L'altro Harry

di ToscaSam
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** alternativo 1 ***
Capitolo 2: *** alternativo 2 ***



Capitolo 1
*** alternativo 1 ***


Alternativo 1
 
Harry si svegliò di soprassalto. Era certo di aver sentito un rumore o forse l'aveva solo sognato. Si stropicciò gli occhi, inforcò gli occhiali che giacevano sul comodino dalla sera precedente.
Poi d'improvviso si illuminò: era il suo compleanno! Un largo sorriso gli si dipinse in faccia. Sentì le guance farsi calde.
Corse verso lo specchio e cercò di pettinarsi – impresa impossibile – poi indossò la sua veste preferita, verde chiaro, che gli era stata regalata a Natale e per fortuna gli andava ancora bene. Era dello stesso colore dei suoi occhi.
Harry adorava il suo compleanno: i regali che riceveva erano sempre bellissimi e ogni anno dava una gran festa con un sacco di gente simpatica.
Ma a dire il vero non era la serata con la festa, il momento che preferiva di quel giorno speciale: quello che adorava era scendere le scale e abbracciare colui che sicuramente gli stava preparando una meravigliosa colazione.
Harry scese le scale e per poco non inciampò nel vecchio Elfo Domestico.
« Ops, scusa Kreacher» disse. Era tropo di buon umore per essere scontroso con lui.
« Mmm, il padroncino Potter sembra felice oggi, oggi compie gli anni, ma questo non gli impedisce di prendere a calci il povero Kreacher» mormorò quello, sottovoce.
« Non ti ho preso a calci, sono inciampato!» lo corresse Harry, scendendo di volata le scale di legno. Oltrepassò uno degli arredi più brutti che non erano mai riusciti a togliere o camuffare: delle orribili teste di Elfo Domestico appese alla parete. Quando aveva cinque o sei anni, Harry si era schiantato contro una di quelle teste, volando con la sua scopa giocattolo. All'Elfo era volato via un orecchio e a Harry si erano rotti due denti.
Sirius non si era arrabbiato per il cimelio mutilato, ma perché Harry aveva rischiato di farsi male sul serio. Non poteva giocare con la scopa sulle scale!
Eccolo arrivato alla porta della cucina. Emanava un odorino assolutamente delizioso. Harry spinse la maniglia e l'aprì.
 
« Ecco il marmocchio!»
Sirius indossava un grembiule giallo a fiori e stava preparando i pancakes.
Sulla tavola c'erano già le uova sode, la salsiccia, il riso al curry, la frutta fresca, lo sciroppo d'acero e una caraffa enorme di succo di zucca ghiacciato.
A Harry si illuminarono gli occhi. Li sentì stranamente umidi.
« Buon compleanno» gli disse Sirius, abbandonando i pancake e raggiungendolo per abbracciarlo. Gli scompigliò i capelli, che erano già tornati disordinati come sempre.
« Prima della colazione, guarda un po' laggiù. Un uccellino mi ha portato un paio di cose, oggi. A dire il vero era un gufo. E per poco non si è schiantato contro la finestra. Non aveva visto che era chiusa!».
Sirius aveva un finto tono innocente. Harry non stava nella pelle! Stava forse per scoprire il suo regalo?
Raggiunse l'angolo con la finestra che Sirius gli indicava e, sopra un pacco incartato, c'era anche una lettera.
Harry l'afferrò con dita tremanti. Era spessa, di pergamena, scritta con un lucente inchiostro verde:
Sig. Harry Potter, Grimmauld Place, 12, Londra”.
Harry guardò Sirius, senza riuscire a proferire parola. Sirius gli sorrideva.
« Perché non la apri?» lo invitò.
Ma Harry non ci riusciva. Gli era caduto l'occhio sul simbolo impresso nella ceralacca: una grande H circondata da un leone, un tasso, un corvo e un serpente.
« Mi hanno preso?» sussurrò.
« Cosa?» chiese Sirius.
« MI HANNO PRESO!» urlò Harry scoppiando a piangere di gioia e saltando in braccio a Sirius.
« MI HANNO PRESO! MI HANNO PRESO! VADO A HOGWARTS!» ripeteva senza smettere di piangere e urlare.
« Certo che ti hanno preso, marmocchio! Avevi paura che non ti arrivasse?»
Harry lo abbracciava forte e gli singhiozzava in petto, sopraffatto dalla felicità.
Sirius lo strinse e gli scoccò un bacio sulla guancia, poi lo fece scendere.
« Se non la apri non sapremo mai di cosa hai bisogno. Ti andrebbe di andare a Diagon Alley, oggi? Potremmo passare lì il tuo compleanno. Potrei chiedere al vecchio Tom se possiamo fare lì la festa, stasera»
« Oh, si!» Harry non vedeva progetto migliore: era stato molte volte a Diagon Alley, ma poter finalmente comprare la sua prima bacchetta magica sarebbe stato incredibile. Non riusciva a immaginare un modo più bello di festeggiare il suo compleanno.
« Chi invitiamo, stasera? Remus non mancherà di sicuro. E Hagrid! Potrei mandare un gufo a mia cugina Andromeda, Ted e Dora. Sai? Mi hanno detto che l'hanno presa per il praticantato da Auror, magari ha delle belle storie da raccontarti. Poi … perché no, Hestia Jones? E quel matto di Dedalus. Scriverò di nuovo anche ai tuoi zii Babbani, anche se non hanno mai risposto, bah, valli a capire, quelli».
Harry voleva a tutti un gran bene. Era troppo eccitato per pensare alla lista degli invitati. Sirius avrebbe anche potuto invitare solo Kreacher e sarebbe stato contento lo stesso.
« Ma insomma, quella lettera! Aprila. E poi apri il pacchetto. L'ho comprata giorni fa, ti giuro non sapevo come fare per tenertela nascosta!».
L'ultima frase era stata detta con tanta contentezza che Harry decise di scartare prima il pacco.
Le sue dita strapparono l'involucro scricchiolante e per poco non ebbe un colpo. Harry si chiese se stesse ancora dormendo, poi si chiese cosa avesse fatto per meritare una giornata così speciale.
C'era un manico di scopa, dentro il pacchetto. Un manico di scopa vero. E non era nemmeno un manico di scopa vero qualunque: si trattava di una Nimbus 2000, esemplare magnifico che lui e Sirius avevano adocchiato al negozio di Diagon Alley.
Finora Harry aveva usato solo scope giocattolo. Non riusciva a credere di poter finalmente cavalcare una scopa vera. Una Nimbus 2000. Ed era vera, non era un miraggio: si trovava lì, fra le sue mani.
Gli si stavano di nuovo riempiendo gli occhi di lacrime.
« Sirius … è troppo! Io … grazie. È davvero … è davvero … »
Sirius ridacchiò:
« È davvero un peccato che dovrai prestarmela, quest'anno! Non credo che gli studenti del primo anno possano avere manici di scopa. Potrai usarla finché non comincia la scuola e nelle vacanze di Natale, sempre che non sia troppo freddo».
L'entusiasmo di Harry svanì un po'. Non poteva portare la sua nuova scopa a Hogwarts.
Si riscosse subito; c'erano così tante cose meravigliose in quella giornata da bastare per tutto l'anno.
« Certo che te la presto! È di tutti e due. Faremo a mezzo» promise Harry, felice.
Dopodiché aprirono la lettera di Hogwarts e lessero tutto quello che occorreva per l'anno scolastico. Poi si sedettero a tavola e fecero colazione.
Sirius aveva bruciacchiato i pancake ma a Harry piacevano così.
Quado ebbe finito la sua quarta porzione di tutto, Harry corse in camera con la scusa di sistemarsi prima di uscire per fare le spese. Si diresse alla grande foto dei suoi genitori, James e Lily, che teneva appesa alla parete in una bella cornice.
« Papà» disse, con uno strano pizzicorino alla gola: « Sirius mi ha regalato una scopa. Una scopa vera. Mi ha sempre detto che tu eri bravissimo a Quidditch. Chissà, forse lo diventerò anch'io. Mamma, mi è arrivata la lettera per Hogwarts! Mi hanno ammesso!».
I suoi genitori si muovevano, sorridendo a un ignoto fotografo nel giorno del loro matrimonio. Harry, accertandosi che la porta fosse chiusa, dette un bacio al vetro freddo, dove c'era la guancia di sua madre. Una lacrima solitaria, la più triste di quella giornata, colò sulla guancia arrossata di Harry Potter.



In questo universo:
Lily e James sono morti, traditi da Codaliscia.
Sirius ha un equo processo e non viene incarcerato.
Sirius riesce ad ottenere l'affidamento di Harry.

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Capitolo 2
*** alternativo 2 ***


Alternativo 2
 
Harry correva, certo che avrebbe perso il treno. Non riusciva a credere di aver fatto tardi solo perché non ricordava dov'era il libro di Pozioni. Aveva discusso con sua madre almeno un'ora prima che lei si ricordasse che l'aveva preso per sfogliarlo. Dopo aver messo il libro in valigia, il vecchio gatto in gabbia, aver caricato la macchina, erano finalmente giunti a King's Cross.
C'era un grande affollamento di Babbani. Sarebbe stato più difficile arrivare alla barriera e attraversarla senza essere visti.
Quando si trovarono davanti alla colonna dai mattoncini rossi, Harry sentì suo padre afferrare il carrello e posare le mani sopra le sue. Sua madre fece altrettanto dall'altro lato, riuscendo oltretutto a spingere il passeggino di Elizabeth.
La bimba si mise a strillare, vedendo il muro avvicinarsi, ma tutto andò per il verso giusto: la famigliola si ritrovò dall'altra parte in men che non si dica.
« Ecco fatto» disse Lily prendendo in collo la figlia per calmarla. Siccome non ne voleva sapere, provò a passarla a James.
« Dai, Lizzy, fatti salutare! Non piangere» disse Harry. Non voleva avere l'ultima immagine della sorellina in lacrime. A sentire le parole di Harry, Lizzy si decise e tirò un po' su col naso.
« Torni per Natale?» chiese con una vocina lacrimosa.
« Si. Con due regali. Chi è l'unica tontolona al mondo che è nata il giorno di Natale?» disse Harry, per farla ridere. Ci riuscì, così James la posò a terra.
« Scrivici, ogni tanto. Mi raccomando» disse al figlio, poi cercò di fargli l'occhiolino senza essere visto da sua moglie, ma quella rise:
« James, santo cielo, so che gli hai dato il Mantello»
« Qualcuno deve continuare l'arte del Malandrino»
« Non dargli ascolto, Harry. Puoi usarlo, ma cerca di non metterti nei pericoli. Oh, James … guarda! Quello è ...»
l'ultima frase di Lily era stata un sussurro.
« Eh già. Deve avere la stessa età di Harry» rispose James.
Harry si sporse per vedere a chi stavano alludendo i suoi genitori e vide un ragazzo un po' tondo, accompagnato da un'anziana signora con un buffo cappello.
« Chi è?» chiese.
« Credo sia Neville Paciock, tesoro».
Harry strabuzzò gli occhi e cercò di vedere meglio il famosissimo Neville Paciock.
« Harry! Comportati bene! Non farlo sentire in imbarazzo. È un bambino come te! È già difficile senza che la gente lo tratti come un animale dello zoo» gli intimò sua madre.
« Va bene» ribatté Harry, quasi offeso.
« Sali a bordo! Fatti tanti amici, studia e non prestare attenzione all'imbecille che insegna Pozioni»
« James!».
Harry caricò tutto sul treno, poi baciò suo padre, sua madre e Lizzy.
Gli dispiaceva lasciarli lì, ma era anche elettrizzato all'idea di poter finalmente andare a Hogwarts.
Sarebbe stato con loro a Natale, per il compleanno di Elizabeth. E avrebbe visto anche Remus e Sirius, i suoi “zii” preferiti.
Sarebbe stato un primo anno coi fiocchi.



In questo universo:
Lily e James non sono morti.
Voldemort ha interpretato la profezia nell'altro modo e ha ucciso i Paciock.

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