My Salvation

di Riku_Lucis_Caelum
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Si sarebbe sposato, c’era poco da fare e doveva arrendersi all’idea di quell’amore platonico. Non era per timidezza che taceva. Per non guastare anni e anni di amicizia e quel rapporto splendido che si era creato, preferiva tenersi tutto dentro anche se, alle volte era davvero difficile far finta che per lui era solo un amico.
Era fin troppo apprensivo che quasi temeva che se ne accorgesse.
 
Si erano accampati di nuovo in tenda, non che gli dispiacesse. Con la scusa che si stava stretti gli dormiva praticamente appiccicato.
Ma quella sera non riusciva proprio a prendere sonno. Si era seduto fuori a prendere aria e a scaldarsi davanti al fuoco. Accanto alla sedia, un paio di lattine di birra vuote.
Non era solito darsi all’alcool, non che poi quella birra annacquata ne avesse troppo, ma c’erano notti in cui, i pensieri galoppavano fin troppo e non trovava via se non quella di metterli a dormire con un paio di birre.
Chiuse gli occhi cercando di non pensare, arduo ma possibile.
- Ci siamo dati agli alcolici? –
A sentire quella domanda aprì appena un occhio guardando verso la fonte della voce.
Era Gladio, da quell’altezza arriva giusto a vedergli la cinta e poi, lo aveva capito da quel vocione.
Il ragazzone si sedette sulla sedia più prossima a quella del biondino, chinato in avanti e con i gomiti sulle gambe.
- Di quelle ce ne è rimasta qualcuna? – domandò di nuovo indicando con un dito le lattine vuote a terra.
- Perché ne vuoi?- mugolò sospirando il più giovane mentre si copriva gli occhi con l’avambraccio.
-Se non ti dispiace… - rispose l’altro col suo solito tono calmo.
Il biondo posò entrambe le mani sui braccioli della sedia e fece forza andando a prendere un altro paio di birre, visto che c’era ne avrebbe buttata giù un'altra.
Si avvicinò al più grande aprendogli la lattina con un rapido gesto del dito, poi aprì la sua che iniziò a fare schiuma ma, se ne fregò altamente e la lasciò colare a terra. Poi se ne ritornò alla sua sedia, lasciandocisi cadere sopra e sbuffò.
Se ne stettero in silenzio per un po’, sorseggiando la lattina poi, fu il castano a parlare.
- Se ti piace, che aspetti a dirglielo?-
A quelle parole per poco a Prompto non uscì la birra dal naso e iniziò a tossire.
- Che…?! C… cosa vai dicendo…- mugolò tra un colpo di tosse e l’altro.
Gladio era tranquillissimo invece, come se quello che aveva detto fosse la cosa più normale del mondo e chissà, magari dal suo punto di vista era proprio così.
- Penso semplicemente che dovresti dirglielo… - ribadì bevendosi un altro sorso, poggiandosi bene contro lo schienale.
Il biondino iniziò a diventare rossissimo, e si coprì la bocca col dorso della mano.
Non era servito a nulla nascondere tutto, se ne era accorto lui, Noctis probabilmente lo aveva capito e a quel pensiero non poteva fare a meno di provare imbarazzo.
- Dannazione… - sussurrò piano con gli occhi che diventavano lucidi.
Il più grande lo guardò con la coda dell’occhio mentre mandava giù l’ultimo sorso. Era davvero strano vederlo in quello stato invece che spensierato come sempre.
Posò la lattina a terra con una mano allungando l’altra verso il ragazzino, gli diede una sonora pacca sulla schiena facendolo mugolare di dolore.
- Gh! – uggiolò sofferente mentre la parte colpita iniziava a bruciare.
- Smetti di soffrire così... fa in modo di non dovertene pentire in futuro… - lo disse mentre si alzava dalla sedia e così come era arrivato, se ne ritornò in tenda.
Probabilmente aveva ragione lui, una volta sposato di certo non si sarebbe dichiarato. Sarebbe stato più imbarazzante di quanto non lo era ora.
Gladio ci aveva messo davvero parecchia forza a colpirlo, faceva proprio male ma si sentiva un po’ più coraggioso. Forse sapere che quello che provava non era così sbagliato e avere quell’incoraggiamento lo faceva sentire più tranquillo.
Ci avrebbe provato, almeno non l’avrebbe rimpianto.
 
Si svegliò che era già sorto il sole, era da solo in tenda, probabilmente il fatto che sembrasse così assolato dipendeva dalla zona, magari c’erano pochi alberi.
Gattonò fuori dalla tenda restando abbagliato dal sole che aveva appena superato la linea dell’orizzonte, non doveva essere più tardi delle dieci.
-‘Giorno…- mugolò una voce, era difficile non distinguerla.
Noctis era seduto su una delle sedie, stava bevendo del thè ed era solo.
-Gli altri?- disse uscendo dalla tenda per poi alzarsi e stiracchiarsi facendosi scrocchiare la schiena e un braccio.
- In giro, Gladio ha detto di aver notato un… qualcosa e voleva che Ignis lo vedesse. – Borbottò prima di bere un sorso dalla tazza in acciaio.
Quella storia però aveva un non so che di strano, stava iniziando a pensare che probabilmente Gladio lo avesse fatto di proposito, poteva anche dirgli che per lui “farsi coraggio e parlare” voleva dire “fallo immediatamente”.
Si avvicinò al fuoco e prese la teiera da campo che era là, versandosi poi del thè anche lui.
Pensava che quei due non sarebbero tornati presto, probabilmente erano la attorno a temporeggiare. Si sedette sulla sedia, anche se per essere precisi, si lasciò cadere di peso su di essa e sospirò.
- Senti… per caso è successo qualcosa?- domandò il moretto facendo girare il liquido dentro la tazza.
Nemmeno ebbe il tempo di bere, ci aveva a malapena poggiato le labbra, a quanto pare in quel gruppo tutti avevano una fretta inaudita e lui invece, necessitava di tempo.
Anche se a ben pensarci, aveva avuto anni per poterlo fare. Strinse la tazza calda tra le mani che gli tremavano.
Era arrivato il momento.
- N… Noct… i…io…- diamine stava iniziando a balbettare, non andava affatto bene.
Quantomeno ora aveva l’attenzione del ragazzo, che lo guardava anche se, abbastanza preoccupato.
- Ti senti male…? – gli chiese sporgendosi dalla sedia verso la sua direzione.
Il biondino scosse la testa stringendo gli occhi, arrossendo vistosamente. Stava morendo dalla vergogna e non riusciva nemmeno a guardarlo.
Ma non poteva lasciar perdere, non poteva fare il codardo per sempre. Era arrivato ad ubriacarsi per non pensare a lui, era una cosa che andava risolta, nel bene o nel male.
Posò la tazza in terra, poi sollevò lo sguardo incrociando gli occhi blu dell’amico e deglutì a vuoto, ora però non sarebbe scappato.
Non disse nulla e gli prese il viso tra le mani con delicatezza, mentre avvicinava il suo viso a quello dell’altro.
Fu un lieve sfiorarsi di labbra, probabilmente, fu lo stupore a non far scansare Noctis.
Gli lasciò lentamente andare il viso da quella dolce stretta e mordendosi il labbro si alzò definitivamente dalla sedia andandosene di corsa. Fu tutto talmente veloce, inaspettato che  il principe rimase immobile, si ridestò solo quando la tazza gli cadde dalle mani schizzandogli addosso quel poco di thè rimasto.
 
Era senza fiato ormai, aveva corso senza nemmeno vedere dove andava. Era in mezzo al bosco, i cespugli erano belli alti, gli arrivavano ai fianchi.
Vedeva offuscato, gli occhi erano gonfi di lacrime e sull’orlo del pianto ma lui, prontamente si strofinò con il dorso della mano, asciugandole ancora prima che potessero solcare il viso.
Aveva appena mandato a puttane un amicizia secolare ed era pure scappato via come un coniglio.
Continuò a camminare, addentrandosi di più nel fitto del bosco.
Voleva starsene da solo.
Di certo Noctis stavolta, non lo sarebbe venuto a cercare.
 
Quando gli altri tornarono all’accampamento, trovarono Noctis seduto da solo davanti al fuoco. Chinato in avanti con i gomiti sulle gambe e le mani strette tra loro.
La tazza di thè era a terra.
Sembrava quasi imbambolato, pietrificato in un attimo chissà quanto lungo.
- Dov’è Prompto? – domandò Gladio iniziando a preoccuparsi perché non c’era il solito casino.
- È scappato… - mugolò senza neanche guardarli in faccia.
Non ci voleva un genio per capire che era successo, in parte era stata anche colpa sua che lo aveva spinto a farlo. Certo, non poteva immaginare cosa avesse fatto realmente, ne tantomeno che sarebbe fuggito.
- Andiamo a cercarlo…? - aggiunse il castano mentre incrociava le braccia e lo guardava serio.
Il principe sollevò lo sguardo appena, squadrando l’amico con un espressione abbastanza stranita. Non sembrava per nulla intenzionato ad alzarsi.
Era abbastanza sotto shock. Il suo migliore amico lo aveva appena baciato e per un attimo pensava quasi di averlo solo immaginato ma, voltandosi verso la sedia accanto alla sua, vedeva quella tazza di thè fumante e lui, non c’era.
Era scappato davvero, lo aveva baciato davvero.
Si alzò senza proferire parola per poi iniziare a incamminarsi verso la direzione in cui credeva fosse andato, gli altri due lo seguirono a ruota.
 
Si era fatta notte e complice la poca visibilità, Prompto era caduto in un buco nel terreno, molto profondo, era una sorta di pozzo probabilmente.
Qualche giorno prima poi, come se non bastasse aveva piovuto copiosamente e ora, era immerso in acqua fino ai fianchi e gli faceva male una gamba, probabilmente cadendo se l’era slogata o chissà che altro.
Quello che ci capiva un po’ di certe cose era Ignis.
Sbuffò guardando verso l’alto, dal fondo riusciva a distinguere il cielo stellato o almeno quella porzione che l’apertura gli concedeva di vedere.
Si sentiva un cretino al momento, probabilmente se lo avessero trovato, lo avrebbero preso in giro per tutta la vita.
Gli scappò un risolino, uno di quelli forzati.
Poi le sentì, voci di persone nel silenzio della notte.
I soli tanto pazzi da girare di notte erano solo loro.
-HEY! SONO QUIIIIII! – gridò il biondino dal fondo del fosso.
Vide presto delle luci illuminare l’imboccatura, erano tre.
-Si può sapere come hai fatto a finire la dentro? – Domandò Gladio che si era steso a terra per vedere meglio il fondo e l’amico.
- Ci sono caduto no! – disse dando dei pugni a “terra” facendo schizzare l’acqua.
- Riesci ad alzarti? – domandò poi Ignis che in piedi sul bordo del fosso pensava a come tirarlo fuori da lì.
- No… credo di essermi slogato una caviglia… hehe- mugolò dal fondo il ragazzo.
Che situazione del cavolo, dovevano pensare a un modo per farlo uscire anche perché di notte era un rischio per tutti stare in giro, e poi ora il loro amico era vulnerabile.
Ci volle un po’ prima di escogitare una soluzione, senza corde era tutto più difficile.
- Riesci a spostarti? Scendo… - disse il più grande da sopra.
Mugolò il suo assenso, si trascinò con le mani per spostarsi così che il suo compagno di viaggio potesse scendere senza cadergli addosso. Come fu abbastanza distante, Gladio si buttò giù dal biondino cadendo senza farsi male.
Era profondo ma c’era modo di risalire per una persona nel pieno delle sue facoltà motorie.
- Scemo… andiamo… - gli disse mentre lo aiutava a tirarsi in piedi, poi gli mise le mani sui fianchi per sostenerlo.
Sulla cima dell’apertura c’erano Noctis e Ignis stesi a terra pronti a tirare su il ragazzino.
Gladio lo sollevò senza troppi problemi, facendo si che i due amici potessero afferrarlo e tirarlo fuori. Dal canto suo, uscire fu molto semplice, il terreno era abbastanza solido,per lo più era roccia o comunque, stabile, una breve scalata ed era già seduto sul bordo del fosso.
 
Il salvataggio era andato bene, erano tutti infangati e due di loro pure bagnati ma, almeno stavano bene. Prompto era in spalla a Gladio, aveva fatto storie ma alla fine si era lasciato portare .
Per quanto volesse fare il duro, la gamba gli faceva male ma, più di tutto era il cuore a dolergli.
Con la testa appoggiata alla schiena del suo grosso amico, guardava sottecchi Noctis.
Alla fine era venuto a salvarlo però, si domandava se fosse arrabbiato, o magari disgustato.
Si morse il labbro mugolando appena, ma il castano lo fece sobbalzare.
Infondo si sentiva responsabile, aveva messo la pulce nell’orecchio del ragazzino e lo aveva spinto a tentare con il principe.
Arrivarono all’accampamento e Ignis prestò le cure del caso al biondino, in tutto quel lasso di tempo, il moretto non aveva proferito parola. Non aveva detto niente, non si era nemmeno arrabbiato. Era rimasto seduto sulla sedia vicino alla sua proprio come poche ore prima.
Mangiarono e se ne andarono tutti a letto, solo Prompto aveva chiesto di restare ancora un po’ fuori, vicino al fuoco, non avrebbe dormito, tanto valeva farsi la sua solita bevuta serale.
Prese la lattina di birra dal contenitore termico di plastica e la aprì, si sentì il classico suono della bibita gassata ma una mano gli tolse la lattina prima che potesse anche solo pensare di berla.
Sollevò lo sguardo trovando in piedi dietro la sua sedia Noctis, con in mano la lattina.
- Da quanto va avanti questa cosa? – domandò lui restando li in piedi.
-Ehm… un po’… ma bevo solo la sera prima di dormire…- borbottò lui tenendo la testa in alto e lievemente in dietro per guardarlo.
Il moro sbuffò.
- Non parlo di questa… - disse scuotendo la lattina nella mano.
Deglutì a vuoto, probabilmente stava iniziando ad arrossire. Sapeva cosa intendeva ma, rispondere non era facile. Anzi forse lo era ma aveva paura, terrore che lo potesse detestare.
Ma, comunque lo avrebbe perso, il giorno delle sue nozze, sarebbe stato il giorno in cui lo avrebbe perso per sempre.
- Da molto… - disse solo quello, e mai in vita sua fu più serio di così.

Si guardarono negli occhi per un po’senza dirsi nulla, a Noctis serviva tempo per fare chiarezza nei pensieri, mentre per Prompto, il tempo per stare con lui era sempre di meno.


-Fine Capitolo 1


P.s.
Non picchiatemi, è la prima volta che provo a scrivere qualcosa su un opera così recente. Solo che ecco... ispirata da quello che vedevo in gioco, ci ho provato.
Ho cercato di mantenere i pg con il loro carattere e spero di esserci riuscita.
Si accettano pareri come sempre.
Grazie per aver letto fino qui e ci vediamo al prossimo capitolo ^^

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Farsi male non era nei programmi ma gli aveva permesso di guadagnare un po’ di tempo in più. Stavano dormendo in un motel da un settimana, visto le condizioni della sua caviglia stare in tenda non era una buona idea e poi la sua deambulazione era abbastanza compromessa.
Lo avevano lasciato da solo per andare a mangiare, dopo avrebbero portato qualcosa anche a lui.
La schiena poggiava alla testata del letto, la gamba ferita era adagiata su due cuscini e l’altra era piegata. Giocava col cellulare per ingannare l’attesa e nel frattempo pensava.
Da quando quella sera gli aveva fatto quella confessione, non si erano parlati poi molto. Aveva come preso le distanze ma da una parte poteva capirlo.
Il tuo migliore amico ti fa la dichiarazione, mi sembra quantomeno logico rimanerne sconvolti.
Però a lui quella distanza stava snervando. Era frustrante stare al letto o quanto meno, stare buono ma lo era ancora di più non parlargli.
Non era quello che voleva ottenere ma d’altronde che cosa si aspettava?
Sbuffò lasciando il cellulare sul letto, guardando il soffitto, gli mancava il tempo con lui e odiava sentirsi messo da parte.
Sentì la porta aprirsi e piegò la testa per vedere ed era Gladio con i piatti in mano per lui, li teneva entrambi su un braccio mentre aveva usato l’altro per aprire.
- Buonasera cameriere… - disse senza tanta gioia nella voce e una vena di ironia.
L’altro chiuse la porta dirigendosi verso il lettone poggiandovi su i piatti.
- Stare buono ti rende acido?- domandò lui arruffandogli i capelli ridendo.
Ormai con Gladio era così, un battibeccarsi, punzecchiarsi ma lui stava fin troppo buono e non rispondeva alle provocazioni. Evitava qualsiasi argomento che potesse sfociare in un discorso che di conseguenza, potesse renderlo di cattivo umore.
Con i capelli più arruffati del solito si mise a mangiare mentre Gladio si era messo a trafficare col cellulare mezzo steso nel letto, giustamente i piedi erano a terra, almeno non aveva messo le scarpe sul lenzuolo.
Gli faceva sempre compagnia negli ultimi giorni e non gli dispiaceva ma, più di tutti avrebbe voluto Noctis al suo posto.

 

Finì in fretta di mangiare e si mise a giocare di nuovo col cellulare ma stavolta con Gladio. Si prendevano in giro e si facevano battutine, quando perdeva lo minacciava di toccargli la caviglia e lui frignava come una ragazzina per poi scoppiare a ridere.
Non ci volle molto perché entrassero in stanza anche Ignis e Noctis, stavano ancora ridendo quando i loro compagni misero piede nella camera.
-Vi si sente fin nel corridoio… - disse Ignis sistemandosi gli occhiali.
- Tanto siamo solo noi… - borbottò il ragazzone ancora semi steso nel letto.
Noctis stava in silenzio ma aveva un aria strana, sembrava infastidito o quanto meno sovrappensiero.
Prompto non ci aveva fatto caso, era troppo intento a prendere a calci, col piede buono, quell’armadio a quattro ante che era il suo amico.
- Non è una gita scolastica… - mugolò l’occhialuto mentre si levava la giacca del completo.
Continuarono a giocare e far casino per un'altra oretta, tanto che Ignis era scappato letteralmente via per il baccano, Noct invece si era seduto in una maniera improponibile su un divanetto e giocherellava con il cellulare guardando sottecchi gli amici sul lettone.
Non capiva perché si sentisse frustrato nel vederlo giocare a quel modo con la sua guardia. Era come se si sentisse spodestato. Voleva quasi alzarsi e cacciarlo di fuori ma, infondo non stava facendo nulla di male e poi, era stato lui a distanziarsi da Prompto.
Di certo il biondino non ne era felice, lo conosceva fin troppo bene.
Gladio era grande e grosso ma non scemo, tirò un sospiro e si tirò a sedere sul letto per poi stiracchiarsi.
- Basta, vado a cercare Ignis e magari mi faccio una passeggiata…- lo disse di proposito a voce abbastanza alta così che lo sentisse anche il principe che fingeva di ignorarli.
Il biondo lo guardò con un'espressione che era un misto di paura e smarrimento ma il ragazzone gli fece un sorrisetto e facendo forza sulle braccia si alzò dal lettone dirigendosi verso la porta, abbandonando la stanza con loro due dentro.
Fuori dalla porta vi trovò Ignis poggiato alla parete con le mani nelle tasche.
- Fai schifo come attore… - gli disse guardandolo accennando un sorriso.
Il più grande scosse la testa ficcandosi le mani in tasca a sua volta e fece spallucce.
- Andiamo o no a farcelo quel giro?- domandò poi guardando l’amico.
L’altro non rispose iniziando a scendere le scale e Gladio lo seguì subito dopo.

 

Nella stanza regnava il silenzio, Prompto si stava abbracciando un cuscino e si sentiva parecchio a disagio. Non era mai stato zitto così tanto tempo e mai si era sentito così con Noctis. Erano amici da una vita, battutine e risate erano all’ordine del giorno e ora, erano così distanti nonostante fossero nella stessa camera.
Sospirò mordendosi il labbro inferiore mentre affondava la faccia nel cuscino, si sentiva da schifo e sembrava che dei due fosse l’unico a risentire di quella situazione.
Poi sentì il letto muoversi e sollevò lo sguardo ritrovandosi Noctis a gattoni proprio davanti. Il viso era parecchio vicino al suo e lui non riuscì a fare di meglio che diventare rosso, riparandosi dietro al cuscino.
Da quegli eventi lo stava evitando come se avesse la peste, iniziava a sentirsi crudele ma, vederlo così affiatato con Gladio gli aveva dato fastidio.
Il moro prese il cuscino dal centro e glielo strappò di mano buttandolo in terra lasciando così il biondino senza “difese”, non che poi un cuscino fosse il più potente degli scudi.
Prompto era rosso come non mai, le braccia tese ai lati del corpo e la schiena che aderiva alla testata del letto, non capiva che cosa l’amico volesse fare e forse, nemmeno il soggetto in questione lo sapeva con certezza, si stava limitando a guardarlo e per Prompto era come una tortura.
- N… Noct? – mugolò il biondino vedendo l’amico avanzare.
Per istinto strinse gli occhi mentre il principe si faceva sempre più vicino, sentiva il cuore battere così forte che temeva lo sentisse persino lui poi, una dolce pressione sulle labbra.
Schiuse appena gli occhi come per assicurarsi che fosse reale e quando lo vide, il suo cuore mancò quasi un battito. Gli mise le braccia al collo tirandoselo addosso, schiudendo le labbra approfondendo quel bacio.
Gli affondò le mani tra i capelli, neri e lucidi mentre inclinava la testa continuando a baciarlo, era decisamente meglio di quel "bacio e fuga" dell’ultima volta e poi, stavolta anche lui sembrava d’accordo.
Fanculo tutto, che fosse sbagliato o no, era tutto quello che aveva sempre voluto.
Stare tra le sue braccia, sfiorare le sue labbra e toccare quel corpo che fin da adolescente non aveva fatto altro che desiderare.
Quando il bacio finì erano entrambi senza fiato e il moretto dal canto suo era abbastanza sorpreso da quello che aveva fatto. Lo aveva baciato e gli era piaciuto e nel suo cuore non c’era il minimo senso di colpa, nessun ripensamento.
Adesso era sotto di lui, le guance arrossate e gli occhi lucidi. Il volto del suo amico aveva un espressione che non aveva mai visto, così dolce eppure dannatamente lussuriosa. Per quanto fosse un vent’enne, a parte qualche bacio non era mai andato oltre se non nei suoi più intimi e reconditi sogni e di certo, mai si sarebbe immaginato con il suo migliore amico in una di quelle situazioni.
Era strano come non lo infastidisse la situazione. 
Nessun disagio, nessun tipo di disgusto, era lui ed andava bene proprio perchè era lui.
Si ridestò solo quando sentì le mani del biondo sotto la maglia percorrergli la schiena, un brivido lo scosse fino alla base del collo e non riuscì a fare altro che riavventarsi su quelle labbra per assaporarle nuovamente ma, no
n bastava, voleva ancora di più.

Lentamente, tra un bacio e un respiro, il giovane principe insinuò la mano sotto la canotta del biondino che per tutta risposta sobbalzò appena. Sentiva la pelle calda sotto le dita scossa da i brividi mentre continuava ad accarezzarlo, lento e curioso, scendendo sempre più in basso.
- Voglio… di più… - sussurrò ansante il moro mentre si accingeva con un rapido gesto della mano, a slacciare la cintura del ragazzo sotto di se.
A Prompto si era fuso il cervello completamente, non parlava e si limitava ad annuire con le guance sempre più arrossate però, anche lui voleva di più e mentre sollevava il bacino per aiutare il suo amato principe a spogliarlo, con entrambe le mani, gli tirò via la maglia lasciandolo a petto nudo.
Lo ammirava, seduto tra le sue gambe semi nudo e si sentiva più eccitato solo a vederlo il problema era che, era fin troppo evidente quanto la sua “emozione” stesse crescendo.
Ora era il suo turno, Noctis finì di spogliarlo, lentamente, un indumento alla volta si aggiungevano a quelli sul pavimento, baciava ogni parte che scopriva, indugiava con le carezze, esplorava con le mani quel corpo tonico eppure così morbido, mentre i mugolii e gli scricchiolii del letto accompagnavano il tutto.

 

Rientrarono qualche ora dopo e li trovarono a chiacchierare e giocare al cellulare assieme. Noctis era seduto sul letto mentre il biondino erano nella stessa posizione di prima ma aveva solo un cuscino sotto al piede dolorante.
-Bene avete fatto pace… - borbottò l'occhialuto avvicinandosi al letto notando che era leggermente più disastrato di quando erano andati via, ma non disse nulla.
-Al volo! - gli disse Gladio tirando ad Ignis il cuscino mancante che era finito dall'altra parte della camera, nemmeno voleva sapere come era stato possibile.
A quanto pare, la routine era tornata alla normalità, i due ragazzi andavano d'amore e d'accordo come sempre, anzi forse anche di più e il ragazzone non poteva che essere felice. 
Di certo non immaginava minimamente verso che direzione avesse dato un mano a spingere la loro relazione ma di sicuro, Prompto avrebbe avuto meno rimpianti e molti più ricordi insieme al suo amato principe.


Fine

 

 

P.s.
Ci ho messo una vita a finirla ma, ho avuto così tanto problemi che la voglia di scrivere era praticamente inesistente. Ho lasciato la parte erotica molto sul vago ma, pensavo fosse la scelta migliore, in caso ne scriverò una proprio incentrata sulla cosa ^^ Devo riprendere a carburare e scrivere come facevo prima. Siate comprensivi > <
Grazie per la pazienza, aspetto commenti sia positivi che negativi hehe

 

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