In quel di Konoha...

di Ellygattina
(/viewuser.php?uid=649673)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1: Allarme Covid-19! (Naruto) ***
Capitolo 2: *** Day 2: Fine degli esami (Sasuke) ***
Capitolo 3: *** Day 3: Senza protezione (Sakura) ***
Capitolo 4: *** Day 4: Città fantasma (Sai) ***
Capitolo 5: *** Day 5: Pomeriggio su skype (Shino) ***
Capitolo 6: *** Day 6: Chi l'avrebbe mai detto, in pieno coronavirus? (Kiba) ***
Capitolo 7: *** Day 7: Coccole & torte (Hinata) ***
Capitolo 8: *** Day 8: Guerra all'ultimo pacchetto (Choji) ***
Capitolo 9: *** Day 9: Palestra fai-da-te (Ino) ***
Capitolo 10: *** Day 10: Dolce far niente (Shikamaru) ***
Capitolo 11: *** Day 11: Un appartamento per tre (Tenten) ***
Capitolo 12: *** Day 12: Cercasi shampoo (Neji) ***
Capitolo 13: *** Day 13: Ultime parole famose (Rock Lee) ***
Capitolo 14: *** Day 14: Inno nazionale (Dosu) ***
Capitolo 15: *** Day 15: Aggrappata a una foto (Shiho) ***
Capitolo 16: *** Day 16: Bisogno d'amore (Matsuri) ***
Capitolo 17: *** Day 17: Felice di rivederti (Ayame) ***
Capitolo 18: *** Day 18: Mangiare per sopportare (Jirobo) ***
Capitolo 19: *** Day 19: Amore ai fornelli (Rin) ***



Capitolo 1
*** Day 1: Allarme Covid-19! (Naruto) ***


Day 1: Allarme Covid-19!


Personaggio: Naruto

Prompt: A e B sono coinquilini e costretti alla quarantena. A ha l'influenza e teme di aver contratto il virus. B, invece di curarlo, s'inventa ogni modo possibile per stargli alla larga in un bilocale.

Naruto si lasciò ricadere esausto sul cuscino dopo l'ennesimo attacco di tosse, respirando a fatica. Erano un paio di giorni che si sentiva sempre peggio e iniziava davvero a temere di essersi preso il terribile Covid-19 che aveva già mietuto parecchie vittime in città. I sintomi più comuni c'erano tutti e la febbre, tra l'altro piuttosto alta, non voleva saperne di scendere. Aveva già telefonato al suo medico, che dopo avegli posto un sacco di domande, aveva liquidato la cosa come una normale influenza, ma la situazione era drasticamente peggiorata in poche ore, e come se non bastasse, il suo ragazzo non gli dava un minimo di attenzione. D'accordo che aveva passato giorni a prenderlo in giro ogni volta che lo vedeva con la mascherina o che gli intimava minaccioso di rispettare le norme di sicurezza, ma non era giusto ignorarlo così. Si erano sempre curati amorevolmente a vicenda quando si ammalavano, eppure questa volta Sasuke inventava mille scuse per stargli il più lontano possibile. La notte precedente aveva addirittura dormito sul divano, sostenendo che lui russava troppo e Naruto si sentiva davvero solo.
«Come ti senti?» gli chiese in quel momento il ragazzo, appena entrato nella stanza.
«Uno schifo» si lamentò lui, implorandolo con lo sguardo di avvicinarsi un po' di più. In fondo indossava l'immancabile mascherina ed era sicuro che sarebbe corso a lavarsi le mani appena fosse uscito. Cosa gli costava fargli qualche carezza e consolarlo un po'?
Ovviamente non lo fece, limitandosi a osservarlo per alcuni secondi, all'apparenza indifferente agli ennesimi colpi di tosse e al naso che non smetteva di colargli, prima di passargli il termometro.
«Rimani qui» provò a trattenerlo Naruto, un attimo prima che lasciasse la stanza.
«Sto lavorando» gli rispose secco Sasuke, facendo per andarsene.
«Puoi lavorare anche da qui» insistette.
«Ti disturberei e basta.»
«Di solito non ti importa.»
«Di solito non stai così male.»
«E allora mi abbandoni?»
«Non ti sto abbandonando!»
«Sì invece!»
Per qualche secondo si guardarono con gli occhi che mandavano scintille, entrambi ben decisi a difendere la loro posizione.
«Lo vuoi capire o no che esistono delle precise norme di sicurezza, che vanno rispettate per il bene proprio e degli altri?» sbottò alla fine Sasuke, stufo di quell'inutile discussione.
«E tu lo vuoi capire che sto male e ho bisogno di te?» gli rispose per le rime Naruto, sperando ardentemente che cedesse. Gli mancava il fiato e la gola gli doleva troppo per litigare.
Il compagno sospirò, ma prima che potesse trovare una risposta adatta, squillò il telefono che aveva lasciato nell'altra stanza.
«Devo lavorare adesso, lo sai» disse a quel punto sbrigativo, lasciandolo solo.
Naruto fissò deluso la porta, sentendosi crollare il mondo addosso quando guardò il termometro. La febbre era ancora sotto i 38°, ma stava già risalendo, a dispetto della medicina che aveva preso poche ore prima. Era stato davvero contagiato dal coronavirus, che fino a un paio di giorni prima derideva senza problemi? Se era così, Sasuke aveva ragione a stargli lontano, ma una parte di lui desiderava comunque un abbraccio consolatorio. E se non fosse riuscito a superare la malattia? Non voleva nemmeno pensare di morire da solo in un letto d'ospedale con il ricordo di tutti quei giorni passati lontani, pur vivendo insieme in un bilocale...
Per un attimo fu tentato di richiamarlo e supplicarlo in ogni modo finché non avesse ceduto, ma sapeva che non sarebbe stato giusto. In fondo un po' se l'era cercata, prendendo così alla leggera le raccomandazioni che ormai erano scritte e ripetute ovunque, ma quando usciva di casa rispettava per forza la distanza di sicurezza e il divieto di contatto fisico. Come aveva fatto a prenderlo?
Naruto sospirò sconsolato, limitandosi ad ascoltare distrattamente la telefonata di lavoro di Sasuke nella stanza di fianco con gli occhi che già gli si chiudevano. Il fidanzato lavorava infatti per una grande azienda che fin da subito si era attrezzata per permettere ai dipendenti di svolgere i propri compiti da casa, e oltre a questo, per passare il tempo, stava approfittando del periodo di isolamento forzato per sistemare l'appartamento. Lui invece aveva continuato a recarsi al bar in cui lavorava finché il governo non ne aveva ordinato la chiusura per cercare di contenere il numero dei contagi, lasciandolo senza nulla di concreto da fare dalla mattina alla sera. Secondo il compagno, lui e le faccende domestiche erano nemici naturali, motivo per cui, tra piccoli passatempi da svolgere tassativamente a distanza di sicurezza, si era offerto volontario per le interminabili file ai supermercati e in qualunque altro posto rimasto miracolosamente aperto, che se non altro gli permettevano comunque di uscire a prendere di tanto in tanto una boccata d'aria. La situazione in città era davvero insostenibile però e non sapeva che avrebbe dato perché l'emergenza finisse il più in frettta possibile e tutti si dimenticassero, una buona volta, di quel maledetto coronavirus. Non vedeva l'ora di potersi godere finalmente la primavera andando di nuovo in giro con Sasuke mano nella mano come facevano tranquillamente ormai da anni.
Sull'onda di quei pensieri cedette in poco tempo alla stanchezza, svegliandosi però fin troppo presto per i suoi gusti con l'orribile sensazione di andare a fuoco. Si sentiva malissimo e istintivamente cercò con gli occhi il fidanzato al proprio fianco, prima di ricordarsi che questi non voleva saperne da giorni di stargli vicino. Se non altro, girandosi appena di lato, vide cadere sul cuscino accanto a sé un fazzoletto ormai bollente, segno che il compagno doveva essere passato da poco a vedere come stava.
Provò a chiamarlo con un lieve sorriso sul volto e lo vide arrivare di corsa come sempre.
«Hai bisogno di qualcosa?» gli chiese preoccupato.
«Sto andando a fuoco» si lamentò, sollevando il fazzoletto che Sasuke si affrettò a bagnare di nuovo nell'acqua fresca.
«Ho chiamato il numero per le emergenze. Tra poco verranno a visitarti» lo informò in tono rassicurante, sistemandoglielo sulla fronte mentre questi rabbrividiva.
«Resta qui» ritentò debolmente Naruto.
«Stavo sistemando delle cose di là» rispose prevedibilmente il fidanzato.
«Puoi farlo dopo» insistette il ragazzo, guardandolo negli occhi con un'espressione da cucciolo che avrebbe messo in difficoltà chiunque.
«Sai che non è una buona idea, vero?» disse piano Sasuke dopo alcuni secondi di silenzio, cominciando suo malgrado a cedere.
«Sì» mormorò subito Naruto, «ma tu lo sai che ho paura dei medici» continuò poco dopo a voce ancora più bassa.
«Sei peggio di un bambino» sospirò Sasuke, a metà tra il seccato e l'intenerito. Lo sapeva eccome di questo suo problema ed era per questo che aveva aspettato tanto a fare quella telefonata, nella speranza che la situazione migliorasse da sé. Purtroppo non si poteva più aspettare, visto come l'aveva trovato una volta terminata la lunga chiamata. Continuava a ripetersi che doveva trattarsi di una banale influenza, ma i sintomi in effetti non promettevano nulla di buono ed era stato Naruto a uscire più spesso di casa negli ultimi tempi, ignorando per la maggior parte, ne era certo, le norme di sicurezza che lo facevano sbuffare ogni volta che gliele ripeteva.
«Non te lo meriteresti, ma per questa volta d'accordo. Che ti serva di lezione, però» cedette alla fine infastidito, rimanendo nella stanza a distanza di sicurezza fino all'arrivo dei medici per cercare almeno di abbassargli la temperatura. A se stesso non poteva negare che un po' gli mancasse la sua compagnia, e vederlo così gli faceva troppa pena. Doveva sperare però di non aver contratto il coronavirus, o gliel'avrebbe fatta pagare cara appena si fosse ripreso.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi sia piaciuta, nonostante la tematica non molto allegra, e di avervi strappato almeno un sorriso. Un po' mi dispiace di aver fatto soffrire tanto il povero Naruto (solo io me lo immagino così bisognoso di attenzioni quando è ammalato? *^*), ma il prompt mi aveva subito ispirata e ce lo vedo troppo a infischiarsene di tutte le norme di sicurezza fino a rimanere fregato. A voi la sentenza se ha contratto davvero il coronavirus, ma almeno Sasuke alla fine si è deciso a fargli, almeno in parte, da infermiere personale. u.u
Fatemi sapere che ne penste, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine.
Informo chi fosse intressato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Day 2: Fine degli esami (Sasuke) ***


Personaggio: Sasuke

Prompt: “Per fortuna che la sessione d'esami è finita” / “Guarda che è appena iniziata”


Day 2: Fine degli esami

«Per fortuna che la sessione d'esami è finita!» esclamò felice Naruto, stiracchiandosi come un gatto mentre usciva da scuola con il suo migliore amico nel tepore primaverile.
«Guarda che è appena iniziata» gli fece notare Sasuke con un leggero sbuffo, chiaramente infastidito da quel comportamento infantile.
«Ti sbagli. Per noi è già finita» lo corresse il ragazzo biondo, sorridendo da un orecchio all'altro.
«Non è detto che la chiusura delle scuole duri a lungo e comunque non dovresti esserne così contento. Non lo sai che è una situazione seria?» lo rimproverò il compagno. Non capiva proprio come facesse quello stupido a voler festeggiare per una cosa simile, ma di certo non sarebbe riuscito a coinvolgere lui. Non era uno studente modello ed era il primo a detestare gli esami, ma gli dava fastidio aver passato le loro ultime giornate di libertà prima della quarantena appena annunciata chiuso in casa a studiare per niente.
«Non mi dirai che hai paura del coronavirus, vero?» rise Naruto con una luce pericolosa negli occhi, interpretando come sempre la situazione a modo suo. Si vedeva lontano un miglio che stava già progettando uno dei suoi soliti scherzi stupidi e Sasuke era sicuro che a breve avrebbe desiderato ucciderlo nella maniera più lenta e dolorosa possibile per l'ennesima volta in vita sua. Gli voleva bene, in realtà, ma l'amico sapeva essere davvero insopportabile quando ci si metteva e lui non aveva nessuna voglia di subire a lungo le sue battute. Non in quel momento, almeno.
«Io non ho affatto paura» puntualizzò con freddezza, rifilandogli però un'occhiataccia per intimargli di smetterla.
«Come no» lo prese in giro Naruto. «Scommetto che se non avessero chiuso tutto, ti saresti sigillato tu in casa fino alla fine dell'emergenza» continuò imperterrito, ridendogli in faccia. A quanto pare si era stancato di vivere...
«Ma figuriamoci. Basta semplicemente adottare le misure di sicurezza e non c'è bisogno di chiudersi da nessuna parte» ribatté prontamente Sasuke, cercando di fargli capire dal tono che era meglio non insistere. La verità era che il coronavirus un po' lo preoccupava, dal momento che mieteva ogni giorno nuove vittime e che non esistevano cure specifiche, ma non fino a quel punto. E comunque non gli andava di dargli ragione e di sentirlo sbandierare ai quattro venti i fatti suoi, visto che si stavano incamminando sul lungo viale all'uscita dalla scuola per tornare a casa. Poco prima dell'ultima campanella, gli altoparlanti avevano annunciato a studenti e professori che gli esami di fine trimestre appena cominciati erano stati annullati e in ogni angolo dell'edificio si era scatenato il finimondo tra chi esultava come Naruto e chi invece era preoccupato per l'ulteriore dimostrazione della gravità della faccenda. In fondo un po' tutti conoscevano qualcuno che per età o stato di salute sarebbe stato in pericolo in caso di contagio...
«È ovvio però che se tu volessi chiuderti da qualche parte nei prossimi giorni faresti un enorme favore a molti» proseguì un attimo dopo con un sorrisetto provocatorio che fece infuriare l'amico, cogliendo al volo l'occasione per stuzzicarlo a sua volta.
«Come sarebbe a dire?» esclamò infatti arrabbiato, alzando un pugno minaccioso.
«Davvero non lo immagini?» continuò Sasuke senza perdere quella faccia da schiaffi, godendosi la sua espressione. In realtà l'aveva detto anche per il suo bene, pur avendo l'assoluta certezza che l'amico non avrebbe mai seguito il suo consiglio, ma non avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura di essere preoccupato per lui o per chiunque altro, preferendo quindi mascherare il tutto con una presa in giro. Purtroppo o per fortuna, infatti, non c'era niente da fare: passavano gli anni ma loro due non riuscivano proprio a smettere di punzecchiarsi a vicenda, finendo spesso e volentieri per darsele di santa ragione per qualunque sciocchezza. In realtà forse non era stata una buona idea arrivare a tanto così vicino alla scuola, ma in fondo Naruto se l'era meritato. Avrebbe dovuto sapere quanto fosse pericoloso prendersi gioco di lui in pubblico.
«Ah, quindi è così? E poi come faresti senza di me?» rispose il ragazzo, fingendosi offeso, con un'espressione che non prometteva nulla di buono.
«Starei tranquillo, immagino» disse calmo Sasuke scrollando appena le spalle mentre in realtà pensava il contrario.
«Che cosa? Come ti permetti, razza di...» cominciò Naruto, cercando di colpirlo con un pugno che l'amico parò prontamente prima che una voce femminile trafelata li interrompesse appena in tempo chiamando i loro nomi. Era Sakura, la loro migliore amica da quando erano bambini, che cercava di raggiungerli.
«Non stavate per picchiarvi ancora qui fuori, vero?» domandò con aria di rimprovero, guardando dubbiosa dall'uno all'altro, appena fu in grado di respirare di nuovo. Aveva perso il conto delle lavate di capo che si erano già presi per questo, ma ogni tanto ci ricascavano e ormai lo considerava quasi un suo dovere personale cercare di impedir loro di mettersi nei guai. Eppure lo sapevano cosa succedeva quando l'accaduto giungeva, immancabilmente, alle orecchie del preside...
«Dillo al dobe, Sakura, non a me » le rispose annoiato Sasuke senza guardarla, facendola voltare severa verso l'amico.
«E io che c'entro? Sei stato tu a cominciare» protestò Naruto imbronciato.
«Ah, davvero? Io stavo solo cercando di ficcare un po' di buon senso in quella tua testa vuota, ma a quanto pare è fatica sprecata» ribatté l'amico, perfido.
«Stavi esultando per la fine anticipata degli esami, vero?» domandò poco dopo Sakura, sconsolata, interrompendo di nuovo quella che prometteva di diventare una discussione infinita.
«Mi sembra ovvio! Vi rendete conto che abbiamo chissà quanti giorni di vacanze anticipate proprio quando avremmo dovuto sgobbare come matti?» cercò di farli ragionare il ragazzo, rabbrividendo solo all'idea delle montagne di argomenti che avrebbe dovuto memorizzare in pochi giorni senza quel dono inaspettato. Gli dispiaceva ovviamente che tante persone stessero soffrendo per quel nuovo virus, ma gli sembrava esagerato il panico che si respirava ovunque. Se non altro qualcosa di buono c'era in quella situazione assurda e sarebbe stato bello se i suoi amici si fossero sforzati un attimo per capirlo. In fondo erano entrambi fin troppo intelligenti...
«Tutto questo non è affatto positivo, Naruto!» protestò Sakura, chiaramente spaventata.
«Ma come, ti ci metti anche tu?» si lamentò lui orripilato. D'accordo, dalla studentessa migliore della scuola avrebbe dovuto aspettarselo, ma stavano pur sempre evitando dei noiosissimi esami di fine trimestre!
«Mi sembra ovvio! La chiusura delle scuole proprio adesso sottolinea ancora di più la gravità della situazione. Com'è possibile che tu sia così tranquillo?» esclamò la ragazza con più foga del necessario.
«Non ci credo... Ci sei cascata anche tu, Sakura-chan! Ma che hanno tutti?» si disperò Naruto.
«Una cosa chiamata buon senso, dobe, e purtroppo tu non ne hai nemmeno una briciola» sbottò Sasuke esasperato, prima che l'amica gli saltasse in testa davvero. Se proprio dovevano ucciderlo, almeno non in centro in pieno giorno...
«Mi sembra di averne più di tutti, invece, e non chiamarmi così» ribatté lui, fulminandolo con lo sguardo.
«Si vede infatti» lo contraddisse il compagno, ignorando volutamente il resto.
«Quante storie per un semplice virus!» sbuffò il ragazzo biondo. Davvero, iniziava a non poterne più di tutte quelle assurdità.
«Non è un semplice virus! Hai idea di quante persone siano morte o in gravi condizioni?» puntualizzò Sakura, incenerendolo con un'occhiataccia.
«Questo lo so anch'io ma non si può nemmeno esultare per una gioia inaspettata? Dovreste ringraziarmi per aver trovato qualcosa di positivo persino adesso» protestò Naruto, testardo come sempre.
«Ci rinuncio, sei davvero impossibile» sospirò lei esasperata, prima di cedere al fortissimo impulso di tirargli un pugno tanto forte da stenderlo in mezzo alla strada. Aveva imparato nel tempo a volergli bene come se fossero fratelli, ma a volte era davvero difficile sopportarlo.
«Ma sentilo! In realtà dovresti essere tu a ringraziarci» borbottò Sasuke a mezza voce.
«E per cosa? Per avermi rovinato uno dei pochi momenti di gioia della giornata?» domandò Naruto un po' offeso, lanciandogli l'ennesima occhiataccia in pochi minuti.
«Per aver cercato di aiutarti a non ammalarti subito e a non essere bocciato a vita» lo corresse il ragazzo, fingendo di non accorgersene.
«Ehi! Cosa vorresti dire con questo?» protestò il diretto interessato, cercando con lo sguardo il sostegno dell'amica, che ridacchiava al suo fianco. Quei due erano un vero disastro a volte ma non poteva negare che fossero divertenti e quando facevano così li trovava anche a dir poco teneri. Chissà se Naruto davvero non capiva le intenzioni del compagno o se fingeva e basta per abitudine? In fondo non era da tutti essere presi in tale considerazione da Sasuke Uchiha...
«Esattamente quello che ho detto. Vuoi un disegnino, per caso?» rispose seccato il ragazzo moro.
«Non so che farmene dei tuoi disegni!» ringhiò Naruto, cercando di non pensare alla frase che l'amico aveva pronunciato poco prima. Da un lato ne era lusingato, ma dall'altro non poteva evitare di sentirsi comunque decisamente offeso. Davvero lo credevano così stupido?
«Eddai, non prendertela. Lo sai che ti vogliamo bene e lo facciamo per te» intervenne a quel punto Sakura in tono più dolce, prima che Sasuke potesse ribattere, sforzandosi di non ridere. Prima o poi avrebbe dovuto trovare il coraggio di fare loro un bel discorsetto. Iniziava a stancarsi di fare il terzo incomodo nei loro battibecchi da coppia sposata...
«Lo so ma non c'è bisogno di ricordarmi ogni momento dei miei voti a scuola» si lamentò Naruto sconsolato. Che c'era di male a fingere ogni tanto di non essere perseguitato dalla media scolastica più bassa dell'intero istituto? Non era certo colpa sua se nelle belle giornate avrebbe voluto fare di tutto tranne che studiare!
«Non ce ne sarebbe bisogno se ogni tanto ci pensassi tu» non poté trattenersi dal rispondere Sasuke, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di entrambi che lo fece sorridere tra sé.
«Potremmo approfittare di questi giorni di vacanza per organizzare un gruppo di studio» propose Sakura pensierosa. In fondo abitavano vicinissimi gli uni agli altri e non sarebbe stato un problema vedersi tutti i giorni per aiutarsi a vicenda. Certo, con ogni probabilità avrebbero dovuto legare e minacciare Naruto per costringerlo a rispettare le norme di sicurezza onde evitare di lì a poco di essere tutti a letto con il coronavirus, ma poteva essere una buona soluzione. Per quanto l'amico fosse convinto del contrario, lei e Sasuke si preoccupavano eccome per il suo avvenire e non gli avrebbero mai permesso di passare ancora altri guai per la sua pessima media, se potevano evitarlo. Del resto, come sarebbero state le loro giornate scolastiche senza Naruto Uzumaki?
«Non mi date un attimo di tregua!» si lamentò quest'ultimo sconsolato, vedendo allontanarsi i gloriosi pomeriggi di dolce far niente che aveva immaginato fin dal primissimo istante.
«Come se non sapessi come va a finire tutte le volte, vero?» sospirò Sasuke, suo malgrado divertito. In qualche strano modo, infatti, nonostante la loro buona volontà di darsi da fare, a un certo punto mettevano sempre via libri e quaderni molto prima del previsto e dubitava fortemente che questa volta avrebbe fatto eccezione. Si augurava però che riuscissero a fare abbastanza per aiutare quella testa quadra del suo migliore amico, e nel frattempo sarebbe stato un ottimo modo per stare insieme. Muniti di una bella scorta di disinfettanti e mascherine, certo, ma insieme.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! In realtà la storia non mi convince molto ma spero che a voi sia piaciuta e di non essere andata fuori tema. Ammetto che ero fortemente tentata di utilizzare un altro prompt per oggi, ma se già con questo non la finivo più di scrivere, non oso immaginare come sarebbe finita con l'altro. XD
Fatemi sapere che ne penste, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Un ringraziamento speciale va ovviamente a supersara e Shirangel per le loro bellissime parole e a chi ha già inserito la raccolta tra le preferite/seguite/ricordate. Spero di non aver deluso le vostre aspettative con questa nuova storia un po' (tanto) sconclusionata e che continuerete a seguirmi fino alla fine! u.u
Informo chi fosse intressato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Day 3: Senza protezione (Sakura) ***


Personaggio: Sakura

Prompt: A è uscit* a fare la spesa senza protezione. B, incurante delle distanze di sicurezza, entra in ascensore con l*i. L'ascensore si blocca.


Day 3: Senza protezione

Non era stata un'idea furba uscire senza protezione quel pomeriggio, ma Sakura voleva evitare a tutti i costi la fila per entrare al supermercato sotto casa, e una volta accortasi della svista, ritenne che sarebbe stato peggio tornare indietro.
Come previsto, in quel modo riuscì a cavarsela in un tempo abbastanza breve, rientrando poi nel portone del suo palazzo con un sospiro di sollievo. Era stata un po' in ansia fino a quel momento, soprattutto per le occhiatacce di tutti quelli che la incrociavano per strada o tra le corsie, ma ormai ce l'aveva fatta.
Mentre la porta dell'ascensore si chiudeva, però, vide arrivare un'altra ragazza, all'incirca della sua età, con la borsa di un computer su una spalla e svariati sacchetti del supermercato in mano.
Impietosita dalla sua espressione stravolta, si spostò per farla entrare ottenendo un sentito ringraziamento e un bellissimo sorriso che le smosse qualcosa nel petto, salvo poi rendersi conto della reale situazione. Nemmeno lei indossava la mascherina, ed essendo così carica, le venne naturale appoggiare quel che poteva sul pavimento della cabina, lasciando per entrambe uno spazio talmente ristretto che non ci voleva un genio per capire che la distanza di sicurezza era andata a farsi friggere.
Sakura ebbe l'impulso di farglielo notare, ma le parole le rimasero impigliate in gola. Come ebbe modo di scoprire quando la ragazza, più vicina ai pulsanti, le chiese a che piano andava, si trattava della nuova inquilina che aveva appena traslocato nell'appartamento sotto il suo e non le andava di presentarsi come la vicina rompiscatole che faceva un sacco di storie per niente. In fondo si trattava solo di un paio di minuti a dir tanto, e lei non era certo nella posizione di protestare, visto che a sua volta non indossava nulla per proteggersi.
Sconfitta, decise di impiegare quel breve periodo di tempo per osservarla di sottecchi, cercando intanto di farsi venire in mente qualcosa di intelligente da dire. Odiava quei silenzi imbarazzanti, ma aveva sempre avuto dei grossi problemi a rompere il ghiaccio, e il fatto che la ragazza in questione fosse tanto bella non era certo d'aiuto.
«Credo di non essermi ancora presentata. Sono Ino Yamanaka, la nuova inquilina» disse a un certo punto questa, scostandosi dal viso una ciocca di lunghi capelli biondi.
«Piacere di conoscerla. Sono Sakura Haruno» colse subito l'occasione lei, rivolgendole un gran sorriso.
Entrambe fecero poi per allungare la mano, accorgendosi solo all'ultimo di ciò che stavano per fare.
«Scusi. La forza dell'abitudine» si giustificò Ino.
«Già» ridacchiò Sakura imbarazzata, ma smise subito non appena l'altra starnutì un paio di volte. Cosa aveva pensato poco prima sul fatto che non ci sarebbe stato nulla di male a stare tanto vicine?
«Non si preoccupi, dev'essere la mia allergia al polline» provò a tranquillizzarla la ragazza, irrigidendosi subito. Non le era sfuggita la reazione della sua nuova vicina, e sebbene ormai ci fosse abituata, visto il clima di terrore degli ultimi tempi, non poté fare a meno di restarci un po' male. Stava andando tutto così bene fino a un attimo prima... Purtroppo, però, non riusciva proprio a sopportare le mascherine, e sebbene ne avesse comprata una confezione all'inizio dell'emergenza, non le aveva mai usate.
«Capisco» disse piano Sakura, cercando di stare calma. Ormai mancava pochissimo alla loro meta, ma proprio in quel momento l'ascensore si bloccò con uno scossone, lasciandole per giunta al buio.
«Un black out?» ipotizzò subito la ragazza dai capelli rosa, decisamente in ansia, iniziando a cercare a tentoni nella borsa il cellulare per fare un minimo di luce.
«Questa non ci voleva!» si lamentò la sua compagna di sventura, tastando la parete accanto a sé in cerca del pulsante d'allarme.
Nel frattempo Sakura era riuscita a illuminare un minimo l'ambiente, scoprendo con orrore che l'ascensore si era ovviamente bloccato tra due piani. Di solito non temeva situazioni del genere, ma il fatto che Ino potesse essere ammalata e che si trovassero in un ambiente chiuso e ristretto a distanza così ravvicinata non era affatto positivo. Quanto poteva essere menefreghista e incosciente quella ragazza? Eppure le aveva fatto una così buona impressione all'inizio...
Una piccola vocina dentro di lei le suggerì che in realtà non avrebbe dovuto essere tanto prevenuta nei confronti di una persona che nemmeno conosceva, ma purtroppo era un dato di fatto che le allarmanti notizie quotidiane sull'emergenza coronavirus portavano un po' tutti ad essere molto più sospettosi. Il pensiero la fece sentire in colpa per un attimo, ma bastò un altro starnuto di Ino per farle dimenticare questa saggia considerazione. Purtroppo non aveva fatto caso se la ragazza presentasse evidenti segni di allergia quando erano entrate e di certo non avrebbe avuto modo di accorgersene adesso.
Mordendosi nervosamente il labbro inferiore per non dire nulla di cui avrebbe potuto pentirsi in seguito, si sporse un po' in avanti, nonostante i sacchetti, per arrivare al pulsante d'emergenza, mentre la vicina, tra uno starnuto e l'altro, trafficava con la borsetta in cerca dello spray.
Per fortuna Sakura ottenne subito risposta e il tecnico le assicurò che i soccorsi sarebbero arrivati di lì a poco, raccomandandole di mantenere la calma.

Più facile a dirsi che a farsi” pronunciò mentalmente la ragazza mentre si appoggiava di nuovo alla parete, ma si sforzò di non darlo a vedere. Per fortuna Ino sembrava stare meglio dopo aver preso la medicina e le dispiaceva vederla, nella fioca luce dei cellulari, con quell'espressione contrita ogni volta che colpi di tosse e starnuti riecheggiavano nella cabina, ma non riuscì comunque a impedirsi di stare tutto il tempo in allerta, rimproverandosi tra sé per aver dimenticato a casa la mascherina. Ne aveva preso una bella scorta nei primi tempi dell'emergenza e per fortuna ne aveva ancora qualcuna per le rare volte in cui usciva di casa. Purtroppo quel giorno, da poco rientrata dal supermercato, si era accorta di aver dimenticato alcune cose importanti, e nella fretta di rimediare prima dell'assalto agli scaffali da parte di chi usciva dal lavoro, aveva commesso una grave imprudenza. Per fortuna non aveva problemi di salute pregressi che potessero compromettere la sua guarigione in caso di contagio, ma non ci teneva comunque ad aggiungersi ai tanti che in quel momento erano confinati in casa o negli ospedali. Ormai però il danno era fatto e Sakura decise di approfittare della situazione per cercare di conoscere meglio la nuova vicina.
Per fortuna, nonostante l'enorme disagio di entrambe in certi momenti, riuscirono in qualche modo a chiacchierare fino all'arrivo del tecnico, che si stupì non poco vedendo uscire dall'ascensore due ragazze prive di mascherina, di cui una con il naso un po' rosso e la voce arrochita.
Di lì a poco furono di nuovo nei rispettivi appartamenti a rimuginare sull'accaduto e Sakura, nonostante tutto, non riuscì a classificare l'esperienza come qualcosa di negativo. Certo, nei giorni successivi ritenne opportuno tenere d'occhio la temperatura e fece sempre attenzione a non commettere più leggerezze del genere, ma era contenta di aver conosciuto Ino e alla fine dell'emergenza le due divennero in poco tempo ben più che semplici amiche e il loro primo incontro in quell'ascensore fu sempre motivo di grandi risate ogni volta che se ne ricordavano. Del resto, quanti potevano vantarsi di aver vissuto un'avventura simile in quel periodo, riuscendo addirittura a evitare il temuto contagio?


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non chiedetemi come mi sia venuto in mente di rendere Ino allergica al polline perché non ne ho idea, ma spero che la storia vi sia piaciuta e di essere riuscita a trasmettere al meglio il messaggio che avevo in mente.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Un ringraziamento speciale va ovviamente a supersara per le sue bellissime parole e a chi ha già inserito la raccolta tra le preferite/seguite/ricordate. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine! u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Day 4: Città fantasma (Sai) ***


Personaggio: Sai

Prompt: China Town


Day 4: Città fantasma

Sai svoltò un angolo e si ritrovò di nuovo nella cosiddetta China Town, dove abitava, sentendosi assalire dalla consueta ondata di tristezza nel vedere le insegne dei negozi spente e le saracinesche abbassate. Erano settimane ormai che quel grosso quartiere, di solito pieno di vita, assomigliava sempre più a una città fantasma a causa del temuto virus che dal loro Paese si era diffuso rapido nel resto del mondo. I loro negozi, privi di clienti, erano stati i primi a chiudere, anticipando di molto l'ordine del governo per proteggere i cittadini, e i pochi cinesi che osavano avventurarsi per le strade semideserte di Konoha, lo facevano muniti di guanti e mascherina e con la tristezza negli occhi. La primavera si avvicinava a grandi passi, ma nessuno aveva voglia di godersela. La gente usciva solo per comprare i generi di prima necessità per poi tornare subito a casa, dove sarebbe stata forse al sicuro dal virus ma ugualmente lontana dagli affetti. Baci e abbracci erano proibiti ed era sempre consigliabile mantenere la distanza di sicurezza per cercare di arginare il numero dei contagi, che a dispetto di regole e restrizioni aumentava sempre di più, con il risultato che in tanti avevano deciso di adottare queste misure di emergenza persino tra le mura domestiche. Per fortuna esistevano chat e videochiamate per rimanere in contatto con i propri cari e accertarsi che stessero bene, ma non era certo la stessa cosa che vedersi di persona e molti, per i motivi più svariati, non avevano neppure quel conforto. Quanti, in quel preciso istante, stavano soffrendo nella più completa solitudine?
Sull'onda di quei pensieri, gli tornò in mente suo fratello Shin, morto qualche anno prima in quello stesso periodo per una brutta malattia che li aveva separati in giovanissima età, e per la prima volta in vita sua fu quasi contento, per un singolo istante, che non fosse lì con lui. Nelle sue condizioni avrebbe rischiato moltissimo e di certo non se ne sarebbe parlato di stargli accanto in ospedale fino al termine dell'emergenza, nella speranza di fare in tempo a rivederlo vivo. Ricordava bene com'era stato l'ultimo periodo della sua breve vita e non poteva nemmeno immaginare di affrontarlo in una simile situazione. Per quanto fosse orribile anche solo pensarlo, in un certo senso era meglio che il suo corpo avesse ceduto molto prima di quanto i medici avessero preventivato.
Nel frattempo Sai era arrivato a casa, e dopo aver dato uno sguardo affettuoso alla foto che lo ritraeva anni prima con il fratello, si concentrò invece su quella, più recente, con i suoi amici Naruto e Sakura. Era stato grazie a loro se era riuscito a superare davvero, in qualche modo, la morte di Shin, e nonostante le difficoltà iniziali ad andare d'accordo, nel tempo avevano stretto un legame molto forte che li aveva sempre aiutati nei periodi peggiori.
Il ragazzo sorrise all'idea che anche quella sera si sarebbero sentiti in videochiamata appena Sakura fosse rientrata dal suo turno di lavoro all'ospedale e nel frattempo, dopo una rapida occhiata fuori, decise di mettersi a disegnare l'ennesimo scorcio della città fantasma che vedeva dalla finestra, con le diverse scale di grigio e i toni scuri, in attesa che gli amici arrivassero, per l'ennesima volta, a riempire di nuovo di mille colori l'album della sua vita.
Prima o poi sarebbe tornato il momento di stare insieme come avevano sempre fatto, ma intanto doveva accontentarsi di quel paesaggio così malinconico, augurandosi di poter presto tornare a soggetti più allegri.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! (Davvero, meritereste un premio! XD) Chiedo scusa a tutti per questa ondata di depressione che ha sorpreso anche me, ma i prompt di oggi mi ispiravano tristezza e la storia è venuta fuori da sola. Spero vi sia piaciuta lo stesso e che non mi abbiate odiata troppo, ma mi sembrava giusto dare voce anche a coloro che stanno soffrendo di più. Qualunque sia la vostra situazione, vedrete che presto questo brutto periodo finirà, e nel frattempo cerchiamo di tenerci in contatto il più possibile con i nostri cari e di farci forza a vicenda. Dopo la pioggia viene sempre il sereno e sarà così anche questa volta. <3
Fatemi sapere che ne pensate della storia, se vi va, e grazie di cuore a tutti voi che mi avete dedicato un po' del vostro tempo anche solo leggendo, ma anche, ovviamente, a chi ha già inserito la raccolta tra le preferite/seguite/ricordate. Spero domani di potervi offrire qualcosa di un pochino più allegro e che continuerete a seguirmi fino alla fine! u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Day 5: Pomeriggio su skype (Shino) ***


Personaggio: Shino

Prompt: A contatta B via skype per aiutarl* con i compiti, ma B cazzeggia tutto il tempo.


Day 5: Pomeriggio su skype

Finalmente skype si decise a funzionare e il volto di Kiba apparve sullo schermo del computer.
Nonostante le scuole fossero chiuse ormai da settimane per il coronavirus, pochi giorni dopo ci sarebbe stata la verifica di matematica e Shino si era offerto volontario per aiutare l'amico a prepararsi. Di solito si organizzavano con l'amica Hinata per incontrarsi a casa di uno di loro e studiare insieme nel tentativo di superare indenni quasiasi test, ma in quel periodo sarebbe stato impossibile e avevano dovuto arrangiarsi diversamente.
Kiba in particolare era davvero un disastro in quella materia e il compagno era ben consapevole di avere davanti un pomeriggio a dir poco impegnativo, ma in fondo sentiva la mancanza dell'amico ed era disposto a metterci tutta la sua buona volontà per aiutarlo, unendo l'utile al dilettevole.
Peccato però che l'altro, come spesso capitava nella bella stagione, fosse invece particolarmente incline a non impegnarsi affatto, con il risultato che nel giro di poco Shino ringraziò che non fossero nella stessa stanza o gli avrebbe lanciato chissà dove il telefono come minimo. D'accordo che era una giornata stupenda e che tutti sentivano il bisogno di svagarsi un po' in quel periodo di crisi, ma possibile che non capisse quanto la sua situazione in matematica fosse già abbastanza in bilico così com'era, senza aggiungerci l'ennesimo quattro o peggio?
Il ragazzo sospirò e provò di nuovo a convincere il compagno a prestargli un minimo di attenzione. Di quel passo avrebbero finito gli esercizi a notte fonda e un intero pomeriggio di lavoro non sarebbe comunque servito a niente.
Quando glielo fece notare, Kiba parve finalmente convincersi a mettere da parte il telefono, e per qualche minuto l'amico si illuse di averla avuta vinta.
Il suo compiacimento ebbe però breve durata perché poco dopo il suo cagnolino Akamaru, appena svegliatosi, cominciò a reclamare attenzioni e a quel punto Shino, sebbene si sforzò di non darlo a vedere, iniziò a sudare freddo. Chiunque conoscesse anche solo un minimo il giovane Inuzuka sapeva perfettamente che non avrebbe mai negato nulla a quel vivace batuffolo di pelo bianco e per sua disgrazia neanche quella volta fece eccezione.
«Insomma, Kiba, la vuoi piantare? Non ti basteranno cent'anni per prepararti e lo sai cosa ha detto la prof l'altro giorno» lo sgridò alla fine, guardando sconsolato l'amico che giocava con il cane come se al mondo non esistesse altro. Iniziava a stancarsi di stare lì davanti al computer come un emerito deficiente senza concludere nulla. Se fosse stato da solo, avrebbe finito tutto da almeno un'ora.
«Eddai, Shino, impara a rilassarti un po'. Mancano ancora un sacco di giorni alla verifica e non è colpa mia se Akamaru oggi vuole solo me» protestò il ragazzo, visibilmente seccato per l'interruzione.
Il compagno dubitava seriamente di quest'ultima parte del discorso, visto che il cane aveva sempre dimostrato di avere un ottimo carattere con tutti quelli che conosceva, ma decise di lasciar perdere e concentrarsi invece su un altro particolare che non stava proprio né in cielo né in terra.
«Veramente ne mancano quattro e ti ricordo che in mezzo ci sono anche la verifica di storia e quella di inglese su un sacco di argomenti. Perché credi che abbiamo iniziato a lavorare oggi su matematica?» gli fece notare severamente, ma l'altro si limitò a un semplice gesto della mano come per scacciare una mosca.
«Per quelle sono a buon punto e in genere me la cavo abbastanza, vero Akamaru? Diglielo anche tu, bello» ribatté con calma, sorridendo da un orecchio all'altro quando il cane saltò su per leccargli la faccia e gli rispose abbaiando al suono del suo nome.
«Insomma, Akamaru, non mettertici anche tu!» esclamò Shino esasperato, ma ottenne solo un primo piano del suo muso e la sonora risata dell'amico quando l'animale, riconoscendo la sua voce, si avvicinò al computer del padrone per fargli le feste.
«Vedi? Ti sta dicendo anche lui di rilassarti un po'. Si può sapere come fai a concentrarti sui compiti in una giornata così?» approvò questi divertito.
Il compagno stava per rispondergli per le rime quando una voce rabbiosa lo interruppe.
«Cos'è tutto questo baccano? Li hai già finiti i compiti, Kiba?» domandò innervosita sua madre Tsume, spuntata a grandi passi da chissà dove, prima di colpire in testa il figlio con una rivista arrotolata nel vedere che il lavoro non era proseguito granché rispetto al giorno prima, quando aveva provato da solo a fronteggiare quella montagna di esercizi.
«Stavamo facendo una pausa!» protestò il ragazzo. «Akamaru voleva giocare e...»
«Hana! Vieni giù un attimo per favore!» lo interruppe la madre con un sospiro esasperato, spostando nel frattempo il cucciolo dal computer prima che facesse danni.
Pochi minuti dopo la ragazza lo portò fuori tra le accorate proteste del fratello, subito zittito, e la donna, dopo l'ennesimo rimprovero per le continue notifiche che arrivavano dal telefono, si accomodò a sua volta in salotto, costringendo Kiba a darsi finalmente da fare con sollievo di Shino. Un po' gli dispiaceva aver scomodato la madre e la sorella del suo amico, ma per quanto gli costasse ammetterlo, quel giorno ce n'era davvero bisogno. Di solito c'era anche Hinata a dargli manforte e non era raro che a un certo punto, per fare una pausa, portassero qualche minuto Akamaru nel parco vicino, ma quel giorno la ragazza aveva altro da fare e con la quarantena in corso non avrebbero comunque potuto uscire tutti.
In qualche modo, alla fine, il lavoro era proseguito abbastanza per quel pomeriggio, ma Shino si ripromise per il futuro di non affrontare mai più da solo quella pericolosa coppia. Piuttosto, nel malaugurato caso in cui Hinata fosse stata impegnata, avrebbe potuto chiedere a Ino, o meglio ancora a Sakura, ma a quel punto a loro si sarebbe probabilmente unito anche quell'esagitato di Naruto, e la situazione sarebbe stata ancora peggiore. Chi altri sarebbe riuscito a tenere a bada quello sconsiderato del suo migliore amico? Avrebbe dovuto pensarci quella sera, ma per il momento voleva solo stendersi da qualche parte e riposarsi un po'. Chi l'avrebbe mai detto che fare l'insegnante potesse essere così difficile?


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non è stato facile gestire Shino, ma spero di aver mantenuto il più possibile l'IC e di avervi strappato almeno un sorriso. Ci voleva proprio dopo la storia di ieri (almeno per me XD) e quale modo migliore che narrare le avventure di questo povero malcapitato alle prese con la matematica e la pericolosa accoppiata Kiba & Akamaru? XD
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non avervi delusi con questa storia un po' diversa dalle precedenti e che continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buona serata!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Day 6: Chi l'avrebbe mai detto, in pieno coronavirus? (Kiba) ***


Personaggio: Kiba

Prompt: A e B si incontrano al parco portando fuori i rispettivi animali, che non sembrano favorevoli a far rispettare la distanza di sicurezza.


Day 6: Chi l'avrebbe mai detto, in pieno coronavirus?

Dopo aver controllato per l'ultima volta la mascherina con un sonoro sospiro, Kiba uscì di casa con Akamaru al guinzaglio che tirava come un pazzo verso il parco semideserto.
Era strano vedere così quel luogo in genere tanto affollato, ma da quando era scattato l'allarme coronavirus, la maggior parte delle persone era stata costretta a rinunciare a giochi e passeggiate all'aria aperta. Solo i proprietari di cani, ormai, osavano avventurarsi lì, stando sempre attenti a rispettare almeno la distanza di sicurezza.
A un certo punto vide arrivare, nel verso opposto al suo, una ragazza più o meno della sua età con lunghi capelli neri e occhi chiarissimi, che cercava di tenere faticosamente a bada un bellissimo cane che doveva essere di razza.
Si guardarono per un attimo ed entrambi, con un'espressione di scuse e l'aria triste, tentarono di convincere i loro animali ad allontanarsi un po' l'uno dall'altro. In condizioni normali si sarebbero fermati a fare due chiacchiere permettendo ai loro amici a quattro zampe di conoscersi e giocare insieme, ma adesso nessuno avrebbe osato farlo. Per quanto ancora sarebbe andata avanti quella storia?
Ovviamente, tirare loro malgrado il guinzaglio e richiamarli a voce non servì a nulla, ma quando riprovarono in maniera un po' più decisa, i rispettivi cani decisero di imporre a loro volta il proprio volere con tanta forza da sbilanciarli.
Senza capire bene cosa fosse successo, si ritrovarono così con il viso a pochi centimetri l'uno dall'altro, scattando subito indietro. Per fortuna indossavano entrambi la mascherina, ma in un momento del genere quella era forse la cosa peggiore che potesse capitare.
«Mi dispiace tanto, scusa» balbettò la ragazza, con il volto rosso fuoco per quel poco che Kiba riusciva a vedere.
«No, scusa tu. Non so cosa gli sia preso a questo testone» disse lui, cercando inutilmente di allontanare l'amico dal muso dell'altro cane.
«Potrei dire lo stesso di lei. Di solito è così obbediente» sospirò sconsolata la giovane, facendo lo stesso.
«Akamaru è sempre stato un gran giocherellone, ma da quando è iniziata questa storia sembra addirittura peggiorato» raccontò Kiba, un po' ansimante, mentre ingaggiava con l'animale la consueta battaglia quotidiana. Gli dispiaceva impedirgli di fare amicizia con gli altri cani, ma purtroppo erano settimane che non aveva scelta, se non voleva essere linciato dai loro padroni.
«Anche loro sentono che c'è qualcosa di diverso e vogliono solo tornare alla normalità. Esattamente come noi» rifletté la ragazza malinconica, accorgendosi troppo tardi di averlo detto ad alta voce.
«Potrebbe essere. Purtroppo o per fortuna, loro non sanno i motivi della distanza di sicurezza» approvò lui con un sorriso amaro che la giovane al suo fianco non poté vedere.
Per qualche attimo ci fu silenzio mentre entrambi, ormai rassegnati all'inevitabile, riflettevano su quella triste verità guardando intanto i due animali che giocavano spensierati finché Kiba, tanto per rompere il ghiaccio, non decise di presentarsi. Scoprì così che la ragazza si chiamava Hinata, e poco dopo, all'ennesimo strattone ricevuto, decisero di sganciare i guinzagli prima che si aggrovigliassero in maniera eccessiva. Non aveva senso tener legati i loro amici così vicino al recinto per i cani, senza contare che in quel modo sarebbero riusciti ad allontanarsi di nuovo quel tanto che bastava a rispettare le regole.
Appoggiati al cancello in legno che delimitava il piccolo spazio, per una volta a loro completa disposizione, continuarono a chiacchierare per un po' a debita distanza l'uno dall'altro, scoprendo così di avere molte cose in comune. Si scambiarono persino i numeri di telefono prima di separarsi, e anche se nessuno dei due osò dire nulla al riguardo, sperarono di incontrarsi di nuovo le prossime volte che avrebbero portato fuori il cane, gettando così le basi per un rapporto che ben presto sarebbe andato oltre l'amicizia.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Temo che questa volta i personaggi mi siano venuti parecchio OOC, ma spero che la storia vi sia piaciuta lo stesso. Ho sempre pensato che Hinata e Kiba avessero un bel potenziale come coppia e mi auguro di essere riuscita a rendere al meglio l'idea.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non avervi delusi con questa storia e che continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buona serata!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Day 7: Coccole & torte (Hinata) ***


Personaggio: Hinata

Prompt: Per passare il tempo in quarantena, A comincia a preparare torte, che bruciano inesorabilmente quando B l* distrae.


Day 7: Coccole & torte

Hinata mise nel forno l'ennesima torta con aria soddisfatta, augurandosi che quella fosse finalmente la volta buona di potersela anche gustare. Da qualche giorno, per non pensare alla quarantena, aveva deciso di dedicarsi al suo vecchio hobby di preparare dolci, ma finora non poteva dire che la fortuna fosse stata dalla sua parte. Nonostante tutta la sua buona volontà, infatti, non era ancora riuscita ad assaggiare nemmeno una delle sue creazioni culinarie a causa di Sakura e del suo innegabile tempismo. Da un lato era felice, in realtà, di quei momenti di coccole e dolcezza che finivano sempre per concedersi in cucina con quell'ottimo profumo che si spandeva nell'aria, ma iniziava anche a stancarsi di dover poi ripulire il disastro e buttare via il frutto del suo lavoro, irrimediabilmente bruciato. Purtroppo durante il giorno era costretta a stare al pc e lavorare da casa, ma appena spegneva l'apparecchio era ben felice di mettersi a impastare, con l'idea di fare una sorpresa alla fidanzata preparandole un dolce come quelli che le piacevano tanto ai tempi della scuola. Le sembrava il minimo per ringraziarla delle mille attenzioni che le riservava da sempre, e soprattutto del suo costante impegno per gli altri in quei giorni terribili, peccato che questa rientrasse dai suoi turni in ospedale poco prima che la torta fosse pronta con un impellente desiderio di coccole e chiacchiere che finivano inevitabilmente per distrarla.
Quel dolce disastro iniziava quasi sempre con un tenero abbraccio da dietro mentre le raccontava gli avvenimenti della giornata godendosi intanto le piccole carezze sulle mani e sulle braccia fin dove Hinata riusciva ad arrivare per consolarla finché Sakura, tra un brivido e un sospiro, non decideva di ricambiare. A quel punto mancava davvero poco a baci e piccoli tocchi sempre più audaci che le facevano sciogliere l'una tra le braccia dell'altra fino all'apice del piacere, quando si abbandonavano ansanti contro il primo mobile disponibile a riprendere fiato, guardandosi negli occhi con tutto l'amore del mondo.
Un momento bellissimo che era come un balsamo per entrambe, permettendo loro di non cedere allo sconforto in quella situazione di emergenza, ma tutto finiva quando una delle due si accorgeva dello strano odore che regnava improvvisamente in cucina ricordandole così della sua povera torta ormai bruciata.
Hinata sospirò a metà tra lo sconsolato e il divertito, dando un'occhiata al forno mentre pregava che questa volta andasse tutto bene. Era curiosa di vedere che faccia avrebbe fatto Sakura quando le avesse mostrato il suo dolce preferito fatto in casa e già si pregustava la sua reazione felice come quella di una bambina. Le sembrava quasi di sentire già i suoi urletti di gioia e il sapore delle sue labbra sulle proprie.
Poco dopo la sua voce ne annunciò il ritorno e la fidanzata, non vedendola affacciarsi in cucina per salutarla come faceva sempre prima di andare a lavarsi le mani e raggiungerla di nuovo, la cercò ovunque preoccupata. Brutte notizie in arrivo, per caso?
Hinata sudò freddo a quel pensiero e quando Sakura, all'uscita del bagno, le si buttò addosso piangendo, non poté fare a meno di stringerla a sé dimenticandosi di tutto il resto. La lasciò sfogare per qualche minuto sulla sua spalla con il terrore che le cresceva nel petto accarezzandole la schiena prima che questa riuscisse a trovare le parole per raccontarle le strazianti scene di disperazione familiare a cui era stata costretta ad assistere, che sembravano aumentare ogni giorno di più.
Hinata era molto sensibile e ben presto pianse con lei, cercando poi di farle coraggio. Sapeva che non era quello il momento per crollare a sua volta, ma era difficile restare indifferenti di fronte a tanto dolore. Quando sarebbe cessato quello strazio che li stava prosciugando tutti?
Strette l'una all'altra, iniziarono quindi a consolarsi a vicenda per antica abitudine, augurandosi con tutto il cuore di avere ragione a pensare che di lì a poco il coronavirus e tutte le sofferenze che aveva portato con sé sarebbero stati solo un lontano ricordo mentre i sopravvissuti rifiorivano come le piante nei parchi e nei giardini dopo il lungo inverno. Il peso di quegli avvenimenti lo avrebbero avvertito tutti ancora a lungo, ma la fine della quarantena e il ritorno a una parvenza di normalità avrebbe giovato di sicuro.
Quella sera non fecero l'amore, limitandosi ad abbracciarsi forte in corridoio nel tentativo di tenere insieme i pezzi e dimenticare, anche solo per un attimo, gli orrori che vedevano e sentivano ogni giorno. Sapevano in realtà di non potersi lamentare perché c'erano tanti che stavano, evidentemente, molto peggio, ma era difficile trattenere lacrime e parole di rabbia o sconforto. Se non altro loro erano insieme, però, e avevano la consolazione di star facendo di tutto per aiutare quante più persone potevano. Sakura lavorava in ospedale con turni massacranti cercando di salvare più vite possibili, mentre Hinata aiutava all'occorrenza gli anziani nel condominio portando loro la spesa e fermandosi di tanto in tanto a fare due chiacchiere con tutte le precazioni del caso. Figli e nipoti, che vivevano altrove, non potevano fare nulla e la ragazza, da sempre attenta al prossimo, era ben felice di dare una mano, sforzandosi inoltre di essere positiva con amici e parenti, che sentiva ogni giorno per telefono.
Non seppero mai quanto tempo rimasero lì a coccolarsi senza nemmeno avvertire, per il momento, il desiderio di approfondire il contatto, ma a un certo punto furono costrette a staccarsi e correre di nuovo in cucina calpestandosi quasi a vicenda. La torta era ridotta anche peggio del solito e vedendo le condizioni del forno e della teglia, Hinata fu sul punto di mettersi a piangere. Non era pentita di aver consolato la fidanzata, ma mentre pulivano il disastro, decise che dal giorno dopo l'avrebbe accolta con il dolce ancora crudo sul tavolo. Non ne poteva davvero più di preparare torte che inesorabilmente bruciavano quando un tempo era conosciuta in tutta la scuola come l'artista che sapeva cuocerle perfettamente!


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia non mi convince del tutto e mi dispiace davvero di aver aggiunto anche oggi la parte strappalacrime, ma purtroppo ultimamente è così. Non sono proprio dell'umore di scrivere cose allegre, ma nonostante la difficoltà, non voglio comunque rinunciare a questa raccolta.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non avervi delusi con questa storia e che continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Day 8: Guerra all'ultimo pacchetto (Choji) ***


Personaggio: Choji

Prompt: A e B s'incrociano dopo due ore di coda al supermercato e litigano per lo stesso pacchetto di patatine.


Day 8: Guerra all'ultimo pacchetto

Choji avvistò finalmente l'ultimo pacchetto di patatine rimasto sullo scaffale e scattò subito in avanti, deciso a impadronirsene a qualunque costo. Erano le sue preferite, e dopo due ore di coda all'esterno prima di entrare nel supermercato si meritava un premio. Un vero peccato che ne fosse rimasto soltanto uno, visto che lui ne consumava tante, ma poteva ancora considerarsi fortunato. I negozi venivano presi ogni giorno d'assalto da chi desiderava fare scorte il più possibile abbondanti per non dover uscire troppo spesso di casa e quelle patatine andavano a ruba anche in condizioni normali.
Soddisfatto, fece per metterle trionfante nel suo carrello quando notò un'altra mano sul pacchetto, che tentava di fare lo stesso.
Si fermò un attimo sorpreso alzando lentamente gli occhi su quello che si rivelò essere un ragazzo biondo all'incirca della sua età.
«Le ho viste prima io» gli disse in automatico.
«Stai scherzando? Sono arrivato io per primo» lo contraddisse l'altro.
«Sono rimasto due ore in fila qui fuori per prenderle e non me le farò soffiare sotto il naso da te» ribatté deciso Choji.
«Lo stesso vale per me. Lasciale subito!»
«Non se ne parla!»
«Cerchi rogne, per caso? Guarda che non ti conviene!»
«Ma figuriamoci. Contro di me non avresti speranze, pulce.»
«Pulce a me? Vuoi prenderle davvero, ciccione?»
«A chi hai dato del ciccione? Adesso ti rovino!»
«Fatti sotto se ne hai il coraggio!»
A quel punto entrambi, abbandonato il sacchetto di patatine sullo scaffale, stavano per partire all'attacco e risolverla a pugni quando una signora, dopo averli fulminati con un'occhiataccia di disapprovazione, lo prese con calma e se ne andò borbottando qualcosa di poco carino nei loro confronti.
I due ragazzi, increduli, lasciarono subito la presa l'uno sui vestiti dell'altro, girandosi quindi verso il ripiano ormai vuoto per poi tornare con sguardo allucinato sul rivale.
«Hai visto che hai combinato?» lo rimproverò Choji dopo un attimo di silenzio, disperandosi mentalmente per quella grave perdita. Chissà quanti giorni sarebbero passati prima di tornare al supermercato e per tutto quel tempo avrebbe dovuto resistere alla quarantena senza il suo cibo preferito. Come avrebbe fatto a consolarsi per quelle ore di noia e solitudine?
«Io? Ma se sei stato tu a cominciare!» ribatté piccato l'altro, guardandolo storto.
«Non sarebbe successo se tu mi avessi lasciato prendere il sacchetto» gli rinfacciò Choji.
«E perché avrei dovuto essere io a rinunciare alle patatine?»
«Perché io ne ho bisogno per sopravvivere all'isolamento.»
«Ah, davvero? Non mi sembra che tu abbia solo quelle per sopravvivere» lo prese in giro il ragazzo biondo, accennando con lo sguardo al suo carrello pieno.
«E tu sì, invece? Guarda che non ci casco» disse Choji, osservando allo stesso modo il suo mentre tentava di non far caso al fatto che fosse invece semivuoto.
«Non l'ho mai detto, ma avevo il tuo stesso diritto di prenderle, ciccione» gli fece notare quello, senza perdere il suo sorriso strafottente.
«Vuoi proprio che ti ammazzi, piccoletto. Non piangere poi quando ti avrò riempito di pugni» lo minacciò ancora Choji.
«Piangere io? Sono anni che non piango e di certo non lo farei per due colpetti da niente» rise il ragazzo, fissandolo con aria di sfida.
Un attimo prima che Choji cedesse all'impulso di spaccargli davvero la faccia, vennero fortunatamente interrotti dall'arrivo di un altro ragazzo con capelli e occhi neri e pelle chiarissima.
«Hai finito di dare spettacolo, dobe? È pieno di gente qui fuori che aspetta solo che tu ti sia levato di torno per antrare» disse al biondo con un'aria di superiorità a dir poco insopportabile, degnando a malapena di un'occhiata il suo rivale, che li stava invece trucidando entrambi con lo sguardo.
«E piantala, teme! Stavo difendendo i miei diritti» protestò il ragazzo imbronciato, facendo alzare all'altro gli occhi al cielo.
A quel punto Choji, ancora arrabbiato per gli insulti ricevuti, fu sul punto di intervenire, ma venne bloccato a sua volta.
«Basta, amico. Non ne vale la pena, tanto ormai le patatine non ci sono più» gli disse con calma Shikamaru, suo migliore amico da quand'erano bambini. Stranamente Choji non si era nemmeno accorto che fosse lì, ma era contento di averlo incontrato per caso al supermercato dopo tanti giorni che non si vedevano.
Purtroppo aveva ragione e persino il suo rivale ormai si era allontanato. Per quanto l'accaduto gli bruciasse, riempirsi di botte a vicenda sarebbe servito solo a far intervenire la sicurezza, e così, dopo aver lanciato un'ultima occhiata di fuoco nel punto in cui i due erano scomparsi alla vista, seguì Shikamaru tra gli scaffali per cercare di comprare almeno le altre cose segnate sulla lista. Non voleva neanche immaginare la reazione di sua madre se fosse mancato all'appello qualcosa di essenziale, e visto il numero di scaffali già vuoti dopo quell'ennesima giornata di isteria collettiva, era meglio sbrigarsi.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia di oggi non mi convince affatto e mi dispiace di aver dipinto in questo modo sia Choji che Naruto, ma purtroppo è stata l'unica idea che mi è venuta dopo ore. Immagino di essere finita in un OOC spaventoso con entrambi, ma spero di avervi strappato almeno un sorriso con questa "guerra" all'ultimo sacchetto. XD
Fatemi sapere che ne pensate di questa assurda storia, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Day 9: Palestra fai-da-te (Ino) ***


Personaggio: Ino

Prompt: A si fa i selfie mentre B si allena.


Day 9: Palestra fai-da-te

Dopo aver controllato di essere presentabile, Ino si mise in posa e scattò la foto, che poi modificò con il suo filtro preferito del momento e postò su facebook con una frase spiritosa e l'immancabile hashtag “Io resto a casa”. Era diventata la sua occupazione preferita in quei giorni di quarantena e vedere i molti like e commenti le tirava sempre su il morale. Non ne poteva più di stare chiusa in quell'appartamento ma non osava mettere piede fuori se non per la spesa di tanto in tanto, e le altre attività che avrebbero potuto tenerla impegnata, ormai la annoiavano. Sperava solo di non stancarsi anche di quella in pochi giorni o non sapeva che avrebbe fatto. Come faceva Sakura a starsene tranquilla e apparentemente serena da alcune settimane a quella parte?
Pensando alla fidanzata, le venne in mente un'altra foto carina che avrebbe potuto fare e andò quindi a cercarla, trovandola come sempre nella stanzetta che fin dall'inizio avevano adibito a piccola palestra. L'appartamento in cui erano andate a convivere, infatti, prevedeva due camere da letto, ma avevano presto deciso di dividersi la più grande, sistemando nell'altra la sua cyclette, il punching ball di Sakura e altri attrezzi ginnici di entrambe che adesso tornavano decisamente utili.
Come previsto, la ragazza dai capelli rosa si stava allenando con i guantoni, ansimando leggermente mentre colpiva a ripetizione il suo bersaglio.
Ino si fermò allora a guardarla per qualche minuto, colpita dalla sua forza e determinazione incrollabili che in quella situazione le invidiava parecchio, ammirandone intanto il volto concentrato e il corpo tonico. La sua fidanzata era stupenda in tutti i sensi e vederla così sudata e con il viso un po' arrossato per lo sforzo, le faceva spesso ricordare altri momenti in cui erano decisamente meno vestite. Si rimproverò per l'ennesima volta per quei pensieri inopportuni che la assalivano quando la osservava allenarsi da sola, e per cercare di distrarsi, decise di mettere in atto l'idea che l'aveva convinta a raggiungerla nella loro palestra personale. Purtroppo o per fortuna la ragazza non si era accorta di lei, quindi ne approfittò per immortalare la scena, distraendola però con il suono della videocamera.
«Che stai facendo?» le chiese contrariata, muovendo appena la testa per scostarsi dal viso i corti capelli rosa tutti spettinati.
«Rendo eterna la tua bellezza mentre ti alleni» le rispose con naturalezza, digitando rapida qualcosa prima di postare l'immagine.
«Certo, come no» sbuffò Sakura avvicinandosi. «Quando ti staccherai da quell'affare?» domandò poi stizzita, notando per un soffio l'app di facebook che si chiudeva e appuntandosi quindi mentalmente di fargliela pagare appena possibile.
«Perché, sei gelosa?» la provocò Ino.
«Certo che no! Penso solo che potresti occupare il tempo in altri mille modi, anziché inondare facebook di foto e commenti, coinvolgendo anche me» la riprese severa.
«Uffa! Lo sai che mi sto annoiando a morte» si lamentò Ino con gli occhi da cucciolo.
«Appunto perché ti annoi dovresti cercare qualcosa di meglio da fare» le rispose la fidanzata, trattenendo a fatica l'impazienza.
«Tipo?»
«Devo proprio spiegartelo?» le chiese Sakura, avvicinandosi ancora e guardandola negli occhi con aria insolitamente maliziosa.
«Forse no» sorrise Ino, facendo per appoggiare le mani sui suoi fianchi, ma la compagna fu più svelta, e dopo averle passato i suoi guantoni da allenamento, si allontanò rapida mettendosi in posizione di guardia e ridendo tra sé per la faccia sconvolta della ragazza. Si vedeva lontano un miglio che si aspettava altro, ma non era disposta a cedere così facilmente dopo lo scherzetto della sua foto in tenuta selvaggia sbattuta sui social. Bisognava guadagnarsele certe cose, e quello le sembrava senza dubbio il metodo migliore.
«Forza, fatti sotto» la incitò con un sorriso trionfante e questa volta Ino si riscosse, accettando la sfida. Erano fidanzate da anni e amiche da sempre, ma tra di loro c'era anche una strana rivalità che in pochi comprendevano, visto il loro rapporto. Per entrambe però era davvero stimolante sfidarsi di continuo su tutto e in quel periodo di reclusione forzata lo era ancora di più. In fondo, l'unico impegno rimasto era quello, dal momento che le solite attività erano tutte sospese, e sarebbe stato un peccato non approfittarne.
Con gli occhi che brillavano, ingaggiarono qualche mossa nella stanza fingendo di trovarsi a un vero incontro di boxe, ma da come si guardavano, era chiaro che ben presto ci sarebbe stato un altro tipo di lotta ancora più piacevole. Del resto Sakura, quando Ino le aveva chiesto quale sarebbe stato il suo premio in caso di vittoria, non aveva certo nascosto un suggerimento a dir poco interessante che entrambe avrebbero voluto ricevere.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi sia piaciuta e di avervi strappato almeno un sorriso con le schermaglie amorose di queste due matte. Meno male che almeno loro si divertono in questo periodo! XD
Scherzi a parte, fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Day 10: Dolce far niente (Shikamaru) ***


Personaggio: Shikamaru

Prompt: Guardare le nuvole dal balcone


Day 10: Dolce far niente

Shikamaru, appena uscito sul balcone di casa, si accomodò meglio sulla sdraio che aveva sistemato giorni prima in un angolo strategico e alzò lo sguardo verso il cielo con un sorriso soddisfatto. L'unica cosa positiva dell'emergenza coronavirus era che nessuno avrebbe potuto dirgli nulla se passava le sue giornate a oziare in giro, dedicando le ore al suo passatempo preferito. In realtà sua madre aveva provato diverse volte a convincerlo a impegnarsi in attività più costruttive, ma lui l'aveva a malapena ascoltata, continuando poi a fare di testa sua. In fondo i suoi voti a scuola erano più che sufficienti e poteva tranquillamente concedersi un po' di sano riposo.
Con un sospiro di sollievo, si concentrò quindi sulle nuvole che si rincorrevano sopra di lui, chiudendo ogni tanto pigramente gli occhi mentre si godeva il calore del sole sulla pelle. Si stava davvero bene chiusi in casa in quei giorni di emergenza, e per un solo attimo desiderò che il periodo di quarantena durasse ancora a lungo. Per quanto lo riguardava, non ci sarebbero stati problemi se il governo li avesse costretti per mesi a una vita da reclusi. La bella stagione era sempre più vicina e le nuvole, per quanto il vento soffiasse forte, non sarebbero certo scomparse, garantendogli quindi un piacevole passatempo. L'unico problema era il numero delle vittime che cresceva sempre di più, ma se avessero trovato il modo di risolvere la questione, sarebbe stato tutto perfetto. La vita ideale che aveva sempre sognato, insomma, ed era triste che per averla fosse stato necessario sacrificarne tante altre.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! È stato difficile scrivere su Shikamaru e la storia non mi convince affatto, ma è stata l'unica idea che mi è venuta e spero che alla fine il risultato sia almeno decente.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Day 11: Un appartamento per tre (Tenten) ***


Personaggio: Tenten

Prompt: A è in quarantena con B e C, e vorrebbe essere da tutt'altra parte.


Day 11: Un appartamento per tre

Quando Tenten, a pochi giorni dall'inizio dell'emergenza coronavirus, aveva invitato il suo amico Rock Lee a fermarsi da lei e Neji in attesa che nel suo vecchio condominio terminassero i lavori per la sistemazione delle tubature, non pensava che sarebbe finita in quel modo. In fondo erano amici da anni ed era già capitato più volte di vivere insieme sotto lo stesso tetto durante le vacanze, ma la quarantena prometteva di essere un vero disastro sotto tutti i punti di vista.
La ragazza, infatti, non aveva calcolato la rivalità che c'era sempre stata tra i due, che in quel breve periodo era addirittura peggiorata, portando quindi ogni più piccola cosa a diventare oggetto di sfida. Purtroppo o per fortuna, sapeva con certezza che quello era semplicemente il loro assurdo modo di passare il tempo in un piccolo appartamento ventiquattro ore su ventiquattro, ma a pochi giorni dall'inizio della convivenza, Tenten non ne poteva già più ed era tragicamente consapevole di non poter fare nulla al riguardo. Sebbene a volte le fosse venuta infatti la fortissima tentazione di mettere alla porta il loro ospite, non aveva il coraggio di costringere Rock Lee a cercarsi un altro alloggio in un momento simile, ma quanto ancora sarebbe stata capace di resistere? Non era normale che negli ultimi tempi, tranquilla in casa propria con le persone più care che aveva al mondo, si ritrovasse a desiderare, sempre più spesso, di essere in qualsiasi altro posto, solo per non doverli più sentire!
Sospirando sconsolata, si sedette su una poltrona in salotto con una tazza di thè tra le mani, sorseggiandone piano il contenuto bollente nel tentativo di ignorare l'ennesima sfida tra i suoi compagni di sventura. Purtroppo, però, l'esperienza le suggeriva di non isolarsi completamente, e a un certo punto, alzando gli occhi per caso, poté quasi vedere il disastro un attimo prima che avesse luogo. Nell'istante in cui aveva capito che Neji e Rock Lee, per ragioni note solo a loro, avevano davvero intenzione di allenarsi in salotto come se fossero in un dojo, era infatti sicura che qualche oggetto sarebbe finito a terra in mille pezzi, e questa volta, nonostante il suo inutile avvertimento, era toccato a un bellissimo vaso regalatole da sua madre.
Com'era prevedibile, dopo averlo accidentalmente abbattuto, l'amico iniziò subito a scusarsi e a chiedere il necessario per riparare il danno, litigando per l'ennesima volta con il padrone di casa, che non riuscì a trattenere un ragionevole rimprovero per le sue idee assurde, ma Tenten disse loro stancamente di lasciar perdere, raccogliendo lei stessa i cocci. Ormai non aveva neanche più la forza di arrabbiarsi, limitandosi a segnare inconsciamente il vaso nell'immaginaria lista dei danni morali e materiali della quarantena che non sapeva nemmeno a chi avrebbe mai presentato. Sarebbe impazzita di sicuro se la situazione si fosse protratta a lungo, ma in fondo sapeva di non potersi lamentare più di tanto. Una piccola parte di lei pensava ancora di essere stata fortunata ad affrontare l'emergenza con il suo fidanzato e il suo migliore amico e in fondo voleva loro troppo bene per tenere il broncio o far pesare in qualche modo il proprio malessere al riguardo.
Quando la sera si infilava sotto le coperte con Neji, però, ringraziava il cielo di potersi permettere qualche momento da sola con lui, e sebbene la presenza di Rock Lee nella stanza di fianco impedisse loro di lasciarsi andare come avrebbero voluto, era comunque piacevole fingere per un attimo che fosse tutto normale, ricaricando così le energie per affrontare in qualche modo il giorno successivo.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non avevo mai scritto su questi tre, quindi non ho idea di cosa sia venuto fuori, ma spero di avervi strappato almeno un sorriso con le disavventure della povera Tenten. Devo dire che non la invidio proprio in una situazione del genere, ma se non altro a fine giornata ha un piccolo premio per aver resistito un altro giorno senza uccidere nessuno. u.u
Come sempre, fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Day 12: Cercasi shampoo (Neji) ***


Personaggio: Neji

Prompt: A va a farsi la doccia, ma B ha finito lo shampoo e non possono uscire a ricomprarlo.


Day 12: Cercasi shampoo

Neji si diresse contento verso il bagno, portando con sé i vestiti puliti. Erano giorni che era bloccato a casa con la fidanzata Tenten perché risultati entrambi positivi al coronavirus e non vedeva l'ora di concedersi una doccia. Nessuno dei due era ancora guarito ma per fortuna iniziavano a stare meglio, e nonostante la fastidiosa malattia, era sempre piacevole lavarsi via di dosso i residui di microbi e sudore nei rari momenti in cui la febbre concedeva loro un po' di tregua.
Per qualche minuto si rilassò sotto il getto d'acqua calda, ma i guai cominciarono quando fu il momento di insaponare anche i lunghi capelli. Già prendendo in mano il flacone dello shampoo ebbe l'impressione che fosse vuoto, ma la conferma arrivò quando provò a versarne un po' sulla mano.
Si guardò intorno senza vedere la confezione nuova, che in genere mettevano sempre sul piccolo ripiano insieme a spugna e bagnoschiuma, e chiamò quindi Tenten, chiedendole di cercarlo negli armadietti e in qualunque altro posto. Non potevano essere rimasti senza, giusto?
Purtroppo, dopo qualche minuto, la ragazza lo informò candida che doveva essersi dimenticata di segnarlo sulla lista della spesa, che tra l'altro si erano fatti portare da un amico soltanto il giorno prima.
Neji, uscito nel frattempo dalla doccia, la guardò male, ma sapeva di non potersela prendere con la fidanzata. Il flacone l'aveva finito lei poco prima, ma sicura com'era di aver appena rinnovato le loro scorte di tutto, non si era nemmeno posta il problema di controllare se ce n'era un altro. Del resto, non sarebbe comunque servito a nulla, visto che loro due erano comunque bloccati in casa finché non fossero guariti.
Si limitò quindi a sospirare per cercare di placare il nervosismo, sentendo suo malgrado gli effetti benefici della doccia svanire velocemente. Detestava dipendere dagli altri per qualsiasi cosa, e vista l'ora, dubitava che quel giorno avrebbero trovato qualche amico ancora in coda al supermercato che potesse portar loro lo shampoo.
«Mi dispiace. Vedo se riesco a rimediare» gli disse contrita Tenten, avvicinandosi per dargli un lieve bacio prima di iniziare una ricerca che lei per prima considerava già destinata al fallimento.
Bruciava terribilmente a entrambi non poter uscire di persona a comprare qualunque cosa potesse servire, ma cosa potevano farci se, nonostante le norme di sicurezza, avevano contratto chissà come quel maledetto virus? Purtroppo la loro unica possibilità al momento era stringere i denti e resistere, nella speranza di guarire presto.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Ero un po' a corto di idee per i prompt di oggi ma alla fine sono abbastanza soddisfatta del risultato e spero che la storia sia piaciuta anche a voi.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Day 13: Ultime parole famose (Rock Lee) ***


Personaggio: Rock Lee

Prompt: “Sono il dio della forza e della bellezza!” disse, prima di rotolare giù da una collina.


Day 13: Ultime parole famose

Erano alcune settimane ormai che in tutto il mondo si diffondeva la paura per il virus che in Cina non accennava a smettere di mietere vittime quando un pomeriggio Tenten, tornando a casa da scuola con i suoi migliori amici, espresse i suoi timori al riguardo.
Passando vicino a uno schermo che trasmetteva le ultime notizie, avevano infatti intravisto che il numero dei contagi era già aumentato rispetto alla mattina e che la malattia si avvicinava sempre di più.
«Speriamo non arrivi anche qui da noi» disse la ragazza preoccupata, ben sapendo in cuor suo che sarebbe stato quasi impossibile sfuggire a quella terribile minaccia. Il tempo di incubazione era piuttosto lungo, e benché le frontiere con la Cina fossero state chiuse in fretta, tra loro potevano comunque esserci persone che, del tutto inconsapevolmente, lo stavano già diffondendo.
«Stai tranquilla, non sarebbe la prima volta che arrivano malattie da altre parti del mondo» cercò di confortarla Rock Lee, fiducioso come sempre.
«Lo so, ma questo virus sembra molto peggio dei precedenti» gli fece notare lei, voltandosi a guardarlo con la paura negli occhi.
«Se anche dovesse succedere, sono sicuro che ce la caveremo. Siamo giovani e forti, dopotutto» insistette il ragazzo con un gran sorriso che le strappò una smorfia tra l'esasperato e il divertito.
«Non è per me che mi preoccupo» affermò poco dopo Tenten, mordicchiandosi le labbra pensierosa. Il problema infatti era che conosceva parecchie persone per le quali il virus avrebbe potuto essere molto pericoloso e tremava solo all'idea di poterle perdere.
A quel punto, accortasi dell'espressione interrogativa dell'amico, le elencò brevemente, rabbrividendo a ogni volto caro che le scorreva davanti.
«Scusa, non ne avevo idea» disse alla fine Rock Lee, dispiaciuto. Per un attimo aveva creduto che la ragazza al suo fianco fosse un'altra vittima dell'eccessiva attenzione attribuita da ogni tv e giornale a quella nuova malattia, ma lei forse, da un lato, aveva anche ragione a preoccuparsi. Non doveva essere bello pensare di poter perdere da un momento all'altro persone così importanti per la propria vita a causa di un nemico invisibile che seminava il panico ovunque.
«Se non sbaglio mi avevi detto che si erano subito organizzate per uscire di casa il meno possibile, no?» intervenne a quel punto Neji, che stranamente non aveva ancora aperto bocca.
«Sì, ma mi spaventa comunque l'idea di poter essere io a contagiarli senza neanche saperlo. E se magari fosse già successo?» continuò imperterrita la ragazza, che a quanto pare era già in piena psicosi.
«Basterà indossare una mascherina e portare con te il disinfettante quando vai a trovarli» le ricordò il fidanzato, che aveva già sentito più volte quel discorso al telefono. «Con le scorte che avete fatto, dovreste essere tutti al sicuro per un po'» aggiunse poi, con un lieve sorrisetto.
«Questo sì» mormorò la compagna, leggermente imbarazzata. Un paio di giorni prima, infatti, sia lei che sua madre avevano comprato, all'insaputa dell'altra, più confezioni di Amuchina e mascherine, con il risultato che alla sera non sapevano neanche dove metterle. Se non altro, la scena era servita per stemperare un po' la tensione ed entrambe si sentivano un pochino più al sicuro al pensiero di aver provveduto per tempo ma ancora, quel lunedì mattina, avevano dimenticato di metterle in borsa. Di casi nel loro Paese, per fortuna, non ce n'erano stati finora, e soltanto i più previdenti si erano già attrezzati per ogni evenienza e loro, potevano dirlo con orgoglio, erano tra questi. Certo, sarebbe stato utile anche avere con sé i propri acquisti, ma dopo le terribili notizie viste quel giorno, avrebbe provveduto a rimediare appena rientrata in casa.
«Non hai nulla di cui preoccuparti, allora» disse sollevato Rock Lee, sentendosi subito più leggero.
«In teoria no, ma non posso farci nulla. Non pensavo che un nemico così piccolo potesse fare tanta paura» ammise lei con un lieve sorriso.
«Vedrai che andrà tutto bene» la rassicurò Neji, cingendole le spalle con un braccio.
«Hai ragione, bisogna pensare positivo» annuì Tenten dopo un attimo di silenzio, leggermente più tranquilla. « Da domani però inizierò a portarmi mascherina e disinfettante quando esco di casa.»
«Mi sembra eccessivo, al momento, ma se ti fa sentire più tranquilla fallo» disse con calma il ragazzo.
«Forse hai ragione, non possiamo rischiare di consumare le scorte prima del tempo, ma vedrò più tardi cosa fare» convenne lei pensierosa.
Per qualche minuto continuarono a camminare, ma poco prima di separarsi, un altro schermo sopra le loro teste avvertì i cittadini nelle vicinanze che era stato confermato il primo caso di coronavirus nel loro Paese e Tenten impallidì.
«A questo punto ho già deciso» affermò un attimo dopo con voce strana, reprimendo a fatica un brivido.
«È arrivato il momento di usare le scorte che ha fatto lo zio» le fece eco Neji, in tono altrettanto insolito per un altro motivo. Personalmente non vedeva il motivo di tanta agitazione, ma sapeva che l'uomo, a questo punto, avrebbe ordinato a lui e alle figlie di prendere sempre tutte le precauzioni possibili e immaginabili e di certo non sarebbero sfuggiti all'obbligo di uscire di casa con la mascherina.
«E tu, Rock Lee?» domandò poco dopo Tenten, accortasi che l'amico non aveva fatto commenti di alcun tipo.
«Io non ne ho di mascherine, ma non ho motivo di preoccuparmi. Sono sano e forte, e lo stesso tutti quelli che conosco. Rispetterò le norme di sicurezza e nient'altro» disse con calma, finendo di leggere le raccomandazioni che scorrevano sullo schermo.
«Ma sei impazzito, per caso?» esclamò lei incredula, annaspando appena mentre cercava di mettere ordine nei propri pensieri per fargli la predica. Sapeva da sempre che fosse un tipo strano, a volte, ma non credeva potesse essere incosciente fino a quel punto!
«Certo che no» le rispose sorridendo. «Guardami, Tenten, sono il dio della forza e della bellezza e non sarà certo questo virus a buttarmi giù» continuò poi, arretrando di qualche passo e mettendosi in posa per mostrarle la sua prestanza fisica.
Peccato che l'istante successivo si sentì mancare la terra sotto i piedi e rotolò giù per la collinetta che stavano percorrendo senza nemmeno sentire l'urlo di avvertimento dell'amica.
Appena il mondo smise di girare, scoprì di essere alcuni metri più in basso con dolori lancinanti in tutto il corpo. Cosa era successo, così all'improvviso?
«Stai bene?» gli arrivò preoccupata la voce di Tenten a pochi passi da lui.
Lei e Neji erano subito corsi giù per vedere come stava e il fatto che l'amico, più bianco di un lenzuolo, fosse ancora raggomitolato a terra con aria sofferente non prometteva nulla di buono.
«Non riesco a muovermi» ansimò a fatica il ragazzo appena provò ad allungare una gamba per tirarsi su.
«Dio della forza e della bellezza, eh? Mi sembra sia bastata una collina per buttarti giù» non poté fare a meno di osservare Neji, ricevendo un'occhiataccia dalla fidanzata.
«Ti pare il momento di infierire?» lo riprese lei. «Non sforzarti, Rock Lee, chiamo subito un'ambulanza» aggiunse poi in tono più dolce prima di allontanarsi di poco per telefonare.
La chiacchierata sull'argomento finì così, ma il ragazzo non ebbe neanche bisogno di preoccuparsi delle mascherine, visto che in ospedale gli confermarono le fratture multiple che già sospettava, ricoverandolo per qualche giorno.
Una volta dimesso, le scuole erano già chiuse e di lì a poco gli amici poté vederli per mesi soltanto in videochiamata.
Per fortuna viveva con il suo tutore Gai, che almeno lo aiutava in tutto e gli teneva compagnia, impedendogli di deprimersi per la situazione e per la pessima figura che aveva fatto.
Alla fine dell'emergenza, né lui né quelli che conosceva erano stati contagiati, ma per "il dio della forza e della bellezza" era davvero umiliante essere stato messo K.O. da una collinetta. Se non altro Gai e gli amici ebbero il buonsenso di non fargliela pesare, aiutandolo anzi, con il tempo, a riderci sopra. Come avrebbe fatto senza di loro?


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia non mi convince per niente, ma visto che già ieri non avevo pubblicato, ho dovuto per forza rimediare oggi per non essere esclusa dalla gara. Spero che a voi sia piaciuta e che mi farete sapere che ne pensate, se vi va. Grazie intanto di cuore a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo, nella speranza che continuerete a seguirmi fino alla fine.
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, lasciandovi, se vorrete, alla prossima storia.
Un bacio a distanza e a tra poco!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Day 14: Inno nazionale (Dosu) ***


Personaggio: Dosu Kinuta (ebbene sì, all'inizio non ricordavo nemmeno chi fosse XD)

Prompt: A è ubriaco e canta l'inno nazionale sul balcone sbagliando le parole.


Day 14: Inno nazionale

Ormai doveva essere quasi l'ora del flash mob e Dosu, ubriaco fradicio nel tentativo di dimenticare la pietosa condizione in cui versava da settimane, si diresse barcollando verso il balcone, pregustandosi il momento in cui tutti i vicini avrebbero applaudito alle sue grandi doti canore. Non si accorse nemmeno del fatto che fuori non c'era ancora nessuno, e dopo aver preso un bel respiro, intonò a voce alta e sicura l'inno nazionale.
Nel frattempo Gaara, che era andato in cucina a prendere un bicchiere di aranciata, sentì qualcuno cantare, e pur non avendo alcuna simpatia per quell'assurda iniziativa, decise di uscire per una volta a dare un'occhiata. Non c'era la solita confusione, e per quanto il tizio in questione fosse bravo, per un attimo avrebbe giurato che le parole dell'inno fossero sbagliate. Doveva essere la sua immaginazione!
La prima cosa che notò uscendo fu che all'esterno c'era solo il vicino dell'appartamento di fronte al suo, e dando un'occhiata all'orologio, si accorse che mancava un'ora abbondante al flash mob. Stupito, ascoltò quindi con più attenzione e notò, con profondo disappunto, che l'impressione di prima era tragicamente giusta.
«Ehi, tu! Non credi che prima faresti meglio a imparare le parole?» lo apostrofò indignato. Come si permetteva quel tipo di prendersi gioco addirittura dell'inno nazionale? Aveva sempre pensato in realtà che fosse un buono a nulla senza cervello, ma ora stava passando tutti i limiti!
«Come osi interrompere l'esibizione di un grande artista?» protestò con rabbia l'altro, che sembrava avere all'incirca la sua età.
«E saresti tu il grande artista?» chiese Gaara dubbioso, godendo per un attimo nel vederlo sempre più infuriato a ogni secondo che passava.
«Ovviamente! Chi ti credi di essere, eh?» ringhiò Dosu. Un vero peccato non poter andare da quel damerino saccente dai capelli rossi e dargli una lezione. Aveva sempre avuto talento per la musica ed era sicuro ormai di sapere eseguire l'inno alla perfezione. Non vedeva l'ora di ascoltare la registrazione che aveva fatto partire prima di cominciare a cantare. Certo, avrebbe dovuto tagliarne una parte, ma quella che avrebbe messo a breve su Youtube sarebbe stata un successo.
«Qualcuno che conosce meglio l'inno» gli rispose intanto tranquillo il suo vicino, irritandolo ulteriormente. Con quale coraggio si permetteva di deriderlo in quel modo? Che razza di ignorante, ma gliel'avrebbe fatta vedere lui!
«Ma figuriamoci! Hai idea di quante volte abbia provato questa magnifica esibizione? Siete d'accordo anche voi che è stata eccezionale, vero?» insistette Dosu, rivolgendosi poi al suo pubblico adorante.
Per qualche secondo non sentì altro che un imbarazzante silenzio, e a quel punto esplose.
«Ma possibile che sia circondato da incompetenti? Com'è che date ragione al guastafeste che mi ha interrotto sul più bello?» sbraitò furibondo, guardandosi intorno.
«Sembra che il tuo pubblico sia d'accordo con me. Chissà come mai, grande artista» lo stuzzicò ancora Gaara, trattenendo a fatica una sonora risata. Una piccola parte di lui in realtà iniziava a sentirsi leggermente in colpa a infierire così su una persona palesemente ubriaca, ma la scena era davvero troppo divertente e gli sarebbe piaciuto vedere la sua reazione quando avesse visto il video registrato dal cellulare.
A quel punto Dosu, con la vista un po' appannata, non ce la fece più, e inveendo contro gli incompetenti dell'intero universo, si ritirò in casa con il suo telefono, intenzionato più che mai a pubblicare tutto su Youtube. Il suo video “Inno nazionale vs vicini ignoranti” sarebbe diventato virale e una volta ottenute, in brevissimo tempo, migliaia di visualizzazioni, sarebbe corso a piazzarlo sotto il naso di quel saccente dai capelli rossi. “Ride bene chi ride ultimo”, si dice, e nel suo caso sarebbe stato perfetto.
Un vero peccato che qualche ora dopo, una volta smaltiti gli effetti della sbornia con un sonnellino e una bella doccia calda, avrebbe voluto scomparire dalla faccia della Terra. Era stata una fortuna che, sentendosi strano, avesse aspettato a caricare il video, o non avrebbe mai più avuto il coraggio di uscire di casa. Già così aveva il terrore di incontrare Sabaku no Gaara e quei pochi che, nel tempo, avevano messo il naso fuori per vedere lo spettacolo, rischiando di morire soffocati nel tentativo di trattenere le risate, ma bene o male aveva qualche giorno di tempo per decidere come comportarsi visto che, per sua fortuna, era andato a fare una grossa spesa il giorno prima.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non pensavo che sarei riuscita a scrivere tanto su un personaggio che nemmeno ricordavo, ma il prompt di oggi (per sua disgrazia) mi ha ispirata e mi sono divertita un sacco a immaginare la scena. XD
Spero che per voi sia stato lo stesso e che mi farete sapere che ne pensate di questa assurda storia, se vi va. Grazie intanto di cuore a tutti coloro che mi hanno dedicato una parte del loro tempo anche solo leggendo. Spero continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Day 15: Aggrappata a una foto (Shiho) ***


Personaggio: Shiho (non pensavo potesse andare peggio di ieri O.O XD)

Prompt: Fotografia


Day 15: Aggrappata a una foto

Shiho, sommersa come sempre da libri e quaderni nonostante la scuola fosse chiusa da settimane, alzò lo sguardo dai compiti cercando subito con gli occhi la foto in un angolo della scrivania. L'immagine ritraeva lei e il piccolo gruppo di ragazzi che un paio di mesi prima avevano portato alla vittoria la Konoha High School in una gara di giochi matematici e non poteva fare a meno di sorridere ogni volta che la guardava. Per la prima volta, mentre insieme cercavano di risolvere i complicati enigmi proposti, si era sentita orgogliosa di se stessa e importante per qualcuno. Il suo aspetto e il suo carattere chiuso non le avevano mai permesso di essere popolare, ma finalmente quel giorno la sua presenza era stata determinante per la vittoria ed era stato bellissimo vedere gli altri pendere per una volta dalle sue labbra mentre spiegava i suoi ragionamenti e avere con loro un dialogo alla pari. Uno dei momenti migliori della sua vita, senza dubbio, che oltre ad aver dato il via a dei possibili rapporti di amicizia, le aveva inoltre permesso di rimanere per un po' accanto al suo amore segreto, di cui ora poteva avere un'immagine fisica da ammirare ogni volta che voleva. Aveva da tempo una cotta per Shikamaru Nara, ma prima di allora non aveva mai avuto occasione di parlargli, finché uno dei loro insegnanti, conoscendone l'intelligenza, non l'aveva costretto a iscriversi alla gara. Il ragazzo non ne era affatto entusiasta, ma ad Asuma-sensei non aveva potuto dire di no, e alla fine si erano trovati addirittura vicini al momento della fotografia con la coppa in mano.
Un vero peccato che l'emergenza Covid-19, scattata poco dopo, non avesse permesso loro di approfondire la conoscenza, ma Shiho era fiduciosa che, una volta tornati a scuola, avrebbero potuto riprendere a chiacchierare all'intervallo e mangiare insieme. Al momento non aveva possibilità di contattarlo, ma le bastava guardare la foto per sentirsi meglio e trovare più sopportabile quella noiosa quarantena, che sperava davvero potesse finire al più presto per il bene di tutti. Non era giusto che proprio ora uno stupido virus le impedisse di coltivare l'amore e le amicizie che sognava da sempre, ma in quelle condizioni non poteva far altro che avere pazienza.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia di oggi è stata terribile da scrivere e il risultato, nonostante gli sforzi, non mi sembra un granché, ma è meglio che lasci a voi il giudizio finale.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non avervi deluso con questa storia forse un po' scialba e che continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi a questo indirizzo: https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Day 16: Bisogno d'amore (Matsuri) ***


Personaggio: Matsuri

Prompt: A si sta rilassando nella vasca, quando sente dei rumori strani provenire dalla stanza accanto.


Day 16: Bisogno d'amore

Matsuri si stava crogiolando nell'acqua calda dopo l'ennesima giornata di noia e preoccupazione quando sentì dei rumori strani provenire dalla stanza accanto. Allarmata, si mise subito a sedere più dritta nella vasca con le orecchie tese e la fronte aggrottata. Cosa stava succedendo?
Provò a chiamare qualche volta il fidanzato senza ottenere risposta e a quel punto si decise a uscire e andare a controllare di persona.
Si avvolse quindi nell'accappatoio ed entrò in camera, dove lo trovò già sdraiato a letto che gemeva appena con solo l'abat-jour accesa.
«Ti senti male?» gli chiese preoccupata, avvicinandosi e chinandosi su di lui.
«No» borbottò il ragazzo, evitando il suo sguardo mentre lei lo osservava in silenzio in cerca di indizi finché non si accorse di un piccolo particolare che la fece sorridere intenerita. Come aveva fatto a non capirlo subito?
«È da molto che non lo facciamo, eh?» disse malinconica, accarezzandolo distratta mentre ricordava i momenti di intimità che dall'inizio dell'emergenza coronavirus non si erano più concessi.
Per un attimo Gaara si godette con un leggero brivido la sensazione di quel tocco gentile che gli mancava tanto, ma si ricordò fin troppo presto del motivo per cui avevano deciso di rinunciare temporaneamente alle gioie del sesso e di qualunque contatto fisico.
«Lo sai che non possiamo» disse allora in tono più duro di quanto fosse sua intenzione, scostando la sua mano e girandosi dall'altra parte per non vedere il volto deluso della fidanzata e quella generosa scollatura che non lo stava certo aiutando a mantenere il controllo.
«Non credo abbia più molto senso continuare a negarci anche quello» osservò Matsuri con un lieve sospiro dopo un attimo di silenzio, alzandosi in piedi e risistemando nervosamente l'accappatoio un po' troppo aperto.
Il ragazzo non rispose ma lei capì che le sue parole l'avevano colpito e decise di proseguire. Era da molto in realtà che ci pensava, e ciò che era accaduto quella sera le dava la conferma di non essere l'unica ad aver bisogno più che mai di un po' di calore e dolcezza in quel momento terribile.
«Non possiamo sapere per quanto ancora saremo costretti a stare chiusi in casa e ormai sono settimane che usciamo solo quando serve con guanti e mascherina, stando attenti a non avvicinarci troppo a nessuno. Eppure non ci siamo più concessi né un bacio né un abbraccio e parliamo a due metri di distanza l'uno dall'altra. Se avessimo contratto il virus, ce ne saremmo accorti da tempo» disse piano, con voce sempre più bassa, salendo anche lei sul letto e sovrastandolo.
«Sai che potremmo pentircene, vero?» le chiese Gaara dopo un attimo di silenzio, suo malgrado sempre più eccitato dall'atteggiamento della fidanzata e dalla scollatura che gli mostrava di nuovo un'ampia porzione del suo seno. Nonostante sapesse che sarebbe stato meglio non girarsi, non aveva potuto fare a meno di cedere.
«Ne abbiamo bisogno entrambi, però, e non ha senso continuare a negarci qualcosa che ci farebbe stare meglio. Quando l'abbiamo deciso, lavoravamo ancora fuori casa» attaccò di nuovo lei, con voce quasi implorante. Non ne poteva più di vivere come estranei in quel piccolo appartamento e il senso di solitudine crescente la stava facendo impazzire. Sapeva bene che c'erano persone messe molto peggio per svariati motivi, ma aveva davvero bisogno di quelle braccia forti intorno a sé e della sicurezza che il fidanzato le aveva sempre trasmesso anche nei momenti più difficili. Era sbagliato adesso amarsi “a distanza” e non sfiorarsi nemmeno con la punta delle dita. Ricordava con orrore che nei primi tempi dell'emergenza, per un semplice raffreddore, avevano addirittura dormito separati per qualche notte. Per fortuna, non trattandosi del temuto virus, avevano ripreso quasi subito a condividere almeno il letto, ma ancora adesso si sdraiavano sul fianco dandosi la schiena e aveva perso il conto delle volte che aveva ceduto al sonno con le lacrime sulle guance abbracciando il cuscino.
Gaara la guardò ancora per un attimo cercando di elaborare le sue parole per poi sorriderle e accarezzarle il volto.
«Hai ragione» le sussurrò dolcemente, godendosi la sensazione delle dita sulla sua pelle morbida.
A quel punto lei lo guardò sorpresa per un attimo prima di aprirsi nel più bello dei suoi sorrisi e avventarsi quasi sulle sue labbra. Da quanto tempo sognava, giorno e notte, quel ritorno a una parvenza di normalità?
Quella sera si amarono più e più volte come non facevano da settimane, affondando nel piacere finalmente condiviso tutto il dolore e la frustrazione accumulati in quel lungo periodo, mentre si promettevano in silenzio di non “lasciarsi” di nuovo.
L'emergenza coronavirus si sarebbe risolta solo due mesi dopo, ma da quella notte persino la quarantena sembrò più sopportabile per la giovane coppia, che riprese lentamente ad amarsi anche nei piccoli gesti quotidiani così necessari in un periodo che nessuno avrebbe mai pensato di poter vivere in epoca moderna. Certo, a volte era difficile mettere da parte le tristi abitudini di mantenere le distanze ma poi si sorridevano e si avvicinavano, sfiorandosi con le mani o con la bocca prima di abbracciarsi e stare fermi per un po' in quel rifugio sicuro dagli orrori del mondo esterno. Come avevano fatto a sopravvivere fino ad allora senza quel minimo di consolazione?


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero di aver fatto un lavoro accettabile con questa coppia, visto che Matsuri la conoscevo solo di nome e ho dovuto basarmi sulle schede del personaggio per costruire la storia (ebbene sì, non ho visto tutto l'anime di Naruto e nel manga praticamente non compare, povera). In ogni caso, nonostante la tristezza in certi punti, sono abbastanza soddisfatta del risultato e mi auguro che la lettura sia stata piacevole anche per voi.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. <3
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi qui. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Day 17: Felice di rivederti (Ayame) ***


Personaggio: Ayame

Prompt: Consegne a domicilio


Day 17: Felice di rivederti

Ayame, come sempre ultimamente, uscì dal ristorante di suo padre per le consegne a domicilio controllando per l'ennesima volta di aver sistemato a dovere guanti e mascherina.
Fece in poco tempo il giro della maggior parte dei clienti, arrivando infine anche a casa di Naruto. Era stato uno dei primi nella loro città ad ammalarsi del temuto coronavirus, ma per fortuna si sentiva già meglio. Era molto preoccupata quando l'amico di sempre, che ormai considerava una sorta di fratellino, l'aveva chiamata per dirglielo, e se fosse dipeso da lei, sarebbe andata subito a fargli compagnia e ad aiutarlo a preparare i pasti, dal momento che già in condizioni normali era un disastro in cucina, ma purtroppo non era possibile. Le norme del governo erano molto chiare in proposito e aveva dovuto accontentarsi di messaggi e videochiamate di tanto in tanto. Nemmeno adesso avrebbero potuto avere contatti diretti, ma se non altro si sarebbero visti e parlati di persona.
Nel frattempo Ayame era arrivata al portone del suo condominio, e dopo aver atteso per pochissimo al citofono, salì le scale con un sorriso malinconico che nessuno avrebbe potuto vedere. Quante volte erano passati di lì insieme ridendo, incontrando magari qualche altro ragazzino lungo il tragitto? Adesso invece tutto taceva e la città stessa era quasi deserta.
La giovane sospirò al pensiero di essere stata, anche quel giorno, una delle poche persone in giro, ma almeno ora avevano la conferma che quelle regole tanto rigide stavano dando i risultati sperati. Ci sarebbe voluto ancora parecchio prima di avere di nuovo una parvenza di normalità nelle loro vite, ma la diminuzione del numero dei contagi era già un fatto molto positivo.
Finalmente arrivò alla sua meta, e svoltato l'angolo, vide l'amico che la aspettava alla porta, avvertendo l'impulso, subito represso, di correre ad abbracciarlo. Le sembrava più magro rispetto all'ultima volta che si erano visti su skype, ma la scintilla di vitalità nei suoi occhi era quella di sempre e le fece pensare che anche lui stesse sorridendo.
Si salutarono impacciati per quell'insolita situazione e la ragazza si avvicinò per appoggiare a terra la borsa termica con il ramen mentre Naruto, a malincuore, faceva qualche passo indietro per mantenere la giusta distanza.
«Riprenditi presto, campione, mi raccomando» gli disse alla fine.
«Contaci!» le rispose lui contento. «Grazie per tutto, Ayame.»
«Figurati» sorrise lei, facendogli poi un gesto di saluto con la mano prima di andarsene. Avrebbe voluto trattenersi ancora ma non poteva permetterselo, e si affrettò a raggiungere le scale per non mostrargli gli occhi lucidi. Non era certo la prima volta che consegnava il cibo a persone che conosceva bene, ma per qualche motivo adesso le veniva da piangere. Era forse l'emozione di averlo rivisto abbastanza simile a come l'aveva conosciuto? Oppure l'innaturale lontananza che si erano costretti a mantenere, nonostante si fossero sempre considerati alla stregua di fratelli?
Ayame non lo sapeva, ma mentre tornava all'aria aperta asciugandosi le lacrime traditrici che erano sfuggite al suo controllo, cercò di concentrarsi di nuovo sul lavoro che doveva ancora svolgere. Il prossimo nome sulla lista era Kakashi, un ragazzo di qualche anno più grande di lei per cui aveva da tempo una cotta, e il suo cuore ebbe l'ennesimo fremito della giornata. Si impose però di rimanere calma e professionale mentre si dirigeva emozionata verso casa sua. Purtroppo o per fortuna il suo giro di consegne era quasi finito, ma di certo quello sarebbe stato un giorno da ricordare.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia mi è venuta più malinconica di quanto pensassi, ma spero vi sia piaciuta lo stesso. Non pensavo che un personaggio tutto sommato minore come Ayame (si fa per dire XD) mi avrebbe ispirata tanto e mi auguro di averla resa al meglio, soprattutto nel suo rapporto con Naruto.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. <3
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi qui. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buona serata!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Day 18: Mangiare per sopportare (Jirobo) ***


Personaggio: Jirobo

Prompt: A è rimasto solo a casa durante la quarantena e cerca metodi alternativi per rilassarsi.


Day 18: Mangiare per sopportare

La quarantena stava durando più a lungo di quanto ci si sarebbe aspettati, ma per fortuna Jirobo aveva trovato fin dall'inizio un metodo per renderla più sopportabile. Aveva sempre adorato mangiare e in quel periodo di reclusione forzata aveva tutto il tempo di stare in cucina a preparare qualunque cosa volesse, nei quantitativi desiderati. Bene o male viveva solo e nessuno, nemmeno i suoi amici che in genere si riunivano nel suo piccolo appartamento per studiare o stare insieme, avrebbe potuto dirgli nulla se esagerava con il cibo.
Certo, sarebbe stato un dramma alla fine della quarantena, ma per il momento preferiva non pensarci, affogando la noia e la tristezza in manicaretti e stuzzichini di tutti i tipi, a qualunque ora del giorno e della notte, nel tentativo di ignorare le brutte notizie e una primavera mite che sembrava prendersi gioco di quella terribile situazione invitandoli a uscire.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non sapevo proprio cosa scrivere su Jirobo e non sono neanche sicura di aver centrato il prompt, ma spero vi sia piaciuta questa breve storia.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. <3
Ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi qui. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a domani con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buona serata!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Day 19: Amore ai fornelli (Rin) ***


Personaggio: Rin

Prompt: “Il pesce non si cucina a quel modo!”


Day 19: Amore ai fornelli

Da quando era iniziata la quarantena, Rin si era messa in testa di imparare a cucinare e così, una volta al giorno, si metteva ai fornelli con grande apprensione dei suoi coinquilini Obito e Kakashi. Nonostante tutta la buona volontà dell'amica, infatti, certi esperimenti erano davvero disastrosi, ma nessuno dei due aveva cuore di dirglielo, limitandosi a rassicurarla che in fondo non era poi così male.
Quel giorno toccava al pesce, e la ragazza, dopo aver cercato su internet una ricetta che la ispirasse, prese dal frigo gli ingredienti, cominciando a tagliare le verdure di buona lena e mettendole poi a cuocere in una padella.
Ben presto in casa cominciò a espandersi un buon profumo e Rin, canticchiando, si preparò ad aggiungere il pesce mentre Kakashi tornava finalmente dal supermercato con la spesa per i giorni successivi. Fece appena in tempo a salutarla, però, che corse subito a bloccarle i polsi.
«Il pesce non si cucina così!» esclamò inorridito, allontanandola dalla padella prima di lavarsi le mani e cercare in un cassetto gli strumenti giusti.
L'amica lo guardò confusa, dando poi una rapida occhiata alla ricetta sullo schermo del computer, che aveva appoggiato sul tavolo. Non riusciva a capire cosa stesse sbagliando, visto che finora aveva seguito passo passo le istruzioni.
«La ricetta dice a questo punto di metterlo a cuocere» obiettò con le sopracciglia aggrottate.
«Bisogna pulirlo prima!» la corresse Kakashi con un po' troppa veemenza, abbassando il fuoco sotto la padella.
«È quello che ho fatto» ribatté lei, leggermente offesa da una simile mancanza di fiducia.
«Tu l'avrai solo sciacquato, immagino» la corresse l'amico, togliendole i pesci che teneva ancora in mano prima che facessero una brutta fine.
«E non è la stessa cosa?» domandò mentre si sciacquava le mani.
«No. Devi pulirlo anche all'interno e togliergli le squame prima di metterlo a cuocere» le spiegò con una leggera impazienza mentre Obito, appena riemerso dai libri dell'università, si affacciava anche lui sulla porta della cucina.
«Che sta succedendo?» chiese con un velo di apprensione.
«Ho appena salvato il nostro pranzo» rispose sbrigativo Kakashi, pulendo abilmente il pesce. In realtà detestava quel lavoro, ma quando avevano fatto la spesa qualche giorno prima non ce n'era di già pulito, e non gli sembrava il caso di lasciarlo fare a Rin, che stava già protestando a gran voce per la sua affermazione con quel piccolo broncio che entrambi i ragazzi avevano sempre trovato adorabile.
Nel frattempo Obito, alle loro spalle, sospirava di sollievo. Aveva sempre cercato di finire con gusto tutto ciò che preparava l'amica, ma un pesce così dubitava seriamente di riuscire a mandarlo giù, e sebbene gli desse fastidio l'evidente ammirazione della ragazza per il loro coinquilino, non poteva che ringraziarlo mentalmente per il salvataggio.
Come sempre, infatti, Rin non era capace di rimanere arrabbiata troppo a lungo con nessuno e si era persa in fretta a guardare i rapidi movimenti di Kakashi con il coltello prima che questi mettesse nella padella i loro pesci finalmente puliti.
Poco dopo erano tutti a tavola e la ragazza mise in bocca curiosa il frutto dei loro sforzi combinati, cercando di non pensare al fatto che era la prima volta che cucinavano insieme loro due, come marito e moglie. Non aveva mai avuto il coraggio di parlarne con nessuno, nemmeno con Obito, ma lei aveva da tempo una cotta per Kakashi, e quel breve momento l'aveva resa felice, facendole dimenticare subito il guaio che avrebbe rischiato di combinare senza di lui e il rimprovero ricevuto.
«È buonissimo!» esclamò poi, iniziando a mangiare con gusto mentre gli amici sospiravano di sollievo per il disastro evitato. «Dovresti proprio darmi lezioni di cucina, Kakashi. Mi insegnerai, vero?» gli chiese poco dopo, già entusiasta all'idea di poter fare qualcosa loro due da soli. In realtà dubitava, a quel punto, che sarebbe riuscita a concentrarsi davvero sulle lezioni, ma quello per il momento era un dettaglio di scarsa importanza, visto che durante la quarantena di tempo ce n'era fin troppo.
Presa com'era dai suoi pensieri, non si accorse nemmeno dell'espressione terrorizzata dell'amico -fin troppo consapevole delle sue abilità culinarie- e del fatto che Obito quasi si strozzò con un boccone di pesce.
«Guarda che anch'io so cucinare» le fece notare quest'ultimo appena riuscì di nuovo a respirare.
«Credevo che tu avessi da fare con lo studio. Come va la preparazione dell'esame?» rispose subito Rin, guardandolo leggermente preoccupata. Perché la stava guardando con quel misto di rabbia e disperazione nello sguardo? Si era forse persa qualcosa di importante mentre preparava il suo piano di conquista?
Ora che glielo faceva notare, Obito doveva riconoscere che non era esattamente il momento più adatto per pensare alle lezioni di cucina con il suo amore segreto, ma gli dava comunque fastidio lasciare a Kakashi campo libero. Non che lui avesse mai mostrato particolare interesse nei confronti dell'amica, ma non si sa mai. Possibile che la ragazza non riuscisse proprio a capire che la amava da sempre?
«Sono a buon punto» mentì istintivamente, incoraggiato dal suo sguardo pensieroso. Se era fortunato, magari avrebbe chiesto a lui di sostituire il loro coinquilino come insegnante. In fondo anche il compagno avrebbe avuto a breve un esame, mentre lei per un po' sarebbe stata tranquilla, avendone appena dati due a distanza ravvicinata.
«Potremmo fare a turno» propose a quel punto Kakashi, lanciando a entrambi una strana occhiata. Gli dispiaceva un po' deludere l'amica, che evidentemente ci sperava molto per chissà quali ragioni, ma non credeva di poter gestire il tutto. Quell'incosciente di Obito, che sapeva essere ancora in alto mare con lo studio, aveva appena dimostrato, per l'ennesima volta, di non avere tutte le rotelle a posto a offrirsi volontario per quell'impresa disperata, tra l'altro in un momento del genere in cui avrebbe avuto cose ben più importanti da fare, ma lui non aveva intenzione di farsi coinvolgere troppo in quell'assurdo piano. L'aveva aiutata quel giorno per il bene di tutti, ma aveva sempre preso molto seriamente lo studio e non sarebbe mai venuto meno al suo dovere morale di svolgere alla prima occasione tutti gli esami con la migliore preparazione possibile. Sperava solo che Rin capisse, dal momento che, nonostante tutto, non voleva rattristarla.
La ragazza studiò per qualche secondo l'espressione impassibile di Kakashi e quella speranzosa di Obito, leggermente delusa nel veder sfumare in parte il suo piano perfetto, prima di annuire.
«Immagino sia la cosa migliore» disse infine, ricordandosi all'improvviso che anche il suo amato aveva molto da studiare. Doveva essere per quello che aveva proposto di dividersi il compito, ma non capiva il motivo della strana occhiata che lo vide lanciare al suo migliore amico. Al momento però non aveva voglia di pensarci, visto che il risultato ottenuto era comunque soddisfacente, e non vedeva l'ora di scoprire cosa le avrebbe riservato il futuro nei giorni successivi.
I due ragazzi nel frattempo esultarono mentalmente, ma persino Obito, qualche sera dopo, dovette ammettere con se stesso che la sua non era stata una grande idea. E il fatto che non avesse superato l'esame non c'entrava, visto che l'amica, sebbene si fosse sforzata di seguire le sue istruzioni, gli aveva ustionato la mano con il brodo della zuppa che stavano preparando per cena. Se non altro, mortificata, lo aveva medicato con tutta la dolcezza del mondo per poi ammettere che forse sarebbe stato meglio dedicarsi a qualcos'altro per passare le giornate. Da quando i suoi amici avevano iniziato ad aiutarla, era persino peggiorata, visto che spesso si perdeva in dolci ricordi o fantasie del momento su un possibile futuro con Kakashi, e non voleva certo che qualcuno di loro si facesse male seriamente per colpa sua. Erano amici da che aveva memoria e non avrebbe sopportato di vederli soffrire. Del resto, chiunque la conoscesse le aveva detto, almeno una volta, che non era tagliata per la cucina.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Purtroppo la storia non mi convince per niente e con ogni probabilità sono finita in un OOC pazzesco con Rin, ma spero vi siano piaciute lo stesso le (dis)avventure di questi tre.
Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. <3
In teoria questa avrebbe dovuto essere l'ultima storia della raccolta, ma credo che la farò durare ancora un po' per inserire alcuni prompt che ho dovuto scartare in questi giorni, adattandoli magari a coppie e personaggi diversi da quelli previsti dagli organizzatori (che ringrazio come sempre per questa simpatica iniziativa, che mi ha aiutato moltissimo in questi giorni di quarantena <3). Devo ancora decidere se mantenere il filo conduttore della raccolta e mettere qui solo quelli riconducibili alla situazione attuale oppure no, ma vedrò nei prossimi giorni come organizzare il lavoro. Spero abbiate apprezzato le storie pubblicate finora e che continuerete a seguirmi. u.u
Cambiando argomento, ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo ben felici di accogliervi qui. Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi appuntamento a non so bene quando (spero presto) con la prossima storia.
Un bacio a distanza e buona serata!
Ellygattina

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3892486