The power of Love

di Baranjok
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I ***
Capitolo 2: *** Capitolo II ***
Capitolo 3: *** Capitolo III ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV ***
Capitolo 5: *** Capitolo V ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI ***



Capitolo 1
*** Capitolo I ***


 
-Matt puoi aprire tu la porta?- Domandò Clarissa intenta a dipingere un nuovo quadro.
-Certo tesoro vado io!- Matt premuroso come al solito si diresse verso la porta.
Nonostante la sua infanzia felice a New York, Clary si era davvero adeguata ai ritmi di Londra.
Erano passati più di sette anni da quando aveva lasciato la grande mela, per fare carriera da sola. Dopo aver frequentato l’accademia d’arte si era rimboccata le maniche ed adesso dirigeva tutta da sola una galleria d’arte, che non andava per niente male.
I primi tempi si era sentita spaesata e terribilmente sola. Lavorava come cameriera nel bar sotto casa per permettersi lo squallido appartamento al primo piano e i suoi studi. Non aveva intenzione di chiedere aiuto a sua madre o a Luke. Aveva deciso di farcela da sola.
Fu quindi costretta a cercare un coinquilino con cui dividere le spese.
Fu così che conobbe Matthew, il suo bellissimo coinquilino.
Matt aveva 30 anni suonati, suonava in una band e durante il giorno si occupava di computer. Anche lui si era trasferito da poco in città e non aveva voglia di vivere da solo.
All’inizio fu strano, condividere uno spazio con qualcuno che non si conosce è sempre arduo. Ma a mano a mano avevano preso confidenza ed erano riusciti a coltivare una grande amicizia.
Fu quando entrambi ricevettero delle promozioni che decisero di comprare casa insieme. Fu un passo importante ma che decisero di fare insieme, nonostante non fossero una coppia.
Da allora vivevano nell’attico più tecnologico che potessero mai immaginare. Matt patito come era di tecnologia aveva reso l’appartamento il più tecnologico possibile e Clary lo aveva riempito dei suoi quadri più famosi.
-Chi era alla porta?- Domandò Clary asciugandosi le mani sul grembiule. Dovette fermarsi di blocco. Davanti a lei in tutta la sua bellezza era entrata Isabelle Lightwood, la sua migliore amica, o meglio un tempo così era.
-Izzy?!- Clary non la vedeva da esattamente sette anni.
-Finalmente ti ho trovata, mi sono girata tutta Londra. Alla fine ho trovato la tua galleria e la tua segretaria mi ha dato l’indirizzo.- Sembrava indispettita.
Matt si dileguò nella sua stanza lasciandoci sole.
-Ma cosa ci fai qui?- Clary era molto contenta di vederla ma non si era fatta sentire con loro per anni e ora sembrava tutto strano.
- Ascolta , sono ancora molto arrabbiata con te e probabilmente lo sarò a vita, ma io e Simon ci sposiamo. Abbiamo quasi 30 anni e ci sembra giusto così. Lui ti vorrebbe al matrimonio ma è troppo codardo per invitarti così l’ho fatto io personalmente. Devi esserci per forza!-
Simon, il suo Simon stava per sposarsi?
-Io…-
-Prima che inventi diecimila scuse, sappi che tutti noi ti vogliamo bene nonostante tutto. Siamo furiosi, ma ti vogliamo bene e so che il motivo per cui non ti sei più fatta vedere è Jace, ma lui è andato avanti e come posso ben vedere hai fatto anche tu.-
Clary si tolse il grembiule e si sedette, era molto da processare in un solo colpo. Il suo migliore amico e la sua migliore  amica stavano per sposarsi.
-Clary?- Izzy sembrò preoccuparsi per un attimo, salvo poi ricomporsi.
-Ci sarò.- Rispose Clary riprendendo a respirare.
-Oh bene, il matrimonio è domenica prossima. Se hai bisogno di soldi per il biglietto non preoccuparti. – Prese la borsetta e cacciò il biglietto degli assegni.
-Izzy, non c’è bisogno, posso comprarmi il biglietto da sola.- Clary si era indignata.
-Oh, giusto.- Fece per andarsene ma si fermò sull’uscio della porta.
-Lo sai che mi hai fatto male? Davvero male? – Aveva gli occhi lucidi.
-Isabelle..mi dispiace tanto, ti ho scritto in questi anni davvero.-
-Beh non importa adesso! Sto per sposarmi, sono felice, il lavoro va alla grande ma mi mancava sempre qualcosa, capisci? Tu eri la mia migliore amica e sei scappata come una ladra nel cuore della notte, senza un recapito senza un indirizzo, senza niente.-
-Stavo male, tu meglio di me dovresti saperlo.-
-Lo so che stavi male, stavamo tutti male! I miei genitori ti consideravano una figlia, eri una di famiglia per noi.-
-Io sono rimasta in contatto con loro, con voi.-
-Ah intendi dire quelle misere lettere che arrivavano una volta ogni morte di papa?Sto bene voi come state?-
-Izz..-
-No Clary, me lo ero ripromessa, mi ero ripromessa di non venire e di non invitarti, ma non ce l’ho fatta. Ripensavo a quando parlavamo di questo giorno e di come avevamo organizzato tutto alla perfezione. E tu non c’eri e ho pianto come non facevo da molto tempo. Mi mancavi nonostante tutto mi mancava vedere il tuo sorriso, mi mancava sentire la tua voce.-
-Isabelle, anche tu mi sei mancata tanto, tutti voi ma non potevo venire lì, non sono mai andata nemmeno a trovare i miei in tutti questi anni!.-
-Ma non hai permesso nemmeno a noi di venire da te! Quante volte ho desiderato riabbracciarti tu non hai idea.-
-E credi che per me sia stato facile? Non riuscivo a guardarvi nessuno di voi! Mi ricordavate lui, lui che non c’era più e non potevo, e poi i mesi sono passati, e non ho avuto più il coraggio.-
Izzy tirò su con il naso. E si asciugò le lacrime con la manica della giacca.
-Ormai è troppo tardi. Sto facendo tutto questo solo per Simon, ti aspettiamo, puoi restare quanto vuoi, la casa è grande come ben sai e la tua camera è sempre la stessa.-
Clary era molto dispiaciuta, tante volte si era immaginata questo momento ma non avrebbe mai pensato che le serbasse così tanto rancore.
-Non è necessario, posso stare da mia madre.-
-No, starai poco, già lo so , ti conosco come le mie tasche. Starai da noi così che Simon potrà vederti sempre.-
-D’accordo.- Clary non era affatto d’accordo ma non osò contraddirla.
-Bene, ho il volo tra un’ora, devo andare.-
-Ci vediamo in settimana allora.- Disse Clary accompagnandola alla porta.
-Portati pure lo strafigo se vuoi.- Disse infine chiudendosi la porta alle spalle.
 
Clary rimase 10 minuti ferma davanti alla porta immobile.
-Clary?- Matt la richiamò facendola sobbalzare.
-Si?-
-Tutto ok? Chi era la ragazza dallo sguardo glaciale?-
-Oh, lei è..era la mia migliore amica.- Clary iniziò a piangere.
-Oh piccola! Shh vieni qui!- Matt la strinse tra le braccia facendola sfogare e così lei gli raccontò tutto.
-Oh quindi è la sorella di Jace il tuo ex.-
-Già.-
-Davvero andrai al matrimonio?-
-Devo! Simon non me lo perdonerebbe mai! –
-Simon il ragazzo che ti lascia mille messaggi al giorno in segreteria e che ti rifiuti di richiamare? Quel Simon.-
-Oh Matt non giudicarmi, non tu, io lo voglio bene, è come un fratello per me, ma sono passati tanti anni e non sapevo come reagire.-
-Ehi! Non ti sto giudicando è solo che se davvero devi andare a questo matrimonio ti conviene prima chiarire con tutti non credi?-
-Già hai ragione, ma tu verrai con me?-
-Cosa? Oh no, non voglio entrare assolutamente in questa storia! Non coinvolgermi e poi non posso mancare da lavoro per così tanto tempo.-
-Matthew Chand , tu sei il capo di stesso, penso che tu possa mancare da lavoro quanto ti pare e piace, e poi ho bisogno di te, saranno tutti furiosi con me ed ho bisogno di una faccia amica.-
-Io.. Dannazione! Lo sai che non riesco a resisterti! Va bene, verrò ma ad una condizione.-
-E quale sarebbe?.-
-Promettimi che chiamerai tuo fratello!-
Clary annuì debolmente. Erano settimane che non sentiva Jonathan. Avevano avuto una brutta discussione e lei ci era rimasta molto male. Prese il cellulare e compose il suo numero.
Partì come al solito la segreteria.
-Jonathan? Sono io Clary. Ascolta, mi dispiace molto per la nostra litigata, lo sai che non pensavo davvero quello che ti ho detto. Ti voglio bene, sarò a New York per un paio di settimane, chiamami.-
Matt la guardò con un sopracciglio alzato. Lei scrollò le spalle.
-Quindi andremo a New York? – Domandò Matt abbracciandola.
-Si, così pare.-

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Capitolo 2
*** Capitolo II ***


Il volo fu lungo ma piacevole, Clary ebbe occasione di chiarire la sua mente e i suoi pensieri. Non vedeva la famiglia Lightwood da troppo tempo e sebbene lei fosse rimasta aggiornata su tutto ciò che accadeva nella loro vita, si sentiva adesso un’estranea. Menomale che c’era Matt. Matt il suo amico , coinquilino, confidente e di tutto e di più. Cosa avrebbe fatto senza di lui? Non ci voleva neanche pensare. Aveva messo in valigia poche cose, non aveva intenzione di rimanere lì un minuto in più del necessario. Due settimane al massimo. La verità è che aveva paura che se fosse rimasta di più non avrebbe avuto il coraggio di andare via da lì, da loro, da lui.
Jace, quel tasto era ancora molto dolente. Non pensava più a lui da due anni a questa parte. Per cinque lunghissimi anni aveva sperato che lui si ripresentasse alla sua porta come se niente fosse cambiato. Come se il loro amore potesse cancellare tutta quella distanza che si era creata in quegli anni. Ma non successe mai niente. Quante volte aveva alzato la cornetta composto il suo numero che conosceva come le sue tasche e poi aveva riagganciato? Quante volte si era svegliata nel cuore della notte urlando il suo nome a squarciagola? Tante, troppe volte. Eppure lei continuava ad amarlo. Continuava a preservarsi per lui. Non che non avesse avuto altri uomini o avventure se così possano essere definite. Ma non aveva concesso a nessun’altro di occupare quel posto, quel posto che era sempre stato suo e che sapeva che lo sarebbe stato per sempre. Poi dopo cinque anni di attese, aveva dato una svolta alla sua vita, aveva smesso anche con le lettere ai suoi familiari, con le lettere ad Izzy e anche a Simon. Rispondeva raramente al telefono oppure cancellava i messaggi in segreteria prima ancora di ascoltarli.
Era stata cattiva, spregevole, non meritava il loro affetto, ma non sarebbe mai riuscita a dimenticarlo facendo ancora parte della sua vita. Si sentiva meglio, più libera, più spensierata. Non aveva pensato a lui nemmeno una volta in questi due lunghi anni. Ma appena Isabelle si era presentata nel suo salotto, tutto il peso di quei ricordi gli era rimpiombato addosso come una doccia fredda. Il solo pensiero di rivederlo di lì a poco le faceva battere il cuore all’impazzata. Perché continuava ad amarlo? Perché si ostinava a pensare a lui dopo tutto questo tempo?
Non seppe darsi una risposta concreta. Izzy le aveva detto che era andato avanti? Aveva un’altra? Si era sposato? Non che niente di tutto ciò la riguardasse ma aveva provato un’enorme fastidio solo al pensiero.
Quando andarono a recuperare le valigie gli occhi di Matt erano socchiusi, era stato un viaggio lungo e Clary era talmente riconoscente che lui fosse lì con lei che le vennero quasi le lacrime agli occhi.
-Sei stanca?- Le domandò porgendole la valigia.
Clary annuì, era vero il viaggio l’aveva stancata molto, ma in realtà si sentiva adrenalinica, pronta a scoppiare di gioia nel rivedere tutti gli altri.
Chiamarono un taxi e si fecero fermare davanti a villa Lightwood.
Quella era la casa della sua infanzia, nonostante anche la madre vivesse a New York, Clary aveva passato più tempo in quella casa che nella propria. Lei e Izzy erano amiche sin dai tempi dell’asilo. Ogni finesettimana Clary andava a dormire da Isabelle , tanto che i suoi genitori decisero di rendere una delle camere degli ospiti la sua camera. Clary l’aveva decorata personalmente. Aveva un bagno tutto per se e vicino ai muri ancora potevano vedersi i segni della sua crescita.
La casa, almeno esternamente, era identica a come la ricordava.
Gli gnomi da giardino erano ancora posizionati sulle scale e la vecchia sedia a dondolo che strideva ogni volta che qualcuno ci si sedeva sopra era ancora all’angolo sotto una grande lampada da esterni.
-Wow!- Disse Matt ammirando quella grande villa. Clary l’aveva sempre amata quella casa.
-Già, e devi vedere all’interno com’è bella.- Ammise Clary affrettandosi a bussare al campanello.
Ad aprirle fu una cameriera, bionda alte e con un leggero accento straniero.
-Signorina Morgenstern?- Domandò squadrando Clary.
Clary annuì debolmente. La cameriera, che successivamente scoprì che si chiamava Alina, li fece accomodare nell’ingresso e prese i loro bagagli.
-Clary sei proprio tu?- Maryse le corse incontro stritolandola in un abbraccio. Era invecchiata, ma ancora conservava la sua bellezza. I suoi occhi azzurri ancora la facevano sentire al sicuro e protetta come una seconda mamma.
-Maryse! Che bello rivederti!- Clary ricambio l’abbraccio a lungo. Come se stringendola potesse riempire il vuoto di quegli anni separati.
-Sei sempre bellissima, sono così contenta che sei venuta.-
-Clary!- Un ragazzo bellissimo, fece le scale a due a due per stritolarla.
-Max!? O mio Dio, sei diventato un gigante.- Il più piccolo dei fratelli Lightwood la prese in braccio e la fece girare sul posto.
Matt rimase lì in silenzio e anche un po' a disagio.
-Maryse , Max lui è Matt il mio…-
Non terminò la frase, Simon il suo migliore amico, era a pochi centimetri da lei. Aveva uno sguardo sconvolto e sembrò sul punto di piangere.
-Simon? – Clary le si avvicinò titubante, non sapeva bene come comportarsi con lui, non dopo tutto quello che era successo.
Simon rimase fermo sul posto, sembrava combattere contro se stesso. Fu Clary che accorciò le distanze e lo strinse forte a sé.
Simon non ricambiò all’inizio, sembrava irrigidito e stordito ma poi in men che non si dica si ritrovarono in camera di Isabelle a parlare del più e del meno come due adolescenti.
-Mi sei mancata tantissimo.- Le disse poi accarezzandole i capelli.
Quanto le erano mancati questi gesti d’affetto, quanto le era mancato lui così buono e gentile.
-Simon, mi dispiace tantissimo io ho dovuto allontanarmi e pensavo che nulla sarebbe cambiato tra di noi invece è successo e mi dispiace da morire.-
-Clary, lo capisco, capisco che sei dovuta andare via, credimi. Ma pensavo che avremmo potuto vederci e sentirci. Mi mandavi delle lettere dove mi dicevi che stavi bene e che ci saremmo visti presto, ma non è mai successo. Sono andato da tua madre a pregarle di darmi il tuo indirizzo ma tu le avevi fatto promettere di non farlo e lei non ti ha tradita. Sono stato male, così male da non riuscirmi nemmeno ad alzarmi la mattina. Ed Izzy mi è stata vicina, nonostante anche lei stesse soffrendo così tanto. Lei è forte ed io la amo. E così le ho chiesto di sposarmi. Insomma è sempre stata lei, la amo e non riesco ad immaginarmi vicino a nessun’altra. E quando mi ha detto di si, Clary, mi sono sentito morire. Perché avrei voluto che ci fossi anche tu lì con me a gioire con me. E poi si è parlato della cerimonia e io volevo che tu mi facessi da testimone. Non avrei potuto immaginare nessuno migliore di te, ma non c’eri. E così ne ho parlato con Izzy e non credevo che lei si sarebbe presentata da te ma lo ha fatto perché mi ama ed io non so cosa ho fatto di buono nella mia vita per meritarla e avrei voluto urlarti le peggior cose quando ti ho vista ma non posso fare a meno di essere felice. Felice perché la mia migliore amica, mia sorella è qui.-
Clary stava piangendo. Nonostante tutto Simon l’aveva perdonata ed era felice di vederla.
Clary lo abbracciò e lo strinse forte.
-Mi dispiace, mi dispiace.- Continuava a dirle , mentre Simon la consolava e la teneva stretta.
Dopo essersi calmata, Clary continuò a fargli domande su ciò che si era persa in questi anni.
-Bhe Magnus e Alec sono andati a vivere insieme un paio di anni fa, Isabelle ha aperto una casa di moda e io sono diventato un fotografo professionista.-
-Ma è fantastico Simon.- Ammise Clary sorridendo sinceramente.
Simon non menzionò Jace nemmeno una volta e Clary gli fu grata di questo.
-Ah e Max frequenta il college, è cresciuto così tanto in questi anni.-
-Già non posso credere che abbia venti-tre anni.-
Isabelle entrò in camera proprio in quel momento. Non sembrò sorpresa di vederla, si avvicinò a Simon e lo baciò lentamente sulle labbra.
Clary abbassò lo sguardo, non perché avesse vergogna, ma perché le sembrò un momento intimo, forse un po' troppo intimo.
Si schiarì rumorosamente la voce e si alzò dalla poltrona.
-Io vado a raggiungere Matt si sentirà spaesato .- Disse inventando una scusa. Che poi tanto scusa non era, si era proprio dimenticata di lui.
Uscì velocemente dalla stanza, non prestando nemmeno tanta attenzione a dove metteva i piedi, il che fu controproducente quando andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno.
La sua testa cozzò violentemente contro il mento di Jace.
Jace Lightwood, l’ultima persona con cui avrebbe voluto incontrarsi in quel momento.
-Ahi che male!- Si lamentò lui toccandosi il mento. Clary diventò rossa dalla vergogna, più rossa del solito.
Non voleva guardarlo negli occhi ma fu costretta.
-Clary? Cosa ci fai qui?- Le domandò dopo aver ripreso lucidità.
Clary avrebbe voluto rispondergli per le rime, avrebbe voluto urlargli tutto il suo dolore, tutte le frustrazione provate , ma rimase immobile e in silenzio.
Isabelle uscì dalla stanza.
-Cos’è questo trambusto?- Domandò con la sua solita voce infastidita. Quando vide Jace e Clary l’uno di fronte all’altro arrossì.
-Oh!- Fu ciò che disse richiudendosi la porta alle spalle.
Clary era in imbarazzo, avrebbe voluto correre in camera sua come faceva quando era ragazzina, ma non riusciva a muoversi. Jace continuava a guardarla con fare interrogativo. Fu Matt a salvarla dall’imbarazzo.
-Clary tesoro, andiamo in camera?- Le domandò porgendole la mano.
Clary si girò di scatto, e annuì senza ancora proferire parola. Arrivò alla porta della sua camera, si girò un ultima volta verso Jace e la cosa che la colpì di più fu il suo sguardo ferito e distrutto.

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Capitolo 3
*** Capitolo III ***


Nonostante tra New York e Londra ci fossero solo 4 ore di differenza, Clary dormì come un sasso quasi tutto il pomeriggio. Quando si svegliò, Matt dormiva ancora profondamente sul divano. Povero Matt, pensò Clary guardandolo, costretto a dormire sul divano perché lei non aveva avuto il coraggio di rivelare che non era il suo ragazzo. Guardò l’orologio erano le 18:30. Entrò nel bagno e si fece una bella doccia calda. Lavò e districò bene i suoi ricci e si vestì in fretta con le prima cose che recuperò in valigia. Non era mai stata alla moda come Isabelle, ma aveva partecipo a qualche sessione di shopping con lei e quindi conosceva qualche segreto, ossia non mischiare troppi colori.
Quando andò in salotto Maryse era seduta sul divano intenta a cucire. Una passione che aveva tramandato ad Isabelle, l’unica figlia femmina. Per il resto la casa sembrava deserta. Non c’era traccia di Jace il che la fece continuare a respirare normalmente.
-Cara stavo per svegliarti, desideri qualcosa di particolare per la cena?- Domandò Maryse guardandola con quei suoi occhi azzurri.
-Oh Maryse in realtà ho promesso a mia madre di passarla a trovare, quindi non resteremo per cena.-
Maryse sembrò sorpresa ma sorrise di circostanza.
-Ma certo, allora ti farò preparare qualcosa di speciale per domani.- Disse continuando a cucire.
 Alina la cameriera, sembrava una ragazza molto gentile, non faceva altro che spolverare casa e cucinare. Quella casa odorava sempre di torte appena sfornate. Quando era piccola in casa c’era un’altra cameriera si chiamava Liuba, e faceva una torta di mele da leccarsi i baffi.
Clary andò in cucina per bere un sorso d’acqua e incontrò Isabelle intenta a sistemare i confetti nei vari cestini.
-Vuoi una mano?- Domandò cercando di essere gentile.
Izzy inarcò un sopracciglio e continuò a lavorare da sola.
-Izzy..-
-Ascolta sono contenta che sei venuta, per Simon, è al settimo cielo. Ma tra me e te la situazione rimane invariata, quindi continuiamoci ad ignorare come hai fatto in questi anni.- Si alzò di scatto dalla sedia e se ne andò lasciandola sola con uno sguardo sconvolto.
 
Maryse le aveva fatto un duplicato delle chiavi, così che lei potesse uscire ed entrare di casa ogni volta che voleva. Quando arrivarono a casa dei suoi genitori Clary rimase per un po' a ciondolare fuori la porta.
-Clary tutto bene?- Matt sembrava alquanto preoccupato.
Non tornava in quella casa da sette anni. Per tutto questo tempo erano stati Jocelyn e Luke a venirla a trovare.
-Si tutto bene.- Clary bussò al campanello ed ad aprirla c’era la sua splendida mamma, sempre in forma.
-Clary!!- Urlò buttandosi tra le sue braccia, poi fu la volta di Luke, il suo patrigno che le diede un grosso bacio sulla guancia. Entrambi conoscevano Matt che salutarono con affetto.
Si misero a tavola e Clary notò subito che c’era un posto in più.
-Aspettate qualcun altro?- Domandò perplessa.
Dalla porta del bagno, in tutto il suo splendore uscì Jonathan, suo fratello.
-Jonathan? Cosa ci fai tu qua?- Clary si era alzata per salutarlo, ma lui la ignorò dando una pacca sulla schiena di Matt.
La cena proseguì silenziosa, ogni tanto Matt faceva qualche battuta oppure Jocelyn raccontava qualche aneddoto divertente.
Dopo cena Matt e Luke si sedettero sul divano e parlarono di football, mentre Jonathan si chiuse in camera sua. Clary aiutò la madre a sparecchiare e la aiutò a risistemare la cucina.
-Clary non preoccuparti ci penso io qui, tu vai a parlargli.- Jocelyn aveva sempre ammirato il rapporto tra lei e Jonathan e cercava sempre di farli chiarire quando litigavano.
Clary le diede un bacio sulla guancia ed entrò in camera del fratello.
Jonathan era di spalle con le cuffie alle orecchie, non la sentì avvicinarsi.
Sobbalzò nel vederla davanti a lui e si tolse le cuffie.
-Che cosa ci fai qui?- Le domandò quasi infastidito.
-Sono venuta a parlart…-
-Intendo qui a New York!-
-Potrei farti la stessa domanda.- Clary si sedette sul suo letto glielo aveva sempre invidiato, era almeno cento volte più comodo del suo.
-Sono venuto per lavoro, mi fermo per qualche giorno, qual è la tua scusa?-
-Io.. Simon e Izzy si sposano, sono stata invitata al matrimonio.-
Jonathan annuì e si alzò dalla sedia. Avevano litigato pesantemente. Lui sosteneva che dopo Jace lei si fosse fossilizzata e lei invece che lui dopo Regina abbia solo sfruttato Nora, la sua nuova ragazza. Erano volate parole pesanti e alla fine entrambi avevano portato rancore.
-Sicura che sia solo questo? Non hai mica intenzione di rimetterti con lui?-
-Jonathan, no, tra me e Jace non c’è più nulla e lo sai.-
-Benissimo e anche tra me e Regina, solo perché abbiamo un figlio insieme non significa che dobbiamo rimanere sposati.-
Clary sospirò, Jonathan aveva la testa proprio dura.
-Ok, io non parlerò più di lei se tu non parlerai più di lui promesso?- Chiese Clary cercando una tregua.
 Jonathan sorrise appena e poi la strinse in un abbraccio.
Dopo mezzanotte si salutarono e Jonathan si fece promettere di rivedersi prima della sua partenza. Quando tornarono a casa Matt corse subito in camera, non aveva dormito un granché e stava morendo di sonno. Clary invece si fermò in cucina, voleva prepararsi una tazza di tè fumante. La casa era buia e silenziosa. Quando accese le luci della cucina quasi non cacciò un urlo demoniaco. Jace era seduto al buio con un bicchiere di liquore tra le mani.
-Gesù Jace! Mi hai quasi fatto prendere un colpo!- Clary si portò le mani al petto e cercò di riacquistare un battito decente.
Jace non si scomodò e sorrise appena, sembrava assorto nei suoi pensieri.
-Perché non mi hai detto che saresti venuta?- Le domandò serio.
Clary si voltò a guardarlo, era bello come sempre, forse anche di più. Era cambiato, aveva un lavoro serio e a detta di Simon anche una relazione stabile. Eppure guardandolo le sembrava lo stesso di un tempo. Il ragazzo di cui si era perdutamente innamorata.
-Non sono tenuta a dirti nulla, sono stata invitata.- Clary rispose duramente.
Jace rise e con un solo colpo di polso si scolò tutto il liquido. Si alzò e le si avvicinò pericolosamente. Clary poteva sentire l’odore del suo dopobarba. Posò il bicchiere nel lavandino e le si posizionò di fronte.
Clary era in imbarazzo. Erano vicini, troppo vicini. Se si fosse sporta solo di un centimetro avrebbe potuto baciarlo, ma non si mosse.
-Cosa vuoi Jace?- Domandò Clary riprendendo il controllo. Si era girata di spalle e aveva preso il bollitore e lo stava riempendo d’acqua.
Jace non si mosse , rimase ad osservarla e le accarezzò piano i capelli. Clary fu scossa da mille brividi, ma non si girò, non avrebbe ceduto.
-Buona notte- Le disse lui allontanandosi e lasciandola ancora più confusa di prima.
 
Il mattino dopo, si svegliò molto presto. Matt era sotto la doccia perciò in vestaglia da notte scese in sala da pranzo per la colazione. Sembravano tutti già pronti per uscire, ad eccezione di Maryse e Isabelle.
Max aveva le ultime lezione al college, mentre Simon e Jace dovevano lavorare.
-Buongiorno a tutti.- Disse Clary sedendosi a tavola. C’erano pietanze di ogni tipo. Come se si fossa svegliata in un hotel a 5 stelle.
-Buongiorno a te cara, ti ho fatto preparare le frittele che ti piacciono tanto.- Mi rispose Maryse gentilmente.
 Isabelle sbuffò sonoramente e richiuse il giornale che stava leggendo.
-Mamma vado in centro a fare delle commissioni, ti serve qualcosa?- Domandò poi rivolgendosi a Maryse.
-No tesoro, va bene così.-
Si dileguarono tutti velocemente dal tavolo che rimasero solo Maryse, Clary e Matt.
-Quali sono i vostri programmi per oggi? Ci sarete per cena?- Chiese Maryse guardandoli molto dolcemente.
-Vorrei far fare un tour turistico a Matt per la città, sicuramente torneremo per pranzo.- Ammise Clary.
-Maryse come sta Robert? Non te l’ho chiesto prima per evitare brutte figure.- Maryse e Robert avevano divorziato otto anni fa, ma erano rimasti in buoni rapporti per i figli.
-Oh,  sta bene si è risposato sai.-
-Davvero?-
-Si , una donna più giovane di lui, ma va tutto bene non sono gelosa. – Ammise Maryse sincera.
-E tu? Hai qualche corteggiatore?-
-Oh, macchè. Non esco di casa da un po', Max mi ha iscritto ad uno di quei siti di incontri, ma sono negata.-
-Posso aiutarti io se vuoi.- Disse Matt mostrandosi gentile.
-Davvero?- Maryse sembrava affascinata.
-Si lui è un mago della tecnologia, può aiutarti mentre io mi preparo per uscire.-
E così Matt si cimentò a spiegare tutto a Maryse mentre Clary andaò al piano di sopra per prepararsii, ma la curiosità fu più forte di lei. Si intrufolò in camera di Jace, non era cambiata per niente. Sempre maniacalmente ordinata. Sempre lo stesso profumo. I quadri alle pareti erano diversi, così come le foto nell’angolo in alto dello specchio. Fu lì che sii accorse di un quadro. Era suo, lo aveva dipinto due o tre anni fa almeno. C’era la sua firma di lato C.A.M., lo aveva venduto mentre era fuori città, era stata la sua assistente a  venderlo. Possibile che fosse venuto fino a New York per comprare un suo quadro?Si girò di scatto, doveva uscire da quella camera. Doveva dimenticarlo. Ma a volte più cerchi di dimenticare qualcuno più i ricordi ti piombano addosso come frecce avvelenate.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV ***


 
Matt sembrava letteralmente rapito dalla bellezza delle strade di New York. Si fermò in ogni singolo posto per farsi selfie e postarli sui suoi social, era molto seguito. Verso le 11:30 si incontrarono con Jonathan per prendere un caffè. Clary approfittò del fatto che i due fossero in confidenza per sgattaiolare via e fermarsi in un negozio. Voleva davvero farsi perdonare da Isabelle, non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che lei non le rivolgesse la parola.
Verso ora di pranzo Matt e Clary salutarono Jonathan e si diressero verso casa Lightwood. Per pranzo oltre loro due c’era solo Maryse, il resto era o a lavoro o fuori per altre commissioni.
Alina aveva preparato un pranzetto con i fiocchi, tanto che a Clary cominciarono ad andare stretti i jeans che portava quel giorno. Matt si dileguò quasi subito, voleva continuare a girare la città, mentre Clary voleva concentrarsi sul regalo di Isabelle. Aveva comprato un album fotografico gigantesco. Lo stava riempendo di foto che aveva scattato in quei sette anni in cui non si erano viste e tra una foto e l’altra stava scrivendo cosa le era capitato in quegli anni. Ci mise quasi tutto il pomeriggio per riempirlo, tanto che le venne un crampo alla mano. Quando guardò l’orologio, si rese conto, quasi inorridita che erano quasi le 20:00 e lei non era assolutamente pronta per la cena.
Incartò il suo regalo e lo posizionò con cura sul letto di Izzy. Poi corse in camera e si preparò. Indossò un abito corto, stretto e nero. Mise i suoi tacchi alti e si lisciò i capelli. Si guardò allo specchio e quasi non si riconobbe. Matt e lei avevano deciso di andare in discoteca dopo cena. Volevano divertirsi un po' e quell’abito la faceva sentire più confidente che mai.
In quel momento Matt rientrò. Aveva le mani piene di buste, evidentemente aveva passato il pomeriggio a fare shopping. Quando la vide quasi gli prese un colpo.
-Sei stupenda!- Le disse avvicinandosi allo specchio.
Clary arrossì appena. Era abituata a ricevere complimenti da Matt, glieli aveva sempre fatti sin dal primo giorno.
-Diamine! Stasera tutti saranno troppo impegnati ad ammirarti! Non rimorchierò nemmeno per sbaglio!-
Clary si voltò a guardarlo e rise.
-Smettila! Tu saresti capace di rimorchiare anche una pianta.-
-Vero.- Ammise lui ammiccando e chiudendosi in bagno.
Clary decise di truccarsi un po'. Abbondò con il profumo e si diede un’altra sistemata al vestito. Quando Matt uscì dal bagno in giacca e camicia bianca Clary gli sorrise.
-Non male!- Ammise imbarazzata ed entrambi scesero le scale per andare in sala da pranzo.
 
La tavola era apparecchiata divinamente. Maryse ci sapeva fare con queste cose. Isabelle e Simon erano vestiti come la mattina, evidentemente ancora non era risaliti in camera e una parte di Clary ne fu felice, non era pronta ad immaginare la reazione di Isabelle al suo regalo. Max invece si era cambiato così come Jace che sedeva mano nella mano con una ragazza biondissima, probabilmente tinta.
Il cuore di Clary perse un battito ma non si lasciò scoraggiare, se lo era ripromesso. Maryse invece indossava un abito lungo, da sera verde.
-Oh santa madre di Dio!- Max aveva rivolto lo sguardo su Clary. Clary era arrossita violentemente.
-Clary, ma sei bellissima!- Maryse si era alzata da tavola per ammirarla.
-Grazie, io e Matt stasera andiamo al Pandemonium.- Disse Clary giustificandosi.
Isabelle la guardava con sgomento. Una parte di lei voleva assolutamente congratularsi per la scelta del vestito, l’altra invece era ancora troppo arrabbiata. Jace invece la guardava come se non ci fosse nessun altro nella stanza e questo la fece sentire esposta, troppo esposta.
-Clary permettimi di presentarti Ella, la ragazza di Jace.- Disse Maryse per evitare ulteriori imbarazzi.
Si scambiarono una stretta di mano. Era molto bella, ma aveva uno sguardo severo. Matt non sembrava nemmeno lontanamente ammaliato da lei, il che era strano considerando che andava a letto praticamente con chiunque respirasse.
Alec e Magnus fecero il loro ingresso proprio in quel momento. Clary si girò emozionata e terrorizzata allo stesso tempo. Alec e Magnus erano gli unici con cui ancora conservava un rapporto stretto. Si erano visti spesso in quegli anni durante le loro visite a Londra. Alec le si fiondò tra le braccia e la tenne stretta come se potesse scappare in qualsiasi momento. Magnus invece la baciò su una guancia.
-Ciao Biscottino.- le disse facendole l’occhiolino. Entrambi salutarono Matt con una stretta di mano e Maryse li guardò con fare sospetto.
-Vi conoscete già?- Domandò facendo cenno ad Alina di iniziare a servire la cena ora che tutti avevano preso posto.
Matt si voltò a guardare Clary rosso in viso.
-Noi ci siamo visti un paio di volta a Londra.- Disse Clary cercando di togliere Matt dall’imbarazzo.
Izzy la pietrificò con un sguardo ma non aggiunse altro.
La cena sembrava proseguire bene, Max continuava a dire a Matt di tenerla d’occhio se no avrebbe corteggiato tutti in discoteca facendo arrossire Clary sempre di più.
-Clary, allora come vi siete conosciuti tu e Matt?- Domandò Ella guardandola per la prima volta negli occhi.
Clary la guardò di rimando e vide Jace irrigidirsi.
-Oh, io cercavo un coinquilino per il mio appartamento, Matt cercava un appartamento, lui viene da Cork, era anche lui nuovo in città e così ci stiamo incontrati.- Disse Clary scrollando le spalle, era la verità.
-Che storia romantica.- Rispose Ella acidamente.
Matt e Clary si guardarono un secondo e poi entrambi scoppiarono a ridere.
-Cosa?- Domandò Maryse guardandoli, Anche Alec e Magnus ridevano.
-Io e Matt non siamo fidanzati, siamo solo amici, niente di più.- Ammise Clary.
Izzy, Simon, Max, Maryse e Jace la fissarono sbalorditi.
-Cosa? Ma io pensavo che, ma dove stai dormendo tu?- Maryse era scioccata e guardava Matt preoccupata.
-Sul divano.- Ammise Matt continuando a sorridere.
-Clarissa! Perché non me lo hai detto! Alina! Prepara subito una camera per Matthew.- Maryse sembrava mortificata.
-Non c’è bisogno, davvero, è un divano molto comodo.- Cercò di dire Matt, ma Maryse lo dileguò con un cenno.
Ella sembrava preoccupata, infatti si girò verso Jace e lo baciò con passione davanti a tutti.
Clary abbassò immediatamente lo sguardo. I suoi occhi si riempirono di lacrime ma cercò in tutti i modi di mandarle indietro. Matt se ne accorse e le strinse forte la mano. Alina stava già iniziando a sparecchiare quando Clary si alzò da tavola.
-Divertitevi stasera mi raccomando!- disse Maryse guardandoli.
-Non fare strage di cuore stasera!- Le disse Simon divertito. Izzy gli pestò un piede.
-Buona serata a tutti.- disse Clary chiudendosi la porta alle spalle e cominciando a respirare finalmente.
 
 
 
Il Pandemonium non era cambiato affatto. Era pieno di gente come al solito e la musica nelle casse rimbombava talmente tanto da fare tremare il pavimento. Non avevano nemmeno messo piede nella sala che Matt si era già allontanato con una ragazza. Clary rise tra sé e si sedette al bancone del bar. Ordinò da bere e si voltò a guardare gli altri ballare. Sembravano felici. Matt stava ballando con una ragazza con i capelli rosa e sembrava davvero stupendo sotto le luci multicolori. Insomma Matt era la definizione di bellezza. Biondo con occhi verdi luminosi. Muscoloso e alto. Il primo giorno che si erano visti e avevano deciso di vivere insieme Clary dovette controllarsi enormemente. Lui non faceva altro che flirtare con lei il che non l’aiutò a concentrarsi. Forse per quel motivo aveva deciso di accettarlo come coinquilino. Nella prima settimana si era sentita impacciata, sussultava ogni volta che lui entrava in casa e rimaneva ore incantata a guardarlo. Una sera si erano talmente ubriacati che finirono a letto insieme, poi ci fu una seconda volta , una terza e così via. Non c’erano sentimenti romantici tra di loro, lo considerava un fratello e lui la considerava una sorella sotto quel punto di vista. Ma per quanto riguardava l’aspetto fisico, quello era totalmente un’altra cosa. Erano al 100% compatibili. Ad un certo punto avevano deciso di smetterla, per evitare di compromettere la loro amicizia e la loro convivenza. Lui voleva vedere altre persone e anche Clary non potè fare a meno di essere d’accordo.
Si girò per ordinare un altro drink quando si accorse che qualcuno lo aveva già fatto per lei.
Un ragazzo alto, moro con degli occhi così scuri da far venire i brividi le sorrideva squadrandola.
-Posso offrirti da bere?- Le domandò dolcemente.
Clary sospirò, erano passati mesi dall’ultima volta che era stata con qualcuno. Poi voleva dimenticare Jace e tutto ciò che aveva comportato il suo ritorno a New York. Si girò verso il ragazzo e gli sorrise, con un sorriso che secondo Matt avrebbe potuto convincere chiunque e annuì.

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Capitolo 5
*** Capitolo V ***


Quando Clary si svegliò , la prima cosa che notò , ancora prima di aprire gli occhi , era che era totalmente  e incondizionatamente nuda. La seconda, che quello non era il suo letto. La terza, che le braccia che la circondavano le erano estranee. Aprì gli occhi di scatto e per poco non cacciò un urlo. Era avvinghiata al ragazzo che aveva conosciuto al Pandemonium.

Senza svegliarlo e senza fare rumore tentò di liberarsi dal suo abbracciò. Si alzò in piedi e afferrò i suoi vestiti sparsi per terra.
La sua borsetta era ai piedi del letto. Prese il cellulare. 18 chiamate perse di Matthew.
-Cazzo!- Imprecò sotto voce. Erano le 5:30 del mattino. Uscì in fretta da quell'appartamento. Possibile che non ricordasse niente della sera prima? Aveva bevuto davvero così tanto?
Dopo aver preso un taxi arrivò a villa Lightwood alle prime luci dell'alba. Sembravano tutti ancora presi dalle braccia di Morfeo, tranne Alina la cameriera che era già in cucina intenta a preparare la colazione , ma non fece caso a Clary.
Clary si fermò in camera di Matthew. Chissà come aveva fatto a rientrare a casa, un misto di vergogna e terrore le era passato per la mente. Matthew era vestito con il telefono sotto la guancia, probabilmente si era addormentato con la preoccupazione che a Clary fosse successo qualcosa di brutto.
Clary gli sfiorò la fronte con le dita, non voleva svegliarlo, ma allo stesso tempo voleva che lui sapesse che stava bene.
Matthew aprì gli occhi di scatto. La fissava sbalordito, un misto tra ferocia e apprensione faceva capolinea nel suo sguardo.
-Matt, mi dispiace tanto.- Cercò di dire Clary a bassa voce.
-Clary! Che fine avevi fatto!- Urlò Matt alzando la testa.
-Shhh! Sveglierai tutti. Sono stata con un ragazzo, non ho avuto modo di avvisarti, scusami.- Disse Clary tentando di calmarlo, per quanto ne sapeva quella poteva essere tranquillamente la verità.
Matt parve rilassarsi un pochino, stava per ribattere qualcosa ma si era già riaddormentato.
Clary sospirò, diede a Matt un baciò sulla guancia e lo lasciò dormire. Si diresse in camera sua senza fare il minimo suono e si buttò di corsa sotto la doccia. Doveva cancellare quella notte. Non ricordava assolutamente nulla se non i suoi bellissimi occhi neri.
Non si sentiva nauseata come succedeva dopo una sbronza. Di solito lei non esagerava con gli alcolici.
Quando si rivestì controllò l'orologio sulla mensola. Era a malapena le 7 del mattino. Si buttò sul letto cercando di riposarsi un altro po', ma non fece altro che girarsi e rigirarsi inutilmente nel letto. Frustata e nervosa si alzò dal letto e decise di andare a fare colazione.
Quando entrò in sala da pranzo non c'era ancora nessuno, ma la tavola era già piena di leccornie di ogni tipo.
Clary si guardò intorno ma non vi era traccia di Alina da nessuna parte, quindi iniziò a mangiucchiare qualcosa mentre una sensazione di disagio le scombussolò il corpo.
Flash della sera precedente le arrivarono a intervalli regolari. Labbra che si sfioravano, braccia che si contorcevano, pelle contro pelle che si incastravano alla perfezione.
-Clary?- Max era appena arrivato e la stava guardando con uno strano sorriso sulla faccia.
Clary sobbalzò era arrossita violentemente mentre ripensava allo sconosciuto della discoteca.
-Max, buongiorno.- Rispose tentando di avere un tono rilassato.
-Allora cosa hai fatto ieri sera? Meno male che non ero ancora andato a dormire altrimenti il povero Matt sarebbe rimasto chiuso fuori.- Disse Max versando una spremuta d'arancia.
Allora ecco come era ritornato a casa.
-Io…-
-Non preoccuparti terrò la bocca chiusa.- Max le fece l'occhiolino, mentre Maryse, Jace e Simon prendevano posizione a tavola.
-Tu e Matt avete passato una serata piacevole ieri sera ?- Domandò Maryse baciandole la nuca.
-Si, ci siamo divertiti molto.- Ammise Clary guardando in direzione di Max. Sorrideva sotto i baffi ma non la tradì.
-Clary!- Una voce veniva da fuori la porta.
Clary si voltò di scatto. Isabelle aveva il volto rigato dalle lacrime e stringeva l'album che le aveva regalato tra le mani. Si era proprio dimenticata di Isabelle in tutto questo trambusto.
Clary si alzò titubante, non sapeva se erano lacrime di gioia o dolore. Le si avvicinò cauta cercando di decifrare la sua espressione. Tutti gli occhi erano fissi su di loro, ma notò che Simon sorrideva beffardo.
Izzy la stritolò in un abbraccio. Le era mancata davvero tanto, il suo odore e la sua forza.
-Grazie.- Le sussurrò in un orecchio. Clary si sentì estremamente leggera. Come se un enorme peso le fosse sceso dal corpo. La strinse ancora di più cercando di assaporarne ogni momento.
-Il più bel regalo che tu potessi farmi.- Le disse allontanandosi e guardandola dritta negli occhi.
Clary era a corto di parole, non sapeva bene cosa dire.
Simon si era avvicinato e sorrideva ad entrambe.
-Finalmente le mie ragazze sono tornate in azione.- Disse abbracciandole entrambe.
Jace guardava il terzetto con un espressione strana. Max invece continuava a sorriderle malizioso. Maryse invece aveva gli occhi lucidi.
 
 
 
Nel pomeriggio, dopo aver spiegato per bene a Matt cosa le era successo la sera prima, Izzy porto Clary in giro per i negozi. Dovevano trovare il vestito perfetto per il matrimonio, a cui mancavano solo pochi giorni.
-Sei emozionata?- Domandò Clary uscendo dal camerino.
-In realtà sono terrorizzata!- Ammise Isabelle aggiustandole l'orlo del vestito.
-Izzy aspetti questo giorno da quando avevi tre anni! Non penserai che Simon possa ripensarci vero? Quel ragazzo è pazzo di te.- Disse Clary mettendosi davanti allo specchio.
-Lo so , io lo amo da impazzire è solo che ho un po' di ansia.-
-L'ansia è normale, ma vedrai che sarà tutto perfetto.-
-Ovvio! Ci sei tu.-
Clary si voltò a guardarla.
-Ti voglio bene, e ti prometto che non succederà mai più quello che è successo in passato. Verrò a trovarvi spesso e voi potrete venire da me.-
-Ci mancherebbe altro! Se non terrai fede al tuo patto ti spezzo tutte le ossa!- Disse Izzy terribilmente seria.
 
Passarono il pomeriggio a provare abiti e quando alla fine scelsero quello perfetto si fermarono in bar.
-Allora raccontami tutto dei tuoi amanti.- Disse Isabelle con aria serena.
-Non sono uscita con nessuno seriamente, qualche appuntamento, molto sesso niente di più.-
-Ella è molto innamorata di Jace ma non sono sicura che lui la ricambi , non appieno almeno.
-Izzy perché mi parli di lui. Sono passati sette anni, è libero di frequentare chiunque lui voglia.-
-Lo so è solo che, capisco perché vi siete lasciati, lo capisco, siamo stati tutti male ma voi vi amavate sul serio. Mia madre è stata mesi senza nemmeno riuscire a pronunciare il tuo nome. Jace era a pezzi, non lo avevo mai visto così.-
-Io sono stata male Isabelle! Se non fosse stato per Matt credo che avrei fatto una sciocchezza, non hai idea di quello che ho dovuto passare. Da sola in un'altra città senza conoscere nessuno.-

  • Io… scusami hai ragione.- Izzy abbassò lo sguardo e cominciò a fissarsi le mani.

  • Non voglio litigare, non parliamo più di lui, ti prego.-

  • Si hai ragione.-

 
 
 
La sera arrivò troppo presto, e per quanto Clary volesse parlare ancora con Isabelle la stanchezza della giornata le piombò addosso con ferocia.
Si diresse in camera sua con gli occhi arrossati dal sonno.
Jace era lì che fissava le pareti della sua camera con un sguardo desolato.
-Che ci fai qui?- Domandò chiudendosi piano la porta alle spalle.
-Non sono qui per litigare o per farti soffrire.- Le disse guardandola.
Clary si poggiò sul letto e distolse lo sguardo. Dio, era così dannatamente bello.-
-Volevo dirti che mi dispiace se ieri ti ho messo in imbarazzo con Ella e se ci sono tensioni tra di noi. Vorrei che provassimo ad essere amici, per il bene di tutti.-
-Amici?- Clary sorrise aspramente.
Jace alzò lo sguardo verso di lei.
-Quando mai siamo stati amici io e te Jace? Parli sul serio? -
-Io..-
-Non voglio esserti amica, non lo voglio nemmeno lontanamente.-
-E come dovremmo comportarci? Tra tre giorni mia sorella si sposa! Non voglio litigare con te nel bel mezzo del ricevimento!-
-Litigare? Perché dovremmo litigare? Ascolta, non sono venuta qui per te. Non sono venuta per rinfacciarti nulla. Sono venuta per Simon e per Izzy. Non dobbiamo essere amici, possiamo ignorarci a vicenda oppure mantenere un tono civile. Questo non significa essere amici!- Clary era livida. Che faccia tosta aveva.
Jace sembrò deluso, e si avvicinò a passi veloci verso la porta. Poi si voltò di nuovo e la guardò negli occhi.
-Io nemmeno voglio esserti amico, lo sai. Vorrei…- Si bloccò. Clary avrebbe voluto che continuasse, che le dicesse che non voleva esserle amico perché voleva di più , come lei.
Clary si alzò dal letto e si avvicinò a lui.
-Cosa vuoi allora Jace?-
Lui arretrò di un passo.
-Io..- Le posò le mani sulle guance e le accarezzò dolcemente. Aveva uno sguardo profondamente addolorato mentre faceva questi gesti. Clary chiuse gli occhi, certa che se avesse fatto qualcosa se ne sarebbe pentita amaramente.
-Sei sempre bellissima- Le disse accarezzandole la gola e scendendo sempre più giù.
Clary deglutì a fatica. Non voleva concedersi a lui, non dopo quello che era successo, ma allo stesso tempo non riusciva a resistergli,non ci era mai riuscita.
Jace stava avvicinando la sua bocca a quella di Clary. Clary cercava di mantenere un respiro regolare, ma con scarsi risultati.
-Jace? Dove sei?- La voce di Ella fece sobbalzare entrambi. Jace aveva gli occhi sgranati dalla sorpresa e le sue guance si fecero scarlatte.
Clary si mise la mani alla bocca. Cosa stava per succedere? Lui era fidanzato e lei non era il tipo da fare il terzo incomodo.
-Dovresti andare.- Disse guardandolo con disprezzo.
Jace la guardò dispiaciuto ma poi si voltò e si chiuse la porta alle spalle.
 

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo VI ***


 

Flashback

 
Il giorno in cu la vita di Clarissa Morgentstern cambiò fu il giorno del suo diciasettesimo compleanno.
C’era il luna Park in città e lei e Isabelle decisero di andarci per provare tutte le attrazioni.
Isabelle era bellissima in un vestito nero lungo e pieno di scollature, faceva voltare ogni ragazzo, ma Clary sapeva che l’unico ragazzo che interessava a lei era Simon, il suo migliore amico. All’epoca però Simon usciva con Maia, una loro compagna di classe e per quanto Clary soffriva nel vedere Isabelle così affranta, non poteva biasimare Simon per averci provato dato che Isabelle usciva con un ragazzo diverso ogni giorno.
Simon e Maia si stavano baciando appassionatamente quando lei e Isabelle gli passarono accanto.
-Ciao ragazze venite sulla ruota panoramica?- Domandò Maia vedendole arrivare.
Isabelle sorrise amaramente e abbracciò Rafael, un ragazzo che stava passando lì per caso.
-Certo- Disse guardando Simon con fare di sfida.
Clary sorrise imbarazzata e si diresse nella sua postazione.
Erano tutti accoppiati quindi rimase da sola.
Alec era impegnato con il piccolo Max a cercare di vincere qualche peluche al tiro al bersaglio. E con Jace non avevano mai avuto un così grande rapporto, dato che a scuola era sempre circondato dalla sua cerchia di amici e dalle Cheerleader.
Quando la ruota partì Clary sentì delle urla provenire dal basso, ci mise un po' a capire che a provocare quelle grida fosse stato Jace che si era arrampicato fino alla sua postazione e adesso le sedeva affianco.
-Ehi! Non puoi fare così!- Lo riprese il tizio alla cassa.
-Scusa Frank, ti pago dopo!- Rispose Jace sporgendosi dalla carrozza.
Clary lo guardava a bocca aperta.
Si sporse anche lei e vide Simon e Isabelle guardare nella sua direzione ed entrambi le fecero dei sorrisi incoraggianti.
Quando si rimise seduta notò che Jace la stava guardando con un sopracciglio alzato.
-Buon compleanno.- Le disse senza smettere di sorridere.
-Ehm…grazie.- Rispose lei imbarazzata.
-Ti starai forse domandando perché sono salito in questo modo vero?-
-In realtà no.- Ammise Clary che non vedeva l’ora che lui la smettesse di guardarla. Aveva una cotta per lui sin dalla prima media e proprio adesso che aveva cominciato a dimenticarlo e aveva trovato un ragazzo che le aveva chiesto di uscire,lui decideva di rivolgerle la parola.
-Clary?.- Lui la chiamò e lei si voltò e lo guardò dritto negli occhi.
-Si?-
-Volevo darti un mio regalo di compleanno.-
-Mi hai fatto un regalo?- Clary era sbalordita. Ovviamente passavano molto tempo insieme dato che era il fratello della sua migliora amica e qualche volta per i corridoi della scuola le lanciava dei sorrisi, ma non aveva mai pensato di starle così a cuore.
-Certo!.- Le disse continuando a fissarla.
Clary deglutì a fatica e le guance le si infiammarono.
-Chiudi gli occhi.- Le disse gentilmente e Clary obbedì.
Per un po' non successe nulla e Clary pensò che la stesse prendendo in giro ma poi le labbra di Jace si posarono sulle sue. Clary sgranò gli occhi. Non era mai stata baciata da nessuno prima di allora.
Jace si ritrasse e la guardò con occhi dolci.
-Posso continuare ?- Le chiese poi prendendole il viso tra le mani.
Clary rimase a bocca aperta, e anche se aveva detto a Jacob che sarebbe uscita con lui il giorno e anche se sapeva che Jace non era il tipo di ragazzo che voleva relazioni durature e anche se sapeva che c’erano un milione di ragioni per cui avrebbe dovuto dire di no, annuì.
Jace fece un verso quasi estasiato e la attirò più stretta a se e la baciò con maggiore sicurezza. Le labbra di Clary si mossero inesperte mentre Jace si faceva largo nella sua bocca per assaporarla.
Tenne per tutto il tempo gli occhi aperti temendo che fosse un sogno e quando la ruota si fermò lui continuò a tenerla stretta e continuò a baciarla come se avesse paura che staccandosi potesse scivolargli via tra le dita.


 

Fine flashback

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