Lies. Perché dovevo mentire.

di Meggy the Witch
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gli ubriachi dicono sempre la verità. ***
Capitolo 2: *** Non capirò mai le donne ***
Capitolo 3: *** L’esclusivo scoop della rivista ‘Supernova’ ***
Capitolo 4: *** Gli ammuffiti testi Jedi ***
Capitolo 5: *** Il candidato Defa è troppo onesto ***
Capitolo 6: *** I pettegolezzi di Rinvin ***
Capitolo 7: *** Il 'Rifugio' ***
Capitolo 8: *** Miss Saji ha gli occhi color quarta abbondante ***
Capitolo 9: *** Non sei sola, ancora ***
Capitolo 10: *** Nonna Pàdme era miliardaria ***
Capitolo 11: *** Leia non ha nulla di cui preoccuparsi ***
Capitolo 12: *** Magari l'amnistia ***
Capitolo 13: *** Supernova colpisce ancora ***
Capitolo 14: *** Lya Amaxine di Florrum ***
Capitolo 15: *** Bonus: L'ascesa di Supernova ***



Capitolo 1
*** Gli ubriachi dicono sempre la verità. ***


Gran bel pianeta Coruscant.

Una città enorme al centro della galassia.

Adoravo tutte quelle luci così… sbiadite?

Stropicciai gli occhi nel tentativo di togliere quel principio di annebbiamento alla vista, mentre Vicrul uno dei miei più fedeli cavalieri di Ren, mi sfilava di mano la bottiglia di rum di Naboo.

-Ok, Kylo. Ora tocca a me.- esplose tra le risate.

Trangugiò un sorso deciso e rimase con lo sguardo in fissa verso la città immensa.

Eravamo sul tetto dell’edificio più imponente di Coruscant: durante la Repubblica era un tempio Jedi, sotto l’Impero aveva ospitato l’Accademia Reale, e in quel momento aveva raggiunto il suo massimo splendore accogliendo il Prim’Ordine e il nuovo Senato Galattico che io stesso avevo istituito.

Da lì, l’orizzonte notturno era davvero spettacolare.

Adoravo quel posto. Era perfetto per isolarsi e sbronzarsi con i Rens lontano da occhi indiscreti.

Era il mio angolo di tranquillità nella frenetica vita da Leader Supremo.

-No, tocca a me!- realizzò dopo qualche minuto il generale Hux.

Non ricordavo bene per quale motivo quella volta ci fossimo portati a dietro anche lui; forse perché tutti gli altri Rens erano in giro per la galassia a risolvere problemi interplanetari e ubriacarsi solo in due era davvero triste.

Tracannò anche lui dalla bottiglia.

Socchiuse gli occhi ormai vitrei e si mise in quella che sarebbe dovuta sembrare…non saprei…una posa da pensatore?

-Una Wookie.- disse infine.

Vicrul scoppiò in un gridolino incredulo.

-Cosa?! Ti sei fatto una Wookie?!-

Il generale alzò le spalle.

-Era lì, davanti a me…- spiegò Hux come se fosse una cosa normale, continuando a dondolarsi avanti e indietro.

Inevitabilmente mi immaginai la scena e sperai immediatamente di bere abbastanza per non ricordarmi nulla di quello il giorno dopo.

Come eravamo finiti a parlare dei Wookie? Già non me lo ricordavo.

Ah, sì! Ci stavamo sfidando in una gara senza senso raccontando, o meglio, borbottando a pezzi, improbabili episodi di natura… ehm, come dire… sessuale?

-Ok, questo giro hai vinto tu.- stabilì Vicrul.

Hux ribaltò la bottiglia.

-Non posso andare avanti…- mormorò -…è vuota.-

-Hai finito il rum di Naboo?!- scrollai la bottiglia.

No! Era il mio preferito! Era un regalo di… chi me lo aveva regalato?

Bah, me lo sarei ricordato il giorno dopo.

-È il momento di aprire questo.- estrasse Vicrul qualcosa dalla borsa.

Stappò una bottiglia scura con un’etichetta talmente ingiallita che doveva essere invecchiata almeno da vent’anni.

-Porto in Tempesta.- decifrai le lettere che si muovevano (o ero io che non stavo fermo?).

-Che roba è?-

-L’ho preso su Pamarthe quando sono andato a risolvere quel problema tra i candidati senatori.- spiegò Vicrul.

Porse la bottiglia ad Hux.

-Vacci piano che è forte.-

Non raccomandarlo sarebbe stato lo stesso: Hux parve prendersi una sorsata abbondante prima di rimettersi nella posa da pensatore.

Puntò l’indice in alto annuendo da solo con la testa.

-Donne della resistenza.- propose.

Mi tornò alla mente un episodio durante un collegamento della Forza con Rey… ah! Quel giro l’avrei sicuramente vinto io!

Non vedevo l’ora del mio turno per sconvolgerli!

-Paige Tico era la mia ex.- confessò il generale con gli occhi rossi e assenti. –Ma…hic… prima… che…-

Si prese la testa tra le mani e si sdraiò sul tetto.

Non sapevo nemmeno chi fosse quella ragazza. Non era una confessione così scandalosa come invece sarebbe stata la mia!

Vicrul fece una smorfia.

-Paige Tico… non è un nome famoso della resistenza…- commentò, ignorando la frase lasciata in sospeso da Hux e prendendo la bottiglia -Io ho di meglio. Ho portato a letto Holdo.-

Neanche quella notizia poteva superare la mia.

-Io ho ancora di meglio!- esordii brandendo finalmente la bottiglia.

La mia mente intanto aveva appena finito elaborare quanto aveva appena detto Vicrul.

-Ma… Holdo ha l’età di mia madre!- realizzai.

-Mi… piacciono le… vecchie…- mormorò accusando il Porto in Tempesta. –Ti sp… spiego dopo… tocca a te.-

Scolai quella bevanda dolciastra e stranamente calda che diventava sempre più ardente man in mano che scendeva nello stomaco.

-Ho rubato le mutandine a Rey.- rivelai lo scandaloso evento.

Attesi invano che qualcuno mi proclamasse vincitore di quel giro. Intanto il Porto in Tempesta pareva avesse dato fuoco al mio stomaco e un bruciante calore iniziava a salirmi verso la testa.

Vicrul mi fissò con occhi vuoti.

-Aspetta…- tentò di ragionare -… come hai fatto?-

-Ma è… ovvio!- spazientii non sentendomi assegnare la vittoria.

Riflettei un attimo.

Come avevo fatto?

In qualche modo dovevo pur esserci riuscito; quelle mutandine erano ancora nel cassetto sotto la scrivania del mio ufficio, non potevano esserci finite da sole!

Ah, sì! Durante uno dei continui collegamenti della Forza. Lei si stava facendo la doccia e non si era accorta della mia presenza.

-Con la Forza.- spiegai chiaramente a Vicrul.

-Mi stai dicendo che rubare la biancheria intima è una delle vie della Forza?!- mi fissò incredulo.

Sentii il Porto in Tempesta finirmi dritto nel cervello.

-No. Lei era sotto la doccia e la sua biancheria intima ed io fuori dalla doccia.-

Era semplice da capire.

-E come ci sei finito fuori dalla doccia?-

-Con la Forza!-

Ci fissammo in silenzio per un lunghissimo momento.

Rey.

Che assurdo scherzo della Forza, di pessimo gusto e senza un criterio. Continuava incontrollabile a spingerci l’uno verso l’altro, nonostante non volessimo.

No.

Nonostante Rey non volesse.

-Sono troppo sbronzo per capire. Domani me lo spieghi.- disse Vicrul svegliandosi dal coma del Porto in Tempesta.

-Ren, stai…piangendo?-

Mi portai le mani sulla sostanza calda che mi rigava il volto.

Lacrime.

Annuii, cercando di togliermele.

Non avevo mai pianto da sobrio per quel motivo. Cercai di smettere ma i ricordi di ciò che era accaduto durate quell’anno con Rey furono troppo forti.

-Vuoi… parlarmene anche se capisco poco?- strisciò di fianco a me.

Come facevo a spiegarglielo? Non avevo mai raccontato a nessuno delle connessioni tramite Forza.

Appoggiai la testa contro il tetto, ritrovandomi sdraiato di fianco a lui e mi concentrai sul cielo illuminato di Coruscant.

-Ho un problema con una ragazza.- iniziai –Ma non posso dirti chi è.-

-Va bene.- accettò Vicrul.

Non sapevo nemmeno da dove iniziare a raccontare.

-L’ho conosciuta un anno fa. Poco prima che Snoke morisse. Abbiamo iniziato a vederci per un problema, che… non posso dirti cos’è.-

Avevamo iniziato a vederci a causa delle connessioni tramite Forza, che erano di fatto un problema.

-Dopo che è morto Snoke abbiamo deciso di studiare quel problema, capirlo e risolverlo, o almeno controllarlo.-

Le prime volte che ci eravamo parlati dopo la morte di Snoke e la mia nomina a Leader Supremo eravamo solo stati in grado di urlarci contro. Ci eravamo calmati un paio di mesi dopo, quando avevamo praticamente finito gli argomenti da gridare, e avevamo preso l’impegno di capire a cosa fossero dovuti i collegamenti, almeno per imparare a gestirli.

-Quindi tu e una ragazza che non puoi dirmi chi è dovevate risolvere un problema che non puoi dirmi cos’è. Trovo tutto molto chiaro.- ironizzò Vicrul.

Strappai un mezzo sorriso.

-Lo avete risolto?- chiese.

Sentii le lacrime risgorgare, incapace di trattenerle.

-No. Non riusciamo nemmeno a parlarne. Ogni volta che ci vediamo lei… non fa altro che gridare quello che pensa, fa apposta a provocarmi per iniziare a litigare, si arrabbia per niente…-

Tutte le volte, per un motivo o per l’altro, finivamo sempre per discutere su qualsiasi cosa, da ciò che era accaduto sulla nave Ammiraglia fino alle decisioni che prendevo in senato. Io cercavo di non fare o dire nulla che potesse farla arrabbiare, eppure lei trovava sempre qualcosa per questionare.

-Il vero problema è che io speravo davvero tanto di… iniziare qualcosa… una relazione…seria con lei. Ma lei non mi lascia mai parlare e…-

Avevo provato così tante volte ad incominciare una conversazione diversa, mi ero anche impegnato a farmi trovare in posti più belli del mio ufficio durante i contatti con la Forza perché pensavo potesse farle piacere vedere qualcosa di diverso, avevo pure avuto la folle idea di regalarle qualcosa di carino, ma lei continuava imperterrita ad insultarmi e a pretendere di avere ragione.

Vicrul mi fissò incredulo.

-Volevi avere una relazione seria? Tu?- si lasciò andare in una risata –Tu non hai mai creduto nelle relazioni serie! Il rapporto più stabile che hai avuto è durato tre giorni con due ragazze in contemporanea che hai conosciuto su Vanark durante uno dei festini di Snoke! È assurdo…-

Già, era assurdo.

Avrei voluto spiegargli, ma un singhiozzo mi bloccò le parole in gola.

Lo sguardo incredulo di Vicrul si trasformò in pura preoccupazione.

-Cazzo Ben… devi esserne proprio innamorato per essere così conciato.-

-Probabile.-

Non riuscivo ad ammettere nemmeno a me stesso i sentimenti che provavo, talmente facevano male.

-Ho passato un anno intero sperando di piacerle… più che amore penso sia pazzia.-

Le stelle sul cielo di Coruscant si fermarono e tornai a vederle nitide, mentre l’effetto del Porto in Tempesta svaniva. Finalmente riuscii a fermare le lacrime e ad asciugarmi il volto.

Era la prima volta che parlavo a qualcuno di Rey. Un discorso sicuramente liberatorio, ma di certo non risolveva la situazione.

-Vicrul, secondo te cosa dovrei fare?- chiesi per la prima volta in vita mia un consiglio.

-Penso che dovreste iniziare a risolvere il misterioso problema di cui non vuoi parlarmi. Dille chiaramente che finché lei si comporta così non farete mai progressi e cerca di prendere tu le redini della situazione per portare avanti qualsiasi cosa stiate facendo.-

Non era male come idea. Potevo interromperla prima che iniziasse con i suoi soliti scleri e tentare di riportare la sua attenzione sul fatto che a distanza di un anno non sapevamo nulla sulle connessione tramite Forza.

-Riguardo invece il lato sentimentale… io ad essere in te la lascerei perdere.- concluse Vicrul.

Non era il tipo di risposta che avevo richiesto.

Lo fissai contrariato mentre mi rimettevo seduto sul tetto.

-Lo hai appena detto tu che le stai dietro da un anno ma lei continua ad urlarti contro.- si giustificò sentendosi infastidito dal mio sguardo. –Non so chi sia e come sia… potrà anche essere bellissima e con un fisico da modella, ma secondo me non vale la pena rimanere nella speranza che qualcosa cambi. È improbabile che cambi. Capisci, vero?-

Gli avrei urlato di darmi dei consigli utili, ma mi resi conto che aveva pienamente ragione. Mi illudevo che prima o poi le sarei piaciuto, ma era davvero impossibile che dopo un anno cambiasse idea.

-Sì.- gli risposi, triste all’idea che rassegnarmi era la miglior cosa da fare.

Si mise seduto anche lui.

La città sotto di noi pareva si fosse improvvisamente svegliata dopo un lungo periodo di totale silenzio.

-Almeno ha il fisico da modella?- tentò Vicrul di ravvivare l’atmosfera.

-No.- risposi onestamente –Di seno ha una seconda scarsa.-

Non potevo non saperlo, avendo tentato spiarla talmente tante volte…

-Però è molto bella.-

Un suono simile ad un animale morente in pena, ci ricordò che ci eravamo completamente dimenticati dell’esistenza del generale Hux.

Era ancora sdraiato sul tetto, in uno stato… difficile da descrivere. (In realtà non eravamo ancora del tutto sobri, per cui era davvero faticoso capire come stesse veramente Hux.)

Vicrul si avvicinò e lo rimise seduto.

-È morto?- chiesi speranzoso.

-No, ha solo bevuto troppo.- mi disilluse Vicrul. –Ci toccherà metterlo a letto. Dammi una mano.-

Lo prese da sotto un braccio, mentre io lo sollevai dall’altro.

-Ma ha bevuto quanto noi.- obbiettai.

-Be’, ma lui non ha i Midichlorian come noi. Sai, ultimamente qualche scienziato ha scoperto che aiutano a smaltire l’alcol e altre sostanze più velocemente.-

Ci avviammo verso la scala antincendio per rientrare nell’edificio, mentre la mia mente riprendeva lentamente a ragionare normalmente.

-Capitan Phasma però non aveva i Midichlorian, eppure ha sempre bevuto con noi ed è sempre stata lei a riportarci di peso nei nostri alloggi.- osservai mentre ignoravo che Hux mi stesse scivolando dalla spalla.

Vicrul rimase un attimo in riflessione.

-Ma lei era donna.- concluse, ritenendola la risposta più plausibile.

Non cercai di ragionare ulteriormente e mi diressi lentamente verso il mio appartamento.

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Capitolo 2
*** Non capirò mai le donne ***


-…così ho pensato di parlarne direttamente con lei.-

Il nuovo capitano Willchemina Lair non era per niente all’altezza di Phasma.

Troppo insicura, aveva sempre bisogno di una mia conferma per fare qualsiasi cosa, non rispettava mai le procedure di protocollo (non che fosse un problema per me, le trovavo inutili), non sempre capiva immediatamente cosa le accadeva attorno,… mi chiedevo come potesse essere stata promossa al posto di Phasma!

-E non ha pensato di aspettare il permesso di entrare nell’ufficio del Leader Supremo?- cigolò acido L4.

L4, il mio droide segretario, era rimasto ancora alla porta d’ingresso. Appena l’aveva aperta il capitano era piombato nell’ufficio senza aspettare la conferma che poteva parlarmi.

-Senza neanche salutare, senza nemmeno togliere il casco…- continuò con la sua voce meccanica.

Il capitano Lair parve non sentirlo e proseguì il discorso interrotto dal droide.

-D’altronde è stato proprio lei a chiedermi di riferirle qualsiasi ordine impartito dal generale Hux.- concluse Lair.

Non mi ero mai fidato di Hux, ma non avevo mai ritenuto indispensabile mettergli una spia alle calcagna. Da quando ero Leader Supremo però avevo notato che spesso agiva per conto suo, ignorando i miei ordini e facendo di testa sua. Aveva come suo unico obiettivo quello di distruggere la resistenza, come se nella galassia non ci fossero problemi peggiori, e spesso mandava a monte le missioni che gli affidavo per inseguire presunte navi della resistenza o far saltare improbabili basi e depositi di armi. Così avevo chiesto al capitano Lair di avvertirmi di qualsiasi decisione militare prendesse Hux.

Quella volta si era messo in testa che la resistenza si stesse nascondendo in un nightclub di Coruscant.

-Ha fatto bene a parlarmene, Capitano. Ignori pure l’ordine di irrompere e radere al suolo il locale e…-

Intravidi L4 giungere silenziosamente alle spalle del capitano brandendo l’elsa della mia spada laser.

-…non è necessario!- alzai la voce, strappando con la Forza la mia spada dalle mani del droide.

L4 era piuttosto brutale e non a caso era l’unico che avesse accettato di farmi da segretario. Si voltò e se ne andò indispettito fuori dall’ufficio.

-Va bene. Annullerò l’ordine e sottolineerò che non è necessario radere al suolo il locale.- rispose il capitano, ignara di ciò che era accaduto dietro di lei.

-Se Hux le chiedesse spiegazioni, gli dica che il Leader Supremo le ha affidato una missione più importante di cui non può farne parola. E se ha da questionare, lo ignori.-

Non capivo per quale motivo Hux fosse ossessionato dalla resistenza. Non era nemmeno più un problema da quando avevo ristabilito il senato galattico; molti pianeti trovavano più conveniente far parte del Prim’Ordine e per questo smettevano di proteggerla. Ormai erano solo un gruppo minuscolo di pochi ribelli che non andavano d’accordo nemmeno tra di loro!

Non c’era davvero bisogno di perseguitarli.

Oltre tutto Rey faceva parte della Resistenza.

Non potevo sopportare l’idea che la sua vita potesse essere messa in pericolo dal Prim’Ordine, da me. Soprattutto dopo che io stesso l’avevo salvata.

-Potrebbe insistere o interferire con altri incarichi come già precedentemente accaduto.- mi fece notare Lair.

Sarebbe bastato imporsi con lui fin da subito… Hux non si sarebbe mai permesso di interferire se ci fosse stata Phasma!

-Ha il mio permesso di sparargli. Si assicuri che muoia sul colpo.-

-Va… va bene. Terrò presente anche questa possibilità.- rispose non troppo convinta.

Mi salutò senza troppi onori e fece per andarsene.

Fuori dall’ufficio intanto il cigolare di L4 si fece più irrequieto e nervoso.

“Non vorrà aggredirla nuovamente?!” temetti.

-Capitano Lair.- la fermai prima che uscisse dall’ufficio.

Il casco argentato di rivoltò verso di me.

-Ha il permesso di sparare anche al droide L4T6 per autodifesa.- tentai di prevenire una catastrofe.

La perplessità del capitano era percepibile anche senza Forza.

-La ringrazio.- si limitò prima di uscire.

Appenai fui solo mi stravaccai già esausto sulla poltrona.

Che pessimo lavoro quello del Leader Supremo!

Era un continuo correre tra problemi in senato, problemi galattici, problemi militari, problemi economici, problemi di Hux,…

Solo in quella mattinata avevo dovuto sostenere una riunione del senato riguardo il ruolo dei nuovi sistemi che erano entrati a far parte del Prim’Ordine, valutare le nuove richieste di annessione di altri pianeti, sopportare le proposte dei vari senatori, di cui una davvero assurda riguardo la legalizzazione degli allevamenti di Porg (a nessuno importa che siano specie protetta?!), partecipare alla cerimonia di benvenuto dei nuovi senatori, capire perché l’architetto incaricato di ristrutturare l’antico tempio Jedi non volesse buttare giù un fottutissimo muro ed in fine avevo dovuto incontrare un esperto di cimeli Jedi, perché dietro il suddetto muro c’era una stanza piena di olocroni passati inosservati per quasi mezzo secolo.

E non era ancora mezzogiorno.

Chiusi gli occhi sperando di avere cinque minuti di pace.

-Senza nemmeno un po’ di disciplina!- irruppe L4.

Solo cinque minuti, diamine!

Diedi un’occhiata veloce all’orologio: già le undici e trenta!

Avevo ancora un sacco di lavoro da fare.

Mi rialzai dalla poltrona, tornai alla scrivania e accesi l’oloschermo.

-L4, non puoi pugnalare alle spalle chiunque solo perché ti sta antipatico.- lo rimproverai.

Il droide incrociò le braccia metallizzate.

-Mi pare di aver detto IO la stessa cosa A LEI settimana scorsa quando ha cercato di aggredire il generale Hux.-

Oh. Vero.

Accidenti.

Io ed L4 funzionavamo così: passavamo la maggior parte del tempo ad impedirci a vicenda di fare una strage.

Non gli diedi però la soddisfazione di sentirsi dire che aveva ragione e deviai il discorso.

-Mi ripeti i programmi per oggi?-

Intanto sull’oloschermo mi comparvero i file riguardanti i nuovi pianeti annessi al Prim’Ordine, Jelucan e Pasànaa, che stavo analizzando prima dell’intrusione del capitano Lair.

-Dovrebbe migliorare i suoi metodi per cambiare argomento.- cigolò ancora acidamente –Comunque, tra un’ora esatta ci sarà la riunione in senato per il voto sulla nuova legge del libero scambio di merci tra i sistemi del Prim’Ordine. Alle tredici in punto inizierà il dibattito sui candidati senatori proposti dai pianeti Jelucan e Pasànaa, motivo per cui le consiglio di finire in fretta i fascicoli che già stava leggendo a riguardo. Successivamente si passerà all’analisi delle richieste di annessione dei sistemi di Endor e Jakku. Alle sedici e trenta ci sarà la conferenza stampa sulla legge approvata ieri sulla regolamentazione dei veicoli militari venduti da privati. Alle diciannove deve farsi trovare pronto al Teatro Binks per l’apertura della nuova stagione teatrale. Si ricordi di non eccedere in alcolici, così da essere presentabile per la oloconferenza delle ventitré con i membri delle Antiche Casate, di cui sicuramente lei si ricorderà di farne parte, vero?-

Ah, sì, le Antiche Casate… certo.

Come dimenticare quelle noiosissime riunioni di antiche famiglie nobili della galassia, che non volevano proprio dimenticarsi che io ero figlio della nobile Principessa Leila Organa?!

-Si ricordi che deve contattare la regina Akib di Naboo per la questione dei terreni appartenuti a sua nonna Pàdme Amidala. Inoltre dovrebbe parlare personalmente con il signor Tane, il tipo pazzo che sta analizzando gli olocroni Jedi, perché io temo di non aver capito cosa mi abbia detto. Ha borbottato qualcosa riguardo delle informazioni sulla Forza contenute negli olocron.-

Antiche nozioni sulla Forza! Finalmente qualcosa di interessante nella mia vita da Leader.

-Grazie L4. Parlerò con la regina dopo la conferenza stampa. Intanto vai a chiamare il signor Tane. Vorrei parlargli ora.-

Non vedevo l’ora di aprire quegli olocron e scoprire tutto quello che contenevano!

Purtroppo si trattava di sola sapienza Jedi, ma ero avido di scoprire qualsiasi cosa riguardasse la Forza.

-Come vuole.- rispose L4.

Stavo per tornare alle schede di Jelucan e Pasànaa, quando il droide mi distrasse nuovamente posando sulla scrivania un piccolo pacchetto avvolto in una graziosa carta azzurra.

-Le ho impacchettato il ciondolo con il cristallo di Crait come da lei richiesto.-

Accidenti, me ne stavo dimenticando!

Era un piccolo pensiero per Rey; speravo riuscire a darglielo appena la Forza ci avrebbe connessi nuovamente. I cristalli di Crait avevano delle sfumature rosse bellissime e, sapevo che il colore preferito di Rey fosse l’azzurro, però ero sicuro che avrebbe apprezzato anche quelle…

-Ha intenzione di lasciarlo marcire nel cassetto assieme agli altri?- sibilò quella vipera acida di L4.

-Vai a chiamare Tane.- gli ordinai.

Sì, perché in quel cassetto sotto la scrivania, oltre alle mutandine rubate, c’erano decine di regali mai consegnati.

Non era così facile regalare qualcosa ad una ragazza, mentre era impegnata ad insultarti. Per cui i pacchetti si erano accumulati lì, nella speranza che durante la successiva connessione con la Forza ci fosse l’occasione giusta essere consegnati.

Quanto ci speravo…

Fu assurdo, ma accadde proprio in quel momento mentre pensavo a lei.

Una leggera vibrazione nella Forza mi stuzzicò i sensi. Sottile, quasi impercettibile.

La Forza ci stava connettendo.

-Prima o poi conoscerò questa misteriosa friendzonatrice…- cigolò L4 uscendo.

-Muoviti!- gli ringhiai esortandolo ad andarsene il più fretta possibile.

Un’altra vibrazione più intensa mi avvertì.

Bloccai immediatamente la porta, mi assicurai che le telecamere di sicurezza fossero spente, sistemai velocemente la scrivania, forse era il caso di darmi una pettinata… nah, era inutile; non sarebbe cambiato molto dalle scorse volte. O forse sì?

Non sapevo come comportarmi. Non ricordavo esattamente cosa avessi detto a Vicrul la sera precedente, ma mi era rimasto impresso nella mente il suo suggerimento: lasciare perdere Rey. Non era il suggerimento che volevo sentirmi dire, non era quello che volevo fare, però sentivo che in fondo aveva ragione. Forse era davvero la decisione migliore che potessi prendere.

La tensione nella Forza iniziò a farsi costante.

E se quella volta le cose fossero andate diversamente? Se per la prima volta non avessimo litigato?

Non potevo rimanere all’infinito in quel limbo. Dovevo prendere una decisione.

Lasciare perdere Rey e trovare una soluzione alle connessioni della Forza o proseguire come finora avevo fatto.

Concludere così su due piedi era impensabile. Era meglio se decidevo dopo la connessione: se Rey avesse iniziato ad urlarmi contro come sempre allora l’avrei lasciata perdere, se invece avremmo avuto un dialogo normale… avrei valutato al momento se darle il regalino.

Mi sedetti alla scrivania e finsi di essere impegnato nella lettura degli oloschermi. Lasciai che l’oscillazione aumentasse sempre di più, che diventasse sempre più invadente…

Finché non si fermò.

Un odore di uovo marcio invase il mio elegante ufficio.

Dove diamine si era nascosta Rey quella volta?!

Alzai lo sguardo verso quella che non capivo se fosse una latrina o il bagno comune di un mercantile.

-Non avevi posti migliori per nasconderti?- mi sfuggii.

Mi morsi la lingua immediatamente. Perché ero così freddo e aggressivo?!

Meglio che stavo zitto.

-Non tutti hanno un ufficio personale come te.- rispose agghiacciante Rey.

Forse era sempre colpa mia se litigavamo… no, la scorsa volta non le avevo detto niente e aveva iniziato a lamentarsi perché la ignoravo… la volta prima ancora se l’era presa perché le avevo chiesto come stava…

Stavo impazzendo.

Mi concentrai sul file di Jelucan e cercai di ignorare Rey per evitare di fare altri passi falsi.

“Dunque,… il governatore Kyrell… ha messo un piede nel mio ufficio! Dai Ben, concentrati. Allora… il governatore Kyrell del sistema di Jelucan… perché sta guardando fuori dalla finestra? Cazzo! Kyrell di Jelucan…”

-JELUCAN FA PARTE DEL PRIM’ORDINE?!-

Mi strappò l’oloschermo dalle mani e iniziò incredula a sfogliare la scheda.

-E il governatore Kyrell ne diventerà sentore presso il senato galattico…- lesse incredula.

Sentivo intorno a lei un aura triste di delusione e tradimento, come se quella notizia fosse una ferita inferta da un alleato.

-Sorpresa?- mi limitai, riprendendo l’oloscheda -Era vostro alleato? Potrà farti piacere sapere che il senatore Kyrell non ne ha accennato nulla.-

Rey aveva un’aria davvero sconvolta.

Non immaginavo che il sistema di Jelucan proteggesse la resistenza. Quello era davvero strano: Jelucan si era alleato con il Prim’Ordine alle spalle della ignara resistenza. Kyrell probabilmente aveva intenzione di denunciarla e favorire la cattura dei ribelli. Questo avrebbe potuto mettere troppo in pericolo la vita di Rey.

-Come hai fatto a convincerlo ad unirsi a voi?- chiese lei con un filo di voce.

Era così triste… mi sentivo quasi colpevole! Dopo tutto stavo solo svolgendo il mio lavoro…

-Ho risolto un loro problema interno in maniera diplomatica.- sbrigai, senza scendere nei dettagli di tutti i problemi politici di quel pianeta che avevo dovuto risolvere.

Senti la tristezza e la delusione trasformarsi rapidamente in rabbia.

-Diplomatica? E come?- iniziò con tono aggressivo.

Oh, no.

Avrei potuto mostrarle e spigarle come avevo aiutato Kyrell, così magari avrebbe capito che ero stato per davvero diplomatico e avrei anche potuto provarle che il mio interesse verso Jelucan era solo per motivi economici e che non avevo intenzione di interferire con la Resistenza!

Feci per aprire la cartella con tutti i file riguardante quello che era stato il mio tormento fino alla settimana precedente.

-Jelucan ha…- le spiegai.

-Avevano un problema con due diverse stirpi di coloni, quindi immagino che ne avrai fatta sterminare una? Oppure hai trovato un modo per ricattarlo?- mi interruppe.

Non aveva nemmeno fatto un minimo sforzo per ascoltarmi.

Tanto valeva tornare ad ignorarla aspettando che la connessione svanisse da sola.

-Oh, allora non sapevi che fosse nostro alleato?! E cosa ti ha spinto a risolvere i problemi di un remoto pianeta dell’Orlo Esterno? Ti è preso il senso del “leader democratico” che ci tiene a far notare la sua benevolenza verso i cittadini della galassia?-

Le avrei risposto a tono, come sempre, però avrei dato inizio nuovamente ad un’altra infinita lite e io ero davvero stanco di quelle liti.

Non dissi niente e continuai ad ignorarla, sperando che la connessione svanisse in fretta.

-O ti interessano le risorse minerarie? Be, avrebbe già più senso se…-

-REY BASTA!-

Avevo perso la pazienza.

Mi sentivo tremare, come se non fossi in grado di controllare quella sensazione di esaurimento, di esasperazione che fino a quel momento avevo trattenuto.

Rey mi fissava con occhi spauriti, spaventata da qualcosa che non si aspettava.

Cercai di assumere un atteggiamento più calmo.

-Avevamo deciso che avremmo trovato un modo per controllare le connessione della Forza… Snoke è morto da quasi un anno e finora l’unica cosa che siamo stati in grado di fare è urlarci contro e discutere su cosa avremmo o non avremmo dovuto fare sulla nave ammiraglia.-

Mi fermai in cerca delle parole giuste.

-Non ce la faccio più. Tu non fai altro che urlare tutto quello che ti passa per la mente…spesso ti lamenti perché devi mentire alle resistenza, ma credi che per me sia più facile? Non ti sei nemmeno mai resa conto che passo gran parte del mio tempo ad impedire ai miei generali di attaccarvi e…-

Mi trattenni dall’andare avanti.

Avrei voluto rinfacciarle tutto quello che fino a quel momento avevo fatto per lei, ma sapevo che era inutile. Non le importava niente di me o quello che facevo per proteggerla.

Mi appoggiai allo schienale della poltrona tentando di calmare quel tremore che ancora mi percorreva.

-Indagando su questo edificio ho trovato dei vecchi olocroni dei Jedi. Magari troverò qualche spiegazione alle connessioni della Forza, così da capire come fermarle e non vederci più.-

Dopotutto era questo quello che voleva lei.

Mi sarei aspettato di sentirmi urlare contro qualsiasi cosa, oppure di percepire una sensazione di sollievo e speranza nel sapere che c’era una possibilità di tornare ad essere dei normalissimi nemici.

Invece Rey scoppiò in lacrime.

Come?!

Le avevo appena detto quello che voleva sentirsi dire, no?

Avrei dovuto essere io quello in lacrime perché avevo rinunciato per sempre a lei!

Cosa avevo fatto di sbagliato?!

-Rey…- non seppi bene cosa tentai di fare.

Mi ignorò e corse verso il bagno del mercantile dove si era nascosta, mentre la connessione della Forza si chiuse inspiegabilmente di netto.

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Capitolo 3
*** L’esclusivo scoop della rivista ‘Supernova’ ***


Non avevo dormito tutta notte.
Continuavo a non capire perché Rey fosse scoppiata a piangere.
Mi sembrava logico pensare che a lei non importasse niente di me, visto il modo in cui fino a quel momento mi aveva trattato.
Bah, non ci capivo più niente.
Ad ogni modo ero giunto alla conclusione che dovevo lasciar perdere ogni tipo di relazione sentimentale: per quella non c’era davvero alcuna speranza. Da quel momento l’unico obiettivo che avrei avuto con lei sarebbe stato quello di capire qualcosa di quel grande mistero della Forza in cui eravamo capitati. Niente di più.
Cercai di smettere di pensare a Rey e a concentrarmi sul mio lavoro. Dovevo finire di leggere dei file riguardanti i candidati senatori di un nuovo pianeta prima della riunione che si sarebbe tenuta in meno di un’ora e non sapevo ancora di quale pianeta si trattasse. Diedi un occhiata al programma.
Jakku.
“Così di sicuro riuscirò a non pensare a Rey.” ironizzai.
Che schifo di vita.
-Quelle erano il regalo che le ha consegnato il senatore Bruss ieri sera a teatro?-
Ero talmente concentrato sul programma che non avevo sentito L4 entrare in ufficio.
Mi fissava con i suoi grandi occhi vitrei, indicando tre bottiglie di spumante corelliano vuote vicino alla mia scrivania. Ne avevo aperta una durante la notte mentre riflettevo.
L’alcol aiutava a concentrarmi.
-Spero non le abbia finite da solo…- cigolò ancora il droide.
Erano piccole!
La prima si era svuotata in un attimo e la seconda pure!
Non ricordavo però di aver aperto anche la terza… ah sì! Qualche minuto prima e l’avevo appena finita.
-Le ho bevute la scorsa notte. Non riuscivo a dormire.- gli mentii.
-Kylo, c’erano solo due bottiglie quando sono venuto qui mezzora fa.-
Dannatissimo droide.
Non avevo di certo intenzione di subire una ramanzina da lui. Se non fosse stato un droide avrei potuto usare i mei poteri per convincerlo a lasciar perdere il mio evidente problema con l’alcol.
-A proposito di ieri sera…- deviai molto maldestramente -…perché non sei intervenuto durante la oloconfernza quando te l’ho chiesto? Ho rischiato di fare una scena muta decisamente imbarazzante davanti ai membri delle altre casate.-
In realtà non mi importava proprio nulla della figura che avevo fatto, ma almeno così avrei cambiato l’oggetto del discorso.
L4 però non ci cascò.
-Devo chiedere un appuntamento al suo medico per accertarsi dei suoi problemi di alcolismo?-
-Non cambiare argomento.- cercai di ribaltare la situazione.
-Da che pulpito…-
-L4, non cercare di raggirare il problema che hai causato ieri sera.-
Iniziai a prendere in considerazione di distruggerlo in caso non avesse ceduto.
Incrociò le braccia metalliche.
-Va bene, d’accordo. Potrei sapere in quale momento della riunione lei mi ha chiesto di intervenire?- accettò.
Ah!
Vittoria!
-Settimana scorsa avevamo stabilito un segnale di emergenza per cui tu avresti dovuto intrometterti nelle mie conversazioni qualsiasi fosse la motivazione. Io fingevo di grattarmi l’orecchio e tu intervenivi.-
Spesso mi ritrovavo senza un pretesto per scappare da conversazioni inutili o senza sapere cosa dire di fronte a domande assurde e non potevo sempre ricorrere all’uso della Forza, così avevo avuto l’idea di coinvolgere L4.
-Ieri dopo la domanda del governatore Sindian sono rimasto in silenzio a grattarmi l’orecchio per un po’.- gli ricordai.
-Ah, sì. Ha ragione, rammento che settimana scorsa mi aveva spiegato del segnale di emergenza.- cigolò freddo L4.
Una volta tanto ho io la meglio su quella vipera di un droide!
-Si dà il caso, però, che io non abbia preso per seria quella spiegazione in quanto lei era ubriaco marcio mentre me ne parlava.-
Maledetto!
Era riuscito a riportare la conversazione a suo favore!
Abbandonai ogni tentativo di risposta.
-Prendi un appuntamento con il medico.- mi rassegnai –Che non si sparga la voce.-
L4 annuì trionfante.
Così i problemi di alcolismo si sarebbero aggiunti alla lista già abbastanza lunga di problemi che avevo.
Non ricordavo che Snoke fosse così stressato quando era leader supremo!
Spensi l’oloscheda su Jakku. Ormai mancava poco alla riunione e avevo la testa affollata di troppi pensieri per concentrarmi.
-Comunque, ero venuto per comunicarle che la regina Akib di Naboo chiede la disponibilità per l’incontro via ologramma per dopodomani.-
Per fortuna c’era qualcosa in quel caos di vita che non portasse al limite il mio livello di stress.
La ormai anziana regina Akib era stata per lungo tempo amica di mia nonna Padme e mi aveva preso in simpatia appena ero diventato leader supremo, tanto che Naboo fu uno dei primi sistemi a prendere parte al nuovo senato.
-Sì, puoi confermarle.-
Dovevo starle davvero tanto simpatico, infatti, durante una conversazione con lei, saltò fuori che teneva in custodia da anni i terreni appartenuti a mia nonna su Naboo e che non ne aveva mai fatto parola con nessuno perché nutriva una certa antipatia nei confronti di Leia e non voleva che le ereditasse. Io invece le andavo a genio e così mi aveva informato che avevo un’eredità sospesa da urlo: tre ville, di cui una in una remota regione in mezzo ai laghi lontano da tutto e da tutti nella quale non vedevo l’ora di andarci per poter finalmente rimanere da solo in pace.
Fino a qualche ora prima avrei anche pensato che fosse un luogo romantico in cui portare Rey…
-Perfetto.- annotò L4 –Quindi devo contattare il suo medico, mandare la conferma alla regina e ordinare un nuovo “tiragraffi”.- alluse alla parete inspessita anti-laser del mio ufficio, messa apposta per sopportare i miei scatti d’ira.
-L4, potresti farmi un favore?-
Aprii il cassetto sotto la scrivania ed estrassi i regalini ancora incartati, buttandoli senza troppa cura davanti al droide.
-Questi, quelli nell’altro cassetto, gli altri sparsi qua in giro e nello stanzino qui a fianco… falli sparire. Anzi, bruciali. Non li voglio più vedere.-
Occupavano solo spazio ed erano inutili.
Tenerli mi avrebbe solo fatto… male.
-Oh.- rispose L4 fissando i pacchettini.
Cosa significava “oh”? Non avevo di certo bisogno della compassione di un droide!
-Qual è il problema?!- spazientii.
-Stavo pensando che molti di questi sono oggetti di un valore economico elevato. Sarebbe un peccato buttarli. È sicuro di non volerli rivendere?- spiegò.
Non aveva tutti i torti.
Rivenderli significava che non sarebbero spariti dalla mia vista immediatamente, ma era di sicuro una decisione più sana del dargli fuoco.
-Appena finisco queste commissioni, potrei iniziare a raggrupparli e poi catalogarli, così da facilitare il tutto.- propose L4.
-Sì, è una buona idea.-
Non volevo pensarci più.
Anche se era presto, mi alzai per andare verso la sala consigliare.
-Vuole che rimandi l’appuntamento con il medico, così da potersi riprendere?- mi chiese L4 sull’uscio.
Mi soprese quella domanda.
Non me la sarei mai aspettato da quella vipera acida di L4.
-Preferirei.- risposi –Grazie.-
Per quanto potesse sembrare sciocco, quella piccola attenzione di L4 così umana nei miei confronti riuscì a rimettermi di buon umore.
 
Quella sensazione felice mi diede la carica per finire di leggere velocemente i file su Jakku mentre mi dirigevo verso la sala consigliare minore. Da quanto avevo capito alcuni senatori avevano avanzato dei sospetti sui candidati che si erano presentati per Jakku: sostenevano che fossero coinvolti nella gestione della malavita locale. Per questo motivo i reparti segreti del Prim’Ordine avevano indagato su di loro prima della loro presentazione ufficiale all’intero senato. Durante quella riunione avrebbero comunicato cosa avevano scoperto sui candidati, per cui era una riunione segreta e molto ristretta.
Sarebbe stato utile dirmi subito che era segreta, magari prima di dare ordine ad L4 di avvertire chiunque mi cercasse che ero in riunione… be’, poco male, potevo benissimo trovarmi ad un qualsiasi altro tipo di riunione!
Il buon umore durò poco. Non feci in tempo ad avvicinarmi alla sala consigliare, che il gridare isterico tra il generale Hux e il capitano Lair mi fece venir voglia di tornare nel mio ufficio a deprimermi.
-LEI NON SI DEVE PERMETTERE!- stava urlando il generale.
E la riunione non era ancora iniziata…
Presi un bel respiro ed entrai nella piccola sala.
Smisero di bisticciare appena varcai la soglia; entrambi in piedi, circondati dagli sguardi imbarazzati degli altri ufficiali e di alcuni senatori, mentre Hux stringeva gelosamente tra le mani una busta di carta.
-Ci sono già problemi?- chiesi.
Il senatore Bruss di Qhulosk soffocò una risata; dovevo aver interrotto una situazione tra il comico e il patetico. Avrei potuto approfittarne per mettere in ridicolo Hux davanti ai senatori.
-Oh, Leader Supremo…- sbiascicò il generale tentando vagamente di mantenere la calma. -…il capitano Lair si è permesso di ficcare il naso nei miei affari, di preciso nella mia posta privata.-
-Mi permetto di specificare che si trattava di una semplice valutazione della pericolosità del contenuto della busta, dato l’insolito colore che presenta.- aggiunse Lair.
“Che questione scandalosa!” pensai ironicamente.
Sotto il bianco della busta in effetti si intravedeva un vivace colore rosa che di certo non passava inosservato.
Udii anche l’ammiraglio Nag trattenere le risate. Doveva essere davvero imbarazzante il contenuto della busta; sarebbe stato un vero peccato se qualcuno avesse obbligato il generale a mostrarlo a tutti…
-Capitano Lair ha fatto benissimo a preoccuparsi.- dissi convinto –Quale sarebbe l’oggetto in questione?-
Presi posto al tavolo mentre attendevo con curiosità la reazione del generale.
Sentii un certo senso di soddisfazione nel vederlo diventare paonazzo.
-L’uscita odierna dell’abbonamento al settimanale ‘Supernova’, una rivista mediocre di gossip.- rispose prontamente Lair.
Una rivista di gossip?
Non mi aspettavo delle letture colte da Hux, ma nemmeno che fosse abbonato ad un settimanale per ragazzine adolescenti!
Risatine soffuse si sparsero tra i vari ufficiali al tavolo. Mi stavo trattenendo a stento pure io!
Hux, ormai rosso fino alla punta delle orecchie, sperava vivamente che la riunione iniziasse in fretta così da togliersi dal centro dell’imbarazzo.
Purtroppo per lui, il capo dei servizi segreti non era ancora arrivato e io non mi sentivo ancora pienamente soddisfatto.
-Interessante.- commentai limitandomi a sorridere. –Generale, ci aggiorni dunque sul gossip settimanale, mentre attendiamo chi manca.-
Ero un gran bastardo, dovevo riconoscerlo.
La faccia di Hux si contrasse in una smorfia disperata che sembrava dire “tutto ma non questo!”.
-Ma Leader Supremo…- tentò.
-Prego.- lo esortai.
Il generale estrasse controvoglia dalla busta una rivista dai colori sgargianti e l’esplosiva scritta ‘Supernova’ la cui sobrietà era discutibile.
Guardò la copertina con l’aria di chi in quel momento avrebbe preferito essere morto.
-Leader Supremo… in prima pagina…-iniziò con aria molto titubante -… c’è lei. Con la signorina Rey, la Jedi della resistenza.-
COSA?!
Com’era possibile?! Non ricordavo di aver fatto nulla con Rey che potesse attirare l’attenzione di una rivista!
Che avessero scoperto la storia delle mutandine?
Strappai con la Forza la rivista dalle mani di Hux.
Mi venne un brivido.
La copertina sfoggiava una foto di Rey affacciata alla finestra del mio ufficio. Riconobbi i vestiti che aveva indossato durante l’ultimo collegamento della Forza.
Ci avevano… scoperti?
Era assurdo. Mesi passati a mentire rispettivamente alla resistenza e al Prim’Ordine, arrampicandoci sulle scuse più assurde, abusando del controllo mentale su chi ci circondava… per poi essere scoperti dalla redazione di una rivista scarsa.
Sfogliai qualche pagina, cercando di non far notare al consiglio che ero in preda al panico. L’articolo all’interno però non parlava di collegamenti della Forza o simili: l’autore cercava di spiegare in maniera confusa e sgrammaticata come quella foto fosse una prova schiacciante di… una relazione amorosa tra me e Rey!
Ma… si vedeva solo lei alla finestra…
Non era tutto: seguivano varie teorie e complotti su come funzionasse questa presunta relazione, prendendo in causa dei fatti verosimilmente inventati, a seguire interviste ad improbabili funzionari del Prim’Ordine e membri della resistenza e una delle giornaliste aveva persino inventato un termine che rappresentasse la coppia. Reylo! Che diamine di termine era ‘reylo’?! Non suonava nemmeno bene!
Ero nel panico e non sapevo assolutamente cosa fare.
Il senatore Bruss dovette notare la mia preoccupazione.
-Leader Supremo, come ha detto il capitano Lair, si tratta di una rivista mediocre, una di quelle disposte pubblicare notizie false solo per attirare l’attenzione e vendere di più. Solo pochi stolti la prenderanno sul serio.-
Purtroppo quella foto non era falsa. Sapevo benissimo che era autentica.
Bruss però aveva ragione. In pochi avrebbero dato credito alle notizie di una rivista poco conosciuta e di scarsa qualità. Avrei potuto sfruttare la poca affidabilità del settimanale a mio favore per far credere che quella notizia fosse del tutto falsa.
Assunsi un atteggiamento molto più rilassato.
-Non è di certo la prima rivista che cerca di farsi notare con notizie fasulle.- tornai a sorridere –Devo comunque ammettere che il fotomontaggio è quasi realistico. Un gran bel lavoro per un giornaletto mediocre.-
Rilanciai la rivista ad Hux.
-Generale, sono disposto a pagarle personalmente un abbonamento al rinomato quotidiano ‘L’almanacco Galattico’, così potrà recuperare la cultura che ha perso mentre leggeva ‘Supernova’.- rigirai il coltello nella ferita.
L’intera sala scoppiò a ridere intorno al povero Hux.
Aveva gli occhi di sangue solo per me.
Sì, lo sapevo… avrei dovuto smettere di metterlo in ridicolo così tanto. Era un tipo vendicativo e se lo avessi stuzzicato ancora un po’ probabilmente avrebbe cercato di uccidermi nel sonno.
Ma era così divertente dargli fastidio!
L’atmosfera allegra si interruppe con l’arrivo del ex generale Sevila, il capo dei servizi segreti del Prim’Ordine, seguito da alcuni suoi agenti.
-Leader Supremo, onorevoli, spero possiate perdonare il ritardo, ma abbiamo ricevuto delle importanti informazioni all’ultimo minuto.-
Mi ricomposi e gli feci un cenno di saluto.
-Spero non abbiate perso tempo a leggere la relazione che vi ho mandato precedentemente. L’ho scritta velocemente e ho omesso diversi fatti importanti.- spiegò mentre attivava l’oloproiettore al centro del tavolo.
Avendolo saputo prima avrei evitato di leggerla di fretta mentre camminavo.
-Farò un breve riassunto. Come ben sapete il sistema di Jakku è stato annesso al Prim’Ordine e pochi giorni fa’ abbiamo ricevuto i nomi delle persone che ambiscono a diventare i rappresentati del pianeta presso il senato. Abbiamo tre candidati, ognuno dei quali è sostenuto da uno dei tre partiti della scena politica di Jakku. Per chi non lo sapesse le parti politiche sono i Periferici, che sostengono lo sviluppo delle aree deserte, i Centralisti, più inclini a mantenere le ricchezze nelle zone già abitate, e i Mediatori, che, già da come suggerisce il nome, cercano di trovare un accordo tra i due estremi.-
Al centro del tavolo si illuminarono gli ologrammi di tre figure molto diverse tra loro. Un Crolute la cui espressione del volto ricordava molto le foto che i Rens mi scattavano quando ero marcio, un imponente Abednedo la cui tediosità si percepiva anche dell’ologramma, e un giovane umano che non sembrava nemmeno maggiorenne.
-Questi sono i candidati.- spiegò Sevila.
Non avrei affidato a loro nemmeno la vita di Hux, figurarsi un posto in senato.
L’ologramma si concentrò sul Crolute.
-Kanos Rinvin. Sostenuto dal partito Periferico, è un imprenditore che pare abbia fatto fortuna prendendo in gestione delle società di trasporto mercantile.-
Solo dalla faccia era palese che nascondeva il contrabbando di spezie dietro la presunta società di trasporto.
Seguì l’essere insopportabile a vista.
-Questo è Fag Saji. Sostenuto dal partito Centralista. Appartiene ad una famiglia nobile di Jakku. È proprietario di qualsiasi immobile del pianeta attorno al quale gira del denaro, tra cui banche, locali e un casinò.-
Nemmeno immaginavo che nel nulla di Jakku ci fossero delle banche, locali, addirittura un casinò. Di sicuro non dovevano essere molti.
-Infine, abbiamo il giovane Fillis Defa. Fa parte del partito Mediatore, ha solo diciannove anni e… è abbastanza noto nel suo partito per combinare disastri.-
Noto per combinare disastri? Un probabile futuro senatore? Seriamente?!
Quella era davvero una sfida difficile: un drogato, un antipatico a pelle e un ragazzino.
-Abbiamo ricevuto delle segnalazioni da alcuni senatori, che preferiscono rimanere in incognito, riguardo i candidati Rinvin e Saji. Alcuni sostengono che uno o l’altro siano in qualche modo dentro il mercato nero di spezie, secondo altri invece servono qualche gangster di Jakku, altri ancora li legano a sistemi criminali più ampi. Abbiamo scoperto che i loro partiti politici in realtà sono solo… una copertura, una facciata. Rinvin e Saji sono i capi di due clan criminali rivali che gestiscono l’intera Jakku.-
Un mormorio sommesso ma sorpreso si alzò nella sala.
Non si trattava quindi di semplici criminali legati lontanamente alla malavita locale. Erano addirittura i capi.
Sevila continuò sopra il brusio.
-Rinvin guadagna sfruttando le attività nell’area deserta, Saji invece quelle nelle zone abitate.-
Quindi era Rinvin che faceva soldi sulle spalle dei mercanti di rottami. Era lui che aveva sfruttato Rey per anni. Col cavolo che l’avrei fatto diventare senatore!
-La carica a senatore per loro è l’occasione per poter prevalere sull’altro avendo la legge dalla propria parte. Siamo più che scuri che corromperanno parecchi senatori perché li votino, se non lo hanno già fatto.- concluse Sevila.
Cavolo.
Forse avrei preferito dover scegliere tra il semplice drogato, l’innocuo antipatico e il ragazzino.
Appunto, chi era invece il ragazzino?
-Cosa sappiamo invece sul candidato Defa?- chiesi, spegnando il brusio.
-Il partito Mediatore in realtà è un gruppo che usano i due clan per comunicare tra di loro. Ha il solo scopo di trovare un accordo tra le due parti quando non hanno convenienza ad ostacolarsi. Defa è uno dei loro ultimi ingressi, un normalissimo ragazzino. Non è un criminale, ma nemmeno uno degno di nota.- rispose l’ex generale.
-Se la sfida è tra Rinvin e Saji perché hanno permesso anche ai mediatori di candidare qualcuno?- continuai a non capire.
-Sarebbe parso sospetto se il così noto ‘partito mediatore’ non avesse candidato nessuno. Li hanno obbligati a proporre una persona che nessuno voterebbe.-
Un ragazzino sconosciuto, senza una storia alle spalle da presentare, senza esperienza, accompagnato solamente dalla fama di combinare guai. Effettivamente non lo avrei mai votato.
-Non possiamo permettere che uno dei due diventi senatore!- commentò l’ammiraglio Nag -Abbiamo modo di accusarli per qualche crimine?-
Inutile sperarci; era improbabile che avessero osato candidarsi se ci fossero state prove sufficienti per accusarli ed annullare il voto.
Sevila scosse la testa.
-Purtroppo no. Non abbiamo uno straccio di prova che li leghi al crimine. Niente di niente.-
-L’unica allora è fare in modo che venga eletto Defa.- propose il senatore Bruss.
-Vogliamo davvero che in senato ci sia uno stupido ragazzino?- iniziò Hux.
-Almeno non ha legami con la malavita!-
Nella sala ognuno iniziò a dire la sua.
-Come facciamo a convincere i senatori a votare per Defa?-
-Non è democratico manovrare un’elezione!-
-Neanche comprare i sentori lo è!-
-Sicuramente Saji e Rinvin avranno già corrotto qualcuno!-
Non ne saremmo mai venuti a capo.
Cosa avrei potuto fare?
Defa era la scelta migliore fra i tre, anzi, era la scelta OBBLIGATA. Non potevo di certo permettere che dei gangster approfittassero del Prim’Ordine. Defa però non avrebbe mai preso un singolo voto per quella carica, soprattutto se dei senatori erano già stati corrotti. Dovevo trovare un modo per aggirare il voto…
-Se prendessi io la decisione, indipendentemente dal senato?- proposi in mezzo alla confusione della sala.
Mi fissarono tutti perplessi.
Sì, va bene. Non era proprio la scelta più democratica che si potesse prendere (non lo era neanche un po’), però non riuscivo a trovare un’alternativa migliore.
-In questo modo eviteremmo che venga eletto Rinvin o Saji.- spiegai.
-Non tutti i senatori potrebbero essere d’accordo.- obiettò Sevila.
Già.
Purtroppo.
-È una situazione di emergenza. Dovranno essere d’accordo.-
Non mi piaceva impormi così tanto per le questioni politiche, ma non vedevo altra soluzione.
Il capitano Lair prese parola.
-Dato che un membro di rilievo della resistenza proviene da Jakku, si potrebbe dichiarare necessario l’intervento del Leader Supremo per assicurare che non vi sia nulla di relativo con i candidati. Nessun senatore potrà obiettare.-
Non era così stupida quanto pensassi.
Era un’idea geniale!
-Per non destare sospetti potremmo organizzare un incontro con i singoli candidati direttamente su Jakku.- propose Hux.
No, un momento…
-Sì! Loro non si aspetteranno mai una visita dal Leader Supremo direttamente nei territori dei loro affari!- esclamò Sevila.
-Se partisse per Jakku in pochi giorni e senza preavviso, non avrebbero tempo di nascondere tutto il loro impero criminale!- aggiunse Bruss.
Ma…
-Mi sembra un’idea favolosa! Leader Supremo le andrebbe bene partire fra due, al massimo tre, giorni?-mi prese in considerazione Sevila.
Avrei gradito essere incluso anche io nell’organizzare il MIO viaggio per Jakku.
Non avevo voglia di infilarmi in quell’ammasso di sabbia, non era nemmeno necessario, avrei potuto benissimo scegliere il senatore rimanendo comodamente a Coruscant...
-Non saprei…- cercai di evitare -…di sicuro questo viaggio impiegherà diversi giorni di tempo e si sovrapporrà ad altri impegni del senato…-
Niente da fare.
-Le riunioni non importanti si possono rimandare. Le altre le potrà seguire tramite ologramma.-
Così tutti gli impegni delle due settimane successive vennero rimandati.
E io dovevo andare su Jakku a trovare dei criminali.
Fantastico.

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Capitolo 4
*** Gli ammuffiti testi Jedi ***


Non avevo minimamente voglia di partire, tanto meno verso un pianeta desolato come Jakku.
L’unica nota positiva era che per due settimane non ci sarebbero state inutili riunioni del senato.
Che poi… perché due settimane? Con quale criterio era stato deciso?
Era un tempo esagerato due settimane! Su Jakku sarei rimasto solo quattro giorni, tre per incontrare ciascuno dei candidati e uno per confermare Defa come senatore. Perché quindi rimandare tutti gli impegni di altri dieci giorni?
Non ne avevo idea. Non che fosse un problema: avrei avuto più tempo libero per dieci giorni!
-Non mi piace.- commentò L4.
Stavo ripetendo ad alta voce il discorso che avrei dovuto fare ai senatori per convincerli della necessità del mio viaggio su Jakku.
-Onestamente neanche a me.- annuì il capitano Lair.
Brutte antipatiche vipere!
-Non ho chiesto la vostra opinione.- li zittii –Potreste ignorarmi e continuare a fare il vostro lavoro?-
Lair era passata dal mio ufficio per prendere alcuni programmi da inserire sul computer della nave ammiraglia, mentre L4 lo stava usando come magazzino temporaneo per catalogare i regalini per Rey da rivendere (sosteneva che gli avessi dato il permesso la sera prima –ma chi se lo ricordava?!).
Nessuno dei due quindi aveva il compito di giudicare il discorso su cui avevo lavorato per ore.
Lo rilessi un’altra volta.
Faceva davvero schifo. Dovevo rifarlo.
Non sarebbe stato per niente facile inventarsi qualcosa che avrebbe convinto tutti i sentori, soprattutto se alcuni di loro erano già stati comprati da Rinvin o Saji.
-…è roba che deve rivedere… erano per una tipa che lo ha friendzonato.-
Sarebbe stato più semplice se L4 e Lair non avessero sbiascicato i fatti miei in sottofondo.
Cercai di concentrarmi il più possibile.
-Anche questi sono da caricare sull’ammiraglia?- mi distrasse nuovamente Lair.
Mostrò una scatola piena degli olocroni Jedi ritrovati nell’antico tempio.
-No, lasciali qui.-
Avevo provato per tutta la notte precedente ad aprirne uno ma senza ottenere niente.
Nei dieci giorni di tempo libero avrei potuto riprovare; avrei avuto più tempo per dedicarmi al loro studio e magari sarei riuscito più facilmente ad aprirli… non mi stavo concentrando!
Misi da parte i miei progetti post Jakku e ritornai al discordo da far bere ai senatori.
-Non vedo in che modo l’articolo catalogato come “completino intimo da sexy sith” possa servire allo scopo.- sussurrò il capitano al droide.
Completino intimo da sexy sith?!
Alzai lo sguardo verso L4 mente mostrava a Lair un… completino… da sexy sith. Sì, non trovavo miglior modo per definirlo.
Mi sentii avvampare all’istante.
Ma… maledetto pettegolo droide!
-Non ne ho idea.- continuò L4 come se io non ci fossi. –Anche secondo me sono dei regali pessimi per uscire da una friendzone.-
-Cosa hanno che non va?!- trovai il coraggio di intromettermi.
Mi sentivo quasi offeso. Ogni singolo regalo l’avevo scelto con cura pensando a Rey, scegliendolo apposta per lei. Non avevano nulla di inadatto!
-Sono imbarazzanti.- ammise il droide.
-Più che imbarazzanti direi che sono eccessivi.- cercò di spiegare Lair. - Per fare un esempio, questa tiara di cristalli, per quanto sia esteticamente bella e preziosa, è decisamente eccessiva. Riuscirebbe solo a mettere in imbarazzo la ricevente. Così come per il completo intimo mostrato da L4. Il che non la aiuterebbe in alcun modo ad uscire dalla situazione di friendzone.-
-Quindi sono imbarazzanti.- concluse L4.
In effetti non avevo mai considerato la reazione di Rey. Avevo sempre dato per scontato che il regalo le sarebbe piaciuto semplicemente perché… era un regalo!
Ad ogni modo, ormai era inutile iniziare a pensarci.
-Eccessivi o imbarazzanti, non ha più importanza.-
Erano solo tanti oggetti inutili che non avrebbero mai raggiunto lo scopo per cui erano stati acquistati. Quella per Rey mi rendevo sempre di più conto che era stata solo un’ossessione da cui mi ero lasciato troppo trascinare.
Una bellissima ossessione che quasi mi dispiaceva abbandonare.
Ritornai al discorso che dovevo preparare e cercai di non pensare più a Rey.
-Leader Supremo, c’è un problema.- interruppe ancora L4.
Sperai vivamente per lui che fosse più urgente del discorso per i senatori.
-Mi è stato riferito ora che la regina Akib di Naboo sarà qui tra due ore.- cigolò.
-Qui? Avevo capito che l’incontro sarebbe stato virtuale.- cercai di ricordare.
-Sì, ma la regina ritiene che l’uso dell’ologramma sia disonorevole e ci tiene molto ad incontrarla personalmente.-
Accidenti, dovevo ancora preparare un mucchio di roba per il viaggio!
-Sì, è decisamente un problema. Capitano Lair: inizi ad occuparsi da sola delle ultime faccende per la partenza di domani.-
-Veramente non è questo il problema a cui si riferiva.- mi rispose il capitano.
Quanti altri problemi c’erano?!
Non lo volevo sapere.
Rimasi in passibile fissa su L4, in attesa di conoscere quale altra disgrazia doveva capitarmi.
-Immagino che abbia intenzione di tenere l’incontro con la regina in questo ufficio…- iniziò il droide.
Mi guardai attorno.
C’erano oggetti di ogni genere sparsi per ogni angolo. Era un vero disastro!
-Potremmo spostare l’incontro in un’altra stanza.- cercai di evitare di dover ripulire l’ufficio in fretta.
-Presumo che la regina possa trovare disonorevole anche venire accolta in una stanza di ripiego.- osservò L4.
Quindi non c’era alternativa.
-Va bene. Buttiamo tutto nello stanzino vuoto qui a fianco.- mi parve la soluzione più rapida.
-Gli scatoloni avanzati dal trasferimento delle attrezzature della nave ammiraglia possono essere utili?- chiese Lair.
-Sì, perfetto. Vai a prenderli!-
Accidenti che casino!
Iniziai a riempire gli scatoloni senza riporre con troppa cura i vari regalini.
-La regina Akib ha problemi di udito a causa dell’età, quindi si ricordi di scandire bene le singole parole.- iniziò L4 a farmi un riassunto di come mi sarei dovuto comportare.
Avrei preferito che avesse problemi di vista, così da non dover necessariamente dare un aspetto decente alla stanza.
-Anche queste vanno nello stanzino?- chiese Lair mostrando le bottiglie di spumante Corelliano vuote.
-No… non lo so, basta che spariscano.-
Iniziai ad accumulare gli scatoloni nella piccola stanza. L4 intanto continuava a seguirmi.
-Quasi sicuramente le chiederà…-
Proprio in quel momento.
La solita sottile vibrazione nella Forza.
Oh no!
In poco tempo sarebbe arrivata la regina! Non potevo permettermi un collegamento della Forza in quel momento!
Non potevo farci niente. Dovevo solo sperare che finisse presto.
-Anche questa doveva essere un regalo?- irruppe il capitano.
Prese da un angolo una strana gabbietta che non mi pareva di aver mai visto.
-Quella stavo pensando di catalogarla come “Ero ubriaco marcio e sono entrato per sbaglio in un negozio di animali.”- ridacchiò L4.
Dovevo cacciare via anche quei due…
Da sotto l’elmo cromato del capitano si udì un’inaspettata risata.
-Questo sarebbe stato un regalo davvero imbarazzante.- commentò.
La vibrazione si faceva sempre più forte.
-Grazie per l’aiuto. Ora potete tornare a lavorare per la partenza di domani.- li esortai gentilmente a sparire.
Per fortuna non furono difficili da convincere.
-Come vuole. La avviserò tramite comunicatore non appena arriverà la regina.- non obiettò L4.
Se andarono, mentre la vibrazione nella Forza si faceva sempre più costante.
-Chiudi lo stanzino, così la regina non vedrà il disastro.- senti L4 dire al capitano mentre si allontanavano.
Spensi le telecamere come consuetudine e aspettai di vedere Rey comparire da un momento all’altro.
Avevamo dimenticato un vestito nero ed un mantello nell’ufficio!
Li presi e li nascosi nel cassetto sotto la scrivania.
Oh, no, anche la scatola con gli olocroni! Dovevo spostarla, Rey avrebbe potuto trovarla orribile…
No! Stavo sbagliando!
Non dovevo attendere con così tanta ansia Rey! Avevo deciso di lasciarla perdere, per cui non aveva senso che la aspettassi in quel modo così irrequieto.
Ritornai alla scrivania e ricominciai da capo il discorso.
-Ho trovato questi.-
Rey mi salutò, sbattendo molto poco delicatamente dei libri logori davanti a me.
Oh, era già alterata di suo! Fantastico!
Mi sorpresi che non mi avesse sbattuto quel lerciume direttamente in faccia.
-Cosa sono?- chiesi spostando dalla mia vista quell’ammasso di polvere e muffa.
-Antichi testi Jedi.- rispose seccamente. –Non spiegano chiaramente le connessioni tramite Forza, ma almeno ne parlano.-
E li aveva lasciati marcire in quel modo?!
Li presi molto delicatamente. Erano magnifici!
Secoli di storia e preziose conoscenze sulla Forza!
-Da quanto li hai?-
Rey intanto stava sbirciando dentro lo scatolone con gli olocroni che avevo lasciato aperto in mezzo all’ufficio.
-Li ho presi su Ach-to, quindi… un anno?-
Li aveva da così tanto tempo? Perché non me ne aveva mai parlato? Soprattutto sapendo che potevano essere utili per controllare le connessioni?
Prese un olocrone ed iniziò ad osservarlo incuriosita.
-Li ho fatti tradurre da Trepio, ma in diversi punti ha delle difficoltà.-
Sfogliando tra le pagine ingiallite, notai diverse scritte con caratteri piuttosto insoliti. Riconobbi alcune antiche rune Sith, un antico linguaggio che io e Luke avevamo scoperto e studiato prima che… insomma, quando ero ancora un Jedi.
-Tu sai tradurli?- chiese mentre girava tra le mani l’olocrone.
-Ovviamente.- mi limitai.
-Bene.- continuò con l’olocrone.
Mi sarei dovuto sentire sollevato o almeno soddisfatto che finalmente stavamo collaborando per dare un senso al mistero della Forza in cui eravamo coinvolti. Invece ero quasi triste, forse un po’ deluso. Insomma, se nei testi Jedi e negli olocroni c’erano le risposte che cercavamo, la nostra collaborazione era praticamente già finita e quella sarebbe potuta persino essere l’ultima connessione che avremmo avuto.
Non avrei dovuto, ma percepii molta tristezza all’idea di non vedere più Rey.
Uno strano tremore nella Forza mi distrasse dai testi.
Rey si stava concentrando per aprire l’olocrone con la Forza.
-È inutile. Ci ho già provat...-
TLACK!
L’aveva aperto…davvero?!
Non era possibile! Ci avevo provato per tutta notte!
Mi alzai di scatto dalla scrivania, sporgendomi per verificare cosa fosse davvero successo. L’olocrone se stava sul palmo della sua mano, completamente aperto, mostrando il cristallo all’interno, sotto lo sguardo incredulo di entrambi.
-Ho… ho aperto l’olocron!- esclamò entusiasta.
Ritornai imbronciato sulla sedia.
Rey appoggiò trionfante l’olocrone davanti a me. Voleva un complimento?
-Ho visto.- commentai freddamente.
Non c’era bisogno che me lo facesse ulteriormente notare.
-Io prendo gli olocroni e tu i testi Jedi. Va bene?- la fece semplice.
-Sì. Poi ci scambieremo le informazioni.- affermai.
-Perfetto.-
-Ottimo.-
-Bene.-
-Direi che per oggi non abbiamo più nulla da dirci.-
-Rimarrò in un angolo ad aspettare che la connessione finisca. Magari aprirò gli olocroni.- si accomodò sulla poltrona.
Dentro di me una voce mi urlava di dirle che non volevo in realtà che andasse via, che la ammiravo perché aveva aperto l’olocrone, che oggi era più bella del solito…
La ignorai.
Avevo un discorso da preparare e dei senatori da convincere.
Passò un po’ di tempo prima che la voce di L4 irruppe dal comunicatore.
-Leader Supremo, la regina Akib è arrivata.-
Di già?
Non erano passate due ore.
Rey era ancora nel suo angolo, circondata da qualche olocrone aperto. Udendo L4 alzò lo sguardo verso il comunicatore, per poi riporre in fretta gli olocroni nello scatolone
-L4, dille di attendere qualche minuto.-
Almeno da far sparire Rey.
-Ah. L’ho già fatta accompagnare verso il suo ufficio da un droide cameriere. Devo farla temporeggiare?-
-Sì!-
Sarebbe scoppiato il delirio se si fosse scoperto che la Jedi della resistenza era lì! Altro che scoop di Supernova; quello sarebbe stato uno scandalo enorme!
-Rey, dobbiamo chiudere il contatto immedia….-
-Secondo te cosa sto facendo?!- mi urlò.
Parve concentrarsi. Sentii che cercava di spingere la Forza ad obbedirle, ma non riuscì.
-Posso nascondermi da qualche parte?- propose.
Stava passando da uno stato rabbioso ed acido ad uno ansioso ed acido, e non ero pronto ad affrontare una situazione del genere.
Potevo farla nascondere nello stanzino a fianco! Era pieno di scatoloni, ma ci sarebbe stata!
Se avesse incontrato qualcuno nel corridoio però sarebbe stato un disastro…
Accidenti!
Mi venne un’idea.
Aprii il cassetto sotto la scrivania e presi il vestito nero e il mantello che avevo appena messo dentro.
-Mettiti questi, esci dall’ufficio, apri la prima porta che trovi sulla destra e ti nascondi lì. Se incroci qualcuno, non fare nulla di strano e comportati come una normale persona devota al lato oscuro che esce dal mio ufficio.-
Come se dal mio ufficio uscissero quotidianamente dozzine di “normali persone devote al lato oscuro”…
-Va bene.- non stette a rifletterci.
Vista la situazione, era un vero peccato non aver lasciato fuori il completino da sexy sith… forse non era il modo migliore per farla passare inosservata… e ad ogni modo, non credo lo avrebbe indossato.
Rey osservò un po’ perplessa l’abito.
-Perché tieni un vestito da donna nel cassetto?-
-MUOVITI!- sviai.
Si infilò nell’abito indossandolo senza togliere i vestiti che già indossava (confesso: un po’ avevo sperato che lo facesse, ma solo un po’).
-Così?- chiese senza nemmeno allacciare il corpetto.
Era decisamente il miglior modo per farsi notare.
Be’, avrei potuto darle una mano a slacciar… cioè, volevo dire ALLACCIARSI il vestito manualmente… con l’elevata probabilità di ricevere un pugno in faccia, ma avrei potuto comunque correre il rischio…
“Basta fantasticare su Rey!”
-No, devi allacciarlo… permetti...-
Mi voltai dalla parte opposta e usai la Forza per stringere i lacci dietro la schiena, poi presi il mantello e glielo buttai sulle spalle, senza osare soffermarmi su come il corpetto le avesse messo in risalto il… ehm, la risaltasse in generale.
Ero stato fin troppo galante.
-Non… respiro…- commentò.
Le abbassai il cappuccio sul volto e la spinsi verso la porta.
-Se fai in fretta, nessuno ti noterà.- la esortai.
-Se non soffoco prima.- rispose acidamente.
Uscì dall’ufficio e si richiuse la porta dietro.
Dannazione!
Lo stanzino distava solo pochi metri, L4 stava distraendo la regina, era così improbabile che si incrociassero…
“Non può succedere niente…” cercai di tranquillizzarmi, trascinando sotto la scrivania lo scatolone con gli olocroni.
Ritornai alla scrivania e aspettai l’arrivo della regina.
Passò troppo tempo. Era impossibile che la regina impiegasse così tanto: guardai l’orologio e mi accorsi che era trascorso solo un minuto da quando Rey era uscita.
Va bene.
Stavo esagerando.
-Leader Supremo,…- annunciò dal comunicatore la voce del droide cameriere.
Oh no. Era stata riconosciuta. Ne ero certo.
-…la regina Akib di Naboo e il suo seguito sono in attesa di incontrarla.-
Trassi un enorme sospiro di sollievo.
Accorsi ad aprire di persona la porta automatica. Fuori dietro al droide seguiva una minuscola ed elegantissima figura, accompagnata da un alto Gungan che le porgeva il braccio.
-Leader Supremo!- mi salutò calorosamente la regina.
-Illustrissima regina Akib sono davvero onorato di incontrarla di persona.-
Lanciai uno sguardo rapido verso il corridoio e verso la porta chiusa dello stanzino. Sembrava tutto tranquillo.
-Oh, ma non doveva disturbarsi a prepararmi una poltrona!- ricevetti in risposta.
Giusto… mi ero già dimenticato che la regina era un po’ sorda.
-SONO.ONORATO…-
-Lasci perdere, non capirà mai.- mi fermò subito il Gungan.
Non era molto rassicurante, dato che avrei dovuto concludere degli affari con lei.
Le feci cenno di accomodarsi.
Riguardai velocemente verso lo stanzino. La porta era ancora chiusa e non sembrava esserci nulla di strano.
-Ho incontrato la signorina in corridoio.- mormorò l’anziana regina mentre si accomodava sulla poltrona davanti alla mia scrivania.
Mi sentii male.
-D…davvero?!-
-È proprio una bella fanciulla.- commentò serenamente. –Sarei onorata di conoscerla meglio!-
Non sembrava dar segno di averla riconosciuta.
-Ne avrà sicuramente occasione in futuro, se mai visiteremo Naboo…- tentai di portare il discorso sul motivo per cui saremmo dovuti esseri lì.
-Oh, sì. Parliamo dell’eredità che sua nonna le ha lasciato.- si decise.
Sperai così che si dimenticasse della ragazza che aveva incrociato nel corridoio.
Almeno per il momento.
 
Dopo un’ora e venti di un colloquio esasperante, in cui avevo dovuto ripetere ogni singola frase dicessi e dove verso la fine stavo davvero per impazzire, ero ufficialmente diventato il proprietario di una villa iperlussuosa nella regione dei laghi di Naboo, isolata da tutto.
-Confermo quindi che dopo la sua permanenza su Jakku si sposterà direttamente su Naboo per trascorrere i dieci giorni di libertà dai doveri del senato?- mi chiese L4.
Esattamente. Totale isolamento. Lontano da tutti. Io, la mia villa e basta.
-Non voglio che si sappia che sarò su Naboo.- ribadii. –Non voglio nessun tipo di seccatura.-
-Sia mai che qualcuno possa rovinare l’atmosfera depressa che darà alla sua vacanza.- cigolò quell’insopportabile ammasso di rottami.
Mi stava ancora più antipatico sapendo che aveva ragione: non avevo dubbi che avrei trascorso tutti i dieci giorni piangendo la mia solitudine tra i distillati Gungan.
L4 intanto si allontanò verso il corridoio.
-Tra dieci minuti dovrebbe farsi trovare nell’hangar dodici per ultimare i preparativi per la partenza di domani.-
-Aspetta, non ricordo di aver fissato nessun impegno del genere.- mi parve strano.
-Infatti, ma io e il capitano Lair saremmo lieti se ci aiutasse.- sogghignò andandosene.
Sospirai.
Bastardo di un droide.
Però effettivamente quello doveva essere il mio viaggio, e loro mi avevano aiutato a nascondere tutto nello stanzino… Rey! Me ne stavo dimenticando!
Presi lo scatolone con gli olocroni e andai verso lo stanzino. Le connessioni non erano mai durate così tanto, dunque era improbabile che fosse ancora lì. Mi assicurai che non ci fosse nessuno nei dintorni e bussai leggermente sulla porta.
-Rey?-mugolai tra i denti.
Maledette porte automatiche che si aprivano a scatto! Se fosse stata una porta normale avrei potuto socchiuderla e spiare dentro!
-Sono ancora qui.- udii leggermente.
Entrai e trovai Rey appollaiata sugli scatoloni impilati a lato della stanza. Sperai vivamente che non le fosse venuta l’idea di curiosarci dentro. Aveva ancora il cappuccio calato sulla testa e il vestito nero.
-Ho incrociato la regina, ma non credo mi abbia riconosciuta.- disse saltando sul pavimento.
-No, non credo. Ha solo detto di averti vista in corridoio.-
Oh, si era sistemata il vestito. Lo aveva allacciato giusto, non troppo stretto, e lo indossava decisamente meglio di prima.
Era così… bella.
-Ti… ti ho portato gli olocroni.- le porsi la scatola.
-Certo.- la prese. –Ora cerco di chiudere il collegamento.-
Non me ne resi conto, ma dovetti rimanere un po’ troppo in fissa ad ammirare quanto fosse meravigliosa con quel vestito, dato che ad un certo punto iniziò a guardarsi perplessa.
-Ah, sì. Devo ridarti il vestito.- realizzò.
-No, no. Tienilo. Ti sta bene.- smorzai un mezzo sorriso.
Un leggero e inaspettato rossore le sfumò gli zigomi.
-Oh,… sì,… allora rimango qui. Cioè, resto qui finché non si chiude il collegamento, sì, poi me ne vado,…certo…- tentò imbarazzata.
Annuii e senza esitare ulteriormente mi obbligai a separarmi da lei e a lasciarla nello stanzino.
Wow. Alla fine ero riuscito a darle uno dei regali. Per assurdo Lair aveva avuto ragione: ero solo riuscito a farla imbarazzare.

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Capitolo 5
*** Il candidato Defa è troppo onesto ***


Jakku era un vero e proprio postaccio. Sabbia, chilometri di nulla, intervallati da qualche gruppo di baracche che qualcuno per pietà aveva iniziato a chiamare “villaggi”, resti di incrociatori risalenti addirittura all’Impero e tante, anzi troppe, persone pronte a tutto pur di avere un guadagno facile, come i candidati senatori Saji e Rivin.
-Leader Supremo, vorrei che capisse l’importanza di promuovere il candidato Defa come rappresentante per Jakku. Sarebbe un vero disastro ritrovarsi a lavorare con due persone così ripugnanti come Lord Saji o Rivin, oltre che disonorevole.-
Da che ero partito, avevo ricevuto almeno una trentina di chiamate simili a quella.
Cercai di mantenere un tono calmo.
-Senatore Bruss, capisco che l’intero senato sia preoccupato, ma, come ho già detto, non è nei miei interessi promuovere gangster o gestori della malavita al rango di senatore.-
Tanto meno quel lercio di Rinvin che si arricchiva sulle spalle dei mercanti di rottami.
-Lo so, ma… si dice abbiano metodi molto persuasivi…-
Me lo stava dicendo per davvero?
Avevo studiato tutti lati possibili della Forza, ero il nuovo signore dei sith, uno dei maggiori force users mai esistiti e probabilmente imparentato con la Forza stessa! Me ne fregavo altamente dei “metodi persuasivi”!
-Non si preoccupi.- mi limitai chiudendo la chiamata senza nemmeno salutarlo.
Non mi era parso di sembrare indeciso alla riunione, anzi, la decisione di intervenire personalmente nella faccenda era stata presa proprio per assicurare Defa al senato. Evidentemente non ero stato così rassicurante…
Sbirciai oltre il limite del finestrino: ancora sabbia, illimitato deserto e un piccolo puntino nero che si avvicinava velocemente alla nave.
-Il candidato senatore Defa è in arrivo.- mi comunicò L4.
Annuii e cercai la forza di volontà per alzarmi dalla poltrona e separarmi dalla mia cara nave ammiraglia, dotata di un fantastico condizionatore che mi impediva di impazzire sotto il caldo torrido di Jakku.
Varcare la rampa di accesso fu come entrare in un forno. Come se non bastasse, il pavimento dell’hangar era ricoperto di irritante sabbia che, davvero non so come, si era immediatamente infilata nei mei stivali.
Per fortuna Defa e il suo scarso seguito raggiunsero in poco tempo l’ingresso dell’hangar.
Defa dal vivo sembrava ancora più giovane. Magro, basso, decisamente poco imponente… di certo sfigurava di fronte agli altri candidati.
 A differenza di Rinvin e Lord Saji, Defa aveva insistito per un incontro rapido senza ricevimenti, feste o le classiche cose di routine per cercare di comprarsi dei voti. Avevo però la sensazione che la sua insistenza non fosse così volontaria, come se fosse stato obbligato a tenere un incontro veloce e poco accogliente.
-Leader Supremo.- salutò cordialmente.
-Candidato Defa.- ricambiai.
Si osservò intorno un po’ disorientato.
-Credevo di aver capito male quando mi aveva detto che ci saremmo incontrati all’hangar. Spero non alloggi qui.-
-Certo che no. Ho fatto allestire una cabina sull’ammiraglia.- risposi mentre ci dirigevamo verso l’ufficio amministrativo dell’hangar che avevo usurpato temporaneamente.
La direzione aveva insistito per uno più comodo, più bello, con un’ampia vista sul paesaggio (come se ci fosse qualcosa da vedere nel niente di Jakku), ma avevo preferito evitare. L’ultima cosa che avrei voluto era che Rey si rendesse conto che mi trovavo sul quel pianeta. Temevo che durante un collegamento della Forza potesse riconoscere il pianeta e, non so, avere una crisi isterica o non essere più responsabile delle sue azioni e davvero non ci tenevo a vivere un’esperienza simile, soprattutto con l’altissimo rischio che venisse scoperta.
L’ufficio amministrativo non aveva finestre né tanto meno qualcosa che potesse far pensare a Jakku, per cui era perfetto.
-Anche perché è difficile trovare alloggio a Jakku rimanendo imparziali.- sottolineai.
Feci cenno a Defa di accomodarsi nell’ufficio, mentre il suo seguito rimase fuori.
-Capisco cosa intende dire.- fiatò brevemente.
Il suo “accomodarsi” fu un sedersi molto rigidamente sulla poltrona, con fare estremamente teso.
Mi sedetti di fronte a lui.
Si allungò verso di me con aria molto sospettosa.
-Qui ci ascolta qualcuno?- sibilò un po’ tremante.
Se ci fossero state spie le avrei percepite.
-Nessuno.-
Parve rassicurarsi e si lasciò accasciare sulla poltrona.
-Mi rammarico per non averle potuto offrire un’accoglienza migliore, ma… sono stato…-
Gesticolò con le mani, in cerca delle parole più adatte.
-È stato costretto dagli altri candidati?- lo aiutai.
-Sì.- annuì molto brevemente.
Come avevo sospettato.
-Io sono solo una comparsa in questa candidatura.- continuò più deciso –Vede… Jakku non è divisa in tre partiti come sembra. In realtà è sotto il controllo delle famiglie degli altri candidati senatori. I Saji, che controllano le città, e i Rivin che gestiscono le attività nel deserto. Poi ci siamo noi, il gruppo dei cosiddetti “mediatori” e, per l’appunto, cerchiamo di mediare tra le due famiglie.-
Fin qui nulla di nuovo.
Rimasi impassibile, cercando di non far sembrare che già avessi ricevuto quelle informazioni.
-La candidatura a senatore per loro è una sfida.- riprese. –Hanno permesso anche ai mediatori di presentare un candidato solo per non sembrare sospetti al Prim’Ordine, e ci stanno obbligando a svolgere una pessima campagna elettorale per essere sicuri che io non venga eletto.-
-Ammetto che vagamente lo sospettavo.- cercai di far sembrare che mi avesse rivelato chissà quale novità. Defa non mi pareva così stupido come era stato cercato di farmi credere, anzi, ero più che sicuro che lui fosse il genere di senatore ideale per il nuovo parlamento: onesto e diretto.
-Defa, non starò a chiederle il motivo per cui il suo partito ha deciso di candidarla…-
-Mi hanno scelto apposta perché sono un idiota.- confessò senza nemmeno farmi finire. –Ho rovinato tantissimi comizi e tentativi di mediazione… non ricordo mai come devo comportarmi, cosa non devo fare o cosa avevamo stabilito di dire… il mio partito pensa che io sia inutile. Mi tengono solo per queste occasioni dove… devo far fare brutta figura.-
Abbassò il volto verso il basso, probabilmente per coprire una leggera lacrima.
-Non è nemmeno riuscito a tenermi nascosta la verità su queste elezioni.- aggiunsi -Il suo partito deve essere davvero disperato. Lei aveva l’unico compito di non farsi eleggere e non ci sta riuscendo minimamente.-
Defa alzò lo sguardo perplesso, non del tutto convinto di aver capito cosa avessi detto.
Appena realizzò il tutto, gli brillarono gli occhi.
-D…davvero?- chiese incredulo.
Si aprì in un enorme sorriso.
-Appena lei è entrato in questo ufficio mi ha messo al corrente dei maggiori problemi di questo pianeta senza un minimo di esitazione. È una qualità che apprezzo nei senatori.-
Defa non riusciva a stare fermo sulla poltrona. Quella notizia lo aveva davvero illuminato!
-Non ci credo!- riuscì a dire. –Se venissi eletto potrei risolvere tutte le problematiche che avevo segnalato e…- iniziò ad elencare tutto quello che avrebbe fatto.
Accidenti, non stava più un secondo calmo!
-Ovviamente devo ancora parlare con gli altri candidati, ma ha buone probabilità di competere.- mi intromisi nel suo monologo.
Si rimise composto sulla poltrona trattenendo miseramente l’entusiasmo.
-Oh, sì, certo, naturalmente, ci sono anche gli altri candidati…- confermò con un sorriso enorme.
Defa non era di certo un tipo che esitava nel dirmi la realtà.
Già molti senatori mi avevano messo in guardia dai “metodi persuasivi” di Rivin e Saji; magari lui ne sapeva qualcosa. Per quanto io fossi poco corruttibile, non mi sarebbe spiaciuto sapere in anticipo cosa avrei trovato ai ricevimenti.
-A proposito, come si comporteranno gli altri candidati quando li incontrerò?-
-Tenteranno di corromperla. È troppo importante per loro questa candidatura, faranno di tutto per farsi eleggere.-
Che bello non dover tirare fuori le informazioni con la Forza! Fossero tutti così…
-Sa anche in che modo?-
-Dipende…- fece spallucce –Rinvin di solito cerca di scoprire il più possibile della persona che vuole corrompere. Passato, segreti, abitudini, droghe e alcolici preferiti… più che corrompere, lui cerca di ricattare in maniera molto discreta. Nel senso… le farà capire che sa molte, troppe cose su di lei, ma non proporrà mai direttamente il suo silenzio in cambio della carica a senatore. Semplicemente si aspetterà che lei gliela conceda per…paura.-
Bene.
Dunque… il mio passato ormai lo sapevano tutti. Segreti… avevo rubato la biancheria intima a Rey… ah, sì giusto, avevo anche ucciso Snoke, vero, come dimenticarlo. Abitudini… non ne avevo perché qualsiasi cosa facessi veniva interrotta da Rey. Droghe… sì, mi ero fatto di qualcosa qualche volta che ero in giro con gli altri Rens, ma non ne ero dipendente. Anche se dovevo ammettere che non mi sarebbe spiaciuto riprovare quella roba fantastica che producevano su Vanark. Come la chiamavano quelli del posto? Il ‘Dolcetto’? Alcolici… beh... sì, quello poteva essere un problema.
-Senza dubbio le farà trovare un ricevimento perfetto dove però ogni tanto salteranno fuori delle cose che avranno a che fare con qualcosa sulla sua vita che solo lei pensava di sapere.- continuò a spiegare il candidato Defa.
Mi immaginai un enorme banchetto self-service pieno di dolci nella sala del trono di Snoke, dove in uno dei vassoi erano nascoste delle mutandine beje.
Non ero per niente preoccupato. Non c’era nulla che Rivin potesse scoprire di così scandaloso tanto da potermi minacciare.
-Sarà una serata interessante allora.- ironizzai –Invece Lord Saji?-
Il mediatore non prese nemmeno tempo per pensarci.
-Lord Saji punta molto sull’estetica.- iniziò con un tono disgustato –Organizza feste dal lusso estremo. Sicuramente le farà visitare il suo casinò e la esorterà a giocare a tutto. Si aspetti di vincere sempre. Tutte le partite saranno pilotate di modo che lei sia il favorito. Stia attento però. Lord Saji trova sempre il modo di incastrare le persone in situazioni da cui non possono tirarsi indietro facilmente, così può ottenere favori o qualsiasi cosa gli serva.-
Fantastico!
Si presentava come una serata passata a guadagnare valangate di soldi!
Accidenti però. Ero Leader Supremo, non potevo farmi vedere mentre intascavo soldi vinti ad un casinò…bah, se avessi vinto avrei offerto da bere a tutti. Era decisamente uno dei migliori modo per farsi apprezzare.
-Che genere di situazioni?- domandai incuriosito da quella strana tattica di persuasione.
-Non saprei… cambia in base a chi si trova davanti e a cosa vuole ottenere. Per farle un esempio qualche mese fa ha avuto dei problemi con due dei suoi spacciatori. Dopo un po’ uno è stato trovato sgozzato e l’altro aveva l’arma del delitto. Lui dice di essere innocente e che l’arma era in una valigetta che doveva trasportare per conto di Saji. Non ci sono prove in suo favore e niente che colleghi quella valigia a Saji, però…- rimase in sospeso, lascandomi intendere che dietro l’omicidio ci fosse il candidato senatore stesso.
Saji doveva essere molto astuto.
-Stia attento a qualsiasi cosa le proponga. Tra i due candidati, lui è decisamente il peggiore.- concluse Defa.
-Lord Saji il peggiore? Non Rinvin? Dopotutto è lui che si arricchisce sfruttando i mercanti di rottami.-
Forse io nutrivo una certa antipatia nei confronti di chiunque avesse a che fare con la schiavitù di chi abitava nel deserto e probabilmente avevo basato i miei giudizi su quella.
-No, decisamente Saji.- confermò –Venderebbe anche la sua famiglia se gli fosse conveniente. Rinvin per lo meno ha dei valori morali. Pochi, ma almeno li ha.-

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Capitolo 6
*** I pettegolezzi di Rinvin ***


Il primo incontro con il secondo candidato senatore fu nel pomeriggio in quello che definiva il suo “ufficio”. Una stanza un po’ grande, sistemata e pulita per l’occasione, ma non abbastanza per nascondere l’odore di spezie che probabilmente di solito venivano custodite e ampiamente consumate lì.
Rinvin era un tipo decisamente noioso. Per l’intero ricevimento non aveva fatto altro che elogiare i suoi successi personali e ripetere quanto fossero geniali le sue idee in caso di nomina a senatore. Il suo seguito condiva in abbondanza con segni di approvazione, frasi di complimento e simili. Tutto pur di convincermi che non stesse dicendo cazzate, come se qualche lode potesse non farmi notare che tutti i bilanci che mostrava non tornavano.
Non ci fu nemmeno una parola in merito alle attività nei deserti da lui gestite, ma non me ne stupii più di tanto; era più che logico che di fronte a me avrebbe preso le distanze da quello scenario tanto illegale quanto redditizio.
Intanto, mentre lui cercava di affogarmi nel suo monologo, io tenevo sotto stretto controllo tutte le percezioni che la Forza mi mandava: pensieri e intenzioni di chi era nella stanza, chi parlava, chi sussurrava, cosa si dicevano… in particolare cercavo di capire se i dipendenti di Rinvin stessero cercando di ottenere informazioni dai miei. Da quanto aveva raccontato Defa, mi sarei aspettato una cosa simile.
Invece nulla.
Nessuno pareva intenzionato a spiare nella mia vita, pure lo stesso Rinvin era troppo concentrato a decantare se stesso per interessarsi a me.
Non era per niente come aveva spiegato Defa.
A meno che Rinvin non avesse già ottenuto informazioni su di me in altro modo.
-Spero che la mia umile presentazione possa averla colpita.- ruffianò il candidato alla fine di quello strazio.
Colpito? Come un macigno in testa? In quel caso sì.
Mostrai di ricambio un tentativo di sorriso sincero.
-Affascinante.- mentii tentando di essere convincente.
Rinvin era entusiasta, come se già vedesse nelle proprie mani il titolo di senatore.
-Una domanda in privato, se permette.- aggiunsi facendo segno ad L4 di andarsene.
-Certamente!- rispose dando le stesse indicazioni al suo droide.
-Cosa ne pensa degli altri candidati?-
Era una domanda di routine, tra l’altro inutile dal momento in cui avevo già deciso a chi sarebbe andata la nomina. Ero però molto curioso di sentire la risposta. Ero convinto, anzi assolutamente sicuro, che il giovane Defa mi avesse detto la verità riguardo i suoi avversari; se Rinvin si informava così bene su chi lo circondava, allora mi avrebbe accennato qualcosa di particolare su di loro.
-Oh. È una domanda difficile...- iniziò con un’aria titubante talmente falsa che chiunque avrebbe capito che stava recitando un discorso già preparato.
-... capisce, non voglio mettere in cattiva luce gli altri candidati. Non sarebbe onesto, anche se sono miei rivali…- continuò con finto moralismo.
Era incredibile il modo con cui stesse cercando di farmi credere che non volesse parlarmi dei candidati!
Defa probabilmente alludeva a questo quando aveva detto che Rinvin aveva un minimo di valori morali. Sarà stato anche giovane, ma speravo non così tanto ingenuo da cascare in recite così maldestre.
-Solo un’innocente opinione.- incalzai.
-Se proprio insiste... dirò una cosa positiva e una negativa per ciascuno, così da rimanere il più possibile neutro.- parve convincersi.
Cercava pure di persuadermi che sarebbe stato imparziale.
-Il partito mediatore ha scelto come candidato il signorino Defa, uno dei loro membri più freschi. È molto giovane, è sveglio, ha delle buone idee, molto originali e innovative. Ma, ahimè, è davvero troppo giovane. Non ha ancora acquisito abbastanza esperienza e non ha ancora imparato come comportarsi in pubblico e come relazionarsi con le altre parti della politica. Un po’ è anche colpa del suo partito che lo lascia completamente solo quando gli vengono affidati degli incarichi. Un vero peccato che una mente così fresca e brillante abbia scelto di stare con i mediatori.-
Incredibile. Era stato per davvero imparziale.
Onesto, almeno.
-Non tutti sono in grado di prendere le scelte giuste fin da subito.- commentai.
-Già.- replicò. -Riguardo invece Lord Saji, posso dirle che è una gran mente economica. È davvero bravo nel gestire il denaro ed è buon fiutatore di affari. Però non si preoccupa minimamente della sua immagine. Pare che non gli interessi cosa pensano gli altri di lui! Un personaggio pubblico, come un senatore, dovrebbe un minimo curarsi delle voci che gli stanno intorno, soprattutto se è noto per saper far girare il denaro…- lasciò in sospeso.
Eccolo. Voleva dirmi qualcosa riguardo Saji, ma voleva far sembrare che fossi stato io ad interessarmene.
Stetti al suo gioco.
-Che tipo di voci?- chiesi incuriosito.
Rinvin recitò un’aria un po’ troppo preoccupata per la situazione. Diede un’occhiata per la stanza, si avvicinò a me e addirittura abbassò nettamente il tono della voce.
-Non mi piace discutere di queste dicerie…- sibilò -...ne girano molte intorno a Lord Saji, ma la maggior parte riguardano la sua scena politica. Il partito di Saji non è unito come sembra. Ci sono rivalità, conflitti di interesse, competizione… be’, non nego che ci siano anche nel mio. Comunque, ogni tanto capita che qualcuno venga espulso dal partito e, sarà una coincidenza, ma tutti hanno accusato Saji di averli in un modo o nell’altro ingannati per toglierli di mezzo. Sembra quasi assurdo che la maggior parte di questi erano tesorieri del partito. Sono solo dicerie infondate e Lord Saji non se ne interessa, ma… lo sa bene anche lei, la gente da credito a queste voci, soprattutto se non vengono smentite.-
Anche lui mi aveva chiarito l’abilità con cui Saji incastrava le persone.
Rinvin mi aveva dato proprio l’impressione di essere un gran conoscitore di pettegolezzi.
-Immagino che lei ne sappia altre di voci.- insidiai. –Ma non indagherò ulteriormente. Non vorrei mai compromettere la sua neutralità.-
-La ringrazio.- rispose convinto di avermi fregato.
Fino a quel momento però non aveva ancora lanciato nessuna provocazione su di me. Nessun accenno a Snoke, nessun “dolcetto” e nemmeno un vassoio con le mutandine beje.
-Se vuole, per concludere il nostro ricevimento, avrei organizzato un bacchetto in suo onore.- mi invitò caldamente.
Ah, perfetto!
Mi avrebbe lanciato frecciatine durante la cena. Avevo già l’immagine della sala del trono di Snoke con tavoli pieni di alcolici parata davanti agli occhi, tanto che ci rimasi quasi male quando invece scoprii che il banchetto era in una sala del tutto… sobria. Tutti i membri del suo partito, alcuni rappresentanti degli altri due, alcune figure importanti di Jakku, cibo in abbondanza, spumante Corelliano, orchestrina di sottofondo,… insomma era un normalissimo banchetto!
Anzi, almeno nei ricevimenti “normali” qualche spezia illegale girava… nemmeno quelle. Una vera tristezza.
Per fortuna Rinvin cambiò drasticamente durante la cena, come se avesse tolto la maschera da finto moralista, dimenticando tutti i discorsi sulla politica e la candidatura a senatore: era più socievole, addirittura simpatico e dovevo ammettere che non era poi così male come lo avevo immaginato.
-…e quel vecchio teedo credeva di riuscire a rivendermi i mie stessi propulsori! Non aveva nemmeno cancellato il numero di matricola!- soffocò in una risata tra un boccone e l’altro.
Il resto del tavolo più vicino a noi seguì a ridere.
Sì, dovevo ammettere che era un tipo divertente. I racconti delle sue buffe avventure erano decisamente migliori dei programmi post candidatura.
-Oh, sì. Certo, molto divertente.- tagliò una voce femminile decisamente seccata –E perché non racconti il seguito, in cui IO ho dovuto rintracciare quel teedo che era sparito con i tuoi propulsori?-
Una donna molto alta, il cui arrivo era stato decisamente improvviso, si stava dirigendo verso Rinvin taccheggiando sonoramente.
Il volto del candidato senatore parve paralizzarsi.
-Ma certo! Avrei raccontato anche quello!- ruffianò alzandosi dalla sedia e accogliendola a braccia aperte pronto per abbracciarla.
Lei scosse la testa beffardamente, superò il candidato e si accomodò sul posto appena lasciato libero da Rinvin, il quale rimase in vana attesa a braccia aperte.
-Dubiti forse che non avrei parlato di te al nostro Leader Supremo?- le chiese accomodando la sua sedia al tavolo.
C’era un qualcosa di tenero nel suo modo di comportarsi con lei.
-Certo che no.- mormorò ironicante.
Poi si voltò verso di me.
-Mi perdoni il ritardo, ma purtroppo ho dovuto finire alcune faccende urgenti per domani che qualcuno ha lasciato in sospeso.-
Rimasi sorpreso che lo sguardo che lanciò a Rinvin non lo uccise sul colpo.
-Non si preoccupi.- le sorrisi.
Da come la guardava era palese che Rinvin fosse innamorato pazzo di lei. Iniziai a chiedermi da quanto tempo fosse in quella situazione di evidente friendzone.
-Comunque, non mi sono ancora presentata. Io sono…-
-Lascia che ti presenti io.- la interruppe zuccherosamente Rinvin, appoggiandole dolcemente le mani sulle spalle.
-Lei è miss Sabine Lo’gi, la donna che mi ha salvato innumerevoli volte e che senza la quale non sarei qui, nonché la persona più importante che per me possa esistere.-
Sabine ridacchiò.
-Sono solo la vice presidente del partito.- si affrettò a chiarire.
Se lo avesse pugnalato, avrebbe di sicuro sentito meno male.
Davvero, non volevo essere nei panni di Rinvin in quel momento.
-Smettila di parlare così. Penseranno tutti che siamo una coppia!- gli rimproverò ironicamente.
-Finché ti comporti così tutti penseranno che siamo una coppia indipendentemente da quello che dico.- cercò di ribaltare la situazione lui.
-Ah, sì?!- chiese Sabine ancora più divertita.
Non so perché, ma iniziai a sentirmi decisamente incomodo.
Presi il bicchiere e lo riempii di spumante Corelliano giusto per avere qualcosa da fare e uscire in qualche modo da quella discussione che si stava facendo decisamente imbarazzante.
Povero Rinvin. Anche senza l’uso della Forza sentivo che soffriva abbastanza per quella situazione.
-Prova a chiederglielo, allora!- andava avanti intanto la discussione.
-Leader Supremo, non avrà pensato che io e Rinvin siamo una coppia, vero?-
Quasi mi soffocai nello spumante. Perché coinvolgevano anche me?!
Provai tantissima pietà per Rinvin.
Non so cosa mi saltò in mente; decisi di aiutarlo.
-Mi sento un po’ in imbarazzo, ma… sì, di primo impatto pensavo foste una coppia già… consolidata… da tempo.- provai ad essere il più convincente possibile.
Miss Sabine rimase con uno sguardo misto tra il divertito lo scoccato.
-Ah, sì?! Addirittura da tempo?- cercò conferma incredula.
Ok, avevo decisamente esagerato.
-Assolutamente no! Non riusciamo ad andare d’accordo sul programma di partito, figuriamoci su cose come…non saprei, il colore delle pareti di casa!-
-Che tu faresti sicuramente di quella tonalità rosa pastello che piace solo a te.- commentò Rinvin, facendomi tornare la voglia di affogarmi nello spumante.
-E tu invece le terresti bianche e monotone!-
-Visto, non stiamo neanche insieme e stiamo già litigando!-
Scoppiarono a ridere.
Ok, ok, ok, avrei tenuto a mente la lezione: mai intromettersi nelle friendzone di altri.
-Dai, basta, cambiamo argomento…- annunciò Sabine con mia immensa gioia –Leader Supremo, invece lei non ha novità sentimentali?-
Ma… non doveva cambiare argomento?!
Non ero pronto ad una domanda simile e non sapevo cosa inventarmi. Nemmeno raccontando la verità sarei stato credibile.
“Che dire? Ci ho provato con quella che dovrebbe essere la mia nemica per quasi un anno, poi mi sono reso conto che è completamente pazza e vorrei escluderla completamente dalla mia vita, ma ahimè la Forza stessa pare abbia deciso che dobbiamo stare insieme.”
Sarei sembrato matto!
-Ehm…domanda di riserva?- rimandai tra le risatine generali.
Che imbarazzo.
Svuotai il bicchiere e ne riempii un altro.
Che situazione disagiante! Con tutti gli argomenti possibili, perché aveva tirato in ballo proprio quello?!
L’unico sul quale ero in una situazione più che anormale e decisamente inspiegabile?
-Ma Leader Supremo, ci sono giunte voci interessanti a riguardo…- ridacchiò Rinvin.
Mi fosse venuto un colpo.
Non si stava per caso riferendo a…
-Oh, sì! I nostri amici della redazione di ‘Supernova’ ci hanno raccontato delle novità…- lasciò in sospeso Sabine.
-…sì, riguardo una certa Jedi…- proseguì Rinvin.
Non potevo crederci.
Tutto quel discorso, la discussione sulla coppia… era tutta una messa in scena per portarmi a parlare di Rey.
Che Rinvin sapesse davvero la verità dietro la foto pubblicata da ‘Supernova’? Che sapesse che era vera?
No, non poteva in alcun modo sapere come stavano le cose tra me e Rey. Ero sempre stato molto prudente e attento nel non lasciare tracce dei collegamenti tramite Forza.
Rinvin non poteva sapere nulla.
Mi stava forse facendo credere di saperne qualcosa?
Oppure mi stavo solo facendo dei problemi per niente e l’argomento ‘Rey’ era uscito casualmente?
In ogni caso dovevo inventarmi una risposta credibile.
Ridacchiai serenamente mentre mi riempivo per la avevopersoilconto-esima volta il bicchiere di spumante Corelliano.
-Appena ho visto quella foto sono andato nel mio ufficio per vedere se fosse ancora là e ammetto che ci sono rimasto male quando non l’ho trovata.- cercai di ridere maggiormente per far sembrare tutto più ironico. -Insomma, avremmo potuto dare una conclusione… interessante alla nostra rivalità.-
Rinvin e Sabine scoppiarono a ridere.
Sapevo che una risposta ironica non sarebbe bastata al candidato senatore, sempre a caccia di voci di corridoio come quella. Lui stesso mi aveva lasciato intendere che le varie dicerie non smentite erano molto facili da rendersi credibili, per cui mi conveniva studiare una risposta più seria che distaccasse totalmente me da Rey.
-Caspita, allora è stato proprio un vero peccato non trovarla!- commentò tra le risate Rinvin.
-Già.- risposi con tono meno ironico –Ad ogni modo, per quanto possa essere fisicamente affascinante, lei stessa si è dichiarata nemica del Prim’Ordine, e come tale va trattata.-
Serio, senza un briciolo di emozione che trasparisse.
Stavo mentendo in una maniera eccezionale!
-Sono pienamente d’accordo.- ci cascò in pieno Rinvin.
-Io cerco sempre di essere il più possibile diplomatico con tutti, ma se qualcuno non accetta di collaborare e si dichiara mio nemico, non vedo altro modo più corretto di comportarmi se non di accontentarlo.- mi assecondò.
Così si concluse l’argomento ‘Rey’ e immediatamente si passò a parlare di altro.
Probabilmente i miei sospetti erano solo un’impressione e in realtà Rinvin voleva solo avere delle conferme riguardo uno di quei gossip che tanto gli interessavano.
La cena si concluse tranquillamente, senza nessun’altro riferimento a Rey o a quelle che Defa mi aveva definito come ‘cose che solo io pensavo di sapere’.
“Meglio così.” Pensai tra me e me, un po’ dispiaciuto per non aver trovato almeno la tavolata piena di alcolici.
-Le devo ricordare il programma di domani?- mi chiese L4 mentre ci dirigevamo verso il piccolo trasporto che ci avrebbe riportato all’hangar.
-No, grazie. Quando arriviamo vorrei…-
Mi voltai avvertendo Rinvin avvicinarsi.
-Spero abbia gradito la cena Leader Supremo!- si assicurò.
Mi raggiunse con l’aria di chi non voleva solo ricevere un’opinione culinaria positiva.
-Potrei scambiare un paio di parole in privato?- mi sibilò.
-Certamente.-
Feci segno ad L4 di avviarsi verso la nave.
Rinvin si guardò in torno e abbassò la voce.
-Io e altri membri del partito vorremmo invitarla ad un piccolo post cena… una cosa privata, solo noi e pochi altri, giusto per concludere un po’ allegramente questo ricevimento decisamente troppo formale.-
Mi era parso strano che Rinvin volesse terminare tutto con la cena senza nemmeno aver tentato di corrompermi.
-Sa, non vorremmo che lei se ne andasse con un ricordo noioso.- mi persuase.
Pareva tenerci tanto che andassi.
Era palese che durante quel post cena avrebbe trovato il modo di comprarsi il voto, quasi sicuramente nel modo in cui aveva raccontato Defa.
Mi conveniva rifiutare.
Il ricevimento ufficialmente si era già concluso, potevo tranquillamente tornare sull’ammiraglia, non avrei nemmeno dovuto inventarmi scuse per non accettare e avrei evitato qualsiasi rischio. Avvertivo che la Forza mi stava quasi trascinando verso l’uscita, come a segnalarmi un grosso pericolo se avessi partecipato all’invito.
La curiosità fu più forte.
Volevo capire cosa Rinvin sapesse veramente su di me.
E su Rey.
-È un post cena con… cose… illegali?-sperai almeno nelle deathstick.
La mia domanda parve confonderlo.
-Ehm,… non ci sarà nulla che nelle mie residenze sia proibito!- tentò.
Ero perfettamente consapevole della cazzata che stavo per fare.
-Allora accetto l’invito.- confermai.
Rinvin aveva l’umore alle stelle.
-Magnifico! Faccio preparare il mio galeone a vela privato!-
Galeone a vela privato?
Prevedeva degli spostamenti?
-Ah, non si terrà qui?- gli chiesi sorpreso.
-No, sarà in un’altra delle mie residenze. Una molto particolare adatta a questo tipo di occasioni.-
Fantastico.
Praticamente mi stavo infilando nella tana di un lupo.
-Le chiederei di non farne parola alla signorina Lo’gi… è abbastanza contraria alle festicciole…divertenti… capisce cosa intendo?- si assicurò prima di allontanarsi verso altri ospiti.
Appena se ne andò, corsi verso L4 che mi stava aspettando sulla nave.
-L4 registra il mio ingresso sull’ammiraglia appena arrivi e assicurati che ovunque sia segnato che io sono tornato con voi dopo la cena e che sono rimasto per tutto il tempo nei miei alloggi.-
Mi ero reso conto di aver preso una decisione davvero stupida. Il Leader Supremo, emblema della legge, stava per andare quasi sicuramente nel bunker segreto di un malavitoso che voleva corromperlo, a fare cose illegali.
Ero davvero così idiota?
Almeno volevo assicurarmi che ufficialmente sarei risultato essere da tutt’altra parte.
-Um,… va bene.- obbedì L4 un po’ perplesso –Devo rendere la sua presenza credibile, rispondendo ai messaggi ricevuti usando il suo codice personale?-
Adoravo quel droide.
-Sì, perfetto. A dopo.-
Lo salutai senza nemmeno sapere quando sarebbe stato quel ‘dopo’.
“Andiamo,… Rinvin potrà essere molto persuasivo, ma non ha la Forza dalla sua parte…” cercai di tranquillizzarmi.
Mi convinsi che sarebbe stata una serata divertente e che avrebbe sicuramente sollevato il morale dalla noiosissima cena.
Inoltre Rinvin non poteva in alcun modo corrompermi usando le informazioni su cui sarei stato più ricattabile, ovvero Rey e il fatto che avevo ucciso Snoke. Non poteva saperle.
“No, non può…” ripensai in continuazione.

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Capitolo 7
*** Il 'Rifugio' ***


Il galeone di Rinvin era una via di mezzo tra il sogno e l’incubo.

Finalmente superalcolici da ogni pianeta, deathstick, spezie varie e tante ragazze… be’, sì, quel tipo di ragazze. Non che ne fossi interessato, insomma, stavo cercando di uscire da una crisi sentimentale e quello non mi pareva di certo il migliore dei modi per uscirne… ok, confesso. Inizialmente non mi era per niente spiaciuta l’idea, però… c’era un fattore che mi fermò da qualsiasi tipo di approccio.

La maggior parte delle ragazze teneva i capelli annodati in tre codini, esattamente come Rey. Come se non bastasse, alcune erano vestite quasi uguali a lei, solo in modo più succinto.

Ebbi per un istante l’impressione che quello fosse uno degli stratagemmi di Rinvin, ma pensai che probabilmente era una moda tipica di Jakku. Almeno sperai.

Più passavano i minuti e più mi pentivo di aver accettato quell’invito. L’unica consolazione era che se la Forza mi avesse messo in contatto con Rey in quel momento, nessuno l’avrebbe distinta tra le tante ragazze che le somigliavano (ripensandoci però non ero convinto che Rey avrebbe avuto una bella reazione vedendomi in quella situazione).

Una di loro mi passò molto vicino mentre mi stavo isolando con una bottiglia di non so bene cosa. Fossi stato di poco più ubriaco avrei giurato fosse Rey!

Era incredibilmente identica, ma con dei lineamenti più giovani, più delicati e dolci.

Così minuta, così fragile... come ci era finita in quel giro?

Notai la pelle molto abbronzata, scottata sotto ore di lavoro al sole.

La presi per un polso e notai le mani callose e rovinate dalla sabbia.

Palese lavoratrice del deserto e con molta probabilità una mercante di rottami.

-Rinvin.- lo chiamai.

Il suo squallido volto si staccò da… be’, lasciamo perdere cosa stava facendo, comunque… mi fissò con l’aria estasiata di chi pare trovarsi in paradiso.

Gli mostrai il palmo della mano della ragazza, che fino a quel momento non aveva proferito parola e nemmeno aveva reagito in alcun modo.

-Loro sono lavoratrici del deserto…- lasciai in sospeso, in attesa di spiegazioni.

Si era forse illuso che ormai poteva sfoggiare tutto il suo impero criminale senza che ci fossero conseguenze sulla candidatura? Non aveva immaginato che io potessi avere obiezioni a riguardo?

Si stampò uno dei suoi sorrisi falsi in faccia.

-Leader Supremo, deve sapere che purtroppo le attività del deserto pullulano di criminalità e molte, anzi oserei dire troppe giovani come loro rimangono coinvolte in brutti affari. Io ho deciso di aiutare chi di loro cerca di sfuggire allo sfruttamento. Queste ragazze erano semplici mercanti di rottami, obbligate a faticare per conto di altri; io ho dato loro la possibilità di rifarsi una vita. Ovviamente preferisco non farne parola… tutto ciò che riguarda le attività del deserto viene giudicato molto malamente, anche se si tratta di atti di benevolenza come questo.-

Ero allibito.

Avevo colto Rinvin nel pieno dei suoi crimini e lui cercava di vendermeli come atti di benevolenza.

Mi faceva davvero schifo.

Avrei voluto distruggere lui e il suo nauseante crimine da cima a fondo, senza pietà. Era però un desiderio tanto forte quanto pericoloso: ero il Leader Supremo, emblema della legge, non potevo permettermi il lusso di fare giustizia da solo.

Qualcosa si mosse nel palmo della mia mano. Stavo ancora stringendo il polso della ragazza che tanto somigliava a Rey. Era rimasta inerme per tutto il tempo, fissandomi con occhi vuoti, senza espressione. La lasciai andare, mentre mi chiedevo quante droghe avesse assunto per essere così impassibile, o più probabilmente quante fosse stata costretta ad assumerne.

L’idea che Rey fosse dovuta sopravvivere in un posto simile mi mise i brividi. Se non fosse stato per la Forza, o forse per la sola fortuna, sarebbe benissimo potuta essere al posto di quella ragazzina.

Dovetti rimanere in fissa sul suo braccio per parecchio tempo, impegnato ad osservare i segni lasciati da più aghi e un po’ sentendomi in colpa per un rossore livido che iniziava a comparirle sul polso dove l’avevo stretta.

-Leader Supremo!- mi urlò Rinvin circondato dai suoi fedeli decisamente brilli –Ci segua dentro al rifugio!-

L’allegria che trapelava dalla sua voce mi raggelava il sangue.

La Forza non faceva altro che urlarmi di tornare indietro, di scappare e lasciar perdere. Ma ormai ero lì.

Mi imposi un’espressione divertita e poco sobria e mi lasciai trascinare dentro quello che chiamavano ‘Rifugio’. Era un bunker decisamente piccolo in mezzo al nulla del deserto di Jakku. Non sapevo nemmeno dove mi trovavo.

-Ren, le assicuro che sarà una serata eccezionale!- mi spinse Rinvin verso l’entrata angusta.

-Non ne dubit…-

Rimasi senza parole appena varcai l’ingresso.

Il corridoio rosso, il pavimento nero, il profumo dolce di cibo e bevande raffinate, l’inconfondibile classe che aveva sempre caratterizzato le feste e i ricevimenti esclusivi di Snoke, quelli dove pochi raccomandati partecipavano e di cui pochi ne sapevano l’esistenza. La stanza non rappresentava la sala del trono del vecchio leader supremo, ma lo stile era decisamente quello che decorava ovunque andasse. Al centro della stanza c’era un enorme tavolo pieno di distillati di Naboo.

-Ho saputo che lei ha una vera passione per gli alcolici e ho quindi pensato che gradirebbe avere un anticipo di quello che le spetterà tra qualche giorno su Naboo durante la sua vacanza segreta.- mi invitò Rinvin verso il tavolo.

Defa aveva avuto ragione su tutto.

Rinvin per davvero sapeva cose che non era possibile che sapesse.

-Lasci che le offra una vera delizia che sono sicuro apprezzerà.- mi sorrise mostrando tutti i denti.

Un droide avanzò con un piccolo vassoio con sopra un tovagliolo. Lo sfilò elegantemente mettendo in mostra delle pillole rosso porpora e dei bicchierini contenenti un liquido blu.

-Direttamente da Vanark.- mi spiegò.

Riconobbi subito il ‘Dolcetto’, la droga che avevo provato tempo prima in compagnia dei miei soli Rens.

Inscenai una risata un po’ soffocata.

-I miei complimenti Rinvin.- ammisi, mentre lasciavo cadere la pillola nel liquido blu –È riuscito ad informarsi molto bene su di me.-

Sorrise divertito, mentre anche lui prendeva il suo ‘dolcetto’.

-Ho solo molti amici su Vanark. Niente di più.-

Iniziai per davvero a temere che lui potesse sapere qualcosa su Rey o Snoke.

-Stia tranquillo e si goda il suo ‘dolcetto’.- mi diede una pacca sulla schiena, esortandomi a bere la droga.

Ero già abbastanza imbevuto di alcol e deathstick, non ero così stupido da prendere un’altra droga pesante in pieno territorio nemico. Feci finta sorseggiarne e appena Rinvin mi voltò le spalle la rovesciai dietro un divanetto.

-Ne approfitti per rilassarsi!- mi consigliò mentre si accomodava tra due ragazze molto piacenti. –Il lavoro da leader deve essere davvero pesante! Le leggi, il senato, la resistenza ancora in giro… deve essere davvero estenuante stare dietro a quella Jedi!-

Un brivido mi percorse l’intera schiena.

No, non poteva essere vero! Non poteva sapere dei collegamenti tra me e Rey!

Di fatto non aveva ancora detto nulla di esplicito, quindi forse stava solo fingendo di saperne più di quanto in realtà conoscesse.

Mi accomodai sul divanetto di fronte e mi sforzai di non lasciar trapelare qualunque tipo di emozione.

-La Jedi non è nulla senza la resistenza che la sostiene. Ha dato problemi solo quando ha ucciso Snoke. Per ora non è lei il maggior problema.-

Studiai ogni singola reazione sul volto di Rinvin.

Parve abbastanza impassibile alla risposta.

-Sicuramente, ma immagino che da parte sua ci sia un desiderio di vendetta…-

Sentivo che stava pilotando la conversazione affinché io dicessi qualcosa su Rey, ma non capivo a cosa puntava.

-L’unica cosa che desidero a riguardo è che lei venga consegnata alla giustizia e che venga condannata per quanto ha fatto.- mentii.

Rinvin pareva voler andare più a fondo.

Mi fissò dritto negli occhi.

-Questo è quello che dovrebbe fare in quanto massima autorità della galassia, ma se potesse farsi giustizia da solo? Se dovesse ritrovarsela di fronte la consegnerebbe per davvero alle autorità? La farebbe semplicemente condannare tramite un banale processo? Un processo che tra l’altro metterebbe in risalto parecchie controversie su come la jedi abbia ucciso Snoke…-

Mi sarei dovuto sentire terrorizzato e sbigottito all’idea che Rinvin conoscesse che io avevo ucciso Snoke e salvato Rey. Ma se sapeva la verità, perché continuava a girarci intorno?

Perché voleva che la dicessi io?

Iniziai a sospettare che quella era solo una messa in scena per cavarmi qualche preziosa informazione da ritorcermi contro.

Non lasciai che le sue parole facessero crescere i miei dubbi.

Lo fissai di ricambio dritto nelle pupille e risposi con netta decisione.

-Onestamente? La farei soffrire finché non mi supplicherebbe di ucciderla.-

Se avesse saputo la verità, mi avrebbe contraddetto immediatamente.

Mi fissò ancora per un istante, poi sfoggiò un mezzo sorriso.

-Farei la stessa cosa anch’io.- tornò a rilassarsi tra le due ragazze. -Mi conforta sapere che anche il Leader Supremo condivide le mie stesse idee sulla giustizia.-

Trassi un enorme sospiro di sollievo.

Rinvin non sapeva assolutamente niente di niente. Solo sperava di trovare qualche argomento buono per il ricatto, facendomi credere di sapere già tutto su di me.

Notai che diede un paio di indicazioni a dei droidi camerieri e poi tornò a parlare di quanto secondo lui il sistema giudiziario della galassia facesse pena.

Finalmente riuscii a rilassarmi.

Mi venne quasi da ridere; farla soffrire a morte? Io? Mi sentivo un vero schifo solo per averla fatta piangere un paio di volte!

Meglio però che lui credesse che tra me e lei ci fosse dell’odio reciproco. Mi immaginai divertito una probabile discussione tra Rinvin e il suo amico redattore di ‘Supernova’ riguardo i rapporti tra me e Rey: sarebbe stato davvero buffo veder…

Sottile e devastante.

D’improvviso la Forza si era imposta in quel piccolo scorcio di tranquillità.

Quello che parve un grido disperato mi lacerò i timpani. Era una terribile richiesta di aiuto, come se qualcuno nella stanza accanto stesse tentando invano di salvarsi.

Poi tutto tacque. Sentivo che l’energia vitale che lo aveva sostenuto fino a quel momento si era spenta per sempre.

-Leader Supremo?- mi riportò alla realtà Rinvin.

Lo sguardo preoccupato che nascondeva il terrore.

Mi ero alzato di scatto dal divanetto senza accorgermene. Ignorai il candidato e mi diressi a grandi passi dove la Forza mi indicava, oltre una porta che dava sulla stanza a fianco.

La spalancai oltrepassando i droidi che mi invitavano a non andare avanti. All’interno diversi servitori stavano lavorando velocemente a qualcosa sul pavimento. Si scansarono appena mi videro, lasciando intravedere la sagoma che cercavano di nascondere.

Rimasi di ghiaccio.

La ragazzina che tanto somigliava a Rey giaceva sul pavimento circondata da diverse siringhe.

Mi chinai sperando invano che fosse ancora salvabile.

-Oh,… Leader Supremo… lei è…è…- balbettò Rinvin che mi aveva seguito.

Il tremore della preoccupazione nella sua voce.

-Morta per overdose.- conclusi io per lui.

Cercai inutilmente un flebile respiro caldo della ragazza.

-Ma… era solo una ragazzina, una mercante di rottami, non…-

Smisi di ascoltare le parole di giustificazione di Rinvin e mi alzai senza lasciare lo sguardo dalla piccola Rey.

Avrebbe potuto esserci lei al suo posto.

E d’improvviso le ombre nere che si allungavano sull’esile corpo, furono abbagliate da un fiammeggiante rosso vivo.

 

Li avevo uccisi tutti.

Nessuno era riuscito a fuggire.

Non avevo nemmeno risparmiato Rinvin.

Distrussi tutte le telecamere di sicurezza e qualsiasi cosa potesse ricondurre a me.

Infine seppellii la ragazzina. Non sapevo quanto potesse considerarsi degna come sepoltura, in mezzo alla sabbia del deserto che l’aveva tenuta prigioniera.

Poi guidato dalla Forza ritornai alla nave ammiraglia.

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Capitolo 8
*** Miss Saji ha gli occhi color quarta abbondante ***


Il giorno successivo mi svegliai in condizioni pietose, sdraiato sul pavimento della mia cabina, con un mal di testa allucinante e non feci altro che vomitare per tutta la mattina. Fui  davvero grato che la riunione con Saji fosse nel pomeriggio. L4 trovò un rimedio immediato, giusto per rendermi presentabile per il ricevimento con il candidato.
Fu un miracolo che non mi addormentai mentre parlava; non feci nemmeno un tentativo per ascoltarlo.
Appena Saji finì di spiegarmi i suoi progetti (di cui, giuro, non ricordo assolutamente nulla), Sabine, la vice presidente del partito periferico, ci comunicò di persona che un gruppo di predoni del deserto aveva massacrato Rinvin e il suo seguito.
Un gruppo di predoni?
Sì, ne erano più che sicuri. Dalle tracce che erano state rinvenute, era stato concluso che il responsabile doveva essere un gruppo numeroso ma non eccessivamente armato, quindi dei predoni del deserto. Non mi preoccupai minimamente di sollevare obiezioni, e lasciai che credessero a qualsiasi cosa che non fosse un sith incazzato fatto di acido.
-Il partito non ha un altro candidato immediato da presentare come sostituto. Abbiamo deciso di rinunciare all’elezione.- mormorò Sabine tra le lacrime.
Nel vederla in quello stato mi sentii un po’ in colpa. Non immaginavo che qualcuno potesse rattristarsi per quel bastardo di Rinvin.
-Va bene. Comprendo la decisione.- le risposi.
Lord Saji accompagnò dolcemente la segretaria alla porta di ingresso.
-Ancora, condoglianze. Mi dispiace davvero tanto.- la consolò.
Avrei voluto consolarla pure io, ma al solo pensiero mi sentivo un vero mostro.
Prima di andare Sabine si girò verso di me.
-Le abbiamo mentito Leader Supremo.- mormorò in preda al senso di colpa –Ieri sera alla cena. La discussione tra me e Rinvin… era una messa in scena. Mi ha chiesto se potevo aiutarlo a recitare… per spingerla a parlare della Jedi della resistenza… mi dispiace…-
Le posi una mano sulla spalla cercando di tranquillizzarla.
-Lo avevo già intuito signorina Lo’gi.-
Non le fui molto di sostegno; se ne andò ancora più in lacrime di prima.
-Bah.- commentò Saji rientrando nel suo ufficio, che, a differenza di quello di Rinvin, era un vero ufficio.
-Il partito periferico a mio parere poteva presentare candidati nettamente superiori a Rinvin.-
Versò del raffinato vino di Kanto Bait in un elegante calice.
-Gradisce?-
-Oh… no, la ringrazio.-
“Sono in post sbornia.” continuai per me.
-Il conte Darres, per esempio, sarebbe stato ideale per una carica a senatore.- continuò come se mi fossi interessato alla sua opinione –Anche la principessa Katia ne sarebbe meritevole. Perfino Sabine l’avrei trovata migliore di Rinvin.-
Mi degnò di uno sguardo mentre io sprofondavo su una delle poltrone. Cercai di fingere un’espressione interessata, ma in quel momento ero completamente incapace di assumere una faccia seria. Probabilmente somigliavo più ad un gungan ubriaco che ad un imponente Leader Supremo.
-Sì, so che per educazione non si dovrebbe parlar male dei morti, ma questa è la semplice verità.- si difese, forse sentendosi giudicato dal mio sguardo da pesce lesso.
Di sicuro Saji aveva un aspetto ben più nobile di Rinvin: ricevimento nella sua immensa ed elegante villa, perfettamente decorata per l’occasione e pure lui era perfetto nei suoi abiti nobili e accurati. Era il tipo di persona che a fine serata mi avrebbe invitato più probabilmente ad una degustazione di raffinati vini delle sue cantine, piuttosto che ad un festino a base di droghe.
-Invece cosa ne pensa del candidato mediatore?- chiesi giusto per routine.
Cercai di non farmi notare mentre sbadigliavo.
-Il giovane Defa? Non l’avevo mai sentito nominare prima di questa elezione.- rispose annusando delicatamente il vino. –Penso sia un po’ un azzardo per i mediatori. Però sto giudicando solo in base alla sua età, non lo conosco molto bene. Proprio per questo ho invitato lui e altri del suo partito all’aperitivo di questa sera.-
Lord Saji almeno era diretto e non faceva il finto diplomatico cercando di uccidermi con immensi monologhi.
Appena uscii dall’ufficio L4 mi corse incontro e mi rifilò di nascosto un’altra pasticca di rimedio post sbornia.
-Il suo aspetto non è per niente migliorato!- rimproverò.
-Almeno ho smesso di vomitare.- gli feci notare ingurgitando la medicina.
-Vuole passare dalla nave ammiraglia almeno per togliersi le sembianze di uno Hutt prima di recarsi al luogo dell’aperitivo ovvero il casinò?-
Post sbornia e casinò. Che pessima combinazione.
-Andrà bene così.- decretai che ero troppo pigro in quel momento per tornare alla nave ammiraglia.
Il casinò di Lord Saji era talmente elegante che non sembrava nemmeno di trovarsi su Jakku. Non era uno dei migliori che avessi visto, ma si distaccava totalmente dallo stile semplice e spoglio di quel pianeta. L’immenso deserto riusciva a sembrare addirittura affascinante se guardato dall’enorme terrazza su cui era stato allestito l’aperitivo. Per mia fortuna scoprii che era self service così non fui costretto a mangiare cibi che avrei rigurgitato un secondo dopo.
-Jakku è un pianeta ricco di risorse mal gestite. Basterebbe davvero poco per portare questo misero posto ad uno splendore unico.- spiegava Saji.
In qualsiasi cosa facesse non abbandonava mai il tono critico e il portamento elegante. Quasi lo ammiravo per come ci riuscisse.
-Per farvi un esempio, questo casinò per l’intera Jakku pare un ricco castello, eppure non è nemmeno uno dei più conosciuti e rinomati della galassia. Sembra favoloso solo perché è l’unica costruzione che risalta tra il nulla di questo pianeta.-
Non mi sforzai nemmeno di rispondere; gli regalai qualche sorriso tirato e ringraziai che ci fosse L4 che fingeva di essere interessato al posto mio.
-Mi permette di invitarla ad una partita al tavolo di Sabbac? Immagino già conosca il gioco, ma per noi è una nuova attrazione.- mi propose Saji.
Sabbac. Una delle poche cose che mi aveva insegnato Han Solo (oltre a come modificare illegalmente i propulsori degli speeder, come ubriacare di parole le persone e le frasi da non dire per non far arrabbiare la mamma).
-Non sono molto pratico nemmeno io, ma proverò volentieri.- gli mentii.
Mi accomodai al tavolo.
L4 mi si fece vicino mentre il croupier distribuiva le carte.
-Ma lei sa giocare perfettamente a Sabbac…-sbiascicò.
-Lo so.- gli sussurrai.
Non sapevo perché, ma mi divertiva tantissimo far credere che non sapessi giocare per poi spiazzare tutti con vincite incredibili.
Diedi un’occhiata alle carte: erano ottime.
Fantastico!
Puntai per primo.
“Ah, già.”
Mi ricordai in quel momento quanto mi aveva anticipato Defa, ovvero che tutte le giocate sarebbero state pilotate in mio favore. Anche in quello il giovane candidato stava avendo ragione. Appena lo avrei trovato in mezzo a quel mucchio di persone avrei dovuto ringraziarlo.
La partita era palesemente studiata per fare in modo che tutte le carte fossero a mio vantaggio, inoltre non c’era un minimo di gioco. Mi pareva quasi che nessuno si sforzasse di applicare qualche strategia ogni tanto. Non rimasi stupito di vincere tre volte di seguito.
Sbirciai la quarta mano di carte.
Puntavo per primo ancora?
Stava iniziando ad annoiarmi quel gioco.
-Venti.- mi anticipò una voce femminile.
Oh, finalmente qualcuno intenzionato a giocare per davvero!
Alzai lo sguardo giusto per inquadrare chi fosse. Una giovane ragazza, era esattamente di fronte a me dalla parte opposta del tavolo, accomodata come se fosse su un trono, circondata da un aura talmente regale che avrebbe fatto invidia persino a Lord Saji.
Si sporse di poco in avanti allungando i crediti al centro del tavolo, lasciando che alcuni morbidi boccoli biondi le scivolassero dalle spalle fino alla scollatura di un elegante vestito bianco… caspita, erano enormi! Che taglia sarà stata? Una quarta abbondante?
“Idiota.” mi rimproverai da solo.
Mi obbligai ad abbassare lo sguardo verso i crediti sul tavolo dove l’esile e aggraziata mano eccessivamente ingioiellata si stava ritraendo per tornare elegantemente al suo trono.
Non ero sicuro, ma mi era parso che mentre puntava avesse tenuto lo sguardo fisso su di me. Forse avevo visto male: onestamente non avevo nemmeno fatto troppo caso al suo volto… be’, era un po’ difficile guardarla in faccia ignorando la scollatura con le… ehm… le… le COLLANE, sì, le collane nella scollatura molto in mostra.
Sbirciai da sopra le carte.
Occhi color ghiaccio ancora puntati su di me, labbra carnose che si distorsero in un sorriso seducente appena intercettò il mio sguardo.
Forse era solo un momento… no, continuò a fissarmi con aria invitante per il resto della partita.
Non sapevo come comportarmi.
Non che fosse la prima volta che mi capitasse di essere puntato da una ragazza, anzi mi pareva abbastanza strano che ce ne fosse solo una in tutta la serata, ma al solo pensiero di mostrarmi interessato avvertivo un improvviso senso di colpa.
Continuavo a pensare a Rey.
Dare attenzioni ad un’altra mi suonava come un tradimento.
Ero un vero idiota!
Mi ripetevo che dovevo dimenticarla, che era inutile insistere perché lei non era interessata a me, che dovevo continuare la mia solita vita indipendentemente da lei perché non ci eravamo promessi assolutamente niente e che probabilmente le non sarebbe minimamente importato se andavo con un’altra… eppure la speranza che qualcosa tra noi potesse esistere era davvero dura a morire.
Mi sentivo come diviso in due.
Terminai la partita e mi alzai dal tavolo, ancora sotto lo sguardo fisso di quegli occhi di ghiaccio.
Cosa fare?
Nell’indecisione, decisi di berci sopra e mi diressi verso l’open bar. Mi sarei aspettato che L4 mi bloccasse, invece era troppo impegnato a discutere con Saji per notarmi.
-Le propongo del Vin Bleux di Arkanis, dell’ultima favolosa annata.- mi versò quello che più che un barman sembrava un sommelier di classe.
L’avvenente adescatrice intanto si era staccata dal tavolo del Sabbac e si era unita alle chiacchere di un gruppo di altre ragazze, ovviamente sempre tenendomi sott’occhio.
-Mi scusi,…-richiamai sottovoce l’attenzione del barman -…saprebbe dirmi chi è quella giovane bionda con l’abito bianco?-
-Lady Daphne di Jakku. Vanta diversi titoli nobiliari.- rispose.
Il nome non mi suggeriva nulla. Mi avesse detto il cognome almeno… non che sapere il cognome sia indispensabile per farsela…
-Leader Supremo!- mi staccò dai miei pensieri il giovane Defa.
-Candidato Defa!- lo salutai.
Si avvicinò allegramente, anche lui con in mano un bicchiere di Vin Bleux.
-Come prosegue la sua visita su Jakku?- si interessò.
Mi ero ubriacato da far schifo, avevo assunto droghe varie, fatto una strage in un bunker in mezzo al deserto…
-Bene.- sintetizzai -Ci tenevo a dirle che ho potuto constatare di persona che quanto mi ha predetto durante il nostro incontro si è realizzato.-
Portai il Vin Bleux al naso, ma il solo odore mi convinse a non sfidare nuovamente il mio stomaco.
-Davvero? Proprio tutto?- chiese incredulo il candidato.
-Quasi tutto.-
Saji non aveva ancora cercato di incastrarmi in uno dei suoi trucchetti. Forse non aveva nemmeno intenzione di provarci; mi pareva troppo sveglio per cercare di ingannarmi.
Defa fissò con aria titubante il bicchiere.
-Non la convince?- domandai.
-È che ho già bevuto dello spumante per il brindisi. Non vorrei dare una cattiva impressione di me bevendo altri alcolici.-
“Giovane ed innocente.” pensai mentre nella mente mi passavano ricordi non troppo connessi delle bevute sul tetto del senato a Coruscant.
Incrociai lo sguardo di Lady Daphne, la quale mi sorrise sensualmente e mosse la mano in quello che sembrava un grazioso saluto. Sorrisi e salutai di ricambio.
“Andiamo Kylo, devi dimenticarti di Rey! Lasciala perdere e…”
-Non sono affari miei, ma… mi sbaglio o ha fatto colpo su miss Saji?- chiese Defa.
Miss… Saji?
Mi voltai verso di lui, sperando di non aver capito.
-Come si chiama quella ragazza?- domandai.
-Daphne. Lady Daphne Saji. La figlia di Lord Saji.- mi chiarì.
La figlia di Saji?!
-Ma intende quella bionda?- cercai di essere sicuro.
-Sì, quella bionda con il vestito bianco e gli occhi…-
Parve scrutare Lady Daphne.
 -… quarta abbondante.- concluse.
Che mi venisse un colpo!
Stavo per portarmi a letto la figlia di un candidato senatore che non dovevo assolutamente eleggere! Ecco, in cosa stava cercando di incastrarmi Saji! Quella sarebbe stata davvero una situazione impossibile da uscirne.
Se non fosse stato per Defa ci sarei cascato in pieno. Così si spiegava perché il barman me l’avesse presentata con solo il nome.
Un droide cameriere intanto si era avvicinato al giovane candidato.
-Delle foto con me? Davvero?!- gli stava rispondendo –Oh, ehm… arrivo subito.-
Si voltò entusiasta verso di me.
-Mi perdoni Leader Supremo, ma Lord Saji mi ha invitato a fare delle foto con lui per un giornale.-
Corse fuori lasciando sul bancone il Vin Bleux.
Oh, no. Ero completamente da solo e troppo facile da adescare. Dovevo trovare un posto dove nascondermi.
Troppo tardi.
Lady Daphne si era avvicinata ancheggiando al bancone, sempre sfoggiando quell’intramontabile sorriso.
-Sta gradendo la serata, Leader Supremo?- avanzò accomodandosi proprio di fianco a me.
-Quinta.- constatai da vicino –Cioè volevo dire… sì, è già la quinta volta che penso che sia una serata molto gradevole!-
Mi imposi di fissarla negli occhi color ghiaccio.
Sorrise allegramente mentre sorseggiava un po’ troppo sensualmente dal suo bicchiere.
-Complimenti per la partita a Sabbac. Sa giocare molto bene.- disse lusingata.
-Anche lei se la cava.-
Dovevo trovare un modo gentile per cacciarla via.
-Grazie. Ma per me è un gioco nuovo; devo ancora imparare tutte le strategie.- continuò con tono mieloso.
-Io… invece…. lo conosco da molto.- presi tempo mentre studiavo una soluzione.
Avvicinò pericolosamente il volto al mio.
-Allora a fine serata potrebbe mostrarmi qualche... tattica?- mi sibilò nell’orecchio palesemente alludendo ad altro.
Accidenti, com’era diretta! Mi avesse mai detto una cosa simile Rey…
La fissai fingendo l’espressione più sognante che potessi avere.
-Miss Saji, mi spiace dover rifiutare, ma come lei ben sa sono in piena trattativa con suo padre e vorrei evitare qualsiasi azione che possa anche solo lontanamente interferire con la campagna elettorale.- sussurrai cortesemente.
Si staccò perplessa da me.
-Mio… padre?- mi chiese confusa.
-Sì, lord Saji.- continuai convinto –Lei non è Lady Daphne Saji la figlia del candidato senatore?-
Distaccò il suo sguardo da me guardandosi intorno imbarazzata.
-Lui, sì…è mio padre…-
Rimase per qualche secondo in un imbarazzante silenzio.
-Mi scusi.- si congedò.
Senza osservare dove andasse, intuii che si stava dirigendo dal padre per comunicargli il piano fallito. Saji però non mi sembrava così poco previdente per non avere preparato un inganno di riserva.
Dato l’esito della sera precedente, non ero per niente interessato a sapere di cosa si trattasse e decisi che era meglio rientrare nell’ammiraglia. Dopo tutto, il ricevimento era durato abbastanza da poter essere concluso ufficialmente e il giorno dopo io e gli altri senatori avremmo avuto del lungo lavoro da svolgere, mi sembrava quindi più che giustificabile andar via in quel momento.
Trovai L4 in piena conversazione con Saji e altri del suo partito.
-Leader Supremo!- mi accolse quel bastardo appena mi vide –Ha gradito le attrazioni del casinò?-
-Certamente.-
Avrei preferito non iniziare una conversazione con lui per non venir trascinato in qualche fregatura. Cercai di concludere in fretta.
-Se non le spiace io…
-Ho notato che prima ha avuto modo di conoscere mia figlia.-
-Ehm… sì. È una ragazza molto estroversa.- mi parve il modo più carino per definirla. –Ad ogni modo…-
-Lo so, ha un carattere molto espansivo. Mi rammarico per non avergliela presentata personalmente. Lasci che le presenti il resto della famiglia.-
No, dannazione!
Sarei stato davvero scortese ad andarmene in quel momento.
Lord Saji si girò verso quelli che fino a quel momento avevo creduto fossero altri membri del partito.
-Le presento mia moglie Lady Gracia e mio figlio Lord Kush.-
-Onorato.- sorrisi e salutai in modo cortese ma sbrigativo.
-Leader Supremo non mi aspettavo però di trovarla da solo.- iniziò Lady Gracia –Ero convinta di vederla in compagnia di una… ‘signorina Ren’.-
Oh no. Non anche loro!
-Mi ero posto la stessa domanda, ma non mi era parso consono porgliela.- si affrettò Lord Saji, come a scusarsi della curiosità, a mio parere molesta, della moglie.
-Ad ogni modo, il dado è stato tratto. Nessuna prospettiva romantica al momento?- continuò Saji praticamente obbligandomi a rispondere.
Perché tutti erano fissati con quell’argomento?!
Promemoria per il futuro: inventare una risposta credibile riguardo la mia situazione sentimentale.
-Veramente io…-
Non avevo idee.
Mi grattai l’orecchio sperando che L4 almeno quella volta si ricordasse del segnale d’emergenza prestabilito.
-Non posso parlane ufficialmente…- intervenne prontamente il droide con il tono di chi stava per rivelare un scoop eccezionale.
Girò la sua testa meccanica verso di me.
-Mi consente di fare anticipazioni?- recitò un supplica.
-Va… bene.- acconsentii perplesso.
Qualunque cosa avesse in mente, la stava rendendo incredibilmente realistica.
-Non vedevo l’ora di questo momento!- si esaltò in maniera quasi del tutto naturale.
Ritornò con lo sguardo sulla famiglia Saji.
-Come stavo dicendo, non posso parlarne in maniera ufficiale, ma… una ‘signorina Ren’ in realtà ci sarebbe!-
Geniale!
Una fidanzata non ufficiale, così nessuno avrebbe avuto modo di verificare se esistesse o meno!
Se non fosse stato un droide lo avrei baciato.
-Oh! Ma che bella sorpresa!- rispose entusiasta Lady Gracia.
-Eh, sì… per il momento preferiamo non ufficializzare la cosa, ma presto ne sentirete parlare…- inventai.
-Comunque, se non vi dispiace, io e i miei collaboratori dovremmo davvero andare ora.- riuscii finalmente a dire.
-Di già?- si rammaricò Saji.
-Domani avremo un lungo lavoro da svolgere e preferirei che il mio team sia giustamente riposato.- lo convinsi.
-Sì,… mi sembra una buona ragione.- accettò Saji. –Ad ogni modo, qui le porte saranno sempre aperte per lei, in caso volesse tornare.-
“Sì, contaci bastardo!”
Mi diressi a grandi passi verso l’uscita e finalmente tornai alla nave ammiraglia.

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Capitolo 9
*** Non sei sola, ancora ***


Registrai il mio ingresso sulla nave ammiraglia e per quella sera non ero davvero intenzionato ad uscirci. Ero riuscito a fuggire dalle grinfie di Miss Saji per puro caso, non avevo assolutamente voglia di rischiare nuovamente.

L4 mi seguì fino ai miei alloggi mentre mi ripeteva gli impegni del giorno successivo.

-Domani alle nove ci sarà il colloquio con i senatori per decidere a chi andrà la nomina tra i candidati Defa e Saji. Il senatore Bruss consiglia di affidare una scorta al giovane Defa, almeno finché non si trasferirà a Coruscant.-

-Fagli sapere che manderò dei assaltatori a sua protezione immediatamente.- risposi. –L4, sei stato geniale prima con l’idea della fidanzata non ufficiale. Come hai fatto ad inventarla così velocemente?-

-Non l’ho inventata.- cigolò secco. –Ieri sera ha ricevuto un messaggio dalla regina di Naboo che augurava a lei e alla signorina Ren una piacevole permanenza nella regione dei laghi.-

La regina Akib sapeva che avevo una ragazza e io no?

Quello era davvero assurdo.

Non avevo mai accennato a nulla che posse farle pensare una cosa simile, e per quanto fosse anziana e un po’ sorda, avevamo parlato di argomenti totalmente diversi e non fraintendibili con quello. Solo quando era appena entrata nel mio ufficio aveva borbottato qualcosa sulla ‘signorina che aveva incrociato nel corridoio’, che era Rey travestita…ah.

Aveva pensato che Rey fosse la mia ragazza.

-No, deve aver scambiato un’amica che usciva dal mio ufficio per altro. Non c’è nessuna ‘signorina Ren’.- spiegai.

-Capisco.- L4 fece per andarsene.

-So che sono solo un droide segretario e non dovrei intromettermi nelle faccende private, ma sarei rimasto molto deluso nel scoprire di non essere stato messo al corrente di una ‘signorina Ren’.- si indispettì, uscendo dagli alloggi.

Era talmente ficcanaso che sarebbe stato impossibile tenerglielo nascosto.

Mi stravaccai su una poltrona, felice di trovarmi al sicuro tra le mura della mia nave ammiraglia. Chiusi gli occhi per qualche istante. Il mal di testa era finalmente passato, avevo anche acquisito un aspetto più decente, ma mi sentivo ancora uno straccio.

L’unica cosa che volevo fare era strisciare fino al letto e dormire.

Mi alzai pigramente dalla poltrona, stropicciandomi gli occhi che non ne volevano sapere di stare aperti, feci qualche passo verso la camera da letto mentre tentavo di sbottonarmi la camicia che… era già sbottonata???

E quando l’avevo aperta? Non me lo ricordavo, eppure non avevo bevuto.

Amnesia da stanchezza? Certo che era strano…

Ero talmente intento a capire perché mi fossi svegliato con i pettorali al vento, che non mi resi conto che davanti alla porta era comparsa una figura… contro la quale andai inevitabilmente a sbattere.

-Attento!- esclamò Rey.

-Scusa!-

La presi istintivamente tra le braccia temendo cadesse... il che fu abbastanza inutile, non avendo dato nemmeno un misero segno di perdere l’equilibrio.

-Ben,… potresti lasciarmi?- mormorò timidamente.

No!

Insomma, finalmente avevo una scusa per abbracciarla! Effettivamente però non aveva molto senso che la tenessi stretta contro il petto in quella maniera decisamente maniacale...

Lasciai mio malgrado che si svincolasse dalla stretta. Zigomi arrossati, lo sguardo decisamente imbarazzato, contornato da un insolito bagliore dorato.

Si era messa del trucco! Era bellissima!

“Di certo non lo ha fatto per te.” realizzai, smorzando l’entusiasmo.

-Scusa, non ti ho sentito arrivare.- mi giustificai.

-Sì,… stavi dormendo…- balbettò.

Dormivo?

Dovevo essermi appisolato sulla poltrona senza accorgermene.

-Però ti sei svegliato subito dopo che sono arrivata.- aggiunse con tono improvvisamente deciso –Devi avere avvertito la connessione.-

Probabile.

-E ti sei svegliato per colpa della Forza.- confermò nuovamente.

Va bene, avevo capito. Non c’era alcun bisogno di ripetermelo con così tanta veemenza.

A meno che non mi stesse mentendo… nah, era troppo improbabile che fosse rimasta lì a fissarmi mentre dormivo, soprattutto avendo il fisico in mostra.

Rey intanto aveva iniziato a guardarsi attorno.

-Non sei nel solito ufficio.- si accorse.

Mi venne un brivido.

Controllai velocemente che non ci fossero aperture che mostrassero il deserto all’esterno. Era tutto chiuso: perfetto, non si sarebbe accorta che mi trovavo su Jakku.

-No, sono sulla nave ammiraglia. Sono in missione diplomatica.- risposi mentre mi riaccasciavo sulla poltrona.

Per quanto potesse considerarsi diplomatico l’aver eliminato un candidato senatore.

Anche Rey si accomodò su un delle poltrone davanti a me.

Dovevo cambiare argomento prima che mi chiedesse su che pianeta fossi.

-Chi sceglierai tra Saji, Rinvin e Defa?-mi anticipò.

Me lo chiese con assoluta tranquillità. Niente scleri e niente scene di crisi isteriche che avevo temuto.

-Come fai saperlo?-

Fece spallucce.

-Anche noi della resistenza guardiamo i notiziari. Sarà quasi una settimana che non parlano di altro.-

Ah.

Avrei potuto prevederlo.

-E poi in questa cabina c’è un forte odore di Gunah di Jakku.- aggiunse in una smorfia.

-Gunah?-

-Una droga per sopportare il calore. Te l’ha data quello stronzo Rinvin? Teneva lui il monopolio.-

Mi scioccava la calma con cui parlava di quella droga, come se fosse un normale articolo di uso comune.

-Sì. Ha cercato di farmi prendere un po’ di sostanze varie prima di provare a corrompermi.- sii sincero.

Neanche a sforzarmi riuscivo a ricordare quale fosse la suddetta Gunah tra le tante.

-Tipico.- commentò in un sorriso beffardo –Com’è finita?-

Era inutile mentirle: avrebbe intuito cosa fosse accaduto non appena la notizia della morte di Rinvin le fosse giunta.

-L’ho ucciso.- confessai.

Nonostante sembrasse apparentemente indifferente sentivo da lei una sensazione di sollievo.

Rey rimase per un attimo impassibile, poi strappò un mezzo sorriso.

-Non sarò di certo io a giudicarti male per questo.- si limitò.

Potevo immaginarlo. Doveva averlo davvero odiato tanto quel tipo. Si guardò intorno, poi si alzò e andò verso la porta di uscita dei miei alloggi.

-Dove stai andando?- la seguii con lo sguardo.

-Fuori. Voglio vedere una cosa.- rispose senza nemmeno voltarsi. –Vieni anche tu?-

Nel deserto?

Non se ne parlava neanche! Con tutto quello che era successo la sera precedente, l’ultima cosa che volevo era finire in qualche altro guaio. Non avevo la benché minima intenzione di vagare nuovamente in quell’ammasso di sabbia e non c’era ragion logica per cui dovessi uscire!

Rey si voltò sorridente in attesa di risposta.

-Ovviamente.- cedetti.

 

Della sera precedente non ricordavo diverse cose, che riscoprii mentre sfrecciavo su uno speeder cercando di stare dietro a Rey.

Innanzitutto il deserto di notte era gelido, nulla a che vedere con il caldo torrido del giorno. Un freddo incredibilmente fastidioso che penetrava fino al midollo. La sabbia gli faceva da concorrente: mai come mentre ero sullo speeder rimpiansi di aver disintegrato la mia maschera contro il muro della nave di Snoke, che mi avrebbe protetto dal ricevere in faccia continue manciate di sabbia. La situazione non migliorò una volta scesi dai nostri mezzi: ogni passo era un incessante sprofondare nelle dune e un persistente apporto di sabbia negli stivali.

Che odio!

Se io affogavo nel deserto, Rey invece procedeva spedita senza alcun problema, galleggiando elegantemente sopra quelle immense distese di nulla. Un’esile e bellissima forma che tagliava la notte di Jakku.

-Rinvin se l’è cercata, e non è la prima volta che spinge qualcuno a tentare di ucciderlo.- commentò dopo che finii di raccontarle l’intera vicenda.

-Non ne dubito.- cercai di stare al suo stesso passo.

Rey, più avanti a me di qualche metro, si fermò ad aspettarmi, per poi riprendere appena la raggiunsi.

Di fronte a noi intanto, oltre al limite di una duna, si stava delineando una sagoma squadrata che non riuscii ad identificare. Da come stavamo procedendo, pareva che Rey fosse intenzionata a raggiungere proprio quel posto.

-Non ho ben capito se lo hai fatto fuori perché la ragazza morta mi somigliava o perché eri strafatto.- continuò.

Onestamente non lo sapevo. Avrei agito nello stesso modo se fossi stato più lucido?

Forse non avrei avuto la vista offuscata a tratti, e la ragazza non sarebbe quindi somigliata così tanto a Rey, ma era probabile che l’avrei vendicata ugualmente. Forse avrei agito meno di istinto, avrei riflettuto un po’ di più e avrei evitato di compromettermi così tanto.

Quando mai non avevo agito di istinto? Quante volte, seppur sobrio, avevo eliminato persone come Rinvin per risolvere facilmente i problemi che mi creavano?

Avevo sempre fatto così. Non sarebbe cambiato nulla.

-Era giusto vendicarla.- risposi. – E ti somigliava molto.-

Rey continuò impassibile la marcia verso quella che sembrava sempre di più una carcassa di qualche vecchia nave. Qualche minuto dopo di cammino in silenzio, riconobbi nel buio la sagoma di un camminatore imperiale, semi sepolto dalla sabbia.

-È la seconda persona che uccidi per colpa mia.- spezzò la quiete Rey. -Che non diventi un’abitudine.- aggiunse ironica.

-Ti da fastidio che sia disposto ad uccidere per te?- commentai senza riflettere.

Era un frase abbastanza romantica?

“Ucciderei per te”? Era così il modo di dire, vero?

Rey mi lanciò uno sguardo molto perplesso.

-No…-

MORIRE! Il modo di dire era “morirei per te”, non “ucciderei per te”!

Che idiota!

Be’, “ucciderei per te” non suonava comunque romantico? Ok, no.

Proseguimmo fino ad arrivare al camminatore che chissà da quanti anni giaceva sdraiato nella sabbia. Rey gli girò intorno, osservandolo con cura.

-Cos’è?- chiesi non capendo cosa l’avesse spinta a camminare fin lì.

Parve notare qualcosa nella sabbia. Si chinò ed estrasse un casco logoro, ormai inutilizzabile, da cui sotto uno strato di sporcizia risaltò il simbolo della ribellione.

-Era casa mia.- entrò nel relitto.

La seguii incuriosito. Un rifugio molto spoglio, con qualche utensile che affiorava da sopra casse piene di sabbia e il tetto, che in teoria sarebbe dovuto essere una delle pareti laterali dell’ AT-AT, era decisamente basso.

Insomma un posto orribile per vivere.

Rimasi sull’uscio, incapace di seguire Rey mentre si inoltrava agilmente nelle anguste viscere del camminatore. Mi appoggiai ad una lamiera che fungeva da porta, accomodandomi sulla sabbia. Rey tornò dopo un paio di minuti. Tra le braccia teneva dolcemente una bambola insabbiata fatta di stracci, cavi elettrici e altre parti di qualche marchingegno meccanico.

-Questa me la riprendo.- mi mostrò allegramente il pupazzo.

Era dolcissima, con quel sorriso così sincero, felice per aver ritrovato un oggetto così semplice.

Si sedette accanto a me.

-Allora? Che ne pensi della casa?- ironizzò.

-Bellissima. Forse un po’ bassa, non riesco a rimanere in piedi.-

Soffocò una lieve risata.

-Provvederò a far alzare il soffitto.-

Di fronte a noi il pavimento dell’AT-AT ribaltato fungeva da parete: era pieno di piccoli tratteggi paralleli, decisamente insoliti. Sembrava quasi che fossero stati fatti manualmente uno ad uno.

-Cosa sono?- le indicai gli strani segni.

-Il conteggio dei giorni che sono stata qui.-

Ah.

-Più o meno. Il primo l’ho fatto che avevo sei anni, ma ero già stata abbandonata qui da due.- spiegò.

Un filo di malinconia nella voce.

Non mi ero mai reso conto di quanto fosse il tempo che aveva trascorso da sola, in vana attesa di genitori che per lei non c’erano mai stati.

Da quando era piccola, sapevo. In quel momento però avevo di fronte l’intero ammontare dei giorni passati nella solitudine. Una parete intera. Centinaia di piccole linee che si susseguivano ininterrottamente. Ogni linea, un giorno vissuto nell’illusione. Ognuna come un macino che l’aveva colpita quando aveva scoperto che non avrebbe mai ricevuto risposta alle sue speranze e che nessuno sarebbe mai tornato a prenderla.

Una solitudine durata anni.

‘Non sei sola.’ le avevo detto un anno prima su Ach-to per consolarla da quella terribile sensazione di abbandono che la tormentava. Una frase che, più che un conforto, suonava come una promessa.

L’avevo rassicurata che per lei ci sarei sempre stato.

Invece le avevo proposto di studiare gli olocroni e i testi Jedi per interrompere i collegamenti della Forza, per fermare quell’innegabile legame che ci univa. Ero l’unica presenza certa della sua vita e la stavo abbandonando proprio come i suoi genitori.

La stavo ributtando nel terrore di rimanere da sola, nuovamente.

No. Non potevo permetterlo.

In quel momento decisi che non l’avrei mai abbandonata e mai l’avrei lasciata sola.

Costasse la follia di dover continuare a mentire a chi circondava.

Non era sola. Le posi una mano sulla spalla, rinnovando ancora una volta quella promessa.

Per lei sarei rimasto per sempre.

Sfiorò la punta delle mie dita con le sue. Un flebile tremolio nella Forza.

-Grazie.- mormorò.

Rimanemmo in silenzio a lungo, intenti a contemplare le sensazioni che ci scambiavamo con la Forza.

Persi un po’ la cognizione del tempo e me ne resi conto solo quando notai lo stendersi dell’aurora sul deserto.

-Devo tornare alla nave ammiraglia.- spezzai il silenzio.

-Certo.- commentò Rey.

Ritornammo verso gli speeder.

-Mi dispiace di essermi comportata in quel modo.- disse improvvisamente -Di essere stata così aggressiva per un anno intero con te.-

L’ultima cosa che mi sarei aspettato erano delle scuse. Rimasi per qualche secondo confuso, non sapendo come reagire.

-Perché?- non riuscivo a spiegarmelo -Perché eri così?-

-Io… preferirei parlane con calma la prossima volta. Va bene?-

Annuii e accettai.

-Credo che dovremmo comunque continuare a studiare gli olocron e i testi Jedi. Vorrei almeno capire il perché la Forza ci unisce.- continuò.

Effettivamente era un vero peccato limitare le nostre conoscenze sulla Forza.

-Sono d’accordo. Come procede con gli olocroni?- chiesi.

-Gli ho solo aperti. Purtroppo non credo che nei prossimi giorni riuscirò ad analizzarli meglio.-

Montò elegantemente sul suo speeder.

-Come mai?-

-Quell’idiota di Poe mi ha coinvolta in una missione idiota quanto lui!- sbuffò. –Non so nemmeno quanto durerà. Forse una decina di giorni.-

Non ne era per niente entusiasta.

-Tu, invece? Con i testi Jedi?-

-Per colpa della faccenda dei candidati, non ho avuto modo di guardali. Però…- mi fermai.

Non ero proprio convinto di dirle che per i dieci giorni successivi sarei stato in vacanza a far nulla su un pianeta da sogno, mentre lei faticava per conto della resistenza.

-…però domani partirò per Naboo…-

-Per Naboo? Seriamente?- mi interruppe.

Alzò perplessa un sopracciglio.

-C’è qualcosa di strano?- non capii.

Sul suo viso si distorse un sorriso ironico.

-Ci andrai con la nave ammiraglia?-

-No, con un trasporto minore. Non voglio che nessuno sappia che sono lì. Dovrebbe essere una sorta di vacanza segreta.-

Tanto segreta non doveva esserlo, dato che non sapevo come Rinvin ne era a conoscenza…

-E giustamente farai risultare dai registri ufficiali del Prim’Ordine che tu non ti trovi su quella nave.-

-Sì…-

Scoppiò a ridere.

-La missione a cui sono stata forzatamente assegnata consiste nel spiare una sospetta nave del Prim’Ordine che giungerà a Naboo domani.- rivelò.

-Davvero?!-

Non ci credevo.

La resistenza stessa aveva inconsciamente obbligato Rey a spiarmi. L’avessero obbligata più volte…

-Veramente! Tra l’altro per vari motivi questa missione è stata assegnata solo a me. Non ho nessuno che mi accompagnerà!- spiegò.

Era troppo un sogno per essere vero. Da solo con Rey nel posto più romantico della galassia!

-Ben, questa è un’opportunità da non perdere!- esclamò entusiasta.

Eccome! Avrei finalmente avuto l’occasione per provarci spudoratamente.

-Potremo studiare la Forza insieme! Analizzare i testi e gli olocron in tutta tranquillità, senza il problema dei collegamenti che si interrompono e senza nemmeno il rischio di venire scoperti da qualcuno!- aggiunse.

Ah, sì, giusto. La Forza prima di tutto.

Certo.

Ovvio.

Magari tra un’olocron e l’altro ci sarebbe stato anche tempo per… non saprei… approfondire anche altri tipi di reciproca conoscenza???

-Cosa ne pensi Ben?- mi chiese con l’entusiasmo alle stelle.

Il completino intimo da sexy sith.

Stavo pensando a quello.

Rey però era davvero elettrizzata per quella occasione. Sembrava del tutto intenzionata a trascorrere seriamente dieci giorni nel totale studio della Forza. Avrei rovinato il suo entusiasmo se avessi pensato solo ai miei desideri su di lei e probabilmente avrei anche fatto a pezzi il rapporto di collaborazione che si era finalmente instaurato.

Bene.

Dieci giorni di esclusivo e serio studio della Forza.

Nulla di più. Mi sarei davvero impegnato a non provarci.

-È un’occasione stupenda!- le risposi sincero.

Non sarebbe stato così difficile mettere i sentimenti da parte per dieci giorni, vero?

VERO?!

 

Rey era da poco svanita; avevamo riposto gli speeder nella rimessa a fianco all’hangar e ci eravamo salutati avvertendo la Forza farsi sempre più lieve, entrambi desiderosi di rivederci dal vivo in quel sogno chiamato Naboo.

Mi diressi saltellando allegramente verso la nave ammiraglia.

Capii che qualcosa non andava, non appena varcai l’ingresso dell’hangar.

Le luci accese a giorno, i miei assaltatori personali che circondavano la nave, tutti in stato di massima allerta.

-LEADER SUPREMO!-

L4 e il Capitano Lair mi corsero incontro non appena mi videro sull’uscio del portone. Non mi diedero nemmeno il tempo di chiedere cosa stesse accadendo.

-Dove è stato?- mi interrogò L4.

Il tono più preoccupato che accusatorio.

-Ero fuori nel deserto con la tipa che mi ha friendzonato.-

Sì, era davvero assurdo da credere.

Le loro espressioni erano però decisamente troppo angosciate per pensare ad uno scherzo.

-La ragazza può testimoniarlo? C’è qualcun altro che può dichiarare di avervi visti?- continuò ansiosa Lair.

Eravamo in mezzo al nulla. Chi mai poteva averci visti?

Provai a riflettere.

-Il custode della rimessa degli speeder.-

Non aveva fatto troppo caso a Rey; probabilmente aveva pensato fosse una comunissima ragazza di Jakku.

Sia Lair che L4 trassero un enorme sospiro di sollievo.

-Perfetto. Abbiamo abbastanza prove che lei era veramente fuori dai suoi alloggi sull’ammiraglia.-

-Posso sapere cosa è successo?- spazientii.

Dall’ingresso dell’ammiraglia vidi alcuni assaltatori scortare due figure ammanettate verso un’uscita secondaria dell’hangar.

-I figli di Saji, Lord Kush e Lady Daphne, sono stati trovati nei suoi alloggi.- dichiarò Lair. –Ancora non sappiamo quali fossero le loro intenzioni.-

Boicottare l’elezione in qualche modo senza dubbio.

Mi sarei dovuto aspettare che non sarebbe bastato allontanarmi dal casinò per sfuggire ad un altro tentativo di corruzione da parte di Saji.

-È un vero bene che lei sia uscito.- commentò L4.

Dannazione se lo era. Con quel episodio anche Saji si rendeva non idoneo alla candidatura e il giovane Defa poteva finalmente diventare senatore senza alcun problema.

E pensare che non volevo uscire dalla nave per evitare guai…

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Capitolo 10
*** Nonna Pàdme era miliardaria ***


La Jakku che mi lasciai alle spalle non era la stessa che mi aveva accolto all’arrivo.
L’intero clan criminale di Saji stava crollando sotto le accuse di alto tradimento nei confronti del Prim’Ordine e quello di Rinvin era troppo sotto l’occhio del governo per riuscire a riparare i danni subiti. Jakku si stava affacciando finalmente alla legalità.
Ed era tutto (o quasi) merito mio!
Era giunto il momento di concedersi una vacanza rilassante su Naboo…
-C’È ACQUA OVUNQUE! OVUNQUE!-
-L4 CHIUDI QUEL DANNATO RUBINETTO!-
…nemmeno il tempo di crederci.
Io e il capitano Lair rientrammo nella graziosa cucina di villa Amidàla lasciandoci dietro una pista di orme bagnate. L4 era ancora chino sul lavabo.
-Trovato il tubo rotto?- chiese.
-NO!- gli urlammo in coro.
Nonostante la villa fosse disabitata da diversi anni, non era mai mancata una manutenzione regolare dei vari impianti e del giardino e apparentemente sembrava tutto in ottime condizioni.
Appunto… solo apparentemente: qualche tubatura che portava l’acqua in cucina doveva essere rotta, così che quando si apriva il rubinetto del lavello non scendeva un filo d’acqua, in compenso però si allagava la piccola terrazza vicino. L’unica consolazione era che su Naboo era piena estate e faceva talmente tanto caldo che l’acqua evaporava abbastanza in fretta.
L4 parve prendersela.
-Direi che qui sto perdendo tempo. Vado a finire di mettere a posto le altre cose, prima che arrivi la misteriosa friendzonatrice. Vi ho messo degli accappatoi sul tavolo.-
La sera prima, passato il momento di allarme, non ero riuscito a sfuggire alla curiosità di L4 e Lair riguardo la mia uscita con Rey. Così gli raccontai che avevo invitato la “misteriosa friendzonatrice” su Naboo, ovviamente senza rivelare chi fosse. Erano talmente entusiasti che avevano insistito per darmi una mano a rendere presentabile la villa, almeno per accogliere dignitosamente l’ignota ragazza.
Non avevo nemmeno una vaga idea di a che ora potesse arrivare Rey. Speravo solo di fare in tempo a dare una sistemata almeno alle stanze principali che avremmo usato e a cacciare via L4 e Lair.
-L’ho trovato!- udii la voce del capitano provenire dal terrazzo.
Si era infilata in quella che fino ad un attimo prima avevamo pensato fosse l’apertura di un condotto dell’areazione un po’ grande: dietro la graticola però si nascondeva una ristretta stanza piena di tubature. Lair si era in qualche modo arrampicata su un fascio di tubi.
-È rotto in questo punto. Mi passi il nastro isolante nella casetta degli attrezzi.- mi ordinò dall’alto.
Incredibile. Era riuscita ad arrivare fin là in alto senza nemmeno togliere l’armatura cromata.
-Certo…- mi girai in cerca della cassetta nell’acqua accumulata sul pavimento.
La asciugai un po’ prima di aprirla.
Nastro isolante? C’erano di sicuro dei materiali più idonei per riparare un tubo. Insomma, non mi sembrava proprio la cosa più adatta... ma che diamine?!
Mentre frugavo nella cassetta trovai a mia sorpresa una piccola bustina quadrata di un brillante colore rosso.
-Perché c’è un preservativo nella cassetta degli attrezzi?- realizzai.
Il capitano Lair dall’alto dei tubi non parve stupirsi troppo.
-L4 li sta posizionando in punti strategici della abitazione, di modo da facilitarle il recupero in caso di necessità con l’ignota ospite.-
Quindi li stava spargendo in giro per l’intera villa…
Abbandonai la cassetta e rientrai nella cucina in cerca di L4. Lo ritrovai mentre saliva le scale verso il piano superiore, tendendo in bilico diverse scatole piene di contraccettivi.
-L4, cosa stai facendo?!-  gli mostrai il preservativo.
Mi degnò di un misero sguardo prima di tornare a concentrarsi sulle vertiginose scale.
-Un favore.-
UN FAVORE?!
Cercai di mantenere la calma.
-No, L4, ti ho già spiegato che io e lei siamo qui solo ed esclusivamente per studiare la Forza. Non ho intenzione di farmela.-
-Sicuramente…-
-Sono serio.-
L4 appoggiò gli scatoloni al gradino a metà scala.
-Va bene. Mi hai convinto. Ma perché hai fatto quindi portare qui da Coruscant tutti i regalini che avevi deciso di rivendere, se non hai intenzione di provarci?-
Io… non lo sapevo!
-Potrebbero tornarle utili.- raggirai.
Dai, qualcosa poteva davvero servirle…
-Chissà per quanti motivi può tornare utile un completino sexy.- cigolò, riprendendo l’arrampicata sulle scale.
-L’ho messo nell’armadio della stanza degli ospiti con gli altri vestiti, se mai dovesse servire.- aggiunse.
Maledetto.
-Almeno togli i preservativi da ovunque tu li abbia nascosti. Se lei dovesse accidentalmente trovarli, potrebbe pensare che sia un pervertito.-
-Se già non lo pensa.- replicò.
Promisi a me stesso che prima o poi avrei smontato pezzo per pezzo quel dannatissimo droide.
Tubo della cucina a parte, non sembrava esserci nient’altro di rotto nella villa.
Dovevo solo aspettare Rey.
Raggiunsi L4 e Lair sulla balconata più vicina all’ingresso, affacciata sul bellissimo panorama da cui si ammirava il lago.
-Bene, grazie per l’aiuto. Ora potete andare a godervi le vostre vacanze.- li invitai ad andarsene.
Non mi pareva appropriato farli restare nella villa con me e Rey; mi sembravano una presenza del Prim’Ordine troppo invadente, così avevo affittato per loro una casetta molto carina nella capitale, dove speravo potessero rimanerci senza creare troppi problemi.
Inoltre non volevo che scoprissero chi fosse la “misteriosa friendzonatrice”.
Né L4, né il capitano però parvero intenzionati ad andarsene subito.
Si scambiarono un’occhiata.
-Possiamo conoscere la ragazza?- osò L4.
-No.-
-Nemmeno una fugace presentazione?- riprovò Lair.
-Neanche.-
Anche a dire chi fosse, come avrei spiegato l’intera vicenda?
Era più semplice tenerli all’oscuro di tutto.
-Non ha molta scelta…- obiettò il capitano. -…intravedo da qui una figura femminile in avvicinamento sul sentiero principale. Il soggetto però è troppo lontano per essere indentificato.-
Indicò oltre la balconata, verso il piccolo boschetto che precedeva la villa.
La riconobbi immediatamente, con uno zainetto sulle spalle come bagaglio e quegli abiti semplici di colore bianco e beje decisamente insoliti per i coloratissimi Naboo. Rey stava camminando allegramente lungo il vialetto che costeggiava il lago, con lo sguardo distratto verso alcune campanule decorative.
-Non possiamo uscire dalla villa, senza esseri notati. L’ingresso è solo uno.- mi fece notare L4 con tono soddisfatto.
No, no, no, non potevo presentargliela!
O almeno, non così… dal nulla!
-Non sono sicura dell’utilità di questa informazione, ma pare che la ragazza abbia una certa preferenza per le infiorescenze di colore azzurro.- mi mise al corrente il capitano, continuando ad osservare Rey.
Ad ogni modo uscendo l’avrebbero incrociata e riconosciuta.
-L4, Lair…-
Mi fissarono in attesa.
-… va bene. Ve la presento. Ma giuratemi che manterrete segreto tutto ciò che vedrete e che rimanderete qualsiasi tipo di domanda a dopo questi dieci giorni.-
Tanto valeva fargliela conoscere.
Il capitano si portò una mano al petto.
-Giuro solennemente che l’identità della ragazza non sarà diffusa da parte mia e che tale informazione rimarrà riservata nella maniera più assoluta.-
L4 rimase un attimo basito dal giuramento eccessivamente formale del capitano.
-Giuro che non dirò niente a nessuno e che non venderò nessun gossip a Supernova o ad altre riviste.- la fece semplice.
Bene.
Li feci attendere sulla terrazza e andai incontro a Rey.
Aveva già raggiunto il cancello di ingresso, nascosto tra i pini marittimi e qualche cipresso. Si stava arrampicando su un piccolo affioramento roccioso che costeggiava il viale, intenta a raggiungere dei fiorellini azzurri. Tra i capelli teneva già annodati altri fiori dello stesso colore.
Rimasi immobile sul cancello d’ingresso ad ammirare l’eleganza nei suoi movimenti, la dolcezza con cui colse i fiori, la semplice felicità nel suo sguardo e il bagliore e la sorpresa nei suoi occhi quando si accorse di me.
-Ben!- mi saltellò incontro felice.
Era davvero strano pensare che quella era solo la terza volta che ci incontravamo dal vivo, senza la Forza che ci mettesse in contatto.
-Ciao.- le sorrisi.
Non avevo idea di come comportarmi.
Abbracciarla? Nah, sarei stato troppo invasivo. Chiederle come stava? Banale. Come era andato il viaggio? Troppo formale.
-Questo posto è stupendo!- risolse tutto Rey. –Ci sono un sacco di piante! E animali sulle piante che cantano! E le persone sono così gentili! Una signora a cui ho chiesto informazioni mi ha pure regalato un dolcetto!-
Era la felicità fatta persona.
Così sorridente e con i fiori in testa, era la creatura più graziosa che avessi mai visto.
“Diglielo!” pensai tra me e me.
-Sì, i Naboo sono molto accoglienti.- commentai invece.
Niente commenti carini fraintendibili.
La invitai ad entrare nel giardino. Rey con l’umore alle stelle mi saltellò a fianco lungo il vialetto d’ingresso.
-Hai fatto un buon viaggio?- optai per l’opzione informale.
-Sì, abbastanza…-
Si interruppe improvvisamente.
-Ben, ma è bellissima!- gli occhi le brillarono dall’emozione. -Avevo sentito dire che villa Amidàla era meravigliosa, ma non avrei mai immaginato così tanto!-
Rimase affascinata da una minuscola costruzione in muratura che fungeva da portineria.
-Ehm,… Rey, quella è la portineria.- le rovinai l’atmosfera gioiosa.
Le indicai l’enorme reggia alle nostre spalle.
-Quella è la villa.-
Spalancò gli occhi dalla sorpresa.
-Wow.- si limitò.
Ridacchiai d’istinto.
-Non sapevo che le ville fossero… così.- si giustificò.
Come facevo a non provarci per dieci giorni con una ragazza così?!
Era bellissima in ogni sua espressione.
Intanto ci avvicinammo alla balconata dove L4 e Lair ci aspettavano.
Bloccai Rey prima che risalisse i gradini.
-Rey,…- abbassai la voce -…ho promesso a due amici che ti avrei presentata a loro. Non ti preoccupare, tra poco se ne vanno. Dovevano solo aiutarmi a sistemare la villa.-
L’ultima cosa che avrei voluto era che si sentisse a disagio per colpa di quei due.
-Va bene.- rispose distrattamente, mentre osservava il ficus che si arrampicava lungo le colonne che sorreggevano la tettoia sopra la balconata.
Avanzai di qualche gradino e sbirciai oltre la parapetto decorato; L4 e Lair stavano bisticciando tra loro.
-…dubito che la Forza sia efficace come contraccettivo…- stava cigolando il droide.
-L4!- sbiascicai.
Si zittirono all’istante.
Avanti.
Era il momento. Non era così difficile.
Inspirai profondamente. Il caldo torrido ed umido di quel pianeta sembrava essere drasticamente aumentato.
Feci cenno a Rey di seguirmi e con molta calma avanzai, gradino dopo gradino, passo dopo passo fino a ritrovarmi di fronte alle facce allibite di L4 e Lair.
-Rey, ti presento L4T6, il mio droide segretario e il capitano Lair.- tentai con una classica presentazione.
-E lei invece è… Rey.-
Venni investito dallo sguardo sconcertato dei due.
-Lieta di conoscervi!- esordì tranquillamente Rey.
-Lieto anch’io.- commentò velocemente L4.
-Sì, anch’io.- si limitò Lair.
Cadde un silenzio tremendamente imbarazzante.
Dannazione!
Sapevo che non dovevo presentargliela senza una dovuta spiegazione!
-Ehm, Kylo perché non mostri a miss Rey la bellissima camera degli ospiti che le abbiamo preparato?- smorzò L4.
-Mentre noi ce andiamo… - si spinse verso i gradini Lair.
-Sì, infatti…- aggiunse il droide.
Non potevo lasciarli andare via così.
-Sì… Rey inizia pure ad accomodarti…- le feci un chiaro segno di entrare nell’edificio.
-Va bene…- iniziò a guardarsi intorno spaesata. –Lieta di avervi conosciuto.-
Colse subito l’invito a lasciarmi da solo con i due e sparì velocemente dalla terrazza, entrando nella prima porta che vide.
Mi sentivo in imbarazzo.
Non avrei dovuto presentargliela.
Cosa avrebbero fatto ora?
Presi dal senso del dovere, mi avrebbero denunciato per tradimento nei confronti del Prim’Ordine.
E a chi mi avrebbero denunciato? Alla massima autorità della galassia, ovvero a me stesso?
-Ammetto che avevo già il vago sospetto che si trattasse di un membro sovversivo, viste tutte le manovre militari dell’ultimo periodo decisamente neutre nei confronti della resistenza.- confessò il capitano. –Certo, non immaginavo così… tanto sovversivo.-
Ah sì?
L4 era visibilmente scioccato.
-Come ho fatto a non capirlo prima?! Con tutte le volte che hai parlato di lei da ubriaco!-
Cosa?
-Posso rimangiarmi la parte in cui ho giurato di non vendere niente a Supernova?- cigolò.
-Ma… no!-
Dopotutto non sembrava l’avessero presa così male.
-Che ne dite se ne riparliamo tra dieci giorni?- proposi.
-Sì, meglio. Avremo sicuramente materiale più sostanzioso da vendere alle riviste, vero?- commentò L4 in tono malizioso.
-Sparisci.- gli ordinai.
-Non studiate troppo.- aggiunse ironica Lair mentre procedeva lungo il vialetto.
CAPITANO?! Non me lo sarei mai aspettato da lei.
Li osservai appoggiato alla balaustra mentre se ne andavano sogghignando.
Tutto sommato era andata bene: era meglio rischiare di finire al centro del gossip galattico, piuttosto che essere giudicato come traditore del Prim’Ordine.
Raggiunsi Rey nella stanza in cui si era rifugiata: una biblioteca piuttosto grande che per qualche misterioso motivo si trovava all’esterno dell’edificio principale. Rey era intenta ad osservare incuriosita un ritratto di mia nonna Pàdme, in vesti di regina, al di sopra di un elegante caminetto.
Sentendo la porta aprirsi, distaccò lo sguardo dal dipinto. Diede una rapida occhiata alla terrazza.
-Non sembrava che mi aspettassero...- commentò una volta constatato che se ne fossero andati.
Uscì dalla biblioteca e si appoggiò alla balaustra della terrazza, ammirando l’immenso lago.
-No, di sicuro no. Ma non preoccuparti. Manterranno segreto che tu sei qui.-
Soprattutto L4 che aveva intenzione di rivendere quella storia a caro prezzo alle riviste di gossip. Avrebbe impedito in qualsiasi modo che anche il più misero sospetto potesse trapelare.
-Devi fidarti molto di loro.- commentò.
Feci spallucce.
Non avevo mai osato ammetterlo, ma in fondo volevo bene a quei due. Erano le uniche persone di tutto il Prim’Ordine che potevo considerare come… amici? Certo che suonava strano.
I cavalieri di Ren alla fine erano solo compagni di bevute, Hux era un ripiego per i compagni di bevute e l’unica altra persona con cui non discutevo solo di politica galattica era il senatore Bruss, con cui ogni tanto parlavo anche dei suoi vigneti su Corellia e della relativa produzione di spumante. Nessuna di queste poteva considerarsi amicizia. Con L4 e Lair invece era… diverso.
-Be’…sì.- mi lasciai andare per un attimo.
Al solo pensiero di avere degli amici sentii un sorriso disegnarsi istintivamente sulla faccia.
-Mi sembrano simpatici.- sorrise Rey in fine.
Per qualche minuto di totale silenzio rimase in fissa contemplazione sui riflessi del lago.
-È davvero meraviglioso qui.- ammise dopo un po’ con lo sguardo ancora perso nel panorama. -Questa terrazza è davvero… fantastica! Da questa parte si vede il lago…-
Si girò dalla parte opposta e indicò verso gli scalini.
-…e dall’altra parte si vede ancora il lago!-
Oh.
Non lo avevo notato.
-Penso sia stata fatta apposta…-
Cosa ne sapevo?! Non avevo pensato di prepararle una spiegazione storica e culturale sulla villa!
-Anche quella laggiù fa parte della villa?-
Indicò incuriosita un’altra balconata sotto di noi che si affacciava a pochi metri sopra il lago.
-Sì, se non sbaglio dovrebbe essere quella che si vede dalla stanza degli ospiti… quella che abbiamo preparato per te.-
O si affacciava dall’altra parte?
Mi girai verso la parte opposta del terrazzo cercando di ricordarmi la complessa planimetria di quel posto.
-Una stanza per me?!- esclamò sorpresa.
Feci per voltarmi verso di lei.
-Cosa pensavi... REY!-
Si stava calando con inspiegabile grazia fino alla balconata sottostante, aggrappandosi alle rocce sporgenti del pendio.
-Cosa stai facendo?!-
Sollevò lo sguardo innocuo verso l’alto.
-Vado sull’altro terrazzo.-
-Ma c’è il sentiero apposta…-
Sarebbe anche bastato entrare dentro l’edificio e fare le scale!
Non mi sentì e arrivò fino al balcone.
-Dai, vieni!-
Era così ripido! Già mi vedevo rotolare dritto nel lago.
Però sarei sfigurato tantissimo agli occhi di Rey se avessi optato per le scale…
Sospirai, scavalcai la balaustra e mi calai per il dirupo.
“Questa è l’ultima volta che mi lascio convincere.” mi promisi “L’ultima!”

-Curiosità: per la planimentria di Villa Amidàla mi sono ispirata a quella di Villa del Balbianello (Lenno) sede di alcune riprese di ep. 2: L'attacco dei cloni.-

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Capitolo 11
*** Leia non ha nulla di cui preoccuparsi ***


Mi pentii di non aver mostrato la mia pigrizia fin da subito optando per le scale; non fu per niente facile stare dietro a Rey mentre esplorava la villa.
Si arrampicava ovunque, dalle colonne, agli alberi, a qualsiasi cosa a cui potesse appigliarsi e che per qualche assurda ragione la incuriosiva, che fossero i fiori in cima, animali o cose che si immaginava di aver visto. Ovviamente ero troppo orgoglioso per limitarmi a seguirla solo con lo sguardo: volevo dimostrarle che anch’io ero in grado di inerpicarmi ovunque esattamente come lei!
Non che non ne fossi in grado, insomma, in condizioni normali sarei rimasto tranquillamente al suo passo, però ero stanco per aver pulito la villa, cercato il tubo, non andavo in palestra da che ero partito… ok, va bene, confesso: avrei faticato come una bestia in ogni caso! (Non saprei dire se lo spumante corelliano tra un allenamento e l’altro degli ultimi mesi abbia in qualche modo influito.)
Ad un certo punto fui tentato di ricordarle il motivo per cui eravamo lì, ovvero lo studio degli olocroni e i testi Jedi, almeno così avrebbe smesso di perdere tempo esplorando ogni singolo albero della villa.
Come potevo però non assecondarla?
Era talmente felice di scoprire così tante cose nuove, che non avevo cuore di spezzarle l’entusiasmo.
Potevo forse ignorare quel grazioso viso, allegro per aver scoperto l’esistenza di pucciosi animaletti che i Naboo chiamavano Baa-kitty???
Forse avrei dovuto avvertirla che i Baa-kitty graffiavano, prima che tentasse di abbracciarne uno…
Ci volle un po’ prima che la convincessi a lasciar perdere quelle povere bestiole, che stava provando ad avvicinare pure con l’uso della Forza.
Verso il tardo pomeriggio finalmente iniziammo a programmare un piano di studio, accomodandoci sul tavolo della biblioteca. Non fu l’unica cosa che iniziammo: non riuscivo a mantenere l’attenzione, così aprii una bottiglia di vino di Naboo e convinsi pure Rey a favorirne.
“Solo una bottiglia.” mi imposi.
L’ultima cosa che avrei voluto, era che mi vedesse ubriaco.
Rey stropicciò gli occhi assaporando la corposa bevanda.
-È… ahh… caldo.- cercò di descrivere l’impatto con l’alcol. –Sei davvero sicuro cha serva per aumentare la concentrazione?-
 -Non proprio…- confessai. -…però è buono.-
“Rey, ho dei problemi di alcolismo, ma ti assicuro che non influiranno su nostro studio.”
Nah, volevo mantenere un minimo di dignità.
-Questo è vero.- approvò.
Ne sorseggiò un po’ ancora poi appoggiò il calice sul tavolo.
-Dunque, prima che tu avessi necessariamente bisogno del vino, stavo dicendo che avevo già diviso gli olocroni per argomento.- tornò a spiegare mentre li disponeva a gruppi sul tavolo della biblioteca.
Indicò il primo mucchio.
-Direi di iniziare a da questi. Contengono spiegazioni e analisi su comportamenti anomali della Forza, da quanto ho capito. Non ne sono del tutto sicura; li ho guardati molto di sfuggita.-
Comportamenti ‘anomali’ della Forza?
Ero davvero curioso di sapere cosa intendessero i Jedi per ‘comportamento anomalo’, vista la loro estrema chiusura mentale che non accettava qualsiasi cosa non rientrasse nei loro parametri.
-Gli altri invece cosa sono?- chiesi, mentre già riempivo per la seconda volta il calice.
-Questi al centro sono dichiarazioni di singoli Jedi. Hanno argomenti molto vari, magari ci possiamo trovare qualcosa di utile. Gli altri invece contengono registrazioni di alcune riunioni importanti del consiglio dei Jedi. Dubito che abbiano mai parlato di particolari misteri della Forza, quindi li analizzerei…-
Mi osservò perplessa mentre allungavo nuovamente la mano verso la bottiglia di vino. Fu più veloce di me e me la sfilò dalle mani prima che potessi riempire il calice per la terza volta.
-…per ultimi.- concluse, stringendo la bottiglia a sé.
Il mio vino!
-Potrei riavere…-
-No.- fu categorica.
Con quel tono così imperativo non osai contraddirla.
-Prima mostrami come hai intenzione di lavorare sui libri dei Jedi.- mi ordinò.
Intanto vuotò il suo calice e se ne riempì un altro.
Non avevo pensato di presentarle un piano di studio già pronto, anzi, era già tanto se avevo sfogliato qualche pagina mentre ero in viaggio verso Jakku.
-Ho notato che ci sono delle date…- improvvisai, cercando di ricordarmi cosa avessi letto -…quindi pensavo di leggerli in ordine cronologico.-
Aveva abbastanza senso, vero?
Rey parve convincersi.
-Sì, è probabile che i testi più recenti possano fare riferimento a quelli più vecchi…- ragionò tra sé e sé.
Lasciò la bottiglia incustodita sul tavolo.
Finalmente!
Ma era… vuota?
L’aveva finita lei nel mentre.
-Era buono…- si giustificò, mentre la fissavo contrariato. -… e sono sicura che hai altre bottiglie piene.-
-Sì, L4 me ne ha lasciata qualcuna in cucina.-
Non erano molte: mi aveva concesso giusto il minimo per non finire in astinenza.
-Andiamo a prenderne un’altra, allora.- propose.
Si trattava solo di una seconda bottiglia, niente di più.
Cosa mai sarebbe potuto succedere per una seconda bottiglia?
-Sì, buona idea.- confermai.
Abbandonammo tutto il materiale sul tavolo e guidai Rey verso la cucina.
-Tra l’altro fino a ieri ero su un pianeta che è in pieno regime di proibizionismo!- iniziò a spiegarmi, mentre camminava verso la porta d’ingresso. -Non gira nessun tipo di alcolico.-
Quella frase mi suonò molto strana. Rey era sempre stata attenta a non lasciar trapelare dove lei e la resistenza si trovassero, era quindi davvero bizzarro che si fosse lasciata sfuggire con così tanta tranquillità un dettaglio così rilevante. Erano pochi i sistemi in cui vigevano restrizioni sul consumo di alcolici; se ne avessi avuto l’intenzione, avrei potuto in poco tempo trovare l’intera resistenza.
-Un vero incubo…- immaginai.
Si fermò sul limite delle vertiginose scale. Parve studiarlo un attimo prima di scendere.
Non sapevo dirlo con certezza, ma iniziava a sembrarmi un po’… storta.
-E Leia mi rimprovera ogni volta che cerco di bere qualcosa di alcolico!- si lasciò andare abbastanza nervosamente.
Che cattiva! Praticamente non beveva mai. Così si spiegava perché non avesse retto nemmeno mezza bottiglia di vino.
Non avrei proprio detto che fosse brilla, insomma stava percorrendo le scale egregiamente, però mi pareva un po’ più sciolta. Doveva essere in quella fase iniziale in cui si arriva ad avere una lieve sensazione inebriante molto leggera, ma sufficiente per abbattere limiti come ‘questo è l’ultimo bicchiere’, ‘adesso smetto di bere’ e ‘questa cosa non devo raccontarla a tutti, anche se voglio assolutamente lamentarmene con qualcuno’.
Ci ero passato parecchie volte, ero più che sicuro che le sarebbe passata in pochi minuti.
-Lo fa per il tuo bene.- cercai di convincerla mentre entravamo nella cucina.
-Non lo so. A volte è così esagerata…- mormorò appoggiandosi al tavolo.
Trovai il vino di Naboo elegantemente disposto sul portabottiglie in legno. Non mi pareva però il caso di farla bere ancora, senza nemmeno averle fatto smaltire i primi due bicchieri. E per quanto l’esito poteva rivelarsi allettante, non avevo la benché minima intenzione di lasciare che quella situazione degenerasse nell’alcol.
Notai sulla mensola accanto al portabottiglie una scatola blu di una tipica pietanza dei Naboo.
Il cibo smorzava gli effetti dell’alcol…
-È ora di cena. Mangiamo qualcosa.- imposi senza nemmeno sapere che ore fossero.
Presi tra le mani la scatola, sulla quale, sotto il logo rosso acceso, svettava il disegno di un invitante boccone giallo infilzato su una forchetta. La aprii, scoprendo però un centinaio di strani pezzi di cibo grandi la metà di quello disegnato sulla confezione, duri, secchi e per niente appetitosi.
Che diamine di roba era?!
Ci saranno state le istruzioni per cucinarli da qualche parte…
-Volentieri.- annuì Rey strisciandomi di fianco. –Cos’è?-
-Non ne ho idea, ma pare che i Naboo non sappiano fare a meno di questa cosa… c’è scritto che bisogna ‘buttare la pasta in acqua quando inizia a bollire’.- lessi perplesso sul retro della confezione. -Penso serva anche del sale.-
Rey provò ad annusare uno quegli strani bocconi a forma di pennetta.
-Non lo so, non ho mai provato a cucinare nulla oltre al pane istantaneo e qualche porg.- commentò con assoluta insensibilità.
-Hai mangiato… un porg?!- realizzai allibito.
Avevo combattuto così tanto per farli entrare nella lista rossa delle specie a rischio di estinzione!
Rey intanto aveva recuperato una pentola per riempirla d’acqua.
-Sono adorabili, ma…-
Si interruppe osservando un misero rivolo di acqua scendere dal rubinetto che in pochi secondi si fermò del tutto.
-…è normale che faccia così?-
Oh, no.
Chiusi immediatamente il rubinetto e uscii sulla terrazza, dove una chiazza d’acqua si era già accumulata ai piedi della graticola.
-Si è rotto ancora il tubo…- spiegai allo sguardo interrogativo di Rey.
Smontai la graticola ed entrai nell’angusto stanzino allagato. L’acqua percolava da sotto il nastro isolante usato da Lair. Sapevo che non sarebbe stato sufficiente!
Non avevo una minima idea di come sistemarlo.
-È quello là in alto?- indicò Rey -Non sembra così grave. Hai una cassetta degli attrezzi?-
-Puoi riparlo tu?- chiesi sorpreso.
Fece spallucce.
-Posso provare. Però…-
Osservò perplessa verso l’alto.
-…non riesco ad arrampicarmi su questi tubi.- obiettò.
Ma come?
Avevo passato l’intero pomeriggio ad inseguirla mentre si inerpicava su ogni tipo di albero. L’avevo vista passare agilmente tra rami strettissimi tra loro, e Lair era riuscita benissimo a raggiungere il tubo nonostante indossasse l’armatura. Le tubature non erano così intricate come i rami e Rey non indossava niente di ingombrante. Non sembrava nemmeno più alticcia! Qual era il problema?
-Riusciresti a sollevarmi? Sulle spalle… così potrei arrivarci.- mi fissò con aria dubbiosa.
Oh.
Non sapevo perché, ma in quel momento mi immaginai Rey con il vestito scollatissimo di miss Saji mentre mi chiedeva sensualmente di sollevarla sulle spalle...
-Ben?- mi svegliò bruscamente.
-Ehm… sì, stavo… valutando se fosse fattibile.-
“Non fantasticare su Rey!” scacciai via quel pensiero.
Smorzò un mezzo sorriso.
-Avevi una faccia…- commentò.
Non osai immaginare che espressione da depravato potevo aver fatto.
Mi stava solo chiedendo aiuto per riparare una tubatura, niente di più. Non era così difficile non farsi fantasie!
Mi abbassai convinto che mi avrebbe usato come scalino, invece con un elegante balzo si accomodò sulla mia spalla.
Seduta.
-Alzati un po’ così ci arrivo… va bene.-
Era letteralmente seduta sulla mia spalla.
-Intanto, riesci a vedere quella cisterna trasparente là in fondo? Avvertimi se il livello dell’acqua aumenta.-
La mia guancia era praticamente schiacciata contro la sua coscia.
In quel momento il problema del non fantasticare passò decisamente in secondo piano.
Insomma, ero pur sempre un uomo! L’autocontrollo aveva un limite!
Non era semplice convincere il mio… il mio… ehm… BB9! Sì, non era semplice convincere BB9 a rimanere al suo posto.
Dai, concentrati Ben, non le mancherà molto…
-Sta salendo?- chiese Rey intanto.
Avvampai.
Me lo… aveva chiesto… veramente?
-Ben?! Il livello dell’acqua, sta salendo o no?!- spazientì.
L’ACQUA NELLA CISTERNA!
Ovviamente!
A cos’altro si sarebbe mai potuta riferire?!
-Ehm…- mi ripresi.
Diedi una rapida occhiata alla piccola vaschetta, appena in tempo per notare che l’acqua era aumentata drasticamente e che stava velocemente risalendo i tubi.
-Sì, tantissimo.- la avvertii.
-Ma…-
Troppo tardi.
Rey venne travolta da una cascata di acqua.
Mi sentii un vero cretino.
Evitai in qualsiasi modo di incrociare il suo sguardo e mi concentrai sulle goccioline d’acqua che mi colavano dai capelli, ripetendomi da solo quanto fossi idiota.
-Ho finito. Puoi mettermi giù.- borbottò dopo un po’.
Era fradicia, con gli abiti appicciati e aderentissimi al corpo. Strizzò la maglietta bianca, degnandomi di un’occhiata imbronciata.
-Scusa, non ho visto l’acqua, ero…- cercai di giustificarmi.
“…ero impegnato a tener buono BB9…” conclusi per me.
-Non importa…- mi rassicurò uscendo sulla terrazza.
Dai, non sembrava così arrabbiata quanto temevo.
Almeno sperai.
-Penso che L4 e Lair abbiano messo dei vestiti asciutti nella camera degli ospiti.- le suggerii, sperando di non ricordare male.
-Grazie…- mormorò mentre rincasava.
Non mi sarei mai ripetuto abbasta che ero un emerito idiota.
Constatai che non ero così infradiciato come Rey e non mi sembrava necessario mettermi qualcosa di asciutto. Tolsi la maglietta e la stesi sulla balaustra della terrazza, sperando che un po’ si asciugasse, mentre sistemai i capelli con l’accappatoio che L4 mi aveva portato quella mattina e che era rimasto sul tavolo.
Sì, mi sarei rivestito appena l’avrei sentita tornare… non volevo di certo farla sentire ancora più incomoda di quanto già avevo fatto.
Mentre aspettavo Rey, tornai a ingegnarmi per capire come preparare quella dannatissima cena.
Certo che ero un vero idiota! Insomma, sapevo benissimo che tipo di ragazza fosse Rey: era troppo… innocente! Se faceva riferimenti apparentemente sessuali, non lo stava facendo apposta, probabilmente nemmeno se ne accorgeva!
“Mancano ancora nove giorni… è così difficile non provarci e al tempo stesso non fare danni?!” ragionai tra me e me, mentre mi sorgeva il dubbio di quanto sale avrei dovuto buttare nell’acqua.
Percepii i passi di Rey sulle scale.
Feci per riprendere la maglietta che avevo lasciato sulla balaustra… che potessi affogare nel lago in quel esatto momento: dove diamine era finita la maglietta?!
No, no, no! Non era possibile! L’avevo lasciata lì…
“Devi credermi Rey! La maglietta è sparita! Giuro che questa volta non ho fatto apposta a sbatterti quindici chili di pettorali in faccia!!!”
Mi strinsi nell’accappatoio, non trovando alternativa migliore.
-Tutto a posto Ben?- la sentii da dietro le spalle.
Quanto mi sentivo stupido.
Feci per voltarmi verso Rey.
-Sì, è solo…-
Non potevo crederci.
Sotto una maglietta e dei pantaloncini bianchi del tutto sobri ma un po’ trasparenti, si intravedeva chiaramente che indossava il completino nero da sexy sith.
Mi lanciò un’occhiata perplessa, come se non si fosse resa conto del potenziale erotico del suo abbigliamento.
-…credo che l’acqua stia bollendo.- cercai di far finta di niente.
Entrai in cucina, ripetendo nella mia testa di non fissarla, non guardarla, cercare di immaginarmela con qualcosa di più coprente addosso…
Il mio unico obiettivo era non farmela e prima si era fatta prendere in braccio, poi era sparita la maglietta e poi lei era comparsa in intimo sexy!
Quella situazione stava diventando assurda.
-Sicuro che sia tutto a posto? Ti sento improvvisamente nervoso…- mi sorrise.
Strusciò al mio fianco mentre lasciavo cadere nell’acqua la pasta.
-Terza.- notai l’effetto push-up del completo. –Nel senso… apriamo la terza bottiglia di vino?-
Non avevo fatto apposta a guardargliele: quell’intimo gliele aveva gonfiate come fossero palloncini, era impossibile non notarle!
Ridacchiò.
-Sarebbe la seconda, comunque.- corresse mentre si allontanava verso il portabottiglie.
“Sta sicuramente parlando della bottiglia di vino.” iniziai a ripetere mentalmente “Smettila di fraintendere tutto quello che dice.”
Un calice di vino intanto mi fluttuò accanto. Respirai profondamente, presi il calice e mi voltai verso Rey, cercando di ignorare il potente influsso sensuale, di cui lei era decisamente ignara.
-Come mai Leia ora vieta gli alcolici?- riportai il discorso all’inizio. -Non si è mai lamentata, da che ricordo.-
Intanto lasciai che il calore alcolico del vino allievasse il carico di nervosismo, ansia e imbarazzo.
Rey si appoggiò al bordo del tavolo mentre sorseggiava dal suo calice.
-Non è che li vieta… rimprovera solo me. Sembra che chiunque nella resistenza sia autorizzato a distillare e bere alcolici, tranne io!-
-Ma… non è giusto!- commentai.
-Lo so…- lasciò da parte il calice vuoto. -Ultimamente ce l’ha con me. Mi critica per qualsiasi cosa.-
Mi sedetti sul bordo del tavolo accanto a lei.
-Perché?- mi incuriosii.
Parve che quella domanda la mise un po’ in imbarazzo. Scosse la testa in una smorfia, mentre iniziava a comparire un rossore velato sugli zigomi.
-Le ho raccontato tutto quello che è successo su Acht-to e… come posso spiegarlo…- avvampò improvvisamente -…è convinta che adesso tra noi due ci sia…-
-Una relazione?- azzardai.
Arrossì ancora di più.
-No! Ehm… una reciproca attrazione! Sì, però pensa che io non sia per niente adatta a te… e quindi penso che ce l’abbia con me perché… perché è gelosa…-
Gelosa?!
Nonostante fossimo nemici e rivali di prima categoria?! Era incredibile che si permettesse ancora di trattarmi come se fossi suo figlio, comportandosi da suocera acida nei confronti di Rey. (Alla quale tra l’altro nemmeno interessavo…)
Mi sorrise, con il rossore sugli zigomi e gli occhi lucenti.
-Direi che Leia non ha proprio nulla di cui preoccuparsi.- commentai freddo.
Alla fine ero solo io tra i due ad aver sperato in… qualcosa.
Rey abbassò lo sguardo distogliendolo dal mio.
-No, infatti.- attenuò il sorriso.
In quel preciso istante, non so se per il vino o per la Forza, realizzai quanto fossi stupido.
Mi trovavo di fianco alla ragazza che amavo, mentre parlavamo per la prima volta dei sentimenti tra noi, per una rara volta da soli, tra l’altro lei eccezionalmente sexy, e l’unica cosa che avevo fatto fino a quel momento era stata prendere le distanze, addirittura dicendole che tra me e lei non c’era assolutamente nulla.
Stavo perdendo l’occasione delle occasioni.
Non ci pensai due volte.
Presi il suo volto tra le mani e la baciai.

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Capitolo 12
*** Magari l'amnistia ***


Ripeto e giuro che, davvero, non era mia iniziale intenzione baciarla.
Era stato tutto così improvviso ed istintivo!
Oltre che stupido: un’altra delle poche cose che mi aveva insegnato Han, era che non c’era cosa meno saggia e più incauta del baciare una ragazza senza preavviso e senza sapere come avrebbe reagito. In quel momento quindi mi aspettavo di tutto, sia di ricevere un pugno sul naso, tanto quanto venire ricambiato.
Di certo, però, non mi sarei mai (e ripeto, MAI) immaginato quello che effettivamente successe subito dopo.
Socchiusi gli occhi, spiando il suo grazioso volto, mentre spostavo leggermente le mie labbra dalle sue: occhi prevedibilmente spalancati dalla sorpresa e sguardo al limite dell’imbarazzo, che però molto inaspettatamente e troppo rapidamente tramutò in… vorace e predatorio?
Oh.
Dire che mi fosse saltata addosso era riduttivo. Non so ancora come, ma d’improvviso mi ritrovai sdraiato sopra di lei sul tavolo, con tutte le sue unghie affondate nella schiena.
Insomma, non era di certo l’esito che più mi aspettavo dal primo giorno di vacanza, ma… be’, avrei mentito se avessi sostenuto che sotto sotto non ci avevo sperato.
Fu una serata decisamente… interessante.
Il che però il mattino seguente, tra le morbide lenzuola della stanza degli ospiti, portò ad un’inevitabile domanda.
-Ben, ma… stai facendo le fusa come i Baa-kitty?!-
No, non era questa la domanda a cui mi riferivo.
Stavamo per iniziare un discorso serio, lei però aveva iniziato a farmi i grattini dietro le orecchie e io di conseguenza avevo risposto imitando il tremolio ruffiano dei Baa-kitty. Mi sembrava un cosa tenera, non avevo fatto apposta a far cadere il momento riflessivo sul nascere!
-Ovvio. Prrrrrr…-
Non sapevo se sentirmi tenero o patetico.
-Comunque… cosa stavamo dicendo?- smisi di fare le fusa.
Rey iniziò a giocare distrattamente con una ciocca dei miei capelli.
-Eravamo rimasti a ‘noi due cosa siamo?’…- mormorò.
Rimanemmo in silenzio a riflettere sulla risposta per diversi minuti.
Mi ero spesso immaginato scenari paradisiaci, nei quali io e Rey eravamo la coppia più bella e felice della galassia, ma tutte quelle ipotesi avevano sempre previsto che lei fosse in qualche modo legata al lato oscuro o al Prim’Ordine. In quella realtà però nessuno dei due si era scollato dalla propria parte: io ero ancora Leader Supremo, lei ancora la jedi della resistenza e, per la più logica conseguenza, eravamo ancora rivali.
-Nemici che fanno sesso.- sbiasciai.
Era assurdo che la risposta più sensata alla nostra domanda fosse quella.
-Preferirei però che non fossimo avversari.- avanzai.
-Piacerebbe anche a me.-
Rey si accoccolò sulla mia spalla.
-Mi piaci tanto Ben. Mi piaci da… ahh…- sbuffò -... non saprei dirti da quanto. È per questo che ero sempre arrabbiata con te. Perché mi piacevi da morire eppure eravamo… siamo nemici. Non è possibile una relazione tra noi e… sì, questa cosa mi innervosiva e mi innervosisce tutt’ora.-
Già.
Non saremmo dovuti essere innamorati.
Forse l’unico modo per uscire da quella situazione era che uno dei due cambiasse partito, indipendentemente da quale lato della Forza seguisse. Entrambi per il Prim’Ordine o entrambi per la Resistenza. Pensandoci però non aveva molto senso: ero il Leader Supremo, non potevo auto tradirmi per farmi guerra da solo…
Inoltre già sapevo che sarebbe stato inutile tentare di convincere Rey ad abbandonare i suoi amici. Erano i suoi unici affetti nonché quello che per lei più somigliava ad una famiglia, per cui non li avrebbe mai traditi.
Forse rinunciando ad entrambe le parti…
-Se io lasciassi il mio ruolo da Leader e tu lasciassi la resistenza?- proposi.
Rey scosse la testa.
-Chi prederebbe il tuo posto? Non puoi abbandonare tutto ora. Rischieresti che qualcun altro rovini il lavoro che finora hai fatto per il Nuovo Senato.-
Accidenti, era vero.
Potevo già vedere Hux a capo di un regime dittatoriale mentre autorizzava la costruzione di una quarta Morte Nera dopo solo mezza giornata dalle mie dimissioni.
-Stai facendo un ottimo lavoro per riportare la pace nella galassia, davvero.- sussurrò.
Ah, sì?
Non me lo sarei mai aspettato da una jedi che non faceva altro che ostacolarmi...
-Se la pensi così perché continui a far parte della resistenza?- non capii.
Rey rotolò dalla parte opposta dandomi la schiena.
La sentii improvvisamente farsi molto triste.
-Non posso lasciare i miei amici, Ben! Ovunque andiamo veniamo attaccati e non sappiamo dove nasconderci. Se non fosse per me sarebbero già tutti morti! Devo proteggerli.- spezzò in un pianto. –È un miracolo che ora siano in un posto sicuro.-
Non era possibile!
Avevo impedito in ogni modo che la resistenza fosse esclusa da qualsiasi tipo di azione militare…
-Non è colpa tua… so che stai impedendo in ogni modo che il Prim’Ordine ci dia la caccia.- mi spiazzò, mettendosi seduta sul letto -Sono i singoli sistemi a farlo. Ci vedono come dei criminali perché abbiamo continuato ad attaccare quello che agli occhi di tutti è un sistema pacifico. Ci siamo resi conto troppo tardi che da che esiste un senato non ha più senso opporsi al Prim’Ordine. Avevamo sotto gli occhi la repubblica che volevamo…-
Si fermò bloccata dalle lacrime.
Mi sentivo… a pezzi.
Pensavo che la resistenza si stesse spegnendo perché più nessuno le dava sostegno; mai avrei pensato che qualcun altro oltre il Prim’Ordine fosse intenzionato a terminarla.
Mi sedetti di fianco a lei e la strinsi dolcemente tra le braccia.
Che diamine!
Ero il Leader Supremo, avevo la legge dalla mia parte! Avrei potuto trovare o inventare qualche stratagemma legale per impedire a qualsiasi sistema di attaccare la resistenza!
Doveva pur esserci un modo che non prevedesse di eliminare tutti i singoli governatori… forse, un’amnistia?
-Forse posso trovare una soluzione.- la rassicurai.
Quell’idea avrebbe potuto risolvere molte cose: innanzitutto nessun sistema si sarebbe opposto ad un’amnistia concessa direttamente dal Leader Supremo, in teoria, così nessuno avrebbe più messo a rischio la vita di Rey. Inoltre la resistenza si sarebbe trovata nella condizione di non poter più svolgere qualsiasi atto di ribellione, pena la revoca dell’amnistia e una conseguente persecuzione che non poteva più permettersi.
Avrei dovuto parlarne con qualcuno più affine di me al complesso mondo della diplomazia.
Così quel pomeriggio, mentre Rey iniziava ad aprire il primo olocron, mi isolai nella portineria e contattai il Generale Sevila e il senatore Bruss.
-Generale, senatore.- salutai gli ologrammi. –Vi ho fatto chiamare per una questione piuttosto urgente. Avrei delle domande di chiarimento da porle, generale. Senatore, avrei invece bisogno di una sua opinione successivamente.-
Entrambe le figure annuirono.
-Certamente Leader Supremo. Vista l’urgenza della chiamata, direi che la sua missione segreta nella località altrettanto segreta ha dato dei risultati.- commentò Sevila.
Sì, avevo fatto risultare che fossi coinvolto in una missione segretissima legata al lato oscuro della Forza per non dire che ero in vacanza.
-Abbastanza…- ripensai agli artigli di Rey nella schiena -…comunque, avrei bisogno di sapere l’attuale situazione della resistenza, per quel che ne sappiamo. Quanti sono e in che condizioni.-
Volevo un po’ girarci intorno prima di proporre l’amnistia.
-Curioso che l’abbia chiesto.- si stupì l’ex generale -Il governatore Kyrell di Jelucan ci ha appena aggiornato a riguardo. È stato uno degli ultimi sistemi ad ospitarli.-
“E a tradirli.” aggiunsi tra me e me.
Ricordavo benissimo come Rey si fosse sentita ingannata, quando aveva scoperto che Jelucan passava sotto la protezione del Prim’Ordine.
-Da quanto ci ha informato, la resistenza poche settimane fa ammontava a solo un centinaio di individui, distribuiti principalmente su sole due navi mercantili. Pare che molti membri abbiano disertato perché non vedevano il senso di continuare ad attaccare il Prim’Ordine. Sembrerebbe inoltre che ci siano delle divergenze interne ancora in corso, in particolare tra il generale Organa e il capitano Dameron. Non sappiamo esattamente a quale proposito, ma presumibilmente sul continuare o meno un movimento di resistenza.-
Insomma, un vero disastro che ormai non sapeva più reggersi da solo.
-L’ultimo loro attacco risale a sei mesi fa presso un nostro deposito di armi su Endor. Da quel momento la resistenza non ha più interferito con le attività del Prim’Ordine, né il Prim’Ordine ha svolto ricerche o azioni contro.- concluse il generale.
-Ho saputo però che alcuni sistemi danno la caccia per conto loro alla resistenza, nonostante non ci sia nessuna disposizione da parte nostra. Sappiamo qualcosa a riguardo?- indagai.
Il generale scosse la testa.
-Non molto. Siamo a conoscenza che alcuni governatori hanno preferito liberarsi della presenza di ribelli nei loro territori, ma hanno agito da soli, senza coinvolgere il Prim’Ordine. Abbiamo constatato che ne avevano il pieno diritto, trattandosi della loro sicurezza interna. Non c’è nessuna legge che lo impedisca.-
Prese la parola il senatore Bruss.
-Mi permetto di sottolineare che la resistenza negli ultimi anni ha dato diversi problemi a molti pianeti con i loro atti di ribellione. È normale che i governatori colpiti prendano decisioni in merito per conto loro, soprattutto dal momento che la resistenza è diventata un problema secondario per Prim’Ordine.-
Be’, non c’era motivo per cui non dovesse esserlo.
-Onestamente, non ha senso che la priorità del Prim’Ordine sia continuare a tormentare un gruppo di cento persone che non vanno d’accordo nemmeno tra loro.- gli feci notare.
Il senatore non si scompose minimamente.
-Su questo nessuno la mette in dubbio, ed è infatti il motivo per cui i governatori hanno agito indipendentemente, senza coinvolgere il già superiormente impegnato Prim’Ordine.-
Quella situazione si stava svelando già difficile da controllare. Ero sicuro però che l’amnistia avrebbe risolto quell’ingarbugliata faccenda.
Era giunto il momento di proporre la mia idea.
-Bene, grazie per i vostri chiarimenti. È evidente che ora la resistenza è in una situazione di estrema difficoltà e che i suoi componenti non sono in grado di trovare una via di uscita dai problemi che loro stessi hanno causato. Pensavo che si potrebbe concedere loro un’amnistia, almeno da permettergli di sparire nel nulla e rifarsi una vita.-
E così anche da non dover rimanere per sempre lo “scopanemico” segreto di Rey.
Gli ologrammi si scambiarono delle occhiate stupite.
-Be’,…- ragionò Bruss -… sicuramente la gran parte dei senatori apprezzerebbe. Lei mostrerebbe il suo lato più magnanimo, capace di tendere la mano anche ai suoi peggiori nemici e questo aumenterebbe senza dubbio la sua popolarità. Naturalmente, dovrà aspettarsi anche qualche critica, ma di sicuro trascurabile.-
Sevila iniziò a grattarsi il pizzetto pensieroso.
-Da un punto di vista militare per il Prim’Ordine non cambierebbe nulla… già gli ignoravamo… però si renderà conto anche lei che questo potrebbe non fermare gli attacchi dei singoli sistemi. Sicuramente molti accetteranno l’amnistia, ma altri potrebbero rivalersi sul fatto che ciò non impedisce loro di cacciare i ribelli.-
-Sarebbero comunque un numero irrisorio.- commentò il senatore.
Tanto bastava per poter liberare Rey da quella situazione.
Le loro opinioni mi sembravano positive!
Fantastico!
Ero riuscito a trovare la soluzione…
-Bisognerebbe però capire se la resistenza accetti l’amnistia.- smorzò il mio entusiasmo Sevila. –Sono sicuro che persone ragionevoli, come il generale Organa, siano d’accordo, ma non garantirei per incalliti come il capitano Dameron.-
Che diamine!
Stavo facendo loro un favore! Accettatelo e basta, no?
-Sarebbe ideale conoscere in anticipo le loro intenzioni.- aggiunse Bruss.
Avrei potuto parlarne con Rey. Magari lei avrebbe potuto convincere la parte più accanita della resistenza ad accettare.
-In questi giorni ho avuto modo di contattare uno dei loro membri. Uno con cui si può avere un civile scambio di opinioni.- dichiarai. -Chiederò il suo parere e sulla base di questo deciderò se ufficializzare l’amnistia non appena tornerò a Coruscant.-
-Molto bene.- concluse il generale –Naturalmente manterremo la riservatezza dovuta a riguardo.-
-Sono d’accordo.- si aggiunse il senatore.
Wow.
Era quasi fatta!
Dovevo solo parlarne con Rey!
-Grazie.- li salutai.
-Ci permette una domanda fuori discorso?- avanzò Bruss prima di chiudere la chiamata.
Dal tono non sembrava essere nulla di serio.
Che avessero scoperto che fossi in vacanza?
-Mi dica…-
Il senatore estrasse dal nulla una rivista dai colori sgargianti di cui riconobbi immediatamente l’esplosivo nome ‘Supernova’. La aprì e mi mostrò una pagina al cui centro esibiva una mia imbarazzante foto mentre storcevo il naso annusando il vin bleux nel casinò su Jakku, sotto l’indagatorio titolo ‘Il mistero della Signorina Ren’.
Oh no.
Non esisteva nemmeno la signorina Ren!!!
-Ecco, ci stavamo chiedendo chi fosse questa ‘signorina Ren’.- curiosò Sevila.
-No.- fu la mia secca risposta prima di chiudere la chiamata.

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Capitolo 13
*** Supernova colpisce ancora ***


Maledetta Supernova!
Quella fottuta rivista era destinata a diventare il mio incubo, me lo sentivo.
Purtroppo anche Rey ne era un’accanita lettrice. Le piaceva tantissimo leggere le assurdità e le teorie complottistiche dietro ai pettegolezzi, per quanto sapesse che non fossero vere. Aveva scoperto quella rivista grazie ai suoi amici Finn e Poe, che ne erano ossessionati e avevano indotto anche lei verso le oscure viscere del gossip galattico.
Ovviamente, si era fatta spedire da loro l’uscita di quella settimana direttamente su Naboo.
-Non lo so, questa storia della ‘signorina Ren’ non mi convince. Preferivo la teoria sulla ‘reylo’…- commentò mentre leggeva l’intervista a due miei improbabili dipendenti.
Mi sedetti scoraggiato di fronte a lei, dalla parte opposta del tavolo della biblioteca, in vana attesa di trovare il momento ideale per chiederle un parere sull’amnistia. Cercai disperatamente una bottiglia di vino che mi tenesse compagnia e mi aiutasse a sopportare quel delirio.
-Pensavo avessimo già chiarito la vera storia della ‘signorina Ren’.-
Rey era stata assalita da un impeto di folle gelosia nel momento in cui aveva letto il titolo dell’articolo “Il mistero della Signorina Ren”. Avevo dovuto raccontarle l’intera vicenda per evitare una strage: non avrei mai potuto immaginare che potesse essere così tanto gelosa di me, tanto da programmare un attacco contro a quelle che a detta della rivista erano le sospette “signorine Ren”.
Una volta che si fu calmata, saltò fuori che lei e la regina Akib avevano avuto uno scambio di parole proprio fuori dal mio ufficio quando si erano incrociate, durante il quale Rey si era presentata come “Ren”, intendendo che facesse parte dei Cavalieri di Ren. La regina doveva averlo però interpretato come un cognome…
-È nata da un malinteso tra te, la regina Akib e L4…- sospirai -… e poi sai benissimo che quelle di Supernova sono tutte storie inventate! Insomma, sono più che sicuro di non avere nessun dipendente che si chiama 6T4L e tanto meno un capitano Rial.-
Sempre che non fossero nomi falsi.
Rey sfogliò alla pagina seguente, mentre con la Forza mi sfilò il calice che avevo appena riempito per me.
-Anche se fosse, è una storia banale. Sostengono che non vuoi rivelare ufficialmente il suo nome per proteggerla dal pressing mediatico. È troppo semplice. Era più avvincente come spiegavano i nostri presunti incontri segreti.-
Non mi sembrava che l’avesse trovata così tanto banale prima che le spiegassi la verità…
Recuperai un altro calice sul tavolo e notai, abbandonato al suo fianco, un olocron aperto.
-Hai anche guardato l’olocrone o ti sei solo persa nel gossip galattico?- iniziai ad esasperare.
Rey non staccò nemmeno gli occhi dalla pagina.
-Uh? Sì, gli ho dato un’occhiata.- commentò come se fosse stata una cosa di poco conto.
Sia mai che lo studio della Forza possa superare d’importanza gli scoop di Supernova…
-Rey,...credo di avere trovato una possibile soluzione alla nostra situazione.- cercai di scollarla dalla maledetta rivista.
Parve funzionare e si decise a chiuderla definitivamente e finalmente mi riportò al centro della sua attenzione.
Mi fissò con aria incuriosita, cercando di prevedere cosa stavo per dirle.
-Potrei concedere l’amnistia alla resistenza.- spiegai -Molti sistemi smetterebbero di attaccarvi e così avreste la possibilità di... prendere ognuno la propria strada in tranquillità.-
Le brillarono gli occhi.
-Aspetta,… ci concederesti davvero l’amnistia?!- cercò conferma incredula.
-Sì, ne ho parlato prima con il rappresentante dei senatori e secondo lui sarebbe un gesto che in molti apprezzerebbero. Ovviamente volevo discuterne con te prima di ufficializzare la cosa al senato.  Penso anche che sia l’unica alternativa che avremmo noi due per smettere di essere nemici...-
Le spuntò sul volto il sorriso più entusiasta che avevo mai visto.
-Ben, sarebbe… fantastico!- esclamò.
Era alle stelle, davvero.
Nemmeno quando aveva scoperto i Baa-kitty era così contenta.
-Secondo te anche gli altri della resistenza accetterebbero?- le domandai.
Le smorzai evidentemente l’entusiasmo.
Non era per niente un buon segno.
Fece spallucce.
-Non lo so… ma sono più che sicura che Leila cercherà di convincere tutti ad approfittarne per mettersi in salvo.-
Non mi pareva esserne troppo sicura.
-Ne sei certa?-
Diamine, Rey!
Avevo bisogno di una conferma!
-Quasi. Penso che mi convenga parlarne prima almeno con Leia.-
Si fece perplessa mentre sorseggiava pensierosa del vino.
-L’unico problema potrebbe essere quell’idiota di Poe. È ancora ostinato a far esplodere il Prim’Ordine, nel letterale senso del termine…-
Qual era il problema?!
Davvero, non capivo la difficoltà nel convincerlo: gli si poteva sparare, perderlo “per sbaglio” nello spazio, fargli capitare un incidente, abbandonarlo su un pianeta, trascinarlo di forza su una nave nemica, venderlo agli Hutt…
-Penso sia meglio che aspetti ad ufficializzare l’amnistia al senato, almeno da essere sicuri che non ci saranno problemi.- ragionò.
-Va bene.- accettai.
L’ultima cosa che volevo erano altri problemi; non sarebbe stato facile trovare un’alternativa all’amnistia che fosse altrettanto efficace.
Intanto Rey iniziò ad agitare nervosamente il suo calice di vino.
-…se non fosse per quel cretino di Poe…- stava cospirando tra i denti.
-Perché ce l’hai così tanto con lui?- mi incuriosii.
Non che mi stesse simpatico, ma Rey pareva avercela proprio a morte con quel Dameron.
-È stupido!- si irritò. –Oltre che un pervertito.-
-Ma dai?-
Un pervertito? Lui?!
Cosa mai le aveva potuto fare di così tanto…
-Sì! Una volta mi ha persino rubato le mutandine!-
Quasi mi soffocai nel vino.
-D…davvero?-
Era alquanto bizzarro che in due avessimo avuto la stessa malsana idea…
-Sì, ero sotto la doccia, avevo lasciato il ricambio sul mobiletto del bagno comune e quando sono uscita, non c’era più la biancheria intima! Guarda a caso Poe era nel corridoio subito fuori! Sempre per puro caso, sosteneva di non potermi dire perché fosse lì.-
Ahhhh.
Eh sì. Mi ricordavo bene quel mobiletto davanti alla doccia…
E così i miei crimini erano ricaduti ingiustamente sull’ignaro Poe.
Molto bene.
-Sei sicura di non aver dimenticato di prenderle? Insomma, capita. Io un paio di sere fa mi sono dimenticato di aver sbottonato la camicia prima di dormire…- cercai di mediare.
Rey avvampò.
-Sicurissima!- parve irritarsi ancora di più.
Trovai più conveniente addossare tutte le mie colpe su Poe.
-Allora è un vero maniaco.- inferii ulteriormente.
-Assolutamente.-
-Solo un depravato farebbe una cosa del genere.-
-Hai proprio ragione.-
Perché mai avrei dovuto raccontarle la verità? A meno che non avesse aperto il cassetto della scrivania nel mio ufficio, non avrebbe mai scoperto che il vero ladro di mutande ero io.
Finì rapidamente il suo vino, riponendo con cura il calice accanto all’olocron aperto. Lo prese tra le mani e lo richiuse con cura.
-Ci hai trovato qualcosa di interessante?- le chiesi, allontanando il discorso dal mio crimine impunito.
Scosse la testa.
-Non molto. Un gruppo di Jedi della vecchia repubblica hanno scoperto che il contatto tra persone sensibili alla Forza può fungere da tramite per molte cose. Pensieri, informazioni, ricordi… non dicono nient’altro, se non che non sempre riesce questo genere di scambio. Penso si tratti di qualcosa molto simile a quello che è successo tra noi nella capanna ad Acht-to. Purtroppo non hanno svolto ricerche o studi.- spiegò un po’ rassegnata.
-Almeno in più di prima sappiamo che anche ad altre persone è capitata la nostra stessa esperienza.- la consolai.
Onestamente ero convinto che gli olocron custodissero dei misteri un po’ più intriganti; non vedevo per quale motivo altrimenti i Jedi avrebbero dovuto nasconderli così bene nel loro tempio. Speravo che gli altri contenessero qualcosa di più interessante.
Rey allungò la mano verso la mia.
-Ti andrebbe di riprovare?- mi invitò.
Oh.
Be’, effettivamente non avevamo mai riprovato dopo Acht-to, nonostante entrambe avessimo avuto delle visioni piuttosto importanti e decisamente interpretabili. Non ero convinto che un altro tentativo potesse portare un po’ di chiarezza riguardo quelle visioni, ma non vedevo nemmeno il perché non avremmo dovuto ritentare.
Le sorrisi e le allungai a mia volta la mano verso la sua, sfiorandole delicatamente la punta delle dita.
Una percezione avvolgente.
Come se fossi stato immerso in un ambiente al di fuori di me, ma non per niente estraneo.
Era una sensazione piacevole e… non sapevo definirla… accogliente…
Chiare e nitide immagini iniziarono a scorrermi fluidamente davanti agli occhi.
I bellissimi e anche un po’ strani momenti della sera prima passata con Rey, il mio patetico tentativo di inseguirla sui pini marittimi del pomeriggio precedente, il nostro cammino nella notte di Jakku, io mentre dormivo accasciato sulla poltrona della mia cabina sulla nave ammiraglia… ma che?!
D’improvviso sembrò che le immagini vivide cercassero di sgranarsi e sparire, quasi come se ci fosse qualcosa che stesse cercando di strapparle di forza alla mia vista.
-Rey?-
Avvampò non appena feci il suo nome, lo sguardo imbarazzato e quasi… spaventato?
-No, cambiamo, ti prego!- cercò di forzare i ricordi a cambiare.
Troppo tardi.
Vidi chiaramente tutto quello che successe quella sera mentre dormivo beatamente sulla poltrona.
MA…
-Tu mi hai sbottonato la camicia mentre dormivo?!- realizzai.
Rey avvampò ancora di più.                                                                                                                        
-Io…- tentennò timidamente -…volevo vedere i tuoi pettorali…-
Ecco perché aveva insistito così tanto nel ripetermi che mi ero svegliato per colpa del suo arrivo.
-Mentre dormivo!-
Poi ero io il maniaco…
Almeno io quando le avevo rubato la biancheria… oh, no. Perché avevo pensato a quell’episodio?
L’intero susseguirsi di quel reato mi comparve chiaro e nitido nella mente… e naturalmente lo vide anche Rey.
-Sei stato tu a rubarmi le mutande?!- scoprì la verità.
Oh no.
Non potevo permetterle di svignarsela dalla accusa di avermi sbottonato la camicia nel sonno, ritorcendomi contro la storia della biancheria intima. Tentai di frugarle nella mente in cerca di qualcos’altro di altrettanto compromettente.
-Tu hai nascosto la maglietta che avevo lasciato sulla balaustra!- trovai.
Aveva fatto apposta allora!
Ah! Ero certo di averla lasciata sulla balaustra! Ero sicuro che non poteva essere sparita da sola.
Rey ovviamente non aveva la benché minima intenzione di mollare la presa. La sentì irrompere violentemente nei miei ricordi.
-Come sarebbe a dire “di seno ha una seconda scarsa, però è molto bella”?- notò la conversazione tra me e Vicrul sul tetto del senato.
Avvampai.
-Be’…-
Abbassai lo sguardo facendo un rapido ricalcolo della taglia. Era una seconda scarsa… oggettivamente erano piccole.
Fu inutile il trattenermi saggiamente dal non dirglielo; me lo lesse nella mente non appena lo pensai.
Si alzò dal tavolo e se ne andò indispettita.
-Aspetta… Rey…-

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Capitolo 14
*** Lya Amaxine di Florrum ***


Come immaginai, i giorni successivi di quella che sarebbe dovuta essere una vacanza, si trasformarono in giorni di tentativi di mediazione tra resistenza e Prim’Ordine.
Rey voleva uscire il prima possibile da quella situazione, così si mise immediatamente in contatto con Leia. Riuscì a spiegarle della mia intenzione di concedere l’amnistia, senza lasciare intendere che fossi stato io stesso a proporgliela e senza nemmeno far capire che mi avesse in qualche modo incontrato. Leia parve accoglierla come una buona notizia e fu d’accordo fin da subito che fosse indispensabile fare in modo che anche il resto della resistenza la accettasse.
Nel frattempo il senatore Bruss si era messo d’impegno per raccogliere qualche opinione a riguardo tra gli altri senatori, cercando di rimanere il più discreto possibile. Non aveva ricavato molto: a quanto pareva l’argomento più in voga tra i governati in quel momento era “la vera identità della signorina Ren” e a pochi andava di discutere di cose serie come la resistenza o di pensare di avere un’opinione a riguardo. Dal suo resoconto, comunque, risultava che i pochi pareri raccolti sull’eventuale amnistia fossero per la gran parte favorevoli all’idea e solo un paio contrari… oltre al fatto che il 35% dei senatori sospettasse che la misteriosa First Lady galattica fosse in realtà il generale Hux.
Perché proprio lui?!
Non era nemmeno tra i generali più affascinati del Prim’Ordine!
Gossip galattico a parte… Leia riuscì a convincere l’intera resistenza ad accettare la possibile amnistia.
Era una notizia stupenda!
Presi contatto con Coruscant e organizzai immediatamente una riunione straordinaria del senato non appena sarei rientrato da Naboo.
Wow! Non ci credevo!
Era come un sogno che diventava realtà!
Finalmente una via di uscita! Anche se purtroppo con delle complicazioni di cui non avevo inizialmente tenuto conto…
Per esempio: come sarebbe stato il dopo amnistia per me e Rey?
Non c’era dubbio che io sarei dovuto rimanere Leader Supremo ancora per un bel po’, almeno finché non fossi stato sicuro che il Nuovo Senato se la sarebbe potuta cavare da solo senza piombare nuovamente in qualche nuova e creativa forma imperiale. Di conseguenza Rey si sarebbe potuta trasferire a Coruscant, di modo da poter continuare facilmente insieme le ricerche sulla Forza.
Ma come?
Coruscant non era di certo uno dei pianeti più sicuri per un persona così ricercata come lei. Un’altra idea era farla nascondere temporaneamente oltre l’Orlo Esterno, ma questo avrebbe significato rimanere separati per molto tempo. Naboo era più a portata di mano, ma non ci sarebbe voluto molto prima che qualche ficcanaso come Supernova scoprisse che avevo acquisito villa Amidàla e a quel punto non sarebbe più stata un posto sicuro.
Non era un decisione facile.
In nostro aiuto per fortuna accorsero L4 e Lair: mi raccontarono di un loro vecchio conoscente che era molto pratico nel nascondere chiunque nel sottomondo di Coruscant, fornendogli anche documenti falsi.
Non ero del tutto convinto, ma era l’unica soluzione che avevamo.
Un pomeriggio misi a disposizione di L4 e del capitano i vecchi computer della portineria di villa Amidàla per contattare il loro amico...
Sospirai.
Avrei dovuto intuire fin da subito che c’era qualcosa dietro al racconto di quei due.
-Io avevo capito che voi conoscevate un falsario di documenti nel sottomondo di Coruscant…- rimasi perplesso.
Anche Rey era abbastanza basita.
Entrambe rimanemmo in esterrefatta fissa sul capitano ed L4 mentre accedevano ai programmi militari di massima sicurezza del Prim’Ordine, anziché entrare nell’Olonet.
-Se ti avessimo detto il vero piano, non avresti mai accettato e non ci avresti mai dato i tuoi codici di accesso ai sistemi del Prim’Ordine.- accusò L4.
Immaginavo avrei avuto un valido motivo per non darglieli…
A quanto pareva, la storia sul loro amico contrabbandiere e falsario era più inventata dei gossip di Supernova, e quindi non avevo una vaga idea di quali fossero le loro reali intenzioni. Anzi, non ero nemmeno sicuro di volerle sapere e tanto meno perché dovessero includere l’hakerare i database del Prim’Ordine.
-Ci sono!- esordì L4 ad un certo punto.
Lair si voltò entusiasta verso di noi.
-Abbiamo rimosso l’identità della signorina Rey da tutti gli archivi militari del Prim’Ordine. Ora assoceremo le sue sembianze ad una identità completamente nuova, così che nessun sistema di riconoscimento facciale sarà in grado di attribuirla al suo reale nominativo.- spiegò formalmente Lair da sotto il casco cromato.
Avevano rimosso Rey dagli archivi?!
Sarebbe stato quello il loro piano?!
-SIETE IMPAZI…-
Rey mi bloccò, optando per un tono più calmo.
-Siete sicuri che possa funzionare? Intendo dire… qualcuno potrebbe accorgersi delle manomissione.-
Appunto.
-Ne dubito.- tornò a spiegare Lair -Siamo entrati usando i codici personali del Leader Supremo, che non lasciano alcun tipo di traccia informatica.-
-Anche se qualcuno dovesse scoprirlo, chi mai andrebbe a contestare una modifica fatta dal Leader Supremo in persona?- fece notare L4.
Chiunque a cui non fossi andato a genio, come il generale Hux, per esempio!
Per non parlare che nell’intera galassia non c’era un solo archivio per il riconoscimento facciale…
-Chi non usa i nostri database potrebbe riconoscerla comunque.- feci notare.
-Ti ricordo che è stata tua l’idea di rendere gratuito l’accesso ai nostri archivi a tutti, solo per comprarti l’appoggio della maggior parte dei clan gangster della galassia. Per cui quasi tutti i sistemi, criminali e non, usano i nostri database.- cigolò quella vipera di L4.
Giusto...
Sì, avevo consentito l’accesso illimitato ai database di riconoscimento al Clan Bancario durante una contrattazione, ma gli Hutt erano abbastanza contrariati all’idea che non l’avessi concesso anche a loro, così per evitare malcontenti li avevo resi gratuiti per tutti.
-In questo modo Rey potrà andare ovunque vorrà per Coruscant! Nessuno la riconoscerà, ora che non è più inserita nel database.- cercò di convincermi L4.
Possibile che non capissero che non era solo un problema informatico?!
-Una persona qualsiasi per strada?-
Insomma, la faccia di Rey era stata divulgata ovunque quando era ancora ricercata dal Prim’Ordine: chiunque poteva sapere quale fosse il suo aspetto e chiunque sarebbe stato in grado di riconoscerla.
-Se solo si togliesse uno di quei tre pompon antiestetici sulla testa, già nessuno la noterebbe. Al massimo qualcuno potrebbe pensare che le somiglia molto.- continuò imperterrito il droide.
Rey si indispettì.
-Non sono antiestetici! Sono molto funzionali!- difese i suoi codini.
Effettivamente con i capelli sciolti stava meglio. Però realizzai che fosse più conveniente darle ragione.
-A me piacciono.- mi comprai l’apprezzamento di Rey.
Dopo tutto tra L4 e Rey era con lei che facevo…
-Ritornando al motivo per cui siamo qui…- Lair riportò l’attenzione sul discorso iniziale -…a mio parere, nessuno immaginerebbe che si tratti di lei, specialmente se il luogo rifugio prescelto è un pianeta con una presenza massiva del Prim’Ordine come Coruscant. È improbabile che un membro della resistenza si possa nascondere lì. In caso di sospetti e segnalazioni, il sistema di riconoscimento del Prim’Ordine proverà che si tratta di un'altra persona.-
-Hanno ragione.- approvò Rey mentre si tastava i codini dietro la testa -Può funzionare.-
Già.
Non ci avevo pensato. L’ultimo posto in cui tutti si sarebbero aspettati di trovare la jedi della resistenza era Coruscant e se anche qualcuno l’avesse notata, era improbabile pensasse che fosse davvero lei.
-Va bene.- cedetti anche io. –Creiamo questa nuova identità…-
L4 e il capitano ritornarono soddisfatti a lavorare sullo schermo.
-Perfetto! Allora…-
L4 aprì un file d’identità completamente vuoto, dove compariva solamente la foto di Rey.
-… ti serve un nuovo nome.-
-Non saprei…- rimase perplessa … Qi’ra?-
L4 non parve convinto.
-Non suona molto bene con “Kylo Ren”.-
-È poco armonico…- osservò Lair.
Che diamine!
Era solo un nome per una identità segreta e probabilmente temporanea; non c’era alcun bisogno che si affiancasse al mio!
-Ci vuole un nome che si abbini con ‘signorina Ren’.-
Persi la pazienza.
Scansai L4 dal computer e presi il suo posto alla tastiera.
-È tanto difficile compilarla a caso?!-
Dunque…
“Nome: ________ “
Diamine.
Non me ne sovveniva nemmeno uno che non fosse ridicolo.
Ok, riconoscevo che non era così facile compilare quella finta scheda come avevo immaginato.
Non c’era da qualche parte l’opzione “crea identità casuale”?
-Millicent?- suggerii.
-Come la gatta del generale Hux? No, si capirebbe subito che è falso.- obiettò nuovamente L4.
-È orribile.- aggiunse Rey.
-Jaerina? Asaij? Carise?-
Presi un bel respiro, cercando di portare più pazienza possibile, in preparazione di quello che sembrava presentarsi come un lungo pomeriggio davanti al computer…
 
Alla fine optammo per Lya Amaxine di Florrum.
Quattro ore e venti minuti per decidere quelle tre parole.
Il nome “Lya”… be’, fu un vero delirio.
Inizialmente avevamo raggiunto un agognato accordo per il nome “Jair’i”: era abbastanza carino, secondo L4 si accoppiava bene con “Ren” e anche a Rey piaceva. Però… era un nome tipico solo del miserrimo pianeta di Luprora, sconosciuto su ogni altro sistema e quindi troppo particolare per passare inosservato. Come se non bastasse, quel posto era abitato da solo civiltà primitive non umane, ed era praticamente impossibile far passare Rey come originaria di quel luogo. Insomma, avremmo dovuto prima decidere il pianeta e poi scegliere tra i nomi più comuni nella zona. Invece avevamo perso un sacco di tempo per accordarci su uno che avevamo dovuto cambiare poco dopo.
Anche la scelta di Florrum come luogo di origine era stata a lungo dibattuta, ma alla fine avevamo concluso che in quel momento era il posto più idoneo per aggiungere abitanti senza destare sospetti.
Il cognome fu l’unico punto in cui la discussione venne smorzata subito sul nascere: dovevo aver dato la conferma definitiva per sbaglio dopo aver digitato “Amaxine” e il sistema informatico per qualche assurdo motivo (o forse solo per antipatia) non ci aveva più dato la possibilità di cambiarlo.
Purtroppo non finì lì.
C’erano ancora da aggiungere altre informazioni, come età, lavoro, famiglia,… copiammo da alcune persone esistenti su Florrum e cercammo di rendere tutto il più credibile possibile. Non fu semplice trattenere L4 e Lair dal voler provare la nuovissima opzione “aggiungi titolo nobiliare” e dall’impedirli di far degradare il semplice backgroud da mercante interplanetaria di Lya nel trash più assoluto.
Alla fine però riuscimmo a creare un’identità del tutto credibile e insospettabile.
Testammo immediatamente quel trucchetto con il sistema di riconoscimento di villa Amidàla.
“Lya Amaxine di Florrum”
Funzionava.
Provammo anche a mascherare Rey in vari modi, ma sempre il sistema la identificava come l’inesistente Lya.
Wow. Dovevo davvero riconoscere che L4 e Lair erano dei geni.
-Se con i sistemi di Naboo funziona, funzionerà anche su Coruscant. Così potrei venire anch’io alla riunione straordinaria del senato, come spettatrice.- avanzò Rey.
Alla riunione straordinaria del senato in cui avrei annunciato l’amnistia?!
Non se ne parlava.
-No, è troppo rischioso! Qualcuno potrebbe riconoscerti.-
La presenza della Jedi ad una riunione del genere avrebbe portato non pochi sospetti! Per non parlare delle polemiche successive...
Inoltre già sapevo che non avrei fatto altro che distrarmi per cercarla nell’aula senatoriale.
-Secondo me invece sarebbe un buon modo per verificare che il nostro piano funzioni.- la appoggiò L4.
Non ne ero convinto…
-Per sicurezza, potremmo tenerla sotto controllo ravvicinato, così da poter intervenire in caso emergenza.- propose il capitano.
-Mi sembra un’ottima idea! Potremmo farla vestire come una persona dello staff, e dire che ha ricevuto l’ordine di seguirci!- si inventò il droide.
Non che non mi fidassi di loro, ma l’idea di affidare Rey nelle mani di quei due non mi entusiasmava affatto…
-Non preoccuparti. Funzionerà!- sprizzò di gioia lei.
Mi lanciò il suo solito sorriso attraente.
-Va bene…- sospirai.
Perché finivo sempre per farmi convincere?
 
La riunione straordinaria del senato sarebbe iniziata in trenta minuti.
Naturalmente, mi ero reso conto di quanto facesse schifo il discorso che avevo preparato solo qualche istante prima…
Scarabocchiai nervosamente sulla scrivania del mio ufficio su Coruscant.
-È inutile che ci lavori su tanto. Metà dei senatori smetteranno di ascoltarti dopo i primi due minuti, i civili che seguono in diretta dopo cinque, e forse solo metà della resistenza starà attenta fino alla fine.- L4 mi sbatté la cruda verità in faccia.
Insomma, era il discorso più importante che avrei mai fatto in quanto Leader Supremo, volevo almeno che fosse degno di entrare nei libri di storia per farsi odiare dagli studenti!
Il generale Sevila e il senatore Bruss avevano fatto un eccellente lavoro nel pubblicizzare quella riunione, tanto da farla percepire come un evento straordinario per il quale, a mio parere, si stava generando un po’ troppo fervore. In quel momento l’intera galassia stava aspettando trepidante il mio discorso, curiosi di scoprire quale novità tanto eccezionale li teneva sulle spine… e il foglio da cui avrei dovuto leggere era vuoto.
Sentii l’ansia iniziare a percorrermi lungo la schiena.
L4 scartocciò la pagina appallottolata per terra che sarebbe dovuta essere la stesura definitiva del discorso.
-Questo andrà benissimo. Solo scandisci bene con un tono più alto le parole “amnistia”, “amicizia” e “pace”. Te le ho anche sottolineate.-
Ero talmente agitato che probabilmente le avrei urlate.
-Non lo so. Se invece che sembrare un Leader benevolo, passassi per idiota?-
E se i senatori in realtà odiavano la resistenza a mia insaputa?
E se la resistenza aveva cambiato idea?
E se qualcuno nel mentre avesse riconosciuto Rey?!
In quel momento sarebbe già dovuta essere con Lair nell’aula del senato…
-Vista la situazione, posso concederti un sorso di Vin Bleux.- tollerò L4.
-Sì, grazie!- mi illuminai.
Magari mi avrebbe aiutato a smorzare l’ansia.
Cigolò oltre la porta d’ingresso lasciandomi da solo.
Non mi sentivo pronto. Iniziai a camminare per l’ufficio, ripetendo il discorso.
Dunque… i tempi buoni del Prim’Ordine… tempi buoni? Ah no. C’era scritto bui… i tempi bui… tempi bui…
-Leader Supremo, c’è qui per lei miss Amaxine.- gracchiò il cameriere droide dal comunicatore distraendomi.
Miss Amaxine?
Ah, sì!
Rey!
-Falla entrare.-
Perché era lì? Mi stava portando il Vin Bleux?
La porta dell’ufficio si aprì.
Mi sarei aspettato che fosse camuffata con le divise del personale del senato, come avevano deciso quel duo malefico di L4 e Lair, invece… era bellissima.
Un’elegantissima e inaspettata Rey sfilò fino a giungermi sotto il naso: indossava il vestito nero che le avevo regalato, non aveva soliti e vistosi codini ma una pettinatura più morbida ed elegante, gli zigomi leggermente sfumati di rosso e un bagliore dorato intorno agli occhi.
-Nessuno mi ha riconosciuta. Visto che ha funzionato?- mi sorrise.
Rimasi senza parole.
-Non è la divisa dello staff…- cercai di capire.
Rey ridacchiò.
-No. L4 e Lair hanno ritenuto rischioso farmi infiltrare tra il personale, così mi hanno suggerito di vestirmi elegante, per passare inosservata su uno degli spalti.- spiegò.
Quel ragionamento… non… aveva molto senso.
-Non è sospetto che una semplice mercante interspaziale assista elegantemente ad una riunione del senato?- feci notare.
Rey scosse la testa in una smorfia.
-Ben, le persone non vanno in giro con un sistema di riconoscimento facciale in mano e non ho scritto in faccia “Lya, la mercante interspaziale”. Nessuno farà caso a me.-
-Ma…-
-Ben. Calmati.- mi impose. -L4 mi ha detto che sei nervoso.-
Così l’aveva mandata lì per tranquillizzarmi?
-Non sono nervoso!- ribattei.
Alzò un sopracciglio perplessa.
-Un po’…- ammisi.
Mi riaccasciai sulla poltrona, stropicciando l’angolo del foglio.
-Sono solo un po’ preoccupato. Non vorrei ritrovarmi con sorprese che mandino tutto all’aria.-
Rey si sedette accanto a me.
-Il senatore Bruss aveva detto che la maggior parte dei governatori sarebbero stati d’accordo...- cercò di farmi ragionare.
-Sì…-
- E siamo sicuri che Leia ha convinto la Resistenza ad accettare…-
-Sì…-
-Quindi non vedo di cosa dovresti preoccuparti.- concluse.
-Ma…-
Mi stampò un bacio inaspettato sullo zigomo, sciogliendo magicamente la tensione.
Avvampai.
Effettivamente non aveva torto.
Di cosa mi sarei dovuto preoccupare?!
-Potrei avere un altro bacino?- dimenticai completamente l’ansia del discorso.
-Dopo. Forse. Se te lo meriti.-
Eccome se me lo meritavo!
Aveva idea di cosa sarei andato incontro dopo quella riunione?
Sarebbe seguito il delirio! Giorni e giorni ad impazzire tra chissà quante pratiche burocratiche, e chissà tra quanti senatori che proponevano le proprie idee per legalizzare l’amnistia nella maniera più ottimale. Senza contare che sicuramente avrei incontrato ogni genere di opposizione anche sui più miseri dettagli… be’, non era quello il momento per pensarci. Avrei avuto tutto il tempo che volevo per risolvere una cosa alla volta dopo, ma prima dovevo fare il discorso.
La voce di L4 gracchiò dal comunicatore.
-Se hai finito di far esasperare anche gli acari della polvere sotto la scrivania, sarebbe il momento di entrare in aula.-
Brutta ed insidiosa di una vipera acida!
Ma dopotutto gli volevo bene.
Uscii dall’ufficio e mi diressi verso l’ingresso del mio pulpito accompagnato da Rey ed L4.
Spiegazzai ancora il foglio, come ad assicurarmi che fosse ancora nelle mie mani.
-Noi saremo sulla tribuna qui vicino. Non ti preoccupare. Andrai benissimo!- mi incoraggiò il droide.
Presi un bel respiro.
Perfetto. Era il momento.
-Ehy Ben.-
Rey mi si avvicinò dolcemente.
-Che la Forza sia con te.-
Già.
Qualsiasi cosa sarebbe successa, avrei sempre avuto qualcosa su cui contare.
Sorrisi.
-Che la Forza sia con te.-
 
 
-Note finali.-
Ebbene sì. Siamo giunti alla conclusione di questa fanfiction.
Non disperate: settimana prossima ci sarà un bonus speciale conclusivo (sarà una sorta di “post-titoli di coda”). Vi ringrazio per avermi seguita fino alla fine e non vedo l’ora di raccogliere i vostri commenti e le vostre opinioni!
Vorrei aggiungere qualche piccola curiosità riguardo questa storia, rispondendo anche ad alcune domande ricevute nel frattempo.
Ho iniziato a scriverla verso febbraio dello scorso anno.
Un anno per soli quattordici capitoli?! Non è tanto?
Be’… sì, ma ho una spiegazione valida (e no, per la prima volta in questa FF, l’alcol non c’entra nulla): la mia intenzione iniziale era di scrivere questa storia dal punto di vista di Rey, quindi narrando le vicende della resistenza mentre il Leader Supremo si trovava impigliato nel caos di Jakku. Solo in corso d’opera mi sono resa conto che le avventure di Kylo Ren nel frattempo erano molto più interessanti e più facili da rendere ironiche e comiche. Così ho cambiato idea e ricominciato da capo.
Ho cercato il più possibile di rientrare all’interno dell’universo espanso per evitare contrasti con altre storie, ma purtroppo con l’uscita della serie a fumetti The Rise of Kylo Ren e il film L’ascesa di Skywalker è stato impossibile evitare una collisione. Avendo già scritto però buona parte della storia, mi sono sentita troppo pigra per correggerla.
Uno dei punti su cui ho lavorato maggiormente è stato il carattere di Kylo Ren: istintivo, scenico, che ha come unico padrone sé stesso e abbastanza furbo (basti vedere la serie a fumetti The Age of Resistance). In più ho cercato di mettermi il più possibile nei panni di una persona che si ritrova d’improvviso alla guida di una galassia e con un sacco di responsabilità in più sulle spalle. A questo ho aggiunto un piccolo tocco personale: il lato un po’ ribelle e fuori dagli schemi, che ho pensato potrebbe essere nato dal desiderio di uscire dalle costrizioni e le ambizioni che Luke, Han e Leia avevano in serbo per lui fin da quando era piccolo (per questo ho preso spunto molto dal libro Bloodline).
Insomma, spero vi sia piaciuta questa storia e attendo i vostri commenti!-

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Capitolo 15
*** Bonus: L'ascesa di Supernova ***


Miss Cadilah, la direttrice di Supernova, quando chiuse la chiamata, ancora tremava.
Quasi non ricordava più come si respirasse!
-BENNY! CIKKY! DOVE SIETE?!- urlò facendosi sentire dall’intera redazione.
Aveva tra le mani lo scoop degli scoop, la notizia che avrebbe portato la sua rivista ad un notorietà estrema, l’apice della sua carriera, la via lastricata di diamanti per la fama ed il successo!
Le due Tw’lek arrivarono di fretta, impazienti di scoprire quale fosse la misteriosa novità che la loro direttrice moriva dalla voglia di urlare.
-Voleva vederci?- chiese il permesso Cikky di entrare nell’ufficio.
Miss Cadilah tornò improvvisamente a respirare.
-Preparatevi a stappare lo champagne, ragazze!- si girò verso di loro con fare scenico.
Si accasciò comodamente sulla morbida poltrona di ecofur rosa del suo ufficio.
-Ho appena parlato con i nostri carissimi informatori amici del Leader Supremo…- tenne in sospeso, aspettando che le due giornaliste la esortassero a continuare.
-Ah! Intende il droide L4T6 e dal capitano Lair?- ragionò invece Benny.
La direttrice alzò gli occhi al cielo.
-Ma certo! E chi altro, se no?- sospirò.
Anche Cikky parve realizzare in quel momento chi fossero.
-Certo! Quelli con cui non possiamo dire di essere in contatto, né tanto meno che ci vendono le news.- rammentò.
Miss Cadilah realizzò che non avrebbe mai ricevuto una singola esortazione a rivelare lo scoop.
Scosse la testa.
-Sì, loro. Ad ogni modo, mi hanno appena venduto una notizia stupenda su… la signorina Ren!- svelò trepidante.
-Abbiamo un nome?!- impazzirono le Tw’lek.
-Purtroppo no. Per quello hanno chiesto un prezzo troppo alto. Ma sono riuscita ad origliare qualcosa riguardo il pianeta Florrum…-
-Vuole che inizi a cercare tutte le conoscenze del Leader Supremo su quel pianeta?- propose Cikky.
Miss Cadilah parve ritornare sulle stelle.
-Hai sempre delle idee così stupende!- approvò zuccherosamente. -Inizia subito! Non voglio farti perdere tempo!-
La giornalista non perse tempo ed iniziò immediatamente a chiamare chiunque potesse avere informazioni utili su Florrum.
La direttrice ritornò allo scoop iniziale.
-Ad ogni modo, domani pomeriggio quell’invitante pasticcino di Kylo Ren terrà un discorso al senato. Non so bene per cosa, forse qualche altro noioso battibecco politico che non interessa a nessuno, comunque… il nostro scintillante informatore, ci ha segnalato che sarà presente anche la misteriosa signorina Ren! Lui e la sua amichetta in armatura, la faranno sedere al posto cinquantaquattro della prima fila sulla tribuna degli ospiti! Praticamente nella miglior posizione per bombardarla di foto!-
Non le era costata poco quell’informazione, ma era più che sicura che ne sarebbe valsa la pena e che tutti i soldi sarebbero rientrati non appena l’articolo fosse uscito!
Già immaginava che la rivista sarebbe andata talmente a ruba, che ne avrebbero dovuto fare una ristampa.
-Benny, ti ho riservato un posto strategico da cui potrai puntarle il rilevatore di riconoscimento facciale senza farti notare. Se riesci a scoprire il nome... giuro che darò un aumento a tutti!- esordì.
 
Un paio di giorni dopo, mentre L4 e Lair acquistavano una villa su Florrum e un droide-parrucchiere per Rey …
 
 
☆SVELATO IL MISTERO DELLA SIGNORINA REN: ORA SAPPIAMO CHI È!☆
 
Carissimi e amatissimi followers, avete letto benissimo!
Finalmente sappiamo tutto su di lei. Non potevamo avere una notizia migliore per farvi iniziare magnificamente una nuova settimana in compagnia della vostra rivista preferita!
Lo scorso lunedì sera, mentre il nostro affascinante Leader Supremo pronunciava il discorso più commovente degli ultimi due secoli al senato, noi di Supernova abbiamo scoperto l’identità della nostra misteriosa First Lady galattica. La scorsa settimana avevamo appreso quanto il nostro carissimo leader tenesse a proteggerla dai riflettori del pressing mediatico; forse credeva di averla ben nascosta da sguardi indiscreti, accomodandola sulla tribuna degli ospiti, ma una così bella fanciulla non poteva di certo passare inosservata agli occhi di Supernova!
Seduta in prima fila, distante dal centro dell’attenzione, ma abbastanza in vista per poter incoraggiare il suo amato da lontano, in un elegantissimo e superbo vestito nero, degno di una vera principessa! (Secondo voi chi sarà lo stilista? Diteci la vostra opinione sulla pagina Olonet di Supernova!)
Tenetevi forte perché stiamo per rivelarvi il nome più ricercato della galassia!
Lady Lya Amaxine di Florrum.
Non c’è dubbio che sia lei.
Soli venti anni, ma con già una tragica e triste storia alle spalle!
Nasce su Florrum, circondata dall’amore della nobile e antica famiglia Amaxine e dall’atmosfera del pianeta più magico della galassia, ricco di piante rigogliose, fiori colorati e squisiti frutti esotici. In effetti, vogliamo parlare di quanto siano eccezionali le bacche florrumensi con la panna?! (correte a pagina 24 per scoprire le prelibate ricette della nostra mitica Fefe con le bacche di Florrum!)
Purtroppo la vita della piccola e dolce Lya venne sconvolta all’età di soli dodici anni, quando la sua intera famiglia morì per colpa della terribile malattia Blue Shadow, che tornò a colpire il pianeta Florrum dopo quasi quarant’anni che si pensava fosse debellata. Abbiamo raccolto la triste testimonianza della sua amatissima tata che l’ha accudita e cresciuta durante i disperati anni senza genitori, e le sue parole ci hanno profondamente commosso! Vi abbiamo riportato la commovente intervista nell’ articolo seguente.
Tornando però alle cose belle, da pochi anni la nostra giovane First Lady ha assunto il controllo delle attività commerciali lasciatele in eredità dai genitori e ora possiede il 63% delle piantagioni di bacche Florrumensi, oltre ad avere avviato un’attività di commercio immensa!
Naturalmente le fonti ufficiali del Prim’Ordine tendono a nascondere la sua vera identità: dicono che si tratti di una semplice mercante interplanetaria, specializzata nel commercio di alimentari, cresciuta nelle pianure di Florrum, in un’umilissima famiglia di contadini e allevatori. È la storia meno credibile che si sia mai sentita, non che una pessima copertura!
Arriviamo però ora alla domanda che tutti si stanno facendo: come sarà scoppiata la scintilla tra lei e l’affascinante Leader Supremo?
Non abbiamo nessuna fonte ufficiale, ma di sicuro possiamo confermare che la loro conoscenza deve essere molto longeva: infatti, stando ad alcuni documenti attendibili, pare che gli Amaxine facessero parte delle Antiche Casate esattamente come gli Organa! Addirittura sembrerebbe che le due famiglie fossero molto amiche tra loro! Non c’è dubbio quindi che Lya e Kylo siano lontani amici d’infanzia e che si siano riavvicinati di recente, esplodendo nella fiamma dell’amore!!!
Speriamo vivamente di sentire questa meravigliosa storia nei dettagli direttamente dai nostri bellissimi innamorati!
Dite che ci sarà l’annuncio ufficiale durante il prossimo incontro delle Antiche Casate?! O settimana prossima durante l’assegnazione dei premi Space-Nobel?!
Non vediamo l’ora di scoprirlo!
Continuate a seguirci sulla pagina Olonet per rimanere aggiornati sulle ultimissime novità! ■
 
 
 
-Dedicato a Benny, Cikky e Fefe.-

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