Profumo d'amore

di Ellygattina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Storia 1: Tra i ciliegi in fiore ***
Capitolo 2: *** Storia 2: M'ama, non m'ama ***
Capitolo 3: *** Storia 3: Nuovo anno scolastico ***



Capitolo 1
*** Storia 1: Tra i ciliegi in fiore ***


Storia 1: Tra i ciliegi in fiore

Era una domenica mattina, e Lucy, uscita di casa per fare una passeggiata, camminava nel parco beandosi del dolce profumo che riempiva l'aria. Gli alberi di ciliegio erano in piena fioritura e molte famiglie stendevano sotto di essi le tovaglie per il picnic mentre i bambini correvano ovunque, chiamandosi l'un l'altro.
Quella vista le regalò una spiacevole fitta di tristezza e nostalgia, facendole desiderare per un attimo di tornare indietro nel tempo e di potersi immergere a sua volta in quelle nuvole di petali rosa che si alzavano di tanto in tanto mentre giocava con gli altri felice e spensierata. Lei si era goduta quei momenti solo per poco, e ogni anno rimpiangeva le belle giornate di primavera passate nel parco con i suoi genitori prima che un brutto male le portasse via la madre, cambiando totalmente anche il padre.
Ormai anche lui se ne era andato e la ragazza era quindi rimasta sola, soffrendo, se possibile, ancora di più in quel periodo dell'anno, che però la spingeva comunque a uscire di casa per ammirare il risveglio della natura e la felicità altrui sognando la propria.
Da quando aveva iniziato la scuola superiore, infatti, il rosa dei ciliegi le ricordava anche un suo compagno di classe, che aveva catturato fin da subito il suo interesse.
A prima vista non avrebbero potuto essere più diversi, ma il tempo le aveva confermato che in realtà erano invece molto simili. L'unico problema era che Natsu, il ragazzo più scatenato dell'intero istituto con degli strani capelli di quel colore, non aveva mai dato segno di ricambiare, motivo per cui aveva deciso a sua volta di fare finta di nulla per non perdere la sua amicizia. Era stato il primo a parlarle in quella scuola, senza curarsi del suo aspetto e del suo cognome, facendole capire che era speciale e gettando quindi le basi di un rapporto che in quei due anni era cresciuto sempre di più, sebbene non avesse mai varcato, almeno per lui, il confine dell'amicizia.
Si lasciò sfuggire un sonoro sospiro a quel pensiero, e stava per incamminarsi verso casa quando sentì qualcuno chiamare il suo nome.
Si girò di scatto con il cuore in gola per lo spavento e di colpo arrossì vedendo l'amico che si sbracciava correndole incontro con un sacchetto in mano mentre tutti nelle vicinanze si voltavano a guardarli.
In un'altra occasione avrebbe voluto sprofondare al centro della Terra per la vergogna, dal momento che lei era molto timida e riservata, ma quella mattina si limitò ad aspettarlo con un dolce sorriso senza alcuna protesta. In fondo era felice che fosse spuntato da chissà dove, risollevandole all'istante il morale. Aveva sempre avuto il potere di farla sentire meglio nei momenti di tristezza, e anche questa volta non aveva fatto eccezione.
«Ehilà, Lucy! Che ci fai qui?» domandò sorpreso il ragazzo appena la raggiunse, con un sorriso da un orecchio all'altro che le fece mancare un battito, mentre si guardava rapida intorno per capire dove si trovasse. Ora che ci faceva caso, in effetti, quel punto del parco era parecchio lontano da casa sua.
«Avevo voglia di una passeggiata» gli rispose con un sorriso dopo averlo salutato. «E tu?»
«Ieri sera ho dimenticato di comprare i croccantini di Happy» spiegò il ragazzo, leggermente imbarazzato ma allegro come sempre, mostrandole il sacchetto con il cibo per il suo amato gatto.
«Capisco. Bisognava rimediare allora» rise lei.
«Già» confermò lui, senza perdere il suo bellissimo sorriso.
Per qualche secondo calò il silenzio e Lucy, notando il suo sguardo stranamente fisso su di sé, non poté fare a meno di distogliere il proprio. Stava già per chiedergli cosa avesse da guardarla tanto quando l'amico la anticipò.
«Qualcosa non va?» domandò preoccupato.
«No» rispose piano lei, con una leggera esitazione.
«Ne sei sicura?» insistette Natsu.
La ragazza avrebbe voluto rispondergli di sì, ma quel semplice monosillabo le si bloccò in gola e finì invece per confidargli tutto, omettendo solo, ovviamente, la parte che riguardava lui. Da un lato le sarebbe piaciuto vedere come avrebbe reagito a una dichiarazione del genere, ma non aveva il coraggio di rischiare tanto. Non poteva permettersi di perdere anche il suo migliore amico, che da parte sua la ascoltava serio e attento mentre camminavano fianco a fianco.
«So bene come ti senti» le disse alla fine con aria insolitamente triste.
«Immagino di sì» mormorò lei, sentendosi vagamente colpevole per quell'espressione che non gli si addiceva affatto. Sapeva che anche lui aveva perso presto i genitori e che per questo suo fratello maggiore, mai ripresosi del tutto dalla batosta, aveva avuto crescendo dei grossi problemi che solo ultimamente stavano migliorando grazie a una ragazza che fino a un paio d'anni prima aveva frequentato la loro scuola. Anche per Natsu, quindi, non doveva essere facile la vista di tante famiglie felici e di bambini di tutte le età che scorrazzavano ovunque sotto i loro sguardi amorevoli.
Calò di nuovo il silenzio per qualche minuto mentre procedevano entrambi con lo sguardo fisso davanti a sé, troppo immersi nei propri pensieri per parlare ancora, finché non passarono accanto a una giovane coppia che ridendo portava sotto un albero due vassoi carichi di cibi dal profumo invitante.
A quel punto il ragazzo, accortosi dello sguardo quasi invidioso della compagna, si decise a farle la proposta che gli frullava in testa da un po'.
«Hai da fare oggi?» le chiese quindi senza guardarla.
«No, perché?» gli rispose lei, osservandolo incuriosita. Era solo una sua impressione o aveva davvero le guance un po' rosse?
«Se ti va, possiamo prendere qualcosa al chiosco qui vicino e mangiare anche noi sotto i ciliegi» propose tutto d'un fiato, imbarazzato come non mai ma deciso a farla felice, accennando vagamente alla coppia.
«I-intendi...» cominciò incredula Lucy, con voce stranamente acuta, arrossendo subito ancor più dell'amico mentre si domandava affannosamente se Natsu provava qualcosa nei suoi confronti.
«S-solo come amici... E se per te non è un problema» si affrettò a specificare, capendo solo in quel momento la portata di ciò che le aveva chiesto.
«N-no, va bene... Stavo solo chiedendo. Grazie per la proposta!» riuscì in qualche modo ad accettare lei, con il bellissimo sorriso che il ragazzo aveva sperato di vedere.
In realtà la bionda faticava ancora a realizzare che Natsu avesse detto proprio quelle parole, ma il fatto che un'anziana coppia li stesse guardando intenerita facendo loro dei piccoli cenni di incoraggiamento le sembrava in fondo una prova sufficiente. Sperava solo di non scoprire di lì a poco che era stato tutto un sogno, o non credeva sarebbe sopravvissuta alla delusione.
Per fortuna l'amico fu più veloce di lei a riprendersi dall'imbarazzo del momento e dopo un ultimo sorriso di gratitudine ai due vecchietti -che nel frattempo, accortisi forse di averli messi ancor più in difficoltà, avevano ripreso a mangiare come se niente fosse-, la guidò verso il chiosco.
Non sapevano ancora che ben presto avrebbero smesso di considerarsi semplici amici, ma di certo quella fu la migliore domenica trascorsa sotto i ciliegi in fiore da molti anni a quella parte.


Prompt: Tra i ciliegi in fiore


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi sia piaciuta, nonostante la malinconia e le tonnellate di zucchero (XD :P), e che mi farete sapere che ne pensate, se vi va.
Come ho scritto nell'introduzione, la raccolta partecipa all'iniziativa primaverile del gruppo facebook “Fairy Tail & Edens Zero Italian fan group”, che troverete a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :3
Grazie di nuovo a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo (*^*) e tanti auguri in ritardo a tutte le donne!
Appuntamento a domani con la prossima storia e buonanotte per dopo.
Un bacio,
Ellygattina

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Capitolo 2
*** Storia 2: M'ama, non m'ama ***


Storia 2: M'ama, non m'ama

Juvia si sedette sull'erba vicino al laghetto nel parco di Magnolia con un lieve sospiro. La vista dell'acqua la calmava sempre, con il risultato che quello era diventato fin da bambina il suo posto preferito, quello dove amava rifugiarsi quando aveva bisogno di stare sola con i propri pensieri, e anche quel giorno non fece eccezione.
Non appena si sedette sul prato a pochi passi dalla riva, già più tranquilla in quello scenario rilassante, lasciò correre lo sguardo tra i riflessi luminosi godendosi il tepore del sole sulla pelle mentre ripensava al motivo che l'aveva condotta lì. Ancora una volta Gray era riuscito a confonderla e non sapeva più cosa pensare di lui e del loro rapporto. Com'era possibile che la trattasse sempre in base a come gli girava in quel momento? Secondo gli amici che lo conoscevano da più tempo di lei, c'era un motivo per quel suo comportamento così scontroso anche nei confronti di chi faceva di tutto per dargli l'amore di cui aveva evidentemente bisogno, ma non era affatto facile stargli accanto. Negli ultimi tempi le era sembrato che accettasse più volentieri la sua compagnia, e fino al giorno precedente avevano anche passato dei bei momenti insieme, ma quella mattina a scuola, all'improvviso, era stato di nuovo freddo e scostante come qualche mese prima. Cosa era successo in quelle poche ore in cui non si erano visti?
Juvia si abbracciò le gambe e appoggiò il mento sulle ginocchia con gli occhi che per l'ennesima volta quel giorno le si riempivano di lacrime al pensiero di ciò che era successo, mentre si domandava sconsolata cosa avrebbe dovuto fare. Lo amava ancora come sempre, e ormai aveva capito che non era il caso di prendersela troppo perché il suo era soltanto un modo per sfogare il dolore che aveva dentro per motivi che nessuno le aveva mai spiegato, ma in giorni come quello finiva sempre per chiedersi se non fosse il caso di arrendersi e lasciarlo in pace per il bene di entrambi, ritrovandosi a un certo punto a piangere in un angolo con il cuore spezzato come anni prima si era ripromessa di non fare più. Purtroppo, benché l'avesse già detto tante volte nel corso della sua breve vita, non era mai riuscita a mantenere questo suo proposito, arrabbiandosi inevitabilmente con se stessa per la propria debolezza. Cosa poteva farci però se il suo cuore, appena aveva conosciuto Gray, aveva deciso che non ci sarebbe stato posto per nessun altro?
La ragazza sospirò di nuovo sconsolata al pensiero del giorno in cui era iniziato tutto, ma il suo volto si aprì comunque in un sorriso mentre ripercorreva i momenti più belli che avevano vissuto insieme, sentendo pian piano rinascere la speranza che, per quanto il compagno cercasse in tutti i modi di nasconderlo persino a se stesso, cominciasse in realtà ad apprezzare le sue mille attenzioni nei suoi confronti. Non poteva essere altrimenti, visto il numero sempre più elevato e frequente di piccoli segnali positivi, ma d'altra parte c'erano anche i giorni in cui arrivavano quelli negativi, e allora tutto sembrava precipitare in un attimo come un castello di carte.
Abbagliata dai riflessi del sole ormai prossimo al tramonto, Juvia distolse lo sguardo dall'acqua, cominciando ad accarezzare distrattamente l'erbetta tenera accanto a sé finché non si ritrovò tra le dita il sottile stelo di una margherita di campo che qualcuno doveva aver raccolto chissà quando. Se la rigirò tra le mani per qualche secondo, valutando che avesse ancora tutti i petali, prima di cedere alla tentazione di affidarle le sue pene d'amore.
Si mise quindi più comoda e iniziò a sfogliarla, ripetendo il rituale “M'ama, non m'ama” finché non rimase un unico petalo.
A quel punto la ragazza sorrise, e pur sapendo che in realtà non aveva senso prendere troppo seriamente quel gioco, si sentì di nuovo abbastanza carica da sopportare di vedere a scuola Gray l'indomani senza aver voglia di piangere come era successo invece quel giorno.
Guardando di nuovo l'acqua, che ormai rifletteva il cielo di un bel rosa intenso, la ringraziò tra sé per averla aiutata anche questa volta e si decise ad alzarsi per tornare a casa. Prima che potesse muoversi, però, sentì una voce nota chiamare il suo nome e si girò di scatto.
«Gray-sama?» sussurrò sorpresa, incrociando lo sguardo interrogativo del ragazzo, che era in piedi alle sue spalle. «Che cosa ci fai qui?»
«Ti cercavo.»
«Cercavi... Juvia?» ripeté la compagna con lo stesso tono, e il moro annuì.
«Posso sedermi?» le chiese cauto raggiungendola, prima di accomodarsi accanto a lei a un suo lieve cenno e guardarla di sottecchi. Teneva lo sguardo fisso sull'acqua che sciabordava lentamente sotto la fresca brezza primaverile, e sebbene la luce fosse sempre meno, capiva comunque che stava soffrendo. E come al solito, poteva essere abbastanza sicuro che la colpa fosse sua...
«Volevi dire qualcosa a Juvia?» lo incalzò improvvisamente la ragazza, riscuotendolo dai suoi pensieri.
«S-sì, volevo... chiederti scusa. Non avrei dovuto trattarti in quel modo oggi» disse imbarazzato, avvertendo ora su di sé lo sguardo della compagna, che lo osservava a bocca aperta. Aveva sperato tante volte di sentirsi dire da lui quelle parole, ma non pensava che sarebbe mai successo.
Per qualche secondo non riuscì a far altro che fissarlo, prima di capire che forse Gray si aspettava una risposta.
«D'accordo» pronunciò piano alla fine, riprendendo a fissare ostinatamente il laghetto.
«Grazie» le rispose un po' incerto il moro, continuando invece a studiarla in un modo che sperava passasse inosservato. La compagna era decisamente strana quel giorno e non poté fare a meno di sentirsi ancora più in colpa di quanto già non fosse. A quanto pare Lucy aveva ragione a pensare che l'amica ci fosse rimasta particolarmente male per la sua rispostaccia di quel giorno ed era contento di aver deciso di andare a cercarla. Se le cose stavano così, era meglio chiarire subito la faccenda una volta per tutte...
«Juvia può sapere perché fai così?» domandò la ragazza dopo qualche minuto di silenzio, abbassando gli occhi.
«È complicato...» cominciò d'istinto il ragazzo, decisamente a disagio. Non si aspettava una richiesta del genere, posta oltretutto in maniera così diretta, e la compagna l'aveva preso in contropiede per l'ennesima volta da quando si erano conosciuti.
«Capisco. A Juvia dispiace, non voleva essere inopportuna. Sperava solo che Gray-sama ormai si fidasse un pochino anche di lei» si scusò la blu, chiaramente delusa, facendo per alzarsi e correre a casa, ma il compagno la afferrò rapido per un polso impedendole di allontanarsi.
«Aspetta! Non ho mai detto che non mi fido di te» protestò, continuando a trattenerla più gentilmente non appena si accorse che avrebbe potuto farle male.
Per qualche secondo si limitarono a guardarsi sorpresi, poi la ragazza cercò invano di liberarsi. Era contenta che Gray l'avesse fermata, ma in quel momento voleva solo tornare a casa e rimettere ordine nei propri pensieri. Non ci capiva più nulla e l'effetto benefico dell'acqua era già scomparso. Un vero peccato che, data l'ora, non avrebbe neanche potuto ripristinarlo...
«Non c'è problema per Juvia se non vuoi dirle niente. Neanche Juvia sa perché l'ha detto» si affrettò intanto a chiarire, strattonando il braccio. Si sentiva in colpa per quell'improvvisa ondata di gelosia nei confronti di Lucy e delle altre ragazze, che a differenza sua, lo conoscevano abbastanza da sapere almeno in parte le motivazioni che lo spingevano a comportarsi in quel modo. Era consapevole di non poter pretendere nulla, in realtà, e sarebbe stata la prima ad arrabbiarsi se qualcuno l'avesse costretta a rivelare cose che voleva tenere segrete o a tradire la fiducia di una persona cara, ma la feriva essere tenuta così in disparte. In fondo faceva parte anche lei del loro gruppo di amici, in genere molto unito e solidale con tutti i suoi membri...
«Io invece lo so, e ti chiedo scusa anche per questo. Intendevo dire che è una lunga storia e che non è il caso di parlarne qui e ora» la interruppe Gray, guardandola intensamente negli occhi, con un coraggio che sorprese lui per primo, e a quel punto Juvia si bloccò all'istante. Voleva sul serio rivelarle il suo segreto? Non riuscì a trovare una risposta sensata, ma non ce ne fu bisogno: il rintocco delle campane della vicina cattedrale li avvisò che era più tardi del previsto e che dovevano affrettarsi a tornare a casa.
«Ci vediamo qui domani dopo la scuola?» propose di getto il ragazzo, contento che la ragazza avesse smesso di lottare.
«Questo sarebbe... un appuntamento?» sussurrò incredula Juvia, con il cuore che le batteva talmente forte per l'emozione da temere che il compagno potesse sentirlo.
«Forse» balbettò Gray imbarazzato, senza neanche guardarla. L'aveva detto senza pensarci, e solo adesso capiva davvero il significato di quella semplice frase. Stranamente la cosa non lo infastidì come si sarebbe aspettato, ma al momento non aveva voglia di farsi troppe domande. In fondo era normale spiegare a un'amica almeno parte della sua storia, no?
«Juvia ne è molto felice» disse lei con il sorriso più bello che le avesse mai visto, per poi avviarsi saltellando verso l'uscita più vicina.
Gray la seguì, insistendo per accompagnarla a casa, ma stranamente non parlarono molto durante il tragitto. Il ragazzo era troppo impegnato a chiedersi cosa gli fosse preso negli ultimi tempi con Juvia, visto che non era certo da lui riservarle tante attenzioni, mentre la compagna, ancora incredula ma felice come non mai, stava ringraziando la margherita di poco prima per la sua predizione chiedendo perdono al fiore per aver perso la fiducia nei suoi confronti. Nessuno le avrebbe mai creduto, probabilmente, ma nel suo caso aveva fatto bene a fermarsi tanto quel giorno sulla riva del laghetto in cerca di conforto da quel vecchio gioco.


Prompt: M'ama, non m'ama


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Purtroppo ieri non ho fatto in tempo a pubblicare (la storia è venuta decisamente più lunga del previsto XD), ma spero di essermi fatta perdonare. In realtà questo, come probabilmente altre storie della raccolta, è solo un estratto di una crossover che ho intenzione di cominciare appena avrò terminato le altre long a cui sto lavorando ultimamente. Ci vorrà un po', temo, perché anche questa veda la luce, ma ci tenevo a dirvi che le molte cose lasciate inevitabilmente in sospeso hanno un motivo ben preciso.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo, ma anche alle bellissime persone che hanno già inserito la raccolta tra le preferite/seguite/ricordate. Spero di non deludere le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine! *^*
Ricordo inoltre a chi fosse interessato l'esistenza del mio gruppo facebook su Fairy Tail ed Edens Zero, che sta tra l'altro organizzando questa iniziativa. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere, ci trovate a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :3
Penso di non avere altro da dire, per ora. Appuntamento a domani con la prossima storia e buonanotte per dopo!
Un bacio,
Ellygattina

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Capitolo 3
*** Storia 3: Nuovo anno scolastico ***


Storia 3: Nuovo anno scolastico

Gerard varcò il cancello della sua nuova scuola con un leggero sbuffo. Ne aveva cambiate parecchie negli ultimi anni e in ognuna era sempre stato etichettato, fin dall'inizio, come lo studente problematico da tenere d'occhio e da incolpare a prescindere quando qualcosa fosse andato storto. Se tutto andava bene, quello sarebbe stato l'ultimo anno in cui avrebbe sopportato questo strazio, ma non c'erano garanzie che sarebbe riuscito a passarlo indenne. Che lui lo volesse o meno, infatti, da un po' di tempo a quella parte veniva sempre coinvolto in un guaio dopo l'altro, finendo così per mettersi ancor più in cattiva luce con compagni e professori finché il preside, a un certo punto, lo obbligava a cercare un nuovo istituto disposto ad accoglierlo. Chissà se questa sarebbe stata la volta buona di riuscire a concludere l'anno scolastico in santa pace?
Si lasciò sfuggire l'ennesimo sospiro della mattina mentre si avviava verso il portone notando, con un certo disappunto, quanto fossero scalmanati e attaccabrighe i suoi nuovi compagni, ma tutto svanì quando una lunga chioma rossa entrò di sfuggita nel suo campo visivo.
Si girò subito da quella parte e notò con stupore che apparteneva a una ragazza la cui vista gli fece mancare un battito. Era davvero quella che pensava?
La fissò per qualche secondo come se fosse ipnotizzato finché questa, sentendosi forse osservata, non si voltò parzialmente verso di lui.
Da quella distanza non riuscì a capire se l'avesse riconosciuto o meno, ma adesso Gerard era sicuro di aver ritrovato per caso la sua migliore amica di quand'era bambino, che aveva perso bruscamente di vista anni prima.
Rivederla così a scuola, dopo tanto tempo, gli riempì per un attimo il cuore di gioia, facendogli istintivamente promettere che avrebbe fatto di tutto per riavvicinarsi a lei, ma ben presto la consapevolezza di non poterselo permettere lo colpì come un fulmine a ciel sereno. Erza sembrava felice in quel rumoroso gruppetto di ragazzi e ragazze, e se anche quell'anno si fosse impegnato a stare lontano dai guai, non avrebbe avuto il diritto di intromettersi di nuovo nella sua vita, ricordandole un passato che avrebbe sicuramente preferito dimenticare. Senza contare poi che non poteva sapere cosa pensasse di lui, visto il modo in cui si erano lasciati, né tanto meno come avrebbero potuto prenderla gli altri. No, era molto meglio restare lontani, nonostante la sofferenza che questo gli avrebbe procurato.
Si costrinse a distogliere per primo lo sguardo, avviandosi poi in segreteria per capire in quale classe fosse stato destinato.
Non poteva sapere che Erza l'aveva riconosciuto eccome, restando a sua volta molto colpita da quell'incontro casuale, ma mentre raggiungeva l'aula giusta, Gerard si sorprese a pensare, convinto, che comunque fossero andate le cose, sarebbe stato sicuramente un anno scolastico migliore dei precedenti. Gli bastava sapere di esserle di nuovo vicino, in un certo senso, per perdere di colpo la voglia di creare problemi a chiunque, e quando i loro sguardi incredibilmente si incrociarono per la seconda volta in poco tempo al suo ingresso in classe, accennarono entrambi un sorriso a malapena percettibile che li fece sentire più uniti che mai. Avrebbero avuto tante cose da dirsi in quel momento, ma non era certo il caso di farlo davanti a tutti. Erano certi però che ci sarebbe stato tutto il tempo per parlare, visto che, bene o male, per quell'anno sarebbero stati decisamente a stretto contatto.


Prompt: Nuovo anno scolastico


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie di cuore per essere arrivati fin qui! Mi rendo conto che come storia non è molto chiara, ma come ho detto l'ultima volta, mi piacerebbe sviluppare in una futura long crossover tra Fairy Tail, Edens Zero e Rave (le tre opere principali di Mashima, sebbene qui ce ne siano solo due) almeno alcune di queste one-shot. Spero che l'idea vi piaccia e di aver scritto comunque una cosina gradevole da leggere. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie di cuore a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Un grazie speciale va poi a Sissi1978 per aver commentato la storia precedente (<3) e a chi ha già inserito la raccolta tra le seguite/preferite/ricordate. Spero di non deludere le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine! *^*
Ricordo inoltre, a chi fosse interessato, l'esistenza del mio gruppo facebook su Fairy Tail ed Edens Zero, che sta tra l'altro organizzando questa iniziativa. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere, ci trovate a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :3
Penso di non avere altro da dire, per ora. Appuntamento a domani con la prossima storia e buonanotte a tutti!
Un bacio,
Ellygattina

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