I fiori non dormono di notte

di Arii_oreste7
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fiordaliso, beatitudine solitaria ***
Capitolo 2: *** Trillium, bellezza modesta ***
Capitolo 3: *** Agrifoglio, precauzione e difesa ***
Capitolo 4: *** Fresia, mistero e fascino ***
Capitolo 5: *** Papavero, consolazione ***



Capitolo 1
*** Fiordaliso, beatitudine solitaria ***


I fiori non dormono di notte

Fiordaliso, Beatitudine solitaria
Questa è la mia vita in due sole parole. Abbandonato alla nascita, distaccato di natura e solo per scelta. Qualcuno mi descriverebbe come un ribelle, addirittura, ma in realtà sono un tizio al quale la vita si è ribellata. “Libero, dal latino liber” è invece l'aggettivo che sceglierei io. Mai stato fedele a niente e nessuno, me stesso a parte. Nè catene, nè fili mi legano al midollo della vita; non sono il burattino di nessuno. Essere libero significa poter scegliere. I miei scelsero per me quando io ancora non avevo questa facoltà e così mi misero sotto la protezione dell'unico parente rimastomi; un uomo che dispone di tutte le virtù di cui un uomo fatto e vissuto può disporre. Un saggio, potrei definirlo. Da lui ho imparato abbastanza finora, ma non tutto. Quell'uomo è un “pozzo” inesauribile di sapienza, per cui sarebbe impossibile cogliere tutta l'acqua che ha da offrire. Qualche volta ho provato a rivolgermi ad un'altra fonte, quella del sentimento e non della ragione. Ho cercato di barare attingendo da entrambe e così sono rimasto assetato e col cuore spezzato. Da quel momento vivo la vita giorno per giorno, prendendo tutto ciò arriva, evitando di pormi domande ed interrogativi inutili. Cercare di capire una cosa senza senso è da folli. Sono libero perché non ho altra scelta. L'unica catena dalla quale mi voglio liberare è quella a cui mi sono legato da solo; sono io. Conosco solo due modi per scatenarmi ed entrambi hanno a che vedere con l'arte; uno è il disegno e l'altro è la poesia. Grazie ad essi riesco a percepire ed incanalare qualche vibrazione positiva. Inutile dire che mamma-negatività e papà-disprezzo non mi hanno mai abbandonato, li ho sempre sentiti ben radicati in me. Nel tempo libero, invece, mi alleno, tanto per tenere la testa impegnata. 
 
Per un po' di tempo ho pensato che la vita non faccia altro che riservarmi inganni gratuiti. Solo dopo aver intrapreso una brutta strada ho finalmente che la vita stessa va vinta, gustata. Bisogna dare vita, per ottenerla. Ecco quindi che decisi che se non potevo batterli, mi sarei unito a loro. Mi sembrava sbagliato disprezzare i costumi altrui senza prima aver avuto l'opportunità di farli anche miei. All'inizio stare in mezzo alla massa senza-cervello, uscire, vedere ragazze, bere e lasciare i libri chiusi, mi piacque e anche parecchio. L'ozio mi abbracciò e io abbracciai lui. Peccato che il tipo di “nullafare” che da sempre mi si addice di più è quello di tipo artistico. A dire la verità, preferisco il mondo terrestre a quello di fiaba. Mi piacerebbe vivere lì, provare il brivido del rischio tutti giorni e cercare di cavarmela senza spade o draghi. Credo che la magia sia un inganno, un mezzo per rendersi la vita più semplice e meno amara. Fate e streghe si perdono in inutili lotte tra loro per evadere dalla realtà. Chi scappa, si confonde e fa di tutto per dimenticare chi è e da dove viene è una persona debole e perditempo.
Oltre a quello c'è di più.
Per quello la vita mondana di Magix non fa per me; è una delle tante vie comuni e facili. Facile non vuol dire migliore.
Stento a credere che inizialmente mi sia piaciuta tanto. Che valore può avere una cosa vuota? Ho conosciuto talmente tante ragazze da decidere di non fissarmi con nessuna.  Mi ero prefissato un rito di caccia quasi eccitante, ma noioso da portare avanti. Vedevo una ragazza bella e il mio obiettivo era quello di corteggiarla e farla cadere ai miei piedi. Poco m'importava chi fosse, lei diveniva la mia preda, una piccola soddisfazione momentaneamente appagante.
Molti giudicheranno il mio comportamento come immaturo e non rispettoso nei confronti delle poverette, ma posso assicurarvi che loro per prime mancano di rispetto a loro stesse. Credo che le fate stufino perchè non hanno fiducia in loro stesse e sperano che qualcuno possa regalare loro la sicurezza di cui hanno bisogno. Sono perennemente immature, estremamente fragili e ampollose. Conoscono la realtà solo per metà e non possiedono ambizione alcuna. A loro preferisco decisamente le streghe. Cavolo, se conoscono l’arte della seduzione! Niente le tocca, non fanno troppi drammi e non sono sentimentalmente suscettibili, il che le rende ancora più intriganti. Ti stregano letteralmente. Quando la loro negatività arriva a sussurrarti all’orecchio di notte, puoi dirti veramente dannato e marchiato.
 Per questo non scorderò mai il giorno in cui è stata la positività a salvarmi. Si è insinuata piano in me sino ad inglobarmi totalmente. Di punto in bianco, la vita ha smesso finalmente di ribellarsi e ha bussato alla mia porta. Io, incapace di disobbedirle, ovviamente le ho aperto; davvero ignoravo che avesse gli occhi verdi.



 

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Capitolo 2
*** Trillium, bellezza modesta ***


Trillium, bellezza modesta
Direi che conviene fare qualche salto indietro.
Il giorno che conobbi la mia guaritrice stavo a Fonterossa, seduto su una scalinata. Cercavo di allietarmi in qualche modo disegnando. Avevo appena discusso con mio nonno perché cominciava a sentire il peso della vecchiaia addosso e non voleva saperne di lasciarmi libero per quel sentiero intriso d’arte con cui mi ero incallito.
Già le voci si erano sparse per la scuola e si facevano più drammatiche passando da una bocca all’altra.
<< Perde tempo e potrebbe ereditare una fortuna, che tonto!
<< Facile così: è un hippy sfaticato e mantenuto.
Per fortuna certi commenti banali mi davano elementi necessari per pensare e dipingere il mondo con occhio critico. Dev’essere noioso passare la vita a guardare quello che fanno gli altri quando davanti a sé c’è l’imbarazzo della scelta. Mantenere il nome della propria reputazione a Magix non è facile. Tutto si disfa e si crea in pochi secondi. Gloria e fama eterna fanno troppa gola a chi per una vita ha conosciuto solo anonimato e sgomento.
Di gloria e di fama erano in quel momento rappresentanti un gruppo di 5 fate insulse (6 se contiamo l’aggiunta di una novellina), conosciute tra gli specialisti più per la loro forma fisica e i costumini scintillanti che per la loro intraprendenza magica.
Già dopo un anno si erano create la nomina per aver battuto le temutissime Trix, si erano armate di nuovi giocattolini magici e accaparrate gli scapoli più ambiti della dimensione magica. Io non avevo ancora -per fortuna- avuto l’onore di fare la loro conoscenza per poi vantarmi del lusso di poter attaccare il loro poster sudicio alla parete della mia camera da specialista sfigato. Ecco che, però, colsi l’ormai inevitabile occasione di farlo quando notai gli sguardi incuriositi di quegli scapoloni che le accompagnavano all’inaugurazione della Nuova Fonterossa.
Timmy, il più furbo di tutti al momento, stava snocciolando le ultime novità riguardo a me al gruppo di ragazzine brillantose curiose di sapere chi fossi dopo tante voci di corridoio ormai giunte anche alle altre scuole. Sentivo i loro sguardi su di me mentre marcavo sul foglio i tratti di una rondinella posatasi su un gradino. Lo sentii dire: << Quello è Helia, uno specialista-pacifista. Non gli piace combattere (mi piace eccome quando posso evitare di far circolare certi gossip); credo che voglia ritirarsi dalla scuola, se non lo ha già fatto. Ah, è anche il nipote di Saladin, (Davvero c’è qualcuno che ancora non lo sa? Perché non spargiamo la voce anche su Domino, già che ci siamo?) Pensate che è stato istruito da lui sin da piccolo >>. Parlare di una persona estranea al discorso, davanti ai suoi occhi, non è molto educato. Infatti, la campionessa bionda di bon-ton e anche di voci tra i maschietti allupati di Fonterossa, si sentì di asserire: << Uh, com'è carino! Dai, Brandon, presentaci! >>. Non c’è mai stata molta simpatia tra questo essere, rappresentante della vita mondana che tanto disprezzavo, e me. Per questo, mi venne incontro sbuffando.  << Hey Helia, conosci le Winx? >> Domanda retorica, ragazzo.
Non feci in tempo a salutare l’allegro gruppo che già la biondina mi propose in maniera civettuola di diventare la mia modella – dopo aver afferrato i miei disegni - e una ragazza dai capelli viola, Tecnica o come si chiamava, mi chiese se non preferissi sostituire il mio blocco da disegno con delle diavolerie digitali. Parlò per tipo mezz’ora di cose a me ignote prima che qualcuno di intelligente intervenisse, nonostante il parere non richiesto ma preciso e puntuale: << Ammiro i tratti essenziali dei tuoi schizzi, davvero realistici. Ottima scelta la felce nell’impasto della carta: valorizza le ali del volatile. Bel lavoro >>.
Rimasi notevolmente colpito quando capii che quelle osservazioni acute e sincere giungevano dal gioiellino di Alfea. Era il premio segreto più ambito di Fonterossa: tante scommesse, fantasie, voci e pettegolezzi e nessuno che ancora era riuscito a scortarla nella hall of fame. Niente da ridire: era la più bella in assoluto del gruppo, con quella sua presenza appena annunciata, i suoi occhioni verdi e il suo corpicino esile ma con le curve giuste al posto giusto. Mi toccava, ahimè, per una volta appoggiare il pensiero generale di compagnucci senza voce, né iniziativa ma con occhio per gli affari.
<< Come hai notato la felce nell'impasto della carta? >> le chiesi, impressionato. << Beh, chiaro. Questa è Flora, la fata dei fiori >> la presentò Brandon, come se potesse permettere alla sua bocca il vanto di pronunziare il suo nome per primo.
Aveva l’aria di una che si sarebbe mal volentieri presentata da sola ma gentilmente lo corresse: << Fata della natura, vorrai dire >>.
<< Mmh...Flora. >> ripetei il nome per sentirne il suono, evocarne un’immagine. Come se potessi tingere con le lettere le labbra rosa non troppo carnose, i capelli color miele e gli occhi silvani di quella creatura.

 





 

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Capitolo 3
*** Agrifoglio, precauzione e difesa ***


Agrifoglio, precauzione e difesa

Correvano tempi duri nella dimensione magica: una minaccia era alle porte e portava il nome di Darkar. Pensare di abbandonare i miei studi per dedicarmi a qualcosa di personale e distaccato pareva troppo egoistico, quindi decisi di affrontare le ombre di questo malvagio personaggio più in fretta possibile per poi filarmela al momento opportuno.
 L'ingrato compito di fronteggiare la bestia fu relegato a me e ad una combriccola chiamata a porsi sotto il mio tutoraggio: l'allegro team delle Winx e i relativi anticorpi che si portavano appresso. Nonno Saladin aveva pensato bene di rivolgersi a delle esperte d'eccezione, quindi mi sarei ritrovato a capeggiare un branco di rammolliti con la puzza sotto il naso e top model scansafatiche. Pensai sin dall'inizio di mettere le cose in chiaro e marcare una linea netta fra la mia posizione di tutor accompagnatore e loro. Per prima cosa fissai degli allenamenti quotidiani, pensai a degli esercizi e disposi le attrezzature nella palestra di Fonterossa.
Lo scenario che mi si parò davanti al primissimo incontro mi scoraggiò al punto di decidere di adottare una linea molto severa e priva di distrazioni. Appena giunti in palestra Sky e Riven cominciarono a litigare come fatine per accaparrarsi il ruolo di capo-spedizione. Arrestai quasi subito quel dibattito spiegando loro che non tutti avrebbero partecipato alla scampagnata nei sotterranei di Darkar. Infatti, ci sarebbero state delle selezioni alla fine delle settimane di allenamento per capire le potenzialità degli studenti del secondo anno. L'idea era quella di procedere facendoli preparare in coppia fino al giorno della scelta dei qualificati. Mi ritrovai, tra l'altro, a valutare alcune cadidature fuori-corso, tra le quali quelle di Jason, Spencer, Priscilla e Amaryl. Permisi solo a questi quattro di seguire la prima settimana di prove.
Quando mi presentai al gruppommi assicurai di far capire che l'andazzo non prometteva nulla di buono e che la situazione era critica poichè il nemico era troppo potente.
Le fate mi  spiegarono che i loro poteri nel sottosuolo erano scarsi e quindi avrebbero dovuto cercare di potenziarsi e arrangiarsi con le loro forze. Solo due di loro potevano disporre della magia in quel territorio, perciò decisi di non depennare per nessun motivo Bloom e Stella. Malgrado fossero le Winx che i miei nervi tollerassero di meno, mi toccava sopportare i loro capricci per il bene di Magix. I loro battibecchi, atteggiamenti da primedonne o principessine maleducate mal si accostavano all'impegno, il sudore e la fatica che quella missione comportava.
<< Amaryl, se ti alleni come ti pettini qui è la fine!
<< Sky, sarai un  principino ma sei senza carattere. Fatti da parte!
<< Metti via quel cellulare, Tecna.
<< Bloom, perchè continui a vederti con Avalon in segreto?
Il copione procedette identico o simile per tutta la prima settimana. Per tutta la durata di questa lasciai che le fate si allenassero coi rispettivi fidanzati per osservare le relative abilità. Mi toccò abbinare Aisha con Spencer, Flora con Jason e Priscilla con Amaryl. Inserii il nome di Aisha tra quelli delle persone indispensabili in battaglia, poichè molto promettente. Purtroppo il penultimo giorno dovetti cacciare via Amaryl perchè troppo indisciplinata e causa di discordia per la crew.
Valutai di farlo anche con i più deboli  e cercare nuove risorse ma non potevo rischiare di dimezzare la squadra prima di capirne pregi e difetti. Jason, Timmy, Flora e Tecna avrebbero dovuto dimostrarmi la loro resistenza fisica e la loro tenacia. Li avrei spremuti come limoni nei giorni a venire. Soprattutto quella Flora... osservandola più da vicino non riuscivo a capire perchè una ragazza così sveglia azzerasse la sua persona dietro a figure insipide quali la biondina e la rossa. Il suo talento doveva ancora risvegliarsi, venire fuori e spiazzare tutti quelli che lo avevano messo a tacere. Io ero intenzionato a vederla sbocciare per dare filo da torcere a tutti.

Nota di Annaira
Salve popolo di efp! Spero stiate tutti bene. Purtroppo la situazione non è delle migliori e ho pensato di riflettere in questo capitolo intriso di descrizioni il brutto momento che stiamo passando. Helia ci ha appena fornito un resoconto di come ha deciso di preparare la sua squadra alla battaglia imminente. Sono sconsapevole di aver allungato il brodo ma ho un sacco di tempo libero al momento e ho scelto di seguire la mia ispirazione. Adoro i dialoghi ma reputo le descrizioni e le analisi di tempo e spazio piuttosto importanti per lo sviluppo di una storia. Per quanto riguarda i sottotitoli inerenti a ciascun capitolo, vi invito a prendere visione di fiori e piante sul motore di ricerca. Il titolo generale invece arriva da una citazione del Piacere di D'Annunzio.
Ps. Giochino: provate a indovinare quali personaggi abbiano pronunciato le frasi del "copione" di sopra

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Capitolo 4
*** Fresia, mistero e fascino ***


Fresia, mistero e fascino

Da giorni dormivo poco, i ragazzi erano indisciplinati e le cose da fare molte. Inoltre, avevo smesso di dedicarmi alle mie passioni e accantonato ogni sorta di lettura. Decisi che mi sarei ritagliato del tempo per me stesso. Fu così che un pomeriggio, durante la seconda settimana di prove, mi recai al circolo letterario di Magix. Si trattava di un locale sulla bocca di pochi ma decisamente d'ispirazione. All'ingresso vantava un enorme bancone in mogano invecchiato con open bar, una libreria vastissima e un palco di discrete dimensioni dotato di qualche strumento. La sala era variopinta e i colori ruggivano nonostante le luci fossero soffuse. Qualche panca era collocata agli angoli del piano bar ma l'originalità del posto stava tutta nella scelta dei mobili: sedie, tavolini, credenze e pezzi vari di antiquariato con stili di epoche diverse erano stati recuperati e riadattati da qualcuno con uno spiccato senso estetico. Nel cortile interno, una quercia ornata di lucine e decorazioni pendenti sorgeva maestosa al centro.
Quella sera avevo la fortuna di assistere ad un raduno poetico. Spesso partecipavo anche in forma anonima, peccato che da mesi non scrivevo più. Mi accomodai ad un tavolo in un angolo remoto, ordinai un whisky e mi persi nelle parole di uno sconosciuto accompagnato dallo strimpellio di chitarra. Dopo un'ora, andai in cortile alla ricerca di qualche chiacchiera di circostanza e una boccata di aria fresca. Uno sconosciuto mi offrì una sigaretta e qualche parola di compagnia per poi eclissarsi e lasciarmi avvolto nella mia nuvola di fumo. Quando mi spostai in direzione della quercia scorsi tra la ressa quegli occhi smeraldo che mi perseguitavano da settimane.
Ecco Flora, seduta a bere sul divano a dondolo sotto il grosso albero, nel locale in cui mai mi sarei aspettato di incontrare qualche conoscente.
<< Non dovresti essere al college a riposare, fatina? Ignoriamo le regole del coprifuoco? >>
I suoi occhi magnetici si staccarono dal libro che aveva sottomano e che non avevo notato, per allacciarsi ai miei.
<< Helia, membro del Poison? Mai me lo sarei aspettato >>
<< Uno dei membri d'onore, in realtà. Cosa leggi? >> curioso, mi sedetti accanto a lei e contribuii al moto d'oscillazione del dondolo.
<< Una raccolta di poesie pescata all'ingresso >>
<< Le ho lette quasi tutte. Scambi con un libro tuo o passi? >>.
Cercai invano di  scorgene il titolo ma la fata fu più veloce di me e lo coprì con la mano: << Scambio, è una lettura piuttosto stuzzicante >>
<< Deve averti conquistata, allora. Chi è il fortunato? >>
<< Un anonimo piuttosto arrabbiato. Non lascia trapelare nemmeno uno spiraglio di speranza. Si è arreso. >>
Flora posò il libro sul cuscino e prese un sorso della sua birra. La osservai meglio: indossava un top bianco scollato che faceva risaltare il colorito ambrato della sua carnagione, un paio di jeans, un cardigan beige pesante e tacchi sottili neri. Niente di impegnativo eppure nessun particolare era stato trascurato. Ogni volta che mi sorprendevo a indugiare sulla sua figura, mi costava dar ragione a mezza Fonterossa.
Forse ero troppo severo con le critiche alle Winx: il gruppo era affiatato e le ragazze stavano rispondendo alle esercitazioni in maniera imprevista. Come dar torto a quegli sbruffoni impomatati degli specialisti?
<< Non è vano tenere viva la speranza quando hai perso tutto? >> cercai il suo sguardo e in qualche modo, anche il suo assenso.
La fata della natura rubò un altro sorso alla sua bibita prima di rispondere come avrebbe fatto una massima orientale: << Il valore di ciò che la vita sta per regalarti potrebbe essere superiore a quello che hai perso >>.
<< Cos' ha da regalare, l'ennesima fregatura? >> sbuffai. Flora si alzò cauta, prese il libro e me lo posò sulle ginocchia.
<< Domani se bevi il caffè, zuccheralo. >> mi sorrise e se ne andò.
Che avesse capito che ero io l'anonimo senza speranze?


Giglio, nobiltà d'animo

Alla fine della seconda settimana di allenamento cercai di dare una rimescolata alle carte in tavola e quindi aggruppare in modo diverso i miei burattini perchè dessero il massimo in base alle loro rivalità. La prima coppia che combinai era già decisa dal primo giorno: Sky e Riven. A seguire: Stella e Musa; Priscilla, Tecna e Flora (che lavoravano in gruppo poichè il numero non permetteva altrimenti); Bloom e Aisha; Jason e Timmy; Brandon e Spencer.
Fu un piacere notare le loro facce di disprezzo quando annunciai il cambiamento prima di lasciarli per il fine settimana.
<< Le tue palle infuocate non possono nulla contro il mio Morphix!
<< Finalmente potrò accecarti con la mia luce sulle note della tua canzone preferita!
<< C'è una possibilità del 97,3% che i miei robot possano spezzare anche la più forte delle tue liane, secondo il database.
Sul più bello (Riven versus Sky, il ritorno) dovetti interromperli: << Non accetto alcun tipo di contestazione. Andate a fare pace davanti a un bel cocktail a Magix e tornate più carichi che mai. Ora sgombrate la palestra, per favore. >>
Sentii quell'acida di Stella mormorare: << il solito noioso, perchè piuttosto non esce un po’ con noi e la smette di fare il guastafeste? >> - << Mi sa che mi tocca declinare la tua gentile offerta, Stellina, ho di meglio da fare >> le dissi e mi rimboccai le maniche per rimettere a posto gli attrezzi della palestra. Cominciai a fare avanti e indietro dal magazzino spostando tre ostacoli alla volta per sistemarli. Qualcuno mi aiutò con gli ultimi due, seguendomi fin dentro il ripostiglio. Una volta finito mi voltai per ringraziare lo specialista << ... Flora! Molto gentile >> -  Si appoggiò a una delle transenne: << Non c'è di che. Ascolta, tu al Poison non mi hai vista. Va bene? >>. Prima che potessi rispondere, Bloom la richiamò: << Flo, se hai finito di parlare con questo qui dovresti venire ad aiutarci di là. I miei capelli necessitano uno dei tuoi intrugli. >>
<< Certo, non ti preoccupare. Arrivo! >> mi guardò seria per assicurarsi il mio silenzio e fece per dire qualcos'altro. Bloom stava ancora lì ferma dalla porta: << Mi servirebbe, ehm... prima della doccia. Ti muovi? >>
<< Sì. A presto, Helia. >> si ricompose e mi rivolse un timido cenno col capo, abbassandolo.
Risposi al saluto mentre quelle già si allontanavano dal magazzino, una frase della rossa mi lasciò dubbioso: << Che cosa voleva quel pacifista sfigato? >>
Sinceramente di ciò che disse riguardo a me poco me ne importava: il disprezzo era reciproco. Rimasi, però, lievemente infastidito dal tono di superiorità che la leader del tanto esclusivo Club aveva riservato proprio a Flora. Perchè questa fata si faceva assoggettare così? Questo interrogativo e la strana richiesta che mi era stata rivolta in ripostiglio, non facevano che affermare le opinioni negative che già avevo sul gruppo. Con Aisha e Musa la fata dei fiori pareva andare d'accordo ma sembrava non accorgersi di come le altre le mettessero i piedi in testa.  La sua ingenuità andava di pari passo con la sua bellezza. La regalità meschina delle sue amiche rischiava di infradiciare il suo mansueto candore. Non potevo permettere che un fiore dalla purezza così rara venisse messo in ombra da erbacce simili.





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Capitolo 5
*** Papavero, consolazione ***


Papavero, consolazione

Quando scoprimmo che Darkar tramava di assaltare ciascuna delle scuole di Magix per qualche motivo a noi ignoto, pianificammo di amentare l'intensità e la frequenza degli allenamenti. Dopo aver depennato dalla lista dei partecipanti alla missione anche Priscilla, Jason e Spencer, decisi che avrei fatto esercitare sino allo sfinimento quelle sei modelle sempre più ambiziose e i loro accompagnatori senza macchia e senza paura. Le Winx dovevano assolutamente riuscire a conquistare i loro charmix (vale a dire nuovi giocattolini scintillanti e magici) o non sarebbero state in grado di utilizzare i loro poteri nel regno d'ombra. Per farlo, ciascuna di loro avrebbe dovuto raggiungere specifici obiettivi morali. Prove di coraggio, di affetto, di generosità, astuzia e così via... La magia ha sempre un prezzo. Non riponevo molta fiducia nel fatto che tutte le Winx sarebbero riuscite a guadagnarseli, onestamente. In cuor mio ero molto preoccipato per una certa fatuzza castana dalle ali a foglia. La vedevo dare il massimo a ogni sessione di allenamento e apparire sempre sorridente, annuire a qualsiasi cosa le venisse detto da quelle arpie delle sue amiche e pronta a farsi carico dei problemi di tutti. Ammiravo l'infinita pazienza di Flora, le sue premure verso gli altri e le sue parole dolci mi davano sempre modo di stupirmi. Possibile che non si fosse ancora accorta che al mondo un atteggiamento così remissivo porta solo sconfitta e umiliazione? Una certa attitudine determina e conferma la nostra posizione nella catena di vinti e vincitori. Purtroppo, per sopravvivere, viene richiesta una certa dose di egoismo. Pensavo che questo sistema prima o poi le si sarebbe ritorto contro e ciò che successe un pomeriggio, alla fine delle prove, me ne diede solo la conferma.

Specialisti e fate avevano sgomberato palestra e spogliatoi in fretta e furia, probabilmente per trasferire la festa, ubriacarsi dimenticando i problemi e dare un senso alle loro vite in qualche locale di Magix. Dopo aver pulito e messo a posto gli atrezzi, mi assicurai di chiudere le luci di tutta l'area sportiva. Passando davanti agli spogliatoi femminili, sentii qualcuno singhiozzare. Deciso a sapere che cosa stesse succedendo e perchè, bussai. Non ricevetti riposta e pensai bene di fare incursione comunque.
Mi si spezzò il cuore quando vidi Flora accasciata nell'angolo vicino alle docce, coi capelli ancora bagnati e la testa sepolta fra braccia e gambe. Non ero bravo a gestire i drammi fatalosi (già sapete che predilisco le streghe) ma ero bravo con le parole e quindi tentai un approccio.
<< Flora... >>
<< Vai via! >>
<< Cosa...Perchè sei ancora... >>
<< Voglio stare da sola. >>
<< Non possiamo...? >> - "Grande, Helia. Ottima scelta lessicale. Convinceresti qualsiasi fata a invischiarti nei suoi problemi": mi rimproverai.
Nemmeno Flora sembrò apprezzare: << No. >>
Io però sapevo e speravo che avrei potuto fare qualcosa per qualcuno per una volta, quindi volli insistere: << Vorrei solo... >>
<< Perfavore >>
<< Qualcuno oggi ha dimenticato di mettere tre cucchiaini di zucchero nel caffè! >> mi sedetti sulla panca. Non sarei andato via per alcun motivo. A testimonianza del fatto che la perseveranza paga: Flora alzò la testa e mi guardò. I suoi occhi erano gonfi e passò qualche minuto prima che mi rispondesse: << Oggi neanche un intero pacchetto potrebbe bilanciare l'amaro >> 
Cambiai posizione per poterla guardare meglio: << Bilanciarlo è possibile quando capiamo cosa c'è di sbagliato nella ricetta >>
<< Sono io l'ingrediente sbagliato  >> parve rigettarsi nel malessere. Nessuno sapeva fare a patti con l'infelicità come me che ci convivevo insieme e sapevo come prenderla. << Hai sbagliato a bilanciare solo questa volta: la prossima sarai la torta più buona. Te lo assicuro. >>
<< Ma potrei non essere all'altezza delle altre... >>
<< Già la sei >>  mi avvicinai a lei e le allungai un braccio perchè si alzasse da terra. << Davvero ti preoccupa questo? >>
Si lasciò aiutare e una volta in piedi, si lasciò tenere la mano. Addolcii la presa e cercai i suoi occhi.
<< Mi preoccupa che questo mi condizioni. Mi sono stancata delle loro richieste: aiutami qui, sposta la pianta da qua, non uscire con lei, non parlare con lui... Se questo significa stare in un gruppo e avere delle amiche, allora non mi va giù. Brillerò da sola, a modo mio. Non ho bisogno di loro. Per di più, sembra facciano così solo con me...>>
Lasciai che si sfogasse prima di mollare la sua manina e dirle: << La solitudine non è male per bilanciare l'amarezza, però l'esperto in materia consiglia di tenere sott'occhio l'acidità: stonerebbe proprio con la tua dolcezza >>. Presi il mio fazzoletto, mi avvicinai e l'asciugai con premura: << Adesso basta sciupare questi occhietti belli con le lacrime: non fare l'indifferente, ribellati e fatti sentire! >>
Flora stava già per replicare con qualche scusa: << Ma... >>
Avevo la testa impegnata con una certa macchinazione, quindi la zittii prontamente con un abbraccio: << Ho un piano >>.
 

Nota di Annaira

Ciao canagliette, come ve la passate? Mi sono presa qualche giorno in più per pubblicare perchè sono impegnata con la tesi. Spero vi piaccia e spero di riuscire a mantenere il ritmo a cui vi avevo abituati. Stay home and stay safe <3
Un bacio fatoso, Ari



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