Le Stagioni del Dubbio

di Thilwen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I mille silenzi della notte ***
Capitolo 3: *** L'Ombra del Sole ***
Capitolo 4: *** Il binario della solitudine ***
Capitolo 5: *** Serata Inaugurale ***
Capitolo 6: *** Cadendo insieme alle foglie ***
Capitolo 7: *** Rami e Frutti ***
Capitolo 8: *** Sospiro e Sollievo ***
Capitolo 9: *** Scivolando fra i fumi ***
Capitolo 10: *** Draco VS Harry ***
Capitolo 11: *** Il gelo della neve ***
Capitolo 12: *** L'acuminato ago del dolore ***
Capitolo 13: *** Indolenza ***
Capitolo 14: *** Una nuova bufera ***
Capitolo 15: *** Fuoco dal Cielo ***
Capitolo 16: *** Il Colore del Contrasto ***
Capitolo 17: *** Faccia a Faccia ***
Capitolo 18: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Le Stagioni del Dubbio

 

 

Disclaimer: I diritti di Harry Potter and co. appartengono a JKRowling ed a chiunque altro li detiene, niente di tutto ciò mi appartiene,  non voglio offendere nessuno né scrivo a scopro lucro, il mio è soltanto un modo per dare sfogo alla mia alquanto perversa ed insana fantasia.

 

Beta-readers: Chiara (mise_keith) e Gioia (Heavy)

 

Note: Ho sempre desiderato scrivere una fanfiction su Draco Malfoy e la conclusione del quinto libro si è presentata come un’occasione insostituibile per questo mio lavoro d’introspezione psicologica, adesso che tutti i punti fermi e tutte le certezze della sua vita sono crollate.

Ho tentato di mantenermi il più possibile dentro il personaggio di Draco Malfoy, ma, visto che nei libri non è chiaramente definito, è difficile attenersi a dei modelli. Un personaggio “nuovo”, invece, può essere considerato Blaise Zabini, che nei libri della Rowling è solo un nome, mentre io ho creato ex novo un personaggio unico nel suo genere, diverso da ogni Serpeverde e totalmente disinteressato al mondo circostante: anarchico ed un po’ filosofo, ribelle e disinibito, affascinante e bisessuale. Effettivamente la mia visione di Blaise è nata da un’idea della grande Gioia, Heavy, che oltre ad essere un abile scrittrice è anche  una mente geniale.

L’unica cosa anche potrebbe non coincidere con i libri della Rowling è questa: benché Azkaban sia priva di dissennatori ho fatto in modo che si presentasse come l’inferno di un tempo e che non fosse così facile evadere.

Ho tentato di essere realista  quindi in più punti il linguaggio è relativamente volgare ed allusivo e, soprattutto, questa fanfiction non si risparmia di trattare argomenti come il sesso libero e promiscuo.  Io mi mantengo sempre e comunque entro certi limiti, non scendo nei particolari,  e non credo di essere mai caduta nell’osceno, però se ritenete che la trattazione di argomenti del genere può essere per voi motivo di fastidio non leggete questo lavoro.

La ff è divisa in 4 parti precedute da un prologo e si conclude con un epilogo. Ogni parte dovrebbe rappresentare una stagione, ed a sua volta è divisa in 4 capitoli. La ff è preceduta da una poesia, scritta da me, che l’abbraccia tutta. Ogni parte a sua volta è introdotta da una nuova poesia, sempre scritta da me. Ogni capitolo è invece introdotto da brani famosi, la maggior parte dei quali in latino, che mi hanno talvolta inspirata nella creazione di questo lavoro.

Se avete dubbi, domande, curiosità, non esitate a scriverle nei commenti o, se volete, potete contattarmi all’indirizzo thilwen87@yahoo.it.

Vi prego di commentare questo lavoro per me è necessario ogni singolo commento, positivo, negativo, l’importante è che sia costruttivo.

 

Note2: 13-03-2006  A più di un anno dalla pubblicazione di questa fanfiction, la più importante per me, ritorno con alcune modifiche. Visti i cambiamenti che ci sono stati nell’ultimo periodo ho deciso d’innalzare il rating a NC17. Benché credo che la materia erotica non sia eccessivamente esplicita, visti gli argomenti trattati e le tematiche forti credo che sia giusto inserire un rating più alto, in modo che utenti troppo giovani non possano leggere (e fraintendere) questa storia.

Mi sono resa conto che sono presenti diversi errori di battitura qua e là. Mi scuso con i lettori, nelle prossime settimane, quando sarà possibile, m’impegnerò a ricorreggere questo lavoro. Grazie.

 

Ringraziamenti: C’è una persona che merita tutta la mia gratitudine, senza la quale questo lavoro non sarebbe mai stato completato. Questa è Chiara, la migliore amica che si può desiderare, per l’impegno dedicato nella lettura del mio lavoro capitolo per capitolo, per le sue splendide parole d’incoraggiamento, per il suo entusiasmo ad ogni nuova pagina. Ha visto nascere e crescere questo lavoro aiutandomi a non smarrirmi  nella narrazione, consigliandomi di volta in volta con attenzione ed affetto sincero. Se non ci fosse lei a sostenermi in ogni momento di questa mia derelitta esistenza non riuscirei a concludere nulla!Grazie Chiara, amica mia, mia sorellina minore, grazie d’esistere.

Vorrei ringraziare anche il mio amico Rosario che ha gentilmente letto questa fanfiction in anteprima, anche lui mi ha spinto a continuarla. Merita un doveroso ringraziamento anche Gioia che ha letto con una rapidità impressionante questo lavoro esprimendo subito e sinceramente  le sue impressioni. Ti mando un grosso abbraccio su fino a Firenze!

 

Dediche: Questa fanfiction la voglio dedicare ad Alfio, per l’impegno dimostrato nel leggere i miei lavori e perché continua a sorbirsi con stoica pazienza i miei quotidiani sproloqui.

 

 

Le Stagioni del Dubbio

di Thilwen

________________________________________________

*

Sciogli i nodi dei tuoi dubbi,

con l’arrancare al buio dei ricordi.

 

Ascoltami:

sei ancora capace di sussultare al mio nome?

Vivimi nuovamente,

ma in silenzio,

non permettere ad un’unica goccia

di lavare via

questo grande disegno a due mani

intriso del nostro sangue

e della nostra felicità.

 

Ascoltami:

sei ancora capace di ricordarti il mio calore?

Ti vedo correre

solo in un deserto di belle parole

denudato dalle tue idee

e perfino del rancore che provi per me,

io che ho permesso al coltello di cadere

ed alla sua lama

di perforare il nostro intreccio scuro.

 

Ascoltami:

sei ancora capace di inseguire i miei sogni?

Piangi maree deluse,

distilli dolore nei tuoi respiri,

afferri fiori

da aiuole rase dalla loro umiltà

stroncate dalla caducità

dell’infinito vorticare

e finire nell’essere il nulla.

 

Cessa d’ascoltarmi allora,

ma io non potrò mai credere che tu non sei più tu.

 

*

___________________________________

 

Prologo

****

Necesse est multos timeat quem multi timent.

 

Necessariamente molti teme chi da molti è temuto.

 

(Decimo Laberio)

****

 

 

Percorro i sotterranei vuoti ascoltando l’eco dei miei passi. È  semibuio e la mia ombra si staglia lunga contro la pietra.

- Malfoy… Draco Malfoy…? - c’era stata una nota di emergenza nella voce del ragazzo che trafelato mi aveva raggiunto nella poltrona su cui stavo seduto quella mattina nella Sala Comune.

Era un Serpeverde del quarto anno, basso, dai capelli rosso intenso ed il viso pallido, del quale non ricordavo il nome.

- Il professore Piton vuole parlarti. Dice di dirigerti al più presto nel suo studio. A quanto ho capito è una cosa importante.-

Stavo seduto scomposto con il capo reclinato all’indietro, avvolto nei miei più reconditi pensieri e gustandomi l’assenza di Pansy Parkinson. 

Ho sospirato e, senza ringraziare né degnare di uno sguardo l’emissario, mi sono diretto meccanicamente fuori dalla Sala Comune imboccando la strada dei sotterranei.

Sono troppo stanco, stufo, stressato, per pensare a cosa ha da dirmi Piton.

Sono le sette del mattino, oggi è domenica, ieri ho passato una serataccia per colpa di quei derelitti dei Grifondoro e, come se non bastasse, ho dovuto cacciare Pansy dal mio letto per una notte di tranquillità. Benedetta ragazza, ogni tanto può anche tornare comoda, ma è una colla …

Non ho ancora neanche letto “La Gazzetta del Profeta”. Sono stanco anche per fare quello. Mi sento spossato ed annoiato. Vorrei spaccare ogni finestra del castello, ma non ho voglia di alzarmi da dove sono seduto. Se adesso sto mettendo un piede dietro l’altro è solo ed esclusivamente per inerzia.

Busso alla porta dello studio del nostro benamato professore di Pozioni.

Sento la sua voce quieta dire – Avanti. -

Bene, finalmente, vediamo che cosa può esserci di tanto urgente.

Quello studio darebbe il voltastomaco a chiunque. Pulito, ordinato sì, ma dentro ci si può trovare la qualsiasi cosa, imbottigliata, etichettata e posta sullo scaffale che le spetta.

Severus Piton, il volto illuminato da una manciata di candele, sta dietro la sua scrivania. Vestito interamente di nero, con il volto pallido che spicca fra i capelli untuosi ed un’espressione strana sul viso. Indecifrabile.

Davanti a sé ha “La Gazzetta della Domenica”. La chiude e la mette in disparte.

- Buongiorno Malfoy.- la voce è fredda e per nulla convinta di ciò che sta dicendo.

- Buongiorno a lei, professore.- rispondo di rimando utilizzando lo stesso tono.

- Siediti. - mi dice spiccio indicando una sedia dissestata davanti a lui. Mi trattengo dall’alzare gli occhi al cielo. Sono abituato alla formalità forzata, ma oggi mi farebbe scattare sui nervi la qualunque cosa.

Mi siedo e lo guardo utilizzando l’espressione interrogativa più falsa e gentile che conosco.

Lui resta in silenzio fissando un punto indefinito davanti a sé. Attendo, trattenendo la lingua fra i denti perché sono tentato a chiedere: “Ebbene?”

- Hai letto il giornale stamattina, Malfoy? -

- No.- rispondo sorpreso. Che diavolo sta macchinando? Che diamine può essere successo? Come…. come è finita la storia ieri sera?

È piuttosto imbarazzante ammetterlo, ma dopo che i Grifondoro mi sono…. beh, sfuggiti di mano, non ho più saputo nulla.

Che si sarà inventato stavolta Harry Potter?

O meglio, che cosa è successo stavolta fra lui ed il Signore Oscuro?

Sicuramente è lì che è andata a parare la questione.

Ma perché adesso Piton mi chiama e mi fa venire nel suo ufficio? Che cosa c’entro io?

A meno che….

La voce lenta, neutra e bassa di Piton giunge alle mie orecchie.

Mi costringo a guardarlo negli occhi. Sono bui come due pozzi ed imperscrutabili. Lui può essere chiunque, la qualunque cosa. Può nascondere di tutto dietro quegli occhi.

- Penso che come supervisore della tua casa, nonché  amico di tuo padre, tocchi a me  avvisarti, Draco. Ieri un gruppo di Mangiamorte si è infiltrato nell’Ufficio Misteri, al Ministero della Magia, insieme a … all’Oscuro Signore. Qui c’è stato uno scontro fra loro e Silente con alcuni suoi sostenitori. Alcuni adepti dell’Oscuro Signore sono finiti ad Azkaban. Fra questi c’era tuo padre.-

Gli occhi di Severus Piton non sono assolutamente cambiati durante il discorso. Non  tradiscono alcuna emozione.

Io ho tentato di mantenere la mia espressione del volto.

Non so se ci sono riuscito.

La parole di Piton mi riecheggiano nella mente. “Mio padre ad Azkaban…” . Non è possibile. Lui se la cava sempre.

Sento da lontano la mia voce chiedere atona: - Mia madre? -

- È  stata avvisata ieri sera - fa una pausa - ha preferito fossi io ad informarti di persona piuttosto che mandarti un gufo.-

- Capisco.-

Cade un silenzio umido di parole.

Io non riesco a pensare. Vorrei solo uscire da questo buco sotterraneo e  riposizionarmi sulla mia poltrona nella Sala Comune, lasciando correre il tempo.

Lucius Malfoy, mio padre, uno dei più noti e potenti maghi d’Inghilterra è in carcere. Tutto per colpa di Silente. Di Silente  e…

- C’entra qualcosa Potter in questa storia? -

Piton alza gli occhi pensieroso.

- C’era anche Potter ieri sera?-

- Sì.- sibila.

Prende “La Gazzetta della Domenica” e me l’infila sotto gli occhi.

Leggo stupito le dichiarazioni del Ministro della Magia, leggo senza capire cosa c’è sotto ai miei occhi.

La verità è stata svelata, tutto è stato rimesso in gioco. È iniziata una nuova guerra fratricida fra maghi. Puri contro impuri. E bisogna scegliere da che parte stare.

Ed io, con mio padre rinchiuso ad Azkaban, non so davvero da che parte stare.

- Potter era lì quindi - mantengo la voce bassa e calma - come sempre preso da manie d’eroismo, come sempre incapace di stare al suo posto, come sempre…. -

- Non è colpa di Potter, Malfoy. - m’interrompe Piton glaciale.

I suoi occhi sono sempre imperscrutabili. Non è colpa di Potter? Ma che gli passa per la  testa?

Preferisco non ribattere.

- È giusto anche che ti avverta della scomparsa di un tuo parente. - continua lui. La sua voce prende una strana inclinazione.

- Zia Bellatrix? - domando annoiato. Non la conosco a dire il vero, e mia madre non ha ottimi rapporti con lei. Credo sia anche perché mio padre ha sempre avuto un debole per la cognata, a mio parere completamente folle.

- Sirius Black.-

Non so che cosa mi ha trattenuto dal scoppiargli a ridere in faccia. Questa è una perdita di Potter non mia.

Quel degenerato del cugino di mia madre ha fatto la fine che meritava.

- Mi scusi. - gli rispondo - ma non riesco a dispiacermi neanche un po’ per questa scomparsa. -

Il volto di Severus Piton, inflessibile durante tutta la conversazione, si contorce in una smorfia.

-Resti tra noi Malfoy, neanche io.-

Scende nuovamente il silenzio ed una serie di pensieri si affollano nella mia mente. Interrogativi, constatazioni, risposte indesiderate.

-Deve dirmi altro? -

-No,- risponde laconico -se vuoi puoi andare.-

Se voglio? E cosa dovrei fare, passare l’intera mattinata qui  a guardarlo in faccia  mentre finisce di leggere il giornale?

Mi alzo con un sorriso affettato.

-Grazie per avermi avvertito dell’accaduto.-

Non risponde.  I suoi occhi bui sono fissi sul tavolo, le sopracciglia leggermente introflesse.

Mi allontano dalla scrivania dopo aver aspettato per alcuni secondi un non arrivato segno di congedo.

Sento la sua voce bassa appena la mia mano s’avvolge nella fredda maniglia.

-Draco? -

Mi volto verso di lui.

I suoi occhi m’inchiodano alla porta.

Apre bocca per come parlare poi la richiude senza emettere alcun suono. Fa un gesto veloce con la mano come per cacciare via un pensiero inutile.

- Faresti bene a scrivere a tua madre.-

Annuisco ed esco dalla porta richiudendola  piano alle mie spalle.

Il corridoio è più buio di quando sono venuto. La mia ombra contro la parete è più lunga di prima.

-Mio padre è chiuso ad Azkaban- le sussurro.

Ed ogni mia certezza adesso è crollata.

 

 

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Capitolo 2
*** I mille silenzi della notte ***


Le Stagioni del Dubbio

 

Parte Prima: Estate.

 

*

Seduta in solitaria compagnia

Io, la tristezza

e la noia che aleggia nell’animo muto

di silenzi ed utopie.

 

Le stelle inutili amiche

che seguono il mio tortuoso cammino,

la Luna testimone unico del buio,

sfera d’argento intrisa di speranza.

 

Ma tutto si chiude in una pusillanime io,

che con  lacrime salate di sconforto

tento di curare le profonde ferite

che il mondo mi ha provocato.

 

La vita finisce in una strada senza luce

se non quella artificiale che ci creiamo

ed ogni giorno instancabilmente accendiamo.

 

Ma io mi ribello a questa falsità

 a questa superficialità costante,

io ho scelto di essere io.

 

Io ho scelto di morire sola, nuda,

al buio di questa via,

al buio di questa vita.

 

*

Capitolo I

 

I Mille silenzi della notte.

 

***

Principium cuius hinc nobis exordia sumet,

nullam rem e nihilo gigni divinitus umquam

 

 

E quest’assioma sarà per noi il principio:

Nulla si crea dal nulla, mai, per volere divino.

(Lucrezio –De Rerum Natura I, vv. 149-150)

***

 

 

Il mio corpo è madido di sudore. Le lenzuola del mio letto sono accartocciate fra le mie gambe. Le tende del baldacchino  mi soffocano.

Mi alzo, con uno scatto d’ira scosto le cortine e scendo dal letto attraversando freneticamente la mia stanza. Il freddo del pavimento contro la pianta dei miei piedi mi calma.  L’eco sordo dei miei passi attutisce il frastuono della notte.

Apro la finestra e caccio la testa fuori.

L’aria gelida delle tre del mattino mi rinfresca i pensieri. Ciocche auree dei miei capelli mi entrano dentro gli occhi.

Passo una mano sul mio volto ed i miei palmi sono solleticati dalla scarsa barba che da qualche mese è cominciata a crescere seriamente. È una settimana che non mi rado. Non è da me, sempre perfetto, sempre lindo e pulito.

Pansy direbbe che però mi fa più sexy. O forse sarebbe  corretto dire che  mi fa più maschio.

Pansy…. Quanto è vergognosa l’indifferenza che provo nei suoi confronti?

Non è male fisicamente ma è….una povera sciocca. Non ha carattere, non ha personalità. Fa qualunque cosa le chiedo. Questo non è sempre spiacevole, ma credo che una persona che a sedici

anni non ha altra aspirazione che farsi scopare da Draco Malfoy non meriti grande stima.

§

-Noi siamo predestinati Draco- mi aveva detto dopo la prima volta che abbiamo fatto sesso, non molti mesi prima.

- Che vorresti dire? - le avevo chiesto.

- Siamo uguali, purosangue, di famiglia nobile, che sanno certamente da che parte stare. Siamo destinati a stare insieme e fare grandi cose.-

Ero rimasto a lungo in silenzio.

-Draco?-

-Sì?-

-A che pensi?- la sua voce tremava. S’era stretta ancor di più a me. Io avevo solo voglia di scappare da quel letto ed infilarmi sotto una doccia.

Era stato piacevole, molto, troppo. Io non volevo Pansy, non l’avevo mai voluta, ma era l’unica mela non completamente marcia che  potevo raggiungere.

-A nulla.-

Un nuovo silenzio.

-Mi ami, Draco?- aveva chiesto d’un colpo.

E d’un colpo le avevo risposto.

-No.-

Pansy non se l’era presa ed aveva continuato ad offrirsi imperturbabile ed io avevo continuato a coglierla.

§

Le stelle si stagliano chiare nel cielo d’agosto inoltrato. Fra una decina di giorni si ritorna ad Hogwarts. L’estate è passata via in una continua spirale di giorni insistentemente uguali. E mio padre, nonostante tutto, è ancora ad Azkaban.

L’aria porta con sé diversi profumi. L’inspiro a pieni polmoni. Sa di vecchio rinnovato, di tempo finito, d’inizio precoce, di certezze cadute.

Bene o male. Giusto o sbagliato. Vero o falso. 

A cosa aspira la gente? A  cosa aspira Draco Malfoy?

Ho sempre pensato di seguire l’orma di mio padre, perché ho sempre creduto che fosse la cosa migliore. Perché ho sempre creduto di voler essere come lui.

Ma che cos’è lui? Un idealista pronto a morire per ciò che gli sta a cuore?

Un volta faccia pronto a seguire il Padrone che gli conviene?

Mi afferro la testa con le mani. Non dovrei pensare queste cose di mio padre. È in carcere perché ha seguito il Signore Oscuro, ed anch’io fra qualche anno lo farò, sarò fra le sue schiere, sarò un Mangiamorte, ucciderò gli ignobili che osano respirare su questa terra.

E probabilmente, verrò ucciso o  torturato o rinchiuso ad Azkaban o…

Respira Draco, respira.

Perché questi dubbi? Non è sempre quello che hai voluto fare? Non è sempre quello che tuo padre ti ha detto di fare?

Mio padre…

§

-Hai capito Draco? Quando andrai ad Hogwarts non t’immischiare con i mezzosangue e neanche con certi purosangue filobabbani.-

Avevo dieci anni. Mio padre, i biondi capelli lunghi e lisci legati dietro la schiena mi scrutava con le sue iridi di ghiaccio.

-Come i Weasley?-

-Puah! Sì, proprio loro. I Weasley e tutti i sostenitori di Silente.-

Avevo sempre capito quello che mi diceva mio padre. Perché mio padre diceva la verità e basta, era un dato di fatto, era mio padre, dovevo crederci.

§

- L’Oscuro Signore tornerà Draco, ne sono certo- aveva detto qualche anno prima.

- E tu sarai di nuovo uno dei suoi Mangiamorte? - la mia voce suonava infantile ed intimorita.

-Certo Draco, fra i suoi più fedeli sostenitori. Ed anche tu un giorno lo sarai.-

§

Non avevo mai pensato di contraddirlo. Io sono superiore a tutta quella marmaglia di sciocchi ed inutili mezzosangue e filobabbani.

Io sono un Malfoy.

Io sono Draco Malfoy.

Se mio padre non fosse rinchiuso in carcere non avrei tutti questi dubbi sul mio futuro.

Ero convinto che non dovesse restarci più di qualche settimana. Che l’Oscuro Signore l’avrebbe tirato fuori.

Non ci sono più Dissennatori ad Azkaban, ma l’isola pullula di Auror e tiratori scelti del ministero. L’Oscuro Signore deve calcolare bene le sue mosse o rischia che le perdite siano maggiori dei guadagni.

Ci sono stati tre attacchi da quando è stata annunciata la sua ricomparsa, uno dei quali in pieno centro Babbano, con centinaia di vittime.

Ma non ha mai provato a tirare fuori i suoi cari adepti da Azkaban.

Sono due mesi che mia madre ronza come un calabrone nel maniero. Le crisi isteriche sono all’ordine del giorno, adornate da “Lo sapevo” o “Prima o poi si farà uccidere” e, soprattutto, “Non gli farò fare dal mio unico figlio una pedina per i giochi dell’Oscuro Signore” e “Draco tu non devi diventare mai come tuo padre, vedi di vivere quest’opportunità che la gente talvolta chiama vita.”

Ci siamo pure fatti un viaggio di tre settimane in Norvegia, ma ventiquattro ore di sole al giorno non sembravano essere la cura migliore per mia madre.

Non c’è male. Un padre in carcere ed una madre che si sta avvicinando alla pazzia.

Il loro è stato un matrimonio perfetto. Due antichi e nobili casati uniti sotto il Marchio Oscuro. Cosa può esserci di meglio? Un matrimonio d’interessi e come tali ben riuscito.

Fino a quando mia madre non ha fatto una grossa, incommensurabile cazzata.

Si è innamorata di mio padre.

E quando ci si mette di mezzo l’amore, allora iniziano i guai.

Ed adesso sta soffrendo e sta per impazzire. Se non l’amasse vivremo tutti felici e contenti.

Più o meno.

È strano sentirla parlare così. Benché non sia una Mangiamorte ha sempre approvato le scelte di mio padre ed è stata sempre convinta che Voldemort fosse l’eroe del nuovo millennio.

Osservo gli alberi del parco dei Malfoy piegarsi al vento. Il loro frustare riempie i silenzi della notte.

 Mi allontano dalla finestra. Lo sferzare dell’aria gelida sulla mia fronte mi sta facendo venire il mal di testa.

Mi avvicino alla mia scrivania dove c’è un tema incompleto di pozioni ed una lunga, mielosa, noiosa lettera di Pansy della quale avrò letto una manciata di righe e che ho dimenticato di dare fuoco.

Rigiro un po’ nella stanza incapace di prendere sonno ed agitato per qualcosa d’inutile.

§

-Papà? - la mia voce di bambino riecheggiava nella stanza.

Lucius Malfoy mi aveva guardato da sopra il calice ricolmo di vino rosso.

Mi ero arrampicato sul divano ed accoccolato al suo fianco. Potevo avere sei anni, non di più.

-Che c’è Draco? - aveva detto annoiato senza guardarmi.

- Mi racconti ancora una volta la storia dell’Oscuro Signore? -

- Ti piace questa storia? -

Avevo annuito -Sì, perché tu sei tanto potente ed l’Oscuro Signore dice che sei fra i più fedeli dei suoi servi. E una cosa bella, no? Mamma dice che devo essere orgoglioso del mio papà.-

Lucius aveva sorriso -E tu lo sei Draco? -

-Sì, tanto. Vorrei diventare come te! -

Mio padre mi aveva accarezzato i capelli biondi in silenzio

-Però mamma dice che non mi dovresti raccontare queste storie. Perché sono piccolo e non le capisco.-

Mio padre aveva riso -Forse tua madre ha ragione -.

- Allora mi puoi raccontare un’altra storia? -

- C’era una volta…. -

§

Volevo bene a mio padre. Voglio bene a mio padre

 E, a modo suo, anche lui me ne vuole.

Ma da quando ho iniziato a disprezzarlo?

Esco dalla mia stanza distrutto e con l’unico desiderio di farmi una sega.

Per almeno smetterla di pensare a queste cose assurde.

________________________________________

 

Salve a tutti, questo primo capitolo è forse un po’ sottotono, ma a partire del prossimo s’inizia ad entrare nella storia e sarà molto più piacevole. Volevo ringraziare i commentatori del Prologo:

 

sissichi: Grazie per i complimenti, ovviamente quello era solo il prologo, nei prossimi  capitoli tutto diventerà più chiaro ed interessante, compreso il personaggio di Draco. Diciamo che, a mio avviso, questo lavoro capitolo per capitolo migliora.

 

Tink: Grazie anche a te, a quanto pare il mio stile piace a tutti tranne che alla mia professoressa di lettere! Come ho detto prima ci vorranno uno o due capitoli per potere inquadrare la mia ff, ma già dal prossimo le cose prenderanno interesse! Se è una Draco/Ginny…o beh, io non vorrei rovinare sorprese, anche se la scelta dei personaggi nella scheda lascia davvero poco spazio all’immaginazione! Ginny si vedrà alla fine del prossimo capitolo, ma non ti aspettare che il suo personaggio sia analizzato a fondo: questa ff è presa esclusivamente dal punto di vista di Draco che spande quasi una forza centripeta (della serie Draco al centro dell’universo, tutti gli altri gli ruotano attorno!). Sì, hai ragione tu,  è completa  e spero di riuscire ad aggiornarla due volte alla settimana.

 

Patty: Ho messo un mese per scegliere il titolo (aiutata dalla mia cara Chiara) e non sono rimasta completamente soddisfatta alla fine,  mi rassicura che sia stato proprio questo ad attirare la tua attenzione! Sì, come ogni romanzo che si rispetti i personaggi più belli sono quelli che scivolano fra le pagine senza prendere mai una forma concreta. Un po’ mi fa rabbia che un bel personaggio come Draco, incredibilmente interessante (e non è l’unico, anche Piton a mio avviso merita più spazio), venga un tantino emarginato, ma forse è proprio questo a renderlo affascinate, soprattutto per noi che scriviamo fanfiction ed abbiamo modo di sbizzarrirci. Grazie, spero che continui a leggere e commentare.

 

Sabry_Slytherin: Subito dopo aver letto il quinto libro ho riflettuto a lungo sulla posizione di Draco: cosa sarebbe cambiato per lui? E, soprattutto, cosa avrebbe provato sentendo sedici anni di certezze sgretolarsi con una semplice frase, vedendo il suo mondo appannarsi fuori dall’influenza paterna? Mi è venuta subito in mente questa scena e non  ho resistito dal metterla nero su bianco. Insieme agli affanni della sua anima. Se davvero ti piace Draco, ti consiglio di continuare a leggere. Grazie!

 

Florinda: spero ti piaccia anche il resto, diciamo che l’inizio (sia il prologo, che questo primo capitolo) mi serve per introdurre Draco e la bufera dei suoi sentimenti. Grazie per il commento!

 

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Capitolo 3
*** L'Ombra del Sole ***


Parte Prima: Estate

 

Capitolo II- L’ombra del sole

 

***

 

Magnam  vim, magnam necessitatem, magnam possidet religionem paternus maternusque sangus!

 

Il sangue di un padre e di una madre hanno grande potere, grande capacità di costringere ed intimorire!

 

(Cicerone)

***

 

Davanti a me c’e solo un bicchiere di succo di zucca. Un misero bicchiere di succo di zucca.

Il tavolino dove sono seduto è posto in un angolo del trafficato Paiolo Magico.  Sono solo, mia madre ha deciso che sono abbastanza grande per fare gli acquisti per la scuola senza di lei.

Le è sempre piaciuto venire in giro con me per gli acquisti prescolastici. Guardare altezzosa  tutti  e comprarmi le cose più costose.

“Signora Malfoy” di qua “Milady” di là.

Ma adesso sa bene che questa volta non sarebbe stato così. Solo sguardi sprezzanti colmi di disgusto, battute cariche di disprezzo, frecciatine velenose.

No Draco, figlio mio, vacci da solo nella gabbia dei leoni. La mia psiche è troppo fragile per sopportare anche questo.

Bevo metà del mio succo di zucca. Niente di alcolici oggi. Facciamo finta che sono un bravo ragazzo.

Facciamo finta che non sono come mio padre.

C’è un continuo va vai di maghi e streghe, molti dei quali conosco di vista.

Io chiedo solo due cose oggi.

Non incontrare Potter.

Non incontrare Pansy Parkinson.

Per il resto può anche avvenire l’apocalisse.

La gente mi passa accanto continuamente. Ricchi , poveri, purosangue, mezzosangue, buoni, cattivi, bastardi, assassini, martiri, vecchi, giovani, belli, brutti.

C’è chi non mi nota, troppo occupato dai suoi pensieri.  C’è chi fa finta di non vedermi. C’è chi mi lancia occhiate cariche di disprezzo.

C’è chi, grazie al cielo,  non ha la più pallida idea di chi sia io.

Finisco il succo di zucca e lascio qualche moneta sul tavolo a Tom, il barista, che curvo si avvicina ad arraffarle senza salutare o ringraziare.

E tanti cari saluti al “Carissimo, gentilissimo, elegantissimo Signor Malfoy….”.

Niente più leccapiedi da quando Malfoy Senior è chiuso fra le sbarre.

Vado sul retro deciso a dirigermi a Diagon Alley e farla finita in fretta con questa storia. Tengo davanti a me la lista dei libri ed una seconda lista, scritta da me con tutto quello che mi serve.

Buona fortuna Draco Malfoy.

Il sole in strada è accecante. Stringo gli occhi e quasi rimpiango di non avere quegli occhiali scuri che talvolta usano i babbani.

La strada è gremita di gente, ma sono tutti, o quasi, troppo occupati per rendersi conto che Draco Malfoy ha fatto la sua comparsa in strada. Infilo le mani nelle ampie tasche della mia tunica di seta blu cobalto e mi avvio velocemente lungo la via, camminando di lato e mettendo da parte la mia espressione tronfia. Obbiettivo numero uno della giornata: non farsi notare.

È stano quanto talvolta possa essere voltafaccia la gente. Hanno sempre saputo che mio padre era un poco di buono, eppure erano bastate poche parole del ministero e sacchi grondanti di galeoni per avere il rispetto di tutti.

I negozianti mi riconoscono tutti, ovviamente. C’è chi tenta, senza per altro riuscirci, di comportarsi con naturalezza. C’è chi invece si dimostra astioso  e poco incline alla conversazione. C’è chi mette in scena una farsa vergognosa con l’unico intento di mettermi in imbarazzo e ferirmi.

Finalmente, con la borsa carica  esco dal Ghirigoro, imprecando a mezza voce per il peso dei libri.

Avevo chiesto solo due cose perché questa giornata fosse ai limiti della decenza e non era per nulla una grande richiesta. Ma evidentemente sono più sfortunato di quanto io non pensi.

Sì, perché a pochi metri da me,  con un’espressione feroce e di puro disgusto ci sta San Potter, l’eroe dei mezzosangue e degli straccioni, colui che non sa tenere il naso fuori dai guai o dai casini altrui, il megalomane per eccellenza, convinto che possa essere la chiave alla risoluzione di ogni problema, il buonista fottuto, che si permette di giudicarmi e di guardarmi come se fossi  un chewing-gum attaccato alla suola della sua scarpa.

Insieme a lui, colpo di scena, chi ci possono essere se non le sue due ombre, i suoi angeli custodi? Lenticchia e la Mezzosangue Zannuta.

Sono sempre stato bravo nel gioco d’azzardo. Tant’è vero che ho fatto tris.

Il confronto è inevitabile, anche se la cosa più intelligente e corretta da fare, come mi sta dicendo proprio adesso la parte pensante di me, sarebbe quella di ignorarli e passare avanti.

Ma Malfoy ha un codice di comportamento, dettato da chissà quale legge naturale e lui sconosciuta, che non può violare.

Mi avvicino di qualche passo, riprendendo la mia solita espressione di sfida e tenendo alti gli occhi.

- Ma tu guarda che coincidenza - sento dire dalla mia voce strascicata. -Potter e company davanti al Ghirigoro. Weasley, che ci fai tu qui? Il mercatino dell’usato è dall’altra parte della strada.-

La mano della Granger parte a bloccare il braccio dell’amico ancor prima che io finisca la frase.

- Vedo che la Mezzosangue è sempre più decisa fare da paciera. Sono finiti, Granger, i bei tempi per te. Non so fino a quando i tuoi genitori saranno fieri di avere una strega in famiglia.-

La ragazza molla il braccio dell’amico. I suoi occhi si allargano d’orrore e si riempiono di lacrime.

-Cosa vuoi dire? - balbetta.

-Sparisci Malfoy, o rimpiangerai d’averci incontrati- è Potter a parlare. La sua voce è calma, fin troppo, il suo tono non ammette repliche. I suoi occhi sono fissi sui miei.

Mi avvicino di qualche passo con una smorfia stampata in faccia.

-Lo sto già facendo - biascico - lo sai non provo molto piacere nell’incontrarvi.-

-Sparisci- ripete duro.

-Senti, se il fatto che un pugno di cretini ti osannano come il Cristo e pendano dalle tue labbra ti fa credere che tutti sono disposti a prendere ordini da te, ti sbagli di grosso- parlo a voce più alta del previsto.

-Sparisci, Malfoy, altrimenti ti pentirai  di avere una bocca con cui parlare- continua  a tono ancor più duro digrignando i denti e mostrando un pugno  chiuso sotto il mio naso -adesso non c’è il tuo paparino a salvarti il culo, non ho paura di dartele. Il tuo paparino se non sbaglio marcisce ancora ad Azkaban.-

Faccio una smorfia di sorpresa -Tu credi che io resterei qui fermo a fare da punching bule a te? Magari potresti essere tu a rimpiangere di avere delle ossa da poter rompere- lo guardo dalla mia manciata di centimetri in più di lui. Ho fatto finta di non sentire le sue battute su mio padre, perché non ho trovato nulla con cui ribattere adeguatamente.

Restiamo a guardarci in cagnesco muso contro muso, consapevoli che una parola in più dall’una o dall’altra sponda potrebbe provocare la rissa.

-Si può sapere cosa vuoi da noi Malfoy? -dice Weasley esasperato tentato di calmare la tensione formata intorno.

Mi allontano di qualche passo, mantenendo sul mio volto un’espressione superba.

-Io? Nulla, non  ho chiesto io  che capitaste sul mio cammino- mi allontano di qualche metro con lo sguardo dei tre puntato dietro le spalle.

Mi volto -Potter? - chiamo sorridendo cattivo -Come sta il tuo adorato padrino?-

Intravedo appena l’espressione del ragazzo, un misto di fuori ed odio, dolore e rabbia.

Poi mi volto subito, immaginandomi già le fatiche della Granger e di Weasley per trattenerlo dal saltarmi addosso o lanciarmi qualche fattura.

È talvolta strano come la gente simile riesce a trovarsi. Loro tre condividono tutto e non mi stupirei di vederli impegnati in una sorta di “mènage à trois”. La prossima volta che vedo la Granger devo ricordarmi di chiederle se ha scelto chi scoparsi o se la mia idea dell’orgia a tre non è tanto lontana dalla verità.

Continuo a sbrigare i miei affari, ormai fregandomi di chi potrei incontrare o di che altro potrebbe accadermi nel corso della giornata.

Che cos’è che mi spaventa? Il giudizio altrui? Chi si sofferma a giudicarmi deve essere un poco di buono e non ho mai dato molta  attenzione alle parole degli stupidi. Io sono orgoglioso di me, del mio nome, della mia famiglia.

O forse dovrei dire: lo sono stato? Forse è per questo che adesso ho paura a farmi riconoscere in giro e cammino a capo chino al margine della strada.

Io mi vergogno di….

Che idee assurde mi vengono! È perché mi scoccia stare al centro dell’attenzione, perché mi scoccia sapere che si parla di me o di mio padre.  Non mi sono mai vergognato né del mio nome, né di lui, né di quello che ha fatto.

Adesso che San Potter  ed i suoi fidi compagni d’armi sono fuori dalla  circolazione, mi sembra quasi di poter tornare a respirare. Lo odio, li odio da morire. Loro, fottuti buonisti privi di ideali, loro che prima predicano un bene universale e poi sputano su chi la pensa in maniera diversa , loro che giudicano con l’imparzialità del giudizio onnipotente e poi si comportano allo stesso modo di chi disprezzano. Loro, creature false che mentono a se stesse, che fanno ciò che non vogliono solo per dare alla loro immagine un fittizio alone di santità.  Io non mi vergogno di fare ciò che mi sento di fare, anche se degli stupiditi canoni universali vagliati da chi sa chi dicono che è sbagliato.

Meglio un vero bastardo che un falso angelo.

Finisco gli ultimi acquisti con tutta la velocità che so di possedere, ritornando talvolta al Paiolo Magico quando sono troppo carico di spese. Ma tu guarda, Draco Malfoy costretto a sgobbare come uno sciacquino di second’ordine, tutto perché la sua illustre madre aveva urgente bisogno dell’elfo domestico ed il padre è stato così sciocco da farsi chiudere in carcere!

Voglio tornare a casa a godermi la presenza di me stesso ed immaginarmi in un isola deserta con una stangona mora con la quarta di reggiseno, tutta nuda a cavalcioni su di me…

Invece c’è solo la Weasley.

Ritorno per l’ultima volta al paiolo magico, con una fetente busta piena di ingredienti per le pozioni.

La più piccola della famiglia “Straccioni” è in piedi  davanti ad un tavolino, dandomi le spalle, tutta sola, intenta a leggere un pezzo di pergamena di gran lunga più nuova  ed intera dalla tunica  che ha indosso.

Preso da un’improvvisa ispirazione, che nulla ha che vedere con  il sesso sfrenato con la mora,  poso insieme al resto il mio sacchetto e mi avvio a passo veloce verso il suo tavolo.

La urto senza pietà  con una forza che avrebbe spostato perfino Tiger.

-Sempre fra i piedi voi  Weasley ad insozzare i luoghi pubblici. Era nuova questa tunica, ora sono costretto a bruciarla per non ritrovarmi con i pidocchi.-

La ragazza, sorpresa e presa alla sprovvista della mia botta è caduta a terra per lungo come una pera cotta.

Si volta verso di me, le lunghe lingue di fuoco dei suoi capelli lambiscono l’aria, il visetto rotondo e lentigginoso sul quale spiccano due occhietti azzurro cupo, ora stretti a fessura per la rabbia, così come le labbra.

Resta stesa a terra, probabilmente ancora dolorante, ma volenterosa a non farmelo notare.

Sento quasi d’istinto la mia mano staccarsi dal corpo per darle aiuto. A metà strada mi accorgo di quanto potesse essere sciocca ed inutile la mossa che stavo facendo e la trasformo  in una ravvivata ai miei capelli.

 -Malfoy - sussurra facendo leva faticosamente sulle braccia per alzarsi - quella che si schifa in questo caso sono io, andata a sbattere contro uno schifoso assassino.-

-Non fare confusione fra me e mio padre, Weasley- dico di rimando quasi senza accorgermene. Ormai lei è di fronte a me e sul suo volto appare un’espressione sorpresa per quello che mi ha sentito dire.

Io mi mordo la lingua, frustrato. Da dove diavolo esce fuori questa forma di rigetto?

-Mi domando - riprendo la parola per uscire con qualche insulto ed ingiuria dalla spiacevole situazione -mi domando cosa ci faccia tutta sola soletta la piccola Ginevra Stracciona Weasley al Paiolo Magico. Cosa è successo, hai lasciato per un secondo la mano del tuo fratellino e ti sei persa? O magari stai aspettando  Potter per chiedergli  nuovi autografi, per tappezzare le copertine cadenti dei tuoi libri ?-

- Sei odioso Malfoy! - ringhia.

-Ah, davvero? Che strano, non me l’aveva mai detto nessuno, lo sai? -ribatto sarcastico.

Lei  sogghigna -Non ti facevo capace di battute,  se pur pessime, lo sai? -

-Oh-  mi fingo stupito -E da quando la piccola ed insulsa Ginevra Weasley si permette di replicare  anziché  tacere e girare sui tacchi? -

Ma non è più piccola” penso guardandola in basso.  Il suo corpo minuto è ormai un’armonia di rotondità: la forma dei seni prosperosi non è per nulla nascosta dalla vecchia tunica, la sua vita è piccola e sottile, i fianchi generosi.

O cazzo, sono proprio in astinenza, sto guardando, e ciò che è peggio sento  più in basso qualcosa che si sta eccitando nel guardare Ginny Weasley.

 -Da quando ha la lingua! - ribatte ma la sua voce è intimidita. Riporto gli occhi sul suo viso e vedo che è arrossita.  Ha notato il mio sguardo sfacciato indugiare sul suo corpo.

- Non hai nulla da temere. Preferirei scoparmi una scimmia che te. Sicuramente incorrerei in meno malattie.-

Quasi mi manca il fiato quando mi accorgo di aver detto una bugia. Lei scosta lo sguardo, riprende la sua lettera da sopra il tavolo e  va rapidamente verso l’uscita.

-Ciao, eh? - le dico da dietro.

Lei si volta.  La furia rossa dei suo capelli spande un profumo di erbe.

-Mi auguro che tu faccia la stessa fine di tuo padre, Draco Malfoy.-

Un ghigno sadico  mi scava il volto. -Oh, io spero proprio di no.-

Ma mentre dico questo lei è già andata via.

_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _

 

Questo capitolo è forse un po’ meno riflessivo del precedente, ma qualcosa dentro il povero Draco si è spezzata, tutto inizia a cambiare e nel prossimo capitolo si torna ad Hogwarts! Sollievo o tormento? Lo vedremo entro sabato…

Approfitto di questo spazio per ringraziare i commentatori:

 

Tink: Visto, anche se solo nella parte finale, è spuntata Ginny Weasley per dare un’ulteriore rimescolata alla confusione del povero Draco! Sì, il rapporto fra Draco e Lucius è un tantino strano, non tanto da parte del ragazzo, quanto, come vedremo in seguito, da parte del padre. È come se fra i due si spandesse un affetto freddo, distaccato, eppure importante. La favola era un meschino tentativo di plagiare il figlio! Cos’ha la mia prof. contro il mio stile? Mi ripete trecento volte al giorno che non so scrivere e per un periodo mi ha fatto anche perdere la fiducia in me stessa. Mi ero convinta di essere incapace. Poi ho imparato ad infischiarmene dei suoi commenti, anche se spesso fanno male. È umiliante sentirsi dire di essere degl’inetti quando si vive per la scrittura! Pazienza! Io comunque ho diciassette anni(frequento il IV anno al Liceo Scientifico). Grazie!

 

Patty: quanto al rapporto fra Draco e Pansy ci sono alcune paroline da spendere. Al principio mi ero allargata molto nelle note presentando la mia Pansy, ma poi, visto che quelle note erano diventate un romanzo d’appendice, ho tagliato tutto. Pansy Parkinson, in realtà, è un po’ stereotipata. Da quello che ci fa evincere la Rowling è un tantino appiccicosa, tendenzialmente invidiosa ed incredibilmente pettegola. La mia Pansy  richiama tutto questo enfatizzandolo, anche perché mi somiglia ad una mia conoscente che ultimamente mi ha fatta un po’ incazzare (tanto per usare un eufemismo). Nei prossimi capitoli Pansy ricomparirà e non ha un ruolo molto gratificante, ne rispecchierà un personaggio particolarmente intelligente. Anche io sono caduta nel luogo comune della Pansy ochetta e superficiale anche perché mi serviva fosse così. Tutto viene visto da punto di vista di Draco, quindi è in parte distorto, in parte filtrato, e lui inizia a vedere Pansy come una rogna. Ed io avevo necessità che  lo facesse. Insomma, credo sia meglio riprendere il discorso fra qualche altro capitolo! Grazie mille per il commento!

 

Sabry_ Slytherin: sono felice che ti piaccia il mio Draco, quando si scive una fanfiction di questo tipo si ha sempre paura di creare un personaggio troppo sublimato o troppo stereotipato, qualcuno che finisce per annoiare e non coinvolgere.  Sì, credo che realistico sia un bel modo di definirlo, che mi fa anche piacere, visto che, anche se inconsciamente, Draco Malfoy è finito per somigliarmi spaventosamente! Grazie tante!

 

Florinda: sono felice che la mia fanfiction ti stia piacendo e che tu abbia deciso di leggerla! Mi lusinga molto il fatto che ti piaccia la caratterizzazione di Draco! Come ho già detto ho tentato di essere il più realistica possibile ed ho provato a non distaccarmi dalla traccia della Rowling. Spero di non essermi smarrita in seguito! Questa ff sarà aggiornata due volte a settimana, il martedì ed il sabato (o il venerdì), i giorni in cui sono più libera. Grazie!

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Capitolo 4
*** Il binario della solitudine ***


Parte Prima: Estate

 

Capitolo III- Il binario della solitudine.

***

Feras, non culpes, quod vitari non potest!

 

 

Ciò che non puoi evitare, sopportalo, non biasimarlo!

 

(Publilio Sirio)

***

 

Spingo stancamente il carrello verso il muro che separare il binario dal nove al dieci.

Ormai ho imparato ed essere auto sufficiente. Sempre solo, sempre a sgobbare per guadagnare qualcosa. Ormai nessuno imbocca più Draco Malfoy. Se vuole la pappa, non solo deve sapersi cibare, ma  anche sapersela preparare.

§

-Draco…. Draco! -

-Scendi il mio baule, sbrigati, specie di essere sottosviluppato- l’elfo domestico non si era fatto  rivolgere due volte l’ordine ed aveva iniziato a faticare con i bagagli mentre io mi avviavo in camera di mia madre.

Narcissa Black in Malfoy stava seduta sul divanetto di pelle di drago della sua camera da letto, avvolta nella sua sfarzosa  veste da camera, con i capelli biondissimi arrotolati in una treccia sopra la nuca.

Sarebbe parsa la regina nel suo castello se non fosse per la trascuratezza che appariva dal suo volto: smagrito,  pallido oltre ogni misura, gli occhi rossi dal pianto e smarriti con profondi solchi scuri sotto. Un’espressione turbata, di profondo dolore mista ad apprensione, tormentava i suoi bei lineamenti.

-Mamma- non mi ero  avvicinato più del necessario. Non potevo vederla in questo stato.

-Draco, lo sai che non posso accompagnarti - la sua voce era un sussurro, la sua presenza era lontana.

-Non preoccuparti mamma, farò da solo. Non sono più un bambino.-

Mia madre aveva tremato alle mie parole. -Non lo dire Draco, non lo dire. Ricordati che hai solo sedici anni. E se forse è vero che non sei più un bambino è anche vero che non sei ancora un uomo. Non lasciare che ti facciano fare scelte da uomo, promettimelo.-

-Mamma, devo partire.-

Un lampo di follia le era passato negli occhi.

-Mi abbandoni anche tu- la sua voce era più bassa -perché Draco? Devo restare qui, sola,  senza il mio adorato figliolo e senza…-

 Si era portata una mano sottile alla bocca. Una mano, un tempo curata, ora con le unghie mangiucchiate e le pellicine staccate.

-Non ti abbandono, vado solo ad Hogwarts. Ti scriverò ogni sera, te lo prometto- le avevo detto per consolarla. Ma lei aveva scosso la testa.

-Non parlo di quel tipo di abbandono, Draco. Promettimi che non diventerai come tuo padre, Draco! Perché se lo farai perderò anche te, in un modo o nell’altro ti perderò e sei l’unica cosa che mi è rimasta…-

“È  pazza. Sta impazzendo dal dolore, non posso darle un altro dispiacere”.

-Farò quello che vuoi, mamma.-

Un debole sorriso aveva scavato ancora di più il volto smagrito.

-Fatti abbracciare prima di partire, Draco.-

Le avevo gettato le braccia al collo senza riserve,  lasciando che le sue mani mi scompigliassero i capelli e le sue lacrime si asciugassero sulla mia spalla.

In quel momento stavo odiando mio padre. Era colpa sua se soffriva.

Ed in consciamente ho capito che io avrei fatto la qualunque cosa per non essere la  causa  della sua finale caduta.

§

C’è una piccola folla di semisconosciuti davanti al binario. Forse la mia mente si scoccia a pensare chi sono ed ad associare un volto ad un nome.

Aspetto che si sbrighino, ma sono una massa d’imbecilli imbranati e c’impiegano  molto più tempo del necessario.

Finalmente passo anche io, senza preoccuparmi che qualche babbano possa vedermi. Loro vedono sempre e solo ciò che vogliono.

Davanti al binario c’è una folla eterogenea  di figli e genitori. Una miriade di volti noti eppure sconosciuti o, forse, alcuni conosciuti fin troppo.

-Draco!- quella voce. Disgraziatamente la riconoscerei fra mille.

 Mi volto per vedere davanti a me Pansy Parkinson in tenuta babbana, come me fra l’altro, ma almeno io sono meno vistoso. Lo scollo della sua camicetta mi sembra quasi di cattivo gusto e provo una specie di rigetto nei suoi confronti.

Lei sta lì,  di fronte a me, trattenendosi chiaramente dal saltarmi addosso, abbracciarmi, baciarmi, probabilmente raggelata dalla mia espressione rigida.

-Pansy-  ripeto chinando il capo e provando ad essere gentile.

-Sono così felice di vederti Draco, ti ho pensato tutta l’estate, ti ho mandato tante di quelle lettere… Ma tu non mi hai risposto…-

-Sono stato impegnato- rispondo distratto cercando fra la folla neanche io so chi.

-O Draco, deve essere stato un periodo così difficile per te! Fortuna che  è iniziata la scuola, adesso possiamo vederci tutti i giorni, mi occuperò io di te… -  

Smetto di ascoltare quello sproloquio sdolcinato e faccio un cenno a Tiger che ho appena visto.

- Ciao Draco- borbotta burbero -hai per caso visto Goyle? -

- Credo che lo vedremo presto- ribatto scocciato. Vorrei avere vicino a me qualche essere pensante.

-O Dracuccio- mi volto di scatto verso Pansy con uno sguardo che vuole significare chiaramente “la prossima volta che lo dici ti ammazzo”. Lei si morde la lingua scherzosa -Draco, che ne dici di salire sul treno e sistemarci su di una carrozza? Ti ricordo che noi dobbiamo andare nello scompartimento dei prefetti! -

La guardo allibito qualche secondo. O credo sia questa l’espressione che devo avere, perché nel frattempo sto vagliando inorridito le possibilità che posso avere dopo essere sfuggito dalla riunione fra prefetti  e caposcuola.

Prima possibilità: scompartimento con Pansy ed energumeni.

Seconda possibilità: scompartimento con Pansy senza energumeni e quindi, sicuramente, con Pansy attaccata addosso come una cozza.

Nessuna delle due allettanti.

-Sì- mi riprendo dalla mia trance -Sì,  sbrighiamoci…. così troviamo posto…. Ciao Goyle.-

-Malfoy…. - risponde l’armadio alla mia destra.

-Sistemiamoci in una cabina, saliamo questi affari sul treno. Io devo andare con Pansy nello scompartimento dei prefetti, ma appena possiamo torniamo. Voi teneteci il posto.-

Con un po’ di difficoltà riusciamo a stipare la nostra roba in una cabina libera. Salendo sul treno vedo un gruppo cospicuo di persone,  buona parte dai capelli rossi. La grassa Signora Weasley sta abbracciando con foga i suoi due figli minori più lo Sfregiato e la Mezzosangue. Insieme a lei c’è il figlio maggiore, il professor Lupin, ed una tizia strana ed apparentemente un po’ pazza il cui nome dovrebbe essere un qualcosa come Niphandora  e che è mia cugina.  Sento il suo sguardo sulla schiena, ma non le rivolgo il minimo cenno di saluto.

-Scrivetemi e vi raccomando ragazzi: qualunque cosa succeda NON mettetevi nei guai! - sento ansimare alla grassa signora. È una raccomandazione che può evitarsi. Potter, con quelle sue manie da eroe, non si terrebbe fuori dai guai neanche se gli aleggiassero intorno con un etichetta fissa sul petto.

-Non ti preoccupare mamma,  staremo attenti - la voce della Weasley colpisce il mio orecchio come una frustrata.

Stringo i denti e vado avanti.

La cabina dei prefetti è ancora quasi vuota quando il treno parte. Pansy al mio fianco sta ciarlando  di cose inutili e la sua voce è soltanto un fastidioso ronzio.

A poco a poco gli altri arrivano.

Vedo Weasley che giunge con la Mezzosangue al suo fianco e si sorridono tranquillamente. Appena mi scorgono la loro espressione cambia e si siedono il più lontano possibile da me. Io li ignoro.

Non ho riflettuto sul fatto che quest’anno a scuola ci sono solamente “Il Weasley” e “La Weasley”. Finalmente Hogwarts si sta ripulendo da questa famiglia di rinnegati e morti di fame.  La gente è molto stupida.  Se non hanno il becco di un quattrino perché diavolo hanno messo al mondo un’intera squadra di Quidditch?  Sono talmente ignoranti da non sapersi preparare una pozione anticoncezionale? I preservativi sono usciti fuori moda?

I caposcuola iniziano a parlare ed io ascolto appena brandelli della loro conversazione. Pansy si finge attenta, ma so che dietro i suoi occhi scuri sta pensando a tutto tranne che a quello che i prefetti dicono. La Granger pare l’unica  che è veramente interessata.  Weasley al suo fianco è più concentrato a guardarle la curva dei seni e le gambe che s’intravedono da sotto la gonna. Che gusti barbari.

Quando finalmente  siamo liberi di andare dove vogliamo mi alzo dal mio posto sgranchendomi le gambe.

-Andiamo nel nostro scompartimento? - domanda pigramente  Pansy.

Passare la giornata con  quel gruppo d’imbecilli… che bello!

-Vai avanti tu, dopo ti raggiungo- mi prendo tempo così.

Lei fa per ribattere poi alza le spalle e va via.  Weasley e Granger  passano davanti a me discutendo a mezza voce. Lo Straccione mi lancia un’occhiata decisamente “amichevole” che ricambio senza pensarci due volte.

-Andiamo Ron-  la Granger se lo tira da una manica e lui la segue come un cagnolino. E mi verrebbe anche da dire come un cagnolino affamato, visto le occhiate che le riserva e non mi stupirei di vederlo abbaiare e “scodinzolare” con la lingua mezza di fuori e la bava alla bocca. L’ho detto  e lo ripeto: quel ragazzo ha  gusti decisamente disumani. Almeno posso dire che sono (in)degni l’uno dell’altra. Sempre che lei non la dia prima a Potter, s’intende. Ma lo Sfregiato penso ha altri gusti, forse più decenti dell’amico.

Esco dallo scompartimento godendomi quei pochi minuti di solitudine che sono riuscito a conquistarmi. Cammino lungo il treno pensieroso, non tenendo conto dei bisbigli che provengono dagli scompartimenti aperti al mio passaggio e della gente che mi urta passando.

La mia attenzione cade su uno di questi semichiuso. Non so perché, ma sbircio all’interno.

È strano l’effetto che mi dà quello che vedo.

La Weasley, i capelli rossi legati in un’austera treccia, sta seduta sulle gambe di un tizio bruno, un Tassorosso del suo anno se non sbaglio, con le braccia gettate al suo collo, intenta divorargli le labbra. Lui le stringe il bacino e tenta di avvicinarla il più possibile a lui e di approfondire il bacio. Fra non molto la sua  lingua le arriverà allo stomaco.

Sento un formicolio alla schiena ed un’insana sensazione di fastidio. E poi la Weasley non stava con quell’imbecille di Thomas? Le ha dato il benservito anche lui?

L’aria intorno turbina di passione. Disgustoso. Senza pensarci faccio qualcosa che stupisce anche me. Sbatto la porta dello scompartimento e faccio per andarmene.

Avrò sicuramente disturbato i due animaletti in calore.

Infatti fatti appena pochi passi sento la porta aprirsi ed una voce ringhiare:

-Malfoy!-

OK, Draco, adesso spiegaglielo tu l’insano moto di pazzia che ti è venuto.

-Oh, Weasley- faccio con finto tono stupito -non pensavo che il mio piccolo rumorino potesse rompere quel turbinio di passione che c’era fra voi!-

Qualche ciuffo di capelli è scappato dalla treccia. Le sue labbra sono umide ed arrossate. I suoi occhi furenti. -Fatti gli affari tuoi Malfoy!-

Alzo le braccia disarmato -Scusa, ho semplicemente fatto in modo che tu non restassi incinta a quindici anni!-

Godo nel vederla avvampare.

-Che diavolo dici pervertito! Non pensavo fossi anche un guardone!-

Una frustata mi colpisce. Mi muovo di qualche passo avanti tendendo il dito verso di lei -Guardone?- dico fermandomi a qualche centimetro dal suo viso - chiunque passava poteva vedere ciò che stavi facendo. Pensa se fosse passato il tuo caro fratellino! La prossima volta che decidi di fare la troietta chiudi la porta, Weasley!-

Lei prima si scolorisce poi si infiamma. Non le do tempo di replicare che vado via verso lo scompartimento dei miei amici.  

Oltre al trio previsto trovo anche Zabini e Millicent Bulstrode, che si stringono per farmi entrare.

- Ehi Malfoy!- Blaise allunga la sua mano affusolata verso di me. L’afferro fiaccamente, mentre i miei occhi vengono catturati dal seducente luccichio dei suoi colore del muschio autunnale – Non si direbbe che hai una bella cera…-

- Di solito non metto cera sul viso, non ho nessuno sfregio, io…- solo Pansy ride alla mia battuta, qualche secondo dopo la seguono a ruota Tiger e Goyle.

Resto per tutto il viaggio seduto, fermo, in silenzio, imponendo agli altri di non fare troppa confusione. Tutto mi da’ fastidio, dal respiro di Pansy accanto, al rumore del treno che sfreccia sulle rotaie, alle frasi vagamente filosofiche e sicuramente incomprensibili di Blaise.

Penso a mia madre, persa in quella casa troppo grande per lei. Sola con la compagnia di se stessa. Il gelo mi pervade l’anima.

Lui la sta uccidendo, piano, piano.

No, non è mio padre ad ucciderla, ma quel veleno insidioso chiamato amore. Ti porta all’autodistruzione.

Il vetro vibra dello sfrecciare del treno sulle rotaie. È freddo, appannato dal mio respiro.

- Stai bene Draco?- c’è preoccupazione nella voce di Pansy.

- Sono solo stanco – mento io con lo sguardo perso oltre verde confuso del paesaggio.

Sospiro, mi raddrizzo. Mi stampo sul volto un’espressione tronfia, falsa, crudele.

- Avete visto Potter come si faceva stritolare dall’abbraccio della grassona?-

È finito anche il secondo argumentum. Che il primo atto della farsa campagnola abbia inizio.

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Salve a tutti, buon fine settimana! Ecco come promesso un nuovo capitolo! Si ritorna ad Hogwarts ed alla vita “normale”. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e mi auguro di riuscire ad aggiornare martedì (sono piena d’interrogazioni e compiti! Passerò il weekend sommersa dallo studio!)

Ed ora le risposte alle passate recensioni!

 

Lollo: Sono felice che la mia fanfiction ti sia piaciuta, non c’è nulla di più sano che sentirsi dire “l’ho divorata”! Mi auguro che altre persone la notino così come te! Grazie tantissimo, spero che continuerai a leggerla e commentarla

 

Tink: saranno molti i capitoli simili a questo dove riflessione ed “azione” (benché non credo che la si possa chiamare proprio così!) si alternano, con un pizzico d’ironia.  Secondo la mia amica Chiara ho riversato in questa ff tutto il mio sarcasmo e spesso i faccia a faccia fra Draco ed il trio finiscono con battute velenose del primo nei confronti degli altri! Ginny comparirà quasi sempre nei prossimi capitoli ed un po’ la vedrai  trasformarsi insieme alla ff pur sempre mantenendosi dentro il suo personaggio (spero!). Povero Draco, in effetti! Adesso che tutto è cambiato, dentro e fuori di lui,  non riesce più a tenere il suo comportamento “alla Malfoy”. Diciamo che, fossi stata al suo posto mi sarebbe venuto un esaurimento nervoso! Grazie per le tue parole gentili è importante per me sentirmi dire queste cose.  Se non fosse stato per i commenti gentili di coloro che leggono i miei lavori, per il sostegno immancabile della mia amica Chiara, non avrei più ritrovato la fiducia in me stessa! Grazie!

 

Romana: Sì, la storia non solo è impostata dal punto di vista di Draco, ma soffre un tantino di Dracocentrismo! Ho fatto di tutto per calarmi nei panni di Draco, pensare come lui, soffrire con lui, emozionarmi con lui. Non è stato difficile sinceramente, anche perché per molte sensazioni ho preso spunto dalle mie esperienze personali e, visto che non sto passando un bel periodo, non è stato impossibile descrivere cose come la sofferenza e la confusione (e l’amore….?)

 

Sabry_Slytherin: beh, diciamo che d’ora in poi “quasi” tutti i capitoli si manterranno su quest’onda. Certo, ci sarà in ogni capitolo la parte dedicata alle riflessioni di Draco, più o meno filosofiche, più o meno personali, più o meno  sofferte. Non ho un grande amore nei confronti del Trio, mi sono un po’ divertita a strapazzarli e sono del parere che più tempo passa, meno piaceranno anche a Draco. Dopo l’arresto del padre è come se Draco si ritrovasse grande tutto d’un colpo e le condizioni della madre non fanno altro che soffocarlo sempre più… ci metterà un poco per assimilarlo, ma Draco è uno che si adatta, no? Grazie per i complimenti, la mia prof. non mi ha esplicitamente detto di essere un’inetta, ma diciamo che mi ci ha fatto sentire dicendomi che non so scrivere! All’inizio ci sono rimasta male, ma ho capito che non ne vale la pena, le vostre parole nei commenti bastano ed avanzano per farmi stare bene! GRAZIE!

 

Yuna: Grazie per i complimenti, spero continuerai a leggere e commentare! La ff è già finita quindi non ci saranno ritardi nell’aggiornamento: due volte a settimana!

 

Patty: Ammetto che le parti più piacevoli della ff sono quelle dove Draco si confronta con Ginny o con il Trio! Sono quelle più divertenti (forse le uniche divertenti!).  Ad Hogwarts ti dico apertamente che se ne vedranno di cotte e di crude, povero, povero Draco! ^_^ Grazie per il commento e per i complimenti, mi auguro che questa fanfiction continui a piacerti!

 

IceCamille: Grazie per i complimenti è bello che qualcuno di tanto in tanto mi dica che scrivo bene! Io non sono proprio “nuova” nel campo delle fanfiction, in effetti ho iniziato da un quattro/cinque anni (ed ho avuto tempo per crescere!), anche se non inviavo un lavoro da luglio e posto su questo sito solo da quest’estate! Grazie tantissimo, spero continui a commentare!

 

Serena: Hai ragione tu, la maggior parte delle ffic Draco/Ginny sono prese dal punto di vista della rossa,  probabilmente perché la maggior parte delle autrici sono ragazze e s’immedesimano di più con questo personaggio femminile. Io ho invece preferisco i personaggi maschili, in primo luogo perché sono molto più interessanti, non c’è una protagonista nei libri di HP che mi affascina, e poi anche perché è molto più divertente tentare di entrare nell’universo maschile! È meno spontaneo sì, ma molto più piacevole (non puoi sapere in questa ff quanto me la sia spassata a ragionare come un mio coetaneo di sesso maschile! E non credo di essermela cavata male!) . Comunque questo lavoro come hai notato non interessa solamente il campo sentimentale; quello è solo un contorno per rendere completa la storia e perché mi volevo togliere lo sfizio! È un excursus nell’anima di Draco, nei moti rivoluzionari del suo pensiero. Insomma, va letta a 360°!  Spero continui a leggere e commentare! Grazie!

 

Cry90: Sono due cose molto carine e gentili, grazie, spero continui a leggere!

 

 

Florinda: Grazie, spero tu continui a leggere con la stessa passione!

 

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Capitolo 5
*** Serata Inaugurale ***


Parte Prima: Estate

 

Capitolo IV –Serata inaugurale

***

Nunc te cognovi: quare etsi impensius uror

Multo mi tamen est vilior et levior.

 

Adesso ti ho conosciuta veramente: e benché la passione arda ancor di più

Per me tu sei di minor valor e pregio.

 

(Catullo, carme 72, vv.5-6)

***

Una lunga fila di bambini si trascina a passi incerti fino al centro della sala. Uno sgabello ed il vecchio cappello logoro li attendono. Intorno tutto tace.

Il mio piatto è vuoto, risplende alla luce delle candele. Io ho fame. Tanta fame.

La McGrannitt srotola una pergamena, le labbra tirate in una smorfia seria, i capelli tirati in una crocchia da zitella, il volto tirato in un’espressione imperturbabile, tutto in lei è tirato, dal portamento fiero ed eretto, ai voti.

Silente da dietro i suoi buffi occhiali, guarda, vecchio e stanco, la massa di matricole spaventate. Regala loro un sorriso.  Saranno le prossime pedine della sua battaglia, di quella battaglia che a tutti fa credere sia per il bene del mondo ed invece è un suo personalissimo affare.

Qualche posto più in là Piton è   gelido  nella sua  espressione imperturbabile,  il naso adunco volto verso la folla silenziosa, gli occhi scuri assenti, i capelli una maschera d’unto.

I tre personaggi chiave della scuola. La professoressa più preparata e seria, il preside più falsamente vero, ed il professore più ambiguo  ed esecrato. Tre persone che fra loro non hanno nulla in comune, eccole lì, figurativamente  spalla a spalla, mano nella mano, in perfetta e sincronizzata armonia.

Il resto è solamente scena,  sfondo colorato e pur talvolta importante e decisivo.

La McGrannitt inizia a decantare i nomi dei nuovi alunni.

Lo sguardo mi cade sul nuovo insegnante di  Difesa contro le Arti Oscure mentre il primo bambino prende posto fra i Corvonero. È un uomo bassino, mingherlino, un po’ avanti negli anni,  dagli occhi chiari ed una pelata  luccicante al balugino delle candele.  La mani intrecciate sul tavolo, la bocca  chiusa in una morsa riposante, sottile e chiara,  il naso dritto, un comune mortale, tipico uomo senza caratteristiche particolari, di quelli che si disperdono fra la folla, un personaggio prettamente anonimo, che compare e scompare senza che nessuno ci presti  attenzione.

Batto passivo le mani per accogliere un nuovo Serpeverde. Da prefetto, stringo la mano ad una ragazzina cinerea, dai capelli lisci e neri, gli occhi chiari.

E si continua così, mentre accolgo i nuovi membri  della casa, senza ricordare il nome di alcuno, se c’è qualcuno che merita la mia considerazione lo scoprirò poi.

Al tavolo dei Grifondoro la Granger fa le onoranze di casa sia per lei che per Weasley, che pare attendere semplicemente che il suo piatto si riempia.

Poco distante una chioma fulva ed un corpicino ben nascosto dalla logora divisa, attira la mia attenzione. Mi dà le spalle, sembra volta a guardare una particolare persona fra i Tassorosso. Non ho bisogno di sapere chi sia,  di certo è il tizio che le stava esplorando minuziosamente la cavità orale poco prima.  O meglio, per quello che ne  so io stava esplorando la sua cavità orale, ma non metto in dubbio che può anche aver fatto passare  le sue mani sotto la divisa e fra le cosce della Weasley.

Il pensiero improvvisamente mi eccita.  Brusco come una frustata. Tento di scrollarmi di dosso questa sensazione spiacevole.

Mi accorgo solo adesso che Silente sta parlando. Non voglio ascoltarlo. Dirà solo cose che mi faranno male.  Se sapessi quello che sta dicendo avrei solo voglia di cacciarmi sotto il tavolo ed urlare che se ne vadano tutti a fanculo.

Invece ascolto, bevo ogni singola parola di quel discorso, comune e banale come i precedenti forse, ma anche  lento e  persistente, feroce e  profondo come il solco di un aratro.

Fa male. Fa male sentire addosso gli sguardi di tutta la sala, la maggior parte dei quali scivolano sdegnosi sul mio profilo o si soffermano con odio.

Parla contro di me, ogni sua singola parola, contro quello che, volente o nolente, io rappresento, perché è l’eredità lasciatami addosso dalla mia famiglia.

Io sto fermo, imperturbabile,  mostrando una spudorata indifferenza, osservando fisso davanti a me, oltre il tavolo dei  Corvonero, Grifondoro, Tassorosso.

Impongo alla miei orecchie di non ascoltare, perché quello è solo un vecchio perfido bugiardo abbindolatore, un sofista maledetto che permea le menti dei suoi alunni per i suoi sporchi e personali affari.

Ma io ormai non so più chi ha ragione.  Non so che cosa è giusto o sbagliato, cosa è vero o falso.

Ha ragione mio padre, che ora è in prigione odiato da tutti, solo  e defraudato anche dell’onore, che ha ridotto mia madre nel fantasma di se stessa e lasciatomi in balia dei giudizi delle iene?

Mio padre è lontano, mio padre mi ha abbandonato. Mio padre ha fatto crollare ogni mio punto di riferimento.

Ma Silente? M’abbasserò mai a tanto, mi degraderò finanche ad unirmi alle schiere di Silente? No, mai. Forse scapperò.  Porterò mia madre meco e scapperemo da questa guerra fratricida, dalla battaglia fra puri ed impuri, dove i puri si sporcano e giacciono sconfitti e confinati in remote celle.

Ora ha smesso. Un sudore gelido m’incorona le tempie.  Non mi stupirei se mi sentissi ansimare, come dopo aver corso a lungo o aver fatto sesso.

Ha smesso di far vibrare le mura con le sue parole cariche e povere di significato.

Ora parla di regole, gite. Adesso presenta il nuovo professore di Difesa. Ector Weack. È tiepido l’applauso che lo accoglie, formale.

I piatti si riempiono. Il mormorio che aveva iniziato a  serpeggiare fra i tavoli si trasforma in vocio, parlottio, fino a frastuono, allegro, festoso, vergognoso.

Io resto in silenzio, chiuso nei miei pensieri, con la voce di Pansy che violenta il mio orecchio destro.

Mangio lentamente, nonostante la fame distrugga il  mio stomaco.

Penso di nuovo a mia madre.  La rivedo nella posizione di questa mattina, spossata, stanca. Stanca di vivere.  Ora che ho perso mio padre, ora che è il momento in cui io ho più bisogno di lei , ecco che lei si perde in se stessa, fra i meandri della sua solitudine, nel vuoto che ha lasciato nella sua anima, lo spazio a lungo scavato per far posto a mio padre.

Ed io? Diverrò pazzo anche io? Indeciso se chinare nuovamente il capo  ad una certezza ormai sfiorita o avere il coraggio di scegliere ciò che mi preme, di salvare almeno me e mia madre?

Ho paura. Nessuno lo deve sapere, ma a me stesso lo posso ammettere. Ho paura di passare il resto della mia vita in prigione. Ho paura di morire.

Cazzo! Ho sedici anni, alla mia età dovrei solo aver paura di non scoparmi bene la puttanella di turno, di non reggere abbastanza, di lasciare insoddisfatta la ragazza che scivola fra le lenzuola. Effettivamente ho quasi solo Pansy ed a volte vorrei che non ci fosse.  Doverla sopportare è un buon prezzo per qualche ora (ora! Non allarghiamoci, oserei dire minuto!) di sesso mediocre? A volte credo che sia meglio una bella sega.

Se avessi una ragazza che mi fa eccitare al solo pensiero! Una ragazza che mi fa vibrare anche completamente vestita. Una ragazza vera, autentica, da sognare, da chiamare per nome…

Invece sono solo, senza affetti, se non quello di mia madre, ma lei dovrebbe piuttosto ricominciare a voler bene a se stessa.

Amici? Chi, Tiger e Goyle, che non sanno neanche perché sono nati e mi seguono solo per accondiscendenza paterna? Zabini che, nella sua sessualità confusa, vive perso nel suo ego attraverso un continuo uso di  pozioni allucinogene ed erbe fatte arrivare di contrabbando? Pansy Parkinson? Lei che è innamorata di un Draco che non è Draco, del suo “Dracuccio”, un personaggio inedito e vuoto,  che si è creata nel suo mondo perfetto dove tutto è alla sua portata e lei, solo lei, è la regina del castello?

Almeno un tempo potevo vantarmi del mio cognome, metterlo in mostra con un sorrisetto soddisfatto, come per dire “Ehi, luride fecce mezzosangue e babbanofile, io sono un Malfoy, degno di avere, al contrario vostro, l’appellativo di mago…” Ora? Ora la clessidra è rovesciata. È cambiata la scala sociale. Noi infanghiamo il buon nome dei maghi, a detta di tutti.

Se ci fosse mio padre direbbe che, comunque, siamo rispettati  dalla “gente che conta”. Ed a me che me ne fotte? Dov’è questa “gente che conta”? Tiger, Goyle, Parkinson, Zabini? Per quel che ne so io Tiger e Goyle arrivano, balbettando, a contare fino a dieci.  Dov’è,  allora? E, quando arriverà, dove mi porterà? Cella ad Azkaban con vista sull’inferno? O direttamente all’inferno?

- Draco, ma mi ascolti?-

Questo è uno dei momenti in cui penso che una sega valga più di lei.

- Certo che ti ascolto, non sono mica sordo sai? –

Pansy fa una faccia vagamente confusa. Preferisco guardare il pezzo di dolce rimasto intatto sul mio piatto. Troppo zuccherato, non mi piace.

-Sembravi assente, sei strano questa sera…- la sua voce è sospettosa, allusiva.

-Devi chiedermi qualcosa?- sbotto allora irritato.

-Lascia perdere!- conclude lei, con mio sommo piacere, la voce leggermente affranta – si vede che oggi non è proprio serata. Ma si può sapere perché mi tratti così?-

“Fossi in te non lo chiederei affatto, iniziamo con l’elenco?” . Invece non le dico niente, resto in silenzio.

Ci alziamo dai tavoli e ci dirigiamo verso le sale comuni. La mia testa è pesante, pulsante, dolorante.

Lascio che siano gli altri prefetti a svolgere i miei compiti. Distrattamente seguo il gruppo sotto un cipiglio depresso e crudele,  i più piccoli mi guardano di sottecchi.

- Draco, Draco, Draco….- trattengo uno sbuffo  al sentire la voce di Zabini alle mie spalle.

- Se mi stai invitando ad un’orgia, Blaise, puoi anche iniziare ad andare a fanculo da solo…-

Lui sorride al mio sarcasmo mentre qualche bambino  si volta a guardarmi perplesso.

- Non stasera, non mi sembri abbastanza in forma – mi mette una mano sulla spalla e china il capo verso di me con fare cospiratore – credo che tu abbia bisogno di  una bella medicina… è nuova, non l’hai mai provata, ti assicuro che è una favola. Ti faccio un buon prezzo…-

-Lo sai che non è il prezzo il mio problema- gli rispondo secco – ma non è il momento per fare affari.  Ti faccio sapere un altro giorno…-

Zabini si ritira dalla mia spalla ed il suo sorriso affettato mi fa venire la nausea.  Scuote la testa incredulo.

- Non sei davvero in te, Malfoy, stasera. Devo dare ragione alla Parkinson, per una volta. Gli avvenimenti accaduti in seno alla tua famiglia ti hanno davvero scombussolato più del previsto.-

Se non fosse stato per l’ultima  briciola di autocontrollo nascosta fra le pieghe del mio essere, gli avrei mollato un pugno da fracassargli la faccia.

- Fossi in te, chiuderei il becco- consiglio, apparentemente calmo.

Il suo sorriso si fa più profondo ed artificioso. Non replica nulla, si allontana continuando a guardarmi fisso, fino a quando  non circonda con le braccia languide le spalle di due ragazze del quinto anno, sussurrando alle loro orecchie chissà quali proposte ornate di belle parole.

Entriamo in sala comune, io sprofondo in una poltrona. I più piccoli vanno ai loro dormitori, qualcuno parlotta di una festa in una camera maschile.

Resto solo io. Tiger e Goyle sono andati via,  a dormire, perché non penso qualcuno li abbia invitati alla festa.

Resto solo io, la poltrona, il fuoco che rosseggia nel camino. Ed un’ombra alle mie spalle.

- Va’ a letto, Pansy. O magari all’orgia. Fa ciò che vuoi.-

Sento il respiro della ragazza fattosi più grave.

- È da tanto tempo Draco che non ci vediamo. Io pensavo che….-

Si avvicina di qualche passo. Adesso è dietro di me.

Porto la testa indietro e vedo il suo viso non completamente piacevole incorniciato dai suoi lunghi capelli,  ambiguo nella penombra.

La sua mano percorre il mio collo, la mia mascella.

-Non ho voglia, Pansy- sussurro  abbassando lo sguardo, ma senza scostarla.

Il suo pollice liscia il mio labbro inferiore, la sua unghia finisce nell’interstizio fra le  due labbra.

-Non mi hai neanche dato un bacio.-

S’impossessa delle mie labbra troppo velocemente. Prima che razionalizzi l’accaduto, ritrovo la sua lingua a scorrere la mia bocca, il suo peso su di me, le sue mani, frenetiche, sui miei vestiti.

- No Pansy, facciamo un’altra volta…. – mormoro poco convinto, con la sua mano finita sotto la mia tunica nella mia parte più intima.

Ormai sono eccitato, ormai non c’è più nulla da fare.

M’abbandono ad occhi semichiusi alla scia dei suoi baci lungo il mio torace, li sento scivolare giù,  pericolosamente.

-Prima ti faccio un giochino…- mormora appena.

Sento, nell’eccitazione, la voracità della sua  bocca. Le afferro i capelli, spingendola a me.

Orami non c’è più nulla, né dentro né fuori di me. M’abbandono a questa nuova piacevole falsità, perché non dovrei?

Adesso non penso più,  adesso, Draco non c’è più.

E, ardente del mio fuoco,  vengo assalito da un brivido gelido.

 

Fine prima parte.

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Bene, è finita la prima parte, dal prossimo capitolo si riparte con l’Autunno.

Questo capitolo è uno di quelli più riflessivi (escluso il finale!) ed fan di Ginny Weasley potrebbe restare delusi perché ho ritagliato per lei solo alcune righe. Spero che i pensieri di Draco continuino a piacervi!

Ed adesso le risposte alle passate recensioni.

 

Patty: Narcissa come personaggio compare poco nella ff, ma è una delle protagoniste principali dei pensieri di Draco. Mi è piaciuto indagare su questo rapporto madre/figlio, secondo me uno dei pilastri della vita di Draco. Mi ha colpito molto quando nel IV libro Draco dice che la madre non vuole averlo lontano. Credo che fra i due ci sia profondo affetto. Grazie per la recensione!

 

Lollo: Effettivamente il ragazzo che sta con Ginny è un personaggio anonimo che ho sfruttato per la mia storia! Diciamo che quello di Draco non è stato un colpo di fulmine: probabilmente lui già da tempo provava un qualcosa d’indescrivibile per la Weasley, qualcosa di nascosto e represso che solo adesso sta venendo fuori. Grazie per la recensione!

 

Sabry Slytherin:  Grazie per i complimenti!  Sì, Draco cresce improvvisamente e con lui tutti i suoi sentimenti, tutto ciò che gli ruota attorno cambia improvvisamente prospettiva… tranne il Trio, quello resta sempre in cima alla sua lista delle antipatie! Grazie!

 

Petty Thief: sono felice che la mia storia ti piaccia e che tu la trovi ben scritta, spero che continui a commentare! Grazie!

 

Mirai: Gli aggiornamenti sono sempre due a settimana, non credo ci possano essere ritardi, ho una tabella di marcia che voglio rispettare. La storia è già conclusa da un pezzo, in totale i capitoli sono sedici (quattro per stagione) più il prologo e l’epilogo. Quindi 18, dovrei finire d’inviarla a fine aprile… grazie per la recensione!

 

Romana: Sì, l’affetto che nutre Draco per Narcissa  è profondo ed incondizionato, quasi morboso, oserei dire che soffre del complesso d’Edipo (OK, ho esagerato!). Ginny comparirà più di frequente ad Hogwarts e comunque inizierà ad essere una presenza fissa nelle elucubrazioni di Draco! Grazie per l’ “in bocca al lupo”, la settimana è iniziata bene, ho avuto 9 in latino ed 8 in italiano, ma dopodomani devo essere interrogata di chimica e, sinceramente, quello sarà un problema. Un grande problema. Grazie mille!

 

Serena: Grazie per la tua recensione, è bello capire che i lettori restano colpiti dalle mie parole! Sì,  Draco si è ritrovato adulto di botto, da un giorno all’altro è piombato un peso enorme sul suo cuore. È rimasto solo ed ha capito di doversi prendere cura di se stesso.  In effetti ho chiaramente tentato di non scrivere la solita ff, di fare in modo che questa fosse poliedrica e, soprattutto, riflessiva. Veramente io, per il genere di persona che sono, non sarei riuscita a scrivere una ff di 16 capitoli interamente romantica! (devi pensare che i miei amici sono rimasti stupiti e mi hanno un po’ presa in giro quando hanno letto che il genere era Drammatico/Romantico!) Grazie!

 

Faffachan: Grazie! Ho tentato in tutti i modi di rispettare il pov, non credo di esserci sempre riuscita, ma almeno la mia fatica viene ben ricompensata. Terrificante anno ad Hogwarts: io non saprei definirlo meglio! Grazie!

 

Yuna: Grazie per i complimenti, spero continui a leggere e recensire!

 

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Capitolo 6
*** Cadendo insieme alle foglie ***


Le Stagioni del Dubbio

 

 

Parte Seconda: Autunno

*

 

Giaci:

supino, solo, nudo.

 

Aspetti che la carezza del vento si aggrappi a te,

che gli umori delle nuvole

lavino le tue colpe.

 

 

Respiri:

freddo, insensibile, impotente.

 

Guardi le figure sfocate del tuo passato

avvicinarsi e sorriderti

agghindate dell’ennesima ipocrisia.

 

 

Piangi:

disperato, isterilito, inerme.

 

È proprio il battito d’ali della tua libertà

che t’imprigiona nella grotta

di sogni e poesia.

 

 

Ami:

voracemente, crudelmente, ardentemente.

 

Lasci che il vetro della tua esistenza

si appanni di nuove precarie illusioni

congelando la piccola parte ancora viva di te.

 

*

 

 

Capitolo V- Candendo insieme alle foglie

***

Mollis inertia cur tantam diffuderit imis

oblivionem sensibus

pocula Lethaeos ut si ducentia somnos

 

Perché nella profondità dell’animo l’indolenza

copre con tanto oblio

come se avessi bevuto con la gola riarsa, avido l’acqua di Lete.

 

(Orazio, Epod. XIV)

***

 

 

È caduta proprio davanti a me.

Io camminavo  lentamente, assorto, avvolto nel mio mantello senza neanche accorgermi del respiro che mi si condensava davanti agli occhi.

Il vialetto è solitario,  gli alberi discinti creano un intreccio fitto di rami sulla mia testa, il sentiero è tappezzato di foglie, secche, morte, che  scricchiolano sotto ai miei piedi.

Lenta, planando sull’aria  freddamente pungente, una foglia è caduta davanti ai miei occhi.  È  larga, dentellata, rossa, gialla, marrone, è leggera, delicata, sbrindellabile, accartocciabile. È morta, come ogni foglia che si stacca dall’albero.

Ed allora io la guardo sul palmo della mia mano, ferma immobile. L’avvicino ai miei occhi. Trema al mio respiro.

Cos’è una foglia staccata dal ramo?

Chiudo il pugno.

È morta, è nulla. Solo briciole, che spargo nell’aria.

Era morta già da tempo, ma restava ancora appesa su quel ramo seminudo, come un arto canceroso. Poi è andata via, planando sul suo non essere, vagando fino ad incontrare il mio palmo. E poi di lei non è rimasto neanche il ricordo. È passata nel mondo, ma nessuno, tranne me, lo sa.

Adesso è polvere fra la polvere.

È strano come tutti gli esseri viventi finiscano per somigliarsi. Anche di noi resta solo polvere.

Ma forse una sola parte di noi finisce in polvere. Ma forse in noi c’è qualcosa che non è mortale.

Forse siamo tutti esseri immortali.

Ma non è il momento per discussioni teologiche, no. Perché in questo sabato mattina d’inizio ottobre, in questo stesso vialetto, solitario, ignudo e  triste,  sperduto fra gl’immensi cortili di Hogwarts, una figura cammina incontro a me.

Una figura piccola, sbilenca sotto un pesante mantello, vecchio, sdrucito, scolorito,  tormentato dall’uso.

È una figura scura sulla quale spiccano l’oro ed il rosso.  Pallida, sospesa nei suoi pensieri, tanto simile alla foglia che ho distrutto poc’anzi. La furia dei suoi capelli rossi è libera sulle sue spalle, spettinata.

Si accorge che c’è qualcuno davanti a lei ed alza di poco da terra l’azzurro dei suoi occhi.

Decisamente non è felice di vedermi. Accelera il passo e sprofonda la testa, decisa a sorpassarmi come se non esistessi.

Mi stampo in faccia un ghigno sadico e  mi paro davanti a lei.

- Weasley, temo tu abbia dimenticato le buone maniere. Credevo che, almeno quelle, te le avessero insegnate- le soffio chinando il mio sguardo su di lei.

I suoi occhi lanciano fulmini, combattivi.

- Neanche tu sei molto educato a tagliarmi la strada- prova a passami alla mia destra, ma  con un passo la blocco.   

- Oserei  dire che  ti spiace la mia compagnia- commento sarcastico.

Stringe le labbra in una morsa ferrea.

-Cosa vuoi, Malfoy?- sbotta stancamente.

Le sorrido sadico – Chi ti dice che voglia qualcosa, da te poi. Cosa puoi darmi tu? Anzi, più chiaramente, cosa puoi darmi tu che io vorrei accettare? Secondo le voci che si fanno in giro sei abbastanza generosa quanto a regali!- mento spudoratamente. Non ho mai sentito vocio del genere su di lei. Direi che nessuno parla mai di  lei, ma mi piace ferirla. Provo un gusto enorme nel vederla avvampare, nel vedere le pozze limpide dei suoi occhi vagare disorientate sul mio volto.

-Ma che dici, come ti permetti?- ringhia combattiva.

- Certo che, se proprio vuoi farmi un regalo, non nego che potremmo metterci d’accordo….- avvampa furiosamente, il suo sguardo dardeggia, iroso e ferito.

- Io non avrò mai nulla a che fare con te, Malfoy, che tu creda o no a quello che dici di sentire in giro!- quel “dici” mi fa inarcare le sopracciglia.

-Non mi credi?- le chiedo candido.

Lei assottiglia lo sguardo – Il giorno in cui io crederò alle parole di un Malfoy cadrà fuoco dal cielo!-

Mi tolgo di scatto dalla sua strada- Non sei per nulla divertente, non è piacevole neanche tormentarti, sei inutile pure a questo!- La vedo stringere i pugni mentre scatta a passo fermo davanti a me – E, per inciso, non devi temere di me. Il giorno in cui io scoperò una Weasley cadrà fuoco dal cielo!- le faccio eco.

Ma le miei parole non la feriscono. Continua ad avanzare con la stessa andatura ferma, regale, la regina vestita di stracci.

Ed io la guardo. La guardo e desidero correrle dietro, dirle che pregherei perché cadesse fuoco dal cielo. Strapparle  quei suoi stracci  e farla sdraiare su questo letto di foglie morte. Ricoprirla di me e spogliarla di sé.

Mordo le mie labbra quasi a sangue. Desidero la Weasley. Voglio farmi la Weasley.

Non riesco a credere di essere caduto così in basso. Sono diventato pazzo, pazzo come mia madre, per colpa di mio padre che  con un gesto di bacchetta ha rovesciato la gerarchia dei miei valori.

Perché, perché con tutte le ragazze che sarebbero pronte ad aprire le gambe per me devo desiderare l’unica che non devo avere? Perché  devo subire il suo disprezzo, il suo nasino arricciato dal disgusto, l’odio nei suoi occhi? Perché il mondo gira dal verso sbagliato?

Perché, cazzo, perché io non posso essere solo Draco e non Draco Malfoy, purosangue, nobili genere natus*, figlio di Lucius?

Sento le mie mani afferrare i capelli e tirarli. Basta Draco,  cessa di ferirti. Basta Draco, respira.

Lei è andata via, non si vede più.  Mi riscuoto e prendo a camminare nella sua direzione, calpestando le foglie già precedentemente pestate da lei. Ho voglia di tornare in dormitorio, chiudermi dentro ed urlare il mio dolore.  Ho voglia di fustigare il mio animo, maledetto, che mi ha tirato un tiro troppo basso, così basso che non riesco ad afferrarlo.

Tengo le mani nelle tasche, per scaldarle. Sento freddo e caldo contemporaneamente.  Mi duole la testa.

È terribile. Spesso ti capita di conoscere alcune verità da tempo  ma riesci a realizzarle solo quando si palesano nude e crude davanti a te. Da quando tempo rincorro il fuoco dei capelli della Weasley? Da quando tempo, inconsciamente, i miei occhi vagano inquieti nella Sala Grande, sfiorando più volte la piccola figura ingobbita dalla sua inesistenza?

Sento, dentro la tasca del mantello un pezzo di carta, tiro fuori una pergamena spiegazzata, la apro.

È una lettera abbastanza breve, scritta con la velocità di chi sa prendersi il suo tempo. La grafia è chiara,  di moderata  grandezza, l’inchiostro nero non ha neanche una sbavatura. Lo  stemma dei Malfoy svetta sull’angolo destro.

So bene il contenuto della lettera. Ricordo perfettamente cosa c’è scritto. Eppure la rileggo, mentre la mia mente decanta, rimembra, riassapora  e si ferisce nuovamente ad ogni singola parola.

 

“Caro Draco,

 

figlio mio. Ti scrivo questa lettera adesso perché nei prossimi giorni dovremmo preparare qualcosa d’importante. Ne sentirai a lungo parlare figliuolo.  Non posso scriverti cosa è, tu mi capisci bene.

Non preoccuparti per me, non ne hai davvero motivo.

Adesso che non c’è Silente mi auguro che ad Hogwarts si respiri aria migliore. Spero che a te le cose vadano bene. Studia, impegnati più che puoi, acquisisci sapere ed acquisirai potere.

Sei un bravo figlio, sono fiero di te.  Prima o poi seguirai le mie orme e ci troveremo a combattere fianco a fianco la nostra guerra.

Sappi che ti voglio bene.

Tuo Padre”

 

 

Ripiego la lettera ingoiando ripetutamente  le urla che mi salgono in gola. La rinfilo in tasca, respirando a fatica.

“Sei un bravo figlio”.

I bravi figli non biasimano le azioni dei  padri.

“Sono fiero di te”.

Non c’è da essere fieri  di un figlio che teme di essere come il padre e si vergogna di lui.

“Sappi che ti voglio bene”.

Bugie, solo bugie di chi teme che la preda gli sfugga sotto la zampa.

Mio padre non ha mai voluto bene a nessuno, forse neanche a se stesso. Se avesse avuto un minimo di amor proprio non si sarebbe buttato via così.

Se avesse amato me e mia madre non si sarebbe permesso di abbandonarci.

“Non preoccuparti per me, non ne hai davvero bisogno”.

Non sono così sciocco da preoccuparmi per lui.  Ma mi preoccupo per me e per mia madre.

Sono stanco, stanco di me, stanco di mio padre, stanco del mio nome, stanco di essere ciò che sono, di vivere ciò che non voglio.

Invidio  quei personaggi anonimi che girano per Hogwarts. Li invidio da morire. Vorrei essere come loro. Vorrei, anche solo  per un secondo, essere solamente un ragazzo.

Sento  delle risate divertite e leggere alle mie spalle.

-Non ci trovo nulla da ridere, Ron!-   la voce sgradevole della Granger perfora il mio orecchio.

-Ci vuole coraggio a non  saper scavalcare una staccionata Hermione! Sei caduta come un broccolo lesso!- la voce di Weasley si fra largo fra le sue stesse risate.

-Io non sono un broccolo lesso!-

-Non ho detto che ci sei, solo che ci sembravi! -

Mi volto. I due più Potter saranno ad un cinque metri da me.  La Granger apre la bocca per ribattere qualcosa a Weasley, ma vedendomi la richiude ed assume un’espressione di sfida. Gli altri due diventano così seri che sembravano aver visto un beccamorto.

Non c’è nulla di meglio che una bella lite per dimenticare, almeno per qualche minuto,  i problemi.

Mi avvicino di qualche passo, braccia incrociate, mentre loro restano fermi.

-Così, Granger, hai difficoltà anche  saltare le staccionate. Deve essere un problema per te fare qualcosa che non sia descritto su di un libro. Mi auguro che tu ti sia già  appropriata di una copia del Kamasutra- il mio veleno è delizia per le mie orecchie.

Lei non si scompone, mentre Weasley appare in leggero disagio, come chi è indeciso se ridere o dare un pugno - Vedo che le tue battute degenerano. Sei un comico nato.-

-O magari, e più probabilmente, a te manca il senso dell’umorismo.-

-Ma sta zitto, Malfoy! -  Potter sembra essersi stufato di tutte quelle chiacchiere inutili. Mi supera con due falcate.

-Te ne vai Sfregiato? Ti dai  alla pace? Sei entrato nella schiera dei non-violenti? O magari vuoi semplicemente approssimare il tuo processo di beatificazione? - non è la migliore delle provocazioni. Mi sto arrugginendo.

Lui si volta, placido, calmo, stufo. -Non hai nulla di meglio da fare? La tua Pansy è impegnata? -

-Potrei anche essermi scocciato della mia Pansy e stare cercando carne fresca, non credi? Dovresti iniziare a farlo anche tu, visto che a quanto pare la Granger preferisce darla a Weasley.-

C’è un momento di silenzio imbarazzante.  Potter   continua a guardarmi con la stessa espressione, magari perché preferisce non guardare i suoi amici, la Granger  china la testa, a Weasley diventano le orecchie rosse.

Forse, inconsciamente,  ho colpito nel segno.

Sorrido sprezzante  e volto le spalle a tutti e tre, ancora indecisi su come ribadire.

Ritorno al castello e vado verso il mio dormitorio, mi nascondo nella mia stanza,  mi butto supino sul mio letto.

Chiudo gli occhi.

Due polle di acqua limpida in mezzo ad un fuoco ardente mi compaiono davanti. Posso accarezzare quelle lingue di fuoco e provare piacere delle mie scottature, rinfrescarle dentro  quei piccoli oceani azzurri.

Qualcuno bussa alla porta della mia camera.

-Avanti- riapro gli occhi.

Pansy entra quasi in punta di piedi.

-Non ti senti bene?- la sua voce è bassa.

Sospiro -Vieni qui - le dico.

Mentre fra un bacio e l’altro le tolgo la divisa, tengo gli occhi chiusi. Immagino che una miriade di fiamme mi ricoprano e mi lascino ardere dentro di loro.

 

----

*Riferimento al “De Coniuratione Catillinae” di Sallustio

___________________________________________

 

Il primo capitolo della seconda stagione, l’Autunno, ove gli alberi si spogliano ed il gelo indurisce gli animi…

Per la gioia di molti ricompare Ginny e c’è un nuovo faccia a faccia con il Trio, spero vi sia piaciuto anche questa volta! Draco non può fare a meno di accettare i nuovi moti del suo animo, inizia a smettere di combattere se stesso…vedremo se ci riuscirà nei prossimi capitoli! Il prossimo capitolo è importante perché Draco prende una decisione rilevante…ma lo scoprirete martedì.

 

Adesso le risposte  alle ultime recensioni:

 

Sabry _Slytherin: Grazie per i complimenti, sono davvero felice! La parte con Silente, Piton e la McGrannitt è nata dal nulla. Non sapevo che scrivere ed ho lasciato la mente vagare.  Così si è formata quell’immagine insolita delle tre figure emblematiche della scuola, mi è piaciuta e ci ho costruito su il capitolo. Grazie per il commento!

 

sissichi: Sono d’accordo con te. Non ho mai preso in considerazione l’idea di un Draco “ravveduto” che spalleggia Silente, anche perché credo sarebbe a dir poco ridicola. Draco è semplicemente un ragazzo di sedici anni che per un evento catastrofico in seno alla famiglia cade in una profonda confusione. Grazie per il commento!

 

Patty: Inizialmente Draco è quasi intimorito a pensare certe cose. Poi pian piano spiana la strada fra cuore e mente e le sue riflessioni si fanno più profonde e dolorose.  Come la fanfiction anche i pensieri del ragazzo si evolvono, crescono, cambiano. Grazie per la recensione!

 

Seyenne: beh, l’importante è che tu hai scoperto la mia storia e che hai commentato, non credi? Sono davvero felice che ti stia piacendo, che ti piaccia il mio stile, è una cosa che fa sempre piacere sentirsi dire. È vero, il modo in cui scrivo, i periodi brevi, lapidari, disegnano minuziosamente lo scenario raccontato, ma creano un certo distacco fra l’azione ed il suo svolgimento.  Si è spettatori di un dramma da un punto di vista interno ad esso, eppure si resta passivi. I pensieri di Draco sono molto complicati, è vero non saranno sempre originali, ma il mio tentativo di non scrivere una fanfiction OOC mi ha portato di tanto in tanto a dire delle cose “scontate”. Spero commenterai altri capitoli, grazie mille!

 

Cry90: Mi auguro vivamente che questa diventi una delle tue ff preferite, sarebbe un onore! Grazie per la recensione!

 

Lollo: grazie, spero che le riflessioni di Draco continuino ad intrigarti e colpirti! Grazie!

 

Florinda: Il suo rapporto con Pansy è qualcosa di freddo, vuoto, destinato ad estinguersi, ingoiato da un altro fuoco, sono felice che ti sia piaciuto come l’ho descritto. Ti ringrazio immensamente!

 

Recensite per favore, ogni recensione è incredibilmente importante per me!

 

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Capitolo 7
*** Rami e Frutti ***


Parte seconda: Autunno.

 

Capitolo VI – Rami e Frutti.

***

Homo sum: humani nil a me alienum puto.

 

Sono un uomo: niente di ciò che è umano reputo a me estraneo.

 

(Terenzio, Heautontimorùmenos)

***

 

- Ti devo dire una cosa amico.-

Così Blaise Zabini, oltre il fumo acre della sua sigaretta in questa sera di metà ottobre che ormai volge a sfumare a notte, esordisce nel suo discorso.

Siamo praticamente soli nella Sala Comune, se non contiamo due del quarto anno intenti a finire i compiti di trasfigurazione in fondo  alla stanza.  Butto la mia cicca su di un posacenere poco lontano e mi sistemo sul divano. Blaise è al mio fianco. Non mi guarda in volto, osserva un punto poco più a destra del mio orecchio e per un secondo la mia stabile atarassia s’incrina. Cosa vorrà dirmi?

-Avanti, parla, che vuoi?-

I suoi occhi color muschio scivolano per un secondo sui miei.  Si passa una mano fra i lisci capelli castani. Scuote la testa.

- Mi sono scopato Pansy Parkinson.-

Tiro un mezzo sospiro di sollievo. Ed io che temevo qualcosa di grave. – È perché lo conti a me? C’è qualcuno che mostri uno straccio di virilità che lei ancora non si è scopato?- gli chiedo indeciso se ridere di lei o di lui.

 Blaise fa un mezzo sorriso – Voci incerte dicono che state insieme.-

- E tu credi solo alle voci certe- ribatto secco.

 Lui si appoggia allo schienale, lo sguardo nuovamente apparentemente perso nel nulla.

Blaise Zabini non lo si può iscrivere nel cerchio della normalità neanche fra i maghi. Tralasciando l’uso continuo di pozioni ed erbe allucinogene e l’essere bastardo fino al midollo, ciò che preoccupa è il suo edonismo che sfocia nella  lussuria sfrenata  e nel suo continuo vivere astratto dalla realtà quotidiana.  L’unico fine, l’unica forma di elevazione della sua esistenza è il piacere, squisitamente fisico. Non lo spaventa nulla, dalla promiscuità al sadomaso.  Sarà più di un anno che prova a  portarmi  a letto. Ammette senza vergogna di essere attratto: “… da ogni tipo di donna e da alcuni uomini provvisti di un infinito fascino, effeminata virilità e brutale bellezza”.

Non ho mai saputo se sentirmi lusingato o spaventato.

Ha provato disperatamente a convincermi che nella vita bisogna provare tutto, che ne vale la pena. Ma ancora, nei miei miseri sedici anni e sette mesi di vita, non ho mai avuto la voglia di sperimentare un rapporto omosessuale.

- Credevo che te la fossi fatta già da tempo- ammetto, un po’ per rompere il silenzio.

Lo sguardo che mi strofina addosso mi fa capire che ciò è probabile, ma ha avuto solo adesso voglia di raccontarmelo.

- Devo farti una domanda, personale- riprende lui con la sua voce ora un po’ roca, ora un po’ rude    -con quante ragazze diverse sei stato?-

- Non molte- ammetto restio a dire il numero. Pare accontentarsi della risposta. – Perché me lo chiedi?-

- Curiosità- risponde alzando le spalle – ultimamente mi sembri strano, un po’ fra le nuvole.-

- Che c’entra scusa?- sbotto.

Blaise sorride, con quel suo sorriso storto che  convince tante ragazze  ad aprirsi a lui, si stiracchia un po’, scuote la testa – Hai la faccia di uno che da tempo vuole qualcosa che non riesce ad avere.-

Resto zitto, incasso il colpo incapace di ribadire con qualcosa che non mi faccia sbilanciare troppo.

Lui non attende una mia risposta. Si alza  mi mette una delle sue mani affusolate sulla spalla.

-Ti do un consiglio Draco. Se vuoi una cosa, se la vuoi davvero, fregatene di tutto. Non aspettare che ti venga portata su di un piatto d’argento, vattela prendere – mi stringe la spalla – e se il frutto ti sembra su di un ramo troppo alto, arrampicati e prendilo. -

Lascia la mia spalla e se ne va,  con passo misurato, senza aspettare che io risponda.

In fondo Blaise potrebbe anche avere ragione, se non fosse per una cosa: il frutto in realtà si trova in un ramo troppo basso.

.

Stamattina mi sono alzato dal letto con una voglia cieca di fuggire. Fuggire dalla risata oca di Pansy Parkinson che mi stordisce alla mia destra. Fuggire dalle occhiate complici che mi lancia Blaise Zabini oltre il piatto della sua colazione. Fuggire dagli sguardi d’odio che provengono dal tavolo dei Grifondoro. Fuggire dall’espressione imperturbabile di Severus Piton al tavolo degli insegnati. Fuggire dal richiamo incessante della voce di mio padre. Fuggire dal ricordo della spossatezza di mia madre.  Ma, soprattutto, fuggire dalla marea rossa su quel valico di neve bianca che di tanto in tanto solletica con un pezzo del suo cielo azzurro la mia figura.

Ginny Weasley si alza dal suo posto, nascosta dentro la sua ingombrante e derelitta divisa.  Trotterella  fra i tavoli, fa un gesto di saluto, un mezzo sorriso, esce via, nel silenzio in cui è entrata. Non uno sembra accorgersi della sua assenza.

Non uno meno che me.

-Draco non hai fame questa mattina?-la voce di Pansy è un brusco risveglio dai miei ricordi.

Conto fino a tre per non risponderle in maniera esageratamente brusca – Sì, mi stavo prendendo solo qualche minuto di tempo…-

Il mio sguardo si scontra  con quello accigliato di Zabini.  Scuote la testa tragicamente.

Ha seguito  il movimento dei miei occhi poco prima, la mia espressione. Forse ha capito a quale frutto la mia mano vuole abbassarsi. E non ne è davvero d’accordo.

Inizio a fare colazione, con poco gusto.  Qualcuno mi passa “La Gazzetta del Profeta” sotto gli occhi.

Parla di una attacco dei Mangiamorte in un centro babbano. Qualche morto, qualche ferito, due o tre arresti. I loro nomi sono per me un vago ricordo più un “sentiti dire” che “li conoscevo”.

Mi alzo dal tavolo, vado per andare fuori. Mi restano dieci minuti  prima dell’inizio delle lezioni.

-Malfoy vorrei parlarti.-

La voce lenta e bassa di Severus Piton  mi giunge all’orecchio. Silenzioso come una fiera della savana, si è avvicinato di soppiatto al mio fianco. I suoi occhi sono grandi fosse nere, i suoi capelli sembrano quasi viscidi. Il pallore del suo volto spettrale.

Annuisco in silenzio.

- Nel mio studio, prego.-

Lo seguo nei sotterranei non senza una vena di curiosità. L’ultima volta che ho avuto un colloquio a quattrocchi con lui è stato quella mattina di giugno quando senza troppi preamboli mi ha detto che mio padre era stato chiuso in carcere distruggendo il precario equilibrio che viveva all’interno della mia coscienza.

Entra nel suo studio, io lo seguo chiudendomi la porta alle spalle.

Mi fa cenno di sedermi di fronte a lui, come è stata l’ultima volta, lui si sistema nella sua sedia dietro la scrivania, apparentemente tranquillo, con il mento poggiato su di una mano.

Tira un respiro pesante, si raddrizza contro la spalliera. La sua apparente tranquillità si distrugge. Adesso so che in realtà è molto nervoso.

Attendo, mentre il nostro silenzio vibra di tensione.

-Volevo parlarti di una cosa estremamente importante e delicata…- esordisce fissandomi con le sue caverne buie. Sostengo lo sguardo incerto. Lui  stringe le labbra e continua: – Era da tempo che volevo farti questo discorso ed adesso che tuo padre è lontano da te credo che sia l’occasione giusta.-

Non scosto i miei occhi dai suoi e nel misurato silenzio che segue vieto alla mia mente di pensare.

-Cosa ne sai tu dei Mangiamorte?- vomita la domanda e si umetta le labbra con un movimento repentino della lingua.

Mastico due o tre possibili risposte, poi la butto lì.

- Più di quanto ne sanno la maggior parte dei ragazzi della mia età – non mi sbilancio, non scosto lo sguardo, attendo una sua reazione.

- Cosa nei pensi dei Mangiamorte?- assottiglia gli occhi, quasi volesse vedermi meglio.

- Mio padre è un Mangiamorte- vince lui, abbasso lo sguardo sulle mie mani bianche e rosa, le mie unghie tagliate da poco.

- Non hai risposto alla mia domanda- la sua voce non cambia tono.

Sospiro, mantengo lo sguardo basso. La falsa pacatezza di Severus Piton sa essere snervante.

-Non penso nulla. Non posso pensare nulla.-

Repentina la sua mano scatta verso il mio braccio, lo afferra poco più giù dell’ascella. Le sue dita magre si serrano sulla mia carne, mi scuote veementemente – Non stai rispondendo alle mie domande.  Non ti ho fatto scendere fin quaggiù per sentirmi smozzicare frasi vanamente vaghe.-

La sua bocca è serrata in una morsa dolorosa, i suoi occhi furenti nella loro staticità.

Molla il mio braccio, si ricompone.

Ed io taccio.

-Draco- il suo tono è più morbido, quasi comprensivo – da tempo so quello che tuo padre ha deciso di fare con te. So quali sono le frasi che fin da piccolo ti ha ripetuto, so a quale lavaggio del cervello ti ha posto. So che non ti ha lasciato scelta.  Ma adesso lui non c’è, non può più convincerti a fare ciò che non vuoi. Ma tu Draco, che cosa vuoi?-

Non ho la forza, né il coraggio di guardarlo negli occhi. Cosa rispondergli?

Cosa vuole Draco Malfoy?

Draco Malfoy vuole Ginevra Weasley. Draco Malfoy vuole alzarsi la mattina appagato perché  sa che di li a pochi minuti la vedrà e si nutrirà della sua presenza.

Draco Malfoy vuole essere felice.

- Non so cosa voglio, ma sicuramente posso dirle cosa sono sicuro di non volere- strascico le parole, un po’ per vizio, un po’ per prender tempo, un po’ per non dar traccia  di preoccupazione. - Io non voglio finire chiuso ad Azkaban. Io non voglio dare il dispiacere finale a mia madre. Io non voglio bruciare la mia vita per inseguire ideali non miei. Io non voglio essere un Mangiamorte.-

Dopo averlo detto mi mordo le labbra. Non ho mai avuto neanche il coraggio di pensarlo. Adesso l’ho detto, davanti a Severus Piton.

Egli mi guarda, i suoi occhi sembrano ancora più grandi e più bui. Trattiene un sorriso a stento, ma la sua approvazione traspare oltre il mortale pallore della sua pelle.

- Speravo di sentirtelo dire, Malfoy.-

Io temevo di sentirmelo dire. È  come se avessi raso al suolo una costruzione che non mi piaceva per niente, ma che avevo passato tutta la vita a mettere su. Mi sento svuotato più leggero, ma di quella leggerezza che rende vuoti.

 Piton si alza, come se non riuscisse più a trattenere l’emozione.

- Hai tutto il mio appoggio Draco e tutto il mio aiuto. Sai che per qualunque cosa io ci sarò sempre. Era anche il professor Silente.-

Mi mordo la lingua per trattenerla, ma non ci riesco: - Silente? Non voglio il suo appoggio, non diventerò uno dei fantocci del suo esercito. Non sarò spalla a spalla con Potter contro mio padre. Non  sono con i Mangiamorte, ma neanche contro di loro.-

Non dice nulla, mi guarda, annuisce: - Ti capisco perfettamente. Eppure da qualche parte dovrai pure schierarti.-

Mi passo una mano sul mento ormai non più morbido – Non dalla parte di Silente, allora- rispondo a voce appena udibile. Riprendo con un tono un po’ più alto – Vorrei solo vivere in pace, occuparmi di mia madre…-

Stavolta Piton sorride, non perché è divertito da ciò che ho detto, ma perché la ritiene una cosa ai limiti del possibile. Si risiede,  incrocia le braccia al petto – Hai comunque tutto il mio aiuto Draco. Spero proprio tu ci riesca.-

Con questo è chiusa la discussione. Mi fa un cenno di saluto, io mi alzo e vado alla porta il più  velocemente possibile.

E poi inizio a correre. Corro furiosamente come nessuno ha mai visto fare a   Draco Malfoy.

Adesso mi sono messo in gioco.

Adesso tutto cambia.

Da adesso potrò iniziare ad essere solo Draco.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

 

Salve! Diciamo che adesso le cose cambiano un pochino, non è vero? Questo è un punto nodale della fanfiction. Vi confesso che è rimasta ferma su questo capitolo per lunghi mesi. Poi un pomeriggio l’ho riletta ed ho pensato di scrivere una piccola conclusione e troncarla qui. Tutto fino a quando un motivo che solo una persona conosce, un motivo stupido eppure per me importante, mi ha fatto venire voglia di perseguire il mio fine e completarla.

Sabato invierò il settimo capitolo (il preferito di Alfio, che se scopre quest’accenno mi picchia…!) che credo potrebbe piacere a tanti (per chi ama i confronti…)

 

Va bene, le risposte alle vostre recensioni, con la speranza che siano sempre di più!

 

Ruka88: Sono felice che ci siano nuove persone che scoprono la mia ff! Grazie per il commento, non preoccuparti per gli aggiornamenti, sono regolarmente due a settimana!

 

Byakko: La parte delle foglie è nata da una mia personalissima sensazione mentre camminavo nel  cortile della scuola (come a sottolineare che questo capitolo è stato scritto in autunno!), ne sono abbastanza orgogliosa, in effetti. Grazie mille!

 

Romana: Sono felice che secondo te Draco vada a migliorare, ovviamente passo dopo passo la situazione si evolve… non sempre positivamente! Grazie per i complimenti gentilissimi e per la recensione!

 

Serena: I confronti con i Tre mi sono sempre divertita a scriverli, mi diverto troppo a vedere i faccia a faccia che da tempo la Rowling ci propone sotto un’altra prospettiva! Di tanto in tanto troverai dei ragionamenti filosofici in questa ff, soprattutto in bocca a Blaise Zabini che ripropone alcuni miei ideali. Sì, per il momento Ginny è stata solo una comparsa, eppure, se non in qualche capitolo, sono sarà mai una figura di un certo spessore: Draco prende troppo spazio!  Per fare in modo che fosse più di una comparsa dovevo scrivere il tutto in terza persona o scrivere un ff prettamente romantica. Insomma, scrivere un’altra fanfiction, non quella che mi ero riproposta di fare. Ti ringrazio immensamente per la recensione!

 

Patty:  Diciamo che ho passato un lungo periodo da abusiva dentro l’anima di Draco! Grazie, non puoi sapere che sollievo sia per me sapere che non ho scritto una ff OOC e che le contorsioni mentali di Draco vi piacciono! Mi sento molto soddisfatta! Come ho scritto sopra, non credo che Ginny prenderà così tanto spessore da urtarti: non è che una parte del tutto! Grazie mille!

 

Lollo: Spero tu abbia fatto una buona cena! Non preoccuparti, ogni commento o breve o lungo è sempre ben accetto. E poi si sa: … allo stomaco non si comanda! Grazie!

 

Sabry_Slytherin: Grazie per i complimenti sullo stile, mi danno un immenso coraggio e sono le cose che mi fanno più piacere in assoluto! Draco si sta via via rassegnando, smette di combattere se stesso. È un processo lungo, difficile e doloroso. Ma Draco è stanco. Stanco di continuare a soffocare la ribellione del suo animo.  Stanco di far finta di non provare nulla per Ginny (e qui lo capisco, quando si finisce per amare qualcuno che non si vuole e non si può amare si finisce sempre per raccontarsi bugie!)

 

Mirai:  Beh, adesso direi che si è fatta interessante! È gia scritta, devo semplicemente inviare! Grazie!

 

Florinda: Non è difficile descrivere uno stato d’animo che si conosce e che in parte ci appartiene.  Purtroppo! Grazie per la recensione!

 

Sissichi: O beh, io sono dal parere che non ci sia poi molto divertimento nel scrivere una ff utilizzando gli stessi personaggi della Rowling e provando ad emularla. Credo  che quando si scrive una fanfiction il bello sta nel prendere spunto e creare, vedere ciò che gli occhi di Harry non hanno visto e  non possono vedere. Io ho sempre scritto ff parlando in prima persona,  usando un personaggio e studiandolo minuziosamente la profondità del suo animo. Scrivere ciò che la Rowling non dice. Quello che si limita ad accennare. Le cose che ci lascia intuire. Quanto a dividere la storia in Stagioni… non ricordo come sia nata l’idea, ma volevo fare un lavoro complicato ed in parte equilibrato. È stato un modo per inquadrare il  tutto e non uscire fuori dagli schemi. Le Stagioni sono stati i miei limiti. E poi, dopo quattro anni di Liceo Scientifico Sperimentale, avevo bisogno di appoggiarmi su qualcosa di razionale come la perfezione numerica! Grazie tantissime per la recensione!

 

 

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Capitolo 8
*** Sospiro e Sollievo ***


 

Parte Seconda: Autunno

 

Capitolo VII-  Sospiro e Sollievo

***

Odi et amo. Quare id faciam fortasse requiris.

Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

 

Odio e Amo. Forse  mi potrai chiedere perché lo faccio.

Non lo so, ma sento che ciò accade e soffro.

 

(Catullo, Carme 35)

***

 

Qualcosa di morbido mi preme sul fianco. Sento un sapore mieloso sulle mie labbra, la mia guancia è pizzicata  fastidiosamente. Una mano accarezza piano il mio stomaco. I raggi del sole lambiscono placidi i miei occhi.

Ancor prima di aprirli, mi muovo  sotto le coperte per fuggire via da quel letto.

Le braccia di Pansy si chiudono abbracciando il nulla mentre scosto, afferrando la tunica, le tende del baldacchino.

I miei compagni di camera dormono tutti fatta eccezione per Blaise Zabini. Nudo dalla cintola in su, alita il fumo di quella che sembra una sigaretta davanti ad una finestra aperta, riempiendo la stanza di spifferi gelidi ed acre odore di fumo. Annuso profondamente.

- Che stai fumando?- gli chiedo ormai consapevole che quella fra le sue dita non è una sigaretta. 

Blaise sposta  gli occhi vacui su di me, che in fretta mi metto la tunica. Il suo petto è bianco e glabro, le sue spalle larghe, la sua vita sottile, i muscoli dei suoi pettorali non eccessivamente sviluppati,  emana il fascino  del bambino viziato e ribelle, con la sua espressione distaccata e la sua bocca schiusa in un placido sorriso inerme.

-Prendi un tiro- m’invita con la sua voce rauca vagamente seducente. Accolgo la canna dalle sue dita con le labbra. L’aroma speziato del fumo arde la mia gola secca e giunge di colpo al mio cervello, offuscando i miei pensieri e facendomi ricadere in uno stato di placida incoscienza.

- Certe erbe bisognerebbe somministrale come medicine- la voce di Blaise mi raggiunge alla mia oasi d’inconsapevolezza.

Apro gli occhi per vedermi vicino il suo volto pallido rasato di fresco ed i suoi occhi color muschio.

Mi allontano di un passo, incerto, tentando di riprendere il  controllo di me.  – Dove cazzo hai trovato questa roba? – nelle mie parole c’è una punta d’ammirazione.

-Le ho fatte arrivare di contrabbando dal Messico, ho uno zio che si occupa di certi affari in quelle zone- la sua risposta vaga si scioglie in un sorriso – se vuoi posso passartene qualcuna.-

Una voce dentro di me mi dice di non farlo, ma resto comunque un sedicenne ribelle e dannato, o forse dovrei dire una dannato sedicenne ribelle?

-Ci mettiamo d’accordo una sera di queste, Blaise – tronco secco la discussione, destinata a degenerare, allontanandomi dalla finestra  dalla quale entra un freddo cane.

- Porca miseria Blaise, ma non ti si stanno congelando tutti gli organi vitali mezzo nudo la davanti?- sbotto risentito,  avviandomi verso il bagno.

Il suo sguardo è annebbiato, i suoi occhi sono fissi fuori, distanti, mentre tira dalla canna una nuova boccata di fumo.

- Quelli che servono veramente sono coperti-  lo sento rispondermi con voce lontana mentre ormai sono sulla soglia del bagno.

Non mi va di ridere alla sua battuta.

.

-Weasley, Weasley, Weasley, non ti hanno forse detto che percorrere tutta sola questi corridoi può anche essere pericoloso? Tenuto conto del fatto che ormai nessuno è in giro…-

Sono le nove di sera e stavo per tornare al mio dormitorio, quando, imboccando  il solito corridoio che porta alla Sala Comune dei Serperverde, una fiammata di capelli rossi ha rubato la mia attenzione.

Ginny Weasley sta lì, in quel corridoio, con le sue curve rese incerte da una montagna di stracci. Sta lì, ferma, con le sue spalle gracili appoggiate alla parete, perché una volta sentita la mia voce da dietro, la paura ha avuto la meglio, le ha fatto fermare il passo dandole bisogno di un solido appoggio.

La raggiungo, mentre il balugino delle candele nel sotterraneo deserto mi permette di guardarle il volto lentigginoso.

Ginny Weasley è lì, di fronte a me, piccola ed indifesa come uno scoiattolo fra le zampe di una volpe, i liberi capelli di fuoco le ricadono un po’ sul volto pallido, gli occhi colore del cielo sono fissi sulla punta delle sue scarpe, le  labbra sono chiuse in un broncio da bambina.

Mi fermo di fronte a lei, con le mani sui fianchi, un’espressione saccente e divertita sul viso, mentre dentro di me non riesco a credere che sia una presenza reale: – Che caspita ci fai qui, in questo corridoio, a quest’ora e con questa faccia  da: “Prego, violentatemi pure, sono vergine, indifesa e piagnucolona”?-

Lei si limita a mordersi le labbra senza rispondermi. Mi viene voglia di schiaffeggiarla.

- Insomma, si può sapere che ci fai qui? Dovrei togliere dei punti a Grifondoro, ti ricordo che io sono un Prefetto e tu stai violando le regole - tento di scuoterla facendo la voce cattiva.

Ancora silenzio, estremo, tirato. I suoi denti premono sempre più forte sulle sue labbra – Fallo pure- sussurra infine con la voce di chi è pronta a piangere.

Non riesco a trattenermi dallo sbuffare.  Le afferro un braccio con forza e la scuoto violentemente – Che caspita ti è successo, idiota di una rinnegata,  hai litigato con il tuo amico Tassorosso?-

Non alza gli occhi, non risponde, mentre qualche lacrima  attraversa  lentamente il suo piccolo viso pallido. Le mollo il braccio, ringhiando e lei comincia  a massaggiarselo, singhiozzando in silenzio.

- Cazzo Weasley-  borbotto a mezza voce – non è mica la fine del mondo. Ce ne sono mille imbecilli al mondo capaci di scoparti.-

Cos’è il mio, un tentativo di consolarla? Mi faccio schifo da solo, a che livello sono arrivato? Domani inizierò a distribuire caramelle nei dormitori dei bambini dei primi anni e mi preoccuperò  per la salute degli elfi domestici?

Lei tenta di ricomporsi, si asciuga gli occhi, tira su col naso.

Io e Weasley,  nessuno intorno, la semioscurità di un sotterraneo e la mia voglia incredibile di strapparle fino all’ultimo vestito.

Potrei sbatterla contro quel muro di pietra al quale si sostiene e violentarla con foga  fino a farla morire sul mio corpo esausto.

Mio padre l’avrebbe fatto. Si sarebbe tolto la voglia di lei senza farsi scrupoli morali, senza preoccuparsi delle sue accuse.

Ma io non sono mio padre.

O forse non è questa la questione.

No, io non mi violento la Weasley non perché non sono mio padre. È perché il pensiero che potrei farle indelebilmente male mi fa accapponare la pelle, mi rende pazzo e furioso contro me stesso.

Il che è molto peggio.

-Lasciami andare al mio dormitorio, Malfoy- la sua voce trema, i suoi occhi sono ancora ben distanti dai miei – ti prego.-

Non voglio farla andare via. Voglio ancora sentire il suo inconsistente profumo, voglio assaporare appieno il miele della sua presenza. Voglio perdermi nei suoi lineamenti, nella loro espressione contratta di dolore.

-Non vai da nessuna parte fino a quando non mi spieghi cosa ci fai qui- le dico secco, senza muovere un muscolo.

Lei sospira profondamente e temo possa erompere in nuovi singhiozzi. Invece si ricompone e mi dà la prima risposta quasi completa della serata: – Io…. sono solo andata via da un posto, sono andata via di fretta, di corsa, spaventata, non sapevo dove stavo arrivando…- le sue parole sono sussurri incomprensibili.

Ma qualcosa nel tono ovattato e vergognoso della sua voce mi fa intuire la verità – Andata via da un posto? Cosa c’è Weasley, il tuo amico Tassorosso di voleva fare divertire ma tu hai chiuso le gambe proprio sul più bello?- il mio sussurro velenoso s’infiltra nell’aria del corridoio.

China la testa ancora di più, non risponde.

-Accidenti Weasley, tienitela stretta la tua virtù, ti raccomando- il mio commento acido la fa arrossire furiosamente – mentre che ci sei muori vergine, così ti santificano!-

- Smetticela Malfoy!- per la prima volta in tutta la serata le polle azzurre dei suoi occhi si alzano ad affrontarmi e vedo che la rabbia, la paura, la vergogna, hanno creato in lei un miscuglio esplosivo. Vedo l’espressione a lungo inerme trasformarsi in una maschera d’ira. – Smettila di farti gli affari miei, smettila di tormentarmi, smettila di lanciarmi le tue battutine da frustrato- inizia a battermi furiosamente il petto con i suoi pugnetti timidi.

Io non mi scosto di un centimetro. In un’altra situazione sarei stato offeso, adirato, non avrei permesso a nessuno di trattarmi così.

Ma stavolta non riesco a fare a meno di scoppiare a ridere, tanto è stato repentino il suo cambio d’umore, tanto è grottesco il suo sfogo- Oh, oh, Weasley, fa piano, vuoi farmi venire i lividi?- la prendo in giro.

Lei si blocca e fa un passo indietro, corrucciata – Sei insopportabile Malfoy, non ti sopporto davvero,  sei antipatico e… insopportabile- continua caparbia.

- E tu sei ripetitiva- la rimbecco con tono annoiato.

Restiamo lì, in silenzio, come due idioti. Lei con lo sguardo nuovamente sul suo grembo, mentre batte nervosamente un piede a terra. Io con il mio sguardo sfrontato sul suo incarnato ed un vago divertimento viscerale.

- Dovresti stare più attenta dove arrivi quando corri-  rompo infine il silenzio con la mia voce sgradevolmente ironica – in queste zone potresti essere poco accetta. La povera agnellina che si disperde in un branco di lupi…-

Alza il capo lentamente. Mi guarda per la seconda volta nella serata, ma i cristalli liquidi dei suoi occhi non tremano né di paura né di rabbia. Hanno il luccichio di chi coglie una provocazione. – E chi potevo incontrare peggio di te, Draco Malfoy?-

Sorrido e temo che il mio sorriso possa essere vagamente sincero. Non un ghigno, né un’espressione di disprezzo. Un sorriso puro. Rabbrividisco.

- Tante persone, io sono un uomo di classe, non mi abbasso mai dai miei livelli. Ma c’è chi non avrebbe disprezzato di passare qualche ora solo con te…. o chi, per una qualche ragione non difficile da capire, poteva gettarti addosso un incantesimo difficile da togliere o da far dimenticare- le rispondo placido.

- Quasi, quasi mi hai convinta- mormora scuotendo la testa – Ma non so ancora se credere alle parole di un Malfoy-.

- Non è ancora caduto fuoco dal cielo- le faccio notare acutamente.

Senza preavviso scoppiamo a ridere entrambi. Ella con gli occhi ancora rossi di lacrime, io fermo nella mia postazione di fronte a lei.

Appena ce ne rendiamo conto soffochiamo la risata con due sguardi gelidi ed un silenzio imbarazzato.

Che caspita sta succedendo? Prima rinnego tutti gl’insegnamenti di mio padre, poi inizio a provare qualcosa di svisceratamente forte per l’ultima degli straccioni e ci ritroviamo a ridere insieme in un corridoio deserto del sotterraneo?

Scuoto la testa di botto.

Ecco, adesso devo dire qualcosa di cattivo, di veramente  cattivo e ripristinare parte della mia fama di “Malfoy, il bastardo dentro”.

Eppure l’aver riso con lei, la nostra discussione fatta d’allusioni comprensibili solo per noi, mi ha fatto sentire bene. Ha rinchiuso la mia inquietudine nella fortezza dei ricordi.

Almeno per qualche minuto.

Ed ho provato qualcosa che da tempo non sentivo.

Ho provato qualcosa di sincero.

Ginny Weasley non mi guarda più in volto. Osserva con le gote arrossate  le mura scrostate, torcendosi le mani, consapevole dell’ambiguità della situazione.

- È pazzesco- sillabo passandomi una mano fra i capelli. Lei mi guarda stupita, attendendo mie spiegazioni. Non so perché l’ho detto, ma sento l’impressionante bisogno di metterla al corrente delle mie sensazioni, un bisogno che supera le glaciali barriere del mio ego, il mio nome, la mia reputazione – se fino allo scorso anno mi avessero detto che avrei riso con una Weasley, li avrei presi per pazzi.-

Lei mi regalo lo zucchero del suo sorriso – Se a me l’avessero detto fino a due ore fa li avrei presi per pazzi.-

Si muove dalla sua posizione e si allontana di qualche passo, mentre io resto ad osservare il muro sul quale si è poggiata.

A qualche metro da me si volta a guardarmi – Potrei iniziare anche a credere alle tue parole, Malfoy.-

E poi va via, mentre la semioscurità del nudo e triste corridoio respira ancora la sua presenza. Mentre io respiro le sue parole, nel mio silenzio conturbante.

Ed ho paura, sono spaventato dai battiti del mio cuore, spaventato da questa sensazione così piacevole ma dolorosa che mi formicola nello stomaco.

Non so quanto tempo resto così.

Poi vado nel mio dormitorio, con una risata che mi riecheggia nell’orecchio.

Una risata sincera.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

 

Che ne dite di questo capitolo? Avrei dovuto inviarlo domani, ma visto che avevo tempo ho anticipato, in effetti non credo che a ridosso della Pasqua qualcuno avesse voglia di pensare alla mia ff piuttosto che al cioccolato.

Allora che mi dite, pare che le cose con Ginny siano un po’ cambiate… ed anche la stessa Ginny inizia a sentire gli effetti del magnetismo di Draco. Ho una domanda per voi: tra quando ho scritto il sesto capitolo ed il settimo sono passati cinque mesi. Volevo chiedervi se fra i primi capitoli della ff e quelli che seguiranno notate qualche differenza sostanziale, se è cambiato qualcosa. Per me è importante avere una risposta.

Un piccola nota per i due bellissimi e celeberrimi versi che aprono il capitolo; è stato più forte di me, non potevo non metterli. Inizialmente avevo intenzione di non scrivere la traduzione, perché solo in latino si percepisce quel significato forte, conturbante. Poi ho capito che per par condicio dovevo farlo, anche perché forse c’è qualcuno che non conosce il latino… pazienza

 

Allora, mi auguro che commentiate in tanti!  Se fossi cristiana vi farei gli auguri di Pasqua, ma visto e considerato che non lo sono, vi auguro di passare i giorni successivi secondo il significato che hanno per voi, che sia sacro o che sia profano.

 

Adesso le risposte alle passate recensioni, oggi mi sono dilungata troppo:

 

 

Sissichi: beh, visto e considerato che ho avuto più tempo il capitolo l’ho inviato venerdì. Il personaggio di Severus Piton effettivamente è uno dei miei preferiti in assoluto, avrei voluto darvi più spazio in questa ff, è una figura importante, ma forse si nota moderatamente. È uno dei pochi a non restare schiacciato dal personaggio di Draco e durante i loro dialoghi è lui a reggere la situazione. Wow, ti sei scritta in matematica! Allora tanti auguri per la tua carriera universitaria! Grazie per la recensione!

 

Sabry_Slytherin: Grazie per i complimenti, sono sempre ben accetti! Sono felice che il mio Draco sia originale ed allo stesso tempo vicino al personaggio della Rowling, accidenti, sono riuscita nel mio intento! Blaise… beh, Blaise è mio (OK, e di Gioia!), sono piuttosto orgogliosa di lui. Nei prossimi capitoli si vedrà di più, le sue riflessioni filosofiche sono per me molto importanti, perché gli metto in bocca ideali che sono miei. Grazie!

 

nisi corvonero: è gratificante sentirsi dire “mi ha emozionato” perché è importante riuscire a trasmettere emozioni forti. Sono felice che tu abbia scoperto questa ff (che il tuo caso si ripeta!), spero continuerai a leggerla, grazie immensamente per il commento, comunque!

 

Patty: detto fra noi, neanche io ne avrei avuto il coraggio! Eppure si sa, Draco è bravo nei colpi di testa,  ha carisma e determinazione… ed ha deciso di essere se stesso, di fare ciò che sente. Ha deciso di essere semplicemente Draco.  Grazie mille per la recensione.

 

Byakko: Sì, hai proprio ragione tu, il mio amico Giuseppe non riesce a capacitarsi  di come faccio…diciamo che ho una vena poetica che non riesco a sopprimere nella prosa. Purtroppo (o per fortuna) questa ff non va letta con un occhio solo perché potrebbe sfuggire qualche cosa, importante, qualche frase sospesa fra due righe. Un aggettivo, un pensiero. Una sensazione, appunto. Grazie per lo splendido commento.

 

Lollo: GRAZIE! L’ultima frase è, soprattutto, importante, importante per capire Draco come verrà presentato adesso, importante per capire l’evolversi della storie, importante per comprendere appieno certe scelte… discutibili… Grazie per i complimenti, grazie immensamente!

 

Seyenne: Oh, caspita, mi dispiace immensamente! Non è giusto che tu dopo che hai fatto una recensione te la sia trovata persa e non è giusto che qualcuno abbia avuto la mia recensione, uffa! (che sa poi a chi è capitata….sono un tantino curiosa, in effetti) Quando ho iniziato a leggere il tuo commento ho temuto che mi fossi scordata di te (stavo prendendo la lampada sulla scrivania e stavo iniziando a darmela in testa per auto-punirmi come Dobby…), poi mi sono accorta che si era trattato di un semplice errore… non preoccuparti, non fa niente, l’importante è che si sia risolto tutto, no?  Sì, la storia del ramo troppo basso e sempre stata la mia immagine per il rapporto Draco/Ginny (visto dal punto di vista di Draco, ovviamente!) e nei capitoli dove Ginny non appare o comunque non si confronta direttamente con il bel Serpeverde, mi piace inserirla come un soffio fra i suoi pensieri, come uno spirito impalpabile fra le sue sensazioni. Spesso per descrivere alcune emozioni, alcune cose che l’animo non può razionalizzare, mi sono servita della poesia. Grazie mille, sia per questa recensione che per quella precedente (a.a.a. recensione cercasi!)!

 

Iago: Beh, io non posso fare a meno di vedere Draco bello e dannato, sono affascinata dai tipi così.. (OK, dando un’occhiata alla mia vita privata e considerando il tipo per il quale il mio cuore è perso….stavo scherzando!).  Diciamo che al povero Draco ne succederanno di cotte e di crude ed io sono bastarda dentro… veramente bastarda dentro…però in fondo ho un cuore anche io quindi…vedremo…Pansy? Non la sopportavo più neanche io e l’ho liquidata! Grazie per la recensione!

 

Meimi: Wow, studi psicologia! Credo sia immensamente interessante ed affascinante, complimenti! Grazie per la recensione, ho faticato un po’ per vestire i panni di Draco e per fare una concatenazione azione-reazione degli eventi della sua vita. Ovviamente non sono stata perfetta, ma ho fatto del mio meglio per essere credibile, rispettare il pov e fare in modo che la storia andasse come volevo io, anche se per questo ho dovuto sacrificare qualcosa. Grazie mille!

 

Angèle: La fine arriverà verso fine aprile, non siamo ancora a metà (eh, il prossimo capitolo raggiungiamo la metà precisa, sono commossa!), ma se i primi capitoli sono stati un tantino poveri di avvenimenti, nelle ultime due parti ne accadranno di cotte e di crude (più crude che cotte….!). Grazie per il commento.

 

Gioina:  Tesoro riuscirai mai a perdonarmi? Chiedo venia, pensavo che andassi gironzolando per il sito e la notassi, non ho avuto modo d’inviarti un’e-mail (fino a stamattina…). Non ho risposto al messaggio perché non ho un centesimo nel cellulare (te l’ho scritto….forse?), mi sento un tantino in colpa. Grazie per aver commentato comunque, ma ti raccomando, tu che l’hai letta in anteprima (non potevo non fartela leggere in anteprima, amica mia!) non svelare nulla nei commenti. Grazie per i complimenti sei sempre troppo gentile (Dea della Penna!), non esagerare che poi divento rossa (la prossima volta che nasco, forse…). Ehi, tesoro, ti raccomando, tirati su! Ti Voglio Bene Gioia!

 

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Capitolo 9
*** Scivolando fra i fumi ***


Parte Seconda: Autunno.

 

Capitolo VIII – Scivolando fra i fumi

***

Luctantur pectusque leve in contraria tendunt

Hac amor, hac odium, sed, puto, vincit amor.

Odero si potero; si non, invitus amabo.

 

Combattono fra loro e trasportano il mio cuore mutevole in direzioni diverse,

di qua l’amore, di là l’odio, ma, credo che l’amor vinca.

Ti odierò, se potrò. Altrimenti, mio nonostante, ti amerò.

(Ovidio, Amores III, 12)

***

 

Caro Draco,

 

i  giorni si trascinano lenti ferendomi con la loro uggiosa quotidianità.

I ricordi pungolano il mio essere rendendomi schiava del dolore.

Cosa c’è peggio di ricordare la felicità passata quando si vive nella sofferenza?

Io credevo di non aver mai conosciuto la felicità, credevo che quella quiete armonia, quegli anni passati a crescere te fra le possenti braccia di tuo padre, fosse la normalità, quasi noiosa.

Ma  mentre io altezzosamente osservavo la mia vita scorrere nel silenzio delle abitudini non mi accorgevo di essere felice.

Disdetta, la gioia si riconosce solo quando la si perde! Adesso che navigo nella mia disperazione costeggiando  le isole della mia insanità mentale, adesso, bambino mio, mi accorgo di quanto fossero belli i tempi passati.

Adesso nessuno mi considera, vivo qui, incatenata alla mia solitudine con il timore di perdere anche te, l’unica cosa che mi sia rimasta.

L’unica cosa che ho avuto veramente.

Se solo non avessi amato tuo padre! A quest’ora sarebbe tutto più facile.

Soffrirei l’indifferenza del mondo, soffrirei per essere piombata in basso nella scala sociale.

Ma non proverei questo dolore perpetuo, questo fuoco che arde la parte più nascosta della mia anima.

Non amare mai Draco, l’amore è troppo crudele, il prezzo da pagare per un flebile attimo di gioia è troppo alto.

In certi momenti tutto pare sfocarsi. Mi sembra di non capire più nulla, di non ricordarmi più chi sono. Sento solo dolore, sofferenza, vuoto.

Attendo in fretta che giunga il Natale per poterti abbracciare un’altra volta. Per sapere che sempre e comunque ci sarai tu con me.

Per avere la certezza che non mi abbandonerai.

Ti voglio bene. Più di qualunque cosa al mondo.

la Tua Mamma   

 

Piego la lettera in quattro parti e la poso fra le pagine del mio libro di pozioni.

L’ho letta cinque volte. E per cinque volte un nodo alla gola è giunto quasi a soffocarmi.

La calligrafia di mia madre è nitida, come sempre, ma di tanto in tanto qualche parola è stata scritta con mano tremante ed il foglio è in più punti bagnato, l’inchiostro scolorito.

C’è qualcosa fra quelle righe che mi rende inquieto. Qualcosa che fa bloccare i battiti del mio cuore e gelare il sangue nelle mie vene.

Orami novembre è finito, dicembre è giunto con il suo carico di neve e gelo.

Tutto procede con la solita placida calma, quella quiete serena che pare attendere la fine del mondo.

I morti di questa nuova guerra scivolano in silenzio, dimenticati da tutti, considerati da pochi.

La preoccupazione filtra attraverso i giornali durante la colazione e neanche i fermi occhi di Silente rassicurano gli animi.

Io osservo la mia vita sfocarsi, come in un sogno in cui compaio in terza persona. Tutto si confonde e non so quello che voglio, non so come comportarmi.

Tutto ciò che per anni è stata una certezza dalla fondamenta solide, tutto questo adesso è collassato su se stesso.

Mi sono ritrovato a seguire i passi della Weasley ed ad anelare i suoi sorrisi. Mi sono ritrovato  a stancarmi mentre mi sfianco con una nuova Serpervede, anche con una che non ha provato mai. Mi ritrovo ad osservare con disgusto i titoli dei giornali che trattano di nuove stragi dei Mangiamorte.

Mi ritrovo quasi a piangere di fronte all’incommensurabile crisi depressiva di mia madre, l’unica essenza dei miei giorni.

Ed adesso che sono qui, in Sala Comune, attendendo che la sera sfoci nella notte.

Attendendo di ritrovare, dentro di me, qualcosa per la quale vale la pena continuare a lottare.

Ripenso alla risata della Weasley, quella risata unita alla mia.

Cosa è successo per pochi secondi in quel corridoio? Perché per lunghi giorni  il fantasma di quella sensazione mi ha seguito tormentando i miei pensieri? E cosa poteva mai significare quella frase, quasi smozzicata mentre tornava sui suoi passi?

Non mi è mai successo. Mi è capitato di provare una forte attrazione per qualche ragazza, tanto forte da non dormire la notte, una specie d’amore fisico immaginario, ma non questa forma di fissazione assurda, questa sensazione che si è infiltrata fin sotto la mia pelle rendendomi schiavo di ogni suo respiro.

Che caspita, io quasi non la conosco neanche!

Quasi….

So che però certe cose che direi a lei non potrei mai ripeterle a nessun altro.

Metterei la mia vita fra quelle braccia gracili e bianche, anche se sapessi che mi ucciderebbe sul colpo.

Ma che diavolo ha di speciale quella ragazza?

È tutto quello dal quale sono sempre fuggito. È una Grifondoro, è figlia di rinnegati babbanofili, fa parte di una delle famiglie più vicine a Silente, è stata spasimante di Potter! E poi con quella sua aria da verginella spaurita, con quella sua debolezza intrinseca che mi fa venire i nervi, con quel suo buonismo ostentato… 

Che rabbia! Vorrei credere in un qualunque dio per poterlo almeno bestemmiare. A che serve, d’altronde, credere in un dio se non per incazzarsi con lui e riversargli le colpe di tutte quegli errori che pur non avendo commesso, paghiamo le colpe?

 E, oggettivamente parlando, non è neanche bella! Insomma, è piccola, rossa, lentigginosa….

- Che intenzioni hai Malfoy, di auto-masticarti la lingua?- Blaise si avvicina alla mia poltrona, con un’espressione di saccente ironia stampata in volto.

- Cazzo, Zabini, non hai altri coglioni da rompere questa sera?- gli sbotto poco educatamente mentre lui si accomoda al mio fianco gettandomi il solito sguardo languido color muschio.

- Ti ho visto solo soletto, con un’espressione poco felice di chi fermenta una rabbia incontenibile, ed ho pensato che, magari, avevi bisogno di una mano- poggia la testa sulla spalliera con fare trasandato.

- Se sei venuto qui per rifilarmi le tue psicanalisi di merda puoi anche alzare il culo dalla poltrona, Blaise- faccio a mezza voce ancora irato.

- Sei più nervoso del tuo solito, va’ a farti una sega, ti farà bene- mi dà tranquillamente il consiglio, come se mi avesse detto di prendere una pozione analgesica.

- Ti sego il cervello se non ce la smetti di farti i cazzi miei- nonostante le parole il mio tono è più calmo. Decisamente.

- Vedo che sei disponibile a discutere, adesso- si stiracchia lentamente, con fare vagamente sensuale.

- Dobbiamo discutere?- sbotto freddamente.

Blaise osserva fisso il mio profilo. Sento il suo sguardo scivolarmi come una carezza lungo la mascella.

-Ti ricordi la “caramella” che hai provato la scorsa mattina?- la sua voce è leggera ed allusiva.

- Chi se la scorda!- mi ritrovo a commentare.

Il sorriso di Blaise aleggia per qualche secondo sulle sue labbra sanguigne.

- Saliamo in camera, Draco, credo che tu abbia bisogno di qualche ora di paradiso- Il tono rauco della sua voce mi mette un brivido addosso.

Eppure ho bisogno di qualcosa che mi faccia dimenticare di me e del mondo per un po’. E non ho la risata cristallina della Weasley.

-Andiamo- mi limito a dire.

Lo seguo, il suo corpo avanti al mio ha una resa anatomica davvero invidiabile, mentre il nero dell’uniforme scivola sulla sua pelle.

Ci ritroviamo stesi sul suo letto a baldacchino, l’uno a fianco dell’altro, quieti, in silenzio, mentre la finestra dischiusa riempie di spifferi la camera.

- Quaranta galeoni per tre di queste- dice tirando fuori le tre canne e mettendomele in mano.

- Cinquanta ed una me la offri stasera – concludo spiccio.

Il suo sorriso ha un che d’inquietante, come colui che ha raggiunto il risultato sperato.

- D’accordo Malfoy, ma bada bene, solo perchè sei un amico- la sua voce è un sussurro nella notte.

Concludiamo l’affare con lo scambio dei soldi ed una stretta di mano.

- C’è una cosa della quale volevo parlarti da tempo- esordisce, mentre accendo due canne con la bacchetta, una nella mia mano, l’altra stretta  fra il suo pollice ed il suo affusolato indice.

Resto in silenzio aspettando che continui.

- Cosa aspetti a fartela?-

Poso la bacchetta restando  fermo con la sigaretta nella mano sinistra a guardarlo inebetito.

- Chi?- gli chiedo con voce incerta, pur consapevole della risposta.

Blaise ride compostamente. Si avvicina l’erba fumante alle labbra – La Weasley, chi se no?- dischiude la sua bocca rossa e delicatamente aspira.

Il fumo  gli appanna la vista fin dalla prima tirata. Anche io do un tiro prima di rispondergli.

Il cervello si riempie di nebbia e qualcosa mi fa appena perdere il contatto con la realtà.

- E perché mai dovrei sbattemi una come la Weasley? Non mi mancano ragazze, lo sai, anche di gran lunga migliori di lei. Che caspita ci devo fare con quella mocciosa stracciona?- le mie parole mi sembrano lontane ed irreali.

Chiudo gli occhi. Una miriade di cerchi concentrici rossi si aprono, sbrecciati da un unico puntino blu cobalto.

La voce di Zabini raggiunge il mio orecchio come una vago sussurro. – Potrebbe essere una soluzione per smettere di farti le seghe in bagno come un forsennato. Togliti la voglia di lei, poi ti passa-.

Tiro su qualche boccata di acre fumo mentre i pensieri mi si annebbiano. La gola inizia a bruciarmi, la  mente divaga oltre i limiti della ragione.

- Mi spii quando sono in bagno?- rido piano fra me e me.

Tengo gli occhi ancora chiusi, so di non volerli riaprire. I cerchi si sono riuniti in un unico punto a formare una  fontana colore del fuoco.  Il fiume dove brucia la mia anima.

- Non riesco a capire cosa ti spinga a quest’ossessione senza senso, – la voce del mio amico mi sembra più vicina all’orecchio, somiglia ad un sibilo persuasivo – ma le voglie più nascoste degli uomini nascono sempre dalle cose più inspiegabili, più strane- il suo fiato pare giungere da un'altra dimensione e caldo mi accarezza l’orecchio. – La bellezza è soggettiva, Draco. Il desiderio è mosso dalle  parti più ignote dell’essere. Non bisogna razionalizzarlo, solo cadervi in balia. Viviamo per raggiungere il piacere, è l’unico scopo dell’uomo.-

Vorrei scostarmi dal solletico della sua voce sulla mia pelle. Eppure non ne ho forza. Ormai, fra un tiro e l’altro, sono dipartito dal mio corpo, ho raggiunto  il mio piccolo Eden privato, mi sono perso fra la dicotomia del sentire ed esserci.

In un altro mondo la mano di Blaise accarezza il mio torace. Non voglio, eppure ne provo piacere.

- Perché Draco devi razionalizzare anche ciò che non ha nulla di razionale? Perché devi farti sempre nuove domande, perché non segui il tuo istinto, l’unica cosa infallibile che l’uomo ha? Non esistono regole che sanciscono il comportamento umano, non esistono regole che decidono cosa è giusto e cosa è sbagliato. Esiste solo l’Io e la sua Anarchia, esiste solo ciò che si vuole fare. Senza perché, senza introspezioni psicologiche irreali. Vinci te stesso, Draco Malfoy-.

La canna è finita, la stanza è permeata da un rilassate olezzo soffocante.

Il fumo sta  cullando i miei pensieri, mentre con la mente accarezzo la Weasley, scivolo sulla sua pelle vellutata, perforo la sua anima.

Sento la bocca di Blaise afferrare con una delicatezza impensabile la mia. E mentre una parte vagamente cosciente di me mi dice come allontanarlo,  mi sento ricambiare il suo bacio.

Tengo ancora gli occhi chiusi e riesco a vedere la Weasley. Mi sorride, allunga  l’indice della sua mano sottile, mi dice di raggiungerla, di affogare il mio dolore nel suo corpo rotondo.

Ed io vado da lei, le corro incontro. Ma più mi affanno con foga a raggiungerla, più la sua immagine appare distante, sfocata, il suo sorriso solo un’ombra lontana.

E poi d’improvviso non c’è più nulla, mi perdo in me stesso e nei miei gesti incoerenti mentre banchi di fumo oscurano la mia mente.

 

Fine Seconda Parte

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Caspita, non ci credo, sono a meta della ff? Sembra ieri che ho inviato il primo capitolo!

Allora ragazzi, che ne pensate? Per favore, non picchiatemi, non datemi alle fiamme, non vi arrabbiate troppo per come si è concluso questo capitolo…

Sinceramente non era mia intenzione far accadere ciò che accaduto (OK, lasciate perdere il penoso gioco di parole). Inizialmente, nella mia mente semidistrutta, volevo che tra Draco e Blaise accadesse qualcosa, ma avrei preferito che Draco fosse in piene facoltà mentali…qui è un tantino ambiguo… Eppure, scrivendo questo capitolo, mi è capitata un’occasione così ghiotta che non ho potuto non approfittarne. È stato più forte di me! E poi, si sarà capito, io sono un tantino innamorata di Blaise….non avevo altri modi per appagarmi! *_*

Allora, che ne pensate voi? Accetto ogni forma di critica, dalla più violenta alla più oscena…sarò sportiva. Vorrei sapere che ne pensate di Blaise Zabini, mi piacerebbe molto sentire le vostre opinioni, coraggio!

 

Vi raccomando, recensite numerosi. Anche delle brevi recensioni bastano, lasciatemi un commentino anche piccolino, piccolino.  Mi rivolgo soprattutto a chi scrive che sa quanto è importante anche semplicemente mezzo rigo. Se leggete la ff, non vi costerà nulla commentare, per favore.

 

Adesso le risposte alle passate recensioni (scritte un po’ di fretta, pardon…)

 

nisi corvonero: Grazie per gli auguri ed i complimenti, entrambi oltremodo graditi! Grazie!

 

Sabry_Slytherin: Sì, Draco non è proprio conscio di quello che sta facendo. Gli viene tutto spontaneo. Parlare a Ginny, aprirsi con lei, si rende conto che nell’inferno della sua vita ella è l’unica cosa veramente bella, l’unica persona che lo fa stare bene. Grazie per i complimenti a Blaise, m’inorgogliscono oltremisura! Che ne dici di questo capitolo? Io l’avrei sposato su due piedi un ragazzo che mi fa certi discorsi! Grazie  immensamente per la recensione.

 

Patty:  grazie per aver detto la tua a proposito del cambiamento di Draco, sono felice che non ci sia stato nulla di drastico, che la storia non sia peggiorata e che ti sia piaciuto. Io amo disperatamente Catullo! È il mio poeta preferito è… inspiegabile descrivere ciò che provo leggendo i suoi superbi versi. Secondo me Odi et amo è il tentativo di un uomo di racchiudere l’amore nelle parole, Catullo si ritrova a vaneggiare ed ardere nel tumulto irrazionale di una passione incontenibile fino a raggiungere il punto sublime del suo dramma, quando gli opposti portati a tale esasperazione  finiscono per combaciare, come le due faccia della stessa medaglia! OK, adesso smetto, prima che finisco anch’io per vaneggiare (desinas ineptire!) Grazie per la recensione!

 

Iago: Dai, Blaise non è cattivo! È mitico, semplicemente uno spirito tanto libero d’aver raggiunto l’esclusiva purezza, è tutto ciò che i comuni mortali non sono in grado di raggiungere. Non ha regole, non ha tabù, non ha valori assoluti! OK, il mio giudizio non è completamente obbiettivo e so bene che la gente con precisi valori morali può anche non gradire alcuni suoi comportamenti, ma credo che Blaise sia aldilà di ogni giudizio. Spero di fartelo stare almeno un po’ simpatico prima che finisca la ff! GRAZIE mille per i complimenti al mio stile, grazie davvero! Grazie per il commento, dimmi la tua su Blaise anche per questo capitolo, ti raccomando!

 

Florinda: Grazie Florinda, puntuale come sempre! A presto anche a te, spero!

 

Byakko: Diciamo che quel “Cadesse fuoco dal cielo” è il tormentone della ffic. Per un secondo ho anche pensato d’intitolarla così, poi mi è sembrato che con questo titolo facessi diventare la relazione Draco/Ginny argomento principale della ff, invece quello è semplicemente uno dei tanti. Così mi sono limitata ad intitolare in questo modo solo….no, è meglio se non lo dico, lo vedrai in seguito se vorrai continuare a leggere! (mi auguro vivamente di sì!). Grazie immensamente!

 

Seyenne: Grazie, sono felice di riuscire a farti provare sensazioni forti leggendo, è immensamente gratificante. Sì, hai ragione tu, nei primi sei capitoli c’era più rabbia, Draco era più distaccato, chiuso in se stesso, più frustrato, un po’ perché anch’io al tempo mi sentivo così, e, soprattutto, ero molto confusa riguardo a mie situazioni personali. Siccome, non è un mistero, per molte parti della ff ho preso libero spunto dalle mie sensazioni personali (forse è per questo che le rendo più forti e credibili? Mah…), a gennaio ero molto più tranquilla,  rassegnata forse. Comunque da ora in poi succederanno molte più cose, ci sarà qualche avvenimento… interessante. Finora è andata avanti con poca azione! Grazie mille per la recensione! 

 

sissichi: Per me è una piacevolissima abitudine, spero continui! Sì, Draco vede Ginny in maniera diversa, non che lo voglia, più che altro ciò è dettato da una forza irrazionale che non può e non vuole contrastare. Io la chiamerei amore, ma forse ancora è un po’ presto. Indubbiamente questo a Draco non passa neanche nell’anticamera del cervello, però non può fare a meno di cambiare atteggiamento piegato da questa forza inspiegabile….Grazie  ancora  per il commento.

 

Meimi: Oh, beh, non devo dimenticarmi di dire ad Alfio che ti è piaciuta la seconda parte (lui ha un debole per la prima…!) Draco magnetico? Mhhh, mi piace, mi piace davvero tanto, devo aggiungerlo alla lista degli aggettivi per Draco Malfoy, davvero… Blaise non credo sia misterioso, un po’ inspiegabile può darsi, ma credo che questo capitolo te l’abbia reso più chiaro, o più confuso! Grazie mille!

 

Gio’: COSA? Come ti salta in mente dire che tu non scrivi bene! Ma guarda un po’ che cosa devo stare a sentire! Avanti, confessa, quante foglie d’acacia hai mangiato? Saranno state le bolle di sapone a farti sproloquiare così? Tu scrivi in maniera meravigliosa e non c’è assolutamente bisogno che io te lo ricordi, vero? Io adoro come scrivi tu, adoro i personaggi che tu crei, perché sono…talmente originali, talmente ben scritti, talmente analizzati…insomma Gioia, non provare mai più ad offenderti, capito? Sì, i documentari migliori li fanno sempre quando io…diciamo non sono reperibile, OK? Ah, la minigonna! Dovrei comprarmene una nuova anche io, sai, ho un certo affare da concludere!(ma tu lo sai benissimo….).Sto un po’ meglio rispetto a sabato, comunque… Grazie, grazie immensamente! (p.s. non fare nessun accenno nei commenti al contenuto della mia mail….)

 

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Capitolo 10
*** Draco VS Harry ***


Le Stagioni del Dubbio

 

Parte Terza: Inverno

*

Anelli di ghiaccio

incatenano i nostri respiri,

con la brutale passione

del più dolce dolore.

 

Raccogli i brandelli di te,

nascondi il tuo spirito nudo

dalla mia vista

lacerante di sincerità.

 

Bacia questo silenzio,

il  disincanti nitido

che s’innalza su questa fuga

dall’essere naufrago.

 

Accogli le mie preghiere

nella scatola dei tuoi ricordi

sigillala con le tue lacrime

sterili d’affetto.

 

Brucia l’istinto violento

che spinge il tuo odio

dentro  al mio corpo

bramante di vita.

 

 Violentami l’anima,

fammi schiava

di mille racconti

di feste disinibite.

 

Drogami con le tue bugie,

recami l’eutanasia

del tuo nettare,

il veleno del tuo amore.

 

*

 

 

 

Capitolo IX –Draco VS Harry

***

Veneris penuria venti

Inrita per terra set freta longa ferunt.

 

Le promesse dell’amore, divenute vane,

le trascinano i venti lungo la terra e per il mare.

 

(Tibullo, Eleg. I, vv.21-22)

***

 

Quanto sa essere pallido il sole di dicembre? La sua luce è tanto flebile da non riuscire neanche ad accarezzare il mio volto nella penombra della sciarpa.

Eppure oggi, ventitrè dicembre, dopo lunghe settimane di interminabili e scoloriti dì, mi sento un po’ più felice. È come se una sorta di gioia, fragile, neonata, un bocciolo intorpidito dal freddo, pressasse all’interno del mio cuore.

Un piccolo alito di serenità.

Domani iniziano le vacanze. Domani torno a casa.

Non ci sarà la solita festa Natalizia ad attendermi, un via vai continuo di gente semi sconosciuta, un perseverare di sorrisi affettatamente falsi.

Ci sarà il silenzio di una casa vuota, i singhiozzi di mia madre.

Eppure ho voglia di staccare la spina da quest’inferno inscritto in uno sfondo gotico, da questa cartolina con vista sul lago.

Ha voglia di stendermi sul mio materasso duro, di sentire il profumo di pulito delle mie lenzuola.

O forse ho solo voglia di vedere mia madre, di occuparmi di lei, di stendere la mia mano nel vano tentativo di rialzarla.

Ho voglia di sentire la sua voce chiedermi di restare sempre con lei, le sue mani scostare l’oro dei miei capelli, con quella fragile delicatezza che solo le madri possono avere.

E poi io le parlerò, le racconterò delle mie fredde giornate dentro le aule vuote, dei miei sguardi assenti sui libri inutili, dei miei sospiri a vuoto verso un fuoco troppo freddo.

Forse non mi ascolterà, forse si addormenterà alla nenia delle mie parole, come faceva quest’estate, con un’espressione di dolorosa quiete disegnata sull’incarnato pallido.

Ho bisogno d’andar via, ho bisogni di sfuggire dalle allusioni angoscianti di Piton,  dagli sguardi imbarazzanti di Blaise, dall’insopportabile presenza di Pansy.

Dopo quella nottataccia da dimenticare sono stato il più lontano possibile dai miei compagni. Ho giurato una morte lenta nel dolore a Zabini, se solo avesse detto una parola.

Lui, con una risata ed un fermo cenno del capo, ha giurato di dimenticare ciò che era stato.

§

- Ti dirò di più, Draco- aveva detto fumandosi una sigaretta  sotto un albero, il giorno dopo – neanche ricordo ciò che è successo!-

- Cazzo, ci credo- gli avevo risposto con enfasi – ero totalmente fatto di erbe allucinogene, non avevo più volontà! Non sapevo né cosa facevo, né con chi ero.-

Blaise era sbuffato in una risata sorda – Già, pensa un po’, mi hai chiamato Ginevra!-

Non avevo risposto nulla.

§

Da lucido non credo che l’avrei fatto. Anzi, sono sicuro che non sarei finito fino a quel punto.

Ma non sono il tipo d’avere scrupoli morali o da credere che la mia virilità è infranta per questa sciocchezza: sarà un’esperienza d’annoverare fra le tante della mia vita.

Sono solo ad osservare la superficie del lago incresparsi per i movimenti della piovra gigante.

Fa freddo, la neve  si è depositata come un manto traslucido su di ogni oggetto in quiete.

Un gruppo di ragazzini  giocano con le palle di neve poco distante. Ridono, inconsapevoli che la loro risata è destinata a spezzarsi in un urlo sgomento con l’incalzare della consapevolezza.

La consapevolezza della lunga scia di dolore che lascia la vita.

La consapevolezza di essere nulla ingoiato dal nulla.

Piton dice che è pericoloso tornare a Malfoy Manor per le vacanze natalizie. Lontano dalla protezione di chi, come lui, può aiutarmi a non cadere nel losco tranello dei Mangiamorte, ivi sono facile preda dell’Oscuro Signore.

Mi sono limitato a rifilarli un “rischierò” a denti stretti. Io non sono neanche sicuro che sia la cosa migliore da fare.

Sento dei passi alle mie spalle. Sono leggeri, hanno l’inconsistenza di chi non vuole farsi sentire.

Immagino la forma di quei passi sul candore della neve, le loro impronte simmetriche ed appena visibili.

Un berretto di lana blu cucito a mano ricopre una cascata di rosso. Sul bianco del suo viso spiccano le lentiggini chiare ed il rossore del freddo.  Due fonti cristalline indugiano sulla mia figura qualche secondo, poi si posano sulla superficie d’acqua.

- Weasley- sussurro piano, senza tono.

Lei non risponde, non si muove, non fa nulla. È ad un metro di stanza da me, con il suo mantello scucito sul quale spicca una sciarpa in tinta col cappuccio.

- Fa freddo- constato non sapendo se attaccarla con delle battutine velenose o restare in un sacrosanto silenzio.

- È inverno- risponde con la voce bassa di chi non sa cosa dire.

Un tenue manto   di calma si poggia su di noi.

-Vai via domani?- mi domanda senza preavviso.

Resto impassibile – Sì, torno a casa, da mia madre.-

Lei annuisce lentamente –Anche io vado a casa, con mio fratello.-

-Scommetto che c’è anche il suo fedele amico- non riesco a trattenermi dal dire.

-Sì- afferma laconica senza indugiare troppo sulle parole – C’è anche Harry.-

Faccio uno o due respiri rumorosi, come se volessi riprendere fiato. Poi, di botto, inavvertitamente per me e per lei, chiedo –Hai fatto la pace con il tuo amico Tassorosso?-

-No- risponde quiete. Un vago sollievo si espande sul mio petto.

Resto uno o due secondi in silenzio. Poi non riesco a tenere la lingua ferma fra i denti –Allora torni a fare la spasimante di Potter? - riesco a cogliere il veleno delle mie parole.

-Noo!- la veemenza della sua negazione mi stupisce al punto di rivolgerle il primo sguardo diretto della giornata. Il suo profilo è sottile, bello nella sua imperfezione. Forse il suo naso è leggermente più lungo del dovuto, la curva della sua mascella spigolosa, le sue lentiggini eccessive. Mi ritrovo a pensare di  adorare ogni suo difetto.

Istintivamente mi volto verso il lago.

-Questo ti fa guadagnare qualche punto- le dico allora con tono scostante.

-In cosa?- domanda infastidita dai miei modi.

-Nella mia graduatoria della simpatia- concludo spiccio.

Sorride – In che posizione sarei?-

-Non posso dirtelo- taglio corto, ma mi volto con un sorriso enigmatico.

Non riesco più ad essere cattivo con lei. Non riesco a tirar fuori il peggio di me, a fare il bastardo. Voglio riuscire a sentire ancora lo scampanellio della sua risata ed unirmi a quella, forse stridendo, forse creando un’armonia di suoni confusi.

I nostri occhi si scontrano qualche secondo, poi si scostano imbarazzati. Lei scuote la testa.

Poi la sua voce mi raggiunge, un po’ timida, un po’ vergognosa, un po’ timorosa. –È da un po’ di tempo che mi domando cosa vuoi da me, Malfoy.-

Mi passo una mano fra i capelli –Cosa vuoi che voglio da te? Hai visto cadere, per caso, fuoco dal cielo?- ho voglia di cambiare discorso, di trascendere il tutto su di un altro piano.

-No- risponde lei con il tono di chi la sa lunga. – Solo neve. E la neve è fredda, la neve è bianca.-

-Che scoperta, Weasley!- sbuffo ironico.

Di nuovo silenzio. Di nuovo quella pace, quella serenità garantitami dalla sua presenza. Di nuovo quella consapevolezza di poter restare così per l’eternità.

- È arrivato Natale- la sua voce m’investe come un fiocco di neve.

- Cos’è, la festa internazionale delle banalità?- non riesco a fare a meno di prenderla in giro.

Ma non si offende, incassa il colpo con una classe pari a quella di un nobile.

-Che stai facendo a mia sorella, Malfoy?-

Una voce sgradevole, con un tono sgradevole, un rumore di passi sgradevole.

L’incantesimo si rompe, la serenità si distrugge in una molteplicità di frammenti impalpabili, sembra quasi non sia esistita, come se avessimo passato l’ultima mezz’ora nella dimensione del sogno, quello del sonno leggero poco prima del risveglio.

Trasaliamo di colpo, ci allontaniamo di qualche passo voltandoci.

Il magnifico trio mi si para davanti, Weasley in testa, rosso dalla testa ai piedi, Granger con un cipiglio severo, Potter fumante di rabbia.

-Che siete carini, i tre moschettieri alla difesa delle giovani donzelle- borbotto acre.

-Stavamo solo parlando- la Weasley risponde al fratello con una punta di acidità nella voce che mi riempie di soddisfazione.

Vedo lo sguardo dei tre trasformasi da irato a sbigottito. Mi gusto la scena dalla mia posizione di spettatore- regista.

-Come sarebbe stavate parlando?- chiede il fratello gesticolando a vuoto come uno sciocco.

-Sai, è quello che fa la gente civile quando s’incontra- la freddezza della ragazza m’appaga sempre di più.

-Appunto, civile! Che ti salta in mente Ginny, lui non è “civile”- sbraita poco ragionevolmente.

- L’unico a non essere civile in questo momento sei tu, Weasley- commento strascicando le parole –irrompi ed accusi a prescindere dalle tue conoscenze sulla  situazione.-

Lui saetta i suoi occhi contro di me, apre la bocca per parlare, ma viene prontamente anticipato dalla Sfregiato.

-Dimmi una cosa, Malfoy- mi guarda dritto in faccia, avvicinandosi a me di qualche passo – cosa vuoi da Ginny? È da un po’ di tempo che la guardi in  modo strano, che manifesti un languore che non  mi piace…-

-Oh,oh, oh- lo schernisco prima d’avere il tempo per imbarazzarmi alle sue parole – Potter, ti sei preso una cotta per la sorellina del tuo amico proprio quando lei ha capito di che pasta sei fatto? Certi amori sono sfortunati sul nascere!-

Weasley lo blocca prima che abbia il tempo di tirare fuori la bacchetta, io l’osservo dalla mia manciata di centimetri in più di lui, scuotendo il capo con arroganza.

La Weasley, guarda oltre, imbarazzata.

Ma c’è qualcosa che rapisce i miei occhi.

I minuti hanno iniziato a scorrere lenti, dilatati oltre la clessidra del tempo, nitidi in ogni loro particolare.

Dalla scalinata principale dell’entrata per il castello, Minerva McGrannitt scende le scale con tutta l’accurata velocità che le permette la sua età.

Alza il capo, ci vede, avanza con un affanno grave verso di noi.

Tutti si voltano a cercare la direzione del mio sguardo non motivatamente  sbigottito, Potter si calma, ogni cosa si ferma come in una vecchia istantanea in bianco e nero.

 Improvvisamente  sento l’anima contorcersi nelle budella e spingersi veloce lungo il mio apparato digerente, come alle prese con una consapevolezza ingiustificata.

La donna si ferma di fronte a noi, leggermente ansimante.

I suoi occhi sono fuori dalle orbite, il suo volto scavato pallido, i suoi capelli ingrigiti in disordine.

Non dimenticherò mai la sua espressione scomposta ed il suo tremore delle labbra mentre mi ha detto: –Malfoy, il preside ti vuole nel suo ufficio.-

 

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Buonasera a tutti, riesco a postare un nuovo capitolo con qualche ora di ritardo rispetto al solito… sorry, ho passata il pomeriggio a scuola a fare un corso di matematica, sono stremata, tanto stanca che  ho passato il sabato sera a casa…

Allora che ne dite? Vi ho lasciato un tantino con il fiato sospeso, nevvero? Beh, cosa è accaduto di tanto grave non dovreste saperlo al più tardi di martedì, nel capitolo che per me è stato il più difficile da scrivere…

Ora mi tocca doverosamente lasciare alcune spiegazioni sul capitolo precedente.

Anzitutto Draco e Blaise stavano fumando erbe magiche…^_^

Fra Draco e Blaise non c’è stato solo un bacio, ma ho preferito chiudere il capito al clou.

Molti, leggendo quel capitolo e soffermandosi sul personaggio di Blaise sono rimasti giustamente perplessi. A qualcuno non è piaciuto, qualcun altro è restato deluso, c’è chi è confuso. Apro una piccola discussione, benché ho risposto a quasi tutto nei commenti. Ciò che c’è stato fra Draco e Blaise è una parentesi gratuita che quasi non influirà nell’incedere della storia. Blaise Zabini è un personaggio che mi serviva,  non solo per la ff, ma per due motivi, uno personale, l’altro sociale. Le parole di Blaise, il personaggio che ho creato, sfumato, contorto, complesso, amorale o forse anche orgogliosamente immorale, hanno un significato ed uno scopo ben preciso che vanno aldilà della ff.  È   un po’ complicato sintetizzare tutto in poche righe. Un po’ di tempo fa, ho iniziato, per scherzo ed aiutata da Chiara, a scrivere un’intervista al mio Blaise, dove lo interrogavo sul suo personaggio, sulla ff, su alcune scelte e dove si spiegavano i significato occulti degli avvenimenti più strani. Non ho mai pensato d’inviarlo, ma , qualora voi lo gradiste, potrei mandarlo un volta conclusa la ff, un po’ come un’appendice esplicativa.

 

OK, ci vediamo presto e (mi raccomando) recensite numerosi!

 

Adesso le risposte alle passate recensioni:

 

Byakko: Ho dimenticato di scriverlo come nota finale! Ovviamente la roba fumata da Draco e Blaise era un’erba magica! Insomma, l’effetto della canna era eccessivamente esagerato! Le ossessioni non si vincono se non quando ci si rende conto che sono semplicemente ossessioni: ma sarà una semplice ossessione quella di Draco? Chi vivrà vedrà…. Grazie per il commento!

 

Patty: Grazie per i complimenti al mio Blaise! In effetti il bello di Blaise è che, oltre al nome ed alla casa d’appartenenza, non sappiamo nulla e possiamo sbizzarrirci quanto vogliamo senza creare un nuovo personaggio! Io mi sono divertita da morire a creare questo personaggio-simbolo del mio pensiero amorale ed emancipato. Ho letto di tanti altri Blaise con interesse ed a volte anche con stupore. C’è molta gente con grandi capacità che ha creato personaggi stupendi. Grazie mille per la recensione!

 

Iago: Anch’io mi auguro che tu possa leggere e commentare il continuo (e tu e Vega quando continuate la vostra simpaticissima ff?....OK, ritorno in tema…), grazie per i complimenti allo stile. Beh, Blaise ha tentato di capire dal suo punto di vista la storia Ginny/Draco ed ha dato la sua opinione, che non è assoluta. Il problema è che Draco ci metterà un po’ a capire cosa gli è accaduto, e la sua coscienza lo saprà prima di lui…ma vedremo… Io amo Blaise. Non  il personaggio in sé, ma ciò che rappresenta, l’utopia del mio credo, delle mie speranze. La libertà incondizionata, divenire una pura essenza priva di catene morali e di croci fittizie. Grazie per la recensione.

 

 Lollo: Andiamo, credo che Blaise sia tutto tranne che viscido. Ambiguo e subdolo sì, ma non viscido. Non era per nulla lucido, è vero, ma in parte lo voleva anche lui, forse una parte latente della sua psiche. La lettera a Narcissa è nata da alcune mie riflessioni personali e dal mio “vuoto”. Grazie per leggere e commentare sempre!

 

Florinda: sono felice che ti piaccia sempre di più. No, come avrai capito da questo capitolo con Blaise non c’è stato solo un bacio, ma ho troncato lì la descrizione perché forse sarei arrivata all’osceno, e, comunque, volevo dare una certa privacy ai personaggi, concludendo il capitolo proprio sul più bello. Grazie.

 

Meimi: ti hanno confusa i discorsi di Blaise o la storia fra lui e Draco? Quanto a quest’ultima, non preoccuparti, era solo un sassolino dalla scarpa che mi volevo togliere, da tempo volevo scrivere una cosa del genere. Sono felice che ti piaccia Draco, Grazie, grazie veramente.

 

Tink: Non preoccuparti! Mi ero accorta che avevi smesso di commentare e mi ero preoccupata credendo che la mia ff non ti piacesse più. Adesso sono più tranquilla! Vado veloce perchè, visto che è già completa, non credo valga la pena far aspettare i lettori, anche perchè i capitoli sono mediamente brevi. L’ottavo capitolo è anche il mio preferito per tanti, troppi motivi. Sono felicissima che ti è piaciuto e che ti piace anche il mio Blaise. Grazie per i complimenti, grazie davvero, ho fatto i salti di già quando hai scritto che questa ff ha un che di poetico, perché la poesia è il mio unico, vero, grande amore! Grazie mille!

 

Sabry_Slytherin: non si sono limitati a baciarsi, in effetti Blaise voleva da tempo Draco è quando lui vuole una cosa riesce sempre ad averla, in un modo o nell’altro. Come ho scritto prima la lettera di Narcissa quanto a sensazioni è quasi autobiografica, scrivendola ho disegnato con le parole le mie sensazioni  nei momenti di depressione più forte… forse è per questo che ti sembra “reale”. Grazie per i complimenti e la recensione!

 

Sissichi: Tranquilla, Blaise non nocerà mai a Draco, non ne ha interesse, né è il tipo di persona che danneggia gli altri. Vive nel suo piccolo Empireo di perversione e basta. Quanto alla lettera… le cose per il povero Draco si fanno un po’ brutte… Grazie per la sempre puntuale recensione!

 

mise_ keith: ti ho già risposto in privato. Le tue parole, per nulla uno sproloquio, hanno come sempre toccato a fondo la mia anima, facendomi quasi  piangere. È incredibile quanto tu mi conosca a fondo, come riesca a tradurre ciò che di mio ho messo fra le righe di questa ff, la tua capacità di sintetizzarlo in una breve recensione. Grazie. Grazie per tutto. Non puoi sapere quanto per me quelle tue parole siano state importanti.  Ti voglio bene, mia omonima confidente.

 

Chise: Allora siamo in due che amiamo Blaise…OK, forse un po’ più di due…Sono felice che la mia ff ti piaccia, grazie per il commento!

 

Romana: Grazie per la schiettezza, ho apprezzato molto il tuo commento, grazie davvero. Quella fra Draco/Blaise  è stata una parentesi, un’avventura finita col nascere,  niente che influisce o influirà nel futuro della ff. Eppure per me questo capitolo è importante, il più importante, che nulla mette e nulla toglie alla storia, che sintetizza mille, centinai di miei ideali e messaggi in poche righe. Non solo questo capitolo, il personaggio di Blaise in sé simboleggia qualcosa d’importante, qualcosa di utopico ed inafferrabile. Il perché ho messo questa parentesi, giustamente criticata, in parte non desiderata, l’ho spiegato in quella famosa “intervista” citata a fine capitolo, quell’intervista scritta, per me, più per divertimento che per altro, che non vale la pena inviare. Capisco il tuo tentativo di “proteggere” Draco, la tua antipatia nei confronti di Blaise è plausibile, d’altronde lui è un personaggio ambiguo e imprevedibile, non sai mai quale sarà la sua prossima mossa. Ma non ha alcun interesse nella vita privata di Draco. Grazie, grazie mille per aver commentato nonostante la stanchezza.

 

Mirai: beh, io volevo essere al posto di Draco invece, è risaputo che il capitolo si è concluso così perché l’autrice si era innamorata di Blaise! Per chiarire i tuoi dubbi: Blaise è un nome, un’ombra che compare nel primo libro di HP durante lo smistamento. Si sa semplicemente che è un Serpeverde ed un maschio (per lungo tempo c’è chi pensava fosse femmina visto che Blaise è un nome un po’ ambiguo. Sinceramente l’idea del personaggio bisessuale è nata da principio per via del nome “Blaise”, da dove spunterà?). Grazie per il commento!

 

Gioia: Scommetto che i tuoi deliri fumati (da dove ti escono certe cose? Sei geniale lo sai, vero?) sono pagine di magnifica intensità e non venire a smentirlo, per favore. Sì, la scuola è iniziata ed io sono stremata! Devo studiare in pochi giorni mezzo libro di fisica e prepararmi per il compito di mate….scusa se non ho risposto alla tua e-mail, ma come vedi ho a mala penna il tempo per le recensioni e, sinceramente, mi sento con l’acqua alla gola scolasticamente parlando…!Lo sai quanto per  me fosse importante che Blaise ti piacesse anche se…. , lo so, amica mia. Ma vedi, nessuno è perfetto, neanche il mio Blaise. Lui, ha la disgrazia d’avere i capelli lisci. Era per metterlo al pari con gli altri. Non sarebbe stato giusto (si vede che sto rispondendo alla recensioni dopo aver bevuto un bel po’ di birra?....bah, era SOLO birra!). Quanto al tuo di Blaise… non dargli troppe foglia d’acacia (o qualunque cosa fossero), potrebbe venirgli il mal di pancia…meglio una forma d’erba diversa. Grazie di tutto, non solo del commento. Ti voglio bene, lo sai.

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Il gelo della neve ***


Parte Terza: Inverno

 

Capitolo X –Il gelo della neve

 

***

Pallida no, ma più che neve bianca

che senza venti in un bel colle fiocchi,

parea posar come persona stanca:

Quasi un dolce dormir ne’ suo’ belli occhi,

sendo lo spirto già da lei diviso,

era quello che morir chiaman gli sciocchi:

morte bella parea nel suo bel viso.

 

(Petrarca- Dai Trionfi vv166-172)

***

 

Niente si muove, nulla respira, tutto è fremo in una statica quiete che trasuda dolore.

Ma siamo solo in due in questa stanza.

Solo noi due.

O forse dovrei dire di essere solo, abbandonato alla mercè di nemici mascherati. Di nemici invisibili, dai moti del mio animo sofferente.

Osservo le tende di questo baldacchino, alle quali tante volte mi sono appeso nelle domeniche mattina della mia infanzia, quando, svegliatomi presto, m’infilavo sotto le coperte riscaldate dal calore dei miei genitori.

Ma adesso questo letto è freddo.  Freddo come il corpo che ospita, quel corpo così bello e sfiorito, quel corpo che ho tanto amato.

Quel corpo vuoto, senza fiamma, senza moto.

Quel corpo morto.

§

-Draco, siediti- la voce di Severus Piton vibrava per delle sensazioni sconosciute. Il suo volto era cinereo, solcato da due profonde occhiaie.

Era al fianco di Silente, imperscrutabilmente serio, gli occhi stretti nel loro azzurro chiaro oltre la mezzaluna delle lenti.

Il vuoto mi premeva nelle orecchie. Il nulla si  contorceva nel mio stomaco.

Non pensavo, non capivo.

Già sapevo.

Le ginocchia hanno ceduto da sole sulla sedia. Il buio degli occhi di Piton adombrava le mie emozioni.

-Draco, mi dispiace, ma….- la sua voce s’era rotta a metà della frase, mentre la mia espressione ricercava conforto sui volti dei presenti.

Silente, con un gesto della mano, aveva preso parola.

-Draco- la sua voce era lontana, lenta, priva di tono- mi dispiace informati di un avvenimento terribile accaduto  ieri sera a Malfoy Manor- un brusio lugubre le sue parole, lo scialacquio del fiume nel suo alveo –Tua madre, dopo essere caduta in una grave crisi depressiva ed aver perso completamente la ragione, si è uccisa.-

Il vuoto che mi permeava le orecchie ed il nulla nel mio stomaco  si sono schiusi, ingoiandomi voracemente nel loro baratro infinito.

Ho sentito freddo.

§

Mia madre dorme fra queste lenzuola candide, la pelle diafana spicca per pallore. Le sue braccia sono fuori dalle coperte, rivestite dal tenue azzurro merlettato di una tunica. Il suo capo è posato sulla corona aurea dei suoi capelli, sparsi sulla federa bianca del cuscino. Riflettono l’oro del sole che con flebili raggi filtra dalle tende scostate della finestra.

Mia madre dorme, il volto d’avorio rigido in una maschera di travagliata quiete, pulito nei suoi lineamenti aristocratici, il naso piccolo all’insù, gli occhi pacatamente chiusi cerchiati da una vago alone blu e la bocca, un tempo rosea e generosa,  è schiusa in una curva rigida e striata di viola.

Quella bocca che tanti baci ha posato sui miei capelli sta lì leggermente dischiusa, come a voler riprendere un sospiro sfuggito via troppo in fretta.

Mia madre dorme, il suo respiro è così leggero da sembrare inesistente.

§

-È stata trovata riversa sul tuo letto dall’elfo domestico stamattina- le api ronzavano arrabbiate nelle mie orecchie.  Erano api o parole, soffiate a fior di labbra come bestemmie? – Dal suo racconto pare fosse uscita fuori di testa, cantava, urlava, piangeva. Ha rotto tutti i vasi della casa. Litigava con qualcuno, ma era sola. Era come se fosse tornata bambina, questo si evinceva dalle sue parole, e litigasse con una delle sue sorelle. Poi, si è calmata. Ha creduto si fosse addormenta. Ha detto che, benché questo sfogo fosse stato peggiore, capitava che talvolta cadesse in crisi profonde.-

Guardavo gli occhi di Silente senza vederli. Una mano magra premeva la mia spalla con vigore. Io avevo smesso di respirare. Avevo smesso d’esistere.

-Si è avvelenata con una pozione che doveva aver trovato fra le cose di tuo padre. È morta cadendo in un sonno profondo, senza sogni, senza visioni. È scivolata via dalla vita come un’ombra fra le ombre.-

Ma ormai io non l’ascoltavo più.

§

Tento di provare qualcosa che non sia quest’immenso fardello al centro del petto, un incendio che divampa con furia nella profondità della mia anima.

L’enorme peso del vuoto.

Osservo ancora mia madre nel suo sonno, attendendo il suo risveglio, provando a cogliere dalla fessura fra sue labbra l’alito di vita.

Ma mia madre non sta dormendo.

Mia madre è morta.

§

Una cascata d’oro  fine  sul mio guanciale. Delle labbra morbide sulla mia fronte.

-Mamma, aspetta, resta ancora un poco qui con me- la mia voce da bambino, squillante e tenera.

Un sorriso ad ombreggiare il suo volto giovane e bello.

- Solo cinque minuti, Draco- la dolcezza di un tono scocciato.

Una canzone mormorata lentamente, una carezza leggera, l’alito di un affetto.

La bruma delle favole, quella che vedi e non puoi cogliere.

La gioia senza nome e movimento, quella imbevuta di cedevole monotonia.

Un tempo passato, incastonato oltre le barriere del ricordo.

Quel ricordo che gli anni sfocheranno con il loro andamento barcollante.

Una sensazione che resterà imperitura, capace di filtrare oltre i muri del passato.

-Buonanotte Draco- un altro bacio, regalato sulla pelle morbida di un bambino.

Poi solo l’eco  dei passi lontani.

§

La notte in cui  si è nascosta non ha più fine. Ha dispiegato il manto della sua follia e si è  celata nelle sue pieghe profonde.

È fuggita, mi ha abbandonato, mi ha lasciato completamente solo in questo limbo senza frontiere.

La luce limpida che filtra in questa stanza mi appare come un riflesso di buio.

Gli scuri solchi sotto ai suoi occhi si allungano dando l’impressione d’incavarsi sempre di più.

Il suo corpo è composto sotto le coperte, le sue braccia si allungano sui fianchi.

Le sue unghie sono nere.

Ed io la odio.

La odio perché nel momento in cui avevo più bisogno di lei mi ha abbandonato, scivolando in se stessa e disperdendosi nel suo labirintico essere. La odio perché non è stata capace di trovare una via d’uscita, perché non ha avuto il coraggio di lottare, perché ha preferito abbandonarsi con voluttuosa facilità fra le braccia della morte, come una cortigiana sul corpo dell’amante.

Perché non mi ha amato abbastanza. Se mi avesse amato veramente non avrebbe perso tempo e fatica a pensare a se stessa.

Si sarebbe curata di me senza rimuginare sulla profonda voragine del suo dolore.

Invece ci si buttata dentro con il melanconico sorriso dell’indifferenza.

Ed io sono rimasto solo.

§

-Draco smettila di correre, mi fai venire il mal di testa!-

Stridente come il ghiaccio contro il vetro.

Le ero corso in grembo, con un sorriso ingenuo da bambino.

Mi aveva issato sulle ginocchia.

-Ubbidisci sempre alla tua mamma.-

Dolce, come un’unica goccia di miele.

Un abbraccio, la fragranza di un profumo.

Quel profumo, il suo profumo.

Quello che  la rivestiva come una seconda pelle, che le patinava l’anima con quell’inteso aroma fresco eppure pesante.

Quello che per anni ho percepito volteggiare nell’aria della mia camera prima d’addormentarmi.

Quello che mi sono sempre sentito addosso nei momenti del bisogno, pronto a consolarmi.

-La tua mamma ti vuole bene.-

Il morbido contatto di una pelle.

Il potersi abbandonare placidamente  fra le onde di quell’affetto, il cullare leggero dell’amore.

-Per sempre.-

Il retrogusto amaro della bugia.

§

La neve fuori dalla finestra cade, uno strato sull’altro, indifferente dell’essere di mia madre disciolto in un veleno.

Vedo i fiocchi bianchi ondeggiare lentamente, trascinati  da un’aria densa di gelo.

Poi si posano, come una carezza, come i baci di mia madre quando ero bambino.

Ma in questo momento sono svuotato. Svuotato da ogni sentimento, ogni sensazione, escluso il dolore che preme sulle pareti del mio spirito come un fiume in piena su di una diga.

Fermo i miei occhi nuovamente su mia madre.

Finalmente ha trovato la pace, attraverso un’afrodisiaca eutanasia.

Poteva chiedermi di venire con lei, di accompagnarla.

Invece no, ha fatto tutto da sola. Mi ha lasciato qui.

La morte si è stesa su di lei come un velo traslucido. La osservo con la consapevolezza che è l’ultima volta che ho la possibilità di vederla, di sentire la compattezza di quelle carni.

È ancora bella.

Un ciuffo di capelli le ricade gentilmente sulle fronte chiara, pizzicando i suoi occhi.

 Mi chino cautamente a scostarlo con la mano, con leggerezza, come se temessi seriamente di svegliarla.

Poi mi piego ancora di più per posarle un ultimo bacio in fronte, mentre le sussurro che, nonostante il suo egoismo innato, nonostante sia arrabbiato con lei, le voglio ancora bene.

Le mie labbra tremano al contatto con la sua pelle tesa.

Perché lì mia madre non c’è più.

È gelida.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

 

D’accordo, picchiatemi pure, ditemi che sono un essere sadico privo di sentimenti, che sono ingiusta, che questa è una crudeltà gratuita, ditemi puro tutto questo, so di meritarlo.

Povero Draco, mi rendo conto di essere stata veramente cattiva. Eppure quand’ho iniziato questa ff avevo poche idee in mente: le sensazioni di Draco in vista di un tale sconvolgimento e quest’avvenimento, punto nodale della storia asse sul quale ruoterà ogni cosa.

Sì, ora con il senno di poi mi sono resa conto di essere stata fin troppo crudele nei confronti di Draco. Non vogliatemene male, prima o poi le cose si sistemeranno. Prima o poi

Questo capitolo è stato difficile da scrivere. Ho tentato di dare forma ad un dolore tanto forte da non poter essere completamente descritto. Così in più punti ho utilizzato la poesia, unico mezzo per raggiungere l’irraggiungibile, per  descrivere l’indescrivibile. Forse questo capitolo è venuto pesante e noioso, so bene che bisogna leggerlo veramente con attenzione per capirlo, forse è eccessivamente doloroso, ma non posso  farci nulla. Ditemi sinceramente cosa ne pensate nei commenti, vi raccomando.

 

A proposito, mi sono accorta di aver fatto un errore grossolano nel capitolo precedente. Il capitolo era il IX non XI!  L’ho corretto, dandomi mille volta dell’idiota!

 

  Ed ora andiamo alle recensioni!

 

Patty: Era corretta la tua previsione? In molti ci hanno azzeccato, anche se non so quanti di loro sono stati felici di farlo… Il capitolo precedente, come forse anche il prossimo, era un susseguirsi d’emozioni, senza pause. Quanto a questo appena postato…non lo so, è stato difficile, ma ho fatto del mio meglio! Grazie mille per la recensione!

Tink: In bocca al lupo per le interrogazioni allora, non preoccuparti se non arrivi a leggere e commentare puntuale. OK, hai indovinato. Ho lasciato qualche indizio qua e là che rendevano la cosa prevedibile, in effetti. Ma non tutto è come sembra….attenzione…Il ruolo di Ginny? Beh, non vorrai che ti rovini la sorpresa dicendotelo, vero? Grazie per il commento.

Iago: Blaise si rivedrà, anche se nell’ottavo capitolo era in grande spolvero… Potterino non è proprio cotto di Ginny (Draco al suo solito ha enfatizzato la cosa), ma vederla con Malfoy ha, come dire, creato dentro di lui una sorta di conflitto interiore alla base del quale ci sta un sentimento che non è esclusivamente affetto ed amicizia….purtroppo per lui! Ho letto e commentato il vostro nuovo capitolo, ma cerca di capirmi, sono nello stato intermedio fra il rincoglionimento totale e un incalcolabile numero di ore di sonno arretrato; mi era passato sotto gli occhi senza che me ne accorgessi (non solo, avevo inviato il mio capitolo con il numero sbagliato….)

Romana: Sono felice che tu ti sia tranquillizzata. Ti assicuro che fra Draco e Ginny lui non c’entra per nulla. Allora Blaise ti piace? Meno male!ci saranno altri confronti del genere (o anche un tantino diversi) e spero di essere riuscita a ricreare in tutti lo stesso effetto. Purtroppo hai visto bene, le notizie di Silente sono tragiche…Il personaggio di Narcissa, se non per pochi istanti, non compare mai direttamente nella ff, ella vive attraverso Draco, attraverso i suoi pensieri e continuerà a farlo, continuerà ad esserci. Grazie mille per la recensione!

Lollo: Puoi dirlo bene, guasta feste insopportabili ficcanaso. Sono un programma tutti e tre: Potter colto da un’insana forma di gelosia, Weasley fratello con manie iperprotettive e  stupide, la Granger perennemente con il suo fare saccente… effettivamente leggendo i libri prendono un altro spessore questi tre, ma si sa: tutto va visto a 360°!   Credo che anche tu abbia intuito la notizia di Silente, vero? Grazie per la recensione!

Byakko: Possibile sì, come hai ben notato!Sinceramente, mi dispiace anche per Draco, ma non avevo altra scelta, come ho già spiegato. La battuta su “Ginevra” è piaciuta a tanti, la mia amica Chiara prima fra tutti... che dici, ho postato abbastanza in fretta? Grazie per la recensione.

Meimi: Grazie per i complimenti, credo che alla fin fine sistemandola un po’ quest’intervista a Zabini la si possa anche mandare…sì, Blaise è proprio affascinate, non c’è che dire! Grazie mille per la recensione!

Sabry_Slytherin: Bisognerebbe dare una lezione a questi Grifondoro ficcanaso, vero? Diciamo che prima o poi Draco si scoccerà e risponderà loro in tono un po’… piccante? Purtroppo le tue speranze sono vane, è qualcosa di grave, la cosa più grave che potesse accadere a lui. So che adesso può sembrarti orribile, ma ho spiegato che era necessario. (Sembro la Rowling a parlare così….!) Questa non ci voleva davvero per Draco. Poverino, non sarà facile riprendersi, per nulla. Grazie per il commento.

Sissichi: I soliloqui di Draco non mancano mai (a questo benedetto ragazzo ho dato una mia caratteristica, quella di tendere all’autoanalisi!). la storia si evolve, il pensiero si evolve. Sì, la notizia è tremenda, l’ennesima botta che colpisce e stavolta, forse, distrugge il povero Draco. Ma c’è sempre qualcosa che ti fa passare la voglia di morire, sempre. Prima o dopo…Grazie per la recensione.

Seyenne: il diritto del lettore è quello di commentare quando vuole, anche se, ovviamente, ogni recensione per me è una festa e gradirei che queste venissero fatte sempre! Ma io, da lettrice, so che talvolta nelle storie che vengono pubblicate capitolo per capitolo in un breve lasso di tempo è difficile essere precisi. Draco tenta di staccarsi dal tutto, di creare una barriera fra sé e ciò che lo circonda, è la sua autodifesa. Anche in questo capitolo si nota: lui descrive il suo dolore dandogli forma, ma con un distacco quasi irreale che ti permette di comprendere tutte le sue sensazioni. Sì, è vero, la presenza di Ginny per Draco è come un cachet… soprattutto adesso… Grazie per il recensione.

Kyomi89: Che bello, che bello, un'altra lettrice! Dieci capitoli in un sol colpo? Questo vuol dire che non ti ho annoiato! Grazie per i complimenti, grazie davvero. Sì, nei libri i Serpeverde appaiono un po’ viscidi, in parte stupidi (vedi Tiger e Goyle….) anche se la Rowling si smentisce dicendo che sono furbi ed astuti (Tiger e Goyle, furbi ed astuti….questa donna si mette nei guai da sola). Sia Zabini che Nott sono delle ombre che talvolta compaiono senza lasciare traccia… mi auguro che non siano gli ennesimi flat characters  del romanzo. Sarebbe un tantino irreale e controproducente… Grazie, spero continui a leggere e lasciare qualche recensione!

Gioia: Spero che il primo giorno di scuola sia andato bene (Io stamattina appena alzata ho visto diluviare ed ho deciso di tornarmene a letto…). Quanto a Malfoy hai ragione tu, nei libri non appare tutto questo gran personaggio! Eppure credo che dietro quei suoi lineamenti affilati si nasconda qualcosa di più e la sua condizione mi ha sedotta a tal punto da…scrivere questa ff. Quanto a Bellatrix visto e considerato che mi ha apparentemente ucciso Sirius non ho alcuna intenzione di sapere cosa c’è dietro il suo visino angelico: è semplicemente una pazza omicida, secondo me! Andiamo Gioia, si sa, la politica c’entra sempre, in qualunque cosa…Ti voglio bene, grazie per continuare a commentare.

nisi corvonero: il capitolo precedente si concludeva un po’ male, lasciava in una curiosità angosciosa….questo capitolo invece è angosciante e basta. Nel prossimo Draco ricomincerà con i suoi rompicapo… Grazie per aver recensito!

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** L'acuminato ago del dolore ***


Parte Terza: Inverno

 

Capitolo XI- L’acuminato ago del dolore

***

En iterum crudelia retro

fata vocant conditque natantia lumina somnus.

Iamque vale; feror ingenti circumdata nocte

Invalidasque tibi tendens, heu non tua, palmas.

 

Ecco, il fato crudele mi richiama indietro

Il sonno di morte cala sugl’occhi.

 Adesso addio, mi son trascinata nella profondità della notte

E non più tua, tendo verso te le mie palme stanche.

 

(Virgilio, Georgiche IV, vv. 495-499)

***

 

Un alto tiro dalla sigaretta. Un altro ancora. Ed uno nuovo.

Getto la cicca lontano, senza curarmi di dove arriva.

Ne accendo un’altra. Ed inizio a fumarla, socchiudendo gli occhi, concedendomi ancora un nuovo attimo di pace.

Vorrei avere un’altra canna alle erbe allucinogene, anche a costo di finire nuovamente dentro Zabini. Vorrei entrare in quel falso paradiso ancora per qualche ora, perdere il controllo di me e lasciarmi accarezzare da centinaia di mani. Mille dita a percorrermi il torace, disegnando arabeschi sulla mia pelle.

Un fiume di capelli rosso sangue a spegnersi  sul mio petto.

Ed entrare  in lei per uscire da me, da quest’agonia dell’anima.

Cessare di pensare, cessare di crocifiggere il cuore con l’acuminato ago del dolore.

Blaise riuscirà a procurarmi qualche erba. Riuscirà a dare sollievo al mio spirito.

Un’altra sigaretta finita.  Un’altra tregua esaurita.

Poggio le spalle sul tronco d’albero del parco di Hogwarts che da qualche ora  mi sostiene.

Il sole squallido d’inizio gennaio sta per declinare oltre ai monti, tirandosi seco una tenda di buio. La neve riflette nel bianco i suoi ultimi raggi.

Domani ricominciano le lezioni, la frenetica  corsa verso il nulla quotidiano.

Da domani dovrò sopportare anche il peso delle decine di sguardi biechi ed il canonico parlottare alle spalle.

Avete sentito tutti cosa ha fatto la madre di Draco Malfoy?

I Grifondoro banchetteranno al mio dolore, le altre case proveranno una muta soddisfazione, i Serpeverde resteranno in una grata indifferenza.

Eppure questi sono i miei problemi minori.

Mia madre è morta suicida, perché mio padre, un pluriomicida, è finito in carcere a vita.

Io rischio di fare la fine di mio padre, indiretto assassino anche di mia madre, o di restare ucciso per essermi ribellato al mio destino.

Bene.

Fino a qualche settimana fa avevo un motivo per voltare le spalle agli insegnamenti paterni, fuggire via a costo di perdere ogni cosa.

Quel motivo era mia madre, dovevo salvare e proteggere lei, dovevo occuparmi di lei.

Ma adesso?

Adesso sono solo, devo badare esclusivamente a me, e se in futuro farò il killer o il fuggitivo non fa differenza.

Non ho aspirazione, motivo d’andare avanti.

Sceglierò la strada più semplice, quella in discesa, anche se ciò porta nella profondità degli abissi.

Qualcosa si gela in fondo al mio essere. Diventare un Mangiamorte. Diventare come mio padre. Seguire le sue orme.

Uccidere mia madre per una seconda volta.

E rischiare di morire, finire incatenato nella desolazione di me stesso, finire costretto ad odiarmi e violentarmi con foga quotidianamente, finire per disperdermi nei dolori altrui.

Perdere irreparabilmente l’unica parte ancora viva di me.

Una forma di rifiuto, un rigetto violento, nasce spontaneo dal profondo di me.

No, non voglio fare il Mangiamorte.

Voglio essere lasciato in pace, per sempre, senza schierarmi da una parte o dall’altra. Voglio continuare a fumare una sigaretta dopo l’altra, steso in questo mio stato d’incoscienza a fare l’amore con me stesso.

Non posso forse vivere in quest’Antinferno seguendo la sviata bandierina degli ignavi?

Non posso raccogliere le sofferenze che scivolando dalla mia anima ricadono nell’Acheronte e tuffarmi dentro questo?*

Accendo un’altra sigaretta. Aspiro il fumo con la bramosia di chi vuole dimenticarsi di sé.

Quasi non mi accorgo della lunga e gracile ombra alle mie spalle.

Sento i suoi passi fermarsi, il suo timore costringerla a chinare il capo.

So chi è senza voltarmi.

La riconoscerei fra mille, anche in questo spasimo perpetuo, ed ha l’effetto della neve su di una ferita.

È un fastidioso sollievo.

-Non voglio la tua pietà, Weasley- le dico bruscamente senza voltarmi.

La sento allontanarsi di un passo - Io- inizia dubbiosa con la voce tremante –non sono venuta per…ti ho visto solo qui ed ho pensato di farti un po’ di compagnia. Mi dispiace, vado via.-

-Resta- la fermo subito con una fredda preghiera. Mi volto appena per vedere il suo manto grigio infuocato dai suoi capelli, l’azzurro lucido dei suoi occhi e la tristezza sui suoi lineamenti.

S’avvicina all’albero in silenzio.

Apre la bocca per dire qualcosa, ma la richiude sconfitta.

-Non c’è bisogno- la blocco spiccio, un po’ brutalmente – non voglio sentire ulteriori “mi dispiace” e “ti sono vicino”. Ne ho sentiti abbastanza. E mi sono stufato.-

Do un altro tiro alla sigaretta.

-Ti fa male fumare- mi fa notare lei, con la voce ovattata dalla sciarpa sulla bocca.

Rido crudamente – In questo momento c’è qualcosa che mi fa più male del fumo.-

Ginny Weasley si sistema le pieghe del mantello indecisa. Poi si siede al mio fianco, poggiando le sue spalle su di una parte dell’albero.

Le guardo di striscio il profilo pulito ed imperfetto, la curva plumbea delle labbra.

-Non c’è bisogno che fai la faccia triste per farmi compagnia- irrompo con un sarcasmo fuori luogo.

-Non lo faccio per farti compagnia- il suono della sua voce è aria pura fra il fumo delle mie sigarette.

La sua presenza sta assopendo l’acuminato ago di dolore del mio cuore.  Il suo respiro è analgesico, il suoi occhi la migliore erba allucinogena.

Verrei averla, qui, subito, sotto quest’albero.

Si volta lentamente a guardarmi. Il suo sguardo, nonostante sia quasi velato da alcune lacrime, è fermo, solido. Una roccia alla quale aggrapparsi.

Un mare nel quale sprofondare.

-Ti ho pensato molto durante queste vacanze, Draco – sussurra, chiamandomi per nome – l’ho saputo dopo poco…-

-Ne sono lusingato- commento acido – è bello sapere che mi pensi perché sono un disgraziato.-

-Sei cattivo- la sua voce trema un po’.

Io mi sento leggermente colpevole –Sto soffrendo, posso darti solo cattiveria. Non so cosa tu sia venuta a cercare questa sera da me, Ginny Weasley, ma questa è l’unica cosa che sono capace di darti- mi giustifico con tono un tantino meno aspro.

Un sorriso vago le attraversa appena il volto – Non sono venuta a cercare nulla da te. Volevo solo trovare te, vedere come stavi.-

-Come credevi potessi stare?- le domando stupidamente.

-Esattamente come stai- la sua risposta è sincera e lapidaria.

Restiamo in silenzio nel tempo in cui io finisco la sigaretta. Tempo che, come sempre, è troppo breve.

-Grazie- le dico di botto senza motivo.

-Per cosa?- l’azzurro dei suoi occhi si posa enigmaticamente sul ghiaccio dei miei.

Mi passo una mano fra i capelli. – Per avermi cercato.  La tua compagnia mi ha fatto sentire un po’ meglio- le mie budella si rimescolano di fronte a quest’ultima frase. La parte razionale di me resta sconvolta al suono della mia voce.

Lei diventa un po’ più pallida – Io davvero non ti capisco a volte, Malfoy.-

-Sinceramente, Weasley- concordo con un’ironia gratuita – non mi capisco neanche io.-

Lei scuote la testa e guarda nuovamente fisso avanti a sé.

-Ti sei divertita con Potter?- commento crudelmente.

Lei sbuffa –Cosa dovevo fare con Harry, sentiamo?-

-Perdere la verginità sarebbe stata un’idea- adoro vederla arrossire.

-Non un’idea mia- ribatte con una punta d’orgoglio.

-Ho capito, vuoi farti seriamente santificare- sospiro in maniera teatrale.

-No, semplicemente non voglio andare a letto con Harry Potter- conclude con sicurezza.

-È una scelta che non posso biasimare- approvo- ma non eri tu a sbavare per lo Sfregiato?-

-No- la sua risposta è secca – era una bambina che aveva il mio nome e le mie sembianze.-

-Capisco- le dico assorto – A Potter per sfiga non lo batte nessuno. Beh, Weasley, troverai qualcun altro, non temere, la tua virtù non è salva ancora a lungo.-

Si volta nuovamente verso di me. I suoi occhi non sono più lucidi ma abbagliano di una luce divertita- Adesso dimmi un po’ Malfoy, stai tentando di sedurmi?-

Scoppio a ridere falsamente senza risponderle.

Non voglio risponderle perché non posso mentirle e non ho il coraggio di dirle la verità.

Una nuovo silenzio ci abbraccia, mentre l’aria della sera si fa sempre più fredda ed il buio s’infittisce.

-Cosa farai adesso?- la voce della Weasley ha mille sfaccettature e mille richieste non fatte.

La sua domanda mi giunge all’improvviso ed il mio fuoco interiore ha una nuova scintilla.

Vorrei dirle ciò che vorrei fare adesso, ciò che vorrei farle adesso, in questo momento, per le prossime ore, forse anche per tutta la vita.

Ma non posso e, sinceramente, non ho idea di cosa farò.

Alzo le spalle.

-Vivrò, tirerò avanti, ci proverò. Devo trovare uno scopo per vivere, una ragione per lottare- scuoto il capo- Non mi resta nulla. Solo un padre in carcere ed un tutore che mi porterà più guai che altro- spiego alludendo a Piton ed alla sua posizione ambigua.

Lei si  morde le labbra, in silenzio –Si trova sempre una ragione per vivere- borbotta a mezza voce.

-Chi me la darà?- le sussurro in risposta perdendo lo sguardo nel nulla.

Sospira, la sento muoversi alla mia destra. -È tardi- questa constatazione mi ferisce, sta andando via. Ed io non voglio.

-Lo so- annuisco per convincere me stesso.

Mi volto a guardala.

Le fiamme dei suoi capelli lambiscono la semioscurità, i suoi occhi baluginano come stelle azzurre in un mare di dolore.

La sua espressione è indecisa, le si legge in volto la paura di chi non sa come comportarsi, di chi lotta fra l’istinto e la ragione.

Ma la prima ha la meglio.

Si china verso di me e mi regala un bacio.

Il suo è un bacio da bambina, lieve come un soffio, che sfiora con la bocca dischiusa il mio labbro inferiore.

Ma è solo un secondo, io non ho il tempo di reagire  che corre via ingoiata dalla notte.

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* riferimento all’inferno Dantesco.

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Bene, bene… siete ancora tutti arrabbiati con me perché ho fatto soffrire Draco? Spero che questo capitolo abbia placato almeno un po’ la vostra ira, nel finale si vede una pallida luce….lo ammetto,  mi ero sentita troppo cattiva ed ho deciso di dargli una caramella…

In tanti si stanno chiedendo come si evolverà la situazione…beh, ormai vale la pena continuare a leggere fino all’ultimo capitolo, no? E comunque martedì vi aspetta un altro colpo di scena che concluderà la terza parte…vi voglio numerosi a recensire, OK?

 

D’accordo, adesso le risposte ed i ringraziamenti alle recensioni del passato capitolo (scritte vagamente di fretta, chiedo scusa se c’è qualcosa che non va….)

 

nisi corvonero:  grazie, è stato molto difficile per me descrivere i sentimenti di Draco, ho sudato non poco. La figura di Narcissa credo sia emblematica per ciò che riguarda il personaggio di Draco, secondo me anche nei libri avrà il suo meritato spessore. E poi non sarà un caso che è una Black, no? Grazie per la recensione….

 

Sabry_Slytherin: oh beh, anche io in fondo all’anima ho un po’ d’umanità, quindi riceverà anche lui una piccola dose di felicità… benché questo non significa che non gliene farò passare altre, s’intende! In questo capitolo c’è un piccolo assaggio… Grazie, sono felice di essere ben  riuscita nel mio intento! Grazie per la recensione!

 

Patty: Grazie! Come ho già detto ho faticato molto  a scriverlo per non cadere sul banale, ripetitivo, eccessivo, ho voluto descrivere il dolore in mille sfaccettature, il dolore come avrebbe potuto provarlo Draco. Mi sono messa davanti al PC e mi sono detta “Cosa proverebbe Draco se questo realmente accadesse?”. Un errore nel quale potevo incappare era: “cosa proverei io se ciò mi accadesse” ed indubbiamente il capitolo non avrebbe dato lo stesso effetto. Il dolore è un sentimento universale che si presenta sotto forme diverse… Grazie!

 

Seyenne:  Il doloro di Draco è suo, personale, nascosto, vissuto con disumana forza dietro l’impassibilità del suo volto. Draco è così: freddo, distaccato anche nei suoi pensieri. Ma non sono le sue sensazioni ad esserlo, quelle navigano tempestosamente dentro la sua anima, dirottate dal suo ego tronfio e superbo… Sono felice che il capitolo non t’abbia pesato. Grazie mille per la tua sempre attenta analisi!

 

Iago:  i miei amici sono soliti dirmi che dietro il mio velo di dolce tristezza si nasconde un’indole bastarda e crudele…sì, hai ragione, sono cattivissima. Ma era necessario esserlo, e comunque solo un’emozione così forte come il dolore ha permesso alla mia vena poetica di sfociare nel passato capitolo…Ovvio che anche Draco avrà i suoi momenti felici, è risaputo che oltre che bastarda e perversa sono anche un tantino (vedi voce eufemismo) sentimentale. Grazie per il commento.

 

Byakko: non ci vorrà molto che finirò di postare la ff, d’altronde mancano solo… cinque capitolo e l’epilogo… e non mancherò ai miei appuntamenti bisettimanali! Beh, il capitolo era molto triste, però come hai ben detto la storia deve continuare e la vita non è sempre come vuoi che sia…Grazie per la recensione!

 

Tink:  Ok, hai ragione, è cattiveria e potrebbe anche sembrare gratuita ma…non è gratuita. Non tutto è come sembra…attenzione… sapevo che t’averi fatto indispettire….ovviamente non posso dirti cosa volevo precisamente dire (sembra uno scioglilingua!), ma posso metterti sulla buona via e darti un consiglio: ci sono alcune parti del precedente capitolo cadute sicuramente in secondo piano, alcune frasi che lasciano presagire qualcosa…fossi in te m’andrei a rileggere il resoconto di Silente, ma se dovessi intuire qualcosa non dirmelo nell’area commenti, sentiti libera di mandarmi un’e-mail! Spero che le tue interrogazioni siano andate bene! Grazie mille!

 

Yeran: una nuova lettrice! Mi auguro diventi anche una commentatrice!Grazie per i complimenti al mio stile, ogni qual volta qualcuno ne fa un accenno io vado sulla luna! Grazie, grazie, grazie!

 

Lollo: eh…ehm, OK, lo ammetto, il capitolo era decisamente più breve dei precedenti. Come ho detto e ripeto è stato complicato scriverlo, quasi doloroso e non ho trovato più nulla da spremere così per non essere ripetitiva e non far arrivare al suicidio i lettori ho optato per scriverlo un tantino più breve… e mandare qualche volta in più a capo! Complimenti per l’osservazione, Grazie!

 

sissichi: l’aiuto sarà indubbiamente inaspettato per lui, per noi forse un po’ meno! Comunque già da qui le cose iniziano vagamente (molto vagamente) a migliorare… si spera! Grazie per il commento!

 

Prima di chiudere volevo fare un ringraziamento speciale a Twinstar che ha lasciato uno splendido commento alla one-shot Soles occidere et redire possunt...” inviata da me quest’estate (chiunque volesse leggere e commentare s’accomodi pure, sono neanche quattro pagine, non vi costa nulla). Grazie, grazie davvero, mi sono commossa leggendo la tua recensione!

 

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Capitolo 13
*** Indolenza ***


 

Parte Terza: Inverno

 

Capitolo XII –Indolenza.

***

Vivas ut possis, quando non quis un velis.

 

Vivi come puoi, dato che non puoi come vuoi.

 

(Cecilio Stazio)

***

 

Contro il muro, con foga, senza pensare.

Nuove spinte, nuovi colpi all’essere, in profondità.

La vorace ricerca di un amore inesistente. Il sesso libero, senza inibizione.

Senza regole, senza compromettere  le anime.

Questa Serpeverde con le gambe nude incrociate al mio bacino ha i capelli rossi.

Ma il suo è un rosso opaco che sfuma nel castano.

I suoi occhi sono scuri, velati dal piacere.

L’orgasmo arriva troppo in fretta per poterlo gustare appieno.

Mi svuoto in lei, le regalo il mio seme ed il mio dolore.

Poi tutto finisce velocemente e restiamo solo due semisconosciuti affannati dalla stessa causa.

Si riveste in fretta e va via.

Solo un cenno di saluto.

Appena un cenno di saluto.

Poi più nulla.

E resto nuovamente solo, io a tenere compagnia a me stesso. Mia madre è morta da un mese e mezzo e la voragine della sua assenza si fa sempre più grande.

Mi accendo una sigaretta, l’unica amante fedele e pienamente appagata che ho. O forse è l’unica amante capace di appagarmi? Non mi vergogno della mia dipendenza assoluta dalla nicotina. Non ho altro da cui dipendere.

I giorni di questo febbraio si avvolgeranno lenti come quelli di gennaio. Il pesante mattone sul mio petto sarà forse affievolito dai saltuari sorrisi di Ginny Weasley?

Mi porto una mano sul labbro inferiore, provando a rievocare la tenera sensazione di quel bacio lieve, tanto lieve d’aver pensato di averlo solo immaginato.

È la stessa sensazione di quando, in riva ad una spiaggia sabbiosa, un’onda leggera sfiora con la sua bianca schiuma i tuoi piedi.

Fresco, istantaneo.

Indelebile.

È un mese che non ci parliamo e quando c’incontriamo nei corridoi quasi c’ignoriamo, lei avanza a testa china, io guardo oltre con strafottente indifferenza.

Questo brucia dolcemente, come quel bacio sussurrato a fior di labbra.

Mi alzo, butto via la cicca dalla finestra. Mi appoggio a questa dandole le spalle.

Ed in quel momento Blaise Zabini entra nel dormitorio.

La sua tunica è aperta un po’ davanti, lascia vedere il bianco incarnato del suo petto. I suoi capelli castani  lisci e scalati, arrivano fino alla base del collo incorniciandogli quel volto da bambino sempre perfettamente rasato.

Si appoggia al mio fianco vicino alla finestra. Mi getta un’occhiata complice e divertita che mi fa venire il mal di pancia.

-È stato piacevole?- mi soffia in faccia la domanda.

-È stato squallido- rispondo a voce rauca con una sincerità disarmante.

Blaise sorride sornione –Non è che ti sta ammosciando, Draco?- insinua con il suo tono vago.

- Ripetilo che ti faccio diventare femmina- lo minaccio a denti stretti.

Zabini ride –Era una battuta, Draco. Sei troppo permaloso quando si tocca la tua virilità.-

-Tu invece sei troppo stupido quando si parla di virilità- borbotto leggermente offeso.

Zabini si accende una sigaretta, prende un tiro e vedo i suoi occhi colore del muschio osservarmi oltre il fumo –Che cos’è la virilità, Draco?- domanda retoricamente. Attendo che ricominci con la sua tirata filosofica –Credi forse sia andare con più donne possibili? Credi sia tenere duro a lungo? Credi sia un’erezione dentro un corpo femminile? L’eiaculazione dell’essere?-

-Cazzo Zabini, non sei capace di fumarti una sigaretta senza rifilarmi le tue seghe mentali?- mi lagno con tono stanco.

Ma lui finge di non sentirmi.

-Non è questo Draco- riprende con il suo tono persuasivo –non è questo che rende l’uomo maschio. Per nulla. La virilità è qualcosa d’intrinseca nell’essere, qualcosa che si trova in profondità, che nessuno può razionalizzare o riscrivere in termini sessuali. La virilità e la femminilità sono la stessa cosa,  appartengono al profondo dell’Io  e possono essere dimostrate in una miriade di sfaccettature diverse. Non esiste l’amore a senso unico.  Non esistono dei valori assoluti che ci permettono di giudicare ed estrapolare leggi fisiche e metafisiche universali. Esiste l’uomo nella policromia del suo spirito.-

 Annuisco, come al solito è riuscito a farmi rincoglionire con i suoi discorsi da sofista confuso.

-Viva l’amore libero, promiscuo e disinibito!- gli faccio eco a voce bassa.

-Esattamente- ride su lui. Getta la sigaretta della finestra – andiamo a cenare Draco, ho fame.-

Mi sfiora la guancia con la carezza del suo sguardo.

Percorriamo i corridoi bui in silenzio, mentre io ripenso alle parole del mio amico. Mi sembrano veritiere quanto lontane dall’essere attuate. Forse i suoi ideali vanno aldilà della mia comprensione.

Improvvisamente, vedendo un ragazzo che mi viene contro alzo gli occhi per guardarlo.

Ragazzo che non potrei non riconoscere.

-Potter- sillabo fermando i miei passi.

È con Weasley al fianco, senza l’amica Granger. Forse è la volta buona che ci scappa una rissa.

Mi gettano due occhiate cariche di disgusto.

-Potter e Weasley.  Chi vi porta sul mio cammino?- esordisco con fare pomposo.

-Togliti di mezzo Malfoy, non sono affari tuoi!- lo Sfregiato tenta di liquidarmi con poche parole.

Vedo Blaise scuotere la testa contrariato –Siete davvero poco gradevoli voi Grifondoro. Vi riempite la bocca di grandi parole, fate gl’incorruttibili moralisti e  poi siete sempre i primi a gettare fango sugli altri.-

I due lo guardano dall’alto in basso, con un’aria critica e sdegnosa. –Fossi in te mi guarderei allo specchio prima di parlare. Non hai l’aspetto di uno completamente sano di mente- come al solito Weasley deve metterci la sua e fare la figura del  coglione.

-Se una persona la pensa in maniera diversa dalla tua non deve essere per forza sbagliato- gli soffia a denti stretti, con un sorriso carico di cruda ironia. Il rosso boccheggia un secondo, tentando di trovare una risposta a tono, cercando con lo sguardo l’aiuto di Potter.

Blaise scuote la testa come che sa troppo per aver qualcosa da dire. Li supera in due falcate mantenendo il mento alto, con il suo solito andamento deciso, maschile, ma sensuale.

Gli farei un applauso.

Vorrei seguirlo, ma qualcosa mi trattiene. Osservo ancora i due.

-Come fate ad essere sempre fra i piedi?- non riesco a trattenermi dal dirgli.

-E tu perché devi essere sempre un fottuto bastardo?- Weasley si avvicina pericolosamente.

 Io lo scanso freddamente emettendo uno sbuffo –Sono mesi che non vi rivolgo la parola, cosa c’è, sentite la mia mancanza? Vi siete innamorati di me?-

-Taci Malfoy!- sillaba Potter.

-Ecco, bravo lo Sfregiato, quando sa di essere nel torto e di non aver nulla di meglio da rispondere mette a tacere la gente!- scimmiotto un applauso teatrale.

-Voglio sapere cosa vuoi da mia sorella, perché vi fermate a parlare, cos’è questa storia?- Weasley contrattacca con la solita mania iperprotettiva del fratello geloso. È ridicolo e stupido.

-Che caspita vuoi Weasley,  credo che tua sorella sia grande abbastanza per decidere con chi vale la pena parlare e con chi no – gli rispondo a denti stretti.

Il rosso alza gli occhi chiari, così simili quanto a colore con quelli della sorella, ma così diversi nella loro profondità,  sfidandomi.

Ma è Potter a parlare:  –Ginny è cambiata. Da quando ha parlato con te- si blocca, mi rivolge un’occhiata furente e schifata. - Tu non la porterai mai fra i Mangiamorte!- conclude la frase con una tale enfasi da sembrare ridicolo.

A questo punto devo tirare fuori il meglio di me per non scoppiargli a ridere in faccia.

Resto fermo immobile qualche secondo, per essere sicuro del mio autocontrollo- Che cosa farneticate tutti e due? Mangiamorte? Vi fa male la presenza di Malocchio Moody: siete diventati paranoici!-

Weasley apre la bocca come un pesce lesso –Allora mi spieghi cosa vuoi da lei?-

Scuoto il capo, disarmato- Weasley, tu dalle donne cosa vuoi?-

Forse dovevo stare zitto, era meglio tenermi stretta per me questa constatazione. Potter stringe gli occhi ed i pugni dalla rabbia, Weasley prima impallidisce, poi inizia a ringhiare.

Due contro uno. Anche se sono Draco Malfoy, la  lotta è comunque impari.

Purtroppo, o per fortuna, sento l’eco di dei passi alle mie spalle, seguiti dal frusciare di un mantello. Sono passi pesanti, ben piantati a terra, di una persona che dimostra sicurezza.

Il volto bianco e tirato di Severus Piton compare alla semioscurità di un corridoio.

-Bene, bene, bene- il suo tono di voce è lento e basso – Potter, Weasley, che vi è successo, vi siete smarriti?-

-Stavamo andando via- la voce dello Sfregiato è carica d’odio.   Mi fulmina con uno sguardo che promette vendetta, tirandosi d’appresso il suo amico rosso, dall’espressione indecisa di chi non sa se essere più turbato o incazzato.

Appena spariscono dalla visuale, sento  il buio degli occhi di Piton scivolarmi addosso.

-Stavo cercando te- dice velocemente –vieni in fretta nel mio studio.-

Sento il sangue rimescolarsi nelle mie vene. Ogni volta che assume quel tono di voce e, soprattutto, ogni volta che m’invita a fare una discussione “privata” con lui, non c’è nulla di buono.

Cosa può essere accaduto stavolta? Cosa può esserci di peggio?

Lo seguo dentro la sua stanza, mi accomodo senza invito sulla sedia di fronte alla scrivania. Lui si siede in faccia a me. Prende un foglio di pergamena ingiallito ed arrotolato posto su di una fila di compiti da  correggere. Il sigillo che lo teneva chiuso è stato aperto, segnale che è stata già letta.

-Mi è stata consegnata mezzora fa-  la muove sotto il mio naso –ho pensato che dovevo avvertirti al più presto. È accaduta qualcosa che cambierà tutto il resto. Adesso, Draco, le carte vengono rimescolate. Adesso devi essere forte nelle tue decisioni.-

 - Professore….- esordisco con voce rauca, titubante, densa d’attesa.

Il suo volto è teso, la curva delle sue labbra spiacevole. Alla luce delle candele il suo naso mi sembra incredibilmente lungo  e sinistro.

La sua voce saetta nell’aria come un pugnale e la grande fortezza di fumo crolla.

-Tuo padre questa mattina è evaso da Azkaban.-

 

Fine Terza Parte

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Allora, allora… ero stata fin troppo buona. Dovevo fare qualcosa per rimescolare le carte. E poi, ammettetelo, da quando tempo aspettavate questa notizia? Adesso, il povero Draco che cosa farà? Io piuttosto mi chiederei cosa farà il caro Lucius… ih, ih, ih

OK, credo che le righe iniziali di questo capitolo vi abbiano gelate, soprattutto se si pensa a come si è concluso il precedente ma…don’t worry, mi farò perdonare, lo prometto… e, per non creare malintesi, non significa nulla…

Torna un vecchio amico in questo capitolo vero? No, non Piton, parlavo di Blaise, che ha dato una bella lezione di stile ai Grifondoro! A proposito, che ne pensate del confronto fra Draco, Potter e Weasley (ammetto, mi piace la parte  quando Draco esasperato dice: Weasley, tu dalle donne cosa vuoi?)

D’accordo, la cosa si fa interessante….ma entro sabato ne sapremo di più. Nel frattempo voi recensite (no, Alfio, i commentatori non li pago, la pensano veramente così…)

Un bacio a tutti!

Adesso rispondo alle passate recensioni:

 

 Sissichi:  “Ed entrare in lei per uscire da me”. Sono felice che tua abbia notato questa frase, semplice, scarna, ma che in fondo è una perfetta sintesi dei pensieri di Draco e del suo stato d’animo. Non c’è altro che cerca in questo momento, solo fuggire via dal suo inferno per nascondersi nell’unica cosa bella che vede. Vuole semplicemente illudersi che la felicità esiste. Ormai abbiamo un Draco provato, distrutto, stanco. Ormai abbiamo solo Draco, non più una maschera da tragedia greca, né un eroe epico. Sono felice che la ff continui a piacerti, davvero. Anche io ho letto diverse Draco/Ginny, ma la mia lo è solo marginalmente. È una Draco Malfoy a 360°. La scelta del personaggio maschile è stata azzeccata a quanto ho visto… e poi mi sono divertita troppo a calarmi nei panni virili. Grazie mille.

 

Yeran: Grazie! Ogni qual volta che un commentatore accenna al mio stile definendolo poetico salgo al settimo cielo. La poesia è il primo vero grande amore della mia vita, la torcia della mia esistenza oscura! Sono quasi incapace di tenerla fuori da ciò che scrivo. E poi sono dal parere che la maggior parte delle sensazioni umane non le si può descrivere se non attraverso la poesia; colpisce in fondo all’anima e fa comprendere anche l’inesprimibile! Grazie, spero che la tua curiosità non si spenga!

 

Meimi: Grazie! Il capitolo precedente era uno dei migliori a mio avviso, anche la stessa Ginny aveva  uno spazio maggiore! Ginny ha solo 15 anni… è una bambina travestita d’adulta, o forse un’adulta troppo bambina? Lo vedremo…. Grazie!

 

Iago: la mia Ginny è decisamente diversa dalla tua (che, nonostante tutto, a me piace di più, è proprio come immagino io Ginny, ribelle e simpatica!), riesco a capire il fatto che tu la veda un po’ troppo sentimentale. Ma questa ff ha dettato i suoi schemi mentre la scrivevo ed un personaggio esuberante, con un bel caratterino non poteva proprio essere affiancato a questo Draco… non che poi non lo sia, ti ricordo che tutto viene vista dagli occhi del biondino, non è quindi completamente obbiettivo. Ginny percepisce il dolore di Draco perché ormai condivide qualcosa con lui, qualcosa d’intimo, di segreto, latente. Ma vedremo tutto meglio più avanti…. Grazie per la recensione!

 

Seyenne: Draco non credo possa ormai diventare Mangiamorte.  È stato a causa di tutto ciò che la sua mamma è morta, e quindi egli rifiuta lo, ha una forma di rigetto nei confronti di quest’idea, anche se momentaneamente la crede la migliore.  A che serve d’altronde lottare se la sua vita è una devastata oasi d’infelicità? Può scendere ancora più in basso? Sì, esiste l’abisso infinito, il punto di non ritorno, quando un uomo inizia ad odiare se stesso. Ed a quel punto che si fa? Poi arriva Ginny, un respiro nel fumo, un tocco di gelido sollievo. Volevo rappresentate un sollievo (perché la funzione di Ginny è appunto questa, risollevare il povero Draco). Sono felice che a te abbia dato queste sensazioni. Grazie, Grazie mille!

 

Patty: Inizialmente non doveva finire così, poi la storia è arrivata a quel punto e quindi…io mi limito solo a scriverla, è lei a parlare da sola. Ginny sente, percepisce qualcosa, è un emozione del tutto irrazionale (se avesse riflettuto pensi che si sarebbe comportata così?). E poi Draco ne aveva bisogno. La mia cattiveria ha un limite. Lontano e fittizio come l’orizzonte, ma ha un limite! Grazie!

 

Byakko: Dai, un piccolo sforzo e resisterai anche tu! Adesso vengono i capitoli più interessanti (forse non i più belli, almeno non secondo me), quelli dove ci saranno i colpi di scena e la storia raggiungerà il suo finale. Spero che continuerò a non deluderti, d’accordo? Grazie per il commento!

 

Lollo: hai visto? Alla fine si sono baciati (beh, baciati, insomma, forse è una parola troppo grande, e poi Draco non ha avuto il tempo di razionalizzare la cosa che lei è fuggita). Come reagirà Draco? È stata una doccia fredda l’inizio, vero? Ma cerca di capirlo, deve riuscire a far sentire meglio anche il corpo. Grazie!

 

Kyomi89: ringrazia tuo padre anche da parte mia! Draco ce la metterà tutta per rendersi la vita vivibile e lottare contro il Fato ostile e fedifrago, questo te l’assicuro. Quanto ad essere simpatico a Potter e co. … insomma, non è che ci tenga molto, capisco che ha fatto tanti cambiamenti nel profondo della sua anima, ma è pur sempre Draco Malfoy, no? Grazie per la recensione!

 

  

 

 

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Capitolo 14
*** Una nuova bufera ***


Le Stagioni del Dubbio

 

 

Parte Quarta: Primavera

*

Spogliami l’anima,

strato dopo strato

e divorala

con la voracità

che la tua fame di me

ti permette.

 

Bevi il mio spirito

a lunghi sorsi,

ubriacati di me

fino a perdere i sensi,

respirando la mia voglia

di averti.

 

Appagami

con i tuoi silenziosi assenzi,

rubami

alla mia triste quotidianità,

affogami

lentamente e dolorosamente.

 

Rendimi ebbra di te

nel mare dei tuoi occhi

e fammi

disperatamente pazza.

Questa è la mia preghiera:

Amami.

 

 

Capitolo XIII- Una nuova bufera.

***

A virgo infelix, herbis pascersi amaris!

 

Ah, fanciulla infelice, ti nutrirai d’erbe amare!

 

(Licinio Calvo)

***

 

Il giornale che giace al mio fianco mi fa schifo.

La voce di Pansy Parkinson mi fa schifo.

La divisa di Grifondoro mi fa schifo.

Lo sguardo di Silente mi fa schifo.

Questa scuola mi fa schifo.

La colazione mi fa schifo.

La mia vita mi fa schifo.

Io mi faccio schifo.

Mi alzo rumorosamente dalla sedia senza aver quasi toccato cibo. Qualcuno posa lo sguardo distratto sulla mia persona. Tiger e Goyle continuano ad abbuffarsi: è incredibile come la distinzione fra uomini ed animali appaia nulla nel loro caso.

Come ogni mattina da due mesi mi trascino in un angolo del parco con “La Gazzetta del Profeta” stretta in mano.

Prendo posto sotto quello che ormai da mesi considero come il mio albero, il mio rifugio.

Il mio migliore amico.

Appoggio la schiena sulla sua corteccia ruvida sempre pronta ad accogliermi.

Riassaporo il bacio (bacio?) di Ginny Weasley datomi sotto quelle fronde. Riscopro il mio dolore e la mia solitudine.

Apro il giornale, con la solita ansia quotidiana. Leggo gli articoli più importanti, quelli più desolanti, quelli più idioti.

Almeno per oggi il nome del latitante Lucius Malfoy non compare in nessun foglio del quotidiano.

Non compare il suo nome e neanche il suo volto distinto, aristocratico, così simile al mio, quel suo sorriso affettato, falso, quel bagliore omicida nei suoi occhi.

I miei occhi.

Ripiego il giornale. Oggi è sabato, niente lezioni. Posso restare e violentarmi l’anima all’ombra di questi rami ancora per un po’.

Posso osservare il tiepido sole d’aprile disgelare con una carezza timida i boccioli dei fiori, invitandoli a crescere, ad aprirsi. L’erba diventa più verde, l’acqua più chiara, le nuvole veli di zucchero.

È primavera, ma nel mio cure c’è il gelo di una mattina di gennaio, quando i vetri delle finestre sono appannati dal lungo ansimare ed il fuoco scoppietta irrisoriamente per l’intera giornata.

L’ombra di mia madre attraversa i miei pensieri oscurando ogni falsa gioia sul nascere. Come fantasmi i ricordi di lei si affollano nella mia mente urlando la loro angosciosa verità.

Il fatto che adesso sono solo.

Solo, con un tutore nevrotico ed inguaiato quanto me.

Solo, con un padre ricercato che vuole imprigionarmi  oltre una maschera argentea di crudeltà.

Ho subito temuto, dopo la sua evasione, che mi venisse a cercare, che tentasse di contattarmi.

Non ho avuto un biglietto da lui, un segnale, una qualunque forma d’esistenza. Forse nessuno gliel’ha permesso o forse non vuole veramente mettere in gioco anche me sulla scacchiera della sua vita, l’alfiere ribelle che non rispetta il re.

Eppure è come se sentissi ovunque la sua presenza. È come se ogni mio gesto fosse sorvegliato dal ghiaccio dei suoi occhi. La sua risata riecheggia nelle mie orecchie. Le sue parole sono la canzone perpetua della mia vita. Spesso ho la sensazione di voltarmi e ritrovarmelo alle spalle, con un ghigno sadico stampato sul viso e le braccia aperte pronte ad accogliermi nel suo inferno.

Forse, in verità, gli dovrei correre incontro. Dovrei lasciarmi condurre attraverso i suoi sentieri oscuri, dovrei permettergli di fare di me una pedina dell’Oscuro Signore, una pedina senza valore, pronta ad essere sacrifica per un nulla.

Cos’altro mi resta se no? L’unto dei capelli di Piton? La retorica inutile di Silente? Il buonismo gratuito degli abitanti di questa landa di onestà? Il perbenismo stomachevole e falso di chi è tanto superbo da credesi giusto?

Mi metto la testa fra le mani,  nel tentativo di coccolarmi da solo.

-Sapevo di trovarti qui.-

Come ho fatto a non accorgermi dei suoi passi? Come ho fatto a non sentire l’aroma della sua presenza?

Alzo la testa  socchiudendo gli occhi per l’irruenza il sole.

I capelli infuocati più del solito a causa della luce, la pelle chiara, le lentiggini sparse violentemente sulle sue guance, gli occhi d’acqua limpida, un sorriso vacuo dipinto sulla bocca rosa, Ginny Weasley, stretta nei suoi vestiti smessi, mi osserva in piedi.

Non dico nulla, mi limito a fissarla riprendendo un contegno degno di me.

-Orami ci vieni sempre- continua la voce timida di chi non sa come comportarsi.

-Ci vengo perché nessuno mi disturba- commento con tono distaccato voltando lo sguardo. Tento di fare il duro. Poi non ci riesco e riprendo a parlare. – È da un po’ che non ti fai vedere. Cos’è, paura che ti mangio?- domando ironicamente.

-Secondo mio fratello, sì- prende la mia battuta come un invito e scivola al mio fianco. Posso sentire il profumo dei suoi capelli e le sue vesti logore strofinano contro le mie impeccabili.

-Non vale la pena ascoltare tuo fratello- le dico spiccio -Non tutti risultano in famiglia. E lui è sicuramente idiota.-

Trattiene un sorriso scorretto –Cosa c’è di male nel preoccuparsi per una sorella?- chiede.

-Un bel nulla- rispondo brusco –se c’è un motivo per il quale vale la pena preoccuparsi. Altrimenti…beh, Weasley, altrimenti si è semplicemente dei paranoici ficcanaso idioti.-

 La sento fissare il mio profilo. Le lancio un’occhiata provocatoria quanto mi basta per accorgermi della sua espressione indispettita.

Poi parla.

-Secondo mio fratello mi vuoi portare a letto- una doccia fredda che gela ogni mio tentativo d’indifferenza.

Non ho il coraggio di muovermi o di guardarla. Non ho il coraggio di scoppiare a ridere per dissimulare ogni cosa. In effetti non ho il  coraggio di fare nulla. Resto fermo a guardare davanti a me senza vedere niente, bloccato nel mio stato d’atarassia.

Poi riesco a fare una domanda.

-E secondo te?- le chiede mantenendo un tono della voce pacato e neutro, ma non riuscendo a voltarmi per guardarla in faccia. Mi tradirei e ne morirei.

Lei invece fissa sfacciatamente il mio profilo, con una sicurezza che non dimostra affatto e che, in questo momento, invidio. Forse è tanto tranquilla perché non sente il sangue rimescolarsi nelle vene ed il cuore battere in ogni parte del corpo.

Cazzo, sto quasi sudando. Che fine ha fatto Draco Malfoy?

-Io penso che mio fratello ha ragione- la sua voce è più debole.  Mi volto verso di lei e, mentre i nostri occhi si sfiorano, arrossisce appena chinandoli in grembo.

-Ed allora, Weasley che ci fai qui? Vai a fare proteggere la tua virtù da tuo fratello!- la schernisco crudelmente.

Lei non risponde, sistema le ciocche rosse dietro le orecchie mordendosi le labbra.

-È vero?-la sua voce è un sussurro nel vento.

-Cosa?- le faccio eco stupidamente.

-Che mi vuoi portare a letto?- sembra una bambina intimorita ed ho un moto di tenerezza nei suoi confronti, moto che reprimo facilmente.

-Vedi cadere fuoco dal cielo?- soffio la mezza bugia a denti stretti.

-Però, potrei anche iniziare a fidarmi di te- sussurra le parole alzando la teste e sfidandomi con quel suo pezzetto di cielo.

Mi sento mancare qualcosa al centro dello stomaco. Respiro tre volte, conto fino a dieci pensando a dire qualcosa di utile, sensato,  qualcosa che non possa compromettermi, qualcosa che mi faccia essere Draco Malfoy.

Ma più guardo il tremore delle sue iridi chiare meno riesco a pensare, sento solo il sangue affluire di più nella  mia mente.

Ed allora faccio l’unica cosa che sarei riuscito a fare in quel momento.

Con un gesto repentino, come se temessi di non trovare più il coraggio, senza la delicatezza necessaria per compierlo, le afferro con la mano destra il volto e, portandolo ad un soffio dal mio, la bacio.

Sento un suo respiro smorzato per la sorpresa, mentre afferro la sua bocca rigida con le mie labbra dischiuse.

Ma è solo un momento di smarrimento.

Poi, con un corto sospiro si abbandona a me, schiudendo le labbra ed ricercando con voracità il mio bacio, stringendosi al mio corpo, seguendo i movimenti della mia lingua.

Le sue braccia si stringono al mio collo, una mano accarezza i miei capelli, mentre io le stringo con calore il bacino.

Continuiamo a baciarci senza respiro, senza consapevolezza, con una frenesia esagerata, sentendo entrambi il bisogno inconscio l’uno dell’altra. 

La stringo sempre più forte e senza rendermene conto  le mie carezze si fanno sempre più audaci.

Mi stacco di botto dalla sua bocca.

-È tutto sbagliato- le sussurro poggiandole la mia fronte sul naso e passando lievemente le mie dita sulla sua schiena. Lei scioglie il suo abbraccio- Noi siamo sbagliati- concludo  senza staccarmi da lei.

-Draco…- la sua voce arriva titubante al mio orecchio.

Non alzo la testa, non le do il tempo di replicare. –No, sta zitta, non parlare- decido di non arginare questo riflusso di coscienza, forse l’unica azione pienamente giusta della mia esistenza –Io sono Draco Malfoy, una miriade di guai, tu sei Ginny Weasley, una ragazzina di quindici anni che finirei per rovinare irreparabilmente. La mia vita è un buco, un immenso vuoto. Io, io stesso sono una voragine di nulla, di disperazione, d’angoscia, d’incertezze. Fuggi, adesso che sei ancora in tempo, non  gettarti a capofitto nel vuoto della mia anima. Non suicidarti in me, non ne vale la pena. Ascolta queste mie parole, perché è l’ultima volta che le dico. Perché ti voglio troppo, ti desidero troppo e questa mia voglia prepotente non lascia spazio ad altri sentimenti- inizio a baciarle il mento, poi la guancia, ad occhi chiusi, infine il naso, poi nuovamente la bocca, lentamente, dolcemente,  mentre lei ricambia il mio bacio tremando.  Mi stacco di nuovo.

-Non so perché è successo, non so com’è successo. È solo che da un giorno all’altro tu sei cambiata, dal nulla sei diventata il tutto, tu, che rappresenti tutto ciò che non avrei mai potuto desiderare, tu, che non sono mai riuscito a scorgere fra la folla. Ed è capitata una cosa stranissima, è capitato che mi sono ritrovato a seguire il tuo profumo, ad alienare i tuo sguardi, a tremare al timbro della tua voce. Non so che cosa significa, ma so solo che da mesi vorrei solamente fare sesso con te e che potrei impazzire se ciò non accade.-

Un altro bacio, ad occhi chiusi, per non vedere la verità, per non vedere il dolore.

-Ma noi siamo la notte ed il giorno, noi, non possiamo…io…tu…le nostre famiglie…anche se io non ho più una famiglia- sorrido amaramente sulle sue labbra. Scendo a baciarle il collo lentamente.

-Noi possiamo fare ciò che vogliamo- la sua voce è leggera come un’unica goccia di rugiada su di una larga foglia. –Ci siamo solo io e tu.  Non io, tu e la nostra famiglia.-

-È sbagliato Ginny. È tutto sbagliato- la mia voce giunge lontana, fra baci e carezze, poco convinta, la mia mano si perde fra le pieghe della sua gonna.

Dei passi di corsa, veloci.

Ci allontaniamo, come in preda ad una scossa elettrica.

Per la prima volta ci guardiamo negli occhi confusi e spaventati. Ci rialziamo in fretta, provando a darci una sistemata.

-Ginny, che cosa stai facendo?-

Potter spunta come una spia internazionale, all’improvviso, le gote in fiamme, gli occhi verdi furenti.

Inizio a contare in latino per vincere l’istinto omicida che mi sconquassa i nervi.

Ginny si morde le labbra con aria colpevole, senza dire nulla per discolparsi. Io, inaspettatamente, provo una sensazione di profondo piacere.

Perché io ho una cosa che lo Sfregiato non potrà mai avere.

-Che cosa significa tutto questo?- ringhia avvicinandosi  con un passo minaccioso.

Mi muovo per intervenire, ma lei con un’occhiata significativa m’intima di non muovermi.

-Non sono affari tuoi, Harry. Dovresti smetterla di mettere il naso in cose che non ti riguardano proprio.-

Brava la piccola Weasley! Stavolta mi è proprio piaciuta. Lancio un sorriso soddisfatto e di superiorità al supereroe nazionale.

-Cosa ci facevi nascosta dietro ad un albero con Draco Malfoy?- questo ragazzo le cose se le cerca proprio.

-Guardavamo le formiche, cosa credi che potessimo fare?- gli rispondo esasperato.

Mi fulmina con lo sguardo.

-Te lo ripeto, Harry- Ginny si avvicina a lui puntandogli l’indice contro –non mettere il naso nelle mie cose, mai. Altrimenti rischi di perdere la mia amicizia.-

Mi getta uno sguardo lungo una frazione di secondo che significa troppe cose perchè la mia mente riesca a sintetizzarle.

Poi se se va via, con passo misurato ed una grazia che non ho mai notato.

Io e Potter restiamo a guardarci in cagnesco, attendendo che lei sia abbastanza lontana per discutercela. Esco fuori una sigaretta e l’accendo.

-Non te ne offro una perchè so che sei troppo bravo ragazzo per accettarla- lo schernisco ghignando.

-Ti uccido Malfoy!-  la sua mano stringe nervosamente la bacchetta.

Prendo una boccata di fumo, appoggiandomi all’albero. –Non hai moderazione nelle tue cose. Sei sempre esagerato.-

-Che  diavolo blateri- smozzica – ti sei dato alla non violenza adesso?-

Annuisco con fare convinto –Non lo sai  Potter? Sono diventato un figlio dei fiori. Pensa,  io e Blaise abbiamo intenzione di  fondare una Comune….!-  

Attendo che comprenda appieno le mie parole. Forse mi aspetto troppo da lui  –Ma che fai, mi prendi in giro? -

Scuoto la testa con convinzione –No, quello lo fai già da solo.-

Mi rendo conto d’averlo disarmato a parole. Mette le mani sui fianchi osservandomi con un cipiglio poco persuaso.- Cosa vuoi da noi, Malfoy?-

Emetto un sospiro esagerato. Mi stacco dall’albero e lo sorpasso gettandogli una boccata di fumo in faccia.

-Rinunciaci Potter, la Weasley non te la dà- gli dico con un tono che non ammette repliche, avanzando verso il castello.

Lui utilizza tutto il suo autocontrollo per non saltarmi alle spalle come uno sciacallo.

Dopo essermi allontanato di qualche passo mi volto, colto da un’improvvisa ispirazione.

-Ah, Potter, volevo darti un consiglio- gli dico ad alta voce – la prossima volta che ti passa per la testa di farti gli affari che non ti appartengono, lascia perdere. Fa un favore a te stesso ed a tutto il mondo: va’ a farti una sega.-

Gli volto le spalle e vado via.

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OK, scusate la conclusione un po’ grezza, ma avevo un sassolino nella scarpa da togliermi e poi, tentate di capire il povero Draco…

Allora, credo che, giunti a questo punto, il povero Draco abbia troppo subito. Merita un po’ di felicità no? (tenete pur conto che il mio concetto di felicità è diverso dal comune…).  D’accordo, posterò il prossimo capitolo martedì (vi piacerà, già il titolo è tutto un programma…), poi partirò per una settimana… vi ritrovo tutti quando torno, vero?

Allora, che mi dite, vi è piaciuto? Io, lo ammetto, non è fra i miei preferiti, potevo fare di più! Aspetto numerose recensioni, vi raccomando!

 

Adesso le risposte alle passate recensioni:

 

Byakko: sì, la cattiveria è qualcosa di proprio della mia persona, ma con questo capitolo mi sono fatta perdonare…ehm, visto il finale… no OK, se la crudeltà avesse un nome sarebbe il mio. Sì, Lucius non ci voleva proprio, puoi dirlo forte. Sarebbe bello se restasse buono buono in silenzio e lontano dal mio Draco però… non credo proprio sia il caso! Grazie!

 

Kyomi89: Sì, Lucius non faciliterà molto l’evolversi della situazione. Sicuramente quest’evasione non aiuterà Draco, era molto meglio quando se ne stava  chiuso ad Azkaban dove non poteva nuocere nessuno… eppure è pur sempre suo padre…mhh conflitto di sentimenti! Vediamo come va a finire, non ci vuole tanto, ormai! Nella tua classe che un sosia di Blaise? Ah! Però se non gli somiglia quanto a carattere, la parte più importante, non è proprio Blaise! Comunque Zabini non si droga nel vero senso del termine, si fuma qualche erba magica, perde un po’ il contatto dal mondo, tutto qui! Grazie per la recensione!

 

Patty: diciamo che sono dodici capitoli che si attende l’evasione di Lucius. Ed adesso la storia si fa veramente complicata, si è arrivati al punto in cui tutti i nodi dovranno venire al pettine. Io vedo Harry e Ron molto infantili. Infantili ed anche un po’ imbranati a dirla tutta. Insomma, non è che la Rowling sia molto verosimile quando descrive un ragazzo di quindici anni che come commento al suo primo bacio dice semplicemente che è stato umido…. Il mio Draco Malfoy rappresenta per il modo di fare un ragazzo di 16/17 anni, così come è realmente. I miei amici, che sono poco più grandi di lui, si comportano così, come ragazzi con degli ormoni funzionanti. Non è il punto di vista dei “Serpeverde” che li rende bambini, è stata la Rowling che ha ritardato lo sviluppo sessuale di quei poveri ragazzi! Io ho comunque esagerato la cosa, come sono solita fare! Grazie mille!

 

Lollo: oh, beh, io ho dato un capitolo di tregua a Draco (questa è una ragazza veramente generosa!). A parte gli scherzi anche io ho pensato che sia stata un errore mettere la morte di Narcissa e la fuga di Lucius a così breve distanza. Eppure ho lasciato tutto com’era perché si sa, il Fato non guarda in faccia a nessuno e le disgrazie non vengono mai da sole. Grazie per il commento!

 

Iago: ho capito che voleva essere un complimento e, credimi, ne sono lusingata! Blaise rispecchia sia i miei pensieri che i miei ideali più puri, ciò che sono e ciò che mi piacerebbe essere (non una bisessuale fumata, il resto….!). Torna il caro, vecchio buon Lucius (ipocrita che non sono altro…). Non so cosa sarebbe successo se lui fosse evaso prima del suicidio di Narcissa….le risposte sono racchiuse tutte nel capitolo 16, e comunque credo valga la pena rileggere la sequenza del suicido di Narcissa…c’è qualcosa che potrebbe non tornare… basta, non parlo più! Quanto a Draco…certi dubbi si sciolgono solo arrivati al finale! Grazie tantissimo!

 

Yeran: il mio scopo è quello di far diventare tutti lettori appassionati! Sì, Draco è piuttosto preso di mira, non gli risparmio dolore, che posso farci, la vita è dura , no? Grazie per i complimenti a Blaise amore-della-mia-vita sono felice che ti piaccia!Grazie per il commento!

 

Tink: non preoccuparti, non succede nulla se manchi qualche capitolo, abbiamo tutti i nostri quotidiani problemi ed occupazioni. Non fa niente, davvero! Oramai la ff è quasi finita, fra  pochi capitoli chiuderò i battenti, ed adesso c’è la parte più…importante? Non so come definirla. Non è la mia preferita eppure è quella dove tutto si conclude. Allora, hai capito qualcosa su Narcissa? Dovesse venirti qualche idea non esitare a contattarmi, mi diverte sempre conoscere le supposizioni dei lettori.  Grazie comunque per la recensione!

 

Sabry_Slytherin: non preoccuparti, anche io starò via una settimana alla volta di Praga! Non vedo l’ora di partire sinceramente! Sì, Lucius è evaso, le carte si rimescolano, quale mano capiterà al povero Draco? Avrà Ginny come jolly? (lo scopriremo alla prossima puntata!). Ti piace davvero la  filosofia di Blaise? Mi sento lusingata! Grazie mille!

 

Sissichi: Beh, Draco a poco a poco proverà meno astio nei confronti di Blaise, forse perché inizierà a conoscerlo, forse perché imparerà a comprenderlo. Momentaneamente lo vede con un po’ di distacco ed un tantino di biasimo; non si sofferma a giudicarlo, ma non tenta di capirlo. Credo che Blaise sia la tipica persona che non può stare indifferente, o la si ama  o la si odia, ma sono emozioni forti che gli calzano a pennello, vanno entrambe bene. Sì,zittisce il trio con un vero colpo di classe! Quella secondo me era una delle parti più divertenti della fanfiction (che in sé non è per nulla divertente, tutt’altro!). Adesso bisogna solo attendere i successivi capitoli! Grazie per la recensione!

 

Gioia: OK, devo forse iniziare a preoccuparmi? Premetto che non guardo la casella di posta elettronica da tempo (domani o stasera lo farò….!) quindi se mi hai raccontato l’accaduto… ne sono all’oscuro. Ma visto e considerato che ho una vasta immaginazione mi sono già fatta una vaga idea di quello che può essere successo…Scrivere qualcos’altro? Come fanfiction? O beh, forse qualche one-shot potrei scriverla, ma non aspettarti altra roba come questa… sto lavorando su qualcosa di pienamente mio, lo sai. No, non pago i commentatori, lo sai che sono spiantata. Potevo pagarli in natura, ma sono quasi tutte femmine….(OK, censura questa, era di pessimo gusto). Ho lasciato qualche post su IOS, ma così per fare… Bava, Bella e Sadica? Mah, non so quanti sono d’accordo con te, comunque, anche se fosse vero, vorrà dire che c’è gente che vuole di più dalla vita! Grazie infinitamente, amica mia, ti voglio bene, mi farò sentire presto!

 

Naki: una nuova commentatrice, ben venuta! Anzitutto grazie davvero per i complimenti, alimenti il mio ego smisuratamente orgoglioso! Hai ragione tu, i riferimenti alla cultura classica obbiettivamente non hanno molto in comune con HP, però io in questa ff ho parlato di sensazioni, emozioni e sentimenti imperituri nella storia dell’animo umano, e la voce degli antichi riecheggia nei secoli descrivendoli con quell’armonia che solo l’età classica ha saputo dare. E poi sono incapace di tenere alcune cose fuori da me, perdono! Grazie per il commento!

 

 

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Capitolo 15
*** Fuoco dal Cielo ***


 

Parte Quarta: Primavera

 

Capitolo XIV- Fuoco dal Cielo

***

Di magni facite ut vere promittere possit

atque id sincere dicat et ex animo

ut liceat nobis tota perducere vita

aeternum hoc sanctae foedus amicitiae

 

O grandi Dei, fate che lei possa promettere veramente

e dica ciò spontaneamente dal profondo dell’animo

perché ci sia concesso di perseverare l’intera vita

in questo nostro eterno patto d’amore sacro.

 

(Catullo, Carme 109 vv. 3-6)

***

 

 

- Va’ via Weasley.-

Ella è qui, sola, con i suoi capelli ignei e quei suoi occhi di cielo, le labbra strette per non permettergli di tremare.

Le candele con le loro fiamme danzanti creano ombre sinistre sulle spoglie mura di pietra di questo corridoio.

Fa freddo, è tardi.

La notte ha ingoiato la terra con il suo manto di buio, in silenzio,  rendendosi complice di questo giuramento fra anime.

Ma ella è qui  e sul suo volto lentigginoso dall’espressione bambinesca si legge determinazione.

Si leggono tutte le certezze che non ho mai avuto, tanto solide da scacciare ogni paura ed ogni ansia.

E così, vagando come un’anima in pena in questo corridoio, lo stesso che mesi prima ha ascoltato l’eco della nostra risata, l’ho vista, con le spalle attaccate al muro e l’aria di chi attende da tempo qualcuno.

O qualcosa.

Ho sentito una stretta forte al mio stomaco. Una miscela inorganica di sensazioni mi ha offuscato la mente.

Mi sono avvicinato a lei, con passo fermo, dignitoso, convinto nella mia insicurezza.

Le ho guardato l’anima attraverso la trasparenza dei suoi occhi, il tutto senza scambiarci una parola.

Ed ho avuto la certezza che ormai è mia, senza clausole, senza scambi, senza rate.

E mi sono sentito, in fondo, molto in fondo, un bastardo.

Perché portandola con me, nella mia confusione, nella mia degradazione, nel mio dolore, la farei perdere.

La ucciderei, come mio padre  ha ucciso mia madre.

Ed allora, una parte di me, quella piccola parte nascosta fra le pieghe del mio orgoglioso essere, ha parlato:

- Va’  via, Weasley- ho detto scostandola e provando a passarle accanto.

Ma Ginny non si  muove.  È rimasta ferma, immobile, lo sguardo fisso avanti a sé, incrollabile.

Mi blocco respirando pesantemente, tentando di attutire i battiti eccessivi del mio cuore, le pulsazioni dirompenti della mia anima.

La sua mano si posa sul mio braccio, leggera come una piuma. Mi volto piano, sentendo  le sue braccia gracili stringersi al mio torace, mordacemente, e la sua testa affondare sul mio petto, pesantemente.

L’odore dei suoi capelli mi stordisce i sensi. La mia voglia di lei preme inarrestabile.

Affondo le mani fra quelle fiamme senza fuoco, la spingo forte contro di me.

-Va’ via, ti prego- mormoro senza convinzione –non ucciderti in me.-

Lo dico con il tono di chi supplica di restare, mentre appoggio la mia guancia su quel tessuto rosso.

-No- la sua voce, vibrante, giunge ovattata dal mio petto – non m’importa di altro ormai.  Non me ne frega nulla.-

Alza la testa per baciarmi.

La debole, gracile, inerme, parte di me che ha lottato per fare la cosa giusta, la cosa corretta, cede, muore, s’ingoia nel mare in tempesta della mia voglia.

Non so in base a quali istinti finiamo dentro ad un aula libera.

Non so fra quanti baci ci ritroviamo stesi a terra, sul mio mantello.

Sento solo il suo sapore, il suo odore, la furia rossa della sua testa.

L’oscurità della camera preme su di noi, ci accarezza fra le nostre carezze, ci scivola come i nostri vestiti.

Il suo corpo sotto il mio è morbido, è teso, è mio. Lo sento attraverso la mia pelle, attraverso i pori della mia anima.

Le mie carezze si spingono verso luoghi inesplorati, con una dolcezza che non ho mai avuto. Non riesco a vedere l’azzurro dei suoi occhi aperti a guardare il buio, ma riesco ad immaginarlo, nuotandoci attraverso, naufragando sul suo corpo cedevole, perdendomi fra le mille sfumature del suo essere.

Disegno arabeschi di baci su quella pelle di pesca, mangiando un po’ del suo corpo nudo, incapace di appagarmi.

Racchiudo il mio spirito in ogni soffio sulla sua pelle, respiro lei donando me. Sfioro ogni sua parte, ormai non più nascosta,  me ne approprio con voracità.

 E  poi, dopo aver a lungo straziato le nostre voglie, scivolo in lei, come un fuggiasco nella notte, come un maratoneta al suo faticoso traguardo. 

Come la fine nebbia dell’alba acceca con dolcezza gli occhi al mattino, fragilmente, con timorosa devozione, così, si appende a me, con le sue unghie deboli, incapaci di perforarmi la carne.

Sono io a perforarle l’anima, sciogliendo il casto nodo della sua verginità, irrompendo con disarmante grazia oltre la barriera della sua psiche.

Mi eclisso da me e mi perdo dentro di lei, disperdendo le molteplici spire delle mie sensazione, crollando in  un orgasmo sconosciuto, mai provato, che attraversa anima, mente e corpo trasversalmente in un singulto affannato fra i suoi seni.

Non sono più Draco Malfoy, sono Ginny Weasley. Esco dai miei confini ed entro nei suoi, dimentico dove finisco io ed inizia lei.

Cedo ad occhi aperti, non vedendo altro che buio. Con una mano cerco il suo volto. Sento le sue guance bagnate dalla rugiada delle sue lacrime.

Bacio la turgidità delle sue labbra tremanti.

E come uno schiaffo in pieno volto, come una pugnalata ad un corpo moribondo, come un frammento di ghiaccio sulla schiena, sfugge fra il mio respiro ed il mio bacio una cosa che non ho mai pensato.

-Ti amo.-

Sento le sue labbra sulle mie sorridere.

.

La finestra è aperta. C’era qualcosa di troppo soffocante in quest’aria. L’ho dovuta aprire per sentire il gelo della notte sulle mia pelle nuda ed in più punti arrossata.

Hogwarts dorme, ignara che un Malfoy ed una Weasley si sono amati scambiandosi le anime ed intrecciando le loro vite, inevitabilmente.

Il cielo è buio, qualche stella balugina raramente, rischiarando la notte, mentre l’argento della luna è sulla via del declino oltre i monti.

Tutto tace, nulla s’ode oltre al fischio dei gufi, un’eco lontano nel silenzio,  ed il respiro delle tenebre.

Vedo il mio fiato condensarsi davanti al grigio dei miei occhi, mentre poggio le mie mani, quelle mani che fino a pochi minuti fa sono state sulla pelle calda di Ginny, sulla fredda pietra della finestra.

Inspiro la notte, inspiro quest’aria intrisa di troppe sensazioni sconosciute. Accolgo quella debole fiammella di gioia che si è accesa da qualche parte nascosta di me.

Ho affittato un angolo di paradiso dal quale rischio di essere presto sfrattato.  Ho fatto lo sbaglio più dolce e più bello della mia vita.

Disarmante, come un colpo alle spalle, giunge fra i miei pensieri rilassati, il ricordo delle mie parole, soffiate bocca contro bocca.

Ho detto a Ginny di amarla.

Le ho detto “Ti amo”.

Io ho detto “Ti amo”.

Una sensazione inedita, che sono incapace di registrare come piacevole o spiacevole, si appropria con violenza di me, facendo barcollare il mio stabile orgoglio.

Facendo barcollare i pochi punti solidi della mia vita.

Mi sono innamorato.

Io. Draco Malfoy.

No, forse mi sono sbagliato.

Che cos’è l’amore, d’altronde? Chi lo conosce, chi me lo può descrivere?

Io non so cos’è l’amore, come faccio a dire di essermi innamorato? Potrei  sbagliarmi, sicuramente mi sono sbagliato.

Perché caspita mi sono scappate quelle due parole inutili, perché non sono stato capace di trattenerle fra le labbra,  perché le ho dette senza intermezzo di pensiero?

Io non amo Ginny Weasley. Me la volevo fare. Avevo voglia d’infilarmi dentro di lei da mesi, avevo voglia di fare del sesso.

È stato del sesso diverso, d’accordo.

Ho provato qualcosa che non avevo mai provato, va bene.

O forse non è stato sesso.

Adesso che mi sono tolto la voglia di lei tornerà tutto come prima.

Uscirà dai miei pensieri.

No, invece, io vorrei averla di nuovo, subito, ora, domani, per sempre, vorrei specchiarmi nella fragilità del suo sguardo, perdermi nella sua debole forza, lasciarmi attraversare dal suo spirito.

Morire crocifisso su quel suo corpo che è mio.

È questo l’amore? Il desiderio morboso, viscerale, carnale, di un qualcosa? Questo desiderio perverso che poi trascende la carne e s’impossessa con violenza inaudita dell’anima? Una presenza perenne che respira attraverso i pori della pelle, che s’insinua come veleno negli umori del corpo? Che vive nel sangue, che muore in un orgasmo lento ed imperituro?

Cazzo.

Ho fatto il più grande errore della mia vita.

Mi sono innamorato.

Ed anche della persona sbagliata.

Ginevra Weasley.

Ma che colpa ne ho adesso? Questa forza metafisica agisce irrazionalmente, non ti lascia spazio di scelta o possibilità d’evasione. O l’appaghi o ne muori, inchiodato ad un’infinita sofferenza.

L’unica cosa positiva è che, forse, non si ama se non si è un po’ amati. Può nascere questo sentimento vigoroso nel nulla? Può basarsi sul niente?

Guardo alle mie spalle, accendendo un po’ la bacchetta per rischiarare appena l’ambiente.

Ginny dorme, coperta dalla mia camicia, le ginocchia al petto, abbracciata in un sonno senza innocenza.

La osservo  nella semioscurità, perdendomi in quelle forme  minute, riassaporando sulle labbra ciascuna di queste.

Io amo Ginny Weasley.

E, per sua enorme disgrazia, Ginny Weasley ama me.

È un bel pasticcio.

Eppure, per la prima volta dopo tanto, troppo, tempo, mi sento felice.

Angosciato, spaventato,  disorientato, ma felice.

Buffo.

Spengo la bacchetta e guardo nuovamente fuori.

Adesso, forse, ho finalmente trovato qualcosa che mi faccia continuare a vivere. Una ragione da trascinarmi con il lento andamento dei giorni, qualcosa al quale aggrapparmi con tutto il vigore che la mia disperazione permette.

Qualcosa che rischia di piombare nel vuoto con me.

Forse dovrei rivestirmi ed andare via, lasciandola sola in questa stanza, nuda come lei.

Piangerebbe, starebbe male per un periodo, ma dopo, fra tanto tempo, mi ringrazierebbe.

Sarebbe la cosa migliore da fare per lei.

Ma io sono ormai troppo debole. Il dolore mi ha divorato dentro, rendendomi un fragile riflesso del ragazzo che ero.

Non ho il coraggio di abbandonare questa fiammella di gioia. Non ho il coraggio di oscurare la pallida luce di sole primaverile.

Non ho il coraggio di restare nuovamente solo.

Guardo il cielo oscuro della notte fonda riflettere i miei pensieri.

La sento dietro di me muoversi.

-Draco?-

La sua voce giunge dal buio, spaventata, come quella di una bambina svegliatasi in una notte di temporale.

-Sono qui, Ginny- la tranquillizzo dalla finestra.

I suoi passi  nudi mi raggiungono.

Rabbrividisce stretta nella mia camicia e si stringe al mio fianco.

Istintivamente l’abbraccio forte, facendole sentire la mia presenza, fuori e dentro lei, affogando nella sua marea color sangue.

-Fa freddo- la sua voce accarezza il mio orecchio- che fai qui?-

Fisso il paesaggio addormentato fuori dalla finestra qualche secondo.

D’un tratto, improvvisamente, una  stella attraversa il cielo con una scia fiammeggiante.

-Guardo il fuoco cadere dal cielo.-

Mi abbandono alla dolcezza del suo bacio.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Allora posto questo capitolo di fretta, sono con l’acqua alla gola!

Che ve ne pare? Non ci crederete ma è stata una faticaccia scriverlo, non volevo essere oscena così ho utilizzato la poesia, poi non volevo entrare nei particolari perché mi sembrava di violare l’intimità dei miei personaggio (e per una ragione inspiegabile, la mia) così è venuto fuori questo capitolo ed io… non so, a voi il verdetto.

Adesso avrete n periodo di pausa perché parto e non potrò postare prima di mercoledì 27. Ma vi raccomando, commentate in tanti, così quando torno mi fate felice!  Almeno vi ho lasciato con un capitolo positivo!

Invito a recensire anche tutti coloro che seguono questa fanfiction ma non lasciano mai un salutino… so che sono tanto perchè le miei pagine sono lette da molti!

Un bacio enorme a tutti! Grazie!

 

Adesso le risposte alle passate recensione (perdonatemi se ho scritto stupidate, non ho riletto!)

 

 

Sabry_Slytherin:  Grazie, sono felice di essere riuscita a trasmetterti delle emozioni forti. Il precedente capitolo era un po’ diviso in due parti, la prima triste ed angosciante, la seconda…beh, la seconda era diversa! Draco, poveraccio, meritava qualcosa di più e mi sono intenerita, così in questi due capitoli ho deciso di dargli una tregua…! Draco che manda Potterino Salvatore di Tutti i maghi a farsi una sega tirando da una sigaretta? La Rowling ama troppo il suo Harry difensore dei deboli per scrivere una cosa del genere! Quanto a Zabini… si rivedrà, non prestissimo ma si rivedrà! Grazie!

 

Meimi: Grazie, sono felice che continui a leggere  e che la mia ff ti piaccia! I complimenti a Draco ed alla mia introspezione psicologica mi fanno sempre piacere. I discorsi prima e dopo il bacio sono stati difficili da scrivere, non volevo cadere né nel banale, né nel delirio. Sono felice che ti siano piaciuti! Grazie per il commento!

 

Tink: Andiamo, non essere troppo crudele nie confronti di te stessa. Te l’ho già detto, non fa nulla! Sì, Potter dovrebbe pensare di più a come salvare il mondo e distruggere Voldemort anziché posare i suoi quattro occhi su argomenti che non lo riguardano! Come avrà fatto poi ad arrivare proprio sul più bello (e se non lo so io chi lo dovrebbe sapere? Mah…). Era da tempo che volevo che qualcuno mandasse Potter a farsi una sega, più di una volta leggendo i libri mi sarei accontentata di uno più ordinario Vaffan…Ma come sempre La cara Bowling deve sempre fargliela passare liscia al bambino sopravvissuto… Uffa! Lucius… andiamo, lo sai che non te lo posso dire! Certo, non l’ho fatto evadere per fargli fare una nuotata dall’Isola di Azkaban alla Gran Bretagna… ma lo saprai non appena torno, non preoccuparti! Grazie per la recensione!

 

Patty: sono felice che ti sia piaciuto il mio capitolo, temevo di essere stata un tantino banale, ma se a voi e piaciuto…! La Rowling è partita con un personaggio appena undicenne ed adesso si ritrova fra le mani un sedicenne, ma si ritrova logorata da un problema: l’aumento dell’età di Harry ha fatto aumentare anche l’età media dei lettori? Per non finire in incresciosi problemi ha fatto in modo che la crescita di questo personaggio sia stata relativa; insomma, non mi pare che fra un Harry undicenne ed uno quindicenne (quasi sedicenne alla fine di OotP) ci sia stato un grande cambiamento! Grazie mille!

 

Ida59: Mi auguro davvero che ti piaccia e che tu trovi un po’ di tempo per leggerla, anche se è molto diversa da Snake’s Whistle (ho ritagliato un po’ di spazio per Piton qua e là…). Anche io devo chiederti perdono, ho visto che sta pubblicando un altro lavoro, ma non ho avuto tempo di leggerlo per bene…. Mi sono comunque ripromessa di farlo non appena avrò un pomeriggio libero, promesso! Grazie comunque!

 

Iago: ah, ah, San Potter Vergine e Martire! Ho riso fino alle lacrime! Certo che gli dona davvero! Sì, è un ingiustizia, adesso che finalmente potevamo concludere qualcosa, meno male che Ginny (la mia, più silenziosa e sottomessa della tua ma in fondo all’anima caparbia fino a farsi male) ha pensato a sistemare la situazione! Quanto al buon vecchio caro Blaise, si rivedrà. In principio non doveva avere più parti in questa ff, ma c’è stata un’occasione che me l’ha fatto uscire dall’armadio….sempre utile quel benedetto ragazzo! Quanto all’accenno al suicidio nel tuo passato commento… brava la mia lettrice attenta… ma non fare indispettire gli altri, shhhhhh….Grazie mille, come sempre!

 

Kyomi89: Draco ha messo il suo cuore su di un piatto d’argento e l’ha offerto a Ginny, senza riserve. Era…beh, sì, un po’ romantico c’era in effetti,anche se io sono restia ad ammetterlo! Quanto a Potter, è pazzesco come quel ragazzo faccia sempre le figure più belle! Sì, dovrebbe pensare a Voldemort piuttosto che a Ginny! Grazie per il commento!

 

Yeran: Che bello, allora siete tutti d’accordo con Draco! Evviva, mi sento soddisfatta! Grazie per i complimenti sono lusingata! Potter come ho già detto, ha tante cose alle quali pensare, invece mette il naso in affari che non lo riguardano… finisce che ci rimette le penne quel rompiscatole! Dovrebbe dorarsi qualcosa di serio da fare accidenti a lui! Grazie mille!

 

Seyenne: beh, coloro che vivono al mio fianco ne sanno qualcosa delle mie frasi, di tanto in tanto mi scappano cose del genere mentre faccio discorsi tranquilli con i miei amici! Mi vengono spontanee, non so! Nel passato capitolo draco si è spogliato davanti a Ginny, e rimasto nudo solo con il suo essere, per la prima volta a buttato via la maschera ed abbattuto la muraglia fra lui ed il resto del mondo. Si è aperto ad un’altra persona. Forse è per questo che l’hai sentito più vicino, più vivo. Grazie per la recensione.

 

Lollo: effettivamente non è fra i migliori che ho scritto o forse è quell’alone di romanticismo che mi da fastidio, non so… Eppure sono felice che ti è piaciuto, sia a te che agli altri! In questo capitolo Potter non è spuntato, hai visto (ci mancava, credo che Draco avrebbe ucciso l’autrice….!)? Allora buon viaggio, quando torno spero di vedere anche un tuo commento! Grazie tantissimo!

 

Byakko: Sì, me la potevo evitare, ma non ho resistito all’idea di Potter che spunta come un fungo e Draco che si vendica utilizzando tutto il sui crudele sarcasmo. Sì, lo so, sono sadica, ma devo sfogarmi in qualche modo, no?

 

Sissichi: Non sei l’unica alla quale è piaciuta quella frase ed io sono felice di averti colpita, sono espressioni che mi nascono spontanee, così, scrivendo, è la storia a dettare i suoi tempi e le sue parole. Grazie per la recensione sempre puntuale!

 

 

 

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Capitolo 16
*** Il Colore del Contrasto ***


NOTA DELL’AUTRICE: Mi è stato fatto presente che il mio lavoro ha qualche analogia con la fanfictionHarry Potter e al Profezia dell’Unicorno” di nisi corvonero.  Io posso affermare in tutta sincerità che tutto ciò è puramente casuale, in primo luogo perché non ho mai letto la sua fanfiction, in secondo luogo perché non ne avrei avuto modo visto che gran parte del mio lavoro è stato scritto fra agosto-settembre del 2004 ed in seguito completato a gennaio, quando, a quanto ho avuto modo di vedere, nisi corvonero ha iniziato a postare i primi capitoli.

Mi dispiace che ci sia stato questo malinteso e spero che questa mia nota possa chiarire tutto. Non so quali siano le analogie fra i due lavori, ma appena avrò tempo m’impegnerò a leggere “Harry Potter e la Profezia dell’Unicorno”.

L’unica cosa dalla quale posso aver preso spunto scrivendo questa fanfiction, tralasciando i brani citati ad inizio di ogni capitolo, sono stati i testi delle canzoni del mitico Marco Masini che ho ascoltato ininterrottamente durante il mio lavoro. Approfitto di questa nota per citarlo e ringraziarlo d’esistere.

 

- - - - - - - - - -

 

Parte Quarta: Primavera

 

Capitolo XV- Il colore del contrasto.

***

Libertas, quae sera, tamen respexit interim,

candidior postquam tondendi barba cadebat;

respexit tamen et longo post tempore venit.

 

La libertà, benché tardi, si volse tuttavia a guardarmi,

dopo che radendomi la barba cadeva più bianca;

così si voltò e, dopo lungo tempo, venne.

 

(Virglilio, Bucolica I, 27- 29)

 

-È davvero troppo strano, Draco.-

Severus Piton scuote il capo da sopra di un suo stomachevole miscuglio.

Il suo studio mi sembra un ripostiglio fetido  e rivoltante. Vorrei fuggirne a gambe levate e respirare l’aria dalla bocca di Ginny.

-A cosa si riferisce professore?- chiedo stupidamente sistemandomi sulla sedia di fronte a lui.

Piton sbuffa, portandosi i capelli unticci dietro le orecchie, il naso adunco sulla pozione.

-Smettila per favore di chiamarmi professore, mi sembra una presa in giro- sbotta di malagrazia, io alzo gli occhi al cielo –Non mi hai chiamato professore per tanti anni mi spieghi perché dovresti farlo adesso che sono il tuo tutore?-

-Non ti prendevo in giro, Severus- gli rifilo senza troppi complimenti la mezza bugia –visto che adesso sei mio professore credevo che per par condicio-

-Ora non siamo in classe!- puntualizza con una nota isterica.

-La par condicio non deve essere necessariamente limitata all’ambiente scolastico…- inizio, ma la sua voce m’interrompe scocciata.

-Dì un po’, non è che stai iniziando a frequentare un po’ troppo Zabini?-

Rido amaramente –Lui non si limiterebbe a queste profane provocazioni, inizierebbe con qualche tirata filosofica del tipo…-

-Le conosco, grazie- mi blocca con un cenno fermo della mano. Più volte è capitato che Blaise finisse richiamato nell’ufficio di Piton, per una svariata gamma di motivi, e di solito chi ne è uscito peggio è stato il professore – La discussione qui è un’altra. Tuo padre è evaso da quasi tre mesi…-

-… e non c’è traccia di lui- concludo con uno sbuffo esausto –Meglio così, no?- gli chiedo.

Piton tiene gli occhi scuri sulla pozione, stringe le labbra rimescolandola vigorosamente.

-Non necessariamente, Draco- la sua voce giunge lenta, pensierosa –non necessariamente. Temo stia organizzando qualcosa di complesso, qualcosa d’improvviso, qualcosa di…- si blocca, scuote la testa –Non lo so. Non credo abbia desistito dal portarti sui suoi passi. Sei il suo unico figlio, il suo unico orgoglio, il suo unico erede. Ciò che desidera di più al mondo è averti al suo fianco.-

Annuisco in silenzio, il mio entusiasmo smorzato. Finalmente le cose iniziano ad andare bene, addirittura da qualche settimana Pansy ha capito che è meglio se pensa a qualcun altro,  e Piton deve oscurarmi il cuore con i suoi tenebrosi presentimenti?

-Magari è scappato.- dico dopo un breve silenzio. I suoi occhi bui si alzano una prima volta sul mio volto con una smorfia interrogativa –Sì, insomma, in effetti è sempre stato un… voltagabbana.- deglutisco dopo l’ultima pesante affermazione –L’aver provato Azkaban non deve essergli per nulla piaciuto.  Può essere andato via, lontano, per non essere più ritrovato e vivere alla giornata ed in pace per il resto della sua vita.-

Vedo Piton sbiancare ed alzarsi dalla sedia con le labbra dischiuse dallo stupore –Quanti anni hai Draco?- mi domanda scioccato.

Io mi porto una mano alle labbra consapevole delle stupidaggini dell’ultimo minuto –Diciassette e due mesi- rispondo con voce incrinata.

-Ed allora mi spieghi cosa sono questi discorsi da bambino di sei anni, per di più imbevuti d’ottimismo gratuito?- si risiede, tentando di riprendere il controllo dei suoi nervi. –Ti spiego alcune cose che forse di sono sfuggite. Numero uno, se tuo padre è uscito da Azkaban è perché l’Oscuro Signore l’ha voluto fuori. Numero Due, tuo padre non è il tipo da fare la vita da fuggitivo. Numero tre- si blocca, si preme il braccio dove il marchio nero tormenta il suo presente – una volta che sei penetrato fra le sue cerchie non potrai mai, mai Draco, uscirne fuori. Da solo, fuggitivo, ricercato.-

Annuisco in silenzio sentendomi vagamente in colpa.

-Non c’è stato nulla di strano ultimamente?- chiede freddamente.

-No, nulla. Tutto come sempre. Né  messaggi, né strani avvenimenti. Nulla - dico con un sospiro.

Piton riprende a mescolare la pozione restando ingarbugliato nella matassa dei suoi pensieri.

-Posso andare?- domando a mezza voce.

Annuisce e mi fa un cenno di saluto. Io non me lo faccio ripetere due volte e repentinamente mi dirigo verso la porta.

Poggio appena la mano sulla maniglia che sento la sua voce stanca –Draco?-

Mi volto. I pozzi bui dei suoi occhi sono fermi su di me e m’indagano dentro come a volermi spogliare.

-Si può sapere che stai combinando con Ginny Weasley?-

Boccheggio come se fossi in apnea –Ginny Weasley? Che potrei combinare con Ginny Weasley?- dico non riuscendo a tenere la voce ferma.

Lui aggrotta le sopracciglia e mi fa cenno d’uscire.

Proprio fuori dalla porta ho l’impressione d’aver visto un’ombra di sorriso sulle sue labbra.

.

 -Sei una stupida- mormoro assaggiando quella sua pelle lentigginosa.

Sorride –Cos’è questa storia?-

La mia mano le accarezza i seni –Solo una stupida può andare contro tutti e tutto pur di stare con me…-

Lo dico senza crederci veramente, un po’ per scherzo, un po’ per l’ennesimo riflusso di coscienza.

-Allora mi stai dando della stupida perché ti amo?- mi morde le labbra dolcemente.

-Sei sveglia Weasley, non si direbbe a vederti- scosto l’oro rosso dei suoi ciuffi da quegl’occhi di cielo –Adesso non fare troppo storie e dammi un bacio.-

Ci baciamo, ancora una volta, sotto le fronde del nostro albero, lievemente riscaldati da quel sole timido oltre i veli di nuvole.

Restiamo abbracciati accarezzandoci e guardando il nulla, perdendoci nel vuoto delle nostre esistenze troppo piene di noi. Potrei restare così per sempre, disperdendomi in quest’infinto senza gravità, scivolando  oltre me dentro la donna che amo.

Eppure questo piccolo angolo di paradiso non ci appartiene, l’abbiamo rubato a quel dio al quale non ho mai creduto, quel dio che tutti ritengono buono, ma che non ci darà la grazia di mantenerlo.

Ce lo porterà via, puntandoci contro il dito ed aspettandosi che chineremo il capo davanti alla sua onnipotenza.

Ginny non può essere mia. Anche se adesso c’illudiamo di appartenerci per sempre qualcuno, o qualcosa, verrà a strapparci via l’uno dall’altra. Lei non è fatta per me, non è nata per essere mia.

Finirà per sposarsi con un uomo che la rispetta  (e da quando il rispetto e l’amore sono sinonimi?), un uomo corretto, onesto, privo di guai. Sua madre le intreccerà fra le fiamme dei capelli una ghirlanda di fiori, sorridendo, e la donerà  al suo campione. E la mia Ginny finirà per scivolare fra lenzuola troppo fredde, in un orgasmo senza amore, come quelli che troppe volte ho provato. Le si svilupperanno dei bei fianchi  a furia di fare l’amore con foga per dimenticarsi del buio. Farà tanti figli ingrassandosi come la madre, vedendoli crescere e fuggire dal suo nido.

Forse, in quel momento, sola davanti ad una finestra imbiancata di neve,  spazzolando i suoi capelli non più infuocati, forse mi penserà, di nuovo. E magari sorriderà.

-A cosa pensi?- la sua bocca mi bacia il mento. Trattengo un brivido al pensiero di quella bocca su di un’altra pelle.

-A niente- la stringo forte, inalando il suo profumo.

La bacio la fronte, gli occhi, le labbra –Ho solo paura che tutto questo possa finire, che ti portino via da me…-

Incrocia le sue dita con le mie, mi bacia il collo –Mi hai rubato l’anima. Non possono strapparmi da te.-

La bacio con passione incontenibile, le mani impigliate fra i suoi capelli, la mente impegnata a correre via –Troviamoci un aula  vuota, il ripostiglio delle scope….qualunque cosa, Ginny- la ansimo a fior di labbra.

Lei ride divertita –Ripostiglio delle scope? Certo che tu sai come conquistare una ragazza…- mi sgancia i pantaloni con le sue dita tremanti –Imboscati qui, tanto, non ci vede nessuno….-

 Le mangio la bocca di baci incastrandola sotto il mio peso e finendo sotto la sua gonna con carezze audaci.

Ci amiamo, mentre il sole vergognoso  nasconde i suoi raggi dietro i monti ed il cielo stinge l’azzurro nel rosso.

Ansimiamo sui nostri corpi semi-svestiti, respirando attraverso i nostri baci, scambiandoci i sensi, sussurrando promesse fra le labbra, perdendoci negli specchi dei nostri occhi.

Raggiungiamo l’Empireo volteggiando come idee, evanescenti ed imperiture, inafferrabili ed inarrestabili, vibranti e violente.

Ci ritroviamo in un abbraccio appiccicaticcio, gli occhi vacui, le anime soddisfatte, i corpi stremati.

-Devo andare via, prima che Ron noti la mia assenza- le bacio la mandibola senza sciogliere il mio abbraccio ferreo.

-Posso uccidere tuo fratello?- le domando in un mormorio.

-No, poi finisci ad Azkaban- il suo dolce cinismo mi solletica.

-Posso sempre evadere- dico con cruda ironia. Resto qualche secondo in silenzio. –Certo che tuo fratello ti verrebbe a cercare anche dentro le mie mutande- le faccio notare. Poi scoppio a ridere - Sai cosa  mi ha detto durante pozioni l’altro giorno? - Mi tiro su ed imito la sua voce –“Malfoy, avvicinati a  mia sorella che, ti giuro, farò in modo che tu diventi incapace di popolare il mondo con i tuo bastardi”.-

Scoppiamo a ridere entrambi, ormai il suono delle nostre risate unite è musica quotidiana.

 La bacio dolcemente, accarezzando le sue rotondità, poi mi fermo appoggiando il capo sul suo seno.

-Come batte in fretta il tuo cuore- le dico con un sorriso.

-Il cuore batte troppo in fretta per tutti. Ti ritrovi vecchia senza accorgertene- la sua voce e lontana, triste.

-Iniezioni d’ottimismo-  commento sarcastico.

Riprendiamo a baciarci mentre le ombre avviluppano il modo, mentre il nulla si confonde col tutto, mentre non riconosco il suo odore dal mio, il suo sapore da me.

Sentiamo dei passi e delle voci ben note. Mi stacco con un brontolio ed un sospiro.

-Ti mando una cartolina da Azkaban- le sussurro trattenendo una risata alla sua espressione sgomenta.

-Non posso crederci- contiene a stento l’ira –mi sono venuti a cercare, come se fossi incapace di badare a me stessa! -

Ci alziamo sistemandoci alla buona i vestiti.

Usciamo dal nostro nascondiglio mentre il trio è a pochi metri da noi.

Ci gettano tre espressioni diverse che io catalogherei come: stupita, irata, scioccata. Altresì Granger, Potter, Weasley.

-Ginny….che ci fai con lui?- borbotta il fratello indicandomi come se fossi un animale raro.

-Scommetto che aspettavi di trovarmi con lui, Ron, altrimenti non saresti venuto a cercarmi- gli ringhia contro con freddezza.

-Ginny…- la Granger tenta di farsi venire qualcosa da dire, ma poi tace.

-Mando una lettera alla mamma- Weasley si avvicina di qualche passo con voce isterica –stanne certa che la metterò al corrente del tuo comportamento…-

-Stai facendo un grosso sbaglio- la mezzosangue parla a voce bassa, come se volesse far ragionare un bambino capriccioso –Lui è….beh, lui è Malfoy…-

-So benissimo chi è!- irrompe lei – Siete voi che non lo sapete.-

Cerca la mia mano con la sua, l’afferra intrecciandola alla mia.

L’unico a stare in silenzio è Potter. Guarda fisso me, gli occhi verdi annebbiati di rabbia, stretti a fessura dietro le lenti tonde.

-Fossi in voi due- prendo parola io, con la mia voce strascicata trasudante d’ironia- mi preoccuperei dei vostri problemi, non di quelli altrui. Ginny è abbastanza grande  per scegliere da sola il suo ragazzo. E comunque deve piacere a lei, non a te, Weasley.-

L’abbraccio da dietro e la sua rabbia si scioglie sul mio corpo, affondo al testa sul suo collo e guardo il trio attraverso la tenda rossa dei suoi capelli.

No, non guardo il trio, guardo Potter, nascondendo il ghigno vittorioso sul mio volto, godendomi della sua espressione ferita e crucciata.

Io ho vinto. Ginevra Weasley è mia, solo mia. Lui non avrà mai un centimetro della sua pelle, un suo respiro,  un suo tocco.

-Non finisce qui- Weasley si rivolge ad entrambi, con gli occhi sbarrati e l’espressione da ebete trascinandosi una scandalizzata Granger. Si  sciocca troppo facilmente quella ragazza, prima o poi dovrò farle conoscere Blaise, tra loro potrebbe nascere un certo feeling…

Potter li segue in silenzio, senza gettarci un ulteriore sguardo. Ha capito anche lui che la sua sconfitta è irrevocabile, senza rivincita.

 Sa perdere quel ragazzo.

Ma forse questa è l’unica qualità dei perdenti.

Li osserviamo con un sorriso soddisfatto andare via.

Ci stacchiamo, ci guardiamo in faccia. Scoppiamo a ridere.

-Hai visto che faccia ha fatto tuo fratello “Ma non finisce qui!”-  le dico fra le risate.

- Ed Hermione, gli occhi fuori dalle orbite! Se sapesse…- scuote la testa.

-Se un giorno dovessi raccontarle i retroscena della nostra storia non esitare ad invitarmi. Non vorrei mai perdermi quella sua faccia scioccata!-

Restiamo per un po’ a fare battute, fino a quando non sentiamo il freddo della notte premerci addosso.

-Dobbiamo tornare al castello, Draco- mi fa notare lei –è tardi.-

Annuisco, osservando Hogwarts illuminata da mille luci. –Tu va avanti, il mondo non è ancora pronto per vedere una Weasley ed un Malfoy camminare mano nella mano…-

Mi dà un bacio e fugge via, rincorrendo la sua ombra ed i suoi sogni, assaporando quel lieve aroma di gioia posatole sulle labbra.

Io resto a guardarla, fino a quando non sparisce oltre la porta d’entrata del castello.

Poi scuoto la testa, muovendo un passo per incamminarmi.

Ma un fruscio alle mie spalle mi fa bloccare il gesto ed un respiro.

Mi volto con circospezione ed il cuore in gola.

Una sagoma nera è apparsa fra gli alberi. È un uomo alto dal lungo mantello scuro ed un cappuccio abbassato sugli occhi.

Getto qualche passo indietro, vedendolo avanzare sul mio cammino quietamente.

Il mio cuore batte furiosamente fino a rompermi la gabbia toracica, la paura annebbia i miei pensieri, la confusione violenta la mia anima.

L’uomo si cala il cappuccio alle spalle. Anche al buio vedo i lunghi fili biondissimi dei suoi capelli spiccare e gli occhi grigi baluginare.

-Una Weasley- la sua voce è melliflua, allusiva, lontanamente vicina – che pessimi gusti figliuolo.-

Vorrei fuggire, ma non riesco a muove un passo. Qualcosa che non è la paura mi tiene bloccato al mio posto.

Scuote il capo –Mi deludi, Draco.-

Vedo la sua bacchetta abbagliarmi.

Mi sento scivolare a terra come un peso morto.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

 

Chiedo umilmente perdono ai gentilissimi lettori. So bene che avevo promesso questo capitolo una settimana fa, ma per una serie di motivi che non sto a spiegare ne sono stata impedita. Chiedo venia, prometto che non succederà mai più, anche perché devo postare solo altri due capitoli…

Allora, si rivede un vecchio e caro amico? Per tutti quelli che si chiedevano che fine avesse fatto… come sempre spunta sul più bello! Allora, che succederà nel prossimo ed ultimo capitolo? Cosa vorrà mai Lucius? Come reagirà Draco? Chi vincerà questo faccia afaccia? E, soprattutto, ci sarà un lieto fine? OK, basta, mi sono dilungata troppo con le scemenze!

Ci vediamo fra qualche giorno, voi nel frattempo, recensite!

 

Mi scuso con tutti coloro che si aspettano una mia recensione, non ho potuto leggere nulla nell’ultimo periodo. Mi rifarò appena avrò un po’ di tempo e lascerò tutti i commenti arretrati, promesso!

 

Ed adesso le risposte alle ultime recensioni (premessa: non le ho rilette, se vedete scritta qualche idiozia fate finta di nulla, per favore!)

 

Gioia: La scorsa volta non avevo visto il tuo commento… ho fatto penitenza, mi sono chiusa le mani nel forno e le orecchie nel frigo (OK, lo ammetto, ho esagerato, non è vero). Sono tornata da Praga, non preoccuparti, anche tutta intera (più o meno, credo d’aver lasciato un po’ di senno sull’aereo!), questa gita è stata bella, spossante e…. beh, te lo scrivo appena posso via e-mail, d’accordo? Scusa se non mi sono fatta sentire, sono un po’ nei casini! Ti voglio bene, grazie!

 

Tink: Poesia pura… non esagerare! Scrivendo questa ff il mio più grande timore era che il mio stile narrativo potesse annoiare qualcuno, a quanto pare è stato questo a sedurre di più i lettori e per me è la cosa più importante. Quanto a Lucius… vedremo nel prossimo capitolo, che dici? Grazie, grazie mille per il tuo commento!

 

Iago: L’amore frega tutti, non solo Draco. Ci facciamo grandi costruzioni su come deve essere la persona d’amare, designando le caratteristiche che deve avere e quello che non possiamo accettare; alla fin fine c’innamoriamo di persone completamente diverse. Grazie  mille per il commento, credo che anche tu e vega abbiate postato un nuovo capitolo, prometto di andarlo a cercare il più in fretta possibile e commentarlo, mi spiace di non averlo ancora fatto! Grazie

 

Kyomi89:  Cosa succederà di preciso si scoprirà nel prossimo capitolo, ma come puoi aver capito il vecchio Lucius non approva pienamente il comportamento del figlio… d’altronde, non credo ci fosse qualcuno che  s’aspettava che arrivasse con un mazzo di fiori pronto a pianificare le nozze! Grazie mille!

 

sisschi: Grazie per i complimenti, sono felice di essere stata capace di dare emozioni forti. Fin dall’inizio mi ero ripromessa di fare dire a Draco Ti Amo, ma con un tramonto come sfondo ed il canto di putti dorati mi sembrava troppo OOC, così come una dichiarazione preparata… doveva essere romantica, dolce, eppure da Draco Malfoy…così è spuntata! Grazie per la recensione!

 

Byakko: Sono felice ti sia piaciuta, il calare del  tuo abbraccio è arrivato attraverso le recensioni! Sì, era da qualche capitolo che si attendeva quest’evento… è stato una faticaccia scriverlo! Grazie!

 

Patty: Ho preferito descrivere sensazioni piuttosto che azioni, o dovrei dire le sensazioni dietro le azioni? Sì, di solito queste scene sono descritte in maniera diversa, ma io sono fatta così! Per assurdo direi che questo capitolo somiglia al X (il capitolo della morte di Narcissa). Si parla di emozioni, di ciò che sfugge ad ogni interpretazioni. Grazie per il commento!

 

Yeran: Ogni riferimento alla poesia mi manda in giubilo! Grazie! Sono raggiante al pensiero di quanto vi sia piaciuto questo capitolo, quello che mi scrivete nelle recensioni è per me importantissimo, mi aiuta ad accrescere la mia (bassa) autostima ed a rendermi sicura di me! Grazie, davvero, grazie!

 

Lollo: Grazie, lollo, come sempre la tua recensione arriva puntuale! Grazie davvero!

 

Florinda: Meglio tardi che mai, no? Grazie per il commento!

 

Manuel Lanhart: Leggendo le prime righe della tua recensione mi era passato per testa che potevi anche essere tu… e non mi sono sbagliata. Ho avuto diversi problemi nelle ultime settimane e spero di riuscire a rispondere alla tua e-mail fra breve… anche se al pensiero delle decine d’interrogazioni che mi attendono mi sale un groppo alla gola… se ne esco viva mi farò sentire! Grazie per aver lasciato un commento anche qui, sono felice che tu abbia inviato i tuoi lavori anche su ff dove spero vengano recensiti come meritano! Appena posso passo a farti un salutino! Leggi gli altri miei lavori e lascia un commento, mi farebbe estremamente piacere!Grazie tantissimo!

 

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Capitolo 17
*** Faccia a Faccia ***


Parte Quarta: Primavera

 

Capitolo XVI- Faccia a faccia

***

Puperus veluti cum flos succisus aratro

Languescit moriens lassove papavera collo

Demisere caput pluvia cum forte gravantur

 

Come un fiore color porpora che reciso dall’aratro

languisce morendo o come i papaveri che piegano il capo

sul collo debole quando la pioggia li spossa.

(Virgilio, Eneide, IX vv. 625-629)

***

 

Mi sento bagnato, appiccicoso in maniera estremamente fastidiosa.

Poggio la schiena contro qualcosa di duro, nodoso, un albero quasi sicuramente.

Le mie braccia sono pesanti, quasi bloccate lungo i miei fianchi. Le gambe indolenzite ed immobili, come fossero state legate da funi invisibili.

Apro lentamente gli occhi.

La vista m’appare all’inizio sfocata. Chiazze verdi e nere, luci argentee.

Poi tutti si fa via, via più nitido.

Mi ritrovo a guardare gli alti e fitti fusti della Foresta Proibita.

Il volto di mio padre è più affilato del solito, mentre sosta davanti a me con le spalle poggiate ad un alto tronco sottile, i capelli biondi, intessuti da fili argentati, lunghi e liberi sulle spalle, gli occhi grigi colore del gelo.

La sua espressione è assente, incalcolabile, le sue lunghe dita affusolate giocano con la bacchetta in mano.

-Draco.-

Il mio nome esce spifferato dalle sue labbra  come un sussurro nella notte.

Tento di muovermi, ma un forte  bruciore non mi permette di compiere alcun gesto. Mi mordo le labbra per non gemere.

-Gli effetti dell’incantesimo passeranno fra non molto- biascica fissandomi con quello sguardo spento –non ti preoccupare, Draco- un ghigno perfido deforma la perfezione dei suoi lineamenti –Passerà tutto.-

La sua voce è ghiaccio gelido, stridente. Le sue parole sussurrano veleno.

Io mi sento solo, perso, spaventato.

Atterrito dall’uomo che ho più amato.

Atterrito dall’uomo che ho più odiato.

Tutto ciò non ha logica. Davanti a me c’è mio padre. Comunque vadano le cose mi vuole bene. Non devo temere.

-Non sei felice di rivedere tuo padre?- mormora la domanda con sufficienza, come se avesse letto i miei pensieri –Dovrei pensare che non mi vuoi più bene?- si stacca dall’albero, si avvicina di qualche passo – Nei tuoi occhi non vedo affetto. Vedo solo paura. Cosa sei diventato, Draco? Che cosa ti è successo durante il tuo ultimo anno di vita?-

Sibila nel vento il suo veleno che veloce s’insinua sotto la mia pelle. Le mie tempie pulsano quasi fino a spaccarsi.

S’inginocchia davanti a me. Avvicina una mano al mio viso. Mi accarezza ruvidamente una guancia –Povero il mio bambino- non c’è dolcezza nel suo tono –Povero il mio Draco. Questi filobbabani ti hanno fatto il lavaggio del cervello? Adesso pensi che tuo padre abbia torto e che sia soltanto un lurido assassino? Ti hanno fatto odiare colui che ti ha dato la vita? Nelle tue vene scorre il mio sangue- accarezza il mio collo con le dita fredde, facendomi rabbrividire –Rispondimi, Draco, non vuoi più bene a tuo padre?-

Un nodo stringe ferreo la mia gola. A poco a poco il dolore agli arti s’allontana. Mi accorgo di poter parlare.

Ma so di non riuscire a rispondere.

Gli occhi di mio padre sono senza vita, senz’amore, senz’affetto, schiusi in uno sguardo che trasuda cattiveria.

Ed io non so cosa rispondergli.

-È più di un anno che non ci vediamo, Draco e tu non dici nulla a tuo padre? Hai perso la lingua?- il suo è un ringhio basso fra i denti.

-Sono felice di vederti, papà- sussurro talmente piano queste parole da essere appena udibili.

Repentina la mano destra di mio padre scatta sul mio mento, afferrandolo in una morsa ferrea e tirando la testa indietro.

-Non si direbbe tu sia felice di vedermi- stringe forte il pollice e l’indice fino a farmi male –L’unica cosa che ho visto in te da quando sono comparso è stata paura. Terrore. Sdegno. Non mentirmi, Draco!-

Caccio indietro le lacrime, sento il soffio delle sue parole sulle mie labbra.

Non mi molla il viso, continua a guardarmi con distacco, anche se dentro freme d’ira.

-Io non ho cresciuto mio figlio perché venisse su un raffinato buonista rammollito. Perché diventasse una pedina di Albus Silente. Io volevo che mio figlio fosse degno di me e del nome che porta- la sua voce è sempre più sprezzante, sempre più alta –Tu sei un Malfoy!-

Mi lascia andare il volto con uno scatto, rialzandosi nervosamente.  Io muovo appena la mandibola dolorante.

-Non credere che io non sappia cos’è accaduto negli ultimi mesi.-

La voce di mio padre saetta come una minaccia fra i rami degli alberi.

-Non sono una pedina di Albus Silente- la mia voce risuona rauca –e non sono un buonista rammollito.-

Il suo volto viene contorto da un sorriso sprezzante –Allora perché non mi sei corso incontro con l’avambraccio scoperto per ricevere il Marchio Nero? Perché negl’ultimi mesi hai deciso di ritirarti dalle tue promesse? Perché sei finito a farti una Weasley, la figlia di un rinnegato straccione? Quanto sei caduto in basso figlio mio.-

Chino il capo, accogliendo colpe non mie e non riuscendo a rispondere.

-Mi avevi promesso di essere un figlio ubbidiente. Da bambino non desideravi altro che somigliarmi. Avevi detto che una volta cresciuto saresti diventato anche tu un Mangiamorte. Che ti è successo? Silente ti ha stregato? Piton ti ha inebetito? La tua puttanella rossa ti ha comprato con qualche orgasmo?- mi mordo le labbra con ira per non rispondere –o magari tua madre ti ha irretito con le sue parole di pazza?- la sua ultima frase è una frecciata al buio.

Mi colpisce come il rinculo di una pistola, con mezzo secondo di ritardo. Alzo i miei occhi sbarrati su di lui –Come puoi parlare così di mia madre? È morta, si è uccisa, per te, per colpa tua- gli urlo a mezza voce, tremante di rabbia. Provo ad alzarmi, ma scivolo lungo il tronco dell’albero, i muscoli ancora doloranti.

La risata di Lucius Malfoy risuona fra le selve come il grido di una iena.

-Tua madre. Avesse avuto un po’ di cervello insieme a tutto quel bel corpo, magari  le cose sarebbero andate a finire diversamente- scuote la testa di fronte al mio totale sbigottimento.- Credevo che sposare una Black sarebbe stata una mossa sicura. Ottima famiglia non c’è che dire, tutti degni di essere chiamati maghi. Ma forse fra i Black, nonostante l’illustre discendenza, sta iniziando a serpeggiare il marciume. Pensa a Sirius Black o Andromeda Black, la sorella di tua madre. Rinnegati, maledetti rinnegati. Mele marce, sudici esseri indegni.- un ghigno profondo stravolge i suoi lineamenti puliti – Tua madre non era male. Sane idee, sani principi, sano corpo. Non avrei mai pensato che avrebbe potuto rovinare mio figlio.- La sua risata si rifrange nel buio della notte.- Tua madre però aveva un unico peccato con il quale fare i conti. Tua madre era una debole.-

-Taci- gli urlo mentre il mio stomaco si comprime in una morsa di dolore.

 Egli stringe le labbra freddamente mentre il suo sguardo crudele m’inchioda all’albero.- Sì Draco, tua madre era debole. Si è innamorata di me come una ragazzina, da subito, mi ha amato come una sciocca. Si è fatta sottomettere come una meretrice, si è sempre fatta fare la qualunque, mi ha accontentato in ogni cosa. Per lei l’importante era che ci fossi io al suo fianco, che lei venisse servita e riverita come la Signora Malfoy, che suo figlio crescesse forte e bello, come il padre. Perché mi amava e voleva che tu fossi lo specchio del suo amore. Non si è mai contrapposta fra me e te. Ha sempre chinato il capo con quella sua accondiscendenza da puttana- sorride vedendomi sempre più tremare di rabbia. –Poi è accaduto l’imprevedibile. La sua principale ragione di vita è stata rinchiusa ad Azkaban. Si è ritrovata da sola a dover fare i conti con una società che ha smesso di farle gl’inchini e con un figlio che troppo le somigliava a colui che troppo e per troppo tempo aveva amato. Non è stata capace di prendere il mio posto e fare di te un uomo. Perché lei era una debole, faceva parte di quella categoria di persone chiamate perdenti. Così è diventata pazza. È stata incapace di reagire, incapace di occuparsi di se stessa. E  soprattutto terrorizzata che tu, l’unica cosa che le era rimasta, la tradissi come avevo fatto io, che tu te ne andassi seguendo la via traversa dell’Oscuro Signore. È scivolata fra le ombre della sua mente, è diventata pericolosa. Per te, per me, per tutti. Non avrei mai dovuto permetterle di rovinarti.-

La sua voce si spegne nella notte come un fiammifero nel vento, rilasciando un freddo dolore.

Io sono fermo, sbigottito, accecato dalla rabbia e dalla sofferenza. -È colpa tua se mia madre è morta. Si è uccisa a causa tua.-

Mio padre resta indifferente a quest’affermazione, quasi sorride –No, non sono stato io ad uccidere tua madre, anche se la sua morte per me è stato un sollievo. Mi aveva messo i bastoni fra le ruote. Fortunatamente qualcuno se ne accorto in tempo.-

Mozzo un respiro con un gemito incredulo. Per un secondo riecheggia nella mia mente il racconto di Silente, a lungo custodito nel cofanetto dei miei ricordi. L’elfo la sentiva spesso litigare la sera. Parlare con …

-Bellatrix – la smorfia sul volto di mio padre è la conferma delle mie supposizioni –Mia madre stava sempre peggio, le sue crisi peggioravano. Lei lo sapeva. Una volta scoperti i suoi discorsi, i suoi tentativi di deviarmi dalla strada che voi avevate fissato per me, ha deciso di sbarazzarsi di mia madre. Non sarebbe stato difficile farlo credere un suicidio. È venuta a casa nostra più volte nell’ultimo periodo confondendole i pensieri e facendosi dire tutto ciò che era necessario per regolarsi su di me. Poi, dopo averla torturata e spremuta come un limone, l’ha avvelenata, inscenando un suicidio-   improvvisamente la verità si disegna davanti a me, nuda, cruda, orripilante. –Ecco perché tu sapevi tutto sul mio conto. Ecco perché mia madre è morta. Lei non si sarebbe mai uccisa. Non mi avrebbe mai lasciato da solo…-

La vista mi si annebbia. Lacrime di rabbia e di dolore si stringono al mio petto.

-Era una debole Draco. Le persone deboli sono inutili. Era diventata pericolosa per noi, lo sai.-

Le sue parole gelide, ironiche. Insopportabili.

-Era mia madre- urlo, ma la mia voce è un rombo assordante fra i miei singhiozzi –E voi l’avete uccisa!-

Mio padre mi colpisce in pieno volto con un calcio. Sento il sapore del sangue impastarmi la bocca, mischiarsi col sale delle mie lacrime.

-Io non ho cresciuto un figlio perché questo mi voltasse le spalle! Tu sei come tua madre! Sei diventato debole!- lo sento afferrarmi con uno strattone alla divisa e mi alza un poco da terra. Lo guardo in volto con gli occhi offuscati, le iridi tremanti. La sua voce mi scuote l’anima –Io non permetterò mai che tu diventi un verme, un essere senza orgoglio. Non permetterò mai che tu non diventi degno del nome Malfoy! Se tua madre  nel suo grembo ti ha allattato di debolezza, io farò in modo di cambiarti. Tu sarai come me, seguirai le mie orme, sul tuo avambraccio spiccherà il simbolo del Signore Oscuro, ucciderai, violenterai, torturerai e ne proverai una forma d’insano e perverso piacere. Tu sei nato per essere un Mangiamorte, sei nato per essere come me. Se ciò non dovesse accadere…- tace qualche secondo, il tono falsamente dolce della sua voce è una nota stridula nella notte.- …preferirei ucciderti che vivere nella vergogna di avere un figlio debole- Mi lascia andare, scivolo lungo l’albero. Resta qualche secondando ansimante, in piedi su di me. Poi si china lentamente e con una mano mi accarezza il volto sporco di sangue.

D’un tratto sento tutto l’orrore delle sua frasi. Trattengo un conato di vomito violento. Io non sarò mai un Mangiamorte. Non lotterò mai al fianco degli assassini di mia madre. Non l’avranno vinta loro. Mi vendicherò, a sangue freddo, a discapito della mia vita. Mi vendicherò.

Non ho mai odiato mio padre come in questo momento. Stringo forte gli occhi tenendoli chiusi per non vedere il suo volto, la sua fredda espressione, il ritratto della crudeltà,  vorrei che tutto ciò non ci fosse, che nulla di tutto questo esistesse.

Ma non ho scelta, non ho scampo. Qui nessuno mi può aiutare. Sono solo con l’uomo che mi ha donato e rubato la vita.

Sono solo con la belva che cibandosi dell’anima di mia madre l’ha lentamente uccisa.

Ormai posso muovere i miei arti. Mi rimetto in piedi, la testa mi gira appena, le gambe mi si piegano sole.

-Non ti riconosco più bambino mio- la voce di mio padre è lontana e crudele –Io devo potermi specchiare in te. Invece in questo momento  vedo solo tua madre.-

Poggio le spalle ad un albero per sostenermi.- L’hai mai amata?-

-No- non pensa neanche un secondo prima di rispondermi. Io sorrido sprezzante.

-È buffo- commento acido –che in una coppia ci sia una persona che ama troppo ed una che non ama per nulla.-

- L’amore è una debolezza- la sua voce è un soffio gelido nel fuoco.

Lo guardo in quegli occhi colore del ghiaccio, per la prima volta mi rendo conto di essere alto quanto lui –Tu non hai mai amato?-

Un sorriso sadico si disegna lentamente sul suo volto, fresco, pulito, sbarbato, vagamente più giovane di quanto realmente non sia –Non ho mai provato cose inutili.-

Resto in silenzio, non sapendo cosa ribadire. Chino lo sguardo indispettito.

-Io amavo mia madre- sussurro piano.

-Anche lei ti amava- risponde mio padre con sincerità –meno di quanto amasse me, però.-

-Lo so- ammetto a voce bassissima –Ma so anche che si è accorta che è stato uno sbaglio. Un terribile sbaglio…-

I suoi occhi acuminati perforano il buio della notte –Tu non hai altra scelta Draco, renditene conto. O diventi un Mangiamorte o ti uccido.-

Il silenzio per qualche secondo ci scivola addosso come un manto d’angoscia -Come puoi pensare che io mi schieri dalla parte degl’assassini di mia madre?- domando con voce tremante.

Ormai per me nulla conta più. Ho perso tutto ciò che aveva importanza. Mia madre è morta e Ginny è solo un ricordo, un sogno confuso nella dimensione di un incubo.

Non vale la pena continuare a violentarsi. Voglio staccare la spina, fuggire da quest’universo ingiusto. Quell’inafferrabile barlume di serenità che mi ero creato si è disperso in questa nuova marea d’odio.

Sono stanco, adesso, voglio solo dormire

Ho l’impressione d’aver intaccato la sua glaciale imperturbabilità con le mie ultime parole.

-Sei sciocco come tua madre- c’è qualcosa di confusamente triste nella sua voce –Sei il mio unico figlio, la mia più grande delusione.-

Si avvicina a me, mi passa una mano dietro la nuca accarezzandomi i capelli. Mi porta presso il suo viso, poggia dolcemente le sue labbra alla mia fronte.

-Forse tu sei la persona per la quale ho provato la cosa più vicina all’amore- sono le parole che fanno più male in questa notte terribile. Per la prima volta in queste ore vedo davanti a me mio padre, quell’uomo sulle quali ginocchia da bambino ho sentito mille racconti, quell’uomo che ho adorato al di sopra di tutto.

Quant’è forte l’odio che provo adesso nei suoi confronti?

-Non sarà difficile uccidermi- la mia voce balbetta mentre il mio cuore trema.

Egli resta immobile di fronte a me, la bacchetta in mano.

Mi guarda fisso negli occhi.

-Ho sbagliato tutto con te. Adesso non mi potrai mai perdonare. Adesso non mi potrai più seguire, vero?-

Annuisco, stringendo le labbra in una morsa di dolore.

Mio padre stringe l’impugnatura della bacchetta. I suoi occhi grigi sfiorano i miei.

Un sorriso mesto gli accarezza il viso.

-Ho perso tutto quello che avevo. Hai ragione, non sarà difficile.-

I suoi lineamenti sono pietrificati nella loro decisione.

Nei suoi occhi balugina una luce sinistra.

Io sento dentro un terrore a lungo covato, una voglia incredibile di sciogliermi in lacrime mentre non riesco a staccare i miei occhi dai suoi.

Lucius Mafoy alza la bacchetta. Mi sorride.

Mi sorride dolcemente.

-Avada Kedrava. –

Fine Quarta Parte

 

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OK, OK, OK. Abbassate le asce, i tizzoni, le canne (canne? n.d. Blaise) dei fucili. Calmatevi. Respirate profondamente. Ecco, adesso ascoltatemi.

Prima che ideate una morta lenta in una dolorosa agonia per me, prima di ritrovarmi la casella e-mail traboccante di lettere minatorie, prima che le vostre maledizioni distruggano il mio paese natale, aspettate che  posti l’epilogo. Così, io avrò il tempo di farmi il passaporto ed espatriare in un altro continente, voi, forse, riuscirete a perdonarmi. Perchè, insomma, non può finire così, giusto? Uno straccio di spiegazione sensata deve pur esserci, no? La mia crudeltà avrà, in fondo, un limite? Aspettate l’Epilogo, posso dirvi semplicemente questo.

 

Credo di dover fare un piccola nota per questo capitolo. La scelta di Draco, quella di essere ucciso piuttosto che unirsi al padre, può sembrare piuttosto inverosimile, ed eccessivamente eroica per il personaggio di Draco. Lo stoico coraggio che egli presenta è, in realtà, semplicemente debolezza. Draco ha subito di tutto, è stanco, non vuole più reagire, non ci riesce. Piuttosto che schierarsi dalla parte di chi ha ucciso la madre, piuttosto che continuare a vivere perdendo l’unica cosa bella della sua vita, preferisce morire, dare un taglio netto alla sofferenza. La vita, il vivere in sé, lo disgusta.

 

L’epilogo chiarirà molte cose, promesso, e non tarderà troppo ad arrivare.

 

Prima di rispondere alle recensioni voglio fare un saluto al mio amico Salvo che sta leggendo questa ff. Aspetto una tua critica dure e ferrata, d’accordo?

 

Adesso le risposte ai recensori!

Yeran: Sì, temo proprio che il povero Severus non si smentisce mai: il suo ottimismo innato porta il sole anche in una giornata di pioggia!  Ovviamente Lucius poteva restarsene con le mani in mano e guardare tutto da lontano? Lieto fine? È vero, nella vita reale il lieto fine non esiste,  però ci può sempre essere una conclusione che, se non è lieta dà almeno qualche speranza…. Grazie per la recensione!

 

Sissichi: tutto deve finire prima o poi, anche io sono giunta ad una conclusione. La mia non è una fanfiction lunga, ma per il genere non avrebbe potuto esserlo, avrei rimescolato troppo la minestra e finito per annoiare. Bisogna dare un taglio e concludere arrivati ad un certo punto. Tra la mia ff e quella di nisi c’erano solo delle analogie del tutto casuali, nulla di serio, tutto qui. Grazie mille!

 

Patty: sì, la placida calma nella quale è immerso il capitolo, inusuale rispetto al mio solito, direi, è un po’ la quiete che precede la tempesta, ed i riferimenti a quest’inquietudine rendono l’intero capitolo angosciante. E poi alla fine spunta lui, il principe delle tenebre. Perché non poteva restarsene in disparte, aveva qualcosa da fare, da finire. Ginny Weasley è un personaggio ancora da scoprire, credo che dentro abbia più di quello che mostra. Grazie per il commento!

 

Lollo: beh, Lucius non era affatto armato di buone intenzioni, a quanto pare. Draco e Ginny non si nascondono dal trio perché non ne vedono il motivo: Ginny non crede di stare commettendo un errore e non si sente in dovere di assecondare i desideri degli “amici”, quanto a aDrtaco…. Insomma, lui che cos’ha da perderci? E poi, le facce del trio nel vederlo abbracciato a Ginny sono impagabili! È come un bambino che mostra un bel giocattolo nuovo urlando “Na na nana na na, guarda che ti ho fregato! Io c’è l’ho e tu no!”. Grazie tante.

 

Byakko: Il futuro  non è sempre rose e fiori, no? E poi, si sa, se non rendo la vita difficile a Draco non mi diverto! Insomma, Lucius doveva pur fare la sua apparizione e fare qualche casino, che piacere c’era se no? Dai, sta tranquilla, so che quest’ultimo capitolo è stata una botta dura, ma la ff non è proprio finita finita….Grazie mille

 

Tink : Ehi, sono offesa pure io, perché manca un pezzo della tua recensione?! Uffa che rabbia, non è giusto! Lasciamo perdere le contestazioni e torniamo a noi. Il capitolo precedente era un pochino più lungo degli altri, forse, ehm, mezza pagina…OK, adesso sono sicura che sei infuriata con me, dopo quest’ultimo capitolo, che vorresti staccarmi la testa metterla su di un paletto e portarla in trionfo fra le fan del biondino più affascinate della saga… o beh, secondo me hai anche ragione! Ma io sono o non sono la più crudele e sadica fanwriter della storia? Insomma ci sarà pure un motivo se merito questo titolo! Dai, non essere troppo arrabbiata, prima di pianificare il mio omicidio potresti aspettare che invio l’epilogo? Te ne sarei grata…Il mistero di Narcissa è stato svelato! Non si è proprio suicidata l’ha tolta dai piedi la sua cara sorellina, Silente infatti aveva detto che spesso la si sentiva urlare contro Bellatrix. Beh,   Lucius si fa vivo proprio nel momento meno opportuno? Una scrittrice, in un modo o nell’altro, deve pur schierasi il Fato da una parte per poter scrivere qualcosa, no? Grazie per i complimenti a Blaise, credo che ancora comparirà… Grazie per la recensione!

 

Gioia: Forse pubblicherò ancora qualcosina. Ci sarebbe una one-shot ed avevo pensato ad un piccolo spin-off delle “Stagioni del Dubbio” per spiegare alcune cose utilizzando un personaggio che non sia Draco… non riesco quasi ad abbandonare questa ff! Uffa! Tu, genio mio, quando torni a scrivere qualcosa? Mi mancano i tuoi superbi lavori! In questo periodo ci sono diversi problemi, scolastici e non, ma te ne parlerò non appena prendo fiato! Un bacio grandissimi! Grazie, Ti voglio bene.

 

Iago:  No, Ron se la caverà, forse resterà un tantino traumatizzato a vita, ma, visto che dovrà anche sopportarsi Hermione per il resto dei suoi giorni, non è questo il male peggiore nel quale incorrerà (caspita, parlo come Draco! Ohi Ohi!).Harry- mezzasega -Potter  se ne farà una ragione, prima o poi, ma lui perché non ci pensava prima, dico? Deve sempre essere la Sfigato Sfregiato? Non si può piangere sopra il latte versato, no, no! Beh, a Draco la cosa stava andando troppo bene, la mia anima maligna non poteva sopportarlo. Quanto male gli ha fatto il suo paparino? Oh, beh, non lo so, ma credo che lo quantizzerai nell’epilogo! Grazie mille!

 

Kyomi89: Draco ha resistito, come hai visto, è stato molto coraggioso. Forse un tantino troppo. Quanto a Lucius… Grazie per il commento!

 

 

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Capitolo 18
*** Epilogo ***


Le Stagioni del Dubbio

 

Epilogo

***

Dum loquimur, fugerit invidia

aetas: carpe diem, quam minum credula postero.

 

Mentre parliamo,  il tempo molesto  sarà già fuggito.

Cogli il giorno, credi il meno possibile al domani.

 

(Orazio Carme I, 11 vv. 7-8)

***

 

L’alba sta sciogliendo il buio cupo della notte. L’aurora si alza leggiadra su questi alti monti intingendo con quel suo rosa delicato l’oscurità.

La brezza della notte accarezza il mio torso nudo. Sorrido ai brividi datomi da quelle fittizie dita gelide sul mio incarnato bianco.

Accendo una sigaretta.  La infilo fra le mie labbra sorridenti.

-Draco, fai un sigaretta-party e non m’inviti? Non è da te...- la voce di Blaise mi scivola addosso come una carezza ruvida. Si poggia al mio fianco mentre gli passo una sigaretta.

-Non pensavo fossi sveglio- mi giustifico svogliatamente.

Prende una boccata di fumo, mentre i suoi occhi color muschio luccicano irriverenti.

-Io dormo poco, lo sai.-

Restiamo in silenzio a fumare lasciandoci accarezzare dalle prime luci del sole.

-Oggi è la prima alba d’estate- commenta il mio amico con voce profonda.

-Già, fra qualche giorno dipartiamo per la via di casa- gli faccio eco tristemente.

La mia casa. Vuota, triste, solitaria.

Mi addormenterò su quel letto dove mia madre ha lasciato quei suoi ultimi respiri. Viaggerò in me con la sua presenza perpetua.

E con un enorme vuoto dentro l’anima.

-È difficile amico, ma devi andare avanti- Blaise getta la cicca fuori.

-Facile a dirsi- lo richiamo a bassa voce.

Lui scuote il capo, si volta dando le spalle alla finestra e guardandomi negli occhi –Ascoltami, so che adesso tu inizierai con la storia che, essendone esente, non posso giudicare, che non so quello che stai passando e tutto il resto. È vero, hai ragione, ne prendo atto. Ma io ti capisco, comprendo tutta quest’assurda parata di dolore che ti rincorre l’anima. Tu madre è morta, morta per amore. Amore nei confronti di tuo padre, talmente forte da farla impazzire, e nei tuo confronti, talmente forte da farla mettere in gioco. Tutto questo è terribile, fa male come un pezzo di ghiaccio fra un atrio ed un ventricolo, fa male ad ogni battito del cuore. Ma tu hai diciassette anni. Tua madre ti ha donato la vita due volte. Smettila di crucciarti e vai avanti, almeno questo glielo devi.-

Guardo Zabini in quei suoi occhi limpidi, quell’erba grezza e coinvolgente, quella sua mascella seducente.

-Chi sei tu?- gli chiedo in un sussurro.

Lui alza le spalle, devia il mio sguardo -Uno che ha il coraggio di vivere.-

Gli poggio la mano sulla spalla, gliela stringo forte –Grazie.-

Blaise annuisce.

Continuiamo a restare in silenzio, inseguendo ognuno i propri pensieri.

Poi io, improvvisamente per me e per lui, rompo la quiete.

-È difficile ricominciare daccapo quando coloro che ti hanno donato la vita se la sono tolta a causa tua.-

 Blaise scuote la testa disarmato.

-Sai Draco, non mi hai mai raccontato com’è andata.-

Deglutisco nervosamente, tiro su col naso rumorosamente.

-Non c’è nulla da raccontare- taglio corto.

-Ti farebbe bene- riprende Zabini dopo pochi secondi di silenzio.

-Ci vorrebbe una delle tue canne allucinogene- scherzo su io.

-Potremmo ritrovarci nuovamente  a letto insieme e tu non gradisci la cosa quanto me- mi riprende con tono savio – e poi mi scoccerebbe sentirmi chiamato una notte intera Ginevra. È risaputo che io sto dalla parte di Fata Morgana.-

I primi raggi di sole accarezzano il cielo languidi. Li guardo con nostalgia.

-Credevo mi stesse uccidendo- sento i caldi occhi di Zabini carezzarmi lievemente il profilo, mentre dentro la mia mente riprendono a rincorrersi le immagine di quella lunga sera.

§

Un sorriso mesto gli accarezzava il viso.

-Ho perso tutto quello che avevo. Hai ragione, non sarà difficile.-

I suoi lineamenti erano pietrificati nella loro decisione.

Nei suoi occhi baluginava una luce sinistra.

Io sentivo dentro  un terrore a lungo covato, una voglia incredibile di sciogliermi in lacrime mentre non riuscivo a staccare i miei occhi dai suoi.

Lucius Mafoy ha alzato la bacchetta. Mi ha sorriso.

Mi ha sorriso dolcemente.

-Avada Kedrava. -

Ho sentito il sussurro delle sue parole percuotermi dentro, mentre osservavo la scena smarrito, confuso, annichilito dal dolore.

È accaduto tutto in una frazione di secondo. La punta della sua  bacchetta, indirizzata al centro del mio petto ansimate, è stata voltata verso  egli stesso, con una decisione crudele.

Il lampo di un sorriso.

Le sue labbra schiuse a sibilare la morte.

Gli occhi di mio padre, gelidi cristalli d’orrore, sono rimasti sbarrati a guardare la vita volatilizzarsi.

Come un’ombra invisibile questa è volata via dal suo corpo, ancora discretamente giovane, dissolvendosi con la notte.

Egli è rimasto vuoto, svuotato dalla fredda fiamma della sua esistenza. Le sue ginocchia si sono piegate al peso del suo corpo, i suoi capelli biondi e lunghi si sono alzati dalle sue spalle, mentre i pochi ciuffi argentei riflettevano i raggi della luna.

E caduto riverso sul dorso, sulla terra soffice ed umida, con un rumore ovattato.

“Gli si sporcheranno i capelli” ho pensato di botto.

Lo stordimento si è mutato in un’intesa sofferenza.

Sono corso verso di lui, gli ho preso il capo in grembo.

Ho scostato i fili d’oro dal suo volto ancora caldo. Gli ho guardato gli occhi trasparenti, quegli occhi così uguali ai miei, ove si leggeva la sua morte.

E poi ho pianto con il capo sul suo petto immobile, come quando da bambino gli chiedevo perdono.

Ma la sua mano non accarezzava comprensiva i miei capelli.

§

Continuo a guardare fissamente fuori, sospiro profondamente e riprendo a parlare.

– Credevo mi volesse uccidere. Questo è stato quello che mi ha detto. L’avevo deluso. Io rappresentavo tutte le sue speranze. La sua vergogna era troppo grande. Non sarebbe riuscito a vivere con questa sconfitta a pesargli dentro il cuore- sorrido mesto –Credo che fino all’ultimo minuto ha pensato di uccidere me. Poi… non ci è riuscito, è stato un secondo, un attimo. L’ho visto vacillare. Si è puntato la bacchetta contro. Prima che riuscissi a capire. Prima che l’orrore mi bloccasse. Si è ucciso. Per colpa mia.-

Blaise scuote la testa con aria decisa –No, tu non c’entri nulla. È stato lui a sbagliare. Sempre, da sempre si è trovato solo, chiuso in un vicolo cieco. Si è ucciso a causa sua. E poi credo che anche lui avesse perso, in parte, il senno. Non credo che la sua mente funzionasse perfettamente come un tempo. Forse fin dal principio egli non voleva altro che uccidersi e quella era solo la scusa per salutarti un’ultima volta. Non prenderti colpe che non ti appartengono Draco Malfoy.-

Resto in silenzio riascoltando nella mia mente le parole di Blaise.

-Pensi sia un debole?- domando di botto.

-No- la sua risposa è lapidaria –Nessun debole si sarebbe divincolato dalla volontà cieca del proprio padre, di quel genere di padre. Cose vuol dire essere deboli, non uccidere la gente? Non essere crudeli? No, essere deboli significa non avere il coraggio di compiere le proprie azioni, di fare ciò che si vuole fare. Non avere il coraggio di essere se stessi  e sottomettersi alla volontà altrui, questo è essere deboli. Sei un essere umano, Draco, che ha paura, che sbaglia, che non rifiuta la sua natura di uomo.-

Ci vorrebbe un Blaise Zabini tascabili da usare in ogni momento e da poter spegnere a piacimento.

-È stato un sigaretta-party piacevole- commento.

Lui sorride vacuo.

-A quanto ho visto hai un’ospite nel baldacchino- commenta allusivo a mezza voce.

-Non ti sfugge nulla?- ribatto con una nota aspra.

-Potreste fare performance sessuali più silenziose, capisco che Tiger e Goyle sono due rinoceronti, ma io ho un sonno umano- fa notare con una punta di sarcasmo nella voce.

-Non è che ci hai spiati?- gli domando di botto perplesso.

Lui si allontana dalla finestra con aria stupita, iniziando ad avviarsi verso il bagno: -Io? Ti sembro capace di una cosa simile?-

-Decisamente sì- concludo alzando di un’ottava la voce.

Lui mi lancia un sorriso ironicamente sferzante prima di eclissarsi con il suo passo elegante oltre la porta.

Io getto ultima occhiata al cielo stinto dai primi raggi del sole, poi mi rifugio oltre le tende del mio baldacchino.

Mi sdraio al fianco di quel candido corpo  nudo avvinghiato nelle lenzuola colore dell’argento.

Il rosso dei suo capelli irrompe come un mare sanguigno sulla federa dei cuscini, la sua espressione è di sana serenità. Le sue labbra sono gonfie, il suo volto arrossato, le sue lentiggini le accarezzano i lineamenti sottili.

Vorrei darle un bacio, ma potrei svegliarla e magari interrompere qualche suo bel sogno, quei sogni da bambina che le infestano la mente, quei sogni dove tutti vivono felici, dove non esiste il dolore, l’angoscia, la preoccupazione, dove la vita è un immenso mare di gelato alla fragola e panna montata.

Le Chimere non si possono cavalcare. Sono animali indomabili. Così come i sogni. Sono irrealizzabili.

Io ho l’opportunità di ricominciare daccapo, di fare tabula rasa degli errori di mio padre. Io devo iniziare a correre per lasciarmi indietro il passato e non permettere che gli spettri di questo m’inseguano, per non finire nella tela che l’abile ragno ha costruito per me.

Devo almeno provarci, per questa ninfa che mi respira sulla pelle, per questa vita che a prezzo della loro i miei genitori mi hanno donato.

Il sole ormai si è destato oltre i monti di Hogwarts.

Nell’azzurro del cielo istoriato di soffici nuvole è iniziata una nuova stagione.

 

Fine.

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Allora, lo ammetto. Sono una sentimentalista inguaribile, non avrei mai potuto far finire questa fanfiction male, non ci sarei assolutamente riuscita, non potevo negare a Draco,  dopo tutta questa enorme sofferenza, una placida piccola pace, non potevo non regalarmi, dopo aver pianto sofferto, riversato il mio amore ed il mio dolore,  un pallida speranza.

Allora, come va, siete contenti o preferivate la versione con Draco stecchito dall’Avada Kedrava, Lucius assassino a piede libero, Ginny distrutta dalla disperazione e Piton corroso dalla disperazione (il tutto con Blaise affacciato ad una finestra con una canna  fra le labbra a filosofare sul significato della morte, dell’odio, del sacrificio)? Mhhh, adesso che ci penso, non saprei!

Allora prima dei saluti si necessitano spiegazioni. Ho messo in bocca a Blaise tutti i chiarimenti  che ritenevo necessari, mi sono servita di lui per “spiegare” tutte le incongruenze dell’ultimo capitolo. Ma forse resta ancora un dubbio.

Perché Lucius ha preferito uccidere se stesso piuttosto che il figlio? È stato davvero un irrazionale e spontaneo gesto dell’ultimo momento, una decisione prese durante la discussione, o magari, come ha supposto Blaise, gli si era un po’ fritto il cervello ed aveva deciso  di togliersi la vita dando un ultimo ed originale saluto al figlio? Forse tutto quello che ha detto su Narcissa, l’amore, la fedeltà all’Oscuro Signore, non era tutta la verità, forse la lunga prigionia hanno battuto anche la sua anima di pietra? L’animo umano fa spesso delle scelte incomprensibili. Non tutto quello un cui crediamo è vero, non tutto ciò che ci sembra semplice lo è. Ancor prima di essere un assassino, Lucius è un uomo. Che la sua scelta finale sia stata frutto d’amore, pazzia, disperazione, non importa, non ci è dato da sapere. Draco non lo sa e non lo sapremo neanche noi. Ognuno interpreti il gesto di Lucius come meglio credo, ognuno si dia la sua risposta.

 

Così questa fanfiction è finita. Mi mancherà, mi mancherete voi.  Avevo intenzione di scrivere un breve spin-off a capitolo unico, trovando un po’ di tempo, quindi attendetevi un ultimo saluto. Anche se il protagonista dello spin-off non sarà Draco, ma qualcuno che ha avuto poco spazio e merita di dire la sua (quindi neanche Blaise che ha parlato troppo finora!).

 

Prima di passare alle risposte alle recensioni vorrei ringraziare (o anche ri-ringraziare) alcune persone:

Alfio, al quale è stata dedicata questa fanfiction, Giuseppe e Roberta , che hanno pazientemente sopportato lungo questi mesi i miei continui sfoghi e sproloquii.

Elisabetta (sorellina!) e Rosario che mi sono sempre vicini.

Gioia per la sua amicizia sincera, perché mi sostiene e m’incoraggia ad andare avanti.

Chiara, mia omonima confidente, amica fedele, semplicemente perché è lei.

A tutti coloro che hanno letto e commentato questa fanfiction, a coloro ai quali ho dato emozioni vere o semplicemente sensazioni.

Grazie, grazie di tutto ed a tutti.

 

E   per l’ultima volta posto le risposte alle vostre recensioni:

Yeran: Beh, fare diventare Piton ottimista sarebbe come fargli confessare di essere innamorato di Neville Paciock quindi… bene, a quanto pare il tuo ottimismo era ben riposto, però? Non sarà un lieto fine con la lettera maiuscola ma piuttosto un “sono ancora vivo, distrutto, ma vivo, con l’opportunità di giocare ancora una carta in questa vita…”. Riguardo alla debolezza di Draco come ben vedi Blaise ha un’altra interpretazione, dicendogli che in realtà la sua è stata una prova di carattere. Grazie per le tue recensioni, grazie di tutto.

 

Byakko: Dai, alla fine direi che Lucius non ha fatto un grande danno… si è tolto dalla circolazione, no? Diciamo che in questa ff era veramente di troppo, ha creato solo confusione! Grazie mille per avermi seguita e commentata!

 

Patty: Come potresti annoiarmi? Ogni scrittore va in paradiso quando legge certi stupendi commenti sui propri lavori, analisi attente e precise sui propri personaggi. Grazie, piuttosto! Mi è piaciuta la tua analisi al personaggio di Lucius, in realtà  tenta davvero di essere incapace d’amare,  ma, ci riesce? Per quanto egli può essere Lucius Malfoy non è pur sempre un essere umano? E chi prova così tanto odio, come può disconoscere l’altra faccia degli medaglia, l’amore? Sì, Lucius è stato coerente lungo tutto il precedente capitolo, tranne nel finale, quando viene meno a se stesso, quando viene soffocato da un qualcosa: l’amore? L’odio? La disperazione? La follia? Lucius, assassino, crudele, freddo e calcolatore, resta pur sempre un uomo, perito per l’umana debolezza. Consapevole o meno, questo non lo so. Spero che questa mia conclusione, tanto diversa da quella attesa, non t’abbia delusa. Grazie mille di tutto.

 

Sissichi: rispondo qui ad entrambi i commenti. Allora… non credo che meriti un Avada Kedavra, in effetti, quindi… sono salva? Sono felice che, nonostante tutto, il mio Lucius ti sia piaciuto.  Forse perché dietro la sua disumanità è umano, forse perché, pur rifiutandolo e non ammettendolo, ama il figlio o comunque prova qualcosa di simile. Accidenti, di colpo mi fa pure pena! Spero che il mio epilogo non t’abbia delusa. Grazie per avermi sempre letta e commentata, per avermi dedicato il tuo tempo ed avermi dato le tue opinioni. Grazie mille.

 

Manuel Lanhart: Grazie, perché mi hai regalato due commenti stupendi, perché mi hai commossa con le tue parole, sincere, toccanti. Ma d’altronde è così: quanto è labile  il confine fra l’odio e l’amore? Quanto è facile che quest’ultimo sfoci nell’altro e si mischi  confondendosi fino a coesistere inspiegabilmente? Ieri ho provato un forte moto d’odio proprio perché amo, disperatamente, incondizionatamente. L’odio e l’amore sono i sentimenti più forti che l’uomo è capace di provare, quelli più difficile da spiegare e motivare. È terribile quando ti rendi conto di donare amore e ricevere indifferenza. Che tutto è vano, un nulla che ingoia il nulla. Annaspi in te stessa ed in tutto quello che provi, in tutto ciò che hai donato, nelle tue emozioni, nei tuoi sentimenti, fino ad affogare. E chiedersi perché e chiudersi in una rabbia turbolenta autolesionista. Lasciarsi violentare dalla speranza, essere succubi dell’illusione. Uccidersi per il disincanto. Capisco quello che hai scritto, lo approvo. Mi dispiace davvero per quello che ti è successo, le mie parole non t’avranno di certo confortato, ma questo piccolo germoglio di speranza (illusione, forse, piccola quiete prima di un nuova guerra, chi lo sa?), scritta per sopravvivere alla foga distruttiva di me stessa, quest’epilogo, forse ti farà sorridere. Temi il finale, non vorresti saperlo, hai detto. Hai ragione, Peppe, sinceramente. La fine fa sempre paura, qualunque sia il contesto. Grazie per avermi emozionato con i tuoi commenti, con le tue parole. Grazie mille.

 

Kyomi89: Oh beh, direi che per il matrimonio ed i pargoli è un po’ prestino, ma spero tu ti sia accontenta. E poi Draco avrebbe un tantino paura a prendere un impegno così serio, anche perché, nonostante io abbia smesso di raccontarli, i guai per lui non sono ancora finiti…Grazie!

 

Tink:  bene, allora possono ritenermi ufficialmente salva! Ho capito perfettamente quello che volevi dirmi, non preoccuparti. Sono felice di averti trasmesso delle emozioni intense, era proprio ciò che volevo fare con questa ff, a quanto pare ci sono riuscita! Inizialmente avevo paura d’aver reso il precedente capitolo eccessivamente contorto, ma a quanto pare è piaciuto così…beh, spero di non aver banalizzato l’epilogo, anche se credo che a te non è dispiaciuto, vero? Quanto al rapporto Lucius/Draco… hai ragione, non è il solito rapporto padre/figlio, è qualcosa di complicato, controverso, doloroso. Eppure Draco ama il padre, di un amore che è odio. Lucius odia Draco di un odio che è amore. Non so se mi sono saputa spiegare, probabilmente, no. Grazie per avermi seguita in questo lungo periodo ed avermi regalato i tuoi commenti simpaticissimi.

 

Ilaria: ciao Ilaria, come va? Spero che tu legga questa ff e mi auguro anche che ti piaccia. Quanto alla ff alla quale ti riferisci, alludevi a Ti Desidero o a quella scritta con BlackSheep? Se parli della seconda direi che è impossibile pubblicarla, per diversi motivi, primo fra tutti perché fa parte di un passato non riesumabile, mi dispiace. Se vuoi posso mandartela via e-mail, nel caso la volessi rileggere, ma pubblicarla non posso proprio, anche perché avrei bisogno del consenso della co-autrice che potrebbe farmi finire all’ospedale solo per aver provato a proporle una cosa simile….Un bacione!

 

Slytherin Princess: Grazie, ho acquistato, anche se in extremis, un'altra commentatrice. Grazie per le belle parole che mi hai regalato. Sono felice che ti siano piaciuti i miei personaggi, le mie caratterizzazione e la mia introspezione psicologica. Quanto alla debolezza di Draco…  mi pare che Blaise abbia detto tu, no? Io volevo semplicemente dire che Draco non va preso in considerazione come eroe per aver scelto la morte piuttosto che piegarsi al volere paterno, perché l’ha fatto anzitutto per paura, spossatezza. Eppure, sì, non è stata debolezza. Resta semplicemente il fatto che Draco è un ragazzino di 17 anni, solo un ragazzino di 17 anni. Grazie mille per il commento!

 

Opalix: Sono rimasta felicemente sorpresa dal tuo commento ed adesso ti spiego perché. Mi era stata da poco caldamente consigliata la tua fanfiction che da un po’ avevo pensato di leggere ( mi riferisco a Dangerous Feelings). Domenica sera, messo da parte il libro di filosofia, avevo iniziato a leggerla e…. sono stata incapace di staccarmene. È meravigliosa, non ho altri termini per definirla. Mi manca qualche capitolo ed ho piacevolmente scoperto che continua con Looking for Freedom, quindi aspettati al più presto di trovarmi nella schiera delle tue commentatrici. Sei davvero bravissima! Ma della tua fanfic. è meglio che parli nella tua area recensioni… Grazie per il bellissimo commento. Sono felice che tu abbia apprezzato il faticoso lavoro che ho fatto nella psiche di Draco, la sua guerra interiore, il suo essere comunque un adolescente incasinato. Blaise è stato il personaggio più divertente e bello da costruire (forse appunto perché l’ho potuto “plasmare” a mio piacimento), del quale mi sono servita per lanciare eloquenti messaggi, filosofare, spiegare l’inspiegabile che si nasconde in questa fanfiction. Ginny Weasley è una figura evanescente, ma onnipresente, che, benché io abbia un’idea abbastanza chiara di lei, sfoco, per renderla quasi un’unica cosa con Draco, per vederla filtrata attraverso lui, attraverso le sue emozioni ed i suoi sentimenti contrastanti. Sì, hai ragione, quella frase non è il massimo dell’originalità, volevo eliminarla, ma mi piaceva troppo e rendeva bene l’idea di ciò che volevo dire! Sono felice che tu abbia apprezzato la mia poesia e le mie poesie! Grazie per la recensione!

 

Lollo:  beh, resuscitare no, mi sono un tantino semplificata le cose, semplicemente non l’ho fatto morire! Nelle precedenti note ho tentato di fare capire che forse tutto quello che si vedeva non era scontato, che magari le cose potevano essere andate in maniera un tantino diversa… ma tu non mi hai creduta… spero di essermi fatta perdonare!   Grazie per aver sempre commentato.

 

Un bacio grandissimo ed un caldo abbraccio!

Un arrivederci a tutti!

 

Chiara/Thilwen         

 

 

 

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