Five Little Kisses di Sabriel Schermann (/viewuser.php?uid=411782)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bacio d'Amore ***
Capitolo 2: *** Bacio di Mamma ***
Capitolo 3: *** Bacio Rubato ***
Capitolo 4: *** Bacio di Padre ***
Capitolo 5: *** Primo Bacio ***
Capitolo 1 *** Bacio d'Amore ***
Bacio
d’Amore
Rickard
si era appena coricato quando Den comparve sulla soglia della stanza.
Gli
avevano servito da poco la cena e Jan l’aveva aiutato a
nutrirsi: dopotutto,
erano settimane che non infilava del cibo nello stomaco.
La
testa gli vorticava e il trambusto caratteristico
dell’ospedale gli penetrava prepotente
nei timpani come una lama sottile.
Era
esausto, ma quando incrociò lo sguardo del ragazzo dai
capelli color
cioccolato, la vita parve impossessarsi nuovamente della sua anima.
Den
se ne stava sulla porta con un mazzo di tulipani stretto tra le mani;
per
istanti infiniti si osservarono con attenzione, increduli entrambi di
trovarsi
nuovamente l’uno di fronte all’altro.
«Grazie»
mormorò Rickard, senza staccare lo sguardo dal corpo minuto
del compagno.
«Dunque dev’essere quasi primavera»
continuò, alludendo ai fiori traboccanti
dal vaso posto accanto al letto.
Una
smorfia gli si dipinse sulle labbra: un anno era terminato e lui non se
n’era
nemmeno reso conto.
Aveva
festeggiato nel silenzio della sua mente, nell’esilio dal
proprio corpo.
«Veramente
non è nemmeno febbraio» sorrise il ragazzo accanto
a lui, interrompendo il
fluire dei pensieri.
Per
un istante, la memoria lo riportò indietro nel tempo, a quel
giorno maledetto
che avrebbe potuto segnare la propria fine.
Vide
Den avvicinare la sedia su cui, fino a pochi minuti prima, era
accomodato il
padre adottivo di Sindy.
«Mi
sei mancato» sussurrò il ragazzo con voce
strozzata, «temevo di non vederti più».
«E
invece mi devi sopportare ancora» sorrise il compagno,
asciugando le lacrime
solitarie sul volto dell’altro, per poi soffiargli un bacio
sulle guance, sulle
tempie, sulle labbra.
Rimasero
così fino a quando l’orario di visita non
terminò, cullandosi tra i propri respiri,
sorreggendosi a vicenda, inconsapevolmente.
Un
pigro sorriso si dipinse sul viso del convalescente: Sindy sarebbe
stata felice
di rincontrarli insieme, dopo tanto tempo.
Prompt:
Riempire qualcuno di baci.
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Capitolo 2 *** Bacio di Mamma ***
Bacio
di Mamma
Elena
era appena tornata dal lavoro quando ritrovò il piccolo
Rickard in cucina a trastullarsi
con i suoi dinosauri-giocattolo.
«Perché
non vai in camera?» gli suggerì, osservando
l’orologio posto sopra la porta.
Edwin
sarebbe rincasato presto e la cena sarebbe stata pronta in qualche
decina di
minuti.
«Non
posso» le rispose distrattamente il bambino, intento a
maneggiare Dino il
gallimimo, impegnato in uno scontro feroce contro il nemico per
eccellenza: il
tirannosauro Susan¹.
La
donna osservò con attenzione i suoi movimenti, con
espressione divertita. «I
tuoi dinosauri si stancano ad arrivare fino al letto?» lo
punzecchiò con un
sorriso.
Rickard
si volse con uno scatto. «No! Loro sono agili e
forti» asserì concitato, «ma
David è con la sua amica».
Elena
fece ben attenzione a nascondere la sensazione di nervosismo che
cominciava a
salirle dallo stomaco.
Quel
furfante non si è nemmeno degnato di dirmelo,
borbottò tra sé, gli ho detto
mille volte di badare a suo fratello!
Levandosi
le scarpe in un gesto fulmineo, si impose di calmarsi; in fondo, il suo
primo
figlio stava crescendo ed era giusto che facesse le proprie esperienze.
Un
trambusto improvviso la risvegliò dai propri pensieri: Dino
il gallimimo era
precipitato sul pavimento, evidentemente sconfitto
dall’avversario.
«Gaccie»
mormorò il piccolo Rickard notando la madre restituirgli il
giocattolo.
«Mamma,
ma che cos’è un bacio?»
La
donna si volse con sguardo allarmato, colta alla sprovvista da un tale
interrogativo.
Avrebbe
potuto rispondere che lo avrebbe compreso una volta adulto, ma le sue
conoscenze da psichiatra le suggerivano che, in quel modo, Rickard non
sarebbe
stato affatto stimolato ad imparare.
«Come
fai a conoscere questa parola?» gli chiese curiosa, in tutta
risposta.
La
curiosità infantile del bambino, però, era stata
catturata nuovamente dai suoi
amati esemplari giurassici.
«Ora
ti mostro che cos’è un bacio,
birbantello» sorrise la madre, prendendo il
corpicino di peso e depositando lievi baci sui capelli.
Imparerai
anche questo, piccolo mio,
pensò Elena, osservando il suo ultimo figlio
ridere e gridare con la gioia tipica dei bambini della sua
età, ancora incapace
di percepire le pene.
Prompt:
«Che cos’è un bacio?»
¹Susan,
spesso abbreviato in Sue, è uno degli scheletri di
Tyrannosaurus Rex più
completi ritrovati al mondo, precisamente nel 1990, in un luogo remoto
del
South Dakota, negli Stati Uniti.
È
stato denominato tale in onore della sua scopritrice, Susan Hendrickson.
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Capitolo 3 *** Bacio Rubato ***
Bacio
Rubato
Erik
ed Elena si incontrarono per l’ultima volta
nell’ufficio di quest’ultima, in
un'afosa mattinata estiva.
L’uomo
andò a trovarla di proposito, per informarla che stava per
lasciare il lavoro e
si sarebbe presto trasferito in un’altra città.
«Non
cercarmi più» le aveva ringhiato, senza ricordare
di essere stato lui stesso a
catapultare la donna nella propria vita, immischiandola nella
spiacevole vicenda.
«Vorrei
ricordarti che sono sposata e ho tre bambini» gli aveva
gridato lei di rimando,
«e soprattutto, amo mio marito!»
Elena
aveva volutamente scandito l’ultima parola; amava Edwin
più di quanto amasse se
stessa e non avrebbe potuto compiere alcun gesto per allontanarlo da
sé.
«È
stato un incidente» mormorò l’uomo,
d’improvviso afflitto e stanco.
Il
suo viso presentava uno spettacolo raccapricciante: era chiaro non
dormisse da
qualche tempo, ormai.
Non
appena aveva messo piede nell'ufficio, un intenso aroma dolciastro gli
era
penetrato nelle narici, tipico della collega: anche quando aveva
poggiato le
proprie labbra sulle sue, ricordava bene l’intenso profumo al
miele che la
donna indossava.
Dopo
qualche minuto passato in silenzio, entrambi si esaminarono negli
occhi,
convinti che la situazione fosse divenuta troppo imbarazzante per
restare nello
stesso luogo.
Elena
si sedette alla scrivania, fingendo di esaminare le cartelle cliniche
di alcuni
pazienti che aveva in cura.
«Ho
fallito, Néné¹»
mormorò l’uomo accovacciato di
fronte a lei, lo sguardo fisso a terra. «Volevo solo curare
mio fratello,
invece ho rovinato la mia famiglia».
La
voce roca e tremante suggeriva fosse sul punto di scoppiare in lacrime.
Erik
non aveva idea del modo in cui la moglie lo avesse scoperto: un giorno,
semplicemente, rincasò e trovò l'abitazione
completamente vuota.
Le
pareti erano improvvisamente divenute grigie, il pavimento si era
trasformato
in un profondo buco nero. La famiglia, come la conosceva lui, non
esisteva più.
«Mi
manca la mia piccola Anja» sussurrò con un filo di
voce, prima di lasciarsi
andare sulla poltroncina dell’ufficio della dottoressa Van
Römer².
«Baciarmi
è stato il tuo unico sbaglio» sibilò la
donna, tentando di reprimere la propria
natura di accostarsi all’uomo e stringerlo in un abbraccio.
Detestava
Erik per ciò che aveva fatto, per essersi spinto oltre, per
aver rischiato di
rovinare il suo piccolo nido di felicità.
Attanagliata
dal rimorso per la propria freddezza, aggiunse: «Capisco il
tuo dolore, Erik».
Poi
l’uomo si asciugò le lacrime, tirandosi in piedi
con sguardo solenne.
«Ti
prego… non salutarmi se mi riconosci»
mormorò, prima di abbandonare per sempre
l’ufficio della fidata collega.
Prompt:
«Baciarmi è stato il tuo unico sbaglio».
¹
Néné era il soprannome della principessa Elena di
Wittelsbach, nonché sorella
di Elisabetta di Wittelsbach, meglio nota come Sissi.
²
Si tratta di una storpiatura del cognome dello psichiatra olandese
Lucien von Römer,
conosciuto maggiormente per i propri scritti
sull’omosessualità.
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Capitolo 4 *** Bacio di Padre ***
Bacio
di Padre
Jan
aveva passato la notte in ospedale, osservandola dormire.
Gli
avevano permesso di restare per evitare che la bambina si potesse
svegliare
sola o fuggire: l’uomo aveva omesso, nel tentativo di
convincere i medici, che
Sindy si era addormentata con una mano intrecciata alla sua.
Osservò
a lungo quel corpicino magro e sottile, i capelli corvini e lucenti
sotto la
luce al neon della stanza.
«Questa
bambina non deve vedere un letto da un bel po’»
aveva commentato uno dei medici
che avevano provveduto a visitarla, in un misero tentativo di
sdrammatizzare la
situazione.
Jan
aveva raccontato più volte agli specialisti il modo in cui
l’aveva trovata,
quello stesso giorno, ma nessuno di loro parve credergli davvero.
O
forse sarebbe meglio dire che è stata lei a trovare me,
pensò dentro
di sé.
Solamente
il ginecologo parve dargli ascolto; probabilmente, per lui era stato
più facile:
aveva potuto trovare facilmente le prove dell’accaduto.
«C’è
una cosa che non capisco» aveva detto, «il suo
imene è spezzato».
Poi
se ne andò, informando l’uomo che li avrebbe
lasciati riposare, tornando
solamente la mattina successiva per un controllo.
«Dopodiché
potete anche andare» aggiunse, in un tono di voce preoccupato
e dubbioso al
tempo stesso.
Prima
di addormentarsi a sua volta, Jan rifletté sulla giornata
appena trascorsa,
pensando alla pista di pattinaggio e al modo in cui la bambina si era
rivolta a
lui, con evidente timore.
Si
chiese se fosse fuggita da qualche traffico illegale, da qualcosa che
andava ben
al di là di tutto ciò che fosse in grado di
concepire, oppure se si fosse perduta.
Dovunque
provenisse, Jan comprese all’istante che non
l’avrebbe abbandonata al suo
destino: lei gli ricordava una poesia che non riusciva a rammentare,
una
canzone che non era mai esistita, un posto in cui non doveva essere mai
stato.
Le
soffiò un bacio sui capelli, prima di accomodarsi sulla
sedia accanto al letto,
con le dita ancora intrecciate in quelle sottili della bambina.
«Buonanotte,
piccola mia».
Non
si sarebbe lasciato sfuggire la figlia che l’universo gli
aveva donato, in una
generosa sostituzione di quella perduta.
Prompt:
Bacio della buonanotte.
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Capitolo 5 *** Primo Bacio ***
Primo Bacio
Le vacanze estive erano ormai terminate ed era tempo di tornare a scuola.
David uscì prima del solito quella mattina, avviandosi con la sua bicicletta color zafferano verso la città vicina.
L’aria fresca di settembre portava ancora con sé il sole e i ricordi dell’estate; dopo quasi mezz’ora trascorsa a pedalare per le vie di Sugar City¹, un edificio grigiastro comparve dinanzi ai suoi occhi: scorse qualche conoscente tra la folla, fino a quando lo sguardo non si posò sul suo vecchio amico e sulla ragazzina che scendeva dalla motocicletta nuova.
«Ehi» lo salutò avvicinandosi, le iridi puntate sulla giovane dalla chioma aranciata.
«È mia sorella» gli sorrise l'interlocutore, «quest'anno inizia anche lei».
Osservandolo, David pensò che Lukas pareva particolarmente entusiasta di cominciare la scuola quell'autunno: forse perché era il loro ultimo anno scolastico, o forse perché aveva appena sfoggiato il suo nuovo scooter davanti a tutti i compagni.
«E questo gioiellino?» domandò David stupito: si trattava di una vecchia Vespa PK² in ottimo stato e completamente rivestita di lamiera bianca.
«Me l'ha regalata il mio contatto» rispose Lukas, sfoggiando l'ennesimo sorriso della mattinata. «È un uomo dalle mille risorse».
David comprese subito di chi si trattasse: sapeva che Lukas aveva fatto interessanti conoscenze durante la pausa estiva.
«Ti va di fare un giro?» domandò l’amico in tono concitato, come se la scuola non stesse per iniziare, come se la sorella non l’attendesse alla fine delle lezioni. «Torneremo in tempo per non far insospettire Alex, tranquillo» ammiccò Lukas, quasi leggendogli nel pensiero.
Ma David aveva i pensieri altrove; il viso fresco della ragazza si era subito insinuato nella sua memoria, gli occhi turchesi, le labbra sporgenti, che avrebbe volentieri sfiorato con le proprie…
«No, Lukas» decretò infine, avviandosi verso l’entrata. La campanella era suonata da un pezzo e nel cortile erano rimasti soltanto loro due. «Stavolta no» continuò, suscitando i profondi sospiri dell’amico.
Prompt: Immaginare un bacio
¹ Si tratta della città di Halfweg, situata a nord-ovest di Amsterdam; viene chiamata Sugar City grazie alla famosa e longeva fabbrica di zucchero che si trovava nella zona.
² Modello di scooter prodotto tra il 1982 e il 1984, secondo Wikipedia.
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