Eva and the Last Kingdom

di ekylove
(/viewuser.php?uid=1037941)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. Eva White ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. Sogno o realtà? ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. Faerie ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. Eva White ***


-…Dove mi trovo?-

- …Solo tu puoi aiutarci…-

- Chi è che sta parlando?-

-…Solamente tu…-

- Chi dovrei aiutare? Chi siete?-

-…EVA!!!!-

 

Come se stesse cadendo nel vuoto, si risvegliò di soprassalto dentro al suo letto.

Completamente sudata, si toccò il petto per regolarizzare il respiro affannato, sentiva il cuore scoppiarle nel petto, da quanto batteva veloce.

Certo che ultimamente le capitava spesso di fare quel genere di sogni… di cui non capiva assolutamente nulla… sentiva solo che c’era realmente qualcuno a cui doveva prestare aiuto, ma chi? E che aiuto?

Guardò la sveglia accanto al letto – No… di nuovo!!-

Eva si alzò di corsa, si lavò velocemente sotto la doccia, pettinò i lunghi capelli castani ma avendo fretta li lasciò umidi, sicuramente avendo i capelli mossi sarebbero diventati crespi… ma non poteva farci niente.

Riuscì a mala pena a mettersi un filo di rimmel sugli occhi, non era una a cui le piaceva truccarsi, però secondo il suo parere, i suoi occhi blu mare erano la sua parte migliore e le piaceva valorizzarli.

Si vestì alla meglio, un jeans blu scuro, una t-shirt bianca, e la solita giacchetta nera ed ecco pronta la studentessa modello anche fin troppo in ritardo.

Al piano di sotto, trovò la solita tazza di latte con le solite fette biscottate, e come sempre non c’era nessuno ad augurarle buon giorno.

Amava tantissimo i suoi genitori, ma essendo medici, non erano quasi mai in casa, cercavano comunque in ogni modo di non farle mancare nulla… o almeno ci provavano, mangiò di corsa, poi con la fidata bicicletta di un rosa shocking pedalò molto velocemente verso la scuola superiore St. Jons School.

 

- Eva White! Non ti smentisci mai!- sentendo la voce vide la sua compagna di classe, ormai si conoscevano da diversi anni, le voleva molto bene.

La sua cara amica, aveva sempre la solita coda per tenere i folti ricci neri, e pensò che in effetti da quando la conosceva aveva sempre avuto il solito modo di acconciare i capelli, occhi grandi dello stesso colore, un bel po’ più alta di lei e fisico molto asciutto, facevano insieme anche atletica leggera, ma per essere sincera lei era molto più brava.

Chiuse il lucchetto tra le ruote della bici, per andare verso l’amica – Abbie Johnson! Buongiorno! Dai non sono così in ritardo…- la ragazza rise sistemandosi la cartella sulla schiena – Si si, dai entriamo se no il professore ci ammazza!-

 

- Lasciatemi stare!!- una ragazza urlò a gran voce all’improvviso, attirando l’attenzione delle due ragazze.

- Sta zitta!! Avanti secchiona, dammi i compiti già fatti!- la voce maschile, era piuttosto irritata, Eva, lasciando la cartella all’amica si avvicinò al cortile della scuola poco distante da li, voleva capire cosa stesse succedendo.

- No! Non è giusto che tu copi i miei risultati!- gli urlò di rimando spaventata.

La ragazza invano stava trattenendo la sua borsa, quello di fronte a lei stava cercando di strappargliela di mano e un altro la tratteneva da dietro, per cercare di immobilizzarla.

- Fa silenzio oca! E dammi questi compiti! Ti avevo avvisato che se non me li facevi copiare te la saresti vista brutta!- ammonì il ragazzo.

Finalmente Eva lo riconobbe, quei capelli biondicci a spazzola pieni di gel, e la corporatura da nuotatore, erano sicuramente di Thomas Harris…

Senza pensarci due volte, prese la scopa appoggiata sul muro che aveva lasciato li il bidello e gli diede un colpo secco sulla schiena facendogli perdere forza, lasciando la borsa della ragazza.

- Thomas! Sei ridicolo!! Se non sei capace a fare due semplici calcoli non devi minacciare gli altri per farteli fare! Impari come tutti!- Eva inveì contro il ragazzo, ancora minacciosa con la scopa alzata pronta a colpire nuovamente se ce ne fosse stato bisogno.

- Non sono affari tuoi White, levati se no ce n’è anche per te!- Thomas con un atteggiamento piuttosto arrogante, la guardò privo di espressione, i suoi occhi scuri erano vacui, si avvicinò ad Eva, ma lei gli puntò l’asta della scopa alla gola provocandolo – Vedi di starmi lontano Harris, e di al tuo amico di lasciarla andare!- scostando l’asta dal collo le sorrise – Il tuo coraggio non ti porterà a nulla, a volte è solo stupidità, cosa pensi di fare?-

- Sta arrivando la professoressa!!!- un grido limpido e chiaro poco distante da li, fece sussultare i ragazzi – Tsk! Non finisce qui White!- facendo un gesto all’amico corsero via, verso il portone della scuola.

Preoccupata Eva, lanciò la scopa a terra, andando verso la ragazza ancora scossa, raggiunta dall’amica Abbie.

 

- Eva sei pazza!! Per fortuna che mi hanno creduto! E se avessero pensato che non fosse vero? Devi pensare alle conseguenze, accidenti a te!- Abbie preoccupata ammonì l’amica, ma in quel momento si stava solo preoccupando per quella ragazza che ancora stringeva forte la cartella tra le mani.

- Flora, Flora Evans, giusto? Non è da tanto che sei nella nostra classe… mi dispiace, ma ti assicuro che lui è l’unico deficiente che fa certe cose… se può un minimo rassicurarti… sono mortificata…- lei sorprendentemente le sorrise – Mi hai salvata grazie mille- scosse la testa – Non ho fatto nulla di speciale, dai andiamo- prendendola per mano si diressero in aula.

 

Flora si era trasferita da poco più di qualche mese, non era ancora riuscita ad integrarsi con il resto della classe, sembrava essere piuttosto riservata, ma su una cosa erano sicuri tutti, era veramente un ottima studentessa, non c’era materia in cui andasse male, incredibile, anche lei stessa ne era stupita, ed ecco perché l’appellativo dispregiativo di secchiona.

Eva non ne era invidiosa, ma piuttosto ammirata… aveva solo notato una cosa da quando era arrivata, continuava a fissarla, ma forse era solo un modo strano per fare amicizia con lei…

La guardò distrattamente, nel complesso era anche una ragazza carina, aveva capelli corti e scuri e gli occhi nocciola, alta più meno quanto lei, e fisico né troppo magro né troppo robusto, nel complesso stava bene, aveva notato che per leggere usava spesso gli occhiali…

Ad un tratto la ragazza accortasi del suo sguardo le rivolse un sorriso, lei un po’in imbarazzo fece lo stesso… si convinse che magari poteva essere una buona amica, dopo sicuramente le avrebbe parlato.

- Pss… Eva!- la ragazza si girò verso l’amica Abbie – Cosa?- sussurrò sperando di non venire sorpresa dall’insegnante – Hai notato come ti sta guardando Thomas? Cavolo proprio tu mi dicevi di stargli alla larga… accidenti!- con odio guardò il ragazzo, ma lui distolse lo sguardo ignorandola, quanto non lo sopportava… aveva avuto la “ fortuna” di condividere con lui, dall’asilo fino alle superiori, le madri erano molto amiche e quando certe volte s’incontravano con i parenti eccolo diventare il cocco di mamma, era proprio odioso, le faceva venire da vomitare quasi.

- Stai tranquilla… è solo stupido…- fece spallucce all’amica ancora in ansia, riprese ad ascoltare l’insegnante.

 

-Quindi ragazzi, sono contenta che avete aderito tutti alla gita fuori porta per domani… andremo a fare campeggio nel parco Stetwood, staremo quattro notti e cinque giorni e naturalmente faremo anche qualche buona e utile lezione di botanica, educazione domestica, fisica e ginnastica… tutti insieme!! Siete contenti?- la professoressa sorrise allegramente a tutta la classe, ma si leggeva lontano un miglio che non ne erano per niente felici della notizia.

Soltanto Eva ne era entusiasta, non coglieva il motivo, ma quando stava a contatto con la natura, si sentiva nel suo mondo, completamente a suo agio… e per lei che abitava nella grigia città, era un vero e proprio toccasana, per avvicinarsi al verde; aveva sistemato il giardino di casa ed incredibilmente aveva scoperto di avere un pollice verde da favola, qualsiasi cosa volesse coltivare cresceva… essendo sempre da sola in quella grande casa, era il suo hobby che la teneva occupata.

 

Finite le lezioni, si diresse al banco di Flora con grande allegria – Ehi! Ho notato che abiti vicino a me, ti va se andiamo a casa insieme?- lei raggiante si sistemò di fretta e furia la borsa per poi seguirla.

 

-Ci tenevo a ringraziarti ancora Eva, senza di te, non so cosa sarebbe potuto accadere…- sorrise intimidita guardandola – Ma ti pare? Lo conosco da un po’ Harris, è solo tutto fumo e niente arrosto, tranquilla… non ho fatto nulla di speciale ti ripeto- la ragazza sorpresa abbassò il muro della timidezza, prendendo confidenza – Sei stata coraggiosa, non è da tutti! Sai se non mi avessi detto di venire a casa con te, te lo avrei chiesto io…sembri una ragazza simpatica-

- Eva lusingata rise – Grazie, anche secondo me lo sei… allora emozionata per domani? Io non vedo l’ora!-

Flora con occhi sognanti annuì – Si anche io, sarà una giornata speciale domani, ne sono sicura! Oh… parlando parlando sono arrivata all’incrocio per andare a casa mia… ci vediamo domani allora!- salutò con grande trasporto e corse via.

 

Eva la guardò correre a perdifiato, le scappò da ridere li per li, era una brava ragazza, aveva solo bisogno di uno sprint per sconfiggere la timidezza, era contenta di aver preso l’iniziativa, riprese il cammino.

Con la coda dell’occhio, vide la ragazza fermarsi di colpo, davanti a lei c’era un ragazzo.

D’istinto si nascose.

Sembrava stessero litigando, e lui sembrava decisamente spazientito.

Quel ragazzo, era particolare… fu la prima parola che le venne in mente.

Capelli argentei lisci e lunghi raccolti da una coda, fisico atletico ed asciutto, abbigliamento strano, aveva indosso una specie di tunica lunga fino alla vita bianca con i bordi verde lucente, con una cintura nera e pantaloni dello stesso colore, stivali sempre bianchi e verdi.

Assurdo pensarlo ma sembrava avesse una spada nella fibbia della cintura? No impossibile…

Di colpo alzò lo sguardo su di lei, quegli occhi color ghiaccio e raggelanti, le fecero mancare un battito, distolse lo sguardo intimidita… appena ebbe il coraggio di riguardarlo, erano già spariti.

Strano…

 

L’indomani Eva, con il borsone e sacco a pelo incorporato, si avvicinò al pullman… stanca… non era riuscita a chiudere occhio per tutta la notte, continuava a pensare a quello sguardo raggelante su di lei… forse era per quello che, da tutta la mattina si sentiva osservata… suggestione…

 

- Buon giorno White! Sempre in ritardo te eh?! Eva…che ti prende?- Abbie preoccupata notò subito l’aria stanca dell’amica – No, niente, è tutto a posto, non ho solo dormito… forse era per l’emozione eheh- la ragazza sollevata rise – Sei sempre la solita, tanto per te arrivare puntuale è impossibile ahah ogni scusa è buona!- lei la guardò sottecchi – Non è vero, ho fatto sono dieci minuti di ritardo oggi… oh… ciao Flora!- la nuova amica si avvicinò alle due ragazze sorridendo – Buon giorno! Sono molto emozionata! E’ la prima gita scolastica che faccio eheh!- sorprese presero a braccetto la ragazza andando a sedersi sul pullman – Vedrai, ti divertirai molto con noi!!- lei entusiasta sorrise ad entrambe – Non vedo l’ora!!-

 

Lentamente si avvicinarono al parco Stetwood, e si accorsero presto che era il bosco più grande del paese, e con scontento si resero conto che per arrivare alla meta designata, avrebbero dovuto camminare un bel po’…

 

Verso metà pomeriggio la professoressa gridò – Ci accamperemo qui!! Allora… gruppo A, occupatevi della legna ed accendere il fuoco. Gruppo B, occupatevi di costruire le tende, gruppo C, al fiume a prendere l’acqua, ed io penserò ad un menù per questa sera!-

Ogni studente ubbidì agli ordini impartiti, soprattutto a quella professoressa di lettere sapeva il fatto suo, sapeva farsi rispettare da ognuno di loro.

Le tre ragazze essendo nel gruppo C, si diressero al fiume, riempiendo i secchi d’acqua, distrattamente Eva domandò a Flora – Quando ti ho lasciato ieri davanti all’incrocio… chi era quel tipo con i capelli argento che si è fermato a parlarti? Sembrava arrabbiato…- lei s’immobilizzò – Ti stai riferendo ad Eiden? Oh… l’hai visto… tranquilla, abbiamo avuto solo un piccolo battibecco, niente di che…- Eva annuendo continuò – Scusa  non volevo essere invadente, è il tuo ragazzo immagino…- rise all’improvviso a crepapelle – Ma no, certo che no Eva… per me è come un fratello… nessun legame amoroso…- non sapeva bene il motivo ma ne era quasi sollevata da questa rivelazione. Abbie scocciata intanto si avvicinò al campo con un grosso secchio, Flora riparlò ad Eva in modo serio – Dopo cena… ti va di venire qui con me? Vorrei parlarti di una cosa…- vedendola così in ansia annuì di scatto, rendendola felice come non mai.

Chissà di cosa le doveva parlare?


Ciao a tutti!! Per la prima volta mi metto in gioco pubblicando una mia storia che non sia fanfiction! Spero che apprezziate! Aspetto un vostro parere! Grazie in anticipo!! (Sto pubblicando la storia in contemporanea su di un altro sito )

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2. Sogno o realtà? ***


La sera arrivò velocemente, e dopo aver mangiato una bella zuppa calda, si misero tutti intorno al fuoco a raccontare storie d’orrore.

- Ed ecco… che nel buio… spuntò fuori il fantasma assassino!! Buahahah…-

- AAAh!!!- In coro i ragazzi urlarono spaventati.

- N..Non è stato divertente…- Flora con le lacrime agli occhi si avvicinò ad Eva – E’ solo una storia di fantasmi, tranquilla! Non mi dovevi parlare a proposito?- lei annuì strofinandosi il naso con un fazzoletto.

 

Lentamente si alzarono e senza dare troppo nell’occhio si avvicinarono al fiume.

- E’ davvero bellissimo qui!- Flora si avvicinò ad una lucciola cercando di prenderla, senza alcun successo, l’amica rise divertita – Si hai ragione, è rilassante questo posto, penso che starei qui per sempre, senza annoiarmi mai…-

La ragazza, si strinse nelle spalle – Si, anche io! Mi sento nel mio mondo!! Eva, devo dirti una cosa importante, faticherai a crederci, ma per favore, ascoltami. So qualcosa del tuo passato…- lei si bloccò di colpo, guardandola – C..Cosa vuoi dire? Cosa sai di me? Ti sei trasferita da poco, ci conosciamo appena - lei annuì, senza guardarla, era in evidente imbarazzo – Si, sono arrivata da poco nella tua scuola, ma sono qui per un motivo preciso, per… per sorvegliare te –

Eva sgranò gli occhi, andandole vicino – Che dici? Non credo di essere una persona così importante da venire sorvegliata. Spiegati meglio…-

Flora finalmente la guardò, era molto seria – Non mi sto inventando nulla. Ci hanno incaricato di sorvegliarti, ma forse non dovevo dir nulla… Ah…- venne afferrata con violenza per il braccio – Spiega a me di cosa non hai capito del discorso che ti ho fatto!- il ragazzo dai capelli argentei era davanti a loro, e molto arrabbiato.

-Eiden! Deve sapere, non deve succedere come è successo a me, non è giusto!- gli urlò contro Flora, a quelle parole le lasciò il braccio pensieroso, stropicciandosi il viso stanco – Flora… non funziona così! Ci saranno conseguenze, per me e per te, sono io che ti ho portata con me, ma credo di aver sbagliato…-

La ragazza lo spinse arrabbiata – Non dire assurdità!! Se ci saranno conseguenze me le prenderò io!! Tu non c’entri nulla… E’ una mia decisione! - Eiden vedendola determinata, fece un passo indietro deciso ad andarsene, ma Flora lo trattenne per la casacca – Aspetta… ormai sei qui, potremmo parlarle insieme - il ragazzo guardandola con quello sguardo gelido che avrebbe paralizzato chiunque rispose – Ti sei messa in questa situazione? Bene, ora ne dovrai uscire da sola con le tue gambe!!-

Flora tirandolo con forza lo implorò – Ti prego!! Non ti chiederò mai più nulla promesso!!- Eiden voltando il capo cedette, tornando sui suoi passi, si vedeva lontano un miglio che faticava a dirle no.

 

Eva determinata, si mise davanti alla ragazza, a mo’ di difesa – Basta litigare! Non trattarla in questo modo!! Prima hai parlato al plurale Flora, quindi mi stai sorvegliando con lui? Ma si può sapere da cosa mi state sorvegliando? Ma soprattutto chi vi ha mandato?-

La ragazza, guardò il compagno cercando aiuto, ma restando completamente in silenzio, sospirò rassegnata – Eva… dovrei spiegarti ogni cosa, ma sono sicura che portandoti ora da tua madre, saprà dirti ogni cosa…- lei indietreggiò – M..Mia madre?- Flora sorrise rassicurandola – Si, la tua vera madre. Non ti ha abbandonata!! Ha dovuto lasciarti a quella famiglia, per necessità, qualcuno voleva fare del male alla tua famiglia… e per proteggerti hanno cercato di darti una vita migliore, fino a che fossi stata pronta a tornare da loro, quando le acque fossero state più tranquille. Purtroppo tuo padre non ce l’ha fatta…mi dispiace…- Eva si sedette su di un tronco… troppe emozioni tutte insieme…

 

Non aveva mai detto a nessuno che la sua famiglia era adottiva, per lei erano loro i suoi veri genitori, che ci fossero sempre o meno, ma loro non l’avevano mai lasciata.

Per molto tempo era stata arrabbiata con chi l’aveva messa al mondo, avevano avuto il coraggio di abbandonare la figlia nata solo da pochi giorni in una cesta di vimini, non sapeva cosa pensare, ora sapere che erano stati obbligati, per salvarla … ma poteva fidarsi di loro? Era vera quella storia?

 

- Perché dovrei fidarmi di quello che mi state dicendo? Io non vi conosco…- si alzò riprendendo padronanza della situazione.

Eiden la guardò, poi rivolgendosi alla compagna – Te l’ho detto che era un’idea stupida, lei non ci crede - la ragazza pestò i piedi, scocciata – Sta zitto!! Eva… sappiamo molte cose di te, ma per poterti fidare di noi, l’unico modo è portarti da lei, ti saprà spiegare ogni cosa… cosa ti costa?-

Eva deglutì nervosa, lo voleva davvero sapere? Un tempo avrebbe risposto si, sicuramente, ha sempre voluto sapere il perché l’avesse abbandonata, ma ora? Erano passati sedici lunghi anni, senza mai farsi nè sentire né vedere…

- AHAHAH…-

Una risata in lontananza li interruppe, i ragazzi si voltarono, una donna molto bella, con lunghi capelli neri ed occhi rossi, vestita in modo eccentrico con colore nero predominante, li stava fissando.

Flora sbiancò di colpo, Eiden si posizionò di fronte alle ragazze come se volesse proteggerle. Eva s’innervosì, capì subito che qualcosa non andava.

 

La donna avvicinandosi lentamente, fece un grande inchino spostandosi la strana gonna nera – Sono onorata… Eva giusto?! Che piacere fare la tua conoscenza!- Eiden scostando la lunga tunica bianca tirò fuori una grande spada, Eva sorpresa si aggrappò all’amica, allora aveva visto bene, quella era proprio una spada!

Il ragazzo per nulla intimorito urlò – Strega! Cosa vuoi?! Vattene!! Flora!- lei come risvegliatasi, prese per mano Eva e… sparirono… si ritrovarono poco distanti da li nascoste dentro ad un cespuglio – Accidenti non sono riuscita a portarti molto distante, mi dispiace…- la ragazza la guardava stupita, erano sul serio sparite ed ora erano nascoste in un cespuglio, ma come era stato possibile?!

– Cos… come…- Flora capendo i mille pensieri della ragazza la scrollò – Eva!! Ascolta!! Avrei voluto dirtelo più delicatamente ma non c’è tempo! Non so come, ma ci ha trovato!! Quella donna è pericolosa, molto pericolosa!! Si chiama Marinette ed è il braccio destro della Regina Medea, quindi è una strega, ed io sono una fata ed è per questo che sono riuscita a fare quello che ho fatto!!- Eva rise nervosamente – Streghe e fate? Ma che dici?! Sono solo creature inventate per i bambini!! Stai bene?!- offesa le sorrise con aria di sfida – D’accordo… guardami!- all’improvviso una luce avvolse la ragazza ed incredibilmente svanì, Eva guardò per qualche attimo il nulla poi sentì una vocina arrivare dal basso, sulle sue gambe, attirò la sua attenzione – Ecco mi credi ora?!- una piccola Flora in miniatura con delle alucce sulla schiena la guardava fiera di sé.

Eva spaventata indietreggiò di colpo facendola cadere – M..ma che diamine sei?!- la piccola fatina massaggiandosi il fondoschiena ripetè – Una fata!! E’ evidente!!-

 

Colpi di spade, esplosioni altri rumori indefiniti attirarono l’attenzione delle due ragazze nascoste, Eva si sporse cercando con lo sguardo il ragazzo dai capelli argentei.

- Ho un nome sai?! Smettila di chiamarmi strega e poi mi metti in difficoltà - rise - non saprei come dovrei chiamare te… come dovrei definirti? Suggerimenti?- Marinette lo guardò in modo innocente. Cogliendo l’ironia, Eiden sussurrò qualcosa alla spada per poi attaccarla nuovamente, un fascio di luce intensa ne uscì da essa avvolgendola interamente poi con un balzo cercò di colpirla, ma sfortunatamente, riuscì ad evitare il colpo e la donna rise nuovamente di gusto – Non sono qui per giocare con te, sono qui per la ragazza, ma ora che sono sicura di averla trovata basterà aspettare che la perdiate un attimo di vista… e ve la porterò via sotto il naso! A presto mio caro!!-  Eiden cercò di attaccarla nuovamente ma Marinette scomparve un attimo prima – Maledetta di una Strega!!- urlò frustrato al cielo, rinfoderando la spada.

 

Eva uscì dal nascondiglio sconvolta – Ma che sta succedendo? Cosa siete?!- Eiden sorrise alla ragazza, questo la disarmò, era la prima volta che lo vedeva sorridere – Siamo creature magiche e quella era una tirapiedi di Medea, la Regina delle streghe nere, colei che ha organizzato tutto per far del male ai tuoi genitori, siamo stati incaricati di portarti da lei quando fosse stato il momento opportuno, e vedendo i fatti, sono contento che Flora abbia accelerato i tempi, se non ci fossimo stati noi ora, ti avrebbe portato via -

Flora raggiante, si ritrasformò e affiancò il compagno – Eva, fidati di noi, seguici, tua madre ha voglia di conoscerti, e immagino che anche tu lo voglia…- le porse la mano.

Confusa ai massimi livelli, guardò la mano poco convinta – I..I miei genitori sono… creature magiche?- Eiden si avvicinò sicuro di se, e con un grande inchino riparlò – Tua madre è la Regina delle fate, Daphne, e di conseguenza sei la principessa.

Per confermare la mia tesi, te lo dimostrerò, ogni fata di origine nobiliare, ha una voglia a forma di petalo sul braccio destro - la ragazza sgranò gli occhi stringendo il braccio destro contro il petto, lui sorrise vedendo la sua reazione – E… date le circostanze, volente o dolente, perdona il modo brusco ma verrai via con noi!- alzando il capo, mise una mano sotto la bocca e soffiò, una polverina gialla arrivò sino sotto al suo naso e poi… nulla il buio intorno a lei fece da sovrano.

 

Aprì lentamente gli occhi, era sdraiata sull’erba fresca e umida, frastornata si sedette e guardò il cielo, era appena sorto il sole, che fosse stato solo un sogno strano?

Non era ancora sicura se gli potesse dispiacere o meno, di sicuro era stato un sogno pazzesco, era tutto davvero assurdo, lei era la principessa delle fate, le streghe nere volevano fare del male a lei e ai suoi genitori, e per proteggerla l’hanno spedita nel mondo umano… Tsk! Assurdo, Proprio come il secondo sole che aveva fatto capolino nel cielo…

 

…Secondo sole?

 

Si alzò in piedi ancora sbigottita, si guardò intorno, tutto era incredibilmente strano, iniziò ad incamminarsi nel bosco in cui era. Si accorgeva pian piano che qualcosa non andava, intorno a lei si trovavano piante mai viste di ogni tipo di colore, alti alberi con grandi frutti simili a quelli conosciuti ma evidenti che non fossero tali, due soli nel cielo.

Uscita dal bosco, di fronte a se vi trovò una porta sospesa nell’aria.

 

Cosa stava succedendo?

Quello di certo non era il bosco in cui erano poco prima, ma quindi… Dove si trovava in realtà?

Ciao a tutti!! Ecco il mio secondo capitolo! Da qui si iniziano a capire più cose! Chissà dove realmente è finita Eva? Se avete voglia di scoprirlo vi aspetto nel prossimo aggiornamento :) Grazie in anticipo!!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3. Faerie ***


Due forti braccia la riportarono dentro il bosco – Stupida! Vuoi farti ammazzare? Già siamo dovuti passare dal portale, proprio sotto gli elfi oscuri… devi stare attenta qui, non siamo nel mondo umano!- la rimproverò Eiden, lasciando la ragazza senza parole, intervenne Flora, e notò che si era cambiata di vestiti, ora indossava una veste leggera e fluttuante azzurrina e guardandosi, anche lei ne indossava una simile ma rosa, i loro capelli erano ricoperti di fiorellini, invece Eiden, aveva sempre la stessa tunica, ma con un particolare, era molto, molto armato, la spada ora in bella vista attaccata alla fibbia della cinta, un altro pugnale al lato opposto, ed arco e frecce dietro alla schiena. – Eiden, non sa nemmeno dove si trova! Perché non riesci ad essere gentile con lei?-

 

Eva ripresasi, e completamente furente si diresse verso i due che stavano nuovamente battibeccando – Ora basta!!! Dovete darmi delle spiegazioni ora! Cosa sta succedendo? Dove diamine siamo? E perché siamo vestiti così??-

Flora capendo la sua impazienza, l’invitò a sedersi di fronte a lei – Hai ragione, ti spiegherò quel che so… Siamo nel mondo magico, di nome Faerie, siamo passati attraverso quella porta sospesa, è uno dei pochi tramiti che collega il nostro mondo con questo.

Sinceramente parlando è la prima volta anche per me, eheh sono cresciuta anche io nel mondo umano. Ma è un’altra storia, quindi dicevamo, Faerie è popolato principalmente da cinque grandi Regni: Fate, Streghe suddivise in nere e bianche, ed Elfi anch’essi divisi in oscuri e di luce… poi esistono anche altri popoli ma sono o in minoranza, o non abbastanza forti per emergere.

Sedici anni fa, il Regno delle fate, Lyonesse, era davvero molto potente, probabilmente il più forte mai esistito…

Madre natura un giorno, volle premiare coloro che riteneva più consoni ad ottenere il vero e immenso potere mai esistito prima, ossia la capacità di controllare su tutti i Regni di Faerie, decise di donarlo proprio alle fate, al Re e la Regina da poco eletti, i tuoi genitori, che avevano già creato in poco tempo una vera e propria potenza.

Il loro credo era costruire un mondo pacifico, erano contro ogni tipo di violenza e il loro sogno era di unificare ogni Reame esistente, essendoci alcuni dissapori.

Le fate, sono di natura buona, anche se erano le più potenti, non ne avrebbero mai abusato per far del male a qualcuno.

Le streghe nere, gelose del dono concesso loro, decisero di attaccarle…

Da quanto so la Regina Medea, tiene in pugno il Re degli elfi oscuri, Re Alyon, essendo innamorato perso di lei, quindi lo controlla a suo piacimento e in men che non si dica si allearono…e  attaccarono le fate di sorpresa.

Non aspettandoselo, riuscirono a ridurre la loro difesa nulla…

La Regina Daphne, tua madre, capendo cosa stava accadendo, decise di mandarti tra gli umani di nascosto per proteggerti, tuo padre per perdere tempo affrontò da solo ognuno di loro, ma purtroppo venne battuto e morì…

Le ultime fate rimaste, nascosero tua madre, mentre Medea ed Alyon alleati, presero il famoso potere a tuo padre deceduto, diventando ancora più potenti.

Fortunatamente, i tuoi genitori, capendo il rischio di avere quel prezioso potere concessogli da madre natura, decisero di dividerlo in due parti, trattenuto da due scettri. Quindi uno scettro è ancora in possesso di tua madre.-

 

Eva rimase senza parole, chiese spaesata – Quindi le streghe nere e gli elfi oscuri sono ancora alleati, in cerca di mia madre e del suo scettro… E’ corretto? Un momento ma in che senso per te è la prima volta?-

Flora rise, vedendola in difficoltà – Si ecco… l’ho saputo da pochi anni che sono in realtà una fata, i nostri poteri si concretizzano verso i sedici, diciassette anni e non avendo mostrato alla nascita particolare predisposizione alla magia, mi spedirono nel mondo umano. Non chiedermi il perché, dopo la grande guerra sono morti, quindi non avrei nemmeno l’opportunità di domandarglielo. Comunque è corretto, noi dobbiamo portarti da tua madre, ma è ancora nascosta giusto Eiden?-

Lui annuì guardando oltre la foresta – Si, è esatto, e per capire dove possa essere, dobbiamo andare a Lyonesse… non c’è altro modo…-

Eva pur confusa da tutte quelle nuove informazioni, si era commossa per l’ulteriore rivelazione dell’amica, quindi le strinse la mano per rassicurarla – Ti credo, è assurdo, ma voglio crederti…- soddisfatta Flora sorrise poi guardandola con occhioni grandi riparlò– E poi… non ti piacciono i nostri vestiti? Secondo me, sono proprio da fate, vero Eiden?- il ragazzo sorrise appena scuotendo la testa – Andiamo prima che ci scoprano. Abbiamo un bel po’ da camminare signorine…-

 

Eva si alzò in piedi in preda al panico – U… un secondo! Dobbiamo tornare indietro, insomma eravamo ad una gita con la scuola, ci staranno cercando! Avranno chiamato i miei genitori, devo andare a rassicurarli che sto bene e…- Flora le strinse forte le mani per cercare tranquillizzarla – Eva, non lasciarti prendere dall’agitazione, ci ha pensato Eiden a risolvere la questione con la sua magia, non noteranno la nostra scomparsa, è come se fossimo li, anzi che vedere noi, avranno la percezione della nostra presenza e dato che gli umani non hanno la magia, non noteranno alcuna differenza. Vedrai, andrà tutto bene!- Eva dubbiosa si toccò la testa – Non ci ho capito molto, per loro è come se fossimo li? Quindi non saranno preoccupati? – Flora annuì – Esatto, grazie alla magia, possiamo stare tranquilli, potremmo andare e venire come ci pare e piace in questo modo! Così facendo possiamo cercare tua madre, in assoluta libertà, senza scombussolare il nostro mondo, dai ora andiamo, Eiden si è già incamminato-

 

Con il cuore in parte sollevato, s’incamminarono, ed Eva si sentiva benissimo, strano ma vero… Più scopriva cose nuove di quel mondo e più sentiva che era davvero casa sua, tutto era elettrizzante per lei, dal vento sui capelli, i raggi di quei soli sul viso, il rumore dell’erba sotto i piedi, si guardò il braccio destro, il polso, si accarezzò la voglia a forma di petalo, tendeva sempre a nasconderla essendo un po’ particolare, Eiden le aveva detto che le fate con discendenza nobile, avevano questo tipo di voglia, quindi, quando sarebbe andata di fronte alla madre, sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto. Confermare che fosse realmente lei.

La sua vera madre.

Inciampò all’improvviso e per fortuna la grande mano di Eiden l’afferrò per vita, e distogliendo il suo sguardo il ragazzo ne approfittò per parlarle – Sono stato brusco prima, mi dispiace, ma per favore, qui è pericoloso, guarda dove vai…- il suo tono era stranamente gentile e preoccupato, sembrava seriamente dispiaciuto, al ché Eva sorrise senza neanche volerlo.

 

Infondo quel ragazzo burbero quando voleva sapeva essere premuroso e… alla luce del sole era veramente affascinante, i capelli di un grigio delicato avevano riflessi argentei e gli occhi color ghiaccio, avevano sfumature di un azzurro brillante, accorgendosi di essere osservato si voltò verso la ragazza, che imbarazzata si voltò di rimando, si sentì le guance avvampare.

Flora le si avvicinò – Eiden non è davvero antipatico e indisponente, è molto altro, è gentile, disponibile e ti sa ascoltare, è veramente una persona d’oro. - Eva guardò la ragazza totalmente rossa in faccia – A..Ah si? Bene… - tossì per riprendere il controllo -… a proposito, anche lui è una fata?- lei lo guardò per poi ridere divertita – Ahah scusa, me lo stavo immaginando. No, lui non è una fata… è un po’ difficile da spiegare, lui non ne parla quasi mai o mai. Allora, gli elfi come ti ho già spiegato, sono suddivisi in elfi di luce ed elfi oscuri, e sono proibite le relazioni tra di loro, la madre di Eiden infatti essendo nata da una relazione vietata tra i due popoli, venne cacciata, definita come un’elfa di mezzo, crescendo diventò una era e propria ribelle per così dire, non appartenendo a nulla, non le importava di essere giudicata. Un giorno conobbe il padre di Eiden e per ironia della sorte, lui era uno stregone bianco.

Puoi immaginare quando nacque Eiden… non aveva un posto nel mondo…e infatti molti lo hanno maltrattato, giudicato, deriso ed evitato ed è stato così per tutta la sua vita.

La sua adolescenza non fu facile, era alleggerita solo dal suo compagno di giochi che considerava come se fosse suo fratello, quel bambino era il principe degli elfi di luce e quando fu proclamato Re, lo nominò a capo della sua scorta personale, con quella carica, assunse una notevole importanza, ma purtroppo appena non c’è il Re, viene ancora oggi considerato meno di niente e questo mi dispiace tanto, anche se non lo da a vedere ne soffre molto. -

Eva rimase senza parole, riguardò il ragazzo, gli dispiaceva davvero molto per tutto quello che aveva passato, non avrebbe mai immaginato nulla di più triste, ora forse riusciva a capire un po’ di più perché avesse quel carattere un po’ brusco. In quel momento aveva voglia di avvicinarsi a lui.

- Ehi!! Non guardarlo, se no lo capisce che ho parlato della sua storia!!- Eva risvegliatasi, si voltò leggermente arrossita – S..Scusa… mi ha molto rattristato questa storia – Flora diventò seria – E’ molto orgoglioso, non ama che si sappia…oh…-

Il panorama di fronte a loro, era cambiato, erano usciti dal fitto bosco, ora quello che vedevano era un immenso prato fiorito. Si estendeva un campo zeppo di fiori di un rosso acceso, con un profumo inebriante, affascinata l’amica si precipitò in esso.

Eva stupita la seguì.

Eiden non avendo il tempo di dire o fare nulla, sbiancò, di corsa si avventò sulle ragazze per fermarle.

Riuscì a bloccare l’avanzata solo di Eva.

 

Flora come ipnotizzata si avvicinò ad un fiore e lo colse, in realtà non voleva farlo, ma qualcosa le diceva esattamente cosa e come doveva fare.

In lontananza si sentiva la voce allarmata del ragazzo – Floraa!!! Non strapparlo è una trappola!!- ma ormai era troppo tardi, aveva già il fiore tra le mani, Eiden preoccupato sguainò la spada, Eva non capiva la sua strana reazione, infondo aveva solo colto un semplice fiore…

Flora intanto lo guardava incantata, sfumature di ogni cromatura di rosso, ma qualcosa stava cambiando, da un bellissimo fiore rosso vivo, diventò nero pece, grosso sempre più grosso tanto da non riuscire a tenerlo tra le mani. Prese vita e mostrò grandi denti aguzzi che stava per aggredirla.

Eiden fortunatamente riuscì ad arrivare in tempo tagliando il fiore a metà.

Flora spaventata cadde a terra, ma si accorse in breve tempo che tutti i fiori intorno a lei erano diventati come quello che aveva colto.

 

Da essi uscirono dei lunghi rampicanti che l’avvolsero, legandola interamente, Eva d’istinto afferrò un bastone e si lanciò contro di essi – Flora!! Trasformati in fatina e vola via!!- la ragazza spaventata, ubbidì e volò alto nel cielo, ma quello che vide la spaventò ancora di più… ogni fiore di quel campo ora era una distesa nera di desolazione e morte…

 

Eva con il bastone, picchiava senza paura quel che ne rimaneva di quei bei fiori, ma dei rampicanti la sorpresero e la fecero inciampare e cadere a terra, un mostro con i denti affilati ruppe il bastone con un solo morso, lasciando la ragazza senza parole, ora non aveva alcuna difesa.

 

Aprì la bocca spaventata e chiuse gli occhi, dopo qualche secondo di attesa, li riaprì e si rese conto che la pianta che la stava aggredendo era divisa in due ed Eiden di fronte a lei.

Tagliò anche l’arbusto che aveva legato alla caviglia e la prese in braccio, con un grande balzo cercò di uscire da quell’incubo, ma ogni fiore aspettava solo una sua mossa falsa – Non guardare Eva…- era solo un sussurro ma le bastò per fare esattamente quello che gli aveva chiesto, sentì elettricità provenire dalla spada, avvertì molto potere crescere in un attimo, un lampo, poi silenzio, un ultimo balzo, poi si ritrovarono sdraiati.

Eva aprì gli occhi perplessa, erano fuori da quel terribile campo che ora era ritornato esattamente come prima, bello, caldo e con fiori rossi ed immacolati.

 

Flora abbracciò forte Eva – Ho avuto molta paura…- Eiden piano si alzò e furioso indicò il campo con la spada – Pazze!!! Vi rendete conto a cosa siete andate incontro?! Questo campo è stato creato per gli intrusi. Gli umani sono attratti da questo genere di cose, vedono cose belle e se ne vogliono appropriare, gli esseri magici, sono legati alla natura, mai potrebbero avere dei pensieri così impuri! Flora hai strappato il fiore!!-

La ragazza mortificata, abbassò il capo e diverse lacrime scesero dagli occhi nocciola –M..mi dispiace, mi sembrava di essere come ipnotizzata -

Eva mettendosi di fronte all’amica la difese – Ehi!! Non ti arrabbiare! Non lo sapevamo!! E poi se vogliamo dirla tutta, io ho scoperto di essere fata da ieri, mentre Flora è cresciuta da umana, quindi, scusa se non ne siamo a conoscenza!!-

Eiden visibilmente arrabbiato, si voltò andandosene. Eva era un po’ risentita per quello che gli aveva detto, sapendo che si era messo in pericolo pur di salvarle, concluse il discorso in modo più dolce – Scusaci se ti abbiamo fatto preoccupare, e grazie per averci salvato la vita, staremo più attente – il ragazzo si fermò, senza voltarsi si scompigliò i capelli, poi riparlò – Non volevo aggredirvi, mi sono arrabbiato perché era pericoloso, ma è vero non ho fatto in tempo ad avvertirvi, quindi non è tutta colpa vostra – le ragazze sorrisero e lo raggiunsero.

 

Flora si avvicinò sorniona ad Eva – Credo che sia arrossito poco fa…E’ difficile che ammetta di aver sbagliato, abbiamo assistito ad un miracolo! - poi scappò affiancando il ragazzo con un caldo sorriso, da sciogliere anche il freddo Elfo davanti a lei, che in un modo affettuoso le toccò la testa.

Eva pensò che anche se era burbero ed impulsivo, era davvero un bravo ragazzo e quando voleva dolce, lo stava rivalutando.

Ciao a tutti!!! Eccoci qua al terzo aggiornamento, spero vivamente vi piaccia :) Ed ecco i nostri tre amici che si stanno incamminando verso Lyonesse in cerca di informazioni su dove possa essersi nascosta la Regina Daphne. Cosa ne pensate? Grazie in anticipo, a presto!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3890499