L'ordine delle leggende e degli elementi

di AryaDream
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***






 
-Se non fate le brave stanotte arriverà l’uomo nero- Disse la regina Iduna alle figlie con tono fermo e deciso.
Per farle addormentare Iduna raccontava di questo misterioso personaggio che viveva nell'ombra e nell'oscurità del mondo.
Si nascondeva, la sua identità rimaneva indefinita alle persone. La gente non sa come sia realmente fatto, non sa di chi colore sono i suoi capelli o la sua pelle.
Per spaventare i bambini, veniva raccontata la storiella che si nascondeva sotto i letti o negli angoli oscuri dei castelli, spaventando cosi i bambini e nutrendosi dei loro sogni, trasformandoli in incubi per le piccole creature, ma magnifici desideri per lui. Prima di essere soprannominato l'uomo nero, colui che spaventa i bambini, nutrendosi di oscurità, era come gli altri, aveva un nome, una vita e un'identità, ma che gli sono stati portati via.
Ora era l'incubo per i piccoli, l'effimera minaccia dei grandi.
 
Dopo la sconfitta di Pitch Black, Jack Frost lo spirito d'inverno, continuò nella sua missione di far divertire i bambini, giocando con il ghiaccio, evitando che essi si facessero male. Non dovendo difendere il mondo dalla minaccia dell'uomo nero, Jack, cominciò a visitare molte città del nord, fino a quando non arrivò ad Arendelle, un bellissimo regno noto per i suoi magnifici paesaggi e le sue montagne innevate.
Arendelle era costruita in un fiordo sul mare, lo spirito d'inverno prese a svolazzare per la città, fino ad arrivare al castello reale. Era incuriosito da quel luogo, non solo per essere considerato uno dei luoghi più belli della terra, ma anche perché era stato richiamato da un potere sconosciuto. Continuò a volare, fino a quando la sua attenzione, venne catturata da una ragazza che avrà avuto quindici, massimo sedici anni che veniva confortata dai suoi genitori.
Si soffermò ad osservarla, notando che qualcosa la spaventava, ma non riusciva a capire cosa. L'unica cosa che vide furono le lacrime della fanciulla, mentre abbracciava sua madre.
Jack Frost non è ancora a conoscenza che quella misteriosa ragazza entrerà a far parte della sua vita. L'unica cosa che in quel momento provava il guardiano era tristezza che ben presto scomparì quando la sua attenzione andò su una bambina completamente diversa da colei che aveva visto poco prima, che stava giocando in giardino con la neve, cosi decise di giocare con lei, tanto non poteva vederlo.
 
 
 
In un regno oscuro e inaccessibile a tutti, Pitch Back, stava meditando vendetta contro i guardiani, coloro che l'avevano di nuovo sconfitto.
Deve di nuovo sopportare che i bambini non credessero alla sua esistenza, cosi da indebolirlo sempre di più. Sarebbe scomparso, mentre le cinque leggende sarebbero continuate ad esistere,
Doveva trovare qualcuno di abbastanza forte che potesse appoggiare la sua battaglia contro i suoi nemici, ma proprio quando stava cadendo nello sconforto, un potere attirò la sua attenzione. La primogenita del re di Arendelle, aveva un potere molto forte, che non sapeva ancora controllare, ma che sarebbe aumentato nel corso degli anni.
Quella principessina, ancora acerba, presto sarebbe cresciuta, cosi avrebbe potuto averla con lui e usare i loro poteri per attaccare e sconfiggere le cinque leggende e tornare a far tremare di paura i bambini che avevano smesso di credere in lui, per colpa dei guardiani.
Sarebbe presto tornato a cibarsi delle loro paure, tornando ad essere invincibile.




Note Autrice:
In questi giorni di quarantena mi sono decisa a buttare giù il prologo per una storia che avevo sempre voluto scrivere su Frozen e le Cinque Leggende. La mia seconda coppia preferita infatti è ElsaXJack Frost. Volevo ringraziare la mia musa ispiratrice ovvero Nao Yoshikawa per avermi offerto alcune sue idee per svilluppare questa storia.
Infatti avevo un idea ben precisa su come far muovere l'uomo nero usando uno dei personaggi del primo Frozen e penso che alcuni di voi avranno capito di chi sto parlando.
Ringrazio per l'aesthetic sempre la bravissima Nao Yoshikawa <3
Il prologo è abbastanza corto, ma prometto che i prossimi saranno più lunghi. Vorrei aggiornare questa storia ogni sabato, ma non sono sicura di riuscirci, anche perché è la prima volta che scrivo un Crossover e vorrei farlo nel modo corretto.
Grazie a tutti per essere arrivati fin qui e grazie per chi lascierà una recensione.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***





 
Per Elsa la magia dell’autunno l'aveva sempre stregata, quelle foglie sospinte dal leggero vento freddo, che iniziavano il lento precipitare fino a terra. Era decisamente la stagione che le metteva tristezza, l’ilarità dell’estate veniva spazzata via da quel sentore di fine che portava al freddo inverno.
I suoi pensieri vennero interrotti da sua sorella Anna che stava impazzendo nell'organizzare il matrimonio con Kristoff e occuparsi del regno di Arendelle, ora che era la regina.
Quando sua sorella minore aveva bisogna di lei, lasciava la foresta incantata per stare con lei e i suoi amici.
Doveva ammettere che quando si trovava al palazzo reale di Arandelle, le mancavano le cavalcate con Nokk lo spirito d'acqua.
Amava cavalcare e non aveva mai provato un brivido simile di sentirsi libera, con il vento che le sfiorava il viso. I suoi pensieri vennero interrotti dalla voce di sua sorella Anna-
-E' cosi difficile fare la regina...Come ci riuscivi?-
-Tanta pazienza, ma tu hai la forza per riuscirci, ed io nel mio piccolo cercherò di aiutarti.-
-Cosa farei senza di te...-
-Ora cerca di rilassarti e non fare troppe cose insieme.-
-Va bene...-
-Io ora devo tornare alla foresta, ma tornerò tra qualche giorno per osservare come va la situazione.-
Anna abbracciò sua sorella maggiore e nel suo cuore voleva che restasse con lei, ma non poteva essere egoista e lasciarla andare.
Una volta lasciato il castello lo spirito d'acqua prese a cavalcare. Il sole stava calando lasciando spazio al buio e l'ex regina di Arendelle ebbe l'impressione che qualcuno la stesse seguendo. Lo spirito capendo che qualcosa non andava prese a galoppare più veloce, ma le paure di Elsa crescevano, sentì degli strani rumori alle sue spalle, ma quando si voltò non vide nessuno.
Suggestione o meno, Elsa per la prima volta era terrorizzata, ma invece di continuare per la foresta incantata, decise di cambiare destinazione e chiedere a Nokk di dirigersi verso le vette più alte delle montagne di Arandelle.
Arrivò nel palazzo di ghiaccio da lei costruito anni prima. Ad Attenderla vi era il grande gigante di neve Marshmallow.
Non appena entrò lo spirito d'acqua sparì, ma Elsa sapeva che se avesse avuto bisogno, sarebbe comparso.
Si chiese cosa fosse stato quella sensazione di paura che aveva avuto poco prima, ma poi pensò che fosse tutto opera della sua immaginazione. Prese a pensare a sua sorella Anna e al suo matrimonio e si chiese se lei avesse potuto mai innamorarsi, ma lei e l'amore erano diversi.
Un rumore improvviso interruppe il silenzio che regnava in quel luogo, e la tranquillità di Elsa svanì di nuovo, mentre quella sensazione di paura tornò all'istante.
Si diresse verso l'enorme sala d'ingresso, ma il suo fedele amico, avrebbe di certo allontanato tutti e notò che il gigante era tranquillo.
Mentre cominciò a tranquillizzarsi, una voce sconosciuta, attirò la sua attenzione.
-Salve vostra altezza.- Elsa vide davanti a lei un giovane ragazzo che aveva la sua età.
-Chi sei?-
-Chi sono io?- la voce dello sconosciuto sembrava piuttosto offesa, ma il ragazzo prese a scomparire e riapparire davanti a lei creando delle folate di vento gelide. Elsa rimase sorpresa, ma vide anche che quel misterioso ragazzo usava un bastone di legno.
-Invece di scomparire e apparire come se nulla fosse, mi puoi dire come sei entrato nel mio palazzo di ghiaccio?-
Il ragazzo sembrò preso in contropiede e si fermò, pensava che Elsa potesse solo sentire la sua presenza, ma in realtà riusciva a vederlo.
-Riesci a vedermi?-
-Si.-
Il ragazzo sembrò felice di quella risposta e prese a saltellare vicino a Elsa. Mentre esultava formava delle sagome di ghiaccio.
-Fermo...Mi puoi spiegare?-
-Il mio nome è Jack Frost e sono lo spirito d'inverno e nessuno può vedermi e tu sei la prima umana che ci riesce.-
la fanciulla rimase senza parole, ma cominciò a pensare che quello spirito aveva qualcosa di familiare.
Elsa era stufa di quello strano ragazzo che con un gesto della mano inviò nella direzione dello spirito un getto di ghiaccio, ma lui si difese creando una barriera.
-Sei brava...-
-Anche tu...-
-Come fai a controllare il potere del ghiaccio?-
-Ho sempre avuto questo potere fin da quando ero una bambina.-
Jack frost, non disse nulla, ma si limitò ad osservare Elsa che era sempre più innervosita dalla presenza di quell'intruso.
-Si può sapere perché ti trovi qui?-
-Nulla, sono stato attratto da qualcosa e ho trovato te... Hai un potere meraviglioso, ma penso che questo tu lo sai...-
-Non penso che sia un potere cosi bello...Ha preso il controllo della mia vita.-
-Io e te siamo molto simili.- Disse, mentre lo fissava. I due rimasero a fissarsi senza dire nulla. Elsa si rese conto per la prima volta che aveva trovato qualcuno di simile a lei.
 
 
 
Dopo essere tornato nelle isole del sud, il principe Hans, era stato arrestato e condannato ai lavori forzati.
Il suo piano di essere trattato come un eroe fallì miseramente ed ora per colpa di Anna e Elsa, si trovava in quella situazione.
Lui un principe intelligente non era fatto per pulire le stalle, ma prima o poi si sarebbe vendicato.
Mentre stava pulendo gli escrementi dei cavalli, un ombra si avvicinò a lui.
-Vuoi vendetta verso il regno di Arendelle, specie verso coloro che ti hanno ridotto in questo stato pietoso?-
-Chi sei?- Hans prese a guardarsi intorno, senza vedere nessuno.
-Io sono colui che si annida nei sogni dei bambini, tramutandoli in incubi, mi nutro dei loro sogni, ma sono stato dimenticato e per tornare più forte di prima ho bisogno di un potere molto forte, per tornare ciò che ero.-
-Cosa dovrei fare io?-
-Prestarmi il tuo corpo...-Il corpo di Hans venne avvolto, da un ombra oscura, il principe cercò di liberarsi, ma fu totalmente inutile. L'ombra si impossesò del corpo del malcapitato principe. L'uomo nero era tornato, usando il corpo di quell'idiota di Hans, ma non appena ebbe avuto il potere di Elsa, si sarebbe sbarazzato di lui.




Note Autrice:
Ed eccomi di nuovo qui. Sto provando a scrivere questo crossover tra le cinque leggende e frozen, essendo due film che adoro, ma anche perché amo la jelsa.
Ho preso ispirazione dal secondo film, ma cerco di inserire anche le insicurezze che Elsa ha nel primo film. Troviamo anche Anna che sta organizzando il matrimonio con Kristoff, mentre il nostro cattivo di turno ha preso possesso del corpo di Hans.
L'aesthetic è opera di Nao Yoshikawa che ha letto anche il capitolo in anteprima.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e lasceranno una recensione.

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***




 
Nelle isole del Sud tutti si stava avvicinando il primo giorno di primavera. Tutti erano felici, tranne una persona: Il Principe Hans da alcune notti veniva tormentato da un incubo ricorrente che lo tormentava.
All'inizio vedeva solo un ombra, ma poco dopo capì chi era la protagonista che tormentava le sue notti, ora conosceva il suo volto della fanciulla che aveva distrutto il suo piano di impadronirsi del regno di Arendelle.
Quel volto che da molto tempo aveva rimosso dalla sua mente, ora era diventato di nuovo un problema. Mai avrebbe pensato che una fanciulla, una regina insignificante per lui, potesse divenire un pericolo.
Per la prima volta nella sua vita conobbe la paura, una strana sensazione che oscurava la sua sete di potere. Dopo ogni notte il sudore e l'ansimo accompagnavano il suo risveglio, mentre il suo cuore batteva all'impazzata. Fu in quel preciso momento che Pitch Black si insinuò nella sua mente, nutrendosi delle sue paure più profonde, dei suoi ricordi dolorosi.
La sua voce bassa e stridula dell'uomo nero, lentamente si faceva largo, facendolo sprofondare nell'oblio, in quell'oscurità senza ritorno.
Gli fece ricordare come nel corso della sua vita abbia provato l'esperienza della solitudine. La storia della sua vita gli passa davanti raccontata da quella voce che non voleva andarsene dalla sua mente, si era impossessato di lui, ed ora faceva ciò che voleva, persino i movimenti del suo corpo non erano più sotto la volontà, ma guidati da quella forza misteriosa che si era impadronito di lui.
Era costretto a ricordare eventi passati che per lui sono stati un vero inferno.
Il vero obiettivo di Pitch era quello impossessarsi completamente di Hans, e per farlo, aveva un unico modo: I suoi ricordi passati. I suoi fratelli maggiori lo deridevano e prendevano in giro, cosi facendo lo avevano reso, l'uomo spietato e privo di scrupoli che aveva tentato di impadronirsi del regno di Arendelle.
Il ricordo di Hans inizia li, in quel castello delle Isole del Sud, in quella splendida sala piena di servitù.
Lentamente camminava verso il tavolo e prese a notare i suoi fratelli che lo ignoravano completamente come se lui in quel momento fosse invisibile e non esistesse. Cominciava a pensare realmente che lui fosse un fantasma, ma allora perché la servitù si accorgevano di lui? Perché poteva sentire il gusto del cibo? Se fosse stato un fantasma non avrebbe potuto fare tutte quelle cose Perché i suoi fratelli allora non lo vedevano? Ogni volta si faceva queste domande ma a quel tempo era solo un bambino e non capiva che lo stavano prendendo in giro, ma non si rendevano conto che lo stavano trasformando in una persona diversa che si sarebbe rovinato con le sue mani.
Il piccolo Hans si siede su una sedia in disparte dagli altri fratelli che continuano ad ignorarlo, una volta finito di mangiare, si alza passando davanti agli altri undici principi, quando improvvisamente si trova a terra, non si era reso conto che uno dei suoi fratelli gli aveva fatto uno sgambetto e lui era caduto a terra.
Si voltò a guardarli, ma le loro espressioni erano impassibili, si alzò lentamente in piedi, gli sembrava di essere fuori luogo. Gli sgorgarono le lacrime dagli occhi. Non appena venne aiutato da una governante che lo portò fuori, i fratelli presero a ridere e prendendo tutto come un gioco.
-Basta.- Gridò Hans, in preda ad un attacco di panico nel rivivere quel ricordo cosi doloroso e la paura prese di nuovo possesso del suo corpo e l'uomo nero, cominciò a divorarla, acquisendo nuova forza.
-Sei davvero un essere debole principe Hans.-
-Chi sei e cosa vuoi?-
-Vendetta contro coloro che mi hanno sconfitto. Tu con il mio aiuto potresti riscattarti contro i tuoi fratelli, ma anche contro le due “signorine” che ti hanno sconfitto quando ti trovavi ad Arendelle- Quelle parole lo fecero riflettere, se quella voce nella sua testa diceva la verità, poteva anche lui avere la sua vendetta contro coloro che fino a quel momento, l'avevano sempre deriso.
-Cosa dovrei fare?-
-Lascia che io, l'uomo nero, mi impossessi completamente della tua mente, cosi da poter vendicarci, oltre che portare la paura nel mondo.-
In quel preciso momento il principe Hans, non fece resistenza, Pitch Black, lo aveva convinto. Si arrese senza lottare.
L'uomo nero aveva ciò che voleva un corpo dove poter agire indisturbato per cominciare la sua opera di vendetta verso le leggende che lo avevano sconfitto.
 
 
Jack forst era determinato a scoprire cosa l'avesse attirato al cospetto di Elsa. Sapeva che non era stato l'uomo della luna ad indirizzarlo in quel castello di ghiaccio, ma la verità era un'altra: Jack conosceva Elsa quando era una bambina e amava i suoi poteri legati al ghiaccio.
Ricordava che le piaceva vederla giocare con sua sorella Anna nel fare pupazzi di neve, ma non si era mai reso conto che Elsa, potesse vederlo o meno, ma poi, un giorno improvvisamente aveva smesso di usare quei poteri cosi belli e la vedeva piangere ogni giorno nella sua stanza. Lei odiava i suoi poteri e odiando quei poteri, odiava anche lui e ogni cosa legata all'inverno e il ghiaccio. Si chiedeva perché ora poteva vederlo? Jack in qualche modo si stava tormentando. Possibile che Elsa avesse imparato a controllare i suoi poteri e conviverci? Erano queste le domande che lo spirito d'inverno si poneva, ma non trovava nessuna risposta.
Tra i due vi era stato un lungo silenzio fatto solo di sguardi e improvvisamente Elsa divenne rossa in volto, anche perché all'ex regina di Arendelle, non le era mai accaduto di incontrare una persona simile a lei o di dover rivolgere parola ad un'altra persona per più di alcuni minuti. Si fece coraggio e prese cosi parola.
-Da dove vieni?-
-Una domanda alla volta vostra altezza.- Non voleva pronunciare il nome della fanciulla, anche perché lei non gli aveva detto il suo nome e non voleva raccontarle che lui, la conosceva da quando era una bambina e giocava con sua sorella Anna.
-Vengo da ogni parte.-
-Questa non è una risposta.- Disse lei con aria ancora più confusa.
-Il fatto vostra altezza è che mi confondi...- Il tono della voce di Jack si era fatto basso.
-Non parlarmi di confusione, anche perché io lo sono più di te...Un ragazzo sconosciuto dall'aria familiare e anche molto bello, si presenta nel mio castello costruito in cima alla montagna più alta dei monti di Arendelle. Fai delle cose strane e poi mi dici di essere confuso?.- Jack aveva smesso di ascoltare le parole di Elsa, dopo che lei aveva pronunciato “molto bello” nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere, ma doveva ammettere che la cosa gli faceva molto piacere, cosi prese la palla a balzo.
-Mi trovi bello?- La giovane rimase per un attimo impietrita e non riusciva a crederci che avesse pronunciato quelle parole.
-Non ho mai detto quelle parole.- In quel momento Elsa doveva mettersi sulla difensiva per cercare di deviare di nuovo il discorso.
-Si, invece.- Jack invece era molto divertito dalla cosa.
In quel momento Elsa rinunciò a fare domande al quel misterioso ragazzo, ma fu Jack a sorprenderla di nuovo.
-Cosa ci fai tutta sola in questo castello? Non hai un fratelli o sorelle?-
-Ho una sorella, ma sai ogni tanto mi piace stare sola.- Elsa si faceva molte volte trasportare dalle emozioni che prendevano il sopravvento su di lei e in quei momenti doveva stare calma e respirare per tranquillizzarsi altrimenti non avrebbe potuto controllare il suo potere. Quando Elsa non riusciva a controllare il suo potere accadevano solo guai, come in quel momento che vide Jack che stava scomparendo.
Lui si rese conto di questo.
-Elsa non lasciarti trasportare devi resistere...-
-Ti prego non andare via...- In quel momento elsa allungò la mano, verso Jack che la prese ricomparendo davanti a lei.
-E' tutta colpa mia.-
-Non è accaduto nulla di grave...- Il tono di voce di Jack era rassicurante. Si avvicinò a Elsa e l'abbracciò, stringendola a sé , per rassicurarla. Lei nel frattempo tremava perché non voleva essere come prima, ma poco dopo si lasciò andare.
-Ti fidi di me?- Chiese Jack con un sussurro.
-Si.- Fu la risposta di Elsa. Non riusciva a capire come fosse possibile, ma si fidava di lui nonostante fosse un po' pazzo.
Jack si staccò da Elsa e poco dopo fece comparire una sfera magica, un globo di neve che gli aveva donato Nord, ovvero Babbo Natale.
-Cos'è?-
-Una sfera molto speciale che ci condurrà dalle altre leggende.- Elsa non capiva, ma non appena lui le afferrò le mani, la sfera magica, si azionò e i due scomparvero dal castello di ghiacciò comparendo in un altro luogo molto speciale per Jack.



Note Autrice:
Eccomi di nuovo a continuare questa storia molto speciale. Ho impiegato un pochino ad aggiornare, ma essendo la prima volta che scrivo un cross-over sto cercando di farlo al meglio, senza perdermi troppo o creare confusione.
Jack conosce già la nostra Elsa, ma non dice nulla, per questo riguarda Elsa, nonostante sia quella del secondo film ho voluto renderla fragile visto che nonostante abbia imparato a gestire il suo potere, molte volte quest'ultimo prende il controllo.
Volevo ringraziare Nao Yoshikawa per l'aesthetic e i consigli.
Evil 65 per avermi tolto dei dubbi.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***





 
Nascosta nelle profondità della calotta polare artica si trovava una base segreta di un uomo speciale: Tutti conoscono il suo nome legato ad una delle festività più amate dai bambini ovvero il Natale.
Jack portò Elsa proprio nella dimora di Babbo Natale chiamato anche Nord.
Non capiva il motivo per cui l'avesse portata in quel luogo, ma era affascinata da quel luogo molto diverso da quello da cui proveniva.
-Benvenuta nel quartier generale delle cinque leggende.-Pronunciò Jack con un tono di voce allegro.
-Seguimi ti faccio conoscere colui che è il leader di noi guardiani: Nord, ma per voi è famoso con il nome di Babbo Natale.-
Per Elsa ciò che stava dicendo lo spirito dell'inverno sembrava molto strano, come poteva Babbo Natale essere a capo di un gruppo di persone che si definivano guardiani.
Seguì Jack, fino ad una stanza dove si trovavano folletti e yeti che costruivano giocattoli per i bambini di tutto il mondo. Lei che aveva sempre pensato che Babbo Natale avesse ai suoi ordini, tanti piccoli nanetti o gnomi con vestiti strani che di dividevano i compiti di costruire i giocattoli che i bambini desideravano, mentre gli altri si occupavano delle letterine che arrivavano al polo nord.
Si era incantata ad osservare uno yeti costruire dei piccoli robot di colore verde, ma in quel momento nella stanza, entrò un uomo barbuto che Elsa riconobbe come Babbo Natale, ma era molto diverso da come lo immaginava.
L'uomo si aggirava per i tavoli, dove lavoravano i suoi aiutanti, osservando il loro lavoro. Quando si avvicinò alla creatura che Elsa, stava osservando, lo vide prendere in mano uno di quei giocattoli, studiandolo nei minimi dettagli.
-Il verde non mi piace, colorali di rosso.- Il povero Yeti che aveva quasi finito il suo lavoro, si ritrovò a dover cominciare tutto da capo.
Lo sguardo di Babbo Natale si rivolse verso Jack.
-Ogni tanto ti fai vedere Jack.- Poco dopo lo sguardo andò su Elsa.
-Questa fanciulla è una tua amica?-
-Si, il suo nome è Elsa.-
-Lieto di fare la tua conoscenza e benvenuta nella mia umile dimora, anche base segreta delle cinque leggende.-
L'ex regina di Arendelle prese a fissarlo attentamente. Aveva due scritte tatuate. Buono sul braccio sinistro, cattivo su quello destro. Elsa si rese immediatamente accorta che Nord, non era il Babbo Natale panciuto e bonario che le avevano descritto da piccola.
Nord era un vero e proprio guerriero, un combattente dal cuore d’oro. Impetuoso, esigente ed impulsivo.
-Devi sapere che Nord era molto selvaggio da giovane, trasformandosi in un guerriero pronto a combattere coraggiosamente per il bene dei bambini e del mondo.- Le parole di Jack, attirarono moltissimo Elsa, la storia di Babbo Natale in quel momento le era stata completamente stravolta.
-E' giunto il momento di farti conoscere gli altri.- Concluse Nord con un mega sorriso sul volto.
La giovane voleva restare ad osservare quelle creature costruire giocattoli, ma non le era stato possibile. Nord e Jack camminavano davanti, mentre Elsa, li seguiva poco distante. Lo spirito d'inverno sembrava a suo agio.
Venne condotta in un'altra stanza dove al centro vi era un rosso globo terrestre. Sopra vi erano tantissimi puntini dorati, ma non riusciva a capire a cosa servissero.
Ai tre si avvicinarono, altri individui: Il primo era un coniglio che Jack chiamò Calmoniglio. Le venne spiegato che era un australiano calmo e spavaldo, secco e asciutto come il deserto. Era il protettore della natura, tutto calci.
-Strano che uno come te, abbia un'amica cosi carina e sopratutto calma, il tuo esatto opposto.- Disse divertito il coniglio pasquale.
Jack si solito, si divertiva tantissimo a prendere in giro o fare scherzi a Calmoniglio. Era incuriosita da questo personaggio.
-Non è cattivo, ma è un ottimo combattente. Quando entra in azione tutto finisce in pochi secondi. Ti avverto non dire mai che il Natale è più importante della Pasqua perché non lo accetta.- Furono queste le parole di Nord che si avvicinò all'orecchio di Elsa.
-Ho capito... Penso anche io che Il Natale sia più importante.- Rispose a sua volta la giovane e questo fece sorridere Nord.
Poco dopo l'attenzione di Elsa, andò su una splendida ed elegante fatina verde e blu, per metà umana e metà colibrì.
-Lei è Dentolina.- Pronunciò Jack
-Mi stai facendo credere che lei sarebbe la fatina dei denti?- Elsa continuava a fissare quella fatina a bocca aperta.
-Esatto.-
Era piena di energia, non stava ferma un minuto ed i suoi piedi non toccavano mai terra. Aveva molti aiutanti, ed insieme a loro si impegnano a portare a termine un importante compito: raccogliere i dentini caduti ai bambini di tutto il mondo.
-Pesavo fosse solo una leggenda.-
-I dentini sono importanti, perché ognuno raccoglie i ricordi d'infanzia più belli e preziosi dei bambini. Contengono sentimenti importanti.- Spiegò la fatina dei denti.
L'ultimo dei guardini ricordava ad Elsa il pupazzo di neve Olaf.
-Lui e Sandman, ma puoi chiamarlo Sandy.- Spiegò Jack che aveva presentato tutti i suoi amici.
Elsa lo vedeva Perennemente allegro, le dava una sensazione positiva e infatti quel guardiano forniva ai bambini sensazioni positive, i sogni più belli e tutti gli strumenti di cui avevano bisogno per alimentare la propria immaginazione.
-Non parla?- Chiese l'ex regina-
-No. Comunica attraverso una sorta di bolla di pensiero, con nuvole di sabbia dei sogni pronte a formare immagini sopra la sua testa.- Con quelle ultime parole, Jack finì di presentare tutte le leggende.
-Noi ci siamo presentate, ma ora tocca alla tua amica.- Disse Dentolina, rivolta ad alla giovane.
-Il mio nome è Elsa e vengo da Arendelle.- Nord capì che quella fanciulla nascondeva un grande segreto che molte volte le causava dolore.
Babbo Natale si avvicinò a lei, posando una mano sulla sua testa.
-Perché stai celando i tuoi poteri?- Disse semplicemente con un tono di voce calmo.
-Celando?- Elsa non continuò la frase.
-Vieni con me piccola, voglio mostrarti una cosa.- Nord prese Elsa per mano, come una bambina. Aveva paura di congelare la mano di Babbo Natale, ma era impossibile.
La condusse nel rifugio, dove si trovava la sua slitta, la fece salire. Elsa era un po' spaventata, ma Nord, la rassicurò e poco dopo partirono.
Jack comparve poco dopo vicino ad Elsa.
Erano in alto, ed la fanciulla era spaventata.
-Fammi tornare giù, ti prego.- Era in preda al panico, ma jack, la rassicurò e poco dopo si calmò.
-Devi stare tranquilla, non ti succederà nulla, finché ci sarò io.-
Elsa si fece coraggio e cominciò a tranquillizzarsi. Usò i suoi poteri per creare fiocchi di neve e piccoli pupazzi, ma il divertimento durò poco.
Nord venne richiamato alla sala di comando. Poco prima sembrava tutto andare bene, finché il Globo che aveva attirato l'attenzione di Elsa, cominciò ad essere avvolto da una nube nera che assunse le sembianze di una figura, che, cominciò a ridere in maniera inquietante, per poi scomparire.
La parte in questione che era avvolta da quella nube, era Arendelle.
-Cosa succede?- chiese la fatina dei denti.
-Non può essere tornato.- Commentò il coniglio pasquale, mentre Nord continuò a fissare quella zona oscurata.
-Lui vuole qualcosa che si trova ad Arendelle...- Tutti rimasero in silenzio, fino a quando Elsa, non prese il braccio di Jack.
-Mia sorella Anna è la regina al mio posto in questo momento.- Jack in quel momento posò lo sguardo su Elsa, per poi posare la mano sul suo viso.
-Ci penserò io a tua sorella, farò in modo che non le capiti nulla.-
Quella scena attirò l'attenzione di Nord e di Calmoniglio, che presero a guardarsi e capirono che stavano pensando la stessa cosa. Tra Jack e Elsa stava nascendo qualcosa e ancora non si rendevano conto di cosa provavano l'una per l'altro.
Intanto la voce di Elsa fece tornare alla realtà le due leggende.
-Come pensi di fare?- La voce della giovane era ridotta a un sussurro, mentre le lacrime cominciarono a scendere. Jack era preoccupato per lei con la mano le accarezzò il viso, asciugandolo dalle lacrime.
-Troverò un modo. Andrò ad Arendelle personalmente per cercarla, ma ti prego, di restare qui cosi non correrai rischi.- Elsa si fidava di lui.
Jack in quel momento osservò gli altri guardiani e decisero che sarebbero andati tutti in quel regno, per capire cosa cosa l'uomo nero cercasse in quelle terre.



Note Autrice:
Sono riuscita ad aggiornare in tempo questa settimana. 
In questo capitolo Elsa conosce le altre leggende e per quanto riguarda la base segreta, sono andata anche a fantasia, anche se ho cercato di restare fedele.
Alla fine il caro Pitch Black ha fatto notare la sua presenza ad Arendelle.
I nostri due protagonisti non si rendono ancora conto di ciò che provano.
L'aesthetic è opera di Nao Yoshikawa.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***




 
Pitch era l'uomo nero che viveva sotto il letto dei bambini, ed era per questo motivo che Anna aveva paura del buio. Ora Pitch aveva ordito un piano per cambiare per distruggere i guardini e ottenere il potere assoluto.
Il sogno dell'uomo nero si stava minacciosamente avverando. Ben presto, Pitch avrebbe potuto attaccare i guardini, uccidendoli uno ad uno, ma prima doveva avere dalla sua parte Elsa e per farlo doveva colpire la sua amata sorella e gli abitanti di Arendelle. Desiderava conquistare il modo, distruggere la felicità dei bambini, facendoli vivere ogni giorno negli incubi più oscuri. Nessuno sarebbe stato allegro e felice, tutti avrebbero condiviso il terrore e la paura. La luce sarebbe sparita da ogni cuore, mentre la vittoria del male e dell'oscurità si avvicinava sempre più.
Pitch era li con le sembianze di Hans, si era insediato nel suo corpo e nella sua mente, mostrandogli le sue più letali paure.
Si trovava al lato del letto della nuova regina di Arendelle.
Aveva un sorriso sulle labbra, probabilmente stava facendo un bellissimo sogno.
-Avete fatto male ad addormentarvi, vostra altezza.- L'uomo nero si avvicinò sempre di più ad Anna e si abbassò osservando meglio il suo viso sereno.
-Ascoltate, la vostra vita ora sembra felice, ma siete pronta a riprendere un pericoloso cammino che vi condurrà nel più terrificante dei vostri incubi.-In quel momento il potere oscuro di Pitch, si insediò nel cuore della giovane regina, facendole rivivere i suoi peggiore incubi.
I suoi incubi purosangue, dei neri destrieri avvolti da fiamme e fumo, incutevano timore e terrore che presero ad aggirarsi per il regno di Arendelle, portando gli abitanti nell'oscurità, portandoli a rivivere le loro peggiori paure.
Fu cosi che il regno fu totalmente sotto il controllo dell'uomo nero.
 
Tutti i guardini erano preoccupati e il globo mostrava Arendelle diventare sempre più oscura.
Perché quel regno? Cosa cercava Pitch? Erano queste le domande che si stavano ponendo tutte le leggende.
Nord, vide Elsa che era nel panico, nel vedere il luogo in cui era nata e cresciuta in pericolo.
-Noi guardiani ti aiuteremo, ma ora devi tranquillizzarti. Salveremo il tuo regno e tua sorella.- Disse Nord con un tono di voce diverso dal solito.
Babbo Natale, passò poi lo sguardo su Jack, facendogli capire di portare Elsa in una delle stanze del suo regno, in modo tale che lei potesse riposare.
La giovane si sentiva debole e la testa le stava scoppiando, non solo aveva conosciuto delle leggende, ma aveva scoperto che sua sorella Anna era in pericolo.
-Ora devi riposare. Hai la mia parola e quella degli altri guardini che non lasceremo che succeda nulla a tua sorella e al tuo regno.- Elsa in quel momento era sul punto di crollare, ma non voleva stare sola.
-Potresti restare qui con me?- Jack non ebbe il tempo di rispondere che Elsa si addormentò tra le sue braccia. Lo spirito d'inverno sorrise.
-E' stata una giornata pesante...-Sussurrò. Improvvisamente nella stanza, una scia di sabbia dorata entrò dalla finestra e si fermò sulla testa di Elsa, disegnando tanti piccoli fiocchi di nevi che si alternavano di continuo.
-Grazie Sandy.- Disse a bassa voce Jack. Rimase a guardarla dormire per un po' e più la fissava più si rendeva conto di quanto fosse bella. In quel momento Jack, desiderò che la notte durasse di più.
 
Quattro delle cinque leggende, si ritrovarono alla fine di una foresta incantata. Erano in attesa di sapere cosa cosa li poteva attendere. Avanzarono lentamente, e man mano che si avvicinavano ad Arendelle, il panorama che si presentò davanti a loro terrificante.
Una notte buia, in cui gli occhi dei guardiani scorgevano pochissime cose, mentre una nube nera avvolgeva il regno.
Gli eroi potevano intravedere sagome indistinte e forme in movimento. Quella nebbia oscura avvolgeva ogni cosa. La natura era sofferente, mentre numerosi creature erano a terra prive di vita. Si potevano vedere dei lampi sopra la nube che erano sinistri, provocando alle leggende un brivido lungo la schiena.
Le loro orecchie potevano sentire urla di terrore, malvagie risate e strani fruscii, ma all'improvviso arrivò l'agghiacciante risate di Pitch, forte che risuonava in tutta la zona circostante.
Nord e gli altri si resero conto che questa volta la battaglia contro l'uomo nero sarebbe stata molto difficile da vincere.


Note Autrice:
Questo capitolo è breve, ma mi serviva per poter svilluppare in qualche modo il potere di Pitch. 
L'uomo nero è riuscito nel suo intento di far di Arendelle la sua base, facendo vivere ad ogni abitante inclusa Anna i peggior incubi e cosi diventando sempre più forte.
Riusciranno le nostre leggende a sventare il piano del loro nemico? 
L'aesthetic è opera di Nao Yoshikawa che ringrazio per i consigli.
Grazie per essere arrivati fin qui.

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