Alla ricerca di Ancora

di Babbo Dark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Paura e Tristezza ***
Capitolo 2: *** Gioia e Disgusto ***
Capitolo 3: *** Amore e Rabbia ***
Capitolo 4: *** Inside Out ***
Capitolo 5: *** Ancora, finalmente... ***



Capitolo 1
*** Paura e Tristezza ***


ANGOLINO EMOTIVO: salve lettori, Babbo Dark è finalmente tornato a pubblicare su EFP! Devo ammettere che la scrittura mi mancava, nonostante le motivazioni che mi hanno spinto a lasciarla, e ultimamente la vita mi sta dando qualche problemino, motivo per cui mi sono ributtato in questo mondo; tra tutti i fandom in cui ho scritto, questo di “Teen Wolf” è quello che mi ha dato più soddisfazioni, motivo per cui ho deciso di ricominciare proprio da qui.

Ma bando alle ciance e passiamo alla storia! Il prompt di questa cosuccia lo pubblicai taaaanto tempo fa sulla pagina Facebook “Sterek Prompt” (purtroppo non riesco a inserire il link del prompt, sorry :P) e spero che riesca a strapparvi un sorriso; la storia è divisa in capitoli, dovrebbero essere cinque se non ci saranno modifiche, e i primi due sono pronti ma non prometto nulla per quanto riguarda le pubblicazioni.

Cooooooooomunque, io vi lascio alla storia e vi auguro buona lettura!

 
Babbo Dark
 

 


Alla ricerca di Ancora
Capitolo I: Paura e Tristezza


 
Melissa ODIAVA il sabato; lavorando al pronto soccorso del Beacon Memorial Hospital la donna era chiamata a prestare assistenza a tutti quei ragazzi che per colpa di alcool e droghe si ferivano, avvelenavano o rimanevano coinvolti in incidenti stradali. Quel sabato però era diverso: aveva smontato dalla notte e, soprattutto, iniziava finalmente le sue meritatissime ferie! Da quando aveva aperto gli occhi, infatti, la donna non aveva smesso di sorridere e dopo una lauta colazione si decise a iniziare le pulizie; vivere con due adolescenti mannari aveva i suoi lati positivi, l'ordine non era fra questi. Se Isaac era più riservato con le sue cose, soprattutto per quanto riguardava la biancheria intima, Scott era un'animale! In ogni stanza della casa la donna trovava dei suoi indumenti e ancora doveva spiegarsi il motivo per cui i boxer del ragazzo erano stati appoggiati sul corrimano delle scale; sospirando, la donna riempì una bacinella con tutti i panni sporchi e si recò nella lavanderia per svuotarla per poi recarsi nelle varie stanze per liberarle dai vestiti sporchi.
 

Quando arrivò davanti alla stanza di Isaac, però, uno strano rumore attirò la sua attenzione: qualcuno stava bisbigliando qualcosa sottovoce, senza contare i numerosi colpi e cigolii che avvertiva provenire oltre la porta; Melissa deglutì e si recò nella propria stanza per recuperare la sua nuova mazza da baseball in metallo, pronta a stordire chiunque si fosse intrufolato in casa sua, mannaro o non. La porta cigolò in modo sinistro mentre si apriva e la donna avanzò con cautela all'interno della stanza, studiando ogni angolo allo scopo di individuare qualsiasi elemento di discrepanza; un nuovo borbottio tremolante, però, attirò la sua attenzione al lato del letto, dove quello che sembrava uno stivaletto nero spuntava da sotto la rete. Attentamente, si avvicinò e si chinò, sollevando lentamente le lenzuola e puntando gli occhi su un Derek rannicchiato sotto la rete del letto; il mannaro urlò terrorizzato e scartò all'indietro mentre Melissa, urlando anche lei, si sbilanciava e cadeva all'indietro.
 

 
«Derek, ma che diavolo!» esclamò furiosa la donna.


«Non mi uccidere!» rispose invece il mannaro, facendo corrugare le sopracciglia di Melissa «Paura, paura, paura, paura, paura...» iniziò a borbottare il licantropo, spingendo la donna a sollevare nuovamente le lenzuola «Ti prego, non farmi male... Io... Io... Sono pericoloso, sì, sono un licantropo pericolo!» esclamò e solo allora Melissa si rese conto che Derek tremava visibilmente «Ti... Ti mordo!» la minacciò nuovamente ma senza successo.


«Ehi, Derek, sono io...» sussurrò dolcemente Melissa mentre allungava una mano sotto il letto nella speranza di poter afferrare la caviglia del mannaro ma questi, invece, si rannicchiò ancor di più contro il muro «Sono la mamma di Scott, ricordi? Sono umana e non posso farti niente.» gli ricordò preoccupata.


«Mi avvelenerai con lo strozzalupo e morirò!» uggiolò in risposta Derek «Oppure mi torturerai e io morirò!» continuò nascondendo la testa nelle braccia «Ancora, dove sei?» chiese in un sussurro disperato, facendo intristire una confusa Melissa.

 

 
***
 
 

 
Peter entrò fischiettando nel complesso di appartamenti dove viveva, le braccia tese per sorreggere la spesa e in testa la stupida canzoncina di una pubblicità; nonostante quella stessa mattina suo nipote l'aveva lanciato contro la parete, a causa di una sua battuta sull'umano, l'Hale si sentiva felice: Cora sarebbe arrivata a breve e loro, almeno per una settimana, potevano fingere di essere ancora una famiglia.


L'umore di Peter, però, peggiorò drasticamente quando percepì il fetido odore della tristezza inondare la tromba delle scale; sbuffò e cominciò la salita, sperando con tutto sé stesso che Derek e quello zuccone di Stiles non avessero nuovamente litigato per qualche assurda e stupida motivazione.
Ad attenderlo, però, c'era una situazione che mai si sarebbe immaginato: Isaac e Cora si trovavano in ginocchio davanti a un disperato Derek, i cui violenti singhiozzi gli scuotevano violentemente le spalle.
 
 

«Che succede?» domandò Peter posando le buste sul pavimento ma, in risposta, ottenne solo un'alzata di spalle da parte dei due beta «Ehi, nipote?» chiese avvicinandosi a Derek, il quale sollevò la testa dalle sue ginocchia e lo fissò con due iridi impossibilmente azzurre.


«È colpa mia!» esclamò improvvisamente Derek mentre due grandi lacrimoni gli bagnarono le guance barbute «Cora è arrivata in anticipo e io non sono andato a prenderla!» urlò disperato mentre rituffava la testa sulle ginocchia e se l'avvolgeva con le braccia.


«Eh?!» Peter si allontanò di qualche passo e fissò lo strano quadretto che si era venuto a creare: Derek si trovava contro la grande vetrata del loft, la schiena premuta contro il vetro freddo e le ginocchia appoggiate contro il petto.


«Ha anche detto qualcosa riguardo all'assenza di cibo...» lo informò Isaac e Derek ruggì tutto il suo dolore.


«Il mio amico viene a trovarmi e io non ho neanche il caffè!» esclamò Derek non muovendosi di un millimetro dalla propria posizione «E poi... E poi... E poi...» singhiozzò a corto di fiato.


«E poi?» chiese dolcemente Cora mentre gli massaggiava le spalle tese.


«E poi non trovo ANCORA!» urlò Derek sollevando la testa e fissando la sorella, il volto fradicio di lacrime e gli occhi rossi per il pianto.


«Hai perso la tua ancora?!» esclamarono in coro i tre mannari.


«No, ho perso Ancora...» singhiozzò nuovamente Derek.


«Sta così da almeno due ore, forse anche prima...» disse una preoccupatissima Cora.


«Portiamolo da Melissa, non credo che sia un problema druidico...» si aggiunse Isaac e Peter, sospirando, annuì.

 
 
***
 
 


«Avanti Derek, così...» sussurrò Melissa con un timido sorriso sul volto, le braccia tese e le mani strette attorno a quelle di Derek; il mannaro si era deciso a uscire dal suo nascondiglio dopo quasi un'ora di mediazione tra lui e la donna che, quando lo vide in volto, sussultò appena: Derek aveva le iridi viola «Adesso andiamo in soggiorno, ok? E preparo davanti ai tuoi occhi una bella camomilla, ok?» disse avvicinandosi alle scale.


«COS'È?» esclamò Derek quando la casa scricchiolò.


«È solo la casa.» rispose pacata la donna.


«LA CASA STA BRUCIANDO!» braitò Derek prima di abbracciare la donna con tutta la sua forza, tremando da capo a piedi.


«NO!» urlò a sua volta Melissa «Derek, questa casa non brucerà, ok? Ci sono i rilevatori di fumo attivi e poi non senti puzza di bruciato, vero?» domandò carezzandogli la schiena per poi sorridere al 'No' appena sussurrato dal mannaro.


«E se stessi perdendo l'olfatto?» chiese in un sussurro Derek.


«Senti tutti gli odori della casa?» il mannaro annuì e, con un sospiro, i due proseguirono.

 
 
Melissa dovette appellarsi a tutta la sua calma e professionalità mentre faceva scendere Derek dalle scale, sopportando tutte le previsioni catastrofiche che il mannaro urlava ogni pochi secondi; come promesso, la donna fece accomodare il suo terrorizzato ospite sul divano in soggiorno e, poco dopo, preparò davanti ai suoi occhi una tazza di camomilla. Solo quando il liquido ambrato iniziò a scaldargli la sua gola il mannaro si calmò, permettendo a Melissa di riflettere un attimo su quanto stava succedendo; quella situazione di calma s'infranse in pochissimi secondo visto che un’auto parcheggiò nel suo vialetto e Derek, urlando un terrorizzato 'CI SPARERANNO!', si nascose in un angolo del salone.

 
 
«Ciao Melissa, abbiamo bisogno del tuo aiuto...» disse Isaac appena entrò in casa.


«Anche io del vostro.» sussurrò in risposta la donna per poi sgranare gli occhi quando vide Peter trasportare in disperatissimo Derek all'interno dell'abitazione «Ma...» disse osservando l'altro Derek nascosto dietro le tende.


«Non smette di piangere e lo fa per qualsiasi cosa!» esclamò il mannaro mentre il Derek dagli occhi blu abbracciava forte lo zio.


«Ho ucciso i miei pesciolini rossi! Perché ho ucciso i miei pesciolini?! Sono un assassino!» guaì Derek mentre le spalle venivano scosse dai singhiozzi.


«Avevi quattro anni e non sapevi neanche allacciarti le scarpe, figuriamoci mantenere in vita due stupidissimi pesci!» sbuffò irritato Peter.


«Tr... Tristezza?» il Derek dagli occhi viola si alzò lentamente dal suo nascondiglio e fissò sconvolto l'alter-ego piangente.


«Paura?» chiese a sua volta l'altro Derek.


«Hai trovato Ancora?!» domandò immediatamente Paura mentre si avvicinava all'alter-ego «Posso dire che l'abbiamo trovato insieme? Lui potrebbe farmi male!» esclamò tremando vistosamente ma Tristezza, mordendosi il labbro inferiore, scoppiò in un pianto disperato.


«Non ho trovato Ancora! Ci ha abbandonato!» ululò Tristezza prima di abbracciare Paura, che squittì terrorizzato in risposta.


«No, Ancora non può abbandonarci! Come faremo?!» gli disse Paura ricambiando tremolante l'abbraccio.


«Si può sapere che cazzo sta succedendo?» disse Cora, dando voce ai dubbi di tutti i presenti.

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Capitolo 2
*** Gioia e Disgusto ***


Alla ricerca di Ancora
Capitolo II: Gioia e Disgusto
 
 
«Ehm... Sceriffo?» Noah Stilinski sollevò lo sguardo dalla scatola di ciambelle quasi vuota, fissato imbarazzato il suo vice mentre si toglieva dalla bocca una di quelle prelibatezze «C'è qualcuno nel suo ufficio e... Beh... Chiede di lei...» Noah annuì, leggermente imbarazzato per essere stato beccato con le mani nel sacco e si avviò nel proprio ufficio, osservando confuso un Derek fin troppo allegro che, seduto sulla sua sedia, si muoveva da una parte all'altra della stanza.


«Wiiiiiiiiiiiii!» esclamò euforico il mannaro mentre si avvicinava alla scrivania «Ho sempre desiderato farlo!» disse ridacchiando «NOAH!» urlò non appena vide l'uomo di legge «Che bello vederti e stai mangiando una delle ciambelle che ho portato!» disse il mannaro avvicinandosi all'uomo e poggiandogli un braccio sulle spalle.


«Ti serve qualche cosa, Hale?» chiese sospettoso Noah visto che non aveva mai visto il ragazzo comportarsi in quel modo.


«Come hai fatto a capirlo?» ululò una risata Derek «Sì! Mi dici dove si trova Ancora?» chiese con un sorriso a trentadue denti.


«Chi?» domandò confuso Noah.


«Ancora!» ripeté Derek come se nulla fosse «Lo cerco da questa mattina ma non lo trovo da nessuna parte ma non mi preoccupo, sai? Ancora torna sempre da me!» esclamò euforico.
«Perché non ti siedi, Derek, così ne parliamo con calma?» propose Noah invitando il ragazzo a sedersi mentre lui chiudeva la porta.
 

 
***

 
 
 
«Fuori moda. Obsoleto. Oh, buon Dio... No, assolutamente no! Ma che è 'sto schifo?! Pensavo che almeno lei avesse buon gusto!» Lydia, appena rincasata da una sana giornata di shopping, corrucciò le sopracciglia nel sentire la voce di Derek nella sua stanza e, soprattutto, sperò che quello strano rumore che sentiva non fossero i suoi adorati vestiti che finivano in mille pezzi o ci avrebbe pensato lei a forargli i timpani a suon di urli «Ok ciccia, questo lo indossi nel 2003 a Ibiza mentre scuoti il sedere contro i ballerini oliati, non lo usi per andare a qualche festa!» Lydia spalancò gli occhi quando vide il suo splendido tubino nero venire strappato da un Derek dall'aria schifata.


«Cosa fai?!» urlò furibonda la ragazza.


«Pensavo avessi un buon gusto, Lydia, ma vedo che non è così...» brontolò Derek mentre incrociava le braccia al petto; la ragazza spalancò la bocca quando vide gli abiti indossati dal mannaro perché quelli sì che erano un insulto al buon gusto! Per prima cosa i jeans bianchi erano ormai fuori moda e la camicia azzurra con sopra i fenicotteri era ASSOLUTAMENTE orrenda! E ai piedi indossava dei sandali?! «Oh, cielo...» il rumore provocato da una lampada che si fracassava contro la parete riscosse Lydia dalla sua analisi, portandola in breve tempo a urlare con tutto il fiato che aveva in corpo.
 


 
Derek si accasciò al suolo, il volto sconvolto da un'espressione di dolore e le mani premute contro le orecchie; quando la ragazza si calmò notò con orrore che il suo armadio era stato praticamente svuotato e che i suoi vestiti, i suoi BELLISSIMI vestiti, erano ridotti in miseri stracci. Derek si rialzò barcollando appena, leggermente stordito dall'urlo, e fissò irritato la banshee prima di incrociare nuovamente le braccia davanti al petto.
 
 


«Eh...» grugnì schifato alla vista delle tende color crema.


«Qual è il tuo problema?!» urlò nuovamente Lydia.


«Queste tende sono disgustose.» rispose con tono schifato il mannaro.


«Le mie tende?!» urlò furibonda la ragazza «Hai visto cosa indossi oppure sei diventato cieco mentre ti vestivi?!» disse inviperita mentre si apprestava a raccogliere quelli che, ormai, erano degli stracci.


«Spiritosa...» rispose semplicemente Derek «Non sai che il rosa è il colore dell'anno? Beh... Sicuramente no, visto come ti vesti.» sbuffò il mannaro «Comunque, sai dov'è Ancora? Lo dovevo cercare ma poi mi sono reso conto delle pessime condizioni in cui versava quella tana, per non parlare del mio... Oddio, mi sento male a dirlo, del mio armadio.» Lydia sollevò le sopracciglia a quell'affermazione. Era convinta che Derek non prestasse troppo attenzione al suo vestiario e, visto il degrado che regnava nel loft, era certa che quel luogo fosse un mero posto in cui riposare la notte; non si era mai fermata a riflettere troppo sull'Alpha nonostante si vedessero fin troppo spesso «Ho perso la mattinata ad acquistare dei nuovi mobili per rendere abitabile quella tana ma, soprattutto, mi sono ricomprato l'intero guardaroba. Ora, nonostante abbia voglia di strappare quello straccetto che indossi e che ti fa sembrare un calippo al limone, ti chiedo: sai dov'è Ancora?» Lydia si massaggiò le tempie, appuntandosi mentalmente di sfondare i timpani dell'Alpha per aver offeso il suo Versace, e sospirò rumorosamente prima di mettere in contatto i loro sguardi.


«Di chi parli?» chiese.


«Ancora!» sbuffò irritato Derek «Dai, conosci Ancora e non prendermi in giro!» Lydia avrebbe tanto voluto urlargli che no, non conosceva quest'Ancora di cui parlava, ma venne distratta dallo squillo del suo cellulare.


«Scott, sono impegnata.» lo liquidò immediatamente la banshee.


«Si tratta di Derek.» rispose invece il mannaro.


«Oh, lo so! Ha rotto tutti i miei vestiti!» disse fulminando un Derek intento a staccarle le tende.


«Lui... Mi ha baciato...» ammise imbarazzato Scott, facendo spalancare la bocca all'amica «E ha baciato anche Chris, Allison, Isaac e... Mia madre...» Lydia percepì il lieve ringhio di Scott, cosa che le strappò un sorriso genuino.


«Ma se mi ha detto che è stato impegnato a fare shopping per tutta la mattina!» esclamò immediatamente Lydia «E poi non mi ha ancora baciato e... DEREK, LASCIA STARE IL MIO PIUMONE!» sbraitò la ragazza.


«Derek è lì?» domandò Scott confusamente «Di che colore ha gli occhi?» chiese nuovamente.


«Come sempre, verdi!» rispose stizzita Lydia «Senti, McCall, ora io lo metto in macchina e vengo a casa tua. Voglio sapere cosa sta succedendo.» Scott si lasciò sfuggire un semplice 'Ok' prima di riattaccare «Ok lupo pazzoide, esci dalla mia stanza ed entra in macchina oppure urlerò così forte da renderti sordo!» Derek sbuffò a quella minaccia, mollando il piumone pescato che stringeva tra gli artigli, prima di uscire a testa alta dalla camera.
 
 


Una volta entrati in auto, Lydia uscì dal proprio vialetto e si immerse nel traffico mentre al suo fianco Derek si lasciava sfuggire versi schifati ogni qual volta puntava lo sguardo sull'outfit dei vari passanti; improvvisamente, però, l'attenzione dei due fu catturata da... Derek? Un Derek fin troppo allegro per i gusti della ragazza visto che era intento a saltellare come una dodicenne innamorata mentre, dietro di lui, lo sceriffo cercava di raggiungerlo senza mai riuscirci veramente visto che, appena ci provava, quel Derek scattava e avanzava di un paio di metri.
 
 


«Oh no... Lo scoppiato...» sbuffò il Derek nell'auto «Accosta questo cartoccio, Martin, o quell'idiota potrebbe saltellare fino a Chicago.» Lydia sbuffò indignata per il modo in cui la sua Toyota era stata definita ma ubbidì, accostandosi vicino a uno sceriffo stremato «Immagino che tu non sappia che fine abbia fatto Ancora, vero?» domandò Derek allo Stilinski che, guardandolo, sgranò gli occhi.


«Tu... Tu... Non saltelli... Vero...?» domandò a corto di fiato l'uomo.


«Sali a bordo, vado a recuperare lo scoppiato.» sbuffò Derek prima di uscire dall'auto, lasciando il suo posto all'uomo di legge «GIOIA!» sbraitò, facendo voltare l'altro Derek.


«Disgusto!» rispose sorridendo Gioia «Sto cercando Ancora, tu l'hai trovato?» chiese per poi abbracciarlo di slancio «Sai, lo sceriffo non vuole dirmi dov'è e io mi sentivo giù di morale ma poi ho iniziato a saltellare! Saltellare manda via la tristezza!» urlò euforico prima di salutare Lydia.


«Credo che Amore si trovi a casa di Scott.» lo informò Disgusto «Andiamo, quell'idiota saprà dove si trova Ancora.» disse in uno sbuffo prima di tirare Gioia per un braccio per poi farlo salire sull'auto.


«Voglio la pensione...» sussurrò esausto lo sceriffo mentre l'auto ripartiva.


 
 
Il viaggio fu stressante per tutti, tranne che per Gioia visto che si divertì a cantare tutta la discografia degli Abba, facendo innervosire i due passeggieri e la guidatrice; fortunatamente quell'inferno stava per finire e quando Lydia spense il motore, Gioia uscì dall'auto ed entrò in casa come una furia, venendo abbracciato e baciato da un Derek dagli occhi rosa.
 


 
«Amore!» esclamò l'alter ego con gli occhi gialli.


«Gioia!» rispose l'altro dandogli un altro bacio sulle labbra.


«Paura, Tristezza...» disse Peter indicando i due Derek seduti sul divano; il primo nascosto sotto un plaid, il secondo intento a piangere per la cancellazione della serie tv preferita di Cora.


«E c'è Disgusto!» esclamò gioia indicando il Derek appena entrato, il quale storse il naso davanti all'arredamento della casa.


«Si può sapere cosa cazzo sta succedendo?!» disse Lydia osservando tutti quei Derek.


«È una storia lunga e imbarazzante...» sussurrò una stanchissima Allison prima di sedersi accanto a Tristezza.





ANGOLINO EMOTIVO: salve lupetti, come sta proseguendo questa quarantena? Siete già arrivati a parlare con gli animali domestici? Io per ammazzare la noia mi sto facendo una meravigliosa maratona dei film Disney, voi come ammazzate il tempo? 

Comunque, ecco qui il secondo capitolo! Ringrazio infinitamente Naruto Namikaze Uchiha per aver recensito lo scorso capitolo; non sai quanto sia stato bello leggere le tue parole, perciò ti ringrazio ancora!

Fatemi sapere cosa ne pensate e, nonostante abbia riletto più e più volte il capitolo, potrebbero essermi sfuggiti degli errori e perciò non esitate a farmelo notare così provvedo a correggere; grazie mille a tutti i lettori silenziosi e coloro che decideranno di spendere qualche secondo per lasciarmi una recensione per farmi sapere cosa ne pensa.


Alla prossima! 

Babbo Dark

 

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Capitolo 3
*** Amore e Rabbia ***


Alla ricerca di Ancora
Capitolo III: Amore e Rabbia
 
 


Chris sospirò beato, felicemente avvolto dal piumone e tirandosi dietro gli ultimi strascichi di sonno; a rendere il tutto fantastico ci pensava una calda mano che gli stava gentilmente massaggiando l'addome, mandandolo in un paradiso di coccole. Il cervello dell'uomo, però, impiegò qualche minuto in più per elaborare l'ultima informazione, visto che era ormai vedovo da due anni, e si voltò confuso verso l'origine di quelle attenzioni, ricevendo un appassionato bacio sulle labbra dal giovane Hale.

Chris sgranò gli occhi e si scostò immediatamente prima di afferrare la pistola che nascondeva sotto il letto e puntarla contro un Derek stranamente rilassato e con gli occhi rosa; il mannaro, però, ridacchiò allegro e si stiracchiò come un gatto prima di sollevarsi dal letto.
 
 

«Sorgi e splendi, Chris, questo giorno sarà pieno d'amore per te e tua figlia.» esclamò Derek osservandolo con uno sguardo innamorato.

«Di le tue ultime preghiere.» sussurrò gelidamente in risposta Chris.

«Allora: voglio trovare Ancora, fare l'amore con lui e fare in modo che l'amore invada il mondo dei licantropi. Poi voglio la pace tra mannari e cacciatori, dei pancake a forma di cuore e organizzarti una cena romantica con Melissa e Noah; c'è troppo poco amore nella vostra vita.» Chris corrucciò le sopracciglia e abbassò un poco la pistola, convincendosi che Derek fosse uscito definitivamente fuori di testa; peccato, però, che il mannaro avesse deciso di sorpassarlo e uscire dalla stanza per poi recarsi in cucina, dove un'assonnata Allison stava facendo colazione.
 
 

Il mannaro le carezzò le spalle prima di darle un appassionato bacio sulle labbra, incurante di uno scandalizzato Chris, prima di mettersi ai fornelli; i due Argent si guardarono per un momento, entrambi imbarazzati per l'accaduto, ma vennero prontamente ignorati da Derek che iniziò a rompere delle uova in una ciotola mentre cantava la colonna sonora di Titanic.
 
 

«Possibile che ogni mannaro della città debba baciare mia figlia?!» sbuffò furente Chris.

«L'amore è per tutti!» disse inviperito Derek mentre sbatteva le uova «È meraviglioso, magico, coinvolgente e avvincente ma soprattutto È PER TUTTI!» ripeté prima di versare la farina nel contenitore e riprendere a mescolare «Avete visto Ancora? Lo cerco da ore ormai ma la sua traccia sparisce nel nulla, così sono venuto qui da voi per avere qualche notizia…» chiese prima di lanciare un bacio volante a un confuso Chris.

«Baciami ancora e sei morto!» disse seccamente l'uomo, facendo sbuffare il mannaro.

«Di chi parli, Derek?» chiese Allison mentre si alzava da tavolo.

«Ancora!» rispose Derek come se fosse ovvio «Lui è la mia alba e il mio tramonto, il mio tutto e il mio niente, il mio respiro, la mia vita... Ah...» sussurrò innamorato portandosi le mani sul cuore «Quando l'avrò ritrovato tutto sarà perfetto!» disse imburrando una padella prima di metterla sul fuoco.

«Allison, mi stanno bene i tuoi amici.» iniziò a parlare il cacciatore con tono austero «Ma un Derek che ti bacia e cucina per noi è troppo per la mia pazienza.» disse fulminando con lo sguardo la figlia che, in risposta, sospirò amaramente.

«LASCIA STARE QUESTA POVERA PRINCIPESSA!» urlò Derek scostandosi dalla cucina e abbracciando la ragazza «Hai fatto allontanare Isaac e Scott, ora è tutta sola e senza amore! Cos'avete voi cacciatori contro l'amore?!» sbraitò stringendo leggermente la ragazza nel suo abbraccio prima di baciarle una tempia «I pancakes.» disse come se nulla fosse prima di tornare ai fornelli.

«Chiamo Scott...» sussurrò un'imbarazzatissima Allison mentre si allontanava da quella situazione al dir poco ridicola.
 

 
Sfortunatamente, Scott era impegnato in un allenamento di lacrosse e sarebbe arrivato nel giro di un paio d'ore e gli Argent, notando la quasi innocuità dell'Hale, decisero di sedersi a tavola e mangiare i suoi pancakes; dopo essere stato nuovamente baciato, Chris aveva ben pensato di mettere la sua pistola sul tavolo e minacciare il licantropo di sparargli al cavallo qualora avesse pensato di baciare nuovamente lui o sua figlia. Vedere un Derek intento a parlare di amore, pace e orge non fu esattamente piacevole, visto che il mannaro non si era mai espresso su tali argomenti, ma Chris preferì lasciarlo fare per evitare che passasse dalla fase zuccherosa a quella assassina; il campanello di casa suonò nello stesso istante in cui gli Argent stavano asciugando le ultime posate usate nella colazione. Derek scattò verso la porta, sussurrando un rapidissimo 'Scottino!'; quando Allison si recò all'entrata rimase bloccata nell'osservare il suo ex, shoccato, mentre veniva baciato passionalmente da Derek.
 
 

«Oh, Scott, quanto baci bene...» sussurrò Derek carezzandogli il petto.

«Derek, che cazzo...» provò a parlare il ragazzo venendo interrotto dallo squillo del suo cellulare «Mamma, sono da Allison...» iniziò il discorso Scott, venendo investito dal 'CI STANNO SPIANDO!' urlato da... Derek?

«Paura, povero piccolo fifone...» sussurrò dolcemente Derek «Paura, il tuo Amore sta per arrivare!» il mannaro salutò i due Argent e uscì dall'appartamento prima di salire sulla moto di Scott «Andiamo?»
 

Scott sospirò e uscì di casa, subito imitato dai cacciatori.
 
 

 
***
 
 

Deaton osservò sorridente quella bambina che, non meno di un’ora prima, gli aveva portato il suo gattino chiedendogli, terrorizzata, se potesse salvargli la vita visto che il cucciolo tossiva frequentemente; dopo un’attenta visita il veterinario prescrisse un semplice antibiotico al cucciolo e lo riportò dalla sua padroncina, la quale lo ringraziò mille e più volte prima di pagare e uscire dall’ambulatorio.

Sospirando, l’uomo rientrò all’interno della struttura e decise di sfruttare l’assenza di pazienti per riorganizzare l’armadietto dei farmaci visto che molti di questi stavano per scadere; intento a canticchiare allegramente e trascrivere il tutto sull’apposito modulo, Deaton non fece caso al rumore provocato dalla porta sul retro che si apriva e si chiudeva, né dell’estraneo che si stava muovendo con passo felpato all’interno dello studio. Solo quando un minaccioso ringhio raggiunse le sue orecchie, facendogli rizzare i peli sulle braccia per la spiacevole sensazione percepita, il druido si voltò verso l’intruso per poi sollevare appena le mani in segno di resa visto che davanti a lui, furioso e pronto al massacro, si trovava un Derek con la trasformazione avviata e la bava che gli colava dalla bocca; il mannaro non disse nulla, limitandosi a sbuffare e ringhiare in direzione dell’uomo, e Deaton sollevò di scatto le sopracciglia quando notò le iridi scarlatte di Derek.
 
 

«Auguri per essere un Alpha…» sussurrò tranquillamente Deaton, ricevendo un rumoroso grugnito in risposta dal mannaro.

«IO SONO SEMPRE STATO L’ALPHA!» tuonò in risposta Derek prima di artigliare il tavolo in metallo che li divideva e scaraventarlo contro la parente, distruggendo un armadio e terrorizzando a morte i pochi cani che si trovavano nello studio.

«Naturalmente, Derek, naturalmente…» disse il veterinario dopo aver deglutito rumorosamente; conosceva l’Hale prima ancora che lui nascesse, lo aveva visto crescere, scappare da Beacon Hills e poi tornare. Sapeva quasi tutto su di lui ma mai prima di allora, neanche quando Peter Il Folle aveva ucciso Laura per il potere, Derek aveva mai scatenato la sua furia su un innocente; per la prima volta da quando aveva rapporti con gli Hale, Deaton si ritrovò ad aver paura di uno di loro e la cosa non gli piaceva, per niente «Posso… Posso fare qualche cosa per te?» domandò tentando un sorriso, il quale morì immediatamente quando Derek afferrò nuovamente il tavolo in metallo per una delle gambe e lo scagliò contro l’altra parente, distruggendolo.

«IO. VOGLIO. ANCORA!» sbraitò furibondo prima di cominciare a distruggere lo studio, sotto lo sguardo preoccupato del druido.

«Hai perduto la tua ancora?» chiese l’uomo ma Derek ruggì con tutta il fiato che aveva in corpo, facendo esplodere numerose fiale e provette sparse in giro per lo studio.

«NO!» ruggì furibondo ricominciando ad avvicinarglisi per poi artigliargli il camice e portarselo vicino al volto, soffocando il druido con il suo alito pesante «IO CERCO ANCORA! SO CONTROLLARMI, DEFICIENTE, MA CERCO ANCORA! DOV’È?!» Deaton iniziò a essere sbatacchiato avanti e indietro con forza dal licantropo, il quale era troppo preso dall’usarlo come giocattolo da non essersi reso conto che il veterinario aveva estratto un pungolo elettrico dalla tasca del camice.
 
 

Il ruggito di dolore di Derek fece vibrare i mobili e Deaton ringraziò mille volte la Morrel per averlo convinto ad acquistare quel piccolo oggetto che in quel momento gli aveva salvato la vita; rapidamente, l’uomo afferrò della polvere di sorbo e aspettò che Derek si voltasse e gli si avvicinasse prima di lanciarla per aria. La polvere si raggrumò attorno al mannaro e ricadde ai suoi piedi, formando un cerchio perfetto che bloccò l’Hale e qualsiasi sua mossa futura; ignorando le bestemmie del licantropo, e dopo aver preso un profondo respiro, il druido prese il cellulare e contattò il suo assistente mentre si dirigeva nella sala d’aspetto e chiudeva temporaneamente la clinica.
 
 

«Dottor Deaton, in questo momento non posso venire in clinica! C’è un problema…» disse Scott non appena accettò la telefonata.

«Derek mi ha distrutto lo studio.» rispose ansante il druido prima di bere un lungo sorso d’acqua.

«Derek è lì?» domandò confusamente il ragazzo prima di borbottare qualcosa con una terza persona «Per caso ha gli occhi rossi il Derek nel suo studio?» chiese prima che il telefono gli venisse strappato di mano da un altro Derek.

«Si protegga da Rabbia, la prego!» urlò quel Derek con fare preoccupato «È il più cattivo tra noi, ci terrorizza e non la lascerà andare finché non otterrà ciò che vuole, cioè Ancora!» spiegò ansante il mannaro all’altra linea.

«E tu chi saresti?» domandò Deaton dopo essersi calmato.

«Amore.» rispose il Derek subito dopo «Ascolti, stiamo aspettando Gioia e Disgusto; qui a casa McCall si trovano Tristezza e Paura, se lì c’è Rabbia allora dobbiamo solamente trovare Ancora e tutto sarà sistemato.» gli spiegò a grandi linee prima di passare il cellulare a Scott.

«Appena gli altri due Derek saranno arrivati verremo subito da lei.» disse il mannaro e Deaton annuì, benedicendo ancora una volta la Morrel per averlo convinto a sistemare della polvere di sorbo nelle tasche del camice per poter affrontare situazioni come quella.

«Der…. Ehm… Rabbia…» si corresse Deaton «È imprigionato dietro un cerchio di sorbo, non può far danni.» disse il druido prima di salutare Scott e sedersi per poi iniziare a riflettere sull’accaduto.
 
 

 
***
 
 

«Da Deaton c’è un altro Derek, è intrappolato dentro un cerchio di sorbo.» sbuffò Scott subito dopo aver riagganciato; il ragazzo incrociò lo sguardo di sua madre, intenta a massaggiare le spalle di un tremante Paura. Melissa annuì e tentò di sorridere all’alter-ego ma questi ululò un ‘Ci ucciderà tutti!’ prima di tuffare il volto contro il collo abbronzato della donna.

«Rabbia è cattivo!» singhiozzò Tristezza mentre stringeva convulsamente la maglia di Peter, il quale corrugò le sopracciglia e iniziò a carezzare la testa del mannaro «Lui ti ha ucciso!» ammise asciugandosi due enormi lacrimoni e singhiozzando nuovamente.

«L’avevo intuito…» sussurrò con tono neutrale Peter.

«Che diavolo sarà successo…» sbuffò sonoramente Melissa prima che Amore le afferrasse il volto e la costringesse a guardarlo; l’alter-ego sorrise dolcemente prima di baciarla con passione, facendo ringhiare furibondo Scott.

«Ne vuoi ancora?» sussurrò Amore rivolto all’adolescente dopo che si fu staccato, facendo indietreggiare impercettibilmente il Beta; fortunatamente il rumore di un’auto parcheggiata distrasse i mannari.
 
 

Amore lasciò immediatamente la presa sul volto di Melissa e si precipitò alla porta prima di aprirla e baciare con
passione un altro Derek.

 

«Amore!» esclamò l'alter-ego con gli occhi gialli.

«Gioia!» rispose l'altro dandogli un altro bacio sulle labbra.

«Paura, Tristezza...» disse Peter indicando i due Derek seduti sul divano; il primo nascosto sotto un plaid, il secondo intento a piangere per la cancellazione della serie tv preferita di Cora.

«E c'è Disgusto!» esclamò Gioia indicando il Derek appena entrato, il quale storse il naso davanti all'arredamento della casa.

«Si può sapere cosa cazzo sta succedendo?!» disse Lydia osservando tutti quei Derek.

«È una storia lunga e imbarazzante...» sussurrò una stanchissima Allison prima di sedersi accanto a Tristezza.

«Non c’è tempo.» s’intromise Scott, separando con forza Gioia e Amore visto che si erano rimessi a limonare pesantemente «Deaton ci aspetta.» disse recuperando le chiavi della moto e uscendo di casa, subito seguito dal resto del Branco.
 

 
***
 
 

Il viaggio fu eternamente lungo e strano più del normale.
Lydia, seduta in auto insieme ad Allison, Disgusto e Gioia, scoppiò in una sonora risata quando la cacciatrice le descrisse la mattinata in casa Argent mentre Peter, intento a guidare la Camaro del nipote, latrò una risata quando scoprì che Gioia aveva saltellato per più di tre isolati, con un ansante sceriffo alle calcagna; nell’abitacolo dell’auto di lusso, il mannaro fissò l’uomo di legge per poi incrociare lo sguardo di Tristezza, seduto sui sedili posteriori. A chiudere il tutto si trovava la Volto di Melissa, al cui interno Paura ruggiva a un fin troppo irritato Isaac tutte le possibili morti a cui sarebbero potuti andare incontro, oltre che riprendere quasi costantemente la donna per il suo modo di guidare.


La clinica veterinaria fu una visione per tutti, visto che Amore si stava divertendo a carezzare languidamente gli addominali di Scott, e fu con un sospiro generale che il Branco scese dalle vetture e si avvicinò rapidamente alla porta di entrata, la quale era stata appena aperta da un confuso Deaton.
 
 

«TU SEI PAZZA! POTEVI FARCI UCCIDERE TUTTI!» sbraitò terrorizzato Paura non appena mise piede fuori dall’abitacolo «Dove pensi di essere? Eh? Sul circuito di Montecarlo?!» disse rivolto a una povera Melissa intenta a massaggiarsi le tempie.

«Ma se andava a quaranta chilometri orari!» s’intromise Isaac facendo sbuffare Paura.

«Poteva ucciderci!» disse questo imperterrito per poi urlare di paura quando un uccello gli volò sopra la testa.

«Entrate. Svelti.» Deaton osservò il gruppo e sospirò, prima avrebbero iniziato e prima avrebbero finito.




ANGOLINO EMOTIVO: eheheheheheheheh! Eccoci qui con questo nuovo aggiornamento! Che ne pensate del capitolo? Piaciuta l'entrata in scena di Rabbia? Non so voi, ma un Derek desideroso di baciare il povero Chris mi fa sempre ridere come un pazzo XD Ringrazio tutti coloro che stanno leggendo silenziosamente questa piccola follia, nonché tutti quelli che hanno inserito la storia in una delle categorie di EFP e per ultimi, ma non meno importanti, ringrazio infinitamente Naturo Namikaze Uchiha Cassidy11 per aver recensito gli scorsi capitoli! 

Prima di lasciarvi vorrei fare un paio di precisazioni:
1) Sì, basta una velocità di 40 km/h per uccidere qualcuno o uccidersi (anche io quando lo studiai rimasi sconvolto);
2) Cassidy11, nella recensione, mi ha chiesto come mai avessi scelto queste sei emozioni, escludendo Disprezzo e Sorpresa. Per rispondere a questa domanda devo dirvi una cosa: durante il percorso universitario mi sono ritrovato a studiare psicologia clinica per superare un esame e nel libro di testo vi era una netta distinzione tra alterazione dell'umore, emozione e sentimento; per farla breve l'alterazione ha una durata molto limitata (pochi secondi), le emozioni hanno una durata maggiore (minuti o intere ore) mentre i sentimenti hanno una durata enorme (giorni o addirittura anni). Per questo ho preferito eliminare Sorpresa (che il libro descrive come alterazione dell'umore e non emozione) e sostituirla con Amore (che viene incluso sia nelle emozioni che nei sentimenti); per Disprezzo, invece, il ragionamento è stato leggermente differente. Per evitare di fare due personaggi troppo simili tra di loro (il disgusto si prova verso gli oggetti, il disprezzo per gli esseri viventi) ho pensato di fonderli nel nostro alter-ego; più avanti nella storia emergerà anche Disprezzo ma per il momento evito di farvi spoiler.

Ok, queste note sono state chilometriche e perciò v
i saluto e vi auguro una buona giornata!


Babbo Dark

 

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Capitolo 4
*** Inside Out ***


Alla ricerca di Ancora
Capitolo IV: Inside Out
 


 
Deaton osservò tutti Derek scomodamente ospitati dentro a quelli che, fino a poche ore prima, era il suo studio veterinario; Paura si era nascosto sotto una scrivania di legno, le mani sopra la testa e un borbottio costante in bocca. Tristezza, invece, aveva preferito rannicchiarsi contro il muso e portarsi le ginocchia contro il petto per poi circondarle con le braccia, il volto costantemente inondato dalle lacrime; Gioia, seduto su uno sgabello, era stato separato da Amore, che occupava una sedia, da un accigliato Disgusto che invece era stato fatto accomodare su una poltrona da ufficio. Rabbia, infine, era l’unico alter-ego a essere rimasto in piedi visto che tutti erano talmente terrorizzati da lui da rifiutare di passargli una poltrona; il Branco, invece, si era disposto a semi cerchio attorno agli alter-ego ed erano stati costretti a rimanere in piedi, visto l’assenza di altre sedute.
 
 

«Ora, Gioia, ci racconti cos’è successo?» chiese Deaton dopo qualche attimo di silenzio ma a rispondere, stranamente, fu Rabbia.

«Taci, squilibrato, o ti decapito. Tanto sei inutile!» sputò velenoso, facendo deglutire il mannaro dagli occhi gialli.

«Mostro!» sbuffò Lydia lanciandogli un’occhiata furiosa.

«Ma lo devono sapere…» s’intromise Tristezza prima di singhiozzare «Possono dirci dove si trova Ancora…» aggiunse al ringhio ferino che abbandonò la gola di Rabbia.

«Certo! Così lo allontanano da noi!» ruggì Rabbia, facendo tremare gli altri alter-ego «Ricordi cos’è successo con lei, Tristezza? Uh? Vogliamo ripetere l’esperienza?» tutti i Derek presenti spalancarono la bocca e s’intristirono immediatamente, facendo preoccupare il Branco; Tristezza, però, scoppiò in un pianto disperato e si strinse meglio le gambe, sussultando di tanto in tanto a causa dei singhiozzi.

«Ma perché vi fate comandare da questo qui?!» domandò Melissa spazientita, ignorando i richiami del Branco e i ringhi di Rabbia.

«È lui che comanda…» sussurrò Disgusto prima di essere stretto nell’abbraccio di Amore.

«In che senso?» domandò Isaac con aria confusa.

«Noi non comandiamo tutti nello stesso momento…» sussurrò terrorizzato Paura, incrociando lo sguardo del mannaro.

«Quando eravamo dei cuccioli comandavo io.» disse Gioia con un sorriso nostalgico a tirargli le labbra «Mi preoccupavo tanto per Derek, sapete? Volevo che fosse sempre felice e ci stavo riuscendo ma poi…» sussurrò mentre s’incupiva, perdendo per la prima volta il sorriso.

«Poi presi io il comando.» prese parola Tristezza dopo l’ennesimo singhiozzo «Gioia e Amore ci donarono Paige ma poi lei morì e io presi il controllo…» spiegò mentre continuava a piangere.

«E poi arrivò Kate, giusto?» disse Peter piantandosi gli artigli nei palmi e folgorando Allison con lo sguardo, come se lei c’entrasse qualche cosa con la follia degli Argent; le emozioni annuirono e Amore prese la parola.

«Lì comandai io.» disse staccandosi da Disgusto per poi baciargli una guancia barbuta «Kate era così bella, così dolce… Ci fece sentire così speciali!» esclamò sorridendo ai presenti mentre gli altri alter-ego annuivano «Dopo Paige, lei fu come una boccata d’ossigeno ma… Ma…» un singhiozzo fece sussultare le spalle di Amore, che venne prontamente abbracciato da Cora «Ma poi la mamma lo scoprì e ci disse che non dovevamo vederla più, che era sbagliato quello che avevamo e…» Rabbia ringhiò e si asciugò rapidamente un paio di lacrime.

«E quella mignotta ci distrusse la vita!» sputò velenoso l’alter-ego dagli occhi rossi «Quando successe ero io a comandare.» spiegò prima di abbassare il capo.

«Il controllo passò a me e Tristezza.» sussurrò Disgusto con un tono distrutto «Ci odiavamo per quello che era successo, volevamo morire ma sapevamo che il suicidio non era accettabile: loro non avevano avuto scelta.» disse e si coprì il volto con le mani, lasciandosi sfuggire un singhiozzo.

«Quando Laura morì, presi io il comando e lo mantengo tutt’ora. Insieme a quei due rammolliti!» disse Rabbia indicando prima Paura e poi Tristezza.

«Quindi Derek è principalmente arrabbiato, triste e spaventato…» sussurrò Scott osservando i vari alter-ego e successivamente il Branco.

«Ha senso…» disse Lydia annuendo alle sue stesse parole «È arrabbiato per quello che è successo, non solo agli Hale, ma anche al nostro vecchio Branco…» per un momento i volti di Erica e Boyd vennero riportati alla mente dai ragazzi, intristendoli immediatamente.

«Ha paura perché potrebbe perdere tutto un’altra volta…» singhiozzò tra le lacrime Allison, rendendosi conto ancora una volta di tutto il dolore provocato dalla follia della zia.

«Ed è triste perché non accetta tutto ciò.» concluse con fare ovvio Cora.

«Prima parlavate di Paige, vero?» domandò per la prima volta lo sceriffo, gli occhi lucidi come la stella che teneva appuntata al petto.

«Della mamma…» sussurrò in risposta Gioia, completamente irriconoscibile con le spalle incurvate e un broncio sul volto.

«MAMMA!» ululò disperato Tristezza prima di scoppiare in un pianto così rumoroso che spezzò i cuori dei presenti; i vari alter-ego furono immediatamente accanto al Derek, consolandolo e abbracciandolo, ma nulla sembrava calmare Tristezza e il suo pianto «Siamo scappati subito dopo! Eravamo furiosi con lei e poi… E poi…» singhiozzò, incurante di tutto; Deaton, le cui guance erano rigate dalle lacrime, sollevò di scatto il capo quando sentì il singhiozzo di Peter e osservò il mannaro premersi una mano sulla bocca nel tentativo di bloccare quei suoni pietosi.

«È poi venne appiccato l’incendio.» concluse con fare ovvio il druido, facendo annuire gli alter-ego.

«Mamma! Mammina! Perdonami, mamma, perdona il tuo cucciolo! Il tuo piccolo Derek! Non volevamo sbatterti la porta in faccia! Mammina mia, te ne sei andata odiandoci! Perdono mamma, perdono!» Cora singhiozzò e si accasciò a terra, facendosi stringere dai Derek e così come Tristezza, anche lei scoppiò in lacrime.

«Ti… Ti aveva già perdonato…» disse tra i singhiozzi Peter, attirando su di sé l’attenzione dei presenti «Dopo che te ne andasti, lei si voltò verso di me; stava piangendo.» spiegò mentre si asciugava le lacrime «Mi chiese qualche consiglio, domandandomi se fosse stata troppo dura con te… Quando si fu calmata, sorrise e iniziò a prepararti la tua torta preferita per farsi perdonare… Ti aveva già perdonato, Der…» disse osservando i vari alter-ego; perfino Rabbia si era accovacciato ed era scoppiato in lacrime, piantandosi gli artigli nelle braccia per cercare di calmarsi.

«Un cuore di una madre è un profondo oceano dentro al quale vi è sempre un bagliore di perdono…» sussurrò Melissa osservando commossa il figlio; Scott le sorrise e l’abbraccio, tuffando il naso nel suo collo e annusando a fondo l’odore di sua madre.

«Derek, ti prego… Perdona te stesso…» disse Cora tra le lacrime, osservando i vari alter-ego.

«È stata una strega, glielo abbiamo chiesto noi…» sussurrò Rabbia stupendo i presenti «Volevamo tornare a contatto con le nostre emozioni, essere Alpha migliori, non ci aspettavamo questo…» disse osservando i vari Derek «Vi prego, diteci dov’è Ancora… Solo lui può far tornare le cose come prima…» il Branco si lanciò uno sguardo dubbioso e fu Isaac il primo a rompere il silenzio.

«Se solo Stiles fosse qui… Il suo cervellino iperattivo ci farebbe comodo ora…» a sentir pronunciare quel nome, però, i Derek sollevarono lo sguardo e lo fissarono in attesa «Che c’è?» chiese il Beta con aria confusa mentre Lydia, mordendosi le labbra, stava ragionando su quella strana reazione.

«Stiles è… Ancora…» sussurrò la banshee facendo annuire i Derek.

«Lui è Ancora…» ripeté Paura con voce tremante.

«Ancora… Ci manchi!» piagnucolò Tristezza.

«Ci ha abbandonati! Io ve l’avevo detto! ‘Non leghiamoci ad Ancora, non scegliamolo come Compagno, Ancora potrebbe andarsene’ ma voi non mi avete ascoltato e ora guardate come ci siamo ridotti!» sbraitò furioso Rabbia, risollevandosi in piedi.

«Sceriffo, dov’è Stiles?» chiese Deaton con sguardo preoccupato.

«A Sunnydale, in un campeggio a tema Star Wars.» rispose l’uomo di legge prima di afferrare il cellulare e avviare la chiamata «Vado a prenderlo.» disse mentre usciva dalla clinica.
 
 

Il Branco sospirò e fissò i vari Derek, capendo finalmente quando dolore appesantisse le spalle del loro Alpha ma, soprattutto, del loro amico.





ANGOLINO EMOTIVO: eccoci qui con questo quarto capitolo, accompagnato da "La soluzione" di Laura Pausini in sottofondo; ma bando alle ciance e chiacchieriamo un attimo.

Allora... La storia non prevedeva momenti introspettivi o tristi, doveva essere una cosa all'acqua di rose divertente e demenziale, ma mentre scrivevo mi sono reso conto che sono veramente poche le storie che parlano del nostro lupone in questo modo (a tal proposito, se ne conoscete qualcuna potete consigliarmela?) e così ho iniziato a ragionare sulla scena ed eccola qui! Che ne pensate?

Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno inserito la storia in una delle categorie di EFP, i lettori silenziosi e infine, ma non meno importanti, ringrazio Naruto Namikaze Uchiha RoseAxia per aver rensito gli scorsi capitoli! Grazie mille ragazze, è sempre un piacere sapere un parere dei lettori :)

Alla prossima!


BabboDark




Ps: sto lavorando a un crossover TeenWolf/La Bella e la Bestia, sono a buon punto e come per questa credo che inizierò a pubblicarla quando sarò in dirittura d'arrivo.


BD

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Capitolo 5
*** Ancora, finalmente... ***


Alla ricerca di Ancora
Capitolo V: Ancora, finalmente…
 



Stiles sospirò rumorosamente e si sedette sulla panchina all’esterno del “Campeggio delle Guerre Stellari” mettendosi ad aspettare l’arrivo del padre, cercando di calmare la tempesta che imperversava nel suo animo; la chiamata con lo sceriffo era durata pochissimo, l’uomo infatti si era limitato a dirgli “Ci sono guai con Derek, sto venendo a prenderti.” e Stiles non aveva perso tempo: si era immediatamente recato da Ivan, usando come scusa un malore improvviso a un improbabile nonno, e aveva ottenuto il permesso di allontanarsi dal campo. Così, sospirando e immaginandosi mille e più scenari catastrofici, il ragazzo afferrò il cellulare e controllò l’orario, sperando che il padre premesse sull’acceleratore per ridurre i tempi; fu con sospiro che Stiles accolse l’arrivo del padre, sorridendo quando notò la volante della polizia con le luci accese.

Durante il viaggio Noah non volle dirgli nulla, affermando che anche lui ci aveva capito poco, e a Stiles non toccò far altro che agganciarsi alla portiera e tentare di calmare il proprio cuore impazzito; purtroppo, ogni volta che le chiappe di Derek si trovavano nei guai lui non poteva far altro che agitarsi e fare di tutto per salvarlo da qualsiasi minaccia voglia fargli del male, che si tratti di un kanima infuriato e idrofobo o di una spina nella mano non importava. Stiles doveva salvare Derek.

Il ragazzo si ritrovò a sorridere timidamente e a sospirare; aveva già fatto i conti sia con la propria omosessualità che con la cotta nei confronti del bell’Hale, soffrendo silenziosamente quando si rendeva conto dell’inarrivabilità del mannaro e di quel suo dannatissimo vizio di portarsi a letto fior fior di donne, sottolineando la sua eterosessualità e allontanandosi sempre di più da lui. Alla fine Stiles era stato costretto ad accettare la situazione, a soffrire in silenzio, respirando solamente quando Derek gli parlava o si presentava in camera sua per pretendere qualche ricerca; ‘Meglio averlo come amico piuttosto che distante…’ si ripeteva Stiles, sperando in cuor suo che un giorno quella situazione sarebbe finita. Che si sarebbe innamorato di qualcun altro, chiunque altro, perché ormai non ne poteva più. Quel campeggio doveva essere una piccola fuga da Beacon Hills e da Derek eppure, neanche quattro giorni dopo, stava tornando prepotentemente nella sua città per poter aiutare un’altra volta l’uomo che amava.

Quando la volante dello sceriffo frenò nel parcheggio della clinica, Stiles non perse tempo e si catapultò fuori dalla vettura, ignorando le urla preoccupate del padre; il ragazzo entrò nella struttura e si diresse al pannello in legno, sollevandolo per poi entrare nello studio veterinario, strizzando gli occhi a causa dell’urlo che lo accolse.
 
 

«ANCORA!» Stiles strabuzzò gli occhi davanti a tutti quei Derek e si ritrovò a deglutire un paio di volte, gli occhi che saettavano da un alter-ego all’altro; ‘Ok…’ si ritrovò a pensare il ragazzo ‘Essere circondato da tanti Derek è il mio sogno erotico preferito ma questo è decisamente troppo!’.

«Stiles, calma e sangue freddo.» sussurrò tranquillamente il druido, scaturendo la reazione opposta nell’adolescente.

«Come posso stare calmo?!» sbraitò Stiles iniziando a gesticolare animatamente «Insomma, guardi!» esclamò indicando i vari Derek per poi soffermarsi su Rabbia, che aveva iniziato a battere i pugni contro la barriera di sorbo nel tentativo di superarla e afferrare il ragazzo «Perché lui è intrappolato?! Perché l’altro piange?! Perché…» Stiles, però, non riuscì mai a completare la frase visto che Amore si era alzato e agilmente aveva superato il Branco per poi afferrare il viso del ragazzo e chiudergli la bocca con un bacio.

«Anche io! Anche io!» si lamentò Tristezza, alzandosi per la prima volta da quando era entrato nello studio.

«Amore, così lo consumi!» borbottò Disgusto incrociando le braccia al petto.

«È il mio turno!» urlò euforico Gioia prima di allontanare l’alter-ego da Stiles e prendere il suo posto, facendo spalancare ancor di più gli occhi dell’adolescente.

«Oh… Non mi abituerò mai a vederli così…» mugugnò Noah, scaturendo delle risatine in Lydia e Melissa.

«Gioia.» ringhiò Rabbia, facendo immediatamente allontanare l’alter-ego da Stiles.

«Forse è il caso di spiegare, poi potete pure ammucchiarvi.» disse ridacchiando Peter, attirando l’attenzione di Stiles e facendo boccheggiare Scott; l’umano annuì e si avvicinò al cerchio di sorbo, incurante dei ‘NO!’ provenienti dal Branco, e lo spezzò permettendo a Rabbia di assalirlo.
 
 

L’alter-ego si fiondò sull’adolescente e se lo strinse al petto prima di annusargli profondamente il collo per poi iniziare a leccarlo, marchiandolo con il suo odore; ci volle qualche minuto prima che il Derek si staccasse ma alla fine, circondato dai vari alter-ego, Stiles si sedette sul pavimento e iniziò ad ascoltare attentamente il Branco. Certo, i bacetti che ogni tanto Amore gli donava rischiavano di farlo distrarre eccessivamente, così come il fatto che Paura fosse riuscito a calmarsi solamente dopo aver nascosto la testa sotto la maglia del ragazzo, ma tutto sommato Stiles era riuscito a capire la maggior parte del discorso.

Alla fine, dopo aver abbracciato e consolato un disperato Tristezza, ed essere arrossito al ‘Ti preferisco nudo…’ borbottato da Disgusto, i vari Derek si erano alzati e posizionati uno accanto all’altro; Stiles, dopo numerose preghiere e alcune minacce, aveva accettato di buon grado di farsi baciare da ogni Derek, i quali si rifiutavano di sparire se prima non avessero avuto il privilegio di farlo.

Amore fu dolce e delicato, le mani intente a carezzare le guance dell’umano e le lingue che danzavano dolcemente nelle loro bocche; Tristezza si lasciò abbracciare da Stiles, intento a donargli piccoli baci a fior di labbra. Disgusto parve rilassarsi quando ricevette il suo bacio mentre Gioia ridacchiò per tutto il tempo, affermando che era troppo felice per potersi godere il momento; quando toccò a Paura, il ragazzo notò come l’alter-ego smise immediatamente di tremare non appena le loro labbra si unirono e Stiles venne stretto tra quelle braccia forti e calde, che riuscivano sempre a farlo sentire protetto. Rabbia, infine, fu quello che impiegò più tempo; baciò Stiles a lungo, giocando con le loro lingue e lasciandogli più morsi alle labbra prima di donargli un succhiotto fin troppo evidente sul collo.

Terminata quella sessione di pomiciata, Stiles aveva le labbra rosse e lucide; il Branco si era rifiutato di assistere al tutto, fatta eccezione di Peter che sbirciò di tanto in tanto, e alla fine Stiles li fece rientrare con un sorriso imbarazzato sul volto.
 
 

«Guarda guarda che bel marchio portiamo sul collo!» sussurrò Peter scostandogli il colletto della maglia per poi fischiare ammirato, ignorando il ghigno compiaciuto di Rabbia.

«Ci vediamo tra poco, Ancora…» sussurrò Amore dandogli un bacio voltante.

 
 
Gli alter-ego si presero per mano e chiusero gli occhi, facendo calare un pesante silenzio tra i presenti; poco a poco una nebbiolina argentata iniziò a circondare i mannari, facendoli sparire alla vista del Branco. La nebbia si addensò e prese a brillare, spandendo nella stanza sfumature rossastre e rosate; Stiles deglutì, immaginando che Rabbia e Amore stessero combattendo per prendere il controllo, ma alla fine una luce gialla si propagò dai Derek e l’umano sorrise, complimentandosi con Gioia per la vittoria di quella partita così fondamentale per il mannaro da essere decisiva. La nebbia iniziò a diradarsi, mostrando Derek, il vero Derek, intento a massaggiarsi la testa.
Con indosso gli abiti di Disgusto, Derek sbatté un paio di volte gli occhi e osservò l’ambiente con aria confusa prima di puntare lo sguardo su Stiles e sorridere.
 
 

«Come ti senti?» domandò Cora avvicinandosi con cautela al fratello.

«Ho mal di testa…» sbuffò Derek massaggiandosi la fronte «Stanno tornando i ricordi…» aggiunse dopo aver assunto un’espressione dolorosa «Cavolo...» il mannaro sollevò di scatto la testa e puntò il suo sguardo su Lydia per poi osservare Deaton «Vi ripagherò di tutto, aggiungendo degli extra.» disse, facendo sorridere la banshee.

«Quindi ora è tutto risolto? L’incantesimo ha funzionato?» chiese Isaac facendo un passo in avanti, ricevendo un cenno del capo da parte dell’Hale.

«Fantastico!» esclamò Peter al settimo cielo «Vai ragazzino, scelgo te!» urlò spingendo Stiles tra le braccia del nipote che, immediatamente, le sollevò e accolse il ragazzo prima di stringerlo dolcemente a sé.

«Uhh… Questo è Rabbia!» ridacchiò Stiles osservando l’espressione corrucciata di Derek, il quale ridacchiò appena «Ciao Gioia!» disse stringendolo a sua volta; Derek gli sollevò il capo e lo baciò, lentamente e dolcemente, mettendo tutta la sua anima in quel contatto.

«Da Amore…» sussurrò non appena si fu staccato e sorrise quando vide le guance rosse del suo umano.

«Ringrazio.» rispose Stiles baciandolo nuovamente, cingendo il collo del mannaro con le sue braccia.

«Punto trenta dollari che questa sera lo fanno…» bisbigliò Isaac all’orecchio di Cora, che sorrise e accettò la scommessa.

«Perché non andiamo a mangiare qualche cosa? Tutti insieme?» propose Melissa, intenta a massaggiare le spalle a un Noah intento a coprirsi gli occhi.
 
 

Un urlo di gioia invase il locale e ben presto il Branco si diresse verso la prima pizzeria disponibile, lanciando di tanto in tanto degli sguardi a un Derek intento a camminare mano nella mano con il suo Compagno, donandogli di tanto in tanto dei baci a fior di labbra.


ANGOLINO EMOTIVO: ebbene sì, questo è l'ultimo capitolo. Sob TT.TT

Cosa ne pensate del capitolo? So che è un po' corto ma per questioni di narrazione non potevo continuare, considerando poi che il tutto doveva limitarsi alla ricerca di questo benedetto Ancora XD Comunque la scena dei baci non era programmata ma appena mi sono distratto stava per iniziare un'ammucchiata, solo l'intervento del buon Noah ha impedito al raiting di diventare rosso XD

Ringrazio infinitamente i lettori silenziosi, tutti coloro che hanno inserito la storia in una delle categorie di EFP ma soprattutto ringrazio Naruko Namikaze Uchiha per aver recensito lo scorso capitolo! Grazie mille, a tutti quanti.

Alla prossima,
Babbo Dark

 

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