l'elfo della foresta di Fangorn.

di Love_Fandom
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** (1) ***
Capitolo 2: *** (2) ***
Capitolo 3: *** (3) ***
Capitolo 4: *** 4 ***



Capitolo 1
*** (1) ***


Mi muovo velocemente, adoravo il vento contro il mio viso, i capelli dietro di me che ondeggiano così come il mantello che indossavo.
Adoravo sentirmi libera, correre tra gli alberi, la velocità che riuscivo a prendere, percepire la natura attorno a me.
Mi fermai davanti alla grotta, con le gambe doloranti e il fiato corto, mentre un sorriso si faceva largo sul mio viso.
Da dentro la grotta si cominciarono a sentire dei guaiti e dei ringhi, e in pochi secondi venni travolta da cinque cuccioli di lupo.
Cominciarono a leccarmi la faccia, mentre io ridevo come una matta.

Mi chiamo Mythril ho gli occhi blu notte e i capelli neri mossi lunghi fino alla fine della schiena, sono un elfo, non ho un popolo, o almeno non più, gli orchi ci hanno attaccato quando ero molto piccola, uccidendo tutti compresi i miei genitori; loro erano i regnanti, vennero uccisi per ultimi, in modi atroci.

*cuccioli a cuccia, forza!* disse una voce femminile.
*uffa, mamma!* esclamarono all'unisono i cuccioli togliendosi da me.
*tutto bene Mythril?* chiese.
*sto bene Luna* risposi.
Luna era una lupa dal mantello bianco come la neve, che mi aveva allevato quando ero piccola, insieme al suo compagno Black, che invece aveva il manto nero pece.
*forza tutti dentro, tu compresa cara* disse la lupa, o meglio ordinò.
Mi alzai da terra, spazzolandomi i vestiti, entrai nella grotta sedendomi sul mio giaciglio.
Dei passi attirano la mia attenzione, ed entrò Black scrollandosi la pelliccia.
Si diresse verso di me.
*Mythril, quante volte devo dirti di non superare il confine della foresta, senza che qualcuno ti accompagni.* mi sgridò.
Io mi feci piccola piccola contro l'angolo, non mi era mai piaciuto quando Black era arrabbiato.
*dai Black così la spaventi* disse Luna al compagno.
La ringraziai con lo sguardo, e rimasi a fissare Black, cercando di capire la sua prossima mossa.
Lui sospirò, e andò dai cuccioli, spingendoli con il muso verso il loro giaciglio, per farli dormire.
*è ora di dormire cuccioli* disse, sdraiandosi accanto a loro.
Luna mi leccò la guancia, per poi andare dove erano gli altri e sdraiandosi lì vicino.
Mi misi comoda, utilizzando il mantello come coperta.
Una lacrima sfuggì al mio controllo, mi mancavano i miei genitori, e nessuno poteva rimpiazzarli.
Chiusi gli occhi e lasciai che il sonno mi prendesse fra le sue braccia.
~sogno~
Correvo tra i corridoi del castello, adoravo correre e giocare con la mamma.
«ti ho preso, piccolina» disse mia madre, prendendomi in braccio, mentre io cacciavo un urlo per lo spavento.
«su dai non vorrai farti vedere così da tuo padre» mi rimproverò.
Io abbassai la testa sconfitta.
In quel momento nella stanza entrò Giudish, una guardia di mio padre.
«mia signora vi chiama suo marito, dovete venire immediatamente.» disse l'elfo con tono urgente.
«grazie Giudish, arrivo» disse mia madre con tono fermo.
«che succede mamma?» chiesi confusa.
«niente tesoro» disse mia madre con un sorriso, per poi baciarmi la fronte.
Lei cominciò a camminare verso la sala delle riunioni, una sala enorme, con parecchi dipinti, e un lungo tavolo circondato da tantissime sedie intagliate a mano.
Aprì la porta, ed entrò con me ancora in braccio.
«Erinyl, finalmente, sei arrivata» disse papà venendoci in contro.
«Mythril, tesoro» disse prendendomi dalle braccia di mia madre.
«papà» dissi abbracciandolo.
Mi diede un bacio sulla fronte.
«cosa è successo?» chiese mia madre.
Appoggiai la testa sul petto di papà.
«gli orchi, sono ai nostri confini, credo che presto attaccheranno» rispose.
Io alzai lo sguardo allarmata.
«tranquilla tesoro, non succederà niente» disse papà sorridendomi.
Io riappoggiai la testa sul suo petto, avevo paura era vero.
Chiusi gli occhibeandomi dell'odore di foresta che lo caratterizzava.
Poco dopo divenne tutto nero, e mi si aprì una situazione che conoscevo fin troppo bene.
Ero distesa sul materasso della camera dei miei genitori, fuori dalla porta si sentivano, urli, e lo stridere delle lame, la battaglia era iniziata.
Vedevo la porta che stava per cedere, per colpa dei colpi che aveva ricevuto.
Mi ero messa in un angolo lontano dall'entrata, ero terrorizzata.
La porta si spaccò, e un orco entrò.
Trattenni il fiato, lui annusò l'aria, e si voltò verso di me.
A quel punto, urlai con tutto il fiato che avevo.
Quando era a pochi passi da me, stranamente si fermò, una lama spuntò dal suo petto.
L'orco crollò a terra privo di vita, e dietro di lui, vidi mio padre con la spada sporca di sangue.
Mi alzai subito, e mi rifugiai tra le sue braccia, piangendo.  
-shh....tesoro, sono qui, è tutto finito- disse cercando di calmarmi.
-tesoro guardami, devi andartene- continuò.
-no papà- protestai.
-piccola, nasconditi ti prometto che quando sarà finito tutto ti verremo a prendere- disse.
Mi prese per mano, e mi portò via con lui, uscimmo dalla stanza di corsa, per poi superare il dedalo di corridoi.
Avevo paura, ad ogni angolo mio padre si fermava e si guardava in torno, per vedere se c'erano degli orchi nelle vicinanze.
Non so cosa di preciso successe, ma in un attimo non sentii più la stretta di mio padre.
Lo guardai, vidi il tessuto in corrispondenza del petto diventare rosso.
Lui si accasciò a terra, altre lacrime cominciarono a rigarmi le guance.
Mi inginocchiai accanto a lui.
-scappa Mythril, vai via, prendi questo, e tienilo sempre con te- disse mettendomi al collo un medaglione con impresso sopra il simbolo del regno.
-vai piccola mia, scappa- mi ordinò.
-no papà, ti prego- lo supplicai.
-non voglio che tu muoia, scappa- disse autoritario.
Piangendo, mi alzai e cominciai a correre, lasciando alle spalle mio padre che stava morendo.
Arrivai al cortile, con ancora le lacrime che non volevano smettere di scendere.
Sentivo la presenza di quei mostri orribili dietro di me, anche se non li vedevo, li sentivo.
Correvo, dovevo arrivare almeno al bosco, un verso grutale mi fece voltare.
Vidi un orco che mi stava rincorrendo, e il regno bruciare.
Entrai nella foresta, schivavo alberi, tronchi, ma inciampai su una radice, e caddi a terra.
Mi girai subito, e urlai con tutto il fiato che avevo.
Non  cosa successe, ma poco dopo vidi tutto nero......
~fine sogno~
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ciao a tutti!

Spero che vi piaccia questa mia iniziativa.

Mi scuso per eventuali errori grammaticali.

Cosa ne dite di questo capitolo? Scrivete un commento.

Al prossimo capitolo, CIAO!...


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Capitolo 2
*** (2) ***


Mi svegliai di soprassalto, stavo tremando come una foglia, le guance bagnate dalle lacrime che non volevano smettere di scendere.

Sentii qualcosa di caldo e morbido vicino a me, mi voltai e vidi Black accanto a me.

Senza nemmeno pensarci, lo abbracciai piangendo, lui non fece niente per impedirmelo, sapeva benissimo che quando facevo questi incubi dovevo stare calma, o perdevo il controllo sui miei poteri.

A giusto, io avevo dei poteri, potevo far crescere le piante, curarle così come gli animali, e potevo parlare con essi, non so come facevo ad avere quel dono, è da quando ero piccola che ce li avevo.

*Mythril, non farmi più arrabbiare, è pericoloso uscire dalla foresta* disse sdraiandosi dietro di me.

*va bene* sussurrai.

*cerca di dormire* disse.

Io annuii, appoggiandomi a lui.
Mi lasciai cullare dal calore del corpo di Black, e il sonno mi riprese fra le sue braccia.

~mattina dopo~

Mi svegliai, per colpa di un fastidioso raggio di sole.
Aprii gli occhi, e notai che Black non era più accanto a me.

Mi alzai, spolverandomi i vestiti dalla terra.
Uscii dalla caverna, stiracchiandomi.

Appena uscii la luce del sole mi accecò.
Sbattei un paio di volte le palpebre, e mi abituai.

Guardai i cuccioli giocare tra di loro, e rotolarsi a terra, sporcandosi tutti, e la madre che ridacchiava all'ombra di un albero.

*vado a cacciare* dissi a Luna, prendendo arco e faretra con dentro molte frecce.

*stai attenta, Mythril* mi avvisò la lupa preoccupata.

*va bene, ma lo sai bene che torno sempre a casa* dissi con un sorriso.

Macchia si avvicinò a me, e si mise in piedi sulle zampe posteriori, mettendo quelle anteriori sulla mia gamba.

*cucciolo tornerò presto, lo prometto* dissi accarezzandolo.

*sarà meglio per te* disse per poi tornare dai suoi fratelli. Io ridacchiai, aveva lo stesso carattere del padre.

Cominciai a passeggiare tra gli alberi, ma non riuscivo a trovare niente.

~ore dopo~

Sono ore che cerco delle tracce, ma niente, sembra che nessun animale si fosse mosso dalle proprie tane, e questo era molto strano.

Uno strano verso mi mise subito in allerta, mi nascosi dietro un albero, presi una freccia dalla faretra, e tirai la corda dell'arco, pronta a qualsiasi evenienza.

Sbirciai dal mio nascondiglio, e rimasi shoccata da quello che vidi, c'era un gruppo di orchi, che si stavano guardando in torno, sicuramente avranno sentito il mio odore.

Strinsi la presa sulla mia arma, erano tanti, troppi, non potevo abbatterli tutti.

Sentii un movimento dietro dietro di me, mi girai di scatto, con l'arco pronto a scoccare la freccia, sentii qualcuno che mi strattonava da una parte, caddi e persi la presa sulla mia unica protezione.

Quando riuscii a mettere a fuoco, vidi un orco con la spada alta, pronto a colpirmi, ma un altro lo fermò prima.

Cominciavo sinceramente ad avere paura.

-no l'elfo femmina, ci potrà essere utile- disse l'altro.

L'orco che aveva parlato prima, mi prese i polsi con forza, mentre io gli tirai un calcio alle ginocchia.

Cercai si scappare, ma un altro orco, mi ferì al fianco, facendomi di nuovo cadere a terra.

Strinsi i denti per non urlare dal dolore, l'orco di prima, mi riprese i polsi, e un'altro li legò, non riuscivo a dimenarmi, ad ogni movimento che facevo, la ferita mi causava un dolore allucinante.

Uno di loro mi prese di peso e mi mise sulla spalla, come se fossi un sacco di patate, cercavo di non prestare troppo all'odore nauseante che emanava quella creatura.

-muoviamoci, questo posto non mi piace- disse.

Gli altri del suo gruppo lo raggiunsero, e si diressero vero la parte più esterna della foresta.

Provai a dimenarmi più volte, ma non ci riuscivo, il dolore al fianco era troppo forte, ma non potevo arrendermi, non sapevo nemmeno dove diavolo mi stavano portando!

La ferita mi stava indebolendo, ed ero sicura che si stava infettando, visto il dolore che aumentava ogni secondo.

Ormai era notte, ma loro non si fermavano nemmeno per riposarsi, per fortuna che mi tenevano come un sacco di patate, se nò sarei già svenuta dalla fatica.

Una forte fitta al fianco mi fece gemere per il dolore, non sarei riuscita a resistere ancora a lungo.

La vista mi si stava oscurando, l'unica cosa che sentii furono i versi orribili di quelle creature.

Mi svegliai, che era il crepuscolo, non ci credevo, ero rimasta priva di sensi per tutta la notte e il giorno!

Stavamo per oltrepassare il confine degli elfi, e ormai stavo perdendo le speranze, che qualcuno mi salvasse da quella situazione.

Chiusi gli occhi ormai rassegnata.

Successe tutto velocemente, sentii un tonfo, aprii gli occhi, e vidi un orco cadere con una freccia conficcata nella schiena.

Aumentarono il passo, ed uno ad uno vennero uccisi da frecce volanti.

Alla fine, rimase in piedi solo quello che mi teneva, una freccia lo colpì, e lui cadde in avanti, schiacciandomi sotto il suo peso.

Con un paio di sforzi, riuscii a tirarlo via da sopra di me.

Mi alzai traballante, e mi guardai intorno, per me era un posto sconosciuto, e non sapevo come muovermi.

Il rumore di zoccoli sul terreno, mi mise subito in allerta, mi guardai velocemente attorno, e mi nascosi dietro il tronco di un albero.

Sbirciai dal mio nascondiglio, e vidi un giovane elfo smontare da cavallo, i capelli lisci e biondi, e gli occhi di un azzurro cristallino.

-chi sei tu? Fatti vedere- disse l'elfo, cavolo mi aveva trovato.

Rimasi nascosta dietro il tronco di un albero.

Sentivo i suoi passi leggeri che si avvicinavano a me.

La paura mi pesò sul petto.

Sapevo che era appena dietro il mio nascondiglio.

Mi feci forza, e cominciai a scappare.

Il mantello che si sollevava alle mie spalle, mentre correvo velocemente schivando alberi, saltando tronchi di alberi caduti, cercando di non prestare attenzione alla ferita che mi causava molto dolore.

Mi sentii spingere da dietro, e caddi in avanti, rotolando un paio di volte sul terreno umido.

Aprii gli occhi e vidi quelli azzurro giaccio del mio inseguitore.

Mi puntò il pugnale alla gola.

-chi sei?- disse spingendo la lama sul mio collo.

-sono solo un elfo- dissi.....

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Ciao a tutti!!!

Sono riuscita a finire anche il secondo capitolo!

Spero che vi piaccia.

Alla prossima......

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Capitolo 3
*** (3) ***


Pov Mythril.

La lama del pugnale era freddo contro la mia pelle.

Tremavo dalla testa ai piedi, e la ferita mi causava un dolore allucinante.

L'elfo mi tolse l'arma da sotto il collo, e mi aiutò a mettermi seduta.

-come ti chiami?- chiese.

-Mythril- risposi.

-sei ferita- esclamò, guardando la ferita.

-ti aiuto, forza alzati- disse per poi aiutarmi ad alzarmi da terra.

Appena in piedi, mi cedettero le gambe, e per poco non caddi di nuovo a terra, per fortuna l'elfo di cui non so ancora il nome, mi sostenne, facendomi appoggiare a lui.

-devo portarti via di qua, ne arriveranno altri- disse, guidandomi, dove c'era un cavallo bianco, supponevo il suo.

Mi aiutò a montare a cavallo, ma ero così debole che sarei caduta, per fortuna l'elfo si mise subito dietro di me, cingendomi la vita con un braccio per non farmi cadere.

Spronò il cavallo al galoppo, mentre io chiudevo gli occhi esausta.
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Pov Legolas.

Stavo inseguendo una ragazzina, che prima era prigioniera degli orchi.

Dovevo ammetterlo, era molto veloce, riuscii a raggiungerla, e la spinsi a terra.

Lei cadde sul terreno, e lei puntai il mio pugnale al collo. 

-chi sei?- dissi spingendo la lama sul suo collo.

-sono solo un elfo- disse spaventata.

-come ti chiami?- chiesi.

-Mythril- rispose.

-sei ferita- esclamai, guardando la ferita.

-ti aiuto, forza alzati- dissi per poi aiutarla ad alzarsi da terra.

La aiutai a mettersi in piedi, ma non riuscì a sostenersi, e per poco non cadde di nuovo, per fortuna che le sostenni appena in tempo.

-devo portarti via di qua, ne arriveranno altri- dissi incamminandomi verso il mio cavallo.

Non appena arrivato, la aiutai a salire, montai anche io subito dopo, e le cinsi la vita con le braccia per non farla cadere.

Spronai il mio cavallo al galoppo, mentre Mythril crollò addormentata sul mio petto.

Doveva essere esausta, in effetti, chissà da quanto tempo era tra le grinfie di quei mostri.

-torniamo a casa- dissi ai miei guerrieri.

Partimmo tutti quanti verso Reame Boscoso.
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Pov Mythril.

Mi svegliai di soprassalto, ogni notte era sempre lo stesso incubo.

Mi guardai attorno, ero sdraiata sull'erba, e in lontananza sentii delle voci, e accanto a me c'era l'elfo di prima.

-ti sei svegliata- constatò.

Io annuii, scrutandolo.

-da dove provieni?- chiese.

-chi sei?- chiesi a mia volta, non mi piaceva dire a uno sconosciuto da dove provenivo, anche se mi aveva salvato la vita.

-mi chiamo, Legolas- disse.

-allora da dove vieni?- chiese di nuovo.

-ormai non esiste più, è stato distrutto molto tempo fa- dissi.

-e da dove?- chiese curioso.

-Eldhirias- risposi.

-impossibile, non esiste più ormai, e tutti gli abitanti sono stati sterminati- disse Legolas allibito.

Rimanemmo in silenzio per un po' di tempo, non sapendo come comportarci l'uno con l'altra.

-ti devo curare le ferite- affermò.

Io annuii, leggermente esitante.

Osservò la ferita dallo strappo del tessuto, e il suo volto si scurì.

-la ferita si sta infettando, devo curarla prima che peggiori.- disse alzandosi, e dirigendosi verso il suo cavallo, prese qualcosa da una delle bisacce che erano attaccate alla sella, e tornò da me.

-Ethelas- sussurrai.

-ti aiuterà a guarire- disse sminuzzando la pianta, e applicandola sulla ferita.

Strinsi i denti per il dolore.

-il dolore passerà in fretta- disse, togliendo le mani dalla ferita.

Prese della garza, e la appoggiò sopra il fianco, facendo una lieve pressione con le dita.

-cerca di riposare- disse appoggiandomi il mantello sulle spalle, mentre io stavo già chiudendo gli occhi.

In poco tempo mi addormentai profondamente.
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Pov Legolas.

Le appoggiai il mantello sulle spalle, mentre lei chiudeva gli occhi, esausta.

Thane un giovane arciere, mi si avvicino, guardando Mythril come se potesse muoversi e attaccare da un momento all'altro, e cosa che stranamente mi diede fastidio.

-signore, si fida di questo elfo?- chiese non del tutto sicuro.

-si mi fido, Thane- dissi, nascondendo il fastidio, che aveva provocato quella domanda.

-come vuole mio signore- disse tornando con gli altri a fare la guardia.

Sospirai, e mi misi seduto vicino a lei, non era possibile che proveniva da 
Eldhirias, quel reame è stato raso al suolo dagli orchi molto tempo fa, impossibile che qualcuno sia sopravvissuto, eppure ce l'avevo davanti, l'ultima sopravvissuta allo sterminio.

Appoggiai la schiena contro il tronco dall'albero, chiudendo gli occhi, intenzionato a riposare qualche ora prima di ripartire.

~il giorno dopo~

Pov Mythril.

Mi svegliai, stranamente senza incubi, ed era strano.

Aprii gli occhi, e notai di non essere più sdraiata sull'erba, ma appoggiata a qualcuno, sopra un cavallo.

-buongiorno- disse Legolas dietro di me.

-dove siamo?- chiesi disorientata.

-vicino al Reame Boscoso- disse lui tranquillamente.

Perfetto il Reame Boscoso, chi non vorrebbe andarvi, c'era un re gentilissimmo, con cui si poteva fare dei discorsi calmi e ragionevoli.

Ma chi volevo prendere in giro, mi avrebbero sbattuto in cella, ne ero sicura......

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Ciao a tutti.

Ecco il nuovo capitolo che stavate aspettando, scusate se é corto, ma volevo mettere il discorso con Thranduil nel prossimo capitolo.

Spero che vi piaccia, ed ho inserito un nuovo regno: Eldhirias.

Scusate per eventuali errori grammaticali.

E al prossimo capitolo.......

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Capitolo 4
*** 4 ***


Pov Mythril.

Ma chi volevo prendere in giro, mi avrebbero sbattuto in cella, ne ero sicura......

Cominciai ad agitarmi senza farmi notare da Legolas.

Ero decisamente fregata, ed ero sicura che non mi avrebbero lasciato andare molto facilmente.

Volevo tornare a casa, da Luna, Black e gli altri, non so nemmeno cosa stavano facendo in quel momento, sicuramente erano preoccupatissimi, tutti quanti.

Attraversammo un lungo ponte di pietra, mentre il rumore degli zoccoli risuonavano sul pavimento.

Mi morsi a sangue il labbro inferiore.

Avevo paura, molta paura.

Il cavallo cominciò a rallentare la sua andatura, e il ponte stava finendo, davanti a me comparì una piazzetta sempre di pietra, dove al centro c'era un enorme cancello in ferro, con davanti delle guardie elfiche ben armate.

Era impossibile tornare indietro!

Arrivammo alla piazzetta, prime del previsto, strinsi i crini del cavallo tra le dita, per il nervoso.

Legolas dietro di me, smontò da cavallo, scesi anche io, sospirando.

-ah....abbiamo trovato questo tra i cadaveri degli orchi- disse porgendomi il mio arco, che una volta era di mio padre.

-grazie, credevo di averlo perso- dissi prendendolo dalle mani dell'elfo.

Me lo rigirai fra le mani, era nero, con una corda molto robusta, ricordo quando ero piccola, mio padre me lo faceva provare, ma all'epoca non riuscivo nemmeno a sollevarlo, allora mi aiutava.

-bene, dovresti parlare con mio padre per sapere se ti fa rimanere o devi andartene- disse Legolas.

Io annuii.

-spero che ti faccia rimanere...- lo sentii dire.

-forza, andiamo!- esclamò.

Andammo davanti al cancello, e le guardie lo aprirono, inchinandosi al loro futuro re.

Strinsi l'arco tra le mani, e lo seguii agitata....
_______________________________________
Pov Legolas.

Mythril era molto nervosa, beh un po' di paura tutti ce l'avevano nel confrontarsi con mio padre.

-andrà bene, vedrai- dissi cercando di smorzare la tensione che la imprigionava.

Lei mi sorrise sollevata, smettendo di stringere convulsamente l'impugnatura dell'arco.

Arrivammo davanti alla porta della sala del trono, le due guardie ai lati dell'entrata aprirono la porta, lasciandoci continuare il nostro cammino.

Pov Mythril.

Davanti a noi c'era un enorme trono di rami intrecciati, dove sedeva rigidamente un elfo, dai lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri freddi e austeri, che non appena entrata si fissarono immediatamente su di me.

Rabbrividii sotto i suoi occhi, ero terrorizzata, se mi avesse sbattuto fuori dal suo regno gli orchi avrebbero potuto catturarmi di nuovo e portarmi dal loro padrone, solo al pensiero mi si era bloccato il respiro in gola, non sarei mai sopravvissuta a tutta quella oscurità.

Presi un respiro profondo, cercando di calmarmi.

-Legolas, chi é questa giovane elfa che mi hai portato?- chiese freddo come il ghiaccio.

Sussultai per un istante.

-padre, lei si chiama Mythril, l'ho salvata da un branco di orchi dove era prigioniera- spiegò.

-puoi spiegarmi cosa ci facevi prigioniera degli orchi, ragazzina- chiese fissando gli occhi sui miei.

-non lo so- dissi abbassando la testa.

-padre Mythril può rimanere?- chiese Legolas.

-se si rivela utile, può rimanere, se così non fosse dovrà andarsene, può rimanere per la notte, domani mio figlio vedrà cosa sai fare, Legolas fagli vedere la camera dove alloggerà- disse congedandosi.

Legolas mi appoggiò la mano sulla schiena, guidandomi verso una porta laterale.

Una volta attraversata quella, ci trovammo in un lungo corridoio, il pavimento sempre in legno e le pareti erano decorate da rilievi che sembravano rami o forse radici degli alberi.

-è andata bene, fidati, non tutti riescono a rimanere, neanche per una notte, qualcosa in te lo ha colpito molto- disse con un sorriso.

Ricambiai il sorriso, forse aveva ragione ero stata fortunata.

Arrivammo davanti ad una porta uguale alle altre, era l'ultima porta sulla sinistra.

-bene, fatti trovare davanti a questa porta domani mattina all'alba, poi vedremo cosa sai fare- disse per poi congedarsi.

Sospirai ed entrai nella stanza.

In una parola era stupenda, c'era un letto matrimoniale accanto alla parete sinistra della stanza, a destra c'era una toeletta accanto ad essa c'era una porta che portava sicuramente al bagno, mentre accanto alla porta d'ingresso c'era un enorme armadio a due ante.

Aprii l'armadio, era pieno di vestiti eleganti, da combattimento, e da notte.

Presi una camicia da notte, era nera con alcune greche argentate sul corpetto, sull'orlo e sulle maniche, era veramente molto bello.

Decisi di farmi un bagno, ormai erano giorni che non mi lavavo come si deve, ero tutta sporca di sangue e terra.

Andai in bagno e riempii d'acqua calda la vasca e misi all'interno dei sali profumati e dei petali di rose che si trovavano sulla toeletta.

Mi tolsi i vestiti, cercando di non farmi del male da sola.

Quando rimasi completamente nuda, cominciai a togliere le garza che coprivano la ferita.

Con mia grande sorpresa il taglio era quasi del tutto guarito, per fortuna.

Mi immersi nella vasca, tirando un sospiro di piacere.

Rimasi lì dentro finché l'acqua non divenne fredda.

Decisi dunque di mettermi una garza pulita che si trovava sempre sulla toeletta, poi indossai la camicia da notte, stranamente mi stava perfettamente.

Mi sdraiai sotto le coperte di vero letto, dopo anni e il sonno mi portò con se.....

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Ciao a tutti!!

Si lo so è da un po' di tempo che non aggiorno, ma sinceramente non riuscivo a continuare la storia, scusate.

Spero che vi sia piaciuto questo capitolo.

Votate e commentate in tanti.....

love fandom.


 

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