Multiship - Question

di LorasWeasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1/15 ***
Capitolo 2: *** 16/30 ***
Capitolo 3: *** 31/45 ***
Capitolo 4: *** 46/60 ***
Capitolo 5: *** 61/75 ***
Capitolo 6: *** 76/90 ***
Capitolo 7: *** 91/105 ***
Capitolo 8: *** 106/120 ***



Capitolo 1
*** 1/15 ***


Ciao!
Questa settimana pubblico di lunedì perché sarà una lunga raccolta di storielle che andrà avanti per due settimane e verranno aggiornate ogni due giorni.
Le coppie sono quelle citate nella descrizione, le storielle sono 120, essendo 8 le coppie le storie per ognuna di loro sono 15, anche se non vengono messe in ordine ma con l'ordine che capita.
Potranno sembrare troppo brevi magari, ma vogliono solo far vedere attimi di vita di tanti universi alternativi, tutte incentrate sulle domande.
Se alcune di queste vi piacciono particolarmente potete lasciarmi una recensione con su scritto il numero della storia e potrei anche pensare di farci una OS o una Long per continuarla (non è una cosa che prometto, ma è pur sempre un inizio)!
Tornerò fra due giorni ad aggiornare con le altre 15 storie e così via, a prestooo
Deh
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Multiship - Question


001. « sto sognando? » -DenNor
Quando Lukas aprì la porta non poté fare a meno di sbarrare gli occhi e boccheggiare incredulo.
Non vedeva Mathias da troppo tempo, gli mancava da morire, ma era anche sicuro che l’altro non si sarebbe mai più presentato davanti a lui.
-Sto sognando?- sussurrò incerto con gli occhi che gli si riempivano di lacrime.
Ed ebbe la sua risposta quando l’altro annullò le distanze e di slanciò afferrò il suo viso per baciarlo sulle labbra.
Quel bacio gli fece provare così tanti sentimenti che doveva essere per forza reale.

 
002. « sei un angelo? » -Spamano
Era avvenuto tutto così in fretta che Romano non sentiva neanche più il dolore mentre si trovava a terra e la pozza di sangue sotto di lui si allargava sempre di più.
Vedeva tutto sfocato e la mente era sempre più annebbiata.
Stava così male che anche quando si rese conto di star morendo non se ne preoccupò troppo.
Prima di svenire vide il volto di un paramedico, gli stava parlando dicendo che l’avrebbe salvato, Romano non lo sentiva, ma lo trovò così bello che riuscì semplicemente a chiedere –Sei un angelo?

 
003. « stai dormendo? » -LietPol
Toris si destò dal suo sonno per una voce insistente che continuava a chiamarlo.
-Stai dormendo?- domandò Feliks quando lo vide aprire gli occhi stanco.
-Ora non più- il lituano cercò di fare un tono di voce arrabbiato, ma era troppo stanco e uscì solo un mugolio indistinto –Che ore sono?
-Tipo le quattro del mattino, ma non riesco a dormire, vuoi parlare?
E Toris poté solo sospirare esasperato.

 
004. « hai fame? » -Gerita
Feliciano era seduto sul muretto dietro la scuola, i piedi che penzolavano e dondolavano.
Era così perso nei suoi pensieri che si accorse del ritorno di Ludwig solo quando questo gli mise sotto il naso una pizzetta appena uscita dal forno del panificio di fronte.
-Hai fame?- domandò il tedesco sapendo già la risposta.
E Feliciano non poté fare a meno di sorridere, fissandolo con uno sguardo così innamorato che il volto del tedesco divenne completamente rosso.

 
005. « mi stai ascoltando? » -FrUK
Non era una novità che Arthur e Francis litigassero.
Di solito era Arthur quello che si innervosiva più facilmente, era così scontato delle volte che Francis smetteva di dargli attenzione.
-Mi stai ascoltando?- urlò inferocito l’inglese quando si rese conto che l’altro era nel suo mondo.
-No, in effetti no- rispose sincero il francese e prevenne il suo ragazzo e la nuova sfuriata in arrivo attirandolo a sé e baciandolo, dandogli qualcosa di meglio da fare con quelle labbra.

 
006. « sei arrabbiato con me? » -Ameripan
Alfred lanciava sguardi di sottecchi a Kiku ogni cinque secondi circa.
Questo faceva innervosire ancora di più il giapponese, ma sembrava che l’altro non lo vedesse.
-Sei arrabbiato con me?- chiese incerto Alfred dopo una buona mezz’ora di silenzio.
Kiku non alzò lo sguardo dal libro che stava facendo finta di leggere –Sei perspicace.
-Dai Kiku, ti giuro che non l’ho toccata! Si è staccato da solo il braccio.
-Stai zitto! Era un’edizione limitata quell’action figure, l’ho pagata un sacco di soldi, non può essergli staccato da solo il braccio!

 
007. « è tutto okay? » -LietPol
Fu alle elementari che Toris trovò Feliks in lacrime in un angolo del cortile.
Gli si avvicinò senza pensarci due volte e domandò –è tutto okay?
Feliks tirò su con il naso e scosse la testa velocemente, strofinandosi gli occhi chiarissimi sempre più lucidi.
Toris gli sorrise e gli porse la mano –Vuoi venire a giocare con me?
E il sorriso che il biondo gli regalò fu qualcosa di imparagonabile. Fu da quel giorno che i due bambini divennero inseparabili.

 
008. « posso andare ora? » -Spamano
Romano ascoltava distrattamente le raccomandazioni di Antonio mentre metteva in borsa libri, chiavi e portafoglio.
Era in ritardo e Antonio diceva più o meno sempre le stesse cose, così decise di interromperlo.
-Ho capito, ho capito… posso andare ora?
Era quasi una domanda retorica, perché si era già avviato alla porta pronto a uscire, ma venne bloccato per un polso, venne fatto girare e Antonio gli lasciò un veloce bacio sulle labbra.
-Ora si- e sorrise nel vedere Romano diventare più rosso dei suoi amati pomodori.

 
009. « riesci a sentirmi? » -PruCan
Gilbert era solito intromettersi in discussioni che non lo riguardavano, era per questo che quasi sempre si ritrovava coinvolto in qualche rissa.
Fu così che Matthew lo trovò un pomeriggio nel campo della scuola, era riverso a terra, mezzo svenuto, il volto pieno di sangue.
Corse da lui terrorizzato, si inginocchiò al suo fianco e cercò di scuoterlo –Ehy… riesci a sentirmi?
Aveva sempre sperato di parlare con lui a scuola, fissandolo di sottecchi nei corridoi, non avrebbe mai pensato che il loro primo incontro sarebbe avvenuto in quel modo.

 
010. « ti rendi conto di cosa hai fatto? » -DenNor
Lukas si annoiava mentre fuori nevicava e loro erano bloccati in casa a non far nulla.
Distrattamente vide Emil prendere il suo cellulare e iniziare a scrivere qualcosa, registrò troppo tardi quello che stava succedendo e quando glielo tolse dalle mani ormai il danno era fatto.
Perché la chat con Mathias era aperta e il messaggio di saluto con annesso cuoricino era già stato inviato.
-Ti rendi conto di cosa hai fatto!?- urlò imbarazzato verso il fratello.
Questo alzò le spalle divertito –Oh si, ti trovo un ragazzo.

 
011. « vorresti andare a mangiare un boccone? » -Spamano
-Ehy!- Antonio attirò la sua attenzione mentre gli correva incontro, una mano che sventolava in aria e un sorriso in volto.
-Sei uscito prima- fece presente quando gli fu di fronte.
Romano alza le spalle –Ho finito prima.
Si incamminarono lungo la strada, non passò molto tempo prima che lo spagnolo chiedesse –Vorresti andare a mangiare un boccone?
E sapeva benissimo che con frasi del genere avrebbe conquistato il cuore dell’italiano in un istante.

 
012. « ha qualche senso, per te? » -FrUK
-Io ti odio- mormorò Arthur con il fiato corto e il corpo ancora accaldato mentre erano entrambi nudi e sudati sopra il letto sfatto.
-Anche io ti odio- rispose Francis ignorando il suo ventre sporco del seme dell’altro.
-Quindi tutto questo… ha qualche senso, per te?- Arthur lo scrutò intensamente.
-Ovvio che non ha senso- Francis si portò nuovamente su di lui –Per questo è così bello.
E Arthur accettò quel nuovo bacio con un trasporto tale da emettere un gemito soffocato.

 
013. « ti fa male? » -Rochu
Ivan soffocò un lamento e Yao cercò di fare più piano.
-Ti fa male?- chiese stringendo la benda quel tanto che bastava a bloccare il sangue.
-Un po'- rispose il russo non staccando gli occhi dal suo volto che cercava di evitarlo.
-Sei stato troppo stupido a intrometterti, non era una questione che ti riguardava, aru!
-Bè, non mi è andata così male visto che adesso tu mi stai curando.
E Yao sussultò così forte a quella rivelazione che Ivan trattenne a stento un nuovo lamento di dolore, ma decise che ne era decisamente valsa la pena.

 
014. « come stai? » -Ameripan
Kiku bussò piano alla sua porta d’ospedale ed entrò all’invito dell’altro.
Alfred era a letto, messo seduto, sveglio e vigile, il braccio ingessato legato intorno al collo.
-Come stai?- domandò il giapponese sedendosi al suo fianco.
-Mi annoio- rispose così sincero che l’altro abbozzò un sorriso, poi prese dalla borsa dei fumetti, non manga giapponesi, ma veri fumetti americani. Alfred sorrise nell’accorgersi di questo.
-Devo essere davvero importante per te, se hai rinunciato ai tuoi amati manga per portarmi questi.
Doveva essere una battuta, ma non sapeva quanto fossero vere tutte quelle parole.

 
015. « come ti va la vita? » -DenNor
Erano passati tre anni da quando si erano lasciati e quando per puro caso si incontrarono capirono entrambi di aver buttato tre anni della loro vita.
Di comune accordo decisero di andarsi a prendere un caffè e mentre erano seduti al tavolino in metallo Mathias chiese –Come ti va la vita?
E Lukas decise di essere totalmente sincero, perché non aveva nient’altro da perdere –la mia vita è uno schifo senza di te.
E quando le loro mani si intrecciarono nessuno dei due pensò che fosse sbagliato.

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Capitolo 2
*** 16/30 ***


016. « come ci sono diventato tanto fortunato? » -Gerita
Ludwig era seduto su una panchina del parco e fissava Feliciano che rincorreva e giocava con un gatto che spesso vedevano in giro da quelle parti.
Fissava ogni suo minimo particolare, i capelli ramati che si alzavano per il vento, gli occhi chiari e brillanti per la felicità, il sorriso spensierato sul suo volto.
Quando poi lo vide alzare lo sguardo e sorridergli dolce gli mancò un battito e non poté fare a meno di chiedersi: come ci sono diventato tanto fortunato?

 
017. « è una minaccia? » -PruCan
-È una minaccia?- chiese il ragazzo davanti a lui con una voce che voleva sembrare strafottente ma che nascondeva un velo di paura.
Gilbert sorrise sadico, sentiva Matthew stringersi di più contro la sua schiena, stava tremando. Questo lo fece incazzare ancora di più, nessuno si poteva permettere di trattarlo male fino a renderlo così spaventato.
-Certo che è una minaccia- abbassò la voce per renderla più fredda e tagliente –te lo ripeto, se provi ancora a toccarlo, io ti uccido.

 
018. « è quello che penso sia? » -LietPol
Toris aveva le braccia incrociate di fronte al pacco di Amazon che era appena arrivato e che avevano aperto insieme.
-È quello che penso sia?- domandò alla fine facendo un sospiro, le guancie rosse.
-Dipende- rispose Feliks per nulla imbarazzato da quello che aveva comprato e della situazione in generale –se pensi che sia un pacco di sex toy allora si, è quello che pensi che sia.
-Vado a preparare la cena- concluse infine scappando letteralmente via, perché aveva capito che doveva davvero smettere di porsi domande inutili.

 
019. « è la fine? » -Ameripan
-È la fine?- domandò Alfred incredulo mentre i titoli di coda apparivano sullo sfondo nero e iniziava la canzone drammatica come colonna sonora.
-Si… ti è piaciuto?- Kiku lo fissò confuso, non riuscendo a interpretare il suo sguardo.
Alfred si girò nella sua direzione, era sconvolto –I vostri film d’animazione sono la cosa più triste di sempre! Qual è il vostro scopo? Traumatizzare i bambini!?
Kiku cercò di trattenersi dal ridere, come spiegargli che quello era anche uno tra i pochi che finiva bene?

 
020. « sta succedendo davvero? » -FrUK
Arthur frugò dentro il cassetto nel mobile davanti l’ingresso e quando trovò la copia delle chiavi la prese in fretta e la mise nelle mani del francese evitando il suo sguardo.
-Sta succedendo davvero?- domandò incredulo Francis.
-Tanto ormai stai comunque perennemente qui, tanto vale trasferirti definitivamente.
Voleva sembrare indifferente ma il rossore e la voce tremolante dimostravano quanto in realtà fosse imbarazzato e quanto sforzo avesse fatto per arrivare a quella conclusione.

 
021. « è davvero necessario? » -DenNor
-È davvero necessario?- domandò in un sospiro Lukas continuando a camminare lungo il marciapiede seguito dal suo ragazzo.
-Certo che si, fattene una ragione.
-Devo solo chiedere una cosa al professore per la tesi, non c’è bisogno che tu venga.
-Non mi farai cambiare idea. Anche perché l’ho visto il suo assistente, quegli sguardi che ti lancia non mi convincono.
E Lukas nascose il principio di un sorriso dietro la mano.

 
022. « potrei avere questo ballo? » -LietPol
Feliks era poggiato al muro della palestra dove si stava svolgendo il ballo scolastico di fine anno.
Guardava con ammirazione tutte le coppie che ballavano il lento, il busto proteso in avanti.
Era così chiaro che voleva essere anche lui in mezzo a loro che Toris dovette ingoiare tutto il suo imbarazzo e, mettendosi davanti a lui, gli chiese in un sussurro –Potrei avere questo ballo?
Feliks lo fissò con gli occhi lucidi e le labbra socchiuse a formare una piccola “o” stupita.
Poi gli sorrise luminoso e accettò quella mano protesa.

 
023. « che stai facendo? » -Spamano
Erano le tre di notte quando Antonio si svegliò e tastando l’altro lato del letto lo trovò vuoto.
Corrugò la fronte e dopo un sospiro decise di alzarsi per andare a cercare il suo ragazzo, magari si era sentito male o aveva avuto un incubo.
Ma semplicemente lo trovò in cucina, tranquillo, seduto al tavolo a mangiare della pizza.
-Che stai facendo?- domandò confuso.
Romano lo fissò come se fosse stupido e con tutta la naturalezza di questo mondo rispose –Sto mangiando- e Antonio non poté fare a meno di annuire e tornare a dormire.

 
024. « che cos’è? » -PruCan
Quando quel pomeriggio Matthew aprì la porta di casa prima di tutto vide un enorme peluche di orso polare, poi il volto del suo ragazzo.
Lo fece entrare dentro casa e continuando a fissare il peluche confuso chiese –Che cos’è?
Gilbert glielo porse rispondendo –è per te, come quello che avevi da piccolo, no? Mi hai detto che c’eri così affezionato che quando l’ho visto non ho potuto non comprarlo.
Gli occhi di Matthew si riempirono di lacrime e gli saltò al collo per un abbraccio con così tanta enfasi che entrambi rotolarono a terra.

 
025. « cosa c’è di sbagliato in te? » -Rochu
Ivan non aveva mai smesso di provarci con Yao, ogni volta che vedeva una possibilità la utilizzava senza farsi alcun problema.
E quel giorno Yao era nervoso per conto suo, gli venne quasi naturale sbottare con un –Cosa c’è di sbagliato in te?- con un tono così cattivo che se ne pentì all’istante.
Ivan si oscurò in volto –In effetti, ci sono tante cose di sbagliate in me, ma sono abbastanza sicuro che quello che provo nei tuoi confronti non può essere sbagliato.

 
026. « quando te ne vai? » -FrUK
Arthur e Francis erano in biblioteca a studiare.
O almeno, era quello che Arthur stava cercando di fare, Francis invece cercava di distrarlo e stuzzicarlo in tutti i modi possibili.
E quando la mano del francese si andò a posare nel suo interno coscia iniziando a risalire, Arthur non poté fare a meno di urlare esasperato –Quando te ne vai?
Divenne tutto rosso quando si rese conto che tutti si erano girati a guardarli malissimo, Francis sorrise complice e sussurrò –Cheri, è arrivato il momento di andare via entrambi.

 
027. « dove siamo? » -LietPol
Toris si svegliò dopo la lunga e scomoda dormita in macchina, si stiracchiò e guardandosi intorno confuso chiese –Dove siamo?
Feliks continuava a guidare tranquillamente, per nulla stanco, una canzone che canticchiava tra le labbra.
-Ho fatto una deviazione, siamo quasi arrivati al luna park.
-Ma dovevamo…- cercò di iniziare Toris, poi si rese conto che era del tutto inutile discutere, non ne aveva voglia e avrebbe comunque perso, Feliks sorrise non visto.

 
028. « dove stiamo andando? » -Ameripan
-Dove stiamo andando?
Solo quando salirono in macchina e Alfred mise a moto decise di rispondere alla domanda che Kiku continuava a fargli, confidava nel fatto che non avrebbe aperto lo sportello per scappare.
-Arthur e Francis ci hanno di nuovo invitati, non potevo dire di no.
Kiku divenne totalmente rosso, boccheggiava incredulo –Dovevi avvertirmi! Non sono pronto a conoscere i tuoi genitori!
E i suoi borbottii infiniti continuarono per tutto il viaggio.

 
029. « da dove vieni? » -Gerita
Feliciano suonò alla porta del suo nuovo vicino e attese che gli venisse ad aprire.
Era un tedesco standard, biondo, alto e muscoloso –Ciao- provò a parlare Feliciano con un inglese insicuro –Mi sono trasferito da poco qui accanto, avrei bisogno di un aiuto con i tubi del bagno.
-Da dove vieni?- chiese il tedesco rispondendo fluentemente in inglese.
-Dall’Italia- sorrise imbarazzato Feliciano, quello sguardo azzurro era troppo penetrante.
E il tedesco gli rispose in italiano, aveva studiato la lingua, Feliciano ne fu così felice da sorridergli grato, aveva appena trovato un nuovo amico.

 
030. « dove stai andando? » -Rochu
Yao e Ivan avevano litigato e non si parlavano già da diversi minuti.
Ma quando il cinese vide l’altro avvicinarsi alla porta d’ingresso per andarsene si agitò e sentì lo stomaco sottosopra.
-Dove stai andando?- chiese prima che l’altro potesse raggiungere la maniglia con la mano.
Ivan si girò a fissarlo, poi sospirò e tornò indietro –Okay, sono qui, non me ne vado, non c’è bisogno di fare quella faccia terrorizzata.

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Capitolo 3
*** 31/45 ***


030. « dove stai andando? » -Rochu
Yao e Ivan avevano litigato e non si parlavano già da diversi minuti.
Ma quando il cinese vide l’altro avvicinarsi alla porta d’ingresso per andarsene si agitò e sentì lo stomaco sottosopra.
-Dove stai andando?- chiese prima che l’altro potesse raggiungere la maniglia con la mano.
Ivan si girò a fissarlo, poi sospirò e tornò indietro –Okay, sono qui, non me ne vado, non c’è bisogno di fare quella faccia terrorizzata.

 
031. « mi fai leggere? » -DenNor
Lukas stava massaggiando con qualcuno al cellulare da diversi minuti.
Mathias era curioso e forse anche un po' geloso. Decise di spuntargli alle spalle, mentre cercava di scrutare la chat chiese –Mi fai leggere?
Il norvegese sussultò sul posto e per poco non gli cadde il telefono dalle mani, venne preso così alla sprovvista che Mathias riuscì a rubarglielo senza problemi.
-No, no, non farlo…- piagnucolò Lukas diventando completamente rosso.
Mathias rimase senza parole –Parli a tuo fratello di me?

 
032. « chi saresti? » -Spamano
Antonio aveva fatto una scommessa con Gilbert e Francis e aveva miseramente perso.
Avvicino Romano, un ragazzo che conosceva solo di vista, in quel bar dove si erano riuniti quella sera dopo le varie spinte da parte degli altri due e per non calpestare il suo orgoglio.
Questo, dopo un’occhiata scettica, chiese annoiato –Chi saresti?
E non poteva di certo biasimarlo se al suo –il tuo futuro ragazzo- si prese tutto il suo drink in faccia, anzi, forse doveva pure ringraziarlo per non avergli lanciato direttamente il bicchiere.

 
033. « chi sei tu, davvero? » -Gerita
Quando Feliciano si trovò schiacciato a terra sotto il peso del tedesco, quando si rese conto di essere nel bel mezzo di una sparatoia, quando notò che anche il tedesco aveva una pistola in mano e stava rispondendo ai colpi, quando capì che Ludwig lo stava proteggendo a costo della sua vita si rese conto che, molto probabilmente, tutto quello che c’era stato fino a quel momento era stata solo una bugia.
-Chi sei tu, davvero?- lo domandò con un filo di voce.
-Ti basta sapere che non ho nessuna intenzione di lasciarti morire.

 
034. « chi è? » -PruCan
Gilbert stava fissando Matthew da lontano, il canadese stava parlando con questo ragazzo scuro di pelle e gli sorrideva tranquillo.
Il tedesco li fissava così intensamente e con uno sguardo di fuoco che non si stupì quando vide Matthew girarsi nella sua direzione.
Gilbert lo vide mentre diceva qualcosa all’altro, lo salutava e correva verso di lui.
-Chi è?- gli domandò Gilbert non appena fu a portata d’orecchio, senza salutarlo né nulla.
-Un mio amico- gli sorrise dolce e gli baciò una guancia –Non hai alcun motivo di essere geloso.

 
035. « perché hai mentito? » -Rochu
Yao conosceva il terrore di Ivan per l’ossessione che sua sorella aveva per lui, quindi quando gliel’aveva presentato come “il mio ragazzo” non fece nulla per contraddirlo.
Ma quando furono finalmente soli chiese –Perché hai mentito?
Ivan lo fissò sorpreso –Non ho mentito… scusa, non stiamo insieme?
-Oh- il volto di Yao divenne scarlatto –Non so, non ne abbiamo mai parlato…
-Non vuoi?
-Certo che voglio!- e dopo quella frase capì che più di così non si sarebbe mai potuto imbarazzare.

 
036. « perché devi andare? » -DenNor
Era da poco passata la mezzanotte, fuori pioveva e i due ragazzi erano stesi sul divano a coccolarsi sotto il plaid.
-Dovrei andare- borbottò a un certo punto Mathias dopo aver controllato l’orario.
-Perché devi andare?- Lukas si strinse di più al suo petto –Resta qui, non voglio che tu vada.
E non fu difficile convincerlo.
Fuori pioveva, faceva freddo e con il suo ragazzo tra le braccia si trovava nel suo posto preferito.

 
037. « perché non capisci? » -Ameripan
-Basta! Non le voglio sapere queste cose!- Kiku sbottò dopo aver ascoltato tutti i racconti di Alfred in silenzio.
Credeva di farcela, che poteva continuare a essere solo un amico per Alfred, ma come poter fare finta di nulla quando questo gli raccontava tutte le sue conquiste?
-Kiku?- l’americano era confuso, non si aspettava una reazione del genere.
Il giapponese lo fissò, gli occhi lucidi mentre sussurrava –Perché non capisci?

 
038. « farai silenzio? » -LietPol
Toris si massaggiò la fronte esasperato, stava cercando di studiare, ma era praticamente impossibile quando il polacco al suo fianco continuava a parlare.
Che poi, con chi diavolo stava parlando?
-Farai silenzio?- sbottò infine non alzando troppo la voce.
-Dubito- rispose l’altro sincero –Mi sto annoiando.
Poi abbozzò un sorrisetto e lo fissò malizioso –Ma potresti tipo farmi stare in silenzio tu.

 
039. « vuoi sposarmi? » -Spamano
Romano stava mettendo i piatti sporchi dentro il lavandino e Antonio finiva di sparecchiare posando le cose dentro il frigo.
Era una scena così familiare e intima che allo spagnolo venne quasi naturale girarsi verso il suo ragazzo, scrutare la sua figura e chiamarlo.
-Mh?- era un borbottio tranquillo, di chi non si aspettava la domanda che gli venne posta.
-Vuoi sposarmi?- e non poté fare a meno di sorridere quando vide l’altro girarsi a fissarlo incredulo, le guancie rosse e la bocca spalancata.

 
040. « siamo amici? » - FrUK
Francis e Arthur stavano giocando in strada, avevano cinque anni ed erano diventati amici solo perché vicini di casa. Ed era una legge universale quella di giocare e stare con il proprio vicino di casa da piccoli, fosse questo uomo, donna o cosa.
Il problema era però che non ne avevano mai parlato apertamente, perché litigavano spesso.
Così quel giorno, con le guancie rosse e lo sguardo abbassato Arthur non poté fare a meno di borbottare quella domanda che lo assillava da tempo –Siamo amici?
-Certo che siamo amici- la risposta dell’altro bambino venne confermata da un bacio in guancia.

 
041. « vuoi uscire? » -Rochu
Yao sbuffò silenziosamente per la milionesima volta mentre si stava svolgendo quell’assemblea noiosissima.
Nessuno faceva caso a lui, ma Ivan che si trovava al suo fianco lo sentiva benissimo.
Sorrise senza farsi vedere, poi avvicinandosi di più sussurrò per non farsi sentire dagli altri –Vuoi uscire?
Yao lo fissò stupito e curioso, annuì convinto e prendendolo per un polso portò l’altro con sé fuori da quella stanza.

 
042. « cosa siamo? » -PruCan
Matthew aveva le guancie rosse, si copriva pudico il corpo nudo con il lenzuolo nonostante quello che avevano appena finito di fare.
Non staccava lo sguardo dalla figura di Gilbert al suo fianco, mezzo addormentato.
-Cosa siamo?- due semplici parole che gli vorticavano in testa da così tanto tempo da non riuscire più a tenersele dentro.
Gilbert socchiuse gli occhi confuso –Ma che domande fai? È ovvio che sei il mio ragazzo.
E se lo strinse al petto addormentandosi subito dopo.

 
043. « ci vieni insieme a me? » -Ameripan
Alfred era fuori di casa a fare la fila per i biglietti di quella partita da quella mattina all’alba, Kiku lo sentì rientrare verso le sette del pomeriggio, il suo ingresso venne annunciato dal suo urlo soddisfatto e felice.
Kiku non poté fare a meno di sorridere e lo raggiunse all’ingresso, quando notò che l’altro stava sventolando in aria due biglietti.
-Oh, ne hai due- era una semplice constatazione.
La felicità non scomparve dal volto dell’americano –Ci vieni insieme a me?

 
044. « mi hai tradito? » -FrUK
Arthur continuava a fissare lo schermo del cellulare di Francis senza neanche sapere lui come si sentisse a riguardo, si riscosse solo quando sentì l’altro uscire dalla doccia e uscire dal bagno.
-Mi hai tradito?- dritto e conciso arrivò al punto mostrando il messaggio che era appena arrivato al telefono dell’altro con un semplice “quando ci vediamo?”.
Francis lo fissò confuso, poi rise –È Antonio, chiamagli se non mi credi.
-Antonio non era salvato così…- borbottò l’altro con le guance rosse per l’imbarazzo di aver mostrato quanto tenesse davvero all’altro.

 
045. « ti piace lei? » -LietPol
Feliks fissava da lontano Toris vicino al suo armadietto che parlava con Natalia.
La ragazza stava ridendo, prima di andarsene aveva addirittura poggiato una mano sul braccio del suo migliore amico.
Il polacco lo raggiunse a grandi falcate, gli chiuse l’armadietto per avere tutta la sua attenzione e senza giri di parole domandò –Ti piace lei?
Toris rise per l’assurdità di quelle parole –Ma neanche se fosse l’ultima donna sulla terra.
E il peso che Feliks aveva sullo stomaco scomparve veloce com’era arrivato.

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Capitolo 4
*** 46/60 ***


046. « ti ha detto qualcosa? » - Spamano
Antonio trovò Romano che parlava con Francis.
Non fece in tempo ad avvicinarsi per capire cosa stesse dicendo uno dei suoi migliori amici al suo ragazzo quando questo si allontanò in fretta con gli occhi spalancati.
-Romano!- corse nella sua direzione e quando gli fu di fronte domandò –Ti ha detto qualcosa?
Romano gli lanciò uno sguardo di fuoco –Potrei davvero pensare di lasciarti per le persone che frequenti- poi riprese la sua strada.
Antonio sospirò afflitto passandosi una mano sul viso, doveva fare un bel discorsetto a quei due.

 
047. « ti ha fatto male? » -PruCan
Quando Gilbert entrò in bagno insieme a Francis a quella ricreazione si sentì in dovere di aiutare quel ragazzo indifeso che era stato sbattuto al muro da uno molto più grande di lui.
Gli afferrò il braccio e gli intimò di girare alla larga nonostante non conoscesse nessuno dei due, quello fece come gli era stato detto solo perché si rese conto di essere uno contro tre.
Non appena fu andato via Gilbert fissò quel ragazzo che aveva appena salvato –Ti ha fatto male?
E il ragazzino gli sorrise in un modo così tenero e dolce, con quegli occhi azzurri grandi e i capelli biondi a incorniciargli il viso che quando rispose –Grazie mille- Gilbert perse un battito.

 
048. « te la sei mangiata? » -Gerita
Ludwig stava cercando con insistenza qualcosa dentro il frigo, era così in difficoltà che Feliciano si sentì in dovere di intervenire.
-Se stai cercando la torta l’ho mangiata.
-Te la sei mangiata!?- sbottò incredulo chiudendosi lo sportello alle spalle –Ma era una torta intera, Feliciano!
L’italiano alzò le spalle –Che vuoi che ti dica… Avevo fame.

 
049. « ci sei andato? » -FrUK
Francis si sedette al tavolo della mensa vicino a Gilbert, da quando questo stava con Matthew il loro gruppo di amici si era ampliato, ora stavano anche con Alfred e, di conseguenza, con Arthur.
-Allora? Ci sei andato?- domandò Gilbert informandosi subito curioso dell’appuntamento che sapeva il francese aveva il giorno prima con una ragazza che l’aveva invitato.
-Nah- Francis alzò le spalle annoiato –Perché uscire con quella quando è così evidente che mi piace un altro?- e con lo sguardo cercò Arthur, il ragazzo li stava già ascoltando curioso, quando però incrociò il suo sguardo e capì le sue parole divenne così rosso da non poterlo nascondere.

 
050. « oggi o domani? » -Rochu
Arthur raggiunse i suoi amici in aula studio e non appena poggiò lo zaino a terra, prima ancora di salutare, si rivolse a Yao –Hai visto il trailer che ti ho inviato? Andiamo a vederlo al cinema?
Il cinese annuì velocemente sporgendosi sul tavolo –Sembra bellissimo, aru!
Ivan si intromise con quel suo sorriso quasi sadico –Vengo anche io. Oggi o domani?
Yao lo fissò confuso –Ma non è un genere che ti piace.
-Ma mi piaci tu.

 
051. « dormi da me? » -DenNor
Erano le tre di notte passate quando uscirono da quella festa.
Lukas si strinse meglio contro il braccio di Mathias, sia per proteggersi dal freddo sia perché voleva solo sentirlo al suo fianco.
-Dormi da me?- chiese Mathias rispondendo al suo abbraccio senza pensarci troppo.
Lukas sorrise impercettibilmente e annuì piano contro il suo corpo –Speravo che me lo chiedessi, non ho proprio voglia di tornare a casa.

 
052. « me la presti? » -Ameripan
-Ciao!- proruppe Alfred sedendosi nel posto libero vicino a Kiku senza prima chiedere se fosse occupato o meno.
Kiku lo fissò per un solo secondo, diventando poi tutto rosso e girandosi dall’altro lato, l’aveva sempre guardato da lontano e non gli aveva mai parlato, non pensava che l’altro sapesse della sua esistenza.
-Me la presti?- continuò poi l’americano afferrando una delle tante penne che Kiku teneva sul tavolo, non aspettò una risposta che già l’aveva presa con un sorriso –Sono Alfred comunque.

 
053. « ti sta bene? » -FrUK
-Non ho capito, ti sta bene?- chiese confuso Francis mentre uscivano da scuola.
-Si certo- rispose in fretta Arthur –Vai, divertiti, fai quello che vuoi- e si avviò veloce per la sua strada, non fece molti passi, perché a un certo punto si bloccò, i pugni chiusi, tornò indietro con uno sguardo più risoluto.
Francis rise mentre Arthur lo afferrava per un polso e lo trascinava con sé –Anzi no, ovvio che mi da fastidio, tu resti con me, sono il tuo ragazzo e non puoi lasciarmi solo.

 
054. « è un regalo? » -LietPol
-Dai andiamo, o faremo tardi!- Feliks proruppe subito con quella frase quando il suo ragazzo aprì la porta di casa dopo che questo era andato a prenderlo.
Toris lo scrutò e si scostò dal suo tocco –Aspetta, devo prendere una cosa.
Si avviò velocemente nell’altra stanza e tornò quasi subito con una sciarpa rosa e morbida in mano, la mise al collo del polacco con un sorriso soddisfatto –Ecco, ora possiamo andare.
Feliks era stupito mentre testava quel tessuto con le mani –È un regalo?
Toris alzò le spalle –L’ho vista e ho pensato che ti sarebbe piaciuta.

 
055. « lo vuoi? » -Spamano
Antonio continuava a parlare ma vedeva benissimo che tutta l’attenzione del suo ragazzo non era rivolta a lui ma bensì al piatto di ciambelle fumanti e ricoperte di cioccolato che due tavolini più in la una bambina stava mangiando.
Interruppe il suo discorso a metà e con un sorriso divertito chiese –Lo vuoi?
Romano riportò lo sguardo su di lui, le guance rosee, semplicemente annuì speranzoso, per la prima volta senza aggiungere rimproveri o insulti.

 
056. « me la prepari? » -Gerita
Feliciano tossì piano e tirò su con il naso, era fermo a letto con la febbre da già tre giorni.
Ludwig sospirò quando accostando la sua mano alla fronte vide che non era migliorato.
-Ti va qualcosa?- chiese delicatamente scostandogli i capelli sudati.
Feliciano annuì –Voglio la pasta.
Ludwig spalancò gli occhi incredulo –Stai delirando, non puoi volere la pasta in queste condizioni!
Feliciano si imbronciò –Ve… ma io la voglio… me la prepari?
E come poteva il tedesco dire di no a quello sguardo?

 
057. « canti per me? » -DenNor
Mathias aveva scoperto della bellissima voce di Lukas quando questo iniziò a cantare sotto la doccia credendo di essere da solo in casa.
Quando uscì dal bagno e si trovò davanti il suo ragazzo con la bocca aperta e lo sguardo sorpreso non poté fare a meno di arrossire fino alla punta dei capelli.
E quando gli domandò –Canti per me?- con un tono di voce speranzoso ed eccitato capì di voler morire in quell’istante.

 
058. « me la fai ascoltare di nuovo? » -Rochu
-Me la fai ascoltare di nuovo?- domandò Ivan per la tredicesima volta in quella giornata.
E si, Yao aveva contato tutte quelle domande. Sospirò distrutto dalla situazione, ma infondo era colpa sua che gliel’aveva fatta ascoltare per la prima volta.
-È solo una stupida filastrocca cinese che imparano i bambini per giocare, perché ti sei fissato così tanto?
Ivan lo fissava come se fosse l’altro a non capire la grande arte che stava dietro quella canzone e Yao si sentì in dovere di cantargliela nuovamente.

 
059. « ti prendi cura di me? » -LietPol
Toris era quel tipo di persona che si imbarazzava facilmente per la qualsiasi e che tendeva a tenersi sempre tutto dentro, era difficile che si aprisse con frasi romantiche e dolci.
Ma con piacere Feliks aveva scoperto che da ubriaco, o quando stava particolarmente male, i suoi freni inibitori sparivano.
Come in quel momento, che cercava di trascinarlo a casa visto che l’altro era così ubriaco da non riuscire a stare neanche in piedi, quando di punto in bianco, con voce dolce il lituano chiese –Ti prendi cura di me?

 
060. « ci sei stato a letto? » -Ameripan
Kiku aveva le lacrime agli occhi e si stava torturando le mani da così tanto tempo ormai che erano tutte rosse e graffiate. Stava aspettando che Alfred tornasse, erano già le due e mezza di notte passate. Avevano litigato quel pomeriggio, i toni così alti che l’altro era andato via di casa infuriato.
Kiku aveva visto che era con Arthur grazie alla storia Instragram che aveva pubblicato l’inglese.
-Ehy- sussurrò sorpreso l’americano quando fece ritorno –Pensavo di trovarti a dormire.
-Ci sei stato a letto?- la sua domanda così diretta fece spalancare gli occhi dell’altro che gli si avvicinò di scatto stringendolo tra le braccia –Come potrei farlo quando amo solo te?

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Capitolo 5
*** 61/75 ***


061. « l’hai scritto tu? » -FrUK
Francis stava commentando qualcosa sul professore della lezione appena avuta mentre Arthur entrò in uno dei cubicoli dei bagni universitari per fare pipì.
Si guardò un po' intorno e mentre si chiudeva i pantaloni dopo aver finito adocchiò una scritta sul muro con il pennarello indelebile “Il culo di Arthur Kirkland è divino”.
Strabuzzò gli occhi e spalancando la porta la indicò a Francis urlando isterico –L’hai scritto tu!?
Francis non sembra sorpreso o intimidito dalla sua voce –Certo che si, cherì. È uno spreco che il mondo non conosca questo capolavoro.

 
062. « posso averlo? » -PruCan
-Oh, ehm… scusa…- la voce di Matthew era così bassa che Gilbert si accorse di lui solo perché si era piazzato al suo fianco.
-Posso averlo?- continuò poi il biondo indicando qualcosa alle spalle del tedesco.
Gilbert si voltò e vide che si era seduto sopra un giubbotto, lo prese ma non glielo porse, sorrise e disse –Dipende, se mi dici il tuo nome puoi averlo.
-Oh…- la voce del canadese si fece molto più bassa, l’imbarazzo sul suo volto –Sono Matthew…

 
063. « è tuo? » -Spamano
-Tomato! Torna subito qui!- Antonio stava correndo dietro al suo piccolo cagnolino che gli era sfuggito dal guinzaglio e ora andava felice ignorando i suoi urli.
Venne preso da un ragazzo moro che lo intercettò e iniziò ad accarezzarlo tra le braccia.
Antonio lo raggiunse con il fiatone, chinandosi sulle ginocchia per riprendere fiato.
-È tuo?- domandò lo sconosciuto facendosi leccare il volto mentre rideva.
Antonio annuì restando folgorato da quella risata –Grazie mille- sorrise a sua volta riprendendosi il cucciolo, poi azzardò –Posso offrirti qualcosa per ringraziarti?

 
064. « è morto? » -DenNor
Mathias raggiunse Lukas sul divano lentamente, la testa bassa e gli occhi lucidi, si sedette al suo fianco, si accoccolò al suo fianco e tirò su con il naso.
Lukas alzò gli occhi al cielo esasperato, con una mano continuò a tenere il libro che stava leggendo, con l’altra iniziò ad accarezzargli i capelli biondi.
-È morto?- domandò infine con voce impassibile senza essere davvero troppo interessato.
Mathias tirò su con il naso nuovamente e annuì sulla sua maglia.
-Dai su, non fare così, la prossima volta che usciamo compriamo un nuovo pesce rosso, promesso.

 
065. « posso prendere io l’ultimo biscotto? » -Gerita
Ludwig era stato trascinato in quel bar da suo fratello perché c’era il buffet di dolci che, a detta sua, non potevano assolutamente perdere a quel prezzo.
Si stava così riempiendo il piatto con quello che più preferiva e stava per prendere l’ultimo biscotto al burro rimasto su un vassoio quando una mano più piccola lo precedette afferrandolo per primo. Corrugò la fronte e si girò verso l’interessato per contestare quando questo gli sorrise imbarazzato e domandò –Posso prendere io l’ultimo biscotto?
Da quel giorno Ludwig scoprì che non riusciva mai a dire di no a quel piccolo italiano.
 

066. « l’hai leccato? » -FrUK
-Papa devo fare pipì- disse il piccolo Matthew tirando il padre per una manica.
Francis sospirò, aveva lottato per prendere quell’ultimo panino al tonno, non l’avrebbe ceduto tanto facilmente.
Prima di alzarsi allora decise di leccarlo, così nessuno dei suoi amici lo avrebbe preso.
-L’hai leccato?- Arthur era un misto tra lo schifato e l’incredulo.
-Metto un marchio alle mie proprietà- rispose tranquillo, poi gli sorrise –E non fare quella faccia, sai benissimo che lecco anche te per lo stesso motivo.

 
067. « che film proiettano? » -Ameripan
Alfred stava leggendo le nuove notizie al pc quando esclamò –Oh guarda, stanno rifacendo il cinema all’aperto nel weekend, andiamoci!
-Che film proiettano?- chiese interessato il giapponese.
Alfred si girò a fissarlo –A chi importa? Tanto finiamo sempre per non vederlo.
Il volto di Kiku divenne scarlatto –Sei un idiota! E un pervertito! Vacci da solo!
Scappò via dalla stanza, ma tanto Alfred sapeva che non ci avrebbe messo molto a convincerlo.

 
068. « è nato? » -Rochu
-È nato?- domandò Ivan non appena rispose alla chiamata di Yao.
Dall’altra parte ci fu solo silenzio.
-Yao?- domandò incerto il russo vagamente preoccupato.
Il cinese si schiarì la voce –Si ma… adesso non ho un solo fratellino.
-Cosa? Sono due gemelli?
Ancora silenzio per diversi secondi, infine concluse con un sospiro –Sono tre. Una è femmina.

 
069. « perché sei viola? » -LietPol
-Amore?- chiese incerto Toris quando vide di sfuggita una macchia viola passare per il corridoio.
-Si?- Feliks si sporse verso la porta, aveva delle strisce viola sulla faccia.
Gli venne spontaneo chiedere con tutta la semplicità di questo mondo –Perché sei viola?
-Oh- il polacco sembrò ricordarselo solo in quel momento, gli sorrise tranquillo spiegando –Stavo vendendo un tutorial su youtube.
Toris annuì lentamente, le risposte di Feliks erano così semplici che certe volte credeva davvero di passare lui come l’idiota di turno.

 
070. « è tuo figlio? » -FrUK
Arthur e Francis non si vedevano dal liceo, fu strano incontrarsi in quel bar dopo tanti anni.
Si riconobbero all’istante sorpresi.
-Ciao- fu Francis il primo ad avvicinarsi, Arthur cercava di tenere buono un bambino che sembrava volesse correre e fare casino, sorrise –è tuo figlio?
Arthur annuì con uno sbuffo mentre cercava di farlo stare buono –Lui è Alfred. Mentre lui…
E indicò il bambino che si nascondeva dietro le gambe del francese –Matthew. Mon petit.

 
071. « hai preso solo questi? » -Gerita
Feliciano fissò confuso Ludwig quando tornò a casa con un vassoio di 20 biscotti appena comprati.
-Hai preso solo questi?- domandò infine.
Ludwig era più confuso di lui, fissò il vassoio tra le braccia e poi il volto del suo ragazzo –Sono venti biscotti Feli, non devono venire solo tuo fratello con Antonio?
-Appunto! Mio fratello! E tu compri solo venti biscotti?
Fu cacciato fuori di casa per prenderne molti di più.

 
072. « perché devi sempre fare così? » - Spamano
Stavano litigando come al solito per cose stupide.
Antonio era nervoso quella giornata e gli venne spontaneo sbottare contro il suo ragazzo un –Perché devi sempre fare così?
Se ne pentì all’istante quando vide Romano sobbalzare e i suoi occhi riempirsi di lacrime rimanendoci malissimo per quelle parole.
Si chiesero scusa in un sussurro praticamente in contemporanea.

 
073. « gliel’hai insegnato tu? » -PruCan
Erano in gruppo tutti insieme e Alfred, come al solito, si era autoproclamato capo dicendo a tutti gli altri quello che dovevano fare. Di solito erano Arthur e Francis a contrastarlo, qualche volta anche Ludwig, ma nessuno si aspettava quel “no” deciso da parte di Matthew.
Si girò sconvolto guardando suo fratello e questo, per ribadire meglio il concetto, alzò il dito medio nella sua direzione.
Alfred non era mai stato più sorpreso nella sua vita, fissò Gilbert –Gliel’hai insegnato tu?
Il tedesco strinse con possesso il fianco del suo ragazzo –Certo che si, questo e molto altro.

 
074. « non è un po' troppo? » -LietPol
Feliks era così eccitato di essere stato messo a capo dell’organizzazione di quella festa aziendale che aveva programmato tutto nei minimi particolari.
Quando Toris entrò nella stanza e vide la quantità indefinita di decorazioni sbatté più volte le palpebre confuso –Non è un po' troppo?- domandò poi.
Feliks si oscurò –Dici?- non riuscì a nascondere il tono deluso nella sua voce.
A Toris gli si strinse il petto –Oh no- si affrettò a correggersi –Dicevo che magari avevi speso tanto… è perfetto!- e per quella piccola bugia venne ripagato da un sorriso bellissimo.

 
075. « sei geloso? » -Rochu
Yao aveva stretto così tanto la mano sulla penna che le nocche gli erano diventate bianche.
Arthur seguì il suo sguardo e sorrise divertito nel notare come stesse fissando malissimo Ivan e Alfred che stavano discutendo forse un po' troppo vicini e con troppa foga.
-Sei geloso?- sussurrò avvicinandosi al suo orecchio per non farsi sentire dagli altri.
Yao divenne quasi viola, ma si affrettò a negare –Certo che no, aru! Ma che vai a pensare? Come potrei essere geloso di quel russo? Ma per favore.
Arthur sghignazzò ma non fece presente che non aveva specificato di chi lo fosse.

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Capitolo 6
*** 76/90 ***


076. « hai preso il mio telefono? » -Gerita
Dopo una ricerca disperata per tutta la casa da parte del tedesco del suo cellulare, rimase senza parole quando notò Feliciano sdraiato sul divano a scorrere qualcosa dal suo cellulare.
-Hai preso il mio telefono?- sbottò incredulo, era impossibile che l’altro non si fosse accorto di come stava diventando pazzo per cercarlo.
-Oh? Si- Feliciano sembrò tornare dal suo mondo –Volevo scaricare questo gioco, ma il mio non ha più memoria, ho usato il tuo.
Ludwig dovette ricordarsi diverse volte che lo amava e che non poteva ucciderlo.

 
077. « l’hai letto? » -Ameripan
Kiku aveva le guancie rossissime mentre fissava il suo ragazzo e il manga R18 che questo teneva in grembo.
-L’hai letto?- chiese in un sussurro quasi inudibile dato il suo imbarazzo. Kiku voleva solo morire mentre si rendeva conto che era addirittura un BDSM.
Alfred annuì tranquillo mentre continuava a girarsi quel volume tra le mani –Ero curioso di conoscere questi yaoi che ti piacciono tanto- sorrise malizioso –non pensavo che ti piacessero queste cose, se hai queste fantasie basta chiedere, sono qui per accontentarti.

 
078. « ora stai con me? » -DenNor
Fare una festa in casa propria era stressante, perché giustamente dovevi dare conto a tutti e soddisfare ogni loro richiesta aggiustando i problemi.
Ma Lukas si sentiva ancora più stressato del padrone di casa, perché essere il suo ragazzo comportava che questo lo abbandonava per un tempo indefinito.
Quando arrivò al limite di quella situazione lo interruppe nel bel mezzo di una conversazione, afferrandolo per un braccio lo spinse contro un muro e mentre piccato domandava –Ora stai con me?- non gli lasciò il tempo di rispondere che l’aveva già baciato.

 
079. « mi fai un massaggio? » -Gerita
Ludwig davvero non riusciva a comprendere se  Feliciano fosse così innocente da non rendersi conto di quello che faceva o se fosse solo una tattica per farlo impazzire.
Perché davvero, come pretendeva l’italiano, dopo essersi fatto trovare completamente nudo sul loro letto matrimoniale, che alla domanda innocente –Mi fai un massaggio?- il tedesco si limitasse davvero a fargli un semplice e solo massaggio.
Ludwig non riusciva a capirlo semplicemente perché l’italiano nascondeva troppo bene quei sorrisetti malizioso e soddisfatti.

 
080. « mi dai il tuo numero? » -Rochu
Ormai era diventata una routine quella di Ivan, ogni singola mattina prima di andare a lavoro, si fermava a fare colazione in quel bar che aveva scoperto quasi per caso.
Lo faceva semplicemente per quel cameriere che l’aveva interessato fin dal primo istante.
Yao era così abituato ormai alla sua presenza che aveva anche smesso di dargli del “lei”.
Rimase comunque stupito quando si avvicinò al tavolo quella mattina e alla sua richiesta di cosa volesse ordinare Ivan rispose tranquillo –Mi dai il tuo numero?

 
081. « hai invitato anche lui? » - Spamano
Romano si oscurò quando vide Antonio varcare la porta del cinema insieme a Francis, si indispettì così tanto da incrociare le braccia al petto e sbuffare.
Neanche lo salutò quando lo raggiunse, semplicemente domandò piccato –Hai invitato anche lui?
Antonio, inaspettatamente rise, stringendolo in un abbraccio –Certo che no, aveva anche lui un appuntamento con Arthur e siamo solo venuti insieme.
-Oh- le guance di Romano si fecero scarlatte, borbottò piano –E questo non è un appuntamento…

 
082. « è tuo fratello? » -PruCan
Gilbert si svegliò in un sussulto quando sentì il rumore della chitarra elettrica che si diffondeva per tutta la casa.
Matthew si mosse solo leggermente tra le sue braccia, come se fosse abituato a quel rumore.
Il tedesco ci mise un po' a calmare il suo cuore che batteva all’impazzata e a realizzare che erano le otto di domenica mattina.
-È tuo fratello?- domandò sapendo già la risposta.
-Mh…- mugugnò l’altro tra le sue braccia –Magari la prossima volta restiamo a dormire a casa tua.

 
083. « quanto hai bevuto? » -LietPol
-Quanto hai bevuto?- chiese Feliks al suo amico che biascicava le parole dall’altro lato del cellulare.
-Non so…- rispose Toris confuso –Ho voglia di baciarti, tu no? Perché non mi vieni a prendere?
Feliks non poté fare a meno di sorridere –Okay, hai bevuto davvero tanto.
Toris abbassò il tono di voce, quasi deluso –Quindi non mi vieni a prendere?
-Certo che ti vengo a prendere, verrò sempre ogni volta che vorrai, dimmi dove sei.
Toris rimase in silenzio –Oh, uhm… penso di essere seduto fuori da casa tua.

 
084. « esattamente, da quante ore stai giocando? » -DenNor
Lukas si svegliò per un’imprecazione soffocata da parte del danese.
Mugugnò nel sonno e socchiuse un occhio trovando il suo ragazzo ben sveglio, seduto dalla sua parte del letto, la nintendo switch in mano e tutta la sua concentrazione verso quel gioco.
Sospirò quando notò che erano le 4 di notte passate.
-Esattamente, da quante ore stai giocando?- chiese poi richiudendo gli occhi stanco.
Mathias non staccò gli occhi dallo schermo luminoso mentre borbottava –Fidati, non vuoi saperlo.

 
085. « hai visto la cronologia? » -PruCan
Matthew sussultò quando trovò Gilbert davanti il suo computer.
-Hai visto la cronologia?- domandò subito allarmato e con voce incerta.
Gilbert portò gli occhi su di lui e sorrise malizioso –No, ma non c’è bisogno che ti preoccupi così tanto per aver visto dei porno.
Matthew annuì lentamente facendogli credere che era proprio quello che aveva fatto.
Perché era meno imbarazzante che pensasse avesse visto dei porno piuttosto che video teneri di orsi polari, giusto?

 
086. « perché sei nudo? » -FrUK
Arthur uscì in cortile in quella giornata caldissima per entrare in piscina quando notò che il suo ragazzo l’aveva già preceduto, peccato che fosse a prendere il sole sopra un materassino completamente nudo.
Sospirò afflitto e annoiato chiese –Perché sei nudo?
Francis si girò nella sua direzione mentre rispondeva –E perché tu non lo sei?
Arthur sospirò nuovamente, poi esplose in un urlo dei suoi –Perché abbiamo dei vicini, razza di pervertito!- e la ciabatta che gli lanciò lo colpì in pieno petto.

 
087. « stai cercando di baciarmi, o sbaglio? » -Rochu
Yao si accorse di quello che stava cercando di fare il russo solo quando questo l’aveva intrappolato contro il muro con entrambe le braccia, si era chinato verso di lui e il suo viso si era fatto così vicino da sentire il suo fiato sulla pelle.
-Stai cercando di baciarmi, o sbaglio?- chiese a quel punto con le guance rosse.
Ivan alzò un sopracciglio –Certo che sei perspicace.
Yao gonfiò le guancie pronto a protestare per quell’insulto quando venne zittito da quelle labbra.

 
088. « è una festa a sorpresa? » -Gerita
-Veeee… me lo dici? Eh? Daiii!
Ludwig si portò una mano a massaggiarsi la tempia, erano già diversi minuti che Feliciano non gli dava pace, da quando era uscito l’argomento del suo compleanno e Ludwig non aveva accennato o proposto nulla di quello che potevano fare.
-È una festa a sorpresa?- continuò speranzoso l’italiano.
-Se te lo dico, che festa a sorpresa sarebbe!?
Feliciano ci pensò su –Farò finta di non sapere nulla, daaaai.

 
089. « ma ti sembra una cosa normale? » -Ameripan
-Ma ti sembra una cosa normale!?- Kiku sentì urlare Alfred dall’altra stanza.
Kiku si preoccupò, aveva spolverato le mensole qualche ora prima, ma si era premurato di riposare tutto alla perfezione, soprattutto le collezioni dell’americano.
Si alzò e con calma lo raggiunse, Alfred aveva le sopracciglia corrugate mentre indicava un punto sulla mensola tra tutti i fumetti che aveva.
Solo a quel punto notò che nel riposarli aveva scambiato il numero sette con l’otto.
Sbuffò sollevato borbottando –E io che credevo che fosse qualcosa di serio.

 
090. « ti senti quando parli? » -Rochu
-Ho comprato questo peluche, è così carino, aru!- mostrò Yao uscendo dalla busta il suo primo acquisto.
-Poi questa maglia, è così carina anche questa, aru!- prese anche l’indumento –E questa spilla, guardala, è così carina, aru!
Ivan non poté fare a meno di sorridere quando la lista continuò ad allungarsi –Ti senti quanto parli?
Yao si imbronciò, poi rispose a tono –Certo che si, sono così carino, aru!

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Capitolo 7
*** 91/105 ***


091. « non credi che sia pazzo? » -LietPol
Toris fissava da lontano Feliks che correva sul prato inseguendo un piccolo cagnolino, il capelli color grano al vento e il vestito femminile che lo lasciava libero nei movimenti.
Il lituano lo fissava così intensamente che quando Eduard si sedette al suo fianco si accorse di lui solo quando, dopo aver seguito il suo sguardo, gli chiese –Non credi che sia pazzo?
Toris rispose con semplicità e senza staccare gli occhi dalla sua figura –Non è pazzo, è semplicemente Feliks. Lo amo per questo.

 
092. « sei stato male? » -DenNor
Mathias e Lukas si parlavano raramente, erano in classi diverse e si scambiavano solo qualche parola alla ricreazione o all’uscita da scuola.
Nulla di troppo complesso, quasi come se fossero dei semplici conoscenti, ma quando Lukas rimase a casa per una settimana e tornò a scuola il mercoledì successivo, Mathias non poté fare a meno di fermarlo prima dell’entrata e chiedere con occhi preoccupati –Sei stato male?
Lukas annuì piano, poi abbozzò un sorriso –Mi dispiace se ti ho fatto preoccupare.
Le guance di entrambi erano rosse.

 
093. « sei deficiente? » -FrUK
Quando Arthur tornò a casa e trovò i suoi due bambini a colorare il muro del soggiorno con i pastelli a cera soddisfatti del proprio lavoro, strabuzzò gli occhi incredulo.
Trovò Francis che dormiva scomposto nel divano, lo svegliò con un calcio mentre urlava –Sei deficiente?
-Dipende- rispose il francese mettendosi seduto con una smorfia di dolore –Che ho fatto?
Arthur, gli occhi che lanciavano odio, indicò il muro alle sue spalle.
-Oh…- Francis si grattò la testa imbarazzato –Allora si, potresti avere ragione per questa volta.

 
094. « l’hai fatto di proposito? » -PruCan
Gilbert strabuzzò gli occhi incredulo quando vide Matthew, con tutta la nonchalance di questo mondo, allungare il piede per fare uno sgambetto a Francis.
Lo fissò impassibile mentre questo inciampava e finiva a terra, non mosse neanche un muscolo per aiutarlo.
Okay, cosa era appena successo al suo Matthew?
-L’hai fatto di proposito?- domandò ancora confuso per tutta la situazione.
Matthew si limitò ad alzare le spalle –Chissà.

 
095. « pensi che qualcuno potrebbe mai amarlo? » - Spamano
Arthur sghignazzò cattivo mentre fissava da lontano Romano che urlava contro Ludwig, Feliciano che cercava di mettersi in mezzo e sistemare la situazione.
-Pensi che qualcuno potrebbe mai amarlo?- domandò poi a Francis.
Antonio, li accanto, si irrigidì stringendo i pugni.
Rispose a tono –Se Francis riesce ad amare un isterico come te e tu riesci ad amare un pervertito come lui, chiunque potrebbe andare dietro Romano- abbassò la voce –Anche se vorrei che notasse solo me…

 
096. « perché non rispondi alle chiamate? » -Gerita
Feliciano era in aula studio da un po' anche se riusciva a distrarsi per la minima cosa ed era già da diversi minuti fermo alla stessa pagina senza vederla veramente.
Ludwig lo raggiunse con il fiatone, come se fosse arrivato fino a li correndo, lo fissò malissimo e non urlò semplicemente per non disturbare gli altri.
-Perché non rispondi alle chiamate?- come lo faceva preoccupare lui mai nessuno c’era riuscito.
L’italiano corrugò la fronte confuso e provò a sbloccare il cellulare, ma questo rimaneva con lo schermo nero, sorrise imbarazzato scusandosi –Sarà morta la batteria.

 
097. « non pensi sia strano tutto questo? » -Ameripan
-Non pensi sia strano tutto questo?- mormorò piano Kiku mentre si avvicinava al volto di Alfred.
Questo alzò le spalle perfettamente calmo –Abbiamo deciso entrambi di partecipare al gioco, non puoi stupirti se la bottiglia prima ha indicato te e poi me.
Le guancie di Kiku divennero rosse, era così vicino da parlare ormai sulle sue labbra –Si ma proprio noi due… noi due siamo…
Alfred lo zittì annullando quella pochissima distanza che era rimasta, solo quando si staccò sussurrò –Noi due possiamo essere quello che vogliamo.

 
098. « è la tua scrittura? » -Gerita
Ludwig stava cercando di leggere il bigliettino che Feliciano aveva scritto da incorporare con il regalo che avevano fatto a suo fratello.
Era così piena di ghirigori e cuoricini che fece fatica a capire cosa volessero dire quelle parole.
-È la tua scrittura?- chiese infine incerto quando l’altro lo raggiunse in cucina.
-Si, perché?- Feliciano corrugò la fronte confuso.
-È così…- Ludwig si morse un labbro trattenendosi dal dire “femminile”, non voleva che all’altro sembrasse una presa in giro e all’ultimo secondo cambiò in -…originale. Molto originale.

 
099. « che problemi hai? » -PruCan
Nella mente di Gilbert continuava a susseguirsi quella scena come se l’avesse registrata, lui che gli urlava un “ma che problemi hai?” e l’altro che scappava via con gli occhi pieni di lacrime.
Erano le undici di sera quando decise di raggiungerlo in camera da letto.
Matthew era già sotto le coperte, gli dava le spalle.
Gilbert si sdraiò al suo fianco, gli cinse i fianchi con un braccio e se lo strinse al petto –Scusami- sussurrò tra i suoi capelli –Sono io quello ad aver problemi se ti urlo contro nonostante tu sia perfetto esattamente così come sei, perdonami.

 
100. « amore? » -Rochu
Yao stava ascoltando Arthur parlare di Francis in dei borbottii silenziosi, quando non poté fare a meno di urlare –Cosa? Amore?
Ivan alzò la testa e con tutta la naturalezza di questo mondo rispose –Dimmi.
Yao spalancò gli occhi –Cosa?
-Cosa?- fece a sua volta Ivan.
Arthur rideva non visto mentre il volto del suo amico diventava scarlatto –Non ti ho di certo chiamato così!

 
101. « è il nostro anniversario? » -Ameripan
Quel giorno Alfred tornò a casa prima e rientrando in camera trovò Kiku nudo e piegato che cercava qualcosa dentro i cassetti del comodino.
Lo fissò imbambolato per poi chiedere –è il nostro anniversario?
Kiku saltò sul posto spaventatissimo e si girò coprendosi l’inguine con le mutande che aveva appena preso.
-Cosa? Io… stavo… oh mio dio, perché sei tornato prima!?
Alfred rise -ti imbarazzi ancora dopo tutto questo tempo?- poi si affrettò a stringerlo tra le braccia.

 
102. « come lo sapevi? » -DenNor
Lukas fece un’espressione confusa mentre quel nuovo cameriere gli portò una fetta di torta insieme al caffè che aveva ordinato, aggiunse anche un –è la tua preferita, no?
Lukas alzò gli occhi, un senso di deja-vu che non seppe spiegarsi lo invase fissando quel volto nordico, sussurrò –Come lo sapevi?
Il cameriere gli sorrise stringendosi il vassoio al petto –Sono Mathias, non ti ricordi di me?
Gli occhi del norvegese si spalancarono mentre boccheggiava incredulo, il cuore a mille.

 
103. « perché mi cercavi? » -Rochu
Yao si posizionò davanti al suo banco, i pugni chiusi sui fianchi, le sopracciglia corrugate.
-Perché mi cercavi?- domandò stizzito al russo attirando la sua attenzione.
-Oh- Ivan sorrise, non pensava che l’altro l’avrebbe raggiunto sul serio, non così velocemente.
Si alzò dalla sedia e sporgendosi in avanti gli lasciò un semplice bacio sulle labbra, casto e veloce.
Yao arrossì, soprattutto quando si rese conto che tutti li stavano guardando.
-Oggi non ero riuscito a salutarti- concluse semplicemente Ivan.

 
104. « è il tuo compleanno? » -Gerita
Feliciano lo bloccò nel bel mezzo del corridoio e offeso quasi urlò –è il tuo compleanno!?
Ludwig si passò una mano tra i capelli –Si ma non è importante.
Feliciano si imbronciò ancora di più -Certo che è importante! Non dire stupidaggini.
Lo afferrò per un polso e iniziò a correre portandoselo dietro, Ludwig lo seguì senza fare domande.
L’italiano lo portò in cortile, si mise in un angolo vuoto e dopo essersi guardato intorno si sporse per lasciargli un bacio sulle labbra, con gli occhi lucidi e le guance rosse sussurrò –Se vuoi stasera posso darti il regalo per intero- poi scappò via.

 
105. « perché hai pubblicato una nostra foto? » -FrUK
Arthur strabuzzò gli occhi quando, scorrendo nella home instagram, notò che Francis aveva pubblicato una loro foto insieme, anche abbastanza intima.
Le guance gli divennero rosse mentre alzava lo sguardo sull’altro e borbottava –Perché hai pubblicato una nostro foto?
Francis lo fissò non capendo –Perché  non dovrei se stiamo insieme?
-Noi… noi non… cosa…- e non riuscì a dire più nulla quando iniziò a leggere anche i commenti.
Morì definitivamente per l’imbarazzo quando Francis concluse –Tutti devono sapere che sei mio.

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Capitolo 8
*** 106/120 ***


106. « dove hai messo le mie mutande? » -LietPol
Toris sbuffò esasperato quando, nonostante avesse messo sottosopra tutte le lenzuola, non era comunque riuscito a trovarle, si girò verso Feliks –Dove hai messo le mie mutande?
Il biondo aprì gli occhi per scrutarlo –Avevi delle mutande?
-Certo che avevo delle mutande! Me le hai tolte tu!- divenne rosso nel dire quell’ultima frase.
Feliks alzò le spalle e allungando una mano lo tirò per farlo sdraiare nuovamente –A chi importa delle tue mutande? Non ne hai bisogno.
-Ma…- le sue proteste furono subito zittite da un bacio.

 
107. « ti sono mancato? » - Spamano
Quando Antonio aprì la porta, dopo che era stato fuori per tre giorni con i suoi migliori amici, cercò subito con lo sguardo il suo ragazzo e lo vide fissarlo con gli occhi felici.
Fu lui ad avvicinarsi per abbracciarlo e baciarlo con passione.
Quando si staccarono a corto di fiato lo spagnolo chiese felice –Ti sono mancato?
-No- borbottò in fretta l’italiano nascondendo il volto sul suo petto e stringendoselo più contro –Ma non te ne andare più per così tanto tempo.
Antonio rise baciandogli i capelli.

 
108. « mi hai pensato? » -PruCan
Matthew si strinse al suo petto nudo cercando più contatto, non disse nulla, ma Gilbert ormai lo conosceva così bene da sapere che stava cercando delle coccole, lo faceva sempre dopo aver fatto l’amore.
-Mi hai pensato?- sussurrò dopo averlo accontentato passandogli le dita tra i capelli.
-Mh?- chiese l’altro non capendo, gli occhi socchiusi.
-Quando sei stato da tuo fratello- specificò alludendo alle vacanze della settimana prima.
-Come potrei non farlo quando hai invaso completamente la mia mente?
 

109. « hai preso il mio computer? » -Ameripan
Kiku fissò Alfred con un cipiglio seccato e le braccia incrociate al petto.
-Hai preso il mio computer?- gli domandò sapendo già la risposta.
-No…- provò a mentire Alfred facendo il finto indifferente e non guardandolo direttamente negli occhi –non capisco perché pensi a una cosa del genere.
Kiku alzò un sopracciglio scettico –Allora gli Avengers come sfondo si sono messi da soli, giustamente.
Alfred annuì serio –Certo che si.

 
110. « vuoi salire? » -DenNor
Era Mathias quello espansivo, quello che aveva proposto quell’appuntamento, il primo che aveva deciso di parlare con l’altro.
Ma quando si trovarono sotto casa del norvegese alla  fine dell’appuntamento fu Lukas quello che si sporse in avanti per baciarlo e sussurrare –Vuoi salire?
E fu in quel momento che Mathias capì quanto davvero gli piacesse.
Non rispose verbalmente, ma l’aveva già preso in braccio stringendoselo contro, e per Lukas era una risposta più che eloquente.

 
111. « perché invitare me? » -PruCan
Matthew si trovò Gilbert fuori dagli spogliatoi che lo attendeva dopo gli allenamenti di hockey.
-Ehy- si aprì in un sorriso e lo raggiunse –Hai presente quel ballo che stanno organizzando?
Matthew annuì lentamente, la borsa in spalla mentre si avviavano fuori dal cancello.
-Dovremmo proprio andarci insieme- concluse Gilbert fissandolo si sottecchi.
Matthew sussultò, con gli occhi bassi e in un sussurro chiese –Perché invitare me?
-Perché sarei davvero uno stupido a non farlo.

 
112. « posso offrirti un drink? » -Rochu
Ivan l’aveva adocchiato perché sembrava una bellissima ragazza.
Ma quando si sedette al suo fianco al bancone del bar e notò che era un ragazzo non gli dispiacque per niente, i capelli lunghi avevano il loro fascino e quegli occhi scuri erano così profondi da fargli venire voglia di conoscerlo più a fondo.
-Posso offrirti un drink?- chiese diretto senza alcun imbarazzo.
Yao si girò a scrutarlo, normalmente avrebbe risposto male, troppo imbarazzato. Ma l’alcool che già circolava nel suo corpo lo portò a sorridere malizioso e accettare quella proposta.

 
113. « perché sei amico di così tante persone? » - Spamano
Romano sbuffò incrociando le braccia al petto mentre vennero interrotti per la milionesima volta da una persona che li aveva fermati per salutare Antonio.
Non erano ancora riusciti a concludere un argomento mentre camminavano lungo il parco.
-Perché sei amico di così tante persone?- chiese infine quando anche quest’ultima andò via.
Antonio lo abbracciò –Semplice cortesia… che t’importa dei conoscenti quando tu sei l’unico ragazzo della mia vita?
Romano borbottò –Lo spero proprio per te. Non vorrei tagliarti parti del corpo utili.

 
114. « perché hai fatto una lista e io non ci sono? » -PruCan
Gilbert si avvicinò alle sue spalle e scrutò con attenzione la lista che Matthew stava scrivendo sotto dettatura del fratello.
Quando vide che non c’era il suo nome si portò una mano al petto offeso –Perché hai fatto una lista e io non ci sono?
Matthew sbatté le palpebre confuso –Sei il mio ragazzo, è scontato che ci sarai comunque alla festa di Alfred, no?- ma infondo doveva aspettarsi quella scenata.
-Non è questo il punto, Matthew! Il magnifico me non può non stare dentro una lista!

 
115. « ti va se mi prendo cura di te? » -Ameripan
Kiku era sicuro che non stesse così male e continuò a fare tutto quello che stava facendo.
Era convintissimo che fosse un semplice raffreddore fino a quando, due ore dopo, quasi non svenne per il troppo lavoro in quelle condizioni.
Alfred lo prese al volo prima che toccasse terra facendosi davvero male.
Si sentiva così leggero e al sicuro che tra le sue braccia che quando l’americano chiese –ti va se mi prendo cura di te?- non era sicuro che l’altro l’avesse detto sul serio, ma si ritrovò ad annuire accoccolandosi di più contro quel petto caldo.

 
116. « mi abbracci? » - Gerita
Ludwig si girò verso la porta quando sentì i passi leggeri di Feliciano e il suo tirare su con il naso, aveva gli occhi lucidi e stava piangendo.
Prima che riuscisse a chiedere cosa fosse successo l’italiano lo anticipò –Ho appena finito di vedere Chiamami col tuo nome.
Ludwig annuì lentamente, non l’aveva mai visto e non sapeva neanche la trama –è finito male?
Feliciano annuì asciugandosi una nuova lacrima –Mi abbracci?

 
117. « mi dai un bacio? » -DenNor
-Mi dai un bacio?- chiese nuovamente Mathias eccitato quando l’altro stava per addormentarsi.
Lukas mugugnò leggermente infastidito –Te ne ho dati tanti- rispose con gli occhi chiusi.
-Ma io ne voglio un altro- fece i capricci il danese, Lukas però sapeva che l’altro aveva solo paura di addormentarsi, sia per gli incubi sia perché potevano di nuovo dividerli.
Aprì gli occhi e si strusciò contro il suo corpo nudo avvicinando le labbra alle sue, lo accontentò con un nuovo bacio pieno di passione, infine sussurrò –Sarò qui domani mattina quando ti sveglierai, e così per tutte le prossime mattine. Nessuno mi porterà più via da te, te lo prometto.

 
118. « sei sempre stato tu? » -FrUK
Arthur ormai era così innamorato di quella persona anonima che gli lasciava bigliettini con frasi dolcissime dentro il suo armadietto che decise di arrivare a scuola presto e nascondersi.
Doveva sapere chi fosse. E quando vide Francis, la persona che pensava di odiare ma che era costantemente nella sua testa, tutto nella sua mente andò al proprio posto.
Con gli occhi lucidi uscì allo scoperto –Sei sempre stato tu?
Francis sussultò e sorrise imbarazzato –Volevo che ti innamorassi di me, oltre che odiarmi.
Arthur lo attirò a sé per la cravatta, prima di baciarlo sussurrò –Ci sei riuscito.

 
119. « l’hai fatto per me? » - Spamano
Antonio e Romano si erano conosciuti mentre il primo era in erasmus in Italia.
Si erano innamorati e avevano passato il miglior anno della loro vita, poi Antonio era dovuto tornare in Spagna. Fu tre mesi dopo che, valigia in mano, suonò alla porta dell’italiano.
Romano lo fissò incredulo mentre gli occhi gli si riempivano di lacrime.
-Mi trasferisco qui- proruppe subito lo spagnolo, un sorriso enorme in volto.
-L’hai fatto per me?- sussurrò piano l’altro, voleva crederci davvero.
-Farei di tutto per te- rispose prima di lasciare andare i bagagli e tornare a baciare quelle labbra.

 
120. « mi ami? » -LietPol
Feliks si mise a sedere sul letto con le gambe incrociate e fissò Toris dall’alto, visto che questo era ancora sdraiato, mentre iniziava a dire –Stavo tipo pensando che sei diventato davvero importante per me e che… tipo… mi piace quello che facciamo ma… tipo, potrei essermi davvero innamorato di te. So che sono un disastro ma tu… mi ami?
Toris lo fissò come se non avesse capito, poi gli sfuggì un sorriso e con una mano lo spinse a sdraiarsi nuovamente –Certo che ti amo, davvero non l’avevi ancora capito?
Feliks si strinse contro di lui con un sorriso –Volevo sentirtelo dire.

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