Ricatto d'Amore

di KeiraLockstar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 02 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 03 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 04 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 05 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 06 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 07 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 08 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 09 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 FINE ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 EPILOGO ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 EXTRA ***



Capitolo 1
*** Capitolo 01 ***


 

Maledizione! Sono in ritardo! pensava Castiel nel frattempo che cercava di arrivare il prima possibile.

Dunque… i documenti ci sono, l’agenda è pronta e il caffè pure… non fece in tempo a dirlo che andò a sbattere contro un dipendente versandosi il tutto addosso ed era piuttosto evidente quella macchia di caffè sulla sua camicia bianca, era la cosa più evidente al mondo, no?

Che rabbia! Peggio di così non può andare! Era appena entrato in ufficio e fortunatamente per lui Amelia non era ancora arrivata. Appoggiò il materiale sulla scrivania e si diresse verso un dipendente intento a scrivere al computer.

 

“Ken! Dammi subito la tua camicia!” Dritto al punto.

 

“Come? Ma perché?” Sorpreso e al tempo stesso spaventato, Ken si girò di scatto.

 

“Non ti sembra abbastanza chiaro?” disse Castiel indicando la macchia sulla sua camicia.

 

”Ma…”

 

“Niente ma! Dammela subito altrimenti faccio in modo di licenziarti!” Detto ciò il povero Ken non poté fare altro e così andarono in bagno per scambiarsi le camicie.

 

Castiel era uno abbastanza duro ma andava d’accordo con tutti i dipendenti, non prendeva ordini da nessuno, eccetto sua madre, la nonna e il suo capo.

Fortunatamente per lui quella mattina Amelia pareva abbastanza in ritardo, forse perché trattenuta da qualcuno.

Certo che qui la parola lavoro la conoscono in pochi. Non fanno altro che chiacchierare quando non c’è la strega! Non fece in tempo a pensarlo che eccola apparire dall’ascensore, tutti quanti svelti ai loro posti e senza farsi accorgere cercavano di fare i bravi dipendenti.

 

“Buongiorno Castiel. Senti, Ambra ha confermato l’incontro con Lysandro Ainsworth?”

 

“No, non ancora.”

 

“Ok. Va bene. Ora vado a parlarle.” dopo aver posato la sua borsa e un mucchio di scartoffie nell’ufficio si diresse verso il reparto di Ambra.

 

“A proposito, Castiel, il mio caffè?”

 

“Eccolo!” dopo averlo preso, poco prima di berlo, si accorse di una scritta sul bicchiere…

 

“Karla 326+++++++. È il numero di una ragazza scritto qui sul mio caffè?” Castiel che non era riuscito a prendere un altro caffè dopo averlo versato le diede il suo.

 

”Beh… ecco… il suo si era versato per cui le ho dato il mio…” A quel punto Amelia lo sorseggiò.

 

”E’ un caso che tu abbia preso il mio stesso gusto?” Castiel non rispose ma dalla sua faccia si capì che non era affatto un caso. Un bravo assistente deve essere in grado di prevenire ogni incidente e Castiel era più che bravo. Un ghigno si dipinse sul volto di Amelia che fece non poco irritare il caro Castiel. Si era forse umiliato con quell’azione?Maledizione! Sono in ritardo! pensava Castiel nel frattempo che cercava di arrivare il prima possibile.
Dunque… i documenti ci sono, l’agenda è pronta e il caffè pure… non fece in tempo a dirlo che andò a sbattere contro un dipendente versandosi il tutto addosso ed era piuttosto evidente quella macchia di caffè sulla sua camicia bianca, era la cosa più evidente al mondo, no?
Che rabbia! Peggio di così non può andare! Era appena entrato in ufficio e fortunatamente per lui Amelia non era ancora arrivata. Appoggiò il materiale sulla scrivania e si diresse verso un dipendente intento a scrivere al computer.
 
“Ken! Dammi subito la tua camicia!” Dritto al punto.
 
“Come? Ma perché?” Sorpreso e al tempo stesso spaventato, Ken si girò di scatto.
 
“Non ti sembra abbastanza chiaro?” disse Castiel indicando la macchia sulla sua camicia.
 
”Ma…”
 
“Niente ma! Dammela subito altrimenti faccio in modo di licenziarti!” Detto ciò il povero Ken non poté fare altro e così andarono in bagno per scambiarsi le camicie.
 
Castiel era uno abbastanza duro ma andava d’accordo con tutti i dipendenti, non prendeva ordini da nessuno, eccetto sua madre, la nonna e il suo capo.
Fortunatamente per lui quella mattina Amelia pareva abbastanza in ritardo, forse perché trattenuta da qualcuno.
Certo che qui la parola lavoro la conoscono in pochi. Non fanno altro che chiacchierare quando non c’è la strega! Non fece in tempo a pensarlo che eccola apparire dall’ascensore, tutti quanti svelti ai loro posti e senza farsi accorgere cercavano di fare i bravi dipendenti.
 
“Buongiorno Castiel. Senti, Ambra ha confermato l’incontro con Lysandro Ainsworth?”
 
“No, non ancora.”
 
“Ok. Va bene. Ora vado a parlarle.” dopo aver posato la sua borsa e un mucchio di scartoffie nell’ufficio si diresse verso il reparto di Ambra.
 
“A proposito, Castiel, il mio caffè?”
 
“Eccolo!” dopo averlo preso, poco prima di berlo, si accorse di una scritta sul bicchiere…
 
“Karla 326+++++++. È il numero di una ragazza scritto qui sul mio caffè?” Castiel che non era riuscito a prendere un altro caffè dopo averlo versato le diede il suo.
 
”Beh… ecco… il suo si era versato per cui le ho dato il mio…” A quel punto Amelia lo sorseggiò.
 
”E’ un caso che tu abbia preso il mio stesso gusto?” Castiel non rispose ma dalla sua faccia si capì che non era affatto un caso. Un bravo assistente deve essere in grado di prevenire ogni incidente e Castiel era più che bravo. Un ghigno si dipinse sul volto di Amelia che fece non poco irritare il caro Castiel. Si era forse umiliato con quell’azione?

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Capitolo 2
*** Capitolo 02 ***


Arrivati nell’ufficio di Ambra, Amelia non ci pensò due volte nel rivolgersi acida a lei, dopotutto era la sua natura.

“Allora Ambra, hai richiesto a Lysandro un incontro per un’intervista?” Nemmeno un buongiorno, come stai.

“Beh ecco, si sa che è da cinque anni che non rilascia dichiarazioni a nessuno… “ Ed ora è comprensibile il perché…

“Quindi non hai chiamato. Bene. Comincia a metter via tutte le tue cose.” Bingo.

“Come scusa?” Ambra era alquanto sorpresa. Non si aspettava minimamente una reazione del genere da parte di Amelia.

“Hai sentito bene. Sei licenziata. Non mi servono persone che non prendono sul serio il loro lavoro. Guarda il caso proprio questa mattina ho chiamato Lysandro e pare che non abbia nessun problema a concederci un’intervista.”

“Ma…”

“Niente ma! È da più di tre settimane che ti ho affidato questo compito. Dovevi pensarci prima. Mi dispiace ma sei licenziata.” Senza peli sulla lingua la nostra Amelia! pensava nel frattempo Castiel che cercava di trattenere le risate.

 

Castiel non aveva mai sopportato Ambra, la quale era sempre lì a fargli il filo. Una volta si è pure presentata a lavoro con vestiti abbastanza indecenti (o per lo meno con pochi vestiti addosso) e quel giorno Amelia si è arrabbiata come non mai, l’ha rimandata a casa a cambiarsi. Diceva che non era per niente opportuno vestirsi in quel modo a lavoro. Ci furono risate quel giorno ma nessuno perse il tempo a sparlare alle spalle di Ambra, soprattutto perché un’Amelia può far paura ma se è pure arrabbiata, bisogna stare attenti a ciò che si fa.

 

Ritornati in ufficio, come al solito, Amelia cominciò subito a lavorare.

“Allora Castiel sabato hai da fare?” Strana domanda.

“Si, c’è il compleanno di mia nonna.”

“Cancella l’impegno, dille che non potrai andarci, dobbiamo lavorare. E non osare contestarmi. Questo è un ordine del tuo capo. Punto e basta.” Ecco. Appunto. Questa donna è peggio di un dittatore.

“Guarda che se rimani acida come adesso non troverai mai un uomo.” disse Castiel con il suo solito ghigno. Amelia lo fulminò subito con lo sguardo.

“Non credo che questi siano affari tuoi.” Ho forse toccato un punto dolente?

“Terrificante! Ma parlo sul serio, arriverà un giorno che sarai più sola di un cane.“

“Cosa me ne faccio della mia vita non sono affari tuoi, l’ho già detto.” Castiel fece per ribattere nuovamente ma in quello stesso istante squillò il telefono.

“Pronto, ufficio della signorina Amelia Brown, desidera?” Fu Castiel a rispondere. Ovviamente.

“(...)”

“Va bene, l’avviso subito, arrivederci.” Sul volto di Castiel si dipinse un’espressione seria.

“Che succede Castiel?”

“E’ stata convocata urgentemente di sotto nell’Aula Magna, pare che ci sia una persona che deve comunicarle un fatto che la riguarda.” Quelle parole, per quanto sembrasse fosse successo qualcosa, non turbarono minimamente Amelia. La donna di ghiaccio. Era per motivi come questi che le affibbiarono questo nomignolo.

“Va bene, mi reco subito di sotto.” Sospese per un momento il suo lavoro e si diresse nell’aula dove un uomo sui vent’anni la stava aspettando con dei documenti in mano.

“Buongiorno signorina Amelia, sono Nathaniel e vengo dall’ufficio d’immigrazione per avvisarla che il suo visto è scaduto, perciò dovrà lasciare momentaneamente New York.” Fu allora che la calma di poco prima si trasformò in preoccupazione.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 03 ***


 “Va bene, due o tre giorni non saranno un grande problema.”

“Signorina Amelia, lei dovrà restare in Canada come minimo un anno.”

“Un anno?” Ma è serio? È troppo tempo! Amelia non riusciva a calmarsi.

“Esatto. Perciò dovrà lasciare il suo lavoro. Sarà Ambra a sostituirla momentaneamente.”

“AMBRA? Ma non è possibile! L’ho appena licenziata e poi non ha le capacità giuste per questo tipo di lavoro!”

“Ha ammesso di avere esperienza in questo campo e inoltre ha già lavorato qui per cui non vedo problemi.” Non vedi problemi? Ora basta ammettere di avere esperienza per semplicemente ottenere un lavoro?

“Ma posso sempre svolgere il mio lavoro anche dal Canada, userò il computer e i vari aggeggi tecnologici.” Non può avere la meglio. Non lo permetterò.

“Mi dispiace ma se il suo visto è scaduto, non può lavorare in un’azienda newyorkese. Quindi dovrà lasciare questo posto entro ventiquattro ore, cominci pure a raccogliere le sue cose.” Io sono Amelia! Non posso essere licenziata e oltretutto mi sostituiranno con Ambra che orrore! No. Non posso perdere. Non posso lasciare tutto così. Devo fare qualcosa. Ma cosa?  

Fu in quel momento che lo sguardo preoccupato di Amelia si posò sulla figura di Castiel appena fuori dalla porta d’ingresso.

“Aspetti un attimo. Devo dirle una cosa prima. Castiel entra un attimo.” Quando entrò, ebbe la faccia tra lo stupito e l’arrabbiato quando vide Nathaniel. Forse si conoscevano…

“Cosa c’è signorina Amelia, cosa deve dirmi?” Dopo averlo guardato seriamente negli occhi, si rivolse nuovamente a Nathaniel.

“Io e Castiel ci sposiamo.”

Come? Ho sentito bene? Ha detto che ci sposiamo? Da quando le piace scherzare? E che scherzo di pessimo gusto poi…

“Ma siete fidanzati?”

“Sì, ma a dir la verità non abbiamo mai ufficializzato la cosa.” Ma che sta dicendo Amelia? È forse pazza? No, aspetta, che è pazza lo so, ma non capisco ancora cos’abbia in mente…

“In questo caso lei e il signor Johns vi dovrete recare in ufficio immigrazioni per potervi prima fidanzare ufficialmente.” Nathaniel sembrava un poco irritato da questa sorpresa. E non era l’unico.

“Perfetto! Ci andremo subito dopo il lavoro, la ringrazio.” detto ciò Nathaniel se ne andò, finalmente, mentre Castiel rimase in silenzio ad osservare Amelia aspettando una spiegazione valida.

“Amelia scusami, ma da quando abbiamo deciso di sposarci? E ci frequentiamo anche, perché io non lo sapevo?”

“Ah, ma non ci sposiamo.” Adesso è diventata anche lunatica.

“Ma come? L’hai affermato proprio tu prima!” O questo è un incubo o Amelia possiede qualche disturbo psicologico.

“Sì, ma ci sposiamo soltanto per finta. Tanto non hai una ragazza no?” Impassibile.

“Non sono fidanzato ma non significa un bel niente.”

“Bene. Non ti preoccupare, dopo che ci saremo sposati divorzieremo e sarebbe come se niente fosse successo.” Questa storia comincia ad avere sempre meno senso.

“E se mi rifiuto di sposarti?”

“Non puoi. Altrimenti non pubblicherò le tue canzoni.” Tsk! Pensa forse di riuscire a controllarmi in questo modo? Maledizione. Ad usare il mio punto debole… da una come lei dovevo aspettarmelo.

“Vista la tua faccia pare che tu non abbia nient’altro da aggiungere, per cui è tutto deciso. Sposandomi con te non sarò costretta a lasciare New York per cui non dovrò neanche lasciare il lavoro. Perfetto!” Castiel era ovviamente arrabbiato per ciò che era appena successo ma continuava a trattenersi, Amelia era pur sempre il suo capo e in questo preciso istante si trovava anche sul posto di lavoro. Non appena uscì dall’Aula Magna, notò le risatine degli altri. La notizia del matrimonio si era diffusa in un nanosecondo. Nessuno avrebbe il coraggio di proporsi ad Amelia Brown. Perché la vita con lei è un inferno. O almeno così sembrerebbe.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 04 ***


Nel pomeriggio Amelia e Castiel si recarono nell’Ufficio Immigrazioni per confermare il fidanzamento e il matrimonio.

“Bene. Posso sapere come mai avete deciso di sposarvi così all’improvviso?” Ora le persone devono dare spiegazioni anche quando si sposano?

“Beh, a dirla tutta io e Castiel è da un po’ che usciamo insieme anche se non ufficialmente. Non potevamo dirlo agli altri perché dopotutto siamo capo e assistente, sarebbe come un amore proibito, no?” Devo trattenermi. Non devo ridere. Secondo Castiel erano storielle da ragazzine di dodici anni queste. Amore proibito? In certi momenti Amelia è proprio buffa.

“Bene, ma i vostri genitori sono a conoscenza della vostra relazione?”

“I miei genitori sono morti. Quelli di Castiel…” Amelia rivolse uno sguardo a Castiel. Era evidente che non sapesse niente di lui.

“Ancora non ho detto loro niente.”

“Oh, ma sapete una cosa? La signorina Ambra afferma che avete deciso di sposarvi per salvare la signorina Amelia, anche se ammette che sia totalmente assurdo da parte di Castiel Johns, sbaglio?” Ambra. Ancora lei. Deve sempre intromettersi! È così che vuole vendicarsi per averla licenziata?

 “Certo che sbagliate, ma che stupidaggine è mai questa. Per salvarmi, che sciocchezza.”

“Beh, ma… per sicurezza vi sottoporremmo entrambi a delle domande personali in modo tale da capire quanto vi conoscete, e se sbagliate almeno una risposta… lei signorina Amelia sarà immediatamente rimandata in Canada con licenziamento immediato dall’azienda, mentre lei signor Castiel subirà una multa di 250.000 dollari e cinque anni di prigione federale se il matrimonio è solo per far avere alla signorina Amelia la Green Card.” Che esagerazione!

“Certo. Va bene.”

“Nel frattempo dovrete avvertire i genitori della vostra relazione.”

“Certo che lo faremo. Visto che questo sabato è il compleanno della nonna di Castiel avevamo appunto intenzione di farle visita.” Amelia. Non immagini nemmeno in che guaio ti stai cacciando.

“Ah, davvero? E dove abita?”

“Beh, abita a… ah ma Castiel tesoro perché non gliel’ho dici tu.”

“Sitka, che si trova in Alaska.”

“Sì, proprio così .” Alaska? Amelia rimase decisamente sorpresa dopo questa affermazione.

“Quindi voi andrete in Alaska?”

“Esatto.” detto ciò Castiel ed Amelia si avviarono verso casa.

[…]

“Alaska? Ma è ridicolo, ma fa un gran freddo là.” Appena fuori, Amelia iniziò subito a lamentarsi.

“Non puoi dirlo solo dalle voci se non ci sei mai stata e poi sei stata tu a tirar in ballo questa cosa.”

“Sì, ma non immaginavo che i tuoi abitassero in un posto come quello.”

“Quel posto è la mia casa. Inoltre, se vuoi che accetti questa cosa devi metterti in ginocchio, dirmi che mi ami e chiedermi di sposarti.” Ora i ruoli si invertono. Cosa farai Amelia?

“Cosa? Adesso? Ma c’è un sacco di gente…” Panico.

“Allora niente da fare…”

“Aspetta! Va bene, lo faccio.” Amelia si inginocchiò e cominciò la farsa.

“Vuoi sposarmi?” Era ridicola. Castiel si divertiva come non mai. Aveva capito che la questione della Green Card fosse importante per lei e sapeva che non poteva rifiutare le sue richieste, ma non si sarebbe mai aspettato che Amelia arrivasse a tal punto da umiliarsi pur di aver il suo aiuto.

“No! Devi essere più convincente.” Un’occasione come questa non capita di certo tutti i giorni!

“Allora… Castiel, amore mio, vuoi sposarmi?” Falso sorriso. False parole. Eppure c’era qualcosa…

“Hmm, fammi pensare…” …qualcosa di speciale che nessuno dei due notò.

“Eddai!” E senza accorgersene per Castiel la presenza di Amelia non fu più così soffocante.

“Va bene. Adesso però vado, ci vedremo domani all’aeroporto.” Accordato il tutto, Castiel se ne andò con fare di nonchalance mentre Amelia da dietro lo fulminava con lo sguardo per averle fatto fare una cosa talmente ridicola davanti a tutti.

 

CURIOSITÀ

Green Card: negli Stati Uniti d’America, è un documento che attesta il permesso nominale di residenza sul suolo degli USA a tempo illimitato per uno straniero, il che permette di regolarizzare per esempio la situazione lavorativa o abitativa, o di rientrare negli USA dopo un periodo di residenza all’estero.

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Capitolo 5
*** Capitolo 05 ***


Era venerdì mattina e Castiel era già all’aeroporto ad aspettare Amelia. Quella arriva sempre in ritardo ultimamente! Scommetto che ne inventerà una delle sue come scusa… Castiel si stava innervosendo. Oltre ad essersi incasinato la vita per colpa sua, adesso deve anche lasciarle fare i suoi comodi?

Intanto in lontananza si sentiva il passaggio delle valigie. Già. Si sentivano perché non c’era nessuno lì! Non poteva essere altro che Amelia.

“Scusami, sono in ritardo!” Aveva il fiatone. Molto probabilmente aveva corso per venire qui.

“Me ne sono accorto…”

“E non fare quella faccia. Ero impegnata.”

“Sì, certo. E cos’è che stavi facendo?” Vediamo la scusa.

“Ero al telefono con Nathaniel…”

“Non lo nominare quel tipo davanti a me!” Solo a sentire il suo nome mi salgono i nervi!

“È successo qualcosa tra voi?”

“Non credo siano affari tuoi.” Castiel diventò più irritabile che mai. Amelia non aveva mai notato questo lato di Castiel.

“Calmino! Quasi quasi diventi più insopportabile di Ambra. Ci credo che ti faccia il filo, siete praticamente uguali.”

“Non dirlo neanche per scherzo. Io a quella non la sopporto neanche, tanto meno Nathaniel. Ah, già, tu non lo sai. Ambra è la sorella minore di Nathaniel.” Ed ecco di ritorno il suo solito ghigno.

“Come scusa? Allora è stata lei a…” Non fece in tempo a finire la frase che…

“ATTENZIONE, SI AVVISA LA GENTILE CLIENTELA CHE L’AEREO DELLE 11:40 DIRETTO VERSO SITKA, ALASKA STA PER PARTIRE.”

“Oh, mamma! Sbrigati Castiel altrimenti lo perdiamo.”

“Guarda che sei tu quella che dovrebbe sbrigarsi e poi, cosa sono tutte quelle valigie? Non stiamo mica partendo per un anno!” Amelia sbuffò.

“Ho delle cose che mi serviranno… e poi che vuoi che siano tre valigie, è del tutto normale.” Sì, per te. La gente normale non porta tre valigie enormi solo per una settimana all’estero…

[…]

Una volta arrivati a Sitka, i due ritrovarono la madre e la nonna di Castiel ad accoglierli.

“Oh, caro come sei cresciuto. Fatti abbracciare dalla nonna. E poi sei ancora più bello e figo con quei capelli rossi.” La nonna di Castiel è una donna anziana bassina e dai capelli bianchi con gli occhi azzurri, ma sembrava avere più energie di un bambino di dodici anni.

“Grazie nonna e buon compleanno!” Si abbracciarono. Amelia non riusciva a credere ai suoi occhi. Non immaginava minimamente che Castiel potesse essere tanto affettuoso.

“Grazie caro!” Sciolsero l’abbraccio e Castiel si voltò verso la madre, la quale tranquillamente aspettava il suo turno per poter riabbracciare suo figlio.

“Mamma, come stai?” La madre, al contrario della nonna, è di carattere temperato. Sempre tranquilla. Di media statura con capelli marroni e gli occhi di un profondo nero.

“Oh, tesoro mio! È da più di tre anni che non ti vediamo, mi sei mancato.” Sembrava sul punto di piangere.

“Scusami, ma ho dovuto lavorare…”  

“Quale stupido capo non dà mai i giorni di vacanza ai propri dipendenti?” Amelia si irrigidì.

”Ehm… scusatemi, ma ci sarei anch’io.” Fu a quel punto che le due donne si accorsero della presenza di Amelia.

“Ah, giusto. Mamma, nonna, lei è Amelia la mia fidanzata, Amelia loro sono mia madre Margaret e mia nonna Annie.” Fatte le dovute presentazioni, la nonna cominciò a squadrare la ragazza dalla testa ai piedi.

“Ma… scusami caro, lei non è il tuo capo?” La cara Annie comunicava spesso con Castiel per cui era ben informata sulla sua vita a tal punto da sapere l’aspetto di Amelia.

“Beh, sì… sono successe un po’ di cose…” Castiel era alquanto imbarazzato dalla situazione.

“Oh, cara scusami per quello che ho detto prima. Dopotutto sono una madre ed ero solo preoccupata per il mio tesorino.”

“Ah, non si preoccupi, è tutto a posto.” Fortunatamente Amelia non contestò niente. Si era promessa che avrebbe recitato il ruolo della fidanzata perfetta.

“Bene! Ora però sbrighiamoci. Ho invitato un po’ di amici dal vicinato per festeggiare i miei oramai novant’anni.” detto ciò presero la barca e si diressero verso casa (sì perché la casa era su un’isoletta del posto) e…

“Tutte quelle bandiere con scritto Johns… e poi la casa… è enorme! Non mi avevi detto di essere ricco.” Lo stupore di Amelia era maggiore di quanto Castiel potesse immaginare.

“Infatti, non sono ricco Amelia, i miei sono ricchi. Possiedono la maggior parte delle proprietà di tutta l’Alaska.” Lo disse come se fosse cosa da poco conto. Castiel era ormai abituato a certe situazioni.

“Già… e a quanto vedo, un po’ di amici per loro significa quasi l’intero paese…” Quando finalmente arrivarono, Amelia notò non poca gente al di fuori della casa e sicuramente ce n’erano anche più dentro.

“Su ragazzi, venite. Servitevi pure.” Nonna Annie, con un sorriso stampato in viso, invitò i finti fidanzati all’interno della casa, dove non potevano minimamente immaginare la quantità di problemi che li attendevano.

 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 06 ***


Entrarono nella sala da pranzo popolata da gente e un ricco buffet. In men che non si dica i nuovi arrivati vennero raggiunti dal padre di Castiel.

“Papà.” Castiel diventò serio di colpo. Più del solito.

“Castiel. Allora… che mi dici, ho sentito che ti stai per sposare.”

“Già. A quanto pare.” L’aria attorno a loro divenne tesa.

“E del tuo lavoro?”

“Lo stesso di tre anni fa.” Sulla faccia del padre si dipinse un’espressione di disgusto e disapprovazione.

“Già. Pietoso come un tempo. La musica non ti porterà a niente, ritorna qui a Sitka, potrai fare qualsiasi cosa, persino portare avanti l’azienda di famiglia!” Castiel si irrigidì a quelle parole.

“Non mi interessa affatto lavorare per l’azienda di famiglia, io amo la musica e non ho intenzione di rinunciarci. Non mi hai mai capito, non hai neanche ascoltato una mia canzone, non sei nemmeno riuscito a realizzare il tuo di sogno e ora pretendi che io rinunci al mio?”

“Castiel, io ho fatto una scelta. È vero che non ho realizzato il mio sogno, ma non me ne pento. Ho una grande impresa di cui ora sono a capo e mi piacerebbe che tu la portassi avanti.”

“Cos’è che non hai capito? Non sono minimamente interessato.” Castiel se ne andò furioso fuori, non poteva sopportarlo. Il padre, SUO padre, stava cercando di togliergli la cosa che ama di più al mondo. Più egoista di così non poteva essere, gli importa solo della sua stupida azienda, non gli importa niente di me. E si ritiene ancora mio padre. Come si permette!

 

[…]

 

“Caro, avete litigato di nuovo? È stato assente per più di tre anni non puoi fargli questo!” Margaret intanto cercava di far tornare la ragione al marito.

“Sì lo so. Ma deve capire che non può fare quello che gli pare. Deve capire che questo suo capriccio non lo porterà da nessuna parte. E non provare a difenderlo! Lo deve capire e non vedo altro modo se non dirglielo direttamente.” Non appena finì di parlare se ne andò, anch’egli furioso. Amelia non si era mai sentita così a disagio. Aveva assistito a tutta la scena ed era alquanto incredula del rapporto che Castiel aveva con suo padre. Li immaginava più… affiatati.

Ma non ebbe tempo per pensare a questo, perché venne subito assalita da gente su gente che le facevano milioni di domande!

 

“Castiel caro, non startene fuori tutto solo, vieni dentro altrimenti la tua fidanzata rimarrà soffocata, le stanno facendo una domanda dopo l’altra, avrebbe bisogno di una mano.”

“Nonna… va bene, arrivo.” Castiel si era un po’ calmato, e poi non avrebbe mai e poi mai urlato contro sua nonna (aveva pure novant’anni.)

Entrò in sala dove vide Amelia circondata da tante persone. Aveva proprio ragione nonna Annie. La stavano letteralmente soffocando.

“Castiel, Amelia ci stava raccontando del suo lavoro, ma adesso noi vorremmo sapere di come hai chiesto di sposarla!” Lo immaginavo che prima o poi lo avrebbero chiesto ma…

“Mamma, non mi sembra il caso… è il compleanno della nonna…”

“Tesorino mio, ho festeggiato altri ottantanove anni, che vuoi che sia per una volta. Amelia cara, su raccontaci un po’.”

“Beh…” Era un po’ sorpresa, non se l’aspettava questa domanda, doveva inventarsi subito qualcosa. E anche alla svelta…

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 07 ***


“Dunque… io e Castiel ci conosciamo da tanto tempo ormai, siamo colleghi di lavoro, lo siamo stati per molti anni, ma poi un giorno, visto il tempo che passavamo insieme durante il lavoro, avevamo deciso di uscire insieme. Ovviamente non lo avevamo detto a nessuno, ma da quella volta diventammo più…” Amelia venne interrotta da Castiel stesso.

“Uniti. Già. Io e Amelia uscivamo spesso insieme, poi dopo un po’ di tempo...”

“Castiel mi invitò a cena fuori in un…”

“Fast Food. E lì cominciammo a discutere della nostra storia.” Amelia gli lanciò un’occhiataccia. Doveva smetterla di interromperla.

“A quel punto, Castiel mi porse una piccola scatoletta e all’interno trovai…” Castiel invece era alquanto divertito dalle reazioni di Amelia.

“…un biglietto per il cinema. Propri così, un biglietto per il cinema. La sera dopo uscimmo per l’appuntamento e…” Ma anche lei non era da meno.

“…durante tutta la durata del film ci tenemmo per mano. Una volta finito il film andammo al parco, sotto il chiaro di luna, e li successe…”

“…Amelia, con grande coraggio e amore si mise in ginocchio davanti a me e mi chiese di sposarla.” Tutti gli ospiti si stupirono del grande finale ma rimasero comunque affascinati della loro avventura. Intanto Amelia nei suoi pensieri stava progettando la sua vendetta contro Castiel per averla presa in giro.

“Castiel, Amelia, miei tesorini cari. La vostra storia d’amore è una delle più originali e ciò dimostra il vostro profondo amore. Perché non vi date un bacio?” Nonna Annie uno, Amelia e Castiel zero.

 “Nonna… non mi sembra il caso…” Dovevano assolutamente evitare questo bacio!

“Già! Signora Annie, non è il momento opportuno…” Amelia era piuttosto a disagio e non sapeva bene come comportarsi.

“Su ragazzi, non dovete vergognarvi. Su, datevi un bacetto.” Nonna Annie continuava a insistere, non voleva proprio mollare, in più anche gli invitati si unirono a lei urlando “Bacio! Bacio! Bacio!” e a quel punto Amelia e Castiel si arresero e si diedero un bacio a stampo.

“Ma ragazzi, cos’è quello? Datevi un bacio vero, non un bacino al volo. Forza!” E con l’insistenza della nonna, finalmente si diedero un bacio, un bacio di quelli che difficilmente si dimentica…

 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 08 ***


Quella sera, Amelia e Castiel vennero costretti a dormire nella stessa stanza. La nonna (che potrebbe sembrare alquanto malefica) preparò appositamente per loro una stanza con un letto matrimoniale e il necessario (l’armadio con vestiti e il bagno con profumate candele).

“Bene tesorini miei, vi auguro una buona notte.” Li salutò con un sorriso malizioso, che Amelia e Castiel notarono ovviamente.

“Buona notte nonna.”

“Buonanotte signora Annie.” Detto ciò la cara nonna se ne andò lasciandoli finalmente soli.

“Bene. Io dormo nel letto e tu per terra.” A quest’affermazione Castiel si infastidì, perché proprio lui per terra? Ma non osò controbattere, sicuramente si sarebbe lamentata più del dovuto. Castiel, ormai in pigiama, stava già a terra aspettando il mattino.

“Allora? Non ti metti il pigiama?” Amelia si stava comportando in modo strano.

“S-sì! Adesso vado in bagno.” Entrò in bagno e si cambiò. Dopo una decina di minuti…

“C-Castiel… ho fatto… ora, però chiudi gli occhi e non guardare.” Sbaglio o la sua voce sembra…

“Perché?” Era piuttosto curioso di sapere cosa aveva da nascondere. Dopotutto lei è Amelia. Non è una donna come tante altre.

“Fa come ti ho detto!” Gli impose l’ordine come era solita fare durante il lavoro e Castiel ubbidì.

“Ok, va bene!” Non appena chiuse gli occhi, sentì la porta del bagno aprirsi, e dopo una sbirciatina a Castiel per essere sicura che avesse chiuso gli occhi, fece una piccola corsetta verso il letto. Ma… come tutti ormai penso sappiano... Castiel non è il tipo che sta lì senza fare niente… e, infatti, non appena sentì i suoi passi, aprì gli occhi.

“Però! Carino il pigiama.” Non ci pensò due volte a fare un commentino sull’abbigliamento di Amelia.

“Ti avevo detto di tenere gli occhi chiusi! E poi si da il caso che dovessi essere nella stanza da sola.”

“Quindi è questo il genere di pigiama che metti!? Non me lo sarei mai aspettato sinceramente. Ti facevo più una tipa da pigiama stile zitella di mezz’età.” Un ghigno compiaciuto apparve sul viso di Castiel che Amelia non poté non notare.

“Sai com’è… sono una donna anche io!”

“Però ammetto che il mini pigiamino sexy ti si addice.” Anche se per un attimo, Castiel si accorse del rossore presente sul viso della cara Amelia e giusto per un momento, ma proprio un brevissimo momento, pensò che fosse anche carina. Ma si tolse subito l’idea dalla testa. Alla fin fine, è pur sempre Amelia quella donna.

“Smettila di prendermi in giro. Pensa a dormire. Buona notte.” Così finì la loro conversazione.

Cercarono entrambi di dormire. La giornata è stata lunga e problematica ed era solo l’inizio.

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Capitolo 9
*** Capitolo 09 ***


La mattina successiva, subito dopo aver fatto colazione, mamma Margaret e nonna Annie decisero di portare via Amelia con loro in giro per Sitka. Ovviamente senza Castiel, il quale decise di recarsi al lago per una passeggiata.

“Allora cara, ti faremo fare un giretto per la città.” Nonna Annie era alquanto entusiasta all’idea e sembrava impaziente di uscire di casa.

“V-va bene. Sono nelle vostre mani allora.” E Amelia era piuttosto dubbiosa. Che avessero strane intenzioni?

 

Prima di tutto andarono un po’ in giro per la città, mostrando ad Amelia i vari luoghi e i negozi per poi finire in un locale.

“Questo è il posto in cui ci si diverte di più. Ci vengo spesso qui. Margaret ed io e anche tutti gli altri amiamo stare qua.” Entrarono nel locale, dove regnava un caos di risate. Nonna Annie fece accomodare Amelia in prima fila e dopo aver ordinato delle bibite, ebbe inizio la cosiddetta festa. Si aprì il sipario e si accesero le luci sul palco.

“Bonasera signore e signorine, io sono Ramone e vi intratterrò con la mia esibizione sperando di soddisfarvi.” Si presentò sul palco un tizio di bassa statura (un nano oserei dire) e tutte le presenti donne nel locale iniziarono ad applaudire e a urlare come se fossero ad un concerto.

“Ramone caro, qui abbiamo una promessa sposa che ha bisogno di un addio al nubilato. Che dici, non potresti dedicarle un po’ del tuo tempo?” Amelia non era per niente contenta della richiesta appena fatta da nonna Annie, non prometteva affatto bene.

“Oh, prego signorina, salga pure sul palco.” Amelia si sentiva piuttosto imbarazzata. Aveva tutti gli sguardi puntati addosso. Tutti ansiosi di vederla salire.

“No, non c’è bisogno…”

“Su Amelia, Margaret ed io ti assicuriamo che ti divertirai.” Purtroppo non riuscì a dire di no, e si arrese. Appena salì sul palco, Ramone la fece accomodare su una sedia e cominciò a ballarle intorno. Era davvero ridicolo, cominciò a sventolarle davanti la faccia il suo sederone che muoveva e scuoteva da una parte all’altra in modo per niente sensuale. Amelia cercava di trattenersi continuando a ripetersi che finirà presto. Mentre Ramone come colpo di scena si strappò i pantaloni rimanendo in mutande e fu proprio a quel punto che Amelia decise di ribellarsi. Si scusò con tutti e con nonna Annie soprattutto, spiegandole che era abbastanza. Prese un drink e uscì sul terrazzo a prendere una boccata d’aria.

“Stancante vero?” A parlare fu una ragazza dai capelli arancioni raccolti in una treccia laterale.

 “Beh… direi di sì.” A quanto pare tutto il locale aveva assistito alla sua umiliazione.

“Nonna Annie è sempre stata piena di energie indipendentemente dall’età. È bizzarra e organizza spesso eventi particolari, per così dire.” Wow! Certo che è parecchio famosa qui a Sitka! Non ho ancora incontrato una persona che non sappia chi sia.

“Già, proprio piena di energie… Comunque io sono Amelia. Piacere.” Chissà, magari si è finalmente presentata l’occasione di conoscere una persona normale.

“Piacere, io sono Iris, l’ex ragazza di Castiel.”

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


“Piacere, io sono Iris, l’ex ragazza di Castiel.” Amelia rimase scioccata da quest’affermazione.

“Ah… ma davvero? E, se posso chiedere, come mai ex? Non riuscivi a sopportarlo?” È troppo carina per uno come Castiel.  

“No! Non è niente del genere. Ci siamo sempre amati, siamo stati insieme fin da piccoli qui a Sitka e al liceo ci siamo fidanzati e tutto andava benissimo. Ricordo anche che al primo anno d’università mi chiese di sposarlo ma… l’avevo rifiutato.” Ok. Ora decisamente non so cosa pensare.

“Cosa? Ma non hai detto che andava tutto benissimo?” Perché sembra quasi che mi dispiaccia?

“Sì, tutto era perfetto. Avrei accettato se non fosse per il fatto che voleva che ci trasferissimo a New York.” È questa la ragione? Ma scherziamo?

“Come mai? Non ti piace New York?”

“No, no, non è questo. Mi piace ma ho sempre vissuto qui, con la mia famiglia, i miei amici… non ho intenzione di lasciare questo posto.”

“Quindi… nonostante questo sei innamorata di Castiel?”

“…” Iris non rispose. Sembrava persa nei suoi pensieri. Perché questo silenzio fa così male all’improvviso? Che abbia paura di perderlo? No. Ma che dico, sono ridicola. Io neppure adesso lo possiedo. Io non sono niente per lui. Siamo capo e assistente. Lui è soltanto uno strumento per non perdere il mio lavoro e niente di più. Già… ma allora perché sento un dolore al petto? Perché fa così male?

“Io, beh… forse l’unico sentimento che provo per lui adesso è amicizia. È stato il mio primo amore ma non credo che fossimo destinati a stare insieme. Anche se riprovassimo, sicuramente non sarebbe tutto come prima. E poi, adesso ho un altro fidanzato è gli voglio bene. Si chiama Marcus ed è proprio un tenerone, sa rendermi felice. Anche Castiel sarà sicuramente contento di avere una bella e brava fidanzata come te. Ne sono sicura!”

“Grazie…” Mi faccio schifo da sola ora. È tutto una bugia. Una bugia che non porterà da nessuna parte se continua. Gli rovinerò soltanto la vita. Non è affatto come tutti pensano. È tutto una bugia.

 

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


PoV Amelia

Finalmente a casa.

“Grazie Annie e grazie anche a te Margaret. Mi sono divertita.” Bugia. Già. Un’altra bugia.

“Siamo contente. È stato proprio uno spasso.” Non per me a quanto pare.

“Già. Ora però credo che andrò a farmi una doccia. Sono un po’ stanca.”

“Va bene cara, ci vediamo per cena.” Detto ciò salii nella camera e fortunatamente per me Castiel non era ancora tornato. Andai nel bagno dove mi attendeva una bella doccia rilassante. Stavo per uscire dal bagno quando…

“Woff! Woff!” È forse un cane quello di fronte a me? Perché si trova qui?

“Vattene via! Forza cucciolone!” È piuttosto grosso… e ammetto che mi fa una certa paura… Mammina cara, e adesso come faccio ad uscire? Ho pure dimenticato di prendermi l’asciugamano! Che stupida!

“Su bello! Ora perché non ti sposti?” Feci qualche gesto per mandarlo via. Ma niente.

“Woff!” Che cosa posso fare?

“Hey, bello… su, vieni qua sul tappetino… bravo così.” Lo feci accomodare sul tappeto e pian piano lo spostai assieme al cane che stranamente se ne stava buono seduto. Subito dopo chiusi la porta uscendo e lasciando il cane dentro. Poi corsi subito per prendere l’asciugamano ma…

 

Allo tempo stesso…

 

PoV Castiel

Non ci posso credere. Ancora insiste? Ma per quanto tempo durerà questa storia? È tanto difficile capire che io AMO la musica?

“E ascoltami quando ti parlo Castiel. Sono tuo padre e merito rispetto.”

“Rispetto? Ed io? Non merito rispetto?”

“I tuoi sono soltanto capricci, non capisci veramente cosa significa lavorare. Tu vuoi solo divertirti. E togliti quelle cuffie dalle orecchie quando ti parlo!” Litigi. Litigi. E ancora litigi!

“Sai che ti dico? Bene. Forse non so cosa significa lavorare, ma so cosa significa fare dei sacrifici per ottenere qualcosa che si ama e non ho intenzione di rinunciare.” Alzai la musica fino al massimo volume e me ne andai. Ormai non m’importa più quello che dice…

Entrai nella camera e andai poi sul terrazzo. Intanto cominciai a spogliarmi per fare la doccia. Una volta spoglio mi tolsi le cuffie e mi girai per dirigermi nel bagno, quando…

 

 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


BOOOM! Amelia e Castiel si scontrarono.

“Oh mio Dio! Sei tutto nudo!”

“E tu sei tutta bagnata!”

“Non guardare chiudi gli occhi!” Non appena Castiel chiuse gli occhi, Amelia si alzò da sopra di lui e prese velocemente un asciugamano per coprirsi mentre Castiel entrò nel bagno. Una situazione davvero imbarazzante per entrambi!

[…]

A cena c’era più silenzio del solito e i due non osarono né rivolgersi la parola né guardarsi. Finito di mangiare i due si recarono in camera e dopo essersi messi il pigiama filarono subito a letto, o almeno Amelia, mentre Castiel era ancora per terra.

 

“Amelia… stai dormendo?” Dopo un lungo silenzio fu Castiel a prendere l’iniziativa.

“No. Non riesco a prendere sonno.”

“Nemmeno io.” Silenzio. Di nuovo.

“Senti Castiel, volevo chiederti a proposito di Iris…” E adesso? Come faccio a chiederglielo?

“Iris? Ah, quindi l’hai conosciuta.” Castiel non sembrava particolarmente sorpreso di sentire quel nome.

“Beh, diciamo di sì… Mi ha detto che eravate fidanzati in passato e vi amavate molto.”

“Già. Era la mia ragazza ma ora è tutto finito.” Sembrava tranquillo mentre lo diceva.

“Ne sei sicuro? Insomma… vi amavate molto, no? Mi ha anche detto che le hai chiesto di sposarla…” Castiel non rispose.

“Dopotutto è importante per te, non l’hai ancora dimenticata vero?” Amelia sperava quasi che Castiel non avesse neanche sentito la domanda. Si pentì subito dopo averla pronunciata.

“No. L’ho dimenticata da ormai tanto tempo. Io e lei non stiamo più insieme e anche se tornassimo, non sarebbe la stessa cosa.” Che buffo.

 “Anche lei lo disse. Secondo me sei in tempo per ritornare con lei.” Che cosa sto dicendo?

“No, assolutamente non posso e non voglio. Le voglio bene ora, niente di più.” Sarà vero?

“Certo che sei testardo!”

“E tu? Non ti ho mai vista con un uomo. Sicuramente nessuno avrebbe il coraggio di stare con te, con il carattere che ti ritrovi.” Provocare Amelia. Bel piano Castiel!

“Io avevo un fidanzato qualche anno fa. Si chiama Jade, un tipo molto calmo e gentile, con qualche anno più grande di me. Lo amavo. Anche lui ricambiava. Ma credo che dopotutto non fosse il tipo giusto per me.” In realtà credo che non esista un tipo giusto per me. Io sono Amelia, chi uscirebbe con una tipa come me?

“Tsk. Un tipo calmo e gentile non ti si addice affatto come fidanzato.” Un lieve sorriso apparve sul viso di Amelia.

“Chissà, ma almeno era meglio di te.” Ma sì, divertiamoci un po’!

“Ben detto era ma ora non lo è più, quindi attenta.” Castiel era piuttosto fiducioso.

“Sei irritante.” Un ghigno.

“Lo so. È quello il mio obiettivo.” E poi nuovamente silenzio.

“C’è qualcosa che non va?” Fu ancora una volta Castiel ad iniziare la conversazione.

“Pensandoci, è da un anno e mezzo che non vado a letto con un uomo.” L’affermazione di Amelia scioccò non poco Castiel.

“Come? È da diciotto mesi che non frequenti qualcuno? Chi l’avrebbe mai detto.” Stava ridendo. E provava anche gusto nel farlo. Ciò che lo divertì maggiormente fu il modo in cui lo disse.

“Già. Sei proprio simpatico.” Dovevo stare zitta.

“Comunque mi sono sempre chiesto una cosa. Come mai non fai altro che lavorare? È vero che tutti i dipendenti ti odiano ma ammetto che ti impegni davvero tanto, ti rispetto per questo.” Strana domanda.

“Quindi mi odiano… niente di cui sorprendersi. Beh, in ogni caso hai ragione. Amo il mio lavoro per questo dò il massimo e non mi piacciono le persone che se la prendono comoda.”

“Come mai questa tua passione?” Castiel sembrava piuttosto interessato all’argomento.

“Non è una passione. Non lo so neanche io. Forse sarà perché è lo stesso lavoro di mia madre.”

“Tua madre dov’è adesso?” Silenzio.

“Lei, probabilmente sarà in paradiso.” Ancora silenzio.

“Mi dispiace…” Castiel si scusò. Non si aspettava minimamente un’affermazione del genere. E non si aspettava minimamente di provare un giorno tristezza per Amelia…

“Non ti preoccupare. Ci sono abituata. E poi è da tanti anni ormai che sono sola.”

“Ti manca?”

“Direi proprio di sì! Era pur sempre mia madre. Ricordo che dopo la morte dei miei genitori, in altre parole quando avevo 16 anni, mi mandarono dalla zia ma andai ad abitare da sola non appena raggiunsi la maggiore età.”

“E il tatuaggio?”

“Tatuaggio!? Di cosa stai parlando?”

“Sono sicuro che hai un tatuaggio.” Ops.

“Ma… come…” No. Non può essere. Come fa a saperlo?

“Tempo fa prendesti un appuntamento con uno specialista per toglierlo ma poi lo avevi annullato. È stato a quei tempi che lo scoprii.” Ah, ecco.

“Sono sorpresa, hai un’ottima memoria, però dopotutto sei il mio assistente.” Lo stava forse lodando? “Comunque sì, hai ragione, ho un tatuaggio e lo feci proprio dopo la morte dei miei.”

“E dove?” Un sorriso malizioso apparve sul viso di Castiel.

“Beh, questo non te lo dico, non sono affari tuoi.” Castiel non poteva vederla, ma riusciva benissimo ad immaginare il viso rosso di Amelia in quell’istante.

“Sono quasi sicuro che sia in un posto che tu preferiresti non far vedere.” Sorrise.

“Non fare il sapientone Castiel. Il tatuaggio lo feci anche in onore di una band rock del periodo.”

“Davvero? E quale?” Un’amante della music

“I Rocking Heaven, li conosci?”

“Non so… cantami qualche canzone!” Normalmente non lo farei… ma per questa volta…

“Beh… ci sarebbe ‘Tears’ che è bella. Ehm… No matter how many thousands of times we cry, surely we can overcome it one more time. You can’t act like you’re clumsy and run away…” Venne interrotta proprio da Castiel.

“You should know that much. This is the last time, the last chance, and even if I mess up I won’t be scared…”

“Quindi li conosci?” Amelia era altamente sorpresa ed anche un poco emozionata.

“Sai mantenere un segreto?”

“Scherzi? Osi anche dubitare?” Beh, effettivamente potrebbe anche farlo con me…

“Ok. Mi fido. Dunque… c’è una cosa che pochissimi sanno. A proposito dei Rocking Heaven, ti ricordi i membri?”

“Beh, sì… li ho visti un paio di volte ad un concerto… ehm… il cantante era Lysandro, me lo ha rivelato lui stesso, è un mio amico adesso, però non ha voluto dirmi chi erano gli altri… poi c’era la cantante bruna, abbastanza affascinante… il batterista un tipo biondo, non mi ricordo molto di lui… poi c’era il chitarrista che di affascinante aveva tutto. Il suo modo di suonare era fantastico, il suo look rock e i suoi capelli… pensandoci erano di un nero brillante, davvero bravo.” Per un attimo ad Amelia sembrò di tornare ragazzina.

“E se ti dicessi che quel chitarrista ero io?” Credo proprio di aver sentito male.

“Cosa? Tu? M-ma non è possibile!”

“Io, Lys, Debrah e Nathaniel eravamo una mini band diciamo.” Shock totale per Amelia.

“Ma poi successe che la nostra band si sciolse per colpa di Debrah, una ragazza orribile che ha giocato con i miei sentimenti e con la band. Fece in modo che io e Nathaniel litigassimo e poi firmò un contratto con un’agenzia lasciando il gruppo egoisticamente.”

“Quindi con Debrah… intendi quella della Starlight?”

“Sì, proprio lei.”

“Ah, ma ho sentito dire che l’agenzia ha fallito e che lei abbia finito definitivamente la sua carriera da cantante… credo per un incidente.”

“Beh, ormai poco importa.”

“Ma sembra che ancora odi Nathaniel.”

“Già. Lui era già irritante di suo anche prima, con il suo modo da perfetto idiota.”

“E ora quel perfetto idiota sta cercando di rovinarci.” Maledizione a lui!

“Non ti preoccupare non la passerà liscia.”

“Oh, bene allora mi affido a te.” Con quest’ultima affermazione decisero di darci finalmente un taglio. Si erano confidati fin troppo ormai. Anche se è durato poco, quel momento di intimità li ha aiutati a conoscersi un po’ meglio. Ciò che ancora non sapevano è che questa non sarebbe stata l’ultima volta.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


“TOC TOC” Si sentì bussare.   

“Amelia, Castiel, sono nonna Annie, vi ho portato la colazione a letto. Allora ragazzi posso entrare?” Aspetta? Ma quella non è la voce di… Amelia era in panico già di prima mattina.

“Un momento! Castiel svegliati c’è nonna Annie!” Castiel non sembrava dare segni di vita e Amelia decise giustamente di tirargli un cuscino.  

“Che c’è?” Si svegliò stranito, non capendo cosa stava succedendo.

“Castiel c’è tua nonna. Presto vieni qua! Metti via le coperte e il cuscino!” Buttò tutto in fretta e fuga nell’armadio, per poi andare velocemente verso Amelia.

“Spostati più in là!”

“Io entro.” Castiel fece appena in tempo ad accomodarsi sotto le coperte assieme ad Amelia. “Oh, ma quanto siete carini insieme, sembrate molto intimi.” Entrambi mostrarono un sorriso imbarazzante.

“Ecco a voi la vostra colazione, fate con calma ma poi porteremo via Amelia ancora una volta, quindi fate ciò che dovete fare ma senza esagerare, eh!” Nonna Annie prima di lasciarli assaporare la colazione, fece loro l’occhiolino mentre i due recitavano la parte della coppia felice.

“Se n’è andata finalmente. Ora staccati da me.” L’accidia di Amelia ritornò in men che non si dica.

“Vado a cambiarmi. Tu mangia pure, io non ho fame. Quando hai finito raggiungi mia nonna.” Un’altra situazione imbarazzante. Non vedo l’ora che finisca questa storia.

[…]

“Oh, Amelia cara, adesso io e Margaret ti porteremo in un posto.” In un baleno Amelia si ritrovò in una sartoria con un abito da sposa addosso.

“Questo è l’abito nuziale che si tramanda da generazioni in generazioni nella famiglia Johns. Ci piacerebbe che anche tu lo indossassi al vostro matrimonio.” Non ho parole.

“Oh, ma, è troppo…” Mi sento in colpa.

“Niente ma, siamo una famiglia ora!” Già. Una famiglia. Che grandissima bugia.

“E questa è la cosa più preziosa. Una collana di lapislazzuli blu. Anche questa è stata tramandata, e ora vorrei che sia tu a tenerla.” Margaret abbellì il collo di Amelia con una collana di ineguagliabile bellezza.

“I-io… non posso, è una cosa troppo importante.”  Amelia si sentiva sempre più in colpa, in particolar modo in presenza delle due donne…

“Oh, cara non ti preoccupare. Sia io che Annie l’abbiamo indossata per il nostro matrimonio e vorremmo che anche tu lo indossassi, ci renderesti felici.”

“Beh… io non me la merito... Ma va bene. La indosserò” Io sono Amelia dopotutto. Non devo perdere di vista il mio obiettivo.

“Perfetto! Anche l’abito ti sta benissimo. Beh… ovviamente dovremmo fare qualche modifica… io avevo il seno leggermente più grande a quanto pare.” Il commento della madre fece arrossire Amelia per l’imbarazzo. Si sentiva un poco umiliata.

“Sai cara, vorremmo tanto che vi sposaste qui a Sitka, non a New York. Sempre come da tradizione, ci piacerebbe che vi sposaste nel nostro granaio.” Wow. Un granaio ha detto?

“Beh, penso che vada bene.”

“Bene, allora domani vi sposerete, che bello! Avviserò più tardi Castiel.” Quindi domani matrimonio. Finto, ma pur sempre un matrimonio. Castiel ha una famiglia davvero fantastica. Ora finalmente capisco cosa significa, e mi dispiace tantissimo di dovergli rovinare la vita e ingannare tutti quanti in questo modo…

 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Ma quanto ci impiega Amelia? Cosa starà combinando!?

Castiel stava aspettando Amelia sulla barca per riportarla a casa. Nonna Annie, che stranamente sembrava anche più emozionata del solito, l’aveva chiamato giusto qualche minuto prima dicendogli di andare a prendere Amelia e che in serata ci sarebbe stata una sorpresa. E le sorprese di nonna Annie sono molto particolari e Castiel, conoscendola, cominciò anche a preoccuparsi.

“Ah, Amelia finalmen… Hey ma che fai?” È successo tutto all’improvviso. Non appena Amelia mise piede sulla barca, ne prese il controllo guidando a massima velocità.

“Hey sta calma, fermati!” Che cosa sta succedendo?

“No! Io non sono come te! Non ho una famiglia che mi vuole bene e non ha più senso ormai questo matrimonio!” Castiel non riusciva a comprendere le sue parole…

“Non dire una cosa del genere. Sai benissimo anche tu che nonostante i tuoi genitori non ci siano più, loro ti volevano bene. Lo hai detto tu stessa!”

“Castiel, io… io sono fatta così. E…”

“AMELIA!” Dopo una manovra spericolata Amelia cadde in acqua. Maledizione a lei!

“AMELIA! AFFERRA LA MIA MANO!” Tutto questo per una tale stupidaggine?

“Sei una sciocca…” Dopo averla soccorsa, Amelia non aprì più bocca e rimase in silenzio fino a quando non arrivarono a casa.

Quando scesero dalla barca Castiel avvolse Amelia con le sue braccia con l’intento di tenerla al caldo visto che stava tremando come una foglia.

“Castiel. Saresti così gentile da seguirmi un attimo?” Fu il padre ad interrompere il tenero momento.

“Che vuoi?” Castiel lo guardò con furia.

“Voglio solo parlarti un attimo. Intanto Amelia può andare a cambiarsi… a quanto pare avete avuto un piccolo incidente…”

“No! Solo perché sei mio padre non significa che puoi impormi sempre le cose. E in ogni caso Amelia può ascoltare tutto.” Neanche Castiel si rese ben conto di ciò che disse.

“Va bene. Come vuoi. Ti ricordi di quest’uomo?” Da dietro le spalle del padre la coppia vide spuntare Nathaniel. Entrambi rimasero stupiti di vederlo qui a Sitka.

“L’ho chiamato io. È dall’inizio che avevo dei sospetti su questo matrimonio quindi mi sono informato.” Il padre era già convinto di avere avuto la meglio.

“Senti Castiel, se ammetti che tu e Amelia siete fidanzati per finta, chiuderò un occhio e farò finta che nulla sia successo.” Anche Nathaniel sembrava felice. Avrebbero vinto loro?

“Castiel, figliolo, è l’ultima possibilità, accetta e dì la verità.” Incredibile!

“Ma quale verità? L’unica verità è che io e Amelia ci amiamo e ci sposeremo. E ora se non vi dispiace, non vorrei perdere altro tempo.” Non ci posso credere. Litigare con mio padre è orribile. Ma il fatto che dubiti così tanto di suo figlio è inaccettabile!

 

 

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


“Castiel, scusami…” Amelia si sentiva in colpa per tutto.

“Non scusarti, non è colpa tua. E vai a cambiarti subito altrimenti rischi di prenderti una polmonite.” Perdonami. Dopo aver preso dei vestiti di ricambio, Amelia si rifugiò in bagno. Intanto anche Castiel decise di indossare una tuta per poi scendere in sala pranzo, dove ritrovò nonna Annie con il sorriso sulle labbra.

“Non vedo l’ora che sia domani. Sarà un matrimonio stupendo!” Matrimonio? Domani?

“Cosa? Ma non avevamo deciso più tardi?” Perché sembra che in questa casa sono sempre io l’unico a sapere per ultimo le cose!?

“Ma che vuoi che sia. Prima si fa e meglio è per voi! Quindi come da tradizione, questa notte dormirai in un’altra stanza.” Castiel annuì senza ribattere. Ritornò in camera da letto per avvisare anche Amelia, finendo per salutarla con un malinconico Buonanotte.

 

Quella notte nessuno dei due riuscì a prendere sonno. Il giorno del loro matrimonio era molto vicino e non era per niente come lo immaginavano. Amelia continuava a rimproverarsi per questa sua decisione mentre Castiel aveva mille dubbi nel cuore.

Da lì a poco sarebbe mancato poco alla fine delle loro avventure. Come finirà questa storia?

 

 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


PoV Nonna Annie

Che bello! Oggi il mio bel nipotino si sposa! Come sono felice!

“Attenzione! Tutti in piedi, sta per arrivare la sposa.” Castiel non l’ha ancora vista. È uno schianto di sposa Amelia. Eccola che arriva!

In quel preciso istante partì anche la marcia nuziale. Amelia era accompagnata dal padre di Castiel, data l’impossibilità della presenza dei suoi genitori ormai deceduti. Avvolta da un velo bianco, Amelia stava proseguendo lentamente verso l’altare dove Castiel era pronto ad accoglierla.

È semplicemente stupenda. Sembra proprio una Dea. Quanti bei ricordi mi ritornano in mente a vedere questa scena.

“Bene. Siamo oggi qui riuniti per unire in matrimonio Castiel Johns e Amelia Brown.” È il giorno del loro matrimonio eppure Amelia mi sembra così strana e Castiel è troppo serio. Sarà forse l’emozione?

***

Il senso di colpa assalì nuovamente Amelia.

“Fermate tutto!” Tutti rimasero sopresi da quest’affermazione.

“Amelia cara che succede? Sembri un po’ strana oggi, forse sei troppo emozionata.” Non può rovinare tutto ora che siamo arrivati alla fine! Non lo permetterò!

“No, Castiel. Non ce la faccio più. Per favore, ascoltatemi tutti. Io devo dirvi una cosa importante.” Intanto tra il pubblico c’era anche Nathaniel che sapeva già benissimo cosa doveva annunciare la bella sposa.

“Amelia, non farlo. Ormai siamo qui. Mettiamo fine a tutto questo. Ora. Qui. Subito.” Castiel cercava di convincerla a non perdere la ragione. Nemmeno lui comprendeva bene la situazione.

“Hai ragione. Mettiamo fine a tutto questo. Margaret, nonna Annie e tutti voi, io e Castiel non siamo fidanzati veramente. La nostra, è tutta una farsa. Mi dispiace. Sono stata io ad obbligarlo. Castiel non ha colpe. Scusatemi ancora.” In preda al panico Amelia corse via, lasciando tutti esterrefatti per quanto era accaduto. Castiel compreso.

 

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Incredibile! Quella donna non mi da tregua! Ancora non riesco a credere che abbia detto tutta la verità. Non sembrava nemmeno lei…

“Castiel caro, come ti senti?”

“Mamma non preoccuparti…” Castiel andò via furioso. Non era arrabbiato perché Amelia aveva appena ammesso la verità ma per il semplice fatto che abbia deciso tutto da sola. Senza consultarsi con lui, dichiarando anche fatti non reali. È vero, in un certo senso è stato obbligato a seguire i suoi voleri ma, alla fine avevano creato un legame. In questi pochi giorni si erano conosciuti, si erano confidati e avevano anche compreso chi erano veramente. È proprio una testarda!

 

Castiel si diresse in camera da letto sperando di trovare Amelia proprio lì. Ma invece che lei, trovò soltanto una lettera.

 

Caro Castiel,

ti scrivo questa lettera per spiegarti tutto. Ti ringrazio per essere stato al gioco fino alla fine, ma non trovo che sia giusto che tu debba sposare una donna orribile come me che oltretutto non ami. Mi dispiace averti creato tanti problemi ma voglio farti anche sapere che ho passato dei bei momenti con te e la tua famiglia. A dir la verità un po’ ti invidio. I miei genitori non ci sono più e sono rimasta sola per molti anni... non ricordavo il calore che erano in grado di trasmettermi…

Un’altra cosa, a proposito delle tue canzoni, in realtà le ho fatte ascoltare a dei produttori e hanno lodato il tuo talento. Non volevo cambiare assistente e per un motivo stupido ed egoistico come questo ho impedito la tua ascesa nel mondo dello spettacolo. Insomma, tu sei stato il primo ad aver resistito così tanto come mio assistente e con tutta la determinazione e la pazienza che hai, certe volte mi capitava di ammirarti.

Mi scuso ancora con te. Ritornerò in Canada e lascerò il mio lavoro. Ti auguro buona fortuna con il tuo singolo. Avviserò Lysandro, sarà lui a sponsorizzarti e a darti una mano.  Sono sicura che farai un grande debutto! Chissà, magari mi capiterà di vederti in copertina su qualche rivista di musica!

Ti auguro sinceramente il meglio. Addio.

 Amelia.

 

 

Finito di leggere la lettera, Castiel si mise tranquillamente a ridere.

“Ma che stupida! Mi ha tenuto nascosto tutto questo? Incredibile, davvero incredibile! Non ho parole!”

 

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Castiel uscì in fretta di casa. Doveva assolutamente parlare con Amelia.

“Castiel caro, come stai?” Nonna Annie era molto preoccupata per il suo nipotino. Se n’era andato deluso senza dire una parola.

“Nonna, mi serve assolutamente l’elicottero per arrivare all’aeroporto. Subito!” Era di fretta. Lui doveva assolutamente raggiungerla.

“Mi dispiace ma non è possibile. Si tratta dell’elicottero del pronto soccorso, è utilizzato solo in caso di necessità.” Il padre di Castiel era molto contrario al suo attuale comportamento e molto deluso dalle sue precedenti azioni.

“Papà è importante!”

“Cosa puoi mai volere da una donna che ti ha ingannato?” Nonna Annie gli lanciò un’occhiataccia prima di…

“Oddio! Castiel, amore, la nonna sta male!” Mamma Margaret era appena accorsa in aiuto della nonna che perse stabilità e cadde per terra.

“Nonna!” Sembrava stesse per avere un infarto. Tutto quello stress e quella delusione devono averle fatto troppo male al cuore.

“Presto, dottore, dobbiamo subito trasportare Annie all’ospedale. Castiel, tu vai con papà e la nonna, io resto qui a controllare la situazione.” Mamma Margaret sembrava veramente preoccupata e in casi come questi nessuno osava contraddirla.

“Va bene mamma, noi andiamo.” Entrarono nell’elicottero, pronti per partire. Castiel stringeva preoccupato la mano della nonna mentre il padre lo fissava impassibile.

“Nonna sta tranquilla. Andrà tutto bene.”

“Sarebbe andato meglio se tu non avessi ingannato nessuno.” Eccolo. Di nuovo.

“Non ho ingannato nessuno. Non era mia intenzione farlo! Tutto ciò che è accaduto, è successo per un motivo valido!” Castiel aveva perso la pazienza e gli stava letteralmente urlando in faccia.

“Castiel… figlio mio… promettetemi che andrete d’accordo e che farete la pace?” Nonna Annie aprì gli occhi per un momento e l’attenzione dei due uomini si spostò su di lei.

“Nonna…” Castiel sembrava quasi sul punto di piangere…

“Mamma…” Anche sul volto del padre si poteva notare un’espressione malinconica…

“Promettetemelo! È il mio ultimo desiderio prima di lasciarvi…” Con questo nonna Annie richiuse gli occhi, allentando anche la presa della mano di Castiel.

“Va bene. Se questo è ciò che desideri allora va bene.” Per Castiel lei era molto importante.

“Va bene.” E il padre non poteva tirarsi indietro. Annie era pur sempre sua madre.

Sia Castiel che il padre non si sarebbero mai immaginati di assistere ad una tale scena.

 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


“Finalmente! Era ora che faceste pace!” Subito dopo le promesse nonna Annie si alzò di scatto.

“Cosa? Ma mamma, cosa sta succedendo!?” Sorrise dolcemente.

“Scusatemi, mi dispiace avervi fatto preoccupare ma ho dovuto simulare questo finto infarto, altrimenti voi non avreste mai fatto pace!” Altro che Malefica. Nonna Annie era più malvagia di qualsiasi altra donna (ovviamente in senso positivo!).

“Sono felice che non ti sia successo niente... ma ti prego, non rifarlo mai più!” Castiel tornò a respirare normalmente ora che nonna Annie era fuori pericolo.

“Scusatemi se vi ho fatto preoccupare. Oh, tra qualche minuto atterriamo quindi Castiel preparati.”

“Cosa?”

“Ma come, non dovevi raggiungere Amelia?” Preso dall’ansia non si era nemmeno accorto che l’elicottero andava in direzione dell’aeroporto.

“Oh, nonna, sei un genio, grazie mille!”

“Mamma, ma che fai? Quella donna lo ha ingannato e potrebbe ferirlo nuovamente.” Il padre era nuovamente furioso. Non aveva compreso minimamente la situazione.

“Figlio mio, sono stata giovane anche io e credimi, quella donna non voleva assolutamente ferirlo.” Nonna Annie stava sorridendo mentre fissava dolcemente suo figlio negli occhi.

Mancavano pochi secondi all’atterraggio e Castiel saltò fuori ancor prima che l’elicottero potesse atterrare regolarmente. Doveva raggiungere Amelia a qualunque costo. Correva come non mai.

“Mi scusi, l’aereo per New York fra quanto parte?”

“È partito giusto un minuto fa.” Accidenti! Non ci credo. Non sono riuscito a raggiungerla. No. Non lo accetto. Non permetterò che tutto ciò finisca in questo modo.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 FINE ***


Non ci posso credere. Sono talmente sciocca. Ma chi me lo ha fatto fare? Spero di non rincontrare Castiel, sprofonderei nella vergogna più totale. Oltretutto se ha letto la lettera, mi vorrà uccidere, ne sono sicura!

“Mi scusi necessita di aiuto?” Qualcuno si avvicinò gentilmente ad Amelia.

“Ti ringrazio Ken ma me la cavo da sola.” Lui sì che è un bravo dipendente, ma dovrebbe avere più autostima. Ormai mancavano pochi scatoloni e Amelia sarebbe partita per Canada lasciando tutto e tutti.

“AMELIA!” Cosa? Questa voce… No. Non può essere!

“Amelia. Finalmente ti ho raggiunto!” Era Castiel. Si presentò in ufficio con il fiatone.

“Castiel, ma che ci fai qua?” Era l’ultima persona che Amelia desiderava vedere in quel momento.

“E lo chiedi anche? Ieri sei partita senza dire niente abbandonandoci tutti. Abbandonando me!” Amelia abbassò lo sguardo…

“Scusa per i problemi che ti ho causato. Se vuoi dei soldi, non hai che da chiedere.” Castiel si sentì ferito solo a sentire quelle parole.

“Non sono i soldi quelli che voglio io.”

“So che mi odi per il fatto che non ti ho mai detto niente a proposito delle tue canzoni…”

“Sì. Ti odio e vorrei ucciderti per questo.” Amelia alzò lo sguardo scioccata. Sperava forse in un’affermazione diversa? Lo immaginavo… ma speravo comunque che non fosse vero…

 “Ma non è per questo che ho fatto questo viaggio. Amelia, forse non te ne sarai mai accorta ma… se ripensi, ricorderai sicuramente che ci sono state molte occasioni in cui avrei potuto abbandonarti e scamparmela, ma non l’ho fatto.” Dove vuole arrivare?

“Io ho continuato la farsa per un altro motivo. È vero, all’inizio l’ho fatto solo per procurarmi dei crediti nel campo della musica ma poi… credo di essermi innamorato di te.” In quello preciso istante Amelia fece cadere a terra tutti i fascicoli che teneva fra le mani.

“Lo so, sarai sconvolta ma… sono stanco di reprimere questi miei sentimenti. Anche io quando mi accorsi di ciò che stavo provando cercavo di negarlo a me stesso. Sei Amelia dopotutto ma, sei la mia Amelia.” Una goccia. Due gocce. Molte gocce cominciarono a scorrere sul viso di Amelia. Lacrime salate stavano rigando il suo viso sorpreso. Scoppiò in un pianto di felicità. Finalmente si abbracciarono tirando un sospiro di sollievo ma con il cuore che batteva ancora all’impazzata.

Quando Amelia si tranquillizzò, sciolsero l’abbraccio e Castiel divenne nuovamente serio.

 “Questa volta è il mio turno. Vuoi sposarmi, realmente?” Un sorriso a trentadue denti si dipinse sul volto di Amelia, che a sua volta contagiò anche Castiel scoppiando in una risata di felicità.

Nel frattempo tutti i presenti, anche loro sorpresi, scattavano foto, facevano video. Un grande applauso si alzò quando Castiel fece la proposta. Anche le streghe hanno un cuore. Anche loro possono amare.

 

Qualche mese dopo. Ufficio Immigrazioni.

 

“Salve. Che piacere rivedervi. Cosa vi porta qui?” Nathaniel fissò Castiel con aria di sfida.

“Siamo venuti per confermare la nostra relazione. Questa volta niente bugie e niente farse. Promesso.” Sorprendentemente Castiel rimase tranquillo.

“Lo spero bene.” Che situazione! Proprio come quella volta. Ora però tutto è reale ed è ora di ricominciare. Ci è stata concessa un’altra opportunità e questa volta ci godremo la vita di tutti i giorni. Insieme.

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 EPILOGO ***


Qualche anno dopo…

 

“Emily non correre.”

“Amelia, sei troppo severa.”

“E tu Lys sei troppo buono con quella peste! Ah, Emily guarda chi sono arrivati, Castiel e Iris.”

“Ciao Amelia è da un po’ che non ci vediamo, un giorno di questi potremo uscire a fare un giro per stare tra noi donne.”

“Certamente Iris. A proposito, come mai non c’è Ken?”

“Ah, lui… beh, a dir la verità lo vedo sta sera, mi ha chiamata questa mattina ma non mi ha detto perché…”

“Lo scoprirai sta sera, no? Quindi non ti preoccupare… Castiel che cosa fai?”

“Perché? Faccio fare l’aereo alla mia bambina.” Castiel prese Emily e cominciò a farla girare in aria mentre lei tutta felice non poteva far a meno di sorridere.

“Stai attento, vedi di non farla cadere.”

“Emily, hai visto? La mamma non si fida di papà, non è cattiva?” disse Castiel con un finto broncio.

“Mamma sei cattiva con papà, non ha fatto niente di male!”

“Castiel cosa le vai a dire…”

“Però mamma ti voglio bene lo stesso, perché per me sei la mamma migliore del mondo!” Un sorriso a trentadue denti si dipinse sul volto di Emily.

“Visto? La nostra bambina sa come farti felice.”

“Già. È una figlia meravigliosa. A differenza tua.” Per un attimo Castiel guardò dubbioso Amelia, ma appena intuì cosa intendesse con quelle parole mise a terra la bambina…

“Emily, perché non vai a giocare con Lys e Iris, è da tanto che non li vedi.”

“Giusto! Venite, vi faccio vedere cosa mi hanno regalato mamma e papà!” Tutta felice, Emily fu seguita da Iris e Lysandre in casa, lasciando così soli Castiel e Amelia.

“Allora, sbaglio o mia moglie è insoddisfatta di me?”

“Pft, adesso sei più infantile di quando eri mio assistente.”

“Chissà… ma adesso non sono tuo assistente, niente formalità.” Amelia sorrise.

“Ecco, è così che ti voglio vedere, sorridente. Sei molto più bella quando sorridi.”  

“Da quando sei diventato così gentile?”

“Cosa? Non posso nemmeno coccolare un po’ mia moglie?” A quell’affermazione Amelia involontariamente arrossì. Sapeva che ogni volta che Castiel pronunciava la parola “Coccole” in realtà, intendeva molto di più.

“Sei bella anche quando arrossisci.” E sapeva anche che non era certo il tipo che faceva tanti complimenti, così come lui sapeva che quando le fanno i complimenti diventava un po’ più vulnerabile.

“Castiel tu sei…”

“Sono?” Un ghigno divertito apparve sul viso di Castiel.

“…sei un diavolo!”

“Grazie. Lo sapevo già. Per questo mi piaci!” Ecco! Questa cosa non l’ha mai capita. Amelia non riesce a capire il perché di quella frase, pronunciata molte volte in passato. Più volte ha provato a chiedergli il significato e ogni volta non rispondeva, sorridendo maliziosamente. Lei lo definiva un diavolo e lui anziché arrabbiarsi sorrideva e basta.

“Mamma, papà venite, presto!” Furono interrotti da Emily che li stava chiamando saltellando qua e là. Entrando dentro casa videro Lys ed Iris guardare la televisione.

“Oh, venite su, che ci siete in TV!”

“Quest’oggi parleremo della famiglia Johns. Amelia, Castiel e la piccola Emily. Il signor Castiel per i grandi successi musicali, la signora Amelia per le grandi imprese in tutto il mondo e la signorina Emily, che ha debuttato nel mondo dello spettacolo a soli sei anni come attrice. Sono stimati da molte persone e ammirati da molti giovani. Sono un esempio per le future star.”

“Incredibile, non ci credo.” Amelia rimase alquanto sorpresa di ciò che sentì.

“Amelia cara, non sorprenderti, dopo aver fatto evitare la bancarotta a certe imprese è impossibile che non ti conoscano.”

“Mamma e papà sono fantastici!”

“Anche tu non sei da meno!” Castiel le accarezzo gentilmente la testa.

“Certo papà, non posso essere la vergogna della mia famiglia!” disse Emily con tono serio.

“Che tenera, ha solo sei anni ed è già così matura.”  

“Ah, ti sbagli zio Lys, io ho sei anni e mezzo!”

“Hahaha certo, certo!” Vedere quella dolce ed energica bambina faceva venire voglia a Lysandro di avere una famiglia tutta sua, e anche se ancora non lo sapeva, ben presto un incontro cambierà anche la sua di vita.

 

PoV Iris

“Buonasera Amore. Passato una bella giornata?” Eravamo in un ristorante di lusso. Ken sembrava più elegante del solito e… beh, il ristorante era vuoto. Eravamo solo noi due.

“Sì, sono stata da Castiel ed Amelia a vedere come sta la piccola Emily.”

“Bene.” Mi sorrise e ci accomodammo al tavolo. Abbiamo mangiato e parlato un po’ del nostro futuro. Confidai a Ken che mi sarebbe piaciuto avere dei bambini e fortunatamente la prese bene, dopodiché si alzo. Venne accanto a me e s’inginocchiò.

“Amore mio, Iris cara, vuoi sposarmi?” Io… ero sorpresa, ma anche molto felice, così felice che non potei fare a meno di piangere.

“Sì, sì, sì! Certo che voglio!” E dopo che mi infilò l’anello al dito, gli saltai addosso dalla felicità. Tra non molto ci sarebbe stato un altro matrimonio.

 

Nel frattempo a Casa Johns

“Nonna, nonno come state?”

“Ciao Emily cara, noi stiamo bene, ma guarda come sei cresciuta!”

“Ed è diventata una bellissima ragazza, come sua madre.”

“Nonno non esagerare, la mamma è molto più bella di me!” Risata di gruppo. Emily era quel genere di bambina, molto modesta.

“Ah, ma guarda qua chi abbiamo? Signorina, le dispiacerebbe lasciarmi un suo autografo?”

“Hahaha ciao Annie, come stai?” Emily chiamava nonna Annie esplicitamente per nome, dandole del tu come se avesse la sua età (anche se sappiamo benissimo che non è così!) e ad Annie non dispiaceva affatto, diceva che la faceva sembrare ancora giovane.

“La bisnonna Annie è sempre bella ed energica, come sempre.” Sorrideva, così come tutti i presenti. Erano una famiglia unita. Nonostante le varie divergenze passate, ora tutto sembra andare per il meglio, e anche Castiel e suo padre vanno molto più d’accordo da quando hanno fatto quella promessa. Non si può certo dire che manca l’affetto in quella casa. E anche Amelia può sorridere tranquilla. Ora anche lei possiede qualcuno che sa darle calore, qualcuno di prezioso che non potrà mai sostituire.

 

***

 

Sotto il chiaro di luna, mentre tutti dormivano, loro due erano lì. In piedi. Lui che abbracciava lei da dietro e lei che guardava dal terrazzo della loro camera quella bellissima luna piena.

“Castiel io, ti voglio tanto bene e sono molto felice di averti incontrato.”

“Sei… molto dolce questa sera…” Amelia sbuffò. Non era quel genere di persona che mostrava i suoi sentimenti tanto facilmente ma, in certi casi, con certe persone, riusciva a confidarsi e a esprimersi.

“… anzi, certe sere sei davvero tenera. Una dolce gattina indifesa.”

“Non chiamarmi gattina altrimenti rischi di essere graffiato!” Colpito e affondato. Castiel faceva la parte del finto offeso ma in realtà amava quando faceva così.

“Eddai, non mettere il muso, non ti si addice. E poi stavo facendo un discorso serio.” A quel punto sorrise e la strinse ancora più forte. Amelia gli sussurro un grazie e proseguì.

“Da quanto ti ho conosciuto la mia vita piano piano, ha avuto vari cambiamenti. Ovviamente in meglio, anche se in certi momenti non sono stata molto felice ma, comunque sono contenta di averti conosciuto. Grazie a te ho potuto ricordare il calore di una famiglia e addirittura averne di più. Grazie a te ho conosciuto persone fantastiche. Con te ho avuto una bellissima bambina che amo tantissimo. Grazie a te oggi posso sorridere.”

“Così mi fai sembrare troppo fantastico, anche se lo sono.” Gli diede una leggera gomitata, ma poi risero insieme.

“Anche tu hai portato tante cose belle nella mia vita. Anche se all’inizio ho dovuto supportare molte cose, la mia vita non è mai stata noiosa. Prima che mi “ricattassi” sapevo già che eri una persona meravigliosa, ci mettevi molto impegno nel tuo lavoro e ti ammiravo. Poi piano piano ho avuto l’occasione di conoscerti meglio. Grazie a te sono riuscito a riappacificarmi con la mia famiglia e soprattutto con mio padre. Grazie a te sono riuscito a debuttare nel mondo della musica, che era il mio sogno più grande. Con te ho avuto una meravigliosa bambina, che sa renderci orgogliosi di lei. E con te sto vivendo una vita straordinaria.” Amelia si girò e lo abbraccio anche lei. In quel momento esistevano solo loro due. Nessun altro. Dopo essersi scambiati un lieve bacio, Castiel sussurrò… “Adesso però voglio un po’ di coccole!”

“Stupido! Non riesci a essere serio per più di due minuti. Ma infondo… è una delle tue qualità.” La prese in braccio ed entrarono dentro, ormai si erano confidati abbastanza per quella sera.

***

Questa storia è la dimostrazione del fatto che l’amore cambia le persone e addirittura la vita. È normale incontrare ostacoli nella vita, e l’amore è imprevedibile. Ci si può innamorare anche della persona più improbabile. Non esistono la perfezione e tanto meno una vita facile senza ostacoli. Se ami una persona, devi imparare ad amare anche i suoi difetti. E certe volte, certi difetti, sanno diventare qualità. L’anima gemella è colei o colui che sa farci sentire speciali anche nei momenti più bui. Però sta a noi decidere il resto. Siamo noi che facciamo le scelte. Siamo noi i protagonisti della nostra vita.

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 EXTRA ***


POV Amelia

Se fino all’anno scorso mi avessero detto che mi sarei sposata, mi sarei messa a ridere, mentre adesso… è diverso. Da quando ho incontrato Castiel, la mia vita è cambiata in meglio. Siamo in primavera. E mi sto per sposare.

POV Castiel

Il grande momento è finalmente arrivato. Ancora faccio fatica a credere che mi sposerò proprio con Amelia. Ma in fondo sono felice che sia lei.

Stavo aspettando all’altare, con un vestito nero fin troppo elegante, l’arrivo di Amelia. Sarà Lysandre ad accompagnarla, dato che i suoi genitori non ci sono più… Lysandre sembra essere una cara persona per Amelia, quasi come un fratello. La mia futura moglie non tardò ad arrivare. Non appena sentii partire la marcia nuziale, mi girai verso l’ingresso della chiesa e poi… la vidi. Era lì, che mi guardava, e piano si avvicinava sempre di più a me. Era irresistibile ai miei occhi. L’abito di nonna Annie le stava molto bene ma questo… le sta d’incanto. Portava ovviamente la collana regalatagli da mia madre e dalla nonna, un lapislazzuli blu brillante. Raramente l’avevo vista con i capelli raccolti e devo dire che sta davvero bene. Tra i capelli aveva un grande fiore, una margherita. La dimostrazione della semplicità. Ma la nostra vita, il nostro amore, era tutt’altro che semplice. Il suo seno era fasciato da margherite, per poi scendere al centro con un lungo nastro. Il suo era un vestito a sirena, il quale le fasciava delicatamente i fianchi e la rendeva alquanto sensuale. Inoltre portava dei lunghi guanti bianchi come il vestito. Come ultima cosa, dalla testa ai piedi, aveva un velo trasparente. Quando finalmente arrivò, mi sorrise e per un attimo pensai di essere arrossito. E prima di andarsene, Lysandre mi sussurrò le seguenti parole: “Mi raccomando, rendila la donna più felice del mondo.” e ovviamente gli risposi sicuro: “Perché mai dovrei renderla la donna più felice del mondo quando posso farla diventare la donna più felice dell’universo?” Lys mi sorrise e poi andò a sedere. Ora eravamo noi due, Amelia e Castiel, davanti all’altare, mentre ci tenevamo per mano, a scambiarci promesse. E dopo gli anelli, arrivò anche il bacio. Un lieve e semplice bacio, come le margherite del suo abito. Ora eravamo uniti come non mai. Da quel momento in poi nulla sarebbe stato come prima e la vita sarà un po’ più facile e allegra. Perché ora… siamo in due.

 

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