Profumo d'amore di Ellygattina (/viewuser.php?uid=649673)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Storia 1: Tra i ciliegi in fiore ***
Capitolo 2: *** Storia 2: M'ama, non m'ama ***
Capitolo 3: *** Storia 3: Nuovo anno scolastico ***
Capitolo 1 *** Storia 1: Tra i ciliegi in fiore ***
Storia
1: Tra i ciliegi in fiore
Era
una domenica mattina, e
Lucy, uscita di casa per fare una passeggiata, camminava nel parco
beandosi del dolce profumo che riempiva l'aria. Gli alberi di
ciliegio erano in piena fioritura e molte famiglie stendevano sotto
di essi le tovaglie per il picnic mentre i bambini correvano ovunque,
chiamandosi l'un l'altro.
Quella vista le regalò una
spiacevole fitta di tristezza e nostalgia, facendole desiderare per
un attimo di tornare indietro nel tempo e di potersi immergere a sua
volta in quelle nuvole di petali rosa che si alzavano di tanto in
tanto mentre giocava con gli altri felice e spensierata. Lei si era
goduta quei momenti solo per poco, e ogni anno rimpiangeva le belle
giornate di primavera passate nel parco con i suoi genitori prima che
un brutto male le portasse via la madre, cambiando totalmente anche
il padre.
Ormai anche lui se ne era
andato e la ragazza era quindi rimasta sola, soffrendo, se possibile,
ancora di più in quel periodo dell'anno, che però
la spingeva
comunque a uscire di casa per ammirare il risveglio della natura e la
felicità altrui sognando la propria.
Da quando aveva iniziato la
scuola superiore, infatti, il rosa dei ciliegi le ricordava anche un
suo compagno di classe, che aveva catturato fin da subito il suo
interesse.
A prima vista non avrebbero
potuto essere più diversi, ma il tempo le aveva confermato
che in
realtà erano invece molto simili. L'unico problema era che
Natsu, il
ragazzo più scatenato dell'intero istituto con degli strani
capelli
di quel colore, non aveva mai dato segno di ricambiare, motivo per
cui aveva deciso a sua volta di fare finta di nulla per non perdere
la sua amicizia. Era stato il primo a parlarle in quella scuola,
senza curarsi del suo aspetto e del suo cognome, facendole capire che
era speciale e gettando quindi le basi di un rapporto che in quei due
anni era cresciuto sempre di più, sebbene non avesse mai
varcato,
almeno per lui, il confine dell'amicizia.
Si lasciò sfuggire un
sonoro sospiro a quel pensiero, e stava per incamminarsi verso casa
quando sentì qualcuno chiamare il suo nome.
Si girò di scatto con il
cuore in gola per lo spavento e di colpo arrossì vedendo
l'amico che
si sbracciava correndole incontro con un sacchetto in mano mentre
tutti nelle vicinanze si voltavano a guardarli.
In un'altra occasione
avrebbe voluto sprofondare al centro della Terra per la vergogna, dal
momento che lei era molto timida e riservata, ma quella mattina si
limitò ad aspettarlo con un dolce sorriso senza alcuna
protesta. In
fondo era felice che fosse spuntato da chissà dove,
risollevandole
all'istante il morale. Aveva sempre avuto il potere di farla sentire
meglio nei momenti di tristezza, e anche questa volta non aveva fatto
eccezione.
«Ehilà, Lucy! Che ci fai
qui?» domandò sorpreso il ragazzo appena la
raggiunse, con un
sorriso da un orecchio all'altro che le fece mancare un battito,
mentre si guardava rapida intorno per capire dove si trovasse. Ora
che ci faceva caso, in effetti, quel punto del parco era parecchio
lontano da casa sua.
«Avevo voglia di una
passeggiata» gli rispose con un sorriso dopo averlo salutato.
«E
tu?»
«Ieri sera ho dimenticato
di comprare i croccantini di Happy» spiegò il
ragazzo, leggermente
imbarazzato ma allegro come sempre, mostrandole il sacchetto con il
cibo per il suo amato gatto.
«Capisco. Bisognava
rimediare allora» rise lei.
«Già» confermò lui,
senza perdere il suo bellissimo sorriso.
Per qualche secondo calò il
silenzio e Lucy, notando il suo sguardo stranamente fisso su di
sé,
non poté fare a meno di distogliere il proprio. Stava
già per
chiedergli cosa avesse da guardarla tanto quando l'amico la
anticipò.
«Qualcosa non va?» domandò
preoccupato.
«No» rispose piano lei,
con una leggera esitazione.
«Ne sei sicura?»
insistette Natsu.
La ragazza avrebbe voluto
rispondergli di sì, ma quel semplice monosillabo le si
bloccò in
gola e finì invece per confidargli tutto, omettendo solo,
ovviamente, la parte che riguardava lui. Da un lato le sarebbe
piaciuto vedere come avrebbe reagito a una dichiarazione del genere,
ma non aveva il coraggio di rischiare tanto. Non poteva permettersi
di perdere anche il suo migliore amico, che da parte sua la ascoltava
serio e attento mentre camminavano fianco a fianco.
«So bene come ti senti» le
disse alla fine con aria insolitamente triste.
«Immagino di sì» mormorò
lei, sentendosi vagamente colpevole per quell'espressione che non gli
si addiceva affatto. Sapeva che anche lui aveva perso presto i
genitori e che per questo suo fratello maggiore, mai ripresosi del
tutto dalla batosta, aveva avuto crescendo dei grossi problemi che
solo ultimamente stavano migliorando grazie a una ragazza che fino a
un paio d'anni prima aveva frequentato la loro scuola. Anche per
Natsu, quindi, non doveva essere facile la vista di tante famiglie
felici e di bambini di tutte le età che scorrazzavano
ovunque sotto
i loro sguardi amorevoli.
Calò di nuovo il silenzio
per qualche minuto mentre procedevano entrambi con lo sguardo fisso
davanti a sé, troppo immersi nei propri pensieri per parlare
ancora,
finché non passarono accanto a una giovane coppia che
ridendo
portava sotto un albero due vassoi carichi di cibi dal profumo
invitante.
A quel punto il ragazzo,
accortosi dello sguardo quasi invidioso della compagna, si decise a
farle la proposta che gli frullava in testa da un po'.
«Hai da fare oggi?» le
chiese quindi senza guardarla.
«No, perché?» gli rispose
lei, osservandolo incuriosita. Era solo una sua impressione o aveva
davvero le guance un po' rosse?
«Se ti va, possiamo
prendere qualcosa al chiosco qui vicino e mangiare anche noi sotto i
ciliegi» propose tutto d'un fiato, imbarazzato come non mai
ma
deciso a farla felice, accennando vagamente alla coppia.
«I-intendi...» cominciò
incredula Lucy, con voce stranamente acuta, arrossendo subito ancor
più dell'amico mentre si domandava affannosamente se Natsu
provava
qualcosa nei suoi confronti.
«S-solo come amici... E se
per te non è un problema» si affrettò a
specificare, capendo solo
in quel momento la portata di ciò che le aveva chiesto.
«N-no, va bene... Stavo
solo chiedendo. Grazie per la proposta!» riuscì in
qualche modo ad
accettare lei, con il bellissimo sorriso che il ragazzo aveva sperato
di vedere.
In realtà la bionda
faticava ancora a realizzare che Natsu avesse detto proprio quelle
parole, ma il fatto che un'anziana coppia li stesse guardando
intenerita facendo loro dei piccoli cenni di incoraggiamento le
sembrava in fondo una prova sufficiente. Sperava solo di non scoprire
di lì a poco che era stato tutto un sogno, o non credeva
sarebbe
sopravvissuta alla delusione.
Per fortuna l'amico fu più
veloce di lei a riprendersi dall'imbarazzo del momento e dopo un
ultimo sorriso di gratitudine ai due vecchietti -che nel frattempo,
accortisi forse di averli messi ancor più in
difficoltà, avevano
ripreso a mangiare come se niente fosse-, la guidò verso il
chiosco.
Non sapevano ancora che ben
presto avrebbero smesso di considerarsi semplici amici, ma di certo
quella fu la migliore domenica trascorsa sotto i ciliegi in fiore da
molti anni a quella parte.
Prompt:
Tra i ciliegi in fiore
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi
sia piaciuta, nonostante la malinconia e le tonnellate di zucchero
(XD :P), e che mi farete sapere che ne pensate, se vi va.
Come
ho scritto nell'introduzione, la raccolta partecipa all'iniziativa
primaverile del gruppo facebook “Fairy Tail & Edens
Zero
Italian fan group”, che troverete a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks.
Vi aspettiamo numerosi! :3
Grazie
di nuovo a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo
leggendo (*^*) e tanti auguri in ritardo a tutte le donne!
Appuntamento
a domani con la prossima storia e buonanotte per dopo.
Un
bacio,
Ellygattina
|
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Capitolo 2 *** Storia 2: M'ama, non m'ama ***
Storia
2: M'ama, non m'ama
Juvia
si sedette sull'erba
vicino al laghetto nel parco di Magnolia con un lieve sospiro. La
vista dell'acqua la calmava sempre, con il risultato che quello era
diventato fin da bambina il suo posto preferito, quello dove amava
rifugiarsi quando aveva bisogno di stare sola con i propri pensieri,
e anche quel giorno non fece eccezione.
Non appena si sedette sul
prato a pochi passi dalla riva, già più
tranquilla in quello
scenario rilassante, lasciò correre lo sguardo tra i
riflessi
luminosi godendosi il tepore del sole sulla pelle mentre ripensava al
motivo che l'aveva condotta lì. Ancora una volta Gray era
riuscito a
confonderla e non sapeva più cosa pensare di lui e del loro
rapporto. Com'era possibile che la trattasse sempre in base a come
gli girava in quel momento? Secondo gli amici che lo conoscevano da
più tempo di lei, c'era un motivo per quel suo comportamento
così
scontroso anche nei confronti di chi faceva di tutto per dargli
l'amore di cui aveva evidentemente bisogno, ma non era affatto facile
stargli accanto. Negli ultimi tempi le era sembrato che accettasse
più volentieri la sua compagnia, e fino al giorno precedente
avevano
anche passato dei bei momenti insieme, ma quella mattina a scuola,
all'improvviso, era stato di nuovo freddo e scostante come qualche
mese prima. Cosa era successo in quelle poche ore in cui non si erano
visti?
Juvia si abbracciò le gambe
e appoggiò il mento sulle ginocchia con gli occhi che per
l'ennesima
volta quel giorno le si riempivano di lacrime al pensiero di
ciò che
era successo, mentre si domandava sconsolata cosa avrebbe dovuto
fare. Lo amava ancora come sempre, e ormai aveva capito che non era
il caso di prendersela troppo perché il suo era soltanto un
modo per
sfogare il dolore che aveva dentro per motivi che nessuno le aveva
mai spiegato, ma in giorni come quello finiva sempre per chiedersi se
non fosse il caso di arrendersi e lasciarlo in pace per il bene di
entrambi, ritrovandosi a un certo punto a piangere in un angolo con
il cuore spezzato come anni prima si era ripromessa di non fare
più.
Purtroppo, benché l'avesse già detto tante volte
nel corso della
sua breve vita, non era mai riuscita a mantenere questo suo
proposito, arrabbiandosi inevitabilmente con se stessa per la propria
debolezza. Cosa poteva farci però se il suo cuore, appena
aveva
conosciuto Gray, aveva deciso che non ci sarebbe stato posto per
nessun altro?
La ragazza sospirò di nuovo
sconsolata al pensiero del giorno in cui era iniziato tutto, ma il
suo volto si aprì comunque in un sorriso mentre ripercorreva
i
momenti più belli che avevano vissuto insieme, sentendo pian
piano
rinascere la speranza che, per quanto il compagno cercasse in tutti i
modi di nasconderlo persino a se stesso, cominciasse in
realtà ad
apprezzare le sue mille attenzioni nei suoi confronti. Non poteva
essere altrimenti, visto il numero sempre più elevato e
frequente di
piccoli segnali positivi, ma d'altra parte c'erano anche i giorni in
cui arrivavano quelli negativi, e allora tutto sembrava precipitare
in un attimo come un castello di carte.
Abbagliata dai riflessi del
sole ormai prossimo al tramonto, Juvia distolse lo sguardo
dall'acqua, cominciando ad accarezzare distrattamente l'erbetta
tenera accanto a sé finché non si
ritrovò tra le dita il sottile
stelo di una margherita di campo che qualcuno doveva aver raccolto
chissà quando. Se la rigirò tra le mani per
qualche secondo,
valutando che avesse ancora tutti i petali, prima di cedere alla
tentazione di affidarle le sue pene d'amore.
Si mise quindi più comoda e
iniziò a sfogliarla, ripetendo il rituale “M'ama,
non m'ama”
finché non rimase un unico petalo.
A quel punto la ragazza
sorrise, e pur sapendo che in realtà non aveva senso
prendere troppo
seriamente quel gioco, si sentì di nuovo abbastanza carica
da
sopportare di vedere a scuola Gray l'indomani senza aver voglia di
piangere come era successo invece quel giorno.
Guardando di nuovo l'acqua,
che ormai rifletteva il cielo di un bel rosa intenso, la
ringraziò
tra sé per averla aiutata anche questa volta e si decise ad
alzarsi
per tornare a casa. Prima che potesse muoversi, però,
sentì una
voce nota chiamare il suo nome e si girò di scatto.
«Gray-sama?» sussurrò
sorpresa, incrociando lo sguardo interrogativo del ragazzo, che era
in piedi alle sue spalle. «Che cosa ci fai qui?»
«Ti cercavo.»
«Cercavi... Juvia?» ripeté
la compagna con lo stesso tono, e il moro annuì.
«Posso sedermi?» le chiese
cauto raggiungendola, prima di accomodarsi accanto a lei a un suo
lieve cenno e guardarla di sottecchi. Teneva lo sguardo fisso
sull'acqua che sciabordava lentamente sotto la fresca brezza
primaverile, e sebbene la luce fosse sempre meno, capiva comunque che
stava soffrendo. E come al solito, poteva essere abbastanza sicuro
che la colpa fosse sua...
«Volevi dire qualcosa a
Juvia?» lo incalzò improvvisamente la ragazza,
riscuotendolo dai
suoi pensieri.
«S-sì, volevo... chiederti
scusa. Non avrei dovuto trattarti in quel modo oggi» disse
imbarazzato, avvertendo ora su di sé lo sguardo della
compagna, che
lo osservava a bocca aperta. Aveva sperato tante volte di sentirsi
dire da lui quelle parole, ma non pensava che sarebbe mai successo.
Per qualche secondo non
riuscì a far altro che fissarlo, prima di capire che forse
Gray si
aspettava una risposta.
«D'accordo» pronunciò
piano alla fine, riprendendo a fissare ostinatamente il laghetto.
«Grazie» le rispose un po'
incerto il moro, continuando invece a studiarla in un modo che
sperava passasse inosservato. La compagna era decisamente strana quel
giorno e non poté fare a meno di sentirsi ancora
più in colpa di
quanto già non fosse. A quanto pare Lucy aveva ragione a
pensare che
l'amica ci fosse rimasta particolarmente male per la sua rispostaccia
di quel giorno ed era contento di aver deciso di andare a cercarla.
Se le cose stavano così, era meglio chiarire subito la
faccenda una
volta per tutte...
«Juvia può sapere perché
fai così?» domandò la ragazza dopo
qualche minuto di silenzio,
abbassando gli occhi.
«È complicato...»
cominciò d'istinto il ragazzo, decisamente a disagio. Non si
aspettava una richiesta del genere, posta oltretutto in maniera
così
diretta, e la compagna l'aveva preso in contropiede per l'ennesima
volta da quando si erano conosciuti.
«Capisco. A Juvia dispiace,
non voleva essere inopportuna. Sperava solo che Gray-sama ormai si
fidasse un pochino anche di lei» si scusò la blu,
chiaramente
delusa, facendo per alzarsi e correre a casa, ma il compagno la
afferrò rapido per un polso impedendole di allontanarsi.
«Aspetta! Non ho mai detto
che non mi fido di te» protestò, continuando a
trattenerla più
gentilmente non appena si accorse che avrebbe potuto farle male.
Per qualche secondo si
limitarono a guardarsi sorpresi, poi la ragazza cercò invano
di
liberarsi. Era contenta che Gray l'avesse fermata, ma in quel momento
voleva solo tornare a casa e rimettere ordine nei propri pensieri.
Non ci capiva più nulla e l'effetto benefico dell'acqua era
già
scomparso. Un vero peccato che, data l'ora, non avrebbe neanche
potuto ripristinarlo...
«Non c'è problema per
Juvia se non vuoi dirle niente. Neanche Juvia sa perché l'ha
detto»
si affrettò intanto a chiarire, strattonando il braccio. Si
sentiva
in colpa per quell'improvvisa ondata di gelosia nei confronti di Lucy
e delle altre ragazze, che a differenza sua, lo conoscevano
abbastanza da sapere almeno in parte le motivazioni che lo spingevano
a comportarsi in quel modo. Era consapevole di non poter pretendere
nulla, in realtà, e sarebbe stata la prima ad arrabbiarsi se
qualcuno l'avesse costretta a rivelare cose che voleva tenere segrete
o a tradire la fiducia di una persona cara, ma la feriva essere
tenuta così in disparte. In fondo faceva parte anche lei del
loro
gruppo di amici, in genere molto unito e solidale con tutti i suoi
membri...
«Io invece lo so, e ti
chiedo scusa anche per questo. Intendevo dire che è una
lunga storia
e che non è il caso di parlarne qui e ora» la
interruppe Gray,
guardandola intensamente negli occhi, con un coraggio che sorprese
lui per primo, e a quel punto Juvia si bloccò all'istante.
Voleva
sul serio rivelarle il suo segreto? Non riuscì a trovare una
risposta sensata, ma non ce ne fu bisogno: il rintocco delle campane
della vicina cattedrale li avvisò che era più
tardi del previsto e
che dovevano affrettarsi a tornare a casa.
«Ci vediamo qui domani dopo
la scuola?» propose di getto il ragazzo, contento che la
ragazza
avesse smesso di lottare.
«Questo sarebbe... un
appuntamento?» sussurrò incredula Juvia, con il
cuore che le
batteva talmente forte per l'emozione da temere che il compagno
potesse sentirlo.
«Forse» balbettò Gray
imbarazzato, senza neanche guardarla. L'aveva detto senza pensarci, e
solo adesso capiva davvero il significato di quella semplice frase.
Stranamente la cosa non lo infastidì come si sarebbe
aspettato, ma
al momento non aveva voglia di farsi troppe domande. In fondo era
normale spiegare a un'amica almeno parte della sua storia, no?
«Juvia ne è molto felice»
disse lei con il sorriso più bello che le avesse mai visto,
per poi
avviarsi saltellando verso l'uscita più vicina.
Gray la seguì, insistendo
per accompagnarla a casa, ma stranamente non parlarono molto durante
il tragitto. Il ragazzo era troppo impegnato a chiedersi cosa gli
fosse preso negli ultimi tempi con Juvia, visto che non era certo da
lui riservarle tante attenzioni, mentre la compagna, ancora incredula
ma felice come non mai, stava ringraziando la margherita di poco
prima per la sua predizione chiedendo perdono al fiore per aver perso
la fiducia nei suoi confronti. Nessuno le avrebbe mai creduto,
probabilmente, ma nel suo caso aveva fatto bene a fermarsi tanto quel
giorno sulla riva del laghetto in cerca di conforto da quel vecchio
gioco.
Prompt:
M'ama, non m'ama
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Purtroppo ieri non ho
fatto in tempo a pubblicare (la storia è venuta decisamente
più
lunga del previsto XD), ma spero di essermi fatta perdonare. In
realtà questo, come probabilmente altre storie della
raccolta, è
solo un estratto di una crossover che ho intenzione di cominciare
appena avrò terminato le altre long a cui sto lavorando
ultimamente.
Ci vorrà un po', temo, perché anche questa veda
la luce, ma ci
tenevo a dirvi che le molte cose lasciate inevitabilmente in sospeso
hanno un motivo ben preciso.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo, ma anche alle
bellissime persone che hanno già inserito la raccolta tra le
preferite/seguite/ricordate. Spero di non deludere le vostre
aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine! *^*
Ricordo
inoltre a chi fosse interessato l'esistenza del mio gruppo facebook
su Fairy Tail ed Edens Zero, che sta tra l'altro organizzando questa
iniziativa. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere,
ci trovate a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks.
Vi aspettiamo numerosi! :3
Penso
di non avere altro da dire, per ora. Appuntamento a domani con la
prossima storia e buonanotte per dopo!
Un
bacio,
Ellygattina
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Capitolo 3 *** Storia 3: Nuovo anno scolastico ***
Storia
3: Nuovo anno scolastico
Gerard
varcò il cancello
della sua nuova scuola con un leggero sbuffo. Ne aveva cambiate
parecchie negli ultimi anni e in ognuna era sempre stato etichettato,
fin dall'inizio, come lo studente problematico da tenere d'occhio e
da incolpare a prescindere quando qualcosa fosse andato storto. Se
tutto andava bene, quello sarebbe stato l'ultimo anno in cui avrebbe
sopportato questo strazio, ma non c'erano garanzie che sarebbe
riuscito a passarlo indenne. Che lui lo volesse o meno, infatti, da
un po' di tempo a quella parte veniva sempre coinvolto in un guaio
dopo l'altro, finendo così per mettersi ancor più
in cattiva luce
con compagni e professori finché il preside, a un certo
punto, lo
obbligava a cercare un nuovo istituto disposto ad accoglierlo.
Chissà
se questa sarebbe stata la volta buona di riuscire a concludere
l'anno scolastico in santa pace?
Si lasciò sfuggire
l'ennesimo sospiro della mattina mentre si avviava verso il portone
notando, con un certo disappunto, quanto fossero scalmanati e
attaccabrighe i suoi nuovi compagni, ma tutto svanì quando
una lunga
chioma rossa entrò di sfuggita nel suo campo visivo.
Si girò subito da quella
parte e notò con stupore che apparteneva a una ragazza la
cui vista
gli fece mancare un battito. Era davvero quella che pensava?
La fissò per qualche
secondo come se fosse ipnotizzato finché questa, sentendosi
forse
osservata, non si voltò parzialmente verso di lui.
Da quella distanza non
riuscì a capire se l'avesse riconosciuto o meno, ma adesso
Gerard
era sicuro di aver ritrovato per caso la sua migliore amica di
quand'era bambino, che aveva perso bruscamente di vista anni prima.
Rivederla così a scuola,
dopo tanto tempo, gli riempì per un attimo il cuore di
gioia,
facendogli istintivamente promettere che avrebbe fatto di tutto per
riavvicinarsi a lei, ma ben presto la consapevolezza di non poterselo
permettere lo colpì come un fulmine a ciel sereno. Erza
sembrava
felice in quel rumoroso gruppetto di ragazzi e ragazze, e se anche
quell'anno si fosse impegnato a stare lontano dai guai, non avrebbe
avuto il diritto di intromettersi di nuovo nella sua vita,
ricordandole un passato che avrebbe sicuramente preferito
dimenticare. Senza contare poi che non poteva sapere cosa pensasse di
lui, visto il modo in cui si erano lasciati, né tanto meno
come
avrebbero potuto prenderla gli altri. No, era molto meglio restare
lontani, nonostante la sofferenza che questo gli avrebbe procurato.
Si costrinse a distogliere
per primo lo sguardo, avviandosi poi in segreteria per capire in
quale classe fosse stato destinato.
Non poteva sapere che Erza
l'aveva riconosciuto eccome, restando a sua volta molto colpita da
quell'incontro casuale, ma mentre raggiungeva l'aula giusta, Gerard
si sorprese a pensare, convinto, che comunque fossero andate le cose,
sarebbe stato sicuramente un anno scolastico migliore dei precedenti.
Gli bastava sapere di esserle di nuovo vicino, in un certo senso, per
perdere di colpo la voglia di creare problemi a chiunque, e quando i
loro sguardi incredibilmente si incrociarono per la seconda volta in
poco tempo al suo ingresso in classe, accennarono entrambi un sorriso
a malapena percettibile che li fece sentire più uniti che
mai.
Avrebbero avuto tante cose da dirsi in quel momento, ma non era certo
il caso di farlo davanti a tutti. Erano certi però che ci
sarebbe
stato tutto il tempo per parlare, visto che, bene o male, per
quell'anno sarebbero stati decisamente a stretto contatto.
Prompt:
Nuovo anno scolastico
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie di cuore per essere arrivati fin qui! Mi rendo conto
che come storia non è molto chiara, ma come ho detto
l'ultima volta,
mi piacerebbe sviluppare in una futura long crossover tra Fairy Tail,
Edens Zero e Rave (le tre opere principali di Mashima, sebbene qui ce
ne siano solo due) almeno alcune di queste one-shot. Spero che l'idea
vi piaccia e di aver scritto comunque una cosina gradevole da
leggere. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie di cuore a
tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo
leggendo. Un grazie speciale va poi a Sissi1978 per aver commentato
la storia precedente (<3) e a chi ha già inserito la
raccolta tra
le seguite/preferite/ricordate. Spero di non deludere le vostre
aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine! *^*
Ricordo
inoltre, a chi fosse interessato, l'esistenza del mio gruppo facebook
su Fairy Tail ed Edens Zero, che sta tra l'altro organizzando questa
iniziativa. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere,
ci trovate a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks.
Vi aspettiamo numerosi! :3
Penso
di non avere altro da dire, per ora. Appuntamento a domani con la
prossima storia e buonanotte a tutti!
Un
bacio,
Ellygattina
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