Una scrittura femminile rosa pallido

di LadyPalma
(/viewuser.php?uid=50748)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** 4. ***
Capitolo 5: *** 5. ***
Capitolo 6: *** 6. ***



Capitolo 1
*** 1. ***


 
Una scrittura femminile rosa pallido




Capitolo 1.



La prima persona a mostrare pieno entusiasmo nel clima di felicità del dopoguerra è Madama Rosmerta. Dopo aver seppellito i morti e condannato i mangiamorte, è tempo di prendersi qualche minuto per festeggiare la vita e l'amore... E cosa può esserci di meglio di un servizio di abbinamenti sentimentali per maghi e streghe single in cerca dell'anima gemella? Nel dicembre del 1981, a solo un mese di distanza dalla sconfitta del Signore Oscuro grazie al sacrificio di Lily Potter, i Tre Manici di Scopa si trasformano da semplice pub a centro di appuntamenti al buio. Il progetto, per quanto ambizioso, si presenta semplice: chiunque voglia partecipare deve inserire una lettera con i propri dati e una breve presentazione in un enorme boccale di burrobirra vuoto posto sul bancone; Rosmerta si assume poi il compito di smistare le pergamene e fare i dovuti abbinamenti. A quel punto, la coppia formata può iniziare una corrispondenza che forse, speranzosamente, porterà a una conoscenza di persona.
"È un'idea geniale. I babbani fanno da tempo qualcosa del genere, lo sapevi?" commenta Arthur Weasley, fermandosi con grande interesse davanti al boccale già pieno di lettere.
"È una grande stronzata" borbotta Alastor Moody trascinandolo via verso un angolo del pub dove altri ex membri dell'Ordine li attendono. "E poi tu sei sposato. Vuoi che lo racconti alla tua cara Molly?"
"Io sì, ma tu no... " ribatte Arthur enigmaticamente.
Alastor scuote semplicemente la testa e non coglie il significato di quella risposta, se non una settimana dopo, quando un gufo sconosciuto si schianta contro la sua finestra.
Sta facendo colazione nella sua sala da pranzo – troppo grande per un uomo che vive da solo e che per giunta non ha più nulla da fare – ed è precisamente quel rumore a far dissolvere finalmente la sua aria assonnata. Anche l'occhio vero si apre infatti del tutto e, con un'imprecazione confusa, lui afferra il bastone e si alza per aprire la finestra. Una lettera dalla grafia mai vista prima - una scrittura femminile rosa pallido - è l'inaspettato bottino che si trova tra le mani.


Caro signor Moody,
Sono oltremodo contenta di aver trovato così presto un abbinamento. Non ho idea di chi sia lei di preciso, ma i Moody sono una famiglia purosangue ben nota e questo è un sollievo, dato che le questioni di sangue non sono un fattore secondario. Ma basta parlare di lei: ovviamente vorrà sapere qualcosa su di me! Cosa posso dire? Lavoro al Ministero ormai da una decina di anni, ma nonostante questo mio ruolo prestigioso, sono una donna molto dolce e timida ed è solamente per colpa del peso delle mie responsabilità lavorative che non ho ancora trovato la mia metà. Sono romantica però: sogno il matrimonio, un marito da coccolare – come faccio già con i miei gatti, le dirò come si chiamano e cosa fanno in una prossima lettera – e magari anche qualche bambino dato che credo di avere uno spiccato istinto materno. Sto dicendo troppo poco, lo so, ma spero di catturare sufficientemente l'attenzione affinché...


Alastor non arriva al termine della lettura: accartoccia la pergamena con uno scatto nervoso e la lancia sul tavolo, mormorando nel mentre una sequela di imprecazioni.
Il collegamento con la seconda attività di Madama Rosmerta è immediato e la strana assenza ingiustificata di dieci minuti del suo amico dai capelli rossi durante la piccola rimpatriata gli viene subito in mente. Oh, Arthur Weasley sta per beccarsi una brutta ramanzina e subito! Prima però, sull'onda del suo nervosismo per quell'intromissione indesiderata nella sua (inesistente) vita personale, afferra foglio e inchiostro rigorosamente nero e inizia a scrivere.


Signorina Umbridge,
Non me ne frega assolutamente niente né di lei, né dei suoi stupidi gatti. Non ho alcuna intenzione di perdere tempo a scambiare lettere con una strega annoiata e superficiale quale sicuramente è. Spero troverà il marito da coccolare che cerca, di certo io preferirei cavarmi un altro occhio – sì, perché uno già non ce l'ho più – piuttosto che essere quell'uomo.
A mai più risentirci,
Alastor Moody


Con un sospiro soddisfatto, rilegge in fretta la lettera e la lega alle zampe del gufo ancora mezzo tramortito, spingendolo a suon di insulti a volare via dalla sua proprietà.



 
**



"Oh, Alastor, cosa ti porta qui? Vuoi un biscotto, ne ho appena sfornata una teglia!"
Aprendo la porta d'ingresso della Tana, Molly sorride nonostante l'aria esausta accogliendo l'ospite.
Il nuovo arrivato però la saluta con un brusco cenno e la oltrepassa, così come supera l'orda di bambini piccoli che strillano e litigano tra loro.
"Come cazzo ti sei permesso, Arthur?" sbraita, notando finalmente l'uomo che cerca seduto in cucina.
Il signor Weasley posa lentamente la tazza di tè sul tavolo e un bacio sulla testa della bambina che stringe tra le braccia come per rassicurarla di quella presenza minacciosa.
"Oh, quindi lo hai scoperto... Suvvia Alastor, capisco che sei arrabbiato, ma non dire parolacce davanti alla piccola Ginny!"
"La piccola Ginny purtroppo deve sentire le parolacce se suo padre è un coglione che non si fa i cazzi suoi!"
Arthur, mentre copre le orecchie della piccola, si concede tuttavia un piccolo sorriso.
"Ho cercato solo di dare una mano a un vecchio amico. Insomma, hai deciso di andare in pensione prematura e non hai nulla da fare. E poi da quand'è che non hai una relazione? Anzi, hai mai avuto una relazione?"
Alastor rotea entrambi gli occhi al cielo e fa un grugnito di disapprovazione.
"Ma mi hai visto? Da quando mi sono consacrato a questo lavoro del cazzo ho smesso di pensare alle storielle d'amore e ormai avrei bisogno di un'infermiera più che di una donna..."
"Amico mio, non buttarti giù in questo modo! Vedrai che la donna giusta arriverà se solo ti metti nello stato d'animo di cercarla!"
Alastor, però, non ha l'espressione di una persona disperata e di certo non sembra cercare compassione.
"Io non voglio una stramaledetta donna!" esclama infatti, infilando di nuovo la porta senza salutare. Non prima però di aver preso una manciata di biscotti.
Ripercorrendo l'ingresso della Tana, spaventa con il suo occhio magico uno a caso dei bambini e poi borbotta un saluto alla padrona di casa.
"Tuo marito è un idiota, Molly, ma i tuoi biscotti sono sempre fantastici!"



 
**



Forse per via della strana lettera ricevuta, della conversazione con Arthur e della solitudine che è stata così portata a galla, quella sera è particolarmente noiosa per Alastor. Rivede per puro diletto qualche vecchio caso rimasto ancora aperto, ma ben presto finisce per stappare una bottiglia di whisky incendiario e scolarsene più di mezza. Cosa rimane di un’intera vita trascorsa sul campo a inseguire criminali e a guardarsi da ogni pericolo? La risposta non riesce a trovarla sul fondo del suo bicchiere, eppure continua a bere lo stesso perché non c’è nulla di meglio da fare.
All’improvviso, proprio quando sta ormai per alzarsi dalla poltrona e gettarsi sul letto, un evento inaspettato – il secondo evento inaspettato della giornata – giunge a dare una svolta alla sua triste serata. Lo stesso gufo deficiente che gli ha dato il buongiorno atterra con un tonfo sul suo pavimento tramite la finestra aperta per dargli la buonanotte. Alzandosi goffamente e sorridendo tra sé e sé con segreta curiosità, sfila la nuova lettera dalla scrittura femminile rosa pallido che stavolta legge per intero con avidità.


Signor Moody,
Nel pieno dei miei sogni romantici che lei ha brutalmente distrutto, non mi ero premurata di informarmi su chi lei fosse. Ora però dal particolare del suo occhio mancante, ho capito benissimo! A mancarle – oltre ai principi base dell’educazione a all’occhio – è anche tanto altro. Potrebbe essere persino più repellente di un centauro – e i centauri sono la cosa più disgustosa che mi viene in mente al momento.
Evidentemente mi rifiuta perché qualcuno dei suoi contatti le ha parlato di me. Cosa le hanno detto, eh? Che ho una faccia da rospo, che sono bassa e grassa, o che ho una voce leggermente stridula? Va bene, non sono bella secondo il canone comune, ma ho tantissime altre qualità che lei di certo non merita di conoscere.
Io sarei stata anche disposta a superare il suo aspetto ripugnante, riconoscendo la sua illustre famiglia d’origine e la sua fama, ad esempio. Lei invece tratta le donne in modo meschino. Bene, nessuno dice di no a Dolores Umbridge, sappia che è Dolores Umbridge a dire di no a lei!
Si vergogni.

Dolores Umbridge


Al termine della lettura, Alastor scoppia inaspettatamente a ridere come non gli succede da tantissimo tempo. Alla faccia della donna dolce e romantica! – non può fare a meno di pensare, ricordando la presentazione nella prima lettera. Evidentemente non ha di fronte la classica strega. Quello che emerge ora è il ritratto piuttosto di una donna arrogante, antipatica, vagamente razzista e per giunta brutta. Senza preavviso, si ritrova a essere interessato.
Forse è per la noia, per il whisky che ormai gli è arrivato al cervello o perché davvero gli è piaciuto ridere per una volta, ma si ritrova senza quasi accorgersene a intingere l’inchiostro nel calamaio e a scrivere una risposta.


Signorina Umbridge,
Qualora lei fosse ancora disposta a superare la mia ripugnanza – che lei mi ha molto gentilmente attribuito – mi dichiaro interessato a conoscere di persona la sua bruttezza.
Vediamoci venerdì ai Tre Manici di Scopa alle sette.
Sono l’uomo con l’occhio magico, senza gamba e senza metà naso. Non credo che le serviranno altre descrizioni per riconoscermi.
Cordialmente,
Alastor Moody
 
 



 
 



NDA: Oggi NON avrei dovuto pubblicare questa storia, ma l'idea insana che è alla base non riusciva a uscirmi dalla mente (e infatti ho già pronti altri due capitoli!). Non è una storia da prendere sul serio, spero anzi di strappare qualche risata (almeno quante me ne sto facendo io scrivendo). Sono partita dal volere offrire per una volta un lieto fine a questa mia adorata coppia crack ma, siamo sinceri, un lieto fine a loro due significa inevitabilmente sfociare nel comico. Solo nell'angst possono apparire più o meno credibili! Non mi cimento spesso nel genere "commedia romantica", quindi spero di non aver fatto un pastrocchio ahah
Nota sul titolo: "Una scrittura femminile azzurro pallido" è il titolo di uno splendido romanzo di Franz Werfel. Ho deciso di storpiarlo cambiandone il colore. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Note: Questo capitolo è decisamente fluff.




Capitolo 2. 


 
La prima volta che Alastor e Dolores si incontrano è davanti ai Tre Manici di Scopa all'orario concordato, ma mentre lei lo riconosce subito, lui si guarda intorno nervosamente senza prestarle attenzione. La vede, oh certo che la vede - una cosuccia rosa che lo fissa apertamente mentre si sistema uno stupido fiocco nero tra i capelli – ma il suo sguardo non si sofferma su di lei per più di qualche istante.
Dov'è la donna che deve incontrare? Ha forse deciso di dargli buca? È solo quando quella cosuccia rosa gli si avvicina e dice uno squillante: Ehm ehm, che lui capisce che la donna che aspetta è già arrivata da un pezzo.
"Tu sei Dolores Umbridge?" chiede strabuzzando l'occhio sano e roteando confusamente quello finto. "Per Salazar! Credevo fossi molto più brutta. Tu sei quasi carina!"
È il turno di Dolores di spalancare i piccoli occhi verdi, mentre un rossore - che per la verità è più un rosore - le colora le guance. Fa una risatina stupida e gli afferra un braccio, invitandolo a entrare nel pub. Prende quelle parole come un complimento: del resto è forse la cosa più bella che qualcuno le abbia mai detto.



 
**


 
L'atmosfera ci mette un po' a carburare ma dopo due shot a testa – sherry per lei e whisky incendiario per lui – hanno smesso di parlare a monosillabi e l'imbarazzo è accantonato. Dolores ha delle maniere affettate e sembra avere una qualche mania del controllo, tanto che arriva a rimproverarlo per l'abuso di parolacce e per il modo in cui scola il suo drink, ma ben presto Alastor si accorge con piacere che si tratta solamente di una parvenza che lei non riesce neanche a mantenere troppo a lungo. Con un colpo brusco quasi rovescia un bicchiere, le si slacciano per sbaglio due bottoncini della camicia rosa – non che lui abbia qualcosa di cui lamentarsi dato che la donna ha un decolleté non indifferente – e arriva a dire lei stessa una parolaccia nel bel mezzo della conversazione.
L'argomento su cui si inoltrano ad un certo punto li assorbe totalmente. Dopo il monologo di lei sui suoi gatti e il suo lavoro al Ministero, sono finiti chissà come a parlare delle torture da lui usate come auror per estorcere informazioni durante gli interrogatori. Trovano finalmente un punto di assoluto accordo nel dichiararsi favorevoli all'uso delle maledizioni senza perdono. Alastor pensa ai criminali, Dolores anche agli ibridi e alle creature magiche mezze umane, ma in quel momento non si mettono troppo a puntualizzare.
"Ci vorrebbero delle torture creative per sistemare alcuni stronzi!" esclama lei con un guizzo negli occhi, pronunciando la fantomatica parolaccia.
"Brinderò a questo, bamboluccia" replica lui con un cenno di approvazione, sollevando il suo bicchierino e avvicinandolo a quello di lei. Per la prima volta la chiama con quel nomignolo senza quasi accorgersene e lei non ha nulla da obiettare.
Sembra una donna ordinaria e innocua, ma nonostante tutto lui riesce a cogliere benissimo l'oscurità che si nasconde dietro tutto quel rosa. Quei segnali sottili che svelano la sua vera personalità lo fanno sorridere, e alla fine sono quelli che lo tengono seduto più di quanto si sarebbe immaginato.
Quando alla fine si alza in piedi è solo perché parte la musica e lei lo obbliga a ballare.
"Non so se te ne sei accorta, bamboluccia, ma ho una gamba di legno".
Dolores non pare turbata e fa una delle sue solite risatine.
"Sarò io il tuo bastone" mormora, ma senza la dolcezza che ci si sarebbe aspettata da una simile frase.
Ha parlato in tono piuttosto autoritario invece mentre – a dispetto del dislivello fisico tra loro – lo trascina quasi vicino alle altre coppie. Più che ballare, ondeggiano leggermente sul posto senza muovere le gambe, così lui non ha nulla di cui lamentarsi e nessun ulteriore trauma da rischiare. Ma si tengono le mani, i loro corpi sono più vicini e vanno armonicamente fuori tempo.
Quel primo appuntamento si conclude in modo piuttosto brusco, con un semplice saluto e, a dispetto dei tentativi di lei di strappargli un qualche commento a caldo, lui non fa nessuna menzione a un possibile nuovo incontro. Quando però Dolores sventola la sua manina guantata di rosa prima di sparire nel vortice della sua smaterializzazione, Alastor sente dentro di sé anche quella stupida voglia di sorridere e capisce due cose.
Arthur Weasley è proprio uno stronzo.
E lui, beh, è completamente fregato.



 
**



"Allora, com'è andata?"
La mattina dopo Arthur si presenta a casa sua  prima di andare a lavoro con tutta la curiosità di una vecchia pettegola.
Alastor, ancora mezzo addormentato, lo copre di qualche insulto per averlo svegliato senza alcuna necessità, ma poi si sforza di comportarsi da bravo padrone di casa e preparare del tè.
"Beh, cosa vuoi sapere?" chiede finalmente, servendosi senza complimenti i biscotti di Molly che l'amico gli ha portato.
"Tutto, su forza, non vergognarti! È stato un appuntamento interessante? Vuoi forse ringraziarmi?"
"Ringraziarti un corno! È una donna bruttina, parla troppo, è autoritaria e ha un insano gusto per le torture..."
L'uomo più giovane assume un espressione vagamente delusa. "Oh... Vedrai che il prossimo tentativo andrà meglio. Mi dispiace".
"Oh sì, ti conviene dispiacerti: questa donna mi piace sul serio!"
Appena l'amico, un po' perplesso, finalmente toglie il disturbo – lasciando però i preziosi biscotti – Alastor comincia a scrivere una lettera. Non conosce bene le donne, ma sa che in genere dovrebbe essere l'uomo a fare il primo passo e, con una donna raffinata quanto Dolores si reputa, è buona educazione scrivere due righe in merito alla serata trascorsa, soprattutto se ce ne deve essere un'altra. E di questo, stranamente, ne ha una certezza assoluta: vuole rivedere quella strega.
Bamboluccia,
La serata non è stata troppo brutta - e neanche tu lo sei. Direi che si potrebbe replicare.
Buona giornata,
Alastor
La rilegge attentamente e, sperando di non aver rivelato troppo il suo entusiasmo, si decide a inviarla.



 
**



Quella sera, tornando a casa, la stessa domanda in merito all'appuntamento galante di Moody è la prima cosa che Arthur si sente chiedere dalla moglie.
"A quanto pare la fantomatica strega delle lettere era Dolores Umbridge!"
Molly si allontana dai fornelli e fissa il marito sbalordita.
"Stai scherzando? La stessa Dolores Umbridge che ci ha avvelenato gli anni a Hogwarts? Dolly il rospo? Oh, povero Alastor, quella donna è un incubo vivente!"
Arthur si stringe nelle spalle, poi passa a dare un bacio a tutti i figli seduti attorno alla tavola, inclusi Ginny e Ron nei loro seggioloni. Lascia per ultima sua moglie, ancora ferma e sconvolta per la rivelazione, a cui il bacio arriva insieme alla risposta.
"Oh, a quanto pare è proprio perché è un mostro che gli piace!"










 
NDA: Finalmente i due si incontrano e, come vedete, Alastor è inspiegabilmente già innamorato (l'amore per le torture è una base solida per un rapporto del resto! ahah). Nel prossimo capitolo il fluff continuerà a divampare con i nuovi appuntamenti ma - attenzione! - l'angst (sempre demenziale, tranquilli) è dietro l'angolo! ahahah
Una nota temporale: normalmente nelle mie storie su questa ship mi piace immaginare vederli coetanei e quindi conoscenti dai tempi di Hogwarts; in questa storia invece ovviamente non si erano mai conociuti prima, quindi lui è più vecchio, mentre lei comunque è coetanea di Arthur e Molly (che dunque la conoscono bene: sarà un elemento che avrà la sua rilevanza ahah).
Grazie a tutti coloro che hanno letto il primo capitolo, a presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


NDA: Questo capitolo è anche più fluff del precedente.




Capitolo 3.



Durante il secondo appuntamento Alastor e Dolores sono allo stesso tempo più spigliati e più impacciati. È perché hanno capito che si piacciono ma non possono dirlo mica apertamente
 – lei deve fingere di essere timida e lui nelle questioni di cuore timido lo è per davvero.
Così parlano molto, ma le loro parole si arrestano al livello dei convenevoli e hanno qualcosa di artificiale. Finché, come spesso succede, sono i drink a rompere il ghiaccio.
"Per me un whisky incendiario e per lei uno sherry" ordina Alastor, appena Madama Rosmerta si avvicina al loro tavolo.
"Ehm ehm, non puoi ordinare al posto mio!" si lamenta lei in tono indispettito.
Alastor fa una smorfia seccata e le lancia una doppia occhiata di sufficienza.
"Sul serio, bamboluccia, vorresti ordinare qualcos'altro a parte lo sherry? Mi hai detto tu l'altra volta che è la tua bevanda preferita!"
Dolores stringe le labbra, esita un attimo e poi annuisce in direzione di Rosmerta. Il suo finto nervosismo è però già evaporato e alla fine decide di accennare un sorriso.
Quando la proprietaria è di ritorno con i bicchierini, i due stanno già chiacchierando con insospettabile trasporto e, allontanandosi, non può fare a meno di sorridere soddisfatta. Pare che grazie al suo progetto si sia appena formata la prima coppia.


 
**



Per il terzo appuntamento optano per una passeggiata per Hogsmeade. I piccoli passi di Dolores si accordano bene con quelli lunghi ma strascicati di Alastor: hanno lo stesso ritmo e proseguono esattamente l'uno accanto all'altra. Fanno sosta a Mielandia su richiesta della donna, che finge di preoccuparsi per la propria linea. Basta però un Piantala con queste stronzate, non è che un chilo in più o in meno inciderà troppo! per farle fare incetta di dolciumi, che proprio per via della sua finta reticenza, è lui alla fine a comprare. Mentre Alastor opta per delle api frizzole, lei appare esageratamente eccitata nello scoprire il sapore nascosto di una gelatina.
"Oh, Salazar, ma è allo sherry!" trilla con una voce che non è mai stata così stridula.
Alastor la fissa a lungo e ha la sensazione che le api frizzole gli abbiano dato al cervello e poi gli siano volate dentro allo stomaco. Borbotta che è una stupida, ma stupido ci si sente lui per via di quelle sensazioni irrazionali. Ed è proprio il prodotto di quelle sensazioni che lo porta a notare i brividi di freddo della donna e a sfilarsi quasi automaticamente la giacca per posargliela sulle spalle.
"Oh, grazie" mormora lei, sorpresa, smettendo per un attimo di camminare. "Ma così copro del tutto il mio elegante completo rosa!"
Alastor fa un sorrisetto e prosegue facendo finta di volerla lasciare indietro. "Era quello infatti l'intento" borbotta, sperando di mascherare così il suo insolito atto di galanteria.



 
**
 


È il quarto appuntamento ed è particolare perché, anche se Natale è passato da qualche giorno, Hogsmeade è ancora completamente immersa nel clima della festa. Mentre le canzoncine natalizie riempiono le vie e gli addobbi coprono le vetrine di ogni negozio, la conversazione non può che virare anche per loro in quella direzione. La fantomatica domanda Come hai passato il Natale? viene formulata mentre passeggiano ancora una volta l'uno accanto all'altra, un po' più vicini dell'ultima volta.
"Sono stato dai miei amici, i Weasley. Hanno una famiglia enorme – sette figli, incredibile! – e hanno invitato pure un sacco di gente come se ciò non bastasse. Però siamo stati bene, sì, è stata una bella giornata, non posso negarlo. E tu?"
"Oh, io... Beh, sono stata con... Amici, sì, vari amici, intimi amici... Tutti molto interessanti, di famiglie prestigiose e…"
"Non è vero".
Quel commento inaspettato le toglie il fiato e la lascia semplicemente sbigottita per lunghi secondi. È come se anni di finzione – un'intera vita di finzione – fossero stati spazzati via all'improvviso in tre semplici parole. Vorrebbe essere arrabbiata, ma in realtà è più che altro stupita, da lui e da se stessa. Cosa gli dà il diritto di parlarle in quel modo? E perché lei non si affretta a negare e a rimetterlo al suo posto? Lo fissa nell'occhio – negli occhi, lo sa, non avrebbe molto senso dato che uno è finto – e si chiede come lui faccia davvero a capire i suoi non detti, i suoi silenzi e le sue crepe. È forse merito del suo occhio magico? Oppure semplicemente di quello vero? Non sa dirlo, però si accorge per la prima volta in quel momento che quella strana combinazione di occhi la vede. Qualcuno la vede.
"Cosa... Cosa vuoi dire?"
"Hai passato un Natale orribile, bamboluccia, l'ho capito. Non ha senso fingere, sul serio, almeno non con me. Senza gli sciocchi fronzoli che ti ostini a ricamarti addosso mi piaci lo stesso. Anzi, mi piaci di più".
Dolores è ancora più stupita e non sa esattamente come replicare. Si era accorta certamente che Alastor Moody era un uomo particolare ed era stato proprio quel suo modo di fare burbero ad attirarla, però fino a quel momento non aveva ancora capito quanto. Quell'uomo la vede, sì, e sembra apprezzarla – non a dispetto della sua bruttezza, ma quasi per via della sia bruttezza.
Sorprendendo prima di tutto se stessa, si ritrova a ridacchiare leggermente e poi ad alzare l'indice in alto per fargli cenno di avvicinarsi.
"Che accidenti stai facendo?"
"Voglio baciarti, Moody, ma sei troppo alto e non ci arrivo neanche con i tacchi. Dovresti piegarti, grazie".
L'uomo appare confuso e resta zitto per un po', finché arriccia le labbra in una smorfia.
"Oh, non lo so, non voglio macchiarmi le labbra di orrido rossetto rosa".
Dolores ridacchia ancora. "Sciocco, è una tinta. Fidati, il rossetto è sherry-proof!"
Alastor non ha idea di cosa quelle parole vogliano dire ma, per quanto insensata possa suonare, quella risposta gli basta. Finalmente si baciano, ancora e ancora, nelle luci di Hogsmeade. E quando si separano il rossetto rosa è ancora perfettamente incollato sulle labbra della donna.



 
**



“…E poi siamo andati a casa mia e beh, lo sai come vanno queste cose... Non crederai alla passionalità che c’è dentro una donna così piccola ma…”
“Ma basta, davvero, non mi interessano questi dettagli, Alastor!” esclama Arthur, più rosso dei suoi capelli, anche se più che imbarazzato si sentiva più che altro leggermente disgustato. “Quindi… siete una coppia adesso?”
A quella domanda diretta, è il mago più anziano ad apparire imbarazzato. “Beh, una coppia, diciamo che facciamo cose insieme e… Non guardarmi così, Arthur, non intendevo dire niente che potesse urtare le tue delicate orecchie. Per Salazar, sembri una verginella! Dolores invece… Su, sto scherzando! Piuttosto, perché non facciamo una bella uscita a quattro anche con Molly? Così la conoscete… La troverete adorabile… Oh, beh, no, non è vero… Però è magnifica una volta che la si conosce… Oh, no, non è vero neanche questo. Bah, insomma, un’uscita a quattro, che dici?”
“Già, perché no?” gli fa eco Arthur con un’allegria esagerata.
Vorrebbe dirgli che lui e Molly già conoscono la magnifica Doll e la considerano tutto tranne che adorabile, ma non gli sembra il caso di infierire dato che lo stesso Alastor sta trovando evidenti difficoltà su quel punto. Improvvisamente non gli sembra più una grande idea aver fatto trovare l’amore al suo caro amico, non se questo potrebbe significare avere Dolly il rospo come ospite fisso alla Tana.









NDA: Per quanto l'idea di un'uscita a quattro sia allettante, vi dico che non ci sarà nel prossimo capitolo, perchè arriverà tanto angst invece a distruggere questo tenero amore appena sbocciato ahahah Un personaggio arriverà a fare da terzo incomodo e proverà a rubare il cuore di uno dei due (credetemi, non indovinerete mai chi sarà questa fantomatica persona!).
Spero intanto che questo capitolo vi sia piaciuto, in omaggio un rossetto rosa shocking sherry-proof per tutti i coraggiosi lettori che stanno proseguendo questa storia.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. ***


Capitolo 4.




 
Il loro quarto appuntamento è stato talmente soddisfacente sotto tutti i punti di vista, che hanno smesso di contare i successivi incontri: per tre settimane si vedono un giorno sì e uno no, così come per una notte sì e una no nel bagno di Alastor c'è uno spazzolino in più – di colore rosa. Eppure, l'idillio finisce all'improvviso e così una sera Alastor Moody si ritrova piazzato nella cucina dei Weasley a ingurgitare i biscotti di Molly uno dietro l'altro come fossero caramelle. Davanti a lui ci sono una lettera con una ben nota scrittura femminile rosa pallido e una copia di Whisk, Sorrisi e Fatture, un giornale scandalistico.
Arthur e Molly ci mettono un po' a capire che l'uomo sta piangendo – dato che l'occhio finto è logicamente privo di lacrime – e quando la realizzazione li colpisce ne rimangono scioccati. Il burbero e terribile auror che piange mangiando biscotti è un'immagine talmente surreale che per un po' non sanno come reagire. Sono contenti in fondo che la relazione del loro amico con quel mostro sia naufragata, ma non al prezzo di vederlo così disperato.
"Beh, Alastor, che ne dici di parlare con noi? Possiamo provare ad aiutarti!" propone Arthur, sedendosi accanto a lui, non senza un po' di imbarazzo.
"Oh sì, ma certo!" gli fa eco subito Molly, facendo per muoversi verso la credenza, già pronta a tentare di rendersi utile. "Vuoi un po' di idromele oppure di sherry?"
Alastor non dice nulla: inizia semplicemente a mangiare due biscotti alla volta non appena sente l'ultima parola. È Arthur invece a lanciarle un'occhiataccia e a mimarle con le labbra un allarmato: È la bevanda del rospo!
Molly si sente mortificata ma non si perde d'animo. Riempie un bel bicchierino di idromele e lo porge al suo ospite che lo ingoia tutto d'un fiato. Per fortuna, quel coraggio liquido sembra avergli ridato l'uso della parola, ed è infatti proprio lui a raccontare tutto senza ulteriori esortazioni e a mostrare le prove del dolore che ha portato con sé.
"Stavolta credevo davvero di aver trovato una persona adatta a me... non mi sono mai piaciute queste stronzate, non ho mai avuto tempo da perdere io… però lei..."
Smette di parlare con un grugnito arrabbiato, spiegando la lettera sul tavolo e posandola più vicino ai suoi amici per permettere loro di leggere.



Caro Alastor,
Ci siamo sicuramente divertiti e tu sei un uomo che ha anche delle qualità. Tuttavia, credo che vogliamo cose diverse dalla vita, quindi è meglio se terminiamo qui la nostra conoscenza.
P. S. La coperta rosa te la lascio, così almeno hai un tocco di colore in una casa così tetra.
Con affetto,

Dolores



È il giornale però la cosa che più di tutte Alastor è ansioso di mostrare. In copertina c'è proprio una foto rubata di Dolores in compagnia di un uomo di mezza età alto e attraente, mentre passeggiano mano nella mano per le vie di Hogsmeade. Lo scapolo d'oro del Ministero trova l'amore recita il titolo; Una freccia di Cupido per il segretario Joseph Earl è invece il sottotitolo.
"Oh, lo conosco bene lui! Ci ho avuto a che fare quando ha deciso di emanare il decreto per regolare meglio gli spostamenti verso l'estero!" esclama Arthur, riconoscendo l'uomo nella foto.
"Oh, certo, quel decreto! Ne ha fatti almeno altri cinque di quel tipo. Decreti, decreti, decreti... È questo che le mancava? Un cazzo di decreto?"
Molly, mentre sfoglia il giornale e guarda le varie foto dell'uomo, non può fare a meno di pensare quanto sia effettivamente affascinante, troppo affascinante per Dolly il rospo, e che se lei stessa fosse stata una donna single quasi quasi... Scuote la testa all'improvviso per scacciare quel pensiero peccaminoso e rialza il viso con un'espressione determinata. Vedere quel bell'uomo in compagnia della donna che odiava ai tempi di Hogwarts la irrita, allo stesso modo di come la fa arrabbiare assistere alla disperazione di uno dei suoi più cari amici proprio per quella stessa donna. In definitiva, crede che Dolores Umbridge abbia avuto fin troppo potere fino a quel momento e tutto quello a cui riesce a pensare è che è arrivato il momento di intervenire per modificare il corso degli eventi.
"Ora ci penso io. Alastor, lascia fare a me!"
Senza aggiungere altro e ignorando i richiami di suo marito, sale al piano di sopra e prende con calma inchiostro e pergamena.



Dolores,
Devo parlarti di Alastor Moody, codarda che non sei altro. Se domani mattina non ti presenti a casa mia, diciamo che il Ministero riceverà una bella lettera in cui si saprà esattamente come hai passato i tuoi M.A.G.O (e anche i G.U.F.O. ora che ci penso).
Attenta, ho le prove.

Molly Prewett – ora Weasley



 
**



L'umore di Moody, tra l'arrabbiato e il desolato, non subisce miglioramenti ma si lascia docilmente invitare a restare per la notte alla Tana. È Molly a insistere particolarmente, accampando la scusa dell'ora tarda e dell'importanza di avere gli amici vicino in un momento delicato, perché non può certo rivelargli il suo asso nella manica.
E quell'asso per fortuna non la delude: la mattina dopo, mentre stanno facendo tutti insieme colazione, qualcuno bussa alla porta e la padrona di casa non ha dubbi sull’identità di quel qualcuno.
"Vado ad aprire la porta, mamma?"
"No, Bill, resta fermo dove sei... anzi va' con tutti i tuoi fratelli di sopra!
"Ma Molly cara, devono ancora finire di mangiare!" interviene Arthur, con la tazza di tè a mezz'aria, anticipando le proteste dei figli più grandi.
"Lascia fare a me ti dico, Arthur va' di sopra anche tu, su!" esclama lei per tutta risposta, lanciandogli un'occhiata eloquente a cui lui ha imparato da tempo a non replicare.
Come previsto e sperato, dall'altro lato della porta d'ingresso compare una figura piccola ammantata interamente di rosa. È più grande, ha i lineamenti più marcati e i capelli più corti dell'ultima volta che si sono viste ma Molly riconoscerebbe ancora Dolly il rospo ovunque.
"Ehm ehm, buongiorno Molly, la tua lettera sembrava piuttosto urgente. Di cosa volevi parlarmi, cara?" esordisce la nuova arrivata con la solita finta calma che l'altra si affretta a smascherare.
"Evitiamo i convenevoli, per piacere. Non sei qui per parlare con me, né perché sei particolarmente cordiale del resto".
Dolores accenna una risatina nervosa e batte gli occhi un paio di volte. Sta per ribattere, quando vede all'improvviso l'uomo che ha frequentato per settimane comparire alle spalle della signora Weasley. È sorpresa e per un attimo sembra anche autenticamente dispiaciuta, ma l'attimo dopo distoglie lo sguardo e lo punta di nuovo addosso alla donna invece, con una sfumatura di pura ira.
"Non mi hai detto che lui sarebbe stato qui! Hai omesso questo dettaglio, Prewett... O Weasley, o come centauro ti chiami ora! Mi hai mentito..."
"Oh, beh, Dolly cara, ho imparato dalla migliore no?"
Con un ultimo sorriso falso in direzione di Dolores e un'occhiata di incoraggiamento ad Alastor, Molly lascia i due soli nell'ingresso, pronunciando uno squillante: Se farai la brava, Dolly, potrei darti perfino dello sherry!



 
**



I due – il loro migliore amico e una delle persone che trovano più irritanti al mondo – parlano, ma i coniugi Weasley appollaiati sulle scale non riescono a cogliere bene il discorso.
"Perché stanno parlando di scope? È la seconda volta che Alastor dice la parola Nimbus, ma non capisco!"
"Shhh, se stai zitto Arthur forse abbiamo più possibilità di capire!"
Ma non sono gli unici spettatori. Qualche gradino più in alto, i due gemellini di quattro anni appaiono interessati dallo strano movimento in casa.

 
"Ma quella donna è la moglie di zio Alastor?"
"Non fare lo stupido, Fred. Sono troppo brutti per stare insieme".
"Sei tu lo stupido, Georgie! Scommettiamo?"

















NDA: Vi sembra forse famigliare il "terzo incomodo" che tenta di rubare il cuore di Doll? Per capire a chi il personaggio è ispirato, vi basterà tradurre il nome Joseph Earl in italiano (chissà chi vi uscirà fuori - io non lo so proprio, eh!). Nel prossimo capitolo tenterò di spiegare perchè Dolores di punto in bianco ha deciso di piantarlo in asso: prometto che ha le sue motivazioni... E anche perchè Alastor parla delle Nimbus ahahah Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, alla prossima e... Buona Pasquetta a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. ***


NDA: Non siete pronti per il fluff di questo capitolo.




Capitolo 5.



Nel salotto della Tana, due figure non proprio longilinee e facilmente riconoscibili si trovano una di fronte all'altra. La donna ha le braccia conserte e sul viso un'aria indispettita, mentre l'uomo la fissa con occhi indagatori – di cui uno lo è  inevitabilmente in modo particolare.
"Ehm ehm" tossicchia lei alla fine stanca di quello strano silenzio, “non credevo di trovarti qui.”
"Anche basta con le stronzate, Dolores!"
La donna spalanca gli occhi e le labbra le tremano impercettibilmente a quell'interruzione. Si è abituata ai suoi modi diretti e alle sue parolacce, ma per tutto il tempo che sono stati insieme non lo ha mai sentito chiamarla per nome (ma solo bamboluccia). Deve essere arrabbiato, e tanto pure.
"Ho visto questo stramaledetto articolo su di te e quel segretariuccio..."
"Oh" commenta semplicemente, dando una sbirciata al giornale che lui le sta sbattendo in faccia. Scruta la copertina per un attimo e poi all'improvviso fa un sospiro di disappunto. "Non c'è il mio nome, sarebbe dovuto esserci". Poi, rendendosi conto che quell'atteggiamento sta irritando l'uomo davanti a lei ulteriormente, si stringe nelle spalle e tossicchia ancora. "Erano questi gli accordi, per questo lo dico. Sarebbe dovuta essere ehm... Una mutua pubblicità!"
Alastor, però, spalanca gli occhi – anche quello  finto che diventa ancora più enorme e inquietante  - e sembra ancora più innervorsito.
"Quindi, cosa? Mi hai mollato per fare la finta fidanzatina di Signor Decreto? Stai con lui per un avanzamento di carriera?"
"Beh, sì, certo che sto con lui per questo!" risponde lei con tranquillità, come se fosse una cosa ovvia. "Ma non è per questo che ho lasciato te… Il punto è, se proprio vuoi saperlo, che ho una certa età e voglio sposarmi e quindi..."
"Quindi fidanzatini finti un cazzo, per la barba di Merlino! Adesso vuoi addirittura sposarlo? Dimmi: ci sei andata a letto?"
Dolores abbassa per un attimo lo sguardo e si morde un labbro timidamente, fingendo un pudore che in fondo non ha.
"Non essere volgare, Alastor, per piacere! No, non siamo stati... Ehm intimi!"
"Bene!" riprende lui con un ringhio, anche se non si capisce bene se la risposta lo abbia calmato o irritato ancora di più. In ogni caso si ritrova improvvisamente ad alzare la voce, dimenticandosi del tutto che in casa ci sono (tante) altre persone. "Perché non puoi comprare una Nimbus senza prima averci fatto un giro! Anzi sai cosa ti dico? Credevo che la Nimbus che avevi fino a due settimane fa ti piacesse, o non è forse così?”
"Vuoi davvero che risponda a una cosa del genere?"
"Sì!"
Le guance di Dolores si colorano leggermente, segno che forse non sta fingendo proprio del tutto. Ma ben presto il rosa dell'imbarazzo diventa rosso irritazione: per qualche strana ragione è lei ora la arrabbiata tra i due.
"Ehm sì, mi piaceva girare sulla tua nimbus... Peccato che ehm non fosse in vendita ma solo in precario affitto!"
I due si fissano a lungo in silenzio, o meglio si scrutano a vicenda in attesa che l'altro compia la prima mossa. Le parole spese finora non sono in fondo altro che polvere: hanno detto tanto, eppure non hanno detto niente. Le questioni davvero importanti – perché lei lo abbia lasciato e cosa provino davvero l’uno per l’altra – non sono state davvero sfiorate, se non con l’ultima enigmatica frase della donna.
È Alastor alla fine il primo a parlare, con un borbottio basso che sembra quasi timido e colpevole.
"Non credo di seguirti, strega... Potremmo piantarla con questa metafora?"
Dolores sbuffa sonoramente e stringe i pugni. Sembra così autenticamente furiosa che Alastor per un attimo teme che possa tirargli un ceffone oppure – cosa ugualmente probabile – scoppiare a piangere come una bambina. E lui spera nel ceffone allora, perché non saprebbe cosa fare altrimenti.
"Intendo dire che tu non vuoi sposarti, mentre io sì! Quindi era insensato continuare a frequentarci così, senza alcuno scopo... È divertente, non lo nego, ma non fa per me. Quando mi è arrivata la proposta di Joseph Earl l'ho capito: sono una strega libera e adulta… Devo puntare a farmi una carriera e a un matrimonio vantaggioso. Una certa posizione, capisci? Parlo di… ehm sicurezza, ordine e…”
Alastor smette di sentire il monologo di Dolores dopo le prime frasi e si rintana nei suoi pensieri, prima di scuotere la testa e riprendere a borbottare, apparendo confuso.
"Non ti seguo sul serio, quando mai avrei detto di non volermi sposare? Non abbiamo mai parlato di matrimonio neanche!"
"Non lo hai detto ma lo hai scritto. Nella tua primissima lettera: Spero troverà il marito da coccolare che cerca, di certo io preferirei cavarmi un altro occhio. Io me lo ricordo bene!
La reazione del mago a quell'accusa è inaspettata: scoppia a riderle in faccia. Appare arrabbiato, divertito, forse contento – tutto, insomma, meno che confuso. Mentre parla, ringhia e ridacchia insieme, e l'afferra per le braccia sollevandola quasi da terra.
"Ma tu sei stupida, per Salazar! Non potevi parlare, strega? Sei proprio una stupida, idiota, deficiente bamboluccia! Ho scritto quella lettera quando non ti conoscevo, quando ero ancora una cazzo di persona sana di mente! Invece ora, dopo un occhio e una gamba, tu mi hai strappato anche il cervello!"
Dolores resta imbambolata per un attimo, poi pian piano sorride. Perché l'ha insultata, è vero, ma l'ha anche chiamata chiaramente bamboluccia: deve essere un buon segno. Non è ancora sicura della direzione che quella discussione sta prendendo, ma pensa che potrebbe forse essere la dichiarazione d’amore più bella del mondo.
"Cosa vorresti dire?" azzarda in tono speranzoso.
"Che se vuoi, ora ci sposiamo!!"
La donna batte le palpebre ed esita visibilmente commossa, mentre un nuovo silenzio pervade la stanza – finché non viene squarciato da un urlo improvviso.
"Che cosa?"
Non è Dolores a chiederlo però; nella stanza compaiono infatti altre due persone a dir poco sconvolte: Molly e Arthur. E dietro di loro fanno presto capolino anche due campioni della loro numerosa prole, uno dei quali particolarmente vispo.
"Te lo dicevo, Georgie. Voglio tutte le cioccorane ora!"







NDA: Loro sono l'angst, ma quanto mi sciolgo come zucchero filato nello scrivere un lieto fine? Succede di rado, ma succede. Manca un solo capitolo (l'epilogo) prima di dire addio a questa storia che spero vi stia continuando a divertire. Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. ***



Capitolo 6.





Ninfadora Tonks, diciotto anni compiuti e capelli rosa shocking, si siede con tanto imbarazzo e un pizzico di paura davanti al tavolo del salotto di casa Moody. Sorseggia il tè – troppo dolce perfino per lei – e risponde a monosillabi alla valanga di domande della donna con cui è bloccata da dieci minuti. Vorrebbe smaterializzarsi, però non farebbe un’ottima mossa a inimicarsi la moglie del suo mentore, giusto?
“…E così vorrei tanto far passare questa legge sui licantropi. Sono creature pericolose e non possiamo permettere che ehm turbino l’ordine della società. Non dico che debbano essere sterminati o esiliati, ma non possono di certo avere un lavoro in mezzo alle persone o, ancor di più, unirsi in matrimonio con loro! Non sarebbe una cosa… Ehm ehm, scusa cara, come mai hai i capelli arancioni adesso? Non potresti farli tornare rosa come prima?”
La ragazza spalanca leggermente gli occhi, poi di fronte allo sguardo insistente della donna scuote la testa e riconduce non senza un po’ di fatica l’arancione-imbarazzo al rosa-entusiasmo. Si concentra talmente tanto nello sforzo di andare contro le sue emozioni che per poco non fa cadere la tazzina tutta decorata con i gattini.
“Oh, splendido! Allora, dicevo, i licantropi non possono proprio essere parte integrante della nostra società. Insomma, del resto, non è come se un dolce tesoro come te sposerebbe mai un lupo mannaro, giusto?”
Ninfadora esita per qualche istante. Non ha proprio idea di cosa dire: non ha niente contro i licantropi, non ha niente contro nessuno, però non è che esattamente ci abbia mai pensato a sposarsi con un licantropo. Al massimo ha pensato di sposarsi con Charlie Weasley e… Riesce a fermare i pensieri giusto in tempo prima che i suoi capelli diventino rossi, e per fortuna la voce inconfondibile di Alastor Moody dall’altra stanza la salva dalla spinosa questione.
“Hai finito di fare il lavaggio del cervello a Ninfadora?”
Mentre si alza in piedi e segue la padrona di casa, è talmente grata per l’interruzione che quasi si dimentica di precisare che non vuole essere chiamata con il suo nome.
“Oh, non vuole essere chiamata così, quindi non farlo davanti a lei. Sei senza tatto. Ehm, è come se io ti chiamassi Malocchio quando so che a te non piace!”
“Ma Malocchio è un soprannome, non il mio nome! E poi, grazie al cazzo che non mi ci chiami così, sei mia moglie!”
Proprio quando sta per decidere che forse Dolores Umbridge-Moody non è poi tanto male, Ninfadora si affaccia nella stanza dove si trova il mago e assiste a una scena che le fa accapponare la pelle. Due bambine più o meno della stessa età, con nastrini rosa tra i capelli biondi, stanno giocando alle maestre con due gatti stranamente seduti su delle sedie e del tutto immobili.
“Guarda, mamma! È molto più facile giocare con Rowena e Salazar ora che papà ha fatto quell’incantesimo… Com’è che si chiama, Myrcella? Impervio?”
“Imperio, senza la v, Maggie” suggerisce la sorella in tono saccente, proprio da maestrina.
Le due donne adulte fissano Alastor a occhi spalancati, sebbene non per ragioni del tutto uguali.
“Hai usato l’Imperio sui gatti?”
“Non essere sciocca, Doll, è solo un blando Petrificus Totalus”.
“Ma sono i miei gatti! Non puoi fare questo a dei gatti… mica sono dei licantropi!”
“Rilassati, è solo per giocare!”
Quella frase, che agli occhi dell’accidentale ospite non significa niente, riesce in qualche modo ad ammansire la furia di Dolores.
“Beh, se è per giocare allora va bene…”
Senza accorgersene, Ninfadora fa un passo indietro e per un attimo medita di scappare da quella casa a gambe levate. Fa ancora in tempo a mollare la carriera da auror e seguire Charlie in Conovaglia?
Invece resterà e in quella casa ci tornerà tante volte – anche perfino dopo aver sposato un lupo mannaro.



 
**



“Non puoi andare a Hogwarts, te lo proibisco!”
Alastor alza lo sguardo dalla lettera di Albus Silente e scoppia sonoramente a ridere.
“Tu… me lo proibisci?”
“Ehm ehm sì. Non puoi andare: Myrcella e Magenta riprenderanno gli studi e io sarei tutta sola in casa. Mi annoierei…”
“Oh, poverina, la principessa si annoia”.
“Dico sul serio, quando ci siamo sposati hai promesso di non farmi annoiare”.
“Veramente non credo proprio”.
Dolores smette di accarezzare Salazar – al che il vecchio gatto ne approfitta per allontanarsi alla velocità della luce – e assume un’espressione concentrata.
“Sei sicuro? Niente a proposito della noia tra un ‘salute e in malattia’ e come ehm simili? Ora chiedo subito a Molly!”
Mentre Dolores impugna piuma e pergamena per scrivere alla signora Weasley, stranamente diventata nel frattempo la sua migliore amica, Alastor scrive una propria lettera.


 
Caro Albus.
Purtroppo mi ritrovo a rifiutare la tua proposta. Sarebbe stato interessante giocare a fare il professore per un anno, specialmente in questi tempi, ma da quando ho avuto la sfortuna di sposarmi non posso decidere liberamente. Mia moglie ha detto che si annoia e, beh, sarebbe capace di bandire tutte le creature magiche dall’Inghilterra se nessuno la controlla. Meglio che la tengo sott’occhio. Sai com’è, la vigilanza costante.
Alastor Moody


 
**


 
“Non è una proposta meravigliosa?” esclama Dolores in tono più stridulo del normale, agitando sotto al naso del marito la lettera che le è appena arrivata dal Ministro della magia.
“Sì, una proposta splendida… Che rifiuterai con molta grazia”.
La donna lo fulmina con lo sguardo, mentre il sorriso svanisce all’istante. “Perché dovrei rifiutare? Insegnante a Hogwarts e Inquisitrice Suprema? Sarebbe la svolta per la mia carriera, potrei…”
“…Fare un botto di casini, bamboluccia. E poi, beh, io ho rifiutato l’anno scorso quindi mi sembra giusto che rifiuti anche tu!”
“Ma ehm ti è andata bene! Avresti fatto la fine di… non mi ricordo il nome dell’auror che Silente ha chiamato al tuo posto… Ma beh, saresti stato chiuso in un baule mentre il figlio di Crouch prendeva le tue sembianze!”
“Non cambiare discorso. Si parla di te. Niente Hogwarts… Io mi annoio”.
Dolores reprime il sorriso che involontariamente le affiora sulle labbra. Riconosce subito le parole che ha pronunciato lei stessa, ma è decisa a non darlo a vedere.
“E cosa vuoi da me, Alastor? Mettiti a giocare a scacchi con Arthur Weasley!”
In ogni caso, però, quella sera stessa scrive una risposta a Caramell di sua spontanea volontà.


Egregio Ministro,
Purtroppo mi ritrovo a declinare la sua incantevole proposta. Come donna sposata e madre, devo mettere come priorità la mia famiglia. Non posso assentarmi per un anno intero: mio marito, come credo sappia già, non ha tutte le rotelle al posto giusto e la mia presenza è fondamentale.
Con rammarico e i più cari saluti,

Dolores Umbridge-Moody


La mattina dopo Dolores comunica la sua decisione a colazione, tra il sollievo generale – specialmente tra le ragazze che per la seconda volta di fila riescono a scampare il pericolo di avere un genitore come insegnante.
“…Però è un peccato. Avrei voluto fare tanti decreti…” sospira Dolores, girando a vuoto il cucchiaino nella sua tazzina da tè.
Alastor le lancia un’occhiata che vorrebbe essere comprensiva, mentre finsice di trangugiare i biscotti mandati dalla signora Weasley.
“Tranquilla, Doll. Hai detto che Caramell ha scelto come nuovo Inquisitore il tuo amato Joseph Earl: se quello stronzetto non è cambiato di una virgola, i decreti a Hgwarts ci saranno lo stesso!”
 
 
THE END







 
 
 
NDA: Ed eccoci arrivati finalmente alla fine di questa storia! So che vi aspettavate di vedere il matrimonio ma la storia doveva finire così: con un salto nel futuro della coppia. Ho deciso di far vedere come una loro ipotetica relazione avrebbe cambiato alcune cose (dalla legge di Doll sui licantropi, fino ai due anni in cui i due sono professori a Hogwarts). Spero che questo finale vi sia piaciuto! Vi sono sembrati due genitori affidabili? E Joseph Earl è un valido Inquisitore Supremo? ahah Grazie davvero per aver seguito questa storia, alla prossima avventura!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3893700