Insegnami ad amare

di Blacky98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vorrei poterti dire che mi manchi... ***
Capitolo 2: *** Vorrei poterti dire che senza di te sia lo stesso… ***
Capitolo 3: *** Solo oscurità attorno a me ***
Capitolo 4: *** Casa è il posto in cui si trova la tua famiglia ***



Capitolo 1
*** Vorrei poterti dire che mi manchi... ***


Insegnami ad amare 1
Questa storia è nata nel lontano 2014 per il contest Heal My Wounds di Stareem. Quest’anno ho deciso di riprenderla in mano, correggerla e ampliarla per cercare di dare uno sfondo più di spessore a questa famiglia che secondo me sono state tra le protagoniste della Galassia. Nel lavoro di revisione, mi sono accorta (era anche prevedibile) che dopo l’acquisizione della Disney è stato cancellato tutto quello che si chiamava Universo Espanso, solo che è stato eliminato, a torto a parer mio, anche ciò che c’era prima di Star Wars – The Return of the Jedi. Quindi le informazioni che troverete si riferiscono al vecchio Universo Espanso, denominato ora Legends, ovvero non più Canon.
Non ho cambiato l’impostazione della storia perché ne sono affezionata e per il lavoro di ricostruzione e interpretazione che all’epoca mi sembrò immenso. Spero che vi possa piacere lo stesso!
Un bacio

Nickname (EFP e forum se diversi): Blacky98
Titolo: Insegnami ad amare
Fandom: Star Wars
Personaggi/Pairing:  Bail/Breha; Obi-Wan; Tryn Netzl
Generi: Angst, Introspettivo, Romantico
Avvertimenti: Tematiche delicate
Rating: Giallo
Introduzione: " Pioveva. Su Aldeeran succedeva raramente; segno che quella non era destinata ad essere una bella giornata. Anche le altre precedenti non lo erano state, ma che importava? Tanto che facesse bel tempo o brutto, che scoppiasse una guerra; niente era più importante di lui, o di lei; non l'avrebbe mai saputo." La Regina Breha e Bail Organa si ritrovano a precipitare in un baratro, dopo l'aborto del loro primo figlio. Il loro rapporto si incrina e sembra che non ci sia più speranza, ma forse non tutti i mali vengono per nuocere…
Pacchetto scelto: Destiny of the Chosen
Elementi del pacchetto utilizzati:  Am I that unimportant? /Am I so insignificant? / Isn't something missing? / Isn't someone missing me? (Missing – Evanescence) [Sono così poco importante? Sono così insignificante? Non manca qualcosa? Non manco a qualcuno?]

PARTECIPA AL CONTEST "HEAL MY WOUNDS" DI STAREEM


Insegnami ad amare
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Parte I

1. Vorrei poterti dire che mi manchi…

Pioveva. Su Aldeeran succedeva raramente; segno che quella non era destinata ad essere una bella giornata. Anche le altre precedenti non lo erano state, ma che importava? Tanto che facesse bel tempo o brutto, che scoppiasse una guerra; niente era più importante di lui, o di lei; non l'avrebbe mai saputo. Una voce richiamò la sua attenzione: le ricordava i suoi impegni. Anche di quelli non gliene importava niente, ma era la Regina di Aldeeran e non le era concesso di soffrire come la gente comune; no, avrebbe dovuto mostrarsi forte e severa come sempre, quel sempre che non sarebbe più ritornato perché spazzato via dal dolore alla pancia di qualche giorno prima.
Si girò sorprendendo un'ancella a fissarla con tristezza. Le sorrise gentilmente, sapeva che tutti vedevano che lei era giù di morale per il fatto che suo marito era partito il giorno prima improvvisamente per questioni urgenti in Senato. Oh no, non era per quello che se ne era andato, pensò amaramente. Se solo sapessero! Ma dai suoi occhi non sarebbe trasparito nulla, neanche la voglia di prendere e distruggere tutta la mobilia del suo ufficio, oh no, le regine non piangono mai e lei non avrebbe fatto eccezione. Prese la foto che la ritraeva con Bail e la girò in modo da non vedere quel sorriso che non sarebbe tornato più.
Guardò fuori dalla finestra un’ultima volta, poi scese nella sala del trono cercando di assumere un'espressione dignitosa.

Finalmente si stese sul letto dopo ore rinchiusa in consiglio, non aveva sonno però la giornata era stata stancante quanto mai. Fingere di star bene mentre si sentiva morire dentro non era quello che aveva desiderato quando aveva scoperto della gravidanza. Ad essere sincera non aveva neanche ipotizzato quella reazione di Bail; ma d'altronde aveva sbagliato tutto in quel periodo. Era sempre stata brava a prendere decisioni e a leggere nel cuore della gente, ma a quanto pare non a tenere una creatura, suo figlio, in grembo. A cosa serve una donna se non può avere, se non riesce ad avere figli? A cosa serve una donna se non riesce a concretizzare il potenziale, il compito datogli dalla natura?
Forse non era neanche portata a fare la regnante o a consolare suo marito. Ma come poteva aiutare lui, se non riusciva a risalire dal baratro anche lei?
Già, forse doveva andarsene e lasciare la corona a qualcuno più adatto a governare. D’altronde cosa si aspettavano da una regina salita al trono non per diritto, né per discendenza a ventidue anni senza una preparazione. Si voltò e frugò dentro il cassetto trovando con un po' di fatica quello che stava cercando. Aprì la boccetta e bevve tutto il contenuto, sistemò i cuscini e aspettò di scivolare in un sonno senza sogni.

ωωω

Era da un mese che non tornava a casa su Aldeeran; si era buttato sul lavoro anima e corpo per non pensare. Si era sentito un fallito, un buono a nulla davanti a sua moglie sconvolta. La verità è che era rimasto paralizzato alla vista del sangue e dell'espressione spaventata e dolorante di Breha. Così era scappato. Era andato in un posto in cui era sicuro del suo ruolo e della sua riuscita. Quando arrivava nel suo appartamento, il numero cinquecento, però si sentiva solo; eppure c'era abituato: viaggiava molto. Quella sensazione non lo abbandonava mai, ma non riusciva a tornare al palazzo reale. Forse avrebbero dovuto finirla là entrambi, le rispettive famiglie avrebbero capito. No, ora stava esagerando.

Tutte le giornate trascorse nell'ufficio senatorile del suo settore erano monotone, senza una luce in fondo al tunnel a indicargli la strada da intraprendere.
I suoi collaboratori lo guardarono preoccupati, forse perché non aveva una bella faccia; ma d'altronde non era mai stato bravo a controllare le proprie emozioni. Breha riusciva a nasconderle e ad apparire calma. Era lei quella forte della coppia, lui... lui si era accontentato di amarla, ma l'aveva delusa anche in quello ora.
All'inizio aveva pensato che quel matrimonio fosse solo un'alleanza, ma negli anni avevano imparato a conoscersi e a volersi bene. Contro ogni aspettativa, quella ragazza di quindici anni più piccola di lui gli era entrato nel cuore, la sua calma, la sua positività, la sua maturità, ma anche quella spensieratezza tipica della giovane età che non era stata cancellata dal ruolo impostole. Poteva quasi vederla davanti a sé pronta a sgridarlo per il troppo lavoro e pregarlo di riposarsi ogni tanto. Da quando era diventato senatore Probabilmente ora gli avrebbe riso in faccia e si sarebbe girata dall’altra parte. Se lo meritava, aveva fallito, aveva creduto che il loro amore sarebbe stato più forte di ogni cosa e invece con un colpo di vento era crollato tutto. 


Ciao a tutti :) In questa storia ho cercato di descrivere cosa potrebbe essere successo dopo il primo aborto di Breha Organa, regina di Alderaan e moglie di Bail Organa. Infatti secondo l'EU ha avuto ben cinque interruzioni di gravidanza, l’ultima nel 21 BBY, ma non specifica nulla in merito se non solo che Bail ha tentato di affogare questi dispiaceri nell'alcool. Quindi eccovi una mia personale versione.
Alcune situazioni, personaggi e descrizioni di ambienti li ho trovati in starwarswikia.com e swx.it , quindi non tutto è di mia pura invenzione, poiché ho cercato di dare uno sfondo il più possibile aderente a quello dell'EU. Ovviamente alcune cose le ho modificate per esigenze di trama, per mancanza di fonti chiare e/o sufficienti e per personale interpretazione di queste ultime.
[1] Non viene specificato molto dell’età di Breha Organa, solo che ha dai dieci anni ai venti anni di differenza con Bail. Ho optato per una via di mezzo facendola sposare a venti anni e con quindici anni di differenza in modo che Bail avesse già qualche esperienza in politica anche se non ancora senatore, ruolo che ricoprirà dal 32 BBY. Quindi secondo le informazioni Bail è nato nel 67 BBY e Breha nel 52 BBY (da starwarswikia.com )
[2] Precisazione molto importante. In Star Wars gli anni vengono contati prendendo come riferimento la  Battaglia di Yavin (per intenderci quella in cui Luke Skywalker distrugge la Morte Nera) quindi per eventi riferiti prima di essa troverete la sigla BBY e dopo ABY.
[3] La storia si svolge nel 30 BBY, quindi a due anni dal loro matrimonio di cui spiegherò un po' meglio più avanti.

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Capitolo 2
*** Vorrei poterti dire che senza di te sia lo stesso… ***


Insegnami ad amare 2 2. Vorrei poterti dire che senza di te sia lo stesso…

Era sdraiato sul divano del suo appartamento nella capitale galattica con in mano una bottiglia di un alcolico di cui non si ricordava il nome, forse whiskey corelliano. Non era mai stato uno a cui piaceva bere, né ubriacarsi; ma da un mese, ormai, lo faceva. Appena tornava a casa, smetteva di indossare la maschera che portava ogni giorno in Senato e iniziava a bere, ed annegare i suoi dispiaceri nell'alcool. Non esagerava mai, ma ne assorbiva una quantità tale da fargli dormire un sonno senza sogni, anzi incubi. Ma quella sera non ne aveva sorseggiato neanche un goccio, era lì disteso a fissare il soffitto.

Il campanello suonò all'improvviso, destandolo dalla sua occupazione. Quando aprì la porta si ritrovò davanti Obi-Wan. Il maestro Kenobi era stupito quanto lui, non aveva mai visto il senatore ridotto in quello stato. D'altro canto, Bail; non riusciva a spiegarsi il motivo di quella visita inaspettata.
«Posso entrare?» chiese il jedi.
«Si certo che stupido, accomodatevi pure. Volete qualcosa da bere?» rispose imbarazzato.
«Oh no tranquillo; sono di passaggio. Come state?»
«Bene. Sono stanco; sa, la discussione sul nuovo disegno di legge è estenuante. Per il resto ok»
«No, forse non avete capito. Come state veramente?»
Al diavolo i trucchetti mentali jedi, pensò Bail anche se sotto sotto gli era riconoscente per averglielo chiesto. Stimava molto Obi-Wan, a primo impatto poteva sembrare troppo freddo e rigido, ma in realtà bastava conoscerlo un po' di più e ci si rendeva conto della saggezza e sensibilità del giovane maestro che rammentava aveva perso molto ed era cresciuto in fretta per adeguarsi ad uno status calatogli all’improvviso sulle spalle.
Rispose sinceramente «Due mesi fa mia moglie ha perso il bambino che stavamo aspettando. Tre giorni dopo sono tornato a Coruscant e per tutto questo tempo non l'ho mai chiamata per sentirla. E tutte le sere bevo per dimenticare. Non sono più lo stesso e non so come uscirne»
Stettero in silenzio fino a che il jedi replicò «Non siete disperato solo per l'aborto, ma anche per la vostra reazione. Avreste voluto starle accanto e invece l'avete lasciata sola. A volte ci si dimentica che non si è soli a soffrire»
«Non sono pienamente convinta che sarei riuscita a fare un granchè però. Sicuramente avrà accanto a sé sua madre e sua sorella che sono più di aiuto rispetto a me»
«È tua moglie però. È vero non abbiamo legami però, se fosse un mio caro amico farei di tutto, gli starei accanto e lo sosterrei anche solo ascoltandolo»
«Come stai facendo ora tu con me» rispose riconoscente Bail.
«Veramente ero venuto a chiedergli anche di quel trattato sulla circolazione delle merci verso l’Orlo Esterno. Tu sai meglio di me che è un territorio difficile anche per noi jedi, però credo che possa aspettare» rispose un po' imbarazzato Obi-Wan.
Il comlik del maestro squillò e quindi si allontanò per rispondere, scusandosi con il senatore. Quando tornò in salotto, trovò Bail in piedi «Devo andare. Se avete bisogno sapete dove trovarmi»
«Se vuoi, passerò più tardi per quello che mi hai chiesto» rispose il senatore senza menzionare la discussione avvenuta, in cuor suo sapeva però che l’altro avrebbe capito.
Mentre stava uscendo dall'appartamento incontrò Tryin Netzl, un amico degli Organa.

«Bail, oh sei sobrio. Bene andiamo a farci un giro» e lo trascinò fuori, letteralmente.
Montarono su uno spider e vagarono a vuoto per un po'; scesero su una piattaforma a si misero a camminare nei bassifondi di Coruscant.
«Mi sento osservato» sussurrò un po' a disagio il senatore.
«È normale, sei famoso e ammirato in tutta la galassia e stai passeggiando senza scorta in quartieri non proprio sicuri»
«Se mi vedesse Breha mi darebbe dell’incosciente» disse per poi rendersi conto che i suoi pensieri erano virati verso argomenti difficili di cui non aveva assolutamente voglia di parlare.
Tryin, cogliendo la palla al balzo replicò «A proposito, credo proprio che sia ora che tu torni da tua moglie e-» ma l'altro lo interruppe subito «Cosa faccio? Non saprei come comportarmi. Dovrei dirle che andrà tutto bene? Sarebbe una bugia»
«Non servono sempre le parole; bastano i gesti a volte. Amico mio, hai grandi doti che ti permettono di capire quale è la cosa giusta da fare, in politica. Usale»
Bail lo squadrò con occhi assenti e continuò a camminare.
«Siete tutti e due miei amici e fatti l'uno per l'altro. Non voglio che vi allontaniate così»
«A volte mi dimentico che sei stato il suo testimone di nozze» disse con tono un po' tagliente.
«Ed è proprio per questo che mi preoccupo per voi» rispose tirandogli una pacca sulla spalla.
«Andiamo a casa ti prego, mi sta scoppiando la testa»
«Ai suoi ordini vicerè, non vorrei mai dover annunciare alla regina che suo marito è morto nei bassifondi di Coruscant mentre era in mia compagnia» e lo riaccompagnò all’appartamento non prima di essersi scusato con le guardie personali per la mancanza di giudizio.
Appena arrivato Bail si distese sul letto non riuscendo a chiudere occhio.
Perché doveva essere così difficile?
Perché non potevano essere come tutti gli altri, come quelle famiglie che non avevano sulle loro spalle la responsabilità di un pianeta e semplicemente amare e litigare senza dover rendere conto all’Alto Consiglio, alle nobili Casate? Perché quello che finora sembrava essere un privilegio si era trasformato in una gabbia?
Si girò a guardare le grandi vetrate e con disappunto e una nota di rammarico scoprì che aveva sottovalutato la nostalgia del cielo stellato di Aldera, delle montagne e di quei piccoli particolari che rendevano Alderaan il pianeta più bello del Nucleo…

ωωω

“Il cancelliere Palpatine l'aveva appena chiamata. Bail era morto in un attentato. L'aveva lasciata da sola con un figlio da crescere. Il mondo le era crollato addosso, non sarebbe resistita senza di lui.
Stava cullando il suo bambino, aveva gli occhi profondi di Bail e i suoi capelli neri. Ma suo marito non era con lei. Il neonato si mise a piangere e lei intuì che stava cercando il padre. Lo dondolò per un po', ma non accennava a smettere.
«Tranquillo, papà tornerà presto»
«ci stringerà, ci racconterà dei suoi viaggi e starà per sempre con noi»
All'improvviso si fermò e iniziò a perdere sangue dalla testa.
«No, tesoro. Non puoi lasciarmi anche tu, ti prego...»
«Vi prego presto, qualcuno mi aiuti» urlò uscendo dalla stanza con il bimbo in braccio.
Subito si fecero avanti dei medici e delle ancelle che gli strapparono il bambino e lo portarono verso l’infermeria di palazzo. Gli rincorse, non voleva lasciare per un attimo la sua ragione di vita.
Era così piccolo e fragile, aveva aspettato il ritorno di Bail per dargli un nome, ma lui non avrebbe più percorso quei corridoi. Era rimasta sola. Guardò il macchinario che aveva accolto il neonato per curarlo suonare incessantemente. Non sentì le parole dello staff medico che dichiaravano il suo bambino morto, non si curò di nascondere il suo dolore.
Quello che sentì, invece fu un grande freddo come se le avessero tolto il cuore dal petto.
Ah e i sussurri della gente, i loro sguardi accusatori per non aver saputo curare il bambino, per non essere stata una brava moglie, una brava regina… Era lei la causa di tanto dolore e se le era meritato…“

Si svegliò urlando, era madida di sudore. Tastò il letto cercando il calore rassicurante delle forti braccia dell'amato, ma si ricordò tristemente che lui se ne era andato. Sua sorella, che era venuta a farle visita, corse trafelata verso la sua camera trovandola in lacrime.
«Ehi Bre, che succede?»
«Sono solo incubi, sto bene...»
«Non sono stupida, ti conosco»
«Io... mi manca» disse tristemente.
Deara si oscurò in volto e con voce carica di disprezzo replicò «È un codardo. Ti ha lasciato sola a soffrire. Scommetto quanto vuoi che a lui non importa niente di te e del bambino»
Sconvolta Breha farfugliò «Come puoi dire una cosa simile? Lui è l'uomo più coraggioso che esista e mi ama e avrebbe voluto bene anche al suo bimbo»
 «E allora perché non è qua? A lui importa soltanto della politica. Mi chiedo ancora perché hai accettato di sposarlo»
«Lo sai benissimo il perchè!» rispose piccata.
«Certo, hai voluto fare la figlia ubbidiente. Ma cosa ti aspettavi da uno che passa il tempo più fuori dal suo pianeta che con il suo popolo, con te?» disse Deara senza farsi intimorire dallo sguardo glaciale della sorella.
«Grazie per il supporto, ma ho bisogno di stare da sola ora» replicò ignorando le argomentazioni.
«Io dico solo che non ti merita e che dovresti pensarci bene prima di fare certe affermazioni e guardare in faccia la realtà»

Detto questo, lasciò la stanza con passo altero. Si era arrabbiata con sua sorella perché Breha quando si trattava di lui non ragionava più; invece lei lo conosceva e lo odiava. Si era servito di Bre per ottenere il titolo di Viceré ed era più tempo che passava in senato con la compagnia di Mon Mothma di Chandrilla che con sua moglie.
Se avesse avuto il coraggio di tornare, era meglio che si tenesse lontano da lei e da sua sorella.

«Sono così poco importante? Sono così insignificante? Non manca qualcosa? Non manco a qualcuno? Ti prego Bail, è davvero la fine? Non conto più per te? Perché mi hai lasciato sola?» sussurrò la Regina prima di riaddormentarsi grazie ad una dose più forte di sonnifero che, sperando nella Forza, le avrebbe fatto passare il resto della notte senza incubi.


Ciao:) allora come ho già scritto nelle NdA del precedente capitolo, Bail tentò di affogare i suoi dispiaceri nell'alcool seguito attentamente da un amico della coppia, Tryn Netzl, che è anche il medico che curò il trattamento di fertilità a Breha e gli fece da testimone di nozze.
Invece per il rapporto tra Bail e Obi-Wan mi sono sempre basata sull'EU, ovvero che fossero amici, anche se viene riportata la presenza più avanti nel tempo, ho deciso di anticiparla (tratto da starwarswikia.com).
La citazione che pronuncia la Regina alla fine del capitolo (in corsivo) è quella del pacchetto scelto per il contest.
L'antipatia di Deara per Bail l'ho ipotizzata io, anche se, sempre nell'EU, si viene a sapere che fece da spia per l'Impero sulla sua stessa famiglia; quindi magari già a quel tempo ce l'aveva con loro per un motivo x e che non gli stesse simpatico il senatore. In realtà facendo ricerche ho scoperto che è più grande di Breha e che molto probabilmente avrebbe dovuto sposare lei Bail, solo che non venne ritenuta adatta per il ruolo che sarebbe dovuta andare a ricoprire (è un po' una rivisitazione delle poche info che sono riuscita a rintracciare unita ad una mia personale linea di pensiero per la storia)
Per gli attentati invece, credo che essendo un senatore lealista, non fosse ben visto da un po’ di persone. Spero che questo inizio del viaggio nella mente di Bail vi sia piaciuto.


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Capitolo 3
*** Solo oscurità attorno a me ***


Insegnami ad amare 3 3. Solo oscurità attorno a me

“Per sconfiggere le tenebre, dovete prima sconfiggere le tenebre dentro di voi”

«Bail, Bail aspetta un secondo. Fra un'ora c'è la riunione di aggiornamento su alcuni provvedimenti da prendere contro la Federazione dei Mercanti. È richiesta anche la tua presenza»
«Va bene, grazie Ayla. Ci sarò. Ci vediamo lì»
Uscì velocemente dal palazzo e si diresse verso il tempio jedi. Stava cercando Obi-Wan ed era quasi sicuro di trovarlo lì. Si scontrò con un giovane padawan e gli chiese «Sai per caso dove potrei trovare il maestro Kenobi, ehm?»
«Korus signore. Non mi sembra che sia qui. Dovrebbe essere in missione con Anakin Skywalker. Se vuole quando lo avrò visto, gli riferirò che lo stavate cercando, senatore Organa»
«Oh grazie mille. Che la forza sia con te ragazzo» e tristemente tornò al senato; era sfumata anche la possibilità di confrontarsi con lui.
La sua assistente, appena lo vide, gli corse incontro preoccupata e lo trascinò in una stanza a discutere del progetto di legge.
«Mi sta ascoltando? È da un quarto d'ora che parlo di guerre e non mi ha ancora interrotto»
«Scusa, mi ero distratto. Questo periodo non è uno dei migliori. Stavi dicendo?»
Lo squadrò e dopo un lungo silenzio disse «Forse è il caso che lei si prenda una giornata di riposo. Relazionerò io per lei. Vada a casa e si faccia una bella doccia e si rilassi completamente. Su vada»
Bail riuscì soltanto a mormorare un grazie, poi si avviò verso il suo appartamento.

Si distese dentro l'elegante vasca piena d'acqua calda e chiuse gli occhi ripensando a quegli ultimi quattro anni. Quando gli avevano comunicato che si sarebbe dovuto sposare con una ragazzina che conosceva appena, non l'aveva presa benissimo, ma aveva sempre avuto un gran senso del dovere verso la propria famiglia e quindi aveva accettato.
La prima notte di nozze non era stata neanche tanto male: Breha era carina, anzi bellissima e non aveva avuto per niente paura, nonostante fosse vergine. Poi col tempo si erano conosciuti e aveva apprezzato le sue qualità finendo per innamorarsi di lei, ricambiato. Infatti era molto intelligente e sensibile, aveva grandi capacità politiche diplomatiche e svolgeva il suo ruolo egregiamente.
E allora perché adesso non riusciva a tornare da lei a fare il marito amorevole che era stato fino ad ora? Forse perché non era perfetto o perché aveva pensato che tutto sarebbe andato bene e quindi non si era impegnato abbastanza. Già perché per amare una persona bisogna impegnarsi e lui aveva smesso di farlo credendo che tutto andasse a gonfie vele.
Avrebbe voluto tanto cancellare il suo comportamento da vigliacco, e che si era sempre ritenuto coraggioso, e rimediare al disastro che aveva combinato. Non era un jedi, ma non gli serviva la loro profonda connessione con la Forza per immaginare lo stato di Breha.
Beh, su una cosa aveva ragione sua cognata, Deara, lui era un buono a nulla interessato solo alla politica. Non l'aveva sposata per questo, dopotutto? Ripensandoci adesso, l'aveva trattata con gentilezza, affetto, ma forse non era mai stato quell'amore profondo capace di farti sprofondare o di toccare il cielo con un dito. Semplicemente un amore quasi fraterno. Ma l’amore non era stata una prerogativa della loro unione, nessuno si aspettava che si facessero dichiarazioni plateali, ma solo che guidassero al meglio il loro pianeta e che avessero un erede. Se era davvero questa la realtà, allora perché continuava a sentirsi come spezzato in due, come se gli mancasse qualcosa o qualcuno? Si sentiva confuso, anzi lo era; era una bandierina lasciata in balia dei venti delle emozioni e non riusciva ad ancorarsi da qualche parte. O non lo voleva?
Uscì dalla vasca barcollando e si buttò sul letto a peso morto. Aveva un gran mal di testa, forse era il caso che andasse a dormire; anzi prima era meglio che bevesse un bicchierino di un superalcolico. Sorrise, pensando che non era esattamente il giorno di riposo ideale che aveva pronosticato Sheltay.

La sveglia trillò improvvisamente tanto che Bail fece un salto sul letto. Poi rendendosi conto quale era la fonte del rumore molesto, si alzò per andare in bagno. Aveva la testa che gli scoppiava perché si era scolato un'intera bottiglia invece di fermarsi ad un solo bicchiere. Il senatore finì di sciacquarsi la faccia e rimase qualche tempo fermo davanti al suo riflesso: lo specchio gli rimandava l'immagine di un uomo maturo, gli occhi marroni contornati da profonde occhiaie avevano un'espressione sconsolata e triste, come tutto il resto del viso. No, non andava decisamente bene, anzi era caduto in basso, molto. Si vestì lentamente e prima di uscire gettò un’occhiata alla holografia poggiata sul tavolino in salotto: lui che stava cingendo i fianchi di sua moglie, erano tutti e due sorridenti; la data riportata sul piccolo piedistallo che la sosteneva era 31 BBY, appena un anno prima. Quante cose erano cambiate d'allora...

Era da solo in ufficio che stava leggendo alcune relazioni sulla situazione dell'Orlo Esterno, quando la sua assistente, Sheltay, irruppe nella stanza e accese l'HoloNet:
«Ma che sta facendo? Oh cavolo!» Un’immagine di lui che abbracciava Mon Mothma capeggiava sullo schermo. Non ci poteva credere, quei, non sapeva neanche come definirli, avevano mandato in onda un servizio su un gesto che era stato frainteso e alla grande. Ma se l'aveva visto lui l'aveva guardato anche... Breha. Bene, era finito; se non per mano di sua moglie, allora per quella di sua cognata.
«E ora cosa pensa di fare, senatore? E' sulla bocca di tutti potrebbe danneggiare l'alleanza tra Alderaan e Chandrilla, per non parlare di un'ipotetica perdita del consenso tra le Antiche Casate e... la Regina e la sua famiglia. Dobbiamo trovare il modo di controbattere efficacemente o insabbiarlo».
Bail sospirò palesemente preoccupato, la sua assistente aveva pienamente ragione, ma la situazione era critica. Sperava soltanto che nessun altro si mettesse in mezzo, almeno politicamente parlando; invece, il fronte matrimonio era praticamente irrecuperabile, adesso.
«Sheltay, per favore avvisa tutti che oggi non ci sarò per nessuno e lasciami riflettere da solo per un po', per favore»
La donna lo squadrò e assentì con lo sguardo, poi uscì silenziosamente.

L'uomo si appoggiò allo schienale della sedia pesantemente e si massaggiò le tempie con fare stanco. Soltanto ora sentì tutto il peso schiacciante del suo ruolo e dei suoi lati negativi.
Cercò di ragionare razionalmente senza lasciarsi cadere nello sconforto. Prima di tutto doveva stabilire delle priorità nel piano d'azione. Innanzitutto, scusarsi con la sua collega e diffondere voci in cui affermava la falsità del pettegolezzo. Poi avrebbe chiamato casa e avrebbe chiesto di parlare con Breha. No, doveva farsi venire in mente qualcos'altro perché molto probabilmente avrebbe chiuso la comunicazione appena letto il nome di chi la stava cercando.
Ma non fece tempo a pensare ad un'altra soluzione che il comlik suonò. Decise di lasciarlo perdere, ma esso persisteva a squillare e quindi accese la comunicazione; per poco non gli venne un infarto guardando l'ologramma creatosi davanti a lui.


Ciao:)  Secondo l'EU (starwars.wikia e) Bail e Breha si sono sposati nel 32 BBY dopo l’esplosione dell'Alderaan Ascendancy Contention (Una contesa tra le Antiche Case, specialmente Organa e Antilles su chi avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di Vicerè; fu risolta grazie all'intervento del jedi Jorus C'baoth che propose, appunto un matrimonio e l'assegnazione del titolo alla Casata degli Organa)
[1] Sheltay Retrac fu l'assistente di Bail Organa fino alla sua morte nel 19 BBY (da starwarswikia.com)
[2] Il rapporto con Mon Motha era soltanto prettamente professionale, non c'era nulla; ho preso spunto da alcuni gossip d'oggi in cui si ipotizzano relazioni inesistenti basandosi su fraintendimenti. In realtà Mon Mothma è entrata in politica nel 29 BBY all’età di 19 (quindi un anno dopo rispetto alla storia). Ho deciso di sorvolare questo dettaglio perché tra tutta la lista di senatori descritti da starwars.wikia è una fra le poche donne, amiche di Bail Organa e di Alderaan e soprattutto conosciuta (anche se uno ha una conoscenza base di SW riesce a visaulizzarla). Ovviamente non è mai esistita una relazione tra i due che erano solo ottimi colleghi ed amici, semplicemente ho pensato al gossip che a volte fraintende certi eventi.


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Capitolo 4
*** Casa è il posto in cui si trova la tua famiglia ***


Insegnami ad amare 4
4. Casa è il posto in cui si trova la tua famiglia

«Signora a che devo...» balbettò imbarazzato prima che la donna lo interrompesse
«Non una parola, Bail. Hai combinato un bel guaio; ora devi rimediare»
«Ma cosa posso fare? Ultimamente tutto rema contro di me...»
Lo fermò di nuovo con un cenno della mano
«Contro di voi. Dillo come ti garba di più; da due anni non siete più soltanto tu e Breha, siete un noi. Bene, adesso rispondi ad una domanda: tra te e Mon Mothma c'è qualcosa?»
Questa volta fu il turno del senatore di utilizzare un tono fermo «No, non avrei mai potuto. Prima di tutto sono un uomo fedele verso il mio ruolo, secondo io l'amo, veramente»
Stettero qualche secondo in silenzio fino a quando l'altra replicò «Perfetto. Quindi parti per Alderaan seduta stante e glielo dici di persona»
«Ma non mi crederà mai» sussurrò disperato.
«Fino d'ora non hai nemmeno provato. Come fai ad esserne così sicuro?»
«Perché la conosco»
«Mi dispiace deluderti, ma io meglio di te. E poi ricordati: tentar non nuoce»
«E cosa succederebbe se lasciassi correre?»
«Finiresti molto male e per mano mia» fece una pausa eloquente e riprese «Bail» disse con dolcezza «Io lo so che le vuoi bene e che sei una persona affidabile, sennò due anni fa non avrei acconsentito alla vostra unione. So anche che sei un uomo intelligente e che saprai cosa devi fare senza che te lo dica qualcuno. Soltanto riflettici bene» e chiuse la comunicazione.
Già, erano un noi per cui valeva combattere?

ωωω

«Madre chi era?»
«Nessuno, tranquilla»
«Perché tutti mi mentite? Non sono scema. Era lui, non è vero?»
«Tesoro respira. Non ti vogliamo prendere in giro. È soltanto che ho ritenuto giusto parlargli»
Breha si morse il labbro con trepidazione aspettando ulteriori spiegazioni; quindi l'anziana donna le fece segno di sedersi accanto a lei sul letto.
«Vedi, io credo che sia ora che lui torni a casa, da te»
«E cosa ti fa pensare che io lo rivoglia?»
«Perché lo sogni spesso. E no, non dire che è una bugia perché ogni tanto ti incanti. Sarò anziana, ma lo riconosco uno sguardo innamorato»
«Sai, ho avuto un incubo in cui lui moriva e anche nostro figlio e tutti incolpavano me di non essere una buona regina, madre e moglie» raccontò la più giovane dopo una pausa.
«Perché mai dovresti pensare una cosa del genere?» replicò con una linea sottile che le increspava la fronte
«Io non lo so… Sono giovane e lui se ne è andato. Forse è colpa mia! Non sono stata una brava moglie nel sostenerlo e magari pensa che non possa neanche essere una brava madre visto che non sono riuscita a tenere nostro figlio e-»
«Non farti venire in mente strani pensieri. Tu sei una ragazza speciale con tante qualità. Sei gentile, intelligente, riflessiva e spensierata. E si puoi anche controbattere che sia influenzata dal fatto che sono tua madre, ma non è vero. È la verità, sennò non ti avrebbero scelto di compiere questo passo nonostante tu fossi la minore della nostra famiglia; ma al di là del punto di vista politico, sei degna di essere una regina e di stare al fianco di Bail. Tutti sbagliamo nella vita, anche lui»
La donna rimase in silenzio non avendo trovato qualcosa con cui controbattere.
«Ora sta a lui scegliere se venire o no. Buonanotte cara» e detto questo uscì dalla stanza con passo elegante lasciando la Regina a riflettere.
Si affacciò alla finestra, era una notte stellata, ma non una qualunque: quella sera ci sarebbe stato il passaggio vicino ad Aldeeran di una cometa. La tradizione voleva che bisognasse assistere al fenomeno insieme alla persona amata, ma purtroppo lei non aveva nessuno e quindi tornò a dormire; era il primo anno che le succedeva e si sentiva vuota.

ωωω

«Sheltay quando è la prossima seduta in senato?»
«Fra un mese, senatore. Dobbiamo presentare un rapporto sull'efficacia della legge appena introdotta»
«Altri impegni in agenda?»
«Qualche cena per rafforzare le alleanze e varie riunioni per discutere con il comitato lealista sul nuovo progetto»
«E per stasera?»
«Niente»
«Grazie mille. Vado a fare un salto al tempio, se qualcuno mi cerca dì che riprovino domani» si avviò verso la porta, ma si girò verso l'assistente prima di uscire
«Vai a casa, sei stanca anche tu. Il prossimo trimestre sarà molto impegnativo»
«Grazie signore»
Camminò a passo spedito anche se avrebbe fatto prima con lo speeder; voleva trovare le parole adatte per spiegargli la situazione. Stava ancora riflettendo quando si accorse di essere arrivato a destinazione e velocemente cercò la sala di meditazione 343 in cui si erano dati appuntamento. Quando entrò, si rilassò alla vista di Obi-Wan, tutte le preoccupazioni sparirono temporaneamente; infatti il giovane gli faceva questo effetto ogni volta che si incontravano.

«Maestro Kenobi vi ringrazio per aver accettato la mia richiesta, mi scuso se vi ho disturbato»    
«Tranquillo, mi fa piacere parlare con lei. Dammi del tu, ti prego»
«Anche tu allora» ribattè Bail.
«Come mai desideri parlarmi?»
«Si tratta ancora della mia ehm... situazione privata. Mi sono rivolto a te perché ti stimo e mi fido del tuo giudizio. Credo che tu sappia dell'incidente con Mon Mothma»
«E?»
«Ho la brutta sensazione di essere arrivato a un punto di non ritorno»
«Tu cosa vorresti fare? Cosa ti dice il cuore?»
«Sono confuso. Dovrei parlarle»
«Qui non si tratta di dovrei, non ci si esprime con i condizionali. O si fa o non si fa; ovviamente quello che vuoi tu» rispose tranquillamente il maestro.
«Vorrei cancellare tutto quello che ho fatto, ma purtroppo non si può» sussurrò il senatore.
«È vero non si può tornare indietro, ma puoi, invece, scegliere cosa fare in futuro»
«Quindi mi stai suggerendo di prendere in mano la mia vita?»
«Quello lo hai già fatto, devi soltanto cambiare direzione. Se ritieni che ne valga la pena, non dovresti neppure pensarci» propose tranquillamente il jedi.
Rimasero in silenzio ognuno perso nei meandri della propria mente cercando risposte provenienti dal nulla.
«Maestro, è permesso?»
«Certo Anakin. Lui lo conosci già sicuramente»
«Si, buonasera Senatore» rispose il ragazzino che chinò la testa in segno di rispetto.
«Ciao Anakin, piacere di rivederti. Comunque me ne stavo andando adesso; vi lascio ai vostri impegni»
Poi si rivolse ad Obi-Wan alla sua destra e con un piccolo inchino, lo ringraziò.
Fu solo un flash che gli attraversò la mente, ma abbastanza da rimanergli impresso. Una bambina con lo stesso sorriso spavaldo di Anakin che lo chiamava papà. Scrollò la testa e continuò a scendere i gradini del tempio, era solo un desiderio dettato dalla delicata situazione in cui si trovava.

Camminò per le vie trafficate della capitale. Era in preda ai dubbi, non riusciva a rilassarsi. Gli tornavano in mente le immagini del sangue e dello sguardo dolorante di sua moglie. Scosse la testa velocemente, non doveva ricordare quegli attimi in quel momento, sennò sarebbe potuto risprofondare nell'abisso da cui non sarebbe più uscito.
Rientrò nel suo appartamento dopo un'ora circa e chiamò subito la sua assistente «Sheltay, annulla tutti gli impegni del prossimo mese e non prenderne altri. Se ti chiedono qualcosa, dì che al momento ne ho un altro più importante. Grazie, notte» chiuse la comunicazione e ripeté ad alta voce a sé stesso, più per convincersi che stava facendo la cosa giusta «Bail è tempo di andare, di tornare a casa»  


Ciao:) per la madre di Breha ho fatto affidamento sulla mia fantasia soltanto, basandomi sull'idea di una suocera non invadente, ma che al momento del bisogno tira le orecchie.
Invece per la tradizione delle comete alle nostre usanze. Ho ripreso il rapporto tra Bail e Obi-wan perché amo entrambi e credo sinceramente, anche se non è scritto da nessuna parte, che si stimino a vicenda al di là dei ruoli che hanno. In realtà mi sembra di aver letto nell’EU che Obi-Wan ad un certo punto della guerra dei cloni (ambientata più avanti temporalmente rispetto la nostra storia) salvi Bail e tra di loro nasca un rapporto sincero di amicizia tanto da voler affidare più avanti il futuro della Ribellione tramite sua figlia.
Ah, quel piccolo flash che ho inserito è ovviamente un omaggio alla figlia del senatore, non che Bail sia sensibile alla Forza, ma mi piaceva inserire questo momento in cui si scorge il futuro


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