Saremo sempre Noi?

di Palli91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- L'insicurezza di Otani ***
Capitolo 2: *** 2- Prima (e ultima?) uscita di gruppo ***
Capitolo 3: *** 3- I tormenti di Risa ***
Capitolo 4: *** 4- Il Confronto tra Otani e Yoshi ***



Capitolo 1
*** 1- L'insicurezza di Otani ***



Erano passate già due settimane dall'ultimo concerto di Umibozu e a causa dei rispettivi impegni lavorativi e scolastici, Risa ed Otani non avevano più avuto occasioni per vedersi.
Certo, si telefonavano spesso e scherzando riuscivano a distrarsi dalla pesante routine quotidiana, ma non era come trascorrere del tempo assieme.
Entrambi avevano nuovi amici e nuove vite, ma sicuramente restavano il punto di riferimento l'uno dell'altra; i soli con cui riuscire a capirsi nel profondo e i soli con cui poter essere se stessi senza maschere, freni o paure.
Frequentando la scuola di specializzazione, Risa aveva socializzato soprattutto con una ragazza molto bassa dai lineamenti morbidi di nome Kawa, simpatica e alla mano, mentre con gli altri compagni non aveva ancora trovato la giusta sintonia, li trovava troppo diversi da lei; molto impostati e abbastanza superficiali. Ma questo era il “mondo della moda”, Risa lo sapeva e non si lasciava scoraggiare.
Otani invece all'università si era creato un gruppo di studio abbastanza numeroso e trascorreva molto del suo tempo libero a studiare con alcune compagne. Nonostante questo suo essere sempre circondato da ragazze infastidisse Risa, lui non cambiava atteggiamento, forse proprio perchè in fondo lo gratificava sapere di renderla almeno in parte gelosa, gli piaceva sentirsi desiderato. Era sempre stato piuttosto popolare nonostante la sua bassa statura, ma l'attenzione di Risa era l'unica di cui gli fosse mai davvero importato.
Comunque, lui non lo avrebbe mai ammesso, ma era proprio il trascorrere tanto tempo con altre ragazze che gli faceva apprezzare e mancare di più la sua Risa; così diversa e spontanea, solare e cristallina.

Dal giorno del concerto Otani si sentiva nervoso e cercava di nasconderlo in modo poco convincente. Risa attraverso le telefonate non aveva collegato a lei l'irritabilità del ragazzo, attribuendola semplicemente allo stress universitario.
Otani di base era felice di aver incontrato al concerto il suo vecchio amico di infanzia Yoshi e aver trascorso anche con lui la giornata, condividendo la loro passione comune, ma alcuni dettagli (che forse solo Otani aveva notato) gli avevano dato parecchio fastidio, e da quelli aveva iniziato a torturarsi con dubbi e paure.
Gli era sembrato di veder scambiare tra Yoshi e Risa molti sguardi durante l'evento, ed era più che certo che in più di un occasione Yoshi si fosse bloccato a fissarla, quasi incantato, con una bozza di sorriso appena percepibile.
Quel giorno ad Otani era sembrato che il loro amico comune cercasse di starle vicino, la rincorresse involontariamente con lo sguardo e con i movimenti.
Alla fine dell'evento si erano scambiati tra tutti i contatti telefonici: Risa, Yoshi e la loro vecchia compagna Akechin, che in quell'occasione aveva invitato il ragazzo appena tornato in città, e che era evidentemente attratta da lui, con la promessa di sentirsi e rivedersi presto.
Otani aveva già il numero di Yoshi, ed ogni tanto i giovani si erano anche contattati nel corso degli anni, soprattutto per scambiarsi i classici auguri delle festività, ma vivendo in città molto lontane, l'amicizia con il tempo si era raffreddata.
Non gli era mai passato per la testa che il giovane Yoshi del passato avesse potuto aver a che fare con Risa, né aveva mai riflettuto su un suo possibile ritorno e a quello che ne sarebbe conseguito.
Era semplicemente un amico -un caro amico- d'infanzia, come in fondo tutti ne hanno nel cuore e nei ricordi.
E spesso è proprio nei “ricordi” che certi amici dovrebbero restare.
Crescendo la memoria si “ovatta” e rimangono nella mente solo le cose importanti, belle o brutte che siano. Restano le cose che contano e che in qualche modo hanno lasciato un segno e ci hanno reso crescendo quello che siamo.
Se Otani era la persona che era oggi, in parte era proprio grazie a Yoshi, che in un momento di crescita caratteriale, lo aveva aiutato a plasmarsi. Era stato l'amico che lo aveva sostenuto ed aiutato a trovare i propri punti di forza su cui far leva, come il compensare la bassa statura saltando in alto nello sport. Sempre lui lo aveva indirizzato verso la musica che ora amava tanto, la stessa musica che lo aveva unito a Risa.
Otani era Otani anche grazie a Yoshi.
Questo voleva dire che le sue qualità erano solo merito di Yoshi, una sua “appendice”? Certo che no, ma sicuramente si trattava proprio delle stesse qualità e passioni che lo avevano avvicinato alla sua ragazza.
Qualità e passioni che erano parte integrante di Yoshi e che era lui ad avergli trasmesso.
In lui Risa avrebbe quindi potuto trovare quel che amava in Otani, ma in una versione migliore?
Che tormento!

Il tempo trascorso assieme al concerto era stato bello ma sicuramente strano.
Si trattava di un gruppo di quattro giovani adulti, tenuti insieme solo dai ricordi condivisi del passato, e chissà quanto cambiati negli anni.
Questa faccenda lo rendeva nervoso non solo perchè Yoshi era alto e bello, ma anche perchè, per come lo ricordava, una volta aperto e svelato a coloro che riuscivano a scalfire la sua “corazza”, era un ragazzo fantastico in tutto; serio, simpatico, generoso e coraggioso.
Si tormentava non sapendo fino a che punto Risa lo avesse conosciuto nel loro passato; lei conosceva tutte le tante qualità di Yoshi?
Dagli sguardi -quei maledetti sguardi- che Yoshi le mandava, sembrava che lui conoscesse bene lei.
Sicuramente quella tonta non aveva minimamente fatto caso alla dinamica della situazione, presa come sempre dalla musica e dall'entusiasmo.
In più Otani non sapeva determinare fino a che punto si trattasse solo di sue paranoie, ma ad ogni modo questo pensiero non lo lasciava tranquillo.

Un accenno di amarezza spiccava nell'espressione dei suoi occhi, mentre seduto sul letto nella sua camera, fissava con aria abbattuta una delle foto scattate al concerto.
In questa foto specifica, scattata nella folla da un passante, davanti in piedi c'erano lui e Akechin, dietro bellissimi svettavano Risa e Yoshi. Risa con entrambe le braccia avvolgeva Otani che sfoggiava invece due “V” con le dita delle mani, Akechin esibiva raggiante un dolcissimo sorriso e reggeva la borsa, mentre Yoshi con un braccio cingeva Risa e con la mano libera salutava la fotocamera.
In uno scatto d'ira Otani prese dal tavolino tutte le foto e le scaraventò in un cassetto facendolo sbattere alla chiusura, poi si buttò sul letto e soffocò un urlo di rabbia contro il cuscino.
Pochi secondi dopo il telefono squillò; era Yoshi.

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Capitolo 2
*** 2- Prima (e ultima?) uscita di gruppo ***


A due settimane dal concerto di Umibozu, Risa ed Akechin si erano sentite per telefono ed avevano deciso di organizzare un'uscita.
Akechin aveva confidato all'amica di voler passare più tempo assieme a Yoshi e di aver notato che in compagnia dei vecchi compagni, il ragazzo si era rivelato molto più aperto e socievole rispetto ai momenti trascorsi da soli pre e post concerto.
Risa, ostinata come sempre, si pose l'obiettivo di aiutarli, immedesimandosi nel “Cupido” della situazione, per far si che la vecchia amica arrivasse a far breccia nel cuore del ragazzo.
Era stato Yoshi, dopo l'invito di Akechin, ad avvertire Otani dell'imminente uscita di gruppo, prima che lo facesse Risa.
Gli aveva telefonato in uno di quei momenti in cui Otani stava covando rabbia e nervosismo, quindi la conversazione non era stata delle più amichevoli, al contrario aveva sottolineato una certa insolita tensione tra i due, i quali avevano recitato con una cerimoniosa cortesia che non apparteneva né a uno né all'altro.
Più tardi nella stessa giornata Otani aveva chiamato Risa che lo aveva avvertito riguardo al ritrovo con i vecchi compagni.
La candida ed ignara vivacità di chi ha la coscienza pulita e non teme niente, non aveva fatto altro che aumentare il nervoso di lui, portandoli ad uno scambio di insulti telefonici, per Risa, al solito scherzosi, mentre da parte del ragazzo intesi come valvola di sfogo involontaria.
Trattandosi di una rimpatriata, Risa colta da eccessivo entusiasmo aveva finito con l'invitare la maggior parte dei loro amici e compagni di scuola, purtroppo però Nobu e Haruka si trovavano in altre città in quel periodo, mentre Chiharu e Suzuki avevano degli impegni famigliari precedentemente fissati.
Il cospicuo gruppo presente alla reunion comprendeva Risa, Otani, Yoshi, Akechin, Nakao, Seiko ed anche Kohori, il collega di Risa con cui Otani aveva avuto diversi screzi in passato, ma che ora a tutti gli effetti faceva parte della loro vita sociale.
Il ritrovo era fissato per un giovedì, giorno di riposo di Risa, al locale dove lavoravano lei e Kohori, alle 14:00, ora in cui il ragazzo finiva il turno.
Risa, come sempre in ritardo, uscì di casa ancora mezza spettinata e si trovò inaspettatamente davanti Otani.
-Ho pensato che potremmo fare la strada assieme, giusto per stare almeno un po' da soli... Ma come al solito sei in ritardo, quindi dovremo sbrigarci!-
Dicendo questo con finto tono arrabbiato tradito da un sorrisetto, Otani prese per mano la ragazza, che arrossendo rispose a tono
-Se tu avessi le gambe più lunghe arriveremmo certamente prima!-
Continuando con uno scherzoso battibeccare, i due arrivarono nel luogo d'incontro con soli 10 minuti di ritardo, cosa che per Nakao e Kohori, che erano soliti aspettarli anche per mezz'ore abbondanti, era fin poca attesa.
Erano già tutti davanti al locale. Per fortuna la dolce ed intraprendente Seiko aveva già fatto le presentazioni, aiutata da un malinconico Nakao, comunque molto felice di rivedere il suo compagno delle elementari, e dall'entusiasta Kohori, che sfoggiava un sorriso a 32 denti per aver visto la maglietta di Yoshi recante il simbolo del loro artista preferito.
Fu subito lampante che una delle principali argomentazioni del pomeriggio sarebbe stato Umibozu. È molto raro trovare anche solo un paio di appassionati di questo artista rap, ma in quell'occasione si trovavano assieme quattro autentici fan sfegatati, più una mezza fan, Akechin che fingeva di saperne per fare colpo su Yoshi.
Seduti al tavolo del locale, nessuno aveva notato la tensione tra Otani e Yoshi.
Otani si chiedeva se Yoshi stesso la avesse notata, o se fosse tutto frutto della sua insicurezza.
Mentre si iniziava a parlare delle date del prossimo concerto e di quando acquistare i biglietti per avere i posti migliori, arrivò la cameriera per prendere le ordinazioni. Alla sua gentile domanda su cosa volessero, una risposta a tre voci in sincrono spiazzò per un attimo tutti i presenti
-Vorrei un Italian Dancer!-
Risa, Otani e Yoshi all'unisono avevano chiesto lo stesso drink. Per la coppia la cosa era abbastanza una prassi, che da sempre aveva creato ilarità nei presenti, ma che adesso anche Yoshi si fosse unito al coro dell'ordinazione, sembrava davvero strano, non più comico, solo molto strano.
-OH NO! Prima erano due, ora sono in tre! Siamo rovinati!!-
Spezzò il silenzio Nakao con una battuta alla quale tutti risero, alcuni fin troppo sguaiatamente.
Da questa battuta in poi, gli argomenti furono tutti rivolti al loro passato, ai ricordi comuni, alle passioni condivise. Nakao e Yoshi raccontarono con malinconia il loro tempo assieme da ragazzi; la passione per il basket, la musica di Umibozu ad accompagnarli negli allenamenti. L'iniziale ostilità di Yoshi che poi però si rivelò un componente importante nella loro giovinezza. Anche Otani si lasciò abbandonare alla dolcezza dei ricordi condivisi.
Per un po' tutte le tensioni sembravano svaniete.
Poi fu il turno di Risa e Akechin raccontare del loro passato e dei momenti con Yoshi. Akechin, forse lasciandosi trascinare troppo dai sentimenti, ma soprattutto in balia del terzo drink alcolico un pò troppo forte per la sua esile costituzione, dopo alcuni avvenimenti comici che avevano come protagonista Risa, raccontò al gruppo di amici tutto riguardo alla sua cotta giovanile per Yoshi.
Scese nei dettagli delle vicende quasi ad arrivare alle lacrime in alcuni momenti. L'attenzione di tutti era totalmente rivolta verso le sue parole.
Al termine del commovente e amaro racconto e delle vicende legate alle incomprensioni, alle avventure e alle tenerezze infantili, tutti i presenti sapevano: Akechin era stata innamorata di Yoshi, il quale aveva in segreto una cotta per Risa, ben evidente a tutti tranne che a lei. Risa, che non si era resa conto della cotta di Yoshi, a sua volta era innamorata di lui, in quanto era l'unico ragazzo a trattarla da ragazza, con riguardi e rispetto. Ma per correttezza nei confronti dell'amica innamorata, aveva interrotto i rapporti e l'amicizia con il ragazzo, che poco dopo si era trasferito altrove.
In tutta questa faccenda Akechin sapeva di essere stata egoista e per questo chiedeva perdono; pur sapendo che i sentimenti dei due giovani erano corrisposti, per gelosia li divise e non fu mai sincera al riguardo.
Fino a questo momento.
Super schiaffo emotivo in faccia a:
  • Akechin: autocolpita dalle sue stesse parole. Svelati i suoi veri sentimenti si era resa vulnerabile, ma al contempo si era liberata di un peso davvero grande dalla coscienza. Ora era pronta a voltare pagina, farsi amare o almeno perdonare.
  • Risa: come spesso succedeva, la ragazza sempre troppo ingenua, cadeva dall'albero dell'ignarità e dentro di se riusciva solo ad articolare un confuso turbinio di domande “Chi innamorato di chi? Quando? Come? Perchè?” con tanto di espressione da ebete accigliata.
  • Yoshi: ecco, finalmente capiva perchè Risa non lo avesse più cercato. Era certo che anche se in modo goffo e poco esplicito, si fossero palesati i sentimenti reciprocamente, una sera, dopo un'escursione, quando le aveva confidato che si sarebbe trasferito a breve. Ma dopo il suo trasferimento, lei non lo aveva più cercato. E invece la semplice verità era che Risa non aveva capito. “Ovvio che non aveva capito! Quella citrulla!” pensava scuotendo la testa, con un amaro sorriso tra le labbra. Voleva solo essere una buona amica per Akechin.
  • Otani: si vide concretizzare tutte le paure che per le settimane precedenti lo avevano tormentato notte e giorno. “Allora era questa la verità? Sono stati il primo amore l'uno per l'altra? Come posso io competere con lui?” con la faccia da merluzzo e le mani tra i capelli, ascoltava ad occhi sbarrati questo fiume di confessioni che travolgeva tutti senza scampo.
Nakao, Seiko e Kohori osservavano la scena ascoltando attentamente i racconti degli amici e valutando le varie reazioni ed emozioni, ben leggibili dalle loro espressioni facciali.
Kohori si portava alla bocca manciate di popcorn mantenendo il contatto visivo con i componenti del tavolo, senza battere ciglio, proprio come avrebbe fatto al cinema di fronte ad un film tragicomico.
Ed invece si trattava della tragicomica realtà.
-VAAAAA BENEEEE!- Quasi strillando Risa interruppe l'imbarazzante silenzio che ormai regnava da qualche minuto, intervallato solo dal rumore di Kohori che masticava attonito e Nakao che tirava su con la cannuccia la sua bibita fresca invocando mentalmente Nobu da lontano.
-Dopo questa appassionante puntata di “Akechin veritas” direi che sono venuti al pettine diversi nodi del passato, ma è anche evidente che il tempo li ha districati egregiamente! Non preoccuparti di nulla Ake, il presente è quello che conta! Siamo tutti felici e in salute, beviamoci suuuu!-
Così dicendo alzò in aria il suo ItalianDancer ormai ridotto a cubetti di ghiaccio semi sciolti, esortando tutti ad un brindisi spezza-tensione.
Il resto del pomeriggio vide Seiko e Kohori come i salvatori della situazione, i quali riuscirono a tirar fuori cinquanta e più argomenti casuali al semplice scopo di distogliere l'attenzione da pensieri torvi e “frullare i cervelli”.
Anche Nakao ed una rinnovata Akechin, uscita dalla vergogna iniziale per le confessioni fatte, presero animatamente parte alle conversazioni.
Solo i bevitori di Italian Dancer rimasero poco attivi, commentando raramente e limitandosi a ridere a seconda della necessità.
Tra i tre era nata una silenziosissima gara a freccette di sguardi storti.
Nel tardo pomeriggio il gruppo si salutò presso l'ingresso del locale e si disperse in diverse direzioni.
Yoshi acconsentì alla richesta di Akechin di accompagnarla a casa, Otani e Risa si diressero nella direzione opposta.
Prima di svoltare in fondo alla via, a circa 100 metri di distanza, Risa si voltò, e avrebbe giurato che in quell'esatto istante anche Yoshi si era voltato a guardarla, prima di sparire dietro ad un palazzo.
La strada verso casa era illuminata da una tiepida e obliqua luce dorata. Risa e Otani camminavano in silenzio accompagnati dallo scricchiolio delle foglie sotto ai loro passi.
-Sei stranamente silenzioso oggi... Ti sei... Ti sei comunque divertito?-
-Si, è stato carino. Da rifare sicuramente, tra altri 5 anni. Magari tirando fuori dal cilindro altri ex compagni e amori.-
Risa sorrise ma dentro di se era fortemente agitata. Non tanto per essere venuta a conoscenza degli avvenimenti del passato, ma più che altro perchè la reazione di Otani le sembrava davvero insolita e strana.
Decise, come al solito, di non esprimere le sue paure, per non sembrare asfissiante.
Impercettibilmente, con un filo di voce Otani disse tra sé -Non... Non ti lascerò portare via da me...-
Così dicendo la prese per mano e la accompagnò fino a casa in silenzio.
Sapeva bene che da quel giorno le cose sarebbero cambiate, lui sarebbe cambiato.
Doveva riuscire a tutti i costi a tenersi stretto la sua Risa.
-Hai detto qualcosa?-
-No, niente...-
La salutò sulla porta di ingresso con un bacio e una carezza.
Lei gli fece una tenera linguaccia e dopo entrò.
Quella sera Nobu telefonò a Risa.
Mentre le due ragazze parlavano, a pochi km di distanza il campanello di casa Otani suonava
-Din Don-

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Capitolo 3
*** 3- I tormenti di Risa ***


-Il mio Nakauccio mi ha raccontato tutto!- Strillò Nobu attraverso la cornetta.
-Nobu abbassa la voce! Se urli in questo modo tutto il Giappone saprà i fatti nostri!- Rispose agitata Risa.
-Allora è proprio quell'Yoshi di cui mi avevi parlato eh?! Cosa intendi fare adesso? Hai parlato con Otani?
-Si è il ragazzo di cui ti avevo parlato, no non ne ho parlato con Otani e... Niente! Cosa dovrei fare scusa?!
-Tu e quell'ottuso non imparerete proprio mai vero?! Il dialogo è importante! Non ha senso stare assieme e parlare solo di cavolate, se quando avete bisogno di discutere di questioni serie vi tenete tutto dentro! Già ti fai andar bene che passi quasi tutto il suo tempo libero con le sue compagne dell'università! Almeno di questo parlatene! Cerca di carpire se gli importa qualcosa o cosa ne pensa!

Come un pugno nello stomaco la dolce Nobu sapeva sempre dire senza mezzi termini le cose in modo diretto a Risa, ed anche se a volte era una qualità un po' tagliente, Risa aveva sempre apprezzato la schiettezza dell'amica.
Otani spesso vedeva solo il meglio di Risa. Lei teneva per se e per gli sfoghi con le amiche eventuali stress e risentimenti, mentre con il ragazzo cercava di essere sempre solare e accondiscendente. Aveva paura; paura di deluderlo, paura di stufarlo o di perderlo, aveva lottato e sofferto tanto per “conquistare” il suo amore, quindi cercava di essere semplicemente allegra e piacevole, anche quando dentro stava male, sentiva la sua mancanza o soffriva per le carenti attenzioni.

-Effettivamente mi è sembrato diverso dal solito... Forse hai ragione Nobu, appena lo vedrò parleremo...
-Ecco brava... E ti consiglio nel mentre di evitare quell'Yoshi, almeno finchè non avrai chiarito con Otani.
-Va bene “mamma Nobu”... Tu quando tornerai in città? In questo momento sei l'unica che vorrei vedere...
-Presto, sarai la seconda a saperlo non dubitarne!! Buona notte e vedi di riposare!! Ciao!!

Terminata la chiamata Risa prese dalla scrivania una busta con dentro le sue copie delle foto dell'ultimo concerto di Umibozu. Si sedette sul letto e sospirando iniziò ad osservare le immagini dell'evento. Sembravano tutti così allegri e spensierati quel giorno...
Otani era il solito Otani sorridente, lei ed Ake erano così solari, e Yoshi... Yoshi era...
Con espressione stupita, sfogliando le foto a seguito delle recenti rivelazioni, ora anche Risa era in grado di notare diversi dettagli in precedenza di poco conto...
Dopo attenta analisi si accorse che da quegli scatti non si capiva chi stesse con chi; sembrava un gruppo di amici in uscita, a parte alcuni scatti in cui lei abbracciava Otani da dietro.
Ormai avevano superato l'imbarazzo della differenza di altezza in pubblico, però questo non toglieva che effettivamente non avessero quasi mai momenti di tenerezza pubblici.
Al contrario in alcune foto a cui precedentemente non aveva dato alcun peso o significato, ora si rendeva conto che lei e Yoshi si guardavano sorridendo con dolcezza ed erano spesso vicini. Era certa che da parte sua non ci fosse la minima malizia quel giorno (ne era davvero certa?), ma ora le cose erano sotto una luce diversa, i dubbi vorticavano nella sua mente mentre all'altezza dello stomaco sentiva come un peso accrescere.
La “crisi passiva” con Otani, la lontananza e la mancanza di dialogo, i cambiamenti e le nuove conoscenze, ed ora il ritorno di Yoshi e le varie rivelazioni davvero sconvolgenti. Tutto ad un tratto cominciava a prendere forma.
Risa sapeva bene quanto aveva pianto, quanto aveva sofferto per Otani... Un anno intero ad aspettare di essere amata, a sperare di essere apprezzata e corrisposta... Quanto tempo ed energie per “convincerlo” ad amarla così com'era. Quanti complessi per l'aspetto e la statura. Quante notti in bianco. Indubbiamente aveva amato Otani, o non avrebbe mai affrontato e sopportato tutto questo dolore.
Ripose le foto sulla scrivania, sempre in preda ad una tempesta di pensieri ed emozioni.
Prese da sopra un armadio una vecchia e polverosa scatola di cartone e si sedette nuovamente sul letto.
Sospirando aspettò qualche secondo prima di aprire la scatola.
Con gli occhi lucidi si fece forza e sollevò il coperchio.
Quella che aveva tra le mani non era una scatola qualunque; era uno scrigno di ricordi del passato.
Vecchie foto, biglietti, disegni e oggetti vari, ognuno con una propria storia da raccontare.
Frugando nostalgicamente e sorridendo debolmente tra un ricordo e l'altro, trovò e strinse tra le mani una foto.
La osservò per diversi secondi prima di metterla sotto al cuscino.
Pose la scatola al suo posto e sprofondò nel letto con il viso affondato nel cuscino e molte lacrime ad inumidirne il tessuto.

“Noi ci amiamo... L'ho convinto ad amarmi” pensò tra un singhiozzo e l'altro.

Ad un paio di metri di distanza, lampeggiavano sul monitor del cellulare diverse notifiche di messaggi ricevuti, rispettivamente dai mittenti “Kawa”, “Kohori”, “Yoshi” ed “Otani”.

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Capitolo 4
*** 4- Il Confronto tra Otani e Yoshi ***



-Din Don-

Quella stessa sera, mentre Risa si era trovata a rivivere vecchi ricordi attraverso oggetti del passato ed era finita con il piangere abbracciata al cuscino, rotolando tra mille pensieri e paure riguardo al presente e alla sua relazione, a qualche chilometro di distanza un distratto Otani si apprestava ad aprire la porta di casa.

Inaspettato come lo sarebbe stato un fulmine nel cielo più limpido, a squarciare la tranquilla sera stellata, già turbata dal maremoto interiore dovuto alle recenti scoperte, Otani si trovò senza preavviso Yoshi alla porta.

-Ciao Otani, scusa se sono passato così tardi, ma penso che entrambi avremmo bisogno di parlare. E di bere qualcosa. Non so ancora in quale ordine.

Così dicendo sollevò un piccolo sacchetto di plastica che lasciava intravedere le sagome di un paio di lattine di birra.

Con un debole sorriso Yoshi aspettò qualche secondo la risposta di Otani, che spiazzato, con occhi sgranati, elaborava la situazione.


Otani non era minimamente pronto ad affrontare l'amico, però rispose a sua volta con un sorriso accennato e un debole movimento del capo, prese la giacca, infilò le scarpe ed uscì in silenzio. Lasciarono li breve vialetto e si diressero lungo la strada.

L'aria fresca della sera sembrava densa e pesante per via del silenzio e le vie deserte amplificavano la tensione.

Camminarono diversi minuti l'uno affianco all'altro fino ad arrivare in un parco poco lontano, in cui si diressero verso le altalene; l'esatto luogo in cui andavano sempre da bambini a parlare.

Otani sedette su un'altalena di legno davvero piccola mentre Yoshi gli passò una birra e rimase in piedi ad osservarlo con espressione seria e decisa, sorseggiando la sua.

Sembrava che nessuno di loro volesse rompere il silenzio che li circondava, forse avevano paura di farlo.

Otani iniziò a dondolare, così che un lento e ritmico cigolio riempì l'aria.

Finalmente alzò lo sguardo, sempre dondolando, per osservare l'amico, e si fermò di scatto sorpreso di notare un'espressione molto buffa sul viso di Yoshi, che pareva stesse trattenendo a fatica una risata.

-AHAHAH!!- Esplose infine Yoshi, incapace di trattenersi oltre. -Siamo cresciuti ma restiamo sempre i soliti ragazzini idioti! AHAHAH!- E continuando a ridere piegandosi in due, alzò un braccio ad indicare un cartello attaccato alle altalene recante la scritta “Vietato l'utilizzo sopra ai 12 anni”.

Solo in quel momento Otani si rese conto di quanto dovesse sembrare insulso e buffo, così arrotolato su di un gioco per bambini davvero minuto. Si alzò di scatto imprecando seccato, ma poi scoppiò anche lui in una sonora risata.

La tensione era un po' scesa. I due non avevano bisogno di maschere od artifizi, potevano tranquillamente essere loro stessi, si conoscevano bene e nonostante gli anni trascorsi lontani e i cambiamenti che in parte li avevano resi sconosciuti, restava immutata la confidenza tra loro, quell'intesa che si ha con qualcuno con cui si ha condiviso tanto. Con qualcuno che a prescindere da lontananza e differenze, è stato e sempre resterà importante.


-Ascoltami bene.- Riprese Yoshi con tono deciso ma tranquillo una volta ristabilita un po' di serietà. -Non ho intenzione di frappormi tra te e Risa se insieme siete felici e se la vostra relazione funziona.

Un tempo sono stato innamorato di lei. Anche se eravamo molto giovani l'ho amata da subito come fosse da sempre. Ho anche sofferto a lungo quando ci siamo separati e non mi ha contattato, e solo ora grazie alle rivelazioni di Ake ne capisco i motivi. Non ho mai più provato un sentimento tanto forte per nessuna ragazza, e credimi, ce ne sono state. Ora sono perfettamente consapevole che sono passati molti anni e che sicuramente siamo tutti cresciuti e cambiati, ma quello che ho provato standole accanto al concerto due settimane fa, è un qualcosa che avevo dimenticato di saper provare, che avevo seppellito in fondo al cuore e che pensavo non sarebbe più riaffiorato.

Per rispetto della nostra vecchia amicizia non interferirò nel vostro rapporto né proverò a portartela via. Ma voglio che sia chiara una cosa: se mi accorgerò che le cose tra voi non funzionano e se non la renderai felice, io non mi farò da parte, non più. Ho sbagliato in passato e almeno in questo ora sono una persona diversa.

Ora a me importa solo di sapere che Risa stia bene e sia felice, soprattutto dopo il casino di oggi. Sapere che non soffre, anche se non sta con me, è la mia unica priorità; questo viene prima dei miei desideri e delle mie necessità.


Otani ora si trovava seduto sullo schienale di una panchina e reggeva tra le mani la lattina ormai vuota. Aveva ascoltato con attenzione assimilando ogni respiro e pausa del discorso dell'amico che ora era seduto a pochi metri da lui su di un'altra panchina.

Si guardò le mani sentendo un improvviso calore scorrere tra le dita e solo allora si accorse di aver stretto tanto la lattina da averla accartocciata ed essersi tagliato.

Mille e più pensieri stavano vorticando nella sua mente. Dapprima avrebbe voluto urlare ad Yoshi di andarsene, di sparire dalle loro vite e non farsi più vedere. Ma più di un motivo gli aveva impedito di tirare fuori questa rabbia. Non era solo per il senso di amicizia e giustizia, quelli potevano andare a farsi benedire in questa situazione.

Si rendeva conto di non sapere minimamente cosa provava Risa riguardo agli ultimi avvenimenti. Non ci aveva pensato. Era il suo ragazzo eppure non lo sapeva, semplicemente perchè non glielo aveva chiesto. Eppure avrebbe potuto, avrebbe dovuto. Ma era troppo preso da se stesso e le sue paure per pensare a come stesse lei. Lei che dava per scontato fosse forte e allegra, come sempre. Ma come stava in realtà? Era triste? Era arrabbiata? Spaventata?

Sprofondando dietro alla consapevolezza del suo egoismo, per la prima volta in assoluto si rese conto anche del peso delle parole “l'ho amata da subito”.

Cazzo.

Lui quanto ci aveva messo ad amarla? A capire di amarla o a convincersi ad amarla? Quante volte lei si era dichiarata ed umiliata, quante volte aveva pianto e sofferto anche pubblicamente e lui con superficialità la aveva rifiutata?

E dall'inizio dell'università la aveva trascurata tanto consapevolmente, l'aveva data per scontata, messa all'ultimo posto, si era dimenticato persino del suo compleanno. Sapendo di darle fastidio trascorreva il tempo con le compagne di università, lo gratificava pure saperla gelosa. E lei in tutto questo, stava bene? Era felice? Non glielo aveva mai chiesto.

E lui in tutto questo, era felice?


-Ti dimostrerò che è felice.

Fu l'unica frase che quella sera Otani riuscì a pronunciare ad alta voce, dopo un silenzio che era parso eterno.

In seguito i due ragazzi si salutarono sul limitare del parco e si diressero ognuno verso la propria casa. Ognuno naufragando nel proprio mare di pensieri. Ognuno con il telefono in mano, componendo un messaggio per lo stesso destinatario: Risa.

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