Luna nera

di Chixx__
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Primo. ***
Capitolo 2: *** Secondo. ***
Capitolo 3: *** Terzo. ***



Capitolo 1
*** Primo. ***


I raggi del sole entrano dalla finestra e mi svegliano dal mio piacevole sonno. 

 

Detesto la mattina, penso sia la parte più noiosa della giornata. Ancora di più detesto il rumore dell'aspirapolvere la mattina. Mi alzo già nervosa dal letto e scendo le scale di corsa domando a mia madre che è intenta a farsi fare la piega dalla sua parrucchiera di fiducia. 

alzo gli occhi al cielo, giro le spalle e torno in camera mia senza nemmeno risponderle. 

Dite che sono una stronza?

Beh forse un po' ma datemi il beneficio del dubbio e lasciate che prima vi racconti un po' di me. 

Mi chiamo Zoe e, per come mi ripetono da 19 anni, ho avuto la fortuna di nascere in una delle famiglie più in vista di Los Angeles. 

Mia madre è Samantha Moore, era una donna in gamba prima che la fama la distruggesse. È stata una modella e attrice, la sua carriera è iniziata a 14 anni circa e come spesso succede alle "baby star" i soldi, l'alcool, la droga e l'anoressia l'hanno consumata. Dopo un paio di anni passati in clinica ha provato a tornare sotto le luci della ribalta ma, sia le agenzie di moda che le case produttrici, con la scusa che avesse troppi chili e che potesse dare il cattivo esempio alle più giovani per il suo passato sregolato, l'hanno rifiutata. Quando stava per rinunciare e cadere nuovamente in depressione per la fine della sua carriere e consequenzialmente del suo sogno, è stata invitata ad innumerevoli programmi per raccontare la sua storia, come ne è uscita e per lanciare un grido di speranza a tutte le ragazze che, come lei, hanno affrontato e stanno affrontando ancora oggi l'inferno. Un po' ipocrita per una che ogni sera prima di andare a letto si scola mezza bottiglia di scotch di nascosto dal resto della famiglia? Beh forse un po' ma non sarò di certo io a svelare il suo piccolo segreto, non ho voglia di rovinare la percezione di madre modello che i miei fratelli hanno di lei. 

Per un motivo o per un altro le sue apparizioni televisive hanno destato parecchio scalpore e fatto molta audience ed è per questo che le è stata offerta la possibilità di condurre un programma di cucina nel quale testa nuove ricette salutari da proporre al pubblico di Los Angeles che spera di perdere 10kg in una settimana prima di prepararsi alle prime onde dell'estate. Il programma si chiama "In cucina con la Moore" che nome ridicolo starete pensando, effettivamente lo è eppure va avanti da circa 10 anni ma sapete cosa è ancora più ridicolo? Il fatto che poi a casa mia madre non apra nemmeno il frigo perché sì, una delle bellezze di essere schifosamente famosi è proprio quella di avere il cuoco di famiglia, la maggior parte delle famiglie si limitano ad avere l'infermiere o il medico di famiglia ma alla mia piace strafare.  

Mia madre ha conosciuto mio padre, Garret Reed, durante una di queste stupide interviste, ai tempi lui era solo uno stagista, si limitava a portare i caffè agli ospiti di un programma giornalistico di bassa lega dell'Universal Studios, come stagista è partito col botto, come conquistatore un po' meno. Ha avuto la felice idea di buttare il caffè bollente sulla mano di mia madre. Non vi annoierò con la storia della loro romantica relazione perché a dire il vero non la conosco nemmeno io, è mia sorella Kelsey che si interessa a questo tipo di racconti, vi posso solo dire che il buon vecchio Garret ha fatto breccia nel cuore di mia madre, si sono sposati, lui ha ideato il suo programma giornalistico e la Warner Bros Studios l'ha prodotto, poi siamo nati noi, quattro figli di cui tre, secondo la mia modestissima opinione, avrebbero potuto evitare di mettere al mondo.  

Vi starete chiedendo chi sia Kelsey a questo punto. Lei è una stella nascente, una star e il pupillo di mia madre ovviamente. Fa un baffo al re Mida, tutto quello che tocca si trasforma in occasioni cinematografiche e in seguito in bigliettoni. Riceve almeno una chiamata alla settimana per andare a fare interviste o per fare qualche film o qualche stupida serie tv. La reginetta d'America la definiscono i giornali.

Io la vedo come una fastidiosa ragazzina di 16 anni, piagnucolona e viziata, una piccola attricetta da quattro soldi che si sta addentrando nel mondo del cinema. È un esempio per moltissimi teenagers che sognano di essere come lei. Ha fatto il suo debutto in un film romantico, uno dei soliti film dove la sfigata brutta diventa bellissima e si fidanza con il giocatore di football della scuola, probabilmente se la sceneggiatura fosse stata scritta dal nostro cane Marley il film sarebbe stato più originale. 

Poi c'è mio fratello Zachary, bello, alto, simpatico, intelligente. Il ragazzo perfetto, si fa chiamare Zac dagli amici ed è per questo che noi continueremo a chiamarlo Zachary. Perché tutto questo astio? 

Forse ho dimenticato di dirvi che siamo gemelli, ebbene sì, vi presento colui che per quasi vent'anni è stato in grado di oscurare tutto quello che facessi, la mia nemesi, ogni cosa che lui facesse e fa tutt'ora è sempre meglio agli occhi di mia madre. Voti più alti, amici più di classe, decisioni più ragionevoli. Anche lui è stato trascinato da mia madre nel baratro del mondo dello spettacolo. Ha fatto una serie tv come co-protagonista di Vanessa Hudgens, si chiamava "High school..." qualcosa. Ci avete creduto? Ahah andiamo amici stavo scherzando, la co-protagonista si chiamava veramente Vanessa ma non era di certo la Hudgens bensì, rullo di tamburi, Vanessa Evans. Non la conoscete? Comprensibile dato che dopo questa scadente serie tv di due stagioni lei è sparita dal mondo televisivo ma state tranquilli mio fratello non è sparito o per lo meno, non completamente. 

Ha cambiato branca, ha scoperto di avere una passione per la chitarra e per il canto e l'ho scoperto anche io a mie spese, non per caso adesso ha le parenti della camera insonorizzate. Ha creato la sua band con altri due ragazzi, si chiamano i " Summer Waves" nome assolutamente discutibile anche se questo non lo pensano le miriadi di ragazzine che vengono davanti casa nostra per farsi qualche foto con lui.

Ultima ma non per importanza c'è Molly, ha 10 anni ma mia madre non ha risparmiato nemmeno lei, fa foto per cataloghi di vestiti di marche come Jimmy Choo e Ralph Lauren. La cosa positiva è che è spesso fuori città con la sua manager o meglio mia zia Josephin, sorella di mio padre, una donna fantastica e molto tosta, come mio padre è partita dal niente, si è costruita una carriera spettacolare ed è diventata quella donna meravigliosa che è oggi.

La domanda sorge spontanea, come mai io, Zoe Reed, sono l'unica della famiglia che non ha fatto carriera? Mia madre mi ha fatto provare di tutto, agenzie di moda ma ero troppo bassa e non particolarmente fotogenica, film ma mi sono sempre rifiutata di andare ai provini, una volta ha tentato con una serie tv ed effettivamente ero piaciuta ma ho fatto finta di stare male quando sono stata richiamata, mi ha trascinata a qualche audizione per band ma per quanto si è vergognata alla fine mi ha portata via lei e per lo sport non c'è stata proprio possibilità a causa delle mie scarse doti ginniche. Quindi eccomi qua, la pecora nera della famiglia, l'unica che conduce una vita normale, o almeno ci prova. L'unica dei quattro figli che ha frequentato scuole per comuni mortali mentre i miei fratelli prendevano lezioni private a casa e l'unica con amici totalmente sconosciuti. 

Non pensate male, non detesto completamente questo mondo e nemmeno tutte le persone che ne fanno parte solo che mi piacerebbe vivere un po' di più nella normalità, uscire di casa senza che le fan mi saltino addosso perché sono la sorella di Kelsey o di Zachary, senza che mi fermino per fare foto quando vorrei soltanto andare a surfare sull'oceano. Un po' di pace, non chiedo tanto alla fine.

In futuro mi piacerebbe diventare famosa e non solo perché lo sono i miei familiari, ma per chi sono io o meglio per chi vorrei diventare.     Una giornalista, come mio padre.

Vi chiedete perché non ho ancora parlato di mio padre?

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Capitolo 2
*** Secondo. ***


Mio padre è morto 7 mesi fa. 

Doveva andare a girare l'ultima puntata della sesta stagione del suo programma. 

Come ogni mattina è uscito di casa presto quindi non l'ho nemmeno potuto salutare. 

La sera prima ero andata ad una festa, mio padre mi aveva raccomandato di tornare presto ma quel giorno ero nervosa e di stare a sentire lui non ne avevo voglia per questo sono tornata a casa verso le tre di notte.                                               Mi ha aspettata sveglio finché non sono arrivata, era furioso e mi ha urlato contro, cosa che non faceva mai. 

La mattina dopo quando mi sono svegliata sul tavolo della colazione c'erano comunque 5 cornetti e una bottiglietta di the al cocco che bevo solo io in casa. Mi sono seduta al tavolo e ho acceso la tv come ogni mattina mentre il resto della famiglia mi raggiungeva per fare colazione. 

Ricordo come se fosse ieri quel dannato servizio al telegiornale: "Garret Reed investito da un pick-up, portato in condizioni gravi all'ospedale". 

Ricordo le facce dei miei fratelli, ricordo Kelsey che urlava disperata mentre Zachary abbracciava Molly, mia madre intanto stava uscendo la macchina dal garage per raggiungere mio padre.

Il funerale è stato il giorno dopo, definirlo straziante non renderebbe l'idea.
Mio padre era cattolico quindi la messa è stata celebrata in chiesa, le urla di mia madre si sentivano fin dalla strada, Kelsey e Molly continuavano a piangere mentre Zachary era impassibile in volto ma sapevo che il suo cuore era lacerato un po' come il mio ed io, come lui, avevo terminato le lacrime. 

La chiesa pullulava di persone, mio padre era un grand'uomo, era pieno di amici e tutti gli volevano bene. I telegiornali locali hanno definito questo evento come "la perdita di uno tra i giornalisti e scrittori più veri e umani mai visti. Un uomo onesto e comprensivo, fortunato chi ha avuto il piacere e l'onore di stargli accanto".  

Quel giorno non ho perso solo mio padre, ho perso il mio migliore amico, il mio confidente, il mio braccio destro, la mia guida, il mio pilastro e la parte più bella di me.

Quindi si mio padre se n'è andato 7 mesi fa, probabilmente arrabbiato con me o per lo meno risentito nei miei confronti ed io non mi sono nemmeno potuta scusare, non l'ho potuto abbracciare e non ho potuto vedere il suo sorriso per l'ultima volta.

Avevamo tanto da fare ancora, dovevamo viaggiare, doveva vedermi diventare qualcuno, dovevamo condurre insieme il nostro programma giornalistico Doveva darmi ancora tanti di quei consigli e solo lui  sapeva quanto ne ho bisogno perché non ne faccio una giusta. Sarebbe dovuto essere mio padre ancora per tanti anni e invece mi ha lasciata e io ho perso tutto. 

Da quel giorno siamo cambiati un po' tutti in famiglia, siamo tutti un po' più tristi e a dire il vero anche un po' più arrabbiati. Mia madre piange ogni sera, mia sorella Kelsey è più diffidente, Zachary porta sulle spalle il peso di essere lui, ora, l'uomo di casa, Molly ha iniziato ad avere attacchi di panico ed io cerco solo di stare il più lontano possibile da quella casa che di ricordi ne ha fin troppi ma tagliano peggio delle lame ed io non sono pronta a farci i conti. 

Come si fa a perdere il padre a 19 anni? Come si fa a perdere il padre un sabato mattina? Quando il sole splende in cielo e non c'è nemmeno una nuvola, come si fa a convivere con questo dolore e come si fa ad accettarlo?

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Capitolo 3
*** Terzo. ***


Bussa alla porta Kelsey e senza aspettare il permesso per entrare la spalanca la mocciosa è vestita con dei jeans neri a vita alta super attillati, mi domando come faccia a respirare e con un top veramente troppo corto anche per i suoi canoni. < È la tua intervista mica la mia> le indico la porta invitandola a sloggiare  perché alzarmi dal letto e buttarla fuori mi sembra troppo faticoso. 

< Quelli del L.A. Daily News vogliono intervistare tutta la famiglia dopo aver parlato della mia carriera, forse si tratta di papà... >  intanto Zachary si avvicina alla mia stanza e come se avessi organizzato una riunione di famiglia sporge la testa dentro la camera.
< Zac diglielo anche tu che si deve vestire > continua la vipera.
< Zoe, Kel ha ragione, è un'intervista di famiglia quindi togliti quel broncio e sistemati >
< Non parlerò davanti a milioni di spettatori di papà e di quanto dolore ha portato questa notizia, non sono un burattino e se voi avete voglia di ridicolizzare questa vicenda in diretta nazionale fate pure, io me ne tiro fuori>.

Con facce sconfitte escono finalmente dalla mia camera.
Mi metto il costume ed esco di corsa da casa prima che arrivino i burattinai.
Vado al solito posto, la solita spiaggia dove faccio surf con i miei amici e dove andavo ogni domenica con mio padre.
È lui che me l'ha insegnato, mi ha regalato la tavola di quando era giovane ed è ancora quella che uso.

Vedo in lontananza una bionda, ero certo che l'avrei trovata qui.  
Saltando i convenevoli lei è Erin, migliori amiche da una vita, mi è stata vicina in ogni momento bla bla bla. 

Penso che ormai l'abbiate capito che non sono una tipa prolissa, vi basti sapere che come lei non ce ne sono, è una ragazza veramente in gamba ed è la mia miglior compagna di avventure. 

mi avvolge le braccia al collo come se non sapesse che detesto gli abbracci, tento di allontanarla con garbo e delicatezza per non offenderla mi domanda avvicinandomi una canna, la prendo senza pensarci e faccio due tiri.
Da sette mesi a questa parte sento come se il dolore che provo mi dia il diritto di fare tutto quello che mi va. Con lei ci sono anche Justin e Noah.
Justin è il fratello più grande di Erin ha 22 anni ed lui che ci compra l'erba, in più è molto simpatico e quando i loro genitori sono fuori dà feste assurde a casa. Noah è un suo amico ed è anche la mia storia complicata.
Che intendo mi chiedete? Beh siamo andati a letto insieme per un paio di mesi e penso che lui stesse iniziato da provare qualcosa di più, la storia si è interrotta di botto con la notizia sconvolgente di mio padre. L'ho evitato per un po' di mesi dicendo che ero troppo turbata per continuare a vederlo e in parte era realmente così, da un po' di settimane mi scrive e mi chiede di parlare ma non mi va di spezzargli il cuore, non sono pronta a sopportare un'altra persona ferita che soffre oltre me.

Saluto Noah con la mano e lui mi sorride, c'è imbarazzo tra di noi e si vede, la mia amica Erin, sempre molto sveglia, decide di intervenire per interrompere questo gioco di sguardi   butto quello che è rimasto di quella cosa di pessima qualità che mi ha dato Erin, afferrò la mia tavola da surf e corro verso l'oceano.
Sono ormai le 18, si è fatto tardi e dovremmo tutti tornare a casa ma il rumore delle onde è così rilassante, stiamo scherzando, fumando e ci stiamo divertendo. Mi chiama Zachary dice con tono critico 

riattacco il telefono e mi alzo in fretta. mi giro pronta ad andare quando Noah mi ferma .
Beh come rifiutare un passaggio, gli sorrido e insieme andiamo verso la macchina.

Il tragitto è stato silenzioso ed imbarazzante ma almeno sono arrivata a casa. apro lo sportello e scendo dalla macchina. ha un tono così speranzoso ed io non voglio rovinargli le aspettative quindi faccio quello in cui sono più brava, procrastinare .

Entro a casa, mia madre inizia ad urlarmi contro rovinando il mood di pace e tranquillità in cui mi trovavo fino a pochi secondi prima, purtroppo non sono una persona paziente e non ho voglia di perdere quel poco di calma di cui godo.

Salgo le scale e incrocio lo sguardo di mio fratello, pochi minuti dopo entra nella mia camera senza permesso, penso che dovrò iniziare a chiudermi a chiave. domanda con fare interrogativo giocando a fare il detective senza sapere che io non ho voglia di giocare e intanto cerco il collirio per evitare che qualche altro membro della famiglia faccia domande indesiderate.
sembra quasi preoccupato per me, deve smetterla di comportarsi così. finalmente ho trovato le gocce, ne metto due per occhio, penso di vedere appannato a causa del collirio e invece no, è Molly che ci avvisa che è pronta la cena.
dopo questa frase ad effetto da grande poeta contemporaneo scendiamo in silenzio per la cena. 

Grazie a Dio dura poco e posso tornare in camera mia, accendo il computer e faccio un giro tra i vari social, intanto penso a quello che mi ha detto mio fratello, non mi interessa la sua opinione, solo io so cosa sia meglio per me e poi non sto scappando, almeno credo.

 

Mi sveglio con dei rumori strani provenienti da sotto, scendo le scale e vedo telecamere, cineprese,  microfoni ovunque e mia madre ed i miei fratelli sparsi per la casa che parlando con vari giornalisti, credo sia il mio inferno personale.
Dopo un paio di schiaffi sulla guancia e dopo aver constatato che sono sveglia e decimaste viva, decido di andare verso un ragazzo che si trova vicino ad una cinepresa, .


CIAO RAGAZZE! Questo è il terzo capitolo che pubblico, spero vi stia piacendo, fate,i sapere che ne pensate!

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