sottobosco alla vista di un rapace.

"Che Unicron ci fanno i terrestri in camera tua?" Stizzito a livelli madornali, l'air commander scosse il rinnovato decepticon per le spalle a sovracopertura di paracerchi nel vano tentativo di destarlo dallo stallo cosmico. 

Con gentilezza, naturalmente.

"Buhaaaha, scusami se sfogo i miei dilaniati impulsi di file di ram con una appositamente prelevata adeguata colonna sonora in attesa che mi passi, herr kommandant" fu la replica di Knockout che lo beffeggiava col nomignolo da lui strausato "come ti permetti, è stata tua la colpa, tua e di quella sciagura alata di Predaking!"

Le ottiche cardinale si tinsero di puro color sangue a quelle frasi sfacciate da mocciosi.

Che cosa? Con la sfortuna cosmica nella quale era immerso dall'inizio della spedizione poteva digitarci quattro tragedie da annali alla Svardem Skyfire.

Finanche quel putridume di Skywarp avrebbe avuto più ottimismo di quel viziato, opportunista, doppiogiochista, sleale buguardo, scienziato pazzo, vanesio di Knockout! E in cima a tutto ciò e ben altro, le sue amate ali rischiavano la rovina inesorabile e lui pensava alla pateticissima situazione amorosa andata in frantumi con il capo degli autobot?!

I quattro umani intanto aprirono un ponte spaziale con un telecomando di fortuna e tornarono in Canada, a scrivere l'ennesimo album al vetriolo al quale nessuno avrebbe creduto, ma che magari qualche copia l'avrebbe pure fatta.

Dal ponte primo della fiera croce, invece, quella sera, all'ora di godere dell'energon saccheggiato e festeggiare le vittorie collezionate, incurante del baccano fatto dalle giovinastre, dal predacon e dai minicon alla sua tavola, Lord Megatron smise per qualche nano di masticare, all'udire quattro semplici, arcinote, sguaiatissime parole ...

"La finitura no, nooo!!"

"Altroché finitura, aspetta che ti metta i servomeccanismi addosso e non rimarrà una sola parte della tua vernice intatta! Torna subito qui!"

L'oscuro gladiatore sapeva che lungo qualche corridoio a bordo, un f16 stava cercando, cercando e cercando, est omen in nomen, una lamentosa aston martin che più che rompere la corda l'aveva proprio dissezionata.

Note da intermezzo comico:

  - La Nemesis è il corpo spento/"morto" dell'ex Ttypticon, stazione spaziale di Vos e megarobot. Nell'episodio "Mente Volante" lo si vede su uno scanner in una sequenza

  - Knockout e la sua tristezza da rottura citano l'episodio 12 della serie "Dynasty" in cui la protagonista femminile, Fallon, si comporta alla stessa maniera dopo essere stata lasciata dall'eroe

  - I Theory of a Deadman vengono dissacrati in questo capitolo

  - Exerercitatio Necessitas : locuzione latina, letteralmente "urgendo addestramento"

Sturm und Drang: Movimento culturale e letterario tedesco della seconda metà del 18° sec. (1760-85 ca.) che, con il suo programma di un’integrale rivalutazione dell’irrazionale nella vita e nell’arte in opposizione all’intellettualismo illuministico, rappresenta l’ultima fase del preromanticismo. 

Studio Letteratura, non me ne vogliate, sono una secchiona, ciao.

😌🤣✍

Cor-rotta Corsa 

Un mech della metà dei suoi vorn - tale Megatronus era stato quando sul proprio nome usava ancora il suffisso e sui propri avvii una degna dose di intemerata cattiveria - avrebbe già fatto cadere la scure crudele sulla testa del vettoriale in circostanze simili alle sue.

Il raccapezzamento dei cip di ubicazione delle mappe segrete delle rovine di Tarn, dove si supponeva il tesoro decantato da Sky-fire in persona,  andato perduto nel primo conflitto e oggetto della nefasta impresa della discendenza dell'f35, permaneva incompleto senza l'aggiunta delle chiavi di apertura dei gingilli in questione, situate nel posto che gli stupidi esseri umani chiamavano Antartide.

Ora, la Nemesis, sotto disposizione, affrettata dal desiderio immediato di mollare prima possibile Parigi, sbraitata dal vettoriale, appunto - con ciò si intendeva l'addetto alle carte di bordo, il pilota e oh, quasi sempre secondo in comando - copriva da 48 megacicli coordinate da qualche parte tra Nettuno e Plutone, distando quindi dalla sfera d'argilla almeno quattro miliardi e cinquecento milioni di chilometri, a non volerne specificare gli anniluce.

Essendo un mech del doppio dei vorn e più rispetto al sopracitato (paziente come un avio dacché si fosse scoperto padre) quanto da almeno due quarti d'era era solito fare in cotali avvenimenti, l'oscuro leader dei decepticon, terminata la parca cena con le più recenti acquisizioni del suo possente esercito, con l'accento e l'intonazione che meglio gli sarebbero potute essere disponibili, scoccò un assassino e bellicoso 

"STARSCREAM!!" 

Non scorgendo ancora sul cassero principale l'oggetto che rispondeva a tale dicitura.

"SI PUÒ SAPERE PER QUALE MOTIVO NON SEI ANCORA SUL PONTE?"

Solo dopo aver ricevuto risposta alcuna, il Gladiatore e Forgiatore di Kaon optò per un ritorno alla perduta giovinezza, sfoderando la lama di Kalis fusa alla sua destra e imboccando le gotiche architravi. I due minicon lo osservarono intimoriti e in silenzio.

In altra parte della titanica, precisamente una sala da munizioni dotata di un paio di schermi a console singola che in passato era già stata usata dagli ambedue per una curiosa confessione, il sì dileggiamente urlato Starscream, poggiato di schiena al quadro comandi, impartiva impegnato - rarissimo caso nella storia della sua machiavellica scintilla - sagge disposizioni di vita al comandante Knockout, in lacrime, sulle sue gambe, sempre intento al rimpianto d'amore più che alla fuga.

"Gli autobot sono miseri e deboli insetti approfittatori di scarto! A loro non importa nulla di me" Incitava severo il maggiore, rendendo allo stesso tempo portiere, chassis, telaio, fondamentalmente ogni componente della costosa auto uno stimabile pezzo di una mostra d'arte moderna a suon di rigature e "raptus freudiani".

"Insetti invasori di scarto!" Ripeteva il traditore tradito, come a confrontarsi con la sua amica del cuore sul suo vecchio spark in frantumi, tanto gli era a biasimo ormai.

Non che gli facesse vero e proprio dolore quel trattamento, la vernice per un automobile e per un mech qualsiasi era un po' come un capo di vestiario, posto che non si toccassero i sensori nervosi al di sotto, diversamente localizzati a seconda della città d'origine. 

Ahilui gli bastava come gelido e amaro risveglio, ferendolo nel morale più che nel fisico.

Doveva ammettere che gli stava servendo come distacco e come prova di carattere e che a conoscerne l'artefice fosse più un gesto da camerata che da sergente di ferro.

Era comunque una tortura assistere alla sua vernice andare in rovina.

Il buffo tribunale improvviso continuava.

"Il tenente Bumblebee, rimbambito senza cervello non merita la mia camera spark!"

"B-Bumblebee non merita l-la mia camera spark ..."

"Non ho sentito gli insulti, dottore, da capo"

"No, da capo no! Non i cerchi da 30.000 dollari!"

"Ora riparerò Lord Starscream senza alcuna protesta e mi scuserò del mio povero processore da insecticon".

Abbiamo già rimarcato quanto la Corruzione non appartenesse più al lunatico cercatore. Il cmu in pena si liberò di scatto dalla presa ad arpione al primo tentativo di interesse personale del parzialissimo giudice, poi, deciso: "No, questo te lo scordi che lo dico e adesso ... "

Per il loro stupore, li distrasse un bestiale e primitivo ruggito infernale, nondimeno da voce femminea, proveniente dal corridoio esterno.

"Hai sentito anche tu?" Sospettoso per natura, Starscream teneva d'occhio la porta a scorrimento.

Due nanoclick e l'inequivocavile cristallino stridio delle corde della Secondina rimbombò allarme nei suoi sensori auditivi.

"Cattivella!" Schizzò il tutore temendo il peggio, sfrecciando in modalità aereo in meno di 5 nano esatti dalla coda est della nave alla sua punta anteriore. 

"Che?" Un alienato e sfibrato medico lo seguí in 10.

La tensione era palpabile nella cupa irrespirabile aria degli angusti canali, furente, grinfie alle armi, pronto all'ignoto, Starscream giunse nel luogo preferito dal suo ex generale in vista del peggio e ...

"ROAAAAAARRR!" Rugliava Cassandra mostrando i canini acuminati vis a vis con la violetta, venendo con questa da piroettanti affondi e parate, salti e atterraggi nella più decepticon delle esercitazioni. 

"Raaaargh, grrrraaah!" Tentava Redwing sforzandosi di apparire minacciosa, alle fragorose risate di Predaking che la vedeva per ciò che era davvero, a detta sua, ossia una "adorabile tenera pulcina".

"Eddai, ce la sto mettendo tutta!" Si giustificava piccata.

"Più di petto, più di petto, immagina di stare davanti a qualcuno che proprio non sopporti" illustrò Cass orgogliosa della sua piccola allieva.

"Che cosa?!" Frenò lo zio della seekerina, a destinazione, quasi schiantandosi rovinoso contro il trono occupato in mezzo alla grande sala.

"Oh no, loro si stanno ... allenando?"

Chiuse le ottiche l'eroina determinata, prese fiato, raccolse la furia infuocata degna della sua casta antica, il suo più birbante ghigno sulle labbra tinte di nero e ...

"STARSCREAM! GRRRRRR!"

Solo che a riecheggiare sul vibrante metallo fu il sintetizzatore di Megatronus.

"Ecco, cosí." Puntualizzò Nightwing, accomodandosi di gomito accanto al trespolo di Isabeau.

"Mi prendi in giro" rispose Redwing pepata. "Neanche fosse una femme!".

"Non è mica questione di genere, Skyfire."

Alla brillante considerazione, mentre il temibile signore del male sbraitava contro l'ex vice scaraventandolo a destra e a manca per aver sbagliato la rotta in questione, Knockout Mirage era giunto nella hall dei suoi più recenti incubi. E stranamente s'era trovato a scoppiare in un sincero e salutare attacco di ridarella sfrenata con tanto di grugniti. 

"Ahahah. Ahahahah, una femmebot? Quello?! Big M una femmebot?!" Ripeteva, tenendosi in piedi a fatica. "Oh ahahah, scusate, bitte" accelerava, mente-localizzando quali società gli potessero fruttare realmente e quali invece no.

A bordo della croce degli autobot,la argentata che possedeva chiara eccellenza nella storica virtù vosniana, non indugiando affatto trotterellò perfida affianco all'imponente bracciolo della sedia di pietra da cui Megatron si era alzato irrequieto, provvedette a calmarlo, sussurrando ammaliante: "Generale, generale" e muovendo le falangi acuminate Cass avrebbe potuto giurare con fare stregonesco, scostò il sedile in avanti sollevandolo da terra di qualche cm. "Si sieda e si calmi, abbiamo pur sempre la Cambiastadio e i ponti spaziali se non Soundwave: è saggio mostrarsi umanità, non trova? ". L'ultima sillaba echeggiò a ogni metro più soave, il furente si sentí come ammaliato da un richiamo antico, un'ipnosi irresistibile, che non prometteva nulla di buono, certo, ma cosí inebriante da fargli perdere vigore più che sensi.

"Eppure" esordí nei confronti dell'altro volatile che indietreggiava verso l'antistante vetrata. "La giovane Supernova " scandí voltandosi a chiederle conferma e all'annuire di lei "ha ragione: meglio non destare sospetti  o trastullarsi per poter agire indisturbati, al Polo."

Tornando a sedere con un mero movimento del cannone sulla sinistra, concesse alla più scaltra il timone e il titolo di vettoriale, precisando che suo zio avrebbe mantenuto gli altri, data la recente datazione ( e l'assenza di ulteriori risorse.)

"Decepticon" diede l'ultima battuta del diabolico accordo "È giunta l'ora di alzarci in volo." 

Su una navetta da riporto a fiorenti modifiche, una squadra scelta vagliava triste il verdetto finale di sifatta ritirata, a causa di più di un recente fallimento di missione.

"Lo chiamerò domattina, è la sola cosa da fare" scuro, il tenente si confidava con il primo ufficiale tra le spie.

Arcee si sarebbe mai definita estasiata? Per Knockout al più. Forse. Semmai.

Non era del suo spark né del suo avvio essere crudele, oppure avrebbe sempre vinto esattamente come Loro.

Bumblebee era suo fratello minore e vedere il suo cuore arroccato su passati errori digitali, straziava in toto anche il suo.

Era soddisfatta non fosse durato sin troppo quel tradimento ben celato da Mirage Junior. Era diffidente verso Moonracer, per quanto la comprendesse, eccome.

Perlomeno lo fu fino a quel fatidico minuto e mezzo.

"Signori" entrò insicura la bella Vantage mentre Bee armeggiava con i sistemi di comunicazione diretti a Cybertron.

"Ho qualcosa che ante qualunque decisione azzardata vi potrebbe interessare."

Svelta collegò la propria configurazione ai monitor di trasmissione, premette un paio di pulsanti d'avvio e quello che il team stealth vide garantí nuovamente l'accesso alla dea bendata sul modesto Jack Hammer.

"Big M una femmebot? Ahahaha. Aha. Aha."

"Meglio non tr-trastullarsi, per poter agire indisturbati, al Polo."

"Decepticon... o-ora ... alzarci in volo" 

(...)

Sick of seek

Sulla navetta di Wheeljack si vagliava il verdetto finale, forti pure del futuro aumento di forza armata alla prossima ricongiunzione con la banda dei demolitori, della quale il capitano in persona era prima unità.

"Bulkhead mi ha confermato che Skylynx e Darksteel sono ancora dalla nostra dopo quello che gli ha fatto il "Comandante" a Darkmount" sbruffò ironico appiattendo metaforico Skyfire senior come una zanzara su una piastra d'alluminio, glielo doveva in fondo, per l'estesa marcatura di guerra in bella mostra sul suo torace. "Predaking o no, sono un'ottima scelta a prescindere" evidenziò subito dopo, girando la postazione a spirale verso il resto dell'equipaggio.

"Moonracer" interpellò crucciato la testa della spedizione forando con l'ampio sguardo i fanali della fuoriserie canadese."è stato compromesso qualcuno dei 'Con di Megatron, gli è... stato fatto alcun male per queste informazioni?" Annaspava timoroso, rigirandosi i comandi manuali a distanza dei radar tra i servo.

Decezionevole di nuovo.

"Mentirei se potessi tenente" la sentenza della scarlatta di circuiti. "Mio fratello K.O ha fatto un torto madornale a me e a tutta la vostra brava divisione" affiancò Jacky al timone e questo in lieve surriscaldamento le cedette franco il posto a sedere. Aveva un debole per le assassine mortali.

"Era ora gli venisse impartita una dura lezione: come suo meccanico personale dopo la scomparsa di Breakdown, mi sono permessa una modifica nettamente atroce al suo tachimetro al momento del cambiastadio".

All'apparenza del progettuale schema interno del medico sui monitor del centro comandi, tutte le ottiche rimasero confuse e ignare della procedura usata, finquando Arcee rigettò quasi nel recipiente la sua dose di high grade - d'obbligo viste le temperature dello spazio profondo.

"Cip a calore ..." balbettò la bluastra in un capogiro: sapeva bene cosa significassero, le era capitato in gioventù a Tyger Pax, ventotto cicli diurni senza potersi trasformare. Nemmeno le avessero asportato il t-cog, santissimo Ratchet a restituirle il suo scopo d'accensione riparandola.

 "Primus, è orribile perfino nei suoi confronti!"

Attenta alla reazione di Bumblebee, la spia intervenne nei dovuti chiarimenti. "Oh, se lo sarebbe meritato, Arcee, eccome. Ma vedi, per quanto mi costi la cosa, Knocky in ottimo stadio e lontano da alcolici di sorta sfiora i 480 a limite massimo, per la scienza avrei fatto un sacrilegio, visti i suoi costi, non si sarebbe ritrasformato affatto. Le cimici sono a calore, si, ma sono nelle portiere: quell'idiota non se le toglierebbe neanche per cambiarne la datazione, provengono da Tokyo o come Unicron si chiami sulla Terra, in ogni caso  rimuoverli comporterà un intervento doloroso. "

Dopo cinque lunghissimi e tombali nanoclick, proprio il tenente irruppe sfavillante: "Agente Mirage, sei un vero genio!" Per presente che fosse anche una sincera"Non gli lascerà cicatrici, mi auguro"

"Oh no, ma se lo conosco non fallirà una seconda sciocchezza"

"Molto bene."

Wheeljack e Arcee si scambiarono un'intesa inorridita, dato che la prerogativa più nefasta del proprio caposquadra era nascondere un'indole da gladiatore sotto quei modi tanto giostreschi. Peggio se ferito.

"Si ma perché dirci del tachimetro?"

Si sforzò di frenarsi la Lambo ma non vi riuscì.

"Beh gli ho comunque tolto un centinaio di chilometri, se no ci avrebbe scoperti" saettò secca in inflessione germanica, accavallando le gambe. "Non si prende per i fondelli chi ti ha reso quello che sei. È una faccenda di principio" 

Postulò infine: "E mi rompeva le bambole."

Wheeljack poteva definirsi un robot dallo spark trafugato, quella Racey era così splendida, intelligente, armata, esplosiva ... che donna.

"Quindi parremmo essere ancora alla pari con il falco grazie a un Mirage" disse la bella moto, facendo scivolare un servo a girare le carte.

Negli aspri pietrificati cieli delle brutali temperature della famigerata Antartide, l'incrociatore funesto di Megatronus faceva il suo approdo in solitaria, tenuto da una degna colonna sonora e  servosistemi ametista, temerari, acuti nell'estensione delle grinfie aggraziate, quanto fermi e decisi.

"Comandante Skyfire" e quasi Starscream in persona ebbe un tuffo alla camera spark a quelle possenti parole, specie perché dal Suo sintetizzatore.

Specie riferite a Lei.

"Comandante Skyfire! Occupati dell'esecuzione.

Raduna la tua armata immantinente.

Thundercracker agli avanposti di precisione, Skywarp agli esplosivi, Starscream! Servi tu al timone.

Traccia una rotta.

Assumi il comando."

Alfine "spiegati".

Avrebbe detto a se stesso la maggiore bugia della propria perfidissima carriera se avesse tentato di definirsi entusiasta della fine del rivoluzionario che conosceva.

Del mech che chiamava "maestro", "padrone".

Buffo anzichenò che Cattivella lo avesse sempre chiamato zio. Quando era una sparkling neanche le aveva sviluppate subito tutte le rimarcate "r" della sua lingua materna e doveva accontentarsi che lo sillabasse quel lungo appellativo che ne era ricolmo.

Andarglielo a esplicare non si fosse mai trattato della verità. Ma come poteva?

Specialmente coi rimasugli e scarti del suo brillante perduto ingegno.

Ripensò a quel passaggio di comete di ben 18 vorn d'antecedenza, mentre chiunque alle mansioni assegnate era impegnato, tranne lui stesso e il timoniere.

La timoniere.

L'aspetto di sua madre e la sua stramaledetta cattiveria.

"È una promessa, zio Star? Mi ci porterai un giorno?" La piccola creatura saltellava sul relitto dimesso di un arrugginito mezzo di trasporto arroccato sui cancelli di confine. Quanto le piaceva quel dannato pericolo, soltanto un nanociclo prima della fine.

"Scendi di lì, Supernova!" La rabbuffava serioso un aitante seeker sulla trentina, dalle lunghe ali color porpora e gli inserti violacei sulle giunture, a riporto del colore del lungo mantello d'alta uniforme. "Sarebbe proibito venirci e lo sai, e questo è il tuo modo di dirmi grazie?" Il giovane Comandante prese in braccio la peste ad un flebile suo cenno, facendola volteggiare e ridere di gusto.

"Ti prego, ti prego ancora! Voglio volare anch'io! Mi ci porterai un giorno?"

Mentiva, perlomeno anche quella volta era stata la sua intenzione. Non ne era mai stato in grado più di tanto davanti al suo sorriso e neanche c'entrava niente la Corruzione o sua madre Amelia.

"Tu mi mancherai tantissimo" tirò la minuscola l'ultimo affondo di lama.

"Lo sai, vero?"

"Facciamo così, Cattivella." Rispose lo zio con un beffardo sorriso sul volto, utilizzando peraltro per la prima volta il famoso soprannome. "Se quando sarò di ritorno da Kaon saprai guidare uno di questi" millantò ingenuo una delle più moderne navette attraccate "Il caro zio Starscream ti farà salire a bordo della fiera croce di Megatron"

Gli occhi della violetta si erano tinti di allspark.

Nel presente, un'insolente goccia d'olio blu rovinò inopportunamente lungo il suo zigomo graffiato dall'ennesima fresca vendetta di Arcee la miserabile.

"Starscream" lo spronò sarcastico Knockout, in un ultimo check up alle dovutissime riparazioni a tutta la propria carrozzeria.

"Non è il caso che ti disperi, ha solo parte del tuo adorato titolo, keine sorge!" Mescolò privo di gusto il suo idioma preferito.

"Taci, spudorata disgrazia senza scintilla!" La soave inferenza del più grande. Mutò repentino tendenza alla successiva virata. 

"Senti, mi terresti d'occhio Isabeau e Eiden, io devo parlare con mia nipote" del tutto inaspettatamente, scostò il medico e si diresse al timone.

"Comandante Skyfire" s'era appellato Megatron alla violetta. "Le manovre di aggancio?"

Rovente ma altissima asserì la voce della pilotessa, Cassandra dall'angolo sinistro del trono non la perdeva di vista un fotone.

"Le turbine sono al massimo, signore, disponiamo di energon a sufficienza per tre giorni, poi dovremo fare rifornimento; comunque il territorio è sgombro di segnali nemici agli scanner e possiamo confidare in una base stabile."

Il tutore s'era appressato alla seconda postazione, intanto e tremò al ricordo di quanti spegnimenti avesse nella memoria esterna avvenuti dopo supposizioni simili a quelle della seekerina.

"Molto bene e le chiavi?" Lo stupì ancora il generale.

"C'è un hangar di studi militari dei terrestri, Lord Megatron, suggerisco un'azione interna e il prelevamento sotto copertura"

"Starscream " annullò ogni preoccupazione di entrambi i vosniani il signore di Kaon. "Stento a credere che siate imparentati, ma dovresti proprio imparare qualcosa da tua nipote."

"Si figuri, non mancherò" l'acida conferma.

Nel frangente in questione, Cassandra imboccò il corridoio, verso il ponte esterno, senza ordine affatto.

"Cassidy!" Si alzò il creatore furioso. 

Assolvendo i più prossimi doveri ben peggiori di qualunque nemico, Megatron li lasciò soli, finalmente.

"Prego, zietto." Ammiccò diabolica la minuta fiera, direzionando la Nemesis sui lastroni degli Iceberg.

"Immagino tu sia lieta che non ti stia riservando lo stesso trattamento che a tempo debito elargii a Shockwave, vero, Comandante Skyfire?" Recitò, slittando il buffer sulla costruzione vosniana della domanda. 

Orribilmente spaventata e seria, la Secondina si voltò tenendo il joystick con una sola mano e con la libera stuzzicò i razzi spenti sul braccio dello zio.

"Non abbiamo opzione per adesso, ma non gli permetterei mai di farti più male di così, zio Star. Non serve che mi sgridi su quanto mi indebolisca".

Come da programma era a conoscenza dei rischi annessi all'abuso dei poteri non in totale controllo.

Era il suo orgoglio, quindi?

Era davvero lui l'antagonista perfino di quella tra le storie che le avrebbe raccontato?

Sorrise malinconico.

"Redwing ..." la tirò a sé in un eufemisticamente infrequente avvenimento che lasciò di stucco pure l'unico fisico presente ad assistervi, uno che andava sotto lo stesso nome in tutto l'inanimato pianeta.

La Secondina non credeva ai suoi sensori tattili dopo tutti quei megacicli e vorn d'interminabile attesa, suo zio la stava ... abbracciando?! Come faceva sua madre quando la assillava a volersene ricordare? Lui?! Unico energon del suo energon a non ingannarla mai per farle piacere?!

Fu certa di essere stanca di cercare risposte quando avvertì qualcosa agganciarsi all'ala col serpente.

"Cosa ... ma cos'è?" Stridé curiosa.

"Redwing, Cattivella, io voglio che tu tenga una cosa per me, ti dispiace?" Cortese, Starscream indicò il dispositivo notoriamente suo quale leggenda volesse, ora in bella mostra sull'ala sinistra della violacea.

"Ma è..."

"Il raggio nullificatore" ammirato Knockout le girò intorno geloso, neanche fosse stato lui il parente.

"Quello regalatoti da Astrum Varian in persona, herr kommandant."

Fanfarone dannato.

Aveva una vaga idea di quanto ci era voluto a convincerla?!

"Ehehm, insomma è evidente che ormai sei pronta ... si ah ... "

"Non ci posso credere!" Gli fece quasi perdere i sensi.

Suo esaurimento, menomale.

"L'originale, l'unico!" Sfrecciava trasformandosi da un capo all'altro della cabina la contentissima f16. "Grazie, grazie, grazie, grazie, oh ti voglio bene anch'io!" 

Era una festa vederla felice, innegabile.

A malincuore si rendeva conto, il falco, soprattutto nelle gelate ottiche a specchio color carminio del dottore, che il giorno in cui vera e truce sarebbe suonata quella frase era più vicino della ruggine al telaio della propria ala.

Angolo dell'autrice introspettiva:

Lo so, lo so, ho esagerato con Knockout, ammettiamolo. 

Ma come si fa a tradire Bee in modo così meschino, insomma? XD Bene, prossimamente migliorerà la prospettiva.

Starscream non ha ancora rivelato a Redwing l'identità del misterioso prozio che popola i dubbi della Secondina.

Il capitolo pesantuccio rende omaggio al titolo della storia, "Stanca di cercare", giocando con seeker. ✍😌💥💜

Il territorio antartico britannico, era una landa desolata oltremare, distante dal polo Sud 60 ° sud e in media collocato tra 20 e 80 ° ovest della calotta, una delle otto regioni dell'Antartide , rivendicate dal Regno Unito,  istituito ufficialmente possedimento il 3 marzo 1962 (anno nel quale l'armata scelta di seeker decepticon aveva stipulato concordati con gli umani), ma rivendicata dalla Corona europea sin dagli inizi del ventesimo secolo.

Essendo lo stoico luogo il continente più freddo di tutto il povero pianeta, non v'erano abitanti nativi, piuttosto tre stazioni di ricerca, tra cui quella militare sui radar della fiera croce Nemesis, del British Antarctic Survey.

"Alcune parti del possedimento sono contestate date le stolte mire di questi stupidi umani" dispacciava istruzioni Lord Megatron. "Avremo bisogno di identità valide che, mio malgrado" e accentuò scrutando severo Cassidy quella sillaba in particolare dato che egli aveva praticamente fondato il concetto di distruzione totale, sua discendenza compresa"agiscano senza scatenare un putiferio." 

Davanti ai suoi brutali servomeccanismi e il suo frame di ben sette metri terrestri, intanto, metà degli ufficiali e secondi scelti della fiera croce di Cybertron provvedeva a cambiare le proprie sembianze, utilizzando a questo scopo la Cambiastadio di Perceptor.

Di forma cubica, in apparenza una sorta di box di lavaggio rapido in titanio liquido e cybermateria solidificati, il capolavoro dello scienziato di Altheix permetteva tramite una tripla rete sovradimensionale di microproiezione specifica, intervenendo comunque in parte sullo stadio biologico dei soggetti, di passare dall'assetto metallico e titanico a quello di semplici umani che ne resemblassero le peculiarità.

Di fianco all'appena tornata immacolata carrozzeria carminio di Knockout, perciò, su una delle console di comandi secondari come nulla fosse, camminavano al posto del famigerato Starscream e della Secondina, due individui dai lineamenti nordici e affilati, corporatura longilinea, chiari di occhi e di capelli, mentre una terza dai marcati tratti sudamericani,  gli occhi verdi e il taglio corto color ebano controllava per sicurezza la carica del dispositivo in questione.

"Efricàz" sbuffò in Kalise, determinata a non farsi capire.

Da buona Mercenaria, le stava bene fingere di intrattenere rapporti con prede e aguzzini, come Redwing appunto, ma pretendere di concedergli pure fiducia e, in qualunque maniera si pronunciassero quelle "ternuira" in inglese o vosniano... era tutt'altro. Quanta soddisfazione e mancanza di follia le sarebbe appartenuta di diritto se solo avesse potuto farlo anche con il suo cosiddetto genitore. Quasi era gelosa del lieto scorrimento tra la fringuellina e l'avvoltoio, anche se meglio non dipendere da alcuno.

Seeker. Idioti ma fieri.

Dato di fatto, i falchi l'avevano rapita e lei non ignorava niente.

"L'hangar BAS 67 è sotto sua maestà a tutti gli effetti, ecco perché sarà meglio che i seeker" aggiunse il gladiatore squadrando scettico le sue prime unità d'assalto "provvedano all'infiltrazione e al recupero delle chiavi, sono più logicamente somiglianti agli insetti nel favo. Oltre a non provenire da vecchia Kaon."

"Ci lusinga di continuo con il suo umorismo atroce, signore" il commento pungente dell'"insetto con la giacca da aviatore", ammiccante con la nipote.

"Con il dovuto rispetto, pa ..." corresse Cass velando sarcasmo " signore, non sarebbe più logico schiacciarli con la nostra potenza di fuoco e una volta disputate solo macerie cercare le chiavi tra queste?" 

"Chiedo scusa, ma mi associo alla Mercenaria" sparlò melenso Knockout.

Megatron prima di rispondere, rassettò nelle sinapsi una breve riflessione  sul perché di tutti i suoi intralci passati non si fosse mai liberato davvero di quel cucciolo insolente. Non che Cassandra potesse dirsi a livelli già da lui biasimati in altri robot o lontanamente sui frame di Starscream. 

Eppure gli causava in egual misura un mal di testa abominevole.

Cosa avrebbe comportato sbarazzarsene?

"Vedi, mocciosa" le torse la lingua a parole subito dopo "gli autobot sono sulle nostre tracce, a loro non è gradito che si annientino gli esseri umani, vero Starscream?" Consultò insomma l'ormai rassegnato luogotenente. La violetta, dilettandosi con le lunghe ciocche in una treccia di fortuna non poté proprio evitare una tossita risata assieme alla vanitosa Zagato poggiata ai radar su cui stava in piedi in forma umana. 

-Io, signore? Alla buon'ora- Sembrò voler dire lo zio in veste di terrestre sgrullandosi i gradi sulle spalline del soprabito. "Ehehm, signorina Ca ... ssandra, giusto?"

E la bella jet a doppia lancia ebbe l'impulso di dilaniarlo seduta stante quel lecchino, recepito il vezzeggiativo, al pensiero dell'interrogatorio subito dallo stesso prima dell'intervento di suo padre.

"Se terminiamo quei microbi poi gli autobot ci intralciano, questo per la buona riuscita."

"A questo punto non credo ci sia altro da specificare." Ringhiò il generale, assestando il naviglio sulle dovute coordinate.

Si mosse tedioso echeggiando sul pavimento e prima di accomodarsi sul podio di grafite ingiunse in direzione del cmu indaffarato a bighellonare con le armi di recente "acquisizione".

"Knockout, l'artiglieria pesante è data da me e da mia figlia, sai perfettamente che non mi piace aspettare" Starscream e Redwing caricavano le munizioni pur di non sghignazzare, Megatron ruggiva digrignando le acuminate placche dentali.

Il seducente dottore non ci teneva affatto ad assaggiarne la risma e si affrettò suscettibile a recriminare, fissando con evidente ribrezzo la Cambiastadio.

"Io speravo proprio che questo una seconda volta si potesse evitare. I tessuti organici degli umani li trovo orribili a pelle e quest'affare non è a norma, generale, mi creda, inoltre ho appena finito la finishcare giornaliera per ..." La fiera mostra della lama foggiata dagli stessi brutali servo del Tremendo sul suo braccio destro, come del cannone a fusione a sicura assente sul suo braccio sinistro garantirono la presenza nel mini squadrone di fortuna di un appariscente trentacinquenne in una costosissima tenuta da sci.

"Oh, no, non so sciare, è per l'estetica."

Nessuno lo avrebbe mai intuito, certo che no.

La giovane Skyfire, il tutore e l'ufficiale medico con titoli scaduti da vorn, fluttuavano verso un esanime e gelato mezzogiorno di neve, a bordo di quel che data inferiore era stato uno scooter a gravitazione decepticon, per l'occasione aggiornato ... Vespa 180 modello supersport del 1964.

"Zio Star " azzardò intirizzita scostando la spessa scomoda sciarpa di pile attorno al collo la fanciullina interposta scomodamente tra il pilota e il sedile posteriore - almeno non un sidecar - dell'alquanto patetico mezzo di trasporto.

"Lungi da me smontarti, ma non credi che immettere nella reliquia di Perceptor, comunque un nostro nemico, il tuo adorato veliscooter sia stata ..."

"Una pacchianissima stradecerebrata stronzata?!" Provvide Mirage, comodamente accomodato sul sedile in pelle sbiadita a braccia conserte e gambe accavallate, tanti i cavalli del veicolo.

"Stolti." Si smorzò a lingua morsa il Comandante, sterzando fulmineo a un infido dosso di stalagmite e accelerando brusco, di fatto quasi passando da 0 a 87 km/h in qualche minuto, conquistandosi subito leggiadre imprecazioni e bestemmie varie dall'agente segreto in borghese ridicolmente avvinghiato alle barre laterali del metallo dei sovraruota.

"Questo modesto gioiellino da collezione vantava per la miserabile epoca terrestre nella quale è nato, la massima velocità!" Redwing sbruffò sconsolata un ciuffo di capelli via dalle sue labbra e l'ex aston martin, veemente rabbrividiva teatrale.

"Agli eoni di Predaking, forse, mi sta venendo il voltastomaco per la lentezza!  E il cigolio, poi, mia nonna ha servosterzi più delicat ... ahaa!!" Strillò improvvisa la spia, quando a filo della manica sinistra della sua giacca a vento curvò un proiettile da mira principiante.

"Ci inseguono?!"  Constatò K.O. ormai più che su di giri.

"Ma non ci posso credere!"

Starscream acuì la coda delle ex ottiche nella sporca direzione e quel che vide lo fece quasi rovinare in un magistralissimo incidente da recluta al primo ciclo.

"Smokescreen, accidenti, io guido e tu spari, ma almeno spara bene!" 

Arcee Target e un corpulento venticinquenne brizzolato di rosso a bordo di una Ducati 848 di produzione 2013 li avevano agganciati e stavano per abbattere, cercò Starscream di far mente locale in modo ottimista.

"Hey, signora, bella carrozzeria!" Echeggiò la Secondina col suo timbro inconfondibile.

Terminare.

Incidentare. 

O come droni smontati energon oscuro si dicesse non con un velivolo per le mani, si corresse mentalmente Starscream.

"Ora ci sparano!!" Lo incalzò Mirage esasperatissimo.

I secondi scoccati, gli interassi e le sospensioni di entrambi gli armamenti ovviamente non alla pari e come vorn prima era avvenuto nella ricerca di una stimatissima reliquia nella calotta polare opposta a quella, decepticon e autobot duellavano inosservati, sferzati da condizioni oggettivamente insensate.

Note:

 1.  Anche sull'Antartide è vero quel che è vero, se si esclude l'headcanon che Starscream abbia concordato affari politici con sua maestà britannica e il Parlamento nel 1962.

 2. Ci sono diverse citazioni a vari film recenti o meno in questo capitolo, vediamo chi le riconosce 🤭😋 però non prendete la descrizione della Cambiastadio come una citazione a La Mosca, vi scongiuro 😖😟

 3. Identifichiamo per convenzione Megatron e figliola coi tratti sudamericani della mafia Cubana e prospettiamoci la lingua parlata a Kaon come un misto di spagnolo e cybertroniano

 4. "Efricàz" e "Ternuira" significano "Funzionante" e "tenerezze, sentimenti", ma i termini ispanici originali sono stati leggermente storpiati. Prometto che citerò anche il Vosniano come me lo immagino 🤣

 5.  Arcee è una Ducati 848

 6.  Lo scooter decepticon e Starscream, Starscream e lo scooter decepticon, lo scooter decepticon disegnato appositamente da Lopez per far schiantare Starscream in "Triangolazione", si, quello scooter.

Alla pari con il nafasto incrociatore Trypticoniano, anche il Jack Hammer aveva potuto godere, passati gli eventi sfavorevoli, dei dovuti rinforzi.

Ricostruita una buona metà della vecchia Praxus, antitesi di Nova Cronum e centro scientifico autobot, nella quale i rifugiati demolitori provenienti da Polyhex, roccaforte Decepticon, si erano stabiliti dopo il conflitto terzo, Bulkhead, fuoristrada dal pugno indelicato e la rete neurale accessibile, inseparabile compagno di brigata del Capitano Wheeljack e mina vagante onoris causa, aveva ottenuto pieni poteri sull'istruzione e sviluppo delle nuove reclute dai luoghi annessi, quali si dicevano in primis Velocitron e Tyger Pax, soprattutto dopo la fortuita alleanza con i combattenti predacon Darksteel e Skylynx.

Navette agganciate, il team stealth si poteva dire raddoppiato, fornito da risorse di ultima fattura e "gingilli di Altihex peraltro nettamente sprecati in mani autobot", come incurante specifica di Moonracer, pur sempre ex sottufficiale scelta di Megatron nel conflitto secondo e sorellastra di Knockout Mirage.

Raddoppiato se si osservava, che alle componenti originali dei Target e dei soci spegnitori - Wheeljack e Racey - si inserivano al nanociclo due balde giovinastre unità, dalle modestissime altmode rispettive di McLaren - MP4- 12C azzurra con un gigantesco numero 38 sulla fiancata e Veritas RSIII blu notte e oro, con inserti aggrovigliati sui paracerchi laterali, guai a chiamarli fulmini. 

Comandante di armata d'avvio e plotoni intelligence dacché ne avesse memoria, Arcee a quella luttuosa situazione decise di optare per il più certo abitudinario, da brava riflessiva scorpioncina che fosse - era stata protoformata si poteva raccontare nell'occhio di un ciclone, un 24 ottobre ricolmo d'energon versato della bella Iacon infestata dai seeker traditori.

"Remix Ravage è ricercato in cinque capitali e mezzo" aveva redarguito lo "scanzonato impiastro"; "io prendo il ragazzino" aveva aggiunto trascinando la confusa McLaren "tu l'altro, Bee."

Non era mica da lei fare mente locale su quanto le apparenze ingannassero in quell'universo distintamente.

I secondi scoccati, gli interassi e le sospensioni di entrambi i mezzi ovviamente non alla pari e l'agguerrita Comandante Target s'era trovata in una folle corsa sulle piste ghiacciate del Polo contro il mech che le aveva strappato vorn prima la scintilla dell'unico bot che avesse mai lontanamente quasi amato, Cliffjumper, sostenuta dalla mano armata di un perfetto ... 

"Schwachsinnig! Verrücte, idiot!!" Inveiva il minore dei Mirage dal sedile posteriore della "reliquia" vera e propria contro il pilota dell'aggeggio in questione.

"Yimportunvus excremiar, svraįr" gracidava Starscream senza più scrupoli  contro il dottore. 

"Eh?!?" Questi procurava stizzito d'estrarre la Walther PPK dal reggicalza sinistro sovrastante le Gucci appuntite invernali.

"Zietto, avevamo detto niente vosniano!" Esternò Redwing, saldamente aggrappata ai fianchi dell'ex f16, godendosi spettatrice il duello a colpi bassi di semiautomatica tra i due rosci squinternati.

"Adesso gli buchiamo le gomme?" Strizzava le lunghe ciglia la violetta a K.O., ghignando malevola.

"Gli lussiamo qualche articolazione, confettino, dati i loro cavalli l'impatto sarà triplicato" spiegava diabolico il velocitroniano.

"Ma Megatron ha detto niente distrazioni e dare nell'occhio!" Notò poi sempre la Secondina, martoriando insistente la giacca del tutore all'ennesima guida sleale di quello.

"Lascia perdere quello che ha detto il trombone, ascolta quello che dico io!" ordinò Starscream indirizzando l'altra sagace sfidante verso uno spiazzo aperto usurato di vecchi modelli di caccia dei terrestri.

Trappola eccellente.

La Ducati in pochi secondi inchiodò a marmitte silenziate e bluastra avvertì il partner "Non ti azzardare a scendere."

A pochi edifici di distanza da detta pista di volo, due basi a guscio si stagliavano sull'aspro paesaggio desolato collegate solo da un ponte coperto sospeso, a diversi metri dal suolo.

La prima, stranamente senza alcun avamposto di difesa né impianto di tutela, appariva rimarcata soltanto da boreali cerchi alchemici color fenice che le fluttuavano intorno come remore su uno squalo.

La seconda, di un evidente color petrolio smeraldato e due corna ricurve per battente medioevale sull'entrata principale, appariva sorvegliata da due corpulenti agenti mascherati in nero armati fino alle viscere.

Internamente, un inquietante laboratorio segreto si apriva celato negli inserti scorrevoli delle stanze della simulata stazione di ricerca, al suo centro un individuo dalle lunghe ciocche corvine, un camice sfacciatamente sbottonato su quella che sarebbe sembrata una divisa da becchino per quanto nero pece fino ai risvolti degli orli e la cravatta, esclamava disappunto e ira contro i poveri sottoposti umani che formicavano accanto alle sue grinfie.

"Che cosa vorrebbe dire non lo sappiamo? Ci state lavorando da almeno dodici ore! La mia pazienza ha un limite, signori, potrei non rispondere delle mie azioni a breve" scandiva in un marcato accento da Wimbledon l'antagonista in questione, provvedendo minaccioso a stringere un bastone ricurvo di metallo rifinito d'oro con incastonata una gemma color dell'allspark.

"Tecnologia e connessioni permettendo abbiamo fatto il possibile, comandante Loki ..." sibilò la cimice di turno tentando di darsi alla fuga. Gli artigli del corvino s'avvinghiarono pronti attorno alla sua gola.

"Non mi basta, creatura ottusa, lo voglio subit ..." come ahilui troppo atrocemente gli accadeva nei tempi più recentemente avuti - dopo millenni che era a piede libero - una possente voce lo fermò prima del liberatorio gesto.

"Fermo." Pacato, elegante, saggio di eoni e padrone di magie maledettamente al redarguito sconosciute, il dr. Strange fece inorridire l'asgardiano stregone fino ai primordi vani scintillii di defunta madre nei suoi poteri oscuri, quando dalle sue pupille saettò velenosissima una nube viola.

Sulle loro teste, impenetrabile perfino ai settimi sensi di entrambi, furia di Tremendo energon, una figura ambrata guardava la scena.

"Chiavi localizzate, padre." Sfumò al congegno di comunicazione di uno dei suoi piercing all'orecchio destro.

"Eccellente" percepirono in ultima azione gli allenati riflessi, come pure due dei camici dietro le quinte dello scontro imminente, sin troppo poco umani per tanto autobot che fossero.

L'aeroporto ridotto di ex proprietà neozelandese, era stato probabilmente reclamato da una delle basi equidistanti come deposito di modelli di riserva e specie a condizioni metereologiche mortali per decolli e atterraggi, quali quelle della calotta durante uragani e tempeste, raggiungeva un'ampiezza complessiva di circa un chilometro, labirinto di f34, jet stealth, f4 phantom impercettibili ai radar, f16, f22 Raptor, e f20 Tigershark, f15 Eagle e f14 Tomcat. 

"Quest'anno l'Allspark day è nettissimamentr in anticipo sui tempi" increspava le sottili labbra l'ex vice in borghese stringendo le acuminate falangi guantate a filo d'adamantio sull'antica manetta di un rinnovato Lockheed Martin F35 Lightning II, prima e immutata modalità alternativa di Thundercracker Skyfire.

La Secondina Redwing, indossate le cuffie radio girava la postazione, spavalda. "Siamo pronti all'azione comandante."

"A questo proposito l'unica questione di cui vi volevo avvisare è che io, a meno di essere su una nave spaziale con simulatore di gravità interno, soffro di vertigini!" Frignava invece il rubio 007 sprecato, sollevando intirizzito il bavero della sfavillante giacca a vento.

"Stiamo per scoprire se la tua fosse sul serio la velocità di picchiata maggiore, fratello"

La finale, perfidissima disposizione dell'air commander in cabina.

Angolo della "miserabile"  (come dice Starscream xD):

Inaspettato mini-crossover, si, non vi ho avvertiti, ma lo potete considerare uno special feature di uno o due capitoli, dato che in Tfp notiamo umani del calibro del Colonnello Silas, mi sembravano ottimi Loki e Strange 😈✍

Note:

 1. "Schwachsinnig! Verrückt, idiot": "Deficiente , pazzo d'un idiota", come specificato Knocky parla tedesco 🤣

 2. "Yimportunvus excremiar, svraįr": "insolentissimo scarto sprogrammato/smontato/sciolto" xD vi avevo promesso il vosniano e sia ;) Mi piace immaginarlo come simile al latino antico, ma con costruioni della frase accentuate sulla parte finale e ricolme di r e di s.

Votate anche la versione di Redwing? 😚 Fatemelo sapere 😁

 3. Walther PPK : semiautomatica di James Bond in Spektre

4. Filo d'adamantio: omaggio personale al doppiatore inglese di Starscream, voce anche di Wolverine :)

Chiavi di volta 

"Chiavi localizzate, padre, ma i terrestri intralciano nuovamente le disposizioni." Cassandrà proferiva calma, letale, velenosa. "Attendo tuoi ordini."

Megatronus dall'altro capo della linea comlink sussultava di cieco caos sin dalla camera spark, perso nei meandri del proprio intricato disegno. Nell'ennesimo folle tentativo di recuperare la sua ... lucida moltezza.

"Temo che il sangue dell'Unicron non possa ripristinare la tua mente".

Quanto aveva potuto avere ragione una sola volta nella sua misera vita.

Ora, l'oscuro signore dei decepticon, nella prima grande guerra con l'acerrimo Optimus Prime, aveva adottato un piano di bordata al tempo noto pure alle recenti unità dei vorn della Secondina del suo ex vice, che consisteva nella trucidante, sconsiderata distruzione, operata con la propria imbattibile nave da guerra, di un bersaglio illuso dall'interno di vittoria da parte delle sceltissime spie decepticon di cui disponeva. Starscream, Airachnid, Thundercracker, Soundwave, fino a quegli scellerati di Knockout e il suo deceduto assistente, vantavano collezionate sui propri gradi innumerevoli di questo tipo di vittorie.

Ma la sua Cassidy ... era quella la mossa giusta da fare?

O lo avrebbe forse tradito?

C'era in qualche luogo nascosto ad attenderlo un altro diabolico signore del Caos come l'Unicron?

Esitava. 

Come

Un

Autobot.

"Gli Skyfire?" Chiese sviando se stesso meno che Nightwing.

"Eseguono copertura all'esterno, quel condor di Starscream mi ha detto che se la sta spassando."

Strinse i denti in uno sghembo farfugliare. Se non altro non li avrebbe avuti sulla coscienza.

"Predaking!" Ruggì. " Radi al suolo la capsula dell'umano chiamato Strange, io  aggancio La Mercenaria e quella rimasta.

Sterzato il mezzo tra gli impercettibili cigolii dei carrelli di atterraggio di un phantom alla più infima raffica di vento sul lato nord dell'aeroporto militare dimenticato da Primus e chiunque, Arcee e Smokescreen si appostarono esausti dietro la Ducati semidistrutta, dopo una caccia spietata che perdurava da più di un megaciclo.

"Potevi esserci tu al suo posto" non si fece scrupolo la McLaren a causarle tormento.

"Ho un conto in sospeso con il Comandante dai tempi di Jasper e lo sai bene. Sai anche quanto non sopporterei di vederti ferita, l'ultima volta ..."

Infieriva, chiacchierava, sbraitava a bocca larga, quella che tanto volentieri gli avrebbe cucito la castana dagli occhi avio. La sua voce graffiata in riverbero le impediva di riflettere, di calcolare bene il momento opportuno per scardinare la turbina esatta dell'f35 per non tarpare tre vite, della quale una in particolare non le aveva proprio fatto niente. Di calcolare se valesse realmente la pena arrendersi, consegnarsi alla Sentenza che le dava la caccia o cacciarla in ultimo, con la medesima assenza di pietà. 

Dopo Detroit, era stata mesi a rimuginare sulla totale assenza di cortesia del fato nei confronti di Redwing Skyfire. Presumibile la sola colpa imputabile alla ragazzina era l'essere stata protoformata nella famiglia sbagliata. Nella capitale sbagliata. E lei le aveva tarpato un'ala.

"Abbiamo un riscontro, così la mia sorellina può dormire ricariche tranquille: anche Redwing è viva e sta bene, sono sui nostri radar" 

Mise giù le palpebre di nuovo.

Bumblebee ci aveva provato, ma il senso di colpa non l'avrebbe mai veramente lasciata andare e neanche Starscream.

E lei in quanto tale che poteva fare a parte cedere?

"Arcee!!" Il gracidare del giovane ancora a riportarla al reale mentre la milionesima esplosione da razzo li inchiodava a terra, qualche metro avanti.

Una comunicazione hackerata interna alla sua rice.

Un inequivocabile cacofonico verso di scherno come riscontro.

"Sostenevano fosse impossibile, l'autobot di nome Arcee è troppo veloce, troppo prudente per essere catturata. Eppure eccoti qui" La graffiava l'altro capo del meccanismo. 

Smokescreen ancora non si era dato per vinto.

"Chi è?! Che cosa c'è ancora?"

"Shh. " Incalzò determinata a non farsi ammaliare. "Che cosa vuoi, Comandante? Stavamo proprio per abbattervi, non fosse bastata Detroit " 

"Ahahah, ho sempre apprezzato la tua indole, mia cara" ringhiò quello al microfono della cuffia "ma temo che come da programma sia il contrario e che a meno non vogliate tingere di rosso questo bianchissimo romantico paesaggio, tu stia comunque per portarci alla posizione delle chiavi dei gingilli, dimmi, non è così?" Ribadì avviando il razzo a ricerca automatica sulle loro coordinate.

"I demolitori affronteranno Megatron, Bee e Remix sono da soli" colava la McLaren l'ultima goccia "Arcee, tu devi lasciarmi ..."

"Io ho il comando e so benissimo cosa devo fare, ammasso di scarto, adesso chiudi quella bocca o lo faccio io, sono stata abbastanza chiara?!" Strepitò la Target a ricetrasmittente sempre comunicante, con intonazione da sergente vosniano sulla stolta fisionomia del partner.

"Io ehehm" tossì esterrefatto l'ex vice dalla cabina di pilotaggio - quasi ammirato, non si fosse trattato di lui e non si fosse trattato della miserabile - "non ero proprio a conoscenza di queste tue predisposizioni ah ... tuttavia" aggiunse poi a mezzabocca, cercando con ogni circuito di mantenersi posato e malvagio; Arcee nella neve diventava rossa come lava. Una sguaiata risata a contralto accompagnò dal Lockheed Martin un francesissimo 

"A questo punto dovreste convogliare a giusta e sacrosanta interfacc ..."

"Lo zio Star?! Nahh, forse con il trono di Megatron e poi gli piacciono le rosse ..."

"State zitti!". 

Reputazione sotto venti chilometri di iceberg, la cecchina senza alcuna scelta scortò mesta la prima linea decepticon alla latitudine concordata. 

Nel contempo, lungo il fianco ricurvo nordovest della guglia di cemento armato della base di Loki, due poderosi eserciti duellavano senza remore di sorta a colpi di cannoni a fusione, raggi per la stasi, fiamme di predacon e oh, 

Nitroglicerina.

"Camerata otto fuoriportata!" Sbraitava il capitano Wheeljack lanciando tre granate nel vano di carico nord ovest della fiera croce di Cybertron.

"Darksteel! Skylynx!" Si univa il maggiore Bulkhead con la fiera palla da demolazione nei servosistemi. "Non fatemi rimpiangere di non avervi cambiato stadio!"

Ed effettivamente, combattere Megatronus a potenza di fuoco pari visto che egli mai più d'una volta si sarebbe abbassato a forme poco titaniche, era stata dagli albori la migliore delle strategie.

"Lato est coperto, signori, puntate all'elaboratore centrale" istruiva la scaltra Moonracer, storditi quindici droni dell'armata di riserva del seeker con l'asta statica rubata al fratello.

"Enchanté, madame" rombò sboccata la Lamborghini, sfrecciando sulla rampa sud dell'incrociatore che intanto si era ancorato su un'altura.

A bordo, la più infernale oscurità faceva da sovrana.

"E va bene, miserrimi illusi" rugliò Megatronus, balzando in piedi dinanzi alla vetrata principale. 

"Predaking, Isabeau, Eiden!" Richiamò impietoso e glaciale.

"Schiacciateli."

Trasformandosi prese poi il volo e lasciò i demolitori al destino che meglio si addiceva loro.

Nel semisferico laboratorio chimico ormai arena di nefaste alchimie bruciava da due ore una brutale contesa. Cerchi di luce incandescente overdimensionali e serpeggianti boreali verde smeraldo contendevano furibondi il possesso di tre passepartout del tutto identici alle leggendarie chiavi omega dell'omonimo lucchetto dei tempi d'oro di Cybertron, soltanto in scala ridotta.

"Sei contaminato dall'energon oscuro, i tuoi poteri non sono come i miei, anche se ti rifiuti di credermi, devi obbedirmi, Stephen, è la nostea unica possibilità" sibilava il "dio", reggendo a fatica il peso della stessa sua illusione.

"Taci, nanerottolo" il ridondante echeggiare dello stregone supremo lo sbatté inesorabile contro la lastra di metallo dietro le sue gracili membra.

Non era nato per il corpo a corpo e neanche per la pazienza. Dopotutto il suo nome in norne significava fuoco e quello bastava una buona dose di h2o a spegnerlo.

Loki, sfinito, tentò invano un ultimo aggancio svanendo letteralmente dalla vista di ciascuno, mentre l'incantatore, soggiogato dalla sostanza estranea, respingeva qualunque tipo di attacco e mirava avido all'ultimo artefatto di Svardem Skyfire in persona, nelle caparbie mani di Cassandra Megatronus, che nemmeno un nanoclick antecedente lo aveva strappato dalle mani di Remix e Bumblebee in forma di umani.

"Nightwing, ti prego, devi darci ascolto!" Inveiva il luogotenente, mentre dall'entrata opposta della sala facevano l'ingresso tanto agognato Redwing, Starscream, Knockout e Megatronus in acciaio e cannoni.

"Eccellente, ecco la pecora che ci ha portato il lupo alla porta" squittì arsenico il roscio, avventandosi per poco alla gola dell'ex ricognitore, non fosse stato per l'arpione dell'ex seeker a impedirglielo.

"Non ora, razza di idiota" sfuriò Starscream di fianco ad Arcee.

"Abbiamo le chiavi, avvia, avvia adesso!" Strillò Cassandra alla vista del generale, nel medesimo istante Loki riapparse e in un vano disperato escamotage per attrarre l'attenzione di Strange avvolse la bionda giovinetta in una nube nera con un semplice gesto della mano sinistra.

"Redwing!!" Starscream si gettò ricolmo d'ira e terrore addosso alla nipote e la sola nota lieta fu che Megatronus scattò alacre alla quasi assente distrazione del posseduto, rubandogli le chiavi.

"Avvia!!" Urlò Cassandra a squarciagola, mentre il povero Loki stava rischiando lo strangolamento sul posto da parte del furente aviatore cementato sul suo corpo steso a terra.

"Tu avvia il ponte!" Ordinò il gladiatore dai sensori praticamente in corto, il minore dei Target non poté più trattenersi ed esplose un colpo di glock 17 tenendolo sotto tiro.

La Secondina intanto, si contorceva a terra priva di sensi, come in preda a un incubo nel sonno più profondo.

"Supernova, sono mortificato, deve essere penoso come ricordo" aveva sussurrato l'asgardiano nelle sue orecchie ancora umane solo dieci nano prima.

L'hangar era svanito nel nulla, gli ufficiali e suo zio con esso, gli autobot perfino, si era ritrovata sola, abbandonata e colpevole, colpevole, colpevole, su una pista di volo proibita ai confini della Perfidissima.

"Che cos'hai, Redwing?" Il suo dannato, maledetto sintetizzatore. Un minuto prima della scelta funesta della sua esistenza tarpata. "Devo chiamare tua madre o tuo fratello?" 

Urlò due lettere a squarciagola all'apprensione di cosa le stesse facendo rivivere lo stregone.

Non voleva, no, non lo accettava, lo avrebbe rifiutato, sotterrato, annullato, cancellato, finito, non era stata lei, non era stata lei ...

"Cattivella." La fiera risma di un ufficiale testardo a trarla via d'impiccio.

Il cipiglio tremendo e doloroso della femme che l'aveva creata, che l'aveva cresciuta.

"Che cosa hai fatto?"

Rambo Dreadwing le aveva teso una trappola, aveva minacciato Bitstream senza negoziazione, scambi o lealtà di sorta.

Le sue mani erano sporche di sangue, non di energon. Le sue unghie erano di adamantio, come quelle di suo zio. 

La sua treccia grondava di rosso, sgorgava e non voleva saperne di finire.

La sua splendida scatola vocale suonava roca, le spalle esili s'erano ingobbite in avanti.

Gridava, gridava a perdifiato, le ali le bruciarono, i razzi si spensero, si rese conto troppo tardi di essere tornata all'abituale aspetto.

"Avvia!!" Quella voce.

Il suo primordiale codice genetico.

La S di Supernova. La S di Svardem ...

AS- trum. Chi mai era Astrum?!

L'urlo di Cass la fece scattare a sedere a perdifiato come emergendo da un oceano di angosciata disperazione.

In lacrime.

Lei, lei che non piangeva mai.

Dieci nano dopo si ritrovò semisvenuta tra i razzi di Starscream, entrambi gli hangar sotto esplosione, i nemici dispersi e sconfitti, Megatronus e Nightwing già in cielo nelle rispettive modalità e Knockout che imprecando si teneva una coscia metallica, colpito dal blaster di qualcuno, mentre attraversava un ponte terrestre.

I paraueti laterali del suo elmo erano madidi di perdite bluastre e sconsolata e divorata dal dolore richiuse le ottiche augurandosi di essersi solo immaginata tutto dopo una brutta indigestione.

Nove agognati megacicli in successiva, artigli stanchi, ticchettanti, nevrotici e grondanti di attanagliante rimorso, vegliavano irrequieti la bert della piccola Redwing ancora priva di sensi.

Dall'altro capo della medbay, Knockout Mirage esternando senza pudore alcuno in ruggiti, urla, grida e maledizioni l'insopportabile bruciore, si saldava in cerca di mancata sanità mentale l'apertura sul telaio della gamba destra, nel suo caso il semiasse portante della seconda ruota posteriore.

"D-Devi darle tempo, Starscream" si sforzò di digrignare, nonostante le zanne acuminate della fiamma ossidrica di precisione e lo scalpello laser che teneva nell'altro servo.

Una stasi finanche locale gli avrebbe inpedito l'operazione.

"Gliene ho datto sin troppo, dottore, temo ... temo sia inutile ormai."

Cosa avrebbe fatto la sua preziosa Red una volta sveglia? L'avrebbe scelto davanti ai nuovi avventori? Avrebbe mai avuto totale fiducia in lui dopo ciò a cui l'aveva esposta?

Per la sua stramaledetta arroganza e sete di conquista, aveva rischiato di perderla e snudare il suo madornale inganno, di nuovo.

E ancora non le aveva detto niente.

Che fosse dimenticato, spento e terminato nei modi peggiori quella mina vagante di Loki! 

Tuttavia, forse era un presagio di qualcosa di inevitabile.

Qualcosa che nei dubbi più reconditi aveva sempre rifiutato di ammettere.

"Ma no, guarda, ahaaahi!" Il caldo sintetizzatore del medico a scuoterlo da quella visione mostruosa.

"È stabilissima, anzi, si sta svegliando" evidenziò la Zagato adocchiando gli scanner.

"Z-Zio Starscream" flebile come il cinguettio di un passerotto, la violacea pigolò, aprendo le vitree ottiche dal fondo di ruggine verdastra.

"Oh, sia lodato l'allspark!" In una più che sincera espressione, il tutore la strinse a sé sollevato e riprendendosi cauto dall'ennesimo semispegnimento di camera spark di quell'infausto ciclo.

Destino permettendo, la Secondina sembrava pure non avere drammi per la testa, né ferite, escoriazioni o valori negativi. Appariva semplicemente turbata e intimorita, come una sparkling dopo la proiezione notturna di una delle sue paure peggiori.

"Tu ti senti bene, bestiolina?" Mormorò lo zio, con una premura che solo dinanzi a lei gli apparteneva.

"Cattivella?" Procurò di aggiungere allo scorgere di un affievolito seppur presente sorriso.

"Questa volta si, è stato un brutto sogno." 

Arrivò prima di quanto gli aguzzini si aspettassero, l'agente che zoppicava cortese verso la porta, per garantire ai veri padroni di casa il segreto di cui necessitavano.

"Prendi la mia camerata e riguardati." disse l'ex vice, sbirciando Knockout senza farsi notare.

Per il dottore fu sufficiente a evitargli sgarri ingiusti, in fondo, parecchio, glielo doveva.

La seekerina intanto si scaldava con le lunghe dita acuminate le ali meste e all'ingiù e tremolando si accovaciava sotto quella ancora buona del più adulto .

"Ti spiacerebbe restare?" Chiese tornando a piccoli scatti sul suo consono laringeo e freddo tono. "Solo per questa notte."

Neanche il più nero degli incantesimi o il più tremendo dei crimini sarebbe mai valso contro l'inaspettato e certissimo "Tutte quelle che vuoi, Redwing."

Note: 

  - "gli piacciono le rosse": due tre anni fa scrissi un'introspettiva ambientata durante il passato di Starscream e Knockout, nella quale il Comandante si invaghiva di una insecticon dalle finiture rosse e verdi incontrata durante un attacco ordito da Megatron, l'avevo chiamata Mantide e ispirata sia al personaggio di Guardiani della Galassia che a Poison Ivy.

Non mi convinse più e lasciai andare la cosa.

  - le tre chiavi omega in miniatura servono per aprire i cilindri trovati a Parigi, contenenti la mappa per il tesoro di Svardem che sia Starscream che gki autobot che Megatron cercano

  - Dr. Strange non sarebbe negativo, ma è pur sempre non di Cybertron e il potere dell'Unicron è maggiore 

  - Ho citato l'incanto del ricordo fatto a Valkyria da Loki in Thor Ragnarok, l'ho soltanto reso più consono all'universo di Tfp e più drammatico per la povera Redwing

  - Bumblebee ha sparato senza pensare e ha colpito Knockout 🤕💉

Feelin(e) 🐱

I meccanismi di autodifesa e immunitari dei seeker erano stati ideati per permettere loro di resistere qualunque gioco sleale del destino e tremende condizioni, visto che lo scopo principale delle unità al momento dell'ideazione di queste ultime da parte di Primus era quello di "Cercatori", "Guardiani", "Signori" dei confini più estremi di quella acutissima parte della galassia che la eccellente Cybertron rappresentava. Per questo erano i signori di Vos, per questo abitavano la Perfidissima e la Perfidissima abitava il nord e un satellite per l'appunto, più che corpo celeste vero e proprio. 

Per questo "crudeli" erano i seeker, da crudvus, in vosniano antico, "consumato con spietata freddezza o addirittura con ostentato compiacimento", come un custode, un cavaliere e un sovrano doveva essere, specie in possesso della capacità di varcare i cieli stellari a velocità inaudite senza necessitare di naviglio.

 "Che ha il senso dell'esser duro, Starscream, per questo tu non puoi." Si accaniva Skyfire verso il deludente secondogenito - non che reali differenze intercorressero, su Vos tutti erano gemelli per specie, ma anche tra i gemelli c'è chi accede prima e chi dopo, anche di un minimo, per forza di cose.

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-Perché perché ci sia un singolo, filosofia permettendo, ci deve essere un riferimento, ci deve essere un secondo e per un secondo un terzo e così via.

A meno che non si vantino sveltezze ingannevolmente sovrumane, come quelle di Velocitron appunto, ma la Rapida è un capitolo a sé che cercheremo di trattare come l'una dei quelli che è, difatti. Ora, se vorrete prendere appunti in merito alla visione quantica della curva spaziotempo che quest'oggi andremo ad affrontare ... -

- Smettila, suvvia, necessitano di esercitazioni sul campo, si vede lontano un migliaio di anniluce! Misere protoforme, chi vuole imparare all'atto pratico come annullare in cinque volte da una singola miccia venticinque cariche di energon rosso?! -

- Skywarp ... -

- Redwing! Molto bene, ci vuole coraggio per una cosa simile e il coraggio non basta mai -

- Thundercracker, almeno tu ... -

  >  >

La spontanea, inoltrata nei meandri dei ricordi di quelle registrazioni perdute su datapad Redwing Skyfire, trascorreva incerta e sdrucciolevole quei pochi megacicli di sovraccarico dei propri circuiti - una febbre lievemente alta per un terrestre - gentile frutto del termine dello scontro in Antartide con gli umani-nonumani, coccolando il suo cucciolo ultimo acquisito, attenta a non romperlo viste le differenze di dimensioni e ascoltando triste una delle pochissime testimonianze che le restassero delle voci della sua famiglia.

Spense il dispositivo, forte di voler cancellare quelle sensazioni ancora una volta.

Sarebbe stata diversa a non aver accettato la proposta di zio Skywarp mentre sua madre la indirizzava altrove? Magari i suoi disegni non erano poi così male ... 

Se solo.

Sarebbe stato diverso se quel giorno non fosse uscita a guidare di nascosto?

A saperne qualcosa a quel punto che ne poteva sapere più.

"Disturbo?" Una calda entrata a scorrimento si aprì cigolando, Knockout era venuto a controllare i suoi scanner e magari finalmente autorizzarla a tornare in azione, ci sperava, energon oscuro a lei! 

Si girò appena, stiracchiando le ali e facendo ciondolare le lunghe gambe appuntite giù dalla bert annoiata e più che decisa a saltarne via.

"Ah-ah-ah, Redwing, non sei ancora guarita, lo sai" L'uccifiale medico, per poco zoppicante dopo la nefasta impresa era di tutto altro avviso.

"Eddai, zio Knocky, se ti ho detto che sto bene, guarda, non tremo più, hai visto?" Ragionava la violetta, rigirandosi sulla vecchia tavola e scrocchiandosi le giunture.

 "Anche io ho diritto di andare sul ponte, i piani voglio saperli in diretta, non dopo, uffa!" 

Sparklings. Sbuffò esausto e seccato, scannerizzandole la camera principale, le sezioni secondarie e in primis prendendole la temperatura corporea. 

Aveva avuto modo di rilevare sulle proprie finiture la scaltra spia, che l'apparentemente dolce e innocente piccola-fringuella-sangue-di-Starscream era in realtà assai più burrascosa e maligna di suo zio, portando chiunque in qualsiasi circostanza a rispettare i propri voleri, in extremis usando anche la leggendaria Corruzione di cui disponeva.

Se Starscream Skyfire non sembrava altro che un doppiogiochista, traditore e rovente spina nel fianco, Redwing sembrava una damigella in pericolo, una principessa, un'eroina come quelle dei film degli umani, quelle che mai ci si aspetterebbe facessero male a una lumachina.

Mai semplificare, e certo, pensava tra sé la bella aston.

C'era da considerare, quanto tuttavia fosse una questione pure di interesse personale, su quello non la biasimava, visto che lo zio della giovane impiastro si trovava da almeno tre megacicli nella Cabina di comando, al cospetto di Megatron. Il processore centrale scivolò sui vari file contrassegnati di giallo nella sua ram e i tanti lieti ricordi che essi custodivano, prima che per l'ennesima la guerra che feroce come era arrivata li aveva lasciati da qualche mese, difatti s'era rinnescata peggio di prima.

"Allora, lo zio Star ha bisogno di me, io non posso stare qui a ..."

"Porta sicuramente sfortuna" infierì improvviso alla domanda della seekerina.

"Come?"

"I datapad usurati, tuo zio non te ne ha parlato?" Continuò Knockout allacciandole una semplice patch rilevatrice "porta male ostinarsi a rimuginare riguardandoli".

Con aria di sfida, l'erede della tremenda dinastia dilaniante sinanche la Perfidissima lo squadrò sospettosa, stringendo le grandi ottiche come un felino che punta la propria piccola preda.

E a proposito di felino ...

"Meeeww" suonò estraneo e incurante tra gli strumenti gelosamente riposti del dottore.

"Eh?!" Trasalì sulla difensiva la rigida spina portante del telaio. "Che cosa c'è ora?!" Aveva davvero passato ogni limite quella mini-Starscream con le treccine.

"Ehehm". La mentalmente interpellata si schiarì la scatola vocale. "Avrà cigolato qualcosa ... allora posso andare o no?"

A tachimetro già avviato, però, l'astuta Zagato già era alla ricerca dell'origine di quell'impertinente rumore ed appariva così sicuro di sé di trovarla e estirparla, che quando riuscì nell'intento per poco non perse i sensi dal ribrezzo più che dalla sorpresa, constatando cosa fosse.

"M-Ma è  ... è?!??!"

Non credeva ai suoi sensori visivi.

La discendenza ultima del Comandante non solo si profilava come assoluta disgraziata combinaguai, ma era in ordine un'assassina, una bugiarda, una sanguinaria, una decepticon, una testarda combattente, una dolcissima ammaliatrice, un'educatissima donna d'affari e soprattutto un'attira catastrofi di dimensioni cosmiche!

"Che cosa c'è, zio Knocky?" Sbucò il  visetto malizioso alla destra dei suoi parazigomi mentre la furia organica le balzava tra i servo come nulla fosse "Forse non ti piaccio più?"

Due nanoclick in successiva Knockout Mirage ebbe la certezza fisicamente dimostrata della totale repentina guarigione del semiasse portante della sua ruota posteriore destra, tanto vertiginosamente schizzò via dal laboratorio senza neanche trasformarsi per lo scopo.

Il vicecomandante della fiera croce di Cybertron, dal suo canto, faceva il suo disattento, tediato ingresso dalla direzione opposta e la sua replica alla medesima constatata "presenza" una volta varcata la soglia della medbay, fu diametralmente contraria a quella del chirurgo, ormai terrorizzato.

"Eccomi, Cattivella, allora cos'è che volevi chieder ... Che cos'è quello?" Aveva infatti modulato le corde da un'intonazione premurosa, vezzeggiata e pacata a una minacciosa, severa e irremovibile.

La Secondina c'era stata in passato, già lo aveva fatto e col miglior musetto sornione e compiaciuto e la migliore convinzione di cui il suo frame fosse capace, gli sventolò capacissima la creatura sotto il muso e poi la coccolò, facendola dondolare e vibrare di fusa e miagolii.

"L'ho trovato solo e derelitto nel laboratorio di Loki" spiegò poi in due o tre timbri vocali diversi, viziando il grosso micio terrestre arancione che teneva tra i servosistemi. "Non potevo lasciarlo lì, zietto, potevo forse?"

Starscream collassò le ali all'indietro, perdonandola solo per i brutti recenti eventi che aveva dovuto trascorrere, a causa sua ovviamente.

"Redwing ..." iniziò poi cercando di tenere un misero contegno "tu non puoi pretendere di tenere un felino organico qui a bordo senza prima ... " 

L'animale fu più solerte e audace.

Crudeli erano i seeker di Vos, si leggeva nel database di Alpha Trion.

Eppure perfino Starscream "l'assassino", si trovò Redwing a ragionare vedendo lo zio far salire la bestiola sui lati meno perigliosi delle sue affilatissime falangi come fossero state scale, per farla accomodare con delicatezza su uno dei razzi agganciati ai polsi, nel momento giusto un cuore ce l'aveva.

"D'accordo." Sentenziò ghignando acido l'ex vice "ma non far ingelosire Eiden o c'è il rischio se lo divori: i falchi adorano gli spuntini vivaci."

La violacea in altri nano avrebbe riso alle provocazioni del tutore, scordato rapidamente i file colpevoli che le impedivano di ricaricarsi e proseguito giocosa la vita di scherzi, malefatte come pure gloriose imprese che le spettava di diritto.

Senza alcun discendente di Dreadwing, spento per suo non volere.

Senza alcun fratello gemello che le aveva rotto lo spark in due, mancandole da morire.

Senza quella tediosa, struggente insicurezza che atroce le trascinava le ali verso il basso, rendendole pesanti e ingestibili.

Condannandola a testa-coda, mulinelli e perdite di cuota dell'anima.

"È così" acconsentì fredda a quelle frivole parole. Si alzò dalla bert solenne a bighellonare con qualche attrezzo chirurgico lasciato in disordine dal proprietario.

Quelli appuntiti erano quelli che più le piacevano.

"Ha un nome a quanto pare" la chiamò Starscream, indicando la medaglietta al collo dell'animale. "Evidentemente si, apparteneva a quei terrestri." Allegò disgustato.

"Goose" lesse Redwing curiosa, riprendendosi la mascotte scalpitante.

"Interessante." Lo lasciò scorrazzare per la camerata a doppio, incurante della sfuriata che avrebbe fatto Knockout una volta rincasato.

"Almeno mi pare di capire quanto gli incubi siano passati: una scansione a freddo come quella è la definizione di slealtà, Redwing. Non è stata colpa tua, voglio che sia chiaro, ecco" le si rivolse attento a non rivangare nulla, porgendole un appiglio in caso le fosse servito, ma senza perciò metterla a disagio.

Era grande, sapeva come cavarsela.

La più minuta girò attorno alla tavola, controllò di persona leggendone velocemente le righe digitali gli scanner di rilevamento, la propria temperatura e le cifre che essi riportavano. Annuì pacatamente, poggiò l'intruso sulla medbay e poi ammiccò a suo zio, mentre amorevole accarezzava il manto fulvo del micione.

"Tu credi ancora che io sia un'assassina?"

Starscream non seppe bene se cadere dalle nuvole o evitare di atterrarci sopra.

Perché doveva essere così difficile crescere un ostagg , cioè un'erede con le solo proprie forze?!

"In che senso" annaspò nervoso e timido "io e te siamo assassini, nipotina" rise giocando con gli artigli abnormi mentre il felino lo imitava fiero. "Ed è un vanto."

"Intendo rispetto a una volta. Tu c'eri quel giorno ai confini, mi hai trovata e ... dimmi ero davvero così cattiva da uccidere un innocente?" 

Starscream sgranò le grandi ottiche mai ferme, la studiò attentamente e ponderò fino ai minuscoli suoni suscitati da ogni lettera la risposta che le avrebbe potuto dare. 

Se si includeva quella che le avrebbe dovuto dare.

"Tu potevi arrestarmi e mi hai salvata lo stesso. Perché l'hai fatto? Cosa determina cosa va bene e cosa no?"

Si, ovvio, dopo le avrebbe chiesto cosa muoveva i cerchi ultimi dell'universo e se esistesse la fonte dell'allspark anche per i decepticon.

Che ne poteva sapere, mica si chiamava Svardem o nonno Skyfire?!

Era ancora recente se non giovane, diamine, era lei che era un'infante.

Che era indifesa e assolutamente ingiusta da abbandonare, tradire o scartare, ignobilmente come era stato fatto con Trypticon e come era stato fatto con Vos.

La sua furia in potenza oltretutto era considerevole.

Come poteva dire a lei quelle stesse motivazioni?

"Io penso che in certi casi sia questione di scelte, Cattivella. Se avevi già abbondantemente danneggiato anche solo per sbaglio a che scopo optarti come nemica? Sarebbe stato da idioti, quindi per quale ragione avrei dovuto lasciarti al tuo destino?" 

Iniziò rovinoso quell'infame discorso, recuperando solo sul finale, sfiorando il suo servosistema accarezzare lo stesso cucciolo alieno.

"Senza contare che con il senno di poi, non mi potrei considerare più fiero del più grande e prezioso tesoro che abbia mai avuto l'onore di trafugare."

La Secondina trattenne un'ultima lacrima, ignobile intrusa dopo quel terribile trattamento, si sgrullò i paraassi e stiracchiandosì un'ultima volta si avviò all'uscita del laboratorio.

"Visto che Knockout ha detto che posso andare" evidenziò furba col gatto in braccio, si accorse solo in un secondo momento che il piccolo aveva rigurgitato una sorta di palla di pelo, che non conteneva scarti, ma due pietre preziose in scala ridotta.

"Questa poi" l'esterrefatta esclamazione dell'ex vicecomandante.

Due preziosissime gemme tra le infinitesime che tutto regolavano erano magicamente capitate sul loro periglioso e mutevolissimo viaggio:

Il tesseract e la gemma del tempo.

"E questa" eseguì a parole al voltare dei trascurabili droni lungo l'ampio corridoio di portata del ponte della fiera Nemesis l'orgoglioso Comandante, al seguito della fine Secondina "sarebbe dovuta essere la temibile, geniale vendetta del dio degli Inganni?" Sprezzava i termini di proposito.

Avviato alla scheda d'apertura inserta nel muro, di fronte alle possenti architravi di grafite e cybermateria, Starscream raccolse la sua più posata elargita presenza e assieme a Redwing ...

"Signore, è con immenso piacere che le mostr ... che cosa?" Quasi cadde in avanti alla vista dell'interno della cabina di pilotaggio, la violacea trattenne a stento una risata di biasimo e compassione al contempo verso il povero Knockout e si scontrò contro l'ala destra del tutore quando questi inchiodò all'improvviso, facendolo sussultare lamentoso al trauma con la ferita ancora in riparazione. Il cmu stesso, avendo scannerizzato a fondo l'entità del danno in questione, purtroppo per Starscream ne aveva rilevato uno piuttosto esteso, al contrario di quello sull'ala serpentata della nipote, completamente riparabile solo con la strumentazione presente ad Iacon, della quale l'incrociatore non disponeva più. L'idea del seeker di fermare l'escoriazione con una patch arrugginita sfruttando la granatura esterna dell'appendice, quindi, si era rivelata vincente, ma sventuratamente non sempiterna.

A voler tornare allo sgomento degli alti ufficiali, il dottore, in piedi in mezzo all'ampia sala, neanche si fosse trattato di una poltrona in velluto rosso, era intento ad assumere la fondamentale funzione di "bersaglio da allenamento", mentre il Tremendo Gladiatore stava istruendo la Mercenaria su come infliggere svariate tipologie di colpi mortali senza la mera possibilità di fallimento. 

"Lord Megatron, lungi da me volerla tediare con inutili domande" mormorava sconsolato il malcapitato "ma è sicuro che sia proprio necessario?"

"Taci" lo zittì cupo, raddrizzando le spalle scolpite della prole in un agguato tecnicamente perfetto. 

"Devi curvarti in avanti, non indietro, l'aerodinamica di portata deve permetterti sia di scattare che di infliggere danno, in caso di fuga o attacco devi poterti trasformare in meno di quattro nano, in caso di stasi devi mirare ai cavi di flusso principali" la istruiva con la passione e il fuoco di un guerriero di storie perdute nei millenni e Cassandra carpiva ogni passo di quella danza proibita, ogni segreto di quella maligna arte di distruzione. 

Non l'aveva mai veramente capita suo padre, rimuginava virando delicata il gomito destro verso il basso e poi torcendolo verso sinistra. 

"Voltati." Ordinò aspro mentre il dottore cercava in ogni maniera di dissuadersi da quella terribile situazione.

"Perché invece non consideriamo tutti il fatto che i miei cavalli motore, signore hanno una sensibilità di campo piuttosto diffusa e che stuzzicarli potrebbe comportare la perdita di una preziosa risorsa?" Sorridendo mentre pronunciava il tutto, compiaciuto e sgambettando verso l'entrata, infrangendo così la disposizione ricevuta, Knockout con il tipico stile che lo inquadrava s'era tirato fuori d'impiccio e Cassandra perdendo improvvisamente serietà data l'ilarità del contesto, stava imparando a rilevare quanto il suo assentissimo creatore tenesse a lei in effetti e molto, nella propria personalissima maniera.

"Ti avevo dato un ordine, Knockout" Con una pazienza di cui mai aveva fatto ostentazione, Megatron afferrò in modo assai poco cerimonioso il medico per una delle spalline dell'armatura - o sovraruota anteriore, trascinandolo all'indietro.

"Ti ringrazio, padre, non sarà necessario, farò tesoro dei tuoi punti di vista" La Mercenaria elegante serpeggiò verso la postazione della quale si era appropriata dall'inizio della spedizione.

Redwing ne studiò il frame dai particolari più nascosti a quelle dissacranti movenze, complice la penombra della stanza nautica, quella muscolatura di cybermateria definita e sviluppata, così diversa dalle slanciate singolarità di un vosniano, così rigida, alta, ma possente, contorta, perfetta e dura eppure flessibile nei giunti, nei meccanismi, negli assi portanti, una gemma non raffinata che celava un'anima dal passato oscuro, come il suo e una latente velatura di purezza ignota: notò, tenendo propria qualsiasi reazione sfacciata le fosse venuta in mente, che non se ne sentiva più spaventata, ma attratta.

"Skyfire" nemmeno a volerlo fare di proposito, l'aveva chiamata Cassidy.

"Ti sei ripresa subito, eccellente."

"Sono dura a morire, Cass."

E con sommo stupore di ogni circuito che possedeva, toccandosi le guance di titanio la violetta le trovò nettamente surriscaldate, nonostante la febbre le fosse passata da un megaciclo.

"Signore, se mi lascia esporre" si frappose Starscream- geloso? , temette Redwing - tra le due reclute e fece per porgere all'oscuro decepticon le preziose estrapolate dalla contaminazione di fortuna. La stessa, sfoggiava ancora il pelo rubio e vellutato leccandosi noncurante, tra le mani della Secondina che si era rifiutata di lasciarla sola.

"Eccolo, è quello!" Precedette Knockout qualsiasi domanda da parte di Megatron indicando il felino come fosse stata una mina sul punto di esplodere. Accortosi poi che chiunque nella sala lo stava guardando più che con disgusto, frettoloso aggiunse "non è perché sia ... un gatto, è logico, questo qui è un flerken".

L'ex vice, che nella carriera che poteva vantare aveva visto eoni di alieni di svariatissime forme e dimensioni, dagli insetti ai terrorcon senza cervello, ai predacon, alle creatrici, alle creatrici insecticon ... oh, meglio lasciar correre quel particolare capitolo, girandosi scettico a osservare la bestiola, neanche il medico fosse stato il primo sprovveduto a parlare, esclamò ovvio "Lui? Scherzi, Knockout, non farebbe male a un drone!".

Nel medesimo istante, Goose, come dicitura del collarino affermava, scattò aprendo le assonnate fauci in uno sbadiglio, rivelando tentacoli lunghi il triplo delle proprie dimensioni e un'apertura di ruggito del doppio del proprio cranio.

Redwing atterrita lo lasciò cadere con uno strillo e quello d'istinto si avventò sul povero S3V3, che passava di lì immantinente.

"Ecco, proprio questo intendevo!" Rimarcò K.O. terrificato.

"Ha ragione, è uno di loro" postulò stoico il Gladiatore. Avviandosi al timone della nave da guerra, riappropriandosi degli scanner di supporto e le carte nautiche a cui erano state collegate le reliquie e le chiavi negli ultimi megacicli, senza successo alcuno, prese a specificare:

 "I Flerken sono una pericolosa razza proveniente da un’altra dimensione, somigliante ai gatti terrestri ma ovipari. All’interno del loro corpo possiedono delle sacche dimensionali nelle quali possono immagazzinare grandi quantità di oggetti, uova o zanne e tentacoli da utilizzare come armi. Possono inoltre servirsene per teletrasportarsi all’istante. Non ci avevo pensato, dando per scontati i ponti spaziali" incurvò le folte sopracciglia d'acciaio.

Il primo luogotenente, sull'orlo dell'esasperazione, spingendo la Secondina in avanti e poggiandole in mano le gemme trovate, si rivolse al superiore per l'ennesima.

"A questo proposito abbiamo trovato queste al suo interno."

Come da sacrosanta previsione di Starscream, Redwing ebbe a malapena il tempo di scatenare per una seconda volta la Corruzione su lord Megatron per impedirgli di frantumare a colpi di cannone il povero ignaro tutore.

"Che cosa stavi aspettando a dirmelo, disgraziato?!" 

Tuonando impaziente, inserì i tesori nel mainframe della Nemesis. I risultati confermarono si trattasse dei preziosi dello spazio e del tempo e senza indugio ulteriore, complottando e tramando nell'ombra assieme al perfido e ormai definito equipaggio, il sovrano di Kaon si preparò a esporre i tratti salienti della sua atroce risoluzione al problema: riuscire ad aprire e decifrare i cilindri rubati.

"Secondo le testimonianze della Perfidissima redatte dall'antenato di Starscream più vicino a noi, le chiavi e i cilindri furono creati ..." 

"Da Svardem Skyfire in persona, capostipite della prima dinastia e primo assassino del cosmo, secondo alcune versioni imbattibile perfino rispetto all'Unicron." Si inserì Redwing, informatissima sull'argomento Leggende.

"Così pare." Fu la sola furiosa puntualizzazione di Megatronus.

"Così il mio tris-tris-tris-tris-bisavolo, signore" tossì l'f16 provocato puntigliando i data con le grinfie aguzze al solo gesticolare [ mentre l'unità medica aston martin spettegolava con la Mercenaria ] "spedì dette reliquie nello spazio profondo, al fine di distruggere per sempre il malefico, marcio disegno di Solus Prime di annientare i seeker per impedirgli il dominio totale."

"Situazione veramente biasimevole" il saccente sarcasmo di Cassandra Nightwing fece ridacchiare il leader del caos e sbuffare la Secondina.

"I primi Cercatori di Vos" chiarì perentoria la violacea ticchettando i sottilissimi artigli anch'ella sui data che aveva di fronte.  

"Non erano delle mine vaganti, né dei criminali, né dei traditori, erano scienziati, avventori, guerrieri, guardiani, intellettuali, personaggi di spicco, la nobiltà della Galassia. E secondo la maggior parte delle versioni gli autobot agirono in quel modo per invidia e gelosia, erano ... già gli albori del primo conflitto" Le ottiche di Starscream, che vorn addietro aveva dovuto assistere a brutalità di proporzioni dissacranti quale l'utilizzo come base di ricerca ed esperimenti a vivo sui modelli intermedi e i mech di scienza dell'avamposto Trypticon da parte di Shockwave e Megatron stesso, brillarono all'udire quelle parole dalla bocca della nipote, arsero di furore, fuoco, cruda recondita sensibilità d'odio oltredomata, in altre terminologie conosciuta come Vendetta.

In Vosniano si diceva "Varian".

Perché Vendetta era un concetto mutevole.

"Starscream!" Gridò il Gladiatore scuotendolo dai sogni di gloria mancati.

"La vera domanda è, chi fu il mech che carpì il segreto che ci impedisce la strada, chi requisì questi gioielli prima di noi dallo spazio profondo, capendo cosa contenessero?"

L'interrogato incrociò le membra e i razzi sul torace, machiavellico, serpentino, diabolico pergiunta, puntò lo sguardo vitreo e rubino direttamente in quello del "mech che aveva chiamato Maestro" e poi avvolgendo sprezzante e orgoglioso le grinfie di Redwing nelle sue rispose "Astrum Skyfire parlava nelle sue testimonianze dei settori spazio-tempo proibiti delle Creatrici.

I Cancelli di Granito."

Note:

 1.  Goose è il gatto marziano di Capitan Marvel, pellicola che straconsiglio, dalle proprietà elencate nella storia

 2. S3V3, il drone di Megatron che ce le prende sempre e che spesso si accompagna a Starscream, si chiama così in Tfo in onore del doppiatore del Comandante, Steve Blum

3 Nei romanzi allegati all'universo di Tfp di Alex Irvine, la Stazione di Trypticon, adiacente Vos, oltre a essere il corpo della Nemesis, è sotto il comando militare di Starscream. Durante la guerra Megatron la conquista per la sperimentazione sull'energon oscuro e alla mancanza di soggetti rilevata da Shockwave, suggerisce l'uso dei corpi degli scienziati della base. Inizia qui nei libri la rivalità Starscream/Megatron e Starscream/Shockwave 

Curva Spazio-Tempo 

Prima Parte

"Astrum Skyfire" ridondò Megatron lo stesso nome proibito.

Che dolore.

Il Gladiatore aveva sentito parlare di innumerevoli criminalità e sedicenti divinità operanti, lungo i suoi viaggi perigliosi attraverso la Galassia in cerca del leggendario sangue dell'Unicron.

Aveva affrontato l'Unicron in persona e ne era uscito indenne,aiutato o meno dalla propria nemesi, ultimo dei Prime.

Aveva sentito parlare di una vastità di combattenti, tutti con questo o quel potere, questa o l'altra storia, causa ultima, magia, reliquia, potere e la maggior parte si era scoperta falsa o millantata.

Astrum Varian lo aveva recepito alla lontana, durante gli studi che aveva esteso fino ai margini più estremi del cosmo per trovare un rimedio alla perenne contaminazione da energon oscuro nel flusso e nella scintilla della sua Cassidy. Sarebbe venuto vincitore anche da quella impresa inattuabile.

Ma c'era e c'era stata la guerra, sulla Terra, pianeta lontano, ritenuto inesistente dai robot di ultimo stampo del pozzo dell'allspark. C'erano stati gli scontri con Optimus, i tradimenti interni alle fila del suo esercito che si sgretolavano come un castello di carte sotto un macigno, una montagna, tagliata in due alla cuspide della distopia dalla spada stellare del suo acerrimo.

C'era stata la sua cupidigia, la sua arroganza.

C'era stato Starscream a tentare di ucciderlo.

C'era stata la sua remissione e conversione finale, rinnegata dal suo ritiro a vita da eremita, forgiatore, dannato.

C'era stato tutto questo a impedirgli di possedere quell'antica saggezza. E di nuovo il suo cerchio crudele si richiudeva, dovendosi affidare alla medesima lingua biforcuta.

"Secondo i file di Iacon, signore, Astrum durante il primo conflitto partì per un'impresa sconsiderata e trovò alfine il tesoro di Svardem, o meglio trovò il modo di accedervi, tanto da carpirne il segreto ultimo della curva spazio tempo."

Starscream parlava come al cospetto di Primus, tanti l'egoismo e la presunzione a fargli da strascico.

"Qual'era questo segreto, spiegati." 

"Era grave come faccenda, Lord Megatron, vede Astrum ... era uno scienziato, agli albori della sua carriera, certi studi nella Perfidissima erano proibiti, lui rischiò facendolo"  scalpitò il seeker. La tensione nella sua scatola vocale era percepibile solo a sensori quali quelli di Redwing e di Knockout, che in parte sapevano in parte mai avrebbero potuto srotolare la matassa, data l'inesperienza e la gioventù, ma doveva assolutamente trovare le frasi migliori l'ex vice, altrimenti avrebbero capito e se lo avessero fatto quale chance sarebbe lui rimasta?

Per tacere della sua Cattivella, ma quello era un pensiero che non poteva sognarsi di permettersi.

Quanta tenerezza sentiva per lei, all'idea dei suoi rimorsi da bambina per una irrilevantissima terminazione di quartiere. 

"Il taglio delle ali" mormorò la seekerina, stringendo timorosa il polso dello zio. Questi scattò a sorriderle inavvertibile, scivolando sulle ali serpentate con le proprie. Sia lui che Redwing vi erano stati esposti e lei era ancora costretta a pensarsi l'unica in questione. Per tutto l'energon oscuro, a soli 23 vorn. Anzi da più tempo, quindi meno.

"È una condanna a morte per la nostra gente. Molte cose erano restrizioni esagerate, adesso non è più così, comunque ai tempi Astrum scoprì studiando di contrabbando i cilindri e le chiavi di volta come le denominava lui, che per fare in modo di scorgere al loro interno qualcosa al posto del nulla che si rilevava aprendoli con le semplici chiavi, era necessario attraversare lo spazio-tempo del medesimo istante in cui le chiavi operavano nell'unico luogo della galassia dove lo spazio e il tempo sono irrilevanti."

L'esercito di ingannatori, raggiunti in ultimo da Predaking, i minicon e osservandosi di sottecchi, tentarono di trovare il giusto senso a quelle nefaste parole.

In un settore più noto, nella fattispecie vicino al pianeta organico di cui s'era disputato a un milione d'anniluce, eroi sconfitti e rinati per la milionesima affrontavano lo stesso difficile indovinello.

"I Cancelli di Granito" scandiva Wheeljack mostrando le coordinate esatte sul monitor del Jack Hammer.

Arcee sorseggiava la sua tazza di high grade in lentissima ripresa dopo le temperature mortali a cui la sua modalità alternativa era stata sottoposta. Nessuno aveva subito gravi danni, a parte qualche graffio alla vernice, ma la Comandante appariva comunque dubbiosa e provata al pensiero di proseguire o meno quell'astruso viaggio.

Moonracer, da una postazione adiacente, ne studiava la fisionomia, lo sguardo, i circuiti spenti riflessi nelle ottiche, come diceva lei e le mani che tremolavano, annaspando scorci e tensioni d'avvinghiamento sull'alluminio del recipiente.

"Anch'io ho perso un fratello." Sputò insolente mentre la bluastra era sovrappensiero. "Non so come ci si senta a perdere qualcuno che si è certi di amare, però." 

L'ultima frase, gelata e malinconica, la disse nel tedesco dei quartieri che nella Rapida erano stati suoi. Sorprendentemente voltando appena la testa a guardarla nelle ottiche, Arcee la capì e rispose in alto dialetto di Iacon "Chi ti dice chi sia certo di amare qualcuno."

Il tenente Bee, in quel preciso nanoclick, entrò nel quartier generale deciso a prendere nuove posizioni, visionò i piani esposti dal Capitano, convocò le nuove reclute e i rinforzi e sentita anche l'opinione di Bulkhead, per lui fondamentale quasi quanto quella di sua sorella Arcee, dopo megacicli di agghiacciante silenzio prese parola.

"Non ho perso la voce di nuovo, come molto di voi avranno immaginato. " esordì strappando uno sprazzo di ilarità. "Le nostre mura sono salde e i nostri cuori ardono di giustizia e potenza di fuoco. Ognuno di noi, signori, ha perso una parte importante del proprio passato in questo esasperato cercare, come del proprio futuro. Ma nelle circostanze che troveremo seguendo i nostri nemici più pericolosi, grazie all'aiuto dei meccanismi di Moonracer Mirage" puntualizzò alzandosi e indicando la spia alla sua destra "dei cannoni e la rapidità velocitroniana del Comandante Arcee Target" immerse fiero lo sguardo in quello dell'unità d'assalto alla sua sinistra "alla distruzione brutale ma precisa e il coraggio da belve dei nostri ufficiali scelti, Wheeljack, Bulkhead" sorrise ai compagni di mille vittoriose pugne e ai nuovi arrivati "Darksteel, Skylynx, Smokescreen e Remix Ravage, l'unità più nuova di cui disponiamo, che già ha dimostrato scaltrezza e propensioni da prima linea, grazie a voi, signori, amici ... fratelli" concluse Bumblebee solenne. "Nel territorio proibito delle Creatrici noi e i Decepticon per la prima volta saremo perfettamente alla pari."

A bordo della fiera croce di Cybertron la faccenda concordava le medesime identiche note ...

"Non sia mai che lui venga a ficcare le sue grinfie sporche d'energon autobot nei miei eruditissimi studi, milord, come se la fisica quantistica fosse approssimabile a una linea a infinito su un datapad orizzontale!" Usciva di senno Knockout all'esternazione di quel folle piano.

"I viaggi nel tempo non comportano un risvolto negativo, rischi di perdere la rete neurale o la scintilla ... non era così?" Cassandra, insicura, affannava nei discorsi dei traditori più scaltri di lei.

"Io sto solo suggerendo e rispondendo alla sua domanda" afferrò Starscream senza alcuna pietà le giunture laterali delle portiere del medico "Dato che è l'unica maniera e che teoricamente è stato ritenuto possibile ..."

Il processore centrale del seeker, a detta del più giovane dei Mirage era costituito da un unico fusibile funzionante, con attorno scariche elettriche che viaggiando a triliardi di km al secondo lo colpivano per intervalla insaniae in nanoclick totalmente ad opera della dea bendata. Posto che Starscream avesse con questa divorziato senza mai firmare le carte.

"Lord Megatron, mi ascolti in questa semplicissima considerazione" esplose K.O. oltre il punto di rottura della sua corda.

"Se lei considerasse di iniziare da qui la curva spazio-tempo di Astrum e con essa tornasse indietro a ... che so il pozzo dell'Allspark, vorn fa, su Cybertron. Bene, avrebbe ricordo vediamo di Redwing che si sistema le finiture o di sua figlia ancora viva che discute con lui, ma sarebbe la stessa persona che ancora divorata da vendetta e malvagità era sul punto di estrarre la scintilla dal petto di Optimus Prime e che ancora non ha fatto la loro conoscenza? Vede, è impossibile."

"Wow, sei schizzato da paura" il commento in estemporanea della piccola Skyfire.

"No, è logico" la piccata risposta dell'automobile che si mangiucchiava gli artigli.

"Grazie, Cattivella, ora se vuole ascoltare me, signore ..."

I ragionamenti del cmu non gli erano mai stati più astrusi.

Megatronus sapeva da principio che quella sarebbe stata un'impresa senza fine stabile, probabile non avrebbe neanche avuto un tornare diritto, curva che fosse per definizione, tuttavia a voler essere sinceri su una cosa Knockout aveva ragione: la sete insaziabile di vendetta e malvagità scorreva di nuovo nelle sue vene.

"Quali sarebbero i termini all'atto pratico, Starscream?"

Il verdetto fece quasi svenire la rubia Zagato in un esaurimento di matematica quantistica.

"Ma la curva contraddice i concetti base di chiuso e infinito, non esiste nel piano! L'integrale è impossib ...!" Strepitò in nome della sua musa, la scienza, messo a tacere in extremis solo dalle comprensive attenzioni di Cass e Redwing che ben immaginavano cosa sarebbe toccato al dottore se avesse contraddetto il Tremendo di nuovo.

"Fare rotta verso l'asteroide perduto delle Creatrici, vecchio mio." 

In ultima battuta l'ex vice si concesse quel dimenticato e spento nomignolo di bordata o brigata che fosse stata.

In tempi remoti quasi pure alle norne del cosmo, lui e Megatron erano stati combattenti fianco a fianco, Maestro e Vice, tuttavia quasi alla pari.

Patetico.

Pace alla storia, annullata o meno, l'ultimo ordine sarebbe stato il suo.

"Posto che usciremo indenni dai Cancelli di Granito, dovremo eseguire l'operazione al cospetto delle Streghe del Caos e io e lei sappiamo quanto siano propense a chiedere qualcosa in cambio. Inoltre, signori miei, sarà opportuno ricordare quanto ognuno di noi tornando indietro, si troverà di fronte la propria corrispondenza passata. Per la vostra sanità di circuiti, naturalmente."

Il tavolo tremò a ritorsione di quel che stava accadendo.

Predaking irrequieto uscì lungo gli ampi corridoi scalpitante, ruggente e tenebroso.

Nightwing strinse la spada a mano nuda, spremendo il rivolo di energon viola che ne sgorgò fuori lo bevve, in un gesto scaramantico da mercenari, mentre Knockout decise era peculiare a quel punto concedersi lo svenimento.

Redwing Supernova raccolse a sé i falchi, indirizzando Isabeau sulla spalla del tutore e in un cenno di rispetto all'oscuro Gladiatore delle tenebre pronunciò il fatidico: "Siamo pronti."

Starscream annodò i lunghi acuminati pugnali che frastagliavano le sue falangi in una movenza draconica.

Megatron guardò i presenti e comandò la nave da guerra.

"Quest'oggi noi e gli autobot saremo per la prima volta perfettamente alla pari."

L'incrociatore fatale attraversava le impietose temperature dello spazio siderale, al suo interno i funesti Ingannatori si tenevano distratti dal finale del folle viaggio con i più disparati comportamenti.

Nightwing, nonostante fosse notte fonda - anche nel senso di megacicli, necessitava di ricaricarsi - preferiva restare desta e cosciente, nell'armeria antiquata del genitore, studiando nei minimi dettagli le risorse in essa contenute.

Trovò qualcosa che le elargí poderosa un sentore di orrido sospetto. Decise di interrogare Predaking sulla misteriosa origine del manufatto, ma il drago antico senza apparente motivazione, la scostò in un'entrata dei corridoi serpentini e proseguí il suo tormentato cammino.

Altrove, nel laboratorio dell'ala nordest della stiva della navetta, Knockout Mirage esaminava scrupoloso le ultime sezioni rimaste del proprio frame, viste le orribili vicissitudini che lo avevano coinvolto: la sua vernice rischiava di manifestare rivoltanti crepe che sarebbero continuate a generarsi nei successivi cicli per reazione chimica alla vicinanza con l'alieno.

"Flerken insofferenti!" Ruggiva il giovane sanguinario, lucidandosi una portiera. "La prossima volta che vedo quell'essere qu ..." Curioso anzichenò che al notare quell'inopportuno rigonfiamento sul suo braccio destro, non saltò direttamente in piedi sulla poltrona.

In realtà lo fece qualche nanoclick in successiva.

"Figlia di puttana di una Vantage"

Nel "quartier generale" della camerata ex armeria con inserti a spire di drago sugli spigoli, il perfido Starscream era amabilmente impegnato a raccontare una storia della buonanotte, nel tentativo di farle ricaricare un minimo gli affaticati sistemi, alla Secondina Redwing, nonostante questa avesse oltrepassato da vorn l'aggiornamento di autostandby e di dormire non ne avesse alcuna intenzione. Ma era loro tradizione e nessuno gliela avrebbe potuta negare, specie a quella latitudine.

"Lo spazio siderale raggiungeva ipotermie parecchio al di sotto dello 0 e il Temibile Varian aveva costretto con sé il suo esercito, la sua indistruttibile armata, gladiatori, seeker, guardiani imponenti, demolitori, assassini ..."

Millantava l'ex vice mimando con in mano una bambola di metallo usurata della nipotina voli d'assalto perduti con le comete, per sua fortuna sempre nella damnatio memoriae.

"Creatrici!" Squillò Redwing impaziente e accorta. "Parlami delle Creatrici, zio, tu le hai mai viste? Il nonno ti ha mai raccontato di Varian e quello che si diceva sulla sua misteriosa cotta?"

Il superiore sgranò le ottiche sbigottite, sconsolato tentò di dissuadere la bestiola dalla domanda impertinente tirandole il giocattolo neanche si fosse trattato di un predacon, quella di contro lo ripose sul cuscino e continuò a fissarlo imperterrita.

"Cotta? Che dici, Cattivella, Varian era spietato, diabolico, malvagio, thz, non avrebbe neanche saputo definirlo il significato del termine "amore"." Bofonchiò compiaciuto, rimirandosi gli artigli e affilandoli tra loro, in uno stridere agghiacciante.

"Andiamo, zio Star! Devi sicuramente aver carpito qualcosa, in fondo è un pettegolezzo disarmante in toto" sfrecciò la violetta dritta sul punto debole che ben sapeva appartenere al pavoneggiante parente.

"Uhm, si, si, è vero, ma questo non vuol dire ..."

Fortuita coincidenza, Mirage sboccò idrofobo nella sala in questione in direzione del compare.

"Non hai idea di come mi abbia ridotto quella strega di mia sorella!! Ora chi lo dice a Lord Megatron che ..."

Starscream girò le palpebre all'ingiù annoiato, la testa all'indietro e le ali verso il pavimento e gracchiò sfinito e lampante 

"Gli autobot ci stanno seguendo perché ti hanno hackerato il mainframe, dottore? Si, si, lo so."

Knockout dovette richiamare tutto il gran frutto delle lezioni di yoga apprese dai terrestri ai tempi di Jasper per evitare di dissezionarlo seduta stante.

"Che?!? Lo sapevi, ammasso di scarto, ruggine cosmica, io ti ..."

Non era mai stato tipo da meditazione. Supernova, invece, dai primi vorn di programmazione, s'era mostrata solerte di riflessi, cosí tramite un mero gesto della mano sinistra all'insù e della destra all'ingiù, ancorò Corruttrice lo chassis del medico a una poltrona di fortuna, più che decisa a godersi il finale del romantico racconto.

"Voglio sapere." Ordinò esigente e velenosa e il seeker spazientito, biasimando l'ex socio che ancora imprecava e ringhiava contro l'intero creato, si convinse a cederle un indizio.

"Era senza scrupoli, è vero, ma per un agguato sleale del destino, quando il tuo prozio giunse ai perigliosi Cancelli di Granito, dove Tarn e Vos s'odiano l'una specchio dell'altra ahinoi e i regni ultimi della galassia si assottigliano, fece la scoperta di un popolo dimenticato, dannato e in contatto diretto con l'antica energia oscura."

Redwing divorava con le fascinose ottiche quelle sillabe preziose, le registrava bramosa nelle scritture più protette della sua memoria interna e fece voto che sulle proprie ali mai le avrebbe cancellate. Si fidava di quello svalvolato, per quanto sua madre si fosse sempre raccomandata, nonostante fosse il suo tutore, di non prendere troppo esempio da lui.

"E figurarsi se il tuo proprozio o chiunque fosse" intervenne Knockout ancora bloccato alla sedia "non ci provò con quelle delizie di creature."

Il falco gelosissimo della recente responsabilità che stava scrivendo a proprio piacimento, lo fulminò cattivo e girandosi si accomodò sulla bert, adiacente la seekerina. 

"Astrum era scrupoloso al millesimo con le proprie vittorie e gesta, mai avrebbe condiviso leggenda con metà alcuna. " 

Tardò di parecchi cicli, ma non fu poi assente lo stonante "a parte Stephanie."

Ad aver mai vantato iridi da sparkling la Secondina avrebbe pianto dalla gioia a un racconto simile, ma quelle che aveva erano anche più luminose e troppo intrigate dalla faccenda per disturbare.

"E lei non tentò di " azzardò sorniona e catturata.

"Oh si, certo naturalmente, più volte" le rimboccò le coperture il più adulto "essendo una Creatrice non solo aveva la fondamentale capacità di estrarre l'energon per la riproduzione di protoforme da altri soggetti senza ricorrere al pozzo, ma poteva prevedere il futuro più lontanamente attuabile posti i desideri dell'ospite, quale parassita e sirena delle comete profonde. Una volta terminato il servigio " dettò Starscream con una percepita punta di orrore negli acuti del tono di voce da parte del medico in loro compagnia "avrebbe trafugato a morsi l'energon e i circuiti del malcapitato."

"E il capriccio di Megatron sarebbe quello di andarle a ripescare dopo che sono state sterminate, una cosa buona che hanno fatto! Una!" La luccicante aston appariva più che convinta d'aver ormai perduto ogni contatto con la logica.

"Che cosa fantastica e zio Varian venne divorato?" 

Stranamente, le pungenti ottiche lilla in riverbero dell'unità medica ebbero come un guizzo, un lampo, un'intuizione per qualche frazione di nano, intente com'erano a studiare per passatempo le vecchie segnature, cicatrici e solcate sulla fusoliera del vecchio "amico". Ma la sua ram era già in sovraccarico e ad ogni buon conto non gli importava, quindi rimase quel che rimase, quello strano sentore e sospetto.

Starscream dalla sua era certo di averla soddisfatta la fiera, di averle finalmente fatto venire sonno.

Si girò per l'ennesima, perso nelle stesse sue menzogne.

"No ah lui ... " terminò solenne freddando il discorso con stoico astio di ribrezzo come era corrente fare in similia.

"Ingannò la strega fingendo di amarla, ecco. In altre occasioni avrebbe vinto, cattivella e Steph glielo fece credere, era nella sua natura dopotutto, però... quando scoprí che la sua Stella l'aveva burlata in quel modo, con tutto il potere che le restava lei lo maledí, condannandolo a un'esistenza di crucci e dolori, finquando non giunse la sua ora." Chiuse vitreo, ma incauto.

"Comunque vorn inframezzo Astrum si vendicò facendola giustiziare da Megatron. Si dice che il fantasma infuriato di Stephanie ancora abiti i Cancelli ai giorni nostri. Ecco perché non è una storia d'amore e non volevo raccontartel ...!" Venne tagliato inesorabilmente dai razzi dell'intrepida che lo strinsero in un caloroso abbraccio.

"È la più bella che tu mi abbia mai riferito! Non la scorderò mai!"

Inveiva, furba.

Mano a mano che la fiera croce procedeva, la sua scelta si frastagliava sempre più mortale, sospirava il seeker.

Ritto sul cassero dinanzi alla sovrastante vetrata, nido di corpi celesti e brame inaudite, Megatronus incerto scrutava l'orizzonte, sbirciando col margine dello sguardo le infami cifre delle coordinate di geolocalizzazione.

"Cassandra" impose impaziente, al tempo stesso preoccupato.

I settori ultimi erano di fronte a loro, un arcuato, ma immenso paesaggio li  tronizzava rapace. Per la precisione, sette lastre orizzontali di nubi della risma cybermaterica ne costituivano l'asse principale, ingannatrci, tre lune in proiezione che resemblavano in numero altre ventisette, avrebbero disatteso chicchefosse dal più acuto timoniere al più casuale fortunato sprovveduto.  Nascosti dalle sole nubi reali che aleggiavano mortali su quelle regolari granitiche a strapiombo, spuntoni di metallo delle dimensioni di alcuni chilometri squarciavano ostruendola di fatto la via di accesso a una lancia anche della metà della fiera croce Nemesis.

Carico d'ira e brusca alterezza Megatron ammise, non disponendo d'altra scelta:

 "Vattene, ci serve Starscream al timone."

*If you're listening, Starscream..."*

*"Astrum ... Starscream, io non ce la farò, se mi stai ascoltando un mucchio di cose devono essere andate a Creatrici* *Qualunque cosa sia successa, so che devi avere una bella paura, ti capirei se avessi voglia di tornare a casa, forse se fossi in te vorrei andare a tutta manetta alla Stazione di Trypticon Luna Prima di Vos o beh qualsiasi cosa ne resti, farei anche io di testa mia, si ... in questo momento forse sarei pieno di tutti i dubbi del mondo, ma ti dirò una cosa: Primus non è tipo da fare regali inutili, a te ha dato qualcosa, una forza che è dentro di te e te l'ha messa nel fegato e tanta che basta per spaccare tutto e tornare con quello che ti hanno portato via. Nostro padre è chiuso là che aspetta un miracolo e se ci metti tutti i sentimenti, puoi farglielo tu, per me, per Skywarp, per nostra sorella e tutto il resto*
*Se torni indietro,oppure se scegli i rivoltosi, ferma pure il nastro qui, sta a te decidere ... bene, hai deciso, vero? Un'altra cosa, appena la registrazione sarà finita... abbattimi, ok?"*
*Ora ascolta bene, Varian*
*Allora, la prima cosa che devi fare ... *

"È convincerti che niente può fermarti. Devi pensare a te stessa quando voli come a un'armatura, come a un'aquila d'acciaio impenetrabile."
"Cosa diamine dovrei fare senza qualcuno che mi dia delle coordinate?"
La squadrò perfino nel buio e lei si rese conto perfettamente di quanto gli importasse ancora, anche senza bisogno alcuno di scorgere l'esatto riverbero delle ottiche di suo zio, come era successo a lui quando Thucker gli aveva lasciato quella registrazione dimessa poco prima che lo considerasse spento.
Secondo Slipstream o colei che si reclamava tale la spada di Megatron non era stata sufficiente ad abbattere l'Arca né i suoi Cercatori con essa.
Qualche guerra o più non avrebbe fatto la differenza per istruire una adolescente.
"Non perdere tempo a preoccuparti di me, Redwing. Comincia a pensarci e farai dei casini. Intesi?"
"Non lo so. Lo zio Thucker la diceva meglio."
Di nuovo si era dimenticato che era con la sua infida Nipote che stava ciarlando di corrotti annaspamenti.
"Ah. Sono colpito, credevo volessi ancora contare su di me, Cattivella."
Si sarebbe divertito a chiamarla ancora con l'epiteto che le sapeva troppo di infanzia rimandata a memoria.
"Il tuo problema, zio, è che hai sempre avuto la Corruzione, non l'hai mai persa, era l'ennesima stronzata."
"Cosa ...?"
"Non sai usarla, ecco cosa."
La dilaniava e guardava avido, anche nel buio, si, anche in totale assenza di checchefosse stata illuminazione ne sarebbe stato piccato e disgustato da quella Redwing. Dove disgusto celava fascino, ovviamente.
Avrebbe acceso la candela meccanica e gliene avrebbe cantate sei, come secondo il loro idioma, ma che poteva saperne? Come si permetteva, quella ragazzina, soprattutto chi era per dire a Lui ...?
"Pe-Perché non avrei saputo o non saprei usarla?"
Succede quasi sempre all'essere sin meno umano e quello sin troppo, di pensare qualcosa in maniera sublime, inconsciamente e poi all'atto di riprodurre la tale trovarsi spiazzati come di fronte a un debut forzato, un colpo di pistola difettosa che scatta un secondo in avanti o indietro o un orologio rotto o il meccanismo non tarato di una nave da guerra o dei suoi sistemi di difesa.
Starscream si trovava in quella situazione anche se non lo avrebbe ammesso mai.
"Mi hai Corrotta tutti questi cicli e vorn e senza rendertene neanche conto! A voler essere ottimisti perché io invece credo che tu te ne sia reso conto benissimo!" Come una gatta, prima che il tutore potesse scattare ad afferrarla, la Secondina si alzò dalla berth e zoppicando corse comunque efficace verso il laboratorio, con il seeker alle spalle alate.
"Dove vai adesso? Torna subito qui! Redwing! Questo è un ordine! Io ..."
Chi poteva mai essere il Comandante del suo cuore dopo quello che le aveva fatto?
Scettico, provato e disamorato, tremò e sfrigolò tuttavia al rilevamento di quella prova schiacciante dell'esatto contrario sul comodino accanto alla branda: una vecchia videocassetta, di quelle che anche nelle prime ere cybertroniane s'erano usate, quelle che ai loro tempi erano forse rimaste ai terrestri più tradizionalisti, tanto primitive fossero ritenute in tutto il cosmo oramai. Per lui primitivo non era quasi niente escluso Predaking  o Megatron o il proprio passato o i file che aveva cancellato, ecco, non avrebbe però mancato di esaminare lo scopo d'una caccia a trovarsene alcuno davanti, era il suo incarico, anzi no, il suo ... essere.
Riavvolse, scartò le rotelle, avvitò e cliccò il mangianastro e ascoltò, infingardo, curioso eppure disgustato ancora, eppure dubbio, incredulo.
*"Thucker, sono Agatha ... Slipstream. Se stai ascoltando questa registrazione, mandane una a Starscream appena ti è possibile, credo che lui sia il solo rimasto a bordo dopo ieri sera ... per fortuna c'è campo pieno dove mi trovo e le linee ... funzionano"*
La voce di suo fratello forse gli sarebbe parsa meno estranea di quella. Non aveva più avuto notizie della gemella, alfine pure incestuosa, con la quale aveva forse potuto vantare il migliore dei suoi millantatamente decaduti rapporti interpersonali, prima di negarseli del tutto. Dopo l'Arca l'aveva considerata offline.
Certo si era dovuto ricredere dopo l'antro delle Creatrici, ma chi avrebbe potuto sapere mai il vero in quel loro strano Universo - ammesso che fosse l'unico?
Megatron era stato spento davanti alle sue ottiche e pochi orn avanti lo aveva rincontrato sulla lastricata strada della sua nobilissima sventura.
Optimus Prime lo stesso e ora neanche più sapeva se fosse di nuovo nell'Allspark o da qualche parte in viaggi extra-temporali alfine.
Lo aveva chiesto anche a Loki, gli venne in mente, il suo amico stregone o meglio era un "dio" norreno, a dirla tutta, guai a chiamarlo stregone.
Guai a chiamarlo pure amico dopo quello che poco tempo prima aveva fatto alla sua Cattivella ... ad ogni conto nemmeno lui gli aveva saputo dare una risposta a quegli inesplicabili intricati meccanismi impalpabili.

"Persino io vanto questi dilemmi, mio cibernetico socio. La tua fortuna è d'appartenere al giusto asse, se mi posso permettere di fartelo notare.
Alfine non potresti mai sparire,
Di più non ti posso dire"

O per meglio affermare, Starscream neanche aveva saputo attribuire un significato concreto a quelle malandatissime, stradannate melense e rimate parole.
Ma si sarebbe mai potuto arrendere uno scienziato della risma sua?
*"Non so come si chiami qui è...  buio e ho freddo ... il mio frame è cambiato e sto bene, ecco. Non è molto e lo so e ... vorrei nel mio piccolo ... aiutare qualcuno. Lo so che sono sempre stata quella malfidata e addetta alle vendette, che né tu né Astrum mi avete mai ritenuta una di voi, che tutti aveva disprezzo e paura di me, ma ...  ok, se questo coso ti arriva tu dì a tutti quelli a casa che ho voluto loro del bene e specialmente alla piccola Redwing. Ok? Thucker? ... Ok, è andato tutto a puttane ...*
Si accorse con angoscia di avere nuovamente un servosistema bagnato.
Ricordò come da ere non faceva che in nano passati anche Lui come Redwing, non piangeva mai.
Ricordò sua madre, suo padre, la fortezza che a Vos aveva chiamato casa e quell'aria che frizzante gli accarezzava le giunture e lo faceva sentire libero e fiero, promessa ultima di volo, per sempre.
Una fitta lancinante lo costrinse a cadere in ginocchio e gridare, tenendosi l'ala.
 

Un normale e men che meno fidato laboratorio medico e/o di sperimentazione scientifica situato su navetta o nave madre alcuna, era solitamente ben ordinato, catalogato e assortito tra attrezzature ortodosse di medicina cybertroniana, campionari in piastre di petri e recipienti cilindrici, energon delle specie più disparate e rassicuranti procedure di stasi per evitare ai pazienti sofferenze ulteriori alle ferite di guerra.
Il laboratorio di Knockout sulla Nemesis aveva trascorso, misero, parecchi cicli ad arrugginire, la strumentazione era destinabile a sostituzione in toto, le "inner-start" ( secondo vecchia denominazione o ener-stud ai giorni loro propri ) erano quasi da buttare, tanto sbeccate apparissero, i tubi ancorati al soffitto ricoperti di ragnatele di predecessori di schegge e i monitor avevano cessato di aggiornarsi da che Soundwave avesse cessato con loro la connessione Bluetooth, dacché fosse stato relegato in una zona d'ombra di ponti spaziali a sua insaputa.
La consapevolezza e integrità professionale del dottore non erano in uno stadio migliore, specie dopo che la povera aston era stata hackerata da sua sorella maggiore e aveva dovuto affrontare un aspro e doloroso intervento su una delle sue amate portiere per estrarre i microcip responsabili.  O specie dopo la questione col suo Tenente ancora in sospeso.
O specie altro ...
E altro ancora.
Notò Knockout, mentalmente parlando, che Slipstream lo stava oramai precedendo con la prassi da rispettare in caso di colpo quasi diretto alla fusoliera laterale, quale la poveretta s'era trovata a subire da Quintessa alla fuga dalla grotta, oltre a varie ferite superficiali da scontro riportate a seguito della permanenza della realtà alternativa dalla quale proveniva.
"Dottore, la smetta, suvvia, sono in grado di cavarmela, mi creda ..."
"No, no, insisto. E anzi dovresti lamentarti, stavo ... ero distratto ehm, induco la stasi, ecco."
Non si era mai scusato con un suo paziente, no. Nemmeno con Megatron in persona.
Era il suo lavoro, il suo incarico e come aguzzino e "scienziato pazzo" come lo appellavano le reclute stolte degli autobot ne era sempre andato fiero, di non avere coscienza né remora alcuna.
Era quello che era cambiato dopo che Breakdown aveva perso un'ottica. Poi un altro pezzo. E un altro ancora ...
Finché.
Knockout sentì le ginocchia cedergli a pensare Bee, il suo abeille in una circostanza non dissimile.
Agatha perdeva liquido vitale eppure si trovò a reggerlo, impedendogli di cadere.
"Andiamo, Knockout, giusto? Bene, è solo un po' di energon, vedi e puoi ... usare lo scalpello se la siringa ti dà fastidio."
Sorrise. Gli sembrò di sentire la sua aspra e roca intonazione in riverbero femminile. Ma era davvero la sorella di Starscream quella interessante giovinastra?
Non gli sembrava datata dalle finiture eppure se davvero avesse vissuto la Guerra di cui parlava, avrebbe dovuto avere anche lei almeno 45 vorn come il Comandante.
Più dell'età di Nightwing non dimostrava.
24, 25 al massimo, come Predaking.
La osservò meglio, stabilizzò le sue ali, ripulì i bordi tagliati dal corpo estraneo, lo estrasse, la mise in stasi quando la femme non sembrò più resistere e la svegliò a intervento ultimato, come era solito fare.
Non ne ultimava uno così eccellentr da quando ...
"Si, Breakdown, devi proprio farmi i complimenti, ho vinto io."
Merda, lo aveva detto sul serio ad alta voce?
"Breakdown? E scusa chi è Breakdown?"
La seeker si era svegliata, intanto, lasciando penzolare le lunghe aguzze gambe dalla berth, era scesa, aveva aperto e disteso le ali quasi identiche a quelle di Starscream e si era avviata a ringraziare il rinnovatissimo dr. Mirage, al quale era anche finita per consigliare l'insegna fuori dal laboratorio.
"Se sei così efficiente dovresti renderlo uno studio medico. Sulla Terra e anche su Iacon si usa così. Fa molto alta reputazione e davvero non mi hanno mai riparato così bene, e chi si lucida così in condizioni normali?"
"Oh, ma per piacere, miss Skyfire, così mi fai arrossire."
"Capitano. Sono Capitano, a dire il vero."
"Capitano, mi scusi, sa io sarei Comandante, ma eh ... è stato tanto tempo fa."
Aveva ritrovato il sorriso di cui sua madre tanto lo aveva accusato e forse non aveva poi tutti i torti visto che Slipstream lo trovò proprio gradevole, per essere quello di un decepticon.
Avrebbero anche terminato quella chiacchierata, se ...

"Knockout!! Knockout, aiutami!!"

Da quanto non aveva più sentito quella frase?
Una provatissima e mesta Redwing aveva adagiato in lacrime con la sua Corruzione il corpo privo di sensi di suo zio sulla berth libera, a sentirla la sua ala destra non stava bene e il dolore era stato troppo da sopportare.
Il dottore dopo cotante, infinitesimali riparazioni sullo stesso frame non avrebbe mai permesso una cosa del genere.
"Slipstream, Supernova, dovete darmi una mano, immediatamente. Collega il rilevatore di energon, attiva l'alimentatore di elettricità statica almeno da 450 a 1000 Kwh" impartiva finalmente di nuovo se stesso, quel tanto che gli bastava per salvare chi avrebbe volentieri evitato di salvare, per una volta.
"Si, dottore."
Ma si sapeva, le realtà parallele una volta intersecate erano ingestibili.
"Che cosa facciamo, che cos'ha, non si muove nemmeno, non ci sono riflessi, non rilevo circolazione di energon!"
"Questo perché tu non hai passato gli ultimi 22 vorn a ripararlo, Confettino."

Le sensazioni alla bocca del suo motore erano contrastanti.
Era così semplice affermare di poter odiare veramente una persona?
Pensava Redwing.
Se tanto le aveva fatto male, se tanto si sentiva rinnegata, tradita, sfruttata e ingannaga da zio Star, allora ...
Perché le importava tanto salvargli la scintilla?




 

Angolo della Miserabile 🤣✈✈

Povero Starscream... avrà tirato troppo le cuoia o ne uscirà come suo solito?
Mi scuso ancora per l'aggiornamento in ritardo!
Ringrazio chi sta seguendo e recensendo dai capitolo addietro qui e su efp, giuro che ho tutto già pronto è una questione di tempo più che altro quando tardo ad aggiornare 😅😭
A prestissimo!!

Note:

-La prima registrazione proviene dal film "L'Aquila d'Acciaio" che tratta di un pilota di f16, quindi non potevo non citarlo

- Thundercracker, Skywarp e Slipstream non sono stati terminati dalla distruzione dell'Arca nel Secondo Conflitto, ma la Capitana è stata sbalzata in una realtà alternativa (quella della serie animata Cyberverse XD) e i fratelli scoprirete dove 😅

- Le ali sono parte fondamentale della biologia dei seeker e essendo atraccate alla colonna vertebrale o spine riferito ai cybertroniani, se ferite impediscono loro equilibrio e movimenti corretti, da qui Redwing che zoppica e Starscream che sviene.

- Knockout è il miglior medico decepticon rimasto online anche se spesso lo dimentica.

- Slipstream e Starscream non hanno affatto la stessa soglia del dolore 😅🤣