Bring the Pain ON

di Bluem00n_
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Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I'M FINALLY BACK ***
Capitolo 2: *** Premessa ***
Capitolo 3: *** ❖ Personaggi ***
Capitolo 4: *** ➣ Prologue ***
Capitolo 5: *** ➣ N.O ***
Capitolo 6: *** ➣ SO FAR AWAY ***
Capitolo 7: *** ➣ NO MORE DREAM ***
Capitolo 8: *** ➣ ON THE START LINE ***
Capitolo 9: *** ➣ PATH ***
Capitolo 10: *** ➣ WE ARE BULLETPROOF ***
Capitolo 11: *** ➣ SPINE BREAKER ***
Capitolo 12: *** ➣ DANGER ***
Capitolo 13: *** ➣ 뭐해 (WHAT ARE YOU DOING) ***
Capitolo 14: *** ➣ LET ME KNOW ***
Capitolo 15: *** ➣그게 말이 돼? (DOES THAT MAKE SENSE?) ***
Capitolo 16: *** ➣ I NEED U ***
Capitolo 17: *** ➣ RUN ***
Capitolo 18: *** ➣ HOUSE OF CARDS ***



Capitolo 1
*** I'M FINALLY BACK ***


Buon pomeriggio dopo mesi ho capito dove sbagliavo nell'usare questo editor :')
Ebbene ho apportato le modifiche velocemente quindi fatemi sapere se ancora mancano dei pezzi di dialoghi o altro please

Vi auguro buona lettura <3 

- Blue Moon

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Capitolo 2
*** Premessa ***


Questa storia si basa fondamentalmente sulle mie riflessioni al termine della visione del video di ON. Ogni riferimento a persone realmente esistenti o a fatti accaduti, è puramente casuale. È solo la mia interpretazione della storia che i BTS, in modo contorto, ci stanno raccontando attraverso gli MV da anni. L'ambientazione come avrete sicuramente notato dalla biografia, è quella di un futuro distopico nel quale provare sentimenti forti o estremi è stato decretato talmente pericoloso da essere vietato per legge. Sono cosciente che questa trama non sia così originale in partenza, ma vi assicuro che pian piano se darete una possibilità alla storia, prenderà la giusta piega. Ciononostante non tollero che qualcuno possa rubare l'idea ( o anche solo dettagli relativi ai collegamenti fra i vari video) e la spacci per propria, chiedo la vostra assoluta collaborazione per mantenere un clima piacevole ma soprattutto onesto su questa piattaforma. Ringrazio chiunque sta leggendo e leggerà questa mia produzione fantasiosa e vi auguro una buona lettura! - Blue Moon 🌘 ©𝚢𝚛𝚋𝚕𝚞𝚎𝚖00𝚗

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Capitolo 3
*** ❖ Personaggi ***


Ciao a tutti, pensavo di aggiungere i presta-volto e tenere questa sezione aggiornata.
Andando avanti con la storia compariranno sempre più personaggi e non vorrei perdervi per strada 😅

Faccio una premessa, la storia è ambientata nella primavera del 2120 (la data esatta devo ancora stabilirla).

Okay...ready, set & begin : 

(primo presta-volto: sì lo so è meravigliosa, no purtroppo non so chi sia questa ragazza)Nome: Amara Nazionalità: mista, madre svedese padre italiano, quello che conta è che provenga da Euron Età: 21 anni (nata il 31 dicembre 2098)

(primo presta-volto: sì lo so è meravigliosa, no purtroppo non so chi sia questa ragazza)
Nome: Amara 
Nazionalità: mista, madre svedese padre italiano, quello che conta è che provenga da Euron 
Età: 21 anni (nata il 31 dicembre 2098)



 

(primo presta-volto: sì lo so è meravigliosa, no purtroppo non so chi sia questa ragazza)Nome: Amara Nazionalità: mista, madre svedese padre italiano, quello che conta è che provenga da Euron Età: 21 anni (nata il 31 dicembre 2098)                    

Nome: Taehyung 
Nazionalità: coreana, proveniente da Aeji
Età: 24 anni (nato il 30 dicembre 2095)



 

Nome: Taehyung Nazionalità: coreana, proveniente da AejiEtà: 24 anni (nato il 30 dicembre 2095)                    

Nome: Jeongguk
Nazionalità: coreana, proveniente da Aeji
Età: 22 anni (nato il 1 settembre 2097)


 

Nome: Namjoon Nazionalità: coreana, proveniente da AejiEtà: 25 anni (nato il 12 settembre 2094)                    

Nome: Namjoon 
Nazionalità: coreana, proveniente da Aeji
Età: 25 anni (nato il 12 settembre 2094)


 

Nome: Namjoon Nazionalità: coreana, proveniente da AejiEtà: 25 anni (nato il 12 settembre 2094)                    

Nome: Hoseok
Nazionalità: coreana, proveniente da Aeji
Età: 26 anni (nato il 18 febbraio 2094)



 

Nome: HoseokNazionalità: coreana, proveniente da AejiEtà: 26 anni (nato il 18 febbraio 2094)                    

Nome: Jimin 
Nazionalità: coreana, proveniente da Aeji
Età: 24 anni (nato il 13 ottobre 2095)



 

Nome: Seokjin Nazionalità: coreana, proveniente da AejiEtà: 27 anni (nato il 4 dicembre 2092)

Nome: Seokjin 
Nazionalità: coreana, proveniente da Aeji
Età: 27 anni (nato il 4 dicembre 2092)



 

Nome: Seokjin Nazionalità: coreana, proveniente da AejiEtà: 27 anni (nato il 4 dicembre 2092)                    

Nome: Yoongi 
Nazionalità: coreana, proveniente da Aeji
Età: 27 anni (nato il 9 marzo 2093)


 

( Rina Johnson, è una attrice emergente comparsa nell'MV di ON)Nome: AuroraNazionalità: mista, madre giapponese padre americano, proveniente da OasisEtà: 13 anni                     

( Rina Johnson, è una attrice emergente comparsa nell'MV di ON)
Nome: Aurora
Nazionalità: mista, madre giapponese padre americano, proveniente da Oasis
Età: 13 anni 




 

( Rina Johnson, è una attrice emergente comparsa nell'MV di ON)Nome: AuroraNazionalità: mista, madre giapponese padre americano, proveniente da OasisEtà: 13 anni

( Eva Green famosa attrice e modella francese 
Nome: Lena
Nazionalità: russa, proveniente da Oasis
Età: 39 anni


 

Nome: IsaacNazionalità: non conosciuta, proveniente da EuronEtà: 8 anni( la vera identità del ragazzino non è conosciuta ma compare spesso nelle scene con Jimin)

Nome: Isaac
Nazionalità: non conosciuta, proveniente da Euron
Età: 8 anni
( la vera identità del ragazzino non è conosciuta ma compare spesso nelle scene con Jimin)
 

{altri in arrivo}

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Capitolo 4
*** ➣ Prologue ***






Il caos regnava sovrano: criminalità, guerre, malattie e Madre Natura minacciavano la convivenza pacifica degli uomini su una terra che si stava spegnendo.
Intere nazioni rase al suolo da armi sempre più sofisticate sempre più mortali, popolazioni spazzate via da orribili epidemie e calamità.
Così era nata l'idea utopica di Nova una nuova e unica nazione, un solo sistema votato al progresso scientifico e benessere sociale organizzato in confederazioni, le quali non erano altro che alleanze politiche fra gli ultimi stati rimasti sulla faccia della terra.
Le confederazioni erano 4:
Oasis, Zion, Euron, Aeji. 
Ognuna di esse era suddivisa in distretti categorizzati alfanumericamente. 
La capitale era stata chiamata semplicemente Terra, una enorme città fiorente all'avanguardia e dinamica, viverci costituiva il sogno di chiunque ma il prezzo da pagare era alto.
Il processo fu lungo e tumultuoso, dietro al velo di pace e giustizia, vi si trovava una dura repressione durata anni. 
Molte erano le innovazioni che avevano migliorato il tenore di vita, avevano persino creato posti di lavoro a sufficienza ma gli statisti non potevano rischiare di compromettere il loro sistema 'perfetto' in alcun modo; così iniziarono a diffondere la cosiddetta campagna di razionalizzazione fino ad arrivare all'estremo gesto di alienazione, il Dirac-33.
Ogni cittadino arrivato alla maggiore età era invitato dal sistema a sottoporsi al percorso che portava a mo di scherno il nome del fisico Paul Dirac premio Nobel nel 1933, il quale aveva teorizzato l'equazione dell'amore.
Il fine ultimo era appunto sottoporre tutti ad una operazione poco invasiva in grado di attenuare i sentimenti impetuosi dei soggetti e renderli completamente sterili all'amore.
Assurdo come in una società avanzata di quel tipo i sentimenti fossero considerati una minaccia. 
Era impensabile l'idea di non aver scelta nemmeno su come vivere la propria vita privata su chi sposare e quanti figli fare.
Molti si rivoltarono, ma la soppressione fu aspra tanto da indire una pena capitale per chi si fosse rifiutato di sottoporsi all'intervento. 
Agli occhi di Nova ogni cittadino non era altro che un numero, un codice identificativo che racchiudeva i dati sanitari scolastici e lavorativi.
Presto i cognomi caddero in disuso, i nomi divennero superflui erano giusto qualcosa che potevano permettersi le persone frivole e di spicco che vivevano nella capitale.
In quella società si poteva solo sperare di nascere in una famiglia ricca, essere tremendamente intelligenti oppure far parte di quella minoranza di persone chiamate Alius.



 

Era nata l'ultimo giorno dell'anno, la madre morì di parto e suo padre ebbe troppa compassione per lasciarla in un istituto nonostante non sapesse assolutamente ciò che stava facendo. 
La crebbe come poté; i suoi sforzi non furono mai vani, le aveva dato un tetto sotto al quale stare, tre pasti caldi ogni giorno, riuscì persino a permettersi i suoi studi.
Ma un giorno si ammalò, aveva solo tredici anni quando suo padre assunse un uomo per portarla alla capitale.
Non lo rivide mai più, non seppe se fosse guarito o morto.
Lo status della ragazza nella capitale era migliorato tantissimo, aveva avuto la possibilità di accedere a scuole prestigiose e affermarsi nella società, nonostante non avesse mai manifestato interesse nel trovarsi al centro dell'attenzione come una dei rarissimi esemplari di Alius.
Interviste sulla tv nazionale, nomignoli creati dalla stampa per accrescere l'interesse delle persone verso quelli come lei.
Ma era stanca di tutto ciò...
Per questo con il passare degli anni maturò l'idea di sottoporsi ugualmente all'intervento, non aveva nulla da perdere poteva solo essere un valore aggiunto nella sua vita.
Ormai era prossima al suo ventiduesimo anno di vita e sapeva che era l'unica nonché ultima possibilità che aveva per operarsi. 
Da qualche anno infatti si discuteva la legge per rendere l'intervento fattibile fin dalla nascita poiché gli scienziati erano riusciti a migliorarne le dinamiche, non voleva  e non poteva farsi scappare questa opportunità. 
Nell'arco di qualche mese si procurò tutto il necessario per essere valutata.
Così il mattino del 30 aprile 2120 uscì di casa di buon orario per raggiungere il 'palazzo di vetro' dove si trovavano gli uffici del più grande ospedale nella Capitale.
Per qualche minuto si sentì quasi smarrita, la gente andava e veniva come all'interno di un formicaio, vi erano così tante scale corridoi di vetro e porte a non finire. 
La receptionist la fece accomodare su uno dei divanetti disseminati in modo geometrico nell'atrio, ci sarebbe voluta una mezz'ora circa, ma già dopo venti minuti di pura noia decise di gironzolare un po' osservando le innumerevoli opere d'arte e sculture. 
Una in particolare aveva attirato la sua attenzione: era un angelo in marmo bianco che spiegava le proprie ali in una posizione di mezza genuflessione. 
Era affascinante come tutto fosse così dettagliato tranne il viso, il viso era a malapena accennato.
Una segretaria vestita di varie sfumature di bianco le chiese di seguirla, interrompendo la sua contemplazione. 
Attraversando un corridoio potè notare il proprio riflesso, pentendosi amaramente di non essersi nemmeno un po' impegnata per apparire presentabile.
Indossava vestiti sciatti monocromatici, portava i capelli acconciati in una treccia lunga sulla spalla sinistra e assolutamente non vi era nessuna traccia di trucco sul suo viso.
Cercò di scacciare velocemente la smorfia che era comparsa sul suo volto prima di accomodarsi all'interno di una stanza arredata proprio ai minimi termini, anch'essa dai colori asettici, c'era così tanto bianco da far male agli occhi a causa del riverbero della luce.
Seduto ad una scrivania di fronte alla ragazza, un uomo sulla quarantina con degli occhiali squadrati era intento a leggere un fascicolo enorme.
Il medico schiarì la voce e chiese finalmente 
<< Dunque è nata il 31 dicembre 2098 sotto il vecchio ordinamento...
Occhi verdi...
Capelli castano ramati..
Alta 1.68 in buona forma fisica 
salute..insomma cagionevole
È Cristiana..
Famiglia non pervenuta..
Ha compiuto studi economici qui nella capitale, molto bene.. 
buona padronanza delle lingue..mmnh- >>
inutile dire che ad una certa aveva smesso di ascoltare venne riscossa dai suoi pensieri giusto in tempo dalla domanda 
<< dico bene? >>
si sistemò ancora più dritta sulla sedia per poi rispondere con voce monotona 
<< in realtà i capelli sono castano caramello ma non credo importi più di tanto...ero cristiana ora non lo sono più, per scelta.
Il resto è corretto>>.

L'uomo annui impercettibilmente facendo scorrere le pagine per poi dire ancora 
<< e cosa ne pensa dei celebri romanzi sull'amore? Non so Tolstoj, Brontë, Hesse.. ah sì Shakespeare ad esempio?! >>
per la prima volta aveva alzato lo sguardo su di lei, sentì quella leggera ansia che ti fa seccare la bocca e ti costringe a scandire ancora di più le parole per paura di farfugliare così cercò di rispondere sinceramente 
<< credo.. credo che siano espressione di volontaria follia a parer mio >>.
Non emise un fiato si limitò a fissarla con le sopracciglia corrucciate per qualche istante prima di sussurrare un 'interessante...' a malapena udibile prima di continuare con 
<< Perché vuole sottoporsi all'operazione? Fa già parte di quella rara porzione di popolazion-... che mi prenda un colpo il suo punteggio è formidabile non ne vedevo uno così alto da molto tempo >> esclamò sorpreso.

Sbuffando sommessamente accavallò le gambe per poi rispondere in modo provocatorio
<< Ho quasi 22 anni ed è l'ultima mia occasione a quanto pare, non è forse scritto  nella convenzione che è mio diritto e dovere far di tutto per migliorare la mia condizione fisica, mentale e sociale oppure sbaglio? 
E poi non mi piace ricevere le attenzioni di mezza popolazione poiché sono 'diversa' dalla massa tutto qua... tengo alla mia privacy >>.
Il dottore accantonò il fascicolo in cima ad una pila, si alzò in piedi e allungò mollemente la mano congedandosi. 




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Welcome to my little corner in the sky 
Innanzitutto vorrei specificare che questo è un esperimento sociale (no scherzo 🙃 okay forse non troppo...) quindi se siete arrivati fino a qui vi ringrazio infinitamente.
Quindi delle recensioni o qualsiasi forma di apprezzamento sarebbero molto gradite, c'mon fatevi sotto!!
Be kind and respectful, always 🙏🏻
with love,
Blue Moon 🌘

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Capitolo 5
*** ➣ N.O ***





"La commissione deciderà la data del suo intervento, la sua pratica è stata accettata" queste parole le frullarono per la testa per le settimane successive. 
Era pronta fisicamente e psicologicamente, non temeva nulla.
Eppure spesso si ritrovava a fissare il soffitto la notte, forse il suo corpo stava solo rigettando i sonniferi prescritti.
Iniziò a sospettare di esser preoccupata dopo essersi ritrovata troppe volte a vagare per il suo piccolo appartamento senza alcun motivo ma soprattutto senza una meta. 
Il giorno dell'intervento si era alzata dal letto indolenzita, poteva sentire ogni fibra del suo corpo fremere.
Un verso di noia lasciò le sue labbra mentre azionava il getto della doccia, era sicura che l'acqua calda avrebbe giovato almeno un po'.
Durante tutto il tragitto accusò un lieve bruciore in un punto preciso della nuca, si sentiva a disagio aveva proprio l'impressione che qualcuno la stesse fissando.
Arrivata finalmente ai tornelli di sicurezza estrasse il proprio badge aspettando che l'occhio bionico sospeso a mezz'aria, scannerizzasse il suo viso e il lascia passare.
Prima di accedere alla struttura vera e propria diede un veloce sguardo alle sue spalle, sentì l'urgenza di prendersi a schiaffi perché proprio nessuno stava prestando attenzione a lei. 
Scrollò la testa salendo sull'ascensore, presto anche queste strane sensazioni spiacevoli sarebbero state solo un vecchio ricordo incolore. 
Prima dell'intervento una infermiera minuta entrò nella sua stanza per accertarsi che la pressione sanguigna, la temperatura e altri parametri fossero nella norma. 
Prese il camice dalla sedia accanto al letto e entrò nel bagno per cambiarsi.
La stoffa ruvida la fece rabbrividire al lieve contatto con la propria pelle nuda.
Quando bussarono alla porta fu risvegliata da quello stato di trans, diede ancora una occhiata al suo riflesso prima di uscire.
La donna la fece accomodare in una stanza comunicante a quella operatoria, poteva sentire il chirurgo conversare con gli aiutanti sull'esecuzione della procedura. 
Chiuse gli occhi una manciata di secondi per calmare i propri nervi, quando li riaprì una figura mascherata torreggiava su di lei portandosi un dito davanti alle labbra. 
Istintivamente aprì la bocca per chiamare aiuto ma l'uomo fu più veloce, le tappò la bocca.
Iniziò a dimenarsi cercando disperatamente di mettere in pratica quelle nozioni di difesa personale apprese al liceo.
Era inutile, era troppo forte per lei la stava trascinando verso la porta senza troppi sforzi.
Riuscì a fatica a liberare la bocca dalla sua stretta così morse forte la mano dell'uomo, lo sentì grugnire e trattenere gli insulti. 
Ma prima che potesse finalmente attirare l'attenzione di qualcuno, un fastidioso pizzicore all'altezza del collo la fece congelare sul posto. 
In pochi secondi perse il contatto con la realtà, il suo corpo era diventato tremendamente pesante sbatté le palpebre cercando di rimanere sveglia ma fallì miseramente.
L'uomo trascinò facilmente il corpo della giovane su una sedia a rotelle abbandonata fuori dalla porta, come aveva predetto il corridoio era vuoto.
Mentre spingeva velocemente la sedia, salutò le telecamere ridendo sommessamente. 
Riconobbe il complice con il camice proprio quando l'allarme iniziò a trillare in modo assordante. 
Avevano pochi minuti per raggiungere i passaggi segreti che li avevano condotti lì, presto il sistema di allarme dell'ospedale avrebbe isolato l'edificio in attesa dell'intervento delle guardie e forze dell'ordine. 
Farsi strada nei cunicoli era già sufficientemente difficile e il corpo incosciente della ragazza non aiutava affatto!
I tunnel dismessi della vecchia linea metropolitana non erano poi messi così male il cammino era scorrevole, alternandosi nel trasportarla, raggiunsero l'uscita dove quel rottame del rover sostava senza attirare l'attenzione. 
Guidarono per quattro giorni facendo brevi pause, ogni volta che la ragazza accennava a riprendersi veniva sedata senza indugi.



 

La testa le doleva terribilmente, tentò di aprire piano gli occhi nonostante la luce la infastidisse. 
Fissò il soffitto a lungo notando le numerose crepe e macchie dalle forme disparate, quella non era di certo una stanza d'ospedale.
Si alzò debolmente provando un forte senso di vertigine che le faceva accusare anche molta nausea, contorse il viso in una smorfia di disgusto e sospirò.
Man mano che metteva a fuoco i dettagli, alcuni flash iniziarono a palesarsi nella sua mente.
Era stata rapita!
Mosse come in uno spasmo polsi e caviglie controllando di non esser stata in qualche modo incatenata a nulla.
Provò sollievo notando che era libera, nonostante fosse un particolare molto sospetto.
Le gambe si mossero senza il suo consenso, si ritrovò ad analizzare ogni singolo oggetto.
Quella stanza era spoglia e decadente: c'era solo un letto in ferro dipinto di blu scuro che stava arrugginendo, le finestre erano state rattoppate con assi di legno dalle quali solo pochi raggi di sole riuscivano a farsi strada per illuminare la scena.
Sul letto poco distante da lei c'era una pila di vestiti, mentre si protendeva lievemente per sfiorarli il rumore di una serratura che si apriva la fece sussultare e ritrarre la mano.
Una bambina dai capelli biondi boccolosi, si avvicinò timidamente con un vassoio pieno di cibo che appoggiò su un comodino vicino alla maggiore. 
Sorrise 
<< come hai dormito nuova sorella? Ti ho portato da mangiare spero sia di tuo gradimento, presto uno dei fratelli verrà a parlarti >>
il modo dolce in cui la bambina si era appena rivolta a lei le fece aprire di poco la bocca corrucciando le sopracciglia palesemente confusa.
Inumidì le labbra che non aveva nemmeno sentito aride fino a quel momento prima di parlare piano 
<< senti ragazzina non mi va di scherzare...i-io devo tornare assolutamente alla capitale...puoi insomma sì aiutarmi ad uscire da qui? >>
strinse la stoffa del grembiule ospedaliero guardandosi intorno. 

<< Non ti sta prendendo affatto in giro e credo sia impossibile per te tornare alla capitale in questo momento.. >> una voce grave le fece alzare la testa di scatto. 
Era uno dei rapitori con ancora indosso la maschera, le aveva già viste da qualche parte forse nei libri di storia. 
Era vestito di nero dalla testa ai piedi, portava i capelli abbastanza lunghi, i riccioli imperfetti incorniciavano il coccio bianco premuto sul suo viso. 
Aveva degli orecchini che ciondolavano ad ogni minimo movimento da entrambi i lobi, lo trovò curioso solo alcuni personaggi di spicco si adornavano in quel modo. 

Si avvicinò piano al letto sollevando la pila di vestiti, in un gesto di stizza la giovane colpì la mano dell'uomo facendoli cadere a terra scomposti.
Si chinò a raccoglierli immediatamente sussurrando << puoi lasciarci soli Aurora, grazie per il tuo aiuto >> la bimba obbediente levò velocemente il disturbo. 

<< Aurora? Come la principessa delle fiabe? Divertente... >> disse ironicamente la ragazza spezzando il silenzio.
Le offrì ancora una volta la pila di abiti provocandole uno sbuffo involontario.
Accarezzando la stoffa insicura sul da farsi chiese 
<< potresti almeno..? >> 
colse al volo e soffocando una risata si voltò nel verso opposto. 
Mentre tirava su le lunghe maniche della maglietta a strisce blu, schiarì la gola facendo così intuire che era pronta.

<< Vorrei sapere dove mi trovo e perché mi avete rapita...ah se non ti dispiace vorrei vedere la faccia della persona con cui sto parlando >> disse alquanto scocciata.
La risata colorata dell'estraneo la infastidì per la seconda volta.
Pensò che non c'era nulla di divertente in tutta quella sensazione, si limitò a fissarlo.
La mano destra si mosse verso il drappo dietro alla sua testa per scioglierlo, continuando però a reggerla con la sinistra dal mento. 
Un piccolo tic nervoso fece tremare la sua mano, strinse gli occhi impercettibilmente, i suoi gesti lenti e drammatici la stavano davvero tenendo sulle spine.






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Welcome to my little corner in the sky 
Grazie a chiunque ha letto il primo capitolo, delle recensioni o qualunque segno di apprezzamento sarebbero molto graditi, pleaseee!
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Blue Moon 🌘

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Capitolo 6
*** ➣ SO FAR AWAY ***




 

Tolse con un gesto secco la maschera e la lanciò sul materasso.
Osservò brevemente il ragazzo, non sembrava molto più grande di lei era alto e longilineo. 
Aveva un viso magro il naso era perfettamente proporzionato, il mento leggermente appuntito con un leggerissimo accenno di barba. 
Gli occhi sembravano vispi e profondi ed erano incorniciati da sopracciglia curate.
Egli passò la lingua sul labbro inferiore, richiamando l'attenzione delle pupille della giovane prima di scandire in modo tranquillo le proprie parole 
<< come stavo cercando di dire sei sufficientemente lontana dalla capitale per poter far ritorno da sola... >>
spostò il peso del suo corpo incrociando le braccia al petto e concluse il discorso
<< mettiamola così noi abbiamo bisogno di te, in cambio riceverai protezione dalla nostra comunità che ne pensi? In realtà non hai molta scelta >>

Cercò di mantenere la calma, si passò una mano fra i capelli e domandò senza troppi peli sulla lingua << comunità? Cosa siete una specie di setta? Una congrega anarchica? >>.
Il riccio sorrise ampiamente 
<< credo che la definizione giusta sia ribelli, se davvero non hai intenzione di mangiare posso iniziare a mostrarti il posto...vorrai sgranchirti le gambe hai dormito per giorni dopotutto >>.

 

Lo seguì in silenzio osservando ciò che la circondava.
Sembrava un vecchio villaggio industriale abbandonato, alcune donne stendevano panni, altre lavoravano dei tessuti.
Due uomini in lontananza aravano un terreno con due cavalli, era sorprendente in città era impossibile vedere cose di questo tipo.
Il rumore del crepitio del suolo sconnesso sotto il peso di un paio di scarponi fece voltare entrambi in quella direzione.
Qualcuno stava correndo verso di loro urlando e sbracciandosi, ormai giunto a due metri dai due si piegò sulle ginocchia respirando pesantemente.
La sua figura era muscolosa, era piuttosto alto e portava vestiti leggeri sporchi a causa del lavoro.
Sollevò la testa lentamente osservando la ragazza nell'insieme e sorridendo come un bambino disse
<< stamattina sono passato alla clinica per il controllo, Jin dice che sto recuperando...comunque benvenuta io sono Jeongguk, Jungkook va più che bene oppure Jk >>.
Annuì cercando di imprimere il volto del ragazzo dagli occhi da cerbiatto nella propria memoria, prima che sparisse dalla circolazione. 
Si domandò se venissero tutti quanti da Aeji mentre seguiva distrattamente la sua guida .
L'improvviso arresto del ragazzo la colse alla sprovvista rischiando di finirgli addosso. 
Ignaro di tutto ciò si chinò alla ricerca di un sasso piatto e tondo da lanciare nella direzione del lago, facendolo rimbalzare sull'acqua.
Si girò di scatto per domandarle come si chiamasse, a causa dell'abitudine stava per ripetere a memoria la cifra che le fu affidata da protocollo ma la sua voce grave non perse tempo ad interromperla chiedendo il nome di nascita.
Emise un sospiro piano prima di rivelarlo
<< mio padre scelse Amara, diceva che nella nostra lingua rendeva molto bene l'idea del sapore della vita.. >>
annuì comprensivo per poi presentarsi a sua volta 
<< il mio è Taehyung apparentemente è stato voluto da mio nonno significa 'tutti i desideri si avverano, tutto andrà per il meglio anche di fronte alle avversità' o qualcosa di simile... >>.
Le fece l'occhiolino, lasciandola spiazzata.
Era un tipo strano, eppure non sembrava malintenzionato. 
Si sedettero a contemplare meglio la vista per un po', mentre nella testa di Amara si ammassavano le domande che voleva porre.
Taehyung si sdraiò sul prato sostenendo la propria testa con un braccio e socchiudendo gli occhi per proteggersi dai forti raggi del sole.

<< Perché vi chiamate fratelli tra di voi? 
Inoltre vorrei capire cosa vi abbia spinti a rischiare la pena capitale... >>
sputò tutto d'un fiato la giovane tremendamente incuriosita.
Taehyung agitò la mano per aria disegnando forme immaginarie prima di voltarsi su un fianco e rispondere
<< perché noi siamo una famiglia, immagino che i legami non abbiano tutto questo ascendente su di te ma credimi i sentimenti sono importanti..sai che per essere veramente felice, devi esserlo ogni tanto? È come allenarsi... >>
Seguirono secondi di silenzio, era un discorso così random da aver momentaneamente azzittito la ragazza. 






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Welcome to my little corner in the sky 
Ringrazio tutte le persone che stanno leggendo, mi hanno seguita e hanno addirittura aggiunto la storia negli elenchi di lettura di Wattpad💜.

Ribadisco che una stellina e critiche costruttive sono ben accette.
Se in questi giorni di isolamento vi sentite annoiati o semplicemente avete voglia di parlare con qualcuno, io ci sono!
Sentitevi liberi di scrivermi qui oppure su Twitter.
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Capitolo 7
*** ➣ NO MORE DREAM ***



 

Amara non si era mai resa conto di quanto fosse lunga una giornata, nella Capitale tutto era così dinamico da far venire il voltastomaco. 
Quel luogo invece era l'esatto opposto, doveva concentrarsi attentamente per poter sentire in lontananza i rumori della loro quotidianità.
Aveva deciso di tornare nella 'sua stanza' sentendosi a disagio in quella nuova atmosfera, si sedette sul letto a riflettere e istintivamente portò le ginocchia al petto abbracciandole.
Probabilmente a Terra in quel momento i giornalisti stavano banchettando con lo scoop della sua scomparsa. 
Si sentì sollevata nel sapere che infondo nessuno si sarebbe preoccupato per lei o avrebbe sentito la sua mancanza.
Passarono ore, il sole stava ormai tramontando e le forze iniziavano a lasciare il suo corpo. 
Voleva darsi una ripulita prima di mettersi a letto, così aprì piano la porta e si avviò in punta di piedi lungo il corridoio scarsamente illuminato.
Non era mai stata invadente o particolarmente curiosa, perciò ignorò completamente tutte le porte delle stanze che incontrò sul suo cammino.
Si bloccò davanti alle scale indecisa se salirle o scenderle, si stava pentendo amaramente per non avere chiesto di più a Taehyung.
Un tonfo alle sue spalle la face trasalire, inspirò profondamente prima di girarsi.
Un ragazzo dai capelli ossigenati lievemente tinti di lilla era in piedi sul terzultimo gradino della rampa che portava al piano inferiore.
Si fissarono a lungo studiandosi a vicenda.
Indicò il pavimento vicino ai piedi della ragazza dicendo
<< prendi, in quella cassa ci sono tutte le cose che potrebbero servirti per ora >> 
si sentiva intimidita dal modo distaccato con il quale le si era rivolto.
La sollevò rivolgendogli uno sguardo truce, decise che avrebbe ignorato il suo comportamento così rispose
<< ti ringrazio.. volevo solo sapere dove trovare un bagno.. >>.
La superò urtandola lievemente, costringendola poi a rincorrerlo.
Spalancò una porta esortando la ragazza ad entrarci velocemente spingendola verso il luogo ricoperto di piastrelle bianche scintillanti.
Amara aprì la bocca pronta a lamentarsi ma il ragazzo si chinò appena al suo orecchio sussurrando 
<< prenditi il tuo tempo tuttavia ricorda che non sei in vacanza, anche se non lo sembra sei il nostro ostaggio.. ci siamo intesi bei occhi? >>.
La minaccia aveva raggiunto ogni fibra del suo corpo, strinse le maniglie della cassa annuendo. 
Rimase avvolta nella salvietta ad osservare il proprio riflesso offuscato a causa del vapore nella stanza.
Notò che nella cassa vi erano vestiti calze e dell'intimo piegato con cura, un paio di anfibi, una lampada e una chiave.
Tornata in camera decise di sistemare la lampada sul comodino, ripose la chiave nel cassetto e adagiò i vestiti su una sedia che aveva ignorato fino a quel momento.
Si infilò sotto le coperte raggomitolandosi su se stessa, il sonno la raggiunse velocemente.

Dormire pacificamente senza i farmaci non era decisamente il suo forte, ma quella notte era più agitata del solito ogni posizione era scomoda e appena chiudeva gli occhi le ombre erano pronte ad assalirla.
Urla e lamenti uscivano inconsciamente dalle sue labbra.
Il rumore della porta che sbatté contro il muro la fece svegliare di colpo, una figura nel buio si stava avvicinando a lei non era più in grado di riconoscere cosa fosse frutto della sua mente e cosa fosse reale. 
I capelli erano appiccicati al suo volto madido di sudore, il suo sguardo saettava a destra e sinistra mentre spingeva la schiena verso la testata del letto arrugginito. 
Non riusciva a mettere a fuoco la figura a causa del buio.
Urlò più forte quando l'estraneo, le posò una mano sulla spalla mormorando qualcosa, non comprendeva cosa volesse comunicarle voleva solo che tutto quello finisse al più presto.
Serrò gli occhi tremando e stringendosi nelle spalle ripetendo freneticamente << non mi toccare ti prego..non mi toccare >>.
Decise di aprire gli occhi quando non sentì più le mani su di lei, ma iniziò a singhiozzare non appena vide il viso deforme dell'uomo.
Stava vivendo un incubo!
Alle spalle dell'uomo comparve un ragazzo, aveva i capelli spettinati e lo sguardo assonnato di chi era stato buttato giù dal letto malamente.
Si inginocchiò sussurrando 
<< Jean puoi andare..scusala è molto turbata >> appoggiò una mano sulla gamba della ragazza la quale si ritrasse subito osservando l'uomo uscire dalla stanza. 
<< Hey va tutto bene..hai solo avuto un incubo >> cercò di spiegarle con il tono di voce più rassicurante.
Si alzò piano cosciente che ogni passo falso avrebbe potuto allarmare ulteriormente la ragazza ridotta ad un fascio di nervi.
Avvicinò una mano lentamente per scostarle i capelli dalla fronte e dalle guance accaldate, respirava a fatica ancora tremante come una foglia. 
Sospirò, le faceva così pena. 
<< Mi spiace che ti abbia spaventata...voleva solo aiutarti è un brav'uomo deve averti sentita così è corso qui, la sua stanza è vicina... >> disse accarezzandole un braccio.
<< Scusami >> riuscì a pronunciare Amara ancora scossa.
Il ragazzo scosse la testa sorridendole e si avviò verso la porta.
<< Aspetta.. >> lo richiamò incerta su cosa dire.
Tornò nuovamente vicino al letto aggiungendo in modo calmo << domani farò in modo di farti avere un appuntamento per sistemare questa cosa...nonostante sia un modo pessimo per conoscersi io sono Hoseok >> Amara annuì imbarazzata e confusa, allungando una mano verso il ragazzo dai capelli color cenere il quale non tardò a stringerla forte. 




 

Peggio degli incubi c'erano soltanto i ricordi a tormentare il sonno degli uomini da millenni.
In una stanza alla centrale idroelettrica infatti, anche un altra persona stava avendo difficoltà a dormire.
Il ragazzo dai capelli tinti di indaco corrucciava la fronte imperlata di sudore e i lievi spasmi facevano contorcere il suo viso angelico.

Il furgoncino dei traslochi inchiodò di fronte al complesso di appartamenti, il castano sospirò prima di fare un piccolo saltello scendendo dal mezzo.
C'era qualcosa di estremamente rassicurante nel trasferirsi in un luogo dove non si conosceva nessuno, al contempo però rimaneva un alone di tristezza. 
L'appartamento era piccolo e non avevano lasciato molto arredo all'interno: vi erano un divano sfondato, una lampada con il paralume ammaccato, una vecchia cucina con qualche maniglia mancante e un materasso adagiato sul pavimento della camera da letto. 
Nel giro di un ora aveva disseminato scatole in giro per l'abitazione, non aveva bisogno di molto.
Mentre apriva l'ennesimo scatolone beige, sentì il proprio stomaco gorgogliare, non ricordava nemmeno l'ultima volta che aveva messo qualcosa sotto i denti.
Decise che avrebbe fatto un salto al mini market più vicino per procurarsi qualcosa da mangiare.
Camminava un po' perso per le strade deserte del quartiere, non c'era letteralmente nessuno a cui potesse chiedere informazioni, eppure il sole stava calando presto i vicoli si sarebbero animati di stanchi lavoratori e studenti diretti verso casa.
Svoltando andò a sbattere contro qualcuno, istintivamente si inchinò leggermente sussurrando delle sentite scuse.
Il ragazzo di fronte a lui portava una felpa oversize nera con il cappuccio alzato, sorrise quando i loro sguardi si incrociarono.
Fece per sorpassarlo ma la curiosità lo spinse ad aprire la bocca senza che se accorgesse
<< sei per caso nuovo da queste parti? >> disse e il castano preso alla sprovvista rispose grattandosi la nuca 
<< oh.. ecco sì mi sono trasferito oggi in effetti, potresti indicarmi come raggiungere l'alimentari più vicino? >>.
L'incappuciato spiegò gesticolando l'itinerario più breve che avrebbe dovuto seguire.
Lo ringraziò, congedandosi in modo rispettoso.
Quando ormai era a qualche metro di distanza lo sentì urlare alle sue spalle << Yah! Comunque io sono Taehyung ci si vede in giro nuovo arrivato >> voltandosi verso l'individuo sorrise e rispose << io mi chiamo Jimin >>.
Rientrato a casa, la determinazione di finire il trasloco prese il sopravvento.
Nei giorni successivi si sarebbe procurato almeno un armadio un tavolo e delle sedie, avrebbe inoltre provato a riparare quel che poteva.
Voleva darsi una ripulita e mettersi a letto era stanco, ma non appena tentò di aprire il rubinetto della vasca da bagno l'acqua iniziò a schizzare dalla bocchetta, bagnandogli i vestiti.
Lì per lì rise di gusto, non c'era assolutamente nulla che funzionasse nel modo giusto in quella casa.
Tentò ugualmente di riempirla abbassandone la pressione. 
Mentre osservava il livello dell'acqua crescere piano, la sua mente si riempì di flashback dolorosi, scivolò lungo il fianco freddo della vasca portandosi una mano al petto e stringendo la maglietta. 
Ancora non metabolizzava come era riuscito a rovinarsi la vita in così poco tempo: aveva perso la stima degli amici e dei suoi compagni di classe, la sua famiglia lo derideva di continuo chiamandolo 'piccolo bugiardo in cerca di attenzioni' ma soprattutto non era in grado di far pace con se stesso.
Iniziò a tremare scosso dai singhiozzi, mentre i brutti pensieri si ammassavano uno sopra l'altro!
Annaspava disperatamente, tutto ciò era una tortura.

Aprì gli occhi di scatto strofinando il palmo della mano sul viso.
'Di nuovo..' pensò prima di allungarsi verso la brocca e il bicchiere che si trovavano sul comodino alla sua sinistra.
Bevve un sorso e fissò per momenti interminabili il soffitto scrostato, prima di convincersi a riprovare a prender sonno. 






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Welcome to my little corner in the sky 

Ebbene stanno iniziando a comparire molti personaggi, infatti come avrete notato ho aggiunto una sezione dedica esclusivamente a loro all'inizio della storia. 
Ringrazio ancora tutte le persone che stanno leggendo💜.
Su Twitter ho anche iniziato a postare alcuni dei miei appunti sistemati e abbelliti, sono stati presi mesi fa mentre frequentavo il corso di coreano della Yonsei dal sito Coursera.
Sentitevi liberi di scrivermi qui in chat oppure su Twitter.
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Blue Moon 🌘


 

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Capitolo 8
*** ➣ ON THE START LINE ***





 

La giovane tentennò giocherellando con le proprie mani di fronte allo studio del dottore.
Quando si decise a bussare udì una risposta pacata dalla parte opposta della porta, aprì lentamente rivelando un giovane uomo dalle spalle larghe ricurvo sui numerosi referti.
Alzò lo sguardo sorridendo e le indicò il lettino << mettiti comoda finisco e sono subito da te, Hoseok mi ha detto del piccolo incidente con l'impianto del traduttore >>.
Amara annuì sedendosi sul lettino con le gambe sospese a mezz'aria.
<< Non c'è un modo per farlo ripartire? >> chiese preoccupata.
Il dottore si alzò prendendo uno scanner dal taschino, eseguendo dei piccoli test di prassi.
<< Vedi Amara l'impianto è dotato di un chip che funziona bene solo nella capitale e nei sobborghi, più ti allontani da essa e più il segnale inizia a calare finché non si disattiva del tutto >> disse sfiorando la pelle dietro il suo orecchio << inoltre devo darti anche un altra brutta notizia...devo asportarlo altrimenti in queste condizioni rischi di subire danni permanenti al nervo acustico >>.
Il viso amareggiato del dottore la spinse a fare ulteriori domande sentendosi tremendamente insicura.
<< Intende operarmi qui? Voglio dire... non sto dubitando della sua competenza dottore però ha la strumentazione necessaria? >> chiese torturandosi le mani, non sembrava affatto una passeggiata.
<< Non essere così formale, chiamami Seokjin o semplicemente Jin... e sì ho tutto il necessario semplicemente la dose di anestetico è davvero poca, com' è la tua soglia del dolore? >> chiese ridacchiando.
Al contrario la giovane si irrigidì, fissando sconcertata il volto dell'attraente dottore.
Seokjin dopo una accurata spiegazione del processo riuscì a convincerla a sottoporsi all'asportazione del traduttore. 
Preparò l'occorrente sterilizzato e con cautela la fece sdraiare sul fianco accendendo la luce sopra di lei, la rassicurò costantemente spiegandole ogni azione che stava svolgendo.
Iniettò un potente anestetico locale riservandone una dose per quando si fossero trovati a metà dell'opera poi proclamò << ora ho bisogno della tua massima collaborazione, se senti qualcosa di strano non tardare a fallo presente devi rimanere immobile qualsiasi cosa succeda...potresti iniziare a sentirti stanca o provare un lieve senso di vertigine è normale, rimani con me e andrà tutto bene okay? Iniziamo! >>.
Amara sussurrò un 'va bene' inspirando profondamente.
Il moro trafficava con i ferri da ormai più di mezz'ora, la ragazza invece combatteva contro le palpebre pesanti e la mente che si annebbiava sempre di più.
Il tintinnio degli strumenti buttati nel vassoio in metallo la risvegliò facendola trasalire, Jin le accarezzò la testa scusandosi per averla spaventata pronunciando flebile 
<< mi rimane solo la cauterizzazione e sutura laser, potresti sentire un leggero bruciore ma durerà pochissimo te lo prometto >>.
Amara deglutì stringendo il camice del dottore nella propria mano non appena il laser incontrò la sua pelle, il dolore tuttavia era più sopportabile di quanto avesse immaginato. 
Al termine del suo lavoro Seokjin aiutò la ragazza a mettersi seduta stilando una lista delle raccomandazioni da seguire per una pronta guarigione. 
Si allontanò sorridente per prendere alcune cose da una teca quando udì un tonfo alle sue spalle. 
Diede uno sguardo alle sue spalle e notò il corpo di Amara accasciato a terra, dopo qualche giustificato secondo di apprensione rise fra sé e sé pensando che la determinazione della minore fosse estremamente dolce.  


 

Il frastuono proveniente dai corridoi del plesso centrale riuscì a svegliare Amara dal torpore nel quale era caduta inconsciamente.
Quattro tocchi alla porta la misero del tutto sull'attenti, si mise a sedere velocemente avvicinando i lembi di un lungo maglione che non ricordava nemmeno di possedere.
Prima di gracchiare un " avanti" molto confuso, si passò una mano fra i capelli per rendersi un minimo presentabile. 
Sulla porta sostavano cinque donne e due bambine che reggevano una cassa colma di oggetti e bauletti curiosi.
Aggrottò le sopracciglia sollevandosi piano ancora parecchio stordita e chiese 
<< come posso aiutarvi? >>
Aurora si fece spazio entrando nella stanza con un sorriso sornione dipinto sul viso rispondendole 
<< siamo venute per aiutarti a prepararti per la festa di questa sera >>.
<< Festa? >> replicò dubbiosa, ma le donne annuirono semplicemente entrando nella stanza e posizionando il necessario dove capitava.
Parlavano tra di loro in tre lingue diverse il che confondeva ulteriormente la ragazza.
Una donna meravigliosa dalla pelle color ebano la prese per mano guidandola verso un bagno diverso da quello in cui era già stata, quest'ultimo era più spazioso e forse le rifiniture erano un po' più raffinate.
Nella stanza era anche presente una vasca con le zampe di leone, qualcosa che Amara aveva solo visto nei vecchi film che il padre guardava per noia. 
L'acqua era calda e alcuni petali di fiori essiccati coloratissimi riposavano sulla sua superficie. 
Rimasero in silenzio attendendo che la ragazza finisse il proprio bagno in tranquillità, poi venne scortata nuovamente alla sua stanza. 
Una pallida donna sulla quarantina con i capelli neri come la pece e gli occhi di un blu profondo le sorrise gentilmente tendendole la mano 
<< io sono Lena, mi occupo delle donne nella nostra comunità >> disse orgogliosa.
Amara si presentò in modo educato prima di osservare quello che le donne avevano preparato durante la sua assenza. 
Sul letto giaceva un abito rosso scarlatto con un corpetto lavorato in modo delizioso, sfiorò una delle sottili maniche beandosi della sensazione data dal morbido tessuto. 
<< È per me? >> disse incantata, Lena la rassicurò prontamente che tutto in quella stanza dai vari gioielli ai bigodini e maquillage fossero per lei! 
Le donne le acconciarono i capelli in morbide onde che ricadevano sulla sua schiena nuda, una sezione di capelli venne raccolta dietro l'orecchio da un fermaglio d'oro a forma di serpente. 
Amara era già una bella ragazza al naturale perciò concordarono tutte che un po' di carboncino per esaltare i suoi occhi, del pigmento rosso per guance e labbra sarebbero stati sufficienti. 
<< I ragazzi avrebbero dovuto prendere dei cosmetici nella Capitale spero tu possa accontentarti del risultato >> bofonchiò Lena mentre trafficava con i lacci del corpetto per allargarli.
In tre aiutarono la ragazza a vestirsi, il tessuto era piacevolissimo da indossare l'unica nota negativa fu appunto il corpetto che la costringeva in pose rigide e sofferte.
Rimase ad accarezzare il metallo freddo degli anelli e dei bracciali di fronte alle finestre sbarrate dalle assi di legno, con difficoltà vide tutti i lavoratori tornare ai propri alloggi mentre il sole scompariva dietro le montagne. 
Avrebbe voluto potersi specchiare da qualche parte, purtroppo poteva solo fidarsi del parere delle donne che l'avevano definita 'bellissima' o una 'meraviglia'.
Tremendamente annoiata si mise a spiare le ombre della gente che saliva e scendeva le scale, una mano fredda posata sulla sua spalla la fece saltare sul posto e imprecare sottovoce terrorizzata.
<< Jeongguk..mi hai fatto prendere uno spavento! >> affermò rivolgendo uno sguardo minaccioso al ragazzo che se ne stava lì con un sorriso sghembo. 
<< Vieni >> disse con noncuranza prendendola per il polso 
<< ma dove? >> rispose lei sbuffando insoddisfatta facendolo ridere.
La portò in un campo di giunchi non molto distante, il cielo era ancora tinto di rosa e arancio creando una suggestiva atmosfera che lasciò Amara senza parole.

La portò in un campo di giunchi non molto distante, il cielo era ancora tinto di rosa e arancio creando una suggestiva atmosfera che lasciò Amara senza parole                    

<< Eppure dovrebbe essere qui da qualche parte.. >> borbottò Jeongguk arruffandosi i capelli qualche metro più avanti.
<< QUI! AMARA VIENIII >> esultò accovacciandosi a raccogliere qualcosa da terra.
Teneva fra le mani una macchina fotografica analogica piuttosto vecchia, sorridendo come un bambino. 
Le spiegò che era appassionato di fotografia, dal primo giorno in cui si erano incontrati desiderava farle un paio di scatti. 
Il ragazzo rimase molto sorpreso che Amara avesse accettato senza opporre troppa resistenza.
Quando ormai la ombre avevano prepotentemente preso il posto della luce si diressero verso quello che sembrava un silos. 
Spinse le pesanti porte in ferro senza fatica e saltellò allegramente al suo interno annunciando il loro arrivo a pieni polmoni.
Improvvisamente la musica cessò e tutti fissarono la ragazza facendola sentire a disagio, non le era mai piaciuto stare al centro dell'attenzione.
<< Eccovi finalmente >> tuonò il ragazzo dai capelli lilla << vi aspettavamo >> continuò con un tono annoiato.
Il brusio si elevava fino ai soppalchi superiori, parlavano di lei. 
Camminò lentamente nella direzione del lungo tavolo in legno massello al quale sedevano i sei uomini.
L'uomo si alzò in piedi sistemandosi i polsini della camicia e appoggiandosi teatralmente alla sedia vuota al centro.
<< Bene..posso avere l'attenzione di tutti? >> proclamò ad alta voce facendo ammutolire persino i bambini presenti prima di proseguire il discorso << come sicuramente avrete già scoperto Amara è la chiave del nostro piano, prendetevi cura di lei finché si troverà qui, posso contare su di voi? >>.
Si alzò un coro di esultanza dalle centinaia di persone riunite, Amara strinse la stoffa del vestito in un pugno mentre i suoi occhi analizzavano le persone riunite.
I musicisti ripresero a suonare violini fisarmoniche e strumenti che non aveva mai visto prima d'ora, vivendo lontano dalla città avevano sicuramente rinunciato a molte innovazioni tecnologiche superflue il che gli faceva molto onore.
Jeongguk la invitò con un cenno a sedersi alla destra di Seokjin, prima di superarla e sedersi al centro della tavolata. 
Non poteva far a meno di pensare che vestiti in quel modo seduti a quel tavolo imbandito di prelibatezze, i sette uomini sembrassero proprio i principi protagonisti di quei libri che vendevano di contrabbando ai grandi mercati di Euron. 
Jin si sincerò delle sue condizioni fisiche prima di iniziare le presentazioni.
<< Questo è Jimin vive e lavora alla centrale idroelettrica >> posò una mano sulla spalla del ragazzo dai capelli indaco il quale tese le labbra carnose in un sorriso dolce
<< lui invece è Yoongi giuro che sa esser simpatico quando vuole...è solo molto riservato >> riprese indicando la persona accanto, egli alzò lo sguardo annoiato guardando oltre le mani congiunte che sostenevano il suo mento. 
Lo fissò per qualche secondo, era sicura di averlo già visto prima ma poi si convinse che fosse uno stupido déjà vu.
Eppure avrebbe potuto giurare che i suoi occhi riflettessero lo stesso sguardo indagatore che Amara gli aveva rivolto.
Le improvvise imprecazioni rivolte al membro più giovane del gruppo riuscirono a destarla dai propri pensieri, non capiva esattamente cosa stessero borbottando nella loro lingua però non poté trattenere le risate dinnanzi alla situazione comica.
Quando entrambi si ricomposero Jin agitando le mani tornò a sedersi e disse << Namjoon è il nostro leader insomma colui che prende le decisioni più importanti, gli altri dovresti già conoscerli >>.
Namjoon alzò il calice con un ghigno accennando anche un occhiolino nella direzione della ragazza, compiacendosi immediatamente dalla sua smorfia disgustata. 






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Welcome to my little corner in the sky 
Ringrazio nuovamente tutte le persone che stanno leggendo, mi hanno seguita e hanno addirittura aggiunto la storia negli elenchi di lettura💜.
Credo che questo sia il capitolo più lungo scritto finora *si asciuga il sudore* 😂
Le cose stanno iniziando a prendere una certa piega nella storia, MA non fidatevi troppo delle prime apparenze (potrebbe essere un consiglio dal narratore esterno, oppure no...).
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Capitolo 9
*** ➣ PATH ***




 

<< Non devi mangiarlo per forza se non ti va >> suggerì la voce vellutata del ragazzo turchino.
Amara sfilò forchetta e coltello dal pezzo di carne martoriato, fin da piccola aveva la cattiva abitudine di giocherellare con il cibo quando era sazia o sovrappensiero. 
<< In realtà mi sento in colpa, mi sazio velocemente e avanzo sempre del cibo..lo so è irrispettoso... >> rispose cominciando a tagliarne un pezzetto con l'intenzione di finire il pasto, ma le mani del ragazzo si chiusero gentilmente attorno alle sue sfilandole le posate e allontanando il piatto.
Osservò la situazione stranita prima di pronunciare un "grazie" che suonava più come una domanda che una affermazione.
Jimin sorrise scuotendo piano il capo prima di voltarsi dalla parte opposta.
Non aveva mangiato molto il suo stomaco si era riempito principalmente con il vino che continuavano a proporle ogni qualvolta il suo calice lasciasse intravedere il fondo.
<< Amara se hai finito di mangiare perché non ti unisci alle danze? >> disse Hoseok richiamando la sua attenzione.
Inarcò un sopracciglio osservando le persone che si esibivano in balli divertenti dalle coreografie più disparate
<< io non ballo..mai fatto, non ne sono capace >> rispose piano.
Il giovane uomo ravviò i capelli con un gesto secco e si avvicinò a grandi falcate all'altro estremo della tavolata, si inchinò suggerendole di fargli l'onore di lasciarsi insegnare qualche passo.
La ragazza raggiunse il gruppo di 'ballerini' ancora indecisa, molto impacciata tentò dunque di imitare i passi che Hoseok le proponeva.
Andava a fuoco e non sapeva distinguere se la sensazione fosse data dall'ebrezza dei numerosi bicchieri di vino oppure dalla vergogna che provava, forse era semplicemente un mix di entrambe.
La incitavano, tutti la esortavano a dare di più a lasciarsi andare completamente al ritmo.
Jeongguk si unì alle danze visibilmente più alticcio, le persone gridavano cantavano e battevano le mani.
Si urtarono inconsciamente iniziando a ridere come matti
<< come si chiama ? >> chiese Amara ma il moro spalancò gli occhi picchiettando l'indice sull'orecchio, rise più forte e gesticolò ripetendo la domanda.
<< Ahh Lezginka! >> gridò di rimando, la prese per mano iniziando a farla girare su se stessa come una trottola.

<< Sembra si stia divertendo >> ammise Hoseok facendo una breve pausa tornando al suo posto, 
<< sta dando spettacolo >> ribatté scocciato Taehyung tamburellando sulla superficie in legno.
Tutti stavano osservando come i capelli e il vestito della ragazza ondeggiassero cambiando direzione repentinamente seguendo i suoi spostamenti.
Era una visione tanto divertente quanto sgradevole, il modo in cui ogni fibra del suo corpo continuava a muoversi con caparbietà senza lasciarle il tempo di riposarsi neanche per un secondo.
Aveva alcune ciocche di capelli incollate a viso e collo, il petto si alzava e abbassava senza ritmo definito, di tanto in tanto avvicinava una mano per farsi aria o la premeva sul torace provata dalla mancanza d'ossigeno.
Si fermò traballante raggiungendo un punto indefinito, aveva una mano sul cuore e il respiro corto.
<< Lo sapevo! >> esclamò il riccio sbattendo una mano sul tavolo, non fece in tempo ad alzarsi in piedi che Namjoon spinse indietro la propria sedia bloccando il passaggio << lascia che si sfoghi >> aggiunse il maggiore senza toglierle lo sguardo di dosso.
<< Dunque dovrei lasciarla ballare come se fosse posseduta finché non sviene?? Guardala Joon respira a malapena >> ringhiò il moro visibilmente scocciato e preoccupato provando a scostarsi, nonostante la mano di Namjoon bloccasse fermamente la sua spalla.
<< Che succede? >> questionò Yoongi indifferente abituato ai loro continui battibecchi.
Taehyung approfittò quindi della distrazione, con un balzo salì sul tavolo calciando stizzito ciò che si trovava di mezzo e atterrando perfettamente sul cemento dalla parte opposta.
Avvicinò la ragazza che stava chiedendo a gesti di esser lasciata fuori da quella danza, la prese per il gomito e la trascinò via con lui mentre tutti assistevano alla scena straniti dal suo comportamento.

<< Hey aspetta mi fai male così >> ammise Amara mentre lo seguiva all'interno di quello che sembrava un fienile, risultava molto spazioso ogni parete era tappezzata di iconografie di ogni tipo, vi erano statue e oggetti delle religioni più diffuse e non.
Sembrava a tutti gli effetti un centro spirituale multi religioso, era molto curato in ogni particolare e rendeva l'ambiente molto intimo e rilassante.
<< Qui, siediti qui e riposa >> disse Taehyung lasciandosi andare a peso morto su uno dei banchi in legno lucido.
Fece come le era stato consigliato, o meglio ordinato, sistemando la gonna una volta seduta.
Spostando lo sguardo poteva cogliere un dettaglio nuovo dopo l'altro illuminato dalla luce fioca di alcune lampade ad olio.
<< Sei credente? >> sussurrò a fatica  sollevando i capelli stretti in un pugno, il ragazzo prese un foglio dal sottobanco iniziando a sventolarlo nella sua direzione e rispose << io credo in qualcosa, è sufficiente >>.
Amara annuì socchiudendo gli occhi cercando di regolarizzare i propri battiti e il respiro.
Tossicchiò un paio di volte guadagnandosi qualche sguardo accigliato di sbieco da parte del moro.
<< Senti me lo faresti un favore... >> chiese dandogli lievemente le spalle e indicandosi la schiena << non è che riusciresti ad allentare un po' i nastri del corsetto?! >>.
Le mani di Taehyung sciolsero il fiocco che teneva insieme le estremità del nastro, poco a poco iniziò ad allargare la trama intrecciata con le mani tremolanti. 
Sfiorò inconsciamente i solchi rossi che si erano creati nella pelle della ragazza e rimase paralizzato.

Camminava a testa bassa in equilibrio su un muretto, canticchiando una melodia che era rimasta intrappolata nella sua testa, quando il maggiore richiamò la sua attenzione 
<< A che pensi Taetae? sei insolitamente taciturno >> ridacchiò appena il ragazzo scuotendo la chioma.
Alzò di scatto la testa rivolgendogli un sorriso  
<< ho incontrato una ragazza, stava cercando di rubare al minimarket dall'altra parte del ponte, ci sono andato perché quello vicino a casa era chiuso strano non trovi? Comunque beh sembrava in difficoltà così... >>
venne interrotto dalla risata fragorosa del maggiore che puntualizzo << l'hai aiutata con il furto non è vero?! >>.
Taehyung gli rivolse uno sguardo oltraggiato rispondendo << No Joon ho semplicemente pagato al posto suo eppure non mi è sembrata troppo felice... chi le capisce le ragazze >> 
<< e chi lo capisce quel pazzo di Taehyung?! Dai forza siamo in ritardo per la mia festa d'addio >> aggiunse l'altro a braccia aperte prima di iniziare a correre verso il sottopassaggio.

<< Hey me lo passi? >> chiese il più piccolo indicando la bottiglia del forte liquore che Jin teneva in mano << vuoi morire Kookie? Sei troppo piccolo quante volte te lo devo ricordare >> rispose strabuzzando gli occhi e tossendo, mentre Yoongi arruffava i capelli di Jeongguk ridendo dolcemente.
Passarono il loro tempo così a darsi fastidio a vicenda, parlare di cose assurde come il futuro, cantare e sonnecchiare sui vecchi divani riuniti attorno al fuoco crepitante.
Erano una famiglia, un po' sgangherata ma pur sempre la famiglia che si era scelto!
Era notte fonda quando Taehyung rientrò a casa una luce tremolante era accesa in cucina.
Si era dimenticato per l'ennesima volta di cambiare il led.
Giunto sulla porta si appoggiò allo stipite osservando la sorella seduta sul pavimento mentre raccoglieva dei cocci <> chiese scrutando bene il corpo della ragazzina, la quale rispose senza voltarsi che era uscito dopo le solite percosse immeritate.
Si alzò a fatica dal pavimento, la raggiunse lentamente provando ad abbracciarla ma la sorella si ritrasse gemendo piano. 
<< Taetae potresti aiutarmi a medicare delle ferite? >> chiese trattenendo fra i denti il labbro tremante.
Annuì semplicemente sentendo una stretta al cuore.
La giovane gli diede le spalle, sollevando la maglia poco a poco.
La sua schiena era ricoperta di lividi ed escoriazioni, sfiorò dell'ovatta con i polpastrelli ma decise invece di prendere delle garze sterili.
Le mani non smettevano di tremare mentre medicava le ferite, sussultò quando la sua voce flebile spezzò il silenzio 
<< Tu..hai già ricevuto la lettera per il Dirac-33? >>
Taehyung era dannatamente sorpreso dalla domanda, non ne avevano mai parlato e dava per scontato che qualsiasi cosa avrebbe deciso lei l'avrebbe seguito.
Inumidì le labbra prima di risponderle
<< non possiamo sottrarci quindi quando sarò obbligato mi ci sottoporrò per il momento voglio godermi la vita da persona libera per quanto possibile.. >> la ragazza lanciò uno sguardo torvo alle sue spalle replicando << beh io voglio farlo al più presto invece! >>.
Mentre il castano rideva nervosamente si lasciò sfuggire << non sai quel che dici Taeyeon >> la ragazza infilò la maglietta e con gli occhi pieni di lacrime gridò << non mi interessa ciò che vuoi tu Taehyung, non puoi proteggermi per tutta la vita, io troverò il modo di trasferirmi nella Capitale e cancellerò tutto questo dai miei ricordi! Ne ho abbastanza! >>.
Taeyeon corse nella camera da letto che condividevano sbattendo la porta alle sue spalle, come per lasciare fuori il fratello maggiore dal proprio dolore.
Distrutto.
Quelle parole gridate con tanto tormento avevano lasciato una voragine nel suo cuore, non poteva costringerla a cambiare idea e non poteva nemmeno biasimarla.
Si lasciò cadere scivolando a ridosso delle parete mentre i singhiozzi scuotevano il suo corpo da cima a fondo.
 

<< Che c'è ti imbarazza? >> domandò Amara sogghignando.
Taehyung si passò una mano sul volto nell'intento di spazzar via i ricordi e l'accenno di lacrime che si erano formate, dopodiché scattò in piedi lasciando cadere la propria giacca sulle spalle della ragazza.
A grandi falcate raggiunse l'uscita e senza voltarsi le disse << riposati Amara, perché questo clima di festa non durerà ancora a lungo! >>


 

Welcome to my little corner in the sky 
Premessa: d'ora in avanti alcuni discorsi o espressioni vi sembreranno strani, sono semplicemente la traduzione fedele di modi di dire comuni coreani.
E nulla non dateci troppo peso, oppure se credete di sapere a cosa mi riferisco potreste commentarlo 👀
Chi ci azzecca riceve un biscottino!  Immagino che la maggior parte di voi si stia chiedendo cosa sia la Lezginka, ebbene è una danza popolare del Lezgini (territori dell'Azerbaigian e Daghestan) e del Caucaso.
Ringrazio come consuetudine tutte le persone che stanno leggendo 💜.
Notare le letture aumentare, migliora le mie giornate! 
Vi ricordo due cosine: innanzitutto la mia disponibilità a far due chiacchiere in qualunque momento, inoltre il thread su Twitter dove pubblico i miei appunti dei corsi di coreano per principianti che ho seguito tempo fa 😉
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Capitolo 10
*** ➣ WE ARE BULLETPROOF ***




 

Osservare la vita scorrere oltre la finestra di camera sua, per anni era stato il cosiddetto 'hobby' preferito di Seokjin, eppure da quando aveva conosciuto il gruppo di amici non desiderava altro che evadere da quelle quattro mura sfarzose. 
L'immensa villa dei genitori era iniziata a stargli stretta, tutto era cominciato con la sua stanza non sopportava di passarci del tempo se non per dormire, così cominciò a frequentare volentieri la biblioteca i salotti e la sala da pranzo.
Ma anche questo non bastava!
Persino il giardino era così limitante alcune volte.
Osservava il giardiniere che si occupava delle amate azalee della madre, quando improvvisamente mentre contemplava il sole pallido un forte rumore di vetri che andavano in frantumi lo fece balzare indietro cercando di ripararsi con un braccio.
Ma nessuna scheggia sfiorò minimamente il giovane, teneva gli occhi socchiusi ripercorrendo gli eventi di quella maledetta notte. 

Jiwon era lì, sul marciapiede opposto agitando una mano a mezz'aria e tenendo stretta la borsetta al suo fianco.
Sorrise osservando i lineamenti dolci del viso della ragazza e si decise a recuperare dalla macchina il mazzo di fiori che aveva comprato mezz'ora prima dell'incontro.
Mentre stringeva i fiori immaginava scenari da film romantici. 
Il rumore di freni che stridevano, accompagnati da un fragoroso colpo e dal rumore di vetri che andavano in mille pezzi, fecero voltare Seokjin allarmato.
Era pietrificato, poteva solo udire il proprio sangue scorrere nelle vene fino ad arrivare al muscolo principale che scalpitava come un destriero.
La sua mente era vuota, persino i polmoni pareva che avessero dimenticato la loro funzione vitale.
Era a terra con una postura scomposta, i vetri sparsi sul suo viso d'angelo avevano lasciato alcune scie cremisi delle loro sferzate, ma fu la posizione del collo a far accartocciare lo stomaco del giovane poiché sembrava completamente dislocato dalla propria sede naturale.

Sentì il bisogno di lasciarsi cadere in ginocchio mentre nausea, spasmi, sudori freddi e palpitazioni mettevano a soqquadro il suo corpo.
La mente cercava di processare il fatto che quello era solo un ricordo riaffiorato a causa dell'allucinazione, ma il suo corpo non ne voleva sapere di rispondere positivamente alla faccenda!

<< Ma allora sei qui, ho bussato quattro volte senza risposta, tutto bene Jin? >> domandò Amara appoggiandosi alla scrivania.
Con un gesto secco l'uomo chiuse le tende e inspirò profondamente prima di rivolgere un sorriso forzato alla giovane. 
<< Buongiorno cara, cosa ti porta qui? >> chiese ignorando strategicamente la domanda posta mentre fingeva di esser troppo impegnato a consultare dei fogli.
<< Volevo dei consigli e io.. uhm..non riesco a dormire >> affermò mordendosi l'interno della guancia, Jin rise pensando che si trovasse ancora a disagio ad avvicinare gli altri.
Schiarì la voce notando i solchi scuri che appesantivano il suo sguardo
<< da quanto soffri di insonnia? >> 
<< da quando ne ho ricordo? Da piccola utilizzavo delle erbe ma crescendo ho cambiato più volte le prescrizioni di farmaci..ho dimenticato il nome dell'ultimo che stavo consumando >> spiegò premendo le dita sulla fronte corrucciata. 
Seokjin annuì porgendole una scatolina di metallo e poggiando la propria mano su quella della ragazza. 
Apparentemente i sonniferi avevano una forte richiesta nella loro comunità, non faticava nemmeno ad immaginare il motivo. 
<< Altro? >> esclamò soffiando via i ciuffi neri che ricadevano sulla sua fronte scomposti, meccanicamente Amara eliminò un po' di distanza fra i loro corpi sussurrando << beh ecco, non vorrei sembrare pretenziosa ma non sono il tipo di persona a cui piace starsene con le mani in mano, comprendo chiaramente di essere un ostaggi- >>
non ebbe nemmeno il tempo di finire il discorso che Jin continuando a scuotere la testa la corresse
<< non prendere Namjoon troppo sul serio okay? Can che abbaia non morde, sentiti libera di far quello che vuoi qui, come potresti aiutarci se non ti senti a tuo agio?! >>.
Il discorso era ragionevole, lasciò l'ufficio con una serie di piccole missioni che a quanto pare avrebbero potuto aiutarla ad ambientarsi, rilassarsi e stancarsi a tal punto da addormentarsi. 
Non era mai stata una gran cuoca, si limitava a preparare il necessario che potesse permetterle di sopravvivere, non voleva minimamente immaginare come potesse esser sfamare con un buon pasto caldo i lavoratori stanchi ogni giorno almeno due volte al dì.
Inaspettatamente invece scoprì di possedere un talento per la filatura, il ricamo e la falegnameria, infatti si era creata con le proprie mani tutto ciò di cui aveva bisogno per la sua stanza. 
Aveva scoperto una soffitta grande quanto l'intero edificio dove erano stati stipati anni di oggetti curiosi e alcuni vecchi libri, purtroppo la lettura di quelle pagine impolverate non era durata a lungo, costringendo Amara a chiedere qualche volume in prestito a Namjoon e Yoongi come suggerito da Jin.
La libreria del primo era arricchita di opere filosofiche, tomi di giurisprudenza economia o scienze, nessun tema trattato la allettava particolarmente poiché cercava soltanto qualcosa da leggere prima di andare a dormire.
Cosciente di innervosire parecchio il padrone della Yurta con la sua presenza scelse velocemente alcuni libri di botanica e lo lasciò al suo lavoro, qualsiasi esso fosse.
Il giorno successivo a metà della mattina, decise che fosse l'orario perfetto per disturbare brevemente l'inquilino riservato dell'ultimo piano.
'Segui la musica e la troverai' le aveva consigliato Seokjin in modo criptico, non si aspettava minimamente di aver invece a che fare con un silenzio sinistro che aleggiava per i corridoi di quel piano.
Il sesto senso la convinse a dirigersi direttamente verso l'ultima porta.
Bussò piano e subito dopo con un po' più di forza, notando sorpresa lo spostamento lieve di essa, era soltanto socchiusa.
Picchiettò nuovamente sullo stipite senza ricevere alcuna risposta, Yoongi infatti giaceva sul letto profondamente addormentato.
Fece per andarsene ma lo sentì sussultare digrignare i denti e mormorare cose che non capiva  probabilmente in preda ad un incubo piuttosto vivido.
Avvicinandosi di poco potè scorgere meglio, da sotto la manica del braccio portato sugli occhi, la porzione di volto contorto dal dolore.
Inizialmente voleva solo andarsene e non creare situazioni spiacevoli ad entrambi, però l'idea di svegliarlo senza fargli prendere un infarto rimaneva comunque una opzione piuttosto plausibile.
Si chinò lievemente sfiorando il braccio dell'uomo con movimenti circolari e decise di sussurrare piano il suo nome per velocizzare la cosa. 
Nonostante il tentativo, sembrava profondamente perso nei meandri della sua mente, sospirò leggermente seccata.
 

<< Che scribacchi Yoongs? >>
udendo la voce della ragazza balzò impercettibilmente, coprendo velocemente con le mani il testo della canzone e le note sul foglio pentagrammato.
La risata di scherno proveniente dalla -perennemente scompigliata- bionda, lo fece sorridere a sua volta.
Jungyeon come sempre lasciò un lecca lecca sul legno rovinato del vecchio pianoforte, prima di dirigersi verso il divano e togliere la propria chitarra dal fodero.
Approfittò della distrazione dell'altro per lasciare una lettera sotto un cuscino, poi iniziò a strimpellare l'ultima canzone sulla quale stava lavorando. 
Lo sguardo di Yoongi si fermò più del dovuto sulla figura della ragazza persa nei suoi pensieri, avrebbe voluto confessarle che era l'essere più meravigliosamente intricato che avesse mai incontrato e che non era semplice riconoscenza quella che provava nei suoi confronti.
L'aveva salvato da se stesso con la sfrontatezza, caparbietà e sensibilità che solo una ragazza ugualmente frammentata poteva avere.
Forse non si era mai resa conto di quanto fosse preziosa ai suoi occhi, ma da qualche tempo l'idea di metter da parte la paura di un rifiuto e confessarle cosa provava lo tormentava immensamente.
<< Vorrei che leggessi l'ultima canzone che ho scritto quando hai tempo >> disse tra i denti visibilmente nervoso e non seppe se sentirsi sollevato o ignorato dal suo semplice annuire. 
<< Comunque hai trovato il titolo per la melodia alla quale stai lavorando con ossessione? >> ritentò mordendosi la guancia, annuì di nuovo prima di abbracciare la chitarra e scandire felicemente << è un inno a me stessa, l'ho intitolata Midnight Sun >>
Trovò che l'ossimoro fosse adatto alla sua persona. 
Jungyeon si alzò per prendere una bottiglia d'acqua dal frigorifero e sbuffò sonoramente trovandolo per metà pieno di bottiglie di soju e lattine di birra scadente.
<< Mi avevi promesso che avresti iniziato a fare la spesa come un adulto responsabile, non potrò sempre occuparmi di te... >> tuonò prendendo la metà degli alcolici tra le braccia e buttandoli nel proprio zaino. 
<< Beh potresti trasferirti qui così eviteresti di far avanti e indietro due tre volte al giorno per farmi da balia, pensaci su ci guadagneremmo entrambi >> propose scherzosamente raggiungendola.
La battuta non sembrava esserle piaciuta molto, si guardò attorno cercando l'orologio da parete e disse semplicemente << dai una svolta alla tua vita una volta per tutte >>.
Raggruppò e raccolse tutte le sue cose sparse in giro prima di dirigersi verso l'uscita << rimani positivo okay? ciao Yoongi >> affermò imboccando le scale senza dargli la possibilità di contraccambiare il saluto.
Sbuffò buttandosi sul divano, non era inusuale che si alterasse per la sua poca disciplina ma il modo in cui era fuggita da casa sua l'aveva destabilizzato.
Infilò la mano sotto il cuscino per mettersi comodo ma quando percepì qualcosa di ruvido a contatto con i propri polpastrelli, lo scostò malamente facendo volare qualche piuma.
Era una busta color carta da zucchero con il suo nome scritto in bianco, si mise a sedere rigirandosela fra le mani.
Apri l'involucro delicatamente, all'interno c'era una lettera come infatti si aspettava.
Prese un respiro profondo cercando di reprimere sul nascere quella sensazione di ansia.

 

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Welcome to my little corner in the sky 

Ringrazio tutte le persone che stanno leggendo anche in anonimato, vi vedo 👀 sarebbe carino se lasciaste una vostra opinione attraverso stelline oppure commenti!
Vi siete accorti che i titoli dei capitoli sono tutte canzoni dei ragazzi?
Magari ascoltare la traccia corrispondente potrebbe aiutarvi ad addentrarvi meglio con la fantasia nel racconto.
Fatemi sapere se è stato un consiglio utile🤘🏻
Rinnovo la mia disponibilità a parlare qui oppure su Twitter e vi ricordo anche del thread under construction che sto aggiornando da un mesetto con i miei appunti di coreano.
E nulla...alla prossima! 
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Blue Moon 🌘


 

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Capitolo 11
*** ➣ SPINE BREAKER ***















" Caro Yoongi,
Hey Yoongi..quando troverai questa lettera probabilmente sarò già abbastanza lontana.
So a cosa stai pensando, non essere impulsivo perciò metti giù il telefono.
L'ho gettato nel fiume, non ti sarà di alcun aiuto!
Lo so è un gesto inaspettato e probabilmente ti chiederai il motivo di tutto ciò, no non è colpa tua...
Contavo i giorni che mi avrebbero avvicinata al Dirac quando ci siamo incontrati.
Ti ricordi? 
Quel giorno pioveva a dirotto e avevo scelto la via più lunga per tornare all'orfanotrofio dove lavoravo (ed ero cresciuta...).
Saltellavo tra una pozzanghera e l'altra rigirandomi l'ombrello fra le mani quando ti vidi, avevi il cappuccio alzato sbuffavi e inveivi colpendo i sassolini a terra sembravi proprio un randagio riparato sotto quella tettoia.
Senza offesa!
Ti prestai l'ombrello senza lasciarti il tempo di protestare, forse avrei dovuto farmi gli affari miei.
Lo chiamai 'strano gioco del destino' incontrarci nuovamente sulla stessa strada sempre durante una giornata piovosa.
Eri così rude e sfacciato nei mesi successivi che avrei tanto voluto prenderti a calci in culo.
Eppure in qualche modo siamo andati un po' più d'accordo dopo l'incidente...
Mi hai insegnato tante cose, come leggere uno spartito ad esempio, oppure a suonare la mia prima chitarra.
E anche quando litigavamo, tu continuavi a guardarmi come se fossi il più bel fiore sulla faccia della terra. 
Io non lo meritavo.
Non meritavo nessuna delle tue attenzioni.
Non cercare una motivazione o una soluzione al mio egoismo e alla mia codardia.
Forse egoista lo sono stata fin dal principio entrando nella tua vita sapendo che me ne sarei andata comunque sbattendo la porta.
Ancora una volta ho scelto me stessa, mi spiace.
Non avevo alcuna intenzione di ferirti ma purtroppo era inevitabile.
Perciò urla, piangi e metti a soqquadro l'intera abitazione se serve, ma dimenticati di me.
Yoongs prendi in mano la situazione e comincia a vivere per favore, hai degli amici fantastici che ti vogliono al loro fianco, meriti molto di più...
RIMANI POSITIVO !
Grazie di tutto, addio.
J.Y.  
:) "

Sbatté le palpebre fissando i fogli di carta riciclata del quadernetto che Jungyeon portava sempre con lei.
Ancora incredulo premeva una mano sulla tasca dei jeans nella quale si trovava il suo cellulare.
Non si rese conto di aver trattenuto il respiro finché i polmoni stessi iniziarono a fargli male, schiuse perciò le labbra tremanti boccheggiando.
Si alzò passando a fatica una mano tra i capelli, voleva rimaner lucido ed affrontare la situazione di petto nonostante la vocina nella sua testa lo incitasse a correre a cercarla per farle cambiare idea.
Inevitabilmente poco dopo la realtà lo colpì come una pallottola in fronte, crollò in ginocchio appoggiando la fronte al pavimento freddo mentre le lacrime calde rigavano il suo viso.
<< Perché...perché...perché >> ripeteva tra i singhiozzi.

Spalancò gli occhi lucidi spostando il braccio alzato e contraendo la mascella.
Lei era lì che lo guardava con il suo solito mezzo ghigno.
"Maledetta" pensò mentre il suo cuore continuava a risuonargli nelle orecchie.

<< Era solo un incubo..Hey Yoongi va tutto bene >> disse in modo incerto Amara osservando lo stato di agitazione in cui versava.
Qualcosa scattò in lui, si mosse così velocemente che non diede nemmeno il tempo di registrare come la mano fosse arrivata al collo della ragazza.
Annaspò cercando di allentare la sua presa mentre la stretta si faceva sempre più ferrea e gli occhi più bui.
<< L-lasciami >> gracchiò colpendolo al petto.
Ormai vicina al limite dell'ossigeno continuando ad agitarsi capì che Yoongi probabilmente si trovava ancora all'interno di una orrenda allucinazione.
Sollevò quindi il braccio sinistro ruotando lievemente la spalla verso l'aggressore e diede un colpo secco rivolto verso il braccio teso,  riuscendo così successivamente a colpirlo in pieno volto con il gomito.
Amara si allontanò svelta tossendo vigorosamente mentre il ragazzo tenendo la testa fra le mani constatava con orrore cosa era appena successo. 
Lo sentì urlare e imprecare disperato mentre scendeva frettolosamente le scale.
Una volta raggiunta la propria stanza girò la chiave nella toppa e scivolò a terra, sfiorò il collo candido dove a breve sarebbero comparsi dei lividi violacei prima di tirare un pugno al pavimento.
Lei non apparteneva a quel micro-mondo utopico che si erano creati in balia di chissà quale delirio.
Era una ragazza cresciuta fra gli sguardi freddi e disinteressati degli sconosciuti che popolavano le città.
Uno scenario penoso si fece strada prepotentemente fra i suoi pensieri: se qualcosa fosse andato storto nei loro piani sarebbe stata giustiziata senza alcuna pietà.
No non sarebbe morta con loro, non dopo quello che aveva superato fino a quel momento, avrebbe sicuramente trovato il modo per fuggire e tornare alla Capitale ad ogni costo.
Doveva almeno provarci!








 

<<Che combini?>> udendo quelle parole la ragazza si affrettò a metter le piantine nella bisaccia prima di voltarsi innocentemente verso Hoseok

<< Che combini? >> udendo quelle parole la ragazza si affrettò a metter le piantine nella bisaccia prima di voltarsi innocentemente verso Hoseok.
<< Mi cercavi? >> chiese spolverando i pantaloni con cura 
<< stavo solo raggiungendo la centrale... dovresti rientrare si sta avvicinando un bel temporale a giudicare da quelle nuvole nere >> rispose lui indicando il cielo prima di sorpassarla.
Mentre seguiva il sentiero le prime gocce iniziarono a cadere sul terreno dissestato e polveroso.
Giunta nelle prossimità delle stalle e del recinto notò Jeongguk rincorrere due cavalli i quali non avevano decisamente voglia di tornare nei propri box.

Soppresse una risata avvicinandosi  <<la tua strategia sembra non funzionare>> disse e il corvino sbuffò sollevando dalla fronte qualche ciuffo ancora asciutto <<perché tu cosa proponi? Non gli interessa nemmeno lo zucchero>>

Soppresse una risata avvicinandosi  << la tua strategia sembra non funzionare >> disse e il corvino sbuffò sollevando dalla fronte qualche ciuffo ancora asciutto << perché tu cosa proponi? Non gli interessa nemmeno lo zucchero >>.
Scavalcò la staccionata posando a terra la bisaccia e si avvicinò piano alla cavalla bianca dopo aver recuperato qualche zolletta.
L'animale sbuffò trotterellando sul posto ma inaspettatamente iniziò a muovere qualche passo incerto verso l'umana che non aveva mai visto.
Dopotutto anche l'animale più schivo cede alla gola se messo nelle condizioni adeguate. 
Non fece altro che arretrare verso la stalla, una volta al coperto Jeongguk riuscì finalmente a chiuderla nel proprio box sussurrando << che figuracce mi fai fare Byeol?! >>.
Quando si voltò il cuore perse qualche battito nel vedere Amara avvicinarsi a Raven, si trattenne dal gridare, sfilò una cavezza in corda dal gancio e si incamminò velocemente.
<< Amara aspetta lui è un po'...scorbutico non vorrei ti ferisse >> pronunciò a malapena posizionandosi di fronte a lei.
La pioggia nel frattempo si era fatta sempre più pesante e la pazienza del giovane uomo era già ridotta ai minimi termini.
Fischiò avanzando verso il cavallo e approfittando della quiete momentanea riuscì ad infilare la corda sul suo muso, sorrise poi lanciando uno sguardo trionfante ad Amara.
La giovane sbuffò per le erbe rovinate strizzando i capelli fradici mentre il ragazzo sistemava il cavallo.
<< È splendido >> disse osservando il purosangue << puoi avvicinarti di più..se te la senti puoi anche provare ad accarezzarlo >> rispose Jeongguk sorridendo.
Avvicinò lentamente una mano verso la sua criniera scura, Raven di rimando alzò e abbassò la testa sospirando.
<< Sembra a suo agio... >> aggiunse scuotendo la chioma zuppa << se ti chiedessi di insegnarmi a cavalcare lo faresti? >> domandò Amara senza guardarlo.
 




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Welcome to my little corner in the sky 
Wowowo *ferma il cavallo* 
Con la prima foto ho provato a scrivere di getto cosa passava nella testa di Jungyeon, se non capite la scrittura non importa sotto è riportato il contenuto della lettera.
Ho deciso di inserire un po' più di foto per aiutarvi ad immaginare la situazioni, fatemi sapere se sono utili!
Immagino che arrivati a questo punto sorgano molti dubbi sul profilo psicologico della nostra protagonista.
Amara si sta rivelando il cattivo della situazione? 
O forse ha davvero solo realizzato la pericolosità di mettersi contro il sistema (seppur non volontariamente)?
C'è mooolto altro che non sappiamo di lei perciò continuate a seguirmi per scoprirlo 😉

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Capitolo 12
*** ➣ DANGER ***



 

Il clima lontano dalla città era molto imprevedibile, il sole era caldo durante il giorno e le notti erano quasi raggelanti.
Ma Amara non stava tremando rannicchiata sul pavimento del bagno per quel motivo. 
Si contorceva dolorosamente mentre una nuova ondata di nausea si faceva strada nel suo stomaco e
con la fronte appoggiata alle fredde piastrelle in ceramica rivalutava le scelte prese una settimana prima.

Come aveva avuto modo di notare quasi per caso settimane prima, anche quel giorno Seokjin se ne stava andando con due valigette in alluminio in mano e uno zaino in spalla.
Fissò a lungo la sagoma finché non fu abbastanza lontana da sparire dal suo campo visivo e in punta di piedi decise di addentrarsi tra i corridoi degli alloggi con l'intenzione di raggiungere lo studio del dottore.
Trattenne il fiato per gran parte del percorso, se si fosse concentrata  ulteriormente avrebbe sicuramente distinto i cinguettii dei vari uccellini mattinieri.
Ormai di fronte alla porta abbassò piano la maniglia costatando che non si era minimamente degnato di chiuderla a chiave.
Dopotutto chi altro si sarebbe sognato di commettere un'infrazione proprio lì?!
Aprì tutti gli armadi alla ricerca dell'occorrente, prese alcuni beaker impolverati e li ripose in una scatola che avrebbe recuperato in un secondo momento.
Sbirciando fra i farmaci invece le cadde l'occhio sul ripiano riservato a i sonniferi e sedativi.
Mentre valutava attentamente le alternative lo scricchiolio del pavimento alle sue spalle la fece trasalire, arraffò velocemente una scatola di antidolorifici per poi voltarsi con dispiacere.
Osservò la donna corrucciare la fronte senza dir nulla e prontamente premette le mani sul basso ventre sussurrando << oh Lena che imbarazzo! Mi hai colta con le mani nel sacco, sono disperata non soffrivo così tanto da anni.. >>
Lena sorrise materna accarezzando le spalle della ragazza e rispose << tesoro ci sono passata anch'io quando gli effetti sono svaniti con il tempo, purtroppo Jin non è molto favorevole a quella pratica quindi cerchiamo di trovare delle soluzioni alternative >>
prese fra le mani la scatola e dopo avergliela infilata con cautela nella tasca del maglione aggiunse << esser donne è difficile ma ricorda che puoi contare su di noi >>.
Lasciandosi cadere sul letto quasi rise da sola, non poteva ritenersi insoddisfatta malgrado non fosse andata secondo i piani. 

Quando riprese conoscenza si alzò a fatica e si sciacquò il viso prima di tornare a tentoni verso la propria stanza.
Non era ancora riuscita a procurarsi un orologio perciò si affidò all'istinto, qualche ora di riposo in più non poteva nuocerle particolarmente.
 

Lena era orgogliosa del tempo che Amara iniziava finalmente a dedicare alle persone del villaggio.
Dava il suo contributo all'istruzione dei più piccoli aiutando il 'collega' Namjoon nonostante non scorresse buon sangue tra i due, ma soprattutto passava sempre più tempo nelle cucine.
Quel giorno infatti stava tagliando diligentemente le verdure sul ripiano assaggiando di tanto in tanto il contenuto nel pentolone in acciaio quando udì delle lamentele e piccoli versi di dolore alle sue spalle.
La scena si commentava da sola, Jeongguk agitava la mano arrossata stringendo gli occhi e tenendo fra i denti una mela rossa mentre Ebony lo minacciava con un mestolo.
Accennò un ghigno fissando il contenuto che bolliva lentamente, il giovane circumnavigò i ripiani in acciaio allontanandosi così dalla punizione, lasciandosi poi cadere su uno sgabello sospirando felice.
<< Raven sente la tua mancanza,sai? >> accennò JK mordicchiando il frutto, provocandole una risata che non riuscì a sedare in tempo 
<< è un modo strano per ammettere che in realtà sono mancata a te >> rispose facendolo arrossire vistosamente.

<<Raven sente la tua mancanza,sai?>> accennò JK mordicchiando il frutto, provocandole una risata che non riuscì a sedare in tempo << è un modo strano per ammettere che in realtà sono mancata a te>> rispose facendolo arrossire vistosamente

Si diedero appuntamento in uno dei campi estesi lungo il perimetro della foresta.
Il tempo che passavano insieme non le era affatto indifferente, il ragazzo essendo l'ultimo arrivato cercava costantemente di dimostrare il proprio valore nelle maniere più disparate e Amara apprezzava il suo spirito.
Mentre lo osservava affilare dei coltelli, sfilò silenziosamente la Colt 1860 dal fodero in pelle riposto nella cassa in acciaio.

Era sempre più affascinata dalla quantità di armi e altri oggetti d'epoca stipati in ogni angolo, chiunque avesse abitato precedentemente quel villaggio doveva essere un avido collezionista                    

Era sempre più affascinata dalla quantità di armi e altri oggetti d'epoca stipati in ogni angolo, chiunque avesse abitato precedentemente quel villaggio doveva essere un avido collezionista.
Si assicurò di inserire la giusta dose di polvere nera e di caricare in modo corretto pallottola e capsula nel tamburo, scelse un punto sufficientemente vicino al giovane per sorprenderlo ma abbastanza lontano per non ferirlo.
Lo sparo provocò un boato che si propagò a macchia d'olio data la vicinanza alle montagne e Jeongguk incespicò voltandosi allibito nella sua direzione.
<< Vedo che la tua mira è migliorata >> gridò agitando un braccio in aria.
Corse a controllare dove si fosse conficcato il proiettile ammirando il suo lavoro e sorrise soddisfatta.
<< Oggi ho scelto qualcosa di più elegante per una signorina >> affermò mostrando un set di coltelli da lancio e altri da combattimento.
Spesero un paio di ore nel perfezionare la tecnica del lancio a discapito del vecchio tabellone per le freccette e degli alberi circostanti. 
Amara si sedette all'ombra di un Olmo facendogli notare che avevano scelto proprio le ore più calde per i loro discutibili e antiquati svaghi.
Dopo una mezz'ora di meritato riposo tese una mano nella sua direzione per aiutarla ad alzarsi e le porse gentilmente un coltello << fatti sotto Amara! >> la incitò con uno sguardo vispo.
Data la pericolosità dello strumento in uno scontro corpo a corpo tentennò un po' prima di provare degli affondi semplici, notando come Jeongguk deviasse facilmente qualsiasi attacco.
<< Dovresti cambiare impugnatura >> esortò posizionandole meglio la mano, così fece spostandosi lateralmente per eseguire una finta verso il suo fianco  per poi ruotare su se stessa e posizionarsi alle sue spalle con la lama premuta contro il suo collo.
<< Così intendi? >> lo schernì spingendolo piano verso il terreno.
Con gli occhi spalancati e il broncio da bambino si adagiò sulla schiena borbottando << questo è un colpo bassissimo >> prima di tirarle uno sgambetto e farla ricadere sul suo corpo.
Sbuffò mettendosi seduta sui talloni, si perse qualche secondo ad osservare le ciocche scolorite che gli ricadevano sul viso poi puntò nuovamente il coltello al mento dell'avversario minacciandolo << il tuo era ancora più basso >>, il moro protestò lievemente cercando di divincolarsi prima di allungare un braccio verso i fiori di campo che li circondavano per coglierne uno.
<< Vi porgo le mie scuse figlia di Atena >> esclamò avvicinandole il fiore ridendo e Amara pizzicò il ponte del naso per sopprimere l'urgenza di unirsi a lui.
Rimettendosi in piedi notò in lontananza la figura di un animale che avanzava verso i bambini probabilmente riuniti per giocare a nascondino nella boscaglia.
Il sangue le si raggelò nelle vene quando riuscì ad identificarlo, l'animale in questione era proprio un lupo. 
Istintivamente corse a perdifiato verso i bambini senza dare nessuna spiegazione al compagno.
Rallentò nelle vicinanze per non allarmare la belva, si avvicinava piano senza dare alcun segno di volerli attaccare 
<< bambini allontanatevi senza fare movimenti bruschi Aurora radunali altrove >> sussurrò avanzando lentamente, il cuore le batteva così forte da coprire le loro lamentele.
Si mise in ginocchio nascondendo Isaac con il proprio corpo, gli occhi del lupo non abbandonavano mai la sua figura mentre leggeri ringhi provenivano da esso.
Le mani paffute del ragazzino picchiettarono sulla spalla di Amara la quale gli rivolse uno sguardo confuso, non sapeva come interpretare il suo scuotere il capo.
<< Credo che Isaac voglia dirti che Willow non ha intenzione di farvi del male >> affermò la voce calma di Jimin alle sue spalle << ringhia perché non conosce il tuo odore, posso assicurarti che non ferirebbe mai i bambini spontaneamente.. >>
sconcertata osservò il ragazzo dai capelli blu dedicare delle tenere carezze al giovane lupo.

>>sconcertata osservò il ragazzo dai capelli blu dedicare delle tenere carezze al giovane lupo                    













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Capitolo 13
*** ➣ 뭐해 (WHAT ARE YOU DOING) ***




 

Il panorama da quella altezza era qualcosa di superlativo, seduta sull'imponente struttura in metallo si faceva cullare dalle fusa meccaniche delle turbine e dal tepore del sole al tramonto.

<<Ulysse mi ha detto che eri qui, stentavo a crederci>> la voce vellutata del ragazzo riuscì a riportarla alla realtà <<se avessi saputo quanto era bella la vista da quassù sarei venuta a trovarti subito>> rispose Amara alzandosi

<< Ulysse mi ha detto che eri qui, stentavo a crederci >> la voce vellutata del ragazzo riuscì a riportarla alla realtà << se avessi saputo quanto era bella la vista da quassù sarei venuta a trovarti subito >> rispose Amara alzandosi.
Seguì il ragazzo per le mille scale in acciaio, non aveva mai visitato una centrale idroelettrica e si aspettava di tutto al suo interno ma non di certo la versione futuristica delle scale di Penrose alle quali Escher si era ispirato per alcuni suoi quadri.
Cose simili le aveva solo potute ammirare nella sala macchine dell'astronave Enterprise protagonista di una saga durata più di cent'anni, nonché una delle serie tv preferite di suo padre!
Giunti in prossimità della sala comandi principale fu rapita da come mille lucine illuminassero i pannelli controllati dai lavoratori, Jimin premendole lievemente il palmo sulla sua schiena le fece strada verso il suo appartamento.
Era piccolo e accogliente.
Mentre lo sguardo della giovane vagava si accorse della presenza di Isaac nella stanza, era seduto ad un tavolino e disegnava spensierato.
Fece per raggiungerlo ma un corpicino snello intrufolatosi fra le sue gambe per poco non la fece inciampare e capitolare a terra.
<< Ah..Seri così la fai cadere >> sussurrò Jimin prendendo in braccio e accarezzando dolcemente il gatto dal manto rossiccio con macchie bianche e nere.
<< Come.. >> riuscì a domandare confusa facendo sorridere il ragazzo << ho trovato Serendipity l'ultima volta che mi sono avvicinato alla città, mi tiene compagnia e aiuta Isaac con il suo problema >>.
Annuì sedendosi accanto al bambino osservando come l'ambiente lo rendesse sereno.
Per come aveva conosciuto Isaac, aveva avuto modo di notare quanto fosse un bambino introverso e molto sensibile, ma non si era mai azzardata a chiedere più di quanto le avessero raccontato sul suo conto.
Jimin sembrò intuire la situazione chiedendo al bambino di andare nella sua stanza per lasciarli soli.
<< Ti prendi cura di lui? >> chiese Amara raggiungendo il turchino sul divano << rimase orfano poco dopo che ci trasferimmo qui e da allora non ha più parlato, Jin dice che potrebbe trattarsi di mutismo selettivo prima o poi aggirerà da solo questo suo blocco...ma temo che non riuscirò mai a sentire la sua voce..non che mi serva sia chiaro ha i suoi modi per dirmi e dimostrarmi tante cose, ciò nonostante la situazione mi rattrista giorno dopo giorno >> disse le ultime parole in un sussurro accrescendo la curiosità della ragazza che aspettava il resto del discorso con un sopracciglio alzato << scusa credevo sapessi che Isaac sta seguendo a singhiozzi una terapia per far regredire un tumore! >>.
Si senti estremamente stupida per aver ignorato i chiari segnali della sua malattia, era molto pallido si affaticava velocemente e non rimaneva a lungo sotto il sole come gli altri bambini ma soprattutto indossava sempre un cappellino. 
<< Io non..so che dire >> mormorò truce ma per l'ennesima volta Jimin avanzò un discorso impeccabile 
<< Amara non mi aspetto che tu dica nulla, si può mancare di empatia ma esser pur sempre comprensivi e tu lo sei! >> rispose prendendole la mano e accarezzandola.
I suoi gesti e le sue parole confondevano la giovane che in vita sua non aveva mai ricevuto certe attenzioni prive di secondi fini.
Quando ormai le stelle avevano iniziato a far capolino decisero di passeggiare in riva al lago.
Ad un tratto a spezzare il silenzio fu l'ululato di Willow o forse un componente del suo branco, Amara si irrigidì sul posto facendo scoppiare a ridere il maggiore.
<< Magnifico vero?! Il lago intendo.. >> affermò Jimin sfiorando l'acqua, la giovane annuì guardando altrove << ti piace nuotare? >> aggiunse rialzandosi di scatto.
<< Immagino di non odiarlo...è passato tanto temp- >> non fece in tempo a finire la frase o processare i movimenti del ragazzo che si trovò immersa fino alla vita nelle scure acque del lago.
Annaspò alla ricerca delle giuste parole per inveire, ma quando il suo sguardo truce incontrò quello vispo di Jimin entrambi risero di gusto.
Parlarono a lungo ma al primo lieve starnuto, si offrì di riaccompagnarla al plesso centrale.
Prima di rientrare nella sua stanza decise di fare una breve tappa nelle cucine per prepararsi una tisana.

Mentre sceglieva le erbe per l'infuso starnutì di nuovo provocando una risatina al moro alle sue spalle il quale osservava la ragazza trabascare da qualche minuto

Mentre sceglieva le erbe per l'infuso starnutì di nuovo provocando una risatina al moro alle sue spalle il quale osservava la ragazza trabascare da qualche minuto.
<< Sei sempre così silenzioso quando ti muovi? >> domandò accigliata mentre filtrava il preparato, Taehyung ignorandola si posizionò alle sue spalle per raggiungere un barattolo sulla mensola sopra le loro teste.
Urtò lievemente Amara domandando scusa in tono giocoso per poi schiacciarla completamente fra il bancone in acciaio e il proprio ventre.
<< Lo fai apposta allora, non è vero?! >> chiese voltandosi verso di lui, i suoi occhi scuri analizzarono i vestiti bagnati prima di assottigliarsi a causa del sorriso stampato in viso.
<< Tieni credo che una tisana a quest'ora sia più indicata del caffè, puoi aggiungere dello zucchero se la dolcezza delle fragole non ti basta >> esordì lei porgendogli la tazza fumante.
Bevve un sorso prima di agguantare il barattolo dello zucchero con il viso contorto per l'amarezza del liquido << che ci hai messo? >> piagnucolò mischiando con un cucchiaino 
<< un po' di moringa valeriana sambuco e fragole, non è male quando ti ci abitui >> affermò sollevando le spalle e dirigendosi verso la porta prima di bloccarsi e aggiungere << spero tu possa dormire bene, domani sarà un giorno importante! >>.
<< Buonanotte.. >> mormorò il ragazzo senza dar troppa importanza alle parole di Amara. 
Finì lentamente la bevanda e andò a coricarsi sentendosi più rilassato.






 

Il mattino seguente Amara si svegliò di soprassalto con la convinzione di essere in ritardo, si vestì frettolosamente e corse sulle scale rischiando anche di inciampare un paio di volte.
<< Sono qui! >> affermò appoggiando le mani sulle cosce con il respiro pesante << sì lo vedo >> rispose disinteressato Namjoon correggendo un compito.
Sbuffò ignorando il maggiore e si diresse verso il gruppo di bambini che ancora stavano svolgendo il loro, senza farsi notare segnalò la risposta corretta al ragazzino in ultima fila e gli rivolse un occhiolino.
<< Al momento la tua presenza qui è superflua, tuttavia se hai del tempo da dedicarmi a fine lezione dovrei parlarti >> affermò in tono serio l'uomo
<> rispose Amara sicura di se lasciando Namjoon nella più totale confusione, avviandosi aggiunse << comunque se posso darti la mia opinione il platino ti dona di più >> riferendosi ai suoi capelli ormai scoloriti dal tempo.
Il giovane visibilmente frastornato dall'improvviso complimento fissò la ragazza dileguarsi velocemente, sfiorando i capelli con mascella serrata e un sopracciglio inarcato.
"È davvero diversa" sussurrò tornando al lavoro.

Amara era cosciente che ciò che stava progettando aveva una percentuale di fallimento pari al 90%, forse il gioco non valeva la candela eppure non trovava migliori alternative per evadere dalla situazione.
Prese uno backpack spazioso trovato in soffitta e cominciò ad inserire tutto ciò che possedeva, letteralmente qualche cambio d'abito, un paio di scarponcini di riserva, corde, coltelli multiuso, una borraccia d'acqua e del cibo ipercalorico non deperibile. 
Una volta soddisfatta della strategia utilizzata per 'far le valigie' rivolse lo sguardo alla cassettiera che si era costruita con le proprie mani, la sfiorò con tocco gentile e aprì il primo cassetto.
All'interno vi erano dei pantaloni dal taglio militare dotati di molte tasche spaziose ed una semplice maglia nera con lo scollo a V, nell'angolo un foglio di carta giallognola giaceva ripiegato su se stesso.
Lo infilò in fretta in una delle tasche dei calzoni e ripose il tutto piegato sul letto.
Rimase una decina di minuti immobile sotto il getto congelato della doccia come se dall'acqua che scorreva indisturbata potesse acquisire le forze necessarie per affrontare la dura serata.
Tornando in camera come consuetudine le avevano fatto trovare un vestito bellissimo cucito a mano, lo sollevò delicatamente attenta a non sgualcirlo e lo poggiò in cima alla cassettiera in legno levigato.
Terminò l'ultimo libro preso in prestito che le era rimasto e si accorse che il sole cominciava a calare così decise di vestirsi e dirigersi verso le cucine per dare una mano. 
Lena la accolse spalancando le braccia, accettò l'abbraccio in modo un po' goffo prima di domandarle come stessero procedendo i preparativi.
<< Abbiamo cibo per un esercito mia cara >> rise la donna per poi aggiungere << hai fatto una scelta davvero audace per il menù di questa sera, inoltre il liquore ai frutti estivi è delizioso >> rivolgendole un sorriso tramutato troppo presto in sollecitudine.
<< So perfettamente cosa significa quello sguardo, sono vestita in modo semplice non volermene male ma ho preferito conservare l'abito per altre occasioni >> sottolineò velocemente Amara con una risatina, ricevendo un consenso tacito da parte della corvina.
Soddisfatta da come procedevano le cose abbandonò il gruppo di donne per andare ad accogliere la comunità al silos.
"Buona sera" ripeteva cordialmente ad ogni persona che varcava il portone, puntando inevitabilmente lo sguardo alle loro spalle alla ricerca del gruppo di amici.
Gli ospiti infatti non tardarono ad arrivare, quando l'intera comunità fu riunita nel silos prese posto alla tavolata d'onore.
A capotavola di fronte a lei Seokjin raccontava qualche notizia dalla città, Taehyung e Namjoon erano gli unici ad ascoltare il maggiore.
Jimin rideva e controbatteva alle battute di Hoseok, indispettendo il ragazzo dagli occhi felini seduto fra i due che a giudicare dall'espressione annoiata voleva solo cenare in pace.
<< C'è una bella atmosfera >> si congratulò Jeongguk avvicinandosi all'orecchio della ragazza << hai fatto un buon lavoro >> Amara chinò leggermente il capo a mo di ringraziamento e porgendo l'altra guancia gli bisbigliò nell'orecchio << ho una cosa per te.. >>.
Fece scivolare un biglietto ripiegato sulle gambe del giovane il quale si mosse velocemente per aprirlo ma il palmo freddo di Amara lo fermò in tempo << non ora...promettimi che lo leggerai domani al tramonto >> affermò in modo serio, le gote di Jeongguk si tinsero lievemente di rosa mentre annuiva.

La scena purtroppo non era passata inosservata, alcuni dei maggiori infatti si scambiavano sguardi divertiti ma fu Namjoon a rompere il ghiaccio dicendo <<un uccellino mi ha detto che Jeonggukie è riuscito ad entrare nelle grazie della nostra cara...

La scena purtroppo non era passata inosservata, alcuni dei maggiori infatti si scambiavano sguardi divertiti ma fu Namjoon a rompere il ghiaccio dicendo << un uccellino mi ha detto che Jeonggukie è riuscito ad entrare nelle grazie della nostra cara ospite> > il silenzio calò all'istante costringendo il giovane uomo a continuare il discorso ammiccando nella direzione del ragazzo paonazzo << se riuscissimo nella nostra impresa... dovresti portarla fuori per un vero e proprio appuntamento! >>.
<<  이제 그만해요! >> esclamò Jeongguk paonazzo in viso sbattendo una mano sul tavolo, voltandosi poi a chieder scusa per la situazione imbarazzante, ma la mano della ragazza si posò sulla sua per rassicurarlo.
<< In realtà credo che Jeongguk meriti molto di più di una relazione insoddisfacente con un Alius >> affermò in modo serio osservando le reazioni dei 7 uomini, Jeongguk aveva abbassato il volto ancora a disagio, dai visi di Namjoon Jimin Jin e Hoseok erano scomparsi i sorrisi divertiti mentre Taehyung e Yoongi le rivolgevano uno sguardo ugualmente austero.
<< Taehyung ho notato che non hai quasi toccato cibo, qualcosa non va? >> proseguì cambiando discorso
<< non amo il cibo piccante >> rispose lui con una alzata di spalle.
La giovane si diresse verso la tavola imbandita poco lontano da loro, scegliendo accuratamente piatti e contorni che non irritassero il palato del riccio, prese anche tre bottiglie del liquore che aveva distillato personalmente per l'occasione.
<< Non è molto, ma spero di aver riparato alla mia noncuranza, vorrei che fossi il primo ad assaggiare il liquore che ho preparato >> disse porgendogli il calice.
Bevve un sorso restituendole un lieve sorriso << non è eccessivamente dolce..è davvero buono, ragazzi provatelo >> esortò il gruppo tenendo salda una delle bottiglie.
L'evento proseguì senza altri intoppi, come sempre i musicisti allietarono la serata dando vita a danze frenetiche e gioiose, il liquore invece era andato praticamente a ruba e i primi segni dell'ebrezza si potevano notare sui visi delle persone ma anche udire dalle fragorose risate spesso immotivate.
La voce di Hoseok riscosse la giovane dai suoi pensieri, teneva in mano una penna e un foglio << vorrei che leggessi questo documento attentamente, fino ad ora ci siamo conosciuti e divertiti insieme ma è arrivato il momento di fare sul serio, non ti stiamo costringendo ad accettare non siamo dei barbari..ciò nonostante vorremmo tutelarci e aver la tua parola >>.
Lesse il contenuto sommariamente, non sapeva come definirlo ma sembrava una sorta di accordo di riservatezza nel caso non avesse accettato di proseguire con il piano.
Sfilò la penna dalle sue mani e senza discutere firmò con il suo nome accompagnato dalla matricola alfanumerica, salì poi sulla sedia mostrando la firma a tutti i presenti.
Fischi e applausi esplosero clamorosi risuonando fra le pareti del vecchio silos, scese dalla sedia soddisfatta pensando che dopotutto la serata era andata anche meglio di quanto avesse preventivato. 


 

Quella notte Amara non riusciva nemmeno a percepire l'oppressione dell'afa estiva, era rimasta al buio nella sua camera attendendo che tutti tornassero alle proprie residenze e quando fu certa che ormai gran parte della comunità fosse sprofondata in un intenso torpore, decise che era ora.
Strinse i lacci degli scarponi e aggiustato lo zaino in spalla uscì lentamente dalla stanza, doveva essere leggera come una piuma mentre scendeva le scale altrimenti avrebbe rischiato di svegliare qualche inquilino.
Ormai fuori dal plesso si incamminò speditamente verso le stalle, doveva solo riuscire a portar fuori il fidato cavallo senza destar sospetti.
Di fronte al box richiamò la sua attenzione con uno schiocco di dita, Raven si avvicinò sbuffandole sul viso << spero ti sia riposato abbiamo una lunga passeggiata da fare >> sussurrò spostandogli la criniera ondulata e accarezzandogli il muso nero come la pece.








 

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Welcome to my little corner in the sky

Sono tornataaaaaaa~
Capitolo un po' lungo e ricco di dialoghi questa volta.

Immagino che a questo punto sia piuttosto palese per quale motivo Amara abbia voluto imparare a cavalcare, sono sicura che i miei cari e intelligentissimi lettori non rimarranno troppo sorpresi da ciò che succederà nel prossimo capitolo! Forse... 👀

La frase pronunciata da JK significa letteralmente "Hyeong, smettila ora!" (rom: Hyeong, ije kumanhaeyo!)
Per chi non lo sapesse il termine Hyeong (spesso romanizzato anche come Hyung) viene utilizzato dai ragazzi coreani -esclusivamente maschi- per appellarsi ai fratelli/ amici maggiori, è uno dei tanti termini 'onorifici' presenti nella lingua coreana.

Vi ricordo sempre che per qualsiasi cosa potete contattarmi qui su Wattpad oppure da Twitter, accetto anche le self promotions perciò non abbiate vergogna non vi mangio eheh

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, in caso se mi lasciaste un commentino mi rendereste davvero felicissima💜
A presto (per davvero questa volta 😂)!

Remember: be kind and respectful, always 🙏🏻
with love,
Blue Moon 🌘


 

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Capitolo 14
*** ➣ LET ME KNOW ***




La stanza era particolarmente illuminata e questo infastidiva terribilmente gli occhi stanchi del moro, si avvicinò alla prima finestra chiudendo le tende e prima di passare alla successiva diede un ultimo sguardo alla lampada ad olio contente il fiore rosa.
D'un tratto la stanza implose, i calcinacci volarono ovunque lasciando il giovane uomo inerme e illeso nonostante la situazione.
Quando fu riscosso dai suoi pensieri notò spiacevolmente che il fiore era sparito e la lampada era distrutta, chiuse gli occhi inspirando profondamente ma quando li riaprì 
si ritrovò sdraiato su un materasso galleggiante, si sentiva troppo debole e demotivato per far qualsiasi movimento si limitò soltanto a sfiorar l'acqua osservando i cerchi provocati sulla superficie di essa.













 

Quando fu riscosso dai suoi pensieri notò spiacevolmente che il fiore era sparito e la lampada era distrutta, chiuse gli occhi inspirando profondamente ma quando li riaprì si ritrovò sdraiato su un materasso galleggiante, si sentiva troppo debole ...


Sfiorò il legno deteriorato dello strumento che un tempo era stato suo confidente ma che in quel momento non era più in grado di regalargli emozioni positive.
Barcollando nell'allontanarsi dalla panca, preso da un raptus di rabbia scagliò la chitarra contro il pianoforte.
In un attimo tutto fu avvolto dalle fiamme e non ricordava nemmeno se avesse appiccato volutamente il fuoco oppure se fosse solo successo, si sedette su una poltrona ad osservare la stanza ardere convinto che finalmente quella sarebbe stata  la sua fine.
Chiuse gli occhi ma una goccia piombò sulla sua guancia sorprendendolo, spalancandoli  immediatamente notò che non c'erano più fiamme intorno a lui ma bensì lo scheletro di una stanza rovinata dalle intemperie nella quale addirittura la natura si era ripresa lo spazio sottratto dall'uomo.











 

Chiuse gli occhi ma una goccia piombò sulla sua guancia sorprendendolo, spalancandoli  immediatamente notò che non c'erano più fiamme intorno a lui ma bensì lo scheletro di una stanza rovinata dalle intemperie nella quale addirittura la natura si ...                    


Ritrovandosi in mezzo a strutture metalliche fatiscenti si sentì confuso e amareggiato, non sapeva dove stava andando ma soprattutto il motivo per il quale si trovava in quel posto.
Sul suo cammino incrociò uno specchio, il riflesso che vedeva non corrispondeva per niente a se stesso e trovava la situazione disturbante.
Deluso salì su un vecchio montacarichi arrugginito, non sapendo se dovesse salire o scendere decise di sedervisi sopra alla ricerca di risposte.











 

Era smarrito!Giunto in un corridoio buio, prese il telefono con l'intenzione di far un po' di luce ma esso si tramutò in sabbia sgusciando velocemente fra le sue lunghe dita                    


Era smarrito!
Giunto in un corridoio buio, prese il telefono con l'intenzione di far un po' di luce ma esso si tramutò in sabbia sgusciando velocemente fra le sue lunghe dita.
D'un tratto mille luci rettangolari intermittenti iniziarono a confondere il ragazzo con la loro danza irrequieta.
Decise di allontanarsi e vagabondando si ritrovò in una stanza colma di libri dalle pagine ingiallite e copertine scolorite dal tempo.
Si sedette a terra sfiorandone alcuni con cura, fu in quel momento che notò una scatola di fiammiferi.
Gattonò verso il piccolo oggetto dal quale si sentiva così tanto attratto, sfilò un fiammifero e lo accese prima di lanciarlo sulle pile di libri.
Dovevano solo sparire dalla sua vista! 










 

Sedeva su un mobile dismesso di quella che un tempo poteva essere una cucina componibile poco costosa                    


Sedeva su un mobile dismesso di quella che un tempo poteva essere una cucina componibile poco costosa.
Uscì dalla stanza ma non appena varcò la soglia la porta sbatté alle sue spalle sonoramente, tentò di sfondarla prenderla a spallate ma non fu una saggia decisione.
Quella stanza era sommersa di giochi in legno raffiguranti attrazioni presenti ai parchi divertimenti, inconsciamente collegò il tutto al giorno in cui la madre l'aveva abbandonato.
Gli mancò l'aria e con una smorfia di dolore si accasciò contro il legno consumato dell'uscio!
Improvvisamente dalla serratura sbucò una barretta al cioccolato, poi un altra e altre ancora fino a ricoprire il pavimento di esse.
Non poteva credere ai suoi occhi il numero aumentava velocemente arrivando a ricoprire quasi del tutto la sua figura.











 

Si svegliò su un vecchio autobus arrugginito, la polvere era così spessa che non permetteva allo sguardo di indagare su cosa ci fosse al di là dei finestrini                    


Si svegliò su un vecchio autobus arrugginito, la polvere era così spessa che non permetteva allo sguardo di indagare su cosa ci fosse al di là dei finestrini.
Dopo svariati tentativi riuscì a sbloccare le porte automatiche, di fronte a lui c'era la sua vecchia sala da ballo e con tanta malinconia ad appesantirgli il cuore si avvicinò alla grande specchiera.
Pulì con il palmo della mano la superficie impolverata e piena di graffiti, provando un senso di tristezza misto ad inadeguatezza.
Spostandosi dalla parte opposta della sala raggiunse il lavandino illuminato da un lucernario, chiuse il rubinetto fermando così il lento scorrere dell'acqua.
Un boato lo allarmò, conosceva troppo bene quel suono particolare perciò non rimase stupito quando fiumi d'acqua iniziarono a scorrere lungo le pareti.
Era questa la sua fine?











 

Era in un giardino assolato a giocare e scherzare con i ragazzi, Hoseok infatti spruzzava acqua giocosamente verso il minore


Era in un giardino assolato a giocare e scherzare con i ragazzi, Hoseok infatti spruzzava acqua giocosamente verso il minore.
Namjoon stava accarezzando un golden retriever color champagne, Yoongi ascoltava della musica stiracchiandosi per godersi meglio il tepore del sole e Jin era completamente assorto nella lettura.
Jimin e Taehyung invece, si sfidavano ad una partita di jenga ridendo dei passi falsi reciproci.
Erano tutti sereni e Jeongguk si sentiva come se il cuore potesse scoppiargli dalla felicità!
Era da così tanto tempo che non viveva una atmosfera così leggera che quasi non ne ricordava la sensazione.
Tuttavia improvvisamente si ritrovò in un corridoio distrutto dal tempo e la poca cura, raggiunse la finestra posta dinnanzi a lui e spostò quello che rimaneva di un paio di tende rosse.
Dalla parte opposta notò la figura di Seokjin per qualche istante, non ebbe nemmeno il tempo di proferire parola che il maggiore gli chiuse le tende in faccia.
Determinato a trovare i suoi amici e domandargli cosa stesse succedendo, presto si trovò dinnanzi una porta semichiusa la quale oltrepassò trovandosi di fronte ad un bivio, i corridoi erano perfettamente identici arredati persino allo stesso modo scelse quello che procedeva verso destra incamminandosi verso l'ignoto.
Inspiegabilmente ad un certo punto avvertì il pavimento vibrare vigorosamente e prima che potesse rendersene conto   iniziò a crollare pezzo dopo pezzo costringendolo ad una corsa contro il tempo per salvarsi da una caduta che gli avrebbe provocato parecchie fratture o ancor peggio, la morte.
Quando il pavimento smise di tremare si arrestò davanti a quello che sembrava in tutto e per tutto uno specchio, ma l'immagine riflessa non era la sua bensì quella di Namjoon. 
Ormai spaventato iniziò a chiamarlo a gran voce battendo le mani sulla superficie fredda, ma anche in quella situazione l'amico non aveva fiatato non gli aveva rivolto nemmeno uno sguardo, forse non potevano sentirlo!
Guardandosi intorno notò un pezzo di parete rattoppata e chinandosi velocemente per forzare le assi in legno scorse la figura di Yoongi seduta su una poltrona.
<< Yoongi >> gridò tentando inutilmente di attirare la sua attenzione mentre le fiamme inghiottivano velocemente l'intera stanza, il fumo iniziava ad insinuarsi anche nei polmoni del giovane costringendolo ad allontanarsi a gattoni tossendo e strofinando gli occhi irritati.
'Non di nuovo' pensò il giovane in lacrime accasciandosi completamente al suolo, un ombra scura si fece spazio fra il fumo denso e quando gli fu più vicina  riuscì a scorgere la maschera in madreperla dipinta e lo scintillio di un pugnale.
<< Metuendum semper esse scias, quem tatum velis >> ripeteva sottovoce avanzando minaccioso, ma proprio quando stava per scagliarsi contro di lui aprì gli occhi.





 

Alzò il busto di scatto e portò una mano tremante alle tempie che pulsavano incessanti, si trovava nella sua stanza coperto da una spessa patina di sudore.
Era stato l'incubo più vivido che avesse mai provato in vita sua e spostandosi piano sulle gambe ancora ridotte in gelatina tentò di aprire le imposte per far entrare un filo d'aria.
Con la coda dell'occhio scorse una figura avvicinarsi alle stalle, quando ebbe finalmente messo più a fuoco riconobbe Amara.
Scese gli scalini di fretta domandandosi cosa stesse facendo a tarda notte con uno zaino in spalla, attento a non farsi notare seguì la ragazza a debita distanza per controllare le sue azioni, infatti ella ignara della sua presenza terminò di sellare il cavallo regalandogli piccole carezze di tanto in tanto.
Quando fece strada al cavallo guidandolo dalle briglie la realizzazione di cosa stesse accadendo lo investì come un treno in corsa, attinse velocemente dal baule delle armi raccogliendo una balestra di precisione solitamente utilizzata per la caccia e una pistola carica.
Mentre osservava Amara salire sul dorso dell'animale la delusione tramutata velocemente in rabbia aveva iniziato a pervadere il suo corpo, tolse la sicura deglutendo e richiamò la sua attenzione con un fischio.

Mentre osservava Amara salire sul dorso dell'animale la delusione tramutata velocemente in rabbia aveva iniziato a pervadere il suo corpo, tolse la sicura deglutendo e richiamò la sua attenzione con un fischio

Ella si voltò di scatto capendo di essere nei guai, batté i tacchi sui fianchi del destriero incitandolo a correre veloce lontano dal pericolo.
Il cuore della ragazza quasi rallentò la sua maratona quando udì il sibilo della freccia fin troppo vicino al suo orecchio, Jeongguk l'aveva sfiorata di proposito quello infatti era un avvertimento.
Diede altri colpetti incitandolo vocalmente a dare di più, ma qualcosa andò storto Raven inciampò crollando rovinosamente a terra sbalzando Amara un metro più avanti. 
Aveva sbattuto la schiena e la nuca ma non poteva permettersi di farsi fermare dal dolore, appena la vista le tornò quasi del tutto e riuscì a prendere un respiro, rotolò su un fianco prima di congelarsi sul posto.
Orrore, per la prima volta provò un sentimento lacerante nel vedere il suo fidato cavallo con una freccia conficcata nell'articolazione del ginocchio della zampa anteriore probabilmente spezzata durante la caduta e un altra all'altezza della giugulare.
La sofferenza che l'animale stava provando in quel momento non era minimamente paragonabile a quella provata sulla sua pelle a seguito della caduta, tentò invano di alzarsi in piedi ma poi gattonò fino al suo muso.
Con mani tremanti lo accarezzò raccogliendo le calde lacrime scintillanti << Raven no.. no no nooo mi dispiace piccolo mi dispiace così tanto, è tutta colpa mia.. >>.
Udendo il crepitio del terriccio sotto i pesanti scarponi alzò la testa di scatto portando istintivamente la mano alla caviglia per sganciare il coltello dal fodero, ma il corvino la derise 
<< che vuoi fare Amara? Batterti corpo a corpo nella speranza di uscirne indenne e camminare per giorni prima di raggiungere il centro abitato più vicino? >>
spazientita gettò il coltello ai suoi piedi sputando velenosa << come hai potuto fare del male a Raven? >>
Jeongguk posò la balestra a terra estraendo la pistola dalla fondina e rivolgendole uno sguardo glaciale disse  << hai ragione avrei dovuto colpire il fantino in fuga >> per poi continuare << hai mezzo minuto per salutare il tuo cavallo prima che ponga fine alle sue sofferenze >>.
Si inginocchiò appoggiando la fronte  al muso del cavallo ansimante e lo accarezzò per l'ultima volta prima di allontanarsi di qualche passo e voltarsi.
Lo sparo riecheggiò nella notte seguito da un sottile 'riposa in pace' pronunciato dal ragazzo.
Amara strinse i pugni lungo i fianchi cercando di respirare normalmente mentre il ragazzo radunava le frecce insanguinate e le armi.
Si parò meccanicamente di fronte a lei e distogliendo lo sguardo la prese per il polso riuscendo a portare il suo braccio destro dietro la propria nuca, facendo poi leva sulle gambe riuscì a caricarsela in spalla senza troppi sforzi. 
Amara non si era mossa di un millimetro né aveva avanzato proteste dopo che il moro ebbe assicurato la sua presa circondandole saldamente le gambe con un braccio, chiuse gli occhi per tutto il tragitto pensando a ciò che era appena successo.
Jeongguk la posò a terra poco finemente in quella che sembrava una cella d'isolamento nel seminterrato, alzò istintivamente la mano prima di stringerla in un pugno e serrare la mascella, chiuse con una mandata la porta metallica e se ne andò sbattendo quella in cima alle scale.
<< Ho mandato tutto a puttane >> pronunciò lei in un sospiro spostando i capelli lunghi per stendersi  completamente sul pavimento sporco e freddo.








 

Il tintinnio prodotto dallo sfregamento di un oggetto in acciaio contro le sbarre in ferro, risvegliò la ragazza dal suo assopimento, Hoseok di fronte a lei poggiò un vassoio a terra rivolgendole uno sguardo deluso.
Non proferì parola, non c'era nulla da dire in quella situazione, non si azzardò a toccar cibo sentendo di non meritare nemmeno un briciolo della loro pietà.
Erano troppo differenti, se ne sarebbero presto accorti!
Se non fosse stato per l'infelice finestra sprangata non avrebbe distinto la notte dal giorno in quella enorme cella fredda.
Di notte si intratteneva osservando come la pallida luce lunare illuminasse le sue mani tese verso l'alto mentre ascoltava il canto delle civette, di giorno invece passeggiava avanti e indietro per sgranchirsi le gambe ma soprattutto coprire il suono incessante prodotto delle cicale accaldate.

Di notte si intratteneva osservando come la pallida luce lunare illuminasse le sue mani tese verso l'alto mentre ascoltava il canto delle civette, di giorno invece passeggiava avanti e indietro per sgranchirsi le gambe ma soprattutto coprire il su...

Al quinto giorno stanchezza, fame, disidratazione e la poca pazienza che le era rimasta cominciarono ad avere la meglio, per tenersi occupata e vigile iniziò a canticchiare melodie insensate proseguendo con canzoni che le aveva tramandato il padre.
Con le ultime energie in corpo strappò una manica con l'intenzione di raccogliersi i capelli.
<< I used to think that the day would never come..
I'd see delight in the shade of the morning sun..
My morning sun is the drug that brings me near
To the childhood I lost, replaced by fear..
I used to think that the day would never come..
That my life would depend on the morning sun......
The d-ay woul-d never come...mmnh mmnh mnh~ >> biascicò finendo di legare i capelli in una coda alta per poi appoggiarsi al muro chiudendo gli occhi.
<< Ti sei adattata bene alla vita da detenuta... >> affermò la voce grave di Taehyung dalla parte opposta delle sbarre, accennò ad un ghigno sfregandosi il viso << non avevo alternative dopotutto il mio 'piano' è fallito >> rispose mimando le virgolette con le dita.
Minuti di silenzio proseguirono prima che il riccio si accomodasse su una sedia per schernirla meglio
<< sai quando mi hanno messo al corrente di ciò che era successo quasi sono scoppiato a ridere in faccia al povero Jeonggukie ancora sconvolto.. .>> rise ricordando l'episodio risalente ad un paio di giorni prima << rubare un cavallo per scappare verso la città mi sembra fin troppo disperato anche nella tua situazione, Amara >> scandì bene facendole notare il dispiacere nella sua voce.
Annuì piano sbattendo le palpebre poco prima di chiudere definitivamente gli occhi.
<< Amara? Amara hey..Ama- >> la voce le giungeva ottavata, ritrasse il braccio dalla mano del giovane scuotendo il capo per scacciare il torpore che si era appropriato del suo corpo.
<< Mi sono addormentata? >> chiese  sentendo la bocca impastata, il ragazzo sospirò prendendola per le spalle per aiutarla a mettersi composta << sei svenuta..da quanto non riposi o bevi un sorso d'acqua?Non è lasciandoti andare che otterrai il benestare per tornare alla Capitale, torna in te per favore! >>.

La mano della ragazza si mosse contro il suo volere e i suoi polpastrelli sfiorarono le linee intricate che soggiornavano sul collo del maggiore, lasciandolo perplesso                    

La mano della ragazza si mosse contro il suo volere e i suoi polpastrelli sfiorarono le linee intricate che soggiornavano sul collo del maggiore, lasciandolo perplesso.
Allontanandosi dalla sua figura leggermente a disagio spiegò 
<< ah questo..? Immagino che nella capitale non ci siano molti scarti della società come me, è una stigma precisamente quella degli assassini >>
Amara non mostrò alcuna sorpresa alle parole pronunciate anzi lo esortò a continuare domandando senza censure quanto tempo avesse passato in carcere e chi avesse ucciso 
<< ho ucciso mio padre quando ero ancora minorenne -prese un respiro- è la prima volta che lo dico ad alta voce dopo essermi costituito... ho passato quasi un anno in riformatorio poi mi hanno tatuato e rimesso in libertà, portare questa dovrebbe essere la punizione peggiore, ma non trovi sia un motivo artisticamente troppo bello per ciò che ho commesso?! >> rise un po' prima di tornare serio quasi malinconico
<< ma che ne sa una ragazza cresciuta nella bolla di come va a rotoli il mondo là fuori >>.
I denti della giovane sfregarono tra di loro provocando un rumore fastidioso << stronzate >> pronunciò infastidita << ho solo avuto successo nel nascondere al sistema gli scheletri nel mio armadio, Taehyung >> affermò con fermezza rivolgendogli uno sguardo infuocato.
A porre fine alla loro battaglia di occhiatacce fu la forza con la quale Jeongguk batté la porta principale quasi scardinandola e i suoi passi pesanti sulla stretta scala che portava al seminterrato.
Di fronte alle sbarre agitò un pezzo di carta sgualcito con occhi sbarrati viso paonazzo e le vene pronunciate ad incorniciare il suo collo 
<< CHE SIGNIFICA QUESTO? >> ringhiò premendo il palmo contro una traversa nel disperato gesto di avvicinare il biglietto alla vista dei due seduti a terra. 
 





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Welcome to my little corner in the sky 


L'avete capito che inconsciamente i ragazzi stavano facendo tutti lo stesso sogno, ognuno dalla propria prospettiva?
Ebbene sì mi sono ispirata alla Fake Love era e soprattutto all'ultimissimo video di Stay Gold! 
Che ve lo dico a fare, mi sento in colpa come se avessi personalmente tradito la fiducia del maknae, però vorrei farvi notare come lui abbia risolto la situazione con freddezza quasi maniacale e vorrei esortarvi a tener quella scena salda nella vostra memoria ancora per un po'..👀
Scrivendo questo capitolo mi sono tolta circa la metà dei 40 giorni di frustrazioni ansie e situazioni potenzialmente pericolose accumulate sul posto di lavoro, quindi alla fine è proprio vero che non tutto il male vien per nuocere HAHAHAH 
( I'm lightening the mood just joking guys, please don't come for my neck  😂)
Dunque vediamo.. ah sì per chi non avesse studiato latino, come la sottoscritta, questa è la traduzione delle parole pronunciate dal tipo inquietante mascherato: 'Occorre sempre stare all'erta se desideri esser tranquillo' in poche parole stai sempre in guardia!

Se può interessarvi ho realizzato una 'cover' se così possiamo definirla, interpretando la scena in cui Amara canticchia legandosi i capelli ormai completamente fuori di sé, insomma non è nulla di che però vorrei condividerla con voi attraverso il mio account di Twitter.. 
https://twitter.com/bluem00n7/status/1283852643656519682?s=20

Altrimenti ascoltatevi la cover originale di Lotte Kestner della famosa canzone dei New Order, a questo link

https://youtu.be/girKHerKXUg

Ho appreso che i gamer la conosceranno come la canzone de 'the last of us part 2' in ogni caso ascoltate buona musica da bravi bambini ahaha 
E basta credo di avervi annoiato a sufficienza per oggi ahahah se volete parlare un po'...ormai lo ripeto da mesi sapete dove trovarmi (ho pure dato una sistemata al pinned, just saying..)

Remember: be kind and respectful, always 🙏🏻

with love,
Blue Moon 🌘



 

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Capitolo 15
*** ➣그게 말이 돼? (DOES THAT MAKE SENSE?) ***



 

Taehyung si sporse in avanti per riuscire a cogliere cosa ci fosse scritto sul foglio spiegazzato
<< Guk quando leggerai questo messaggio probabilmente ti sentirai ferito, tradito e usato.
Non ti biasimerei se volessi spaccarmi la faccia!
Hai tutto il diritto di essere in collera con me, vorrei solo capissi che non era mia intenzione ferirti, avrei dovuto rendermi più detestabile probabilmente...
Vi auguro di riuscire a portare a termine il vostro obiettivo, purtroppo questa non è la mia battaglia ma la vostra!
Ricordati che non sei il sopravvissuto, l'anello debole o colui che manca di esperienze di vita, tu sei il loro ragazzo d'oro e questo non cambierà mai.
Scusami ancora!
- A. >> 
lesse il messaggio tutto d'un fiato e come se potesse assaporare l'amarezza di quelle parole premette successivamente le labbra in una linea orizzontale distogliendo lo sguardo.

<< TI HO CHIESTO CHE SIGNIFICA QUESTO >> tuonò il ragazzo tentando di aprire la cella senza rompere i chiavistelli involontariamente.

Una risata amara sfuggì dalle labbra della giovane, la quale socchiudendo le palpebre e rispose <>.
<< Non solo mi hai manipolato e mentito costantemente a tutti, hai anche cercato di avvelenarci!
Quella strana stanchezza e sonnolenza è opera tua non è vero?! >> sentenziò incredulo spostando lo sguardo dalla figura dell'amico a quella di Amara, prese un respiro profondo prima di continuare con voce più bassa e spezzata << perché? Dimmi solo perché.. >>, gli occhi di Taehyung guizzarono nuovamente sulla figura minuta appoggiata al muro << Amara di che sta parlando? >> chiese stupito.
Inumidì le labbra prima di parlare
<< l'ho fatto...ho mentito a tutti, ho manipolato Jeongguk e vi ho sottoposti a dosaggi quotidiani di digitale, papavero e belladonna tra le altre erbe sedative. >>
Jeongguk passò freneticamente una mano tra i capelli come se da quel semplice gesto potesse cancellare i recenti avvenimenti o forse addirittura mesi interi di convivenza.
Taehyung invece prese a camminare per la cella come una fiera in gabbia sorreggendo il proprio capo con le mani intrecciate dietro la nuca.
<< Credevamo in te, Amara. >> sussurrò il ragazzo dai capelli ricci guardando fuori dalla finestra. 
<< Non sono incosciente! Era tutto finemente calcolato, avreste comunque ripulito il vostro organismo in fretta non sottoponendovi più ai dosaggi quotidiani! Io..dovevo andarmene non potreste capire in che guaio vi siete cacciati portandomi qui >> rispose Amara mettendosi in piedi debolmente.
Jeongguk ancora accecato dalla rabbia, strinse in un pugno il colletto della sua maglia impolverata.
'Fallo!' sembravano implorare gli occhi della giovane, perché Amara forse non era in grado di provare dei sentimenti come qualsiasi altro umano ma sapeva benissimo che ciò che aveva fatto era sbagliato e degno di punizione.
Mentre entrambi ragionavano su come comportarsi la voce di Namjoon echeggiò fra le quattro mura << lasciala andare gukie >> aveva detto atono.
Senza farselo ripetere mollò la presa   stendendo il tessuto appeso alle spalle con i palmi, gesto che non passò inosservato ai presenti.
Seokjin sorpassò gli amici e con estrema gentilezza la prese in braccio dicendole << Cosa mi combini passerotto? Ci ho messo giorni per convincere Namjoon a farti uscire da qui, vieni ti rimetto in sesto >>.
Appoggiò la tempia al petto del medico sfinita, in 22 anni di vita non aveva mai incontrato nessuno che l'avesse trattata così e lei non aveva fatto altro che tramare alle loro spalle e usarli per scopi poco nobili.





 

Gli unici contatti umani che ebbe in quel periodo si limitarono alla severa insistenza degli interrogatori nella yurta, oppure alle ore passate a sonnecchiare o leggere in compagnia di Jin in clinica.
Il quale dopotutto, sembrava esser rimasto l'unico a sopportarla.
Le raccontò di aver trovato un modo per invertire il processo del Dirac, per questo motivo se ne sgattaiolava via periodicamente.
Fino a quel momento era riuscito a recuperare e tener sotto controllo circa una cinquantina di 'cavie', Amara stessa aveva dato il suo consenso per testare se la reversione fosse possibile anche su un soggetto dalla modifica congenita. 
Quel mattino all'alba Seokjin aveva radunato il necessario e dopo aver salutato la giovane era partito con lo stesso entusiasmo che Flaming aveva potuto provare riscontrando effetti positivi nell'uso della penicillina.
Di fronte alla finestra della propria camera invece Amara aveva provato quella sensazione strana alla bocca dello stomaco: non era fame, dolore o nausea, era ansia! 
Con il passare delle giornate la sensazione si affievolì lasciando solo un vago ricordo del fastidio provato, ma in quel campo sotto il sole cocente delle due del pomeriggio tirava un aria pesante intrisa di negatività.
Mentre era chinata a fasciare gli steli di erba tardiva che avrebbero soffocato il raccolto, udì un boato seguito da un frastuono e dalle urla dei lavoratori.
Si tirò dritta sgranchendosi la schiena e osservando la cortina di fumo che si ergeva sopra al trattore munito di falciatrice ribaltato su un lato, corse calpestando il grano maturo incurante dei danni che avrebbe procurato fino a raggiungere il luogo del misfatto.
Ormai a pochi metri di distanza scorse alcuni uomini intenti a provare a sollevare il macchinario pesante <> intimò loro gridando ripetutamente. 
Sì gettò ai piedi della macchina infernale ancora in fiamme cercando di prestare soccorso al povero malcapitato, rimase folgorata dalla scena macabra dinnanzi ai suoi occhi, un pezzo metallico danneggiato dall'incidente era conficcato nel quadricipite femorale del povero Namjoon il quale sembrava piuttosto debilitato a causa della forte emorragia in corso. 
Sapeva perfettamente che sollevare il macchinario avrebbe soltanto contribuito ad uccidere l'uomo più velocemente, così strappò un pezzo della camicia da lavoro premendola sulla ferita che continuava a sgorgare come un fiume in piena.
<< Namjoon rimani cosciente faremo di tutto per aiutarti finché non arriverà Jin >> disse premendogli una mano sulla guancia, annuì debolmente non riuscendo a formulare nessun pensiero coerente. 
Avvicinò l'orecchio al suo petto per auscultare il cuore e individuare eventuali problemi respiratori, probabilmente non fu mai così sollevata nel vedere con la coda dell'occhio arrivare gli altri di corsa per sostenere l'amico.
Hoseok si fiondò subito a dare un po' d'acqua fresca al ferito, mentre Taehyung e Yoongi aiutarono gli uomini a spegnere il motore che ancora ardeva.
<< Spostati >> affermò Jeongguk con voce piatta cercando di scostare la giovane dalla posizione pericolosa in cui si trovata, Amara scosse la testa premendo più forte sulla ferita << rimarrò qui a fermare l'emorragia, fidati di me per un ultima volta e vai ad aiutare gli altri a radunare il necessario per spostare Namjoon in sicurezza >> rispose sinceramente guardandolo negli occhi.
<< Jin farà il possibile per arrivare velocemente, ha chiesto di iniziare a raccogliere il sangue necessario per una trasfusione e una riserva.. nel caso le cose si mettessero male >> aggiunse Jimin con il fiato corto mentre le passava le garze imbevute per tamponare.
Taehyung chinandosi al capezzale dell'uomo cominciò a raccontare delle storielle accarezzandogli i capelli con fare fraterno, poi notando la fronte imperlata di sudore della ragazza poco gentilmente la costrinse a prendersi una pausa.
Sgusciando da sotto i pesanti arti metallici resi roventi a causa del sole, raggiunse la borsa che conteneva le grandi ampolle per lo stoccaggio del sangue, strinse con i denti il laccio emostatico attorno al braccio sinistro e impugnò gli arnesi.
<< Joon di che gruppo sanguigno sei? >> chiese disponendo gli strumenti e ricevuta la flebile risposta che stava cercando ringraziò mentalmente la genetica per avergli donato uno dei gruppi meno schizzinosi in materia di trasfusione.
Una mano fresca e pallida si posò sul suo polso << lascia che ti aiuti ho una gran dimestichezza con gli aghi >> disse Yoongi con fare allusivo trafficando con una enorme siringa, individuata la vena assicurò l'ago con un pezzo di scotch e ripose la propria mano sul palmo della ragazza intimandole di stringerla di tanto in tanto. 
Erano passate circa tre ore dall'incidente, il sole cominciava a perdere d'intensità e il morale della comunità sprofondava nello sconforto minuto dopo minuto attendendo l'arrivo del dottore.
I ragazzi raccolsero circa 4 litri di sangue, ma la trasfusione andava effettuata al più presto altrimenti il sangue si sarebbe deteriorato nonostante l'abbondante quantità di ghiaccio per tenerlo fresco.
Improvvisamente i parametri vitali precipitarono, mostrando una sofferenza cardiaca non indifferente, stava andando in arresto cardiaco! 
Amara si precipitò a sistemare il capo di Namjoon in ipertensione aprendo così maggiormente le vie aeree supportata da Jimin che attendeva istruzioni tremante.
<< Non c'è più tempo dovete tagliare il pezzo conficcato nella sua gamba non so per quanto riuscirò a mantenerlo in vita così..Jimin dovrai soffiare aria nei suoi polmoni devi esser pronto! >> proclamò inginocchiandosi lungo il fianco della vittima e dopo aver ricevuto un cenno dal ragazzo, posizionò il palmo al centro del torace intrecciando le dita con l'altra mano e tenendo le braccia rigide perfettamente perpendicolari effettuò una serie di 30 compressioni prima di arrestarsi.
Jimin tappò il naso a Namjoon e si chinò a soffiare nella sua bocca per circa un secondo osservando di sottecchi il suo torace espandersi e sgonfiarsi poco dopo.
Continuarono così per altre tre serie,  mentre gli uomini tagliavano con un laser di precisione l'oggetto contundente estraneo al corpo del giovane uomo, ma purtroppo Namjoon non sembrava dare segnali positivi.
Ormai stanchi ignorando i rumori circostanti iniziarono l'ultima serie con più disperazione nei gesti da parte di entrambi. 
Due braccia forti cinsero la vita della ragazza nello sconfortante gesto di allontanarla dal suo corpo, si dimenò osservando Jimin venire trascinato via da Hoseok nella stessa maniera. 
I pianti e le urla dei presenti giungevano alle sue orecchie ottavate, stava accadendo realmente, Namjoon stava morendo di fronte ai suoi amici! 
Improvvisamente si rese conto della presenza di Seokjin intento a dare degli ordini agli altri e iniettare quella che chiunque avrebbe dedotto essere epinefrina vista la situazione.
Amara invece come drogata della sostanza opposta iniziò ad accusare la delirante stanchezza di una giornata di lavoro, di un litro in meno di sangue e di sforzi immani per tenere in vita una persona, il tutto concentrato in poche frazioni di secondo.
Pochi istanti dopo si abbandonò sfinita contro il petto di chi ancora la cingeva fra le braccia.


 

Quando riapri gli occhi scorse le ormai note macchie dalle forme disparate sul soffitto di camera sua, lentamente puntando i gomiti riuscì a mettersi seduta, ma provando una forte pressione alla testa mugugnò lamenti incomprensibili attirando l'attenzione della sentinella che dormicchiava sulla sedia accanto al suo letto.
<< Ti sei svegliata finalmente.. >> asserì Yoongi con voce impastata dal sonno << muoviti lentamente hai respirato a lungo le esalazioni del trattore in fiamme per qualche giorno ancora ti sentirai stanca e frastornata secondo Jin >> aggiunse porgendole un bicchiere d'acqua.
<< Nam.. >> domandò con incertezza prendendo il bicchiere, l'uomo si strinse nelle spalle rendendo la sua figura ancora più minuta << è sopravvissuto, al momento è in coma farmacologico, senza il tuo intervent- >> non fece in tempo a terminare la frase perché la mano sudata della ragazza finì dritta sulle sue labbra facendogli sbarrare gli occhi.
<< Ho solo fatto il necessario >> disse scuotendo il capo contrariata prima di aggiungere << puoi aiutarmi a raggiungere la cappella? >>.
Il tragitto fu così silenzio da risultare imbarazzante, di fronte alle porte del centro multi religioso grattandosi la nuca palesemente a disagio il giovane dichiarò << l'idea di entrar dentro non mi fa sentire a mio agio, non sono mai stato particolarmente religioso ma so che dovrebbe essere un momento di raccoglimento personale dunque ti aspetterò qui e.. volevo anche scusarmi per averti assalita ingiustamente tempo fa >> concluse puntando le iridi scure in quelle chiare di Amara << è acqua passata >> rispose lei sorridendo.


 

Suo padre le aveva insegnato a risolvere i problemi utilizzando il ragionamento e l'intuito, ma di fronte ad una scarsissima probabilità di risveglio per Namjoon non le restava altro che l'effimero tentativo di un monologo al vento come quello di ...                    

Suo padre le aveva insegnato a risolvere i problemi utilizzando il ragionamento e l'intuito, ma di fronte ad una scarsissima probabilità di risveglio per Namjoon non le restava altro che l'effimero tentativo di un monologo al vento come quello di una preghiera.
Dio non esisteva, la religione era basata sull'ingenuità umana del riporre aspettative in una entità superiore in grado di salvare e condannare secondo validi principi morali.
Era conscia che non avrebbe risolto nulla rimanendo inginocchiata in quel banco a ripetere frammenti di preghiere salvati dal dimenticatoio mentre sgranava le perle di un rosario, ma l'atto in sé le infondeva speranza.
E in quel momento era l'unica cosa di cui avesse bisogno!
Passarono lunghissime giornate in cui non fece altro che pregare e fissare Namjoon la quale vita era appesa letteralmente ad un filo, lo stesso uomo supponente e caparbio che da quando era arrivata aveva sempre frapposto una barriera fra i due lasciandosi incantare ben poco, giaceva inerme in quel letto intubato e collegato a macchinari obsoleti di dubbia provenienza.
Anche nella quiete della propria stanza Amara continuava ad udire il 'bip' seguito da interminabili momenti di silenzio e poi ancora 'bip', silenzio.
Al termine di quella settimana sarebbe stato opportuno tentare il risveglio nella buona o cattiva sorte.
Sarebbe andato tutto bene?



 

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Welcome to my little corner~

In concomitanza con i primi teaser dell'imminente comeback dei ragazzi, io vi schiaffo qua un capitolo super angst ad alta tensione (non odiatemiii)!
Che ne pensate?
Riuscite ad indovinare come si metteranno le cose, una cosa è scontata ma per il resto...qualche intuizione?
Amara sta cambiando!
C'è forse speranza anche per il resto dell'umanità?
I ragazzi riusciranno davvero nella loro impresa?!
Lo scoprirete solo seguendomi pazientemente 😅

Ringrazio tutte le persone che con immensa pazienza mi seguono da marzo, ringrazio chi si è aggiunto recentemente ed ha mostrato segni di apprezzamento ma ringrazio anche tutti quei lettori nell'ombra 🙏🏻❤️
Presto le mie due settimane d'ozio finiranno e tornerò a sclerare male al lavoro, MA GIURO che farò il possibile per aggiornare al più presto e pubblicare i prologhi delle storie future (ce la puoi fare!).

Non so se avete sentito ai telegiornali o letto online cosa sta accadendo nel mondo recentemente, è uno strazio saper di essere qui protetta fra le quattro mura di casa mentre là fuori rischi la vita protestando pacificamente!
Viviamo in un mondo pieno di 💩, che strazio.

Rinnovo la mia disponibilità assoluta per una chattata qui oppure su Twitter, ho pure CuriousCat se volete farmi delle domandine in anonimo 👀

Remember: be kind and respectful, always 🙏🏻
with love,
Blue Moon 🌘

P.s.: è appena uscito il post ufficiale del concerto dei Bangtan che si terrà 10/11 Ottobre online (per i dettagli affidatevi al comunicato stampa ufficiale che uscirà sicuramente a breve) !!
Bighit: 

: è appena uscito il post ufficiale del concerto dei Bangtan che si terrà 10/11 Ottobre online (per i dettagli affidatevi al comunicato stampa ufficiale che uscirà sicuramente a breve) !!Bighit:                     

Io: * inhales* 🅰️🅰️🅰️🅰️🅰️🅰️🅰️🅰️🅰️🅰️🅰️🅰️


 

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Capitolo 16
*** ➣ I NEED U ***







<< Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai >>
 lesse ad alta voce Amara inclinando la testa di lato per far scrocchiare il collo.
<< Hemingway? >> interruppe il silenzio una voce profonda proveniente dall'uscio facendo sussultare lievemente la ragazza sulla sedia la quale annuì mostrando la copertina de 'Il vecchio e il mare'.
<< Dovresti andare a riposare è ormai l'alba >> asserì Yoongi appoggiato a braccia incrociate allo stipite della stanza di Namjoon, Amara spostò lo sguardo verso la finestra sospirando, il timido sole iniziava a far capolino da dietro le montagne tingendo l'ambiente circostante di un pallido pesca.
<< Ti avviseremo subito non ti preoccupare >> aggiunse posando una mano sulla sua spalla, l'espressione restia sul suo viso era difficile da mascherare si alzò piano ricambiando il gesto con un sorriso impercettibile.

Sbadigliò facendo ritorno alla sua stanza, era questione di ore ormai si sarebbe potuto svegliare in qualsiasi momento, o almeno questa era la speranza a cui tutti si aggrappavano da quando Jin aveva deciso di interrompere le somministrazioni di barbiturici. 
Per quanto tutti cercassero di nasconderlo quelle settimane di attesa erano state sfiancanti, lo si poteva notare dalle occhiaie e borse sotto gli occhi o dai profondi tetri sospiri che lasciavano le labbra di chiunque. 




 

<< Mara!! >> 

Mara, da qualche tempo avevano iniziato a chiamarla così non aveva mai avuto nessun diminutivo prima, la testa della giovane scattò nella direzione dei bambini che si prendevano una pausa dallo studio prima dell'ora di cena << Namjoon.. >> pronunciarono a malapena e il riflesso fu involontario, lasciò cadere a terra i fogli che stava correggendo, corse come un fulmine rischiando di tramortire altre persone accorse nel corridoio per sincerarsi delle sue condizioni.
Si poggiò al muro cercando di ricomporsi osservando i sorrisi e le lacrime di sollievo dei presenti, ricevette qualche pacca sulle spalle e dei ringraziamenti che la lasciarono pensierosa a bocca serrata.
Osservò Taehyung e Jeongguk sorpassarla a testa bassa stretti in un abbraccio, contemplò brevemente l'idea di fermarli ma le braccia di Hoseok strette intorno alla sua figura furono sufficientemente pietrificanti, ricambiò l'abbraccio sentendolo tremare e singhiozzare notando la mano di Jimin accarezzare la testa del maggiore. 
<< Posso...>> sussurrò incerta chiedendo il permesso per entrare, Hoseok la lasciò andare stringendo la mano dell'amico, alzò dunque una mano tremante per bussare alla porta ma si bloccò a contemplare Yoongi ridacchiare con il paziente mentre Seokjin annotava alcuni parametri sulla cartelletta. 
Probabilmente l'uomo era ancora in collera con lei per la tentata fuga ma era così sollevata di vederlo cosciente e sorridente nonostante fosse fisicamente provato dalla situazione.
Trascinò i piedi portandosi al centro della stanza e quando finalmente incrociò lo sguardo di Namjoon un sorriso apparve sul suo viso nonostante la sensazione opprimente che sentiva al petto.

<< Okay io ho concluso, vecchio mio per esser tornato recentemente dal mondo dei non-del-tutto-morti sei sano come un pesce >> annunciò il medico ridacchiando e infilando le mani nel camice facendo poi un cenno col capo al moro il quale iniziò ad abbandonare lentamente il fianco dell'allettato.
Seguirono interminabili minuti di silenzio in cui entrambi contemplarono la presenza dell'altro nella stanza senza aggiungere nulla << c-così sei..>> bofonchiò lui con voce roca tra un colpo di tosse e l'altro causati dal respiratore e sondino naso gastrico tolti giorni prima << sono la tua salvatrice... ironico vero? >> ammise porgendogli come appiglio il proprio braccio per sollevare un po' di più il cuscino sotto la sua testa.
Namjoon rise di cuore stringendo debolmente la sua mano e Amara appoggiò la fronte alla sua godendosi il pizzicore dei propri occhi e il nodo alla gola che la facevano sentire umana come gli altri, in quel momento dei banali ringraziamenti sarebbero risultati superflui invece il silenzio era per loro sufficientemente confortante. 

<< Voglio aiutarvi davvero e non importa se finirò disintegrata al suolo in un laboratorio della capitale >> si lasciò sfuggire Amara rompendo il silenzio e l'uomo in quel momento non poté dubitare delle sue parole, per la prima volta la sincerità traspariva nelle sue lucide iridi verdi.










 

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Il crepitio di alcuni legnetti sotto il peso degli scarponi fece voltare il lupo nella direzione dell'uomo, allontanandosi così dalle carezze di Amara




Il crepitio di alcuni legnetti sotto il peso degli scarponi fece voltare il lupo nella direzione dell'uomo, allontanandosi così dalle carezze di Amara. 
Agli occhi di Jeongguk Amara era sempre risultata affascinante non perché fosse bella o estremamente intelligente, ma perché in qualsiasi situazione sembrava esser sempre pronta ad affrontare il peggio.

<< Stai facendo agitare Willow >> affermò avvicinando nuovamente la sua mano al corpo dell'animale per accarezzarlo << ti sei fatta un nuovo amico >> aggiunse la voce piatta del moro facendola ridere prima di replicare con sarcasmo << non ho avuto molta scelta, sai hai ucciso il mio migliore amico >>.
Jeongguk sbuffò lievemente accomodandosi su un tronco reciso << mi perdoneresti se sapessi la verità? >> domandò giocherellando con uno squarcio nella tela color salvia dei suoi pantaloni, sembrava fin troppo dispiaciuto per l'accaduto e questo comportamento era nettamente in contrasto con i segnali di grande astio che aveva inviato nelle settimane precedenti, Amara decise di sedersi alla sua sinistra e ascoltare cosa aveva da dire.
<< Ho la sensazione che tu non mi stia chiedendo di perdonarti per il martirio di Raven >> rispose la ragazza ironica e evasiva osservando la sua mascella contrarsi << mi racconteresti davvero la verità se te lo chiedessi? >> domandò astutamente spostando lo sguardo verso gli ultimi raggi che facevano capolino dietro gli alberi al tramonto.
Un sospiro tremante uscì dalle sue labbra e ammise << sì... credo di dovertelo, non sono mai stato d'accordo sul nasconderti questo particolare >> Amara fallì nel rimanere seria a lungo, scattò in piedi poggiando una mano sulla testa del moro accarezzando piano i suoi capelli rassicurandolo << sei adorabilmente leale Jk, ti prometto che non me la prenderò con te ma non posso assicurarti nulla per i tuoi amici >>.
Si sentì compiaciuta nell'esser riuscita a strappargli un sorriso, i due rientrarono per prepararsi alla cena con la promessa che ne avrebbero discusso tutti insieme al termine di essa.

Cosa mai avrebbero potuto nasconderle di così grave?











 

Avvicinandosi alla yurta udì il vociare proveniente dal gruppo, parlavano coreano e non poteva nemmeno indovinare dal timbro di voce a chi appartenessero le voci, prese un sospiro e spalancò la porta il legno di faggio facendo immediatamente azzittire e voltare a disagio il povero Jimin.
<< Allora?>> domandò prendendo posto sulla sedia vuota stendendo poco aggraziatamente le gambe incrociate sullo spigolo del tavolo guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Namjoon al quale sorrise aggiungendo << il bastone ti dona >>.
<< Okay prima che possiate saltarvi alla gola a vicenda credo sia il momento di mostrarle il filmato >> anticipò Hoseok indicando l'oggetto ovale che teneva fra le mani, lo posizionò al centro del tavolo.
Un fascio di luce illuminò la stanza brevemente, poco a poco il minuscolo marchingegno ricreò un salotto spoglio una donna dai capelli rossi sedeva al centro della stanza completamente immobile, strinse i pugni osservando la figura prender vita.

" Ciao Amara, se stai vedendo questa registrazione significa che Taehyung ti ha trovata e ti ha portata lontana dalla Capitale " pronunciò l'ologramma voltandosi poi brevemente nella direzione dell'uomo brizzolato che sorrideva " sorpresa! " esclamò prendendo anch'esso posto sul pavimento " ti ricordi ancora di me? Sono passati quasi una decina di anni dall'ultima volta che ti ho visto, Valerian avrà sicuramente dato il peggio di sé in questo lasso di tempo non è vero?! " ridacchiò brevemente prima di passare i palmi delle mani sul volto probabilmente tentando di nascondere le lacrime.

Non provò nessuna compassione vedendo il padre piangere, era sparito dalla sua vita quando ancora era una ragazzina.

" Le cose non sarebbero dovute andare così " richiamò la voce femminile distraendola dal suo digrignare i denti " non era nostra intenzione sparire per così tanto tempo, abbiamo dovuto adattarci ai cambiamenti. Presto ci rivedremo e potrai avere tutte le risposte che stai cercando, devi solo fidarti dei ragazzi. Fidati di loro Amara! " aggiunse prima che la comunicazione si interrompesse.

La ragazza lasciò cadere con un tonfo le gambe appoggiando i gomiti al tavolo per sorreggere la testa fra le mani, ravviò i capelli meccanicamente e sospirò pesantemente.

<< Amara..>> provò a pronunciare Taehyung venendo immediatamente interrotto dalla voce seccata di lei << fammi indovinare, era tutta parte del piano non è così? Portarmi qui, istruirmi e poi farmi ricomparire nella Capitale pronta all'azione... quello che non capisco è il motivo per il quale lo sto scoprendo solo ora >>

I presenti rimasero impietriti dall'improvviso sfogo essendo abituati alle sue reazioni pacate, Jimin fece un passo in avanti sorridendole e sussurrando << so che non deve esser facile scoprirlo così, i tuoi genitori hanno fatto una scelta rischiosa ma hanno sempre fatto del loro meglio per tenerti al sicuro ma hai ragione non avremmo dovuto aspettare nonostante l'ordine di tua madre ce lo impedisse >> respirò a fatica udendo quelle parole << mia madre? >> domandò aggrottando la fronte.
Ma certo infondo non aveva mai visto nemmeno una foto della madre, avevano perso quasi tutto in un incendio quando ancora era piccola o così le aveva fatto credere suo padre, a quel punto tutto poteva essere una menzogna.
Nonostante i dubbi continuavano ad ammassarsi nella sua mente realizzò che non era il momento di lasciarsi andare. 
Contrasse nuovamente la mascella sollevando una mano nella direzione dei presenti << ho bisogno... di rifletterci, sì ho bisogno di rifletter un secondo su tutta questa faccenda >> proclamò abbandonando la struttura velocemente.
Allontanandosi riuscì ad udire la frustrazione riversata in una accesa discussione fra i sette.













 

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Strizzò gli occhi respirando pesantemente mentre due energumeni la trascinavano in un vicolo sbarazzandosi del suo corpo martoriato come se fosse spazzatura, quando udì il tonfo della porta si sollevò a fatica utilizzando il muro come sostegno







Strizzò gli occhi respirando pesantemente mentre due energumeni la trascinavano in un vicolo sbarazzandosi del suo corpo martoriato come se fosse spazzatura, quando udì il tonfo della porta si sollevò a fatica utilizzando il muro come sostegno.
Percorse forse un chilometro o due tremando e grugnendo per l'intenso sforzo, a quell'ora solo poche persone vagavano per il quartiere osservandola di sottecchi senza avvicinarsi, non riusciva davvero decidere se fosse per i vestiti malridotti e sporchi di sangue oppure per l'inquietante maschera spezzata a metà che ancora indossava.
Il ronzio nelle orecchie si fece sempre più insistente e i respiri più corti a causa delle lesioni alla cassa toracica che iniziavano a farsi sentire in conseguenza alla diminuzione di adrenalina, cadde pesantemente sull'asfalto umido incapace di muoversi ulteriormente, il sapore metallico del sangue che iniziava a ristagnare nella sua bocca la costrinse a voltare il viso sputacchiando il liquido scuro a terra poco lontano dal suo viso.
Tolse quello che rimaneva della maschera e il riverbero di una risata si fece spazio nel suo petto facendola sussultare lievemente e strizzare gli occhi a causa del dolore, udì dei passi cauti avvicinarsi al suo corpo e qualche battuta scambiata tra i presenti, aprì gli occhi sbattendo più volte le palpebre per aiutare la sua pupilla a mettere a fuoco le immagini annebbiate che la sovrastavano e sorrise notando il volto poco divertito dell'uomo.
Le sue dita fresche si posarono a lato della trachea della giovane controllando i battiti e sospirando spiegò con voce calma << non si preoccupi sono un medico a breve un ambulanza sarà qui, vuole raccontarmi cosa è successo? >> aggiunse inarcando le sopracciglia in modo comico, tossi e deglutì un paio di volte prima di riuscire a pronunciare le fatidiche parole << sono stata rapita >>.





 

My little corner

what's going on?🤭

AYO IM BACK!!
Chiedo scusa per l'interminabile attesa come qualcuno avrà già letto nel precedente aggiornamento dell'altra storia, ho avuto un po' di problemi nei mesi precedenti 😬
Mi rendo conto di aver lasciato la storia con un cliffhanger orrendo, ma ora che sappiamo che Namjoon ha scampato il pericolo ( per ora...) siamo tutti più tranquilli no?!
Il capitolo in realtà era pronto da qualche settimana semplicemente ero molto dubbiosa sul contenuto, ansia da prestazione lol è passato troppo tempo non ricordo più come affrontavo l'ansia degli aggiornamenti prima 🥲
Anyway I'm back for good, I promise! 

Gli ingranaggi finalmente si sono messi in moto d'ora in poi non si scherza più 💀

See you soon ( FOR REAL!) 

Blue Moon 🌘

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Capitolo 17
*** ➣ RUN ***











La realtà dei sobborghi di Euron non era poi tanto diversa da quella del secolo precedente, lontano dall'occhio inquisitore del sistema una fitta rete di illegalità si era conquistata una sufficiente parte del mercato.
I 'mercati di Euron' non erano altro che empori ideali nei quali acquistare una qualifica falsa per accedere alla capitale, armi, droghe di ogni tipo o qualsiasi altro genere di intrattenimento abusivo, era più facile che trovare mezzo chilo di farina. Tutto ciò ovviamente non avveniva alla luce del sole, quanto meno non sempre, una intricata trama di vecchi tunnel abbandonati nascondevano i commerci dalle telecamere poste ad ogni angolo delle vie principali.
Successivamente ad una grande retata nel '91 i 'tecnici' misero a punto la schermatura la quale ripeteva la noiosissima routine di un distretto durante l'arco dell'anno, introducendo delle variabili qui e là per depistare i software di controllo del governo.

Amara era cosciente che a campione le telecamere zoommavano sui soggetti eseguendo una veloce scansione ai lineamenti estrapolando alcuni dati, aveva infatti imparato ad evitare di attirare troppo l'attenzione fin da subito e per lo stesso motivo quel giorno camminava decisa tra i vicoli di Kronštadt evitando gli sguardi dei passanti indossando vestiti da lavoro e visiera che non le appartenevano pretendendo così di passare il più inosservata possibile.
Giunta di fronte alla porta di servizio di un sudicio locale di quartiere bussò a palmo aperto sulla pesante porta in acciaio, captò un leggero strascichio di passi dal capo opposto e fece appena in tempo a ritrarsi quando l'uscio iniziò a rientrare nella parete, d'innanzi a lei una donna sulla quarantina la fissava con entrambe le mani infilate nelle tasche posteriori dei pantaloni, in una delle quali probabilmente nascondeva un arma.

<< Siamo chiusi >> gracchiò sollevando una mano al pannello identificativo per la chiusura che fu precocemente intercettato da quello della giovane << che peccato un caro amico mi ha detto che qui servite il migliore Salvatore's legacy >> propose cautamente Amara osservando il leggero tremolio nella pupilla della sconosciuta << entra >> rispose velocemente assicurandosi che nessuno avesse visto o sentito l'interazione.
<< Che fine ha fatto Joe? >> domandò trascinando lievemente i piedi sul linoleum lucido accarezzando le polverose sedie in velluto verde mentre il suo sguardo vagava sull'arredamento decadente che forse una eternità prima era risultato magnetico, tenebroso e alla moda << è morto, è stato sentenziato per evasione fiscale qualche mese fa >> replicò la voce piatta della bionda.

<< Che fine ha fatto Joe? >> domandò trascinando lievemente i piedi sul linoleum lucido accarezzando le polverose sedie in velluto verde mentre il suo sguardo vagava sull'arredamento decadente che forse una eternità prima era risultato magnetico, ...


La domanda pungente rassicurò immediatamente il buttafuori, la parola d'ordine poteva esser trapelata nei bassifondi ma in pochi conoscevano l'identità del precedente braccio sinistro di Valerian, non si oppose ulteriormente lasciando la ragazzetta prendere le scale che portavano all'attico privato indisturbata.
Con il fiato corto raggiunse il quindicesimo piano all'apparenza sembrava il ballatoio che accoglieva il tipico locale caldaie di ogni vecchio palazzo in zona, bussò impercettibilmente sapendo che l'allarme l'aveva già annunciata ancor prima di accedere all'ultima rampa di scale.
Al di là del portone di sicurezza addobbato di nastri che gridavano al pericolo si trovava il solo ed unico Valerian, per gli amici Valja, un mercenario, un contrabbandiere, un truffatore e nulla di tutto ciò appena citato, egli era un fantasma agli occhi del sistema che da decenni prendeva in giro. 
Quando la serratura fece scattare il pesante muro di titanio spesso due metri fece capolino rivolgendo un sorriso sghembo all'uomo poggiato alla porta di casa con le braccia conserte che indossava soltanto dei pantaloncini sportivi.

<< Привет, папа, как дела? 

(Privët papa, kak dëlá?) >> gridò giocosa osservando la sua espressione mutare da cauta in estremamente sorpresa, imprecò ridendo invitandola velocemente ad entrare nell'abitazione.

<< Che sorpresa vedere la mia figlioccia preferita bussare alla mia porta, posso offrirti da bere Amara? >> domandò entusiasta aggirando l'enorme divano in pelle per recuperare un bicchiere d'acqua dal frigorifero di ultima generazione posto dal l...

<< Che sorpresa vedere la mia figlioccia preferita bussare alla mia porta, posso offrirti da bere Amara? >> domandò entusiasta aggirando l'enorme divano in pelle per recuperare un bicchiere d'acqua dal frigorifero di ultima generazione posto dal lato opposto dell'open space << oh sì magari aggiungici del ghiaccio, sai i miei rapitori mi hanno portata in una comunità piena di persone dolci e carine dove mi sono sentita apprezzata e accettata, ho lavorato sodo ed ora sono tornata in città per una rivoluzione ma grazie per avermi chiesto come sto Valja! >> esclamò lei fingendosi oltraggiata facendo ridere l'uomo sotto i baffi.
<< Qual è il tuo piano piccola guerriera? >> chiese inarcando le sopracciglia in modo comico facendole esalare il respiro dalle narici per sopprimere le risate << intanto per cominciare dovrai nascondermi qui per un po'.. il tempo necessario per trovare il modo per partecipare al game del prossimo fine settimana, dopodiché sarà tutto in discesa >> rispose mimando con la mano.
<< Semmai sarà una lenta salita >> bofonchiò deglutendo il contenuto del proprio bicchiere << presumo che nessuno ancora ti abbia intercettata dal tuo ritorno, non credi sarà piuttosto sospetto il tuo ritorno da un giorno con l'altro senza alcun graffio? >> 

<< Valja Valjia Valjia.. -rimbeccò scuotendo la testa- hai così poca fiducia in questo Alius?! Ho intenzione di partecipare al Game proprio per questo motivo >> aggiunse scrollando le spalle << aspetta.. Amara vuoi perdere di proposito l'incontro? Sei pazza quanto i tuoi genitori, saranno certamente fieri di te -annuì sorridendo-, posso procurarti uno sponsor fittizio e crearti una identità falsa senza problemi ma forse non hai messo in conto che ogni giorno la tua foto compare nella sezione notizie e no, nessuno si è dimenticato della tua scomparsa nella capitale, sappiamo entrambi il genere di sciacalli che si aggira qui! >>

<< per questo motivo mi sono premurata di rivolgermi al capobranco >> offrì provocante per poi precisare << ho pensato a tutto, nessuno scoprirà nulla, perderò il match con dignità e fingeremo che Seokjin mi abbia trovato abbandonata in mezzo alla strada dai rapitori, questa trama manderà in tilt i media e mi procurerà la possibilità di arrivare al cuore pulsante dell'organizzazione, devi solo accettare di aiutarmi >> concluse sicura di sé allungando la mano verso l'uomo accigliato che presto si protese in avanti per stringerla suggellando così il patto più pericoloso in svariati anni di illegalità.













 

<< per questo motivo mi sono premurata di rivolgermi al capobranco >> offrì provocante per poi precisare << ho pensato a tutto, nessuno scoprirà nulla, perderò il match con dignità e fingeremo che Seokjin mi abbia trovato abbandonata in mezzo alla...










Posò con un tonfo uno stivale sul pavimento della sua stanza concentrandosi ad allacciare con forza l'altro, sospirò ed inspirò un ultima volta il mix di polvere e umidità tipico della vecchia caserma che per mesi aveva contribuito a creare in lei un leggero senso di appartenenza al luogo.
Trasalì udendo il fischio colorato e giocoso di Jimin che avvertiva fosse arrivato il momento dei saluti, salutò e strinse centinaia di mani attraversando i corridoi facendosi strada verso l'uscita, una volta giunta sufficientemente lontana dall'edificio rivolse un sorriso e un timido cenno di ringraziamento nella direzione delle persone che si sbracciavano di fronte alle finestre. 
In men che non si dica fu assalita dai bambini che piangevano e scalpitavano per esser presi in braccio ed abbracciati prima della sua partenza, provò uno strano calore all'altezza del petto e dovette schiarire la voce ripetutamente prima di poter fare le proprie raccomandazioni ai piccoli << se non fosse necessario non tornerei mai e poi mai nella Capitale perché sentirei troppo la vostra mancanza, dovete promettermi che sarete obbedienti studierete tanto e giocherete anche un po' per me okay? >> gracchiò accarezzando il viso di una bimba che piangeva disperata << Ricordate tutti cosa dovete fare se qualcuno che non conoscete arriva improvvisamente? >> domandò inginocchiandosi al centro del semicerchio, Aurora annuì << radunerò tutti i bambini e una volta avvisati alcuni adulti scapperemo nella foresta dove Willow e il suo branco non gli impediranno di avvicinarsi a noi! >> strinse la bambina forte e accarezzò la testa di Isaac che si reggeva al vestito della maggiore un po' sconsolato << e tu piccolo ometto non ti azzardare a spiccicare parola finché non ci rivedremo!! Sto scherzando ovviamente, renderesti Jimin davvero felice.. >> affermò guadagnandosi un sorriso sdentato da parte sua.

Voltò il viso di lato notando l'ombra avvicinarsi, si alzò lentamente rivolgendo un ultimo sorriso divenuto presto amaro una volta voltate le spalle al gruppo, ricevette una pacca sulla spalla da parte di Lena strinse gli occhi e proseguì verso i sei ragazzi accompagnata dalla camminata incespicante di Namjoon che con estrema fermezza le cingeva le spalle in un abbraccio.
<< Dunque è un arrivederci? >> suggerì con una punta di disagio voltandosi spesso nella direzione delle persone che iniziavano a ritirarsi per l'ora di cena << un 'a più tardi' più che altro >> si fecero eco l'un l'altro Hoseok e Jimin.
<< È così >> annuì Namjoon << non sono certo di quale valore aggiunto possa apportare un giovane storpio al piano, ma farò del mio meglio e potrai sempre contare sui ragazzi, saranno le tue ombre >> aggiunse scrutando i volti dei presenti ricevendo impercettibili consensi, scrollò le spalle allentando la tensione e le sfuggì una risata osservando la faccia buffa che Jin stava volutamente facendo per sollevarle il morale.
<< Non fare quella espressione tra qualche settimana saremo di nuovo insieme e tra un mesetto o poco più ti stancherai di individuare Tae nella folla >> ridacchiò il dottore colpendo giocosamente la spalla del riccio, Jimin fu il primo ad abbracciarla e riempirla di raccomandazioni prima di allontanarsi con Joon, seguito poi da Hoseok e Yoongi che le ricordarono ancora una volta l'importanza di ritrovarsi nel quartiere multietnico per cercare insieme un modo per avvicinarsi ai suoi genitori senza destar sospetti.
Mentre Seokjin sistemava le proprie valige e l'attrezzatura sul Rover impolverato, Taehyung e Jeongguk si fecero avanti ironizzando un po' sulla partenza, il maggiore la rassicurò sul fatto che non si sarebbe mai sentita sola e che presto le avrebbe presentato ufficialmente la famiglia che per assurdo non credeva di avere posandole infine un bacio sui capelli congedandosi, rivolse finalmente lo sguardo nei confronti del ragazzo che fino a quel momento non si era pronunciato troppo intimidito o amareggiato dalla situazione.
Spalancò le braccia sbuffando scherzosamente, il giovane arricciò il naso teneramente sollevandola di peso giusto il necessario per farla accomodare sulla carrozzeria del mezzo per poter abbracciarla meglio, sospirò una decina di volte e poi constatò << non sei autorizzata a fallire! >>

Il momento dolce fu rovinato dalla voce di Jin che prendendoli in giro scandì << se avete finito con le effusioni dovremmo metterci in marciaaa >> concentrandosi a guardarli sufficientemente male dal riflesso dello specchietto retrovisore.
Allontanarsi da quella comunità era stato il suo scopo primario fin dal primo istante eppure mentre la vegetazione lasciava spazio ad un vasto deserto disseminato da carcasse di edifici abbandonati non potè far a meno di notare come la cosa la disturbasse e alimentasse l'ansia nei confronti di quella impresa!

 

Allontanarsi da quella comunità era stato il suo scopo primario fin dal primo istante eppure mentre la vegetazione lasciava spazio ad un vasto deserto disseminato da carcasse di edifici abbandonati non potè far a meno di notare come la cosa la dis...

 


Combattere è molto più che il semplice e metodico schiva para e colpisci, necessita di furbizia e istinto!
Per quanto tu possa allenarti non sarai mai del tutto preparato ad affrontare un perfetto sconosciuto, in tal caso servirebbe bravura buona preparazione e strategia, ma una donna possiede poche risorse non potendo contare sulla forza fisica deve concentrarsi sulla tecnica, rapida valutazione dei punti critici dell'avversario, velocità, deve innanzi tutto sfruttare elasticità e gravità i quali spesso sono a fortemente a favore del gentil sesso.
Le stesse centinaia di raccomandazioni frullavano nella testa di Amara facendole abbassare la guardia ripetutamente, come in quel preciso istante.

Il forte colpo alla mascella la fece barcollare e cadere a terra accigliata, lanciò uno sguardo scocciato all'uomo che la osservava impassibile attendendo che si rialzasse per continuare, posò una mano sul cemento per far leva e ripulì l'altra nel...                    

Il forte colpo alla mascella la fece barcollare e cadere a terra accigliata, lanciò uno sguardo scocciato all'uomo che la osservava impassibile attendendo che si rialzasse per continuare, posò una mano sul cemento per far leva e ripulì l'altra nel tessuto ruvido dei jeans scuri ascoltando il ripetitivo 'tsk' da parte di Valerian che dopo ore di sbagli dettati dalla distrazione iniziava a perdere le staffe << concentrati concentrati >> la rimproverò girando nervosamente attorno alla sedia posta nell'angolo della stanza << continui a commettere gli stessi errori, ti toglieranno dal ring immediatamente se non dimostri di poter tenere testa ad un bestione per almeno 15 minuti, non puoi distrarti così, sei molto recettiva ma i tuoi riflessi si sono arrugginiti puoi fare di meglio...forza da capo! >> decretò piegandosi sulle ginocchia per osservarla da una prospettiva diversa.
Annuì soffiando via alcuni ciuffi umidi che le ricadevano di fronte agli occhi, fece scrocchiare il collo guardando la vecchia lampadina penzolante dal soffitto disegnare ombre complesse oscillando al tremolio provocato dal passaggio della metropolitana poco distante dal seminterrato del palazzo nel quale si trovavano.






 

Annuì soffiando via alcuni ciuffi umidi che le ricadevano di fronte agli occhi, fece scrocchiare il collo guardando la vecchia lampadina penzolante dal soffitto disegnare ombre complesse oscillando al tremolio provocato dal passaggio della metropo...



Assicurò nuovamente la maschera con un nodo stretto senza sfilarla e calò leggermente il cappuccio della felpa nera sulla fronte nascosta, mentre si riscaldava poteva udire chiaramente gli schiamazzi delle persone che tifavano seppur fossero al di là del corridoio che portava al ring. 
Sbuffò vedendo entrare nel suo campo visivo il fantomatico sponsor, il quale iniziò a girarle intorno picchiettandole di tanto in tanto una mano sulla spalla fingendo di caricarla, buttò l'occhio sull'uomo della sicurezza che si occupava degli accessi e batté il pugno pretendendo avesse funzionato.
Provenendo dal corridoio scarsamente illuminato il varco sul ring pareva esser illuminato a giorno nonostante l'orologio non avesse ancora toccato le tre, accolse un po' freddamente il caloroso benvenuto sbattendo velocemente le palpebre mentre si avvicinava al centro della minuscola Arena, una volta raggiunto il presentatore poté osservare meglio gli individui che affollavano gli spalti e che si accalcavano intorno alla recinzione.
<< Da questo lato abbiamo una nuova e giovanissima sfidante che tenterà la sorte con il nostro favorito Aamir, facciamo un bell'applauso a Resis-tenza? Spero di averlo pronunciato bene >> gridò con sarcasmo invitando la folla ad ospitare con ugual 'sentimento' il campione della casa.

Dal tunnel uscì un uomo molto meno strutturato di quanto avessero preventivato, ma ciò non la distolse dall'idea che sarebbe potuto essere molto agile!
Le sopracciglia inarcata le diedero subito l'idea che la stesse già sottovalutando più del dovuto, ma quando notò l'uomo palpeggiarsi le gambe estraendo dei pugnali ricurvi nascosti in ogni dove non riuscì a trattenersi dallo scuotere la testa beffarda.
<< Tieni principessa non voglio che si dica che questo incontro è stato vinto a tavolino >> iniziò lui ironico facendole emettere un verso di incredulità a metà fra la risata e lo sbuffo, per dimostrare che avrebbero combattuto ad armi pari si liberò anch'essa dei suoi bonus gettandoli nel mucchio << sei pronta? >> rimbeccò con il suo forte accento di Zion.

Amara camminò fino a toccare la punta delle proprie scarpe con quella dell'opponente, constatò rapidamente la sua altezza e forma fisica sussurrando un "sì" dopodiché diede un colpo secco al mento con la propria testa e un gancio destro al costato di Aamir cogliendolo del tutto alla sprovvista e facendolo barcollare poco più in là nella direzione opposta. 
In questo tipo di combattimento non c'erano regole, ci si spaccava la faccia a vicenda infliggendo spesso delle ferite mortali dunque non poteva andarci leggera, nemmeno sapendo di dover perdere.
Il medio-orientale visibilmente stupito da un attacco così rozzo da parte di una donna, scattò in avanti tentando di afferrare la sua felpa ma la giovane fu più veloce nell'evitarlo, continuarono così per una trentina di secondi e quando finalmente riuscì ad acchiapparla sganciò la zip arrotolandosi su se stessa per levarla al più presto ed attorcigliarla attorno al polso dell'uomo riuscendo così ad immobilizzargli il braccio all'altezza della sua testa, trovandosi così alle sue spalle e data l'impossibilità nel muovere l'articolazione piantò un calcio nella sua schiena facendolo capitolare a terra come uno stupido.

Rialzandosi poco graziosamente e tremendamente frustrato caricò nella sua direzione tramortendola, dopo svariati tentativi di sottomissione e opposizione da parte di entrambi riuscì a sedersi sul bacino di Amara portando istintivamente le mani al collo di lei.
Deglutì rumorosamente il groppo che le si era formato in gola consecutivamente alla prima sensazione di asfissia, portò la mano destra su quella dell'aggressore cercando di allentare la sua presa.
Fu una sufficiente distrazione perché non appena fece leva sul proprio gomito parallelo al proprio bacino, con la gamba sinistra ancorata attorno a quella dell'uomo e la mano stretta al suo tricipite sinistro potè ribaltarlo con un unico colpo del bacino, una volta sopra di lui non esitò a colpire la zona peri oculare del suo cranio con il gomito destro e spingendo in giù il suo torso con i palmi si allontanò dal suo corpo! 
In quel momento l'avversario iniziò a rivalutare l'astuzia e le conoscenze della giovane, che decisamente aveva studiato bene le sue mosse prima di calcare il ring polveroso. 












 

bluemoon's little corner: 

👀 che succede amici/* ?
( vi prego ditemi se preferite che utilizzi il plurale normalmente oppure che applichi le giuste censure per non definire arbitrariamente il vostro genere perché è una apprensione che mi porto dietro a causa di Twitter) 

 

 

Credevate sul serio che vi avrei messo l'intera scena?! Non mi conoscete ancora così bene allora...😌

 

Un capitolo tosto se così si può dire, eccoci qui con questa lettura di un quarto d'ora circa 17500 caratteri, raga non è stato facile lmao.
Ebbene ancora una volta la nostra Amara dimostra di esser molto più di un semplice bel visetto e cervellino, she actually kicks asses for breakfast!!
La frase in russo che riferisce a Valerian appena lo vede significa letteralmente 'Ciao Papà come stai?' si rivolge a lui in modo sfrontato e colloquiale perché hanno un luuungo trascorso, cosa che sicuramente già inizierete a sospettare eheh.
Come al solito sono arrivata un po' tardi però conto di esser DAVVERO più presente, senza urlare troppo, posso affermare che credo di aver trovato la giusta ispirazione per gli ultimi 6 capitoli 🥂🥳
Siamo quasi alla fine e mi stavo chiedendo se i quattro gatti che mi leggono sarebbero interessati a qualche nozione romanzata sul passato dei personaggi principali, qualcosa di veloce prima di dare effettivamente l'addio alla storia... fatemi sapere!
Come state?
A volte mi manca tanto stare sulla piattaforma, leggere le storie dei miei autori preferiti e apprezzare il loro duro lavoro... altre no, me ne sto bene nel mio lol 🥴

Il mio obiettivo sarebbe raggiungere le mille letture per gli inizi di maggio, quindi se state gradendo la storia consigliatela anche a chi non conosce i bangtan, agli amici local, ai cugini, zii persino nonni se siete in grado hahah aiutatemi a crescere please!

A presto, un bacione ❤️

Sentitevi liberi di scrivermi qui in chat oppure su Twitter.
Remember: be kind and respectful, always 🙏🏻
with love,
Blue Moon 🌘

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Capitolo 18
*** ➣ HOUSE OF CARDS ***















L'uomo caricò nella direzione della giovane scaraventandola contro uno dei muri di cinta, l'impatto le tolse il respiro per qualche secondo e istintivamente cercò di calpestare il suo piede e scrollarselo di dosso con la forza, dopo svariati tentativi inconcludenti premette i pollici nelle casse oculari dell'avversario facendolo ululare dal dolore e indietreggiare un minimo.
Tentò invano di allontanarsi velocemente ma egli fu più fulmineo nel bloccarla dalle spalle con il proprio braccio muscoloso, strinse i suoi capelli in un pugno facendola collidere due o tre volte contro il cemento e con un lungo strattone la face rotolare verso il centro del cerchio polveroso.
Fortunatamente la maschera attutì un po' i colpi ma non abbastanza da lasciarla vigile, sfiorò la profonda crepa che si era creata nel materiale e rotolò sul fianco opposto imprecando al contatto della scarpa dell'avversario con le sue costole.
Amara respirava lentamente un po' per la stanchezza ma principalmente per il dolore lancinante che si irradiava nella parte superiore del corpo, rialzandosi notò il pezzo della maschera cadere a terra con un tonfo, spirò sapendo di non potergli tenere testa ancora a lungo senza esporre la sua reale identità così si preparò al finale!
Non indietreggiò, non batté ciglio quando Aamir ugualmente stanco e minaccioso l'approcciò cercando di sferrare un pugno, lo intercettò debolmente bloccando il suo braccio sotto l'ascella cercando di cingergli il collo con l'altro stringendo la carne tra indice e pollice e torcendo la sua testa nella propria direzione.
Il medio orientale emise un verso strozzato, se avesse potuto mantenere la pressione avrebbe perso conoscenza ma Amara ormai iniziava a perdere colpi e un semplice calcio al ginocchio la fece traballare e mollare la presa.
Sussultò un pochino quando la sollevò tenendola per il colletto della maglia intrisa di sudore e macchiata di sangue, l'impatto del pugno risuonò nel suo cranio lasciandola stordita dal forte acufene che seguì.
Tutto terminò banalmente così, lei a terra inerme mentre tutto intorno era un ammasso di colori sbiaditi vorticanti, la folla presumibilmente esultante ottavata dal battito lento e irregolare del suo cuore poco prima di perder conoscenza.
Aprì gli occhi due volte mentre due energumeni prelevarono il suo corpo per buttarlo sul retro in mezzo alla spazzatura come un manichino rotto, a nessuno importava se quella notte sarebbe morta lì a causa delle lesioni perché l'indomani avrebbero comunque astutamente insabbiato il tutto.













 

Il risveglio fu traumatico, le luci fredde ed abbaglianti furono le prime ad accoglierla poco dolcemente, spiro sbattendo velocemente le palpebre e avvicinò la mano al volto per togliere l'ossigeno che iniziava a farle pizzicare le narici e le ren...                    

Il risveglio fu traumatico, le luci fredde ed abbaglianti furono le prime ad accoglierla poco dolcemente, spiro sbattendo velocemente le palpebre e avvicinò la mano al volto per togliere l'ossigeno che iniziava a farle pizzicare le narici e le rendeva l'atto di inspirare ancora più difficile. 
Lo sguardo cadde sui mille fili e tubicini collegati alle sue braccia, abbozzo una risata pentendosene immediatamente e rannicchiandosi un pochino di lato sulle costole 'buone' imprecando dal dolore.
C'era riuscita, non aveva immaginato Seokjin soccorrerla in preda alle allucinazioni, si trovava davvero in ospedale! 
Allungò il braccio tremolante verso il pulsante d'emergenza e subito una giovane infermiera varcò la soglia controllando i parametri dai macchinari, lasciandole il tempo di ammirar meglio la stanza enorme bianca e povera di arredo. 
Sussultò quando le mani fresche della donna la fecero voltare nella sua direzione puntandole la luce di una piccola pila negli occhi, abbozzò una smorfia attendendo che finisse di torturarla ma il rumore dell'accesso consentito alla stanza fece voltare entrambe.
<< Dottore, la paziente si è appena svegliata nuovamente e da ottimi segni di guarigione tutti i parametri sono stabili e nella norma >> recitò con voce piatta allontanandosi dal suo capezzale, il medico finì di strofinarsi la soluzione disinfettante sulle mani e tolse la mascherina rivelando il volto rilassato di Jin.
<< Perfetto continuo io, la polizia arriverà a breve per raccogliere la deposizione, vi chiedo di trattenerli finché non avrò finito di visitare la paziente e accertarmi che non sia in stato confusionale data la commozione celebrale >> rispose dismissivo voltandole le spalle osservando il tracciato cardiaco, poi improvvisamente aggiunse << fategli presente che non gli concederò più di mezz'ora, la paziente deve riposare! >> l'infermiera annuì e appoggiò il palmo sullo scanner laterale alla porta.
Una volta soli Amara strofinò i polpastrelli dietro l'orecchio, una richiesta tacita sulla situazione e Jin prontamente rispose << Sì...>> lasciando volutamente in sospeso la frase fingendo di cercare lo scanner nella tasca del camice << abbiamo notato la mancanza del traduttore durante l'intervento, chiunque l'abbia eseguito ha fatto un buon lavoro >> aggiunse complimentandosi con se stesso, un angolo della sua bocca ebbe un leggero fremito ma riuscì a trattenere il sorriso, schiarì la voce e con la bocca impastata e amara a causa dai farmaci disse << sembravano molto preparati >> ricevendo un cenno con la testa da parte del medico. 
Sì, stavano decisamente registrando tutto ciò che accadeva nella stanza!

<< Allora partiamo dal principio sono il medico che ha avuto il piacere di soccorrerla >> disse sarcasticamente facendo scorrere la cartella clinica digitale << è stata trasportata d'urgenza all'ospedale più vicino, la prima tac ha dato segni di emorragie interne tra cui una alla testa, è stata sottoposta ad un intervento e fortunatamente le costole rotte non hanno forato nessun organo.
È rimasta in terapia intensiva qualche giorno successivamente con i parametri più stabili abbiamo deciso di trasferirla al St. Raphael, dove ci troviamo ora, qui nella Capitale. >>
<< okay...>> rispose espirando piano poi aggiunse << quanto altro tempo passerò ricoverata qui? >> 
<< avete fretta? >> rimbeccò lui alzando un sopracciglio << ho delle persone con cui parlare >> disse velocemente 
<< sicuramente, ma non dovete preoccuparvi la polizia sarà qui a momenti per interrogarvi e sono sicuro che il rapimento di un Alius abbia destato molta curiosità avrete l'agenda piena per altre tre settimane come minimo.
Tra qualche giorno verrete dimessa ma sfortunatamente dovrete sopportarmi ancora per un po', ci vorranno altre due settimane affinché possiate tornare normalmente alla vostra vita, il mio assistente vi contatterà per fissare le visite di controllo e per qualsiasi cosa... >> concluse estraendo un biglietto da visita dalla tasca.
Amara annuì rigirandosi fra le mani il piccolo schermo lcd, Seokjin registrò alcuni dati sulla cartella clinica e con un leggero tocco sulla sua spalla la congedò.
Ormai sull'uscio si girò improvvisamente dicendo << ah! Quasi dimenticavo, domani le installeremo un nuovo supporto biometrico >> le fece l'occhiolino e svanì dietro la porta bianca.
Interessante, evidentemente la porta era l'unico punto cieco della stanza, avrebbe fatto tesoro dell'informazione.


 

I farmaci la rendevano letargica e assonnata, tra un battito di ciglia e l'altro ripercorreva l'intero match e forse ad un certo punto si era pure addormentata, ma improvvisamente il vociare al di là della porta la rese vigile e lievemente agitata.
Entrarono in tre, un detective vestito in modo elegante con lo sguardo annoiato di chi non aveva assolutamente voglia di fare straordinari, un agente in divisa che non lasciava trasparire alcun tipo di emozione e un terzo uomo che indossava un cappellino e teneva la testa bassa sulla valigia contenente i suoi strumenti.
Se la capitale si era presa tutto questo disturbo per lei, la storia aveva certamente raggiunto i piani alti!

<< Buona sera lei è la cittadina AM3112EU2098 dico bene ? >> domandò l'investigatore allungando il palmo nella direzione dell'uomo con il cappello il quale prontamente gli porse un piccolo scanner, lo avvicinò al viso e una volta riconosciuto il proprio protocollo lo passò ad Amara.
Poggiò il sudato palmo destro sul display rispondendo << sì... sono AM3112EU2098 soggetto classe A, nata a Euron il 31 dicembre 2098, nubile, residente a Terra al Mikrokosmos Palace 1306 interno 79-A >> e attese con il fiato sospeso l'identificazione, pregando che non ci fosse nessun intoppo o non avesse sbagliato qualche dato.
La voce sterile che confermò l'identificazione le fece finalmente rilassare i muscoli delle spalle, l'agente tornò a vegliare sull'uscio mentre Amara porse educatamente l'aggeggio al tecnico. 
Rimase congelata sul posto al rapido scambio di sguardi!
Era suo padre, il tecnico che aveva tenuto gli occhi bassi per tutto il tempo non era altro che suo padre, chiaro aveva senso, tentò di ignorare la morsa allo stomaco ma non riuscì a fingersi completamente indifferente così corresse il tiro dicendo << perdonatemi mi sento ancora un po' frastornata, possiamo iniziare con la deposizione? vorrei tornare a riposare al più presto >> il detective abbozzò un sorriso tirato d'educazione e riprese a parlare mentre suo padre avviava il dispositivo << le faremo solo un paio di domande quando sarà pronta ci faccia un cenno >> 
<< okay >> 
l'occhio biometrico si alzò in volo iniziando a scannerizzare il suo volto e apparvero improvvisamente degli ologrammi con dati come il tracciato della frequenza cardiaca.
<< Iniziamo, io sono il detective MI1008OS2074 del dipartimento di Sacra Tierra mi occuperò del caso come è stabilito dal mandato ricevuto direttamente dal governo >> proclamò il federale mostrando il distintivo elettronico e il mandato, Amara annuì soltanto inspirando un poco 
<< Per quale motivo si trovava in ospedale il giorno del suo rapimento?>>
<< dovevo sottopormi al Dirac >> 
il tecnico annuì 
<< ma ha appena affermato di essere un soggetto classe A, gli Alius possono astenersene, c'è una motivazione in particolare per la quale ha scelto di farlo ? >> 
Amara deglutì e tirò fuori a fatica << sì a breve compirò 22 anni e non avrò più la possibilità di farlo, ho ricevuto una proposta di lavoro per gli uffici governativi e volevo assicurarmi di togliermi questo ultimo peso, non amo esser oggetto del pettegolezzo e non mi piace esser trattata diversamente per ciò che sono... sappiamo tutti cosa significhi esser Alius nella capitale, si è una sorta di celebrità intoccabile... >> 
<< è un peccato buttar via i benefici del suo status, soprattutto perché da quanto so, il suo è uno dei punteggi più alti negli ultimi trent'anni >> constatò lui alzando un sopracciglio, Amara strinse un pugno pronta a ribattere ma fu intercettata nuovamente da altre domande << comunque, dalle telecamere di sorveglianza e dalla deposizione delle guardie dell'ospedale, i rapitori indossavano delle maschere abbiamo notato che ha provato ad opporre resistenza ma non è stato sufficiente.. saprebbe darmi altre informazioni ? >> 
l'oggetto iniziò ad emettere un rumore fastidioso costringendo il tecnico ad avvicinarsi per inserire manualmente un codice di reset alimentando così l'ansia provata dalla ragazza.
La voce del padre le provocò un tuffo al cuore quando scusandosi per l'intoppo aggiunse << l'apparecchiatura fa i capricci, il tracciato è perfetto potete continuare da dove siete stati interrotti >> inspirò profondamente e disse << stavo per dire che non ricordo molto di quella giornata probabilmente hanno utilizzato un forte anestetico per stordirmi, quando mi sono risvegliata mi trovavo in una specie di cella sotterranea, uno dei primi giorni mi è stato fatto rimuovere il traduttore parlavano una lingua che non conosco e avevano un forte accento di Aeji quando si rivolgevano a me... credo stiano architettando un attacco terroristico non so altro >> dopotutto era la cosa più simile alla realtà infatti il marchingegno non riuscì a individuare alcuna menzogna nel suo discorso.
Seguirono alcuni momenti di silenzio e dopo che l'uomo brizzolato fece un cenno il detective indagò ulteriormente dicendo << quale credete che fosse lo scopo del tuo rapimento, cercavano un esca oppure volevano informazioni dalla persona sbagliata? >> 
<< suppongo un misto di entrambi, probabilmente pensavano di barattarmi per ottenere qualcosa in cambio, ma non ha funzionato.. >> constatò inclinando la testa di lato 
<< siete mai stata all'esterno? potreste descrivere il paesaggio circostante? >> fece schioccare la lingua sul palato, a quella domanda non poteva mentire i segni della lieve abbronzatura data la costante esposizione al sole estivo erano visibili e rispose << di tanto in tanto mi portavano fuori, sembrava una fabbrica abbandonata o qualcosa del genere, si trova nei pressi di un area boschiva che sta scomparendo per il resto è solo polvere >> poteva passare era stata precisa nella descrizione ma sufficientemente vaga, infatti suo padre annuì nuovamente comprovando la validità della sua deposizione.
<< Va bene >> asserì il detective << quindi suppongo vi abbiano lasciata andare una volta capito il loro errore... per quanto riguarda le lesioni invece? >> 
come se avesse richiamato la fitta al costato la giovane si protese in avanti inspirando, sorrise amaramente e rispose << un giorno mi hanno lasciata senza sorveglianza e ho tentato la fuga, non entrerò nei dettagli della punizione che ho subito perché potete vederlo con i vostri occhi in che condizioni mi hanno abbandonata non molto lontana dal quartiere slavo di Euron, questo è tutto. Mi spiace non potervi esser molto utile.. >> 
I due uomini si guardarono negli occhi e annuirono ed infine il detective aggiunse << ha fatto il suo dovere, la ringraziamo! Abbiamo gli elementi necessari per iniziare l'indagine le chiedo cortesemente di rimanere disponibile in futuro e le auguro una pronta guarigione! >>

Raccolti gli strumenti si diressero silenziosamente verso l'uscita e Amara affondò nel cuscino sospirando e grugnendo per il dolore diffuso causato dalla tensione accumulata.
La sua mente egoisticamente ricalcava gli sguardi e le espressioni che il padre le aveva rivolto, dall'ultima volta in cui l'aveva visto i capelli e la barba si erano ingrigiti e delle rughe d'espressione avevano iniziato a solcare il suo viso stanco, già architettare una rivoluzione probabilmente doveva esser stancante.
Eppure sembrava perfettamente in forma rispetto all'ultima visita che gli fece in ospedale, aveva finto anche la sua malattia oppure era guarito?
Era difficile non dubitare ogni suo ricordo.
Passarono minuti o forse delle ore prima che il flusso dei suoi pensieri cupi fosse interrotto dall'infermiera che le somministrò altri antidolorifici " il dottore ha chiesto di aumentare le dosi" si giustificò lei, Jin probabilmente era a conoscenza di molte più cose e voleva velocizzare i tempi della sua convalescenza o semplicemente metter a tacere la sua mente.
In ambedue i casi entrambi volevano la stessa cosa: che fosse in forma e lucida per affrontare al meglio la situazione! 
Provò a chiudere nuovamente gli occhi e riposare.



















 

Il campanello di casa la fece trasalire, allungò una mano sul comodino e sfiorandolo domandò l'identificazione all'assistente virtuale della casa scendendo lentamente dal letto.
<< È un corriere della posta prioritaria >> recitò atona la voce dell'intelligenza artificiale facendola soffermare di fronte allo schermo che controllava tutto nella casa. 
Non era solita ricevere visite da corrieri umani quando ordinava qualcosa veniva tutto recapitato dai droni, aprì di un terzo la porta e si appoggiò ad essa osservando l'individuo con circospezione.
L'uomo alzò il cappellino a mo di saluto e le rivolse un occhiolino, dovette passare teatralmente una mano sulla faccia per nascondere il sorriso che nacque spontaneamente sulle sue labbra, era Taehyung.
<< Ha un messaggio con ricevuta di ritorno da parte del governo, accetta la consegna? >> spiegò il giovane in modo calmo << sì >> sussurrò lei ancora un po' disorientata dalla situazione, quando vide la proiezione di una donna vestita in modo elegante nell'ologramma si irrigidì.
" Buona sera cittadino AM3112EU2098, dati i recenti avvenimenti il consiglio di sicurezza di Nova ha ritenuto necessaria la sua ricollocazione in un appartamento sicuro, siamo grati della sua collaborazione con la giustizia pertanto le offriamo questa opportunità di maggiore agio, le chiediamo di raccogliere i suoi effetti personali in queste scatole che verranno trasferite nella nuova abitazione tra una settimana esatta!
Grazie per l'attenzione e arrivederci! "  concluse la donna con un sorriso di circostanza, Amara fissò l'immagine immobile per una manciata di secondi e sussurrò << opportunità.. certo, immagino queste siano le scatole per il trasloco >> chiese retorica un po' più ad alta voce indicano le scatole nere impilate a fianco di Taehyung che annuì soltanto prima di pronunciare << ci sono altri due messaggi in realtà >> la ragazza alzò un sopracciglio ricevendo un mezzo ghigno dal moro, firmò la presa visione e mentre riceveva la stampa del documento fisico sentì la consistenza di un altro foglietto ripiegato inclinò la testa e suggerì << altro? >> ricevendo un << no è tutto signora, posso portare dentro queste scatole ? >>
Amara annuì, era bello rivedere i visi dei ragazzi dopo settimane, avrebbe tanto voluto fargli domande ma ancora non era sicura che non avessero installato delle cimici nell'appartamento.
Una volta sola aprì le buste, il primo documento era la disdetta delle utenze che appallottolò immediatamente e lancio lontano sbuffando, il secondo invece molto meno burocratico citava " Rex sarebbe lieto di ospitarvi domani per una intervista in prima serata, se confermerete la vostra presenza una vettura vi scorterà agli studi dell'emittente televisiva nazionale. 
Grazie. "
Digrignò i denti alzando gli occhi al cielo, odiava queste frivolezze che la Capitale concedeva alle personalità di spicco e alla 'classe A'.
Rex era il conduttore televisivo più conosciuto a Terra e ovviamente si era preoccupato di appropriarsi velocemente dello scoop più avvincente del momento, seppur fosse contraria alle apparizioni pubbliche in quel frangente una intervista poteva darle tutto ciò che voleva, avere il controllo!
Ricordò improvvisamente del foglio nascosto e una volta posati gli occhi sulla carta ingiallita le si formò un groppo in gola e le mani iniziarono a sudarle, la calligrafia trasandata del padre diceva " Figlia mia, sono già a conoscenza del trasloco nonostante ciò farò del mio meglio per incontrarti sotto le giuste circostanze...
forse non potrò mai farmi perdonare e lo capisco, lo vedo dai tuoi occhi che ho fallito come padre ma credimi tutto ciò che abbiamo fatto, l'abbiamo fatto con le migliori intenzioni!
Vorrei poterti riabbracciare al più presto...
Papà "

Ripiegò il foglio appoggiandolo al petto e sospirò, aveva sempre avuto un ottimo rapporto con il padre neanche riusciva ad essere particolarmente in collera con lui per ciò che aveva fatto.
Ma incontrare il padre significava conoscere la madre che pensava di non aver mai avuto e quello sì che le pesava, e anche tanto. 
Puoi tagliare tutti i fiori ma ciò non fermerà mai l'arrivo della primavera, diceva un poeta e diplomatico cileno e solo in quel momento realizzò quanto si applicasse al processo della reversione. 
Nessuno l'aveva avvisata su come sarebbe stato abbandonare l'eccessiva razionalità, i sentimenti erano come un fiume in piena difficili da contenere e controllare, emise un verso di angoscia torcendo il busto a destra e sinistra per far scrocchiare la colonna e si ripetè a voce alta << non ho tempo per imparare a conviverci, in qualche modo andrà! >>.
 

 

 

 

 

 

 

 

Non aveva molti effetti personali le bastarono circa la metà delle scatole fornite per impacchettare i suoi averi, ma ebbe così il tempo di controllare tutti gli angoli della casa alla ricerca di microspie e prepararsi in anticipo per l'intervista

Non aveva molti effetti personali le bastarono circa la metà delle scatole fornite per impacchettare i suoi averi, ma ebbe così il tempo di controllare tutti gli angoli della casa alla ricerca di microspie e prepararsi in anticipo per l'intervista. 
Aveva scelto un vestito rosso per l'occasione ma non appena arrivò nei camerini decisero di farle indossare un vestito bianco, volevano proprio dipingerla come la vittima e a lei andava bene così!
Tossicchiò per l'eccesso di polvere opacizzante osservando il suo volto completamente restaurato, non vi era più ombra degli orrendi lividi giallastri e delle occhiaie scure provocate dalle numerose notti insonni passate a fissare fuori dalla finestra architettando un modo per far funzionare il tutto.
Quando un tecnico la avvisò che la diretta sarebbe iniziata da lì a pochi secondi stirò le pieghe del vestito con i palmi sudati e giocherellò con la punta del tacco inclinando la caviglia a destra e sinistra osservando le luci dello studio illuminare tutto come se fosse giorno. 

<< Buonasera cari telespettatori la puntata di oggi sarà speciale, sono onorato che la nostra ospite abbia scelto di raccontarci in esclusiva la sua storia... [...] >>  
Amara roteò gli occhi udendo il discorso introduttivo di Rex e finalmente fece la sua entrata cercando di sembrare il più disinvolta possibile << benvenuta cara accomodati pure, sei splendida questa sera >> proclamò l'uomo dai capelli tinti di un viola brillante, avanzò verso la poltrona in pelle sorridendo e stringendogli la mano << è tutto merito del tuo competente team non posso prendermi alcun merito >> scherzò lei accomodandosi.
<< Ti ho vista qualche anno fa intervistata da un collega, sei cresciuta splendidamente come la gemma rara che sei, l'alius con uno dei punteggi migliori degli ultimi trent'anni!
Raccontaci qualcosa di te forza >> esortò l'uomo terminati i superflui complimenti, Amara scostò un po' i capelli dal viso e ridendo cominciò a raccontare << oh Rex in realtà non c'è molto da dire, mio padre scelse da solo Amara come nome di battesimo dal momento che mia madre morì per complicazioni date dal parto, anni dopo si ammalò anche lui e come ultimo sacrificio rifiutò le cure ipotecò la nostra casa a Euron per potersi permettere il mio pass per la Capitale, sono cresciuta come chiunque altro nella bolla la mia adolescenza è stata noiosa, gli anni dell'università banali fin quando non ho ottenuto un impiego negli uffici del governo, pensavo che finalmente fosse la svolta della mia vita e invece.. >> glissò ricevendo uno sguardo indecifrabile dal conduttore che ammise << un evento infelice dopo l'altro, quando finalmente eri ad un passo dall'ottenere ciò che volevi ti hanno rapita dico bene? >> 
<< sì, come ho spiegato agli investigatori quel giorno mi ero recata all'ospedale per sottopormi al Dirac non era necessario ma scelsi di farlo comunque, così che poi mi sarei concentrata sulla carriera e il mio futuro, ma un gruppo di terroristi mi ha rapita scatenando il caos con il sistema di sicurezza dell'ospedale! >> concluse leggermente drammaticamente << è assurdo che una ragazza così promettente si sia trovata in questa situazione orrenda, come ti trattavano? Ma soprattutto cosa volevano da te ? >> indagò ulteriormente il 'padrone di casa'  sorreggendo il mento sul pugno con il braccio affossato nel bracciolo della comoda poltrona nera.
<< Quando mi risvegliai tutti mi ignoravano mi lasciavano cibo e acqua, rimanevo per ore sola in una sottospecie di cella nel seminterrato di quello che sembrava uno stabilimento abbandonato,  uno dei primi giorni inoltre mi tolsero il neuro traduttore così che non capissi cosa stava accadendo, tuttora mi chiedo se semplicemente avessero sbagliato bersaglio o se volessero tenermi come ostaggio in cambio di denaro o informazioni di un certo spessore!! >> fece una pausa tracciando con l'indice la cicatrice dietro l'orecchio e poi aggiunse << a volte mi portavano fuori per un ora a prender del sole e respirare aria pulita e guardando il paesaggio quasi desertico mi ripetevo che se non avessi approfittato della loro guardia abbassata non avrei mai rimesso i piedi nella capitale quantomeno non da viva, così lo feci tentai la fuga ma sfortunatamente riuscirono a riportarmi indietro e venni punita severamente >> scrollò le spalle e Rex la osservò per un momento prima di parlare << ora sei in via di guarigione e sei a casa ma dimmi, questa vicenda cambierà i tuoi piani futuri? Se sì, come? >> 
Amara annuì pensandoci su un istante e rispose fissando la telecamera principale << vorrei aiutare il sistema dall'interno >> il conduttore emise un verso di stupore domandando << davvero? una ragazza bella intelligente e diligente al termine di una situazione così destabilizzante vorrebbe solo aiutare gli altri.. wow ci troviamo di fronte a qualcosa di unico sei ancora single Amara? Scommetto che pioveranno proposte prossimamente [...] >> .
Rise di cuore ma non per le considerazioni fatte dallo strampalato conduttore televisivo, sapeva che così facendo si stava avvicinando all'obiettivo ed era tutto ciò che voleva in quel momento.


 

 

 

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IM BACKKKK avevo promesso che sarei tornata a breve e poi come al solito ci sono stati vari impedimenti tra cui il nuovo lavoro ma insomma eccoci qua, un capitolo più vicini alla fine 😂
Spero che stiate tutti bene, non so se avete fatto caso ma nell'ultimo periodo ho preso e abbandonato le storie in modo del tutto casuale seguivo un po' la mia ispirazione, ma credo che momentaneamente punterò sul finire questa e portarmi avanti con 'Somewhere in northern Italy' perché credo sia più propizia dato il periodo estivo, però aspettatevi di tutto hahah sono molto imprevedibile da questo punto di vista lol 

Ringrazio tutte le persone che mi hanno seguita e hanno addirittura aggiunto la storia negli elenchi di lettura ultimamente 🥺💜.

Sentitevi liberi di scrivermi qui in chat oppure su Twitter.
Remember: be kind and respectful, always 🙏🏻
with love,
Blue Moon 🌘

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