The Devil is a Dad too

di Lucinda Slytherin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Me and the Devil ***
Capitolo 2: *** Me and a Demon ***
Capitolo 3: *** Don't lie to me ***
Capitolo 4: *** Blood For Blood ***
Capitolo 5: *** Caught in Hell ***
Capitolo 6: *** Soulmates ***
Capitolo 7: *** Simon Morningstar ***
Capitolo 8: *** Hold Me Tight ***
Capitolo 9: *** The King, The Prince, The Angel ***
Capitolo 10: *** Where is he really gone? ***



Capitolo 1
*** Me and the Devil ***


[The Lux, Los Angeles, Gennaio 2019.]
Una insolita pioggia bagnava la città, evento davvero raro in quella parte degli Stati Uniti, nonostante fosse pieno inverno. 
Il Lux, il nightclub più rinomato di Los Angeles, aveva appena chiuso le tende e Lucifer Morningstar, il suo proprietario, stava preparandosi per affrontare un'altra lunga giornata di lavoro all'LAPD(dipartimento di polizia della città di Los Angeles) accanto alla sua partner: la Detective Chloe Decker.  
Lasciato il suo attico situato all'ultimo piano di un infinito edificio, l'uomo si concesse un'ultima capatina al suo locale, sicuro di trovarvi, dietro al bancone, Maze: sua amica più cara, sempre al suo fianco, demone fedele al suo unico re. Attraversata la rampa di scale, il diavolo, vide un uomo molto alto seduto di spalle, col viso lievemente inclinato verso destra, sorretto da un mano, e con i piedi incrociati. Lo sconosciuto sembrava perso nei suoi pensieri e fu questo che lo fece sobbalzare quando Lucifer si sedette al suo fianco.
《 Non è un po' troppo presto per essere ubriachi? 》 Domandò palesemente ironico il re dell'inferno. 《 Se hai bisogno di un favore, arrivi nel momento sbagliato. 》 
Il giovane uomo sollevò il viso e lo rivolse verso il suo interlocutore. 《 Non volevo disturbarla, signor Morningstar. 》 Disse, sfoggiando un sorriso tipico di chi vuole farsi perdonare. 
Il tono soave della sua voce rispecchiava i lineamenti delicati del suo viso, il suo incarnato chiaro metteva in risalto le gote rosse come una mela e i suoi occhi, grandi ed espressivi, erano di un colore simile al cielo d'estate. 《 Credo che lei sia l'unico che possa aiutarmi. 》 Continuò il tizio mostrandogli la foto un po' sbiadita di una giovane donna dai folti capelli biondi e con un neonato fra le braccia. 《 Mia madre morì quando io non avevo nemmeno due anni e lei.. 》 indicò il soggetto nella foto. 《..è l'unico familiare che mi sia rimasto. 》 concluse con voce strozzata. 
Lucifer, dal canto suo, non si perse un minimo dettaglio di quella conversazione. Lo studiò, memorizzò la persona che aveva di fronte a sé. Lo osservò sino a quando i suoi occhi non caddero sulla donna della foto. Sgranò lo sguardo, raddrizzò la schiena. Lui quella donna la conosceva: era proprio la dottoressa. Ma chi era quel ragazzo e cosa voleva da lei? 
《 Qual è il tuo nome? 》 gli domandò, intento a sapere di più su quello sconosciuto che si era presentato alla sua porta. 
《 Il mio nome è Simon, Simon Martin. 》 dettò con aria sicura, mentre intrecciava l'un l'altra le dita, soggezionato dalla imponente presenza dello stravagante proprietario del locale. 
Il diavolo arcuò le sopracciglia. Linda non le aveva mai parlato di alcun parente, non aveva mai citato nessun familiare. Com'era possibile tutto ciò? Per quale ragione omettere un elemento così importante? Che lui stesse mentendo? O la dottoressa lo aveva nascosto per un'importante ragione?
《 Come conosci la dottoressa? 》 chiese il moro senza staccare gli occhi scuri da quelli azzurri del ragazzo. 《 E perché non ti ha mai menzionato? 》 riprese, lasciando lo sgabello su cui era seduto per osservare meglio l'altro. 
《 È la sorella di mia madre e questa è l'unica foto che ho di lei ed insieme a lei. 》 Sospirò affranto, molto dispiaciuto della sorte che gli era stata assegnata. 
《 Lei crede sia morto in un incendio, lo stesso incendio in cui morì mia madre. Fortunatamente sopravvissi, ma venni mandato in una casa famiglia. Soltanto adesso, acquisendo la maggiore età, ho rinvenuto questa foto tra gli unici effetti personali che mi sono rimasti.  》
Lucifer uscì perplesso dalle parole di Simon e una domanda gli sorse spontanea. 《 Perché non sei stato affidato a lei? 》 Scrollò le spalle in un andirivieni che costrinse il giovane biondo ad alzarsi ed avanzare in direzione dell'altro.  
《 É ciò che mi sono sempre chiesto ed è per questo che vorrei vederla, è questo ciò che vorrei domandarle. 》 deglutì, mordendosi un labbro. Fu proprio in quel momento che Mr Morningstar si rese conto di quanto fosse alto il ragazzo, giusto un paio di centimetri in meno di lui. 
《 Vuoi vederla? 》 Gli chiese, avvicinandosi sempre di più. Simon annuì col capo e seguì il diavolo che, nel frattempo, aveva spieghettato la giacca, palesando le sue intenzioni. 《 Allora seguimi! 》 esclamò col sorriso beffardo che da sempre lo contraddistingueva. Il ragazzo lo ricambiò e, quasi senza rendersene conto, si ritrovo sulla Corvette nera dell'uomo, pronto a partire.


[Pochi minuti dopo, studio della Dottoressa Linda Martin.]
《 Lucifer! 》 esclamò la donna, vedendosi piombare l'amico all'improvviso e senza alcun preavviso. 《 Sono nel bel mezzo di una seduta! 》 riesclamò, manifestando un lieve disappunto, che si tramutò in stupore quando vide un giovane sconosciuto accanto a lui. 
《  Ho già troppi pazienti, Lucy. Non posso riceverne altri. Te lo avevo già detto. 》 puntualizzò lei, sistemandosi gli occhiali.
Lucifer non sapeva da dove cominciare e Simon, timido com'era, rimase dietro al moro, come se, vicino a lui si sentisse protetto. 
《 Lui è Simon. 》 iniziò a dire 《 Afferma di essere tuo nipote. 》
Linda deglutì, mancò un battito, rimase immobile, quasi pietrificata. 《 No, non può essere.. 》 ripetè più a se stessa che ai due uomini, mentre continuava ad osservare il giovane. 
《 Non è possibile.. 》 sussurrò ancora, con un groppo in gola mentre gli occhi si inumidivano.
Il biondo, quasi d'istinto, le sorrise, si appropinquò a lei e, con un flebile tono di voce, le si rivolse. 《 Zia.. 》 la guardò, incontrando il suo sguardo. 《 Finalmente ti ho trovata. 》 Disse col cuore in gola, mostrandole l'unica foto che li ritraeva insieme. 
Linda scoppiò in un pianto liberatorio. Il suo sesto senso le suggeriva che non si stava sbagliando, era proprio lui.
《 T..Tesoro.. 》 mormorò col volto bagnato dalle lacrime. 《 Vieni qui. 》 gli sorrise, per poi accoglierlo fra le sue braccia proprio come accadde molti anni prima, quando era solo uno scricciolo umano. 

Lucifer, sebbene avesse un temperamento istintivo e, a volte, inopportuno, si mise da parte e lasciò che i due vivessero appieno quel momento. 








((Questa è la mia prima fanfiction su Lucifer. È una storia che speravo di scrivere da tempo, spero possa ottenere il risultato sperato. Buona lettura e al prossimo capitolo!))

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Capitolo 2
*** Me and a Demon ***


Erano trascorsi alcuni giorni dal primo, vero, incontro fra Simon e la zia Linda. L'arrivo del giovane non era di certo passato inosservato agli occhi del diavolo, tanto quanto a quelli della Dottoressa, mentre Amenadiel, fratello del diavolo e  compagno della donna, era ancora all'oscuro della sua esistenza.

《 Linda.. 》 mormorò con una punta di disappunto l'omone dalla pelle scura, tenendo fra le mani il telefono cellulare della donna. 《 Non avevi una seduta importante questo pomeriggio con il Signor Sutton? 》

La bionda corrugò la fronte e smise di fare di ciò che stava facendo per avvicinarsi al compagno, con passo felpato e lo sguardo indirizzato verso il cellulare che l'uomo teneva fra le mani. 《 Proprio così, Amenadiel. Sai quanto possa essere insistentemente ansioso quell'uomo. 》 Sospirò, inconsapevole del fatto che l'angelo sapesse fosse tutta una menzogna. 《 E da quando il signor Sutton è diventato un avvenente giovane biondo dagli occhi azzurri? 》 Contrattaccò lui con tono deluso, dopo essersi accertato di aver visto bene.

Linda, lì, non poté fare altro che arrendersi e sganciare la verità. Si sedette di fianco a lui ed afferrò le sue mani, intersecando le proprie dita a quelle dell'altro. 《 C'è una cosa che ti tengo nascosta da giorni. 》 la dottoressa sembrava molto agitata e sentiva il cuore a mille. 《 Avrei voluto tu lo incontrassi di persona, così da conoscerlo. 》 Continuò, sospirando di sollievo, mentre Amenadiel aveva la parvenza di qualcuno che non aveva compreso del tutto le parole. 《 Incontrare chi? Conoscere chi? 》 ribattè agitato, si sentiva preso in giro.

La donna rimase sorpresa dalla reazione del compagno, anche se sotto sotto, se lo aspettava. 《 Lui è Simon ed è mio nipote. 》 Rispose, liberandosi di un peso.
《 Prima che tu possa interrompermi, fammi finire. 》 Lo bloccò dal parlare.
《 É l'unico nipote che ho, figlio di Mary, mia sorella minore. 》 si fermò, facendosi forza. Non era mai stato un argomento facile per lei ed affrontarlo ora, proprio in quel momento, le faceva tornare in mente un ricordo troppo doloroso. 《 Morì qualche anno dopo aver dato alla luce suo figlio, in un incendio nel suo appartamento alla periferia di Los Angeles. Quando rinvennero  i resti del corpo, ci confermarono che anche il bambino era deceduto. 》 Continuò palesemente spossata. 《 É stato un duro colpo per me e scoprire, dopo quasi 17 anni, che è ancora vivo. Mi ha letteralmente spazzata. 》 Tirò un grosso respiro, mentre Amenadiel la ascoltava sempre più interessato.

《 Come hai fatto a trovarlo? 》 Le domandò spontaneamente.

《 In realtà lui ha trovato me, o, perlomeno, ha trovato Lucifer. 》 esplose in un sorriso, sorriso che l'uomo dagli occhi neri come la pece contraccambiò istantaneamente. 《 C'è sempre lui in mezzo. 》 ridacchiò lui, pensando al fratello che.. nel mentre..

.. 《 Simon, mio caro Simon! 》 esclamò insolitamente felice Lucifer all'orecchio del ragazzo, mentre nel frattempo gli scuoteva le spalle. 《 Che ne dici di partecipare stasera allo spettacolo di poledance al Lux? 》 lo invitò entusiasta. Lo sguardo del giovane, però, apparve perplesso. 《 Lucifer. 》 Lo chiamò oramai entrato in confidenza con l'uomo. 《 Ti sembro tipo da aggrovigliarmi mezzo nudo ad un palo? 》 Domandò ironicamente, accennando un sorriso dal significato inconfutabile.

Il diavolo issò lo sguardo. 《 Ma no, Simon.. 》 sbuffò, mentre sottovoce gli sfuggì. 《 Anche se non mi dispiacerebbe..》

《 Cosa? 》 tuonò il biondo.

《 Niente, niente. 》 si difese il moro ridendo divertito.

《  Preferisco vedere una donna mezzanuda, piuttosto che un uomo. 》 Puntualizzò, facendo il suo stesso gioco.

《 Deciso. Mi piace. 》 Puntualizzò a sua volta l'altro, ormai rassegnatosi  a quell'idea. 《 Intendevo dire.. Bhe, come mio ospite. 》  Tornò serio. 《 Dunque? 》

《 Uhm..》  sollevò il capo Simon, fingendo di pensarci su. 《 Nel pomeriggio dovrò vedere la zia, ma la sera sono libero. 》

《 Perfetto, allora! 》 annunciò eccitato Mr Morningstar, scompigliando affettuosamente i capelli del ragazzo.

Il giovane Martin non ebbe nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò che fosse appena successo che, alle spalle del diavolo, proprio di fronte a lui apparve una donna dai tratti scuri, molto avvenente e dallo sguardo provocante.

《 Chi è questo giovane manzo? 》 si presentò con tono provocatorio lei, come era suo solito fare. Simon sbiancò, era impossibile rimanere impassibile di fronte ad un d.. ad una donna come lei. Lucifer, invece, parve divertito dalla ovvia timidezza del ragazzo.

《 Lui è Simon, Maze. 》 si scostò per rendere più libera la vista al demone. 《 Ed è il nipote di Linda. 》 le spiegò, ricevendo uno sguardo basito dalla guardiana dell'inferno che si catapultò verso Simon.

《 Ma non mi dire.. 》 sussurrò scrutandolo dalla testa ai piedi. 《 Perché nascondere una talmente rara meraviglia umana? 》 proseguì, adocchiando i gioielli di famiglia.

《 Tu devi essere Maze. 》 pronunciò imbarazzato il giovane Martin, mordendosi freneticamente le labbra lievemente carnose. 《 Mia zia mi ha parlato molto di te. 》 Continuò, guardandola negli occhi. Percepiva la temperatura salire.

Improvvisamente, Maze sembrò essere contenta della risposta di lui. Allora era davvero importante per Linda(come se non glielo avesse più volte dimostrato!). 《 Sul serio ti ha parlato di me? 》

Simon annuì e le sorrise.

Lucifer, nel contempo, notò uno strano cambiamento negli occhi dell'amica. Maze aveva evidentemente preso di buon occhio quel giovane sconosciuto che, era già conscia, sarebbe diventato parte integrante delle loro vite. 

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Capitolo 3
*** Don't lie to me ***


 

"Non mentirmi!"



[ Residenza di Linda Martin, ore 16:00 ]

Il campanello suonò ed Amenadiel si catapultò alla porta, sicuro di chi avrebbe trovato di fronte. Afferrò, senza esitazione, la maniglia ed aprì.

Davanti a lui si palesò un giovane vestito di blu, avvolto in un classico cappotto color ardesia, una tonalità di grigio tendente all'azzurro, ed un sorriso a trentadue denti.

L'angelo dinnanzi a lui ebbe un attimo di esitazione, parve sorpreso dal modo di vestire del ragazzo. Stranamente elegante per la sua età, ma che gli ricordava quello del fratello. D'altro canto Simon non proferì parola ed attese fosse l'uomo a rompere il ghiaccio.

《 Tu devi essere Simon.. 》 Disse il più adulto fra i due. 《 Io sono Amenadiel. 》 si presentò, tendendo la mano destra in segno di saluto. Il biondo ricambiò il gesto e strinse con veemenza la mano dell'altro. 《  In persona, Amenadiel. 》 annuì, facendo ingresso in casa quando l'angelo si scostò per fargli spazio.

《 La zia è in casa? Avevamo deciso di vederci per le 16. 》 proferì, mentre gli occhi curiosavano fra i tanti scaffali colmi di tomi e i mobili lucidi come fossero stati appena incerati.

《 Sì, scenderà fra poco. Si è appisolata ed ha perso la cognizione del tempo. 》 Sospirò 《 Ultimamente non si sente molto bene. 》

Simon aggrottò la fronte e inclinò flebilmente il viso, all'oscuro di tutto. 《 In che senso non sta bene? 》 passò la lingua fra le labbra per irrorarle, pareva davvero interessato alla salute della zia. 《 Non mi ha detto nulla, avremmo rimandato a quando sarebbe stata meglio. 》 Continuò per poi avvicinarsi all'uomo. Amenadiel accennò un sorriso, contento del fatto che il nipote si preoccupasse per la donna. 《 Non è stata molto specifica, crede sia solo spossatezza dovuta allo stress. 》 Sollevò gli occhi al cielo. Non ci aveva creduto neanche lui sin dall'inizio ma, conoscendo la testardaggine di lei, non insistette più di tanto.

《 Spossatezza, lei dice? 》 pronunciò in avanti le labbra. 《 Spero proprio per lei che lo sia. 》 Disse con una punta di intransigenza, tratto tipico del suo carattere.

Nel momento in cui i due uomini terminarono di parlare, Linda scese la rampa di scale e li raggiunse. Nel vedere il compagno ed il nipote tanto in confidenza fece comparire un grosso sorriso sul suo viso che venne immediatamente ricambiato dai due.

Il giovane nipote della Dottoressa la guardò giusto un attimo prima di allargare le braccia e stringere la zia a sé. La donna, d'impatto, si ritrovò stritolata da un omone alto, tutto il contrario di lei, alta meno di un metro e settanta. 《 Simon.. 》 mormorò con un risata soffocata. 《 Così mi ucciderai! Da dove la prendi tutta questa forza? 》 gli domandò, staccandosi lentamente.

《 Vedo che hai conosciuto Amenadiel. 》 Disse e fece scivolare una mano sul suo braccio, sorridendogli ancora.

《 È il mio compagno oramai da un po'.. 》 annunciò lievemente imbarazzata.

Simon la ascoltò e cominciò a tirar fuori tutta la sua curiosità. 《 Come vi siete conosciuti? Dove? 》 Domande più che legittime, se solo non ci fossero stati in mezzo inferno, paradiso e.. chi avrebbe avuto il coraggio di dirgli che l'uomo alla cui porta lui aveva bussato era il diavolo in persona e che Amenadiel fosse suo fratello, non che primo angelo di Dio?

《 Ehm, sai, Amenadiel e Lucifer sono fratelli. 》 Rispose la bionda, certa della prossima domanda che le avrebbe rivolto il nipote. 《 Ho conosciuto Lucifer tramite delle sedute. Come hai potuto notare l'altro giorno, è un mio paziente. 》

Simon avanzò di qualche passo verso il compagno della zia per osservarlo più nel dettaglio. 《 Ma com..》 intrappolò il mento fra pollice e l'indice, perplesso. 《 Lui è ha la pelle scura e Lucifer, invece, è bianco. 》  sentenziò, cercando di comprendere se lo stessero prendendo in giro o se stesse fraintendendo tutto quanto.

《 A meno che abbiano soltanto un genitore in comune.. 》 ragionò, ma poi si convinse che no, c'era qualcosa che non quadrava.

Mentre il giovane stava rimuginando sulle possibili ragioni, i restanti due lo fissarono, rendendosi partecipi del suo ragionamento.

Il primo a pronunciarsi fu Amenadiel. 《 Siamo stati entrambi adottati. 》 Tagliò corto.

L'angelo aveva intuito lo spirito investigativo del suo futuro nipote. 《 Siamo cresciuti insieme, io lo reputo tale in tutto e per tutto. 》 tentò di dissimulare e Linda, nel frattempo, continuava a scuotere la testa come a voler confutare la teoria dell'uomo.

《 Capisco.. 》 si limitò a dire, poi girò attorno alla dottoressa. 《 Un uccellino mi ha informato del tuo stato di salute. 》 Disse, cambiando totalmente discorso.

La bionda lanciò un'occhiata fulminante al compagno. Era certamente stato lui a riferirglielo. 《 Solo spossatezza, tesoro. Stress, lavoro. Non è affatto semplice essere una psicoterapeuta a Los Angeles. 》  provò a giustificarsi, ma il tentativo fallì e questo lo intuì dallo sguardo contrariato del più giovane dei tre.

《 Stai mentendo. 》  decretò ed arricciò gli occhi. 《 Mi rendo conto quando qualcuno non mi dice la verità. 》 I suoi occhi, la sua espressione facciale, il suo tono di voce cambiarono in un attimo. 《 Non mentirmi, odio quando lo fanno. 》 aggrottò la fronte, stringendo le labbra. Linda notò nell'immediato il cambiamento nel viso del nipote ed Amenadiel non fu da meno.

《 Simon.. 》 mormorò la donna tentennante. 《 Solo..uhm, non voglio farti preoccupare inutilmente. Non è nulla di grave, passerà. 》 parlò di nuovo, sempre con un tono pacato. Amenadiel, invece, posò una mano sulla spalla di lui. 《 Simon, non è niente di che, vedr..》  l'uomo non ebbe nemmeno il tempo di adagiare la mano che il biondo la spostò con prontezza. In quel momento i due adulti notarono, con enorme stupore, quanto Simon avesse avuto più forza del primo angelo di Dio. Per un secondo il viso del ragazzo mutò, si incupì, assunsero una tonalità d'azzurro scuro ed il respiro divenne affannato.

Amenadiel scosse il capo. Era lui il più forte fra le creature celesti, soltanto coloro che appartenevano alla Città D'Argento (città natale degli angeli) o i demoni dell'inferno avrebbero potuto provare a compararla.


 

《 Mi dispiace, zia. Mi dispiace tanto. 》 biascicò con voce strozzata e, benché i tentativi di Linda di trattenerlo, giusto per capire cosa gli fosse preso, furono innumerevoli, Simon si dileguò in fretta col senso di colpa che lo attanagliava.

《 Perché mi comporto così? 》 si ripetè lungo il tragitto verso il Night Club del diavolo.

 

[ The Lux, Los Angeles. Qualche minuto dopo. ]

《 Simon! 》 esclamò felice di vederlo Lucifer, felicità che poi venne a mancare repentinamente  quando avvertì l'aria angosciata del ragazzo. 《 Ehiiii.. 》 tentò di carpire la sua attenzione.

《 Mi sento.. Mi sento davvero in colpa, Lucifer. 》 pronunciò con voce sottile, stringendosi nelle spalle. 《 Non capisco, perché sono così? Cosa ho fatto di male a Dio per avere un carattere così.. così riprovevole! 》 proseguì acuendo il tono di voce. 《 Forse è per questo che mi ha privato di mia madre, perché sapeva già sarei diventato un vergognoso essere umano e non voleva darle questa delusione. 》 Continuò, per poi venire interrotto dal diavolo.

《 Cosa vai dicendo, Simon?! Cosa ti viene in mente?! 》 ribattè  molto contrariato. 《 Non sei un mero essere umano, tu sei tu. Sei unico, come lo è ognuno di noi! 》 ritornò, afferrandolo dalle spalle. 《 Ora mi dici cosa ti è successo, cosa ti ha ridotto così! 》 il moro sembrava non sentire ragioni.

《 La zia.. 》 mormorò. 《 Mi sono comportato male con lei e non se lo merita affatto. É solo che.. 》  si fermò un attimo. 《 È solo che quando qualunque persona mi mente, scatta in me una molla che mette in moto tutta la mia rabbia. 》 gli spiegò, guardandolo negli occhi. 《 Non so come sia possibile, ma quando qualcuno mi dice una bugia, io, io lo percepisco. É insito in me e.. e non  riesco a controllarmi, non mi rendo neppure conto di chi mi trovo davanti.. Non sopporto, in nessun modo, questo tipo di comportamento.. 》 posò le mani su quelle dell'amico.

《 Sono una cattiva persona, non è vero? 》 gli domandò, seppure qualsivoglia sarebbe stata la risposta di Mr Morningstar, non avrebbe cambiato idea.

In quel momento, nella mente di Lucifer balenarono molteplici ricordi. Anche lui, come Simon, attraversò un periodo di auto-inflizione. Non accettava se stesso, si puniva ingiustamente per ciò che non era.

Prima di dare una risposta al ragazzo, il moro si allontanò di qualche passo per guardarlo negli occhi. 《 Non sei il solo a sentirti in questo modo, ad aver attraversato un periodo nero e so con certezza cosa si provi a vedersi come un mostro, ad incolparsi dei mali del mondo, ma non è affatto come credi. 》  prese il viso del biondi fra le mani. 《 Tu non hai nessuna colpa. Qualsiasi cosa si è accaduta con la dottoressa, sono sicura che lei capirà.》  Concluse, allontanandosi di nuovo.

Simon non proferì parola per tutta la durata del discorso fatto dal diavolo.

《 Adesso che ti è tutto chiaro, che ne dici di cominciare coi preparativi per stasera? 》 riprese nuovamente l'adulto. Stavolta il giovane Martin sorrise e scosse la testa in una risposta positiva.

《 Sai essere molto convincente. 》 furono le prime parole che pronunciò dopo un lungo silenzio.

《 Non sai quanto, mio caro. 》 aggiunse il proprietario del Lux, trascinando il ragazzo verso il bancone.

Nel frattempo, mentre Lucifer stava insegnando dei vecchi trucchetti da barman all'altro, qualcuno venne ad interromperli. Qualcuno che era raro vedere al Nightclub. Qualcuno a cui Simon passò tutt'altro che inosservato.

 

 

 

(( Secondo voi chi è venuto a trovare il re dell'inferno? E per quale motivo Simon non è passato inosservato? Inoltre, cos'è che spinge il ragazzo a comportarsi in quella maniera? Amenadiel e Linda saranno capaci di scoprirlo?  Il giovane Martin accetterà mai questa parte di sé stesso? E come riesce a sopravvivere? Conosciamo ancora poco di lui, ma lui conosce ancora meno di sé stesso. )) 

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Capitolo 4
*** Blood For Blood ***


"Blood For Blood"


[ The Lux, Los Angeles. Poco dopo l'arrivo di Simon al locale. ]

《 Quindi non hai cambiato idea sulla poledance? 》 ironizzò Lucifer, ottenendo per tutta risposta, uno sbuffo ed un finto sguardo algido da parte del ragazzo. Quest'ultimo svirgolò lo sguardo dall'uomo alla persona che stava per interromperli. Lo scambio di sguardi fra i due sembrò interminabile agli occhi del re dell'inferno che dovette frenarsi dall'esprimere entusiasmo per l'arrivo dell'ospite per non smorzare quel momento.

《 Scusate.. 》 tossì, protendendo il busto in avanti per farsi notare dal giovane, poi sventolò una mano davanti al suo viso.

Simon, apparentemente disconnesso, fece un piccolo salto sul posto preso alla sprovvisa. Arrossì, non si era neppure reso conto del tempo che aveva trascorso a guardare la persona alla porta. Reazione impulsiva che quest'ultima ebbe la parvenza di contraccambiare.

Lucifer distese gli angoli delle labbra in un ghigno sardonico, nonostante non sapesse cosa pensare riguardo a ciò cui aveva da poco assistito.

《 Vieni, entra. 》 Disse il diavolo, fiancheggiando il bancone per poi raggiungere l'entrata.

《  Suvvia, signorina Lopez. Non mangia mica. 》 prese a rispondere, non riuscendo a trattenersi dal ridere.

Simon chinò il capo verso il basso, tornando pian piano del colorito naturale e delle ciocche di capelli gli ricaddero sugli occhi, nascondendo parzialmente il suo sguardo.

Ella, invece, tornò in sé stessa e portò lo sguardo sul moro, ingarbugliando quattro parole di fila, prima di fargli recepire il corretto messaggio. 《 Lucifer, mi dispiace interrompere la tua serata fra uomini con.. 》 con la mano indicò il giovane Martin, non conoscendone il nome.

《 Simon.. 》 l'aiutò Mr Morningstar, vedendola in difficoltà.

《 Simon. 》 ripetè lei, quasi a volerlo memorizzare. 《 Abbiamo un caso di duplice omicidio. 》 gli spiegò. Simon sollevò nuovamente gli occhi, interessato al discorso del medico forense. 《 Io e Chloe abbiamo bisogno del tuo aiuto. 》

《 La Detective ha bisogno di me? 》 dondolò le spalle e sfregò le mani palesemente contento della notizia. 《 Te l'ha detto lei? 》 Continuò, venendo subito interrotto dal biondo.

《 Due persone hanno perso la vita e tu ti metti a saltellare di gioia? 》 gli chiese confuso, avanzando di qualche passo sino a posizionarsi al suo fianco.  Lucifer sbuffò e alzò gli occhi al soffitto. 《 Sembri mio padre quando parli così. 》

Il ragazzo arcuò un sopracciglio. Si stava abituando allo strambo carattere del proprietario del Lux. 《 Comunque, signorina Lopez. 》 ripetè, rivolgendosi a lei come aveva fatto l'altro.

《 Ella. 》 puntualizzò la mora, donandogli uno dei suoi sorrisi migliori. Al cospetto dei due, la donna, minuta, sembrava venire sovrastata.

《 Ella. 》 si corresse lui.

《 Non è che.. Bhe, sarebbe possibile per me aiutarvi? 》 tentò di mettersi in gioco. 《 Mi servirebbe un po' di pratica prima dell'arruolamento. 》 spiegò, stava cercando di cogliere l'occasione senza pensarci due volte.

Il signor Morningstar e il giovane medico strabuzzarono gli occhi. 《 Arruolamento? 》 Domandarono quasi in simbiosi.

《 Ho fatto domanda per entrare nel corpo di polizia. 》 sprizzava gioia da tutti i pori. Era il sogno di una vita e finalmente aveva trovato qualcuno da cui imparare. 《 Ancora non conosco la mia ubicazione, spero di essere all'altezza del ruolo. 》

《 Il fisico non ti manca. 》 sentenziò  evidentemente imbarazzata la donna, riferendosi alla corporatura nerboruta del coetaneo che non si nascose dal mostrare apprezzamento per il complimento ricevuto.

《 Ti ringrazio. 》 sorrise. 《 Magari lavoreremo insieme, chi lo sa? 》 poggiò una mano sulla spalla dell'amico. 《 Non sarebbe un problema, vero? 》

La signorina Lopez aggrottò la fronte, ma la rilassò subito dopo. 《 Parlerò io con Chloe, se a Lucifer non dispiace. 》

《 Non ostacolerei mai le porte all'amore! 》 punzecchiò sarcastico, ricevendo uno sguardo da parte dei due che non aveva bisogno di parole.

 

[ Poco più tardi sulla scena del Crimine ]

Simon, quella scena, l'avrebbe dimenticata difficilmente. Quei corpi distesi sul ciglio della strada, quei teloni gialli, gli davano un senso di angoscia.

《 Povera donna.. 》 pensò, intravedendo delle calzature femminili rimaste scoperte dal telo. Poi s'avvicinò ancora di qualche passo, seguendo per filo e per segno l'amico diavolo.

《 Conosciamo già la sua identità? 》 si intrufolò Ella, rivolgendosi alla Detective che, naturalmente, aveva prontamente adocchiato quello sconosciuto al fianco del suo partner. Con la coda dell'occhio la bionda cercò di capire chi fosse e cosa ci facesse lì, mentre, nel frattempo rispose incerta alla collega. 《 Purtroppo non ci sono documenti o tracce che ci possano far risalire all'identità delle vittime. 》 Disse, indicando il secondo telo giallo ove era stato trovato l'altro cadavere. 《 Sappiamo solo che sono un uomo ed una donna, 20 anni al massimo. 》 aggiunse ed allungò il collo in direzione dell'amica. 《 Chi è quel ragazzo accanto a Lucifer? 》

《 Ti riferisci a Simon? 》 chiese per assicurarsi che intendessero la stessa persona.

《 Lui! 》 esclamò la Detective, puntando il dito verso lo sconosciuto.

Ella si voltò. I due uomini erano alle loro spalle, intenti a guardarsi intorno. 《 Sì, è Simon. È il nuovo amico di Lucifer. 》 specificò, lasciando sbucare fuori un sorriso imbarazzato che l'altra notò immediatamente.

《 Che c'è, Ella? Ti piace? 》 punzecchiò l'amica con una leggera gomitata che il medico forense si sforzò di ricambiare. 《 Non ti sfugge proprio nulla. 》 accennò con tono sarcastico.

Chloe, avendo intuito l'imbarazzo della donna, cambiò completamente argomento. 《 Da quando Lucifer si porta dietro un &amico&? 》 Le domandò, svirgolettando con le dita.

《 È un agente novizio.. e.. e c'è possibilità possa essere un nostro collega. 》 le spiegò, per poi chinarsi e sollevare il primo telo.

La bionda si limitò ad annuire e lasciò lavorare la mora, anch'ella oramai abituata alle stranezze del collega.

《 Simon, vieni. Seguimi. 》 s'annunciò il diavolo, palesando la sua intenzione di avvicinarsi alla Detective. Il giovane Martin lo seguì.

《 De-tec-tiveeeee! 》 Sapeva sempre come attirare l'attenzione. 《 Lui è Simon. Simon, lei è la Detective. 》 Continuò presentandoli e i due si scambiarono una stretta di mano vigorosa e un sorriso cortese.

《 Che forza! 》 proseguì la donna, soddisfatta.

《 Potrai partecipare, ma solo per questa volta. 》 specificò con l'indice puntato verso l'alto. Il biondo la ringraziò con un enorme sorriso. 《 La ringrazio, Detective. Le prometto che farò il bravo e non intaccherò minimamente il suo lavoro. 》 la rassicurò, poi avanzò verso Ella, interessato a mettersi in gioco sin da subito.

《 Un vero ometto, non è vero? 》 se la rise il re dell'inferno che ebbe come tutta risposta una smorfia da parte della partner di lavoro.

Simon s'accovacciò al fianco della signorina Lopez e non fece nemmeno in tempo ad indossare i guanti che gli erano stati quasi istintivamente passati dalla donna, che il suo entusiasmo venne subito a mancare quando riconobbe la prima vittima di quell'efferato omicidio. Deglutì, ispirò ed espirò più volte, prima di proferire parola.

《 La conosci? 》 gli domandò il diavolo che nel frattempo gli si era affiancato.

《 Era una mia compagna al liceo. 》 biascicò il futuro agente, senza staccare gli occhi dal quel corpo. Subito Ella, seguita dal suo dolce istinto, posò una mano sulla spalla del ragazzo come a volerlo confortare.

《 Si chiamava Cathy Price. 》 Disse con voce affranta. 《 Era un anno più grande di me. 》 aggiunse, osservando il corpo esile e martoriato della compagna.

《 Mi dispiace tanto, Simon. 》 mormorò confortante la mora, Lucifer sembrava dello stesso avviso.

《 Simon.. 》 la bionda si avvicinò a lui. 《 Sapresti riconoscere chi era con lei? 》 gli chiese, approfittando della sua apparente conoscenza.

Simon si alzò e stette al fianco della Detective che stava avvicinandosi alla seconda vittima. 《 È un ragazzo di origine asiatica, sul metro e 90. 》 Lo informò, credendo potesse aiutarlo. Simon, d'improvviso, portò una mano a coprire la bocca. Non era possibile. Quel ragazzo disteso a terra senza vita era uno dei suoi più cari amici. 《 Dom.. il suo nome è.. 》 ebbe un attimo di sgomento. 《..era Dominic Zegers.. 》

Deglutì, come a voler mandare giù quella terribile notizia.

 

[ Nelle ore precedenti; Cathy e Dominic. ]

Vecchi compagni di liceo, i due erano rimasti in ottimi rapporti (qualcuno sospettava fossero più di ottimi amici, sebbene loro avessero sempre ribadito il contrario) e, di tanto in tanto, s'incontravano giusto per trascorrere qualche ora in buona compagnia.

Cathy era la diciannovenne figlia di un pastore, dalla statura minuta e dai capelli biondi ed ondulati che, seppur non molto lunghi, le coprivano le spalle. Dal fisico esile, non praticava alcun tipo di sport (almeno non a livello agonistico). Alla Beverly High era conosciuta principalmente per il suo ruolo all'interno delle Cheerleaders e per la sua turbolenta relazione con Billy Wright, atleta e capitano della squadra di Baseball del liceo dalla brutta ma mai confutata reputazione. La giovane Price conobbe Simon sui banchi di scuola, i due andarono subito d'accordo grazie anche alla similitudine del loro carattere. Questo finché il ragazzo di lei non si intromise fra loro, accecato dalla gelosia. Billy sosteneva che i due amici passassero troppo tempo insieme e questo non andava bene, data la fama del biondo di essere molto apprezzato fra la cerchia di giovani liceali. Sebbene a malincuore, Simon e Cathy interruppero qualsiasi tipo di rapporto, sperando, un giorno, di poter riprendere l'amicizia perduta.

Dominic, un ragazzone alto e bruno, dai tipici tratti asiatici, era un tipo solare, energico. Anche lui giocatore dei Blue Devils (squadra di baseball della scuola), inizialmente aveva cominciato una discreta amicizia con Billy, sino a quando quest'ultimo non si vide derubato del posto di capitano. Il moro, il quale aveva palesemente meritato quel titolo, si era prontamente prodigato, per il bene della squadra, a cedere il posto all'altro. Billy, ormai preso dall'orgoglio, rifiutò in maniera netta e veloce. Simon, anch'esso facente parte della squadra, aveva difeso il compagno e, così facendo, si era conquistato a pieni voti il rancore del giovane Wright che promise che non gliel'avrebbe fatta passare liscia.

 

[Un'ora prima del delitto; PicBoulevard. ]

Il locale era colmo di gente, più affollato del solito nonostante i festeggiamenti natalizi fossero passati già da un bel po'.  Cathy e Nick, s'erano dati appuntamento proprio lì, consapevoli di dover aspettare ore in piedi prima che un tavolo si liberasse.

《 Entriamo. 》 Disse improvvisamente scoraggiato lui, intravedendo delle facce poco piacevoli all'interno.

《 Che ti succede? Hai cambiato idea? 》 lei sembrava di tutt'altro avviso, non aveva intenzione di demordere. Lo afferrò da un braccio e lo trascinò dentro, dove attesero oltre mezz'ora.

Nick lì non voleva proprio starci, si sentiva degli occhi puntati addosso. Cathy, notando il fare inconsueto dell'amico, si issò sulle punte e gli scompigliò i cappelli e posò flebilmente le labbra sulla sua guancia in un bacio accennato. Il ragazzo dalla giacca di pelle non desisteva e fu lì che lei si arrese e, con un vaporoso sbuffo, si incamminò con lui verso l'uscita.

《 Alla fine hai vinto tu..come al solito. 》 sbuffò lei di nuovo, rimanendo al suo fianco.

《 Non che ci fossero dubbi. 》 Tirò fuori la lingua lui, rilassando finalmente il viso dopo averlo contratto a causa del forte disagio provato dentro a quel locale. 《 E poi esistono migliaia di altri locali a Los Angeles. Potremmo andare al Lux, per esempio. Simon mi ha detto che chi va a LA, deve andare al Lux almeno una volta nella vita. 》

《 Simon.. 》 ripetè la giovane Cheerleader. 《 Non lo vedo dal diploma. 》 Continuò dispiaciuta, le mancava molto trascorrere del tempo con lui.

《 Ti piace ancora? 》 Le domandò, essendo al corrente dei sentimenti contrastanti dell'amica nei riguardi del biondo.

《 È un ottimo amico ed è una brava persona. 》 Continuò a passeggiare. 《 Mi piacerebbe molto rivederlo e, chi lo sa, magari stavolta potrebbe essere diverso. 》 ipotizzò la ragazza per poi ridacchiare.

《 E tuo padre lo adora! 》 Esclamò Nick, spalleggiando la bionda.

Poi improvvisamente si voltò, aveva la sensazione di essere seguito.

《 Insomma, Nick. Che ti prende adesso? 》 gli chiese lei, vedendo il viso di lui cambiare nuovamente espressione.

《 Nulla, sarà solo una mia impressione. 》 la rassicurò, ignaro di trovare la morte dietro l'angolo.

 

[ Sulla scena del crimine, circa un'ora dopo il decesso. ]

Ella, dopo svariati accertamenti, attendeva su un lato della strada che i soccorsi caricassero i corpi all'interno dell'ambulanza per poi ricongiungersi ai colleghi.

La scena del crimine, nonostante fosse sera inoltrata, veniva circondata da una calca di gente curiosa di sapere cosa fosse successo. Simon, intento a chiacchierare con coloro i quali sarebbero divenuti suoi colleghi, percepì un senso di oppressione, come se qualcuno lo stesse guardando insistentemente.

《 Qualcosa non va? 》 gli domandò Lucifer, captando segnali strani provenire dal viso del ragazzo.

Simon aveva la parvenza di stare tra le nuvole, in realtà stava cercando di capire se fosse soltanto una sensazione sbagliata o se davvero qualcuno lo stesse osservando. Immobile, continuava a guardarlo la Detective, avendo intuito i pensieri del futuro agente.

Nel contempo, Lucifer, non ricevendo alcuna risposta, si indirizzò verso la signorina Lopez, poi legò le mani dietro alla schiena in attesa di raggiungere il dipartimento e dare il via alle indagini.

《 Simon.. 》 Chloe inclinò il capo. 《 È tutto okay? Ti vedo distratto. 》 chiese, corrucciando la fronte.

Il biondo annuì semplicemente.

La Detective, però, non si diede per vinta. Non era possibile rimanere tanto in una posizione senza muoversi d'un passo, anchse il giovane pareva molto portato nel farlo.

《 Che dia.. 》 sembrava confuso. 《 Che cosa vuole fare? 》 Si domandò, puntando gli occhi sulla folla dalla quale sbucò qualcuno dall'aria sospetta che ricambiò immediatamente la sua attenzione.

Il tizio dalla felpa verde militare estrasse un oggetto dal tascone anteriore, pronto a procedere nelle sue intenzioni. Chloe capì con immediatezza che stava per accadere qualcosa e, senza esitazione, si interpose fra l'uomo e Simon. Quest'ultimo si rese conto soltanto un istante dopo di essere il bersaglio di quello sconosciuto e no, non poteva andarci di mezzo un altro innocente. Si interpose a sua volta e scansò la donna che cadde subito sull'asfalto, mentre la traiettoria della Calibro 32 centrò l'obiettivo.

Il ragazzo venne colpito in pieno petto per poi cadere sulle proprie ginocchia.

《 Simon! 》 si sentì urlare e Chloe, seppur terrorizzata dall'accaduto, riuscì in tempo ad afferrare il viso del biondo, impedendogli di sbattere il capo sull'asfalto.

La folla attonita si dileguò e con lei l'uomo dalla felpa verde.

Lucifer stette immobile, sembrò quasi pietrificato. Ella, invece, palesemente scioccata, chiamò subito il 911, intimandoli di affrettarsi.

La Detective strinse in un istinto materno Simon a sé, scuotendolo poi lievemente. 《 Simon.. ehi, guardami. Rimani sveglio, stanno arrivando i soccorsi. 》 gli ripetè tremante, cercando di tamponare la ferita grondantdsangue.

Il diavolo si inginocchiò ed adagiò una mano sul viso dell'altro. 《 Ehi.. 》 mormorò con voce rotta, guardandolo dritto negli occhi. 《 Andrà tutto bene, figliolo. 》 gli sussurrò, tentando di tenerlo sveglio.

《 N-n-non voglio m-morire.. 》 biascicò lui, mentre le sirene in lontananza si facevano sempre più nitide.

《 Non succederà. 》 gli rispose in piena certezza il re dell'inferno. 《  Mio padre dovrà aspettare ancora tanto per averti. 》 aggiunse, per poi voltarsi verso Ella che, sbigottita, provava a trattenere un pianto. 《 Hai ancora tante cose da fare. 》 gli disse sorridendo, poi gli afferrò una mano.

《 Mi dispiace, Detective. 》 Disse il futuro agente, rivolgendosi alla donna che aveva cercato di salvargli la vita. In quel momento nella testa di lei balenarono vecchi ricordi, ricordando quanto successo molti anni prima al padre.

《 A me dispiace per lui. 》 un sorriso più che cinico comparì sulle labbra del moro, mentre la Detective Decker lo guardava preoccupata, temendo potesse commettere delle sciocchezze.

《 Tu occupati di lui, che io devo accertarmi vada tutto come deve andare. 》 Disse Mr Morningstar alla collega, abbandonando la scena soltanto quando si assicurò che Simon fosse nelle mani di chi potesse soccorrerlo. 

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Capitolo 5
*** Caught in Hell ***


"Caught in Hell"


《 Simon! 》
Urlò affannata una voce femminile. Linda era appena stata messa al corrente dello sparo che aveva coinvolto il nipote ed aveva rapidamente raggiunto il pronto soccorso dove era stato trasportato il ragazzo. La fila in sala d'attesa sembrava interminabile, come se gran parte della città si fosse accordata per incontrarsi tutta lì in quel momento.

《 Linda.. 》
Il volto di Chloe mostrava appieno lo sgomento ed il senso di colpa che provava in quel momento. Si sentiva colpevole di non averlo protetto, non aveva fatto il suo dovere. Si avvicinò all'amica in evidente stato confusionale.
《 Come mai sei qui? 》
Il medico corrugò la fronte perplessa. Che razza di domanda era? Avevano appena sparato a suo nipote. Cosa avrebbe dovuto fare? Rimanere impassibile e con le mani in mano?
《 Chloe.. 》 Mormorò la più adulta fra le due, strabuzzando gli occhi. 《 Hanno sparato a mio nipote in pieno petto. Dove dovrei essere? 》
La Detective arricciò lo sguardo. Lucifer non le aveva riferito questo "piccolo" dettaglio.
《 Simon è tuo nipote? Non me ne avevi mai fatto parola. A dire il vero, pensavo fossi anche figlia unica. 》
Come biasimarla? Linda non era molto propensa a parlare di sé e della sua famiglia, non aveva trovato ancora qualcuno con cui potesse sfogarsi del tutto. Sempre piena di lavoro, il susseguirsi di pazienti logorroici e colmi di problemi la incitavano sempre meno.
《 In realtà, non ti ho mai menzionato la mia famiglia perché innanzitutto non ho un buon rapporto coi miei genitori, non li vedo da molti anni e per di più, mia sorella minore, la madre di Simon è morta molto tempo fa un incendio. Un incendio in cui mi avevano sempre fatto credere avessi perso anche lui. 》
Si liberò, finalmente, e lo fece tutto d'un fiato. La riapparizione del ragazzo la destabilizzava ancora, soprattutto dopo quel breve ma intenso incontro avvenuto il giorno prima. Chloe sembrò più esterrefatta dell'altra, non poteva essere apparso così dal nulla.
《 Come fai ad essere certa sia lui? Insomma, se allora ti dissero che il bambino era morto nell'incendio, vorrà dire che era vero. Non si può nascondere un bambino. 》
《 Se devo essere proprio sincera, sono terrorizzata, Chloe. 》
Lo sguardo svirgolava tra la sua interlocutrice e le porte della sala operatoria. Non sapeva cosa fare: aprirsi del tutto ed approfittare del circostanza o rimandare tutto ad un altro momento?
《 Neppure io mi capacito di come un bambino di soli due anni possa essersi salvato e.. e anche se fosse, perché qualcuno debba aver inscenato la sua morte? Non capisco nemmeno come possa essere arrivato a Lucifer. Aveva solo una mia foto in mano, avrebbe dovuto recarsi direttamente da me. Cosa c'entra lui in tutta questa storia? 》
Si sentiva come se il nipote non fosse stato del tutto onesto con lei e con l'uomo che lo aveva aiutato. Cosa le stava nascondendo? Doveva scoprire di più.
La Detective, nel frattempo, continuava ad ascoltarla seppur la mente stesse vagando, neanche a saperlo, nella stessa direzione di quella dell'amica.
《 Allora perché lo hai accolto così? In casa tua? In fondo non lo vedevi da tanto e, nonostante fosse davvero tuo nipote, in realtà restava comunque un totale estraneo. 》
Anche lei si chiedeva cosa c'entrasse Lucifer e per quale strano motivo l'uomo si fosse affezionato così in fretta al ragazzo, quasi come se lo conoscesse da molto prima.
《 Sei sicura che Lucifer e Simon non si conoscessero già prima? 》
《Sicurissima. Mi sono fidata del suo istinto e l'ho accolto.》 affermò la dottoressa, tentando di giustificarsi. 《Lucifer me lo ha giurato e sai che lui non mente mai. 》
La più giovane fra le due scosse la testa, in fondo non aveva tutti i torti. Il re dell'inferno non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere, men che meno ad una delle persone a cui teneva di più. Fu questo il motivo per cui la Detective giurò a se stessa che avrebbe scoperto di più.

Mentre le due donne discutevano ed attendevano il responso dei medici, Lucifer, Amenadiel ed Ella avevano raggiunto l'ala ospedaliera ove il giovane Martin veniva operato d'urgenza. Ad accompagnare i visi ormai conosciuti, si presentarono due ragazzi, all'apparenza coetanei di Simon, palesemente atterriti e un po' smarriti.
《 Vogliamo vedere Simon! 》Urlò una dei due ignoti. Aveva tutta l'aria di chi non aveva paura di niente e avrebbe incollato al muro chiunque si fosse messo d'ostacolo fra lei e il futuro agente.
《 Signorina, mi spiace ma in questo momento non è possibile. Il signor Martin è in sala operatoria, non posso dirle altro. 》 intervenì uno dei medici appena usciti dalla sala.
Seppur contrariata, la giovane dai lunghi e lisci capelli castano scuro dovette arrendersi ai consigli della persona che gli stava accanto: un altrettanto giovane moro dall'apparente indole più mansueta.
《 Voi conoscete Simon? 》 Le domandò spontaneamente Ella, vedendo i due davvero in ansia. Mentre Linda ed Amenadiel cercavano qualcuno a cui chiedere notizie di Simon.
La ragazza dalla pelle scura ed il fisico slanciato si avvicinò al medico forense. 《 È il mio migliore amico. Tu chi sei? 》 Dava l'impressione di non essere molto felice della sua domanda ed Ella se ne rese conto, quindi rispose con un breve. 《 Ella, l'ho conosciuto solo qualche ora fa. 》
Lucifer, sebbene non proferì parola, assistette a tutte la scena e nel frattempo con la coda dell'occhio cercava di carpire qualcosa dal labiale del medico con cui stava parlando il fratello.
《 Pensi sia grave? 》 s'aggiunse l'altro, momentaneamente, sconosciuto. 《 L'infermiera che ci ha chiamato non c'ha spiegato molto. 》 concluse, avanzando verso il diavolo.
《 Mi auguro di no, anche se dall'espressione dei dottori non mi aspetto niente di buono. 》 e, quasi come se stesse discutendo col nulla, il re degli inferi si congedò dal ragazzo e si unì al fratello ed alla dottoressa per ascoltare da vicino. Chloe lo raggiunse.
Il ragazzo si strinse nelle spalle, si sentiva come se nessuno volesse dargli retta. Conosceva Simon da sempre e non sapere cosa gli fosse successo lo logorava dentro, quindi si avvicinò all'unica persona che pareva dar loro ascolto.
《 Ella, giusto? 》 chiese quasi sicuro. 《 Io sono Michael e lei è Lauren, mia sorella. Simon per noi è come un fratello e vorremmo sapere come e chi lo ha ridotto in queste condizioni. 》 La voce di Michael doveva per forza portarsi una maledizione dietro perché venne interrotto, di nuovo, ma stavolta non da uno dei presenti in corridoio, ma da una voce proveniente dall'ingresso della sala operatoria.

Simon non si era svegliato. Simon era in coma.


[ . . . ]

Urla, grida di dolore, era questi gli unici suoni che il ragazzo riusciva a sentire. Si svegliò o almeno era quello che lui pensava. Intorno vi era soltanto buio, era senz'altro sicuro fosse un luogo dove non aveva mai messo piede. Le tenebre non parevano spaventarlo, era capace di vedere oltre la foschia che s'issava sempre di più e la cenere che, come fiocchi di neve, scendeva fitta, gli sporcò il capo color grano. Si respirava una brutta aria.
Mentre gradualmente proseguiva nel suo tragitto le voci che, inizialmente, risultavano lontane si fecero più chiare. Quegli strilli erano talmente strazianti che Simon si sentì il cuore rimpicciolire. Dove si trovava e chi era il mostro capace di infliggere così tanto dolore a quella gente?
Incespicò, atterrando sulle mani, poi si alzò e strofinò ambedue gli arti unti di chissà quale sostanza disgustosa. Non funzionò molto, ma "meglio di niente". Pensò.
《 Dove cazzo sono finito? 》 ribadì, per poi fermarsi obbligatoriamente dinanzi ad un ammasso di rocce che giungevano fino al tetto, dove si ergeva quello che doveva senz'altro essere un trono o qualcosa del genere. L'altezza nella quale era posizionato non lo rendeva molto visibile.
《 Simon. 》 Una voce sinistra, alquanto inquietante, lo chiamò alle sue spalle. 《 Finalmente ci conosciamo. Sei proprio come ti avevano descritto. 》 Dietro di lui sbucò una figura dalle fattezze femminili inquietante raccapricciante tanto quanto la sua voce. Lui, naturalmente, si volse di scatto e spalancò lo sguardo quando le si palesò di fronte.
Chi o meglio che cosa era quell'essere rivoltante davanti ai suoi occhi? 《 Io non la conosco. 》 Rispose. 《 Ma il timbro della sua voce rispecchia appieno le sue sembianze. E per.. 》 Indietreggiò di qualche passo. 《 ..per la cronaca, io non l'ho mai vista e non sono mai stato qui prima d'ora. 》
Un risolino sardonico spirò dalle fauci del mostro.《 Io sono Lilith, la regina madre di tutti i demoni, reggente della stella del mattino, re supremo delle tenebre. 》 si presentò con enfasi e si avvicinò ancora di più al giovane visibilmente intimorito. 《 Non ti sembra strano il fatto che tu capisca la mia lingua pur non essendo mai stato qui e pur non facendo parte della stirpe dei demoni? 》
《 Demoni? Ma cosa va farneticando? I demoni non esistono e non esiste nemmeno questo posto. È solo un incubo da cui presto mi sveglierò. 》 adesso era ancora più terrorizzato di prima. Demoni? Supremo re delle tenebre? Che incubo era mai questo?
La terra sotto i loro piedi cominciò a scuoterli in un ritmo che sembrava attenersi ad un ritornello preciso, i tonfi sordi ricordavano quelli di un uscio sbattuto dal vento. Un'incalcolabile orda di coloro i quali erano gli esseri di cui parlava Lilith si trascinava verso di loro. Simon non seppe più come procedere: da un lato vi era colei che si presentava come la regina dei demoni e dall'altro le sue creature. Deglutì. No, non era possibile fosse tutto quanto vero.
《 Sei pronto, è arrivato il tuo momento. 》 La regina dei demoni si spinse di nuovo più vicino al ragazzo e lo stesso poi fecero i demoni dietro di lui. Dromos, in particolare, a prima vista io più stupido della congrega, reggeva in mano un oggetto che Simon identificò soltanto dopo: un'intrecciata corona di spine.
《 Che cosa volete esattamente da me? Io non ho fatto nulla di male nella mia vita. Non credo di meritarmi tutto ciò. 》 Pian piano si stava rendendo conto che quello che lui credeva soltanto un'illusione, soltanto la mistificazione di una leggenda, era pura realtà e risiedeva sotto i suoi piedi da chissà quanto tempo.
《 Voglio parlare con il diavolo. 》 Pareva la sua unica speranza. Si era sbagliato, pensò, non c'era altra spiegazione. Parlarne col "capo", magari, avrebbe risolto la questione e lui avrebbero potuto far ritorno a casa. 《 Io devo assolutamente tornare a casa, dai miei amici, dalla mia famiglia. 》
《 Il diavolo.. 》 risa sconnesse raggiunsero le sue orecchie. 《 Lo hai già fatto, hai avuto l'opportunità di parlargli, ma i tuoi occhi erano così accecati dalla tua fede verso il tuo Dio da non vedere ciò che si trovava ad un passo dal tuo naso. 》 Il ragazzo, in un momento di smarrimento, venne ostacolato dai due dei demoni dietro di lui. Gli legarono le braccia dietro la schiena, mentre Dromos sollevò gli arti superiori per posizionargli la corona sulla testa. A nulla valsero le grida ed il divincolarsi di Simon.
《 Perché mi fate questo? Vi prego, basta! 》 Urlò di nuovo. 《 Basta! 》 urlò ancora una volta. Lilith non parve minimamente scomporsi al dolore del giovane, anzi, allungò la bocca in un sorriso soddisfatto quando vide gli occhi di lui diventare di un rossi scarlatto. 《 Lo sapevo. Sapevo fossi esattamente come tuo padre: un ribelle ostinato e testardo, forte e potente. 》
Simon aggrottò la fronte, inclinò di poco il capo in avanti, intensificando lo sguardo. 《 Voglio parlare con lui. 》 Il timbro della sua voce era stato modificato dal suo io interiore che, per la prima volta veniva fuori. Le vene sulla tempia pulsavano, stava tirando fuori tutta la forza in corpo. I demoni ne furono sbalorditi quando riuscì a liberarsi da quella costrizione. 《 Voglio. Parlare. Con. Lui. 》 quel suono carico di rabbia affannò le sue membra e la corona sopra la sua testa non era poi così fastidiosa come pensava. A passo svelto si mise faccia a faccia con Lilith. 《 Lui dov'è? 》
《 Chiamalo, Simon. Chiama Lucifer. 》 gli rispose, certa delle intenzioni del diavolo. Non sarebbe mai sceso all'inferno. 《Adesso sei tu il re. 》
《 Io sono Simon, solo quello. Non sono il tuo re, non sono il re di nessuno. Che questo posto marcisca ed evapori sotto le sue stesse fiamme! 》 Gridò il ragazzo con impetuosità.
《 Chiamalo! 》 Lo incitarono.
《 Secondo te, Simon, come avresti potuto sopravvivere se io non ti avessi salvato? Secondo te come avresti potuto arrivare a lui se io stessa non ti avessi spinto a farlo? 》 Continuò la regina dei demoni. Il giovane Martin, in quel preciso istante, si rese conto che, proprio come l'ultima volta, Mr Morningstar era rimasta la sua unica soluzione.
《LU-CI-FER!! 》 Gridò di nuovo, utilizzando quella poca voce che gli era restata.


[ . . . ]


..《 LU - CI - FER!! 》
Il diavolo sussultò dal letto e spalancò gli occhi, intriso di sudore.
Aveva davvero sentito qualcuno pronunciare il suo nome? O era solo un sogno? E poi, lui, lui quella voce l'aveva già sentita. Non gli era per niente nuova. Si sedette ai piedi del letto con lo sguardo fisso in un punto e ticchettò le dita sul groviglio di lenzuola bianche, poi tirò un grosso respiro.
《 Simon.. 》 ripetè più volte. Ne era certo. Ma perché chiamare proprio lui? E per giunta con quel tono di voce?
Lasciò il letto e si cambiò velocemente, rivestendosi. Afferrò le chiavi della sua Corvette nera e, dopo aver salutato fugacemente Maze, si allontanò in direzione dell'ospedale dove Simon era ricoverato da più di due settimane.

[ Qualche minuto dopo.. ]


《 Lucifer. 》
Amenadiel arcuò un sopracciglio, sorpreso di trovare il fratello lì, quando avrebbe dovuto essere al dipartimento di Polizia in compagnia della Detective. Cosa ci faceva là? E quello sguardo perso, poi fisso sul ragazzo?
Quando il moro non gli rispose, gli venne spontaneo lasciare la sedia su cui era seduto ed avvicinarsi a lui, ponendovisi di fronte.
《 Lucifer? 》
《 Amenadiel, qui c'è qualcosa che non quadra. 》
Pareva piuttosto concentrato nei propri pensieri.
《 Il mio sesto senso mi dice che non è tutto come deve essere. 》

[ . . . ]

《 LUCIFER! 》
Sentì ancora, poi portò le mani sulle spalle dell'omone dalla pelle scura e incastonò i propri occhi a quelli di lui. 《 Dimmi che lo senti anche tu, ti prego! 》 deglutì, la sua soglia di sopportazione stava raggiungendo il limite. Quella voce tormentata lo lacerava dentro. Amenadiel scrollò il capo, tutto ciò che fu in grado di sentire furono i rumori meccanici dei macchinari che tenevano in vita il ragazzo.
《 Non posso sentirlo solo io. Non sono pazzo. 》 Continuò a ripetersi, poi si scostò, deluso dal primo angelo di Dio.

《 Simon.. parlami. 》 mormorò il diavolo, posizionandosi al fianco del giovane che, inaspettatamente, allungò e intersecò la propria mano a quella dell'adulto.
《 Lucifer.. 》 pronunciò il biondo, stavolta con un tono decisamente più pacato, mentre, piano piano gli occhi cerulei si schiudevano ed incontravano la luce del sole. 


 

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Capitolo 6
*** Soulmates ***


 

" Anime Gemelle "


Erano trascorsi circa trenta giorni dal risveglio di Simon. Il ragazzo stava riprendendosi pian piano da quella brutta ferita e nonostante i dolori fossero a volte lancinanti non si perdeva d'animo. Linda, dopo quel grande spavento, aveva scoperto che il malassere che l'attanagliava da settimane era dovuto all'inaspettata gravidanza.  Amenadiel, dal canto suo, non si capacitava di come un essere celeste possa aver messo incinta una semplice umana. Lucifer, invece, seppur sorpreso dalla notizia, la accettò con gioia, come lo stesso fece Maze. Chloe, dal canto suo, continuava a vivere la solita routine: lavoro - casa, lavoro - casa. L'unico suo svago era passare del tempo a giocare a Monopoly con Trixie, la figlia di 8 anni. Ella, acontempo, non perdeva occasione di passare del tempo con Simon con la quale aveva instaurato un ottimo rapporto d'amicizia.


《 Simon! 》

La signorina Lopez si sbracciò per farsi notare dall'amico  che era intento a chiacchierare al telefono. Sembrava piuttosto preso dalla conversazione, tanto da accorgersi della presenza di lei soltanto quando bussò alla sua schiena.

《 Ella! 》

Esclamò lui, salutando in fretta la persona con cui era al telefono. Quasi come se volesse nasconderla alla donna. Poi si protese in avanti e schioccò un bacio sulla guancia di lei che ricambiò immediatamente.

《 Scusa se non ti ho vista prima, ma sai.. 》

Le scompigliò i capelli.

《 Sotto ad un metro e settanta non vedo. 》

Aggiunse ridendo, per poi ricevere una smorfia di disapprovazione che si trasformò in un grande sorriso quando sfoggiò uno dei suoi soliti sguardi ruffiani.

《 Va bene, ti perdono, ma solo per questa volta. 》

Lei posò una mano sulla sua spalla dopo che lui prese posto in una delle panchine. Non voleva smorzare quel momento di ilarità, ma sapeva che in lui ci fosse qualcosa che non andava e non se la sentiva di rimandare ancora. Sebbene non lo frequentasse da moltissimo tempo, aveva captato in lui deglstranatteggiamenti.

《 Cosa c'è che non va? Parla con me. Sai che puoi fidarti e che non tradirei mai la tua fiducia. Sfogati, libera la tua anima, biondo. 》

Simon le fece un po' di spazio accanto a sé in quella piccola panchina ed annuì, posando le proprie mani sulle sue e fece un profondo respiro, prima di iniziare a parlare.

《 Tu credi in Dio, no?  》

Ella annuì a sua volta, facendo segno sul crocifisso appeso al collo.

《 Io credo esista anche il diavolo. Anzi, ne sono più che sicuro. 》

Prese un altro respiro e continuò.

《 Quando mi hanno sparato, quando sono entrato  in coma, ho fatto un brutto sogno. Un incubo, un vero incubo, a dir la verità. Mi trovavo in un luogo lugubre e tenebroso, buio e inquietante. All'improvviso sono stato circondato da esseri rivoltanti che blateravano cose senza senso. Poi.. poi mi hanno parlato di Lucifer e.. 》

《 Lucifer? Esseri rivoltanti? Mi stai mettendo paura, Simon. Sul serio. 》

La donna corrugò la fronte e strinse le mani del ragazzo, palesemente preoccupata. Era un sogno piuttosto strano e poi cosa c'entrava Lucifer in tutto questo?

《 So che ti sembrerà strano quello che sto per dirti, ma.. credo che Lucifer sia mio padre. Il diavolo e mipadrpotrebberesserlstesspersona. 》

L'amica strabuzzò gli occhi scioccata: non capiva quale fosse la correlazione fra Lucifer ed il sogno, ma ciò che la scioccò furono le ultime parole che pronunciò il biondo. Inspirò ed espirò, assimilando ciò che le era appena stato detto.

《 Okay. Con Calma. Come fai a saperlo? Ad esserne sicuro? È stato solo un sogno, in fin dei conti. Magarsarà statcausatdal traumchhasubito o dallmorfinendovena..  》

E questo era vero, ma Simon aveva volontariamente omesso il resto di quello che aveva visto. Sospiró, poi strinse ancora di più le mani di lei, provocandole una percezione di dolore dovuta alla forza immessa.

《 Lo so e basta, fidati di me. 》

Lei annuì semplicemente e, sebbene quella di lui fosse un'idea davvero folle, non se la sentiva di abbandonarlo così.

《 Ci sto! 》

Esclamò, osservandolo attentamente sino a quando i loro visi non furono talmente vicini da sfiorarsi.

《 Sapevo di poter contare su di te.. 》

Mormorò il ragazzo, prima di posare le sue labbra su quelle di lei.


[ Nel frattempo al Lux.. ]

《 Lucifer, sai benissimo che non è normale ciò che è successo fra te e Simon. Insomma, lo vuoi capire o no che qui c'è qualcosa che non va? Siete legati in qualche modo, non so come e perché, ma è così. Hai già rimandato troppe volte, è ora di agire! 》

Amenadiel era irremovibile, proprio come Maze che era intenta ad ascoltare la conversazione fra i due fratelli. Non era mai stata molto propensa a stare dalla parte del primo angelo di Dio, ma stavolta quest'ultimo aveva ragione. Simon nascondeva qualcosa.

《 Qui l'unico a non capire sei tu, fratello!  Lui era lì, lo capisci? Simon era lì!  Perché mai avrebbe dovuto esserci?  Ti sembra qualcuno destinato all'inferno? 》

E che cazzo. Anche Lucifer aveva ragione. E adesso? Maze da che parte avrebbe dovuto stare?

《 Avete ragione entrambi, c'è qualcosa sotto di cui noi siamo all'oscuro.. e forse anche Linda. Ce lo avrebbe detto, se non fosse stato così, giusto? 》

Il demone finalmente intervenì, interponendosi fra i due fratelli.

《 Prendiamo Simon e portiamolo qui. 》

Aggiunse, seppur a malincuore. L'affetto che in quel periodo era cresciuto nei confronti del ragazzo fece leva sul suo cuore, ma il suo istinto da guardiana degli inferi le suggeriva di investigarci su.

《 Cosa vuoi fare? Portarlo qui, tenerlo come fosse un ostaggio e torturarlo finché non sputa fuori qualcosa? Sei impazzita?!  》

Un infervorato Amenadiel si rivolse all'amica, anche lui aveva imparato a voler bene a Simon. Per questo posò gli occhi rossi di rabbia sul demone e poi sul fratello che, nel mentre, aveva incrociato lo sguardo confuso e smarrito di un'inattesa Dottoressa Linda.

《  Cosa volete fare voi a mio nipote?  Volete morire tutti per caso? 》

Diciamo che si stava presentando bene, vista la reazione del compagno e di Maze. Lucifer, invece, sembrava averla fatta franca.

《 Lucifer, devi dirglielo. 》

Disse imperioso Amenadiel, poggiando una mano sulla spalla del diavolo.

《 Linda.. 》

Pronunciò Lucifer, mormorando, poi allungò una mano verso di lei che nel frattempo si era avvicinata a loro.

《 Lucifer, mstafacendpaura. Che succede a Simon? 》

Il viso della Dottoressa esprimeva appieno il senso di preoccupazione che la stava abbrancando. Il diavolo abbozzò un flebile sorriso ed invitò l'amica a sedersi. Soltanto successivamente cominciò a parlare, raccontandole tutto quello che era accaduto circa un mese prima quandinipotstrovaviospedale. 

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Capitolo 7
*** Simon Morningstar ***


"Simon Morningstar"



Nonostante fossero già trascorsi alcuni giorni da quando Linda e Lucifer ebbero quella strana conversazione, la dottoressa non riusciva proprio a stare tranquilla. Forse Lucifer aveva sbagliato momento o forse era lei ad essere fin troppo apprensiva nei confronti del nipote, soggetto cardine della discussione. Maze, dal canto suo, non si era fermata un momento e, insieme ad Amenadiel, non aveva perso occasione di far venire a galla la verità. I due, infatti, cercarono di far sbottonare il giovane Martin, tutt'altro che volenteroso di far parola su quello che gli era accaduto. L'unica, a quanto pare, a conoscenza di quella minuscola parte del "sogno" era Ella, sempre più interessata al biondo.
 

[ Studio della Dottoressa Linda Martin. ]

《 Simon, posso parlarti un attimo? 》
Gli domandò la dottoressa dopo averlo convocato nel suo studio. Con la complicità del demone e del primo angelo di Dio, la donna aveva architettato un piano che, se avesse funzionato, avrebbe regalato ai tre il risultato sperato.
《 Mi hai chiamato di soppiatto. Che succede? Il bambino non sta bene? E tu? Hai una brutta c'era, non mi dire che.. 》
《 Simon! 》  Lo interruppe, trascinandolo sul divano. Poi prese posto accanto a lui. 《 Lasciami parlare. 》
《 Vai.. 》 Si limitò a dire lui, annuendo.
《 Ultimamente ti vedo un po' strano, sei sempre con la testa fra le nuvole e io mi sto davvero preoccupando. Non so cosa pensare, non vorrei essere invadente ma.. Sei mio nipote e non puoi chiedermi di far finta di nulla.. 》
Simon, dunque, si protese leggermente in avanti e deglutì, lasciandosi poi andare in un grosso sospiro. Cosa avrebbe dovuto fare? Dirglielo o non dirglielo? Se non gli avesse creduto? In fondo, chi avrebbe potuto reggere una storia del genere?
《 Tutto è cominciato quando mi hanno sparato. In quel periodo, prima del mio risveglio, feci un brutto sogno, un sogno che non avevo mai fatto. Orribile.. 》 Il racconto venne interrotto dal singhiozzio sfrenato del ragazzo. Quei ricordi lo stavano divorando dal momento stesso in cui divenirono tali. Linda prese le mani fra le sue, cercando di calmarlo e lui riprese. 《 Era un luogo buio, lugubre, dall'aria afosa e pesante. Soltanto urla attorno a me, nient'altro, finché non mi apparve di fronte un essere dalle strane sembianze, dalle fattezze altresì simili a quelle di una donna. Il suo sguardo era torvo e la sua voce avrebbe fatto rabbrividire chiunque. Di fianco, d'improvviso, si fecero avanti degli esseri simili a lei. Ognuno di loro parlava una lingua strana ma io, non so come, riuscivo a decifrarla. 》
Linda sollevò le spalle in un sospiro e strinse le labbra, mentre i due, con le orecchie vispe poggiate sulla porta, ascoltavano attentamente.
《 Mi disse di chiamarsi Lilith, poi due di loro posero sul mio capo una corona di spine, affermando che stava lì ad aspettarmi da tanto tempo. Lei si avvicinò ancora un po' a me, io ero terrorizzato seppure non avesse la men che minima intenzione di farmi del male. Sistemò la corona che era sulla mia testa e incastonò lo sguardo al mio, sorridendo e dicendomi quanto io fossi simile a mio padre. 》
I sospiri erano interminabili, Amenadiel e Maze rimasero impietriti dal racconto di Simon. La dottoressa sgranò gli occhi e strinse istintivamente le mani del nipote che sembrava non aver ancora finito.
《 ... affermò di essere stata lei a salvarmi dall'incendio e.. ad avermi portato da Lucifer.. 》
La donna lasciò le mani di lui per poi allargare le braccia e stringerlo forte a sé.
《 Andrà tutto bene, tesoro, troveremo una soluzione. 》
 Mormorò fra le sue braccia. Non era di certo la reazione che il ragazzo si sarebbe aspettato: Linda stava solo dissimulando o era sul serio rimasta impassibile a quanto detto poco prima? Non sapeva ancora darsi una risposta, ma comunque ricambiò senza fare storie, inconsapevole di aver avuto altri interlocutori fuori dalla stanza.

 

[ Lux, Los Angeles. ]

Chloe, come concordato in precedenza, era andata a trovare Lucifer al suo locale, pronta per il loro tanto atteso appuntamento. Indossava un lungo abito di velluto blu, con un'accennata scollatura sul seno e un filo di raso argentato che le cingeva la vita. I capelli, invece, erano raccolti in un toupet alto, mentre delle ciocche le contornavano lateralmente il viso. I due sarebbero andati ad un'importante cena di beneficenza organizzata dall'élite della città.
《 Detective, sei uno splendore! 》
Esordì con un ghigno divertito il diavolo, vestito interamente di nero con un solo stacco rosso sulla cravatta. Si avvicinò e prese la donna sottobraccio, salutandola con un dolce bacio sulle labbra.
《 Anche tu non sei niente male! 》
Esclamò lei, ricambiando teneramente il bacio dell'uomo. Dopodichè raggiunsero l'esterno del locale e salirono sulla Corvette nera in direzione del Palace Hotel.
《 Allora, hai scoperto qualcosa su Simon? 》
La detective sembrava aver preso sul serio la questione. Lucifer, sorpreso dal suo interesse, morse istintivamente il labbro inferiore. Aveva giustappunto ricevuto una inequivocabile telefonata da parte del fratello che lo aggiornava sullo svolgersi delle loro "indagini".
《 In realtà sì. Mi ha telefono poco fa Amenadiel, dicendomi che la dottoressa è riuscita a farlo parlare. 》
《 E..? 》
《 E.. e la mia teoria era fondata. Non credo ci siano ulteriori dubbi. É solo che.. 》
《 Aspetta, aspetta. 》
Lo bloccò la Detective, poggiando una mano su quella dell'altro.
《 Mi stai dicendo che.. 》
《 Mio nipote non è il primo ibrido della storia. 》
Sospirò, poi continuò a raccontare.
《 Devo solo accertarmi del perché mio padre non mi abbia detto nulla.. insomma, come ha fatto Simon a nascondersi così bene? 》
Scosse la testa, picchettando nervosamente le dita della mano sinistra sul volante. Mentre la compagna issò le spalle incredula.
《 Il tuo ragionamento non fa una piega.. ma come avrebbe potuto nascondersi, se non conosceva lui stesso la sua vera identità? 》
Bhe, neppure lei aveva torto, ma l'uomo più affascinante di Los Angeles non le diede nemmeno il tempo di formulare altri pensieri.
《 Forse non era lui a nascondere se stesso, ma era qualcun'altro a farlo. 》
Rispose senza esitare, mentre col piede sinistro spinse l'acceleratore, notando l'edificio sempre più vicino.

 

[ N. 19 di cartagena Street, residenza di Ella Lopez (qualche ora dopo). ]

《 Beh.. allora ci vediamo domani al lavoro.. 》
Mormorò Simon sull'uscio della porta(aveva da poco preso il posto come agente), dopo aver trascorso la serata insieme al medico forense. I due sembravano sempre più affiatati e non riuscivano proprio a star lontani l'uno dall'altra, complice la forte attrazione che li univa. Ella, proprio quella sera, s'era messa in tiro nella speranza di poter c'entrare il proprio obiettivo. Era sempre stata affascinata da quel gigante biondo che le stava rubando il cuore.
《 Hai altri impegni per questa sera? 》
Gli domandò lei, intersecando le dita della mano destra a quella della sinistra. Era palesemente nervosa ed un eventuale rifiuto da parte del ragazzo l'avrebbe certamente ferita. Lo osservava in quella camicia dal colore simile a quello dei suoi occhi e quella giacca dai toni scuri metteva in risalto la sua carnagione chiara. Simon avanzò verso di lei e le rispose con un raggiante sorriso, poi afferrò le sue mani ed agganciò lo sguardo al suo.
《 Assolutamente no, mi sono riservato a te.. 》
Ella, a questo punto, tentò di reggere lo sguardo del biondo e strinse a sua volta le mani di lui. Quest'ultimo continuò a guardarla con attenzione per poi chinarsi e spingere le labbra contro quelle di lei. Questa volta il bacio aumentò d'intensità, le lingue si fecero spazio nella bocca dell'altro in un bacio molto molto appassionato.
Senza aggiungere altro, Ella si liberò le mani e spalancò la porta di casa, trascinando Simon dentro con sè. Dopo quell'impercettibile lasso di tempo, riprese a baciarlo sempre più coinvolta e issò le braccia, portandole sul viso di lui che immediatamente avvolse i fianchi di lei, sollevandola da terra.
《 Simon.. 》
Biascicò, intenta a spogliarlo della giacca. Il biondo indietreggiò di qualche passo sino a raggiungere il divano e si liberò anche della camicia celeste, mettendo di conseguenza in evidenza la recente cicatrice all'altezza del cuore. Ella, invece fece scivolare giù il vestito porpora e si posizionò a cavalcioni sulle gambe di lui, tangendo coi polpestrelli l'addominale definito del ragazzo.
《 Ti desidero da impazzire.. 》
Sussurrò lui, Stringendola con dolcezza, mentre il suo petto accaldato aderiva impaziente a quello altrettanto caldo di lei. I baci si susseguirono ancora per un po', finché frenetiche le labbra di Simon lasciarono umidi baci sul collo di Ella. I loro bacini iniziarono a cercarsi, ansiosi di aversi.
《 Simon.. 》
Sussurrò ancora una volta, mentre le labbra calde del ragazzo si facevano strada sul suo seno e le sue mani percorrevano con veemenza la sua schiena. Le dita di lei affondarono sui suoi capelli dorati, tirandoli appena.
《 Anch'io ti voglio.. 》
Accennò, gemendo fra le sue braccia. Simon, d'improvviso, abbandonò momentaneamente il suo seno e, cingendola con un braccio, la lasciò distendersi per poi posizionarsi fra le sue gambe. Sbottonò velocemente i pantaloni e si liberò dell'intimo, rimanendo totalmente nudo. Protese il busto in avanti, dopodiché si spinse verso il basso sino a raggiungere il basso ventre dell'altra, desiderosa di averlo. Le mani di lui s'adagiarono alle gambe di lei. le labbra, invece, dopo aver lasciato un evidente segno ematico sul fianco della donna, si dedicarono alla sua intimità, spogliandola degli slip. In seguito seguito osservò dal basso il medico forense prima di chinare il capo e stuzzicarla facendosi largo fra le due gambe.
《 Ti prego.. 》
Biascicò la donna, palesando il desiderio di volerlo baciare ancora. Il biondo tornò sulle labbra di lei, baciandola con trasporto mentre finalmente si stava concedendo in maniera totale alla donna. L'attrazione reciproca, l'alchimia che li legava diede vita ad un amplesso carico di intensità ed erotismo, lasciando i due grondanti di sudore e fortemente affannati. Infine, affaticati dall'intensa prestazone fisica, caddero l'uno sull'altra fra le braccia di Morfeo.

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Capitolo 8
*** Hold Me Tight ***


"Hold me tight"


L'estate era da poco arrivata e non aveva infuocato soltanto le temperature, ma anche gli animi di Ella e Simon che non provavano nemmeno a nascondere ciò che li legava, non facendo altro che dedicarsi alle loro attività extralavorative. Linda era sempre più agitata, il pancione si faceva sempre più evidente ed i numerosi calci da parte del figlio davano già parvenza del carattere forte e vivace che lo avrebbero contraddistinto. Lucifer trascorreva molto più tempo assieme alla Detective, la loro relazione pareva consolidarsi ogni giorno di più.

《 Devi dirglielo. Cazzo, Lucifer, è tuo figlio. Cosa aspetti? Che papà venga sulla Terra per darti quattro sberle e farti riprendere dallo stato di (blocco) in cui sei caduto? 》
《 Amenadiel, ti prego. Adesso non mettere in mezzo paparino tuo adorato.! Quando sarà il momento, glielo dirò. Non posso andare da lui e dirgli, come se fosse nulla: "Sai, Simon, io sono tuo padre ma sono contemporaneamente il diavolo e tu sei metà angelo e metà umano..e, chissà, magari un giorno prenderai il mio posto e governerai felicemente l'inferno". Stai fuori di testa, fratello? 》
Il primo angelo di Dio sollevò gli occhi al cielo. Perché era così impertinente? Si avvicinò in prossimità dell'altro ed afferrò le sue spalle.
《 Vuoi che lo scopra da solo o che sia qualcun'altro a dirglielo? È la sua natura, Lucifer. Non dirglielo non cambierà il tuo essere suo padre. Non dirglielo potrebbe metterlo in pericolo. Cosa succederebbe se lo venisse a sapere all'improvviso, eh? È il figlio del diavolo, non di un uomo qualunque. Lo capisci oppure no? 》
Il re dell'inferno svirgolò lo sguardo dall'uomo al soffitto, poi lo posò sulle mani del fratello che stringeva forte le sue spalle. Era la cosa giusta da fare? Rimanere in silenzio e farsi carico di tutto o informare il diretto interessato con tutte le conseguenze annesse?
《 Stasera lo inviterò qui e glielo dirò. Sei contento adesso? 》
《 Sì, lo sono, fratello. Mio nipote deve sapere che tuo sei suo padre e noi siamo la sua famiglia. 》
Il tono di voce di Amenadiel si fece più calmo e il viso di Lucifer si rilassò, (nascostamemte) orgoglioso delle parole che il fratello aveva rivolto a Simon. 《 Mi dispiace per lui, a dire la verità. 》
L'uomo dalla pelle scura corrugò la fronte, arricciando lo sguardo verso lo scapestrato proprietario del nightclub. 《 Perché dovrebbe dispiacerti? 》
《 Perché dovrà farsi carico di uno zio rompicazzi! 》 Esclamò il moro, nascondendo un ghigno sardonico sotto ai baffi.
《 Vaffanculo, Lucy! 》 Esclamò Amenadiel a sua volta, spintonando il fratello per poi scoppiare in una fragorosa risata.
 

[ Qualche ora dopo.. ]

Il dolce suono che proveniva dal piano di sotto svegliò il diavolo che, coinvolto dalla melodia di quegli alternati tasti e curioso di conoscere l'interprete di tali note, si sistemò  - seppur non fosse da lui - alla bell'e meglio e scese, percorrendo la rampa di scale che lo separava dal locale che ospitava il Nightclub. Con suo grande sorpresa - come se avesse letto le sue intenzioni - Lucifer si trovò davanti Simon, da tempo protagonista ricorrente dei suoi pensieri.
《 Simon, stavo giusto pensando a te! 》
Esclamò, facendo voltare di scatto il ragazzo che, immediatamente, lo salutò con un enorme sorriso.
《 Lucifer! Devi perdonarmi, ma non ho resistito al suo fascino ed ho iniziato a suonare senza rendermene conto. 》 Annunciò, accarezzando con le dita la superficie liscia del pianoforte e si scostò di poco, lasciando spazio all'altro. 《 Come mai mi cercavi? 》
Il diavolo, senza pensarci due volte, prese posto accanto al ragazzo e posò lo sguardo sulle sue mani, notando quanto fossero simili alle proprie. Poi tornò in sé ed al motivo per cui voleva che Simon fosse lì.
《 Volevo parlarti di una faccenda importante ed ho bisogno di tutta la tua attenzione, ho bisogno che tu mi ascolti attentamente. 》
Simon, in cuor suo, sperava davvero tanto che quella conversazione portasse a qualcosa di buono, che ciò che Lucifer stava per dirgli fosse quello che lui avrebbe voluto sentirsi dire.
《 Sono tutto orecchi. 》 Rispose brevemente e girò il viso verso il suo interlocutore: da un lato felice di vedere Lucifer tanto interessato a condividere qualcosa con lui, dall'altro in ansia per timore di essere deluso, frustrato nel dover nascondere ancora quel piccolo - ma allo stesso tempo grande - segreto. Il diavolo, dunque, prese un lungo respiro, dopodiché iniziò a parlare.
《 Ad essere sincero non saprei da dove cominciare, ma non posso rimandare a lungo. Non potrò sempre procrastinare l'inevitabile e fingere che dentro di me non sia cambiato nulla. 》
Deglutì, sentiva il petto contrarsi dalla marcata ansia che stava assalendolo. 《 Quando ti ho visto per la prima volta, ho capito fin da subito ci fosse qualcosa di simile a me in te. Come hai ben compreso, non sono quel tipo d'uomo che si lascia trasportare dall'affetto e si prostra in maniera così palese per qualcuno che ha appena conosciuto. 》
Simon per un istante credette che il cuore potesse scoppiargli in petto da un momento all'altro, ma lo lasciò proseguire. Prima avrebbe terminato di parlare, prima avrebbe scoperto se le sue parole corrispondessero al proprio volere.
《 In questi mesi mi sono ripetuto più e più volte che avrei scoperto cosa nascondessi. Eri fin troppo gentile, fin troppo legato ad una donna che - pur essendo tua zia - non ne ricordavi nemmeno il volto e.. e poi, non riuscivo a capire come fosse possibile che conquistassi il cuore di tutti coloro i quali incrociassero il tuo cammino. Ma.. 》
Fissò i suoi occhi a quelli del figlio e adagiò le mani sulle sue. 《 Mi è bastato poco per capirne il motivo. I tuoi modi di fare, il tuo sguardo. Sei tutto ciò che mio padre avrebbe voluto che io fossi e forse è per questo che ti ha dato la vita e ti ha reso parte di me, la parte migliore di me. Sei Lucifer, il Lucifer che ogni padre vorrebbe avere. 》
Il ragazzo si irrigidì, deglutì più volte, prima di liberarsi in un singhiozzo. Erano le parole più belle e sincere che qualcuno gli avesse mai detto ed a proferirle era stato proprio suo padre, quel padre che aveva sempre sognato di incontrare e che aveva sempre immaginato di avere. Si sciolse improvvisamente e legò le braccia al busto dell'altro, stringendolo forte a sé. Il diavolo lo abbracciò così forte che quasi poté sentire i loro cuori battere l'uno contro l'altro. Questo era tutto quello che Simon avrebbe voluto sentire e lui era tutto quello che Lucifer avrebbe voluto essere.
Quel tenero momento non fu esclusiva di padre e figlio, ma anche di Chloe e Trixie che si erano inconsapevolmente rese spettatrici di quel momento.
 

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Capitolo 9
*** The King, The Prince, The Angel ***


 

"The King, The Prince, The Angel"


Il cielo terso divenì repentinamente plumbeo, evento raro in quel di Los Angeles. Lucifer, intento a sferragliare nervosamente quel che sembrava un fazzoletto di trina, issò lo sguardo verso l'esterno dell'attico e si protese in avanti per accertarsi che quel che stava guardando non fosse soltanto frutto della sua immaginazione: una sciame di corvi svolazzava rapido, scaglionandosi in seguito in svariati gruppi per raggiungere più zone possibili in minor tempo. Il fruscio del vento si fece man mano più impetuoso, sbatacchiando le vetrate della terrazza. Tutto lasciava presagire ad una scena apocalittica. Il re dell'inferno, sebbene non avesse mai visto nulla del genere, non impiegò molto a capire cose potesse nascondersi dietro tutto quello. Fu per tale motivo che inevitabilmente il primo pensiero fu suo figlio: Simon.

Si vestì rapidamente, incurante della situazione metereologica, abbrancò le chiavi della sua Corvette nera e si diresse verso la dimora dei Martin dove da circa 7 mesi abitava il ragazzo. Non ci mise tanto a raggiungerla: suonò imperterrito il campanello e attese che qualcuno gli rispondesse.


《 Papà.. 》 Sibilò un assonato Simon, grattandosi la nuca per poi stiracchiarsi, infine sbadigliò. Solamente dopo di rese conto dell'espressione preoccupata del padre. 《 È successo qualcosa? Vieni, entra. 》 Il tono di voce questa volta fu più chiaro e deciso come se il proprio cervello fosse improvvisamente entrato in funzione. 《 Ti vedo teso. 》
L'uomo corrugò la fronte. Davvero non si era accorto di nulla? 《 Vivi in una bolla di sapone, per caso? Non vedi il casino che c'è fuori? 》 Lo apostrofò severamente, irritato dal comportamento disinvolto dell'altro.
《 Mi sono appena svegliato, anzi, tu mi hai svegliato. 》 Disse, puntandogli l'indice contro, mentre con l'altra mano versava il caffè in una delle tazze esposte in cucina.
《 Tua zia dov'è? 》 gli chiese, dopo essersi praticamente arreso. Forse era stato il karma. Un pensiero gli balenò in mente: insomma.. si meritava un figlio che ignorava qualsiasi cosa lui gli dicesse come d'altronde si prodigava a fare lui con suo padre, poi si destò. Simon aveva detto qualcosa circa l'ubicazione della dottoressa, ma lui, naturalmente, era troppo preso dal pensiero per prestargli attenzione.
《 Papà, non è il momento di vendicarsi. Dimmi cosa succede e finiamola qui. 》 Suo padre non lo aveva mai visto tanto stizzito. Era certamente accaduto qualcosa.. poi, poi scorse dell'insolito nel viso dell'altro: il colorito della chioma era decisamente di qualche tono più scuro ed andava sempre più a scurirsi. I suoi occhi, poi, avevano un non so che di strano. Simon non stava bene, di questo ne era più che certo.
《 Il cielo, i corvi, il vento, i tuoi capelli e.. e il tuo sguardo. 》 Avanzò verso il giovane, come a volerlo scrutare da vicino. Per tutta risposta il figlio gli rivolse un'occhiata torva e si fece scuro in volto. Lucifer trasalì, scattando istintivamente all'indietro, urtando di conseguenza la penisola della cucina.
《 Di cosa parli? 》 mormorò il biondo, che biondo non era più. Poi il nulla, svenì su se stesso, facendo rompere la tazza che stringeva fra le dita. Il padre si chinò su di lui e lo prese fra le braccia. 《 Simon! Simon! 》 Urlò ripetutamente, facendo svegliare Amenadiel.
《 Simon! 》 Urlò a sua volta, spalancando gli occhi. Suo nipote era steso inerme sul pavimento e il volto del fratello acuì la sua preoccupazione.
Intimò l'altro di stendere il corpo di Simon sul sofà, dopodiché si adagiò sulle ginocchia e scosse fortemente il nipote. Mentre Lucifer iniziò a scalpitare, dato che non capiva come tutto ciò potesse aiutare il figlio.
《 Lucifer.. 》 gesticolò, chiedendo al fratello di avvicinarsi. 《 È molto più grave di quanto pensassi. 》 si volse verso l'altro. 《 Sono tornati, Lucifer. Sono tornati. Ed è Simon quello che vogliono. 》
Il moro scosse il capo come un forsennato, le iridi scure lasciavano rilucere lo stato di sgomento e terrore che lo stava assalendo. 《 Non lo avranno mai, fratello. Fosse l'ultima cosa che faccio, mio figlio rimarrà qui con me, a vivere la vita che si merita. Non permetterò che subisca ciò che ho dovuto subire io. 》 nel mentre che parlava, s'accostò al figlio sul sofà ed accarezzò con tenerezza il suo volto.
Di botto il ragazzo sollevò le spalle dal poggiatesta e, affannoso, tentò di riprendere il normale respiro. Lo sguardo, invece, s'agganciò prima a quello dello zio e poi a quello del padre. 《 Dimmi la verità.. 》 biascicò, afferrando la mano di Lucifer. 《 Sono malato, non è vero? Dimmelo. 》

Lo strambo proprietario del Lux si scambiò uno sguardo loquace col primo fra gli angeli di Dio, poi deglutì come avesse un nodo in gola.
《 Lasciami parlare, non interrompermi. Alla fine di tutto, potrai rimpinzarmi di domande. 》
Lucifer era pronto a liberarsi di quell'oneroso fardello.


[ . . . ]


Come impietrito, Simon non voleva credere a ciò che gli era stato appena detto. Il diavolo esisteva davvero ed era davvero Lucifer, gli incubi che lo tormentavano sin da bambino erano degli spezzoni di realtà, quella realtà che non avrebbe mai potuto nemmeno immaginare.
《 Quindi.. 》 si fece coraggio 《 anche tuo figlio sarà come me.. 》 Disse rivolgendosi allo zio.
《 Non proprio, Simon.. 》 l'omone dalla pelle scura allungò una mano e la adagiò sulla spalla del giovane. 《 Lui non sarà sorbaccato dal peso della tua eredità, tu sei il principe dell'inferno e come tale sei il prossimo nella linea di successione.. 》
Lo sguardo del ragazzo si incupì e le mani si levarono a mezz'aria. 《 Voi siete impazziti! Io non andrò mai in quel posto di merda, scordatevelo! 》
Lucifer sospirò più volte. 《 Infatti non c'andrai.. 》
Simon annuì col capo, sollevato dalle parole del padre.
《 Ma perché questo succeda, dobbiamo mettere fine al lungo ed imperituro potere di Lilith e dei suoi figli, almeno quelli maggiormente pericolosi. 》 Il tono tranquillo attuato dall'uomo non rispecchiava assolutamente lo stato d'animo attuale di quest'ultimo.
《 E come potremmo fare? 》 Domandò ticchettando le dita sulle gambe che aveva portato al petto.
Non ebbe neppure il tempo di ricevere una qualsivoglia risposta che la loro conversazione venne interrotta dallo squillare insistente del cellulare di Amenadiel: Linda aveva bisogno degli uomini della sua vita e al più presto. Il piccolo Charlie stava per venire al mondo.

 
 

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Capitolo 10
*** Where is he really gone? ***


Prima di pubblicare l'ultimo capitolo di questa fanfiction, volevo esprimere tutto il mio cordoglio alle persone afflitte dal Coronavirus e tutti colori i quali hanno perso una persona cara a causa di questa epidemia. Spero che ogni cosa torni alla normalità il prima possibile. Vi abbraccio(virtualmente) e vi auguro una piacevole lettura,
Lucinda.






 

"Where is really gone?"





Simon aveva da poco elaborato tutto ciò che il padre e lo zio gli avevano raccontato. Sebbene la nascita del cugino Charlie fosse stato un evento positivo, non lo tranquillizzò affatto. Erano già passati molti giorni da quel momento e il cielo cupo e nebuloso non aveva ancora abbandonato la città degli angeli. Lucifer cercò di convincere il fratello maggiore a non "traslocare" in paradiso. Amenadiel, infatti, subito dopo essere diventato padre, aveva preso la decisione - all'oscuro di Linda - di portare il figlio al sicuro in Paradiso. Gli ultimi avvenimenti lo avevano convinto ancor di più che Los Angeles non era il posto in cui voleva che il piccolo crescesse.
《 Non credo sia il momento adatto. 》lo ammonì il re delle tenebre, mentre continuava a ticchettare nervoso le dita sul bancone del bar del Nightclub.《 Il momento non è dei migliori e questo cielo buio non presagisce nulla di buono. 》proseguì《 Chissà cosa avrà in mente tuo padre! 》
《 È anche il tuo!》 tuonò il primo angelo di Dio con tono di rimprovero.《 Tu non puoi capire perché hai saputo dell'esistenza di Simon solo all'inizio di quest'anno. Se avessi saputo fosse stato in pericolo, avresti messo a repentaglio la vita di tuo figlio solo per il tuo mero egoismo? 》Dalla voce e dell'espressione facciale sembrava davvero intransigente. Nemmeno Dio avrebbe potuto fargli cambiare idea.
《 Simon è cresciuto qui, sta bene e non ha mai avuto problemi di quel tipo. 》precisò Lucifer, intento ad avvolgere la mano intorno al bicchiere mezzo pieno di brandy.《 È vivo, niente di tutto ciò che riguarda la sua natura gli ha dato mai problemi. 》
Amenadiel non sentiva ragioni e quasi quasi pareva aver imparato a memoria ogni singola risposta possibile, perché non diede nemmeno il tempo al fratello di continuare che lo rimbeccò. 《 Lui è diverso, Lucifer. Lui è il figlio del diavolo. Lui non sapeva chi fosse fino a qualche giorno fa. Perché non capisci che la mia situazione è totalmente diversa? 》
《 Ho perso le speranze con te . 》sospirò a pieno petto il più giovane dei due, tanto stufo da non terminare nemmeno il suo drink. 《 Adesso ho ben altro da fare che perdere tempo a farti ragionare, ci sono milioni di persone scalpitanti che non si spiegano come mai il cielo di Los Angeles sembri il teatro di un spettacolo funesto. D'altronde come biasimarli, le temperature non sono mai scese sotto i 10 gradi e, invece, qui si gela. 》Gli spiegò, congedandosi dall'altro prima di varcare la soglia dell'ingresso.
Lucifer aveva appena messo piede fuori quando una giovane donna dal viso spigoloso si interpose fra lui e il marciapiede appena fuori il locale. Quella donna che inizialmente l'uomo non aveva riconosciuto, non era altro che la migliore amica di Simon: Lauren Grande.
《 Devi starmi a sentire! 》esclamò lei affannosa, per poi reggersi con una mano sulla parete.《 Simon è sparito. 》solo quando il respiro si fece poco più regolare, tornò a parlare.《 La sua stanza è tutta a soqquadro, Linda è terrorizzata e Chocobaby non ha intenzione di smettere di piangere. 》
Il diavolo rimase immobile, quasi paralizzato dalle parole della ragazza.《 Cosa significa? A soqquadro? Perché? Manca qualcosa? Sei sicura non sia stato lui l'artefice di quel fracasso? Magari mentre cercava qualcosa di specifico? 》
Lo sguardo che Lauren rivolse all'altro non lasciava spazio a dubbi.《 Senti, Lucifer. Io conosco Simon da più tempo di te e molto meglio di te, se mi permetti e sono più che sicura che non avrebbe mai lasciato Linda e Charlie in quelle condizioni. Deve essergli sicuramente successo qualcosa. Forse dovremmo chiamare la tua bionda tutto pepe. 》
《No!》disse Lucifer ad alta voce, mentre Amenadiel, certamente destato dall'urlo del fratello, lo raggiunse all'ingresso.《 Troverò mio figlio, ma non mettere in mezzo la polizia. 》
La mora non ne capì il motivo, ma per il momento lasciò correre.《Michael è andato a cercarlo. Ci avviserà, se avrà delle novità. 》 continuò lei, volgendo poi lo sguardo verso l'altro fratello alato.《 Credo sia meglio tu vada a casa a tranquillizzare la tua compagna e tuo figlio. Sono atterriti. 》

《 Non me ne andrò finché non mi direte cosa è successo. 》E come dargli torto!
Lucifer non sapeva come giustificarsi, ma adempì al suo compito.《 Lauren ha trovato la camera di Simon sottosopra e Linda e Charlie erano in evidente stato confusionale. 》 Amenadiel cercava di dissimulare la preoccupazione dovuta all'improvviso avvenimento, ma ebbe comunque la briga di ammonire visivamente il fratello che fino a poco prima aveva straparlato su quanto fosse sicura Los Angeles per suo figlio. 《 Io andrò da loro, ma solo il tempo di rasserenarli. Non me ne starò con le mani in mano mentre mio nipote e chissà dove e con chissà chi. 》 specificò, adagiando pochi istanti dopo una mano sulla spalla del fratello.《 Lo troveremo, Lucifer. 》Gli disse, rassicurandolo, prima di allontanarsi in fretta e furia verso la dimora dei Martin.
《 Andiamo! 》lo incitò la giovane. Lucifer annuì semplicemente e fece scivolare una mano all'interno della tasca da dove sbucò un mazzo di chiavi.《 Andremo con la mia macchina. 》aggiunse lui, poi fece segnò alla ragazza di salire ed entrambi si diressero nei luoghi che Simon era solito frequentare.
《 Chi potrebbe mai avercela con lui? Non esiste anima più gentile. 》Lauren, dopo un attimo di dissimulata tranquillità, si lasciò andare e palesò la sua preoccupazione nei confronti dell'amico.
Il re dell'inferno si trovava in bilico fra la verità e la menzogna, non sapendo cosa il figlio avesse detto all'amica riguardo la propria situazione. Decise, dunque, di limitarsi ad abbozzare un minimo sorriso e posare una mano sulla spalla dell'altra.《 Lo troveremo, andrà tutto bene. È forte, saprà badare a se stesso mentre cercheremo di riportarlo a casa sano e salvo. 》
Nonostante quelle fossero state parole di circostanza, Lauren parve aver ripreso lo spirito positivo che l'aveva sopraggiunta inizialmente.《 Hai ragione, lo ritroveremo e lo riporteremo a casa. 》biascicò, tirando su col naso.
...
Un silenzio lungo e prolungato, immacolato. Un silenzio spezzato soltanto dal tintinnio di stilli di quella che sembrava condensa. Un tintinnio continuo, che a lungo diventò insostenibile. Insostenibile soprattutto per Simon che, inerme e col volto tumefatto, sedeva legato con delle grosse e spesse catene ad una vecchia sedia a rotelle in un luogo che somigliava in tutto e per tutto ad una vecchia officina abbandonata.
《 Non verrò mai con voi.. 》biascicò con le labbra violacee, mettendo in circolo quel briciolo di forza che gli era rimasto. Un fitto assembramento di persone - o perlomeno era quello che pareva all'apparenza - lo circondava senza dargli possibilità di uscita. Fra una mescolanza di uomini e donne, padroneggiava colui che doveva essere la guida principale, colui da cui parevano prendere ordini. Alto, fisico impostato e chioma color grano, sembrava conoscere il ragazzo molto bene.
《 Ti ricordi di me, eh? Lurido figlio di puttana!》Il suo tono di voce oscillava dal basso all'acuto, a seconda di ciò che quel cervello malato gli diceva di usare.
Simon era stordito, forse sotto l'uso di sostanze tanto forti da renderlo un semplice groviglio di carne e ossa. Annuì lievemente, la testa suonava una melodia martellante che lo faceva impazzire ogni secondo di più.
《 Che vuoi, Billy? Loro non sono quelli che credi tu. T'uccideranno quando non gli servirai più. 》Ancora una volta la voce del giovane uscì a malapena dalle sue labbra e nemmeno lui riusciva a rendersi conto di come fosse possibile.
《 Come se m'importasse qualcosa! 》Tuonò. 《 L'unica cosa per me importante al momento è togliere dalla circolazione un inutile figlio di papà. 》disse l'altro con tono aspro, azzerando del tutto la distanza fra lui e il povero Morningstar.《 Non ti è bastato rubarmi il posto in squadra, ma hai sentito anche l'i-m-pel-lente necessità di scoparti la mia ragazza. Voi Morningstar non riuscite a resistere alle tentazioni, non è così? 》Le labbra di Billy Wright sfiorarono l'orecchio di Simon, lasciando in quest'ultimo una sensazione di nausea mista a sdegno poi, a stento, riuscì a proferir parola prima di perdere completamente i sensi:《 Hai ucciso tu Cathy e Dominic? 》
..

...
《 Non c'è da nessuna parte. 》proferì un affannoso Michael dopo aver cercato l'amico in qualsiasi luogo gli venisse in mente. Sollevò le spalle e si strinse in esse, ormai scoraggiato. Los Angels era un territorio molto molto vasto e trovarlo da solo era un'impresa impossibile.
《 Vieni, salta su! 》esclamò Lucifer, in soccorso del giovane che si installò nel sedile posteriore della Corvette. Lauren gli rivolse lo sguardo e, senza dire nulla, manifestò il suo stato d'animo al fratello.《 Non dobbiamo perderci d'animo. Lo troveremo talmente velocemente che questo rimarrà soltanto un brutto ricordo da dimenticare. 》disse il ragazzo, cercando di tranquillizzare la sorella.
Lucifer, nel frattempo, svirgolava lo sguardo dal volante alla strada, alla ricerca di un minimo segnale che potesse ricondurlo al figlio. Ma niente, di Simon nessuna traccia. Nessun messaggio di risposta, nessuna chiamata.
I nervi iniziarono a farsi protagonisti in quella vicenda, tanto che Lauren cominciò a perdere le staffe, blaterando chissà cosa su un certo Billy. Era sempre stata convinta fosse stato lui ad uccidere Cathy e Dominic ed a sparare al giovane Morningstar.
《 Billy?》domandò l'uomo alla guida. Aveva già sentito pronunciare quel nome, ma non si ricordava dove e da chi.
《 Billy Wright. 》rincarò Michael, intrecciando nervosamente le dita delle mani.《 Era un nostro compagno al liceo. Ha sempre odiato Simon perché non ha mai potuto raggiungere gli stessi suoi obiettivi. Non mi meraviglierei, se avesse tentato nuovamente di fargli del male. 》
《 Nuovamente?》Lucifer sembrava cascare dalle nuvole.《 Nuovamente?》ripetè e Lauren scosse il capo come a voler confermare le parole del fratello.
《 Non è la prima volta che ci prova. 》le ginocchia le sbatterono nervose.《 Qualche anno fa, poco prima del diploma, Simon ebbe un incidente d'auto, molto violento. La sua auto sbalzò e finì su un dirupo dopo aver percorso 15 metri nel vuoto. Non so come sia potuto salvarsi in conseguenza a quel volo, ma ce l'ha fatta. 》Iniziò a spiegare. 《 Nel momento in cui fu estratto dalle lamiere, persino gli ufficiali di polizia rimasero sorpresi nel vederlo ancora in vita. Soltanto dopo vari accorgimenti, si sono resi conto che i freni dell'auto erano stati manomessi in modo tale da non entrare in funzione nell'istante in cui Simon avesse pigiato su di essi. Solo Dio sa come sia stato capace di sopravvivere. 》
《 Ed è riuscito a passarla liscia soltanto perché suo padre ha corrotto il detective allora in carica. 》specificò la ragazza con tono rancoroso.
Lucifer era sconvolto. Il figlio non aveva neppure mai accennato a niente di tutto questo, ma pensava che forse avesse avuto ancora troppo poco tempo per farlo.《 Non ne sapevo nulla. 》mormorò l'uomo, andando incontro al vialetto di casa Martin per raggiungere Amenadiel ed il resto della famiglia.
...
《 Simon.. 》Una voce femminile si fece spazio fra le tante. Una voce che Simon riconobbe immediatamente. Balzò sulla sedia: era Lilith. Cominciò a dimenarsi, conoscendo già le intenzioni della madre dei Demoni.
《 Qui nessuno può trovarti, nemmeno il tuo paparino adorato ed il tuo zietto tutto muscoli. 》disse con tono sprezzante, quasi come se volesse infliggerli più dolore possibile.《 Non puoi più sfuggirci, Stella del Mattino. Il tuo posto è giù, all'inferno. 》
《Te lo puoi scordare. Non verrò mai con voi. Morirei di stenti piuttosto.》Un coraggioso Simon finalmente si fece sentire, molto probabilmente le sostanze in circolazione stavano svanendo nel loro effetto.
《 Coraggioso. Proprio la virtù che cerchiamo nel nostro nuovo Re. 》bisbigliò, avvicinandosi a lui per poi sfiorargli la fronte.《 Questi lineamenti perfetti, poi.. 》sospirò.《 Tuo nonno ha fatto proprio un gran lavoro con te, bisogna ammetterlo. 》
《 Lascialo stare dov'è! 》esclamò il giovane Morningstar, inghiottendo il sangue che si era accumulato in bocca a causa delle botte.
《 Puoi provare a liberarti in qualsiasi modo, Morningstar, ma non ci riuscirai mai. Il mio potere è troppo forte, anche per te. 》Lilith aveva preso le sembianze di una giovane donna dai capelli rosso fiammante e, proprio come tutti i suoi figli, abita un corpo non suo, sebbene Lucifer avesse vietato loro categoricamente di possedere gli esseri umani.

《 Sarai libero quando sarò io a deciderlo e, nel contempo, il nostro amico Billy si divertirà un po' con te. Giusto il tempo di renderti tanto vulnerabile da poterti trascinare senza problemi nel posto che ti appartiene. A meno che.. 》lasciò scivolare le dita lungo il petto del ragazzo.《 A meno che tu lo faccia di tua spontanea volontà.. o.. 》rincarò la dose, premendo con più forza le dita sulle sue ferite. 《 Ti metterai in salvo, dandoci Charlie. In fondo, anche lui è un essere angelico. Potrebbe essere un imprevedibile meraviglioso Re. 》
Gli occhi di Simon assunsero un colore vermiglio quando sentì Lilith pronunciare il nome di suo cugino.《 Non se ne parla neanche, Lilith. Charlie rimarrà nel luogo che gli appartiene: con sua madre e suo padre. 》
《 Beh.. 》biascicò, fingendosi affranta.《Non mi dai altra scelta.》disse, dopodiché si voltò verso l'uomo dietro di lei.《 Billy, il tuo amichetto vuole un po' di compagnia. 》Senza neanche dirlo, Wright rispose alla donna con un ghigno sul volto e si avventò verso l'altro.

...
《 Lucifer! Lauren! Michael ! 》Era Linda a chiamarli, palesemente terrorizzata.《 Ella e Chloe mi hanno riferito che non si è neppure presentato a lavoro.》la voce della donna venne camuffata dalle lacrime che copiose le rigavano il viso.《 Non posso perderlo di nuovo, capisci? 》singhiozzò, stringendo forte a sé il piccolo Charlie.
Improvvisamente, alla porta, apparvero due donne a loro conosciute. Ella e la Detective avevano raggiunto la residenza dei Martin non appena ebbero saputo dell'accaduto. 《 Detective.. Signorina Lopez. 》 Lucifer era sorpreso di vederle. Si chiedeva chi fosse stato ad avvisarle. Poi incrociò lo sguardo del fratello.《 Dovevano saperlo, Luci. È giusto così. 》
Il re dell'inferno, seppure avesse tanto desiderato spaccargli la faccia, preferì risparmiare energie e utilizzarle per trovare il figlio.
《 Cosa credevi? Che avremmo giocato alle belle statuine, sapendo che Simon è in pericolo? 》Il medico forense parlò con tono d'ovvietà, mentre Chloe non staccava gli occhi dal diavolo. Nonostante Lucifer fosse di poche parole, la Detective comprendeva appieno lo stato emotivo in cui si trovava il compagno. Anche lei aveva una figlia e il solo pensiero di poterla perdere le incuteva un senso di angoscia e dolore incommensurabile. S'avvicinò a lui e gli porse la sua mano, stringendola poco dopo.《Adesso non dobbiamo perdere altro tempo prezioso. Simon ha bisogno di noi.》Gli sussurrò prima di rivolgere la propria attenzione a tutti i presenti.
《 Tu, Linda, rimarrai qui con Charlie. Amenadiel e Lucifer, bhe, voi sapete cosa fare 》voltò lo sguardo verso Ella e Lauren, poi aggiunse Michael.《 Noi ci divideremo, chiedendo a chiunque se lo abbia visto nelle ultime ore. Anche solo di sfuggita. 》
C'erano tutti all'appello: Lucifer, Amenadiel, Linda, Chloe, Ella, Lauren e Michael. Tutti tranne una: Maze.
Dov'era finita la guardiana delle Tenebre?
...

《Dromos, mi stai dicendo la verità? Perché, ti giuro, se mi stai mentendo.. 》un'irremovibile Maze parlava a quattrocchi con colui che doveva essere certamente uno dei suoi fratelli.
Dromos, il più stupido ma anche, in un certo senso, il meno cruento dei Demoni dell'inferno era sempre stato molto fedele a Lucifer e molto probabilmente era questa la ragione per cui stava tradendo la madre e tutti gli altri.《Ti giuro che è vero, Maze! Mamma ha preso Simon ed ha radunato gran parte di noi per portarlo laggiù! Non sto mentendo!》
《 Mamma? Chiamano così una donna a cui non importa nulla dei suoi figli e che se n'è sempre fregata di tutto e di tutto tranne che di se stessa?》La donna non era ancora riuscita a perdonare la madre per come l'aveva abbandonata e il sol sentir pronunciare il suo nome, la mandava in bestia.
《 Dimmi dov'è Simon! 》disse acuendo la voce e afferrando l'altro demone dal colletto della giacca. Quest'ultimo, intimorito dalla forza fisica dell'altra, finalmente si sbottonò.

《 Lo tengono rinchiuso in una vecchia officina abbandonata, tra le quarta e la quinta di Venice Street. È vicino al porto principale della città. 》Poi sospirò, distogliendo gli occhi scuri da quelli altrettanto bui della sorella.《 Vieni con me. 》Maze con forza tirò a sé il fratello, tanto vicino che potè sentirne l'alito.《 E se Simon non è lì, io ti ammazzo. 》Un sorriso malefico le incurvò le labbra rosse.《 Ti dico che non ti sto mentendo, Maze. Devi credermi. 》ripetè Dromos che si staccò definitivamente dall'altro demone, allontanandosi di pochi passi.《 Seguimi! Se facciamo presto, potremmo arrivare in tempo a salvarlo!》esclamò, incitando la sorella a seguirlo.

《 Fai strada. 》

...

Simon giaceva inerme sul pavimento unto dell'officina, rivoli di sangue percorsero la sua fronte, mentre le ferite inflittegli da Billy continuarono a sanguinare copiosamente, lasciando vaste macchie ematiche sulla sua divisa. Agonizzante, pronunciò sibilante un grido d'aiuto.《 Dio, ti prego. Aiutami. 》

...

Lucifer ed Amenadiel, grazie alle loro braccia alate, avevano raggiunto ogni angolo possibile della città. Si fermarono stremati sulla soglia di una strada che dava sull'oceano.
《 Lucifer, mio caro.》mormorò una voce da donna, la voce di Lilith.《 Lucifer, l'aria della Terra ti ha tappato i timpani?》
《 Lucifer, voltati. 》Amenadiel aveva appena dato le spalle al fratello, era scioccato dalla persona che i suoi occhi avevano appena incrociato.《 Lucifer. 》disse ancora una volta, ma il re degli inferi sembrava pietrificato, il viso contratto esternava tutto lo sconcerto di quel momento. Con gli occhi spalancati, si voltò a sua volta ed avanzò spedito verso Lilith, abbrancandole il collo e così facendo issandola da terra.
《 Dov'è?! Dimmi dov'è?! 》Urlò il diavolo come un forsennato e con gli occhi fuori dalle orbite.《 Se gli hai solo torto un capello, giuro sulla sua vita, che io tolgo a te la tua. Fosse l'ultima cosa che faccio! 》Urlò ancora. Amenadiel non aveva il coraggio di avvicinarsi al fratello, non sapendo come avrebbe reagito ad un suo eventuale avvicinamento.
《 È dentro l'officina. 》bofonchiò la donna terrorizzata.
Il primo angelo di Dio non rimuginò neppure un attimo ed andò immediatamente alla ricerca di quella dannata officina di cui parlava Lilith.
Mr Morningstar continuava a stringere le dita sul collo della madre dei Demoni, ma quest'ultima aveva ancora qualcosa da dirgli o almeno così pareva.《È stato Billy, Billy Wright. È lì dentro, insieme a Simon. 》
Queste furono le sue ultime parole, prima che il diavolo la scaraventasse a terra.
《Lucifer, è qui. Sono tanti, tantissimi. 》Fu capace di dire l'uomo dalla pelle bruna, dopodiché venne trascinato dentro da uno dei Demoni. L'angelo caduto si fiondò dritto verso il punto in cui aveva visto il fratello.

《 Eccola! 》esclamò Dromos puntando il dito contro la donna stesa sull'asfalto, intenta a rialzarsi.
《 Mammina! 》Urlò Maze con un strano sorriso sul volto, poi tirò fuori le lame incurvate dei suoi coltelli ed avanzò velocemente verso di lei.《 Ti darò tanti di quei colpi, tanti quanti peli hai in testa. Che ne pensi?》
Lilith aveva decisamente perso il suo smalto, perché non riuscì minimamente a difendersi dalla guardiana delle Tenebre che, alla fine di un intenso scontro fisico, mise fine alla sua miserabile vita.

...

《 Maze! 》era la voce inconfondibile della Detective, accompagnata dal resto del gruppo. 《E questa è fatta. Ora tocca a quel branco di cani bastardi.》disse fra sé e sé, troppo concentrata per udire l'amica chiamarla. Ella era sconvolta, così come Michael e Lauren.
《 Che diavolo sta succedendo? 》domandò la signorina Lopez ai due ragazzi al suo fianco.
《 Vorrei proprio saperlo. 》rispose uno dei gemelli, senza staccare gli occhi da Mazikeen.
Dromos, nel frattempo, si era avvicinato ai ragazzi e, dando per scontato il fatto che fossero a conoscenza di tutto, raccontò loro per filo e per segno quello che era appena successo. Chloe, invece, provò nuovamente a chiamare l'amica che finalmente si voltò col viso compiaciuto di chi aveva portato a termine qualcosa rimandato per troppo tempo.
...

Nello stesso istante in cui Lucifer varcò la soglia dell'officina, la figura di uno dalle pelle scuro gli si palesò dinanzi. Somigliava molto ad Amanediel, lo sguardo ero lo stesso: bonario e pieno di compassione. Lucifer non poté credere ai propri occhi: lì, con Simon fra le braccia, c'era suo padre. Il padre che lui aveva sempre criticato, contro cui si era spesso scagliato. Dio era lì, proprio davanti a lui.
《 Samael. 》Quell'uomo aveva una voce talmente confortante da intrattenere anche il più distratto degli uomini. Il diavolo non rispose, troppo intento a comprendere il motivo della sua venuta. Amenadiel, tanto sconvolto quanto il fratello, osservò i corpi inerti di decine di demoni stesi sul pavimento. Come era possibile tutto ciò? Neanche un minuto prima era lì a combattere contro di loro e ora invece.. 《 Papà. 》fu l'unica parola che riuscì a proferire, poi scoppiò in lacrime. Lucifer si trattenne il più a lungo possibile, ma poi crollò dinanzi al corpo inerme del figlio.
《 Lo porterò con me, lo guarirò da tutto il male che gli hanno recato. 》
Il più giovane dei tre scosse la testa, per poi lasciarsi cadere sulle ginocchia. Guardare quegli occhi spenti, quel corpo immobile, gli fece mancare la forza. Quel dolore troppo forte da sostenere lo trasformò nel mostro che credeva fosse diventato: i suoi occhi divennero rossi come il sangue, le sue ali scure e purpuree sbucarono dalle sue spalle e la pelle morbida e liscia fece spazio ad una pelle rugosa, rossa come i suoi occhi, come se fosse stato scuoiato vivo. Lucifer era diventato il diavolo, un diavolo furioso, furioso con se stesso perché cosciente che non avrebbe mai e poi mai perdonato se stesso per quello che era accaduto a Simon.
Dio ed Amenadiel si scambiarono degli sguardi loquaci.
《 Adesso noi dobbiamo andare. 》disse il maggiore dei tre, scomparendo in un soffio d'aria.
Billy, rimasto l'unico superstite del gruppo, assistette inerme a quella scena, consapevole del destino che gli era stato riservato. 《Dio ti ha risparmiato, ma io no! 》Urlò e si fece forza con le mani, tirandosi su. Avanzò verso l'unico umano in loco, pronto ad avventarsi verso di lui.
《 Lucifer!! 》Chloe Decker e tutto il resto del gruppo fecero ingresso in officina. Lauren, Michael ed Ella erano a dir poco sconvolti e con gli occhi cercarono invano il ragazzo.
Il diavolo si voltò, incurante delle facce degli altri presenti. A differenza della Detective, gli amici di Simon ed il medico forense erano completamente all'oscuro della sua vera natura.
《 Allora..allora è.. 》mormorò la Lopez. Maze si voltò, annuendo con lo sguardo. 《 Quindi Simon.. 》continuò Lauren con un fil di voce. 《 Lui dov'è? 》Domandò Michael, non trovando l'amico.
《È al sicuro adesso.》rispose prontamente il re degli inferi. La detective rimase immobile per pochi istanti, poi si avvicinò a lui.
Maze non seppe più come agire, gli occhi bagnati di Amenadiel le trafissero il cuore.
《 Al sicuro..? Cosa vuol dire..? 》Ella non voleva darsi per vinta.
《 Lo rivedremo. 》domandò ancora una volta Lauren.
Lucifer si limitò a sorridere ed annuì.
Chloe si portò una mano sul viso, incredula e scossa.
Ella riuscì a malapena a trattenere le lacrime, poi con le mani sfiorò il proprio ventre.《 Ma dov'è adesso? 》ribattè all'amico, tenendosi il grembo.
《 Adesso è al sicuro, nel posto in cui dovrebbe essere. 》

FINE.

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