Legacy of Kain: Redemption / Revenge

di whiterose21
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The last of Razielim ***
Capitolo 2: *** Ritroviamo Xilel ***
Capitolo 3: *** La storia di Namah ***
Capitolo 4: *** Caro zio Melchiah ***



Capitolo 1
*** The last of Razielim ***


Una volta tornati al loro futuro si ritrovarono nel santuario dei Clan vuoto, non vi era nessuno << Forse sono nei clan, dovremmo ancora aspettare un po’ >> disse Tauros avendo capito, << Allora farei un giro nel mio clan sono anni che non vedo più Namah, Ombre, e Daimos >> disse Xilel mentre guardava amareggiata il santuario dei clan, << Xilel tu non lo sai giusto? >> chiese Malachia con aria da funerale mentre Dunah gli tappò la bocca << Sapere cosa? >> domandò Faustus e Xilel osservò Mal curiosa << Niente andiamo >> disse Rainer come se la domanda non fosse mai stata porta alla cugina e si avviò al ex territorio dei Razielim, sapeva dove dovevano andare, ma prese una strada lunga mentre conduceva i nove, passarono anche per l’abisso del lago dei morti, e si udirono le voci strazianti provenire da quel lago profondo che non ci mise molto Xilel a riconoscere il luogo si fermò senza che nessuno la notasse e lei si avvicinò al bordo, guardò in basso e dalle urla strazianti ne poteva riconoscere una che dalla sua mente non se ne era mai andata, l’ha accompagnata per tutto il viaggio della sua vita e ancora ora poteva udirla, ma in quel posto particolare diventava un eco insopportabile, il lamentarsi del terrore e lo strazio delle carni che si consumavano nel acido in cui lo hanno gettato, erano sangue del suo sangue e lo hanno gettato come se non avessero avuto nessun legame con quest’ultimo, poteva ancora sentire nella sua mente l’ordine dato quel giorno dal signore dei vampiri “Gettatelo dento” si ripeteva il comando e quel impotenza che lei aveva diventava una gabbia la prigionia della sua anima, l’ha vissuta per venti anni e ancora continuava quella sensazione di panico, paura e odio verso quel luogo che le ha strappato una persona che veramente avrebbe dovuto proteggerla, accudirla e di sicuro amarla, quel amore vitale e importante per quello che era stata la sua infanzia, venuta a mancare solo per un ordine infame, quel posto aveva ucciso lentamente la vecchia vita della vampira, quel luogo sarebbe dovuto morire perché lei avrebbe avuto vendetta, non era Kain il vero colpevole ma l’abisso se non fosse mai stato presente forse Raziel non sarebbe mai stato gettato in quel lago, se solo fosse stato prosciugato come il resto dell’acqua di Nosgoth a parte per il territorio di Rahab, quel posto doveva morire perché Xilel si sentisse libera di poter ricominciare, libera di volare quella ferita doveva rimarginarsi e lei sentiva che far sparire per sempre quel posto era la soluzione più giusta, qui non è morto solo il padre della giovane, ma è morta anche la se bambina che osservava il padre scendere mentre quel lago ne scioglieva le carni quella carne era sua, perché ogni singolo straziante momento che aveva vissuto lui in quel lago mentalmente lo stava vivendo anche lei, e ora voleva regolare in quel luogo i conti, si continuò ad avvicinare con ribollente rabbia e tutte le ferite momentaneamente chiuse si riaprirono mentre altre di nuove si formavano, camminando si avvicinò al precipizio e li osservò la scena ed era pronta a saltare per affrontare il nemico ma prima di compiere l’azione fu tirata indietro da una mano che afferrandola nel bacino la scaraventò contro una parete rocciosa, sentì il dolore della rocca contro il proprio corpo << Stupida! Cosa credevi di fare?! >> gridò Magnus spaventato ma incazzato con la giovane, lei si sentì dolorante << Xilel non fare più cavolate come quella che stavi per fare, se fossi finita li dentro non ti avremmo più potuto recuperare >> disse Marcus subito Xilel capì cosa stava per fare non riuscì ad estrapolare nessuna parola di scusa in quel momento, e quella era la prima volta che ritornava in quel posto dopo la morte di Raziel quindi era come una cicatrice mai chiusa e che forse non riuscirà mai a chiudere << Io… mi spiace >> disse solo ma per i compagni rimase la preoccupazione << Dobbiamo continuare a proseguire >> disse Rainer, per sicurezza della giovane e impedirle di fare sciocchezze che avrebbero procurato certamente la morte di quest’ultima Magnus e Faustus decisero di tenere sott’occhio e non perderla di vista, andò avanti e presto si ritrovarono a ovest gli stendardi erano lontani e si scorgevano solo sagome come la mente di Xilel che ricollegava flashback continui, era come se quel luogo si fosse sopito un trauma che non voleva risvegliare, più vicini erano a quel luogo più la ferita di Xilel diventava ingestibile, rientrare nel clan, vedere i pilastri delle prime mura di difesa il simbolo del clan era poco sbiadito ma ancora riconoscibile, lei si avvicinò toccandolo con una mano e vide un orma di sangue secco di fianco, li era morto qualcuno, si allontanò scuotendo la testa, era piena di ansia e gioia per essere tornata, Dunah aprì i cancelli arrugginiti, e Xilel salì le scarpate in quarzo ora gialle e piene di muschio, però ciò che l’attese dentro al clan scioccò la ragazzina vi erano impronte di sangue secco da per tutto, statue di Raziel semi distrutte, muschio che rampicanti ovunque in quel luogo non vi era vita, tutti erano morti, fu come vivere un incubo per Xilel comprendere che lei era davvero l’ultima sopravvissuta di quel clan, realizzalo e digerirlo era impossibile, i suoi fratelli suo padre, persi tutti persi << Noire… Ombra… Aragon… Mikari >> disse lei fiocamente ricordando alcuni nomi, guardava gli stendardi strappati, logori e sbiaditi alcuni era vivere un incubo, le ceneri intorno alla dimora faceva capire che vi erano stati grandi roghi, e lei impallidì a capire chi era stato lo sapeva e sapeva anche cosa poteva essere successo, andare dentro al castello fu ancora peggio, quadri mezzi distrutti o peggio resi irriconoscibili, era insopportabile il tutto, vedere quella desolazione e poi pensare al fiero clan paterno, la vastità e il modo di essere tutto distrutto ma ciò portava la firma di un uomo conosciuto molto bene, Xilel si cullava tra le sue bracca e con disperazione cercava il perdono di persone che non c’erano, lei doveva essere eliminata quel giorno, e non ricevere il dono di poter essere l’ultima sopravvissuta, solo che tutto quello che stava vedendo era l’incubo, ciò significava che è destino che lei non abbia il piacere di poter riabbracciare il padre, quante cose voleva dirgli, e quante cose che non gli ha mai detto quanto Amaris poteva stargli sul culo.
Xilel guardò Faustus capendo che ormai tutti i clan le avrebbero dato la caccia << I miei vestiti ho intenzione di cambiarmi prima  di andarmene >> disse lei, annui passandogli l’armatura e la veste, subito lei si cambiò e mise il proprio mantello come fular in modo tale da venire ancora confusa per un vampiro mediocre, si voltò a guardare lo stendardo a terra e lo prese in mano abbracciandolo e chiudendo gli occhi, solo per un attimo si concesse di piangere e provare emozioni ma quel momento di dolore si spezzò quando un vampiro non identificato si avvicinò << Ospiti >> disse lei sibilando, la voce era come corrotta da una pesantezza della sua nuova forma che faceva quasi ribrezzo, Xilel retrasse mollando lo stendardo per mettersi in guardia e asciugarsi le lacrime, non poteva permettersi di sbagliare così fu subito inteso che l’avversario non avrebbe di sicuro declinato quella sfida, lei annusò l’aria e non guardò più Xilel ma si voltò verso i cugini più distanti << No, voi di nuovo! >> gridò infuriata ma anche terrorizzata e arretrando << Andate via! Non avete fatto abbastanza! >> continuò a gridare contro di loro << Cosa? >> chiese Rainer con calma ma lei scosse la testa guardandoli << Andatevene subito da questo territorio o sarò costretta a farvene andare con le maniere forti >> disse ma Dunah, Xilel e Tauros si prepararono in avanti a combattere per proteggere i loro cugini e gli alleati, la vampira sorridendo quasi li invitava ad attaccare per primi << Coraggio fate il vostro gioco >> sibilò mentre apriva le enormi ali.
Boss Misteriosa Vampira Vs Dunah, Xilel e Tauros
Lei cominciò a girare intorno ai tre vampiri che si erano posizionati in posizione d’attacco, Xilel studiò l’avversaria rimanendo immobile mentre si teneva in guardia, Tauros si portò al lato sinistro mentre Dunah al destro e si prepararono ad un attacco diretto, non notando che invece la nemica ha percepito cosa avrebbero tentato di fare i due così rimase in attesa di quella risposta che subito arrivò senza lasciarsi attendere, Tauros e Dunah corsero incontro alla vampira estraendo lui la lancia e lei le asce ma fallirono colpendosi a vicenda scagliandosi contro le mura del castello, poi lei si voltò vero Xilel che era rimasta immobile a girargli in tondo, << Che fai ci dovresti aiutare! >> gridò Tauros alla cugina immobile mentre l’avversaria la studiava << Forse Lel-xi ha paura >> disse Dunah mentre la osservava in piedi << Allora sei una vigliacca e traditrice! >> le gridò sempre più furioso il Turelim, Xilel poteva solo ignorarlo mentre decise di attuare un suo piano ma ha bisogno degli altri due cugini, intanto i due rialzati in piedi tentarono di attaccare nuovamente l’avversaria ma in un punto combaciante fallendo nuovamente e finendo contro un altro muro questa volta l’avversaria decise di volerli colpire per terminare la loro esistenza, infatti diretta verso di loro con un artiglio vicinissima a uccidere i due in un solo colpo ma qualcosa parò il colpo fatale e la spedì verso uno spuntone che sporgeva dal terreno, tutto era stato troppo veloce per capire che era intervenuto però riuscì a vedere chi era stato, la ragazza che prima sembrava rimanere immobile si era spostata d’avanti ai cugini entrambi a terra che si stavano per alzare da terra << Perché solo adesso hai agito? >> chiese Tauros << Non ti accorgi la piccola Lel-xi ha trovato il coraggio che le serviva >> disse Dunah fiera di ciò e convinta e la vampira sospirò << Prepariamoci non è ancora finita >> disse la vampira dai capelli d’argento mentre l’avversaria distruggendo lo spuntone a terra provò di ripicca ad attaccare Xilel da una parte impercettibile ma Tauros vide subito quando la vampira si stava lanciando contro la cugina quindi tese velocemente l’alabarda contro la nemica e infilzandola provocandole una ferita da parte a parte, in seguito la sollevò l’alabarda con il corpo infilzato e roteando l’arma per liberarla dal peso una volta liberata e lanciata di violenza contro un muro con una torcia << Sbrigati Dunah! >> gridò Xilel alla cugina che poco tonta si lanciò contro la vampira che si stava rialzandosi, la caricò con l’armatura con uno spunzone che serviva proprio a ferire gravemente al petto i malcapitati, una volta ferita con lo spunzone, la stese a terra terra ancora una volta, Xilel preparò l’arma che usava principalmente incantandola con l’elemento del fuoco, così di lanciò lei contro la nemica ma lei accorgendosi dell’incanto evitò di farsi colpire e fermò il braccio della vampira dagli occhi color miele, entrambe si guardarono attentamente << Mia… >> disse incredula mentre Xilel si rivoltò da sola incitando l’avversaria a lanciarla contro una parete << Non puoi!... >> continuò ad aggiungere afferrando Xilel e gettandola lontana dai suoi alleati e cugini, lei finì contro la vetrata principale del clan dei Razielim la stanza più alta del clan, li vi era il trono di Raziel da dove governava quelle terre, li vi era un enorme vetrata quasi distrutta ma non ha distrutto il disegno immortalato a dedica del suo capo clan, e subito di fianco ve ne era uno distrutto, lo stemma ancora leggibile era solo una conferma di dove la giovane si trovava, ma era una battaglia solitaria, Xilel svenne in quel luogo e la nemica non l’aveva ancora raggiunta, mentre i cugini preoccupati e i quattro alleati si erano messa a cercarla.
Xilel rinvenne ormai le tenebre avvolgevano la stanza in cui si trovava e i riflessi caldi del sole sul mosaico si erano spenti lasciando spazio a quelli gelidi della luna, che ridavano il gelido risveglio alla vampira che subito sentì i dolori della battaglia combattuta. Toccò il punto in cui sentiva maggiormente il dolore scoprendo che aveva qualche ossa rotta che si doveva rimarginare, ma il dolore era una delle ultime cose con cui doveva ragionare avrebbe dovuto ritrovare il suo gruppo e poi la vampira che li ha sfidati l’avrebbe di sicuro trovata e uccisa se fosse rimasta lì a lasciarsi catturare come una preda senza nemmeno tentare di combattere o difendersi.
Si alzò a fatica in piedi reggendo una parte del proprio petto che era dolorante, ma non era l’unica ferita con cui avrebbe fatto i conti anzi ve ne erano altre due ed erano per via che sulla schieno enormi schegge di vetro del mosaico conficcate nella carne e le facevano perdere sangue e quindi barcollava nel cammino.
Però riuscì a portarsi avanti anche se lentamente e con difficoltà e più andava avanti più sentiva il corpo diventare pesante, impacciato e sempre più stanco sapeva che dormire non avrebbe portato a niente, anzi forse l’avrebbe portata al dolce silenzio della morte ma c’erano troppe cose da fare prima di morire.
Fu mentre proseguiva che le si parò d’avanti un altro vampiro ma questo non ha niente a che vedere con i vampiri comuni anzi era come la vampira con cui si era scontrata, era un limite superato ma la corazza era di sicuro una cosa che lo caratterizzava.
Lui notò Xilel e l’attaccò lei non potendo reagire subito si fece gettare a terra, lei strascinò il suo corpo vicino a una lancia per fortuna, infatti il vampiro mutato dal tempo subito provò a succhiare il sangue della giovane con una lingua lunga ma lei subito lanciò con le ultime forze la lancia ferendo il vampiro e facendo echeggiare le urla. Dopo ciò che era accaduto il corpo di Xilel richiamò a se la sete di sangue, lei sapeva che quel vampiro una volta rimossa la lancia non sarebbe stato immobile ad aspettare che lei si riprendesse anzi avrebbe attentato alla sua vita e poi non farebbe mai un atto di cannibalismo contro la propria specie, ma la fame si fece sentire con tutto quello che ha ricevuto tra le ferite e il fisico sempre più morente mandò al diavolo i propri principi, prese la testa del vampiro scoprì il collo e diede più di un morso si fermò quando fu certa che i canini fossero ben saldi nelle venature poi iniziò a succhiare dal vampiro il sangue, una volta che quest’ultimo rimase senza sangue lei lo mollò.
Stupita e sconcertata per ciò che aveva fatto si lanciò contro il muro di fianco mentre respirava con affanno, mise le mani sulla testa e guardò in basso riflettendo su quello che aveva fatto. Non doveva dirlo a nessuno questa cosa o avrebbe avuto problemi con gli altri ma forse tenerlo nascosto era anche una cattiva idea prima o poi lo avrebbero saputo. Dopo molto che ci pensava e si straziava al pensiero di ciò che aveva fatto guardò l’aspetto positivo le ferite non pulsavano più di quel dolore, il corpo era più agevole meno impacciato e lei meno stanca di prima, poteva proseguire il proprio cammino senza appoggiarsi ai muri e continuò così l’esplorazione di quel luogo un tempo a lei conosciuto. Guardò l’interno di ognuna delle camere devastato, le imbottiture dei cuscini e dei letti erano scoperte e il sangue secco poteva solo suggerire che tipo di fine poteva aver fatto l’ospite della camera.
Nel proseguire trovò la piccola stanza di una bambina, vide le bambole in porcellana un tempo forse sane riverse sul pavimento alcune crepate, altre rotte alcune senza testa o con metà del volto mancante, lei osservò la stanza indifferente, almeno fino a quando non fu attratta da qualcosa, si avvicinò al centro e raccolse una bambola molto particolare aveva i capelli sciolti e con due splendidi boccoli argentei accomodati da un cerchietto color oro con un orchidea rossa , le fattezze di guance e bocca erano simili a una bambina vera e gli occhi color miele simili a quelli di Xilel la rendeva simile alla ragazza forse non era voluta, portava al collo una lettera, il timbro parlava chiaro era da parte di un Razielim.
Xilel appoggiò la bambola su un angolo di una scrivania con uno specchio e lesse la lettera:
“ Alla mia amata figlia,
Oggi compi i tuoi primi nove anni tieniteli ben stretti questi anni non vengono tutti i giorni, spero ti sia piaciuto venire con me al santuario dei Clan, spero che tu possa vantartene con Dunah e gli altri domani. presto diventerai un’adolescente pronta per le sue prime avventure, sembra ieri che ti ho vista nascere e che stringevo il tuo piccolo corpicino. Ma ormai il passato è passato di certo tu allora vorrai vivere la tua vita e avere l’indipendenza e in seguito anche i tuoi alleati e una tua zona da gestire, so che vorrai ciò, ma nel caso le tue intenzioni fossero diverse e compissi altre avventure sappi che io ti vorrò sempre bene e non prenderò mai le tue decisioni come affronti o tradimenti,
Sempre presente
Raziel “
Quella lettera non verrà mai letta dalla destinataria, perché li non ci sarebbe tornata per un gran bel pezzo, per Xilel fu come travolta di nuovo dalla malinconia che le attanagliava il petto, la bambola era per lei, doveva servirle a ricordare che lei era un esponente di una famiglia di sangue di alto rango e che le decisioni che prendeva erano volute da lei veramente e che sarebbe sempre stata appoggiata nel bene o nel male, quella bambola significava quanto il padre tenesse a lei, per la prima volta si rese conto che il padre non stava piangendo solo perché trovava sconfortante che i fratelli minori gli stessero facendo il torto di gettarlo nell’abisso, ma il dolore che provava era verso di lei, cosa sarebbe stato del futuro di quella bambina se anche lei sarebbe morta?, di certo Xilel sapeva già che la bambina che era un tempo era morta, ma Raziel come l’avrebbe presa veramente sapendo che quella bambina ora in età adolescenziale, era una donna senza un futuro in se per il momento non ha un sogno ne una speranza, era solo un involucro vuoto che si muoveva con lo scopo di sopravvivere nell’obbligo di chi l’ha salvata e cresciuta l’unica identità che conosceva era quella della Xilel mercenaria, quella che solo per denaro si vendeva e non aveva moventi di stare dalla parte di qualcuno, lei era solo una macchina da guerra e chi la seguiva lo sapeva, non era una donna che non avrebbe rimpianto il proprio passato la sua stirpe o chi era.
Poi cosa la spingeva a fare ciò a tornare da Kain, infondo ha visto lei stessa che dal passato a quel futuro non era cambiato niente a parte forse l’aspetto ma per il resto Kain rimaneva sempre uguale borioso delle proprie conquiste e troppo testardo per ammettere i propri errori, lo odiava per questo e ricordare quegli anni un millennio di servigi da parte del miglior luogo tenente che potesse avere gettati nell’abisso, tutta la vita di Xilel è stata scaraventata lì con quelle urla, tutto era confuso e sempre lontano da realizzare.
Xilel guardò quella bambola che rievocava i ricordi tanto di quello che aveva perso, la prese in braccio abbracciandola in silenzio tenendola salda e toccando i boccoli ben curati in quella posizione, la strinse leggermente per non romperla, ma e avvicinandosi in un punto dove non vi erano superfici morbide o che potevano attutire una caduta al centro della stanza ricordò la frase che per l’infanzia e stata la spada che l’ha ferita “Gettatelo dentro!” la sentì e li getto la bambola a terra con la forza con cui si era sentita cadere addosso la sua realtà infantile, si sentì la bambola distruggersi contro il pavimento metà del volto si era rotto ma non del tutto anzi erano solo crepature poi il volto venne illuminato dalla luna e i raggi facevano sembrare che gli occhi miele di quella bambola sembravano piangere ciò distrusse il cuore della ragazza sentendosi le lacrime agli occhi e che le scivolavano si era dimenticata come quelle lacrime di sangue fossero calde e amare, non le sopportava ma continuavano ad uscirle senza sosta, voleva fermarle, faceva male ricordare soprattutto dopo le azioni fatte.
Lasciò subito la stanza non avrebbe retto altro tempo lì dove un tempo dormiva, decise così di andare avanti e cercare una via di uscita, ma ogni stanza che visitava sembrava ricordarle brutti momenti voleva solo che tutto finisse in fretta, ma niente da fare sembrava di essere in un labirinto infinito fatto di piani, stanze, scale e corridoi.
Un tempo forse si sarebbe riuscita a orientare, ora non riusciva più a riconoscere il luogo anzi era così estraneo, desolato e tetro che poteva uscire dai racconti di paura citati nei libri neri di Faustus, e quelli letti nella biblioteca di Meridian. Talmente angosciante fu per lei comprendere che per nove anni quel posto è stata casa sua ma diversamente quel luogo era una fiaba uscita dalla fantasia di autori ignoti, o almeno ciò che ricordava e ciò che vedeva erano realtà opposte e in completo contrasto con la bellezza di un clan divenuta scena di un romanzo d’orrore che avrebbe potuto ispirare autori di qualsiasi genere.

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Capitolo 2
*** Ritroviamo Xilel ***


Intanto fuori dal castello di Raziel
La vampira stava continuando ad attaccare chi era rimasto lì Tauros, Dunah e Magnus, gli altri erano a cercare Xilel scorgendo di fortuna dove la gettata. Il mosaico rotto fu raggiunto da Faustus ma il punto era inaccessibile da chi non possedeva un determinato dono oscuro, l’unico dono che consentiva l’accessibilità diretta alla zona dove era stata scaraventata la vampira era “Salto” , e solo due vampiri avevano tale facoltà una era la vampira dai capelli d’argento l’altro era il vampiro vestito di rosso. Guardarono quest’ultimo e lui sospirò << Chi di voi due conosce bene il castello? >> chiese Faustus << Dunah e lei che conosce bene il posto >> Saphire sospirò osservando il pavimento mentre Mal si scusò si come era andato tutto di fretta << Non ci posso aspettatemi d’avanti alla porta con Sebastian e Marcus >> disse mentre sotto si sentivano i suoni della battaglia e terreno che saltava in aria, << Fuastus vengo con te! >> affermò Sebastian << Perché dovrei farlo? >> chiese il vampiro << Ho una buona memoria di ogni luogo non ci perderemo se entriamo da li >> disse lui insistendo << Non è un motivo valente per fidarmi di te >> insistette cicciuto << Non impuntarti Faustus e ragiona, se Xilel fosse stata capace di riconoscere questo posto sarebbe tornata fuori a combattere, e probabile che si sia persa anche con un buon orientamento osservando la struttura solo all’esterno li dentro puoi perderti >> disse lui convincendo in fine il vampiro a fidarsi dell’alleato e ringhio basso e si tagliò un polso << Bevi >> disse facendo scorrere in sangue, Sebastian non ci pensò due volte e prendendo il polso bevve e subito sentì il dono oscuro attraversargli le vene, lo mollò e in seguito guardò il compagno in cerca di istruzioni << Seguimi >> disse il vampiro vestito di rosso per poi saltare su una delle pendenze del castello irraggiungibile con salti normali, il vampiro vestito di blu non ci mise molto a seguirlo nel tragitto di salti tra le colonne e i bordi ridotti, per Sebastian c’era d’ammetterlo se al posto di Kain vi fosse stato Faustus a dargli la caccia di sicuro avrebbe avuto molti problemi, vista l’agilità del vampiro nel saltare e usare il dono oscuro alla perfezione sia per arrampicarsi che per cacciare. Arrivarono nel buco creato dal impatto di Xilel ed entrando subito Faustus non aiutò visto che vedendo la traccia di sangue si preoccupò entrando in paranoia, << Maledizione proprio in questo posto si poteva ferire >> disse mentre toccava la macchia di sangue ancora fresca << è fresca probabile che sia ancora viva >> disse Sebastian togliendo uno dei guanti e strisciando due dita nella pozza, poi le mise in bocca incurante di cosa avrebbe provocato a lui, un vampiro non abituato a leggere le memorie altrui non è nemmeno capace di selezionare quale avvenimento vuole vedere ed’ è costretto di conseguenza a subire tutta la memoria di quest’ultima. A contatto con la propria saliva il sangue della vampira era dolce all’inizio perché mostrava il fiore di una giovinezza di quel palazzo che era puro come la piccola che passeggiava nei corridoi assieme a due persone con pelle bianca e perfetta, ma fu breve quel attimo di dolcezza quanto sopraggiunse le prime note amare che mostravano il santuario dei clan, il nuovo Kain corrotto e mutato in modo irreversibile seduto sul suo trono dove un tempo sorgevano i pilastri corrotti e in decadenza. Il vampiro di fianco alla piccola entrò con delle ali, erano magnifiche ma ciò venne solo affermato come un affronto da parte del loro nuovo signore. Le note di sangue diventarono aspre quasi desiderò sputarle ma qualcosa lo trattenne dal farlo voleva sapere, guardava quando fu gettato il vampiro dalle ali strappate nell’abisso del lago dei morti, l’urlo che tormentava Xilel da anni quel urlo ora era anche parte di Sebastian, assisti impotente all’inseguimento della bambina da parte degli zii con l’intenzione certa di ucciderla. Ora lui aveva capito perché non poteva tradire Xilel perché lei era già stata tradita, tradita dalla parentela dalle persone di cui avrebbe dovuto fidarsi che la dovevano proteggere e amare, la vita di quella bambina dai capelli argentati era stata solo un’illusione ma si era generata a causa del padre che era il favorito del loro signore. Ricollegò perché non ha ucciso subito Kain ma lo aveva aiutato, questo era dovuto alla giovane età della vampira e perché sentiva che quel Kain del passato non era la stessa persona che l’ha tradita ma non appena ha iniziato a comportarsi come il vero assassino del padre ha voluto allontanarsi. Era tutto schematizzato poi ancora osservando vide Faustus sopravvissuto alla carneficina di Kain prendersi cura di quella piccola bambina, fino ai suoi diciannove anni e in fine trasformarla, vide gli eventi principali di pre-Blood Omen 2 e durate BO2. Il loro reclutamento rese il sangue dolce quasi famigliare, e l’arrivo dei cugini rendeva il sangue rassicurante, ma poi le tonalità tornarono amare quando ricondusse al presente che poteva vedere Xilel appena gettata dalla fine lei si reggeva in piedi a stento e si era strascinata dalla parte sinistra del trono. Poi terminò << Ehi cosa ti è successo? >> chiese Fauustus al compagno che era impietrito << Ho visto, lei è andata a sinistra >> disse subito guardando il vampiro vestito di rosso come ciò che ha visto di cosa ha fatto non fosse stato vero o non credesse ma poi se ne fece una ragione mentre proseguiva con lui, trovarono il corpo del Dumahim impalato e lo scostarono << è opera di Xilel >> dissero tutti e due d’accordo su chi fosse l’autore dell’impalazione del vampiro, << Ma cos’è un aborto o un mostro? >> chiese Fuastus osservando il vampiro meglio << No è un vampiro con cinquecento anni di evoluzione incontrollata imbecille >> disse il vampiro vestito di blu mentre guardava il collo << Gli è stato succhiato il sangue di sicuro è stata lei per prendere forza >> aggiunse mentre il vampiro vestito di rosso osservava il compagno stupito dalla deduzione fatta ma si incavolò per l’offesa. Seguì il compare a testa bassa trovando la camera di Xilel e trovarono di conseguenza la bambola ormai rotta, Faustus si avvicinò a quella bambola e osservando disse << Assomigli davvero a qualcuno che conosco >> poi appoggiò la bambola in un luogo stabile << Non dobbiamo giocare con le bambole >> disse Sebastian << Aspetta un attimo e guardala non sembra qualcuno che conosciamo? >> chiese l’altro osservandola sorridendo << è rotta e poi non le assomiglia >> sbuffò lui << Andiamo >> ordinò e il vampiro vestito di rosso sospirò << Ci vediamo più tardi signorina >> le disse mentre si allontanava Sebastian invece sbuffò non vedeva l’ora di raggiungere la compagna.
Nel mentre andavano avanti e per Sebastian diventava sempre più normale aggirarsi nel castello, sembrava che lui fosse stato in quel luogo da sempre, forse grazie alla memoria di Xillel.
Le informazioni che ha assimilato dalla piccola erano essenziali per un buon orientamento e in seguito la trovarono in una stanza centrale mentre stava succhiando il sangue di un altro dei vampiri mutati.
Avvicinandosi cercarono di rimanere cauti e la scostarono una spalla per chiamare la sua attenzione a loro, si voltò e aveva parte del volto sporca di sangue ed e i suoi occhi mieli stavano facendo apparire lacrime color cremesi  a se stringeva una bandiera sbiadita che un tempo era rossa il simbolo ormai lo avevano visto da per tutto, lo stemma lei sembrava quasi reggerlo come se gli fosse sconosciuto il motivo ma famigliare il posto.


 

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Capitolo 3
*** La storia di Namah ***


<< Xilel dobbiamo andare >> disse Sebastian stringendole la spalla e la presenza esterna di quello che non centrava con i ricordi la fece rinvenire subito asciugò le lacrime di sangue, << Finalmente ti abbiamo trovato dobbiamo andare >> disse Sebastian << Che succede? >> chiese lei confusa << Dobbiamo aiutare Magnus e Dunah sono ancora contro la vampira e Rainer, Marcus, Malachia e Saphire sono fuori >> disse il vampiro vestito di rosso << Va bene andiamo >> disse la vampira dai capelli d’argento raccogliendo le sue armi << Non vi sarà bisogno di uscire per affrontarmi >> disse la vampira sconosciuta scendendo << Sono già qui è stato facile sbarazzarmi di quei due >> disse mostrando il mantello di Dunah scalfito questo fece rimanere interdetta la povera Xilel metabolizzare che sua cugina non c’è la fatta era perita in battaglia, ciò le provocò di nuovo l’enorme dolore provato anche per il padre e un odio profondo per il nemico che aveva d’avanti, non poteva, e non avrebbe pianto ancora, prese il fioretto e si mise in posizione di attacco, << Ancora e pure so come funziona quell’arma >> disse lei attaccando di sorpresa senza che i due vampiri che accompagnavano Xilel potessero accorgersene.
Cercarono inutilmente di gettarsi verso di lei per farle schivare il colpo ma si sentì lo swing di una parata, e fu così Xilel aveva fermato gli artigli della vampira, << Anche io ho studiato le tue mosse >> disse lei mentre faceva scivolare il fioretto tra le unghie della vampira tagliandole e poi spingendole con un calcio il bacino per allontanarla da se, per la vampira fu come stupirsi, non era mai riuscita a vedere una tecnica simile, però non poteva deconcentrarsi, provò ad attaccare utilizzando il volo, ma quando arrivò nell’inpicchiata per uccidere l’avversaria gettandola sopra, ma invece fu l’avversaria a gettarla contro le spille delle dolomiti che si erano formate sopra il soffitto del clan, poi Xilel le spezzo con un colpo preciso facendo cadere l’avversaria sulla schiena e le dolomiti si infilzarono dentro al corpo molto meglio di prima, lei ormai era al limite e vicina alla morte.
In quel momento entrarono Magnus e Dunah seguiti da Marcus e i cugini << Xilel fermati! >> gridò la piccola Malachia fermando la mano con il fioretto << Ascolta Xilel lei ti conosce >> disse Rainer, sbuffò ma si mise ad ascoltare i discorsi deliranti della vampira, << Lord Raziel, vi ho deluso ancora dovevo proteggere la vostra discendeza e pure l’ho lasciata andare, o Lady Xilel voi eravate tutta la ragione della mia immortalità >> disse lei << Schifoso essere come ti permetti di pronunciare il nome mio e di mio padre? >> chiese Xilel << Mia signora! Siete voi >> disse lei guardandola << Io sono la vostra attendente, volevo solo vedervi crescere e essere come noi ma ho fallito >> continuò a dire << Sei delirante io non ho mai … >> si fermò con un paio dei suoi ricordi di nuovo liberi << Namah? >> chiese stupita guardando la vampira a terra << Oh sì mia signora, lord Raziel non è più tornato e quindi io e Ombren siamo venuti a cercarvi come ordine ma Lord Kain è venuto a farci visita con Lord Dumah e Lord Turel, e noi ignari del pericolo abbiamo aperto pensando che ci potessero aiutare, ma invece, hanno iniziato a massacrarci tutti, solo io riuscendo a nascondermi grazie a Turel sono riuscita a salvarmi, ma lord Dumah ha detto che voi eravate morte cadendo nel abisso >> disse lei con un nodo alla gola a raccontare ciò che era successo << Ora sai che sono più morta che viva >> disse lei << Non sto nemmeno credendo che voi siete adesso la vampira di fronte a me ma i vostri capelli, gli occhi, non mentono siete davvero voi mia signora posso morire felice >> disse lei << Namah io se avessi saputo che eri te non ti avrei mai fatto questo >> disse lei chiudendo gli occhi mentre piangeva di nuovo e si piegava a prendere tra le braccia il corpo del attendente che ormai era martoriato << Oh ledy Xilel piccola mia, non dovete piangere per me anche se bevessi il vostro sangue non basterebbe morirei dissanguata non lascatemi morire così ve ne prego >> disse lei mentre con una mano accarezzava quel volto pallido dell’adulta ma lei rivedeva la bambina che piangeva la piccola bambina che non ha potuto nemmeno vedere crescere, anche a lei cominciarono a comparire le lacrime, era strano entrambe piangevano << Tutte e due abbiamo pianto molto quando è morto Mikail, adesso lei piange per me >> le disse cercando di ricordare un evento che per Xilel era come dire stato difficile da affrontare, la mattina che ha chiesto di Mikal e lui non c’era per ciò Ombren era il nuovo attendente, entrambe cominciarono a singhiozzare << Ringrazio chi l’ha cresciuta così >> disse Namah e Faustus tossi arrossendo << Namah tu hai prestato servizio alla mia famiglia per tanto tempo, non hai fallito niente anzi tu farai sempre parte della mia infanzia, però adesso è ora di dirsi addio io ti concedo il dono del riposo eterno >> disse dandole il colpo di grazia << Mia signora…. Grazie >> disse mentre chiudeva gli occhi sorridendo, Xilel abbracciò il cadavere a se << No, grazie a te di tutto >> disse lei mentre piangeva. Decise di farle un funerale, prese lo stendardo consumato e avvolse il corpo della vampira lo stemma era ben visibile, decise di farsi aiutare a trasportarlo nell’altare principale sotto la statua di Raxiel, lì non batteva mai il sole forse si sarebbe conservata, Malachia andò con Saphire e Marcus a raccogliere fiori per Namah e i tre << Uffa, perché Xilel si fa prendere dai convenevoli? >> chiese il cugino << Smettila Namah era una delle persone più care a nostra cugina, è come quando tuo padre ha ucciso Mikail tu l’hai vista come era distrutta proprio come adesso >> gli urlò furiosa << Cosa intendente quanto dite “Come quando ha ucciso Mikail”? >> chiese Marcus << Mikail e Namah erano gli attendenti di Xilel, quando lo zio mancava loro subentravano per stare con lei e non fargli mai mancare la presenza paterna e materna, anche se dovevano sorvegliarla. Ma Mikail era anche il vampiro più forte quindi sovrastava i clan dando la miglior intesa con Raziel, ma proprio a causa delle guerre i clan dei fratelli minori stavano entrando in povertà e solo un funerale poteva arrestare le conquiste di Kain per qualche periodo e proprio Zephon e Rahab fecero la tattica per uccidere uno dei vampiri più forti >> disse la giovane vampira dal mantello giallo << E vi riuscì? >> chiese ancora il vampiro calvo << Certo che vi riuscì mio padre è il migliore nell’attuare le tattiche di quel disadattato di zio Rahab >> disse Saphire orgoglioso di quel evento << Non dovresti essere orgoglioso sai! >> gridò Dunah che li ha sentiti << Comunque Xilel ne parlò con me, Mikail venne ritrovato in una pozza di sangue, martoriato sul volto, con poca parte del viso salvata era paonazzo occhi aperti e bocca contorta in un ghigno di rabbia, gli erano state esposte le carne e ossa del torace, gli mancava la parte inferiore del corpo e una delle braccia riuscivano a vedersi pezzi di carne che erano stati spolpati esponendo lo scheletro della mano e metà braccio >> rispose raccontando << Xilel era presente e Namah piangeva, metabolizzare per una bambina che una persona che gli voleva bene era morta in quel modo era troppo difficile e subito Xilel quando mi vide >> corrucciò la faccia stringendo una delle braccia mentre stringeva i denti Magnus la abbracciò da dietro << Puoi dirlo tranquilla >> disse il campione << Iniziò a piangere e strillare raccontandomi ciò che era successo, l’incubo della visione la tormentata notti intere io ero li a consolarla ma ciò che mi da più pena e che io sapevo tutto, come tutti voi cugini, l’unica ignara del piano erano lei e Raziel e non poterle dire niente mi ha fatto, noi cugini che li abbiamo coperti dobbiamo considerarci più traditori dei nostri genitori, perché fin dal principio non l’abbiamo tradita e questa morte e ciò che stiamo facendo fin che abbiamo questo segreto non espia la nostra colpa, perché è la colpa dei nostri genitori >> proclamo quelle parole Dunah e Sebastian nascosto ha sentito tutto, lui non poteva tradire Xilel perché lei era già stata tradita, lui tornò da Xilel era ancora un poco sotto shock e Faustus la reggeva in un abbraccio per calmarla, erano seduti e lei appoggiava la testa sulla spalla del vampiro vestito di rosso, in quel momento sarebbe stata ancora più distrutta dalla verità se glie l’avesse detta ma voleva sentire la stria di Mikail dalle labbra della sua alleata << Xilel volevo sentire la storia dei tuoi attendenti >> disse il vampiro in armatura d’argento << Ti sembra il caso?! >> gli gridò Faustus, << Guardala e distrutta non bisogna rivangare ancora certi ricordi >> continuando << Va bene >>  disse lei iniziando a raccontare tutto come detto da Dunah però i particolari non erano confusi come nella storia della vampira dall’armatura viola << Però io ho giurato una cosa quando avrei beccato gli assassini di Mikail di fargli fare la sua identica fine >> disse lei allora il vampiro d’argento capì perché la verità era stata nascosta lei avrebbe fatto un omicidio famigliare, le implicazioni per fare ciò oggi c’è le aveva. Però ora era spezzata le serviva di nuovo tempo per ricucire le ferite, andare da Kain con delle ferite ancora aperte sarebbe stato un crollo psicologico lei non avrebbe gestito la rabbia e l’odio forme predominanti di sentimenti soprattutto con la morte di quella vampira, però l’aveva provocata Xilel in persona quindi accusare qualcuno di una cosa che non ha fatto non è da lei, però anche verso i sentimenti predominanti riguardo alla vendetta e al odio vi era sempre quel baratro tra Kain e Xilel, un odio caldo senza nessun senso e riflessione contro un odio freddo che perde il suo senso quando ci si riflette, questo sarebbe stato lo scontro più bello che avrebbe mai potuto vedere.

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Capitolo 4
*** Caro zio Melchiah ***


<< Dobbiamo ripartire verso il santuario dei clan >> disse Xilel ricomposta non lasciando trasparire il dolore, Faustus capì subito cosa succedeva, sa che voleva proseguire, ma invece doveva fermarsi, quindi guardò uno dei cugini << Dobbiamo passare per il mio clan >> disse Malachia mentre finiva di depositare i fiori attorno al cadavere e poi, con un’ultima preghiera se ne andarono da li.

  Xilel ricordava come raggiungere il clan dello zio quindi dovette di nuovo passare attraverso un passaggio e subito fu nel cimitero del clan trovandosi a Vassegebude << Cosa è successo a casa mia?! >> gridò Faustus scioccato, << Questo è il territorio di mio padre adesso >> disse Mal mentre faceva strada evitando i nuovi vampiri creati dal padre o meglio abomini che attaccavano solo per divorare delle prede la carne << Mal, zio Melchiah… >> disse Xilel scioccata << Cosa? >> chiese normale a guardare i vampiri << Come puoi rimanere indifferente così? >> chiese Magnus << Qui le cose sono normali, i vampiri si stanno deteriorando la pelle dei Melchiahim è troppo debole per reggere le carni morte intatte quindi la pelle inizia a deteriorarsi e loro ne sono sempre alla ricerca >> disse Saphire con tono un po’amareggiato mentre Mal li conduceva nella necropoli, e Xilel osservava i vampiri creati da Melchiah mentre sbranavano una delle vittime come cani, facendo notare la selvaggia foga del nutrirsi della carcassa, come avvoltoi ma con le zanne.

Condotti da Mal in un cimitero era possibile notare tante tombe disseppellite, la maggior parte erano schiavi umani, la spiegazione era che molti Melchiahim erano morti per fare una cosa tanto degradante, togliere il riposo a un cadavere era la cosa più orribile che avesse potuto fare Melchiah.

Mal si introdusse in una cavità naturale in cui fece entrare tutti, di seguito fu lei a condurre tutto il tragitto attraverso il clan, << Melchiah fu l’ultimo a venire creato e proprio per ciò abbiamo preso la minor parte dei poteri di Kain, la peculiarità e che non riusciamo a far mantenere la carne intatta come gli altri vampiri e come potete notare dalla mia cicatrice infetta io non ho mai fatto una muta della pelle, o meglio non ho mai divorato carne umana e nemmeno attaccata sulla mia pelle come i miei simili, al contrario di mio padre ho mostrato il mio difetto per ciò io mi devo coprire con un velo nero, presto inizierò anche io a puzzare di morte e gonfiarmi >> disse Mal mentre proseguiva << Questo non succederà vedrai che prima o poi troveremo una cura >> disse Rainer rassicurandola ma nemmeno lui credeva a quelle parole e Mal lo intuiva.

Arrivati ancora più sotto al clan, lei riuscì ad entrare grazie alla cugina più piccola, << Qui vi chiedo di non far rimanere nessun’altro oltre a Xilel quindi Faustus, Sebastian, Marcus e anche tu Magnus di rimanere fuori solo noi cugini possiamo incontrarlo >> disse Mal i quattro annuirono rimanendo fuori mentre Mal conduceva i cugini in una stanza circolare vi era un macchinario per tritare la carne, alla fine arrivarono d’avanti a un enorme muro che si sollevò rivelando una creatura orrenda le braccia della creatura fatta di ossa pelle e carni di persone si muoveva trascinando la carcassa nella schiena spiccavano delle costole e spina dorsale esposta la faccia del mostro era intuibile dove iniziava solo dagli enormi occhi rossi, un teschio con della pelle che lo teneva attaccato in quell’ammasso privo di gambe, solo un enorme busto che si trascinava a terra lasciando scie di sangue, la puzza della miscela acre del sangue e della putrefazione erano intensi, a tal punto che Rainer si sentiva male e Xilel si era tappata il naso mentre indietreggiava << Malachia vedo che ti sono venuti a far visita i tuoi cugini >> disse quella voce aspra era irriconoscibile dalla forma ma la sua voce lo fece subito spiccare << Quegli occhi mielati, mi sembra di averli già visti >> disse osservando la nipote scomparsa che era di fronte a lui appena ne annusò sentì l’odore di Raziel in lei << Non può essere lei era caduta nell’abisso e morta >> disse lui << No morta, abbandonata dalle persone che avrebbero dovuto essere la mia famiglia e da quello che ricordo mio padre è stato gettato da quelli che dovevano essere i suoi fratelli >> disse aspramente lei e con una carica di odio gelido che anche il mostro poteva sentire << Sei cambiata in tutti questi anni, sei qui per uccidermi quindi? >> disse incuriosito << No, perché io non sono un mostro come voi, ma vedo che tu zio oltre che mostro dentro lo sei diventato pure fuori >> disse lei non provando nemmeno pietà << Da vero credi che io abbia deciso questa forma? >> continuò a chiedere << Questa mi sa che sia una punizione più che sufficiente per quello che hai fatto, vivere in questa forma per l’eternità è stato ciò che hai seminato tu, nemmeno ucciderti sarebbe soddisfacente adesso >> disse Xilel con tono soddisfatto << Quindi è ciò che hai deciso se ti rende una consolazione questa cosa godi della mia sofferenza, ma sappi che lasciarmi così è come essere al mio pari >> disse lui << Da vero io preferisco che sia Mal a decidere cosa sia giusto ma perdere una persona a cui si vuole bene è più difficile affrontarlo che perdere uno sconosciuto >> disse lei poi si ammutolì guardando il capostipite che la guardava con odio perché le ricordava Raziel.

Lei uscì tornando di espressione gelida << Hai esagerato Xilel >> disse Tauros fuori con lei << Lui non ha esagerato quando è venuto ha distrutto un villaggio per riuscire ad uccidermi? >> chiese lei << Non so cosa ha fatto mio padre ma posso capire se tu vuoi lasciarlo così, ma ti prego Xilel io voglio solo che lui sia in pace voglio che lo uccida ormai soffre da troppo tempo >> disse Mal iniziando a piangere, Dunah la abbracciò per calmarla, solo allora si tolse la maschera rivelando una parte del volto sfigurata ormai deformata la pelle era come sparita e  la carne aveva lasciato spazio solo a un occhio tutto nero con un puntino rosso che emetteva lacrime di sangue << è stato zio Melchiah a farti questo? >> chiese Xilel scioccata << No la mia pelle se putrefatta e ridotta così per questo ho indossato la maschera per sembrare normale >> disse rimettendosi la maschera, << C’è un'altra presenza oltre noi >> disse Saphire, << La sento anche io >> Tauros aggiunse solo.

Tornarono indietro e li videro uno scheletro di vampiro color blu, e lo stendardo che portava era dei Razielim, Xilel lo riconobbe subito e gli occhi le davano da non credere << Papà? >> sussurrò piano mettendosi una mano d’avanti alla bocca, stava lottando contro Melchiah, e purtroppo sentirono una parte del discorso << Avanti Melchiah dimmi dove posso trovare Kain >> gli ordinò << Il maestro è al di sopra della tua portata Raziel, si farà vedere quando lo riterrà più opportuno e non su richiesta >> rivelò solo quelle parole Mal arrivo solo per vedere l’esecuzione del padre tramite il trita carne, subito la manovella che girava  fu lasciata dal fantasma blu e il marchingegno andò giù schiacciando il povero Melchiah che finì triturato, carne e viscere furono martoriate il sangue si sparse ovunque e il suono di ciò fece vomitare la bile a Saphire << Zio Melchiah! >> gridò Xilel facendosi notare da quel vampiro non morto che si voltò verso di lei, come lei lo osservava entrambi avevano occhi increduli a ciò che vedevano << Xilel..figlia mia >> disse mentre cercava di avvicinarsi a lei, Xilel attratta scese avvicinandosi lentamente al divoratore di anime le lacrime nel vederlo le pizzicavano scioccata << Oh... Xilel… io ti ho abbandonato per così tanto tempo >> disse amareggiato << Tu non devi stare qui, tu sei morto… >> disse mentre la gola si seccava formando un magone che non mandava giù quello era ancora il ferro rovente dei suoi movimento, l’unico odio che non riusciva a spegnere, verso se stessa e per essere stata debole, l’artiglio del ex vampiro andò a toccare una delle guance morte della giovane mentre le spostava una i capelli la osservava con grande rammarico << Sei bella proprio come la tua madre >> le disse mentre rimembrava come le poteva stare vicino guardando la piccola piangere con quelle lacrime cremisi, << Guarda te cosa mi sono perso gli anni più belli della tua vita… sapevo che da quando nascono al primo anno crescete in fretta, e io sono mancato tutto questo tempo >> disse mentre le asciugava le lacrime il rimorso era molto grande << Non importa quanti anni ti sei perso sono sempre la tua bambina >> disse lei soffocata da tutto quel dolore << è ora che io vada da Kain addio figlia mia >> disse prima di andarsene, << Padre, addio >> disse mentre andava via con gli altri, quell’evento, lei guardò la gabbia ormai vuota e con tutto quel sangue di Melchiah non era rimasto nulla che non fossero e viscere.


<< Zio Melchiah… Ti ho perdonato da tanto tempo ormai e grazie… >> disse la vampira da capelli d’argento mentre la cugina dai capelli a caschetto ne era felice pur piangendo per il padre e la perdita, << Addio padre che tu possa avere un buon riposo >> disse la giovane mentre se ne andava con gli altri verso un altro territorio.

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