Over the feelings wall

di LittleRed_
(/viewuser.php?uid=569878)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come le foglie ***
Capitolo 2: *** Beatrice ***



Capitolo 1
*** Come le foglie ***


Come cadono le foglie in autunno, inesorabilmente verso il loro destino, così tu hai colpito il mio cuore… 

No no troppo sdolcinato. Pensa Wyrtpensa lucidamente, non a quei begli occhioni ah focus! 

Potresti semplicemente dire: “Beatrice tu mi…" 

"Si Wyrt?" Disse lei spuntando semplicemente alle mie spalle, senza far rumore, senza un battito d’ali, ora che era umana. 

“AH!” Arrossii violentemente rischiando di farmi cadere il cappello, proprio ora che pensavo di essere solo. Ovviamente avevo mandato Greg a caccia di altre rane assieme a Jason Funderburker. 

E arrivava lei a passo leggero nel suo vestito azzurro, con i ricci selvaggi raccolti in una crocchia, quasi tutti almeno. Il resto le incorniciava il viso in modo perfettamente armonioso. 

“Dobbiamo trovare il modo di uscire da questa foresta ora che abbiamo trovato le forbici… Stavo pensando che devo ancora salvare la mia famiglia, però non voglio abbandonarvi ragazzi, mi sembrate così persi senza di me" 

“No no infatti, molto persi." Balbettai. Cosa mi prendeva, avevo sempre il controllo di tutta la situazione. Certo a parte perdermi qui dentro e non riuscire a tornare a casa per dire a Sarah che ovviamente prima avevo una cotta per lei, ma che non doveva ascoltare la maledetta cassetta, soprattutto ora che c’era Beatrice e AH avevo una cotta per lei e non sapevo come dirlo e non sapevo che fine avrebbe fatto dopo aver ritrovato la sua famiglia. 

Wyrt è tutto ok? Hai la febbre? E perché continui a camminare avanti e indietro? Sai pensavo che quando sarete tornati a casa potreste venire a trovarci qualche volta, portando una bussola che so o una mappa" 

Sorrise e in me fiorì l’intera foresta. “Mi piaci tanto, mi piacerebbe tanto!> mi corressi alla fine. 

“Davvero Wyrt?" sbaglio o i suoi occhi brillavano e le gote si erano fatte più rosse? 

"Certo che verremo a trovarti!" esclamai senza esitazione. 

"Sciocco, anche tu mi piaci!" schioccandomi un bacio sulla bocca dopo avermi preso la faccia tra le mani, come erano fredde e come erano calde le sue labbra. 

“Io.. io… grazie? Come? Perché? Ah ecco io si! Molto bene!" 

Tutto quello che ero riuscito a mettere insieme erano versi confusi e domande.  

Rise come ride il vento, portando con sé le foglie che in autunno cadono inesorabilmente verso il loro destino. Ecco così aveva aperto il mio cuore. 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Beatrice ***


Questo pensai, in ultimo momento di lucidità, quando le tenebre si erano già prese tutto il resto di me e attorno era sparita ogni sorta di luce. 

I rami erano ormai parte integrante di me, e la trasformazione era quasi completa.  

I miei pensieri partirono verso l’unica luce che potessi ricordare. Il suo sorriso era tutte le stelle nel cielo, intrappolate come lucciole dentro un piccolo barattolo di vetro. Intrappolata dentro il corpo di un uccellino azzurro, freneticamente in cerca dell’agognata libertà, senza sapere di poter volare via con le sue piccole ali, libera già dal mondo terreno.  

Ancorati noi esseri umani alle nostre radici, come quelle che sentivo strette adesso attorno ai miei piedi. O erano i miei piedi stretti attorno al terreno essi stessi le radici che avevo sempre portato con me in ogni giorno, ovunque andassi in questa maledetta foresta. 

Così la vidi per la prima volta umana davanti ai miei occhi che bramavano di poterle dire ancora quanto l’avessi amata. Quanto ancora l’amavo e l’avrei amata fino alla fine. 

Fu allora che dentro di me si riaccese la luce della speranza. Perché dovevo solo immaginare tutto questo! Perché non mi era concesso poter arrivare senza radici al sogno di una vita. Incontrarla 

I miei piedi erano stanchi di portare il peso del mondo che mi ero caricato addosso, ma felici di poter finalmente provare il mio stesso peso. Anche la propria anima ha un peso. 

Sollevai una mano, poi l’altra; mossi un passo in avanti, e solo alla fine aprii gli occhi, vedendo mio fratello intento assieme al falegname a togliermi rami e sterpaglie di dosso. Anche un certo uccellino di mia conoscenza stava aiutando, con becco e zampe, a liberarmi. 

Sorrisi alla vista di quella bizzarra combriccola, arrangiata nel viaggio di qualche giorno, come una vera famiglia prendersi cura l’uno dell’altro. 

E gridai, a pieni polmoni “Ti amo Beatrice, ti amo!” non volevo fermarmi mai più. Le sue piume si arruffarono mentre piroettava in aria imbarazzata. 

Risi di gusto continuando a esclamare il mio mantra, sempre più piano, fino a sussurrare e scemare nel silenzio. 

Fu allora che il buio si aprì su di me per prendermi definitivamente tra le sue braccia.  Come era dolce morire. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3894048