Veli svelati

di Fiore di Giada
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo di Hanzo ***
Capitolo 2: *** Promessa ***



Capitolo 1
*** L'arrivo di Hanzo ***


Un cielo cupo, grigio di nubi, sovrastava sinistro il tempio Lin Kuei e rari fiocchi di neve, leggeri, scendevano in mille ghirigori, posandosi sulle pietre.

Hanzo Hasashi, immobile davanti al tempio Lin Kuei, attendeva. Da tanto, troppo tempo era tormentato da sogni dolorosi e, in essi, troneggiava la figura, ammantata di tenebra, di Bi - Han, fratello maggiore di Kuai Liang.

Eppure, entrambi guidavano il clan Lin Kuei e si erano mostrati degni di encomio.

Come era possibile?

Quei sogni gli sembravano privi di senso.

Per questo, aveva bisogno di risposte e solo un colloquio con entrambi i fratelli avrebbe dato chiarezza all’oscurità.

Qualche istante dopo, l’esile figura di Frost uscì dal tempio e si inchinò davanti a lui.

Meno formalismi, Frost. I due Grandi Maestri possono ricevermi? – chiese, pacato. Anche lei compariva nei suoi sogni, il cuore marcio di ambizione e crudeltà.

Come era diversa dalla ragazza impetuosa, ma giusta, addestrata da Kuai Liang e Bi Han.

Il tempo, presto, avrebbe permesso a quella giovane di diventare nuovo capo del Lin Kuei.

Frost si alzò e fissò il suo sguardo glaciale su di lui.

Gran Maestro Hasashi, lei saprà cosa è successo a Roma. – iniziò la giovane criomante.

Il ninja alzò un sopracciglio, perplesso da quell’affermazione.

Sì, so che Quan Chi e le sue orde di demoni hanno attaccato la città, alla ricerca della lancia di Longino. So anche che il Gran Maestro Bi Han era stato ferito… – assentì, ma si interruppe.

Sono un idiota., pensò. Anche lui, in quei giorni, aveva combattuto, per impedire a Quan Chi di conquistare altre potenti reliquie, situate in nazioni differenti, e diversi membri del clan Shirai Ryu erano periti.

Perfino lui era stato ferito ad un braccio.

Evidentemente, il danno al clan Lin Kuei era stato ben più grave e lui, preso dall’ansia di risposte, non aveva considerato la possibilità di un periodo di lutto.

Uno dei due fratelli era morto.

Forse, lo stesso Kuai Liang era perito nella battaglia di Roma.

No, si sbaglia. Il Gran Maestro Kuai Liang è vivo. Suo fratello Bi Han sta morendo, a causa di una maledizione di Quan Chi. – lo corresse la giovane criomante.

Per alcuni istanti, Hanzo rimase silenzioso, quasi dovesse metabolizzare la ntizia.

Sono mortificato. Penso tornerò quando tutto sarà sistemato. – azzardò, il tono percorso da una lieve nota di imbarazzo. Le sue risposte potevano attendere.

Non voleva disturbare la quiete dei due fratelli con le sue richieste.

Uno scalpiccio di passi, ad un tratto, attirò l’attenzione del capo degli Shirai Ryu e della criomante.

Questi si girarono e videro avanzare verso di loro Kuai Liang, avvolto in un ampio mantello azzurro.

Maestro, è accaduto qualcosa? Ci sono novità? – domandò Frost, sorpresa.

Kuai Liang scosse la testa e, con un gesto lento, apparentemente disattento, levò dal tessuto i cristalli di ghiaccio.

Il ninja guardò prima Hanzo, poi Frost.

Per favore, puoi andare ad allenarti? Ho bisogno di parlare con lui. Poi, ti raggiungerò e ti insegnerò nuovi attacchi. – le disse.

Frost annuì, si inchinò in un breve saluto e, rapida come una cometa glaciale, si allontanò.


Per alcun istanti, un silenzio imbarazzato calò sui due uomini.

Hanzo, di tanto in tanto, scrutava il viso di Kuai Liang. Simili ad una ragnatela, decine di rughe circondavano i suoi occhi, rossi di lacrime.

Frost non esagerava., dedusse il ninja Shirai Ryu, esterefatto. Kuai Liang aveva sempre mostrato un autocontrollo encomiabile e questa qualità gli aveva consentito di diventare un rispettato criomante.

Eppure, in quel momento, pareva uno spettro del Netherrealm..

Hanzo premette i polpastrelli della mano destra sulla tempia. Come un lampo, era balenata l’immagine di un revenant dalle sue fattezze, consumato dall’ira e dall’odio.

Cosa ti succede? Ti senti male? – chiese Kuai Liang, sorpreso dal gesto dell’altro.

Hanzo, per alcuni istanti, tacque.

Ho bisogno di risposte. Ma, se non te la senti, posso anche aspettare. – lo rassicurò.

Fece un passo, ma il tocco della mano di Kuai Liang sulla sua spalla destra lo bloccò.

Hanzo si girò e gli lanciò uno sguardo interrogativo.

No. Avrai le risposte che cerchi. – lo rassicurò Kuai Liang, la voce calma. Anche Hanzo riceveva ricordi della sua vita passata e questo confondeva la sua mente.

Sì, meritava chiarezza.


A passo rapido, attraversarono l’ampio piazzale, poi entrarono nel tempio Lin Kuei.

Silenziosi, salirono una lunga scalinata, percorsero un lungo corridoio e giunsero davanti ad una porta.

Kuai Liang la aprì e i due ninja entrarono nella stanza.

L’ambiente, piuttosto ampio e a pianta rettangolare, era dominato da un tavolo basso di legno massello laccato, su cui erano posate delle tazze di ceramica.

Il pavimento era ricoperto da un tappeto celeste, mentre le pareti erano ricoperte da panoplie di diversa provenienza e al soffitto era appesa una lampada di vetro ottagonale, che illuminava d’una debole luce la camera.

Hanzo e Kuai Liang si sedettero davanti al tavolo.

Mi dispiace per tuo fratello. – esordì ad un tratto Hanzo.

Un mezzo sorriso sollevò le esangui labbra di Kuai Liang e, come una scossa elettrica, una fitta d’amarezza attraversò il suo petto.

Quali risposte cerchi, Hanzo? – domandò il criomante.

Hanzo Hasashi strinse le mani in un gesto nervoso e, per alcuni istanti, rimase silenzioso.

La mia famiglia è qui, con me. Mio figlio Satoshi si sta addestrando per diventare il mio successore alla guida degli Shirai Ryu, mia moglie vive ancora con me. Eppure, da diversi mesi, i miei sogni sono tormentati da incubi di morte e distruzione, dominati dalla figura di tuo fratello, Bi Han. Come si spiega questo? – domandò il ninja capo degli Shirai Ryu.

Un sospiro sgorgò dalle labbra di Kuai Liang. Con la sconfitta di Kronika, lui si era impadronito della Clessidra del Tempo e aveva strappato Bi Han al suo destino di corruzione.

Ci era riuscito, ma questo aveva portato a effetti imprevisti.

Allungò il braccio, prese la mano destra di Hanzo e la strinse.

Questi, per alcuni istanti, si irrigidì, poi si rilassò. Col tempo, si era creato tra di loro un rapporto di stima e rispetto, ma non era mai andato oltre le loro nature, poco inclini a manifestazioni teatrali dei sentimenti.

Tuttavia, il suo amico, in quel momento, era prostrato dalla lunga e lenta agonia del fratello.

Quei sogni sono i ricordi della tua vita passata. – cominciò Kuai Liang.

Hanzo, sorpreso, spalancò gli occhi e si chinò in avanti.

Che cosa intendi? – chiese, perplesso.

In un’altra realtà, io sono riuscito a vincere Kronika, la signora del Tempo. Questo mi ha permesso di impadronirmi della sua Clessidra e di manipolarne le sabbie. Grazie a queste sabbie, ho potuto strappare mio fratello Bi Han al male. – continuò.

Hanzo fece per parlare, ma si bloccò. Forse, le tenebre sarebbero state dissolte.

Doveva attendere le parole del suo compagno.

D’istinto, la mano di Kuai Liang si strinse attorno a quella del ninja Shirai Ryu, quasi cercasse un appiglio ad un tumulto psicologico.

Sì. Nella realtà precedente, l’anima di mio fratello venne corrotta. Assieme a Quan Chi, distrusse il tuo clan e questa tragedia portò alla nascita di un revenant consumato dall’odio, Scorpion. Il fuoco, di cui tu sei padrone, era ravvivato dall’ira di un uomo sofferente, che aveva perduto la sua famiglia. – confessò.

Ora si spiega tutto. Come possono cambiare le cose.,pensò Hanzo, meravigliato. Grazie al tenace amore di suo fratello, l’anima di Bi Han era stata liberata dalle catene del male e della corruzione, ma gli eventi della precedente realtà avevano lasciato delle reminiscenze.

Le varie realtà era collegate tra di loro, come i vari anelli di una lunghissima catena, e la manipolazione lasciava delle tracce.

Sì, le parole di Kuai Liang rimettevano al loro posto le tessere di un mosaico prima incomprensibile.

Vedendo la luce cogitabonda nello sguardo di Hanzo, Kuai Liang accennò ad un tenue sorriso.

Chiederò a Bi Han se vuole parlare con te. – promise.

Di scatto, si alzò, percorse a grandi passi la stanza e uscì.


Qualche minuto dopo, Kuai Liang tornò.

Hanzo, Bi Han desidera vederti ed esporti gli eventi dal suo punto di vista. Puoi seguirmi? – chiese.

Senza dire alcuna parola, Hanzo si alzò, si avvicinò a Kuai Liang e uscirono dalla stanza.


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Capitolo 2
*** Promessa ***


Kuai Liang guidò Hanzo attraverso un ampio corridoio, illuminato dalla luce di alcune lampade appese ai muri.

Che tristezza., pensava, dispiaciuto. In quella realtà, Kuai Liang e Bi Han si erano ritrovati e si era ricreato tra loro un legame coriaceo.

Ma la morte aveva preteso la vita di Bi Han.

Pur di salvare la vita di suo fratello, era stato colpito da una maledizione crudele, che lo aveva condannato ad una dilaniante agonia.

Che l’abbia fatto per espiazione?, si domandò lo shinobi nipponico. Quell’ipotesi, subitanea, era balenata nella sua mente e non si era dissolta.

Anzi, gli sembrava alquanto plausibile.

Ad un tratto, il criomante si fermò e si appoggiò al muro, lo sguardo, vitreo d’amarezza, volto verso il soffitto.

Il suo petto si sollevò in ansiti sempre più veloci e un pallore livido ricoprì il suo viso.

La mano di Hanzo, leggera, si appoggiò sulla spalla sinistra di Kuai Liang in un gesto di premura.

Non ha senso che dica qualcosa. Come io, in un’altra linea temporale, ho perduto la mia famiglia, così, in questa, lui sta perdendo un fratello ritrovato. Non si può capire una simile pena., meditò. L’animo di Kuai Liang, ulcerato da quella pena, non aveva necessità di parole evanescenti, che non potevano mutare una realtà aspra e crudele.

A volte… a volte mi chiedo se sia stato giusto manipolare le sabbie, per esaudire un mio desiderio egoistico… – mormorò ad un tratto il ninja cinese.

Perplesso, l’altro aggrottò le sopracciglia.

Io… io non riuscivo ad accettare che l’animo di Bi Han fosse contaminato dal male… Per questo, ho usato le Sabbie del Tempo… Volevo liberarlo dalla tenebra… – confessò, il tono vibrante d’amarezza.

Tacque e, per alcuni istanti, rimase immobile, la testa tra le mani.

Ora è libero dal male… Ma è imprigionato in una sofferenza insensata. La libertà della sua anima vale il suo attuale dolore? Non lo so più… – confessò.

Sopraffatto dall’amarezza, chinò la testa sul petto e rimase immobile.

Il ninja nipponico non rispose e continuò a restare silenzioso.

Kuai Liang, di scatto, girò la testa e i suoi occhi, lucidi di gratitudine, si fissarono nelle iridi di Hanzo.

Grazie. – mormorò.

Si rialzò e riprese a guidare Hanzo attraverso i corridoi.


Il loro cammino si concluse davanti ad una porta.

Kuai Liang allungò la mano e la posò sulla maniglia.

Per alcuni istanti, la sua mano tremò e il ninja cinese esitò. La risolutezza del suo animo si dissolveva e lo lasciava a contatto con le asperità dei suoi dubbi.

L’agonia di Bi Han era dura, a stento mitigata dal balsamo del suo affetto, e, presto, gli avrebbe chiesto uno sforzo considerevole.

La sua risoluzione era corretta?

La mano di Hanzo si strinse attorno al polso di Kuai Liang.

Il maestro del clan Lin Kuei si irrigidì e lunghi brividi attraversarono la sua schiena. La stretta prossimità dei loro corpi, in quel momento, lo turbava…

Era la conseguenza del peso che opprimeva la sua anima e oscurava la sua lucidità?

Come ti ho detto prima, se Bi Han non se la sente, tornerò in un altro momento. – lo rassicurò Hanzo.

Le labbra di Kuai Liang si sollevarono in un tenue sorriso.

Mi ha assicurato che desidera vederti. Ha recuperato i ricordi della passata linea temporale. – spiegò, il tono lugubre.

Sospirò, aprì la porta ed entrò nella stanza.


La luce di una lampada appesa al soffitto illuminava la stanza, dominata da un letto singolo, su cui riposava la figura sofferente di Bi Han.

Di tanto in tanto, il corpo del criomante disteso si irrigidiva in uno spasmo di dolore, come una sbarra di acciaio e il suo viso si deformava in una maschera grottesca.

Gli occhi, opachi di sofferenza, roteavano, mostrando il biancho delle pupille, mentre una schiuma biancastra montava sulle sue labbra, livide di dolore.

Sconfortato, Kuai Liang scosse la testa. Nemmeno i poteri di Raiden riuscivano a ridare la salute a Bi Han…

Gli sembrava di essere avviluppato nella palude di un incubo.

A passo rapido, si avvicinò al letto del fratello e gli appoggiò le mani sul petto.

Stai tranquillo… Presto smetterai di soffrire. – lo rassicurò.

Qualche istante dopo, una tenue luce glaciale, splendente di minuti cristalli, sgorgò dalle sue mani e avvolse l’intero corpo del fratello.

Un debole sospiro, quasi timoroso, sgorgò dalla bocca di Hanzo. In quel momento, si sentiva un intruso, che assisteva ad un momento di intimità tra i due fratelli.

Gli sembrava di violare uno spazio sacro.

Cosa devo fare?

Il corpo di Bi Han si rilassò sul letto e la sua testa si abbandonò sulla sua spalla destra.


Poco dopo, il ninja aprì gli occhi e, con fatica, girò lo sguardo, ora verso Kuai Liang, ora verso Hanzo.

Grazie, fratello mio… – sussurrò. Presto, i veli sarebbero stati squarciati.

Desiderava morire libero da equivoci e menzogne.

Io vado… Perdonami Bi Han, ma devo proseguire con la gestione del clan. E Frost mi sta aspettando da un po’ di tempo. – spiegò Kuai Liang, cupo.

L’altro sollevò le labbra in un debole sorriso.

Non preoccuparti. – lo rassicurò.

Kuai Liang sollevò la mano in un debole gesto di saluto e si allontanò.



I due ninja, per alcuni istanti, rimasero silenziosi.

Sei contento, Hanzo? – soffiò ad un tratto la voce, arrochita dal dolore, di Bi Han.

Il ninja nipponico si scosse dai suoi pensieri e fissò il suo sguardo sul criomante.

Di che cosa stai parlando? – chiese.

Una rauca risata risuonò sulle labbra di Bi Han.

Se sei qui, c’è una ragione… Qualche ricordo della precedente realtà è emerso nella tua mente… – dichiarò, pacato.

Con un cenno del capo, Hanzo annuì. Non aveva senso negare la verità.

Il suo interlocutore aveva ragione.

Bramava risposte agli incubi che straziavano la sua mente.

Certo, Kuai Liang aveva svelato parte della realtà, ma gli sembrava incompleta, priva delle verità di Bi Han.

Hanzo serrò le labbra in un silenzio impacciato e sfregò le mani l’una contro l’altra. Qualsiasi parola gli pareva inopportuna.

Forse, in un’altra realtà, avrebbe provato un sadico compiacimento, ma in quel momento il suo cuore era stretto dalla pena.

Il suo pensiero si rivolgeva a Kuai Liang e all’opprimente dolore, che, pure, non gli impediva di svolgere le sue funzioni di capo.

Quanta dignità si rifletteva nel suo viso scavato…


Si avvicinò alla finestra e, per alcuni istanti, fissò il paesaggio.

Nel piazzale del tempio, scorse le piccole sagome di Kuai Liang e Frost, che si allenavano.

Si allontanò un poco e tornò a fissare lo sguardo su Bi Han.

Il ninja criomante si irrigidì e, a stento, sostenne l’oscuro sguardo indagatore del combattente Shirai Ryu. Avvertiva su di sé il peso del rimorso…

Non riusciva a dare risposte a quelle iridi, colme di domande.

Perché? – domandò ad un tratto il ninja Shirai Ryu.

Bi Han tacque e rifletté.

Potrei dirti che ero stato corrotto da Quan Chi e dalla sua magia… Ma sarebbe una idiozia e non meriti una menzogna tanto puerile… – cominciò.

Un forte accesso di tosse cavernosa, simile ad un lugubre latrato, lo scosse e, per alcuni istanti, non riuscì a proseguire.

Hanzo, immobile, attese.

No, Hanzo… Io… Io mi sono lasciato sedurre dal potere… Non ho saputo resistere alle lusinghe di Quan Chi… Ed è stata la mia sete, in un’altra linea, a distruggere la tua famiglia e a trasformare te in uno spettro, consumato dall’odio e dalla sete di vendetta… L’unica mia scusa era il mio desiderio di rendere forte il Lin Kuei… – confessò. Finalmente, i veli dell’inganno erano stati strappati e nessuna ombra oscurava la sua anima…

Niente lo legava a quel mondo tenebroso, risuonante di urla demoniache e greve di gratuite crudeltà.


Una risata, sempre più forte, cominciò a risuonare sulla bocca di Bi Han.

Perché ridi? – domandò Hanzo, perplesso.

In quella vita, io agognavo le ombre… Invece, io ora desidero la luce e ho paura di sprofondare nella tenebra. Mi sento in colpa davanti a Kuai Liang… – concluse.

Capisco. – dichiarò Hanzo, calmo. Bi Han si era sacrificato per suo fratello, come lui aveva capito, ma questo suo atto non attenuava il suo senso di colpa…

Anzi, probabilmente, non si perdonava la sofferenza, che, in quei giorni, dilaniava il cuore di Kuai Liang.

Sensi di colpa antichi e nuovi opprimevano il suo cuore, simili a macigni.

Hanzo… – lo chiamò Bi Han.

Il ninja nipponico si scosse dai suoi pensieri e lo guardò.

Io… Io so che morirò… La maledizione di Quan Chi è inesorabile… – iniziò.

Con un gesto stanco, si passò una mano tra i lunghi capelli neri, umidi di sudore.

Kuai Liang… Kuai Liang soffrirà molto per la mia morte… Il suo cuore, già pieno di crepe, potrebbe infrangersi e non penso sia giusto. Lui è molto forte, ma la solitudine potrebbe sopraffarlo… – continuò.

Reclinò la testa verso destra e, per alcuni istanti, fissò la finestra, dalla quale penetrava un esile raggio di luna.

Rare lacrime rigarono le guance scavate del guerriero cinese e un debole singulto strinse il suo petto.

Io… Io ho visto il legame che si è creato tra di voi… Lui ti rispetta e ammira il tuo carisma. Vede in te un esempio luminoso… – affermò.

Hanzo, sgomento, aprì un poco gli occhi. Nessun sentimento torbido riverberava in quelle parole…

Il suo sguardo, malgrado la morte futura, era limpido.

Hanzo… Ho le mie colpe verso di te, anche se in un’altra epoca… Quando io sarò morto, desidero che tu stia accanto a lui. Ti prego, non abbandonarlo. – lo supplicò.

Hanzo, per alcuni istanti, rimase immobile, il volto di nuovo atteggiato ad una espressione impenetrabile. Bi Han, in quelle parole chiare, aveva smesso la sua maschera e aveva rivelato la limpidità d'un forte amore fraterno.

Il suo pensiero, lontano dagli egoismi, era rivolto al suo unico familiare…

Davanti ad una simile richiesta, ogni altra considerazione svaniva.

Sì. Lo farò. –


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