Vodka,Unleashed

di halcyonalex
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 7 Ottobre 1998 ***
Capitolo 2: *** 9 Ottobre 1998 ***
Capitolo 3: *** 10 Ottobre 1998 ***
Capitolo 4: *** 17 Ottobre 1998 ***
Capitolo 5: *** 21 Ottobre 1998 ***
Capitolo 6: *** 22 Ottobre 1998 ***
Capitolo 7: *** 23 Ottobre 1998 ***
Capitolo 8: *** 31 Ottobre 1998 ***
Capitolo 9: *** 3 Novembre 1998 ***
Capitolo 10: *** 4 Novembre 1998 ***
Capitolo 11: *** 5 Novembre 1998 ***
Capitolo 12: *** 16 Novembre 1998 ***
Capitolo 13: *** 19 Novembre 1998 ***
Capitolo 14: *** 20 Novembre 1998 ***
Capitolo 15: *** 21 Novembre 1998 ***
Capitolo 16: *** 2 Dicembre 1998 ***
Capitolo 17: *** 5 Dicembre 1998 ***
Capitolo 18: *** 9 Dicembre 1998 ***
Capitolo 19: *** 10 Dicembre 1998 ***
Capitolo 20: *** 11 Dicembre 1998 ***
Capitolo 21: *** 12 Dicembre 1998 ***
Capitolo 22: *** 14 Dicembre 1998 ***
Capitolo 23: *** 16 Dicembre 1998 ***
Capitolo 24: *** 18 Dicembre 1998 ***
Capitolo 25: *** 19 Dicembre 1998 ***
Capitolo 26: *** 21 Dicembre 1998 ***
Capitolo 27: *** 30 Dicembre 1998 ***
Capitolo 28: *** 10 Gennaio 1999 ***
Capitolo 29: *** 11 Gennaio 1999 ***
Capitolo 30: *** 13 Gennaio 1999 ***
Capitolo 31: *** 17 Gennaio 1999 ***
Capitolo 32: *** 18 Gennaio 1999 ***
Capitolo 33: *** 22 Gennaio 1999 ***
Capitolo 34: *** 24 Gennaio 1999 ***
Capitolo 35: *** 26 Gennaio 1999 ***
Capitolo 36: *** 28 Gennaio 1999 ***
Capitolo 37: *** 3 Febbraio 1999 ***
Capitolo 38: *** 6 Febbraio 1999 ***
Capitolo 39: *** 9 Febbraio 1999 ***
Capitolo 40: *** 11 Febbraio 1999 ***
Capitolo 41: *** 12 Febbraio 1999 ***
Capitolo 42: *** 14 Febbraio 1999 ***
Capitolo 43: *** 17 Febbraio 1999 ***
Capitolo 44: *** 19 Febbraio 1999 ***
Capitolo 45: *** 22 Febbraio 1999 ***
Capitolo 46: *** 25 Febbraio 1999 ***
Capitolo 47: *** 28 Febbraio 1999 ***
Capitolo 48: *** 2 Marzo !999 ***
Capitolo 49: *** 5 Marzo 1999 ***
Capitolo 50: *** 8 Marzo 1999 ***
Capitolo 51: *** 11 Marzo 1999 ***
Capitolo 52: *** 14 Marzo 1999 ***
Capitolo 53: *** 17 Marzo 1999 ***
Capitolo 54: *** 19 Marzo 1999 ***
Capitolo 55: *** 25 Marzo 1999 ***
Capitolo 56: *** 2 Aprile 1999 ***
Capitolo 57: *** 5 Aprile 1999 ***
Capitolo 58: *** 9 Aprile 1999 ***
Capitolo 59: *** 10 Aprile 1999 ***
Capitolo 60: *** 12 Aprile 1999 ***
Capitolo 61: *** 18 Aprile 1999 ***
Capitolo 62: *** 19 Aprile 1999 ***
Capitolo 63: *** 20 Aprile 1999 ***



Capitolo 1
*** 7 Ottobre 1998 ***


E anche oggi gli occhi non avrei mai voluto aprirli. 
Ogni raggio di sole che penetra dalla mia finestra è una tortura. 
Sempre la stessa merda, ogni giorno. 
Marylin Manson dammi la forza.
Ogni giornata cominciata con Antichrist Superstar può essere considerata una giornata buona. 
La mia mano corre sullo stereo, la musica parte, ma il mio corpo non si stacca dal letto.
Voglia di vivere saltami addosso, se esiste.
"Sei depresso, ma è colpa tua. Non fai nulla per tirarti su.".
Sapete cosa mi rende depresso? Essere circondati da tutti questi ignoranti. 
Non sanno cosa davvero la vita, si accontentano dei castelli mentali che hanno sapientemente costruito e delle loro stupide convinzioni. 
L'ignoranza è un dono. 
Io non ho un velo sugli occhi, vedo ciò che gli altri non vedono.
La voglia di morire mi pervade, il pensiero del suicidio mi eccita.
Lo scaccio via a fatica, sempre più a fatica.
Tra poco mi alzerò dal letto e indosserò la maschera, quella del bravo figlio sorridente senza problemi, quella dello studente brillante. 
Ricominceranno le prese in giro, finirò contro lo sportello di un armadietto.
Sarò sempre io, il frocetto della scuola.
Il maledetto frocio.
Senza nemmeno essere omosessuale. 
Mi piace una ragazza ma non ho il coraggio di farmi avanti.
Sarà la terza in quattro anni. 
Morirò prima di conoscere l'amore.
Vorrei tanto essere amato. 
Ma l'amore evidentemente è per pochi eletti e non mi sembra di poterne fare parte.
Oggi per lo meno ho informatica, passerò cinque ore su AOL e a cazzeggiare sui forum della Play. 
Mi sento così solo. 
A volte la solitudine è una necessità, altre si trasforma in tortura. 
Odio la mia timidezza, il non riuscire ad essere come gli altri. 
Per questo mi punisco. 
Le mie braccia sono fogli di cartapesta, il coltello le scolpisce. 
Ad ogni taglio sono più forte, ad ogni taglio mi sento me stesso. 
È l'eterna battaglia tra bene e il male, non so quale tra i due prenderà il sopravvento in me.
Nel dubbio, mi limito a sopravvivere. 

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Capitolo 2
*** 9 Ottobre 1998 ***


Perché mi ostino a continuare a respirare? 
Dovrei decidermi per una buona volta a farla finita.
Stamattina sembrava una buona giornata, finalmente un'altra A nel compito di storia. 
Stavo per riporre trionfalmente il foglio che mi avrebbe permesso un week-end da sballo nell'armadietto... Per ritrovarmi a faccia in giù sul pavimento, le vie respiratorie bloccate da una scarpa firmata. 
Il mio compito è stato fatto a pezzi. 
Le risate delle cheerleader ronzano ancora nelle mie orecchie. 
Sono tornato a casa con il cuore a pezzi. 
É questa la Columbine? Il posto magico di cui tutti parlano? 
Questo dovrebbe essere il mio anno migliore, l'ultimo.
Quello dove lasciare il segno. 
E l'unico segno che sto lasciando è quello del mio sangue sui mattoni, sui banchi, nel cesso. 
Ogni giorno torno a casa con un livido nuovo,mia madre lo fissa ma non dice nulla. 
Probabilmente pensa che me li faccio io. 
Mi crederebbe se le dicessi la verità? 
Mi crederebbe se la mattina, mentre mangio i pancakes, le dicessi "mamma, non voglio andare a scuola perché sono stanco di venire trattato come un sacco da boxe dai cappellini bianchi"? 
Non credo proprio. 
So già come andrebbe. 
"Dylan, tesoro,parlane con la dottoressa. Vedrai che troverà una soluzione per queste brutte paranoie". 
E giù un'altra pillola. 
E su con la voglia di uccidermi. 
Voglio vedere il mio sangue lambire i mattoni bianchi del pavimento, voglio sollevarmi mentre il mondo resta fermo a guardare cosa succede a portare qualcuno al limite. 
Ma non ho scelta. 
Devo stringere lo stomaco, trattenere le lacrime e andare avanti. 
Mi ha scritto Eric su AOL. 
Sembrava parecchio euforico. 
Stasera ci vedremo a casa sua, forse vuole mostrarmi il nuovo livello di Quake. 
O forse metteremo a punto un piano per la conquista del pianeta. 
Vedremo. 
 
 

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Capitolo 3
*** 10 Ottobre 1998 ***


Ieri sono stato da Eric. 
Serata piacevole, ci stava anche Chris che come si può immaginare, ha portato da bere delle birre sgraffignate a suo padre. 
La videocassetta di Natural Born Killers, compagna immancabile delle nostre serate. 
Potrei vedere quel film cento volte di seguito ed emozionarmi comunque, in fondo sono un terribile romantico. 
Devo trattenermi però, Eric non sopporta le "checche frignone". 
Per lui gli ebrei sono checche per genetica. Sono contento che non sappia che sono ebreo. 
E non deve saperlo, finirebbe per allontanarmi o peggio ancora trasformarmi in un suo nemico giurato. 
Non vedrà mai l'uscio di casa mia, né la mia famiglia. 
Per lui ogni scusa è buona per dare della checca a qualcuno,basta essere diversi da lui e ti prendi della checca. 
Non vuoi fare il maiale con le ragazze? Checca. 
Non vuoi ammazzarti in palestra? Checca. 
Non vuoi rischiare il coma etilico ogni sabato sera?Checca. 
Preferisci I videogiochi di ruolo agli sparatutto? Checca. 
Hai un poster di Trent Reznor accanto ad uno di Marylin Manson? Checca. 
Sarò anche una checca, ma non sono un fottuto nazista con la perversione dello stupro. 
Tornando alla serata, quindi a cose decisamente più piacevoli da raccontare, Eric ci ha mostrato il suo nuovo livello. 
Non di Quake però, stavolta è toccato a Doom II. 
Doom II:Columbine. 
É ancora senza musica però,non riesce a trovarne una adeguata, così ha delegato questo arduo compito a me. 
E io non potevo non scegliere una canzone di Marylin Manson. 
Peccato che molto probabilmente non me la lascerà mai mettere. 
Fa freddo stasera, fa freddo nell'anima.
Ho bisogno dell'amore, ho bisogno di sentire l'amore scorrere dalle mie labbra a quelle di qualcun'altra. 
Ho bisogno di amore vero, puro, caldo, sincero. 
Amore che strappa i capelli e piega le viscere. 
Amore che fa male quanto la morte. 
E invece cos'ho che non sia solitudine e voglia di annientarmi? 
 

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Capitolo 4
*** 17 Ottobre 1998 ***


La gang si è riunita! 
Finalmente quattro, finalmente insieme. 
Io, Zack, Nate ed Eric. 
Dopo tempo immemore, un sabato sera senza fidanzate, senza coppiette sul divano intente a sbaciucchiarsi ferocemente. 
Solo noi quattro, come il primo anno di liceo. 
Stiamo già progettando di andare a vedere Vampires al cinema tutti insieme. 
Zack ha una stanza gigantesca con tre letti e due tappeti,ci siamo spaparanzati senza scarpe. 
La mamma di Zack fa dei sandwich da paura, lo devo ammettere. 
Giocare a Risiko annegando le preoccupazioni in fiumi di Dr. Peppers e burro di arachidi sembra la descrizione del paradiso. 
Ne ho approfittato anche per fumare, a casa mia è totalmente proibito. 
Ho rischiato due mesi di punizione per un mozzicone in camera mia, ho ovviamente dato la colpa a mio fratello. 
Peccato che non fumi le Malboro alla menta. 
Eric ha anche portato la sua nuova videocamera, l'abbiamo battezzata con una lunga ripresa delle nostre prodezze da veri maschioni quali scorreggiare e ballare in mutande. 
Poi però la serata ha preso una brutta piega.
Eric ci ha chiesto di fare una confessione in video che non avremmo mai avuto il coraggio di fare a nessuno. 
ha cominciato Nate, ammettendo di avere delle perversioni sessuali.
Per la precisione,è fissato con i piedi delle ragazze.
Poi è stato il turno di Zack, che ha raccontato di aver pensato più volte a tagliarsi le vene. 
Onestamente,me lo aspettavo.
Eric però ha sorpreso tutti. 
Ha detto che i nemici da abbattere nel livello di Doom non sono zombie, né altre creature riprovevoli, bensì i nostri compagni di scuola. 
Allora mi sono fatto coraggio. 
Ho sputato tutto il veleno che sentivo dentro, per quella scuola, quei dannati cappellini bianchi e le loro odiosissime cheerleader.
Sono nel mio letto e non riesco a dormire, le mie mani sudano e tremano. 
Non voglio tornare a scuola lunedì. 
Non voglio sentire in me una fiamma lambirmi il cervello.
Non voglio tremare dalla paura di trovare un animale morto nel mio armadietto. 
Voglio tregua. 

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Capitolo 5
*** 21 Ottobre 1998 ***


Può un'autentica giornata di merda trasformarsi in una bella giornata? 
Può? 
Si che può. 
Oggi sembrava davvero una giornata di merda:ennesima C in algebra (mia madre mi toglierà il PC, me lo sento), supplenza di chimica (praticamente l'unica materia interessante di oggi) e per finire, l'ennesimo scherzo pessimo da parte degli spettabili cappellini bianchi di sto cazzo:
Poco dopo l'intervallo sono andato al l'armadietto a prendere Duke Nukem 3D poiché dovevo prestarlo ad Eric, soltanto che... Non appena ho aperto l'armadietto il mio naso è stato investito da un aroma non troppo piacevole. 
Merda.
Fresca, fumante. 
Merda calda. 
Trattenendo il respiro, ho portato via il sacchetto cercando di non scottarmi. 
Ho abbassato il berretto ma le lacrime le hanno notate tutti benissimo. 
Duke Nukem non c'era più. 
E il mio armadietto aveva ancora un odore terribile. 
L'ho disinfettato per benino facendo tardi in classe e ho passato le tre ore successive a piangere con la testa sul banco. 
-Non farti vedere così da loro, immagina di ucciderli tutti - è stato lo spassionato consiglio di Eric nel tentativo di risollevarmi l'umore. 
Dopo la scuola sono andato a batteria, per sfogarmi un po'. 
Ed è lì che ho visto la ragazza più bella che potessi vedere. 
Il mio cuore ha accelerato i battiti all'istante. 
Robyn Anderson. 
Robyn non ti conosco ma già penso che tu mi sia entrata nelle vene, un po' come l'eroina. 
Cioè penso che l'amore sia come la droga no? Ti sballa, ti atterra, non capisci più nulla. 
Gesù cristo, ma quanto sono patetico? 
Ora si che sembro davvero una checca. 
Robyn ti prego, domani fatti vedere. 
Anche cinque minuti. 
Il tempo di memorizzare il tuo sorriso. 
Il tempo di perdere qualche battito tra i tuoi capelli. 
Ti prego.
Dammi un motivo per andare in quella scuola di merda. 

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Capitolo 6
*** 22 Ottobre 1998 ***


Robyn non si è fatta vedere. 
Ho perlustrato la caffetteria da cima a fondo per tutta la pausa pranzo, ma non l'ho vista. 
Eppure mi hanno detto che va alla Columbine. 
Mistero. 
Ci sono grandi novità:
Oggi Eric mi ha invitato nei boschi. 
Mi ha chiesto di portare dei guantini di pelle e degli stivali pesanti. 
Non ho capito bene il motivo ma l'ho fatto. 
Ci siamo visti alle quattro, mi è venuto a prendere lui. 
Mi ha portato in una radura seminascosta e ha aperto il bagagliaio:lattine di birra piene e vuote, un paio di bottiglie di vodka, sigarette, pornografia, qualche spinello e una borsa chiusa da un lucchetto. 
Ci siamo messi a bere e fumare, sfogando la nostra incazzatura a suon di bestemmie. 
Poi ha aperto la borsa... E ne ha tirato fuori due fucili con relative munizioni. 
Me ne ha lanciato uno, non gli ho nemmeno chiesto come se lo fosse procurato. 
Sono rimasto atterrito e piacevolmente sorpreso dalle sensazioni di maneggiare un'arma. 
Mi ha fatto vedere come caricarlo. 
Sono sbadato, si sa. 
Ho rovinato una cartuccia. 
La seconda però è entrata senza sforzo. 
L'ho imbracciato e ho provato a svuotare la mente,ma più tentavo più i ricordi si facevano pesanti:
I cappellini bianchi intorno a me, a pestarmi. 
Il mio sangue sull'asfalto. 
Il respiro che si fa pesante mentre le loro scarpe affondano nel mio addome, fracassandomi la gabbia toracica. 
L'odore di merda che saliva dal mio armadietto. 
Le lacrime.
Le umiliazioni. 
Ho preso fiato e la mia mano è partita. 
Centro perfetto. 
ho sparato sedici colpi. 
Tutti perfettamente a segno. 
Dentro di me il mostro è tornato a dormire. 
Ho capito come domare le ombre della mia anima. 
Ora partitella a Diablo, poi c'è il football. 
Le giornate cominciano ad avere senso. 
La vita comincia a prendere colore. 
 

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Capitolo 7
*** 23 Ottobre 1998 ***


Oggi avrei preferito essere morto. 
Eravamo in classe, informatica. 
Io ed Eric stavamo dando il meglio di noi, da bravi Beta Tester di Windows quali siamo.
Le porte si sono spalancate e sono entrati una decina di agenti della SWAT, mitra in mano. 
E puntavano a noi. 
Urlavano i nostri nomi.
Mi sono inginocchiato, mani sopra la testa. 
Mi hanno perquisito, da cima a fondo, urlandomi come fossi un criminale. 
Il ricordo di gennaio si faceva vivo, la sensazione delle manette ai polsi, la delusione negli occhi dei miei genitori. 
Mi comporto bene, ho chiuso con le stronzate. 
Perché mi stanno facendo questo? 
Ci hanno scortati ai nostri armadietti, i mitra puntati alle nostre teste. 
Abbiamo dovuto svuotarli totalmente, nella furia uno degli agenti ha distrutto un paio di CD salendoci sopra. 
Non contenti ci hanno condotti alle nostre auto e ci hanno obbligati a farle perquisire. 
Non sapevamo cosa stessero cercando, non ce lo dicevano. 
Droga? Armi? Oggetti rubati?
Non avevamo nulla di tutto questo. 
Dopo aver decretato che forse stavano sbagliando soggetti e che effettivamente le loro segnalazioni si erano dimostrate infondate, se ne sono andati. 
Ma l'umiliazione, quella no. 
Quella non poteva andarsene. 
Siamo tornati in classe, gli occhi puntati come i mitra. 
Il professore ci ha chiesto cosa stessero cercando, nessuno di noi due sapeva rispondere. 
Ma ho notato una cosa:
Risatine, sguardi compiaciuti. 
Ho capito istantaneamente tutto. 
E ho sentito la rabbia salire dal centro del petto e diffondersi ovunque, come una macchia d'olio. 
Qualcuno è riuscito a fregarmi, per l'ennesima volta. 
Qualcuno ha pisciato fuori dal vaso. 
Ho giurato a me stesso che mi vendicherò. 
Presto o tardi. 
 

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Capitolo 8
*** 31 Ottobre 1998 ***


Io alla festa non ci volevo andare, giuro. 
Devo ringraziare Nate e Devon per aver insistito fino all'esaurimento nervoso. 
Mi scuso con questo contenitore cartaceo di dolore e morte per averlo dimenticato in fondo ad un cassetto, ma non c'era molto da dire. 
Ormai le mie giornate sono scandite da scuola, bowling, batteria, giri nei boschi con Eric e videogames. 
A proposito delle ultime due cose, io ed Eric stiamo continuando a dilettarci con il fucile nei boschi. 
Sto migliorando di volta in volta.
Magari andrò a cacciare prima o poi, non mi dispiacerebbe affatto mangiare un cervo. 
Riguardo i videogiochi, abbiamo messo online la demo del livello di Doom II ambientato nella nostra schifo di scuola. 
É ancora pienissimo di bug ma giuro che lo miglioreremo.
Forse non dovrei dirlo ma quel gioco, insieme alle scorribande tra i boschi, é diventato il modo di riuscire a sfogare la rabbia che monta in me costantemente a causa dei deficienti con cui devo avere a che fare tutti i giorni. 
Quando mi sento troppo pieno di rabbia e nervoso inforco le cuffie e sfogo ogni cosa sui tasti. 
Li vedo cadere urlando e non riesco a dispiacermi. 
In fondo, qualcuno si è mai dispiaciuto per quello che mi fanno passare? 
Ma torniamo alla festa. 
Mi sono vestito da vampiro di Lost Boys, erano anni che sognavo di farlo. 
Eric e Nate invece hanno deciso di conciarsi da bikers, Zack si è astenuto dal travestimento. 
É sempre fin troppo posato quel ragazzo, non so perché. 
Mi stavo totalmente annoiando su un divanetto circondato da coppiette slinguazzanti, tra una Dr Peppers e una ciotola di Pringles, quando ho notato la vampira bionda più bella del mondo. 
Ed Eric, visibilmente ubriaco,la stava importunando. 
Era il mio momento. 
Dovevo fare qualcosa. 
Così mi sono avvicinato con un sorriso smagliante e ho sgridato in maniera ironica Eric, ancora intento a fare il marpione. 
Lei mi ha sorriso, il mondo ha cambiato il suo modo di girare, il cuore si è fatto incredibilmente leggero e sono sicuro di essere avvampato. 
Poi è venuto tutto naturale. 
Abbiamo iniziato a parlare dei nostri travestimenti, poi della scuola, si è mostrata molto sensibile e compassionevole, sapeva del nostro "incidente" con la SWAT ma non dava assolutamente la colpa a noi. 
E più la serata andava avanti, meno avevo voglia di tornare a casa. 
Mi ha lasciato un biglietto con il suo numero di telefono, domani sera proverò a chiamarla. 
Ho ancora la testa che gira. 
Robyn, grazie. 

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Capitolo 9
*** 3 Novembre 1998 ***


Robyn, credo di amarti. 
Questa è la terza sera consecutiva che trascorriamo al telefono, finché i miei o i tuoi ce lo consentiranno voglio mantenere questa tradizione. 
E ti ringrazio per avermi prestato Mucchio D'Ossa, lo leggerò in un battibaleno. 
Sicuramente ci metterai di più tu a leggere IT. 
Domani te lo giuro, mangeremo insieme alla mensa, oggi non abbiamo potuto. 
Ho dovuto sistemare dei problemi tra Zack e Devon, niente di serio ma c'è stato assolutamente bisogno del mio intervento. 
Sai Robyn, prima di te ho avuto tantissime cotte ma la prima in assoluto fu proprio Devon. 
Sono un ragazzo di sani principi e non ferirei mai uno dei miei migliori amici, perciò distrussi i miei sentimenti per lei in fretta e furia. 
Nonostante ciò, il rapporto che ho con lei è quello che vorrei avere con te:lei con me si sente assolutamente libera di dirmi tutto. 
Proprio mentre sto scrivendo questa lettera immaginaria a te che non leggerai mai e poi mai, sto chattando su AOL con lei. 
E mi sento pieno d'amore, totalmente pieno d'amore, verso ogni cosa. Verso la vita. 
Pensa che ho persino composto con il sintetizzatore dopo quasi un anno che non lo facevo più. 
Qualcosa in me si è riacceso, Robyn. 
Non lascerò che si spenga ancora. 
Ho buttato nello scarico le maledette pillole. 
Mamma non lo sa.
E non lo saprà. 
Ho preso l'erba di San Giovanni, per i momenti più neri, spero di non doverla usare mai. 
Basta merdate. 
Ginger beer, Starcraft e meditazione. 
Sono un nuovo Dylan. 
Sono una versione migliorata di me stesso. 
Vabbe, basta stronzate. 
Oggi gli Smashing Pumpkins sembrano parlare di noi. 

Try, ease the pain
Somehow we'll feel the same
Well, no one knows
Where our secrets go

 
Tra poco passeranno Terminator e lo guarderemo insieme al telefono, ripetendo le battute. 
O forse guarderemo le stelle e ne cercheremo una uguale, per ricordarci che da qualsiasi lato lo guardi, il cielo è sempre lo stesso e ci stiamo sotto entrambi. 
E oggi sono grato di essere vivo. 

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Capitolo 10
*** 4 Novembre 1998 ***


Io non credo di meritare tanta felicità, sinceramente. 
Tutto mi sarei aspettato ma non questo. 
Stamattina il tricheco che ci insegna chimica ci ha detto che una studentessa aveva chiesto di essere inserita nel corso e che quella sarebbe stata la sua prima lezione. 
-Speriamo che sia gnocca - fu il commento atroce di Eric. 
E poi tu, Robyn. 
Con i capelli a coda di cavallo e una Pepsi lemon. 
Ho perso due battiti, forse anche tre. 
Quando il tricheco ci ha chiesto chi di noi volesse illustrarle il corso e aiutarla a mettersi in pari, ho praticamente urlato. 
Eric non l'ha presa bene, ha praticamente minacciato di uccidermi, ridendo sotto ai baffi. 
Ma che importa. 
C'ero io e c'eri tu. 
E c'è stato un incendio alla nostra postazione del laboratorio, ma è stato incredibilmente divertente. 
E poi siamo andati a pranzo insieme, tu hai portato Kelli e io Eric. 
Mentre discutevano di costruire molotov e venderle ai gangster di quartiere, tu guardandomi negli occhi mi hai fatto la proposta più interessante ed eccitante che si potesse mai fare ad un adolescente. 
-Domani pizza da me e poi ci guardiamo Strade Perdute? - 
Non ho nemmeno risposto, il mio sorriso ha parlato per me. 
E poi Eric ha rovinato tutto. 
-Spiacente ma Dylan è già impegnato con me, dobbiamo finire i livelli di Doom II-. 
La delusione sul tuo viso mi ha distrutto l'anima. 
E allora il mio cervello ha iniziato a formulare una qualsiasi forma di compromesso. 
Pizza si, ma a casa di Eric. 
Una volta finiti i livelli avremmo guardato tutti insieme Strade Perdute. 
E allora il tuo sorriso si è riacceso. 
-Passi tu o passo io? - mi hai chiesto sorridendo. 
Passo io. 
Sei la mia principessa, no? 

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Capitolo 11
*** 5 Novembre 1998 ***


E allora sono passato, tu eri già davanti casa ad aspettarmi nel tuo cappottino rosso.
Eric stava praticamente surgelando davanti alla porta, aspettando il fattorino delle pizze.
Venne anche Kelli.
La tua palla al piede.
Non sapevo ancora che poco più tardi l'avrei ringraziata di essere venuta.
Dopo aver divorato le pizze, ci tengo a sottolineare di aver finito anche la tua nonostante la mia totale avversione ai gamberetti sulla pizza, ci siamo messi al PC.
Mentre tu e Kelli stavate in bagno ho chiesto ad Eric di non mostrarvi i livelli sulla nostra scuola perché avrebbero potuto darvi brutte impressioni totalmente irrealistiche.
Ovviamente non mi ha ascoltato.
Ho sudato freddo quando vi ha mostrato il livello, i nostri compagni che muoiono sotto i nostri proiettili.
Ma tu hai riso.
E hai voluto provarlo.
E ti sei anche divertita un sacco.
-Cosa c'è di più spaventoso degli zombie? Gli zombie della Columbine! -.
E avevi più ragione di quanto potessi pensare di averne, Robyn.
Poi è toccato a Strade Perdute.
Sul divano, la tua testa sul mio petto, il mio braccio sul tuo fianco.
E la vita sembrava la cosa più bella di sempre.
E ancora non era successo.
Eric e Kelli evidentemente non sono dotati di un ingegno così sottile da poter apprezzare l'arte Lynciana.
Ergo, nemmeno a metà film si sono alzati e sono andati in soggiorno.
Circa venti minuti dopo abbiamo sentito il respiro ansimante di Eric e suoni inequivocabili provenienti dal bagno accanto alla sua stanza.
Lo stallone aveva fatto centro ancora una volta.
E noi eravamo soli.
E tu mi hai guardato negli occhi.
E il mio cuore sembrava scoppiare.
E allora mi hai baciato sulla guancia.
E ti ho stretta così forte da fonderti a me.
E mi hai baciato.
E niente, sono morto e rinato in quel centesimo di secondo.
E poi l'allegra coppietta é tornata.
Fine della quiete.
Ma tanto mi basta per poter vivere felice.
Ti amo.

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Capitolo 12
*** 16 Novembre 1998 ***


Sono abituato che tutto vada di merda, ormai è prassi. 
Ma non così tanto di merda. 
Con Robyn i rapporti si sono decisamente raffreddati quando mi ha rivelato... Che le piace Eric. 
Ma tanto ad Eric non importa nulla di lei. 
Mi hanno sempre insegnato che le donne non devono in alcun modo compromettere un'amicizia, così l'ho lasciata perdere e ho salvato il rapporto con Eric. 
Abbiamo cominciato a lavorare ad un progetto segreto.
Roba grossa. 
Al momento non ne parlerò. 
E va bene... 
Abbiamo trovato online un manuale per costruire bombe e ci stiamo dilettando. 
Si chiama The Anarchist Cookbook. 
Non so cosa faremo, né contro chi le useremo... Però lo faremo. 
Ovviamente se riusciremo a costruire una bomba decente. 
Al momento siamo solo riusciti a costruire tubi bomba che non esplodono. 
Che incapaci. 
Eric vorrebbe persino imparare a creare il napalm. 
Credo abbia letto troppe volte Fight Club. 
Il film uscirà l'anno prossimo, non sto più nella pelle. 
Tornando a me, ho cominciato a lavorare da BlackJack Pizza insieme ad Eric e al resto della gang. 
I miei genitori si ritengono parecchio soddisfatti. 
Eh, certo. 
Non devono più passarmi la paghetta. 
Prima o poi da qui me ne fuggo. 
Devo soltanto resistere ancora un po'.
É l'ultimo anno di questa fottuta merda chiamata liceo. 
Spero anche, molto spesso devo dire, che sia l'ultimo anno anche della mia vita di merda, ma va bene così.
Leggendo le pagine precedenti si potrebbe pensare che sono bipolare, mi viene da ridere. 
Tanto ormai colleziono diagnosi. 
Avanti la prossima, forza. 
 
What have I become
My sweetest friend
Everyone I know
Goes away in the end
 
Lo dicono persino i NIN. 
Non devo più legarmi. 
Basta. 
Cuore di ferro. 

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Capitolo 13
*** 19 Novembre 1998 ***


Doom II:Columbine mod è finalmente online! 
Siamo stati bravi, devo dire. 
Certo, molti dei nostri compagni di scuola ci hanno chiamati pazzi squilibrati ma...
Accadeva già prima di una fottuta mod, perché preoccuparsene?
É così fottutamente divertente vedere la gente che ci spinge contro gli armadietti la mattina finire faccia a terra, cadendo sotto i nostri colpi di fucile. 
Adrenalina a mille! 
Ma lasciamo stare... 
Pensando a rogne decisamente più serie, i miei hanno cominciato a stressarmi con il college. 
Strana la vita, Byron ha dovuto litigare per mesi per poterci andare, io che non è che ne abbia tutta sta grandissima voglia mi ritrovo costantemente stressato da loro. 
Penso che sceglierò informatica, fondamentalmente l'unica cosa che mi interessa davvero oltre alla musica. 
Sto progressivamente perdendo interesse in ogni campo. 
Nuovi tagli hanno fatto capolino sulle mie braccia, ieri notte. 
Il dolore mi rende vivo e più attaccato alla vita stessa, adoro sentirmi in pericolo, mi fa venire voglia di vivere. 
Accende l'interruttore. 
Nel frattempo prosegue il progetto X. 
Ne abbiamo fatte esplodere tre. 
Niente di terribilmente letale ma almeno esplodono. 
Eric continua a ripetere che dovremmo provare a creare il napalm, valla a trovare tutta quella benzina. 
Mi sento solo e vagamente disperato. 
Robyn mi manca.
Ogni tanto mi saluta, mi scrive in chat. 
Faccio finta di nulla, tanto mi illudo e basta. 
Ad Eric nemmeno piace, però si sa come è fatto.
Cercherà di stup... Scoparsela. 
Sempre così. 
E non mi va nemmeno di dire "beato lui". 
Perché non sa cosa vuol dire amare. 
Io si.
Ma questo amore dentro me irrancidisce e fa la muffa se non viene condiviso. 
Salassatemi. 

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Capitolo 14
*** 20 Novembre 1998 ***


Ci vorrebbe la morte, ma non ho il coraggio di chiamarla a me. 
Ci vorrebbe il coraggio di andarmene. 
Sono così stanco di litigare con i miei. 
Così fottutamente stanco di dover discutere ogni cosa, persino se respiro. 
Ho comprato un paio di anfibi e un impermeabile lucido. 
Ora se avessi una famiglia normale, mia madre direbbe semplicemente "a me non piacciono ma se a te piacciono mi va bene così". 
E invece no. 
Mi devo subire i discorsi stupidi e paranoici del "cosa devono pensare gli altri di te?" e del "che figura ci faccio come madre?". 
E poi è toccata alla sega mentale sui miei amici. 
É sempre così, una valanga di parole vuote a caso basate sulle sue stupide supposizioni. 
Senza riflettere a fondo, senza cercare di capire nulla. 
Sembra che avere una personalità propria sia sbagliato a questo mondo. 
Ovviamente continuerò a vestirmi come mi pare, continuerò a frequentare la mia gang e mia madre può semplicemente succhiarmelo. 
Tutti possono succhiarmelo. 
Mi sono ardentemente rotto il cazzo di avere a che fare con le persone. 
La gente fa schifo e probabilmente faccio schifo anche io. 
Che bello. 
E mentre riguardo The Day After per la centesima volta, penso che un'esplosione nucleare non sarebbe così male. 
Un boato e il mondo smette di respirare. 
Un boato e ci liberiamo di questa esistenza infame. 
Forse sto perdendo la testa. 

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Capitolo 15
*** 21 Novembre 1998 ***


Fanculo, fanculo tutto. 
Fanculo a me. 
Fanculo ad ogni cosa. 
Sono andato nei boschi oggi. 
A sparare. 
Con Eric, ma non solo. 
Ormai è l'unica attività che mi rende davvero vivo. 
Persino più del bowling, anche se in quello sembro eccellere decisamente di più. 
Abbiamo persino registrato un video, la mia incapacità di beccare i bersagli verrà rammentata ai posteri. 
Bene. 
Tutto fantastico. 
Ma proseguiamo, altrimenti sembro quasi felice e non va bene. 
La serata stava procedendo bene al Blackjack's Pizza, io ed Eric ci stavamo sfidando a chi riesce a portare più pizze ai clienti entro mezzanotte quando è arrivata mia madre urlando e ha chiesto di parlarmi. 
Ha scoperto che non prendo più gli psicofarmaci. 
Se fosse una madre normale, ripeto SE FOSSE, non sarebbe così dispiaciuta.
Ma non lo è. 
Quindi mi sono dovuto beccare sermoni su sermoni su sermoni. 
Io ed Eric abbiamo smesso con la merda insieme, ci diamo manforte e ci aiutiamo a superare insieme ogni momento di sconforto causato dall'astinenza. 
Ma no, non va bene. 
Devo drogarmi. 
Devo soffrire. 
Devo chiamare a me la morte. 
Forse solo così riesco a rendere orgogliosa mia madre. 
Guarda mamma, guarda che belle righette sui polsi che mi sto facendo. 
Ti piacciono, mamma? 
Me ne faccio altri? 
Mi riempio come Syd Vicious? 
Sarai contenta,allora? 
 

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Capitolo 16
*** 2 Dicembre 1998 ***


Hitmen for Hire. 
L'abbiamo chiamato così. 
Abbiamo girato il primo filmato, è stato davvero divertentissimo. 
Prenderemo il primo premio in montaggio audiovisivo, me lo sento. 
In fondo non siamo nient'altro che quello che vorremmo essere:gli incubi dei furbetti che si sento gangstar, i cappellini bianchi, i pezzi di merda. 
Per la fretta, io ed Eric ci siamo scambiati i trench coat. 
Il suo mi arrivava a stento a metà coscia, il mio gli sfiorava le caviglie. 
Recitare il monologo è stato... Imbarazzante. 
Ho avuto bisogno di tre takes. 
Le mie guance avvampavano, ridevo per nascondere il mio disagio.
Eric è molto più naturale di me, devo ammetterlo. 
Sembra nato per questo ruolo. 
Siamo pronti per sfondare come stelle del cinema. 
Si, il cinema dell'oltretomba. 
Si avvicina Natale e la mia solitudine diventa sempre più imponente e dolorosa. 
Niente può lenire questo dolore infame.
Ogni tanto ripenso a Robin, ma cerco di non farlo perché l'epilogo è sempre lo stesso: lacrime e tagli. 
Le mie braccia sono piene, il mio cuore non lo sarà mai abbastanza perché ci sarà sempre gente pronta a calpestarlo. 
Ho bisogno di essere amato. 
Ho fottutamente bisogno di amare ed essere amato. 
Ma faccio paura, le ragazze fuggono quando mi vedono passare. 
Sono un mostro. 
Un mostro con un cuore che batte ancora ma sempre più flebilmente. 
Un cuore che ha bisogno di un'ultima scossa prima di completare la sua corsa. 

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Capitolo 17
*** 5 Dicembre 1998 ***


Chi non muore si rivede, no? 
Sembra proprio che il cielo ogni tanto voglia vedere cosa si nasconde dietro le mie labbra. 
A darmi un motivo per odiare meno questa terribile agonia chiamata vita, qualcuno che non avrei mai pensato potesse tornare sui suoi passi.
Un ritorno che avevo sperato a lungo, un dolore che non si era mai davvero placato del tutto. 
Robyn mi ha chiamato. 
Ha risposto Byron, si è messo a fare le solite battute del cazzo. 
Ma non poteva restare a casa sua, dico io?
Poi ho preso la cornetta, incredulo. 
Scusa se ho balbettato, Robyn. 
Non sono abituato a simili emozioni.
Risentire la tua voce è stato estatico.
Abbiamo parlato due ore, mi hai spiegato un po' di cose che non avevo compreso. 
Ho capito di essermi comportato da cretino geloso. 
Per fortuna è tutto risolto. 
Abbiamo appuntamento nei boschi, mi hai detto, perché ci devi fare una sorpresa. 
E allora mi sono precipitato. 
Eric stava già lì, euforico. 
E tu avevi due fucili. 
Ci hai regalato due fucili.
Io non posso credere nei miracoli ma ci provo, perché questo sembra la cosa più vicina ad un miracolo che possa esistere. 
Poi Eric é andato via e tu sei venuta in macchina con me. 
Ti ho portato da Burger King, hai preso un panino più grande del mio. 
E poi mi hai baciato. 
E io ho sbagliato strada tre volte tornando a casa.
E oggi sto talmente bene che non so che musica ascoltare. 
 
And I love you, as you love me
So let the clouds roll by your face
We'll let the world spin on to another place
We'll climb the tallest tree above it all
To look down on you and me and them
 
Forse qualcosa può cambiare. 
Forse tornerò ad essere felice. 
Who knows. 

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Capitolo 18
*** 9 Dicembre 1998 ***


La vita sembra esperta nei miei riguardi:mi dà un cucchiaino di zucchero per indorarmi la pillola e poi mi incula senza lubrificare. 
Mia madre mi ha messo in punizione.
Volete sapere perché? 
Perché ha sentito odore di sigaretta sui miei vestiti. 
Per lei un figlio fumatore è un grandissimo problema.
Come se avesse di colpo scordato che Byron si ammazzava di canne l'ultimo anno di liceo. 
Da brava mamma, si preoccupa di problemi veramente terribili. 
L'odore di sigaretta sul trench coat è davvero una tragedia. 
E il sangue sui pantaloni e sulla maglia intima, allora? Facciamo finta che sia pomodoro, mamma? 
E la puzza di merda sui miei libri? 
E il sangue mestruale tra i capelli? 
Tanto, dobbiamo salvare le apparenze, no? 
Fanculo, madre. 
Per colpa sua non potrò uscire per minimo quindici giorni. 
Ho bisogno di Robyn. 
Ho bisogno della sua risata. 
Ho bisogno del suo calore. 
Sentirla su AOL non mi basta. 
É chiaro ed evidente:
Domani skipperò un po' di lezioni. 
Ho bisogno della mia fonte inesauribile di felicità. 
Persino Dragon Quest sta fallendo nel tentativo. 
La mia testa è altrove, persa tra il biondo della sua chioma e il blu dei suoi occhi.
Ti amo, Rob. 
Ti amo e non posso arrendermi così. 

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Capitolo 19
*** 10 Dicembre 1998 ***


Merda. 
Merda. 
Merda. 
Merda. 
M-E-R-D-A. 
Oggi mi ero preparato per saltare la scuola. 
Volevo portarti al bowling, Rob. 
E poi a pattinare. 
E in sala giochi. 
E ti avrei portato anche in capo al mondo se fosse stato necessario. 
Ma non sei venuta. 
E sono andato da solo. 
E ho sentito il freddo e la solitudine nell'anima. 
Eric e Nate mi hanno raggiunto alla pista sul ghiaccio, ma io non ho pattinato. 
Ho riflettuto al perché mi hai detto di sì e poi non sei venuta. 
E ho capito che hai paura di diventare come me. 
Sporco, inquietante, disadattato. 
Probabilmente le voci iniziano a girare e i tuoi ti hanno detto qualcosa.
Non che abbiano torto, ma mi fa male. 
Perché non voglio essere un mostro. 
Non voglio più essere considerato "quello strano". 
Ma sono marchiato a vita, capisci? 
Non riesco ad andare contro me stesso. 
Non mi vedrai mai in tenute dai colori sgargianti a mangiare jello shots alle feste ridendo di quanto sia bello il mio futuro. 
Non mi vedrai mai in discoteca, a fare il figo con le ragazze. 
Perché sono così e non posso mutare il mio DNA, perciò resterò per sempre il tizio allampanato con le maglie dei gruppi e gli occhialini da aviatore che fuma come un turco e sviluppa videogiochi nel seminterrato della casa del suo migliore amico. 
Sono un nerd, un punk, un outsider. 
Sono quello da evitare. 
Vuoi davvero stare con quello da evitare, Robyn? 
Vuoi davvero essere il fidanzato del mostro della porta accanto? 
Io non credo, ma non ti porto rancore. 
Ti amo comunque. 
 

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Capitolo 20
*** 11 Dicembre 1998 ***


Sono un cretino. 
Ma non un cretino qualsiasi, un cretino di proporzioni cosmiche. 
Stamattina ho finto un mal di pancia e sono rimasto a casa. 
La vera ragione è che sono talmente depresso che non riesco ad uscire dalla mia stanza. 
E mentre stavo nel letto a piangere e a disperarmi, una notifica di AOL ha attirato la mia attenzione. 
Scusami Robyn, scusami di aver pensato male di te. 
Stavi a letto con la febbre. 
Che idiota paranoico che sono. 
Ho detto a mia madre che sarei andato da una compagna a recuperare fisica, mi ha creduto e mi ha sorriso. 
Così mi sono tirato a lucido, ho indossato i miei vestiti migliori, ho fatto la coda e sono venuto da te, con una scatola di ciambelle e due cappuccini. 
I tuoi genitori sono adorabili Robyn, davvero. 
Tua madre non ha smesso di sorridermi un attimo. 
Che bello, fuori dalla Columbine non sono considerato una feccia umana. 
E tu Robyn, amore della mia vita, sei splendida anche con 39° di febbre. 
Il suo sorriso scalda più del sole. 
Abbiamo fatto colazione insieme, nel tuo letto, per poi spostarci sul divano. 
Il film l'ho lasciato scegliere a te, sei tu che devi guarire, tesoro. 
E From Dusk Till Dawn é sempre un piacere rivederlo. 
Quanto sono contento che non ti piacciano i film sdolcinati non lo puoi immaginare. 
Tua madre mi ha chiesto di restare a pranzo, tanto saremmo stati soltanto noi tre, visto che tuo padre e tuo fratello lavorano. 
Ho chiamato mia madre per chiederle il permesso, all'inizio non era molto d'accordo ma si è arresa dopo poco. 
E così mi sono seduto alla tua tavola e ho mangiato le straordinarie patate al pesto e le fantastiche ribs di tua madre. 
La prossima volta ricambierò il favore e vi cucinerò una cenetta con i fiocchi. 
Le mie cookin' skills sono sempre stare molto apprezzate. 
Siamo rimasti insieme fino alle cinque, ci siamo scolati litri di cioccolata calda con i marshmallows e abbiamo guardato le tue vhs di Twin Peaks sotto mari di coperte di pile. 
Poi sono tornato con un sorriso a 32 denti che niente, niente potrà distruggere. 
 
Would you believe me when I tell you
You're the queen of my heart
Please don't deceive me when I hurt you
Just ain't the way it seems
 

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Capitolo 21
*** 12 Dicembre 1998 ***


Primo sabato in punizione. 
Per fortuna il lavoro non possono togliermelo. 
Così, dopo aver passato una giornata intera a recuperare fisica (tagliarmi le palle con un cucchiaino sarebbe stato decisamente più divertente), mi sono preparato per andare da BlackJack's Pizza. 
Ma prima sono passato a prendere Eric, mentre Nate ha preso Zack. 
Meglio di restare a casa a discutere con i miei del college, no? 
Anche perchè credetemi,è completamente inutile.
Due muli decerebrati formulerebbero pensieri più culturalmente elevati.
Ma lasciamo perdere,non voglio innervosirmi più del dovuto.
La serata è stata splendida.
Stavo segnando l'ultimo ordine preso per telefono quando ho alzato gli occhi... E tu eri lì, Robyn. 
Tutta incappottata che quasi sembravi un astronauta, le guancette rosse per la febbre che facevano capolino da sopra la sciarpa. 
-Una pepperoni and fries con doppio cheddar e salsa Red Hot si può avere, per favore? - mi hai detto in tono super professionale, con le fossette che spuntavano mostrando il tuo dolcissimo sorriso.
Robin, ti avrei servito persino il mio cuore se avessi avuto la possibilità. 
Mi sono permesso di farti disegnare un cuore sulla pizza con la salsa piccante, con dentro "D+R". 
Hai aperto la scatola e mi hai sorriso come non mai, tesoro. 
Ti ho messo un muffin al cioccolato in più, spero che ti abbia fatto piacere. 
Sei la mia stella Robyn.
Inutile negare che mi sono preso i perculamenti, nemmeno troppo carini, dai miei tre adorabili cazzoni. 
Sono tornato a casa con le tasche piene e il cuore ancora più pieno. 
Che è quasi esploso, leggendo i tuoi messaggi su AOL. 
Ti amo da morire, Robyn. 
Non vedo l'ora che arrivi lunedì. 

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Capitolo 22
*** 14 Dicembre 1998 ***


B+ in fisica.
Sono un mostro. 
Ho recuperato un'insufficienza che mi portavo dietro praticamente dal primo giorno. 
Ho chiamato mia madre dal telefono della scuola, per comunicarglielo. 
Era molto, molto contenta. 
Ha detto che la punizione può anche terminare qui. 
Sia lodata qualsiasi divinità. 
Alla pausa pranzo, Zack e Devon mi hanno invitato a pranzare con loro, visto che sia Nate sia Eric erano assenti. 
Stavo per andare, poi una mano che conosco bene si è posata sulla mia spalla. 
E alla fine siamo andati a mangiare tutti insieme. 
Devon e Robyn sembrano andare molto d'accordo e non posso non esserne felice: 
Stavano lì a bere il latte alla frutta e a parlare di noi, mentre io e Nate discutevamo del progetto di tecnologia. 
Sono andato a lezioni di batteria, e tu eri lì, Robyn.
Mi sorridevi dal vetro, durante la tua lezione di chitarra. 
E il mio cuore andava a ritmo. 
E ci siamo baciati fino a tossire nella sala caffè. 
Poi sono tornato a casa e ci siamo sentiti. 
Hai passato due ore a parlarmi delle cose che vorresti fare con me, e io a sognare di farle con te. 
E la mia mente volava, come il mio cuore. 
Come le mie mani che quando ti stringono sono piene e felici. 
Come i tuoi capelli che quando coprono il mio viso nascondono ai miei occhi le infamie del mondo, mostrando solo l'amore. 
E poi te l'ho detto, raccogliendo tutto il coraggio nel mio corpo. 
Ti amo Robyn. 
E tu hai risposto. 
E io sono morto. 
E del resto, non mi importa più nulla. 

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Capitolo 23
*** 16 Dicembre 1998 ***


Sparare nei boschi è divino di suo, ma sparare nei boschi con Robyn credo sia assolutamente da considerare il Nirvana. 
Siamo andati nei boschi, io lei ed Eric, con una dozzina di lattine e bottiglie vuote, che sono aumentate man mano che finivamo le ginger beer e le Pepsi che avevamo comprato per dissetarci. 
Robyn, quando spari sei in assoluto la donna più sexy e incredibile che questo pianeta abbia mai avuto il privilegio di avere. 
Sei bellissima, amore mio. 
Siamo andati da Eric, con la scusa del compito di biologia. 
Abbiamo giocato a Doom, tutti e tre. 
È venuta anche una tipa, Melissa, una che esce con Eric. 
Graziosa si, ma non quanto te. 
Perché sei il meglio che un uomo possa avere.
Abbiamo girato un video, poi hai preteso che ti facessi ascoltare le mie ultime composizioni. 
Eric mi perculerà all'infinito. 
Poi, mentre eravamo sul divano a baciarci, mi hai svelato che non vado molto a genio ad una tua collega di chitarra, Rachel. 
Tipa molto anonima, l'anno scorso l'ho aiutata a portare in scena uno spettacolo di mimo su un episodio della bibbia che onestamente nemmeno ricordo. 
Tutto ciò che so di lei è che vive in una casa di pastori evangelici che mi sembrano onestamente dei fanatici. 
Sono solo un ragazzino ebreo ma è ovvio che io venga visto dai timorati di Dio come l'Anticristo.
In fondo sono un fan di Marylin Manson, no? 
Non me ne frega nulla di ciò che gli altri pensando di me, Robyn. 
L'importante è che non offendano te. 
Se qualcuno ci proverà, dovrà passare su di me, amore. 
Non riesco a non pensare al sapore del tuo burro cacao alle fragole, al tuo respiro sul mio collo mentre ti baciavo. 
Sei tutto ciò di cui ho davvero bisogno, amore. 
 

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Capitolo 24
*** 18 Dicembre 1998 ***


Oggi sono rimasto a casa, visto che ieri la mia simpatica bestia nera chiamata tendinite è tornata a farmi simpaticamente compagnia mentre mi allenavo a bowling.
E quindi sono un menomato. 
E mentre mi rigiravo tra le lenzuola la mia porta si è spalancata. 
E tu, con il tuo cappottino azzurro, sei venuta a portare la luce...e I frappuccini al caramello. 
E i muffin, cioccolato bianco e ribes.
Sei venuta a darmi il buongiorno baciandomi sulle labbra, prima di passarmi la colazione. 
Mia madre è salita con il bacon e le uova, non si aspettava di certo che avessi ricambiato il mio gesto dell'altro giorno. 
Ci ha lasciati in camera, con la porta aperta. 
E ti sei presa gioco del mio polso malato, aprendomi il culo a Street Fighter.
Poi siamo scesi di sotto e abbiamo studiato insieme....con l'ape ronzante di mia madre intorno.
Sento che prenderò A+ in letteratura, grazie a te. 
Avevo dimenticato che mio fratello sarebbe venuto a pranzare qui e che mia madre si era presa la giornata libera. 
Quel gran cazzone infatti non ha fatto altro che elargire battutine simpatiche come una visita alla prostata.
E tu Robyn, hai una pazienza di ferro amore mio, a sopportare certe situazioni. 
Poi sono venuti Eric, Devon, Nate e Zack, per giocare a D&D. 
Sei entrata nella nostra campagna e hai picchiato duro.
Sei una forza della natura. 
Un uragano che ha scombussolato la mia vita. Prima di andare via con il resto della ciurma, mi hai baciato per almeno quattro minuti, cercando di non farti vedere dai miei. 
E mi hai lasciato la tua VHS di IT, il libro che ti ho prestato non lo hai ancora finito. 
Vorrei tanto leggerlo con te tra le braccia. 
Tu che puoi proteggermi da qualsiasi cosa. 
Ma forse non puoi da me stesso. 
 

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Capitolo 25
*** 19 Dicembre 1998 ***


È tornata. 
Non esiste nulla che possa fermarla. 
É tornata quando avrei preferito restasse sopita, silente, dentro di me. 
É tornata quando tutto sembrava perfetto, tra le tue braccia. 
Il mio cuore si è congelato, il gelo si è diffuso tra le mie vene e ha raggiunto il cervello. 
E tutto è diventato grigio. 
E tu hai sentito il freddo, dentro e fuori me. 
Hai capito tutto, Rob. 
Hai capito che il demone è tornato e hai provato a riportarmi alla luce. 
Ma l'oscurità è pesante, mi soffoca, mi porta via da te. 
E tu hai lottato, hai lottato per portarmi indietro. 
Ma dalla mia bocca non usciva un solo verso, il mio cuore batteva troppo piano. 
Mi hai riportato a casa senza dire una parola. 
Non mi hai scritto,non so se lo farai. 
Non sono andato al lavoro. 
Sono qui, imprigionato in me stesso. 
Nella mia fortezza della solitudine. 
E chiamo a me la morte,come regina salvatrice. 
Devo trattenermi dal tornare alle vecchie, malate abitudini. 
Devo sperare che qualcuno non mi porti altre armi d'autodistruzione.
Desidero riposare ma il mio cervello non ne ha nessuna intenzione. 
Voglio che tutto questo cessi, immediatamente. 

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Capitolo 26
*** 21 Dicembre 1998 ***


Problems do have solutions you know
A lifetime of fucking things up fixed
In one determined flash... 
 
Non ricordo da quanto non mangio. 
Non ricordo da quanto non mi alzo da questo maledetto letto. 
Mia madre è entrata due volte semplicemente per darmi dispiaceri:
ieri,per pregarmi di riprendere i farmaci,
Stamattina per annunciarmi che mi hanno licenziato da BlackJack's Pizza. 
Robyn mi ha dimenticato. 
Eric idem. 
Nessuno nel mondo ricorda il mio nome. 
Vorrei che le mie vene si aprissero per lasciar andare la mia anima, così da farle raggiungere un posto che possa davvero chiamare casa. 
Questo inferno terreno non può essere chiamato casa. 
Il mio scheletro non può contenere tutto questo dolore, tutte queste laceranti umiliazioni. 
Sono un peso, solo un peso, per chiunque mi abbia intorno. 
Ero felice, davvero felice. 
E adesso non ricordo nemmeno di esserlo stato. 
Non sento più nulla. 
Mi sento eternamente sott'acqua. 
Senza respiro e senza forze per tornare a galla. 
Il mio cervello urla, la mia bocca non replica. 
Vorrei essere morto. 
Sono morto. 
Sono morto e decomposto nell'anima. 
Sento la vita lasciarmi, istante dopo istante, non posso esserne dispiaciuto. 
Ho vissuto fin troppo, sofferto più di quanto un essere umano possa tollerare. 
Deve pur arrivare un limite massimo, non credo si possa sopportare oltre. 
Nemmeno ricordo più chi sono. 
 
Everything's blue
Everything's blue in this world
All fuzzy
Spilling out of my head

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Capitolo 27
*** 30 Dicembre 1998 ***


Sono vivo. 
Sono fottutamente vivo. 
La lama che ha tranciato le mie vene e la mia carne di burro è stata sconfitta, dalla volontà del) di colui, che tra mille ombre e mille ipocrisie, mi ha mostrato reale devozione. 
Eric mi ha salvato. 
La mano dolce di Nostra Signora Morte stava spegnendo il mio fiato, mentre il mar rosso delle mie vene colorava l'acqua della vasca e mi sentivo davvero sereno, forse per la prima volta.
Sentivo il mio cuore raggiungere la fine della sua corsa, un sonno più pesante di ogni altro premeva sulle mie palpebre. 
Era pura magia. 
Ma tutto è finito , quando Eric mi ha tirato fuori dalla vasca da bagno. 
Eccomi tornato alla fredda, devastante vita. 
Speravo non cogliesse la nota di disperazione nei miei ultimi messaggi, ma quando si tratta di Eric, difficilmente riesco a tenergli nascosto uno stato d'animo. 
I miei genitori non c'erano, era entrato dalla finestra. 
Il mio sangue era finito ovunque, in ogni fessura bianca tra i mattoni. 
Mi ha portato in ospedale, guidando come se la polizia ci stesse dietro. 
Tre ore dopo eravamo di nuovo a casa mia, le mie braccia erano ricoperte di garze e cerotti. 
Ero di nuovo finito tra le calde, morbide coperte del mio letto,mentre Eric ripuliva ogni traccia del mio tentativo di chiudere i rapporti con questa schifezza chiamata vita. 
Due latte di zuppa di pomodoro e tre club sandwich mi hanno riportato in fretta dall'altro mondo a questo. 
Eric è rimasto con me, ha dormito con me, ha stretto forte le mie mani quando il dolore dei tagli non mi lasciava dormire. 
É venuta a trovarmi anche Robyn, l'unica persona oltre a lui a sapere del mio eroico, finito male, tentativo. 
Le sue carezze sono state una panacea, ma non i suoi discorsi. 
Non siamo più sulla stessa lunghezza d'onda, temo. 
O forse sono paranoie, odiose paranoie. 
Il 1999 sarà migliore, credo. 
Se tutto andrà come io ed Eric ci siamo faticosamente promessi. 
 

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Capitolo 28
*** 10 Gennaio 1999 ***


Anno nuovo, felicità vecchia. 
Ieri, oh mio dio. 
Non so se posso raccontarlo. 
Non so se posso tenere questo dentro di me ma non mi fido a parlarne. 
Il nostro piano è pronto. 
Reb e Vodka, contro tutti. 
Grazie ad alcuni benefattori (di cui non svelerò il nome), faremo la rivoluzione. 
Nel mio petto si è accesa la scintilla, la faremo pagare a tutti coloro che ci hanno reso la vita un inferno. 
Ma ok, non ho intenzione di parlarne. 
Ieri sera ho dormito da Robyn. 
Le sue dita di velluto tra le mie ossa, il suo vento di fata tra i miei capelli. 
C'era oro sul cuscino e fuoco sulla nostra pelle. 
C'erano i baci più lunghi mai dati. 
E c'era amore.
Amore come non ce n'era mai stato prima. 
Amore che cura le ferite e strazia il cuore. 
Amore che toglie le forze e scatena i terremoti. 
Ho perso secoli di temo a cercare di ritrovarmi tra le tue reni e i tuoi fianchi, tra il tuo seno e il tuo ventre. 
Mi sono perso in te Robyn, non volevo essere trovato. 
E oggi è terribilmente difficile studiare senza la tua mano sulla mia nuca. 
E il tuo profumo riempie ogni cosa. 
Sono un uomo fortunato Robyn. 
Un uomo davvero fortunato. 

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Capitolo 29
*** 11 Gennaio 1999 ***


 
E oggi la morte mi è sembrata più vicina. 
Mentre mi calciavano per terra, pestando il mio addome, ho sentito forte dentro me il bisogno di morire. 
Un dolore, superiore a quello dei dei lividi, mi ha riempito da capo a piedi. 
Il dolore di non aver la forza di reagire. 
Il dolore di non essere abbastanza. 
E mentre mi spingevano verso la bocca di Reb, obbligandomi a baciarlo, ogni pensiero razionale ha lasciato la mia mente, insieme alla disperazione. 
E la rabbia ha preso il loro posto. 
L'ira funesta. 
Il terrore, non mio ma loro. 
Ho urlato, ho reagito, ho cercato di allontanarli. 
Ma non è bastato, le nostre proteste non sono bastate. 
Checche. Checche. 
Non siamo checche. 
Robyn non poteva difendermi. 
Nessuno ha preso le nostre parti. 
Nemmeno gli insegnanti che hanno assistito al massacro.
Il mio occhio destro era così gonfio da costringermi a passare dall'infermieria. 
Un po' di sangue tossito tra le mani mi ha segnalato che forse le costole rotte avevano fatto danni. 
Reb non riusciva nemmeno a piangere. 
Io invece ho pianto tutto, come un neonato. 
Ho pianto a casa. 
Ho pianto nella vasca da bagno. 
Sto ancora piangendo, mentre parlo con Reb e Robyn su AOL. 
Il nostro piano non può fallire. 
La vendetta non sarà dolce. 
Sarà cianuro.
Sarà arsenico. 
Sarà qualcosa che non potranno dimenticare, nemmeno tra vent'anni. 
Il nostro nome non si perderà nel tempo. 

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Capitolo 30
*** 13 Gennaio 1999 ***


Forged from steel 
Iron will
Shit for brains 
Born to kill
All are equal 
No discrimination
Son of a gun 
A simple equation. 
 
Qualcuno mi porti di corsa ad un concerto dei KMFDM. 
Sono passati due anni dall'ultima volta, giuro che ne ho assolutamente bisogno. 
Il prossimo album uscirà il 20 aprile. 
Se tutto andrà come previsto, il mondo ricorderà quel giorno per un altro motivo. 
Ma ora è arrivato il momento di raccontare il mio sogno di stanotte. 
Ero nella mia scuola con Eric, indossavamo i trenchcoat e avevamo dei mitra. Sembrava un gigantesco livello di DOOM con le persone vere. Ad ogni studente che buttavamo giù ci assegnavano cinque punti. 
Non mi sentivo né particolarmente arrabbiato, né particolarmente vendicativo. Agivo d'istinto, mano fredda. 
Non riuscivo a dispiacermi. 
Mi sono svegliato con un senso di angoscia e paura dentro che non sono riuscito a mandare via in altri modi se non con la Dr Peppers hackerata con un goccino di vodka. 
In fondo, io sono Vodka. 
... E penserete tutti che io sia un gran bevitore, giusto? 
Sbagliato. 
Ieri pomeriggio ero da Eric, abbiamo continuato a mandare giù shottini come se piovesse. 
Il mio stomaco si è ribellato più tardi, mentre eravamo in macchina. 
Ho messo la testa fuori dal finestrino nonostante i tre gradi e ho dato l'anima, segnando una scia di vomito da casa di Reb a casa mia. 
Mia madre ha capito subito che ero sbronzo come un marinaio e si, le ho prese di santa ragione. 
E ho continuato a rimettere, tutta la fottuta notte. 
E oggi l'ennesima C. 
I miei voti stanno calando pericolosamente. 
Temo la bocciatura ma non più della reazione di mia madre. 
Ed è probabilmente l'unica cosa che temo davvero, visto che la morte ho smesso di temerla a dodici anni, quando ho cercato di impiccarmi per la prima volta. 
Non temo nemmeno il dolore, per me è una fonte continua di ispirazione. 
Temo soltanto le rotture di coglioni. 
Anche gli esseri perfetti hanno difetti. 

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Capitolo 31
*** 17 Gennaio 1999 ***


Mi spiace non riempire più questo quaderno come una volta, ma ho talmente poca voglia di parlare della mia vita di merda che persino scrivere mi sembra inutile. 
Alla Columbine High School, niente di nuovo sul fronte occidentale (per citare un libro che Reb mi ha prestato e che ho davvero adorato):
Ci siamo beccati l'ennesimo attacco dei cappellini bianchi. 
E dopo la merda e il ciclo, signore e signori, bustine di ketchup piccante ovunque. 
I miei occhi erano diventati due palle di fuoco, la mia pelle prudeva da morire. 
I nostri vestiti completamente macchiati, mia madre mi ha tempestato di domande alle quali non ho potuto rispondere. 
Ho dato la colpa a me stesso e ad una bottiglia di ketchup difettosa. 
Tanto non mi avrebbe creduto, non lo ha mai fatto in tutta la mia vita. 
Devo dire che, da quando abbiamo iniziato a mettere a punto il nostro piano per il giorno del giudizio, gli attacchi di questi bulletti del cazzo mi dispiacciono sempre meno. 
Forse perché so che la pagheranno e giuro che lo faranno nel migliore dei modi. 
Forse perché il loro odio prima mi angosciava, adesso fomenta la mia ira. 
Forse perché non ho bisogno di nessun altro che non siano Reb, i nostri alleati e Robyn.
Tra l'altro, Reb ha preso a frequentare una ragazza davvero deliziosa, Susan. 
Per la prima volta nella mia vita non lo invidio, visto la donna che mi ritrovo accanto. 
Per la prima volta mi sento appagato, positivo... Perché so che ci avviciniamo alla fine. 
Della scuola? Non mi va di rispondere adesso a questa domanda. 
Piuttosto, vorrei deliziare i lettori immaginari di questo diario con un dettagliato racconto di ieri sera e di come ho rischiato di farmi staccare la testa da Reb. 
Siamo andati a provare i fucili nei boschi, attività che ormai svolgiamo con regolarità da mesi, insieme alla nostra Lady di Ferro Robyn, che ci riforniva le munizioni ogni volta che stavamo per finirle. 
Siamo andati a fare una pausa da Burger king e devo dire, ho esagerato. 
Forse due menù extra-large da solo sono troppi persino per i lottatori di sumo. 
Le conseguenze le ho pagate dopo, in macchina. 
La macchina di Reb ha visto cose che voi umani non potete nemmeno lontanamente immaginare. 
Con l'epico sottofondo di Tier... Mi sono cagato addosso. 
Sui coprisedili nuovi, in pelle vera. 
Tutta la mia vita ha iniziato a scorrere davanti ai miei occhi, tra le bestemmie di Reb e Robyn che stava per soffocare dalla puzza bestiale. 
Ed io, sono il solito giullare di palazzo. 
Che prima o poi finirà sparato in bocca. 

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Capitolo 32
*** 18 Gennaio 1999 ***


Buongiorno mondo! 
E buongiorno anche a mia madre che è entrata in camera mia urlando il mio nome. 
L'hanno mandata a chiamare a scuola, a causa del mio rendimento alquanto scadente. 
Perché si, la scuola dovrebbe essere il mio primo pensiero... Ed è l'ultimo. 
Il primo? L'amore, ovviamente. 
Il secondo è la distruzione. 
Amore e morte sono sempre andati d'accordo nei secoli dei secoli. 
Inoltre,un insegnante ha detto che sono "riluttante nei confronti della religione e di chi è religioso". 
Sono ateo, cari miei. 
Ebreo di nascita, ma ateo. 
Un buon motivo per cui mia madre mi rompe tantissimo i coglioni. 
Non ho mai avuto un buon rapporto con il fantasy. Si, va bene nei videogiochi e nei film ma non nella realtà. 
E per me, la bibbia è un fantasy. 
E prima di essere un fantasy, è un dannato libro. 
So già chi si è sicuramente permesso di lamentarsi per la mia "intolleranza religiosa". 
Sicuramente uno Scott. 
Dannatissimi Scott, dannatissimi fanatici religiosi.
Ormai governano tutto loro, questi cazzo di evangelisti. 
Non sono al livello di Eric, ma potrei diventarci, perché mi sto progressivamente scocciando di questi santi sulla terra. 
Non ci sono santi in questo posto di merda. 
Soltanto vittime e carnefici. 
Sono una vittima? Sicuramente. 
Sono un carnefice? Non ancora. 
Ma lasciamo tutto come sta, non lamentiamoci di nulla. 
É per questo che ho abbassato il capo dietro agli strilli acuti di mia madre che si sono sommati a quelli di mio padre. 
Non mi importa più di nulla, ormai. 
Di loro, certamente non me ne importa. 
Ho un inferno che brucia dentro, ma che loro non vedono. 
E che la tecno a palla da camera mia non può coprire. 
Che gli occhiali che porto tutti i giorni non riescono a nascondere. 
L'abisso ha spalancato le fauci... 

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Capitolo 33
*** 22 Gennaio 1999 ***


Il mondo sta diventando un posto tranquillo e vivibile, dove coltivare i propri sogni e le proprie speranze, sposarsi, procreare e vivere felicemente fino all'ora della dipartita. 
Certo che ne sparo di cazzate... 
Avoglia... 
Il mondo non ha mai fatto così schifo. 
Mai. 
Ho avuto l'ennesimo attacco di panico, tremendo, allucinante, mortale. 
Il mio cuore era paralizzato. 
La  paura deturpava ogni centimetro del mio volto. 
Il mio corpo era scosso da mille brividi.
Ho creduto di aver raggiunto la morte e l'ho attesa pazientemente. 
Per poi tornare ad essere quello di prima. 
Non proprio quello di prima però. 
I pensieri d'ombra sono tornati a tormentarmi, insieme alla cupa disperazione.
Ho scritto terrorizzato ad Eric, l'ho ringraziato per tutto quello che ha fatto per me e gli ho chiesto di aspettarmi dall'altra parte. 
Poi ho mixato le pillole di mia madre con le mie e tanto alcool. 
Mi sono steso sul letto, aspettando che i miei polmoni smettessero di fare il loro lavoro. 
E mi sono svegliato quasi 18 ore dopo, con Eric e mia madre a tirarmi i capelli. 
Ecco cosa succede ad esagerare con i sonniferi. 
Ecco cosa succede ad essere dei coglioni di merda. 
Riuscirò mai a farne una giusta nella mia vita? 
Riuscirò mai a non apparire un coglione? 
Non credo. 
Vorrei solo trovare il coraggio di osare, di non tenermi tutto dentro, di spingere fuori tutto quello che ho dentro. 
Riuscirò a non spegnermi? 
Riuscirò a compiere la mia missione? 

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Capitolo 34
*** 24 Gennaio 1999 ***


Il weekend più pazzo dell'anno (e siamo appena a gennaio). 
Abbiamo guidato di nascosto fino a Denver io, Robyn e ovviamente Reb e Susan. 
Siamo arrivati alle nove di sera e ci siamo scatenati come i pazzi, abbiamo sfruttato la bellezza e la patente della mia dolcissima Rob per fare il pieno di alcolici.
Dato il mio elegante e raffinato soprannome, non potevo non annegare le mie amarezze in una bottiglia di vodka. 
Un sorso, voglio essere sincero. 
Dopo aver fatto scorta di pizze, alette di pollo, patatine, nuggets e casse di lattine di dr peppers e pepsi,ci siamo nascosti in un boschetto in periferia e ci siamo rifocillati per terra, su una coperta. 
Il pic-nic più spartano, trash e sballato della mia vita, ma sicuramente il più indimenticabile. 
Abbiamo messo un po' di musica, ma abbiamo smesso di ascoltarla presto, preso com'ero da Robyn e dai suoi baci infuocati. 
Eric e Susan si sono rifugiati in macchina, lasciandoci la coperta.
Dopo cinque minuti, l'auto ha iniziato a dondolare e tra risatine imbarazzate e gridolini di incoraggiamento, abbiamo lanciato ai piccioncini tutti i condom in nostro possesso. 
La sicurezza prima di ogni cosa. 
Ci abbiamo provato anche noi Rob, ma la mia ansia e la tua paura di venire beccati si sono trasformati in catene che hanno legato i nostri corpi e la nostra volontà. 
Siamo rimasti abbracciati a guardare le stelle, a sognarne una tutta per noi. 
Vederti dormire sul mio petto, sotto il mio trenchcoat, è stata la cosa più tenera del mondo. 
Abbiamo lasciato Denver alle quattro, siamo andati a casa di Eric. 
Quando alle undici sono tornato a casa, mia madre ha trasformato il mio didietro in una perfetta riproduzione della bandiera americana:stelle e strisce. 
Non mi farà uscire per i prossimi trent'anni. 
Almeno, così pensa. 
Perché nessuno può davvero fermarci. 
Nessuno. 
 

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Capitolo 35
*** 26 Gennaio 1999 ***


Di nuovo. 
La violenza è così prevedibile. 
Quando essa non viene manifestata, puoi solo attendere quando si farà rivedere. 
La mia testa è finita contro il banco, quella di Reb, insanguinata, contro l'asfalto. 
Nessuno ha detto nulla. 
Nessuno ha fatto nulla. 
Hanno continuato a urlarci "checche, froci, squilibrati". 
Per poi lanciarci addosso, come ormai è ordinaria amministrazione, bustine di ketchup. 
É per questo che ormai indosso soltanto abiti neri. 
Almeno non si vede che giro sempre pieno di macchie. 
Mi sono chiuso in bagno a fumare, trattenendo il respiro per fermare i singhiozzi, ma è stato tutto inutile. 
Mi hanno sentito, hanno aspettato che uscissi dal bagno e mi hanno lanciato addosso... Merda. 
Credo anche fresca. 
Ho perso una lezione per ripulire i capelli ed asciugarli. 
A pranzo non ho mangiato in mensa per il terrore, ho portato il vassoio in macchina ma non sono riuscito a mangiare nulla. 
Non riesco più a reggere tutto questo. 
Sono passato dall'infermeria per vedere come stava Eric, ma era già andato a casa. 
E io solo, contro un mondo popolato da creature assolutamente infernali. 
Sono tornato a casa con il cuore a pezzi, ho parlato dieci minuti con la mia amatissima e mai banale Robyn e poi ho provato a cenare. 
Il mio stomaco è come di cemento, il terrore mi ha annientato. 
Non riesco ad avere né fame né sonno. 
Non so nemmeno se riuscirò a tornare. 
La paura è ancestrale, devo avere fede solo nel nostro piano. 
Finirà, finirà. 
Se non finirò prima io. 
Ogni notte sono tentato da scendere in garage e mangiarmi un bel proiettile. 
Codardo. 
 
 

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Capitolo 36
*** 28 Gennaio 1999 ***


Lo sapete qual'è la cosa strana? 
Che a Columbine si parla tanto di pace, di non-violenza, di rispetto per tutti gli esseri umani ma quando si tratta di me e Reb tutti questi bei discorsi diventano fumo. 
Ormai cerchiamo di seguire più corsi possibili insieme, per combattere la solitudine e il dolore che ci fa a pezzi l'anima. 
Stronzate, lo facciamo per proteggerci a vicenda. 
La mia unica fortuna è quella di aver ampiamente superato il metro e novanta, troneggiando su chiunque provi a darmi fastidio, anche se quando sei da solo e loro sono in otto, nemmeno l'altezza ti salva più. 
Reb invece non ha nemmeno quello,non arriva al metro e 70 ed è decisamente minuto. 
La sua magrezza sarebbe il sogno di qualsiasi nerd grassoccio ma non il suo, vorrebbe essere decisamente più corpulento. 
Mesi fa, per cercare di riuscire nell'intento, si era iscritto in palestra, ma senza successo. 
Stronzate a parte, ormai la routine è sempre la stessa:vai a scuola, vieni picchiato, torni a casa piangendo, litighi con i tuoi genitori, chatti con gli amici, dormi.
Oggi però sono stato da Reb, ho anche cenato da lui. 
Non capisco perché la gente dice di annoiarsi a casa sua, a noi basta un PC per passare ore di divertimento sfrenato.
Nessuno ci capisce davvero. 
Il  seminterrato dove ormai si è trasferito da parecchio è uno spasso, se sai come sfruttarlo:Musica a palla e nessuno ti rompe il cazzo. 
E poi c'è lei, la mitica lavatrice/arma di distruzione di massa. 
La tenace protagonista del nostro corto "radioactive clothes". 
Se solo avessimo mezzi meno limitati, faremmo dei film migliori, i nostri sembrano girati da Ed Wood. 
Tornando alla cena, i genitori di Eric sembrano essere tornati ad apprezzarmi, finalmente dalla storia del furgone.
Due ginger beer, tante patatine al cheddar e poi eccomi qua. 
Sto bene così. 
 

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Capitolo 37
*** 3 Febbraio 1999 ***


Piove sul bagnato. 
I miei compagni hanno già cominciato a inoltrare le candidature ai college, tutti non fanno che parlare di dove si trasferiranno, di come la loro vita cambierà in meglio, di come finalmente saliranno sul primo scalino della scalinata che li porterà a realizzare il Sogno Americano:lavoro, matrimonio e progenie. 
E poi ci sono io. 
Che non faccio che litigare con mia madre perché non vuole che mi allontani dal Colorado, semplicemente perché mio fratello non ha voluto farlo. 
Ma io non sono Byron, non ho intenzione di lasciarmi soffocare da questo paese di merda. 
Byron non ha mai brillato per coraggio o determinazione, è sempre stato il figlio perfettino che fa di tutto per compiacere i genitori: giacca e cravatta, partite di biliardo, quotidiani di economia e libri di filosofia. 
Una noia da morire. 
Mai una nota, mai una punizione, mai un rimprovero. 
Se non fosse per la faccenda dell'erba, entrerebbe di diritto nella classifica dei migliori figli del mondo. 
A differenza di quello scapestrato del sottoscritto. 
Io sono la pecora nera, il dispiacere. 
Scusa mamma se sono cresciuto e ho smesso di essere il tuo raggio di sole che fa gli origami. 
Il sole è tramontato da un po', dentro di me. 
Ho avuto un'altra crisi di pianto nei bagni, oggi. 
Soltanto Reb ha notato I miei occhi rossi.
Figurati se a casa mia potrebbero mai notare il mio malessere. 
Da una parte però devo dire di non essere poi così dispiaciuto, mia madre se mi becca a piangere mi spedisce di nuovo a farmi strizzare il cervello. 
Quindi a subire le mie agonie saranno i miei organi interni,il mio sangue, la mia pelle. 
Ogni respiro mi costa uno sforzo. 
Ogni istante vissuto è uno spreco. 
Non voglio continuare così. 
 
 

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Capitolo 38
*** 6 Febbraio 1999 ***


Sono le tre di notte e tutto va male. 
Sono le tre di notte e tutto va estremamente male. 
Eric e Brooks si sono messi le mani addosso, non so nemmeno il motivo. 
Ci danno degli sballati, dei fuori di testa. 
Ma nessuno cerca di capire il reale motivo del nostro malessere. 
Ho cominciato a inoltrare le candidature ai college, di nascosto dai miei. 
Chissà, forse qualcuno mi noterà. 
Forse la mia vita prenderà una nuova piega. 
Non ho mai creduto nel lieto fine, mai.
Eppure qualche ora fa un pensiero l'ho avuto, mentre stavo tra le tue braccia, Robyn.
I nostri cuori battevano insieme, la tua testa non si staccava dal mio corpo, pura estasi. 
Ho immaginato di passarci la vita con te. 
Mi sono visto con gli occhiali e la giacca a tornare a casa dal lavoro, ho visto i tuoi occhi, il tuo sorriso e il tuo pancione di nove mesi ad attendermi davanti la porta per baciarmi e cenare insieme. 
Ma poi ho ricordato che non sono abbastanza per te, che finito il liceo andrai al college e sceglierai per te un futuro decisamente più appagante. 
E che probabilmente non raggiungerò i trent'anni, forse nemmeno i venti. 
Forse nemmeno i diciotto. 
Di vivere a lungo non mi è mai importato molto, consideratelo sbagliato se così vi sta bene. 
E sto qui, a smaltire la vodka, il cibo spazzatura e le amarezze sul cesso, piangendo,mentre i miei polmoni sembrano stanchi di fare il loro lavoro. 
E tra nemmeno 48 ore l'incubo ricomincerà, tornerò ad essere un punching ball e desidereró non essere mai nato. 
E dentro di me, continuerò a pensare al giorno in cui diventerò il loro peggiore incubo. 
 
I'm the salt in your wound
I'm the fist in your face
I'm the thorn in your side
The devil in disguise
 
 

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Capitolo 39
*** 9 Febbraio 1999 ***


Sono di nuovo il ragazzo che puzza di merda in classe. 
Sono di nuovo il ragazzo che torna a casa con le macchie di ketchup addosso. 
Nessuno si mette in mezzo, tutti bravissimi a consolarci nel dopo, ma nel durante è il covo delle tre scimmiette:non vedo, non sento, non parlo. 
La codardia è parte del DNA umano, a quanto vedo. 
Ma lasciamo stare. 
Oggi Reb ha litigato tantissimo con la mamma di Brooks, dopo la scuola. 
Parlavano di uno zaino, una rissa e una denuncia, non ci ho capito molto in realtà e Reb si è rifiutato di spiegarmi. 
L'unica cosa che ha continuato a ripetermi è stata "Dobbiamo farlo Dyl, dobbiamo arrivare fino in fondo al nostro piano". 
Stiamo coinvolgendo altre persone, che Reb ritiene assolutamente affidabili. 
Io non ne sono sicuro, si sa che la gente è brava a tirarsi indietro all'ultimo secondo. 
Un conto è coinvolgerli in un progetto scolastico, un altro... 
No, non sarò più esplicito di così. 
Ho detto già troppo, se questo mucchio di fogli finisse in mani sbagliate passerei il resto della mia misera esistenza dietro le sbarre di qualche carcere federale. 
Non che sia meglio restare in questa casa del cazzo nel mezzo del nulla, dove persino per prendere una cazzo di pizza sei obbligato ad usare l'auto,con una madre sempre isterica che non fa che lamentarsi di te, un padre completamente preso dal lavoro e un fratello il cui scopo nella vita sembra essere rovinare la tua. 
Per lo meno è stupido e ignorante, così posso approfittarne facendogli degli scherzi con il PC. 
I giorni sembrano non scorrere mai con la velocità che vorrei. 
Si avvicina, purtroppo, il giorno del ballo, i miei ogni tanto esordiscono con "ci andrai con Robyn?", ma mancano due mesi e per quanto ne sappia, Robyn finirà per andarci con qualcuno molto più popolare. 
Chi ci andrebbe mai con uno sfigato come me? 
Non so ballare, non ho mai indossato un completo elegante in vita mia e odio quel tipo di musica più di ogni altra cosa. 
No vabbe, il rap è decisamente peggio ma okay. 
Non sono tipo da occasioni sociali, ecco qua. 
E infatti, da bravo nerd isolato, trascorro questa ennesima serata tra un livello di Final Fantasy e una chiacchierata su AOL con Devon, sempre più lamentosa. 
Sono così bravo a consolare gli altri, porca miseria. 
Peccato non essere altrettanto in grado di consolare me stesso. 
Sono sbagliato. 
 

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Capitolo 40
*** 11 Febbraio 1999 ***


Si!
Una mezza gioia. 
No, non ne parlerò per adesso. 
Devo prima subire la Suprema Corte D'Appello della mia merda di famiglia. 
E nel frattempo consolare Reb. 
Che non è riuscito ad entrare nell'esercito, per la terza volta. 
A lui non importa molto, me lo ha confidato mentre parlavamo del college. 
Il problema è il padre, che ci tiene particolarmente. 
Ma la merda che ci hanno costretto a prendere macchia le carte, forse più dell'arresto per la storia del furgone. 
Credo che per lui sarà molto più difficile crearsi un futuro rispetto a me. 
Il suo sogno é sviluppare videogiochi, ma con dei voti così è difficile entrare in un college. 
Per questo motivo é così accorato con il nostro piano X. 
Perché cambierà le cose, non so se in meglio o in peggio. 
Non possiamo permetterci un fallimento. 
Da quando non assumo più merda piango molto di più ma non è negativo. 
Mi sento più umano. 
Ma certamente meno attaccato alla vita. 
Anche se forse, forse... 
Qualcosa potrebbe persino darmi speranza. 
Più di quanto me ne dia stare con Robyn. 
Stare. 
Parola grossa. 
Non so se considerarla una relazione. 
É Reb la persona con cui mi confido di più, da anni a questa parte. 
Con lei è tutto corpo e romanticismo ma manca quella voglia di sognare insieme, quella voglia di fare progetti.
E io sono solo uno stupido innamorato dell'amore. 
Ma forse è questo l'amore, forse pretendo semplicemente troppo. 
Devo cominciare a sognare di meno. 
Ad accettare questo inferno. 
Devo credere nel nostro piano. 
Cambieremo le cose. 
Ho iniziato a leggere un libro che mi ha prestato Reb ma di cui non posso parlare. 
É una famosa autobiografia, di qualcuno che in questa casa non posso nemmeno nominare, vista la religione che teoricamente anche io dovrei praticare. 
Per poterlo tenere in casa ho sostituito la copertina originale con quella di un Piccoli Brividi. 
Semplice, ma geniale. 
Le teorie di Reb, che mi sono sempre sembrate un po' sballate, iniziano a prendere corpo. 
Dobbiamo metterle in moto. 
Epureremo questa sgradevole società dagli elementi peggiori. 

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Capitolo 41
*** 12 Febbraio 1999 ***


Ho passato dodici minuti a fissare il tetto dell'infermeria, mentre mi medicavano. 
Non ce l'ho fatta, non sono riuscito a sopportare le prese in giro, le costanti umiliazioni. 
Ho cercato di farla finita, aprendo i miei polsi con il compasso, nei bagni. 
Reb si è insospettito e mi ha tirato fuori dal bagno. 
Mi ha tenuto la mano mentre riprendevo lucidità. 
Splendido. 
Ci chiameranno froci ancora di più. 
É arrivata persino Robyn.
Ora dovrò cercare di tenere tutto nascosto ai miei, dio benedica la legge sulla privacy. 
Ho un'ansia talmente forte da non riuscire a respirare. 
Voglio chiudere questi dannati occhi. 
Tornato a casa ho dovuto discutere di nuovo con i miei che ovviamente non hanno notato le garze ai polsi. 
L'ennesimo, insormontabile, problema? 
Il mio costante nervosismo, il mio essere monosillabico. 
Perché giustamente hanno ragione loro no?
Sono io ad essere antipatico. 
Sono io ad essere sbagliato.
Mi trattano benissimo, ho una vita splendida, non ho motivo di lamentarmi. 
Ho ascoltato le loro cazzate senza battere ciglio, annuendo e basta. 
Poi il discorso si è spostato, come al solito, al college. 
E alla lettera che ho ricevuto. 
Mi hanno accettato in Arizona. 
Andrò via di casa. 
Le urla sono rimbalzate fino al tetto. 
Mia madre, come al solito, pensa sempre a ciò che è meglio per loro. 
Non per me. 
Non ho nemmeno pianto. 
Sono rimasto in silenzio. 
A guardare l'ennesimo tentativo di provare felicità andare in frantumi. 
E nel calore del mio letto ho cercato, senza riuscire a trovarlo, un motivo, uno solo, per continuare a vivere. 
Non esiste. 
Tutto è grigio e opaco. 
Tutto ha perso smalto. 
E io ho cento anni nell'anima.
Prima o poi questo dolore sparirà, tornerò polvere. 
 

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Capitolo 42
*** 14 Febbraio 1999 ***


Avete presente nei film, quando il protagonista è sul punto di ammazzarsi ma succede qualcosa che va a cambiare tutto e allora si riprende?
La mia vita è un cazzo di film. 
Stavo a casa di Reb, ho pranzato e cenato lì con la scusa di aiutarlo con un saggio sul possesso di armi tra i giovani adulti. 
Per me quale migliore occasione per stare lontano dalla fogna di casa mia? 
Grazie Reb, ma non solo per questo. 
Dopo aver pranzato e discusso con i tuoi genitori di quanto sia importante scegliere un buon college per completare gli studi, beccandomi proiettili di pane catapultati con il cucchiaio per farmi smettere di parlare, siamo scesi nel tuo regno e abbiamo fatto l'ennesimo vlog/sfogo su quanto faccia schifo la nostra scuola, su come ci sia tanto bisogno di una ripulita in questa società malata e su quanto la religione faccia schifo. 
Ah, se solo mi vedesse mia madre. 
Sarei già fuori di casa, a calci nel sedere. 
Splendido. 
Ma torniamo a ciò che è successo. 
Finito il saggio (che noia mortale, gente), ci siamo buttati sul divano dove di solito ci spariamo maratone su maratone di film.
Ma non abbiamo visto niente.
Abbiamo parlato, per quasi due ore, di quanto questo mondo, questa società, questa scuola ci stia trasformando, di come non siamo più i ragazzini spensierati e vivaci di quando ci siamo conosciuti. 
E ti ho visto piangere, Reb. 
Ti ho visto nascondere il viso dietro le mani, ti vergognavi persino a farti vedere da me perdere la tua solita grinta.
Mostrare sentimenti umani. 
Ti ho abbracciato, ma non ti sei ripreso subito. 
Allora ci siamo messi un po' a giocare. 
E poi, non so perché, non mi spiego perché, mi è presa. 
Di nuovo. 
La crisi depressiva. 
Tu lo hai notato subito, mi conosci così bene Reb. 
Mi conosci più di me stesso. 
Non so come fai. 
Mi hai abbracciato, ma mi sentivo gelido, completamente inerte. 
Ma non è durato molto. 
Anzi, siamo di fronte alla crisi depressiva più breve della storia. 
Hai fatto qualcosa che mai mi sarei aspettato da te, nemmeno nei miei sogni più vivaci. 
É stata una scossa. 
Una defibrillazione. 
Non lo dirò a nessuno Reb.
Se questa cosa girasse, i quattro coglioni che se la prendono con noi si moltiplicherebbero.
Non so nulla, non credo ricapiterà. 
Ma quello che so è che il mio cuore non ha mai battuto così forte per nessuno. 
Grazie del bacio, Eric. 

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Capitolo 43
*** 17 Febbraio 1999 ***


Se esiste qualcosa che non riesco davvero a sopportare, è l'ingiustizia. 
E tu, mio Reb, hai subito più di quanto un essere umano può subire. 
Non avrei mai voluto scoprirlo. 
Il tuo seminterrato è ormai la nostra tana, il regno delle nostre emozioni più delicate. 
Dopo averti aiutato con la fisica, siamo scesi a farci il partitone a Doom per trovare eventuali bug,ovviamente stanati e rimossi. 
Siamo rimasti a ciondolare sul divano, la mia testa si è adagiata nell'incavo del tuo petto, la parte del tuo corpo che in assoluto odi di più ma che per me non è poi così male. 
Stray Bullet, tu cominci a cantare e io ti seguo, ridiamo, poi le tue mani si sono allungate sul mio viso e ci abbiamo dato dentro ancora. 
E ancora. 
E ancora, fino in fondo. 
Il problema è che non sapevo esistesse un limite. 
E l'ho varcato,inconsapevolmente. 
Ho sentito tutti i tuoi muscoli irrigidirsi di colpo, mentre la mia mano ingenuamente si insinuava nel tuo intimo. 
Hai iniziato a tremare, a piangere. 
E non capivo, non riuscivo a immaginare. 
Reb, hai avuto centinaia di ragazze,come puoi avere dei limiti? 
Che stupido che sono. 
Stavi li, a tremare, con gli occhi sbarrati, pregandomi di non farti del male. 
Perché mai dovrei, Reb? 
Preferirei morire piuttosto che ferirti. 
Rassicurarti non bastava. 
Perciò ti ho abbracciato, cercando di ridarti un po' di calore. 
E accarezzandoti sotto la t-shirt ho sentito qualcosa tra le dita, oltre le ossa. 
Cicatrici, da bruciatura di sigaretta credo. 
Perché mai dovresti? Mi chiedevo. 
Non sei autolesionista. 
Poi, ho capito. 
L'orrore è arrivato in un attimo e mi ha raggelato.
E ti ho stretto più forte. 
Non ti farò mai del male Reb. 
E non permetterei a nessuno di farlo. 
Non permetterò mai più a quello stronzo di farlo. 
Deve prima passare su di me. 
Perché sei la persona che fa funzionare la mia vita. 
Voglio morire con te, Reb. 

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Capitolo 44
*** 19 Febbraio 1999 ***


Indovinate chi è stato sospeso per una settimana e rischia grosso? 
Io... E Reb ovviamente. 
Ci sarebbe altra gente ma siamo stati beccati noi e non facciamo le spie. 
Che abbiamo fatto di così atroce, di così terribile? 
Beh, un lavoro da maestri dell'hacking. 
Con una scusa ci siamo infiltrati in sala informatica, poi io ho sfruttato tutte le conoscenze apprese da mio padre e sono riuscito ad infilarmi nel PC principale della scuola. 
E li ci siamo davvero dati alla pazza gioia. 
Dopo esserci fatti un po' i cazzi dei nostri compagni e non solo, scoprendo votacci taciuti ed incongruenze nelle valutazioni, siamo arrivati alle nostre schede. 
E beh, ci siamo tolti un paio di insufficienze. 
Ma non è finita qua. 
Perché abbiamo trovato il sacro graal. 
La lista degli armadietti con le combinazioni. 
Ci siamo appuntati tutti quelli che ci stavano sul cazzo su un foglio, che Reb avrebbe dovuto bruciare una volta compiuta la vendetta. 
Abbiamo posizionato di tutto in quegli armadietti, dagli animali morti del laboratorio di biologia a mini esplosivi. 
E un po' d'acido, per gradire. 
Tutto sembrava andare benissimo, nessuno aveva capito che eravamo stati noi. 
I corridoi pullulavano di risate. 
Ma Reb ha compiuto un passo falso. 
Il foglio con i numeri è finito per terra. 
Ed è stato raccolto da un insegnante,che ha riconosciuto la calligrafia, visto che siamo due coglioni e abbiamo riempito il foglio di REB e VoDKA. 
Sgamati. 
"HARRIS ERIC E KLEBOLD DYLAN IN DIREZIONE PER UNA CONVOCAZIONE URGENTE". 
Che figura di merda. 
La peggiore dopo l'arresto. 
No, non credo esista qualcosa di più umiliante di girare ammanettato per l'intera città. 
Ma oggi ci siamo andati molto vicino. 
Hanno chiamato i nostri genitori. 
Temo più per Eric che per me. 
Al massimo io mi becco una paternale e una punizione,cosa che ho puntualmente subito una volta a casa. 
Ahimè, che vita da schifo. 

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Capitolo 45
*** 22 Febbraio 1999 ***


Primo giorno di sospensione. 
Dopo uno dei weekend più lunghi e pallosi della mia vita. 
Niente PlayStation. 
Niente televisione. 
Niente lettore cd. 
Niente macchina. 
Sono in punizione, ragazzi. 
Totale. 
Persino la mia cena di sabato sera è stata sottoposta alla punizione, zuppa di broccoli. 
Mentre mio fratello, che ci è venuto a trovare, si è scofanato una doppio cheddar e patatine davanti ai miei occhi, lentamente. 
Unica gioia, una lattina di Dr Peppers fregata di nascosto dal frigorifero. 
Questo diario è tutto ciò che mi resta per non impazzire. 
Ma impazzirò. 
Reb ha telefonato due volte, ha risposto mia madre. 
Avrei voluto parlargli, dirgli che ce la faremo, una settimana passa in fretta e ci rivedremo a scuola. 
Non me lo ha permesso. 
Nemmeno avessi ucciso qualcuno. 
Però per lo meno questo pomeriggio qualcosa è successo. 
É venuta Robyn e abbiamo studiato matematica insieme.
Mia madre non ci ha lasciati soli un secondo. 
Per lo meno sono state due ore in cui ho dimenticato di essere in punizione, anche se la paternale potevi evitarmela. 
Stai diventando come le persone che odio. 
Moralista, finta profonda. 
Che fine ha fatto la ragazza che sparava con noi nei boschi? 
Che fine ha fatto quella che giocava a Doom Columbine ridendo? 
Cosa ti stanno facendo, Robyn? 
Chi ti sta facendo questo? 
Non ti riconosco più. 
Le persone cambiano, questo l'ho sempre saputo, ma non credevo saresti cambiata anche tu. 
Solo io e Reb restiamo immutabili nelle nostre ideologie e decisioni. 
In un mondo di camaleonti, due punti fermi. 
Pronti per la rivoluzione. 

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Capitolo 46
*** 25 Febbraio 1999 ***


Alla fine non ce l'ho fatta più. 
Dopo giorni a comportarmi come un soldatino, ad accettare tutte le svariate punizioni di mia madre che vanno dal pulire la cantina da cima a fondo al pregare inginocchiato per ore, ho deciso di disobbedire. 
Ho aspettato che crollassero, vinti dal sonno, ho preso le chiavi e alle due di notte sono uscito con la macchina. 
Sono andato un po' in giro, poi ho avuto un'idea spettacolare. 
Sono passato dal Burger King e ho ordinato, senza alzare il culo dall'auto, due menù XL. 
E poi ho guidato fino a casa di Reb. 
Come nei peggiori film americani, ho lanciato roba alla finestra di Reb, per svegliarlo. 
Ma era già sveglio. 
E non appena mi ha visto, si è calato dalla finestra.
Aveva gli occhi rossi, di pianto.
Si è precipitato sul panino, con la foga di chi digiunava da tempo. 
Mi ha raccontato che non lo lasciano uscire dalla stanza se non per andare in bagno e che per aver disobbedito usando il telefono per cercare di chiamarmi, si è beccato un giorno di digiuno... E punizioni corporali. 
Ecco perché aveva così tanta fame. 
La maglia del suo pigiama aveva qualche macchia di sangue, ho cercato di reprimere ogni pensiero a riguardo. 
Poi siamo rimasti a parlare un po'  e ha pianto, ha pianto come non l'ho mai visto fare prima. 
Il nostro piano non fallirà, abbiamo troppe motivazioni. 
Prima di andare a casa, l'ho abbracciato fortissimo e gli ho rubato un paio di baci. 
Ho aspettato che tornasse in camera e sono tornato a casa. 
Nessuno si è accorto di nulla. 
Mi sento meglio. 
Regalare dei sorrisi a Reb è sempre un motivo per cui vivere. 
Togliere il sorriso a chi non lo merita è sicuramente un motivo ancora migliore. 

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Capitolo 47
*** 28 Febbraio 1999 ***


Ho continuato a farti visita, Reb, tutte le notti. 
Quelle due ore passate insieme nella mia macchina ad ascoltare i nostri CD abbracciati sul sedile posteriore sono il mio momento preferito di tutta la giornata. 
Sembra di stare nel tuo seminterrato, c'è la stessa intimità, lo stesso calore. 
Ma ogni giorno hai un livido in più. 
Ogni giorno ti conto una vertebra in più sporgere dalla schiena. 
Ogni giorno sei sempre più affamato e mi chiedi un po' del mio cibo perché il tuo non ti basta. 
Ma non ti lamenti, non più di qualche accenno,con lo sguardo più vuoto di quanto si possa immaginare. 
E ti fai più vicino, ti stringi a me come se io potessi davvero proteggerti da chiunque. 
Come se io potessi salvarti dall'inferno racchiuso tra le mura di casa tua. 
E ti stringo a me finché non ti rilassi. 
Mi si frantuma il cuore in mano a vederti stare così. 
Eric, nessuno deve più farti del male. 
Nessuno. 
Ogni volta che ti fanno del male, soffro il tuo stesso dolore. 
Domani ricomincerà la scuola. 
Teoricamente, dovrebbe anche terminare la punizione, ma con mia madre posso davvero aspettarmi di tutto. 
Ma almeno saremo di nuovo insieme. 
L'unica cosa che mi preoccupa molto è che il livello di odio nei nostri confronti potrebbe essere addirittura aumentato. 
E non temo molto per me, bensì per te. 
Non hai la mia stazza, non sei in grado di intimidirli come faccio io. 
Come se bastasse, poi. 
Non voglio più vederti in infermeria coperte di sangue, Reb. 
Ti vorrei felice. 
Ma siamo anime dannate. 
Non saremo mai davvero felici. 
Se non da morti. 
 

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Capitolo 48
*** 2 Marzo !999 ***


Quasi quasi mi faccio sospendere di nuovo. 
Tanto non so cosa sia peggio, tra restare a casa a beccarmi interminabili ore di preghiere e qui dal conselour che mi chiede:
Cosa non va nella tua vita?
Hai spesso pensieri distruttivi? 
Pensi mai al suicidio? 
C'è qualcosa che pensi possa essere fatto per te? 
Per l'amor di dio. 
La mia intera vita è un inferno. 
A partire dal mio ritorno. 
Per i corridoi tutti si allontanano quando passiamo noi. 
Ci odiano. 
Forse ci temono. 
Non lo so. 
So solo che ho preso un'altra C. 
In matematica. 
Robyn, se non mi aiuti tu sono spacciato. 
Eccetto Zack, Nate, Devon, Robyn, Susan, Chris e i suoi accoliti, l'intera scuola ci considera elementi da stanare. 
Non ho mai pensato di diventare popolare in senso negativo, eppure... 
In questa scuola di santi, di scout e chierichetti, di predicatori e figli di predicatori, la nostra presenza è pari a quella di Satana. 
Ne andiamo fieri? 
Assolutamente si.
Reb decisamente più di me.
Meglio essere scambiati per terroristi e satanisti che per stupide copie carbone. 
Finalmente é tornata la playstation. 
Ho potuto giocare alla demo di Final Fantasy VIII. 
Byron non la vedrà nemmeno con il cannocchiale. 
Bentornato alla mia vecchia vita. 
Giochi, pizza e tantissima Dr Peppers. 
E ovviamente AOL. 
Reb ieri notte mi ha chiesto di vederci a casa sua. 
Voleva mostrarmi qualcosa. 
All'una mi sono precipitato in macchina. 
L'ho trovato davanti alla sua. 
Mi ha mostrato dieci nuovi tubi bomba. 
Li abbiamo provati tra i boschi. 
Vanno che è una meraviglia. 
Poi ha ricominciato a rompere il cazzo con il napalm. 
Prima o poi lo accontenterò. 
Al momento, dobbiamo puntare a risultati realmente perseguibili. 
E la strada dei tubi bomba sembra in discesa. 
Cominciate pure a tremare. 
Non esisterà nulla in grado di farci cambiare idea. 
Non avremo pietà di nessuno. 
Beh, non proprio ma ok. 

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Capitolo 49
*** 5 Marzo 1999 ***


E napalm sia! 
Dopo aver subito per settimane le torture di Reb, "Dai Vodka, facciamo il napalm", l'ho accontentato. 
Con risultati davvero disastrosi. 
Ma le belle storie vanno raccontate dall'inizio. 
Ci serviva della benzina ma non sapevo come procurarmela. 
Così, mentre tutti dormivano sono sceso in garage in cerca di ispirazione e ho visto la macchina di Byron. 
Tre secondi dopo il mio cervello ha partorito un'idea davvero malvagia. 
Con il metodo più antico del mondo, un tubo di gomma, ho svuotato completamente il serbatoio della sua macchina. 
Ho anche rischiato di morire avvelenato perché per farlo uscire ho dovuto aspirare dal tubo e un po' di benzina mi è finita in bocca. 
Ho nascosto la refurtiva in macchina e sono andato da Reb, alle due di notte. 
E l'ho trovato nel suo scantinato alle prese con un gigantesco spremiagrumi e un chilo di arance,abbiamo congelato il succo e mentre aspettavamo che congelasse abbiamo fatto una partitella molto silenziosa a Doom. 
Dopodiché, seguendo i consigli di Fight Club, abbiamo provato a creare la miscela. 
C'era soltanto un problema. 
Non sapevamo come provarla. 
Così, molto intelligentemente, ci ho infilato il dito dentro. 
E non è successo nulla. 
Probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa. 
Forse tutto. 
Reb si è incazzato da morire. 
Ma gli è passata presto, abbiamo iniziato a costruire qualche molotov. 
Solo che in un paio ho usato la Dr Peppers. 
Non credo la prenderà molto bene. 
Per lui questa è una faccenda davvero molto seria, è il suo riscatto. 
Ed è un virus che ormai ha contagiato anche me. 
Ridete adesso, dopo non ne avrete più tempo. 

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Capitolo 50
*** 8 Marzo 1999 ***


Che weekend, porca puttana! 
Sono uscito con Robyn, di nuovo. 
Sembra essere tornato tutto a posto tra di noi. 
Dovrei dirle di Reb e di ciò che è successo tra noi? Naaaah. 
Tanto anche lui adesso ha sistemato con Susan, infatti avremmo dovuto trascorrere il sabato sera insieme ma mi ha scritto su AOL "senti, stasera finalmente scopo, trovati qualcosa da fare". 
E sulle prime ero contento per lui, ma molto annoiato.
 Zack e Nate avevano da fare con le ragazze, Chris era fuori città. 
E poi, Robyn. 
E allora ho legato i capelli, ho cambiato la maglia e siamo andati ad una steakhouse. 
Era così carina con quell'abitino azzurro. 
Abbiamo un po' parlato del college, delle domande inoltrate, abbiamo entrambi intenzione di fuggire dal Colorado. 
E puntiamo all'Arizona. 
Poi però è venuto fuori un discorso che non mi aspettavo. 
Mi ha chiesto il motivo per cui io e Reb a scuola ci stiamo comportando peggio del solito. 
Robyn, come potevo rivelarti il nostro piano? 
Come potevo spiegarti che ormai non abbiamo molto da perdere? 
Quindi ho abbozzato le solite scuse, che per fortuna ti sei bevuta e alla fine mi hai fatto tanti complimenti e siamo finiti in macchina a baciarci. 
E mi sono sentito vivo. 
Sono tornato un'ora dopo il coprifuoco con macchie di rossetto ovunque, nessuno ha fatto domande. 
Domenica però sono andato da Reb, stava ancora spiaccicato sul divano. 
Da quello che ho capito, ci hanno dato dentro di brutto. 
Non posso che esserne felice. 
Tra di noi massima discrezione, non cederemo più alle debolezze. 
Siamo andati in giro, abbiamo cazzeggiato e ci siamo sbronzati. 
Lui, io dopo due bicchieri ero già all'altro mondo. 
E ora sto ancora affrontando il doposbronza a suon di Dr Peppers. 
Con il cuore gonfio e la testa per aria. 

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Capitolo 51
*** 11 Marzo 1999 ***


La vita non è mai stata, non è e non sarà mai clemente con me. 
Sono stanco, troppo stanco. 
Stanco di vivere nel terrore. 
Stanco di osservare le solite facce grigie, i soliti cappellini bianchi prenderci in giro ogni giorno. 
Stanco di vedere Reb subire spintoni e cazzotti tutti i giorni. 
Stanco di sentire risatine ogni volta che faccio un intervento in classe. 
La mattina arrivo in classe con il muso a terra, corro veloce tra i corridoi per raggiungere le aule, cerco di non dare troppa confidenza. 
Mangio in macchina ormai da settimane, ogni occasione è buona per stare da solo. 
Anche se spesso viene a trovarmi Reb, pranziamo insieme e stiamo un po' a cazzeggiare e a parlare del piano X. 
Oggi siamo finiti in infermeria per l'ennesima volta. 
Tre di quei coglioni hanno aspettato che rientrassimo a scuola, ci hanno bloccati e hanno messo le mani addosso a Reb. 
Potevo restarmene con le mani in mano? 
Li ho presi a calci, ma non è bastato. 
Mi hanno atterrato dopo poco. 
Reb sanguinava parecchio sia dal volto che dalle braccia, ero talmente preoccupato per lui che non mi ero accorto di sanguinare anche io da un braccio.
Camminava a fatica e piangeva per il dolore. 
Sono andato a chiamare Susan che è rimasta con lui quando sono rientrato in classe. 
A nessuno è fregato un cazzo,anzi avrei persino giurato che qualcuno ne fosse stato contento. 
Dopo aver cenato ci siamo sentiti. 
Abbiamo passato tutta la sera su AOL, abbiamo preso delle decisioni importanti. 
É guerra. 
La vinceremo. 
Ormai non abbiamo più molto da perdere. 
Abbiamo deciso la data. 
Ci spiace soltanto che non riusciremo ad ascoltare il nuovo dei KMFDM. 
Finiranno loro e finiremo noi. 
Risparmieremo chi lo merita, abbiamo stilato una lista di più di 40 nomi. 
Il resto perirà sotto i nostri colpi. 
Non abbiamo paura. 

The kids aren't alright
 
 
 

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Capitolo 52
*** 14 Marzo 1999 ***


Avete presente il sollievo? 
Quella sensazione di appagamento che vi inonda come un caffè lungo la mattina presto quando arrivi in ritardo a scuola? 
É la stessa sensazione che ho provato mentre cercavo di uccidermi. 
Sollievo. 
Sentivo tutto il dolore scorrere via da me. 
Ad ogni respiro il sangue fluiva più lento, fuori dalla mia prigione di carne e ossa. 
Ho chiuso gli occhi e ho sperato di non riaprirli mai più. 
Però li ho riaperti. 
Ed ero nel mio letto. 
Un maledettissimo sogno. 
Ma la voglia di uccidermi è rimasta. 
Anzi, ad essere completamente sincero, non è mai andata via. 
Così ho scritto una lettera a Reb, dispiacendomi per non aver portato a termine il piano e augurandogli di riuscirci da solo. 
Poi ho cercato di infilzarmi la giugulare. 
Ma mentre ci tentavo, improvvisamente, mi è passata la voglia. 
Allora sono rimasto nel letto a fissare il soffitto e a maledire la mia codardia, punendomi per questo. 
Ed ecco che Robyn mi ha salvato, chiedendomi di andare al Burger King. 
Mi sono rivestito in fretta e sono fuggito da casa, superfelice. 
Niente poteva andare storto, pensavo. 
Robyn mi ha baciato dolcemente quando ci siamo visti, il mio cuore si è riempito d'amore di nuovo. 
Stavamo in un tavolo semi nascosto a baciarci e mangiare quando improvvisamente è spuntato Eric. 
Ed era una furia. 
E lì ho ricordato che gli avevo spedito una lettera suicida e che molto probabilmente si era preoccupato da matti. 
E sicuramente si era precipitato a casa mia... Per poi scoprire che non mi ero suicidato, bensì ero andato al Burger King con Robyn. 
Aveva tutte le ragioni del mondo per essere furioso con me. 
Ma gli è passata subito quando ha visto i segni rossi ai miei polsi, freschi. 
Quando si è reso conto che mi ero punito. 
Dopo che Robyn se ne andò, mi ha baciato d'istinto, piangendo, maledicendomi per averlo fatto spaventare. 
Perché la sua più grande paura era quella di perdermi. 
Mi sono sentito veramente in colpa. 
Mi sento ancora in colpa. 
Scusami Eric, se non sono forte come mi vorresti. 
Ma lo sarò. 
Andremo fino in fondo. 
 

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Capitolo 53
*** 17 Marzo 1999 ***


Uno spiraglio di luce ogni tanto. 
Dopo settimane di liti, pianti, urla e sciopero della fame, finalmente mia madre si è convinta a lasciarmi andare. 
Andrò al college in Arizona.
Tra pochi giorni avrò la convocazione e potrò scegliere la stanza. 
Ho finalmente l'occasione di lasciare Littleton,di lasciare il Colorado e quindi lasciarmi alle spalle questo posto di merda e questa gente di merda. 
Dovrei esserne felice no? 
Ancora pochi mesi e la mia vita cambierà per sempre. 
E allora perché non ci riesco? 
Perché non riesco a crederci veramente? 
Perché dentro di me qualcosa si è rotto e non riesco ad aggiustarlo. 
Non posso più aggiustarlo. 
É come se una parte di me fosse completamente morta ma stessi cercando di fingere il contrario. 
Non posso mostrarmi troppo disinteressato al futuro o qualcuno potrebbe sospettare qualcosa. 
E quindi tiro fuori la mia migliore faccia da culo e fingo entusiasmo per la decisione dei miei genitori. 
Soltanto Reb ha capito quanto stessi fingendo. 
A lui non posso nascondere nulla. 
A volte penso che mi conosca meglio di quanto io conosca me stesso. 
Siamo due facce della stessa medaglia. 
Due fuochi che bruciano insieme. 
Lasciamo stare. 
Ho avuto un'altra crisi di panico oggi a scuola, in bagno. 
Seduto per terra, non riuscivo a fare nulla. 
Non riuscivo nemmeno a respirare. 
Ma non avevo paura. 
Non è morire che mi terrorizza. 
È appassire lentamente. 
Diventare come gli altri. 
Quello si che fa paura. 
Ma se il nostro piano non fallirà non avrò nulla da temere. 
Lascerò un cadavere bello da vedere. 

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Capitolo 54
*** 19 Marzo 1999 ***


Vi voglio raccontare una storia. 
La storia di un bambino felice, uno che si accontentava di arrampicarsi sulle rocce e correre tra gli alberi. 
Un bambino rideva con la faccia sporca di cioccolata, costruiva montagne di origami con dita veloci come farfalle,che con i lego era in grado di creare un'intera città. 
Un bambino che si divertiva a risintonizzare i canali del televisore, a disegnare con paint, a guardare il baseball con un cappellino più grande della sua testa ed un guantone più grande della sua faccia. 
Un bambino che dormiva con un koala, che giocava tutto il giorno con i suoi gatti e temeva che i coyote potessero attaccarli, che distribuiva cibo ai cigni. 
Un bambino che cadeva a faccia in giù sulla neve e arrossiva per l'imbarazzo,che stava sempre in ultima fila, pur essendo il primo della classe,che piangeva di nascosto nei bagni. 
Quel bambino è morto. 
Adesso ci sono io. 
Un contenitore completamente vuoto. 
Qualcosa ha preso la mia anima, l'ha fatta a pezzi e l'ha portata via.
Non so più cosa sono, chi sono, cosa voglio da questa vita di merda. 
So soltanto che il mio cambiamento non sta piacendo a nessuno. 
So soltanto che quando mi guardo allo specchio, non riesco più a riconoscermi. 
Che ne è di me?
Sento che morirò presto. 
Cioè, sarà il mio corpo a morire.
Non resta altro. 
Non sento nulla. 
Nulla di nulla. 
Potrebbe colpirmi una calamità naturale, uccidere interamente la mia famiglia e tutte le persone che amo... E resterei comunque indifferente. 
La nota positiva è che non provo dolore. 
Non più. 
 

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Capitolo 55
*** 25 Marzo 1999 ***


E sia. 
Stiamo andando a Tucson. 
Verso il mio nuovo College, la University Of Arizona. 
Verso una vita che non voglio, non mi appartiene. 
Ma che devo a tutti i costi avere. 
Solo che non l'avrò. 
Me ne sto qui nel sedile posteriore , a scarabocchiare testi di canzoni su questi fogli di carta, a disegnare cuori asimmetrici spezzati e in fiamme, a sopportare mio fratello che mastica rumorosamente chewing-gum e canta le canzoni delle Spice Girls. 
Morirò prima di diventare un fallito come lui:
Una merda con un lavoro di merda, non ho mica scordato che è stato buttato fuori di casa a calci perché stava sempre fatto,entrava e usciva quando cazzo gli pareva,stava sempre scazzato. 
Un vero idiota. 
E poi sarei io il figlio problematico.
Sicuramente sono io. 
E non fa che lamentarsi di non essere riuscito a fare carriera, di vivere in un appartamento orribile e di non avere certezze nel futuro. 
La verità è che è stupido e che sta avendo ciò che merita. 
Il karma esiste. 
Il karma ti fotte. 
E con mio fratello è stato anche fin troppo clemente. 
Ed eccomi qua, le speranze, che prima erano riposte in lui, adesso sono passate a me. 
Come il più pesante dei fardelli. 
Si leva un urlo dalle mie cuffie, 
Layne urla come se mi conoscesse, come se capisse il mio dolore. 
Lui e Billy mi conoscono più della mia famiglia. 
 
Lost my mind, yeah
Can't find it anywhere
Corporate prison, we stay
I'm a dull boy, work all day
So I'm strung out anyway
Loneliness is not a phase
Field of pain is where I graze
Serenity is far away
 
E sia, che inizi questa montagna di ipocrisia. 
Non so dove mi porterà.
Ma le mie braccia sono aperte. 

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Capitolo 56
*** 2 Aprile 1999 ***


Pasqua ebraica. 
Che palle ragazzi, che palle. 
Dover fingere come ogni anno un entusiasmo di plastica per un rito religioso nel quale non credo e non ho mai creduto. 
Solo che a casa mia l'ateismo non è contemplato. 
Sono nato ebreo, circonciso a poche settimane dal mio primo respiro, Bar Mitzvah a 13 anni, niente carne di maiale (in casa ovviamente, secondo voi non ho mai mangiato un King Rib BBQ?) e tanta preghiera. 
In qualcosa che non esiste. 
Esistono soltanto il bene e il male, ma non sono divinità. 
Sono nelle persone, in ognuno di noi. 
Non esistono buoni e cattivi, siamo oceani di emozioni e sentimenti da domare.
E io ho scelto da quale parte stare. 
Tra poco più di due settimane sarò sottoterra, il momento più ambito della mia infame vita. 
Le cose assumono nuove sfumature di significato quando sai di stare per morire. 
Mi godo un po' di più i frammenti insignificanti, dalla pepsi gelata alla musichetta di Ninja Gaiden quando vinci. 
E se potessi tornare indietro, cambierei le cose? 
Se potessi decidere di non andare fino in fondo, finire il liceo, trasferirmi in Alabama, troverei il coraggio di farlo? 
No. 
Perché onestamente mi Importa soltanto di due cose:
Chiudere i miei occhi e quelli di un po' di gente. 
E non verserò il mio sangue invano. 
Non è solo uno sfogo, un atto di violenza, quello che andremo a compiere. 
É pura ispirazione. 
É un messaggio alle generazioni future. 
É cercare di evitare che qualcuno commetta gli stessi errori che ci hanno portato a trasformarci in assassini spietati. 
Un piccolo sacrificio per cambiare la storia. 
Sempre che il messaggio passi, perché con la deficienza delle persone ho qualche dubbio. 
 

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Capitolo 57
*** 5 Aprile 1999 ***


È successo. 
É successo e non me lo aspettavo. 
Robyn mi ha chiesto di andare al ballo insieme. 
Eravamo nella mia auto, per pranzo. 
Stavo aspettando Reb per chiedergli se era riuscito a comprare... Qualcosa che non potete sapere.... Ma l'ho visto nella macchina di Susan e non ho osato avvicinarmi perché insomma... Dondolava. 
Tu mi hai imboccato il tuo dessert fino alla fine e poi, guardandomi negli occhi mi hai detto - Dylan, vorrei che mi portassi al ballo-. 
E lì per lì non ho risposto, non sapevo come rispondere. 
Sono uno zombie Robyn, mi sto decomponendo lentamente dentro, ma tu non lo sai. 
Tu non puoi saperlo. 
Ti ho guardata, ho sospirato e non me la sono sentita di dirti di no. 
Andremo al ballo Robyn. 
Andremo al ballo e ti farò passare una notte da principessa 
Una che non dimenticherai facilmente. 
Una che vorrai dimenticare, quando verrò odiato da tutti. 
Una che ti darà la forza di ricordare che hai conosciuto la parte migliore di me e l'hai amata. 
Ti amo da morire Robyn, ma ho preso una decisione. 
E mi spiace spezzarti il cuore ma non tornerò indietro. 
Finché potrò ti permetterò di creare dei ricordi che ti aiuteranno ad andare avanti. 
Così dopo la scuola sono tornato a casa e ho detto ai miei del ballo, erano super entusiasti. 
Dovrò procurarmi uno smoking. 
Dovrò essere il più bello di tutti, all'altezza della magnifica donna che ho al mio fianco. 
Tutti ci invidieranno, siamo i nuovi Sid e Nancy. 
La parte più difficile è stata dirlo a Reb.
Ovviamente non approva, del resto a lui non piacciono le occasioni mondane, rifugge la fama. 
Per fortuna non ci dovremo preoccupare della fama, dopo il giorno del Giudizio. 
Saremo morti. 

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Capitolo 58
*** 9 Aprile 1999 ***


Buon compleanno Reb. 
Il tuo ultimo compleanno. 
Mi sarebbe piaciuto regalarti il nuovo dei KMFDM ma uscirà troppo tardi. 
Ti dovrai accontentare del regalone che io, Chris ed Erik ti abbiamo preso: il gameboy color. 
Ne sarai molto felice, credo. 
Mi spiace solo che avrai poco tempo per utilizzarlo, ma questo ovviamente Chris ed Erik non lo sanno. 
Anche se temo che Chris sospetti qualcosa. 
Meglio non coinvolgerlo troppo. 
É una questione nostra e solo nostra. 
Tra poco verrò a casa tua, mangeremo la pizza e ci faremo quattro risate con gli altri cazzoni, dopodiché aspetteremo che andranno via e... Ci dedicheremo ai preparativi per il Giorno Del Giudizio. 
E se le cose andranno come abbiamo pensato, se tutto il piano non avrà intoppi... Sarà davvero il Giorno del Giudizio per un bel po' di gente. 
Visto e considerato il livello di cattolicesimo malato di tre quarti di corpo studenti, penseranno davvero all'apocalisse. 
E la vedranno arrivare per mano mia e di Reb.
Ci hanno sottovalutati, hanno pensato che fossimo incapace di reagire ai continui soprusi, alle continue umiliazioni. 
Non saranno molto contenti di scoprire di essersi sbagliati. 
Anche perché quando succederà non sarà indolore. 
Ci saranno lacrime e sangue, urla e preghiere. 
E saremo implacabili. 
Li sentiremo supplicare, implorare di lasciarli andare, di non ucciderli. 
Poveri illusi. 
Come se potesse bastare a fermarci. 
Non potrebbe fermarci Dio in persona. 
E non lasceremo che nessuno ci tolga la vita, se non la nostra stessa mano. 
Non permetteremo a nessun eroe del cazzo di prendersi la gloria di averci annientato. 
Ci consegneremo alla storia da vincitori. 
Oggi faremo l'inventario, vedremo cosa ci manca. 
Dobbiamo sbrigarci. 
E a proposito, devo sbrigarmi anche io altrimenti non esco più. 
 

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Capitolo 59
*** 10 Aprile 1999 ***


Shopping time! 
Di solito odio andare a fare shopping ma stavolta ero nel mood. 
Anche perché, ci vuole un abbigliamento speciale per una giornata speciale e no, non mi sto riferendo al ballo anche se sì, ho comprato lo smoking. 
E mio dio, sembrerò proprio un pinguino. 
Odio dovermi sentire preso in giro da Reb, per lui sono fin troppo entusiasta per il ballo. 
La verità è che sto tirando fuori una prova attoriale di gran livello, sono da Hollywood. 
Perché si, ci stanno cascando tutti. 
Mi sorridono, sono felici e non verseranno una lacrima quando me ne andrò. 
Perché se sono in quattro a curarsi della mia vita e dei miei problemi è già tanto. 
E nessuno di loro è un mio parente. 
Reb è diverso, lui ha il senso di colpa, credo. 
Mi ha raccontato di essere scoppiato in lacrime in macchina. 
Forse non è più convinto, forse non vuole andare fino in fondo.
Ma cambierà idea, non sarà lui a tradire il patto. 
Ne lo farò io. 
Mi chiedo insomma quale sarà il mio destino, dove verrò seppellito, se ai miei fregherà realmente qualcosa o faranno finita che io non sia mai esistito. 
Se devo essere completamente sincero, mi spiace più per Robyn. 
Le sto consegnando un sogno in mano e tra poco diventerà frantumi. 
Ma ormai non si può fare nulla. 
Quando i giochi si fanno duri, i duri devono cominciare a giocare. 
E giocheremo con loro come hanno giocato con noi, ma faremo sul serio. 
Peggio di come hanno fatto a noi, molto peggio.  
Hanno mai avuto pietà per noi?
Si sono mai fermati un attimo a riflettere se fosse giusto o sbagliato? 
No. 
Perché dovremmo? 
Perché dobbiamo sempre fare i buoni? 
Cosa abbiamo guadagnato con la bontà se non botte e umiliazioni? 
Si cambia rotta. 
Facciamo le cose in grande. 

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Capitolo 60
*** 12 Aprile 1999 ***


Come ci si sente quando si sta per morire? 
Bene. 
Straordinariamente bene. 
Cominci a capire le cose davvero importanti per te. 
Oggi in biblioteca abbiamo subito l'ennesimo assalto, da parte di tre sudicie cretine che ci hanno presi in giro per i trenchcoat. 
Tra loro c'era Santa Rachel Scott. 
Dio quanto detesto la gente che la considera quasi una reincarnazione della Madonna o roba del genere. 
Lì per lì ha fatto male, ma nemmeno tanto. 
Farà più male a loro, ci potete scommettere. 
Abbiamo fatto le "prove generali" nello scantinato di Reb, approfittando della momentanea assenza dei suoi genitori. 
Sembro quasi grasso, con tutte quelle armi nascoste sotto il trenchcoat. 
Ma onestamente non me ne importa molto di come apparirò, mi importa soltanto di come la gente fuggirà alla vista del mio mitra.
Delle preghiere, delle suppliche, che non serviranno a nulla perché non risparmierò nessuno di quelli che lo meritano. 
Ovviamente chi non lo merita non verrà degnato di uno sguardo, non uccido per divertimento o per compiacimento. 
Uccido per rivoluzione. 
L'America dimenticherà Kip Kinkel e i ragazzi di Jonesboro, gente che non ha avuto il coraggio di spararsi e ha preferito lasciarsi catturare. 
Codardi. 
Una vita in prigione, una vita da solo in un angusto spazio di pochi metri in attesa di una condanna a morte che potrebbe anche non arrivare mai. 
É da pazzi. 
Veramente da pazzi. 
Muori e porta gente con te all'inferno. 
Mostra coraggio fino alla fine. 
Che hai da perdere? 
Io onestamente, non ho più nulla né da perdere né da guadagnare. 
Ho solo da compiere una missione. 
Poi potrò riposare. 

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Capitolo 61
*** 18 Aprile 1999 ***


Per essere una delle ultime serate della mia vita, quella di ieri sera è stata magistrale. 
Ieri pomeriggio i miei genitori mi hanno torturato tra capelli, barba e vestizione. 
Mia madre ha documentato ogni singolo istante con la macchina fotografica,mio padre stava lì a gongolare mentre mi allacciava la cravatta. 
E io mi sentivo un cazzo di pinguino, porca miseria che imbarazzo. 
Poi è arrivata Robyn, un vero angelo vestito di blu. 
Mia madre si è messa a piangere. 
Che vergogna. 
Poi siamo saliti sulla Limousine insieme a Zack e Devon e si, siamo andati al ballo.
Ed è stato mitico, davvero. 
Tutto quel punch, quelle birre di nascosto, quei balletti stupidi.
Io non so ballare, ma Robyn si. 
É stata lei a guidarmi, ad evitare che facessi terribili figure. 
Ho concesso un ballo anche a Devon, non l'ho mai vista così contenta. 
E per una volta, mi sentivo contento anche io, senza dover necessariamente fingere.
Finito il ballo sono andato negli spogliatoi a cambiarmi... E ho visto Rachel Scott visibilmente ubriaca impegnata a ricevere una prestazione orale dal suo accompagnatore mentre fumava uno spinello. 
E poi sarei io il cattivo ragazzo. 
Una volta dismesso lo smoking e reindossati abiti decisamente più comodi, sono andato da Reb e abbiamo fatto serata, con Robyn e Susan. 
Loro avevano passato la serata a casa di Susan a guardare Event Horizon,un po' li ho invidiati. 
Abbiamo mangiato al Burger King tutti insieme, siamo stati un po' in giro con la limo e poi abbiamo riaccompagnato la coppietta a casa di Susan. 
E io ho dormito con Robyn. 
Mi sono svegliato con i suoi bellissimi capelli sparsi sul mio petto e un leggero senso di colpa per le lacrime che le farò versare. 
In questo momento però sono da Reb, abbiamo passato la serata insieme, abbiamo controllato le bombe e le munizioni e ora sto scrivendo, mentre osservo Reb dormire e mi rendo conto che probabilmente sarà l'ultima volta che lo farò. 
E non ho rimpianti. 
 

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Capitolo 62
*** 19 Aprile 1999 ***


Mancano poche ore alla fine del mondo. 
E sorrido.
Si, sorrido. 
Perché sto per andare all'inferno, e ci andrò più che volentieri. 
Ci alzeremo prestissimo, con una scusa entreremo a scuola a piazzare le bombe nelle caffetteria, poi faremo lezione come nulla fosse. 
E alle undici le faremo esplodere. 
Aspetteremo quei luridi bastardi fuori, con i mitra in mano,per finirli. 
Se tutto andrà bene, sopravviveranno massimo 50 persone. 
Poi, prima di venire catturati da quei bastardi della SWAT, ci daremo la morte. 
E scriveremo un nuovo capitolo della storia americana. 
Saremo la strage scolastica peggiore di sempre, nessuno farà meglio di noi.
Le nostre facce saranno stampate sui libri di scuola. 
Forse avrei fatto meglio a lavarmi i capelli più spesso, visto che le mie foto saranno ovunque. 
E mi sento pervaso da un senso di onnipotenza che quasi mi sfugge dalle mani. 
Saremo due fottute divinità. 
Due. 
Fottute. 
Divinità. 
Vorrei trasformarmi in un fantasma, osservare il mio funerale, vedere quante lacrime false verranno versate. 
Avrebbero dovuto piangere per me prima. 
Avrebbero dovuto disperarsi per me prima. 
Adesso non c'è più tempo. 
É il Giorno del Giudizio, miei cari ragazzi. 
Chi ha seminato, raccoglierà. 
Io e Reb abbiamo salutato la vita nel migliore dei modi, non ci siamo fatti mancare nulla:
Grigliata, alcool di contrabbando, sigarette... 
E ci abbiamo dato dentro nel suo letto,fino in fondo.
Reb ha abbattuto tutti i muri,anche lui sopraffatto dall'onnipotenza. 
Perché siamo dei. 
Siamo eroi. 
E forse anche i cattivi. 
Ci divertiremo. 

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Capitolo 63
*** 20 Aprile 1999 ***


Ciao mamma, è il momento di andare. 
Manca mezz'ora al Giorno del Giudizio. 
Ragazzi, mi scuso con voi se questa cosa vi porterà delle ripercussioni, se qualcuno farà stronzate contro di voi a causa delle nostre azioni. 
Sappiate che sto andando in un posto migliore. 
La vita non mi è mai piaciuta molto e so bene che sarò più felice in qualsiasi altro posto che in questo mondo di merda. 
Perciò, questa è la fine. 
Addio. 
 
Il 20 aprile del 1999,alle undici circa, le bombe che Dylan Klebold ed Eric Harris avevano posizionato nella caffetteria, luogo di molti dei pestaggi da loro subiti, non esplosero. 
Così, entrarono nella scuola armati e per circa cinquanta minuti seminarono il terrore, per un totale di 13 vittime e più di 25 feriti. 
Poi, con l'arrivo della SWAT, si tolsero la vita in un corridoio della biblioteca, lo stesso dove qualche settimana prima erano stati bullizzati.
La morte di Dylan non fu immediata e indolore come desiderava:agonizzò per sette minuti, soffocando nel suo stesso sangue che gli aveva invaso i polmoni. 
Oltre al danno, la beffa. 
Una delle ultime frasi che pronunciò fu "Questo è per tutta la merda che ci avete fatto ingoiare per quattro anni". 
La sua vendetta fu compiuta ma in pochi hanno davvero capito le reali motivazioni del suo gesto. 
Ho cercato mio malgrado di dare una visione delle cose più oggettiva possibile e più vicina possibile alla realtà. 
Spero di aver dato un quadro chiaro e realistico di un fatto di cronaca che ancora oggi atterrisce e affascina. 
 

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