Un sogno nel cassetto di Ivy001 (/viewuser.php?uid=1071053)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** 1 Capitolo ***
Capitolo 3: *** 2 Capitolo ***
Capitolo 4: *** 3 Capitolo ***
Capitolo 5: *** 4 Capitolo ***
Capitolo 6: *** 5 Capitolo ***
Capitolo 7: *** 6 Capitolo ***
Capitolo 8: *** 7 Capitolo ***
Capitolo 9: *** 8 Capitolo ***
Capitolo 10: *** 9 Capitolo ***
Capitolo 11: *** 10 Capitolo ***
Capitolo 12: *** 11 Capitolo ***
Capitolo 13: *** 12 Capitolo ***
Capitolo 14: *** 13 Capitolo ***
Capitolo 15: *** 14 Capitolo ***
Capitolo 16: *** 15 Capitolo ***
Capitolo 17: *** 16 Capitolo ***
Capitolo 18: *** 17 Capitolo ***
Capitolo 19: *** 18 Capitolo ***
Capitolo 20: *** 19 Capitolo ***
Capitolo 21: *** 20 Capitolo ***
Capitolo 22: *** 21 Capitolo ***
Capitolo 23: *** 22 Capitolo ***
Capitolo 24: *** 23 Capitolo ***
Capitolo 25: *** 24 Capitolo ***
Capitolo 26: *** 25 Capitolo ***
Capitolo 27: *** 26 Capitolo ***
Capitolo 28: *** 27 Capitolo ***
Capitolo 29: *** 28 Capitolo ***
Capitolo 30: *** 29 Capitolo ***
Capitolo 31: *** 30 Capitolo ***
Capitolo 32: *** 31 Capitolo ***
Capitolo 33: *** 32 Capitolo ***
Capitolo 34: *** 33 Capitolo ***
Capitolo 35: *** 34 Capitolo ***
Capitolo 36: *** 35 Capitolo ***
Capitolo 37: *** 36 Capitolo ***
Capitolo 38: *** 37 Capitolo ***
Capitolo 39: *** 38 Capitolo ***
Capitolo 40: *** 39 Capitolo ***
Capitolo 41: *** 40 Capitolo ***
Capitolo 42: *** 41 Capitolo ***
Capitolo 43: *** 42 Capitolo ***
Capitolo 44: *** 43 Capitolo ***
Capitolo 45: *** 44 Capitolo ***
Capitolo 46: *** 45 Capitolo ***
Capitolo 47: *** 46 Capitolo ***
Capitolo 48: *** 47 Capitolo ***
Capitolo 49: *** 48 Capitolo ***
Capitolo 50: *** The End ***
Capitolo 1 *** PROLOGO ***
Anna Froze ha sempre sognato una famiglia perfetta: una bella casa con
il giardino, un cane da coccolare e con cui giocare e crescere, dei
genitori amorevoli e un clima sereno.
Ma dall'età di sei anni sia lei che sua sorella maggiore,
Elsa, hanno sopportato i continui battibecchi tra la loro mamma e il
loro papà. Anche un banale silenzio a tavola, durante il
pranzo o la cena, diventava motivo di litigio. A scuola, quando
l'insegnante chiedeva alle bambine di disegnare la loro
realtà familiare, Anna in primis rappresentava una
tranquillità inesistente. Elsa, invece, più
chiusa e silenziosa, si limitava a rappresentare su un foglio bianco
solo e unicamente due figure: la sua e quella di sua sorella minore.
E alla domanda delle maestre - " Mamma e papà dove sono?",
lei rispondeva - " Mi avete chiesto di disegnare la mia famiglia.
Eccola"
Ad oggi la situazione si è completamente stabilizzata:
Agnarr e Idunn Froze sono separati. La donna ha perfino un nuovo
compagno. L'ultima volta che si sono rivisti è stata la
festa di diciotto anni della loro secondogenita. Anna ha voluto
fortemente che i genitori fossero presenti nonostante tutto.
Adesso Elsa ed Anna vivono insieme in un piccolo appartamento, lontante
da grida e lamentele quotidiane. La prima studia per diventare avvocato
ed è ormai prossima alla laurea. La seconda invece vorrebbe
diventare insegnante, anche il suo sogno nel cassetto lei lo ha nel
cuore sin da bambina: avere una famiglia tutta sua.
Qualcosa,però, sta per accadere e
stravolgerà la stabilità ritrovata e
riporterà Agnarr ed Idunn a trovarsi ad affrontare qualcosa
insieme. Chissà se stavolta eviteranno di litigare!
Soprattutto, dopo questo, Anna avrà ancora lo stesso
desiderio di quando era piccina?
---------------------------------------
"Quanto manca ancora?" - domanda Anna ad Elsa, camminando avanti e
indietro nel corridoio di casa.
"Un minuto. Stai calma. Vedrai che è solo un falso allarme"
- la maggiore cerca di tranquillizzarla. Però ha paura anche
lei come mai prima in vita sua.
"Se fossi....insomma.... cosa si fa?" - la ventunenne non sa cosa fare
al solo pensiero di quello che da lì a meno di sessanta
secondi potrà accadere.
"Se tu mi avessi ascoltata quando ti ho detto di andarci piano.." -
ecco che parte la ramanzina di Elsa.
"Ok, inutile che mi fai il terzo grado adesso. E' accaduto.
Papà e mamma mi ammazzano se scoprono che..."
"Loro sono fuori dalle nostre vite. Non avrebbero diritto di mettere
bocca su cosa fai o non fai"- la ventiquattrenne, ancora rancorosa
verso i genitori, vuole tenerli lontani.
Seguono altri secondi di silenzio, durante i quali gli occhi di Elsa
sono fissi su un test di gravidanza che stringe tra le mani.
"Cavolo! Kristoff mi molla se viene a saperlo" - riprende Anna, in
panico.
"Mi stai dicendo che hai fatto sesso con questo ragazzo e non sei certa
dei suoi sentimenti? Bene... Anna adesso sì che sei nei
guai" - si infuria Elsa.
Ma ecco che stanno per avere la risposta al problema.
"Il tempo è scaduto" - comunica la primogenita.
"Cosa dice? Dimmelo subito, non importa se sarà una batosta"
- la seconda incrocia le dita e prega.
Lo sguardo della maggiore basta a far intuire il risultato.
"Oh mio Dio" - esclama Anna, perdendo i sensi e accasciandosi sul
pavimento.
Adesso sì che può considerare la sua vita da un
nuovo punto di vista. Era bello sognare di diventare mamma. Certo! Lo
era fino a quando rimaneva un desiderio. La realtà
però è che da oggi in poi dovrà
affrontare qualcosa più grande di lei.
CIAO
SONO TORNATA CON UNA NUOVA FANFICTION SEMPRE SU ANNA, KRISTOFF, ELSA E
COMPANY. SAPETE QUANDO ADORO VEDERE ANNA NEI PANNI DI MAMMINA E INFATTI
QUESTA STORIA SARA' INCENTRATA SU UNA GIOVANISSIMA RAGAZZA ALLE PRESE
CON UNA GRAVIDANZA INATTESA E UNA FAMIGLIA SPACCATA.
SAPRANNO
I SUOI GENITORI AIUTARLA O SI LIMITERANNO A GIUDICARLA ALLONTANANDOSI
DA LEI PER L'ENNESIMA VOLTA?
QUESTO
E' SOLO IL PROLOGO DELLA STORIA.
SPERO
VI PIACCIA. VI AUGURO UNA BUONA LETTURA E VI MANDO TANTI BACI.
XOXO
IVY001
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Capitolo 2 *** 1 Capitolo ***
1
1 CAPITOLO
E' tarda sera quando Anna, in lacrime, si presenta alla porta di casa
di Kristoff Bjorgman.
I due si frequentano da circa sei mesi e hanno da subito vissuto
intensamente la relazione. La Froze era certa che con tutte le
precauzioni non avrebbe vissuto la situazione che si trova ad
affrontare adesso.
E così con un grande peso sullo stomaco e una fortissima
nausea,
la ventunenne si prepara a raccontare tutto all'altra parte coinvolta.
"Annie, cosa ci fai qui?" - domanda lui, stupito nel vederla
lì.
Nota subito gli occhi gonfi e il viso biancastro - "Stai bene?" - la
prende per mano e la conduce fino al salotto..
"Josh e Alan non ci sono?" - chiede la giovane, per accertarsi che
siano soli.
"Conosci i miei coinquilini. Sono soliti far baldorie fino all'alba.
Siamo io e te"
"Bene perché devo dirti una cosa importante"
"Mi stai facendo preoccupare perciò non girarci troppo
intorno e
parla" - a quel punto Kristoff pensa di tutto, persino che Anna voglia
mollarlo. Mai avrebbe immaginato di ricevere notizie di altro tipo.
Siede, pronto ad ascoltare la batosta che avrebbe ricevuto da
lì a pochi minuti.
Anna inizia a tremare per l'agitazione. Ha i nervi a fior di pelle e
per di più gli ormoni cominciano ad incidere pesantemente
sul suo umore.
"Quindi?" - domanda ancora il biondino, sospettoso e preoccupato.
"Ecco non so dove iniziare sinceramente" - la Froze, tesa come una
corda di violino, non trova pace. Si tortura le dita delle mani,
continua a spostare e toccare i capelli.
Ha visibilmente l''aria di chi sta per sganciare una bomba di portata
notevole.
E infatti è così.
"Sono incinta" - butta fuori tutto, spiazzando Kristoff che, a prima
reazione, ridacchia - "Dai, non scherzare. Sii seria per
piacere"
"Mai stata così seria" - continua lei.
Lo sguardo di Bjorgman cambia. Il panico è leggibile sul suo
volto.
"Non dici niente?" - chiede la giovane, impanicata per la non reazione
del ragazzo.
"Kris"- lo chiama toccandogli una mano.
A quel punto, lui sobbalza come se ripiombasse nella realtà
dalla quale per alcuni istante era fuggito.
"Se...se....sei.... sicura?" - balbetta, portandosi le mani
ai capelli.
"Ho fatto il test"
Cade un silenzio agghiacciante.
Poi Kristoff riprende parola - "I test tante volte
sbagliano...insomma... è
impossibile che tu sia...che noi due.." - a quel punto cambia tono di
voce. Dallo shock alla rabbia - "Cazzo, come è potuto
accadere?! ho preso precauzioni e le hai
prese anche tu" - si muove in maniera confusionaria per casa e non
trova spiegazione al disastro fatto.
E' ignaro di un particolare.
"Ehm... Kris... io non credevo sarebbe successo. Siamo stati sempre
attenti così l'ultima volta non ho preso nulla" - confessa
in lacrime lei.
Di nuovo silenzio.
Stavolta negli occhi di lui si legge tanta delusione.
"Come? Anna hai idea di quello che stai dicendo?Eravamo d'accordo che
avremmo avuto rapporti protetti sempre!"
"Si, si, lo so mi ricordo e mi sento in colpa per averti coinvolto.
Però non so
cosa fare. Non avrei voluto darti una notizia del genere. Dopotutto
siamo giovani e non abbiamo neppure una stabilità economica
per
crescere un figlio"
"I miei mi sbatteranno fuori di casa" - riflette ad alta voce Kristoff.
Senti, io non voglio essere un peso per te. Tantomeno dovrà
esserlo il bambino. Perciò se tu dovessi decidere di non
volerlo tenereo, ti capirei. E' responsabilità mia
dopotutto" - Anna, in preda al delirio, decide di dare la
possibilità
al ragazzo di lavarsene le mani. Infondo la sua indole sempre troppo
caritatevole la spinge a dare libertà assurde ed
impensabili.
Bjorgman sgrana gli occhi, esterrefatto e le risponde - "Per chi mi hai
preso? Non ti lascerei mai sola dopo
aver saputo che sei incinta. Ammetto che la notizia mi ha scioccato e
che adesso desidererei soltanto che io e te avessimo vissuto la
frequentazione con i piedi di piombo. Solo che ciò che
è fatto è fatto. Indietro non si torna"
"Io ho tanta paura. Sono un'incosciente e ho rovinato non solo la mia
vita ma anche la tua" - la ventunenne scoppia a piangere e la risposta
di Bjorgman non tarda ad arrivare.
Nonostante la rabbia ribolle dentro di lui e la paura di un futuro
troppo pesante da affrontare, lui tiene tanto ad Anna e sente che
quanto accaduto può essere una sfida voluta dal destino.
L'avvolge tra le sue braccia e si lascia andare ad un momento di pura
emozione.
"Perdonami" - singhiozza lei.
"Non dirlo neanche per scherzo. Avremo questo bambino e lo cresceremo
nel migliore dei modi. Gli daremo l'amore che i nostri genitori hanno
negato a noi"- a tali parole segue un dolce bacio tra i due.
Adesso anche il biondino tutto muscoli e dal cuore grande ha gli occhi
inumiditi e la Froze nota il particolare - "Se piangi anche tu vuol
dire che la situazione è tragica"
Un modo quello per smorzare la tensione.
Bjorgman accenna infatti un sorriso e le accarezza la guancia. Posa
subito dopo lo sguardo sulla mano di lei che, inconsciamente,
è posata sul ventre ancora piatto.
L'immagine è talmente bella che cancella il nervosisimo dei
minuti precedenti.
"Rimani con me stanotte" - le propone lui.
"Elsa sarà in pensiero. Forse è meglio rientrare"
- spiega Anna.
"Avvisala che stai con me. Stanotte è la nostra prima notte
in
tre. Aiutami a sopportare le ore che verranno perché saranno
distruttive. Sento già un peso enorme sulle spalle e ho
bisogno
di te per sopportarlo"
La disperazione di Bjorgman dovuta alla
novità è la ragione che spinge Anna ad
accettare
l'invito.
---------------------------------
"Ho avvertito Elsa. Rimango con te" - si accoccola sul divano accanto
al fidanzato e i due trascorrono l'intera nottata stretti l'uno
all'altra, con il
cuore in fibrillazione e la paura condivisa per un futuro incerto e
ricco di ostacoli.
Da adesso in poi sono in tre e questo fatto spaventa meno di un altro:
come reagiranno i loro genitori?
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Capitolo 3 *** 2 Capitolo ***
Anna e Kristoff seppure con fatica accettano la nuova situazione. Per
settimane tengono nascosto il segreto a tutti. L'unica ad esserne a
conoscenza è Elsa, iperprotettiva verso la sorella minore.
Preoccupata per la salute della ventunenne, la tratta come una figlia
concedendole ogni sfizio o dandole ragione ad ogni discussione. Ogni
cosa pur di tutelare lo stato interessante della giovane e non mettere
a rischio il suo nipotino. E così i due futuri genitori sono
all'oscuro delle letture notturne della maggiore delle Froze: come
affrontare la gravidanza, come attrezzare casa con l'arrivo di un
bebé, il linguaggio dei neonati. Elsa è intenta
ad avere quante più informazioni possibili per sentirsi
pronta ad ogni evenienza.
Ciò che la spaventa di più sarà il
parto di sua sorella. Il timore che possa accaderle qualcosa, la
terrorizza. Dopotutto negli ultimi giorni si è diffusa la
notizia circa la morte di una partoriente proprio nella loro
città, Arendelle.
"Complicazioni durante il parto. Alcuni dicono sia stato un errore
medico" - a colazione, Kristoff legge il quotidiano del mattino.
"So tutto in merito. Si chiamava Tessa, aveva anche lei poco
più di venti anni" - racconta Elsa.
"Sorellina, ti conosco. Adesso starai pensando "Se succede anche ad
Anna?", vero?" - interviene la secondogenita.
"Ehm... certo che no! Cosa te lo fa credere?"- mente la ventiquattrenne.
"Beh forse perché da quando hai saputo che sono incinta mi
tratti come una bambina che non sa neanche allacciarsi le scarpe in
autonomia" - replica, quasi divertita, Anna.
"Voglio soltanto che tu possa goderti al meglio questa condizione
nuova. Sbaglio o non ti piace sentirti un pò viziata?" -
aggiunge, sorridente, Elsa.
Le due si abbracciano teneramente e la minore afferma - "Stai
tranquilla. Andrà tutto al meglio e presto potrai stringere
tra le tue braccia tua nipote"
"Tua nipote? Sei sicura sarà femmina?" - chiede la sorella
maggiore, attirando con questa domanda l'attenzione di Kristoff.
"Come? Cosa state blaterando voi due?" - interviene lui.
"Nulla, chiacchiere tra donne" - Anna chiude il discorso.
Poi, prima di congedarsi per dedicarsi ad un bel bagno rilassante,
sussurra all'orecchio di Elsa - "Tra due giorni ho la prima ecografia.
Vorrei venissi con me"
La giovane accetta, seppure terrorizzata dal pensiero di qualche brutta
notizia durante la visita medica.
La notte seguente un incubo disturba il suo sonno: il pianto di un
neonato e la voce di sua madre, Idunn che le comunicano " Anna non ce
l'ha fatta"
Tiene per sé quel sogno tremendo, lasciando che la paura la
divori.
Ed arriva la mattina della visita dal ginecologo.
"Odio gli ospedali" - commenta Kristoff, una volta seduti in sala
d'attesa.
"Abituati. Li dovrai frequentare spesso d'ora in avanti" - risponde
Anna, strappandogli un bacio a stampo.
Elsa è di poche parole. Ha paura come mai prima nella sua
vita. Eppure la notizia di un bebé in arrivo dovrebbe
portare gioia.
Fortunatamente i genitori non sono al corrente di nulla, pensa la
ventiquattrenne, altrimenti avrebbero alimentato nelle due sorelle
tutte le paure del mondo.
"Anna Froze, prego è il suo turno" - è la voce di
una delle infermiere che comunica ai tre, seduti in attesa, di poter
entrare.
"Salve, io sono i dottor Peterson. Si sdrai pure" - il ginecologo si
presenta. Elsa siede vicino la sorella ed è alquanto agitata.
"Noto in lei, signorina, una certa ansia. E' più che
normale. E' la futura zia, giusto?" - domanda l'uomo con il camice
bianco, per smorzare la tensione.
Anna sorride osservando quando sua sorella maggiore ami lei e il
piccolo che porta in grembo da due mesi e mezzo. Le stringe la mano e
al solo sguardo, la grande si rilassa.
Ciò che vedono è poco chiaro. Ovviamente
è presto per scrutare i particolari del feto. Ma non appena
ascoltano il battito del cuore, così incalzante e forte, si
commuovono.
"Si può già sapere se sarà maschio o
femmina?" - domanda, curioso Kristoff, al termine della visita.
"Direi che il mese prossimo, probabilmente, saprò darle
risposta" - così dicendo i tre si congedano, felici di aver
appurato che il piccolo è in ottima salute e che tutto
procede nel migliore dei modi.
Non immaginano minimamente che la situazione sta per complicarsi.
Ed è una conversazione telefonica, avvenuta pochi minuti
dopo l'uscita dallo studio medico dei tre ragazzi...
"Ho riconosciuto la somiglianza tra te e le due ragazze" - a parlare
è proprio il dottor Peterson.
"Sei sicuro? Insomma, ci sono molti Froze ad Arendelle" - la voce
dall'altro capo del telefono è di una donna.
"Quante Anna ed Elsa Froze conosci in città?"
Segue un silenzio tombale.
"Sono certo, tesoro. Sono loro. Non hanno sospettato nulla
perché sono ignari che sia io il tuo nuovo compagno."
"Non può essere. Non mi torna qualcosa. Come mai erano
lì nel tuo studio? Controlli di routine?" - chiede, confusa
e preoccupata la donna.
"Idunn, non volevo comunicartelo in questo modo ma è bene
che tu sappia"
"Cosa? Cosa devo sapere?"
"Una di loro è incinta"
Una novità incredibile che pietrifica Idunn.
"Non ci credo" - sono le uniche parole che pronuncia.
"Ebbene sì. Anna...."
"Anna??? Santo ciel. Che ha combinato?" - singhiozza Idunn, sconvolta -
"Per di più mi tengono segreta una notizia del genere"
"Tesoro, forse te ne avrebbe parlato più in là"
"Certo...quando il bambino avrebbe compiuto diciotto anni. Accidenti!!"
"Non arrabbiarti. C'è soluzione a tutto"
"E così la storia si ripete" - commenta l'adulta, spiazzando
il medico.
"In che senso?"
"Anna mi somiglia sempre di più. Anche io rimasi incinta per
la prima volta a vent'anni"
"Come è possibile? Sbaglio o Elsa è
nata che ne avevi venticinque?"
"Esatto! E spero con tutto il cuore che a mia figlia non capiti
ciò che capitò a me con suo fratello"
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Capitolo 4 *** 3 Capitolo ***
1
Idunn Smith, ex signora Froze, non riesce a darsi pace dopo aver
saputo, dal compagno, della gravidanza segreta di sua figlia minore.
In lei riaffiorano, lenti, ricordi di una vita fa dove, esattamente
come la secondogenita, rimase incinta in giovane età di un
bambino non programmato.
Impossibile dimenticare il dolore sofferto dopo la perdita di quella
stessa creatura che tanto le aveva stravolto la vita.
Con lei, ventotto anni prima, c'era Agnarr, diventato poi suo marito
nonché padre delle due sorelle.
"Lo persi per via di un incidente casalingo. Sono caduta dalle scale.
Mi dovettero subito operare per tentare di salvare il piccolo, ma
nacque morto" - racconta la donna alla cognata, Sarah,
nonché
sua migliore amica.
Aveva tentato di dimenticare e cancellare tutta quella sofferenza.
Eppure è bastato poco per farle riaffiorare sensazioni ed
emozioni patite quasi tre decenni prima.
"Il mio ex non ha mai accettato quanto accaduto. Noi eravamo prossimi
alle nozze ed io rimasi incinta prima. Ci sposammo in grande fretta per
evitare che qualcuno dicesse" Vergogna! Bisogna aspettare di essere
marito e moglie prima di fare certe cose". Sai come è la
gente e specialmente quasi trent'anni fa... poi Agnarr mi viziava in
tutto e per tutto. Un'unica cosa mi ricordava: di fare attenzione.
Niente sforzi, né movimenti bruschi"
"Cara, ma è stato un caso che sei scivolata. Dai, non vorrai
dirmi che lui ha dato la colpa a te?!"
La risposta di Idunn è un silenzio tombale e lo sguardo di
chi vorrebbe parlare ma tace per dolore.
"Il rapporto è andato in crisi"
"Però avete messo al mondo altre due figlie. Questo fa ben
sperare. Avete fatto pace poi?"
"Non avevamo programmato neppure l'arrivo di Elsa. La notte che la
concepimmo era stato un momento di tristezza che, stranamente,
condividemmo davanti ad un camino acceso e una fumante tazza di
thé"
"Immagino la gioia, quando hai saputo di essere incinta" - sostiene,
emozionata, Sarah.
"No. Anzi" - risponde, senza esitazione, Idunn, spiazzando la cognata -
" Fu un dramma. Dopo che sembravo aver interiorizzato la perdita del
mio angioletto, mi ritrovavo a doverla rivivere ancora una volta.
Inizialmente odiavo l'idea di aspettare un bambino. Credevo che mi
sarebbe accaduto lo stesso evento passato"
"E invece..."
"Invece arrivai, seppure carica di ansie, al giorno del parto. Elsa
è stata la mia rivincita su un destino crudele ed una vita
difficile. Poi nacque anche Anna e puoi immaginare che
felicità" - Idunn si commuove mentre racconta.
Ma resta un punto in sospeso...
"Chiamalo, parlagli. Non può rimanerne all'oscuro. E'
coinvolto anche lui, dopotutto" - sostiene Sarah.
"Non posso. Siamo diventati due sconosciuti e non ci sentiamo da anni
ormai. Che diritto ho di contattarlo per dirgli "Hey, ciao. Da quanto
tempo! Sai che la nostra Anna è incinta?", la
prenderà
malissimo!"
"Però almeno affronterete insieme il problema. Adesso, sola
con
i tuoi dilemmi e tuoi ricordi, non fai altro che distruggerti"
"Se John sapesse...?" - si riferisce all'attuale compagno.
"Mio fratello è un uomo intelligente. Sai benissimo che non
se
la prenderà, sapendo la situazione" - aggiunge Sara,
sostenendola in quella scelta.
Idunn, fortemente combattuta, accetta alla fine di cercare l'ex marito.
Dopo varie chiamate senza alcuna risposta, ecco che il cellulare inizia
a vibrare.
"E' lui!" - afferra l'apparecchio e, con voce tremante, dà
il via alla conversazione.
"Hey, come mai mi hai cercato? Avevamo qualche incontro con gli
avvocati che non ricordavo?" - parla Agnarr, sempre sulla difensiva.
"Ehm... ciao. Non ti ho chiamato per questo. Vorrei parlarti
urgentemente di una cosa"
"Dimmi" - il tono di voce dell'uomo è alquanto distaccato,
freddo come il ghiaccio.
"Riguarda Anna" - intruduce l'argomento a piccoli passi.
"Che le è successo?" - così Froze inizia a temere
il
peggio. Logicamente se una ex moglie si rifà viva dopo anni
e la
ragione è una delle loro figlie non si può che
pensare ad
una tragedia.
"Meglio parlarne faccia a faccia. La situazione è seria.
Molto seria" - precisa Idunn.
"Muoio di crepacuore nell'attesa che ci troviamo e ci parliamo. Dimmelo
adesso. Sono il padre ed esigo la verità" - si altera Agnarr.
La Smith conosce il carattere dell'ex coniuge. Inutile girarci intorno
nè prolungare l'attesa.
"Ho scoperto che nostra figlia è incinta" - sgancia la bomba
e
dall'altro lato della cornetta non riceve risposta se non un tombale
silenzio.
"Ci sei? Agnarr... rispondi. Ecco perché ti dicevo che era
meglio parlarti di persona"
"Incinta! Non può essere. E' così giovane.."
"Si, ed è successo ancora. La storia si ripete a quanto pare"
"Voglio vederla. Hai l'indirizzo di casa sua?"
"Ho pensato la tua stessa cosa. Il mio compagno è il
ginecologo
che la segue e ha estrapolato quanti più dati possibili
sulla
vita di Anna ed Elsa. Una scusa banale per dare informazioni a me.
Perciò, sì. So dove abitano."
"Perfetto. Troviamoci al solito bar. Lo ricordi, vero?"
Idunn accenna un timido sorriso, al pensiero di quel posto dove da
fidanzatini erano soliti andare per trascorrere attimi di
intimità senza giudizi e sguardi maliziosi.
"Certo. A tra poco"
Così i due ex coniugi decidono di prendere in mano la
situazione, ignari del fatto che le loro figlie erano prossime a
decidere se comunicargli o meno la notizia.
----------------------------
"Si infurieranno, li conosciamo come sono fatti. Meglio lasciar
perdere. Dopotutto ci hanno cancellato dalle loro vite" - prende
posizione Elsa.
"Ma sono sempre i nostri genitori. Meritano di saperlo" - aggiunge Anna.
"Sarà la nostra fine se decidessero di ripiombare qui e
dettar
legge su cosa dobbiamo o non dobbiamo fare. C'è voluto tanto
per
ottenere autonomia e liberarci dal loro controllo ossessivo" - insiste
la primogenita.
"Non posso permettere che mio figlio non abbia delle radici.
Comprendimi, Elsa."
"E Kristoff cosa ne pensa? Dubito che voglia confessare alla sua
famiglia il fatto"
"Lui prende le sue decisoni ed io le mie"
La discussione si chiude con una fuga di Anna in bagno, dovuta alla
ormai quotidiana nausea che la perseguita.
-------------------------------
E' tardo pomeriggio. Anna dormicchia sul divano ed Elsa è
alle prese con lo studio.
Il silenzo regna sovrano.
Ma ecco che viene interrotto dal suono del citofono.
"Sarà Kristoff." - ipotizza la maggiore. Bjorgman infatti
sta
per trasferirsi nel piccolo appartamento ed è alle prese con
le
valigie.
La tranquillità cessa in quel preciso istante.
Non è Kristoff la persona appena arrivata.
"COSA VOLETE VOI?" - grida Elsa, attirando l'attenzione della sorella
minore che la raggiunge.
Sull'uscio di casa ci sono Agnarr ed Idunn, insieme dopo tanto tempo.
"Mamma...papà. Cosa ci fate qui?" - domanda la
più giovane.
"Sappiamo tutto" - precisa l'uomo, evitando di girare intorno
all'argomento che scotta.
"Tutto, cosa?" - chiede seccata la primogenita - "E come facevate a
sapere che abitavamo qui?"
Gli occhi lucidi di Idunn fissano la seconda delle sue figlie e si
posano sul ventre piatto di lei.
"Dobbiamo parlare con voi"- puntualizza ancora il capofamiglia.
Con fare dominante, il signor Froze si introduce in casa e prende posto
sul divano.
"Con quale diritto vi permettete di venire qui e dettar legge?" - Elsa
è fuori di sé.
"Vi abbiamo messe al mondo. Penso che almeno questo ci consenta di
avere un ruolo nella vostra vita" - replica a tono Agnarr.
"E' da tempo che avete smesso di averlo" - continua la primogenita.
Tra padre e figlia continua la discussione, fino a quando si interrompe
per un capogiro di Anna.
"Andatevene. Non abbiamo bisogno di voi" - insiste la figlia maggiore.
"Come farete quando arriverà il bambino? Sapete che
è
necessaria la nostra presenza." - Idunn prende finalmente parola.
A quel punto le sorelle si guardano comprendendo che il segreto era
saltato fuori prima del previsto e che questo spiega la visita inattesa
dei parenti.
"Non ho detto niente a nessuno"- precisa Anna, prima di ricevere la
ramanzina dalla maggiore.
"Sapevate che il ginecologo è il nuovo compagno di vostra
madre?" - il signor Froze svela i dettagli che hanno condotto lui e
l'ex moglie fin laggiù.
"Cosa?" - esclama scioccata la minore.
"Cavolo! Era un viso familiare ma non pensavo che..." - riflette,
incredula, la grande.
"Quel che è fatto è fatto. Vogliamo solo esservi
vicine.
Anna, è un momento delicato questo e voglio proporti di
tornare
a casa. Starai con me. John ti controllerà e avrai la
sicurezza
medica di cui hai bisogno"
"Non se ne parla" - risponde la primogenita, esterrefatta all'idea di
doversi separare da chi ama di più al mondo.
"E' la cosa migliore e tu lo sai bene" - interviene Agnarr.
"Lasciarmi da sola come un cane è un bene per voi?"
"Non sarai mai sola" - prende parola Anna, unendo le sue mani a quelle
della sorella. E così si espone - " Non ho intenzione di
lasciare questa casa. La mia vita è con Elsa, con Kristoff e
con
il bambino che porto in grembo"
"Pensaci, tesoro. Si tratta di tuo figlio. Fallo per lui. Con le nostre
cure non avrai problemi"
"Ho già deciso" - invita così i genitori ad
andare via.
"Per qualunque cosa, chiamaci" - Idunn, in pena per la figlia,
l'abbraccia e le lascia nel taschino del maglione un bigliettino con un
indirizzo e un numero di cellulare.
Agnarr, deluso dalle scelte delle due figlie, arrabbiato per la
situazione venutasi a creare, ma anche cosciente di esserne
responsabile in parte, lascia l'appartamento in silenzio. Mai come in
quel momento si rende conto che il suo compito di genitore è
stato un fallimento totale.
Su una cosa può sperare: suo nipote. Con lui le cose
andranno diversamente!
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Capitolo 5 *** 4 Capitolo ***
"Sono stati qui? E cosa gli avete detto?" - domanda scioccato Kristoff,
una volta venuto a conoscenza della visita inattesa di Agnarr ed Idunn.
"Mi hanno invitata a trasferirmi da mia madre. Lì vive con
il suo compagno..." - racconta la seconda delle Froze.
"Che per nostra sfortuna è anche il ginecologo che segue la
gravidanza di Anna" - puntualizza Elsa, nervosa dopo aver rivisto i
genitori.
"Cosa?" - esclama Bjorgman - "Tutto ciò è
allucinante. Tu cosa gli hai risposto?"
"Che il mio posto è qui con voi" - risponde la ragazza,
accoccolandosi al petto del suo fidanzato.
"Che faccia tosta hanno" - brontola la maggiore, irritata al massimo.
"Dai, sorellina. Basta. Sono andati via. Dimentica quanto accaduto"
"Andati via? Anna, conosci mamma e papà. Torneranno e
insisteranno pur di convincerti a fare ciò che desiderano
loro"
"Non lo farei mai, lo sai" - la conforta la minore, invitandola a
prendere posto sul divano vicino lei e Kristoff.
"Noi siamo la famiglia che desideravo da sempre e niente e nessuno
potrà distruggerla. Chiaro?" - Anna è fiduciosa e
anche
se l'incontro con Idunn e Agnarr Froze è stato alquanto
fastidioso e irritante, ha deciso di non farsi scalfire da nulla.
Si accarezza il pancino ancora piatto e imitando la vocina di un
bambino si rivolge alla sorella - "Zia Elsa, fallo per me. Sorridi e
dimentica"
Quella scena così dolce cancella per un momento la rabbia
della
ventiquattrenne che, con dolcezza bacia il ventre di Anna.
"E va bene. Avete vinto. Non parleremo più della discussione
di
oggi. Sapete che vi dico? salgo in camera. Ho un esame da preparare e
tanti libri da ripassare"
Così dicendo si allontana e lascia sola la coppia di
innamorati.
"Odio vederla così" - sospira Anna, incupendosi
improvvisamente.
"Hey, amore mio. Sbaglio o hai appena proposto a tua sorella di
sorridere?"
"Lo so. Ho nascosto ad Elsa che anche io sono stata toccata
profondamente dall'invasione dei miei genitori"
"Immaginavo"
"Non voglio lasciarla sola ma non desidero neppure negare a nostro
figlio di conoscere i suoi nonni"
"Devi prendere una decisione perché sai come la pensa Elsa
in merito. O tua sorella o i tuoi"
"E tu? Tu rimarrai al mio fianco sempre, vero?" domanda,
sapendo bene la risposta ed attendendola con ansia.
"Sai bene che non mi separerei da te mai e poi mai" - la bacia con
tenerezza.
E quel gesto delicato, lascia spazio ad uno più intenso.
Anna ha chiare intenzioni.
"Hey hey, calma. Non mi sembra il caso...insomma adesso siamo in tre"
"Kristoff. Davvero credi che tuo figlio possa vederci?" - ridacchia
lei, poi lo tira con forza su di sè e prolunga il loro bacio.
Tanto che, dopo qualche minuto, ottiene ciò che vuole.
"E va bene" - Kristoff la prende in braccio e la conduce nella loro
camera, tra le risate euforiche di Anna.
Una volta lì, la coppia si concede ad intensi momenti di
felicità.
Per loro stare insieme cancella gli attimi difficili.
Peccato che ciò non valga per Elsa. Sdraiata sul suo letto,
con in mano uno dei tanti libri di diritto, cerca di studiare ma
invano. E' preda dei timori peggiori e con la ferma immagine dei suoi
genitori
sull'uscio di casa, giunti per ripiombare nelle loro vite a detter
legge.
"Non permetterò nè ad Agnarr che ad Idunn Froze
di distruggere la felicità che abbiamo costruito io ed Anna
con fatica"
Intanto gli ex coniugi sono tornati al vecchio bar, seduti ad un
tavolino, discutono di quanto appena accaduto.
"Non possiamo consentire alle ragazze di starsene da sole e crescere un
bambino senza la nostra presenza" - insiste Idunn.
"Questo è ovvio. Però conosci Elsa. Lei non
cederà mai"
"E' sempre più simile a te, Agnarr" - aggiunge la donna.
"Cosa vorresti insinuare?" - si pone sulla difensiva.
"Nulla. Mi rendo solo conto che sono cresciute e che hanno ereditato
alcuni tratti che sarebbe stato meglio non ereditassero"
"L'ingenuità di Anna è tutta la tua" - commenta
l'uomo.
"Già. Quella che l'ha portata alla situazione di oggi" - si
incupisce la madre delle sorelle Froze.
E vederla abbattuta e con le lacrime agli occhi, tocca per un istante
il cuore del rancoroso ex marito. Così le prende una mano e
le dice - "Diamo loro del tempo. Vedrai che a breve Anna
accetterà quanto le hai proposto"
"Come fai ad esserne certo?"
"Due giovani inesperte...se sono come me e te sentiranno presto la
pressione di quanto stanno vivendo e avranno bisogno d'aiuto"
Agnarr ed Idunn decidono perciò di mettersi da parte,
momentaneamente.
Ma il tempo passa veloce. I mesi volano e la giovane in stato
interessante comincia a vedere la sua pancia ingrandirsi giorno dopo
giorno e la responsabilità del piccino dentro di
sè la terrorizza.
Per di più Elsa e Kristoff sono estremamente premuorsi con
lei. Le vietano di fare qualsiasi sforzo e questo infastidisce e
alimenta le ansie della futura mamma.
"Io vado all'università. Annie mi raccomando..." - partono
le solite raccomandazioni di Elsa.
"Si si..." finge di ascoltarla.
Il totale disinteresse verso le sue parole viene colto dalla maggiore
delle due che così si avvicina alla sorella e, con le mani
sui fianchi, a modi rimprovero, le parla - "Guarda che ho visto che hai
sbuffato! Mi preoccupo per te e mio nipote. Manca poco ormai e ogni
gesto sbagliato può essere pericoloso"
"Basta Elsa. Tu e Kristoff state alimentando delle ansie che
già ho. Con i vostri "Non fare questo, non fare quello, non
sederti così, non mangiare quello, non salire le scale...
non vivere!"
"Non vivere? Annie stai esagerando. Lo diciamo per il tuo bene"
"Non voglio essere considerata una malata. Non lo sono"
"Certo che non lo sei! Sorellina, ti capisco....gli ormoni sono alle
stelle e incidono sul tuo umore, il tuo corpo ti è ormai
totalmente sconosciuto, però non comprendo questa rabbia
verso me e il tuo fidanzato"
"Sono solo stanca, capisci? Forse una mano in più ci sarebbe
servita" - tocca in questo modo un argomento che Elsa credeva
archiviato.
"Eh? Cosa intendi dire?"- si allarma, infatti, la maggiore,
intuendo il fulcro del discorso.
"Non arrabbiarti. Dico solo che sarebbe stato più facile se
mamma fosse stata qui..."
E tali parole impietriscono la maggiore che, fredda e distaccata,
taglia subito corto - "Fai come preferisci. Io devo andare" -
così dicendo esce sbattendo la porta.
Di fronte alla reazione della più grande, Anna è
sprofonda nella tristezza e si lascia andare ad un pianto liberatorio.
Il suono del cellulare interrompe il suo sfogo.
Legge sullo schermo "Mamma"
E' l'ennesima telefonata di Idunn. Non le ha mai risposto nei sei mesi
precedenti...prima di quel momento.
"Tesoro, finalmente sento la tua voce! Volevo solo sapere come stai"
"Vorrei venissi qui"
Ma in quel momento accade qualcosa. Idunn prima di rispondere avverte
un tonfo proveniente dall'altro lato della cornetta, poi la chiamata si
interrompe..
"ANNA!" - grida preoccupata.
Terrorizzata, afferra la giacca e le chiavi della sua automobile e sale
in auto.
Nel tragitto avvisa Agnarr e nel giro di dieci minuti i due ex consorti
sono davanti la porta dell'appartamento delle figlie.
Citofonano più volte, tentano numerose telefonate, ma tutto
invano.
"Deve esserle accaduto qualcosa. Me lo sento" - Idunn
è pessimista e trema per la paura di quello che è
convinta sia accaduto.
"Provo a buttare giù la porta" - propone il signor Froze.
E' pronto a farlo ma ecco che una voce alle loro spalle li fa
sobbalzare.
"Cosa ci fate qui?"
"Sei tu Kristoff?" - domanda la donna adulta a Bjorgman, appena
rientrato con le buste della spesa.
"Si, credo che vi dobbiate mettere il cuore in pace. Le ragazze non
vogliono vedervi..."
"Ti prego, ascoltaci. Ho ricevuto la chiamata di Anna poco fa e ho
avuto un cattivo presetimento. Ora non dà segnali."
Il viso di Kristoff impallidisce e senza esitare lascia cadere a terra
i suoi acquisti e apre la porta.
"ANNA!!" - gridano in coro i tre.
Ma è Idunn a trovare sua figlia.
"Oh mio Dio" - esclama correndole incontro.
La ventunenne è stesa a terra priva di conoscenza.
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"Come sta?Kristoff raccontami tutto." - Elsa è stata
avvertita da Bjorgman ed è appena arrivata in ospedale.
"Non lo so. La stanno visitando." - Kris piange e teme il peggio.
In quell'attimo l'incubo di mesi prima. quello che ha tormentato la
maggiore delle Froze, riaffiora nei ricordi di lei e le
paranoie tornano a dominare la sua mente.
Elsa, disperata, scorge subito l'immagine di sua madre, seduta in sala
d'attesa, con le mani sul viso. Agnarr cammina su e giù nei
corridoi, visibilmente teso.
Così la primogenita si avvicina e le siede accanto. Per la
prima volta, dopo tanto tempo, condivide un momento delicato con sua
madre.
"Se dovesse accaderle qualcosa..." - sono le parole che Idunn pronuncia
quando nota la presenza di Elsa.
"La colpa è solo mia. Lei avrebbe desiderato averti vicina
ma il mio orgoglio ferito ha inciso sulle sue decisioni. Se solo fossi
stata meno rancorosa..." - la ventiquattrenne si lascia andare
totalmente e rivela le intenzioni di Anna alla madre.
"Non dirlo neppure per scherzo" - risponde subito l'adulta, prendendo
la primogenita per mano.
Le due si guardano in quel preciso istante ritrovandosi e
rispecchiandosi l'una negli occhi dell'altra.
"Ecco il dottore" - esclama Agnarr, poco dopo invitando Kristoff e le
due donne a raggiungerlo.
"Caro, allora? Hai visitato mia figlia. Come sta? Cosa ha avuto?" -
chiede Idunn, in pensiero, al compagno, ginecologo della ragazza.
"E il bambino?" - domanda Bjorgman.
"State tranquilli. Stanno bene. Ha rischiato davvero tanto,
perciò vi ordino severamente di evitarle tensioni inutili!E'
sotto stress continuo. Deve riposare e godersi queste ultime settimane
di gravidanza"
"Assolutamente. Ci prenderemo cura di lei" - interviene Idunn,
abbracciando il compagno che le ha dato una notizia buona.
"Mi raccomando. Ripeto....niente ansie e preoccupazioni" - ribadisce
John. Poi fa per congedarsi, ma prima precisa - "Direi che possiamo
cominciare a parlare al femminile quando ci riferiamo al
bebè"
"Come?" - chiede, confusa, Elsa.
"E' una bambina" - comunica l'uomo, stringendo la mano al futuro
papà. Poi volge lo sguardo di Idunn e le sorride -
"Diventerai nonna di una femminuccia. Sei felice tesoro mio?"
Ovviamente la donna è euforica al pensiero e annuisce,
asciugandosi gli occhi colmi di lacrime.
Finalmente si respira un pò di serenità.
Eppure l'evento appena accaduto spinge la maggiore delle Froze a
prendere una decisione, forse la più difficile della sua
vita.
"Vorrei che Anna venisse a stare con voi queste ultime settimane"
"Dici sul serio? Tesoro, ma è meraviglioso che tu abbia
accettato" - si commuove Idunn.
Kristoff, rimasto in disparte, è sconvolto da quanto appena
udito.
Prende in disparte la cognata - "Che idiozia è
questa!?
"E' la soluzione migliore... per il bene di tutti"
"E chi sei tu per decidere che è la cosa giusta?" - si
altera il biondo.
"Sappiamo entrambi che Anna desidera questo da tempo. Non impediamole
di sentire il calore di una famiglia che ha sempre voluto e che, come
sappiamo bene, non è mai esistita"
"Se lei non volesse?"
"Non accadrà. Lei accetterà e lo farà
consapevole di aver rischiato la vita di sua figlia" - con il magone e
il cuore in mille pezzi, Elsa si avvia all'uscita dell'ospedale.
"Ora dove vai? Non vieni a far visita a tua sorella?" - chiede
Bjorgman, stupito dal comportamento della coetanea.
"Salutala da parte mia, ok?" - trattiene il pianto e corre via.
Sa bene che vederla renderebbe difficile poi il momento della
separazione. Prima comincia ad abiturarsi a vivere dei mesi senza sua
sorella, meglio sarà.
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Capitolo 6 *** 5 Capitolo ***
Anna è sveglia, nel letto d'ospedale dove poche ore prima
è stata urgentemente ricoverata.
Ha lo sguardo fisso sulla finestra che illumina la stanza e pensa,
disperata, a quanto ha rischiato di perdere in pochissimi secondi.
"Tesoro, ti ho portato dell'acqua e il dolcetto che ti piace tanto" - a
parlare è Idunn, sedendosi sulla sedia accanto alla figlia.
Agnarr è con lei e stringe tra le mani un pallone bianco che
nasconde la rivelazione del sesso del bebè.
"E io ho qui qualcosa che tu e il tuo fidanzato dovrete far scoppiare
assieme" - spiega l'uomo, soddisfatto dell'acquisto rapido, fatto in un
negozio nei pressi dell'ospedale.
"Non mi va" - risposta secca quella della ragazza che impensierisce
mamma Froze - "Mettete tutto lì. Adesso non sono dell'umore"
"Ma come? Non vuoi sapere se...?" - cerca di parlare l'uomo, ma viene
zittito dalla ex moglie.
"Kristoff mi ha detto che li adori e che in questi mesi di gravidanza
ne hai mangiati a volontà. Poi devi rimetterti in forze.
Sappi che con me non avrai vittoria facile. Mi conosci bene e sai che
so essere più cocciuta di te" - la donna ha un tono di voce
dolce e premuroso. E' consapevole che il malessere di Anna è
dovuto a quanto accaduto, eppure vuole smorzare la tensione,
ricordandole che si va avanti.
"Elsa dove è? Ancora in università? L'avete
avvertita del mio mancamento?"
"Certo, figliola. E' stata qui fino a poco fa"
"Vuoi dire che è andata via? Cioè... è
andata via senza dire nulla? Senza salutare?" - la ventunenne
è sbalordita da quanto appena udito. Non è da sua
sorella maggiore comportarsi così.
"Lo spavento è stato enorme. Sai poi come è fatta
Elsa. La sua reazione è sempre la stessa: alzare muri per
nascondere se stessa dagli altri e per celare i suoi veri sentimenti" -
le parole di Agnarr di giudizio nei confronti della primogenita
infastidiscono Anna che replica - "Non la conosci bene per poterlo dire"
"Cara, tuo padre non intendeva offenderla" - interviene Idunn.
"Ammettete che a volte non si comprende cosa le passa per la mente? Non
sono solo io quello che interpreta le situazioni in questa maniera?" -
è perplesso il signor Froze, notando che
l'ambiguità della primogenita è talmente palese
che è assurdo che le due donne lì presenti non la
notino.
"Elsa ha sofferto tanto la vostra separazione. Si è
addossata il peso di una responsabilità familiare che non le
spettava. Mi ha preso sotto la sua ala protettrice e si è
comportata per anni come una seconda madre. Sapere di riavervi di nuovo
nella sua vita deve averla scossa profondamente. Non sa gestire la cosa
ed evidentemente la sua reazione è stata allontanarsi per
non avervi intorno" - confessa la giovane, difendendo a spada tratta la
maggiore..
E sentirle dire tali affermazioni, alimenta il dispiacere dei
due ex coniugi.
Idunn con gli occhi lucidi risponde, addolorata - "Mi dispiace che
abbiate sofferto per causa nostra. Ma da adesso in poi le cose
cambieranno. Sappi che Elsa ha acconsentito affinché tu
possa venire a vivere con me e John le ultime settimane di gravidanza!
Perciò potremmo ricominicare e riallacciare i rapporti"
"Aspetta...che? Dici sul serio?" - Anna è sconvolta e a
tratti dispiaciuta davanti al cedimento della amata sorella che
prometteva di difenderla dalle interferenze dei genitori.
Invece non solo l'ha offerta su un piatto d'argento, ma è
anche scappata via per evitare un confronto.
Ecco spiegata la ragione della fuga, pensa la ventunenne.
"Non ci credo"
"E' così. Ti assicuro. Chiedilo a Kristoff. Lui era
presente" - continua Idunn.
In quel momento proprio Bjorgman fa ingresso nella stanza.
"Amore mio, sei pronta a far scoppiare il pallone che ci ha regalato
tuo padre?" - domanda il biondino, entusiasta di quello che si
accingono a fare.
Però l'espressione della fidanzata non è affatto
quella che sperava.
"Ehm...che succede qui?" chiede allora.
Le lacrime sul viso di Anna gli danno risposta immediata. Si avvicina
al letto e siede accanto alla giovane. La stringe forte a sé
- "E' un dolore immenso anche per me allontanarmi da voi.
Però è per il suo bene" - e posa la mano sul
pancione della ragazza - "Abbiamo rischiato tanto oggi. Qualche minuto
e avremmo perso il nostro tesoro" - le spiega, confortandola.
"Dici che andare a vivere con mia madre è la cosa giusta da
fare?"
Kristoff, seppure tentato di dirle "NO RIMANI CON ME PERCHE' SENZA DI
TE NON RIESCO A VIVERE NEPPURE DUE SECONDI", si limita a tali parole -
"E' necessario per stare sereni"
A quel punto ad Anna non resta che accettare, intuendo che le azioni di
Elsa probabilmente sono state dettate proprio dal desiderio di vederla
in totale sicurezza.
E dopo attimi di silenzio, Agnarr interviene per rimportare un
pò di serenità.
"Volete o no sapere se da quel palloncino usciranno petali blu o petali
rosa?"
La scena diventa comica di fronte ad un futuro nonno super entusiasta.
Alquanto bizzarro vedere il signor Froze così. Neppure con
le due figlie si mostrò tanto eccitato.
Due secondi dopo i fidanzatini, con un ago a testa tra le mani, fanno
esplodere il pallone.
Il rumore e la caduta dei petali costringe Anna a coprirsi il viso per
qualche istante.
Quando alza la testa e apre gli occhi scopre la sorpresa: il suo letto
è invaso da petali di colore rosa.
"E' una bambina?" - esclama emozionata.
"Si, tesoro. Avrai una femmina" - esulta Idunn.
Tra lacrime di gioia, i Froze e Kristoff respirano per quelle ore
attimi di tranquillità.
Peccato che ad esserne tagliata fuori è Elsa.
La ventiquattrenne è arrivata nel suo appartamento. E' sola
e, in lacrime, inizia ad immaginare i restanti due mesi senza sua
sorella.
Poi ripete a se stessa per rasserenarsi - "Sono solo poche settimane.
Poche settimane e tutto tornerà al proprio posto"
Però in cuore suo è cosciente che dopo la nascita
della nipote, difficilmente le cose potranno tornare come prima.
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Capitolo 7 *** 6 Capitolo ***
1
Due giorni dopo la scoperta dell'arrivo di una bambina in famiglia,
Anna viene dimessa e condotta, direttamente, a casa di Idunn e del
compagno John.
Elsa ha tagliato i ponti con tutti dopo essere sparita nel nulla.
Kristoff credeva di trovarla nell'appartamento che condivide con le
sorelle Froze da mesi.
Invece della ventiquattrenne nessuna traccia.
Le telefonate sono altrettanto vane.
E intanto il tempo corre veloce e le speranze di rivederla tra loro si
frantumano.
"Inutile insistere. Ci ha detto addio" - a questa conclusione giunge,
affranta, Anna.
"No, amore mio. Forse è presa dallo studio e si trattiene
giornate intere all'università" - ipotizza Kris, cercando di
calmare la fidanzata.
"Pensi sia così? E se invece ce l'avesse con me?"
"Annie, non dire queste sciocchezze. Se è stata proprio lei
a
dare l'ok affinché ti trasferissi in questa casa" - precisa
la madre, sorseggiando del fumante thé verde.
Sono tutti e tre in soggiorno in quella immensa villa di
proprietà dei Peterson.
La sensazione della ragazza al momento dell'arrivo fu quella di
trovarsi di fronte ad un vero e proprio castello.
Il denaro non sarà mai un problema per loro,
pensò Anna quando varcò l'uscio la prima volta.
E quegli spazi così immensi, aumentavano il senso di
isolamento
che provava, lontana dall'amata sorella e dalla libertà che
si
erano guadagnate con gli anni.
La consola solo la presenza di Kristoff ,rimastole accanto senza
esitazioni.
"Sono due settimane che abito qui e mia sorella, la persona che adoro,
non mi ha scritto un messaggio nè mi ha chiamata per sapere
di
me o della bambina"
"Calmati, smettila di pensare al peggio. Siamo arrivati a questa
soluzione drastica per tenerti al sicuro da ogni forma di ansia, non
per alimentare le tue paure!" -
riprende Kristoff.
"Si, ha ragione lui, figliola. Adesso sdraiati un
pò,
accendi il televisore e goditi il relax che meriti" - la consiglia
Idunn, alzandosi dalla poltrona e preparandosi per il pomeriggio
lavorativo che l'attende.
"Hai lezione anche oggi mamma?"
"Certo. Verrà qui un nuovo alunno che vuole entrare a
contatto con il meraviglioso mondo della musica" - spiega la donna,
mostrandosi
entusiasta di insegnare ciò che più ama ad un
promettente
giovanotto.
"Io da bambino suonavo la chitarra" - ricorda nostalgico Bjorgman.
"Bene, non me lo sarei aspettata. Sei un musicista anche tu allora?!" -
esclama sopresa l'adulta, che ha sempre avuto un'idea poco
chiara
del fidanzato di sua figlia minore.
"Ehm...sappi che hai guadagnato cento punti ai suoi occhi ora" -
sussurra Anna all'orecchio di Kris.
La situazione si appiana, seppure la ventunenne non riesce ad accettare
la sparizione di Elsa.
Dieci minuti dopo ecco che qualcuno suona alla porta ed interrompe i
suoi pensieri malinconici.
"Benvenuto! Entra pure. Ti voglio presentare mia figlia" - a parlare
è Idunn, che ha accolto all'ingresso il nuovo studente.
Il giovane dai capelli rossi e gli occhi verdi, vestito di tutto punto,
si presenta in soggiorno, assieme alla padrona di casa.
"Anna, tesoro. Lui è Hans Westergard" - il nuovo arrivato si
avvicina alla ragazza e posa subito gli occhi sul pancione di lei.
Kristoff nota subito lo sguardo del tipo sulla sua fidanzata e viene
preso dalla gelosia.
Così quando Hans prende per mano la Froze e gliela bacia in
segno di galanteria, Bjorgman si pone da scudo, davanti la
ventiquattrenne.
"Io sono Kristoff. Il suo ragazzo" - come a dire GUAI A TE!
"Piacere" - risponde Westergard, intimorito.
"Ok, noi andiamo nell'altra stanza per studiare" - notando la tensione
nell'aria, Idunn porta via lo studente - "Per qualsiasi cosa, sapete
dove trovarmi"
Hans però continua a fissare Anna, non riuscendo a toglierle
gli occhi di dosso.
E una volta rimasti soli i due piccioncini...
"Si può sapere che cazzo guarda quello lì?" - si
altera Kris.
"Ti riferisci all'allievo di mia madre?"
"Certo! Non dirmi che non hai notato come ti fissava!?"
"Forse lo ha colpito che fossi incinta, vista la giovane
età" - riflettte la ragazza.
"Spero per lui che sia solo questo"
La gelosia, quasi tenera, di Kristoff, lusinga Anna che si accoccola al
petto di lui.
"Amo solo te, sappilo!"
Le gote di Bjorgman si tingono di rosso e la rabbia lascia spazio ad
un'immensa dolcezza.
Segue un romantico bacio. Poi, stretti l'uno all'altra, si
addormentano lasciando da parte il mondo pazzo e doloroso che li
circonda.
Sono le ventuno circa e Idunn si riunisce alla famiglia in sala da
pranzo.
John Peterson è a capotavola e legge le notizie di cronaca
sul suo Iphone ultimo modello.
"Amore, finalmente. E' tardi. Dovresti anticipare le lezioni!" - il
tono nervoso del dottore colpisce Anna che non l'ha mai sentito
rivolgersi in quel modo a sua madre.
"Scusate, avete ragione. Farò come dici, caro. A proposito,
Hans rimarrà a cena da noi"
"Che bella notizia!" - commenta, sarcastico, Kristoff alzando gli occhi
al cielo.
"E' un piacere. Vieni avanti, ragazzo, e siediti accanto ad Anna" -
prende parola John.
"Aspetta...che?" - chiede Bjorgman, verde di gelosia.
La Froze gli dà un colpetto sul braccio,a volergli dire -
"Smettila e non esagerare"
Westergard, imbarazzato, prende posto e ringrazia i padroni di casa per
l'ospitalità.
La cena segue tranquilla, seppure il nervosismo di Kristoff
è ben percepibile.
E così appena può, lascia la villa.
"Vado via. E' tardi, ci vediamo domani" - saluta Anna baciandola e
accarezzandole il pancione.
"Sicuro di stare bene? Non sarai mica arrabbiato con quel ragazzo? Dai,
neppure lo conosci"
"Ciao Annie!" - chiude il discorso, salutandola, e fila via.
"Forse è bene che rincasi anche io. Mio zio sarà
in pena" - puntualizza Hans.
"Tuo zio è il dottor Weselton, giusto?" - gli chiede il
padrone di casa.
"Si, lo conoscete signor Peterson?"
"Quando Idunn mi ha detto il tuo cognome ho ricordato che lui era
imparentato con i Westergard. E' una notizia meravigliosa. Io e lui ci
stimiamo e mi piacerebbe scambiare quattro chiacchiere con lui. Digli
che vorrei venisse a trovarmi"
"Certo, volentieri. Allora a presto" - fa per congedarsi, poi posa lo
sguardo su Anna che, in disparte, cerca di chiamare Kristoff, senza
ricevere risposta.
"Anna, è stato un piacere per me conoscerti" - le si
avvicina e di nuovo le prende la mano sfiorandola con le labbra.
"Anche per me" - saluta lei, regalandogli un dolce sorriso.
In pochi minuti è fuori dalla villa, diretto verso la dimora
di suo zio.
E una volta lì...
"Allora? Come è andata la prima lezione dalla maestra di
musica?"
"Fantastica. Il compagno è il dottor Peterson. Ti invita ad
andare a trovarlo il prima possibile" - gli racconta HAns.
"Ma certo. Stimo quell'uomo. Quando tornerai lì,
verrò con te"
"Possiamo andare già domani?" - propone Westergard.
"Già? Vedo che sei entusiasta di questo corso di pianoforte,
nipote mio"
"Ehm...hai ragione! Non mi è mai piaciuto così
tanto qualcosa in vita mia!" - conclude. In silenzio, con l'aria
pensierosa, si dirige in camera per coricarsi..
Non riesce a dimenticare il volto di Anna e quegli occhi
così grandi e intensi.
"Che stupido che sono! E' fidanzata...sta per avere un bambino... e
poi... poi... l'ho appena conosciuta! No... Hans riprenditi e smettila
di pensarla" - parla a se stesso.
Poi chiude gli occhi, cercando di riposare. Ma i suoi sogni hanno come
protagonista una sola persona: proprio la dolce e bella Anna Froze.
Possibile che abbia perso la testa per una fanciulla con la quale ha
parlato appena due minuti?
Beh...mai dire mai! A volte esiste davvero l'amore a prima
vista...esiste davvero il colpo di fulmine!
C'è però un particolare da non sottovalutare....
Kristoff Bjorgman. Guai a toccare la sua donna. Guai ad inimicarselo.
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Capitolo 8 *** 7 Capitolo ***
1
La mattina successiva all'incontro tra Hans ed Anna, si presentano alla
porta di villa Peterson proprio il giovane Westergard e suo zio.
E ovviamente, come buona padrona di casa, Idunn accoglie al meglio i
due uomini, invitandoli anche per il pranzo.
La Froze, ignara della visita a sorpresa, si era chiusa in camera a
lungo, per preparare la valigia che dovrà portare con
sé
in ospedale al momento del parto.
Ha deciso di regalarsi anche momenti di relax totali. Dopo un lungo e
caldo bagno, dopo aver cosparso la sua pelle di crema alla vaniglia e
dopo aver indossato un vestito premaman, si sente quasi rinata.
"Ci voleva proprio" - afferma, entusiasta di aver ritrovato se stessa
allo specchio, seppure con un particolare in più: il
pancione
ingombrante.
Hans però, presentatosi lì con la scusa
dell'incontro tra
i due dottori, sperava di poter trascorrere del tempo con Anna. Ma
della ragazza non c'è traccia.
Infatti Idunn nota che Westergard trascorre l'intera mattinata a
guardarsi attorno, come se cercasse qualcuno o attendesse l'arrivo
improvviso di una persona in particolare.
All'inizio crede sia una sua impressione, però quando il
ragazzo
dai capelli rossi domanda direttamente a John della fanciulla in dolce
attesa, la ex signora Froze inizia a sospettare.
"Due più due fa quattro" - riflette ad alta voce, attirando
l'attenzione proprio di Hans.
"Come ha detto?" - chiede lui.
"Figliolo, non avrai mica preso una sbandata per mia figlia?" - gli
sussurra all'orecchio, senza giri di parole.
Il giovane impallidisce e si agita, non riuscendo a gestire la
situazione. Il suo bizzarro comportamento è la risposta che
Idunn cercava.
"Caspita!" - esclama, capendo ormai tutto - "Ma l'hai vista appena due
ore ieri?! Come è possibile?"
"No, signora maestra. Non è come crede... c'è un
fraintendimento" - cerca di venire fuori dall'imbarazzante faccenda.
Però è proprio in quell'istante che giunge Anna,
più bella che mai.
"Buongiorno" - saluta gli ospiti, sorpresa di rivedere lì
Hans.
La visione della ventunenne estremamente curata e profumata, manda in
estasi Westergard. Le sue gote si tingono di un rosso acceso e la
salivazione è pari a zero.
"Attenta a te" - Idunn mette in guardia la figlia, susssurrandoglielo
all'orecchio.
"CHE?" - esclama, confusa, la giovane.
"Credo abbia una cotta per te" - precisa lei, poi si allontana, certa
che sua figlia agirà nel migliore dei modi.
Ovviamente ciò crea in Anna imbarazzo verso Hans;
ciò
perché non solo lei è incinta ma anche
perché
Kristoff aveva ragione sul conto di quello che è a tutti gli
effetti un estraneo.
Perciò prende di petto la situazione e decide di affrontare
il nuovo amico.
Lo invita a sedersi con lei in giardino, su una panchina posta a pochi
metri dall'ingresso della villa.
"Come mai ti sei così agghindata oggi? Sapevi che sarei
venuto?"
- scherza Hans, seppure speranzoso che in realtà sia vero.
Anna ridacchia sentendo una sciocchezza simile.
"Ascolta, vorrei ti fosse chiaro che io sono fidanzata" - precisa la
Froze.
"Si, lo so"
"Ecco... tu non hai altri fini nei miei confronti, giusto?"
"Ehm...certo che no. Cosa te lo fa pensare? Mi piace la tua compagnia.
Penso che siamo molto simili"
"Come puoi essere arrivato a queste conclusioni in pochissimo tempo?" -
Anna è sempre più stranita dai fatti.
"Sono un abile osservatore. Credo che se ci frequentassimo, capiresti
che ho ragione"
"Frequentarsi?" - ripete la ragazza, alzando tono di voce.
"Intendo come amici" - risponde lui, trovando l'escamotage per venire
fuori da una discussione che da lì a poco sarebbe potuta
sorgere.
Le prende le mani intecciandole alle sue e punta i suoi occhi
su quelli della ventunenne.
Un gesto decisamente forte, considerato che tra loro vi è
una banalissima conoscenza.
Anna si sente a disagio notando quanto sia invasivo lo sguardo di
Westergard. E' come se lui la stesse studiando solo osservandola da
vicino.
Temendo che quel tipo così particolare possa fare qualcosa
di
sconsiderato, lei scioglie subito la stretta e si allontana di qualche
metro.
"Hai paura di me adesso?" - le chiede, perplesso.
"No, ovviamente. Come potrei?" - la sua risposta è
accompagnata
da gesti di tensione, come il capo basso, il toccarsi i capelli,
torturarsi le dita delle mani....insomma, cose che provava e che faceva
soltanto i primi tempi di frequentazione con Kristoff.
Solo il suo fidanzato è stato in grado di farla sentire
così nervosa da metterla in crisi. Questo lo pensava fino ad
ora.
Timorosa dei suoi stessi pensieri, taglia corto.
"Torniamo a casa? L'aria è più fredda adesso..."
- fa per alzarsi ma accade qualcosa prima.
"Cosa ti prende? Non stai bene?" - chiede Westergard, preoccupato,
guardando Anna toccarsi la pancia.
"No, è la bambina che sta scalciando fortissimo" - spiega
lei.
"Posso?"- la richiesta di Hans potrebbe essere
fraintendibile,
però in un momento così tenero la Froze non
riesce a
negarglielo e acconsente.
Lui posa la mano sul ventre della ventunenne e riceve un calcio da
parte della piccola.
"Accidenti! Ti fa male?"- domanda incuriosito il giovane.
"Ho imparato a conviverci. Lo fa praticamente ogni volta che sente la
voce del suo papà"
"Ah si? Ma adesso lui non c'è!" - precisa Hans, imbarazzato.
"Ehm...già" - riflette Anna, posando gli occhi su Westergard
che, estasiato, tiene la mano sul pancione in attesa dell'ennesimo
segnale della pargola.
Poi un colpetto di tosse, visibilmente forzato, attira la loro
attenzione e "disturba" il momento.
"Amore! Sei tu! Non ti ho sentito" - lo saluta Anna, allontanando Hans
dalla pancia.
Si alza con fatica e si dirige verso Bjorgman, che si mostra alquanto
infastidito.
"Che fate qui soli soletti?"
"Nulla, tranquillo" - risponde la Froze, dandogli un tenero bacio a
stampo.
"Ho sentito la forza della vostra bambina. Sarà una furia
scatenata"
"Non ti interessa come sarà o non sarà mia
figlia!" - si altera il biondino, fissando con aria di sfida il
conoscente.
La tensione è alle stelle ed Anna interviene conducendo
entrambi dentro casa e congedandosi da Hans con una scusa.
La coppia si chiude in camera da letto e, rimasti soli, parlano di
quanto accaduto.
"Non esageravi ad essere preoccupato di Hans, sai?"
"Certo che non esageravo. Ti mangia con gli occhi e mi disturba che ti
tocchi"
"Toccarmi?"
"Si, vi ho visti come eravate vicini e lui aveva una mano sulla tua
pancia....su mia figlia" - puntualizza, inferocito.
Quella gelosia tenera fa sorridere la ventunenne che lo invita a
sedersi sul letto, per poi prendere posto sulle sue gambe.
Si avvinghia al collo di Kristoff e con occhi pazzamente innamorati gli
dice - "Nessuno potrà separarmi da te. Sei il mio amore
grande e quando nascerà la piccola ce ne andremo via da qui
e costruiremo la nostra vita insieme" - lo bacia con dolcezza, sentendo
la bambina dentro di sé scalciare più forte che
mai.
"Hey senti tua figlia" - gli dice poi, posandogli una mano sul pancione.
"La piccina vuole dire la sua" - si emoziona Bjorgman.
"A proposito...sbaglio o è rimasta aperta la questione
"Nome"?" - Anna riapre l'argomento, diventato centrale neli giorni
precedenti.
"Eravamo indecisi, giusto? O alla fine hai deciso di cedere?" - scherza
il giovane.
Anna gli fa la linguaccia e precisa - "Sono cocciuta, dovresti
conoscermi. Non mi arrendo mica"
"Ok, allora sarò io ad arrendermi" - aggiunge lui,
spiazzando la ragazza.
"Dici sul serio? Ti sei convinto?"
"Ti amo talmente tanto che qualsiasi cosa piace a te piacerà
anche a me. Perciò..si... vada per Mia"
"Oh tesoro ti amo anche io. Grazie grazie grazie" - esulta vittoriosa
la futura mamma.
"Mia Bjorgman... quale nome più azzeccato. In fondo Mia
è mia, così come sei mia anche tu" - conclude il
tenero macho.
A volte per amore si farebbe di tutto.
Ma la faccenda Hans non è stata trattata nei dettagli da
Anna. Le sensazioni strane che quel tipo le ha suscitato, non le ha
volute rivelare a Kristoff.
Chissà forse è stato meglio così...
perché se Bjorgman avesse saputo, altro che bisticcio...
sarebbero giunti fulmini e saette.
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Capitolo 9 *** 8 Capitolo ***
1
E' passato un mese da quando Anna, in seguito al ricovero, si
è trasferita a villa Peterson.
Da quel momento in poi Elsa è sparita nel nulla.
La giovane studentessa si è dedicata totalmente allo studio
in
quelle settimane, concentrando le sue attenzioni sull'ultimo esame e
sull'argomento della tesi.
Questo si rivelò l'unico modo per non pensare alla distanza
da sua sorella.
Intanto la seconda delle Froze è in agitazione, dopo
l'ultimo monitoraggio preparto.
"La data è sempre più vicina. Sei nervosa?" - le
domanda
Idunn, aiutandola a vestirsi al termine della visita.
"Muoio di paura sapendo che farà malissimo. Ho
già
qualche lieve contrazione ed è fastidiosa. Non oso
immaginare
cosa significhino ore di travaglio...." - confessa, terrorizzata, la
ventunenne.
"Tesoro mio, sei una leonessa. Non avrai problemi a dare alla luce la
tua bambina, vedrai" - le sorride la donna.
"Eccomi qui, scusate ma la mia assistente ha avuto un disguido con
un'altra paziente. Allora...dicevamo..." - John siede alla sua
scrivania e tranquillizza la compagna e la figliastra circa il
controllo medico.
"La piccina sta benone, è tutto nella norma Quindi sii
serena e
goditi gli ultimi giorni con il pancione. Tra poco stringerai tua
figlia tra le braccia" - si congratula il ginecologo.
Invita le due ad uscire, non prima di aver salutato con un bacio a
stampo Idunn.
"Visto? Sta andando tutto alla grande" - ripete l'adulta, sottobraccio
alla ragazza.
Percorrono il lungo corridoio che conduce all'esterno dell'ospedale e
lì, stupite, incontrano una persona a loro familiare.
"Hans? Come mai da queste parti?" - chiede Anna, notando Westergard
andargli incontro.
"Buongiorno! Sono qui per lasciare delle pratiche al dottor Peterson"
"Ah si? Non penso ti riguardino dato che il mio compagno è
un ginecologo" - sdrammatizza la donna.
Il giovane ride sentendo quelle parole, poi precisa - "Ovviamente no!
Sono di mia sorella."
"Hai una sorella?" - quell'argomento attira l'attenzione di Anna.
"Si è più grande di me di tre anni"
"Anche la mia" - commenta la Froze, incupendosi.
"Adesso vi lascio andare. Avrete tante cose da fare, a presto" -
così dicendo, Hans si allontana.
Idunn riflette ad alta voce quando le due restano da sole - "E'
impazzito per te, sappilo!"
"Ancora con questa storia? Mamma, non esagerare. Ultimamente ci vediamo
di più, abbiamo parlato molto. Praticamente l'unico giorno
che non segue le tue lezioni è la domenica. Per il resto
è diventato una routine quotidiana a casa nostra"
"Tesoro non mi starai dicendo che se prima ti agitava, adesso ti fa
piacere averlo tra i piedi?" - le domanda, alquanto stupita, l'adulta.
"E' un amico tutto qua. Ti ricordo che sono già fidanzata" -
ridabisce, arrossendo al pensiero del suo bel Kristoff.
"Ok ok come non detto. Hai ragione, starò ingigantendo il
fatto"
"Certo. Poi come potrei piacere ad un ragazzo se sono diventata una
balena" - puntualizza, osservandosi il corpo ormai non più
snello e tonico.
Quelle parole spiazzano Idunn - "Cosa stai dicendo? Se sei bellissima"
"Si,certo. Lo dice anche Kristoff. Lo so che è il vostro
modo per non farmi sentire più grossa di quanto
effettivamente son già!"
"ANNA!" - alza la voce sua madre, in tono di rimprovero - "Stai dicendo
assurdità. E' normale prendere kili in gravidanza. E' il
momento più difficile nella vita di una donna. Gli ormoni
decidono per te, la fame non si controlla, il fisico cambia, la schiena
sembra spezzarsi in due per il peso del bambino ... ma
è anche la gioia più grande di questo mondo. Nel
tuo ventre c'è una creatura che ti ama alla follia. Non devi
considerarti brutta perché sei incinta. Quando si vive la
gravidanza, si diventa ancora più belle. Ricordalo sempre
questo"
Il discorso materno è una medicina per la malaticcia
autostima di Anna. La ragazza accenna un sorriso e per la prima volta
dopo tanto tempo sente riemergere quel sentimento d'affetto smisurato
verso chi l'ha messa al mondo. Quella stessa persona che sei anni prima
aveva allontanato e che non voleva più incontrare.
Ad oggi le cose sono cambiate e Idunn si sta mostrando davvero
comprensiva e amorevole verso sua figlia.
"Adesso non piangere, tesoro mio. Andiamo al bar, immagino tu abbia
voglia di un buon cornetto alla crema" - le propone la donna,
asciugandole il viso bagnato di lacrime.
"E tu di un cappuccino, vero?"
"Come mi conosci bene, figliola"- la stringe a sè e poi,
mano nella mano, si dirigono verso la caffetteria.
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"Hans, eccoti. Ti aspettavo, entra pure" - lo saluta John, con una
stretta di mano.
"Vi lascio i referti di mia sorella" - afferma Westergard, cedendogli
dei documenti.
"Perfetto. Vedo se è possibile inserirla prima di altre
pazienti" - aggiunge poi.
"Grazie mille per questo favore"
"Io e tuo zio siamo come fratelli e tu di conseguenza sei un nipote.
Farei tutto per la famiglia" - sorride Peterson, dando una pacca sulla
spalla al ragazzo.
"Dite sul serio?"
"Certo!" - risponde, in piena tranquillità l'adulto.
"Quindi posso confidarvi delle cose in privato?"
"Tutto quello che vuoi. Dimmi pure, ti ascolto" - torna a sedersi e si
appresta a sentire le parole del giovane.
"Ehm...ecco è difficile ed imbarazzante da dire. Vorrei un
aiutino in una data faccenda"
"Aiutino? Vuoi che ti dia lavoro? Ho influenze notevoli in questo
ospedale" - John, di cuore, è pronto a dare una mano ad un
caro figliolo come Hans.
"Vi ringrazio infinitamente ma non è questo che mi serve"
"Ah no?" - Peterson è confuso; dove vuole arrivare il
ventiquattrenne?
"Si tratta di Anna"
"Anna?"
"Ho perso la testa per lei" - confessa, arrossendo.
La situazione crea un forte imbarazzo nel ginecologo che sa bene che la
ragazza in questione è fidanzata.
"Ehm...capisco che tu possa essere colpito dalla sua bellezza.
Effettivamente è palese, però non comprendo il
tipo di favore che vorresti da me. Per di più lei ha un
compagno"
"Io non ho mai provato nulla di così forte verso una donna.
In passato ho avuto una storia importante ed è finita male.
Ho sofferto troppo, però conoscere Anna è stata
la cura di cui necessitavo"
Lo sguardo amareggiato del giovane e la tristezza che manifestano i
suoi occhi, toccano l'emotività dell'adulto che continua,
nonostante tutto, ad avere tentennamenti.
"Figliolo, come potrei interferire con la relazione tra Anna e
Kristoff?Cerca di capirmi,c'è di mezzo una bambina che sta
per nascere"
"Non vi chiedo molto. Muoverò da solo le mie carte. Mi
piacerebbe che voi facilitaste la mia presenza alla villa, tutto qui"
Sotto lo sguardo confuso del dottor Peterson, Hans confida la sua
intenzione di conquistare l'amore della Froze. Per farlo è
necessario che trascorra più tempo con lei, così
da farla innamorare, scacciando dalla sua testa e dal suo cuore
Kristoff Bjorgman.
Forse Idunn aveva ragione ad essere preoccupata per l'interesse di
Westergard verso sua figlia minore.
Hans sa anche quale argomento trattare per convincere a pieno il
ginecologo.
"Io amo i bambini, crescerei quella creatura come fosse mia.
Esattamente come voi, sarei il padre che la piccola merita. Voi state
con Idunn e considerate Anna una figlia. Per me sarà lo
stesso. Non le mancherà mai nulla. Permettetemi almeno un
tentativo"
Seguono attimi di silenzio che durano un'eternità, durante i
quali John mostra un conflitto interiore dovuto alla guerra tra la
testa che gli dice NON SI FA, e il cuore che gli consiglia E' BENE CHE
TU DIA QUESTA OCCASIONE AD UN GIOVANE MOLTO SIMILE A TE"
"Allora? Mi darete una mano?" - chiede Hans, per avere conferma o meno.
Ed ecco la risposta di Peterson...
"Stasera vorrei venissi a cena a casa nostra. Mi farebbe piacere averti
come figliastro, perciò faremo in modo che nasca un nuovo
amore. Prima di agire con Anna, è bene che conquisti la
fiducia di Idunn"
"Credevo che la maestra considerasse Kristoff troppo rozzo per Anna.
Non ai suoi livelli"
"Già. Lo pensa ancora, però ha accettato che loro
stiamo assieme esclusivamente per il bene della niptina in arrivo"
"Accetto i vostri consigli, farò in modo che Idunn
preferisca me a Bjorgman" - conclude Hans, sorridente e deciso come mai
nella vita.
Dopo l'accordo, Westergard lascia lo studio medico in piena allegria.
Invece il dottore, ormai affezionato ad Anna, sente già il
senso di colpa divorarlo.
E' stato davvero un bene dare l'ok a questo teatrino? Una cosa
può consolarlo: è certo al cento per cento che la
Froze non rinuncerà al suo unico vero amore.
Perciò se le cose andranno come spera John, nulla si
destabilizzerà. Hans si metterà l'anima in pace e
tutto tornerà alla normalità.
Peccato che lui è ignaro che il giovanotto ha altri assi
nella manica.
"Vuoi che venga con te a cena? Ma, fratellino, sai bene che sono
impegnata" - brontola Sophie, sorella di Westergard.
"Dai, mi devi un favore. Ho bisogno che tu agisca a mio vantaggio con
una certa persona"
"Solo Brad Pitt può farmi perdere la testa. Chiunque tu
voglia che io corteggi, dovrà essere irresistibile. Sappilo"
"Lo sarà. Certo è un pò rude..."
precisa Hans, con disgusto.
"Mmm....mi piace"- esulta la ragazza dai capelli lunghi e rossi.
"Bene, allora preparati. Stasera saremo ospiti in una enorme villa e
non vedo già l'ora!" - esclama entusiasta il giovane.
------------------------------------------
"Abbiamo ospiti a cena. Aggiungi dei posti in più,cara" -
comunica Joh appena rincasato.
"Chi?" - domanda curiosa la compagna, mentre apparecchia la tavola.
"Hans!" - esclama Anna, notando il ragazzo sull'uscio di casa.
"Salve, scusate ma non ho resistito all'invito del dottor Peterson" -
mente spudoratamente.
Idunn e sua figlia si lanciano un'occhiata complice. La presenza
maniacale di quel tipo comincia a rendere pesante l'aria che si respira
alla villa.
Non immaginano che questo è solo l'inizio
Kristoff, seduto a tavola, sbuffa vedendo il rivale tra i piedi.
"Questo non ha una casa propria?" - borbotta a bassa voce.
"Ehm spero non vi dispiaccia. Ho portato mia sorella con me" -
così dicendo presenta la consanguinea, vestita in maniera
molto provocante, tanto da attirare su di sè l'attenzione
dei presenti, donne comprese.
"Sono Sophie" - saluta lei, scorgendo immediatamente Kristoff.
Dà un colpetto al braccio del fratello e gli sussurra
all'orecchio - "Niente male il biondino. Penso che da questa storia ne
guadagneremo entrambi" - ridacchia.
Poi Idunn invita tutti a prendere posto.
La nuova arrivata, volutamente, siede accanto a Bjorgman e con una
banale scusa attacca bottone.
Anna, alla destra del fidanzato, non riesce a gestire la
situazione: da un lato vorrebbe alzarsi e prendere a sberle la biondina
che flirta con il suo ragazzo, dall'altra preferisce mantenere la calma
per evitare un parto improvviso. Durante la consumazione del pasto, non
proferisce parola. Saranno la voce di Sophie e le risate di Kristoff a
fare da sottofondo.
---------------------------------------------
Al termine della cena, Sophie e Kristoff continuano a ridere e
scherzare come se si conoscessero da sempre.
La loro parlantina manda in bestia Anna che, verde di gelosia, decide
di isolarsi.
Esce in giardino, ben incappucciatavista l'aria fresca, e cerca di
sbollire la rabbia verso il suo innamorato.
Non sa se sono gli ormoni o è soltanto tristezza,
però le lacrime le scivolano lente sulle gote e lei non
riesce a trattenere il pianto.
"Tutto bene?" - le domanda una voce alle sue spalle.
"Si, Hans! Cosa ci fai qui?"
"Mi preoccupa vederti in questo stato" - afferma lui, cercando di
mostrare intenzioni puramente amicali.
"Grazie. Sei dolcissimo. Io sono solo un pò stanca" - mente
Anna.
"Sicura? A me puoi dirlo. Siamo o non siamo amici?"- le
sorride, scostandole un ciuffo di capelli dagli occhi.
Segue un silenzio alquanto imbarazzante e i due restano a fissarsi,
studiandosi a vicenda.
Il momento viene interrotto dall'arrivo rumoroso di Kristoff e Sophie.
Lei è praticamente avvinghiata a lui, che al contrario cerca
di porre le distanze fisiche.
"Hey ragazzi che fate qui soli soletti?" - domanda la Westergard, con
chiaro intento provocatorio.
Anna e Bjorgman si guardano in quell'istante come a volersi
rimproverare l'un l'altro.
"Torniamo in casa, Hans! Non sopporto più questo posto" - la
Froze, fredda e distante, si alza faticosamente dalla panchina,
aggrappandosi all'amico.
E' irritata al massimo con il suo compagno e cerca di evitarlo.
Anche a Kris non è andato giù beccare per la
seconda volta i due isolati in giardino.
Così cade un gelo tra loro che neppure il freddo invernale
può vincere.
Hans e sua sorella maggiore vanno via poco dopo, ringraziando e
salutando calorosamente i loro nuovi amici.
La rossa manda un bacio al volo a Kristoff che, arrossisce imbarazzato.
Anna, con le mani sui fianchi, a modi rimprovero, scuote il capo e si
allontana.
Ed una volta rimasti soli i due fratelli, in auto, lui dice a lei -
"Ben fatto sorellina. E' solo questione di tempo"
"Davvero ti piace quella insipida di Anna? Dai, ma non è
alla tua altezza"
"Zitta che a te intriga quel morto di fame di Bjorgman"
"E' un figo galattico. Hai visto che corpo ha!" commenta,
addentrandosi poi nei dettagli.
Il maggiore per zittirla alza il volume della radio, ignorando poi le
affermazioni della parente, pensando solo ed esclusivamente che presto
Anna Froze sarà totalmente sua.
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Capitolo 10 *** 9 Capitolo ***
1
Anna e Kristoff, seduti sul divano, in soggiorno, non si rivolgono lo
sguardo. C'è silenzio e tensione nell'aria, e ciò
viene notato immediatamente da Idunn.
"Cosa succede tra quei due?" - domanda, preoccupata, al compagno,
mentre sorseggia il suo solito thé serale.
John sospetta che sia causato in qualche modo da Hans e tace, fingendo
di esserne ignaro. Anche se agisce a vantaggio di Westergard, in quanto
nipote di un caro amico, sente di sbagliare recando tanto dolore
inutile a chi invece non ne merita.
Lui, però, ha deciso non di non acconsentire ad altre
assurde richieste. Quel che poteva, l'ha fatto. Adesso se ne lava le
mani e Hans dovrà agire da solo, mostrandosi determinato nel
conquistare la donna del suo cuore.
Il tombale silenzio che si respira nella villa viene interrotto da un
cellulare in vibrazione.
E' Kristoff ad estrarlo dalla tasca per controllare chi potesse
cercarlo con insistenza.
La Froze butta l'occhio senza farsi notare dal fidanzato. Ma Bjorgman
sembra non volersi mostrare, come se quello che è scritto
sul telefonino dovesse restare segreto.
E ciò, logicamente, alimenta le gelosie di Anna che, con il
capo basso e gli occhi lucidi, gli chiede - "Tutto questo mistero...
cosa c'è? Hai paura che legga che vi siete dati appuntamento
a casa sua? o peggio...a casa tua!"
E' dura la reazione del giovane di fronte alle allusioni della
fidanzata.
"Penso chestai superando il limite!"
"Sono lucidissima e inizio a vedere le cose con più
razionalità." - commenta ancora la ventunenne - "Ma se vuoi
andare da lei, prego, 'uscita la conosci"
"Anna ma che cazzo stai dicendo?" - anche i toni iniziano ad infuocarsi
- "Se sei incavolata per una stupida cena, posso esserlo anche io.
Quell'Hans ti sta appiccicato da quando ti conosce. Cosa dovrei
pensare?"
"Lascia perdere, va! Chiudiamo questo discorso. Anzi se te ne vai
è anche meglio" - così dicendo, la Froze manda in
crisi un rapporto d'amore sul quale scommetteva da sempre.
"Chi sei diventata, Anna? Non ti riconosco più.
Evito di litigare solo per lo stato in cui sei!" - continua
lui, arrabbiato e ferito. Si alza e si dirige verso l'ingresso.
"Ecco, bravo. Meglio che la malata non si aggravi, giusto?" - si sfoga
Anna, in lacrime.
"Ciao Anna, tornerò quando smetterai di fare la vittima" -
così dicendo, esce sbattendo la porta.
A quel punto la ragazza esplode in una crisi di pianto, che la
costringe anche a prendere aria per la difficoltà nel
respiro.
"Tesoro, cosa è accaduto? Vi abbiamo sentiti gridare" -
accorre Idunn, in soccorso.
"Non mi sento bene. Vado a dormire" - così chiude il
discorso, non volendo sentirsi dire Te lo avevo detto.
Si chiude in camera e trascorre in totale solitudine i minuti seguenti.
Ogni tanto controlla il cellulare, aspettando un sms di scuse da parte
di Bjorgman.
Ma niente da fare.
Kristoff è talmente deluso dalle cattiverie di Anna, e della
poca fiducia che lei ha dimostrato nei suoi riguardi, che la prima cosa
che ha fatto appena lasciata la villa è stato silenziare il
telefonino.
Un'ora dopo, verso le ventidue di sera, Idunn, già in
vestaglia da notte, bussa alla stanza della figlia.
"Anna!" - la chiama, immaginandola sveglia e disperata.
"Mamma non voglio vedere nessuno" - le risponde la ventunenne.
"Aprimi, ti prego. Ci siamo promesse che d'ora in poi ci saremmo state
sempre l'una per l'altra. Non scacciarmi. Non ti giudicherò,
desidero solo sostenerti"
A quel punto, John raggiunge la compagna e, preoccupato anche lui per
lo stato della figliastra, si inserisce nel discorso.
"Anna, io ti voglio bene come fossi mia figlia. Vorremmo solo aiutarti"
Vista la caparbietà di entrambi, la giovane la loro l'ok.
La coppia entra, si siede sul letto e ascolta il suo sfogo.
"Non riesco più a capire me stessa. Possibile che per
così poco sto mettendo a rischio una relazione?"
"Amore mio, non sei l'unica donna sulla faccia della terra ad essere
gelosa del proprio uomo. Per di più sei incinta,
ciò alimenta le tue paure"
"Aggiungi che quella Sophie è bella, snella, sicura di
sé... saprebbe strapparmi via Kristoff con uno schiocco di
dita"
"No, lui ti ama ed è questo ciò che conta. Stai
per fargli il regalo più bello del mondo, figlia mia!" -
Idunn la abbraccia e cerca di darle quella forza che anche essa per
anni ha sentito mancarle.
Peterson osserva la scena e il cuore gli si stringe.L'idea che Hans con
il suo agire abbia portato ad un disastro amoroso, lo spaventa.
Prende il cellulare e scrive un rapido sms - "Anna ama Kristoff. Non
cederà mai. Rinuncia a lei, ragazzo. Non creare altri guai.
Vedrai che se le cose devono andare a tuo favore, ciò
accadrà senza che tu interferisca"
Il dottore, divorato dai sensi di colpa, decide di agire come Cupido
per ristabilire l'ordine.
"Si risolverà tutto" - le dice con dolcezza.
Ma ecco che il messaggio di risposta di Westergard lo costringe a
distogliere l'attenzione dal discorso tra le due donne.
"Mi avevi fatto una promessa. Io sono un ragazzo comprensivo, capisco
che tu tenga fortemente ad Anna. Ma proprio per questo non puoi negarle
un vero amore. Ho delle prove sul tradimento di Kristoff. E' con mia
sorella adesso. E' inaffidabile e Anna merita di meglio"
In quel momento John impallidisce. La fotografia che Hans gli ha appena
inviato, ritrae Kristoff assieme a Sophie. I due sono abbracciati,
fermi davanti ad un portone.
"Incredibile" - esclama ad alta voce.
"Caro cosa hai detto?"- domanda Idunn, accortasi dello strano
comportamento del compagno.
"Nulla. Dico che tutto si risolverà se Anna
aprirà gli occhi"
"In che senso?" - chiede, confusa, la ragazza.
"Ti dirò in breve cosa penso di tutto. Credo che meriti di
meglio, qualcuno che ci sia sempre e che
ti capisca al volo. A questo punto mi viene da dire... Kristoff
saprà esserci per la bambina quando nascerà?
Magari mi
sbaglio, ma sembra molto immaturo. Gli è bastato vedere e
parlare con una ragazza diversa da te per ignorarti"
"Diversa da me? Intendi dire in forma e bella?"
"No,no tesoro" - si intromette Idunn a placare le paure della amata
secondogenita.
"Intendo una tipa facile. Perché è evidente che
Sophie ci
provasse con il tuo fidanzato e che il suo fisico ha attirato
l'attenzione di lui"
"John, basta ti prego. Stai peggiorando le cose" - lo rimprovera la
compagna, delusa dalle parole del dottore.
"Dico solo che..."
"Lui però dice di amarmi"
"Ovviamente non può negarlo. Ti ha anche messa incinta,
ciò significa che il peso della responsabilità
grava sulle sue spalle. Non può sottrarsi al dovere"
"Credi stia con me solo perché aspetto sua figlia?!" - lo
sguardo di Anna si spegne e tutti i sentimenti che nutriva verso
Kristoff entrano in crisi.
Idunn, scioccata sentendo le crudeltà di John nei confronti
di Kris, interviene a favore dell'assente.
"Io invece sono positiva. Lui ti ama e l'ha dimostrato in mille modi.
Poi, parliamoci con sincerità...quella oca gli stava con il
fiato sul collo. E lui, fin troppo educato, l'ha sopportata tutta la
serata"
"Cara, avrebbe potuto dedicare attenzioni alla sua donna. Non l'ha
fatto. Per assurdo, Hans si è dimostrato più
attento ad Anna"
"Ah è così? Patteggi per quel riccone del mio
allievo?"
I due cominciano a bisticciare, sotto lo sguardo di Anna, ormai privo
di qualsiasi emozione.. Peterson non pensava che la compagna avrebbe
difeso a spada tratta Bjorgman.
Invece Idunn stessa si è ricreduta su Kristoff. Ma
durerà a lungo? Perché John è pronto a
mostrarle le prove che il biondino grande e tenero non è
tanto affidabile come vuol far credere.
Dopo aver coricato Anna, rimasta scioccata dalle parole del patrigno,
il ginecologo mostra le fotografie alla compagna.
"Non ci credo"- esclama lei, a bocca aperta.
"Tua figlia merita di meglio"
"Magari c'è un malinteso. Forse Hans sta giocando sporco..."
"E come? Queste sono prove tangibili"
Il dispiacere dilaga nel cuore della dolce mamma. Possibile che
Kristoff sia arrivato a tanto dopo un banale litigio? E' corso da
Sophie non appena gli è stato possibile farlo?
Ma soprattutto, era davvero la Westergard colei che gli
mandò il messaggio provocando la reazione di Anna poche ore
prima?
Il silenzio di Idunn, amareggiata per l'accaduto, viene improvvisamente
interrotto da un rumore, proveniente dalla camera da letto della sua
secondogenita.
"ANNA"- urla spaventata la ex signora Froze, trovando la
figlia accasciata a terra.
"Mi si sono rotte le acque" - comunica, in lacrime, la ventunenne.
Ed ecco che ad un dolore se ne aggiunge uno maggiore, quello del parto.
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Capitolo 11 *** 10 Capitolo ***
1
Anna viene caricata sull'automobile di John Peterson che, prima di fare
ciò, da ottimo giencologo, ha appurato che ormai per la
ragazza è prossimo al parto.
Durante il tragitto, la ventunenne lamenta dolori forti. Grida
stringendo la mano di sua madre, piangendo e dicendo cose senza senso.
"Se non ce la dovessi fare, sappiate che vi ho voluto bene"
"Figliola, cosa ti passa per la testa ora?"
"Mi sento svenire, mamma. Tra poco chiuderò gli occhi e
tutto questo finirà"
"Non dire cavolate. Pensa che tra qualche ora avrai la bambina tra le
braccia" - le dà forza Idunn, sperando anche essa che sua
figlia possa patire il meno possibile.
Nel giro di mezz'ora, Anna si è sistemata nella stanza 17
dell'ospedale di Arendelle, con una flebo al braccio e lo sguardo
esausto.
Sua madre è accanto a lei e le tiene una mano.
Non ha avuto modo e tempo di avvisare nessuno. Tantomeno il futuro
papà.
"Devo informare Kristoff. Poi il mio ex e anche Elsa"
"Elsa!" - ripete Anna, cercando la sorella assente.
"Calmati tesoro. Sto per telefonarla così verrà
qui, sei contenta?"
"Si, ti prego. Voglio che stia al mio fianco mentre dò alla
luce la bambina" - la supplica stritolandole una mano per via
dell'ennesima contrazione.
"D'accordo, figliola. Tuo padre si infurierà se non gli
comunico cosa è accaduto. Perciò...ora esco un
attimo in sala d'attesa per fare alcune chiamate. Sono qui tra due
minuti" - così dicendo, lascia sua figlia assieme a John.
"Andrà tutto bene, vero? Mi assicuri che sarà
così?" - gli chiede, con le lacrime agli occhi.
"Certo! E' una promessa" - le sorride l'adulto.
"Ho troppo male, John!" - comincia a piangere, dando sfogo al dolore
con un grido raggelante.
In pochi secondi Anna inizia ad avere una crisi epilettica, sotto lo
sguardo scioccato del ginecologo.
"Anna, cosa ti prende?"- si spaventa John, che chiede subito
aiuto, urlando agli infermieri di accorrere in soccorso alla ragazza.
Idunn, allontanatasi per brevi minuti entra in panico quando si accorge
di persone dirette in tutta fretta nella camera 17.
"Che succede?"- domanda, agitata, a Peterson - "Come mai hai
dovuto lasciare la stanza?"
"Cara, c'è qualcosa che non va"
"Cosa? Che vuoi dire?"
"Anna ha cominciato a tremare. Anche il viso ha iniziato a gonfiarsi"
"Santo cielo!" - esclama, sentendosi cedere le gambe.
Il compagno la sorregge, invitandola poi a sedersi su una sedia.
"Io l'ho controllata in questi mesi e tutto procedeva bene. Ma qualcosa
deve averla turbata e stressata. Noi dovevamo evitarle situazioni di
questo tipo. Forse non ci siamo riusciti"
"Mi stai spaventando. Vuoi dire che adesso c'è qualche
rischio per la bambina?"
John non risponde. Abbassa il capo, dispiaciuto.
Idunn, con dei ricordi difficili da rimuovere dalla mente e dal cuore,
non controlla più le sue emozioni.
Arrabbiata, frustrata, disperata, si avventa contro la porta della
stanza 17 e bussa con forza, gridando di voler entrare.
La gente la osserva e reagisce con stupore, chi con compassione. Altri
invece brontolano per il casino.
"Calmati!" - tenta di fermarla Peterson.
E a quel punto, è il dottore che ha visitato Anna ad
intervenire.
Apre l'uscio e si avvicina alla straziata madre.
"Comprendo la sua preoccuazione, signora. Ma non può agire
in questa maniera. Siamo in un ospedale"
"Perdonate, voglio solo sapere cosa ha Anna che non va"
"Dobbiamo operare d'urgenza la partoriente"
"Cosa? Perchè?"
"C'è un alto rischio che dobbiamo scongiurare" - sono solo
queste le parole del medico che, assieme ai suoi infermieri, porta la
ventunenne, nella sala parto.
Idunn dovrà attendere ore prima di sapere la
verità.
John è triste nel vedere la sua compagna tanto affranta. Si
pente anche di aver alimentato quella stessa sera le ansie di
Anna su Kristoff e di quanto fosse poco affidabile.
Lui ha contribuito a recare malessere a quella giovane ragazza.
Per di più, a peggiorare il tutto, è l'arrivo
inatteso di Hans Westergard.
"Lui che ci fa qui?" - domanda la ex signora Froze, notando il tipo
arrivare. Non immagina che è stato proprio Peterson ad
avvertirlo.
"Allora? ci sono novità? è nata la bambina?" -
chiede, ottimista, il ventitreenne.
Idunn si mostra subito afflitta e ciò fa intuire a Hans che
le cose sono diverse da come le aspettava.
Prende in disparte John e cerca informazioni - "Mi avevi detto che Anna
stava per partorire. Perchè invece la maestra sembra tanto
distrutta?"
"Figliolo, la situazione è peggiorata. Le stanno facendo un
taglio cesareo"
"Oh mio Dio! Perché?"
"Attendiamo risposte a breve"
Westergard, dispiaciuto, si sente vicino ad Idunn e avverte la stessa
disperazione.
Siede accanto alla donna e le rimane accanto, in silenzio.
In momenti come quello le parole sono inutili e anche le
pianificazioni, i tranelli, il gioco sporco, di un giovane alla ricerca
di un amore non corrisposto, lasciano spazio ad emozioni reali e alla
sola speranza che ogni cosa possa terminare nel migliore dei modi.
Kristoff, invece, è ignaro di ogni cosa. Ha silenziato il
cellulare ed è a letto, seppure tormentato dal senso di
colpa per la litigata con la fidanzata.
Per di più, sente che aver incontrato Sophie prima di
rincasare ,per restituirle il bracciale d'oro che dimenticò
a casa Peterson, possa averlo incasinato in qualche modo.
Ed è in quel preciso istante che decide di scusarsi con la
ragazza che ama.
Prende il cellulare ed è allora che sobbalza.
"10 chiamate perse?" - esclama, scioccato. Nota che la persona in
questione è Idunn.
Gli basta poco per capire che la ragione è lo stato di
salute di Anna.
Dopotutto la ex signora Froze non avrebbe potuto avere altri motivi per
telefonarlo dieci volte.
Poi un sms dà conferma.
"Kris, ho appena saputo che mia sorella è in ospedale. Mamma
è stata vaga ma dalla sua voce scommetto che le cose non
vanno come dovrebbero. Sono in auto adesso. Ci vediamo lì"
Un tuffo al cuore coglie il grande ragazzone dal cuore tenero. Senza
esitazioni, indossa le scarpe al volo e sale sulla sua vettura.
Elsa ha raggiunto Idunn ed è allora che,dopo settimane di
solitudine,si ritrova faccia a faccia con sua madre .
Le due si guardano e il gesto seguente è un abbraccio carico
di paure e di ansie.
Sono le 2.00 della notte e il dottore chiama a sé la
famiglia al completo.
"Allora? Come sta mia sorella?" - domanda Elsa, tesa come una corda di
violino.
"La bambina sta bene" - risponde l'uomo.
Quella affermazione rassicura tutti.
Idunn tira un sospiro di sollievo e stringe a sè la figlia
maggiore.
"Però..." - c'è una precisione che il dottore
deve fare - "Anna ha rischiato di perdere la vita"
"Cosa?" - esclamano in coro madre e figlia.
"Ma adesso sta bene, vero?" - Hans prega che sia così e
cerca conferme.
"Sta riposando. Ci siamo resi conto che soffre di un'allergia al
farmaco che le abbiamo iniettato con la flebo"
"Come? Siete dei pazzi! Dovevate prima indagare sulle sue
intolleranze!" - si infura Idunn.
"Tesoro, è stato un caso" - interviene il ginecologo.
"Si, certo! Un caso...un errore medico che stava per costare caro a due
persone" - Agnarr, arrivato da poco, sostiene la ex moglie accusando i
medici di essere degli incapaci.
"La rabbia è comprensibile ma non le cattiverie che state
dicendo verso gente che lavora e che ha anche salvato Anna e la
piccola" - John difende il collega, suscitano la reazione delusa della
compagna.
"Le ha salvate perché poco prima stava per ucciderle" -
replica lei.
La discussione continua fino a quando Hans, decide di entrare nella
stanza 17, dove la Froze dorme. Il gonfiore sul viso è
svanito ma il pallore è rimasto.
Le siede accanto, osservandola in silenzio per alcuni istanti.
Poi si pronuncia, aprendo il suo cuore - "Stanotte è stata
la peggiore della mia vita! Che strano il destino! Ti ho conosciuta da
troppo poco tempo e giù rischiavo di perderti. Penso di
essermi innamorato follemente di te durante il nostro primo incontro.
Tu hai ripetuto tante volte, in questi giorni, di sentirti grassa, non
adatta all'amore del tuo fidanzato, senza renderti conto che io ho
colto la tua bellezza sin da subito, nonostante il pancione ingombrante
e i chili in più. Non so come eri prima di rimanere incinta,
però mi hai stregato ugualmente. Adesso il mio desiderio
sarebbe quello di starti accanto, vederti crescere come donna e mamma.
E chissà....magari un giorno sarai tu a venire da me e dirmi
"Ti amo", perchè per me è già questa
la realtà. Ti amo Anna Froze. Ti amo" - le sussurra.
Sta per posare le sue labbra su quelle di lei, quando una voce alle sue
spalle lo trattiene dal farlo.
"NON AZZARDARTI A TOCCARE LA MIA RAGAZZA"
Westergard si volta, lentamente, e scorge Kristoff.
Dietro di lui c'è il resto della famiglia, scossa da quanto
appena udito. La situazione, già complicata di suo, sta
davvero degenerando.
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Capitolo 12 *** 11 Capitolo ***
1
"Cosa succede qui? Chi urla in questa maniera? Siamo in un ospedale,
signori. Non vi è ancora chiaro?" - è un medico
di turno ad evitare la litigata tra Kristoff e Hans dopo che il primo
ha sopreso Westergard cercare di baciare la sua ragazza.
"Ci scusi, non capiterà più" - afferma,
mortificata, Idunn afferrando Bjorgman per un braccio per allontanarlo
dal nemico.
"Uscite tutti, voglio rimanere io con mia sorella. Quando si
sveglierà, vi avvertirò" - prende parola Elsa. Fa
segno con la mano ai presenti di lasciarla sola con Anna.
Prima di chiudere la porta alle sue spalle lancia un'occhiataccia al
giovane dai capelli rossi. Non lo conosce e non sa le ultime
novità circa la sua ossessiva presenza nella villa di John.
Le è bastato osservarlo per alcuni istanti, compresi quelli
della furia di Kristoff, per capire quanto Hans fosse marcio dentro.
Finalmente vicina all'adorata sorella, le siede accanto e le prende
la mano.
"Mi sei mancata Annie" - si commuove. Ha la voce rotta e cerca, invano,
di trattenere le lacrime - "Oggi stavo per perderti definitivamente.
Dio mio! Se fosse accaduto il peggio, non me lo sarei mai perdonata" -
piange, accucciandosi al bordo del letto. Si sfoga in minuti di totale
solitudine.
Ed è proprio allora che avverte il tocco di qualcuno sul suo
capo. Sobbalza sentendo che ad accarezzarle i capelli è la
persona che, teoricamente, stava dormendo fino a due istanti prima.
"Sorellina" - esclama poi, con gli occhi rossi le guance bagnate.
"Elsa, sei davvero tu? Non sto sognando?" - le domanda la ventunenne,
riuscendo a stento a farsi comprendere, essendo appena ripresasi da
un'operazione e da una crisi epilettica.
"Shhh non ti sforzare" - le sorride la maggiore, asciugandosi il viso.
Poi continua - "Perdonami per tutto. Sarei dovuta rimanere al tuo
fianco e invece... mi sono comportata come una bambina arrabbiata e
orgogliosa. Pensavo in mente mia che starti lontana era il meglio per
te, quando ero cosciente che se agivo in quel modo era solo per me
stessa e per evitarmi sofferenze per colpa di mamma e papà.
Sono stata egoista e ti ho fatta soffrire, ma non accadrà
più. Ho messo da parte dissapori passati e prometto che da
adesso in poi non ci dividerà più niente e
nessuno"
La maggiore delle Froze apre totalmente il suo cuore, sancendo, in
questa maniera, la pace definitiva con Anna, ma anche con i genitori
verso i quali non nutre più astio.
"Ti voglio bene" - sussurra la ragazza allettata, con occhi lucidi.
Le due sono ignare che nella sala d'attesa, invece, non c'è
pace bensì un battibecco ingestibile tra Kristoff e Hans.
"Finitela voi due! Cavolo, volete che ci caccino tutti?" - li
rimprovera Agnarr, stremato dalla situazione.
"Se solo mi lasciaste dire la mia. Mi avete attaccato senza sapere che
io non avevo le intenzioni che questo tipo vuole farvi credere" - si
difende Westergard.
"Ah no? Sbaglio o ti mancava tanto così..."- e mostra con le
dita la distanza minima a cui si riferisce - "... tanto così
dal baciare Anna"
"Baciarla? Ma sei pazzo"
"A chi vuoi darla a bere? Io ti ho capito dal primo momento che ti ho
visto. Hai puntato la mia fidanzata, ma sappi che ad uscirne sconfitto
sarai soltanto tu"
"Io tengo ad Anna e ci sarò per lei, se mi vorrà
accanto. Non sarai di certo tu a dirmi cosa fare o meno" - puntualizza
Hans, con aria di sfida.
John, allontanatosi per rispondere ad una telefonata di sua sorella
Sarah, per aggiornarla sulle novità, si riunisce al gruppo
constatando che le tensioni non si sono placate.
Fissa poi Idunn,notando quanto sia agitata.
"Cara, stai serena. Va tutto bene"
"Come mai non ci fanno ancora vedere la bambina?"
"Tesoro, la staranno visitando" - spiega l'uomo.
"Qualcosa non va, me lo sento"
Peterson, nel profondo, avverte la stessa sensazione e abbraccia la
compagna, confortandola.
La porta della stanza di Anna viene aperta poco dopo ed è
Elsa a comunicare il risveglio della sorella.
Tutti raggiungono la ragazza, accerchiandola.
"Amore mio"- il primo è Kristoff che le corre incontro e,
dimenticando la lite della sera precedente, la abbraccia recandole
anche dolori fisici.
"Stai attento" - susssurra la ventunenne, facendogli notare la flebo a
cui è legata.
"Scusami" - risponde, inginocchiandosi ai piedi del letto.
"Figliola, ci hai fatto prendere un bello spavento" - singhiozza Idunn.
"Ho deciso che una volta all'anno ti porterò io stesso qui a
fare le analisi allergiche, chiaro?" - puntualizza papà
Agnarr.
Anna accenna una risata, premendo la mano sul basso ventre, alquanto
dolorante per il taglio cesareo.
"E la piccolina?" - chiede, a fatica, la neo mamma - "Voglio vederla!"
"Credo che non dovrai attendere a lungo" - prende parola Hans, rimasto
sull'uscio della porta per controllare l'arrivo di qualche infermiere.
La presenza di Westergard sorprende la seconda delle Froze.
"Ci sei anche tu?"- domanda, sopresa e anche lusingata da tutte quelle
attenzioni.
"Non potevo mancare" - le risponde sorridendole. E quel gesto fa
arrossire Anna, felice di essere tanto amata da chi la circonda.
"Ecco la piccina!" - arriva una delle infermiere che spinge una culla
di ferro al quale è stato appeso un fiocco rosa.
La giovane mamma allunga le braccia, per quanto le è
possibile, esigendo di sentire il corpicino di sua figlia sul suo.
Kristoff, con le lacrime agli occhi, assiste al momento più
bello della sua vita.
Idunn, Agnarr, Elsa e anche John si emozionano di fronte alla famiglia
che si è appena formata.
Westergard fissa la coppia baciarsi,mentre la loro pargoletta,
sonnecchia e il senso di gelosia divampa in lui. Vorrebbe essere al
posto del suo nemico e invece deve assistere a scenette d'amore
disgustose.
"Che nome le darete?" - domanda, curiosa, la neo zia, notando che sul
cartellino dell'ospedale non c'è scritto nulla.
"Ah giusto! Il nome..." - eslcama, Kris.
"Allora...vi presentiamo Mia Bjorgman" - comunica, entusiasta, il
biondino.
Finalmente si respira tanta gioia e i dissapori e le litigate
precedenti vengono archiviate.
O meglio... non proprio tutte. Kris continua a detestare Hans e lo
ignora, dando attenzioni esclusivamente alla fidanzata e alla sua
piccolissima figlia.
"Potete uscire signori? E' il momento della poppata" - dice
l'infermiera, invitando i parenti a lasciare Anna sola con Mia. Accanto
alla giovane resta unicamente il fidanzato, su richiesta di Anna stessa.
"Ci cacciate? Ma io voglio assistere" - aggiunge Idunn.
"Mamma, avrai modo di vedere questa scena quando vorrai. Adesso non mi
sembra il caso. C'è troppa gente e conosco mia sorella. Si
vergogna di mostrarsi mezza nuda...specialmente di fronte a
sconosciuti" - spiega Elsa, riferendosi chiaramente a Westergard.
"Hai ragione tu, tesoro. E' che sono troppo felice...." - la ex signora
Froze scoppia a piangere, liebrandosi di uno stato di tensione che l'ha
oppressa per troppo tempo.
E' Agnarr, neo nonno proprio come Idunn, ad abbracciarla - "E' andato
tutto bene, visto? Dobbiamo solo sorridere alla vita che è
stata tanto generosa con noi. Ci ha riavvicinati dopo anni di
lontananza e ci ha donato il regalo più bello"
"Adesso non vedi più Mia come un problema che Anna ha recato
alla famiglia rimanendo incinta troppo presto?" - una chiara
frecciatina che Elsa lancia al genitore.
"Assolutamente no. Questa gravidanza inattesa è stata la
cosa più bella che potesse capitarci" - si commuove anche
lui, dopo aver trattenuto a lungo il pianto.
La primogenita percepisce l'affetto paterno sentendosi per la prima
volta vicina a lui emotivamente.
Il gesto che segue sorprende Idunn. Elsa, infatti, afferra le mani di
entrambi i genitori e li abbraccia.
"Vi voglio bene" - sussurra poi loro, donando ancora più
felicità di quella già provata.
Purtroppo, però, le cose non sempre vanno come si spera.
Ed ecco la batosta che nessuno aspettava...
"Siete i genitori della signorina Froze?"- chiede un dottore,
con in mano una cartella medica.
"Si, ci dica tutto" risponde Idunn, stringendo forte la mano
della figlia.
"Ho delle notizie da darvi"
"Riguardano Anna? Sono i risultati dei test allergici?" - continua la
donna, indicando i fogli che l'uomo ha in mano.
"No, quelli saranno pronti a breve"
"E allora di quali notizie state parlando?" - Idunn inizia seriamente a
preoccuparsi.
"Calmati,tesoro"- interviene John, avvolgendola tra le sue
braccia - "Stai tremando, non ti fa bene reagire così"
"Ecco, vedete signori, abbiamo visitato la bambina accuratamente, come
si fa ad ogni neonato e..."
"Aspetti.. allora non riguarda mia sorella ma mia nipote?" - domanda
Elsa, sentendo il cuore rallentare il battito.
Lo sguardo dei presenti è fisso sull'uomo con il camice
bianco che annuisce. Lo sguardo di lui non è affatto
rassicurante, anzi mette i brividi.
"Insomma...non ci tenga sulle spine. Cosa ha la piccola?" - si altera
Agnarr.
"Ha una malformazione al cuore"
"COSA?" - esclamano scioccati tutti.
E alle grida di panico di Elsa, Idunn perde i sensi, tra le braccia del
compagno.
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Capitolo 13 *** 12 Capitolo ***
Idunn
riapre gli occhi e si accorge di essere
sdraiata su un letto d’ospedale.
Ha
sempre odiato quell’ambiente e con esso l’odore
di alcool che impregna l’aria.
Per
di più, sono tanti i ricordi che la
collegano a quel posto e che hanno alimentato la poca simpatia per il
mondo
medico.
Difficile
dimenticare le parole di un uomo sulla
sessantina, con indosso un camice bianco, che la mattina più
buia della sua
vita le comunicò qualcosa di tragico –
“Mi dispiace, signorina. Non abbiamo potuto
salvare il suo bambino”
E
il dolore fisico lasciò spazio a quello
psicologico, che l’affliggerà per molto,
moltissimo tempo e che tuttora non le
dà pace.
Adesso
anche sua figlia Anna vive una
situazione drammatica.
Certo,
Mia è venuta al mondo. Ha due gambe,
due braccia, degli occhi spettacolari, un nasino delicato e anche delle
guance
paffute… ma il suo cuore?
Il
cuore, simbolo assoluto di vita, è ciò che
preoccupa tutti e che rischia di spegnersi prima che la piccola regali
sorrisi
alla sua famiglia.
All’improvviso
è la voce di Elsa a riportare
Idunn alla realtà e a distrarla da una sofferenza che solo
chi la vive in prima
persona, può capire.
“Mamma,
ti sei svegliata per fortuna. Come ti
senti?” – le domanda la ragazza, accortasi che la
donna ha ripreso conoscenza.
L’ex
signora Froze, però, fatica a rispondere
perché sa che rischia di piangere e di alimentare una
situazione già difficile.
Perciò si limita a volgere lo sguardo dal lato opposto,
controllando le lacrime
che sgorgano senza sosta.
“Dovremmo
raggiungere Anna” – riprende la
maggiore delle sorelle.
Idunn
tace ancora, spaventando oltremodo la
primogenita.
“Per
favore, parlami. E’ complicato anche per
me accettare che mia nipote potrebbe non farcela, perciò non
chiuderti in te
stessa; ci eravamo promesse che non sarebbe mai più
accaduto. O vuoi che
torniamo ad essere due estranee?”
Quell’ultimo
interrogativo tocca
profondamente l’adulta che prende parola, finalmente.
“Perdonami,
tesoro” – risponde, osservandola
in viso.
Anche
Elsa ha lo sguardo spento e gli occhi
rossi e lucidi -- “Andiamo adesso?” – le
propone poi, porgendole una mano.
Facendosi
forza, Idunn si alza dal lettino e
si aggrappa alla ragazza.
“Speravo
fosse stato un incubo. Invece è tutto
vero” – commenta l’adulta, mentre
percorre i corridoi che la separano dalla
stanza di Anna.
“Mamma
non abbattiamoci. Il dottore è stato
chiaro. Il caso va studiato nei dettagli. Potrebbe essere una
malformazione
lieve…”
“Così
come potrebbe essere grave…” -
aggiunge Idunn, mostrando alla figlia la
realtà dei fatti – “Inutile illudersi
che le cose sono semplici e che tutto si
aggiusterà. Non è un caso che Anna si sia sentita
male, che abbia risposto con
una crisi epilettica al farmaco, non è un caso che abbia
rischiato di morire
portando via con sé anche Mia. E non è un caso
che proprio nostra nipote sia
quella che patirà il peggio. Siamo una famiglia
sfortunata…punto! ” - l’umore
di Idunn e il suo cinismo spiazzano Elsa.
Però
la ventiquattrenne, seppure contagiata
dalla negatività dei familiari, è fortemente
fiduciosa nelle cure mediche.
“Non
possiamo arrenderci così, mamma! Sii ottimista.
Ci è stato detto che
esistono diversi difetti congeniti dal punto di vista medico e Mia
potrebbe soffrire
di una tipologia tra le più frequenti, di quelle che
nella
maggior parte dei casi si risolve nel primo anno di vita”
– la rassicura Elsa.
Però
la ex signora Froze sembra collaborare
poco e sa soltanto alimentare le paure di sua figlia.
“E
se così non fosse… se la perdessimo?”
– a
quel punto Idunn esplode in una crisi di pianto. Fatica anche a
respirare,
terrorizzando la primogenita che cerca di aiutarla, cedendole la
bottiglia d’acqua
che ha nella borsa.
L’osservazione
finale della madre distrugge
le rimanenti speranze di Elsa.
“Non
oso immaginare come la prenderà Anna
quando dovremmo dirle che la sua bambina potrebbe morire”
Già, che casino! Anna… come si può
dire ad una neo mamma che la propria piccola
non è sana?
Come può una ragazza di
ventuno anni accettare che, dopo aver dato alla luce sua figlia, contro
un
mondo che giudica chi si “incasina” con una
gravidanza inattesa in giovane età,
il suo tesoro potrebbe perdere la vita?
E
questo duro compito spetta ad una sola
persona.
“Kristoff,
devo dirti una cosa importante” –
apre così il discorso Agnarr, sostenuto dalla vicinanza di
John Peterson.
Chiamato
in disparte il ragazzo, gli racconta
per filo e per segno ciò che il dottore ha rivelato loro
poco prima.
“Cosa
cazzo state dicendo?”- esclama il
biondo, mostrando sul suo viso un miscuglio di emozioni: stupore ed
incredulità,
paura, disperazione… ogni sfumatura del dolore che si dilaga
nel suo cuore è
evidente a tutti.
Persino
Hans, rimasto in disparte per evitare
altre litigate, si incupisce e soffre della notizia.
Non
avrebbe mai pensato, un giorno, di
provare compassione per Bjorgman.
Lo
vede impallidire e cadere sulle ginocchia.
Agnarr
lo aiuta a rialzarsi, facendolo sedere
su una sedia lì accanto.
In
momenti tragici come quello, persino le
imprecazioni che Kristoff vorrebbe usare per sfogarsi, risultano
difficili da pronunciare.
L’unico
modo per liberare il peso enorme che
adesso grava sul suo cuore sarebbe prendersela con qualche porta o con
della roba
materiale da gettare rabbiosamente a terra, mentre le grida di
disperazione
accompagnano i suoi gesti furiosi.
“Figliolo,
sappiamo di averti dato una
notizia tremenda…” – afferma, triste, il
signor Froze.
“Una
lama conficcata nel petto sarebbe stata
meno dolorosa” – commenta Bjorgman, con le mani tra
i capelli.
“Come
farò a dirlo ad Anna? La uccido così”
–
si preoccupa il ragazzo.
“Devi
trovare la forza dentro di te, ragazzo”
– la voce tremante è quella di Idunn che avanza
verso il gruppetto assieme ad
Elsa.
Si
siede accanto al genero e, teneramente,
gli apre le braccia, accogliendolo a sé.
La
donna tanto rigida di cui Elsa e Anna
parlavano mesi prima, quella che era in grado soltanto di litigare con
il
marito, mettendo tante volte di mezzo le due figlie, quella che le ha
allontanate
dopo il divorzio, è invece materna e umana e Kristoff stesso
si sorprende di
quel gesto.
Piange
per minuti interminabili, stretto alla
persona che ormai considera una vera e propria madre. Anche per Idunn
è difficile
trattenersi e le sue lacrime accompagnano quelle di Bjorgman.
Elsa
si stringe al padre che cerca di
confortarla, seppure devastato dentro.
John
e Hans, rimasti in disparte, concedendo
alla famiglia un momento tutto loro, si guardano senza proferire
parola.
Peterson nota il dispiacere sul volto di Westergard, pentitosi
effettivamente
di aver causato soltanto difficoltà ad Anna.
“Se
la ami devi lasciarla libera” – sono le
parole che il ginecologo gli rivolge, chiamandolo in disparte per
alcuni
secondi.
Idunn
lo richiama subito a sé, interrompendo
la brevissima conversazione dei due maschi.
E
così, il giovane, rimasto solo con i suoi
drammi interiori, osserva la scena da lontano.
Kristoff,
sorretto da Elsa e dalla ex signora
Froze, entra nella stanza 17.
Sta
per dare alla sua compagna la notizia più
brutta della sua vita.
----------------------------------
“Amore
cosa c’è? Sembri strano” –
precisa Anna,
notando il fidanzato chiudere la porta alle sue spalle ed avanzare, con
il capo
basso verso il suo letto.
Bjorgman
fatica ad alzare gli occhi, temendo
di mostrare la sua debolezza interiore alla ragazza.
E’
il tocco della mano di lei che si posa
carinamente su quella di lui, che lo spinge a farsi forza e ad
incrociare lo
sguardo, ormai preoccupato, della ventunenne.
“Allora?
Mi stai spaventando. Mi dici che ti
prende?”
E
a quella domanda Bjorgman confessa ad Anna
quello che è accaduto e che insieme dovranno affrontare.
Un
difetto fisico che potrebbe costare la vita
ad una neonata di poche ore, una tragedia che può
distruggerli e frantumare per
sempre la loro felicità.
“Solo stando uniti possiamo evitare che il dolore ci
schiacci” – continua lui,
notando la disperazione sul volto di Anna.
La
giovane, tremante, allontana la sua mano
da quella di Kristoff e, dopo alcuni istanti di silenzio, emette un
grido raggelante.
Un grido che mette in allarme l’intero ospedale e che
comunica ai suoi cari,
seduti in sala d’attesa, che ormai hanno perduto una parte
della vecchia Anna
che non tornerà mai più.
|
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Capitolo 14 *** 13 Capitolo ***
La prima
notte da mamma non è come Anna sperava dal principio.
Trascorre
un vero e proprio inferno, tra dolori fisici che
le impediscono i movimenti, e pensieri
ansiogeni sulla salute di Mia.
E’
Idunn a
proporsi di rimanere accanto alla figlia, disposta anche a dormire su
una
sedia, ottenendo l’immediato ok dell’ospedale.
Peccato
che a complicare una situazione già abbastanza delicata sia
il pesante silenzio
tra le due.
Per di
più, ora che sanno della
“diversità” di Mia, ogni pianto della
neonata è un campanello
d’allarme. La nonna, terrorizzata da ogni possibile
conseguenza, cerca di
placarla prendendola in braccio, cullandola o avvicinandola ad Anna.
E’ in
questo modo che le due trascorrono le ore notturne, tra panico e
momenti di
silenziosità.
E’
quasi
l’alba quando il dottore di turno entra nella stanza 17.
“Buongiorno,
signorina. Riposato bene? – domanda ridacchiando sotto i
baffi, preparando gli
strumenti medici per la visita di routine della ragazza. La sua ironia
mattutina, a dir poco irritante per la neo mamma, non ottiene la
risposta
sperata.
“Ma se
non
riesco ad alzarmi neppure per andare in bagno” –
risponde la Froze, seccata.
“Devi
avere pazienza. E’ normale dopo un cesareo sentire questi
fastidi” – le spiega
l’uomo dal camice bianco.
“E’
facile
per lei parlare. Non partorirà mai nella vita”-
commenta ,ancora, Anna,
alzando
gli occhi al cielo.
“Cosa
hai
detto scusami? Non ti ho sentita” – domanda lui.
Idunn prende
parola, evitando una reazione esplosiva della figlia.
“Nulla
di
importante. Anna, tesoro, esco a fare una telefonata. Mi
raccomando” – le
ricorda di evitare le sclerate in presenza del dottore.
Sa quanto
sia arrabbiata con il mondo e facilmente suscettibile, quindi decide di
chiedere soccorso al resto della famiglia.
“Elsa,
vieni in ospedale per favore”
“Mamma, ero già per strada.
Cos’è successo? Mia non sta bene?”
“Si
tratta
di tua sorella. E’ distrutta e credo che nessuno meglio di te
possa farle bene
in un momento tanto critico”
“Arrivo”
La
conversazione termina, mentre Idunn volge lo sguardo in alto, chiudendo
gli
occhi e respirando profondamente. Con una mano sul cuore, cerca di
farsi forza
e non mostrarsi debole di fronte alla figlia.
Prima di
tornare nella stanza dove il medico sta visitando la paziente, la ex
signora
Froze si dirige verso l’asilo nido, lì dove
vengono accuditi tutti i neonati.
Un’enorme
vetrata la separa da una decina di pargoletti, alcuni addormentati,
altri
svegli, altri in lacrime. Quante creature hanno davanti a loro futuri
promettenti e riceveranno l’amore infinito dei loro genitori.
Improvvisamente
l’idea di sua nipote privata di una vita lunga e felice le
frantuma il cuore.
Si accuccia
a terra, con il capo sul muro e le mani che le coprono il viso, mentre
i
singhiozzi e le lacrime seguono per lunghi minuti.
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“Mamma,
cosa ci fa qui?” – la voce della primogenita
spaventa Idunn, che sobbalza.
Scruta la
figlia e riconoscendola si getta tra le sue braccia.
Lei non fa
domande e si limita ad ascoltare lo sfogo della madre.
Nel
frattempo Anna è rimasta sola nella sua stanza.
Fissa la
culla di sua figlia mentre il terrore di poterla perdere per sempre la
divora.
Ha tanto
di quel dolore dentro il cuore che non riesce a gettare fuori.
E la
rabbia verso un mondo ingiusto è l’unica emozione
che la domina.
Però
non è
l’unica persona preoccupata dalle incertezze del futuro.
Qualcun
altro teme di perdere chi più ama.
“Hans,
cosa ci fai già in piedi?”- chiede lo zio a
Westergard, notando che alle otto
del mattino è pronto per uscire.
“Voglio
andare in ospedale”
“A
trovare
la figlia della tua insegnante di musica?”
“Si
chiama
Anna” – puntualizza, sistemandosi, vanitoso, il suo
look.
“Sei
davvero cotto a puntino, ragazzo mio” – ridacchia
l’uomo, dando un colpo sulla
spalla del giovane.
“Come
mai
prima nella vita” – confessa arrossendo –
“Non mi arrenderò fino a quando non
sarà mia”
Così
dicendo, chiude la porta alle sue spalle e sale in auto.
Sarà
il
primo a far visita alla neo mamma.
Infatti Anna
resta senza parole quando riconosce Westergard sull’uscio
della porta. Ha con sé
dei palloncini rosa. Quell’inaspettata presenza la libera
momentaneamente dai
dilemmi interiori, offrendole la possibilità di distrarsi.
Esattamente
ciò di cui necessita.
“Hans!
Cosa ci fai qui?”
Lui le
porge anche dei confetti dello stesso colore del fiocco nascita che
appende alla
culla.
“Hai
preso
tutte queste cose per me?” – domanda, piacevolmente
colpita dai teneri gesti.
“No,
precisiamo…sono per Mia. E’ lei la new
entry” – le sorride, giocando come si fa
tra amici.
Si avvicina alla neonata che con gli occhietti semiaperti è
apparentemente
calma.
“E’
bellissima, complimenti” – afferma, estasiato da
tanta perfezione.
“Mia
madre
sostiene sia identica a me”
“Ovviamente”
– risponde convinto Hans -
“Tra te e
Kristoff sei tu quella bella”
La battuta
fa sorridere Anna che lo invita a prenderla in braccio.
“Sicura?
Ho un po' di timore a farlo. E’ così
delicata”
“Dai,
sarai bravissimo” – insiste la giovane.
Così
il giovane
dai capelli rossi la accoglie a sé, facendo attenzione a non
suscitarle una
reazione di pianto.
E Mia,
infatti, non batte ciglio. È tranquilla con Hans e si lascia
cullare
dolcemente.
Lui la
guarda emozionato, immaginandosi come suo papà. Le
dà un tenero bacio sulla
fronte e in quel preciso istante ricorda le parole del medico.
Quella creatura
innocente ha una malformazione al cuore.
Quel tesoro
dolce e puro potrebbe smettere di vivere prima del previsto.
Una lacrima
scivola su una sua guancia al solo pensiero. Si asciuga al volo, non
volendosi
mostrare fragile di fronte ad una mamma coraggio che nel cuore sta
patendo l’inferno.
A quel
punto, Hans si siede sul bordo del letto, accanto ad Anna e lascia che
la
ragazza possa osservare l’amata bambina.
Le sfiora
la testolina e, trattenendo il pianto, si lascia andare ad un momento
di sfogo –
“Se dovessi perderla, morirei dentro”
“Non
dirlo
neanche per scherzo. Mia starà bene, qui ci sono ottimi
dottori. Capiranno
presto cosa ha il suo cuoricino e tutto si
sistemerà” – istintivamente,
Westergard le prende una mano intrecciandola alla sua.
Quel gesto
suscita una strana sensazione in Anna che alza lo sguardo ed incrocia
gli occhi
dell’amico.
Lui la
guarda senza parlare e con una tale intensità che chiunque
avrebbe potuto
fraintendere la situazione.
E’
l’improvviso
pianto di Mia a riportare la giovane Froze alla realtà.
“Avrà
fame”
– ipotizza Anna, ricevendo immediatamente la neonata tra le
braccia.
Elsa e Idunn
arrivano proprio allora, una sottobraccio all’altra.
“Hans,
sei
qui” – afferma, alquanto infastidita,
l’adulta. Non ha ancora mandato giù il
brutto tranello tirato da Westergard ai danni di Kristoff per metterlo
contro
Anna. E’ totalmente convinta dell’innocenza del
genero e lo difende a spada
tratta.
“Maestra
Idunn, buongiorno. Sono venuto a far visita alla bambina e ad
Anna” – si mostra
cordiale lui, ben cosciente che la sua presenza è poco
gradita alle due.
“E’
peggio
di una calamita” – sussurra Elsa
all’orecchio della madre.
“E’
stato
carino, mi ha portato anche questi”– interviene la
giovane allettata, indicando
alle parenti palloncini e confetti.
In quel
momento il cellulare del ragazzo suona e si allontana dalla stanza per
rispondere. Motivo buono per le tre Froze per parlare proprio
dell’ossessione
di Westergard.
“Si
può
sapere che vuole ancora da te?”
- si
domanda la mamma
“E’
un
amico. Tutto qua” – lo difende Anna.
“Non
pare
affatto. Direi piuttosto che spera che arrivi il momento giusto per
saltarti
addosso, sorellina”
“State
esagerando” – la secondogenita alza gli occhi al
cielo -
“Poi ho pensieri più importanti per la
testa adesso. Poco mi importano le vostre congetture”
– chiude così la
conversazione, cedendo la figlia alla tenera zia Elsa.
“Il
dottore ha detto qualcosa su Mia?”
“Solo
che in
mattinata le faranno dei controlli!” – risponde
Anna, tornando a chiudersi
subito nel suo cupo silenzio.
Hans resta
in disparte, seduto in sala d’attesa, guardando i medici
entrare ed uscire
dalla stanza 17 assieme neonata. Vorrebbe essere vicino alla persona
che ama e
invece è costretto a stare due passi indietro, per non
inimicarsi il resto dei
parenti.
-----------------------------------
Ecco che
anche Bjorgman arriva, non accorgendosi della presenza di Hans in atrio.
Kristoff
chiede ad Elsa e Idunn di restare solo con la fidanzata e la figlia,
per
constatare lo stato d’animo di lei.
E’ sua
cognata con lo sguardo afflitto a dargli risposta immediata.
Una volta
soli, la prima considerazione del giovane è sui palloncini
che danno colore
alla camera e domanda – “Tua sorella te li ha
portati per farti sentire meglio?”
“E’
stato
Hans!” – commenta lei, non manifestando alcun tipo
di emozione.
“Hans?”
–
ripete il biondo, alquanto irritato dalle troppe confidenze che quel
riccone da
strapazzo si è preso con la sua ragazza. Stavolta,
però, sorvola notando Anna
in uno stato pietoso.
“Amore
mio,
devi sfogarti. Se tieni tutto dentro è peggio. Se sei
arrabbiata, puoi anche
prendermi a schiaffi se può farti stare meglio”
Quell’idea
non sfiora minimamente la giovane mamma che non risponde e continua a
fissare
il vuoto.
Che strano
essersi lasciata andare a sorrisi e parole con Hans, qualche ora prima.
Adesso invece
in presenza del padre della sua bambina sembra ricadere nella
depressione più
acuta.
Inutili i
tentativi di Kristoff… Anna non reagisce.
Così
Bjorgman,
rassegnato, si allontana dalla stanza.
“Dove
vai?”
– chiede Elsa al cognato, vedendolo andare via.
“Ho
bisogno d’aria” – risponde, correndo
diretto verso l’uscita.
Le ore
seguenti vedono la totale assenza di Kristoff mentre i medici procedono
ai
controlli sulla piccina.
Elsa e
Idunn seguono a ruota l’equipe, mentre Anna rimasta sola con
la sua sofferenza,
cerca di non pensare che, a breve, potrebbe ricevere la comunicazione
che le
cambierà la vita per sempre.
Piangendo fiumi
di lacrime, cerca un modo per alzarsi da quel dannato letto al quale
è legata
da quasi 48 ore. Eppure i dolori del taglio cesareo sono laceranti e le
impediscono di respirare come vorrebbe.
Un suo
grido fa scattare Hans, rimasto invece nei pressi della stanza 17,
preoccupato
per la situazione, che accorre subito e aiuta l’amica a
sistemarsi al meglio,
coprendola per bene.
“Non
farmi
prendere più certi spaventi, ok?” – si
raccomanda, accarezzandole i morbidi
capelli.
“Perché
sei
ancora qui? Credevo fossi tornato a casa” – la
Froze è sorpresa delle premure
di Westergard.
A quel
punto le emozioni di Hans vengono a galla e non resiste più.
Le sfiora il viso –
“ Perché ti amo” - e avvicina le sue
labbra a quelle di lei.
Anna non
reagisce.
Non scaccia quell’amico che per mesi ha chiaramente mostrato
interesse nei suoi
confronti.
Il bacio
con una persona diversa da Kristoff le permette di mettere da parte per
alcuni
secondi il dramma della sua vita.
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Capitolo 15 *** 14 Capitolo ***
Il
desiderio di Hans sembra essersi avverato: finalmente dopo tanti mesi
ha potuto
assaporare le labbra di Anna e godere di quelle sensazioni che solo il
bacio
con il vero amore riescono a suscitare.
Il vociare
di qualcuno interrompe bruscamente il contatto tra i due.
La ragazza
lo allontana istintivamente, sfiorandosi le labbra sconvolta da quanto
appena
accaduto.
Westergad,
invece, non le stacca gli occhi di dosso, felice di quel momento intimo.
“Tesoro,
siamo venute a dirti che…” –
è Idunn a bloccarsi, notando la presenza
dell’allievo
e la strana tensione nell’aria.
“Cosa?
Avanti, parla” – aggiunge la ventunenne.
“Ehm…
ecco, i medici hanno fatto alcuni controlli su Mia. Hanno detto che a
breve
avremo i risultati” – spiega la donna, fissando,
perplessa, i due ragazzi di
fronte a sé.
Anna
annuisce, supponendo già il dramma finale.
L’ex
signora Froze si allontana di nuovo, per dare modo alla secondogenita
di
metabolizzare ciò che accadrà da lì a
poco.
Così i
due
si trovano ancora una volta da soli.
“Anna
in
merito a quanto accaduto poco fa…”
“No,
zitto! Non è successo niente, ok? E’ stato un
momento di fragilità” – lo interrompe
lei, pentendosi del gesto compiuto alle spalle del suo fidanzato.
“Io non
mi
pento di nulla, questo volevo precisare”- aggiunge Westergard.
Anna
sposta lo sguardo su di lui che nel frattempo continua a guardarla con
tenerezza.
Le accarezza
i capelli, speranzoso di replicare ed ottenere un secondo bacio dalla
persona
che follemente ama.
Stavolta,
però,la Froze si tira indietro.
“Cosa
fai?”
– gli domanda cambiando tono di voce. Inizia a darle fastidio
la presenza di un
giovane che immaginava come amico e che adesso vede in maniera
differente.
“Scusami,
volevo solo esserti vicino. So che il tuo compagno è
Kristoff, che avete una
bambina insieme. Questo non significa che sei costretta a stare con lui
se
dubiti dei tuoi sentimenti”
“Cosa
stai
dicendo? Io non ho alcun dubbio” – gli tuona contro.
“E
perché
ti sei lasciata baciare?” – a quel punto Hans la
mette davanti al fatto
compiuto – “Perché hai permesso alle mie
labbra di toccare le tue? Perché sei
stata tu ad approfondire il bacio senza chiederti “Hey,
aspetta….ma non sono
impegnata?”… Anna posso assicurarti che hai dei
grandissimi dubbi sulla tua
storia d’amore. Perciò è bene che
prendi consapevolezza di ciò che davvero vuoi”
Quelle
parole zittiscono la ventunenne che sembra cogliere il discorso di Hans.
“Io
sono
qui e ti aspetterò. Voglio che tu sappia che io adoro Mia e
sarei per lei un
padre esemplare. Guarda John con Idunn. Lei sposò tuo padre,
poi lo lasciò. Non
lo amava più. Ad unirli siete solo tu e tua sorella,
nient’altro. Il suo
attuale compagno la rende felice e le ha insegnato ad avere fiducia
nell’amore
di nuovo, in fondo non esiste nulla di più bello, non
trovi?”
Con la
chiara intenzione di metterla in crisi, e volgere la situazione
stabilizzante a
suo favore, Westergard la saluta accennando un timido sorriso e lascia
definitivamente l’ospedale.
----------------------------------------------
Anna
trascorre le ore seguenti tormentata dai sensi di colpa.
Come mai
si è spinta oltre la soglia con un amico, dimenticandosi che
il suo vero amore
era un altro?
E’
davvero
innamorata di Kristoff come ha sempre pensato?
A causa di
una fragilità e un dolore scaturiti dal dramma di sua
figlia, la Froze mette in
discussione ogni aspetto della sua vita. Le certezze di una volta
stanno
vacillando e nessuno può impedirle di pensare che forse le
sensazioni che Hans
le suscita sono dovute ad altro, diverso dall’amicizia, quel
qualcosa in più
che lentamente sente svanire quando è con Bjorgman.
È
tardo
pomeriggio quando Mia viene riportata in camera, dalla sua mamma.
Kristoff,
Elsa e Idunn hanno seguito gli ulteriori controlli sulla neonata e
attendono il
responso generale.
“Sei
tornato!” – commenta Anna, notando la presenza del
fidanzato.
“Non
sono
mai andato via” – risponde, distaccato, lui.
“Non mi
è
parso” – la ventunenne è alquanto acida
nei riguardi di Kris che preferisce
rimanere in silenzio ed evitare litigate.
Sa che
quelle reazioni sono dovute alle difficili circostanze legate alla
salute della
piccola.
John
Peterson è appena arrivato quando i colleghi spiegano alla
famiglia la
situazione di Mia.
Sono tutti
attoniti ad ascoltare parolone incomprensibili e termini troppo medici
per la
gente comune, fino a quando è proprio Kristoff ad esigere
chiarezza.
“In
parole
povere, Mia si salverà?”
Anna
istintivamente afferra la mano di Elsa e la stringe forte.
La
maggiore le siede accanto e la abbraccia, sussurrandole –
“Sii fiduciosa”
A quel
punto il medico mostra una cartella clinica a John che in silenzio la
studia
nei dettagli.
“Le malformazioni
cardiache sono
le anomalie
congenite più
frequenti che un bambino può manifestare. Fortunatamente
molti difetti cardiaci
non richiedono alcun trattamento, e, in alcuni casi,
“guariscono” letteralmente
da soli.”
“Ci sta
dicendo che dobbiamo attendere che passi tutto senza
intervenire?” – domanda
Idunn, perplessa.
“Dipende
da
caso a caso, signora. Per tipi di malformazioni si necessita solo di
una più o
meno stretta sorveglianza. Sono rari i casi in cui bisogna intervenire
chirurgicamente”
“Cosa?
Dovete operarla?” – sobbalza Anna, con il panico
dipinto in volto.
“No,
signorina. Adesso possiamo comunicarvi che Mia non ha il disturbo in
forma
grave. Vi preghiamo di portarla qui ogni giorno per qualche settimana.
Ogni
controllo sarà utile a stabilire se c’è
necessità di un trattamento specifico o
se con il tempo il problema guarirà da
sé” – con quelle parole, il medico
rasserena tutti.
Le due
sorelle Froze scoppiano a piangere, stringendosi forte l’una
all’altra.
Idunn si
abbraccia a John, commossi entrambi nel sapere che Mia non
rischierà la vita.
Kristoff non
contiene la gioia e si inginocchia al letto della fidanzata.
La coppia
si guarda senza parlare.
Elsa si
allontana dando spazio al cognato di stare accanto ad Anna.
Finalmente
le asce di guerra vengono abbassate. I due si scambiano perfino un
tenero bacio
a stampo.
“Non
riesco a crederci” – singhiozza la ragazza, avvolta
tra le braccia del
fidanzato.
Ed è
lui
con occhi lucidi a dirle – “Adesso possiamo
iniziare a costruire il nostro
futuro come una vera famiglia”
Ma Kristoff
ignora che Anna abbia baciato Hans e che Westergard stia festeggiando
alla
grande il suo trionfo, certo che a breve otterrà la meritata
vittoria.
Invia un
sms alla ragazza per sapere novità su Mia e resta spiazzato
quando legge la sua
risposta.
“Mia si
riprenderà. Il peggio è scongiurato. Ti prego,
dimentica quanto accaduto tra
noi. Io amo Kristoff, perciò vorrei non fraintendessi nulla.
Ci tengo alla tua amicizia
e vorrei non perderla”
Il
bicchiere di champagne che sorseggiava, felice come una Pasqua, cade a
terra
frantumandosi.
“Che
succede fratellino?” – domanda Sophie, guardandolo
fin troppo pensieroso.
“E’
più
dura del previsto”
“La
ragazza non molla il fidanzato?”
“Lo
mollerà. Stai sicura. Dopotutto ho io in mano il loro
futuro. Mi prenderò ciò
che ho perso anni fa e che meritavo di avere. Kristoff Bjorgman
può cominciare
a costruirsi una nuova vita. Mia e Anna presto saranno parte della
nostra
famiglia”
A cosa si
riferisce Hans quando parla di passato e di volersi prendere qualcosa
che ha
perduto?
Le sue
folli idee prevedono di accettare il distacco da Anna per un po' di
tempo.
Le settimane
seguenti che vedono la Froze frequentare assiduamente
l’ospedale assieme al
compagno per le visite mediche alla bambina, sono fondamentali per
intensificare la storia d’amore della coppia. Tornare ad
abitare sotto lo
stesso tetto, condividere lo stesso letto e godersi a pieno la loro
piccola,
aiuta i due piccioncini a rafforzare il loro sentimento.
Anna ha
addirittura cancellato quello accaduto con Westergard, seppure i sensi
di colpa
ogni tanto le ricordano che ha la coscienza sporca.
Lei vuole
evitare drammi inutili, avendo chiuso con Hans, speranzosa nel futuro.
Ma le cose
sembrano prendere una piega peggiore…
È
quasi un
mese da quando è nata Mia e Kristoff riceve una visita
inattesa a villa
Peterson.
“Sophie
come
mai da queste parti?”
“Ciao
Kris, ho un incontro con John. È in casa?”
“Eh
veramente no. È stato chiamato urgentemente da una
paziente” – spiega lui,
cercando di liquidarla il prima possibile.
“Bene,
allora lo aspetterò qui” – si impone sul
volere di Kristoff e si siede sul
divano nel salotto.
Accavalla la
gamba mostrando uno spacco da urlo, certa di ottenere quanto le serve.
Il seno
prosperoso, alquanto in vista per lo scollo profondo, mette fortemente
a
disagio Bjorgman.
Impossibile
non notare quanto la tipa sia bella. Cerca di non pensarci, offrendole
da bere.
“No,
no,
resta qua” – lo afferra per un braccio invitandolo
a prendere posto affianco a
lei.
“Ehm..Sophie,
vorrei controllare se Mia dorme”
“Ma qui
hai il Baby monitor” – aggiunge la Westergard,
indicando il Controller sulla
mensola.
“Dai,
resta a farmi compagnia” – a quel punto la mano di
lei accarezza,
provocatoriamente, il petto di lui.
“Hey ma
che stai facendo?” – sobbalza il biondino,
scansando la ragazza – “Sei pazza?
Io sono impegnato. Ho capito a che giochetto stai giocando? Cosa vuoi?
Farmi litigare
con Anna?” – le urla contro, furioso.
“Povero
stupido. Apri gli occhi, la tua dolce fidanzatina non è
così pura come sembra”
“Come
osi
parlare di lei così. Vattene via” – la
spinge verso l’uscita, sbattendole la
porta in faccia.
Il pianto
di Mia, svegliatasi a causa delle grida paterne, distraggono Bjorgman
dalla
rabbia che gli ribolle dentro.
Non immagina
che ha fatto esattamente quello che Sophie voleva facesse.
“Fratellino,
compito eseguito. Ora tocca a te” – sale sulla sua
automobile e sfreccia via.
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Capitolo 16 *** 15 Capitolo ***
Anna è
di
ritorno a casa dopo la quotidiana corsa mattutina, decisa a smaltire i
chili
della gravidanza e tornare in forma il prima possibile.
Con le
cuffie nelle orecchie e la musica che accompagna
l’attività fisica, si perde
tra quei pensieri che di recente cominciano a pressarla, quelli legati
ad una
coscienza che sente sporca.
Se
inizialmente provò, con successo, a dimenticare il bacio con
Hans, negli ultimi
giorni alcuni incubi notturni hanno lasciato riaffiorare sensazioni che
lei
credeva fossero dovuti al dramma post parto.
“Non
devi
preoccuparti, in fondo ti sei fermata giusto in tempo sorellina.
Inutile
torturarti..:” – le disse Elsa, quando Anna le
rivelò l’accaduto.
“Ma
come
faccio a non agitarmi? Ho sognato più di una volta di fare
l’amore con lui. Ti
sembra normale?”
“Beh…
Annie, evidentemente sei confusa e ciò è dovuto
al momento difficile che hai
vissuto. Adesso però Mia sta bene, con Kristoff è
tornato il sereno e mi hai di
nuovo al tuo fianco. Cosa puoi desiderare di più?”
– la confortò la maggiore,
durante un pomeriggio di chiacchiere e thé tra sorelle.
Ad oggi le
parole della ventiquattrenne non hanno migliorato lo stato
d’animo della Froze
che continua a non riconoscersi.
Quella
mattina, dopo che Sophie si è recata a villa Peterson, Hans
fa in modo di
trovarsi esattamente negli stessi giardini dove è solita
andare Anna a correre.
“Hey,
ciao”
– le va incontro, mostrandosi alquanto imbarazzato.
“Ciao,
scusami devo andare” – la ventunenne, ricordando la
scena più spinta del suo
incubo, ormai stampata nella sua mente, arrossisce. Evita lo sguardo
del
ragazzo e si allontana.
Hans,
intenzionato a non lasciarla andare, la trattiene.
“Vorrei
sapere se posso passare domani a portare un regalo a Mia!”
“Non
c’è
bisogno” – risponde lei.
“Aspetta”
–
la prende per un braccio, bloccando il suo passo.
E così
si
trovano di nuovo uno di fronte all’altra, dopo quasi un mese.
“Mi sei
mancata da morire, sai?” – confessa Westergard,
sorridendole – “Sei bella anche
dopo aver corso per un’ora” – ride
timidamente.
Anna,
ormai in fiamme per la vergogna e per il calore post sport, allenta la
presa
del giovane e cerca un modo per chiudere la conversazione.
“Dovrei
andare a casa. Kristoff è solo con la bambina e non vorrei
avesse bisogno di me”
“Posso
venire ora con te? Il pensierino per Mia ce l’ho con me in
macchina”
“Ehm…no,
guarda. Ti ringrazio per la gentilezza, ma preferirei non
venissi”
“E allora facciamo domani? O quando è
possibile”
“Direi mai!”-
a quel punto Anna è
drastica e mostra chiaramente la decisione di non volerlo
più tra i piedi.
“Mai?”
–
ripete lui, colpito dal distacco che la Froze ha posto tra loro.
Così tira
fuori l’argomento centrale - “Mi odi
ancora per il bacio? Anna, se è così, facciamo
che nulla è accaduto. Dimentichiamolo
e ricominciamo”
“Non si
può cancellare. Io mi porterò dentro un fardello
per il resto dei miei giorni” –
la ragazza esplode e si sfoga con il diretto interessato.
“Sai
bene
che per evitarlo c’è un solo modo”
“Lo
ferirei e mi lascerebbe”
“Se ti
lasciasse, sarebbe un idiota e sicuramente capiresti se ti ama
davvero”
Anna fissa
stranita Hans che sembra sincero e desideroso di vedere serena
l’amica.
Ma
raccontare del loro bacio a Kristoff comporterebbe troppi rischi.
“Se
tieni
a lui, devi dirgli la verità. Ti piacerebbe se lui ti
tradisse e ti tenesse
nascosto il fatto?”
“Tradimento?Adesso esageri,c’è stato un
piccolo…”
“Piccolo
non direi” – precisa lui, ricordando
l’ardore di Anna.
Lei,
scuotendo il capo cercando di dimenticare il suo errore, aggiunge
– “Quello che
c’è stato non ha valore per me. Io non ti
amo”
“Sicura?
Perché
allora eviti di guardarmi negli occhi? Stai sfuggendo al mio sguardo da
quando
abbiamo incominciato la conversazione” – Westergard
non demorde ed insiste nel
voler mettere in crisi Anna.
“Ti
sbagli,comunque. Adesso vado, addio Hans” – corre
via, non ascoltando più le
parole dell’ex amico. Ex
perché,
dopotutto, da adesso in poi, non si sarebbero mai più visti.
O almeno
lo spera.
Peccato che
non ha idea di quello che invece sta per rivelargli Kristoff.
“Amore,
ho
una cosa da confessarti”
- la accoglie
con tali parole.
“E’
accaduto qualcosa a Mia?”-
si allarma
subito la neo mamma.
“No,
sta
benone. Dorme come un angioletto”
“E
allora?”
“Prima è passata Sophie”
“Ancora?
Ma cosa vogliono questi Westergard da noi?” – si
infuria, trovando un caso
assurdo che i due fratelli fossero assillanti con entrambi.
“Io
l’ho
cacciata via quando ha palesemente mostrato interesse verso di
me” – confessa,
pronunciando tali affermazioni con lentezza, come a voler contenere
così la
reazione della fidanzata.
“COSA?”- grida lei, fuori di
sé.
“Ecco,
sapevo che ti saresti arrabbiata. Sappi che le ho sbattuto la porta in
faccia” –
si giustifica il biondino.
A quel
punto è impossibile, per Anna, dimenticarsi del rapporto con
Hans.
Prende il
cellulare e gli invia un sms, ordinandogli di raggiungerla a villa
Peterson
immediatamente.
“Che
intenzioni hai?” – domanda il giovane
papà.
“Voglio
mettere alcune cose in chiaro, una volta per tutte”
– spiega, dirigendosi verso
il bagno.
Gettati a
terra gli abiti sportivi, si immerge nella vasca riempita con
dell’acqua calda
e bagnoschiuma.
Chiude gli
occhi cercando di sbollire la rabbia che la invade.
Improvvisamente
un’allucinazione la paralizza.
Di fronte
a sé, Hans Westergard le sorride malizioso e le accarezza le
gambe.
“Sarebbe
bello farlo qui, sai?” –
ammicca lui, mordicchiandosi il
labbro inferiore.
Anna,
sconvolta, urla “No, lasciami stare”
“Amore”
–
la chiama Kristoff, entrando di forza in bagno.
La Froze
spalanca gli occhi proprio allora, tornando alla realtà.
“Tutto
bene? Stavi urlando disperata” – si preoccupa il
biondo, che intanto culla Mia
svegliatasi in attesa della poppata.
“Scusami,
ho avuto un incubo. Sto bene”
“Comunque
non vorrei peggiorare la situazione, però il tuo caro
amichetto è arrivato. L’ho
fatto sedere in salotto. Ti aspetta”
Hans! Di
nuovo, ormai non gli dà più pace.
“Arrivo”
–
risponde, poi si avvolge nell’accappatoio e dopo un bel
respiro profondo, prepara
il discorsetto per “l’amico”.
------------------------------------
“Dove
vai?”
– chiede Anna, notando Kristoff pronto ad uscire.
“Scusami,
mi hanno chiamato urgentemente al garage” – le
dà un veloce bacio a stampo e
fila via.
In quegli
ultimi giorni Bjorgman ha trovato lavoro presso un meccanico e quando
richiesto
non può tirarsi indietro.
Quello che
la Froze voleva evitare, cioè restare sola con il
responsabile dei suoi sogni
erotici, sta purtroppo accadendo.
“Hey,
sono
corso il prima possibile. Cosa devi dirmi?” –
chiede, guardandola avanzare
nella sua direzione.
Il gesto
di Anna è istintivo; si avvicina a lui e, decisa, lo
schiaffeggia.
“Che ti
prende?” – esclama lui, portandosi una mano sulla
guancia dolorante.
“Tua
sorella è una poco di buono, che intenzione
avete?” – si riferisce all’evidente
tentativo di Sophie di sedurre Kristoff.
“Ti
sbagli, io non so niente. Che avrebbe fatto Sophie?”
– si finge all’oscuro di
tutto.
“Per
favore, adesso non venirmi a dire che non ti ha riferito di essere
venuta qui
provocando il mio fidanzato, sperando di andarci a letto”
– Anna è in collera
con la famiglia Westergard.
“Mi
dispiace se quella sciocca di mia sorella può aver agito
sconsideratamente,
però io non c’entro nulla. Perché te la
prendi con me?”
“Sei
suo
fratello”
“E
allora?
Non sono mica io a dire a Sophie come comportarsi”
– si difende Hans.
“Adesso
te
ne puoi anche andare” – la ventunenne cambia
discorso, si volta dandogli le
spalle e conclude – “Abbiamo chiuso. Per
sempre”
“No”
–
replica, ostinato, il ragazzo.
Mette da
parte la gentilezza che non l’ha aiutato ad ottenere quanto
desidera; afferra
Anna per un braccio e la costringe a girarsi nella sua direzione.
Senza dire
altro, si fionda sulle sue labbra impedendole di reagire.
Lei non sa
come gestire la situazione. Dovrebbe spingerlo via e schiaffeggiarlo di
nuovo. Però
il profumo della sua colonia la manda in estasi.
Cosa le
sta succedendo?
Permette anche
alle mani di lui di infilarsi sotto la sua maglietta.
“Ti
desidero” – le sussurra Hans, spingendo il corpo di
Anna sulla parete.
Cerca voracemente
di sganciarle il reggiseno, ed è in quel preciso istante,
quando la Froze
comprende che si sta spingendo troppo in là, che esclama
– “Fermo”
Westergard
si immobilizza, guardandola mentre, turbata e in lacrime, si sistema la
gonna e
la maglia.
I capelli
scomposti e le gote infiammate non lasciano dubbio. Chiunque fosse
entrato in
casa adesso avrebbe tratto conclusioni immediate.
Fortuna che
l’unica a farsi sentire è Mia che inizia a
piangere.
“Vattene,
ti prego” – lo supplica, allontanandosi, diretta
verso la camera della bambina.
Sola con
sua figlia, Anna scoppia a piangere, stringendo sua figlia forte a
sé.
Sente la
porta sbattere poco dopo. Hans ha lasciato la villa. La sua azione e il
momento
di passione incontrollabile, ha dato la conferma ad Anna che non riesce
ad
allontanarlo dalla sua vita e soprattutto non vuole farlo.
Con Kristoff
sono giorni che non vive attimi simili. Forse in cuor suo non sente
neppure l’esigenza
di unirsi carnalmente al fidanzato.
O probabilmente
Hans ha ragione. Forse la giovane neo mamma ha seri dubbi su una storia
nata
per caso, consumata subito e che se è ancora in vita
è per l’arrivo inaspettato
di una bambina.
Adesso spetta
alla ventunenne riflettere su cosa davvero vuole. Non può
continuare a fingere.
E non
può
assolutamente continuare a prendere in giro il suo compagno.
“Amore,
che ci fai seduta a terra?” – le chiede Bjorgman,
tornato da lavoro.
Lei le fa
segno di prendere il posto accanto al suo.
“Devo
dirti una cosa importante”
“Dimmi pure” – risponde lui,
accarezzandole teneramente i capelli.
“Riguarda
Hans… e me”
“Che
vuole
quel cretino da te ancora?”
“Sono
io a
volere lui!” – così dicendo, Anna
distrugge una storia d’amore e una famiglia
appena sorta. Poche parole mandano in frantumi tutte le speranze di un
futuro
ricco d’amore e di serenità.
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“Allora?
Ha funzionato? Ha ceduto?” – chiede, incuriosita,
Sophie, al rientro a casa di
Hans.
“Ti
dico
solo che stavo per…” – allude
chiaramente all’atto sessuale e ciò provoca la
risata soddisfatta della sorella.
“Bene,
e
bravo il mio fratellino. Adesso che avrai la tua lei, io
potrò puntare su
Kristoff”
“No,
scordatelo. Non dovranno più frequentarsi. Se dovessi
fidanzarti con lui, lo
avrei nuovamente tra i piedi” – le ricorda
Westergard.
“E chi
ha
detto che voglio che diventi una cosa ufficiale?” –
sogghigna lei, sorseggiando
dello champagne e offrendone un bicchiere al parente.
“Alla
nostra famiglia… che presto si
allargherà” – brinda Hans, alzando il
calice e
gioendo di quello che , sa per certo, sta per accadere.
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Capitolo 17 *** 16 Capitolo ***
Idunn e John
Peterson, dopo una
mattinata di relax in una spa, sono di ritorno alla villa.
“Questa
giornata solo per noi, ci voleva!”
“Hai
ragione. Dobbiamo assolutamente replicare. Magari invitiamo anche le
mie figlie
e Kristoff” – afferma la donna, scendendo
dall’automobile.
A
proposito di Bjorgman, eccolo uscire di casa in tutta fretta, con
sguardo teso,
mentre trascina una valigia.
L’ex
signora Froze, perplessa da tale comportamento, gli si avvicina.
Il giovane
è fuori dai cancelli quando viene chiamato dalla suocera.
“Hey
Kris,
dove stai andando?” –
Alzando
gli occhi al cielo, con la rabbia che ribolle, si limita a dire
– “Chiedilo ad Anna”
A quel
punto, inizia a correre fino a raggiungere la fermata
dell’autobus.
Idunn
è
spiazzata e ipotizza una litigata tra fidanzati.
Così
entrando in casa, si dirige dalla figlia per esigere chiarimenti.
Proprio
quando è prossima alla stanza di Anna, vede la ragazza
uscirne con l’aria di
chi non ha alcuna voglia di parlare e tantomeno di giustificarsi
davanti alle
ramanzine materne che è certa di dover subire.
“Tesoro,
dove vai? Insomma qualcuno vuole spiegarmi cosa è
successo”
John
Peterson sta per sistemare le chiavi del suo veicolo
sull’apposito portachiavi
di legno appeso alla parete quando è Anna stessa a
strappargliele dalle mani.
Non riesce
a chiederle a cosa possano servirle, che la ventunenne è
già fuori la villa.
“Ma che
le
prende?” – domanda alla compagna intenta a cullare
la nipote.
“Penso
abbia avuto qualche incomprensione con Kristoff”- ipotizza Idunn –
“Anche se vedere mio genero
con la valigia, come a volerci dire addio per sempre, mi ha scioccata.
Il
motivo della lite deve essere talmente grave che non possiamo
minimamente
immaginarlo”
“Menomale
che Anna sta andando da lui. Magari faranno pace” –
aggiunge l’uomo, stringendo
una manina di Mia nella sua.
---------------------------------
Kristoff
è
sull’autobus, preso dall’immenso dolore che gli
lacera il cuore. La fiducia da
sempre riposta nella sua fidanzata si è frantumata con poche
parole – “Io e
Hans ci siamo baciati”
Baciare un
altro… come ha potuto farlo, pensa Bjorgman.
L’idea delle labbra dei due, unite
in un caldo e passionale bacio, alimenta la rabbia del ragazzo che, non
potendo
urlare o sfogarsi gettando qualcosa a terra, comincia a piangere.
“Scusi,
deve scendere, questa è l’ultima
fermata” – comunica l’autista al giovane.
Così
Kristoff con lo sguardo basso lascia il mezzo e percorre kilometri a
piedi, trascinando
la sua vecchia valigia blu.
Gli costa
tanto fare quanto sta per fare, però in un momento come
quello non ha altra scelta.
Giunge di
fronte la porta di una palazzina.
Sul citofono
cerca il cognome Bjorgman, poi schiaccia il pulsante.
“Chi
è?” –
risponde una donna.
“Mamma,
sono io”
“Kris!!”
–
esclama la signora, emozionata.
Apre
immediatamente
il portone e accoglie il figlio sulle scale.
Con le
mani tremanti e le lacrime agli occhi, lo abbraccia.
“Finalmente
sei tornato a casa tua, mi sei mancato tesoro” – lo
invita ad entrare.
E così
il
giovane è nuovamente tra quelle mura, dalle quali anni
addietro è voluto
fuggire.
Adesso solo
l’amore dei suoi genitori e le loro premure, seppure
eccessive, gli sembrano la
soluzione ai suoi drammi interiori.
---------------------------------
Idunn non
ha notizie di Anna da ore. Telefona Elsa per saperne di più,
ma neppure la
primogenita è al corrente del fatto.
Segretamente
sospetta che la causa possa essere legata a Hans, però tace
ed evita di
coinvolgere la madre, la quale se sapesse agirebbe contro il suo alunno.
Perciò,
non appena chiude la chiamata con la mamma, compone il numero della
sorella.
Ma non
risponde e questo comincia a preoccuparla.
“Ti
conosco troppo bene, Annie. Dimmi che non hai osato farlo, ti
prego” – parla da
sola ad alta voce, mentre attende la risposta di un'altra persona.
“Su,
Kristoff…rispondi almeno tu, per favore”
Nulla.
Anche Bjorgman dà segni di vita.
Che fine
può aver mai fatto Anna Froze?
--------------------------------
“Tu?
Cosa
ci fai qui?”
“Cerco
tuo
fratello”
Sophie
Westergard apre la porta alla ventunenne che vuole un confronto con
Hans.
“Chi
è?” –
domanda il diretto
interessato,
raggiungengo l’ingresso.
“Anna!
Come mai sei venuta qua?” – le domanda, mostrandosi
sopreso dalla visita.
“Possiamo
parlare?”
“Certo,
vieni andiamo nel soggiorno” – la prende per mano
accompagnandola in un’immensa
sala extralusso.
Una volta
da soli, seduti sul divano, uno di fronte all’altra, si
confrontano per l’ennesima
volta.
“Kristoff
mi ha lasciata”
“Che?” – esclama lui, fingendosi anche
dispiaciuto.
“Ecco
perché sembri distrutta”
“Non so
cosa
voglio davvero, capisci?” – singhiozza, con gli
occhi rossi e le lacrime che
continuano a scivolarle sulle gote rosse.
Hans la
sfiora asciugandole il volto con tenerezza.
Poi,
arrossendo, le risponde – “Non posso capirti
perché io so bene cosa voglio”
A quel
punto cade il silenzio tra di loro.
Continuano
a fissarsi fino a quando è Anna ad agire.
Avvicina le
sue labbra a quelle di Westergard baciandolo dolcemente.
Un gesto
puro e candido che Hans apprezza e che alimentano il suo sentimento nei
confronti di una ragazza che è così perfetta per
lui che è cosciente di non
poterne più fare a meno.
“Mi
prenderò cura di te, promesso” – le
sussurra.
Poi i due
si abbracciano, restando in quella posizione senza pronunciare altre
parole.
Le loro
mani si cercano e si intrecciano mentre i loro cuori battono
all’unisono.
“Rimani
qui
stanotte” – la supplica il giovane, quando a tarda
ora Anna si accorge delle
chiamate perse di sua madre e sua sorella.
Accenna un
timido sorriso – “Meglio di no, Mia ha bisogno di
me” – si accinge a lasciare
la casa. Poi si volta verso Westergard e lo ribacia di nuovo.
“A
domani”
– lo saluta e fila via, mentre Hans la osserva allontanarsi.
“Complimenti
fratellino. Hai vinto” – afferma Sophie giungendo
alle spalle del parente.
“Kristoff
non la meritava” – commenta felice lui –
“Vado a dormire. Da domattina inizia
per me una nuova vita”
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Capitolo 18 *** 17 Capitolo ***
Anna torna
a casa e viene sottoposta all’interrogatorio materno, mentre
Elsa, preoccupata,
corre alla villa per saperne di più.
La
ventunenne, però, ignora i parenti e si chiude in camera,
dove, pochi minuti dopo,
crolla nel mondo dei sogni con Mia stretta al suo petto.
È
consapevole
che quella sarà la prima di tante notti che lei e sua figlia
trascorreranno
senza Kristoff.
“Non
accetto che ci abbia trattati come se fossimo inesistenti. Siamo la sua
famiglia. Domani riceverà un rimprovero esemplare”
– Idunn è furiosa e a tratti
delusa dal comportamento della secondogenita e si lamenta con John ed
Elsa.
“Mamma,
arrabbiarti serve a poco”
“Elsa
ha
ragione, cara. Qualcosa deve esserle accaduto per spingerla ad agire
così” –
anche Peterson interviene difendendo la figliastra.
“Qualsiasi
cosa sia successa, non ha alcun diritto di trattarci in questo
modo” – insiste la
donna.
“A
questo
punto, torno a casa. Domattina verrò di nuovo qui e
cercherò di parlare con
Anna” – pensierosa, Elsa saluta i due e lascia la
villa.
Nella sua
mente un unico pensiero vaga e la preoccupa.
Hans
Westergard… è lui il responsabile e la
ventiquattrenne ne è convinta.
-----------------------------------
La situazione
però non migliora. L’indomani Anna discute
bruscamente con Idunn che la
rimprovera di parlare poco e di aver chiuso fuori dal suo mondo chi le
vuole
davvero bene.
Ma sono altre
parole a portare la ventunenne ad una decisione definitiva
“Se
Kristoff è andato via avrà avuto i suoi buoni
motivi” - e il sostegno della
madre verso il suo ex, è il movente dell’azione
successiva.
“Ho
deciso
che io e Mia lasciamo la villa”
“Cosa?”
–
esclama scioccata la ex signora Froze.
“Oggi
pomeriggio andremo via e non saremo più un peso per
voi”
“Annie,
non dire sciocchezze, dove pensate di trasferirvi?”
– la trattiene afferrandole
un braccio.
La giovane
allenta la presa e le risponde – “Un posto lo
troveremo. Piuttosto,perché non
chiami Kristoff a vivere con te? In fondo ami difenderlo in ogni
circostanza”
Tali affermazioni
pietrificano l’adulta che tenta di rimediare.
Però
è
inutile.
La figlia
ha fatto una scelta.
Dopo essersi
chiusa a chiave nella stanza, mentre riempie le valigie, invia un sms a
Hans.
“Io e
Mia
lasciamo villa Peterson. Sai chi potrebbe ospitarci?”
La
risposta di Westergard non tarda ad arrivare.
“Casa
mia
è aperta. Vengo a prendervi appena mi dai
l’ok”
Anna sta
per chiudere l’enorme valigione quando qualcosa cade sul
pavimento.
La ragazza
afferra la fotografia.
Una lama
le trafigge il cuore quando nota che quello scatto di lei e Kristoff
venne
fatto i primi giorni di frequentazione.
Una lacrima
le scivola sul viso ed ecco il ricordo del loro ultimo litigio alimenta
il
senso di colpa.
Afflitta da
quanto ha perduto, cerca di dimenticare e getta la fotografia in un
cestino
colmo di scartoffie, posto affianco alla sua scrivania.
A quel
punto è tutto pronto. Scrive di nuovo a Hans e il ragazzo
parte immediatamente,
diretto verso il suo grande amore e il suo futuro.
“Ripensaci
Anna, non puoi andartene così. Spezzerai il cuore di
Idunn”- John interviene
cercando di convincerla ancora. Però il silenzio e il totale
disinteresse della
ventunenne lo costringe a rassegnarsi.
Le apre la
porta aiutandola a raggiungere il giardino, trascinando le sue valigie
mentre
lei spinge la carrozzina.
Idunn la
osserva da lontano e trattiene il pianto. I dubbi persistono nella sua
mente. Come
mai Anna è voluta fuggire senza spiegazioni? Quale motivo ha
portato anche
Bjorgman ad abbandonare quella casa?
Ed ecco
un’automobile
extralussuosa che si parcheggia a pochi passi dalla ragazza.
A scendere
dal mezzo è Hans e la soluzione ai drammi della ex signora
Froze sembra esserle
stata offerta dal destino.
“Non ci
credo”- esclama lei - “Come ho fatto a non pensarci
prima”
“Tesoro,
dove vai?” – le domanda Peterson guardandola
correre nella direzione della
figlia.
Anna ha
appena sistemato Mia nel seggiolone posteriore, mentre Westergard
chiude il
bagagliaio.
“Maledetto!
E’ colpa tua se Anna è in questo stato!”
– Idunn si scaglia contro il suo
allievo.
“Maestra,
cosa sta dicendo?” – la reazione confusa del
giovane è quella di spavento verso
la foga di una madre furiosa.
“Mamma,
evita queste scenate” – è la ventunenne
a frenarla, salendo in auto e invitando
Hans a fare lo stesso.
La donna
vede la secondogenita rifiutarla per l’ennesima volta.
Quando il
veicolo sfreccia lontano, Idunn scoppia in un pianto lacerante.
-----------------------------------------
“Benvenute
a casa” – esclama il dottor Weselton guardando Anna
e Mia varcare l’uscio della
sua enorme villa.
Sophie
è
ferma accanto allo zio, mentre mastica un chewing-gum, totalmente
disinteressata dai nuovi arrivi.
“Seguimi
Anna, ti mostro la tua camera” – le dice Hans
facendole da guida.
In quel
momento, la Froze si sente fortemente spaesata e ripensa
all’addio con sua
madre, sentendosi fortemente in colpa.
“Ecco,
questa è la tua stanza” – le comunica
Westergard una volta giunti a
destinazione.
“Wow”
– la
ventunenne è estasiata dalla bellezza di quel posto, fatto
di lusso e di
eleganza.
“E’
bellissimo qui”
“Lo so,
per una ragazza bella come te questo e altro” –
commenta il giovane, cingendole
istintivamente i fianchi, pronto a godere di un momento tutto loro,
finalmente
più vicini che mai.
Quel gesto
così intimo,però, non è gradito ad
Anna che si allontana dalla sua presa e
cerca di spostare l’attenzione del giovane su altro.
“Questi
abiti posso sistemarli qui?” – chiede riferendosi
all’armadio.
“Ovvio,
dove vorresti metterli?” – risponde, perplesso,
Hans. Ha intuito che la Froze non
è a suo agio.
“Hey,
stai
serena. Ti abituerai, vedrai. E’ questione di tempo. Tu
chiedi e avrai tutto
ciò che desideri” – deciso a darle
spazio, le lascia un tenero bacio sulla
fronte poi la lascia sola tra quattro enormi mura e un futuro fatto di
tante
paure ed incertezze.
Andare via
di casa è stata davvero la scelta migliore?
I gorgoglii
di Mia sembrano chiamare Anna.
La
ventunenne si avvicina alla culla e prende tra le sue braccia la
piccina.
“Amore,
se tuo padre non ci sarà, farò in modo che sia un
altro uomo a prendersi cura
di te come meriti”
Quella creatura
che ha messo al mondo rischiando la sua stessa vita, quella creatura
concepita
in una notte di folle passione, adesso è lì ed
è l’unica presenza fondamentale
nella sua vita: ciò che le basta per essere felice.
O forse
no…
“Pronto?”
–
risponde alla chiamata di Elsa.
“Sorellina,
cosa stai combinando? Mamma mi ha raccontato della tua follia”
“Elsa,
per
favore non insistere. Cerca di capirmi. Con Kristoff è
finita e Hans potrebbe
essere l’amore della mia vita”
“Ma che sciocchezze stai blaterando! E’ Kris il tuo
grande amore, sembra che te
lo sia dimenticata”
“Mi
sbagliavo”
“Anna,
torna in te. Sei impazzita? Cosa ti sta succedendo? Non ti riconosco
più”
Trattenendo
le lacrime, la ragazza confessa – “Ho bisogno di
capire cosa voglio davvero e
vivere qui mi darà conferme o meno”
“Mi
stai
dicendo che hai stravolto la tua quotidianità soltanto per
comprendere i tuoi sentimenti?”
A quella
domanda, la seconda non risponde.
Chiude
l’apparecchio
sentendo la voce di Westergard alla sua porta.
“Hey,
è
pronta la cena” – le comunica il giovane.
“Grazie,
scendo subito” – si alza dal letto, coprendo la sua
bambina con una copertina
rosa, pronta a portarla con sé.
“Domani
faremo
arrivare anche una culla per Mia” – dice lui,
volgendo uno sguardo tenero alla
piccola.
“Non
dovevi” – risponde Anna, imbarazzata da tanta
carineria.
“Non
pensavi che avrei permesso alla piccina di dormire stretta in un
passeggino?!”
Lusingata da
quelle premure, lo ringrazia.
Insieme
scendono le scale, con Mia tra le braccia materne.
“Che
bella
famigliola” – commenta il dottor Weselton
guardandoli arrivare insieme.
“Zio,
non
iniziare ti prego…” – replica,
divertito, Hans.
Quando la
cameriera serve il cibo a tavola, chiede ad Anna di prendersi cura
della
neonata dandole modo di mangiare.
“Sembra
la
vita di una regina” – pensa tra sé e
sé la ventunenne.
Trascorre la
prima serata della sua vita come parte di una famiglia tanto distante
dalla
sua, che la intrattiene con proposte di lavoro allettanti e un futuro
fatto di
sicurezze sia per se stessa che per sua figlia.
Hans ha
studiato tutto nei dettagli. Se avesse donato ad Anna una
stabilità, lei non
sarebbe mai scappata per tornare da Kristoff o dalla famiglia di orgine.
Ed è
proprio
quest’ultima ad essere in pena per le scelte della ragazza.
“Bisogna
trovare Kristoff. Solo lui può farla ragionare”
– insiste Elsa.
“Ma
figliola, non sappiamo dove si trova. Non risponde alle tue chiamate.
Non so
cosa possa essere successo tra quei due per aver causato un dramma del
genere” –
Idunn non trova pace e così la primogenita decide di
rivelarle ogni cosa,
cercando di trovare una soluzione collaborando.
“Devo
dirti una cosa che non ti piacerà” –
anticipa prima di narrarle gli ultimi
avvenimenti.
Ormai anche
i Peterson sanno la verità e la prima reazione di Idunn
è di incredulità.
“Cosa
le
prende ultimamente? Possibile che sia caduta tra le braccia di Hans
così
facilmente?”
“Evidentemente
lui le ha dato maggiori sicurezze. Cercava quelle, dopotutto”
– ipotizza John.
“Ma
fammi
il piacere “ – replica la donna alzando gli occhi
al cielo – “Quello ha saputo
solo approfittare delle fragilità di una ragazza che credeva
di perdere sua
figlia per sempre”
“Non
esagerare, Idunn.”
“Non
esagero John, sono certa sia così. Conosco Anna e so che
presto si pentirà ma
purtroppo, se non agiremo in tempo, sarà troppo
tardi”
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Capitolo 19 *** 18 Capitolo ***
Nonostante
Elsa e Idunn cerchino, anche coinvolgendo Agnarr, di salvare Anna da se
stessa,
sono tentativi inutili.
La ragazza
evita ogni forma di contatto con loro, sapendo bene che ostacolerebbero
le sue
scelte.
Si limita
a mandare alla sorella, di tanto in tanto, dei messaggi telefonici con
foto di
Mia, per rasserenarla.
La situazione
a casa Westergard sembra stabilizzarsi. Anna ormai si sta abituando a
condividere i pasti con il dottor Weselton, con Hans e anche con la
super snob
Sophie.
Sono passate
tre settimane ormai da quando si è trasferita e dopo le
incertezze iniziali, ha
cominciato ad accettare la nuova vita: la mattina riceve da Hans la
colazione a
letto, pranzano insieme o solo loro due se il dottore lavora, nel
pomeriggio
escono per fare shopping o passeggiate nei giardinetti pubblici e la
sera
rincasano.
La cosa
che però sembra pressare Anna è che Westergard
sembra intenzionato, ogni notte,
a volersi spingere oltre il semplice bacio.
Lei non
riesce a lasciarsi andare totalmente. Quando lui approfondisce certi
gesti, la
Froze si irrigidisce e prende le distanze.
Questo
è
un peso enorme per Hans che sogna di unirsi carnalmente alla ragazza da
troppo
tempo ormai.
“Devi
pazientare, fratellino! In fondo hai scelto tu una santarellina per
fidanzata” –
sostiene Sophie.
“Non
resisto più. Sento di poter impazzire” –
afferma lui, camminando avanti e
indietro nella sua stanza.
“Non
è
pronta per farlo o semplicemente non ti ama come credevi”
L’ultima
teoria della prorompente Westergard infastidisce Hans che la caccia dalla camera.
È
cosciente
che questo è probabilmente vero ma non accetta la
realtà e vuole a tutti i
costi farla innamorare di lui.
Oltre a
darle casa, premure, lavoro e stabilità…cosa
potrebbe offrirle in più?
A quel
punto un’idea gli balza alla mente. Apre un cassetto della
scrivania ed estrae
un cofanetto. Lo mette in tasca e si accinge a raggiungere la
ventunenne.
“Più
che
una soluzione vincente, potrebbe essere un rischio”
– mentre percorre i pochi
metri che lo separano da quella che considera ormai la sua fidanzata,
riflette
tra sé e sé ad alta voce.
Giunto alla
meta, dopo un bel respiro profondo, bussa alla porta ed Anna, intenta
ad
allattare, lo invita ad entrare.
“Scusami,
ti disturbo?” – chiede lui con garbo, sedendosi
accanto a lei.
La osserva
in un momento tanto materno ed intimo e non riesce a staccarle gli
occhi di
dosso.
“Se non
la
finisci di fissarmi così, mi costringi a
cacciarti” – commenta lei, scherzosamente,
accortasi del suo sguardo.
“Ops,
sono
troppo scontato ormai”-
afferma
imbarazzato, portandosi una mano dietro la nuca.
“Ecco
fatto, piccola mia! Adesso è il momento della
nanna” – Anna lo ignora un
momento, dedicandosi alla figlia che, dopo la pappa, viene coricata
nella culla
regalatale da Hans giorni addietro.
Dopo aver
sistemato la maglia del pigiama, Anna
si
accinge ad andare a letto guardando Westergard come a dirgli
“Vorrei dormire,
te ne vai”
Non si
pronuncia ed attende che sia il ragazzo a farlo spontaneamente.
Invece
Hans non ha alcuna voglia di lasciarla sola.
Sotto lo
sguardo sconcertato della Froze, il giovane si infila addirittura sotto
le
lenzuola con lei.
“Ehm…non
vorrei essere scortese, però..”
“Annie, ascoltami. Non credere che io voglia necessariamente
fare quello”
Anna
arrossisce e, impacciata, domanda – “E allora come
mai sei qui nel mio letto?”
“Vorrei
farti una proposta”
“Che
proposta?”
Dal
taschino, Hans estrae il cofanetto e lo porge alla ragazza.
“Aspetta,
che?” – esclama lei, scioccata.
“Non
sarà
molto romantico chiedertelo così,
però… mi vuoi sposare?”
Cade il
gelo tra i due. Anna viene messa di fronte ad una scelta difficile, di
quelle
inattese, una proposta che mai avrebbe desiderato ricevere.
“Ecco
io…”
“Non vuoi?” – si incupisce Westergard.
“No,
non è
che non voglio. E’ solo che…”
“Che?”
“E’
presto, Hans! Io e te stiamo insieme da sole tre settimane”
“Ma
viviamo insieme, trascorriamo giornate intere a stretto
contatto..”
“Ti
sembra
possa bastare per sapere se vorrai vivere con me il resto dei tuoi
giorni?” –
la Froze è realista e per la prima volta dopo tanto tempo
ragiona saggiamente.
“Voglio
solo che tu mi ami” – confessa, chinando il capo,
dopo l’evidente rifiuto – “Evidentemente
mi sono illuso. Buonanotte”
Così
dicendo,
si alza e lascia la stanza, non dando modo alla Froze di spiegare le
sue
ragioni.
Anna
però
non ha sensi di colpa. Sente di aver agito consciamente. Accettare
sarebbe
stato ingiusto verso Westergard e verso se stessa.
“Con il
tempo mi amerai. Ne sono convinto” – sono queste le
parole che Hans pronuncia
quando è solo, per contrastare le mille paure che gli
rimbombano nella testa.
L’indomani
l’aria che si respira a villa Westergard è
tranquilla; i due fidanzatini si
comportano come se la sera precedente non fosse accaduto nulla e questo
è un
buon segno per Anna che propone a Hans di uscire a fare un giro nel
parco
insieme a Mia.
Così
la
coppia esce e, in piena tranquillità, si gode freschi
momenti primaverili.
Seduti su
una panchina, all’ombra, sono stretti l’uno
all’altro e c’è silenzio. La natura
che lenta si risveglia con i suoi colori, i suoi odori e i suoi suoni,
si
mostra in tutta la sua bellezza.
Il momento
di puro relax, si ingrigisce in seguito ad una domanda ambigua che pone
il
ricco nipte di Weselton ad Anna.
“Pensi
ancora a lui, vero?”
La Froze,
perplessa, esclama – “Che?”
“Kristoff..dico,
ami ancora lui?”
“Hans,
per
favore, cosa dici!?”
“Perché
non mi desideri quanto desidero io te, ci sarà un
motivo”
“Non me
la
sento…se dovessi rimanere incinta di nuovo”
– la scusa che Anna usa è banale e
anche Hans scuotendo il capo, deluso, le dice –
“Esistono le precauzioni se è
per questo”
Segue di nuovo il silenzio. Poi è la giovane a riprendere il
discorso.
“Quando
ho
frequentato Kristoff abbiamo avuto rapporti sessuali al secondo
appuntamento.
Con te vorrei fosse diverso, tutto qua”
“Diverso? Ma se ti limiti anche quando devi baciarmi. Sei
sempre assente, lo
percepisco”
“Mi
dispiace
se credi questo, non so cosa dirti” – si rassegna
lei, non sapendo come venire
fuori da una conversazione poco piacevole.
“Se non
mi
ami e non mi vuoi, sei libera di andartene. Nessuno di costringe a
rimanere a
casa mia”
“Hans,
cosa stai blaterando? Ovvio che voglio restare”
Il doppio
gioco di Westergard inizia ad ottenere piccoli risultati.
Piano piano
Anna cederà… Hans ne è convintissimo.
“Perché
non ti lasci amare, allora? Ti prego, dammi
un’occasione”
“Hans
io...”
“Solo
stanotte.
Poi ti lascerò in pace”
Concedersi
come fosse una concubina, per una sola notte, non è da Anna.
Non le piace
vendersi per far stare bene gli altri a suo svantaggio.
Così,
alquanto inorridita dalla proposta, balza in piedi e comunica
– “Inizia a fare
freddo. Torniamo alla villa” – accelera il passo e
durante il tragitto non
pronuncia più alcuna parola.
Peccato che
qualcosa sta per accadere, che la spingerà totalmente tra le
braccia di
Westergard.
Sono prossimi
alla meta, quando Anna riconosce qualche metro più avanti
una persona a lei fin
troppo familiare.
Si immobilizza
ed impallidisce.
“Hey,
tutto bene? Che ti prende?” – le chiede il compagno.
Volge lo
sguardo nella direzione che la Froze sta fissando e scioccato esclama
– “Kristoff?”
Il biondo
è con una fanciulla dai capelli rossi e gli occhi chiari,
molto somigliante ad
Anna.
Tra quei
due c’è chimica ed è evidente che non
sono soltanto amici.
La conferma
avviene quando la ragazza si getta al collo di Bjorgman e lo bacia.
A quel
punto Anna cade in un tunnel profondo e sente che il buio la avvolge,
oscurando
la serenità faticosamente riconquistata.
“Andiamo
a
casa, per favore”- trattiene la rabbia e le lacrime, e
supplica il fidanzato
che acconsente senza esitare.
Mai avrebbe
immaginato che a distanza di quasi un mese dalla loro rottura, il suo
ex si rifacesse
vivo e per di più con una nuova fiamma. E soprattutto non
credeva che avrebbe
mai provato emozioni così forti e contrastanti rivedendolo.
La gelosia
prende il sopravvento tanto da spingere Anna a fare qualcosa che non
avrebbe
mai fatto.
E’
notte
fonda. Anna, ancora preda dei suoi dilemmi interiori e con
l’immagine di
Kristoff che bacia un’altra, stampata nella mente, si presenta alla porta della
stanza di Hans.
Bussare serve
a poco. Entra e si avvicina al letto dove Westergard dorme
profondamente.
Lo sveglia
con un caldo bacio sul collo.
“Annie,
che succede? Cosa ci fai qui?”-
le
chiede, assonnato, il giovane.
“Voglio
fare l’amore con te” – gli comunica,
spiazzandolo
“E’
per la
storia di Kristoff? Cosa ti ha fatto cambiare idea?”
Però
Anna
non vuole sentire domande, si libera dei vestiti sotto lo sguardo
estasiato di
Hans che finalmente può ammirare la sua pelle nuda.
Seduta a
cavalcioni sul suo compagno comincia a baciarlo, aiutandolo a
spogliarsi
totalmente.
“Finalmente”
– pensa Westergard, soddisfatto – “Era
ora”
Così i
due
consumano una nottata di intensa e sfrenata passione.
Adesso che
Kristoff è di un’altra, Anna ha chiaro cosa ha
perduto.
Da sciocca,
è pentita per avergli recato male, nel mentre è
cosciente che indietro non si
torna.
Non le
resta che cominciare la sua relazione con Hans a pieno, includendo
anche un’intimità
che sperava di poter evitare per più tempo possibile.
I
due corpi che si uniscono e si muovono
insieme, tra gemiti e godimento, rendono consapevole Anna che quello
che sta
vivendo è solo sesso. L’amore vero e la dolcezza
che solo Kristoff sapeva
regalarle in quei momenti intimi, con Hans non esistono.
Hans è stata solo
attrazione fisica, l’amore è un’altra
cosa.
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Capitolo 20 *** 19 Capitolo ***
Dopo
essersi concessa a Hans, Anna decide di dare inizio alla sua nuova
vita.
Così,
continuando ad abitare tra i lussi di villa Westergard, coccolata e
viziata dal
fidanzato, trascorre ben tre mesi tra quelle mura.
Idunn ed
Elsa le inviano numerosi messaggi e la ventunenne risponde con delle
fotografie
di Mia, che cresce a vista d’occhio somigliando sempre
più alla sua mamma.
Sapere che
la secondogenita sta bene, rasserena l’ex signora Froze che,
si prepara a fare
visita alla ragazza dopo tanto tempo di lontananza.
“Sai
che
ti scaccerà, vero?” – la maggiore delle
sue figlie è realista; conosce la
testardaggine di Anna e se ha detto di volersene stare da sola, non
gradirà l’arrivo
di Idunn alla villa.
“Domani
è
il suo compleanno, perciò è dovere andarla a
trovare” – precisa l’adulta,
intenta a preparare la torta al cioccolato, la preferita dalla
festeggiata.
“Non
dico
che dobbiamo dimenticarci di un’occasione
importante…vorrei solo che non
rischiassimo di allontanarla ancora di più, piombando
lì” – precisa Elsa,
assaggiando la crema che ricopre il dolce.
“Nessuno
mi terrà lontana dalla mia Annie in una ricorrenza come
questa, nessuno” –
ribadisce la donna, poi fiera del suo capolavoro culinario lo ripone in
frigo.
Come potersi
scordare di una data tanto speciale, in fondo!
Infatti, a
svariati kilometri da casa Peterson, qualcun altro ha ben impressa
nella
memoria la giornata del 21 giugno.
“Figliolo,
sei così taciturno oggi. Cosa succede? Tu e Sarah avete
bisticciato?” – domanda
Erika Bjorgman, madre di Kristoff, porgendogli una tazzina con del
caffè
fumante.
“Nulla,
mamma. Stiamo benone. Hai saputo consigliarmi la ragazza
giusta” – commenta lui,
seppure dalle espressioni del viso non sembra affatto convinto di
ciò che dice.
Come ha
conosciuto
la sua attuale fiamma? Grazie all’intervento dei genitori,
sostenitori di
Sarah, una ventenne educata e di buona famiglia, che abita a due
isolati dal
loro appartamento.
La donna,
allora, fa una proposta al figlio.
“Perché
domani
non la inviti a pranzo qui?”
“Domani?
Perché
proprio domani?” – esclama Kris, quasi infastidito.
“E’
domenica, scommetto che non avrà impicci”
– spiega l’adulta.
“No,
domani non se ne parla” – risponde seccato il
biondo.
“Ok, ok
come non detto. Ti sei alzato di malumore stamane, non aggiungo
altro” –
alzando le mani in segno di resa, Erika Bjorgman torna alle sue
faccende.
Kristoff
è
solo in cucina, seduto a tavola, vagando con la mente nel
passato...esattamente
al 21 giugno dell’anno prima.
FLASHBACK
“Amore
mio, ora puoi aprire gli occhi” – sussurra il
giovane all’orecchio di Anna.
A quel
punto, la Froze esegue l’ordine e si accorge di avere di
fronte a sé un
panorama mozzafiato.
I due si
trovano sul tetto di una vecchia palazzina, al centro di Arendelle.
A terra
c’è
steso un tendone da campeggio.
Accanto da
esso è visibile una tovaglia a quadri, sulla quale
è posato un cestino e una
bottiglia di spumante.
“Wow”
–
esclama, commossa. Si volta verso il fidanzato e accarezzandogli il
viso con
dolcezza gli dice – “Sei proprio pazzo”
Lui le sorride
e la avvolge tra le sue braccia – “Si, sono pazzo
di te”
A quella
dichiarazione d’amore Anna risponde con un bacio, il primo di
tanti che
accompagneranno la romantica serata.
Consumata la
cena a sacco e dopo aver riempito due calici di champagne, Kristoff
propone un
brindisi, sotto il chiarore di una luna, quella sera più
luminosa del solito.
“Ti
auguro
il meglio dalla vita, che tu possa essere sempre felice e ovviamente
con me al
tuo fianco” – scherza, sollevando il bicchiere. Poi
continua – “Ti prometto
altre cento, mille serate come questa e che ad ogni 21 giugno ti
porterò su
questo terrazzo, monterò un tendone come quello alle tue
spalle, ti coccolerò e
ti bacerò e farò l’amore con te come
fosse l’ultima volta”
La Froze,
non trattiene le lacrime, estasiata dall’estrema dolcezza del
suo principe
azzurro.
Si alza
dalla sua postazione per sedersi sulle gambe del suo lui.
Si avvinghia
al suo collo e, guardandolo con occhi lucidi, totalmente persa nel suo
sguardo,
gli dice per la prima volta – “Ti amo”
Bjorgman
lo attendeva da tempo e finalmente ora può udirlo. Felice
come mai prima nella
sua giovane vita, estrae dal taschino un cofanetto.
“Questo
è
per te, buon compleanno”
Tra
l’emozione
e l’incontenibile curiosità, Anna apre il suo
regalo.
“E’
un
anello” – sorpresa nel ricevere un simbolo
così importante lo
indossa immediatamente.
“Si,
vorrei lo considerassi un segno del mio legame con te. Ho fatto
incidere due
lettere sul retro” – le indica il punto preciso
dove sono leggibili una A e una
K.
“E’
meraviglioso, grazie” – scoppia a piangere, mentre
unisce le sue labbra a
quelle di Kristoff.
La serata
sembrava giunta al termine. Cibo esaurito, regalo consegnato, champagne
in circolo…
“Inizia
a
fare freddo, ti va di entrare nella tenda?” – le
propone Bjorgman.
La festeggiata,
con occhi maliziosi, ha già chiare le intenzioni del suo
fidanzato.
Senza ulteriori
parole lo prende per mano e lo segue.
In un
tendone, nascosti dal mondo e riparati dal vento, i due fanno
l’amore tutta la
notte, certi di amarsi e di volerlo fare per il resto dei loro giorni.
FINE
FLASHBACK
Una
lacrima riga il viso di Kristoff che ad alta voce dice –
“Promessa non
mantenuta”
In quel
momento il suo cellulare vibra.
Un sms. Lo
apre e dalla nostalgia, il volto gli si colora di gioia.
“Elsa,
se
non fosse per te, non avrei alcuna notizia di mia figlia. Grazie
infinite” – le
manda un vocale breve, poi trascorre le ore seguenti a fissare la
fotografia di
Mia.
La maggiore
delle Froze invia di consueto immagini della nipote al giovane
papà, l’unico
modo che conosce per renderlo partecipe della crescita di una figlia
che gli è
stata fisicamente tolta.
-----------------------------------
“Anna,
ci
sei? Sono tre ore che ti parlo. Mi ascolti?” –
chiede Hans alla compagna, sovrappensiero.
“Eh?
Scusami
ero distratta”
“Dicevo
se
avessi preferenze per il ristorante dove festeggiare domani”
“No,
assolutamente”
“Bene,
vedrai amore mio. Ti regalerò una serata da gala. Sarai una
principessa” –
aggiunge Westergard, fiero di poter comprare mezzo mondo con i denari
che ha in
tasca. Bacia Anna e torna alle sue attività.
La Froze
è
sul divano, pensierosa. Quello è il primo compleanno da
ricca. Potrebbe sentirsi
lusingata di tante premure nei suoi riguardi, eppure ciò di
cui sente nostalgia
sono le feste in famiglia.
Soprattutto,
non potrà mai dimenticare il suo scorso compleanno, il primo
con Kristoff,
quello durante il quale, i due concepirono la loro bambina e che
entrambi non
riusciranno mai cancellare dai ricordi e dal cuore.
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Capitolo 21 *** 20 Capitolo ***
E’ il
21
giugno e Anna viene svegliata dai primi raggi del sole che penetrano
dalla
finestra, accarezzandole il viso e offrendole calore.
Sono mesi
che condivide il letto matrimoniale con Hans e come ogni mattina, al
momento
del risveglio, Westergard non c’è.
La Froze
guarda l’orologio che segna le 7 in punto. Sposta lo sguardo
sulla culla alla sua
destra per accertarsi che Mia stia bene.
La piccina
è sveglia, con i suoi grandissimi occhi azzurri aperti al
mondo, serena e
tranquilla.
“Amore
mio, buongiorno. Stanotte hai dormito come un angioletto”
– la saluta la giovane
mamma, prendendola in braccio.
Le dà
un
tenero bacio sulla fronte e si appresta a darle la poppata.
Quando sente
la boccuccia della piccola avvinghiare il suo seno e iniziare a
succhiare, l’ormai
ventiduenne comincia a pensare a quando, un anno prima, appena scattata
la
mezzanotte ricevette un messaggio d’auguri da parte di
Kristoff dove le dava
appuntamento nei pressi di una palazzina dietro il solito bar. Fu
quella notte
che concepirono il suo tesoro più grande.
Qualcosa nel
cuore la sprona ad afferrare il cellulare, posizionato sul comodino
lì di
fianco e controllare gli sms.
Legge subito
tantissimi Buon compleanno: sua madre, suo padre, Elsa, persino John
Peterson,
vecchie compagne di liceo, tutti si sono ricordati di quel giorno di
festa.
Tutti tranne
uno, l’unico che sperava di ricevere allo scoccare del nuovo
dì.
Cerca di
spostare la sua attenzione su Mia che continua a mangiare senza sosta.
“Sei una mangiona, proprio come tuo padre”
– una precisazione che Anna fa senza
riflettere.
Evidentemente
la coscienza che fino a due attimi prima le fece riaffiorare ricordi
con il suo
ex, le rammenta che evidentemente non l’ha cancellato dalla
sua vita e che rimarrà
perennemente nella sua testa.
Qualcuno bussa
alla porta e la distoglie così dai flashback.
“Avanti”
–
risponde la Froze, mostrandosi tranquilla e felice.
Ad entrare
è Hans Westergard, seguito dallo zio dottore e dalla
domestica Milly, ormai
affezionatasi ad Anna e alla piccina.
Le cantano
Buon Compleanno, porgendole uno spicchio di torta al cioccolato con una
candela
appoggiata.
“Soffia
ed
esprimi un desiderio” – la invita il medico, pronto
a farle un applauso.
Quanti desideri
vorrebbe esaudire, però ce n’è uno
più di tutti.
Così
chiude
gli occhi e la fiamma della candelina viene spenta.
Tra gli
applausi e gli auguri successivi, Anna dimentica momentaneamente il suo
malessere.
“Ho
fatto
portare direttamente dal migliore stilista della città un
abito da sera” – le
comunica il fidanzato, porgendole una custodia che nasconde un vestito
lungo da
sogno.
“L’avrai
pagato una fortuna, Hans mi sarei arrangiata, non
dovevi…”
“Per la
festeggiata qualcosa di perfetto. Ti avevo promesso che avremmo
cambiato il tuo
intero guardaroba, perciò inizieremo da qui”
– le chiede di indossarlo in
serata – “A proposito, nel pomeriggio ti
porterò anche scarpe e bijoux”
“Addirittura”
– commenta Anna, a cui il troppo lusso non è mai
piaciuto.
Cambiare se
stessa a questi livelli significa stravolgere la sua essenza, e non
solo migliorarsi.
Sbruffando,
si rassegna. Non ha molta scelta se non accettare le richieste e i
regali del
fidanzato.
È
pomeriggio
quando la ragazza, alle prese con le prove del vestito, si chiude in
camera.
Ed è
allora che si presenta alla porta di villa Westergard la signora Idunn
e
consorte.
“Mi hai
coinvolto solo perché sai che sono amico di
Weselton” – brontola John.
“Tesoro,
fallo per me. Sono la tua compagna dopotutto”
A quel
punto Peterson bussa e attende che qualcuno giunga ad aprirli.
“Amico
mio, che piacere vederti. Come stai?” – lo saluta
il padrone di casa,
accogliendoli calorosamente.
L’ex
signora Froze cede subito alla cameriera il suo dolce al cioccolato,
dandole
chiare indicazioni su come conservarlo nell’attesa di poterlo
consumare.
Raggiungono
il soggiorno e Idunn resta estasiata da uno stile tanto elegante e
raffinato,
in mobili lucenti e puliti, da quadri esposti alle pareti.
“Quella
è Anna?” – domanda, riconoscendo sua
figlia in una foto incorniciata, posta esattamente centrale rispetto ad
altri
ornamenti.
“Si,
è
stata scattata circa due mesi fa. Mia lì era uno scricciolo,
adesso dovreste
vedere che amore che è. E’ bellissima”
– spiega Dominik Weselton.
“E’
mia
nipote e non la vedo da tre mesi ormai” – si
incupisce la donna, abbassando lo
sguardo.
John la
prende per mano e le mostra il suo affetto, sussurrandole –
“Siamo qui per Anna.
La rivedrai finalmente e con lei anche la bambina”
Idunn
annuisce e si ricompone.
Dopo aver
mostrato loro la sua enorme villa, il capo famiglia li invita a
sistemarsi nel
salone chiedendo a Milly di preparare del thè con i biscotti
per gli ospiti.
Il
babymonitor rimasto acceso casualmente è appoggiato accanto
al televisore
spento e il caso vuole che Mia cominci a piangere, lasciando che i suoi
singhiozzi vengano uditi da nonna Idunn
“Dove
è Mia?”
– chiede, illuminandosi in volto.
“Chiamo
Milly
e le dico di farla addormentare” – afferma Dominik.
“Scherzi,
vero? Ci sono io qui, ci penso io” –
così dicendo, determinata a riabbracciare
il suo tesoro, chiede all’uomo dove recarsi esattamente.
Senza
controbattere
visto il desiderio della donna, Weselton l’accompagna fino
alla camera della
piccina.
“Strano
che Anna non ci sia” – riflette, confuso,
l’anziano medico, lasciando poi la
piccina nelle mani della tenera nonna.
Idunn si
avvicina, a passo svelto verso la culla, elettrizzata nel rincontrare
il sangue
del suo sangue.
Ed è
allora
che la vede: una paffutissima
bambina di
quattro mesi dai capelli biondi e gli occhi azzurri come il cielo.
Indossa un
vestitino rosa da bambola e una fascia sul capo dove domina un grosso
fiocco.
“Sei
una
Froze a tutti gli effetti” –si commuove,
prendendola in braccio – “Bella come
tua madre”
Guancia a
guancia, la giovane nonna culla la sua nipotina canticchiandole una
vecchia
ninnananna.
Però
l’arrivo
di qualcuno di inatteso, interrompe la magia del momento.
“Anna!”
–
esclama la signora notando la secondogenita sull’uscio della
porta, con indosso
un abito lungo, blu notte con gli strass sul corpetto; i capelli
raccolti in
una treccia laterale, che ricorda quella che è solita
portare Elsa, gli
orecchini e un bracciale di puri Swarovski.
“Accidenti,
Annie! Non sembri più tu” – aggiunge
poi, incredula.
“Cosa
ci
fai qui?” – le chiede la festeggiata, avvicinandosi.
“Tesoro
mio, volevo augurarti buon compleanno” – si
commuove la madre, accarezzandole
il viso che è estremamente teso.
“Mi sei
mancata, mamma” – confessa la ventiduenne, cedendo
all’emozione.
Il trucco
sbavato non le interessa, è stanca di essere sempre
così dannatamente perfetta
ad ogni occasione, in una famiglia che le vuole bene ma a cui sente di
non
appartenere.
Le due si
stringono in un forte abbraccio, con Mia tra di loro.
“Torna
a
casa con me, ti prego” – la supplica Idunn.
“Non
voglio spezzare il cuore di Hans. Ho già fatto soffrire
Kristoff, non posso
recare male anche al mio attuale compagno”
“Ma
così
facendo spezzerai il tuo di cuore”
“Cosa
dite?
Io sto bene”- mente
la giovane,
asciugandosi il volto bagnato.
“Non
sembra affatto. Ti vedo spenta, Annie”
“Non
posso
andarmene più da qui, mamma. Capisci? Ormai sto con
Hans” – conclude sistemando
Mia nella culla.
“Alcune storie sono fatte anche per terminare. Se non lo ami
non sei obbligata
a..” – insiste Idunn.
“Non capite che non posso
perché…”
“Perché
cosa? Cosa ti vieta di essere felice?”
“Ho un
ritardo” – si sfoga, singhiozzando, con gli occhi
colmi di lacrime.
“Che
cosa?”-
la ex signora Froze avverte un colpo al cuore –
“Un..un..un ritardo…?”
“Del
ciclo!”
“Mio
Dio!”-
esclama l’adulta, con le mani nei capelli –
“Hai fatto il test?”
“Non
ancora. Morirei se sapessi di essere di nuovo incinta”
“Non
avete
preso precauzioni?”
“Lui
non
vuole”
“Cosa? Anna, cavolo, devi far valere le tue ragioni.
Dannazione, si tratta del
tuo corpo. Sei già passata in una situazione analoga, dovevi
essere previdente”
– la rimprovera la madre, delusa da scelte sbagliate di sua
figlia.
“Lo so,
infatti ho preso la pillola più volte sperando di salvarmi.
L’ultima volta non
l’ho fatto e sono dieci giorni che non ho le
mestruazioni” – racconta, pallida
come un cencio, terrorizzata dall’idea di avere un nuovo
bebè.
“Calma,
adesso io vado in farmacia, prendo un test e..”
“Oggi è domenica. Dove pensi di trovare un dannato
test di gravidanza”
“John
nel
suo ufficio ha sempre qualcuno di scorta” –
riflette Idunn ad alta voce.
“E
perché?”
“Non
chiedermelo, non so la risposta. Piuttosto, stai tranquilla, Ora vado a
prenderlo e te lo porto. Metteremo la parola fine a questa
faccenda”
“Se dovesse essere positivo?” –
l’ipotesi di Anna fa tremare la donna che, a
malincuore, aggiunge - “In
quel caso sta
a te decidere se restare con Hans o dirgli addio per sempre”
----------------------------------------------
“Dove
vai
Idunn?” – domanda John, notando la sua compagna
uscire dalla villa.
“Torno subito, potresti darmi le chiavi del tuo
studio?”
“A cosa
ti
servono?”
“Poi ti
racconto”
Salita in
auto, Idunn sfreccia a tutta velocità verso
l’ospedale.
Per una
persona che va, un’altra arriva.
“Hans!
Che
gioia rivederti” – lo saluta Peterson.
“Come
mai
qui?” – lo abbraccia Westergard.
“Sono
venuto
a fare gli auguri alla festeggiata, ma ancora non ci degna della sua
presenza” –
scherza John.
“Si
starà
preparando per stasera”
“Perché? Dove andrete di bello?”
“La
porterò in un posto romantico e le chiederò di
sposarmi”
Adesso
sì
che la situazione si complica ancora di più.
------------------------------------
“Amore
mio,
sei un incanto” – afferma Hans, estasiato nel
vedere la fidanzata già pronta
per la serata.
Anna
nasconde l’espressione avvilita e le ansie che la divorano.
Lo
ringrazia e torna a sistemarsi il trucco, mantenendo la calma, seppure
l’ansia la
logora.
“Comunque
c’è il dottor Peterson in soggiorno, vorrebbe
augurarti buon compleanno” – le comunica
il giovane, mentre si dirige verso il bagno pronto a dedicarsi minuti
di relax.
----------------------------------
Idunn
è
sulla strada del ritorno, dopo aver sottratto un test allo studio
medico del
compagno.
Custodito in
borsa, la donna si affretta a raggiungere la villa ed è in
tale frangente che
una voce la chiama.
Lei si
volta in quella direzione e, sorpresa, esclama –
“Kristoff!”
“Salve
Idunn! Come stai?”
“Arrivi
proprio nel momento giusto”
“Perché?”
“Ho
bisogno di te. Anzi, Anna ha bisogno di te”
Sentire il
nome della sua ex fa sussultare Bjorgman che, cupo in volto, risponde
– “Adesso
sto aspettando la mia ragazza in realtà”
“La tua
cosa?” – ripete, stupita, l’adulta.
Forse sua
figlia non ha davvero vie d’uscita. Se anche Kris ha una
nuova vita, è meglio
per lei restare accanto a Hans e alle sicurezze future che
può offrirle.
Dispiaciuta
dal totale disinteresse del biondo che considerava un figlio,
l’ex signora
Froze si allontana salutandolo con un freddo cenno della mano.
E giunta
di nuovo alla villa, corre diretta verso la camera di Anna.
“Eccomi
tesoro” – le porge il test.
“Corri
a
farlo, è arrivato il momento”
“Ho
paura
mamma”
“Non
devi,
stavolta affronteremo tutto insieme. Io ci sono e ci sarò
sempre, ricordalo” –
le dà un bacio dolce sulla fronte e si appresta ad aspettare
l’esito, mentre
mille paure si fanno strada nella sua testa, certa che la sua
secondogenita meritava
di meglio dalla vita e che ingiustamente il destino le ha giocato
ancora un
brutto tiro.
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Capitolo 22 *** 21 Capitolo ***
Kristoff e
la sua bella Sarah sono in un bar, sorseggiando degli spritz in uno
splendido
pomeriggio estivo. La ragazza dai lunghi capelli rossi e gli occhi
verdi, racconta
al fidanzato le ultime stramberie del suo capo, direttore di banca,
dove è
stata assunta recentemente.
Bjorgman
però
ha la mente altrove; ricorda l’incontro con Idunn e le parole
di lei “ Anna ha
bisogno di te”
Cosa
può
mai essere accaduto alla sua ex da rendere utile la sua presenza? Anche
se
nutre rancore verso chi l’ha tradita, non smette di pensarla,
cominciando a
temere il peggio.
Lo sguardo
teso della signora che lo ospitò per mesi in casa sua, non
promette niente di
buono.
A quel
punto, mentre Sarah continua a parlare di sé, Kristoff
taglia corto.
“Rientriamo?”
“Ma
siamo
appena arrivati” – risponde, confusa, la giovane.
“Non mi
sento in gran forma” – aggiunge lui, alzandosi
dalla sedia frettolosamente.
“Ok,
ok. Cosa
ti prende? Hai dolore da qualche parte? Non svenire, per favore, sai
che sono
facilmente impressionabile” – così
dicendo, anche Sarah si appresta a lasciare
il bar.
Pagato il
conto, i due si allontanano.
Il tragitto
è breve perché pochi metri dopo, si ritrovano
esattamente nel punto in cui
Kristoff incontrò Idunn. Si ferma lì, guardandosi
attorno, come a cercare l’ex
signora Froze.
“Sei
strano,però” – nota la fidanzata,
sospettosa.
“Avevo
bisogno d’aria, adesso va già meglio. Aspettiamo
insieme il tuo autobus, poi io
rientro da solo” – afferma lui, sedendosi su un
muretto a pochi passi dalla fermata
del mezzo pubblico.
Sarah
però
non è convinta, perciò insiste –
“A me puoi raccontare tutto, lo sai”
“Ti ho
detto che sto bene” – replica Bjorgman, cambiando
tono di voce.
“D’accordo,
stai calmo. Non volevo farti arrabbiare”
“Perdonami
tu, oggi non è giornata” – le chiede
scusa per i modi bruschi, che non gli
appartengono.
A quel
punto porgli domande è inutile, alimenta soltanto la sua
tensione, così la
ragazza si ammutolisce.
Tra i due
cade il gelo e il silenzio si interrompe con l’arrivo
del pullman.
“Io
vado,
allora” – attendendo un bacio dal compagno o un suo
sorriso, cose che non
riceve affatto, sale sul mezzo a capo basso delusa da una giornata che
sperava
potesse rallegrarla dalla monotonia e dal lavoro settimanale.
Kris è
solo con se stesso, immerso nei mille pensieri che lo attanagliano da
un po'.
Il cuore
continua a parargli e a dirgli “Quanto vorrei essere
lì e festeggiare il suo
compleanno come le promisi un anno fa”
Ma la
testa controbatte – “Non ti merita, ti ha ferito.
Ha preferito Hans, è ora di
ricominciare senza di lei”
Il dilemma
interiore è accentuato da flash di un passato recente che lo
vede assieme alla
sua Anna, a ridere e scherzare, a mangiare panini e bere champagne al
chiarore
della luna, a baciarsi e coccolarsi tra le morbide lenzuola del loro
letto, a
fare l’amore incuranti di ciò che da lì
a nove mesi sarebbe accaduto… Ormai
Kristoff è preda del suo dolore che gli rammenta quanto la
sua ex sia stata
crudele ma allo stesso tempo gli ribadisce che i sentimenti non sono
spenti e
che la ama follemente come il primo giorno.
Però
oggi
nella sua vita c’è Sarah, ragazza dal cuore
grande, abbastanza egocentrica ma
che tiene a lui più di chiunque altro.
Le pene
d’amore
si attenuano grazie ad una distrazione: un sms inviato da Elsa.
È una
foto, l’ennesima di Mia.
Con gli
occhi colmi di lacrime, guarda la meraviglia che è sua
figlia, il tesoro più
grande dal quale si è dovuto allontanare per evitare di
soffrire più del
dovuto.
Non riesce
ad immaginare un futuro senza la bambina. Quanti momenti di crescita
della sua
bambina sta già perdendo, tutto a causa di un orgoglio
ferito.
Vuole
rimediare…niente
e nessuno lo allontanerà da chi più ama al mondo:
il sangue del suo sangue.
------------------------------------------------------
Idunn
cammina avanti e indietro nella camera, in attesa del responso del test.
Anna è
con
lei e trema al pensiero di dover ricominciare da capo una situazione
vissuta
esattamente un anno prima.
“Ci
siamo”
– comunica la ventiduenne, afferrando la scatola con il
risultato.
Il cuore
batte all’impazzata, come a volerle esplodere dal petto.
“Guarda
tu, non ci riesco” – la prega, nascondendo il viso
tra le mani.
Dopo un
bel respiro profondo, l’adulta legge il futuro della sua
secondogenita.
“Allora?”
–
chiede la Froze notando il silenzio della madre.
“Deve
esserci
qualche errore” – aggiunge Idunn, impallidendo.
“Cosa
vuoi
dire?” – le strappa il test dalle mani, agitata e
si accorge di quelle due
dannate linee che circa dodici mesi prima comparvero su quel test che
le
comunicò di aspettare Mia.
“Anna,
tesoro, sarà sbagliato” – aggiunge,
scioccata, la donna.
“Non ci
credo. Non di nuovo. Non di lui” – Anna in preda al
panico, scaraventa sul
pavimento, una vecchia lampada a lei, in preda ad un attacco di panico.
Idunn,
affranta, cerca di placarla – “Figliola, respira
per favore. Siediti qui… ti do
dell’acqua” – le porge un bicchiere e le
sventola un giornale sul viso.
Nel mentre,
cerca di rassicurarla - “Ascoltami, tesoro. I test non sempre
sono esatti.
Facciamo così, adesso ne parliamo con John. Lui è
ginecologo, Ti farà una
visita e appureremo se sei incinta o meno”
“No!
Mamma
inutile che cerchi di convincere te stessa che non è vero.
Sono incinta di
nuovo…di Hans” – ripete, singhiozzando
– “Di Hans”
Preda della
forte agitazione, Anna perde i sensi, soccorsa al volo dalla madre che,
non
avendo altra scelta, chiama aiuto.
-------------------------------------
“Amore
mio, ci hai fatto prendere un bello spavento, sai?”
– è la voce di Westergard
quella che la ragazza sente e riconosce appena ripresa conoscenza.
Attorno a
sé
ci sono il dottor Weselton che le offre acqua e zucchero e anche John
Peterson
che sembra confabulare qualcosa con Idunn.
“Non
sei
in formissima, cara Anna! Ti consiglio di coricarti e dormire. La
serata organizzata
al ristornate potrete sempre recuperarla quando ti sentirai
meglio” – dice il
dottor Dominik.
“Certo,
assolutamente” – risponde Hans, preoccupato per lo
stato della fidanzata.
La proposta
di matrimonio avrebbe atteso…la salute prima di tutto.
“Adesso
sarà meglio lasciarla dormire” –
l’invito di Westergard è chiaramente riferito
ad Idunn che non lascia la figlia un solo istante.
“Dai,
tesoro. Andiamo via. Torneremo un altro giorno” –
le dice Peterson, notando che
Hans non gradisce che i due siano lì.
A
malincuore, la mamma saluta sua figlia e le sussurra –
“Sistemeremo ogni cosa.
Io non ti lascio sola”
Sono fuori
dalla villa poco dopo, mentre Anna disperata, preda di un pianto
incontrollabile, si chiude in se stessa e in un dolore che non avrebbe
mai
pensato di poter provare dopo la notizia di una gravidanza.
Si sa che
i bambini sono gioie, eppure quello in particolare non lo sente suo,
non è
stato concepito per amore.
E
l’immagine
di Kristoff si fissa nella sua testa e le ricorda quanto sia stata
stupida tre
mesi prima a cedere al corteggiamento di Hans.
Adesso,
però, è troppo tardi.
-------------------------------------------------
John e
Idunn sono prossimi ad arrivare a casa, intenti a discutere
sull’accaduto.
La donna
spiega al compagno del test e del risultato inatteso.
“Dille
di
venire da me domattina. Controlleremo ogni cosa”
“Che
probabilità abbiamo che il test si sia sbagliato?”
“Non so
dirtelo con precisione. Molte variabili vanno considerate.
Innanzitutto, il
test era scaduto?”
“Non
saprei. L’ho preso dal tuo studio medico”
“Controllerò
domattina. Non vorrei fosse tra quelli che stavo per gettare
via”
“Incrocio
le
dita allora. Speriamo sia un falso allarme” – prega
la donna, rivolgendo uno
sguardo al cielo seguito da un segno della croce.
In quel
preciso istante, la ex signora Froze riconosce Kristoff sul marciapiede.
Avrebbe tanto
da dirgli, eppure la possibile seconda gravidanza di Anna la frena.
“Quello
non è..?” – nota John.
“Si, si
è
lui. Va dritto e non fermarti” – gli ordina.
“Potrebbe
aiutarci!”
“E come? Sparirebbe dalla circolazione se sapesse che Anna
aspetta un bambino
dal suo nemico”
“Nulla
è
ancora detto, mia cara” – la consola
l’uomo, mostrandosi fin troppo ottimista.
“Lo
spero,
Anna ne uscirebbe distrutta e non posso permettere che soffra di
nuovo”
Le scrive
un sms comunicandole di stare serena e che l’indomani John
Peterson avrebbe
dato conferme o smentite su quello detto dal test.
--------------------------------------------
Westergard
entra nella camera di sua moglie, sdraiandosi sul letto accanto alla
ragazza.
Lei,
sveglia da ore, avverte il contatto del corpo di lui con il suo.
“Come
ti
senti?”- le sussurra, spostandole dolcemente i capelli
liberando il collo sul
quale si avventa come piovra.
“No,
dai.
Non sto bene, lasciami riposare” – Anna lo
allontana, già consapevole dei
desideri di Hans.
“Volevo
soltanto coccolarti un po'” – aggiunge lui,
portando una mano sotto le
lenzuola, precisamente sulla coscia della fidanzata.
“Ti
prego,
stanotte non mi va”
“Che ti
prende? Sei strana” – inizia a sospettare del
malessere della Froze.
“Sono
solo
stanca. Mia è faticosa” – mente la
ventiduenne.
“E io
che
speravo ti piacesse fare la mamma”
“Ovvio
che
sì” – replica lei.
“Bene,
perché ho intenzione di avere tanti figli”
– le sussurra malizioso – “Comincerei
quasi subito a farne uno”
La reazione
di Anna è immediata. Si alza dal letto, trattenendo il
pianto, e sotto lo
sguardo confuso del ragazzo lascia la stanza.
“Ma che
le
succede?” – si chiede Westergard, preoccupato.
Anna raggiunge
il giardino attorno alla villa.
Con uno
scialle sulle spalle, siede su una panchina ed osserva le stelle. In
momenti
come quello preferisce starsene per conto suo, dimenticandosi di chi la
circonda e delle circostanze che vive.
“Se
solo
potessi tornare indietro nel tempo…”
Una lacrima
le riga la guancia.
“Se
solo
Kristoff fosse qui..” – aggiunge asciugandosi il
viso.
In quel
momento il cellulare che ha con sé tra le mani vibra.
Un messaggio
di Idunn, anche lei ancora sveglia perché in pena per la
seconda delle sue
ragazze.
“Tesoro
mio, non essere triste. Mamma è qui con te. Troveremo una
soluzione a tutto. Tu
però non raccontare assolutamente nulla a Hans. Se sapesse,
non avremo più vita
facile”
Con il
cuore a pezzi, devastato e lacerato, Anna rientra in casa.
Raggiunge la
stanza dove il russare di Westergard testimonia il suo sonno.
Si stende
di fianco a lui, ben distante e chiude gli occhi.
La prima
immagine che le compare è quella del suo unico vero amore.
Con
Kristoff stampato nella mente, si addormenta sperando che quello sia
solo un
incubo e che finisca il prima possibile.
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Capitolo 23 *** 22 Capitolo ***
Anna
trascorre la notte insonne sia turbata da qualcosa che sta per
stravolgerle la
vita che disturbata dal russare costante di Hans che le dorme accanto.
Occupa quelle
ore seduta vicino alla culla, osservando la sua bambina, ricordando
ogni attimo
con lei, da quando scoprì della sua esistenza, alla paura
della malattia che la
colpì, fino al giorno che si allontanò da casa,
varcando l’uscio di villa
Westergard.
Il sole
è
alto in cielo e Mia ha appena ricevuto la poppata mattutina, quando la
ventiduenne, dopo una rapida doccia, si appresta ad andare
all’ospedale.
È
Milly ad
accorgersi della ragazza con la carrozzina, pronta per uscire.
“Dove
va,
signorina? Non fa colazione?” – le chiede.
“Ho una
visita importante. Ci vediamo dopo” – liquida
subito la cameriera e fila via.
A breve
avrà certezze su quello che sarà il suo futuro.
Con il
cuore in gola percorre i kilometri che la separano
dall’hospital di Arendelle.
“Tesoro,
eccoti. Come ti senti?” – le domanda Idunn,
raggiunta la figlia in sala d’attesa.
“Sto
tremando. Non sto bene, potrei svenire..” –
confessa, sventolandosi un giornale
sul viso.
“Calmati…ci
sono io” – la donna unisce le sue mani a quelle
della figlia e le ricorda
quanto sia forte -
“Sei una guerriera,
supererai anche questa e gestirai al meglio ciò che
accadrà”
“Sento
di
non farcela stavolta” – spiega Anna, rassegnata ad
un destino ingiusto.
“Non
dirlo
neppure per scherzo. Se dovesse arrivare un nuovo bambino, lo
cresceremo
insieme”
“Hans
non
impedirà mai che questo accada” –
precisa la ragazza.
“E chi
dice che dovrà sapere della gravidanza”
– conclude Idunn, sotto lo sguardo spiazzato
della giovane Froze.
“Aspetta…che?”
– esclama lei, proprio quando John Peterson sopraggiunge tra
loro, invitandole ad
entrare nello studio medico.
L’adulta
ha già deciso come agire se le circostanze non saranno come
spera la
secondogenita.
Una volta
sistematesi nella stanza, il ginecologo interroga Anna sui rapporti
sessuali
con Hans, sull’ultimo ciclo, sui dolori e le nausee costanti.
“Sono
incinta,
vero? Sii diretto, ti supplico” – lo prega la
ventiduenne, con gli occhi
stracolmi di lacrime.
“Ascolta,
da ogni segnale si supporrebbe che il test abbia indovinato. Preferisco
farti
analisi, ecografia e visita” – le dice, invitandola
a sdraiarsi sul lettino.
Sono
momenti , quelli, che Anna associa a quelli vissuti mesi prima.
“Ricordo
la prima ecografia di Mia come se fosse ieri” – si
commuove, mentre Peterson
mantiene un distacco professionale, non lasciandosi coinvolgere dalle
emozioni
che prova.
Al termine
della visita, l’uomo è pronto a darle parte del
responso.
Il pianto
della piccina, ingestibile da sua madre, preda di un panico pre
risultato,
costringe Idunn a lasciare la secondogenita assieme al dottore.
---------------------------------------
La Froze
è
nei corridoi. Piange disperata, non controllando i singhiozzi che
prendono il
sopravvento anche sul suo respiro.
“Tesoro,
allora? Che ti ha detto John?” – le corre incontro
Idunn, vedendola poco dopo
da sola in preda ad una crisi.
La
reazione fa temere il peggio.
“Rispondimi”
– le ripete ancora.
Impossibilitata
a parlare a causa delle lacrime che continuano a scendere violente
sulle sue
guance, Anna affida la sua cartella medica alla madre.
L’adulta,
tremante, le sfoglia non capendo nulla di quanto scritto.
“Tutti
questi termini strani, non li capisco” – replica
lei, innervosendosi.
“Il
test
era scaduto” – una terza persona dà le
spiegazioni che la ex signora Froze
attendeva.
“Quindi?
John, mi stai dicendo che…?” –
speranzosa, unisce le mani a modi preghiera.
“Puoi
stare
serena. Anna non è incinta. Nessun bambino in arrivo, lo
dimostra l’ecografia,
la visita. Mancherebbero i risultati delle analisi, però
quelle ve le
comunicherò domani”
Euforica,
la donna si getta tra le braccia della figlia che piange di gioia.
“Hai
visto? Si è risolto tutto”
La
felicità
del momento viene interrotta dall’arrivo di qualcuno di
inatteso.
“Dominik,
sei di turno anche oggi?” – esclama, sorpreso,
Peterson accortosi del collega
con in mano i risultati delle analisi del sangue della ragazza
lì presente.
“Mi sto
domandando io cosa ci fate voi qui” – si riferisce
ovviamente alla fidanzata
del nipote, esigendo delle spiegazioni.
“Controlli
di routine” – si limita a dire lei.
“E come
mai stai piangendo?” – insiste l’anziano,
sospettoso.
“Stavamo
parlando di cose madre figlia” – interviene Idunn
in soccorso alla giovane.
La prende
per mano e, spingendo la carrozzina, si allontana con lei ignorando lo
sguardo
di Weselton. Lui, infatti, perplesso su quanto visto, comunica a Hans
l’incontro
inatteso in ospedale.
--------------------------------------------
E’ ora
di
pranzo quando Anna, a malincuore, si separa dalla madre e torna alla
villa.
“Amore,
si
può sapere che fine hai fatto? Sei andata via
così…” – Westergard le va
incontro con tono molto arrabbiato.
“Ehm…
dovevo vedere mia madre” – limita la
verità, evitando la parte fondamentale.
“In
ospedale?”
– replica lui, al corrente di tutto.
“Te
l’ha
detto tuo zio, immagino” – la Froze si scalda in
fretta.
“Ovviamente.
Se non fosse stato per lui, avresti mentito fino alla fine..”
Tra i due
segue uno scontro verbale acceso, dove lui la attacca sulle sue
stramberie,
sorte non appena riallacciati i rapporti con Idunn, e lei replica in
difesa
della madre.
“Stare
con
la tua famiglia ti fa male”
“Non
osare
dire cose del genere” – guai a toccarle sua madre o
sua sorella. Infatti Anna
si infuria e conclude – “ Un’altra parola
contro di loro e lascio per sempre
questa casa”
“COSA? Annie, ma sei fuori?”
“No,
sono
finalmente me stessa dopo tre mesi di pazzia. Non so come ho fatto a
rimanere
qui tutto questo tempo”
“Non ci
credo che tu pensi davvero questo”
“Voglio
restare sola. Ciao” – così dicendo si
chiude in camera e trascorre le ore
seguenti a gestire la sua rabbia.
Hans ha
superato il limite e con lui ha intenzione di farla finita, una volta
per
tutte.
Però
Anna
non ha la più pallida idea di quanto sta per accadere.
-----------------------------------
“Credi
davvero che sia questo il motivo?”
“Certo,
nipote mio. Lei avrà pensato di essere incinta”
Le idee di
Dominik Weselton sono giunte alla verità e non ha atteso un
solo istante per
condividerle con il diretto interessato.
“Come
ha
potuto non dirmelo! E’ una notizia di cui avremmo dovuto
gioire assieme”
“Hans, mi dispiace dirtelo, secondo me non era affatto
felice, piuttosto direi
che tutto questo mistero significa che era terrorizzata
dall’ipotesi di essere
in dolce attesa”
Westergard ridacchia, sminuendo le parole dello zio. Poi
però la serietà dell’uomo
gli fa comprendere che la sua teoria non è affatto assurda.
“Forse
hai
ragione”
“Come
pensi di comportarti con lei adesso?”
“Abbiamo
litigato. Mi vuole lasciare, ma adesso ho in mente un’idea
che può essermi
utile nel tenerla qui con me” – rivela Hans, con
sorriso beffardo.
Poi spiega
il piano al parente che, pur di vedere sereno il figlio di sua sorella,
morta
anni addietro per una malattia, è disposto a tutto.
Anche a
falsificare delle analisi del sangue che appuravano con certezza
l’assenza di
gravidanza di Anna.
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Capitolo 24 *** 23 Capitolo ***
Anna è
nella sua stanza, alle prese con due valigie e un telefonino che suona
in
attesa di risposta.
“Elsa,
ti
prego, rispondimi” – ripete più volte la
ventiduenne, camminando avanti e
indietro nella stanza, con il cellulare all’orecchio.
“Cazzo”
– esclama
perdendo le staffe all’ascolto della segreteria.
Determinata
a voler lasciare la villa, anche senza attendere l’aiuto di
sua sorella nel
trasporto bagagli, afferra la roba e la trascina fino
all’ingresso.
Stranamente
nessuno è presente quando la giovane chiama il taxi.
“Bene,
tesoro. Tra meno di dieci minuti l’automobile sarà
qui, e io e te torneremo dai
nonni” – si rivolge alla bambina nel passeggino,
che la osserva in silenzio succhiando
il ciuccio. Accenna poi un sorriso mostrando delle visibili fossette
sulle
guance e questo è per Anna il primo segnale positivo. Forse,
senza saperlo,
anche Mia risentiva di un clima troppo pressante e adesso
può respirare aria
nuova.
I minuti
passano rapidamente e il taxi raggiunge la casa dei Westergard.
“Eccolo,
finalmente” – la Froze si appresta, rapida, a
raggiungere il mezzo.
Tutto
è
sistemato ed è giunto il momento per le due di andare via,
riabbracciando la
vecchia vita.
“Dove
vi
porto?” – domanda l’autista alla
ventiduenne.
Anna sta
per comunicare l’indirizzo esatto, quando le vibra il
cellulare.
“John?”
–
esclama stupita lei. Chiede tempo al tassista e risponde al patrigno.
“Hey
John,
ho provato a chiamarvi ore fa...” – sono le prime
parole della giovane.
Il dottore
la zittisce immediatamente -
“Vieni
immediatamente in ospedale”
“In ospedale? Cosa è accaduto? Si è
sentito male qualcuno? Elsa? Non mi
rispondeva prima… non lei sarà mica successo
qualcosa?” – il primo pensiero ricade
sulla sorella.
“No,
stiamo tutti bene. E’ necessario che tu venga qui il prima
possibile,però”
Con il cuore in gola, terrorizzata dal tono di voce estremamente serio
dell’uomo,
la Froze raggiunge in taxi l’hospital.
Ha con
sé i
bagagli quando arriva davanti lo studio medico di Peterson.
“Annie,
eccoti. Entra subito” – la tira a sé,
non dando peso alle valigie della
ragazza, troppo agitato da quello che deve dirle.
Il clima
teso e le carte che John stringe tra le mani innervosiscono la
ventiduenne.
“Vieni
al
dunque” – esclama, battendo con forza un pugno
sulla scrivania, dopo minuti di
eterno silenzio.
Il compagno
di Idunn non si pronuncia; le mostra direttamente il fatto.
Anna ha
tra le mani le analisi svolte quella stessa mattina.
“Non
capisco cosa significa!” – è confusa lei.
“A
quanto
pare mi sbagliavo” – commenta, affranto dal primo
errore medico commesso nella
sua brillante carriera lavorativa.
“Cosa?”
–
il panico prende la ragazza che salta dalla sedia, fissando con occhi
sbarrati
il patrigno.
“Mi
risulta strano aver sbagliato, lo confesso. Ecografia e controllo non
dimostravano questo…però le analisi parlano
chiaro”
“Potrebbe
esserci un errore” -
ipotizza la
giovane, con le mani tra i capelli.
“Le
analisi
del sangue non sbagliano. Sono attendibili..”
“Non
riesco a comprendere come la mancanza di un battito cardiaco
proveniente dal
mio ventre possa essere meno attendibile di un prelievo”
“Adesso
sei sconvolta, è normale”
“Sconvolta? No, sono finita” – conlcude,
prima di sprofondare nell’abisso più
oscuro, che la costringe a tornare sui suoi passi.
--------------------------------------
“Cosa
fai
con quei bagagli?” – domanda Hans, vedendo la
fidanzata tornare a casa.
Lei alza
il capo, mostrando lo sconforto e la rassegnazione che le dipingono il
viso.
“Va
tutto
bene? Sembri sconvolta” – a quel punto Westergard,
le va incontro preoccupato.
“Sono
stanca, non chiedermi niente. Non sono in vena” –
liquida subito il compagno,
chiudendosi in se stessa e tra le quattro mura della sua stanza.
Così
il
ragazzo è di nuovo da solo, mentre la osserva allontanarsi
spingendo, con
fatica, il passeggino.
“Avevi
ragione, zio” – commenta quando sente il dottor
Weselton alle sue spalle.
“Mi
dispiace, nipote”
“No,
non
devi. Anzi, ti sarò sempre grato per quanto hai
fatto” – lo abbraccia, felice.
“Adesso
non mettermi nei casini. Vedi di realizzare davvero quanto mi hai fatto
falsificare
nelle analisi” – puntualizza lui, dando una carezza
affettuosa a Hans.
“Tranquillo,
mi metterò in opera subito. Anna mi darà un
figlio. Faremo pace e vedrai, mi
impegnerò ogni notte fino a quando non rimarrà
davvero incinta” – ridacchia.
Poi si
siede, rilassato, sul divano e consulta un giornale sportivo, godendo
del
momento di vittoria.
-------------------------------------
E’
tarda
serata.
Anna ha
ricevuto le chiamate di Idunn e di Elsa, però non ha
risposto a nessuna di
queste.
Si fissa
allo specchio, sentendosi totalmente priva di qualsiasi forma di
emozione.
Solo un
rimpianto sembra dominare la sua coscienza.
“Se
fossi
stato di Kristoff, avrei fatto i salti di gioia” –
si rivolge al presunto feto
che crede di avere in grembo.
In
quell’istante,
la Froze scorge sulla rubrica dei contatti il nome del suo ex ed ecco
cadere
una lacrima sulla sua guancia.
Senza
riflettere, spinta solo dal desiderio di sentire la sua voce, compone
il
numero.
“Pronto?”
–
risponde una donna dall’altro lato della cornetta.
Istintivamente
Anna chiude, spiazzata da una voce femminile.
“Non ci
credo” – ripete a se stessa –
“Non può essersi fidanzato”
Le ore
seguenti si cruccia all’idea di aver perduto per sempre il
grande amore e la
sofferenza per un destino accanto a Hans la schiavizza. Non ha molte
scelte
adesso che pensa anche che Kris ha un’altra persona al suo
fianco.
Mentre piange,
sentendosi messa da parte dall’uomo della sua vita, bussa
qualcuno alla sua
porta.
È
mezzanotte
ed è proprio Westergard la persona in questione.
“Amore,
posso entrare?” – le chiede. La voce pacata e
pronta al confronto sono l’arma utilizzata
dal ragazzo per calmare Anna.
Senza
ricevere risposta, Westergard varca l’uscio e si avvicina al
letto, sul quale è
sdraiata la ventiduenne.
“Volevo
chiederti
perdono”
“Scuse
accettate. Buonanotte” – fredda come il ghiaccio,
si volta su un fianco,
ignorandolo volutamente.
“Annie,
perché sei arrabbiata? Dovrei essere io a sentirmi escluso
dalla tua vita.
Insomma, vai via da casa, non dici nulla, prendi delle valigie, poi
torni…ti
chiudi in camera tutta una serata, mi tratti con distacco…
cosa ti ho fatto di
grave?” – il ruolo di vittima gli calza a pennello.
“Vuoi
davvero saperlo?” – a quel punto la Froze lo
attacca, alzandosi dal letto e
cambiando tono di voce.
Si trova
faccia a faccia con il fidanzato e la rabbia le ribolle dentro.
E’
tentata
di gridargli contro che se avesse usato precauzioni nulla sarebbe
accaduto, che
è il solo responsabile… poi, dopo che Hans le
sfiora il viso, asciugandole il
pianto, si zittisce.
Sarebbe troppo
crudele agire così, pensa tra sé e sé.
“Parlami,
chiariamo” – le prende le mani e le intreccia alle
sue.
Adesso potrebbe
rivelargli il fatto. Dirgli “Guarda che sono incinta, che si
fa? Perché io non
sono pronta ad un secondo figlio”
E invece
nulla viene detto. Anzi, lo sguardo di Anna nota, di sfuggita, lo
schermo
illuminato del cellulare, che è adagiato sul comodino
accanto al letto.
Resta spiazzata
quando legge chiaramente “Kristoff”.
Le
emozioni che credeva spente tornano a riscaldarle il cuore e la
speranza si
riaccende.
Vuole
sentire la sua voce dopo tre mesi di separazione. Per farlo,
è necessario chiudere
la conversazione con Westergard.
“Vorrei
restare da sola stanotte, se non ti dispiace. Domani ti
spiegherò tutto” –
mette da parte l’orgoglio e con un rapido bacio sulla guancia
a Hans, lo invita
a lasciare la camera.
Frettolosamente
chiude la porta all’uscita del compagno, che invece,
soddisfatto, crede di
averla riconquistata.
Si sbaglia,
Anna è già pronta a rispondere alla telefonata di
Bjorgman.
“Hey”
–
dice lui, con un filo di voce, dato l’imbarazzo nel
riascoltare la voce della
ragazza che ancora ama e che gli ha recato tanto male.
“Ciao”
–
aggiunge lei, emozionata.
“Cosa
ti
serve?” – chiede il biondo, riferendosi alla prima
chiamata ricevuta ore prima.
“Scusami,
ho sbagliato” – mente la ragazza.
“Ok…ehm…
tutto bene? Mia come sta? Elsa mi manda spesso sue foto”
– Bjorgman avrebbe
potuto chiudere immediatamente, ma è lui in primis a porle
domande di
interessamento.
“Davvero?”
– stranamente Anna non è arrabbiata per le azioni
della sorella.
“Non ce
l’hai
con lei?” – domanda, infatti, il giovane.
“Assolutamente
no. Mi dispiace che tu non abbia più visto la bambina. Se
vuoi domani potremmo
trovarci al parco” – gli propone, desiderosa come
mai prima, di rivederlo.
“Dici
sul
serio?” – piacevolmente sorpreso, Bjorgman si
mostra entusiasta all’idea.
“Certo,
nostra figlia ha già perso troppo tempo senza di
te”
I due, dopo un momento di disagio iniziale, si danno appuntamento per
la
mattina successiva.
Ma Anna non aveva promesso a
Hans un chiarimento
proprio l’indomani mattina?
Come
gestirà
le due situazioni?
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Capitolo 25 *** 24 Capitolo ***
Ascoltare
la voce di Anna, anche solo attraverso un apparecchio telefonico, fa
riaffiorare nella mente di Kristoff vecchi ricordi e la consapevolezza
che,
nonostante il male recatogli, la ama ancora.
Sarah
è la
sua fidanzata, però tra di loro non c’è
mai stato altro se non baci e sguardi
dolci. Purtroppo non può sostituire un sentimento
così forte come quello che
nutre per la madre di sua figlia.
“Dove
stai
andando così presto?” – domanda Erika
Bjorgman al ragazzo, guardandolo uscire
di casa intorno alle nove del mattino.
“Ho un
appuntamento importante” – risponde, mettendo in
borsa un pacco con un enorme
fiocco rosa.
“Quello
è
per Sarah? Vuoi chiarire con lei portandole un regalo?”
– la donna è molto
curiosa e indaga, sapendo benissimo che l’interrogatorio non
è gradito al
figlio.
Kris la
guarda inarcando un sopracciglio, come a volergli dire –
“Mamma, potresti non
interessarti dei miei affari privati, una volta tanto?!”
E
così,
Erika alza le mani intuendo il messaggio di fondo e torna alle sue
faccende.
Preso un
pezzo di carta e una penna, il giovane papà scrive
“ Per la mia piccola Mia” e
lo incolla con del nastro adesivo al retro del pacco.
Emozionato
da ciò che sta per accadere, si accinge a lasciare
l’appartamento.
Ha il
cuore a mille e quella sensazione non lo spaventa affatto. Sta per
riabbracciare un pezzo di vita ingiustamente messo da parte e non
può esserne
più felice.
Anna, nel
frattempo, è pronta per raggiungere l’ex fidanzato.
Senza
accorgersene si è agghindata esattamente come il giorno che
i due si sono
scambiati il primo bacio.
I lunghi
capelli mossi sciolti che le cadono sulle spalle, il trucco leggero, il
vestito
a fiori che Kristoff le rimproverava essere troppo corto, due gocce di
profumo sul
collo e sui polsi ed è pronta.
Si guarda
allo specchio e finalmente sorride a se stessa, ritrovandosi e
riconoscendosi
in quella fanciulla che adorava farsi bella per il suo lui e
trascorrere ore ed
ore davanti l’armadio per trovare l’outfit
perfetto.
È come
se
la nuova gravidanza che l’affligge da ore sia un pensiero
ormai dimenticato.
Il
cellulare suona proprio quando Anna adagia Mia nel passeggino.
“Hey,
sei
già lì? Stiamo arrivando” –
risponde, chiudendo la conversazione poco dopo.
In quel
preciso istante qualcuno si presenta alla sua porta.
“Amore,
sono Hans. La colazione è pronta” –
stavolta Westergard non chiede di entrare,
lo fa senza autorizzazione.
“Dove
vai
così abbigliata?” – domanda, confuso e
alquanto sospettoso.
“Ehm…da
mia
madre. Mi ha invitata per la colazione” – mente,
evitando lo sguardo del
ragazzo che guardandola tanto agghindata comprende che la
verità è un’altra.
“Mi
vuoi
far credere che hai messo un abito scosciato, il trucco e il profumo,
solo per
andare a villa Peterson?” – chiede, incrociando le
braccia al petto. La fissa
deluso e alquanto irritato.
“Si, e
allora? Non mi è permesso?” – la Froze
si pone subito sulla difensiva.
Innervosita
dalla sola presenza del fidanzato, si avvicina all’uscita
ignorandolo.
A Hans
questo non sta bene.
Non le
dà
modo di lasciare la stanza. Le afferra un braccio e la blocca.
“Lasciami,
mi stai facendo male” – gli ordina.
“Hai
per
caso un altro?”
“Che?
Sei
impazzito?”
“Perché
mi
dici bugie?” – la delusione è evidente
nel giovane rampollo dei Westergard che
a quel punto, si inginocchia di fronte a lei e inizia a piangere.
“Cosa
fai?” – esclama, sconvolta.
“Ti
supplico… non spezzarmi il cuore. Non farmi del
male…non vorrai lasciarmi come
hai fatto con il tuo ex, vero?” – Hans gioca sporco
e decide di puntare sui
sensi di colpa di una ragazza madre che ha vissuto per mesi con
l’idea di
essere stata responsabile del dolore recato a Kristoff.
“Hans
io…”
– Anna è bloccata davanti a tali parole e
l’immagine di Bjorgman che lascia
villa Peterson con le valigie, dopo averla sentita dire
“Penso di amare Hans”,
le piomba in mente come un fulmine.
Come
può
incontrare il papà di sua figlia senza sentirsi una
vigliacca avendolo ferito
profondamente?
“Io ti amo, Annie. Ti perdono ogni cosa, ma tu non andartene
via, non
lasciarmi” – insiste, rimettendosi in piedi,
tirando a sé il corpo della
ragazza che, paralizzata tra le sue braccia, sente la coscienza
divorarla, per
l’ennesima volta.
“Ho
voglia
di fare l’amore con te, adesso. Concedimi questo, ti
prego” – le sussurra
all’orecchio.
La
ventiduenne sobbalza sentendo tale proposta e si stacca dalla presa di
lui.
Indietreggia
e scuotendo il capo manifesta il suo diniego.
“Non mi
vuoi più? Pensavo mi amassi”
“Smettila”
– la giovane, dandogli le spalle, si copre le orecchie per
non sentirlo,
intenzionata a scacciare delle voci interiori che le ripetono
“E’ colpa tua”
“Hai fatto solo del male a tutti” “Metti
la testa a posto”
Scoppia a
piangere, accasciandosi sul pavimento freddo.
“Amore
mio, ci sono io qui” – Westergard le siede accanto
e ascolta le sue lacrime e i
suoi singhiozzi, pronto a mostrarsi come uomo perfetto, mentre
è proprio lui ad
aver agito in maniera tale da distruggere la serenità della
Froze.
-----------------------------------
“Dove
sei
finita? E’ successo qualcosa? E’ un’ora
che aspetto” – Kristoff invia l’ennesimo
vocale alla ex.
Non sa
spiegarsi la ragione di quel notevole ritardo.
Ma i
minuti continuano a passare e di Anna nessuna traccia.
Deluso e
al contempo preoccupato, Bjorgman si allontana tornando sui suoi passi,
diretto
verso casa.
“Già
di
ritorno?” – domanda Erika.
Il figlio
non risponde. Si chiude nella stanza, sbattendo con forza la porta.
“Tesoro
va
tutto bene?” – chiede la donna.
“Non
voglio essere disturbato” – risponde lui.
Indossa le
cuffie e, disteso sul letto, lascia che la musica lo liberi da paranoie
e
tensioni che non gli danno pace.
Perché
Anna ha voluto un appuntamento al quale non si è presentata?
Cosa
può
mai essere accaduto? Lo ha preso in giro di nuovo?
----------------------------------------
“E’
stato
bellissimo, sai?” – esclama, soddisfatto, Hans dopo
aver dato prova di una, a
suo avviso,eccellente performance.
Anna,
distesa su un fianco, coperta da un sottile lenzuolo bianco, non si
esprime.
Si è
concessa di nuovo a lui, non sa come né perché ma
ha spento ogni emozione e si
è lasciata muovere e controllare da Westergard e
dall’irrefrenabile desiderio
sessuale di lui.
“Dovremmo replicare, non
credi?” – aggiunge poi il
giovane, voglioso di riuscire nell’intento: avere un figlio.
“Non mi
va” – commenta lei. Afferra la vestaglia e la
indossa. Lascia la camera e si
dirige nel bagno.
Chiusa a chiave
la serratura e controlla il cellulare: dieci chiamate di Kristoff e
alcuni
messaggi.
“Mi
dispiace, non dovevamo risentirci. Colpa mia, come al solito. Ti mando
una foto
di Mia. Ciao” – gli scrive, con il cuore a pezzi e
la certezza di non vederlo
mai più.
|
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Capitolo 26 *** 25 Capitolo ***
Il messaggio
di Anna è un duro colpo per Kristoff che, in silenzio, fisso
con lo sguardo
sullo schermo del cellulare, si interroga sulle ragioni di quel cambio
di idea
improvviso.
L’immagine
di Mia è la foto della felicità: la piccina
distesa sul letto, con un abitino
rosa confetto, perfetta copia della sua mamma, con quello stesso
sorriso che lo
fece innamorare.
“Non ti
capisco più” – dice Kris, ad alta voce,
con chiaro riferimento alla Froze.
E in quel
preciso istante gli sembra di rivedere la ex a pochi passi da lui.
Bella come
sempre, con indosso il famoso vestito a fiori, con i capelli raccolti
in due
lunghe trecce e le solite ballerine ai piedi, è immobile
accanto alla finestra
aperta.
Kristoff
scuote la testa, incredulo per quanto appena visto.
“Sto
impazzendo” – esclama, consapevole di avere le
allucinazioni,nascondendo la
testa sotto il cuscino.
La signora
Erika bussa alla porta, in pensiero per il figlio, in
quell’istante preciso.
“Mamma,
cosa vuoi?” – brontola lui.
“Tesoro,
va tutto bene?” – gli domanda, apprensiva come suo
solito.
“Si,si”
–
risponde il ragazzo, alzando gli occhi al cielo, irritato.
“Non ci
credo. Dai lasciami entrare, così parliamo un po'”
“Ho
detto
che non ho bisogno di nulla” – Bjorgman cambia
tono, manifestando il suo nervosismo
tramite la voce.
La donna
non è affatto tranquilla e così decide di fare
una telefonata importante.
“Vieni
subito qui, ti prego”
--------------------------------------------
La notizia
che John comunica ad Elsa e Idunn sconvolge le due donne.
Provarono per
ore a contattare Anna, senza alcuna risposta.
“Sarà
disperata, povera figlia mia” – l’adulta,
in preda al panico, cammina avanti e
indietro senza darsi pace.
“Cara,
siediti per favore. Mi stai agitando” – Peterson la
invita a prendere posto
accanto ad Elsa.
“Non
posso
stare calma. Capite? Anna è incinta di nuovo… ha
rischiato di morire per una
gravidanza arrivata troppo presto…adesso non solo
dovrà portarne avanti una
seconda, con tutti i rischi che comporta, ma avrà anche il
terrore che quanto
accaduto a Mia potrà riaccadere..”
“Io
penso
che il dolore più grande di Annie sia dovuto al futuro che
le si prospetta
davanti”
“Intendi
dire Hans?” – interviene John.
La primogenita
di Idunn annuisce – “Lei non lo ama”
“Questo
è
sicuro. Ma io non le permetterò di vivere sotto lo stesso
tetto di quel riccone
da strapazzo”
“Tesoro
non avrai intenzione di..?”
“Certo
che
sì. In fondo Hans non sa nulla del bambino. Anna gli
dovrà semplicemente dire
che non vuole più stare con lui. Al resto penserò
io”
“Mamma
mi
spaventa sentirti parlare così” –
commenta Elsa, accortasi dell’estrema serietà
della madre.
“Ho
bisogno del tuo aiuto, figliola” – aggiunge la
donna.
“Farei
ogni cosa per mia sorella”
“Chiama
Kristoff”
“Eh?
Non
so se sia il caso..”
“Hai detto che avresti fatto tutto per Anna,
allora…fallo”
“Ma
io..”
“Niente ma, Elsa! Solo lui può riportarla a casa,
da chi davvero ama”
“La
loro
storia è terminata tre mesi fa. Tu stessa hai detto che lui
adesso ha una nuova
ragazza. Cosa ti fa pensare che ci darà una mano?” - la giovane Froze espone
i suoi dubbi.
“Elsa
ha
ragione, Idunn”
“Fidatevi.
Qui non si tratta di Anna, ma di Mia. Se Kristoff è il
ragazzo che ho imparato
a conoscere e che ho imparato a stimare, non si farà
scrupoli a strappare sua
figlia da villa Westergard”
“Cara,
ti
ricordo che conosco bene il padrone della villa di cui parli. Posso
stare
sereno che non manderai all’aria un’amicizia
ventennale?”
Lo sguardo
della compagna vale più di mille parole. Lo fissa
fulminandolo con gli occhi.
Vorrebbe dirgli
“In una situazione simile, pensi ai rapporti con
quell’imbecille?”, invece tace
ed evita discussioni inutili.
Torna alla
primogenita e le spiega il suo piano.
----------------------------------------
Nel
frattempo..
“La tua
fidanzata è sempre più strana, fratellino. Non
parla, non ride, non mangia più.
Sicuro che sta bene?” – per la prima volta dopo
mesi, Sophie Westergard si
interessa della salute della futura cognata.
“Ha
avuto
un momento di tristezza. Le passerà”
“Tristezza?
Ma se sembra depressa” – commenta, sgranocchiando
biscotti dietetici.
“Non
dire
stronzate. Pensa a te piuttosto. Ti sei ridotta a mangiare questa roba
schifosa, per non ingrassare” – replica, rubandole
il cibo dalle mani per
assaggiarlo.
“Idiota”
–
gli getta contro un cuscino, ridacchiando.
Anche Hans
ride di gusto, divertito dal momento.
“Dove
vai
ora?”- chiede
la maggiore al fratello.
“Devo
prendere un regalo alla mia ragazza. Torno presto”
Alla loro
gioia si contrappone la totale estraneità in cui vive Anna.
La ragazza
seduta in soggiorno, in totale solitudine, intenta ad allattare sua
figlia, fissa
lo schermo della televisione.
L’ennesima
telefonata di Elsa viene ignorata proprio allora.
“Perdonami
sorellina” – dice lei, amareggiata.
Osserva poi
Mia, intenta a ciucciare, e le accarezza con dolcezza i morbidi capelli
biondi.
Un gesto
della bambina le scioglie il cuore. Guardando Anna, Mia incurva
dolcemente le
labbra, solleva le guance, dando l’illusione di sorridere
proprio a sua madre.
“Amore
mio”
– esclama la ragazza, ricambiandola con un tenero bacio sulla
fronte.
“Se non
ci
fossi tu, la mia vita sarebbe finita”
Il
cellulare torna a vibrare per l’ennesima volta, come a
ricordarle “Anna, non
sei sola. Non hai soltanto Mia. Hai tua madre, tua sorella, tuo padre,
perfino
John Peterson”
A quel
punto afferra l’apparecchio e accetta la chiamata.
“Annie!
Finalmente, che fine avevi fatto? Come mai non rispondevi”
– sono le prime
parole di Elsa.
“Scusami,
sono stata…ehm…impegnata” –
finge.
La
maggiore comprende la bugia ma sorvola, perché non ha
intenzione alcuna di
innervosire la parente.
“Vorrei
vederti. Ci incontriamo al parco?”
“Veramente
io non saprei” – tergiversa, poco convinta
dell’idea.
“Forza,
non farti pregare. Voglio vedere la mia nipotina. Mi manca
sbaciucchiarla”
L’entusiasmo
della dolce zia e il desiderio di rivedere un pezzo di famiglia la
convincono
ad accettare.
“Perfetto,
niente Hans però”
Quella
precisazione
fa sorridere Anna che risponde –
“Ovviamente”
Chiusa la
telefonata, indossa le scarpe da passeggio, sistema i capelli alla
meglio, un
goccio di profumo, ed è pronta ad uscire.
Adagia la
bambina nel passeggino e lascia la villa.
Nel tragitto
che la separa dai cancelli di casa, prega di non trovare nessuno e di
non dover
dare spiegazioni su dove va, perché va e chi incontra.
La fortuna
gira a suo favore questa volta.
Una volta
superate le barriere, tira un sospiro di sollievo e si gode dei minuti
di aria
fresca primaverile e della luce di un cielo più azzurro del
solito.
“Hey,
Annie sono qui”- la chiama Elsa facendole segno con la mano,
poco dopo.
Le sorelle
si ritrovano in un abbraccio.
“Come
stai?” – le domanda. A quel punto la minore crolla.
Un pianto
lacerante manifesta tutta la tristezza che ha nel cuore.
“Sono
incinta, Elsa! Sono incinta”
“Ascoltami,
so tutto. John ci ha informate. Però a me questa storia
puzza. Ho voluto tenere
per me la cosa, senza alimentare la rabbia di nostra madre”
“Che
vuoi
dire?”
“Lei
vorrebbe che ti riportassi a casa nostra, approfittando adesso
dell’assenza di
Hans”
“Cosa?
No!
Non posso fargli questo ora…non adesso che ho in grembo suo
figlio”
“E’
questo
il punto… è questo il mio dubbio. Vorrei che
rifacessi il test”
“Elsa,
ho
fatto le analisi. Quale cosa più certa di quella”
“Secondo te non è strano che dopo
l’incontro di Dominik Weselton in ospedale
quella mattina, i risultati siano passati da essere negativi ad essere
positivi?”
In quel
momento la teoria della sorella più grande sembra alimentare
una speranza in
Anna.
“Credi
sia
arrivato a tanto?”
“Non lui…. Hans!”
“Cosa?”
–
esclama scioccata la seconda.
A quel
punto, Elsa le prende la mano e la conduce verso una farmacia vicina.
Compra un
test di gravidanza e lo ripone in borsa.
“Ecco,
qui
abbiamo la risposta che ci serve” – sostiene la
prima delle Froze.
Anna
però
è di poche parole, continua ad avere lo sguardo basso.
“Sorellina,
stai tranquilla. Andrà tutto bene, vedrai”
– la abbraccia.
Le due
dopo una camminata e un lungo sfogo raggiungono villa Westergard.
Chiusa in
bagno, la secondogenita di Idunn cerca di trovare il coraggio per fare
quel
test ricco di aspettative. Ma
non ha la
forza. Le tremano le mani e le lacrime le cadono violente sulle gote,
impedendole di ragionare lucidamente.
---------------------------
Elsa è
in
attesa, con in mano un cellulare, mentre mantiene una calma apparente.
La casa di
Westergard con tutto quel lusso e quel silenzio la inquieta.
“Questo
non è il tuo mondo, sorellina. Ti porterò via da
qui” – parla ad alta voce,
decisa a fare quanto detto.
Ma addio
tranquillità; ecco arrivare qualcuno e raggiungere la
ragazza.
“Cosa
ci
fai tu qui?” – le viene domandato.
La Froze
si volta verso la voce e incrociando le braccia al petto, è
pronta ad
affrontare chi ha causato tutto il casino che sta vivendo sua sorella.
Avrebbe
molto da tuonargli contro e quando sta per aggredirlo verbalmente, ecco
unirsi
anche Anna.
A quel
punto Westergard teme che le sorelle possano essersi confidate
qualsiasi cosa e
cambia il suo gioco.
“Amore
mio,
ho appena saputo la bella notizia”
“Aspetta..che?” – esclama Elsa.
Hans si
fionda sulla fidanzata e la stringe a sé.
“A cosa ti riferisci?” – domanda Anna.
“Avremo
un
bambino. E’ meraviglioso. Adesso non rimane che una cosa da
fare…sposiamoci”
Il gelo
che segue, riempito dalle sole grida di gioia del ragazzo, paralizza le
due
Froze.
Adesso come
si devono comportare?
Ma
soprattutto…
Anna ha fatto il test? Che esito le ha dato?
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Capitolo 27 *** 26 Capitolo ***
“Sposarvi?
No, non se ne parla” – interviene Elsa, avanzando
verso la sorella, appoggiandole
una mano sulla spalla .
“Finalmente
avremo la nostra famiglia” – aggiunge Hans,
ignorando la maggiore delle Froze
che è arrabbiata come mai prima in vita sua.
“Scordatelo.
Non lo permetterò” – insiste ancora la
ragazza, alzando la voce.
A quel
punto, Westergard, mantenendo una calma apparente, si rivolge alla
compagna -
“Anna,
tesoro, puoi dire a tua sorella di abbassare i toni?”
“Mi
rivolgo a te come merita la tua sporca, vile, ignobile
persona” – tali parole però
non piacciono al padrone di casa che, diventato serio, con
l’aria di chi sente
l’odio ribollirgli dentro, spinto dal desiderio di sopraffare
il nemico, le
punta il dito contro – “Come osi?”
L’indole
pacifica manifestata da sempre, alla presenza di Anna, lascia spazio ad
una
diversa, anche fin troppo inquietante personalità.
Però
la
ventiduenne non reagisce; stringe tra le mani il famoso test di
gravidanza,
senza dire nulla. Assiste, muta, alla litigata tra i due mentre sono i
mille
pensieri a dominare la sua mente.
“Oso
perché sono sua sorella, ho il diritto di difenderla dagli
impostori come te”
“A che
ti
riferisci?” – domanda, confuso, lui –
“Impostore di cosa?”
“Fingere
non ti conviene, caro il mio Hans”
“Tu sei
matta. Vieni a casa mia, lanci accuse pesanti, pretendi di decidere per
la vita
di Anna… sai che potrei decidere di farti sbattere fuori con
uno schioccare di
dita?”
“Fallo
allora! Buttami fuori, ma lei viene con me” –
controbatte Elsa, afferrando il
braccio della sorella.
La stretta
della parente, riporta la Froze dallo stato comatoso in cui era
momentaneamente
caduta.
Scuote la
testa, ritornando in sé e finalmente prende parola
– “Smettetela”
“Amore,
dovremmo essere da soli a godere della bella notizia,
anziché sopportare le
gelosie di una ragazza eternamente single che è gelosia fino
al midollo della
nostra gioia”
“Che
cosa?
Ma come ti permetti?” – Elsa è fuori di
sé e istintivamente colpisce Hans in
pieno volto, sganciando un destro che lo mette ko.
“Elsa!
Cosa fai?” – grida Anna, soccorrendo il compagno
steso sul pavimento.
“Questo
è
troppo. Ti voglio fuori da qui” – tuona Westergard,
aggrappandosi alla fidanzata
che lo aiuta a sollevarsi da terra.
“Sorellina,
io non permetto a nessuno di trattarmi in questo modo. Se voleva
umiliarmi
ricordandomi di essere sola come un cane,
beh…c’è riuscito. Però
è meritava la
mia ira” – pronta a lasciare la villa, porge la
mano alla consanguinea
dicendole – “Andiamo?”
Anna
però
esita. Posa lo sguardo sul viso del compagno che ha un evidente livido
sull’occhio
e aggiunge - “Non posso”
“Come?
Cosa
stai dicendo?” – esclama la maggiore, incredula.
“Perdonami”
– con le lacrime agli occhi, la minore tra le due abbraccia
l’altra e le
sussurra all’orecchio – “Ti
spiegherò ogni cosa appena possibile”
Accompagnata
la sorella alla porta, la saluta con il cuore in mille pezzi.
“Quella
è
una pazza. Potrei denunciarla, sai?” – si lamenta
Hans, mentre Anna appoggia
sull’occhio nero del giovane un panno con del ghiaccio.
“Cazzo,
è
gelido” – sussulta lui al contato con il freddo.
“Non
dovevi attaccarla in quel modo” – commenta la
giovane.
“Ma hai
visto come mi ha ridotto? La difendi anche?”
“Non
hai
usato termini molto carini” – continua Anna.
“Ed io
che
ero tornato a casa felice come una Pasqua…”
– cambia discorso Westergard,
posando delicatamente una mano sul ventre piatto della fidanzata
– “Mio zio mi
ha detto che eri incinta, quando l’ha fatto non potevo
crederci” – le accarezza
la pancia con fare paterno, ovviamente mera finzione dato che lui sa
che non
esiste nessun bebè.
Quel gesto
così intimo fa indietreggiare istintivamente la giovane.
“Che ti
prende?” – domanda lui, stranito da tale reazione.
“Sono
arrabbiata per la discussione con Elsa. Non mi piace vedere che tra le
nostre
famiglie scorrono cattive acque”
“Colpa
di
tua sorella, non mia” – ribadisce il giovane,
sofferente al pugno subìto.
La Froze
non si pronuncia in merito. Tace per evitare discussioni.
Però
ecco
che Westergard, dopo qualche minuto di silenzio, le ripropone la
questione “Matrimonio”.
“Allora
quando ci sposiamo?”
“Ecco
io…”
– Anna non sa davvero cosa dire e fare ed impallidisce
sentendolo parlare di
nozze.
Ma Hans ha
pronto addirittura l’anello.
“Avevo
comprato questo per te proprio per farti la proposta stasera”
– estrae dal
taschino un cofanetto.
La Froze
con il cuore in gola lo apre e resta a bocca aperta di fronte ad un
diamante
luminosissimo.
“Sarà
costato una fortuna”
“Per te
i
migliori regali” – commenta, sorridendole,
avvicinando le sue labbra a quelle
di lei.
Anna gli
concede un semplice e rapido bacio a stampo.
“Quindi?
E’
un si o un no?” – Hans vuole la risposta.
“Dammi
tempo per pensarci, ti prego” – spiega la giovane,
turbata e messa alle
strette.
“Aspettiamo
un bambino, penso sia naturale sposarci. Perché sei tanto
dubbiosa?”
“Vorrei
del tempo, se non ti dispiace” – a quel punto Anna
trova la forza per dirgli
qualcosa di utile alla sua salute fisica e psicologica.
“Tempo?
Annie, mi stai spaventando. Non vorrai mica dirmi che mi molli?
Dannazione,
quello che hai dentro di te è mio figlio”
– si agita Westergard.
Segue
ancora altro silenzio.
Ed è
sempre lui a riprendere – “Io non sono Kristoff,
non mi terrai lontano dal bambino”
“Non lo
farei mai” – replica la ventiduenne.
“E
allora
ti supplico… non lasciarmi” – la scena
pietosa di Hans, studiata a tavolino,
tocca il cuore ferito della ragazza che continua a ripetere a se stessa
– “Non
farti condizionare da lui…fai quello che senti e che
vuoi…reagisci”
Invece la
sua risposta è – “Ok, rimarrò
qui”
Il sorriso
si accende sul volto di Hans che sente ormai un pieno controllo su Anna
e sulla
sua volontà.
“A
patto
che…” – pone dei limiti –
“… vorrei che Elsa venisse a stare qui con
me”
“Cosa?
Io
quella non la voglio in questa casa”
“Allora
sarò io ad andare da lei. Ho bisogno di qualche giorno in
sua compagnia”
“Cosa nascondi Annie? Cosa tramate tu e tua
sorella?” – lo sguardo teso e
scrupoloso di Hans è poco rasserenante e infatti la Froze
spiega solo che ha
necessità di casa e di famiglia.
“Credevo
mi amassi” – commenta Westergard, guardando la
fidanzata salire le scale per
raggiungere la sua stanza.
Anna lo
sente bene ma non replica. È la verità quella,
dopotutto. Lei non lo ama, non
lo vuole, perché negarlo.
Giunta in
camera, telefona sua sorella, facendo attenzione a non essere udita da
nessuno.
“Mi
vuoi
spiegare come mai sei rimasta lì?” –
sono le prime parole pronunciate dalla
primogenita di Idunn.
“Volevo che lui pensasse che sono ancora sotto il suo
controllo”
“E
ora?”
“Adesso
gli ho detto che verrò a stare da te per un po'. Faremo
tutte le visite mediche
necessarie”
“Allora il test l’hai fatto? Qual è
stato il risultato?”
“Avevi ragione tu Elsa! Il test è negativo, voglio
vederci chiaro. Fingerò comunque
di essere incinta e giocherò sporco come lui… tu
però stammi vicino, non so
fino a quanto reggerò alle sue pressioni”
“Ci sono sorellina, e ci sarò sempre”
Anna ha
finto la disperazione e lo shock per convincere il fidanzato di poterla
dominare e decidere per lei.
Il test di
gravidanza parla chiaro.
È
giunto
il momento di riprendere in mano la sua vita.
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Capitolo 28 *** 27 Capitolo ***
“Hai
detto
che viene qui?” – domanda per l’ennesima
volta Idunn ad Elsa.
“Si,
mamma. Credimi… sta tornando a casa” –
risponde la ragazza, sorridendo alla
donna in lacrime per l’emozione di riabbracciare la figlia.
“Tu,
piuttosto…hai fatto quanto dicevi?” –
chiede la primogenita.
“Si,
spero
vada tutto nel migliore dei modi” – aggiunge
l’ex signora Froze, unendo le mani
in segno di preghiera.
“Andrà
bene
vedrai” – le due si abbracciano, felici dopo tanto
tempo.
Passa qualche
minuto ed ecco qualcuno suonare alla porta.
“E’
lei!” –
esclama Idunn, balzando in piedi e correndo diretta
all’ingresso.
Di fronte
a sé c’è una ragazza magra, pallida,
con un trolley e un passeggino.
“Mamma”
–
saluta Anna, con gli occhi lucidi.
“Tesoro
mio” – l’adulta stringe il corpo della
secondogenita al suo e scoppia a
piangere.
Elsa le
raggiunge e si unisce all’abbraccio, accompagnato dalle sue
lacrime delle tre.
“Mi
siete
mancate” – confessa la ventiduenne, mentre sua
madre l’accompagna a sedersi in salone,
intanto che la giovane zia si dedica alla nipotina.
“Finalmente
sei a casa tua” – afferma serena Idunn.
“Non
posso
stare qui a lungo. Hans sospetterà”
“Al
diavolo Hans e la sua famiglia” – esclama
l’adulta, irritata al solo sentirlo
nominare.
“Se
penso
che mi sono concessa a lui, mi viene da vomitare”
“Figliola,
adesso è finita questa farsa. Sei tornata con noi e noi non
ti lasceremo nelle
mani di quell’idiota” – la tranquillizza
la madre.
Strette
l’una
all’altra, le due godono di un momento di intimità
madre figlia.
“Hai
trascorso un compleanno da incubo, immagino”
“Non voglio pensarci più. Adesso ho intenzione di
vivere a pieno questi giorni qui
con voi”
“Bene,
allora la prima cosa che vorrei facessi per me è andare a
riposare. A Mia
penseremo io ed Elsa. Dopodiché ti preparerò la
cena, hai bisogno di rimettere
su qualche kilo”
Gli ordini
materni fanno ridere Anna che aveva dimenticato quanto sua madre
potesse essere
esagerata sotto alcuni aspetti.
“Sono dimagrita?” – domanda osservandosi,
non avendo notato questo particolare.
“Molto
sorellina. I Westergard ti proibivano anche di mangiare?”
– si intromette la
primogenita dei Froze.
“Ero io
ad
avere sempre lo stomaco chiuso” – spiega Anna,
amareggiata.
A sdrammatizzare
la situazione è Elsa stessa che, con Mia in braccio, siede
accanto alla sorella
minore ed esige da sua madre una fotografia.
“Ti
sembra
il momento? Ho appena detto ad Annie di andare a dormire”
– brontola Idunn, per
poi convincersi a scattare il flash.
In quelle
ore di affetto familiare e di aria di casa, la ragazza sembra
dimenticare i tre
mesi a villa Weselton.
Dopo risate,
chiacchiere, tenerezze, con madre e sorella, Anna si reca nella sua
amata camera.
Tutto
è al
suo posto, nulla è stato spostato, in attesa del suo ritorno.
Esausta e
felice, si stende sul letto, le cui lenzuola profumano di vaniglia, e
crolla
nel mondo dei sogni.
-------------------------------------
“Grazie
per essere venuto. Prego, entra pure” – afferma
Idunn, invitando l’ospite a
prendere posto.
“Mi hai
detto che dovevo venire assolutamente per Mia. Eccomi qui, cosa
succede?”
“Kristoff,
ascolta… era una scusa” – confessa
l’ex signora Froze, imbarazzata.
Lo
contattò
dopo la visita di Elsa a villa Weselton da Anna. Una motivazione
perfetta per
convincerlo ad incontrarsi con lei poteva essere una sola: sua figlia.
“Se
è
così, vado via” – fa per andarsene,
deluso.
Un suono
lo trattiene. Alle sue spalle c’è Elsa che lo
saluta. Ma non è sola.
Lui si
volta lento verso di lei, dopo aver udito di sottofondo i gorgoglii di
sua
figlia.
“Mia!”
–
pronuncia quel nome con delicatezza, quasi spaventato
all’idea che la bambina potesse
svanire in pochi istanti.
Trattiene le
lacrime mostrandosi forte e duro come una roccia. Poi, però,
incrociare gli
occhi della piccola, così dannatamente uguali a quelli di
Anna, lo fanno crollare.
Si avvicina
alla creatura che la zia tiene tra le braccia e la osserva in silenzio.
“Non
vuoi
prenderla?” – propone Elsa.
“Posso?”
–
domanda Bjorgman, notando che anche Mia lo fissa sbattendo le lunghe e
folte
ciglia nere.
“Amore
mio”
– esclama quando il corpicino della bambina entra in contatto
con il suo, così
grande ed enorme.
Assapora ogni
momento, ogni odore, le accarezza i morbidi capelli biondi, le
dà un dolce e
lungo bacio sulla fronte.
Mia
sorride sentendo finalmente la presenza del suo papà e
regala attimi di
emozione a tutta la famiglia.
“Come
ho
potuto starle lontano” – si colpevolizza Kristoff.
“La
colpa
non è tua, caro” – interviene Idunn,
posandogli una mano sulla spalla.
“Non
dovevo
fuggire via in quel modo. Dovevo ascoltare le ragioni di Anna, dovevo
mettere
da parte l’orgoglio. Invece l’ho spinta tra le
braccia di quel riccone da
strapazzo” – si sfoga, manifestano dalle due donne
lì presenti, quanto i
sentimenti per la sua ex siano ancora vivi in lui.
“Eri
ferito. Adesso però puoi ricominciare da capo”
– lo consiglia l’adulta.
“Il
dolore
non va via facilmente, Idunn”
“Il
tempo
cura ogni ferita” – interviene la primogenita dei
Froze, sorridendo all’ex
cognato.
A quel
punto, la padrona di casa avanza una proposta, volendo creare un clima
sereno.
“Vorrei
rimanessi qui per cena, ti va?”
Kristoff
la guarda sorpreso, poi le risponde - “Non credo sia il caso.
Se Mia è qui
immagino ci sia anche Anna. Meglio evitare disagi”
“Annie
mi
ha raccontato di averti contattato” – dice Elsa, al
corrente del fatto.
“Meglio
non ricordarlo. Si sarà divertita a prendermi in
giro…”
“Credi
davvero che lei sia così crudele?” –
domanda, perplessa, Elsa.
La
mancanza di risposta di Bjorgman è la risposta che sperava.
“Non so
spiegarmi cosa sia potuto accadere per darmi buca”
“Ragazzo, ascolta. Non sempre le cose sono così
come appaiono. Tu ne sei la
prova”
“Io?
Perché
dici questo Idunn?”
“Beh,
dicevi di essere fidanzato, ho creduto che lo fossi. Era solo
apparenza, vero?
Altrimenti non saresti qui a mostrare palesemente l’amore che
provi ancora per
mia figlia…nonostante tutto”
“Non ho
mai detto questo, non ho mai detto di amarla ancora”
– si difende il giovane.
“Te lo
si
legge in faccia. Perciò, ti prego, accetta
l’invito. Mia merita il suo papà
qui, stasera con noi”
Inutili i
tentativi delle due donne; Kristoff decide di lasciare la villa,
seppure a
malincuore.
“Sei
più
cocciuto di mia sorella” – commenta Elsa, con le
braccia sui fianchi.
“Ora
capisco perché vi siete innamorati. Siete molto simili in
tante cose” –
aggiunge, ridacchiando, l’adulta.
Amareggiata
per aver fallito, si appresta ad organizzare una nuova tattica utile
alla
riappacificazione.
Il caso,
però, volge a suo favore. Infatti Bjorgman è
ancora tra quelle mura quando
Anna, appena svegliatasi, si riunisce alle parenti.
“E tu
che
ci fai qui?”- esclama, riconoscendo l’ex.
Dopo tre
mesi di lontananza, i due si trovano faccia a faccia, dominati da
emozioni di
vario tipo, con il cuore che batte all’impazzata, la tensione
alle stelle, le
gambe che tremano e la salivazione scarsa.
“Ciao
Anna”
– la saluta, guardandola con quello sguardo che solo lui le
rivolgeva e che era
in grado di mandarla in crisi.
La bellezza
di lei lo paralizza. I loro occhi si incrociano, vogliosi gli uni degli
altri,
e le gote di entrambi si colorano di un rosso acceso.
“Vi
lasciamo soli” – conclude Idunn, tirando a
sé per un braccio Elsa e dirigendosi
in cucina.
“Stavo
andando via” – a rompere il ghiaccio è
Kristoff, che si avvicina alla porta.
“Aspetta”
–
lo blocca lei, sfiorandogli una mano.
La sensazione
che segue fa rivivere ai due innamorati momenti di un passato recente
mai
superato.
I loro
sguardi si rincrociano ancora una volta, poi è Anna a
parlare – “ Mi dispiace
per tutto il male che ti ho recato. Se potessi tornare indietro,
cancellerei la
cazzata più grande della mia vita”
Il giovane non risponde, attendo ad ascoltare le parole della sua ex.
“Devo
andarmene, Anna. Scusami, non ce la faccio…”
– così dicendo, Kristoff corre
via, in preda ai ricordi più dolorosi. Se il cuore continua
a ripetergli – “Torna
indietro, torna da lei”, la testa gli consiglia di evitare
altra sofferenza.
----------------------------
“Dove
è
Kristoff?” – chiede Elsa alla sorella, quando la
vede in cucina e
sedersi al tavolo.
“E’
andato
via” – commenta la ragazza, incupita.
“Ma
avevo
preparato la cena anche per lui” – aggiunge Idunn,
dispiaciuta.
“Apprezzo
i vostri tentativi di rappacificamento, ho capito che farmi venire qui
e far
venire qui anche lui era un modo per sistemare le cose. Peccato non
abbia
funzionato”
“Sei
ancora in tempo, Annie” – l’idea della
madre è quella di non demordere –
“Quando
vuoi qualcosa con tutta te stessa, va’ e prenditela”
“Mamma
ha
ragione. Se lo ami, faglielo capire in ogni modo”
Le parole
delle due parenti, saranno oggetto delle riflessioni di Anna durante
tutto il
pasto.
E’ nel
momento finale, quando stanno per consumare il dolce, la ventiduenne si
alza
dalla sedia e sale nella sua camera.
“Che
cosa
le prende adesso?” – si domanda confusa Elsa.
Mezz’ora
dopo, Anna è all’ingresso intenta ad indossare un
giubbotto di pelle nero.
“Wow,
sei
uno schianto” – si complimenta la sorella, felice
di vederla indossare un look
più femminile.
“Figliola
dimmi che vai da lui, ti prego” – chiede speranzosa
Idunn.
“Avete
ragione, devo riconquistarlo. Sono disposta ad ogni cosa, anche a
ricominciare
tutto da capo…a quel giorno che ci siamo incontrati, che io
indossavo questo
vestito, al giorno dove tutto è iniziato… non
perderò Kristoff, non di nuovo.
Ho sbagliato una volta. Adesso basta”
|
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Capitolo 29 *** 28 Capitolo ***
Kristoff
è
fermo alla fermata dell’autobus. Quella sera ha preso il
mezzo pubblico per
andare a villa Peterson, per non creare sospetti in mamma Erika,
già opprimente
di natura.
Guarda le
strade illuminate dai fari delle automobili che sfrecciano, mentre il
vento
scuote le foglie degli alberi e smuove i capelli del giovane pensieroso.
Che
sensazione strana rivedere Anna. Il cellulare gli vibra in tasca e gli
ricorda
che c’è un’altra persona nella sua vita
oggi.
“Sarah,
ciao” – risponde dopo giorni di silenzio tra loro.
“Si
può
sapere che fine hai fatto? Se pensi di usarmi tanto per, ti sbagli. Sto
incazzata nera con te, perciò sappi che o ti presenti a casa
mia con un mazzo
di rose o ti sbatto la porta in faccia” – la voce
seria della ragazza, diventa improvvisamente
divertita.
“Ma sei
ubriaca per caso?” – risponde Bjorgman,
ridacchiando di fronte alle battute
simpatiche della compagna.
“Dai,
amore. Ovviamente scherzavo, volevo metterti in difficoltà.
Sai che però sono
una frana con le bugie. Ti ho chiamato per chiederti di andare a
mangiare una
pizza insieme”
“Ora?”
“Si,
dove
sei adesso?”
“Sono
alla
fermata e attendo
l’autobus”
“Dove
sei
stato fino a quest’ora?” – domanda,
curiosa, la fidanzata.
“Ho
rivisto vecchi amici” – mente, riuscendo a
convincere Sarah.
“Mi
aspetti lì o passi a casa mia?”
“Ti
vengo
a prendere, ok? Mezz’ora e sono da te”-
così chiude la conversazione telefonica, dopo
la pace con la ragazza.
Il bello
di quella storia era sapere che Sarah era sempre pronta a perdonare
ogni suo
errore. Lei era sempre accanto a lui, a farlo sorridere, ad offrirgli
una
spalla su cui piangere.
Eppure nonostante
i pro, Kristoff continua a pensare sempre e solo a una persona.
“ANNA!”-
esclama, incredulo, riconoscendo la Froze a pochi passi da lui.
“Posso
sedermi?” – chiede, indicando il posto sulla
panchina, esattamente accanto all’ex.
Lui
annuisce, stranito dall’arrivo della ragazza.
“Piacere,
io sono Anna” – afferma, porgendogli una mano,
sorridendo.
“Eh?
Anna,
ma io ti conosco. Sicura di stare bene?”
“Ti
piace
l’abito che indosso?” – gli domanda,
alzandosi in piedi,volteggiando di fronte
a lui, lasciando che il vestito venisse sollevato leggermente dal vento
primaverile.
“Sei
bellissima” – confessa, arrossendo subito dopo per
l’imbarazzo - “Che cosa sto
dicendo?” – dice a se stesso, portandosi una mano
sulla fronte.
A quel
punto la ventiduenne resta immobile a guardarlo, alimentando il senso
di
disagio del ragazzo.
“Cos’hai
in mente?” – parla lui.
“Cosa
vuoi
dire?” – è la risposta di lei.
“Hai
indossato questo abito e io ricordo bene quando te lo vidi la prima
volta
addosso…ti presenti come se non mi conoscessi! Hai qualcosa
in mente, vero?” –
Kristoff ha colto qualcosa e espone le sue perplessità.
Anna
sorridendo, felice che l’ex non abbia dimenticato neppure
come fosse vestita
quel famoso giorno, azzarda di più.
Sotto lo
sguardo scioccato di Bjorgman, siede sulle sue gambe e gli mostra un
oggetto.
Lui,
sofferente per il contatto fisico, rosso di vergogna, inizia
addirittura a
sentirsi accaldato.
“Ehm…
cosa
fai?”
“Volevo
vedessi questo” – gli porge l’anello
regalatole da Hans ore prima.
In quel
momento l’imbarazzo cede il passo alla serietà.
Gli occhi
si posano sul diamante che Anna ha tra le mani.
“Che
significa?” – domanda lui.
“Hans
mi
ha chiesto di sposarlo”
Quella
dichiarazione paralizza Kristoff che, invita la Froze ad alzarsi
dandogli modo
di mettersi in piedi.
“Non
dici
niente?” – aggiunge lei.
“Cosa
dovrei dire? Sposalo! Sii felice.. in fondo lo ami, o no?”
– con il capo passo,
inizia a camminare ignorando il fatto che l’autobus
è prossimo e arrivare fino
a casa a piedi
è impensabile.
“Io amo
te
non lui” – confessa.
Bjorgman
si blocca, di spalle alla ex.
Anna avanza
e lo raggiunge.
“Dimmi
che
mi ami anche tu. Dimmi che c’è ancora una speranza
per noi” – le lacrime le
scivolano violente sul volto che mostra tutta la sofferenza di una vita
fatta di
difficoltà.
Kris la
osserva poi si limita a dire - “Ciao” –
si incammina di nuovo, evitando di
mostrare la sua debolezza.
Anna non
ci sta e si sfoga.
“Gridami
che mi odi, che non mi vuoi più, che solo vedermi ti fa
ribrezzo. Urlami il tuo
disprezzo, lo preferisco a questo silenzio. Non mi ami più,
messaggio chiaro.
Adesso andrò da Hans e lo sposerò. Sei contento?
Però almeno dimmi in faccia
che ti faccio schifo”
L’intento
è suscitare una reazione nel giovane che, purtroppo, la
ignora proseguendo il
suo cammino.
Anna lo
vede allontanarsi e svanire poco dopo in un angolo della
città.
Con il
cuore a pezzi, si rincammina verso casa. Versa tutte le sue lacrime,
tanto da
non riuscire più a piangere.
È di
fronte al cancello della villa quando qualcuno la chiama.
“Annie”
Allora lei
si volta verso quella voce che la fa sussultare.
“Ciao,
piacere io sono Kristoff” – Bjorgman, di fronte a
lei, le porge la mano.
Emozionata,
la ragazza le si getta al collo e finalmente sente che le barriere che
Kris le ha
alzato contro sono definitivamente cadute.
Le sue
braccia l’avvolgono con forza, come a non volerla
più lasciare andare.
“Non
osare
sposarti con Hans! E’ a me che devi dire Si
sull’altare” – le sussurra.
A quel
punto non esita più.
Lui la ama
disperatamente.
E la bacia.
Un iniziale sfiorarsi di labbra, delicato, al quale ne seguono altri,
più
intensi, mentre le mani di lui viaggiano sulla schiena della ragazza e
quelle
di lei giocano con i capelli scompigliati del suo innamorato.
Riassaporano
sensazioni di cui avvertirono per mesi la mancanza.
“Ti
amo” –
si lascia andare Anna, radiosa ed emozionata.
“Anche
io.
Non ho mai smesso” – confessa, cercando di nuovo il
contatto con la bocca della
Froze che lo accontenta subito.
I loro
baci sono lunghi, passionali, dolci, e si susseguono uno dopo
l’altro per ore. Seduti
davanti la villa, si scambiano effusioni fino a quando sorge il sole.
Kristoff
ignora che Sarah, allarmata dalla sua assenza, tema il peggio e abbia a
sua
volta contattato Erika Bjorgman.
C’è
paura
proprio perché aveva un appuntamento con la fidanzata, al
quale non si è
presentato.
E’
l’alba
quando Anna e Kristoff, seduti sulla panchina, coperti dalla giacca di
lui, si
svegliano.
“Accidenti!
Ci siamo addormentati qui?” – esclama lui.
“Penso
che
ci beccheremo l’influenza” – commenta la
Froze, stiracchiandosi – “Però erano
mesi che non dormivo così bene” –
aggiunge poi, rivolgendo quei sorrisi unici
che era solita regalare solo al suo grande amore.
Quando
Bjorgman afferra il telefono nota le chiamate di tutta la famiglia.
“Mia
madre
mi caccia di casa. Mi conviene tornare a vivere qui”
– ridacchia.
“Sei
sempre il benvenuto”
“Non
tornerai a villa Westergard, vero?”
“Devo
farlo ma solo per chiudere con Hans per sempre”
“Vuoi
che
venga con te?”
“No,
lui
non deve sospettare che noi siamo tornati insieme. Potrebbe
impazzire”
“Ok, si
fa
come dici tu” – le accarezza teneramente la guancia
e le dà un altro bacio.
“Ora
rientro. Tornerò di pomeriggio, è bene che mia
madre sappia che sto bene e non
sono disperso chissà dove” –
così dicendo corre via.
Anna, con
le farfalle nello stomaco, le palpitazioni, e la testa tra le nuvole,
entra in
casa.
Finalmente
sente di essere rinata e le è bastato poco: solo il suo
Kristoff.
--------------------------------
“Maledetto,
chissà cosa avranno fatto soli in quella casa!! Alle mie
spalle…me la
pagheranno” – Hans Westergard, appostato sotto
villa Peterson ha spiato tutta
la notte la sua fidanzata.
Ed è
quando vede Bjorgman lasciare i cancelli di quell’abitazione
che accende l’automobile
e punta proprio il ragazzo.
Lo schianto
è forte e il corpo del giovane vola dall’altro
lato della strada.
I rumori e
le grida di passanti e di altri veicoli fermatisi per soccorrere,
attirano l’attenzione
della gente.
Idunn
è
alla finestra quando nota la confusione.
“Cos’è
questo baccano?” – domanda alle sue figlie.
“Un
incidente?” – ipotizza Elsa.
“Andiamo
a
vedere. Magari hanno bisogno d’aiuto” –
afferma Idunn.
Le tre
corrono in strada.
Basta poco
per riconoscere la vittima in questione.
Le grida
strazianti di Anna riecheggiano nel quartiere.
La ragazza
si getta sul corpo del fidanzato, urlando tutto il suo dolore.
La
sofferenza andata via qualche ora prima, torna a dominarla
più forte che mai.
È come
se
il destino le volesse recare solo male. Ma si sbaglia…non
è il destino ad
essere colpevole.
Piuttosto Hans
Westergard!
|
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Capitolo 30 *** 29 Capitolo ***
Erika
Bjorgman è sempre stata una donna semplice, materna e
comprensiva. Sin da
ragazzina si prese cura dei fratelli più piccoli, con
attenzione e amore,
diventando una seconda mamma.
Un dramma,
però, vissuto poco dopo aver scoperto di essere in dolce
attesa, le ha cambiato
la vita totalmente.
“Christopher,
mi raccomando,vai piano con l’auto. Se bevi più
del dovuto, chiamami che vengo
a prenderti, ok?” – dice Erika al fratello minore,
prossimo a raggiungere la
festa dei diplomati, alla quale partecipava tutto l’istituto.
All’epoca,
la Bjorgman era diventata la moglie di un noto dentista, del quale ha
preso il
cognome, che le ha donato la gioia più grande: quella di
diventare madre.
“Prometto
che starò attento” – le dice il giovane,
dandole un bacio sulla guancia.
Un saluto
al volo che Erika ricorda ancora oggi e che le spezza il cuore essendo
stato l’ultimo
che si scambiarono.
Una
telefonata nel cuore della notte la distruggerà per sempre.
“C’è
stato
un incidente, il ragazzo è rimasto ucciso nello
schianto” – le viene comunicato.
Erika
è la
prima a recarsi in ospedale, a guardare il corpo del fratello senza
vita, a
dover rivelare il fatto ai suoi genitori e al resto della famiglia.
Un trauma
, questo, che influenzerà la sua vita.
La donna
crescerà suo figli, al quale dà quel nome in
ricordo di Christopher, in modo
iperprotettivo,
Tutta la
sofferenza patita dalla perdita dell’amato fratello, torna a
dominarla quando
il figlio esige di vivere da solo, lontano da casa dove si respira un
silenzio
pesante e un dolore ancora presente.
Ad oggi le
cose sono cambiate: Erika ha ritrovato se stessa, anche grazie ad una
cerchia
di amiche che le è accanto in ogni occasione, grazie alla
psicoterapia, grazie
a dei tranquillanti, grazie anche alla sua tenacia rivelatasi
fondamentale per
non cadere nell’abisso senza speranza di riemergere. Suo
marito, sempre fuori
casa, ha ripreso a starle accanto come un tempo.
Cosa potrebbe
scaturire nella mente di una donna che ha patito troppo, sapere quanto
appena
accaduto a suo figlio?
Di nuovo
un incindete, di nuovo uno schianto, di nuovo la corsa in ospedale.
Di nuovo
un corpo senza vita su una barella? Questo è il dramma che
da lì a poco si
scatenerà nella testa di Erika Bjorgman.
------------------------------------
“Come
sta
Anna?” – domanda John ad Idunn, una volta raggiunta
lei e Elsa in sala d’attesa.
“Le
hanno dato
un tranquillante” – spiega l’ex signora
Froze, seduta accanto alla figlia, con
un rosario tra le mani.
“Tesoro,
vedrai che Kristoff starà bene” –
Peterson cerca di essere ottimista e dare
forza alla compagna.
“Quanto
vorrei
fosse acciuffato quel bastardo che l’ha investito ed
è fuggito via” – commenta la
ragazza, arrabbiata.
“Io mi
domando come possiamo dare la notizia alla famiglia di lui”
– aggiunge,
singhiozzante, l’adulta.
“Il
cellulare di Kris è nelle mani della polizia. L’ha
ritrovato sul luogo dell’impatto,
sul bordo della strada” – racconta Elsa.
“Dopo
lo
schianto, penso sia rimasto ben poco di intatto in quel
telefonino” – aggiunge,
amareggiata, la donna.
“Dobbiamo
avere fiducia nei medici” – afferma, convinto,
l’uomo.
“Se
sono
tutti come il dottor Weselton, dovremmo avere solo paura”
– in un momento di
ira, Idunn si lascia andare ad un duro giudizio sul collega del suo
compagno..
“Cosa
stai
dicendo? Dominik è un professionista, ha salvato tante
vite” – lo difende John.
“E’
un
falso…come suo nipote”
Quelle
insinuazioni circa le capacità e la lealtà di
Weselton, accendono un dibattito
nella coppia che viene placato dall’arrivo improvviso di Anna.
La ventiduenne,
con il viso spento e il passo lento e incerto, avanza verso i familiari.
“Hey,
Annie, ti va di prendere una boccata d’aria?”
– le propone Elsa, in pena per la
sorella.
“No,
voglio vedere Kristoff”
“Tesoro,
ancora non si sa nulla. L’hanno portato in sala
operatoria”
“Pensavo
che il destino iniziasse a sorridermi, finalmente”
– la rassegnazione ad una
vita infelice prende piede in Anna, che viene immediatamente
abbracciata dalle
sue consanguinee.
Peterson,
in disparte, dispiaciuto per la discussione con Idunn, si allontana
dirigendosi
proprio nello studio medico del collega in questione.
Non lo sorprende
trovare la stanza vuota.
“Deve
essere alle prese con qualche paziente” – riflette
tra sé e sé.
Il cellulare
di Weselton però è sulla scrivania e comincia a
vibrare.
Con la
coda dell’occhio, John legge il nome di Hans.
“Sei la
mia rovina, Hans Westergard! Mi pento ancora di averti retto il gioco
mesi fa,
quando patteggiai a tuo favore con Anna” –
aggiunge, prima di sentire la porta
alle sue spalle schiudersi.
“Hey
John,
che succede? Tutto bene?” – domanda Dominik, con
delle cartelle gialle in mano.
“Volevo
chiederti se hai novità sulla salute del ragazzo, quello che
è stato investito”
“Kristoff?
Dicono sia alquanto grave, è ancora in sala operatoria.
Penso ci vorrà molto
tempo, prima di avere notizie. Però è in buone
mani, tranquillo” – dice l’anziano,
davvero dispiaciuto per l’accaduto.
“Sii
schietto e sincero…credi che ce la farà? Ho
bisogno di sapere come gestire il
dolore di Idunn e di Anna soprattutto”
“Di
Anna?
Credevo che fossero in cattive acque” – esclama
Wesetlon, stupito dal sapere
che la fidanzata di suo nipote piange ancora per l’ex.
“Non so
se
Hans ti ha aggiornato, però Anna è tornata da noi
a casa per qualche giorno”
“Come? E perché?” – sobbalza
l’uomo.
“Non ne
sono al corrente. Però la mia compagna ha detto che Kristoff
si trovava da noi per
far visita a Mia quando è accaduto il fatto”
– racconta la versione modificata
di Idunn.
La ex
signora Froze ha evitato di rivelare nei dettagli le sue idee per far
riconciliare la coppia di genitori.
“Beh..non
so cosa dire… solo che sono davvero amareggiato. Mia ha
bisogno del suo papà,
anche se, ripeto, Hans si è comportato da padre esemplare in
questi tre mesi”
“Non ne dubito” – si limita a rispondere
John.
“Appena
mi
dicono qualcosa sul giovane, ti riferisco,ok?”-
così Dominik liquida l’amico e rimane
da solo con le sue pratiche.
Il cellulare
torna a vibrare poco dopo.
“Hans,
dimmi tutto”
“Zio ho
fatto una cazzata” – la voce tremante di Westergard
non è un buon segno.
“Calmati,
ti sento agitato. Respira profondamente..”
“Ho
fatto
una cazzata”- continua a ripetere il ragazzo.
“Cosa?
Cosa avresti combinato?”
“Ho
investito io Kristoff Bjorgman”
“CHE COSA????”
----------------------------------------
Idunn
è
accanto alle sue figlie e sorseggia della camomilla offertale da
Agnarr, che ha
appena raggiunto l’ospedale.
Dopo essersi
lamentato con la ex moglie di essere sempre l’ultimo a sapere
i fatti
importanti, si placa e resta accanto alla secondogenita, distrutta come
quando,
quattro mesi prima, le venne comunicata la malattia al cuore di Mia.
“Sono
preoccupato
per Anna. Come possiamo aiutarla?” – chiede
l’uomo ad Elsa, in disparte.
“E’
a
pezzi. Stiamole vicino e diamole amore e sostegno. Spero possa bastare
per alleggerire
il carico che ha sulle spalle”
“Intendi
dire per via della bambina?”
“Lei si
sente responsabile di tutto. Sono ore che ripete.. “Se non ti
avessi tradito,
se non fossi rimasto a casa mia fino a quell’ora…
In più ha la responsabilità
di una figlia che rischia di perdere il suo papà”
“Teme
di
doverla crescere da sola, quindi”
“Non
accadrebbe mai, perché ci siamo noi. Ma lei adesso vede
tutto nero, teme il
peggio e le speranze di un futuro migliore sono svanite”
“Avete
contattato la famiglia di lui? Magari potrebbero darle forza e
sicurezza” –
sostiene Agnarr.
Proprio allora
una donna con i capelli lunghi, biondi, raccolti in una treccia, che
cammina
con fatica, sorretta ad un uomo, avanza verso i Froze.
Basta poco
ad Anna per riconoscere la somiglianza tra quelle persone e il suo
ragazzo.
Erika e
Victor Bjorgman, avvertiti dalla polizia, così come accadde
più di vent’anni
prima, sono giunti immediatamente all’ospedale. Sono ormai
morti dentro e i
loro sguardi valgono più di lacrime e parole.
“Tesoro,
siediti
qui. Ti vado a prendere qualcosa da bere” – dice il
signor Bjorgman, aiutandola
a sedersi a proprio accanto ad Anna.
Le due,
una di fianco all’altra, non si conoscono anche se
l’una sa dell’esistenza dell’altra.
La ventiduenne
avrebbe tanto da dirgli; le piacerebbe condividere il dolore che
attanaglia
entrambe e quando è pronta a rompere il ghiaccio, arriva
qualcuno di
inaspettato.
“Sarah,
tesoro…eccoti” – esclama la signora,
accogliendo tra le sue braccia la
fidanzata di suo figlio.
Anna
osserva la ragazza che ha curato le ferite di Kristoff per mesi e resta
colpita
da quanto le assomiglia.
Avrebbe
tanto da dire alle due sconosciute che ignorano la sua
identità.
Però
non
può presentarsi, troppo presa dalle mille paure che
sopraggiungono violente
quando uno dei medici si presenta in sala d’attesa.
“Siete
parenti del ragazzo?” – domanda.
Tutti
annuiscono, sotto lo sguardo perplesso di Erika che non sa chi sia
tutta quella
gente.
Ma sorvola,
pronta ad avere notizie.
“Allora?
Come sta mio figlio?”
“E’
stata
un’operazione delicata. Il colpo che ha preso alla testa
fortunatamente è stato
poco grave…la schiena ne ha risentito. Abbiamo agito per
evitare danni
permanenti”
“Arrivi
al
punto. E’ salvo o no?” – esige Anna,
sentendosi addosso gli occhi di Sarah ed
Erika.
“Adesso
è
in coma”
A quella
comunicazione, segue un grido disperato della madre del giovane che, si
accascia a terra, soccorsa rapidamente da infermieri e dalla nuora che,
seguendo la suocera, si rivolge ad Anna.
“Sarebbe
meglio se andate via tutti” – così
dicendo si allontana, lasciando la Froze
paralizzata di fronte ad un ruolo di fidanzata che non ha
più e che adesso è
occupato da Sarah, che rivendica il suo ruolo con evidente prepotenza.
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Capitolo 31 *** 30 Capitolo ***
Anna è
abbattuta dalla piega che sta prendendo la sua vita. Tutto va male e
per di più
adesso rischia di perdere per sempre il suo grande amore.
“Sorellina,
forse è meglio se andiamo a casa. Magari torniamo in un
altro momento” – le propone
Elsa, avendo assistito alla scena in cui Sarah metteva i Froze alla
porta.
“Non
posso
abbandonarlo senza sapere come sta” – risponde la
giovane, con lo sguardo perso
nel vuoto.
“Mia ti
starà aspettando. La baby-sitter non potrà
gestirla troppo a lungo” – spiega la
maggiore tra le due.
In quel
momento, nella mente di Anna si accende una lampadina.
Balza in
piedi e prende per mano la maggiore, trascinandola fino
all’uscita.
“Sono contenta che ti sia convinta così
facilmente, però… non comprendo la foga
nel portarmi via dall’ospedale” –
sottolinea la prima, alquanto sorpresa.
“Voglio
portare Mia qui” – spiega l’altra.
“Cosa?
Non
ti sembra che il clima non sia dei migliori per una bambina
così piccola?” – le
fa notare Elsa.
“Mia
figlia ha frequentato questi posti da quando è venuta alla
luce, continua a
frequentarli tuttora. Non vedo motivo per cui adesso dovrebbe scuoterla
ritrovarsi
nei corridoi dell’Hospital” – sostiene
decisa Anna.
“Ok,
ok,
messaggio chiaro. Dai, Sali in auto” – la grande
rassegnata alla cocciutaggine
della parente, tira fuori dalla tasca le chiavi e apre lo sportello del
veicolo.
Della loro
assenza se ne accorge subito Agnarr, intento a sorseggiare
caffè di pessima
qualità, senza darsi pace sull’accaduto.
“Avevo
dimenticato
che sei un caffeinomane” – gli rivolge parola
Idunn, avvicinandosi all’ex.
“Non
puoi
immaginare quanto sia schifoso” – sottolinea lui,
facendo seguire un verso di
disgusto.
“Come
mai
lo bevi allora?” – chiede la donna.
“Mi
serve
per non pensare”
“Il
caffè?”
– esclama Idunn, inarcando un sopracciglio.
“Si,
prendimi in giro quanto vuoi però io sarei capace di berne
in quantità
industriali anche senza sentirne l’esigenza”
In quel
momento i due si guardano e assieme iniziano a ridere, coscienti che
non
esisteva ragione per farlo.
Ma la
risata della ex signora Froze, si trasforma in un battibaleno in un
ingestibile
pianto.
Agnarr
istintivamente le va incontro e l’abbraccia.
“Fatti
forza, Kristoff si riprenderà” – la
conforta.
“Non
voglio che Anna patisca la perdita dell’uomo che ama e che
Mia possa crescere
senza un padre. Poi, mi sono affezionata a quel ragazzo, ha un cuore
d’oro, non
merita di morire così” – si sfoga,
ricevendo dal padre delle sue figlie un
sostegno morale.
Erano anni
che i due non erano così vicini emozionalmente e non solo.
Senza volerlo,
le loro fronti si toccano, e rimangono in quella posizione per alcuni
istanti,
fino a quando la voce di qualcuno li costringe a porre distanze
fisiche.
“Eccovi,
finalmente. Che fine avete fatto?” – John Peterson
li raggiunge e sembra molto
affannato.
“Siamo
qui, cosa succede?” – chiede Idunn, dopo aver
rapidamente superato il momento
di imbarazzo con l’ex marito.
“I
Bjorgman
vorrebbero parlarvi” – comunica, spiazzando i due.
“Sanno
chi
siamo?” – si domanda, perplessa, la ex signora
Froze.
“Venite
con me, vi attendono nel mio studio”
John li
conduce a destinazione. Una volta giunti nella stanza, Idunn e Agnarr
si ritrovano
faccia a faccia con i genitori di Kristoff.
“Signori
Bjorgman,
ecco le persone che cercavate” – dice Peterson alla
coppia.
Erika si
libera dell’abbraccio del marito e si avvicina ad Idunn.
Le due
madri una di fronte all’altra, si studiano a vicenda, senza
proferire parola.
È
Victor a
rompere il ghiaccio - “Siete i genitori di Anna,
vero?”
Agnarr
annuisce.
“Eravamo
all’oscuro della vostra identità fino a poco tempo
fa” – aggiunge il signor
Bjorgman.
“Per
noi
vale lo stesso. Vostro figlio ha vissuto per qualche mese nella villa
della mia
ex moglie e del qui presente dottor Peterson, però non ci ha
mai raccontato chi
fossero i suoi genitori” – spiega Froze senior.
“Povero
figlio mio” – Erika si lascia sfuggire
un’esclamazione carica di dolore,
singhiozzando disperata, come se a sentire il nome del ragazzo fosse
tornata
alla realtà dura e cruda dalla quale momentaneamente si era
estraniata.
Idunn a
sua volta ha la stessa reazione e avvolge la sconosciuta tra le sue
braccia.
Non si
conoscono, non sanno nulla l’una dell’altra, eppure
qualcosa in comune c’è.
“Eravamo
all’oscuro anche dell’esistenza di una
bambina” – aggiunge Victor, abbassando
lo sguardo.
“Vi
riferite a Mia? Non sapevate di lei?” – esclama,
sconvolto, Agnarr.
“Non
l’abbiamo
neanche mai
vista” – prende parola
Erika, ringraziando con un timido sorriso Idunn per il gesto affettuoso.
“La
differenza tra noi e voi è lieve. Noi certo conosciamo Mia e
abbiamo seguito la
gravidanza di Anna, però lei è stata lontana da
casa per tre mesi e per tutto
questo tempo non l’abbiamo né vista, né
abbracciata, né abbiamo goduto della
sua crescita”
“Come
mai?”
– chiede, stupita, la Bjorgman.
“Per
colpa
di un cretino che ha fatto di tutto pur di separare i nostri
ragazzi” –
commenta la docente di musica, rancorosa verso l’allievo a
cui ha
effettivamente rinunciato.
“Anna
sarebbe contenta di conoscervi. Venite con noi, vi faremo incontrare la
bambina”
– li invita poi Idunn.
I coniugi
sembrano gioire in un primo momento, poi però è
la donna a ricordare al marito
qualcosa.
“Cosa
diciamo a Sarah? E’ qui fuori a piangere da ore”
“Non lo
so, tesoro. Non vorrei reagisse male..”
“Vi
riferite
all’attuale fidanzata?” – si intromette
la madre di Anna ed Elsa.
“Già,
io
sono molto legata a quella ragazza. Ha un grande cuore ed è
stata fondamentale
per Kristoff negli ultimi mesi”
“Immagino
sia dura, però è bene che comprenda la
situazione” – aggiunge Agnarr.
“Potrebbe
sempre crescere assieme a Kris la piccola” –
propone Erika, totalmente a favore
del rapporto tra i due.
“Come?”-
esclama, spiazzata, Idunn – “Cosa pensate di fare?
Togliere Mia ad Anna?”
“No,
assolutamente. Però Kristoff ha un ruolo in quanto padre e
se dovesse un giorno
sposare Sarah è bene che lei sia cosciente di dover crescere
una figlia non sua”
– spiega Erika.
“Peccato
che vostro figlio ami la mia secondogenita. Prima
dell’incidente li ho visti
baciarsi davanti casa” – precisa l’ex
moglie di Agnarr.
“Cosa?”
–
la Bjorgman resta a bocca aperta sentendo tali rivelazioni.
In quel
momento qualcuno bussa alla porta e Peterson corre ad aprire.
Sull’uscio
del suo studio c’è proprio Sarah.
“Cara,
che
succede?” – domanda Erika alla presunta nuora.
“Scusate,
non volevo disturbarvi. Mi hanno appena detto che Kris è
stato portato in
camera”
“Bene,
corriamo da lui” – così dicendo,
l’addolorata mamma afferra la mano della
ragazza e si allontana diretta verso il suo adorato figliolo.
Victor, a
capo basso, riprende un discorso e fa ai Froze una richiesta
– “Io vorrei
conoscere mia nipote. Ne sento l’esigenza”
Idunn gli
sorride e estrae il cellulare dalla sua borsa.
“Ecco
delle foto” – mostra un centinaio di fotografie
scattate a Mia dalla nascita
fino a quel momento, raccolte da Elsa tramite Anna e invitate poi alla
madre.
“E’
bellissima” – si commuove l’uomo,
osservandole con attenzione una ad una,
lasciandosi andare ad una forte emozione e a delle lacrime
inarrestabili.
---------------------------------------
Nel
frattempo Elsa e Anna sono in auto, assieme a Mia, pronte per ritornare
in
ospedale.
Ma ecco
che la seconda delle due riceve una telefonata da Hans.
“Non
rispondere” – le ordina la maggiore.
“Come
faccio?
Si allarma se non continuo a reggere il gioco”
La primogenita
alza gli occhi al cielo e si rassegna.
“Pronto?
Hans che succede?”
“Annie,
vorrei venissi alla villa”
“Perché? Ti avevo detto che…”
“Ti
supplico” – la voce di lui non è affatto
tranquilla, anzi. Sembra piangere
disperato, mentre i singhiozzi gli impediscono di scandire bene le
parole,
rendendo faticoso persino respirare.
“Calmati,
ti prego. Mi spaventi così”
“Sto
male.
Ho bisogno d’aiuto…” – insiste
Westergard.
Elsa, nel
frattempo, continua a ripetere alla sorella minore –
“Non cedere, non cedere”
Però Anna è davvero preoccupata.
“Passo
cinque minuti. Ho una cosa importante da fare”
E
così,
seppure in ansia perenne per Kristoff sapendolo in coma, la Froze si fa
accompagnare a villa Weselton.
“Ti
aspetto qui, mi raccomando. Qualsiasi cosa, chiamami e vengo a
salvarti” – le
dice Elsa.
“Non
temere. Cosa vuoi che mi possa accadere? Torno subito”
Scende dal
mezzo e raggiunge il portone d’ingresso.
Bussare non
le serve, perché Hans l’ha spiata dalla finestra e
le ha spalancato
immediatamente l’uscio.
“Hans!
Cosa ti è accaduto?” – esclama lei,
trovando il giovane con lo sguardo spento,
gli abiti stropicciati, gli occhi rossi e i capelli spettinati.
Westergard
la guarda e per un secondo il senso di colpa sembra svanire.
“Amore
mio”
– le dice e la abbraccia, tornando a vivere
nell’istante in cui il corpo di lei
sfiora il suo.
Anna vorrebbe
allentare la stretta, staccarsi dal fidanzato, però cerca di
non peggiorare una
situazione già complicata.
“Mi
dici
cosa ti prende?” – insiste poi.
“Non ti
siedi con me sul divano?”- Hans sembra divagare, vuole
tenerla in casa il più
possibile e questo la ventiduenne lo intuisce.
“Se ti
va
di spiegarmi cosa ti turba, ok. Altrimenti io vado via”
– fa per allontanarsi.
Poi è
il
giovane ad afferrarle una mano.
“Ho
saputo
di Kristoff. Mi dispiace” – finge.
Sentire
quel nome, è una lama nel cuore per la giovane che ha solo
un desiderio:
raggiungere l’ospedale e il suo grande unico amore.
“Devo
andare” – molla la presa e si avvia verso
l’uscita, pentita di essersi lasciata
prendere in giro da Hans per l’ennesima volta.
Il riccone
ha poche carte da giocare, dato il casino che ha combinato.
Vorrebbe tenere
Anna lì, al suo fianco ma fallisce in quanto ha compreso che
la voglia di
tornare dal suo Kristoff è più forte di qualsiasi
sua pressione.
La guarda
rientrare in auto e sfrecciare via, mentre il malessere per il danno
recato a
Bjorgman svanisce e la rabbia gli ribolle dentro.
“Vince
sempre lui, maledetto. Con il colpo che ti ho dato non te la caverai,
ne sono
sicuro. Anna tornerà da me piangendo ed io la
farò mia una volta per tutte”
|
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Capitolo 32 *** 31 Capitolo ***
Erika
Bjorgman ha preso posto su una sedia accanto al letto del figlio che
intanto
fissa in silenzio.
Ed è
proprio il silenzio a divagare nella stanza, mentre un macchinario
segnala il
battito cardiaco del giovane in coma.
Sarah
è con
lei, in piedi, e piange senza riuscire a controllarsi.
La madre
afflitta per la sorte toccata al suo unico figlio pensa e ripensa a
Mia, una
bambina di cui ignorava l’esistenza e di cui è
venuta a conoscenza tramite il
dottor Weselton.
Sì,
proprio lui. Fu lui a chiamare in disparte i coniugi Bjorgman
spiegandogli la
situazione di salute di Kristoff e le dinamiche passate della sua vita.
Come mai
l’abbia
fatto? Beh.. Dominik agisce
sempre per
favorire suo nipote.
In che
modo?! Cercando di creare tensioni inutili in qualsiasi modo e maniera.
Adesso Erika
è preoccupata sul da farsi. Vorrebbe raccontare la
verità a Sarah, però la
paura di peggiorare il suo stato psicologico con uno shock simile la
blocca.
“Come
mai
Kris si aggirava per le strade di Arendelle all’alba? Non
riesco a capirlo” –
riflette ad alta voce la giovane – “Avevamo un
appuntamento la sera stessa, lui
ha tardato e a distanza di ore viene investito. Tante cose non mi
tornano”
“Meglio
non pensarci adesso. Preghiamo affinché si svegli il prima
possibile, poi sarà
lui a dirci i fatti come sono andati” – in questo
modo la donna adulta evita di
toccare un tema scottante. Lei sa dove si trovava suo figlio: da Anna,
dalla
sua ex, dalla madre della sua bambina.
Una
verità
che Sarah non conosce e che è bene non sappia…per
ora.
Ripiomba
il silenzio fino a quando Victor Bjorgman raggiunge le due.
Ha gli
occhi lucidi, non più velati di tristezza. Emana una luce
particolare che gli
illumina il viso e infatti ad accorgersene è proprio la
nuora.
“Che
succede?”
– gli domanda, perplessa.
A quel
punto il marito volge un rapido sguardo alla moglie che gli fa cenno di
tacere.
“Ehm….niente,
ho scambiato quattro chiacchiere con i medici per saperne di
più”
“Ti vedo strano”- aggiunge la ragazza, sospettosa.
“Kristoff
è in coma e ha rischiato e rischia tuttora di
morire…come devo stare secondo
te? Strano, ovviamente” – la risposta alquanto
infastidita di Victor
ammutolisce Sarah che si siede in disparte.
I sospetti
sulla fanciulla dai capelli rossicci che piangeva in sala
d’attesa assieme ad
altra gente sono la realtà dei fatti: si tratta della ex del
suo fidanzato che
anche i signori Bjorgman cercano di nasconderle.
Però
sono
tentativi inutili in quanto Sarah ne
è
sempre più convinta.
“Se
temete
che sapere di Anna possa sconvolgermi, non preoccupatevi”
– aggiunge in un
attimo di quiete, subito dopo l’ingresso di Victor in stanza.
“Come?”
–
esclama, stupita, Erika.
“Hai
sentito bene. Anna è il suo nome, giusto?”
I due
coniugi si guardano sconvolti.
“Allora
tu
sapevi di lei. Te l’ha detto Kris?” –
domanda la donna.
“L’ho
intuito. Quando l’ho conosciuto soffriva le pene che solo chi
viene lasciato
dal vero amore può provare. Ho dedotto soffrisse per una
vecchia fiamma. Quando
l’ho incontrata poco fa, con lo sguardo distrutto e
l’aria di chi preferisce
morire piuttosto che vivere senza il suo lui, ho compreso che poteva
essere
solo la persona in questione”
“Sarah io volevo dirtelo
però…” – interviene Erika, ma
viene zittita da altre
parole della giovane.
“Se vi
chiedete come mai conosco il suo nome, semplicemente perché
ho sentito qualcuno
chiamarla, penso sia stata sua sorella”
“Ci
dispiace averti tenuto nascosto di Anna. Anche per noi era
un’estranea, abbiamo
saputo solo da qualche ora di lei”
“Tranquilli,
è tutto ok”- accenna un timido sorriso,
tranquillizzando i genitori del suo
compagno.
“Tra
loro
è finita, dopotutto. Non hanno più
legami…” – aggiunge, tirando un sospiro
di
sollievo.
Peccato che
si sta sbagliando di grosso.
E ne ha
piena conferma quando, uscendo dalla camera per rispondere alla
telefonata dei
suoi, scorge in lontananza due figure.
Mentre sua
madre la riempie di domande, Sarah ha lo sguardo fisso su queste
persone che
avanzano nella sua direzione.
“Mio
Dio” –
esclama d’improvviso la giovane quando tutto le diventa
chiaro.
Elsa e
Anna, facce ormai riconoscibili, sono in compagnia di una bambina che
Anna stessa
ha tra le braccia.
Il cellulare
di Sarah cade sul pavimento in quel preciso istante mentre la paura di
perdere
il suo grande amore si concretizza sempre di più, si decide
a scoprire tutta la
verità. Quindi si nasconde in un angolo e ascolta la
conversazione tra sorelle
che avviene esattamente a pochi metri di distanza.
“Mamma
mi
ha telefonato. Ha detto che i genitori di Kristoff sanno di te e di
Mia”
“Cosa?
Chi
gliel’ha detto?”
“Penso
i
medici, sorellina. Adesso vorranno sicuramente conoscerla e saperne di
più. Ti senti
pronta ad affrontarli?” – le chiede Elsa.
“Certo,
glielo
devo in fondo. Sono i nonni di Mia”
La maggiore,
fiera della consanguinea, le sorride e le dà un dolce bacio
sulla guancia.
Poi la
guarda avvicinarsi alla porta della stanza, pronta a varcare la soglia
ed
entrare.
Prima di
farlo, Annie si rivolge alla figlia - “Ora ti porto dal tuo
papà, chissà che
non sia proprio tu con la tua presenza a risvegliarlo”
Respira
profondamente ed apre la porta.
Il suo
ingresso sbigottisce i coniugi Bjorgman che restano estasiati nel
vedere per la
prima volta la loro nipotina. Tra lo stupore e la commozione
dimenticano i mesi
di segreti del figlio, desiderosi di stringere il sangue del loro
sangue.
“Ciao
Anna, è un piacere conoscerti” – le dice
Erika, con le lacrime agli occhi.
“Il
piacere è tutto mio” – risponde la
ventiduenne.
“Questa
creatura è meravigliosa” – aggiunge
Victor, scrutando la bellezza della
piccina.
“Posso
prenderla?” – chiede allora la neononna.
La Froze
le cede la piccola, spostandosi accanto al letto dell’amato.
Victor e
sua moglie si lasciano andare ad un pianto lungo e disperato, mentre
Anna fa lo
stesso pensando al suo grande amore allettato per colpa di un estraneo
pirata
della strada e di un destino ingiusto.
Se da un
lato c’è chi vive emozioni intense dovute
all’incontro con un pezzo di famiglia
da sempre tenuto celato, dall’altro c’è
qualcuno che, ormai a conoscenza dei
fatti, soffre terribilmente.
Sarah.
La ragazza
in preda ad una crisi di pianto,corre nei corridoi senza darsi pace.
Ed è
la
voce di qualcuno a bloccarla, proprio quando è prossima
all’uscita.
“Posso
esserti d’aiuto?”
La giovane
si volta e nota un medico anziano rivolgergli parola.
“Dottor
Weselton,
no sto bene. Grazie”- mente
– “Stavo
tornando a casa”
“So
quale
è il tuo problema. Mio nipote sta vivendo la stessa identica
situazione”
“Come,
prego?”
“Vieni
con
me nel mio studio, ti chiarirò un paio di cose. Se
collaboriamo tutti insieme,
forse riusciremo a darvi ciò che volete”
“Non vi
seguo”
“Vuoi
Kristoff con tutta te stessa, giusto?”
“Ehm..
si;
sono cosciente però che essendo tornata la sua ex, per di
più con una figlia,
lui mi mollerà… ed io rimarrò da sola.
Devo solo abituarmi all’idea”
“Non
dire
così, non è tutto perduto. Hans, mio nipote, ama
Anna alla follia. Se muovete
bene le vostre carte, potreste vincere entrambi. Lui avrebbe Anna e tu
Kristoff”
Sarah
è
combattuta di fronte a macchinazioni non propriamente consone alla sua
persona.
“Sei
libera di rifletterci su. Però ricorda, più passa
il tempo più Anna si
insinuerà nelle vite e nei cuori di Erika e Victor Bjorgman
che si stancheranno
presto di averti tra i piedi e non vedranno l’ora di
sostituirti. Se invece tu
e Hans trovate un modo per riprendervi i vostri rispettivi fidanzati,
saremmo
tutti più sereni. Non trovi?”
Un
lavaggio del cervello perfetto operato da Dominik per il bene di
Westergard.
E così
dopo alcuni tentennamenti, Sarah fortemente desiderosa di ricevere
amore,
accetta.
“Ti
scrivo
un indirizzo, recati qui, parla a mio nipote. Vedrai che tutto si
sistemerà” –
le porge un bigliettino che la giovane ripone in tasca.
Ancora scossa
da quanto accaduto, la ragazza lascia l’ospedale e si dirige
verso villa Weselton.
“Chi
sei
tu?” – esclama Hans, trovandosi di fronte la
sconosciuta.
“Mi
manda
tuo zio. Sono la fidanzata di Kristoff… voglio che ti
riprendi Anna perché è un
rischio per la mia relazione. E che lei torni dal ragazzo non posso
permetterlo!”
Westergard
con un sorrisetto beffardo, felice di aver trovato
un’alleata, le stringe la
mano e la invita ad accomodarsi.
Hanno molto
di cui parlare e tanto su cui organizzarsi.
Adesso
sì
che le speranze di riconquistare la sua Lei possono realizzarsi.
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Capitolo 33 *** 32 Capitolo ***
Anna è
accanto al letto di Kristoff e gli stringe la mano, tenendo lo sguardo
fisso
sul viso di lui che ha riporta alcuni graffi sulla fronte e ha il capo
avvolto
da bende, a causa del trauma cerebrale subìto.
“Vorrei
ti
svegliassi adesso e aprissi quegli occhi che mi hanno fatto innamorare
più di
un anno fa” – dice la ragazza, approfittando di
minuti di solitudine; infatti Victor
ed Erika, assieme a Mia, hanno raggiunto Idunn e Agnarr nei corridoi.
“Ricordi
quando mi portasti in un locale dove si esibivano dei tuoi vecchi amici
musicisti? Non potrò mai dimenticarlo. Ti allontanasti,
raggiungendo il palco,
sussurrasti qualcosa al bassista. Poco dopo ti diedero il microfono ed
intonasti una canzone speciale. Quella melodia e quelle parole
continuano a
risuonarmi nella testa” – una lacrima riga il viso
della ventiduenne che,
asciugando veloce le guance, inizia a cantare.
I'd climb every mountain
And swim
every ocean
Just to be
with you
And fix
what I've broken
Oh, 'cause
I need you to see
That you
are the reason
https://www.youtube.com/watch?v=207X6DTY4LY
I
singhiozzi interrompono l’esibizione della ragazza, che
disperata
si alza dalla sedia e comincia a camminare avanti e indietro, con le
mani tra I
capelli, respirando profondamente in cerca di una calma interiore.
Non
riesce a darsi pace per quanto accaduto e vedere l’amore
della sua vita legato ad un macchinario, in lotta tra la vita e la
morte, la
uccide dentro.
Soffocata
da un dolore più grande di lei, lascia la stanza
alla ricerca di un luogo dove potersi sfogare senza che le sue grida
recassero
preoccupazioni inutili.
Aveva
bisogno di urlare, di dire con tutta se stessa al
destino quanto sia stato crudele, quanto l’abbia illusa nel
restituirle
Kristoff per poi sottrarglielo di nuovo.
Elsa, nel
frattempo, è rientrata a casa.
La villa
è
così vuota, quel giorno più del solito.
Il recente
trasferimento da sua madre le sembrò la soluzione migliore
per recuperare sua
sorella.
Faticò
ad
adattarsi a mura non sue, ad una stanza con un letto enorme da non
poter
condividere con Anna, che era solita coccolare prima di addormentarsi
sapendo
di rivederla l’indomani al suo fianco, con i capelli
arruffati, in posizioni
assurde, e con un buffo sonno.
Prepara al
volo un panino e si siede al tavolo, pronta a sistemare la tesi
universitaria.
Le manca
davvero poco alla laurea e finalmente il sogno di diventare avvocato
inizia a
concretizzarsi.
Nel frattempo,
la televisione in sottofondo le regala un pizzico di compagnia, in una
villa
enorme e senza alcuna persona all’interno.
La scarsa
concentrazione della ragazza viene messa a dura prova dal vociare di
giornalisti che in diretta televisiva danno notizie di cronaca al
notiziario.
“E’
un’ultim’ora,
a quanto pare un testimone ha fornito alla polizia dei dettagli
sull’automobile
che stamattina, all’alba, ha investito un giovane di
venticinque anni, fuggendo
via subito dopo” – comunica una donna in tailleur
blu.
Elsa
scatta in piedi, lasciando cadere la sedia sul pavimento.
Fissa lo
schermo senza battere ciglio mentre le riprese del cameramen mostrano
il suo
quartiere e ciò che resta dell’incidente.
“Stanno
per acciuffarlo, me lo sento” – esclama la Froze,
commuovendosi.
Poi afferra
il cellulare e la prima persona che contatta è proprio Anna.
All’ennesima
chiamata senza risposta, Elsa decide di avvisare Idunn.
“Anna
non
è qui, perché la cerchi?” –
chiede la donna, quando la sua primogenita le
domanda della sorella.
“Avete
saputo che qualcuno ha riconosciuto il veicolo che ha investito
Kristoff?”
“Cosa?
Dici sul serio? Chi te l’ha detto?” –
Idunn afferra la mano di Erika, che,
confusa, non comprende quel gesto.
Una volta
terminata la conversazione, avviene la comunicazione –
“Credo che dobbiate
andare alla polizia. A quanto pare un testimone potrà
aiutare le indagini a
scovare il pirata della strada”
“Davvero?”-
esclama incredula la Bjorgman, rivolgendo lo sguardo al marito.
Si abbracciano,
ottimisti, congedandosi subito dopo. Non prima di dimostrare ai due ex
coniugi
la fiducia nei loro riguardi – “Vi affidiamo nostro
figlio. Vegliate su di lui,
noi torneremo il prima possibile” – conclude
Victor, allontanandosi mano nella
mano con sua moglie.
“Sono
due
persone speciali” – commenta la donna, ammirando la
forza di due genitori che
soffrono e che restano uniti grazie ad un sentimento mai assopito.
“Il
loro
amore è più forte del dolore”
– aggiunge Agnarr, nostalgico di aver perduto il
suo nei confronti della madre delle sue figlie.
Idunn lo
guarda e per un istante ricorda di quanto fossero uniti i primi anni di
fidanzamento.
Poi la
perdita del loro primogenito incrinò tutto.
“A noi
non
capitò questo, bensì l’esatto
opposto” – sostiene lei.
“Già,
anziché restare assieme nonostante il dolore, abbiamo
demolito tutto con le
nostre mani”
Idunn
sospira, poi cerca di deviare l’argomento ancora opprimente.
“Il
passato è passato. Ora andiamo in camera da
Kristoff” – conclude, mentre culla
Mia ormai addormentatasi tra le sue braccia. Meglio evitare di riaprire
vecchie
ferite.
------------------------------------------
Nel frattempo..
“Forse
ho
sbagliato a venire qui..” – ripete Sarah a Hans,
sentendosi in colpa per aver
dato retta ad uno sconsciuto.
“Fidati
di
me. Non pentirti di avermi detto di amare il tuo fidanzato. Dopotutto
è normale,
anche io amo la mia ragazza, per questo non dobbiamo abbatterci. Ci
riprenderemo ciò che ci spetta” –
insiste Hans, dopo due intense ore di
chiacchiere e di lavaggio del cervello.
La fragile
Sarah non è convinta e comincia a temere la persona che ha
davanti.
“Sarà
meglio tornare a casa; i miei saranno in pena”
“Non
vai
in ospedale? È lì il tuo compagno!”
– chiede lui.
“Non so
se
trovo il coraggio di affrontare i Bjorgman e di vederli assieme alla
bambina”
“Ti
ribadisco che di Mia non devi preoccuparti. Lei non sarà un
problema. Quando
Anna tornerà qui, l’adotterò io e
chiederò la custodia esclusiva”
“E’
troppo
crudele. Come potrei togliere a Kristoff sua figlia?!”
“Infatti non sarai tu a farlo. Non sospetterà mai
di te” – le sorride e l’accompagna
all’uscita.
Adesso il
riccone si sente più forte che mai. Questa alleanza con
un’ingenua fanciulla
non può che portargli vantaggi.
Peccato che
non ha la minima idea di cosa sta accadendo intorno a lui.
Come potrebbe
in fondo? Una persona egocentrica come Hans Westergard pensa solo ed
esclusivamente a se stesso. Ignora di aver commesso un piccolo sbaglio
che probabilmente
manderà a monte il suo piano.
----------------------------------------
“Degli
adesivi? Dite sul serio?”- esclama Erika, sentendo le parole
del testimone dalla
bocca di alcuni carabinieri.
“Ebbene
sì
signora. A quanto pare il mezzo ha sulla portiera sinistra anteriore
degli
sticker a forma di stelle”
“E’ allucinante che teniate in considerazione un
particolare tanto assurdo” –
brontola Victor.
“Signor
Bjorgman, invece potrebbe restringere il campo alle nostre
ricerche…”
“Adesso
sapete il modello di auto e che dovrebbe avere questo particolare. Cosa
aspettate a cercare quel bastardo?” – insiste la
donna, agitata e desiderosa di
verità immediate.
“Abbiamo
mandato delle volanti a setacciare le varie zone. Abbiamo considerato
anche che
potrebbe trattarsi di qualche mezzo di passaggio perciò sono
stati avvisati dei
colleghi di città vicine”
“Tutto
per
degli adesivi?” – ripete, incredulo, il
papà di Kristoff.
“Tesoro,
calmati. Potrà sembrarti una cavolata, ma a qualcosa
dobbiamo pur aggrapparci.
Questo mi basta per sperare” – gli dice la moglie,
intrecciando le mani a
quelle di lui.
------------------------------------------
Hans è
in
giardino a fumare l’ennesimo sigaro. Fissa il cielo stellato
e pensa al suo
domani.
“Se
avremo
una figlia voglio chiamarla Stella” – afferma,
immaginando ad una bambina che
solo Anna potrà darle, una bambina, la cui immagine riporta
nella sua mente un
flash del passato che lo turba per qualche istante.
FLASHBACK
“Amore,
sono incinta” – comunica una ragazza
dai lunghi capelli scuri al suo lui, durante la festa di San Valentino.
“Davvero?
Che regalo grande mi fai” –
esclama un giovanissimo Hans, abbracciando la fidanzata.
“Diventeremo
genitori di una
femminuccia e ho già un’idea per il
nome” – aggiunge la ragazza, emozionata.
“Quale?”
– domanda, curioso, l’innamoratissimo
Westergard.
“Stella,
che ne pensi?”
Il ventenne resta
in silenzio, poi un
sorriso gli illumina il viso e afferma convinto –
“E il nome perfetto, amore”
“Ti
piace?”
“Certo,
non potevi scegliere di meglio
Taylor”
Il giorno
successivo , il futuro papà
compra degli adesivi a forma di stelle.
“Da
oggi in poi sarà parte della
nostra vita quotidiana” – commenta mostrando gli
sticker sul veicolo alla
compagna che, commossa, lo bacia e si lascia andare ad un abbraccio
carico di
speranze per il futuro e carico d’amore.
FINE FLASHBACK
Il ragazzo
scuote il capo a voler cancellare il ricordo doloroso.
Rientra in
casa, controllando prima la sua automobile parcheggiata e a pochi passi
dai
cancelli.
Gli adesivi
sono evidenti eppure lui non li nota affatto. Ha cancellato dalla
memoria il
valore che quei banali disegni sulle portiere avevano cinque anni
prima.
E così
con
la testa tra le nuvole rientra, pronto a dormire sogni sereni.
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Capitolo 34 *** 33 Capitolo ***
I giorni
seguenti vedono Anna fare accertamenti medici definitivi che le servono
ad avere
piena consapevolezza che non è incinta di Hans e che
l’uomo, in qualche modo,
l’ha ingannata.
Eppure
l’insistenza di Westergard che la rivuole a casa comincia a
pesarle. Il suo
desiderio lo manifesta con un’infinità di messaggi
e chiamate ai quali Anna non
risponde volutamente e che però iniziano ad impensierire
Elsa.
“E’
diventato uno stalker, dovresti andare alla polizia e
denunciarlo” -
le consiglia un pomeriggio, appena rientrate
alla villa dall’ospedale.
“Credo
che
conviene incontrarlo, invece” – sostiene la seconda.
“Cosa?
Perché?” – si sorprende la maggiore.
“Quando
sono venuta qui, gli ho promesso che sarebbe stato per poco tempo. Sono
trascorse due settimane” – spiega Anna.
“Annie,
sei fuori di testa? E’ normale che saresti rimasta
più a lungo…è scontato che
tu in quella casa di ricconi non torni più”
– aggiunge Elsa, decisa ad impedirle
di sbagliare ancora.
“Sorellina,
restare sarebbe la cosa che desidero di più, lo sai bene.
Però è anche vero che
voglio vederci chiaro in questa faccenda. E’ stato proprio
Hans a farmi credere
una finta gravidanza? E perché?”
“Non ci
vuole un genio per intuirlo. Vuole che tu sia
sua…punto!” – sbotta la
primogenita di Idunn.
La riflessione
di Elsa ammutolisce Anna.
“Scusami,
ho esagerato probabilmente. Ho alzato i toni e non volevo. Solo che ci
tengo a
te e non voglio che tu casca nel tranello di
quell’idiota” – la abbraccia,
chiedendole così perdono. Ultimamente è nervosa e
il suo stato d’animo è stato
recepito dalla famiglia intera. Prima tra tutte proprio la sorella
minore.
“Va
tutto
bene?” – le domanda allora, sedendosi sul divano e
guardando la parente prendere
posto affianco.
“La
laurea
è sempre più vicina e ho paura che qualcosa possa
andare storto” – confessa,
eppure i suoi occhi nascondono altro.
“Sicura
sia solo per questo?”
La giovane
annuisce, mantenendo lo sguardo basso.
Anna è
poco convinta, però preferisce non indagare in maniera
diretta, ma cerca di
girare attorno all’argomento segreto.
“Sei
una roccia,
non sarà questo a scalfirti. Nulla può toccare la
tua corazza, giusto? Cosa
potrebbe renderti tanto tesa, se non questo!”
“Ultimamente
ho il terrore di tutto. Quando terminerò gli studi, che ne
sarà di me?” – la ventiquattrenne,
prossima ai venticinque, espone i suoi dubbi sul futuro.
“Elsa!”
–
esclama scioccata la seconda – “Davvero credi di
non avere altre chance? Non
pensarlo mai. Sei intelligente, brillante, un cervellone di serie A.
Avrai
tante proposte, nessuno si lascerebbe sfuggire un genio come te, ne
sono certa”
– adesso è Anna a confortare la consanguinea
aprendole le braccia e
accogliendola a sé.
È il
pianto di Mia svegliata dal suo sonno a costringere la giovane mamma a
raggiungerla in camera da letto.
La prima
delle Froze resta, perciò, sola con i suoi pensieri.
Estrae il
cellulare dalla tasca e si collega ai social network, aprendo
immediatamente
una chat in particolare.
Nota
l’assenza
di una risposta al suo messaggio, inviato ore prima. Incupita, getta il
telefonino sul divano e nasconde il viso tra le mani.
Cerca di
contenere la rabbia e la tristezza, intenzionata a non voler mostrare
delle
fragilità a sua sorella.
“Tua
nipote è una grande mangiona, sai?” –
irrompe Anna, con la figlia stretta al
petto.
Elsa
cancella le emozioni negative e torna quella di sempre. Disegna un
sorriso
stampato sul volto e si appresta ad osservare la piccina alle prese con
la
poppata.
E’
sempre
più convinta che le questioni amorose non sono fatte per lei.
----------------------------------------
Idunn
quella sera invita a cena i signori Bjorgman, che inizialmente restii
da
allontanarsi dall’ospedale, cedono alle pressioni della
padrona di casa.
Approfittano
così di momenti da poter dedicare alla loro nipotina.
Mia regala
loro sorrisi e gioie che non provavano da tempo.
“Kristoff
sarebbe così felice di vederla sorridere e
giocare” – commenta Erika, incupendosi
subito dopo.
Cala il
silenzio tra i presenti di fronte tali affermazioni.
Poi è
John
Peterson a rompere il ghiaccio, proponendo a Victor e Agnarr una
partita a
carte.
“Siamo
rimaste solo noi donne, vi va di bere una tisana?”
– domanda Idunn, ricevendo l’ok
di tutte.
E tra una
chiacchiera e l’altra, Anna tira fuori un argomento che da
ben due settimane
era stato offuscato.
“Sarah
che
fine ha fatto? Come mai da fidanzata di Kristoff quale si ritiene non
dà più
segni di vita?”
“Ho
cercato di mettermi in contatto con lei, ma niente da fare. Mi dispiace
perché
credo abbia saputo di te e della bambina e che ne stia
soffrendo” – spiega la
Bjorgman, dispiaciuta.
“Sarebbe
il caso di confrontarsi con questa ragazza, non pensi figlia
mia?” – interviene
Idunn rivolgendosi alla secondogenita.
“Cosa
vuoi
che le dica? La prima e l’ultima volta che l’ho
vista mi ha praticamente
indicato la porta d’uscita dell’ospedale”
– ricorda Anna, infastidita al
ricordo.
“Era
solo
preoccupata. La conosco da anni e posso assicurarti che è un
pezzo di pane” –
Erika metterebbe la mano sul fuoco per lei, ignorando invece che
l’ex nuora si
è alleata con la persona che ha tentato di uccidere suo
figlio Kristoff.
----------------------------------------
“Finalmente
sei arrivata. E’ un’ora che ti telefono”
– Hans rimprovera Sarah quando la vede
sull’uscio di casa.
“Senti
sono qui perché ho deciso che la tua idea non può
essere realizzata. Insomma,
dai, è assurdo”
“Fidati, ti dico che se tu racconti ad Anna quello che ho
deciso, lei si tirerà
indietro”
“Sei
sicuro? Se invece lotterà per togliermi di mezzo?”
“Non lo
farebbe mai. È troppo buona per privare il suo amore di un
altro figlio”
“Mentire
dicendo di essere incinta quando tra me e Kristoff ci sono stati solo
degli
innocenti baci..è allucinante.
Privo di
senso” – insiste, dubbiosa, la ragazza.
“Se
vuoi
riprenderti il tuo fidanzato, è l’unico
modo”
La folle
idea di Westergard la turba profondamente e da quando ha deciso di
coalizzarsi
con quello sconosciuto, ormai parte quotidiana della sua vita, dorme
male di
notte e ha i sensi di colpa per qualcosa che non è ancora
riuscita a
realizzare.
“Non ho
la
forza di mentire a quella gente. Io voglio bene ai Bjorgman,
perché dovrei
raccontargli menzogne? Non me la sento”
E sentendo
tali parole, Hans esplode.
“Credi
di
darmi buca adesso che il piano potrebbe volgere a mio
favore?...cioè a nostro
favore? Non osare farlo! C’è un accordo tra
noi”
“Ho
sbagliato a venire qui due settimane fa
e dare retta a tuo zio. Se l’amore non esiste
non lo si può imporre”
“Sei una stupida se credi questo”
“Io
credo
nei veri sentimenti. Poi le bugie hanno le gambe corte… se
Kristoff dovesse
svegliarsi all’improvviso e raccontare che le mie sono
falsità? Come dovrei
gestire l’odio di tutti?”
“Ho
pensato
anche a questo, tranquilla” – il sorriso malefico
di Hans inquieta Sarah, che
indietreggia.
“Devo
andare” – afferma subito, dandogli le spalle, ma
ecco che Westergard sa come
pietrificarla – “Ricorda che se cado io, tu cadi
con me”
Un brivido
scende leggero sulla schiena di lei che ,annuendo, spaventata da tali
precisazioni, corre
via.
-------------------------------------------
Le ricerche
della famosa automobile continuano da giorni ormai, mantenendo in vita
le speranze
dei Bjorgman e dei Froze.
Intanto i
turni all’ospedale ruotano da Erika a Victor, fino ad Idunn e
ad Anna.
Quest’ultima
trascorre le ore accanto al letto del suo innamorato cantandogli
canzoni d’amore
e raccontandogli di Mia e di vecchi episodi del passato.
“Oggi
la
nostra bambina compie cinque mesi. Non riesco ancora a credere che
quella
meraviglia l’abbiamo messa al mondo io e te, due
semplicissimi e comunissimi
ragazzi desiderosi di libertà che invece hanno dovuto
affrontare responsabilità
di adulti” – presa una fotografia della bambina, la
posiziona sul comodino alla
destra del suo ragazzo.
“Lei
è qui
con te ogni giorno” – aggiunge, sorridendo.
Dopo
qualche attimo di silenzio, durante il quale Anna pensa al futuro,
aggiunge - “Ricordi
che mi avevi proposto di diventare tua moglie? Non dimentico, sappilo.
Io non
vedo l’ora di dirti il fatidico si. Appena ti sveglierai, ti
giuro che ti
sposerò, fosse l’ultima cosa che faccio. Da allora
in poi sarò tua per sempre” –
emozionata, con i lacrimoni che le appannano la vista, Anna prende una
mano di
Kristoff e la intreccia alla sua.
Prima di
coronare quel sogno romantico, vuole però sistemare la
faccenda con Hans.
Lui le
scrive un sms quella mattina stessa pregandola di incontrarsi al bar
accanto ai
giardini pubblici.
Anna si fa
forza e ,senza avvisare nessuno della decisione presa, si presenta
esattamente
sul luogo dell’incontro.
Davanti a
sé
c’è un ragazzo diventato uomo nel giro di pochi
giorni.
Lo sguardo
serio e la leggera barba lo rendono maturo e il peso del suo sguardo
inibisce
la Froze.
“Finalmente
ti sei convinta a vedermi” – commenta, mostrandosi
molto agitato.
“Mi
dispiace. Sai bene dove mi trovavo”
“Lo
so” –
aggiunge disgustato dall’idea che la sua compagna fosse
l’ex.
“Kristoff
ha rischiato di morire. E’ il padre di Mia”
“Hai
ragione. Non condanno la tua vicinanza al papà della
bambina. Spero però per te
sia solo questo”
“Cosa vuoi dire?”
“Che
presto arriverà il nostro di figlio e vorrei che fosse lui
il centro del tuo mondo”
Westergard
insiste sulla gravidanza di Anna della quale inesistenza è
al corrente anche Anna
stessa.
Ma la
ventiduenne finge ancora una volta e si mostra disponibile ad
ascoltarlo.
Dopo aver preso
posto e aver ordinato da bere, Hans le propone di tornare alla villa.
“Non
posso. Fino a quando Kristoff sarà in quelle condizioni, non
lascerò l’ospedale”
Westergard
trattiene la rabbia, stringendo i pugni. Poi mandando giù
l’ennesimo boccone
amaro, continua – “Se lui resta in coma un anno, tu
sarai lontana da me per un
anno?” – ennesima provocazione.
“Un
anno?
No! Lui si sveglierà presto” –
è convinta Anna.
“Me lo
auguro perché non posso più sopportare di essere
separato da te” – le sfiora il
viso, mostrando la sua dolcezza più nascosta.
Però
la
reazione della Froze non è quella sperata.
La giovane
indietreggia, schivando le carezze.
“Che ti
prende? Ti faccio schifo?”
“No,
no.
Io dovrei andare, Mia deve mangiare tra poco” – si
alza dalla sedia, buttando giù
gli ultimi sorsi del drink.
Pronta ad
allontanarsi, a pochi passi dai parcheggi circostanti i giardini, sente
la voce
di Hans chiamarla.
“Aspetta”
–
le afferra il braccio, bloccandola.
“Ti
prego,
lasciami andare” – lo supplica.
“Mi dai
almeno
un bacio? Chissà quando ci rivedremo” –
aggiunge lui, facendole una proposta
che la spiazza del tutto. Con una mano le sfiora il ventre nel quale sa
benissimo che non c’è alcun bebè.
E pensare
che fino a un mese prima si lasciava toccare, baciare, si concedeva
agli
impulsi sessuali di Hans e adesso la sola idea la schifa.
Un semplice
sfiorarsi di labbra che Anna vuole finisca immediatamente è
ciò che intende
offrirgli.
Westergard
però non è di quel parere. Preme con forza sulla
bocca di lei, cercando di
approfondire quello che sarebbe dovuto essere un leggero bacio a stampo.
Rigida, tra
le braccia forti del suo presunto fidanzato, la ventiduenne percepisce
le
intenzioni di lui quando quelle possenti mani si infilano sotto la sua
maglietta.
A quel
punto, la ragazza riesce a liberarsi dall’abbraccio e lo
spinge via.
“Ciao”
–
dice poi, correndo via, asciugando le lacrime e cercando di dimenticare
l’esperienza
appena vissuta. Un gesto che aveva poco a che vedere con quelli che le
regalò
Hans nei mesi precedenti. Era piuttosto carico di brutalità
e di un desiderio
sessuale animalesco. Nulla a che fare con l’amore di cui lui
tanto parlava.
Ancora tremante,
Anna raggiunge casa.
Apre la
porta e sente del vociare proveniente dalla cucina.
I Bjorgman
sono lì.
“Anna,
eccoti, finalmente. Che fine hai fatto?” – le
domanda Idunn.
“Che
facce! Che succede?” – chiede la ragazza, evitando
l’argomento e i rimproveri
materni.
“La
polizia
ha trovato l’automobile in questione” –
le racconta Elsa.
“Come?
Davvero?” – esclama, gioiosa, la ventiduenne.
“In
realtà
le ricerche continuano...però abbiamo
un’indiziata.” – precisa Victor.
“Un’indiziata?
Si tratta di una donna quindi?” – esclama incredula
Anna.
“Non la
conosciamo,sappiamo soltanto che è di Arendelle e il suo
nome è Taylor… Taylor
Richie”
--------------------------------------
Nel
frattempo…
“Non
sono
io la responsabile. Cavolo, quante volte devo dirlo. Io non guido da
tempo,
ormai”
“Signora
Richie, l’automobile di sua proprietà è
identica a quella comunicata dal
testimone e in più ha gli adesivi a forma di stella. Faremo
indagini più
dettagliate, però almeno risponda alle nostre domande e
potrà tornare a casa. ”
“Avete detto adesivi? Cosa c’entrano?”
– chiede, confusa, Taylor al commissario
di polizia.
“Sono
rilevanti.
A quanto pare il colpevole ne aveva due sulla portiera. Il suo stesso
modello
di auto con le stesse identiche stelle”
Il volto
della donna impallidisce e l’unica parola che riesce a
pronunciare prima di
perdere conoscenza è – “Mio Dio!! Non
può essere… non di nuovo lui!... Non
Hans”
|
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Capitolo 35 *** 34 Capitolo ***
Sapere dai
Bjorgman che c’era un’indiziata, responsabile della
quasi morte del suo
fidanzato, agita Anna che quella stessa notte dorme poco, girandosi
più e più
volte nel letto, non trovando pace.
Vorrebbe
conoscere la responsabile del suo dolore e di quello di una famiglia
intera che
piange il figlio in coma.
Quando riesce
a prendere sonno, seppure per un lasso di tempo molto ridotto, la prima
immagine che le si presenta è quella della persona che ore
prima la baciò con
violenza.
L’incubo
che inizia a tormentarla ha come protagonista Hans.
Anna è
preda di un sogno spaventoso, durante il quale avverte chiaramente la
mano di
lui tapparle la bocca e l’altra giocare con il suo corpo
inerme.
Si
contorce nel letto, liberandosi con calci e movimenti bruschi di
lenzuola e
coperte.
“Hans,
lasciami stare” – grida, sudando freddo.
“Nessuno
mi impedirà di farti mia, quando e come voglio”
– le ripete una voce cupa e
inquietante, rappresentata proprio dal viso di Westergard.
La Froze,
bloccata dalla sua paura, lo osserva liberarsi degli indumenti con
estrema
facilità, mentre una risata soddisfatta accompagna il
momento.
“Ora
tocca
a te. Preparati a godere, voglio darti massimo piacere
stanotte” – le sussurra,
mordicchiandole il lobo dell’orecchio. Le strappa con forza
la camicia, facendo
saltare via i bottoni fiondandosi sul seno di lei, come un lupo
affamato della
sua preda preferita.
Anna piange,
urla, si dimena, ha terrore come mai prima nella sua vita.
“No”
–
continua a dire, singhiozzando.
Tutto attorno
a sé è frutto di una paura inconscia che si
manifesta in un incubo notturno da
brividi.
Fortuna che
le sue grida attirano l’attenzione di qualcuno.
E’
John,
svegliato da una paziente in travaglio che lo chiama urgentemente in
ospedale,
ad accorgersi dei rumori.
Spaventato
corre nella camera di lei e la soccorre. Anna è in un mare
di sudore e si agita
in preda al delirio vero e proprio.
“Annie,
Annie, svegliati!” – la scuote, riuscendo a
riportarla alla realtà.
La ragazza
spalanca gli occhi, mostrando terrore sul volto.
“E’
stato
un brutto sogno, tranquilla” – la abbraccia lui
– “Vuoi un calmante?”
La Froze
trema come una foglia e non ascolta le parole del medico, presa dai
flash che
fino a poco prima dominavano il suo sonno.
Se fino a
qualche mese prima sognò Hans in versioni alquanto erotiche
e piacevoli, ad
oggi ha cambiato visione su cosa vuole davvero dalla vita e ha chiarito
a se
stessa ciò che nutre davvero per quello che ,ai fatti,
è ancora il suo
fidanzato ufficiale.
“Io
devo
andare. Sicura che va meglio adesso?” – le domanda
John.
“Si,
grazie” – risponde, alzandosi a fatica dal letto.
Afferra una coperta sulla
sedia e si avvolge in essa, sedendosi sulla poltrona accanto alla
finestra.
Mia dorme
senza alcun problema, nonostante tutto.
Volge lo
sguardo verso la figlia e nota che la bambina sorride nel sonno.
“Che
bella
che è” – afferma Peterson e prima di
lasciare la ventiduenne da sola le rivela
un aneddoto dei suoi – “Si dice che quando i
bambini dormono e sorridono,
stanno sorridendo agli angeli che sono in loro compagnia”
“Gli
angeli?” – ripete lei, colpita piacevolmente da
tale legenda.
“Ora
devo
andare” – la saluta il dottore, dandole un tenero
bacio sul capo, ricordandole
che per qualsiasi cosa lui c’è e può
telefonarlo.
“Grazie
ancora, Johnny. Ti prego solo di una cosa”
“Dimmi
tesoro”
“Non
farne
parola con la mamma o
con Elsa. Sono estremamente
apprensive, mi tartasserebbero di domande e non ho voglia di spiegare
nulla.
Non sono in vena…” – lo prega Anna,
ricevendo l’ok dell’uomo.
Peterson è convinto che a turbare il riposo
di Anna sia la situazione di Kristoff e le pressioni continue di Hans.
Perciò,
stanco di vedere la sua figliastra in quelle condizioni, decide di
parlare a
Dominik Weselton di suo nipote.
------------------------------------------
E’ ora
di
colazione quando Anna arriva, alquanto distrutta, in cucina dove Idunn
e Elsa
sono alle prese con la lettura del quotidiano.
“Buongiorno”
– le saluta, avanzando lenta verso di loro.
“Tesoro,
ma non hai dormito bene? Sembri esausta” – nota
immediatamente la madre.
“Si,
voglio un caffè bello forte, mi raccomando. Mi attende una
bella giornata
impegnativa” – spiega Anna, afferrando dal vassoio
un paio di biscotti appena
sfornati.
“Hai
deciso di accompagnare i Bjorgman in commissariato quindi?”
– chiede Elsa,
riaprendo il discorso della sera precedente, quando Erika e Victor
raccontarono
del presunto colpevole dell’incidente di Kristoff.
“Certo
che
sì. Gliel’ho promesso e l’ho promesso a
me stessa”
“Mi
raccomando, teneteci aggiornate su tutto” – le
ricorda Idunn, versandole la
bevanda nella tazza.
Nel giro
di un’ora, la seconda delle Froze è pronta per
lasciare la villa.
I pensieri
che le frullano in mente sono confusionari e riguardano sia Hans che
Kris.
Elsa bussa
alla porta della camera della sorella quando Anna è alle
prese con i capelli,
quella mattina, più indomabili del solito.
“Penso
sia
giunto il momento di abbandonare le trecce, non trovi?”
– interviene Elsa,
notando quanto Anna sia bella con la chioma sciolta, al vento.
“Non
saranno
mai belli quanto i tuoi” – commenta la seconda.
“Cosa
cavolo dici? Se sei uno splendore, guardati.” – la
volta verso lo specchio
ordinandole di osservarsi meglio.
“Non mi
sento mai all’altezza di nulla” –
confessa la ventiduenne, gettandosi di peso
sul letto.
“Invece
non dovresti. Perché non riesci a vederti nel modo in cui ti
vedo io?” – le dice
la maggiore, spostandole un ciuffo ribelle dietro l’orecchio.
Quella esatta
frase spiazza Anna che accenna un sorriso rilassato –
“Adesso mi copi anche le
battute. Ero io a ripetertelo sempre”
“Come
vedi
la situazione si è ribaltata. Tocca a me ricordarti quanto
sei speciale. Ora tirati
su, raggiungi i Bjorgman in salotto. Sono lì ad aspettarti.
Andrà tutto bene,
stai serena” – dandole un caloroso abbraccio la
saluta.
E’
felice
di aver, in qualche modo, consolato e dato forza a chi ne aveva
bisogno. E così,
una volta sola con se stessa, torna ad incupirsi indossando la maschera
di
matura e saggia consolatrice.
Si chiude
nella sua stanza, pronta ad affrontare le ultime revisioni della tesi.
“Oggi
non voglio
distrazioni, terminerò il mio lavoro e chiuderò
per sempre con questa
università” – dice a se stessa.
Ma è
in
quell’istante che la famosa chat , dalla quale attendeva
risposta il giorno
precedente, si riattiva.
Il cellulare
vibra e finalmente il volto della ragazza si illumina.
“Posso
telefonarti?” – le scrive la persona in questione.
“Certo”
–
risponde lei.
Trascorrono
dieci secondi ed ecco arrivare la chiamata tanto attesa.
----------------------------------------------
I Bjorgman
e Anna sono alla polizia, in attesa di essere convocati dal commissario
nel suo
ufficio.
Le gambe
tremanti di Erika e le camminate di Victor nel corridoio sono
l’esasperazione
di due genitori fiduciosi nella giustizia. Ed è allora che
un uomo in divisa
gli chiede di seguirlo.
Giungono alla
presenza di una donna sulla cinquantina con i capelli corti e neri come
la pece,
seduta alla scrivania.
“Ispettore
buongiorno, ci dica le novità” – il
primo a parlare è il capofamiglia.
Dopo i
convenevoli, l’ufficiale apre il discorso -
“Abbiamo interrogato l’indiziata.
Lei ci ha detto di essere totalmente estranea ai fatti”
“Avete
almeno prove che certificano quanto dice?” –
interviene Anna.
“A
quell’ora
era a casa con sua figlia”
“Come
possiamo esserne certi? Potrebbe mentire per tutelarsi”
– aggiunge Erika.
“La
figlia
aveva la febbre e lo attestano le ricevute rilasciate dalla farmacia
dopo l’acquisto
di medicinali”
“Ok,
però
potrebbe averli comprati la sera”
“Certo,
ma
lei ha testimoni che garantiscono a suo favore. All’alba di
due settimane fa
era accanto al letto della bambina”
“Quindi?
Vi
arrendete? Escludete che sia lei e chiudete la faccenda? Sappiate che
non ve lo
permetto” – si altera Bjorgman senior, puntando il
dito contro l’ispettore Rose
McKenzie.
“Si
calmi.
La donna ci ha detto di conoscere qualcun altro che possiede la stessa
automobile
in città”
“Ah si?
Chi?” – chiede Anna, speranzosa, afferrando la mano
di Erika.
“Ho
mandato una volante a controllare le zone ed appurare quanto ci ha
raccontato”
“Di chi
si
tratta? Vi ha detto chi è la persona che ha la sua stessa
vettura?” –
interviene ancora Victor.
“Un
uomo
di potere che abita nella zona più ricca di
Arendelle”
“Un
uomo
di potere” – ripete la Froze, sospettosa.
Chissà perché ma appena si parla di
ricchi e facoltosi la sua testa va in fissa su una sola persona.
“Westergard
è il suo cognome” – comunica la donna.
“COSA?”
–
esclamano in coro i tre, scioccati.
“Come
abbiamo fatto a non pensarci” – Anna salta in
piedi, lasciando cadere la sedia
a terra.
Con il cuore
a mille e l’agitazione alle stelle, lascia
l’ufficio correndo.
“Cosa
le è
preso? Conosce questo tipo?” – domanda, confusa, la
McKenzie.
“Certo che sì. Se è come temo, avete
trovato il colpevole” – conclude Erika,
prima di stringersi la marito e sfogarsi in un lungo pianto.
------------------------------------------
Nessuno sa
chi si è presentato, nel frattempo, a villa Weselton.
“Si? Ha
bisogno di qualcuno?” – chiede Milly
all’ospite sull’uscio della porta.
“Vorrei
parlare con Hans Westergard. Abita qui, vero?”
“Chi lo
cerca?” – domanda la cameriera.
“Taylor….Taylor
Riechie”
Il ragazzo
è chiuso nel suo studio, alle prese con vecchie scartoffie.
Da quando suo zio
trascorre la maggior parte del tempo in ospedale, tocca a lui occuparsi
delle
finanze di famiglia.
Quando irrompe
la domestica per informarlo della visita, lui sbruffa, troppo occupato
per
perdere tempo inutilmente con gente sconosciuta. Così le
ordina di
sbarazzarsene immediatamente.
“Dice
che
è importante. Il suo nome è Taylor”
Ma ecco
che quel nome pietrifica Hans, che sente una forte fitta al petto.
Nella sua
mente cominciano a vagare tanti “Non può
essere” “Non è lei”
“Sarà un’altra
Taylor” “Cosa vuole da me?”
“Non dovevamo vederci più?!”
“La
mando
via come mi avete detto, signore?” – domanda ancora
Milly.
Il giovane
la ignora e scansandola bruscamente avanza verso il salotto, in cerca
di
conferme.
Seduta sul
divano, la riconosce immediatamente e i ricordi del passato tornano a
schiacciarlo.
“Tu?
Cosa
ci fai qui?” – chiede, fissando stranito la Richie,
cercando di mostrarsi duro
come una pietra..
“Finalmente
ci si rivede, caro vecchio Hans” – afferma lei,
incrociando le braccia al
petto.
Westergard
resta estasiato dalla bellezza di una ex compagna, la prima a cui
regalò il suo
cuore.
“Sbaglio
o
avevamo chiuso per sempre?” – le chiede poi,
cercando di evitare sentimentalismi.
“Sbaglio
o
mi avevi promesso che non avesti più fatto
cazzate?” – aggiunge lei.
“Cosa
intendi dire?”
“So
cosa
hai fatto, Hans! Inutile che fingi… ti conosco troppo bene.
So che sei stato
tu. Confessa. Con me sai bene che i trucchi non funzionano…
dillo! Dillo!! ” –
la voce seria e
quasi minacciosa di
Taylor, inquieta Westergard che senza ragionarci troppo su, comprende
che
qualcosa di grave che lo riguarda e che ha richiamato addirittura una
parte del
suo passato, sta per venire a galla.
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Capitolo 36 *** 35 Capitolo ***
Anna è
pronta per affrontare Hans ed esigere la verità su tutto. Se
le cose sono come
crede, il criminale che ha investito Kristoff è proprio lui
e merita di pagare.
Raggiunge
a piedi, correndo senza sosta, villa Weselton. Con il fiatone e il
batticuore,
cerca di contenere la rabbia che le ribolle dentro e la priva di piena
lucidità.
È a
pochi
passi dai cancelli quando, esausta e frustrata, li oltrepassa.
Percorre
quei pochi metri di distanza dall’enorme portone in legno
massiccio, pensando e
ripensando a cosa dire e a come affrontare un uomo che ad oggi le
incute timore
e che è stato il protagonista di un incubo che continua a
tormentarla da ore.
Nella sua
testa frullano parole senza senso che cerca di domare e gestire, senza
riuscirci,
arrivando ad esclamare – “Maledetto il giorno in
cui ti ho incontrato, Hans
Westergard”
Non è
la
sola persona a pentirsi di averlo conosciuto e, infatti, ne ha conferma
proprio
in quel preciso istante - “Condivido a pieno”
– le dà appoggio una voce poco
distante da Anna.
La Froze
si guarda attorno, confusa. Nota poi una ragazza, con il capo basso,
coperta in
parte da un berretto, che avanza verso di lei.
“Tu chi
sei?” – domanda la ventiduenne, scrutando la
sconosciuta.
“Qualcuno rammaricato per aver dato corda e importanza a quel
vigliacco di
Westergard”
“E’
stato
l’errore più grande della mia vita”
– aggiunge Anna, amareggiata – “Mi ha
strappato dalla felicità che a fatica avevo conquistato
accanto all’uomo che
amavo follemente”
“Ne
parli
al passato. Non lo ami più?”
I curiosi
quanto sospetti interrogativi della straniera spiazzano la Froze che
però ha
bisogno di sfogarsi e approfitta della tipa di cui ignora
l’identità per farlo.
Così
aggiunge
– “Certo che lo amo. Più di prima se
è possibile”
“Ah”
–
commenta l’altra – “Perché sei
venuta fin qui? Perché non sei con il tuo grande
amore?” – c’è
acidità nel tono di voce della ragazza misteriosa. Eppure
Anna
non dà alcun peso a questo.
“Sono
qui
per sapere la verità” – conclude, per
poi, stranita dalle tante domande, sposta
l’attenzione proprio sulla sconsciuta –
“Tu invece? Come mai sei qui alla
villa? Chi sei? Ho vissuto qui per tre mesi e giurerei di non averti
mai vista
da queste parti, neppure di sfuggita”
“Ecco
io…”
– l’altra non sa come venirne a capo
perché lo sguardo della ventiduenne inizia
a pesare.
Alza la
testa e si libera del copricapo, lasciando così svolazzare
in aria una lunga
chioma ramata..
“Tu?”
–
esclama scioccata Anna.
“Finalmente
ci conosciamo come si deve. Piacere sono Sarah, Sarah Frost”
– le porge la mano
– “Ci siamo viste all’ospedale giorni fa,
ricordi? Eri dal mio fidanzato… ops…volevo
dire dal tuo grande amore” – la timida e dolce
fanciulla, timorosa di Hans e
delle sue proposte folli, non ha gradito quando Anna ha definito
Kristoff con
termini tanto affettuosi.
Si mostra
da subito seccata.
“Non
è
tuo, inutile che speri che sia così” –
replica la Froze.
“A
quanto
ne so io, non mi ha né mollata, né mi ha chiesto
una pausa di riflessione. Ai
fatti, è con me che sta” – alterata,
Sarah attacca la sua rivale.
Non sa
che, se vuole, anche la secondogenita di Idunn tira fuori la grinta e
la
determinazione per prendersi ciò che desidera.
C’è
tensione tra le due, come se si preparassero ad uno scontro fisico.
“Ti
consiglio di tornare con Hans, cara mia”
“Mai”
“Se
preferisci
condividere un uomo con la sottoscritta, fa pure”
“Io non
condivido un bel nulla. Kristoff mi ama e mi
sposerà”
La notizia in un primo momento pietrifica la Frost. Solo quando
realizza che
quelle sono solo fantasie di una ex ancora innamorata, ride prendendosi
gioco
di Anna.
“Quando
gli dirò che avremo un bambino, dubito che sposi
te” – le sussurra.
Ma tali
parole inaspettate sono lame che trafiggono il petto della giovane
– “Cosa? Sei
incinta?”
“Si, darò a Kristoff un figlio e vivremo per
sempre felici e contenti”
“Non ti
credo! Lui non avrebbe mai…” – poi si
zittisce, cosciente di non riuscire a
contenere le emozioni che sta provando. Non ha intenzione di mostrarsi
debole e
perciò corre via.
“Scappi
?”
– sorride, beffarda, Sarah guardando la Froze allontanarsi
– “Non è così che si
affronta la questione. Ti facevo più intelligente”
Con il
cuore a pezzi, le lacrime che scendono a fiumi e le palpitazioni a
mille, Anna
si distanzia il più possibile da quella casa, cercando di
metabolizzare quanto
appena sentito.
“Non
può
essere! Non può essere” – continua a
ripetere a se stessa.
Ed è
in
quel momento, preso in mano il cellulare, che nota alcune chiamate
perse. Molte
di Elsa, altre di Erika.
Telefona
proprio sua sorella, in pena per lei da ore.
“Volevamo
da te novità e non ti sei fatta sentire. Così
mamma ha contattato i Bjorgman e
loro ci hanno raccontato ogni cosa. Allora è vero? Quel
bastardo è il
responsabile!”
“Non lo
so
Elsa! Non sono riuscita ad affrontarlo”
“Sono sicura che è stato lui. Un tiro
così basso è proprio da lui”
“Attendiamo le indagini. Se la testimone gioca sporco? Magari
Hans è davvero
innocente”
“CHE?
Annie,
che ti succede? Stai impazzendo di nuovo?”
“Senti, non ho voglia di parlare. Sto rientrando. A tra
poco” – così, afflitta,
chiude la conversazione.
Contatta un
taxi e nel giro di dieci minuti è a bordo, pronta per
raggiungere villa
Peterson.
Come
può
dormire sogni tranquilli sapendo che Sarah è in dolce
attesa? Come può
desiderare di vivere il suo sogno d’amore se quella persona
sarà una presenza
costante nel suo futuro?
Però
non vuole
dare spiegazioni a nessuno sul sul malessere, perciò non
appena varcato l’uscio
di casa, ignora le domande dei familiari e si chiude in camera.
Indossa le
cuffie con il volume al massimo per evitare di sentire la madre o la
sorella
bussare alla porta e tempestarla di domande.
La canzone
che ascolta è il sottofondo del suo stato emotivo e
accompagna le lacrime che scendono
senza controllo sulle sue gote e quei singhiozzi che rendono difficile
persino
respirare.
https://www.youtube.com/watch?v=9keUC07-QSY
“Come
può
averlo fatto” – ripete per la centesima volta,
stringendo al petto uno dei
peluche che Idunn regalò a Mia.
“Stronzo”
–
esclama poi, gettando il pupazzo a terra.
Sfoga il
suo dolore, con l’ennesima playlist depressiva. Poi socchiude
gli occhi e la
stanchezza e la tristezza la conducono nel mondo dei sogni.
-------------------------------
Sarah
Frost, seduta su una panchina a pochi passi dalla villa di Hans,
riflette su
quanto appena fatto.
Ha mentito
ad Anna… è riuscita a farlo con una
facilità impressionante.
La paladina
della verità, pronta a mollare l’accordo con
Westergard, ha purtroppo trovato
la rivale al posto sbagliato nel momento sbagliato e ha ceduto alla
tentazione
di vincere , facilitata dal piano di Hans sulla finta gravidanza.
Invia un
sms al complice per dargli la comunicazione, poi torna diretta verso il
suo
appartamento – “Ho agito come volevi tu. Adesso
è il tuo turno”
Andò
alla
villa per chiudere definitivamente con le macchinazioni del riccone,
invece ora
ne è coinvolta al cento per cento. Perciò non ha
più senso rimanere lì.
Ciò
che la
ragazza ignora è che Hans sta avendo un duro confronto in
casa con un suo
dramma del passato.
“Inutile
che continui a negare. So che sei stato tu. Non sei cambiato, sei sempre il solito egocentrico,
folle, agisci senza
pensare e senza tenere conto dell’altra gente”
“Io?
Sbaglio o sei tu quella che mi ha mollato non considerando i miei
sentimenti?”
“Non ti
amavo e lo sai bene”
“E
Stella?
Cos’era quella bambina per te? Il frutto di una notte di
sesso?”
“Tra
noi c’era
solo questo. Nessun sentimento che ci univa se non quello che nutrivano
per
nostra figlia”
“Mi hai
privato dell’unica gioia della mia vita”
“La colpa è la tua, ricordalo. Tu eri alla guida
quella dannata sera. Tu hai
causato la morte della piccola”
“No”
–
grida, furioso, Westergard, fulminando la donna con lo sguardo.
“Non
sono
qui per rivangare il passato. Io ho una nuova vita adesso, una figlia,
un
marito. Non permetterò che le tue cazzate mi mettano in
mezzo ai guai”
“Sparisci
da casa mia” – le indica l’uscita, con il
cuore carico di dolore e di rabbia.
“Se non
andrai a denunciarti da solo, sarà la polizia a trovarti e
sarà troppo tardi.
Ho dato al commissario il tuo contatto. Non tarderanno ad
arrivare”
“Mi hai
denunciato?” – domanda, scioccato e spiazzato.
“Meriti
di
pagare… per questo ragazzo che sta lottando ancora tra la
vita e la morte, e
per Stella” – conclude, lasciando la villa
sbattendo la porta.
In quel
momento lo sconforto e la disperazione prendono il controllo del corpo
di Hans.
Il giovane
ripercorre con la mente eventi del suo doloroso passato e di una notte
che gli
rovinò la vita per sempre.
Una gita,
un camion che travolge la sua auto, una neonata morta, una compagna in
coma per
giorni, anni infernali che lo condurranno alla psicoterapia,
all’uso di
farmaci, alla depressione.
Ed ecco
arrivare Anna, un’altra ragazza incinta, in attesa anche lei
di una bambina,
quella bambina che Hans ha perduto assieme ad un amore importante.
Anna e Mia
erano il riscatto da un destino crudele e un’ingiustizia
subìta.
Anna e Mia
erano rispettivamente Taylor e Stella, due esseri speciali che la vita
gli ha
sottratto.
Ma non
stavolta…
“Con
voi
le cose andranno in un altro modo. Non perderò di
nuovo…” – conclude, prima di
prendere una bottiglia di whisky e dedicarsi le ore seguenti
all’autodistruzione,
sulla scia dei vecchi tempi.
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Capitolo 37 *** 36 Capitolo ***
“Amore
mio”
La voce di
Kristoff riecheggia nelle
orecchie di Anna.
“Dove
sei?” – grida, guardandosi attorno,
alla ricerca disperata della persona che ama,diventata la sua aria
pura, la sua
terra stabile, il fuoco che arde dentro di lei, l’acqua di
quel mare che
sognava da bambina e che lui le promise di vedere insieme.
Invece
è circondata dal nulla che l’avvolge
e le ricorda che dei suoi desideri d’amore non resta che il
buio.
In quel cupo
sfondo dove il silenzio
regna sovrano, il suo ragazzo torna a chiamarla.
“Annie”
“Mi
manchi” – singhiozza la Froze, nascondendo
il viso tra le mani, rivolgendosi a qualcuno di invisibile.
“Voglio
vederti felice. Ti prego, non mollare,
non arrenderti e non cedere alle provocazioni” – le
continua a dire Bjorgman.
“A cosa
ti riferisci? Quali
provocazioni?” – domanda, toccata da tali
raccomandazioni.
Ed ecco che lo
scenario cambia all’improvviso.
Davanti ai suoi
occhi c’è il mare e
sotto i piedi sente la calda sabbia bianca.
“Questo
è il luogo dove avevi promesso di
portarmi “ – si commuove lei, sedendosi a riva.
Si lascia andare
all’emozione e ai
ricordi, quando la mano di qualcuno si posa sulla sua spalla.
“Quanto
vorrei che questo fosse vero” –
dice lei, sentendo quel tocco così reale.
“Se lo
desideri, può esserlo” – le sussurra
la persona, prendendo posto accanto alla Froze.
La ventiduenne
avverte il batticuore
quando, voltandosi alla sua destra, riconosce il fidanzato.
I loro sguardi si
incrociano,
divorandosi reciprocamente. La felicità riscalda i loro
cuori e il desiderio
non si tiene più a freno.
Anna lo bacia
ardentemente,
stringendolo a sé, desiderosa di non lasciarlo
più andare via.
Assapora qualcosa
che le manca e di
cui è priva da troppo tempo.
E pensare che
quello è soltanto un
sogno…
Anzi, no! Presto
il sogno diventa
incubo.
“Sei
mia e di nessun altro”
Il viso del suo
principe azzurro svenisce.
“Hans”
– esclama scioccata, notando
che la persona che sta baciando non è più
Kristoff.
“La tua
coscienza ti sta parlando…
pensi al tuo ex, ma in fin dei conti sono sempre io quello che
primeggia tra i
tuoi pensieri. Inutile combattermi, mia cara. Ho già
vinto…” – la risata
malefica di Westergard sovrasta tutto. Le indica un punto in lontananza
e la
paura più grande della ragazza si concretizza.
Ecco dove
è il suo Kristoff. Però non
è solo. Con lui c’è Sarah, con un
pancione enorme e la mano intrecciata a
quella del suo ragazzo. Una scena che devasta definitivamente ogni
emozione di
Anna. Disperata, impossibilitata a muoversi, per via di un sogno che
decide per
lei, si accascia a terra e riprende a piangere.
Lentamente ogni
immagine svanisce e il
buio torna e l’abisso l’avvolge, portando via con
sé ogni speranza.
Anna
spalanca gli occhi in quel preciso istante.
Turbata dal
ricordo di quel bizzarro sogno, sente di impazzire e convince se stessa
che
sfogarsi con qualcuno è ciò che serve.
“Basta
silenzi!” - lascia la stanza dirigendosi verso quella di
Elsa, necessitando del
suo sostegno.
Percorre quei
pochi metri, mentre svariati pensieri le frullano in mente e i timori
di un
futuro incerto la assalgono.
Con il
cuore in gola, decide di farsi forza e una volta di fronte alla camera
di sua
sorella, batte alcuni colpi alla porta.
“Avanti”
–
è la voce della maggiore delle Froze, alle prese con una
tesi completa e pronta
alla consegna.
“Si
può?” –
chiede Anna, avanzando timidamente.
Elsa ha
gli occhi fissi sul suo lavoro, soddisfatta per essere giunta al
termine di un
calvario di mesi.
“Ti
presento quello che porrà la parola fine al mio percorso
universitario” – le mostra
un volume grandissimo dalla copertina rossa.
“I nati
fuori dal matrimonio…” – legge la
seconda, sfogliando il librone. Impallidisce davanti
alle stranezze del caso – “Perché parli
di figli illegittimi?”
“Mesi
fa
pensavo di scrivere del divorzio, poi ho pensato che fosse un tema da
evitare.
Meglio non affrontare tutta la prassi che i nostri genitori hanno
dovuto seguire
alla fine del loro matrimonio. Così mi sono
detta… Vorrei in qualche modo
riportare un fatto che riguarda la mia vita, o meglio, la
tua!”
“Quindi
quando parli di bambini che non vengono riconosciuti dal loro
papà, ti riferivi
a Mia?” – le domanda, spiazzata –
“Perché se sai bene che non è
così”
“No non
mi
riferivo a quello. Lei ha il cognome del suo papà,
però è una bambina nata
fuori dal matrimonio, giusto?”
“In
teoria
non sarebbe dovuto essere così,
però…si è vero” –
commenta Anna, incupita da
quanto sa su Sarah.
“Ecco,
in
questo modo ho toccato un tema che mi era a cuore in un modo o in un
altro” –
confessa.
La non
risposta della parente la riporta all’argomento centrale,
quello da cui tutto è
partito.
“Adesso
dimmi cosa ti turba tanto!” – la invita a sedersi
sul letto ed esige
spiegazioni.
Dopo iniziali
esitazioni, la minore delle due si libera di quel peso.
----------------------------------------
Sarah
Frost è tornata in ospedale dopo ben due settimane di totale
assenza.
Forse i
sensi di colpa, forse la mancanza del suo lui, ma eccola approfittare
dell’allontanamento
di Erika dalla camera per prenderne il posto.
Siede su
una sedia, accanto al ragazzo, e, con amarezza, gli parla –
“Ho creato un
casino, adesso non so come venirne fuori”
Il battito
cardiaco del ragazzo allettato è l’unica risposta
che riceve.
Si
avvicina e gli accarezza una guancia, mentre i singhiozzi non le danno
pace.
Lo sfiora
con delicatezza, timorosa del suo stesso gesto colmo di amore.
“Se
solo
ti svegliassi…” – aggiunge poi, posando
il capo sul bordo del letto.
Non è
cosciente dei minuti che trascorre in quella posizione. Sta di fatto
che da lì
a poco, Erika fa
rientro e si sorprende
vedendo la giovane nella camera.
“Sarah,
sei tu?” –
Sentendo
tale voce, la Frost sobbalza e si alza dalla postazione.
Sto
andando via, tranquilla” – ha tanto da dirle, ma
preferisce non affrontarla.
“Perché
scappi da me?! Tra noi c’è sempre stato un
rapporto speciale. Sei scomparsa per
settimane e adesso che possiamo riabbracciarci, fuggi come
un’appestata”
“Mi
dispiace. Non volevo essere di troppo in questi giorni”
– sostiene la giovane,
pronta a lasciare la stanza.
“Aspetta”
–
la trattiene la donna, prendendole una mano.
I loro
occhi si incontrano e la Bjorgman le sorride teneramente, regalandole
una
carezza materna.
“A me
puoi
dire ogni cosa, ricordalo”
C’è
confusione e incertezza nelle intenzioni di Sarah, e Erika stessa se ne
rende
conto. Però preferisce non metterla a disagio ed evita altre
domande.
“Quando
vorrai
e sarai pronta a confidarti, sai dove trovarmi” –
scioglie la stretta e la
lascia libera.
Torna alla
sua postazione solita, afferra un romanzo dalla borsa, pronta per un
momento di
rilassamento.
Prima di
farlo posiziona un registratore sul comodino accanto al letto.
Schiaccia play e
sotto lo sguardo sorpreso della Frost, parte la canzone che ormai da
quindici giorni
sia Anna che la Bjorgman fanno udire a Kristoff.
“Come
mai
questa musica?” – chiede, prima di andare via.
“So che
lui la adora” – risponde l’adulta,
indossando gli occhiali da vista, pronta per
dedicarsi alla lettura.
“Scommetto
che te l’ha detto Anna, giusto? E’ una canzone
d’amore, quindi nessuno più di
lei può avertelo suggerito”
Erika
resta in silenzio; solleva il capo che fino a poco prima era rivolto
alle
pagine del romanzo.
“Ti
stai
domandando come mai conosco la ex di tuo figlio. Beh ora lo
sai…sì, so chi è.
So che è anche la mamma di una bambina avuta proprio con
Kristoff”
“Tesoro,
non
volevo che lo scoprissi così… Ecco
io…” – cerca di giustificarsi non
avendole mai
raccontato la verità.
“Non
c’è
bisogno di scuse. Adesso hai le risposte che cercavi”
La Bjorgman sempre più confusa non sa come comportarsi e non
riesce a
trattenere la ragazza.
“Adesso
sai perché mi sono allontanata. Sarai contenta immagino. Hai
una nipote e hai quella
figlia che tanto desideravi. Congratulazioni” –
conclude, correndo via.
Erika
resta immobile con lo sguardo fisso sulla porta e con la consapevolezza
di aver
perduto un pezzo del suo cuore. In fondo vuole ancora bene a Sarah,
però
evidentemente il sentimento non è più reciproco.
Potrebbe inseguirla, chiederle
perdono, darle spiegazioni dettagliate.
Ed è
sua
intenzione farlo, se solo non fosse accaduto altro nel frattempo.
Un'altra parte
di sé sta per ritornare alla vita.
“Mamma”
La donna
trema al pensiero di aver udito la voce di suo figlio. Possibile? Forse
una sua
suggestione; torna alla lettura.
Poi di
nuovo.
“Mamma”
La
Bjorgman chiude il libro gettandolo a terra quando si accorge che
Kristoff ha
aperto gli occhi.
“Oh mio
Dio” – esclama, piangendo.
Con un
filo di voce il ragazzo le dice – “Ciao
mamma”
La gioia
incontenibile e le lacrime di felicità impediscono ad Erika
di parlare. Si getta
sul suo adorato figliolo che lamenta dolori per la pressione del corpo
materno
sul suo.
“Ops,
scusami” – dice lei, asciugando le lacrime che
continuano a scendere senza
controllo.
Contattati
medici, infermieri, equipe medica, dimentica di avvertire la famiglia
Froze,
informando esclusivamente suo marito.
Sarah,
però, è nei paraggi. Seduta in sala
d’attesa sorseggia del pessimo caffè della
macchinetta, cercando di rimuovere i ricordi che le recano malessere.
Inizia ad
ipotizzare piani di fuga. Ne ha in mente uno: sarebbe tornata a casa,
avrebbe
riempito due valigie di abiti e scarpe, poi sarebbe partita per New
York, lontana
da tutti. Nessuno avrebbe mai chiesto di lei e la faccenda con Hans si
chiudeva
definitivamente.
Piani che
vengono distrutti in due secondi, quando ascolta, casualmente, la
conversazione
tra due infermiere.
“Hai
sentito?”
“Cosa?”
“Il
ragazzo in coma si è svegliato”
“Ma è fantastico, andiamo a vedere”
Senza
esitare, corre più veloce che può verso la camera
del fidanzato per constatare
con i suoi stessi
occhi che la persona
di cui si parlava era proprio Kristoff.
Lui è
lì,
con Erika accanto che gli tiene la mano, intento ad ascoltare le parole
del
dottore di turno.
La ragazza,
emozionata, piange, restando immobile sull’uscio.
Ed è
proprio la presunta suocera ad andarle incontro.
“Cara,
hai
visto? Ce l’ha fatta! Ce l’ha fatta”
– le dice Erika avvolgendola tra le sue
braccia.
“Si,
sono
felicissima” – le sorride ancora commossa, poi
aggiunge – “Perdonami per poco
fa. Adesso che Kristoff è sano e salvo, non lo
lascerò per nessuna ragione al
mondo. Sono disposta ad accettare la sua ex e sua figlia. Tutto per
amore”
“Ehm…
io
non so come andranno le cose tra voi d’ora in avanti, sei
sicura di riuscire a
sopportarlo?”
“Devo
farlo. Gli parlerò e se mi vorrà ancora,
sarò qui”
“Se invece non volesse?” – domanda
l’adulta, con poco tatto.
La giovane
dopo una risatina sotto i baffi, conclude – “Dubito
possa accadere”
|
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Capitolo 38 *** 37 Capitolo ***
Anna
racconta a sua sorella, per filo e per segno, quanto accaduto ore prima
davanti
villa Peterson, cioè quello che Sarah le rivelò.
“Incinta?
Non può essere” – Elsa è
incredula e dubita addirittura delle parole della
sconosciuta -
“Credi davvero che
Kristoff possa essere andato a letto con questa ragazza?”
“Perché
no?!
In fondo erano una coppia, o meglio, sono ancora ad oggi una coppia, a
detta di
lei”
“Saranno
anche fidanzati come sostiene Sarah, però io non sono
affatto convinta. Lui era
troppo innamorato di te per rimpiazzarti su due piedi”
– la maggiore è
fortemente schierata a favore di Bjorgman, sostenendo addirittura che
ciò che
la Frost ha raccontato ad Anna è una menzogna.
“Io
invece
l’ho fatto, purtroppo” – si incupisce la
seconda, ricordando il momento in cui
lasciò la sua casa per vivere con Hans, cedendo alle sue
richieste e donandogli
il suo corpo.
“Non
volevo fare paragoni, sappilo” – precisa Elsa,
accarezzando i morbidi capelli
dell’altra.
“Sono
io a
farli. Mi pento ancora per gli errori commessi; oggi che ragiono
lucidamente so
con certezza di volere solo Kristoff e costruire insieme il futuro che
ho
sempre sognato, realizzando quel famoso sogno nel cassetto che
custodivo sin da
bambina”
“Una
famiglia tutta tua” – aggiunge la maggiore, ben
consapevole del desiderio di
Anna..
La minore
delle Froze sospira. Poi, distesa sul letto accanto alla parente, si
accoccola
al suo petto lasciandosi accarezzare e confortare come era solita fare
gli anni
del divorzio dei genitori, quando in lacrime raggiungeva la stanza di
Elsa e si
sfogava, ricevendo in cambio affetto e tenerezza.
In quella
situazione impregnata di calore
familiare, la prima inizia a cantare.
“Where
the north wind meets the sea
There's a
river full of memory
Sleep, my
darling, safe and sound
For in
this river all is found
Anna
segue a ruota la voce di sua sorella, ricordando così i
vecchi tempi.
“Non
ho mai capito cosa volesse significare questa
inquietante ninnananna” – commenta la secondogenita
di Idunn, afferrando una
coperta dalla sedia, posizionandola sui corpi di entrambe.
“Evidentemente
il fiume che ti dà risposte, quelle che tu
stai cercando, è la tua stessa coscienza. Leggiti dentro
Annie, troverai il tuo
passato e troverai la tua verità. Io almeno l’ho
sempre interpretata così”
“A
otto anni eri già così sveglia?”
– la punzecchia la
minore, con tanto di linguaccia.
“Certo,
i nonni mi chiamavano cervellone, ricordi?” –
risponde
Elsa, vantandosi delle sue capacità per poi scoppiare a
ridere.
Le
due sembrano tornare indietro nel tempo e dimenticare i
problemi.
“Forse
hai ragione, ho creduto a Sarah senza pensare che le
sue potevano essere falsità”
“Conosco
la tua impulsività, è difficile scappare da
ciò che
si è. Quindi non ti giudico, però è
bene che impari a riconoscere quando la
realtà dei fatti è tale e quando è
pura menzogna. In questo caso, Sarah deve
essersi vista minacciata da te e dal ruolo che hai nella vita di
Kristoff”
“Hai
ragione. Inizierò a considerare questa prospettiva. In
fondo l’unico che potrebbe darmi conferme o meno è
il mio ragazzo… e lui…beh…
dorme ancora” – lo sguardo di Anna, al pensiero di
Bjorgman in coma, si
rattrista.
Però
questa sensazione di impotenza di fronte a una giovane
vita che rischia la morte e che non può aiutare, ha breve
durata.
Le
grida provenienti dalla cucina attirano l’attenzione delle
sorelle Froze che, preoccupate, raggiungono il posto.
Idunn
è euforica e non riesce a contenere la goia, mentre
è
alle prese con una telefonata.
“Mamma,
cosa è questo baccano?” – domanda,
stranita, la
primogenita.
“Ragazze
mie” – esclama la donna, abbracciandole entrambe.
Le
ragazze si guardano, confuse.
“Tesoro
grazie per la notizia, è ciò che attendevamo da
tempo. Ora informo le mie figlie e veniamo subito
lì” – così chiude la
chiamata.
Con
le lacrime agli occhi comunica la bella novità.
“Tenetevi
forte… Kristoff… si è
svegliato”
Elsa
esalta, saltellando sul posto, avvinghiandosi poi al
collo della sorella minore, rimasta pietrificata con le lacrime agli
occhi.
“Dici
sul serio?”- chiede ulteriori conferme e la mamma
annuisce, asciugandosi il viso bagnato dal pianto.
Lo
sfogo seguente vede Anna sciogliersi definitivamente,
alzando uno sguardo al cielo, emettendo un commovente Grazie Dio.
Stretta
alle due donne più importanti della vita, si libera
di un dolore che sembra aver lasciato spazio alla meritata pace.
--------------------------------------
Nel
frattempo, in ospedale, Sarah Frost è accanto a Kristoff.
Lui
riceve le ultime cure dell’infermiera, mentre, i genitori
chiariscono il tutto con il medico.
“Sono
felice che tu sia qui” – dice lui, seppure ancora
affaticato, quando i due restano da soli.
“La
gioia è la mia nel rivederti sano e salvo”
– gli sorride,
sfiorandogli il viso con dolcezza.
Lo
guarda, innamorata, e non resiste al sentimento. Avvicina le
sue labbra a quelle di lui, cercando il contatto.
Ma
è Bjorgman a voltarsi impedendo il gesto affettuoso,
spiazzando totalmente la ragazza.
“E
così è davvero finita” –
commenta lei, ferita.
“Mi
dispiace. Era questo che volevo dirti quel dannato giorno”
– confessa lui.
“Ami
ancora Anna, dovevo immaginarlo” – indietreggia dal
letto del giovane, incredula e distrutta.
“Perdonami,
non volevo ferirti”
“Ferirmi?
No, mi hai devastata. Ti sono stata accanto in un
periodo di vita per te nero, ho trascorso più tempo a casa
tua che con la mia
famiglia. Pensavo tenessi al nostro rapporto..”
“Era così, infatti”
“Hai detto bene, “Era”. Parli al passato.
Evidentemente mi hai solo usata.
Magari quando mi baciavi, la tua testa e il tuo cuore erano
altrove”
Kristoff
non risponde, dando conferma alle affermazioni della
Frost.
“Sai
che ti dico? Pensavo di rivolerti nella mia vita, ero
addirittura disposta a tutto pur di riconquistarti. A questo punto,
sono
stanca. Non mi meriti. Tolgo
il
disturbo, addio” – senza aggiungere altro,
arrabbiata e delusa, Sarah corre
via.
Non
si è mai sentita tanto umiliata, specialmente da chi
credeva nutrisse sentimenti nei suoi riguardi.
Disperata,
si chiude in un bagno e sfoga lì in un lungo
pianto la sua sofferenza, accasciandosi sul pavimento.
“Signorina,
vi sentite bene?” – le domanda un passante,
accorrendola poco dopo.
L’anziano
l’aiuta a rimettersi in piedi, desideroso di darle
una mano.
“Devo
andare, grazie ancora” – conclude Sarah, salutando
lo
sconosciuto.
Ed
è proprio allora che scorge qualcuno dirigersi al primo
piano dell’enorme struttura.
Anna,
Elsa e Idunn…sono loro le persone in questione.
Le
vede raggiungere la camera di Kristoff e chiudere la porta
alle loro spalle, regalandosi un momento di intimità e di
smisurato affetto.
“Buona
vita” – dice Sarah, con un filo di voce. A capo
basso,
lascia l’ospedale con un macigno sul cuore e la sensazione di
aver perduto
tutto.
E’
prossima a salire sulla sua automobile quando le vibra il
cellulare.
“Sorellina
si può sapere che fine hai fatto?”
“Jack,
sto bene. Sto tornando a casa”
“Mamma
e Honeymaren erano in panico. Nostra sorella stava
addirittura per contattare la polizia”
Sarah
sbuffa e conclude – “Sempre la solita! Dille che
tra
poco arrivo”
Mette
in moto il veicolo e sfreccia verso casa.
----------------------------------
Anna
e Kristoff si guardano senza proferire parola, sotto gli
sguardi emozionati dei parenti.
“Amore
mio” – esclama poi lei, lasciandosi andare.
Si
avvicina al letto di lui ed intreccia una mano alla sua.
Lo
accarezza, cercando di concretizzare la sua persona. Ha bisogno
di sentire che esiste e che ciò che tocca è reale.
“Non
sei un sogno, io ti sento… sei vero, in carne ed
ossa…sei
vivo”
“Certo,
sono qui e non me ne vado più” – le
sorride.
In
un battibaleno le labbra di lei si posano su quelle di lui
e segue un lungo e dolce bacio a stampo.
Finalmente
sono di nuovo insieme, liberi di amarsi.
“Mi
sei mancato” – singhiozza, stretta al suo
innamorato.
“Anche
tu. Ti ho sognata tutto il tempo”
“Davvero?”
“La
mia principessa del cuore” – la lusinga, arrossendo
subito dopo.
Poi
chiede –“ Nostra figlia dove
è?”
“A
casa con la babysitter” – risponde Elsa.
“Vorrei
vederla”
“Tempo al tempo, figliolo” – interviene
Erika – “Adesso devi tornare in forze”
“Tua
madre ha ragione. E noi ti aiuteremo per qualsiasi cosa”
– aggiunge Idunn.
“Siete
voi ad avermi riportato in vita… il vostro amore, il
vostro affetto, le vostre preghiere… ma soprattutto la tua
voce Annie”
“Mi
sentivi?”
“Sempre.
Soprattutto le canzoni che mi cantavi… soprattutto
quella canzone che sai benissimo”
Sorridendo
timidamente, la Froze decide di dediacargli
proprio quel pezzo, la melodia rappresentativa del loro amore.
“I'd climb every mountain
And swim
every ocean
Just to be
with you
And fix
what I've broken
Oh, 'cause
I need you to see
That you
are the reason”
Tra
lacrime di commozione ed incontenibile gioia, due
famiglie si uniscono in una sola e l’armonia torna a dominare
le loro vite.
------------------------------
“Dove
sei? Ti ho cercata”
“Scusami,
sono in ospedale. Adesso non posso parlare”
“Elsa,
aspetta. Non ce la faccio più… dobbiamo vederci”
“Non
mi è possibile. Sono impegnata”
“Possibile
che scappi sempre? Cosa ti blocca?”
“Ora
ti devo lasciare, mi sono allontanata per risponderti ma
devo tornare in stanza” – evita di rispondere e
cerca di chiudere il prima
possibile la chiamata.
“Ti
prego, dimmi almeno che mi telefonerai stanotte, come fai
ogni notte, quando nessuno può sentirti”
Dopo
qualche esitazione, la Froze dice – “Ok,
promesso”
Sistema
il cellulare in tasca e torna nella camera dove si
celebra l’amore, quel sentimento che da tempo lei sta
reprimendo per paura. Ma
cosa la frena? E
soprattutto chi è la
persona che le fa sussultare il cuore?
|
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Capitolo 39 *** 38 Capitolo ***
Hans è
chiuso in casa da giorni, cercando di contattare Sarah in ogni modo
senza
successo.
Anna
sembra disinteressarsi di fargli visita e non risponde alle sue
chiamate e ai
suoi sms.
Perfino
sua sorella è lontana da casa e non è minimamente
preoccupata della vita del
fratello.
Ignaro di
quanto accaduto ore prima in ospedale, Westergard non tollera la poca
considerazione che gli viene data sia dalla complice sia dalla presunta
fidanzata.
“Sarah,
è
l’ennesimo messaggio vocale che ti mando. Voglio sapere le
novità. Hai detto della
gravidanza ad Anna, e sei stata formidabile seguendo i miei piani. Ma
come
procede, però, il tutto? Lei ha creduto alle tue
parole?” – registra e invia,
in attesa di avere belle notizie.
E finalmente
arriva la risposta. Un testo breve però intenso.
“L’accordo
tra noi è saltato. Kristoff si è risvegliato.
Addio”
Il ragazzo
si pietrifica e il cellulare gli scivola dalle mani, cadendo sul
tappeto.
“Non
è
morto?!” – esclama, cambiando tono di voce. Ha i
nervi a fior di pelle ora che
sa del risveglio del rivale che cercherà
sicuramente di strapparle la donna.
Si
appresta ad uscire, diretto verso l’ospedale. Non ragiona
più e la rabbia
ribolle ed aumenta al ricordo dell’incidente, quando si
appostò sotto villa
Peterson e spiò la coppia entrare in casa insieme. Vedere
Anna innamorata e felice,
ridere alle sue spalle, baciarsi con l’ex mentre lui si
affliggeva e soffriva
della sua lontananza, fece scattare la molla che lo portò
poi al gesto folle.
Non immagina
che il suo viaggio si interrompe prima del previsto.
“Salve,
è
lei il signor Westergard?” – domanda un poliziotto
a Hans, fermandolo a pochi
passi dal cancello.
E le
parole di Taylor gli tornano alla mente – “Ti ho
denunciato. Se non ti
costituisci, verranno loro e allora sarà troppo
tardi”
In quel
momento, scappare sembra l’opportunità vincente.
Sotto lo
sguardo dell’uomo e del suo collega, inizia a correre.
“Che
cazzo
sto facendo!” – pensa mentre cerca di seminare i
due agenti.
Viene inseguito
per qualche metro e per sua fortuna riesce a nascondersi in un vicolo
buio e
poco frequentato.
Ha il
cuore a mille, le gambe a pezzi e il fiatone. Però non
può mollare.
“Signore,
va tutto bene?” – gli chiede una ragazza, con in
mano le buste della spesa,
diretta verso casa.
Westergard
la guarda infastidito e senza risponderle, riprende la corsa.
Sa che
ormai è stato scoperto dalla polizia, che non ha dubbi circa
la sua
colpevolezza. Altrimenti perché mai sarebbe dovuto scappare?
Pentito di
aver agito senza riflettere, spinto
dall’impulsività e dal bisogno di
proteggersi, cerca rifugio dall’unica persona che sa la
verità.
“Spero
che
il numero sia ancora questo” – incrocia le dita e
cerca sulla rubrica
telefonica il contatto di Taylor.
“Rispondimi…ti
prego” – parla da solo ormai, ad alta voce.
La voce
che sente è quella della segreteria, e cade così
nello sconforto totale.
Chiama un
taxi e decide di recarsi nel posto che frequenta da anni quando vive
momenti di
profonda crisi.
“Dove
la
porto?” – domanda il tassista.
“Al
cimitero, grazie”
Ed
eccolo di fronte alla tomba della figlia,adornata da angeli di
ceramica, fiori
e candele e trascorre le ore seguenti a piangersi addosso.
“Stella,
scommetto che mi stai osservando da lassù, vergognandoti di
cosa sono
diventato. Perderti è stata la tragedia più
grande della mia vita. Forse per
questo ho trasformato il sentimento per Anna in ossessione. Avevo
timore di
perderla, così come ho perduto te e tua madre”
– una lacrima scivola sulla
guancia del ragazzo che se ne sorprende. Erano anni che non piangeva
lacrime
vere e sincere.
Non sa
spiegarsi razionalmente cosa accade dopo e che segnerà
successivamente i suoi
passi.
Una bambina
compare magicamente di fronte ai suoi occhi e gli siede accanto.
E’ la
sua
esatta fotocopia e nonostante fosse folle come idea, Hans si convince
che si
tratta di Stella.
“Ciao”
– saluta
lei con voce soave, angelica, ed estremamente dolce.
“Non
è
possibile. Sei davvero tu?”
“Sono
chi tu voglia che io sia!” – la risposta della
piccola dalla lunga chioma rossa
e gli occhi verdi è ambigua e così Hans sorvola,
preso totalmente dall’irrealtà
di quella presenza.
È la
nuova
arrivata ad aprire un discorso molto intimo.
“Devi
smetterla
di sentirti responsabile in eterno di un incidente non previsto.
Accetta il
dolore, non rifiutarlo, non fingere che non esista. Hai sofferto in
silenzio
per troppo tempo, ora basta. Io so come sei…”
“Come
ero,
ti correggo! Sono cambiato da allora” – puntualizza
lui.
“Ritrova
te stesso”
“In che
modo? Ho fatto innumerevoli cazzate e ho appesantito il cuore di tanta
rabbia
che a volte mi è difficile gestirla. Con Kristoff ho
superato ogni limite, ma l’odio
mi ha accecato.”
“Kristoff
non lo meritava e in fondo ne sei cosciente anche tu”
Hans tace, seppure cova ancora disprezzo per il rivale.
“Se
Anna
ama lui, devi lasciarla andare”
“No! Mai, non posso perderla”
“Devi,
per
te stesso, per il tuo benessere. E vedrai, che l’amore se
deve arrivare,
arriverà”
Westergard,
in silenzio, pensieroso, abbassa il capo cercando di immaginare un
futuro senza
la Froze.
La sola
visione che riempie la sua mente è il buio che lo circonda e
la solitudine che
lo divora.
“No,
non
posso. Muoio senza di lei…” – aggiunge,
rialzando la testa, volgendo lo sguardo
verso la bambina.
Però
la
piccola non c’è più.
“Stella!
Stella dove sei?” – si alza in piedi e la chiama,
disperato.
I minuti
seguenti li trascorre controllando ogni zona del cimitero, senza alcun
risultato.
Come è
possibile?
“Sto
impazzendo. Forse è la mia mente che mi fa vedere cose che
non esistono” –
ipotizza la sua follia.
“Forse
è
la mia coscienza a dirmi di costituirmi”
Non trova
risposte a delle visioni di quella che inizia ad immaginare come angelo
custode.
O semplicemente
frutto di una mente malata.
“Si,
sarà
così… sono malato. Ho bisogno
d’aiuto”
Finalmente
cosciente di non essere lucido e di essersi distrutto la vita agendo
sconsideratamente, prende la decisione finale.
E ciò
avviene quando il cellulare gli suona e sullo schermo compare un
preciso
numero.
“Taylor”
“Hans,
sei
tu?”
“E
così
hai tenuto il mio numero” – afferma felice lui,
arrossendo.
“Cosa
vuoi
da me?” – cambia discorso la Richie.
“La
polizia stava venendo a casa mia”
“Gli
hai
spiegato i fatti?”
“Sono
scappato” – confessa, imbarazzato.
La reazione
della donna è immediata. Inizia a gridare mille parole che
Hans ignora perché
concentrato nel dirle – “Ascoltami, ti
prego”
“Sei un
vigliacco” – insiste lei, furiosa.
“Aspetta..:”
“No! Non voglio avere nulla a che fare con te”
– sta per chiudere la chiamata,
quando Westergard le comunica – “Sto andando a
consegnarmi spontaneamente al commissariato”
----------------------------------------
Anna e
Kristoff sono soli in stanza, appiccicati l’uno
all’altra.
La Froze
si è
infatti distesa accanto al
fidanzato e lo riempie di carezze
e
baci, regalandogli attimi di immenso amore, proprio ciò che
gli mancò
disperatamente per mesi.
“Ti
amo” –
continua a ripetergli, apprezzando l’imbarazzo sul viso di
Bjorgman.
“Ho una
voglia pazza di te che non puoi immaginare” –
aggiunge poi, sussurrandoglielo
all’orecchio.
“Non
sai
che fatica per me trattenermi, adesso” – commenta
lui, arrossendo.
Il sorriso
della ventiduenne accende anche il suo e si completa con un lungo e
appassionato bacio.
Le ore
insieme sono medicina per il cuore e stare assieme rende il tempo
così veloce
che non si rendono conto che il sole è tramontato.
Ma la loro
privacy viene interrotta dall’arrivo di Erika e Victor
insieme ad Idunn.
“Che
succede? Hai una faccia sconvolta” – chiede
Kristoff alla madre.
“Ci ha
contattati la polizia per l’ennesima volta”
“Hanno
qualche nuovo indizio?” – domanda Anna.
“No!”
–
risponde Bjorgman senior. Poi commuovendosi rivela –
“Hanno arrestato il colpevole”
-------------------------------------------
Elsa è
tornata a casa prima del previsto, con la scusa di un urgenza
all’università.
In
realtà
dopo la telefonata ricevuta è presa totalmente da un
sentimento che non sa
spiegare ne gestire.
“Elsa,
riprenditi ti prego” – dice a se stessa,
guardandosi allo specchio – “E’ solo
amicizia. E’ solo amicizia. E’
solo…” – poi si zittisce. Tentativi di
autoconvincimento che falliscono subito.
Prende in
mano il telefonino e nota
un messaggio.
“Non
resisto fino a stasera per sentirti. Ho preferito vederti di
persona”
Legge e
sobbalza incredula. Apre la porta di casa, preoccupata di chi potrebbe
trovarsi
di fronte.
Non
c’è
nessuno e può tirare un sospiro di sollievo. Ormai la
situazione che sta
vivendo ha del poco normale.
La sua
“normalità”
non esiste più e ciò che sente dentro e che
può chiamarsi amore ne è la prova.
Fa per
rientrare, quando una voce alle sue spalle la chiama.
“Ciao
Elsa!”
La ragazza,
sconvolta, si volta lentamente e impallidisce.
“Honeymaren…cosa
ci fai qui?”
“Ti
avevo
detto che non avrei resistito” – aggiunge
sorridendo la ragazza dalla lunga
treccia nera.
Entra nella
villa senza consenso e si avvicina pericolosamente al corpo della Froze.
Occhi negli
occhi le due si scoprono più innamorate di quanto avrebbero
mai potuto pensare.
|
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Capitolo 40 *** 39 Capitolo ***
“Non
puoi
restare qui Honeymaren, mia madre potrebbe ritornare da un momento
all’altro” –
Elsa spinge via la ragazza, riducendo la distanza fisica.
“Sai
benissimo perché sono qui. Non ce la faccio più,
Elsie”
“Ti ho
detto mille volte di non chiamarmi così. Nessuno lo
fa” – replica la Froze,
dandogli le spalle.
“Io
sono
l’unica e questo la dice lunga” –
sostiene la Frost, sfiorandole dolcemente un
braccio.
Il tocco
della mano della coetanea fa sobbalzare la studentessa di
giurisprudenza.
“Vai
via,
ti prego” – insiste poi, avviandosi
all’ingresso seguita a ruota dall’ospite.
“Possibile
che non accetti quello che provi? Ti fa tanta paura
innamorarti?”
“Basta”
–
esplode Elsa, alzando la voce, rimproverando Honeymaren.
La guarda
con gli occhi umidi, pronti a cedere alle lacrime.
“Se
vedermi ti fa stare male, vado via” – cede la
Frost, amareggiata.
Elsa la
guarda passarle davanti con il capo basso ed accingersi ad uscire dalla
villa.
Prima di
salutarla, però, le dice – “Non ti
disturberò più, tranquilla. Non mi vedrai
né
mi sentirai. Cancellerò anche il tuo contatto telefonico.
Faremo finta che tra
noi non sia mai accaduto nulla”
La Froze
fissa il pavimento, trattenendo l’emozione che sta iniziando
a consumarla.
“Addio”
Ed è
in
quel preciso istante che un flash corre rapido nella mente di Elsa e le
ricorda
quanto accaduto tra lei e “l’amica”
giorni prima.
Un bacio,
sì un bacio che ha ricevuto dalla collega universitaria,
conosciuta solo mesi
prima, durante il ricevimento settimanale del loro relatore di tesi.
Un caso
che le portò ad incontrarsi più di una volta a
settimana, al solito posto e di
condividere drammi per esami e pensieri sul futuro post laurea.
Honeymaren
le raccontò anche aneddoti della sua vita personale, di aver
vissuto per sette
anni in orfanotrofio per poi trovare una famiglia adorabile, per la
quale
darebbe anche la vita: i Frost.
Sì, i
Frost…i genitori di Sarah Frost, ex fidanzata di Kristoff!
“Perché
mi
hai baciata?” – le domanda la bionda, guardandola
andare via.
Ma la
giovane dalla lunga treccia nera, resta immobile sull’uscio
e, di spalle
all’altra, confessa – “Perché
mi piaci”
Questo
è
per Elsa un colpo al cuore, lei che non si era mai sentita dire da
nessuno “Mi
piaci”, lei che quasi venticinquenne aveva dato un solo bacio
ad un compagno di
scuola, durante una festa di fine anno quando si divertirono con il
famoso
gioco della bottiglia, lei da sempre consideratasi indietro sotto
l’aspetto
sentimentale rispetto alle coetanee, ma soprattutto rispetto a sua
sorella
minore, rimasta perfino incinta a ventuno anni.
E il
desiderio di sentirsi amata, prende il sopravvento.
Qualcuno
finalmente la considera sotto quel punto di vista e,in tale frangente,
poco le
interessa se a volerle bene in quel modo è una donna e non
un uomo.
Afferra
Honeymaren per un braccio e la tira verso di sé.
Nessuno
avrebbe potuto fermarla e infatti le due, una di fronte
all’altra, a pochi
centimetri di distanza, uniscono in un lungo bacio le loro labbra.
Che strano
sentire il profumo di un’altra ragazza su di sé;
ignora le voci che, nella sua
testa, le ripetono “E’ sbagliato”,
“E’ innaturale”, “Non sei
normale”, “Sei
malata”, “Cosa penseranno i
tuoi?”, e si
concede ad un attimo tutto suo, un attimo fatto solo ed esclusivamente
d’amore.
Le due si
fermano per riprendere fiato, con le gote arrossate e il batticuore.
Le loro mani
sono intrecciate, e in silenzio, restano immobili, l’una
appoggiata alla fronte
dell’altra, a metabolizzare quanto accaduto, cogliendone solo
percezioni
positive.
“Hai
visto?” – prende parola la Frost.
“Cosa?”
“Non
è poi
così male lasciarsi andare” – le sorride
Honeymare, accarezzandole la guancia.
Elsa
però non
risponde.
Adesso che
il bacio è terminato e le farfalle nello stomaco si sono
acquietate, le
perplessità e le paure tornano a rammentarle quanto errato
sia essere ciò che
è.
“Forse
non
dovevamo” – si pente.
“Che
dici? Avrai provato
le mie stesse
sensazioni ed erano tutte piacevoli. Non capisco perché ti
ostini a volerle
sopprimere”
Il rumore di un clacson interrompe la conversazione e costringe la
Froze a
cacciare “l’amica”.
“Sono
loro, ti prego va via” – dice poi, sistemandosi
alla meglio – “Se ci avessero
beccate, non voglio immaginare cosa avrebbero potuto pensare”
Honeymaren,
spiazzata, le risponde – “Che magari ci siamo
innamorate, tutto qua”
Elsa scuote
il capo – “La rendi troppo facile e sai bene anche
tu che non è così”
L’espressione
confusa di Honeymaren non riceve spiegazioni. Infatti Elsa la invita a
lasciare
definitivamente la villa, senza aggiungere altro.
Così
la
Frost è obbligata ad andare via, non prima di averle
regalato un ultimo
sorriso. Dopo la saluta con un cenno della mano –
“A presto, Elsie”
Sentire
quel nomignolo non suscita più la reazione di fastidio nella
diretta
interessata che infatti,per la prima, volta ne ride.
Si
ricompone, cercando di cancellare emozioni e sentimenti vissuti sino a
qualche
minuto prima e accoglie Idunn e John di rientro dall’ospedale.
“Figliola,
chi è quella ragazza? Una tua amica?” –
le domanda la madre curiosa, avendo
notato Honeymaren uscire dai cancelli.
“Ehm…sì,
l’ho conosciuta
all’università” – si limita a
dire, spostando il discorso su
Kristoff e la sua salute.
Così
la ex
signora Froze le racconta gli ultimi aggiornamenti, tra questi il fatto
che
fosse stato acciuffato il colpevole dell’incidente.
“Davvero?
Si
sa già chi è?”
“No,
tesoro. Ora sono i Bjorgman si sono recati al commissariato. Finalmente
le cose
stanno andando nel verso giusto”
Da lì
in
poi, Idunn comincia ad elogiare la bellezza di una coppia splendida di
nuovo
insieme, nonostante le avversità, quella di Anna e Kristoff
che finalmente possono
godere del loro amore e della loro bambina.
Il tutto mentre
Elsa ascolta in silenzio, con un macigno sul cuore e i sensi di colpa
per un
bacio che non avrebbe dovuto dare…un bacio che non potrebbe
mai rendere felice
sua madre così come sta facendo ora Anna.
Mentre
Idunn parla, parla,parla, non nota lo strano comportamento della figlia
maggiore che, non presta alcuna attenzione, totalmente presa dai suoi
pensieri.
Nella sua
testa viaggiano paure di essere scoperta e di dover accettare che non
assomiglia né a sua sorella, né a sua madre. Non
è un uomo che cerca il suo
cuore.
La
stranezza di Elsa viene colta da John che le domanda –
“Tutto bene?” –
interrompe così anche il monologo della compagna, che torna
alle faccende di
casa.
“Dici a
me?” – risponde la Froze, destandosi dal suo mondo
interiore.
“Non
sembri tu” – nota l’uomo, sospettoso.
“No,
tutto
bene. Sono agitata per la laurea. Tra una settimana è il
grande evento, sono un
po' tesa” – finge, tirando fuori la scusa perfetta.
Infatti Peterson
le crede e la loro conversazione si posa proprio sul giorno tanto
atteso.
Nessuno
riesce a capire che Elsa vive un momento di crisi amorosa.
Solo una
persona potrebbe esserne in grado, quella che
da lì a un paio d’ore torna a casa.
“Annie,
finalmente! Hai novità dai Bjorgman?” –
è la prima domanda che la sorella
maggiore chiede alla minore.
Il viso
della ventiduenne parla da solo. Lo shock è evidente e
spaventa i familiari.
“Figliola,
rispondi per favore. Dicci tutto” – la scuote Idunn.
A quel
punto, la seconda delle Froze rivela – “Ho parlato
con Erika. Indovinate chi è
il bastardo che ha investito Kristoff quindici giorni fa?”
“Chi?”
–
dicono in coro John e
la compagna.
“Il
tormento della mia vita” – aggiunge Anna.
“Hans?!
Lo
sapevo, maledetto!” – Elsa capisce al volo e ha la
conferma alle sue ipotesi. Non
si sbagliava ad esagerare su Westergard –
“E’ un folle! Spero lo chiudano in
cella e buttino via le chiavi”
“Me lo
auguro, da gente tanto vigliacca ci si può aspettare ogni
cosa” – commenta, affranta,
Anna, accolta immediatamente dalle braccia materne.
“Ti
preparo una camomilla” – le dice
l’adulta, allontanandosi con Peterson, parlando
con lui su quanto appena scoperto.
Le due
sorelle sono da sole, in salotto.
“Che
razza
di uomo mi ha dormito accanto negli ultimi tre mesi?”- Anna
è disgustata e si
pente di aver condiviso il letto con un mostro e avergli ceduto se
stessa.
“Annie,
non colpevolizzarti. Sappiamo bene che quel verme sa fare il lavaggio
del
cervello. Ti ha ingannata, ti ha soggiogata, voleva addirittura farti
credere
che, essendo incinta di lui, non potevi più mollarlo.
Però adesso è finita. Lui
rimarrà in galera, ne sono convinta”
“Io non
mi
darò pace fino a quando non mi darà le risposte
che voglio” – afferma, determinata,
la ventiduenne.
“Cosa
pensi di fare?”
In quel
momento vibra un cellulare. E’ proprio quello di Anna.
“Kris?
Amore, tutto bene?” – risponde, allontanandosi per
chiacchierare con il
fidanzato.
Elsa resta
da sola. Ha percepito la forza e la determinazione di sua sorella,
volendone
assimilare una parte. Ripete a se stessa – “Ce la
puoi fare, Elsa. E’ la cosa
migliore. Lei ti capirebbe”
E mentre
si autoconvince che parlare è la cosa migliore, sopraggiunge
Idunn con del thé
e la camomilla.
“Cosa
blateri?” – le domanda, prendendola in giro.
“Ehm…nulla!
Io voglio il thé allo zenzero” – prende
la tazza rosa, sottraendola dal vassoio
tra le mani della mamma.
“Attenzione
che brucia” – le raccomanda. Siede accanto alla
ragazza, posando la sua testa
sulla spalla della primogenita.
Non era
mai stata tanto affettuosa come negli ultimi tempi e quel comportamento
irrigidisce Elsa e aumenta un senso di colpa interiore.
“Che
gioia
che mi state regalando. Prima Anna che mi dà una nipote
meravigliosa, poi
Agnarr che appiana con me ogni conflitto, e anche
tu…”
“Io? Ti sbagli, a me non va alcun merito”
– precisa la bionda, sorseggiando lentamente
la bevanda.
“Invece
sì, tesoro. Sei diventata una vera donna. Hai tutelato per
anni tua sorella,
facendole da madre. Hai studiato, lavorato nel frattempo. Hai anche
sofferto
della rottura tra me e tuo padre… e mi pento di averti in
qualche modo
coinvolta”
“No,
mamma. E’ passato… adesso siamo in pace
tutti”
“Invece
ti
devo delle scuse” – aggiunge –
“Probabilmente se non hai fiducia nell’amore
è
colpa nostra”
Amore…
perché
ora sua madre le parla d’amore? Elsa sobbalza, bruciandosi
addirittura la
lingua per colpa del thé fumante.
“Ahi”
–
esclama al contatto con la bevanda bollente.
Idunn,
tutta presa dalla gioia personale, non fa caso alla figlia e continua a
dirle –
“Se non hai un fidanzato forse hai paura di soffrire quello
che ho sofferto io
con Agnarr”
“Mamma,
non mi sembra il caso di aprire questo discorso” –
inizia ad innervosirsi. L’argomento
non le piace.
“Invece sì. E’ a questo che mi
riferisco. Ogni volta che tocchiamo l’argomento,
tu ti chiudi o eviti”
“Perché mi imbarazza”
“Certo, è normale. Ma io credo ci sia di
più”
Elsa deglutisce
preoccupata, iniziando a temere il peggio. Deve allontanarsi prima di
scoppiare. Deve farlo… ora! E come? Idunn le è
appiccicata e le impedisce anche
di alzarsi dal divano.
“Confidati
con me, tesoro mio. Voglio esserti d’aiuto”
“Mamma
basta”
“Guarda che sfogarti può farti bene”
“Ho detto basta” – alzando il tono di
voce, la Froze mostra il suo disappunto.
Idunn si
sposta dalla sua posizione, guardando incredula la figlia che si alza
e, lasciando
la tazza sul tavolo, va via.
Quella
è
la prova, per Idunn, che la primogenita sta nascondendo qualcosa.
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Anna
raggiunge la madre poco dopo. Nota subito l’assenza di sua
sorella.
“E
Elsa?”
La donna
le spiega la lite e la invita ad intervenire.
“Solo
tu
puoi aiutarla”
Infatti,
la ventiduenne non esita un solo istante.
Corre diretta
verso la stanza della maggiore e bussa.
Elsa non
risponde.
Così
insiste,
più e più volte.
E quando
capisce che non avrebbe mai ottenuto l’ok, fa di testa sua.
Apre la porta ed
entra.
La maggiore
è stesa a pancia in giù sul suo letto.
“Hey,
mi
vuoi dire che succede?” – le domanda, preoccupata.
“Non mi
capiresti. Nessuno può” – singhiozza,
nascondendo la testa sotto il cuscino.
“Almeno
sfogati, può farti bene. Sai che di me ti puoi
fidare” – la conforta, mostrando
la sua presenza costante.
Chissà,
pensa Elsa, forse accennarle qualcosa può davvero esserle
utile.
Anna non
è
Idunn. Anna non è Agnarr.
Anna è
la
persona più importante, quella che non la giudicherebbe mai
e poi mai.
La capirebbe
e magari troverebbe
una spiegazione
logica alla cazzata che ha combinato.
E
così,
raccolto il coraggio, la più grande si rivolge alla
più piccola.
“Ho
conosciuto una persona…”
Il viso
della ventiduenne si illumina sentendo tali rivelazioni.
È
pronta a
tempestarla di domande, però stavolta preferisce ascoltarla
e basta.
Trattiene la
curiosità e rimane in silenzio.
“Non
capisco cosa mi sta succedendo. Tu sai dirmi che sensazioni si prova
quando ci
si scopre innamorati?”
“Elsa,
credo che le emozioni che ciascuno prova in questi casi siano
soggettive. O meglio,
farfalle nello stomaco a parte… ognuno vive
l’amore e lo percepisce a modo
proprio, lo esprime come meglio sente”
“A me
basta solo che rispondi a questo: quando hai realizzato che il
sentimento per
Kristoff era amore e non altro?”
“Beh…
quando ho capito di non riuscire a vivere senza averlo accanto. Era
diventato
il centro dei miei pensieri, dei miei dubbi, delle mie
paure… esisteva solo e
soltanto lui. Ma io e te siamo diverse. Io ho rischiato e mi sono
esposta,
anche troppo… sono rimasta incinta e la mia vita si
è trasformata. Tu sei più
razionale, scommetto che è la ragione a dominare in
te”
“Esatto”
“Mettila
a
tacere per un istante, fai parlare il cuore”
“Non ci
riesco” confessa,
singhiozzando, la
maggiore.
“Un
primo
passo è prendere coscienza di ciò che desideri
davvero”
Elsa resta
in silenzio, cercando di ascoltare una parte di sé che ha
sempre soppresso.
“Confidarti
può essere un inizio” – le consiglia
Anna.
Dopo un
lungo respiro profondo, la bionda accenna qualcosa.
“Si
chiama
Honeymaren”
Il nome
spiazza Anna che inizialmente commenta, scherzosa –
“Povero ragazzo, i suoi
genitori non sono stati tanto carini”
La
primogenita dei Froze scuote però il capo ed è
allora che sgancia la bomba – “Non
è un lui”
Anna
impallidisce sentendo ciò e la guarda ad occhi sgranati
– “Aspetta…che?! –
esclama quando realizza che quanto udito è reale.
“Hai
capito bene! La persona in questione… è una
ragazza!”
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Capitolo 41 *** 40 Capitolo ***
“Elsa,
ma
cosa…?” – Anna non trova le parole
giuste ma sono tanti gli interrogativi che
le vengono alla mente e che vorrebbe esporre alla sorella. Eppure non
ha la
forza per farlo. Sente che qualsiasi cosa potrebbe essere inadatta o
indelicata.
La sua
espressione scioccata e la mancanza di risposte da parte di una persona
di
natura logorroica, danno ad Elsa la consapevolezza di aver sbagliato a
confessarle il fatto.
Perciò
si
pente immediatamente – “Non dovevo dirtelo,
cazzo” – si alza dal letto,
aumentando la distanza da sua sorella.
Anna
però
non si pronuncia ancora. Dentro di sé viaggiano pensieri
contrastanti e lo
shock per quanto appena udito sembra prevalere sull’amore che
nutre per Elsa.
“Ti
faccio
schifo, dai dillo pure” – aggiunge la maggiore, con
le mani tra i capelli,
muovendosi in maniera confusionaria nella stanza.
L’atteggiamento
impassibile della ventiduenne è snervante e così
la più grande le tuona contro
– “Vattene via! Lasciami da sola. Avrei preferito
un rimprovero e delle sberle
a questo tuo silenzio che mi sta uccidendo…”
– le indica la porta, cercando di
trattenere il pianto che da lì a poco
sarebbe potuto esplodere.
Ma la
secondogenita
dei Froze, nel mentre, mette assieme vari tasselli che la conducono
alla verità
appena svelata.
“Ecco
perché
quando Hans ti ha provocata sulla questione amorosa, tu hai reagito
infuriandoti” – finalmente si esprime e lo fa
rievocando un episodio di giorni
addietro.
“Cosa
c’entra questo adesso? Ti ho appena detto che potrebbe
piacermi una ragazza e
tu parli di Hans?” – la guarda esterrefatta.
“Tante
cose sembrano quadrare, ora”
“Ci
tengo
a precisare che se una persona non si fidanza, non significa
automaticamente
che…”
“Ovviamente. Non volevo dire questo. E’ tutto
l’insieme… tu hai sempre schivato
l’argomento sentimenti. Quando mamma e papà
divorziarono, mi ripetevi che non
era una famiglia vera quella. Non necessariamente un marito e una
moglie, un
uomo e una donna, assieme, ne creano una reale e sincera. A cosa
alludevi?”
Elsa fissa
la sorella e ascolta sconcertata le sue paranoie.
“Stai
vaneggiando. Addirittura pensi che nei miei discorsi si nascondeva la
mia vera
natura? Sei folle a crederlo”
“Ricordo
che quando ti scambiasti quel famoso primo bacio con Samuel della terza
C, ne
rimanesti schifata e ripetesti per giorni “Mai
più”, “Mai
più”…”
“D’accordo,
non sopporto più questi discorsi. Lasciami sola,
vattene” – ripete, fuori di
sé, arrabbiata con il mondo, con la sorella, ma soprattutto
con se stessa.
“Elsa,
scusami, non volevo ferirti. Hai ragione tu, voglio esserti
vicina” – intuisce
di aver detto solo stupidaggini e le va incontro, aprendole le braccia,
pronta
a stringerla a sé.
Però
la
maggiore non è dell’umore adatto e si volta
dall’altro lato, dandole
volutamente le spalle.
“Pensavo
che confidarmi con te mi avrebbe aiutata a spiegare la cazzata che ho
fatto!”
“Ti
sembrerò indiscreta, ma… cosa è
accaduto effettivamente con questa persona?”
“Ci
siamo
baciate” – confessa, imbarazzata.
L’immagine
di Elsa avvinghiata ad un’altra ragazza destabilizza Anna per
alcuni istanti,
la quale però cerca di metabolizzare rapidamente e di
mostrarsi quanto più
sensibile all’argomento.
In fondo
quella che ha davanti è sua sorella, nulla è
cambiato in lei.
Non è
la
sessualità a renderci persone migliori di altre.
“Ehm…okay.
Adesso ti penti per paura del giudizio altrui o perché
effettivamente non è
l’amore ad averti indotta a farlo, ma solo una debolezza
casuale?” – la domanda
della ventiduenne spiazza la bionda che, confusa, risponde –
“Non lo so neanche
io”
“Allora
andrò diretta al dunque, senza girare troppo intorno alla
questione” – aggiunge
Anna e seria in volto le chiede – “Ti manca
Honeymaren? Senti di poter vivere
anche senza di lei?”
“Annie, non riesci a capire? Non so rendermi conto di cosa
provo”
“Allora
è
bene affrontare la situazione di petto” – le prende
la mano e la trascina fino
all’uscita.
“Che
vuoi
fare?”
“Dimmi dove abita questa ragazza. La questione bisogna
sistemarla, prima di
confessare ai nostri genitori la verità”
“Confessare? Non ci penso proprio. Loro sono tradizionalisti,
lo sai bene”
“Non ci metterei la mano sul fuoco” –
puntualizza la minore – “Hanno avuto
rapporti prima del matrimonio, mamma rimase addirittura incinta; poi
hanno
divorziato e ricominciato nuove vite… hanno accettato che
anche avessi un
figlio senza essermi sposata, hanno aperto la mente rispetto ad anni
fa”
“Sei
convinta che dirgli “Hey, come va? Sapete che penso di amare
una donna”,sia la
cosa migliore? Perché solo all’idea mi tremano le
gambe” – sostiene Elsa,
terrorizzata al solo pensiero.
“Ci
sono
io con te, sorellina. Non ti lascerò mai”
– le si avvicina e la avvolge tra le
sue braccia sottili.
Restano in
quella posizione a lungo, fino a quando non è Anna a
riprendere il discorso.
“Qual
è
l’indirizzo di casa di Honeymaren?” –
domanda, intenzionata a recarsi sul
posto.
“Che?
Vuoi
andare lì? Non se ne parla. Io non vado da nessuna
parte” – decisa a non
cedere, si siede di peso sul divano e incrocia le braccia a petto in
segno di
disappunto.
“Vado
da
sola se non ti va. MI basta sapere la strada e…”
“Annie, no!!” – ripete Elsa.
“Rifletti,
è la cosa più giusta per te. O vuoi continuare a
dilaniarti senza sapere cosa
desideri davvero?”
La primogenita
dei Froze resta in silenzio.
“Affronta
il problema una volta per tutte” – la invoglia a
dare una scossa alla sua vita.
E dopo
esitazioni, Elsa posa lo sguardo su Anna. La ventiduenne è
talmente seria da
non sembrare lei ed è determinata ad andare avanti, con o
senza il consenso
della parente.
“Facciamola
finita” – finalmente la grande prende la sua
decisione.
Raggiungono
l’automobile, ignorando che fosse tramontato il sole.
Idunn
dalla finestra della sua stanza nota le figlie salire sul mezzo.
“Dove
vanno quelle due?” – si chiede, stupita.
“Lasciale
in
pace. Magari hanno bisogno di stare insieme o chissà
andranno da Kristoff”
“A
quest’ora?
E senza dire nulla? No, tesoro. Qui gatta ci cova”
– riflette la donna,
tornando poi alle sue faccende domestiche.
Durante
tutto il tragitto, Anna sprona Elsa ad agire e a comprendersi,
prendendo di
petto la situazione difficile.
E teneramente
le pone anche domande su Honeymaren.
“Lei
come
è?”
“In che
senso?”
“E’
bella?”
– quella richiesta che Anna maschera come una sua
curiosità personale, è un
trabocchetto che utilizza per comprendere quanto coinvolgimento emotivo
ci sia
in sua sorella al solo parlare della Frost.
“Bellissima”
– si lascia scappare Elsa, arrossendo subito dopo.
Giungono
alla meta proprio allora.
La
maggiore ha il cuore in gola quando parcheggia il mezzo, tremante di
paura.
“Siamo
arrivate. La casa è quella” – indica il
portone scuro, distante pochi metri.
“Forza,
andiamo” – Anna è inarrestabile e tiene
stretta la mano gelida della sorella.
L’ansia
dipinta sul viso dell’aspirante avvocatessa, irrigidisce
anche Anna stessa, che
nonostante ciò cerca di darle forza con la sua sola presenza.
Sono di
fronte all’ingresso e ad una serie lunga di citofoni con
cognomi di gente
sconosciuta.
“Dimmi
il
suo cognome” – dice la ventiduenne, scrutando la
lista con attenzione.
“Frost”-
risponde l’altra, con naturalezza.
Ma è
allora che Anna inizia a pensare – “Non mi
è nuovo”
“Forse
perché ricorda un po' il nostro?”
“Mmm”
–
riflette, mentre sua sorella maggiore schiaccia con forza il pulsante
corrispondente proprio alla famiglia di Honeymaren.
Una voce
risponde – “Chi è?”
“Ehm…cerco
Honey! E’ in casa?” – domanda Elsa.
“E’
uscita.
Puoi dire a me, sono sua sorella Sarah”
In quel
preciso istante Anna impallidisce e un flashback le chiarisce tutto.
“Finalmente
ci
conosciamo come si deve. Piacere sono Sarah, Sarah Frost. Ci siamo
viste
all’ospedale giorni fa, ricordi? Eri dal mio
fidanzato… ops…volevo dire dal tuo
grande amore”
“Non
è tuo, inutile
che speri che sia così”
“A
quanto ne
so io, non mi ha né mollata, né mi ha chiesto una
pausa di riflessione. Ai
fatti, è con me che sta”
La voce di quella
ragazza rimbomba pesantemente nella testa di Anna che non
si accorge che Elsa è pronta per tornare in auto.
“Annie,
tutto bene?” – le chiede la maggiore.
Ma la ventiduenne
continua a ricordare e ad essere totalmente schiavizzata
da tale rievocazione.
“Ti
consiglio di tornare con Hans, cara mia”
“Mai”
“Se
preferisci
condividere un uomo con la sottoscritta, fa pure”
“Io non
condivido un bel nulla. Kristoff mi ama e mi
sposerà”
“Quando gli dirò che avremo un bambino, dubito che
sposi te”
Il
bambino…già! Quel bambino…quella
faccenda non ancora affrontata tra Anna
e Kristoff
“Cosa?
Sei incinta?”
“Si, darò a Kristoff un figlio e vivremo per
sempre felici e contenti”
Momenti come
quelli sono difficili da rimuovere.
Invece la gioia
ritrovata dal risveglio di Bjorgman, portò la ragazza a
mettere da parte un argomento fondamentale nella loro relazione.
“Hey,
Annie. Ci sei? Va tutto bene?” – Elsa insiste,
notando le stranezze
della parente.
“Eh?
Scusami ero sovrappensiero”
“Mi
sono accorta…comunque andiamo via, lei non è a
casa” – commenta la
maggiore, facendole poi segno di salire in auto.
“Sorellina,
ho appena scoperto come mai il cognome Frost mi era tanto
familiare”
“Perché?”
“Sarah…
la ex di Kristoff, la ricordi?”
“Certo,
la tipa dai capelli ramati che ti assomigliava!” –
aggiunge la
prima.
“Esatto…
è la sorella di Honeymaren”
“CHE?”
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Kristoff
lentamente si è rimesso in forze, felice di essere tornato
alla
vita grazie all’immagine di sua figlia, protagonista assieme
ad Anna dei suoi
lunghi sogni.
Ed è
proprio la bambina che attende di riabbracciare dopo tantissimi mesi di
distanza.
Erika gli
mostrò varie fotografie e la Froze alcuni video realizzati
con il
cellulare in tutti i mesi addietro.
Però
lui desidera stringerla a sé e riempirla di baci, darle
l’amore che
non ha potuto donarle.
Resta questo il
sogno che primeggia in Bjorgman, un giovane padre che vuole
trascorrere del tempo con la sua adorata figlia.
O meglio, questo
era il suo sogno prima di venire a conoscenza del
colpevole del suo incidente.
“Maledetto”
– esclama, quando i genitori gli raccontano il fatto.
“Calmati,
tesoro”
“No, mamma. Quel mostro stava per uccidermi”
“Adesso
è in galera ed è ciò che
conta”
“Spero
per lui con tutto il cuore che rimanga lì dentro fino al
resto dei
suoi giorni”
Westergard,
infatti, dopo aver confessato i suoi misfatti è stato
arrestato, diventando la vergogna di casa Weselton e del dottore che,
dalla
vergogna, chiede la pensione anticipata e si trasferisce in una nuova
città.
Un duro colpo per
John Peterson sentitosi tradito dall’amico che non solo
non gli chiese perdono, ma si scoprì essere al corrente
delle cattiverie del
nipote e di avergli retto il gioco, falsificando i documenti di Anna
circa una
finta gravidanza.
Chi gli rivela
tutto?
Una persona
inaspettata.
“Sophie?
Come mai qui?” – domanda lui, vedendo la
prorompente Westergard
sull’uscio della villa.
“Voglio
liberarmi di un peso”
Così
decide di tirare fuori le colpe del fratello e quelle dello zio.
“Perché
dovrei crederti? Sbaglio o tu in primis favorivi Hans?”
“Sono
stanca. Ho un caratteraccio, lo so. Ho detestato Anna dal primo
giorno perché era il mio opposto. Ero gelosa che fosse tanto
amata, mentre di
me si parlava poco e niente in casa. Adesso che Hans è in
galera, sento di
dovere proprio ad Anna un favore”
Peterson le
sorride e la ringrazia.
Ma tali
rivelazioni, turbano il ginecologo che, una volta congedata la sua
ospite, chiama la compagna in salotto e le racconta il fatto.
“Come
possiamo fidarci di Sophie? Se fosse l’ennesimo
trucco?”
“No,
era fin troppo sincera. Mi ha addirittura consegnato le vere analisi
di Anna. Eccole” – le mostra dei fogli che Idunn
guarda, confusa.
“Cosa
sono queste?” – la ex signora Froze non era al
corrente della storia
della gravidanza della secondogenita ed è Peterson ad
aggiornarla.
“Non ci
credo che mia figlia non mi abbia raccontato questa cosa”
“Dai,
tesoro. Non prendertela, forse non voleva preoccuparti più
del dovuto”
“Mentono,
si accordano tra loro in gran segreto, lasciano la villa senza
avvisare…cosa nascondono!?”
E a proposito di
figlie, ecco entrare dalla porta d’ingresso le due sorelle.
La ramanzina
parte in automatico e Idunn si sente per l’ennesima volta
messa da parte dalle sue ragazze.
“Mamma,
non puoi pretendere che ti diciamo ogni cosa! Siamo adulte”
–
interviene Elsa, in difesa della sorella minore.
“Una ipotetica gravidanza non è un argomento da
trattare con vostra madre?”
“Scusami,
avrei dovuto dirtelo!” – aggiunge Anna, facendo
segno alla
maggiore di calmarsi e di chiudere la faccenda il prima possibile.
Altre parole
avrebbero incrementato la rabbia e le tensioni di casa.Meglio evitare.
Questo,
però, Elsa non lo accetta. Scuotendo il capo, infastidita,
si
allontana.
“Cosa
ha ultimamente? E’ sempre nervosa. Non è
lei!” – commenta Idunn,
esterrefatta.
“Le
passerà. È un momento complicato”
– aggiunge Anna.
“Le hai
poi parlato? Che ti ha detto?”
“Questioni
tra sorelle” – chiude la conversazione, ribadendo
di nuovo le
sue scuse e dirigendosi spedita verso la stanza dove la piccola Mia
dorme
beata.
“Le mie
figlie mi nascondono qualcosa, ne sono sempre più
certa!” – dice Idunn
al compagno, quando, una volta a letto, coricandosi al suo fianco, gli
manifesta le sue perplessità.
“Possibile
che non riesci mai ad essere serena?” – aggiunge
John,
sfogliando la pagina di una rivista medica.
“Sono
una madre! Le madri sono eternamente in ansia” –
conclude prima di
chiudere gli occhi e dedicarsi al lungo sonno ristoratore.
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È
mezzanotte quando Elsa, ancora sveglia in attesa di un messaggio di
Honeymaren, ripensa ala sua intera vita.
Ha vissuto chiusa
in se stessa, avversa contro il mondo esterno. Per anni non
ha assaporato un amore vero, non ha sentito quelle famose farfalle
nello
stomaco, non ha baciato con passione, non ha vissuto notti di fuoco. E
adesso
che potrebbe sentirsi così come si sente Anna stando con
Kristoff, ha paura. Paura
di soffrire e paura di far soffrire gli altri.
Non riuscendo a
dormire, si alza dal suo letto e lascia la stanza. Cammina lentamente
nei corridoi, mentre la mente e il cuore lottano l’uno contro
l’altro e la
indeboliscono ancor di più.
Avverte dentro di
sé il conflitto tra la ragione che le ribadisce di essere
anormale e i sentimenti che le rammentano quanto sia bello amare ed
essere
amati.
Senza volerlo
è a due passi dalla stanza di Mia e la sente piangere.
Possibile
che Anna non si sia svegliata, si domanda tra sé e
sé. Così interviene. Entra nella
camera e prende sua nipote in braccio.
La osserva,
sedendosi sulla seggiola, e ne ammira la bellezza estasiante.
“Piccina
mia, ti auguro ogni gioia dalla vita. Che tutto ti sia semplice e
immdiato. Nessuna sofferenza e solo immenso amore” - le bacia la fronte e, per
calmarla, inizia a
cantare.
Mentre canta alla
piccola di un fiume portatore di verità sul passato, oltre
il quale non bisogna spingersi, Elsa legge la sua intera vita
rappresentata da quella
ninnananna antica.
Il fiume
rappresenta ciò che lei è davvero; un fiume che
sa dire tanto sul
suo passato e che non va oltrepassato, per evitare il peggio. La Froze
a quel
punto giunge a una conclusione – “Non posso
raccontare di me altrimenti… “in
quel fiume affogherà, chiunque vada troppo in
là” – ricanticchia, convincendosi
dell’interpretazione giusta.
Semmai fosse
andata troppo in là, semmai avesse mostrato la sua vera
indole, semmai una parte di sé fosse emerso, avrebbe
rischiato troppo.
Certa di essere
giunta a capirsi fino in fondo, mette a letto la bambina. Si
chiude di nuovo in camera e coricandosi, si lascia avvolgere dalle
braccia di
Morfeo.
Se vuole vivere
senza drammi, è bene che Honeymaren resti un segreto
eterno.
Non le interessa
neanche più capire i suoi reali sentimenti.
Tra sei giorni
avrebbe festeggiato la sua laurea e da lì a poco sarebbe
andata
via da Arendelle per sempre, alla ricerca di lavoro altrove.
Lontano dagli
occhi, lontano dal cuore!
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Capitolo 42 *** 41 Capitolo ***
L’indomani
mattina Anna si sveglia prima di tutti. Fa una doccia rapida, si veste,
si
trucca. Prende Mia e dopo il bagnetto e la poppata, si appresta a
lasciare la
villa assieme alla figlia.
Chiama un
taxi e raggiunge l’ospedale.
“Signorina
è presto per le visite” – le dice
un’infermiera di turno.
“La
prego,
è urgente. Mi dia solo dieci minuti” –
la supplica.
E dopo
aver insistito a lungo, la Froze viene accontentata.
“Mi
raccomando, io non
ho visto nessuno,
però si ricordi che le do pochissimi minuti”
– si arrende la donna, dall’aria
materna e dolce.
Istintivamente
Anna la abbraccia e corre diretta verso l’ascensore che la
conduce al terzo
piano, lì dove incontrerà il suo fidanzato.
L’infermiera
la guarda allontanarsi con quei modi di fare così
bambineschi e teneri che non
si pente di aver ceduto alle pressioni della ragazza.
“Ah…
il
bello della gioventù!” – sospira,
riprendendo il giro di visite ridacchiando
tra sé e sé, ricordando i vecchi tempi.
La
ventiduenne ha raggiunto i corridoi che la conducono dal suo Lui.
“Presto
vedrai il tuo papà. Gli sei mancata tanto, sai?”
– parla alla piccola che, con
i suoi grandi occhi azzurri, la osserva, mentre succhia il suo ciuccio
rosa.
La porta
della stanza è aperta e Anna, prima di entrare,
dà un’occhiata che non ci siano
medici all’interno.
Kristoff
è
da solo e guarda la televisione, mentre sorseggia del latte caldo.
Le bende
che gli coprono il capo e il gesso ad un braccio non diminuiscono la
sua forza
fisica.
Seppure
allettato, resta il grande omone muscoloso dal cuore grande.
Anna
sorride e senza muoversi dall’uscio della porta fissa
estasiata Bjorgman.
Rimarrebbe
tutto il tempo lì, a guardarlo vivere dopo giorni di agonia.
E’ Mia,
però, a rompere il silenzio. Il cicciotto le cade e la
bambina inizia a
piangere.
“Ma
cosa…?” – si domanda il giovane, udendo
il rumore.
Si volta
verso la porta ed è allora che riconosce Anna.
I suoi
occhi si riempiono di lacrime quando la Froze si avvicina a lui con un
timido
“Buongiorno, papino!” e gli mostra la figlia.
Kristoff non sa che dire,
totalmente preso dalla
bellezza della creatura che ha davanti a sé, così
cambiata dall’ultima volta,
più paffuta, con qualche capello in più, le lunga
ciglia nere e gli occhi dello
stesso identico colore di quelli di Anna.
“Ti
avevo
promesso che te l’avrei portata, ed eccola qui”
– afferma la ragazza, commossa
dal vedere Bjorgman in lacrime.
“Posso
prenderla?” – chiede poi lui.
“Non
vorrei ti affaticassi. E’ pesante, sappilo. E’ una
mangiona” – precisa la
giovane mamma.
“Ah
sì?
Beh mi assomiglia allora”
La Froze
ridacchia e siede sul bordo del letto porgendogli la bambina che Kris
accoccola
teneramente al suo marmoreo petto, servendosi per cullarla di un solo
braccio,
quello non ingessato.
“E’
identica a te” – nota lui, non staccando gli occhi
di dosso dalla piccola.
“Me lo
dicono in tanti”
“Il
prossimo però mi assomiglierà…mi
impegnerò di più” – commenta,
alzando lo
sguardo su Anna, rimasta di sasso di fronte a tale affermazione.
“Il
prossimo?” – ripete, sbalordita.
Quella
è la
reazione che Kristoff immaginava e che lo fa immediatamente ridere.
“C’è
tempo, stavo scherzando amore mio”
Eppure
tale discorso porta Anna alla questione fondamentale. Una questione non
ancora
affrontata vista la salute del suo ragazzo. Ma è giunto il
momento di parlarne.
“Ho
conosciuto
Sarah, sai?” – gli rivela, mostrando scioltezza nel
farlo.
Che
sorpresa per Kristoff che mai avrebbe immaginato dalla sua attuale
campagna che
tirasse in ballo la ex.
“Ho
chiuso
con lei. Era qui quando mi sono svegliato” –
puntualizza immeditamente.
“Davvero?
E cosa ti ha detto?” – a quel punto Anna sa di
potersi aspettare qualunque cosa
dalla rivale.
“Nulla,
le
ho fatto capire che tra noi era finita!” – spiega,
accarezzando con tenerezza
le guance paffute di Mia.
Il
silenzio della Froze insospettisce il giovane che le chiede –
“Ma stai bene? Ti
vedo turbata”
“Già,
perché in realtà lo sono” –
aggiunge lei.
“In
merito
a Sarah? Amore, abbiamo chiuso la relazione. E adesso, per di
più, Hans è in
galera. Nessuno
può mettersi tra noi
due!” – le regala uno dei suoi sorrisi e le fa
segno di avvicinarsi per darle
poi un tenero bacio sulle labbra.
“Meglio
non ricordare quel bastardo! Il carcere è ciò che
merita” – si lascia andare
Anna ad una frase dura e carica di rancore verso chi la
soggiogò.
“Dimenticalo,
ti prego. Ci ha recato troppo male e non può essere al
centro dei nostri
discorsi” – richiede il giovane, sfiorando la mano
della compagna.
Anna
però
non è serena, e le rivelazioni della Frost continuano a
tormentarla.
“Sei
stato
a letto con Sarah?” – la domanda diretta, posta
senza preamboli.
Bjorgman
è
allibito.
“CHE?
Sei
impazzita?” – esclama lui – “Se
è la gelosia a farti parlare, credo che tu non
abbia alcun motivo di preoccuparti”
La Froze
si alza dalla postazione e comincia a camminare avanti e indietro,
alquanto
nervosa.
“Non
avrei
mai potuto dormire con una donna che non fossi tu”
– le spiega, toccando
diretto il cuore di Anna che, invece, è pentita di essersi
concessa più volte a
Westergard.
“Quindi
la
storia della sua gravidanza è una balla?”
“Gravidanza?
Ma cosa stai dicendo?” – Kristoff
è scioccato e sul suo viso si legge anche delusione verso
chi credeva una
persona retta e corretta.
“Mi ha
detto di starti lontano perché aspettava un figlio da
te”
“Non
è
possibile! Che cosa l’è preso? Lei non
è così!”
“ A
quanto
pare la conosci poco” – commenta Anna, alzando gli
occhi al cielo.
“Davvero
non so spiegarmi come mai abbia avuto idee così folli. Sono
pazzie degne solo
della mente malata di Hans!”
Ed è
in
quel preciso istante che la ventiduenne si illumina e tutto le torna
alla
mente.
“Lei
era
davanti casa sua quel famoso giorno. Come ho fatto a non pensarci
prima”
“Villa
Westergard?
E perché se neanche si conoscono?”
“Evidentemente
erano d’accordo” – esclama, furiosa la
giovane.
“Maledetto,
ha usato anche Sarah per allontanarci” – anche
Kristoff mette assieme i pezzi,
giungendo alla conclusione più logica.
“Adesso
mi
sentirà” – strappa Mia dalle braccia
paterne, pronta a lasciare l’ospedale.
“No
aspetta, già mi lasci? Non starai mica andando..?”
“A
chiudere la faccenda, sì! ” – si
avvicina al suo letto e lo bacia rapidamente.
Prima di
congedarsi, ci tiene a scusarsi per poco prima e per dubbi che mai e
poi mai
avrebbe dovuto nutrire verso la persona che ama “Non avrei
mai dovuto
sospettare di te. Scusami”
Di nuovo
un altro bacio. Poi corre via.
Bjorgman,
nel frattempo, è sconvolto dalla verità sulla ex.
“Come
può
averlo fatto” – cerca di metabolizzare il fatto,
seppure a fatica.
Poi
afferra il cellulare e compone un numero.
“Vorrei venissi qui. C’è una cosa di cui
dobbiamo parlare”
-----------------------------------------
Elsa,
proprio come Anna, ha lasciato la villa senza comunicazioni,
così che Idunn,
all’ora di colazione, non vede le sue figlie, tantomeno sua
nipote.
Impossibile
per una madre tanto apprensiva, non porsi mille interrogativi e
altrettante
paranoie.
“Non le
capisco più! Sono uscite senza dire nulla, per di
più con Mia”
“Tesoro,
calmati. Saranno da Kristoff” – la tranquillizza
John.
“Alle
nove
del mattino? Dubito”
“Cosa
credi che stiano architettando? Un piano terroristico per annientare il
mondo”
– ci ride su Peterson, sdrammatizzando una scena che ha
dell’assurdo.
Ma le sue
battute irritano la donna che, senza dire altro, lascia la cucina e si
reca al
piano superiore.
A quel
punto il suo comportamento è da vigilare, pensa
l’uomo che la segue a ruota.
“Che
credi
di trovare setacciando la stanza di Elsa?” – le
domanda, guardandola aprire
cassetti, armadi...
“Indizi,
qualunque cosa. Dopo controllo anche la camera di Anna!”
– rovista anche tra i
documenti e i libri della primogenita.
“Se le
ragazze scoprissero questo, potrebbero allontanarsi. Ti è
già capitato di
perderle una volta, vuoi replicare?” – John cerca
di farla ragionare e sembra
riuscirci.
La ex
signora Froze, con in mano un vecchio diario di Elsa, si immobilizza,
mantenendo lo sguardo fisso sulla parete, mentre i ricordi di anni
addietro
tornano alla mente.
“Hai
ragione” – aggiunge, riponendo l’oggetto
in un apposito cassetto – “Mi sto
preoccupando oltremodo. E’ che non voglio essere scacciata
dalla loro vita. Ne
ho già perduta larga parte”
“Lo so,
cara. Vieni qui” – la abbraccia forte a
sé e le bacia teneramente le labbra.
Nessuno sembra
accorgersi in quell’istante che qualcosa, nascosto tra le
pagine del diario,
cade a terra.
È
Peterson
a notarlo, prima di lasciare la stanza.
“E
quello cos’è?”
– si domanda.
Idunn
approfitta suboito e lo afferra, curiosa.
È una
fotografia della ragazza, seduta in aula studio, intenta a studiare,
concentrata al massimo sui libri, fotogenica come sempre e di una
bellezza
stratosferica.
“Dai,
tesoro, mettila dove era. Fossi in te non mi impiccerei”
“No,
aspetta” – lo zittisce la donna leggendo il retro
– “Alla mia bellissima Elsie,
con amore. H.F.”
Il viso di
Idunn si illumina e, mentre inizia a viaggiare di fantasia, mette tutto
in
ordine.
“Con
amore…alla
mia Elsie…” – ripete le parole lette,
con sguardo sognante.
“Non
dirmi
che adesso pensi abbia un fidanzato?!” – John
è realista e a lui non basta una
foto con due scritte per di più poco chiare a dargli
certezze assolute.
Mentre Idunn,
degna madre di Anna, vi crede fermamente e ne è felice
più che mai.
“Certo
che
sì. Tutto torna. È innamorata di qualcuno e
scommetto che Anna è la sua
confidente” – spiega, elettrizzata
all’idea.
“Ecco
perché non vuole parlare dell’argomento. Si
imbarazza o forse ancora non è
pronta a svelarlo” – confida le sue teorie al
compagno, quando, raggiunto il
soggiorno, i due si siedono sul divano.
“Appunto, dai tesoro. Dalle i suoi spazi e i suoi
tempi!”
“H.F.!!
Chi può mai essere costui?” – riflette
ad alta voce, cercando di ricordare
compagni o vecchie amicizie passate con tali iniziali. Nessuna sembra
combaciare.
Lei ignora
i commenti di Peterson, il quale si rassegna alla curiosità
della donna e torna
a sfogliare il giornale quotidiano. Non prima di averle ribadito -
“Adesso puoi
vivere serena e felice, basta paranoie”
Una bella
noizia finalmente dopo tanto dolore.
Peccato
che non hanno la più pallida idea che H.F. è una
Lei e non un Lui.
Una
fotografia scattata da Honeymaren e consegnata alla Froze il giorno che
la
Frost la baciò per la prima volta, quando tutto ebbe inizio,
è ciò che resta ad
Elsa di quel sentimento contrastante.
A
proposito della Froze…
“Elsie,
cosa c’è? Perché mi hai fatto venire
qui?” – sono le prime parole che
Honeymaren rivolge ad Elsa, incontrandola al parco, lì dove
le venne dato
appuntamento.
“Dobbiamo
parlare di una cosa importante” – la bionda
è più seria del solito e sfugge lo
sguardo dell’altra che invece, avanza cercando il contatto
fisico.
Però
quella vicinanza turba Elsa che così indietreggia.
“Cosa
c’è?” – chiede la giovane
dalla pelle olivastra, percependo il disagio
dell’altra.
“Ho
preso
una decisione su noi due!”
Attimi di
esitazione, silenzio tombale, cuori che battono all’unisono e
tensione alle
stelle.
“Abbiamo
chiuso… per sempre”
|
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Capitolo 43 *** 42 Capitolo ***
Anna torna
a casa per lasciare Mia nelle mani di John, approfittando
dell’assenza
momentanea dell’ossessiva ed apprensiva Idunn.
“Dove
vai così
di fretta?”
“Non ho
tempo di spiegare. Scappo”
Ed una
volta da sola, si reca nella villa dei Westergard, bussando e gridando
alla
porta per essere udita.
“Milly,
so
che sei dentro. Aprimi” – continua senza risposta.
Insiste – “Non andrò via
fino a quando non mi farai entrare”
Dopo altri
minuti di silenzio, durante i quali la rabbia della ventiduenne aumenta
e le
ribolle dentro senza controllo, finalmente una persona le risponde e il
portone
d’ingresso si spalanca.
“Cosa
vuoi?” – le chiede Sophie, con le braccia sui
fianchi, in segno di rimprovero –
“Ti sei resa conto del baccano? Potrei denunciarti per
violazione di proprietà
privata e per disturbi della quiete pubblica”
Istintivamente
Anna le ride in faccia, poi la spinge per farsi spazio e mettere piede
in casa.
“Tu che
dici
a me di denunciarmi è alquanto assurdo. Ti rendi conto della
gravità della
situazione di tuo fratello? Sarei io quella che avrebbe ogni diritto di
sbattere anche te assieme a lui in quel carcere”
“Cosa vuoi da me? Cosa ti ha spinta a venire qui dopo quanto
accaduto con Hans?”
– le domanda, seria, la Westergard cosciente della ragione
della sua ex
cognata.
“So che
tu
sai ogni cosa. Voglio che mi racconti tutto”
Sophie
inarca un sopracciglio, con disappunto e aggiunge –
“Perché mai dovrei farlo?”
Ma Anna non demorde e la sua
determinazione
spiazza la donna – “Non hai capito che non mi
faccio mettere i piedi in faccia
da nessuno. Tantomeno da te. Adesso mi racconterai… esigo da
te tutta, ripeto
tutta, la verità”
Si siede su
quella poltrona che per mesi ha ospitato il suo corpo, durante i
momenti di
pura noia trascorsi tra quelle enormi mura, avvolte da silenzi e
stracolme di
quadri e pezzi d’epoca.
Accavalla le
gambe e attende il resoconto dettagliato dei casini della famiglia
Westergard.
“Ho
già detto
a John Peterson quanto so. Non sono dovuta a farti altri favori. Ho
pagato il
mio debito”
“A
John?
Quando gli avresti parlato?”
“Ieri
sera, chiedi a lui e saprai tutto. Adesso vattene”
– le indica la porta.
“Come
faccio a fidarmi? Magari è un trucco”
“Se la
vedo in questo modo e metti in dubbio le mie parole, come potresti poi
credere a
ciò che dovrei raccontarti?”
Effettivamente
Sophie non ha tutti i torti.
“Una
sola
cosa…poi ti lascerò in pace e spero di non
incontrarti mai più nella mia vita…”
– dice la Froze alzandosi e dirigendosi verso
l’uscita.
“Io
spero
lo stesso” – commenta la Westergard, alzando gli
occhi al cielo.
“Sarah
Frost…veniva qui spesso?”
“La
fidanzatina del tuo ragazzo?” – ridacchia sotto i
baffi.
“Dimmelo”
–
cambia tono, innervosendosi.
“Si,
era d’accordo
con Hans”
“Come
immaginavo” - esclama
Anna, schifata da
quanto avvenuto in quella casa – “Addio!”
– lascia la villa con il cuore
leggero, diretta in un’altra direzione. E non quella di villa
Peterson.
--------------------------
“Anna!
Cosa ci fai qui?” – chiede Westergard, quando
scopre che la visita per lui non
è di parenti o di avvocati, bensì della donna che
ama.
“Zitto,
non sei tu quello che fa le domande qui” – replica
la Froze, rivolgendo la sua
rabbia all’ex.
“Il
carcere non è il posto per te” –
aggiunge lui, amareggiato.
“Ho
pochi
minuti. Perciò pretendo da te la verità”
“Ho
confessato, la verità è già emersa.
Cos’altro vuoi sapere?”
“Mi hai
presa in giro per mesi, con i tuoi lavaggi del cervello ti sei
insediato tra me
e Kristoff, sfruttando la nostra crisi, sfruttando il dolore che
nutrivo per la
malattia di Mia…”
“Mi
dispiace” – si scusa il ragazzo, mostrandosi
davvero pentito – “Sto pagando per
il male che vi ho recato”
“Hai
quasi
ucciso Kristoff e credi che una pena di qualche anno dietro delle
sbarre possa
bastare?”
“Cosa
pretendi? Che mi suicida?”
Quelle
parole pronunciate con freddezza inquietante, spiazzano Anna che
replica – “Certo
che no! Intendevo dire che ai miei occhi non cambierai mai, potrai
scontare
tutti gli anni di pena ma io e te abbiamo chiuso…per
sempre”
“Aspetta
Annie, ti prego… vienimi a trovare più spesso,
vederti mi dà motivo per vivere”
La Froze
lo fissa scioccata.
“Come
puoi
pretendere che io possa farlo? Mi hai rovinato la vita”
In quel
momento, le lacrime scendono a fiumi sulle gote di lui, e il pianto
liberatorio
spiazza la ventiduenne che in mesi di conoscenza e di convivenza non lo
ha mai
visto piangere.
“Ti
dirò
ogni cosa, tu però cerca di perdonarmi. Il tuo perdono
è linfa vitale per me”
“Mi
sembra
un ricatto belle e buono. La verità in cambio del
perdono” – commenta Anna.
A quel
punto Hans decide di partire dal principio.
“Vorrei
che, per capire cosa mi ha spinto a fare ciò che ho fatto,
sapessi quanto mi è
accaduto anni addietro”
“Ti
ascolto” – Anna si zittisce e a braccia incrociate
si accinge a sentire il
passato dell’ex, quello che a suo dire è la causa
dei suoi atteggiamenti
possessivi e della sua poca stabilità.
“Tutto
porta un solo nome, quello di Taylor Richie”
“Taylor
Richie? Aspetta… non mi suona nuovo!” –
nota la giovane.
“E’ la persona che fu indiziata per prima in quanto
in possesso dell’automobile
identica alla mia, dotata di quegli adesivi a forma di
stella…”
“E lei
cosa c’entra con te?”
“Io e
lei
ci frequentavamo”
“Davvero?”
“Io la
amavo”
Però
la
ragazza sogghigna sentendolo parlare d’amore.
“E’
vero.
Credi ciò che vuoi ma è così. La amavo
come tu ami Kristoff”
Seppure
con disappunto e cinismo, Anna lo invita a proseguire.
“Lei
era diventata
il mio mondo. Quando venni a sapere che era fidanzata con un
imprenditore,
andai in crisi offrendomi come amante pur di non perderla. Poi rimase
incinta e
mi lasciò definitivamente. Soffrii come un cane per mesi. Ma
una mattina si
presentò alla mia porta con il pancione e mi
rivelò che quel bambino era mio”
“Tuo?”
“Si,
era
una femmina e decidemmo di chiamarla Stella. Le comprai un auto
identica alla
mia e lei per distinguerle usò degli adesivi”
“Le stelle?”
“Esatto.
Poi ne presi un paio anche io e le attaccai dal lato opposto al
suo”
“Quindi
sei
padre e non mi hai mai detto nulla?”
“Non
esattamente. Il suo ex tornò alla carica e lei, ancora
innamorata, mi lasciò. Ricordo
quella dannata notte, eravamo in auto e litigavamo perché
lei voleva mollarmi…di
nuovo. Stella aveva dieci mesi. Poi quei dannati fari che mi
abbagliarono, lo
schianto fu così forte che mi risvegliai in ospedale dopo
giorni di coma”
“Mio Dio” – esclama Anna a bocca aperta.
“Stella
morì sul colpo, Taylor mi odiò e non volle
più saperne nulla. Io sprofondai in
un buio infernale”
“Come
hai
superato tutto questo dolore?” – improvvisamente la
sofferenza di Hans tocca il
cuore di Anna che abbassa i muri innalzati contro di lui e si mostra
meno
aggressiva.
“Un
lungo
percorso che poi…” – esita un secondo e
alza la testa, incrociando gli occhi
lucidi della ragazza di cui è follemente innamorato
– “Poi mi ha portato da te”
– istintivamente le prende una mano.
La Froze
sobbalza e si libera dalla stretta di lui.
“Io mi
innamorati di te a prima vista, con il tuo pancione,con la tua bimba
pronta a
venire alla luce..”
“Perché ti ricordavamo la famiglia che avevi
perduto, giusto?”
“Si, e
mi
ero intestardito… non potevo far scappare l’amore
una seconda volta. Ero
disposto a crescere Mia da padre adottivo, amare te come amavo Taylor e
consideravo Kristoff il rivale che mi rubò ogni
cosa” – rivela ogni aspetto del
suo sentimento malato, paradossale e in un certo senso Anna comincia a
capire
che Westergard non è malvagio come ha mostrato, ma vittima
di se stesso e della
paura di restare solo.
“Adesso
che sai tutto, mi perdoni?” – la supplica, libero
da ogni maschera.
“Un’ultima
cosa. Come mai Sarah Frost era tua complice?”
“Non ha nessuna colpa. Anzi forse solo quella di essere cotta
del tuo
fidanzato. Mi sono servito di lei a mio vantaggio e le dissi io di
mentire sulla
gravidanza”
La
ventiduenne avrebbe tanto da rimproverargli eppure la sofferenza che
Hans dovrà
patire ancora per anni è già abbastanza.
Rinuncia ad
ulteriori sfoghi e gli dà quanto desidera.
“Si, ti
perdono”
Con il
magone, saluta una parte del suo passato, con la coscienza serena e la
felicità
a portata di mano.
Nessuno
potrà
più separarla da Kristof…nessuno!
--------------------------------------------
Al suo
rientro a casa, l’attende Idunn pronta con
l’interrogatorio.
“Siediti,
devo chiederti alcune cose” – le dice la madre.
“No,mamma
! Per favore se vuoi farmi qualche ramanzina,scappo”
“Assolutamente
no! Anzi” – lo sguardo serio della donna diventa
improvvisamente allegro.
“Sono
sicura che tu lo sai”
“Sapere cosa?”
“Di
Elsa!”
“EH?”
–
esclama confusa la giovane.
“Ha un
fidanzato,vero?”
“Cosa?”
–
sgrana gli occhi Anna, sbattendo velocemente le sopracciglia.
“Dai,
confessa. Alla tua mamma puoi raccontarlo” – Idunn
è troppo entusiasta dalla
notizia e muore dalla curiosità di sapere chi è
il fortunato.
“Non so
nulla” – mente la ventiduenne.
“H.F.
sono
queste le iniziali”- le rivela la madre.
Sentirlo
fa sussultare la secondogenita che cerca una scusa per svignarsela.
“Ehm…
vado
da Mia, devo darle da mangiare” – chiude il
discorso dandosela a gambe.
Nonostante
le pressioni dell’adulta, Anna non cede. Non spetta a lei
raccontare chi è in
realtà H.F.
Tira un
sospiro di sollievo quando raggiunge la sua camera.
Mia dorme
beata e così la Froze ne approfitta per dedicarsi alla cura
del suo corpo.
Riempie la
vasca d’acqua calda e bagnoschiuma al profumo di monoi e
cocco e si rilassa
completamente, assaporando la bellezza della finalmente ritrovata
serenità.
Quanto
durerà
in realtà tale relax?
E’ ora
di
pranzo quando Elsa rientra in casa. Idunn è impegnata a dare
lezione di musica
ad una nuova allieva; fortunatamente per la primogenita nessun
interrogatorio.
La maggiore
raggiunge la sorella e la trova sdraiata sul letto con una maschera sul
viso.
“Cosa
combini?”- le domanda, ridacchiando –
“Che cosa ti sei messa sulla faccia?”
“Vuoi
provare? Idrata, purifica e rilassa”
“Da
quando
in qua ti interessi di maschere di bellezza?” –
scherza Elsa.
“Da
quando
il mio Kristoff è tornato ad essere solo mio. Possiamo
vivere liberamente il
nostro amore adesso”
Senza volerlo
tocca un tasto dolente nella parente che accenna un sorriso forzato.
“Sono
felice
per voi”
“Adesso
dobbiamo occuparci della questione Honeymaren. Dovete
parlarvi..” – riprende un
argomento messo in pausa.
“Già fatto”- confessa la grande.
“E
allora?”
– la ventiduenne tifa per la storia tra le due ed
è ottimista.
Peccato che
la risposta che riceve non è quella che attendeva
“Ho
chiuso
con lei”
“COSA?
No,
perché?” – sobbalza in piedi tenendosi
con le mani gli impacchi del viso.
“E’
meglio
così, fidati. Ho in progetto di partire”
“Dove
vorresti andare?”
“Lontano!
Mi laureo e lascio Arendelle…per sempre”
Una notizia
scioccante per Anna stessa che inizia a temere che la
serenità che credeva
ritrovata è solo immaginaria.
Evidentemente
alla porta di casa dei Froze bussa sempre e solo tanto immenso dolore.
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Capitolo 44 *** 43 Capitolo ***
Da quel
momento l’argomento amore non viene più affrontato
ed Elsa dedica gli ultimi
giorni pre laurea alla discussione della tesi, evitando di trascorrere
troppo
tempo con la famiglia.
Anna trova
di fronte a sé una barriera umana, una sorella che si
nasconde dietro muri
invalicabili e decide così di non parlare di Honeymaren
causandole ulteriori
dolori. L’insistenza materna circa
l’identità di H.F è intollerabile e
così
ignora ogni sua domanda in merito.
La ex
signora Froze, data la reticenza della secondogenita nel volerle
raccontare il
fatto, sceglie di agire in autonomia nel ricercare risposte che
è convinta di trovare
tra gli invitati alla proclamazione.
“Ci
sarà
sicuramente” – dice al compagno, mentre si sistema
i capelli scuri in un
elegante chignon.
“Non
starai
pensando ancora al ragazzo misterioso?” – brontola,
alquanto seccato John,
mentre annoda la cravatta.
“Ovviamente.
Oggi scopriremo la verità, me lo sento”
– conclude, elettrizzata, dando un
ultimo sguardo allo specchio.
Peterson
alza gli occhi al cielo, poi lascia la donna sola con le sue
chiacchiere e le
sue idee bizzarre e si appresta a raggiungere il soggiorno.
Da lì a
qualche secondo suona qualcuno al citofono.
Che gioia
vedere i Bjorgman entrare assieme al figlio, ormai dimesso
dall’ospedale, in rapida
ripresa.
“Buongiorno”
– si salutano calorosamente.
Kristoff
è
molto elegante e si lamenta della scomodità di abiti che
proprio non si
addicono alla sua personalità.
“Non mi
costringerai più a vestire come un pinguino, cara
mamma” – si lamenta,
suscitando le risate dei presenti.
“Scherzi, vero? Certo che indosserai di nuovo abiti come
questo. Alle tue
nozze, come vuoi vestirti? In jeans e maglietta?” –
Erika gli sistema la giacca
con la premura di una mamma chioccia, il che imbarazza il giovane.
“Elsa e
Anna?” – domanda Victor al consuocero.
“Sono
quasi
pronte” – risponde il padrone di casa, offrendo da
bere agli ospiti.
Le due
sorelle, infatti, sono alle prese con gli ultimi ritocchi.
La festeggiata,
agitata come mai prima in vita sua, è intenta a sistemare i
capelli in una
lunga treccia. Eppure il nervosismo le impedisce di ottenere risultati
soddisfacenti.
“Accidenti,
maledetta acconciatura” – si infuria, sciogliendo
il tutto, gettando la molla a
terra.
Seduta sul
letto, con le mani sul viso, cerca di controllarsi, per
l’ennesima volta.
“Riprenditi
Elsa! Questo giorno passerà veloce e da domani preparerai la
valigia” – dice a
se stessa, dando poi un profondo respiro.
In quei
dannati giorni una voce interiore continuò ad opprimerla,
ricordandole che non
poteva sopprimerla così, che non ci sarebbe riuscita.
Iniziò a temere di essere
diventata pazza.
“Elsa”
– la
ragazza si alza dal letto come un fulmine, terrorizzata da quanto quel
suono
sia reale.
“Sto
impazzendo
davvero, allora” – parla a se stessa, timorosa.
Poi di nuovo
quel richiamo…
“Elsa,
sono
Anna” - dice qualcuno alla porta.
La giovane,
tira un sospiro di sollievo, quando realizza che ad averla chiamata
è sua
sorella.
La invita ad
entrare, mentre torna a spazzolare i morbidi capelli biondi.
“Sei
pronta?” – le chiede la ventiduenne, con indosso un
abito verde e il fisico pazzesco
recuperato in fretta, dopo soli cinque mesi dal parto.
“Non
riesco
a sistemare la treccia” – sostiene la grande,
affidando l’opera alla parente.
“Ci penso
io” – la più piccola afferra di pugno la
situazione. Decide che è giunto il
momento di abbandonare le pettinature del passato –
“Come ho abbandonato le
trecce che mamma mi ha sempre fatto da bambina
e che hanno accompagnato anche la mia adolescenza, adesso
tocca a te”
“No, io
ci
tengo alla mia” – insiste Elsa, troppo legata a
ciò che sua madre ha voluto che
diventasse, capigliatura inclusa.
“Mostra a
tutti quanto sei bella senza doverti acconciare
necessariamente” – a quel punto
Anna, allontana la spazzola e avvolge la parente tra le sue sottili
braccia.
E’ la
maggiore a restare immobile di fronte all’amore smisurato
della sorella,
constatando quanto sia sciocco sentirsi tanto legata ad una stupida
treccia.
“Sei
perfetta così come sei” – le sorride poi
Anna, accarezzandole teneramente il
viso.
“Ho paura
di
cosa sono diventata. Se non dovessi piacermi..?”
“Non sei
diventata nulla di diverso da ciò che sei sempre stata. E
poi, perché non
dovresti piacerti. Sei bellissima”
E in
quell’istante la voce torna a dominare la mente di Elsa e le
ribadisce – “Sei
diversa”
Istintivamente
lei ripete tali parole – “Sono diversa”
“No!
Elsa…non lo sei. Perché non riesci ad accettarti.
Cosa ti fa tanto paura?”
Una di
fronte all’altra, le due possono abbassare le barriere.
“Di
affrontare
la realtà. Se io fossi davvero…ecco…
omo..” – non termina la frase a causa
dell’improvviso
arrivo di Idunn.
“Figliole,
è
il momento di andare” – comunica loro.
Poi posa lo
sguardo sulla maggiore e commossa le dice – “Tesoro
mio, sei uno splendore.
L’abito che indossi e i capelli sciolti ti danno una luce
nuova”
“Grazie”
–
si limita a rispondere la primogenita guardando la sorella minore che
annuisce fiera.
Indossati i tacchi, le tre donne Froze si apprestano a raggiungere il
resto
della famiglia in soggiorno.
Anna è
accanto ad Elsa e
le tiene la mano
mentre scendono le scale, precedute dalla madre.
“Eccovi!
Siete
incantevoli” – si complimentano i Bjorgman,
salutando tutte.
Kristoff
è
imbambolato e arrossisce quando la sua fidanzata si avvicina per
salutarlo.
“Wow”
–
esclama poi porgendole un braccio.
Con la
carrozzina guidata da nonna Erika, l’intero gruppo si accinge
a raggiungere
l’università.
Quello è
un
nuovo inizio per tutti loro.
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C’è
un’infinità di gente al loro arrivo. Tra questi
anche Agnarr, in attesa con un
enorme bouquet di fiori rossi.
“Ma
quanti
laureandi siete?” – domanda Kristoff alla cognata,
guardandosi attorno
sorpreso.
“Non
chiedermelo. Non so nulla” – spiega lei, stringendo
la tesi forte al petto.
Sistematisi
in aula, esattamente in prima fila, attendono con ansia il turno di
Elsa.
“Ciao,
sono
Harry” – si presenta un ragazzo dai capelli neri
stringendo la mano alla Froze.
“Chi
è
quello?” – chiede Idunn ad Anna notando subito lo
sconosciuto che ha preso
posto accanto alla figlia.
Anna sbuffa
e cerca di deviare l’argomento focalizzando
l’attenzione su foto e video da
realizzare alla sorella durante la giornata di festa.
Ma in quel
preciso istante riconosce qualcuno nella folla.
“Non ci
credo” – esclama, impallidendo –
“Cosa ci fa quella qui!?” – pensa. Poi
dà un
colpetto al braccio di Kristoff che le siede accanto e gli sussurra
– “E’ una
persecuzione ormai”
“Che
intendi
dire?” – Bjorgman la guarda, confuso.
Allora la
fidanzata gli dà chiare indicazioni –
“Voltati, lentamente e guarda chi siede
alla nostra destra in seconda fila”
A quel punto
il biondo guarda in quella precisa direzione e l’espressione
che dipinge il suo
viso vale più di mille parole.
“Che
sarà
venuta a fare qui Sarah?” – chiede Anna, sospettosa.
“Probabilmente
sua sorella è stata inserita in questa stessa seduta di
laurea” – spiega
Kristoff, aggiornato sulle vite dei parenti della sua ex.
“Aspetta…che?
Hai detto sua sorella?” – scioccata, istintivamente
la ventiduenne si alza dal
posto e cerca di raggiungere Elsa per metterla al corrente.
Troppo
tardi. In quell’istante una ragazza mora dalla carnagione
olivastra, entra
dall’ingresso secondario, seguita da quelli che
dall’età sembrano essere i
genitori.
“Oh
cavolo”
– esclama la Froze minore, temendo la reazione della sorella
nel vedere la
persona che l’ha mandata in crisi.
E
infatti…
“Ciao”
–
saluta freddamente Honeymaren, sedendole accanto.
Elsa sobbalza
quando la riconosce e si gira dall’altro lato, sperando di
trovare sedie vuote
e cambiare postazione.
Tutto
occupato, per sua sfortuna.
“Non
credere
che a me faccia piacere… è l’unico
posto libero” – puntualizza la Frost,
mostrandosi distaccata.
Tale freddezza
non la mostrò mai verso Elsa eppure dopo
l’allontanamento forzato è stata
costretta ad innalzare muri contro di lei.
La
commissione entra e annuncia l’inizio della seduta di laurea,
precisando di
seguire un ordine diverso da quello alfabetico.
Ciò
dà modo
alla Froze di discutere la sua tesi tra le prime.
L’ansia
è
alle stelle eppure, forte della presenza di chi le vuole bene, tra cui
Anna in
piedi a pochi metri distante, pronta a scattarle delle fotografie,
Kristoff con
in braccio Mia svegliatasi per ascoltare la zia parlare, i suoi
genitori in
pace pronti a riempirla di applausi, Elsa dà prova della sua
preparazione
eccellente. Ignora che alle sue spalle anche Honeymaren fa il tifo per
lei,
nonostante tutto.
“La
ringrazio, può tornare al posto” –
comunica il presidente, e la giovane può
tornare subito al suo posto.
Dovrebbe
tranquillizzarsi adesso, invece no in quanto, dopo la Froze,
è il turno proprio
di Honeymaren, chiamata di fronte ai docenti.
Alzandosi in
piedi, la Frost lancia un’ultima occhiata alla
“amica” che, invece, lo ignora
volutamente. Elsa è decisa ad ignorare la voce della
ragazza, un suono che è
musica per le sue orecchie. Pensa ad altro, cerca di distogliere
l’attenzione
dalla figura della Frost che, più bella che mai, si accinge
a discutere un
argomento importante.
Un argomento
che, inevitabilmente, la coinvolge in prima persona.
“Lei
discute
un tema molto delicato, signorina” – commenta uno
dei professori, mostrandosi
alquanto perplesso.
“Il
riconoscimento dei diritti delle coppie omosessuali”
– legge il correlatore.
C’è
brusio
in aula al sentire ciò che dovranno udire da lì
ai prossimi dieci minuti.
“Silenzio”
–
si pronuncia il presidente di commissione, infastidito dal vociare.
“Cosa
stai
facendo Honey?” – pensa tra sé e
sé Elsa.
I minuti
seguenti, la bionda figlia di Agnarr ed Idunn cerca di controllare le
lacrime,
mentre Honeymaren spiega con naturalezza qualcosa che la riguarda molto
da
vicino.
“Lei
crede
davvero che due uomini o due donne possano considerarsi
famiglia?” – la provoca
il docente più anziano, che studia nei dettagli la tesi.
“Sono
fortemente convinta di questo”
Anna trema udendo
tali dichiarazioni e teme che sua sorella possa destabilizzarsi
più del dovuto.
Più dei
giudizi e bisbigli delle persone intorno, è il commento del
padre ad
innervosirla oltremodo
“Se Dio
ha
creato un uomo e una donna per generare figli, un motivo ci
sarà. È la
natura..”
La ventiduenne
scuote la testa, incredula, preoccupata da tali considerazioni. Cosa
potrebbe
pensare allora se un giorno venisse a sapere che Elsa è,
come direbbe lui,
contro natura?!
“Quanto
può
essere retrograda la gente” – afferma poi,
trattenendo la calma.
“Amore,
ti
vedo agitata. Ti senti bene?” – le chiede Kristoff.
“Ho
bisogno
di prendere aria” – così dicendo si alza
e si allontana, portando via con sé
Mia, addormentatasi nella carrozzina.
Idunn,
invece, ascolta con attenzione nel massimo silenzio.
I suoi occhi
sono puntati sulla Frost e cerca di comprendere discorsi tanto lontani
dalla
sua mentalità. Nel farlo si libera da pregiudizi e non
dà peso alle
esternazioni dell’ex marito che, sedutole vicino, si lascia
andare di tanto in
tanto con considerazioni poco felici.
Elsa è
agitata e non controlla la tensione. Il corpo si muove come se
ricevesse delle
scariche elettriche, impedendole di tenere una posizione per
più di un minuto.
La
discussione è prossima al termine. Fortunatamente niente
sconvolgente accade,
pensa la Froze.
Invece si
sbaglia.
E’
Honeymaren a concludere con queste parole – “Ho
volutamente scelto questo
argomento per mettermi a nudo. Questa sono io e non voglio
più celarmi”
Nel
trambusto che segue, dove persone si alzano in piedi ad applaudirle,
altre
disgustate lasciano l’aula, i genitori di Honeymaren sono fin
troppo
tranquilli. Anche Sarah e suo fratello Jack manifestano
serenità. Segno che
sono tutti al corrente e che per loro non è quel problema
enorme che invece
pare essere per Agnarr Froze.
“Povera
famiglia!” – commenta – “Noi
siamo fortunati, vero Idunn?”
La donna
annuisce ma non mostra attenzione; scruta da lontano la primogenita che
sembra
discutere proprio con la ragazza in questione.
Sembra
arrabbiata e ciò insospettisce la mamma.
Quando la
commissione si allontana in preparazione alla proclamazione ufficiale,
Elsa
trascina con sé proprio Honeymaren.
Le due si
chiudono nei bagni delle docenti, i meno frequentati.
“Cosa
vuoi
ancora?” – brontola la Frost.
“Perché hai voluto necessariamente dire di
essere…” – poi si ferma, avendo
difficoltà a dire una precisa parola.
“Dillo!
Cosa
ti spaventa? Omesessuale…sì,
omosessuale”
“Basta!”
–
grida, coprendosi le orecchie con le mani.
“Accetta
ciò
che sei Elsa Froze, perché sei come me, sei esattamente come
me”
“Non
è vero.
Io non sono come te” – ribadisce la giovane,
sfogandosi in un pianto lungo e
disperato.
Ma la mora non
demorde e senza esitazione alcuna spinge il corpo dell’altra
sul muro. Al
contatto con la parete fredda, Elsa rabbrividisce.
Sono
talmente vicine da respirare una il fiato dell’altra.
“Non
negare
te stessa” – le sussurra all’orecchio.
Poi le accarezza i capelli sciolti e
arrossendo le dice –“ Sei più bella
così, lo sai?”
Elsa ha il
cuore a mille e le sensazioni provate al loro primo e secondo bacio
tornano a
dominarla.
A quel punto
le due non si respingono più.
Le loro
labbra si uniscono di nuovo e stavolta sembrano intenzionate ad
approfondire,
pronte ad abbracciare ogni emozione, ogni sensazione.
Accettare
tali sensazioni dà conferma alla Froze di ciò che
davvero è e che niente e
nessuno può impedirle di vivere la sua reale natura.
Nel
frattempo…
“Dove
è finita
mia figlia?” – chiede Idunn a Joh, constatando la
sparizione della primogenita.
“Probabilmente
in bagno” – ipotizza lui.
“Vado a
controllare” – dice, allontanandosi in tutta fretta.
Certo, le
toilette dell’Università sono molte, e quelle dei
professori sarebbero in teoria
le meno frequentate.
Eppure il fato
vuole che Idunn si rechi esattamente lì dove presto
verrà a conoscenza di quelle
risposte che cercava disperatamente.
Nel preciso
istante che varca la porta della toilette privata, quella madre
soltanto desiderosa
di un futuro felice per le sue ragazze, si trova di fronte una scena
che mai
nella vita avrebbe immaginato di vedere. Quella di due donne
appiccicate l’una
all’altra, intente a baciarsi, accarezzarsi, toccarsi.
Però non
due
persone qualsiasi…
La sua
immediata reazione è un grido isterico.
H.F. lo ha
immaginato per giorni, sognandolo di bell’aspetto, degno
della bellezza di sua
figlia.
Ha ipotizzato
di sentir dire dalla bocca di Elsa “Mamma mi sono fidanzata e
ci sposeremo”, giungendo
alla follia quando sognò di diventare nonna di un maschietto
dagli occhi grandi
come quelli della sua primogenita.
Adesso tutte
le sue idee si frantumano e le certezze della sua vita, sprofondano.
Non ragiona
più e senza lucidità, quella lucidità
che l’ha sempre contraddistinta, tuona
contro la figlia -“CHE COSA DIAVOLO STAI FACENDO?”
Mai come il
quel momento, la maggiore delle Froze avrebbe preferito nascondersi,
fuggire
via, diventare invisibile. Addio segreto, addio libertà,
addio famiglia.
Distanzia il
suo corpo da quello di Honeymaren e, tremando in preda al panico, si
volta
lenta verso la figura alle sue spalle.
“Dimmi
che
ho capito male” – la supplica l’adulta.
“Signora noi…” -
cerca di intervenire la
Frost.
“No,
Honey!
Ci penso io” – le dice Elsa, mostrandosi finalmente
pronta a rivelarsi. Non che
abbia molte altre scelte, visto che sua madre l’ha ormai
scoperta.
“”Honey?
Allora sei tu H.F.”
“Cosa?”
–
chiede la Froze.
“La
fotografia…
H.F. che scrive con amore Elsie… era lei!”
– la indica, con occhi stracolmi di
lacrime – “Come hai potuto Elsa! Come?”
“Come ho
potuto,
cosa?” – cambia tono la bionda, guardando con
freddezza la madre.
“Non
dirmi
nulla! Non sono nessuno io per te?”
La giovane
resta in silenzio.
“Il
nostro è
amore” – si intromette Honeymaren, spiazzando ancor
di più Idunn che, scuotendo
il capo, delusa e ferita, corre via.
“Non
avrei
dovuto parlare, scusami” – aggiunge la mora.
“Non
è colpa
tua. Adesso che ho capito di volerti più di ogni altra cosa
al mondo, so anche
di dover rinunciare ad una parte di me”
“Non ti
permetterò di lasciarmi ancora!” –
aggiunge l’altra abbracciandola con forza.
“Non sei
tu
quella a cui rinuncerò” – le sussurra,
avvinghiandosi a lei, sentendosi
finalmente al sicuro tra le sue braccia.
Per la prima
volta nella vita ha messo da parte le mille paure. Tutto sembra
talmente chiaro
e limpido da aver cancellato giorni di silenzio e decisioni che la
spinsero ad
eliminare Honeymaren dalla sua vita per timori inutili.
La paura la
spinse a commettere sbagli enormi. Non vuole commetterne più.
“Non vai
a
parlare con tua madre?”
“Non ne
ho la
forza. Tra poco ci proclameranno dottoresse e inizieremo una nuova
vita. Ho già
in mente il mio futuro”
“Cosa
farai?”
“Lascerò
Arendelle. Non è questo il posto per me”
– le confessa Elsa.
“Ed io
verrò
con te. Non posso perderti di nuovo” – le sorride
Honeymaren.
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Capitolo 45 *** 44 Capitolo ***
Anna è
nei
corridoi cullando Mia e le canticchia la ninnananna, quando scorge una
figura in
lontananza avanzare nella sua direzione. E’ Idunn che vacilla
e fatica a
tenersi in piedi, che percorre quei metri con gambe tremanti e sguardo
perso
nel vuoto. Lacrime nere di mascara scendono lungo le sue guance e
risaltano una
delusione difficile da mandare giù.
“Mamma,
che
succede?” – si preoccupa la ragazza, raggiungendola.
Idunn alza
lo sguardo e con un filo di voce dice –“Scommetto
che era questa la ragione di
tutti i tuoi silenzi e di segreti così importanti tra te e
lei”
“Segreti?
Silenzi? Io e chi? Non ti capisco” – la Froze
è confusa
“Elsa...
e
quella tipa che ha raccontato il privato davanti all’intera
commissione”
Anna
impallidisce e cerca di mostrarsi tranquilla, però
è la madre ad aggiungere –
“Sapevi ogni cosa e non me ne hai parlato. Sapevi che H.F.
era una lei e non un
lui. Magari ridevi delle mie supposizioni..”
“No, mai! Non era compito mio raccontare la vita di mia
sorella” – si difende
la ventiduenne.
“Che
stupida
che sono! Io già sognavo le sue nozze assieme al misterioso
tipo. Invece è
donna, cazzo…è donna” – si
sfoga, utilizzando parole mai pronunciate,
soprattutto in presenza delle educatissime figlie.
“Ti
calmi,
per favore?”
“Come
faccio
a calmarmi? Le ho viste con i miei occhi mentre …”
– chiude gli occhi non
terminando la frase, anzi scuote anche il capo a voler cancellare
qualcosa di
terribile, ma che in realtà è soltanto un momento
di puro amore.
“Elsa
è
felice, questo non basta?” – le domanda Anna,
ricordando alla madre cosa
realmente dovrebbe contare nella vita.
“Magari è solo una sua convinzione, magari non
avendo spasimanti maschi, si è
accontentata” – Idunn delira e le sue supposizioni
non hanno senso.
“CHE?”
–
esclama scioccata la ragazza.
“Non so
se
riuscirò a vederla con gli stessi occhi. Quella non
è mia figlia, non è la
persona che ho cresciuto e a cui ho dato la vita” –
parole dure le sue, di
quelle che mai una madre dovrebbe dire di un figlio.
“Mamma,
stai
scherzando? E’ sempre lei. Non È il sangue del tuo
sangue, come puoi pensare
tali assuridità?”
“Forse la colpa di ciò che sta accadendo
è mia. Madre iperprotettiva, madre
poco affettuosa, madre litigiosa e sempre nervosa… vi ho
cresciute in un contesto
familiare evidentemente non adatto che vi ha rese fragili”
La
ventiduenne è sconvolta nel sentire tali
assurdità e in un primo momento non
riesce neppure a replicare.
“Guarda
cosa
la mia educazione vi ha dato… tu sei rimasta incinta di un
ragazzo che
frequentavi da poco e lei…”
“Cosa c’entra questo?” – a quel
punto Anna sbotta.
“C’entra
eccome. Le nostre imposizioni vi hanno spinte a trasgredire. Se non
avessimo
messo troppi paletti, se fossimo rimasti insieme, se avessimo mostrato
a te e
tua sorella quale fosse l’amore vero ,
chissà…”
“Amore vero? Ok, ora mi incazzo sul serio! Dimmi quale
sarebbe questo dannato
amore vero?” – la giovane perde la ragione e
alzando i toni, tuona contro la
madre.
Idunn china
il capo e le indica un anello che ha al dito.
“E cosa
significa? Un anello significa amore?”
“No,
significa coppia, significa matrimonio, significa famiglia, significa
natura”
Troppe
stupidaggini che Anna non sopporta più.
“Ho
sentito
abbastanza. Meglio se mi allontano o potrei dire cattiverie gratuite
come quelle
che stai dicendo tu adesso”
“Le mie
non sono
cattiverie. È la realtà dei fatti. Elsa non
potrà mai essere serena e felice in
questo mondo stando con una del suo stesso sesso”
“Se la
prima
a denigrarla, a offenderla sostenendo che sia diversa, è
proprio sua madre,
come potrebbe sentirsi al sicuro?” – con
quell’interrogativo importante, Anna
si allontana raggiungendo l’aula dove, da lì a
qualche minuto, sarebbe avvenuta
la proclamazione ufficiale.
Idunn resta
da sola e, con il cuore a pezzi, lascia
l’Università.
Cammina
senza meta mentre nella mente riaffiorano ricordi della sua piccola e
indifesa
Elsa non più una bambina da proteggere.
L’immagine
che
distrugge definitivamente la donna è quella di una
piccolissima Elsa tra le sue
braccia, intenta ad ascoltare con curiosità storie
d’amore ideate da Idunn
stessa.
Senza
rendersi conto di dove le sue gambe la stessero conducendo, si ritrova
di nuovo
dentro la struttura, precisamente in un’aula vecchia e buia.
E’
all’interno
di quelle mura che si lascia andare totalmente, sfogando il dolore in
un lungo
e lacerante pianto, difficile da controllare.
--------------------------------
Elsa e
Honeymaren tornano assieme nel grande salone dove la commissione chiama
uno ad
uno i laureandi per la proclamazione.
Anna, scossa
ancora dalla discussione con Idunn, cerca di sorridere e di infondere
fiducia
nella sorella, salutandola dal fondo dell’aula, con il
cellulare pronto a scattare
numerose fotografie.
Ma gli occhi
della primogenita hanno una luce diversa e questo la parente
più giovane lo
nota.
Per di
più tra
la Froze e la Frost sembra essere tornata la pace, perché
ridono e scherzano
dopo giorni di freddo totale.
L’assenza
di
Idunn viene subito puntualizzata dall’ex marito.
“Dove
è tua
madre, Annie? Si perderà un momento speciale”
– domanda Agnarr.
“Non
saprei.
Le mostreremo il video…”- è la risposta
secca della Froze, che preferisce non
avere attorno a
sé quela donna con i
suoi giudizi malefici.
Viene chiamata
Elsa e tutta la sua famiglia è sull’attenti.
Kristoff
scatta flash in continuazione, catturando ogni singolo istante di
felicità
della cognata.
I Bjorgman
emozionati sperano in una votazione all’altezza della ragazza.
E
infatti…
“Proclamiamo
dottoressa in giurisprudenza la laureanda Froze Elsa con voti 110 e
lode” – e a
tale annuncio la folla applaude, tra l’immensa soddisfazione
dei parenti.
“Lo
sapevo,
ho una figlia che è un genio” – esclama
Agnarr fiero della sua primogenita.
Honeymaren
viene convocata subito dopo e per lei la votazione è la
stessa, ma l’applauso
che segue è meno forte e ad esso seguono invece dei brusii
di gente ancora
scioccata dall’outing fatto poco prima.
John è
preoccupato per la sparizione della compagna, alla quale telefona con
insistenza.
“Non ci
credo che Idunn tanto elettrizzata come era nel vedere sua figlia con
la corona
d’alloro, sia sparita nel nulla. Non vorrei si fosse sentita
poco bene” – così
dicendo, si allontana.
Non prima di
essersi complimentato con la neo dottoressa.
Elsa è
emozionata e tale felicità mette da parte ogni pensiero
sulla lite con la
madre, la cui mancanza non le pesa affatto. Per di più sente
di aver chiuso una
parentesi della sua giovane vita e tutte le paure ad essa correlate;
oggi comincia
una nuova vita.
La Froze
maggiore e Honeymaren, ciascuna accerchiata dai propri parenti, si
lanciano un’occhiata
di complicità.
“Anche la
tua amica è stata premiata, ma sarà stata aiutata
per la faccenda della
sessualità” – commenta Agnarr, cercando
di elogiare la primogenita a discapito della
collega.
Eppure tale
osservazione viene subito ribaltata dalla giovane –
“Se lo merita perché è un
genio, che tu ci creda o no è anche più
intelligente della sottoscritta”
“Ora non
esageriamo” – aggiunge Froze senior, banalizzando
delle facoltà che quella
ragazza strana non può possedere.
Anna osserva
lo sguardo irritato della sorella e le si avvicina, cercando di
placarla.
Troppo tardi.
“Pensi
che
sia inferiore a me per qualche motivo in particolare?”
“Elsa, ti
prego non dire cose di cui ti pentirai” – le
sussurra la minore.
“Figliola,
certo che no. È che tu sei tu…”
“Honeymaren
è lesbica e quindi è naturale che sia meno dotata
di me, giusto?” – la provocazione
della bionda, spiazza tutti i parenti. L’imbarazzo
è percepibile e i Bjorgman
preferiscono allontanarsi con la bambina.
“Tesoro,
non
capisco come mai ti alteri per un complimento che ti ho
fatto” – Agnarr è
confuso e visibilmente a disagio. Evidentemente quanto detto dalla
figlia non è
del tutto falso.
“Mi
incazzo
perché so le vostre idee e quanti pregiudizi
covate”
“Adesso
basta! Nessuno ha parlato di pregiudizi o di omofobia. Dannazione, ma
cosa ti
prende?” – si altera il padre.
“Vi
prego, stiamo
dando nell’occhio” – fa notare Anna, in
quanto le persone attorno a loro li guardano
straniti.
“Andiamo
via”
– conclude Elsa, prendendo la sorella sottobraccio.
John Peterson
giunge in quell’istante, correndogli incontro. Ha
l’aria davvero tesa.
“Dove
è
Idunn?” – chiede l’ex marito della donna
in questione.
“E’
sparita.
Mi sto seriamente preoccupando”
“Sono
qui” –
una voce alle loro spalle li fa sussultare.
Lo sguardo
spento e il trucco sbavato non le danno più
l’immagine di signora composta ed
elegante che ha sempre avuto.
“Cosa ti
è
successo?” – domanda Peterson, abbracciandola.
“Vorrei
parlare con Agnarr in privato, un paio di minuti” –
chiede gentilmente al
compagno.
Seppure
dispiaciuto per la poca considerazione, il medico si fa da parte e
lascia soli
i due ex consorti.
“Che devi
dirmi?”
“Qualcosa
di
importante. Riguarda Elsa”
“E’ strana, l’ho notato. Mi è
bastato fare una piccola considerazione su
Honeymaren per mandarla in bestia”
“So io il
motivo ed è giunto il momento che questa storia la sappia
anche tu. Sei suo
padre”
“Mi
spaventi.
Allora?”
“Sediamoci, è meglio” – lo
invita a prendere posto su una panchina e a fatica,
con il cuore ancora sanguinante, sgancia la bomba.
Se Elsa
pensa di fare le valigie e lasciare Arendelle, chissà se i
suoi genitori
saranno a favore o la tratterranno?
Soprattutto,
Agnarr Froze come si comporterà una volta a conoscenza della
realtà dei fatti?
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Capitolo 46 *** 45 Capitolo ***
“Non dici
niente?” – chiede Idunn ad Agnarr, una volta
raccontata la verità.
L’uomo ha
la
mente affollata di pensieri contrastanti e in un primo momento non
reagisce.
“Come
dobbiamo comportarci adesso? Come affronteremo la questione? Pensi
anche tu, come
me, che Elsa sia solo confusa e che questa storia sia più
causata dal suo
accontentarsi che da reali sentimenti?!” – continua
la donna, manifestando il
suo chiaro parere.
Ma Froze
senior sembra accendersi quando un recentissimo flash corre nella sua
testa rapido
come un fulmine.
Un ricordo
di alcuni minuti prima…un ricordo che vede Elsa attaccarlo
per una semplice
constatazione in merita alla votazione di Honeymaren.
“Anche la
tua amica è stata premiata, ma sarà stata
aiutata per la faccenda della sessualità”
“Se lo
merita perché è un genio, che tu ci creda o no
è anche più intelligente della
sottoscritta”
“Ora non
esageriamo”
“Pensi
che sia inferiore a me per qualche motivo in
particolare?”
“Figliola,
certo che no. È che tu sei tu…”
“Honeymaren
è lesbica e quindi è naturale che sia meno
dotata di me, giusto?”
“Tesoro,
non capisco come mai ti alteri per un
complimento che ti ho fatto”
“Mi
incazzo perché so le vostre idee e quanti
pregiudizi covate”
“Adesso
basta! Nessuno ha parlato di pregiudizi o di
omofobia. Dannazione, ma cosa ti prende?”
“Ecco
perché ha avuto quella reazione” –
prende finalmente parola
metabolizzando la rivelazione della ex moglie. Mostra un iniziale
shock, poi volge
lo sguardo sulla ex moglie, anche essa turbata e ascolta
l’ennesima domanda di
lei -“Come ci comportiamo? Bisogna aprirle gli occhi. Sta
commettendo uno sbaglio
e da bravi genitori sta a noi rimetterla in riga”
Agnarr è
furioso ma cerca di controllare la sua rabbia, frutto di
delusione, frustrazione, dolore e soprattutto di certezze
definitivamente
crollate.
“Non
è possibile che Elsa sia…dannazione, non
può essere…”
- non riesce a darsi pace e ripete più volte
quanto
sia incredibile e impossibile il cambio di sessualità della
figlia maggiore.
Ed è la
visione di Honeymaren con la famiglia, in uscita dal grande
ingresso universitario, che lo manda in bestia. Improvvisamente il suo
cervello
gli mostra un’ipotetica scena d’amore tra due
donne, di cui una è proprio la
sua primogenita.
Arrabbiato come mai
prima nella vita e disgustato da quel frame, si
allontana.
“Dove vai
adesso?” – lo rincorre la ex moglie.
“A casa!
Non posso vedere chi ha rovinato la nostra
serenità”
“Ti
conviene calmarti, non vorrai mostrarti in questo stato”
– puntualizza Idunn;
gli strappa le chiavi dell’auto dalle mani e lo invita a
sedersi al posto del
passeggero.
“Guido
io, forse è meglio” – e mentre la donna
si accinge ad uscire dai
parcheggi dell’Università, nota
anch’essa Honeymaren attraversare la strada con
i parenti. La Frost è sorridente e contenta, mentre si
stringe alla madre
adottiva commossa.
La scena
è toccante per chi la osserva: una famiglia vera e propria,
che
seppure si trova ad affrontare situazioni poco facili, vive sempre e
comunque d’amore,
l’ingrediente principale della felicità.
Il primo pensiero
che partorisce la mente di Idunn è –
“Come vorrei essere
come quella mamma, fiera di ciò che è sua figlia,
invece non lo sono”.
Scuote il capo
cercando di cancellare tale idea e si dedica alla guida e
alla consolazione dell’ex marito, ormai paranoico.
“Come
può essere accaduto. Cosa abbiamo sbagliato?”
– Agnarr è scioccato e
non riesce a rilevare quel dannato errore commesso
che, a suo avviso ,avrebbe inciso sulla sessualità di Elsa.
“Forse il
nostro rapporto fatto di litigate, di regole costanti, di poca
affettività, hanno influenzato le scelte delle nostre
ragazze” – ipotizza la
donna, tirando in ballo anche le pessime decisioni prese da Anna.
“Giustifico
Annie che potrà anche aver partorito una figlia fuori dal
matrimonio, però è rimasta sempre se stessa. Non
è mai cambiata. Ma Elsa.. la nostra
Elsa…la figlia perfetta, quella studiosa, diligente. Ammetto
che ci scontravamo
spesso per idee contrastanti, ma arrivare a questo…non me
l’aspettavo da lei;
forse è un modo suo per vendicarsi del male che ha patito
nel passato”
“E’
sempre stata più rivoluzionaria di te, tu sei fin troppo
antico per gli
standard odierni” – commenta Idunn.
“Forse
facevo bene ad esserlo. Ma adesso mi farò rispettare, lei
non
commetterà questo sbaglio. Non macchierà la sua
reputazione per un capriccio!”
------------------------------
Elsa, Anna,
Kristoff e i Bjorgman sono giunti a casa da un bel po'. Anche John
Peterson si è unito a loro, lasciando la compagna con Agnarr.
Su ordine della
festeggiata incurante della mancanza dei genitori, hanno iniziato
tutti a stuzzicare cibo dal buffet.
La primogenita dei
Froze scambia messaggi continui con Honeymaren ed è
ormai diventata l’immagine vera della felicità.
Difficile non
notare che tale gioia non sia dovuta soltanto alla laurea.
“Amore,
cosa succede a tua sorella? Ha lo spasimante?” –
sussurra Kristoff
alla fidanzata.
“Ehm…
non saprei” – finge.
“Ti
conosco meglio delle mie tasche. So quando menti” –
ridacchia, avvinghiandola
a sé.
Poi le sfiora le
labbra, ricordandosi della presenza dei genitori quando
Erika attira l’attenzione dei due con un finto colpo di tosse.
“Quanto
vorrei fossimo solo noi” – imbarazzato dai
familiari che continuano
a guardare i due piccioncini e a confidarsi sulla bellezza della
coppia, il biondo
nasconde la testa tra i lunghi capelli di Anna.
“Se ti va
possiamo sempre salire in camera mia con una scusa”
– lo provoca
lei.
Kristoff arrossisce
e scioccato da tale proposta, esclama –
“Aspetta…che?”
Lei ridacchia,
divertendosi a scompigliargli i capelli. Gli dà un dolce
bacio sulla guancia e, prendendolo per mano, si avvicina ai suoceri.
“Noi
portiamo Mia in camera” – comunica, trascinando la
carrozzina.
Così la
coppia si allontana.
Inutile dire che le
loro intenzioni non si limitavano al “Mettere a letto
la bambina”.
Sono loro i primi a
gettarsi sul letto di Anna, lasciandosi andare ai
preliminari di quel momento passionale che attendevano da tempo.
Nel mentre Peterson
e i Bjorgman chiacchierano del più e del meno, ma la
pace è breve e viene interrotta dal brusco arrivo degli ex
coniugi.
“Dobbiamo
parlare” – è la prima frase che Agnarr
Froze, furioso, rivolge
alla primogenita, sbattendo con forza la porta. Elsa
viene così distratta dalla messaggistica e si
trova costretta ad affrontare un argomento dolente.
“Cos’è
questa storia adesso? Che ti salta in mente?” –
tuona il padre.
“Immaginavo
che mamma avesse subito fatto la spia” – Elsa alza
gli occhi al
cielo.
“Avevo
bisogno del suo supporto per aiutarti” -
interviene Idunn.
“Aiutarmi?
Ma voi siete pazzi”
“Ci
preoccupiamo. Sappiamo che questo non è ciò che
sei,non è ciò che vuoi”
– aggiunge la donna.
“Io
voglio lei e basta”
I Bjorgman
ascoltano senza pronunciarsi, però il discorso diventa
palese
quando la giovane si riferisce a qualcuno al femminile.
“La amo,
la amo, la amo. Contenti? Volete che ve lo ripeta? Amo una donna,
sì.
Una donna come me… ci siamo baciate come fanno tutte le
persone che si amano”
“Smettila,
ti prego” – la supplica Idunn, con una mano sul
cuore afflitta
da quanto ascolta.
“Finalmente
sono libera di parlare come voglio io, di cosa voglio io, senza
aver timore dei giudizi di genitori che sin da bambina volevano
scrivere la mia
vita. Adesso voglio vi sia chiaro che sono io a prendere le mie
decisioni, sono
io a comandare me stessa. Voi avete smesso di avere quel ruolo quando
avete deciso
di non accettare una figlia per la sua sessualità, proprio
voi che di errori ne
avete fatti miliardi e adesso pretendete di sapere cosa sia
l’amore vero. Basta
lo dico io…basta”
Lo sfogo di Elsa
colpisce tutti i presenti; mai si era mostrata tanto grintosa
e desiderosa di far vincere le sue motivazioni.
Non ha tenuto
conto,però, della reazione paterna.
Agnarr, perde le
staffe, le si avvicina con aria di sfida e in un battibaleno,
senza darle modo di difendersi, le dà uno schiaffo in pieno
viso.
A quel gesto segue
l’urlo di Erika che spaventata nel vedere Elsa
accasciarsi sul pavimento, le va incontro per aiutarla.
Victor trattiene il
consuocero ricordandogli di contenersi perché è
sua figlia
quella che ha davanti.
Ma Froze
è accecato dalla rabbia ed è grazie
all’intervento di John e di
Victor stesso che viene allontanato dalla sala.
Il caos e le urla
richiamano anche Anna e Kristoff, che dal momento di
intimità
che si erano concessi, accorrono in salone.
Lì
c’è una scena da guerra.
“Che
succede qui?” – domanda la ventiduenne, accorrendo
verso la sorella
maggiore.
Idunn, rimasta
allibita da quanto appena visto, trema e singhiozza non
contenendo la sua disperazione.
“Doveva
essere un giorno di festa, ma tu l’hai voluto
rovinare” - dice,
rivolgendosi alla primogenita.
Elsa scuote il capo, disgustata dal comportamento di chi l’ha
messa al mondo.
Si rimette in piedi
e con la guancia arrossata, versa tutte le sue lacrime,
liberandosi della rabbia e della sofferenza che covava dentro.
“Mi fate
schifo” – si limita a dire. Fa per raggiungere la
sua stanza,
seguita a ruota da Anna quando una precisazione materna la immobilizza,
dandole
l’ennesima coltellata al petto.
“Non sei
più la benvenuta in questa casa”
Trattenendo i singhiozzi, riprende il passo allontanandosi del tutto.
È Anna,
scossa nel profondo, a rispondere a nome di sua sorella maggiore
– “Non
sarebbe rimasta ugualmente sotto il vostro stesso tetto. State
tranquilli, andrà
via e io farò lo stesso. Non voglio vivere con chi disprezza
il proprio sangue
solo perché non è eterosessuale”
Con il cuore in
mille pezzi Idunn si accascia a terra e continua a piangere,
accolta dalle braccia di Erika, colpita dal dolore di una famiglia che
ora non
è più tale.
Dopotutto dove
c’è l’amore c’è la
famiglia…e in questo caso, non esiste più
alcuna traccia di questo sentimento.
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Capitolo 47 *** 46 Capitolo ***
Quella
giornata di grande festa assume i colori di un vero e proprio funerale:
una
ragazza allontanata e condannata ingiustamente, due ex consorti uniti,
dopo
anni, su una decisione comune, e una giovane tra due fuochi, seppure
schierata
a favore di sua sorella maggiore.
“Elsa,
vengo
con te”
“No Anna!
Non sei tu il problema qui, ma io. Perché dovresti privarti
e privare Mia dell’affetto
dei nostri genitori?… anzi, no mi correggo…dei
tuoi genitori!” – la maggiore ha
con sé due valigie, strapiene di roba e si accinge a
lasciare la villa.
“Non
avrebbe
dovuto alzare le mani su di te” – precisa la
ventiduenne avendo saputo dello
schiaffo di suo padre su sua sorella.
“Non
è stata
la sberla a farmi male…credimi” –
commenta, amareggiata.
A proposito
degli ex signori Froze, Agnarr e Idunn restano in disparte chiusi nel
loro
dolore, mentre la primogenita dà il definitivo addio.
Erika e
Victor cercarono di farli ragionare in quelle fatidiche ore; per i
Bjorgman è
assurdo che gli ormai consuoceri scaccino una figlia perché
omosessuale e di
fronte all’ennesimo e secco No, i genitori di Kristoff
scelgono di prendere le
distanze.
“Andiamo
via
anche noi. Qui non possiamo rimanere un minuto di più.
Pensavamo foste gente di
cuore” – commenta Erika, guardando delusa Idunn.
“Lo
siamo” –
aggiunge la ex signora Froze.
“Non mi
sembra” – conclude Victor.
Senza
rivolgere più parola, si avviano all’uscita
raggiungendo le sorelle Froze
all’ingresso.
Kristoff
è
con loro quando le due, abbracciate, si salutano in lacrime.
“Io qui
non
rimango, se è questo che pensi” - dice Anna.
“Devi
farlo”
“No!”
–
replica, singhiozzando.
“Annie,
ascoltami, lo devi a Mia. Lei ha bisogno di una famiglia vera”
“Io e
Kristoff con te e Honeymaren siamo già una famiglia vera,
più di loro che
predicano moralità e agiscono senza vergogna”
– sostiene la ventiduenne, pronta
a partire con chi le vuole davvero bene.
Elsa,
commossa, le asciuga le lacrime con tenerezza e, sorridendole, aggiunge
– “Hai
un cuore enorme. Io ti voglio bene e te ne vorrò sempre ed
è proprio perché ti voglio
bene che ti dico di restare ad Arendelle”
“Come
posso
vivere senza saperti qui?”
“Ci
sentiremo ogni giorno, promesso”
Poi volge lo
sguardo su Kristoff e fa a lui un’annotazione –
“Prenditi cura di mia sorella e
di mia nipote, mi raccomando o torno qui solo per fartela
pagare” – ridacchia
poi.
A quel punto
è giunto il momento di andare.
Con il cuore
in gola, Elsa si allontana, percorrendo quei pochi metri che la
separano dalla
strada principale.
Ad attenderla
c’è un taxi.
“Non ce
la faccio
a vederla così” – dichiara Anna ad alta
voce, correndole incontro, raggiungendola
prima che l’auto prendesse il via.
“Aspetta!”
–
la chiama, ponendosi davanti il veicolo.
Sale a
bordo, vicino la maggiore che la guarda sconvolta.
“Cosa
vuoi
fare?”
“Convincerti
a portarmi con te”
“Annie”
–
ripete lei, addolcendo lo sguardo inizialmente teso.
“Dove vi
porto, signorine?” – si intromette
l’autista.
“Aspetti
un
paio di minuti, la prego” – aggiunge la
ventiduenne, zittendo subito l’uomo che
approfitta per fumare una sigaretta.
“Sorellina,
non
rendere ancora più difficile la separazione”
– la supplica la grande.
“Scappare
non è la soluzione. Troviamo una casa tutti insieme, vivremo
felici e contenti
anche senza la presenza di mamma e papà”
“No
Annie,
io ormai ho preso la mia decisione. Accettala, ti prego. Pensa che per
me è
fondamentale lasciare questa città e tutti i ricordi legati
ad essa. Lontano da
Arendelle posso sentirmi libera di essere chi sono davvero, chi ho
capito di
essere con fatica enorme. Ora che mi rendo conto che nascondermi dalla
mia
natura alimenterebbe soltanto paure e insicurezze, la fuga risulta
essere l’unica
decisiva soluzione”
Le due si
guardano in silenzio per qualche minuto cercando di confortarsi e
dimostrarsi
affetto con il solo sguardo.
Anna non ha
molte possibilità, e si vede costretta a cedere. Scende dal
veicolo, affranta e
in quell’istante viene raggiunta da Kristoff e i genitori di
lui, pronti ai
saluti finali.
La tristezza
per un inevitabile addio divaga nei cuori delle sorelle, ma
ciò che sembra alimentare
ancor di più il dolore di Elsa è la separazione
da Mia.
“Piccolina,
mi mancherai. Ma ci vedremo presto, te lo prometto”
– stringe forte a sé la
bambina, assaporandone per l’ultima volta il profumo e la
tenerezza.
Gli occhioni
azzurri di sua nipote sembrano implorarla di restare. Però
neppure questo frena
la sua volontà.
“Dove
pensi
di andare di preciso?” – chiede Kristoff, quando la
ragazza sale nuovamente a
bordo del taxi.
“Non lo
so
ancora. Vi darò mie notizie ogni giorno. Vi voglio bene,
famiglia”
Chiusa la
portiera dell’auto, il mezzo sfreccia lontano, portando via
con sé una persona
distrutta da un passato turbolento ed un presente devastante.
Il sogno di
un futuro roseo viene offerto ad Elsa
dall’opportunità di partire e raggiungere
mete nuove, dove la gente ignora la tua identità,
un’identità che lei finalmente
ha svelato e ha accettato.
Una volta raggiunta
la casa dei Frost, nota Honeymaren con i suoi parenti ad attenderla.
Le due si
trovano faccia a faccia.
Pochi secondi
e sono l’una nelle braccia dell’altra.
“Sei
pronta?”
– le sussurra la mora all’orecchio.
“Con te
sono
disposta ad andare anche in capo al mondo” – le
risponde arrossendo.
Si avvicinano
i genitori di Honeymaren, seguiti dai suoi fratelli.
“Questo
doveva
essere il giorno dei festeggiamenti e invece… ci tocca dirvi
addio” – singhiozza
la madre adottiva della Frost, la signora Angela.
“Mamma,
non
potevo desiderare festa migliore di questa” le risponde
Honeymaren, luminosa
come mai prima in vita sua.
A non esserlo
è Sarah, visibilmente afflitta. Nelle sue espressioni, Elsa
legge chiaramente
quelle di Anna e trova in loro l’ennesima
similarità.
Un altro elemento
in comune con la sua compagna…la sorella di una somigliante
a quella dell’altra.
“Per
qualsiasi
cosa, noi siamo qui” – dice la giovane in
questione, abbracciando la sorella
maggiore.
Anche Jack,
il fratello non si tira indietro e mostra la sua fragilità.
“Mi
mancherai cucciolotta mia” – le sorride, avvolgendo
le due sorelle minori a sé.
Il momento
è
speciale e commovente e anche Elsa non può sottrarsi a
quell’emozione.
Poi è il
capofamiglia a dare loro chiare indicazioni, pronunciandosi
–“ Figliole, mio
cugino Luke ha un appartamento per voi, lì non avrete nessun
fastidio. Però almeno
possiamo venirvi a trovare quando possibile, siate prudenti”
“Grazie”
–
risponde, emozionata, la Froze.
“Sono
felice
che Honey abbia trovato la persona perfetta per lei. Sei una brava
ragazza, hai
tutte le carte in tavola per renderla felice ed io da padre non posso
desiderare
altro se non questo” – le sorride l’uomo,
aprendole le braccia pronto ad accoglierla
e a dimostrarle la sua totale stima.
La bionda
è
sorpresa piacevolmente da tanta disponibilità.
Possibile che
soltanto i suoi genitori fossero così restii nel vederla
contenta?
Perché
solo
Agnarr e Idunn non accettano che la loro primogenita abbia trovato
l’amore?
E proprio
mentre Elsa e Honeymaren sono pronte a dire addio al loro passato,
c’è chi a
villa Peterson organizza il proprio futuro.
“Non puoi
andartene via così” – esclama scioccata
Idunn, osservando Anna sistemare i suoi
abiti in alcune valigie.
“Ci avete
perdute entrambe. Io con voi non voglio restare un minuto di
più”
“Ragiona,
dannazione! Tu non sei come Elsa” – interviene il
padre.
“E’
qui che
vi sbagliate. Io e lei siamo uguali, abbiamo pensato che foste
cambiati, ci
sbagliavamo. Alla prima occasione ci avete ferite, di nuovo. Adesso
basta, però”
– chiude il bagaglio e lo trascina fino
all’ingresso, seguita a ruota dai genitori
che tentano di farla ragionare.
Però
Anna è
cocciuta e determinata, inutile farle cambiare idea.
Raggiunge Kristoff
che, con i suoi, è pronto a lasciare la villa.
Erika e
Victor hanno offerto la loro abitazione alla coppia, delusi anche essi
dai
comportamenti dei consuoceri.
“Fino a
quando non accetterete Elsa e la sua fidanzata, io qui non
metterò più piede” –
ribadisce Anna.
“E’
una
minaccia. Io non amo quando mi viene dato un ultimatum”
– precisa Agnarr.
“Bene, se
non siete in grado di guardare oltre i vostri moralismi, vuol dire che
non vi
interessa recuperare. A questo punto vi dico addio”
– mostrandosi forte e decisa
a non demordere, seppure con il cuore in mille pezzi, Anna si congeda.
Quando è
prossima ad andarsene, Idunn la trattiene afferrandole un braccio.
“Non
togliermi
anche Mia”
Effettivamente
solo la nipote è ciò che rimane ai giovani nonni
ed è proprio Mia il loro unico
desiderio.
“Anche se
so
che vi meritereste questo ed altro, non mi abbasso ai vostri livelli.
Potrete vederla
quando volete, ma dimenticate di avere una figlia, anzi
…un’altra figlia, dato
che la prima l’avete già cancellata”
– lanciando un ultimo sguardo di disgusto
e disperazione, la ventiduenne chiude la porta alle sue spalle.
Adesso inizia
una nuova vita, una vita che la vedrà abituarsi
faticosamente alla mancanza di
mamma Idunn e alle sue premure mattutine, alle chiamate di
papà Agnarr, alle
chiacchierate con John Peterson, ma soprattutto ad una vita senza la
sua amata
e indimenticata sorella maggiore.
---------------------------------------
“Come ti
senti?” – chiede Kristoff ad Anna, quella stessa
sera, una volta raggiunta la
nuova casa.
La giovane
è
a letto, intenta a fissare il muro bianco.
“Dobbiamo
abbellire
quelle pareti. Sono troppo…vuote” –
precisa lei.
“Certo,
le
riempiremo con fotografie di Mia, nostre e io immagino già
un enorme foto del giorno
del nostro matrimonio” – le dice, sfiorandole
dolcemente la guancia.
“Il sogno
nel cassetto che custodivo da bambina non esiste più,
perciò puoi anche non
sentirti costretto a sposarmi”
L’affermazione
spiazza Bjorgman che mai avrebbe immaginato di sentirle dalla bocca
della super
romantica Anna Froze.
“Il mio
desiderio
è che tu diventi mia moglie, quindi non potrai
sottrarti!” – così lui scherza
sull’argomento per alleggerire la tensione.
La ragazza,infatti,
non è serena. Da quando hanno messo piede
nell’abitazione regalata loro da
Erika e Victor, si è sentita spaesata e vittima di paure sul
futuro.
“Se non
riuscissi
a vivere sapendo la mia famiglia distrutta?”
“Amore mio, ci sono io qui con te e qualsiasi scelta tu
decida di prendere, non
ti giudicherò mai, sappilo. Anche se volessi riallacciare i
rapporti con i tuoi
genitori, io sarò al tuo fianco. Ora e sempre”
Anna accenna
un sorriso di fronte all’estrema dolcezza del suo compagno.
Si volta
verso di lui e nota che Kristoff le è disteso accanto e le
accarezza il
braccio.
Senza
pensarci su, desiderosa di sentirsi sua di nuovo, dopo tanto tempo,
siede a
cavalcioni su di lui, il quale la guarda spiazzato.
Estasiato, la
osserva mentre si libera della vestaglia, pronta a concedergli tutta se
stessa.
“Te la
senti
davvero? Non vorrei lo facessi per non pensare..”
“Ti
voglio! Mi
sei mancato e adesso sogno solo di unirmi totalmente a te”
– lo aiuta a
liberarsi dagli indumenti e in pochi minuti la coppia consuma
intensamente
quell’amore mai assopito, quell’amore che neppure
Hans Westergard riuscì a distruggere,
quell’amore che Anna augura ad Elsa e che invece Idunn e
Agnarr non hanno
voluto accettare.
Quella è
solo la prima di tante notti di passione che vedranno Anna e Kristoff
vivere a pieno
la loro intimità, felici di essersi riuniti e di aver messo
una pietra sul passato.
Da lì a
un
mese, durante i quali Elsa dà sue notizie quotidianamente
tranquillizzando l’ansiosa
sorella minore, giunge a New York una lettera speciale.
“Questa
è
per noi. Viene da Arendelle” – comunica Honeymaren
alla fidanzata, porgendole
la busta.
La bionda, distesa
a letto, dopo un attimo di coccole con la sua lei, la apre e sobbalza
quando
legge – “Siete invitate a festeggiare il nostro
matrimonio. Non mancate Anna &
Kristoff”
“Finalmente
si
sono decisi” – esclama felice Elsa.
“Sei
pronta
a tornare dopo un mese?” – le chiede la Frost.
“Non ho
nulla di cui vergognarmi. Andremo come coppia e niente e nessuno
rovinerà quel
magico momento” – le sorride, poi la bacia e torna
ad accoccolarsi al suo
petto, serena e contenta.
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Capitolo 48 *** 47 Capitolo ***
Il mese che
corre veloce da quando Elsa e Honeymaren hanno lasciato Arendelle,
cominciando
una vita assieme, dà modo ad Anna di mettere da parte i
rancori nei confronti
dei genitori, dedicandosi solo ed esclusivamente a sua figlia, al suo
compagno
e alle nozze imminenti.
“Manca
poco
ormai al fatidico giorno, come ti senti?” – le
chiede Erika Bjorgman, mentre le
due sono dalla sarta per apportare modifiche all’abito bianco.
“Agitatissima,
però non sto più nella pelle. Ho atteso questo
momento tutta la vita e
finalmente è arrivato. Non riesco a crederci”
– confessa la Froze, emozionata
mentre si osserva allo specchio con indosso il vestito dei suoi sogni.
Erika non
toccò l’argomento genitori per settimane, eppure
ora le sembra necessario farlo.
“Sei
ancora
convinta di non volere Idunn e Agnarr al tuo fianco?”
Il ricordo di
quelle persone che ha volutamente scacciato, torna prepotente a
turbarla.
“Assolutamente
no, andrò all’altare da sola. Non ho bisogno di
mantenere le apparenze in
pubblico. Penseranno come mai non c’è
né mio padre né mia madre, ma poco mi
importa. L’importante è che ci sia chi mi vuole
davvero bene” – le ultime
parole sono rivolte teneramente alla donna a lei di fronte, che
commossa le
sorride.
Anna ignora
che ad organizzarsi per vestire i panni di padre che la
accompagnerà
sottobraccio fino al suo futuro marito sarà Victor. Bjorgman
senior, infatti,
non ha alcuna intenzione di privare la nuora della serenità
di avere accanto
qualcuno quando percorrerà la navata della Chiesa.
Sarà una
sorpresa
e ad esserne al corrente è solo Erika, pronta già
con mille fazzoletti a
piangere come una fontana.
La
serenità
conquistata, seppure a fatica subisce uno scossone,
l’ennesimo, quando alla
vigilia del grande Dì, si presenta a casa di Kristoff e Anna
qualcuno di inaspettato.
“John!
Che
ci fai tu qui?” – esclama la Froze, spiazzata di
fronte a quella visita.
“Vorrei
salutarti. Sto per andare via da Arendelle”
“Anche
tu?” –
pensa tra sé e sé Anna, ma evita di chiedere la
ragione. Si mostra,piuttosto,
perplessa di fronte a tale comunicazione. Deduce che partendo Peterson
sarebbe
partita anche Idunn.
“Dove
andrete
quindi?” – domanda la ventiduenne, dopo averlo
invitato a sedersi in salone, offrendogli
da bere.
“Parto da
solo”
– confessa, mantenendo lo sguardo basso.
“Davvero?
Non ci credo. Mamma che permette che tu la lasci qui senza nessuno
è irreale” –
commenta Anna.
“Io e lei
ci
siamo lasciati” – la rivelazione è
scioccante e pietrifica la ragazza.
“Cosa?!
Non è
possibile” – sobbalza poi, quando metabolizza il
fatto.
“Tanti
sono
gli avvenimenti accaduti in questo ultimo mese. La tua mancanza e
l’allontanamento
di Elsa l’hanno destabilizzata; non è
più in sé. Vive di silenzio, chiusa tra
quattro mura, intenta a fissare il vuoto. Poi una mattina, non so come
né perché,
mi rivolge parola dopo settimane e dice “Tra noi è
finita”. Non mi ha dato spiegazioni
e giunti a questo punto, non voglio neanche riceverle. Ho chiesto di
essere
trasferito nell’ospedale di una città poco
distante da Arendelle”
“Mi
dispiace
tanto” – aggiunge la ventiduenne, davvero
amareggiata per il male che Idunn ha
recato ad un uomo che, nonostante tutto, le fu accanto a lungo,
comportandosi
da padre più di Agnarr stesso.
“Volevo
lasciarti un pensiero prima di dirti addio” –
spiega, asciugandosi le lacrime
dalle guance.
Dalla tasca
della sua giacca tira fuori una busta bianca.
“Non
posso
accettare” – dice Anna, deducendo fosse denaro
quello regalatole.
“Devi
farlo.
Voglio condividere a mio modo la tua gioia. Qui dentro troverai tre
biglietti
per New York, così potrai far visita ad Elsa, che so che
è il tuo sogno più grande”
– aggiunge lui.
“Come fai
a
sapere dove si trova mia sorella?”-
chiede, sorpresa, la giovane.
“Anche se
Idunn l’ha scacciata, io ho provato a riallacciare i
rapporti. Ho faticato ad
ottenere indirizzo ed altro, però mi sono rivolto ai Frost e
a Sarah. Non è la
persona cattiva che ti ha fatto credere. Anzi, mi ha perfino detto di
sentirsi
ancora in colpa per le bugie raccontate”
La Froze
è
senza parole, totalmente spiazzata da tutti i fatti raccontati da John.
Accetta,
felice il suo dono, invitandolo ad essere presente l’indomani
durante la
cerimonia.
“Ho
l’aereo tra
poche ore. Goditi la felicità che meriti, piccola Annie. Non
pensare a chi ti potrebbe
recare male; sei cresciuta e diventata una donna adulta e matura,
nonostante i
tuoi soli ventidue anni. Sono fiero di averti conosciuta e considerata
figlia. Per
me lo rimarrai sempre e comunque, nonostante le circostanze. Ti voglio
bene” – l’affetto
immenso di quell’uomo tocca l’anima di Anna che, in
lacrime, lo abbraccia
ringraziandolo per i bei momenti e per la sua presenza costante.
Quando lo
saluta, sull’uscio di casa, conclude –
“Mi mancherai. Ci sentiremo ogni giorno,
però. Non ti libererai di me così
facilmente”
“Addio
Annie.
Abbi cura di te e di tua figlia” – le manda un
bacio e sale in auto.
Non prima di
aver sentito venir fuori dalla bocca della giovane un timido
– “A presto, papà”
Con il cuore
a mille, Peterson si allontana portando via con sé ricordi
speciali, di mesi
che anche Anna difficilmente dimenticherà.
-------------------------------------------
E’ il
fatidico giorno.
La
ventiduenne dorme poco quella notte, presa dall’ansia e dai
tanti ricordi.
È Erika
alle
sei del mattino a presentarsi nella sua stanza, spalancando le finestre
e
lasciando entrare le prime luci dell’alba.
“Buongiorno,
tesoro. Svegliati, è ora di prepararsi”
La
festeggiata si stiracchia, aprendo a fatica gli occhi ancora assonnati.
“Coraggio,
ti aspetta una giornata intensa. A breve arriveranno le acconciatrici,
intanto
ti ho riempito la vasca di acqua calda e di quel bagnoschiuma che amo
tanto e
che ho notato è anche il tuo preferito. Ora sbrigati,
c’è molto da fare” – la tira
su, accompagnandola fino al bagno.
Approfitta di
quei momenti di distrazione di Anna, per telefonare a qualcuno.
“Elsa,
dove
siete ora?”
“Tra
quasi un’ora
arriveremo lì”
“Bene,
rivederti sarà per lei la gioia più
grande”
“Anche
per
me. Mi è mancata da morire, non vedo l’ora di
abbracciarla”
Erika accoglie
nei minuti seguenti le due parrucchiere, sistemandole nella stanza
degli ospiti,
la più grande e luminosa.
Le professioniste
si mettono subito all’opera, realizzando in tempi record sia
l’acconciatura
della sposa che della suocera e il make up di ciascuna.
Anna non
chiede qualcosa di eccessivo; la sua semplicità la porta a
scegliere di mantenere
i capelli per lo più sciolti, resi eleganti da un
semiraccolto.
Quando le stylist
si congedano, danno modo ad Anna si chiudersi in camera per indossare
il vestito.
Ed è
allora
che suona altra gente alla porta. La Bjorgman corre, emozionata, al
corrente di
chi è appena arrivato. Direttamente da New York, si
presentano alla villa Elsa
e Honeymaren, mano nella mano.
“Mie
care,
finalmente” – esclama, commossa la donna
accogliendole entrambe tra le sue
braccia.
“Siete
bellissime” – commenta poi –
“L’amore fa bene all’anima e al
corpo”
“Già,
puoi
dirlo forte” – aggiunge la Frost, lanciando
un’occhiata complice alla sua
fidanzata.
“E
Anna?” – domanda,
elettrizzata, la bionda.
Neanche a
dirlo… impossibile non sentire la voce squillante della
sposa che chiama Erika
con urgenza.
“Eccoti
la
risposta” – sorride l’adulta, indicano il
piano superiore dal quale proviene il
suono.
“Vado
io!” –
dice Elsa, raggiungendo la sorella.
Anna,
infatti, è nella sua camera con indosso la vestaglia di raso
bianca, regalatale
proprio dai suoceri. Si guarda allo specchio, cercando di mantenere la
calma. Eppure
la tensione è alle stelle e non riesce a contenerla, sente
di poter esplodere
da un momento all’altro.
“Se ci
fosse
qui Elsa, saprebbe come tranquillizzarmi” – parla
tra sé e sé ad alta voce,
mentre fissa la sua immagine riflessa. Si sente bella finalmente, e
questo non
per trucco e parrucco, ma perché seppure agitata e
nostalgica, vive quella felicità
tanto attesa e vede realizzarsi il suo sogno nel cassetto. Da
lì a poche ore avrebbe
detto SI per sempre al suo unico grande amore.
E’
talmente
presa dall’agitazione e dai pensieri turbanti, da confondere
la realtà per mere
illusioni.
L’immagine
di sua sorella è visibile dal vetro dello specchio ed
è esattamente alle sue
spalle.
“Adesso
ho
addirittura le visioni” – dice, scuotendo il capo a
voler cancellare fantasie
assurde.
Eppure la
persona che ha dietro di sé non svanisce, anzi le posa una
mano sulla spalla e
il contatto è talmente reale, da far sobbalzare la sposa.
Anna si volta,
sconvolta, e di fronte ai suoi occhi c’è davvero
Elsa, in carne ed ossa.
“Ciao
sorellina” – la saluta, spostandole un ciuffo dal
viso.
“Sei
davvero
tu?” – la ventiduenne è scioccata e non
contiene i lacrimoni che le scivolano
sulle guance.
“Mi
abbracci? Perché attendo questo momento da un mese che mi
è parso un’eternità”
–
la invita la maggiore, aprendole le braccia.
Il gesto
affettuoso tra le due è esempio di quanto il loro legame sia
rimasto saldo e
carico d’amore nonostante la lontananza. Anna dà
infiniti baci alla parente, e
la stringe per paura di perderla.
“Sorellina,
mi stai soffocando” – ridacchia Elsa, notando la
pressione dell’altra.
“Ops”
– aggiunge
la minore, rispondendo con una goffa risata.
“Adesso
che
sono qui ti aiuterò a vivere a pieno il tuo giorno”
“Potresti
cominciare dandomi una mano con l’abito”
– le propone la sposa, svelando il
vestito che avrebbe indossato.
“Wow!
E’ meraviglioso”
– esclama la grande, estasiata dalla lucentezza del capo, dal
tessuto, dal
corpetto cosparso di strass e dall’elegante pizzo.
“Sarai la
sposa più bella che Arendelle abbia mai visto”
“Esagerata
come sempre” – si imbarazza la giovane, mentre si
libera della vestaglia.
“Dico sul
serio”
Mentre le
sorelle si dedicano l’una all’altra, scherzando,
divertendosi, godendo della
reciproca presenza, Honeymaren ed Erika sono alle prese con i primi
parenti.
Tra questi
c’è
Victor, elegantissimo con tanto di papillon.
“Cara,
sei splendida”
– dice alla moglie, fiero della bellezza della donna che gli
è accanto da più
di vent’anni.
Si scambiano
un dolce bacio a stampo, poi lei gli ricorda –
“E’ tutto pronto in chiesa? Fiori,
musica, coro e altro?”
“Certo,
ho
dato chiare indicazioni sulla canzone da intonare”
“Perfetto,
Anna è quasi pronta. Io approfitto per andare dal mio
bambino che sarà solo con
la sua ansia” – si allontana, dirigendosi verso
casa sua.
Honeymaren ride
di fronte allo sguardo rassegnato di Victor Bjorgman –
“E’ sempre la solita. Mamma
chioccia va a controllare il suo pulcino!”
Segue la
risata dei due, interrotta dall’arrivo improvviso di Elsa.
“Ci
siamo” –
comunica – “Ho bisogno di qualcuno che mi dia una
mano con il velo”
“Eccoci!”
–
si fa avanti la Frost, entusiasta.
Anna scende
lentamente le scale, aiutata dalle due ragazze, con le gambe che
tremano di
paura e il battito del cuore accelerato.
La sua
bellezza pietrifica anche Bjorgman senior che, emozionato, dice
– “Il mio
Kristoff ha scelto bene. Penso che appena ti vede, sviene!”
– ridacchia poi.
“Ecco il
bouquet” – le porge Honeymaren –
“Abbiamo pensato di regalartelo io ed Elsa”
La sposa,
emozionata, le sorride per poi confessarle – “Sono
felice che mia sorella abbia
trovato te. Sei la persona giusta per lei e sono sicura che le prossime
nozze
che festeggeremo saranno le vostre”
Quell’affermazione
imbarazza le giovani che si guardano scambiandosi messaggi criptati,
grazie al
potere dei loro sguardi. Ormai sono talmente in sintonia che le parole
non
servono. Ed
è questo un aspetto che ha giovato
alla loro relazione.
“Sbrighiamoci.
È ora” – interviene Victor, porgendo il
braccio alla nuora.
“Dici sul
serio? Mi accompagnerai tu?” – esclama Anna,
intuendo che in tale gesto
Bjorgman senior si propone come sostitutore di Agnarr.
“Permettimi
di esserti vicino in un momento così importante”
– aggiunge lui.
Con il cuore
a mille, la Froze accetta senza esitazione.
“Grazie
di tutto”
– dice, trattenendo il pianto.
“Mi
raccomando al trucco, l’abbiamo sistemato due volte
già. Niente lacrime… per
ora” – interviene scherzosamente Elsa.
Così i
quattro
si avviano alla limousine bianca parcheggiata davanti alla villa.
“Diamo
inizio
a questa giornata di festa!” – aggiunge Victor,
aiutando la sposa a sistemarsi
nell’automobile.
E così,
seguita
dalle due damigelle d’onore e da un suocero che ormai ha per
lei il ruolo di
padre, Anna si accinge a raggiungere la sua dolce metà e ad
abbracciare
finalmente la vita futura che tanto desiderava.
Un particolare
che ignora è la presenza, tra la folla di invitati nella
Chiesa, di Idunn,
nascosta dietro un paio di occhiali neri e un cappello grande.
La donna non
può perdere un evento tanto importante e, sicura di non
essere notata per via
del mascheramento, si accinge a vivere una delle emozioni
più grandi della sua
vita.
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Capitolo 49 *** 48 Capitolo ***
Kristoff e
Erika Bjormgamn sono ai piedi dell’altare, pronti ad
accogliere la sposa in
arrivo.
“Figliolo,
stai tranquillo. Quando la vedrai, l’ansia
svanirà, fidati!” – gli dice la madre,
premurosa come sempre.
“Sono
felice
di vivere questo giorno tanto importante con te e con
papà!” – confessa il
ragazzo, mostrando, per la prima volta, dopo molto tempo, i sentimenti
che
nutre nei confronti dei genitori, con i quali ha sempre avuto un
rapporto
instabile.
“Siamo
fieri
di te, oggi più che mai” – aggiunge la
donna, accarezzandogli il viso con
dolcezza.
Si guardano
scambiandosi un sorriso, così somiglianti tra loro.
“Ti
voglio
bene” – conclude lui, prendendole una mano e
baciandola con tenerezza.
Erika
vorrebbe trattenere il pianto ma le risulta difficile e così
due timide lacrime
le scendono sulle guance.
Il momento
madre-figlio viene interrotto dal pianista e dal coro che con la loro
musica
danno il via alla cerimonia.
“Ma non
è la
tradizionale marcia nuziale” – nota Kristoff, con
gli occhi fissi sull’ingresso
dal quale sta per entrare Anna.
“E’
la
vostra canzone, siamo stati informati in merito, perciò
goditi questo momento e
le emozioni forti che ti donerà”
La voce di
una giovane cantante intona parole d’amore con sottofondo un
live degno di
concerti di alto livello.
Anche la
Froze riconosce il pezzo suonato e sente il cuore esplodergli dal petto.
“Sto per
morire” – dice, con voce tremante, stringendo senza
volerlo, la giacca
dell’uomo che la porta sottobraccio.
“Ci sono
io,
non ti lascio” – le ricorda Victor, felice e
commosso dal momento. Ha sempre
sognato una figlia femmina da accompagnare all’altare ed ecco
approfittare di
sua nuora, ormai a tutti gli effetti parte della sua vita e della sua
famiglia.
https://www.youtube.com/watch?v=ezcdE4lPpq8
Preceduta da
quelle scelte come damigelle ma soprattutto come testimoni, Elsa e
Honeymaren,
la ventiduenne percorre la lunga navata andando incontro al suo amore.
Bella come
il sole mostra a tutti il suo abito a sirena dal corpetto ricoperto di
strass e
la gonna arricchita di pizzo. Una visione celestiale per lo sposo che
non trattiene
più l’emozione.
Mia è
tra le
braccia di Elsa, mentre Honeymaren consegna il cuscino con le fedi al
parroco.
La scena
è
talmente bella e sincera da far commuovere tutti i presenti, Idunn
compresa.
La donna
fissa da lontano le due figlie, percependo una serenità
interiore che mai
avevano mostrato. Alla scelta di quel vestito così bello,
così tipicamente da
Anna, avrebbe dovuto essere presente anche Idunn stessa, come decisero
mesi
addietro, e lo stesso vale per gli addobbi, gli inviti, i
fiori…e invece eccole
lì, distanti, due complete estranee.
Il
dispiacere divaga quando i suoi pensieri si spostano, poi, su Elsa,
seduta
accanto a Honeymaren. Quanto dolore le recò la scoperta
della relazione della
primogenita con un’altra donna, un colpo all’anima
di una madre che studiò a
tavolino, sin dalla nascita della sua bambina, il futuro di
questa.Vedersi
scivolare dalle mani quanto sognato di speciale per la propria figlia,
le ha fatto
perdere lucidità.
Ad oggi,
seppure la sofferenza persiste, essa non è legata a
pregiudizi o a moralità,
bensì alla rottura di rapporti fondamentali nella sua vita.
Ma se Anna
ed Elsa sino a un mese prima non erano affatto radiose come oggi, la
responsabilità
è la sua ed è bene prenderne consapevolezza.
“Assisterò
alla funzione e dirò loro addio per sempre”
– pensa mentre il parroco invita
gli sposi allo scambio delle fedi.
I due
innamorati, con il cuore a mille, si scambiano promesse eterne e nel
farlo si
guardano negli occhi in totale sincerità, manifestando a
tutti i presenti il
loro amore.
“Io
Kristoff, prendo te, Anna, come mia sposa e prometto di esserti fedele
sempre,
nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti ed
onorarti
tutti i giorni della mia vita” – dice Bjorgman,
mettendo l’anello al dito della
sposa.
Di
sottofondo, durante quel magico momento, riecheggiano i singhiozzi e il
pianto
di Erika Bjorgman, il cui sogno sta diventando realtà.
Ora tocca ad
Anna e la ragazza nel farlo, chiede gentilmente di poter prima dire
qualcosa.
“Ho
sempre
creduto nell’amore, quello vero, quello che fa battere il
cuore e che non fa
ragionare con lucidità; se mi si chiede come mai nonostante
i miei genitori
avessero divorziato, credessi ancora in questo sentimento, posso solo
dire che
mi è bastato trovare la persona perfetta per me, pronta ad
offrirsi totalmente
e ad offrirmi ciò che volevo: la serenità.
Kristoff, ti amo e sposarti ha
realizzato il mio più grande sogno. Mi hai donato una
figlia, una famiglia e mi
hai reso la persona più completa di questo mondo. Non mi
serve nient’altro per
essere felice, mi basta esserti accanto” – dice
commuovendosi, mentre accarezza
con dolcezza la mano dello sposo, rimasto immobile e preda delle
lacrime che
gli bagnano il viso.
Presa la
fede, Anna dichiara i suoi intenti religiosi ripetendo la tradizionale
promessa.
E quando
entrambi indossano i loro anelli, il parroco conclude –
“Erano anni che non
vedevo tanto affiatamento e amore in una coppia così
giovane. Spero decidiate
di battezzare la piccola e mi vogliate come ufficiale di tale
funzione” – anche
il sacerdote si mostra molto coinvolto dalla situazione e, cercando di
controllare il pianto, proclama la coppia marito e moglie.
“Adesso
puoi
baciare la sposa” – dice a Kristoff che, senza
esitare, avvicina le sue labbra
a quelle della ragazza, tra gli applausi dei parenti, amici e invitati
vari.
Idunn,
seduta nelle ultime file, è talmente fiera della figlia da
potersi considerare
soddisfatta della vita che si è costruita da sola, con le
sue forze.
La ingenua,
spigliata, a volte goffa e logorroica Anna, è diventata
donna a tutti gli
effetti.
Pronta ad
allontanarsi, per non essere riconosciuta dalla folla, la ex signora
Froze si
avvia all’uscita.
“Sei
venuta
alla fine” – dice qualcuno.
Lei mette a
fuoco lentamente chi ha di fronte e sobbalza –
“Agnarr! Che ci fai qui?”
“Non
potevo
perdermi questo momento” – confessa
l’uomo.
“Abbiamo
perduto due figlie speciali, lo sai vero?” – le fa
notare Idunn.
L’uomo
non
risponde, abbassa lo sguardo ignorando la domanda.
Eppure in
tale istante, si trovano davanti due persone note, che non li evitano,
anzi si
avvicinano per parlargli: i signori Frost! Come
dimenticarli… sono stati
invitati anche loro alle nozze.
C’è
anche
Sarah, ex di Kristoff assieme al nuovo fidanzato.
I
capifamiglia conoscono i Froze e sanno quanto accaduto con Anna ed Elsa.
Ed è
Angela
Frost a prendere parola, spiazzando i due.
“Posso
parlarvi?”
“Chi
è lei?”
– finge Agnarr, infastidito.
“So che
non
vi piace l’idea, ma ci siamo imparentati”
– interviene Frost senior.
“Assolutamente no!” – commenta di nuovo
l’uomo.
Senza
aggiungere altro, lascia la Chiesa. Però è Idunn
ad essere più aperta al
dialogo.
“Io ti
ascolto”
“Sono
felice
che siate venuti, vuol dire che in fondo al vostro cuore
l’amore per le ragazze
non è svanito”
“Non
accadrà
mai, sono le mie figlie” – spiega Idunn.
“Vorrei
mostrarti qualcosa. Seguimi” – dice gentilmente
Angela, appartandosi fuori
dalla struttura.
C’è
gente
pronta ad accogliere l’uscita degli sposi, con riso,
palloncini, coriandoli di
ogni tipo.
Ma la ex
Froze nota uno schermo allestito appositamente per la proiezione di un
video.
“Qui
verrà
trasmesso un filmino realizzato per Anna e Kristoff”
“Wow!
Un’idea geniale”
“Honeymaren si è incaricata di tutto”
“Ah
si?” –
la guarda stupita.
“Si, lei
vuole bene ad Anna. La considera una sorella minore”
“Sono
felice
di questo, ma non comprendo il filo conduttore. Come mai hai detto di
volermi
parlare e mostrare delle cose?”
“Vorrei
vedessi che Elsa non è diversa e che è solo
innamorata”
A quel punto
Angela Frost fa partire un video breve dal suo cellulare, lasciando
l’apparecchio
tra le mani della presunta consuocera.
La scena che
Idunn osserva con i lacrimoni, ritrae le due innamorate assieme, che
giocano,
ridono, scherzano, e sì… si baciano anche. Gli
occhi della sua primogenita
parlano da soli. È finalmente se stessa.
“Cosa
vuoi
dimostrare con questo?” – domanda la madre della
sposa alla Frost,
restituendole il telefonino.
“Che
l’amore
esiste ed è di ogni tipo e forma. A noi deve importare la
serenità dei figli,
nient’altro”
Improvvisamente
applausi e grida di auguri interrompono la conversazione, costringendo
le due
donne ad avvicinarsi alla folla.
Gli sposi
sono usciti dalla Chiesa, tra l’euforia della gente.
Viene chiesto
loro di guardare lo schermo sul quale vengono trasmesse le immagini
raccolte da
Elsa e montate da Honeymaren in un video strappalacrime.
E Idunn nota
le sue figlie piangere, abbracciarsi, esserci sempre l’una
per l’altra.
Si volta
verso Angela Frost e le dice – “Aiutami a
recuperare il rapporto con le mie
ragazze”
L’altra,
fiera
di tale decisione, acconsente e le propone di muoversi lentamente, un
passo
alla volta, accettando così i tempi delle due che potrebbero
percepire in
negativo il suo ritorno.
Allontanandosi,
Idunn registra con il suo cellulare un piccolo filmato dove,
singhiozzante,
chiede umilmente perdono ad Elsa e Anna.
Quando gli
sposi si incamminano per raggiungere la limousine che li
condurrà alla
cerimonia, la ex signora Froze chiama in disparte la
“consuocera” e le chiede il
contatto telefonico.
“Meglio
che non
mi vedano qui, perciò andrò via. Ti
manderò tramite messaggio qualcosa che
vorrei mostrassi loro”
“Certo”
– le
risponde, poi prima di congedarsi le dice – “Sono
contenta che tu abbia finalmente
accettato che Elsa è sempre Elsa e che adesso è
libera di essere chi è sempre
stata”
La giornata
segue veloce, tra cibo in quantità, danze, karaoke, balli
romantici e
dichiarazioni d’amore che Kristoff dedica alla moglie e alla
figlia.
Anna non
avverte la mancanza di una parte di sé durante la festa, ma
è a fine serata che
si rende conto che un giorno tanto speciale sarebbe stato ancora
più speciale
se condiviso con chi le ha dato la vita.
E’ notte
e
sono rincasati da poco nella loro bella casetta. Mettono a letto Mia e
si
accingono a dedicarsi alla loro intimità.
La ventiduenne
è in bagno, dopo un bagno ristoratore. Indossa una
sottoveste alquanto sexy per
i suoi standard, regalatale da Elsa come buon auspicio per la nottata
che l’attende.
Si guarda
allo specchio e non si percepisce né brutta, né
inadatta, né patetica…tutto ciò
che in passato pensò di se stessa. Anche i kili di troppo
causati dalla gravidanza
sono spariti e ha ripreso la forma fisica di un tempo.
Kristoff
l’attende
a letto, intento a fare zapping alla tv, sbadigliando di tanto in tanto.
Viene distratto
subito dalla bellezza della ragazza che avanza verso di lui, con fare
estremamente provocante.
“Ehm…che
intenzioni hai?” – chiede lui, scrutandone ogni
parte del corpo, per lo più
visibile.
“Voglio
festeggiare
la prima notte da sposati, tu no?” – ridacchia lei,
sedendosi su di lui, pronta
a dedicargli premure da mogliettina amorevole.
“Annie,
io…”
– cerca di pronunciarsi ma Anna lo frena fiondandosi violenta
sulle labbra di
lui.
Impossibile porre
resistenza, e la stanchezza di Kristoff passa subito in secondo piano
per dare
sfogo al desiderio del suo corpo.
Si denudano
entrambi e si lasciano andare ad un ardente passione, fatta di attimi
di
euforia e di godimento.
“Wow”
–
esclama lui, respirando affannosamente a conclusione della performance.
“E’
stato
memorabile” – sostiene lei, soddisfatta.
Stretti
l’uno
all’altra i due si addormentano poco dopo, pronti ad una
nuova vita e ad un
futuro tutto in costruzione.
----------------------------------------------
“Come
è
andata la prima notte da marito e moglie?” – chiede
curiosa Elsa alla sorella, l’indomani
presentandosi a casa Bjorgman- Froze, di fronte alla solita tazza di
tè.
“Beh…che
dire” – ridacchia Anna, alludendo alla prestazione
straordinaria del compagno.
Scherzando tra
loro, le due si concedono ore di rilassamento e di confidenze, momenti
di cui
per trenta giorni hanno sentito la nostalgia.
Ore piacevoli
che vengono scombussolate da un messaggio che Honeymaren invia alla
compagna.
“E’
un
video. Dice di guardarlo attentamente” – spiega
Elsa.
“Chissà
di
cosa si tratta” – pensa Anna, curiosa, aspettandosi
chissà quale dichiarazione
d’amore della cognata.
Ciò che
vedono
è l’immagine di Idunn che si rivolge alle figlie
– “Ragazze mie, adesso siete
sicuramente tentate di chiudere e non ascoltare. Vi prego, prestatemi
almeno
due minuti di attenzione. Non chiedo molto…voglio chiedervi
perdono per tutto. Da
madre iperprotettiva pensavo di proteggervi da tutto e tutti. Solo ora
mi rendo
conto che vi ho perdute per colpa delle mie insicurezze, delle paure
del
giudizio degli altri. Certo, ammetto che avevo dei sogni definiti per
entrambe.
Dopo la perdita del mio primo figlio, ripromisi a me stessa che con voi
sarebbe
stato tutto perfetto. Poi Anna è rimasta incinta, la storia
sembrò ripetersi, sono
entrati in gioco tanti timori. E sapere che anche Elsa era andata
contro quel futuro
che speravo fortemente per lei, un bel matrimonio, un bel lavoro, tanti
bambini,
ecco…ho visto crollare il mio mondo di sogni.
Perché anche io, come voi, avevo
un sogno nel cassetto. Come Anna, desideravo una famiglia felice.
purtroppo le
cose sono andate diversamente. C’è un particolare
che ho colto e che distingueva
me e Agnarr dalle vostre storie. Noi non ci guardavamo come tu, Annie,
guardi
Kristoff, e non ci lanciavamo occhiate complici come quelle che ho
notato tra
Elsa e Honeymaren, in chiesa. Adesso vi domanderete “Eri in
chiesa?”, già! Ero
lì, volevo esserci. Volevo gioire con voi di tale
felicità. Invece ad oggi mi
ritrovo a festeggiare il matrimonio della mia secondogenita da sola,
davanti ad
un tavolo vuoto, con un misero piatto di pasta. Vorrei riavvicinarmi a
voi, se siete
pronte a farlo. Non chiedo tanto, solo di parlarci e riscoprirci come
un tempo,
unite e forti. Siamo donne, e in quanto tali, siamo delle rocce. Non
permettiamo a questo mare in tempesta, di scalfirci, neppure agli
sbagli della
sottoscritta” – a quel punto la donna inizia a
piangere e dedica l’ultima frase
alla prima figlia – “Elsa, tesoro mio, sono fiera
di ciò che sei e ti chiedo
scusa se la rabbia, la delusione, hanno preso controllo su di me. Sei
una donna
matura, sai cosa desideri e questo ti rende mille volte migliore di tua
madre,
da sempre combattuta tra ciò che è e
ciò che vogliono gli altri. Ti ammiro e ci
tengo a dirti che per me, da adesso in poi, Honeymaren sarà
una terza figlia. Vi
voglio bene”
Le sorelle
restano in silenzio, mentre il video termina e lo schermo del cellulare
si
oscura.
Non hanno molto
da dire eppure i pensieri di entrambe sono contraddittori. Se da un
lato lasciano
che sia la ragione a parlare, dall’altro il cuore si impone
in cerca di perdono.
“Come ci
comportiamo?” – domanda Anna.
“Io
stasera
torno a New York” – risponde Elsa, senza centrare
effettivamente la questione.
In quel
momento la seconda, spinta dalla sua impulsività, afferra il
suo telefonino e
compone un numero.
“Chi stai
contattando?”
– le chiede, confusa, la maggiore.
“Pronto?
Mamma,
sono Anna! Vorremmo parlarti”
Nonostante i
silenzi e i tentennamenti della più grande, la giovane sposa
accoglie la
richiesta della madre e in pochi minuti la ex signora Froze
è alla loro porta.
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Capitolo 50 *** The End ***
Idunn si
presenta a casa Bjorgman, accolta da Anna che la invita a prendere
posto in
soggiorno.
Tra loro
c’è
silenzio e rivedersi dopo un mese crea un certo disagio.
“Volevo
farti gli auguri per le tue nozze” – dice quando
siede sul divano, osservando
attenta la piccola abitazione dei novelli sposi.
“Grazie”
–
commenta Anna, con distacco. È alquanto tesa e la madre se
ne accorge così
giunge al punto – “Sono felice che tu mi abbia
chiamata. Vuol dire che sei
pronta a confrontarti con me”
“Sono
tante
le domande che ti vorrei porre, eppure arrivati a questo punto ti
chiedo
soltanto una cosa”
“Dimmi”
“Cosa ti
ha
fatto cambiare idea su Elsa, su me, sul recuperare un rapporto che tu
stessa
assieme a papà hai frantumato?” – lo
sguardo serio e le braccia conserte, in
attesa di risposta, mostrano una Anna diversa dal solito.
Idunn,
afflitta, china il capo e dopo un bel respiro profondo cerca di
chiarirle il
fatto.
“Io e
John
ci siamo lasciati”
“Si, so
tutto. Non vedo cosa c’entri questo
però” – replica la ventiduenne.
“Ah,
è stato
qui?”
“Non ti
dovrebbe interessare; in fondo hai mollato anche lui su due piedi,
fregandotene
di come potesse sentirsi”
“Annie,
perché usi questo tono duro con me. Chi meglio di te
può capire che se subentra
una confusione interiore, le storie possono giungere al
termine” – continua
Idunn, riferendosi a quando Anna mollò Kristoff per Hans.
E difatti,
la giovane Froze comprende il filo del discorso materno e sorvola,
ribadendo la
domanda principale – “Ok, torniamo a noi. Dimmi la
verità”
“In
questi
trenta giorni di lontananza, quando decisi di chiudere con John, pensai
a lungo
su cosa davvero fosse il meglio per me. Mi trovai tra le mani un
vecchio album
di fotografie ed ecco che capii cosa era necessario alla mia
serenità”
“E che
cosa
era?” – la voce di Elsa, alle spalle
dell’adulta, fa sobbalzare la madre.
Idunn si
volta verso la primogenita, rimasta in disparte per qualche minuto.
“Tesoro,
ciao” – la saluta, alzandosi istintivamente e
accingendosi ad andarle incontro.
È la
Froze
maggiore a farle segno di sedersi e starle lontana.
Le sorelle
si posizionano una accanto all’altra, di fronte al genitore.
“Ho
capito
che siete voi a farmi stare bene” – confessa, con
il cuore in gola.
Anna ed Elsa
si guardano reciprocamente, cercando sostegno una nell’altra.
Si prendono
per mano, e forti del loro affetto indistruttibile, decidono di sedersi
accanto
alla madre.
Una alla sua
destra, l’altra alla sua sinistra. Idunn è
accerchiata e non riesce a
comprendere le azioni delle figlie.
“Guardami…mamma!”
– esige Elsa.
La donna
senza alcuna esitazione si volta nella sua direzione.
Si fissano
in silenzio, occhi negli occhi.
Ma è la
ragazza a parlare – “Ti faccio ancora
così schifo? Pensi sia ancora un mostro?”
“No,
tesoro
mio. Non l’ho mai pensato. È solo
che…”
“Solo che l’hai detto e le parole hanno un peso.
Dovresti saperlo bene; io amo
Honeymaren, spero non ti faccia schifo sentirmelo dire. Spero non
vomiterai
sapendo che tra me e lei c’è stato più
di un bacio a stampo o di un bacio con
la lingua. Abbiamo anche avuto rapporti sessuali, sai? Ho condiviso la
mia
prima volta con un’altra donna, contenta di saperlo? Vuoi
anche i dettagli?” –
Elsa è fuori controllo, mentre usa parole forti e
provocatorie manifestando un
dolore che cova dentro da tempo.
“Sorellina,
calmati” – le consiglia Anna, preoccupandosi della
reazione non prevista.
“Figlia
mia,
perdonami. Io non avrei mai voluto che ti sentissi un essere anormale
perché
l’unica ad esserlo sono stata io” – in
tale momento, Idunn si alza e ponendosi
davanti alla primogenita si inginocchia e con gli occhi colmi di
lacrime la
supplica di comprendere le sue motivazioni.
“Mettiti
nei
miei panni, ti prego”
“Ho
provato
a farlo per giorni e giorni, fino a quando mi sono resa conto che
più tentavo
di capirvi e più non vi capivo. Papà mi ha
schiaffeggiata perché mi sono
innamorata…”
“Mi dispiace, avrei dovuto sostenerti. Invece ho appoggiato
Agnarr”
“Mi hai
cacciata di casa, come un’appestata. Ho avuto
l’appoggio esclusivo di mia sorella,
di Honey, dei Frost ma dei miei genitori no!”
La ragazza
piange non contenendo le lacrime, né i singhiozzi. Ha
l’aria distrutta ma
finalmente leggera dopo uno sfogo che le permette di mettere da parte
il rancore.
E infatti
spiazza sua madre quando conclude – “Ti ho odiata
tanto, ma l’odio è una parola
forte ed io non voglio sentirmi più
così”
“Cosa
intendi
dire?” – la donna è speranzosa, notando
l’espressione della figlia ammorbidirsi
tutto d’un tratto.
“Ho
deciso
di darti un’altra opportunità”
– le comunica poi.
Idunn a
bocca aperta, incredula, salta in piedi e afferra con forza il corpo
della
primogenita, stringendolo al suo.
Piange e
nasconde il viso nell’incavo del suo collo.
Elsa è
rigida e sente il cuore battere forte e prendere controllo sulla testa.
Anna
commossa osserva la scena e resta piacevolmente sorpresa quando la
freddezza di
sua sorella svanisce. Lentamente le sue mani, stese lungo i fianchi, si
muovono
e si posizionano sulla schiena della madre.
Quel momento
che fa seguito ad uno sfogo e ad una sofferenza indicibile.
“Ti
prometto
che non ti deluderò più, figlia mia!
Cercherò di recuperare in ogni modo”
La bionda si
lascia totalmente andare, tra quelle braccia che da bambina la
rassicuravano e
le davano amore infinito.
La
ventiduenne dà spazio alle due di potersi riscoprire e
perdonare reciprocamente,
allontanandosi e cambiando stanza.
Raggiunge la
cucina e in preda ad un crollo emotivo, si accascia a terra e sfoga la
sua
angoscia.
I suoi
singhiozzi incontrollabili vengono uditi da Elsa e Idunn che,
preoccupate,
accorrono e la vedono sul pavimento con il viso tra le mani.
“Annie,
che succede?”
– le corre incontro la madre, spaventata, aiutandola a
mettersi in piedi.
“Sorellina”
–
Elsa capisce al volo lo stato d’animo dell’altra e
la abbraccia senza porre domande.
Poi le sussurra
all’orecchio – “Dalle un’altra
chance. Fallo per te stessa, per stare meglio.
Io lo dovevo a me stessa e al mio benessere”
La più
piccola delle Froze interiorizza il messaggio e volgendo lo sguardo su
Idunn le
dice – “Ricominciamo da qui, adesso”
Le tre si
stringono e da quel momento in poi prende il via per tutte una nuova
vita.
“Non ci
separeremo
mai più”
E da lì
a quel
momento speciale di ricongiungimento passa, rapido, un mese.
A New York,
le due fidanzate ricevono una visita inattesa.
“Hanno
suonato alla porta. Puoi andare ad aprire per
favore?”” – chiede Honeymaren ad
Elsa
Ed è la
Froze, ormai venticinquenne, a correre verso l’ingresso.
Resta di
sasso quando trova di fronte a sé la sua famiglia.
“Sorpresaaaa!”
– gridano in coro Anna, Kristoff ed Idunn.
“Cosa ci
fate
voi qui?” – chiede, sorpresa e felice, la giovane
bionda, stritolata
immediatamente dall’affetto della sorella minore.
La Frost
compare poco dopo esclamando – “Eccovi,
finalmente”
Elsa la
guarda scioccata – “Tu lo sapevi?”
La mora le
fa la linguaccia. Batte il cinque con Idunn che conferma il
coinvolgimento di
Honey nella sorpresa.
“Esatto!
Ma
ora…ci fate entrare o restiamo
sull’uscio?” – aggiunge la ex signora
Froze,
scherzosamente.
“Prego”
– fa
spazio Honeymaren, sottobraccio all’adulta che, felice come
una Pasqua, mostra
una inattesa complicità con una nuora che inizialmente non
accettava e che ora
ama alla follia.
Sembra che
ormai la felicità abbia bussato alla porta di casa di due
ragazze le cui vite sono
state un susseguirsi di problemi, discussioni, dolori, litigi, ma anche
immensa
gioia.
Il famoso
sogno del cassetto di Anna si è realizzato, e lo stesso vale
per quello di Elsa
e anche per Idunn. Nonostante l’assenza di Agnarr dalle loro
vite, sanno che l’unione
fa la forza e tre donne insieme possono vincere ogni dolore e ogni
ostacolo.
FINE
SONO
GIUNTA AL TERMINE DI QUESTA FANFICTION, HO LASCIATO UN FINALE APERTO,
COSI’ DA
POTERNE CREARE UN SEGUITO. HO SFIDATO ME STESSA TRATTANDO TEMATICHE
DELICATE E
NUOVE, CHE NON HO MAI AFFRONTATO, SPERO DI ESSERE RIUSCITA A PARLARNE
CON
RISPETTO E LEGGEREZZA. RINGRAZIO CHI MI HA SEGUITO SEMPRE, UN GRAZIE
SPECIALE
ALLA MIA BEST FRIEND LETIZIA CHE CON LA SUA AMICIZIA E IL SUO SOSTEGNO
RENDONO
LA STESURA DELLE MIE STORIE UN PIACERE E UN METTERMI IN GIOCO CONTINUO.
TI
VOGLIO BENE TANTISSIMO E SPERO DI NON AVER DELUSO LE ASPETTATIVE DI
NESSUNO.
GRAZIE DI
NUOVO, ALLA PROSSIMA.
Ivy
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