Back and Forth

di BlackHawk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Kailey aprì gli occhi lentamente, cercando di abituarsi gradualmente alla luce intensa che giungeva dalle finestre.
Si tirò su di scatto quando capì di non essere nella sua stanza, ma il panico iniziò ad assalirla davvero quando si rese conto di trovarsi in un letto che non aveva mai visto in vita sua.
Che diavolo stava succedendo?
Si guardò intorno, disorientata.
Le pareti della stanza era tappezzate di poster di cantanti a lei sconosciuti, non c’erano foto personali o altro che potesse aiutarla a capire dove fosse e, cosa ben peggiore, non si ricordava nulla della notte precedente.
Dove sono i miei vestiti?, si chiese preoccupata mentre ispezionava la stanza attentamente.
Non ebbe il tempo di interrogarsi ulteriormente su come fosse finita lì perché la porta della stanza si spalancò all’improvviso, rivelando un ragazzo molto alto che lei non aveva mai visto in vita sua.
Si coprì istintivamente con il lenzuolo bianco ai suoi piedi nell’istante esatto in cui si rese conto di avere addosso solo una maglietta a maniche corte di due taglie più grandi della sua che non riconosceva affatto.
Alzò lo sguardo e incrociò un paio di occhi divertiti.
Lo sconosciuto indossava solo un paio di jeans scuri e i suoi capelli erano ancora umidi, un chiaro segnale del fatto che fosse appena uscito dalla doccia.
Kailey arrossì involontariamente e poi si costrinse a guardarlo negli occhi nonostante l’imbarazzo.
Notò un piercing sul sopracciglio destro, ma la sua attenzione fu subito catturata dal modo in cui si erano incurvate le labbra del ragazzo.
-È inutile che ti copri- disse lo sconosciuto, avvicinandosi lentamente al letto.
Kailey fissò ipnotizzata i suoi grandi occhi verdi per qualche secondo senza dire nulla. Fortunatamente ben presto la razionalità tornò a farsi strada prepotentemente dentro di lei.
-Chi diavolo sei tu?- gli chiese, totalmente disorientata.
Lo sconosciuto inarcò un sopracciglio, come se lei gli avesse appena chiesto di raggiungere un altro pianeta a piedi.
-Allora?- lo incalzò Kailey, infastidita dal suo silenzio. -Come sono finita qui?-
Lo sconosciuto incrociò le braccia al petto e poi la scrutò attentamente.
Kailey non poté fare a meno di sentirsi a disagio. Era abbastanza umiliante ritrovarsi senza vestiti nel letto di uno sconosciuto che lei non ricordava affatto, ma essere studiata da lui la metteva ancora più in imbarazzo.
Notò che i muscoli delle spalle e delle braccia si flettevano ad ogni suo movimento e in quel momento si chiese se avesse dormito con lui quella notte.
Poi sospirò, dandosi della stupida. La situazione non poteva prestarsi ad equivoci. Era andata a letto con uno sconosciuto di cui non si ricordava nulla e adesso si trovava nel suo letto a chiedersi cosa fosse successo la sera prima.
Ma come diavolo era possibile?
Lei non era quel tipo di ragazza. Non lo era mai stata.
-Non ti ricordi niente?- le chiese il ragazzo, perplesso.
Kailey scosse la testa con decisione.
Si ricordava di essere andata in un locale a bere qualcosa con le sue amiche, ma poi i ricordi cominciavano a diventare sfocati e inconsistenti.
Forse aveva bevuto troppo, però non ne era così convinta. Nessun accenno di mal di testa o nausea. Niente di niente.
Se davvero avesse bevuto così tanto da non ricordarsi nulla non si sarebbe dovuta sentita così bene come in quel momento, giusto?
-Nemmeno il mio nome?- le chiese infastidito.
Kailey strinse con più forza il lenzuolo, cosa che al ragazzo non sfuggì.
-È inutile che ti copri- ripeté ancora una volta, inarcando un sopracciglio. –Ieri ho già visto tutto.-
Kailey sgranò gli occhi, incredula. Come poteva essere così sfacciato in una situazione del genere?
-Si può sapere chi diavolo sei?- ripeté ancora una volta Kailey, spazientita.
La rabbia stava nettamente prevalendo sull’imbarazzo.
Vide il ragazzo avvicinarsi sempre di più fino a raggiungere il lato del letto su cui si trovava lei.
Si piegò fino a che i loro occhi non furono alla stessa altezza.
A quel punto appoggiò le mani sul materasso e poi si lasciò sfuggire un sorriso malizioso.
-Possibile che non ti ricordi niente?- le chiese in tono allusivo, sporgendosi verso di lei.
Kailey si ritrovò a trattenere il respiro.
Non si ricordava minimamente di lui, eppure il suo corpo sembrava reagire alla sua presenza in modo abbastanza evidente.
Lo vide avvicinarsi lentamente, come se avesse paura che lei potesse scappare da un momento all’altro.
Nei suoi occhi verdi non lesse altro che desiderio.
Rimase immobile, mentre lui si avvicinava pericolosamente a lei, accorciando nettamente la distanza delle loro bocche.
Adesso erano talmente vicini che Kailey riusciva a percepire il suo profumo e sapeva perfettamente che da un momento all’altro lui l’avrebbe baciata.
Un pensiero fastidioso si insinuò però nella sua mente. Allontanò il ragazzo con una spinta e si alzò dal letto, con addosso ancora il lenzuolo.
Non andò molto lontano.
Il ragazzo le afferrò dolcemente un braccio e poi l’attirò a sé, imprigionandola tra le sue braccia.
Si guardarono negli occhi per alcuni secondi senza dire nulla.
Poi Kailey fece per allontanarsi, ma lui non glielo permise.
Smise di muoversi e chiuse gli occhi, cercando di ragionare in fretta. Se lei gli avesse chiesto con gentilezza di lasciarla andare, lui certamente non si sarebbe potuto opporre.
Decise di fare un tentativo.
Riaprì gli occhi e notò che lui la stava fissando intensamente.
-Lasciami andare, ti prego.- lo supplicò, detestando il tono dimesso che aveva usato. La sua riposta fu stringerla ancora di più a sé.
Kailey sospirò e poi gli chiese ciò che più l’angosciava.
-Abbiamo usato almeno una precauzione?- chiese, incapace di guardarlo negli occhi.
-Non faccio niente senza prendere precauzioni, Kailey.-
Kailey sussultò per quella riposta così diretta e poi non riuscì a fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.
Ancora non riusciva a credere di essere andata a letto con uno sconosciuto. Non era da lei. Ma perché le sue amiche non l’avevano fermata?
-Peccato che non ti ricordi niente.- disse il ragazzo, costringendola a riportare l’attenzione su di lui.
Kailey si arrabbiò ancora di più.
Odiava perdere il controllo di se stessa e l’idea di essere stata con un ragazzo del genere, che sapeva più di quanto lei riuscisse a ricordare, la mandava fuori di testa.
-Spostati.- gli intimò, in tono duro.
Lui la ignorò deliberatamente e poi si impadronì della sua bocca, senza darle il tempo di protestare.
La baciò come se l’avesse fatto già una miriade di volte e questo la destabilizzò, soprattutto quando si rese conto che lei stava rispondendo a quel bacio come se fosse la cosa più normale del mondo.
-È davvero un peccato che non ti ricordi niente.- le ripeté a un certo punto, scostandosi da lei.
Quelle parole furono per Kailey come una secchiata di acqua gelida addosso, un promemoria del suo comportamento sconsiderato.
Gli posò le mani sul petto e poi lo spinse via bruscamente.
-Togliti- ripeté ancora una volta, fissandolo con odio.
Vide un lampo di rabbia balenare negli occhi del ragazzo, ma alla fine lui fece un passo indietro e la lasciò passare.
-Dove sono i miei vestiti?- gli chiese, non vedendoli da nessuna parte.
-In soggiorno.- rispose seccato.
Kailey lo fissò. Cosa aspettava a portarcela? Se non si ricordava né di lui né della notte precedente, come poteva ricordarsi dove fosse il soggiorno?
-Vieni.-
Kailey lo seguì in soggiorno e poi lo vide chinarsi in un angolo e tirare su i suoi vestiti.
Un vestitino semplice verde che risaltava alla perfezione i suoi lunghi capelli rossi e un cardigan nero con le maniche a tre quarti.
Dannazione, pensò.
Quando lui le porse i vestiti della sera precedente Kailey sentì le guance scaldarsi.
-Il bagno è lì- le disse il ragazzo, indicando una porta sulla destra.
Kailey non disse nulla. Si limitò a dirigersi in quella direzione e poi si chiuse la porta alle spalle. Si avvicinò lentamente allo specchio sopra il lavandino e osservò a lungo la sua immagine riflessa.
I capelli erano tutti in disordine, le guance arrossate e i suoi occhi castani rivelavano più di quello che lei stessa era disposta ad ammettere.
Si coprì gli occhi con una mano e sospirò. Dannazione, pensò di nuovo.
 
Kailey uscì dal bagno dieci minuti dopo. Si era data una rinfrescata, cercando di ricomporsi.
Adesso l’unica cosa di cui aveva bisogno era di tornare a casa e farsi una bella doccia, ma soprattutto cercare di capire cosa diavolo fosse successo la sera prima.
Trovò il ragazzo di cui ancora non ricordava il nome seduto sul divano, completamente vestito e asciutto.
Indossava una maglia nera a maniche corte e un paio di jeans scuri. Si alzò non appena si accorse di lei.
La scrutò per qualche secondo, facendo scorrere il suo sguardo su di lei e poi puntò i suoi occhi verdi nei suoi.
-Le scarpe.- gli fece notare lei, schiarendosi la voce.
Non riusciva in alcun modo a liberarsi da quella fastidiosa sensazione di imbarazzo che aveva iniziato a provare dalla prima volta in cui i loro si sguardi si erano incontrati.
Il ragazzo le indicò l’angolo in cui aveva preso i suoi vestiti.
Kailey intravide subito le scarpe con il tacco che aveva scelto di indossare la sera precedente. Si avviò in quella direzione e le infilò velocemente.
Voleva andarsene da lì immediatamente, ma prima doveva trovare la sua borsa.
Ispezionò rapidamente il piccolo soggiorno fino a quando non la vide su un mobile accanto al televisore. La prese e controllò di avere cellulare e portafogli. Sembrava tutto in ordine. Quando alzò nuovamente lo sguardo notò che lui la stava decisamente fissando.
All’improvviso si ritrovò senza parole, imprigionata in quegli occhi verdi penetranti che non accennavano a staccarsi dai suoi.
Lo vide avvicinarsi e fermarsi infine a qualche passo da lei.
-Ti accompagno a casa.- mormorò il ragazzo, avvicinandosi sempre di più a lei.
Kailey trattenne il respiro, incapace di fare altro.
Quando lui si sporse verso di lei, Kailey si costrinse a non distogliere lo sguardo. I suoi capelli le sfiorarono il collo e il suo profumo la investì.
Iniziò a rilassarsi quando lo vide tornare al suo posto con un mazzo di chiavi in mano.
-Potevi anche chiedermi di spostarmi- borbottò Kailey, cercando di nascondere il suo imbarazzo.
Il ragazzo sorrise in un modo che lei trovò estremamente fastidioso in quel momento.
-Chiamo un taxi.- disse Kailey, recuperando il telefono dalla borsa. -Non c’è bisogno che ti scomodi….-
-Ti accompagno.- insistette lui, con un tono che non ammetteva repliche.
-E io ho detto che…-iniziò a protestare Kailey.
Il ragazzo avanzò verso di lei, costringendola indietreggiare.
A un certo punto però si dovette fermare, ritrovandosi con la schiena appoggiata al mobile su cui era posata la sua borsa.
-Ti accompagno io.- le ripeté, inchiodandola con lo sguardo.
Kailey lo scansò bruscamente e si avviò a passi decisi verso la porta, consapevole che lui la stesse seguendo.
Afferrò la maniglia con decisione ed uscì, sbattendogli la porta in faccia.
-Stronzo.- sibilò, arrabbiata.
Notò una rampa di scale ci si fiondò come se fosse una questione di vita o di morte. Non fu però la decisione più saggia che avesse mai preso in vita sua. Con i tacchi alti faceva fatica a scendere i gradini velocemente.
In ogni caso nel giro di dieci minuti si ritrovò fuori dal palazzo e si guardò intorno. Riconobbe il pub in cui era andata con le sue amiche la sera prima e poi afferrò subito il cellulare per prenotare un taxi.
Le dissero che in cinque minuti ne sarebbe arrivato uno.
Peccato che in cinque minuti il ragazzo potesse facilmente raggiugerla e continuare ad umiliarla.
Fortunatamente non fu così. Il taxi si fermò davanti al marciapiede e lei salì immediatamente, senza guardarsi indietro.
Riferì rapidamente al tassista l’indirizzo di casa sua e poi chiamò Tessa, la sua migliore amica.
-Pronto?- le chiese una voce assonnata.
Kailey lanciò un’occhiata veloce al display e si accorse che era ancora molto presto. Tessa odiava alzarsi presto la domenica.
-Tessa.-
-Kailey!- la voce della sua amica divenne più vivace e non era un buon segno.
-Che diavolo è successo ieri sera?-
Sentì Tessa esitare all’altro capo del telefono.
-Tessa?- la incalzò Kailey, irritata.
-Beh, diciamo che…-
-Ti conviene parlare Tessa e subito. Non ho i postumi di una sbornia, ma non riesco a ricordare un accidenti lo stesso.-
-Siamo andati in quel locale che piace tanto a Kim ricordi?- le chiese Tessa, sospirando.
-Quello sì. Mi pare di aver ordinato una birra e poi ci siamo messe a chiacchierare. Lizzie ci ha raccontato dell’appuntamento con Jason. Poi non ricordo più nulla.- ammise Kailey, mentre il taxi si metteva in coda dietro una grossa monovolume.
-Quella birra era un po’ forte. A un certo punto forse eri un po’ brilla, ma nulla di grave.- le raccontò.
Brilla? Lei? Impossibile.
-Un tizio ti si è avvicinato offrendoti da bere, ma tu hai rifiutato. Sei andata in bagno, ma non ci siamo accorte che quel tizio non aveva preso bene quel rifiuto e ti aveva seguito. Sono arrivata in tempo prima che ti mettesse le mani addosso e ti ho riportato dalle altre.-
Kailey attese che Tessa proseguisse, ma non lo fece.
-E?-
-E cosa, K?-
-Poi cosa è successo? Siamo rimaste nel pub o siamo andate da qualche altra parte?-
-Siamo rimaste un’altra oretta e poi Lizzie ha avuto la brillante idea di farsi un tatuaggio.-
Kailey sgranò gli occhi, sperando di aver capito male. Lizzie con un tatuaggio?
-Cosa?- chiese Kailey, incapace di credere che Lizzie si fosse voluta fare un tatuaggio.
-Da un tizio di nome Carter, che ha lo studio vicino a dove lavoro io.-
Kailey non si ricordava niente. Come era possibile che avesse rimosso tutto quanto?
-Tessa devi dirmi tutto quello che ho fatto ieri sera, perché stamattina mi sono ritrovata nel letto di uno sconosciuto di cui non ricordo nulla con sola la sua maglietta addosso.-
-Cosa?- urlò Tessa, costringendola ad allontanare il telefono dall’orecchio.
Notò che il tassista ogni tanto le lanciava occhiate dallo specchietto retrovisore. In circostanze diverse si sarebbe vergognata di fare una conversazione del genere davanti a un perfetto sconosciuto, ma quella mattina aveva affrontato situazioni molto più imbarazzanti di quella e non si fece problemi a parlare apertamente con la sua migliore amica.
-Sì, Tessa. Hai capito bene. Non sai chi possa essere?-
-No, K. Io e Kim a un certo ce ne siamo andate, ma tu sei voluta rimanere. So che Lizzie ti ha riaccompagnata a casa e poi si è vista con Jason.-
-Non è possibile, Tessa. Come sono finita a casa di quel tizio? Mi ha fatto capire che siamo andati a letto insieme. Capisci?-
-Come si chiama?-
-Non lo so. Non gliel’ho chiesto.- rispose Kailey, dandosi della stupida. –Si è creata una situazione piuttosto strana. Diciamo che avevo fretta di andarmene via, ecco. -
-Non so che dirti, K. Lui com’è?-
Kailey arrossì, felice che Tessa non potesse vederla.
-Un tipo qualunque- mentì.
-Non so davvero che dirti, Kailey.-
-Senti chiamo al volo Lizzie. Ci sentiamo dopo-
-Ciao, K.-
Kailey la salutò e poi chiamò immediatamente Lizzie.
-Kailey!-
-Tessa mi ha detto che mi hai riaccompagnato a casa ieri sera, ma sappiamo entrambe che non è andata così, giusto?- chiese Kailey, irritata.
-Oh, K…ehm… quel tipo ti piaceva e tu piacevi a lui, perciò…- iniziò a giustificarsi Lizzie, a disagio.
-Perciò cosa, Lizzie?-
-Perciò ti ho lasciata con lui. Avevi bisogno di…- Kailey sentì la rabbia crescere dentro di lei.
-Ti ha dato di volta il cervello?! Mi hai lasciato con un perfetto estraneo e stamattina mi sono svegliata nel suo letto senza ricordami nulla!- esclamò Kailey, costringendosi ad ignorare le occhiate del tassista.
-Non è un perfetto estraneo, K! È un amico di Carter e quindi indirettamente anche di Jason.-
-Tradotto in parole povere un emerito sconosciuto! Non mi hai ancora presentato Jason e non conosco nessun fottutissimo Carter!-
-Ma se ieri sera eri con noi, K!-
-Hai afferrato la parte in cui ti dicevo che non mi ricordo niente?!-
-Drake è un bravo ragazzo. – la rassicurò Lizzie. -Vi siete divertiti insieme, perché la fai tanto lunga?-
-Vaffanculo, Lizzie.-
Kailey le attaccò il telefono in faccia e poi scosse la testa.
Non riusciva a credere a quello che le era appena successo.
Dannazione, pensò di nuovo, arrabbiata.
Kailey prese un respiro profondo e poi si costrinse a calmarsi. Decise che avrebbe rimosso dalla sua memoria qualsiasi cosa avesse a che fare con quel Drake.
Non avrebbe cercato di ricordare cosa era successo quella notte.
Avrebbe fatto finta di niente e la sua vita sarebbe andata avanti come se niente fosse.
O almeno era quello che sperava lei.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


 
Drake non aveva mai suonato così male in vita sua, nemmeno quella volta in cui suo fratello, completamente ubriaco, lo aveva riempito di botte fino a farlo sanguinare.
Si ricordava ancora quanto avesse avuto paura di lui quel giorno, ripromettendosi di andare a vivere da un’altra parte non appena avesse raggiunto la maggiore età, ma poi era riuscito comunque a suonare decentemente nel locale in cui si esibiva spesso con il suo gruppo.
Quella sera invece non ricordava gli accordi, confondeva le parole e stava umiliando tutto il gruppo di fronte a decine di ragazzi che erano venuti a sentirli suonare.
Non riusciva a fare a meno di pensare a Kailey, al modo in cui aveva stretto il suo corpo e a come lei gli avesse fatto dimenticare il passato, anche se solo per una notte. Ma quella mattina lei aveva detto, o per lo meno finto, di non ricordare nulla e questo lo aveva mandato fuori di testa.
Non ci avrebbe mai provato con lei se avesse capito in tempo che era ubriaca, ma lei non si ricordava nulla di lui, e quindi aveva bevuto molto di più di quanto avesse dato a vedere.
Quella mattina però, quando l’aveva stretta tra le sue braccia, lei era perfettamente sobria e se solo glielo avesse permesso lui avrebbe potuto annegare i suoi tormenti un’altra volta.
Ma non glielo aveva consentito.
Era scappata da lui senza pensarci due volte e adesso doveva ritrovarla ad ogni costo. Non gli importava di aver ferito i suoi sentimenti o altre stronzate del genere. Voleva solamente usarla un’altra volta per svuotare la sua mente.
L’avrebbe sedotta, sfruttando l’attrazione che lei chiaramente provava nei suoi confronti, e poi si sarebbe servito di lei ogni volta che ne avesse avuto bisogno, fregandosene altamente dei suoi sentimenti.
Quando finirono di suonare anche l’ultima canzone, Drake lanciò un’occhiata al pubblico. Sembravano tutti annoiati e delusi dall’esibizione a cui avevano appena assistito.
-Che cazzo ti è preso Drake?- gli chiese Tyler.
-Non mi rompere i coglioni Ty.-
-Mi prendi per il culo? Hai suonato da schifo stasera e ci hai fatto fare una pessima figura. Mark ci paga per attirare nuovi clienti, ma con un’altra performance del genere non ci rinnoverà il contratto un’altra volta. Servono a tutti quei soldi, perciò vedi di risolvere qualunque cazzo di problema tu abbia.-
Tyler aveva ragione, ma non aveva intenzione di riconoscere i suoi errori, perciò Drake si limitò a staccare la chitarra dall’amplificatore e poi si avviò verso l’uscita del locale. Non era dell’umore adatto per sentire la ramanzina che anche Chase aveva sicuramente voglia di fargli.
Loro tre erano un gruppo da così tanto tempo che faceva fatica a ricordarsi la prima volta che avevano suonato insieme, ma erano anche amici.
Amici che però non parlavano mai dei loro problemi. Si ubriacavano e rimorchiavano ragazze tutte le sere, ma nessuno osava mai chiedere se gli altri due stessero bene. La loro non era quel tipo di amicizia.
Mentre camminava per le vie deserte di San Francisco si chiese se non dovesse contattare Carter. Aveva conosciuto Kailey nel suo studio perché una sua amica voleva farsi un tatuaggio, ma anche lui quella sera era lì perché Carter doveva procedere con il tatuaggio che gli avrebbe ricoperto tutta la schiena.
Era stata una fottuta coincidenza che però gli aveva incasinato il cervello.
Tramite lui sarebbe forse riuscito a risalire a Kailey, di cui non sapeva nulla se non il fatto che avevano passato una notte insieme che gli aveva fatto dimenticare almeno per una volta tutti i suoi problemi.
Accelerò il passo per raggiungere lo studio più in fretta.
Non appena entrò, la ragazza alla reception gli rivolse uno sguardo lascivo. Erano stati insieme una sola notte, tanti mesi prima, e non si rassegnava al fatto che lui non la volesse un’altra volta nel suo letto.
-Drake.- lo salutò, piegandosi in un modo tale da mostrargli meglio la scollatura.
-Ava. –la salutò lui.- Carter è impegnato?-
-Tra cinque minuti ha un appuntamento.-
-Allora vado di là.-
-Credo sia meglio che lo vada a chiamare. È entrata una ragazza prima e posso solo immaginare cosa stanno facendo in questo momento.-
Drake alzò gli occhi al cielo.
-Non credo che mi scandalizzerò.- disse Drake, avviandosi verso la stanza in cui Carter dava vita alla sua arte.
Prima che potesse afferrare la maniglia, una ragazza bionda sulla ventina uscì.
Rivolse un sorrise a Drake e poi si allontanò dallo studio.
Drake entrò nella stanza e notò che Carter stava il lettino su cui faceva accomodare i suoi clienti.
-Ehi Drake.- lo salutò allegro il tatuatore non appena si accorse della sua presenza.
-Chi era quella?-
Vide Carter scrollare le spalle. –Per la verità non mi ricordo come si chiama.-
Drake scoppiò a ridere.
-Non dovevi venire domani?- gli chiese Carter, fissandolo con aria interrogativa.
All’improvviso si ricordò il motivo per cui era venuto allo studio.
-Ti ricordi quella tipa di ieri?-
-Chi?-
-Quella che aveva accompagnato l’amica a farsi un tatuaggio.-
-Ah ho capito.- disse Carter, in tono strano. -Intendi l’amica di Lizzie.-
Drake si chiese perché i suoi occhi si fossero incupiti all’improvviso.
-Sì, quella. La conosci?-
-Conosco l’amica, Lizzie. Cioè non è che la conosco bene.- rispose Carter, distogliendo lo sguardo. -È uscita un paio di volte con Jason. Me l’ha mandata lui per il tatuaggio.-
-Aspetta un attimo...- disse Drake, cominciando a capire. –Ti piace.-
Vide Carter sussultare. –Che cazzo vuoi, Drake?- gli chiese poi, in tono più aggressivo.
-Voglio il cognome di Kailey e il suo indirizzo.-
-Non lo so, amico. Perché diavolo ti interessa tanto? Non ti è bastata una volta sola?-
Voglio lei, pensò Drake.
-Allora dimmi dove posso trovare questa Lizzie. Se sono amiche deve sapere di certo quello che sto cercando.-
-Non lo so Drake. L’ho vista ieri per la prima volta, non mi sono messo a controllarle i documenti.-
-Dammi il numero di Jason allora.-
Carter andò a prendere il suo telefono e poi gli dettò un numero, che Drake salvò sulla propria rubrica.
-Grazie, amico.-
-Ci vediamo domani alle tre.-
Drake annuì e poi uscì via, evitando accuratamente Ava.
Chiamò immediatamente Jason, nonostante fosse molto tardi, e gli spiegò il motivo della telefonata.
Purtroppo però non riuscì a ottenere le informazioni che desiderava perché a quanto pareva Lizzie e Kailey avevano litigato proprio per quello che era successo la notte precedente.
Drake decise di andare a casa, se così si poteva definire un appartamento di quaranta metri quadrati molto vecchio e mai in ordine.
Purtroppo però non poteva permettersi altro e vivere con il fratello non era un’opzione valida.
 
Il giorno dopo Drake ricevette un messaggio da parte del fratello. Aveva urgentemente bisogno di parlare con lui, per cui sarebbe dovuto andare nell’ufficio in cui lavorava.
Drake non parlava quasi mai con suo fratello. Erano passati quattro anni da quando era andato a vivere da solo e i loro contatti erano diminuiti notevolmente.
A volte si incontravano nel centro di riabilitazione in cui finiva spesso la madre, ma nessuno dei due prendeva l’iniziativa con l’altro. Si limitavano a lanciarsi occhiate e ad ascoltare attentamente la responsabile che si occupava del centro di disintossicazione.
Sempre la stessa storia. La madre rimaneva un paio di giorni e poi se ne andava per drogarsi di nuovo.
Drake si infilò un paio di jeans e una maglia e poi si diresse verso l’ufficio in cui lavorava il fratello. Paradossale il fatto che lui non riuscisse quasi ad arrivare alla fine mese, mentre suo fratello lavorava in un azienda che fatturava miliardi di dollari all’anno.
Parcheggiò la moto accanto all’ingresso e poi si avviò verso la reception. La ragazza lo squadrò per qualche secondo prima di indicargli l’ascensore che avrebbe dovuto prendere per arrivare alla stanza di Max.
Dieci minuti dopo era seduto su una poltrona di fronte alla sua scrivania. Max lo osservò per qualche secondo senza dire niente e poi sospirò.
-Drake, io vorrei scusarmi per…-
Drake lo interruppe subito. –Saltiamo la parte in cui ti scusi per quella volta, ok? Ogni volta che ci vediamo ritorni su quel cazzo di argomento. Sono passati anni, lascia perdere. Dimmi perché sono qua.-
Vide suo fratello passarsi una mano nei capelli scuri come i suoi e poi incrociare la braccia sulla scrivania.
-Si tratta della mamma.-
Drake se lo era immaginato, per quel motivo aveva deciso di andare da lui.
-Che è successo stavolta?- chiese, sospirando.
Suo fratello lo guardò negli occhi per un momento e a Drake sembrò che fossero lucidi.
-È morta.-
Drake sentì i polmoni farsi pesanti. –Cosa?-
Suo fratello alzò lo sguardo. Stava davvero piangendo, Drake non se l’era immaginato. Non lo aveva mai visto piangere in vita sua.
-La polizia l’ha trovata in un vicolo ieri notte.- spigò suo fratello con voce incrinata. –Era andata in overdose.-
-Perché cazzo non mi hai chiamato ieri sera?- chiese Drake.
-Hanno avuto difficoltà nell’identificare il corpo. Mi hanno contattato solo stamattina e poi ti ho subito scritto.-
-È morta.- mormorò Drake, come se dirlo ad alta voce rendesse la cosa più reale.
-Quando l’hai vista l’ultima volta?- gli chiese Max.
-Due giorni fa in clinica. Sembrava pulita.- disse Drake, alzandosi dalla poltrona di scatto.
Aveva bisogno di andare via di lì. Non riusciva a respirare.
-Drake...mi occuperò io del funerale.-
Drake non disse nulla, si fiondò verso la porta e uscì dalla stanza come se fosse una questione di vita o di morte.
E lo era. Sua madre era morta.
È morta, continuò a ripetersi mentre raggiungeva l’ascensore.
Si bloccò un minuto prima di premere il pulsante di chiamata. Intravide una folta chioma rossiccia e un corpo che aveva sognato di stringere ancora. Kailey.
Non gli importava perché Kailey si trovasse lì in quel momento. Aveva solo bisogno di toccarla, di perdersi dentro di lei.
Si avviò a passi decisi nella sua direzione.
Quando fu a un passo da lei le afferrò un braccio e la costrinse a voltarsi. I suoi occhi nocciola si spalancarono sorpresi quando si accorse di lui.
Drake agì impulsivamente. Notò una stanza vuota con la porta aperta e spinse Kailey ad entrare. Chiuse la porta a chiave e poi tornò a concentrarsi su Kailey. Aveva un disperato bisogno di lei.
Non le diede il tempo di reagire o di protestare. Avanzò deciso e poi la spinse contro un enorme tavolo. Erano in una sala riunioni, probabilmente.
-Che diavolo stai facendo?- gli chiese Kailey, arrabbiata.
Drake l’attirò a sé e poi premette le proprie labbra su quelle di Kailey, impadronendosi della sua bocca.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Kailey lo spinse via bruscamente, costringendosi ad ignorare il senso di disperazione che quel bacio breve, ma profondo  le aveva trasmesso.
Che diavolo ci faceva Drake lì? Perché si era comportato in quel modo, come se avesse un bisogno viscerale di stabilire un contatto fisico con lei?
Kailey sperava di dimenticarsi di lui, non di ritrovarselo davanti all’improvviso, per di più nell’ufficio in cui lei lavorava.
Indietreggiò leggermente, nella speranza di aumentare la distanza tra i loro corpi, ma il bordo del tavolo alle sue spalle le fece capire di non avere alcun margine per sottrarsi al fascino magnetico che Drake sembrava esercitare su di lei.
Si sforzò di ostentare una fredda indifferenza, ma sentiva ancora le labbra morbide e piene del ragazzo sulle sue.
Dacci un taglio Kailey, si rimproverò, cercando di ricomporsi.
Non era certo il tipo da svenire per un bacio, nemmeno se quel bacio, per quanto breve, avesse avuto la potenza devastante di un uragano.
-Che ci fai qui?- gli chiese, incrociano le braccia la petto e cercando di mostrarsi rilassata.
Rischiò di perdersi nella profondità dei suoi occhi verdi, ma poi ricordò a se stessa che lui era un perfetto sconosciuto. Uno sconosciuto con cui era andata a letto, certo, ma con cui non voleva avere niente a che fare. Forse. Dannazione.
Vide Drake sporgersi verso di lei e guardarla negli occhi. I muscoli delle sue braccia guizzarono sotto gli occhi di Kailey quando lui appoggiò le mani sul tavolo alle sue spalle, togliendole qualsiasi via di fuga.
Kailey odiava sentirsi in trappola così come tutte le situazioni su cui non riusciva ad avere il controllo. Raddrizzò le spalle e si fece leggermente avanti, ignorando il profumo inebriante di Drake.
-Spostati.- gli ordinò decisa, sostenendo il suo sguardo penetrante.
Le sembrò che i suoi occhi fossero più cupi rispetto alla prima volta in cui li aveva visti, ma decise che non gliene importava nulla.
Doveva semplicemente uscire da quella stanza e scordarsi di averlo incontrato, esattamente quello che aveva cercato di fare il giorno prima. Con scarsi risultati però.
Le immagini del giorno prima l’avevano tormentata tutto il giorno, per non parlare del fatto che ancora non riuscisse a ricordare niente della notte che avevano passato insieme.
Quel pomeriggio sarebbe andata dal medico e avrebbe cercato di dare un senso a quello che le era successo.
Come poteva aver dimenticato ore intere della sua vita?
Prima però doveva affrontare un ragazzo bellissimo e determinato che non sembrava intenzionato a lasciarla andare. Non era sicura del fatto che sarebbe uscita vittoriosa da quello scontro, ma lei odiava perdere perciò si sforzò di ignorare il cuore che galoppava furioso nel petto e lo affrontò a viso aperto.
-Spostati.- ripeté, alzando questa volta il tono di voce.
Spostati e piantala di guardarmi in questo modo, dannazione, erano le parole che avrebbe voluto dire davvero.
Drake si avvicinò ancora di più a lei. I loro corpi quasi si sfioravano e i loro occhi erano incatenati in un modo che turbava Kailey nel profondo.
In circostanze diverse avrebbe distolto lo sguardo, ma sarebbe stato un segno di debolezza e lei non voleva sembrare una delle tante ragazze che sicuramente cadevano ai piedi di Drake solo perché era un tipo bello e affascinante.
Si ritrovò a trattenere il fiato quando lui le afferrò la vita con decisione e accosè il viso al suo collo.
Un contatto delicato, quasi irreale. Si accorse appena che le sue braccia erano scese lungo i fianchi e che la sua borsa era scivolata per terra con un tonfo.
Se Kailey non fosse rabbrividita nell’istante esatto in cui le labbra di Drake si erano posato sul suo collo lei avrebbe pensato di essersi immaginata tutto.
-La devi smettere, Drake.- disse Kailey, reprimendo l’istinto di circondargli il collo con le braccia e di premere il suo corpo contro quello forte di lui.
Le sembrò di tornare a respirare quando lui fece un passo indietro, liberandola dalla sua stretta.
-Altrimenti?- le chiese, inarcando un sopracciglio.
Kailey sgranò gli occhi, allibita. –Si può sapere che diavolo vuoi da me?-
Vide gli occhi di Drake scurirsi ancora di più. Lo sentì inspirare profondamente, come se stesse cercando di esercitare una qualche forma di controllo su se stesso.
-Come mai se qui?- le chiese, ignorando deliberatamente la sua domanda.
-La domanda è, piuttosto, cosa ci fai tu qui.- rispose Kailey, ancora incapace di credere di essersi imbattuta in Drake nell’ultimo posto in cui avrebbe mai immaginato di trovarlo.
-Non sono affari tuoi.- le disse, con un tono che la fece rabbrividire.
Non riusciva a capire se fosse arrabbiato oppure disperato. Non lo conosceva abbastanza bene per esprimersi, ma non credeva che Drake fosse il tipo di ragazzo incline a mostrare la propria sofferenza in pubblico.
-Sapevi che ero qui?- gli chiese poi, a disagio.
Temeva quasi la sua risposta. Non aveva la minima idea di che tipo di persona fosse e non ricordare cosa avessero fatto la sera prima insieme le metteva ansia.
-No.- si limitò a dire Drake, impassibile.
Nonostante la sua risposta, Kailey non era certa di poter tirare un sospiro di sollievo. Prese un respiro profondo e poi decise di essere onesta con lui.
-Ascolta Drake, per quanto assurdo possa sembrare io non mi ricordo niente di quello che è successo tra di noi. Faccio fatica a credere di essere andata a letto con un ragazzo la prima volta che l’ho visto, ma a quanto pare è successo. Qualunque cosa possa aver detto o fatto per indurti a credere di voler portare avanti questo rapporto…-
Drake la interruppe bruscamente. Kailey vide un lampo di rabbia balenare nei suoi occhi.
–Non rifilarmi queste stronzate Kailey. Ieri mattina ti saresti lasciata anadare un’altra volte, e lo sai pure ti. E di certo non ti ho costretto a fare nulla che non volessi l’altra notte.-
Kailey arrossì, ma allo stesso tempo si indignò. Perché non la lasciava in pace?
-Non voglio avere niente a che fare con te.- gli disse, nel modo più diretto e semplice che conoscesse.
Vide Drake irrigidirsi e stringere i pugni lungo i fianchi.
Kailey non aspettò che lui le rispondesse. Raccolse la borsa da terra e lo scansò bruscamente, avviandosi verso la porta, ma non andò molto lontano.
Drake le afferrò un polso e l’attirò verso di sé con decisione. Si chinò su di lei, avvinandosi lentamente.
Kailey si preparò a respingerlo di nuovo, ma lui questa volta non la baciò.
-Non mi sono dimenticato l’espressione che avevi quando ti ho stretto tra le mie braccia ier mattina.- le sussurrò ad un orecchio, facendola rabbrividire.
-Stammi lontano.- sibilò Kailey, furiosa.
Lo odiava, ma odiava ancora di più se stessa. Il suo corpo la tradiva, reagendo a Drake come qualsiasi donna avrebbe fatto con l’uomo da cui era attratta.
Si fiondò verso la porta e uscì in fretta in furia senza guardarsi indietro. Le sembrava che il punto in cui l’aveva toccata bruciasse.
L’euforia che aveva provato quando il signor Evans le aveva detto che il posto da addetto all’ufficio marketing era suo stava lentamente svanendo, oscurata dalla rabbia e dalla vergogna.
Drake doveva starle lontano. La doveva smettere di ricordarle che era andata a letto con lui, perché non aveva bisogno di un promemoria costante della sua sconsideratezza.
Ma soprattutto doveva piantarla di baciarla o toccarla.
Probabilmente se fosse stato un altro ragazzo, un ragazzo conosciuto in circostanze normali e con cui non era andata a letto, avrebbe ceduto all’istinto e avrebbe lasciato che le cose andassero come dovevano andare. Ma non era quello assolutamente il caso.
La suoneria del cellulare la costrinse ad escludere dalla sua mente quei pensieri almeno per qualche secondo.
Notò che si trattava suo fratello. Non poté fare a meno di sorridere.
-Ehi, Dave.- lo salutò allegra, sentendo il buonumore impossessarsi di nuovo di lei.
-Come è andato il colloquio, piccoletta?-
Kailey scoppiò a ridere. –Si può sapere perché mi tratti sempre come se fossi io la più piccola? Ti vorrei ricordare che siamo nati lo stesso giorno.-
-Perché tecnicamente sei più piccola di me, K. Sei venuta al mondo mezzora  dopo di me, sorellina.- disse Dave, calcando l’ultima parola.
-Sì, ma in quei cinque minuti evidentemente la mia intelligenza è cresciuta molto di più della tua, scemo..-
Sentì Dave ridere dall’altro capo del telefono. –Allora come è andato il colloquio?-
-Alla grande. Mi hanno dato una promozione. Stai parlando con la nuova addetta dell’ufficio marketing.-
-Grande K! Sono davvero contento per te. Vedrai quando lo sapranno mamma e papà. Sarà la fine per me. Avranno un’ulteriore conferma della tua meravigliosa perfezione e della mia terribile inettitudine.-
-Non dirlo nemmeno per scherzo, Dave! Sei un fotografo eccezionale.- replicò Kailey, sincera. -Sai quanto papà e mamma ammirino il tuo lavoro.-
-Avrebbero preferito comunque una versione maschile di successo come te, piuttosto che un artista sconclusionato come me.- scherzò Dave.
Non credo sarebbero così fieri di me se sapessero che sono andata a letto con un emerito sconosciuto la prima volta che l’ho visto, pensò Kailey.
Ignorò quel pensiero fastidioso.
-Allora che ne dici?-
Kailey capì di essersi distratta e di non aver sentito cosa le avesse chiesto suo fratello.
-Come scusa?-
-Andiamo a festeggiare stasera?-
-Probabilmente mi vedo con le altre, Dave. Facciamo domani?-
-Ok, allora ci riaggiorniamo-
-Perfetto.- disse. -Ciao Dave.-
Kailey riattaccò e poi buttò il telefono in borsa. Decise di andare da Tessa, sebbene sapesse che la sua migliore amica in quel momento stava lavorando.
Si avviò verso la macchina, senza pensarci due volte.
Raggiunse in poco tempo la zona in cui si trovava il negozio di antiquariato in cui Tessa lavorava ormai da parecchi mesi e parcheggiò la macchiina il più vicino possibile all’ingresso.
Notò la sua amica non appena mise piede nel negozio. Al momento era impegnata con una cliente, perciò si guardò intorno.
Il negozio apparteneva ad una signora anziana che non era più in grado di relazionarsi personalmente con i clienti a causa di una leggera forma di Alzeheime che le causava fastidiosi e imbarazzanti vuoti di memoria.
Aveva cercato a lungo qualcuno che si occupasse del suo negozio e quando al colloquio si era presentata Tessa aveva subito capito di aver trovato una persona onesta di cui fidarsi. Inoltre Tessa era laureata in storia dell’arte e la signora Whitehill era rimasta affascinata dalla cosa, assumendola prima ancora di chiederle se avesse esperienza in quel campo.
-Kailey!-
Si voltò in tempo per vedere la cliente con cui stava parlando Tessa un attimo prima uscire soddisfatta dal negozio.
-Che le hai rifilato?- le chiese Kailey, ridendo.
-Non le ho rifilato proprio niente.- rispose Tessa, scuotendo i suoi lunghi capelli biondi. -Il termine corretto è vendere, non rifilare.- precisò, divertita.
Kailey alzò gli occhi al cielo. –Sì, certo.-
-Come è andata?- le chiese Tessa, ansiosa. Kailey finse un’espressione desolata.
-Cavolo K, mi dispiace.-
Kailey scoppiò a ridere. Tessa ci cascava sempre.
-Sei una…una…-iniziò a dire Tessa, scuotendo la testa.
-Una…una..- le fece il verso Kailey, scoppiando a ridere.
Tessa la squadrò con i suoi grandi azzurri. –Ti odio quando fai così.-
-Ma tu ci caschi sempre!-
Tessa alzò gli occhi al cielo e sbuffò sonoramente.
-Complimenti, scema!- si congratulò poi, abbracciandola affettuosamente.
Kailey si sentiva sempre molto piccola in confronto a lei. Non che fosse bassa. Era Tessa ad essere troppo alta. O forse no.
Questione di prospettive, pensò Kailey divertita.
-Grazie.- disse poi, eccitata. -Sono così felice.-.
Finalmente era riuscita ad avere il posto che voleva da tanto tempo. Quando il signor Evans l’aveva convocata nel suo ufficio aveva temuto per un attimo che le avrebbe detto che non era tagliata per quel ruolo, ma per fortuna non era andata così.
-Si festeggia stasera.- disse Tessa, battendo le mani.
-Sì, ma questa volta mi riporti tu a casa. Non vorrei ritrovarmi di nuovo nel letto di uno sconosciuto.- replicò Kailey, seccata.
-Ho parlato con Lizzie, K. So che avete discusso. Era davvero dispiaciuta per quello che è successo. Non ti ha mentito, non eri così ubriaca l’altra sera altrimenti non ti avrebbe lasciata con quel Drake.-
-Vado dal medico più tardi.- disse Kailey, cambiando relativamente argomento. Vide un’espressione preoccupata dipingersi sul viso di Tessa.
-Oddio perché?-
-Perché non è normale che non mi ricordi niente di quella notte.-
-Già, è strano.- convenne Tessa. -Vuoi che venga con te?-
-No, tranquilla, non ce n’è bisogno.- la rassicurò Kailey, sorridendo.
Quando un nuovo cliente entrò nel negozio, Kailey capì di dover togliere le tende. Salutò Tessa e le disse di avvertire anche Kim per vedersi quella sera.
-E Lizzie?-
-Fai come ti pare.- le rispose Kailey, scrollando le spalle.
Era ancora arrabbiata con lei perciò fin quando non si fosse scusata lei avrebbe continuato a stare sulle sue.
 
Kailey lanciò un’occhiata allo specchio e osservò l’immagine che le restituiva.
Aveva raccolto i capelli in uno chignon disordinato e alcune ciocche rosse le sfioravano il collo.
Uno smokey eyes sui toni del marrone metteva in risalto i suoi occhi nocciola e un filo di blush smorzava la sua carnagione chiara.
Scelse un rossetto nude per completare il look e ritoccò un’ultima volta il mascara. Il vestito nero senza spalline metteva in mostra le sue gambe, mentre le scarpe con il tacco la rendevano più slanciata.
Si affrettò a prendere la pochette e poi uscì dal suo appartamento, un dono generoso dei genitori che problemi di soldi non ne avevano mai avuti.
Kailey non sopportava che qualcuno spendesse tanti soldi per lei, ma i genitori avevano insistito talmente tanto per regalargli quel mini appartamento nel centro di San Francisco che lei alla fine aveva dovuto accettare per sfinimento.
Quello che i suoi non sapevano, pero, era che avrebbe restituito loro ogni singolo centesimo speso per lei.
Mentre guidava, Kailey ripensò a quello che le aveva detto il medico nel pomeriggio. Sarebbe dovuta andare da un neurologo per sapere esattamente di cosa si trattasse, ma secondo lui il suo era un banale caso di amnesia globale transitoria.
Il dottor Blake le aveva spiegato che si tratta di una temporanea perdita di memoria degli ultimi avvenimenti della sua vita, ma che nel giro di poco tempo avrebbe riacquistato tutti i ricordi. Se così non fosse stato allora non avrebbe avuto scelta e sarebbe dovuta andare da un neurologo.
Sperava che si risolvesse tutto in fretta.
Aveva bisogno di ricordarsi cosa era successo e non perché desiderasse rivivere quello che era accaduto con Drake, ma per sapere come l’avesse conosciuto e se avesse valutato attentamente la situazione prima di andare a casa sua e fare quello che avevano fatto.
Sopirò.
Poi controllò lo specchietto retrovisore e  infine decise di concentrarsi sulla guida.
Passò a prendere prima Tessa, che era vestita impeccabilmente come al solito, e poi Kim, tanto bella quanto timida. Non riusciva a capire perché fosse così introversa. Era minuta, ma aveva dei capelli neri mossi che tutte le invidiavano e degli occhi dal taglio orientale che affascinavano ogni ragazzo.
-Lizzie ci aspetta al locale.- disse Tessa, cautamente.
-Che locale?- chiese Kim, curiosa.
-Non ci siamo mai andate. Lizzie dice che glielo ha consigliato Jason. Suona dal vivo una band che sta piacendo molto ultimamente e ha pensato che fosse carino andare.- spiegò Tessa, tesa.
Kailey le lanciò un’occhiata veloce e poi tornò a concentrarsi sulla strada. Sapeva perché Tessa era agitata. Temeva che lei avrebbe fatto storie solo perché era arrabbiata con Lizzie.
-Dammi l’indirizzo.- disse Kailey, sbuffando.
Tessa glielo riferì velocemente, fornendole anche le indicazioni per raggiungerlo. Sembrava sollevata.
Kailey non ebbe molta difficoltà nel raggiungere il posto. Parcheggiò e poi entrò con le altre.
Il locale era davvero carino. Non era pretenzioso e trasmetteva un senso di relax che Kailey apprezzò molto.
Riconobbe il caschetto corto di Lizzie e si avviò nella sua direzione, seguita da Tessa e Kim.
-Ehi, K.- la salutò non appena la vide, mostrando un sorriso tirato.
Kailey odiava litigare con le sue amiche e quando la vide così tesa, iniziò a sentire la rabbia piano piano scemare.
-Lizzie.- le disse, sorridendo e poi scuotendo la testa. Lizzie l’abbracciò di slancio, cogliendo di sorpresa Kailey.
-Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace.- ripeté per cinque minuti interi.
-Lo so.- disse Kailey, sciogliendosi dall’abbraccio.
-Sediamoci.- propose Kim, indicando un tavolino molto vicino al palco.
Dopo che si furono accomodate, un ragazzo prese le loro ordinazione e poi le lasciò sole.
-Come è andata dal medico?- le chiese Tessa, preoccupata.
Vide Lizzie e Kim scambiarsi un’occhiata. –Che è successo?- chiesero contemporaneamente, quasi urlando.
Kailey spiegò brevemente quello che le aveva detto il dottore e le rassicurò con un gran sorriso.
-Andrà tutto bene.- disse alla fine, prendendo un sorso di birra.
-Ma ti ha spiegato da che deriva l’amnesia?- chiese Lizzie.
-Da una forte agitazione.- spiegò. -Non ci sono cause specifiche.-
-Speriamo che ti torni la memoria in fretta. Sei andata a letto con un perfetto estraneo e non te lo ricordi. Menomale che non era figo, altrimenti sarebbe stato uno scherzo davvero crudele del destino.-
Kailey notò le reazioni di Kim e Lizzie. Entrambe rischiarono di strozzarsi, ma Kailey sapeva che era per due motivi diversi.
-Sei è andata a letto con uno sconosciuto?- chiese Kim, tossicchiando.
-Menomale che non era figo?- chiese invece Lizzie, spalancando gli occhi.
Lei aveva visto Drake e sapeva che stava mentendo.
Kailey si mosse a disagio sulla sedia.
Non chiedetemi di raccontare tutto di nuovo. Risparmiatemi l’umiliazione, le supplicò silenziosamente.
Fu fortunata. O forse no. I componenti della band che si doveva esibire quella sera cominciarono a sistemare gli strumenti sul palco distogliendo momentaneamente l’attenzione delle ragazze da lei.
Rischiò di strozzarsi anche lei con la birra quando osservò meglio uno di loro. Non è possibile. Lanciò un’occhiata a Lizzie. Lei lo sapeva?
La vide spalancare gli occhi per la sorpresa e poi voltarsi subito verso di lei.
-Oddio K, giuro che non lo sapevo.- cominciò a giustificarsi, allarmata. -Jason non mi aveva detto che….-
-Ma di che diavolo state parlando?- si intromise Tessa, confusa.
Evidentemente Lizzie le spiegò cosa stava succedendo perché le chiese :-Sarebbe quello il tizio con cui è andata a letto K? Quello non è un tipo ordinario.-
Kailey non riusciva a concentrarsi sulle sue parole. Fissava sconvolta Drake mentre preparava la chitarra.
Doveva andarsene da lì. Subito. Si alzò cercando di non fare movimenti bruschi che potessero attirare l’attenzione su di lei, ma fu inutile.
Drake scelse proprio quel momento per voltarsi verso i tavoli del locale e i loro sguardi si incrociarono.
Kailey si sentì inchiodata al pavimento, incapace di muovere un passo. Drake la fissava così intensamente che lei non riuscì a fare a meno di arrossire sotto il suo
sguardo penetrante.
-Siediti, Kailey.- le ordinò Tessa, in tono perentorio.
Kailey si costrinse a distogliere lo sguardo da Drake. –Devo andarmene da qui.-
-Dobbiamo festeggiare la tua promozione, K.- insistette la sua migliore amica.  -Siediti immediatamente.-
Kailey sospirò. Non poteva rinunciare alla sua uscita solo perché Drake era lì. Si sedette e poi scosse lievemente la testa.
Poteva fingere che lui non fosse lì giusto? Non poteva essere così difficile. O forse sì.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


 
Drake aveva decisamente bisogno di bere.
Solo una considerevole quantità di alcool nel corpo gli avrebbe consentito di affrontare la serata senza distruggere la sua chitarra o prendere a pugni qualcuno, mettendo a rischio il contratto con Mark e quindi la sua unica fonte di reddito.
Aveva atteso con impazienza il momento in cui sarebbe salito sulla sua moto per dirigersi verso il locale, consapevole che solo la musica gli avrebbe fatto dimenticare almeno per un po’ che sua madre era morta, ma poi il suo sguardo si era posato sulla ragazza di cui aveva capito di avere un disperato bisogno e le parole di suo fratello erano tornate a tormentarlo di nuovo con insistenza, senza dargli un attimo di tregua. Era riuscito a suonare e cantare un paio di canzoni senza troppi errori, ma poi alla fine si era arreso e aveva chiesto a Tyler e Chase una breve pausa nella speranza di raggiungere quel grado di inconsapevolezza generato dall’alcool che gli avrebbe concesso la possibilità di escludere dalla mente gli avvenimenti di quella mattina.
Lanciò un’occhiata alla ragazza dietro al bancone. Non ricordava il suo nome, ma era piuttosto sicuro che sarebbe venuta a letto con lui senza pensarci due volte. Forse sarebbe riuscito a dimenticare Kailey se fosse andato a letto con qualcun’altra, liberandosi dalla convinzione che solo lei poteva aiutarlo a dimenticare i suoi problemi.
Si costrinse a non voltarsi nella sua direzione, sebbene ogni singola fibra del suo corpo fosse consapevole della sua presenza. Dannazione.
Non si sarebbe mai immaginato di incontrarla lì e non era riuscito a fare a meno di guardarla tutto il tempo mentre si esibiva sul palco, concentrandosi più sul modo in cui le ciocche dei suoi capelli le sfioravano il collo che sulle parole e sugli accordi delle canzoni che erano venuti ad ascoltare molti clienti del locale.
Eppure lei non lo voleva. Glielo aveva detto chiaro e tondo quella mattina, spazzando via ogni dubbio. Si chiese che ci facesse nell’ufficio in cui lavorava suo fratello, ma poi si rese conto che quell’informazione non avrebbe certo cambiato le cose.
Kailey non si ricordava niente della notte passata insieme e il bacio del giorno prima in camera sua non aveva significato nulla, perciò Drake avrebbe dovuto smettere di pensare a lei. Peccato che non fosse così facile.
Fece un cenno alla barista e poi ordinò una tequila, consapevole di essere ancora fin troppo lucido.
Sentì la gola in fiamme dopo averla mandata giù tutta d’un fiato, ma non gli importava. Niente era doloroso come la consapevolezza che non avrebbe mai più rivisto sua madre.
Credeva che prima o poi si sarebbe ripresa, ma non era stato così e adesso l’aveva persa per sempre.
-Che cazzo stai facendo?- gli chiese una voce accanto a lui, costringendolo a voltarsi. Non si stupì di incrociare gli occhi furiosi di Chase. Sicuramente non gradiva che lui si ubriacasse quando l’esibizione non era ancora finita.
-Fatti i cazzi tuoi.-
-Riprendiamo fra cinque minuti e tu pensi ad ubriacarti, Drake?-
-Non sono ubriaco.- replicò Drake, guardando dritto davanti a sé. Non ancora.
-Alza il culo da quella sedia e torna sul palco.-
Drake si costrinse a non reagire, ricordando che dopotutto era suo amico. Scese dallo sgabello, ma non riuscì a fare a meno di lanciargli un’occhiata truce.
-Devi darti una calmata, Drake.-
-Altrimenti?-
-Altrimenti ti sbattiamo fuori dal gruppo.-
-Non potete farlo.-
Vide Chase inarcare un sopracciglio. I suoi occhi scuri gli stavano trasmettendo un messaggio forte e chiaro. Possiamo e lo faremo se necessario.
-Fanculo.- disse Drake, avviandosi poi verso il palco.
Si bloccò non appena capì che il ragazzo che stava parlando con Kailey e le sue amiche era Tyler.
Notò che Kailey rideva e chiacchierava lui come se si stesse divertendo moltissimo e questo lo mandò fuori di testa.
Drake si voltò appena per accertarsi che Chase non fosse nei paraggi e poi ordinò altra tequila, fino a che la rabbia non iniziò a svanire, sostituita da una piacevole sensazione di stordimento.
Solo a quel punto si avviò verso il tavolo di Kailey, senza sapere nemmeno lui cosa avrebbe fatto.
La vide irrigidirsi non appena i loro occhi si incrociarono e all’improvviso si chiese se non le fosse del tutto indifferente come voleva lei fargli credere.
-Drake.- disse Tyler, notando probabilmente che non era perfettamente sobrio. Notò che le amiche di Kailey si lanciavano strane occhiate e che lei si muoveva a disagio sulla sedia.
-Stai bene, amico?- gli chiese Tyler, preoccupato.
Drake prese una sedia da un tavolo vicino e la sistemò vicino a Kailey. –Alla perfezione.- rispose poi, allungando un braccio sullo schienale della sedia di Kailey, che sembrava pronta a fuggire da un momento all’altro.
Le amiche di Kailey si presentarono una ad una, continuando poi a scambiarsi occhiate perplesse.
-Vi conoscete?- gli chiese Tyler, notando che Kailey non si era presentata.
Drake si sporse verso di lei, avvicinandosi talmente tanto da riuscire a respirare il suo profumo.
-Direi proprio di sì.- rispose Drake, guardando Kailey dritta negli occhi. –Non è vero, piccola?-
Vide Kailey avvampare sotto lo sguardo di tutti, ma poi i suoi occhi brillarono di una strana luce.
-Peccato che non ti ricordi niente.- le disse in tono allusivo..
-Sei davvero uno stronzo.- sibilò Kailey, facendo ammutolire tutti.
Per alcuni secondi gli sembrò che il tempo si fosse fermato. Gli occhi di Kailey lo fissavano con odio, ma l’istinto gli gridava di afferrarla e baciarla fino a farle ammettere che stava mentendo, che non si era dimenticata tutto e che non era vero che non voleva avere niente a che fare con lui.
In quel momento a Drake sembrò che ci fossero solo loro due nel locale. Il suo sguardo si posò di nuovo sulle gambe di Kailey e poi risalì lentamente, godendosi ogni centimetro del suo corpo.
-Allora come si chiama il vostro gruppo?- chiese l’amica bionda di Kailey, spezzando all’improvviso il silenzio imbarazzante che si era creato.
-Black Chemistry.- rispose Tyler, lanciando una strana occhiata a Drake. Probabilmente si stava chiedendo perché avesse messo in imbarazzo Kailey in quel modo.
-Originale.- osservò la bionda.
-Da quanto suonate insieme?- chiese poi, cercando palesemente di distogliere l’attenzione di tutti da Kailey.
–Tanto tempo.- rispose Drake, anticipando Tyler.
-Siete davvero bravi.- si intromise un’altra ragazza, con folti capelli neri.
-Grazie.- la ringraziò Tyler, sorridendo.
Forse era l’alcool o forse solo la rabbia, ma iniziò a sentire il bisogno di umiliare Kailey e non sembrava intenzionato ad ignorarlo.
-Anche voi andate a letto col primo che passa e poi fate finta di non ricordarvi niente? - chiese alla bionda, che sgranò gli occhi incredula.
Vide Kailey voltarsi di scatto verso di lui e poi sentì la guancia bruciare prima ancora di capire che lei gli aveva appena dato uno schiaffo.
-Piantala, Drake.- lo ammonì Tyler. –Dobbiamo riprendere a suonare.-
-Non ne ho voglia.- replicò in tono di sfida, sfiorandosi la guancia.
-Credo che tu stia esagerando.- si intromise la ragazza del tatuaggio. Liz? Liza? Non era sicuro di aver afferrato il suo nome e francamente non glene importava nulla.
-Io credo che ti devi fare gli affari tuoi.-
-Adesso basta.- disse Tyler, avvicinandosi a lui. –Alzati, forza.-
Drake non aveva minimamente intenzione di privarsi dell’opportunità di mortificare Kailey perciò lo ignorò.
-Vuoi rispondere tu alla mia domanda?- le chiese, sfrontato.
Kailey si alzò, decisa chiaramente ad andarsene, ma Drake le afferrò un braccio, costringendola a sedersi di nuovo.
-Che daivolo vuoi?- gli chiese lei, furiosa.
-Perché tanta fretta, Kailey?-
Sentì Tyler stringergli una spalla e intimargli in tono deciso di alzarsi.
A quel punto la vista si annebbiò.
Si alzò e spinse Tyler con tutta la forza che aveva.
Sentì le amiche di Kailey urlare, ma l’unica cosa su cui riusciva a concentrarsi era il senso di sollievo che aveva provato dopo averlo colpito.
Lo avrebbe fatto di nuovo se qualcuno non lo avesse preso per le spalle, costringendolo ad allontanarsi da lui.
-Cazzo, Drake.- disse Chase, spostando lo sguardo da lui a Tyler, che intanto stava scuotendo la testa. –Sei impazzito?-
Drake si liberò dalla sua stretta bruscamente. Aveva appena colpito il suo migliore amico senza motivo, ma invece di scusarsi con lui continuava a guardare Kailey.
In quel momento lo stava fissando come se fosse un individuo pericoloso da cui tenersi alla larga e forse aveva ragione. Forse era davvero pericoloso per se stesso e per gli altri.
-Che sta succedendo qui?- chiese un buttafuori, lanciando un’occhiata ai presenti. Drake notò che alcuni clienti stavano guardando la scena curiosi. Mark sarebbe andato su tutte le furie non appena avesse saputo cosa era successo.
-Niente.- rispose Tyler, di nuovo in piedi.
-Sicuro?-
Tyler lanciò un’occhiata a Drake e poi annuì. Se avesse dato peso alla cosa avrebbe danneggiato il rapporto del gruppo con Mark. Stava tutelando i Black Chemistry, non stava difendendo lui.
Vide Kailey allontanarsi e si stupì quando nessuna delle sua amiche la seguì.
Non era intenzionato a salire su quel palco. Non era ubriaco, ma nemmeno così lucido da poter suonare o cantare in modo decente.
Si avviò nella direzione di Kailey prima ancora di valutare se fosse una cattiva idea. La voce squillante di una delle sue amiche lo costrinse però a fermarsi quasi subito.
-L’hai appena umiliata di fronte a tutti.- disse.-Non credi che dovresti lasciarla in pace?-
Drake sapeva che la bionda aveva ragione, ma non le diede ascolto. Riprese a camminare senza nemmeno voltarsi a guardarla.
Trovò Kailey fuori dal locale, accanto all’ingresso, con le braccia conserte e lo sguardo fisso nel vuoto.
Si prese un momento per osservare il vestito nero che indossava. Le lasciava scoperte le spalle e metteva in risalto le sue splendide gambe. Era semplicemente stupenda.
-Che fai qua fuori?- le chiese, attirando la sua attenzione. Non appena si accorse di lui il suo sguardò si indurì.
-Non hai di meglio da fare che insultarmi e poi chiedermi che sto facendo qua fuori?- gli chiese, tornando a concentrarsi sulla strada.
Non era tardi, ma non giravano molte persone. C’era un silenzio quasi surreale.
-Allora?- insisté Drake, non capendo nemmeno lui perché l’avesse seguita.
-Sei serio?- scattò Kailey, puntando i suoi occhi in quelli di Drake.
-Non è una risposta.- sottolineò Drake, avvicinandosi a lei.
Adesso erano fianco a fianco e osservavano le poche macchine che passavano in quella via.
-Sei ubriaco, ma questo non ti dà il diritto di insultare me o le mie amiche.- osservò Kailey dopo un po’.
Drake percepiva la rabbia nel suo tono di voce, ma era un genere di rabbia diverso da quello che l’aveva spinto a colpire Ty o ad insultare lei.
Kailey era arrabbiata perché lui l’aveva offesa gratuitamente davanti ad altre persone, mancandole di rispetto.
Invece lui era arrabbiato perché sua madre era morta e non poteva far nulla per cambiare le cose. Era arrabbiato perché non aveva fatto nulla per evitare che accadesse, ma soprattutto era arrabbiato perché l’unica persona che l’aveva fatto stare bene dopo anni di sofferenze non voleva avere niente a che fare con lui.
-Non sono ubriaco.- replicò.
Non era in grado di guidare, certo, ma riusciva a capire perfettamente tutto quello che stava succedendo intorno a lui.
-Quindi devo credere che tu mi abbia insultata volontariamente non perché l’alcool ti ha dato alla testa, ma perché sei uno stronzo di prima categoria-
-Non lo eri nemmeno tu quella notte.- disse Drake, ignorando la frecciatina. Sentì Kailey ridere, ma non era una risata allegra. Anzi.
-Già.-
Drake le lanciò un’occhiata furtiva. –E come fai a saperlo ?-
-Me lo ha detto Lizzie, anche se…-
Perché si era bloccata? Drake avrebbe voluto voltarsi e prenderla fra le sue braccia, costringendola a parlare.
-Lascia perdere.- mormorò Kailey, sospirando.
Questa volta Drake non riuscì a fare a meno di voltarsi e toccarle un braccio.
Vide Kailey fissare il punto in cui lui l’aveva toccata per un breve istante e poi la sentì sospirare di nuovo mentre si allontanava da lui, aumentando la distanza tra di loro.
-Hai spinto il tuo amico senza motivo.- disse poi, guardandolo negli occhi. Drake si passò una mano nei capelli e poi scosse la testa.
-Credo che tu abbia qualche problema, Drake- mormorò Kailey, in tono serio.
-Sei per caso una cazzo di psicologa?-le chiese, sentendo di nuovo la rabbia montare dentro di lui.
Si costrinse a calmarsi non appena vide lo sguardo spaventato di Kailey, che si era avvicinata all’ingresso del locale, chiaramente intenzionata ad allontanarsi da lui.
-Aspetta. Non andare via…- le disse, nella speranza che non lo facesse sul serio.
La vide esitare per un momento. –Che ci facevi in quell’ufficio stamattina?- gli chiese poi, con voce incerta.
-E tu?-
-Non puoi rispondere a una domanda con un’altra domanda. Non te l’ha insegnato tua madre che è da maleducati?-
Drake scoppiò a ridere. Una risata amara che in realtà nascondeva una grande sofferenza e disperazione.
Quando si accorse che Kailey stava per rientrare nel locale, si ritrovò a pronunciare le parole che era riuscito a dire ad alta voce solo una volta da quando aveva parlato con suo fratello. –È morta.-
-Oddio Drake, mi dispiace, non volevo….-iniziò a dire Kailey, ma lui la interruppe bruscamente.
-Ieri, ma l’ho scoperto stamattina.-
Non immaginava che ne avrebbe mai parlato con qualcuno, ma con lei non era riuscito a trattenersi.
-Mi dispiace.- ripeté Kailey, mostrandosi sinceramente dispiaciuta.
-Era incasinata.- si ritrovò a dire. –Però non era colpa sua. Mio padre la picchiava e quando lui se ne è andato ha cominciato a drogarsi. Non riusciva a smettere.-
-Non è facile.- osservò Kailey, dopo essersi schiarita la voce.
-Davvero non ricordi nulla?- le chiese, cambiando completamente argomento.
-Per ora ricordo molto poco, Drake.- rispose. -È la verità. Però…-
La voce della bionda la costrinse a interrompersi.
-Sei qui, K!- esclamò, lanciando un’occhiata prima a lei e poi a Drake.
-Avevo bisogno di una boccata d’aria.- disse Kailey, guardandolo per un secondo.
-Certo. Perché non torni dentro?-
-Ho mal di testa. Preferisco tornare a casa Tessa.-
L’amica di Kailey gli lanciò un’occhiata. –Ma non abbiamo ancora brindato!- Drake si chiese per che cosa dovessero brindare.
-Sono stanca.- insisté Kailey.
Drake si rese conto di essere stato davvero uno stronzo con lei, ma non si sarebbe scusato davanti a quella bionda ficcanaso.
-Avverto le altre allora.- annunciò, rientrando nel locale.
-Ti devo delle scuse, Kailey.- disse, non appena furono di nuovo da soli.
Kailey lo guardò sorpresa. Chiaramente non si aspettava che si sarebbe scusato con lei.
-Mi dispiace per quello che ti ho detto.- si scusò, sincero.
Vide Kailey annuire, ma il suo silenzio gli fece capire che si era comportato davvero molto male.
Non ebbe il tempo di dire altro perché le sue amiche uscirono dal locale in quel preciso istante, portandogli via Kailey.
I loro sguardi si incrociarono un’ultima volta prima che lei sparisse dalla sua visuale. Drake colpì il muro vicinò a sé con violenza, procurandosi delle escoriazioni sulle nocche, ma non provò dolore.
Notò una coppia a pochi metri da lui osservarlo con curiosità e preoccupazione. Immaginava le domande che riempivano le loro menti.
Non era forse il cantante dei Black Chemistry il tipo che se ne stava lì fuori a colpire un muro di mattoni? Aveva bisogno di aiuto? Che gli era successo?
Drake si sarebbe messo a urlare se avesse potuto. Sua madre era morta, suo padre era in carcere e suo fratello non poteva essere più distante da lui di un estraneo.
Per non parlare del fatto che Kailey era spaventata da lui. Lo aveva capito chiaramente da come i suoi occhi nocciola lo avevano fissato dopo che aveva colpito Tyler.
Non aveva fatto altro che darle un motivo più per stare lontana da lui. Fanculo. Decise di tornare dentro e di ubriacarsi per bene. Solo a quel punto sarebbe riuscito ad accettare il fatto di non avere minimamente il controllo sulla sua vita.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Kailey allungò una mano verso il comodino accanto al letto e disattivò la sveglia prima che iniziasse a suonare.
Quella mattina si era svegliata molto presto, ma poi non era più riuscita a riaddormentarsi.
Si era distesa sulla schiena e aveva fissato a lungo il soffitto bianco della sua camera, tormentata senza tregua dai ricordi della sera precedente.
Un Drake piuttosto alticcio l’aveva insultata e umiliata davanti a tutte le sue amiche senza esitare a spintonare il suo amico Tyler, ma poi le aveva anche mostrato una versione di sé completamente diversa che l’aveva turbata non poco.
Non solo le aveva detto che sua madre era morta il giorno prima, ma aveva anche accennato ai suoi problemi di droga e violenza domestica, scusandosi infine per il suo comportamento inopportuno.
Adesso Kailey era terribilmente confusa.
Chi era davvero Drake? Il ragazzo sfacciato che aveva conosciuto quella mattina che si era svegliata nel suo letto oppure il ragazzo ferito e arrabbiato che aveva appena perso sua madre?
Non riusciva fare a meno di chiedersi in quale tipo di ambiente fosse cresciuto.
Le aveva detto che suo padre picchiava sua madre, ma poi ad un certo punto se ne era andato e sua madre aveva cominciato a drogarsi.
Anche lui era stato vittima della violenza di suo padre? Come era stata la sua infanzia? Poteva contare almeno sull’affetto di fratelli o sorelle oppure era figlio unico?
Kailey si rese conto all’improvviso che avrebbe voluto sapere molto di più su di lui, ma sapeva anche che avrebbe fatto meglio a reprimere immediatamente l’istinto da crocerossina prima che fosse troppo tardi.
Non poteva certo negare che le loro strade si fossero incrociate più di quanto lei stessa avrebbe immaginato e voluto, ma era anche perfettamente consapevole che Drake era uno di quei ragazzi dai quali era meglio tenersi alla larga e così avrebbe fatto.
In fondo San Francisco era una città piuttosto estesa, non sarebbe stato così difficile. O almeno così credeva lei.
Lanciò un’occhiata alla sveglia e si accorse che se non si fosse alzata immediatamente avrebbe cominciato la sua prima giornata in qualità di addetta all’ufficio marketing con un clamoroso ritardo, ma non aveva nessuna intenzione di alimentare i pregiudizi dei suoi colleghi che la ritenevano troppo giovane e inesperta per un incarico del genere.
Perciò si alzò da letto e decise di andarsi a preparare un caffè, decisamente necessario per affrontare un’altra lunga giornata di lavoro.
Aveva appena posizionato la caffettiera sui fornelli quando il suo telefono squillò. Lo andò a recuperare nella sua camera e rispose senza nemmeno vedere chi fosse.
-Pronto?-
-Buongiorno! Dormito bene?- le chiese la voce allegra e squillante di Lizzie.
-Più o meno. Come mai già in piedi?-
-Volevo batterti sul tempo.- rispose Lizzie, divertita.
-Ovvero?-
-Non hai da fare stasera, vero?-
-Perché, che avevi in mente?- le chiese Kailey, alzando gli occhi al cielo.
Non era proprio nei suoi programmi uscire quella sera, ma era convinta che Lizzie stesse cercando di rimediare all’errore che aveva fatto lasciandola da sola con Drake e lei non voleva darle l’impressione di essere offesa.
Anche se il suo atteggiamento era stato davvero scosiderato.
-Pizza. –rispose Lizzie.  -E poi vorrei che tu mi accompagnassi in un posto.-
-Dove?-chiese Kailey, curiosa.
-Se te lo dico poi non vieni.-
-Non ci torno in quel posto di ieri, Lizzie…- iniziò a dire Kailey, seccata. –Non ho nessuna intenzione di…-
-No, che hai capito! Senti ti passo a prendere alle sette, fatti trovare pronta.- disse Lizzie, chiudendo la telefonata prima che lei potesse dire niente.
Kailey mise il telefono in carica e poi alzò di nuovo gli occhi al cielo. Trattare con lei era davvero impossibile.
Tornò in cucina e notò che il caffè era pronto. Ne versò un po’ in una tazzina, aggiunse un cucchiaino di zucchero e poi si sedette su una sedia vicino al tavolo.
Era elettrizzata, ma anche in ansia. E se non fosse stata all’altezza dell’incarico che il signor Evans le aveva assegnato?
Forse avrebbe dovuto scegliere qualcuno con più esperienza, invece che qualcuno come lei, che lavorava per quell’azienda solo da quattro anni.
Decise di scacciare dalla mente quei pensieri fastidiosi e di godersi il caffè. Non aveva senso fasciarsi la testa prima di essersela rotta.
 
Il signor Evans la convocò nel suo ufficio nel tardo pomeriggio.
Kailey bussò un paio di volte e poi entrò nella stanza dopo che lui la invitò a farlo.
Lo trovò chino su alcuni documenti e questo le diede il tempo di osservare meglio alcuni dei quadri appesi alle pareti della stanza. Si trattava di paesaggi tempestosi che trasmettevano un senso di inquietudine difficile da ignorare.
Si chiese come mai la sua scelta fosse ricaduta proprio su quelli.
-Prego, accomodati.- la invitò lui qualche secondo dopo, indicandole una sedia davanti alla sua scrivania.
Kailey si costrinse a distogliere l’attenzione dai quadri e si concentrò invece su di lui. La prima volta che l’aveva incontrato non si era accorta di quanto fosse attraente.
Aveva folti capelli scuri e due occhi castani penetranti. I lineamenti del viso erano marcati, ma affascinanti e Kailey si costrinse a non sussultare quando uno strano pensiero si insinuò nella sua mente. Assomiglia moltissimo a Drake.
-Come ti sei trovata con Caroline?- le chiese subito, guardandola negli occhi.
-Molto bene signor Evans.- mentì Kailey, costringendosi a sorridere.
Caroline era la sua scontrosa assistente, una ragazza minuta con grandi occhi azzurri che non aveva nascosto la sua indignazione quando aveva scoperto di dover lavorare per una che aveva la sua stessa età.
-Non chiamarmi signor Evans, ti prego. Mi fai sentire vecchio! Puoi chiamarmi Max e puoi darmi del tu.- le disse sorridendo.
Kailey annuì, ma le sembrava una conversazione piuttosto surreale. Nessuno dei suoi superiori era mai stato così gentile nei suoi confronti fino a quel momento.
-Dunque, Kailey, credo che domani sia necessaria una riunione con il tuo team perché vogliono immettere un nuovo prodotto nel mercato e ovviamente ai piani alti hanno bisogno di sapere come verrebbe accolto dai consumatori.- le spiegò Max, chiarendole finalmente il motivo per cui lei era lì.
-Certo, non c’è problema.- annuì Kailey, dopo essersi schiarita la voce. Il mio team. Oddio.
-Andrà tutto bene.- la rassicurò lui con un sorriso.
-Si vede tanto che sono agitata?- scherzò Kailey, scrollando le spalle.
-Forse un po’.- disse Max, ridendo.
Kailey notò che aveva lo stesso sorriso accattivante di Drake e questo le impedì di unirsi alla sua risata. La somiglianza tra il suo capo e il ragazzo con cui era andata a letto era impressionante, solo che il suo capo aveva almeno una decina di anni in più rispetto a Drake.
E se fossero parenti?, si chiese allarmata. In fondo questo avrebbe potuto spiegare il motivo per cui Drake era lì quella mattina. Cazzo.
-Devi mostrarti sicura di te, altrimenti si cominceranno a chiedere perché hai avuto il posto tu e non loro.- le consigliò Max, distogliendola dai suoi pensieri.
-Perché hai scelto me?- chiese Kailey d’impulso.
Arrossì non appena si rese conto di essere stata troppo esplicita e diretta.
-Ho sentito solo cose positive sul tuo conto e non posso negare che la tua età abbia condizionato la mia decisione. Questa azienda ha bisogno di persone giovani con idee nuove, non di altri vecchi decrepiti!- spiegò Max, alzando le braccia.
Kailey scoppiò a ridere, apprezzando i suoi modi diretti e rilassati.
Annuì convinta e iniziò a sentirsi meno in ansia.
Vide Max allentarsi la cravatta e il suo sguardo si posò inevitabilmente sulle sue spalle ampie evidenziate dalla camicia azzurra che indossava. Era piuttosto in forma per essere un uomo sulla quarantina.
Si schiarì la voce a disagio e lo guardò negli occhi. -Se mi dici a che ore preferisci che io indica la riunione mando subito una e-mail a tutti.-
-Per le undici sarebbe perfetto.-
Kailey annuì e poi si alzò dalla sedia. –Allora mi attivo subito.-
-A domani, Kailey.- la salutò Max, alzandosi anche lui e accompagnandola alla porta del suo ufficio.
Non appena mise piede fuori dalla stanza Kailey tirò un sospiro di sollievo. Era stata una conversazione piuttosto singolare, ma ciò che l’aveva più sconvolta era la somiglianza tra Drake e Max.
La possibilità che fossero davvero parenti le faceva contorcere lo stomaco e sudare i palmi delle mani.
Si diresse verso la sua stanza e poi una volta al computer inviò una e-mail a tutti i colleghi con cui aveva lavorato per ben quattro anni di fila e che non avevano mai dimostrato la minima fiducia in lei.
Poi decise di andarsene.
Caroline era già andata via quindi almeno per quel giorno non avrebbe dovuto sopportare di nuovo il suo atteggiamento irritante.
Raccolse in fretta le sue cose e poi raggiunse la macchina.
Arrivò in breve tempo a casa e in quel momento fu grata ai suoi genitori. L’appartamento che le avevano comprato era molto vicino agli uffici dell’azienda per cui lavorava e questo le permetteva di risparmiare tempo e soprattutto di non affrontare stancanti viaggi in macchina.
Decise di cambiarsi e si infilò un paio di jeans comodi e una maglia rosa leggera e poi ritoccò leggermente il trucco senza esagerare.
Non fece in tempo nemmeno a sedersi un attimo che il citofono squillò. Lanciò un’occhiata all’orologio e si accorse che erano già le sette.
Che puntualità, pensò, ridendo.
Si accertò che fosse Lizzie e poi uscì di nuovo.
Lizzie la stava aspettando nella sua mini cooper nera, ma come al solito si era fermata nel parcheggio riservato ai disabili.
-Lo hai fatto di nuovo.- osservò Kailey una volta seduta in macchina.
Lizzie si girò verso di lei e la guardò con i suoi grandi occhi blu. –Cosa?- le chiese con nonchalance, sistemandosi una ciocca di capelli castani dietro l’orecchio.
-Lo sai benissimo, Lizzie.-
La vide ingranare la marcia e poi partire dopo aver tolto il freno a mano. –Era una questione di secondi! Mi sarei spostata se necessario.-
-Certo, come al solito.-
-Non fare la guastafeste, K!-
Kailey le lanciò un’occhiata veloce e si accorse che era vestita più audacemente del solito.
Indossava una gonna nera molto corta e una canottiera rossa con una vistosa collatura. I capelli erano perfettamente ordinati nel suo tipico caschetto e il trucco era sui toni del nero e del grigio, troppo vistoso per andare solo a mangiare una pizza.
-Dove hai detto che andiamo?- chiese Kailey, sospettosa.
-Non l’ho detto.- rispose Lizzie, guardando dritto davanti a sé.
Aveva uno stile di guida piuttosto sportivo e tendeva a perdere facilmente la pazienza.
-Devo preoccuparmi?-
-Ma figurati!-
-Spara.-
-Per ora andiamo a mangiarci una pizza.-
-E poi?-
-E poi vedrai,- disse Lizzie, in tono criptico.
Kailey sospirò rassegnata e poi lanciò un’occhiata fuori dal finestrino.
Era ancora primavera, ma le giornate si erano decisamente allungate e lei adorava quando il sole tramontava più tardi.
Dieci minuti dopo erano in una pizzeria non molto lontana dal negozio in cui lavorava Tessa.
Un cameriere le fece accomodare in un tavolo all’aperto e poi porse loro i menù. Kailey non lo aprì neppure. Sceglieva sempre la stessa pizza tanto.
-Allora mi dici dove andiamo?- chiese a Lizzie, abbassando il menù dietro cui la sua amica si era nascosta.
Lizzie alzò gli occhi al cielo e poi sbuffò sonoramente, posando poi il menù sul tavolo.
-Non puoi semplicemente fidarti di me? Non ti porto a rapinare una banca, tranquilla.-
-Ci mancherebbe! Però vorrei saperlo lo stesso.- protestò Kailey, esasperata.
-La pianti di preoccuparti?-
-E tu la pianti di fare la misteriosa?-
-Sei una rompiscatole, K!-
Prima che Lizzie potesse parlare arrivò il cameriere per prendere le ordinazioni. Kailey tornò alla carica non appena le lasciò di nuovo sole. -Ti sei messa tutta in tiro! È normale che mi insospettisca.-
Vide Lizzie arrossire. Bingo.
-Non mi sono messa tutta in tiro. È una serata piuttosto calda e non volevo vestirmi troppo pesantemente.-
-Certo, come no.- disse Kailey, inarcando un sopracciglio.
Lizzie le stava decisamente nascondendo qualcosa, ma decise di non insistere oltre. Presto avrebbe scoperto comunque di cosa si trattava.
Si guardò intorno e notò che la pizzeria era piuttosto affollata per essere una serata infrasettimanale.
-Stai bene, K?- le chiese Lizzie all’improvviso, costringendola a voltarsi verso di lei.
-Perché?-
-Per via di quello che è successo ieri.-
Kailey era riuscita a dimenticare almeno per un po’ la scenata di Drake davanti alle sue amiche.
Quando erano tornate alla macchina nessuna di loro aveva osato chiedere nulla, ma chiaramente si erano preoccupate tutte per lei.
-È uno stronzo.- si limitò a dire Kailey, prendendo poi un sorso della birra che il cameriere aveva appena portato.
-Non immaginavo che si sarebbe potuto mai comportare così. Non che io lo conosca, ma ti assicuro che quella sera che l’abbiamo incontrato da Carter non mi aveva fatto una cattiva impressione.- spiegò Lizzie, pensierosa.
-Ricordo ancora poco di quella sera, ma ancora non riesco a capire come possa essere andata a letto con un tipo del genere.-
-Era simpatico e poi sembrava che ti piacesse.-
Kailey scrollò le spalle. –Forse è perché…- si interruppe bruscamente prima di concludere la frase.
Non voleva rivelarle ciò che lui le aveva detto sulla madre. Le sembrava inopportuno e fuori luogo.
-Forse era troppo ubriaco ieri sera.- disse invece, sospirando.
-Probabilmente.- annuì Lizzie con convinzione.
Il cameriere arrivò con le pizze e a quel punto smisero di parlare di Drake. Mangiarono in silenzio e poi chiacchierano del più e del meno, godendosi la pizza e la serata.
Quando Lizzie disse che non avevano bisogno della macchina per raggiungere il posto in cui voleva essere accompagnata, la curiosità di Kailey si intensificò.
Si incamminarono in una strada in cui Kailey non passava spesso e quando la sua amica si fermò davanti ad uno studio di tatuaggi lei spalancò gli occhi per la sorpresa.
-Mi prendi in giro?- le chiese, incredula -Volevi che ti accompagnassi qui?-.
-Tessa e Kim sono piuttosto contrarie ai tatuaggi e allora ho pensato che potevi accompagnarmi tu.- le spiegò Lizzie, afferrando la maniglia della porta.
-Non capisco proprio perché tu abbia voluto fare tanto la misteriosa.- disse Kailey, seguendola all’interno dello studio.
Notò diverse immagini e foto attaccate alle pareti della sala d’attesa e poi seguì Lizzie alla reception dove una ragazza con le braccia interamente tatuate e il viso ricoperto di piercing le stava squadrando dalla testa ai piedi.
-Ciao Ava.- la salutò Lizzie, sforzandosi chiaramente di essere gentile.
La ragazza la salutò con una smorfia e poi le disse che Carter stava lavorando con un’altra persona. Invitò entrambe a sedersi e ad aspettare cinque minuti.
-Perché siamo qui?- le chiese Kailey, curiosa.
-Devo terminare il tatuaggio dell’altra sera, ma non volevo venire da sola.-
-Si può sapere come diavolo ti è venuto in mente di farti un tatuaggio?-
-Non lo so, mi andava. – rispose lei, alzando le spalle. -Non fare quella faccia, K!-
Lizzie evidentemente doveva aver notato l’espressione perplessa sul suo viso, ma lei davvero non riusciva a spiegarsi come potesse aver avuto un’idea del genere.
-E cosa ti saresti fatta tatuare esattamente?- le chiese poi Kailey, lanciando un’occhiata rapida alla ragazza mora della reception.
-Un fiocco.-
-Un fiocco.- ripetè Kailey, perplessa. -Non mi avevi detto che ti ha mandato Jason qui?-
-Sì, esatto. Lui e Carter sono amici da parecchio tempo.- disse Lizzie, con un tono strano.
Prima che Kailey potesse chiederle se le cose tra lei e Jason stessero funzionando, la ragazza della reception disse a Lizzie che poteva andare.
-Forza vieni con me.-
-Non credo che sia..- iniziò a dire Kailey, assolutamente contraria all’idea di vedere la sua amica farsi tatuare da un perfetto estraneo.
Lizzie le afferrò un braccio e la costrinse ad alzarsi. Si avviò verso una porta accanto alla reception e poi bussò prima di entrare.
La prima cosa che Kailey notò fu un lettino sulla sinistra e una scrivania sulla destra piena di fogli e disegni.
Le pareti della stanza erano tinte di un bordeaux troppo scuro per i suoi gusti e c’era un’unica finestra dalla quale entrava poca luce. Se non fosse stato per una fila di faretti sul soffitto la stanza sarebbe stata completamente al buio.
-Lizzie,- disse una voce profonda che la costrinse a spostarsi di lato per vedere meglio di chi fosse.
Carter era un ragazzo molto alto, con spalle larghe e braccia muscolose. Aveva corti capelli scuri e due occhi azzurri talmente chiari da sembrare grigi. Indossava dei jeans scuri e una maglietta nera che metteva in risalto i suoi addominali definiti.
Quando si accorse di lei spalancò gli occhi sorpreso. –Kailey.-
-Non si ricorda di te, Carter.- spiegò Lizzie, imbarazzata.
Kailey notò che Lizzie e Carter si fissavano in modo strano e si chiese se non fosse successo qualcosa tra di loro. Almeno l’abbigliamento della sua amica avrebbe avuto un senso.
Prima che potesse dire alcunché una porta alle sue spalle si aprì, attirando la sua attenzione.
Kailey si voltò e sgranò gli occhi per la sorpresa.
Un Drake a torso nudo con i capelli scompigliati e completamente concentrato sul suo telefono era appena uscito da una piccola stanza nella quale sembravano esserci garze e altri materiali di cui Kailey non riusciva a cogliere bene l’utilizzo.
-Non è possibile.- protestò irritata.
Si voltò di scatto verso Lizzie.
-Kailey?- disse Drake, sorpreso. Si voltò verso di lui e sbuffò.
Lo vide inarcare un sopracciglio e poi scoppiare a ridere.
-E certo!- esclamò, allibbita. -Non si può andare da nessun parte senza che tu non sia nei paraggi!-
-Calmati, Kailey.- le disse Lizzie, esasperata.
-Me ne vado.- disse Kailey, avviandosi verso la porta.
Si rendeva perfettamente conto che si stava rendendo ridicola di fronte a tutti, ma non riusciva proprio a sopportare la presenza di Drake in quel momento.
-Rimani qui.-protestò Lizzie, afferrandole un braccio.
-Non ci penso proprio!-
-Piantala di fare la bambina.-
Kailey non riusciva a credere che la stesse costringendo a rimanere, facendole fare la figura della stupida davanti a Drake e a Carter.
Vide Drake avviarsi verso la scrivania e posare il telefono. Lanciò un’occhiata fugace al disegno in bianco e nero sulla sua schiena e poi il suo sguardo si posò sul suo petto muscoloso.
Perché la sua mente lo rifiutava, ma il suo corpo la tradiva in quel modo?
Era esattamente quello il motivo per cui doveva andarsene via. Quando lui era vicino non ragionava lucidamente.
Ricordati il modo in cui ti ha trattata ieri sera, si disse. Ricordati il modo in cui ha spinto il suo amico senza un motivo.
-Come mai da queste parti, principessa?- le chiese Drake, ironico.
Ogni traccia del ragazzo ferito e disperato della sera precedente era scomparsa, lasciando il posto al ragazzo sfacciato e arrogante che aveva conosciuto qualche giorno prima.
-Ha accompagnato me.- spiegò Lizzie, rispondendo al posto suo.
In quel momento le fu grata, perché se avesse aperto bocca lo avrebbe solo preso a parolacce. Il suo tono strafottente la irritava terribilmente.
-Ma certo.- disse Drake, lanciando un’occhiata a Carter.
-Forse è meglio se…- iniziò a dire quest’ultimo, ma fu interrotto bruscamente da Drake.
-Forza principessa, diamo a Carter lo spazio e il tempo necessari per lavorare.- le disse, guardandola negli occhi.
-Potete aspettare nella stanzetta Drake.- disse Carter, iniziando a sistemare il lettino.
-Cosa? Rimango qui con Lizzie e tu te ne puoi anche andare.- protestò Kailey, alzando gli occhi al cielo.
Non aveva intenzione di stare in nessuna stanzetta da sola con lui.
Drake si avvicinò a lei e poi sorrise in modo malizioso. –Di cosa hai paura, Kailey?-
-Forza, K.- mormorò Lizzie, concentrata completamente su Carter. - Ci rivediamo tra mezzora-
In altre circostanze si sarebbe soffermata a riflettere sul comportamento strano di entrambi, ma non era quello il momento. Non quando Drake era a torso nudo e così vicino a lei.
Si costrinse a non rabbrividire quando Drake le posò una mano sulla schiena e la spinse verso l’uscita.
Kailey lo scansò bruscamente e lo sentì ridacchiare alle sue spalle. Stronzo. Non appena furono fuori dalla stanza ,la ragazza alla reception lanciò una lunga occhiata a Drake e poi guardò male lei, come se fosse un animale da circo.
-La stanzetta è libera.- disse in tono allusivo.
-Non ci credo.- sussurrò Kailey, incredula.
La receptionist, di cui non ricordava minimamente il nome, ci stava provando spudoratamente con lui invece di fare il suo lavoro.
Allucinante, pensò Kailey.
Si voltò di scatto verso di Drake non appena percepì il suo petto caldo alle spalle e le sue mani sui fianchi e lo fulminò con lo sguardo.
-Grazie Ava.- disse Drake, continuando però a guardare Kailey.
-Forza Kailey.- disse poi a lei, spingendola verso una porta chiusa che non aveva notato prima.
Kailey notò l’occhiata torva di Ava e poi si avviò a passi decisi verso la porta.
Perché ogni volta che lui la toccava le sembrava che una scarica elettrica le attraversasse tutto il suo corpo?
Entrò in una stanza buia e cercò l’interruttore, ma Drake fu più veloce.
La luce inondò l’ambiente non appena Drake si fu richiuso la porta alle spalle. La famosa stanzetta era un ambiente molto piccolo e poco illuminato, esattamente come la stanza in cui era stata prima.
Le pareti erano tinte di una tonalità chiara e l’arredamento era costituito solamente da un divanetto e una piccola scrivania addossata ad un muro.
Très chic, pensò ironica.
Kailey sbuffò esasperata. Cosa diavolo ci faceva lì con Drake? Avrebbe dovuto ignorare Lizzie e uscire dallo studio, invece di assecondare Drake.
-Allora…- iniziò a dire Drake, avvicinandosi lentamente a lei.
-Che diavolo ci fai qui?- gli chiese seccata, costringendosi a guardarlo negli occhi e a ignorare il fatto che fosse a torso nudo. –E copriti, per cortesia. Hai intenzione di farti venire la febbre?-
Ovunque andasse se lo ritrovava davanti all’improvviso e tutti i suoi tentativi di dimenticarsi della sua esistenza svanivano nel nulla. Dannazione.
-Secondo te?- le chiese, divertito.
Come fa ad essere così lunatico?, si chiese Kailey perplessa.
Un giorno era sfacciato, un giorno arrabbiato e un altro ancora calmo e rilassato.
Kailey lanciò un’occhiata al divanetto. Si sarebbe seduta volentieri, ma pensava che se veniva davvero utilizzato come Ava aveva lasciato intendere non era poi così pulito dopotutto.
Incrociò le braccia al petto e guardò Drake negli occhi.
Si chiese come facesse a nascondere così bene il dolore per la perdita della madre.
-Stai bene?- si ritrovò a chiedergli, prima di valutare se fosse una buona idea o meno.
Che stai facendo, K?
Lo vide irrigidirsi e stringere i pugni lungo i fianchi, ma poi le sorrise in modo strano.
-Credi che stiano già scopando?-
-Cosa?- chiese Kailey, confusa.
Poi capì che si riferiva a Lizzie e Carter. Dunque le sue supposizioni erano giuste?
Drake si avvicinò ancora di più a lei e poi rise. –Io credi di sì.-
Kailey in quel momento capì una cosa.
Il suo atteggiamento indifferente e sprezzante era solo una maschera. Era il suo modo di affrontare il dolore, ma lei non aveva affatto intenzione di assecondarlo.
-E anche se fosse?- chiese, mostrandosi indifferente alla notizia.
-Non ti da fastidio?-
-Perché dovrebbe?-
Drake avanzò verso di lei e le sfiorò un braccio con il suo, ma poi proseguì dritto e si andò a sedere sul divanetto. Kailey notò i suoi addominali flettersi e si costrinse a distogliere lo sguardo. Perché diavolo se ne andava in giro senza maglietta?
-Perché ti ha mentito.- le spiegò, costringendola a voltarsi.
-Credi che questo atteggiamento serva a qualcosa Drake?- gli chiese, provocandolo.
-Perché non vieni qui?- le chiese, sorridendo maliziosamente.
Kailey era in piedi a un paio di metri da quel divano, ma non si sarebbe avvicinata affatto.
-Tenerti tutto dentro e fingere che vada tutto bene non ti sarà d’aiuto.- insisté, guardando i suoi meravigliosi occhi verdi.
Non sapeva nemmeno lei per quale motivo gli stesse dicendo quelle cose. Forse era semplicemente il suo modo di difendersi da lui. Attaccare per non essere attaccata. Lo vide serrare la mascella e lo sentì inspirare profondamente, ma non ottenne la reazione che stava cercando.
-Hai paura che ti possa saltare addosso se ti avvicini? O hai paura del contrario?- le chiese in tono provocatorio, ignorando le sue parole.
Kailey odiava essere sfidata. Non si era mai tirata indietro in vita sua e non lo avrebbe fatto nemmeno questa volta.
Drake credeva di esercitare una qualche forma di controllo su di lei solo perché erano stati a letto insieme e forse all’inizio lo credeva anche lei a causa della perdita di memoria, ma gli avrebbe dimostrato il contrario.
Si ritrovò a camminare nella sua direzione e si fermò a un passo dalle sue gambe.
-Credi davvero di essere così irresistibile?- gli chiese, sfrontata.
Drake si sporse in avanti e scoppiò a ridere. –Eri molto più divertente l’altra sera.-
-Intendi quella di cui non mi ricordo niente oppure quella in cui mi hai insultato e poi mi hai detto che tua madre era morta?-
Kailey si ritrovò a trattenere il fiato. Forse aveva esagerato.
Vide Drake alzarsi di scatto e fissarla con odio. Indietreggiò istintivamente, ma lui fu più veloce.
Le afferrò un braccio con decisione e l’attirò a sé, imprigionandola tra le sue braccia forti.
Kailey notò che aveva la mascella serrata e che i suoi occhi si erano incupiti all’improvviso.
-Attenta, Kailey.- l’ammonì in tono duro, chinandosi verso di lei e incatenando i suoi occhi verdi a quelli di Kailey.
Si impadronì delle sue labbra prima che lei potesse scusarsi, ma Kailey posò le mani sul suo petto e lo respinse prima che fosse troppo tardi, liberandosi dalla sua stretta e cercando di ignorare la sensazione meravigliosa che provava ogni volta che lui la teneva stretta a sé.
-Non lo capisci che così è peggio?- gli chiese, scuotendo la testa. –Dovresti parlare con qualcuno.-
-Sta’ zitta, Kailey.- replicò lui in tono brusco, prima di attirarla a sé e di avventarsi nuovamente sulle sue labbra.
Kailey avrebbe davvero voluto parlare con lui e cercare di aiutarlo, ma sarebbe stato inutile. Drake non voleva essere aiutato.
Suo malgrado si arrese a lui e si ritrovò a rispondere al bacio con il suo stesso impeto, perfettamente consapevole che sarebbe stato un errore di cui si sarebbe pentita in seguito.
Capì in quel momento di non avere minimamente il controllo sul suo corpo. Si stava comportando come una quindicenne in preda agli ormoni, accidenti.
Dischiuse le labbra e permise alle loro lingue di cercarsi e sfiorarsi, godendosi il suo sapore e il calore del suo corpo vicino. Le bastava che lui la baciasse o toccasse per perdere completamente il lume della ragione.
Riusciva solo a sentire il suo profumo inebriante e la sua mano che le accarezzava dolcemente la schiena. Tutto il resto in quel momento non le importava.
Non le importava che lui l’avesse insultata la sera precedente o che probabilmente la stesse usando in quel momento per non affrontare i suoi problemi. Voleva solo sentire le sue labbra morbide sulle proprie e lasciarsi andare alla tempesta di sensazioni che lui le faceva provare ogni volta che si toccavano.
Kailey si sollevò sulle punte e inclinò di più la testa per approfondire il bacio, costringendosi a ignorare completamente quella parte di sé che le stava urlando di allontanarsi.
Sentì Drake irrigidirsi e poi afferrarle con decisione il sedere, sollevandola da terra. Kailey non poté fare a meno di circondargli il collo con le braccia e di allacciare le gambe intorno alla sua vita.
Drake la fissò per un momento prima di riprendere a baciarla in un modo che a Kailey sembrava rude e disperato al tempo stesso.
Non c’era più traccia del Drake rilassato e divertito di qualche attimo prima. Adesso la stava baciando come se volesse punirla e Kailey non si stava minimamente opponendo.
-Ho bisogno di te.- le sussurrò poi all’orecchio, mentre la depositava sulla scrivania addossata al muro e si posizionava tra le sue gambe.
Kailey aprì gli occhi di scatto.
Che diavolo stava facendo?
Lei non era così. Non si lasciava baciare da un ragazzo che non fosse il suo fidanzato.
Scosse la testa e poi cercò di allontanarlo, riprendendo il controllo della situazione.
-Io non..- cominciò a dire, schiarendosi la voce.
Drake la fissò per un istante e poi fece un passo indietro, rendendosi conto che lei lo stava rifiutando un’altra volta.
-Tu cosa, Kailey?- le disse in tono arrabbiato.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Drake voleva di più.
Aveva bisogno di stringere Kailey fra le sue braccia e di perdersi di nuovo nel suo corpo caldo e morbido fino a bearsi di quella sensazione di sollievo e liberazione che aveva provato la prima volta che era stato dentro di lei e di cui non voleva più fare a meno.
Sapeva di essere stato spesso un bastardo egoista a cui non importava di sfruttare una ragazza solo per ottenere i suoi scopi e sapeva anche che Kailey non si meritava di essere usata in quel modo, ma non conosceva un altro modo possibile di rapportarsi a lei.
Diversamente dalle altre ragazze con cui lui era stato, lei gli aveva fatto sembrare il passato meno doloroso e in cuor suo sperava che lei potesse fargli dimenticare la morte di sua madre almeno per un po’.
Si costrinse ad allontanarsi quel tanto che gli avrebbe permesso di guardare i suoi incantevoli occhi nocciola.
Perché continuava a respingerlo?
Notò che Kailey aveva le guance arrossate e che il suo respiro era lievemente irregolare.
-Non posso.- mormorò Kailey, evitando il suo sguardo.
Drake prese un respiro profondo e poi si sforzò di ignorare il cuore che gli galoppava furioso nel petto.
Non andava fiero del modo in cui l’aveva trattata la sera precedente né di come aveva reagito quando lei poco prima lo aveva provocato con le sue parole, ma in quel momento aveva bisogno di lei e non avrebbe perso tempo a giustificarsi per le sue azioni.
Chiaramente aveva di nuovo problemi a gestire la rabbia, ma non si sarebbe scusato per questo. Sua madre era morta e lui aveva tutto il diritto di essere arrabbiato con il mondo.
L’unica persona che gli avesse mai voluto bene davvero era andata via per sempre, lasciandogli un vuoto dentro che nessuno sarebbe mai riuscito a colmare.
Non ebbe il tempo di dire nulla perché la porta della stanzetta si aprì all’improvviso, cogliendo entrambi alla sprovvista.
Drake notò un’espressione sorpresa comparire sul viso di Carter.
-Scusate, io…- iniziò a dire, visibilmente a disagio.
Drake non lo aveva mai visto in imbarazzo in vita sua.
Sentì Kailey irrigidirsi e cercare di spingerlo via e in quel momento avrebbe preso a pugni Carter. Perché cazzo non aveva bussato prima di entrare?
Si voltò verso Kailey, che in quel momento aveva l’espressione di una che sarebbe scappata da un momento all’altro se solo avesse potuto.
-Lizzie, ti sta aspettando fuori.- disse Carter, dopo essersi schiarito la voce. V
ide Kailey annuire imbarazzata e poi sentì la porta chiudersi di nuovo.
-Fammi scendere.- disse Kailey, guardandolo negli occhi.
Drake si rese conto che ogni traccia di desiderio in lei era svanita e la rabbia si impossessò di nuovo di lui.
-Perché?- le chiese seccato.
-Non hai sentito Carter?-
Drake ne aveva abbastanza del suo comportamento.
Prima si lasciava baciare e poi lo respingeva, comportandosi come una adolescente volubile e confusa.
Si soffermò un momento a guardare i suoi lunghi capelli rossi e i lineamenti armoniosi del viso, per poi osservare la curva sinuosa della clavicola.
-E allora?- replicò Drake, stizzito.  -Lizzie può aspettare visto che ti ha usata solo per farsi i cazzi suoi.-.
La vide sussultare e sospirare. –Drake, fammi scendere.- ripeté lei, usando un tono più deciso.
-Fino ad un momento ti strusciavi su di me e adesso vuoi andartene, Kailey?-
-Ero…coinvolta.- disse Kailey, con voce incerta.
Drake scoppiò a ridere, incredulo. Gli stava dicendo che si era pentita di essersi lasciata toccare da lui?
-Eri coinvolta?- ripeté, arrabbiato. –Che diavolo significa?-
Kailey abbassò lo sguardo, imbarazzata.
-Perché continiui a cercarmi, Drake?- gli chiese Kailey, amareggiata.  -Devi aggiungere un altro nome alla lista infinita di ragazze che ti sei portato a letto?-
Non è così, avrebbe voluto dire Drake, ma la rabbia prese il sopravvento e si ritrovò a dire cose che non pensava davvero.
-Non hai fatto tante storie la sera che ci siamo conosciuti, quindi ho pensato che mi sarei potuto divertire con te un’altra volta.- le disse in tono sprezzante. –E poi, Kailey, il tuo nome è già su quella lista.-
-Sei davvero uno stronzo Drake.-
-Uno stronzo da cui ti sei portare a letto volentieri.- replicò Drake, sorridendo in modo beffardo.
Kailey lo guardò con odio e poi dopo aver posato le mani sul suo petto lo spinse via con forza.
Drake indietreggiò di qualche centimetro, colto di sorpresa.
Kailey scese dalla scrivania e scosse la testa.
-Non capisco perché fai così.-  gli disse. –Io non ti ho fatto niente.-
Lo so, pensò Drake.
La osservò mentre usciva dalla stanza, arrabbiata e delusa allo stesso tempo.
Le lasciò qualche secondo di vantaggio, ma poi la seguì fuori.
Ava gli lanciò un’occhiata e poi tornò a concentrarsi su qualunque cosa stesse facendo. Vide Kailey raggiungere la porta dello studio e poi uscire fuori, ma prima che potesse incamminarsi in quella direzione sentì qualcuno afferrargli un braccio.
Si voltò seccato e incrociò gli occhi azzurri di Carter.
-Che cazzo stai combinando?- gli chiese Carter, abbandonando la presa sul suo braccio.
Drake non aveva intenzione di giustificarsi con uno come lui.
-Che diavolo vuoi Carter?- gli chiese in tono aggressivo. -Non potevi continuare a giocare con la tua amichetta invece di rompermi i coglioni?-
Vide Carter spalancare gli occhi per un attimo e poi serrare la mascella. –Non mi stavo divertendo, stronzo. Stavo terminando il tatuaggio.-
Lo vide lanciare un’occhiata ad Ava e poi tornare a concentrarsi su di lui.
-Certo.- disse Drake, ironico.
-Non vuole avere niente a che fare con te, perché diavolo non la lasci in pace?- Drake sentì la rabbia montare di nuovo.
Kailey gli stava facendo perdere il lume della ragione. Non gli importava di rovinare amicizie lunghe una vita. Voleva lei e basta. Tutto il resto non contava.
-Che cazzo ne sai tu di quello che vuole lei?-
-Me lo ha detto Lizzie. Mi ha raccontato quello è successo ieri sera. Che ti è saltato in mente?-
-Non sai un bel niente.- replicò Drake, furioso.
Nessuno che si facesse gli affari suoi in quella cavolo di città.
Prima che Carter avesse la possibilità di dire nulla, la porta dello studio si aprì. Entrò un ragazzo biondo che Drake non aveva mai visto.
-Jason.- lo salutò Carter, avvicinandosi a lui.
Drake notò che era teso e si chiese quale fosse il motivo, ma poi si ricordò che era il ragazzo che stava frequentando Lizzie.
-Mi è parso di vedere la mini di Lizzie nei paraggi, ma non sono sicuro che fosse lei.- disse Jason, lanciando una rapida occhiata a Drake. –È venuta da te?-
-No, amico.- mentì Carter. - Non la vedo da un po’-
Drake non capiva fino in fondo perché Carter si stesse comportando in quel modo, ma francamente non gliene importava più di tanto. Se lui aveva intenzione di tradire la fiducia di un suo amico portandosi a letto la sua ragazza non erano affari suoi.
Si avviò verso la porta, ma si bloccò quando sentì la voce di Carter nominarlo.
-Lui è Drake.- disse a Jason, costringendolo a voltarsi.
Drake non aveva nessuna voglia di trattenersi a parlare con lui, ma si ricordò che gli aveva telefonato qualche sera prima per cercare di ottenere informazioni su Kailey e quindi gli sarebbe potuto tornare utile in un secondo momento.
-Sei tu Drake.- disse Jason, allungandogli una mano. Drake la strinse e poi annuì.
-Sei riuscito a trovare Kailey alla fine?-
Drake prese un respiro profondo e si costrinse ad essere gentile. –Sì.-
Vide Jason annuire e poi riportare la sua attenzione su Carter.
Ne approfittò per uscire e cercare Kailey, che ovviamente se ne era andata via.
Si guardò intorno per alcuni minuti, nella speranza di avvistarla da qualche parte, ma sembrava essere svanita nel nulla.
Quando un paio di ragazze gli lanciarono una strana occhiata si ricordò di essere ancora senza maglietta e quindi rientrò, rendendosi conto tra l’altro che la temperatura si era abbassata notevolmente.
Una volta dentro si accorse che Carter stava ancora parlando con quel Jason.
Il ragazzo di Lizzie era più basso di Carter e meno muscoloso. Agli occhi di una ragazza sarebbe potuto sembrare affascinante, ma Drake capiva perfettamente perché lei si sentisse attratta di più da Carter. Aveva quel fascino da cattivo ragazzo che incantava tutte.
Si avviò nella stanza in cui Carter tatuava i clienti e recuperò maglietta e telefono.
-Perché sei andato in fissa con quella lì?- le chiese la voce stridula di Ava.
Drake si voltò e sbuffò sonoramente. Perché credevano tutti che a lui importasse cosa pensassero gli altri del suo rapporto con Kailey?
Si rese conto di quanto Ava fosse diversa da lei. Le sue braccia erano interamente tatuate e il suo viso mostrava diversi piercing che lui non avrebbe mai voluto vedere sul voto di Kailey.
Era piuttosto alta per essere una ragazza.
I suoi capelli erano neri e di media lunghezza e i suoi occhi castani non avevano quella sfumatura dorata che aveva notato molte volte in quelli di Kailey.
-Puoi avere tutte le ragazze che vuoi, Drake.- proseguì Ava, avvicinandosi piano a lui.
-Carter ha finito l’alcool.- disse lui, ignorando le sue parole. -Dovresti ricomprarlo.-
-Lei non è come noi.- insisté Ava, fermandosi a un passo da lui. –Appartiene ad un altro mondo.-
Drake si chiese se lei avesse ragione, ma temeva la risposta perché in fondo la conosceva già.
Lui aveva una famiglia disastrata alle spalle e un lavoro che non poteva nemmeno essere definito tale.
Kailey non aveva lo sguardo spento e perso delle persone che hanno sofferto molto nella loro vita e probabilmente aveva un lavoro dignitoso e una casa confortevole in cui vivere.
Non potevano essere più diversi e incompatibili di così.
-Perché non andiamo di là, Drake?- le chiese Ava, alludendo alla stanza in cui era appena stato con Kailey.
Drake si allontanò da lei bruscamente. –Non voglio venire a letto con te un’altra volta, Ava.-
Vide gli occhi della ragazza spalancarsi per la sorpresa, ma poi notò un lampo di rabbia balenare nei suoi occhi.
-Quando ti renderai conto di non poter avere quella ragazzina viziata e snob sarà troppo tardi, Drake.- le disse Ava, guardandolo negli occhi.
-Pazienza, Ava.- fece Drake, alzando le spalle. –Non ci verrei comunque a letto con te.-
Le sue parole fecero arrabbiare ancora di più l’assistente di Carter che lo guardò con odio prima di andarsene via come una furia.
Drake si infilò il telefono in tasca e poi decise di andare via.
Quella sera Carter non era riuscito a proseguire i motivi tribali che lui voleva farsi tatuare su gran parte della schiena, perciò non aveva senso rimanere lì.
-Che hai fatto ad Ava?- gli chiese Carter, entrando nella stanza all’improvviso.
-Si è offesa perché non voglio andarci a letto di nuovo.-
-Perché vuoi Kailey.- osservò Carter, lanciandogli una lunga occhiata penetrante.
-Non mi serve il tuo consenso o quello di nessun altro.-
-Che ha di tanto speciale?-
Mi fa sentire bene. Mi fa dimenticare che la mia vita fa schifo e che non ho più nessuno in questo fottuto mondo.
Drake alzò le spalle.
Vide Carter sorridere per un momento, ma le sue parole gli fecero capire di essere un pessimo bugiardo.
–Non so cosa abbia fatto per destare così tanto il tuo interesse, ma ti consiglio di lasciarla in pace. È diversa da noi- gli disse Carter con calma, riprendendo le parole di Ava.
-Noi?-
-Noi incasinati, Drake.-
Drake sapeva che il padre di Carter si era suicidato quando lui era molto piccolo e che sua madre lo aveva abbandonato poco dopo, incapace di crescere un figlio da sola.
Non conosceva bene i dettagli della sua infanzia, ma sapeva che non era stata affatto facile.
-Non mi importa.-
-Ti dovrebbe importare invece. Non è una di quelle che ti porti a letto quando vuoi e che puoi mollare quando ti sei stufato.-
Drake sapeva che Carter aveva ragione, ma non gli importava lo stesso.
Carter non sapeva cosa stava provando in quel momento. Non gli aveva parlato di sua madre e non lo avrebbe fatto.
Gli era crollato il mondo addosso in un secondo e Kailey era l’unica che poteva impedirgli di cadere in un baratro da cui non si sarebbe più potuto tirare su.
Aveva un bisogno disperato e irrazionale di lei. Non sapeva cosa le piacesse o cosa odiasse, che rapporti avesse con la sua famiglia o dove abitasse, ma sapeva che stare dentro di lei, parlare con lei, era una sensazione meravigliosa che voleva provare di nuovo.
-Ci vediamo domani.- disse, uscendo dalla stanza.
Non aspettò che Carter gli rispondesse. Uscì dallo studio senza nemmeno salutare Ava e poi si avviò a piedi verso casa.
 
Drake fu svegliato da un insistente bussare alla porta di casa sua. Lanciò un’occhiata al telefono e si accorse che era davvero presto. Chi diavolo lo aveva svegliato a quell’ora del mattino?
Si alzò lentamente dal letto e si infilò un paio di pantaloni, avviandosi poi verso l’ingresso.
Si stupì di vedere suo fratello vestito di tutto punto fuori da casa sua.
-Ciao Drake.- lo salutò, dopo essersi schiarito la voce.
-Che diavolo ci fai qui?-
In quattro anni era la seconda volta che suo fratello si presentava a casa sua.
-Posso entrare un attimo?- gli chiese Max, a disagio. Drake spalancò la porta di casa e lo fece entrare.
In quel minuscolo appartamento in cui abitava il disordine regnava sovrano, ma non si sarebbe certo messo a fare le pulizie solo perché suo fratello era lì.
Notò che Max si guardava intorno perplesso.
-Che vuoi?- gli chiese irritato.
-Domani ci sarà il funerale di mamma.- mormorò Max, guardandolo negli occhi. Drake si ritrovò a trattenere il fiato. Aveva creduto di avere più tempo per affrontare il lutto, ma non era così.
-Dove?- chiese a Max, cercando di nascondere l’angoscia che provava in quel momento.
-Nella chiesa vicino al mio ufficio.- Drake annuì, ma non disse nulla.
Lui e suo fratello avevano una decina di anni di differenza, ma non era quello il motivo per cui loro due non avevano mai legato.
Drake era il frutto di una violenza che sua madre aveva subito da parte del marito ubriaco e suo fratello rivedeva in lui tutto il dolore che la madre aveva provato quella sera di ventisette anni prima.
-Alle dieci.- aggiunse Max, richiamando la sua attenzione. –Suppongo che ci vedremo domani allora.-
Drake notò l’abbigliamento elegante di Max e poi si concentrò sul suo viso. Fisicamente assomigliava molto al fratello, ma i suoi occhi verdi lo rendevano più simile alla madre.
Se le cose fossero andate diversamente probabilmente sarebbero stati uniti e si sarebbero sostenuti a vicenda in un momento difficile come questo, ma non sarebbe mai accaduta una cosa del genere.
Con gli anni l’atteggiamento di Max era profondamente cambiato. Il rancore che nutriva nei confronti del fratello minore si era trasformato in indifferenza e a Drake stava bene così. Non aveva bisogno di nessuno. Aveva sempre contato solo sulle proprie forze e così sarebbe stato anche in futuro.
-Hai bisogno di qualcosa?- gli chiese Max, distogliendolo dai suoi pensieri.
Drake scoppiò a ridere. Era tipico di suo fratello sparire per lunghi periodi e poi chiedergli se aveva bisogno di soldi. Soldi che ovviamente Drake non avrebbe mai accettato nemmeno se ne avesse avuto bisogno.
-No.- rispose in tono seccato.
Vide suo fratello annuire e poi lanciare un’occhiata al piccolo salone in cui si trovavano.
-Bene.- disse Max. -Allora vado.-
-Conosci la strada.-
Max annuì e poi si incamminò verso la porta. Drake tornò in camera dopo che suo fratello si fu richiuso la porta alle spalle.
Si sedette sul bordo del letto e poi chiuse gli occhi, abbandonandosi ai ricordi.
 
Suo fratello era tornato a casa completamente ubriaco. Non lo aveva mai visto in condizioni del genere e la situazione non gli piaceva per niente.
-Ehi Drake, perché cazzo non ti trovi un lavoro decente invece di suonare quella merda di musica con quei due nullafacenti?- gli aveva chiesto Max, strascicando le parole.
Drake non aveva intenzione di assecondarlo perciò si era limitato ad andare in camera sua e chiudere la porta.
Max lo aveva seguito.
-Hai diciassette anni. A scuola non combini niente e non ti degni di cercare un lavoro. Perché cazzo dovrei continuare a mantenerti?-
Drake aveva alzato lo sguardo e aveva guardato con odio suo fratello. Non era forse corretto il detto “in vino veritas?”
Chiaramente Max non lo sopportava, ma cercava di contenere il disprezzo nei suoi confronti per via della madre, che nei pochi momenti di lucidità voleva vedere i suoi figli andare d’accordo.
-Mi pagano, per suonare quella musica che tu definisci di merda- aveva replicato Drake, incapace di mascherare la rabbia.
Suo fratello aveva inarcato un sopracciglio e poi era scoppiato a ridere. –Ti pagano? E allora perché non mi dai i tuoi soldi per comprare il cibo e pagare le bollette?- Drake si era alzato di scatto dal letto e si era avvicinato a Max. Suo fratello era in quel periodo molto più alto e grosso di lui, ma non gli importava.
-Sai che do sempre una mano.-
-Sei solo un peso, Drake.- gli aveva detto. -Sei come nostro padre.-
Drake non era riuscito a trattenersi. Aveva colpito Max con tutta la forza che aveva, ma ovviamente non era stato abbastanza.
Max aveva reagito e lo aveva riempito di botte fino a farlo sanguinare dal naso.
 
Drake sussultò a quel ricordo di dieci anni prima, così lontano eppure vicino. Quella era stata l’unica volta in cui suo fratello aveva alzato le mani su di lui, ma non se lo sarebbe mai dimenticato.
Max si scusava sempre per quell’episodio e Drake fingeva che il tempo avesse cancellato il dolore che aveva provato quel giorno, ma non era stato così.
Non avrebbe mai dimenticato le parole di Max. Sei solo un peso, Drake. Sei come nostro padre.
Per molti giorni si era chiesto se fosse davvero così e poi era giunto alla conclusione che lui non era come suo padre.
Non avrebbe mai alzato un dito su una donna e non avrebbe mai lasciato la sua famiglia se mai ne avesse avuta una sua.
Credeva che la genetica non avesse proprio niente a che fare con quel genere di cose.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Kailey si alzò dalla sedia e poi osservò i suoi colleghi uscire uno ad uno dalla sala riunioni.
Una volta rimasta sola si concesse un sospiro di sollievo.
Non avrebbe mai immaginato quanto potesse essere stancante e difficile imporsi su una squadra di venti persone, ma alla fine era riuscita a vincere la riluttanza dei suoi colleghi e questa cosa la riempiva di soddisfazione.
Si avvicinò ad una delle ampie finestre della stanza e si concentrò sul panorama. Guardò le cime degli alti grattacieli, i tetti scuri delle case e il traffico nelle strade. Era una giornata meravigliosa e lei non riusciva a smettere di sorridere.
-Non è andata così male, non credi?- le chiese una voce maschile, facendola sobbalzare.
Si voltò lentamente e incrociò gli occhi sorridenti di Max, che chiaramente era rientrato nella stanza senza che lei se ne accorgesse.
Durante quelle due interminabili ore l’aveva trattata sempre con rispetto dimostrando di avere completa fiducia in lei e Kailey gli era profondamente grata per il suo inaspettato sostegno.
Lo vide sedersi su una sedia e poi sorridere di nuovo.
Si costrinse a ignorare ancora una volta la somiglianza tra lui e Drake. Ogni volta che lo vedeva le sembrava di avere di fronte una versione più matura ed equilibrata del ragazzo con cui era andata a letto.
-Non credo che ce l’avrei mai fatta senza il tuo aiuto.- ammise Kailey, schiarendosi la voce.
-Io non ho fatto niente.- replicò Max, scuotendo la testa.
-Non è vero, Max. Hai dimostrato di avere fiducia in me davanti ai miei colleghi e sospetto che questo abbia inciso fortemente sul loro atteggiamento nei miei confronti.-
-Forse o forse no.- disse Max, alzando le spalle. -In ogni caso hai dimostrato di essere in grado di gestire venti persone e soprattuto fare bene il tuo lavoro, confermando che non avrei potuto scegliere qualcuno più capace ed efficiente di te per questo incarico.-
Kailey non riuscì a trattenere un sorriso. –Grazie, Max. Davvero.-
-Smettila di ringraziarmi. Perché non andiamo a mangiare qualcosa invece?- Kailey si sforzò di non mostrarsi sorpresa. Il suo capo la stava invitando a pranzare con lui?
Tralasciando il fatto che trovasse il suo invito fuori luogo, non credeva di essere capace di passare molto tempo con lui senza pensare a Drake e a quanto si assomigliassero.
Doveva assolutamente scoprire se fossero parenti, ma forse non era quello il momento più adatto.
-Non credo che…- iniziò a dire, cercando il modo più opportuno per declinare il suo invito.
-Siamo colleghi, Max.- disse infine, guardandolo negli occhi. –Tu sei il mio capo.-
-Non ti sto invitando ad uscire Kailey.- replicò Max, con un tono che voleva essere rassicurante. –È ora di pranzo e pensavo semplicemente che potessimo mangiare qualcosa insieme, ma se credi che ci sia un secondo fine dietro le mie parole allora forse….-
Kailey non poté fare a meno di arrossire. Forse era stata troppo brusca.
-Mi dispiace, non volevo essere scortese.- si scusò, schiarendosi la voce. –Ho parecchie cose da sistemare, però. Magari un’altra volta.-
-Certo.- disse Max, annuendo.
-Se hai bisogno di aiuto non farti problemi a chiamarmi.- aggiunse poi, sorridendole in modo gentile e alzandosi dalla sedia.
Indossava un completo blu che lo rendeva fin troppo affascinante per i suoi gusti. Kailey annuì e poi lo guardò andare via.
Non riuscì a fare a meno di alzare gli occhi al cielo e sbuffare sonoramente. Non aveva voglia di tornare nella sua stanza perciò decise di rimanere ancora un po’ lì per riflettere senza il rischio di essere disturbata.
Sul piano professionale la sua vita era praticamente perfetta.
Si era laureata in breve tempo con il massimo dei voti e poi era riuscita ad ottenere un lavoro in una delle più grandi multinazionali del paese.
Adesso era a capo di un gruppo di venti persone e il suo stipendio era notevolmente aumentato, superando le sue più rosee aspettative.
Era arrivata più in alto di quanto lei stessa potesse immaginare e non riusciva assolutamente a lamentarsi di nulla, nemmeno della sua fastidiosa assistente. La sua vita sentimentale, però, era tutta un’altra storia.
Due anni prima aveva lasciato il suo fidanzato storico perché si era resa conto che avevano preso strade parallele destinate a non incrociarsi mai e per quanto assurdo e strano potesse essere sembrato alle sue amiche lei non aveva mai rimpianto quella decisione. Si era concentrata sul lavoro e la solitudine non era stata affatto un problema.
Poi però era arrivato Drake e tutte le sue certezze erano crollate.
Aveva sperato che la notte passata insieme a lui fosse solo una breve parentesi della sua vita, un’esperienza da dimenticare, ma non era stato affatto così.
Si erano incontrati di nuovo, si erano insultati e provocati e poi era successo quello che era successo.
Lei si era arresa a lui e gli aveva permesso di baciarla, per poi respingerlo di nuovo.
Sono propria una stronz,  eh?, si chiese, ridendo amaramente.
Non riusciva nemmeno lei a spiegarsi perché si sentisse tanto in colpa. In fondo lui l’aveva insultata in malo modo in più di un’occasione, perché preoccuparsi di aver ferito i suoi sentimenti?
Poi però si ricordò di quando lui le aveva parlato della madre.
Si sentiva in colpa perché aveva paura che il suo rifiuto potesse peggiorare la situazione.
Perché mi importa così tanto?, si chiese sorpresa.
Chiaramente Drake aveva un passato difficile alle spalle, ma fingeva che andasse tutto bene e lei sentiva l’irrazionale bisogno di aiutarlo. Era evidente che non si trattava solo di desiderio fisico.
Le tornarono in mente le sue parole. Sei per caso una cazzo di psicologa?
No, non era una psicologa, ma era in grado di capire che dietro al suo atteggiamento sprezzante e indifferente nei confronti di tutto e tutti si nascondesse una profonda sofferenza. Chiunque l’avrebbe capito.
-Sei qui!- esclamò una voce infastidita, distogliendola dai suoi pensieri.
Si voltò e si costrinse ad essere gentile con la sua insopportabile assistente.
Era veramente minuta, ma in compenso era una grande rompiscatole. I suoi grandi occhi azzurri la stavano guardando con disapprovazione.
Kailey notò che aveva raccolto i capelli neri in uno chignon morbido e che indossava un abbigliamento fin troppo casual per un ambiente di lavoro.
-Ti sto cercando da mezzora.- le disse, sbuffando. -Credevo che fossi tornata nel tuo ufficio.-
Respira Kailey, respira, si disse.
-Dovevo sistemare alcune cose Caroline. Perché mi cercavi?- le chiese, usando un tono gentile che lei non si meritava.
Sapeva che quel suo atteggiamento accomodante non sarebbe servito a niente con una persona come Caroline, ma sperava che prima o poi la sua assistente si potessi ricredersi sul suo conto.
-C’è una certa Lizzie al telefono.- rispose Caroline, come se per lei fosse faticoso riferire una notizia del genere.
Kailey non aveva voglia di parlare con Lizzie. Credeva che Drake le avesse detto la verità. La sua amica le aveva mentito e poi l’aveva sfruttata solo per farsi gli affari suoi. Che razza di amica era?
Quando erano tornate a casa non se l’era sentita di affrontare l’argomento, troppo scossa da quello che era successo con Drake, ma al più presto le avrebbe chiesto spiegazioni. Solo che non era quello il momento adatto.
-Dille che sono ancora in riunione.- disse a Caroline, avvicinandosi al tavolo della sala e iniziando a raccogliere alcuni documenti.
-Mi pagano per prendere telefonate di lavoro, non quelle personali.- protestò Caroline,  sbuffando sonoramente.
Kailey alzò lo sguardo e incrociò le braccia al petto.
-Adesso basta Caroline, questo atteggiamento è inammissibile.- iniziò a dire Kailey, seccata. –Qualunque tipo di problema tu abbia nei miei confronti ti consiglio di risolverlo alla svelta, altrimenti sarò costretta a lamentarmi di te ai piani alti e non sarà una cosa piacevole per te.-
Vide Caroline assottigliare lo sguardo, pronta a ribattere, ma non disse nulla.
-Va bene.- disse alla fine, in tono neutro.
Kailey si costrinse a non sorridere compiaciuta davanti a quella piccola vittoria e poi finì di raccogliere i documenti che le erano serviti per la riunione.
-Ah Caroline?- la richiamò, prima che uscisse.
-Sì?-
-Mi vai a prendere un panino? Niente cetrioli, grazie.-
La sentì sbuffare lievemente e poi andarsene. Ben fatto Kailey. Uscì dalla sala riunioni e si avviò verso la sua stanza.
 
Poco prima di uscire dall’ufficio decise di chiamare suo fratello,  che le rispose al secondo squillo.
-Ehi Kailey.- la salutò allegro.
-Ciao Dave. Scusa se non ti ho più chiamato, ma sono stata piuttosto incasinata con il lavoro.-
-Figurati, K! Come va in ufficio?-
-Direi bene. Mi chiedevo se stasera avessi da fare.-
-Per la verità sì, K. Ho del lavoro da sbrigare purtroppo.- disse Dave, con un tono che sembrava sinceramente dispiaciuto.
-Oh. Ok, allora ci vediamo domani o più in là.-
-Certo, sorellina.-
Kailey scoppiò a ridere per quell’appellativo. –Va bene Dave. Ti chiamo domani allora.-
-A domani, K.-
Kailey chiuse la telefonata e poi decise di andare via. Raccolse le sue cose poi uscì dalla stanza.
Mentre percorreva il corridoio passò davanti alla stanza di Max la cui porta era socchiusa. Si chiese se non dovesse scusarsi di nuovo per come aveva affrontato il suo invito, ma alla fine decise che era meglio lasciar cadere la cosa.
Continuò a camminare e poi si avviò verso la macchina.
Era stata una giornata stancante e aveva assolutamente di parlare con Tessa.
Sarebbe andata a casa sua e le avrebbe raccontato tutto quello che era successo con Drake, chiedendole infine un consiglio su come comportarsi. Aveva decisamente bisogno di sfogarsi con qualcuno.
In poco tempo arrivò a casa sua e parcheggiò la macchina. Si stupì quando al citofono la sua amica aprì senza nemmeno chiedere chi fosse.
Salì con l’ascensore al terzo piano e bussò un paio di volte. Il campanello era fuori uso e Tessa si dimenticava sempre di farlo aggiustare.
Spalancò gli occhi sorpresa quando si ritrovò davanti suo fratello.
Aveva i capelli bagnati e sembrava essere appena uscito dalla doccia.
-Che diavolo ci fai qui? - gli chiese, confusa. - Non dovevi lavorare?-
Quando sentì la voce mielosa di Tessa che chiamava suo fratello dall’interno della casa le fu tutto chiaro.
-Ti vedi con la mia migliore amica!- esclamò incredula, guardandolo negli occhi. Lo vide passarsi una mano nei suoi capelli castani e poi sospirare.
-Te lo avremmo detto, K- disse alla fine, spalancando la porta per farla entrare.
-Non ci posso credere David!- urlò, usando il suo nome completo, segno che era davvero arrabbiata.
Stava cercando di calmarsi quando arrivò Tessa, praticamente mezza nuda.
-Kailey, oddio.- disse la sua migliore amica, chiaramente in imbarazzo.
-Mettiti qualcosa addosso e poi vieni in salone.- le ordinò seccata, lanciandole un’occhiata.
Si avviò in soggiorno e poi si sedette sul divano. Suo fratello l’aveva seguita e la guardava in modo strano.
-Non capisco perché ti arrabbi tanto, K-
-Perché sei un idiota, David.-
-Ci tengo a lei, Kailey.-
-Non ti è passato per l’anticamera del cervello che se dovesse finire male il mio rapporto con Tessa potrebbe subirne le conseguenze?- gli chiese, arrabbiata.
Vide gli occhi nocciola di suo fratello incupirsi. –Non finirà male.-
-E come diavolo fai a saperlo?-
-Perché io la amo.-
Kailey stava per ribattere che l’amore non è eterno quando Tessa rientrò nella stanza. Si andò a sedere vicino a suo fratello e poi si concentrò su di lei.
-Te lo avremmo detto, K.- le disse, usando le stesse parole di David.
-Da quanto va avanti?-
-Tre mesi.- disse David, guardando Tessa.
-Tre mesi?! - esclamò incredula Kailey, spostando lo sguardo da suo fratello alla sua migliore amica. - Non ci credo!-
-Perché non puoi semplicemente provare ad accettare la cosa?- le chiese Tessa, stringendo una mano di Dave.
-Perché mi avete mentito!-
-Non ti abbiamo mentito.- la corresse Dave. -Abbiamo omesso la verità-
-Per me significa mentire.- insisté Kailey, guardano le loro mani unite.
-Adesso vattene.- disse poi a suo fratello, in tono duro. David la guardò seccato. –Rimango qui-
-Ho bisogno di parlare con Tessa da sola.-
-Vai tesoro.- lo esortò Tessa, baciandolo rapidamente sulla bocca.- Ci sentiamo dopo.-
Vide David sorridere felice a Tessa e poi guardare lei. –Se la ferisci in qualche modo mi arrabbierò sul serio, K.-
Kailey si rese conto di non aver mai visto suo fratello così preso da una ragazza. Gli lanciò un’occhiata dura e poi annuì.
Aspettò che se ne andasse prima di parlare.
-Perché non mi hai detto nulla?- chiese a Tessa, sospirando.
-Avevo paura che…che non avresti preso bene la cosa e avevo ragione.- rispose Tessa, puntando i suoi occhi azzurri in quelli di Kailey.
-Non sono contenta che la mia migliore amica si veda con mio fratello. Voglio bene a entrambi e mi sembra di essere tra l’incudine e il martello.-
-Lo so, ma io lo amo.-
Kailey non poteva negare che sentire quelle parole le scaldassero il cuore. Suo fratello non avrebbe potuto trovare una ragazza più dolce e meravigliosa di Tessa, ma era la sua migliore amica e questa relazione ovviamente era pericolosa per la loro amicizia.
-E se non dovesse finire bene?-
-E se non dovesse finire proprio?- replicò Tessa, accennando un sorriso.
Kailey sperò di aver capito male. Cosa intendeva Tessa? Stava parlando di passare il suo futuro con Dave?
-Perché sei passata qui?- le chiese la sua migliore amica, tentando palesemente di cambiare argomento.
-Bel tentativo, Tessa.-
Vide Tessa scoppiare a ridere. –Oh, ma dai! Ti serve del tempo, lo so, ma sento che accetterai la cosa.-
Probabile, pensò Kailey.
Adorava suo fratello e voleva davvero bene a Tessa. Non si sarebbe mai immaginata di trovarli insieme, ma sapeva che con il tempo sarebbe stata felice per loro. O almeno lo sperava.
-Se quello stronzo di mio fratello dovesse incasinare le cose, ricordati che la nostra amicizia dura da molto più tempo.- le disse, costringendosi a non ridere.
-Lo so, K. Lo so.- annuì Tessa, sorridendo. –Adesso basta parlare di me e tuo fratello. È imbarazzante.-
-Oddio, sì!- disse Kailey, ridendo. – Terribilmente.-
-Allora, che ci fai qui?- le chiese Tessa, ridendo anche lei.
Kailey tornò seria in un attimo e sospirò. –Avevo bisogno di parlare con qualcuno.-
-Spara.-
-Ieri sera mi sono vista con Lizzie.- iniziò a raccontare, appoggiando la schiena sul divano. –Credo che stia tradendo Jason con il tatuatore.-
Si interruppe non appena vide gli occhi di Tessa spalancarsi per la sorpresa. – Davvero?-
-Sì, credo proprio di sì. Ieri siamo andate a cena e poi mi ha portata allo studio e non puoi capire la tensione tra quei due.-
-Questa non me l’aspettavo. Voglio dire, sembrava che Jason le piacesse.-
Kailey sollevò le spalle. –A quanto pare le piace di più Carter. E poi saranno usciti sì e no tre volte lei e Jason. Non è una cosa seria. Sai come è fatta Lizzie –
Tessa annuì e poi alzò gli occhi al cielo. –Già. Che è successo poi?-
-C’era Drake.-
-Cosa? Lizzie lo sapeva?-
-No, non credo. Mi sono incazzata e lei mi ha fatto fare la figura della stupida. Non capisco perché voleva che l’accompagnassi visto che poi Carter ci ha fatto uscire dalla stanza.-
-Intendi tu e Drake?-
Kailey annuì e poi sospirò. –Siamo andati in una stanza e abbiamo cominciato a discutere. Poi però….-
-Cosa?- la incalzò Tessa, curiosa.
-Un attimo prima stavamo litigando e quello dopo ci stavamo baciando e…-
-Piantala Kailey! Che hai fatto?-
-Niente.- disse Kailey, arrossendo. –In realtà niente.-
-Perché ti sei lasciata baciare da lui?-
Bella domanda.
-Non lo so! Mi sono fatta trasportare dagli eventi!- cercò di giustificarsi, gesticolando nervosamente.
-Ti ha insultato davanti a noi, K! E poi stava quasi per fare a botte con il suo amico senza un buon motivo. Non che esista un buon motivo per picchiare qualcuno, in ogni caso. Ma dovresti stargli lontana, K. Sul serio-
Kailey sussultò. Non si aspettava che Tessa fosse così dura nei confronti di Drake, ma era anche vero che non sapeva tutto quello che sapeva lei su di lui.
-Tu non capisci, Tessa.- si ritrovò a dire, sospirando.
-Lo stai difendendo?- sobttò Tessa, allibita. - Non ci credo, K! Stagli alla larga.-
-Ha una situazione familiare complicata.- spiegò Kailey, guardandola negli occhi. Vide Tessa inarcare un sopracciglio. –E allora?-
-Sua madre è morta qualche giorno fa. Ha cominciato a drogarsi dopo che il padre di Drake se n’è andato. Lui la picchiava, Tessa. Non sappiamo se anche Drake è stato vittima della sua violenza.-
-Non farlo, K.- la supplicò Tessa, scuotendo la testa.
-Fare cosa?-
-Non farti trascinare da questa storia.-
-Non…-
-Come fai a sapere che ti ha detto la verità? Forse era solo un modo per portarti a letto di nuovo, facendo leva sulla tua compassione.-
Kailey si costrinse a mantenere la calma.- Non è così.-
-Non puoi esserne certa.-
Kailey si alzò di scatto dal divano. –Devo andare.- mormorò, avviandosi verso la porta.
-Aspetta, K. Lo sai che ti voglio bene e che ho sempre supportato ogni tua decisione, ma è mio dovere metterti in guardia. Non sai niente di lui. Non ti ricordi nemmeno cosa avete fatto quella sera.-
-Ricordo qualcosa.- ammise Kailey, bloccandosi sulla soglia di casa. - Molto poco, in realtà.-
-Fin quando non ricorderai tutto faresti bene a tenerti alla larga da lui.-
Kailey era arrabbiata perché sapeva che Tessa aveva ragione, ma non riusciva ad ammetterlo con se stessa.
E poi cosa aveva intenzione di fare?
Drake le aveva detto che voleva divertirsi con lei, non che stava cercando una relazione seria o qualcosa del genere. E lei? Lei cosa voleva?
-Ci sentiamo, Tessa.- disse infine alla sua migliore amica, aprendo la porta di casa.
-Va bene, K. Stai attenta però.-
Kailey si costrinse a ignorare il suo tono preoccupato e annuì.
Si diresse verso le scale e andò via.
Non farti trascinare da questa storia.
Le parole di Tessa continuarono a tormentarla durante tutto il tragitto di ritorno.
Cosa doveva fare? Perché il suo atteggiamento verso Drake era cambiato in così poco tempo?
Domenica mattina si era ripromessa di non pensare mai più a lui e tre giorni dopo si ritrovava a non pensare ad altro che a lui. Dannazione.
Si trattava solo del bacio che lui le aveva dato in quella stanza? O c’era dell’altro?
Si fermò ad un semaforo e si costrinse a prendere un respiro profondo, nel tentativo di riprendere il controllo della situazione.
Un ricordo però riaffiorò all’improvviso alla sua mente, proprio come era successo nel locale in cui suonava la band di Drake.
 
Kailey non avrebbe mai accompagnato Lizzie a farsi un tatuaggio, ma in quel momento non era riuscita a opporsi, quindi non era poi così strano ritrovarsi nello studio di un tatuatore di cui non si ricordava nemmeno il nome.
La ragazza scontrosa, super tatuata e piena di piercing della reception l’aveva fatta accomodare su una sedia nell’ingresso e poi l’aveva ignorata deliberatamente, come se non riuscisse a sopportare la sua presenza.
Che razza di problemi aveva? Non era una cosa intelligente trattare in quel modo potenziali nuovi clienti.
Non che lei, con la sua paura degli aghi e delle cose indelebili, potesse mai rientrare nella categoria, però…
Mai dire mai nella vita giusto?
Era scoppiata a ridere solo al pensiero. Lei, con un tatuaggio? Ma per favore.
Poi però una porta sulla sinistra si era aperta all’improvviso e la sua risata si era spenta di colpo.
Aveva incrociato gli occhi più verdi che avesse mai visto e si era ritrovata a trattenere il respiro. Da quando in qua guardare un ragazzo le faceva quell’effetto?
Aveva raddrizzato la schiena, distolto lo sguardo e cercato di mostrarsi indifferente, ma lui l’aveva notata e si era avvicinato a lei, rendendo vani i suoi tentativi di ignorarlo.
Aveva occupato la sedia accanto alla sua ed era scoppiato a ridere.
Kailey si era voltata verso di lui e non aveva potuto fare a meno di osservarlo con più attenzione.
I capelli scuri gli sfioravano le spalle, aveva un naso dritto e gli angoli della sua bocca erano incurvati in un modo che le aveva fatto battere il cuore più forte.
Per non parlare delle spalle ampie e muscolose, delle spalle larghe e delle lunghe gambe fasciate dai jeans.
Perché era così dannatamente bello?
-Si può sapere per quale diavolo di motivo stai ridendo?- gli aveva chiesto seccata, richiamando la sua attenzione.
I suoi occhi verdi si erano posati un momento sulle sue gambe lasciate scoperte dal vestito verde e poi avevano incrociato i suoi.
-Sei sicura di essere nel posto giusto, principessa?- le aveva chiesto in tono ironico, continuando a sorridere.
Lo sguardo di Kailey era scivolato sulle labbra del ragazzo e poi sulle sue adorabili fossette.
Aveva dovuto ricorrere a tutta la sua forza di volontà per guardarlo di nuovo negli occhi.
-C-certo.- aveva farfugliato, distogliendo lo sguardo.
Il ragazzo l’aveva squadrata per un momento e poi le aveva sorriso in modo malizioso. Aveva poi allungato un braccio muscoloso sullo schienale della sua sedia e si era sporto verso di lei.
-Ma davvero?-
Kailey aveva annuito con convinzione, ma era talmente persa nei suoi occhi verdi che non si ricordava nemmeno di cosa stessero parlando. Aveva poi così tanta importanza in fondo?
-Sentiamo, allora.- aveva detto il ragazzo, assecondandola. –Cosa vorresti farti tatuare? E dove?-
Kailey aveva spalancato gli occhi, riacquistando la lucidità. –No, aspetta…cosa?- Prima che lui potesse risponderle la ragazza della reception l’aveva chiamato. -Drake puoi venire un attimo?-
Kailey si era stupita quando lui, in tono perentorio, le aveva risposto di essere impegnato.Impegnato?Con lei?
 
Il suono di un clacson la riportò al presente, costringendola a premere il piede sull’acceleratore.
Dunque era quello il modo in cui lei e Drake si erano conosciuti.
Era rimasta abbagliata dalla sua bellezza proprio come quella mattina in cui si era risvegliata nella sua camera.
Avrebbe voluto ricordare di più, però. Sapere cosa era successo dopo, perché avesse deciso di andare a casa sua, ma soprattutto come erano finiti a letto insieme.
Doveva dare ascolto a Tessa? Smettere di pensare a lui e aspettare che la sua memoria tornasse pienamente funzionante?
Probabilmente era la cosa giusta da fare, ma lei non ne era del tutto convinta.
Oh, dannazione, pensò spazientita, rendendosi conto che non avrebbe minimamente dato retta alla sua migliore amica.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Drake prese un sorso di birra e poi lanciò un’occhiata a Tyler, il bassista biondo dei Black Chemistry cui lui doveva delle scuse.
Stava chiacchierando vicino al palco con una ragazza mora che Drake non conosceva, mentre lui e Chase erano seduti al bancone a bere qualcosa.
Quando era arrivato al locale, qualche ora prima, nessuno dei due aveva accennato a quello che era successo lunedì. Chase aveva proposto di bere una birra tutti insieme al termine dell’esibizione, ma Tyler lo aveva praticamente ignorato, fingendo di essere impegnato ad accordare la sua chitarra.
Si erano limitati solamente a suonare e a rispettare la scaletta musicale, ma poi non si erano minimamente rivolti la parola.
Tyler era ancora arrabbiato con lui e Drake sapeva perfettamente cosa avrebbe dovuto fare. Peccato che il suo orgoglio gli impedisse di andare da lui e scusarsi per il suo comportamento insensato.
-Non ti chiederò che cosa ti sia preso quella sera, ma ti dirò quello che devi fare adesso: alza il culo e vai a scusarti con lui.- gli disse Chase, richiamando la sua attenzione.
Drake si voltò e incrociò i suoi occhi scuri, ma non disse nulla.
Cosa avrebbe detto a Tyler? Che aveva di nuovo problemi a gestire la rabbia perché sua madre era morta e l’unica persona che lo avesse fatto stare bene nella sua vita non voleva avere niente a che fare con lui?
Drake non voleva la pietà di nessuno, tanto meno quella dei suoi amici.
Non si sarebbe giustificato nemmeno dicendo che era ubriaco però, perché non lo era affatto quella sera. Era fin troppo lucido e cosciente quando aveva perso le staffe e gli aveva dato quella spinta con tutta la forza che aveva.
Sentì Chase sospirare e poi lo vide scuotere la testa. –Da quanto ci conosciamo noi tre?-
Drake aveva conosciuto Tyler e Chase al liceo, un anno dopo che suo padre se ne era andato via di casa. Avevano all’incirca quindici anni e la passione per la musica li aveva spinti a formare un gruppo per esibirsi a scuola davanti ai loro compagni.
Con il tempo però erano diventati anche amici e nonostante le frequenti discussioni e incomprensioni loro due erano le uniche persone davvero costanti nella vita di Drake.
-Dodici.- mormorò, prendendo un altro sorso di birra.
-Quindi vuoi farmi credere che hai intenzione di buttare all’aria un’amicizia che dura da una vita solo perché non hai il fegato di ammettere che hai sbagliato?-
Drake si girò sullo sgabello e guardò Chase.
Il batterista del gruppo aveva capelli scuri e occhi profondi e penetranti. Indossava una maglietta nera senza alcuna scritta e un paio di jeans accompagnati dalle sue converse nere.
Non lo aveva mai visto indossare nulla di colorato, ma il suo stile faceva comunque impazzire le ragazze.
-Non è così semplice.-
-Ma davvero?- gli chiese sarcastico, inarcando un sopracciglio. –Perché diavolo lo hai colpito?-
Drake lanciò un’occhiata alla ragazza del bancone, ma ancora una volta non disse nulla.
-Stavate parlando con quelle ragazze, giusto? Cosa è successo dopo?-
Chase non avrebbe smesso di incalzarlo fin quando lui non avesse ceduto, perciò alla fine si arrese.
-Sono andato a letto con una di loro, Chase.- iniziò a dire, guardandolo negli occhi.–Lei aveva detto di non ricordarsi nulla però e io mi sono incazzato. L’ho trattata male davanti a tutti. Tyler mi stava dicendo di tornare a suonare e io….-
-Lo hai colpito.- disse Chase, terminando la frase al posto suo.
-Già.-
-Perché eri incazzato? Non credi di averti mai visto con la stessa ragazza due volte.- Drake sorrise, un sorriso amaro però. Non gli avrebbe certo detto il motivo per cui voleva Kailey, perciò gli disse la prima cosa che gli venne in mente. –Se una ragazza ti dicesse che non si ricorda di aver fatto sesso con te, come la prenderesti?-
Chase scoppiò a ridere. –Penserei che non gli è piaciuto e il mio ego ne soffrirebbe da morire.-
-Esatto.- concordò Drake, sforzandosi di sembrare divertito.
Notò che Chase stava guardando qualcosa alle sue spalle perciò si voltò anche lui. Tyler stava venendo nella loro direzione.
-Piantala di fare il coglione e scusati.- gli disse Chase, a bassa voce.
Drake posò la birra sul bancone e sospirò.
Tyler intanto si avvicinò a loro e gli lanciò un’occhiata prima di rivolgersi a Chase.
-Sto andando via.-
-Chi era quella lì?- gli chiese Chase, accennando alla ragazza mora con cui stava parlando Tyler prima.
-Nessuno.- rispose Tyler, scrollando le spalle.
-Perché non ti bevi una birra con noi prima di andare via?- chiese Drake, sperando che accettasse il suo tentativo di sistemare le cose.
-Potete venire a casa mia.- propose Chase, scendendo dallo sgabello.
Vide Tyler passarsi una mano nei capelli biondi e poi annuire.
-Andiamo allora.- disse Chase, avviandosi verso l’uscita del locale.
Drake lanciò un’occhiata a Tyler prima di seguire Chase.
Sperava solo che non fosse troppo tardi per ammettere di aver fatto un’enorme stronzata.
 
Una decina di minuti dopo erano a casa di Chase a bere una birra in salone.
Chase condivideva l’appartamento con sua sorella, ma quella sera lei non c’era perché avrebbe dormito da un’amica.
-Come sta Ella?- chiese Drake, cercando di spezzare il silenzio che era calato già da un po’.
-Bene.- gli disse Chase, guardandolo storto. - ma non farti strani idee.-
Notò che Tyler si era irrigidito e in quel momento si chiese perché.
Sapeva che Chase era davvero protettivo nei confronti della sorella minore e che faceva di tutto per tenere qualunque ragazzo lontano da lei, inclusi loro due.
-Avete intenzione di continuare così tutta la serata?- chiese Chase, spostando lo sguardo da lui a Tyler.
-Non ho niente da dire.- affermò Tyler, prendendo un sorso di birra.
-Sono stato un coglione.- disse qualche secondo dopo Drake, guardandolo negli occhi. Tyler rimase in silenzio, perciò lui proseguì. –Ero arrabbiato e me la sono presa con te.-
-Stavi trattando malissimo quella ragazza, Drake. Stavo cercando solo di aiutarti. Non ti sei mai comportato così con nessuna, che diavolo ti è preso?-
-Non lo so.- mentì Drake, sospirando.
-Non lo sai?- ripeté Tyler, incredulo.
Drake sapeva benissimo cosa gli era preso, ma non lo avrebbe detto ad alta voce. Strinse la bottiglia di birra con forza quando si ricordò la conversazione con suo fratello di quella mattina.
Il giorno dopo ci sarebbe stato il funerale di sua madre, ma lui non ci sarebbe andato.
Non si sarebbe presentato in una chiesa affollata di persone ipocrite che avrebbero finto di essere addolorate per una donna che però non avevano mai aiutato nei momenti di difficoltà.
Drake non era come suo fratello. Non riusciva a fingere che andasse tutto bene quando invece era il contrario e non avrebbe sopportato persone che avevano fatto esattamente quello per anni. Fingere che il padre non picchiasse la moglie e che la loro fosse una famiglia felice senza nessun tipo di problema.
-Che ti prende, Drake?- gli chiese Chase, distogliendolo dai suoi pensieri.
-Niente.-
-Puoi mentire a te stesso, ma non agli altri.-
-Non sapevo di essere ad una seduta di psicoanalisi.- replicò Drake, alzandosi dal divano.
-Siamo preoccupati per te.- disse Tyler, costringendolo a voltarsi nella sua direzione.
-Non ce n’è motivo.- replicò arrabbiato.
Perché non lo lasciavano in pace? Era abituato a tenersi tutto dentro e a sfogarsi con la musica e con il sesso, ma in quel momento lo stavano costringendo a fare qualcosa che lui non faceva da molto tempo: aprirsi con qualcuno e parlare dei propri problemi. Andò a posare la birra sul ripiano dell’angolo cottura e poi sospirò.
-Ti comporti in modo assurdo da domenica.- insisté Tyler, in tono duro. -Che cazzo è successo?-
Drake si voltò e poi incrociò le braccia al petto. –Perché non ti incazzi con me?-
Vide Tyler scuotere la testa e poi lanciare un’occhiata a Chase. –Sono incazzato con te, ma non per il motivo che credi tu. Non sono arrabbiato perché mi hai colpito.- disse, senza abbassare per un attimo lo sguardo. –Sono arrabbaito perché non ci dici che diavolo ti sta succedendo.-
Drake scoppiò a ridere. Da quando quei due erano diventati così sentimentali?
-Non capisco per quale diavolo di motivo vi preoccupiate così tanto. Va tutto bene. Sto bene, cazzo-
-Ci prendi per il culo? Non capisci perché siamo preoccupati?-chiese Chase, seccato. – Siamo amici, ecco perché!-
-Fanculo Drake.- disse Tyler, alzandosi anche lui. –Mettiamola in questi termini se preferisci: stai suonando davvero male in questi giorni. Siamo preoccupati per i Black Chemistry, non per te.-
Drake sapeva cosa stava cercando di fare Tyler, ma non lo assecondò. –Ci vediamo venerdì.-
-Sei fuori.- disse Tyler, richiamando la sua attenzione.
-Che cazzo significa?- gli chiese Drake, spostando lo sguardo da lui a Chase.
-Sei fuori dal gruppo.- spiegò Chase, guardandolo negli occhi.
-Non potete cacciarmi. Sono il cantante, cazzo!-
Tyler serrò la mascella e poi disse: -Troveremo qualcun altro.-
Drake si rese conto che i Black Chemistry erano una parte importante della sua vita, alla quale non poteva assoluamente rinunciare.
Qualche giorno prima aveva perso sua madre; non poteva perdere anche l’unica ancora di salvezza che aveva.
Quando suo padre picchiava sua madre e lui era troppo piccolo per intervenire, si chiudeva in camera sua e suonava per nascondere le urla di sua madre, chiedendosi perché suo fratello non facesse nulla per farli smettere.
Poi aveva incontrato Tyler e Chase e la sua ancora di salvezza era diventata qualcosa da condividere con altre persone.
Si costrinse a prendere un respiro profondo e a scacciare quei ricordi dolorosi dalla testa.
-Non potete farlo.- ripeté, con voce più incerta.
Si ricordò delle parole che Chase gli aveva detto la sera in cui aveva colpito Tyler. Devi darti una calmata Drake. Altrimenti? Altrimenti ti sbattiamo fuori dal gruppo.
-Mi dispiace.- disse Chase, in tono neutro.
Drake afferrò la bottiglia e la lanciò nel lavandino con una tale violenza che il vetro si ruppe in mille pezzi.
-È morta, cazzo!- urlò, costringendosi a non piangere.
Ricordava bene il giorno in cui si era ripromesso che non avrebbe mai più versato una lacrima.
Suo padre era andato in camera sua dopo aver picchiato la madre e lo aveva trovato in lacrime. Gli aveva detto che gli uomini non piangevano e che lui si stava comportando come una stupida femminuccia.
Si costrinse a prendere un respiro profondo. Aveva quasi trent’anni e non sarebbe scoppiato a piangere davanti ai suoi amici. Sarebbe stato davvero patetico.
-Tua madre?- gli chiese Tyler, cautamente.
Drake annuì lievemente e poi si passò una mano nei capelli.
-Perché non ci hai detto nulla?-
-Perché non voglio la compassione di nessuno.- disse in tono duro. Sentì Chase sospirare. –Non…-
Drake lo interruppe bruscamente. –Ci vediamo venerdì.-
Si avviò verso l’uscita e ignorò i tentativi di entrambi di parlare con lui.
 
Il giorno dopo Drake andò a Baker Beach, uno dei pochi luoghi in cui lui e la madre avevano passato bei momenti.
Ignorò le chiamate insistenti di Max e dei suoi amici e rimase a fissare l’oceano per un tempo che a lui parve infinito.
Non riusciva ancora a credere di aver detto a Tyler e a Chase che sua madre era morta. Provava un senso di liberazione e sollievo che lo confondeva e irritava al tempo stesso.
Si ricordò di quando aveva detto la stessa cosa a Kailey e si rese conto di aver provato la stessa identica sensazione.
Quel pensiero lo fece infuriare.
Se avesse iniziato a pensare che parlare dei suoi problemi era un modo per liberarsi dai suoi demoni interiori, avrebbe dovuto anche ammettere di aver bisogno dell’aiuto degli altri e lui non aveva bisogno di niente e di nessuno, nemmeno di Kailey.
Carter aveva dannatamente ragione. Lei non era come le ragazze che lui c la sera con cui adnava a letto la sera e poi scaricava la mattina dopo.
Per qualche assurdo motivo Kailey non si ricordava cosa fosse successo la notte che avevano passato insieme e poi gli aveva anche detto senza giri di parole che non voleva avere niente a che fare con lui.
Non importava che si fosse lasciata baciare da lui nello studio di Carter. Era attratta da lui fisicamente, ma come a qualsiasi altra ragazza con cui era stato a letto in passatto, non importava un bel niente di lui.
Era la storia della sua vita in fondo. Perché stupirsi? L’unica persona che si era preoccupata davvero per lui era morta e lui doveva prenderne atto.
Non avrebbe cercato di ottenere di nuovo qualcosa che non si meritava. Avrebbe ricominciato ad andare a letto con sconosciute egoiste e superficiali che avrebbero raccontato in giro di essere state insieme al cantante dei Black Chemistry e poi avrebbe cercato di dimenticare la sensazione di sollievo che lei gli aveva donato involontariamente. Niente di più, niente di meno.
Drake osservò le onde infrangersi sugli scogli e poi lasciò che la brezza disperdesse i suoi pensieri.
Non riuscì a fare a meno però di ricordare l’ultima volta che aveva visto sua madre. I suoi occhi verdi erano spenti e i suoi capelli scuri erano rovinati. Chiaramente non era più la donna forte e coraggiosa che aveva sopportato per anni la violenza del marito e quell’immagine gli aveva tolto il respiro.
Quando le aveva chiesto diversi anni prima per quale motivo lei non lo avesse mai denunciato e non avesse mai permesso a lui o a Max di farlo, lei gli aveva risposto che lui non era cattivo e che in fondo l’amava.
Drake non conosceva l’amore tra uomo e donna, ma sapeva con certezza che non era quello che il padre aveva dimostrato a sua madre.
Probabilmente era più simile al modo in cui lei si era presa cura di lui e di suo fratello, ma non credeva che l’avrebbe mai scoperto.
Strinse i pugni e inspirò l’odore di salsedine tipico del mare.
Si voltò quando sentì alcune risate alle sue spalle.
Una coppia aveva steso un telo sulla sabbia e si stava godendo la pace e la serenità che quel luogo donava.
Lanciò un’ultima occhiata alla vastità dell’oceano e poi decise di andare via.
Avrebbe ricordato sua madre come la donna spensierata e allegra che lo aveva portato in quella spiaggia un’infinità di volte piuttosto che pensare a lei come ad una persona segnata da anni di violenza che era morta da sola in un vicolo buio.
 
Quando tornò a casa non fece in tempo a posare il casco che qualcuno bussò alla sua porta.
Decise di ignorare chiunque avesse avuto l’assurda idea di presentarsi a casa sua quel giorno, ma poi imprecò a denti stretti quando capì che quella persona non avrebbe smesso di bussare fin quando lui non fosse andato ad aprire.
Afferrò la maniglia con decisione e poi spalancò la porta con rabbia.
Si irrigidì quando incrociò due occhi nocciola familiari. Che diavolo ci faceva Kailey lì?
Strinse il casco con forza e le lanciò un’occhiata dura.
Aveva raccolto i suoi capelli rossi in una treccia laterale e aveva solo un filo di trucco sul viso, ma era sempre bellissima.
Drake si costrinse a ignorare il modo in cui tutto quello che indossava metteva in risalto il suo fisico e poi si concentrò su di lei.
-Che cazzo ci fai qui?- le chiese, incapace di mascherare la rabbia.
Kailey rimase in silenzio per qualche secondo senza dire nulla e questo lo fece infuriare ancora di più.
Fanculo, pensò, deciso a richiudere la porta.
-Aspetta!- esclamò lei, avanzando di un passo. –Io…-
-Cosa?- le chiese, in tono aggressivo.
-Ehm…volevo…- iniziò a dire in tono incerto. -Posso entrare un attimo?-
-Perché?-
-Non lo so nemmeno io perché sono qui, va bene?- sbottò Kailey, alzando le spalle.
-E allora vattene.- gli disse Drake, serrando la mascella.
-Sei davvero un idiota, Drake!- esclamò lei, avviandosi verso le scale.
Drake posò il casco a terra e poi la chiamò, prima che potesse fare un altro passo.
-Perché sei qui?- urlò, sentendo la rabbia montare velocemente dentro di sé. - Vuoi essere scopata di nuovo?-
Vide Kailey sussultare, ma non si pentì affatto del tono che aveva usato.
In fondo lei era come tutte le altre.
-Prego, accomodati!- esclamò invece, allungando un braccio per indicare l’interno del suo appartamento.
Kailey scosse la testa. –Ti rendi conto di quello che stai dicendo?-
Le sue supposizioni trovarono conferma quando lei entrò dentro casa sua.
A quel punto Drake chiuse la porta di casa e avanzò verso di lei.
Non gli importava quello che aveva deciso poche ore prima. Kailey lo aveva cercato perché voleva servirsi di lui come avrebbe fatto qualsiasi altra ragazza che incontrava. Lo trovava attraente e voleva che lui le desse piacere.
Beh, era esattamente quello che avrebbe fatto.
-Non capisci niente, Drake- mormorò Kailey, sostenendo il suo sgaurdo.
Drake ignorò il suo sguardo preoccupato e continuò ad avvicinarsi a lei.
-Ti sei resa conto di quanto sono bravo e sei venuta a chiedere il bis, Kailey?- le chiese, in tono sprezzante.
Per quale altra ragione si sarebbe presentata a casa sua, sennò?
-Non è così…-
-Ma davvero?- le chiese, inarcando un sopracciglio.
Si fermò quando Kailey si ritrovò con le spalle al muro.
-Voglio solo…parlare.- gli disse.
Drake appoggiò le mani ai lati della sua testa e si chinò quel tanto che gli permise di inspirare il suo dolce profumo.
Possibile che gli stesse dicendo la verità? Di cosa voleva parlare?
-E di cosa?- le chiese, in tono ironico. -Sentiamo.-

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


 
Kailey deglutì nervosamente e poi alzò lo sguardo verso di lui, costringendosi a ignorare il cuore che le batteva forte nel petto.
Il giorno prima aveva continuato a riflettere sulle parole di Tessa e si era resa conto che purtroppo la sua migliore amica aveva maledettamente ragione.
Non sapeva praticamente niente di Drake se non quel poco che lui le aveva detto e in ogni caso non aveva la certezza assoluta che si trattasse della verità. Eppure quella sera era salita in macchina e si era presentata a casa sua senza pensare alle conseguenze delle sue azioni. Che diavolo le era saltato in mente?
-Sto aspettando - la incalzò lui all’improvviso, distogliendola dai suoi pensieri.
-Io…ehm… - iniziò a dire, farfugliando imbarazzata.- volevo solo….-
Non riuscì a fare a meno di abbassare lo sguardo e arrossire.
Non solo non sapeva cosa dire, ma non riusciva nemmeno a formulare una frase di senso compiuto perché lui continuava a guardarla con un tale disprezzo da lasciarla senza fiato. Perché aveva reagito in quel modo quando l’aveva vista?
-Non sono venuta per il motivo che pensi tu.- riuscì a dire alla fine, cercando di nascondere la sua agitazione. -Non farei mai una cosa del genere.-.
Non aveva risposto esattamente alla sua domanda, ma almeno aveva detto la verità. Non era certo andata lì per fare sesso e aveva bisogno che lui lo sapesse.
Notò un lampo strano balenare nei suoi occhi, ma non riuscì a decifrare la sua espressione.
Si schiarì la voce quando lui dischiuse lievemente le labbra e poi ripeté in tono ironico:-Ma davvero?-
-Perché la cosa ti sembra tanto assurda?-
-Non è quello che volete tutte, in fondo?- le chiese arrabbiato, chinandosi ancora di più.
Kailey fece per parlare, ma poi si bloccò quando analizzò meglio le sue parole. Cosa intendeva esattamente?
-Ho sbagliato a venire qui.- ammise alla fine, rendendosi conto troppo tardi del suo errore. –Non so cosa mi sia passato per la testa.-
Drake scosse la testa e poi si fece da parte quando le disse:- Vattene via, allora.-
Kailey si costrinse a ignorare il tono sprezzante della sua voce e si avviò verso la porta.
Si bloccò quasi subito quando si rese conto che se fosse andata via senza dire nulla avrebbe solo avvalorato la tesi di Drake e non era quello che voleva.
Prese un respiro profondo e si voltò. –Che intendevi prima?-
Lo vide avanzare verso di lei fino a quando non furono a un metro l’uno dall’altra e poi incrociare le braccia al petto.
Sospirò quando lui non disse nulla e poi chiese:-Cosa vogliono tutte?-
-Essere scopate.-
-Non è quello che….- le si spense la voce quando si rese conto che agli occhi di Drake lei non era poi così diversa dalle altre, in fondo.
Aveva passato la notte insieme a lui e poi lo aveva ignorato come se nulla fosse. All’inizio, però, non ricordava nemmeno come si erano conosciuti, dannazione! Che avrebbe dovuto fare?
All’improvviso le sembrò tutto più chiaro.
Non avrebbe reagito forse come Drake se un ragazzo fosse venuto a letto con lei e poi le avesse detto di non ricordarsi nulla e di non voler avere niente a che fare con lei?
-Mi dispiace per come ti ho trattato.- gli disse, schiarendosi la voce. -Non mi ricordavo nulla della notte che abbiamo passato insieme e sono andata nel panico.-
Drake sussultò appena e poi scoppiò a ridere, cogliendola di sorpresa. –Ti stai scusando con me.- le disse, come se fosse una cosa assurda.
-Più o meno.- annuì Kailey, schiarendosi la voce.
-Perché mia madre è morta e ti faccio pena, non è così?- le chiese, serrando la mascella.
Kailey prese un respiro profondo e lo guardò dritto negli occhi. –No, Drake. Non mi sto scusando con te perché mi fai pena, dannazione. Sarebbe una cosa orribile! Mi sto scusando perché non voglio che… beh…non… -
Drake le lanciò un’occhiata e poi sospirò, passandosi una mano nei capelli. -Perché sei qui?-
Kailey ignorò la sua domanda e ne fece invece un’altra:-Perché sei scoppiato a ridere quando ti sei seduto accanto a me nello studio di Carter?-
-Te lo ricordi?- le chiese, spalancando leggermente i suoi occhi verdi per la sorpresa. Iniziò a rilassarsi quando vide gli angoli della sua bocca incurvarsi appena. -Quando sono uscito dalla stanzetta stavi ridendo da sola, ma hai smesso non appena ti sei accorta di me. Ti stavi sforzando così tanto di non guardare nella mia direzione che ho deciso di avvicinarmi a te solo per vedere come reagivi e devo ammettere che non mi sono mai divertito così tanto in vita mia.-
Kailey non riuscì a trattenere un sorriso. –Non ero in me quella sera. Ero un po’ brilla, credo.-
Drake inarcò un sopracciglio e disse:-Se il giorno dopo non ti ricordavi nulla eri un po’ più che brilla.-
-Oh…ehm…non è per l’alcool che non ricordo cosa …ehm…abbiamo fatto.- farfugliò  Kailey, imbarazzata.
-Non riesci proprio a dirlo ad alta voce, eh?- ripeté lui, infastidito.
Kailey arrossì involontariamente, ma apprezzò il fatto che il suo umore fosse nettamente migliorato rispetto a prima.
Si guardò intorno nella speranza di nascondere il suo imbarazzo.
Notò che il soggiorno in cui si trovavano era molto più piccolo di quanto non ricordasse e individuò subito il mobile accanto al televisore sui cui aveva trovato la sua borsa quella domenica mattina.
Vide il divano su cui probabilmente si erano seduti anche quella sera e poi si concentrò su una pila di cd sul davanzale della finestra.
-Vuoi qualcosa da bere?- le chiese Drake, richiamando la sua attenzione.
Si voltò verso di lui e sentì le sue guance scaldarsi di nuovo quando notò che lui aveva seguito il suo sguardo fino al divano.
-No, grazie.-
Lo vide scrollare le spalle e poi dirigersi verso il frigorifero accanto al piano cottura. Non si stupì quando tirò fuori una birra.
-Non bevi un po’ troppo?- si ritrovò a chiedere, pentendosi immediatamente di aver aperto bocca.
Avrebbe dovuto apprezzare il suo atteggiamento più conciliante invece di fargli la predica. Dannazione.
Drake stappò la bottiglia e prese un lungo sorso, mantenendo il contatto visivo con lei.- Che diavolo te ne importa?-
Kailey si rese conto che era bastata quell’unica domanda per peggiorare di nuovo il suo umore. Perché si comportava in quel modo assurdo?
-Ti piace proprio litigare, non è vero? Non importa che sia un tuo amico o un estraneo, l’importante per te è discutere e allontanare le persone.-
-Non sapevo di essere circondato da psicoanalisti.- replicò Drake in tono duro.
-Lo stai facendo di nuovo!-
-Non ti ho chiesto io di venire qui, Kailey. Se non ti sta bene quello che faccio puoi anche andartene via.-
Kailey sospirò e poi si andò a sedere su una delle sedie intorno al piccolo tavolo vicino all’angolo cottura.
Non sapeva nemmeno lei perché non se ne era ancora andata via da quella casa.
Drake chiaramente non la voleva lì e non aveva fatto nulla per nasconderglielo, eppure le sembrava che lui stesse solo recitando una parte.
Voleva dimostrare a tutti i costi di essere un duro e di non aver bisogno di nessuno, ma fuori dal locale in cui suonava con il suo gruppo si era palesemente tradito.
Aveva parlato di sua madre e dei suoi problemi, lasciando trasparire anche se solo per un attimo le sue vere emozioni. Kailey voleva vedere di nuovo quel Drake perché a differenza di Tessa credeva che lui non le avesse mentito affatto.
-Hai…ehm…più parlato con Tyler?- osò chiedere, ricordandosi il modo in cui l’aveva spinto.
Drake prese un altro sorso di birra e poi le lanciò un’occhiata. Probabilmente le avrebbe detto di andarsene via e di non tornare mai più, ma non è quello che fece e le sue parole la turbarono nel profondo.
-Perché sei qui Kailey? Siamo andati a letto insieme e la mattina dopo hai detto che non ti ricordavi nulla. Ti ho trattato sempre di merda da quando ci conosciamo e ho addirittura dato una spinta al mio migliore amico davanti a tutti solo perché stava cercando di difenderti dai miei insulti. Ti sei scusata con me quando probabilmente dovrei essere io a scusarmi con te e continui a dire che non vuoi venire a letto con me un’altra volta. Cosa vuoi allora? Ce ne stiamo qui a chiacchierare come se fossimo amici, ma non lo siamo cazzo! Perché non te ne vai via e basta?- le disse tutto d’un fiato, guardandola dritto negli occhi.
Kailey disse quello che gli aveva detto prima e si rese conto che era la verità. Voleva solo parlare con lui. Nulla di più, nulla di meno.
Drake posò la birra sul tavolo e poi si passò una mano nei capelli. Quando alzò lo sguardo verso di lei i suoi occhi sembravano più scuri. -Non voglio la tua pietà-
-Non…-
-Ti ho detto che mia madre è morta e adesso ti sei messa in testa che ho bisogno del tuoi aiuto, ma non è così dannazione!-
-Non ho mai detto di….-
Drake la fulminò con lo sguardo e poi la interruppe bruscamente con un cenno della mano. –Non ho bisogno di te, ficcatelo bene in testa.-
Prima che Kailey potesse aprire bocca qualcuno bussò alla porta di Drake. Si scambiarono un’occhiata e poi lui posò la birra sul tavolo.
-Chi cazzo è adesso?- lo sentì borbottare mentre si avviava verso la porta.
Kailey si irrigidì quando sentì una voce familiare chiedere: -Perché cazzo non sei venuto al funerale di mamma?-
Dannazione, pensò allarmata. E adesso?
Si costrinse a rimanere immobile per non rivelare la sua presenza e si concentrò invece su quello che dicevano Drake e il fratello. Possibile che non fosse andato al funerale di sua madre?
-Deve essere il mio giorno fortunato, cazzo.- disse Drake, ironico. –Venite tutti qui a farmi la morale.-
-Che diavolo ti è saltato in mente?-
-Perché non entri così tu e Kailey commentate insieme tutte le cazzate che faccio?- Sentì un movimento all’ingresso e poi sospirò quando Max comparve nella sua visuale, scacciando via tutti i suoi dubbi.
-Kailey?- disse in tono sorpreso.
Merda, imprecò Kailey. Cosa gli avrebbe detto per spiegare la sua presenza lì?
-Ciao, Max.- lo salutò, lanciando un’occhiata a Drake che nel frattempo li aveva raggiunti.
-Vi conoscete.- osservò Drake, spostando lo sguardo da lei al fratello.
Kailey si schiarì la voce e poi si alzò dalla sedia. –Forse è meglio se vado…- Sentì Drake scoppiare a ridere e non riuscì a fare a meno di lanciare un’occhiata a Max.
Avrebbe dovuto capire subito che erano fratelli, ma in cuor suo continuava a sperare che non fosse così. Il suo capo era il fratello del ragazzo con cui era andato a letto e ora si trovavano tutti e tre nella stessa stanza.
Peggio di così non può andare, pensò Kailey, rassegnata.
-Te la sei fatta anche tu, Max?- chiese Drake con rabbia.
-No, Drake, non hai capito. Lui è…- cercò di dire Kailey, ma si interruppe bruscamente quando Max si avvicinò a Drake a passi decisi.
-Non capisci un cazzo, Drake.- disse Max, scuotendo la testa.
-Perché sono come nostro padre, non è vero?-
-Non ho detto questo.-
-Però lo pensi.-
Kailey capì immediatamente che tra i due fratelli non scorreva buon sangue e si chiese per quale motivo Max pensasse che Drake fosse come il padre.
-State insieme?- le chiese Max, richiamando la sua attenzione .
Non riuscì a fare a meno di arrossire quando si rese conto che la stavano guardando entrambi da qualche secondo.
-No! Non è così…- si affrettò a dire, schiarendosi la voce. –Noi…ehm..-
-Siamo andati a letto una volta.- disse Drake, terminando la frase al posto suo.
Max le lanciò un’occhiata e poi disse in tono seccato:- Capisco.-
-Max non è come pensi, io…- iniziò a dire Kailey, ma le si spense la voce quando si rese conto che se si fosse giustificata con Max avrebbe ferito Drake e non era sua intenzione.
Guardò prima l’uno e poi l’altro, ma alla fine non disse nulla.
-Ci vediamo domani, Kailey.- disse Max, evitando il suo sguardo.
Kailey si rese conto che la stava congedando e dentro di sé tirò un sospiro di sollievo perché trovava davvero difficile affrontare entrambi nello stesso luogo e nello stesso momento.
Stava per avviarsi verso la porta quando Drake la fermò. –Questa è casa mia, Max. Decido io chi resta e chi va via.-
-Devo parlare con te, Drake.- replicò Max, sottintendendo che lei se ne doveva andare via.
-Oh. Non è un problema, davvero… Ho delle cose da fare tanto.- disse Kailey, nella speranza di evitare un’altra lite tra i due fratelli.
Vide Drake esitare per un momento e sussultò dentro di sé quando lo sentì dire:- Fanculo, Max. Qualunque cosa tu debba dire puoi farlo davanti a lei.-
Max inarcò un sopracciglio e le lanciò un’occhiata:- Come preferisci.-
Kailey si ritrovò a trattenere per un attimo il respiro. Probabilmente si trattava di qualcosa di grave e lei in quel momento si sentiva davvero fuori posto.
-Oggi ho visto papà.- spiegò Max, sospirando. Drake si irrigidì, ma non disse nulla.
-Ha chiesto un permesso per venire al funerale della mamma.-
Kailey si chiese cosa intendesse con la parola permesso e quando lanciò un’occhiata a Drake notò che aveva uno sguardo impassibile.
-E allora?-
-Esce tra pochi giorni.-
-Non me ne frega un cazzo.-
-Vuole parlare anche con te.-
-Esci fuori da casa mia.- disse Drake, in tono duro.
-Vuole solo….-
Vide Drake dirigersi verso la porta e poi afferrare la maniglia con forza. –Esci da casa mia.-
Max le lanciò un’occhiata prima di andare via e poi li lascò di nuovo soli.
Kailey non riuscì a non sussultare quando Drake richiuse la porta con violenza e tornò nella stanza come una furia.
Doveva andare via anche lei e dargli spazio e tempo per riflettere sulle parole del fratello oppure doveva rimanere lì e cercare di calmarlo?
-Non ci sono andato.- mormorò Drake, afferrando con decisione la bottiglia di birra che aveva aperto prima.
-Dove?-
-Al suo funerale.-
Kailey non ebbe bisogno di chiedere a chi si riferisse.
-Non volevo vedere di nuovo tutte quelle persone che non hanno mai alzato un dito per aiutarla. Amava troppo mio padre per rendersi conto di quanto fosse violento e quando lui se ne è andato la droga l’ha distrutta.-
Kailey aspettò qualche secondo prima di parlare. –Non deve essere stato facile per lei.-
-Non lo è stato infatti. Continuava a dire che lui non era una cattiva persona e che prima o poi avrebbe smesso di alzare le mani su di lei e un giorno lo ha fatto davvero, ma solo perché ha mollato tutto e se ne è andato via. –
-Mi dispiace, davvero.- mormorò Kailey, provando ad immaginare il dolore della madre di Drake.
Drake le fece un sorriso triste e poi disse:-Anche a me-
-Quando se ne è andato tuo padre?- gli chiese Kailey, schiarendosi la voce.
-Avevo quattordici anni. Un giorno tornai a casa dopo scuola e trovai mamma che piangeva disperata in camera da letto. Le chiesi se mio padre l’avesse picchiata di nuovo e lei mi spiegò singhiozzando che lui aveva preso tutte le sue cose e se ne era andato via per sempre. Sai cosa continuavo a pensare mentre lei piangeva ininterrottamente?-
-Cosa?-
-Che era finita, che lui non l’avrebbe più picchiata e che era di nuovo una donna libera.-
-Nessuno ti potrebbe biasimare per questo.- osservò Kailey, credendo davvero a quello che diceva.
Probabilmente avrebbe pensato anche lei la stessa cosa se fosse stata al suo posto.
-Lei credeva che la sua vita fosse finita, però, e si è uccisa con le sue stesse mani, dose dopo dose. L’abbiamo portata in un centro di recupero così tante volte da perdere il conto, ma non si è mai ripresa perché non voleva farlo davvero. Mi chiedo ogni santo giorno della mia vita cosa sarebbe successo se fossi rimasto accanto a lei invece di andare in quella scuola di merda e suonare in quel cazzo di locale ogni sera. Ci servivano soldi e non… non potevo non andare al locale…-
Drake si interruppe quando la sua voce si incrinò leggermente.
-Non è colpa tua, Drake…- mormorò Kailey avvicinandosi a lui. –Dov’è tuo padre ora?-
Drake prese un sorso di birra e poi rise amaramente. –In prigione, ma non per quello che ha fatto alla mamma.-
Kailey sospirò e poi gli tolse la birra dalle mani. –Basta bere.-
-Che cavolo te ne importa se bevo?-
-Non risolverai i tuoi problemi con l’alcool, Drake.-
-Non ho nessun cazzo di problema.-
Non è così, pensò Kailey amaramente.
-Max è il mio capo.- spiegò poi, schiarendosi la voce. –Non avevo idea che foste fratelli.-
-Ti sei fatta anche lui?- le chiese Drake, seccato.
-No, Drake.-
Kailey scosse la tesat e poi lo guardò negli occhi. -Perché vi odiate così tanto?-
-Dovresti scappare a gambe levate invece di rimanere qui a parlare con me.- disse Drake, sfiorandole una guancia con le dita.
-Perché?- gli chiese Kailey in un sussurro.
-Perché non sono quello che credi e non voglio che tu ti illuda-
-Non mi sto illudendo. – protestò convinta. -Credevo che non ti importasse nulla di me, però. Non volevi solo divertirti un’altra volta?-
-Non sai di cosa stai parlando.-
-Non so tante cose, Drake. Non so perché sono qui tanto per cominciare e non so perché sei stato così stronzo con me, ma so per certo che ti sforzi disperatamente di nascondere agli altri quello che provi. Hai dovuto affrontare situazioni molto difficili, ma non sei costretto a bere in continuazione o a scoparti ragazze alle quali non importa nulla di te. Non deve andare per forza così. Hai degli amici e un fratello con cui puoi cercare di costruire un rapporto anche se a volte avete opinioni divergenti.- Kailey si schiarì la voce e abbassò per un attimo lo sguardo. Quando incrociò di nuovo i suoi occhi si chiese a cosa stesse pensando in quel momento.
Rimase immobile quando lui le afferrò il viso con dolcezza e poi la baciò sulle labbra per una frazione di secondo. –Devi andare via.-
Kailey annuì e indietreggiò di un passo. Non sapeva perché Drake l’avesse baciata, ma chiaramente lui aveva molte cose di cui occuparsi e in fondo lei non era la sua ragazza. Perché sarebbe dovuta rimanere lì?
Non fece però in tempo a fare un passo che lui le afferrò un polso e l’attirò verso di sé.
-Perché sei venuta qui?- le chiese, guardandola negli occhi.
-Non lo so.- ammise Kailey per l’ennesima volta, scrollando le spalle. Drake la guardò per un attimo e poi la baciò di nuovo, sfiorandole le labbra dolcemente.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Drake le cinse la vita con un braccio e poi le afferrò la nuca con decisione, ignorando quella voce dentro di sé che gli urlava di allontanarsi da lei prima che fosse troppo tardi.
Sentì le labbra di Kailey dischiudersi lentamente contro le sue e si lasciò sfuggire un gemito quando le loro lingue finalmente si incontrarono.
Rischiò di perdere definitivamente il controllo quando lei gli affondò le dita nei capelli e lo attirò verso di sé, premendo il proprio corpo contro il suo.
Si baciarono a lungo, fin quando non si ritrovarono entrambi senza fiato.
Solo a quel punto Drake si staccò da lei e ricordò a se stesso che non poteva ferire l’unica persona dopo sua madre che l’avesse fatto stare bene nella sua miserabile vita.
Osservò i lineamenti perfetti del suo viso e si perse suo malgrado nei suoi grandi occhi nocciola, smarriti e confusi quanto lo era lui in quel momento.
Perché Kailey si era presentata a casa sua se davvero non voleva avere niente a che fare con lui?
Perché non era andata via dopo aver scoperto che non solo non era riuscito ad aiutare la madre a riprendersi, ma non si era nemmeno presentato al suo funerale?
Kailey non lo aveva giudicato come avrebbe fatto qualsiasi altra persona, ma aveva cercato di alleviare il suo senso di colpa, facendo riaffiorare per un attimo quel ragazzino sperduto che non riusciva a rassegnarsi all’idea di non poter difendere la madre dalla violenza del marito.
Non riusciva a fare a meno di pensare che le sue parole si erano insinuate con forza nella cortina di indifferenza che aveva costruito molto tempo prima per tenere gli altri lontano da sé e il pensiero che qualcuno potesse intuire le sue vere emozioni lo spaventava a morte.
-Non farti condizionare dal tuo passato, Drake.- mormorò Kailey, posandogli le mani sul petto.
Drake si concentrò sulle sue mani affusolate, incapace di alzare lo sguardo.
Perché ogni parola che lei pronunciava gli penetrava fin dentro le ossa turbandolo nel profondo?
-So che ci conosciamo da poco, ma se hai bisogno di parlare con qualcuno…-
Drake premette le proprie labbra su quelle di Kailey prima che lei potesse terminare la frase.
Lottò contro il suo stesso istinto e si arrese alla consapevolezza che quella sera il suo rapporto con Kailey sarebbe cambiato irrimediabilmente.
Non sapeva cosa sarebbe successo il giorno dopo e francamente non gliene importava. In quel momento aveva bisogno di lei e non si sarebbe chiesto se stesse facendo la cosa giusta.
Si liberò della felpa con un unico movimento e poi la baciò di nuovo.
Quando sentì le mani di Kailey scorrere sulle sue spalle si rese conto che aveva bisogno di un contatto più intimo, più profondo, perciò si scostò da lei e si sfilò anche la maglietta, gettandola poi in un punto indefinito del pavimento.
Strinse Kailey fra le sue braccia come se fosse la cosa più naturale del mondo e quella sensazione lo inebriò.
Kailey si sbottonò la camicia e lui non riuscì a fare a meno di pensare al modo orribile in cui l’aveva trattata nei giorni precedenti.
-Mi dispiace per…- gli si spense la voce quando lei gli posò un dito sulle sue labbra, scuotendo la testa con decisione.
-Non adesso…-
Drake annuì impercettibilmente e poi la prese per mano, dirigendosi infine verso la sua camera da letto.
Si avvicinò a lei e la baciò sul collo.
Quante volte aveva sognato di ammirare di nuovo le curve morbide del suo corpo?
Rimosse gli ultimi ostacoli sul suo cammino e poi salì sul letto, ignorando il cuore che gli batteva forte nel petto.
-Sei bellissima, Kailey.- le sussurrò all’orecchio, sfiorandole un fianco con la mano. Liberò i suoi meravigliosi capelli dalla treccia e poi le afferrò la nuca per premere le proprie labbra sulle sue.
Kailey lo guardò negli occhi e poi sussurrò:- Ho bisogno di te…-
Drake non se lo fece ripetere due volte.
  In quel momento capì che non era mai stata solo una questione di sesso.
Aveva imparato a mentire agli altri molto tempo prima, ma in quel momento non riusciva a mentire a se stesso.
Aveva bisogno di lei più di quanto lui stesso riuscisse ad ammettere e aveva paura dei suoi stessi sentimenti.
 
Alla fine di tutto Drake la baciò dolcemente sulle labbra e poi appoggiò per un attimo la fronte su quella di Kailey, che continuava a respirare affannosamente.
Sarebbe rimasto in quella posizione per sempre. Perché aveva così tanto bisogno di lei?
-Sdraiati vicino a me.- mormorò Kailey, accarezzandogli una spalla.
Drake uscì da lei e poi si alzò dal letto per andare in bagno.
Appoggiò le mani sul ripiano del lavandino e poi si guardò allo specchio, chiedendosi cosa diavolo stesse facendo.
Si passò una mano nei capelli e sospirò quando si rese conto che almeno per quella sera avrebbe smesso di vivere nel passato e si sarebbe goduto il presente.
Tornò in camera e si sdraiò accanto a Kailey.
Rimasero in silenzio per alcuni secondi dopo che lei posò la testa sul suo petto e iniziò ad accarezzare le curve dei suoi addominali.
-Non so niente di te.- disse Drake, spezzando il silenzio all’improvviso. Kailey sollevò la testa e i loro occhi si incrociarono per un istante.
-Cosa vuoi sapere?- gli chiese, sfiorandogli un fianco con le dita. Tutto, pensò Drake, sconvolto.
-Non lo so.- disse invece, schiarendosi la voce.
-Ti dirò le prime cose che mi vengono in mente, allora.-
Drake annuì e poi le infilò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, soffermandosi più del dovuto sulla pelle morbida del suo zigomo.
- Non conosco nemmeno un cantate raffigurato nei poster appesi alle pareti di questa stanza.- scherzò Kailey, scoppiando a ridere.
-Davvero?- le chiese Drake, incredulo.
-Già.-
Kailey si tirò su e poi scosse la testa con decisione. –Non fare quella faccia! Non sono così famosi evidentemente…-
Drake sgranò gli occhi. –Non sono così famosi?- ripeté, ridendo.
-Io non li ho mai visti o sentiti in vita mia, quindi….-
-Se sei una di quelle ragazze che ascolta solo musica commerciale sono abbastanza sicuro che tra noi non possa funzionare.- replicò, rendendosi poi conto di quello che aveva appena detto.
Non aveva mai pensato alla possibilità di avere una relazione con Kailey, ma in quel momento non gli sembrava poi una cosa così assurda.
Si costrinse a scacciare dalla mente quei pensieri e si concentrò di nuovo su di lei.
-Ho un fratello gemello.- gli disse, appoggiandosi alla tastiera del letto.
Tirò un sospiro di sollievo dentro di sé quando si rese conto che non aveva dato peso alle sue parole. Come aveva anche solo potuto pensare di poter iniziare una relazione con tutti i problemi che aveva?
-Si chiama David e fa il fotografo. Ieri ho scoperto che quello stronzetto si vede con la mia migliore amica da tre mesi, ma nessuno dei due mi ha mai detto nulla.- proseguì Kailey, strappandolo ai suoi pensieri.
-La tua migliore amica?-
-Si chiama Tessa. –gli spiegò Kailey. -La ragazza bionda che era con me la sera che siamo venute nel locale in cui suonate tu e i tuoi amici.-
La bionda ficcanaso, pensò Drake, ricordandosi all’istante di lei.
-Si vede con tuo fratello, eh..- disse invece, costringendosi a non pensare di nuovo alla sera in cui aveva dato quello spintone aTyler.
-Sì. L’ho scoperto per puro caso in realtà. Avevo bisogno di parlare con Tessa e quindi sono andata a casa sua e mi ha aperto la porta mio fratello, praticamente fresco di doccia.-
-E perché non ti hanno detto nulla?- chiese Drake, appoggiandosi anche lui alla tastiera del letto.
-Credevano che l’avrei presa male.-
-E avevano ragione?-
-Certo! E se poi litigano?-
Drake si voltò verso di lei, confuso.–E allora?-
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi sbuffò sonoramente. –Non ci arrivi proprio, eh?- Drake ridacchiò e poi incrociò le braccia al petto. -Hai paura che il loro rapporto condizioni la vostra amicizia.-
-Perspicace.- lo prese in giro Kailey, battendo le mani.
Drake le pizzicò un fianco e poi scoppiò a ridere. Da quanto tempo non sentiva la testa così leggera?
Troppo, pensò, rassegnandosi all’idea che Kailey lo faceva stare in pace con se stesso.
-Piantala!- lo rimproverò lei, sforzandosi di non ridere.
Drake si sporse verso di lei e poi la baciò rapidamente sulle labbra.
Sentì il cuore battere più velocemente quando lei gli sorrise e gli accarezzò il braccio dolcemente.
-Tyler e Chase mi voglio sbattere fuori dal gruppo.- si ritrovò a dire, sospirando.
-Per quello che è successo l’altra sera?-
-Anche.-
-Hai spiegato loro la situazione?-
-Ci ho parlato ieri.-
Kailey gli afferrò il viso e lo costrinse a voltarsi. –Ti sei scusato con Tyler?-
-Sì, certo. Solo che… all’inizio non sapevano di mia madre e allora….-
-Si sistemerà tutto, vedrai.- lo rassicurò Kailey, sorridendo.
-Non lo so… ho combinato un casino questa volta.- mormorò, appoggiando una mano sopra alla sua.
-Perché non svuoti la mente per un attimo e la smetti di preoccuparti?- Drake sospirò, ma alla fine annuì. –Domani lavori?-
-Purtroppo sì.- annuì Kailey, sbuffando.
-Max è un idiota, ma io di più. Mi dispiace per prima.-
Kailey lo guardò per un attimo senza dire nulla e Drake si chiese a cosa stesse pensando.
-Perché vi odiate così tanto?- gli chiese dopo un po’, ripetendo la domanda cui lui non aveva voluto rispondere prima.
-Non voglio parlarne.- disse seccato, innalzando di nuovo una barriera tra di loro.
-Non lo fare, Drake.-
-Fare cosa?- le chiese, irritato.
-Sai benissimo cosa intendo.-
-Non puoi chiedermi di….- si bloccò per un istante alla ricerca delle parole giuste. – Non posso cambiare da un momento all’altro, Kailey.-
-Lo so e non ti sto chiedendo questo. Sto solo cercando di capire che tipo di rapporto avete tu e tuo fratello che sfortunatamente è anche il mio capo …-
-Non abbiamo un buon rapporto. Punto e basta.-
Kailey evidentemente si rese conto che era inutile proseguire quel discorso perché si limitò ad annuire.
-Domani mi devo alzare presto.- gli disse poi, schiarendosi la voce. - Sarà meglio che vada.-
Drake si voltò verso di lei e in quel momento si rese conto che non voleva che lei se ne andasse.
-Rimani qui.- mormorò a bassa voce.
Kailey si accoccolò contro di lui e per un attimo a Drake sembrò che la sua vita potesse cambiare davvero.
Si addormentò poco dopo stringendola tra le braccia.
 
Il giorno dopo si svegliò con una forte sensazione di vuoto. Aprì gli occhi di scatto quando si rese conto che Kailey non era a letto con lui.
Possibile che se ne fosse andata senza dire nulla?
All’improvviso sentì una morsa gelida allo stomaco che gli impedì di respirare regolarmente.
Perché si era illuso in quel modo? Le esperienze passate non gli avevano insegnato proprio niente?
Serrò la mascella con forza e poi si alzò dal letto. Afferrò una paio di pantaloni e poi si passò una mano nei capelli.
Fanculo, pensò arrabbiato, cercando di convincersi che non aveva bisogno di lei.
Si bloccò sulla soglia del soggiorno quando la vide di spalle davanti all’angolo cottura. Non se ne era andata, allora. Che diavolo stava facendo?
-Kailey?-
La vide voltarsi di scatto verso di lui e sorridere nella sua direzione. –Ehi.-
-Sei qui.- disse Drake in tono sorpreso.
Kailey lo guardò confusa. –Dove dovrei essere?- gli chiese ridendo. –Sto preparando il caffè al volo perché poi devo andare in ufficio.-
Drake si avvicinò a lei cautamente come se avesse paura che quella ragazza dai capelli rossi e il sorriso disarmante potesse svanire nel nulla da un momento all’altro.
Notò che si era messa la felpa che lui indossava il giorno prima e avvertì una strana sensazione nel petto.
-Pensavo…pensavo che…- gli si spense la voce quando lei si avvicinò a lui e poi lo baciò sulle labbra.
-Non me ne sarei mai andata senza svegliarti, Drake.- lo rassicurò, sfiorandogli il viso dolcemente.
Soffocò l’impulso di chiudere gli occhi e lasciarsi toccare da lei e poi annuì, ricordando a se stesso che lei non era affatto come le ragazze che si era portato a letto.
-Credo che il caffè sia pronto.- disse Kailey, dirigendosi verso i fornelli.
Si avvicinò alla credenza e afferrò due tazzine. Perché gli sembrava così normale la sua presenza?
Kailey versò il caffè nelle tazzine e poi gli chiese dove tenesse lo zucchero. Luile indicò un barattolo vicino ai fornelli e un attimo dopo erano seduti intorno al tavolo a fare colazione.
-Che programmi hai per oggi?- gli chiese, prendendo un sorso di caffè.
Drake alzò lo sguardo verso di lei. –Palestra e poi stasera suono al locale. Sempre che Tyler e Chase non si siano trovati un altro cantante.-
-Siete amici, giusto?-
-Sì.-
-E allora troverete il modo di risolvere le cose. Non è tutto bianco o nero nella vita, Drake.-
Drake ignorò il significato di quelle parole e poi le chiese cosa avrebbe fatto lei quel giorno.
Kailey sorrise. –Sicuramente lavoro tutto il giorno. Stasera non so se mi vedo con Tessa.-
-Perché non…- gli si spense la voce quando si rese conto di quello che stava per dire. Perché non passate al locale?
Non era una coppia e probabilmente non lo sarebbero mai stati, perciò che diavolo gli prendeva?
-Devo andare altrimenti farò tardi.- disse Kailey ad un certo punto, alzandosi dalla sedia. –Mi cambio e poi vado.-
-Certo.- annuì Drake, finendo il suo caffè.
La vide raccogliere la sua camicia dal pavimento e poi scomparire nella sua camera. Tornò qualche minuto dopo con addosso i vestiti che aveva la sera precedente.
-Allora…- iniziò a dire, schiarendosi la voce. Drake si alzò e poi si avvicinò a lei. –Credo che…-
Non ebbe il tempo di terminare la frase perché Kailey si sollevò sulle punte e lo baciò sulle labbra.
-Dammi il telefono, Drake.-
-Cosa?-
-Dammi il tuo telefono.- ripeté, sorridendo.
Drake lo recuperò dal tavolo e poi glielo diede senza capire cosa stesse succedendo. La vide digitare qualcosa e poi restituirgli il telefono.
Si rese conto che aveva salvato il suo numero sul telefono e quando alzò lo sguardo verso di lei notò che se ne era andata senza che lui potesse dire nulla.
-Dannazione.- mormorò, rassegnandosi alla consapevolezza che non sarebbe riuscito a trovare la forza necessaria per allontanarsi da lei.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Kailey non riuscì a fare a meno di alzare gli occhi al cielo quando la sua scontrosa assistente entrò nella sua stanza senza bussare.
Lavoravano a stretto contatto ormai da una settimana, eppure il loro rapporto non era cambiato di una virgola in quei giorni.
Caroline non si sforzava minimamente di nascondere la sua insofferenza e lei non sapeva più cosa fare per migliorare una situazione che peggiorava ogni giorno di più.
-Il signor Evans ti sta cercando.- le disse subito, saltando i convenevoli.
Kailey incrociò i suoi grandi occhi azzurri e poi sospirò, tamburellando nervosamente la penna sul legno della sua scrivania.
Non era affatto pronta ad affrontare Max dopo tutto quello che era successo la sera precedente, ma non lo poteva evitare ancora per molto.
-Di che si tratta?- le chiese, posando la penna sopra a un mucchio di scartoffie.
La sua assistente le lanciò un’occhiata e poi scrollò le spalle. –Non lo so. So solo che ti ha cercata anche stamattina e che tu hai detto di essere impegnata. Lo stai per caso evitando?-
-Non è così.- mentì Kailey, schiarendosi la voce. –Avevo parecchie cose da sistemare, tutto qui.-
-Ma se…-
Kailey la fulminò con la sguardo prima che potesse terminare la frase.
Caroline sapeva essere irritante e scontrosa quando voleva, ma per quanto le costasse ammettere una cosa del genere, era una ragazza davvero perspicace.
-Puoi andare adesso.- disse seccata, tornando a concentrarsi sui documenti che stava esaminando prima che lei arrivasse.
Alzò lo sguardo qualche secondo dopo, rendendosi conto che Caroline era ancora lì e non aveva intenzione di andarsene.
-Mi dispiace.- si scusò la sua assistente, sedendosi su una delle sedie di fronte alla sua scrivania. –Sono stata una vera stronza in questi giorni.-
Kailey la osservò per alcuni secondi senza dire nulla, chiedendosi se avesse capito male. Possibile che Caroline si stesse davvero scusando con lei?
-Mio padre non sta molto bene.- proseguì, guardandola dritto negli occhi. –Ha bisogno di cure mediche molto costose, ma io e mia madre non guadagniamo abbastanza e l’assicurazione non copre tutte le spese…-
-Io non… non lo sapevo, Caroline.- disse Kailey, dando finalmente un senso al suo comportamento.
-Me la sono presa con te, ma chiaramente non sei tu il problema.- mormorò Caroline amaramente.
Kailey fece per parlare, ma in quel momento qualcuno bussò con decisione alla porta del suo ufficio.
Dannazione, imprecò dentro di sé, rendendosi conto che probabilmente era Max.
Avrebbe preferito rimandare ancora per un po’ il confronto con lui e cercare invece di conoscere meglio la sua assistente, ma chiaramente non era il momento adatto per fare conoscenza.
-Perché non passi più tardi?- le chiese, sperando di poter parlare ancora con lei.
Caroline annuì e poi si alzò, avviandosi infine verso la porta.
Kailey prese un respiro profondo quando vide Max entrare nel suo ufficio, scuro in volto.
-Dove diavolo eri finita stamattina?- le chiese in tono duro, accomodandosi su una sedia.
-Ero occupata…-
Max incrociò le braccia al petto e poi disse:-Non è vero, mi stavi evitando.-
-Perché avrei dovuto….- si bloccò quando Max inarcò un sopracciglio e poi scoppiò a ridere.
-Perché sei stata a letto con mio fratello, ecco perché.-
Kailey non riuscì a fare a meno di sussultare. –Non credo sia il luogo adatto per….-
-Da quanto tempo vi conoscete?- la interruppe Max bruscamente, guardandola negli occhi.
-Non molto.- ammise Kailey, distogliendo lo sguardo.
-Sapevi che eravamo fratelli prima di ieri?-
Kailey scosse la testa con decisione, cercando di liberarsi dal senso di disagio che provava in quel momento.
-Perché mi cercavi?- disse dopo un po’, cercando di cambiare argomento. -Non ho ancora finito la relazione che mi hai chiesto ieri, ma per lunedì sarà pronta.-
-Non sono qui per la relazione, Kailey.- replicò Max, alzandosi in piedi e iniziando a camminare su e giù per la stanza.
Kailey si schiarì la voce e poi gli chiese, conoscendo già la risposta alla sua domanda:- Perché sei qui allora?-
-Drake è…complicato.- mormorò Max, fermandosi per un attimo.
-Chi non lo è?- chiese Kailey, sospirando.
Max accennò un sorriso e poi riprese a camminare. –Quanto sai della mia famiglia?-
-Io…- le si spense la voce quando si rese conto che non voleva affrontare quel genere di discorso con lui.
Perché lui non è Drake, le disse una vocina dentro alla sua testa.
-Drake ha detto che non state insieme, ma eri a casa sua ieri sera, quindi….- proseguì Max, appoggiando una spalla al muro.
Kailey sospirò e poi gli chiese:-Perché ne stiamo parlando, Max?-
-Drake tiene a te e sono sicuro che ti darebbe ascolto.-
Kailey alzò lo sguardo verso di lui e si chiese perché le stesse dicendo quelle cose.
-Non è così, Max.- replicò, scuotendo la testa.
-Nostro padre vorrebbe parlare con lui. Perché non…-
Kailey lo interruppe con un cenno della mano quando capì il motivo per cui Max l’aveva cercata insistentemente per tutto il giorno. –Non abbiamo quel tipo di rapporto, Max.-
Aveva conosciuto Drake pochi giorni prima ed erano stati a letto insieme due volte, ma non avevano una relazione e probabilmente non le avrebbe dato ascolto nemmeno se fossero stati una coppia.
-Come avrai notato non abbiamo un buon rapporto…- disse Max, guardandola negli occhi.
Kailey non riuscì a fare a meno di chiedersi per l’ennesima volta come mai non andassero d’accordo.
Soffocò l’impulso di formulare quella domanda ad alta voce e rimase invece in silenzio, aspettando che lui riprendesse a parlare.
-Ho commesso molti errori ed allontanare Drake dalla mia vita è stato forse quello di cui mi pento di più.-
Kailey non riuscì a ignorare la sofferenza che trasmetteva il tono di Max e si chiese se Drake conoscesse i rimpianti del fratello.
-Sto solo cercando di rimettere insieme la mia famiglia, Kailey. Mio padre non è un santo e forse una parte di me non lo perdonerà mai per quello che ha fatto alla mamma, ma so che meritiamo tutti una seconda possibilità.-
-Hai ragione, ma non sono la persona che può convincere tuo fratello a parlare con vostro padre.- replicò Kailey, sospirando.
Max si passò una mano nei capelli e poi annuì, chiaramente deluso.
-Perché non ci parli tu stesso? Non è troppo tardi per…-
-C’eri anche tu ieri sera, Kailey. – disse Max, in tono affranto.
-Forse…forse posso fare un tentativo.- si ritrovò a dire, schiarendosi la voce.
Erano passate ore da quando era salita in macchina e si era allontanata da Drake, eppure lui non si era ancora fatto sentire. Che diavolo pensava di fare?
Ignorò quei pensieri fastidiosi e invece disse:-Non posso prometterti nulla, però.-
Max alzò lo sguardo verso di lei e poi accennò un sorriso. –Grazie, Kailey. Significa davvero molto per me.-
Prima che lei potesse dire qualcosa il suo capo aggiunse:-In ogni caso mi dispiace per ieri sera. Non mi aspettavo di trovarti lì e…-
-Non ti preoccupare.- disse Kailey, scuotendo la testa.
Non poteva negare che l’atteggiamento di Max l’avesse ferita, ma quel pomeriggio aveva capito che anche il suo capo era profondamente segnato dalle sue vicende personali esattamente come il fratello, sebbene lo desse a vedere di meno.
-Ti lascio al tuo lavoro, allora.- disse Max, richiamando la sua attenzione. –Ci vediamo lunedì.-
-A lunedì.- lo salutò Kailey, mentre lui usciva dal suo ufficio.
Kailey prese un respiro profondo prima di chiudere gli occhi e abbandonare la testa contro lo schienale della sua poltrona.
Si chiese cosa stesse facendo Drake in quel momento e se gli fosse capitato di pensare a lei almeno una volta quel giorno.
Aveva un disperato bisogno di confidarsi con Tessa, ma allo stesso tempo non voleva condividere le sue emozioni perché lei stessa non le capiva.
Aprì gli occhi di scatto quando il suo telefono iniziò a squillare.
Ignorò il cuore che le batteva forte nel petto e prese invece un respiro profondo. Possibile che fosse Drake?
Si costrinse a nascondere la sua delusione quando sentì la voce di sua madre all’altro capo del telefono.
-Kailey, tesoro.-
-Ciao, mamma.- la salutò, alzandosi in piedi.
-Come vanno le cose?-
Kailey si fermò vicino alla finestra del suo ufficio e poi guardò fuori. –Tutto bene. Tu e papà?-
-Benone, cara. Domani tu e David venite a pranzo come al solito? Perché ho sentito David stamattina e mi è sembrato strano. Avete per caso litigato?-
-Non…esattamente.- disse Kailey, sospirando.
Si rese conto che non sentiva suo fratello dal giorno in cui lo aveva sorpreso a casa di Tessa e che lui non si era ancora fatto sentire sebbene ogni venerdì si accordassero per decidere chi avesse dovuto prendere la macchina per andare a pranzo dai genitori il giorno dopo. Non che lei avesse alzato il telefono per mettersi in contatto con lui, però.
-Che è successo?- le chiese sua madre, preoccupata.
-Non è successo niente, mamma. Abbiamo discusso, ma...-
-Perché avete discusso?-
Kailey alzò gli occhi al cielo e sbuffò silenziosamente. –Nulla di grave.-
-Che ha combinato questa volta?- chiese sua madre, dando per scontato che fosse colpa di suo fratello.
-Non ha fatto nulla, sul serio. Stasera lo chiamo e ci organizziamo per venire da voi…-
-Va bene, Kailey.- si arrese sua madre, sospirando. –Come stanno le ragazze?-
Kailey osservò il cielo per qualche secondo prima di rispondere. –Bene...- rispose, evasiva.
In realtà non parlava con Lizzie dal giorno in cui l’aveva accompagnata da Carter e purtroppo non aveva avuto un attimo di tempo per fare uno squillo a Kim.
-L’altro giorno ho incontrato Tessa al supermercato.- disse sua madre, richiamando la sua attenzione. -Mi ha aiutato con le buste della spesa perché purtroppo avevo problemi alla schiena quel giorno. È davvero una brava ragazza.-
Kailey non riuscì a trattenere un sorriso. Se solo sua madre avesse saputo che si vedeva con il suo gemello…
-Perché un sabato non la porti con te ai nostri pranzi di famiglia? Era sempre a casa nostra quando eravate piccole.-
-Non credo che…- iniziò a dire Kailey, costringendosi a non ridere. –Insomma…-
-Perché stai ridendo? Per me è come se fosse una di famiglia, in fondo. Siete amiche da così tanto tempo e poi…-
-Cosa?- chiese Kailey, sentendola esitare.
-Ho sempre pensato che lei e Dave si sarebbero messi insieme prima o poi.-
-Perché?-
-Quando eravate piccoli David era innamorato perso di Tessa.- le spiegò sua madre. -Non te ne sei mai accorta?-
Kailey si ricordava che suo fratello prendeva in giro Tessa continuamente e che la sua amica non lo sopportava per qual motivo, ma non aveva mai pensato alla possibilità che a lui potesse piacere lei.
-Non credo che gli piacesse, mamma. Discutevano in continuazione e lui le dava il tormento.- osservò infatti, chiedendosi però se non le fosse sfuggito quel particolare.
In fondo stavano insieme adesso, perciò sua madre poteva anche avere ragione.
-Me lo ha confidato lui stesso una volta. Avevate all’incirca quattordici anni e beh… sono passati così tanti anni, ormai. In ogni caso mi farebbe piacere che la invitassi una di queste volte.-
-Vedremo…-
-Pensaci su, tesoro. Allora ci vediamo domani. –la salutò sua madre. -Chiama tuo fratello, mi raccomando.-
-Lo farò. Ciao, mamma.-
Kailey lanciò un’occhiata all’orologio e si rese conto che probabilmente Caroline era già andata via.
Si era sempre chiesta perché la sua assistente andasse via sempre molto presto e forse quel giorno la sua domanda aveva ottenuto una risposta. Probabilmente non poteva trattenersi fino a tardi perché si doveva occupare del padre.
Lunedì avrebbe parlato di nuovo con lei e avrebbero cercato insieme una soluzione ai suoi problemi economici.
 
Qualche ora dopo iniziò a raccogliere le sue cose e poi infilò in borsa i documenti che avrebbe finito di esaminare a casa nel fine settima.
Lanciò un’occhiata alla sua scrivania per accertarsi di non aver dimenticato nulla e poi si avviò verso l’uscita.
Non appena fu in strada si rese conto che il sole era tramontato quasi del tutto e che la temperatura si era abbassata notevolmente. Si guardò intorno per un attimo prima di incamminarsi verso la sua macchina.
Non riuscì a fare a meno di tirare un sospiro di sollievo quando fu davanti alla sua Volvo nera. Come diavolo le era saltato in mente di parcheggiare così lontano?
Cercò le chiavi della macchina nella borsa e poi aprì la portiera.
Si lasciò sfuggire un urlo quando qualcuno le si avvicinò, cogliendola di sorpresa.
-Mi dispiace, non volevo spaventarla.- le disse una voce maschile alle sue spalle.
Kailey si rese conto che apparteneva ad un uomo basso e tarchiato sulla cinquantina vestito di scuro. Chi arrivava alle spalle delle persone in quel modo?
Si costrinse a nascondere la sua agitazione e poi si schiarì la voce. –Non…non fa niente.-
-Ha per caso un accendino?- le chiese l’uomo, avvicinandosi ancora di più a lei.
-No, mi dispiace.- disse Kailey, voltandosi verso la portiera della sua macchina.
Non fece in tempo a salire in macchina che l’uomo le afferrò un braccio e la costrinse a voltarsi di nuovo nella sua direzione.
-Non fiatare.- le intimò, minacciandola con un coltello.
Kailey si rese conto che in quel momento non stava passando nessuno e che non poteva fare altro che assecondare l’uomo.
-Se fai la brava non ti succederà nulla.- disse, rivolgendole un sorriso crudele.
-La borsa.- le disse poi in tono sbrigativo.
Kailey prese un respiro profondo prima di dire:-Non ho soldi con me, davvero….-
-Stai zitta, cazzo.- le disse, prendendosi da solo la borsa.
Kailey si ritrovò a trattenere il respiro quando l’uomo le afferrò il viso con la mano libera e la osservò sotto la luce fioca dei lampioni.
-P-prendi la b-borsa e vattene.- balbettò, sentendo crescere la paura dentro di sé.
Lanciò un’occhiata al coltello che le stava puntando contro e poi cercò di calmare il battito impazzito del suo cuore. Come poteva difendersi da un uomo armato che era il doppio di lei?
-Sei proprio bella, lo sai?- le disse l’uomo, toccandole il collo con la mano libera.
Il rombo di una moto che si stava avvicinando costrinse lo sconosciuto a distogliere lo sguardo da lei e Kailey decise di approfittare di quel momento di distrazione per scappare.
Allontanò l’uomo con una spinta e poi corse via da lui, ignorando le urla dell’uomo.
Iniziò a correre più veloce quando si rese conto che lui la stava inseguendo.
Il cuore le batteva forte nel cuore e aveva il respiro corto e irregolare, ma non poteva fermarsi.
La sua unica speranza era raggiungere il bar vicino all’ufficio dove avrebbe potuto chiedere aiuto.
Attraversò la strada senza nemmeno controllare se arrivasse qualcuno da destra o da sinistra e cadde per terra quando vide una moto sbucare all’improvviso, cogliendola di sorpresa.
Rimase paralizzata dalla paura e si coprì istintivamente gli occhi, come se quel gesto potesse impedire l’impatto.
Sentì la moto frenare bruscamente e si chiese se sarebbe morta quel giorno.
Riaprì gli occhi qualche secondo dopo, rendendosi conto che lei era ancora viva e che chiunque fosse a bordo di quella moto era riuscito a frenare in tempo.
Non riuscì a fare a meno di scoppiare a piangere come una bambina.
Perché non aveva parcheggiato in quel fottuto garage a pagamento vicino all’edificio in cui lavorava?
-Kailey.- disse una voce familiare, costringendola ad alzare lo sguardo.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Drake si sfilò rapidamente il casco e poi scese dalla moto, chiedendosi cosa diavolo stesse facendo Kailey in mezzo alla strada.
Non riuscì a fare a meno di imprecare a denti stretti quando si rese conto che era ancora a terra e che stava singhiozzando senza controllo.
Ignorò la stretta al petto che per un attimo gli tolse il respiro e poi si inginocchiò accanto a lei, costringendosi a non pensare a cosa sarebbe successo se non fosse riuscito a frenare in tempo.
-Va tutto bene, Kailey. - la rassicurò, cullandola tra le sue braccia. -Ci sono io adesso.-
Sentì Kailey abbandonarsi contro il suo petto e poi piangere sommessamente per un tempo che a lui parve infinito.
Drake le accarezzò la schiena con dolcezza e poi passò il pollice sui suoi zigomi per asciugare le lacrime che le rigavano il viso.
-S-stavo e-entrando in macchina…-balbettò lei, alzando lo sguardo verso di lui. –N-non l’avevo visto e…e mi ha chiesto un accendino, ma…-
Drake osservò i suoi occhi riempirsi di nuovo di lacrime e sentì la rabbia crescere dentro di sé quando si rese conto che era stata aggredita da qualcuno.
-Che cazzo è successo?- le chiese, alzando fin troppo il tono di voce.
Kailey lo guardò per un momento senza dire nulla e poi affondò il viso nell’incavo del suo collo, riprendendo a singhiozzare convulsamente.
Drake la strinse tra le sue braccia e poi prese un respiro profondo prima di chiedere:-Ti ha fatto del male?-
-N-no. – rispose Kailey, scostandosi da lui. –Aveva un coltello e mi ha preso la b-borsa, ma…-
Drake le sfiorò una guancia con dolcezza e poi le chiese di nuovo guardando i suoi occhi lucidi:-Cosa è successo, Kailey?-
-Abbiamo s-sentito una moto e…e sono scappata, ma mi stava inseguendo …-
-E hai attraversato senza guardare…- disse Drake, terminando la frase al posto suo.
Kailey prese un respiro profondo e poi annuì, distogliendo lo sguardo da lui.
-Dobbiamo alzarci, Kailey.- le disse, rendendosi conto che era pericoloso rimanere lì a terra. Si tirò su e poi aiutò lei ad alzarsi.
-Dove avevi lasciato la macchina?-
-Lì giù.- mormorò Kailey, indicando un punto alle sue spalle.
Drake seguì il suo sguardo e poi si concentrò di nuovo su di lei. -Sposto la moto e poi andiamo a controllare.-
Kailey annuì e poi salì sul marciapiedi, permettendogli di spostare la moto e prendere infine il casco.
-Andiamo.- disse poi, tornando da lei.
Si incamminarono nella direzione che lei aveva indicato prima e non si stupì di vedere uno spazio vuoto nel punto in cui lei sosteneva di aver parcheggiato quella mattina.
-Mi sono cadute le chiavi quando sono scappata e ho lasciato la portiera aperta….- mormorò, voltandosi verso di lui.
-Quel bastardo ne ha approfittato.- osservò Drake, rendendosi conto che avrebbe fatto a pezzi quell’uomo con le sue stesse mani se ne avesse avuto l’occasione.
-Non mi importa della macchina, Drake. Nella borsa, però, c’erano il portafogli con tutti i documenti. C’erano anche le chiavi di casa, dannazione.- disse Kailey, preoccupata.
-Dobbiamo andare a fare la denuncia. Il distretto più vicino è a pochi isolati da qui.-
Kailey sospirò e poi disse con voce rotta:-Se…se non fosse arrivata quella moto...-
Drake si avvicinò a lei e poi la strinse tra le sue braccia. –Basta, Kailey. È finita. Ci sono io adesso.-
-Dove…dove stavi andando?- gli chiese, prendendo un respiro profondo.
-Al locale…-
-Oh, giusto. Me lo hai detto stamattina. – annuì lei, schiarendosi la voce. -Devi parlare con i tuoi amici...-
A Drake non importava proprio un bel niente di Tyler e Chase in quel momento. Vedere Kailey in quello stato lo aveva scosso nel profondo e non l’avrebbe lasciata da sola fino quando non l’avesse saputa al sicuro e protetta.
-Posso benissimo chiamare qualcuno e…- iniziò a dire Kailey, richiamando la sua attenzione.
Drake le afferrò il viso con delicatezza e poi la baciò dolcemente sulle labbra, impedendole di terminare la frase.
-Ti accompagno io.- disse poi, scostandosi da lei.
Prima che lei potesse dire nulla la prese per mano e poi si avviò verso la sua moto, guardandosi continuamente attorno.
-Tieni.- le disse poi, porgendole il secondo casco che si portava sempre dietro nel baule della moto.
-Non sono sicura che….-
Drake guardò i suoi occhi posarsi sulla moto. -Non devi avere paura, Kailey.-
-Non…non ho paura.- replicò lei, prendendo il casco. –Mi fido di te.-
Drake non riuscì a trattenere un sorriso. Perché quelle parole avevano un suono così bello?
Si avvicinò a lei e poi la guardò per un momento prima di allacciarle il casco.
Cosa sarebbe successo se non fosse passato per caso nella via in cui lei era stata aggredita?
Si costrinse a scacciare quel pensiero dalla mente e si infilò invece il casco.
Salì sulla moto e poi invitò lei a fare lo stesso, dicendole di allacciare le braccia intorno alla sua vita per reggersi meglio.
Poco dopo Drake parcheggiò davanti all’ingresso del distretto. Scese dalla moto e poi aiutò Kailey.
-Andiamo.- disse lei, sospirando.
Non appena furono all’interno un agente di mezza età chiese loro di cosa avessero bisogno.
-Sono…sono stata…- disse Kailey, abbassando lo sguardo.
-Deve denunciare un’aggressione.- si intromise Drake, vedendola esitare.
L’agente gli lanciò un’occhiata e poi si rivolse a Kailey. –Prego, mi segua.-
-Mi aspetti qui, vero?- gli chiese Kailey, incerta.
Drake la baciò e poi annuì, guardandola negli occhi.
La vide scomparire dietro una porta e a quel punto si andò a sedere vicino all’ingresso.
Non fece in tempo a guardarsi intorno che il suo telefono iniziò a squillare. Rispose senza nemmeno vedere chi fosse.
-Dove diavolo sei?-gli chiese una voce irritata all’altro capo del telefono.
-Chase.-
-Sei in ritardo.-
Drake lanciò un’occhiata all’orologio appeso alla parete di fronte e poi sospirò. –Non posso venire.-
-Spero che tu stia scherzando, Drake.-
-Purtroppo no.-
-Che cazzo stai facendo? Non possiamo suonare senza di te.-
-Ho avuto un problema, Chase.-
Sentì Chase sospirare. –Che è successo?-
-Ti ricordi di Kailey?-
-No. –rispose Chase.- Chi è?-
-La ragazza che…- esitò per un attimo e poi disse:-È venuta al locale una sera con le amiche.-
-Quella che ti sei portato a letto e che non si ricorda di te?-
-Sì, lei. È stata aggredita.- disse Drake, serrando la mascella.- Sto aspettando che compili il modulo per la denuncia. Non la lascio da sola, Chase.-
-Che ci fai con lei?-
-È una storia lunga... sono sicuro che ve la caverete anche senza di me comunque.-
-Non credo.- replicò Chase, titubante. –Devi stare con lei in ogni caso. Parlerò io con Tyler.-
-Grazie, Chase.-
Drake chiuse la telefonata e poi lanciò un’occhiata nella direzione in cui si erano avviati Kailey e l’agente. Perché ci stavano mettendo così tanto? E da quando era diventato così ansioso?
Si costrinse a non pensare al motivo per cui si comportava in quel modo assurdo quando era con lei e si concentrò invece su un paio di agenti a qualche metro da lui che parlavano e ridacchiavano come se stessero al bar.
Dove cazzo erano quando Kailey era in pericolo? Perché non erano di pattuglia?
-Problemi?- gli chiese uno dei due all’improvviso, notando che Drake li stava guardando.
Drake prese un respiro profondo e poi rispose a denti stretti:-No, agente.-
L’uomo gli lanciò un’occhiata prima di tornare a scherzare con il suo collega.
Fanculo, pensò Drake, arrabbiato.
Si alzò immediatamente dalla sedia quando, qualche secondo dopo, vide Kailey comparire nella sua visuale. L’agente che aveva raccolta la sua deposizione le disse qualcosa che lui non riuscì a sentire e poi lei lo raggiunse.
-Tutto bene?- le chiese, vedendo un’espressione preoccupata sul suo viso.
-L’agente mi ha consigliato di non dormire a casa mia fin quando non cambio la serratura della porta.-
Drake si rese conto che l’uomo che l’aveva aggredita probabilmente era interessato solo ai soldi che Kailey aveva in borsa, ma non potevano correre rischi.
-Puoi stare da me, Kailey.- propose subito, prima ancora di chiedersi se fosse una buona idea.
Kailey arrossì e poi disse:-Oh…io…credo che dovrei chiamare mio fratello….-
-Sì…ehm… certo.- annuì Drake, cercando di nascondere il senso di delusione. Che diavolo gli prendeva?
Kailey tirò fuori il suo telefono dalla tasca della giacca e poi lo guardò. –L’unica cosa che non mi ha portato via…-
Prima che Drake potesse dire nulla Kailey si era voltata per chiamare suo fratello.
-Ehi Dave.- la sentì dire –Puoi venire a prendermi?-
Kailey gli spiegò dove si trovava e poi chiuse la telefonata.
-Arriva tra un po’.- gli disse poi, schiarendosi la voce.- Non devi rimanere qui con me per forza. Puoi raggiungere i tuoi amici…-
Drake scosse la testa con decisione. –Ho parlato con Chase. Se la caveranno anche senza di me.-
-Ma…-
-Niente ma, Kailey. Non me ne vado fin quando non arriva tuo fratello.-
-Potrebbe metterci un po’.-
Drake scrollò le spalle e poi le chiese:-Hai fame?-
-Non molta per la verità…-
-Devi pur mangiare qualcosa, Kailey.- osservò Drake, rendendosi conto che un po’ di zuccheri le avrebbero fatto sicuramente bene.
Kailey si schiarì la voce e poi iniziò a dire con voce incerta:-Io…-
-C’è un posto qui vicino che fa le ciambelle più buone di tutta San Francisco.- la interruppe subito Drake.
Aspettare il fratello di Kailey in quel distretto non l’avrebbe di certo fatta stare meglio come l’atmosfera calda e accogliente della caffetteria in cui lui e i suoi amici andavano da anni dopo le esibizioni al locale.
-Non credo sia il caso…non ho fame, davvero.-
Drake la guardò negli occhi e poi le disse ostinato:-Fammi solo compagnia, allora.-
Esultò dentro di sé quando Kailey sorrise e poi gli disse:-Va bene.-
Si avviò verso l’uscita, ma si bloccò quando la vide esitare all’ingresso del distretto.
-Ci sono io con te.- le disse, prendendola per mano.
Kailey annuì impercettibilmente e poi lo seguì fuori.
-È quello il posto.- disse, indicandole un’insegna luminosa a poco metri da loro.
-Non credo di esserci mai stata.-
Drake sorrise quando lei gli strinse involontariamente la mano e poi si incamminò in quella direzione.
-Non credo sia aperto, Drake.- disse Kailey quando furono davanti all’ingresso.
Drake lanciò un’occhiata all’interno del locale e si rese conto che Tilly non aveva ancora aperto.
-Che stai facendo?-gli chiese Kailey quando lui iniziò a bussare alla porta.
-Conosco la proprietaria.-
Non riuscì a fare a meno di sorridere quando vide arrivare poco dopo una donna sulla cinquantina con grandi occhi scuri e corti capelli neri.
-Ehi Drake.- la salutò Tilly, ricambiando il sorriso. -Sei in anticipo.-
Drake scoppiò a ridere quando si rese conto che non si era mai presentato da Tilly così presto.
-Dove hai lasciato quei due ragazzacci che ti porti sempre dietro?-
-Stanno suonando al locale...-
La donna alzò gli occhi al cielo e poi sorrise. –Non credo che ne sentirò la mancanza, sai? Vi presentate sempre all’orario di chiusura e rimanete qui per ore...-
Prima che Drake potesse dire nulla Tilly posò lo sguardo sulla sua mano intrecciata a quella di Kailey e disse:-Forza, entrate. Altrimenti la tua ragazza si congelerà.-
Drake lanciò un’occhiata a Kailey e notò che era arrossita. Come sarebbe stato avere una ragazza come lei al proprio fianco?
-Non è la mia…- si interruppe quando si rese conto che Tilly non lo stava minimamente ascoltando.
Seguì Kailey all’interno della caffetteria e poi si chiuse la porta alle spalle.
-Sedetevi dove volete, ragazzi. Non c’è tutta questa ressa a quest’ora, come potete vedere.- li invitò Tilly, scherzando sul fatto che la caffetteria non fosse ancora aperta al pubblico.
Drake si voltò verso Kailey e sorrise. –Dove ti vuoi mettere?-
Kailey gli indicò gli sgabelli accanto al bancone e poi si andò a sedere prima che lui potesse dire nulla.
-Allora, tesoro. Come diavolo sei finita con uno come lui?- le chiese Tilly, ridacchiando.
Vide Kailey arrossire e poi voltarsi per un attimo verso di lui che era ancora in piedi vicino all’ingresso.
-Sei la prima ragazza che porta in questo posto e non si degna nemmeno di presentarci.- proseguì Tilly, scuotendo la testa.
Drake si andò a sedere accanto a Kailey e poi alzò gli occhi al cielo, incapace di trattenere un sorriso.
-Tilly ti presento Kailey, ma lei non è…- si bloccò quando Tilly chiese nuovamente a Kailey come fosse finita con lui.
-Per la verità …ehm…-Kailey lo guardò per un attimo e poi sorrise.- Non lo so nemmeno io.-
-Se ti spezza il cuore me lo vieni a dire subito, chiaro?–
-Credo che ci sia stato un equivoco…- iniziò a dire Kailey, ma Tilly la anticipò.
-Conosco Drake da tanto tempo e so che combina un casino dopo l’altro, ma credimi è un bravo ragazzo in fondo...-
Drake vide Kailey annuire e poi abbassare lo sguardo imbarazzata.
 
-Drake è seduto qui con voi.- disse a Tilly, cercando di alleggerire la situazione.
-Stavo solo dicendo a Kailey che se ti ama veramente dovrà sopportare tutte le tue stronzate, Drake….-
Drake fece per parlare, ma alla fine rimase in silenzio, chiedendosi quale fosse davvero il significato della parola amare e se Kailey potesse mai amare uno come lui.
-Cosa vi porto ragazzi?- chiese poi Tilly, richiamando la sua attenzione.
-Non ho molta fame io…- mormorò Kailey, rabbuiandosi all’improvviso.
Drake le toccò un braccio e la costrinse a guardarlo. –Ehi…-
-Che succede Kailey?- le chiese Tilly, preoccupata.
Kailey si voltò verso di lei e poi rispose sforzandosi chiaramente di sorridere:-Niente…-
Drake sospirò e poi disse a Tilly di portare un succo di frutto per Kailey e una ciambella con la glassa per lui.
-Arrivo subito.- disse Tilly, scomparendo dietro una porta.
-Stai bene?- chiese a Kailey una volta che furono da soli.
-Sì, Drake…sto bene…-
Drake si alzò dallo sgabello e poi le prese il viso con delicatezza, costringendola a guardarlo. –Sei al sicuro ora…-
Kailey deglutì come se stesse cercando di scacciare le lacrime che erano apparse agli angoli dei suoi occhi e poi annuì con poca convinzione.
-Non permetterò a nessuno di farti del male, capito?-
Rimase per un attimo senza fiato quando Kailey si sporse verso di lui e lo abbracciò, cogliendolo alla sprovvista.
-Tilly ha ragione…- mormorò poco dopo, scostandosi leggermente da lui in modo che i loro occhi e le loro bocche fossero alla stessa altezza.
Drake la guardò per un attimo senza dire nulla. Che intendeva?
Non fece in tempo a formulare quella domanda a voce alta perché le loro labbra si incontrarono all’improvviso, cogliendolo di sorpresa.
Non riuscì a fare a meno di chiudere gli occhi e attirarla a sé, abbandonandosi alla sensazione dello loro bocche che si fondevano in un bacio lento e profondo allo stesso tempo.
-Ecco le vostre ordinazioni…oh…scusate…-
Si allontanarono quando la voce di Tilly li colse alla sprovvista. Si guardarono per un istante e poi sorrisero, voltandosi verso di lei.
-Sei sicura che non vuoi assaggiare le nostre ciambelle, Kailey?- le chiese Tilly, posando il succo di fronte davanti a lei.
-Per la verità non volevo nemmeno il…-
-Ci penso io, Tilly.- disse Drake, interrompendo Kailey prima che potesse terminare la frase.
Tilly gli fece l’occhiolino e poi disse a entrambi:-Vado a sistemare delle cose di là prima di aprire….fate i bravi voi due, mi raccomando.-
Drake sorrise e poi la vide scomparire di nuovo nel retro della caffetteria.
Si sedette di nuovo sullo sgabello e poi disse, prendendo la ciambella e staccandone un pezzo:- Tilly si offenderà se non l’assaggi …-
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi sorrise. –Sei un rompiscatole, Drake.-
Drake scoppiò a ridere e poi le porse la ciambella.
Si costrinse a non sorridere compiaciuto quando Kailey ne assaggiò un pezzo.
-Allora?- le chiese, curioso di sapere se le piacesse quanto piaceva a lui.
Kailey mugolò di piacere e poi disse:-Buonissima….-
-Che ti avevo detto?- la prese in giro, sorridendo.
Kailey annuì e poi ne prese un altro pezzo. -Avevi ragione…-
Drake si costrinse a non ridere quando Kailey finì tutta la ciambella.
-Era proprio…-Kailey sgranò gli occhi e poi lo guardò.- Oddio…non te ne ho lasciato nemmeno un pezzo!-
-Ne avevi più bisogno di me.- disse Drake, contento che fosse riuscita a mandare giù qualcosa.
-Perché non mi hai detto nulla? Adesso chiamiamo Tilly e…-
Drake le prese una mano. –Ehi…non fa niente…-
-Dovevo….- si bloccò quando il suo telefono squillò. -
Kailey prese il telefono e poi rispose. –Dave…sì…sono in quella caffetteria con l’insegna blu a pochi metri dal distretto…sì, esatto… no, non sono sola… va bene…-
Drake la vide chiudere la telefonata e poi rimettere il telefono nella giacca.
-Sta arrivando qui.- gli disse, schiarendosi la voce.
-Bene…-
-A quanto pare conoscerai mio fratello….-
-Già.- disse Drake, chiedendosi perché all’improvviso si sentisse sotto pressione. Che diavolo gliene importava dell’opinione di uno sconosciuto?
Si voltarono entrambi di scatto quando sentirono bussare all’ingresso della caffetteria.
Si scambiarono un’occhiata e poi scesero dagli sgabelli.
-Credo sia Dave…Forse dovremmo avvertire Tilly, però.-
-Non è necessario.- disse Drake. -Andiamo ad aprire.-
Si avviarono verso l’ingresso e poi Kailey aprì la porta.
Drake si costrinse a non alzare gli occhi al cielo quando vide la bionda ficcanaso fiondarsi su Kailey.
Si chiese chi diavolo avesse avvertito la sua amica, ma poi si ricordò quello che lei gli aveva detto la sera prima.
-Kailey!- esclamò la bionda, abbracciandola con decisione.
-Sto bene, Tessa.- la rassicurò Kailey, allontanandosi un po’ da lei.
-Ero con Dave quando hai chiamato! Ci hai fatto spaventare…-
Drake si costrinse a mantenere un’espressione impassibile quando Tessa gli lanciò un’occhiata e poi chiese a Kailey, seccata:-Che diavolo ci fa lui qui?-
-Passava con la moto mentre scappavo… se non ci fosse stato lui…-
-Che cazzo ti ha fatto quel bastardo?- chiese una voce maschile alla sua sinistra.
Drake si voltò e incrociò un paio di occhi castani familiari che si posarono un attimo su di lui prima di spostare la loro attenzione su Kailey.-
-Non…non ha fatto in tempo a…- Kailey esitò per un momento. -Adesso sto bene, Dave…-
Il fratello di Kailey si avvicinò a lei e poi l’abbracciò a lungo. –Dannazione, sorellina….-
Kailey si scostò da lui e poi disse:- Ti ricordo che…-
-L’ho già sentita questa, K….-
Drake si chiese di cosa stessero parlando e tirò un sospiro di sollievo dentro di sé quando si rese conto che Kailey sembrava più serena rispetto a prima.
-Chi è lui?- chiese il fratello di Kailey, lanciandogli un’occhiata.
-Oh…ehm… Dave, lui è Drake, un amico…- disse Kailey, schiarendosi la voce.

-Ti ringrazio per quello che hai fatto per Kailey.- lo ringrazio Dave, stringendogli la mano.
-Non ho fatto nulla in realtà…- ammise Drake, rendendosi conto che era la verità.
Kailey però lo corresse. –Non è così, Drake….
Dave spostò lo sguardo da lui a Kailey e poi si scambiò un’occhiata con Tessa.
-Forse è meglio andare adesso…- disse quest’ultima, guardandolo per un momento.
Perché cazzo lo guardava in quel modo?
-Arrivo subito…- disse Kailey, invitando chiaramente il fratello e la sua migliore amica ad aspettare fuori.
Drake li guardò uscire fuori e poi si concentrò su Kailey.
-Stai bene?- le chiese, avvicinandosi a lei.
-Adesso sì.-
-Se dovessi avere bisogno di qualsiasi cosa…- gli si spense la voce quando lei si sollevò sulle punte e lo baciò sulle labbra.
Drake la strinse a sé per un attimo e poi la lasciò andare, lottando contro il suo stesso istinto.
-Devi andare adesso…- mormorò, guardandola negli occhi.
Kailey gli sfiorò la guancia con le dita e poi annuì. -Grazie, Drake…-
-Non ho fatto nulla…-
-Mi hai portato qui.- disse Kailey, accennando un sorriso.
Prima che Drake potesse dire nulla Tilly li raggiunse. –Stavate andando via senza salutare?-
-No, Tilly…- disse Kailey, avvicinandosi a lei. –Ti stavo per venire a cercare.-
-Spero che tornerai presto, Kailey.-
-Anche io.- disse Kailey, sorridendo.
-A presto, tesoro.-
-Ciao Tilly.- la salutò Kailey prima di uscire dalla caffetteria.
Drake si passò un mano nei capelli e poi si appoggiò allo stipite della porta.
Kailey si voltò un’ultima volta verso di lui prima di scomparire dalla sua visuale.
-Non sapevo che avessi una ragazza…- disse Tilly, costringendolo a voltarsi.
-Infatti è così.-
-Oh andiamo, Drake. Quella ragazza ti piace e tu piace a lei e se i miei occhi non mi ingannano vi stavate baciando proprio accanto al mio bancone prima…-
Drake sospirò. –Non è la mia ragazza, Tilly.-
-Perché no? Si vede lontano un miglio che…-
-È complicato…ci conosciamo da poco e poi le relazioni non fanno per me…-
-Ah giusto…- disse Tilly, seccata. –Puoi portarti a letto tutte le ragazze che vuoi e di cui non ti importa un accidente, ma non vuoi stare con quella che ti piace solo perché credi che la vita di coppia non faccia per te…-
Drake fece per parlare, ma Tilly lo anticipò:-Puoi fingere con i tuoi amici, ma non puoi ingannare me. Non so per quale motivo ti sforzi tanto di mostrare agli altri una versione di te che non ti rappresenta e non so perché continui a mentire a te stesso, ma so quello che ho visto, Drake. Ho visto una ragazza che ci tiene a te e ho visto il modo in cui vi guardavate. Non buttare tutto all’aria….-
Drake la guardò per un momento senza dire nulla e poi la salutò, uscendo infine dal locale.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Kailey lanciò un’occhiata al borsone aperto sul suo letto e si chiese se per caso si fosse dimenticata qualcosa.
L’idea di trascorrere il fine settimana a casa di Dave non la entusiasmava poi così tanto, però non voleva neppure rimanere da sola nel suo appartamento con la paura costante che qualcuno potesse entrare da un momento all’altro, perciò quella mattina non aveva protestato minimamente quando lui l’aveva portata a casa per prendere tutto ciò che le sarebbe potuto servire in quei giorni.
Dave le aveva detto che lunedì sarebbe passato qualcuno a cambiare la serratura della porta e a quel punto tutto sarebbe tornato alla normalità o almeno era quello che sperava lei.
Non riusciva a smettere di pensare, infatti, al modo in cui lo sconosciuto la sera prima l’aveva minacciata con quel coltello. Cosa sarebbe successo se non fosse passata quella moto e lei non fosse riuscita a scappare?
Si costrinse a scacciare quei pensieri dalla testa e poi prese un respiro profondo, richiudendo infine il borsone che di solito usava solo per viaggiare.
-Pronta?- le chiese una voce maschile alle sue spalle, richiamando la sua attenzione.
Si voltò verso suo fratello e poi annuì, ispezionando rapidamente la camera.
-Credo di aver preso tutto.- gli disse, guardandolo negli occhi.
Dave entrò nella sua stanza e poi afferrò il borsone. –Andiamo, allora.-
Kailey seguì suo fratello in salone e poi prese il mazzo di chiavi di riserva che gli aveva dato per precauzione molto tempo prima.
Infilò leggermente la chiave nella toppa come le aveva suggerito la polizia in modo che nessuno potesse entrare da fuori e poi uscirono entrambi dall’appartamento.
Quando salì nella macchina di suo fratello non riuscì a fare a meno di abbandonare la testa contro il sedile.
La sera prima non era riuscita a chiudere occhio e in quel momento si sentiva esausta.
-Ho fatto bloccare carta di credito e bancomat e ho parlato con la compagnia assicurativa per il furto della macchina.- la informò Dave, mettendo in moto.
Kailey gli lanciò un’occhiata e poi sospirò, pensando a tutto ciò che avrebbe dovuto fare per risolvere i numerosi problemi che le aveva causato la rapina.
-Grazie…-mormorò, guardando distrattamente fuori dal finestrino.
-Te la senti di andare a pranzo da mamma e papà?-
-Sì, ma non diremo niente della rapina.-
-Non credi che dovrebbero sapere quello che ti è successo?-
-Glielo dirò un altro giorno, Dave. Non voglio rovinare il pranzo a nessuno.-
Dave fece per parlare, ma alla fine si limitò ad annuire, concentrandosi poi sulla strada.
-Mamma mi ha chiesto di invitare Tessa a pranzo un sabato di questi…- disse a suo fratello, sforzandosi di pensare ad altro.
-E tu che le hai detto?-
-Che ci avrei pensato su. Sostiene che eri innamorato di lei fin da quando eri piccolo e che era convita che prima o poi vi sareste messi insieme…-
Dave le lanciò un’occhiata e poi tornò a guardare dritto davanti a sé.
-Aveva ragione a quanto pare.- insisté Kailey, chiedendosi perché suo fratello non le avesse mai detto nulla sulla sua cotta per Tessa.
-Già…- mormorò Dave, fermandosi ad un semaforo.
-So che l’altro giorno sono stata dura nei vostri confronti, ma devi metterti nei miei panni, Dave. Non mi aspettavo di trovarti a casa della mia migliore amica e mai e poi mai avrei immaginato che vi stesse frequentando a mia insaputa.-
-Avresti reagito diversamente se te lo avessimo detto subito?- le chiese suo fratello, inarcando un sopracciglio.
Kailey sospirò e poi gli disse:-Probabilmente no.-
-Appunto.-
-La ami davvero?-
Dave accennò un sorriso e poi annuì con convinzione. –Sì, moltissimo.-
Kailey non riuscì a trattenere un sorriso quando vide gli occhi di suo fratello brillare di felicità per un attimo.
Si chiese come avesse anche solo potuto pensare di intromettersi tra lui e Tessa. Non poteva chiedere loro di stare lontani solo perché aveva paura di perdere la sua migliore amica qualora la loro relazione fosse finita male.
-Chi era davvero il tipo di ieri, Kailey?- le chiese Dave, distogliendola dai suoi pensieri.
Kailey arrossì involontariamente e poi disse: -Un amico…-
-A giudicare dal modo in cui ti guardava non sembrava proprio…- replicò David, perplesso.
-Drake è…è solo un amico…- farfugliò, mentendo sia al fratello che a se stessa.
-Tessa mi ha parlato di lui.-
Kailey si voltò di scatto verso il fratello. –Cosa?-
-Mi ha detto che avevi conosciuto un tipo instabile e che era preoccupata per te….-
-Non aveva il diritto di parlare con te di queste cose!- esclamò Kailey, irritata.
Che diavolo era saltato in mente alla sua migliore amica?
-Non mi ha raccontato praticamente nulla, K….-
-Che ti ha detto esattamente allora?-
David esitò per un momento e poi disse:- Dice che quel Drake è un tipo che perde le staffe facilmente e che non le piace per nientee.-
-Non è così!- esclamò Kailey, sentendosi in dovere di difendere il ragazzo per cui chiaramente cominciava a provare qualcosa.
-Tessa dice che ti ha insultato pesantemente e che ha dato uno spintone a un suo amico davanti a voi...-
-Quella sera non era…non era in sé, ma ti posso assicurare che non è affatto un tipo violento.-
-Come vi siete conosciuti esattamente?- le chiese Dave, lanciandole un’occhiata.
Kailey prese un respiro profondo prima di dire:-Non sono affari tuoi.-
-Non fraintendermi, K. Non ho nulla contro quel ragazzo e gli sono grato per quello che ha fatto per te ieri sera, ma conosco Tessa e so che non si…-
-Tessa non conosce Drake.- disse Kailey, interrompendo bruscamente suo fratello. –In ogni caso non c’è proprio nulla di cui preoccuparsi. Fine della discussione.-
-Se lo dici tu…-
Rimasero in silenzio fino a quando Dave non disse che sarebbero andati direttamente a casa dei genitori perché non avevano tempo per andare a posare il borsone a casa sua.
Kailey si limitò ad annuire e poi si ritrovò a pensare al modo in cui Drake l’aveva stretta a sé la sera prima.
Possibile che anche lui provasse qualcosa nei suoi confronti?
Non riuscì a fare a meno di chiedersi se il loro rapporto non fosse cambiato nell’istante esatto in cui aveva deciso di passare la notte con lui.
-Mi dispiace, K.- si scusò suo fratello, schiarendosi la voce. –Non volevo metterti pressione o altro…-
Kailey lanciò un’occhiata fuori dal finestrino e si rese conto che il palazzo signorile in fondo alla via era quello in cui abitavano i genitori.
-Non fa niente…- mormorò, rendendosi conto che forse aveva reagito male anche lei alle parole di suo fratello.
-Non parliamone più, che ne dici?-
Kailey annuì impercettibilmente e poi indicò al fratello un posto libero in cui parcheggiare la macchina.
-Promettimi che non dirai niente a mamma e papà di quello che è successo ieri…- disse a Dave mentre si avviavano verso l’ingresso del palazzo.
-Non credo sia una buona idea, K…-
Kailey aspettò che i genitori aprissero il portone prima di dire:-Ho solo bisogno di un giorno per riprendermi, domani racconterò tutto.-
-E va bene…- cedette suo fratello a malincuore.
Kailey accennò un sorriso e poi suonò il campanello. Pochi secondi dopo una donna sulla sessantina con grandi occhi castani apparve sulla soglia di casa e li accolse con un gran sorriso.
-Ehi ragazzi.- li salutò la madre, abbracciando prima lei e poi David. –Entrate che tra poco si mangia.-
Kailey si scambiò un’occhiata con suo fratello e poi scoppiarono entrambi a ridere.
-Non avrai cucinato per un esercito come al solito vero?- chiese Dave, scuotendo la testa divertito.
-No, no…- disse la madre, sforzandosi chiaramente di non ridere.
-Vostra madre ha cucinato per due eserciti…- disse una voce alla loro sinistra.
Kailey vide suo padre comparire all’ingresso e poi guardare la moglie con affetto.
-Dana, tesoro, perché non usi la bilancia come fanno tutte le donne di questo pianeta per porzionare le cose invece di fare ad occhio?- la prese in giro il marito, baciandola dolcemente sulla guancia.
-Non userò mai uno di quegli affari, Robert! Mia madre non ne ha mai usata una in vita sua e io non inizierò a farlo proprio adesso.- protestò Dana, scuotendo la testa con decisione.
Robert scoppiò a ridere e poi alzò gli occhi al cielo.
-Quello che avanza se lo porteranno a casa i ragazzi…adesso mettetevi a tavola che è quasi pronto.- li sollecitò Dana, avviandosi verso la cucina.
-Sì, signore.- risposero tutti in coro.
Kailey sentì sua madre borbottare qualcosa e non riuscì a fare a meno di sorridere.
-Avete sentito il sergente, no? Andiamo in salone.- disse Robert, ridacchiando.
Kailey passò in bagno per lavarsi le mani e poi si sedette vicino al padre.
-Come stai papà?-
-Non c’è male, tesoro.- rispose suo padre, accennando un sorriso. -Io e tua madre stiamo prendendo in seria considerazione l’idea di andare in vacanza uno di questi giorni…-
-Credo sia un’ottima idea. In fondo io e David possiamo anche fare a meno di voi per un po’...- scherzò Kailey, facendo ridere suo padre.
-Ne sono certo, Kailey, ma non sono sicuro che vostra madre riesca a stare più di un giorno senza preoccuparsi per voi due.-
-Stai parlando male di me, caro?- chiese Dana, portando a tavola le sue famose lasagne.
-Stavo dicendo a Kailey che volevamo partire….-
-Non essere sciocco, Robert. Abbiamo così tante cose da fare in questo periodo…-
-Per esempio?- si intromise David, ridacchiando.
-Beh…- Dana lanciò un’occhiata ai presenti e poi iniziò a tagliare le lasagne. –I ragazzi hanno bisogno di noi…-
-Non abbiamo bisogno proprio di niente!- esclamò Kailey, ridendo. –Fatevi una bella vacanza e smettetela di pensare a noi.-
-Ma tesoro…-
-Abbiamo ventisei anni, ce la possiamo cavare anche da soli.-
Dana alzò gli occhi al cielo e poi si sedette dopo aver passato a ognuno la propria porzione di lasagna. -Adesso basta parlare di vacanze…-
-Sono d’accordo…- annuì David, lanciando un’occhiata al suo piatto. –Sto morendo di fame.-
-Mangiate che altrimenti si freddano.-li invitò Dana, aprendo una bottiglia di vino.
-Kailey, come va con il lavoro?- gli chiese suo padre dopo qualche minuto.
-Impegnativo come al solito, ma per ora va tutto bene…-
-Hai ancora problemi con la tua assistente?-
-Sì e no.- disse. -Ho scoperto il motivo per il quale si comportava in quel modo con me e spero di poter essere d’aiuto.-
-In che senso, tesoro?- le chiese sua mamma, chiaramente confusa.
-Suo padre sta male, ma lei e sua madre non ce la fanno a sostenere le spese mediche…-
-Oh, mi dispiace.- mormorò sua madre. -Speriamo che tutto si risolva per il meglio.-
Kailey annuì e poi prese un sorso di vino. –Quando ci sarà la mostra con le tue foto, Dave?-
-Giovedì prossimo, K. Siete tutti invitati ovviamente..-
Kailey per poco non si strozzò quando sentì sua madre dire:- David, tesoro, perché non inviti anche Tessa?-
-Perché?-
-Io e tua sorella stavamo parlando di te e lei proprio ieri. Ti ricordi che ti piaceva tanto quando eri piccolo?-
-Dana…- la rimproverò il marito, schiarendosi la voce.
-No, davvero…-
Kailey si costrinse a non sorridere e continuò invece a mangiare, chiedendosi perché sua madre ci tenesse tanto ad accasare entrambi i suoi figli.
-Stiamo insieme.- disse Dave all’improvviso, costringendola ad alzare lo sguardo dal suo piatto.
-Cosa?- chiese sua madre, confusa.
-Io e Tessa stiamo insieme.-
Kailey vide sua madre spalancare gli occhi per la sorpresa e poi sorridere. –Ma…è…è una notizia meravigliosa! Tu lo sapevi Kailey?-
-Da poco.-
-Perché allora non l’hai invitata qui?-
Prima che potesse rispondere sentì il suo telefono squillare. –Scusate un attimo.-
Si alzò e poi recuperò il telefono dalla borsa.
Notando che si trattava di un numero che non conosceva decise di andare a rispondere da un’altra parte.
Si diresse in quella che per molti anni era stata la sua camera e poi rispose. –Pronto?-
-Kailey.-
Ignorò il cuore che le batteva forte nel petto e disse semplicemente:-Drake.-
-Come stai?-
-Bene, grazie.- rispose Kailey, schiarendosi la voce.
-Dove sei adesso?-
-A casa dei miei genitori. -
Lo sentì esitare per un alcuni secondi e si chiese cosa gli stesse passando per la testa. –Hai da fare domani sera?-
Kailey si avvicinò alla finestra della sua camera e poi disse:-No…ehm…non credo che uscirò. Perché?-
Non solo era senza macchina, ma non era nemmeno dell’umore adatto per uscire con Tessa dopo quello che le aveva detto Dave.
-Mi chiedevo se ti andasse di venire con me alla festa della sorella di Chase…-
-Cosa?- chiese Kailey, credendo di aver capito male.
Sentì Drake ridere nervosamente e poi dire:- Sono un idiota…ehm…chiaramente non hai voglia di uscire dopo tutto quello che è successo ieri e io non so nemmeno per quale diavolo di motivo ti ho…-
-Mi andrebbe.- lo interruppe Kailey, rendendosi conto che aveva voglia di vedere Drake anche in quell’istante esatto.
-Oh. Davvero? Se non te la senti non fa niente, io..-
-Me la sento Drake, davvero…- insisté Kailey –Solo che non so cosa posso prendere per la sorella di Chase…_
-Non devi prendere niente. Io e i ragazzi abbiamo già provveduto.-
-Non posso presentarmi alla sua festa senza niente!- protestò Kailey, chiedendosi cosa avrebbe mai potuto comprare ad una persona che non aveva mai visto in vita sua.
Drake rise e poi disse:- Se proprio ci tieni tanto domani le prenderemo qualcosa da parte tua prima di andare…-
-Sì, va bene. Io sono senza macchina, però, quindi dovrò chiedere a….-
-Ti passo a prendere io, Kailey.- disse Drake prima che lei potesse terminare la frase.
-Posso chiedere la macchina a Dave, non è un problema…-
-Ti passo a prendere alle sei. Mandami un messaggio con il tuo indirizzo.-
Kailey non fece in tempo a dirgli che stava a casa di suo fratello che Drake aveva già riattaccato.
Osservò il suo telefono per alcuni secondi prima di alzare lo sguardo e chiedersi cosa fosse appena successo.
Si sarebbe davvero presentata con Drake alla festa della sorella di un suo amico?
-Kailey!- la chiamò a gran voce la madre.
-Eccomi, arrivo!-
-Chi era tesoro?- le chiese la madre, una volta tornata in salone.
-Nessuno…- mormorò Kailey, ignorando le occhiate di suo fratello.
-Ti sei per caso trovata un ragazzo?-
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi sbuffò sonoramente. Perché sua madre a volte era così invadente?
-No, mamma.- rispose seccata.
-Ti ricordi Greta?- le chiese poi Dana, versandosi altro vino. –Suo figlio si è trasferito nel palazzo a fianco al nostro proprio l’altro giorno…-
Kailey smise di ascoltare la madre quando si rese conto che avrebbe parlato per mezzora del figlio della sua amica nel tentativo di combinarle un appuntamento con lui.
Da quando si era lasciata con Kyle non aveva fatto altro che cercare qualcuno che prendesse il posto del suo fidanzato storico e lei non riusciva proprio a capire perché l’idea che sua figlia potesse rimanere da sola sembrava così spaventosa ai suoi occhi.
-Che ne dici, Kailey?-
Alzò gli occhi di scatto quando si rese conto che qualcuno le aveva fatto una domanda e che lei si era completamente distratta.
-Allora Kailey?- le chiese sua madre, guardandola con aria interrogativa.
-Come dici scusa?-
-Dicevo che potremmo invitarlo a cena uno di questi giorni.-
-Invitare chi?-
-Il figlio di Greta, Sam.-
Kailey sentì suo fratello sogghignare e non riuscì a fare a meno di chiedersi perché sua madre volesse sempre invitare qualcuno a pranzo o a cena.
-È un medico ed è davvero un bell’uomo. Sareste una coppia perfetta.-
-Non voglio uscire con Sam, mamma.-
-Ma se non lo hai nemmeno mai visto!-
Kailey stava per ribattere che non le importava nulla del figlio di Greta quando David disse:- Perché non la lasci in pace, mamma?-
-Io sto solo…-
-Chi vuole il dolce?- chiese suo padre, alzandosi in piedi e facendole poi l’occhiolino.
-Ti aiuto.- si offrì Kailey, seguendolo in cucina.
-Non devi dare retta a tua madre, Kailey.- le disse il padre, tirando fuori il tiramisù dal frigorifero.
Kailey sorrise e poi disse divertita:- Mi vuole rifilare sempre il figlio di qualche sua amica….-
-Non è così…- replicò il padre, sforzandosi chiaramente di non ridere. -Vuole solo che tu sia felice…-
-Già.-
-Ti stai vedendo con qualcuno in questo momento?- le chiese suo padre, spostando lo sguardo su di lei.
Kailey fece per parlare, ma poi si rese conto che non sapeva cosa dire.
Si fidava di suo padre e gli avrebbe raccontato anche di Drake se solo avesse saputo come definire il loro rapporto.
-Non esattamente…-
Suo padre inarcò un sopracciglio e poi le chiese che intendesse.
Prima che potesse dire nulla la madre comparve sulla soglia della cucina. –Che state combinando voi due?-
-Arriviamo, tesoro.- rispose Robert, prendendo il tiramisù.
-Ehi Kailey..- la fermò sua madre, mentre il padre si dirigeva in salone.
-Che c’è mamma?- le chiese, osservando i suoi occhi castani.
-Stai bene?-
Kailey annuì e poi chiese:-Perché?-
-Sei… non lo so… mi sembri distratta..-
-Sono solo molto stanca. Ho avuto una settimana difficile e…- si bloccò quando si rese che le stava per dire dell’aggressione.
-Cosa?-
-Niente, non ti preoccupare.- le disse, accennando un sorriso. - Torniamo di là.-
-Sei proprio sicura che non vuoi conoscere Sam? Non hai idea di quanto sia…-
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi tornò in salone ridacchiando.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Drake non era riuscito a trattenere un sorriso quando il suo sguardo aveva incrociato di nuovo quello smarrito e confuso della sconosciuta.
Probabilmente era la prima volta che si imbatteva in una ragazza che non facesse di tutto per mettersi in mostra davanti a lui e per quanto assurdo potesse sembrare trovava la cosa estremamente piacevole.
-Non sono qui per farmi un tatuaggio.- gli aveva detto lei dopo un po’, schiarendosi la voce.
-Ah no?-
-Assolutamente.- aveva risposto la ragazza, scuotendo la testa con decisione.
 Drake si era sporto verso di lei e aveva sorriso.–E allora che ci fai qui, principessa?-
La ragazza aveva assottigliato lo sguardo e poi gli aveva risposto con un’altra domanda. –Ho un nome, sai?-
-E quale sarebbe?- le aveva chiesto, ridendo.
-Kailey.- gli aveva detto. -Mi chiamo Kailey.-
-Che ci sei venuta a fare in uno studio di tatuaggi se non hai intenzione di fartene uno, Kailey?-
Kailey aveva alzato gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente. -Ma che te ne importa?-
-È un segreto per caso?- l’aveva presa in giro Drake, strappandole un sorriso.
-No. Certo che no.- gli aveva risposto lei, divertita. - In realtà io non ci volevo nemmeno venire in questo posto. Mi ci ha trascinato Lizzie. E comunque faresti meglio ad andare dalla tua ragazza.-
Drake aveva inarcato un sopracciglio, perplesso. –Ragazza?-
-Quella della reception.-
-Intendi Ava?-
-Non lo so come cavolo si chiama. So solo che da quando ti sei seduto vicino a me non ha fatto altro che lanciarmi occhiate di fuoco. Non credo di esserle molto simpatica, sai?- gli aveva detto Kailey, arricciando il naso.
Drake era scoppiato a ridere. –Non è la mia ragazza.-
Erano stati a letto insieme parecchi mesi prima, era vero, ma di sicuro non stavano insieme.
-Ah. E allora non capisco proprio quale sia il suo problema.- aveva detto Kailey, scrollando le spalle.
-Non vede molto di buon occhio quelle come te, tutto qui.-
Kailey aveva incrociato le braccia al petto e gli aveva lanciato un’occhiata torva. –Quelle come me?-
-Già.-
-E che diavolo significa?-
Drake aveva ignorato il suo tono scontroso e poi aveva sorriso per l’ennesima volta da quando l’aveva incontrata. –Andiamo a fare un giro?-
 
-Mi passi l’apribottiglie?-
Drake alzò lo sguardo dalla cassa di birra che aveva scaricato poco prima sulla penisola della cucina e poi guardò la sorella di Chase con aria interrogativa. Cosa gli aveva chiesto esattamente?
-Mi servirebbe quell’affare che di solito si usa per aprire le bottiglie. lo prese in giro Ella, sforzandosi chiaramente di non ridere. - Hai presente?-
Drake si voltò e poi le passò l’apribottiglie, chiedendosi nel frattempo come mai all’improvviso gli fosse venuto in mente quel ricordo.
-Ho saputo di tua madre.- gli disse dopo un po’ la sorella di Chase, guardandolo negli occhi. - Mi dispiace davvero tanto, Drake.-
Drake annuì impercettibilmente e poi andò a prendere un’altra cassa di birra nel soggiorno, chiarendo in quel modo che non aveva nessuna intenzione di parlare ancora di sua madre.
Quando tornò in cucina non riuscì a fare a meno di lanciare un’occhiata al telefono per controllare che ore fossero.
-Avete ancora bisogno di me?- chiese poi ad Ella, rendendosi conto che era arrivato il momento di andare a prendere Kailey.
La sorella di Chase lo guardò per un attimo senza dire nulla e poi incrociò le braccia al petto.
-Perché? -gli chiese, chiaramente sospettosa. - Devi andare da qualche parte?-
Prima che Drake potesse dire nulla li raggiunsero Tyler e Chase, che avevano passato l’intero pomeriggio a sistemare il terrazzo per la festa di quella sera.
Non aveva ancora capito il motivo per cui Ella avesse deciso di festeggiare il proprio compleanno a casa di Tyler, ma era piuttosto sicuro che il bassista del suo gruppo fosse interessato a lei. E non era una cosa buona. Per niente.
-Ho bisogno di una birra.- disse Chase, afferrando una lattina dalla penisola della cucina.
-Non ci pensare nemmeno.- lo rimproverò sua sorella, riprendendosi la lattina.
Chase sbuffò sonoramente e poi le disse spazientito:-Io e Tyler abbiamo sgobbato tutto il pomeriggio per te e tu non ci vuoi dare nemmeno una birra?-
Ella guardò prima lui e poi il suo amico. –Se avete sete, prendetevi un bicchiere d’acqua. Non si beve a stomaco vuoto, Chase. E poi la birra è per stasera.-
Drake si sforzò di non ridere.
-Ha ragione tua sorella.- disse Tyler, afferrando una bottiglietta d’acqua.
Chase lo guardò storto per un momento. –Mi prendi per il culo? Da quando in qua….-
-Avete sistemato tutte le luci?- chiese Ella, intromettendosi nella conversazione.
Vide Chase annuire e poi prendersi anche lui una bottiglia di acqua. -Non potevi festeggiare al locale di Mark come tutti gli anni? Sarebbe stato molto meno faticoso. A proposito perché…-
-Dobbiamo portare gli alcolici in terrazzo, Chase.- lo interruppe Tyler prima che lui potesse terminare la frase.
Chase alzò gli occhi al cielo e poi fece una smorfia di disappunto. –Andiamo.-
Drake li vide uscire dalla cucina e poi posò il suo sguardo su Ella. –Se non avete più bisogno di me…-
-Vai da qualche parte?-
-Devo andare a prendere una persona.- rispose Drake, evasivo.
Vide Ella illuminarsi all’improvviso. –Porterai una ragazza alla mia festa?-
-Non è come pensi tu.- si affrettò a dire, alzando gli occhi al cielo.
-Non ci credo!- esclamò Ella, sorridendo. -Drake Evans porterà una ragazza alla mia festa!-
Drake ignorò il tono eccitato della sua voce e poi le disse:- Non metterti strane idee in testa, ragazzina.-
-Ho ventidue anni, Drake. Non sono più una ragazzina. E comunque devi piacerti sul serio se hai intenzione di portarla qui.-
Drake la vide sorridere e poi aprire l’anta del frigorifero per prendere qualcosa.
-Perché non parliamo del motivo per cui hai deciso di festeggiare il tuo compleanno a casa di Ty?- le chiese, ignorando le sue insinuazioni.
-Mi ero stufata di festeggiare in quel locale e poi adoro il terrazzo di questa casa.-
-Ma davvero?- le chiese, inarcando un sopracciglio.
Ella annuì e poi gli chiese sorridendo: –Non dovevi andare a prendere una persona?-
Drake la fulminò con lo sguardo e poi uscì dalla cucina, chiedendosi come avrebbero reagito i suoi amici quando avessero visto Kailey.
Non aveva detto a nessuno che l’aveva invitata alla festa di Ella e non perché non ne avesse avuto occasione. Anzi. Il problema era che non aveva idea nemmeno lui di che cosa gli fosse saltato in mente quando l’aveva chiamata il giorno prima.
Cosa avrebbe mai potuto dire ai suoi amici?
-Dove stai andando?- gli chiese Chase, richiamando la sua attenzione.
Drake si voltò verso di lui e poi si passò una mano nei capelli. –Passo un attimo e casa e poi torno.-
Chase gli lanciò un’occhiata prima di annuire e proseguire verso la cucina, permettendogli di uscire dall’appartamento.
Una volta in strada si rese conto che l’indirizzo che gli aveva mandato Kailey era solo a pochi isolati da dove si trovava lui, perciò decise di lasciare la moto dov’era e di andare a piedi.
Mentre attraversava la strada sentì il suo telefono vibrare nella tasca dei jeans. Quando si rese conto che si trattava di suo fratello non riuscì a fare a meno di pensare all’ultima volta che si erano visti.
Quel giorno invece di presentarsi al funerale della madre era salito in moto ed era andato in uno dei pochi luoghi in cui l’aveva vista sorridere per davvero.
Suo fratello lo aveva chiamato così tante volte che alla fine aveva dovuto spegnere il cellulare per non sentirlo più suonare. Max non si era arreso, però. Si era presentato a casa sua e aveva fatto quello che sapeva fare meglio. Giudicare le sue azioni.
Probabilmente chiunque al suo posto lo avrebbe fatto. In fondo non era andato al funerale della madre, santo cielo.
Peccato che poi avesse avuto il coraggio di parlare di quel bastardo del padre, facendogli perdere del tutto le staffe. A quel punto lo aveva cacciato in malo modo da casa sua e da quel giorno non si erano più rivolti la parola.
Che razza di famiglia era la loro?
Quando abbassò di nuovo lo sguardo sul telefono notò che aveva smesso di suonare. Meglio così.
Fece qualche metro e poi si fermò ad un semaforo.
Quando scattò il verde si affrettò ad attraversare l’incrocio e poi si avviò verso la strada in cui abitava il fratello di Kailey.
Notò che i palazzi erano estremamente signorili e che si assomigliavano quasi tutti.
Per un attimo si chiese come sarebbe stato abitare in un quartiere chic come quello. Ppoi però si rese conto che probabilmente non l’avrebbe mai saputo.
Aveva appena superato un paio di palazzi quando notò una chioma rossa familiare.
Kailey era seduta a gambe incrociate su un muretto e sembrava totalmente immersa nella lettura di un libro di cui lui non riusciva a vedere la copertina.
Per un attimo si chiese che diavolo ci facesse lì. Una parte di lui sapeva benissimo che la cosa giusta da fare era girare i tacchi e andarsene, eppure il suo istinto gli diceva di essere esattamente dove voleva essere in quel momento.
Non ebbe il tempo di riflettere sul da farsi perché Kailey alzò la testa all’improvviso e i loro sguardi si incrociarono.
In quel momento si rese conto di sapere perfettamente il motivo per cui era andato lì.
Ella lo aveva capito ancora prima di lui.
Kailey gli piaceva. Gli piaceva sul serio. Non era solo una questione di sesso. Forse non lo era mai stata.
La vide infilare il libro in borsa e poi venire nella sua direzione.
In pochi secondi si ritrovarono l’uno di fronte all’altra.
Drake non le diede il tempo di dire nulla. Le afferrò la nuca e la baciò. La baciò perché gli era mancata. Gli era mancata più di quanto avrebbe mai immaginato.
Kailey rispose al suo bacio e poi gli posò le mani sul petto.
-Ehi.- gli disse non appena le loro bocche si allontanarono.
Drake le accarezzò dolcemente gli zigomi con i pollici e poi sorrise. –Ehi.-
Mi sei mancata. Per un attimo fu tentato di dire quelle parole ad alta voce.
-Come stai?- le chiese alla fine, guardandola negli occhi.
-Bene, adesso.- gli rispose Kailey, sorridendo.
Drake la baciò rapidamente sulle labbra e poi la prese per mano. –Ella ha deciso di festeggiare a casa di Tyler quest’anno. Non è molto lontana da qui, perciò sono venuto a piedi. Spero non sia un problema.-
Kailey osservò le loro mani intrecciate e poi alzò lo sguardo verso di lui. –Non mi dispiace affatto fare due passi.-
-Bene.- annuì Drake, incamminandosi nella direzione dalla quale era venuto.
-Dobbiamo prendere qualcosa per la sorella di Chase.- gli ricordò Kailey mentre camminavano l’uno affianco all’altra.
-Non ce n’è bisogno. Davvero.-
-Lo sapevo che l’avresti detto!- esclamò Kailey come se avesse appena vinto alla lotteria.
Drake le lanciò un’occhiata e notò che aveva un’aria compiaciuta. –Hai bevuto per caso?-
Kailey scoppiò a ridere e poi scosse la testa. –Sapevo che alla fine non ci saremmo fermati a prendere qualcosa per la sorella di Chase e quindi ho fatto di testa mia.-
-E che le hai preso?- le chiese Drake, sforzandosi di non ridere.
-Una sciocchezza, in realtà.-
Drake sorrise. –Ma se non sai nemmeno quanti anni ha!-
-Mi sono informata.- rispose Kailey, soddisfatta.
-Ma davvero?-
-Già.-
Drake non riuscì a fare a meno di chiedersi come avesse fatto a sapere l’età di Ella.
-Ok. Comunque non fare caso a lei.- le disse mentre attraversavano la strada.
Kailey si voltò verso di lui e lo guardò con aria interrogativa. –Che intendi?-
-Non fare caso a quello che dice, tutto qui.-
La vide scrollare le spalle e poi sorridere. –Va bene.- lo assecondò. -Le hai detto almeno che mi avevi invitato alla sua festa?-
-Sì. Mezzora fa, per la precisione.-
Kailey smise di camminare all’improvviso e poi disse:–Cosa? Mi prendi in giro?- Drake scoppiò a ridere. –Che c’è?-
-Non ci credo.- disse Kailey, scuotendo la testa. –E come l’ha presa?-
-Perché ti preoccupi tanto?- le chiese, curioso.
Prima che lei potesse rispondere il suo telefono iniziò a squillare. La vide alzare gli occhi al cielo e poi sospirare.
-Tutto bene?- le chiese, notando che non aveva intenzione di rispondere.
-Ho parlato ai miei genitori dell’aggressione dell’altra sera. Mia madre mi chiama ogni due secondi per sapere come sto. Non ne posso più.-
-Si preoccupa per te. È quello che fanno di solito le madri.- le disse, schiarendosi la voce.
Kailey sembrò sul punto di dire qualcosa, ma alla fine si limitò ad annuire.
-Siamo arrivati.- le disse dopo un po’, fermandosi davanti ai citofoni del palazzo di Tyler.
Aspettò che qualcuno aprisse loro il portone prima di entrare e avviarsi verso l’ascensore. In pochi minuti si ritrovarono in un appartamento pieno zeppo di gente.
Riconobbe alcuni amici di Ella, ma poi si rese conto che molte di quelle persone non le aveva mai viste in vita sua.
-Tutti amici di Ella?- gli chiese Kailey, alzando la voce nel tentativo di sovrastare il rumore della musica.
Drake si guardò intorno e poi rise. –A quanto pare.-
Si voltò alla sua sinistra quando sentì che qualcuno lo chiamava.
Vide Carter avvicinarsi a loro con una bottiglia di birra in mano e poi lanciare una lunga occhiata a Kailey.
-Ciao, Kailey.- la salutò, prendendo poi un sorso di birra. –Alla fine sei venuta.-
-Già.- annuì Kailey, impassibile.
Drake guardò prima l’una e poi l’altro. –Mi sono perso qualcosa?-
-Stamattina Kailey è passata allo studio per sapere che se conoscessi Ella. Aveva bisogno di una mano perché non sapeva cosa prenderle.-
Drake inarcò un sopracciglio. Per quale motivo Kailey era andata da Carter invece di chiamare lui? E perché gli dava così tanto fastidio la cosa?
Prima che potesse dire nulla la festeggiata apparve dal nulla. –Stavate parlando male di me come al solito?-
Carter scoppiò a ridere e poi scosse la testa. –Quando mai abbiamo parlato male di te?-
Ella gli lanciò un’occhiataccia e poi posò il suo sguardo su Kailey. –Sono così contenta che tu sia venuta stasera.-
Kailey sorrise e poi si presentò alla sorella di Chase. –Anche io.-
-Perché non vieni di là con me mentre Drake prende qualcosa da bere?-
-Con piacere.-
Drake non fece in tempo a dire nulla che erano già scomparse dalla sua visuale.
Merda, imprecò dentro di sé.
Non osava immaginare cosa avrebbe potuto dire la sorella di Chase a Kailey. Doveva assolutamente fare in modo che quelle due non rimanessero da sole.
-Adesso state insieme?- gli chiese Carter, richiamando la sua attenzione.
Drake serrò la mascella.
Non aveva affatto dimenticato la loro ultima conversazione a proposito di Kailey. -Che te ne importa?-
Carter scosse la testa e poi sospirò. –Non è mia intenzione discutere, Drake.-
-E allora che vuoi?- gli chiese Drake, seccato.
-Lascia perdere.-
-Dovresti fare anche tu la stessa cosa.- gli consigliò Drake, avviandosi a passi decisi verso la cucina.
Mentre si faceva strada tra i diversi gruppi di ragazzi che occupavano il salone si imbatté in Chase .
Si rese conto che aveva bevuto parecchio quando lo sentì aprire bocca. –Ehi, Drake. Ti posso presentare la mia nuova amica?-gli chiese, strascicando leggermente le parole.
-Oh. Mio. Dio! Ma tu sei il cantante dei Black Chemistry!- esclamò eccitata la biondina che era insieme a lui.
Drake si sforzò di essere gentile e si fermò parlare con loro, anche se l’unica cosa che voleva fare davvero era stare con Kailey.
-Io e le mie amiche amiamo la vostra musica.- disse la ragazza, sorridendo.
Chase le cinse la vita e ridacchiò. –Tutti amano la nostra musica.-
-Sei un’amica di Ella?- si informò Drake, notando che non l’aveva mai vista insieme a lei.
-Oh, no. Sono venuta qui solo per vedere voi. Non so nemmeno chi sia Ella.-
Drake lanciò un’occhiata a Chase. Probabilmente non era abbastanza lucido per capire che a quella ragazza non importava nulla di sua sorella.
-Perché non ti trovi una che non voglia venire a letto con te solo perché sei famoso, Chase?- chiese all’amico, infastidito dall’atteggiamento della ragazza.
Vide la biondina arrossire e poi guardarlo con astio.
Prima che lei potesse dire nulla, però, si congedò da loro per andare a cercare Kailey.
Si lasciò Chase e la biondina alle spalle e poi raggiunse la cucina, dove trovò Kailey che chiacchierava con Ella e Tyler.
-Che fine avevi fatto?- gli chiese subito Ella, divertita.
-Perché, sentivi la mia mancanza?-
-Ma figurati. Se non mi fossi attivata io, però, Kailey sarebbe rimasta ad aspettare il suo drink a vita.-
-Menomale che c’eri tu allora.- disse Drake, strappando un sorriso a Kailey.
-Lo sapevi che la tua ragazza si è laureata con il massimo dei voti a soli ventidue anni?-
Drake si voltò verso Kailey e notò che le parole di Ella l’avevano messa a disagio.
-Le hai fatto il terzo grado per caso?-
Ella alzò gli occhi al cielo. –No, Drake.- disse, scuotendo la testa. -Non ti agitare. Abbiamo parlato del più e del meno come fanno tutte le persone normali.-
-Ne dubito.-
-Sei tu ad avere un problema, sai? Non tutte le persone danno in escandescenza o si chiudono a riccio se qualcuno chiede loro qualcosa.-
-Ella.- la rimproverò Tyler, scuotendo la testa.
-Che c’è? Era solo per dire. Comunque adesso scusatemi, ma ho una festa da mandare avanti. Ci vediamo dopo, ragazzi.-
Drake la vide uscire dalla cucina insieme a Tyler e poi si voltò verso Kailey. –Ti ha dato il tormento, non è vero?-
Kailey accennò un sorriso e poi scosse la testa. –No, anzi. È stata davvero carina. Mi piace.-
-Non è una testa calda come suo fratello, ma la sua schiettezza a volte la mette in un sacco di guai.-
-Sembrate molto legati.- osservò Kailey, appoggiandosi alla penisola della cucina.
-Conosco Tyler e Chase da una vita ed Ella praticamente è cresciuta con noi.-
-Tyler si è preso una bella cotta, credo.-
Drake chiuse la porta della cucina e poi si prese una lattina di birra:–Perché dici così?-
-Si vede lontano un miglio, Drake.-
-Lo penso anche io.- annuì Drake, prendendosi un sorso di birra. - Chase si incazzerà da morire quando se ne accorgerà.-
Sul volto di Kailey si dipinse un’espressione perplessa. –Perché?-
-È molto protettivo nei confronti di Ella.-
-Tyler mi sembra un bravo ragazzo, però.- replicò Kailey, confusa.
-Chase non vuole che lei soffra e Tyler non è esattamente un tipo affidabile. Voglio dire…probabilmente nessuno di noi lo è…- mormorò Drake, passandosi una mano nei capelli.
Kailey rimase per un attimo in silenzio e poi gli chiese:-Devi dirmi qualcosa?-
Drake prese un sorso di birra e poi sospirò. –Forse.- rispose. - Io…-
Vide Kailey fare un passo in avanti e all’improvviso si ritrovarono l’uno di fronte all’altra. -Non mi importa.-
Drake appoggiò la lattina sulla penisola e poi le posò le mani sui fianchi, attirandola a sé. –Di cosa?-
-Non mi importa se gli altri credono che non sei la persona giusta per me. Non ho la minima idea di che cosa stiamo facendo e sinceramente non ricordo ancora la prima volta che siamo stati a letto insieme, ma so che con te sto bene e questo mi basta. Non ho bisogno di nessuna etichetta, Drake. Qualunque cosa ci sia fra di noi…-
Drake non le diede il tempo di terminare la frase perché la baciò nell’esatto istante in cui si rese conto che probabilmente non sarebbe più riuscito a stare lontano da lei.
Premette le proprie labbra sulle sue e poi la strinse più forte a sè.
Quando Kailey rispose al suo bacio con lo stesso impeto Drake capì che avrebbe perso il controllo da un momento all’altro.
-Ce ne andiamo.- le disse a un certo punto, scostandosi da lei.
Kailey aveva le guance arrossate e un’espressione confusa sul viso.
-Voglio stare un po’ da solo con te, Kailey.- le spiegò, guardandola negli occhi.
Kailey prese un respiro profondo e poi scosse la testa. –Non possiamo.- replicò lei. -Ella…-
-Ella capirà.- disse Drake, sorridendo maliziosamente.
La prese per mano e poi uscì dalla cucina, avviandosi a passi decisi verso l’ingresso.
-Non è carino da parte nostra.- protestò Kailey mentre si facevano strada tra i vari ospiti.
-Nessuno si accorgerà della nostra assenza.-
-Dovremmo almeno avvertire che ce ne stiamo andando…-
-Le manderò un messaggio dopo.-
-Cosa? Un messaggio? No…-
Alzò gli occhi al cielo esasperato quando lei si fermò all’improvviso. –Faremo una pessima figura!-
Drake le afferrò il viso e poi la baciò rapidamente sulle labbra. –Non farti problemi che non esistono, per favore.-
Kailey incrociò le braccia al petto. –Siamo arrivati un quarto d’ora fa.-
-E allora?-
-E allora non mi sembra carino andarsene già via.-
-Kailey.- le disse, senza abbassare un attimo lo sgaurdo. –Ho bisogno di te.-
La vide arrossire e poi inspirare profondamente. –Andiamo.-
Drake sorrise e poi finalmente uscirono da quella casa.
Il viaggio in moto sarebbe stata una vera e propria agonia.
 
-Mi sei mancata ieri.- le disse un paio di ore dopo, pronunciando ad alta voce le parole che avrebbe voluto dire nell’istante esatto in cui loro sguardi si erano incrociati quella sera.
Kailey lo guardò negli occhi e sorrise. –Anche tu.-
Per un attimo il suo cuore batté più forte. Perché si sentiva in quel modo quando era con lei?
-Avevi detto che avresti mandato un messaggio ad Ella.- gli disse Kailey, appoggiandosi alla testiera del letto.
Drake non riuscì a trattenere un sorriso. –Non c’è fretta.-
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi scosse la testa, divertita.
-Perché sei andata da Carter stamattina?- le chiese poi, ricordandosi di quello che aveva detto il tatuatore.
Kailey sospirò e poi si voltò verso di lui. –Non parlo con Lizzie da quando ci siamo incontrati allo studio di Carter. Non mi fido più di lei ed è una cosa orribile. Stamattina ero in giro con mio fratello e siamo passati davanti allo studio per caso. Ho chiesto a Dave di aspettarmi fuori e sono entrata. Mi sono informata su Ella e poi mi sono detta che potevo approfittarne per sapere che cosa ci fosse tra lui e Lizzie, ma…-
-Cosa?- gli chiese Drake, accarezzandole dolcemente una guancia.
-Diciamo che la conversazione si è spostata su altri temi, ecco.-
Drake si irrigidì. –Che ti ha detto?-
-Niente di importante.- rispose Kailey, cercando di minimizzare. -Davvero.-
-Che ti ha detto, Kailey?-
Kailey sospirò. –Mi ha consigliato di non venire alla festa di Ella.-
-Non ci credo, cazzo.-
Per quale diavolo di motivo Carter non si faceva gli affari suoi?
-Non te la prendere con lui.-
-Cosa?- disse Drake, serrando la mascella.
Kailey si avvicinò a lui e poi lo baciò. –Non ha fatto nulla di male. Cerca solo di proteggere entrambi, credo. Alla fine pensano tutti che non possiamo stare, che non ci possiamo frequentare perché siamo troppo diversi e probabilmente hanno anche ragione, ma a me non mporta di quello che pensano gli altri.-
Drake le accarezzò il collo con il pollice e poi la guardò negli occhi. –Non posso essere la persona di cui hai bisogno, Kailey.-
-Tu non sai di che cosa ho bisogno io, Drake. Perché non ci limitiamo semplicemente a vedere come vanno le cose?-
-Non sono mai stato con una ragazza per più di una notte e di sicuro non ho mai invitato nessuna alla festa di Ella.-
-C’è una prima volta per tutto, giusto?-
Drake sorrise. –Sei stata anche la prima ragazza a non ricordarsi di essere stata a letto con me, se è per questo.-
La vide alzare gli occhi al cielo. -Ho una forma di amnesia. Il medico mi ha detto che la memoria dovrebbe tornare in poco tempo.-
Rimasero in silenzio per qualche minuto fino a quando lui non si voltò verso di lei e disse:- Resta con me stasera.-
Kailey sorrise e poi intrecciò una mano alla sua. -Non ho intenzione di andare da nessuna parte.-

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Quella mattina Kailey si risvegliò nel migliore dei modi.
Qualcuno era sdraiato accanto a lei e le cingeva la vita con un braccio, tenendola stretta a sé.
Non riuscì a trattenere un sorriso quando si rese conto che Drake era sveglio e che la stava osservando in silenzio.
-Ehi.- lo salutò, stendendosi sulla schiena.
Drake si sporse verso di lei e poi la baciò, premendo le proprie labbra sulle sue.
-Dormito bene?- le chiese poi, sdraiandosi su un fianco.
Kailey sorrise e poi annuì, guardandolo negli occhi. –E tu?-
Lo vide annuire e poi accennare un sorriso. -Non ho bevuto.- le disse, posando il suo sgaurdo penetrante su di lei.
-Cosa?- gli chiese Kailey, confusa.
-Intendo ieri, alla festa di Ella, non ho bevuto.- le spiegò Drake, guardandola negli occhi. –Per la prima volta in vita mia non ho sentito l’esigenza di bere.-
-Un’altra prima volta.- sussurrò Kailey, ricordandosi della conversazione della sera prima.
Drake le accarezzò dolcemente una guancia e poi la baciò rapidamente sulle labbra. –Un’altra prima volta con te.-
Kailey gli posò una mano sul petto prima di alzare lo sguardo verso di lui. Cosa le stava dicendo in realtà?
Prima che potesse dire nulla, però, un telefono iniziò a squillare, attirando la loro attenzione.
Drake afferrò il telefono dal comodino e poi si alzò per rispondere. –Ti rendi conto di che ore sono, ragazzina?-
Kailey non riuscì a fare a meno di chiedersi chi ci fosse all’altro capo del telefono quando lo sentì ridacchiare divertito.
Un pensiero fastidioso si insinuò nella sua mente.
Possibile che fosse una delle tante ragazze con cui era andato a letto?
All’improvviso sentì l’esigenza di alzarsi e raccogliere le sue cose.
In fondo avevano solo passato la notte insieme. Nessuno dei due aveva mai accennato alla possibilità di avere una relazione seria.
Poi però Drake si voltò verso di lei e sorrise. –È per te.-
Kailey sbatté le palpebre un paio di volte, confusa.
Ci impiegò diversi secondi a capire che Drake le stava allungando il suo telefono.
-Pronto?- disse poi, schiarendosi la voce.
-Sei fuori di testa, lo sai? - le disse una voce femminile che riconobbe subito. -Quando ho aperto la scatola mi è preso un colpo!-
-Ciao, Ella.- la salutò Kailey, ridendo.
-Non puoi fare un regalo del genere a uno sconosciuta!-
-Non era niente di…-
-Mi hai regalato un bracciale tempestato di Swarovski!- la interruppe la sorella di Chase, alzando notevolmente il tono di voce.
-Se non ti piace lo puoi sempre cambiare…-
-Mi prendi in giro? Lo adoro!-
Kailey scoppiò a ridere. –E allora qual è il problema?-
-Il problema è che non fai un regalo del genere ad una persona che non hai mai visto in vita tua.-
-Volevo solo fare colpo.- scherzò Kailey, ridacchiando.
-Avevi già fatto colpo, tesoro.-la corresse Ella. -Sei venuta alla mia festa con Drake. Non credo di averlo mai visto così sereno e rilassato in vita mia, sai?. Ed è tutto merito tuo, quindi ripeto: avevi già fatto colpo...-
Kailey si ritrovò senza parole. Cosa si poteva rispondere ad una cosa del genere?
-In ogni caso, grazie, Kailey.- le disse poi, richiamando la sua attenzione.
-Figurati.-
Era convinta che la conversazione si sarebbe conclusa lì quando Ella le chiese se un giorno si sarebbero potute vedere per un caffè.
-Certo, quando vuoi.- le disse, annuendo.
-Perfetto.-
Le stava per dire che allora poi si sarebbero sentite per organizzarsi quando le venne in mente una cosa.
-Scusa per ieri. Ho detto a Drake che non era il caso di andare via in quel modo, ma purtroppo…- le si spense la voce quando la sentì ridacchiare.
Quando il suo sguardo incrociò quello di Drake non riuscì a fare a meno di arrossire.
-Non ti devi scusare.- replicò Ella. -Non mi sarebbe dispiaciuto fare altre due chiacchiere con te, ma sono contenta che ve ne siate andati per stare insieme.-
-Oh, ok..bene. Allora…ehm…ci riaggiorniamo.- le disse, imbarazzata.
-A presto, Kailey.-
Rimase a fissare il display del telefono fino a quando Drake non glielo tolse dalle mani e lo posò sul comodino.
-Si può sapere che diavolo le hai regalato?- le chiese, ridendo.
Kailey appoggiò la schiena alla testiera del letto e poi incrociò le gambe. –Un bracciale.- rispose, alzando le spalle.  -Niente di che.-
-Niente di che?-ripeté Drake, dubbioso. –Era su di giri quando ho risposto al telefono.-
-Forse era solo contenta di sentirti.- lo prese in giro, sorridendo.
Drake alzò gli occhi al cielo quando si rese conto che non gli avrebbe detto altro. –Quella ragazza è fuori di testa, in ogni caso.-
-Perché?- gli chiese Kailey, diverita. -È stata carina a chiamare.-
-Alle sette e mezza del mattino?-
Kailey scoppiò a ridere. –Sul serio? Sono le sette e mezza?-
Drake si sedette accanto a lei e poi le lanciò un’occhiata. –Già.-
-Perché te la prendi? Tanto eri già sveglio.- osservò Kailey, ridendo.
-Vero.-
-Ti svegli sempre così presto?- gli chiese, curiosa.
Drake si passò una mano nei capelli e poi posò il sguardo su di lei. –Per la verità no.-
-Sentiamo, allora.- lo presein giro. -Quando si alza di solito il famoso Drake Evans?-
Drake accennò un sorriso e poi si sporse verso di lei. -Vuoi davvero parlare di questo? Perché conosco un modo molto più divertente per passare il tempo.-
Kailey non ebbe il tempo di dire nulla.
Drake la baciò e poi le fece capire in tutti i modi le sue intenzioni.
 
Mezzora dopo Drake le stava accarezzando il viso dolcemente.
-Hai fame?- le chiese a un certo punto, infilandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Kailey stava per annuire quando le venne in mente una cosa.
Quel giorno doveva incontrare il fabbro che le avrebbe cambiato la serratura della porta e non poteva assolutamente fare tardi. -Che ore sono?-
Drake sorrise e poi si alzò dal letto per infilarsi un paio di jeans. –Caffè?-
-Mi piacerebbe, ma devo…- le si spense la voce quando lo vide uscire dalla stanza.
Si coprì il viso con le mani e poi ripensò a tutto quello che avevano fatto.
Avevano abbandonato la festa di Ella per stare insieme e quella mattina, travolti dalla passione, non avevano usato alcuna precauzione. Ma che diavolo le prendeva?
Chiuse gli occhi e poi si coprì il viso con le mani, rendendosi conto della verità.
Drake le piaceva. Le piaceva davvero.
 E qualcosa le diceva che non le sarebbe passata presto.
Scosse la testa e poi loo raggiunse in cucina, probibendosi di rimugianre a oltranza su quei pensieri.
 
Tre ore dopo era seduta alla sua scrivania e guardava lo schermo del suo computer con aria assente.
Non riusciva a smettere di pensare a quello che era successo quando Drake era rientrato nella stanza.
L’aveva presa in braccio e l’aveva portata in soggiorno per fare colazione.
L’intimità di quel gesto l’aveva turbata talmente tanto che per un po’ non era riuscita a dire nulla.
Avevano mangiato in silenzio fino a quando lui non le aveva chiesto se stesse bene.
A quel punto Kailey si era stampata un sorriso in faccia e aveva iniziato a parlare del più e del meno.
Sembravano una coppia innamorata, ma il problema era proprio quello.
Non erano una coppia e non erano innamorati. Che stavano facendo allora?
La sera prima Drake le aveva detto di non essere la persona di cui aveva bisogno e lei gli aveva risposto che si dovevano limitare a vedere come andavano le cose, ma non sapeva nemmeno lei che cosa intendesse dire.
Sobbalzò sulla sedia quando qualcuno bussò alla porta del suo ufficio, interrompendo il lusso dei suoi pensieri.
-Avanti.- disse, lieta di poter distrarsi almeno per un po’.
Caroline entrò nella stanza e poi le sorrise. –Tessa ti sta aspettando fuori.-
-Dille che arrivo subito.-
La sua assistente annuì e poi la guardò in modo strano. –Tutto bene?-
Kailey avrebbe voluto dire che no, non andava tutto bene, ma alla fine si limitò a sospirare. –Sono solo stanca.-
-È per la relazione che devi presentare dopodomani?-
-Già.- mentì Kailey, alzandosi.
-Se hai bisogno di una mano puoi contare su di me.-
-Grazie, Caroline.-
La sua assistente le fece un cenno del capo e poi uscì dalla stanza.
Da quando le aveva spiegato la sua situazione familiare il loro rapporto era nettamente migliorato e la cosa non le dispiaceva affitto. Anzi.
Raccolse le sue cose dalla scrivania e poi si affrettò a raggiungere la sua migliore amica.
Tessa la stava aspettando all’ingresso e le sorrise non appena si accorse di lei. –Ehi, K.-
-Sto morendo di fame, perciò muoviamoci.- le disse Kailey, abbracciandola.
-A chi lo dici.- rispose la sua migliore amica, divertita. -Cinese?-
Kailey fece una smorfia e poi scosse la testa. –Sai che odio quella roba.-
-Volevo vedere solo la tua faccia, infatti.- la prese in giro, ridendo.
-Pizza?-
Tessa alzò i suoi occhi azzurri al cielo e poi annuì. –Come al solito.-
Si incamminarono verso il ristorante in cui andavano di solito quando si vedevano alla pausa pranzo e in pochi minuti si ritrovarono sedute ad un tavolo in attesa che qualcuno prendesse le loro ordinazioni.
-Allora…- iniziò a dire Tessa, schiarendosi la voce.
Kailey si rese conto che qualcosa non andava non appena la sua migliore amica alzò lo sguardo verso di lei.
-Mi devi dire qualcosa?- le chiese, preoccupata.
-Dave mi ha detto che ieri sera non hai dormito a casa sua…-
-E…?-
-Eri con lui vero?-
Kailey distolse lo sguardo e poi sospirò.
-Non ci posso credere, K!- esclamò Tessa, alzando il tono di voce.
-Perché ce l’hai tanto con lui?-
Prima che la sua migliore amica potesse rispondere un cameriere venne al loro tavolo e prese le loro ordinazioni.
Quando furono di nuovo sole Tessa tornò alla carica. –Non ce l’ho con lui, ma sono preoccupata per te.-
-Non c’è proprio niente di cui preoccuparsi.-
Tessa scosse la testa e poi le chiese:-Ti è tornata la memoria?-
-No.- rispose, sbuffando.
-Non puoi andare a letto con qualcuno che non ricordi nemmeno di aver conosciuto!-
-Non ricordo tutto di quella sera, ma so come ci siamo conosciuti.- replicò Kailey, infastidita.
-Non è quello il punto, K.- ribattè Tessa. -Ho visto come ha reagito quella sera al locale in cui si esibiva con la sua band e non mi è piaciuto per niente, ok?-
-Gli era appena morta la madre, Tessa.-
-Non è un buon motivo per dare uno spintone a qualcuno.-
Kailey fece per dire qualcosa, ma si bloccò quando il cameriere portò loro una bottiglia d’acqua e due bicchieri.
-Ti ha chiesto Dave di parlarmi?- le chiese, versandosi un po’ d’acqua.
-No, certo che no.-
-Ho visto anche io quello che ha fatto a Tyler, ma so che non era in sé quella sera.-
-Sono l’ultima persona che dovrebbe dirti cosa fare perché ti ho mentito sulla relazione con Dave e non finirò mai di scusarmi per questo, ma una cosa te la devo dire, K: non so se è una buona idea frequentare quel ragazzo.-
Kailey scrollò le spalle. –Il punto è proprio quello.- replicò. -Ci stiamo solo frequentando, niente di più.-
-Quindi andate a letto insieme e basta ora?- le chiese Tessa, inarcando un sopracciglio.
-Più o meno.- rispose Kailey, schiarendosi la voce.
-Non sei il tipo, K.- osservò Tessa. -Ti conosco. Non andresti mai a letto con qualcuno solo per divertirti.-
Kailey abbassò lo sguardo sul tavolo e poi iniziò a giocherellare con il bordo della tovaglia.
-Lui ti piace, non è vero?-
Quando i loro sguardi si incrociarono si rese conto che era inutile mentire. La sua migliore amica la conosceva troppo bene.
-Sì, mi piace. Solo che non so cosa stiamo facendo. Voglio dire…ci siamo conosciuti una sera e siamo andati a letto insieme, ma io ancora non me lo ricordo. Ci siamo incontrati di nuovo ed è stato un vero disastro perché ci siamo insultati a vicenda. Poi Lizzie mi ha trascinato nello studio di Carter e mi sono lasciata baciare da lui. L’altro giorno ho avuto l’assurda idea di andare a casa sua e siamo finiti a letto insieme. E poi ieri sono andata alla festa della sorella di un suo amico e puoi immaginare cosa è successo dopo. È solo sesso, giusto? Perché a me è questo quello che sembra.-
Tessa incrociò le braccia al petto e poi sospirò. –Per te non lo è, però.-
-No, cavolo.- disse Kailey, scuotendo la testa.
-Merda.- imprecò la sua migliore amica, sospirando. -Dovrei dirti di stare lontana da lui e invece mi ritrovo a darti consigli.-
Kailey la guardò con aria interrogativa.
Tessa alzò gli occhi al cielo e poi le chiese:-Ne avete parlato?-
-Sì. Cioè no. Non so come devo comportarmi.-
-Non fare niente, allora. Lascia che le cose vadano come devono andare.-
-Non lo so…- mormorò Kailey, confusa. -Mi ha detto chiaro e tondo che non è mai stato a letto più di una volta con una ragazza e che non ha mai invitato nessuno alla festa di Ella, quindi…-
-Ella?- le chiese Tessa, curiosa.
-La sorella del suo amico.-
-Siete stati a letto parecchie volte per i suoi standard e ti ha invitata alla festa di questa ragazza.- disse Tessa, concludendo il suo ragionamento.
-Esatto. Per non parlare del modo in cui mi tratta quando siamo da soli. È così…- si bloccò quando vide il cameriere che aveva preso le loro ordinazioni avvicinarsi al tavolo con le pizze.
-Ecco a voi.- disse loro, dopo aver posato i piatti a tavola.
Kailey lo ringraziò e poi sospirò. –Quando sto con lui non ci capisco più niente. Sono veramente una stupida.-
-Perché?-
-Stamattina mi sono lasciata trasportare dagli eventi e ci siamo dimenticati di usare una precauzione.-
-Stai scherzando, vero?- le chiese Tessa, sgranando gli occhi.
-Purtroppo no.-
Tessa iniziò tagliare la pizza e poi alzò lo sguardo verso di lei. –Sai che è un cantante, giusto?-
Kailey non aveva bisogno di chiedere dove la sua amica volesse andare a parare. -Mi ha detto che non gli era mai successa una cosa del genere e che dovevo stare tranquilla.-
-E tu gli credi?- sbottò Tessa, allibita. -Che diavolo ti passa per la testa?-
-Mi fido di lui.-
-Non dovresti.-
-Ok.- disse Kailey, esasperata. - Ho capito come la pensi.-
Non aveva bisogno di qualcuno che la facesse sentire peggio. Il suo senso di colpa bastava e avanzava.
-Sul serio, K. Devi stare attenta. E non parlo solo del sesso.-
-Va bene. Non farò proprio un bel niente, contenta?-
Tessa annuì e poi iniziò a mangiare. –Hai più parlato con Lizzie?-
-No.- rispose, Kailey addentando un pezzo di pizza. - Ho parlato con il tizio con cui è andata a letto, però.-
-Cosa?-
-Nessuno lo ha detto chiaro e tondo, ma è evidente che è stata con il tatuatore. Non lo sopporto quel tipo. Mi è venuto a dire che non dovevo andare alla festa di Ella con Drake. Per quale diavolo di motivo non si fa gli affari suoi?-
-Kailey.- le disse Tessa, scuotendo la testa.
-Che c’è?-
-Hai tirato fuori un’altra volta l’argomento Drake.-
Kailey aprì bocca per protestare, ma poi si rese conto che avevano parlato di lui tutto il tempo. –Scusa.-
Sentì Tessa ridacchiare e per un attimo si chiese se la sua migliore amica avesse cambiato idea almeno un po’ sul ragazzo al quale non riusciva più a fare a meno di pensare.
-Ha detto che ha provato a chiamarti, ma che tu non le hai voluto parlare.- le disse Tessa dopo un po’, prendendo un sorso d’acqua.
Kailey si schiarì la voce e poi cercò di cambiare argomento. -Magari una sera di queste ci possiamo vedere anche con Kim.-
-Dovete parlare, K.- la rimproverò Tessa. -Non la puoi ignorare all’infinto.-
-Stasera la chiamo, va bene?- si arrese Kailey, alzando gli occhi al cielo.
Era l’ultima cosa che avrebbe voluto fare, ma sapeva che la sua migliore amica aveva ragione. Prima o poi si sarebbero dovute confrontare.
-Ottima idea. Ti va di andare al cinema domani?-
-Perché no.- annuì Kailey, sorridendo.
-Danno un film con quell’attore che piace tanto a me… come si chiama quel tipo?-
Kailey scoppiò a ridere. –Quale dei tanti?-
-Quello alto e biondo che ha fatto quel film ambientato nel passato…-rispose Tessa, divertita.
-Non ne ho idea.- disse Kailey, divertita. -Comunque Dave sarò contento che sbavi dietro a mezza Hollywood.-
-Sa perfettamente che ho occhi solo per lui.-
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi rise. –Immagino.-

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Drake recuperò il telefono dalla tasca dei jeans e poi controllò per l’ennesima volta se ci fossero messaggi o chiamate perse.
Non riuscì a fare a meno di sospirare quando si rese conto che stava diventando davvero patetico.
Perché non prendeva in mano la situazione invece di aspettare che fosse Kailey a fare il primo passo?
Non era più un ragazzino, dannazione, eppure non aveva la minima idea di come si mandasse avanti una relazione.
Ammesso poi che fosse quello il termine più adatto per definire il loro rapporto.
Perché certamente non erano più due semplici sconosciuti che erano andati a letto insieme per caso, ma non erano neppure una coppia.
Come diavolo doveva comportarsi allora?
-Che ti prende?- gli chiese Chase all’improvviso, strappandolo ai suoi pensieri.
Drake gli lanciò un’occhiata e poi si infilò il telefono in tasca, scrollando le spalle. -Niente.- rispose. -Tra quanto finisce il secondo tempo? Sto morendo di fame.-
Aveva invitato Tyler e Chase a casa sua per vedere la partita dei 49ers, ma si era distratto talmente tante volte che non aveva la più pallida idea di come stesse giocando la squadra di football della sua città.
-Tra dieci minuti. – si intromise Tyler, inveendo poi contro un giocatore.
Drake si alzò dal divano e si avvicinò all’angolo cottura.
Ne aveva davvero abbastanza di starsene seduto lì a chiedersi quando avrebbe rivisto Kailey.
Non riuscì a trattenere un sorriso quando vide Ella davanti ai fornelli.
-Ti serve una mano?- le chiese, appoggiandosi all’anta del frigorifero.
Ella si voltò verso di lui e inarcò un sopracciglio.
-Ti sembro una che ha bisogno di una mano?- sbottò, agitando in aria un mestolo di legno ricoperto di una salsa verde non meglio identificata.
Drake si schiarì la voce nel tentativo di soffocare una risata e poi alzò le mani in segno di resa. –No, certo che no.- disse, alzando le mani. -Figurati.-
Ella era una ragazza davvero carina e straordinariamente intelligente, ma era una frana in cucina.
Non osava immaginare cosa avesse cucinato per pranzo.
-Ho tutto sotto controllo, Drake. Sul serio. Perché non finisci di vedere la partita e poi quando è pronto vi chiamo?- gli suggerì, voltandosi per buttare la pasta.
Drake notò che si era legata i lunghi capelli neri in una coda di cavallo e che indossava un vestitino celeste che si intonava perfettamente al colore dei suoi occhi.
-Che hai preparato?- le chiese, lanciando un’occhiata alle diverse pentole sul fuoco.
Ella posò il mestolo accanto ai fornelli e poi sorrise, fiduciosa. –Una ricetta nuova. Me l’ha passata Faith, quella mia amica vegetariana.-
-Fantastico.- disse Drake, sforzandosi di non ridere.
L’ultima volta che aveva cucinato un piatto a base di sole verdure avevano finito tutti per ordinare una pizza ed era piuttosto sicuro che sarebbe andata così anche quella volta.
-Tra quanto si mangia?- si intromise Chase, raggiungendoli.
Ella alzò gli occhi al cielo e poi gli indicò il timer a forma di tostapane posizionato vicino al lavello. –Sai ancora leggere vero?-
-Sei ancora arrabbiata con me?- le chiese il fratello, sbuffando.
Drake spostò lo sguardo dall’uno all’altra, confuso. –Mi sono perso qualcosa?-
-Quanto è idiota mio fratello.- gli spiegò Ella, seccata. –Anzi no, quello lo sanno tutti.-
-Si può sapere che diavolo è successo?- chiese Drake, scoppiando a ridere.
Quando vide che si era unito a loro anche Tyler non riuscì a fare a meno chiedersi se sapesse perché quei due avessero litigato.
-Non guardare me.- gli disse il bassista del gruppo, ridendo. –Io non c’entro niente.-
Ella scolò la pasta e poi ordinò a tutti di sedersi a tavola.
-Che roba è quella?- chiese Chase, indicando la salsa verde che Drake aveva visto prima.
Sua sorella ignorò la domanda e iniziò invece a fare i piatti. –Quanta fame avete?-
-Dipende da quello che hai cucinato.- disse Tyler, ridacchiando.
Ella alzò lo sguardo al cielo, ma alla fine sorrise anche lei. –Non vi siete mai lamentati della mia cucina. Perché oggi siete così insopportabili?-
-In realtà ci lamentiamo sempre della tua cucina, Ella.- la prese in giro Tyler, allungandosi per prendere il piatto che aveva preparato per lui. –Solo che non lo facciamo in tua presenza.-
-Non è vero, ragazzi. Voi adorate la mia cucina, ma non lo volete ammettere.- replicò la sorella di Chase, puntando il mestolo contro di lui.
Tyler sorrise e poi annuì, ridendo. –Hai perfettamente ragione. Come faremmo senza di te?-
-Non rischieremmo un’intossicazione alimentare ogni volta che mangiamo.- si intromise Chase, osservando perplesso il piatto di fronte a lui.
Ancora una volta Ella ignorò il fratello e augurò invece a tutti buon appetito.
Drake non si soffermò più di tanto sulle parole di Chase e assaggiò invece la nuova ricetta.
-Si può sapere che ci hai messo?- chiese Chase, storcendo il naso.
Ella prese un sorso d’acqua e poi scrollò le spalle, sorridendo in modo diabolico. –Non lo saprai mai.-
Drake doveva ammettere che di qualunque cosa si trattasse non era affatto male.
-A me piace.- si intromise Tyler, alzandosi per prendere un’altra brocca d’acqua.
-Perché tu sei una persona intelligente.- disse Ella, lanciando un’occhiata al fratello.
-Oh, andiamo.- protestò Chase, prendendo una forchettata di pasta. - Non puoi essere ancora arrabbiata con me.-
Drake alzò lo sguardo dal suo piatto e notò che Ella aveva la faccia di una che era ancora arrabbiata. E parecchio anche.
-Che hai combinato, Chase?- chiese al suo amico, curioso.
Chase finì la pasta nel suo piatto e poi sospirò. -Potrei essere andato a letto con una ragazza che ad Ella non va molto a genio.-
-Mi prendi in giro, Chase? Io non avevo nessun problema con Ivy prima. Eravamo amiche santo cielo! Poi di punto in bianco ha cominciato ad odiarmi senza un motivo. Non ti ricordi quanto è stata stronza con me l’anno scorso?- sbottò Ella, incredula.
-Forse avevo bevuto un po’ troppo.- si giustificò Chase, irritato. - Non è colpa mia.-
-Sei davvero un idiota.- disse Ella, alzandosi per ritirare i piatti vuoti. - Lasciamo perdere.-
Drake le passò il suo e poi guardò Chase. –Che ti è saltato in mente?- gli chiese a bassa voce, conoscendo bene i problemi che Ella aveva avuto con Ivy.
-Non ti ci mettere anche tu, Drake.- bobottò Chase, alzando gli occhi al cielo. –Ho bevuto più del solito ieri sera.-
-Come al solito.- disse Ella, portando a tavola nel frattempo il secondo.
-Perché l’hai invitata alla tua festa se vi odiate così tanto?- si intromise Tyler, prendendosi una fetta di frittata.
-Ottima osservazione.- disse Chase, simulando un applauso.
Ella alzò gli occhi al cielo e poi scosse la testa. –Non l’avevo invitata io. Per la verità molte delle persone che c’erano ieri non le avevo mai viste in vita mia e sinceramente non so come abbiano fatto a sapere della festa. In qualche modo la voce sarà giunta anche a lei e quella stronza ha pensato bene di venire.-
-Quindi non è colpa mia se lei era alla tua festa. Hai della birra, Drake?- disse Chase, alzandosi.
Drake annuì e poi gli chiese se portava una lattina anche lui.
-Comunque a parte questo episodio come è andata poi la serata?- chiese ad Ella, addentando un pezzo di frittata.
La vide scambiarsi un’occhiata con Tyler e per un attimo si chiese se non fosse successo qualcosa tra di loro.
Si comportavano in modo davvero strano. Per non parlare poi dello scambio di battutine cui aveva assistito poco prima.
-Alla grande. Peccato che tu e Kailey ve ne siate andati quasi subito.- gli rispose, schiarendosi la voce.
Chase tornò a tavola con le birre in mano e gli lanciò un’occhiata. –Kailey? La ragazza che era venuta a letto con te e non se lo ricordava?- si informò, stupito.
-Che cosa?- chiese Ella, confusa.
Drake prese un sorso di birra e poi sospirò. Non aveva affatto voglia di parlare di Kailey.
-L’hai portata alla festa di mia sorella?- insisté Chase, aprendosi la lattina di birra.
-Già.-
-E perché?-
Ella diede una gomitata al fratello. –Secondo te per quale diavolo di motivo l’ha invitata? Vedi che ho ragione io? Sei un idiota.-
-Cazzo, ti piace.- disse Chase, ridacchiando. –Chi l’avrebbe mai detto.-
-Nessuno, infatti. Non ti ricordi il modo in cui l’ha trattata quella sera che è venuta con le amiche al locale?- chiese Tyler, in tono asciutto.
Drake si passò una mano nei capelli e poi si schiarì la voce. –Mi sono già scusato per quella sera, Ty.-
-Vero, ma non capisco comunque perché eri così incazzato con lei e perché poi te la sei presa con me.-
Prima che potesse dire niente Ella si intromise nella conversazione. –Perché, che è successo?-
-Niente.- rispose Chase, lanciando un’occhiata a sua sorella.
Ella lo guardò per un attimo con aria dubbiosa. Era troppo sveglia per credere alle parole del fratello, ma fortunatamente non gli fece altre domande su quella serata.
-Davvero siete stati a letto insieme e non se lo ricordava?- gli chiese però, guardandolo negli occhi.
Drake scoppiò a ridere. –Per la verità non se lo ricorda ancora.-
-Devi essere stato davvero bravo allora.- disse Tyler, ridendo.
-Senti chi parla. - disse Ella, versandosi un po’ di birra nel bicchiere.
Drake la vide arrossire quando calò il silenzio nella stanza e tutti si girarono nella sua direzione.
-Che c’è?- sbottò, scrollando le spalle.
Chase la guardò in modo strano e poi le chiese:-Di che diavolo stai parlando?-
-Niente.- lo rassicurò Ella. -Non ti agitare.-
-Ti rendi conto di quello che hai appena detto?- sbottò Chase, alzando il tono di voce.
-Ma che diavolo ti prende? Stavo solo scherzando.- disse  Ella, come se quella conversazione fosse assurda.
-Forse non ci capisco niente, come dici tu, ma dal tono che hai usato sembrava proprio che tu e Ty foste stati a letto insieme.-
-Era solo una battuta.- si affrettò a dire Tyler, minimizzando le parole di Ella.
Drake non ne era tanto sicuro, ma evitò di gettare altra benzina sul fuoco. Non valeva la pena rovinare il pranzo per una fesseria del genere.
Chase lanciò un’occhiata al suo amico. -Non era affatto divertente.-
-Certo, una battuta terribile. Sappiamo quanto fanno morire dalle risate le tue.- disse Ella, sorridendo. -Comunque. Appurato che io e Tyler non siamo stati a letto insieme, mi sembra proprio che stessimo parlando di Kailey.-
Drake non riuscì a fare a meno di alzare gli occhi al cielo. L’avrebbe tempestato di domande.
-Dove vi siete conosciuti?-
Ecco appunto.
-Allo studio di Carter.-
-Da quanto vi frequentate esattamente?- gli chiese poi lei, continuando con il suo interrogatorio.
-Quanto sei ingenua, sorellina.- si intromise Chase, ridendo. - Quei due non si frequentano, vanno a letto insieme e basta.-.
-Non è vero.- si ritrovò a dire Drake, ricordandosi quanto gli fosse piaciuto parlare con lei quella mattina mentre facevano colazione.
Strinse con forza la lattina di birra che aveva in mano e poi sorrise, rendendosi conto di quanto potesse suonare assurdo ai presenti.
-Ancora una volta hai dimostrato la tua intelligenza, Chase.- disse Ella, dandogli una pacca sulla spalle. –Complimenti-
-Non è colpa mia se all’improvviso Drake prova dei sentimenti per una ragazza. Non è mai successo. Che diavolo ne posso sapere io?- si difese suo fratello, strappando una risata a Tyler.
Ella si sforzò chiaramente di non ridere e scosse invece la testa con decisione. -E continui pure. Sei sicuro di avere ventisette anni?-
-Sulla carta di sicuro.- disse Drake, scoppiando a ridere.
-Comunque siamo davvero contenti per te.- disse Ella, sorridendo. -Kailey è fantastica.-
-Proprio contenti.- annuì Chase, ridendo. –Sì.-
Ella alzò gli occhi al cielo e poi si alzò da tavola. –Chi vuole il gelato?-
Prima che Drake potesse rispondere il suo telefono squillò, attirando l’attenzione dei presenti.
-È lei?- chiese Ella, curiosa.
Drake scosse la testa e decise di andare a rispondere in camera sua quando notò che si trattava di un numero che non conosceva.-Pronto?-
-Drake?-
Non era possibile. Conosceva quella voce. Fin troppo bene.
-Drake?- lo chiamò ancora l’uomo, con più insistenza. –Non riattaccare subito, ti prego.-
Invece Drake riattaccò immediatamente. Chi cazzo gli aveva dato il suo numero?
Sentì la rabbia crescere dentro di sé quando si rese conto di conoscere la risposta. Max.
Si sedette sul bordo del letto e inspirò profondamente nel tentativo di calmarsi, ma fu del tutto inutile perché la sua mente lo riportò all’improvviso nel passato. Un posto in cui non voleva assolutamente tornare.
 
Quel giorno Drake era rientrato a casa più tardi del solito.
Si era reso conto che qualcosa non andava nell’istante esatto in cui aveva trovato il televisore acceso in soggiorno. Nessuno lo usava mai.
Aveva chiamato la madre a gran voce, ma non aveva ottenuto risposta.
A quel punto il suo cuore aveva iniziato a battere più forte.
Poi però aveva sentito quel rumore. Un rumore che avrebbe continuato a sentire per molto tempo.
Si era fiondato in bagno e si era sbrigato ad accendere la luce.
Per un attimo gli era mancato il respiro.
Sua madre era seduta al centro della vasca da bagno con le ginocchia al petto e piangeva silenziosamente, cercando di non farsi sentire.
Aveva il volto ricoperto di lividi e un taglietto sullo zigomo destro. Che cosa era successo?
-Mamma?- l’aveva chiamata, toccandole delicatamente il braccio.
Sua madre aveva sbattuto le palpebre e aveva sorriso come se l’attimo prima non stesse piangendo sul serio. –Ciao, tesoro.-
-Che cosa è successo?- le aveva chiesto Drake, preoccupato.
-Niente. Sto bene, Drake. È stato solo un incidente.-
-Non è vero.- aveva replicato lui, con voce rotta.- Non stai bene, mamma.-
Sua madre gli aveva accarezzato una guancia e aveva sorriso di nuovo. –Come è andata la scuola?-
-Bene.- aveva mentito Drake, cercando di riprendere il controllo della situazione.
-Vuoi una cioccolata calda?- gli aveva chiesto poi lei, alzandosi dalla vasca.
Drake aveva scosso la testa con decisione. Dov’era quando sua mamma aveva bisogno di lui?
Non aveva fatto in tempo a dire niente perché sua madre si era chinata verso di lui e lo aveva baciato sulla testa:-Ti voglio davvero tanto bene, Drake. Non te lo dimenticare mai.-
A quel punto Drake non era più riuscito a trattenere le lacrime. In fondo era solo un bambino.
 
-Tutto bene?- gli chiese una voce femminile, strappandolo a quel ricordo.
Drake si passò una mano nei capelli e poi alzò lo sguardo verso Ella. –Sì.- rispose, schairendosi la voce. -Torno subito.-
-Chi era al telefono?- si informò la sorella di Chase, chiaramente preoccupata.
Drake si alzò dal letto e poi disse la pura e semplice verità. -Nessuno.-
Quell’uomo aveva smesso di significare qualcosa per lui nell’istante esatto in cui aveva trovato sua madre seduta al buio in quella dannata vasca da bagno.
All’inizio aveva pensato davvero che fosse stato solo un incidente, ma poi sua madre si era lasciata sfuggire un piccolo dettaglio che gli aveva fatto capire che cosa fosse successo in realtà mentre lui era via.
-Se hai bisogno di stare da solo…-
-Non ho bisogno di niente, Ella.- la interruppe Drake, arrabbiato.
-Certo.- annuì lei, lasciandolo da solo. - Allora ti aspettiamo in soggiorno.-
Drake prese un respiro profondo e poi tornò dai suoi amici.
Aveva decisamente bisogno di un’altra birra.
-Che ne dite se andiamo da qualche parte stasera?- propose Ella, spezzando il silenzio che probabilmente era calato mentre lui rispondeva al telefono.
-Dove vorresti andare?- le chiese il fratello, allungandosi per prendere una delle vaschette di gelato con cui si erano presentati a casa sua.
Drake non voleva andare proprio da nessuna parte, perciò si limitò a restare in silenzio.
Andò a prendere un’altra lattina di birra dal frigorifero e poi tornò a tavola.
Notò che Ella aveva un’aria preoccupata.
-Che c’è?-
-Niente, è solo che...- si bloccò quando il fratello gli lanciò un’occhiata strana.
All’improvviso Drake capì. –Non posso bere birra nemmeno a casa mia?- sbottò, irritato.
-Calmati, Drake.- si intromise Tyler, cercando di calmare le acque. - Nessuno ha detto questo.-
-Non te la prendere con mia sorella.- disse invece Chase, seccato.
Drake scosse la testa e poi prese un sorso di birra. Perché aveva risposto a quel dannato telefono?
-Siamo solo preoccupati per te.- mormorò Ella, sospirando.
-Non ce n’è bisogno.-
Si voltò verso Chase quando lo sentì ridere amaramente.
-Davvero? Prova a metterti nei nostri panni, Drake. Prima sei tranquillo e rilassato e poi all’improvviso ricevi una telefonata e sembri pronto ad ammazzare qualcuno. Che cosa faresti se uno di noi si comportasse così?- gli chiese l’amico, guardandolo negli occhi.
-Sto bene.- si limitò a dire, non guardando nessuno in particolare.
-Non è vero. Da quando è morta tua madre…-
-Non ti azzardare a parlare di mia madre, cazzo.- lo interruppe, furioso.
Chase sospirò e poi si alzò da tavola.
Guardò Tyler e la sorella e poi disse:-Forse è meglio se andiamo.-
Drake non disse nulla perché era esattamente quello che voleva.
Vide Ella avvicinarsi a lui. –Chi era al telefono, Drake?-
Quando capì che non le avrebbe risposto si voltò verso gli altri. –Andiamo.-
Non disse nulla nemmeno quando lo salutarono, lasciandolo finalmente da solo.
Drake strinse la lattina di birra in mano fin quando non sentì l’alluminio piegarsi. Perché nessuno si faceva gli affari suoi? La voce del padre gli rimbombò all’improvviso nella testa.
Serrò la mascella con forza e scagliò la lattina contro l’angolo cottura. La birra si riversò anche sul pavimento, ma non gliene importava nulla.
Perché non era a casa quando suo padre aveva picchiato per la prima volta sua madre?
Poi però rise. E che cosa avrebbe potuto fare? Aveva solo sette anni, dannazione.
Smise di pensare al suo passato quando per qualche assurdo motivo gli tornò in mente quello che era successo quella mattina quando si era svegliato e aveva trovato Kailey nel suo letto.
Per un attimo gli era mancato il respiro, travolto da una sensazione che non aveva mai provato in vita sua.
Si era chiesto come potesse meritare una ragazza del genere e ed era giunto alla conclusione che no, non la meritava affatto.
Poi però Kailey aveva aperto gli occhi e tutti i suoi dubbi erano scomparsi, sostituiti dalla certezza di volere quella ragazza con tutto se stesso.
Avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di stare con lei.
Quel pensiero lo spinse a prendere il telefono in mano e a scrivere un messaggio.
Sei libera stasera?
La risposta arrivò quasi subito.
 
No, ma che ne dici di domani?
Drake suonava al locale, dannazione.
Giovedì?
 
Non riuscì a trattenere un sorriso quando qualche secondo dopo arrivò la risposta.
 
Ci sarebbe la mostra di foto di mio fratello. Perché non facciamo un salto lì e poi ce ne andiamo da qualche parte?
 
Drake fissò lo schermo del telefono a lungo. Era pronto a incontrare di nuovo il fratello e la bionda ficcanaso?
Alla fine si rese conto che non gliene importava nulla di quello che pensavano di lui. Voleva solo stare con Kailey. Tutto il resto non contava.
 
Perfetto.

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


 
Kailey lanciò un’occhiata al sacchetto di carta che teneva in mano prima di controllare che ore fossero.
Era davvero molto presto e probabilmente Drake stava ancora dormendo, perciò non aveva senso continuare a bussare ad oltranza.
Stava per andare via quando la porta di fronte a lei si aprì improvvisamente, rivelando una ragazza mora con gli occhi azzurri che non conosceva.
Aveva i capelli bagnati e indossava solo un accappatoio che la copriva a malapena. Chi diavolo andava ad aprire la porta di casa in quelle condizioni?
-Cerchi Drake? Credo che sia ancora sotto la doccia, ma se vuoi posso andare a controllare.- le disse la sconosciuta, alludendo al fatto che un attimo prima ci fosse anche lei sotto quella doccia.
Kailey si schiarì la voce, ma non riuscì ad aprire bocca.
Sapeva perfettamente che cosa stava succedendo, eppure non riusciva a crederci. Drake era andato a letto con un'altra ragazza e lei invece stava facendo la figura della stupida.
-Allora?- la incalzò la ragazza, inarcando un sopracciglio.
Sbatté le palpebre ripetutamente, cercando di scacciare le lacrime.
Doveva andarsene da lì prima che fosse troppo tardi e che Drake avesse un’altra conferma della sua ingenuità.
-Ho… ho sbagliato appartamento, scusa.- farfugliò, fiondandosi verso le scale senza nemmeno aspettare una risposta.
Quanto era stata ingenua? Davvero aveva creduto a tutte le stronzate che le aveva rifilato il giorno prima?
Drake era stato davvero bravo a fingere e lei ci era cascata con tutte le scarpe. Che stupida.
Scese le scale più in fretta che poté e poi una volta in strada scoppiò a piangere, sentendosi tradita e umiliata.
Si avviò a passi decisi verso la fermata dell’autobus e poi buttò le ciambelle che aveva preso nel cestino più vicino.
Per un po’ non fece altro che pensare a quanto fosse stata ingenua a fidarsi ciecamente di lui.
Si asciugò però le lacrime con il dorso della mano quando una signora le chiese se stesse bene, ricordandole il posto in cui si trovava in quel momento.
No, che non stava bene. Il ragazzo per cui provava qualcosa era andato a letto con un’altra. Come poteva stare bene?
Tuttavia si sforzò di sorridere e la rassicurò dicendole che si trattava solo di un po’ allergia.
Doveva riprendere assolutamente il controllo della situazione. Non poteva presentarsi a lavoro in quelle condizioni.
Prese diversi respiri profondi fino a quando il suo cuore non riprese a battere ad un ritmo regolare e il groppo in gola scomparve.
Non era più una ragazzina, dannazione.
Come aveva anche solo potuto pensare che Drake non fosse la persona che tutti che credevano che fosse? Che lui stesso diceva di essere?
La suoneria del cellulare la fece sussultare, strappandola improvvisamente a quei pensieri.
Non si preoccupò nemmeno di vedere chi fosse. -Pronto?-
-Ciao, K.-
Kailey si schiarì la voce e poi si sforzò di nascondere le sue emozioni. –Ciao, Dave. Come stai?-
-Alla grande.- le rispose il fratello, allegro. –Ti avevo chiamato per sapere come era andata ieri notte. Hai avuto problemi con la serratura nuova?-
-No, no. Tutto bene.-
-Perfetto. Un’altra cosa. Ti ricordi che giovedì c’è la mostra?-
La mostra di foto alla quale avrebbe dovuto fare un salto con Drake. Certo che se la ricordava.
Scacciò quel pensiero dalla testa e disse invece:-Sì, perché?-
-Ti dispiace se ti da un passaggio Tessa? Perché io devo stare lì almeno un’ora prima ed è inutile che vieni con me.-
-Non c’è problema.-
-Benissimo. Ci sentiamo dopo, K.-
-Ciao, Dave.- lo salutò, riattaccando.
Kailey infilò il telefono in borsa e poi sospirò rumorosamente.
Perché Drake le aveva scritto il giorno prima se poi aveva intenzione di andare a letto con un’altra? Possibile che le stesse sfuggendo qualcosa?
Rise amaramente quando si rese conto che una parte di lei aveva un disperato bisogno di capire per quale motivo si fosse comportato in quel modo.
Era stato con un’altra, dannazione. Che diavolo c’era da capire?
L’aveva presa in giro fin da subito e lei non se ne era nemmeno accorta, accecata dalla sensazioni che provava quando era con lui.
Soffocò l’impulso di mettersi a piangere di nuovo e tirò un sospiro di sollievo quando si rese conto che stava arrivando l’autobus che l’avrebbe portata in ufficio.
Si avvicinò al bordo del marciapiede e poi salì, lanciando un’occhiata all’orologio. Fantastico. Sarebbe anche arrivata tardi alla riunione.
 
Kailey prese un respiro profondo prima di entrare nella sala riunioni.
Sbatté le palpebre confusa quando si rese conto che la stanza era vuota. Dove erano finiti tutti?
-La riunione è stata cancellata.- la informò una voce femminile alle sue spalle.
-Non ne sapevo niente.- mormorò Kailey, voltandosi.
Caroline incrociò le braccia al petto e poi sospirò. –Ho provato a chiamarti, ma non rispondevi.-
-Scusa, ho tolto la suoneria.- mentì, schiarendosi la voce.
La sua assistente la guardò con aria sospettosa. –Tutto bene?-
Kailey annuì con poca convinzione.
Aveva sistemato il trucco rendendosi più presentabile agli occhi degli altri, ma dentro era ancora a pezzi.
-Caffè?- le chiese poi, accennando un sorriso.
-No, grazie. Perché la riunione è stata cancellata?- le chiese Kailey, confusa.
Caroline le lanciò una lunga occhiata. Per colpa sua. Era ovvio.
-Capisco.- disse semplicemente, avviandosi poi verso la sua stanza.
Sussultò sorpresa quando trovò Max seduto alla sua scrivania. Era davvero l’ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.
Indossava un completo piuttosto elegante e dall’aria costosa e sembrava furioso.
-Si può sapere dove diavolo eri stamattina?- le chiese infatti, chiaramente irritato. Kailey si schiarì la voce, a disagio.–Non passava l’autobus.-
-L’autobus?- ripeté Max, incrociando le braccia al petto.
-Già.-
-Non potevi avvertire?-
Kailey posò borsa e giacca su una sedia e poi lo guardò negli occhi. –Non pensavo di fare tardi. Mi dispiace.-
Max la fissò a lungo senza dire nulla e poi sospirò, passandosi una mano nei capelli.
E se l’avesse licenziata? Non poteva assolutamente permettersi di perdere quel lavoro.
-Mi dispiace davvero, Max. Purtroppo venerdì mi hanno rubato la macchina e fin quando non ne prendo una nuova mi dovrò muovere con i mezzi pubblici. Capisco perfettamente che tu sia arrabbiato con me, ma ti posso assicurare che non succederà mai più. Hai la mia parola.- gli assicurò, sedendosi di fronte a lui.
-Bene.- si limitò a dire il suo capo, annuendo.
Iniziò a sentirsi a disagio quando si rese conto che non era venuto nel suo ufficio solo per parlare della riunione di quella mattina. Ne ebbe la conferma poco dopo.
-Hai parlato con Drake, per caso?- le chiese infatti, a bruciapelo.
Kailey abbassò lo sguardo e scosse la testa, sperando di non tradirsi.
Non gli avrebbe certo detto che avevano parlato e che lui l’aveva solo riempita di stronzate. Non si sarebbe umiliata in quel modo.
-Credo di aver fatto un terribile errore, Kailey.- mormorò, attirando la sua attenzione.
-Che cosa è successo?-
Max si alzò e poi iniziò a camminare su e giù per la stanza, un chiaro segnale di quando fosse agitato.
-Mio padre è uscito dalla prigione un po’ prima del previsto. Ha insistito così tanto per mettersi in contatto con Drake che....-
-Che cosa hai fatto, Max?- gli chiese Kailey, preoccupata.
-Gli ho dato il suo numero di telefono, dannazione. Non sapevo cosa fare e… - si fermò un momento e poi la guardò negli occhi. -Voglio solo rimettere insieme la mia famiglia, Kailey.-
-Drake non la prenderà bene, lo sai.-
Max rise amaramente. –Che diavolo mi è saltato in mente?-
-Non potresti dire a tuo padre di non chiamare Drake?- gli suggerì Kailey, rendendosi conto che forse era l’unica alternativa possibile.
-Temo che lo abbia già fatto, Kailey.-
-Parla con tuo fratello, allora.- gli suggerì lei. - Cerca di spiegargli la situazione.-
Max scosse la testa. –Conosci Drake, non mi darebbe ascolto. E poi ignora tutte le mie chiamate.-
Kailey non conosceva affatto suo fratello, ma si astenne dal formulare quel pensiero ad alta voce.
-Non so come aiutarti.- ammise, sinceramente dispiaciuta.
-Speravo che potessi parlare tu con lui.- le disse Max, fiducioso.
Kailey si alzò e poi gli diede le spalle, cercando di nascondere il suo stato d’animo.
-Non posso.- disse, schiarendosi la voce. -Mi dispiace.-
Max le toccò un bracciò e poi la costrinse a voltarsi verso di lui. –Per favore.-
-Non mi voglio mettere in mezzo fra voi due e poi…- le si spense la voce quando si rese conto di quello che stava per dire.
-Sei la mia unica possibilità, Kailey.- insisté Max, supplicandola.
Kailey prese un respiro profondo e poi scosse la testa con decisione. –Non stiamo insieme. Non…non ci frequentiamo più.-
Vide un lampo di sorpresa balenare negli occhi del suo capo. –Non ne avevo idea. Mi dispiace.-
-Già.- gli disse, andandosi a sedere dietro la sua scrivania. - Adesso scusami, ma devo sistemare alcune cose.-
-Certo. Se…se dovessi sentire Drake…-
Alzò lo sguardo verso di lui, sentendolo esitare. Perché continuava ad insistere?
-Non fa niente, grazie lo stesso-- disse infine il suo capo, lasciandola da sola.
Kailey abbandonò la testa contro la sedia e poi chiuse gli occhi nel tentativo di non piangere. Perché era stata così stupida?
 
Alle cinque del pomeriggio decise di raccogliere le sue cose e andarsene.
Non era riuscita a combinare quasi nulla tutto il giorno e non vedeva l’ora di tornare a casa per affogare i dispiaceri in un bicchiere di vino.
Stava per avviarsi alla fermata dell’autobus quando notò una mini nera parcheggiata vicino all’ingresso del palazzo in cui lavorava.
Lizzie. Si era completamente dimenticata del loro appuntamento.
Imprecò a bassa voce e poi si avviò nella sua direzione. Non era dell’umore adatto per chiarire le cose con lei, ma non aveva senso rimandare ancora.
-Ciao.- la salutò non appena furono l’una di fronte all’altra.
-Ciao, K.-
-Ti dispiace se andiamo a casa mia? Sono davvero stanca e non me la sento di andare a cena fuori.-
Lizzie annuì e poi salirono entrambe in macchina.
-Mi dispiace davvero tanto, K.- si scusò Elizabeth, spezzando il silenzio che era calato nell’abitacolo.
Kailey si voltò verso il finestrino e poi incrociò le braccia la petto.
L’aveva trascinata in quello studio di tatuaggi per fare sesso con Carter e quelle erano le sue scuse?
Beh, poteva fare di meglio.
-Tutto qui?- sbottò infatti, irritata.
-Ho conosciuto Carter due settimane fa, a casa di Jason.- iniziò a raccontare Lizzie, sospirando. –Quella sera abbiamo scambiato solo due parole, ma è scattata subito una forte attrazione.-
Kailey si voltò verso di lei e notò che stringeva con forza il volante.
-Non volevo ferire in alcun modo Jason e sapevo che Carter non era un tipo affidabile, perciò mi sono limitata a sorridere e ad essere gentile, convinta che mi sarebbe passata. Qualche giorno dopo, però, ci siamo incontrati per caso in un bar e abbiamo chiacchierato a lungo. La sera stessa siamo finiti a letto insieme.-
-Ti stai vedendo con Jason, Lizzie. Che diavolo ti è saltato in mente?-
-Penserai che sono una stronza, vero?-
Kailey si schiarì la voce e poi scosse la testa. –Cosa è successo dopo?-
-Dopo essere stati insieme è sparito come se nulla fosse. In fondo sapevo che sarebbe andata così, ma ci sono rimasta male lo stesso e quindi la sera che siamo uscite tutte insieme mi sono decisa ad andare a parlare con lui. Vi ho mentito, Kailey.
Non avevo nessuna intenzione di farmi un tatuaggio. Volevo solo…non lo so nemmeno io che cosa volessi fare, in realtà.-
-Non ti sei fatta un tatuaggio, quindi?- le chiese, confusa.
Lizzie ridacchiò. –No.-
-Allora cosa avete fatto tutto quel tempo…- si bloccò quando si rese conto di conoscere già la risposta a quella domanda.
-Non è come pensi tu.- la fermò subito. -Abbiamo solo parlato.-
Kailey continuava a non capire. –Di che cosa?-
-Di tutto. A un certo punto ci siamo ritrovati avvinghiati l’uno all’altra, ma poi mi ha respinto all’improvviso e me ne sono andata, lasciandoti da sola con Drake. Sono stata una vera idiota. Mi dispiace così tanto.-
-Non voglio parlare di questo adesso.- mormorò Kailey, stringendo con forza i manici della sua borsa.
-Certo.- mormorò Lizzie, schairendosi la voce. -Scusa.-
Kailey lanciò un’occhiata fuori dal finestrino e poi le chiese:-Perché sei voluta tornare allo studio di Carter la sera che siamo andate a cena fuori?-
Sentì Lizzie sospirare. –Perché Carter mi piace, K. Volevo solo capire perché mi avesse respinta in quel modo, ma abbiamo discusso animatamente e da quel giorno non l’ho più visto.-
-Perché non mi hai detto subito come stavano le cose invece di continuare a mentire?-
Lizzie parcheggiò sotto casa sua e poi tirò il freno a mano. –Non lo so. Avevo paura di essere giudicata.-
-Cosa?-
-Oh, andiamo K. Sono andata a letto con un ragazzo la seconda volta che l’ho visto. Non…non è da me.-
Kailey scoppiò a ridere. –Sono andata a letto con Drake la sera stessa che ci siamo conosciuti e nemmeno me lo ricordo. Sono proprio l’ultima persona che ti può giudicare. –
Lizzie accennò un sorriso e poi si slacciò la cintura di sicurezza. –Siamo un vero disastro, eh?-
-Già.- mormorò Kailey, scuotendo la testa.
Scesero dalla macchina e poi si avviarono verso il suo appartamento.
 
In pochi minuti si ritrovarono in salone con un bicchiere di vino in mano.
-Che hai intenzione di fare con Carter?- le chiese, curiosa.
Lizzie si infilò una ciocca di capelli dietro la testa e poi prese un sorso di vino. –Niente.-
-E con Jason?-
-Non lo so.- le disse, scrollando le spalle. - È davvero un bravo ragazzo, ma non…non è quello giusto.-
-Dovresti parlare con lui. Non merita di essere illuso in questo modo.-
-Hai ragione.- annuì Lizzie, sospirando. - Credo che domani lo chiamerò.-
Kailey alzò lo sguardo dal suo bicchiere quando la sua amica le chiese se avesse più rivisto Drake.
Rise. Non solo l’aveva visto di nuovo, ma era anche stata di nuovo con lui.
-Che cosa?- urlò Lizzie, sgranando gli occhi incredula.
Le raccontò tutto. Perfino quello che era successo quella mattina.
-Non ci credo.- mormorò Lizzie, dispiaciuta per lei. -Cosa farai adesso?-
-Quello che intenzione di fare tu con Carter.- rispose Kailey, alzando le spalle.-Un bel niente.-
-C’è qualcosa che non quadra, K. Ti ha detto di non essere mai stato con una ragazza più di una volta e di non aver mai invitato nessuna alla festa di Ella…-
-Beh, mentiva.-
-Sì, ma allora perché scriverti quel messaggio se…-
-Se aveva intenzione di andare a letto con un’altra?- concluse Kailey, sorridendo amaramente. –Non lo so. Forse voleva divertirsi con me prima di farsela con lei.-
Lizzie le prese una mano. –È solo uno stronzo, K. Non ti merita.-
Kailey si schiarì la voce e poi si alzò dal divano. –Non ha più importanza, adesso.-
-Mi dispiace.- le disse Lizzie. -Davvero.-
-Anche a me.-
-Perché venerdì sera non andiamo da qualche parte con le ragazze?- propose Lizzie, alzandosi in piedi anche lei.
-Perché no? Però ho bisogno di un passaggio. Starò senza macchina ancora per un bel po’.-
-Non c’è problema.-
Kailey portò il bicchiere vuoto in cucina e poi si voltò verso Lizzie che nel frattempo l’aveva raggiunta. -Hai fame?-
-Un po’.- ammise la sua amica, posando il suo bicchiere sul tavolo.
Aprì il frigorifero e poi scoppiò a ridere. Era praticamente vuoto.
-Mi sa che dobbiamo ordinare qualcosa.-
-Come al solito.- scherzò Lizzie, scuotendo la testa divertita.
-Pizza?-
-Sushi?-
-E va bene.- si arrese, ridendo.

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Drake sbuffò, spazientito.
Per quale diavolo di motivo suo fratello continuava ad insistere?
Non voleva avere niente a che fare con suo padre. Era tanto difficile da capire?
Disattivò bruscamente la suoneria del telefono e poi tornò a guardare la vecchia fotografia che teneva in mano.
Osservò attentamente la donna che sorrideva spensierata davanti all’obiettivo e per un attimo si ritrovò lui stesso a sorridere.
Ricordava perfettamente il giorno in cui era stata scattata.
Sua madre lo aveva portato al mare perché a casa faceva troppo caldo e in qualche modo era riuscita a convincere anche Max a venire.
Erano stati davvero bene tutti insieme. Talmente tanto che a fine giornata era scoppiato in lacrime, rifiutandosi di andare via.
A quel punto sua madre aveva scosso la testa intenerita e poi lo aveva stretto fra le sue braccia, promettendogli che il giorno dopo sarebbero tornati.
Peccato, però, che il giorno dopo sua madre avesse troppi lividi in faccia per uscire di casa e portare il figlio di otto anni al mare.
Serrò la mascella con forza e poi prese un respiro profondo, cercando di scacciare quelle immagini dolorose dalla testa.
Non riusciva proprio a capire per quale diavolo di motivo Max ci tenesse tanto a ricucire il rapporto con la persona che aveva distrutto le loro vite.
Si era forse dimenticato di tutto il male che quell’uomo aveva fatto a loro e alla madre?
Lui di sicuro non se l’era dimenticato e non aveva la minima intenzione di concedergli una seconda possibilità.
Sussultò involontariamente quando qualcuno iniziò a bussare insistentemente alla sua porta, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Si alzò dal divano e poi andò ad aprire, chiedendosi chi potesse essere a quell’ora.
Soffocò l’impulso di imprecare ad alta voce quando si ritrovò davanti il proprietario del suo appartamento, un uomo di mezza età cui lui sfortunatamente doveva dei soldi.
-Salve, signor Price.- lo salutò, schiarendosi la voce.
-Dove diavolo sono finiti i miei soldi?- gli chiese subito l’uomo, andando dritto al punto.
Drake si passò una mano nei capelli e poi sospirò rumorosamente. Non ce li aveva ancora, dannazione.
-C’è stato un piccolo contrattempo.-
-Mi prendi in giro, Evans? Ti ho dato ben due settimane, eppure non ho ancora visto un dollaro.-
-Ha ragione, ma…-
Il signor Price lo interruppe bruscamente con un cenno della mano. –Hai ancora tre giorni. Ultima possibilità.-
-Mi serve più tempo.- protestò, rendendosi conto che Mark non gli avrebbe mai dato un anticipo per l’esibizione di quella sera.
-Se entro venerdì sera non vedo i soldi dell’affitto, puoi anche iniziare a impacchettare le tue cose, Evans.- replicò il proprietario, ignorando completamente le sue parole.
Prima che Drake potesse dire nulla il signor Price era già scomparso dalla sua visuale.
Si richiuse la porta di casa alle spalle e questa volta si lasciò sfuggire un’imprecazione. Dove diavolo avrebbe trovato quattrocento dollari in tre giorni?
Recuperò il telefono dalla tasca dei jeans e sospirò.
Ci avrebbe pensato più tardi perché era terribilmente in ritardo.
Afferrò le chiavi di casa e poi uscì dal suo appartamento.
 
In pochi minuti si ritrovò davanti all’ingresso del locale in cui si sarebbe esibito anche quella sera con i Black Chemistry.
Bussò un paio di volte quando si rese conto che non era ancora aperto al pubblico.
-Ciao, Drake.- lo salutò una cameriera, facendolo entrare.
Drake ricambiò in fretta il saluto e poi si avviò a passi decisi verso il palco, dove Tyler e Chase stavano già sistemando gli strumenti.
-Ciao, ragazzi.- disse, avvicinandosi.
Chase gli lanciò una lunga occhiata, ma non disse nulla. Era ancora arrabbiato con lui, era evidente.
-Sei in ritardo.- osservò invece Tyler, senza alzare minimamente lo sguardo dal basso che stava accordando.
E va bene. In fondo avevano tutto il diritto di essere arrabbiati con lui.
Si schiarì la voce, a disagio. –Mi dispiace, c’era traffico.-
Soffocò l’impulso di alzare gli occhi al cielo quando si rese conto di quello che aveva appena detto.
Doveva tirare fuori le palle e chiedere scusa per il modo insensato in cui si era comportato il giorno prima invece di giustificarsi in quel modo ridicolo.
-Possiamo parlare un secondo?- domandò loro, spostando lo sguardo dall’uno all’altro.
-Di che cosa?- gli chiese Chase, inarcando un sopracciglio.
-Di quello che è successo ieri.- rispose, imbarazzato.
Tyler posò il basso a terra e poi scrollò le spalle. –Andiamo fuori.-
Si avviarono verso l’uscita riservata al personale e in pochi secondi si ritrovarono tutti e tre in un vicolo stretto e poco illuminato.
-Mi dispiace.- iniziò a dire, sospirando. –Non ce l’avevo con voi. È solo che non… -
-Chi era al telefono?- lo interruppe Tyler, andando dritto al punto.
Drake sorrise amaramente. Era davvero stufo di mentire.
-Mio padre.- mormorò infatti, distogliendo lo sguardo.
-E che diavolo voleva?- gli chiese Chase, chiaramente sorpreso.
Drake scrollò le spalle.
Non ne aveva idea perché aveva riattaccato praticamente subito.
Tyler appoggiò una spalla al muro e poi incrociò le braccia al petto. –Chi gli ha dato il tuo numero?-
-Credo sia stato Max.-
-Credi?- ripeté Chase, perplesso.
-Chi altri può essere stato?-
-Perché, scusa, non ci hai parlato?-
Drake scosse la testa.
-Dovresti invece.- disse Tyler, in un tono strano.
E che diavolo gli doveva dire?
Le chiacchiere stavano a zero. Non avrebbe mai dovuto dare il suo numero di telefono al padre. Punto.
-Perché non ce lo hai detto subito?- gli chiese invece Chase, guardandolo negli occhi.
-Non lo so.- mentì.
-Quando imparerai a fidarti di noi?- si intromise Tyler, sospirando.
Drake si voltò verso di lui e poi scosse la testa. –Non è una questione di fiducia, Ty.-
-E invece sì.- replicò Chase. –È proprio questo il problema, Drake. Dopo tutto questo tempo ancora non ti fidi di noi.-
-Non è così.-
-E allora per quale diavolo di motivo ti tieni sempre tutto dentro? Credi davvero alle stronzate che ti racconti? Di non aver bisogno di niente e di nessuno?- lo aggredì il batterista, arrabbiato.
Drake sussultò, colpito dalle sue parole. Non si aspettava una reazione del genere da parte sua.
-Quando si parla della tua famiglia ti chiudi sempre a riccio e ti metti sulla difensiva, escludendoci del tutto. Se non vuoi parlare con noi, parla con tuo fratello almeno.- disse Tyler, in tono amaro.
Drake fece per aprire bocca, ma alla fine non disse nulla. Cosa poteva dire?
-Ci conosciamo da tanto tempo, Drake. Siamo cresciuti praticamente insieme. Qualunque cosa succeda noi ci saremo sempre per te. Non hai ancora capito che non siamo semplici compagni di bevute?-disse Chase, arrabbiato.
Drake si passò una mano nei capelli, frustato. –Non è una questione di fiducia.- ripeté convinto.
-E allora qual è il problema?-
Sospirò. Avevano il diritto di sapere la verità. Prese un respiro profondo e poi, senza guardare nessuno dei due, disse semplicemente:-È colpa mia.-
-Di che stai parlando?- gli chiese Tyler, confuso.
-Era compito mio proteggerla.- mormorò, con voce rotta.
Tyler scosse la testa, incredulo. –Non parli con noi della tua famiglia perché credi che quello che è successo a tua madre sia colpa tua?-
Drake deglutì, cercando di scacciare il nodo che gli si era formato in gola.
-Cazzo, Drake. –imprecò Chase, attirando l’attenzione su di sé. –Eri solo un ragazzino. Non è colpa tua-
Prima che potesse dire niente una voce maschile attirò la loro attenzione, facendolo sussultare. –Che diavolo state facendo, ragazzi? Tra dieci minuti si comincia.-
-Arriviamo subito, Mark.- lo rassicurò Ty, liquidandolo in fretta.
Mark alzò gli occhi al cielo e poi rientrò nel locale, lasciandoli da soli.
-Non è colpa tua.- ripeté Tyler. –Non potevi fare nulla per lei. Eri troppo piccolo.-
-Ci ho provato tante volte, sapete?- mormorò Drake, scuotendo la testa. –Ho provato a fermarlo, ma non ci sono mai riuscito. E quando finalmente se n’è andato via lei ha iniziato a drogarsi. Avrei dovuto tenerla lontana da quella merda, ma non sono riuscito a fare nemmeno questo.-
-Era una donna distrutta, Drake. Qualunque cosa avessi fatto o detto non l’avrebbe fatta stare meglio. E poi non è vero che non hai fatto niente. Quante volte l’hai portata in un centro di recupero?-
Drake rise amaramente. –Tante.-
-Appunto.- disse Chase. –Non puoi andare avanti così. Devi liberarti dal senso di colpa altrimenti ti distruggerà.-
Drake si ritrovò suo malgrado ad annuire.
Non era sicuro di potersi liberare dal senso di colpa, ma ci avrebbe provato.
-E adesso muovi il culo e fai quello che ti riesce meglio.- scherzò Tyler, cercando di alleggerire l’atmosfera.
Si lasciò sfuggire un sorriso prima di rientrare nel locale, seguito a ruota da Tyler e Chase. Parlare con loro due lo aveva fatto stare meglio.
Decise di prendersi qualcosa da bere nell’istante esatto in cui si rese conto di avere la gola secca.
Non poteva certo affrontare un’esibizione in quelle condizioni.
-Torno subito.- li avvertì, dirigendosi poi verso il bancone.
-Ehi, Drake.- lo salutò Melanie, sorridendo. –Che ti porto?-
-Un bicchiere d’acqua.-
Sul viso della ragazza si dipinse un’espressione sorpresa. –Sicuro? Non vuoi qualcosa di più forte?-
Drake scosse la testa.
-E va bene.- gli disse lei, scrollando le spalle.
Riempì al volo un bicchiere pulito e poi lo posò sul bancone davanti a lui.
-Oggi stacco all’una.- lo informò, richiamando la sua attenzione.
Drake inarcò un sopracciglio, confuso. E allora?
-Stavo pensando che magari potevamo tornare a casa insieme.- aggiunse, in tono allusivo.
-Non credo proprio.-
Melanie non si arrese. Si sporse verso di lui e sorrise maliziosamente. –Non te ne pentiresti.-
Drake prese un sorso d’acqua e poi la osservò per qualche secondo.
Melanie era davvero una bella ragazza. Aveva lunghi capelli biondi, due occhi azzurri ipnotici ed era formosa nei punti giusti, però non era Kailey e lui non aveva nessuna intenzione di andare a letto con lei quella sera.
-Devo andare.- le disse, avviandosi verso il palco.
Mentre sistemava il microfono, Tyler e Chase si avvicinarono a lui.
-Che voleva Melanie?- gli chiese quest’ultimo, curioso.
-Venire a letto con me.-
Tyler scoppiò a ridere. –E tu che le hai detto?-
-Ho rifiutato l’offerta.-
-Ma davvero?- lo prese in giro Chase, divertito. –Non è che ti stai innamorando, Evans?-
Drake alzò gli occhi al cielo e poi lo mandò dritto a quel paese.
-Perché non prendete posizione invece di fare gli idioti?- li rimproverò Tyler, ridacchiando.
Drake li osservò mentre raggiungevano i propri strumenti e poi si concentrò sui clienti del locale.
Quella sera non avrebbe suonato per loro né per se stesso.
Avrebbe suonato solo per sua madre.
 
Il giorno dopo decise di andare a parlare con suo fratello.
Ci aveva riflettuto a lungo e aveva capito che era la cosa giusta da fare.
Non lo poteva ignorare all’infinito.
Se gli avesse detto chiaro e tondo che non voleva avere niente a che fare con suo padre probabilmente avrebbe smesso di tempestarlo di telefonate.
E poi ne avrebbe approfittato per vedere Kailey.
Il giorno dopo sarebbero andati alla mostra del fratello, ma non si erano ancora organizzati perché lei era sparita e la cosa lo aveva insospettito parecchio.
Uscì velocemente dall’ascensore e poi si avviò a passi decisi verso l’ufficio di Max. Avrebbe dovuto bussare, ma non lo fece.
-Drake.- disse suo fratello, sorpreso.
-Hai dato il mio numero di telefono a quel bastardo. Che diavolo ti è saltato in mente?-
Max sospirò. –Perché non ti siedi un attimo?-
Drake si accomodò su una delle sedie davanti alla sua scrivania e poi incrociò le braccia al petto.
-Mi dispiace.- si scusò Max, scuotendo la testa. - Non avrei dovuto farlo.-
-Ti dispiace?- ripeté Drake, arrabbiato.
-Vuole solo parlare con te. So che…-
Drake lo interruppe bruscamente. –Non me ne frega un cazzo di quello che vuole lui.-
-C’ero anche io, Drake.- gli disse suo fratello, sorridendo amaramente. –C’ero anche io quando tornava a casa ubriaco e alzava le mani sulla mamma. Non ho dimenticato quello che le ha fatto e non lo dimenticherò mai.-
-E allora per quale diavolo di motivo lo hai cercato? Perché gli hai dato il mio numero di telefono?-
-Non l’ho cercato io. È stato lui a cercare me.- lo corresse Max.
Drake si passò una mano sul viso. Avrebbe dovuto alzare i tacchi e andarsene. Invece si ritrovò a chiedere: -Che ti ha detto?-
-Ha detto che gli dispiace. Che non si perdonerà mai per quello che ha fatto alla mamma e che non si aspetta che noi lo perdoniamo. Vuole solo passare del tempo con noi prima che sia troppo tardi.-
-Troppo tardi per cosa?-
-È malato, Drake.- lo informò suo fratello. -Non sa quanto tempo gli rimane ancora.-
Drake scrollò le spalle.–Quell’uomo non merita di vivere e io non voglio passare nemmeno un secondo della mia vita con lui.-
-So che sei arrabbiato. Lo sono anche io, ma…-
-Tu non sai proprio un bel niente, Max.- lo interruppe Drake, furioso.
-Va bene.- si arrese suo fratello. –Non insisterò oltre. Gli dirò che non vuoi parlare con lui.-
Drake lo guardò dritto negli occhi. –Perché lo stai facendo?-
-Cosa?-
-Parlare con lui, cercare di riunire una famiglia che non potrà mai essere unita.-
Max si alzò dalla sedia e poi si avvicinò ad una finestra, dandogli le spalle. –Ricordi cosa ci disse la mamma il giorno di Natale?-
Drake sbatté le palpebre, confuso. Di che diavolo stava parlando?
-Abbiamo passato tutta la giornata con lei al centro di recupero.-
Drake sussultò. –Ha detto che ci saremmo dovuti prendere cura l’uno dell’altro qualunque cosa accadesse. Che lei non era immortale, ma che noi due saremmo rimasti comunque una famiglia.-
Max si voltò verso di lui. –Esatto.- mormorò in tono triste.
-La mamma si riferiva solo a noi due, però.- precisò Drake, schiarendosi la voce.
-Forse.- disse Max. -O forse no.-
-Non voglio avere niente a che fare con lui. Non posso. Mi dispiace.- disse Drake, alzandosi.
Max annuì, rassegnato. –Non ti preoccupare. Lo capisco.-
Stava per uscire dal suo ufficio quando suo fratello lo chiamò. –Drake?-
-Cosa?-
-Anche se non hai intenzione di parlare con lui, non significa che non possiamo farlo io e te. Possiamo andare a prendere una birra o… o quello che vuoi.-
Drake scrollò le spalle. Stava davvero prendendo in considerazione l’idea di ricostruire il rapporto con suo fratello?
-Ci sentiamo presto, allora.- gli disse suo fratello, fiducioso.
Drake ignorò le sue parole e gli chiese invece dove fosse la stanza di Kailey.
-In fondo al corridoio.- gli rispose Max, in tono strano.
Si sbrigò a uscire e poi seguì le indicazioni del fratello.
In pochi secondi si ritrovò a bussare ad una porta in mogano con una targhetta che riportava nome e cognome della ragazza che quel giorno gli avrebbe incasinato ancora di più la testa.
-Avanti.- disse Kailey, facendolo entrare.
La trovò seduta alla sua scrivania, intenta a scrivere qualcosa al computer.
-Ehi.- la salutò, avvicinandosi.
Kailey alzò lo sguardo di scatto, sorpresa. Non sembrava contenta di vederlo.
-Che cosa vuoi?- gli chiese infatti, in tono freddo e distaccato.
Drake si irrigidì. Voleva stare con lei. Ecco cosa voleva. L’orgoglio gli impedì di formulare quel pensiero ad alta voce.
-Sono venuto a parlare con mio fratello.-
-Ah.- disse Kailey, in tono indifferente. -E allora che ci fai qui?-
Drake la osservò in silenzio. Per quale diavolo di motivo si stava comportando in quel modo?
-Allora?- lo incalzò, seccata.
Notò che aveva raccolto i capelli in uno chignon morbido che lasciava scoperta la pelle candida del suo collo e che le sue labbra sembravano ancora più piene e rosse del solito.
Scacciò quel pensiero dalla testa e si concentrò invece sull’ambiente circostante.
-Bella stanza.- osservò, notando quanto fosse ampia e luminosa.
Kailey si alzò e lo raggiunse. –Ho da fare, Drake.- gli disse, in tono seccato. -Che vuoi?-
Drake le cinse la vita con un braccio e poi si sporse per baciarla.
Prima che le loro bocche entrassero in contatto lei gli posò entrambe le mani sul petto e lo respinse.
-Che diavolo stai facendo?- lo aggredì, allontanandosi da lui.
-Non ci vede nessuno, K.- le disse, divertito.
Kailey incrociò le braccia e poi lo guardò negli occhi. –Non chiamarmi in quel modo.-
-Che ti prende?- le chiese, confuso.
-Non voglio avere niente a che fare con te.-
Drake scoppiò a ridere. Aveva già sentito quelle parole. Parole che poi erano state ampiamente smentite dai fatti.
-Non sto scherzando, Drake.-
-Si può sapere che diavolo ti prende?-
Stavolta fu Kailey a ridere. Una risata amara. –Prova indovinare.-
-Hai le tue cose?- scherzò Drake, ridacchiando.
-Sei proprio uno stronzo.-
Drake sospirò. –Stavo solo scherzando.- mormorò -Qual è il problema?-
Possibile che avesse fatto qualcosa di sbagliato? Forse avrebbe dovuto chiamare prima di piombare nel suo ufficio all’improvviso.
Kailey inarcò un sopracciglio. –Fai sul serio?-
-Mi dici che succede?- le chiese, esasperato.
Si avvicinò di nuovo a lei e le sfiorò una guancia col le dita. –Quanto mi sei mancata. –
-Ma davvero?- sbottò Kailey, allontanando bruscamente la sua mano.
-Certo.-
Si erano visti solo due giorni prima, eppure gli sembrava che fosse passato un secolo. Gli era mancata la sua risata e il suo sorriso, ma soprattutto gli era mancato svegliarsi nello stesso letto e fare colazione insieme.
Kailey scosse la testa, amareggiata. –Vattene.-
Drake fece un passo indietro. Perché lo stava allontanando in quel modo?
-Ho fatto qualcosa di sbagliato?- le chiese, confuso. –Mi dispiace, Kailey. Non ho mai avuto una relazione. Non…non so come ci si comporti.-
-Io e te non abbiamo nessuna relazione.- dichiarò Kailey, in tono duro.
Drake si ritrovò senza parole. Che diavolo stava succedendo?
-Avevamo detto di vedere come andavano le cose…-protestò, stringendo i pugni lungo i fianchi.
-Questo prima che tu andassi a letto con un’altra, Drake. Adesso le cose sono decisamente cambiate.-
-Cosa?- chiese, confuso.
Prima che Kailey potesse dire nulla qualcuno bussò alla porta della sua stanza.
-Avanti.- disse, distogliendo lo sguardo da lui.
-Ho trovato quello che cercavi…- disse una ragazza mora che lui non aveva mai visto. -Oh…scusate.- aggiunse poi, accorgendosi della sua presenza.
-Grazie, Caroline.- la ringraziò Kailey, afferrando il fascicolo che le stava porgendo.
-Hai bisogno di altro?-
-No, grazie. Ci vediamo dopo a pranzo.- rispose Kailey, congedandola.
Caroline annuì e poi gli lanciò un’occhiata furtiva prima di uscire dalla stanza.
-Come vedi ho da fare.- gli disse Kailey, richiamando la sua attenzione.
-Non me ne vado fin quando non mi dici che diavolo sta succedendo.-
-Non ho nulla da dire, Drake. Non stiamo insieme e non ci siamo giurati fedeltà eterna, perciò ognuno è libero di fare ciò che vuole.-
-Ma di che diavolo stai parlando?-
Si stava comportando esattamente come le ragazze frivole ed opportuniste che si era portato a letto prima di conoscere lei. Per quale motivo si era data tanto da fare se poi non aveva la minima intenzione di impegnarsi?
Formulò quella domanda ad alta voce.
-Che cosa? Adesso sono io quella che non si vuole impegnare?- sbottò Kailey, incredula.
-Potevi anche risparmiarti tutte quelle stronzate che mi hai detto alla festa di Ella. Ti avrei portato a letto volentieri comunque.- disse Drake, in tono sprezzante.
Kailey si avvicinò a lui e poi alzò una mano per colpirlo, ma lui la anticipò.
Gli afferrò rapidamente il polso e poi le piegò il braccio dietro alla schiena, attento a non farle male.
-Lasciami andare.- gli intimò a denti stretti.
Drake si piegò verso di lei e per alcuni secondi rimasero in quella posizione, in silenzio, l’uno di fronte all’altra.
Se si fosse avvicinato ancora le loro labbra si sarebbero sfiorate.
-Un secondo mi vuoi e quello dopo non mi vuoi più. Deciditi una volta per tutte.- le sussurrò all’orecchio, irritato.
-Non ti voglio.- affermò Kailey, scostandosi da lui.
Drake inspirò profondamente. Non le credeva affatto.
-Non può funzionare tra di noi.- aggiunse poi, guardandolo negli occhi.
-Domenica non la pensavi così.-
Kailey rise amaramente. –Avevo torto.-
-Non è così.- replicò Drake, deciso. - E te lo posso dimostrare-
Le lasciò andare il braccio e poi le afferrò il viso con decisione, avventandosi sulla sua bocca.
Kailey cercò di respingerlo, ma lui non glielo permise.
Continuò a premere le proprie labbra sulle sue fino a quando non si arrese a lui.
-Non hai dimostrato proprio un bel niente.- gli disse Kailey qualche secondo dopo, respirando affannosamente.
-Dici sul serio?-le chiese, incredulo.
-È solo attrazione fisica.-
-Non è vero.-
-Come puoi dire una cosa del genere? Ti sei portato a letto un’altra, Drake. Il giorno dopo essere stato a letto con me.-
-Cosa?-
Kailey prese un respiro profondo. –Vattene via. Ti prego.-
Qualunque cosa avesse detto o fatto, lei non gli avrebbe creduto comunque perché era evidente che si voleva liberare di lui.
-Come vuoi.- disse, in tono asciutto.
La guardò un’ultima volta negli occhi prima di voltarsi e andare via.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Kailey chiuse gli occhi, irritata.
Non riusciva proprio a fare mente locale in quel momento. Dove aveva lasciato il tubino nero che avrebbe dovuto indossare quella sera alla mostra di suo fratello? Possibile che l’avesse portato in tintoria e non l’avesse ancora ritirato?
Aveva rovisto in tutto l’armadio, convinta che stesse lì, eppure non lo aveva trovato da nessuna parte. Dove diavolo era finito allora?
Controllò che ore fossero prima di sbuffare un’altra volta, spazientita.
Tessa sarebbe arrivata da un momento all’altro e lei invece non era ancora pronta.
Quel pomeriggio ci aveva messo un’eternità a tornare a casa e in più aveva anche perso tempo a cercare quello stupido vestito.
Doveva assolutamente rifarsi il trucco e sistemare i capelli prima di uscire di casa perché non poteva certo presentarsi in quelle condizioni alla mostra di suo fratello.
Si legò i capelli in una coda di cavallo e poi andò in bagno, dove prese subito il beauty case.
Non fece in tempo ad aprirlo che il citofono iniziò a suonare, ricordandole il suo immenso ritardo.
Disse alla sua migliore amica di salire e poi aspettò che bussasse alla sua porta prima di aprire.
-Ehi.- la salutò, richiudendosi la porta di casa alle spalle.
Tessa la squadrò da capo a piedi, sorpresa. -Perché non sei ancora pronta?-
-Bella domanda.-
Notò che la sua migliore amica indossava un abito celeste che si intonava perfettamente al colore dei suoi occhi e che aveva raccolto i suoi capelli biondi in una elegante coda a spina di pesce. Un paio di decolleté nere classiche completavano il look.
-Wow.- si complimentò, sorridendo. - Sei uno schianto.-
Tessa incrociò il suo sguardo, preoccupata. -Non è che ho esagerato?-
-Ma no, che dici…stai benissimo.- la rassicurò.
-Non vorrei fare una cattiva impressione su tua madre.-
Kailey scoppiò a ridere. –Ma per favore. Figurati se si mette a guardare quello che hai o non hai addosso. Non vedeva l’ora che tu e David vi metteste insieme. Hai già fatto colpo da un pezzo, cara mia.-
-Cosa?- le domandò Tessa, confusa.
-Lascia perdere.- rispose Kailey, scuotendo la testa divertita. –È un lunga storia.-
-Se lo dici tu.- si arrese la sua migliore amica, ridendo. –Ma hai intenzione di darti una sistemata o pensi di venire in tuta e col trucco tutto sbavato?-
Kailey alzò gli occhi al cielo. –Secondo te?-
-E allora sbrigati che sennò facciamo tardi.-
-Vieni ad aiutarmi.- le disse, dirigendosi verso la sua camera.
Tessa la seguì a ruota e poi si guardò intorno. –Ma che diavolo hai combinato?-
-Non riuscivo a trovare il vestito che mi volevo mettere stasera e quindi ho rivoltato l’armadio come un calzino.- rispose, osservando gli abiti che aveva sparso per la stanza.
-Eh, ho notato.- scherzò Tessa, alzando gli occhi al cielo.
Kailey sbuffò. -Che cavolo mi metto adesso?-
-Aspetta, fammi dare un’occhiata.-
Tessa posò la borsa sul letto prima di iniziare a frugare nel suo armadio.
-Questo è perfetto.- le disse poi, mostrandole un abito verde che conosceva fin troppo bene.
Era lo stesso vestito che aveva indossato la sera in cui aveva conosciuto Drake.
Si schiarì la voce, ma non alla fine non riuscì a dire nulla.
-Che c’è?- le chiese Tessa, sospettosa.
-Niente.- mentì.
La sua migliore amica sospirò. –Non abbiamo tempo, K. Perché non lo vuoi mettere?-
-Non mi ispira molto.- rispose, evasiva.
-Non ti ispira molto?- ripeté la sua migliore amica, scoppiando a ridere. –Ma non ti deve ispirare, K. È un vestito, non un ristorante.-
-Ci sarà pure un altro tubino che posso mettere.- replicò, spazientita.
-Si può sapere che ti prende?- le domandò Tessa, notando la sua reazione.
Kailey ignorò la sua domanda e osservò invece gli abiti che aveva lasciato prima sul letto.
-Potrei mettere questo.- affermò poi, afferrandone uno che le sarebbe arrivato poco sopra il ginocchio e che era di un verde più scuro rispetto a quello che aveva preso Tessa.
-Fai come vuoi, K, basta che ti sbrighi.- la sollecitò, scrollando le spalle. -Io intanto mi vado a prendere un bicchiere d’acqua.-
Kailey si cambiò alla svelta e poi andò in bagno per truccarsi.
Intensificò lo smokey eyes sui toni del nero e del marrone che aveva realizzato quella mattina per andare a lavoro e poi ravvivò la sua carnagione chiara con un filo di blush di un bellissimo color pesca. Mancava solo il mascara e poi sarebbe stata pronta.
-Quando hai intenzione di prenderti una macchina nuova?- le chiese a un certo punto Tessa, raggiungendola.
-Non ne ho idea.- rispose Kailey, rimettendo a posto il beauty case.
-Ma, scusa, i soldi dell’assicurazione?-
-Non bastano purtroppo. Mi toccherà viaggiare sui mezzi pubblici ancora per un po’.-
Si voltò verso di lei e notò che aveva un’espressione contrariata. –Che c’è?-
Tessa inarcò un sopracciglio. -Niente rossetto?-
-Cosa?- le chiese, sbattendo le palpebre confusa.
-Ti stai dimenticando il rossetto.-
Aprì un cassetto del mobile di legno sotto al lavandino e poi afferrò il primo rossetto nude che trovò.
-Contenta adesso?- scherzò, dopo averlo messo.
Tessa le fece la linguaccia. –Molto meglio.-
-Mi dai una mano coi capelli?-
-Non ci penso proprio.- rispose Tessa, divertita.
-Ma non posso andare in giro così.- protestò Kailey, osservandosi allo specchio. – Sembro appena uscita da un manicomio.-
E non stava scherzando. L’umidità li aveva gonfiati e arricciati verso le punte, rendendoli indomabili.
-Dai, per favore.- la supplicò, tirando fuori il ferro.
Tessa alzò gli occhi al cielo. -Quanto sei viziata.-
Kailey sorrise soddisfatta e poi prese lo sgabello accanto all’armadio dove teneva gli asciugamani puliti.
-Come li vuoi?-
-Mossi.-
-E va bene.– acconsentì Tessa, mettendosi all’opera.
 
Venti minuti dopo erano sedute in macchina, dirette verso l’edificio in cui si sarebbe tenuta la mostra fotografica di suo fratello.
Tessa continuava a dire che il posto non era molto lontano e che era facile da raggiungere, ma lei non ne era poi così convinta.
La sua migliore amica, infatti, aveva un pessimo senso dell’orientamento e di sicuro si sarebbero perse almeno tre volte prima di arrivare a destinazione.
Lanciò un’occhiata fuori dal finestrino prima di chiudere gli occhi e abbandonare la testa contro il sedile alle sue spalle.
Era davvero esausta, dannazione. La sera prima non aveva chiuso occhio, tormenta dai ricordi di quello che era successo con Drake.
Continuava a rivivere la conversazione che avevano avuto nel suo ufficio e non aveva smesso un attimo di chiedersi se per caso non le fosse sfuggito qualcosa.
Possibile che non fosse andato a letto con la ragazza che le aveva aperto la porta di casa in accappatoio? Possibile che avesse frainteso la situazione?
Sospirò, amareggiata. La doveva smettere di pensare a lui.
-Come mai così silenziosa?- le chiese all’improvviso Tessa, distogliendola dai suoi pensieri.
Kailey riaprì gli occhi di scatto e poi si schiarì la voce. –Sono solo stanca.-
-Dormito male?- si informò la sua migliore amica, fermandosi ad un semaforo.
-Già.-
Tessa le lanciò un’occhiata e poi tornò a guardare dritto davanti a sé. –Che fine ha fatto il tuo amico?-
Kailey si irrigidì. Non le aveva ancora raccontato nulla di quello che era successo con Drake.
-Non lo so. Non ci siamo più…- le si spense la voce quando si rese conto che non aveva senso mentire.
-Che è successo, K?- le chiese subito Tessa, intuendo che c’era qualcosa che non andava.
Kailey prese un respiro profondo. –È  andato a letto con un’altra.-
Tessa sgranò gli occhi, incredula. –Cosa?-
-Già.- disse Kailey, in tono asciutto.
-Ma quando è successo?-
-Lunedì. Ero andata a casa sua per fare colazione insieme a lui e mi ha aperto una tizia in accappatoio che mi ha fatto chiaramente capire che stavano facendo la doccia insieme.-
-Ma ti aveva invitato lui a casa sua?- le chiese Tessa, ripartendo.
-No. Gli volevo fare una sorpresa.- rispose, dandosi mentalmente della stupida.
Che diavolo le era saltato in mente quel giorno?
-Sei sicura che fossero andati a letto insieme? Ci hai parlato?-
Kailey sospirò. –Sì. Ieri è venuto in ufficio. Non ha detto chiaro e tondo di essere stato con un’altra, ma non lo ha nemmeno negato.-
-Non ci credo.- mormorò la sua migliore amica, scuotendo la testa.
-Avevi ragione tu. Siamo troppo diversi e poi non si può frequentare un ragazzo con cui non ti ricordi di essere andata a letto.-
Sentì Tessa sospirare. –Mi dispiace, K. Non avrei mai immaginato che ti potesse fare una cosa del genere.-
-Non ti preoccupare.- la rassicurò Kailey, schiarendosi la voce. –Mi passerà.-
Forse. Scacciò quel pensiero dalla testa e poi guardò fuori dal finestrino.
-A che punto siamo?- le chiese poi, controllando nel frattempo che ore fossero.
-Ci siamo quasi.-
La sua migliore amica svoltò a destra e poi proseguì dritto fino a quando non si ritrovarono di fronte ad un grattacielo completamento illuminato.
-Dovrebbe essere questo il posto.- disse Tessa, rallentando.
-E quando lo troviamo parcheggio qui?- borbottò Kailey, guardandosi intorno.
-Non ti preoccupare. L’organizzatore della mostra ha messo a disposizione un garage sotterraneo in cui possiamo mettere la macchina.-
-Intendi quello?- le chiese, notando l’ingresso di un garage proprio sotto il grattacielo in cui si teneva la mostra.
Tessa annuì e poi guidò in quella direzione.
 
In pochi minuti si ritrovarono in un’enorme sala tappezzata di foto che ritraevano i soggetti più disparati.
Non fecero in tempo a muovere un passo che la voce di David le raggiunse, spingendole a voltarsi. –Eccovi, finalmente. Dove eravate finite?-
-Tua sorella non sapeva che mettersi.- rispose la sua migliore amica, divertita.
Suo fratello alzò gli occhi al cielo prima di baciare dolcemente Tessa e cingerle la vita con un braccio. -Sei bellissima, tesoro.-
Kailey non riuscì a trattenere un sorriso. Erano davvero una bella coppia quei due.
Scosse la testa al ricordo di quanto si fosse arrabbiata quando aveva scoperto che si frequentavano di nascosto e poi si guardò intorno, meravigliata. –Questo posto è fantastico, Dave. Perché non ci fai vedere qualche foto?-
Prima che suo fratello potesse aprire bocca una voce femminile li chiamò da lontano.
-Non ti agitare.- disse alla sua migliore amica, ridendo.
Tessa le lanciò un’occhiata torva e poi si liberò in fretta dalla stretta di David.
Si lasciò sfuggire un sorriso prima di salutare sua madre, che nel frattempo si era avvicinata a loro. –Ehi, mamma.-
-Ciao, tesoro.- la salutò Dana, abbracciandola.
-Dov’è papà?- le chiese subito, notando la sua assenza.
Sua madre ignorò completamente la sua domanda e si concentrò invece su Tessa. –Finalmente.- disse, emozionata. -Non sai da quanto tempo aspettavo questo giorno.-
Kailey vide la sua migliore amica arrossire. Si schiarì la voce nel tentativo di soffocare una risata. Non l’aveva mai vista così in difficoltà.
-Buonasera, signora Forbes.- la salutò Tessa, porgendole la mano.
-Ma quale signora!- la rimproverò sua madre, abbracciandola con vigore. –Chiamami Dana, per favore. Ormai sei una di famiglia.-
-Allora buonasera, Dana.- annuì Tessa, sorridendo.
-Lo sapevo che prima o poi vi sareste messi insieme. Siete fatti l’uno per l’altra. E poi David era innamorato perso di te. Pensa che una volta, quando avevate più o meno sedici anni, ti ha fatto una foto di nascosto e poi l’ha…-
-Mamma!- esclamò suo fratello, interrompendola. -Smettila.-
Kailey si voltò verso la sua migliore amica e notò che era piuttosto divertita.
-Mi hai fatto una foto di nascosto?-
David si passò una mano nei capelli, imbarazzato. –Ma no… era solo…era solo uno scherzo.-
-Ma se volevi che la incorniciassi!-esclamò Dana, strappando a tutti una risata. –Eri così tenero. Non ho mai capito perché non le avessi mai detto quanto ti piacesse-
Tessa si voltò verso di lui, sorpresa. –Ti piacevo?-
-Questa conversazione sta diventando imbarazzante.- disse David, spazientito. -Perché non vieni a vedere qualche foto?-
-E va bene.- si arrese Tessa, sorridendo. –Scusateci.-
-A dopo, ragazzi.- li salutò Dana, guardandoli andare via.
Kailey scoppiò a ridere due secondi dopo che se n’erano andati via.
-Che c’è?- le chiese sua madre, inarcando un sopracciglio.
-Sei terribile.- rispose, sforzandosi di non ridere.
Dana alzò gli occhi al cielo. -Che ho fatto questa volta?-
-Mmm…vediamo.- disse Kailey, fingendo di pensarci su.- Non lo so…hai tipo messo in imbarazzo tuo figlio un’infinità di volte da quando hai aperto bocca?-
-Ma figurati, Kailey. Non essere sciocca.-
Decise di lasciar perdere. Tanto era inutile insistere con sua madre.
-Dove sta papà?- le chiese allora, curiosa.
-Era andato un attimo in bagno, ma a questo punto forse è il caso che lo vada a cercare.- rispose Dana, guardandosi intorno. –Che fine avrà fatto?-
-Secondo me si sta prendendo qualcosa da bere.- ipotizzò Kailey, ridendo.
-Di sicuro.- scherzò sua madre. -Ci vediamo dopo, tesoro.-
Kailey annuì e poi la osservò andare via.
Soffocò l’impulso di sbuffare quando si rese conto che l’avevano lasciata da sola. Fantastico. Forse aveva bisogno pure lei di qualcosa da bere.
Si avvicinò a uno dei camerieri presenti nella sala e poi afferrò al volo un flûte pieno di champagne.
Ne prese un sorso prima di guardarsi intorno, curiosa.
C’erano davvero parecchio foto in quel posto.
Una in particolare catturò subito la sua attenzione. Si avvicinò, credendo di aver visto male.
-Non è possibile.- mormorò, incredula. Ma quella era lei!
Non riusciva a credere ai suoi occhi. David le aveva scattato una foto mentre leggeva sul divano di casa sua e aveva pensato bene di esporla senza dirle niente.
Non ci posso credere.
-E che diavolo mi rappresenta?- si chiese ad alta voce, seccata.
In quella foto era struccata, in tuta e i suoi capelli erano raccolti in uno chignon spettinato.
Per non parlare dell’espressione da ebete che si ritrovava stampata in faccia. Era davvero pietosa.
All’improvviso l’assalì il panico. E se qualcuno l’avesse riconosciuta? Avrebbe fatto una figuraccia, santo cielo.
-Adoro questa foto.- disse all’improvviso una profonda voce maschile alle sue spalle.
Kailey valutò le alternative.
Poteva fare finta di niente e allontanarsi oppure voltarsi e subire l’umiliazione di essere riconosciuta.
Da persona intelligente quale era si voltò.
Il suo sguardò incrociò quello divertito di un uomo sulla trentina con folti capelli biondi.
-Questa foto non è proprio il massimo.- osservò, schiarendosi la voce.
L’uomo la squadrò a lungo prima di osservare attentamente la foto. –Ma questa è lei.- disse, sorpreso.
-Già.- mormorò Kailey, prendendo un altro sorso di champagne.
-Conosce il fotografo?- le chiese, stupito.
Annuì. –È mio fratello.-
-Davvero?-
-Purtroppo sì.- disse Kailey, seccata.
Come gli era venuto in mente a Dave di esporre una foto del genere?
-A me piace molto invece.- disse lo sconosciuto, riferendosi alla foto.
Kailey sì schiarì la voce, a disagio.
Quell’uomo cercava solo di essere gentile. A nessuno poteva piacere una foto in cui lei sembrava appena uscita da un film dell’orrore.
Si lasciò sfuggire un sorriso imbarazzato.
-Piacere, Sam.- si presentò poi lo sconosciuto, allungandole una mano.
-Kailey.- rispose, stringendola.
-Allora, Kailey.- iniziò a dire l’uomo, sorridendo divertito. –Cosa fai nella vita? A parte farti scattare foto mentre ti rilassi a casa tua sul divano.-
Non riuscì a fare a meno di sorridere anche lei. Quel tipo non era poi così male.
-Lavoro in un’azienda che produce software per computer.-
-Però.- disse Sam, stupito. –Che reparto?-
-Marketing.-
-Interessante.-
-E tu invece?- gli chiese, curiosa.
-Sono un medico.-
Kailey rischiò di strozzarsi con lo champagne. Le parole di sua madre le rimbombarono nella testa.
Ti ricordi Greta? Suo figlio si è traferito nel palazzo affianco al nostro proprio l’altro giorno…
Come dici scusa?  Dicevo che potremmo invitarlo a cena uno di questi giorni. Invitare chi? Il figlio di Greta, Sam. È un medico ed è davvero un bell’uomo. Sareste una coppia perfetta.
-Tutto bene?- le chiese Sam, vedendola in difficoltà.
Kailey si sforzò di sorridere. –Sì, certo.-
-Dunque sei un medico. Salvi la vita delle persone.- disse poi, guardandolo negli occhi.
Sam si strinse nelle spalle. –È il mio dovere.-
Prima che potesse dire nulla la voce di sua madre la costrinse a voltarsi. –Kailey, tesoro. Vedo che hai già conosciuto il figlio di Greta.-
Kailey le lanciò una lunga occhiata. Quindi ci aveva preso. Quello era l’uomo di cui le aveva parlato sua madre quando lei e Dave erano andati a pranzo da loro.
Alzò gli occhi al cielo. L’aveva messa in mezzo un’altra volta.
-Hai visto quando è bella questa foto, Sam?- disse poi Dana, sorridendo compiaciuta.
Sam si lasciò sfuggire un sorriso prima di annuire, convinto. –Davvero bella.-
-Certo.- confermò Kailey, sarcastica. –Davvero bella.-
-Non essere sciocca, tesoro. Sei venuta così bene.-
Kailey scosse la testa, incredula.
Rischiò di strozzarsi un’altra volta quando la sentì chiedere:-Sei ancora single, Sam?- L’uomo le lanciò un’occhiata e poi annuì, imbarazzato. –Ebbene, sì.-
-Meraviglioso.- disse Dana, entusiasta. –Anche la mia Kailey non si vede con nessuno. È stata tanto tempo con un ragazzo, ma poi si sono lasciati e da quel giorno non ha più frequentato nessuno. Potreste uscire insieme uno di questi giorni. Anzi… perché non vi scambiate i numeri di telefono?-
-Volentieri.- rispose Sam, divertito.
Kailey sbatté le palpebre un paio di volte, incredula. Aveva capito male. Non c’era altra spiegazione. Sua madre non faceva sul serio.
-Benissimo. Quando ti va, puoi anche venire a pranzo da noi. Tanto abitiamo così vicini!-
Cosa? Ma che diavolo stava dicendo? In quel momento desiderò sparire dalla faccia della Terra. Perché sua madre la metteva in imbarazzo ogni volta che apriva bocca?
-Grazie, mamma.- si intromise, esasperata. –Perché non vai a cercare papà?-
-Ma certo, cara. Così tu e Sam vi conoscete meglio.- annuì sua madre. –Mi raccomando parlate. Avete così tante cose in comune.-
-Non si preoccupi, signora.- la rassicurò Sam, prendendo un sorso di champagne.
Dana sorrise un’ultima volta prima di girare i tacchi e andarsene, lasciandoli da soli.
Kailey non aveva il coraggio di aprire bocca. Forse se chiudeva gli occhi e contava fino a tre si sarebbe resa conto che era solo un sogno. Un brutto sogno. Anzi no. Un sogno orribile.
-Tua madre è piuttosto… come dire…-
La voce divertita del medico la costrinse a voltarsi. Non riuscì a fare a meno di arrossire quando i loro sguardi si incrociarono.
-Ha solo bevuto un po’ troppo.- mormorò, cercando si giustificare il suo comportamento insensato. –Non diceva sul serio.-
-Quindi non sei single?- le chiese Sam, sforzandosi di non sorridere.
Kailey si schiarì la voce, ma alla fine non disse nulla. Non era proprio dell’umore adatto per parlare della sua vita sentimentale, non con un tipo che aveva conosciuto solo tre secondi prima, per lo meno.
-Mi dispiace.- si scusò il medico, passandosi una mano nei capelli. –Non volevo essere invadente.-
-Non sei stato invadente. È solo che…- si bloccò un attimo e poi lo guardò negli occhi. –Non mi sto vedendo con nessuno, ma…-
-Situazione complicata?- le chiese Sam, vedendola esitare.
-Più o meno.- annuì, prendendo l’ultimo sorso di champagne.
Aveva bisogno di un altro bicchiere. Anzi no. Di tutta la bottiglia.
Si guardò intorno e poi fece un cenno ad uno dei camerieri.
Sostituì il bicchiere vuoto con uno pieno e poi si concentrò di nuovo sull’uomo di fronte a sé.
-Mi dispiace per prima.- si scusò poi, imbarazzata. –A mia madre piace mettere in imbarazzo la gente.-
Sam scoppiò a ridere. –Non ti preoccupare. È stato divertente.-
-Non lo è stato per niente invece.- lo corresse Kailey, scuotendo la testa. –È stato orribile.-
Arrossì involontariamente quando il medico sorrise.
Lo squadrò furtivamente dalla testa ai piedi e poi si schiarì la voce, a disagio. Come aveva fatto a non accorgersi di quanto fosse attraente?
Era alto e a giudicare dalla camicia bianca che indossava aveva anche due spalle belle larghe.
I suoi occhi castani erano profondi e vivaci e il suo sorriso era riuscito a farla arrossire in più di un’occasione.
Basta, si rimproverò mentalmente. Che diavolo andava a pensare?
-Ehi, K.-
La voce squillante della sua migliore amica la spinse a girarsi.
-Dove hai lasciato Dave?- le chiese, notando che era da sola.
Tessa scrollò le spalle. –Sta parlando con un una coppia interessata a comprare una delle sue foto.-
Kailey sorrise. Suo fratello sarebbe diventato davvero famoso un giorno.
-Non mi presenti il tuo amico?- le chiese poi la sua migliore amica, alludendo a Sam.
-Oh, sì. Scusate. Tessa ti presento Sam, il figlio di un’amica di mamma.-
Si voltò verso il medico e poi disse:- Sam, lei è Tessa, la mia migliore amica.-
Tessa le lanciò una lunga occhiata. Quel tipo le piaceva. Avrebbe fatto squadra con sua madre per farli mettere insieme. Fantastico.
-Vorrei vedere qualche altra foto.- disse, rivolgendosi alla sua migliore amica. –Mi accompagni?-
Tessa sorrise maliziosamente. –Devo passare in bagno. Perché tu e Sam non fate un giro e poi vi raggiungo?-
Kailey soffocò l’impulso di alzare gli occhi al cielo. –Certo. A dopo.- mormorò, guardandola andare via.
-Dovremmo andarcene da qui.- disse Sam, attirando la sua attenzione.
-Cosa?-
-Se ce ne andiamo da qualche altra parte, smetteranno di fare tutti questi balletti per farci stare da soli.- le spiegò, divertito.
-E dove proponi di andare?-
Sam prese un sorso di champagne. –Ti va un frullato?-
-Un frullato?- ripeté, credendo di aver capito male.
-C’è una tavola calda qui vicino. Possiamo andare a fare due chiacchiere lì senza tutta questa pressione addosso.-
Kailey si irrigidì. Non era una buona idea.
-Rilassati, Kailey. Non è un appuntamento.- la rassicurò con un sorriso.
-E va bene.-
Non poteva certo rimanere in quel posto con il terrore che sua madre le facesse fare qualche altra brutta figura. E poi prendere una boccata d’aria non le avrebbe fatto male.
Avvertì Tessa e sua fratello e poi passò a prendere borsa e trench prima di andare via.
 
-Che fila.- osservò Sam, stupito, mentre entravano nella tavola calda.
Kailey sorrise e poi scosse la testa, rassegnata. –Non ce la faremo mai.-
Il medico si mise in coda dietro a un paio di ragazzini e poi le fece l’occhiolino.
Non lo avrebbe mai detto ad alta voce, ma sua madre aveva ragione.
Sam era intelligente, affascinante e aveva uno spiccato senso dell’umorismo.
Se il suo cuore non le avesse remato contro, probabilmente gli avrebbe dato una possibilità.
Peccato, però, che non riuscisse a smettere di pensare a Drake.
Anche mentre raggiungevano la tavola calda a piedi si era ritrovata confrontare l’uomo vicino a sé con quello invece che avrebbe voluto al suo fianco.
Il cantante dei Black Chemistry aveva tanto difetti.
Era testardo, arrogante e a volte decisamente scontroso, però era anche l’unico che le avesse fatto battere il cuore davvero dopo tanto tempo.
Aveva intuito subito che non fosse un tipo ansioso di impegnarsi, in fondo glielo aveva detto lui stesso, ma credeva che le cose fossero cambiate l’ultima volta che erano stati insieme.
Evidentemente si era sbagliata di grosso.
-Vedi?- le disse a un certo punto Sam, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Kailey si concentrò sull’ambiente intorno a sé.
Sorrise compiaciuta quando si rese conto che la fila si stava dimezzando. Forse sarebbero riusciti a prendere un frullato prima dell’orario di chiusura.
-Cosa prendi?- le chiese poi, voltandosi verso di lei.
-Non saprei. Che gusti ci sono?-
Sam sorrise. -Tutti quelli che vuoi.-
Cercò di sollevare la testa il più possibile. Non riusciva a vedere un cavolo da quella posizione.
-Adesso ho capito perché avevi tanta fretta di scaricarmi.-
Kailey si voltò di scatto, sorpresa. Avrebbe riconosciuto quella voce roca e profonda ovunque. Drake.
I loro sguardi si incrociarono all’improvviso.
Si ritrovò a trattenere il respiro, incapace di muovere un muscolo.
Drake lanciò un’occhiata all’uomo affianco a lei e poi inarcò un sopracciglio, strafottente. –Lo potevi dire subito.-
-Kailey?- la chiamò Sam, toccandole un braccio.
Kailey arrossì violentemente, rendendosi conto che aveva assistito alla scena.
Prese un respiro profondo e poi cercò di riprendere il controllo della situazione.
-Tu devi essere il nuovo passatempo di Kailey.- disse Drake, rivolgendosi a Sam. –Ti do un consiglio, amico. Non ti ci affezionare troppo perché prima o poi si stuferà di te e a quel punto ti mollerà senza pensarci due volte.-
Cosa? Non era stata lei ad andare a letto con un altro.
-Ci puoi scusare un momento?- chiese a Sam, cercando di tenere a freno la rabbia.
Sam spostò lo sguarda da lei a Drake, chiaramente confuso. –Certo...-
-Ordina anche per me.- gli disse prima di afferrare Drake per un braccio e trascinarlo fuori dalla tavola calda.
-Non hai il diritto di fare scenate.- lo accusò poi, furiosa.
Drake serrò la mascella, arrabbiato quasi quanto lei. –Mi hai scaricato per stare con quello.-
-Io non ti ho scaricato. –lo corresse Kailey.–Sei stato tu a scaricare me nell’istante esatto in cui sei andato a letto con un’altra.-
-Ma di che diavolo stai parlando? Non sono stato con nessun’altra da quando ci conosciamo.-
Scoppiò a ridere, incredula. Come poteva mentire così spudoratamente?
-E allora quella ragazza che era a casa tua lunedì?- gli chiese, guardandolo dritto negli occhi.
Drake sbatté le palpebre, confuso.
-Mi ha aperto la porta di casa in accappatoio e ha lasciato intendere che steste facendo la doccia insieme.-
-Ma di quale ragazza stai…-
La guardò per un attimo e poi gettò la testa all’indietro, scoppiando a ridere.
-Intendi Lisa?- le chiese, incredulo. -Non ci credo-
Drake scosse la testa un’altra volta. –Non sono stata a letto con lei.- affermò, in tono deciso. -È solo la mia vicina di casa. Quel giorno ha avuto problemi con la caldaia e mi ha chiesto se poteva usare la doccia di casa mia. Tutto qui. Non ci sono andato a letto, Kailey.-
Possibile che le stesse dicendo la verità?
-E allora per quale motivo Lisa o come diavolo si chiama lei mi ha fatto credere che foste stati insieme?- le chiese, inviperita.
Drake si grattò la testa, imbarazzato. –Ha una cotta per me.-
-Quindi sei stato a letto con lei in passato.- dedusse Kailey, facendo due più due.
-No, non è mai successo niente tra di noi. È solo una ragazzina. Avrà sì e no l’età di Ella. E poi si dà il caso che sia anche la figlia del proprietario del mio appartamento. Se me la fossi portata a letto mi avrebbe sbattuto fuori di casa molto tempo fa invece di aspettare tutto questo tempo, credimi.-
-Quindi fammi capire bene: hai lasciato che una ragazza interessata a te facesse la doccia a casa tua?- gli chiese Kailey, inarcando un sopracciglio. Faceva sul serio?
Prima che Drake potesse dire nulla Sam li raggiunse con i frullati in mano.
-Non c’è posto dentro.- le disse, stringendosi nelle spalle. –Ci facciamo un giro?-
Kailey lanciò un’occhiata furtiva a Drake. Sembrava piuttosto seccato.
-Ehm…sì…arrivo subito.- rispose, liquidandolo in fretta.
Sam annuì e poi si allontanò di qualche metro.
-Chi diavolo è quello smidollato?- le chiese Drake, richiamando la sua attenzione.
Kailey alzò gli occhi al cielo, spazientita. –Si chiama Sam e non è uno smidollato.-
-A quanto pare ti sei data da fare in questi giorni.- la accusò, lanciando un’occhiata alle sue spalle.
-Non osare.- gli disse, arrabbiata.
-Credevi davvero che sarei andato a letto con un’altra quando avevo la possibilità di stare con te?- le chiese, afferrandole un polso- Credevi davvero che avrei mandato tutto all’aria per stare con un’altra? Non hai ancora capito che mi…-
Kailey lo sentì esitare. Che cosa voleva dire?
-Non sono andato a letto con lei.- mormorò alla fine, avvicinandosi ancora di più.
Kailey non sapeva più cosa pensare. E se fosse stato davvero tutto un grosso malinteso? Poteva ancora sperare che le cose tra di loro funzionassero?
In fondo Drake sembrava sincero. E poi se fosse stato a letto con un’altra e non gli fosse importato niente di lei per quale motivo l’avrebbe cercata nel suo ufficio?
Formulò quella domanda ad alta voce.
Drake le accarezzò la pelle sensibile del polso. –Avevamo detto di uscire insieme stasera. Volevo sapere come eravamo organizzati.-
Kailey osservò il punto i loro corpi erano in contatto. Si liberò dalla sua stretta e poi lanciò un’occhiata a Sam che in quel momento li stava osservando. -Devo andare.-
-Mi hai mollato per stare con lui?- le chiese Drake, ridendo amaramente.
Scosse la testa con decisione. –No, certo che no. Credevo che fossi stato a letto con un’altra.-
-E allora rimani con me stasera.- mormorò Drake, guardandola negli occhi.
-Non posso, Sam ha preso i frullati.-
-Se li può bere lui.- scherzò Drake, scrollando le spalle.
Kailey si lasciò sfuggire un sorriso. Non poteva piantare in asso Sam in quel modo.
-Devo andare.- ripeté poi, dandogli le spalle.
Non fece in tempo a muovere un passo che Drake le afferrò un polso e la fece voltare di nuovo verso di sé.
Le cinse la vita con un braccio e poi si impadronì della sua bocca, premendo con forza le proprie labbra sulle sue.
Kailey chiuse gli occhi e si lasciò guidare dall’istinto, arrendendosi a quel contatto. Le era mancato così tanto, dannazione. Quando li riaprì notò che Drake stava sorridendo, vittorioso.
-Buona serata, Kailey.-
Non fece in tempo a dire nulla che era già sparito dal suo campo visivo. Si sfiorò le labbra con le dita e poi si voltò verso Sam, imbarazzata.
Arrossì involontariamente quando i loro sguardi si incrociarono. Aveva appena baciato un altro di fronte a lui!
-Ex fidanzato geloso?- le chiese, avvicinandosi.
Kailey afferrò il frullato che le stava allungando. –Non esattamente.-
-Giusto.- annuì Sam, divertito. –Situazione complicata. Ne vuoi parlare?
-Non proprio.-
-Come preferisci.- si arrese, comprensivo. –Torniamo alla mostra?-
Kailey annuì, rendendosi conto di essere davvero stanca.
-Comunque quel ragazzo deve tenere parecchio a te.- le disse a un certo punto Sam mentre si avviavano nella direzione da cui erano venuti.
Kailey si voltò verso di lui, sorpresa. –Come fai a dirlo?-
-Non hai visto il modo in cui ha reagito quando ci ha visti insieme?-
Ripensò al bacio che le aveva dato.
Non poteva mentire a se stessa. Anche lei teneva a lui. E molto.
 

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


 
-Birra?-
Drake esitò. Aveva bevuto parecchio, a pranzo. Forse non era il caso di bere ancora.
Alzò lo sguardo dalla lattina che gli stava offrendo Chase e poi scosse la testa con decisione. Non aveva intenzione di diventare un alcolizzato come suo padre.
-Secondo me si sta vedendo con qualcuno.- dichiarò il batterista, sedendosi accanto a Tyler.
Non riuscì a fare a meno di aggrottare le sopracciglia, confuso. –Ma chi?-
-Ella.- rispose Chase, seccato.
-E cosa te le fa pensare?- si intromise Tyler, schiarendosi la voce.
-Non lo so…si comporta in modo strano ultimamente. Non vuole che ascolti le sue telefonate e poi ha sempre la testa fra le nuvole.- spiegò loro, passandosi una mano nei capelli. -Non è una cosa normale.-
-E se anche fosse?- gli chiese il bassista, scrollando le spalle.
Chase gli lanciò una lunga occhiata. –Devo assolutamente scoprire di chi si tratta.-
Drake alzò gli occhi al cielo, divertito. Quando avrebbe smesso di essere così protettivo nei confronti della sorella minore?
-Non è più una ragazzina, Chase. Perché non la lasci in pace?-
Lanciò un’occhiata furtiva a Tyler e notò che era teso.
Possibile che fosse proprio lui il tipo con cui si stava vedendo Ella?
In fondo non sarebbe stato poi così assurdo.
Prima che il batterista potesse dire nulla la sorella rientrò a casa, piena di buste della spesa.
-Ciao, ragazzi.- li salutò, avvicinandosi all’angolo cottura. –Che combinate?-
Drake si lasciò sfuggire un sorriso. –Parlavamo proprio di te.-
Ella si scostò una ciocca di capelli neri dal viso e poi lo fissò con aria interrogativa. –Di me?-
Chase lo fulminò con lo sguardo, intimandogli silenziosamente di tenere la bocca chiusa. Cosa che ovviamente non fece.
-Esatto.- annuì, sforzandosi di non ridere. –Tuo fratello crede che tu ti veda con qualcuno.-
Ella arrossì sotto lo sguardo di tutti, chiaramente imbarazzata. –Non è così.-
-Ma davvero?- sbottò Chase, inarcando un sopracciglio.
-Certo.- rispose, svuotando le buste della spesa. –Se così fosse, saresti il primo a saperlo.-
Certo, come no.
Drake si schiarì la voce, nel tentativo di nascondere una risata.
-Vedi?- disse poi a Chase, ridacchiando.
Il batterista lo mandò vivamente a quel paese e poi si alzò dal divano per raggiungere la sorella. -E allora perché quando sei a telefono parli sempre a bassa voce?-
Ella sbuffò, spazientita. –Ma che te ne importa?-
Drake smise di ascoltare la loro conversazione nell’istante esatto in cui si rese conto che erano quasi le sei.
Doveva assolutamente passare da Carter prima di tornare a casa.
Mentre si alzava dal divano gli tornarono in mente le parole del signor Price.
Se entro venerdì sera non vedo i soldi dell’affitto, puoi anche iniziare a impacchettare le tue cose, Evans.
Si passò una mano nei capelli, frustrato.
Non solo non aveva trovato quei maledetti soldi da nessuna parte, ma era anche rimasto a corto di idee.
Forse poteva stare qualche giorno da Tyler.
In fondo il suo irritante coinquilino era andato in Europa per stare con la ragazza e non sarebbe tornato prima della fine del mese. Decise di fare un tentativo.
-Mike è ancora fuori città?- domandò al bassista, richiamando la sua attenzione.
Tyler scosse la testa, divertito. –È tornato ieri. Pare che Maya lo abbia mollato, costringendolo a rientrare prima del previsto. Perché?-
-Non ho un posto dove stare.- ammise, passandosi una mano sul viso.
-Cosa?- si intromise Ella, avvicinandosi.
Si strinse nelle spalle. –Ero indietro con l’affitto.-
Se Mark gli avesse concesso un anticipo sulle esibizioni di quel mese non si sarebbe certo trovato in quella stramaledettissima situazione.
Non era colpa sua, dannazione.
Poi però si rese conto della verità e sbuffò spazientito.
Il problema non era Mark. Il problema era che cantare e suonare in un locale non era un lavoro vero e proprio e non se la poteva prendere con il suo datore di lavoro se i soldi che gli dava mensilmente non bastavano a coprire l’affitto.
Scosse la testa. Non aveva scelta. Doveva trovarsi un altro lavoro.
-Ti ha cacciato fuori di casa?- gli chiese la sorella di Chase, strappandolo ai suoi pensieri.
-Non ancora.- rispose, seccato. –Ma lo farà nell’istante esatto in cui capirà che non ho ancora i suoi soldi.-
-Perché non vieni a stare da noi?- gli propose la ragazza, lanciando un’eloquente occhiata al fratello.
Drake si schiarì la voce, imbarazzato.
Era davvero gentile da parte sua, ma casa loro era piccola e non voleva essere assolutamente d’intralcio.
-Non ti preoccupare. Starò in albergo fino a quando non troverò una sistemazione migliore.-
-Ma perché, scusa?- protestò Ella, incrociando le braccia al petto. –Puoi stare qui e usare il divano letto. Non è un problema. Vero, Chase?-
Il batterista annuì con convinzione. –Figurati, amico. Non c’è problema.-
-Forse è meglio se ne riparliamo dopo con calma. Ora devo passare da Carter e finire il tatuaggio.- disse, cercando di cambiare argomento.
-Devi ancora finire il tatuaggio?- si informò Tyler, confuso.
-Già-
-E come mai Carter ci sta mettendo tutto questo tempo?- chiese Chase, aggrottando le sopracciglia.
Ella lo scrutò attentamente, notando il suo silenzio. –Avete discusso?-
-Forse.-
Tyler scoppiò a ridere. –Strano.- disse, alzando gli occhi al cielo. -Tu non discuti mai con nessuno.-
Drake gli lanciò un’occhiata torva. Lo stava prendendo in giro?
-Questa volta non è colpa mia.- si difese, profondamente irritato.
In fondo non era stato lui a dire a Kailey di non andare alla festa di Ella, dannazione.
-Certo, amico. - disse il biondo, ridacchiando.
-Basta, ragazzi.- li rimproverò la sorella di Chase, sbuffando. –Perché avete discusso?- gli domandò poi, sospettosa.
-Niente di importante.- mentì.
La vide inarcare un sopracciglio, perplessa. –C’entra Kailey, per caso?-
Drake si sforzò di mantenere un’espressione neutra. –Più o meno.-
-Vedrai che si sistemerà tutto.-
Drake scrollò le spalle. Non c’era proprio niente da sistemare. Carter doveva solo imparare a farsi gli affari suoi.
-Io e Kailey ci siamo viste stamattina.- gli disse poi la sorella di Chase, cogliendolo alla sprovvista.
-Cosa?- chiese, confuso. Quelle due erano uscite insieme?
-Non fare quella faccia.- disse Ella, ridacchiando. -Ci siamo solo prese un caffè.-
-E che ti ha detto?- le chiese, nervoso.
Gli angoli della sua bocca si incurvarono in un sorriso malizioso. –Non lo saprai mai.-
-Ella.- la rimproverò suo fratello, scuotendo la testa. –Lascialo in pace.-
Sentì Ella ridacchiare. Che razza di arpia.
Non gli avrebbe detto niente nemmeno se l’avesse torturata nel peggiore dei modi.
-Come ti pare.- disse, scrollando le spalle con noncuranza.
Non aveva il tempo di stare ai suoi giochetti. -Ci vediamo dopo.-
Salutò tutti e tre e poi uscì a passi decisi dall’appartamento.
Mentre camminava per le strade della città non riuscì a fare a meno di chiedersi cosa stesse facendo Kailey in quel momento.
Non aveva avuto più sue notizie da quando si erano incontrati alla tavola calda la sera prima e la cosa lo aveva insospettito parecchio.
Possibile che si fosse inventata la storia del tradimento solo per liberarsi di lui?
In fondo una persona intelligente sarebbe entrata in casa e gli avrebbe chiesto spiegazioni invece di fermarsi alle apparenze come aveva fatto lei.
E poi chi diavolo era il tipo vestito di tutto punto con cui era uscita? Possibile che l’avesse scaricato davvero solo per stare con lui?
In fondo non era poi un’ipotesi così remota, dannazione.
Scosse la testa, spazientito.
Doveva alzare il telefono e parlare con lei.
Non poteva continuare a torturarsi in quel modo.
 
-Sai già cosa devi fare quando torni a casa.- gli disse un’oretta dopo Carter, coprendo il tatuaggio con una pellicola protettiva. –Sapone antibatterico, mi raccomando.-
Drake alzò involontariamente gli occhi al cielo.
Quante volte glielo aveva ripetuto?
Non era sordo, santo cielo.
Recuperò la maglietta nera a maniche corte che aveva lasciato sulla sua scrivania e poi annuì svogliatamente. –Sì, lo so.-
-Se dovessi avere problemi, chiamami.- gli consigliò, sfilandosi i guanti.
Drake si erano appena voltato per uscire dalla stanza quando il tatuare lo chiamò. -Ah, Drake?-
Si girò di nuovo, sorpreso. –Cosa?-
-Mi dispiace. – disse semplicemente, guardandolo negli occhi.
Drake valutò la possibilità di aprire bocca e dire qualcosa, ma alla fine si limitò ad annuire.
Sapeva perfettamente quanto fosse difficile scusarsi per il tatuatore perché era un difetto che riguardava anche lui.
Gli lanciò un’ultima occhiata prima di voltarsi e uscire dalla stanza.
 
Mezz’ora dopo era seduto sul bordo del letto, a chiedersi quanto tempo gli fosse rimasto prima che il signor Price lo buttasse fuori di casa.
Erano quasi le otto di sera, eppure di lui non c’era traccia.
Possibile che avesse cambiato idea e gli avesse concesso un altro giorno per trovare i soldi dell’affitto?
Sicuro.
Scosse la testa, irritato. Quello stronzo non avrebbe mai fatto una cose del genere.
Recuperò il telefono dalla tasca dei jeans e poi sbloccò rapidamente lo schermo.
Intanto poteva cercarsi un altro posto dove stare.
Non fece in tempo a muovere un dito che qualcuno iniziò a bussare alla sua porta, costringendolo ad alzarsi.
Posò il telefono sul comodino e poi andò ad aprire, certo di trovarsi davanti l’uomo di mezza età che avrebbe preso volentieri a pugni.
-Voglio un appuntamento.- disse un’inconfondibile voce femminile che gli fece spalancare gli occhi dalla sorpresa.
-Cosa?- chiese, confuso.
Kailey arrossì. –Voglio un appuntamento.- ripeté, imbarazzata.
Drake spalancò la porta di casa in modo tale che potesse entrare e poi se la richiuse alle spalle con un tonfo.
-Un appuntamento?- le chiese, osservandola mentre si sedeva sul suo divano.
-Esatto.- annuì, lasciandosi sfuggire un sorriso.
Drake si grattò la testa, imbarazzato. Non sapeva cosa dire.
Alla fine disse la prima cosa stupida che gli venne in mente. –Perché?-
-Perché siamo partiti in quarta, Drake. Siamo finiti a letto la sera stessa che ci siamo conosciuti e come se non bastasse di quella sera non ricordo quasi niente, perciò voglio un appuntamento. Un appuntamento vero.- rispose Kailey, schiarendosi la voce.
Annuì inconsciamente. Quel ragionamento non faceva una piega.
-E quel tipo?- si ritrovò però a chiedere, incapace di trattenersi.
Kailey sospirò. –Non c’è niente tra di noi. Ci siamo conosciuti alla mostra di mio fratello e poi siamo andati in quella tavola calda per evitare che mia madre continuasse a rompere le scatole. Tutto qui. -
-Tua madre?- le chiese, perplesso. Che c’entrava sua madre?
-È una lunga storia.- rispose Kailey, ridacchiando.
Drake contrasse la mascella, seccato. –E poi che avete fatto dopo che me ne sono andato?-
La vide inclinare la testa, incapace di trattenere un sorriso. –Sei geloso, per caso?-
Scoppiò a ridere, incredulo. Lui? Geloso? Ma per favore. –Figurati.-
Kailey si alzò dal divano e poi si avvicinò lentamente a lui. –E invece sei geloso.- disse, divertita.
-Credevo che mi avessi scaricato per stare con quello, Kailey. -la corresse, rendendosi conto, però, che quello che aveva appena detto non aveva alcun senso. - Non sono geloso.-
-Come vuoi.- si arrese la rossa, scrollando le spalle.
Peccato, però, che continuasse a sorridere. E che quel sorriso fosse una terribile fonte di distrazione.
Si schiarì la voce, sforzandosi di pensare ad altro. –Andavi da qualche parte?- le chiese, notando quanto fosse attraente con quel vestitino nero senza spalline che le arrivava poco sopra le ginocchia.
-Esco con le ragazze.- annuì. –Però non so ancora dove andiamo.-
Drake alzò lo sguardo dalle sue labbra. Quanto avrebbe voluto baciarla in quel momento.
Si schiarì la voce, a disagio.
-Adesso devo proprio andare.- gli disse a un certo punto Kailey, controllando l’ora.
-E il nostro appuntamento?- le chiese, rendendosi conto di non volere affatto che lei se ne andasse.
Gli angoli della sua bocca si incurvarono in un sorriso. –Aspetto una tua chiamata.- si limitò a dire, sorridendogli.
Drake ragionò in fretta. Come poteva convincerla a rimanere un altro po’?
All’improvviso gli tornò in mente una cosa. Probabilmente gli avrebbe fatto guadagnare solo qualche altro minuto insieme a lei, ma era sempre meglio di niente.
-Ho bisogno del tuo aiuto.- le disse, guardandola negli occhi.
Kailey si preoccupò. –Che è successo?-
Sorrise. Quella ragazza pensava sempre al peggio.
-Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a lavare il tatuaggio sulla schiena e a mettere la crema.-
-Oh.- mormorò Kailey, sorpresa. –Quanto ci vuole?-
-Poco.- la rassicurò, guardandolo negli occhi.
Kailey posò la borsa sul tavolo e poi sorrise. –E va bene.-
Soffocò l’impulso di sorridere compiaciuto e la portò invece in bagno, dove prese subito quello che gli serviva.
-Che devo fare?- gli chiese Kailey, avvicinandosi al lavandino.
Drake le spiegò come rimuovere la pellicola protettiva e lavare il tatuaggio e poi si sfilò la maglietta.
-Non ti puoi sedere da qualche parte? Così sei troppo alto.- gli disse, divertita.
-Aspetta un secondo.-
Tornò in soggiorno, prese una sedia e poi la posizionò di fronte al lavandino. –Meglio?-
-Decisamente sì.- annuì Kailey, mettendosi all’opera.
La sentì armeggiare con la pellicola protettiva e poi aprire il rubinetto dell’acqua.
-Ha un significato particolare?- gli chiese, toccandogli delicatamente le spalle.
-Non proprio.- rispose, schietto. -Mi piaceva e basta.-
-In ogni caso è davvero bello.- disse, lavando il tatuaggio.
Non riuscì a trattenere un sorriso. Quei motivi tribali piacevano parecchio anche a lui. –Grazie.-
-E sai cos’altro mi piace, Evans?- gli disse, afferrando il tubetto di crema che le aveva dato prima.
Drake la guardò attraverso lo specchio. Stava sorridendo. –Cosa?- le chiese, curioso.
-Questo accenno di barba.- rispose, spalmandogli la crema sulle spalle.
Drake scoppiò a ridere. –Sul serio?-
-Eh, già.- annuì Kailey, sorridendo maliziosamente.
Scosse la testa, divertito. A lui non piaceva per niente, ma dopo quella rivelazione non l’avrebbe tolta per niente al mondo.
-Fatto.- gli disse poi, richiudendo la crema.
Drake si alzò dalla sedia e poi la osservò mentre si lavava le mani.
-Devi proprio andare?- le chiese, deluso.
Kailey si asciugò le mani e poi si voltò verso di lui. Il suo sguardò si posò prima sui suoi addominali e poi incontrò finalmente il suo.
-Già.- rispose, infilandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Drake sorrise. Non sembrava proprio che se ne volesse andare via.
-Questa storia dell’appuntamento…- iniziò a dire, vedendola esitare. –…implica che non ti posso nemmeno baciare?-
-Già.- ripeté Kailey, con un filo di voce.
-Sei proprio sicura?- le chiese, chinandosi verso di lei.
Kailey gli posò le mani sul petto e poi si scansò, finendo involontariamente con le spalle al muro.
-Non ti azzardare.- gli intimò, sforzandosi di non ridere.
-Non funzionerà.- le disse, appoggiando le mani ai lati della sua testa.
-Cosa?-
Drake si lasciò sfuggire un sorriso. –Fare finta che non siamo mai stati a letto insieme.-
-Ma la prima non conta.- protestò lei, sbuffando. –Non me la ricordo nemmeno.-
-Ma io sì.- la prese in giro, ridacchiando.
La sentì sbuffare, di nuovo. –Che ne dici di spostarti?-
-Non ci penso proprio.-
Prima che avesse anche solo il tempo di reagire chinò la testa e la baciò, sfiorandole dolcemente le labbra.
Non aveva intenzione di fingere che tra loro non fosse mai successo nulla.
-Drake..- la sentì mormorare, a contatto con la sua bocca. –Spostati...-
Inutile dire che la ignorò. Le posò una mano sul fianco e poi approfondì il bacio. Kailey gli infilò una mano nei capelli e poi lo attirò a sé con decisione.
Dannazzione. La doveva portare in camera da letto. Subito.
La sollevò in modo tale le sue gambe si allacciassero intorno alla sua vita e poi si avviò verso la sua stanza con lei in braccio.
-Che diavolo stai facendo?- gli chiese Kailey a un certo punto, scostandosi da lui.
Si lasciò sfuggire un sorriso. –Secondo te?-
La depositò sul suo letto e poi le tolse subito le scarpe.
-Non ci pensare proprio, Evans.- lo redarguì, indietreggiando verso la tastiera del letto.
-Andiamo, K. Sappiamo tutti e due come andrà a finire questa cosa.- la prese in giro, salendo sul letto.
-Voglio il mio appuntamento.- protestò, testarda.
-E lo avrai.-
Kailey appoggiò la schiena alla testiera del letto e poi lo guardò dritto negli occhi. –Non hai afferrato quella parte del discorso in cui ti dicevo che eravamo partiti in quarta e che volevo ricominciare tutto da capo?-
-Devo essermela persa.- rispose, scrollando le spalle.
Se non si fossero ritrovati entrambi sul suo letto, le avrebbe sicuramente retto il gioco. Era davvero uno spasso discutere con lei in quel modo.
Si avvicinò, sorridendo maliziosamente. –Abbiamo finito di parlare?-
-Certo che no.- rispose, mentre lui si chinava per baciarle il collo.
Kailey lo spinse via. –Smettila.-
Prima che lui potesse dire qualcosa bussarono alla sua porta.
Price. Si era completamente dimenticato di lui. Imprecò a bassa a voce.
-Torno subito. –le disse, alzandosi. –Non ti muovere.-
Kailey lo guardò con aria di sfida.
Uscì dalla stanza e poi andò ad aprire la porta.
-Disturbo, Evans?- lo schernì il signor Price, notando che era scalzo e a torso nudo.
Ignorò il suo tono di voce e poi scosse la testa, sforzandosi di non colpirlo.
-Dove sono i miei soldi?-
-Non ce li ho.-
L’uomo incrociò le braccia al petto, contrariato. -Non mi dai alternative, Evans. Mi dispiace, ma te ne devi andare.-
Drake serrò la mascella. –Non è un problema.- mentì. -Quanto tempo ho?-
-Una settimana.-
Scrollò le spalle. –Bene.-
-Mi dispiace.- ripeté ancora una volta il signor Price prima di andarsene.
Drake lo osservò mentre saliva le scale per raggiungere il suo appartamento e poi si chiuse la porta di casa alle spalle. Dannazione.
-Che succede?- gli chiese Kailey, raggiungendolo.
-Niente.-
La sentì sbuffare, spazientita. –Che succede?- ripeté, intuendo che c’era qualcosa non andava.
-Devo cercarmi un altro posto in cui stare.- rispose, sedendosi sul divano.
-E perché?-
-Perché ero indietro con l’affitto e il proprietario di casa mi ha appena sfrattato.-
-Cosa? E dove starai?- gli domandò, preoccupata.
-Ancora non lo so.-
Kailey sospirò. –Hai ragione.- disse poi, rassegnata. -Non funzionerà.-
Non riuscì a trattenere un sorriso. –E allora perché sei ancora vestita?-
La vide alzare gli occhi al cielo. –Divertente. Comunque puoi stare qualche giorno da me.-
-Cosa?- gli chiese, confuso. Stare da lei?
Kailey sorrise.- Non hai un posto dove stare, giusto?-
-Già.-
-E allora puoi stare da me.-

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Kailey recuperò un paio di presine dal tavolo e poi sfornò la crostata al cioccolato che aveva iniziato a preparare quella mattina subito dopo aver fatto colazione.
Appoggiò la teglia sul ripiano dei fornelli e poi si concesse qualche secondo per osservarla.
Doveva ammettere che era venuta proprio bene. Era cotta al punto giusto e aveva un odore fantastico.
Non vedeva l’ora di farla assaggiare a quell’arpia di Tessa.
Non le avrebbe mai più detto che alla veneranda età di ventisei anni non sapeva cucinare nemmeno mezzo dolce.
Si affrettò a coprirla con un tovagliolo di carta e poi si diresse in bagno.
Erano giorni che non si rifaceva lo smalto.
Non ne poteva più di avere le unghie dipinte di blu scuro.
Recuperò acetone e dischetti di cotone e poi se lo tolse con cura.
Una volta finito gettò tutto nel cestino.
Aprì il cassetto del mobile in cui teneva gli smalti e frugò a lungo, indecisa su quale colore indossare.
Alla fine optò per il solito bianco latte, una nuance che si addiceva perfettamente alla sua carnagione chiara.
Prese anche base e top coat e infine si diresse in salone.
Non fece in tempo però a muovere un dito che qualcuno bussò alla sua porta, cogliendola alla sprovvista.
Non poté fare a meno di aggrottare le sopracciglia, perplessa. Chi poteva essere?
Non stava aspettando nessuno.
Si avviò con calma verso l’ingresso e poi aprì la porta di casa senza nemmeno controllare chi fosse, una mossa di cui si sarebbe pentita in seguito.
-Non dirmi che sei stata licenziata un’altra volta.- le disse una voce femminile che proprio non sopportava.
Sbatté le palpebre un paio di volte.
Che diavolo era venuta a fare Kelly a casa sua?
-Ti ho svegliato per caso?- le chiese sua cugina, squadrandola da capo a piedi.
Kailey contò fino a tre e poi sorrise. Il sorriso più falso che avesse mai fatto in vita sua.
-No, figurati.-
Sua cugina annuì, come se in realtà se lo aspettasse. E allora che diavolo glielo chiedeva a fare?
Prese un respiro profondo e poi la invitò a entrare, soffocando l’impulso di richiuderle la porta in faccia.
Non la vedeva da un anno, eppure non era cambiata di una virgola. Stesso caschetto nero di sempre e occhi scuri da arpia. Chissà che diavolo voleva da lei.
-Ti trovo bene.- le disse, cercando di essere gentile.
Kelly si accomodò su un divano e poi la squadrò un’altra volta. –Grazie, tesoro. Non posso dire lo stesso di te, però. Perdere il lavoro è stato un trauma, non è così?-
Kailey la fissò con aria interrogativa. Di che diavolo stava parlando?
-Non ti seguo.- le disse infatti, scuotendo lievemente la testa.
-Perdere il lavoro non è mai una passeggiata, lo capisco. Ma è anche vero che il tuo era un lavoro precario, e si sa come vanno a finire queste cose.-
-Non sono stata licenziata.- la corresse Kailey, chiedendosi per quale motivo pensasse il contrario.
-E allora che ci fai a casa di lunedì mattina?-
Kailey si ritrovò a sbattere le palpebre ripetutamente. Cosa? Ma non era domenica?
-Lunedì mattina?- farfugliò infatti, credendo di aver capito male.
Sua cugina la fissò come se fosse pazza.
Aveva disattivato pure la sveglia credendo che fosse domenica!
Non è possibile, pensò.
Era la prima volta che le capitava una cosa del genere.
Si alzò dal divano come se l’avesse punta un insetto e poi si fiondò in camera, in preda al panico. Dove accidenti aveva lasciato il telefono?
Doveva chiamare Caroline e avvertirla che sarebbe arrivata in ritardo alla riunione. La stessa che era già stata rimandata una volta a causa sua. Dannazione.
-Si può sapere che diavolo stai facendo?- le chiese sua cugina, raggiungendola.
Kailey recuperò il telefono dalla borsa e poi chiamò subito Caroline.
Al quinto squillo capì che non le avrebbe risposto.
Prese un respiro profondo, e poi un altro, cercando di riprendere il controllo della situazione.
Innanzitutto doveva cacciare Kelly di casa e poi doveva chiamare un taxi.
Non poteva certo mettersi ad aspettare l’autobus a quell’ora.
-Mi sono appena ricordata di avere un appuntamento di lavoro molto importante.- disse, voltandosi verso di lei. –Mi dispiace, ma devo proprio andare.-
Sua cugina incrociò le braccia al petto e poi inarcò un sopracciglio, come se non le credesse.
-Capita a tutti di perdere il lavoro prima o poi. Però non c’è alcun bisogno di inventarsi fantomatici appuntamenti solo perché gli altri un lavoro ancora ce l’hanno.- replicò Kelly, stizzita.
Cosa? Diceva sul serio?
-Non mi sto inventando proprio un bel niente.- sbottò Kailey, lanciando un’occhiata nervosa all’orologio. Stava solo perdendo tempo.
-Ma certo, tesoro.- annuì sua cugina, in tono accondiscendente.
Kailey scosse la testa, incredula. Non riusciva a credere alle sue orecchie.
-Devo proprio andare adesso.- si scusò, facendole capire che doveva alzare le tende. -Ci sentiamo uno di questi giorni, ok?-
Col cavolo che l’avrebbe chiamata. E non le importava un fico secco che fosse la figlia della sorella di suo padre.
Era solo una stronza egocentrica a cui piaceva mettere in difficoltà la gente.
-E va bene.- si arrese alla fine sua cugina, sospirando.
La seguì prima in salone, dove Kelly recuperò la borsa, e poi all’ingresso.
-È stato bello rivederti.- mentì, ormai sulla soglia di casa.
-Infatti.- annuì Kelly, voltandosi un’ultima volta verso di lei. -Mi raccomando aspetto una tua chiamata.-
-Contaci.-
La osservò mentre entrava nell’ascensore e poi si richiuse finalmente la porta alle spalle.
Si fiondò in camera e si cambiò al volo.
Afferrò dalla scrivania tutti i documenti che le servivano e poi li ficcò in borsa, in ordine sparso. Li avrebbe sistemati una volta arrivata in ufficio.
Andò a chiudere tutte le finestre, controllò il gas e infine uscì di casa.
Mentre scendeva le scale in fretta in furia andò a sbattere contro qualcuno.
-Scusi.- si affrettò a dire, senza nemmeno alzare lo sguardo.
-Non so se ti scuso.- le rispose una voce maschile profondamente divertita.
Si sistemò meglio la borsa sulla spalla e poi alzò lo sguardo.
Drake la stava fissando con aria divertita.
Indossava un giubbotto di pelle nera che non aveva mai visto addosso e un paio di jeans scuri.
-Che ci fai qui?- gli chiese, confusa. –Non dovevi venire domani?-
-Se vuoi me ne posso sempre andare.- la prese in giro, ridacchiando.
Kailey lanciò un’occhiata all’orologio.Dannazione, era tardissimo.
-Puoi tornare stasera?- gli chiese, incapace di mascherare l’agitazione. -Sono davvero in ritardo.-
-Non c’è problema.- rispose Drake, scrollando le spalle. –Ti serve un passaggio?-
-No, grazie. Ho prenotato un...- si bloccò nell’istante esatto in cui si rese conto che per la fretta si era dimenticata di prenotare il taxi.
-Accidenti.- mormorò, esasperata. Non gliene andava bene una quella mattina.
-Che c’è?- le chiese Drake, preoccupato.
-Come non detto. –rispose, incapace di trattenere una smorfia. -Mi servirebbe proprio quel passaggio, sai?-
Drake scoppiò a ridere. –Andiamo allora. Ho parcheggiato proprio qui sotto.-
Continuarono a scendere le scale ad un ritmo disumano e poi uscirono dal palazzo.
-Non pensavo fossi il tipo che arriva tardi a lavoro.- le disse Drake mentre camminavano l’uno affianco all’altra.
Kailey sbuffò. –Perché non lo sono infatti.-
-E allora che è successo stamattina?-
-Se te lo racconto non ci credi.-
-Mettimi alla prova.- la sfidò Drake, fermandosi davanti alla sua moto.
Recuperò i caschi dal baule e poi si voltò verso di lei, curioso.
-Credevo fosse domenica.- ammise, rendendosi conto di quanto fosse assurda la cosa.
Drake scoppiò a ridere. -Sul serio?- le chiese, salendo nel frattempo sulla moto.
-Già.-
Kailey si lasciò sfuggire un sospiro e poi si infilò il casco. -Vola.- gli disse poi, salendo anche lei.
Sentì Drake ridacchiare.
 
Un quarto d’ora dopo erano arrivati.
Drake parcheggiò la moto davanti all’ingresso degli uffici e poi la aiutò a scendere.
-Continui ad essere in ritardo?- le chiese, divertito.
Kailey gli restituì il casco e poi lanciò un’occhiata all’orologio. -Direi proprio di sì.-
-E io che pensavo di essere stato un fulmine.- scherzò Drake, riferendosi a quanto avessero fatto in fretta.
-Magari la prossima volta evita di superare un camion sulla destra, eh?- lo prese in giro Kailey, alzando gli occhi al cielo.
Drake si strinse nelle spalle e poi sorrise.
-Grazie del passaggio.- lo ringraziò infine, rendendosi conto che non poteva perdere altro tempo. –Ci vediamo stasera.-
Girò i tacchi e si avviò a passi decisi verso l’ingresso del palazzo.
Non andò molto lontano.
Drake la raggiunse e le rubò un bacio prima che potesse anche solo rendersene conto.
-Adesso sì che puoi andare.- le disse, facendole l’occhiolino.
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi proseguì dritta per la sua strada, lasciandoselo alle spalle.
Una volta dentro salutò la ragazza della reception e poi si diresse verso gli ascensori.
Cominciò a perdere seriamente la pazienza quando dopo cinque minuti non era ancora riuscita a prenderne uno.
Sbuffò, seccata. Non aveva scelta. Doveva farsi sette piani di scale a piedi.
Prese un respiro profondo e poi si avviò verso la rampa di scale alla sua sinistra.
Arrivata al quinto piano non aveva più fiato. Si concesse qualche secondo per recuperare e poi riprese a salire.
Quando arrivò al settimo rischiò seriamente di svenire. Che diavolo le era saltato in mente?
Non aveva più l’età per quel genere di cose.
Andò a prendersi una bottiglietta d’acqua alle macchinette e poi se la scolò tutta d’un fiato.
-Che ci fai qui?- le chiese a un certo un punto una voce femminile alle sue spalle.
Si girò, perplessa.
Caroline la stava guardando come se fosse un’aliena.
-In che senso scusa?-
Gettò la bottiglietta nel cestino più vicino e poi tornò a guardarla.
-Non capisco perché sei venuta in ufficio.-
Kailey aggrottò le sopracciglia. Si era persa qualcosa per caso?
-Non ti seguo.-
Si sforzò di non pensare al fatto che aveva detto quelle stesse parole meno di un’ora prima a Kelly e cominciò invece a incamminarsi verso la sala riunioni.
Caroline la seguì.
-Non ti eri presa un giorno di ferie?- le domandò la sua assistente, perplessa.
Kailey si bloccò nel bel mezzo del corridoio. -Che giorno è oggi?-
-Lunedì 16.-
-Esatto.- disse, annuendo. - E tra due minuti non inizia la riunione con Max?-
Vide Caroline scuotere la testa.
-Veramente la riunione è lunedì prossimo.- la corresse. –E poi venerdì scorso mi hai detto che oggi non saresti venuta a lavoro perché ti eri presa un giorno di ferie.-
-Non ci credo.- mormorò Kailey, in preda a un attacco isterico. –Non è possibile.-
Aveva cacciato sua cugina in fretta e furia, anche se in realtà se lo meritava, si era vestita con le prime cose che aveva trovato nell’armadio ed era uscita di casa senza un filo di trucco.
Per non parlare del fatto che si era fatta sette piani di scale a piedi come se fosse una questione di vita e di morte, rischiando seriamente di svenire.
Si era scapicollata per arrivare in tempo a quella stramaledetta riunione e adesso Caroline le stava dicendo che aveva sbagliato giorno?
Cos’era uno scherzo?
Chiuse gli occhi per un attimo e poi prese un respiro profondo.
-Ti ho chiamata al cellulare prima, ma non mi hai risposto.- l’accusò, incapace di trattenersi.
-Sì, ho visto.- le disse. -Scusami, ma ero in bagno.-
Kailey prese un altro respiro profondo e poi si ritrovò a scuotere la testa.
Quella mattina non aveva disattivato la sveglia perché credeva che fosse domenica. L’aveva disattivata perché dentro di sé sapeva che non si sarebbe dovuta presentare a lavoro.
E se quella stronza di Kelly non le fosse piombata a casa all’improvviso avrebbe continuato a fare quello che stava facendo invece di stancarsi così tanto.
-Ci vediamo domani allora.- le disse Caroline, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
-A domani.-
Aspettò che Caroline se ne andasse prima di prendere il telefono e chiamare Drake.
-Sei ancora nei paraggi per caso?- gli chiese non appena lui rispose.
-Più o meno. Perché?-
-È una storia lunga.- rispose, sospirando. –Puoi venire a prendermi?-
Drake chiese qualcosa a qualcuno che era lì con lui e poi si concentrò di nuovo su di lei. –Dammi dieci minuti e sono da te.-
-Perfetto. –disse. -A tra poco.-
Gettò il telefono nella borsa e poi si avviò a passo spedito verso i bagni delle donne.
Una volta dentro appoggiò la borsa sul ripiano dei lavandini e si guardò allo specchio.
Accidenti. Sembrava uno zombie.
Come aveva fatto ad uscire di casa in quelle condizioni?
Si sciacquò il viso con un po’ d’acqua fresca e poi se lo asciugò con una salvietta.
Doveva darsi una sistemata. Non poteva andare in giro conciata in quel modo.
Si legò i capelli e poi recuperò dalla borsa la pochette con i trucchi di emergenza che si portava sempre dietro.
Quando ebbe finito rimise tutto apposto e poi annuì, soddisfatta del risultato.
Non era un trucco completo, ma almeno non sembrava più uno zombie.
Si sciolse di nuovo i capelli e uscì.
 
Drake la stava aspettando fuori, appoggiato alla sua moto.
Non appena la vide scoppiò a ridere. –Ma non eri in ritardo?-
Kailey si fermò a un passo da lui e poi malgrado tutto sorrise. –Lasciamo stare. Non è proprio giornata.-
-Che è successo?- le chiese, divertito.
-Di tutto.- rispose Kailey, scoppiando a ridere.
-Che ne dici se facciamo due passi e poi ci andiamo a mangiare un boccone?-
Kailey annuì. –Mi sembra un’ottima idea.-
Drake si infilò le chiavi della moto in tasca e poi insieme si avviarono verso il centro.
-Allora...- iniziò a dire, voltandosi verso di lei. – Ti va di raccontarmi che è successo?-
-Prometti di non ridere?-
-Giuro.-
-E va bene.- si arrese, alzando gli occhi al cielo. –Stamattina mi alzo dal letto convinta che sia domenica. Disattivo la sveglia chiedendomi come mai si sia messa a suonare e poi vado a fare colazione. Mi metto a preparare una crostata e poi decido di rifarmi lo smalto. Non faccio in tempo a svitare il tappo della base che bussano alla porta. E indovina chi è?-
-Non lo so. – rispose Drake, ridacchiando. –Tua madre?-
-Magari! E invece no. È mia cugina Kelly, la donna più odiosa del pianeta.-
-Come mai non andate d’accordo?-
-Perché è cattiva, ecco perché. Comunque. Era convinta che avessi perso il lavoro e quando mi ha fatto notare che era lunedì e io le ho detto che dovevo andare a lavoro mi ha accusato di essermi inventata tutto. Ti rendi conto? Non se ne voleva più andare. Alla fine sono riuscita a togliermela dai piedi. Mi sono cambiata alla velocità della luce e sono uscita di casa.-
-E poi ci siamo incontrati.- disse Drake, anticipandola.
-Esatto. In ufficio mi sono dovuta fare sette piani di scale a piedi solo perché gli ascensori erano perennemente occupati e quando arrivo al mio piano cosa scopro? Che non c’era nessuna dannatissima riunione.-
-Non ci credo.- disse Drake, scuotendo la testa.
-E vuoi sapere qual è il colmo?-
-Spara.-
-Mi ero presa un giorno di ferie!- esclamò Kailey, ancora sconvolta.- Ti rendi conto? Mi sono scapicollata per niente.-
Drake si fermò ad un semaforo e poi si voltò verso di lei, divertito. –È la prima volta in vita mia che sento una storia del genere.-
-Direi che è perfetta per un film.- osservò Kailey, lasciandosi sfuggire un sorriso.
-Già.-
-Come mai sei passato a casa mia prima?- gli chiese, cambiando completamente argomento.
-Dovevo parlare con un tizio per un lavoro in un magazzino lì vicino, così ho deciso di fare un salto.-
-Sentivi già la mia mancanza?- lo prese in giro, incapace di trattenere un sorriso.
Drake le posò un braccio sulle spalle e poi la baciò sulla testa. –Può darsi.-
Per un attimo Kailey non seppe cosa dire. Era tutto così strano.
Loro due che passeggiavano e chiacchieravano come se fossero una coppia qualunque.
Si schiarì la voce e disse: -Capito. E ti hanno preso?-
-Ha detto che mi farà sapere.-
-Speriamo bene allora.-
-Ti sei già pentita di avermi invitato a casa tua per caso?- scherzò, guardandola con la coda dell’occhio.
-Ma no, che dici. Mi fa piacere. Voglio dire...se...se posso dare una mano...- farfugliò Kailey, arrossendo.
-Quindi lo fai a scopo di beneficienza.-
-Certo.- lo assecondò lei. -Non l’avevi capito?-
-Non ti facevo così divertente, sai?- le disse, stavolta senza scherzare.
-Dovrebbe essere un complimento?-
Drake sorrise. –Non mi fraintendere. Non sto dicendo che sei un tipo noioso, è solo che sei diversa da come pensavo.-
-Cioè?-
Lo vide scuotere la testa. -Lascia perdere.-
Kailey non insisté.
Aveva la netta sensazione che il suo giudizio dipendesse molto dalla notte in cui si erano conosciuti. Notte della quale ancora non riusciva a ricordare un granché.
-Hai fame?- le chiese a un certo punto, attirando di nuovo la sua attenzione.
Kailey controllò che ore fossero. -Non è ancora ora di pranzo.-
-E chi ha parlato di pranzare?-
-Fammi indovinare. Conosci un posto che fa non so quale cosa più buona di tutta la città.-
Drake scoppiò a ridere. –Accidenti. Non ti ricordi che giorno della settimana sia, ma almeno sai leggere nel pensiero. –
-Ci ho preso quindi.- si vantò Kailey, cercando di darsi un tono.
-Non ti montare la testa.-
Kailey sorrise.–Rilancio. Pranzetto a casa mia. –propose. -Così ti faccio vedere anche a casa.-
-Ci sto.-
Drake la prese per mano e poi si avviarono nella direzione da cui erano venuti.
 
Quaranta minuti dopo Kailey era di nuovo a casa, ma questa volta c’era anche Drake.
Gli mostrò ogni ambiente dell’appartamento e poi lo condusse in cucina, dove iniziò subito a ispezionare il frigorifero.
-Accidenti.- mormorò Drake, accomodandosi su una sedia. –Gran bella casa.-
Kailey si sporse di qualche centimetro e poi sorrise. –Grazie.-
Tirò fuori quattro uova e poi si lavò le mani.
-Che prepari?- le chiese Drake, allungando un braccio sullo schienale della sedia vicina alla sua.
-Domanda sbagliata.- osservò Kailey, prendendo nel frattempo una padella.
-E qual era quella giusta?-
-“Hai bisogno di una mano?”- rispose, imitando il suo tono di voce.
Drake scoppiò a ridere. –Hai ragione, sono stato un maleducato. Ti serve aiuto?-
Kailey inumidì la padella con un po’ d’olio e poi accese i fornelli. – Perché, sai cucinare?- lo prese in giro, lasciandosi sfuggire un sorriso.
-Puoi dirlo forte.-
-Buono a sapersi.- disse, ridacchiando. –Comunque no. Per il momento ce la faccio da sola.-
Sbatté le uova e poi aspettò che l’olio si riscaldasse.
-Ella mi ha detto che vi siete viste.- disse Drake, attirando di nuovo la sua attenzione.
Si voltò verso di lui e annuì. –Sì, la settimana sorsa.-
-E di che avete parlato?-
Kailey si schiarì la voce e poi tornò a concentrarsi sui fornelli, evitando il suo sguardo. Di lui. Avevano parlato di lui. E di cos’altro sennò?
Ella le aveva detto che non lo aveva mai visto così preso da una ragazza e le aveva assicurato che non sarebbe mai andato a letto con un’altra quando la posta in gioco era così alta. Forse in passato lo avrebbe fatto, ma non era più il Drake di una volta. Continuava ad essere un testardo presuntuoso che non dava mai retta a nessuno, ma era molto più aperto di prima e quella era la prova di quanto lei lo stesse cambiando.
Forse potevano funzionare davvero le cose tra di loro.
-Quanto roba hai intenzione di portare?- gli chiese, riferendosi all’imminente trasloco.
-Bel tentativo.-
Kailey alzò gli occhi al cielo. –Abbiamo parlato del più e del meno.- mentì, sperando che il discorso finisse lì.
-Immagino.- la assecondò. –Comunque si tratta più o meno di un paio di scatoloni.-
-E basta?-
-Non è che abbia poi tutta questa roba.- scherzò Drake.
Kailey fece cuocere un po’ le uova e poi aggiunse prosciutto e formaggio.
-In ogni caso lo spazio c’è. La stanza degli ospiti è...-
-Dici sul serio?- la interruppe Drake, divertito.
-Cosa?-
-Hai intenzione di farmi dormire nella camera degli ospiti?-
Kailey finse di pensarci su. –Direi che è la cosa migliore.-
Drake si alzò e poi la raggiunse ai fornelli. –Non sono d’accordo.- mormorò, in un tono che non prometteva nulla di buono.
-E che hai intenzione di fare?- lo sfidò, accorciando la distanza che li separava.
Si ritrovò a trattenere il respiro, in attesa che lui la baciasse.
Drake si chinò verso di lei e poi sorrise.
-Innanzitutto chiudere questa omelette.- rispose, guardando i fornelli alla sua destra.
La fece spostare e poi aiutandosi con una paletta terminò quello che lei aveva iniziato.
-Te lo avevo detto che ero bravo a i fornelli.- la prese in giro, lanciandole un’occhiata divertita.
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi iniziò ad apparecchiare. –E sei anche un asso della guida.- scherzò, alzando gli occhi al cielo. –C’è qualcosa che non sai fare?-
Drake l’aiutò a fare le porzioni e poi in pochi secondi si ritrovarono a tavola.
-Tenermi stretta la ragazza che mi piace.- mormorò, schiarendosi la voce.
-Direi che per ora te la stai cavando benissimo.- disse Kailey, arrossendo.
Drake si lasciò sfuggire un sorriso e poi iniziarono a mangiare, come se niente fosse.
-Davvero ottima.- si complimentò, di nuovo di buon umore.
-Un po’ sciapa forse.- lo corresse Kailey, storcendo il naso.
-Non è vero, è buonissima.-
-Meglio così allora.-
Continuarono a parlare del più e del meno fino a quando Kailey non gli chiese che programmi avesse per il pomeriggio.
-E tu?- le chiese Drake, sorridendo maliziosamente.
Kailey scosse la testa. –Non ci pensare proprio.- lo mise in guardia.
-Non ho detto niente.- si difese Drake, sforzandosi chiaramente di non ridere.
-Però lo hai pensato.-
-Cosa?-
-Non fare il finto tonto.-
Drake posò la forchetta sul tavolo e poi si appoggiò allo schienale della sedia. -Non so di cosa tu stia parlando.-
-Ma per favore.- replicò Kailey, alzando gli occhi al cielo. -Ho un sacco di lavoro arretrato e devo stirare una valanga di panni.-
-Immagino.-
-Se vuoi li puoi stirare tu.-
-E che ci guadagno?-
-Puoi dormire nella mia camera da letto.-
-Credevo che avessimo già chiarito quel punto.- osservò Drake, divertito.
Kailey si alzò dalla sedia e poi iniziò a sparecchiare. –E chi lo ha detto?-
Posò piatti e posate nel lavandino e poi si avvicinò al tavolo per prendere anche i bicchieri.
Non fece in tempo a muovere un dito che Drake le afferrò un polso e l’attirò verso di sé.
-Quella lavastoviglie non si farà da sola.- sottolineò Kailey, divertita.
Drake la fece sedere sulle sue gambe e poi le posò le mani sui fianchi. –Al diavolo la lavastoviglie.-
Si chinò verso di lei e la baciò. Un bacio profondo, di quelli che fanno perdere la testa.
Continuarono a baciarsi fino a quando non si ritrovarono entrambi senza fiato.
A quel punto Drake si alzò con lei in braccio e si avviò verso il salone.
-Dove pensi di andare?- gli chiese Kailey, mordendosi il labbro.
-Non mi piaceva quella sedia.-
-Ah no?-
-No.- le disse, sedendosi sul divano. –Decisamente scomoda.-
Kailey si sistemò meglio sopra di lui e poi si sporse per baciarlo. –Vorrà dire che dovrò comprarne un’altra.-
Drake intanto le tolse il cardigan e lo gettò per terra.
-Ehi.- lo rimproverò Kailey, staccandosi da lui.
-Cosa?-
-Non lo trattare come se fosse immondizia.-
-Te ne comprerò un altro.-
-Non ne voglio un altro. –protestò, testarda. –Mi piace quello.-
-Kailey.- la chiamò Drake, guardandola negli occhi. –Vuoi stare zitta?-
Le afferrò il viso e poi la baciò, premendo con forza le labbra sulle sue.
Kailey cominciò a diventare impaziente quando capì che lo desiderava quanto lui desiderava lei.
-Non dovevi stirare una valanga di panni?- la prese in giro Drake.
-Sta zitto.-
L’aiutò a togliersi la maglietta e poi si sorrise. –Come vuoi.-
Prima che potesse anche solo intuire le sue intenzioni, Drake l’afferrò per i fianchi e la rovesciò sulle schiena.
Kailey lo osservò mentre si sfilava la maglietta e poi gli posò le mani sul petto.
Drake si chinò per baciarla sul collo e poi sia vventò di nuovo sulle sue labbra.
Non fece in tempo a muovere un dito che il citofono iniziò a suonare.
-Dannazione.- imprecò Kailey, prendendo un respiro profondo. –Proprio adesso.-
-Non devi rispondere per forza.-
-E se fosse importante?-
Drake sbuffò e poi si alzò, lasciandola passare.
Kailey si infilò al volo la maglietta e poi si avviò verso l’ingresso.
-Sì?- chiese, rispondendo al citofono.
-Sono io, K.-
Merda. Era Tessa. Si era completamente dimenticata di averla invitata a casa.
-Sali.-
Le aprì e poi scosse la testa, indecisa sul da farsi.
-Chi è?- le chiese Drake, raggiungendola.
-Tessa.-
-Ah.- si limitò a dire Drake, chiaramente contrariato.
-Te ne devi andare.- gli disse Kailey, preoccupata.
Drake la fissò con aria interrogativa.
-Non sa che verrai a stare da me.- gli spiegò, rendendosi conto che Tessa non l’avrebbe presa per niente bene.
-E non glielo puoi dire adesso?-
-Pensa ancora che tu sia andato a letto con un’altra.-
-Capisco.- disse Drake, in tono asciutto.
Kailey scosse la testa. –Mi dispiace.- si scusò. -È solo che...-
Non fece in tempo a concludere la frase che Tessa che bussò alla sua porta. Prese un respiro profondo e aprì.
-Ehi.- la salutò Tessa, sporgendosi per baciarla sulle guance.- Come stai? Non sai che...-
La sua migliore amica si bloccò nell’istante esatto in cui notò Drake, che tra l’altro era ancora a torso nudo.
-Che diavolo ci fa lui qui?- sbottò, arrabbiata.
Kailey si grattò la fronte, a disagio. –Non è come pensi.-
-Ah no?- si intromise Drake, pensando probabilmente che lei si vergognasse di lui.
-Non ti ci mettere anche tu.- lo rimproverò. –Perché non ce ne andiamo tutti in salone e chiariamo la situazione una volta per tutte?-
Drake girò i tacchi e fece come lei aveva suggerito.
-Che diavolo stai combinando, K?- le chiese Tessa, a bassa voce.
-Andiamo di là.- si limitò a dire Kailey, dirigendosi in salone.
Si accomodò su uno dei due divani accanto a Drake, che nel frattempo si era rivestito, e poi lasciò che Tessa prendesse posto sull’altro.
L’espressione del suo viso valeva più di mille parole. Era arrabbiata con lei, non c’erano dubbi.
-Allora?- la incalzò la sua migliore amica, inarcando un sopracciglio.
-Drake starà da me per qualche giorno.-
-Che cosa?- sbottò Tessa, incredula. –Dopo tutto quello che ti ha fatto gli proponi di venire a vivere con te?-
-Non è andato a letto con un’altra.- le spiegò. –E poi non si tratta di convivenza. È solo una sistemazione temporanea.-
-E tu gli credi?-
-Perché non dovrebbe?- la sfidò Drake, seccato.
-Perché sei un bugiardo e un violento.- disse Tessa, furiosa.
Kailey sgranò gli occhi, credendo di aver capito male. –Tessa.- la rimproverò, incredula.
Ma che diavolo le prendeva? Non l’aveva mai vista così fuori di sé.
-Forse è meglio se me ne vado.- disse Drake, alzandosi.
-Già, forse è meglio.- convenne Tessa.
Drake le lanciò un’occhiata e poi si voltò verso Kailey. Si sporse verso di lei e la baciò sulle labbra. –Ci vediamo domani.-
-Ciao.- lo salutò Kailey, arrossendo.
Poteva anche evitare di baciarla davanti a Tessa.
Una volta che se fu andato Tessa la fissò, ancora arrabbiata. –Ti ha dato di volta il cervello?-
Kailey prese un respiro profondo e poi le raccontò tutto. Chi era la ragazza che credeva fosse andata a letto con Drake e per quale motivo l’avesse invitato a stare da lei.
Quando finì, Tessa la guardò come se provasse pena per lei.
-Ti sta prendendo in giro.-
-Non è così.-
-E come fai a saperlo?-
-Lo so e basta.- si limitò a dire Kailey. –Vorrei che andaste d’accordo.-
-Quel ragazzo non mi piace per niente, Kailey.-
-Perché non ci provate almeno?-
Tessa scosse la testa, come se trovasse la cosa assurda. –E che proponi?- le chiese, sarcastica. -Una cena tutti insieme?-
Kailey sorrise. Era un’ottima idea. –Perché no. Tu e mio fratello potreste venire a cena da me uno di questi giorni.-
-Ma per favore.- la smontò Tessa, scuotendo la testa. -È una pessima idea.-
-E invece no. È un’idea fantastica.-
-Non mi sembra il caso. Gli ho detto che è un bugiardo e un violento. Credi davvero che voglia cenare con me e David?-
Kailey sospirò. –E se riuscissi a convincerlo?-
Tessa distolse lo sguardo. Non ci avrebbe nemmeno provato.
-Non fa niente.- mormorò Kailey, incapace di nascondere la delusione.
Sentì Tessa sbuffare. –E va bene. – si arrese. –Ma non farò finta di niente. L’ho visto picchiare il suo amico senza battere ciglio e mancarti di rispetto. Dovrà impegnarsi seriamente se vuole che cambi idea sul suo conto.-
-Grazie.- disse Kailey, sorridendo. -Vedrai che lui non è come pensi.-
-Sicuramente.- la assecondò Tessa, sarcastica. –Dovrai impegnarti anche tu però. Perché non mi hai detto niente? L’ultima volta che abbiamo parlato di lui mi hai detto che era stato con un’altra. Hai avuto tutto il fine settimana per aggiornarmi, eppure non lo hai fatto.-
-È vero.- convenne Kailey. –Ma non sapevo proprio come dirtelo.-
Tessa sbuffò. – Fai sul serio?-
-Se te lo avessi detto prima avresti avuto una reazione diversa?- le chiese, incrociando le braccia al petto.
-Chi lo sa.-
Kailey scosse la testa. –No, Tessa. Avresti reagito nello stesso identico modo.-
-Probabile.-
Quella conversazione le ricordò il giorno in cui aveva scoperto che lei e suo fratello uscivano insieme.
Rimasero in silenzio fino a quando Tessa non disse:- E quindi come hai intenzione di farti perdonare?-
Kailey si lasciò sfuggire un sorriso. –Fetta di crostata?-

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Drake finì di chiudere i tre scatoloni che racchiudevano tutta la sua roba e poi li caricò sul furgone di Chase, il quale si era gentilmente offerto di accompagnarlo a casa di Kailey.
Si sistemò sul sedile del passeggero e infine gli riferì l’indirizzo dell’unica ragazza della quale gli fosse mai importato qualcosa.
Non aveva la più pallida idea di come sarebbero andate le cose tra di loro, ma di una cosa era certo: voleva stare con lei, indipendentemente da quello che pensava la sua migliore amica.
-E così andate a vivere insieme.- osservò il batterista, interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
-Già.-
-Non credi che sia troppo presto?- lo prese in giro Chase, ridacchiando.
Drake si lasciò sfuggire un sorriso. –Si tratta solo di una sistemazione temporanea.- disse, ripetendo le stesse parole che aveva usato Kailey il giorno prima.
-E allora non potevi stare da noi?- replicò Chase, divertito.
-Non me la sentivo di rompere l’equilibrio precario che avete raggiunto tu ed Ella. A proposito...hai più scoperto chi è il misterioso ragazzo con cui si vede?-
-No.- rispose Chase, seccato. –Ma quel tipo ha le ore contate.-
-Addirittura?-
Chase si fermò ad un semaforo e poi si voltò verso di lui. –Puoi giurarci.-
-Secondo me esageri.- si azzardò a dire, scuotendo la testa. –Ella non è una sbandata come noi. Va all’università e lavora sodo tutti i giorni per pagarsi gli studi. Non si sceglierebbe mai un idiota qualunque.-
-Non ne sono così sicuro. Se fosse un tipo apposto me lo avrebbe già presentato, non credi?-
-Col caratteraccio che ti ritrovi?-
Chase sbuffò. –Tu non capisci.- mormorò. -Cerco solo di proteggerla.-
-Lo so.-
-Non voglio che lei soffra.- aggiunse poi, lasciandosi sfuggire un sospiro. Drake annuì.
Da quando avevano perso entrambi i genitori in un incidente stradale lei e Chase erano diventati una cosa sola. Non c’era niente che l’uno non sapesse dell’altra e rendersi conto che Ella gli stesse mentendo doveva essere davvero dura per lui.
Si ritrovò a guardare fuori dal finestrino, non sapendo bene cosa dire.
Rimasero in silenzio fino a quando Chase non scoppiò a ridere, apparentemente senza un motivo.
-Che c’è?- gli chiese Drake, perplesso.
-Da quando in qua dispensi consigli a destra e manca su come gestire i rapporti familiari?- lo prese in giro, ridacchiando.
Drake si sforzò di non pensare al fatto che in realtà lui una famiglia nel vero senso della parola non ce l’aveva mai avuta e invece scosse la testa, divertito.
Non stava dispensando consigli a destra e manca.
Cercava solo di impedire a Chase di rovinare la vita a sua sorella. Era affezionato a quella ragazzina. E poi era convinto che il tipo con cui si vedeva fosse Tyler. Nulla glielo toglieva dalla testa.
-Ultimamente sei sempre di buon umore. -osservò il batterista, attirando di nuovo la sua attenzione. -Stare con quella ragazza ti fa bene.-
Drake scrollò le spalle, cercando di minimizzare la cosa. Chase gli lanciò una strana occhiata. –Sei innamorato di lei?-
Si schiarì la voce, a disagio. –Non so nemmeno cosa significhi la parola amore.-
-Già.- mormorò Chase, sovrappensiero.
-So solo che quando non sono con lei sento la sua mancanza e che il suo sorriso vale più di qualsiasi altra cosa mi sia capitata nella vita.- si ritrovò a dire, schiarendosi la voce.
-Credo che lei ti piaccia.- gli disse Chase, soppesando bene le parole. –E parecchio. E credo anche che tu stia cercando di cambiare per lei.-
Drake fece aprire bocca, ma alla fine non disse nulla. Non disse nulla perché non sapeva cosa dire.
Forse Chase aveva ragione. Forse stava cercando davvero di cambiare. In fondo era molto più sereno e aveva evitato qualsiasi situazione lo potesse mettere nei casini.
Aveva rigato dritto per tutto il fine settimana e si augurava che le cose continuassero ad andare così.
Perdere sua madre era stato devastante e gli aveva fatto perdere il lume della ragione in più di una occasione, ma lui e Tyler gli avevano anche fatto capire che non poteva passare la vita a chiedersi cosa avrebbe potuto fare lei.
Una parte di lui era consapevole di aver fatto tutto il possibile, ma un’altra continuava a tormentarlo, facendo leva sul suo senso di colpa.
Non era certo di potersene liberare una volta per tutti, ma ci stava provando.
Quel giorno si sarebbe trasferito a casa della ragazza con cui stava costruendo qualcosa e quella sera stessa sarebbe uscito con suo fratello, cercando di ricostruire il loro rapporto.
Forse poteva davvero rimettere a posto i pezzi della sua vita, uno alla volta, senza chiedersi se meritasse anche lui di vivere una vita degna di essere vissuta.
-A che stai pensando?- gli chiese Chase, riportandolo alla realtà.
Si ritrovò a scuotere la testa, certo di non voler condividere i suoi pensieri con lui. – Niente di importante. Pensavo al concerto di giovedì.-
-Ci sarà parecchia gente a quanto ho capito.-
Drake sospirò. –Spero che vada tutto a bene. Mark ha detto che ci rinnoverà il contratto solo se venderà tutti biglietti.-
-Sta tranquillo.- lo rassicurò Chase. - Andrà tutto bene.-
-Lo spero.-
-Porterai anche Kailey?- si informò il batterista, imboccando la via in cui lei abitava.
-Per la verità non ci avevo proprio pensato.-
-Dovresti. Non ce l’hai ancora presentata.- lo prese in giro Chase, sapendo perfettamente che non era quel tipo di ragazzo.
Non aveva mai presento nessuna delle ragazze con cui era stato a letto. Anche perché il più delle volte non si ricordava nemmeno il loro nome. E non valeva certo la pena darsi da fare per delle tipe con cui il giorno dopo non avrebbe più avuto a che fare.
-Valuterò la cosa.- si limitò a dire, scuotendo la testa divertito.
E lo avrebbe fatto sul serio. L’unica volta in cui Kailey era stata nel locale in cui si esibiva avevano finito col discutere e lui l’aveva trattata malissimo. Doveva assolutamente sostituire quel ricordo orribile con uno più bello.
-Accosta qui.- lo esortò, indicandogli il palazzo in cui viveva Kailey.
-Accidenti.- mormorò il batterista, stupito. –Bel posticino.- Drake alzò gli occhi al cielo e poi scese dal furgone.
-Ti serve una mano?- gli chiese, riferendosi agli scatoloni.
-Ce la faccio. Ne porto uno alla volta.-
-Se ti aiuto facciamo prima, però.-
Drake esitò. Non voleva piombare a casa di Kailey con Chase al seguito. Però il batterista aveva ragione. In due avrebbero fatto più in fretta.
-E va bene.- si arrese.
Presero uno scatolone ciascuno e poi si avviarono verso l’ingresso del palazzo.
Una signora che stava uscendo in quel momento tenne aperto loro il portone e in pochi secondi si ritrovarono in ascensore, diretti al terzo piano.
 
Quando le porte si aprirono, Drake girò a destra e poi bussò alla porta di Kailey, che aprì quasi subito.
-Ehi.- lo salutò, spalancando la porta. –Accomodati.- Chase sbucò all’improvviso e si posizionò al suo fianco.
-Sei venuto con i rinforzi.- lo prese in giro in la ragazza, facendoli entrare.
-Già.-
Fece posare loro gli scatoloni per terra e poi si presentò a Chase.
-È davvero un piacere conoscerti.- le disse il batterista. Kailey sorrise. -Anche per me.-.
-Adesso capisco perché Drake non si sia voluto fermare da noi. Hai una gran bella casa e sei una gran bella ragazza. Vivere con te deve essere molto più divertente che stare da me e mia sorella. – scherzò, lanciando un’occhiata a Drake.
Kailey arrossì e poi si voltò verso di lui, imbarazzata. Drake alzò gli occhi al cielo e poi si rivolse a Chase.
-Ci penso io all’ultimo scatolone.- disse, lanciandogli una lunga occhiata. –Così te ne puoi andare.-
Il batterista scoppiò a ridere. –Come vuoi.-
Aspettò che uscisse dall’appartamento per avvicinarsi a Kailey e baciarla. –Vado a prendere l’ultimo scatolone e torno.-
Kailey sorrise. –Sbrigati che sto uscendo.-
-Cosa?-le chiese, perplesso.
-Oggi è il compleanno di Kim.- gli spiegò. -Ci ha invitato tutte a casa sua.-
-Capito.-
-Va a prendere quello scatolone, va.- lo esortò, incapace di trattenere un sorriso. Drake sorrise e poi uscì.
Due minuti dopo era di nuovo con lei.
-Non mi avevi detto che uscivi.- si ritrovò a dire, posando l’ultimo scatolone accanto agli altri.
Kailey lo fissò. –Mi sarò dimenticata.-
-Stasera mi vedo con Max.- le disse, stravaccandosi sul divano.
-Non mi avevi detto che uscivi.- gli fece il verso, andandosi a sedere accanto a lui. Drake allungò un braccio sullo schienale e poi si chinò verso di lei. –Mi sarò dimenticato.-
Kailey scoppiò a ridere. –Spiritoso.-
-Hai cominciato tu.-
-Vero.-
-Non dovevi uscire?-
La osservò mentre controllava che ore fossero e poi la vide scuotere la testa. -Era per metterti fretta.-
-Quindi non devi uscire?-
-Non ho detto questo.- protestò Kailey, ridendo. Drake sorrise. –E allora che significa?-
-Che volevo stare un po’ con te prima di uscire.-
-La cosa promette bene.- mormorò Drake, chinandosi per baciarla.
-E che non uscirò fino a quando non verranno a prendermi.- aggiunse, incapace di
 
trattenere un sorriso.
Si sistemò meglio accanto a lui e poi incastrò la testa nell’incavo del suo collo. Rimasero in quella posizione per un po’, fino a quando lei non la sollevò di nuovo e non lo guardò dritto negli occhi.
-Mi dispiace per ieri.- si scusò, riferendosi probabilmente alla scenata della bionda. Drake le accarezzò il viso e poi sospirò. –Non le vado molto a genio.-
-Solo perché ancora non ti conosce.-
-Non è per quello.- la corresse, scuotendo la testa. –Crede che sia uno stronzo che ti sta solo usando. E probabilmente è quello che penserei anche io se....-
Kailey lo interruppe prima che potesse terminare la frase. –Cambierà idea.-
-Ne dubito.-
-Ti assicuro che lo farà. A proposito...stavo pensando che magari...-
-Cosa?-
Kailey esitò. –Lascia perdere.- disse alla fine, scuotendo la testa.- Ne parliamo un’altra volta. Prima hai detto che stasera esci con Max.-
-Già. Chi lo avrebbe mai detto?-
-State cercando di recuperare il vostro rapporto?-
-Più o meno.-
Ripensò al giorno in cui suo fratello gli aveva proposto di andare a bere qualcosa insieme. Ero lo stesso in cui lui era piombato nel suo ufficio e lo aveva aggredito verbalmente, chiedendogli per quale diavolo di motivo avesse dato il suo numero di telefono al padre.
Sembrava passato un secolo, eppure era successo solo la settimana scorsa.
-Mio padre è uscito di prigione.- si ritrovò a dire, serrando con forza la mascella.
-Cosa?-
-E ha anche provato a contattarmi.-
-Che...che cosa vuole?- gli domandò Kailey, farfugliando.
Si lasciò sfuggire un sorriso amaro. –Scusarsi, credo. A quanto pare è malato.-
-E tu che hai intenzione di fare?-
-Non voglio avere niente a che fare con lui. Non mi importa se è malato. La malattia non cancella tutte le cose brutte che ha fatto alla mamma.-
Kailey annuì, comprensiva. –Devi fare quello che ti senti di fare.-
-Non posso fare finta di niente.-
-Lo so.-
Kailey appoggiò la testa sulla sua spalla e sospirò.
-A che ore ti vengono a prendere?- le chiese, sentendo il bisogno di cambiare argomento.
-Tra venti minuti.- gli rispose, lanciando un’occhiata all’orologio. –Sempre che Tessa arrivi in orario.-
-Tu a che ora devi uscire?-
-Mangio un boccone e poi esco.-
-Pensi di riuscire a cavartela da solo?- lo prese in giro, ridacchiando.
-Per chi mi hai preso, scusa?-
Kailey si alzò dal divano e sorrise. –Per uno che è un po’ troppo sicuro di sé.-
-Ed è un male?-
 
-Dipende.- rispose Kailey, sorridendo maliziosamente.
-A che ore pensi di tornare?-
La vide stringersi nelle spalle. –Non ne ho idea. Perché?-
-Per sapere se ti devo aspettare sveglio.- le rispose, in tono allusivo.
-Perché, tu pensi di tornare presto?-
-Sono anni che io e mio fratello non passiamo un po’ di tempo insieme. Non credo ci siano tutti questi argomenti di cui parlare.-
-Già.- convenne Kailey. –Dove andate?-
-Non ne ho la più pallida idea.-
-Bene.- scherzò, scoppiando a ridere. –Devo finire di truccarmi.- gli disse poi, dirigendosi in bagno.
Drake la seguì e poi si appoggiò allo stipite della porta.
La vide tirare fuori qualche cosmetico da un cassetto e poi spostare lo sguardo dall’uno all’altro, indecisa.
-Non so che blush mettere.- gli disse, come se lui potesse aiutarla. Sorrise. –Non so nemmeno cosa sia il blush.-
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi scosse la testa. –Quanta ignoranza.-
-No, sul serio.- le disse. –Che diavolo è?-
Si voltò verso di lui e scoppiò a ridere. –Serve a migliorare il colorito della pelle. Si mette sulle guance.-
Drake la fissò. Continuava a non capire.
-Un giorno te lo spiego, eh.- lo liquidò, ridendo.
-Non fa niente.- replicò, incapace di trattenere un sorriso. –Sono sopravvissuto ventisette anni senza saperlo. Direi che ce la posso fare per altri ventisette.-
-Lo penso anche io.- disse Kailey, ridendo.
La vide prendere un pennello e poi passarsi una polvere colorata sulla guance.
-Tutto qua?- le chiese, inarcando un sopracciglio.
-Che vuoi dire?-
-Chissà che mi credevo. È solo un po’ di polvere colorata che ti fa assomigliare un po’ di più a un clown.-
Kailey si voltò verso di lui, allibita. –Un clown?-
-Proprio così.-
-Ci sono studi e studi su come stendere questo prodotto e su come scegliere la tonalità giusta e tu mi vieni a dire che mettendomelo assomiglio a un clown?-
Drake si avvicinò a lei e poi le prese il viso fra le mani. –Nah.- disse, scuotendo la testa divertito. -Tu sei molto più carina. –
Si chinò verso di lei e la baciò.
Kailey lo scansò e poi scosse la testa, incredula. –Farò finta di non aver sentito.-
-Come vuoi.- la assecondò, ridacchiando. -Che altro devi fare?-
-Scegliere il rossetto. Ho fatto un trucco leggero sugli occhi, quindi posso osare con qualcosa di un po’ più forte sulle labbra.- gli disse, come se per lui quelle parole avessero un senso.
-Sai che ti dico?- si arrese, divertito. -Che mi andrò a preparare un panino.-
-Ma come.- lo prese in giro Kailey. –Ti vuoi perdere un’altra lezione su come abbinare i colori nel make up?-
 
Sorrise. -Stavolta passo.- la informò, dirigendosi in cucina.
Aprì il frigorifero e si prese un po’ di formaggio e di affettato, poi si guardò intorno. Pane. Gli serviva del pane in cassetta.
Kailey lo raggiunse qualche secondo dopo, con addosso un rossetto un po’ troppo scuro per i suoi gusti.
-Non mi piace.- le disse, incapace di trattenere una smorfia.
-E chissenefrega.- replicò Kailey, facendogli la linguaccia.
-Che ti serve?- gli chiese poi, vedendolo aprire e chiudere le ante della dispensa.
-Hai del pane in cassetta?-
Kailey gli mostrò dove lo teneva e poi se ne riandò.
Nel frattempo Drake si preparò un paio di panini e poi li coprì con un tovagliolo di carta. Se li sarebbe mangiati una volta andata via Kailey.
-Mi ha appena chiamato Tessa.- gli disse quest’ultima, tornando in cucina. –Mi sta aspettando in macchina. Ti ho lasciato il mazzo di chiavi di riserva sul mobile del salone, così puoi entrare e uscire quando ti pare.-
-Perfetto.-
-Ci vediamo dopo allora.-
Drake si avvicinò a lei e la baciò. –A dopo.-
La vide uscire e poi richiudersi la porta di casa alle spalle. Controllò che ore fossero prima di tornare in cucina e cenare.
 
Un quarto d’ora dopo Max lo chiamò. Gli disse che non si sentiva particolarmente bene e che preferiva rimanere a casa, ma che lui poteva passare quando voleva così si sarebbero fatti due chiacchiere.
Di cosa dovessero parlare, Drake non lo aveva ancora capito, ma accettò lo stesso l’invito e gli disse che sarebbe stato da lui in una ventina di minuti.
Si infilò il telefono in tasca e poi uscì, ricordandosi di prendere il mazzo di chiavi di cui gli aveva parlato prima Kailey.
 
Alle nove e mezza parcheggiò la moto davanti all’ingresso del palazzo in cui viveva suo fratello.
Sistemò il casco nel baule e poi si avviò a passi decisi verso il portone.
Mentre l’ascensore saliva fino al quinto piano si chiese che diavolo stesse facendo. Lui e Max non erano mai stati uniti e quelle poche volte in cui si erano ritrovati l’uno di fronte all’altro avevano finito col litigare.
Quando suo fratello gli aveva proposto di vedersi per un birra, non aveva potuto fare a meno di chiedersi come si potesse recuperare un rapporto che in realtà non era mai esistito.
Non avevano niente in comune.
Erano cresciuti consapevoli di non poter contare l’uno sulla presenza dell’altro e adesso si ritrovavano a dover passare del tempo insieme, dopo anni e anni di indifferenza reciproca.
Di che diavolo avrebbero parlato? Di football? Del clima schifoso che c’era in quei giorni?
Non aveva la più pallida idea di come sarebbero andate le cose quella sera, ma di una
 
cosa era certo: non lo stava facendo per se stesso e nemmeno per Max. Lo stava facendo per sua madre, che non aveva mai smesso un attimo di sperare che un giorno loro due potessero diventare la famiglia che non erano mai stati.
Aspettò che le porte dell’ascensore si aprissero e poi bussò un paio di volte a quella di Max.
Suo fratello gli aprì qualche secondo dopo.
-Dai, entra.- gli disse, facendolo entrare.
Non era vestito in modo elegante come al solito. Indossava una maglia nera a maniche lunghe e un paio di pantaloni della tuta.
Si guardò intorno, curioso. Probabilmente era la quarta volta in dieci anni che vedeva la casa sua fratello.
-Ti posso offrire qualcosa da bere?- gli chiese Max, attirando la sua attenzione. Scosse la testa, determinato a non toccare nemmeno una goccia d’alcol ancora per un po’.
-Ho sistemato un paio di cose dall’ultima che sei venuto.- gli disse suo fratello, cercando di fare conversazione.
Drake annuì, incapace di fare altro. Nemmeno se la ricordava l’ultima volta in cui era stato a casa di suo fratello.
-Perché non ci sediamo?- propose Max, dirigendosi verso un divano. Drake lo imitò sedendosi sull’altro e poi calò un silenzio imbarazzante.
Era esattamente quello il motivo per cui non voleva andare. Non avevano niente da dirsi.
-Come te la passi?- gli chiese suo fratello, schiarendosi la voce. Drake rise. –Alla grande.- rispose, sarcastico. –Davvero alla grande.-
Non aveva una casa e in pratica nemmeno un lavoro se si escludevano le esibizioni al locale. Se la passava piuttosto bene in effetti.
Max sospirò. –Ti servono soldi?-
Ed ecco che ricominciava con la storia dei soldi.
-No.- rispose, seccato. –Ce la faccio da solo.-
-Certo.- annuì suo fratello, a disagio. –Suoni ancora in quel gruppo?- Drake lo fissò. Non sapeva proprio niente della sua vita. –Sì.-
-Bene.-
-Devo andare.- si ritrovò a dire, alzandosi. Ne aveva abbastanza.
-Ma sei appena arrivato.-
Drake scosse la testa. –Chi vogliamo prendere in giro, Max? Non avremo mai il tipo di rapporto che possono avere Kailey e suo fratello.-
Max lo fissò con aria interrogativa. –Kailey?-
-Già.-
-Vi frequentate ancora?- gli chiese, confuso.
Drake incrociò le braccia al petto e poi inarcò un sopracciglio, perplesso. –Perché?-
-Credevo che...-
-Cosa?- gli chiese, vedendolo esitare.
-Lascia perdere. Avevo capito male io.- rispose Max, cercando di minimizzare la cosa.
–Pensavo non vi vedeste più.-
Non solo continuavano a vedersi, ma vivevano anche sotto lo stesso tetto.
 
Per qualche strana ragione evitò di esprimere quel pensiero ad alta voce.
-Che ci faccio qui, Max?- chiese invece, lasciandosi sfuggire un sospiro. –Non abbiamo niente di cui parlare.-
Suo fratello sorrise. Un sorriso amaro, che valeva più di mille parole.
-Hai ragione.- disse, annuendo. –Non abbiamo niente di cui parlare. E probabilmente non abbiamo nemmeno niente in comune. Ci siamo scambiati sì e no dieci parole nel corso di tutti questi anni. È come se fossimo due estranei. Ma non è troppo tardi.
Abbiamo ancora la possibilità di conoscerci meglio e costruire qualcosa insieme. La mamma avrebbe voluto questo per noi.-
-Lo so ed è per questo motivo che sono venuto qui questa sera. – disse. -Ma non posso fare finta di niente. Tu sei disposto a perdonare l’uomo che le ha fatto del male per anni, mentre io no. Come possiamo andare d’accordo se la pensiamo in modo così diverso su una questione così delicata?-
-Papà non c’entra niente con questa storia. È una questione che riguarda me e te.-
-Lui c’entrerà sempre.-
Max si passò una mano nei capelli e poi scosse la testa. –Non è così. Si tratta di me e di te. Del nostro rapporto.-
-È anche colpa sua se noi due non abbiamo mai legato.-
-Forse. O forse no. Forse non abbiamo mai avuto una possibilità di legare. Quando eri piccolo io ero già un adolescente e...-
-E non eri mai a casa.- lo interruppe Drake. -Ti chiudevi in biblioteca a studiare e sparivi per ore e ore, come se niente fosse. Come se andasse tutto bene.-
Max rimase in silenzio, a corto di parole.
-E quando mi guardavi negli occhi vedevi solo la violenza che ha subito la mamma il giorno in cui è rimasta incinta. Forse lo fai ancora.-
Max sussultò, probabilmente invaso dai ricordi. –Non è così.-
-E allora perché ce l’avevi tanto con me?-
-In realtà ce l’avevo con me stesso. Ero io quello più grande, ma eri tu a batterti per la mamma. Ero solo un codardo. Me la prendevo con te perché non me la potevo prendere con lui.-
Per la prima volta in vita sua Drake pensò che lui e suo fratello non fossero poi così diversi. Era senso di colpa quello che leggeva nei suoi occhi. Lo stesso che lo teneva sveglio la notte e che gli impediva di vivere serenamente.
-Questo non significa che ti odiassi.- aggiunse poi, deglutendo. –Anzi. Avrei voluto essere come te. Avrei voluto avere anche io la forza di dire basta e difendere la mamma da quel bastardo.-
-Perché non mi hai mai detto niente?- gli chiese Drake, spiazzato.
-Perché mi vergognavo. Era più facile fare finta di niente e dedicarmi agli studi che affrontare la realtà per quello che era, uno schifo senza via di uscita.-
-E dopo tutto quello che mi hai appena detto sei ancora deciso a perdonarlo?-
-Non ho mai detto di volerlo perdonare. Gli ho solo dedicato cinque minuti della mia vita per ascoltare quello che aveva da dire.-
-Non avresti dovuto.-
-È malato.- si giustificò Max, stringendosi nelle spalle. –Che avrei dovuto fare?-
-Mandarlo affanculo.- gli rispose. -Che è quello che si merita.-
 
-Già.-
Drake sospirò. –E va bene- si arrese alla fine, richiamando la sua attenzione. – Proviamoci.-
Max lo fissò, confuso. –Cosa?-
-Ricominciamo da capo.-
-Dici sul serio?-
Si grattò la fronte, sorpreso delle sue stesse parole. –Sì. Ma non voglio avere niente a che fare con quel bastardo.- rispose, riferendosi al padre. –Non voglio mai più sentir parlare di lui.-
-Certo.- annuì Max. –Non c’è problema.-
-Bene.-
 
Contro ogni aspettativa, Drake rientrò a mezzanotte.
Si richiuse la porta di casa alle spalle e poi accese la prima luce che trovò, consapevole che Kailey non era ancora tornata.
Era andato a casa di suo fratello credendo di perdere solo tempo e invece non era stato così. Anzi. Era andata meglio di quanto si aspettasse.
I due si erano confrontati per la prima volta in vita loro ed erano giunti ad un accordo. Non avrebbero più parlato della possibilità di perdonare il padre, ma avrebbero cercato di riallacciare il loro rapporto.
Dovevano solo vedersi e parlare più spesso, di qualunque cosa gli passasse per la testa, cercare di aprire quella finestra di dialogo che tra loro non c’era mai stata. Ripensò a tutto quello che si erano detti e per un attimo si ritrovò a sorridere.
Dopo che avevano chiarito la faccenda del padre, Drake si era seduto di nuovo e avevano iniziato a parlare.
Si erano fatti delle domande, come due sconosciuti che si incontravano per la prima volta, e poi avevano continuato a chiacchierare fino a quando non si erano accorti di quanto si fosse fatto tardi.
Era stato strano, parecchio strano, ma per la prima volta in vita sua gli era sembrato di fare la cosa giusta.
Se n’era andato via con la coscienza apposto e non avrebbe barattato quella sensazione con niente al mondo.
Si era sentito come la sera in cui aveva incontrato Kailey, in pace con se stesso e con gli altri.
Poteva solo sperare che le cose non cambiassero.
Posò le chiavi di casa sul mobile in cui le aveva trovate e poi iniziò a disfare gli scatoloni in cui c’era tutta la sua roba nonostante l’ora.
Era convinto che se si fosse messo a letto non sarebbe riuscito a dormire. E poi voleva aspettare Kailey.
Sistemò tutto ciò che sapeva dove mettere e il resto lo lasciò dentro gli scatoloni. Quando ebbe finito andò in bagno e si fece una doccia.
 
Kailey rientrò all’una.
Si diresse prima in bagno e poi lo raggiunse in camera da letto, dove lui la stava aspettando con la luce accesa.

-Sei ancora sveglio?- gli chiese, incapace di trattenere uno sbadiglio. Annuì. Si alzò dalla sedia su cui era seduto e poi disse:–Stanca?-
-Non mi reggo in piedi.- ammise Kailey, posando la borsa sulla scrivania. –Ho fatto fatica pure a struccarmi.-
-Immagino.- disse, ridacchiando.
-Mi passi canotta e pantaloncini che stanno sotto al cuscino blu?-
Drake li recuperò e poi glieli porse. –Devo andare nella camera degli ospiti per caso?- le chiese, incapace di trattenere un sorriso.
Kailey si cambiò e poi si infilò sotto le coperte. –Come ti pare.- gli rispose, troppo stanca per stare al gioco.
-Com’è andata con tuo fratello?- gli chiese poi, sbadigliando un’altra volta. Drake si sdraiò accanto a lei. -Meglio di quanto pensassi.-
-Mi fa piacere.-
La vide chiudere gli occhi e poi girarsi su un fianco.
-Semmai ne parliamo domani con calma.- le disse, vedendola così stanca.
-Meglio.-
Le cinse la vita con un braccio e l’attirò a sé.
-Notte.- disse, stringendosela al petto. Non ebbe risposta.
Kailey era già caduta tra le braccia di Morfeo.

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Mercoledì mattina Kailey aprì gli occhi nell’istante esatto in cui la sveglia iniziò a suonare.
La disattivò prima che svegliasse anche Drake e poi fece appello a tutta la forza di volontà che aveva in corpo per liberarsi dal suo abbraccio e alzarsi dal letto.
Accidenti. Le faceva male la testa. Non sarebbe dovuta rientrare così tardi la sera prima.
Lanciò un’occhiata a Drake e sorrise. Era dannatamente sexy anche quando dormiva. Si infilò al volo la sua vestaglia preferita e poi andò in bagno per prendersi un’aspirina. Non poteva certo presentarsi a lavoro con un martello pneumatico in testa.
Mandò giù la compressa con un bicchiere d’acqua e poi si diresse in cucina. Non fece in tempo a mettere su il caffè che il suo cellulare iniziò a squillare, spezzando il silenzio che tanto agognava quella mattina.
Si fiondò in camera da letto, sperando che Drake non si fosse svegliato, ma quando arrivò notò che era già troppo tardi.
-Scusa.- sussurrò, recuperando il telefono dalla borsa. Drake nascose la testa sotto il cuscino e la ignorò.
-Pronto?- disse poi, dirigendosi in salone.
Si sistemò sul divano e abbandonò la testa contro lo schienale. Stava letteralmente dormendo in piedi.
-Buongiorno, tesoro.- la salutò sua madre, allegra. Kailey alzò gli occhi al cielo.
-Sono le sei e mezza del mattino, mamma.- le fece notare. -Che c’è?-
-Ho parlato con tua cugina Kelly. Mi ha detto che...-
Smise di ascoltarla nell’istante esatto in cui si rese conto che aveva il telefono scarico e che doveva assolutamente recuperare il caricatore dalla camera da letto se non voleva che la conversazione si interrompesse all’improvviso.
Accidenti, pensò.
Drake l’avrebbe uccisa.
Si lasciò sfuggire un sospiro e poi si avviò nella direzione dalla quale era venuta. Aprì il cassetto della scrivania e lo ispezionò attentamente, cercando di non fare troppo rumore.
-Non dovevi essere così scortese.- le disse a un certo punto sua madre, attirando di nuovo la sua attenzione.
-Cosa?-
Smise di frugare nel cassetto della scrivania e sbuffò. Il caricatore non era lì.
Si avvicinò al comodino e riprese la ricerca, controllando meticolosamente ogni cassetto.
-Si può sapere che diavolo stai facendo?- le chiese Drake, attirando la sua attenzione. Kailey gli fece capire che doveva stare zitto e poi si concentrò su quello che stava dicendo sua madre.
-Mi stai ascoltando, tesoro?- le domandò Dana, perplessa. -Non dai cenni di vita.-
-Sì, scusa. È solo che non trovo il caricatore del telefono.-
-Questo perché sei una disordinata cronica.-
-Certo.-
Alzò gli occhi al cielo e sbuffò un’altra volta.
-Sta lì.- la aiutò Drake, indicandole uno scaffale della libreria che aveva comprato solo l’anno scorso.
-Chi c’è lì con te?- le chiese Dana, attirando di nuovo la sua attenzione. –Si tratta di un ragazzo per caso?-
-Ma no, figurati.- rispose. -È solo la tv.-
-Ah, ecco.- disse sua madre, come le sembrasse assurdo che lei potesse essere in compagnia di un ragazzo.
E certo. Perché lei non poteva essersi messa con un altro dopo che la sua relazione con Kyle era finita. No, certo che no. Doveva aspettare che sua madre trovasse qualcuno di suo gradimento e glielo presentasse, sbandierando poi ai quattro venti che sua figlia non sarebbe rimasta zitella a vita.
Alzò gli occhi al cielo, sforzandosi di non prenderla troppo sul personale. Sua madre a volte diceva delle cose assurde.
Mise il telefono in carica e poi si sedette sul bordo del letto. Inutile tornare in salone. Tanto ormai Drake era sveglio.
-Che dicevi?- chiese a sua madre, riprendendo le fila del discorso.
-Kelly mi ha raccontato il modo in cui l’hai trattata l’altro giorno. Non riesco a crederci, tesoro. Cacciarla di casa in quel modo. Ma che ti è preso?-
Kailey sgranò gli occhi, incredula.
Cosa? Adesso era colpa sua?
-Mi hai chiamato a quest’ora del mattino solo per farmi una ramanzina?- chiese, seccata.
-Certo che no.-
-Figuriamoci.- replicò Kailey, sarcastica. –Non faresti mai una cosa del genere.-
-Non essere insolente.- la rimproverò sua madre. –Sono pur sempre tua madre.-
-Kelly è una brutta persona.- disse invece, senza battere ciglio. -E lo sai anche tu.-
-Kailey!- la rimproverò sua madre, scioccata. –Non essere così dura nei suoi confronti.-
-Ma è la verità! Pensava che mi avessero licenziato e che mi stessi inventando un appuntamento di lavoro solo per sbarazzarmi di lei. Ti rendi conto? Quella donna è pazza!-
-Kelly non farebbe mai una cosa del genere.-
-Certo.- disse, ironica. – È così brava e... e...bella e...perfetta! Per quale diavolo di motivo dovrebbe dare il tormento alla gente?-
Sentì Drake ridacchiare alle sue spalle.
Si voltò di scatto e lo fulminò con lo sguardo. Non c’era proprio niente da ridere. Sua cugina si era comportata davvero male con lei quando andavano al liceo e col tempo non era cambiata di una virgola.
Possibile che sua madre fossi così cieca da non rendersene conto?
-Perché non la inviti a cena uno di questi giorni?-
Ma allora era un vizio. Sua madre era fissata con gli inviti a cena!
Non avrebbe certo risolto le sue divergenze con Kelly con un pasto completo!
E poi non aveva intenzione di alzare il telefono e chiamarla, figuriamoci di passare del tempo con lei davanti a un piatto di carne e un bicchiere di vino.
-Non ci penso proprio. –disse infatti, alzandosi dal letto.
-Sai benissimo quanto abbia sofferto, tesoro. Dovresti essere un tantino più indulgente con lei.-
Scoppiò a ridere, credendo di aver capito male.
-È stata mollata all’altare, mamma.- disse. - Più di due anni fa! Non ha contratto una malattia venerea o roba del genere.-
-Ma è stato un duro colpo per lei.-
-Certo. E infatti è andata a letto con il primo che passava solo due giorni dopo. Deve aver sofferto proprio tanto.-
Sentì sua madre sospirare all’altro capo del telefono.
-In ogni caso la devi chiamare e ti devi scusare con lei. Sei stata così villana l’altro giorno.-
-Sì, sì.- la assecondò Kailey. –La chiamo, la chiamo. Non ti preoccupare.-
-Brava, tesoro.-
Col cavolo che l’avrebbe fatto.
-Adesso devo proprio andare.- disse, notando che si stava facendo tardi.
-Ma tesoro...-
Riattaccò prima che sua madre potesse terminare la frase. Quella conversazione era durata fin troppo.
Posò il telefono sul comodino e alzò gli occhi al cielo.
Ne aveva abbastanza di Kelly e del suo insopportabile modo di fare. Non voleva più sentir parlare di lei o di qualsiasi altra cosa la riguardasse.
Si legò i capelli in una coda morbida e poi si voltò. Drake la stava guardando con aria divertita.
-Che c’è?- chiese, perplessa.
-Niente.- le rispose, sforzandosi chiaramente di non ridere. Incrociò le braccia al petto e poi inarcò un sopracciglio.
-Tua cugina è stata mollata all’altare?- Si lasciò sfuggire un sorriso. –Già.-
-La prossima volta che fa la stronza allora puoi sempre tirare fuori l’argomento.-
-Così me la tolgo dalle scatole una volta per tutte?- scherzò.
Drake piegò un braccio sotto alla testa e sorrise. –Secondo me è un’ottima strategia. Che sia andata a letto con un altro significa poco. È rimasta comunque scottata e non vorrà certo sentir parlare ancora di questa storia.-
Si ritrovò ad annuire, d’accordo con lui.
-Che ore sono?- le chiese poi, sbadigliando.
Kailey lanciò un’occhiata alla sveglia sul suo comodino e poi sbuffò. –Sette meno un quarto.- rispose. –È tardissimo.-
Doveva ancora fare colazione e vestirsi. Perché continuava a perdere tempo?
-Dove stai andando?- le chiese Drake, vedendola uscire dalla stanza. Sorrise. –Secondo te?-
-Torna a letto.- la tentò, sfoderando un sorriso che non prometteva nulla di buono.
-Ti piacerebbe.-
-No, sul serio.- la fermò. -È prestissimo.- Scosse la testa, divertita.
-Devo prendere un autobus.- gli ricordò. -Non posso starmene a letto quanto mi pare e piace.-
-Ma ti posso sempre accompagnare io.- replicò Drake, tirandosi su.
Lo vide appoggiarsi alla testiera del letto e poi sorridere. –Adesso torna a letto.-
-Dici sul serio?-
-Certo.- annuì. –In moto ci vogliono due secondi.-
-Mmm...- disse, fingendo di pensarci su.
-Ma se vuoi prendere l’autobus, sei sempre libera di farlo.- la prese in giro, vedendola esitare.
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi scosse la testa, divertita.
-Devo prepararmi.- gli disse.-Ma puoi accompagnarmi lo stesso.-
Recuperò quello che le serviva e poi andò in bagno.
 
Quando tornò in camera, Drake era nella stessa posizione in cui lo aveva lasciato. Alzò gli occhi al cielo e si diresse verso l’armadio.
-Che ci fai ancora a letto?- gli chiese, divertita.
-Si sta così bene.- rispose Drake, stiracchiandosi. –Perché non torni anche tu qui?-
-Certo.- lo assecondò. –Così facciamo tardi.- Drake si alzò dal letto e la raggiunse.
Non poté fare a meno di girarsi e godersi lo spettacolo.
Capelli scuri spettinati, occhi verdi che brillavano e un sorriso sghembo stampato in faccia.
Drake appoggiò una mano all’anta dell’armadio e si chinò verso di lei. Gli angoli della sua bocca si incurvarono in un sorriso.
-Non so se ho volgia di uscire adesso.- disse, rubandole un bacio.
-E cosa avresti voglia di fare?-lo provocò Kailey, senza abbassare lo sguardo.
Drake la baciò un’altra volta. –Te lo devo proprio dire?-
A quel punto la baciò un’altra volta e poi la condusse verso il letto.
 
 
All’ora di pranzo non ne poteva più di leggere mail, rispondere al telefono e studiare numeri a sette cifre.
Recuperò tutta la sua roba dalla scrivania e poi propose a Caroline di andare a mangiare un boccone insieme.
Da quando la ragazza le aveva parlato dei problemi di salute del padre, il loro rapporto era decisamente migliorato.
Non potevano ancora definirsi amiche, ma almeno non discutevano su tutto come prima.
-Come sta tua padre?- le chiese mentre uscivano dall’ufficio.
-Meglio.- rispose la sua assistente. -Pare che la nuova cura che gli stanno somministrando funzioni.-
-Mi fa piacere.- disse, lasciandosi sfuggire un sorriso.
-E ho anche parlato con il signor Evans questa mattina.-
Kailey impiegò qualche secondo a capire che non stava parlando del ragazzo con cui era andata letto quella mattina, ma di suo fratello Max.
-Di cosa?-
-Della possibilità di ottenere un prestito dall’azienda.-
-Non sapevo concedessero prestiti ai dipendenti.- disse, sorpresa.
-Per la verità nemmeno io.-
Kailey incrociò i suoi occhi azzurri e sorrise. –Meglio così allora.-
-Già.-
-Dove andiamo?- le chiese poi la sua assistente, guardandosi intorno.
Nelle vicinanze c’erano diversi ristorantini in cui potevano andare, ma quel giorno voleva provare qualcosa di nuovo.
Si fermò a un semaforo e poi si voltò verso di lei.
-Che ne dici di quello all’angolo che ha aperto un mesetto fa?-
-Perché no.-
Si incamminarono in quella direzione e in un battibaleno si ritrovarono sedute ad un tavolo con un menù in mano da studiare.
-Non mi dispiace affatto questo posto.- le disse Caroline, guardandosi attorno. –È molto alla mano.-
Kailey annuì, d’accordo con lei.
Il locale era spazioso ma accogliente e i tavoli erano apparecchiati con posate di plastica e tovaglioli di carta.
Si respirava un’atmosfera piacevole e qualcosa le diceva che anche il cibo fosse buono.
Un cameriere venne a prendere le loro ordinazioni e poi le lasciò chiacchierare in santa pace.
-So che siamo partite col piede sbagliato e che sei il mio capo, ma mi farebbe davvero piacere se ci conoscessimo meglio.- disse Caroline, imbarazzata.
-Anche a me farebbe molto piacere.-
Caroline sorrise e poi incrociò le braccia sopra al tavolo.
-Allora..- iniziò a dire. –Sei...-
Non fece in tempo a concludere la frase che qualcuno attirò bruscamente la loro attenzione, costringendo entrambe a voltarsi.
-Kaaaaaileeey!- trillò una voce femminile che avrebbe riconosciuto ovunque. Scosse la testa divertita e poi si alzò dalla sedia.
-Ciao, Ella.- disse, abbracciando la sorella di Chase.
-Che ci fai da queste parti?- le chiese la ragazza, lasciandosi sfuggire un sorriso.
-Io e la mia assistente siamo venute a mangiare un boccone prima di tornare in ufficio.
-rispose. –E tu?-
All’improvviso si rese conto che indossava una maglia con il marchio del locale stampato sul petto. Probabilmente lavorava lì.
-Ci lavoro.- disse infatti, facendole l’occhiolino. –Hanno già preso le vostre ordinazioni?-
-Sì, sì.- annuì. -Non ti preoccupare.-
-Benissimo.- disse.
-Domani sei dei nostri, vero?- le chiese poi, sistemandosi meglio la lunga coda di cavallo.
-In che senso?-
-Il concerto dei ragazzi.- rispose. -Drake non ti ha detto niente?-
Aggrottò le sopracciglia, perplessa.
 No, Drake non le aveva detto proprio niente. Forse perché quella mattina erano stati troppo impegnati a...
Scacciò quel pensiero dalla testa e si schiarì la voce, sforzandosi di non arrossire.
-Per la verità non ne sapevo nulla.-
-Si sarà dimenticato.- ipotizzò Ella, alzando gli occhi al cielo. –È pur sempre un ragazzo.-
Kailey ridacchiò.
-Comunque io e la mia amica Faith abbiamo un tavolo riservato.- proseguì. –Se vuoi ti puoi unire a noi.-
-Molto volentieri.- disse, sorridendo. -Comunque ieri ho conosciuto tuo fratello.-
-Che fortuna.- replicò Ella, sarcastica. –Hai conosciuto una delle menti più brillanti del Paese.-
Kailey soppiò a ridere. –Ha detto che sono una gran bella ragazza e che ho una bella casa e che adesso ha capito perché Drake non si sia voluto fermare da voi.-
-Non ci credo.- disse Ella, scuotendo la testa. –Lo devi scusare, ma è deficiente. Poverino, non lo fa apposta. È solo che gli manca qualche neurone.-
-È stato simpatico.- la corresse Kailey, lasciandosi sfuggire un sorriso.
-Immagino. Comunque se avete bisogno di qualcosa, chiamate.- disse, rivolgendosi anche a Caroline. –Noi due ci vediamo domani.-
-Ciao, Ella.-
La osservò mentre andava a prendere l’ordinazione di un tavolo e poi si tornò a sedersi.
-Una tua amica?- le chiese Caroline, curiosa.
Kailey esitò. Era la terza volta che si incontravano, ma si era già affezionata a lei.
-Sì.- disse alla fine, sorridendo.
-E Drake è il tuo ragazzo?- Arrossì. –Più o meno.-
Caroline scoppiò a ridere. –Che vuol dire più o meno?-
-È una lunga storia.- rispose, divertita. E lo era sul serio.
 
Quando rientrò a casa, trovò Drake intento a fare la lavatrice.
-Ma allora è vero che sai fare proprio tutto.- scherzò, incapace di trattenere un sorriso. Drake impostò il programma che gli serviva e poi si avvicinò a lei.
-Perché, avevi dubbi?- le chiese, prendendole il viso fra le mani.
Kailey si alzò sulle punte per baciarlo e poi sorrise. –Quanto sei presuntuoso.-
-Questa l’ho già sentita.-
-Forse perché è vero.-
Drake alzò gli occhi al cielo e poi la baciò. –Già.-
-Quando avevi intenzione di dirmi che tu e i ragazzi fate un concerto domani?- gli chiese, dirigendosi in camera.
-Concerto è una parola grossa, però è vero. Domani suoniamo al locale.- scherzò Drake, seguendola. -Chi te lo ha detto?-
Kailey si sedette sul bordo del letto e poi si tolse le scarpe. Non ne poteva più di quegli stramaledetti tacchi.
-Ho incontrato Ella.-
-Siete uscite un’altra volta insieme?- le chiese, inarcando un sopracciglio.
-E se anche fosse?-
-Sta diventando un’abitudine.- scherzò. –Si può sapere di che diavolo parlate tutto il tempo tu e quello scricciolo?
Alzò gli occhi al cielo, esasperata. Ancora con quella storia?
-Sono andata a pranzo nel posto in cui lavora e ci siamo incontrate per caso.- gli spiegò. –Tutto qui.-
Drake si appoggiò allo stipite della porta e poi la osservò mentre si cambiava. -Te lo avrei detto stasera.-
-Certo.- lo assecondò, fingendo di non credergli.
-Sul serio.-
Non riuscì a trattenere un sorriso. –Oppure hai evitato accuratamente di dirmelo perché non vuoi che venga lì. Posso solo immaginare le orde di ragazze pronte a buttarsi ai tuoi piedi e a concederti le loro grazie.-
Drake scoppiò a ridere. –Fai sul serio?-
-Perché, non è mai successo?-
-Solo un paio di volte.- scherzò Drake, ridacchiando.
-Certo.- lo assecondò.
Si legò i capelli in uno chignon morbido e poi diresse in bagno. Doveva ancora rifarsi lo smalto per colpa di Kelly.
-Quindi hai intenzione di invitarmi?- gli chiese, recuperando tutto quello che le serviva da un cassetto del mobile sotto al lavandino.
Drake sorrise. –Tu vuoi essere invitata?-
Alzò gli occhi al cielo. Certo che voleva essere invitata. Evitò però di dirlo ad alta voce.
-Tanto ci vengo comunque.- dichiarò, incapace di trattenere un sorriso. –Mi ha invitato Ella. Starò con lei e con una sua amica.-
-E allora che me lo chiedi a fare?- la prese in giro Drake, scoppiando a ridere. –Volevi l’invito in carta bollata?-
Kailey lo fissò, fingendo di essersi indignata. –Certo.-
-Colpa mia.- si scusò Drake, sforzandosi di non ridere. –Ho calcolato male i tempi.-
-Mi pare evidente.- replicò, lasciandosi sfuggire un sorriso.
Gli passò accanto con gli smalti in mano e poi si avviò in salone.
Mentre si accomodava su una delle sedie che circondavano il tavolo usato solo in presenza di ospiti, si rese conto di non avergli ancora parlato della cena che aveva intenzione di organizzare con Tessa e suo fratello.
Forse quello era il momento giusto per farlo.
Svitò il tappo della base e poi iniziò a stenderla su tutte le unghie.
-Che ne dici di una cenetta con Tessa e mio fratello?- gli chiese, mentre lui si sedeva sul divano e accendeva la tv.
Lo vide allungare un braccio sullo schienale e poi voltarsi verso di lei.
Probabilmente stava cercando un modo carino per dirle che non voleva avere niente a che fare con la persona che lo aveva insultato solo due giorni prima.
-È una domanda a trabocchetto?-
-Cosa? No! Non è una domanda a trabocchetto.- rispose, divertita. –Voglio solo sapere se sei disposto a cenare con lei e con mio fratello uno di questi giorni.-
-E loro?- le chiese Drake, fissandola negli occhi. -Loro sono disposti a cenare con me?-
Si schiarì la voce, a disagio. –Certo.- rispose. -Perché non dovrebbero?-
Drake scoppiò a ridere. –Non lo so.- disse, fingendo di pensarci su. –Forse perché mi odiano?-
-Non è vero che ti odiano.- lo corresse. –È solo che non ti conoscono.-
-Quindi non mi sopporta nemmeno tuo fratello.-
-Non mettermi in bocca parole che non ho mai detto.- lo rimproverò, iniziando a stendere nel frattempo lo smalto colorato sulle unghie. –E poi David ti ha visto sì e no mezza volta. Come fa già ad odiarti?-
Drake si strinse nelle spalle. –Magari Tessa lo ha già riempito di stronzate sul mio conto.-
-Ti ricordo che stai parlando della mia migliore amica.- lo mise in guardia.
-Che però non mi sopporta.- aggiunse Drake. Sbuffò.
-E va bene.- si arrese. –Non ti sopporta. È inutile negarlo. Però è disposta a fare un passo indietro e a cenare con te. Questo vorrà pur dire qualcosa.-
-Che gentile.-
Il tono che usò non le piacque per niente. Finì di stendere lo smalto su tutte le unghie e poi lo guardò.
-Quindi non hai nessuna intenzione di cenare con lei.- dedusse, seccata.
-Non ho detto questo.-
-Ma neanche il contrario. –
Drake spense la televisione e poi si alzò dal divano. –Lo farò, se ci tieni così tanto.- si arrese, spazientito.
-Davvero magnanimo da parte tua.-
Lo osservò mentre si sedeva accanto a lei.
-È solo che non voglio sentirmi dare del bugiardo e del violento un’altra volta.- ammise, in tono più accondiscendente.
Kailey sospirò. Come poteva biasimarlo?
-Non succederà.- gli assicurò, abbozzando un sorriso.
Drake fece per prenderle una mano, ma lei si scansò in tempo.
-Non ti azzardare.- lo mise in guardia. -Così mi rovini tutto lo smalto.-
-Non sia mai.- scherzò Drake.
Kailey alzò gli occhi al cielo e poi lo guardò negli occhi. –Allora posso invitare Tessa e David a cena?-
Lo vide annuire e poi sporgersi per baciarla. –Quando li vuoi invitare?- Non poté fare a meno di sorridere. –Venerdì.-
-Intendi dopodomani?-
-Esatto.-
Drake scosse la testa e poi alzò gli occhi al cielo, divertito. –Cosa non si fa per la ragazza che si...-
Kailey lo fissò, il cuore che le batteva forte nel petto. Cosa stava per dire? Drake si schiarì la voce e poi sorrise, come se niente fosse.
-Hai finito?- le chiese poi, riferendosi allo smalto che teneva in mano.
-Non ancora.-
Doveva stendere il top coat e poi passare le mani sotto l’acqua fredda per far asciugare lo smalto più velocemente.
-Che ne dici se intanto vado a preparare qualcosa?- le chiese allora, cogliendola alla sprovvista.
Cosa? Aveva intenzione di cucinare lui la cena?
-Certo...- rispose, disorientata.
Kyle, il suo ex ragazzo, non si era mai offerto di cucinare un bel niente per lei. Erano stati insieme anni, eppure....
Scacciò quel pensiero dalla testa e annuì.
-Magari.- disse alla fine, accennando un sorriso. Drake le fece l’occhiolino e poi si diresse in cucina.
Kailey stese l’ultima passata di smalto e poi decise di rilassarsi un po’.
Non potè fare a meno di pensare come mai ancora non ricordasse cosa fosse successo la sera in cui lei e Drake si erano conosciuti.
Aveva solo un piccolo frammento di quella sera e non ricordare tutto la mandava fuori di testa.
Cosa era successo esattamente?
-Ancora non hai finito?- le chiese a un certo punto Drake, ritornando in salone.
-Perché sono venuta a casa tua quella sera?- gli chiese, curiosa. -E perché non mi ricordo niente?-
-Posso rispondere solo a una domanda, Kailey.-
-A quale delle due?-
Drake si avvicinò a lei e poi sorrise. –Lo sai benissimo.-
Non riuscì a fare a meno di sbuffare. –Non sarebbe tutto più facile se mi raccontassi tutto?-
-Probabilmente sì.-
-E allora perché non lo fai?- gli chiese, raggiungendolo.
Drake le posò i mani suoi fianchi e poi l’attirò a sé. –Perché non si possono raccontare le emozioni. Solo tu puoi ricordare cosa hai provato quella sera.-
-E tu cosa hai provato?- gli chiese, perdendosi nei suoi occhi verdi. Gli angoli della sua bocca si incurvarono in sorriso. –Tutto.-

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Quella sera Drake aveva bisogno di Kailey più che mai.
Aveva bisogno di vedere il suo sorriso e di perdersi nei suoi meravigliosi occhi nocciola, ma soprattutto aveva bisogno di sentire la sua voce e di sapere che andava tutto bene, di sapere che sarebbe andato tutto bene.
Peccato però che fossero le due di notte e che lui non avesse nessun diritto di svegliarla e disturbare il suo sonno.
Contò fino a tre e poi chiuse gli occhi, esausto.
Non riusciva a prendere sonno. Continuava a chiedersi cosa sarebbe successo il giorno dopo.
E se il concerto fosse andato male? E se Mark non fosse riuscito a vendere tutti i biglietti? Dove avrebbe trovato i soldi per pagare l’affitto di un altro appartamento? Scosse la testa, sopraffatto da un pensiero che non avrebbe dovuto nemmeno sfiorarlo. Non poteva rimanere lì per sempre. Non era giusto.
Non era giusto per Kailey, che pagava bollette e tutto il resto di tasca sua, e non era giusto per se stesso.
Doveva solo rimboccarsi le maniche e fare di tutto per rimanere a galla. Come aveva sempre fatto, del resto.
E allora perché in quel momento provava quel vago senso di inquietudine? Si girò su un fianco e cinse la vita di Kailey con un braccio.
Se solo avesse aperto gli occhi...
Era convinto che tutte le sue paure sarebbero svanite all’istante.
Probabilmente fece un movimento brusco oppure lei riuscì ad avvertire il suo stato d’animo anche nel sonno perché all’improvviso i loro sguardi si incrociarono.
-Ehi.- mormorò Kailey con voce assonnata.
-Ti ho svegliato.- si limitò a dire lui, baciandole la punta del naso.
Sapeva benissimo che il giorno dopo doveva alzarsi presto per andare a lavoro. La vide scuotere la testa e sorridere. Era il suo modo di fargli capire che non era successo niente di grave.
-Tutto bene?- gli chiese poi, sistemandosi meglio.
Adesso erano sdraiati entrambi su un fianco, l’uno di fronte all’altra. Le accarezzò dolcemente una guancia e poi annuì.
Kailey sorrise. –Che bugiardo che sei.-
-Tutto apposto.- la rassicurò. –Sul serio.-
Aveva un disperato bisogno di parlare con lei, di rivelarle le sue paure, ma allo stesso tempo non voleva farla preoccupare.
E poi cosa le avrebbe potuto dire?
Amore sono un po’ teso perché domani potrei perdere il lavoro?
Si irrigidì non appena si rese conto del vezzeggiativo che aveva usato nella sua testa. Era innamorato di Kailey?
La osservò a lungo senza dire niente e poi sorrise. In cuor suo conosceva la risposta a quella domanda, solo che in quel momento non era pronto ad affrontare i suoi sentimenti.
-Si può sapere che succede?-gli chiese Kailey, divertita.
Probabilmente si stava chiedendo come mai un momento prima fosse pensieroso e quello dopo sorridesse.
Si sporse per baciarla e poi le accarezzò un fianco.
-Sono solo un po’ teso.- ammise.
Ma non aveva deciso di stare zitto e tenersi tutto per sé?
Scosse lievemente la testa.
Che stava facendo? Cominciava ad abituarsi all’idea di condividere i propri pensieri con gli altri?
-Per domani?- gli chiese Kailey, strappandolo ai suoi pensieri. Si limitò ad annuire.
-Non c’è motivo di essere tesi.- lo rassicurò-Devi solo fare quello che ti riesce meglio.-
-Non è proprio così.- la corresse. -Se qualcosa va storto...-
-Cosa?- lo incitò, notando che esitava.
Prese un respiro profondo e poi fece quello che si era ripromesso di non fare.
Le raccontò della possibilità che Mark non rinnovasse loro il contratto e della sua paura di rimanere senza lavoro. Per qualche strano motivo evitò di dire che senza soldi non sarebbe andato proprio da nessuna parte.
Kailey lo ascoltò senza fare commenti e poi intrecciò una mano alla sua.
-Andrà tutto bene. E se dovessi sbagliarmi vedrai che tu e i ragazzi ve la caverete. Siete giovani e avete talento. Non avete bisogno di Mark o del suo locale per far conoscere la vostra musica agli altri.-
Prima che lui potesse ribattere, aggiunse anche:-Puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi comunque.-
Drake si ritrovò a trattenere il respiro.
Kailey aveva capito qual era il vero problema senza che lui dicesse nulla.
-Non c’è fretta.- lo rassicurò. –Davvero.- La vide accennare un sorriso.
-Grazie, ma non voglio essere un peso.- disse, stringendole la mano.
-Un peso?- ripeté divertita. –Credo che vivere insieme abbia i suoi vantaggi invece.-
-Per esempio?-
Kailey si sporse verso di lui e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Non poté fare a meno di sorridere.
-Se la metti in questi termini allora...- scherzò. Kailey scoppiò a ridere.
-La devi smettere di preoccuparti, Drake.- disse poi, allungando la mano libera per accarezzargli una guancia.
-Non è così facile.- sospirò -Ce n’è sempre una.-
Kailey si liberò dalla sua stretta e poi si mese seduta a gambe incrociate.
Accese la lampada sul comodino prima di intrecciare nuovamente una mano alla sua.
-Credo sia la vita, sai?- mormorò. –Ad essere complicata. Non è mai tutto in discesa.- Drake la guardò incuriosito. Come mai si era incupita all’improvviso?
Si tirò su e poi si appoggiò alla testiera del letto.
-Non so tante cose di te.- si ritrovò a dire, anche se in realtà voleva chiederle cosa intendesse.
Quali esperienze l’avessero segnata a tal punto da farle pronunciare quelle parole. Kailey chiuse gli occhi per un secondo e poi si schiarì la voce.
L’espressione triste che aveva notato sul suo viso era completamente sparita.
-Credo che abbiamo già fatto questa conversazione.- lo prese in giro.
-È vero.- annuì Drake, ricordandosi di quella mattina in cui lei gli aveva detto che suo fratello si vedeva con la sua migliore amica. –Però alla fine non mi hai detto nulla di te.-
-E cosa vuoi sapere?-
Drake ci pensò su. Gli chiese la prima cosa stupida che gli venne in mente.
-Colore preferito?-
-Verde.-
-Film preferito?-
-Interstellar.-
Stava per chiederle qual fosse la sua canzone preferita quando si rese conto di non conoscere il film che lei gli appena nominato.
-E che roba è?- chiese infatti, curioso.
Kailey scoppiò a ridere. –Non credo che ti piacerebbe.-
-Perché?-
La sentì ridacchiare.
-Perché è un film di fantascienza.- gli spiegò.
-Di che parla?-
Kailey fece per aprire bocca, ma poi non disse nulla. Si alzò dal letto e poi gli fece segno di seguirla.
-Ma dove stai andando?- le chiese, perplesso.
-Muovi il sedere, Evans.- si limitò a dire Kailey prima di sparire dalla sua visuale.
Drake non riuscì a trattenere un sorriso.
Non aveva mai conosciuto una ragazza come lei.
Gli bastava vederla sorridere o sentirla parlare per dimenticare tutti i suoi problemi.
Si alzò dal letto anche lui e poi la seguì in salone, dove la trovò ad armeggiare con il lettore dvd.
-Che fai?- le chiese, accomodandosi su un divano.
-Ti sto mettendo alla prova.-
-Cioè?-
Si girò un attimo verso di lui e sorrise. –Mi hai chiesto perché non ti sarebbe piaciuto il film e di che cosa parlasse.-
Drake annuì.
-Ma non serve a niente spiegartelo.- continuò.- Lo devi vedere con i tuoi occhi.-
-Ma sono le due.- le fece notare.
-E allora?-lo provocò. –Hai bisogno di andare a nanna?-
Non poté fare a meno di scoppiare a ridere. Sì, ne aveva proprio bisogno. Ma tanto non riusciva ad addormentarsi quella sera. Perché non vedersi un film?
Decise di stare al gioco.
-Perché sei così sicura che non mi piacerà?- le chiese, curioso. Kailey inserì il dvd nel lettore e poi lo raggiunse.
La osservò mentre si sedeva accanto a lui e mentre accendeva la televisione.
-Non è il tuo genere.-
-E che ne sai.-
Kailey sorrise. –Facciamo così.- iniziò a dire. –Se ti addormenti dopo venti minuti, significa che avevo ragione e che posso chiederti qualsiasi cosa. Se invece riesci a vedere tutto il film significa che io avevo torto e che tu puoi chiedermi tutto quello che vuoi.-
Drake le posò una mano sulla coscia e poi si sporse verso di lei. -Tutto quello che voglio?-
La vide scuotere la testa e poi alzare gli occhi al cielo. Probabilmente pensava di sapere cosa le avrebbe chiesto se avesse vinto lui.
Kailey annuì.
-E se ti addormenti prima tu?- le chiese poi, incapace di trattenere un sorriso.
-Non succederà mai.-
-E cosa te lo fa pensare?-
Kailey incrociò le braccia al petto e poi scrollò le spalle.
-È il mio film preferito. L’avrò visto un centinaio di volte, eppure non mi sono mai addormentata.- disse, piuttosto sicura di sé.
-E va bene.- la assecondò. –Ci sto.-
Aspettò che il film iniziasse per allungare un braccio dietro di lei e intrecciare la mano libera alla sua.
Kailey osservò il punto in cui loro corpi erano a contatto e poi appoggiò la testa nell’incavo del suo collo.
Non poté fare a meno di sorridere quando la sentì sbadigliare.
-Praticamente ho già vinto.- le sussurrò all’orecchio.
-E allora comincia a pensare a quello che vuoi.-
-Ma io so già cosa voglio.-
La sentì ridacchiare. –Non avevo dubbi.-
-Vorrei che tu...-
Kailey mise in pausa il film e poi si girò verso di lui.
-Mi spieghi come fai a seguire il film se chiacchieri tutto il tempo?- gli chiese, divertita.
-Ma se non è successo ancora niente!- protestò. –Che c’è da seguire?-
La sentì sbuffare. Tutta scena. Probabilmente non aveva voglia nemmeno lei di vedere quel film.
E come darle torto? Era davvero tardi. Solo lui non riusciva ad addormentarsi dopo un’intera giornata sulle spalle.
-Devi stare buono.- lo rimproverò. -Ok?
Drake si lasciò sfuggire un sorriso. –E che ci guadagno?-
-Non ci guadagni un bel niente!- esclamò.- Abbiamo fatto una scommessa, quindi devi stare zitto e seguire il film.-
-Possiamo sempre cambiare i termini della scommessa.-
-Non ci provare.- lo mise in guardia. –Non puoi tirarti indietro.-
Drake si alzò le mani in segno di resa. –Ok, va bene.- la assecondò, incapace di trattenere un altro sorriso. –Sto zitto.-
Aspettò che Kailey facesse ripartire il film e poi si concentrò su quello che stava vedendo.
Era proprio curioso di sapere quanto avrebbe retto lei, che si era accoccolata di nuovo contro di lui.
Poteva anche essere il suo film preferito, ma era tardi e questo giocava a suo favore. La guardò un’ultima volta prima di sistemarsi meglio e sbadigliare.
Non resse molto. Dopo pochi minuti cercò di nascondere uno sbadiglio, ma non fu in grado di combattere contro il desiderio di chiudere gli occhi.
Si disse che li avrebbe riaperti subito, ma non fu così.
Si addormentò prima di rendersi conto che in realtà quella scommessa l’aveva persa nell’istante esatto in cui l’aveva accettata.
 
-A quanto pare hai perso.- gli disse il giorno dopo una voce femminile accanto a lui. Sbatté le palpebre un paio di volte. Cosa? Ci impiegò qualche secondo a capire che stava succedendo.
Che razza di idiota. Si era addormentato davanti al film come un bambino di otto anni. Si tirò su e poi si voltò verso Kailey.
Era già vestita e truccata per andare a lavoro. Aveva deciso di indossare un tailleur
pantalone blu e una camicetta bianca.
-Che ore sono?- le chiese, incapace di trattenere uno sbadiglio.
-Sette e un quarto.-
Sgranò gli occhi. Per quale diavolo di motivo l’aveva svegliato a quell’ora del mattino?
-Hai perso.- ripeté poi, divertita.
Drake si lasciò sfuggire una smorfia. –Già.-
-Il che vuol dire che posso ti chiedere tutto quello che voglio.-
-Certo.- la assecondò.
Si alzò dal divano e l’attirò a sé. –Tutto quello che vuoi.- ripeté in tono allusivo.
-Sei fuori strada, Evans.- lo prese in giro.
-Dici?-
Posò entrambe le mani sui suoi fianchi e poi si chinò verso di lei.
Aveva una voglia matta di baciarla. Di premere le labbra contro le sue e di godersi il suo profumo.
Kailey sorrise. –E non immagini quanto.-
-Quindi mi stai dicendo che non vuoi finire a letto con me.-
La vide arrossire.
-Devo andare a lavoro.-
-Posso sempre parlare con Max.-
-E cosa gli diresti?- chiese, divertita. –Sentiamo.-
-Oggi Kailey arriva un po’ più tardi perché mi deve aiutare a ritrovare la concentrazione.- rispose, fingendo di essere serio.- Non posso proprio affrontare la giornata senza il suo aiuto.-
Kailey scoppiò a ridere. –Poverino.-
-Infatti.- la assecondò. -A ventisette anni ho ancora bisogno di qualcuno che mi dica come affrontare i miei problemi.-
-Brutta storia.- lo prese in giro.
-Non sai quanto.-
Questa volta non le diede il tempo di rispondere. Si chinò verso di lei e la baciò. Non fu molto delicato. La strinse a sé e la baciò come se non la vedesse da giorni. Kailey non si oppose. Anzi. Rispose al bacio con il suo stesso impeto.
-Stai cercando di corrompermi?- gli chiese poi, allontanandosi da lui.
-Forse.-
-Non sta funzionando.-
-Forse devo essere più convincente.- mormorò.
Rafforzò la presa sui suoi fianchi e poi si chinò di nuovo per baciarla.
-Non ci provare proprio.- lo fermò. –Smettila.-
-Quindi non sei immune al mio fascino.-
-Mai detta una cosa del genere.-
-Buono a sapersi.-
Kailey alzò gli occhi al cielo.
-Ho bisogno che tu pulisca tutta casa.- gli disse, cogliendolo alla sprovvista.
-Cosa?-
-Hai capito bene, Evans. Al mio rientro questa casa deve brillare.-
-Stai scherzando.-
Kailey sorrise. –Ti sembro una che sta scherzando?-
-Ho capito.- disse. -Mi stai prendendo in giro.-
Kailey scoppiò a ridere. –Non ti sto prendendo in giro.- gli disse, scuotendo la testa.
Drake si passò una mano sul viso. –Fai sul serio?-
-Già.- annuì. –E adesso mi dispiace ma devo proprio andare altrimenti faccio tardi.- Si allungò per baciarlo sulle labbra. –Deve essere linda e pinta, mi raccomando.- Drake si sedette sul divano e poi sbuffò. –Sapevi di vincere.- l’accusò.
-Forse.-
-Mi hai fregato.-
-Non riuscivi a addormentarti.- si limitò a dire, stringendosi nelle spalle. Drake la fissò. E allora?
Non fece in tempo a formulare quella domanda ad alta voce che Kailey se n’era già andata.
Ripensò a quello che gli aveva appena detto. Non riuscivi a addormentarti. E quindi? Sussultò. Che stupido. Kailey non lo aveva fregato. Aveva capito che non riusciva ad addormentarsi e quindi gli aveva proposto di vedere quel film per aiutarlo a dormire. Probabilmente se non fosse stato per lui avrebbe continuato a dormire serena e tranquilla.
Scosse la testa. Era proprio un idiota, santo cielo.
Decise di fare colazione e poi di andare in palestra.
Aveva bisogno di scaricarsi un po’ e allentare un po’ la tensione.
 
All’ora di pranzo si rese conto che sollevare pesi e fare esercizi per due ore di fila non era servito a un bel niente.
Era ancora teso come una corda di violino e dubitava fortemente che quella sensazione d’ansia che provava se ne sarebbe andata via facilmente.
Finì di asciugarsi al volo i capelli e poi chiuse il borsone che si portava sempre dietro quando decideva di andare in palestra.
Salutò il proprietario e poi controllò che ore fossero.
Si incamminò verso l’edificio in cui lavorava Kailey senza nemmeno accorgersene. Mentre attraversava un incrocio si ritrovò a pensare che se il proprietario della palestra in cui andava non fosse stato un amico di Tyler, non si sarebbe mai potuto permettere due allenamenti a settimana.
Si infilò il cappuccio della felpa e poi si fermò a un semaforo.
Mentre attendeva che scattasse il verde, il suo telefono iniziò a vibrare. Lo recuperò dalla tasca dei jeans e poi rispose.-Pronto?-
-Che si dice?-
Scoppiò a ridere. -Che ti serve Ella?-
La sentì ridacchiare dall’altro capo del telefono . -Ma dai.- rispose divertita. –Non mi serve niente. Ti volevo solo fare un saluto.-
-Davvero?-
-No.-
Questa fu lui a ridere. –Spara.-
-Ho invitato Kailey al vostro concerto.- disse.
-Lo so.-
La sentì esitare.
-Ecco...mi chiedevo se...-
-Cosa?- la incalzò.
Che diavolo aveva in mente?
-Ti dispiace se la passo a prendere io così andiamo insieme?-
Inarcò un sopracciglio. Che razza di domanda era? Mica gli doveva chiedere il permesso.
Poi però si rese conto che nessuna delle due aveva a disposizione un mezzo con cui andare.
-Pensate di venire in taxi?-
-No, ma quale taxi.-
-E allora come pensate di venire?-
-No...ecco...viene anche la mia amica Faith.- disse Ella, con un tono strano.
-E...?-
-Ci accompagnerebbe suo fratello.- gli disse tutto d’un fiato.
Drake si irrigidì. Conosceva quel tipo. Ci aveva fatto a botte una volta perché aveva avuto la brillante idea di provarci con la sua ragazza e lui non l’aveva presa tanto bene.
-Non se ne parla proprio.-
-Sono passati due anni, Drake.- gli fece notare. –Si sarà dimenticato di te.-
-Secondo te uno si scorda il ragazzo che ci ha provato con la donna con cui si doveva sposare?-
Ella fece per aprire bocca, ma alla fine non disse niente.
-Se proprio ci tieni a venire con Kailey vi prendete un taxi.- La sentì sbuffare. –Non mi...-
-Senza se e senza ma, ragazzina. Vi prendete un taxi.-
-E chi paga?- gli chiese Ella, seccata. –Tu?-
-Come ti pare, basta che tieni Kailey lontana da quello stronzo.-
-Ma che c’entra Kailey? Sei tu ad avere un problema con quel tipo, non lei.-
-Non me ne frega niente, Ella.-
La sentì sbuffare un’altra volta. –Come ti pare.- Attaccò senza nemmeno dargli il tempo di rispondere. Quando provò a richiamare, Ella non rispose.
A volte si comportava come una bambina. Aveva tutto il diritto di chiederle di tenere Kailey lontano da Jared. E se lui si fosse voluto vendicare? E se avesse fatto l’idiota con Kailey?
Non aveva nessuna intenzione di correre il rischio.
Proseguì dritto fino a quando non si ritrovò davanti all’edificio in cui lavoravano Kailey e suo fratello.
Superò la reception senza battere ciglio e poi si diresse verso la stanza di Kailey. Una volta arrivato a destinazione bussò un paio di volte alla sua porta.
-Avanti.- disse una voce femminile che conosceva bene. Abbassò il cappuccio della felpa ed entrò.
-Ciao Drake.- lo salutò suo fratello.
Era vestito in modo elegante come al solito. Pantaloni neri e camicia azzurra con le maniche arrotolate.
Ricambiò il saluto e poi rivolse la sua attenzione a Kailey. Perché era arrossita?
-Disturbo?-
La vide scuotere la testa e accennare un sorriso.
-Lavoro.- si limitò a dire, stringendosi nelle spalle.
-Ma tanto abbiamo fatto.- lo rassicurò suo fratello.
Vide Max raccogliere alcune fogli dalla scrivania di Kailey e poi dirigersi verso di lui.
-Tutto bene?- gli chiese.
In quel momento si rese conto che non si vedevano da quando era andato a casa sua.
-Più o meno.-
Max annuì e poi si girò verso Kailey. –Passa da me quando hai finito di ricopiare tutto al computer.-
-Perfetto.-
Drake lo osservò mentre si dirigeva verso la porta, ma qualcosa lo spinse a fermarlo.
-Max?-
Suo fratello abbassò la maniglia della porta e poi si girò verso di lui.
-Dimmi.-
-Stasera ci sarebbe una specie di concerto...- iniziò a dire.
Si voltò verso Kailey. Il suo sorriso gli fece capire che stava facendo la cosa giusta. Si schiarì la voce. –Perché non passi?-
Max non riuscì a nascondere le sue emozioni. Sembrava stupito e felice allo stesso tempo.
-Certo.- rispose. –Dove e a che ora?-
-Night Call.- disse. -Alle sette mezza.- Max annuì. –Ci vediamo lì allora.-
Non gli diede il tempo di rispondere. Uscì dalla stanza prima che lui potesse aprire bocca.
Non poté fare a meno di scuotere la testa, perplesso. Aveva appena invitato suo fratello al suo concerto? E lui aveva accettato il suo invito senza battere ciglio?
Posò il borsone per terra e poi si andò a sedere su una delle sedie posizionate davanti alla scrivania di Kailey.
-Sono fiera di te, Drake.- gli disse lei, strappandolo ai suoi pensieri. I loro sguardi si incrociarono.
-Mi spieghi cos’è successo?- le chiese.
Kailey sorrise. –Tu e tuo fratello state cercando di recuperare il vostro rapporto.- rispose. –E mi sembra che per il momento ve la stiate cavando piuttosto bene.- Si passò una mano nei capelli. Non sapeva cosa dire.
-Comunque.- disse Kailey. –Hai pulito casa?- Scoppiò a ridere. –Ancora con questa storia?-
-Quindi non lo hai fatto.-
Drake non rispose. Ne stavano parlando sul serio?
-Non sono venuto qui per parlare di questo.- disse invece. –Perché non ce ne andiamo a pranzo?-
Kailey non fece in tempo a rispondere. Qualcuno bussò alla sua porta, distraendola
dalla loro conversazione.
-Avanti.- la sentì dire.
-È un porto di mare questa stanza.- scherzò. Kailey lo fulminò con lo sguardo.
La ragazza mora che aveva visto l’altra volta entrò nella stanza. -Non puoi capire cosa è successo...Max mi ha appena...-
Si bloccò nell’istante esatto in cui notò che c’era anche lui nella stanza.
-Scusate.- disse, imbarazzata. –Pensavo...-
-Non ti preoccupare Caroline.- disse Kailey. –Caroline, ti presento Drake.- E poi si rivolse a lui. –Drake, lei è Caroline.-
Caroline allungò una mano verso di lui e poi si voltò verso Kailey. La stava guardando in modo stano.
Possibile che Kailey le avesse parlato di lui?
Caroline si schiarì la voce. –Sei impegnata a pranzo?- Kailey si voltò verso di lui. –Sono impegnata a pranzo?-
Drake scoppiò a ridere e poi si rivolse all’assistente. –Direi proprio di sì.-
-Ah, ok.- si limitò a dire la ragazza. –A dopo allora.- Uscì dalla stanza così come era entrata.
-La tua assistente?- chiese a Kailey.
Kailey esitò. –Un’amica.- rispose. –Ma anche la mia assistente.-
-Conosce mio fratello.-
Stavolta fu Kailey a ridere. –Tutti conoscono tuo fratello.-
La cosa non lo stupiva. In fondo era un pezzo grosso all’interno di quell’azienda. –C’è del tenero fra quei due?-
Kailey sgranò gli occhi e poi lo guardò come se fosse un alieno. –Cosa? No! Ma che stai dicendo!-
-Ma non hai visto com’è entrata?- le fece notare. –Voleva parlarti di lui.- Kailey scosse la testa. -È il suo capo, è normale che...- si fermò.
-Cosa?-le chiese. –A che stai pensando?-
-Niente.- rispose, evasiva. -Lascia perdere.-
Raccolse le sue cose e poi mise tutto in borsa. –Andiamo a mangiare?-
-Era ora.- la prese in giro.
 
Mezz’ora dopo erano seduti su una panchina a mangiare un pezzo di pizza al taglio. Kailey si era rifiutata di passare la sua pausa pranzo rinchiusa in un ristorante e gli aveva chiesto se potevano prendersi un pezzo di pizza e mangiarselo all’aperto.
Non aveva esitato un attimo ad accettare. L’importante era stare con lei.
-Sei stanca?- le chiese, convinto che per aiutare lui avesse finito col dormire poco lei.
-Non sono stanca..-rispose. –Sono solo un po’...non lo so...forse ho solo bisogno di cambiare aria.-
-Che succede?- le chiese, preoccupato.
Kailey si lasciò sfuggire un sorriso. –Niente. –lo rassicurò. –È solo che da quando mi hanno dato la promozione il lavoro si è triplicato e a volte non riesco a stare dietro a tutto.-
Drake le mise un braccio intorno alle spalle. –Non devi stancarti troppo.- mormorò.- Non ne vale la pena.-
-È quello che penso anche io, solo che non voglio fare brutta figura con Max. Ha riposto in me la sua fiducia e non voglio deluderlo...-
-Non lo deluderai. Sa quanto sei in gamba.-
Kailey si voltò verso di lui. –E tu che ne sai?- lo prese in giro. Drake la baciò. –Lo so e basta.-
Il suo sorriso gli fece battere il cuore più forte. Come poteva pensare di non essere all’altezza di quel lavoro? Era la ragazza più sveglia e intelligente che avesse mai conosciuto in vita sua.
-Come mai sei venuto in ufficio?- gli chiese a un certo punto.
-Avevo bisogno di te.- ammise.
Gli strinse una mano. –Tutto bene?-
-Adesso sì.-
-Però...-
-Però continuo ad essere agitato.- si ritrovò a dire. -Andare in palestra non è servito a niente...-
Kailey finse di essere scandalizzata.- Palestra?- disse, sconvolta. -Sei andato in palestra invece di pulire tutta casa come ti avevo chiesto?-
Drake scoppiò a ridere. –Colpevole.- Fece ridere anche lei. –Ti fidi di me?-
Drake annuì. Certo che si fidava di lei. Si fidava di lei più di quanto si fidasse di se stesso.
-E allora smettila di preoccuparti perché andrà tutto bene.- lo rassicurò.
-Mi ha chiamato Ella.- disse poi. Drake sbuffò. –Non me la nominare.-
-Perché? Che ha fatto?-
-Vuole che veniate insieme al concerto, vero?- Kailey annuì. –Che c’è di male?-
-Prendete un taxi.-
-È una domanda?- scherzò lei.
-No, non è una domanda Kailey.-
Probabilmente si rese conto che era arrabbiato perché gli strinse una mano e poi cercò il suo sguardo. –Non c’è problema.-
-Se ti chiede di andare con Faith e suo fratello tu dì di no.-
-Va bene.- disse Kailey senza insistere.
-E adesso vieni qui.-
Le afferrò il viso e la baciò.
 
Drake iniziò a rilassarsi alle sei mezza, nell’istante esatto in cui mise piede al Night Call.
-Sei in anticipo.- gli fece notare Mark. –Tyler e Chase non sono ancora arrivati.- Annuì e poi andò dritto al punto. –Sei riuscito a vendere tutti i biglietti?-
Mark lo fissò. Perché non rispondeva? Si ritrovò a trattenere il respiro.
-Avevi dubbi?- lo prese in giro l’uomo.
-Cazzo, amico.- imprecò. -Mi hai fatto perdere dieci anni di vita.-
-Vi avrei rinnovato il contratto lo stesso.- gli confidò il proprietario del locale.
-Cosa?-
-Per qualche strano motivo la vostra musica piace e attira clienti.- spiegò. –Perciò fino a quando mi sarete utili vi terrò con me.-
Girò i tacchi e se ne andò.
Che stronzo. A lui non piaceva la musica dei Black Chemistry, ma aveva bisogno di loro per mandare avanti il locale. Era solo un dannato opportunista, ecco cos’era. Scosse la testa e poi si diresse verso il palco.
Pochi minuti dopo arrivarono Tyler e Chase. Decisero di fare qualche prova e poi di bere qualcosa per allentare la tensione.
-È stata una giornata assurda.- annunciò Chase, prendendo un sorso di birra.
-Già.- annuì Ty. –Siamo stati tesi tutto il giorno per niente.-
-Credevo che la nostra musica gli piacesse.- disse Drake, riferendosi a Mark. Chase scoppiò a ridere. –Sul serio?-
-Ma se non ci sopporta.- continuò Ty.
Scoppiò a ridere anche lui.
Forse era la tensione accumulata durante il giorno o forse il piacere di stare con quei due, ma non riuscì a smettere.
Rise a lungo e di gusto.
-Ma che ti sei bevuto?- lo prese in giro il batterista.
Scosse la testa e ridacchiò. –Ieri ero talmente agitato che non riuscivo a dormire e la mia irrequietezza ha svegliato pure Kailey.- iniziò a raccontare.- Sapete che ha fatto per farmi addormentare?-
Scossero la testa entrambi, curiosi.
-Si è messa in testa di vedere un film.- rispose. –Erano le due di notte! Tempo dieci minuti e già dormivo.-
-Accidenti.- commentò Chase, divertito. –Doveva essere proprio interessante quel film.-
-Non ne ho idea. So solo che è il suo film preferito e che io mi sono addormentato quasi subito.-
-Complimenti amico.- disse Chase. -Sarà contenta che hai gradito.- Scoppiò a ridere. –Già-
-È ora. –disse Ty. –Tra poco il locale apre.-
Si diressero di nuovo verso il palco e presero posizione.
Non fecero in tempo a scambiare due parole che i clienti cominciarono ad entrare.
-Quanta gente.- osservò Chase.-Non vedo Ella, però.-
-Dovrebbe venire con Kailey.- disse Drake.
-Ah, non lo sapevo.-
-Dobbiamo iniziare.- disse Ty.
Annuirono entrambi. Avevano dei tempi da rispettare e non potevano aspettarle. Iniziarono a suonare prima che fossero arrivate.
Mentre suonavano, Drake si chiese che diavolo fosse successo. Dov’erano finite?
Sperò solo che alla fine Ella gli avesse dato retta e avesse prenotato un taxi.
 
Le ragazze arrivarono mezz’ora dopo, accompagnate da quell’idiota di Jared.
-Che diavolo significa?- si ritrovò a chiedere ad alta voce.
Avevano appena smesso di suonare e non avrebbero ricominciato tanto presto. Chase seguì il suo sguardo.
-Merda.- imprecò. –Sta’ calmo, Drake.-
-Gliel’avevo detto.- disse. –Gliel’avevo ad Ella di prendere un taxi.-
-Forse hanno avuto un contrattempo.- si intromise Ty.
Strinse i pugni e prese un respiro profondo. Doveva darsi una calmata. Non voleva farsi vedere da Kailey in quello stato.
-Non è successo niente di grave.- continuò il bassista.
Aveva appena cominciato a rilassarsi quando vide Jared posare una mano sulla spalla nuda di Kailey.
Perse le staffe. Si avviò a passi decisi verso di loro, ma non andò lontano. Qualcuno lo stava trattenendo.
Si voltò. –Che diavolo stai facendo?- chiese arrabbiato.
Chase scosse la testa. –Che diavolo stai facendo tu.- lo corresse. -Vuoi metterti a fare a botte?-
Sussultò. –Non...-
-Adesso ti dai una calmata e poi andiamo da loro.- Annuì.
Nel frattempo li raggiunse Ty.
-Non piace neanche a me quel tipo.- disse. –Ma non mi metto a fare a botte con tutti quelli che non mi piacciono.-
-Ho capito.- replicò Drake, seccato. –Ho afferrato il concetto.-
Prese un respiro profondo e poi lanciò un’occhiata a Kailey. Sembrava piuttosto spazientita.
Ella invece chiacchierava amabilmente con la sua amica. Possibile che avessero litigato?
-Forse è meglio se rimani qua.- gli consigliò Ty.
-Non ci penso proprio.-
Lo sentì sospirare. –Come vuoi.- disse. –Ma ti avverto: niente casini stasera.- Drake annuì e poi si diresse verso Kailey, seguito a ruota da Tyler e Chase.
-Mantieni la calma.- gli sussurrò Chase un secondo prima di raggiungere le ragazze. Gli occhi di Kailey si illuminarono non appena lo vide.
Gli andò incontro sorridendo, ma lui non le diede il tempo di aprire bocca. La baciò davanti a tutti prima che lei potesse intuire le sue intenzioni.
-Ciao.- mormorò poi, cingendole la vita con un braccio. Non riuscì a trattenere un sorriso quando la vide arrossire.
-Ciao.- lo salutò, imbarazzata.
Lanciò un’occhiata a Jared, che aveva assistito a tutta la scena, e poi spostò lo sguardo da lui ad Ella, che lo stava praticamente ignorando.
-Io e te dobbiamo parlare.- le disse, seccato. La sorella di Chase nemmeno si girò.
-Va tutto bene.- lo rassicurò Kailey, cercando di non farsi sentire dagli altri. –Lascia perdere.-
Drake le diede ascolto. E non perché avesse intenzione di lasciar perdere, ma perché voleva evitare di litigare con lei davanti a tutti.
-Come mai siete arrivate tardi?- le chiese invece.
-C’era un po’ di traffico.-
-In realtà è colpa mia.- si intromise Jared.
Drake si irrigidì. La cosa migliore probabilmente era ignorarlo e fare finta di niente.
-Stai benissimo.- disse a Kailey, notando che il vestito che indossava la faceva sembrare una modella.
Era blu scuro, non molto corto, ma metteva in risalto il suo fisico.
Kailey arrossì di nuovo. Possibile che fosse molto più timida di quanto desse a vedere?
-Non avevo messo benzina e quindi mi sono dovuto fermare a un distributore.- continuò Jared.
Drake notò che Tyler e Chase erano tesi. Forse avevano paura che lui desse in escandescenze da un momento all’altro.
Beh, non lo avrebbe fatto. Aveva capito che Jared lo stava provocando, ma lui era ancora deciso ad ignorarlo, perciò non disse nulla.
-Perché non fai vedere a Kailey il tuo regno?- gli disse a un certo punto Chase.
In realtà gli stava dicendo di portare via Kailey e di lasciare quel bastardo di Jared a lui e Tyler.
-Non te la puoi portare via.- protestò Ella. –È venuta con noi.- Adesso gli rivolgeva la parola?
Stavolta fu lui ad ignorare lei.
Non fece in tempo a parlare con Kailey che Jared si intromise di nuovo. Doveva ammettere che era proprio uno stronzo. Poi però si rese conto che probabilmente avrebbe agito come lui se qualcuno ci avesse provato con Kailey.
Si irrigidì al solo pensiero.
-Stavamo facendo conoscenza io e lei.- disse il fratello di Faith. –Me la vuoi già portare via?-
Intanto Kailey spostava lo sguardo da lui a Jared. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
-Perché non vai a prendere qualcosa da bere, Jared?- lo invitò sua sorella. –E magari prendi qualcosa anche per me.-
-Perché non ci vai tu?- disse alla sorella.
A quel punto intervenne Ella. –Forse dovremmo cercare il nostro tavolo.- disse, rivolgendosi sia a Faith che a suo fratello.
Per qualche strano motivo gli stava dando una mano. Voleva allontanare Jared da lui e da Kailey.
Prese Kailey per mano e poi si avviò verso la stanza che Mark metteva a disposizione prima di ogni esibizione.
Ne aveva abbastanza di Jared e di tutto il resto.
-Ma dove stiamo andando?- gli chiese Kailey, confusa.
-In un posto in cui quell’idiota non può venire.-
La condusse all’interno della stanza e poi si chiuse la porta alle spalle.
-Mi sei mancata.- disse poi, avvicinandosi a Kailey.
-Anche tu.-
-Bene.- mormorò, avanzando verso di lei.
La costrinse a indietreggiare fino a quando lei non si ritrovò con le spalle al muro.
A quel punto posò entrambe le mani ai lati della sua testa e poi si sporse verso di lei.
-Te l’ho già detto che sei uno schianto?-
La vide scuotere la testa.
-Sei uno schianto.- ripeté al suo orecchio.
Kailey arrossì.
-Perché sei venuta con quell’idiota?- le chiese poi, perdendosi nei suoi occhi.
-Non è stata una mia decisione, Drake.- sospirò. –Ella si è presentata sotto casa con lui e con Faith. Che dovevo fare?-
Scosse lievemente la testa. In effetti non era colpa sua.
-Ti ha dato fastidio?-
-No. –rispose Kailey. -È stato molto gentile in realtà-
Annuì. –Quando ti ho visto insieme a lui mi è andato il sangue al cervello. –ammise. Kailey sembrava perplessa. -Che problemi avete tu e quel tipo?-
Evitò di dire che ci aveva provato con la sua fidanzata. –Abbiamo fatto a botte una volta.-
-Come mai?-
Scrollò le spalle. –Così.-
-Così.- ripeté Kailey, sempre più perplessa. –Capisco.-
-Non importa perché abbiamo fatto a botte.-
-Se lo dici tu.-
-Quello che importa è che sono riuscito a mantenere la calma nonostante quell’idiota ti abbia toccato la spalla.-
Kailey scoppiò a ridere. –In effetti ha dato fastidio anche a me.-
-Che idiota. –dichiarò. –Comunque non deve toccare la mia ragazza.-
-La tua ragazza, eh?- lo prese in giro.
Annuì. –In questo momento è vestita da urlo e l’unica cosa che riesco a pensare è a quanto sarebbe facile andarcene via e stare un po’ insiemesenza tutta questa gente intorno
-Ma non puoi farlo.- mormorò Kailey, arrossendo.
-Già.- disse.
-E come pensi di risolvere il problema?-
Si sporse verso di lei. Le punte dei loro nasi si sfioravano.
-Mi invento che me ne devo andare via e me la porto a casa.-
-E poi che fai?-
Drake sorrise. –La porto in camera da letto e poi...-
-E poi..?-
Non fece in tempo a rispondere. Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti.- disse, seccato.
Ty si affacciò nella stanza. –Dobbiamo riprendere.-
-Arrivo.-
Aspettò che se ne andasse prima di rivolgere di nuovo la sua attenzione a Kailey.
-Se fai la brava, dopo te lo dico.-
-E se lei non volesse?- lo provò, mordendosi il labbro.
-Allora la dovrò convincere.-
Kailey sorrise. –Forse è meglio se andiamo.-
-Già.-
Se fosse rimasto ancora con lei in quella stanza non sarebbe andato molto lontano.
Si schiarì la voce e poi la prese per mano. -Non dare confidenza a nessuno e non metterti mai più questo vestito.-
La sentì ridacchiare mentre uscivano da quella stanza.
-Cos’era la scena di prima?- gli chiese a un certo punto, curiosa.
-Quale scena?-
-Mi hai baciato davanti a tutti.- disse. –Stavi marcando il territorio per caso?-
-Figurati.-
Kailey si fermò all’improvviso. –Eri geloso.-
-Non lo sopporto quel tipo.- le spiegò. –Non volevo che si facesse strane idee.-
-Perché non riesci ad ammettere di essere geloso?-
-Io non sono...- si interruppe nell’istante esatto in cui intravide suo fratello. –C’è Max.-
Kailey seguì il suo sguardo e poi sgranò gli occhi.
Max si era presentato al suo concerto con l’assistente mora di Kailey.

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Kailey si ritrovò a scuotere la testa, sorpresa.
Che diavolo ci facevano Max e Caroline insieme?
Poi alzò gli occhi al cielo e sospirò. Che diavolo c’era da capire?
Quei due erano usciti insieme, era evidente.
-Alla fine ci avevo preso.- disse a un certo punto Drake, distogliendola dai suoi pensieri.
Si voltò verso di lui, confusa. -Cosa?- chiese, completamente disorientata.
Drake ridacchiò e a quel punto lei fece mente locale.
C’è del tenero fra quei due?
Era stato proprio Drake a farle quella domanda e lei non aveva esitato un attimo a sminuire quell’assurda insinuazione.
-Ci avevo preso.- ripeté lui, sempre più divertito.
A lei invece quella storia non faceva ridere per niente.
Era contenta che Caroline si concedesse una serata di svago, vista la difficile situazione che stava vivendo la sua famiglia, però non era sicura che uscire con Max fosse una buona idea.
Non che lei lo conoscesse così bene da poter dare giudizi, sia chiaro, però sapeva parecchie cose su di lui e non credeva che Caroline avesse bisogno di altri problemi oltre a quelli che già aveva.
Si ritrovò a sospirare, attirando inevitabilmente l’attenzione di Drake.
-Che c’è?- fece lui, preoccupato.
Kailey ci impiegò un secondo a capire che non poteva certo confidare a Drake il motivo per cui all’improvviso si sentiva più inquieta.
Scosse la testa e accennò un sorriso.
-Niente – mentì. –Solo che non mi aspettavo di trovare Caroline con tuo fratello, nonché il mio capo, ad una serata in cui suona il mio...ehm...-
Drake la fissò intensamente, aspettando chiaramente che lei terminasse la frase.
Kailey abbassò lo sguardo e arrossì. Le capitava un po’ troppo spesso da quando lo conosceva.
Ogni volta che Drake la guardava in quel modo era come il mondo smettesse di girare e sulla faccia della terra esistessero solamente loro due.
Quando riuscì finalmente ad alzare di nuovo lo sguardo, notò che Drake la stava ancora fissando, in attesa di qualcosa di cui nemmeno lei era ancora riuscita a prendere consapevolezza.
-Drake, è ora.- disse all’improvviso una voce maschile alle sue spalle.
Si voltarono entrambi verso Chase, che stava chiarendo invitando Drake a tornare sul palco.
Drake fece un cenno con la testa e poi si voltò di nuovo verso di lei.
-Non abbiamo finito io e te.- le disse, prendendole dolcemente il viso tra le mani.
Kailey lo vide chinarsi verso di lei e impadronirsi delle sue labbra.
A quel punto chiuse gli occhi e si abbandonò alle meravigliosi sensazioni che Drake le stava facendo provare.
-Dobbiamo parlare, Kailey. –le disse poi Drake una volta che le loro labbra si allontanarono. –Sul serio.-
- A casa, okay?- aggiunse poi.
Kailey annuì, sentendo all’improvviso battere il cuore più velocemente.
Di cosa voleva parlarle Drake? Di loro due? Della loro relazione?
Sempre che poi si potesse definire in quel modo.  In fondo non avevano mai parlato di fidanzamento.
Si erano solo ripromessi di vedere come fossero andate le cose e decidere in seguito cosa fare.
Eppure lei, pochi attimi prima, stava per usare la parola fidanzato davanti a lui. Una parola che probabilmente Drake non conosceva nemmeno.
Che diavolo le era saltato in mente?
Si conoscevano da così poco tempo! Sì, erano stati a letto insieme, più di una volta, e ora lui viveva a casa sua, ma questo significava che fossero fidanzati.
E allora perché Drake l’aveva guardata in quel modo? Cosa si aspettava da lei?
In fondo prima scherzando lui non l’aveva definita la sua ragazza?
Una voce femminile interruppe il flusso dei suoi pensieri.
-Ciao Kailey.-
Scosse lievemente la testa. Si era talmente persa nei suoi pensieri da non accorgersi che Max e Caroline si erano avvicinati a loro.
-Ciao, Caroline. –la salutò, sforzandosi di non pensare a quello che era successo pochi attimi prima.
Non poté fare a meno di notare quanto fosse carina la sua assistente in quel momento. Indossava un abitino rosso che faceva risaltare il colore dei suoi capelli e un paio di sandali col tacco che la rendevano slanciata.
Il suo capo invece  indossava una camicia blu e un jeans scuro. Non lo aveva mai visto vestito in modo così sportivo.
Doveva ammettere che insieme formavano una bella coppia.
Si sforzò di non pensare al bagaglio di problemi che entrambi si portavano dietro e si concentrò invece su Max e Drake, che si salutarono con una stretta di mano. 
-Alla fine sei venuto. –disse Drake al fratello.
Max annuì e si voltò verso di lei. –Come stai Kailey?-
All’improvviso si sentì in imbarazzo.
Si trovava nello stesso posto con il ragazzo per cui chiaramente provava qualcosa e con suo fratello, che era il suo capo e che aveva avuto la brillante idea di uscire con la sua assistente.
Che casino, pensò.
Si schiarì la voce, a disagio.
-Bene, grazie. – rispose educatamente.
- Devo andare.- si intromise Drake. –E sta’ lontana da quel tizio.-
La baciò davanti a tutti e tornò sul palco.
Quando si voltò verso Max e Caroline non poté fare  a meno di notare che la stavano fissando entrambi.
Certo che la stavano fissando.
Drake l’aveva baciata davanti a tutti e le aveva intimo di stare lontana da quel Jared.
In pratica si era comportato come un qualsiasi fidanzato premuroso e geloso al tempo stesso che affermava la sua posizione di fronte agli altri.
Lo aveva fatto prima davanti a Jared e lo aveva fatto anche adesso di fronte al fratello e a Caroline.
Quel pensiero la mandò su di giri. Il loro rapporto si stava evolvendo?
-Sei venuta da sola?-le chiese Caroline all’improvviso, distraendola ancora una volta dai suoi pensieri.
-Ehm, no, in realtà sono venuta con la sorella di uno dei ragazzi del gruppo ed una sua amica.- spiegò brevemente -Ci ha accompagnato suo fratello.-.
Max la fissò. Forse aveva capito chi era il tizio a cui si riferiva Drake.
Il suo sguardo la mise in imbarazzo, di nuovo. Non riusciva a fare a meno di chiedersi che cosa stesse pensando il fratello di Drake in quel momento.
Dall’espressione del suo viso sembrava uno che aveva capito un sacco di cose in unico momento e Kailey avrebbe tanto voluto sapere cos’è che aveva capito Max da quella breve conversazione.
Si schiarì la voce un’altra volta e scacciò via quei pensieri.
-Avete prenotato un tavolo?- chiese infine, spostando la conversazione su un tema più semplice.
Max scosse la testa. –Credo ci abbia pensato Drake. –
Kailey annuì, indecisa sul da farsi.
Quando la musica ripartì, colse la palla al balza per tonare al suo tavolo.
Probabilmente lei era l’unica ad essere in imbarazzo in quella situazione, visto  che Caroline e Max non mostravano affatto segni di disagio.
-Ci vediamo dopo allora.– disse, perfettamente consapevole che se avesse potuto ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Non riusciva a spiegarsi il perché, ma quella situazione l’aveva messa a disagio.
Li vidi annuire entrambi e dirigersi poi nella direzione opposta a quella in cui fortunatamente doveva andare lei.
Sospirò e ritornò al suo tavolo.
-Tutto bene?- le chiese subito Ella, preoccupata.
Ella era una ragazza davvero dolce. La conosceva da pochissimo tempo, eppure quelle poche volte che si erano viste e sentite si era comportata come se fossero amiche di lunga data.
Si vedeva lontano un miglio che era molto affezionata a Drake e che di riflesso voleva bene anche a lei.
Sorrise. –Assolutamente.-
Poi si guardò intorno, perplessa.
-Dove sono Faith e Jared?-
Ella abbassò lo sguardo.
-Sono dovuti andare via. – disse dopo un po’, a disagio.
-Come?- chiese Kailey, perplessa. –Cosa è successo?-
A un certo punto le venne un dubbio.
-C’entra per caso quello strano siparietto di prima tra Drake e Jared?-
Ella alzò i suoi meravigliosi occhi azzurri al cielo. Bingo.
-Ella si può sapere che diavolo è successo?- chiese. - Perché si odiano così tanto?-
Ella distolse lo sguardo. Pessimo segnale.
Drake non aveva voluto dirle niente prima e ora Ella non la guardava nemmeno in faccia mentre parlavano.
Ma lei non poteva fare finta di niente. Voleva sapere che diavolo stava succedendo.
-Allora?- la incalzò.
-Kailey non credo che sia il momento adatto per parlarne.-
-E invece lo è. – insistette. –Così mi fai preoccupare.-
Ella sospirò. –Non so nemmeno se ho il diritto di raccontarti questa storia.- iniziò a dire. –Drake andrà su tutte le furie. –
Kailey voleva sapere e basta. Non le importava niente di quello che Drake avrebbe o non avrebbe fatto.
Ed Ella questo lo capì.
-Jared si doveva sposare due anni fa.-
Kailey si irrigidì. Non le piaceva per niente l’inizio di quella storia.
-Cosa...?-
-Non si è più sposato. – la interruppe Ella, in tono malinconico. – Era innamorato perso di quella ragazza e fidati, anche se lo vedi così sfrontato e indifferente nei confronti di tutto e di tutti, è davvero un bravo ragazzo. Lo hai visto con i tuoi occhi, no?-
Kailey deglutì nervosamente. Poi annuì. –Perché non si è più sposato?-
Ella fece un sorriso triste.
-Una sera Drake era arrabbiato. – rispose. – Molto arrabbiato. Aveva riportato per l’ennesima volta sua madre nel centro di riabilitazione dal quale lei scappava in continuazione.-
Si fermò  un attimo, incerta. Probabilmente si stava chiedendo se fosse il caso o meno di parlare di quelle cose con lei.
-Va’ avanti, Ella. –la supplicò. –So della madre di Drake.-
Ella si strinse nelle spalle. –Ha bevuto un po’ più del solito e ha cominciato a fare l’idiota con la fidanzata di Jared, che quella sera era venuta qui con le sue amiche.-
Kailey abbassò lo sguardo. Aveva la sensazione di conoscere il finale di quella storia.
-Lei lo gli ha dato corda e Jared ovviamente non si è più voluto sposare. – concluse Ella.
Kailey non disse una parola. Quindi era colpa di Drake se il matrimonio di Jared era saltato.
Provò a parlare ma non ci riuscì.
Perché si stupiva?
In fondo Drake era quel tipo di ragazzo.
Glielo aveva detto lui stesso, no? Lui le ragazze se lo portava a letto e basta. Non voleva relazioni, né tantomeno fidanzate.
A un certo punto si ritrovò a trattenere le lacrime.
Forse era stata una stupida a sperare che il loro rapporto potesse cambiare prima o poi.
Tirò su col naso.
-Ehi, Kailey. –la chiamò Ella. –Stai piangendo?-
-No, no- mentì. -Tutto bene. Drake è così in fondo, non si lega a nessuno.-
Ella scosse la testa. –Kailey, lui era così. –la corresse. - Fino a quando non sei arrivata tu. Ma non lo vedi? Ti cerca sempre, ti ha portato alla mia festa di compleanno e prima ti ha baciato davanti a tutti, come a voler sottolineare il fatto che stessi con lui! Non lo ha mai fatto con nessuna. Credimi. E io lo conosco da tanto tempo, quindi so quello che dico. E poi sai cosa? Miranda era una grandissima...ehm...era una poco di buono! Se tu ami una persona e  ti ci devi sposare, non dai corda al primo che ti fa delle avances! Siamo seri! È colpa sua se il matrimonio è saltato. Drake ha solo dimostrato quanto lei fosse poco innamorata di Jared.-
Kailey si ritrovò ad annuire, stranamente d’accordo con quello che stava dicendo Ella.
In fondo la sorella di Chase aveva ragione. Se tradisci il tuo futuro marito col primo che capita forse non sei così innamorata di lui. Anzi. Non te ne frega proprio nulla, altrimenti non avresti mai fatto una cosa del genere.
Poi si fermò a riflettere sulla prima parte del discorso di Ella, che la riguardava molto più da vicino.
-Tu credi che... –cominciò a dire, speranzosa. -Credi che Drake...-
Ella la interruppe subito. –Sì, Kailey. - disse, sicura di quello che stava dicendo. -Credo che provi qualcosa per te.-
Kailey non fece in tempo a dire nulla perché Ella la anticipò un’altra volta. -E tu, Kailey? – le domandò, guardandola intensamente. -Tu cosa provi per lui?-
Kailey si voltò verso il palco su cui in quel momento Drake e i ragazzi stavano suonando.
Lui la stava guardando. Sembrava quasi che stesse cantando solo per lei.
In quel momento capì.
Pensò alla mattina in cui si era svegliata nel suo letto, completamente disorientata e persa, a quando lui l’aveva baciata nel suo ufficio come se non potesse fare a meno di lei e infine a quando le aveva detto che sua madre era morta.
All’epoca non sapeva nulla di lui. Non si ricordava nemmeno come si fossero conosciuti in realtà.
Poi però le cose erano cambiate.
Lei era andata a casa sua, senza sapere bene il perché, avevano parlato e poi erano stati di nuovo insieme.
Avevano iniziato a conoscersi e poco tempo dopo lui era venuto a stare da lei.
Erano passati pochi giorni da quando lei si era risvegliata in un letto che conosceva, eppure ogni volta che i loro sguardi si incrociavano il suo cuore batteva più forte e la sua testa le diceva che stava facendo la cosa giusta, che lui era quello giusto.
Scosse la testa, consapevole finalmente dei suoi sentimenti.
Era innamorata di lui. Lo era sempre stata forse. Solo che non lo aveva ancora capito.
Si voltò di nuovo verso Ella e sorrise.
-Glielo devi dire, Kailey. – disse la sorella di Chase, intuendo i suoi pensieri.
Non le chiese come facesse a sapere quello che provava per Drake. Probabilmente glielo aveva letto in faccia.
Si limitò ad ordinare qualcosa da bere e poi si godette la musica e la compagnia.
Una volta a casa avrebbe parlato con Drake e gli avrebbe detto cosa provava, sperando che anche lui avesse qualcosa di importante da dirle sul loro rapporto.
 
Due ore dopo il concerto era finito.
Il locale aveva fatto il pienone quella sera e il merito era stato tutto dei ragazzi, che avevano suonato e cantato splendidamente.
Quando i clienti cominciarono ad andare via, Kailey sentì il cuore battere all’impazzata.
Di lì a poco lei e Drake sarebbero arrivati a casa e i suoi sentimenti non sarebbero stati più un mistero per nessuno.
-Andrà tutto bene. –la incoraggiò Ella, smorzando la tensione che la stava assalendo.
Kailey si sforzò di sorridere e annuì. –Torni con Chase?- le chiese.
Ella rise. –Già.- le disse. -Però preferirei di gran lunga tornare a casa con Tyler.-
Kailey non si stupì. Forse era stata l’unica a capire che c’era del tenero fra lei e il bassista dei Black Chemistry.
-State insieme?- si limitò a chiedere.
Ella sospirò. –Sì e no. –
-Che vuol dire?-
-Tu e Drake state insieme?-
-Sì e no. –
Scoppiarono entrambe  a ridere.
-Non credo che mio fratello la prenderebbe bene. –spiegò Ella. –Lui è molto protettivo nei miei confronti. E diciamo che Tyler non è il tipo di ragazzo che un fratello maggiore consiglierebbe alla sorella minore. Loro tre sono molto simili sai? Drake, Chase e Tyler dico. Sono introversi e fingono che vada sempre tutto bene, ma soffrono come tutti noi e questo li porta a fare grosse cavolate a volte. –
Ella si fermò un momento e poi disse:-Praticamente sono cresciuta con loro. Non c’è niente che non sappia delle loro vite. Solo che non abbassano facilmente le difese. Non lo fa nemmeno Chase, con tutto che è mio fratello. Ma ti posso assicurare che Tyler è un bravissimo ragazzo, anche lui con un passato difficile forse, ma un bravissimo ragazzo. Chase però vuole che io mi trovi un bravo ragazzo senza tutti i problemi che li accomunano e di sicuro non vedrebbe di buon occhio questo rapporto.–
Kailey la vide stringersi nelle spalle e sospirare.
-È il suo modo di proteggermi.-
-Vuoi che ne parlo con Drake?-
Ella scosse la testa con decisione. –Non dire nulla a nessuno, ti prego. –
-Perché mi hai raccontato tutte queste cose?- le chiese, mossa da una sincera curiosità. –Ci conosciamo appena. –
Ella sorrise. –Perché ormai sei parte della nostra complicata famiglia.-
Kailey non fece in tempo a dire nulla perché Chase e Tyler si avvicinarono al loro tavolo.
-Ehi ragazzi. – li salutò Ella. –Siete andati alla grande.-
Tyler le fece l’occhiolino e Chase fece finta di sbuffare .-Lascia stare mia sorella, Ty.-
Scoppiarono tutti a ridere, tranne Kailey che non vedeva Drake da nessuna parte.
-Sta parlando con Mark. –le disse Tyler, seguendo il suo sguardo.
-Ce ne andiamo, ragazzina?- disse invece Chase, rivolto alla sorella.
Ella annuì e poi guardò Tyler. –Vieni con noi?-
Tyler si scambiò un’occhiata con Chase.
-Che c’è?- insistette Ella. –Perché vi guardate così?-
-Devo andare via per qualche giorno, Ella. – disse Tyler, passandosi una mano nei capelli.
-Che succede?- chiese la sorella di Chase, preoccupata.
-Ne parliamo dopo in macchina.- rispose Tyler, criptico.
Kailey capì che non volevano parlare davanti a lei e quindi non commentò nulla.
-Ci sentiamo allora. –le disse poi Ella, salutandoli.
Lei l’abbracciò e i ragazzi la salutarono con un cenno della mano.
Mentre li osservava andare via, qualcuno alle sue spalle le cinse la vita con un braccio.
-Tutto bene?- le chiese una profonda voce maschile alle sue spalle.
Kailey si girò di scatto e si ritrovò imprigionata tra le braccia di Drake.
I suoi occhi verdi la stavano fissando intensamente.
-Siete stati bravissimi. – osservò, spostando la conversazione su un terreno neutro.
Drake sorrise. Uno di quei sorrisi che la facevano sciogliere.
-È merito tuo. – disse lui, continuando a guardarla negli occhi. –Se non ci fossi stata tu in questo locale stasera ti posso assicurare che la mia performance non sarebbe stata altrettanto buona.-
-Che c’entro io?- chiese Kailey, confusa.
-Sapere che eri qui stasera mi ha dato la carica giusta per andare avanti e cantare nel modo migliore possibile perché non stavo cantando per i clienti.- rispose. –Io stavo cantando per te. -
Kailey non era certa di quello che Drake le stesse dicendo, ma non ebbe il tempo di fare troppe domande perché lui la baciò, catturando le sue labbra e impedendole di parlare.
Lei gli prese il viso fra le mani e avvicinò il suo corpo a quello di Drake, desiderando all’improvviso di essere a casa sua, nella sua camera da letto, e non in mezzo ai tavoli di un locale.
-Ce ne andiamo?- propose alla fine Drake, staccandosi da lei.
Kailey sorrise. -Direi proprio di sì.-
 
Quando arrivarono a casa, si erano fatte ormai le due.
Kailey era riuscita a non pensare a niente per tutto il tragitto di ritorno, ma ora che erano di nuovo soli, sapeva di dover parlare il prima possibile con Drake, proprio come le aveva suggerito Ella.
Cominciò  col togliersi le scarpe e il vestito, ma non andò molto oltre.
Drake la raggiunse e la imprigionò un’altra volta tra le sue braccia.
-Che avevi intenzione di fare?-
Kailey alzò lo sguardo . –Come?-
-Ti stavi rivestendo. – disse Drake, con un tono che lei non riuscì a decifrare.
-Mi stavo mettendo il pigiama, più che altro. –scherzò Kailey.
-Non ne hai bisogno per il momento. –
A quel punto Kailey capì. E capì anche che non sarebbe riuscita a parlare subito con Drake.
Lui aveva in mente altro e glielo fece capire nell’istante esatto in cui la fece stendere sul letto e le tolse anche il resto della biancheria che aveva addosso.
Si spogliò del tutto anche lui e la baciò, chiarendo una volta per tutte le sue intenzioni.
 
-Drake?-
Kailey non era sicura che lui fosse sveglio.
Quella notte l’aveva fatta sua un’altra volta, con una tale passione da toglierle fiato.
Però aveva anche suonato e cantato tutta la notte, quindi non si sarebbe stupita se lo avesse trovato addormentato nel suo letto dopo che lei si era alzata per andare in bagno.
-Ehi. –le rispose invece, indicandole lo spazio vuoto accanto a lui.
-Credevo che stessi dormendo. –
Drake scosse la testa. –Ti stavo aspettando. –
-Non sei stanco?- gli chiese, mentre si accoccolava contro di lui.
Lo vide scuote la testa un’altra volta. –Ti ricordi cosa ti ho detto prima di ricominciare a suonare, Kailey?-
Il suo cuore cominciò a battere più forte. Non si era dimenticato che loro due dovevano parlare.
Drake si tirò un pochino su e le prese dolcemente il viso fra le mani.
-Credo che...-iniziò a dire. –Credo che non posso più fare a meno di te. –
Kailey non riuscì a trattenere un sorriso. –Dici...dici sul serio?- chiese poi, come una stupida.
Drake annuì. –Non sono stato mai così serio in vita mia Kailey.-
-E lo so cosa stai pensando. –proseguì, prima che lei potesse dire niente. –So che non mi sono comportato bene quando ci siamo conosciuti. Anzi. Sono stato davvero uno stronzo. Ti ho trattata con poco rispetto e di questo me ne scuso. Non avevo nessun diritto di farlo. Io non so cosa significhi stare con una persona. Se è per questo prima di te non sapevo nemmeno cosa significasse andare a letto più di una volta con la stessa ragazza! Tu sei la prima in tutti i sensi. E so per certo che con te sto bene. Riesco a non pensare a nulla. Ad essere sereno, per quanto assurdo possa sembrare considerando tutti i casini che popolano la mia vita. –
Drake si passò una mano nei capelli e sospirò. - L’unica persona che mi faceva stare bene era mia madre, sai? Ma mia madre non c’è più. E di questo devo prendere atto. Mi ha sempre spronato a cercare il bello della vita, a non arrendermi, nonostante lei fosse stata la prima a farlo, ma io non ho mai davvero pensato di poter vivere una vita serena e tranquilla come avrebbe voluto lei. Poi sei arrivata tu. Con quei capelli rossi che amo sentire sul petto dopo che siamo stati insieme e la tua straordinaria grinta che non hai perso nemmeno quando ho provato in tutti i modi a ferirti e umiliarti.-
Kailey si ritrovò a trattenere il respiro, in attesa che lui continuasse a parlare.
-Quindi, quello che voglio dire, Kailey, è...proviamoci... proviamo a stare insieme, come una coppia normale. Non so che cosa stia succedendo. O forse lo so, ma non riesco ancora a dirlo ad alta voce, ma sicuramente so che non voglio starti lontano e che non mi importa più delle altre ragazze. Questo so, che voglio solo te.-
Kailey non riuscì a trattenere un sorriso. Gli buttò le braccia al collo e lo strinse forte. Come se avesse paura che lui da un momento all’altro potesse scomparire.
-Drake?- disse poi, scostandosi dal suo collo.
-Sì?-
-Io ti amo. –
Drake la strinse di nuovo a sé, senza dire nulla.
Kailey in fondo se lo aspettava, per cui non rimase in attesa di una risposta.
All’inizio aveva pensato che le sue parole avrebbero potuto spaventarlo, ma dopo tutto il discorso che lui le aveva fatto, credeva che esprimere i suoi sentimenti fosse la cosa giusta da fare. E non se ne pentì.
-Io non so cosa rispondere, Kailey. – disse a un certo punto Drake.
-Non devi dire niente. – lo rassicurò Kailey. –So che qualcosa è cambiato dentro di te. Dopo stasera, lo so per certo. Ma non mi aspetto che tu dica o faccia qualcosa di cui ancora non sei sicuro. Credo che tu non sia più il ragazzo sfrontato e menefreghista che ho conosciuto in quello studio di tatuaggi. E anche se non ricordo cosa è successo quella sera, so che c’era qualcosa in te, qualcosa di diverso, che mi ha spinto a venire a casa tua. Forse è proprio quel qualcosa che mi ha fatto innamorare.-
Drake le accarezzò dolcemente il viso e le riservò uno dei suoi sorrisi migliori.
In quel momento sembrava davvero sereno, come non lo aveva mai visto forse da quando lo conosceva.
-Vieni qua. –le disse a un certo punto.
La fece stendere un su un fianco e poi si mise dietro a lei, stringendole la vita con un braccio.
-Mi aspetterai?- le chiese poi, baciandole dolcemente  il collo.
Kailey gli strinse il braccio che la circondava. Sapeva cosa le stava chiedendo.
Le stava chiedendo se lei lo avrebbe aspettato fino a quando anche lui non si fosse sentito pronto ad esprimere i suoi sentimenti.
-Ti aspetterò sempre. – disse, convita di quello che diceva.
Drake la strinse forte e in quella posizione si addormentarono in un istante tutti e due.
 
Il mattino seguente Kailey si svegliò molto presto.
Era elettrizzata e spaventata allo stesso tempo.
Drake le aveva detto chiaramente di voler stare con lei e lei gli aveva detto chiaramente che lo amava.
Era successo tutto la sera prima, eppure lei doveva ancora prendere coscienza di quanto era accaduto.
Sollevò leggermente la testa e vide che Drake la stava guardando.
-Ehi. –lo salutò, sporgendosi per baciarlo.
-Sei sveglia.-
-Anche tu.-
-Mi sono svegliato presto stamattina.-
Kailey sorrise e poi si distese su un fianco in modo tale da avere Drake di fronte.
-Cattivi pensieri?- chiese poi, certa della risposta.
-No, anzi.- la rassicurò Drake. –Credo di non aver mai dormito così bene in vita mia. –
-Già. – annuì Kailey.
Valeva lo stesso anche per lei.
-Vorrei parlarti di una cosa. – disse poi.
Drake la guardò con aria interrogativa. –Devo preoccuparmi?-
-No, no. – si affrettò a dire Kailey.
In effetti non era niente di serio o grave come pensava lui. Solo che quella mattina, quando si era svegliata, aveva cominciato a pensare che forse Drake doveva sapere di Kyle. Non che ci fosse chissà che cosa da dire. Però se la sera prima avevano deciso di iniziare un rapporto come si deve, era giusto che lui sapesse del suo fidanzato storico. Quanto meno lei sentiva il bisogno di parlargliene.
-Che c’è, tesoro?- chiese Drake.
Nell’istante esatto in cui Drake usò quel termine, Kailey alzò lo sguardo verso di lui.
Come l’aveva chiamata? Tesoro?
Drake però non fece finta di niente. –Credo che tu lo sia davvero. –
-Cosa?- chiese Kailey con un filo di voce.
-Un tesoro prezioso da proteggere. –
Kailey gli accarezzò il viso e poi si fece coraggio.
-Prima di incontrare te ho avuto un solo fidanzato. –iniziò a dire. Poi si morse la lingua. –Cioè con questo non voglio dire che tu sia il mio...ehm...-
-Fidanzato?- suggerì Drake, divertito. –Credevo che ieri avessimo messo le cose in chiaro, Kailey.-
Kailey sorrise. –Quindi sei a tutti gli affetti il mio fidanzato?- osò chiedere.
Drake scoppiò a ridere. –A tutti gli effetti. –confermò. –Da ieri sera, credo. O queste cose sono retroattive?-
Stavolta fu Kailey a ridere. Stava succedendo davvero? Stavano davvero parlando di loro due in termini di fidanzati?
Sembravano due adolescenti su di giri in quel momento.
-Comunque. – disse, riprendendo le fila del discorso. –Siamo stati qualche anno insieme io e Kyle. Era una cosa seria.-
Vide Drake irrigidirsi. Forse non era stata una buona idea aprire quel discorso.
-Perché mi stai dicendo queste cose?- le chiese, cupo.
Kailey lo fissò attentamente, cercando di capire cosa gli passava per la testa. Era geloso? O semplicemente non voleva affrontare quel tipo di argomento con lei?
-Perché vorrei che tu sapessi tutto di me.- rispose, dicendo semplicemente la verità. –Stiamo costruendo un rapporto io e te giusto? Al di là dei termini che vogliamo usare per definire la nostra storia. E Kyle fa parte del mio passato. Per cui...-
-Non voglio parlare del passato, Kailey.- la interruppe bruscamente Drake.
Dannazione. Che stupida. Con poche parole era riuscita a rovinargli l’umore.
Poi all’improvviso capì.
-Non ti sto chiedendo il tuo di passato, Drake. Ti voglio solo raccontare il mio.-
Drake scosse la testa, ma non disse nulla.
-Ieri ci siamo detti che il passato non conta. – disse Kailey. –Però è una parte di noi che non possiamo cancellare. Ci fa essere quello siamo nel presente e ci aiuta a non sbagliare nel futuro.-
-Tutte stronzate. – sbottò Drake.
-Ehi. –gli disse, accarezzandogli il viso. –Perché fai così?-
Drake la guardò. –Cosa mi vuoi raccontare? Che avevi un fidanzato che stravedeva per te, che ti era fedele e che progettava di costruire una famiglia con te il prima possibile? Ma tu eri troppo concentrata sul lavoro, l’hai trascurato e le vostre strade si sono divise?-
Kailey reagì in un modo che non si sarebbe mai aspettata. Cominciò a sorridere.
-Non esattamente. – disse. –Però in parte hai ragione. Io e Kyle ci siamo messi insieme il secondo anno di università. Eravamo molto simili, condividevamo gli stessi interessi e provenivamo dallo stesso ambiente.-
Drake sollevò la testa di scatto.
Kailey gli prese una mano. –Con questo non voglio dire che io e te siamo diversi.-
-Però è la verità.- disse Drake, liberandosi dalla sua stretta.
-Che importa?- chiese Kailey.
Drake scosse la testa. -Va’ avanti.-
-All’inizio stavamo bene insieme. E siamo stati bene per molto tempo, credimi.- proseguì Kailey. –Fino a quando non ho iniziato a lavorare.-
-Cosa è successo?-
-Io non l’ho trascurato, Drake. Io ci tenevo tantissimo a lui. Mi dedicavo anima e corpo al nostro rapporto. Solo che lui questo non lo ha mai capito. Si sentiva sempre da meno. Non voleva che facessi carriera. Ogni mio traguardo era una sua sconfitta e questo a un certo punto è diventato un motivo di litigio.-
Drake la osservò per un momento. –Non deve essere bello.-
-No.- confermò Kailey. –Era orrendo. Litigavamo sempre. Non mi appoggiava mai in quello che facevo però si aspettava che lo facessi io con lui. E questo non era accettabile. Così un giorno sono andata a casa sua e gliel’ho detto. Gli ho detto tutto quello che pensavo e che provavo, sperando che avrebbe capito e che le cose sarebbero cambiate.-
-E come ha reagito?-
Kailey fece una risata amara. –Sai cosa mi ha detto?-
Drake scosse la testa.
-Che a lui non importava più nulla di me. Che aveva conosciuto una donna che lo faceva stare bene e che non voleva avere più niente a che fare con me.-
Vide Drake sussultare. –Era vero?-
Kailey sospirò. –Non l’ho mai saputo. Credo che sia stato il suo ego a fargli dire quelle cose. Infatti non ci sono rimasta male. Cioè lì per lì sì. Ho pianto per giorni, però poi dopo ho provato uno strano senso di liberazione. Mi sentivo di nuovo me stessa. Libera di fare quello che mi piaceva e di impegnarmi in quello che stavo facendo.-
-Quindi non sai se ti ha tradita.- disse Drake, sconvolto.
-Qualche tempo fa l’ho incontrato per strada. Sembrava un’altra persona. Era pallido e magro, non aveva l’aria di uno felice.-
-Vi siete parlati. –
-No.- rispose. -Lui ha fatto finta di non vedermi.-
-Quindi credi che...-
Kailey alzò le spalle. –Non credo che mi abbia tradita. E non so se sta con qualcuna. So solo che non eravamo destinati a stare insieme.-
Drake si passò una mano nei capelli e poi scosse la testa.
-Cosa ti aspetti da me, Kailey?-
-Niente, Drake.-
-Io non ho nulla da raccontare. –
Kailey gli sorrise dolcemente. –Lo so.-
Ed era vero. Sapeva che lui non si sarebbe aperto con lei così facilmente. Succedeva raramente e a lei per il momento stava bene così. Era sicura che prima o poi lui avrebbe abbassato quel muro di cui parlava anche Ella e a quel punto le cose sarebbero cambiate davvero.
Intanto le bastava che lui avesse dichiarato apertamente di essere il suo fidanzato.
Tutto il resto sarebbe venuto con il tempo.
A quel punto Drake si avvicinò a lei e la baciò.
-Andiamo a fare colazione?- le chiese poi, sorridendole a sua volta.
-Certo.-
 
 
Un’ora  e mezza dopo Drake la lasciò sotto il suo ufficio.
Aveva insistito talmente tanto per accompagnarla con la moto che lei alla fine non aveva potuto fare altro che cedere.
-Vorrei salire anche io. –le disse mentre si toglievano entrambi il casco.
-Come?- chiese Kailey, prendendo nel frattempo la sua borsa.
-Devo parlare con Max.-
Kailey alzò le spalle. –Andiamo.-
Si diressero alla reception del palazzo e Kailey disse alla ragazza che vigilava sulle entrate e sulle uscite  dall’edificio che Drake era con lei.
-Sbaglio o Mariah ti ha sorriso in un modo strano?- gli chiese dopo un po’ mentre aspettavano l’ascensore.
Drake ridacchiò. –Non ci ho fatto caso.-
-Certo.- disse Kailey, seccata. –Non mi hai nemmeno chiesto chi fosse Mariah. -
-Mi conosce, Kailey.  Non è la prima volta che vengo qua. –
-Mmm...- mormorò Kailey, scuotendo la testa.-
-Sei gelosa per caso?- le chiese Drake, costringendola  a voltarsi verso di lui.
-Sei fuori strada.-
Drake annuì, come a sottolineare che in realtà era tutto il contrario.
Quando arrivò l’ascensore salirono insieme.
-Io non sono gelosa. –
-Sì, come non lo ero io ieri sera quando quello stronzo ti ha messo le mani addosso.-
Kailey si voltò verso di lui. –Non mi ha messo le mani addosso e lo sai anche tu.- disse, divertita. -Quindi eri geloso?-
-Sì.-
-Bene. Almeno lo hai ammesso.-
Il segnale che l’ascensore era arrivato al piano interruppe la loro conversazione.
-Ci vediamo dopo, ok?- disse Kailey, notando che si era fatto tardi.
Drake l’attirò a sé e la baciò davanti alle persone che erano nei paraggi.
-Drake!- l’ammonì Kailey a bassa voce.
Drake le fece l’occhiolino e se ne andò.
A quel punto lei alzò gli occhi al cielo.
-Quindi state insieme. – osservò una voce femminile alle sue spalle.
-Ciao, Caroline. –
La sua assistente stava sorridendo.
-Non chiedermi niente per favore. – la supplicò Kailey.
Caroline ridacchiò –Va bene.-
-Caffè?- propose Kailey.
 -Affare fatto.-
Si avviarono verso la sala delle macchinette senza dire nulla.
Poi Kailey non riuscì più a trattenersi. Sapeva che non erano affari suoi, ma doveva assolutamente mettere in guardia Caroline. In fondo era per il suo bene.
-Tu e il grande capo vi frequentate?- le chiese mentre infilava i soldi nella macchinetta del caffè.
Caroline si schiarì la voce. –Beh, noi...ehm... siamo usciti solo un paio di volte.-
Kailey sgranò gli occhi. –Cosa?-
Caroline la guardò storto. –Qual è il problema?- chiese, perplessa.
-A parte il fatto che è il nostro capo?-
La vide irrigidirsi. –So che non dovrei però lui è così gentile e protettivo... Quando gli ho detto che mio padre stava male lui mi ha spiegato come funzionavano i prestiti per i dipendenti e io non ho potuto fare a meno di sentirmi...non lo so...protetta...-
Kailey sospirò. Questa non ci voleva. –Ha fatto solo il suo dovere. Non...-
-Non è così, Kailey. –la interruppe la sua assistente. -È  vero, si è comportato come si sarebbe comportato un qualsiasi responsabile dell’area però si è preoccupato davvero per la mia situazione.-
-Quando ti ha chiesto di uscire?-
-Non è che me lo ha proprio chiesto. Siamo andati a pranzo insieme una volta e poi siamo venuti ieri in quel locale.- spiegò. - A proposito. Lui e quel ragazzo sono fratelli?-
Kailey si passò una mano sul viso. Andava di male in peggio. Lei non aveva nessuna intenzione di parlare della famiglia Evans.
-Sì, ma non è questo il punto. Il punto è che...-
-Quindi tu sei fidanzata col fratello del nostro capo?- la interruppe Caroline, guardandola in modo strano.
-Innanzitutto non è come pensi. – si affrettò a dire. - L’ho scoperto solo pochi giorni fa.-
-Come è possibile scusa?-
-È una lunga storia. –
-Che non hai nessuna intenzione di raccontarmi.-
Kailey sospirò. Esatto. Non aveva nessuna intenzione di raccontarle i particolari di una storia che nemmeno lei a volte capiva. E poi non erano ancora così in confidenza. Forse non lo sarebbero mai state.
-Cosa c’è che non va?- le chiese Caroline, preoccupata.
-Senti, lo so che non sono affari miei. –esordì Kailey, perfettamente consapevole delle implicazioni di quello che stava dicendo. –Però non vorrei che tu soffrissi.-
Caroline la guardò con aria interrogativa.
-I fratelli Evans sono belli, intelligenti e sanno come conquistare una donna, ma hanno.. come dire...hanno dei.. – sbuffò - Diciamo che la loro è una famiglia complicata.-
-Ma tu stai con quel ragazzo.- osservò Caroline.
Kailey annuì. Come poteva dare consigli a qualcuno quando lei era la prima a voler aiutare uno dei fratelli Evans nonostante conoscesse quasi tutti i loro problemi?
-Lascia stare.- disse infine. –Fai finta che non ti ho detto nulla. –
Caroline rimase un attimo in silenzio e poi disse. –So badare a me stessa.-
-Certo.- confermò Kailey. –Ora sarà meglio che ci mettiamo a lavoro.-
Finirono di bere i loro caffè e poi si avviarono verso le loro stanze, senza tornare mai più sull’argomento.

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


Drake parcheggiò la moto a pochi metri dall’ingresso del cimitero.
Si affrettò a posare il casco nel baule e poi acquistò un mazzo di fiori freschi per sua madre.
Erano passati pochi giorni da quando lei era morta, ma lui non era andato a trovarla nemmeno una volta da quando era stato celebrato il suo funerale.
Funerale a cui ovviamente lui non aveva partecipato.
E non perché non gliene importasse nulla di lei. Anzi. Lei era stata l’unica donna al mondo a cui aveva voluto veramente bene prima di conoscere Kailey e l’unica che si fosse presa davvero cura di lui quando ne aveva più bisogno.
Ma partecipare a un funerale pieno di gente a cui non importava niente di lei, che non aveva mosso un dito per aiutarla, era troppo per lui.
Aveva preferito andare nella spiaggia in cui sua madre lo portava spesso da bambino e ricordarsela così, sorridente e di buon umore, piuttosto che vederla in un bara dalla quale non sarebbe più uscita.
Drake scacciò via quel pensiero e poi prese un respiro profondo.
Sapeva dov’era sepolta sua madre. Lo aveva chiesto il giorno prima a suo fratello.
Doveva solo muovere le gambe e dirigersi nel posto che lui gli aveva indicato con estrema precisione l’ultima volta che era andato a trovarlo nell’ufficio in cui lavorava anche Kailey.
Guardò per un istante i fiori che aveva in mano e poi si avviò verso la tomba di sua madre.
Non ebbe difficoltà a trovarla.
Sua mamma era sepolta accanto alla sorella, l’unica persona ad aver capito in tempo la natura violenta di suo padre.
-Ciao, mamma.- si ritrovò a dire, posando i fiori ai piedi della lapide.
Osservò in silenzio la foto che aveva scelto suo fratello per la lapide.
La ritraeva con un sorriso che Drake non vedeva da anni.
-Non lo so perché sono venuto qui.- ammise, continuando a parlare con lei come se sua madre potesse ascoltarlo e rispondergli.
-Mi manchi. – si limitò a dire. -Più di quanto riesca a esprimere a parole in questo momento.-
Si inginocchiò davanti alla lapide e sospirò, sfiorando con la punta delle dita la foto di sua madre.
-E credo anche che mi sto innamorando.- aggiunse, ripensando alla conversazione che aveva avuto con Kailey il giorno prima. –Chi l’avrebbe mai detto?-
Non aveva la minima idea di quello che sarebbe successo dopo, ma sapeva che voleva stare con lei e questo gli bastava.
Avrebbe imparato da lei come fare e forse quella vita che sua madre aveva sempre voluto per lui avrebbe cominciato piano piano a prendere forma, un passo alla volta.
-Non avrei mai immaginato di trovarti qui.- disse all’improvviso una voce maschile alle sue spalle.
Drake si irrigidì.
Conosceva quella voce. L’aveva sentita un’infinità di volte in vita sua, ma non avrebbe mai immaginato di sentirla in quel posto, a pochi passi dal punto in cui era sepolta sua madre.
Si tirò su lentamente, cercando in tutti modi di mantenere la calma.
Non poteva fare scenate in un posto del genere.
Non era rispettoso nei confronti dei defunti e soprattutto non era rispettoso nei confronti di sua madre, che sperava avesse trovato finalmente un po’ di pace dopo la morte.
-Che diavolo ci fai qui?- chiese a suo padre, incrociando finalmente il suo sguardo.
Charlie Evans era invecchiato parecchio.
I suoi capelli scuri erano ormai quasi tutti bianchi, la pelle del viso era molto più rugosa di prima e i suoi occhi castani erano infossati e spenti.
Qualunque malattia avesse gli aveva fatto perdere diversi chili e l’uomo forte e bene piazzato che aveva picchiato una marea di volte sua madre ormai non c’era più.
Un tempo si sarebbe messo a ridere se gli avessero detto che avrebbe fatto una fine del genere.
Avrebbe pensato che forse, dopotutto, il karma esisteva.
-Sono venuto a salutare tua madre.- gli rispose suo padre, lanciando un’occhiata alla lapide.
Drake scosse la testa. –Non ti vergogni a venire qui?- gli chiese, in tono sprezzante.
Suo padre lo fissò per qualche istante.
-E a chiederle scusa.- aggiunse, evitando palesemente il suo sguardo.
-Troppo tardi.- replicò Drake. –Avresti dovuto pensarci prima.-
Suo padre non disse nulla.
Quel silenzio lo fece arrabbiare ancora di più, più di qualsiasi altra risposta che lui avesse potuto dargli.
-Prima di riempirla di botte e di rovinarle la vita per sempre.- aggiunse Drake, stringendo i pugni.
In quel momento lo avrebbe colpito volentieri.
Lo avrebbe colpito per tutte le volte che aveva alzato le mani su sua madre, per tutte le volte che aveva insultato lui o suo fratello e infine per tutto il dolore che aveva causato alla loro famiglia andandosene via da casa.
Ma non poteva farlo.
E non solo perché era un vecchio pelle e ossa chiaramente malato. No. Di quello non gliene importava nulla.
Non lo avrebbe fatto per rispetto della donna che era sepolta alla sue spalle.
-Drake, io..- iniziò a dire suo padre, passandosi una mano nei capelli.
-Non c’è niente che tu possa dire o fare per rimediare a tutto il male che ci hai fatto. E sai una cosa? Sono contento che tu non possa fare nulla perché questo significa che dovrai vivere per sempre con questo rimorso, che spero ti porterai fino alla tomba.-
Vide suo padre sussultare.
-E adesso sparisci.- gli disse in tono duro. –Vattene via da qua, altrimenti chiamo la vigilanza.-
-Aspetta, Drake.- replicò suo padre. –Lo so che vi ho fatto del male. Non c’è un momento della mia vita in cui io non mi penta amaramente del male ho fatto a voi e a vostra madre.-
-Pensi che me ne freghi qualcosa del tuo pentimento?-
Charlie Evans abbassò lo sguardo.
Possibile che fosse veramente pentito del male che aveva causato alla loro famiglia?
Drake scacciò via quel pensiero. Pentirsi non era abbastanza.
Avrebbe dovuto soffrire almeno quanto avevano sofferto loro per rimediare al male che aveva fatto. E forse neanche in quel caso Drake sarebbe riuscito a perdonarlo.
-Ho bisogno di voi due.- disse suo padre, riferendosi anche a suo fratello Max.
Drake scoppiò a ridere.
-Dopo tutto quello che ci hai fatto, hai il coraggio di chiedere il nostro aiuto?- gli chiese, sconvolto.
-Ho una figlia.- disse suo padre, spiazzandolo.
Drake scosse la testa. –A me non importa niente se tu hai deciso di spargere i tuoi geni malati in giro per il mondo.- disse. –Io non ne voglio sapere nulla.-
-Dovete prendervi cura di lei.- insistette suo padre, come se nulla fosse. –Ti prego.-
-È inutile che preghi.- lo denigrò Drake. –Non voglio sapere niente né di te né di tutto quello che ti riguarda.-
-Sua madre è appena morta e non ha più nessuno a parte me.- spiegò suo padre. –E io presto raggiungerò sua madre quindi rimarrà completamente da sola.-
Drake scrollò le spalle, chiarendo che a lui, di quella storia, non fregava proprio nulla.
Suo padre non si era mai preoccupato per loro.
Non aveva mai assistito ad una recita scolastica, non gli aveva mai fatto un complimento per un bel voto preso a scuola e soprattutto non gli aveva mai dato un briciolo affetto in tutti quegli anni.
Solo schiaffi o spintoni, per quel che si ricordava lui.
Perciò, non vedeva proprio il motivo per cui lui e suo fratello si sarebbero dovuti prendere cura di una fantomatica sorellastra di cui loro non sapevano nulla.
Se ne sarebbe sbattuto altamente, esattamente come aveva fatto sempre suo padre con loro e la loro vita sarebbe andata avanti, senza di lui o qualsiasi altra cosa che glielo potesse ricordare.
-Non me ne frega niente.- ripeté ancora una volta.
Questa volta non aspettò che lui rispondesse qualcosa.
Gli lanciò un’ultima occhiata sprezzante e poi si diresse verso l’uscita del cimitero, ponendo definitivamente fine alla loro conversazione.
Quando salì in moto non riuscì a fare a meno di scuotere la testa.
Ecco perché il padre li aveva ricercati.
Non voleva ricucire un rapporto che non era mai nato. Voleva solo chiedergli un favore, di prendersi cura di questa ipotetica sorella di cui lui non aveva mai sentito parlare.
Non poté fare a meno di chiedersi se Max fosse al correte di quel piccolo particolare.
Non era stato forse lui il primo a riavvicinarsi al padre, chiedendogli di fare altrettanto?
Si lasciò sfuggire un sorriso amaro e poi si infilò di nuovo il casco, dirigendosi verso l’ufficio di suo fratello.
Aveva decisamente bisogno di parlare con lui di quella storia.
 
Quando arrivò, la ragazza che di solito stava alla reception del palazzo gli rivolse un gran sorriso.
Forse Kailey non aveva tutti i torti.
In effetti quella tipa sorrideva praticamente solo a lui e non gli chiedeva nemmeno più chi stesse cercando quando lo vedeva. Gli faceva un sorriso e lo lasciava passare.
Quel pensiero gli strappò un sorriso.
Vedere Kailey gelosa lo mandava motivo su di giri per qualche strano.
Si affrettò a salire in ascensore e poi scese al piano di suo fratello.
Inutile dire che quando arrivò a destinazione, non si preoccupò minimamente di bussare.
Afferrò la maniglia della porta ed entrò.
Suo fratello Max era in piedi vicino alla finestra della sua stanza e stava baciando l’assistente di Kailey.
Li vide sussultare entrambi quando si accorsero della sua presenza.
-Ho interrotto qualcosa?- chiese Drake, divertito.
Suo fratello lo guardò storto. -Non hai ancora imparato a bussare?-
Drake alzò le spalle. –Cerco di recuperare tempo.-
-E quanto, due secondi?- gli chiese seccato suo fratello.
Drake scoppiò a ridere.
Assurdo quanto fosse cambiato il loro rapporto nel giro di così poco tempo.
Erano passati dal non parlarsi affatto al vedersi quasi tutti i giorni e ora doveva ammettere che non gli dispiaceva affatto passare del tempo con lui.
Peccato però che quel giorno il motivo per cui si era presentato nel suo ufficio fosse proprio la causa  principale della loro sofferenza.
L’assistente di Kailey si schiarì la voce, imbarazzata. –Io...vado..- disse, senza guardare né lui né suo fratello.
Drake notò che Max la seguì con lo sguardo fino a quando non se ne andò dalla sua stanza.
-Allora...- iniziò a dire Drake, sempre più divertito. –C’è qualcosa che vorresti dirmi?-
Suo fratello alzò gli occhi al cielo. –Che vuoi, Drake? Di solito quando vieni qui è perché ti serve qualcosa.-
Drake finse di essere offeso. –Ma quando mai.-
Max scosse la testa e poi si sedette alla sua scrivania.
Drake prese posto di fronte a lui e poi incrociò le braccia.
-Sei andato a trovare la mamma?- gli chiese suo fratello, guardandolo negli occhi.
Drake annuì. –Ma ho incontrato una persona che non avrei mai più voluto vedere in vita mia.-
Vide Max irrigidirsi. –Papà?-
-Come fai a chiamarlo in quel modo?- gli chiese Drake, scuotendo la testa.
-Che voleva?- domandò invece Max, ignorando del tutto la sua domanda.
Drake lo fissò per qualche secondo. –Mi ha detto che voleva chiedere scusa alla mamma per quello che le aveva fatto e che era pentito per tutto il male che ci aveva inflitto.-
Max lo fissò senza dire nulla. Probabilmente il padre aveva rifilato le stesse stronzate anche a lui.
-Poi è arrivato al punto.-
Suo fratello lo guardò con aria interrogativa. –In che senso?-
-A quanto pare abbiamo una sorella.- rispose Drake,  curioso di vedere come avrebbe reagito Max a quella notizia.
Suo fratello lo fissò per qualche secondo senza dire nulla. Poi scosse la testa, sconvolto. –Cosa?-
Drake si lasciò sfuggire una risata amara. –Eh, già.- disse. –Il bastardo ha deciso spargere ancora i suoi geni malati dopo aver abbandonato noi.-
-Mi prendi per il culo?- sbottò Max, incredulo.
-Beh, diciamo che è tutto da dimostrare.- disse Drake, perplesso. –Ma francamente non me ne frega un cazzo di lui o di tutto quello che lo riguarda.-
-Perché ti ha parlato di questa cosa?-
-Dice che la madre di questa ragazza è morta e che lui non può prendersene cura perché a quanto pare morirà presto anche lui. Quindi vuole che ce ne prendiamo cura noi.-
-Che cosa?- ripeté suo fratello Max, molto più sconvolto di lui.
-Perché ti agiti tanto?- gli chiese Drake, stranito. -Non è un nostro problema.-
-Ma quanti anni ha questa ragazza?-
-Non lo so e sinceramente non lo voglio sapere.-
Max si alzò dalla sedia e poi guardò fuori dalla finestra.
Era vestito in modo elegante come al solito. Camicia bianca arrotolata a tre quarti e pantaloni scuri.
Lo avrebbero potuto scambiare benissimo per un modello Armani.
Drake ridacchiò a quel pensiero.
-Dobbiamo indagare.- gli disse a un certo punto Max, puntando gli occhi nei suoi.
-No, Max.- lo contraddisse Drake. –Noi non dobbiamo fare proprio un bel niente. Non sappiamo nemmeno se ha detto la verità.-
-Appunto!- esclamò suo fratello. –Però non possiamo fare finta di niente.-
Questa volta fu Drake ad alzarsi. –Io non ne voglio sapere niente di questa storia.-
-Non essere stupido.- lo rimproverò suo fratello. –Se quella ragazza è veramente nostra sorella, non possiamo abbandonarla.-
-Dici?- disse Drake, in tono di sfida.
Suo fratello scosse la testa. –Ci devo pensare da solo quindi?-
Il suo sguardo lo costrinse ad alzare gli occhi al cielo. –E va bene.- cedette Drake. –Ma se scopro quello stronzo ci ha preso per il culo, ti giuro che gliela faccio pagare cara.-
Max lo fissò senza dire nulla.
Alla fine annuì.
-Vado da Kailey.- disse poi Drake. –Ci sentiamo.-
Suo fratello annuì un’altra volta e poi si sedette di nuovo dietro alla sua scrivania.
Mentre usciva dalla stanza Drake si chiese perché Max si desse tanta pena per una persona che non aveva mai visto in vita sua.
Sempre che quella ragazza fosse davvero la loro sorella.
Trattandosi di suo padre non avrebbe giurato né in un senso né in un altro.
Sbuffò per l’ennesima volta da quando era entrato in quel palazzo e poi si diresse verso la stanza di Kailey.
Si meravigliò quando trovò la porta aperta.
Kailey stava battendo qualcosa al computer.
-Ehi.- la salutò, entrando nella stanza.
Kailey alzò lo sguardo dal computer e gli fece un sorriso.
Drake doveva ammettere che ogni volta che lei gli sorrideva era come se tutti i pezzi della sua vita ritornassero pian piano al loro posto.
Era una sensazione difficile da spiegare, ma per un istante si convinse che forse era quella la definizione della parola amore.
Si schiarì la voce, sopraffatto dai suoi stessi pensieri.
Vide Kailey alzarsi e avvicinarsi a lui.
Drake non esitò.
Andò a chiudere la porta della stanza e la baciò, come se non la vedesse da anni.
-Tutto bene?- gli chiese Kailey, accarezzandogli il viso.
-Dipende.- rispose Drake, stringendola a sé.
-Da cosa?-
Drake si perse nei suoi meravigliosi occhi nocciola. –Dalla domanda.-
Kailey scoppiò a ridere. –In che senso?-
-Se mi stai chiedendo come sto in generale, diciamo che la risposta è facile.- rispose Drake. –Se mi chiedi come è andata al cimitero, allora là è tutto un altro paio di maniche.-
Kailey lo fissò con aria interrogativa. –Perché, che è successo?-
-Ho incontrato mio padre.-
Vide Kailey irrigidirsi.
-Tranquilla.- la rassicurò. –È ancora vivo quel bastardo.-
-Che è successo?-
Drake si passò una mano nei capelli. –Niente di che. Ha detto un paio di stronzate per rabbonirmi e poi mi ha detto che io e Max abbiamo una sorella.-
Kailey sgranò gli occhi. –Davvero?-
-Ah, boh.- fece Drake, perplesso. –Non lo so.-
-E quindi?-
-Quindi niente. Vorrebbe che ce ne prendessimo cura, ma io non voglio sapere niente di questa storia.-
-Ne hai parlato con Max?- gli chiese Kailey, preoccupata.
-Ovvio.-
-E lui?-
Drake alzò gli occhi al cielo. –Max è un credulone. Vuole accertarsi che papà abbia detto la verità.-
-E poi?-
-E poi non lo so.-
-Ma se doveste avere veramente una sorella?-
Drake esitò. Non aveva pensato a quello scenario.
-Si vedrà.- rispose, scrollando le spalle.
Sentì Kailey sospirare.
-Hai finito di lavorare?- le chiese, notando che erano quasi le sei.
-Mi manca poco.-
-Non puoi finire domani?-
Kailey sorrise. –Ogni volta che ci sei tu nei pareggi, mi tocca rimandare qualche cosa.-
Drake scoppiò a ridere. –Quindi possiamo andare?-
Vide Kailey alzare gli occhi al cielo e sorridere un’altra volta. –E va bene.-
-Fantastico.- disse Drake.
La osservò mentre raccoglieva le sue cose e poi uscirono dall’ufficio insieme.
Mentre si avviavano verso la moto di Drake una voce maschile chiamò Kailey.
Si voltarono entrambi di scatto.
Drake alzò gli occhi al cielo.
Era quel tipo che aveva visto con Kailey la sera della mostra fotografica del fratello.
-Ciao Sam.- disse Kailey, mentre lui si avvicinava.
Drake gli lanciò un’occhiata.
Sam sorrise. –Come stai, Kailey?-
-Tutto bene, grazie. E tu?-
Poi si ricordò che esisteva anche Drake.
-Ti ricordi di Drake?- chiese, voltandosi verso di lui.
Drake non accennò nessun sorriso.
Allungò la mano e disse.- Piacere, Drake, il fidanzato di Kailey.-
Notò che lei lo guardò per un istante e poi si voltò di nuovo verso Sam.
-Come vanno le cose?- gli chiese Kailey, in tono gentile.
Drake soffocò a stento l’impulso di prenderla e portarla via.
Quel tipo non gli piaceva per niente. Continuava a fissare Kailey come qualsiasi uomo avrebbe fissato una bella donna e quella cosa la mandava fuori di testa.
-Non c’è male.- rispose Sam. –Lavori da queste parti?-
Drake si spazientì. –Dobbiamo proprio andare adesso.- disse, in tono sgarbato. –È stato un piacere Sam.-
Vide Kailey spalancare gli occhi. –Ehm...sì... a presto Sam.- farfugliò.
-Ciao.- si limitò a dire Sam, sorpreso.
Drake prese Kailey per mano e poi si incamminò verso la moto.
-Ma che ti prende?- gli chiese Kailey mentre lui prendeva i caschi.
-Quel tipo vorrebbe portarti a letto.- si limitò a dire seccato.
-Chi? Sam?-
Drake le porse il casco e poi la guardò. –Non mi dire che non te n’eri accorta.-
Kailey scosse la testa. –Ma no... è solo molto gentile.-
A quel punto Drake sbuffò. –E secondo te perché?-
Kailey non disse nulla.
-Dai, andiamo.- disse poi, montando sulla moto.
Drake salì e poi mise in moto.
La prossima volta che quel Sam avesse guardato in quel modo Kailey gli avrebbe spaccato la faccia.
 
Quando tornarono a casa, il telefono di Kailey iniziò a squillare.
Drake non poté fare a meno di alzare gli occhi al cielo quando capì che era l’amica che stava con suo fratello.
Sentì Kailey annuire e poi dire alla sua amica che il giorno dopo sarebbe stato perfetto.
Drake sbuffò. Perfetto per fare cosa? Quella cena tutti insieme?
Sentì Kailey attaccare.
-Drake!- lo chiamò, tutta pimpante. –Domani andiamo a cena da Tessa e David, ok?-
Drake si sforzò di accennare un sorriso. –Non vedo l’ora.-
-Eh, dai.- lo rimproverò Kailey. –Sarà divertente.-
-Certo.- la prese in giro Drake.
La vide alzare gli occhi al cielo e poi dirigersi nella camera da letto.
Ovviamente lui la seguì.
-Che ne pensi?- le chiese, appoggiandosi allo stipite della porta.
-Di cosa?- rispose Kailey, iniziando a spogliarsi.
Drake la osservò mentre si toglieva il vestino blu con cui era andata a lavoro e poi le scarpe con i tacchi che portava sempre.
-Di questa storia di mio padre.-
Non avrebbe saputo spiegare il perché, ma parlare con lei lo faceva rilassare.
Kailey andò a lavarsi le mani in bagno e poi si infilò una maglia e un pantaloncino.
-Non saprei.- rispose, incrociando il suo sguardo. –Perché te ne ha parlato?-
Drake rise. Non le aveva ancora raccontato il pezzo forte di quella storia.
-Vuole che io e Max ci prendiamo cura di lei.-
Kailey inarcò un sopracciglio.- Perché?-
-Perché la madre è morta e lui è malato. Non vuole che rimanga da sola.-
-Perché, quanti anni?- gli chiese, facendogli la stessa domanda che gli aveva fatto anche Max.
-Non ne ho la più pallida idea.-
Kailey scrollò le spalle. –Forse ha ragione tuo fratello. Dovreste cercare di capire qualcosa in più.-
-Già.- ammise Drake, passandosi una mano nei capelli.
Non ebbe il tempo aggiungere altro perché il campanello della porta suonò.
Lui e Kailey si guardarono.
-E adesso chi è?- chiese Kailey, sbuffando.
-Dove pensi di andare così?- la fermò Drake, alludendo al modo in cui era vestita.
Kailey alzò gli occhi al cielo.
Si tolse i pantaloncini corti e poi indossò un pantalone lungo.
-Contento?- gli chiese Kailey, facendogli la linguaccia.
Drake le diede una pacca sul sedere mentre lei passava e poi disse. –Molto meglio.-
Seguì Kailey in salone, curioso di sapere chi si fosse presentato a quell’ora a casa sua.
Kailey guardò dallo spioncino e poi si girò verso di lui.
-Chi è?- le chiese, vedendo che lei alzava gli occhi al cielo.
-Mia madre e mio padre.-
Drake la fissò. –Me ne devo andare?-
-Cosa?- chiese Kailey. –No! Dove dovresti andare scusa?-
La vide prendere un respiro profondo e poi aprire.
-Tesoro!- disse la madre di Kailey, salutando sua figlia. –Hai i capelli tutti in disordine, sai?-
-Grazie, mamma.- disse Kailey, alzando gli occhi al cielo. –Era proprio quello che volevo sentire.-
Drake osservò la scena divertito.
La madre di Kailey era una simpatica signora sulla sessantina che osservava tutto con molta attenzione.
La vide bloccarsi all’improvviso quando si accorse di lui.
-Tesoro, e lui chi è?- chiese, lanciandogli un’occhiata.
Kailey salutò suo padre e poi si schiarì la voce.
-Mamma, papà, lui è Drake.- disse, avvicinandosi a lui.
Il padre di Kailey gli porse subito la mano. –Piacere Drake, io sono Robert.-
La madre di Kailey invece guardò prima lui e poi sua figlia, cercando di capirci qualcosa.
-Ma Kailey, non ho capito.- disse, confusa. –Lui è il tuo fidanzato?-
Kailey arrossì.
A quel punto intervenne Drake. –Sì, signora.- disse, allungando una mano verso di lei. –Sono Drake Evans, il fidanzato di sua figlia.-
-Oh.- disse la madre di Kailey, stringendogli la mano. –Ma questa è una notizia fantastica! Io sono Dana e sono tanto, tanto contenta di conoscerti.-
Drake rise.
La madre di Kailey aveva la stessa effervescenza della figlia e lo stesso colore di occhi.
-Ma perché non ce l’hai detto subito?- chiese Dana a sua figlia.
-Ehm..-
A quel punto intervenne il padre di Kailey.
-Dana che ne dice se prima ci togliamo le giacche e poi inizi a fare il tuo interrogatorio a tutti?- disse, strappando una risata generale.
Dana si indispettì. –Ma io non devo fare nessun interrogatorio a nessuno.- si difese.
Robert si avvicinò a Drake con fare cospiratorio. –In bocca al lupo, figliolo.-
Vide la madre di Kailey alzare gli occhi al cielo e poi suo marito posare la giacca su un divano.
Kailey sorrise. –Rimanete  a cena?-
Dana e Robert diedero due risposte diverse contemporaneamente.
Drake non si stupì che il sì provenisse dalla madre di Kailey.
Robert fissò sua moglie.
Evidentemente non voleva mettere in imbarazzo sua figlia e Drake con la loro presenza.
Drake apprezzò i suoi fare di modi discreti e poi disse. –Ci farebbe molto piacere se rimaneste.-
Kailey gli lanciò un occhiata, come a chiedergli che diavolo stesse facendo.
Drake le fece l’occhiolino  e poi concentrò sui genitori della sua ragazza.
Aveva appena detto che Kailey era la sua fidanzata.
Non riusciva ancora a crederci.
A volte non se lo ricordava nemmeno il nome di quelle con cui era stato e di sicuro non si era messo a fare balletti con i loro genitori.
Uno, perché nemmeno li conosceva, e due, perché non si era mai fidanzato con nessuno.
Incredibile come anche quel particolare aspetto della sua vita stesse diventando ormai un ricordo lontano.
-Allora, Drake.- disse Dana, sfilandosi la giacca. –Raccontaci qualcosa di te.-
-Ecco l’interrogatorio.- osservò Robert, togliendolo dall’imbarazzo.
All’improvviso non sapeva che dire.
Cosa poteva raccontare lui, con una vita così disastrosa alle spalle?
Non sarebbe mai piaciuto ai genitori di Kailey.
Che diavolo gli era saltato in testa?
Robert lo salvò un’altra volta.
-Cara, perché non dai una mano a Kailey a cucinare?- le disse, spostando l’attenzione sulla cena. –Così mangiamo presto.-
Per qualche strana ragione quella tattica funzionò.
Dana andò in cucina con sua figlia e Robert rimase da solo con lui.
-Basta solo distrarla.- gli disse, facendogli l’occhiolino.

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Kailey contò fino a tre.
Contò fino a tre e alla fine non disse nulla.
Sua madre si era letteralmente impossessata della sua cucina e lei non aveva la più pallida idea di come riprendersela.
L’aveva vista armeggiare a lungo con pentole e padelle, indecisa su quali scegliere e usare, e poi osservare perplessa il suo frigorifero, che in quel momento era praticamente vuoto.
Però non era colpa sua. Era colpa di Drake, a cui aveva chiesto di prendere qualcosa, ma invano, perché si era totalmente dimenticato di passare al supermercato quella mattina.
In ogni caso, inutile dire che a quel punto che la sua presenza servisse ben poco.
Sua madre stava facendo tutto da sola e non aveva nessuna intenzione di farsi aiutare da lei.
-Io andrei di là.- si azzardò a dire, con finta nonchalance.
Sua madre adorava cucinare, ma adorava ancor di più quando lei rimaneva in cucina a farle compagnia.
-Certo, vai pure cara.- le disse, senza darle minimamente retta.
Kailey si lasciò sfuggire un sorriso.
Era talmente concentrata su quello che stava facendo che probabilmente non si era nemmeno resa conto di quello che lei le aveva appena detto.
Si sforzò di non ridere e tornò di nuovo in salone, dove Drake e suo padre stavano chiacchierando amabilmente.
Si chiese che cosa stesse pensando Drake in quel momento.
Sembrava perfettamente a suo agio, rideva e scherzava con suo padre come se si conoscessero da una vita, ma lei non aveva la più pallida di che cosa le avrebbe detto lui una volta che i suoi genitori se ne fossero andati.
Era curiosa di capire se quell’incontro gli avesse dato fastidio oppure o no e soprattutto capire come mai lui non avesse esitato nemmeno un attimo a presentarsi ai suoi come il suo fidanzato.
Una settimana prima non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Anzi. sarebbe scappato a gambe levate sapendo che i suoi genitori si erano presentati da lei all’improvviso.
Possibile che le cose stessero cambiando davvero?
Kailey sorrise. Probabilmente sì.
-Kailey, che fai sulla porta?- gli chiese suo padre, in tono scherzoso. –Siediti qui con noi, io e Drake stiamo facendo amicizia.-
Drake le fece l’occhiolino e a quel punto lei si rilassò.
Si andò a sedere vicino a lui e poi gli posò una mano sul ginocchio, cosa che ovviamente a suo padre non sfuggì.
-Stavo giusto chiedendo a Drake che cosa facesse di bello nella vita.- disse suo padre, con un sorriso a trentadue denti.
Per un momento Kailey si impensierì.
Drake gli aveva detto che lui non aveva un lavoro stabile e fisso come il suo? Come l’avrebbe presa suo padre?
-E sono davvero colpito, tesoro.- continuò a dire Robert, sorridendo. –Ti sei trovata un musicista.-
Vide Drake sorridere.
Suo padre sembrava davvero entusiasta di questa cosa.
-Eh, già.- disse a quel punto lei, cominciando a rilassarsi.
-Anche a me sarebbe piaciuto suonare, sai?- iniziò a dire suo padre, cogliendo tutti di sorpresa.
Kailey lo guardò incuriosito. Ma di che diavolo stava parlando suo padre?
-Però era una frana e quindi alla fine ho lasciato perdere.-
Drake le lanciò un’occhiata divertita e poi si rivolse a suo padre.
-E che cosa voleva suonare, signore?-
Robert scosse la testa con decisione. –Mi fai sentire vecchio se mi chiami in questo modo, Drake.- gli disse, in tono gentile. –Chiamami Robert.-
Drake sorrise. –Che cosa voleva suonare, Robert?-
-La chitarra.- rispose lui. –Ne avevo comprata pure una sai?-
-Ma quando?- si intromise Kailey, divertita.
Non aveva mai sentito parlare di quella storia.
-Da adolescente.- spiegò suo padre. –Un sogno che non si è mai avverato però. Ero proprio negato.-
Scoppiarono tutti a ridere.
-Ala fine l’ho pure dovuta vendere e ci ho perso un sacco di soldi.-
Kailey scosse la testa. –Non me lo hai mai raccontato.-
Suo padre ridacchiò. –È stato un duro colpo per la mia autostima, tesoro. Anche se è successo una marea di anni fa.-
-Immagino.- disse Kailey alzando gli occhi al cielo divertita.
Nessuno ebbe il tempo di dire niente che sua madre sbucò all’improvviso, chiamando tutti a raccolta.
-È pronto, ragazzi.- disse, con il suo solito tono allegro.
-Grazie del ragazzi, tesoro.- rispose suo padre, ridacchiando. –Ma non rientro più nella categoria da tanto tempo.-
Dana inarcò un sopracciglio. –Ma infatti non ce l’avevo con te, caro.- lo prese in giro.
Kailey e Drake scoppiarono a ridere.
Si diressero tutti in cucina e poi si accomodarono intorno al tavolo che sua madre aveva apparecchiato con cura.
Dana cominciò a fare le porzioni per tutti e poi portò i piatti in tavola.
-Inutile dire che il tuo frigo era mezzo vuoto, tesoro.- osservò sua madre, sospirando. –Forse è il caso che vai a fare la spesa domani. Non vuoi mica morire di fame, giusto?-
Drake ridacchiò, ma lei non disse nulla.
Non era il caso di dire ai suoi genitori che era colpa di Drake se il suo frigorifero era vuoto.
Uno, perché questo significava che lei aveva delegato un uomo a fare la spesa, cosa su cui sicuramente sua madre avrebbe avuto qualcosa da ridire, e due, perché questo significava anche dir loro che Drake abitava a casa sua e forse erano un po’ troppe notizie insieme da digerire in una sola volta.
Già non aveva detto che si stava vedendo con qualcuno, dire pure che qualcuno abitava a casa sua già da diversi giorni era veramente troppo.
Assaggiò la quiche che aveva preparato sua madre e poi annuì.
Era davvero buona.
-Complimenti, Dana.- disse Drake, seguendola a ruota. –Tutto ottimo.-
-Oh grazie, Drake.- rispose sua madre, con falsa modestia. –Ho fatto il possibile con quello che avevo. Non è stato facile.-
Kailey rise.
Sua madre era incredibile. Riusciva a trasformare un frigorifero vuoto in una tragedia greca.
Lo sguardo di suo padre incrociò il suo. Stava pensando esattamente la stessa cosa.
-Allora, ragazzi.- disse Dana, guardando prima lei e poi Drake. –Come vi siete conosciuti voi due?-
Kailey rischiò quasi di strozzarsi.
E adesso? Come avrebbero risposto a quella domanda?
Lei si ricordava ancora poco di quella notte e Drake probabilmente non avrebbe mai raccontato il modo in cui si erano conosciuti e quello che avevano fatto poche ore dopo.
Kailey prese un sorso d’acqua e poi si preparò a mentire.
Poteva inventarsi una storia abbastanza decente da sembrare credibile. Era perfettamente in grado.
Stava per aprire bocca quando Drake prese la parola prima di lei, cogliendola alla sprovvista.
Per un istante andò nel panico. Cosa avrebbe detto Drake ai suoi genitori?
-Ci siamo conosciuti in uno studio di tatuaggi.- iniziò a dire, rischiando di procurare un infarto a sua madre.
-Cosa?- chiese infatti Dana, sconvolta. –In uno studio di tatuaggi?-
A quel punto intervenne sua padre. –Tesoro, perché non lo lasci parlare così ci racconta tutto per bene?-
Kailey ringraziò mentalmente suo padre. In un modo o in un altro riusciva sempre a salvarla in calcio d’angolo.
-Sì, esatto.- confermò Drake. –Ma non per il motivo che pensate voi. Kailey ha semplicemente accompagnato un’amica a farsi un tatuaggio nello studio in cui anche io ho ne sto facendo uno.-
Sua madre guardò prima lei e poi Drake, confusa.
-Quale amica?- chiese, sforzandosi chiaramente di non far trapelare il suo stato d’animo.
-Lizzie.- rispose Kailey, alzando le spalle.
Non poteva essere responsabile anche per lei.
Sua madre scosse la testa. –Non mi è mai piaciuta quella ragazza.- disse, come se quel fatto avesse confermato in un secondo quello che lei aveva sempre pensato sulla sua amica.
Kailey evitò di precisare che Lizzie era andata in quello studio solo per parlare con Carter. Troppo complicato da spiegare.
-Non credo di aver capito bene. – mormorò a un certo punto sua madre. –Tu hai un tatuaggio?-
Drake annuì. –Sì, signora.-
-Ma perché?- gli chiese Dana, chiaramente contrariata.
Suo padre intervenne un’altra volta, spezzando quello strano imbarazzo che si era creato. –Drake perché non ci finisci di raccontare tutta la storia? Siamo veramente curiosi di capire come vi siete conosciuti tu e Kailey.-
Drake la guardò per un momento e poi disse.
-Vostra figlia mi ha incanto dal primo istante in cui l’ho vista.- iniziò a dire.- Quella sera era bellissima, ma non era solo quello. Stava ridendo da sola, per qualche strano motivo che io ancora non ho capito. Fatto sta che il suo sorriso mi ha fatto un strano effetto. Era contagioso e... dopo tanti anni in vita mia ho ricominciato a sorridere anche io.-
Kailey lo fissò senza dire niente.
Erano vere le cose che stava dicendo o si era inventato tutto per dare un tocco di romanticismo ad una serata che per quel poco che si ricordava lei non aveva avuto proprio un bel niente di romantico?
-Oh, tesoro.- disse sua madre, emozionata. –Tienitelo stretto questo ragazzo. Se tuo padre avesse quello sguardo quando racconta il modo in cui ci siamo conosciuti noi forse non dovrei prendere in seria considerazione il divorzio.-
Scoppiarono tutti a ridere, tranne Kailey, che era ancora turbata da quello che aveva detto Drake.
-Ma io ti guardo in quel modo, tesoro.- replicò suo padre, ridacchiando. –È solo che tu sei troppo impegnata a guardare qualcos’altro quando lo faccio.-
Dana alzò gli occhi al cielo e poi rise.
Kailey si voltò verso Drake, che in quel momento la stava fissando intensamente.
Qualcosa nel suo sguardo la turbò nel profondo.
Drake non aveva mentito. Non si era inventato quattro cose da dire ai suoi genitori per farli contenti e il modo in cui lui la stava guardando in quel momento ne era una prova.
-Facciamo un brindisi.- propose sua madre, recuperando il vino dal frigorifero.
Lo versò a tutti e poi lei rimase in piedi con il suo bicchiere in mano.
-A Kailey e Drake.- disse, sorridendo dolcemente.
Kailey arrossì, sorpresa dall’atteggiamento di sua madre.
Non l’aveva mai vista così felice in vita sua. Nemmeno quando aveva portato a casa Kyle, che in quel momento sarebbe stato il sogno di tutte le mamme.
Brindarono tutti insieme e poi finirono di mangiare chiacchierando del più e del meno.
 
Due ore dopo Kailey salutò i suoi genitori e poi si richiuse la porta di casa alle spalle.
Era esausta.
Quella cena le aveva assorbito più energie del dovuto e non perché avesse dovuto cucinare lei o caricare la lavastoviglie a fine serata. Anzi. Lei non aveva fatto niente in confronto a sua madre. Solo che affrontare le sue domande insieme a Drake l’aveva turbata di più di quanto avesse dato a vedere e ora, dopo che i suoi se ne erano andati, e loro erano di nuovo soli, una strana sensazione di attesa aveva cominciato ad assalirla.
Che cosa avrebbe detto Drake della serata? Che cosa pensava dei suoi genitori? Li aveva trovati invadenti oppure discreti e simpatici? E ancora, quello che aveva detto a proposito del modo in cui si erano conosciuti lo pensava davvero? O aveva arricchito il racconto per fare una bella impressione su suoi?
Con queste e tante altre domande in testa si diresse verso la sua camera da letto, dove Drake la stava aspettando.
Lo vide sorridere e poi avvicinarsi a lei.
Non ebbe il tempo di dire nulla.
Drake l’attirò a sé e la baciò a lungo, imprigionandola tra le sue braccia.
-Sei bellissima.- le disse, puntando i suoi occhi verdi nei suoi.
Kailey sorrise.
Lo accarezzò dolcemente sul viso e poi lo abbracciò forte, come se avesse paura che lui potesse scappare da un momento all’altro.
Drake la strinse a sé e poi la baciò sulla testa.
-Come sono andato?- le chiese poi, accennando un sorriso.
Kailey lo guardò negli occhi. –A che ti riferisci?-
-Come me la sono cavata con i tuoi?-
-Benissimo, direi.- rispose Kailey sincera. –Stravedono per te.-
-Anche a me piacciano loro.-
-Davvero?-
Drake annuì e poi sorrise. –Sono stati carini con me.-
-Credo che le tue parole ti abbiano fatto guadagnare una marea di punti.-
-A che proposito?-
Kailey arrossì. Il momento che  aveva tanto atteso era arrivato.
-A proposito del modo in cui ci siamo conosciuti.-
Drake la baciò. –Non mi sono inventato nulla.-
-Veramente?-
Lo vide annuire. –Da quando ti conosco ho ricominciato veramente a sorridere.- disse. –Ed è tutto merito tuo.-
Kailey lo abbracciò nuovamente, felice come non lo era mai stato in vita sua.
Drake la baciò nuovamente e poi la fece sdraiare sul letto.
Le sfilò la maglia che aveva addosso e poi tutto il resto, chiarendole le sue intenzioni.
Lo vide spogliarsi e poi raggiungerla.
Quella sera non si limitò ad entrare dentro di lei.
La strinse forte a sé e la fece sua come a volerle dire che non l’avrebbe mai lasciata.
Kailey in quel momento capì che lui si stava innamorando di lei. Si stava innamorando di lei, come lei si era innamorata di lui.
Quando tutto finì Drake la fece sdraiare su un fianco e poi si mise dietro a lei, stringendola a sé.
Si addormentarono così, con il sorriso sulla bocca e la testa senza pensieri.
 
Il giorno dopo Kailey si svegliò per colpa del suo cellulare.
Il giorno prima aveva dimenticato di disattivare la sveglia e quelli erano i risultati.
Alle sei di sabato mattina la sveglia stava suonando come se non ci fosse un domani.
Si liberò dall’abbraccio di Drake e poi affrettò a disattivarla, rimproverandosi mentalmente per quell’errore.
Quando si voltò, Drake la stava osservando con i suoi bellissimi occhi verdi.
-Ti ho svegliato, vero?- gli chiese, scuotendo la testa. –Scusa.-
Drake l’attirò a sé e poi la baciò. –Non c’è problema.-
-Come hai dormito?-
-Alla grande.-
Kailey sorrise. Anche lei. E per qualche strano motivo pensava che quello che avevano fatto prima di andare a dormire non c’entrasse proprio nulla.
-Che facciamo oggi?- le chiese Drake, giocando con una ciocca de suoi capelli.
Kailey lo fissò. –Secondo te?-
Lo sentì ridacchiare. –La spesa.-
-Perspicace.- lo prese in giro Kailey.
-Tua madre era distrutta per colpa tua.-
-Veramente per colpa tua.- lo corresse Kailey. –Sei tu che non hai preso nulla al supermercato.-
-Ieri è stata una giornata difficile.- le disse Drake, sospirando.
Kailey gli accarezzò il viso.
-Che hai provato quando hai visto tuo padre?-
Drake si passò una mano nei capelli e poi appoggiò allo schienale del letto.
-Gli avrei spaccato la faccia.- le disse, arrabbiato. –Dopo tutto quello che ci ha fatto, ha avuto il coraggio di venire lì, dove è sepolta la donna che non ha mai amato in vito sua,  a chiedere a me e mio fratello di prenderci cura di una sorella di cui non abbiamo mai sentito parlare in vita nostra. Che faccia tosta.-
Kailey sospirò. –Come mai vi picchiava?-
-Perché era ed è uno stronzo.- rispose Drake. –A cui non importava nulla se non di se stesso. Non hai mai amato la mamma e di sicuro non ha mai amato noi. Quando se n’è andato è stata una liberazione per tutti.-
Kailey gli strinse una mano. –L’importante è che tu e tuo fratello ricostruiate il vostro rapporto. Tutto il resto ve lo dovete buttare alle spalle. Lo dovete a voi stessi e soprattutto a vostra madre.-
Drake annuì. –Non avrei mai immaginato di dire una cosa del genere, ma hai ragione. Quel bastardo non deve condizionare la nostra vita mai più.-
-Esatto.-
Drake la fissò per qualche istante senza dire nulla. –Come ho fatto a vivere senza di te?-
Kailey sorrise. –Ti stavi solo preparando a quello che sarebbe successo dopo.-
Drake la baciò un’altra volta e poi si alzò dal letto.
-Facciamo colazione e poi andiamo al supermercato?- le chiese, di nuovo allegro.
Kailey annuì.
Non lo aveva mai visto così allegro in vita sua.
Quel Drake le piaceva. Anzi no. Lei amava quel Drake e sperava che anche lui presto le dicesse che l’amava anche lui.
Si diressero entrambi in cucina e poi fecero colazione, chiacchierando del più e del meno come una qualsiasi coppia di fidanzati.
 
Due ore dopo erano in una corsia del supermercato a scegliere quale vino portare alla cena con Dave e Tessa.
Drake non aveva mostrato il minimo entusiasmo per quell’evento e Kailey non riusciva a fare a meno di pensare che forse lui stesse esagerando.
Tessa stava facendo un passo nella sua direzione e lei si aspettava anche lui facesse la stessa cosa con lei.
Non pretendeva che andassero d’amore e d’accordo, quello no, ma almeno che abbassassero l’ascia di guerra che entrambi avevano alzato da quando si erano conosciuti.
-Che dici, questo va bene?- gli chiese prendendo una bottiglia di vino che una volta aveva preso pure per i suoi.
Drake alzò le spalle, per niente interessato all’argomento.
-Eh, dai! – esclamò Kailey.  -Dammi una mano.-
Lo vide alzare gli occhi al cielo e poi studiare l’etichetta del vino.
-Prendiamo questo.- le disse, annuendo.
Kailey lo infilò nel carrello e poi proseguì con la sua spesa.
Andare al supermercato con lui non era stata una grandissima idea.
Drake continuava a dire che passare venti minuti davanti a ogni scaffale era una grandissima perdita di tempo, ma lei non era una che faceva tutto in fretta e in furia.
Le piaceva scoprire le novità del mercato e scegliere con cura i prodotti che avrebbe comprato. Era una specie di modo per rilassarsi, ma Drake questo non lo aveva ancora capito.
Stava scegliendo quale pacco di biscotti prendere la mattina quando Drake la chiamò, attirando la sua attenzione.
-Non ci posso credere.- le disse, guardando un punto dritto davanti a sé.
Kailey seguì il suo sguardo.
Cavolo, pensò.
Ella e Tyler stavano camminando mano nella mano a pochi metri da loro.
-Ehm, Drake...-
Ma Drake era già partito in quarta.
Kailey spinse il carrello in avanti e lo raggiunse prima che fosse troppo tardi.
-Che hai intenzione di fare?- gli chiese, fulminandolo con lo sguardo.
Drake non ebbe il tempo di dire nulla che Ella e Tyler si accorsero di loro.
Tyler guardò prima lei e poi Drake, allarmato.
Non si aspettava d ritrovarseli davanti in quel posto, questo era chiaro.
A quel punto Ella sospirò e venne nella loro direzione.
-Ciao, ragazzi.-  li salutò allegra, come se niente fosse.
Drake lanciò un’occhiata a Tyler, che li aveva appena raggiunti.
-Che diavolo state combinando voi due?-chiese, rivolgendosi a entrambi.
Ella si voltò prima verso Tyler e poi verso Drake e Kailey.
-Non dire niente a Chase, ti prego.- lo supplicò lei, preoccupata.- Devo solo trovare il momento giusto per dirgli tutto.-
Drake aggrottò la fronte.
-Da quanto va avanti questa storia?-
Tyler lo fissò. –Da un po’.-
-Vi ha dato di volta il cervello? Chase incazzerà a morte quando verrà a saperlo.-
Kailey gli toccò un braccio. –Vedrai che capirà.-
Drake si voltò verso di lei e scosse la testa, come sei lei non capisse la portata del problema.
E in effetti era così.
Non aveva la più pallida idea del motivo per cui Chase fosse così protettivo nei confronti della sorella e soprattutto perché lei non fosse libera di stare con Tyler, che era un ragazzo davvero a modo per quel poco che lei aveva potuto vedere.
-Gli dirò tutto.- promise Ella. –Ma mi devi dare un po’ di tempo. Magari al ritorno di Ty.-
Kailey si ricordò che lui doveva partire, ma non aveva detto dove dovesse andare.
-Ti sei cacciata in un bel guaio, ragazzina.- la rimproverò Drake, in tono fraterno.
-Lo so.- sussurrò Ella. –Ma io voglio stare con lui.-
Tyler le avvolse un braccio intorno alla vita e poi l’attirò a sé, con fare protettivo.
In quel momento Kailey si sciolse.
Erano così carini insieme quei due.
Qual era il problema se stavano insieme?
-Glielo dovete dire.- li ammonì Drake. –E in fretta. Se lo scopre da solo è un bel cazzo di casino.-
Ella e Tyler annuirono.
-Posso contare su di te, amico?- chiese Ty a Drake.
Drake scosse la testa e poi sbuffò. –Certo.-
A Ella si illuminarono gli occhi. –Grazie, Drake.- disse, cominciando a rilassarsi.
Poi si rivolse a Kailey. –Come stai, K?-
Kailey sorrise. –Non ho la minima idea di che cosa stia succedendo, ma sappiate che tifo per voi ragazzi.-
Ella si liberò dalla prese di Tyler e poi l’abbracciò, come se avesse detto chissà cosa.
Poi la vide girarsi verso Drake e puntargli un dito contro. –Se la fai soffrire, ti spezzo le gambe con le mie mani.- lo minacciò, in tono serio.
Drake ridacchiò. –Non ti preoccupare.- la rassicurò. –Non ho nessuna intenzione di farmela scappare.-
Kailey arrossì, sentendo lo sguardo di tutti addosso.
Notò che Tyler guardava in modo strano Drake, come se non riconoscesse affatto l’amico di vecchia data con cui suonava quasi tutte le sere al locale in cui era stata più di una volta anche lei.
-Ci vediamo in giro, allora.- disse Ty, stringendo la mano a Drake.
-Non fare cazzate.- gli rispose Drake.
Tyler annuì e poi prese Ella per mano.
A quel punto Kailey li salutò e li osservò mentre si allontanavano da loro.
Erano proprio una bella coppia. Inutile negarlo.
-Tu lo sapevi?- le chiese a un certo punto Drake, attirando la sua attenzione.
Kailey esitò,  chiedendosi cosa fare.
Poi decise di dire la verità, come era abituata a fare.
-Da poco.-
-Perché non mi hai detto niente?-
-Me lo ha chiesto Ella.-
-E tu le hai dato retta.-
Kailey alzò gli occhi al cielo. -Io non capisco quale sia il problema.-
Drake si passò una mano nei capelli. –Chase e Ella hanno perso i genitori tanti anni fa, in un incidente stradale. Da quel momento Chase si è sempre preso cura di lei, attento a non farle mancare niente e soprattutto a non far avvicinare nessuno che potesse ferire sua sorella.-
-Ma Tyler è un bravo ragazzo.- ribatté Kailey. 
-Lo è, ma ha un passato incasinato anche lui.- disse Drake, senza aggiungere altro.
-Chase ha paura che possa farla soffrire?-
Gli occhi di Drake si incupirono.
Forse stava pensando che anche lui avrebbe potuto far soffrire lei, ma stavano comunque insieme. Questo doveva pur voler dire qualcosa.
-Già.- disse alla fine Drake.
Kailey gli prese una mano e poi gli sorrise. -Noi non siamo il nostro passato.-
Drake annuì.
Lo vide accennare un sorriso e poi guardarsi intorno. –Quante altre cose dobbiamo prendere ancora?-
Kailey rise. –Adesso ci sbrighiamo così ce ne torniamo a casa e cuciniamo il pranzo, ok?-
Drake sorrise. –Ho anche un altro paio di idee su quello che possiamo fare.-
Kailey non poté fare a meno di arrossire. –Poi ne riparliamo.-
Sentì Drake ridacchiare e poi darle una piccola pacca sul sedere.
 
 Molte ore dopo Kailey e Drake erano appena scesi dalla moto.
Quel giorno avevano fatto una marea di cose.
Dopo aver fatto la spesa, erano tornati a casa e poi avevano preparato il pranzo, litigando su chi dovesse cucinare e soprattutto su che cosa si dovesse cucinare.
Kailey non aveva mai visto Drake così rilassato in vita sua e quell’atmosfera calma e rilassata che si era creata l’aveva fatto innamorare ancora di più di lui, portandola a fantasticare su un futuro che quasi la spaventava.
Nel pomeriggio, invece, erano andati a trovare la mamma di Drake al cimitero.
Lui aveva insistito per portarcela e lei non aveva fatto altro che annuire e sorridere, contenta che lui avesse fatto un passo del genere.
Al ritorno lui l’aveva amata ancora e poi si erano preparati per la cena con Dave e Tessa, attenti a non fare tardi.
In quel momento Drake aveva appena posato i caschi nel baule e preso la bottiglia di vino.
Indossava uno dei suoi soliti jeans scuri e una maglia a maniche corte blu.
Lei invece indossa uno dei suoi classici vestitini corti e un paio di sandali col tacco.
-Sei pronto?- gli chiese, notando che era un po’ teso.
Drake alzò gli occhi al cielo. –Non può essere più difficile della cena con i tuoi no?-
Kailey scoppiò a ridere. –Non credo.-
-E allora penso che sopravvivrò.-
Drake la prese per mano e poi si lasciò guidare da lei fino al portone del palazzo in cui abitava Tessa.
Chi l’avrebbe mai detto che si sarebbe ritrovata a organizzare una cena con lui e con la sua migliore amica e suo fratello?
Kailey sorrise  e poi suonò il citofono.

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Drake prese un sorso di vino e poi scosse impercettibilmente la testa, sorpreso da quello che stava accadendo.
Si sentiva stranamente a suo agio quella sera.
Tessa e David lo avevano accolto come uno di famiglia e Kailey non aveva fatto altro che sorridergli e stringergli la mano, come a volerlo rassicurare con la sua presenza.
Il giorno prima, quando lei gli aveva proposto di cenare con loro, lui non aveva potuto fare a meno di storcere il naso, consapevole che la migliore amica di Kailey non lo avrebbe mai accolto a braccia aperte.
Non dopo che lui aveva offeso Kailey davanti a tutti, sotto lo sguardo allibito di Tyler.
Ma quella era un’altra storia ormai.
Erano passati giorni da quell’episodio e il suo rapporto con Kailey non aveva fatto altro che evolversi e rafforzarsi nelle ultime settimane.
Si erano ufficialmente messi insieme e lui aveva conosciuto anche i suoi genitori, presentandosi a loro come il fidanzato della loro amatissima figlia.
Non si era sentito in imbarazzo nemmeno una volta la sera prima e ora stava succedendo esattamente la stessa cosa.
Stava chiacchierando del più e del meno con il fratello di Kailey, come se fossero amici di lunga data, e anche Tessa lo aveva stupito con il suo comportamento.
Era stata gentile e garbata fin dall’inizio e non aveva provato a metterlo in difficoltà nemmeno una volta, portandolo piano piano a cambiare il suo giudizio su di lei.
In quel momento stavano mangiando il dolce, mentre David gli raccontava del suo lavoro.
Drake lo ascoltava con interesse, curioso di capire come mai il gemello di Kailey fosse così gentile con lui.
Possibile che c’entrasse il fatto che lui avesse aiutato la sorella quando un brutto ceffo aveva provato a derubarla?
Si sforzò di contrarsi su quello che stava dicendo David, senza fare mille congetture come al solito.
-E tu invece?- gli chiese a un certo punto il fratello di Kailey, strappandolo ai suoi pensieri.
Drake si schiarì la voce. –Suono e canto.- disse, leggermente imbarazzato.
Il suo non era un lavoro vero e proprio. Era un hobby più che altro.
Un hobby però che gli faceva sbarcare il lunario da quando era un ragazzino di quattordici anni.
Dave sorrise. –Ma è fantastico.- disse, accennando un sorriso. -Hai un gruppo?-
Drake annuì.
A quel punto David si voltò verso Tessa. –Hai capito, tesoro?- le disse, come se quella fosse la notizia del secolo. -Drake suona in un gruppo.-
Tessa lo fissò per un momento e poi annuì.
Lei lo sapeva già da un pezzo.
C’era anche lei quando Kailey era venuta con lei sue amiche a sentirli suonare per la prima volta.
Ed era stata proprio in quella l’occasione che lui l’aveva trattata nel peggiore dei modi.
Per un attimo si chiese se Tessa avrebbe accennato a quel fatto.
Poi vide che lei non lo stava nemmeno guardando e a quel punto si rilassò.
-Magari la prossima volta possiamo venire a sentirti.- disse David, allegro.
Kailey stava sorridendo. –Drake è davvero bravo.-
Poi si voltò verso la sua migliore amica. –Possiamo andare tutti insieme.-
Tessa prese un sorso di vino e poi sorrise. –Certo.-
-Ma da quanto vi conoscete voi due?- chiese a un certo punto David.
Drake scoppiò a ridere. Gli stava facendo le stesse domande di suo padre.
Gli spiegò che si erano conosciuti in uno studio di tatuaggi e poi si voltò verso Kailey, che lo stava guardando intensamente.
Probabilmente si stava chiedendo se avrebbe detto anche a suo fratello le cose che aveva detto al padre.
Ma non lo fece.
E non perché si vergognasse o cose del genere. Anzi. Lui si era semplicemente limitato a dire la verità il giorno prima.
Solo che non voleva spifferare i fatti suoi anche al fratello e alla migliore amica di Kailey.
Non era sicuro che Tessa avesse cambiato totalmente il suo giudizio su di lui e quindi non voleva rischiare di aprirsi con persone che conosceva appena e che avrebbero potuto giudicarlo o denigrarlo.
-Ieri hai conosciuto i miei.- gli disse a un certo punto David, strappandolo ai suoi pensieri.
Drake annuì.
-Mamma ti ha fatto il suo solito interrogatorio?-
-No, no.- rispose Drake, divertito. –Sono stati davvero gentili entrambi.-
-Menomale.- osservò David. –Quando inizia a fare domande poi non la finisce più.-
-David!- lo rimproverò Tessa, scuotendo la testa divertita. –Tua madre è adorabile.-
-Sì.- confermò Dave. –Se rispondi a tutte le sue domande e la lasci cucinare nella tua cucina.
Kailey scoppiò a ridere. –Più o meno quello che è successo ieri a casa mia.-
Dave alzò le braccia. –Come volevasi dimostrare.-
-Piuttosto.- disse Kailey, guardando prima Tessa e poi suo fratello.
Drake aveva imparato a riconoscere quello sguardo.
Kailey stava per dire qualcosa che non sarebbe andato a genio a nessuno dei due.
-Quando pensate di andare da mamma e papà?-
Drake notò che Tessa era arrossita e che Dave guardava sua sorella con uno sguardo perso.
-Quando capita.- le rispose, alzando le spalle.
-Ti conviene farlo presto, altrimenti mamma comincerà a tempestarti di telefonate fino a quando non vai.-
Tessa annuì. –Pensavamo di fare un salto il prossimo fine settimana.-
Kailey guardò suo fratello. –Perché non me lo hai detto?-
-Perché sennò tu l’avvisi e lei prepara uno dei suoi soliti pranzi megagalattici con cui può sfamare tutti i bambini  dell’Africa.-
Kailey guardò il fratello come se fosse pazzo.
A quel punto Dave alzò gli occhi al cielo. –Se noi puntiamo sull’effetto sorpresa invece, la cogliamo impreparata e fila tutto liscio come l’olio.- le spiegò come se stesse dicendo una cosa ovvia. -Niente pranzo di duecento portate e soprattutto niente domande a raffica per ore intere.-
-Ma smettila. -lo rimproverò Kailey, alzando gli occhi al cielo divertita. –Sei sempre il solito esagerato.-
Drake era incuriosito dalla scene a cui stava assistendo.
David e Kailey erano davvero molto uniti.
Scherzavano e ridevano con una confidenza che lui e Max non avevano mai avuto in vita loro, nemmeno da bambini.
In quel momento si ritrovò a sperare che anche il loro rapporto prima o poi si potesse evolvere in quel modo.
Continuarono a scherzare e chiacchierare a lungo, come se fossero due coppie di amici che si conoscevano da tempo e che avevano piacere a passare del tempo insieme.
Poi, verso le undici e mezza, lui e Kailey salutarono Tessa e David, ringraziandoli per la piacevole serata trascorsa insieme.
Presero le loro cose e se ne andarono.
Avevano appena superato il portone del palazzo in cui abitava Tessa quando lui si girò verso Kailey, che lo stava guardando già da un po’.
-Che c’è?- le chiese, curioso.
Kailey sorrise. –Tutto bene?-
Drake annuì. –Non è andata male.- le disse, sorpreso. –Non trovi?-
-No, anzi.- confermò lei. –È stato divertente.-
Drake si avviò verso la moto e poi recuperò i caschi. –Credi che abbia cambiato idea su di me?- le chiese, riferendosi a Tessa.
-Credo proprio di sì.- rispose Kailey, annuendo. –E sono davvero contenta di questo.-
Drake la osservò mentre si infilava il casco.
In quel momento pensò che il percorso della sua vita non era tracciato come aveva sempre pensato lui.
Aveva perso così tanto tempo a raccontarsi che lui non poteva avere una vita normale come gli altri che alla fine aveva finito col crederci davvero, dando spazio a pensieri e riflessioni che non avevano nulla a che fare con la realtà.
Saltò sulla moto e poi aspettò che Kailey facesse altrettanto.
A quel punto partì.
 
Quella sera, poco prima di addormentarsi,  Drake cinse la vita di Kailey con un braccio.
Gli piaceva da morire dormire accanto a lei in quel modo.
Gli faceva dimenticare tutte le cose brutte della sua vita e lo aiutava a svuotare la mente prima di addormentarsi in un sonno profondo.
Non aveva la più pallida idea del motivo per cui si era privato a lungo di un rapporto solido con un’altra persona.
Non era vero che lui non aveva bisogno di nessuno. Anzi.
Era abituato a cavarsela da solo, certo, ma privarsi del contatto fisico con un’altra persona che non sfociasse solamente in un atto fisico non aveva prezzo.
Come non aveva prezzo aprirsi con gli altri e condividere i propri pensieri.
Poi però si corresse.
Lui non amava fare quelle cose con qualsiasi altra persona al mondo. Lui amava farle con Kailey, con lei e basta.
E non era solo questione di contatto fisico o altro.
Era il modo in cui si prendeva cura di lui, senza chiedere niente in cambio, e il modo in cui lo faceva sentire bene tutte le volte che i suoi pensieri gli facevano perdere il sorriso.
Alla fine capì.
Aveva lottato con se stesso, provato in tutti i modi a convincersi che non poteva stare con nessuno e che la sua vita sarebbe stata sempre inutile e vuota, ma alla fine capì.
Lui amava Kailey. L’amava e basta.
E con quella consapevolezza si addormentò profondamente.
 
Il giorno dopo decise di aiutare Kailey a pulire casa.
Assurdo come stesse diventando bravo nelle faccende domestiche. Lui, che a malapena sapeva gestire la sua vita, aveva appena imparato a gestire l’aspirapolvere e i suoi accessori.
La suoneria a tutto volume del telefono lo costrinse a fermarsi e a rispondere.
-Drake?-
-Ciao, Max.- disse, salutando suo fratello.
-Come stai?-
Drake lanciò un’occhiata a Kailey, che si era fermata a osservarlo.
-Tutto bene.- rispose. –Tu?-
-Anche io.- disse suo fratello. –Ho delle novità.-
Drake si irrigidì. –Di che si tratta?-
-Ho trovato la ragazza.- rispose Max.
Drake capì immediatamente a chi si riferisse. –Come hai fatto?-
-Ho chiesto a papà dove abitasse.-
-Che cosa hai fatto?- sbottò Drake, alzando il tono di voce. –Sei impazzito?-
-Dobbiamo scoprire la verità.- gli disse suo fratello, imperterrito.
-E come facciamo?-
-Con un test di paternità.-
Drake scosse la testa. Ma che diavolo stava dicendo suo fratello? Gli aveva dato di volta il cervello?
-Non è facile, ma ho un piano.-
-E quale sarebbe?-
Sentì suo fratello esitare. –Dobbiamo recuperare un capello della ragazza e farlo analizzare.-
-Max, ma hai bevuto?- chiese Drake, sconvolto. -Che diavolo stai dicendo?-
Suo fratello sbuffò. –Fammi parlare.-
Drake si sedette sul divano e poi ascoltò suo fratello.
-So dove abitano papà e la ragazza.-
-E quindi?-
-E quindi pensavo che potevamo andare a trovarli con la scusa di conoscere nostra sorella.-
-Non ci pensare proprio.- sbottò Drake, arrabbiato. –Non ho nessuna intenzione di rivedere quello stronzo.-
-Ma è l’unico modo.-
Vide Kailey sedersi accanto a lui e stringerli una mano. Era preoccupata per lui.
-E poi scusa.- disse Drake, perplesso. –Tu hai chiamato papà per chiedergli dove abitano? Perché?-
Suo fratello sospirò. -Gli ho detto che uno di questi giorni saremmo passati.-
-Ti ha dato di volta il cervello?-
-Drake, ho un piano.- ripeté suo fratello, mantenendo la calma. –Andiamo da loro, io chiedo di andare in bagno e prelevo un capello della ragazza da una spazzola. Lo portiamo in laboratorio e cerchiamo di scoprire la verità.-
-È un piano che fa acqua da tutte le parti, Max.-
-Perché?-
-Tanto per cominciare, perché in quella casa probabilmente ci abitava anche la madre della ragazza.- gli spiegò. -Come facciamo a sapere che i capelli sulla spazzola non siano anche i suoi?-
-Merda.- imprecò suo fratello. –A questo non ci avevo pensato.-
-E poi che facciamo? Lo mettiamo in una bustina di plastica come fa la polizia quando fa le indagini e lo portiamo in laboratorio come se niente fosse? Mi pare una un’idea assurda, Max.-
-Potremmo...-
Suo fratello si fermò.
-Ho un’idea migliore.- disse alla fine, senza perdere la speranza.
-Non mi dire.- gli disse Drake, sempre più sconvolto.
-Li possiamo invitare a casa e offrirgli qualcosa da bere. Portiamo il bicchiere in laboratorio e lo facciamo analizzare.-
-Questa idea è peggio di quella di prima.-
Suo fratello sbuffò. –Vuoi sapere o no se abbiamo una sorella?-
Drake scosse la testa. –No.-
-Quindi vuoi fare finta di niente?-
-Non è questo il punto.-
-E allora qual è?-
-Non voglio rivederlo, Max.- disse Drake, riferendosi al padre. –Mi ricorda l’espressione di sofferenza che aveva mamma tutti i santi giorni della sua vita. Ed è colpa sua se lei è morta.-
-Neanche a me fa piacere, Drake, ma non me la sento di abbandonare una ragazzina innocente che non c’entra niente con questa storia.-
-Sempre che sia figlia sua.-
-Ovvio.-
Drake si passò una mano nei capelli. –Vuoi davvero invitarlo a casa tua?-
-No.-
-E allora come facciamo?-
-Possiamo andare in un bar e rubare il bicchiere.-
Drake scoppiò a ridere.
-Scherzi?- disse. –Non credo che sia una cosa legale.-
-E allora lo pagheremo, questo dannato bicchiere!-
Drake sospirò. –Forse è meglio.-
-Facciamo oggi pomeriggio?-
-Di già?-
-Prima facciamo e meglio è.-
Max aveva ragione. Gli disse che per lui andava bene e poi riattaccò.
Kailey lo accarezzò dolcemente. –Che sta succedendo?-
-Tu non hai idea.- rispose Drake, sconvolto.
Si passò una mano nei capelli e poi le raccontò tutto.
Quando ebbe finito, Kailey sgranò gli occhi, confermandogli che l’idea di Max era folle.
-State scherzando, spero.- gli disse lei, allibita.
-A quanto pare no.-
-Ma è legale?-
-Il bicchiere lo paghiamo, ma fare il test di paternità a una persona senza il suo consenso non credo che sia legale.-
Vide Kailey legarsi i capelli e poi scuotere la testa. –Tuo fratello è impazzito.-
Drake sospirò. –È quello che penso anche io.-
-E se vi fate beccare?-
-A fare cosa, Kailey?-
La vide alzare le spalle. –Non lo so.- disse. –A prendere il bicchiere con cui ha bevuto la ragazza.-
Drake non si preoccupava di questo. Più che altro si preoccupava del fatto che avrebbe dovuto rivedere suo padre. Quello sì che lo preoccupava.
Kailey lo intuì. –Te la senti?- gli chiese. –Di rivedere tuo padre?-
-No, ma a quanto pare ho scoperto di avere una coscienza e, come dice mio fratello, non possiamo fare finta di niente.-
Kailey accennò un sorriso. –Andrà tutto bene.- lo rassicurò.
Gli accarezzò dolcemente il viso e poi si accoccolò contro di lui.
Drake l’abbracciò.
Quella era un’altra cosa che amava di lei.
Trovava sempre una parola di conforto per lui. Gli dava la forza per andare avanti, anche quando il mondo sembrava cadergli addosso.
In quell’istante decise che quella sera le avrebbe detto tutto.
Le avrebbe detto che l’amava, esattamente come aveva fatto lei con lui.
Kailey si alzò leggermente, fino ad incrociare il suo sguardo. –Pensavi che la storia di tuo padre e di tua sorella mi facesse dimenticare i tuoi compiti?- gli chiese, indicando l’aspirapolvere con il dito.
Drake scoppiò a ridere.
Si sporse per baciarla e poi si alzò. –Non sia mai.-
Si rimise a fare quello che stava facendo prima che suo fratello chiamasse.
Mentre passava l’aspirapolvere per il salone lanciò un’occhiata a Kailey, sempre più consapevole di quello che provava per lei.
Come aveva fatto a non capirlo prima? Era tutto così lampante.
Lui non l’amava e basta. Lui voleva passarci la vita con lei.
Cascasse il mondo.
 
Verso le tre del pomeriggio Drake era seduto ad un tavolo di un bar con suo fratello.
Sua padre e la loro ipotetica sorella erano decisamente in ritardo.
-Che idea di merda.- osservò Drake, sconcertato.
Perché aveva assecondato suo fratello in quel piano assurdo?
Non era nemmeno sicuro che lei e suo padre si presentassero all’appuntamento.
Max gli lanciò un’occhiata. –Calma, Drake.-
Suo fratello non si scomponeva mai, nemmeno in situazioni del genere.
Se ne stava lì seduto, senza dire nulla, in attesa che quello stronzo del padre si presentasse.
Era vestito in modo elegante come al solito, ma a differenza delle altre volte, sembrava molto più stanco e spento.
Drake invece era irrequieto. Molto irrequieto.
Più ci pensava e più sbraitava dentro la sua testa.
Non avrebbe dovuto mai e poi mai accettare la proposta di suo fratello.
-Eccoli.- disse a un certo punto Max, attirando la sua attenzione.
Drake si guardò intorno.
Poi li vide.
Suo padre si stava avvicinando al loro tavolo in compagnia di una ragazza che aveva solo pochi anni in meno di lui.
Si scambiò un’occhiata col fratello.
Come era possibile?
Suo padre se ne era andato via quando Drake aveva circa quattordici anni. Se aveva incontrato la madre della ragazza subito dopo, lei avrebbe dovuto avere all’incirca tredici anni.
Ma quella ragazza non aveva tredici anni. Ne aveva minimo sette od otto in più.
Poi capì. Che stronzo.
Suo padre aveva tradito sua madre quando Drake era piccolo. Ecco com’era possibile.
-Ragazzi.- disse suo padre, a un metro dal loro tavolo.
Era vestito in modo trasandato e il suo volto era sempre più scarno.
Max lo salutò senza stringergli la mano che lui gli aveva teso. Drake invece non disse nulla.
Si concentrò piuttosto sulla ragazza che gli stava affianco. Gli assomigliava tantissimo.
Merda, pensò. Quella era sua sorella.
Aveva circa una ventina di anni. Era alta e magra. I suoi lunghi capelli neri era annodati in una treccia e i suoi occhi nocciola lo guardavano curiosi.
Era vestita in modo abbastanza semplice, una maglia e un paio di jeans, ma continuava a sorridere come se avesse appena vinto alla lotteria.
Quel pensiero lo indispettì ancora di più.
Suo padre si sedette su una sedia intorno al tavolino e la ragazza fece lo stesso.
-Lei è Mia.- disse, rivolgendosi a entrambi. –Vostra sorella.-
Max si presentò, con il suo solito tono gentile. –Io sono Max.- disse. –E lui è Drake.-
-Sono così contenta di conoscervi.- disse la ragazza, accennando un sorriso.
-Scherzi?- sbottò Drake, arrabbiato.
Ma lei aveva idea di che stronzo fosse il padre?
Max lo fulminò con lo sguardo.
-Anche a noi fa piacere.- disse Max, smorzando la tensione.
Drake capì al volo che stava mentendo.
Non aveva stretto la mano a sua padre e non aveva guardato in faccia Mia nemmeno una volta da quando erano arrivati.
Quello era un messaggio forte e chiaro ai suoi occhi.
-Come state, ragazzi?- chiese suo padre, guardando prima lui e poi suo fratello. –Sono contento che abbiate deciso di incontrarci.-
Max si irrigidì per un istante.
Non sembrava affatto contento di essere lì con loro.
Drake si schiarì la voce. –Quando hai detto che hai conosciuto la madre di Mia?- chiese a suo padre, fissandolo negli occhi.
Suo padre abbassò lo sguardo. –Non l’ho detto.-
Suo fratello gli diede una gomitata senza farsi vedere da nessuno.
Poi accennò un sorriso e ordinò a un cameriere che passava lì vicino qualcosa da bere per tutti.
Drake sperò che filasse tutto liscio.
Non aveva nessuno intenzione di rivedere quei due un’altra volta.
Aspettarono che il cameriere portasse le birre per loro e un’aranciata per Mia e poi bevvero  le loro ordinazioni in silenzio.
Prima Max si era accordato con il cameriere per fare in modo che lui gli mettesse da parte il bicchiere della ragazza, attento a non contaminarlo in alcuno modo.
Il ragazzo aveva fatto qualche storia all’inizio e poi aveva accettato quando Max gli aveva allungato una banconota da cinquanta dollari per incentivarlo.
Assurdo come le persone facessero qualsiasi cosa pur di guadagnare qualche soldo.
-Voi che fate nella vita?- chiese a un certo punto Mia, curiosa.
Drake e Max si scambiarono un’occhiata. Nessuno dei due aveva intenzione di parlare di quelle cose con lei.
Drake stava per inventare una balla quando il cameriere tornò a ritirare il bicchiere di Mia, che era l’unica ad avere finito di bere quello che le era stato portato.
A quel punto Drake non poté più. –Max, dannazione!- esclamò, fingendosi preoccupato.
Suo fratello lo guardò con aria interrogativa.
-Ci siamo dimenticati di passare in quel posto!-
Max cominciò a capire. –Era oggi?-
Lui annuì.
-Ce ne stavamo completamente dimenticando.-
-Infatti.-
A quel punto Drake si alzò e si scusò .-Scusate tanto, ma abbiamo dimenticato di avere un impegno importantissimo che non possiamo in alcun modo rimandare.-
Mia li guardò, chiaramente delusa.
Probabilmente era l’unica a voler fare amicizia, tra di loro.
Max si schiarì la voce e poi si alzò. –È stato un piacere, ma purtroppo dobbiamo andare.-
-Di già?- chiese suo padre, rendendosi conto di quanto poco fossero stati insieme.
Drake non rispose nulla.
Ma che diavolo pretendeva? Che facessero finta di niente e riformassero la famiglia che non erano mai stati?
Se lo poteva anche scordare.
-Purtroppo sì.- disse Max.
Mia e suo padre si alzarono.
Non sapendo bene come comportarsi, si limitarono a salutarli verbalmente e poi se ne andarono, palesemente dispiaciuti del modo in cui era andato quell’incontro.
Max si accertò che non fossero più a portata di vista e andò a recuperare il bicchiere dal cameriere che aveva corrotto.
Drake lo vide recuperare una busta di plastica da jeans e infilarcelo dentro.
-Lo porto al laboratorio immediatamente.- gli disse.
-Tu lo sai che quella è nostra sorella, vero?- gli chiese Drake, sempre più certo di quella aveva detto.
Max si passò una mano nei capelli e poi sospirò.
Lo sapeva benissimo anche lui.
-Ci sentiamo dopo ok?- gli disse suo fratello, con una certa urgenza.
Drake annuì e poi sbuffò.
Perché la sua vita doveva essere sempre così complicata?
 
Quando tornò a casa Kailey non c’era.
Lui si richiuse la porta di casa alle spalle e poi si buttò sul divano.
Era stanco.
L’incontro con suo padre e sua sorella era stato un fiasco, ma non era stato tanto  quello a turbarlo.
Lo aveva turbato più che altro il fatto che lui volesse a tutti i costi ricucire un rapporto che non era mai nato.
E poi cosa pretendeva da loro? Che si prendessero cura di una ragazza di venti anni?
Ma se lui badava a se stesso da quando ne aveva poco più di dieci!
Che diavolo voleva da loro?
Il rumore della porta lo strappò via a quei pensieri.
Kailey gli sorrise non appena i loro sguardi si incrociarono.
-Ehi.- la salutò Drake, alzandosi.
Kailey lo raggiunse e lo baciò.
-Come è andata?- gli chiese, preoccupata.
-Male, ma almeno abbiamo preso quello che ci serviva.-
Kailey lo guardò con aria dispiaciuta. –Com’è la ragazza?-
Drake sospirò. –È giovane e...-
-Cosa?-
-Ha circa venti anni.-
Kailey lo fissò con aria interrogativa. –E quindi?-
-E quindi.- disse Drake, scuotendo la testa. –Significa che quello stronzo di papà l’ha avuta quando io ero piccolo, quando lui e la mamma  stavano ancora insieme.-
A quel punto Kailey capì.
Posò a terra la busta che aveva e poi lo abbracciò .-Mi dispiace.-
Drake ricambiò l’abbraccio e poi alzò le spalle. –Pazienza.-
-Sai che possiamo fare?- disse Kailey, cercando di fargli tornare il buonumore.
-Cosa?-
-Possiamo andare a mangiare fuori.- propose, accennando un sorriso.
Drake annuì.
-Andata.-
Kailey sorrise e poi lo baciò di nuovo.

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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Kailey incrociò le braccia al petto e poi si lasciò sfuggire un sospiro.
Non riusciva minimamente a concentrarsi quella mattina.
Aveva fissato il computer con aria assente per ore, fino a quando non si era resa conto che continuare a farlo non sarebbe servito proprio a un bel niente.
A quel punto si era alzata dalla sedia e si era avvicinata alla finestra della sua stanza, in cerca di ispirazione.
Doveva preparare una relazione molto importante per Max, ma la sua testa non sembrava minimamente intenzionata a collaborare.
Era troppo concentrata su Drake e sulla situazione che lui e suo fratello stavano vivendo per elaborare un’analisi accurata su quello che le aveva chiesto Max.
Lei però aveva delle scadenze da rispettare e non poteva permettersi di distrarsi, perciò doveva smetterla di pensare al fatto che Drake avesse una sorella e concentrarsi invece sul suo lavoro.
Peccato che Drake ormai fosse diventato di gran lunga più importante del suo lavoro.
Scosse lievemente la testa e guardò fuori.
Una voce femminile alle sue spalle la face sobbalzare, strappandola ai suoi pensieri.
-Tutto bene?-
Kailey si voltò verso Caroline, che la guardava in modo strano.
Probabilmente si era accorta di qualcosa quella mattina, ma non le aveva chiesto ancora nulla fino a quel momento.
-Ciao, Caroline.-
Quel giorno la sua assistente indossava un tailleur rosso e una camicetta blu.
I suoi capelli erano raccolti in uno chignon disordinato e i suoi occhi sembravano più luminosi.
Sembrava felice e non faceva nulla per nasconderlo.
-Ti va se andiamo a mangiare qualcosa insieme?- le chiese la sua assistente, accennando un sorriso.
Kailey annuì.
Le avrebbe fatto bene prendere una boccata d’aria e staccare un po’ dai quei pensieri.
Recuperò la borsa e poi uscì insieme a lei.
-Come vanno le cose?- chiese alla sua assistente, tenendosi sul vago.
In realtà voleva sapere se c’erano stati degli sviluppi tra lei e Max, ma farle direttamente quella domanda le era sembrato troppo inopportuno, quindi si era limitata a fare una domanda generica, sperando che lei le dicesse quello che in realtà voleva sapere.
-Molto bene, grazie.- rispose Caroline, indicandole con la mano il posto in cui voleva andare a mangiare.
Kailey la seguì e in poco tempo si ritrovarono sedute l’una di fronte all’altra a un tavolo del locale.
-Io devo dirti una cosa.- annunciò Caroline, attirando la sua attenzione.
Kailey la fissò, incuriosita.
-Però non devi dirlo a nessuno.-
-Certo.- la rassicurò Kailey, sempre più curiosa.
Caroline prese un respiro profondo e poi incrociò le braccia sul tavolo.
-Io e Max ci conoscevamo già da un pezzo.- le disse, tutto d’un fiato.
Kailey rimase senza parole.
-Prima di esser assunta qua, io lavoravo nel centro di riabilitazione in cui lui e suo fratello portavano la madre per farla disintossicare.-
-Cosa?- sussurrò Kailey, sconvolta.
Vide Caroline annuire. –So tutto dei loro problemi.-
-Perché non me lo hai mai detto?-
-Perché non volevo fare la figura della solita raccomandata.-
Kailey la fissò con aria interrogativa. –Non capisco.-
Caroline stava per aprire bocca quando un cameriere venne a prendere le loro ordinazioni.
A quel punto si sbrigarono entrambe a ordinare e poi ringraziarono il cameriere, che le lasciò in pochi minuti di nuovo da sole.
-Conoscevo solo Max in realtà.- iniziò a dire la sua assistente. –Drake credo di averlo visto mezza volta lì. E non perché non venisse mai, anzi. Venivano sempre insieme loro due, ma non l’ho mai incrociato personalmente ecco.-
Kailey era troppo sconvolta per aprire bocca.
-Comunque un giorno abbiamo iniziato a parlare io e Max e a conoscerci meglio. Gli ho raccontato dei miei problemi e lui mi ha chiesto se volevo un lavoro più stabile e redditizio. Io ho accettato senza pensarci due volte. Quei soldi mi servivano. A quel punto mi ha fatto entrare in azienda e un giorno mi ha chiesto di uscire. Da lì in poi più o meno conosci tutta la storia.-
Kailey non sapeva cosa dire.
In quel momento pensò di essere stata una stupida a preoccuparsi per la sua assistente.
Lei sapeva già tutto della famiglia Evans, forse anche di più di quello che sapeva lei stessa.
Scosse la testa, disorientata.
-E ora sono un po’ preoccupata.- concluse Caroline, attirando la sua attenzione.
-Perché?-
-Per la questione di Mia.-
Kailey sospirò.
Anche lei era preoccupata per la sorella di Max e Drake.
In realtà più che essere preoccupata per lei, era preoccupata per i fratelli Evans, che avevano già sofferto abbastanza nella loro vita.
E proprio ora che stavano cercando di ricucire un rapporto che sembrava impossibile da ricucire, era rispuntato il padre, sconvolgendo le loro vite un’altra volta.
Poi le venne in mente una cosa.
-Quindi tu e Max state insieme?-
Caroline sorrise. –Quindi tu e Drake state insieme?-
Sorrise anche Kailey. –Touché.-
-Max cosa ne pensa di questa storia?- le chiese poi, curiosa di sapere il suo punto di vista.-
Vide Caroline alzare le spalle. –Il test di paternità non mente.- rispose, con calma. –Ma tutta questa storia lo ha destabilizzato parecchio.-
Kailey annuì.
Anche Drake era rimasto spiazzato dal risultato di quel test.
In realtà lo aveva capito quasi subito che Mia era sua sorella, ma l’ufficialità del risultato gli aveva fatto prendere coscienza di una cosa che in fondo già sapeva, ma di cui non voleva prendere appieno consapevolezza.
-Cosa credi che faranno?- le chiese Caroline, preoccupata.
-Non lo so.- rispose, sospirando. –Mia non è una bambina piccola, ma loro stanno pensando a cosa succederà dopo, quando il padre morirà e la lascerà da sola.-
-Ma non è detto che questo avvenga presto.-
-Lui è molto malato, Caroline.-
-Già.-
Rimasero entrambe in silenzio, fino a quando non arrivarono le loro ordinazioni.
A quel punto smisero di parlare dei fratello Evans e mangiarono, godendosi il pranzo e chiacchierando del più e del meno.
 
Molte ore dopo Kailey fece un rapidissimo calcolo mentale.
Quando si rese conto che il suo ciclo era in ritardo di ben sei giorni, la paura prese il sopravvento, spingendola a recuperare la scatola della pillola dalla sua borsa.
Dannazione, pensò.
Aveva dimenticato di prendere l’ultima pillola del blister.
Come diavolo aveva fatto a dimenticarsi? E come aveva fatto a non accorgersi subito di quel ritardo?
Lei era sempre molto attenta a ricontrollare ogni sera.
Prese un respiro profondo e poi controllò che ore fossero.
Non sarebbe potuta uscire prima di un’ora dall’ufficio, ma lei non aveva tutto questo tempo.
Al diavolo, pensò.
Recuperò in fretta tutte le sue cose e poi si ripromise di chiamare Max il giorno dopo per spiegargli che era dovuta andare via all’improvviso.
Non poteva aspettare un attimo di più.
Doveva fare le analisi del sangue e scoprire se le paure fossero fondate.
Si ricordò di un laboratorio privato di cui le aveva parlato Tessa qualche anno prima che con un piccolo contributo in più consegnava i risultati in giornata e poi chiamò un taxi per farsi portare lì.
Mentre il tassista guidava per le vie della città, Kailey pregò in tutte le lingue del mondo di non essere incinta.
 
Più tardi, quella sera, Kailey rientrò a casa con le risposte che cercava.
Era incinta, proprio come aveva temuto.
Si richiuse la porta di casa alle spalle e poi chiamò Drake, chiedendosi se fosse in casa.
Non rispose nessuno, un chiaro segnale del fatto che lui non ci fosse.
Kailey prese un respiro profondo e poi si cambiò.
Non riusciva ancora a crederci.
Era incinta. Di Drake.
Come diavolo era potuto succedere?
Poi si ritrovò a pensare una cosa assurda.
Che lei quel bambino lo voleva ed era contenta che fosse suo e non di qualcun altro.
Drake aveva tante ombre nella sua vita, ma in quegli ultimi giorni era cambiato tantissimo accanto a lei.
Non le aveva ancora detto che la amava, questo era vero, ma qualcosa l’aveva spinta a pensare che sarebbe successo molto presto.
Perché lei lo vedeva il modo in cui lui la guardava, il modo in cui la stringeva forte prima di addormentarsi e infine il modo in cui la baciava ogni volta che ne aveva occasione.
Quello era amore, e anche se Drake forse non lo aveva capito, lei ci era arrivata molto prima di lui.
Ma come avrebbe fatto a dirgli di essere incinta?
In fondo stavano insieme da pochissimo tempo e lui non aveva mai parlato di figli o di matrimonio.
Come avrebbe reagito alla notizia?
Per la prima volta in vita sua ebbe paura, paura che lui la rifiutasse e la lasciasse da sola a crescere il loro bambino.
Poi fece una cosa che non avrebbe mai pensato di fare.
Chiamò sua madre.
-Ciao, tesoro.- le disse Dana, allegra. –Come stai?-
Kailey esitò.
Aveva veramente intenzione di raccontarle tutto quanto?
Prese un respiro profondo e poi si disse che sì, che era giunto finalmente il momento di raccontare la verità a sua madre.
-Sono preoccupata, mamma.-
-E di cosa, Kailey?-
-Devo raccontarti una cosa.- iniziò a dire. –Ma forse non ti piacerà.-
Sua madre non disse nulla.
-Io e Drake ci siamo conosciuti una sera in uno studio di tatuaggi e poi qualche ora dopo siamo andati a letto insieme.-
-Cosa?-
-È andata esattamente così.- confermò Kailey. –Ma io non mi ricordo nulla di quella sera. O comunque ricordo molto poco.-
-Stai scherzando, Kailey?- le chiese sua madre, alzando il tono di voce.
-No.- rispose. -Ho una strana forma di amnesia che prima o poi passerà.-
-Ma...-
-Solo che all’inizio ero arrabbiata e non volevo avere niente a che fare con lui.- proseguì Kailey.
-Ma che cosa dici, tesoro?-
-Già.- disse sua a madre, ridendo amaramente. –Poi le cose sono cambiate. Lui è cambiato. E forse anche io.-
-Non capisco, Kailey.-
-Mamma, sono incinta.-
Sua madre inspirò profondamente col naso.
-Ma stiamo insieme da poco tempo.- concluse Kailey. –E non so come la prenderà. Ha un passato difficile alle spalle e nella sua testa si è convito che non si merita di essere felice. Credo che questa cosa lo possa spaventare e allontanarlo da me. Cosa devo fare, mamma?-
Sua madre continuava a rimanere in silenzio. Il suo atteggiamento la fece preoccupare.
-Mamma?-
-Kailey, io non so cosa dire...- rispose sua mamma, in tutta sincerità. –Non mi aspettavo che tu mi dicessi una cosa del genere e...-
-Cosa devo fare?- ripeté Kailey, ormai sull’orlo delle lacrime.
-Glielo devi dire, tesoro.- le consigliò sua madre. –E subito.-
-E se decidesse di andarsene?-
-Tesoro, io ho visto il modo in cui ti guarda e ti posso garantire che quello è lo sguardo di una persona innamorata.-
-Ma...-
Si interruppe bruscamente quando il suo sguardo incrociò quello di Drake.
Era rientrato in casa senza che lei se ne accorgesse.
-Mamma, ti devo salutare.-
Riattaccò bruscamente il telefono senza aspettare la sua risposta.
Drake la fissava intensamente. Possibile che avesse sentito la sua telefonata?
Kailey si alzò dal letto e poi si avvicinò a lui.
-Ciao.- lo salutò, accennando un sorriso.
Sorriso che Drake non ricambiò.
-Che succede?- gli chiese, preoccupata.
Drake scosse la testa, come se la sua domanda fosse assurda.
I suoi occhi verdi continuavano a fissarla, mettendola profondamente a disagio.
-Che cazzo significa?- sbottò, indicando il suo telefono.
Merda. Aveva sentito tutto.
Kailey si avvicinò lentamente a lui. –Drake, io...-
-Sei incinta?-
Lei annuì, senza mai abbassare lo sguardo.
-E quando cazzo pensavi di dirmelo?-
-L’ho scoperto solo oggi.-
Drake si passò una mano nei capelli e poi scosse la testa.
Si andò a sedere sul bordo del letto, sconvolto. -Io non posso...- le disse, senza guardarla minimamente in faccia. –Non posso...-
Kailey chiuse gli occhi.
La sua paura più grande si stava avverando.
Drake l’avrebbe mollata quella sera, costringendola a crescere il bambino da sola. Perché lei in fondo quel bambino lo voleva e non aveva nessuno intenzione di perderlo.
-Cosa non puoi?- si ritrovò a dire, arrabbiata.
Lui la guardò per un istante. –Io non posso avere un figlio.-
A quel punto Kailey andò su tutte le furie.
Drake si stava comportando come un vigliacco in quel momento e lei glielo avrebbe fatto capire.
-E perché non puoi?- gli chiese, astiosa. –Sentiamo.-
Drake si alzò e poi scosse la testa. –Riesco a malapena a fare il fidanzato, Kailey. Come pensi che io possa fare il padre?-
Kailey non riusciva a capire.
Perché lui le stava dicendo quelle cose?
Il loro rapporto si era evoluto tantissimo in questi giorni e lui non era più il ragazzo introverso che aveva conosciuto all’inizio.
Si confidava spesso con lei e condivideva tutto ciò che gli passava per la testa.
Perché allora tirarsi indietro in quel modo?
Poi le venne un dubbio.
Un pensiero a cui non aveva mai dato retta.
E se lui non fosse mai stato innamorato di lei? E se lei si fosse sbagliata su tutto il fronte, convincendosi di una cosa che non era vera?
Stavolta fu lei a sedersi sul letto, sconvolta dai suoi stessi pensieri.
-Tu mi ami?-gli chiese, guardandolo dritto negli occhi.
Drake evitò il suo sguardo. –Io non posso.-
Quelle parole furono come una coltellata per lei.
Drake non la amava. Forse non ci aveva nemmeno mai tenuto a lei.
Gli serviva un posto in cui stare e si era rivolta a lei.
Era stata tutta una messinscena la sua e lei lo aveva capito troppo tardi.
-Sono stata una stupida a crederti.- gli disse, profondamente delusa. –E una stupida ad innamorarmi di te.-
Drake non disse nulla.
Recuperò il suo borsone dall’armadio e ci infilò tutte le sue cose, senza dire una parola.
Kailey riuscì a trattenere le lacrime a stento.
Non si sarebbe mai e poi mai fatta vedere così da lui. Non gliel’avrebbe data questa soddisfazione.
-Mi dispiace.- le disse Drake. –Ma è meglio per tutti e due.-
Kailey lo vide uscire dalla stanza e poi lo sentì uscire dalla casa.
A quel punto affondò il viso fra le mani e scoppiò a piangere.
 
Due ore dopo era ancora in quella posizione, in uno stato quasi catatonico.
Aveva pianto a lungo, chiedendosi come avesse fatto a sbagliarsi così tanto su di una persona.
Aveva immaginato che lui si potesse spaventare all’inizio, ma in fondo una parte di lei aveva sempre sperato che lui accogliesse la notizia con un sorriso e l’abbracciasse dalla contentezza.
Non avrebbe mai immaginato che Drake prendesse le sue cose e se ne andasse.
Aveva prospettato quell’ipotesi alla madre poche ore prima, era vero, ma non ci aveva creduto fino in fondo nemmeno lei.
Alla fine, però, era andata proprio così.
Drake non la amava. Non l’aveva mai amata.
E l’idea di avere un figlio da lei lo aveva fatto scappare a gambe levate, senza pensarci due volte.
In quel momento pensò che stare da sola le avrebbe fatto solo male.
Recuperò quindi il telefono dalla borsa e chiamò tutte le sue amiche, chiedendo loro di raggiungerla a casa.
Aveva bisogno di loro, in quel momento, e nessuna si tirò indietro.
Decise di farsi una doccia nell’attesa e poi si mise a preparare la cena.
 
Un’ora dopo erano tutte e quattro sedute intorno a un tavolo a mangiare.
Kailey aveva raccontato loro tutto e poi si era messa a piangere un’altra volta, distrutta dal pensiero che Drake l’avesse presa in giro in quel modo.
Contro ogni aspettativa l’avevano guardata tutte in modo strano, come se non credessero affatto a quella versione dei fatti.
La prima ad essere titubante era stata proprio Tessa, nonostante Drake all’inizio non gli fosse piaciuto per niente.
-Io non ci credo.- le disse la sua migliore amica, lanciando un’occhiata a Kim e Lizzie.
Kailey tirò su con il naso e poi prese un sorso d’acqua. –Che vuol dire?- le chiese, in tono piagnucoloso.
Tessa scosse la testa. –Io non ci credo al fatto che non gliene frega nulla di te.-
Lizzie si accodò immediatamente a lei. –Nemmeno io, K. Drake non ha mai avuto una ragazza fissa in vita sua, ma ci ha tenuto a dire a tutti i costi ai tuoi genitori che lui era il tuo fidanzato. Perché esporsi così tanto per una persona di cui non gliene importa nulla?-
-Perché faceva parte della sceneggiata.- rispose Kailey, arrabbiata. –Ecco perché.-
-Quindi tu ci stai dicendo che lui ha finto di voler stare con te, di voler conoscere i tuoi e si è forzato di cenare con Tessa e tuo fratello anche se non voleva solo per avere un posto in cui stare?- si intromise Kim, perplessa. –Non ha senso, Kailey. Poteva andare da uno dei suoi amici allora. Non c’era bisogno di mettere su tutta questa messinscena.-
Kailey si asciugò le lacrime dal viso e poi chinò la testa. -Lui non è come gli altri.-
Vide Tessa alzare gli occhi al cielo. –Abbiamo capito, Kailey. Lui ha un passato difficile alle spalle e un presente ancora molto incerto, ma questo non significa che non possa essere felice insieme a te in un futuro non molto lontano.-
-Ma lui non ha detto di amarmi.- obiettò Kailey.
Lizzie le prese una mano. –E cosa ha detto?-
-Che non poteva.-
-Non poteva fare cosa?- le chiese Kim.
Kailey fece per aprire bocca, ma poi non disse nulla.
Le aveva solo detto che non poteva avere un figlio, ma nulla di più.
Lo disse alle sue amiche.
-Tu gli hai chiesto se lui ti ama?- le chiese Tessa, incrociando le braccia al petto.
-Certo!-
-E cosa ti ha risposto?-
-Quello vi ho già detto.- disse Kailey. –Che non può.-
-Ma questa non è una risposta.-
Kailey fissò le sue amiche una ad una.
-Dire di non poter avere un figlio non significa non amare la persona che lo porta in grembo.- le disse Kim, sorridendo.
-Che cosa... non capisco cosa state dicendo.-
Lizzie scioccò le dita per attirare l’attenzione di tutti. –È solo spaventato, Kailey. Lui non ce l’ha avuto un padre, lui. Non sa nemmeno dove mettere le mani.-
Kim annuì. –Lo credo anche io.-
Tessa sospirò. –Lui ti ama, K.- le disse, come se dirlo le pesasse. -L’ho visto io con i miei occhi.-
Kailey scosse la testa. –Vi state sbagliando.- affermò. –E comunque mi ha mollato senza pensarci due volte quindi non voglio avere più niente a che fare con lui.-
Le sue amiche si scambiarono un’occhiata e poi ripresero a mangiare.
Kailey disse loro che non voleva mai più parlare di Drake.
Con lui aveva chiuso.
Era stato un capitolo breve e doloroso della sua vita, ma era diventata acqua passata nell’istante esatto in cui lui aveva fatto i bagagli e se n’era andato via.
Non le importava che il bambino fosse suo.
Si sarebbe presa cura di lui e lo avrebbe cresciuto da sola, dimenticando per sempre chi fosse il padre.
Con quell’idea in testa, si tolse quell’espressione triste dalla faccia e decise di godersi quella cena con le amiche.
Lei non aveva bisogno di nessuno.
Tanto meno di Drake. 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


Drake era un idiota.
Era un idiota e un vigliacco.
Un idiota, perché aveva mandato all’aria l’unica cosa bella della sua vita, e un vigliacco, perché era scappato a gambe levate dalle sue responsabilità esattamente come aveva fatto suo padre tanti anni prima con sua madre.
Per un attimo pensò a quello che gli aveva detto Max tanto tempo prima.
Possibile che fosse veramente come suo padre?
Quel pensiero lo mandò in bestia.
Che diavolo aveva combinato? Perché aveva ferito Kailey in quel modo?
Lui l’amava, ma questo non significava che potesse essere quello che lei voleva.
Si era abituato abbastanza velocemente alla vita di coppia, ma un bambino era troppo per lui.
E se avesse fatto gli stessi errori di suo padre?
Lui non avrebbe mai e poi alzato le mani su nessuno, ma questo non voleva dire essere un buon padre o un buon marito.
Scosse la testa al solo pensiero.
Lui? Drake Evans sposato con moglie e figli?
Un sogno che non si permetteva nemmeno di prendere in considerazione.
Eppure non riusciva a smettere di pensare al modo in cui lo aveva guardo Kailey pochi attimi prima.
Lo aveva guardato con odio, un misto di rabbia e delusione, che lui non riusciva proprio a togliersi dalla testa.
E poi che aveva fatto?
Quando lei gli aveva chiesto se lui l’amasse si era limitato a dire semplicemente che non poteva farlo, invece di dirle la verità.
Che lui l’amava, l’amava più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma non poteva permettersi una vita che non si meritava.
Quel pensiero gli strappò una risata amara.
Era stato uno stupido a pensare di avere anche solo una speranza di essere felice.
Lui non se l’era mai merita una ragazza come Kailey e quell’incidente, quella piccola creatura che stava crescendo nel suo grembo, ne era solo una prova.
Come poteva prendersi cura di un figlio se non era in grado nemmeno di prendersi cura di stesso?
Scosse la testa, convito di aver fatto la cosa giusta.
Kailey e il bambino sarebbero stati molto meglio senza di lui.
Kailey lo avrebbe cresciuto senza di lui nel migliore dei modi e poi si sarebbe rifatta una vita, trovando una persona che meritasse davvero di stare accanto lei.
Con quella consapevolezza parcheggiò la moto sotto casa di Chase e poi recuperò il borsone con quelle poche cose che aveva.
Al citofono ripose Ella, che gli aprì immediatamente.
Mentre saliva le scale pensò a cosa dire a Chase e sua sorella.
Come poteva giustificare il fatto che fosse andato via in fretta e furia da Kailey?
Non fece in tempo a elaborare un’idea che la sorella di Chase aprì la porta di casa, aspettandolo a braccia a conserte accanto all’uscio.
Ella posò lo sguardo sul suo borsone e poi lo fissò intensamente. –Che diavolo hai combinato, Drake?-
Drake prese un respiro profondo e poi scosse la testa. –Posso stare da voi per qualche giorno?-
Ella non rispose nulla e poi lo fece entrare, richiudendosi la porta di casa alle spalle.
Nel frattempo li raggiunse Chase, palesemente assonnato.
-Ehi, Drake.- lo salutò. –Che ci fai qui?-
Poi anche lui si accorse del borsone e scosse la testa. –Che hai combinato, amico?-
Drake sarebbe scoppiato a ridere, se non fosse successo quello che era appena successo.
Si andò a sedere su un divano e poi prese un respiro profondo. –Me ne sono andato.- disse, senza guardare nessuno dei due.
Ella si scambiò un’occhiata col fratello.
-Avete litigato?- gli chiese, cauta.
Drake fece una sorriso amaro.
-Che succede, Drake?- gli chiese Chase, preoccupato.
-Me ne sono andato e basta.-
-Ma perché?- insistette Ella, incrociando il suo sguardo.
-Non andiamo bene insieme.-
Sentì Chase sospirare. –Sei andato a letto con un’altra?-
-No.-
Ella si andò a sedere vicino a lui e poi lo guardò con aria preoccupata.
Era vestita in modo sportivo e i suoi capelli erano raccolti in una coda disordinata.
-Che succede?- gli chiese, guardandolo con i suoi grandi occhi azzurri.
Drake si chiese se dire tutta la verità fosse una buona idea. Poi pensò che Chase ed Ella gli avevano sempre voluto bene e che anche in quella circostanza avrebbero capito.
Si passò una mano nei capelli e poi incrociò le braccia. –È incinta.- disse, tutto d’un fiato.
-Cosa?- chiese Ella, sconvolta.
Chase scosse la testa. –Cazzo, Drake.-
-E perché te ne sei andato via allora?- gli chiese Ella, toccandogli un braccio.
-Perché io non posso avere un figlio.-
La sorella di Chase si arrabbiò. –Non fare il vigliacco, Drake.-
Drake si girò dall’altra parte.
In quel momento pensò che Ella avesse ragione. Come lo avrebbe definito lui uno che scopre che sta per diventare padre e che molla su due piedi la sua compagna?
Un vigliacco. Esattamente come aveva detto Ella.
Chase recuperò una birra dal frigo e poi gliela offrì.
Lo vide prendersene una anche per sé e poi appoggiarsi allo stipite della porta del soggiorno.
-Perché lo hai fatto?- gli chiese il batterista, prendendo un sorso di birra.
-Come dovrei fare, scusa?- sbottò Drake. -Io non lo so fare il padre.-  
Ella scosse la testa. –Nessuno sa come si fa fino a quando non succede.- gli disse, con tono rassicurante. –Queste cose si imparano sul campo, Drake. Non esistono manuali da studiare.-
Drake su questo era d’accordo. Ma non era quello il punto.
-Che razza di padre potrei mai essere con una famiglia di origine così disastrata alle spalle?-
Ella scosse ancora una volta la testa. –Non c’entra nulla. Tu non sei come tuo padre e non lo sarai mai. Sei un ragazzo dolce, più dolce di quanto tu creda, e vuoi bene a quella ragazza. Perché la stai facendo soffrire in questo modo?-
Drake alzò le spalle. –Staranno meglio senza di me.-
-Credi questo, Drake?- gli chiese Chase, allibito. –Credi che tuo figlio e la tua ragazza staranno meglio senza di te?-
Drake era certo di questo. Annuì con decisione.
-E allora sei davvero un coglione.- disse Chase, in tono duro.
Drake sussultò.
Non avrebbe mai immaginato che Chase fosse così duro nei suoi confronti.
Credeva che loro avrebbero capito e che lo avrebbero supportato nelle sue scelte, per quanto impulsive e discutibili.
-Kailey ti ama.- gli disse Ella, attirando la sua attenzione. -Vuoi farmi credere che a te non importa nulla di lei?-
-Non ho detto questo, Ella.- replicò Drake, teso.
-E allora perché l’hai lasciata da sola? Hai idea di quanto stia soffrendo in questo momento?.
-Soffrirà comunque meno di quanto soffrirebbe se io rimanessi accanto a lei.-
Ella si alzò bruscamente e poi lo fissò con odio, proprio come aveva fatto anche Kailey prima. –Sei davvero un idiota, Drake.-
La vide girare i tacchi e andarsene in camere sua, senza aggiungere altro.
A quel punto lui e Chase rimasero da soli.
-Che cazzo hai combinato, amico?- gli chiese Chase, scuotendo la testa.
-Pensavo che almeno tu mi capissi.-
-Che c’è da capire, Drake?- gli disse Chase, fissandolo. –Sei scappato via dalla donna che ami e dal figlio che lei porta in grembo. Non c’è niente da capire. Te la sei fatta sotto e te ne sei andato via. Fine della storia-
Drake sussultò. Come faceva a sapere che lui amava Kailey?
-E so anche perché l’hai fatto.- proseguì Chase.
-Perché?-
-Perché hai paura di diventare come tuo padre.-
Drake non disse nulla. In fondo era la verità.
-Non voglio che loro soffrano per colpa mia.-
-Tu non sei come lui.- disse Chase. –Su questo Ella ha ragione.-
-Io non posso e basta.- si limitò a dire Drake, evitando il suo sguardo.
-Puoi rimanere quanto vuoi, Drake.- gli disse il batterista. –Ma spero proprio che tu capisca presto la cazzata che hai fatto.-
Drake rimase in silenzio.
Lui non aveva fatto nessuna cazzata. Anzi. Aveva risparmiato a Kailey e a suo figlio tutta la sofferenza che aveva provato lui nella sua vita. Di questo un giorno loro lo avrebbero ringraziato.
Si sforzò di non pensare a come sarebbe stato stringere suo figlio appena nato tra le braccia e poi si schiarì la voce.
-Dove posso dormire?- chiese a Chase.
Lui gli disse che il divano letto era comodissimo e che tra poco avrebbero cenato.
A quel punto Drake lo ringraziò e poi si concesse di chiudere gli occhi per un attimo quando Chase lo lasciò da solo.
Aveva fatto la cosa giusta, di questo era certo.
Doveva solo smettere di pensare a Kailey e a tutto quello che la riguardava, compreso suo figlio.
Prima o poi avrebbe smesso di amarla e a quel punto lei sarebbe stato solo un lontano ricordo.
Si disse che poteva farlo e poi prese un respiro profondo.
Prima o poi ce l’avrebbe fatta.
 
Il giorno dopo decise di chiamare suo fratello.
Non gli avrebbe detto nulla di Kailey e del bambino, però. Voleva solo sapere come stava e che cosa avesse deciso di fare in merito a Mia.
Quella ragazza era davvero sua sorella.
Il test di paternità glielo aveva detto chiaro e tondo, ma lui faceva ancora fatica ad abituarsi all’idea.
Mia in fondo era il frutto del tradimento di suo padre e questo non riusciva proprio a perdonarglielo.
Se lui fosse stato sposato e avesse avuto dei figli non si sarebbe mai sognato di tradire sua moglie, mai e poi mai.
Quel pensiero gli fece venire in mente Kailey.
Chissà che stava facendo in quel momento.
Si sforzò di non pensare più a lei e chiamò invece Max, che rispose subito.
-Drake.- lo salutò suo fratello, in tono strano.
-Tutto bene Max?-
-Che cazzo hai combinato?-
Drake sospirò. Possibile che sapesse di Kailey e del bambino?
-Che intendi?- gli chiese, facendo il finto tonto.
-Hai lasciato Kailey?-
La sua risposta fu una conferma. Suo fratello sapeva tutto.
-Non sono affari tuoi.-
-E invece ti sbagli, Drake.- lo corresse Max. –Quella ragazza ti vuole bene sul serio. Perché lo hai fatto?-
-Siamo troppo diversi.-
-Troppo diversi?- ripeté Max, incredulo. –Di che cavolo parli?-
Drake in quel momento si rese conto che lui non sapeva che Kailey fosse incinta. Decise di lasciare che le cose rimanessero così.
-Lascia stare.- disse.
-Drake, pensaci bene, per favore.- gli disse suo fratello, in tono più conciliante. –Ragazze come Kailey non ce ne stanno più in giro oggigiorno. Hai trovato una ragazza che ti accetta per quello che sei e che ti vuole bene a prescindere dai tutti i casini che hai. Vuoi mandare davvero tutto all’aria?-
Drake non avrebbe mai e poi mai voluto mandare a tutto all’aria.
Ma l’idea che suo figlio potesse soffrire come aveva sofferto lui quando era piccolo lo aveva fuggire a gambe levate, senza voltarsi indietro nemmeno una volta.
-Lascia perdere.- si limitò a dire un’altra volta. –Volevo solo sapere come stavi, non parlare delle mie scelte di vita con te.-
-Ma io ho il dovere di farti aprire gli occhi, Drake. Lo so che sono stato assente per tanto tempo, ma ora voglio che le cose cambino. Che io e te siamo la famiglia che con i nostri genitori non siamo mai riusciti ad essere. E se capisco che stai facendo una stronzata grossa quanto una casa, è mio dovere dirtelo. Che ti piaccia o meno.-
Drake scosse la testa. Max non capiva e forse non avrebbe mai capito.
-Che hai intenzione di fare con Mia?- gli chiese, cambiando argomento.
Sentì suo fratello sospirare.
Per un attimo temette che lui ritornasse a parlare di Kailey. Ma non lo fece.
-Non lo so.- ammise. –Non è una ragazzina, ma quando non ci sarà più papà come fare a sbarcare il lunario?-
Drake rise. Lui se l’era sempre cavata da solo, senza l’aiuto di nessuno.
-Vuoi aiutarla economicamente?- chiese, perplesso.
-Forse potremmo darle una mano a trovare un lavoro.-
-Ma magari già ce l’ha.-
-Non lo so, Drake.- disse Max, sospirando. –Non so che dirti, veramente.-
-Vabbè è inutile fasciarsi la testa prima di essersela rotta. Quando quello stronzo morirà ci penseremo.-
-Drake.- lo ammonì suo fratello. –Non dire così.-
-Perché, pensi che sia immortale?-
-Non mi riferivo a quello e lo sai.-
-Ho detto la verità.- mormorò Drake. –È uno stronzo. Lo è sempre stato, in fondo.-
-Lo so, ma la mamma non avrebbe voluto sentire queste cose.-
-Mamma non c’è più.- disse Drake, in tono duro. –Ed è tutta colpa sua.-
-Già.-
-Ci sentiamo dai, Max.- lo salutò Drake, stufo di parlare di suo padre.
-Va bene, ma pensa a quello che ti ho detto.-
Drake riattaccò prima che lui potesse dirgli altro.
Non aveva proprio un bel niente a cui pensare.
Aveva fatto la sua scelta e per quanto assurdo potesse sembrare era quella giusta per tutti. 
 
Quella sera, mentre si esibiva sul palco del Night Call con i suoi amici, Drake giunse alla conclusione di doversi cercare un altro posto in cui stare.
Chase gli aveva detto che poteva rimanere da loro quanto voleva, ma Ella non lo guardava minimamente in faccia e non faceva nulla per nascondere la sua rabbia.
Era arrabbiata con lui perché aveva abbandonato Kailey e il bambino e questa cosa non gliel’avrebbe mai perdonata.
Drake apprezzava il senso di lealtà che Ella stava mostrando nei confronti della sua amica, ma era ancora dell’idea che la sua fosse la scelta giusta.
Solo che non poteva andare avanti così a oltranza e quindi doveva cercarsi un altro appartamento in cui stare.
Al termine dell’esibizione, Drake scese in fretta dal palco e si andò a prendere una birra per alleviare la sua gola secca.
Se la bevve in santa pace al bancone fino a quando una voce femminile alle sue spalle non lo costrinse a voltarsi.
-Sapevo di trovarti qui.-
La migliore amica di Kailey, Tessa, lo stava guardando a braccia conserte in modo strano.
Indossava un paio di jeans e una maglia maniche lunghe e i suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una treccia.
Drake posò la birra sul bancone e  poi scosse la testa. E adesso che voleva da lui?
-Perché lo hai fatto?- gli chiese Tessa, senza aggiungere altro.
-Che vuoi, Tessa?-
-Voglio sapere perché hai mollato Kailey in quel modo.- rispose la ragazza. –Lo sappiamo tutti e due che tu la ami, giusto?-
Drake sospirò. –Non sai di che parli.-
-Ascoltami bene, Drake.- iniziò a dire Tessa, in tono deciso. –Tu e Kailey vi siete conosciuti in un modo abbastanza singolare e possiamo dire che tutta la vostra storia ha avuto un andamento un po’ strano, diciamo poco lineare, ecco.-
-E con questo?- disse Drake, spazientito.
-Ma poi vi siete innamorati e lei è rimasta incinta.- continuò a dire Tessa. –Ma tu sei troppo vigliacco per ammettere che la ami e che è tutta una vita che aspetti una ragazza come lei. Per cui tu adesso alzi il culo e glielo vai a dire  in prima persona invece di nasconderti come un codardo e scappare da quello che vuoi di più al mondo.-
Drake si infuriò.
Non aveva nessun diritto di dirgli quelle cose. Ne lei, né Ella e né tanto meno suo fratello.
Lui era abbastanza grande da prendere le sue decisioni e poi farci i conti da solo.
Non era più un ragazzino e quelle ramanzine continue lo mandavano fuori di testa.
-Si può sapere che cazzo vuoi da me?- sbottò, sempre più arrabbiato. –Io non la amo, ti stai sbagliando di grosso. Non voglio stare con lei e tanto meno voglio avere un figlio. Ti è chiaro?-
Tessa fece un sorriso amaro. –Sei un pessimo bugiardo, Drake. Puoi mentire a te stesso, ma non agli altri. E io mi ci giocherei tutti i soldi che ho che tu sei innamorato perso di Kailey. Solo che sei solo troppo codardo per ammetterlo.-
Con quelle ultime parole, Tessa girò i tacchi e se ne andò, lasciandolo da solo.
Che diavolo voleva da lui?
Non erano mai stato un rapporto idilliaco il loro, eppure Tessa non si era fatta nessun problema ad andare da lui e dirgli tutte quelle cose. Perché?
Pensava davvero che lui potesse passare la vita accanto a Kailey e suo figlio senza farli soffrire?
Si stava sbagliando di grosso, se era questo che pensava.
-Tutto ok?- gli chiese Chase, raggiungendolo.
Drake annuì, ma non disse nulla.
-Chi era quella?-
-Un’amica di Kailey.-
Il batterista lo guardò in modo strano. –Che voleva?-
-Niente.-
Chase scosse la testa, ma non commentò nulla.
Probabilmente sapeva benissimo che cosa era venuta a fare la migliore amica di Kailey, ma non disse comunque nulla.
Drake apprezzò la sua discrezione e poi finì di bere la sua birra.
Non ne poteva più sentirsi dire che aveva sbagliato.
Era perfettamente consapevole delle implicazioni delle sue scelte, ma non sarebbe mai tornato sui suoi passi.
Preferiva farsi da parte lui, rinunciando alla sua felicità, piuttosto che far soffrire lei e suo figlio.
-Ella è arrabbiata con te, lo sai?- gli chiese Chase, distraendolo da quei pensieri.
-Lo so.-
Chase si passò una mano nei folti capelli scuri e poi posò il suo sguardo penetrante su di lei. Aveva un’espressione strana e qualcosa gli disse che gli avrebbe fatto una ramanzina anche lui.
Prima che lui potesse aprire bocca, Drake che lo fermò. –Non ho voglia di sentirmi un’altra predica, Chase. Per quanto assurdo vi possa sembrare, questa è la scelta migliore per tutti.-
Chase lo fissò a lungo. –Spero che tu sappia quello che stai facendo.-
Drake rimase in silenzio. Alla fine annuì.
 
Il mattino seguente Drake andò a trovare sua madre al cimitero.
Prese un altro mazzo di fiori freschi e poi si inginocchiò davanti alla sua lapide per parlare un po’ con lei.
L’ultima volta che ci era andato aveva avuto la sfortuna di incontrare suo padre, ma la sensazione di benessere che aveva provato scambiando due parole con lei non se l’era affatto dimenticata.
Era perfettamente consapevole del fatto che lei non potesse rispondergli né tanto meno dirgli come la pensava su tutte le cose che lui le raccontava, ma parlare alla fotografia presente sulla sua lapide lo faceva stare bene e questo a lui bastava.
-Ti ricordi quando ti ho detto che forse mi stavo innamorando?- chiese a sua madre, lasciandosi sfuggire un sospiro.
-Beh, avevo ragione.- disse Drake, in tono amaro. –Amo quella ragazza, più di qualsiasi altra cosa al mondo e lei ora aspetta un bambino.-
Drake si passò una mano nei capelli.
Sua madre avrebbe adorato Kailey. L’avrebbe accolta a braccia aperte in famiglia e le avrebbe voluto bene come si può voler bene ad una figlia.
Ma non lo avrebbe mai fatto, perché lei non c’era più.
Quel pensiero lo fece infuriare ancora di più.
Perché lui e Max doveva prendersi cura di Mia, quando a sua madre era stata negata la possibilità di prendersi cura di loro?
Scosse la testa, arrabbiato.
Mia non era altro che una prova vivente di quanto il padre fosse stato un bastardo egoista nella sua vita e di quanto poco tenesse a sua moglie.
Una persona innamorata non l’avrebbe mai picchiata né tanto meno l’avrebbe mai tradita.
Ma a suo padre non importava nulla di lei e alla fine i suoi comportamenti ne erano stati una costante conferma.
Si soffermò a osservare lo sguardo luminoso che sua madre aveva in quella foto.
-Me ne sono andato, sai?- le disse a un certo punto, scuotendo la testa. –Non voglio che soffrano. Non posso essere la persona che loro meritano di avere nella loro vita. Sono sicuro che staranno molto meglio senza di me.-
All’improvviso quelle parole gli fecero venire le lacrime agli occhi.
Aveva passato ore intere a convincersi di aver fatto la scelta giusta e gli era bastato un solo attimo, un breve confronto con sua madre, per perdere tutta la sicurezza che aveva acquisito.
Deglutì nervosamente, come a voler scacciare quel brutto nodo in gola che gli aveva tolto il respiro.
-Sono sicuro che ho fatto la cosa giusta.- ripeté, convincendo più che altro se stesso.
Prese un respiro profondo e poi tirò su con il naso.
-Ciao, mamma.- disse alla fine, salutando una persona di cui non avrebbe mai più sentito la voce dolce e rassicurante.
Per un attimo si chiese cosa gli avrebbe detto lei in merito alla sua decisione.
Gli avrebbe detto che aveva fatto bene e che la vita di Kailey e di suo figlio sarebbe stata migliore senza di lui?
Scacciò via quel pensiero e se ne andò.

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Kailey si svegliò nel cuore della notte, disorientata.
Quella sera era andata a letto molto presto e contro ogni aspettativa era crollata appena la sua testa aveva toccato il cuscino.
Aveva dormito profondamente e a lungo, fino a quando qualcosa non l’aveva svegliata all’improvviso.
Ma cosa? Un rumore? Un brutto sogno?
Accese in fretta la luce per accertarsi che fosse tutto apposto e poi la spense di nuovo per rimettersi sotto le coperte.
I ricordi improvvisi della sera in cui lei e Drake si erano conosciuti per la prima volta riaffiorarono tutti insieme nella sua mente, togliendole il respiro e facendo luce sul motivo per cui la sua testa avesse deciso di rimuoverli tutti, uno ad uno.
 
Kailey non avrebbe mai accompagnato Lizzie a farsi un tatuaggio, ma in quel momento non era riuscita a opporsi, quindi non era poi così strano ritrovarsi nello studio di un tatuatore di cui non si ricordava nemmeno il nome.
La ragazza scontrosa, super tatuata e piena di piercing della reception l’aveva fatta accomodare su una sedia nell’ingresso e poi l’aveva ignorata deliberatamente, come se non riuscisse a sopportare la sua presenza.
Che razza di problemi aveva? Non era una cosa intelligente trattare in quel modo potenziali nuovi clienti.
Non che lei, con la sua paura degli aghi e delle cose indelebili, potesse mai rientrare nella categoria, però…
Mai dire mai nella vita giusto?
Era scoppiata a ridere solo al pensiero. Lei, con un tatuaggio? Ma per favore.
Poi però una porta sulla sinistra si era aperta all’improvviso e la sua risata si era spenta di colpo.
Aveva incrociato gli occhi più verdi che avesse mai visto e si era ritrovata a trattenere il respiro. Da quando in qua guardare un ragazzo le faceva quell’effetto?
Aveva raddrizzato la schiena, distolto lo sguardo e cercato di mostrarsi indifferente, ma lui l’aveva notata e si era avvicinato a lei, rendendo vani i suoi tentativi di ignorarlo.
Aveva occupato la sedia accanto alla sua ed era scoppiato a ridere.
Kailey si era voltata verso di lui e non aveva potuto fare a meno di osservarlo con più attenzione.
I capelli scuri gli sfioravano le spalle, aveva un naso dritto e gli angoli della sua bocca erano incurvati in un modo che le aveva fatto battere il cuore più forte.
Per non parlare delle spalle ampie e muscolose e delle lunghe gambe fasciate dai jeans.
Perché era così dannatamente attraente?
-Si può sapere per quale diavolo di motivo stai ridendo?- gli aveva chiesto seccata, richiamando la sua attenzione.
I suoi occhi verdi si erano posati un momento sulle sue gambe lasciate scoperte dal vestito verde e poi avevano incrociato i suoi.
-Sei sicura di essere nel posto giusto, principessa?- le aveva chiesto in tono ironico, continuando a sorridere.
Lo sguardo di Kailey era scivolato sulle labbra del ragazzo e poi sulle sue adorabili fossette.
Aveva dovuto ricorrere a tutta la sua forza di volontà per guardarlo di nuovo negli occhi.
-Certo.- aveva farfugliato, distogliendo lo sguardo.
Il ragazzo l’aveva squadrata per un momento e poi le aveva sorriso in modo malizioso.
Aveva poi allungato un braccio muscoloso sullo schienale della sua sedia e si era sporto verso di lei.
-Ma davvero?-
Kailey aveva annuito con convinzione, ma era talmente persa nei suoi occhi verdi che non si ricordava nemmeno più  di cosa stessero parlando. Aveva poi così tanta importanza in fondo?
-Sentiamo, allora.- aveva detto il ragazzo, assecondandola. –Cosa vorresti farti tatuare? E dove?-
Kailey aveva spalancato gli occhi, riacquistando la lucidità. –No, aspetta…cosa?- Prima che lui potesse risponderle la ragazza della reception l’aveva chiamato. -Drake puoi venire un attimo?-
Kailey si era stupita quando lui, in tono perentorio, le aveva risposto di essere impegnato. Impegnato? Con lei?
-Non sono qui per farmi un tatuaggio.- gli aveva detto lei dopo un po’, schiarendosi la voce.
-Ah no?-
-Assolutamente.- aveva detto, scuotendo la testa con decisione.
Drake si era sporto verso di lei e aveva sorriso.–E allora che ci fai qui, principessa?-
Kailey aveva alzato gli occhi al cielo. –Ho un nome, sai?-
-E quale sarebbe?- le aveva Drake chiesto, ridendo.
-Kailey.- aveva risposto lei, senza mai abbassare lo sguardo. -Mi chiamo Kailey.-
-Che ci sei venuta a fare in uno studio di tatuaggi se non hai intenzione di fartene uno, Kailey?-
Kailey aveva alzato gli occhi al cielo, sbuffando sonoramente. -Ma che te ne importa?-
-È un segreto per caso?- l’aveva presa in giro Drake, strappandole un sorriso.
-No. Certo che no. – si era affrettata a dire, divertita. -In realtà io non ci volevo nemmeno venire in questo posto. Mi ci ha trascinato Lizzie. E comunque faresti meglio ad andare dalla tua ragazza.-
Drake aveva inarcato un sopracciglio, perplesso. –Ragazza?-
-Quella della reception.-
-Intendi Ava?-
-Non lo so come cavolo si chiama.- gli aveva detto, leggermente spazientita. - So solo che da quando ti sei seduto vicino a me non ha fatto altro che lanciarmi occhiate di fuoco. Non credo di esserle molto simpatica, sai?-
Drake era scoppiato a ridere. –Non è la mia ragazza.-
-Ah.- aveva detto Kailey, scrollando le spalle. - E allora non capisco proprio quale sia il suo problema.-
-Non vede molto di buon occhio quelle come te, tutto qui.-
Kailey aveva incrociato le braccia al petto e gli aveva lanciato un’occhiata torva. –Quelle come me?-
-Già.-
-E che diavolo significa?-
Drake aveva ignorato il suo tono scontroso e poi aveva sorriso per l’ennesima volta da quando l’aveva incontrata. –Andiamo a fare un giro?-
Kailey non aveva fatto in tempo a dire nulla.
Lizzie era uscita come una furia dalla stanza in cui fino a pochi attimi primi Carter stava lavorando al suo tatuaggio e aveva scosso la testa mentre si dirigeva a passi spediti verso di lei.
-Kailey, io devo proprio andare.- le aveva detto, turbata. –Puoi chiamare un taxi per tornare a casa?-
L’aveva vista uscire in fretta dal negozio, senza nemmeno darle il tempo di rispondere.
A quel punto Kailey si era alzata dalla sedia e l’aveva seguita fuori, perplessa.
Che diavolo stava succedendo?
Aveva spalancato gli occhi sorpresa quando si era resa conto che la macchina di Lizzie non c’era già più.
-È uno scherzo?- aveva detto ad alta voce, parlando più che altro a se stessa.
-Tutto bene?-
La voce di Drake l’aveva fatta sobbalzare, costringendola a voltarsi.
-Mi ha mollato qui.- aveva risposto Kailey, allibita.
Non riusciva ancora a crederci. Lizzie se ne era andata senza battere ciglio, lasciandola lì da sola come una stupida.
Che diavolo le era saltato in mente?
Drake aveva incrociato le braccia al petto e poi le aveva chiesto se avesse bisogno di un passaggio.
-Non ti preoccupare, chiamo un taxi.- lo aveva rassicurato Kailey, spazientita da quello che era appena successo.
Non era riuscita a fare meno di imprecare nella sua testa quando si era accorta che il suo telefono era scarico.
-Puoi prestarmi il telefono?- aveva chiesto Drake, sospirando.
Non gliene stava andando bene una quella sera.
Drake lo aveva recuperato dalla tasca e poi glielo aveva allungato.
Kailey si era sbrigata a comporre il numero della compagnia e poi aveva cercato di prenotare un taxi il più in fretta possibile.
Aveva rischiato seriamente di mettersi a urlare quando un disco registrato l’aveva informata che da due ore era in atto uno sciopero che aveva tolto di mezzo quasi tutti i taxi dalle strade della città.
Come diavolo era possibile?
A quel punto aveva preso un respiro profondo e poi aveva riconsegnato il telefono a Drake.
Come sarebbe tornata a casa?
-Che succede?- le aveva chiesto Drake, notando la sua reazione.
-Non è la mia serata fortunata.- aveva risposto Kailey, sempre più arrabbiata.
-Ti serve un passaggio?- le aveva chiesto di nuovo lui, in tono gentile.
Kailey aveva sospirato.
Che doveva fare?
Rimanere in giro da sola a quell’ora di notte fino a quando un taxi non fosse venuta a prenderla? Oppure rischiare e accettare il passaggio di uno sconosciuto fino a casa?
In quel momento nessuna delle due alternative le sembrava valida, ma lei non poteva stare in giro da sola a oltranza.
Non era prudente e soprattutto non vedeva l’ora di tornare a casa.
Scelse a malincuore l’opzione più facile.
-Puoi riportarmi a casa?-
Drake le aveva fatto un gran sorriso.
Come mai sorrideva sempre quel ragazzo?
Le aveva detto che aveva parcheggiato la sua moto a pochi metri dallo studio e che per sua fortuna aveva sempre un casco in più appresso.
Kailey si era sforzata di non fare battute in merito e poi lo aveva seguito fino alla sua moto.
Un secondo prima di salire, però, si era sentita malissimo.
Aveva iniziato a girarle la testa e a farle tremendamente male lo stomaco.
Si era ritrovato a rimettere tutto quello che aveva mangiato quella sera a un passo dalla moto di Drake.
-Ehi, che succede?- le aveva chiesto subito  lui, preoccupato.
Kailey si era sentita sempre più debole, quasi sul punto di svenire.
Drake l’aveva aiutata a reggersi in piedi e poi aveva cercato di aiutarla in tutti i modi possibili, dicendole di prendere respiri profondi e di stare in posizione eretta.
-Non mi sento bene.- gli aveva detto lei, chiedendosi cosa le avesse fatto così male da farla piegare in due dal dolore e rimettere in quel modo.
Non aveva bevuto molto quella sera, non era mai stata il tipo, e aveva mangiato abbastanza da non sentirsi male.
Che diavolo era successo allora?
-Non sei in grado di fare un viaggio in moto in queste condizioni.- aveva osservato Drake, passandosi una mano nei capelli.
Kailey aveva socchiuso gli occhi. Ma perché le stava succedendo tutto questo?
-Facciamo così.- le aveva proposto Drake. –Io abito qui vicino. Ti faccio salire un attimo, ti dai una rinfrescata e poi ti riporto a casa.-
Kailey aveva scosso la testa.
Non sarebbe mai e poi salita a casa sua.
Non si conoscevano nemmeno e di certo non si sarebbe mai ficcata in una situazione del genere in quelle precarie condizioni di salute.
-Ti prego, riportami a casa.-
-Rischi di sentirti male un’altra volta, Kailey.-
Lei aveva chiuso gli occhi e poi sospirato.
-Se provi a fare qualcosa che non mi piace, giuro che ti becchi una denuncia che non finisce più.- lo aveva avvisato, rassegnata.
Drake aveva alzato le mani, divertito.
Lei lo aveva seguito fino a casa sua e poi si era chiusa in bagno per diversi minuti.
Si era data una rinfrescata generale e poi gli aveva chiesto se per caso avesse uno spazzolino nuovo da poter usare.
Era assurdo chiedere una cosa del genere ad un perfetto estraneo, in una casa che nemmeno conosceva, ma rimanere in quelle condizioni dopo essersi sentita così male non era una cosa accettabile per lei.
Drake gli aveva indicato dove trovarlo e poi l’aveva lasciata di nuovo sola.
Quando era uscita dal bagno, pochi minuti dopo, Drake le aveva offerto un bicchiere d’acqua, immaginando che fosse assetata, e le aveva chiesto anche se avesse bisogno di qualcos’altro.
Kailey aveva accettato volentieri il bicchiere d’acqua e poi aveva scosso la testa in risposta all’altra sua domanda.
Si era seduta sul divano e poi aveva chiuso per un attimo gli occhi.
Si era addormentata prima ancora di rendersene conto.
 
Un’ora dopo si era svegliata, totalmente disorientata.
Che cosa era successo? Dove si trovava?
Drake era apparso nel suo campo visivo una frazione di secondo dopo, riportandole alla mente tutto quello che era successo.
Aveva accompagnato Lizzie a farsi un tatuaggio e poi quella che doveva essere una sua amica l’aveva mollata allo studio senza nemmeno chiedersi come sarebbe tornata a casa.
Aveva dovuto chiedere un passaggio a quel ragazzo attraente che aveva conosciuto poco prima e poi aveva dato di stomaco prima ancora di salire sulla sua moto e farsi riaccompagnare a casa.
Cavolo, aveva pensato. Che razza di figura aveva fatto?
-Come ti senti?- le aveva chiesto Drake all’improvviso, distogliendola dai suoi pensieri.
Lo aveva visto sedersi accanto a lei e poi guardala intensamente.
Kailey si era schiarita la voce e poi era arrossita. –Meglio, grazie.- aveva risposto, evitando il suo sguardo per l’imbarazzo. –Perché non mi hai svegliato?-
-Credevo che avessi bisogno di riposare dopo quello che è successo.-
Kailey arrossì ancora di più.
-L’importante è che ora stai meglio.- osservò Drake, accennando un sorriso.
Lei aveva annuito, non sapendo bene cosa dire.
Per quanto le costasse ammetterlo, quel ragazzo attraente e sfrontato che aveva conosciuto solo un’ora e mezza prima si era preso cura di lei in tutti i modi possibili e immaginabili, senza mai provare a metterle le mani addosso.
Chiunque avrebbe potuto approfittare di quella situazione e fare cose poco opportune, ma lui non lo aveva fatto, e questo le aveva fatto pensare che forse Drake non era il cattivo ragazzo che lei aveva immaginato.
-Grazie.- si era ritrovata a dire un’altra volta, grata del suo aiuto. –Davvero. Non so come avrei fatto se non ci fossi stato tu.-
Drake aveva sorriso. –Dovere.-
Kailey aveva lanciato un’occhiata all’orologio e si era resa conto che era quasi mezzanotte.
Era giunto il momento di tornare a casa.
Si era alzata dal divano e poi si era schiarita la voce. –Puoi portarmi a casa?-
Drake l’aveva fissata per un attimo senza dire nulla.
Poi si era alzato anche lui e aveva annuito.
-Perché lo hai fatto?- gli aveva chiesto a un certo punto lei, curiosa.
Drake l’aveva fissata con aria interrogativa.
-Questo.- aveva spiegato Kailey, indicando il divano su cui si era addormentata e il bagno in cui lui le aveva permesso di darsi una sistemata.
-Perché era la cosa giusta da fare.- aveva risposto Drake, alzando le spalle.
-Ma non tutti al posto tuo lo avrebbero fatto.-
Drake l’aveva guardata, incuriosito. –Pensi che avrei mai approfittato di una situazione del genere per metterti le mani addosso, Kailey?-
-Non ho detto questo.- si era affrettata a dire lei. -È solo che molti altri ragazzi ne avrebbe sicuramente approfittato.-
-Kailey, non so che tipi di persone frequenti tu, ma io non tocco una ragazza se non è lei a volerlo. Le donne devono essere rispettate. Sempre. A prescindere dal fatto che le loro risposte possano piacerci o meno.-
Kailey era rimasta estremamente colpita dalla sua risposta.
Nemmeno Kyle, che era un ragazzo educato e gentile, le aveva mai detto una cosa del genere in tutto il tempo che erano stati insieme.
Per qualche strano motivo si era tolta nuovamente la giacca e poi si era andata a sedere un’altra volta sul divano.
-Non volevi tornare a casa, Kailey?- le aveva chiesto Drake, incuriosito dal suo comportamento.
-Sì, ma prima vorrei tanto sapere che tipo di persona sei, Drake.-
Drake si era seduto accanto a lei e le aveva sorriso.
Un sorriso che le aveva fatto capire che per qualche strano motivo aveva fatto la scelta giusta.
 
Alla fine avevano passato una marea di tempo a chiacchierare sul divano del più e del meno.
Drake le aveva spiegato che suonava quasi tutte le sere in un locale non molto lontano da lì con i suoi amici e che aveva un fratello più grande con cui non andava molto d’accordo.
Kailey era rimasta ad ascoltarlo in silenzio senza chiedergli nulla e alla fine era giunta alla conclusione che lui non era affatto il ragazzo sfacciato e arrogante che voleva apparire.
Era un ragazzo molto sensibile, più di quanto volesse dare a vedere, e a giudicare dal modo in cui ogni tanto si adombrava quando parlava della sua vita, probabilmente era anche una persona piena di problemi.
Però a lei questo non importava.
Era stranamente attratta da lui. E non solo perché era un ragazzo bello e affascinante.
C’era qualcosa in lui, qualcosa che nemmeno lei riusciva a spiegarsi, che l’attraeva nel profondo.
Forse il modo in cui si era aperto con lei, nonostante si conoscessero appena, o forse quella differenza abissale che c’era tra il modo in cui appariva e il modo in veramente era.
Kailey non avrebbe saputo spiegare su due piedi quella strana attrazione che provava nei suoi confronti, ma alla fine non aveva potuto fare a meno di rimanere lì a chiacchierare sul divano con lui.
A un certo punto, però, Drake l’aveva guardata e si era avvicinato lentamente a lei.
Erano seduti entrambi a un’estremità del divano e Kailey sapeva perfettamente che lui l’avrebbe baciata.
Ma non si era tirata indietro.
Era rimasta ferma, senza mai abbassare lo sguardo.
Drake si era sporto verso di lei fino a quando i loro occhi non erano stati alla stessa all’altezza.
A quel punto le aveva afferrato la nuca e l’aveva baciata.
Un bacio lento, di quelli che tolgono il respiro.
Kailey aveva risposto al bacio con la stessa intensità e non lo aveva fermato nemmeno quando lui a un certo punto si era alzato e l’aveva portata nella sua camera da letto.
Sapeva perfettamente cosa sarebbe successo di lì a poco, ma non le importava.
Qualcosa dentro lei continuava a dirle che era la cosa giusta da fare.
Lo aveva fissato per un istante e poi lo aveva baciato anche lei, lasciandosi  guidare verso il letto.
 
Qualche ora dopo, però, nel cuore della notte, Kailey si era svegliata.
Aveva lanciato un’occhiata a Drake che dormiva profondamente accanto a lei e poi era arrossita, ricordando il modo appassionato con cui lui l’aveva fatta sua.
Non avrebbe mai immaginato di passare la notte con un ragazzo come lui, ma alla fine era successo e lei non se n’era affatto pentita.
Si era alzata lentamente dal letto e poi era andata in cucina a bere un bicchiere d’acqua.
Kailey indossava ancora la maglietta che lui le aveva dato la sera prima per dormire e quel pensiero l’aveva fatta sentire stranamente in imbarazzo, come se fosse una condivisione molto più intima di quella della sera precedente.
Non aveva idea di come sarebbero andate le cose, ma qualcosa le diceva che Drake non fosse il tipo da fiori e cioccolatini.
Avrebbe potuto fingere di non saperlo e di essere andata a letto con lui totalmente ignara di quello che sarebbe accaduto la mattina dopo, ma in fondo non era mai stata brava a mentire a se stessa e quindi sapeva perfettamente che forse, dopo quella sera, non si sarebbero mai più rivisti.
Kailey aveva scosso la testa, consapevole di non aver mai fatto niente del genere in vita sua, e poi si era diretta di nuovo nella camera dal letto.
Poco prima di entrare, però, una foto appesa su una parete del soggiorno l’aveva costretta a fermarsi all’improvviso, catturando di colpo la sua attenzione.
Si era avvicinata per osservare meglio la donna ritratta nella fotografia e poi si era coperta la bocca con la mano per la sorpresa.
Conosceva quella donna dagli occhi verdi e lo sguardo gentile.
L’aveva vista tanti anni prima, una sera che aspettava sua madre fuori dal supermercato.
Quella donna aveva provato a buttarsi da un ponte lì vicino , ma Kailey era riuscita a fermarla prima che fosse troppo tardi.
Aveva chiamato in fretta un’ambulanza e poi nell’attesa le aveva sussurrato che la vita era un bene troppo prezioso per essere sprecato.
Non ricordava nemmeno se lei le avesse risposto qualcosa, ma il suo sguardo triste e spento le aveva fatto capire che forse la sua vita di vita non era felice come quella degli altri.
Era rimasta a chiacchierare con lei fino a quando non era arrivata l’ambulanza.
A quel punto aveva lasciato la donna in mani più esperte delle sue e aveva osservato l’ambulanza allontanarsi sempre di più.
Dopo aver capito che la donna che aveva salvato tanti anni prima era la madre di Drake, Kailey era tornata in camera sua e poi si era sdraiata accanto a lui, turbata da quello che aveva scoperto.
Si era chiesta a lungo se fosse il caso di dirglielo il giorno dopo e con quella domanda si era riaddormentata un’altra volta.
 
Kailey accese la luce un’altra volta, sconvolta.
Dunque erano andate così le cose quella sera.
Lizzie l’aveva mollata allo studio di Carter senza pensarci due volte e lei aveva dovuto chiedere un passaggio a Drake perché non c’era nemmeno un taxi libero in circolazione quella sera.
Si era sentita male poco prima di salire sulla sua moto e lui l’aveva aiutata in tutti modi possibili, prendendosi cura di lei con rispetto.
A quel punto si erano messi a chiacchierare per ore sul divano di casa sua e alla fine era successo quello che era successo.
Aveva provato una strana attrazione per Drake fin da subito, ma non era stato quella a colpirla.
Era stata la consapevolezza di aver impedito a sua madre di suicidarsi ad averla sconvolta e destabilizzata.
In quel momento Kailey capì finalmente a che cosa era dovuta la forte agitazione che le aveva provocato l’amnesia.
Non avrebbe mai e poi mai immaginato una cosa del genere.
All’epoca lei non aveva nemmeno diciotto anni e quella donna dagli occhi verdi che aveva provato a togliersi la vita davanti a lei era solo un’estranea.
Un’estranea a cui aveva salvato la vita, certo, ma pur sempre un estranea.
Si chiese se Drake lo avesse mai saputo che sua madre aveva provato a buttarsi da un ponte in una sera calda di tanti anni prima.
Poi si rese conto che lui non faceva più parte della sua vita ormai da giorni e che quelli non erano più affari suoi.
Inutile dire che quel pensiero continuò a tormentarla per diversi giorni.

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


Drake non fece in tempo ad uscire di casa che il suo telefono iniziò a squillare, richiamando prepotentemente la sua attenzione.
Si era trasferito in un appartamento semi centrale a pochi passi dalla metro una settimana prima, eppure per qualche strano motivo non riusciva ancora a sentirsi a casa.
Gli mancava tantissimo Kailey, più di quanto fosse disposto ad ammettere, e in cuor suo sperava che almeno lei non stesse soffrendo quanto soffriva lui ormai da giorni.
Si disse che arrivati a quel punto era inutile ritornare su quei pensieri e recuperò invece il telefono dalla tasca, chiedendosi chi fosse.
Non poté fare a meno di sospirare quando si rese conto che era suo fratello.
Rispose sperando che non lo stesse chiamando per l’ennesima volta per la questione di Kailey e del bambino.
-Max.- si limitò a dire, in tono neutro.
-Ciao, Drake.- lo salutò suo fratello. –Come vanno le cose?-
Drake si schiarì la voce. –Tutto bene. – mentì. -Tu?-
Sentì suo fratello sospirare. –Devo dirti una cosa.-
Drake scosse la testa, sconvolto. Per quale diavolo di motivo suo fratello continuava ad insistere?
Lui aveva già preso la sua decisione e pretendeva che gli altri in un modo o nell’altro la rispettassero, senza contestarla in continuazione.
Decise di dirglielo ad alta voce.
-Non ho voglia di litare con te, Max.- iniziò a dire.- Ma tu devi smetterla di...-
Suo fratello lo interruppe bruscamente. –Drake.-
-Che c’è?- sbottò lui, esasperato.
-Non ti ho chiamato per questo.- lo informò Max, sospirando un’altra volta.
-E allora che succede?-
-Papà è morto.- rispose suo fratello, con un tono che lui non riuscì minimamente a decifrare.
Drake non disse nulla.
Per la prima volta in vita sua non seppe cosa dire.
-Drake?- lo chiamò suo fratello, preoccupato.
-Ci sono.-
-Non dici nulla.- osservò Max, in tono strano.
Drake provò ad aprire bocca, ma alla fine non disse nulla.
Non era né dispiaciuto né contento.
Non riusciva nemmeno lui a spiegare come si sentisse in realtà.
Provava uno strano senso di liberazione. Come se con la morte di suo padre potesse tornare tutto alla normalità.
L’uomo che aveva distrutto le loro vite se n’era andato via per sempre e in un modo nell’altro loro erano di nuovo liberi, liberi di vivere la vita che gli era stata sempre negata.
-Stai bene?- gli chiese suo fratello, richiamando la sua attenzione.
-Io...- iniziò a dire Drake, confuso. –Credo di sì...-
Drake scosse la testa, sconvolto.
Si sentiva sollevato in quel momento e non riusciva a capire nemmeno lui il perché.
-Domani ci saranno i funerali.- lo informò Max.
Drake fece una risata amara.
Se non era andato al funerale di sua madre, la donna a cui aveva più voluto bene al mondo prima di incontrare Kailey, per quale diavolo di motivo sarebbe dovuto andare al funerale dell’uomo che le aveva distrutto la vita per sempre?
Non ci sarebbe mai andato, per niente al mondo.
-Ci sarai?- gli chiese Max, conoscendo probabilmente già la risposta.
-Non credo proprio.-
Sentì suo fratello sospirare.
-È finita, Drake.- lo sentì mormorare a un certo punto. –Stavolta è finita davvero.-
-Mi sento strano.- gli confidò Drake, confuso dalle sue stesse emozioni.
-Anche io.-
-Non so spiegarti la sensazione.- disse Drake. –Ma mi sento meglio.-
Max inspirò profondamente. –È brutto da dire, ma anche io.- ammise suo fratello, schiarendosi la voce. -Come se il cerchio si fosse finalmente chiuso.-
Drake annuì, pensando esattamente la stessa cosa.
-Comunque se mai dovessi cambiare idea i funerali si terranno nella stessa chiesa in cui sono stai celebrati quella della mamma.- lo informò Max.
-Ci sentiamo, Max.- si limitò a dire Drake, chiudendo  in fretta la telefonata.
Non voleva sentir nemmeno parlare dei funerali di suo padre.
Suo fratello lo salutò e poi riagganciò in fretta.
A quel punto Drake prese un respiro profondo e poi chiuse gli occhi.
Non riusciva ancora crederci, suo padre era morto.
L’uomo che aveva distrutto le loro vite se n’era andato via per sempre e questa volta non sarebbe mai più tornato.
Come si sarebbe dovuto sentire al riguardo? Triste? Contento? Sollevato?
In realtà si sentiva solamente sollevato, sollevato al pensiero che lui non potesse più fare nulla per rovinare la vita a lui e suo fratello.
Eppure mancava qualcosa, qualcosa che gli avrebbe reso quel momento meno difficile del previsto.
Alla fine capì.
Riaprì gli occhi e fece un sorriso amaro.
La morte di suo padre non gli avrebbe mai ridato la libertà di cui aveva bisogno.
Perché lui in fondo la liberta l’aveva persa nell’istante esatto in cui aveva deciso di allontanare dalla sua via l’unica persona che lo avesse fatto sentire veramente bene dopo tanti anni.
Con quell’amara consapevolezza uscì di casa.
 
Il giorno dopo Drake era molto irrequieto.
Aveva dormito poco e male la sera prima e per qualche strano motivo continuava a pensare a quello che gli aveva detto suo fratello il giorno prima.
Max infatti gli aveva chiesto chiaro e tondo se si sarebbero rivisti al funerale del padre il giorno dopo, ma lui non aveva esitato nemmeno un attimo a rispondere che questo non sarebbe mai successo.
Eppure quella mattina, quando aveva aperto gli occhi per la prima volta, la sua mente non aveva fatto altro che riportarlo a quei pensieri.
Come mai? E per quale diavolo di motivo non riusciva a smettere di pensarci?
In fondo suo padre non si meritava nulla, nemmeno un ultimo saluto, ma la sua testa sembrava non essere per niente d’accordo con il suo cuore.
Si lasciò sfuggire un sospiro e poi si alzò dal letto, stanco di rimuginare a oltranza su quei pensieri.
Decise di prepararsi un caffè e poi guardò il panorama che la finestra della sua cucina gli offriva.
Erano passati giorni da quando aveva deciso di fare i bagagli e di andarsene da casa di Kailey, ma la sua testa non aveva fatto altro che pensare a lei.
Si svegliava tutte le mattine chiedendosi come stesse e che cosa facesse durante il giorno, ma poi quelle domande lo facevano stare talmente male che alla fine si sforzava in tutti i modi di non pensarci.
Aveva trascorso molto tempo a convincersi di aver fatto la scelta giusta, ma in cuor sapeva benissimo che quella scelta gli sarebbe costata cara. Anzi. Gli sarebbe costata la felicità della sua vita.
Perché lui in fondo con Kailey era felice, felice come non lo era mai stato in vita sua, e questa consapevolezza gli toglieva ormai il sonno quasi le notti.
Ma cosa avrebbe potuto mai fare?
Lui non era in grado di darle quello di cui lei aveva bisogno e la paura di far soffrire lei e il bambino lo aveva fatto scappare a gambe levate prima ancora di rendersene conto.
Aveva il terrore di diventare come suo padre e quella paura non lo aveva mai abbandonato, nemmeno per un istante.
Solo il tempo gli avrebbe dato ragione, ma per il momento si accontentava di sapere che andandosene dalle loro vite non avrebbe rischiato in alcun modo di ferirli.
Aveva fatto la cosa giusta. E nessuno glielo avrebbe mail tolto dalla testa.
Drake prese un sorso di caffè e poi sospirò.
Erano solo le otto.
Aveva tutto il tempo di andare in palestra e poi decidere cosa fare.
Finì il caffè e poi si andò a cambiare, chiedendosi per quale diavolo di motivo il funerale di suo padre gli stesse creando tutti quei problemi.
 
Tre ore dopo Drake era davanti all’ingresso della chiesa in cui sarebbero stati celebrati i funerali di suo padre.
Aveva combattuto a lungo con la sua coscienza, ma alla fine aveva vinto lei.
E non perché si sentisse in colpa o cose del genere. Anzi. Se qualcuno doveva sentirsi in colpa quello era certamente suo padre e non lui, ma non andare al suo funerale era come una sorta di partita aperta che lui voleva chiudere a tutti i costi quel giorno.
Quella mattina infatti si era allenato duramente per due ore intere in palestra, deciso a scaricare tutta la tensione che per qualche strano motivo aveva accumulato in tutti quei giorni, ma alla fine aveva deciso di salire sulla sua moto, diretto verso la chiesa in cui in un modo o nell’altro sarebbe finito tutto.
In quel momento, però, era in piedi accanto alla sua moto, indeciso sul da farsi.
Erano entrate poche persone da quando lui era arrivato in prossimità della chiesa e la cosa non lo aveva stupito affatto.
Chi mai avrebbe potuto volere bene a una persona come Charlie Evans?
Scosse la testa e poi posò il casco nel baule.
Non poteva rimanere lì fermo ad oltranza.
Doveva prendere in mano la situazione una volta per tutte ed entrare.
Prese un respiro profondo e poi si avviò a passi decisi verso l’ingresso della chiesa.
Una volta dentro intravide subito suo fratello, vestito in modo impeccabile come sempre.
Era seduto in prima fila accanto a una ragazza mora che lì per lì non riconobbe e una serie di persone che lui non aveva mai visto in vita sua riempivano le prime file dei banchi della chiesa.
Ma non aveva nessuna intenzione di sedersi lì accanto a loro.
Si appoggiò ad una colonna in fondo alla chiesa e rimase lì fino a quando la funzione non iniziò.
Sentì una marea di parole senza senso pronunciate da un prete che non aveva mai visto quanto potesse essere crudele e violento suo padre e si stupì notevolmente quando capì che suo fratello non avrebbe speso nemmeno una parola per ricordare l’uomo che alla fine aveva rovinato per sempre le loro vite.
Non versò nemmeno una lacrima quel giorno e non salutò suo padre nemmeno quando tutto fu finito.
Era andato lì per chiudere i conti una volta per tutte e questo non significava dimenticare tutto il male che lui gli aveva fatto.
Lanciò un’ultima occhiata al feretro vicino all’altare e poi scosse la testa.
Non fece in tempo ad andarsene, però, che suo fratello si accorse della sua presenza.
Lo vide spalancare gli occhi per la sorpresa e poi venire a passi decisi verso di lui.
-Drake.- lo salutò, fermandosi a un passo da lui.
-Ciao, Max.-
-Sei venuto.- osservò suo fratello, sorpreso.
-Già.-
-Che ne dici se andiamo a parlare un attimo qua fuori?- gli propose.
Drake annuì.
Max si voltò un secondo e poi fece un cenno alla ragazza mora che era seduta accanto a lui durante il funerale.
Era  l’assistente di Kailey, con cui evidentemente aveva una relazione.
Si diressero entrambi verso l’uscita e poi andarono a parlare vicino alla moto di Drake.
-Come stai?- gli chiese suo fratello, preoccupato.
Drake lo fissò per un istante. Cosa gli stava chiedendo in realtà?
-Bene.- si limitò a dire.
Suo fratello si passò una mano nei capelli e poi sospirò. -Mia non è venuta.-
-Cosa?-
-Mia non è venuta al funerale.-
-E come mai?- chiese Drake, sorpreso.
Per quale motivo non era andata al funerale del padre?
-Non lo so, ma questa cosa non mi piace per niente.-
Drake sbuffò. –Pensi che ci sia qualcosa di strano sotto?-
-Forse.-
-Ma non ne sei sicuro.-
-E se stesse poco bene?-
-Perché ti preoccupi tanto, Max?-
Suo fratello lo guardò con aria sconvolta. –È nostra sorella.-
-Ti vorrei ricordare che papà ha tradito la mamma con la madre di questa ragazza mentre loro erano ancora insieme.-
-Lo so.-
-E allora?-
-Non riesco a fare finta di niente.-
-Beh, dovresti.-
Max scosse la testa. –Pensavo che non venissi.- gli disse poi, guardandolo negli occhi.
-Non so perché sono qui.- iniziò a dire Drake. –Non gli ho mai voluto bene in vita mia e la sua morte non cambierà certo lo stato delle cose.-
Suo fratello rimase ad ascoltarlo in silenzio.
-Ma non venire significava avere un conto in sospeso con lui e io non voglio più avere niente a che fare con lui, da vivo o da morto.-
-Credi che questo possa rimettere le cose apposto?-
-No, certo che no.- osservò Drake, in tono amaro. –Ma venire al suo funerale ha messo la parola fine a tutta questa storia.-
Suo fratello annuì.
Sembrava molto provato e Drake non poté fare a meno di chiedersi per quale motivo.
-Sei ancora dell’idea di aver preso la decisione giusta?- gli chiese a un certo punto, incrociando il suo sguardo.
Drake rise. Era più forte di suo fratello tornare a parlare di Kailey e del bambino.
-Sì.-
-Loro hanno bisogno di te.- replicò Max, in tono duro. –Pensi che abbandonarli sia la scelta giusta?-
-Io non li ho abbandonati.- protestò Drake. –Li ho resi liberi.-
Max fece una risata amara. –È questo che pensi?-
Drake non disse nulla.
-Stai facendo del male a tutti quanti, Drake. Compreso te stesso-
-E cosa dovrei fare? Illuderli e poi scoprire che quella vita non fa per me?-
-E perché mai non dovrebbe fare per te?-
-E se un giorno me ne dovessi andare via come ha fatto papà con la mamma? Non pensi che soffrirebbero molto di più?-
Max scosse la testa. –Ma tu non sei come lui.-
-Una volta mi hai detto che lo ero.-
-Non lo pensavo.- replicò suo fratello, scuotendo la testa. -Ero solo arrabbiato.-
-Ma forse hai detto la verità.-
Max incrociò le braccia la petto e poi sospirò. –Non essere stupido, Drake. Puoi inventarti tutto quello che vuoi, che non sei adatto alla vita di coppia, che non sai fare il padre e che andartene sia la cosa giusta per tutti, ma stai prendendo in giro te stesso e lo sai pure tu. Pensi che Kailey stia meglio senza di te? Forse. Ma forse starebbe molto meglio se tu ti prendessi cura di lei e di tuo figlio. Non sei come nostro padre, non lo sei mai stato e mai lo sarai. E continuare a convincerti del contrario non farà altro che rovinare quel poco di bello che c’è nella tua vita. Ma puoi scegliere; puoi mandare tutto all’aria ed essere infelice a vita oppure tirare fuori un po’ di spina dorsale e avere il coraggio di essere felice. Spetta a te la scelta. Solo a te.-
Drake fece per aprire bocca, ma alla fine non disse nulla.
Non disse nulla perché non sapeva cosa dire.
Suo fratello non gli aveva mai parlato in quel modo e per qualche strano motivo le sue parole erano arrivate dritte al cuore.
Si passò una mano nei capelli e poi lo guardò. –Sono sicuro di aver fatto la cosa giusta.- disse, mentendo forse a se stesso.
Max scosse la testa, arrabbiato. –Fai come credi.-
-Perché continui ad insistere?-
Prima che suo fratello potesse rispondere, un dubbio si insinuò nella sua testa.
-Ti ha chiesto Kailey di parlarmi?-
Max scoppiò a ridere. –No. – rispose, in tono sprezzante. -Tu non hai nemmeno la metà della forza che ha quella ragazza. Non l’ho mai vista piangere da quando vi siete lasciati e se non me lo avessi detto tu che eri incinta lei probabilmente non me lo avrebbe mai e poi mai detto.-
Drake sussultò. Possibile che a Kailey non importasse più nulla di lui? E a lui cosa importava? In fondo era stata una sua decisione quella di lasciarla.
-Dobbiamo andare da Mia oggi pomeriggio.- gli disse a un certo punto suo fratello, distogliendolo da quei pensieri.
-Perché?-
-Dobbiamo accertarci che sia tutto apposto.-
-Io non vengo.-
Suo fratello si infuriò. –Ma sei così vigliacco, Drake? Sei così vigliacco da scappare da tutto e da tutti?- sbottò, esasperato- Anche io ho sofferto nella vita, sai? Non hai sofferto solo tu, a differenza di quello che pensi. Anche io dovevo lavorare per pagarmi l’università e anche io mi sono sentito impotente quando papà picchiava la mamma, soprattutto perché lei non lo ha mai voluto denunciare. Ma non mi sono buttato giù come hai fatto tu. Ho ripreso in mano la mia vita e ho cercato di riscostruire il ricostruibile. Perché tu invece fai così? Perché passi il tempo a piangerti addosso invece di capire come rimettere insieme i pezzi della tua vita?-
Max non lo gli diede il tempo di rispondere.
Gli lanciò un’occhiata e poi si avviò di nuovo verso l’ingresso della chiesa, dove l’assistente di Kailey lo stava aspettando.
Drake sospirò e poi recuperò il casco dal baule della sua moto.
Perché suo fratello gli aveva detto tutte quelle cose? Possibile che non capisse affatto le sue paure di diventare come il padre?
Le sue erano paure legittime e il fatto che proprio Max non le capisse lo mandava fuori di testa.
Si infilò in fretta il casco e poi salì sulla moto.
Lanciò un’occhiata a suo fratello che stava abbracciando l’assistente di Kailey e poi mise in moto.
Era giunto il momento di tornare a casa.
 
Quando tornò a casa la sua testa era una mina impazzita.
Non faceva altro che pensare a tutto quello che gli aveva detto Max e i pensieri si affollavano alla rinfusa nella sua mente senza dargli un attimo di tregua.
E se si fosse sbagliato su tutto il fronte? E se le sue paure fossero state ingiustificate?
In fondo anche Max gli aveva detto che lui non era come suo padre, proprio come avevano fatto anche Ella e Chase, e questo doveva pur significare qualcosa.
Prese un respiro profondo e poi decise di preparare qualcosa per pranzo.
Aveva lo stomaco chiuso, ma l’allenamento in palestra lo obbligava a mandar giù qualcosa, altrimenti si sarebbe potuto sentire anche molto male.
Si fece un panino con quello che aveva e poi si sedette sul divano, sempre più confuso.
Che diavolo gli stava succedendo? Per quale motivo all’improvviso tutte le sue certezze lo stavano abbandonando?
Possibile che avesse fatto l’errore più grave della sua vita e non se ne fosse nemmeno accorto?
Recuperò il telefono dalla tasca dei jeans e poi consultò la sua rubrica, fino ad arrivare al numero di Kailey.
Non lo aveva ancora cancellato da quando la loro relazione era finita e per qualche assurdo motivo in quel momento si ritrovava a fissarlo come se fosse la cosa più preziosa che aveva, l’ultimo legame con l’unica donna che avesse mai amato nella vita.
Prese un respiro profondo e poi chiuse gli occhi. Che diavolo stava facendo?
Premette il tasto di invio della chiamata ancora prima di accorgersene.
Kailey rispose al secondo squillo. –Pronto?-
Drake non riuscì a dire nulla, chiedendosi allo stesso tempo come mai lei gli avesse risposto.
-C’è nessuno?- chiese Kailey.
Poi Drake capì.
Kailey non sapeva che era lui.
Probabilmente aveva cancellato il suo numero molto tempo prima.
Riattaccò all’istante.
Che cosa aveva fatto? Davvero voleva rischiare di ferire le uniche persone che non avrebbe mai e poi mai voluto ferire?
Posò il telefono e  chiuse gli occhi.
Si addormentò ancor prima di rendersene conto.
 
La suoneria del suo telefono lo svegliò molte ore dopo, costringendolo ad aprire gli occhi e a ritornare alla realtà.
Drake rispose non appena vide che era suo fratello.
-Max?-
-Drake, dobbiamo andare a casa di Mia.-
-Cosa?- gli chiese Drake, ancora molto disorientato.
Aveva dormito per tre ore e ancora doveva capire bene cosa stesse succedendo.
-Dobbiamo accertarci che stia bene.-
-Forse era solo distrutta dal dolore.- ipotizzò Drake, cercando di dare una spiegazione al comportamento della sorella.
In fondo nemmeno lui era andato al funerale della madre.
Paradossale che invece fosse andato a quello del padre.
Si sforzò di non pensare a quella cosa e poi sospirò.
-Non lo so, ho un brutto presentimento.- disse suo fratello, preoccupato.
Drake sbuffò.
Scosse la testa e poi si alzò dal divano. –Vengo a prenderti.-
 
Mezzora dopo lui e suo fratello erano davanti all’edificio in cui il padre aveva vissuto gli ultimi giorni della sua vita.
Era situato in una periferia poco raccomandabile della città e a giudicare dall’aspetto che aveva era anche un palazzo molto vecchio.
Inutile precisare che le ristrettezze economiche in cui probabilmente vivevano lui e Mia li avessero relegati in quell’angolo infimo della città.
-Dai, andiamo.- gli disse suo fratello, sospirando.
Drake lo seguì all’interno del palazzo, il cui portone fortunatamente era aperto, e poi dentro all’ascensore.
Max si era fatto dare tutti i riferimenti dal padre quando il suo piano era ancora quello di andare a trovare lui e Mia a casa per capire se lei fosse veramente la sorella e Drake non si era stupito affatto quando l’aveva visto dirigersi a passo spedito nel posto giusto.
Quando l’ascensore li portò al terzo piano, Max gli lanciò un’occhiata.
Erano arrivati finalmente a destinazione.
Uscirono entrambi dall’ascensore e poi si fermarono davanti alla porta di uno dei quattro appartamenti situati a quel piano.
Suo fratello bussò con decisione alla porta e poi si voltò verso di lui.
-Credi che sia a casa?- gli chiese Drake, perplesso.
E se avessero fatto tutto quel viaggio per poi scoprire che lei non c’era?
Suo fratello alzò le spalle. Era un rischio che dovevano correre.
Mia venne ad aprire la porta qualche minuto dopo.
Aveva gli occhi gonfi e rossi e il suo aspetto era decisamente trasandato.
Non riuscì a mascherare un’espressione sorpresa quando li vide.
-Che ci fate qui?- chiese loro, confusa.
Max si schiarì la voce. –Eravamo preoccupati per te.-
Mia tirò su con il naso e poi si asciugò una lacrima sul viso. –Sto bene.-
-A me non sembra.- si intromise Drake.
-Non sei nemmeno venuta al funerale di papà.- osservò  invece Max.
Mia non riuscì più a trattenere le lacrime.
-Perché non ci fai entrare?- suggerì Drake, in tono gentile.
Per qualche strano motivo vederla piangere non gli faceva affatto piacere e quello strano senso di apprensione che cominciava a provare nei suoi confronti lo disorientò fortemente.
Mia li fece entrare e poi si chiuse la porta di casa alla spalle.
Drake non poté fare a meno di sgranare gli occhi quando si rese conto in che condizioni precarie vivesse la sorella.
L’appartamento era minuscolo e per niente arredato.
C’erano solo i mobili essenziali e l’unica fonte di luce era una piccola finestra situata di fronte a loro, il tutto accompagnato da un forte odore di sigaretta che lo disgustò.
Mia gli chiese se volessero qualcosa e poi si sedette sull’unico divano che c’era.
-Come ti senti?- gli chiese Max, preoccupato.
-Non ho più nessuno.- rispose Mia, addolorata.
Indossava una tuta da ginnastica nera e i suoi capelli erano raccolti in una coda disordinata.
-Ci siamo noi.- replicò Max, in tono rassicurante.
Mia fece una risata amara. –Voi?- disse, scuotendo la testa. –Non vi siete nemmeno degnati di conoscermi la prima volta che ci siamo visti. Cosa diavolo ci dovrei fare con voi?-
Vide suo fratello irrigidirsi.
A quel punto decise di intervenire lui.
-Tu lo sai che nostro padre ha tradito nostra madre con la tua e poi ci ha abbandonato quando io avevo solo quattordici anni?- le chiese a bruciapelo, senza abbassare per un attimo lo sguardo.
Mia sussultò. Era chiaro che non lo sapeva.
-E sai che picchiava nostra madre in continuazione e che a volte alzava le mani anche su di noi?-
Mia scosse la testa, amareggiata. Probabilmente non sapeva niente di tutto ciò.
-E allora adesso sai perché non siamo stati così socievoli l’ultima volta che ci siamo visti.-
Sua sorella lo fissò con i suoi occhi scuri. –E allora perché avete accettato di incontrarci?-
-Vuoi la verità?- gli chiese Drake, incrociando le braccia al petto.
-Drake.- lo ammonì suo fratello, lanciandogli un’occhiata.
-Volevamo solo sapere se eri nostra sorella, tutto qui.- ammise, scrollando le spalle.
Mia scosse la testa, delusa. –Quindi non vi importa nulla di me?-
Max sospirò. –Siamo qui, no?- le disse, schiarendosi la voce. -Se non ce ne importasse nulla non saremmo mai venuti, non credi?-
-Perché siete venuti?- chiese Mia, confusa. –Che cosa volete?-
-Perché eravamo preoccupati per te.- rispose Max, optando per la verità.
-Io sto bene.- replicò Mia, in tono sprezzante.
-E allora possiamo anche andarcene via.- la provocò Drake.
 Mia non disse nulla.
-Hai un lavoro?- le chiese invece Max, cambiando argomento.
-Che vi importa?-
-Come fai a pagare affitto, bollette e tutto il resto?- insistette suo fratello.
Mia sospirò. –Lavoro in un bar.-
-Questo è già un inizio.- disse Drake, in tono più conciliante.
-Vorrei che tu sapessi che noi ci siamo per te.- disse Max, passandosi una mano nei capelli. –Mi rendo conto che siamo partiti col piede sbagliato, ma forse è proprio questo il momento per ricominciare tutto daccapo.-
-E perché?-
-Perché nonostante tutto sei parte della nostra famiglia.- si ritrovò a dire Drake, sorpreso delle sue stesse parole.
Gli occhi di Mia si illuminarono. –Davvero?-
Drake accennò un sorriso. –Davvero.-
Mia si alzò e poi gli buttò le braccia al collo, cogliendolo alla sprovvista.
Drake ricambiò l’abbraccio e poi annuì.
-Potrai sempre contare su di noi.- disse Max.
Mia abbracciò anche lui e poi sorrise. –Mi rendo conto del male che vi ha fatto nostro padre e vi posso assicurare che non si è comportato sempre bene con me e la mamma, ma quando ho saputo della vostra esistenza non ho potuto fare a meno di sperare che voi poteste volermi bene un giorno come io ne avrei voluto a voi. Ho sempre tenuto molto alla famiglia e questo non cambierà mai.-
Max annuì e poi si schiarì la voce. –Ci stiamo appena dando questa possibilità, Mia.-
Mia sorrise a entrambi e poi si schiarì la voce, imbarazzata. –Domani ci possiamo vedere?- chiese, speranzosa.
Drake lanciò un’occhiata a Max, che lo guardò a sua volta.
-Certo.- disse alla fine, annuendo.
Anche Max annuì e poi le disse che si sarebbero visti il giorno dopo per un caffè.
-Adesso dobbiamo andare però.- disse Drake, turbato da quello che era successo.
La salutarono entrambi e poi se ne andarono.
-Che ti è preso là dentro?- gli chiese a un certo punto Max, guardandolo in modo strano.
Drake lo fissò con aria interrogativa. –Che intendi?-
-Eri molto disponibile nei suo confronti e non hai fatto muro come fai sempre. Mi devo preoccupare?-
Drake sospirò. –Credo che sia una brava ragazza.- iniziò a dire. –E non possiamo colpevolizzarla per qualcosa di cui non ha colpe. Non l’ha scelto lei di essere la figlia di uno stronzo egoista che non si merita niente.-
-Drake.- lo ammonì Max.
-Credi che la sua morte cancelli tutto il male che ci ha fatto?- chiese Drake, seccato.
-No, ma è sempre meglio non parlare male dei morti.- rispose suo fratello, scuotendo la testa.
Drake non rispose nulla.
Si avviarono entrambi verso la sua moto e poi lui riaccompagnò a casa il fratello.
 
Molto tempo dopo Drake parcheggiò la moto sotto casa.
Era ancora molto scosso da tutto quello che era successo, ma qualcosa gli diceva che per una volta in vita sua aveva fatto la cosa giusta.
Mia era una ragazza molto dolce e per quanto gli costasse ammetterlo, non aveva niente a che fare con il padre.
Aveva un forte senso della famiglia che suo padre non aveva mai avuto e il disperato tentativo di costruire un rapporto con loro l’aveva colpito nel profondo.
Drake non aveva la più pallida idea di come sarebbero andate le cose con lei, ma credeva che conoscerla meglio e provare a costruire un rapporto con lei fosse l’unica cosa possibile da fare in quel momento.
Si tolse in fretta il casco e poi lanciò un’occhiata al telefono.
Non erano nemmeno le sei, ma lui era stanco morto, come se non dormisse da giorni.
Aveva accumulato talmente tanta tensione e tanto stress in quel periodo che ogni minima cosa che faceva lo rendeva stanco e irritabile.
Doveva darsi una calmata e doveva farlo alla svelta. Prima lo avesse fatto e prima la sua vita sarebbe tornata alla normalità.
Non fece in tempo a dirigersi verso casa che la risata di un bambino catturò la sua attenzione.
Si voltò alla sua sinistra, sorpreso.
Vide una coppia di ragazzi poco più grandi di lui che tenevano per mano un bambino di circa tre anni.
Li osservò a lungo, colpito da quella scena.
Erano molto giovani per avere un figlio, ma sembravano felici e in pace con se stessi.
Scherzavano e ridevano con il loro bambino, come se il mondo intorno a loro non ci fosse.
L’unica cosa che contava era essere vicini e stringere forte la manina del figlio che regalava loro sorrisi che destabilizzarono anche lui.
Drake prese un respiro profondo e poi si girò, turbato da quello che aveva visto.
Era quella la sensazione che il sorriso di un figlio sprigionava?
Una sensazione di benessere e di pace che lui non avrebbe mai e poi mai immaginato di provare?
A un certo punto capì. Capì di non aver capito proprio niente nella vita.
Aveva abbandonato l’unica donna che avesse amato nella sua vita e che lo aveva accettato per quello che era.
Come aveva potuto essere così cieco?
Lui non sarebbe mai potuto diventare come suo padre, perché lui non era suo padre.
Era un ragazzo che aveva sofferto più di tanti altri, era vero, ma che aveva imparato in fretta la lezione più importante della vita.
Le donne andavano rispettate, a prescindere da tutto, e alzare le mani su un altro essere vivente era solo una prova di debolezza, non di forza.
Come aveva fatto a non capirlo prima?
Kailey era la donna della sua vita e il bambino che cresceva dentro di lei era suo figlio. Non aveva niente di più prezioso al mondo.
Come aveva potuto abbandonarli entrambi in quel modo?
Sarebbero stati loro la sua felicità, al diavolo tutto il resto.
Scosse la testa e poi si infilò di nuovo il casco, dandosi dello sciocco.
Era stato veramente uno stupido a rinunciare alla sua unica fonte di felicità.
Salì di nuovo in moto e poi si diresse nell’unico posto in cui voleva veramente essere.

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Kailey sbirciò all’interno del forno per la decima volta, impaziente.
Aveva trascorso le ultime ore del pomeriggio a cucinare, ma l’ultima crostata che aveva infornato non ne voleva proprio sapere di cuocersi.
Era alta, con la marmellata scura, e forse era stato proprio quell’impasto più spesso a rallentare notevolmente i tempi di cottura.
Aspettò un altro paio di minuti e poi decise di sfornarla.
Non era dorata come piaceva a lei, ma almeno era cotta.
Fece attenzione a non bruciarsi e poi la posò sul ripiano dei fornelli, soddisfatta del risultato.
Aveva un odore buonissimo e qualcosa le diceva che probabilmente chiunque l’avesse sentito avrebbe avuto subito una gran voglia di assaggiarla.
Decise di aprire un po’ la finestra della cucina per far cambiare l’aria e poi si andò a sedere sul divano del salone per riposare un po’.
Non fece in tempo ad accendere la televisione, però, che qualcuno bussò insistentemente alla sua porta, costringendola ad a rialzarsi.
Kailey sbuffò e poi andò ad aprire, chiedendosi chi potesse essere a quell’ora.
Rischiò di richiuderla un secondo dopo quando i suoi occhi incrociarono quelli verdi e penetranti di Drake.
-Che diavolo ci fai qui?- gli chiese, arrabbiata.
Non aveva nessun diritto di presentarsi a casa sua dopo averla mollata in quel modo e lei non si sarebbe minimamente aspettata di ritrovarselo di fronte all’improvviso dopo che lui aveva detto chiaro e tondo di non poter rimanere.
-Posso entrare?-
Kailey scosse la testa.
No che non poteva entrare. Aveva perso quel diritto dieci giorni prima, quando aveva deciso di andarsene da casa sua e di non prendersi cura né di lei né di suo figlio.
All’improvviso si sentì sul punto di piangere.
Vederlo in quell’istante era troppo doloroso per lei.
Aveva cercato in tutti i modi di dimenticarsi di lui, ma il suo cuore non ci aveva provato nemmeno.
Era una parte importante della sua vita che non voleva andarsene e  sapere che lui non avesse nessuna intenzione di stare con lei gli rendeva la sua vista ancora più dolorosa.
Decise di richiudere la porta in fretta, per nulla intenzionata ad ascoltare quello che lui aveva da dirle.
-Aspetta.- la fermò Drake, bloccando la porta di casa con un braccio.
-Che vuoi ancora?-
-Parlare con te.-
-E di cosa?- sbottò Kailey, guardandolo negli occhi. –Ci siamo già detti tutto quello che dovevamo dirci l’ultima volta che ci siamo visti.-
Lo vide passarsi una mano nei capelli e in quel momento lei si concesse qualche minuto per osservarlo meglio.
Sembrava molto più magro da quando se n’era andato da casa sua e i suoi occhi verdi erano più spenti del solito.
Si era fatto crescere la barba e il volto era leggermente pallido.
Drake non stava bene per niente e in quel momento lei si chiese il perché.
-Per favore.- la supplicò. –Fammi entrare.-
Kailey chiuse gli occhi, sopraffatta dal dolore.
Non voleva rivivere un’altra volta tutto quanto.
Drake l’aveva ferita come mai nessun altro nella vita e quel dolore era ancora dentro di lei, pronto ad esplodere un’altra volta.
-Non posso.- sussurrò.
Drake la guardò con aria addolorata per un istante.
Poi prese in mano la situazione, senza chiederle il permesso.
Spinse con forza la porta che lei stava per richiudere ed entrò in casa sua, giocando sull’effetto sorpresa.
-Che diavolo stai facendo?- gli chiese a quel punto lei, arrabbiata.
Drake chiuse la porta di casa e poi la fissò intensamente.
-Ho fatto un errore, Kailey.- mormorò, senza abbassare mai lo sguardo.
Kailey trattenne il respiro.
Cosa le stava dicendo esattamente?
-Io ti amo.- le disse poi, tutto d’un fiato. –Ti amo, capito?-
Cosa? Drake l’amava?
-Più di qualsiasi altra cosa al mondo e sono stato davvero uno stupido a lasciarti andare.-
Kailey scosse la testa.
Lui non poteva farle questo. Non poteva e basta. Non dopo che lei aveva cercato in tutti i modi di convincersi che lui non l’amasse e che si fosse solamente preso gioco di lei.
-Devi andare via.- gli disse, allarmata.
Drake si avvicinò a lei. –Mi hai sentito, Kailey?- le domandò. -Io ti amo.-
-Non è vero.- protestò Kailey, sull’orlo delle lacrime. –Tu te ne sei andato via. Ci hai abbandonato.-
-Lo so e di questo mi pento amaramente tutti i giorni.-
-Non puoi farmi questo.- lo supplicò. –Non puoi...-
-Ma è la verità.-
Kailey chiuse gli occhi.
Perché Drake le stava facendo questo? Perché era ripiombato all’improvviso nella sua vita dicendole che l’amava?
-Avevo paura.- le confessò, attirando di nuovo la sua attenzione. –Avevo paura di diventare come mio padre e questa cosa mi ha spaventato a morte.-
-E quindi hai pensato bene di mollare tutto e andartene?- gli chiese lei, amareggiata.
-Non sapevo cosa fare e avevo paura di farvi soffrire.-
-Ci hai fatto soffrire lo stesso, Drake.- osservò Kailey, in tono amaro.
Aveva passato giornate intere a piangere per quello che lui le aveva fatto e questo non se lo sarebbe mai dimenticato.
-Ma adesso sono qui.- le disse Drake, in tono speranzoso. –Possiamo...-
Lei lo interruppe bruscamente. –Io e te non stiamo più insieme.- precisò. -Cosa pensi di fare esattamente? Non puoi venire qua e fare finta di niente. Sono passati dieci giorni da quando te ne sei andato e le cose non sono più le stesse.-
Vide Drake sussultare. –Ma...-
-Adesso è meglio se te ne vai.- aggiunse, distogliendo lo sguardo.
Drake si avvicinò ancora di più a lei. –Quindi non mi ami più?-
Kailey esitò.
Lei lo amava ancora, ma questo non cambiava lo stato delle cose.
Drake aveva fatto la sua scelta e lei si era adeguata.
Non aveva nessun diritto di ritornare nella sua vita e pretendere che tutto tornasse tale e quale a prima.
-Hai già fatto la tua scelta.- si limitò a dire Kailey. –E io ho fatto la mia.-
-Ma è anche mio figlio.- replicò Drake, indicando il suo addome. –Vuoi impedirmi di vederlo?-
Kailey scosse la testa. –No, certo che no.- rispose. -Non ti farei mai una cosa del genere-
-Ma non vuoi stare con me lo stesso.-
-Che cosa vuoi da me, Drake?- chiese Kailey, scuotendo la testa.
Drake le prese una mano, ma lei si liberò subito dalla sua stretta.
-Io non posso vivere senza di te.- le disse. –Io ti amo e ti amerò sempre.-
Kailey si sforzò di non pensare a quanto tempo aveva aspettato prima che lui le dicesse quelle cose.
Era stata la prima a dichiarare apertamente i suoi sentimenti e in cuor suo aveva sempre sperato che prima o poi lo facesse anche lui, con i suoi tempi certo, ma che alla fine lo facesse.
Forse ora era troppo tardi però.
-Mi dispiace.- gli disse, senza guardarlo in faccia.
Drake le prese il viso tra le mani, cogliendola totalmente alla sprovvista.
-Se non mi ami più me lo devi dire guardandomi in faccia.- le disse, incrociando il suo sguardo.
Kailey provò a liberarsi ma non ci riuscì.
Drake le teneva il viso come se fosse una questione di vita e di morte e all’improvviso tutte le sue certezze iniziarono a crollare, una dopo l’altra.
-Lasciami andare, ti prego.- si ritrovò a dire lei, in tono supplichevole.
-Non posso farlo.-
-Perché mi stai facendo questo?- gli chiese, impotente.
-Perché ti amo e so che mi ami anche tu.-
Kailey scosse la testa e poi cominciò a tempestarlo di pugni sul petto, un debole tentativo di liberarsi dalla sua stretta.
-Non puoi farmi questo...- continuava a ripetere, con le lacrime agli occhi. –Te ne sei andato via, mi hai lasciato da sola...-
-Lo so.- disse Drake, avvolgendola tra le sue braccia.
Sembrava non fare caso a i suoi colpi, come se per lui fosse molto più importante abbracciarla che difendersi dal suo attacco.
-Non puoi...- ripeté Kailey, scoppiando a piangere.
A quel punto Drake la strinse ancora più a sé e poi immerse il viso nei suoi capelli, cullandola in quel dolce abbraccio.
-Voglio prendermi cura di te e del bambino, Kailey.- le disse, a bassa voce. –Non voglio vivere senza di voi.-
Kailey smise a poco a poco di colpirlo e continuò a piangere, come se tutto il dolore che aveva provato in quei giorni stesse riuscendo all’improvviso tutto insieme.
Pianse a lungo, avvolta tra le braccia del ragazzo che amava profondamente.
Come aveva potuto anche solo pensare di poter vivere senza di lui?
Drake era l’uomo della sua vita e questo non sarebbe mai cambiato.
Lo amava, esattamente come dieci giorni prima, e sapere che anche lui l’amava  allo stesso modo e che voleva prendersi cura di lei e del bambino non era altro un sogno che diventava finalmente realtà.
Drake continuò ad accarezzarle la testa a lungo fino a quando lei non smise di piangere.
A quel punto si scostò un po’ da lei e poi la baciò sulle labbra, come a voler confermare le parole che le aveva detto prima.
-Non è vero che non ti amo.- gli disse Kailey, asciugandosi le lacrime dal viso. –Io ti amo ancora e questo non cambierà mai.-
Drake accennò un sorriso. –Lo so e vale lo stesso anche per me.-
Kailey prese un respiro profondo e poi lo guardò negli occhi. –Mi sei mancato così tanto.-
-Anche tu.- le disse Drake. –Non sai quanto.-
-Devo dirti una cosa, però.-
Drake la fissò, preoccupato. –Che c’è?-
-Mi ricordo tutto, Drake.- ammise, rendendosi conto di non avere avuto più modo di dirglielo.
-Cosa?-
-Ricordo tutto di quella notte.-
Gli occhi di Drake si illuminarono. –Davvero?-
Kailey arrossì. –Ti sei preso cura di me.- gli disse, accennando un sorriso.
-È l’unica cosa che voglio fare davvero nella vita, Kailey.-
Kailey lo abbracciò e poi lo baciò.
Poi però si rese conto che non era abbastanza.
Doveva dirgli che aveva salvato la vita di sua madre e che forse quella scoperta l’aveva turbata a tal punto da farle perdere la memoria.
-C’è anche un’altra cosa che dovresti sapere.- iniziò a dire, schiarendosi la voce.
-Che cosa?- le chiese Drake, curioso.
-Forse ho capito il motivo per cui il giorno dopo non mi ricordavo nulla.-
Drake le accarezzò dolcemente il viso e poi le chiese quale fosse.
-Tanti anni fa stavo aspettando mia madre fuori dal supermercato. Era una sera calda, di quelle in cui ti fa piacere fare una passeggiata. Solo che non c’era quasi nessuno in giro. Forse erano tutti a cena in quel momento, chissà...- iniziò a raccontare, a disagio. –A un certo punto mi sono girata e ho visto una donna scavalcare la ringhiera di un ponte. Mi sono spaventata a morte, ma ho chiamato lo stesso i soccorsi.-
Drake rimase ad ascoltarla senza dire nulla.
-Non sapevo cosa fare, ma mi sono avvicinata a lei e ho iniziato a parlarle. Non c’era nessuno lì, ma non potevo aspettare che arrivasse l’ambulanza. Le ho detto che la vita non andrebbe mai sprecata e che è un bene troppo prezioso per essere buttato via così.-
-E lei cosa ti ha risposto?-
-Nulla, ma dal suo sguardo ho capito che era una donna piena di dolore.-
Drake annuì. –E dopo cosa è successo?-
-Sono arrivati i soccorsi e l’hanno portata via.-
-Quindi le hai salvato la vita.-
Kailey si schiarì la voce. –Credo di sì.-
-E questo cosa c’entra con noi?-
-Quella donna era tua madre.- gli disse tutt’un fiato.
Drake sussultò. –Cosa?-
Kailey lo condusse fino al divano e poi si sedettero entrambi.
-La sera che ci siamo conosciuti, mentre tu dormivi, io mi sono svegliata. Avevo sete e quindi sono andata a prendermi un bicchiere d’acqua.- gli spiegò Kailey. –Mentre ritornavo da te però ho visto una foto di tua madre e mi sono ricordata tutto quanto. Solo che non ho avuto il tempo di dirtelo perché il giorno dopo già non mi ricordavo più niente.-
Drake si passò una mano nei capelli, sconvolto.
-Tu lo sapevi che tua madre aveva provato a togliersi la vita?-
-No.- le rispose, in tono schietto.
-Mi dispiace, io...-
Drake non le diede il tempo di dire nulla.
Si avventò sulle sue labbra per baciarla e poi la strinse forte a sé, come se avesse paura che lei potesse scappare da un momento all’altro.
-Tu credi al destino?- le chiese poi, guardandola negli occhi.
Kailey lo fissò con aria interrogativa. –Che intendi?-
-Ci credi o no?-
-Non lo so.- rispose Kailey, confusa. –E tu?-
-Da oggi sì.- le rispose Drake.
L’abbracciò un’altra volta e poi le sorrise.
 
Nove mesi dopo
 
Drake non ne poteva più di aspettare.
Ma quanto diavolo durava un parto?
Erano ore che stava lì fuori ad aspettare che qualcuno venisse a dirgli che suo figlio era nato, ma in tutto quel tempo non si era affacciato nessuno neanche una volta.
Osservò a lungo la fede che portava all’anulare sinistro e poi sorrise.
Erano passati mesi da quanto aveva detto a Kailey di amarla e in quel momento non poté fare a meno di ripensare a tutto quello che era successo.
Drake le aveva chiesto finalmente di sposarlo e poi erano partiti per un lungo viaggio in Europa, felici come non lo erano mai stati.
Suo fratello si era ufficialmente fidanzato con Caroline e sua sorella Mia era diventata parte integrante delle loro vite.
Kailey l’aveva adorata fin da subito e lui non aveva potuto fare a meno di pensare che la sua famiglia non era mai stata così unita.
Si era dedicato anima e corpo a sua moglie, fino a quando quella mattina non aveva dovuto accompagnarla in fretta in furia all’ospedale a causa delle doglie.
Ora camminava su e giù nella sala d’attesa dell’ospedale, teso come una corda di violino.
-Ti vuoi dare una calmata?- gli disse a un certo punto suo fratello, richiamando la sua attenzione.
Drake si girò.
C’erano tutti quella sera.
C’erano i genitori di Kailey, che lo guardavano con apprensione, c’era suo fratello Max con Caroline e Mia e c’erano persino i suoi amici, contenti per quello che stava per accadere.
Ma lui non ce la faceva più ad aspettare.
Era preoccupato per Kailey ed emozionato al pensiero di vedere suo figlio per la prima volta.
-Ma perché ci sta mettendo così tanto?- chiese a Dana, preoccupato.
La madre di Kailey sorrise. –Non è una passeggiata tesoro-
Drake scosse la testa.
Non fece in tempo a dire nulla che un’infermiera si avvicinò a loro, con un sorriso stampato in faccia.
Drake sentì il cuore accelerare. –Ci siamo?-
L’infermiera sorrise un’altra volta.
Drake si voltò a guardare tutti i presenti, emozionato.
-Che aspetti, figliolo?- gli chiese Robert, felice.
Suo fratello gli diede una pacca di incoraggiamento sulla spalla e poi gli disse di andare.
A quel punto Drake si diede una mossa.
Seguì l’infermiera e poi prese un respiro profondo.
Era davvero pronto per tutto quello?
Poi sorrise.
Era una vita che si stava preparando.
Entrò nella sala e poi si avvicinò a sua moglie, che teneva tra le braccia suo figlio.
-Ehi.- le disse, accarezzandole il viso.
-Ciao.- gli rispose Kailey sorridendo.
Era esausta, ma non smetteva di sorridere.
Drake osservò il neonato che aveva fra le braccia e poi sorrise ancora una volta.
Era il bambino più bello che avesse mai visto, ma non era un bambino qualunque.
Era Connor, suo figlio.
Chiese a Kailey se potesse prenderlo in braccio e poi lo strinse a sè come se fosse la cosa più preziosa che avesse.
Guardò prima sua moglie e poi suo figlio.
Alla fine sorrise un’altra volta.
Ecco la sua felicità.

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