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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Il bambino che è sopravvissuto: Majutsu di Fairy Tail *** Capitolo 2: *** Arrivo nel mondo magico! Diagon Alley! *** Capitolo 3: *** Il binario nove e tre quarti. L’Espresso per Hogwarts *** Capitolo 4: *** Il Cappello Parlante! Lo Smistamento *** Capitolo 5: *** L’inizio delle lezioni! Il Quidditch! *** Capitolo 6: *** Il duello magico! Incontro con il proprio sogno? *** Capitolo 7: *** Halloween *** Capitolo 8: *** La prima partita di Quidditch! *** Capitolo 9: *** Natale in trasferta! Fairy Tail sotto attacco? *** Capitolo 10: *** La verità su Lucy. La battaglia di Fairy Tail! *** Capitolo 11: *** La battaglia contro gli Element Four! *** Capitolo 12: *** Lo scontro finale contro Phantom Lord! Lucy Heartphilia *** Capitolo 13: *** Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel *** Capitolo 14: *** La riunione di Fairy Tail! Il drago! *** Capitolo 15: *** La Foresta Proibita *** Capitolo 16: *** Le sfide della botola! *** Capitolo 17: *** La Pietra Filosofale *** Capitolo 18: *** Missione di classe S? *** Capitolo 19: *** L'isola dei demoni: Deliora *** Capitolo 20: *** Leon e Klaun! Il passato di Gray *** Capitolo 21: *** Magia pura! Gli alleati di Leon all’attacco! *** Capitolo 22: *** Lucy e Fred all’attacco! La decisione di Erza *** Capitolo 23: *** Fairy Tail in azione! Ur *** Capitolo 24: *** Scontro finale tra i discepoli di Ur! Lost Magic *** Capitolo 25: *** Il destino di Deliora: l’ultima magia di Ur *** Capitolo 26: *** La Tana! *** Capitolo 27: *** La rivalsa di Happy! Gilderoy Allock *** Capitolo 28: *** Viaggi, smistamento e platani *** Capitolo 29: *** La Strillettera e l’inizio delle lezioni *** Capitolo 30: *** Sogni, voci e sostituzioni *** Capitolo 31: *** Il segreto di Hogwarts viene riaperto! *** Capitolo 32: *** Bolidi impazziti, illusioni e maldestri tentativi di salvataggio *** Capitolo 33: *** Il Club dei Duellanti e l’inizio del complotto *** Capitolo 34: *** Una misteriosa ragazza *** Capitolo 35: *** Magia sconosciuta? Scontro natalizio al Lago nero! *** Capitolo 36: *** Colpi di scena nella Sala Grande! *** Capitolo 37: *** Un San Valentino… movimentato! *** Capitolo 38: *** Il suggerimento di Hagrid *** Capitolo 39: *** Rapimento! *** Capitolo 40: *** Tom Orvoloson Riddle *** Capitolo 41: *** Il nuovo incarico di Dobby! Ritorno a Fiore! *** Capitolo 42: *** Casino al casinò! Giochiamoci… la vita *** Capitolo 43: *** Il Sistema-R! Attivare l’Eterion? *** Capitolo 44: *** Il peso della libertà *** Capitolo 45: *** Il gioco del Paradiso *** Capitolo 46: *** Scontro con Trinity Raven – Prima parte *** Capitolo 47: *** Scontro con Trinity Raven – Seconda parte *** Capitolo 48: *** Eterion: attivazione! *** Capitolo 49: *** Impedire l’attivazione del Sistema-R a tutti i costi! *** Capitolo 50: *** Verso un nuovo viaggio *** Capitolo 51: *** Ritorno a Privet Drive *** Capitolo 52: *** Le guardie di Azkaban *** Capitolo 53: *** Divinazione *** Capitolo 54: *** Affrontare la propria paura *** Capitolo 55: *** Visione, attacco e sogno *** Capitolo 56: *** Pericoli *** Capitolo 57: *** Una scoperta scioccante *** Capitolo 58: *** L’uomo pazzo con una cabina *** Capitolo 59: *** Caos *** Capitolo 60: *** Custodi *** Capitolo 61: *** Equilibrio *** Capitolo 62: *** Hakai *** Capitolo 63: *** Fiamme, lettera e riunione *** Capitolo 64: *** L'errore di Melody *** Capitolo 65: *** Incontro, partita e profezia *** Capitolo 66: *** Sirius Black *** Capitolo 67: *** Furia, segreti e decisione di Majutsu *** Capitolo 68: *** Passaggio della chiave e partenze *** Capitolo 69: *** This is Battles Time! *** Capitolo 70: *** Scontro tra fate! Neville VS Majutsu! *** Capitolo 71: *** Il risveglio del demone *** Capitolo 72: *** Il volto del mago mascherato *** Capitolo 73: *** La fine della battaglia tra fate! Esilio e riunioni *** Capitolo 74: *** Phantasia e famiglia! Ricordi di un lontano passato *** Capitolo 75: *** La presa di posizione di Hermione *** Capitolo 76: *** Di nuovo a Hogwarts ***
Capitolo 1 *** Il bambino che è sopravvissuto: Majutsu di Fairy Tail ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
Ed eccomi
qui con una nuova fiction!
E per la prima volta, mi lancio in un crossover “fisso” XD.
Vi presento il primo crossover italiano (almeno, non mi sembra di averne visti
altri XD) tra Harry Potter e Fairy Tail!
Prima di lasciarvi alla lettura, devo giusto dirvi un paio di cose:
La prima è che, per comodità, i personaggi di Fairy Tail hanno undici anni,
sebbene mantengano stesse caratteristiche e capacità dei loro corrispettivi
originali del manga. Inoltre fingerò che parlino tutti la stessa lingua.
Poi ringrazio infinitamente Fly89 per avermi fatto da beta reader anche per
questa fan fiction, oltre ad avermi aiutato a deciderne il titolo XD.
E ora… buona lettura a tutti!
Capitolo
01: Il bambino che è sopravvissuto: Majutsu di Fairy Tail Master Makarov stava
guardando incredulo il centro della sua gilda, come tutti i membri presenti in
quel momento.
Pure Natsu e Gray,
che come loro solito si stavano picchiando, si erano fermati.
Il motivo di questo stupore generale era dovuto a un bambino di circa otto
anni, che si stava guardando intorno incuriosito.
La cosa che saltava subito all’occhio erano i suoi capelli neri come la pece, i
quali sembrano rifiutarsi di stare in ordine, e i suoi vestiti, che sembravano
decisamente larghi per lui. Infine, c’erano i suoi occhi, che erano di un verde
smeraldo, in quel momento celati da uno sguardo timoroso.
Ma il fatto che aveva sorpreso tutti i presenti era che quel bambino era
apparso dal nulla, di punto in bianco.
“Master…” fece una bambina dai capelli bianchi, girandosi verso l’anziano capo
in attesa di sapere che cosa fare.
“D-Dove sono?” mormorò il bambino, continuando ad osservare i maghi che lo
circondavano.
Makarov si alzò in piedi e scese dal tavolo, dirigendosi verso il bambino.
“Ciao!” lo salutò sorridendo e alzando la mano. “Ti trovi nella sede di Fairy
Tail. Io sono Makarov, il Master. E tu come ti chiami?”
Solo in quel momento il vecchio Master si accorse di una cicatrice a forma di
fulmine sulla fronte del bambino, parzialmente nascosta dai capelli.
“I-Io mi chiamo Harry… Harry Potter…” rispose il bambino. “Ma che cos’è Fairy
Tail?”
“Fairy Tail è una gilda di maghi.” Rispose Makarov, sorridendo quando vide il
bambino spalancare gli occhi per la sorpresa.
“Maghi?” ripeté. “Ma lo zio mi ha sempre detto che la magia non esiste…”
Sentendo ciò, molti dei presenti lo guardarono con curiosità.
“E chi è questo tuo zio?” intervenne Natsu. “Deve avere un bel paio di fette di
salame sugli occhi, visto che qui a Fiore tutti sanno della magia e convivono
con essa!”
“Fiore? Stai dicendo che non siamo più a Little Whinging?” domandò il bambino.
“Non ho mai sentito nominare questo posto.”
Il vecchio mago si portò una mano sotto in mento per riflettere.
“Harry, credo che tu abbia involontariamente usato la magia per apparire qui.”
Disse infine.
“Io avrei usato la magia?” ripeté il bambino. “Ma è impossibile. E se gli zii
lo vengono a sapere, non mi faranno più uscire dal sottoscala…”
Udendo ciò, il Master spalancò gli occhi incredulo, come molti altri.
“Aspetta, temo di non aver capito bene… Cos’è che fanno i tuoi zii?”
“Ogni volta che combino qualche guaio o dico qualcosa che a loro non va bene,
mi chiudono a chiave nella mia stanza, ovvero il sottoscala.” Rispose Harry.
“E i tuoi genitori non dicono nulla?” fece Gray.
“Sono morti quando avevo un anno. E gli unici parenti che mi sono rimasti sono
loro, sebbene mi odino.”
Makarov spezzò in due il suo bastone per la rabbia.
“Non ho idea di come funzioni da te, ma non posso accettare che qualcuno
maltratti in questo modo un bambino, qualunque cosa abbia fatto!” tuonò
furioso.
“Master.” Intervenne Mira. “Non possiamo attaccare così qualcuno senza
l’autorizzazione del Concilio. Inoltre, pare che Harry venga da un posto molto
lontano da Fiore.”
Makarov sembrò calmarsi a quelle parole.
“Hai ragione…” ammise, per poi guardare di nuovo il bambino. “Harry, senti, ti
piacerebbe diventare un mago?” gli chiese sorridendo.
Il bambino spalancò gli occhi.
“D-Davvero posso diventarlo?”
“Beh, per apparire dal nulla in quel modo, devi per forza avere un potenziale
magico. Noi possiamo aiutarti a risvegliarlo. Sempre che tu non voglia tornare
dai tuoi zii.”
Harry abbassò lo sguardo.
“Sono sicuro che in questo momento stanno festeggiando il fatto che sono
sparito. E almeno qui sembra che non verrò preso a pugni da Dudley… Davvero
posso rimanere qui senza problemi?”
Makarov spalancò gli occhi.
“Certo che puoi! Fairy Tail sarà la tua famiglia!” esclamò il Master, mentre
anche tutti gli altri membri esultavano felici.
Gli occhi di Harry brillarono.
“Famiglia…” ripeté, guardando tutti i maghi, per poi sorridere anche lui.
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Era passata una
settimana da quando la signora Figg li aveva avvisati che Harry Potter era
scomparso nel nulla, senza lasciare tracce, e da allora Silente aveva usato
tutti i mezzi a sua disposizione per ritrovarlo.
L’Ordine della Fenice, assieme a tutto il corpo docente di Hogwarts e a un
discreto numero di maghi del Ministero della Magia avevano cominciato a
cercarlo in tutta l’Inghilterra, senza ottenere risultati o notizie.
“Severus…” fece l’anziano mago, guardando preoccupato l’uomo di fronte a lui.
“Hai sentito i Dursley?”
“Sì.” Rispose il professore di pozioni, non potendo evitare di storcere il naso
al ricordo. “Sono ricorso al Veritaserum per sicurezza, ma nemmeno loro hanno
idea di dove possa essere andato. Hanno ammesso che lo avevano rimproverato
poco prima perché, a detta loro, aveva cercato di picchiare loro figlio, sebbene
secondo la signora Figg è successo esattamente il contrario.”
“Capisco… Harry deve aver avuto un attacco di magia incontrollata, e
probabilmente si è smaterializzato lontano da Privet Drive. E questo non è un
bene.”
“Se qualche seguace del signore oscuro dovesse venirlo a sapere, sarebbe in
pericolo.”
“La cosa che mi preoccupa è che nemmeno il Ministero è riuscito a trovarlo
tramite la traccia. E questo mi preoccupa molto, Severus.”
“Stiamo tenendo sotto controllo anche i media babbani nella speranza che lo
abbia trovato qualcuno di loro. Inoltre, abbiamo contattato anche gli altri
paesi, cominciando una ricerca in tutto il pianeta. Lo troveremo sicuramente.”
“Lo spero… Purtroppo io non posso allontanarmi da Hogwarts per troppo tempo,
come nemmeno voi insegnanti. Non possiamo far sapere al resto della comunità
magica che il loro eroe è scomparso nel nulla.”
“Allora che cosa possiamo fare?”
Silente si alzò dalla sua poltrona, dirigendosi verso il trespolo dove una
fenice stava riposando.
“Manderò Fanny a cercarlo. Grazie ai suoi poteri, dovrebbe riuscire a
rintracciarlo. E non appena lo avrà trovato me lo farà sapere. Sperando che non
sia troppo tardi.” Spiegò, mentre l’uccello magico si svegliava, pronto a
obbedire alla richiesta del suo padrone.
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Erano passati ormai
tre anni da quando Harry Potter era apparso a Fairy Tail, diventando un suo
membro.
Da quel momento, Makarov lo aveva addestrato all’uso della magia, scoprendo con
stupore che non era legato a un tipo di magia specifica, come per la maggior
parte dei maghi, ma era in grado di usare la propria magia in innumerevoli modi
diversi.
Questa sua capacità inizialmente procurò non pochi problemi al giovane mago,
dato che non c’era nessuno in tutta Fiore ad avere una magia simile alla sua.
Makarov lo aiutò a trovare un metodo per riuscire ad usarla, e dopo un anno di
tentativi, finalmente Harry comprese come usarla.
Con grande sorpresa degli altri membri di Fairy Tail, cominciò a svolgere
missioni in solitaria proprio come Erza, riuscendo a portarle tutte a termine
con successo.
Dopo due anni, Makarov lo ammise all’esame per diventare un mago di classe S,
provocando non poca invidia a Natsu e Gray, che però non dissero nulla, dato
che erano diventati amici di Harry.
Nel suo terzo anno come mago di Fairy Tail, Harry, dopo aver superato l’esame
ed essere diventato un mago di classe S, aveva ricevuto un soprannome proprio
come Natsu e Erza, diventando famoso come Majutsu di Fairy Tail. Questo nome
era stato deciso per via della sua magia, che lasciava sempre tutti sorpresi
non appena la vedevano.
Il nome di Harry incuteva timore nei nemici di Fairy Tail allo stesso livello
di Erza, il che lo portava spesso a scontrarsi con maghi potenti.
Ora, Harry Potter stava rientrando alla gilda dopo aver concluso la sua ultima
missione, portandosi come souvenir la zampa di quello che doveva essere un
animale gigante.
Non appena mise piede a Magnolia, la gente cominciò a salutarlo allegra,
incurante della zampa gigante che era sospesa in aria dietro di lui e che lo
seguiva docilmente.
Harry rispose al saluto, senza però fermarsi e continuando a dirigersi verso la
gilda.
Non fece in tempo a varcare la porta che si abbassò subito, evitando un calcio
di Natsu, che andò a sbattere direttamente sulla zampa che stava portando con
sé.
“Ciao a tutti!” urlò sorridendo, per poi spostare la mano, facendo lievitare il
suo trofeo fino al balcone, appoggiandolo di fronte al Master e a Mira, i quali
sorrisero divertiti.
“Vedo che anche stavolta è andata bene, eh?” disse Makarov.
“È stato fin troppo facile.” Rispose Harry, raggiungendolo e consegnandogli il
compenso che aveva ricevuto per aver portato a termine la missione.
“Affrontami, Harry!” urlò Natsu, apparendo alle sue spalle con le braccia
infuocate.
Majutsu sospirò, per poi alzare la mano e facendo cadere sopra Natsu una
piccola cascata d’acqua, che lo schiacciò a terra.
“Non è giusto! Sai che l’acqua vince il fuoco!” protestò, rialzandosi e
sputando fuori l’acqua che aveva bevuto, mentre tutti gli altri scoppiavano a
ridere.
“Se tu continui a importunarlo, sai che reagirà sempre così.” Lo prese in giro
Gray.
Natsu si girò verso di lui.
“Sempre meglio che andare in giro nudi.” Commentò Salamander.
Gray abbassò lo sguardo, rendendosi conto che si era spogliato completamente.
“Ah!!! Di nuovo!!!” urlò incredulo, facendo di nuovo scoppiare a ridere
l’intera gilda.
“Master.” Fece Harry, approfittando delle risate per non essere sentito. “Ci
sarebbe una questione di cui vorrei parlarle.”
Il volto di Makarov si fece serio.
“Se ne parli così, non posso fare altro che preoccuparmi. Seguimi.” Disse,
allontanandosi per dirigersi nella sua stanza.
Quando i due furono dentro, Harry sospirò.
“Ci sono strane voci che girano per Fiore.” Cominciò.
“Di cosa parlano?”
“Fammi indovinare: uccelli di fuoco che appaiono dal nulla nelle gilde, vero?”
domandò una ragazza dai lunghi capelli rossi, con addosso un’armatura, che si
avvicinò ai due.
“Ehilà Erza!” la salutò Harry. “Vedo che non ti è sfuggito il fatto che mi sono
allontanato con il Master, eh?”
“Quando tu parli seriamente di qualcosa, significa che la questione è grave.”
“Sì, ho già sentito di questa storia. In effetti, dalle descrizioni, sembra
trattarsi proprio di fenici, una specie con la stessa fama dei draghi.”
“Ma il fatto che queste fenici stiano apparendo in ogni gilda non mi fa stare
tranquillo. È vero, non fanno nulla, ma di certo non è un buon presagio.”
“Su, su, adesso non pensare in negativo. Magari si sono solo perse.” Fece il
Master, ridacchiando.
Tuttavia né Harry né Erza lo imitarono, restando seri.
“Beh, se appaiono fenici in tutte le gilde, direi che prima o poi ne apparirà
una anche qui. E se Natsu non la mangia, forse riusciremo a saperne qualcosa in
più.”
I due maghi di classe S annuirono.
“A proposito, ho sentito che Natsu ha quasi distrutto la città di Harujion. È
vero?”
Makarov scoppiò a ridere.
“Già. Uno ha osato spacciarsi per lui e ha cercato di rapire diverse donne per
rivenderle all’estero. Inutile dire che Natsu non ci ha più visto quando ha
sentito l’impostore dire che era opera di Fairy Tail. In più, ha portato un
nuovo membro.”
“Immagino sia quella bionda che mi ha guardato con gli occhi fuori dalle orbite
quando sono arrivato, vero?” disse divertito Harry, portandosi indietro i
capelli che gli coprivano la fronte, rivelando così la sua cicatrice, ora
circondata dal simbolo di Fairy Tail.
“Proprio lei. Si chiama Lucy, ed è una maga degli Spiriti Stellari.”
“Una magia piuttosto rara. Non sono in molti ad avere le loro chiavi.” Rifletté
il mago, per poi girarsi verso Erza. “Tu invece hai fatto una breve alleanza
con Natsu e Gray, giusto?”
“È incredibile come tu sia sempre al corrente di tutto.” Ridacchio la rossa.
“Tuttavia con noi è venuta anche Lucy, e ovviamente Happy.”
“Lui non lo nomino nemmeno, è sempre attaccato a Natsu.” Replicò sorridendo
Harry, mentre i tre uscivano dalla stanza.
Ma prima di tornare nuovamente nella sala centrale, sentirono diverse urla.
Senza perdere un secondo, corsero per raggiungere gli altri membri, fermandosi
subito.
In mezzo alla stanza c’era un uccello rosso, avvolto da qualche fiamma, che
stava guardando uno ad uno i membri di Fairy Tail.
Quando il suo sguardo si posò su Harry, cominciò ad emettere uno strano canto,
per poi scomparire in una fiammata.
“Beh, sembra che sia arrivata decisamente presto.” Commentò Erza, guardando
ancora sorpresa il punto dove la fenice era scomparsa.
“Uffa però…” si lamentò Natsu. “Non sono nemmeno riuscito ad assaggiare una di
quelle fiamme.”
“Beh, se è per questo io non ho mangiato nemmeno un pesce oggi, aye!” fece
Happy.
“Ma pensi solo al pesce tu?!” esclamò Lucy.
“Però è strano…” fece Harry. “Dai racconti che ho sentito, nessuna fenice si
era mai messa a cantare prima di sparire.”
“Vuoi dire che non è successo solo qui?” chiese Cana, riprendendo a bere dal
suo barile.
“No, è già successo in diverse gilde e-”
Ma il moro si dovette interrompere quando una nuova fiammata apparve in mezzo
alla sala, questa volta più grande della precedente.
Tutti i membri fecero un passo indietro, mentre Natsu rimase al suo posto,
leccandosi la bocca di fronte a quelle fiamme.
Per sua sfortuna, queste si estinsero prima che potesse avvicinarsi, lasciando
il posto nuovamente alla fenice, questa volta accompagnata da un signore
anziano, dalla lunga barba bianca, che cominciò subito a guardarsi attorno.
“E tu chi sei?!” esclamò Gray, mentre lui e tutti gli altri si preparavano a
combattere.
Silente lo guardò per qualche secondo, senza però dire nulla.
Harry e Erza si spostarono di fronte a lui.
“Rispondi alla domanda, altrimenti dovremo considerarti un nemico e agiremo di
conseguenza.” Lo minaccio Erza.
Tuttavia il vecchio era rimasto a fissare il mago al suo fianco.
“Finalmente…” disse infine, avvicinandosi al moro. “Finalmente ti ho trovato,
Harry.”
Per tutta risposta, Majutsu alzò la mano di fronte a lui.
“Non avvicinarti.” Tuonò minaccioso. “E dimmi cosa vuoi da me.”
Silente rimase sorpreso da tale reazione.
“Se è un nemico di Harry, allora è un nemico di tutti noi!” esclamò Natsu,
lasciandosi avvolgere dalle fiamme.
Nello stesso momento, Gray creò una lancia di ghiaccio, mentre Lucy tirava
fuori una chiave dorata e Erza faceva apparire dal nulla una spada.
Il preside di Hogwarts spalancò gli occhi.
“Com’è possibile?” fece, guardando i vari membri di Fairy Tail. “Voi… Voi
potete tutti usare la magia?”
“Certo che possiamo, come tutte le persone di cui sono composte le gilde.”
Replicò Harry. “E adesso rispondi: chi sei e cosa vuoi da me?”
Il vecchio mago continuò a guardare sorpreso il gruppo, per poi annuire.
“Il mio nome è Albus Silente, e sono il preside della scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts.” Rispose, continuando a guardare Harry. “Tre anni fa
persi ogni tua traccia, e da allora ho passato ogni momento a mia disposizione
per trovarti.”
“Ti stai sbagliando, perché io non ti ho mai sentito nominare, come non ho mai
sentito parlare di questa scuola. E credo che non passerebbe troppo
inosservata.”
“Se tu sei Harry Potter, allora devi avere una cicatrice a forma di fulmine
sulla fronte.” Continuò Silente.
A quel punto Harry spalancò gli occhi.
“Che cosa sai esattamente su Harry?” chiese Erza.
“Harry è famoso. Molto famoso tra i maghi.”
“Grazie, dicci qualcosa che non sappiamo.” Commentò Cana. “Il suo nome
corrisponde a timore e paura per tutti gli sventurati che lo hanno affrontato.”
Silente si voltò verso di lei.
“Come affrontato?”
“Io sono un mago di Fairy Tail.” Rispose Harry. “E modestamente parlando, sono
tra i migliori della gilda. A parte te, sono ben pochi quelli che non hanno
sentito parlare di me.”
“Già! È uno dei maghi più famosi di tutta Fiore.” Aggiunse Lucy. “I giornali lo
nominano praticamente tutte le settimane, soprattutto per la sua magia
multipla!”
“Magia multipla?” ripeté il vecchio mago, mentre Harry si spostava la ciocca
che nascondeva la cicatrice.
“È vero, il mio nome completo è Harry Potter, e non so come tu faccia a sapere
tutte queste cose, ma per quanto ne sappiamo, tu potresti essere una spia di
qualche gilda oscura.” Sentenziò il giovane. “Master, se me lo permetti,
accompagnerei volentieri questo vecchio fuori dalla gilda.”
Makarov continuò a fissare Silente per qualche secondo, per poi annuire
silenziosamente.
“Procedi pure. La sua storia è talmente assurda che non è lontanamente
credibile. E può considerarsi fortunato che ci limitiamo a questo. Non sopporto
chi prende in giro Fairy Tail.”
“Aspettate, non sto menten-” ma Albus Silente dovette interrompersi quando
Harry alzò la mano, facendo volare verso la porta della gilda il vecchio mago.
Silente tirò fuori una bacchetta di legno, che agitò velocemente, frenando la
sua caduta e atterrando tranquillamente in piedi.
“Puoi usare la magia senza il supporto né di una bacchetta né di un incantesimo
verbale?” fece sorpreso, sotto lo sguardo incredulo dei presenti.
“Come hai fatto?” chiese Harry. “Nessuno finora era riuscito a contrastare una
mia magia.”
Silente si avvicinò di nuovo al ragazzo, muovendo la bacchetta e facendo
apparire dal nulla una lettera, che volò direttamente tra le mani di Harry, il
quale vide subito che sulla busta c’era scritto il suo nome completo.
“Solitamente appare anche il luogo in cui si ci trova, ma per qualche motivo,
la magia sembra non riconoscere questo posto.” Fece Silente, mentre il ragazzo
apriva la lettera, sotto lo sguardo di Erza e del Master, cominciando a
leggerla velocemente.
“Se è uno scherzo, i miei complimenti, è veramente ben architettato.” Disse
infine Harry, restituendo la lettera a Silente. “Ora può pure andarsene.”
“Harry, so che probabilmente i tuoi primi anni d’infanzia non sono stati dei più
felici con i Dursley, però-”
Questa volta Silente volò via senza che Harry facesse alcun movimento.
Gli altri maghi guardarono preoccupati il compagno moro.
“Come fai a sapere anche questo?!” esclamò furioso, guardando il mago mentre
attorno a lui l’aria cominciava a vorticare velocemente.
“Lo so perché sono stato io a mandarti da loro dieci anni fa.” Rispose il
preside, alzandosi in piedi. “Dopo che i tuoi genitori morirono, erano rimasti
i tuoi unici parenti a cui potevi essere affidato.”
Prima che Harry potesse reagire, fu Makarov a precederlo.
“Quindi è colpa sua se Harry ha vissuto un’infanzia a dir poco orrenda!” tuonò,
per poi cominciare a diventare più grande superando presto di tre volte
l’altezza del preside. “Chiunque fa soffrire i miei figli non può sperare di
passarla liscia!”
Silente spalancò gli occhi quando vide il Master di Fairy Tail abbassare un
pugno contro di lui.
Senza perdere un secondo agitò nuovamente la bacchetta, avvolgendosi in tempo
con una barriera quasi invisibile, che lo protesse dal colpo di Makarov.
Non fece in tempo a riprendersi dalla sorpresa che si ritrovò Natsu al suo
fianco, con una sfera di fuoco attorno alla mano destra.
“Prendi questo vecchio!” esclamò, cercando di colpirlo.
Questa volta Silente scomparve, riapparendo al piano superiore della gilda.
“Vi prego, calmatevi!” esclamò.
“E perché dovremmo farlo?” chiese Erza. “Hai appena detto di essere tu il
responsabile di quanto Harry ha dovuto sopportare prima di arrivare qui!”
“Non lo nego. Ma l’ho fatto solo per il suo bene.”
“Il mio bene?!” ripeté Harry. “E sempre per il mio bene dovevo essere
malnutrito? Sempre per il mio bene dovevo subire senza poter dire nulla le
angherie di mio cugino e dei miei zii?”
“Per quanto possa sembrarti assurdo, è così.” Rispose il vecchio mago. “Lascia
che ti racconti come e perché i tuoi genitori sono stati uccisi dieci anni fa.”
Sentendo ciò la rabbia di Harry scemò quasi immediatamente.
“Uccisi? Come sarebbe a dire uccisi?!” esclamò incredulo.
“Immaginavo che Petunia non ti avesse detto nulla.” Fece Silente, mentre gli
altri maghi sembrarono calmarsi assieme a Harry.
“Dimmi cos’è successo davvero. Da quel che so io, i miei genitori sono morti in
un’incidente d’auto.”
“Auto? Che cosa sarebbe?” chiese Lucy.
“Possiamo definirla la carrozza del mio mondo.” Rispose Harry. “Dato che ora
fai parte anche tu di Fairy Tail, devi sapere che io non sono di Earthland.
Provengo da un mondo molto più monotono, privo di magia.”
“Permettimi di correggerti Harry.” Fece Silente. “Il nostro mondo non è privo
di magia, e di conseguenza non è per nulla monotono. Semplicemente, noi maghi
celiamo la nostra esistenza alla popolazione non magica, e loro ci credono solo
dei miti.”
“Ma che razza di stupida idea è questa?” commentò Natsu. “A cosa serve tenerlo
segreto? Qui tutti sono a conoscenza della magia e non c’è alcun problema.”
“Da noi ci sarebbero troppe conseguenze imprevedibili. Inoltre, c’è un punto
che riguarda Harry che ha a che fare con tutto ciò.”
“Ovvero?”
“Anni fa il nostro mondo era sotto la minaccia di un mago malvagio. Il suo nome
era Voldemort, e incuteva così tanto timore che i maghi ancora oggi non hanno
il coraggio di nominarlo. E se vi state chiedendo perché io lo nomino senza
problemi, è perché io sono l’unica persona che lui temesse. Oltre al fatto che
disgraziatamente, sono stato proprio io a fargli conoscere la magia, ormai
cinquanta anni fa.”
“E che cos’ha fatto questo mago?” domandò Erza.
“Iniziò col riunire attorno a sé un notevole numero di maghi. La sua idea era
che i maghi dovevano essere solo maghi puri. Vedete, nel nostro mondo, capita
spesso che da una famiglia di babbani, ovvero di persone non magiche, nascano
bambini in grado di usare la magia. E con il passare del tempo, i maghi puri
diminuiscono sempre di più. Ora, c’è un gruppo di maghi che non ci vedono nulla
di male in questo, anzi. D’altra parte, una minoranza di purosangue guarda con
disgusto questi nuovi maghi. E Voldemort, nato proprio da un unione tra una
purosangue e un babbano, era probabilmente una delle persone che odiava di più
i babbani e i maghi nati babbani. Cominciò quindi la sua campagna di pulizia
etnica, uccidendo tutti i maghi babbani che incontrava, come i babbani normali,
i purosangue che non erano dalla sua parte e chiunque altro osava opporsi a
lui.”
“Devo dedurre che i miei genitori non fossero dei maghi purosangue?” chiese
Harry.
“Tuo padre, James, era un purosangue, sebbene a lui non importasse
assolutamente. Tua madre, Lily, invece, era nata babbana, ma non furono uccisi
da Voldemort per questo.”
Qui Silente s’interruppe, prendendo aria mentre rifletteva su come continuare.
“Voldemort venne a sapere qualcosa che lo spinse ad attaccare la tua famiglia,
con il preciso intento di eliminare te. Questo quando tu avevi un solo anno di
vita.”
“Quale pazzo omicida può pensare di uccidere un bambino?!” esclamò incredulo
Makarov, mentre anche gli altri maghi della gilda pensarono disgustati a
Voldemort e alle sue azioni.
“Lui non si poneva di questi problemi. Attaccò subito James, uccidendolo, poi
inseguì Lily, che cercò di portare al sicuro Harry. Purtroppo non riuscì nel
suo intento, e fu uccisa di fronte al bambino. E qui successe qualcosa che ti
ha reso famoso in tutto il nostro mondo.” Disse Silente, indicando la fronte di
Harry. “Voldemort cercò di ucciderti con un incantesimo, ma incredibilmente, tu
glielo rispedisti contro.
A te rimase quella cicatrice, mentre lui perse tutto. Il suo corpo andò
distrutto, mentre ciò che restava del suo spirito sparì senza lasciare alcuna
traccia.”
“Quindi è morto?” chiese Lucy.
“Sfortunatamente no. È vero, il suo corpo non c’è più, e lui è meno di un
fantasma. Tuttavia tornerà, ne sono sicuro, e qui entri in gioco tu, Harry. Tu
sei l’unico in grado di contrastarlo. Tu e tu soltanto.”
“E perché sarei proprio io ad avere un simile… privilegio?” domandò lui,
dicendo ironico l’ultima parola.
“Tua madre, quando morì, ti avvolse involontariamente con un potente
incantesimo. Finché non compirai diciassette anni, sarai al sicuro da
Voldemort, ma questo solo se sarai in un ambiente familiare, in un posto che
chiami casa.”
“Allora qui sono protetto, dato che Fairy Tail è casa mia!” tuonò Harry,
ricevendo assensi dai suoi compagni.
“Dev’esserci un legame di sangue perché ciò avvenga. Ed è per questo che ti
affidai alla sorella di tua madre. Sapevo del loro odio per la magia, ma non
c’era altra soluzione.”
“E ora perché sei venuto a cercarlo? Violando a quando pare i confini del tuo
mondo.” Fece Gray.
“Sono venuto per riportarlo a casa. Come ho detto prima, è l’unico in grado di
affrontare Voldemort e di sconfiggerlo definitivamente.”
“Non se ne parla nemmeno.” Replicò Harry. “Adesso questo mondo è la mia casa.
Fairy Tail è la mia famiglia! Perché dovrei affrontare un mago che non ha più
niente a che fare con me?”
“Voldemort verrà a sapere di questo mondo. E proprio come ho fatto io, anche
lui ti raggiungerà. E credimi, anche se hai sviluppato la tua magia in maniera
diversa, non avresti scampo contro di lui senza una preparazione adeguata.”
“Ma davvero? Senti un po’, vecchio!” lo interruppe Natsu. “Io so riconoscere le
persone forti, e Harry, anche se mi duole ammetterlo, è uno dei più forti!
Potrebbe tenere testa a mio padre Igneel senza troppi problemi! E ha affrontato
maghi malvagi di tutti i tipi! E se questo Voltamorte o quel che è si facesse
vivo da queste parti, ci sarebbero centinaia di maghi pronti ad affrontarlo!”
“Mi pare di aver capito che finora nessuno era riuscito a opporsi facilmente
alla magia di Harry, esatto?” fece Silente. “Beh, sappiate che Voldemort è in
grado di fare ben peggio. Ha i suoi stessi poteri, più molti altri che molti
temono anche solo di sentir pronunciare. Se dovesse arrivare qui, farebbe una
strage di voi maghi, considerandovi esseri impuri perché aiutate i non maghi!”
Makarov sospirò.
“Harry è un mago di Fairy Tail, e qualunque sia il motivo, se lui non lo
desidera non ti seguirà.” Disse serio. “Tuttavia, potremmo trovare un
compromesso.”
Tutti i maghi si voltarono verso il Master.
“Devi sapere che qui da noi il sistema del mondo magico funziona in un modo ben
preciso: i maghi si riuniscono in gilde come questa, dove ricevono delle
missioni. I maghi che portano a termine queste missioni vengono pagati dai
clienti.”
“Sistema interessante.” Ammise Silente. “In questo modo voi maghi vi mettete a
disposizione di tutti.”
“Esatto. Ora, Harry è un mago di classe S, ovvero uno dei maghi più forti di
tutta la gilda, proprio come Erza. E per le missioni di classe S, è possibile
che la durata sia di diversi anni.”
“Master!” esclamò Harry sorpreso. “Non stara pensando-”
“Proprio così! Quest’uomo potrebbe commissionare a Fairy Tail una missione di
classe S finché questo Voldemort non sarà stato definitivamente eliminato.
Ovviamente sarà una missione decisamente cara, e su questo punto non sono
disposto a trattare.”
Silente lo guardò con aria pensierosa, per poi annuire.
“Credo di potermelo permettere. Però vi pagherò una volta l’anno. E dato che la
scuola durerà sette anni, vi assicuro almeno sette anni di pagamento. Secondo
le mie previsioni, Voldemort cercherà di eliminare Harry mentre è a scuola,
dato che non avrà ancora portato a termine i suoi studi e non è a conoscenza di
come si sono evolute le cose.”
“Bene. Tuttavia, ho un'altra condizione.” Continuò il Master. “La vostra magia
è molto interessante, e mi pare di capire che tutti possano apprenderla,
esatto?”
“Tutti coloro che hanno la magia dentro di sé ne sono in grado, sì.”
“Ebbene, voglio che oltre a Harry, porti con te anche altri maghi di Fairy
Tail, che sceglierò personalmente. Dovranno studiare assieme a Harry, restando
al suo fianco e aiutandolo se necessario. Non ci sarà nessun costo extra, dato
che per loro sarà l’occasione perfetta per aumentare la loro conoscenza.”
Silente annuì.
“D’accordo. Dato che sono tutti maghi, non avrò problemi a farli riconoscere dal
Ministero.”
“Perché questo mi suona tanto come un sinonimo del Concilio?” rifletté Natsu,
mentre il Master si girava verso Harry.
“Harry, questa sarà la tua prima missione pluriennale.” Disse, mentre il
ragazzo annuiva.
“Va bene. Se è una missione, non posso rifiutarmi.”
Makarov ridacchiò.
“E con te verranno Erza, Natsu, Gray e anche Lucy.” Disse infine, facendo
sgranare gli occhi ai diretti interessati.
“Eh?!” esclamarono insieme.
“Ma Master! Io non posso allontanarmi dalla gilda!” fece Erza.
“Consideralo come un allenamento. Quando tornerai, sarai molto più forte di
adesso, ne sono sicuro.”
“Se le cose stanno così, allora ci sto! Magari troverò Igneel proprio in
quest’altro mondo!” esclamò Natsu.
“Perché no?” si aggregò Gray. “Apprendere qualche altra magia non mi farà di
certo male.”
“Sarebbe meglio se cominci ad apprendere un modo per non spogliarti senza
rendertene conto.” Commentò Cana, mentre il mago del ghiaccio si rendeva conto
di essere rimasto solo in boxer.
“Accidenti!” esclamò, andando subito a recuperare gli altri vestiti.
“M-Ma perché anch’io?! Mi sono unita da poco alla gilda!” fece spaventata Lucy.
“Proprio per questo. Quando tornerai, sono sicuro che sarai molto più forte di
adesso, visto che i maghi degli Spiriti Stellari solitamente non usano mai la
magia direttamente.”
“Ehi, e io?” esclamò Happy, facendosi spuntare un paio di ali e volando in
testa a Natsu.
“Un gatto… parlante e volante?” fece Silente, guardando sorpreso l’animale.
“Aye!” rispose lui.
“Happy viene con me ovunque io vada.” Disse Natsu.
“Beh, potrebbe passare come il tuo animale, anche se dovrà fingere, almeno
quando è di fronte agli altri studenti e professori, di essere un gatto
normale, senza parlare o volare.”
“Che cosa?! Perché?!”
“Da noi saresti scambiato come un essere oscuro, e probabilmente diventeresti
oggetto di studio per poi essere… eliminato.” Spiegò Silente, mentre il gatto
assumeva un’espressione simile all’Urlo di Munch.
“Come farai a tornare nella tua dimensione con loro?” chiese Makarov.
Silente sorrise, mentre Fanny si appoggiava sulle sue spalle.
“Fanny è la mia fenice. I suoi poteri sono unici nel suo genere, e come avete
potuto vedere, può viaggiare anche tra le dimensioni. Inoltre, può trasportare
diverse persone senza alcun problema. Se voi siete d’accordo, li porterò subito
con me, in modo da poterli istruire sul nostro mondo. Ovviamente non dovranno
rivelare a nessuno da dove vengono realmente. Diremo che Harry si è
smaterializzato in un altro continente, dove è stato cresciuto da una famiglia
di maghi, da cui provengono anche gli altri.”
“Ma per la magia? Come faremo a spiegarla?”
“Ecco, questo è un altro punto: non vi sarà permesso fare alcuna magia fuori
dalla scuola. Nel nostro mondo tutti i maghi minorenni vengono marchiati
automaticamente da una magia, che rivela al Ministero se viene effettuata
qualche magia.”
“Che cosa?! Non potremmo usare nemmeno la magia?!” esclamò Natsu. “E io come
farò?!”
“Che cosa intendi dire?” chiese il preside.
“Io vivo continuamente con una magia, Dragon Slayer, che mi rende molto simile
a mio padre. È una magia continua che non si può interrompere.”
“Anch’io avrei qualche problema.” Fece Erza. “Uno dei miei occhi è stato creato
con la magia, quindi potrebbe essere rilevato come tale.”
“Di questo non dovrete preoccuparvi. Ho una certa influenza al Ministero, e
dirò che la vostra magia continua è dovuto a un incantesimo che vi permette di
restare in salute. In quel caso non riveleranno la vostra magia come volontaria
e non verrete puniti.”
“Mandano in prigione se viene violata questa legge?” chiese Lucy.
“In effetti abbiamo una prigione per maghi, ma viene inviato lì solo chi
commette qualche crimine grave. Per intenderci, la maggior parte dei detenuti
sono dei sostenitori di Voldemort. Tuttavia, dopo due volte che qualcuno viene
scoperto ad usare la magia, viene espulso da Hogwarts, e non potrà più usarla
legalmente.”
“Devo ricredermi.” Commentò Makarov. “Il nostro Concilio è molto più elastico
di questo Ministero. Ad ogni modo, i miei figli seguiranno le tue istruzioni.”
“Se è una missione, resta tale.” Fece Erza. “Per quanto lunga e difficile possa
essere, però noi non ci riterremo responsabili di eventuali danni se qualcuno
ci importunerà.”
“Danni?” ripeté curioso Silente.
“Fairy Tail non è famosa solo perché è la gilda più forte di tutta Fiore.”
Rispose sorridendo Harry. “Ma anche perché è la più distruttiva.”
“In tal caso, vi avverto che non potrò garantirvi tale immunità. Sarete
considerati come qualsiasi altro studente, perciò verrete puniti se
infrangerete le regole. Vi verrà tutto spiegato quando comincerete le lezioni.”
Dicendo ciò, Silente fece un cenno a Fanny, che si alzò ad un metro sopra di
lui.
“Allora se siete pronti, avvicinatevi.”
“Partiamo così, senza prendere nulla?” chiese sorpresa Lucy.
“Vi fornirò io tutto quello che vi sarà necessario. È meglio non portare
oggetti di questo mondo nel nostro, dato che potrebbero non esistere. E per
quanto riguarda quell’armatura, mi duole doverti dire che darebbe un po’ troppo
nell’occhio.” Disse il preside, indicando Erza, che annuì.
“Capisco.” Fece lei, mentre l’armatura s’illuminava, venendo sostituita da dei
vestiti semplici. “Così va meglio?”
“Incredibile… Finita questa storia dovrei venire qui a studiare la vostra
magia. Sembra assai più interessante e complessa di quella con cui solitamente
ho a che fare.” Commentò divertito, per poi porgere ai maghi le sue braccia.
“Dovete tenervi aggrappati a me per poter passare all’altra dimensione. Fanny è
solo una fenice, non può moltiplicarsi per ognuno di voi.”
I maghi annuirono, per poi salutare il Master e i loro compagni.
Poi presero le mani del preside, venendo subito avvolti dalle fiamme della
fenice, scomparendo pochi secondi dopo.
Capitolo 2 *** Arrivo nel mondo magico! Diagon Alley! ***
02
Ed eccomi qui con il secondo capitolo!
Devo dire che al momento sono piuttosto ispirato da questa storia,
perciò aspettatevi, almeno all'inizio, aggiornamente
relativamente veloci (tranne settimana prossima, che non ci sarò
XD).
Vedo con piacere che la storia ha avuto un discretto successo, e questo
non può fare altro che motivarmi a proseguirla. E vedrete, i
nostri maghi di Fairy Tail ne combineranno di tutti i colori XD.
Prima di passare alle risposte delle recensioni, ringrazio Fly89 per avermi fatto da beta.
@ Ciccio85:Eh eh... per una volta, sono stato il pioniere di un nuovo filone di crossover XD. @ Accio_Serena:Mi
fa piacere che quest'idea ti sia piaciuta. Per quanto riguarda le
virgolette, i motivi per cui le uso sono due: primo, perché mi
sono più comode da usare. Secondo, ho scritto tutte le mie
fiction così, perciò ormai rimango fedele a questo modo
XD. Per i dialoghi invece, non mi pare di aver scritto tutta la storia
solo a dialoghi. Poi io personalmente preferisco le storie dove ci sono
per la maggior parte dialoghi, perché (almeno, io sono
così XD) li trovo più chiari rispetto a una serie di
descrizioni. Comunque sono punti di vista. Spero che anche i prossimi
capitoli risultino di tuo gradimento! @ ganduil:A
essere precisi, svillupa la sua magia "alla Fairy Tail", quindi in
maniera possiamo dire grezza, ma è sempre la sua magia XD. Per
quanto riguarda la mia possibile influenza da Otto e company... no, o
almeno, non troppo XD. Per Draco Malfoy... vedrai, molto presto lo
vedrai (anche se per quella reazione, dovrai aspettare un po' di
più XD). Spero di essere all'altezza delle aspettative. @ fria:Beh, direi che per una volta non ho fatto aspettare troppo tempo XD
Bene, e ora... Buona lettura a tutti!
Capitolo 02: Arrivo nel mondo magico! Diagon Alley!
Quando i sei maghi uscirono dalla fiamme, si ritrovarono in una stanza circolare.
Attorno a loro c’erano centinaia di libri e quadri appesi
all’apice delle pareti, i cui soggetti erano tutte persone per la
maggior parte anziane, che dormivano.
Fanny si staccò da Silente, andando a riposare sul suo trespolo.
Su una mensola di fronte a loro c’era in bella vista un vecchio e grigio capello a punta, pieno di toppe.
“Benvenuti a Hogwarts.” Disse Silente. “E per essere più precisi, benvenuti nel mio studio.”
I cinque maghi di Earthland però erano troppo impegnati a guardarsi attorno per dargli retta.
“Q-Questo…” cominciò Lucy, con gli occhi che
brillavano. “È il paradiso in terra!” esclamò
al settimo cielo, ammirando le decine di oggetti disseminati per la
stanza che non aveva mai visto prima, per poi guardare i libri.
“Nemmeno la biblioteca della nostra gilda è così ben fornita.” Commentò sorpresa Erza.
“E non avete ancora visto la biblioteca della scuola. Questa
è solo la mia collezione personale.” Ridacchiò il
preside, interrompendosi quando la porta si aprì di colpo,
colpendo uno sfortunato Natsu, che finì a terra.
“Preside! L’ha trovato?” chiese una signora, di circa
sessant’anni, entrando di colpo e fermandosi quando vide il
Dragon Slayer a terra che si teneva un naso dolorante.
“Oh, scusami.” Disse subito lei, tirando fuori una
bacchetta e puntandola verso il volto del mago, per poi mormorare
qualcosa.
Immediatamente il dolore scomparve, lasciando un Natsu decisamente sorpreso.
“La professoressa McGranitt, vicepreside.” La
presentò Silente ai maghi. “Vi insegnerà
trasfigurazione durante i vostri sette anni.”
“Silente, ma cosa-” cominciò lei, fermandosi quando vide Harry.
“Come puoi vedere Minerva, sono riuscito a trovarlo. Si era
smaterializzato all’estero, ed è cresciuto assieme a
questi ragazzi che ho portato con lui. Sono tutti maghi, ansiosi di
cominciare gli studi.”
La professoressa squadrò per qualche secondo i compagni di Harry, per poi annuire.
“Capisco. Allora immagino di dover aggiornare l’elenco degli studenti.”
“Prima dovrò inoltrare la richiesta di trasferimento al
Ministero.” Spiegò Silente. “Nel frattempo, vorrei
che andasse a chiamare Hagrid. Digli di prepararsi per accompagnare
Harry e i suoi amici a prendere il materiale necessario.”
La McGranitt annuì, per poi uscire dalla stanza.
“Come faremo a pagare il materiale scolastico?” chiese
Lucy. “Non abbiamo soldi, e inoltre non è sicuramente la
stessa moneta.”
“Non preoccupatevi, Hogwarts mette a disposizione una certa cifra
per situazioni del genere. Inoltre, se posso permettermi, Harry ha una
discreta somma messa da parte, in quanto eredità dei suoi
genitori.”
“Davvero? Nonostante sia scomparso è rimasta a mia disposizione?”
Silente sorrise, mentre andava a sedersi dietro la sua scrivania.
“La Gringott è molto affidabile come banca. È
impossibile rubare qualcosa che sia tenuto lì dentro. Pensate,
ci sono anche dei draghi come guardiani.”
Sentendo ciò, Natsu scattò in piedi.
“Draghi?!” ripeté, avvicinandosi al preside. “Hai detto proprio draghi?!”
“Sì. Sapete, la Gringott è forse l’unico
edificio in Inghilterra che ne ha uno o più al suo
interno.”
“E sai se c’è un drago di nome Igneel?!” chiese il Dragon Slayer.
“Che io sappia, i draghi non hanno nomi personali. Comunque, credevo che Igneel fosse il nome di tuo padre.”
“Infatti suo padre era un drago.” Rispose Harry al posto
del rosa. “Natsu è cresciuto con un drago del fuoco, ed
è stato proprio lui a donargli la sua magia.”
“Davvero?” fece sorpreso Silente. “Vuoi dire che nel vostro mondo i draghi sono creature intelligenti?”
“Certo! È stato lui a insegnarmi tutto quel che so!”
replicò Natsu. “Solo, è scomparso nel nulla qualche
anno fa, e da allora lo sto cercando.”
“Draghi intelligenti… dove andremo a finire di questo passo?” disse una voce.
I maghi si guardarono intorno.
“Sopra di voi, idioti!” fece la stessa voce, attirando lo
sguardo dei ragazzi su un quadro, dentro il quale si vedeva un uomo che
sbadigliava.
“Devo avere le allucinazioni…” fece Gray. “Mi
è sembrato di vedere un quadro muoversi e parlare…”
“E a me è sembrato di vedere un ragazzo talmente
maleducato da spogliarsi nell’ufficio del preside.”
Replicò il quadro, facendo notare nuovamente al mago del
ghiaccio il suo problema.
“Phineas, ti presento dei nuovi studenti.” Disse Silente.
“Ragazzi, lui è Phineas Nigellus Black, uno dei tanti
presidi che mi ha preceduto nei mille anni di storia di Hogwarts.”
“Lo avete rinchiuso in un quadro per mille anni?!” esclamò incredulo e spaventato Happy.
“No, no.” Rispose il preside, ridacchiando. “È
una magia, che diciamo, copia l’identità di una persona
dentro un quadro. Quelli che vedete qui sopra sono tutti i presidi che
mi hanno preceduto. E quando deciderò di andarmene, anche il mio
quadro si aggiungerà a loro.”
“In pratica sono immortali?” domandò Erza.
“Beh, non possono proprio essere definiti vivi, perciò
direi di no. Scoprirete che Hogwarts è piena di quadri, e tutti
i loro occupanti sono in grado di interagire con gli studenti e i loro
simili.”
Mentre diceva ciò, cominciò a prendere delle pergamene.
“Prima di lasciarvi andare con Hagrid, devo sapere i vostri nomi
completi per poter notificare al ministero la vostra iscrizione.”
“Io sono Erza Scarlet.”
“Natsu Dragonil!”
“Gray Fullbuster.”
“Lucy Heartphilia.”
Il preside annotò tutti i nomi.
“D’accordo. Allora entro domani sarete registrati al
ministero, e come vi ho detto, farò sì che per Natsu e
Erza non dicano niente sulle loro magie continue.” Disse, per poi
fermarsi quando sentì bussare forte alla porta.
“Avanti.” Fece, mentre Natsu si allontanava dall’uscio per non ripete l’esperienza di poco prima.
Di fronte a loro apparve un uomo che era decisamente alto e più
grosso rispetto a uno normale. Aveva il volto quasi nascosto da una
criniera di capelli scuri, lunga e scomposta, e da una barba incolta e
aggrovigliata, ma si distinguevano gli occhi che scintillavano come
neri scarafaggi.
“Eccomi, professor Silente.” Disse Hagrid, per poi guardare
i maghi di fronte a lui. “Chi di voi è Harry?”
chiese subito.
Il moro si fece avanti.
“Sono io.” Disse, analizzando l’uomo di fronte a sé.
“Lo sapevo, sei identico a tuo padre, mentre gli occhi sono di
tua madre. Però avrei scommesso che avresti avuto gli
occhiali.”
“Oh, non appena ha cominciato a non vedere bene, il nostro Mas-
volevo dire, un amico dei nostri genitori gli ha fatto un incantesimo
per correggere la vista.” Spiegò Gray, correggendosi
subito non appena si accorse dell’errore che stava per commettere.
Per sua fortuna Hagrid non se ne rese conto.
“Allora Hagrid, come ti ha già anticipato Minerva,
desidero che tu accompagni Harry, Natsu, Erza, Gray e Lucy a Diagon
Alley per fargli prendere tutto il materiale necessario. Ecco qui la
lista.” Disse porgendogli la lettera di Harry. “E ecco
anche le chiavi per la camera di Harry, quella di Hogwarts per prendere
i soldi per gli altri quattro ragazzi e, infine…
c’è anche quella questione da risolvere.”
Hagrid annuì serio, prendendo tre piccole chiavi che il preside gli porse.
“Ragazzi, lui è Rubeus Hagrid, Custode delle Chiavi e dei
Luoghi a Hogwarts.” Lo presentò infine ai cinque maghi.
“Ah, Natsu, aspetta un secondo.” Continuò il
preside, per poi aprire un cassetto e tirare fuori un piccolo zaino.
“Credo che questo ti sarà utile se vuoi portare con te
Happy. Meglio non lasciarlo libero, potrebbe perdersi.”
Il mago del fuoco annuì, mentre il suo amico saltava dentro lo zaino, sotto lo sguardo sorpreso di Hagrid.
“Quel gatto dev’essere parecchio intelligente per aver
capito al volo che cosa doveva fare.” Commentò, non
vedendo Happy che si mordeva la lingua per non parlare.
“Bene, allora vi consiglio di passare per il camino.”
Concluse Silente, alzandosi e avvicinandosi al camino che si trovava
poco lontano.
“Per il camino?” ripeté Lucy. “E come-”
“Solitamente noi maghi ci smaterializziamo, ma voi siete ancora
minorenni e non potete, perciò il metodo più veloce
è questo. Hagrid, glielo puoi mostrare tu?”
L’uomo borbottò qualcosa sul fatto che preferiva altri
mezzi di trasporto, ma annuì e si avvicinò al camino.
Sotto gli occhi sorpresi dei ragazzi, mise la mano in un sacchetto appeso al muro, tirando fuori quella che sembrava povere.
Non appena la gettò nel camino, si creò dal nulla una fiamma verde.
“Dovete scandire bene dove volete andare.” Disse Hagrid, entrando nelle fiamme. “Diagon Alley!”
Non appena ebbe detto ciò, le fiamme lo avvolsero, facendolo scomparire.
“W-Wow!” esclamò Lucy, con gli occhi spalancati per la sorpresa.
“Ma qui usate solo il fuoco per muovervi?”
“No, solitamente come ho già detto ci smaterializziamo
direttamente dove vogliamo. Altrimenti usiamo le scope volanti.”
“Scope volanti?” ripeté Natsu. “Non oso
immaginare come sarà starci sopra…”
continuò, diventando leggermente verde, mentre Erza si
avvicinava al cammino, prendendo la polvere in mano.
“Allora il posto si chiama Diagon Alley, esatto?” chiese conferma la maga, ricevendo un assenso come risposta.
“Va bene… allora andiamo!” esclamò, buttando
la polvere nel camino e pronunciando il nome della destinazione.
Uno ad uno, anche gli altri maghi la imitarono, lasciando per ultimo Harry.
“Harry, aspetta un minuto.” Lo fermò Silente.
Il ragazzo si girò verso l’anziano mago, restando in silenzio.
“Prima che tu vada, devo avvertirti che non appena farai la tua
entrata nel mondo magico, ti ritroverai circondato da persone ansiose
di conoscerti. Come ti ho già detto, qui sei una
celebrità.”
“Tranquillo professore, sono una celebrità anche nel mio
mondo. Non ho mai sopportato stare al centro dell’attenzione, ma
mi ci sono ritrovato lo stesso. Qui non sarà diverso.”
Silente sorrise.
“Allora non ho altro da dirti. Hagrid vi spiegherà il
resto. Buona giornata, Harry.” Concluse, mentre il moro prendeva
la polvere e imitava gli amici.
Harry fece qualche colpo di tosse mentre usciva dal cammino.
“Ben arrivato.” Disse Erza, mentre gli altri si stavano ancora togliendo la fuliggine di dosso.
“Devo dire che come mezzo di trasporto è piuttosto veloce
ed efficace… anche se ti lascia un po’ sporco.”
Commentò il mago del ghiaccio.
“Almeno non sono stato male.” Fece Natsu.
“Io preferisco evitare quando possibile.” Borbottò Hagrid.
I maghi si guardarono attorno, rendendosi conto di essere finiti in quello che aveva tutta l’aria di essere un bar.
“Il solito, Hagrid?” chiese il barman, avvicinandosi al grosso uomo, che però scosse la testa.
“Non posso, Tom, sono in servizio per Hogwarts.” Rispose
lui, indicando i quattro maghi, mentre Harry si scuoteva con una mano i
capelli, rendendo visibile per qualche secondo la cicatrice.
“Buon Dio!” esclamò Tom, guardandolo sorpreso.
“Questo è… non sarà mica…?”
Mentre diceva ciò, tutti i clienti del bar si fermarono, girandosi verso di loro.
“Cos’è tutta questa attenzione improvvisa?” chiese Lucy a bassa voce.
“Mi venisse un colpo… Ma è Harry Potter! Quale
onore!” continuò il barman, uscendo da dietro il bancone e
afferrando la mano di un sorpreso Harry. “Bentornato, signor
Potter, bentornato!”
Sotto gli occhi increduli dei maghi di Fairy Tail, il moro si
ritrovò a stringere decine di mani, incapace di liberarsi da
quella situazione.
“Nemmeno da noi aveva tutta questa fama.” Mormorò Gray a Erza, che annuì.
“Nemmeno io ho mai dovuto stringere così tante mani quando ero con mio padre…” disse Lucy.
Natsu fece per aprire bocca, ma si bloccò sentendo un brivido lungo la schiena.
Si girò di colpo, ritrovando di fronte ad un uomo pallido, con
un turbante che gli avvolgeva la testa e un tic nervoso a un occhio.
“Professor Raptor!” esclamò Hagrid, riconoscendolo e
allontanando con quella scusa Harry dai suoi fan. “Ragazzi, il
professore sarà uno dei vostri insegnanti a Hogwarts.” Lo
presentò.
“P-P-Potter!” fece questi, balbettando vistosamente.
“N-N-Non so dirle qu-quanto s-sono felice di
c-c-conoscerla.”
Poi si girò verso gli altri maghi.
“E l-l-loro chi s-s-s-ono?” chiese.
“Amici di Harry. Anche loro cominceranno quest’anno a frequentare Hogwarts.” Rispose Hagrid.
“Che tipo di magia insegna lei, professor Raptor?” chiese
Lucy, mentre Natsu continuava a guardare con timore l’uomo.
“D-Difesa co-contro le Arti O-O-Oscure.” Rispose lui, per
poi girarsi di nuovo verso Harry. “N-N-Non che a lei s-serva, eh
P-Potter?”
Ridendo nervosamente, guardò tutti i ragazzi.
“Su-Suppongo che vi s-s-stiate ri-rifornendo d-di tu-tu-tutto
quel che vi s-s-serve, v-vero? I-Io devo prendere u-un nuovo li-libro
s-sui va-va-vampiri.” Disse, tremando a quel pensiero.
“Beh, noi ora dovremmo andare.” Fece Hagrid, in modo che
tutti lo sentissero. “Un mucchio di acquisti da fare. Sbrigatevi
ragazzi.”
I cinque non se lo fecero dire due volte e seguirono l’uomo in un piccolo cortile fuori dal locale, che dava su un muro.
“Silente mi aveva detto che ero famoso… ma non pensavo così tanto famoso…” commentò Harry, riprendendo a respirare.
“Pensa al lato positivo: non dovrai presentarti in continuazione,
visto che qui ti conoscono tutti.” Scherzò Erza.
“A proposito Harry…” chiese Hagrid, mentre cercava
qualcosa nelle sue tasche. “Cosa ti è successo attorno
alla cicatrice?”
Harry si voltò verso i suoi compagni, che annuirono.
“È un simbolo che ci lega come amici.” Rispose,
mentre anche gli altri quattro maghi mostravano lo stesso simbolo, che
ognuno aveva impresso. Erza e Natsu lo avevano sulle braccia, Gray sul
petto e Lucy sul dorso della mano.
“Capisco.” Fece sorridendo Hagrid, tirando fuori dalla sua
giacca un ombrello rosa. “Ora fate un passo indietro.”
Sotto lo sguardo confuso dei maghi, colpì diversi e precisi mattoni del muro con la punta dell’ombrello.
Pochi secondi dopo tutti i mattoni cominciarono a muoversi, lasciando
in breve tempo un varco che dava su una via in quel momento affollata
di persone, ma soprattutto ragazzi come loro.
I membri di Fairy Tail guardarono increduli la scena di fronte ai loro occhi.
“Rettifico: questo è il paradiso!” esclamò Lucy, osservando ammirata le decine di negozi di magia.
“Non ho mai visto così tanti luoghi magici tutti insieme…” commentò Erza.
“Il vecchio farebbe carte false per poter essere qui, ne sono sicuro.” Aggiunse Natsu.
“Eh eh. Diagon Alley fa sempre questo effetto, ma prima che vi
perdiate nei negozi, occorre che andiamo a prelevare il denaro
necessario.”
I cinque annuirono, seguendo l’uomo lungo la grande via, fermandosi di fronte a un grosso edificio bianco.
“Questa è la Gringott, la banca dei maghi.” Disse Hagrid, mentre varcavano l’ingresso.
I cinque maghi si fermarono a osservare una strana creatura che si
trovava lì a fare la guardia. Era più basso di loro, il
viso dal colorito scuro e l’aria intelligente, una barba a punta
e dita e piedi molto lunghi.
Si inchinò di fronte a loro mentre varcavano la porta.
“Quello che cos’era?” chiese Gray.
“Un folletto. Sono loro a gestire la Gringott. E credetemi, è assai difficile fregare uno di loro.”
Il gruppo si fermò di fronte a una porta d’argento sopra la quale c’erano incise le seguenti parole:
Straniero, entra, ma tieni in gran conto
Quel che ti aspetta se sarai ingordo
Perché chi prende ma non guadagna
Pagherà cara la magagna
Quindi se cerchi nel sotterraneo
Un tesoro che ti è estraneo
Ladro avvisato mezzo salvato:
Più del tesoro non va cercato
“Bisognerebbe
essere dei pazzi per cercare di rapinare questa banca.” Disse
Hagrid, mentre i cinque ragazzi non poterono evitare di deglutire.
Il gruppo proseguì, ritrovandosi in un enorme corridoio, ai cui
lati c’erano alti scranni, su ciascuno dei quali era seduto un
folletto.
Hagrid si diresse verso uno di essi, seguito dai cinque maghi.
“Salve.” Disse. “Siamo venuti a prendere un po’
di soldi dalle casseforti del signor Potter e del fondo di
Hogwarts.”
“Avete le chiavi, signore?” chiese il folletto.
Hagrid annuì, consegnandogli le chiavi che Silente gli aveva dato.
“E poi c’è anche questa.” Disse, consegnandoli
una lettera. “Riguarda lei sa cosa della camera blindata
settecentotredici.”
Il folletto prese la lettera, leggendola subito.
“Molto bene.” Disse restituendola al proprietario.
“Qualcuno vi accompagnerà nelle camere blindate.
Unci-unci!” chiamò, facendo arrivare un altro folletto,
che li condusse in una delle tante porte che portavano fuori dalla sala.
“Che cosa c’è in quell’ultima cassaforte che ha nominato?” chiese curiosa Lucy.
“Mi spiace, ma non posso dirvelo. Segreto di Silente.”
Rispose Hagrid, mentre Unci-Unci si fermava di fronte a dei binari.
Natsu sbiancò visibilmente quando vide tre carelli arrivare e fermarsi di fronte a loro.
“Ma tu guarda come si è fatto tardi!”
esclamò, girandosi per uscire. “Credo proprio di dover
andare!”
A fermarlo fu Erza, che lo fissò seria.
“Dov’è che dovresti andare?” chiese, guardandolo negli occhi.
Hagrid e Lucy si sorpresero per quello sguardo, mentre gli altri tre si limitarono a deglutire.
“O-Ora che ci penso, non è poi così
tardi…” ritrattò Natsu, deglutendo, per poi salire
sull’ultimo carello.
“Allora, chi va con Natsu?” chiese Harry, dopo essersi seduto sul primo carello.
“Harry, bastardo!” gli urlò contro Gray, mentre
senza dire nulla, anche Lucy e Erza si erano andate a sedere nel
carello in mezzo, mentre Hagrid si sedette accanto a Harry.
“Maledizione…” sospirò Gray, affiancandosi al
mago del fuoco, mentre Unci-unci si metteva in piedi accanto a Hagrid.
“Ma perché tutta questa preoccupazione? È vero, non
è uno dei viaggi più comodi, però-”
“Se le cose stanno così, ti consiglio di non guardare
indietro. Non è uno bello spettacolo vedere Natsu quando
è su un mezzo di trasporto.”
“E perché?”
Ma prima che qualcuno potesse rispondere, i tre carelli partirono,
acquistando subito velocità e cominciando a fare una serie
continua di curve, scendendo sempre più in profondità.
“Aiuto!!!” urlò Natsu, affacciandosi fuori dal carello, con il volto ormai completamente blu.
Non che gli altri maghi fossero messi tanto meglio.
“Ma che razza di mezzo è questo?!” urlò Lucy con le lacrime agli occhi per la paura.
Quando finalmente i tre carelli si fermarono, Natsu scivolo letteralmente fuori, mettendosi a baciare la terra.
“F-Finalmente giù…” balbettò a fatica,
mentre Happy da dentro lo zaino cercava anche lui di evitare di
rimettere.
“La prima volta è sempre così… anche se
spesso non si ci abitua mai…” fece Hagrid, mentre il
folletto apriva una porta, rivelando una stanza piena di monete
d’oro, argento e di bronzo.
“Ecco la stanza del signor Potter.” Disse Unci-unci, facendosi da parte.
I cinque maghi si avvicinarono.
Gray fece un fischio.
“Cavoli Harry, potevi dircelo di essere così ricco!” esclamò.
“E secondo te io lo sapevo?!” replicò lui, mentre Hagrid si avvicinava.
“Le monete d’oro si chiamano galeoni” spiegò.
“Diciassette falci d’argento fanno un galeone e ventinove
zellini un falci. Semplice, no?”
“Non proprio, ma direi che possiamo farci
l’abitudine.” Rispose Erza, mentre Harry prendeva la borsa
che Hagrid gli stava porgendo.
“Con tutto questo oro, la gilda vivrebbe nel lusso per molti anni
senza bisogno di fare alcuna missione.” Commentò Natsu,
poco prima che Lucy gli pestasse il piede.
“Gilda?” chiese curioso Hagrid. “Che cosa sarebbe?”
“È il nome che abbiamo dato alla nostra casa.”
Rispose Harry, cercando di rimediare al danno dell’amico, mentre
infilava nella borsa un po’ di monete di tutti i tipi, abbondando
per poter eventualmente aiutare i compagni di gilda.
Poi, con grande rammarico di Natsu e Hagrid, risalirono sui carelli,
scendendo ulteriormente, fermandosi di fronte a un’altra
cassaforte, dove stavolta entrò solo Hagrid, uscendo con quattro
sacchi pieni di monete che consegno ai maghi di Fairy Tail.
“Questi sono i soldi che Hogwarts da a quelli che come voi non
hanno possibilità di permettersi il materiale. Sono sufficienti
per lo stretto necessario.”
“A me sembra anche troppo!” esclamò Gray, guardando dentro la sua borsa.
Dopo essersi assicurati di aver chiuso bene le borse, scesero ancora
più in profondità, fermandosi di fronte a una terza
porta, dove entrò di nuovo solo Hagrid.
I cinque maghi notarono che a differenza delle precedenti era vuota,
salvo un piccolo pacchettino che Hagrid prese e infilò in una
delle sue ampie tasche.
Senza chiedere nulla, avendo capito che non avrebbero comunque avuto
alcuna risposta, il gruppo si apprestò a tornare in superficie,
dove una volta usciti dalla banca, Natsu si fiondò in un angolo
per poter rivedere la propria colazione.
“Stavolta non posso proprio dargli torto…”
commentò Gray, portandosi una mano sullo stomaco. “A
saperlo stamattina non mi sarei abbuffato in questo modo.”
Harry e Erza rimasero in silenzio, senza mostrare agli altri come
stavano realmente, mentre Lucy era seduta a terra con gli occhi che
roteavano ancora.
“Adesso potremmo andare a prendere le vostre uniformi.”
Disse Hagrid, anche lui visibilmente scosso, indicando un negozio poco
lontano, il cui nome era ‘Madama McClan: abiti per tutte le occasioni’.
I ragazzi annuirono, mentre Natsu si riavvicinava a loro.
“Mai. Più!” scandì. “Non ho intenzione di scendere la sotto mai più!”
I quattro maghi non riuscirono a trattenere una risata mentre si avvicinavano al negozio.
“Sentite, vi spiacerebbe se facessi un salto al Paiolo Magico a
bere un cordiale?” fece il custode di Hogwarts. “Detesto
quei carelli della Gringott. E no, tu devi restare qui per farti
prendere le misure.” Disse anticipando Natsu, che abbassò
subito arrendevolmente la testa, seguendo i compagni nel negozio.
“Hogwarts cari?” li accolse Madama McClan, vedendoli
entrare. “Ho qui tutto l’occorrente… Di là
c’è un altro giovanotto che sta provando
l’uniforme.”
I cinque annuirono, seguendola sul retro.
“Non capisco perché dobbiamo indossare un’uniforme…” borbottò Gray a bassa voce.
“Magari così riuscirai a levarti quel tuo problema.”
Disse senza troppa convinzione Harry, mentre Madama McClan indicava
loro degli sgabelli accanto a un ragazzo dal viso pallido e appuntito,
che in quel momento stava provando una lunga tunica nera con
l’aiuto di un’altra strega.
La proprietaria del negozio cominciò subito a prendere le misure
dei cinque maghi, che rimasero in silenzio finché il ragazzo
biondo non cominciò a parlare.
“Ciao.” Disse. “Anche voi a Hogwarts?”
“Sì.” Risposero insieme i membri di Fairy Tail.
“Mio padre, nel negozio qui accanto, mi sta comprando i libri, e
mia madre sta guardando le bacchette magiche, un po’ più
avanti.” Continuò con voce annoiata e strascicata, senza
preoccuparsi se poteva interessare ai cinque. “Dopo li
trascinerò via per andare a vedere le scope da corsa. Non
capisco proprio perché noi del primo anno non possiamo averne di
personali. Penso che costringerò mio padre a comprarmene una e
la porterò di straforo, in un modo o nell’altro.”
“Io personalmente trovo una fortuna che non sia
obbligatorio.” Commentò Natsu, infastidito come gli altri
quattro dal ragazzo.
“E voi ce lo avete un manico di scopa?” chiese lui, incurante del commento del rosa.
“No.” Risposero monotoni i cinque.
“Sapete giocare a Quidditch?”
“Non abbiamo mai avuto la possibilità di imparare.” Rispose aspra Erza.
“Io sì. Papà dice che sarebbe un delitto se non mi
scegliessero per far parte della squadra della mia Casa, e devo dire
che sono proprio d’accordo. Voi sapete già in quale Casa
andrete a stare?”
I cinque si guardarono confusi.
“No.” Rispose infine Lucy, sperando che nel vaneggiare del ragazzo scappasse anche qualche spiegazione.
“Be’, nessuno lo sa veramente finché non si trova
sul posto, non è vero?” Ma io so che starò a
Serpeverde: tutta la mia famiglia è stata lì. Pensate,
ritrovarsi a Tassorosso! Io credo che me ne andrei, voi?”
“Non saprei…” rispose Harry, cercando di assimilare le scarse informazioni che stava ricevendo.
“Ehi! Guardate quello!” esclamò il biondino,
indicano Hagrid che era davanti alla vetrata principale, che stava
salutando i cinque maghi.
“Si chiama Hagrid.” Fece Gray. “E lavora a Hogwarts.”
“Oh, l’ho sentito nominare. È una specie di inserviente, vero?”
“Non credo, mi sembra abbia abbastanza fiducia da parte di
Silente.” Rispose Lucy, che come i suoi compagni faticava sempre
di più a sopportare il ragazzo.
“Davvero?” fece scettico lui, con un piccolo ghigno.
“Perché siete con lui? Dove sono i vostri genitori?”
“Morti.” Risposero insieme Harry e Gray.
“Non li ho mai conosciuti.” Fece Erza.
“Mio padre è scomparso nel nulla.” Disse atono Natsu.
“Anche i miei non ci sono più.” Mormorò Lucy, abbassando lo sguardo.
“Oh, scusatemi.” Disse il ragazzo, senza però
mostrare il minimo risentimento. “Ma erano come noi?”
A quel punto Erza lo guardò con un misto di rabbia e curiosità.
“Come sarebbe a dire?”
“Erano maghi o babbani?”
“Non credo ti possa interessare. Inoltre, non ne abbiamo la
minima idea, visto che tutti noi siamo cresciuti con dei genitori
adottivi.” Rispose Harry, mentre Natsu borbottava qualcosa che il
biondo non riuscì a capire.
“Io penso che non dovrebbero permettere agli ‘altri’
di frequentare, non trovate? Loro non sono come noi, non sono capaci di
fare quello che facciamo noi. Pensate che alcuni, quando hanno ricevuto
la lettera, non avevano mai neanche sentito parlare di Hogwarts.
Secondo me, dovrebbero limitare la frequenza alle più antiche
famiglie.”
I cinque maghi non poterono che guardare sempre con maggiore disgusto il biondo.
“Noi non creiamo alcuna distinzione tra purosangue e non.”
Rispose aspro Gray. “Anzi, consideriamo feccia quelli che si
fanno di questi problemi.”
Il ragazzo sbuffò, evidentemente infastidito da quel commento.
“E voi come fate di cognome?” chiese infine.
Per fortuna dei maghi di Fairy Tail, Madama McClan li interruppe.
“Ecco fatto cari.” Disse, permettendo così ai
ragazzi di trovare una scusa per interrompere la loro discussione con
il ragazzo.
“Bene, penso che ci rivedremo a Hogwarts.” Si congedò lui, sempre senza cambiare tono di voce.
“Io spero di vederlo in mezzo a una torre di fuoco, e se non
sarà così fortunato, ce lo mando dentro io…”
commentò Natsu non appena furono fuori dall’essere sentiti.
“Speriamo non ce ne siano altri come lui.” Fece Erza.
“Non ho mai faticato tanto a trattenere l’istinto di
prendere la spada e di dare una sonora lezione a qualcuno.”
“Che cosa c’è?” chiese Hagrid, vedendo le loro espressioni.
Harry gli riferì del dialogo che avevano avuto con il biondo, al ché l’uomo sbuffò.
“Se solo avesse saputo chi sei tu, Harry, di certo non avrebbe
parlato in quel modo. E credo che anche i tuoi amici subiranno un
po’ della tua fama, essendo cresciuti assieme a te.”
“Ma Harry è davvero così famoso?” chiese
ancora sorpresa Lucy. “Insomma, non è stato
nient’altro che fortunato a non morire per colpa di Vold-”
“Stsss!!!” fece Hagrid, intimandola al silenzio. “Non nominare quel nome! Nessuno lo nomina!”
“Silente non mi sembrava della stessa idea.” Replicò Erza.
“Silente è l’unico mago di cui Voi-Sapete-Chi aveva
paura. È naturale che non ha alcun timore nel chiamarlo per
nome! Ma per tutti gli altri maghi, il suo nome è un
tabù. Vi consiglio di non nominarlo, fareste solo tremare di
paura chi vi ascolta.”
“Ridicolo.” Commentò Harry. “Come si fa ad
avere paura di un nome? Manco fosse Zeref…” mormorò
a voce bassa in modo che solo i suoi compagni potessero sentirlo.
“Ad ogni modo, immagino vi stiate chiedendo che cosa sono le Case, vero?” disse Hagrid, cambiando discorso.
“E anche che cos’è il Quidditch.” Fece Gray.
“Cavoli, non sapete nemmeno quello? E dire che tutti i maghi lo conoscono!”
“Il nostro gruppo era un po’… isolato dal resto della comunità magica.” Spiegò Erza.
“Giusto un tantinello…” aggiunse a bassa voce Natsu.
“Beh, il Quidditch è lo sport dei maghi. Non vi so
spiegare le regole, perché sarebbe troppo complicato, ma si
gioca volando sulle scope.”
“Allora io mi tiro già fuori!” esclamò il Dragon Slayer.
“Le Case di Hogwarts invece sono i gruppi dove si viene divisi a
scuola. Ne esistono quattro e tutti dicono che quelli di Tassorosso
sono dei mollaccioni, ma…”
“Beh, allora non dobbiamo preoccuparci.” Disse Gray. “Noi siamo tutto fuorché dei mollaccioni.”
“Tu però potresti passare per un pervertito, se non smetti
di toglierti i pantaloni.” Commentò Erza, osservando il
compagno appoggiare a terra la maglietta e cominciando ad abbassarsi i
pantaloni.
“Cavoli! Di nuovo!” esclamò, ignorando le risate di alcuni maghi che passavano lì vicino.
“Caldo?” chiese Hagrid.
“È un vizio che ho preso quando mi allenavo tra i ghiacci,
e da allora non me lo sono più tolto.” Rispose borbottando
Gray, per poi sgranare gli occhi accorgendosi di aver parlato troppo.
“Ti allenavi tra i ghiacci?!” ripeté incredulo l’uomo. “Come sarebbe a dire?!”
“Gray proviene da una zona dove faceva sempre freddo.” Cercò di rimediare Lucy.
“G-Già… e quindi dovevo per forza correre in mezzo ai ghiacci… eh eh…”
Hagrid sembrò accettare la spiegazione.
“Ad ogni modo, è meglio finire a Tassorosso che a
Serpeverde. Tutti i maghi e le streghe che hanno fatto una brutta fine
sono stati a Serpeverde. Voi-Sapete-Chi era uno di loro.”
“E permettono ancora che ci sia?” chiese sorpresa Erza.
“E una delle case create dai fondatori di Hogwarts. Esiste da
mille anni e molti maghi importanti sono usciti da Serpeverde.”
Replicò Hagrid. “Beh, adesso che ne dite di cominciare ad
acquistare il tutto? La lista è assai lunga.”
Seguendo l’uomo, i cinque maghi esplorarono l’intera Diagon Alley.
Per prima cosa acquistarono un baule a testa, dentro i quali cominciarono a mettere il resto del materiale scolastico.
Quando entrarono nella libreria, rimasero tutti inebetiti per
l’enorme quantità di libri al suo interno, e furono
tentati dall’acquistare libri che non erano sulla lista, salvo
Hagrid che glielo impedì.
“Peccato…” mormorò Erza, mettendo giù
un libro che spiegava come far diventare più resistenti spade e
armature. “Questo mi sarebbe tornato assai utile.”
Quando fu il turno di prendere l’occorrente per le pozioni, Harry
e Erza dovettero portare fuori a forza Natsu, che dopo aver visto che
vendevano sangue di drago, stava per dare in escandescenza,
letteralmente.
“Ma come osano?!” sbraitò in un momento in cui si
liberò dalla presa dei due maghi di classe S. “Se solo
Igneel lo sapesse-”
Quando Hagrid, Gray e Lucy uscirono dalla farmacia, guardarono la lista.
“Direi che non ci rimane altro che questa bacchetta…” disse la maga degli spiriti stellari.
“Non capisco a che cosa possa servirci.” Borbottò
Harry, mentre si avvinavano a un negozio la cui insegna recitava le
seguenti parole: ‘Olivander: Fabbrica di bacchette di qualità superiore dal 382 a.C.’.
“Ovviamente vi serve per poter fare le magie. Non puoi di certo farle muovendo solo la mano, no?”
Harry rimase in silenzio, mentre gli altri quattro ridacchiarono nervosamente.
Non appena aprirono la porta un lieve scampanellio invase il negozio.
Di fronte a loro c’erano migliaia di piccole scatoline, impilate
in ordine una sull’altra, che partivano dal pavimento per
arrivare al soffitto.
I cinque maghi rimasero a contemplare in silenzio, finché Natsu non si girò di colpo.
“Buon pomeriggio.” Disse una voce sommessa, che fece
saltare per lo spavento tutti tranne il mago del fuoco, che lo aveva
sentito arrivare grazie al suo udito sviluppato.
I maghi si girarono, ritrovandosi di fronte un uomo anziano con occhi grandi e scoloriti.
“Salve.” Risposero insieme i ragazzi.
“Ah, sì. Sì, sì, sì, ero sicuro che
l’avrei conosciuta presto, signor Potter.” Disse
l’uomo, squadrando Harry. “Ha gli occhi di sua madre.
Sembra ieri che è venuta qui a comperare la sua prima bacchetta
magica. Lunga dieci pollici e un quarto, sibilante, di salice. Una
bella bacchetta per un lavoro d’incanto. Suo padre, invece,
preferì una bacchetta di mogano. Undici pollici. Flessibile. Un
po’ più potente e ottima per la trasfigurazione.
Be’, ho detto che suo padre l’aveva preferita… ma in
realtà, è la bacchetta a scegliere il mago,
naturalmente.”
Poi Olivander si girò verso gli altri quattro maghi, guardandoli interessato.
“Curioso… Davvero curioso…” disse,
avvicinandosi a Natsu, per poi spostare lo sguardo su Erza e infine su
un mazzo di chiavi che Lucy teneva alla cintura. “Sembra che voi
siate in possesso di una magia molto, molto rara…”
“D-Davvero?” balbettò la bionda, non sapendo cosa dire.
Olivander si girò verso il custode di Hogwarts.
“Hagrid, temo che qui ci vorrà un bel po’ di tempo.
Potresti approfittarne per andare a bere qualcosa al Paiolo Magico. Ti
vedo un po’ debole.”
“Colpa di quei dannati trabiccoli della Gringott…”
bofonchiò, annuendo. “Allora li lascio nelle sue mani.
Tornerò a prenderli più tardi.”
Detto ciò, uscì dal negozio, lasciando soli i maghi e il fabbricante di bacchette.
“Ho immaginato…” cominciò lui. “Che
fosse meglio non far sapere a Hagrid che voi avete addosso una magia a
noi sconosciuta.”
Sentendo ciò, i cinque ragazzi sgranarono gli occhi.
“Vendo bacchette da molto, molto tempo. E mai prima d’ora
mi era capitato di vedere qualcosa del genere. Questo ragazzo sembra
essere avvolto da una magia continua. Lo stesso vale per l’occhio
della ragazza dai capelli rossi, mentre l’altra ragazza possiede
delle chiavi magiche che io non avevo mai visto.”
Poi si girò verso Gray.
“In te sento un’altra magia ancora, anche se direi
più simile alla nostra. E infine, il signor Potter. Anche la sua
magia è diversa da quella che dovrebbe avere, come se
l’avesse sviluppata in maniera diversa dal normale.”
Un sorriso apparve sul volto del vecchio signore.
“Trovare delle bacchette adatte per voi sarà
un’impresa, come non mi è mai capitato prima.”
Disse, per poi prendere un metro e girandosi verso Natsu. “Vieni
qui. Come ti chiami?”
Il Dragon Slayer fece un passo avanti.
“Natsu Dragonil.” Rispose.
“Bene signor Dragonil. Quale braccio usa per la bacchetta.”
“I-Immagino il destro.” Rispose, alzandolo ad un cenno del
fabbricante, che cominciò a misurarlo dalla spalla alla punta
delle dita, poi dal polso al gomito, dalla spalla a terra, dal
ginocchio all’ascella e poi prese anche la circonferenza della
testa.
Mentre faceva tutto ciò, continuò a parlare.
“Ogni bacchetta costruita da Olivander ha il nucleo fatto di una
potente sostanza magica. Usiamo peli di unicorno, penne della coda
della fenice e corde del cuore di draghi.”
Sentendo ciò Natsu sussultò.
“Tranquillo signor Dragonil, non viene fatto del male a nessuna
di queste creature. In più, dovete sapere che non esistono due
bacchette costruite da Olivander che siano uguali, come non esistono
due unicorni, due draghi o due fenici del tutto identici. E
naturalmente, non si ottengono mai risultati altrettanto buoni con la
bacchetta di un altro mago.”
Poi, con sorpresa di tutti, l’uomo si allontanò, lasciando
che il metro continuasse da solo a prendere le misure, mentre il
proprietario cominciava a esaminare le scatole delle bacchette.
Pochi secondi dopo ne prese una, tirando fuori una bacchetta che porse a Natsu.
“Quercia, nove pollici, peli di unicorno. Flessibile.” Disse descrivendone tutte le caratteristiche.
Natsu la prese in mano, ma la tenne solo per qualche secondo prima che Olivander gliela togliesse di colpo.
“No, no, non va bene.” Disse, prendendole un’altra.
Sotto gli occhi sorpresi dei maghi, fece provare a Natsu decine di bacchette diverse.
“Proviamo questa. Dodici pollici, noce, corde di cuore di drago.
Rigida. Ottima per gli incantesimi.” Disse porgendogli
l’ennesima bacchetta.
Questa volta, non appena Natsu la prese in mano, dalla bacchetta
uscì una piccola fiammata, che fece fare un passo indietro a
Olivander.
“Che cosa-” fece il rosa, mentre il fabbricante di bacchette sorrideva.
“Pare che la bacchetta vi abbia trovato, signor Dragonil.”
Disse. “Anche se non avevo mai visto qualcosa del genere.
È come se la bacchetta avesse reagito a qualcosa, scatenando
quel fuoco.”
“Beh, già questo mi piace assai!” esclamò Natsu.
“Allora, adesso direi che tocca a voi.” Disse Olivander, guardando Erza.
“Mi chiamo Erza Scarlet.” Si presentò lei.
L’uomo ripeté lo stesso rituale con lei, Gray e Lucy.
A Erza consegnò una bacchetta di frassino, dieci pollici, con una piuma di fenice e anch’essa rigida.
Gray invece si ritrovò con una bacchetta di salice, tredici pollici, peli di unicorno, flessibile.
Lucy ne ricevette una di betulla, dieci pollici, peli di unicorno e molto flessibile.
Infine toccò a Harry.
Con grande sorpresa dei quattro maghi di Fairy Tail, il loro amico fu
quello con più difficoltà a trovare la bacchetta.
Olivander gli fece provare circa la metà di quelle che aveva in negozio.
Ad un certo punto si fermò di fronte a una delle scatole ancora chiuse.
“Ora, mi chiedo… sì, perché no…
combinazione insolita… agrifoglio e piume di fenice, undici
pollici, bella flessibile.” Disse consegnandola a Harry.
Non appena la prese in mano, il mago si sentì pervadere da un calore lungo le dita.
Istintivamente, abbassò la bacchetta, facendo uscire da essa delle scintille rosse e d’oro.
“Bravo! Sì, proprio così, molto bene. Bene, bene,
bene… che strano… ma che cosa davvero
strana…”
Mentre diceva ciò, cominciò ad avvolgere le bacchette in una carta da pacchi, consegnandole ai nuovi proprietari.
“Ma che strano… davvero strano.” Continuò.
“Mi scusi… che cosa c’è di strano?” chiese Lucy.
“Ricordo una per una tutte le bacchette che ho venduto, signorina
Heartphilia. Una per una. Si da il caso, che la fenice dalla cui coda
proviene la piuma della bacchetta del signor Potter abbia prodotto
un’altra piuma, una sola.” Dicendo ciò rivolse la
sua attenzione a Harry. “È veramente molto strano che lei
sia destinato a questa bacchetta, signor Potter, visto che la sua
gemella… sì, la sua gemella le ha procurato quella
ferita.” Concluse, indicandogli la fronte.
Harry spalancò gli occhi, imitato dai suoi amici.
“Sì, tredici pollici e mezzo. Legno di tasso. Curioso come
accadano queste cose. È la bacchetta che sceglie il mago, lo
ricordi. Credo che da lei dobbiamo aspettarci grandi cose, signor
Potter… Dopotutto, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato ha fatto
grandi cose… terribili, è vero, ma grandi.”
Harry annuì serio, per poi pagare assieme agli altri le
bacchette e uscire dal negozio, dove trovarono Hagrid ad aspettarli.
“Finalmente.” Esclamò questi, sorridendo.
“Credevo vi foste messi a provare tutte le bacchette del
negozio.”
“C’è mancato molto poco Hagrid.” Rispose Natsu.
“Beh, allora direi che è il momento di un piccolo extra,
se lo desiderate.” Disse il custode, indicando un negozio di
animali. “Dovete sapere che ad ogni studente è concesso di
portare con sé un animale. Harry, visto che hai già
compiuto gli anni, ti regalerò un gufo. Sono molto utili,
portano la posta e tutto il resto.”
“Scusi, temo di non aver capito… i gufi portano la posta?” chiese Lucy.
“Già. Se volete, potete prenderne uno anche voi. Solo Natsu non può.”
“E perché?”
“Hai già quel gatto, e non puoi avere più di un animale.”
“Beh, io posso volare di mio, aye…” mormorò
Happy da dentro lo zaino, in modo che solo Natsu lo sentisse.
Una ventina di minuti dopo, Harry, Gray, Erza e Lucy uscirono dal negozio ognuno con un gufo al suo fianco.
Harry aveva preso una civetta bianca, come anche Gray, con la differenza che la sua aveva delle penne con riflessi azzurri.
Erza invece aveva preso un gufo reale, con striature rosse come i suoi
capelli, mentre Lucy si era accontentata di un gufo normale dalle piume
marroni.
“Allora adesso dobbiamo tornare da Silente?” chiese Harry a Hagrid, che però scosse la testa.
“No, mi spiace. Silente vi ha prenotato due stanze al Paiolo
Magico, dove resterete finché non comincerà la scuola,
ovvero il primo settembre. Vi farà sapere in seguito come
potrete raggiungere la stazione.”
“S-Stazione?” ripeté Natsu. “Vuoi dire che dobbiamo prendere un treno per andare a scuola?!”
“Già, e il viaggio dura quasi tutto il giorno.”
Sentendo ciò, il Dragon Slayer perse i sensi, facendo scoppiare a ridere i suoi amici.
Capitolo 3 *** Il binario nove e tre quarti. L’Espresso per Hogwarts ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
Ed
ecco qui il nuovo capitolo!
Questa storia mi ispira sempre di più. Spero di non arrenarmi troppo presto
come con le altre XD.
Anche perché tra poco arriveranno colpi di scena innaspettati... che
stravolgeranno un po' entrambe le storie XD.
Beh, prima di lasciarvi al capitolo, ecco le risposte alle recensioni!
@ NemoTheNameless:Mi fa piacere che la storia ti interessi. E per quanto
riguarda i crossover... Ho messo insieme così talmente assurde e impensabili
che ormai ho fatto il callo XD. Anche se questo è il mio primo cross
"serio". Per la questione Erza/Elsa, io mi sono attenuto alla
versione che ho letto e visto di Fairy Tail (oltre al fatto che Erza è la
trascrizione esatta del nome jap... o almeno così dice wiki XD). E
Hogwarts... non uscirrà indenne da questo cross XD. @ Fly89:E io non smetterò
mai di ringraziarti per farmi da beta, anche se ti constringo a restare sveglia
fino a tardi (come per questo capitolo XD). E per le mie responsabilità, mi
assicurerò di farti vedere gli episodi dell'anime o i capitoli del manga XD. E
Natsu... beh, la sua allergia ai mezzi di trasporto non poteva non colpirlo
alla Gringott XD (anche se temo che più che piangere, distruggerà XD) @ ganduil:Sì, in effetti
poteva andare peggio... e aspetta di leggere l'adattamento del cappello
parlante XD. Per le lezioni di volo... vedrai... (Cmq quale capitolo ti
aspetti?) @ fria:Oh, vedrai, alcuni
fatti prenderanno pieghe decisamente... diverse dalla storia originale.
Bene, detto ciò... buona lettura a tutti!
Capitolo 03: Il binario nove e tre quarti. L’Espresso per
Hogwarts
Non appena Hagrid se ne andò, Tom indicò ai cinque maghi le due stanze dove
avrebbero soggiornato.
I ragazzi lo ringraziarono, per poi entrare tutti in una stanza, che Harry
insonorizzò immediatamente con la sua magia.
“Questo mondo è decisamente diverso dal nostro.” Disse subito Lucy. “Almeno, ho
viaggiato in diverse città di Fiore, ma non avevo mai visto così tanti negozi
magici tutti insieme.”
“Se è per questo, è difficile vedere anche così tanti maghi, e menomale che qui
agiscono pure di nascosto.” Commentò Gray, per poi prendere la sua bacchetta.
“La loro magia è assai interessante, questo è sicuro. Se riusciamo ad
apprenderla, Fairy Tail diventerà ancora più famosa.” Rifletté Erza, per poi
guardare Harry. “Tutto bene?”
“Beh, scoprire che qui sono famoso solo perché sono sopravvissuto ad un attacco
mortale non rientra proprio nella mia top ten, tuttavia devo ammettere che
questa missione si preannuncia piuttosto interessante. E poi, proprio come voi,
sembra che potrò aumentare il mio bagaglio di incantesimi.”
“Però… Come faremo a comunicare con la gilda?” domandò Happy. “La fenice è con
Silente, e dubito ce la lascerà usare di continuo.”
“Forse… Forse so io come fare!” esclamò Lucy. “È un po’ pericoloso, visto che
la mia magia potrebbe essere rilevata, però forse sono ancora in tempo prima di
essere messa sotto controllo.”
“A cosa stai pensando?” le chiese Natsu.
Come risposta, la bionda prese una chiave dorata, che mise in una serratura
invisibile di fronte a lei.
“Apriti! Porta della Vergine! Virgo!” urlò, mentre dalla chiave usciva una
forte luce, che scomparve in pochi secondi, lasciando il posto a una donna dai
capelli rosa, vestita da cameriera.
“Mi ha chiamato, principessa?” chiese rivolgendosi a Lucy.
“Sì. Ti sei accorta che non ci troviamo più nel mio mondo, vero?”
La donna annuì.
“Voglio sapere se sei in grado di portare dei messaggi e degli oggetti tra
questi due mondi. Inoltre, devo chiederti di usare la tua energia magica finché
non te lo dirò io.”
“Come desidera. Che messaggio devo riferire e a chi?”
“Devi dire a Master Makarov che qui le cose stanno andando bene. Inoltre, devo
chiederti di portarci cinque occhiali del vento. Non ho avuto il tempo di
prenderli, dovresti trovarli tra le mie cose.”
“D’accordo.”
“Ah, è un’altra cosa: non apparire se oltre a noi c’è qualcun altro, chiunque
esso sia. Riferisci questo anche agli altri spiriti per piacere.”
Virgo annuì, per poi scomparire nella luce.
“Perché degli occhiali del vento?” chiese Erza.
“Beh, data la quantità di libri che abbiamo, ho pensato che con quelli
svolgeremo prima i compiti e studieremo più velocemente. Così potremo indagare
nel caso dovesse succedere qualcosa.”
“Non male come idea. Oltre al fatto che passeremo per dei piccoli geni.” Disse
divertito Harry. “E forse anche Natsu potrà sperare in qualche voto decente.”
“Ehi, come osi?! Diventerò più bravo di te in un batter d’occhio!”
“Questo lo vedremo una volta che saremo tornati a Hogwarts.” Fece Gray. “E
secondo quanto detto da Hagrid, dovremo aspettare due settimane.”
“Il tempo sufficiente ad apprendere il minimo indispensabile su questo mondo.”
Disse Erza, annuendo.
Da quel giorno, i cinque maghi passarono le giornate a documentarsi sugli usi e
costumi di quel mondo, grazie ai libri di testo e altri che avevano provveduto
ad acquistare successivamente.
Le due settimane passarono quindi velocemente, e i cinque maghi si ritrovarono
con i loro bauli e gufi di fronte a King's Cross.
“Wow… non ho mai visto una stazione così grande…” mormorò Lucy, mentre dietro
di lei Harry e Gray aiutavano un Natsu notevolmente provato dal viaggio in taxi
che avevano appena effettuato.
Erza invece stava cercando di capire con quali banconote pagare, dato che
avevano convertito la valuta magica in sterline, moneta che la maga non aveva
mai visto prima.
Fu Harry ad aiutarla, incurante dello sguardo incredulo del tassista e di
diversi passanti di fronte ai loro bagagli.
“Non capisco proprio come fanno i maghi di qui a vivere di nascosto…” mormorò
Natsu, riprendendosi lentamente e guardandosi in giro. “Siamo gli unici che
viaggiano con gufi chiusi in gabbie.”
“Noi abbiamo seguito alla lettera le istruzioni di Silente. Ora non ci resta
che trovare questo binario nove e tre quarti.” Fece Harry, spingendo i carelli
con i loro bagagli all’interno dell’edificio.
Proseguirono in silenzio finché non arrivarono alla banchina che divideva i
binari nove e dieci.
“Okay… e ora cosa dobbiamo fare? Sfondare uno dei muri che dividono i binari?”
esclamò Natsu.
“Dubito che sia questo il modo esatto… Di sicuro dev’essere qualcosa di ovvio
per i maghi e di impensabile per i babbani… bisogna giusto scoprire che cosa.”
Replicò Gray, guardandosi attorno.
“Ehi, e se seguissimo loro?” propose Lucy, indicando una signora grassottella,
accompagnata da quattro ragazzi e una bambina tutti dai capelli rosso fiamma.
Quest’ultimi avevano tutti un carello come il loro, e uno aveva anche una
civetta.
“Direi che abbiamo trovato il modo per scoprire come proseguire.” Ridacchiò
Harry, prendendo il carrello e seguendo i cinque, imitato dai suoi compagni.
“Mamma, posso andare anch’io…” sentirono dire dalla bambina non appena furono
abbastanza vicini.
“Tu sei troppo piccola, Ginny. Sta’ zitta adesso. Va bene, Percy, vai avanti
tu.”
Il ragazzo che sembrava essere il maggiore dei fratelli cominciò ad avviarsi
verso uno dei muri che dividevano i binari nove e dieci.
I cinque maghi di Fairy Tail restarono in silenzio ad osservare, ma per loro
sfortuna un gruppo di turisti gli passò davanti, intralciando la visuale.
Quando l’ultimo zaino si fu tolto di mezzo, il ragazzo era scomparso.
“Che diamine… si è smaterializzato?” disse Erza, cercando inutilmente di
ritrovarlo.
“Fred, ora tocca a te.” Continuò la donna, voltandosi verso un altro dei
ragazzi.
“Ma io non sono Fred, sono George.” Rispose il ragazzo, per poi indicare il
ragazzo al suo fianco, che era la sua copia perfetta. “Parola mia, donna! E
dici di essere nostra madre? Non lo vedi che sono George?” continuò, accennando
a un piccolo sorriso.
“Scusami, George caro.” Si scusò la madre, osservando il figlio avvicinarsi
alla colonna di mattoni.
“Te l’ho fatta! Io sono Fred!” esclamò il ragazzo, per poi cominciare a correre
contro il muro.
Harry e gli altri stavolta fecero attenzione, ma con loro sorpresa, il ragazzo
scomparve all’improvviso, imitato subito dopo dal gemello.
“Direi che non ci resta altro da fare che chiedere direttamente come si fa.”
Borbottò Harry, mentre il gruppo si avvicinava ai tre rimasti.
“Ci scusi.” Disse Lucy, attirando l’attenzione della donna.
“Salve ragazzi.” Rispose lei. “È la prima volta che andate a Hogwarts? Anche
Ron è nuovo.”
“Sì.” Rispose Erza. “Il fatto è che non sappiamo come raggiungere il binario.”
“Non vi preoccupate.” Disse lei sorridendo. “Dovete solo camminare dritto in
direzione della barriera tra i binari nove e dieci. Non vi fermate e non
abbiate paura di andarci a sbattere contro: questo è molto importante. Se siete
nervosi, meglio andare di corsa. E adesso andate, prima di Ron.”
I maghi si voltarono verso Natsu, che fece un sorrisetto.
“Beh, avevo quasi indovinato, no?” disse lui divertito, congelandosi allo
sguardo di Erza e Harry.
“Allora sarai tu ad avere il privilegio di andare per primo.” Fece il moro.
Il mago del fuoco sospirò, per poi stringere con forza il carello.
“E va bene… pista!” esclamò, cominciando a correre contro il muro, per poi
scomparire nel nulla.
Uno ad uno, anche gli altri lo imitarono.
Una volta superata la barriera, si ritrovarono di fronte a un nuovo binario, il
cui numero era scritto sopra un arco battuto che si trovava in corrispondenza
del varco.
Sul binario c’era una locomotiva a vapore scarlatta e nera, affiancata da
centinaia di ragazzi con i rispettivi genitori.
“Incredibile…” commentò Gray, cominciando a farsi spazio tra i loro futuri
compagni, cercando di raggiungere una delle porte del treno.
“Nonna, ho perso di nuovo il mio rospo!” sentirono lamentarsi un ragazzo.
“Oh, Neville!” rispose quella che doveva essere sua nonna.
Il gruppo proseguì, arrivando quasi alla coda del treno quando finalmente
trovarono uno scompartimento vuoto.
Lucy cercò di sollevare il baule, mentre Natsu metteva senza troppi problemi il
suo dentro il treno.
La bionda cacciò un piccolo urlo di dolore quando il baule le cadde sul piede.
“Ehi, serve una mano?” fece una voce.
La ragazza si girò, ritrovandosi di fronte a uno dei gemelli dai capelli rossi.
“Sì, grazie.” Rispose Lucy, sorridendo.
“Ehi, Fred, vieni, c’è bisogno d’aiuto!” urlò, richiamando il gemello, che si
unì a lui e riuscirono così a portare senza troppi problemi il baule dentro il
vagone.
“Vuole una mano anche lei?” chiese George a Erza, che scosse la testa.
“No grazie, io sono abituata a pesi ben maggiori.” Rispose, sollevando con una
mano il baule e mettendolo assieme agli altri.
“Cavoli!” esclamarono sorpresi i due gemelli, per poi vedere Gray e Harry
ripetere la stessa azione.
“Grazie per aver aiutato Lucy.” Disse il moro, scostandosi la ciocca di capelli
che copriva la cicatrice, che aveva coperto parzialmente un occhio.
“E quella che cos’è?” chiese uno dei gemelli, indicando la cicatrice.
“Perbacco…” esclamò l’altro. “Non sarai per caso…?”
“È proprio lui!” continuò l’altro. “Non è vero?”
“Uh? Di cosa state parlando?” chiese Natsu.
“Harry Potter!” risposero insieme i due gemelli.
“Oh, sì, sì, sono io.” Rispose Harry, senza darci troppa importanza.
Nonostante ciò, i due gemelli rimasero a bocca aperta di fronte alla scoperta.
Il mago cominciò a sentirsi un po’ a disagio, ma per sua fortuna la voce della
madre richiamò i due.
“Fred, George? Siete lì?” chiese.
“Veniamo, mamma!” risposero i due, guardando un’ultima volta Harry, per poi
allontanarsi.
“Cavoli, se ogni persona che ti riconosce reagisce così, farai un sacco di
vittime per mancanza di respirazione.” Scherzò Gray.
“Io cominciò ad esserne infastidito.” Replicò lui, entrando assieme agli altri
nello scompartimento e chiudendo la porta.
“Ultimi istanti di pace…” mormorò mogio Natsu, cominciando ad abbassare il
vetro dello scompartimento. “Sarà un viaggio infernale!”
“Beh, pensa che dopo non dovrai più viaggiare per un po’ di mesi, aye.” Cercò
di consolarlo Happy, sempre nascosto nel suo zaino.
Prima che il mago dai capelli rosa potesse rispondere, il tremo emise un
fischio, cominciando a muoversi.
Le conseguenze per il Dragon Slayer furono immediate, come si poteva
comprendere dal suo colorito bluastro e dal fatto che fiondò la testa fuori dal
finestrino, in cerca di un minimo di sollievo.
“Non so se ridere o sentirmi realmente dispiaciuto per lui…” fece Harry,
sospirando, mentre vedevano la stazione allontanarsi, mentre il treno
acquistava sempre maggiore velocità.
Non passarono che pochi minuti che sentirono qualcuno bussare alla porta dello
scompartimento.
“Avanti.” Fece Erza.
La porta si aprì, lasciando entrare il ragazzo dai capelli rossi più giovane.
“Scusate, ma gli altri scompartimenti sono tutti pieni. Posso sedermi qui?”
chiese, indicando uno dei posti vuoti.
I maghi si guardarono, per poi annuire tutti insieme.
“Grazie.” Rispose lui, entrando.
Non fece in tempo a sedersi che la porta si aprì, rivelando i due gemelli.
“Senti, noi due andiamo verso la metà del treno… C’è Lee Jordan che ha una
tarantola gigante!”
“Va bene.” Rispose il fratello, mentre Lucy sbiancava.
“T-Tarantola gigante?” ripeté spaventata.
“Già! Ah, non ci siamo ancora presentati.” Fece l’altro gemello. “Fred e George
Weasley. E lui è nostro fratello Ron.”
“Piacere. Io sono Lucy Heartphilia.”
“Erza Scarlet.”
“Gray Fullbuster. Mentre il tipo alla finestra si chiama Natsu Dragonil.”
“Sembra che io non abbia bisogno di presentazioni, ma mi sembra giusto farlo lo
stesso. Il mio nome è Harry Potter.”
“Che cosa prende al vostro amico?” chiese Fred.
“Lasciatelo perdere, è un caso perso.” Commentò Gray. “Non sopporta alcun mezzo
di trasporto, e ogni volta si riduce così.”
“Cavoli, un bel problema…” fece George, non dandoci poi troppa importanza.
“Beh, allora ci vediamo dopo!” salutarono i due, uscendo dallo scompartimento.
Ron rimase in silenzio per qualche secondo, per poi rivolgere la parola al moro.
“Sei davvero Harry Potter?”
Il mago sospirò, per poi annuire.
“Oh, be’, pensavo che fosse uno degli scherzi di Fred e George.” Fece il rosso.
“E hai veramente… voglio dire…” continuò, indicando la fronte di Harry, che
scostò la frangia di capelli per mostrare la cicatrice.
“Allora è lì che Tu-Sai-Chi…?”
“Sì, ma se ti chiedi se mi ricordo qualcosa, la risposta è vuoto totale.”
“Ah… e che cos’è quello strano disegno intorno? È sempre opera sua?”
“Ehi!” esclamò Natsu, riemergendo per qualche secondo dal suo stato. “Non ti
azzardare a definire in modo strano il nostro simbolo!”
Dopo aver detto ciò, rimise la testa all’aria fresca, mentre Ron guardava
incuriosito gli altri tre maghi.
“Simbolo?” chiese infine.
Tutti annuirono, mostrando il loro logo di Fairy Tail.
“È il nostro legame.” Spiegò Erza, sorridendo.
“Avevo sentito dire che Harry era andato a vivere con i babbani. Non era vero?”
“Fino a tre anni fa ho vissuto con i miei zii. Poi involontariamente mi sono
smaterializzato all’estero, dove ho incontrato Erza e gli altri, che mi hanno
accolto nella loro famiglia.” Rispose Harry.
“Davvero? Ma i vostri cognomi sono tutti diversi-”
“Non serve avere un legame di sangue per far parte di una famiglia.” Replicò
Gray, sorridendo triste. “L’importante è quel che si prova.”
“Capisco… quindi praticamente era una specie di orfanotrofio per maghi?”
“Non proprio… però diciamo che la nostra famiglia riuniva molti maghi.”
“In quanti siete?” chiese curioso Ron.
“Beh, qualche decina… farti l’elenco completo sarebbe troppo lungo.” Disse
Harry.
“Wow… e io che credevo che eravamo già tanti in famiglia…”
“Beh, hai ben quattro fratelli. Direi che non è poco.” Fece Lucy.
“Cinque fratelli e una sorella. Io sono il sesto della nostra famiglia a
frequentare Hogwarts. Potete ben dire che mi tocca essere all’altezza di un
sacco di aspettative. Bill e Charlie hanno già finito… Bill era capoclasse e
Charlie capitano della squadra di Quidditch. E adesso Percy è prefetto. Fred e
George sono un po’ dei perdigiorno, ma hanno ottimi voti e tutti li trovano
davvero spiritosi. In famiglia ci si aspetta che io sia all’altezza degli
altri, ma se poi ci riesco, nessuno la considererà una grande impresa, visto
che loro l’hanno già fatto prima di me. E poi, con cinque fratelli, non riesci
mai a metterti un vestito nuovo. Io mi vesto con gli abiti smessi di Bill, uso
la vecchia bacchetta di Charlie e il vecchio topo di Percy.” E dicendo ciò,
mise una mano in tasca, tirando fuori un topo grigio e grasso, profondamente
addormentato. “Si chiama Crosta e non serve a niente; non si sveglia quasi mai.”
Harry e Erza sgranarono subito gli occhi.
“C-Che succede?” chiese Ron, sorpreso da quella reazione.
I due maghi di classe S si guardarono per qualche secondo.
“Niente.” Disse infine Erza. “Ci è solo venuta in mente una cosa… niente di cui
devi preoccuparti. Comunque direi che ti stai facendo troppi problemi. Credo
che la tua famiglia si aspetti solo che tu sia te stesso. I tuoi fratelli non
sono te.”
Ron annuì, non troppo convinto.
“Allora… avete detto che siete tutti maghi da dove venite voi, giusto?”
“Già, anche se eravamo un po’ isolati dal resto della comunità magica.” Mentì
Harry. “Finché Silente non è venuto a prenderci, non sapevamo dell’esistenza né
di Hogwarts né della mia storia, e tantomeno di Voldermort e-” si interruppe
vedendo Ron trattenere il fiato.
“Che cosa c’è? Stai male?” chiese Lucy.
“Hai nominato il nome di Tu-Sai-Chi!” esclamò il rosso, guardando sconvolto
Harry. “Credevo che proprio tu, tra tutti…”
“È ridicolo aver paura di un nome.” Fece Erza. “Poi per noi che non lo avevamo
mai sentito nominare, è un nome come tanti altri. Abbiamo cercato di
documentarci un po’ in quest’ultimo mese, ma abbiamo ancora molte lacune.”
“Be’, potete stare tranquilli. Ci sono molti che vengono da famiglie babbane e
che imparano abbastanza in fretta. E poi non mi pare che siate proprio a corto
di informazioni.”
Passarono la mattinata a parlare del più e del meno, finché la porta dello
scompartimento non si aprì, rivelando una donna sorridente con due fossette
sulle guance, che portava un carello pieno di cibarie di ogni tipo.
“Desiderate qualcosa dal carello?” chiese gentilmente.
Ron bofonchiò qualcosa su dei panini, mentre gli altri quattro maghi non
esitarono a fiondarsi a vedere che cosa c’era.
Non conoscendo nessuno di quei cibi, decisero di prendere un po’ di tutto.
Quando rientrarono, Ron sgranò gli occhi nel vedere tutta quella roba tra le
braccia dei maghi, che l’appoggiarono su uno dei posti vuoti.
“Prendi pure se vuoi, ma ti consiglio di fare in fretta: se il treno si dovesse
fermare, Natsu farebbe piazza pulita.” Scherzò Gray.
“Guarda che ti sento…” tentò di protestare inutilmente il rosa.
“Davvero posso? Non vorrei sembrare inopportuno…”
“Figurati! Guarda quanta roba abbiamo preso. Senza Natsu non la finiamo di
certo da soli.” Disse Harry, per poi prendere una confezione con su scritto
Cioccorane. “In cambio, ti chiediamo solo se puoi spiegarci i vari snack. Noi
non abbiamo la più pallida idea di cosa siano.”
Il rosso annuì.
“Quelle che tieni in mano sono delle Cioccorane. In pratica è cioccolato a
forma di rana che è stato incantato per comportarsi come una rana, perciò
attenti che non vi sfugga. Ad ogni modo, la cosa che interessa di più sono le
figurine che trovi dentro. Sono centinaia, e tutti raffiguranti un mago famoso.”
Harry aprì la scatola, prendendo la figurina in questione, per poi sorridere.
“Chi è?” chiese Erza.
“Albus Silente, attuale preside di Hogwarts. Considerato da molti il più grande
mago dell'era moderna, Silente è noto soprattutto per avere sconfitto nel 1945
il mago del male Grindelwald, per avere scoperto i dodici modi per utilizzare
sangue di drago e per i suoi esperimenti di alchimia, insieme al collega
Nicolas Flamel. Il professor Silente ama la musica da camera e il bowling.”
Lesse il moro.
“Sangue di drago?! È stato lui?!” esclamò Natsu, riprendendosi per qualche
secondo.
“Silente è senza dubbio il più grande mago di sempre.” Disse Ron. “Oltre al
fatto che era l’unico di cui Voi-Sapete-Chi aveva paura.”
Harry guardò di nuovo la foto del preside, notando che se n’era andato.
“Non mi abituerò facilmente a queste foto dotate di volontà propria…” borbottò
Lucy.
“Beh, non pretenderete mica che resti lì tutto il tempo, vero?”
“Noi siamo abituati alle foto dei babbani, e quelle non si muovono minimamente.”
“Davvero? Che strano…” commentò il rosso, per poi indicare un’altra confezione
di dolci. “Con quelle dovete fare attenzione. Le gelatine Tuttigusti+1 non
hanno questo nome senza motivo… ci sono veramente tutti i gusti: da cioccolato,
menta e marmellata d’arancia a spinaci, fegato e trippa. George dice che una
volta ne ha trovate alcune alle caccole.”
Ignorando lo sguardo disgustato dei maghi, ne prese una verde, per poi
assaggiarne un pezzo.
“Bleaaah!... Visto? Cavoletti di Bruxelles!”
Il viaggio proseguì con i ragazzi che assaggiavano le varie gelatine, per poi
concentrarsi sugli altri dolci, mentre Natsu continuava a cercare di resistere
e di ignorare gli amici che mangiavano senza curarsi di lui.
Dopo qualche ora qualcuno bussò alla porta dello scompartimento: era il ragazzo
che avevano visto quella mattina al binario con la nonna, che in quel momento
sembrava in lacrime.
“Scusate, avete mica visto un rospo?”
I maghi scossero la testa.
“L’ho perso! Continua a scappare!”
“Cinque vagoni prima.” Mormorò a fatica Natsu, facendo rientrare la testa
dentro lo scompartimento. “Se ti affretti dovresti riuscire a prenderlo.”
Neville spalancò gli occhi, ringraziando velocemente e correndo via.
Ron lo guardò sorpreso.
“E tu come lo sai?”
“Non ha importanza…” bofonchiò il mago del fuoco, tornando a mettere la testa
fuori.
“Ma non gli farà male prendere tutta quell’aria in testa?” chiese il rosso.
“Tranquillo, ormai è abituato.” Rispose Erza.
“Voi sapete già fare qualche incantesimo?” cambiò argomento Ron.
“Sì… qualcuno lo sappiamo fare…” mormorò Harry, trattenendo un sorriso, come
fecero anche gli altri.
“Io non ancora… ieri ne ho provato uno, ma non ha funzionato. Volevo far
diventare Crosta giallo.” Disse, tirando fuori una bacchetta dall’aria
malconcia, rosicchiata in alcuni punti e alla cui estremità baluginava qualcosa
di bianco.
“I peli di unicorno stanno per scappare fuori. Fa niente…” fece, per poi alzare
la bacchetta, preparandosi a pronunciare l’incantesimo.
Non fece però in tempo a dire nulla che la porta si aprì, rivelando una
ragazzina dai capelli bruni e i denti davanti piuttosto grandi, che aveva già
indossato la sua nuova uniforme di Hogwarts.
“Qualcuno ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville ha perso il suo.” Disse
con tono autoritario.
“Gli abbiamo già detto dove dovrebbe essere.” Rispose Erza, per poi notare che
la ragazza non la stava ascoltando, intenta a guardare la bacchetta di Ron.
“State facendo una magia? Vediamo!” fece, sedendosi e guardando un Ron confuso
e sorpreso.
“Ehm… va bene.” Disse lui, schiarendosi la gola e mettendo Crosta sulle sue
ginocchia, per poi puntarli contro la bacchetta.
“Per il sole splendente, per i fiori di corallo, stupido topo diventa giallo!”
esclamò, agitando la bacchetta, ma senza che succedesse nulla.
“Sei sicuro che sia un incantesimo, vero?” chiese la ragazza. “Comunque, non
funziona molto bene, o sbaglio? Io ho provato a fare alcuni incantesimi
semplici semplici e mi sono riusciti tutti. Nella mia famiglia nessuno ha poteri
magici; è stata una vera sorpresa quando ho ricevuto la lettera, ma mi ha fatto
un tale piacere, naturalmente, voglio dire, è la migliore scuola di magia che
esista, ho sentito dire... Ho imparato a memoria tutti i libri di testo,
naturalmente, spero proprio che basti... E... a proposito, io mi chiamo
Hermione Granger, e voi?” disse, senza quasi riprendere fiato.
“Erza Scarlet.”
“Lucy Heartphilia.”
“Gray Fullbuster.”
“Natsu Dragonil.” Borbottò il mago del fuoco.
“Ron Weasley.” Bofonchiò il rosso.
“Harry Potter.”
“Davvero?” esclamò Hermione. “So tutto di te, naturalmente… ho comperato alcuni
libri facoltativi, come letture preparatorie, e ho visto che sei citato inStoria moderna della magia, inAscesa e declino delle Arti Oscuree anche inGrandi eventi del Ventesimo secolo!”
Gray fischiò.
“E bravo il nostro Harry.” Ridacchiò. “Sei già finito anche nei libri di
storia.”
Tuttavia lo sguardo che il moro gli rivolse gli fece congelare il sorriso sulle
labbra.
“Che cos’ha il vostro amico?” chiese Hermione, indicando Natsu.
“Allergia ai mezzi di trasporto.” Rispose Erza. “Ormai ci siamo abituati.”
“Perché non avete provato un incantesimo per aiutarlo?” fece lei, tirando fuori
la bacchetta e puntandola contro Natsu, per poi pronunciare l’incantesimo.
Per qualche secondo non successe nulla, poi Natsu cominciò a sbattere gli occhi
confuso.
“Ma cosa-” fece sorpreso, mentre riprendeva colore.
“È un semplice incantesimo per far passare il malore dovuto ai viaggi. L’ho
imparato per sicurezza, nel caso avessimo dovuto prendere qualche altro mezzo
oltre il treno.” Spiegò la ragazza.
“Non lo abbiamo letto nei libri di scuola.” Fece Harry, leggermente sorpreso.
“Infatti era su uno dei testi che ho preso in più. Se finiamo nella stessa
casa, ve lo presto volentieri, se volete.”
“Sarebbe una cosa molto utile, ti ringraziamo.” Rispose Erza.
“Be’, allora vado a vedere se Neville è riuscito a prendere il suo rospo. Ah,
vi consiglio di cominciare a indossare l’uniforme, sapete? Credo che tra poco
saremo arrivati.” Disse Hermione, aprendo la porta, ma venendo fermata da Natsu.
“Grazie mille!” esclamò questi, inginocchiandosi a terra e chinando la testa,
lasciando sorpresi Ron e Hermione.
“S-Su, non c’è bisogno di comportarsi così. Non ho fatto nulla…” disse la
ragazza, in imbarazzo.
“Hai risolto un problema che mi perseguitava da anni! Non so come
ringraziarti.” Continuò il mago, facendo sospirare i suoi compagni.
“Tranquilli, è sempre esagerato quando ringrazia. Ha fatto lo stesso con me
quando ci siamo conosciuti.” Disse Lucy.
“Capisco… Bene, allora ci vediamo dopo.” Li salutò Hermione, uscendo e
richiudendo la porta, mentre Natsu si rialzava.
“Finalmente posso mangiare anch’io!” esclamò, trattenendosi dal sputare fuori
una piccola fiammata e fiondandosi con avidità su ciò che rimaneva delle
merendine, cominciando a mandarle giù senza nemmeno guardare che cosa fossero.
“A-Adesso capisco perché prima parlavate così di lui…” commentò incredulo Ron.
“Prima dicevi che due dei tuoi fratelli hanno già finito gli studi. Che cosa
fanno adesso?” chiese Lucy, cercando di non guardare il compagno abbuffarsi.
“Charlie è in Romania a studiare i draghi e-” cominciò il rosso,
interrompendosi quando sentì Natsu cominciare a tossire.
“C-Che cos’hai detto?!” esclamò il mago, cercando di riprendere fiato.
“Sì, so che può sembrare strano, e in effetti è piuttosto pericoloso. Tuttavia
mio fratello non ha alcuna paura.”
“E l’altro?” chiese Erza, cercando di cambiare discorso in fretta.
“Bill è in Africa a lavorare per la Gringott.” Rispose Ron. “A proposito, avete
sentito che cos’è successo?”
“Sì, siamo rimasti a Diagon Alley nelle ultime due settimane, era impossibile
che non lo venissimo a sapere.” Fece Harry. “E dire che sembrava proprio a
prova di ladri, e invece lo stesso giorno in cui ci siamo andati noi hanno
quasi commesso un furto. È stato per puro caso che quella stanza blindata fosse
vuota.”
“Dev’essere stato per forza un mago oscuro. Be’, viene naturale pensare a
Voi-Sapete-Chi, ma per fortuna non può essere stato lui.”
“Già…” rispose atono il moro.
“Era proprio così impossibile rubare in quella banca?” chiese Natsu.
“Direi anche di più. Mai prima d’ora era successo che qualcuno riuscisse a
entrare e uscire senza autorizzazione.” Fece Ron, per poi notare che il Dragon
Slayer aveva preso diversi snack e li stava mettendo nello zaino.
“Sono squisiti!” esclamò questi, ridendo nervosamente. “Perciò ne metto da
parte qualcuno per dopo.”
Gray sospirò, scuotendo la testa.
“Qual è la vostra squadra di Quidditch del cuore?” chiese il rosso.
“A dir la verità non abbiamo ancora avuto l’occasione di sceglierle una.
Nemmeno il Quidditch è arrivato dalle nostre parti.”
“Che cosa?!” esclamò incredulo Ron. “Ma è impossibile, è semplicemente il gioco
più famoso del mondo!”
“Te lo abbiamo detto, noi eravamo un po’… isolati.”
“Aspettate e vedrete, è il più bel gioco del mondo…”
Prima che qualcuno potesse fermarlo, Ron partì in quarta a spiegare le varie
regole del Quidditch.
Stava illustrando gli aspetti più interessanti del gioco quando la porta si
aprì di nuovo.
Questa volta entrò il ragazzo che Harry e gli altri avevano incontrato a Diagon
Alley, accompagnato da due ragazzi tarchiati e un’aria piuttosto cattiva.
Il biondo squadrò i presenti, soffermandosi su Harry.
“È vero?” chiese infine. “Per tutto il treno vanno dicendo che Harry Potter si
trova in questo scompartimento. Sei tu?”
“Anche se fosse?” chiese il diretto interessato, alzandosi in piedi e restando
a fissare serio il ragazzo e quelli che potevano tranquillamente passare come
sue guardie del corpo.
“Oh, questo è Tiger e questo è Goyle.” Fece il ragazzo con noncuranza,
indicando i due al suo fianco. “E io mi chiamo Malfoy. Draco Malfoy.”
Ron diede un colpetto di tosse che avrebbe potuto benissimo dissimulare una
risatina, attirando così su di sé lo sguardo di Malfoy.
“Trovi buffo il mio nome, vero? Non c’è bisogno che chieda a te come ti chiami.
Mio padre mi ha detto che tutti i Weasley hanno capelli rossi, lentiggini e più
figli di quelli che si possono permettere.”
“Sai…” fece Natsu, chiudendo le mani a pugno e battendoli tra di loro. “È già
da quando ti abbiamo incontrato in quel negozio che sento una misteriosa voglia
di prenderti a pugni!”
Draco lo guardò con sufficienza.
“Un altro mezzosangue immagino. Dovete esserlo tutti tranne Potter per stare in
compagna di un Weasley.” Disse, per poi tornare a guardare Harry. “Non tarderai
a scoprire che alcune famiglie di maghi sono migliori di altre, Potter. Non
vorrai fare amicizia con le persone sbagliate…? In questo posso aiutarti io.”
Concluse, allungando la mano per stringere quella di Harry.
Ma la ritrasse subito non appena vide lo sguardo del moro.
Uno sguardo che fece arretrare anche i suoi compagni.
“H-Harry, calmati…” fece Gray, guardando leggermente spaventato l’amico. “Noi
non ce la siamo di certo presa per quel che ha detto. Sai che ne dicono di
tutte e di più contro di noi ogni singolo giorno, eppure non ce n’è mai
importato.”
“Questo ragazzo vi ha offeso. Oltre ad aver offeso la nostra intera casa.”
Replicò Harry, mentre anche Natsu si affiancava a lui, con uno sguardo molto
simile.
“Concordo in pieno! Chiunque prende in giro il nostro legame, non può di certo
passarla liscia!” esclamò, mentre la temperatura nello scompartimento
cominciava ad aumentare.
“Che diamine…” fece Malfoy, indietreggiando.
“Osa ancora insultare uno di noi, e potresti non cavartela a buon mercato.” Si
aggiunse Erza. “Siamo molto uniti tra di noi, e non siamo disposti a lasciar
correre simili atteggiamenti.”
Draco digrignò i denti, per poi girarsi.
“Io farei attenzione a scegliere i vostri nemici.” Disse. “Un giorno potreste
pentirvene.”
“Allora aspetteremo quel giorno.” Replicò Harry. “Ed elimineremo chiunque oserà
andare contro la nostra casa.”
Malfoy non aggiunse nulla, uscendo assieme a Tiger e Goyle.
“Wow…” fece Ron, guardando ammirato i maghi di fronte a lui, mentre lentamente
la temperatura tornava normale. “Non avevo mai visto nessuno riuscire a mettere
in fuga in questo modo un Malfoy! Mio padre vi farebbe una statua seduta
stante! Mi è addirittura sembrato che lo scompartimento fosse diventato più
caldo!”
“Già… questo perché qualcuno non riesce a controllare a sufficienza la sua
magia…” mormorò a bassa voce Erza a Natsu, che ridacchiò.
“Be’, chiunque ci offenda, la deve pagare. È questo uno dei nostri motti!”
esclamò il Dragon Slayer.
Prima che qualcuno potesse aggiungere altro, la porta si aprì di nuovo,
lasciando entrare Hermione.
“Che cosa diavolo è successo, qui?” esclamò.
“Una piccola disputa con un moccioso.” Disse Gray.
“Conoscevate già Malfoy?” chiese la ragazza.
“Abbiamo avuto il dispiacere di incontrarlo a Diagon Alley.” Rispose Harry.
“Ho sentito dire della sua famiglia.” Fece Ron. “Sono stati tra i primi a
tornare dalla nostra parte dopo che Voi-Sapete-Chi è scomparso. Dissero che
erano stati stregati. Papà non ci crede. Dice che al padre di Malfoy non
serviva una scusa per passare dalla parte oscura.”
“Ti serve qualcosa?” chiese Erza alla ragazza.
“Dovete sbrigarvi a vestirvi; vengo dalla cabina della motrice e il macchinista
mi ha detto che siamo quasi arrivati. Non avrete mica fatto a botte? Sareste
nei guai prima ancora di arrivare!”
“L’unico che ha rischiato di finire nei guai è stato Malfoy… E per sua fortuna,
non abbiamo fatto in tempo a scendere alle mani. Sarebbe stato divertente
pestarlo per bene…” fece Natsu.
“Va bene… Sono venuta qui soltanto perché là fuori c’è gente che si comporta in
un modo molto infantile, e corre su e giù per i corridoi.” Disse Hermione,
uscendo dallo scompartimento.
“Uff… Quindi dobbiamo proprio indossare quelle tuniche, eh?” fece Gray,
guardando il sole cominciare a tramontare, per poi sospirare e cominciare a
togliersi la maglietta.
“Guarda che basta che te la metti sopra i vestiti.” Disse Harry. “E cerca di
non cadere nel tuo solito problema… Qui probabilmente ti prenderebbero per un
pervertito.”
“Quale problema?” chiese Ron curioso.
“Diciamo che è un postumo della sua infanzia…” commentò Natsu, indossando la
tunica nera sopra i suoi abiti, lasciando in vista la sciarpa.
“Credo che quella te la faranno togliere.” Disse il rosso.
“Se lo possono scordare! È l’unico ricordo che mi rimane di mio padre, non me
ne separerò di certo per qualche stupida regola!”
“Beh, allora forse faranno un’eccezione…” borbottò non troppo sicuro lui,
finendo di sistemarsi l’uniforme.
Una voce risuonò per tutto il treno: “Tra cinque minuti arriveremo a Hogwarts.
Siete pregati di lasciare i bagagli e gli animali sul treno; verranno portati
negli edifici della scuola separatamente.”
“Cosa?!” fece una voce.
Ron si guardò intorno, cercando di capire da dove venisse, mentre Harry tirava
un piccolo calcio allo zaino di Natsu.
“Sta tranquillo Happy. Fa finta di niente e soprattutto, resta in silenzio.”
Gli mormorò, approfittando di un momento in cui Ron si era voltato dall’altra
parte.
“Aye…” rispose lui, sospirando.
“Che strano… mi era proprio sembrato di sentire un’altra voce…”
“Forse il viaggio ci ha stancato più del previsto.” Cercò di rimediare Lucy,
mentre il treno cominciava a rallentare, per poi fermarsi.
I sei ragazzi uscirono, lasciando Happy da solo.
Il gatto mise la testa fuori dallo zaino.
“Cavoli, questo mondo mi piace sempre meno… Qui i gatti sono ridotti alla
schiavitù totale!” esclamò, per poi rientrare nello zaino.
Nel frattempo il gruppo scese, cominciando a guardare nell’oscurità per vedere
dove andare.
“Primo anno!” urlò una voce, che Harry e i suoi amici riconobbero subito,
mentre una luce si accendeva sopra di loro.
“Primo anno da questa parte! Tutto bene voi?” chiese Hagrid, avvicinandosi al
gruppo con una lampada in mano, sorridendogli.
“Ciao!” risposero insieme, sotto lo sguardo sorpreso di Ron.
“Coraggio, seguitemi… C’è qualcun altro del primo anno? E ora attenti a dove
mettete i piedi. Quelli del primo anno mi seguano!”
Scivolando e incespicando, seguirono Hagrid giù per quello che sembrava un
sentiero ripido e stretto.
Dopo qualche minuto, il guardiacaccia attirò di nuovo l’attenzione degli
studenti su di sé.
“Fra un attimo: prima vista panoramica di Hogwarts!” annunciò. “Ecco, dopo
questa curva!”
Non appena girarono, ci fu un coro di esclamazioni di sorpresa.
Lo stretto sentiero si era spalancato all’improvviso sul bordo di un grande
lago nero. Appollaiato in cima a un’alta montagna sullo sfondo, con le finestre
illuminate che brillavano contro il cielo pieno di stelle, si stagliava un
grande castello con molte torri e torrette.
“Quella è Hogwarts?!” esclamò sorpreso Natsu. “Quando siamo arrivati non
credevo fossimo in un posto così grande.” Aggiunse, facendo attenzione a farsi
sentire solo dai suoi amici, che annuirono, altrettanto sorpresi.
“Farebbe invidia a qualsiasi nostra costruzione…”
“È quasi più grande di casa mia…” mormorò Lucy, senza però essere sentita da
nessuno.
“Non più di quattro per battello!” avvertì Hagrid, indicando una flotta di
piccole imbarcazioni in acqua, vicino alla riva.
Harry, Natsu, Gray e Ron salirono insieme, mentre Erza e Lucy si aggregarono a
Hermione e Neville.
“Tutti a bordo?” chiese Hagrid, che era salito su un’imbarcazione personale.
“Bene… Si parte!” urlò.
Le barchette si staccarono dalla riva, scivolando sul lago liscio come vetro.
“Per fortuna quell’incantesimo mi ha guarito.” Fece Natsu, mentre il castello
si avvicinava. “Altrimenti non so come avrei fatto a resistere.”
Lentamente si avvicinarono alla rupe su cui era arroccato.
“Già la testa!” ordinò il custode di Hogwarts, mentre le barchette li
trasportavano attraverso una cortina d’edera che nascondeva una grande apertura
sul davanti della scogliera stessa.
Poi attraversarono un lungo tunnel buio, che sembrava portare dritto sotto il
castello, e infine, raggiunsero una sorta di porto sotterraneo dove si
arrampicarono tra scogli e sassi.
“Ci siamo quasi.” Fece Hagrid, mentre cominciavano a scendere dalle
imbarcazioni, per poi arrampicarsi lungo un passaggio nella roccia, preceduti
dalla lampada della loro guida, e finalmente emersero sull’erba morbida e
umida, proprio all’ombra del castello.
Salirono la scalinata di pietra e si affollarono davanti all’immenso portone di
quercia.
“Ci siamo tutti?” chiese l’uomo, per poi alzare il pugno gigantesco e bussare tre
volte.
Capitolo 4 *** Il Cappello Parlante! Lo Smistamento ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
Ed
eccomi qui con il quarto capitolo!
E finalmente è arrivato il momento dello smistamento dei nostri eroi... e con
esso, nuovi misteri ed eventi che si profilano all'orizzonte, che presto (o
tardi XD) coivolgeranno i maghi di Fairy Tail... e che sono spoilerosi per chi
legge l'edizione italiana del manga XD.
Ringrazio Fly89 per avermi fatto da Beta-Reader, e passo subito a rispondere
alle recensioni!
@ Iora Sol:Guarda, ti
consiglio di leggere anche gli altri volumi di Fairy Tail, perché come storia
non è affatto male (forse c'è un po' troppo fan service per i miei gusti, ma
questi sono punti di vista XD). Per Erza... vedrai, da questo capitolo in poi
tornerò lentamente alla sua normalità. Ma finché sarà a Hogwarts, dovrà
trattenersi... forse XD. Gli aggiornamenti dovrebbero essere, per il momento,
al ritmo di un capitolo la settimana, perciò non dovrai aspettare molto. @ Albus Severus Potter:Beh,
mi sembrava che i due mondi potessero fondersi, visto che come dici tu, per
entrambi la magia è fondamentale, ed ecco il risultato XD. Per Juvia e Gajil...
tranquilla, anche loro faranno presto la loro entrata in scena... anche se con
qualche piccola differenza. Diciamo che quel che ho in mente probabilmente
farebbe urlare di disperazione la McGrannit XD. Ti ringrazio per aver aggiunto
la storia tra le preferite, e spero di riuscire a mantere lo stesso livello con
i prossimi capitoli. @ fria:Tranquilla, Malfoy
ne passerà delle belle (non per lui ovviamente XD). Ho piani ben precisi per
lui... e non potete nemmeno immaginare quali XD. E presto vedrai come sarà il
suo rapporto con i membri della gilda... già dal prossimo capitolo XD. @ Fly89:I gemelli Weasley
sono decisamente i migliori, concordo. E Natsu senza Hermione probabilmente non
sarebbe riuscito ad arrivare a Hogwarts XD (Hermione all'inizio era
estremamente odiosa... solo che ora è amplificata perché ci sono più personaggi
XD). Per Malfoy, beh, tu sai già cosa gli aspetta a breve termine, ma vedrai
che dopo saprò sorprenderti ancora XD. E presto anche la trama comincerà a
prendere pieghe diverse, da entrambe le parti. E non preoccuparti per il
commento, visto che mi fai comunque sempre la recensione in tempo reale XD
Bene, e ora... buona lettura a tutti!
Capitolo 04: Il Cappello Parlante! Lo Smistamento
La porta si aprì all’istante, rivelando così la professoressa McGranitt.
“Ecco qui gli allievi del primo anno, professoressa McGranitt.” Disse Hagrid.
“Grazie, Hagrid. Da qui in avanti li accompagno io.”
Spalancò la porta, mostrando così a tutti la sala d’ingresso, così grande che
una casa ci sarebbe stata dentro perfettamente.
Le pareti di pietra erano illuminate da torce fiammeggianti, il soffitto era
talmente alto che si scorgeva a malapena, e di fronte a loro una sontuosa
scalinata in marmo conduceva ai piani superiori.
I ragazzi seguirono la professoressa calpestando il pavimento tutto lastre.
Harry e gli altri udirono il brusio di centinaia di voci provenire da una porta
a destra, dove doveva trovarsi il resto della scolaresca, ma la McGranitt li
condusse in una saletta vuota, oltre la sala d’ingresso.
Gli studenti si assieparono dentro, molto più pigiati di quanto normalmente
avrebbero fatto, guardandosi intorno tutti confusi.
“Benvenuti a Hogwarts.” Disse la professoressa. “Il banchetto per l’inizio
dell’anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella
Sala Grande, verrete smistati nelle vostre Case. Lo Smistamento è una cerimonia
molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la
vostra Casa sarà un po’ come la vostra famiglia.”
“Quindi non sarà troppo diverso a come siamo abituati.” Mormorò Gray a Erza,
che annuì silenziosamente.
“Frequenterete le lezioni con i vostri compagni di Casa, dormirete nei
dormitori della vostra Casa e passerete il tempo libero nella sala di ritrovo
della vostra Casa.
Le quattro case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde.
Ciascuna ha la sua nobile storia e ciascuna ha sfornato maghi e streghe di
prim’ordine. Per il tempo che resterete a Hogwarts, i trionfi che otterrete
faranno vincere punti alla vostra Casa, mentre ogni violazione delle regole
gliene farà perdere. Alla fine dell’anno, la Casa che avrà totalizzato più
punti verrà premiata con una coppa, il che costituisce un grande onore. Spero
che ognuno di voi darà lustro alla Casa cui verrà destinato.”
“In pratica è una specie di torneo, dove i punti si guadagnano studiando e che
si possono anche perdere.” Riassunse a bassa voce Harry.
“La Cerimonia dello Smistamento inizierà tra pochi minuti, davanti a tutti gli
altri studenti. Nell’attesa, vi suggerisco di farvi belli più che potete.
Tornerò non appena saremo pronti per la cerimonia. Vi prego di attendere in
silenzio.” Concluse, uscendo dalla stanza.
“Di preciso, in che modo ci smistano per Casa?” chiese Lucy a Ron.
“Una specie di prova, credo. Fred ha detto che fa un sacco male, ma penso che
stesse scherzando.”
Sentendo ciò, la bionda si sedette a terra.
“Perché a me?” mormorò depressa, mentre a pochi passi Natsu sorrideva, battendo
tra di loro i suoi pugni.
“Speriamo sia una lotta! Sono tutto infuocato!” esclamò.
“È un caso perso.” Commentò Gray, mentre Erza si avvicinava a Harry.
“Tu che dici?” chiese al moro, che si portò una mano sotto il mento per
riflettere.
“Dubito sia una prova che richiede abilità magiche, dato che la maggior parte
dei nuovi arrivati non sa nemmeno usare la bacchetta.” Disse, osservando
Hermione che stava ripetendo a memoria decine di incantesimi. “E di sicuro non
è una prova dolorosa, altrimenti gli altri studenti sul treno non sarebbero
stati così tranquilli, a meno che non fossero tutti dei sadici completi.”
“Dici sul serio?” chiese Lucy, rialzandosi.
Ma prima che qualcuno potesse rispondergli, Lucy spalancò gli occhi, alzando
una mano tremante e cominciando a balbettare qualcosa di incomprensibile.
“Che succede?” le chiese Natsu.
“F-F-F-Fant… FANTASMI!!!”urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Nella Sala Grande, decine di studenti e la maggior parte dei professori si
girarono verso la porta dove si trovavano i nuovi alunni.
Nello stesso momento, Erza stava cercando di far riprendere i sensi alla
compagna, che dopo aver cacciato quell’urlo si era accasciata a terra.
“Quando si sveglia fategli i miei complimenti.” Disse un fantasma in
calzamaglia e gorgiera. “Erano secoli che non sentivamo un urlo del genere.”
“Non so come potrebbe reagire a questa notizia, ma glielo riferirò.” Disse
Erza, usando tutto il suo autocontrollo per non dare alcun segno di sorpresa.
Cosa che invece Natsu e Gray, come molti altri studenti, non riuscirono a fare,
guardando con la bocca spalancata le decine di fantasmi che stavano
attraversando la sala.
“Fantasmi?!” fece sorpreso Natsu, guardando Harry. “Com’è possibile?!”
“A quanto pare, qui l’idea di morte è abbastanza relativa.” Rispose l’amico,
per poi notare che la McGranitt stava rientrando nella sala.
“Ora sgombrate.” Disse ai fantasmi, che si allontanarono silenziosamente,
raggiungendo la Sala Grande passando attraverso i muri.
Lucy nel frattempo riuscì a risvegliarsi, sebbene continuasse a tremare, cosa
che non sfuggì alla professoressa, che tuttavia non disse nulla in proposito.
“Sta per cominciare la Cerimonia dello Smistamento.” Annunciò. “Mettetevi in
fila e seguitemi.”
I maghi di Fairy Tail, più Ron e Hermione la seguirono insieme, uscendo dalla
stanza e attraversando di nuovo la sala d’ingresso, per poi oltrepassare un
paio di doppie porte ed entrando così nella Sala Grande.
Non appena furono dentro spalancarono gli occhi meravigliati.
La sala era illuminata da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz’aria
sopra quattro lunghi tavoli, intorno ai quali erano seduti gli altri studenti.
I tavoli erano apparecchiati con piatti e calici d’oro scintillanti. In fondo
alla sala c’era un altro tavolo lungo, intorno al quale erano seduti gli insegnanti.
Fu lì che la professoressa McGranitt accompagnò gli allievi del primo anno,
cosicché sempre tutti in fila, si fermarono davanti agli altri studenti, dando
le spalle agli insegnanti.
Alla luce tremula delle candele, le centinaia di facce che li guardavano
sembravano tante pallide lanterne. Qua e là, tra gli studenti, i fantasmi
punteggiavano la sala come velate luci argentee.
Il gruppo di maghi spostò poi lo sguardo verso l’alto, vedendo così un soffitto
di velluto nero trapunto di stelle.
“È per magia che somiglia al cielo di fuori! L’ho letto inStoria di Hogwarts.” Sussurrò
Hermione.
“Sembra proprio che non ci sia nessun tetto.” Mormorò Lucy, per poi spostare lo
sguardo, insieme a tutti gli altri, vedendo la McGranitt collocare uno sgabello
a quattro gambe di fronte ai nuovi studenti.
Subito dopo, sopra lo sgabello mise un cappello a punta, da mago. Era un
vecchio cappello tutto rattoppato, consunto e pieno di macchie.
“Sembra ben più antico del vecchio.” Ridacchiò a bassa voce Natsu, zittendosi
quando vide tutti quanti fissare il cappello.
Per qualche secondo il silenzio regnò sovrano.
Poi il cappello si contrasse.
Uno strappo vicino al bordo si spalancò come una bocca, e lui cominciò a
cantare:
Forse pensate che non son bello, ma non giudicate da quel che
vedete io ve lo giuro che mi
scappello se uno più bello ne
troverete. Potete tenervi le vostre
bombette i vostri cilindri lucidi e
alteri, son io quello che al posto
vi mette e al mio confronto gli altri
son zeri. Non c'è pensiero che
nascondiate che il mio potere non sappia
vedere, quindi indossatemi ed
ascoltate qual è la casa in cui
rimanere. È forse Grifondoro la vostra
via, culla dei coraggiosi di
cuore: audacia, fegato, cavalleria fan di quel luogo uno
splendore. O forse è a Tassorosso la
vostra vita, dove chi alberga è giusto e
leale: qui la pazienza regna
infinita e il duro lavoro non è
innaturale. Oppure Corvonero, il vecchio
e il saggio, se siete svegli e pronti di
mente, ragione e sapienza qui
trovan linguaggio che si confà a simile gente. O forse a Serpeverde,
ragazzi miei, voi troverete gli amici
migliori quei tipi astuti e affatto
babbei che qui raggiungono fini ed
onori! Venite dunque senza paure E mettetemi in capo
all'istante Con me sarete in mani sicure Perché
io sono un Cappello Parlante!”
Non appena ebbe terminato la sua filastrocca, tutta la sala
scoppiò in un applauso fragoroso.
Il cappello fece un inchino a ciascuno dei quattro tavoli e poi tornò immobile.
“Ci leggerà nella mente?” fece sorpreso Gray, per poi rivolgersi a Erza. “Che
cosa facciamo?”
“Non dobbiamo preoccuparci. Silente deve aver pensato anche a questo.” Rispose
lei a bassa voce.
“Allora dobbiamo semplicemente provare il cappello!” mormorò Ron. “Giuro che
Fred lo ammazzo: non ha fatto altro che parlare di una gara di lotta libera!”
Harry continuò a fissare serio il cappello, chiedendosi come avrebbe deciso
dove smistarli.
La professoressa McGranitt a quel punto si fece avanti tenendo in mano un lungo
rotolo di pergamena.
“Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi
siederete sullo sgabello per essere smistati.” Spiegò. “Abbot Hannah!” chiamò
subito dopo.
Una ragazzina dalla faccia rosea e con due codini biondi venne fuori dalla fila
inciampando, indossò il cappello che le ricadde sopra gli occhi e si sedette.
Un attimo di pausa...
“TASSOROSSO!” gridò il cappello.
Il tavolo dei Tassorosso, a destra, si rallegrò e batté le mani quando Hannah
andò a prendervi posto.
“Hossas Susan!”
“TASSOROSSO!” gridò ancora il cappello, e Susan si affrettò ad andare a sedersi
accanto a Hannah.
“Boot Terry!”
“CORVONERO!”
Questa volta, a battere le mani fu il secondo tavolo da sinistra; molti allievi
della Casa di Corvonero si alzarono per stringere la mano a Terry, quando egli
ebbe preso posto tra loro.
Poi toccò a Brown Lavanda, che divenne la prima Grifondoro, facendo esultare il
tavolo all’estrema sinistra.
“Dragonil Natsu!” chiamo la McGranitt.
Il mago del fuoco deglutì silenziosamente, per poi dirigersi verso lo sgabello.
Ignorò alcuni commenti degli altri studenti sulla sua sciarpa e afferrò il
cappello, mettendoselo subito sulla testa.
Per qualche secondo non successe nulla, poi la voce del cappello risuonò nella
sua testa.
“Oh… Questo è interessante… Molto interessante!” esclamò la voce. “E così,
vieni da un altro mondo, dove tu e i tuoi amici vi riunite in gilde di maghi.
Devo ammettere che è un sistema interessante, anche se io ormai sono mille anni
che smisto maghi di questo mondo. Vedo che sei qui con alcuni tuoi compagni per
aiutare un vostro amico nella sua missione. Nobile intento. Vedo anche
parecchio coraggio e… sei stato cresciuto da un drago! Un drago ben diverso da
quelli che vivono qui.”
“Igneel è unico! Non sarei quello che sono se non fosse per lui!” rispose
mentalmente Natsu.
“Vedo, vedo… Be’, stando così le cose, c’è una sola casa adatta a te,
Salamander. Ed è…”
“GRIFONDORO!” urlò il cappello a voce alta, facendo esultare nuovamente il
tavolo della Casa.
Natsu sorrise, togliendosi il capello e rimettendolo sopra lo sgabello, per poi
correre verso il tavolo, dove fu accolto dai due gemelli Weasley.
La professoressa nominò ancora qualche studente, per poi passare a“Fullbuster
Gray!”.
Il mago del ghiaccio si avviò verso lo sgabello, mettendosi subito il cappello.
“Oh, un altro ragazzo dell’altro mondo.” Gli fece il cappello nella mente.
“Tranquillo, non rivelerò a nessuno quest’informazione. Vediamo un po’… vedo
un’infanzia difficile… Un demone che ti ha privato della tua famiglia. La tua
vera famiglia. Vedo anche la sete di vendetta che ti ha mosso ad attaccare il
demone, causando il tuo senso di colpa per il sacrificio della tua maestra.
Proprio come il tuo amico, vedo anche un grande coraggio e la forza di volontà
per aiutare i tuoi amici. E anche un continuo imbarazzo per il tuo problema,
per il quale ti consiglio di cercare una soluzione prima di ritrovarti con
l’intera scuola che ride di te. Beh, direi che la Casa migliore per te è…”
“GRIFONDORO!” urlò, per poi essere tolto da Gray, che sospirò sollevato,
raggiungendo Natsu e i suoi nuovi compagni.
Dopo il mago del ghiaccio toccò a “Granger Hermione!” chiamò la professoressa.
Hermione arrivò quasi di corsa allo sgabello e si pigiò il cappello in testa
con gesto impaziente.
“GRIFONDORO!” gridò pochi secondi dopo il capello.
La seguì Neville, il quale, lungo il percorso verso lo sgabello, cadde. Con lui
il cappello impiegò molto tempo per decidere.
Quando finalmente gridò “GRIFONDORO!”, Neville corse via senza neanche
toglierselo dalla testa, e tra scrosci di risa dovette correre a consegnarlo a
“Heartphilia Lucy!”.
La maga deglutì, prendendo il cappello e dirigendosi lentamente verso lo
sgabello, dove si sedette dopo esserselo messo in testa.
“Oh, tu sei la terza.” Gli sussurrò il cappello. “Interessante. Così la tua
magia consiste nell’evocare delle creature da un’altra dimensione. Di certo è
un potere che farebbe gola a molte persone… Vedo anche il tuo segreto, e la tua
paura che questo un giorno possa mettere nei guai i tuoi nuovi amici. Non sei
molto coraggiosa, tuttavia quando la situazione lo richiede, non ti tiri
indietro. Sei difficile… Però immagino di dover facilitare la vostra missione
per quanto possibile, vero? Inoltre, sebbene leggi molto e stai cercando di
diventare una scrittrice, vedo anche il tuo desiderio di avventura. Direi che
la tua Casa sarà…”
“GRIFONDORO!” urlò ancora il cappello.
Lucy si tolse il cappello, sorridendo, per poi correre a riunirsi con Natsu e
Gray, battendo ad entrambi un cinque.
“Quest’anno abbiamo un bel po’ di new entry!” esclamò Fred, facendo poi i
complimenti alla bionda.
La McGranitt chiamò ancora un po’ di nomi, finché non arrivò a Malfoy, al quale
bastò sfiorare la testa con il cappello per finire a “SERPEVERDE!”
L’elenco continuò, finché non arrivò il nome che in molti aspettavano di
sentire.
“Potter Harry!” chiamò la professoressa.
A quel nome, l’intera Sala Grande si zittì.
“Potter, ha detto?” mormorò qualcuno.
“Ma proprioquell’Harry
Potter?”
Harry li ignorò, avviandosi verso il cappello e prendendolo.
L’ultima cosa che vide prima che gli occhi venissero nascosti dalla banda di
stoffa grigia e consunta, fu l’intero corpo studentesco che lo guardava curioso.
“Interessante… Così, finalmente, ecco il famoso Harry Potter. I tuoi amici
contano molto per te, come tu per loro. E vedo che hai già sviluppato la tua
magia, anche se in un modo alternativo… Modo per il quale i quattro fondatori
farebbero a botte per averti. Coraggio, astuzia, calma, forza, pazienza… e
anche un po’ di sadismo?” fece quasi sorpresa la voce. “Quelle tue missioni ti
hanno proprio cambiato… Il bambino che eri prima di arrivare a Fairy Tail e ciò
che sei adesso sono totalmente diversi. Tanto che hai accettato senza troppi
problemi il soprannome Majutsu. Allora… dove ti metto?”
“Insieme agli altri, per piacere.” Disse Harry.
“Insieme agli altri a Grifondoro, eh? Però tu andresti bene anche a Serpeverde.
Anche se devo ammettere che per come sei cresciuto negli ultimi tre anni, non
sarebbe una scelta felice… Be’, allora direi proprio…”
“GRIFONDORO!” urlò alla fine.
Harry si lasciò sfuggire un sorriso, togliendosi il cappello e dirigendosi
verso il tavolo.
“Grande Harry!” esclamò Natsu, alzando un pugno verso l’alto.
I gemelli Weasley invece continuavano a urlare “Potter è dei nostri! Potter è
dei nostri!”
Harry si sedette in mezzo a Natsu e Lucy, per poi voltare lo sguardo agli
ultimi allievi rimasti.
“Speriamo che anche Erza e Ron finiscano qui.” Disse Gray.
I maghi non dovettero aspettare troppo prima che la McGranitt chiamasse
“Scarlet Erza!”
La maga dai capelli rossi andò seria verso lo sgabello, mettendosi così in
testa il cappello.
“Ah, ed ecco l’ultima maga di Fairy Tail!” esclamò la voce. “Devo dire che la
vostra gilda ha molti ragazzi dal passato burrascoso. Persino per me, che sono
un cappello parlante, viene difficile credere a quel che ti hanno fatto in
quella torre… Non ci sono parole per definire la tua sofferenza, anche perché
non puoi parlarne con nessuno, nemmeno con i tuoi amici… Amici che solo tu,
assieme a Harry, riesci a tenere sotto controllo grazie alla tua forza… Non è
vero, Titania? Be’, direi che non c’è molta scelta…”
“GRIFONDORO!” urlò alla Sala Grande.
Erza si tolse il cappello, raggiungendo i suoi compagni di gilda.
“Fantastico, siamo ancora tutti insieme! Avevo paura che ci dividessero!”
esclamò Lucy, mentre la rossa si sedeva di fronte a lei.
“Siamo sempre stati uniti. Non basta di certo un vecchio cappello per
separarci!” fece Natsu, beccandosi un pugno in testa da parte della rossa, che
stupì molti dei presenti.
“E questo per che cos’era?! Non ho fatto nulla di male stavolta!” si lamentò il
Dragon Slayer.
“Diciamo che mi sono trattenuta troppo dal riprenderti per le tue idiozie.
Questo è un colpo riassuntivo.”
Pochi minuti dopo toccò a Ron, che dovette tenere il cappello solo pochi
secondi prima di venire assegnato a “GRIFONDORO!”
Il ragazzo corse al tavolo, dove batté le mani a tutti i membri di Fairy Tail.
“Ben fatto Ron, Ottimo!” si complimentò con lui il fratello maggiore dei
Weasley, Percy.
L’ultimo nome fu “Zabini Blaise”, che finì a Serpeverde.
La McGranitt arrotolò la pergamena e portò via il Cappello Parlante.
Natsu osservò il piatto d’oro di fronte a lui, portandosi una mano sullo
stomaco quando questi cominciò a lamentarsi per la fame.
Poi tutti si girarono verso Albus Silente, che si era alzato in piedi.
Sorrideva agli studenti con uno sguardo radioso, le braccia aperte, come se
niente potesse fargli più piacere del vederli tutti riuniti.
“Benvenuti!” disse. “Benvenuti al nuovo anno scolastico di Hogwarts! Prima di
dare inizio al nostro banchetto, vorrei dire qualche parola. E cioè: Pigna,
manicotto, tigre! Grazie!” e tornò a sedersi.
Tutti batterono le mani e gridarono entusiasti.
I maghi di Fairy Tail non sapevano se ridere o no.
“Ma è un po’ fuori di testa o sbaglio?” sbottò Gray.
“Fuori di testa?” ripeté Percy, che lo aveva sentito. “È un genio! Il miglior
mago del mondo! Ma è un po’ matto, sì. Patate?” chiese infine.
Gray sbatte gli occhi, per poi voltarsi verso i piatti, spalancando occhi e
bocca.
Di fronte a loro, i piatti si erano riempiti dal nulla di cibi di ogni tipo.
Inutile dire che Natsu si fiondò sul cibo quasi lanciandovisi sopra,
prendendone il più possibile.
“Fame, eh?” chiese George, osservandolo leggermente sorpreso.
“Beh, non c’è il mio cibo preferito, ma tutto questo è squisito!” esclamò il
mago del fuoco, dopo aver mandato giù un boccone.
“E quale sarebbe il tuo cibo preferito?” fece Ron.
“Ma ovvio, il f-” ma Natsu s’interruppe quando Harry gli pestò con forza il
piede.
“È un piatto delle nostre parti.” Spiegò il moro. “Per questo non c’è qui.”
Hermione lo guardò leggermente sospettosa, ma decise di rimanere in silenzio.
“Ha l’aria di essere molto buono.” Disse una voce dietro Lucy, che quasi
soffocò quando vide il fantasma con la gorgiera sopra di lei.
“Tu non puoi mangiare?” chiese Natsu.
“Sono circa quattrocento anni che non mangio.” Rispose il fantasma.
“Naturalmente, non ne ho bisogno, ma uno finisce col sentirne la mancanza.
Forse non mi sono presentato. Sir Nicholas de Mimsy-Porpington al vostro
servizio. Il fantasma ufficiale di Grifondoro.”
“Io lo so chi sei!” esclamò Ron. “I miei fratelli mi hanno parlato di te… Tu
sei Nick-Quasi-Senza-Testa!”
“Preferirei che mi chiamassi Sir Nicholas de Mimsy…” cominciò a dire quasi
tutto impettito il fantasma, ma Erza lo interruppe.
“Quasi senza testa? Come sarebbe a dire?”
Il fantasma sembrò estremamente stizzito, come se la conversazione non stesse
prendendo la piega da lui desiderata.
“Così.” Disse irritato, per poi afferrarsi l’orecchio destro e tirarlo.
Tutta la testa si staccò dal collo e gli ricadde sulla spalla come se fosse
incernierata, perché attaccata solo da un lato.
Gli occhi di Lucy si spalancarono, per poi chiudersi, lasciandola cadere sul
tavolo priva di sensi.
“Beh, almeno stavolta non ha urlato…” commentò Harry, guardandola.
“Volete dire che era suo l’urlo che si è sentito prima?” chiese Percy
incredulo, per poi puntare la sua bacchetta verso la bionda.
“Innerva.” Disse.
Lucy riaprì gli occhi, mentre Nick si rimetteva a posto la testa.
“Io ci resterò secca in questo posto, lo sento…” mormorò, facendo ridere i
presenti.
“Allora... nuovi Grifondoro! Spero che ci aiuterete a vincere il campionato di
quest’anno. Non è mai successo che Grifondoro non vincesse per tanto tempo:
Serpeverde ha vinto la coppa per sei anni di fila! Il Barone Sanguinario sta
diventando a dir poco insopportabile... ehm... sarebbe il fantasma di
Serpeverde.” Fece il fantasma.
Harry gettò un’occhiata al tavolo dei Serpeverde e vide, lì seduto vicino a
Malfoy, un orribile fantasma dallo sguardo fisso e vuoto, il volto macilento e
gli abiti tutti imbrattati di sangue argentato.
“Noto con enorme piacere che Malfoy non è proprio al settimo cielo per i
posti.” Sghignazzò Natsu.
“Ma come ha fatto a coprirsi di sangue? Insomma… è un fantasma!” esclamò Gray,
mentre Erza cercava di impedire a Lucy di svenire per la terza volta.
“Non gliel’ho mai chiesto.” disse con delicatezza Nick-Quasi-Senza-Testa.
Quando tutti si furono rimpinzati a più non posso, gli avanzi del cibo
scomparvero dai piatti lasciandoli puliti e splendenti come prima.
Un attimo dopo apparvero i dolci. Montagne di gelato di tutti i gusti
immaginabili, torte alle mele, pasticcini al miele, bignè al cioccolato e
ciambelle alla marmellata, zuppa inglese, fragole, gelatina, dolci di riso e
molti altri che i maghi di Fairy Tail non avevano mai visto prima.
“Questa è musica per il mio stomaco!” esclamò Natsu.
Mentre lui e gli altri erano impegnati ad assaggiare i vari dessert, i loro
nuovi compagni cominciarono a parlare delle loro famiglie.
“Io sono un... mezzosangue.” raccontò Seamus Finnigan. “Papà è un babbano.
Mamma non gli ha detto di essere una strega fino a dopo sposati. È stato un bel
colpo per lui!” disse, facendo ridere tutti.
“E voi?” chiese Hermione, rivolgendosi a Natsu e gli altri. “Mi sembrate
piuttosto amici di Harry, sbaglio? In più non mi sembrate per nulla inglesi.”
“In effetti veniamo dall’estero.” Rispose Erza. “Non vi diremo da dove, dato
che il nostro genitore adottivo ce l’ha vietato. Siamo venuti qui dopo aver
appreso che esisteva una scuola per maghi.”
“Volete dire che non avevate mai sentito parlare di Hogwarts prima di ricevere
le lettere? Anche se mi sembra strano che le abbiate ricevute anche se vi
trovavate fuori dall’Inghilterra…” fece sorpreso Percy.
“A dir la verità l’unico che ha ricevuto la lettera è stato Harry.” Disse
Natsu. “Noi ci siamo semplicemente aggregati a lui.”
“Come avete fatto?”
“È venuto Silente stesso a prenderci. Ci ha aggiunti lui all’elenco.”
“E come mai Harry era con voi?” domandò Neville. “Almeno, mia nonna mi aveva
detto che era stato mandato da dei suoi parenti babbani.”
“Sono scappato da loro tre anni fa.” Rispose il moro. “Involontariamente mi
sono smaterializzato a casa di Natsu, Erza e Gray. Loro mi hanno accettato
subito nella loro famiglia, e da allora ho vissuto con loro.”
“Immagino allora che quel simbolo che hai intorno alla cicatrice sia il simbolo
della loro famiglia, vero?” chiese Hermione, per poi indicare il dorso della
mano di Lucy. “Visto che anche lei ha lo stesso identico disegno.”
“È una nostra tradizione.” Rispose Erza. “Potrà sembrarvi un po’ macabro, ma
tutti i componenti della nostra famiglia si fanno marchiare quel simbolo.
Tranquilli, è una cosa totalmente indolore. Rappresenta il nostro legame.”
“Wow… Che incantesimo avete usato?” domandarono insieme Fred e George,
guadagnandosi un’occhiataccia dal fratello maggiore.
“Guai a voi se dovessi venire a sapere che cominciate a marchiare gli altri
studenti!” tuonò minaccioso.
“Sempre a pensare male, eh?” disse uno dei due gemelli, fintamente offeso, per
poi tornare a parlare con Erza. “E non è possibile cancellarlo?”
“Si cancella solo quando chi l’ha impresso smetterà totalmente di avere qualche
legame con la nostra famiglia. Finora non mi pare sia mai successo.”
“Ma in quanti siete?” chiese Neville. “Da come parlate, sembra che siate in
parecchi.”
“Se dobbiamo considerare chi se n’è andato per viaggiare per conto suo, credo
che raggiungeremmo tranquillamente il numero degli studenti di questo tavolo.”
Rispose Erza, dopo aver riflettuto qualche secondo. “Sono diverse generazioni
che esiste la nostra famiglia.”
“Com’è chiamata questa famiglia?” domandò Hermione, sempre più curiosa.
“Spiacente, ma anche questa è un’informazione riservata.” Replicò Gray.
“Non sarete mica alleati con dei maghi oscuri, vero?” chiese un altro ragazzo,
seduto qualche posto più in là.
“No, no, anzi, prima di scoprire di questo posto, non credevamo neppure
esistessero dei maghi realmente malvagi. Almeno, al giorno d’oggi.” Rispose
Harry, guardando silenziosamente Erza.
“Vuoi dire che tu non sapevi di Voi-Sapete-Chi, finché non hai ricevuto la
lettera?” chiese sorpreso Neville.
“I miei parenti babbani non mi hanno mai parlato della magia. A ripensarci bene
oggi, probabilmente sapevano dei miei genitori, ma non sopportavano l’idea di
questa nostra capacità. E Natsu e gli altri non l’avevano mai sentito nominare
prima. È stato Silente a spiegarci tutta la storia.” Continuò il moro, voltando
la testa verso il tavolo degli insegnanti, mentre Neville raccontava come aveva
scoperto di avere anche lui poteri magici.
Hagrid era tutto intento a bere dal suo calice.
La professoressa McGranitt conversava con il professor Silente, mentre il
professor Raptor, con il suo assurdo turbante, parlava con un altro insegnante
dai capelli neri e untuosi, il naso adunco e la pelle giallastra.
Non appena questi guardò dritto negli occhi di Harry, successe qualcosa di
strano.
Il simbolo di Fairy Tail s’illuminò leggermente, in contemporanea a quello dei
suoi compagni, che nonostante la divisa si riusciva a distinguere la luce.
“Ma cosa…?” fece Natsu, guardandosi la spalla, sotto lo sguardo incredulo dei
ragazzi più vicini.
Il fenomeno durò pochi secondi, per poi far tornare normali i tatuaggi.
“E questo che cos’era?” chiese Ron, con la bocca spalancata per la sorpresa.
“Ecco… Non saprei, non era mai successo prima.” Rispose sincera Erza. “E
nessuno dei racconti dei nostri compagni aveva mai descritto un simile
fenomeno.”
“Forse è una novità del vecchio…” mormorò non troppo convinto Gray.
Harry tornò a guardare il professore.
“Chi è l’insegnante con cui sta parlando Raptor?” chiese a Percy, cercando di
cambiare argomento.
“Oh, conosci già il professor Raptor? Non c’è da stupirsi che sia così nervoso.
Quello è il professor Piton. Insegna Pozioni, ma non gli piace; tutti sanno che
fa la corte alla materia di Raptor. Piton sa un sacco di cose sulle Arti
Oscure.”
“Che succede Harry?” chiese a bassa voce Natsu.
“Mi stava guardando quando il marchio di Fairy Tail si è illuminato.” Rispose
facendo attenzione a non farsi sentire dagli altri.
Finalmente scomparvero anche i dolci e il professor Silente si alzò di nuovo in
piedi.
Nella sala cadde il silenzio.
“Ehm... solo poche parole ancora, adesso che siamo tutti sazi di cibo e di
bevande. Ho da darvi alcuni annunci di inizio anno.” Cominciò. “Gli studenti
del primo anno devono ricordare che l'accesso alla foresta qui intorno è
proibito a tutti gli alunni. E alcuni degli studenti più anziani farebbero bene
a ricordarlo anche loro.” E gli occhi scintillanti di Silente scoccarono
un’occhiata in direzione dei gemelli Weasley.
“Inoltre, il signor Gazza, il guardiano, mi ha chiesto di ricordare a voi tutti
che è vietato fare gare di magia tra classi nei corridoi.
“Le prove di Quidditch si terranno durante la seconda settimana dell’anno
scolastico. Chiunque sia interessato a giocare per la squadra della sua Casa è
pregato di contattare Madama Bumb.”
“Troppe regole…” borbottò Natsu.
“E infine, devo avvertirvi che da quest’anno è vietato l’accesso al corridoio
del terzo piano a destra, a meno che non desideriate fare una fine molto
dolorosa.”
Harry e Natsu risero, ma furono due dei pochi a farlo.
“Non dirà mica sul serio?” chiese Lucy a Percy.
“Forse.” rispose Percy aggrottando la fronte in direzione di Silente. “È strano,
perché in genere lui dice sempre la ragione per cui non abbiamo il permesso di
andare da qualche parte... la foresta è piena di bestie pericolose, questo lo
sanno tutti. No, penso che almeno a noi prefetti avrebbe dovuto dirlo.”
“E ora, prima di andare a letto, intoniamo l’inno della scuola!” gridò Silente.
Harry notò che agli altri insegnanti s’era come gelato il sorriso sulle labbra.
Silente diede un colpetto alla sua bacchetta magica, come se stesse cercando di
scacciarne una mosca dalla punta, e ne fluì un lungo nastro d'oro che si
sollevò alto in aria, sopra i tavoli, e cominciò a contorcersi a mo' di
serpente, formando delle parole.
“Ognuno scelga il motivetto che preferisce!” disse Silente. “Via!”
Tutta la scuola intonò:
“Hogwarts, Hogwarts
del nostro cuore,
te ne preghiamo, insegnaci bene
giovani, vecchi, o del Pleistocene,
la nostra testa tu sola riempi
con tante cose interessanti.
Perché ora è vuota e piena di venti,
di mosche morte e idee deliranti.
Insegnaci dunque quel che è richiesto,
dalla memoria cancella l'oblio
fai del tuo meglio, a noi spetta il resto
finché al cervello daremo l'addio.”
Ognuno terminò la canzone in tempi diversi.
Alla fine, erano rimasti solo i gemelli Weasley a cantare a un ritmo lento da
marcia funebre, accompagnati da uno stonatissimo Natsu, che costrinse diversi
studenti a coprirsi le orecchie.
Silente diresse le ultime battute con la bacchetta magica e, alla fine, fu uno
di quelli che applaudirono più fragorosamente.
“Ah, la musica!” esclamò, asciugandosi gli occhi. “Una magia che supera tutte
quelle che noi facciamo qui! E adesso, è ora di andare a letto. Via di corsa!”
Aprendosi un varco tra la ressa che si attardava ancora in chiacchiere, i
Grifondoro del primo anno seguirono Percy, uscirono dalla Sala Grande e
salirono al piano di sopra passando per la scala di marmo.
I maghi di Fairy Tail non si sorpresero del fatto che i ritratti lungo i
corridoi bisbigliavano e si facevano segno, al loro passaggio, mentre si
meravigliarono quando un paio di volte Percy fece passare i ragazzi attraverso
porte nascoste dietro a pannelli scorrevoli e arazzi appesi alle pareti.
“Quanto manca ancora?” si lamentò Lucy.
Un fascio di bastoni da passeggio fluttuava a mezz'aria davanti a loro e,
quando Percy fece per avvicinarsi, quelli cominciarono a menargli colpi
all'impazzata.
“Pix.” sussurrò Percy a quelli del primo anno. “Un Poltergeist.” Poi, alzando
la voce: “Pix... fatti vedere!”
Rispose un suono potente e volgare, come quando si fa uscire di colpo l'aria da
un pallone.
“Vuoi che vada dal Barone Sanguinario?”
Ci fu uno schiocco e un omino dai neri occhi maligni e una gran bocca apparve
galleggiando nell'aria a gambe incrociate, e afferrò i bastoni.
“Oooooooh!” esclamò con una risata maligna. “Pivellini del primo anno. Ma che
bello!”
Si gettò a capofitto su di loro. Tutti si chinarono per schivarlo.
“Vuoi la guerra?!” esclamò Natsu, venendo però interrotto da Percy.
“Vattene, Pix, o dirò tutto al Barone, sta’ sicuro!” gli ringhiò il prefetto.
Pix svanì con una linguaccia, lasciando cadere i bastoni sulla testa di Neville.
Lo udirono allontanarsi di corsa, sbatacchiando le armature al suo passaggio.
“Dovete guardarvi da Pix.” disse Percy mentre riprendevano a camminare. “Il
Barone Sanguinario è l'unico che riesca a controllarlo, Pix non dà retta
neanche a noi prefetti. Eccoci arrivati.”
All’estremità del corridoio, era appeso il ritratto di una donna molto grassa,
con indosso un abito di seta rosa.
“La parola d’ordine?” chiese questa.
“Caput Draconis.” rispose Percy, e il ritratto si staccò dal muro scoprendo
un’apertura circolare. Passarono tutti, aiutandosi con le mani e coi piedi -
Neville ebbe bisogno di una spinta - e sbucarono nella sala di ritrovo di
Grifondoro, una stanza accogliente a pianta rotonda, piena di soffici poltrone.
“Uao!” esclamò Gray, guardandosi attorno meravigliato, come tutti gli altri.
Percy indicò alle ragazze una porta che conduceva al loro dormitorio, e
un’altra ai ragazzi.
In cima a una scala a chiocciola - era chiaro che si trovavano in una delle
torri - finalmente trovarono i loro letti: erano dei letti a baldacchino
circondati da tende di velluto rosso scuro.
I loro bauli erano già stati portati su.
Natsu si avvicinò subito al suo zaino, tirando fuori Happy.
“Un gatto?” fece sorpreso Ron. “Non l’avevo visto sul treno!”
“Si chiama Happy, e ha preferito restare tranquillo.” Rispose il mago,
guadagnandosi un’occhiataccia dall’amico.
“Tienilo lontano da Crosta, chiaro?” ordinò il rosso.
“Tranquillo. Happy mangia solo pesce.” Fece Gray, raggiungendo il suo letto,
sbadigliando sonoramente.
Troppo stanchi per parlare ancora, indossarono il pigiama e si infilarono sotto
le coperte.
“Che bella mangiata, eh?” bofonchiò Ron.
“Non mangiavo così tanto da un sacco di tempo!” replicò al settimo cielo Natsu.
Harry sorrise, pensando a come la serata si era rivelata piena di sorprese.
Poi il suo volto si fece scuro ripensando a quel che era successo pochi minuti
prima.
Ma alla fine, il sonno ebbe la meglio, facendolo piombare nel mondo di Morfeo.
Forse Harry aveva mangiato un po’ troppo, perché fece un sogno molto strano.
Si trovava in quella che doveva essere una delle stanze del castello.
Di fronte a lui c’era per terra il turbante di Raptor, mentre poco lontano si
poteva vedere uno specchio che arrivava al soffitto.
Harry si avvicinò a questi, guardando il suo riflesso.
Ma qualcosa non gli tornò.
Il ragazzo nello specchio era lui… ma per qualche motivo, la sua mente gli
diceva che non era così.
Il particolare che gli saltò subito all’occhio era la cicatrice. Il suo
riflesso non aveva il marchio di Fairy Tail. Inoltre, indossava un paio di
occhiali e sembrava molto più spensierato rispetto all’originale.
Harry decise di girarsi e di ignorarlo, ma spalancò gli occhi quando vide di
fronte a lui un ragazzo dai capelli blu, con uno strano tatuaggio sul volto.
“Sieglein…” disse, chiudendo le mani a pugno.
Il ragazzo sorrise, per poi lasciare il posto a un’altra figura, questa volta
avvolta da un mantello nero.
La testa tuttavia era completamente avvolta dal turbante di Raptor, che gli
nascondeva il volto.
La figura tirò fuori una bacchetta, che puntò contro Harry, che fece
istintivamente un passo indietro.
“Hai paura, Harry?” chiese la figura.
Ma prima che potesse rispondere, tra i due apparve una forte luce.
Il moro sgranò gli occhi.
Nella luce si poteva scorgere una ragazza dai lunghi capelli biondi, vestita di
bianco e con quelle che sembravano due piccole ali spuntarle da sopra le
orecchie.
La ragazza si voltò, rivelando due occhi verdi.
“Non ti preoccupare.” Disse, con una voce che calmò Harry. “Non lo lascerò
avvicinare facilmente a te.”
Poi Harry si svegliò di colpo, madido di sudore e scosso dai brividi.
Senza che potesse saperlo, il marchio di Fairy Tail che aveva sopra la
cicatrice si era illuminato di nuovo.
Si girò dall'altra parte e riprese sonno, e quando si svegliò, il mattino
seguente, non conservava il minimo ricordo del sogno che l’aveva colpito quella
notte.
Capitolo 5 *** L’inizio delle lezioni! Il Quidditch! ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
E
rieccomi con il nuovo capitolo!
Allora, eravamo rimasti allo smistamento, e vedo con piacere che sebbene abbia
spedito tutti a Grifondoro, le decisioni del cappello parlante vi sono piaciute
*alla Burns* Eccellente!
Or dunque, direi che è arrivato il momento di iniziare con le lezioni e lo
sport preferito dei maghi! Spero di potervi ancora sorprendere con il
proseguire della trama (soprattutto con i capitoli che sto scrivendo adesso
XD).
Ringrazio Fly89 per avermi fatto da beta reader, e poi... passiamo alle
recensioni!
@ fria:Eh eh, e
siamo ancora all'inizio... Per l'aggiornamento, al momento posso garantirvi
aggiornamenti relativamente veloci almeno fino al capitolo 12, poi si vedrà...
dovrò comunque riscrivere 7 libri e (al momento) 300 capitoli di manga, senza
contare le parti completamente nuove... questa fiction dovrebbe andare avanti
per un po' XD @ NemoTheNameless:Beh,
era il loro primo incontro... dagli il tempo di trovarsi da solo con Pix e
vedrai che belPoltergeist potrebbe avere un incontro poco pacifico con il fuoco...
XD. Per Gray, diciamo che è un lato che a Hogwarts riuscirà a mantenere
nascosto... almeno per il momento XD. E sì, questo Harry è decisamente maturo
per la sua età, dato che ha già vissuto esperienze che probabilmente l'Harry
originale non vivrà mai XD. E poi è pur sempre un mago di Fairy Tail, perciò
non bisogna sottovalutarlo XD. Per il quartetto dell'apocalisse... aspetta e
vedrai... *inserire qui risata malvagia* @ Iora Sol:Finché Erza
sarà costretta a trattenersi, ma tranquilla, potrebbe avere qualche attimo di
cedimento... E saranno guai per chi li sarà di fronte XD. E Gray... se avesse
ceduto, sarebbe stato deriso per molto, molto tempo... e lui avrebbe congelato
tutti XD. Perciò, almeno per ora, dovrà resistere XD. @ ganduil:Eh già,
Sieglein non è apparso per puro caso, e presto il suo ruolo potrebbe essere più
noto... o forse no? XD. E lo stesso vale per la ragazza... ma credimi, non sarà
una delle apparizioni più sorprendenti. Ho in mente qualcosa di ben peggiore,
per tutti i maghi XD. Equilibrio invece al momento sto scrivendo un capitolo
abbastanza difficile, e lo stesso anche per The Last Battle... ma riprenderò il
prima possibile! @ Albus Severus Potter:Oh,
sì, sì, l'ho letto Rave. Perciò so bene chi è il buon vecchio Shuda, e quindi
la sua controparte di Fairy Tail farà la sua grande entrata, ma è ancora
presto. Il piano che ho in mente è assai più complicato. E M... è ovvio che si
tratta di Mello XD *si rende conto di ciò che ha detto* ... ma come mi vengono
in mente certe idee? Beh, Lucy è Lucy... se non urlava di paura per qualche
fantasma, non sarebbe stata lei, no? XD E aspetta di vedere l'incontro con il
cane più docile di tutti XD. @ Fly89:Il Cappello
Parlante è veramente uno dei personaggi (?) più importanti, senza dubbio ù.ù. E
sì, hai ragione, presto la trama prenderà pieghe decisamente diverse... per
entrambi i fandom. E preparati, perché ho in mente cambiamenti che
sorprenderanno tutti, nessuno escluso! (me incluso, che mi sto ancora chiedendo
come ho inventato tutto questo XD). E la A è l'inizio di tutto, ricordarlo ù.ù
Bene, e prima di lasciarvi al capitolo, un piccolo extra,
che come chi segue Equilibrio saprà, mi piace fare per le mie fiction, ove
possibile! Quindi ecco a voi la prima opening di questa storia!
Capitolo 05: L’inizio delle lezioni! Il Quidditch!
“Guarda lì!”
“Dove?”
“Vicino a quello con la sciarpa.”
“Ma hai visto che faccia?”
“E la cicatrice, l’hai vista?”
Il giorno dopo, da quando Harry e gli altri avevano lasciato il dormitorio,
furono inseguiti da una miriade di bisbigli e commenti.
I ragazzi in fila fuori dalle classi si alzavano in punta di piedi per dargli
un’occhiata anche solo per un attimo, oppure lo superavano lungo i corridoi per
poi tornare indietro a osservarlo meglio.
“Non so quanto resisterò di questo passo…” commentò il moro, facendo un
profondo respiro.
“Su, vedrai che con il tempo la smetteranno.” Disse Erza. “Altrimenti,
troveremo un modo per costringerli a interrompere questo teatrino.”
Ron guardò con timore la nuova compagna. Da quel che gli avevano raccontato
Harry, Natsu e Gray, sapeva diventare molto pericolosa se provocata, ma quando
aveva chiesto che cosa potesse fare, i tre maghi si sono rifiutati di
rispondere, liquidandolo con un sincero “Meglio che tu non lo sappia, credimi.”
I maghi di Fairy Tail avevano appreso che a Hogwarts c’erano centoquarantadue
scalinate: alcune ampie e spaziose, altre strette e pericolanti; alcune che il
venerdì portavano in luoghi diversi; altre con a metà un gradino che scompariva
e che bisognava ricordarsi di saltare. Poi c’erano porte che non si aprivano, a
meno di non chiederglielo cortesemente o di non far loro il solletico nel punto
giusto, e porte che non erano affatto porte, ma facevano finta di esserlo.
Molto difficile era anche ricordare dove fossero le cose, perché tutto sembrava
soggetto a continui spostamenti: i personaggi dei ritratti si allontanavano
continuamente per farsi visita l’uno con l’altro, e Lucy avrebbe giurato che le
armature camminassero da sole.
“Questo luogo ha più magia di qualunque altro abbiamo mai visto.” Aveva
commentato Gray, osservando una scala che si muoveva da sola, cambiando
completamente direzione.
Neanche i fantasmi contribuivano a rendere più semplice la situazione. Era
assai sgradevole quando uno di loro, all’improvviso, scivolava attraverso una
porta che un ragazzo stava cercando di aprire.
Nick-Quasi-Senza-Testa era sempre felice di indicare ai Grifondoro la giusta
direzione, ma Pix il Poltergeist, se lo incontravi quando eri in ritardo per
una lezione, era capace di farti trovare due porte sprangate e una scala a
trabocchetto, ma era anche capace di altri notevoli scherzi: ti tirava in testa
il cestino della carta, ti sfilava il tappeto da sotto i piedi, ti lanciava
addosso pezzi di gesso oppure, avvicinatosi di soppiatto, ti afferrava il naso
e strillava: “PRESO!”
Tuttavia, un giorno alcuni studenti erano pronti a scommettere di averlo visto
leggermente bruciacchiato, voce che non appena giunse ai maghi di Fairy Tail li
fece girare verso Natsu con una certa disapprovazione dipinta in viso.
“Che c’è?” chiese lui, con finta aria innocente. “Io gli avevo chiesto di
spostarsi dalla porta. E tranquilli, ho usato la bacchetta.” Disse, mormorando
l’ultima frase.
Ancor peggio di Pix, se possibile, era il custode Argus Gazza, che i ragazzi
erano riusciti a prendere per il verso sbagliato fin dalla prima mattina.
Gazza li aveva sorpresi mentre cercavano di passare per una porta, che
sfortunatamente risultò essere l'entrata al corridoio del terzo piano di cui
era vietato l’accesso agli studenti.
Non volle credere che si erano smarriti, poiché era fermo sulla convinzione che
stessero cercando di forzarne l'entrata di proposito, e minacciò di
rinchiuderli in prigione, se non fosse stato per il professor Raptor che
passava in quel momento e li aveva salvati da una punizione quasi certa.
Gazza possedeva una gatta di nome Mrs. Purr, una creatura color polvere, tutta
pelle e ossa, con due occhi sporgenti come fari, spiccicata al suo padrone. La
gatta pattugliava i corridoi da sola. Bastava infrangere una regola di fronte a
lei, mettere appena un piede fuori riga, ed eccola correre in cerca di Gazza,
il quale puntualmente appariva due secondi dopo, tutto ansimante.
Gazza conosceva i passaggi segreti della scuola meglio di chiunque altro
-tranne forse i gemelli Weasley- ed era capace di sbucare fuori all'improvviso
al pari dei fantasmi. Gli studenti lo detestavano, e desideravano con tutto il
cuore di riuscire ad assestare un bel calcio a Mrs. Purr.
Quando Natsu raccontò di lei a Happy, il gatto blu tremò visibilmente.
“Dev’essere inquietante, aye…” commentò.
Purtroppo per lui, Happy era relegato nella torre di Grifondoro, restando
nascosto per la maggior parte del tempo, tranne quando i maghi di Fairy Tail si
trovavano da soli.
Una volta che uno riusciva a trovare la classe, c’erano le lezioni.
Ogni mercoledì a mezzanotte bisognava studiare il cielo stellato con i
telescopi e imparare il nome delle stelle e i movimenti dei pianeti.
Tre volte alla settimana, ci si doveva recare nella serra dietro al castello
per studiare Erbologia con una strega piccola e tarchiata, la professoressa
Sprite, con la quale i ragazzi imparavano a coltivare tutte le piante e i
funghi più strani, e a scoprire a cosa servivano.
Indubbiamente, la lezione più noiosa era Storia della Magia, l'unico corso
tenuto da un fantasma. Il professor Rüf era già molto, molto vecchio quando si
era addormentato davanti al camino della sala dei professori e, la mattina
dopo, alzatosi per andare a fare lezione, si era lasciato dietro il corpo. Rüf
non la finiva più di parlare con voce monotona, mentre i ragazzi prendevano
nota di nomi e date, facendo una solenne confusione tra Emeric il Maligno e
Uric Testamatta.
Quando Lucy era entrata nella classe per la prima volta ebbe un leggero malore,
ma lentamente si stava abituando alla presenza dei fantasmi.
Invece, il professor Vitious, l'insegnante di Incantesimi, era un mago basso e
mingherlino che doveva salire sopra una pila di libri per vedere al di là della
cattedra. All'inizio della prima lezione prese il registro e, quando arrivò al
nome di Harry diede un gridolino eccitato e ruzzolò giù dalla sua “scala”,
scomparendo alla vista degli studenti, mentre il moro si portava una mano sul
volto, ormai esasperato da quella situazione.
La professoressa McGranitt era ancora diversa. Severa e intelligente, fece un
bel discorsetto ai ragazzi nel momento stesso in cui si sedettero per ascoltare
la sua prima lezione.
“La Trasfigurazione è una delle materie più complesse e pericolose che
apprenderete a Hogwarts.” disse. “Chiunque faccia confusione nella mia aula
verrà espulso e non sarà più riammesso. Siete avvisati.”
Poi trasformò la sua cattedra in un maiale e viceversa.
Tutti rimasero molto impressionati da quella dimostrazione, e non vedevano
l'ora di cominciare, ma la maggior parte della classe si rese presto conto che
ci sarebbe voluto un bel po’ di tempo prima che diventassero capaci di
trasformare un mobile in un animale.
Presero un mucchio di appunti complicati, dopodiché a ciascuno fu dato un
fiammifero che dovevano provare a trasformare in un ago.
Alla fine della lezione, Hermione Granger aveva cambiato qualche cosa nel suo
fiammifero, mentre i maghi di Fairy Tail erano riusciti tutti quanti a portare
a termine la magia, causando grande invidia nei compagni quando la
professoressa McGranitt mostrò alla classe il loro lavoro, gratificando i
cinque con uno dei suoi rari sorrisi.
“Non so come avremmo fatto senza quegli occhiali.” Disse Natsu a Lucy. “Siamo
riusciti ad apprendere quasi tutte le magie del primo anno a tempo di record.”
“Già. Anche se per me la difficoltà maggiore sarebbe stata solo ricordare le
parole esatte.” Commentò Harry, facendo un sorriso divertito.
Il corso che tutti non vedevano l’ora di frequentare era Difesa contro le Arti
Oscure, ma le lezioni di Raptor si dimostrarono un po’ una barzelletta.
L'aula odorava fortemente di aglio: tutti dicevano che serviva a tenere lontano
un vampiro che il professore aveva incontrato in Romania, e che temeva che
sarebbe tornato un giorno o l’altro a prenderlo per portarlo via.
Il turbante, così disse ai suoi allievi, lo aveva ricevuto in dono da un
principe africano, come pegno di gratitudine per averlo liberato da un
fastidioso zombie; ma loro non erano così sicuri che quella storia fosse vera.
Tanto per cominciare, quando Seamus Finnigan aveva chiesto a Raptor di
raccontare come aveva fatto a scacciare lo zombie, lui era diventato tutto
rosso e aveva cominciato a parlare del tempo. Inoltre, avevano notato che
intorno al turbante aleggiava uno strano odore, e i gemelli Weasley insistevano
nel dire che anche quello era imbottito d'aglio, perché Raptor fosse protetto
ovunque andasse.
Il venerdì successivo fu un giorno importante per i maghi, dato che per prima
volta nella settimana riuscirono ad arrivare alla Sala Grande per colazione
senza perdersi neanche una volta.
“Non pensavo di metterci così tanto per imparare il percorso.” Fece Erza,
leggermente stizzita dalla complessità del castello.
“Cosa abbiamo oggi?” chiese Harry a Ron, mentre si versava dello zucchero nel
tè.
“Doppie Pozioni con i Serpeverde.” Rispose il rosso. “Il direttore della Casa
dei Serpeverde è Piton, e quelli di Serpeverde dicono che lui li favorisce
sempre... vedremo se è vero.”
“Quanto vorrei che la McGranitt favorisse noi.” Commentò Lucy.
La professoressa McGranitt era la direttrice della Casa di Grifondoro, ma
questo non le aveva impedito, il giorno prima, di dargli una montagna di
compiti.
In quel momento arrivò la posta.
Oramai i cinque maghi ci avevano fatto l'abitudine, ma il primo giorno erano
rimasti alquanto impressionati quando un centinaio di gufi avevano fatto
irruzione all’improvviso nella Sala Grande, durante la colazione, descrivendo
cerchi sopra i tavoli finché, individuato il proprio padrone, non gli avevano
lasciato cadere in grembo lettere e pacchetti.
I loro gufi non avevano ancora portato niente, ma dato che non avevano nessuna
conoscenza in quel mondo non ne erano troppo sorpresi. Ogni tanto, venivano per
farsi dare un pezzetto di toast prima di tornare a dormire nella grande voliera
insieme agli altri pennuti della scuola.
Ma quella mattina la civetta bianca di Harry, che aveva deciso di chiamare
Edvige, si posò fra la zuccheriera e la coppetta della marmellata d'arancia,
lasciando cadere un biglietto sul piatto di Harry.
Il ragazzo aprì immediatamente la busta, incuriosito. ‘Caro Harry,’c'era scritto con una calligrafia tutta scarabocchi.‘so che il venerdì pomeriggio sei
libero: ti va di venire a prendere una tazza di tè con me intorno alle tre?
Voglio sapere tutto della tua prima settimana. Mandami la risposta con Edvige. Hagrid’ Harry si fece
prestare la penna d'oca da Gray e buttò giù la risposta sul retro del
biglietto:‘Sì, grazie.
Verranno anche Natsu e gli altri. Ci vediamo più tardi.’e la consegnò a Edvige perché la
recapitasse.
Meno male che i maghi avevano la piacevole aspettativa del tè con Hagrid,
perché la lezione di Pozioni si rivelò la peggior cosa che gli fosse capitata
fino a quel momento.
Appena arrivato, durante il banchetto inaugurale, Harry aveva avuto
l'impressione di non stare propriamente simpatico al professor Piton.
Alla fine della prima lezione di Pozioni seppe che si era sbagliato.
Non è che lo trovasse antipatico... lo odiava.
Le lezioni di Pozioni si svolgevano in una delle celle sotterranee.
Qui faceva più freddo che ai piani alti, il che sarebbe bastato a far venire
loro la pelle d'oca anche senza tutti quegli animali che galleggiavano nei
barattoli di vetro lungo le pareti.
Solo Gray sembrava non risentire della bassa temperatura, cosa che lasciò
sorpresi i suoi nuovi compagni, mentre Harry e gli altri non poterono che
invidiare leggermente la sua magia del ghiaccio.
Come Vitious, anche Piton iniziò la lezione prendendo il registro, e sempre
come Vitious, giunto al nome di Harry si fermò.
“Ah, vedo…” disse con voce melliflua, guardandolo. “Harry Potter. La nostra
nuova... celebrità.”
Draco Malfoy e i suoi amici Tiger e Goyle nascosero un ghigno dietro la mano,
mentre Natsu e gli altri sopprimevano la voglia di saltargli addosso e
rompergli il naso.
Piton finì di fare l'appello e alzò lo sguardo sulla classe. Aveva gli occhi
neri come quelli di Hagrid, ma del tutto privi del suo calore. Erano gelidi e
vuoti, e facevano pensare a due tunnel immersi nel buio.
“Siete qui per imparare la delicata scienza e l'arte esatta delle Pozioni.”
cominciò.
Le sue parole erano poco più di un sussurro, ma ai ragazzi non ne sfuggiva una:
come la professoressa McGranitt, Piton aveva il dono di mantenere senza sforzo
il silenzio in classe.
“Poiché qui non si agita insulsamente la bacchetta, molti di voi stenteranno a
credere che si tratti di magia. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la
bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti,
il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane, ammaliando la
mente, stregando i sensi... Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, la
gloria, addirittura la morte... sempre che non siate una manica di teste di
legno, come in genere sono tutti gli allievi che mi toccano.”
Anche questo discorso cadde nel silenzio.
Harry, Natsu, Gray, Erza e Lucy si scambiarono un’occhiata d’intesa, Ron non
riuscì a nascondere un po’ di preoccupazione mentre Hermione sembrava non
vedere l’ora di dimostrare che il professore si sbagliava.
“Potter.” disse Piton d'un tratto. “Che cosa ottengo se verso della radice di
asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?”
Harry fece mente locale su ciò che aveva letto sul libroMille erbe e funghi magici,
mentre Granger alzò di colpo la mano per rispondere.
“L’asfodelo e l’artemisia insieme fanno una pozione soporifera, potente a tal
punto da essere chiamata ancheDistillato
della Morte Vivente.” Rispose il moro, mentre Hermione abbassava
leggermente delusa la mano.
Le labbra di Piton si incresparono leggermente.
“Bene, bene… Sembra che la fama non sia totalmente immeritata…” fece, per poi
girarsi verso Natsu.
“Dragonil, dove guarderesti se ti dicessi di trovarmi una pietraBezoar?” gli chiese.
Il Dragon Slayer sorrise.
“Semplice: il Bezoar è una pietra che si trova nella pancia delle capre e che
salva da molti veleni.” Rispose tranquillamente, facendo scoppiare a ridere
alcuni studenti, che però s’interruppero vedendo che Piton non replicava.
“Molto bene… Sembra proprio che Potter abbia scelto degli amici… intelligenti…”
continuò, girandosi verso Lucy, che deglutì.
“Heartphilia, qual è la differenza tra l’Aconitum napelluse l’Aconitum lycoctonum?”
La bionda chiuse gli occhi per qualche secondo.
“S-Se ricordo bene, dovrebbero essere la stessa pianta. Se non sbaglio è
chiamata ancheAconito.”
Fece infine.
Piton sembrò seccato dalla risposta.
“Corretto…” disse, per poi guardare gli altri studenti. “Be’, perché voi non
prendete appunti?”
Ci fu un improvviso rovistare in cerca di penne e pergamene.
“Come diavolo facevate a sapere le rispose?!” chiese sorpreso Ron.
“Abbiamo letto il libro.” Rispose Erza, trascrivendo comunque sulla pergamena
le risposte degli amici.
Harry osservò per qualche secondo il professore, che non aveva smesso di
fissarlo con uno sguardo che al moro sembrò di puro odio.
Col procedere della lezione di Pozioni, la situazione dei Grifondoro non
migliorò.
Piton li divise in coppie e li mise a fabbricare una semplice pozione per
curare i foruncoli.
Intanto, avvolto nel suo lungo mantello nero, si aggirava di qua e di là per la
classe, osservandoli pesare ortiche secche e schiacciare zanne di serpente,
muovendo critiche praticamente a tutti tranne che a Malfoy, che sembrava
stargli simpatico.
Aveva appena cominciato a dire agli altri di osservare il modo perfetto in cui
Malfoy aveva stufato le sue lumache cornute, quando il sotterraneo fu invaso da
una nube di fumo verde e acido e da un sibilo potente. Non si sa come, Neville
era riuscito a fondere il calderone di Seamus trasformandolo in un ammasso di
metallo contorto, e la loro pozione, colando sul pavimento di pietra, bruciava
le scarpe degli astanti facendoci dei buchi. In pochi secondi, tutti i ragazzi
erano saltati sugli sgabelli, salvo Neville, che si era bagnato con la pozione
quando il calderone si era bucato e adesso piangeva di dolore, mentre sulle
braccia e sulle gambe gli spuntavano bolle infiammate.
“Ma che razza di idiota!” sbottò Piton mentre con un sol tocco della sua
bacchetta magica ripuliva il pavimento dalla pozione versata. “Suppongo che tu
abbia aggiunto gli aculei di porcospino prima di togliere il calderone dal
fuoco. Non è cosi?”
Neville frignava perché le bolle avevano cominciato a spuntargli anche sul naso.
“Portalo in infermeria!” intimò Piton a Seamus in tono sprezzante.
Poi si girò verso Harry e Erza, che avevano lavorato accanto a Neville.
“E tu, Potter... perché non gli hai detto di non aggiungere gli aculei? Pensavi
che se lui sbagliava ti saresti messo in luce, non è vero? Due punti in meno
per i Grifondoro.”
La cosa era così ingiusta che Natsu apri bocca per ribattere, ma Harry lo
guardò serio, intimandogli silenziosamente di tacere, cosa che non sfuggì al
professore, che tuttavia restò in silenzio.
Un’ora dopo, lasciato il sotterraneo, mentre risalivano le scale, Harry stava
riflettendo.
Aveva sentito che Piton se la prendeva più che volentieri con i Grifondoro,
togliendo molti punti, ma con lui sembrava avercela per qualche motivo
particolare.
In più, uno sguardo con Erza gli era bastato per capire subito una cosa: il
professor Piton era in grado di leggere nella mente, e aveva provato a scoprire
di più sul loro conto.
“Per fortuna il nostro marchio costituisce una barriera contro le intrusioni
della mente, altrimenti a quest’ora avrebbe scoperto tutta la verità su noi e
Fairy Tail…” mormorò Erza al moro, che annuì.
“Su col morale!” disse Ron, scambiando il loro silenzio per dispiacere. “Piton
non fa altro che togliere punti a Fred e a George. Posso venire con voi a
trovare Hagrid?”
I maghi annuirono, mentre facevano rientro nella sala comune per lasciare giù
gli zaini.
Alle tre meno cinque avevano lasciato il castello e avanzavano attraverso il
parco.
Hagrid viveva in una casetta di legno al limitare della foresta proibita. Fuori
della porta erano poggiati una balestra e un paio di stivali di gomma.
Quando Harry bussò, dall'interno si udì un raspare frenetico e una serie di
latrati sempre più forti. “Qua, Thor... qua!” risuonò una voce dall’interno,
che riconobbero come quella di Hagrid.
La sua grossa faccia pelosa apparve da dietro la porta socchiusa, prima che la
spalancasse.
“Aspettate un attimo!” disse. “Sta' giù, Thor!”
Li fece entrare, cercando di trattenere per il collare un enorme cane nero, di
quelli usati per la caccia al cinghiale.
La casa era formata da un'unica stanza. Dal soffitto pendevano prosciutti e
fagiani; sopra una piccola catasta di legna già accesa c'era un bollitore di
rame e, in un angolo, un letto imponente coperto con una trapunta a patchwork.
“Fate come se foste a casa vostra.” disse Hagrid, lasciando andare Thor che si avventò
dritto su Ron, cominciando a leccargli le orecchie, per poi passare a Gray.
Al pari di Hagrid, Thor non era poi così feroce come sembrava.
“Ti presento Ron.” disse Harry a Hagrid, mentre questi versava dell'acqua
bollente in una grande teiera e disponeva alcuni biscotti su un piatto.
“Un altro Weasley, eh?” chiese Hagrid guardando le lentiggini di Ron. “Ho
passato metà della vita a dar la caccia ai tuoi fratelli gemelli per la
foresta.”
Per poco i biscotti non gli spezzarono i denti, ma i ragazzi finsero di
gradirli moltissimo. Solo Natsu sembrava gustarli con vero piacere, ma solo
perché, facendo attenzione a non farsi vedere, li aveva ammorbiditi usando la
sua magia.
Mentre facevano a Hagrid il resoconto delle prime lezioni, Thor aveva poggiato
la testa sulle ginocchia di Harry e gli sbavava addosso, tutto contento.
Il gruppetto di maghi non poté trattenersi dal sorridere quando sentirono
Hagrid chiamare Gazza “quel vecchio scemo.”
“E quanto alla gatta, Mrs. Purr, una volta o l'altra la presento a Thor. Lo
sapete che ogni volta che vado su alla scuola mi segue dappertutto? Non riesco
a levarmela dai piedi... Gazza la aizza.”
Harry raccontò a Hagrid della lezione di Piton.
Hagrid non sembrò troppo sorpreso, dicendogli che era normale quel comportamento,
dato che a Piton non andava praticamente a genio nessuno degli studenti.
“Io comunque ho avuto la netta impressione che lo odiasse. Quello sguardo non
lasciava dubbi.” Fece Gray.
“Sciocchezze!” esclamò Hagrid. “Perché mai dovrebbe odiarlo?”
Tuttavia i maghi di Fairy Tail non poterono fare a meno di notare che Hagrid,
nel pronunciare quelle parole, evitava il loro sguardo.
“E tuo fratello Charlie, come sta?” chiese Hagrid a Ron. “Mi stava molto
simpatico... con gli animali era fantastico.”
Harry si chiese se Hagrid l'aveva fatto apposta a cambiare argomento.
Mentre il rosso raccontava a Hagrid che lavoro faceva Charlie con i draghi,
Harry prese un pezzetto di carta che era stato lasciato sul tavolo, sotto la
teiera.
Era il ritaglio di un trafiletto dalla Gazzetta del Profeta.
ULTIMISSIME SULLA RAPINA ALLA GRINGOTT
Proseguono le indagini sulla rapina avvenuta alla Gringott lo scorso luglio a
opera di ignoti maghi o streghe dalle Arti Oscure.
Oggi i folletti della Gringott hanno ripetutamente affermato che nulla è stato
trafugato. Anzi, la camera di sicurezza che i rapinatori avevano preso di mira
era stata svuotata il giorno stesso.
“Ma tanto non vi diremo che cosa conteneva; quindi, se non volete guai, non
ficcate il naso in questa faccenda”: così ha dichiarato oggi pomeriggio il
folletto portavoce della Gringott.
“Ah, vedo che l’hai saputo anche
tu.” Disse Erza, leggendo anche lei l’articolo e guardando Hagrid. “Curioso che
sia successo proprio il giorno in cui ci siamo andati noi.”
Sentendo l’amica dire ciò, Lucy spalancò gli occhi.
“E la camera di sicurezza che i rapinatori avevano preso di mira era stata
svuotata il giorno stesso…” mormorò, attirando lo sguardo degli altri su di sé.
Hagrid spostò ancora lo sguardo, cercando di non guardarli, evitando di proseguire
con quella conversazione e offrendo loro altri biscotti.
Quando fecero ritorno al castello per cena, le loro tasche erano stracolme di
biscotti che i ragazzi erano stati troppo beneducati per rifiutare, e Harry si
disse che nessuna delle lezioni frequentate fino a quel momento gli aveva dato
tanto da pensare quanto quell'ora trascorsa a prendere il tè con Hagrid.
Quello a cui mirava il ladro era il pacchetto che Hagrid aveva ritirato proprio
quel giorno?
E ora dove si trovava?
E poi, c'era qualche cosa su Piton che Hagrid sapeva e non voleva dirgli?
Gli stessi pensieri sembravano attraversare anche i suoi compagni.
“Dobbiamo trovare un posto dove poter parlare liberamente.” Fece Natsu serio.
Dopo quel pomeriggio, i maghi di Fairy Tail cominciarono a
cercare un posto dove potersi riunire e parlare liberamente.
Harry aveva pensato di insonorizzare con la magia una delle aule, ma rimaneva
lo stesso il problema di scegliere quale, dato che sembrava che ogni singola
aula servisse a qualcosa, oppure fosse troppo in vista, il che avrebbe creato
qualche problema ai maghi, dato che preferivano non attirare l’attenzione.
Natsu aveva proposto di chiedere aiuto ai gemelli Weasley, ma Harry e Erza
aveva subito scartato quella possibilità. Era vero che Fred e George gli
avrebbero potuto indicare senza alcuna difficoltà un posto per riunirsi, ma
questo significava anche spiegare il perché lo cercassero.
E come se non bastasse, il gruppo aveva a che fare con Draco Malfoy, il quale
sembrava essersi legato al dito la figura fatta sul treno.
Per loro fortuna avevano con i Serpeverde solo il corso di Pozioni, e quindi
non gli toccava sopportare i suoi discorsi, con i quali cercava di infastidire
il gruppo di Fairy Tail, purtroppo riuscendoci. Non mancava mai di dire come certi
maghi fossero inferiori ad altri, o come era dispiaciuto che ci fossero ragazzi
che non ricevevano mai posta, riferendosi al fatto che Harry e gli altri non
ricevessero mai nessun messaggio.
Il che non era del tutto vero, anche se ovviamente non usavano i gufi. Infatti
avevano cominciato a fare rapporti quasi giornalieri al Master, grazie agli
spiriti di Lucy, i quali ormai avevano assunto la funzione di postini
inter-dimensionali -anche se ad alcuni la bionda non aveva nemmeno osato
chiederlo, per paura della loro reazione-, e così potevano sapere se c’era
qualche problema alla gilda.
Il tutto però, avveniva in gran segreto, e solitamente erano sempre Lucy e Erza
a inviare e ricevere i messaggi, dicendo alle loro compagne di dormitorio che
restavano a riposarsi ancora qualche minuto.
Un altro problema era Hermione Granger, che li aveva etichettati come dei veri
e propri rivali, non riuscendo a capire come facessero a sapere così tante cose
senza nemmeno aprire i libri per studiare.
“Se dovesse mai venire a conoscenza degli occhiali, probabilmente ci
fulminerebbe peggio di come farebbe Luxus.” Commentò Gray un giorno, facendo
ridere i compagni.
A parte questi piccoli problemi, i giorni passarono senza troppi problemi, fino
a quando sulla bacheca di Grifondoro non apparve l’avviso che gli studenti del
primo anno avrebbero cominciato le lezioni di volo assieme ai Serpeverde.
“Fantastico… come se Malfoy non si vantasse già a sufficienza di come sa volare
perfettamente.” commentò Harry, sbuffando.
“Credo sarà interessante… non ho mai volato su manici di scopa.” Fece Erza.
“Io spero solo di non stare di nuovo male. Non so se quell’incantesimo è ancora
valido o no.” Disse Natsu.
“Non dovresti avere problemi per quello. La vera difficoltà sarà restare
attaccato alla scopa.” Fece Hermione, arrivando in quel momento. “Purtroppo non
è qualcosa che si può imparare sui libri. Ho letto non so quante volteIl Quidditch attraverso i secoli,
ma non mi è servito a granché.”
“Non si può imparare tutto dai libri.” Replicò Harry. “Certe esperienze devono
essere reali.”
“Sarà anche come dici… ma tu sei l’ultimo a poter parlare, visto che ce l’hai
nel sangue.”
A quell’affermazione, il moro la guardò leggermente sorpreso.
“Come sarebbe a dire?”
“Ne deduco che tu non ti sia informato sui tuoi genitori, vero?”
“A dir la verità no, ma per mia scelta. Non vedo il motivo di andare a cercare
informazioni che probabilmente non farebbero altro che farmi soffrire. E poi
ora ho una nuova famiglia.”
“Beh, allora devi sapere che tuo padre era un ottimo cercatore. Uno dei
migliori che Grifondoro abbia mai avuto.”
“Davvero?” chiese Erza, incuriosita.
La ragazza annuì.
“Era una specie di leggenda. Sono sicura che Harry ha ereditato la sua
passione. Anche perché, perdonami, ma non mi sembri molto disorientato, per
essere uno che non aveva sentito parlare di Hogwarts fino a poco tempo fa.”
“Sono un tipo che si adatta facilmente a qualsiasi situazione e nemmeno tu mi
sembri tanto fuori posto.”
“Faccio del mio meglio.” Rispose lei, per poi allontanarsi.
“Non so se ammirarla per come riesce ad apprendere tutto o se considerarla una
semplice secchiona.” Disse Gray.
“O forse si sente semplicemente sola…” mormorò Lucy.
Dopo ciò, il gruppo si diresse verso la Sala Grande per fare colazione.
“Il Master vi ha detto qualcosa di particolare?” chiese Harry, assicurandosi di
non essere sentito da nessuno.
Le due ragazze scossero la testa.
“Nulla di che. Il Concilio continua a cercare una scusa per chiudere Fairy
Tail, ma questo è normale.” Rispose Lucy.
“Se penso che dobbiamo pure dire grazie a Sieglein…” fece gelida Erza.
“Lo so, anch’io non lo sopporto.” Fece il moro. “Ho avuto a che fare con lui in
qualche occasione, e non mi sono mai levato di dosso la sensazione che mi
stesse analizzando come un oggetto interessante.”
“Non è solo per quello… Io non riesco proprio a guardarlo senza provare odio.”
Continuò Titania, attirando su di sé uno sguardò sorpreso dei compagni, ad
esclusione di Harry. Tuttavia, nessuno chiese ulteriori spiegazioni, e andarono
a sedersi al tavolo.
Ignorarono Malfoy che mostrava un pacco di dolci che gli era appena arrivato da
casa e cominciarono a mangiare.
All’improvviso, furono distratti da un barbagianni, che atterrò di fronte a
Neville, lasciando cadere un pacchetto proveniente da sua nonna. Il ragazzo lo
aprì eccitato e mostrò a tutti una palla di vetro, che sembrava piena di fumo
bianco.
“E quella che cos’è?” chiese Gray.
“È una Ricordella!” spiegò Neville. “Nonna sa che dimentico sempre le cose…
Questa ti dice se c’è qualcosa che hai dimenticato di fare. Guardate: uno la
tiene stretta così, e se diventa rossa… Oh!”
Tutta la sua eccitazione svanì perché la Ricordella era diventata d’un tratto
scarlatta.
“…vuol dire che hai dimenticato qualcosa…” concluse mogio, cercando di
ricordare che cosa aveva dimenticato.
“Sarebbe più utile se ti dicesse anche cosa, no?” fece Natsu, senza smettere di
mangiare.
Tuttavia si fermò non appena vide Draco avvicinarsi al tavolo, per poi
strappare di mano a Neville la Ricordella.
Il gruppo di Fairy Tail saltò in piedi, assieme a Ron, sperando finalmente in
un’occasione per pestare Malfoy, ma per loro sfortuna la McGranitt aveva
fiutato il possibile guaio, e arrivò come un fulmine.
“Che cosa succede qui?”
“Professoressa, Malfoy mi ha preso la Ricordella!” esclamò Neville.
Tutto corrucciato, il biondo rimise prontamente la palla sul tavolo.
“Stavo solo guardando.” Disse semplicemente, per poi andarsene con Tiger e
Goyle.
“Cavoli… speravo di poter sistemare definitivamente quel figlio di papà…”
commentò Natsu, non appena la professoressa si fu allontanata.
“Suvvia Natsu… non dobbiamo cedere così alle sue provocazioni.” Fece Erza.
“Ma se tu hai la mano pronta a evo-” cominciò Lucy, vedendo che la rossa si era
preparata ad evocare una delle sue spade, fermandosi giusto in tempo.
“Pronta a fare che cosa?” chiese Hermione, incuriosita.
“E-Ecco… a prendere la bacchetta ovviamente!” rispose la bionda, ridendo
nervosamente.
Erza fece un profondo respiro.
“Prima o poi perderò la pazienza…” commentò a bassa voce.
Quel pomeriggio, alle tre e mezza, Harry e gli altri
Grifondoro del primo anno si avviarono verso il campo, per la prima lezione di
volo.
Era una giornata chiara e ventosa, e l’erba si piegava sotto i loro passi,
mentre scendevano di corsa giù per la collina verso un pianoro dalla parte
opposta del parco, in direzione della foresta proibita, le cui chiome
ondeggiavano, nere, in lontananza. I Serpeverde erano già arrivati, e per terra
c’erano anche diversi manici di scopa, uno per ogni studente, ordinatamente
disposti in tante file.
Harry aveva sentito Fred e George lamentarsi delle scope della scuola, dicendo
che, se uno volava troppo alto, alcune cominciavano a vibrare, oppure
sbandavano leggermente a sinistra.
“Sembrano scope qualsiasi.” Commentò Natsu, mentre l’insegnante, Madama Bumb,
li raggiungeva.
Era una donna bassa, coi capelli grigi e gli occhi simili a quelli un falco.
“Be’, che cosa state aspettando?” sbraitò. “Ciascuno prenda posto accanto a un
manico di scopa. Di corsa, muoversi!”
Gli studenti obbedirono, e in pochi secondi ognuno fu al suo posto.
“Stendete la mano destra sopra la vostra scopa e dite: ‘Su!’.”
“Su!” gridarono tutti.
A Harry e Erza la scopa saltò immediatamente in mano, mentre a Natsu e Gray ci
vollero ancora un paio di tentativi. La scopa di Lucy, come quella di Hermione,
si limitò a rotolare per terra, mentre quella di Neville restò perfettamente
immobile.
Quando tutti riuscirono a prendere in mano la scopa, Madama Bumb mostrò a tutti
come montare sul manico senza scivolare verso il fondo, e poi passò in rassegna
la scolaresca per correggere la presa.
I maghi di Fairy Tail non poterono fare a meno di sghignazzare quando disse che
erano anni che Malfoy usava la presa sbagliata.
“E ora, quando suonerò il fischietto, datevi una spinta premendo forte i piedi
per terra.” Disse l’insegnante. “Tenete ben salde le scope e sollevatevi di un
metro circa; poi tornate giù inclinandovi leggermente in avanti. Al mio
fischio… tre… due…”
Ma Neville, nervoso e sovreccitato com’era, nel timore di rimanere a terra, si
diede la spinta prima ancora che il fischietto avesse sfiorato le labbra di
Madama Bumb.
“Torna indietro, ragazzo!” gridò lei, ma Neville si stava sollevando in aria
come un turacciolo esploso da una bottiglia… tre metri… sei metri…
Il volto del ragazzo diventava sempre più bianco, mentre il suolo si
allontanava.
Ad un certo punto gli mancò il fiato, e cominciò a scivolare dal manico.
Natsu si mosse prima di chiunque altro.
Saltando giù dal manico, corse verso il punto dove Neville stava cadendo, gettandosi
a terra e agendo come un cuscino, attutendo la caduta del compagno, mentre la
sua scopa si allontanava da sola, dirigendosi verso la foresta proibita.
Madama Bumb corse subito a vedere come stavano, mentre anche gli altri
Grifondoro li raggiungevano, ignorando i Serpeverde che se la ridevano.
“Ugh… Sei più pesante di quel che sembri…” si lamentò il Dragon Slayer.
“Signor Dragonil! Che cosa le è saltato in mente? Poteva farsi male!” lo
rimproverò l’insegnante.
“Ma se non avessi fatto così, Neville se la sarebbe cavata con ben peggio di un
livido.” Replicò lui, mentre il compagno si sedeva a terra, ancora scosso.
Il rosa sorrise, per poi fare una smorfia di dolore, portandosi una mano su un
fianco.
“Sarà meglio portarvi entrambi in infermeria. E darò anche cinque punti a
Grifondoro per il tuo coraggio, ma cerca di non ripetere un’azione del genere.”
Disse Madama Bumb, aiutandolo ad alzarsi.
Poi si rivolse al resto degli studenti.
“Nessuno si muova mentre io li accompagno in infermeria. Lasciate le scope dove
si trovano, o verrete espulsi da Hogwarts prima di avere il tempo di dire ‘a’.
Andiamo, cari.”
Gray notò che sul volto dell’amico era apparso un piccolo sorriso.
“Non ci credo…” bofonchiò, portandosi una mano sul volto. “Guarda che cosa s’è
inventato per non volare su una scopa…”
I Grifondoro rimasero fermi a guardare i tre allontanarsi, mentre Harry si
avvicinava al prato, passandovi una mano sopra.
Erza controllava che nessuno lo stesse guardando.
I due avevano notato che Natsu aveva usato il fuoco per tenersi leggermente
sollevato da terra, lasciando delle piccole bruciature, che ora il moro stava
nascondendo smuovendo la terra con la magia.
Prima che potesse finire, fu distratto da Malfoy, che scoppiò a ridere.
“Avete visto che razza di stupido, quel rosato? Quasi peggio dell’altro!”
I maghi di Fairy Tail si voltarono verso di lui, senza preoccuparsi di
nascondere la propria irritazione.
“Chiudi il becco, Malfoy!” sbottò Calì Patil, una compagna di dormitorio di
Lucy, Erza e Hermione.
“Oh, non prenderai mica le difese di Paciock e Dragonil, vero?” fece Pansy
Parkinson, una ragazza Serpeverde dai lineamenti duri. “Non credevo che proprio
a te, Calì, stessero simpatici i piagnucoloni e gli strambi.”
“Attenta a come parli. Potresti pentirtene.” Tuonò Gray, avvicinando tra di
loro le mani.
“Guardate!” esclamò Draco, ignorando il battibecco e facendo un passo in
avanti, raccogliendo qualcosa fra l’erba. “È quello stupido aggeggio che la
nonna ha inviato a Paciock.”
La Ricordella brillò al sole, mentre lui la teneva sollevata.
Harry si alzò in piedi, avvicinandosi al biondo.
“Da’ qui, Malfoy.” Disse tranquillo.
Nonostante ciò, tutti i presenti si zittirono, cogliendo la tensione presente
tra i due.
“Penso che la metterò in un posticino dove Paciock dovrà andare a
riprendersela… cosa ne dite, per esempio… della cima di un albero?”
“Dammela!” ordinò Harry. “Non mi ripeterò una seconda volta.”
Malfoy sorrise, salendo sul manico di scopa e alzandosi in volo.
“Vienitela a prendere, Potter!” esclamò divertito.
Harry alzò la mano, facendosi raggiungere dal manico nonostante i metri che li
separavano.
“Come vuoi, Malfoy, poi non andare a piangere dal tuo paparino.” Fece,
ignorando gli sguardi increduli dei presenti.
Sguardi che aumentarono quando anche Erza salì sul manico di scopa.
“No!” urlò Hermione. “Madama Bumb ci ha detto di non muoverci! Ci caccerete
tutti nei guai!”
I due la ignorarono, alzandosi subito in volo senza alcuna difficoltà e
raggiungendo un sorpreso Malfoy.
“Daccela!” gli gridò Erza. “O ti buttiamo giù da quel tuo manico di scopa!”
“Ah sì?” rispose lui con un ghigno.
Ghigno che scomparve quando sentì qualcosa passargli vicino al viso, lasciando
un piccolo graffio.
“Che cosa…?” fece, portandosi una mano sulla guancia e accorgendosi di star
perdendo sangue.
“Che succede, non sopporti nemmeno la pressione dell’aria?” chiese Harry, per
poi raggiungerlo di colpo, evitandolo di pochi centimetri, per poi fermarsi di
nuovo a mezz’aria.
“Niente Tiger e Goyle a salvarti l’osso del collo quassù, eh, Malfoy?” lo apostrofò
il moro.
Malfoy sembrava essersene reso conto.
“Prendetela, se ci riuscite!” urlò, gettandola verso l’alto, per poi lanciarsi
in picchiata verso terra.
Erza partì immediatamente, seguita da Harry.
La rossa riuscì a colpirla con una mano, deviandola verso il compagno.
“Harry!” urlò, senza dover aggiungere altro.
Il moro infatti, percorse in pochi secondi la distanza che lo separava
dall’oggetto, prendendolo senza alcuna difficoltà tra le mani.
I due si guardarono, sorridendo, per poi tornare a terra.
“Harry Potter! Erza Scarlett!” urlò una voce.
I due ebbero un tuffo al cuore.
La professoressa McGranitt stava avanzando di corsa verso di loro.
I due la guardarono preoccupati.
“Mai… da quando sono a Hogwarts…” fece, quasi senza parole per
l’indignazione e gli occhiali che le lampeggiavano furiosamente. “Come osate…
Avreste potuto rompervi l’osso del collo…”
I due maghi di classe S pensarono a come avevano vissuto situazioni ben più
pericolose, ma decisero di rimanere in silenzio.
“Non è stata colpa loro, professoressa…”
“Taci, signorina Patil…”
“Ma Malfoy-”
“Basta così, Weasley. Potter, Scarlett, seguitemi immediatamente!” ordinò.
A Harry e Erza non sfuggirono le facce trionfanti del trio di Serpeverde,
mentre si allontanavano seguendo la professoressa.
Hermione li guardò con occhi tristi. Tuttavia, la sua attenzione fu attirata da
un luccichio poco lontano. La ragazza cercò di individuarne la fonte,
trovandola a qualche metro dal campo. Si avvicinò velocemente, trovando così,
piantato a terra, un piccolo pugnale.
“E questo che cosa ci fa qui?” si chiese, prendendolo in mano.
Ma non riuscì che a dargli un’occhiata veloce perché esso scomparve nel nulla,
facendole sgranare gli occhi.
Harry e Erza rimasero in silenzio, preoccupandosi di ciò
che sarebbe successo da lì a poco.
Per Harry sarebbe significato la fine della missione, e quindi il suo primo
fallimento. Inoltre, avrebbero dovuto lasciare da soli Natsu, Gray e Lucy.
Diede uno sguardo a Erza, capendo che anche lei stava pensando la stessa
identica cosa. In più, la rossa si stava preoccupando di aver perso il
controllo e aver quasi colpito Malfoy con una delle sue armi. Aveva fatto
scomparire il pugnale mentre si allontanavano, tuttavia non poteva essere certa
che nessuno se ne fosse accorto.
Su per le scale esterne poi, su per la scala di marmo, e la professoressa
McGranitt non aveva ancora detto una parola. Spalancava le porte con violenza e
correva per i corridoi, con loro che le trotterellavano dietro sempre più
preoccupati.
Infine, la professoressa si fermò di fronte a un’aula. Aprì la porta e mise
dentro la testa.
“Mi scusi, professor Vitious, mi presta Baston per un attimo?” ‘Bastone?’pensarono insieme i due maghi, temendo che volesse
picchiarli.
Per loro fortuna, Baston era una persona, un ragazzo corpulento del quinto
anno, che uscì esitante dall’aula.
“Voi tre, venite con me.” Ordinò la McGrannit.
I ragazzi la seguirono lungo il corridoio.
Baston continuava a guardare Harry e Erza incuriosito.
“Qui dentro.” Disse infine la professoressa, indicando loro una classe che
sarebbe stata vuota, se non fosse stato per Pix, tutto intento a scrivere
parolacce sulla lavagna.
“Fuori, Pix!” gli gridò.
Il poltergeist lanciò il gessetto in un recipiente, facendolo risuonare
rumorosamente, e sparì imprecando.
La McGranitt gli sbatté la porta alle spalle e si voltò a guardare i tre
studenti.
“Potter, Scarlett, questo è Oliver Baston. Baston… ti ho trovato un Cercatore e
un Cacciatore.”
Da perplesso che era, Baston divenne l’immagine della felicità.
“Dice sul serio, professoressa?”
“Ci puoi giurare.” Rispose lei tutta animata, mentre Harry e Erza li guardavano
increduli. “Hanno un talento naturale. Non ho mai visto nulla di simile. Era la
prima volta che salivate su un manico di scopa?”
I due annuirono in silenzio.
“Si muovevano nell’aria completamente a loro agio, e non si sono fatti neanche
un graffio. E Potter è riuscito a prendere al volo quella palla raggiungendola
mentre cadeva. Nemmeno Charlie Weasley ci sarebbe riuscito!”
Ora Baston aveva decisamente l’aria di uno che vede realizzarsi i suoi sogni.
“Avete mai assistito a una partita di Quidditch?” gli chiese tutto euforico.
“Baston è il capitano della squadra dei Grifondoro.” Spiegò la McGranitt.
“E hanno anche la corporatura giusta.” Commentò il capitano, girando intorno ai
due e osservandoli attentamente. “Dovremo procurargli delle scope decenti,
professoressa. Delle Nimbus Duemila o delle Tornado Sette, direi.”
“Parlerò con il professor Silente e vedremo di fare un’eccezione alla regola
che esclude quelli del primo anno. Sa il cielo se abbiamo bisogno di una
squadra migliore di quella dell’anno scorso. I Serpeverde ci hanno stracciato
nell’ultima partita. Per settimane non ho avuto il coraggio di guardare in
faccia Severus Piton…”
La professoressa McGranitt scrutò Harry e Erza da sopra gli occhiali con
sguardo severo.
“Voglio vedervi sudare su questo allenamento, altrimenti potrei cambiare idea
sul fatto di non punirvi.” Disse, per poi sorridere nel guardare Harry.
“Tuo padre sarebbe stato orgoglioso. Anche lui era un ottimo giocatore di
Quidditch.”
Capitolo 6 *** Il duello magico! Incontro con il proprio sogno? ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
Ed
eccomi qui con il nuovo capitolo!
Che dire... capitolo breve, ma non pe questo meno importante. Su, non ditemi
che non vi aspettate la reazione di una cerca maga di fronte al più innocuo
degli animali XD.
Ormai ho quasi ultimato la riscrittura del primo libro... e con questo, eventi
del tutto nuovi si prospettano all'orizzonte... ma per il momento, la trama resta ancora abbastanza
vicina a quella originale... ma preparatevi, tra tre capitoli... le più
esplosive vacanze di Natale avranno luogo! E credetemi, sarà qualcosa che non
vi aspetterete... anche perché da quel punto in poi, nulla sarà più lo stesso!
Ma non voglio spoilerarvi oltre, perciò ringrazio Fly89 per avermi fatto da
beta-reader e passo subito alle recensioni!
@ fria:Eh eh, spero che anche i prossimi capitoli possano
risultarti belli. Anche perché, come ho già detto, tra poco la trama si
distaccherà definitivamente dalle versioni originali, convergendo in una nuova
linea... Come anticiperà qualcuno che conosciamo bene in questo capitolo XD. @ Iora Sol:Beh, cerco di
aggiornare il più velocemente possibile, almeno finché ho l'ispirazione e tempo
libero XD. E Erza... vedrai, presto avrà modo di dimostrare chi è davvero. Per
il momento però... dovrai aspettare XD. (PS: sarei un maschio XD) @ ganduil:Beh, Piton
meritava una piccola lezioncina... anche se i maghi di Fairy Tail devono
ringraziare Lucy per avergli procurato quei occhiali XD. Per quanto riguarda
Malfoy che le prende... aspetta... saprò soddisfare questa voglia di vederlo
pestato che tutti noi abbiamo XD. E ormai dovresti saperlo: le mie
macchinazioni sono del tutto imprevedibili, anche per me stesso XD @ Fly89:Grazie, e spero
che anche la prossima sia sullo stesso livello ù.ù. Dunque, Pix bruciato ci
mancava ancora, perciò il buon vecchio Natsu ha posto immediato rimedio a
questa grave mancanza XD. E lo sappiamo, l'amore di Piton verso Harry è
talmente grande da essere visibile... forse in qualche dimensione parallela XD.
E zittirlo non aveva prezzo XD. E Erza... beh, Alicia Spinnet era abbastanza
inutile, quindi ho proveduto a sostituirla dopo aver minacciato Baston di farlo
combattere contro tu-sai-chi (e no, non mi riferisco a Voldermort, ma a ciò che
tu già sai XD)
Bene, e ora... buona lettura a tutti!
Capitolo 06: Il duello magico! Incontro con il proprio
sogno?
“State scherzando?!” esclamarono Lucy, Gray, Natsu e Ron, lasciando cadere sul
tavolo le loro posate.
“Mai quelli del primo anno… Voi dovete essere i più giovani giocatori del
Grifondoro da-”
“Da un secolo.” Rispose Harry, mangiando come se niente fosse. “Ce l’ha detto
Baston.”
“Cominciamo l’allenamento la prossima settimana.” Continuò Erza. “Cavoli, non
pensavo di certo di finire a far parte della squadra… Ad ogni modo, Baston non
vuole che si venga a sapere. Vuole mantenerlo segreto finché è possibile.”
Mentre i compagni continuavano a guardarli con ammirazione, i gemelli Weasley
si avvicinarono.
“Complimenti.” Disse George a bassa voce. “Ce l’ha detto Baston. Anche noi
siamo nella squadra… Battitori.”
“Ve lo dico io, quest’anno la coppa la vinciamo noi!” fece Fred. “È da quando
Charlie se n’è andato che non vinciamo più, ma quest’anno la squadra promette
davvero bene. Dovete essere davvero bravi, Baston stava praticamente saltando
di gioia quando ce l’ha detto.”
I due sorrisero.
“Così pare.” Rispose Harry.
“Bene, ora dobbiamo andare. Lee Jordan è convinto di aver trovato un nuovo
passaggio segreto per uscire dalla scuola.”
“Scommetto che è quello dietro alla statua di Gregory il Viscido che abbiamo
scoperto la prima settimana. Ciao!”
“Beh, sarà interessante vedere questo Quidditch…” commentò Lucy, per poi
spostare lo sguardo verso Hermione, che si trovava qualche posto più in là,
intenta a leggere un libro.
“Ma non fa altro che leggere?” si chiese Ron.
“La lettura aiuta a comprendere i misteri.” Rispose la ragazza, alzando appena
lo sguardo dal libro. “Come ad esempio scoprire un incantesimo che permette di
far scomparire un oggetto nel nulla dentro Hogwarts.”
Erza, che stava bevendo del succo di zucca, cominciò a tossire forte.
“Tu, Hermione Granger, che vuoi trovare un modo per violare il regolamento?”
fece Ron. “Presto arriverà un temporale.”
“Ovviamente non è così. Solo, prima ho trovato un pugnale, che non appena ho
toccato è scomparso nel nulla. E non mi risulta sia possibile senza che il mago
sia nelle vicinanze. Ovviamente, deve trattarsi di un incantesimo superiore a
quelli del primo anno, perciò sto cercando in libri più avanzati.”
I maghi di Fairy Tail si voltarono verso Erza, che era diventata praticamente
bianca.
“L’ultimo pasto, eh?” disse una voce, che ebbe l’effetto di far fermare tutti e
riacquistare colore alla maga dai capelli rossi.
“Vedo che sei molto più coraggioso, ora che sei tornato coi piedi per terra e
hai i tuoi amichetti al fianco.” Replicò Harry, guardando Malfoy accompagnato
da Tiger e Goyle. “A proposito, ti dona quella piccola cicatrice.”
Draco si porto istintivamente la mano sulla guancia, cosa che non sfuggì ai
presenti, in particolare a Hermione.
“Con voi sono pronto a battermi in qualsiasi momento, da solo.” Fece il biondo.
“Che ne dici Potter? Io e te, in un duello tra maghi. Soltanto bacchette…
niente contatto fisico. Be’, che cosa c’è? Non avrai forse paura?”
“Harry… paura di un duello?” ripeté Natsu, ridendo. “Ti consiglio di ritirarti
prima di farti veramente male.”
“Natsu!” esclamò il moro, zittendolo all’istante, per poi girarsi di nuovo
verso Draco. “E va bene, Malfoy.”
“Chi è il tuo secondo?” intervenne Ron.
Malfoy squadrò Tiger e Goyle, valutandone la stazza.
“Tiger.” Disse infine. “E il tuo, Potter?”
Harry guardò i suoi compagni, per poi fare un piccolo sorriso sadico.
“Lucy.” Disse infine.
“C-Che cosa?!” esclamò la diretta interessata. “Perché io?! E poi non dovresti
chiedermelo prima?!”
“Tranquilla, non dovrai di certo combattere, io basto per tutti e due. In ogni
caso, sono certo che tu possa affrontarli senza problemi.”
“Ti va bene a mezzanotte?” chiese Malfoy, analizzando i due avversari e
cercando di non mostrare il suo nervosismo per come stavano andando le cose.
“Ci troviamo nella sala dei trofei, che non è mai chiusa a chiave.”
“Porta qualcuno per farti rimettere insieme. Credimi, ti servirà.”
Malfoy sorrise ancora, per poi allontanarsi.
“E ci siamo liberati di Malfoy.” Commentò Gray.
“Sei davvero così forte, Harry?” chiese Ron.
“Diciamo che me la cavo…” rispose lui. “E vedere l’espressione di Malfoy quando
ho accettato non aveva prezzo.”
Hermione chiuse di colpo il suo libro, avvicinandosi ai compagni.
“Non avresti dovuto accettare. Se vai in giro di notte per Hogwarts, farai
perdere un sacco di punti a Grifondoro. Perché tu lo sai che ti beccheranno di
certo!”
“Non se Natsu verrà con me e Lucy.” Rispose Harry.
“E anche noi non ti lasceremo di certo solo. Chissà cosa sta architettando
quello lì.” Fece Erza.
“È davvero egoista da parte vostra!” esclamò Hermione.
“E davvero non sono fatti tuoi.” Replicò Natsu.
Qualche ora più tardi, Harry, Natsu, Gray e Ron stavano
aspettando che fosse l’ora per uscire dal dormitorio.
Natsu aveva fatto entrare Happy dentro il suo zaino, facendo attenzione a non
farsi vedere da nessuno e raccomandandogli di non farsi sentire né vedere.
“Dubito che Malfoy abbia idea di cosa sia davvero un duello magico. Di certo
non è al tuo livello ed è per questo che dobbiamo aspettarci di tutto da lui.”
“Lo so Gray.” Replicò il moro. “Infatti sto pensando a come girare per la
scuola senza farci vedere da Gazza o qualche insegnante.”
“Lasciate fare a me, vi dirò subito se qualcuno si sta avvicinando!” esclamò
Natsu.
“E come pensi di fare?” chiese Ron. “Conosci qualche magia adatta?”
“Certo che sì! Userò il mio olfatto e il mio udito!”
“Come?”
“È un incantesimo che amplifica i suoi sensi.” Spiegò velocemente Harry. “Ma lo
può usare solo lui. Si può definire come una magia innata.”
“Forte… Allora è così che hai trovato subito il rospo di Neville sul treno,
vero?”
“Esatto.”
Ron guardò l’orologio.
“Sono le undici e mezzo.” Disse. “Dobbiamo andare.”
I quattro si assicurarono che Dean, Seamus e Neville stessero dormendo, poi
uscirono lentamente dal dormitorio, ricongiungendosi all’uscita con Erza e Lucy.
Annuirono silenziosamente, per poi avvicinarsi al quadro della Signora Grassa.
“Non posso crederci! State andando davvero!”
Il gruppo si girò, ritrovandosi a fissare Hermione Granger.
“Torna a letto Hermione.” Disse Erza.
“Stavo per dire tutto al fratello di Ron, Percy… Lui che è un prefetto saprebbe
come metter fine a questa faccenda.”
Harry sbuffò.
“Andiamo.” Disse, attraversando il passaggio, seguito dagli altri.
Hermione però, non aveva alcuna intenzione di darsi per vinta tanto facilmente.
Seguì i maghi, continuando a sibilargli contro la propria ira, come un’oca
inferocita.
“A voi non interessa niente di Grifondoro. Vi interessa solo di voi stessi! Io
non voglio che i Serpeverde vincano la coppa, e voi ci farete perdere tutti i
punti che ho ottenuto dalla professoressa McGranitt quando mi ha interrogato
sugli incantesimi di trasfigurazione.”
Erza si girò verso di lei.
“Tre cose: primo, quei punti li abbiamo ottenuti per metà noi. Secondo, Harry
non poteva rifiutare una sfida, sarebbe stato disonorevole. Terzo, se sei tanto
preoccupata torna pure indietro.”
“E va bene, però, io vi ho avvertito: ricordatevi quel che vi ho detto, domani,
quando sarete sul treno che vi riporta a casa. Siete proprio dei…”
I maghi non seppero mai che cos’erano, dato che Hermione si voltò per tornare
al quadro della Signora Grassa.
Ma con suo orrore, vide che il quadro era vuoto.
“E ora che cosa faccio?” strillò.
“Questo è un problema tuo.” Fece Ron. “Noi dobbiamo andare, altrimenti Harry e
Lucy arriveranno tardi.
Non fecero che pochi passi che Hermione li raggiunse.
“Vengo con voi!”
“Neanche a parlarne!” replicò il rosso.
“Pensate che io me ne resti lì fuori ad aspettare che Gazza mi scopra? Se ci
trova gli dirò la verità: gli dirò che stavo cercando di fermarvi e voi mi
appoggerete.”
“Ma tu guarda questa…” commentò aspro Gray.
“Se continuate a parlare così, ci sentiranno anche a Magnolia!” esclamò Harry,
zittendo tutti.
“Magnolia?” ripeté a bassa voce Hermione. “Che cos’è?”
“Il nome che abbiamo dato alla nostra casa.” Si affrettò a rimediare il moro.
“Ora state zitti e andiamo, altrimenti ci penserò io ad assicurarmi che non
parliate nel tragitto.”
Scivolarono lungo i corridoi illuminati a strisce dal chiarore lunare
proveniente dalle alte finestre. Ogni volta che giravano un angolo, Harry si
aspettava di imbattersi in Gazza o in Mrs. Purr, ma ebbero fortuna e riuscirono
ad evitarli.
Salirono a tutta velocità su per una scala fino al terzo piano, e in punta di
piedi si avviarono verso la sala dei trofei.
Le teche di cristallo dei trofei luccicavano nei punti illuminati dai raggi
della luna. Coppe, scudi, piatti e statue, era tutto uno scintillio d'oro e
d'argento.
Strisciavano lungo i muri, tenendo d'occhio le porte situate a entrambe le
estremità della stanza. Harry estrasse la sua bacchetta nel caso Malfoy fosse
arrivato e avesse attaccato subito.
“Sembra che alla fine sia stato lui a non avere il coraggio di venire.”
Ridacchiò Natsu, per poi farsi serio.
“Che succede?” chiese Harry.
“Sta arrivando Gazza con Mrs. Purr.” Rispose lui. “I suoi miagolii sono fin
troppo chiari.”
“Malfoy ci ha venduto.” Disse Erza. “Dovevamo immaginarcelo.”
“Andiamocene. Subito!” ordinò Gray, dirigendosi di corsa dalla parte opposta
della sala.
Tuttavia, nella corsa lo zaino di Natsu urtò una delle armature.
“Ahi!” esclamò la voce di Happy, coperta dal rumore dell’armatura che cadeva a
terra.
“Correte!” urlò Harry.
Attraversarono di corsa diverse stanze, senza preoccuparsi di dove stessero
andando, fermandosi solo quando raggiunsero l’aula di incantesimi, che sapevano
essere molto lontana dalla sala dei trofei.
“Ve l’avevo detto io.” Mormorò Hermione, premendosi una mano sul petto. “Ve
l’avevo detto!”
“A dopo la ramanzina, grazie. Ci sta ancora seguendo.” Disse Natsu,
massaggiandosi le orecchie e dando un pugno sullo zaino.
“Natsu… non avrai portato con te…” fece Erza, interrompendosi quando sentirono
il pomello di una porta cigolare, lasciando schizzare dentro Pix, che li guardò
ed emise uno squittio di contentezza.
“Zitto Pix, o ci farai espellere.” Fece Ron.
Pix ridacchiò.
“In giro per il castello a mezzanotte, pivellini? Ah, ah, ah! Sciocchi e
insulsi, sarete espulsi!”
“No, se non ci fai la spia, Pix.”
“Dovrei proprio dirlo a Gazza” disse Pix con voce serafica, ma gli occhi gli
brillavano di cattiveria. “È per il vostro bene, sapete?”
“Devo darti un’altra lezione?!” esclamò Natsu.
Gli occhi di Pix lampeggiarono per l’ira.
“ALLIEVI FUORI DALLE CAMERATE!” cominciò a gridare Pix, “ALLIEVI FUORI DALLE
CAMERATE, NEL CORRIDOIO DEGLI INCANTESIMI!”
“Ottimo lavoro, fiammifero!” fece Gray, mentre il gruppo riprendeva a correre,
dritti verso l’estremità del corridoio, dove andarono a sbattere contro una
porta… chiusa a chiave.
“Siamo arrivati al capolinea.” Fece Ron, sconfortato.
“Non ancora.” Replicò Harry, tirando fuori la bacchetta e puntandola contro la
porta. “Alohomora!”
Il lucchetto scattò e la porta si spalancò davanti a loro, la oltrepassarono
spintonandosi, la richiusero velocemente e vi pigiarono contro l'orecchio,
rimanendo in ascolto.
“Da che parte sono andati, Pix?” stava chiedendo Gazza. “Svelto, parla!”
“Di’ ‘per favore’.”
“Non farmi perdere tempo, Pix. Dimmi, dove sono andati?”
“Non ti dirò un bel niente se non me lo chiedi per favore.” disse Pix con la
sua fastidiosa cantilena.
“E va bene... per favore!”
“NIENTE! Ah-ah! Te l'avevo detto che non avrei detto niente se non dicevi per
favore! Ah ah! Ahhhh!” E i ragazzi udirono Pix allontanarsi con un sibilo
mentre Gazza, furente, lanciava maledizioni.
“Sembra che non controllerà qui dentro… Siamo stati fortunati.” Fece Erza,
ignorando Lucy che continuava a tirarle il braccio.
“Chissà perché…” si chiese Gray.
“S-Sicuro di v-volere sapere la r-risposta?” domandò Lucy, balbettando.
“Non dirmi che hai freddo.” Disse Natsu, sempre senza girarsi.
“Cane!” urlò Happy, tirando fuori la testa dallo zaino. “Cane gigante con tre
teste!”
A quell’urlo tutti si girarono, ritrovandosi a guardare un enorme cane a tre
teste, con tutti i suoi sei occhi fissi sui nuovi arrivati, ancora sorpreso
dalla loro improvvisa apparizione.
Sorpresa che stava scomparendo rapidamente, come lasciavano capire i suo ringhi.
“Merda!” esclamò Erza, aprendo subito la porta e lasciandosi cadere fuori.
Il gruppo rimase in silenzio, cominciando a percorrere di nuovo i vari
corridoi, entrando dentro una stanza che sembrava vuota.
“C-Che cosa diamine ci faceva quel Cerbero là dentro?!” esclamò Lucy.
“Questa scuola è decisamente più pericolosa di quel che sembra!” fece Gray,
riprendendo fiato.
“Ma dite un po’, voi non avete l’abitudine di usare gli occhi?” chiese
Hermione, anche lei sconvolta.
“Se ti riferisci alla botola che si trovava sotto quella bestia… Beh, non mi
sarei fermato ad analizzarla senza prima prepararmi ad affrontare quella cosa!”
replicò Harry.
“Perché, tu vorresti affrontarla?” fece sorpreso Ron.
“Ehi, e questo?” li interruppe Natsu, avvicinandosi a uno specchio che si
trovava in mezzo alla stanza.
Harry guardò ammirato l’oggetto, mentre si avvicinava assieme agli altri.
Era alto fino al soffitto, con una cornice d’oro riccamente decorata che si
reggeva su due zampe di leone.
In cima, portava incisa l’iscrizione‘Erouc
li amotlov li ottelfirnon’.
“Non rifletto il volto ma il cuore…” lesse Lucy, mentre il Dragon Slayer
si avvinava ulteriormente.
“Igneel!” esclamò improvvisamente, non appena fu di fronte allo specchio.
I maghi di Fairy Tail si voltarono immediatamente.
“Che cosa? Dov’è?” esclamò Erza, guardandosi intorno.
“È nello specchio! Lo vedo dentro lo specchio!” continuò a dire eccitato Natsu,
toccando il suo riflesso.
“Io non vedo nulla e-” cominciò Gray, prendendo il posto del compagno e
sgranando gli occhi.
“Ur…” disse, indietreggiando.
“Non è possibile…” fece Hermione, avvicinandosi anche lei allo specchio.
“Credevo fosse solo una voce, e invece è proprio vero…”
“Tu sai che cos’è?” chiese il mago del ghiaccio.
“Lo Specchio delle Brame.” Rispose la ragazza. “Uno specchio che riflette i
nostri più profondi desideri…”
“Sul serio? Questo specchio può fare una cosa del genere?”
“Beh, io non so chi siano questi Igneel e Ur che avete nominato… Ma ognuno di
noi vede dentro qualcosa di diverso.”
I maghi rimasero in silenzio, finché Erza non avanzò verso lo specchio.
“Devo verificare…” si limitò a dire agli sguardi interrogativi degli amici.
Non appena si trovò di fronte al suo riflesso, Erza rimase immobile per qualche
secondo.
Poi abbassò lo sguardo, mentre dal suo occhio sinistro scendevano silenziose
alcune lacrime.
“Erza…” fece Harry.
“Come… Come mai solo un tuo occhio piange?” chiese Ron, ricevendo subito una
gomitata da Natsu.
“È perché ho già pianto a sufficienza.” Rispose enigmatica la maga.
Harry non disse nulla, limitandosi a raggiungere lo specchio.
Non sapeva spiegarsi il perché, ma sentiva il bisogno di doverlo fare.
Non appena fu di fronte a se stesso, guardò il suo riflesso.
Per qualche secondo non successe nulla.
Poi il suo riflesso sorrise, mentre dalla sua fronte scompariva il simbolo di
Fairy Tail, e i suoi occhi venivano velati da degli occhiali.
“E così, sei venuto.” Disse il suo riflesso, facendo sobbalzare tutti i
presenti.
“H-Ha parlato! Lo specchio ha parlato!” urlò Lucy, mentre gli altri si
mettevano in posa di combattimento, ad esclusione di Hermione e Ron, che non
avevano nemmeno la bacchetta.
“Chi sei?” chiese Harry.
“Mi pare ovvio. Io sono te.” Rispose il riflesso. “Anche se temo di non essere
lo stesso che conosci tu.”
“Che diavolo vai blaterando?” esclamò Natsu.
Il riflesso si voltò verso di lui.
“Esistono molte pieghe degli eventi e lo specchio si limita a mostrarle. Io non
sono che il riflesso di un altro Harry Potter, che si è guardato in questo
specchio.”
“Un altro Harry Potter?” ripeté Erza. “Che cosa vuoi dire?”
“Sta dicendo che il me stesso di un’altra realtà probabilmente non vi ha mai
incontrato. Dico bene?”
Il riflesso annuì.
“Esatto, ma non sono qui per questo. Aspettavo da tempo di poterti incontrare…
Majutsu di Fairy Tail.”
Hermione e Ron guardarono interrogativi Harry, che invece rimase impassibile.
“Vedo che hai conoscenze molto profonde.”
“L’altro te ha fatto una vita molto diversa. Non ha mai incontrato i membri di
Fairy Tail. Ha scoperto la magia solo al suo undicesimo compleanno e ha
affrontato prove che per te sono bazzecole, mentre per lui si sono rivelate
degli ostacoli troppo grandi. Tuttavia, è riuscito a superare tutto. Compreso
il mio tranello.”
“Il tuo tranello?”
“Dentro di me è nascosto qualcosa di prezioso e pericoloso, ma solo una persona
è in grado di prenderla.” Rispose il riflesso, mentre sopra di lui appariva il
simbolo di Fairy Tail.
“Il vostro simbolo, il vostro legame, vi rende molto forti, oltre a
proteggervi. Voi siete il collegamento tra i due mondi. Ormai la piega degli
eventi è cambiata radicalmente.” Disse, per poi scomparire, lasciando il
semplice riflesso di Harry.
“Si può sapere cosa sta dicendo?! Di quale mondo sta parlando?!” sbottò Ron,
guardando i cinque maghi di Fairy Tail.
“Ci dispiace, Ron, ma per voi è meglio dimenticare tutto quello che avete
sentito in questa stanza.” Disse Harry, alzando la mano.
“Che cosa vuoi di-” chiese Hermione, poco prima di ritrovarsi schiacciata al
muro assieme a Ron.
“Come…?”
“È la mia vera magia.” Rispose il moro, avvicinandosi ai due. “Io non ho
bisogno né di bacchette né di formule. Per questo, ora cancellerò tutti i
vostri ricordi riguardo questa stanza. Non dovete venire a conoscenza di eventi
che riguardano il nostro mondo.”
“Il vostro mondo? Vuoi forse dire che voi-”
“Noi veniamo da Earthland, Aye!” esclamò Happy, volando fuori dallo zaino e
atterrando in testa a Natsu. “Siamo tutti membri di Fairy Tail.”
“Un gatto… parlante e volante?” esclamò Hermione incredula, per poi guardare
Erza. “Allora devo dedurne che quel pugnale che ho trovato oggi era opera
vostra?”
Per tutta risposta la maga evocò tra le mani l’arma.
“Ho perso il controllo e ho usato la mia vera magia contro Malfoy.” Spiegò la
rossa.
“E ora… è il momento di dimenticare.” Disse Harry, alzando entrambe le mani
sulle teste dei compagni.
“No, aspet-” cominciò Ron, poco prima di perdere i sensi, assieme a Hermione.
Quando riaprirono gli occhi, la mattina dopo, nei loro dormitori, tutti i
ricordi legati allo specchio erano scomparsi.
Ed eccomi con il nuovo capitolo! E la trama continua a distaccarsi sempre di più
dall'originale... E quindi direi che è arrivato il momento che i nostri maghi
conoscano finalmente Halloween (parto dal pressuposto che nel mondo di Fairy
Tail non esistano le nostre festività e feste) Or dunque, tutti voi sapete che cosa gli aspetta
XD. Anche se le cose andranno "leggermente" diverse... Ma non voglio anticiparvi troppo! Perciò
ringrazio Fly89 per avermi fatto da beta reader e passo subito a rispondere
alle recensioni!
@ Albus Severus Potter: Tranquillo, vedrai che ti tornerà in mente. E
Erza ti ringrazia XD. Beh, ho dovuto "sacrificare" Neville per
aggiungerli... però direi che al momento è una pedina sacrificabile XD. Anche
perché presto... no, non devo spoilerare XD. Per il vero Harry Potter...
diciamo che non sarà l'ultima volta che verrà visto... @ fria: Chissà... ho mille possibilità diverse per loro, non mi resta che
decidere XD. Per Silente e Piton... si vedrà, tanto per entrambi è ancora
presto XD. @ Iora Sol: Tranquilla, non è successo nulla di grave. Eh sì, ormai la trama
comincia a prendere una piega diversa, come vedrai anche in questo capitolo.
Anche se dovrai aspettare il trio di capitoli (dal 9 all'11) per dire
definitivamente addio alla trama originale XD. Per gli occhiali del vento...
direi che li capitano già fin troppe cose senza che perdano tempo a studiare
XD. Comunque Katie ci sarà ancora. Sono tre i cacciatori, quindi lei è al suo
posto ù.ù. @ ganduil: Diciamo che riesce a trattenersi quando è in mezzo ad altri... per
il momento almeno XD. E Lucy e Happy... beh, Lucy è una fifona, lo sappiamo,
mentre Happy... Beh, è pur sempre un gatto, e ritrovarsi di fronte un cane
gigante a tre teste non era di certo nella sua top ten XD. Per lo specchio,
vedrai... ho quasi finito di riscrivere il primo libro, perciò l'attesa non
sarà troppa XD. @ Fly89: Eh, Malfoy è sempre Malfoy... oppure no? XD. Per Hermione... sì,
sarà più insopportabile di quanto lo fosse in origine, ma è tutto calcolato,
tranquilla ù.ù. E il buon vecchio Fuffi... adorabile, senza dubbio...
sopratutto quando li getti davanti la gatta di Gazza XD. E lo specchio... beh,
quanlche novità totale dovevo pur metterla, no? E vedrai, è solo la prima... ci
sono due persone che stanno aspettando il loro momento... anche se non so
quando arriverà XD. Mentre per Ron e Hermione... diciamo che adesso il loro
ruolo sarà temporaneamente diverso dall'originale. Ma non voglio anticiparto
altro che tu non sai già XD.
Bene, e ora... Buona lettura a tutti!
Capitolo 07: Halloween Il giorno dopo, quando Malfoy vide Harry e gli
altri ancora a Hogwarts, non riusciva a credere ai suoi occhi. Il gruppo di maghi, dopo aver addormentato Ron e
Hermione, aveva riflettuto su ciò che lo specchio aveva rivelato loro,
decidendo che per il momento avrebbero tenuto per loro le domande, in attesa di
scoprire qualcosa di più. Tuttavia, Harry continuava a pensare al suo riflesso. Certo, si era ritrovato più volte a pensare a
come sarebbe stata la sua vita se quel giorno di tre anni prima non si fosse
smaterializzato a Fairy Tail, violando le barriere dello spazio-tempo.
Probabilmente sarebbe rimasto all’oscuro della magia finché non l’avessero
contattato per andare a Hogwarts. O forse avrebbe prima dato fuoco ai Dursley,
incapace di sopportarli. “Tutto bene Harry?” gli chiese Erza, vedendolo
corrucciato e silenzioso. “Sì… Stavo solo pensando… Sono stato molto
fortunato a conoscere voi e gli altri…” rispose lui, sorridendo. “Certo che sei stato fortunato!” esclamò Natsu,
ridendo. “Sai che noia sarebbe stata la tua vita senza di noi?” “E lo stesso vale per noi.” Fece Gray. Il moro annuì. “Ora però dobbiamo trovare un modo per fargliela
pagare a Malfoy. Il suo tiro mancino poteva costarci caro… e non solo per
averci fatto quasi espellere.” “Se mi lasciate campo libero, ci penserò più che
volentieri a dimostrargli perché non bisogna giocare con il fuoco!” disse
Natsu. “Non subito. Direi che ieri abbiamo fatto fin
troppo.” Fece Lucy, guardando Hermione, che spostò lo sguardo, irritata. Anche se non aveva alcun ricordo dello specchio,
le era rimasto ben impresso nella mente il cane a tre teste e la botola sotto
di lui, e non aveva perdonato i suoi compagni di Casa per aver violato il
regolamento, trascinandola nelle loro disavventure notturne. “Il Master ci ha detto che cercherà maggiori
informazioni sull’esistenza di mondi paralleli.” Sussurrò Erza a Harry, che
annuì silenziosamente. “Bene, anche se dubito che possa trovare qualche
informazione. Più che altro, mi incuriosisce quella botola… Che cosa può
proteggere di così importante in una scuola?” “Forse… quel pacchetto.” Suggerì Lucy. “Quello
che ha preso Hagrid dalla Gringott.” “Ci ho pensato anch’io.” Fece Erza. “A questo
punto, mi chiedo che cosa possa essere di così prezioso.” “Un oggetto magico dalla potenza senza
precedenti probabilmente, ma quale possa essere il suo potere al momento ci è
impossibile saperlo. Inoltre, c’è anche il mistero di ciò che nasconde lo
specchio.” “Be’, per adesso ci conviene non parlarne
troppo. Lasciamo che tutto venga fuori da solo.” Constatò Gray. Passò una settimana prima che avvenisse qualche
novità. Novità che giunse sotto forma di due pacchi
lunghi e sottili, con un rigonfiamento sul fondo, trasportati ciascuno da sei
grossi barbagianni, che li lasciarono cadere di fronte a Harry e Erza. I due non ebbero nemmeno il tempo di capire cosa
stesse accadendo che un altro barbagianni depositò di fronte a Harry una
lettera, che il ragazzo aprì subito.
NON APRITE I PACCHI A TAVOLA
Essi contengono le vostre nuove Nimbus
Duemila, ma non voglio che gli altri studenti sappiano che avete ricevuto in
dono un manico di scopa, altrimenti ne vorranno uno anche loro.
Oliver Baston vi aspetta questa sera alle
sette al campo di Quidditch, per il vostro primo allenamento.
M. McGranitt
Harry
passò la lettera prima a Erza e poi agli altri compagni, compreso Ron.
“Due Nimbus Duemila?!” esclamò incredulo quest’ultimo. “Non ne ho mai neanche
toccata una, e ora ne ho di fronte ben due!”
“Ci conviene portarle subito in dormitorio, prima che si capisca che cosa
sono.” Fece Harry, alzandosi assieme a Erza e allontanandosi.
Ma furono intercettati all’uscita da Draco Malfoy, accompagnato da Tiger e
Goyle.
Malfoy strappò il pacco dalle mani di Harry e cominciò a tastarlo.
“Questo è un manico di scopa.” Disse, restituendolo sgarbatamente ad un Harry
che lo guardava impassibile, mentre Natsu e gli altri li raggiungevano. “Questa
volta siete rovinati. A quelli del primo anno non è permesso possederne di
personali.”
“Non è una vecchia scopa qualunque.” Disse Ron. “È una Nimbus Duemila! Se non
sbaglio, Malfoy, tu dicevi di avere una Comet Duecentosessanta? Le Comet fanno
un sacco di scena, ma non sono certo al livello delle Nimbus.”
“Ma che cosa vuoi saperne tu, Weasley, che non ti puoi permettere neanche mezzo
manico!” lo ribeccò Draco. “Immagino che tu e i tuoi fratelli dobbiate mettere
da parte un rametto alla volta per farne una intera.”
Prima che Ron o qualcun altro potesse replicare, il professor Vitious apparve
accanto a Malfoy.
“Niente liti, spero, vero ragazzi?” squittì.
“Professore, a Potter e Scarlett sono arrivati dei manici di scopa!” disse
Malfoy tutto d’un fiato.
“Già, proprio così.” Rispose il professor Vitious, sorridendo a Harry e Erza,
soddisfatto. “La professoressa McGranitt mi ha raccontato tutto sulle
circostanze speciali. E che modello sono?”
“Nimbus Duemila, signore.” Rispose Erza, guardando con un sorriso compiaciuto
la faccia inorridita di Malfoy. “Ed è proprio a Malfoy che dobbiamo dire
grazie.” Aggiunse, indicando il biondo.
Dopo ciò, corsero sulle scale, scoppiando a ridere assieme agli altri per la
rabbia e la confusione che Malfoy non era riuscito a nascondere.
“Questo è stato molto meglio che prenderlo a pugni in faccia!” esclamò Natsu,
ancora nel pieno delle risa.
“Ed è pure la verità. Se non avesse rubato la Ricordella di Neville, ora non
saremmo nella squadra.”
“E magari pensate che queste siano le ricompense per avere infranto le regole!”
arrivò da dietro una voce irritata.
I maghi si girarono, vedendo Hermione risalire rumorosamente le scale,
lanciando loro sguardi di disapprovazione.
“Certo che no. È solo la ricompensa per aver dato un paio di lezioni a Malfoy.”
Replicò Natsu.
Hermione si allontanò sdegnata, con il naso all’aria.
Per il resto del giorno, Harry e Erza non prestarono troppa attenzione alle
lezioni, pensando all’allenamento di quella sera.
Non era la prima volta che volavano, ma per loro il Quidditch era una novità
totale, e anche se avevano imparato tutte le regole, gli mancava la pratica.
Quando finalmente giunse la sera, mangiarono in fretta, per poi fiondarsi nella
torre di Grifondoro per recuperare le scope.
“Wow!” esclamò Ron, guardando ammirato i due manici di scopa.
“Non sono un grande intenditore, però sembrano proprio magnifici.” Commentò
Gray.
“Be’, allora noi andiamo.” Disse Harry, avviandosi con Erza verso l’uscita. “Ci
vediamo dopo.”
Quando i due maghi uscirono dal castello per raggiungere il campo di Quidditch,
videro che il sole stava già tramontando.
Una volta raggiunta la loro destinazione, i due non poterono non rimanere
sorpresi.
Tutto intorno c’erano centinaia di sedili a gradinate, per dar modo agli
spettatori di vedere dall’alto lo svolgimento della partita.
A ciascuna delle estremità del campo c’erano tre pali d’oro con degli anelli in
cima, alti circa quindici metri.
“Incredibile…” commentò Erza, guardando il campo. “Uno spazio così grande per
giocare… Se poi consideriamo anche l’altezza, è enorme.”
“Già.” Fece Harry, per poi salire sul manico di scopa. “Be’, visto che Baston
non è ancora arrivato, che ne dici di esercitarci un po’ nel volo? In fondo sui
manici di scopa abbiamo alle spalle solo quei pochi minuti.”
“E va bene.”
I due partirono insieme, mettendosi a zigzagare tra i pali delle porte e su e
giù per il campo, senza dimostrare alcuna apparente difficoltà nel controllare
il manico.
“Ehi, Potter, Scarlett, venite giù!”
I due si girarono, vedendo Oliver Baston che teneva sotto braccio una grossa
cassetta di legno.
“Ora capisco che cosa intendeva la professoressa McGranitt… voi possedete
davvero un talento naturale. Sembra quasi che possiate volare anche senza il
manico di scopa!” disse Baston, mentre i maghi atterravano di fronte a lui.
“Davvero?” fece Erza, cercando di fingere dell’imbarazzo. “E dire che è solo la
seconda volta che voliamo.”
Il capitano sorrise.
“Stasera vi insegnerò soltanto le regole, poi parteciperete agli allenamenti
della squadra tre volte alla settimana.”
Poi aprì la cassetta, che conteneva quattro palle di diverse dimensioni.
“Bene.” Disse. “Ora, il Quidditch è abbastanza facile da capire, anche se
giocare non lo è altrettanto. Ci sono sette giocatori per parte. Tre di loro si
chiamano Cacciatori. In altre parole, oltre a te Erza ci sono altri due giocatori
con il tuo stesso ruolo.”
“Ricevuto.” Rispose lei, annuendo, osservando Baston tirare fuori una palla di
colore rosso brillante, all’incirca delle dimensioni di un pallone di calcio.
“Questa si chiama Pluffa. I Cacciatori si lanciano la Pluffa e cercano di farla
entrare in uno degli anelli per fare goal. Dieci punti ogni volta che la Pluffa
passa per uno degli anelli. Mi seguite?”
“Sì, direi che non è per nulla complicato. Mi basterà fare centro in uno di
quei tre anelli.”
“Perfetto. Ogni squadra ha un giocatore che si chiama Portiere… Io sono il
portiere del Grifondoro. Il mio compito è volare intorno agli anelli e impedire
agli avversari di segnare.”
“Quindi tre Cacciatori e un Portiere, che giocano con la Pluffa.” Ripeté Harry,
per poi voltare lo sguardo verso le altre tre palle. “E quelle a cosa servono?”
“Ora te lo faccio vedere.” Rispose Baston, prendendo due mazze simili a quelle
per il baseball. “Prendete queste.”
I due obbedirono, guardando sorpresi i due attrezzi.
“Ora vi faccio vedere a cosa servono i Bolidi, ovvero questi due.” E mostrò due
palle identiche, nere come l’inchiostro e leggermente più piccole della Pluffa.
Solo in quel momento i due maghi notarono che stavano cercando di liberarsi
dalle cinghie che le tenevano ferme nella scatola.
“State indietro.” Li avvertì Baston, chinandosi e liberandole una.
La palla nera schizzò in alto all’istante, altissima e velocissima, e poi si
diresse dritta dritta verso la faccia di Erza.
Lei la colpì con la mazza per impedirle di rompergli in naso, spedendola contro
uno degli spalti, facendola passare attraverso esso.
Tuttavia la palla tornò indietro, mirando questa volta a Harry, che la colpì
mandandola a terra, dove Baston si tuffò per acchiapparla, riuscendo a fermarla
e a rimetterla al suo posto.
“Incredibile… Anche come Battitori non siete affatto male. È difficile riuscire
a colpire un Bolide in quel modo!”
“Ma perché ha cercato di colpirci?” domandò Harry.
“I Bolidi schizzano da una parte all’altra del campo cercando di disarcionare i
giocatori dalla scopa. Ecco perché ci sono due Battitori per squadra, i nostri
sono i Weasley, per proteggere i loro compagni di squadra dai Bolidi e
dirottarli contro l’altra squadra.”
“Non è mai morto nessuno per colpa dei Bolidi?” chiese scettica Erza con un sopracciglio
inarcato.
“A Hogwarts mai.” Replicò Baston. “Abbiamo avuto un paio di mascelle rotte, ma
niente di più. Ora, l’ultimo componente della squadra è il Cercatore, e quello
sei tu, Harry. E non devi preoccuparti né della Pluffa né dei Bolidi.”
“Sempre che non tentino di spaccarmi la testa.”
“Non devi preoccuparti, i Weasley sono più che all’altezza dei Bolidi… voglio
dire, sono due Bolidi in forma umana.”
Baston pescò dentro la cassa e tirò fuori la quarta e ultima sfera.
A confronto con le altre tre era piccola, delle dimensioni di una grossa noce.
Era d’oro lucente e aveva tremule alucce d’argento.
“Questo è il Boccino d’Oro, ed è la palla più importante di tutte. È molto
difficile da prendere perché è velocissima e non si distingue bene. Il compito del
Cercatore è prenderla. Devi muoverti a zigzag tra Cacciatori, Battitori, Bolidi
e Pluffa per prendere il Boccino prima del Cercatore dell’altra squadra, perché
chi lo prende per primo fa guadagnare alla sua squadra altri centocinquanta
punti, e quindi la squadra vince quasi sempre. Ecco perché ai Cercatori vengono
fischiati tanti falli. Una partita di Quidditch termina soltanto quando il
Boccino viene acchiappato, e quindi può andare avanti per intere settimane… Mi
pare che il record sia stato di tre mesi, e hanno dovuto fare continue
sostituzioni perché i giocatori potessero riposarsi un po’. Questo è tutto.
Domande?”
I due scossero la testa.
“Per stasera è tutto. Ormai è troppo buio per allenarci. Sono sicuro che
quest’anno la Coppa di Quidditch porterà il nostro nome!”
Tra
allenamenti di Quidditch, lezioni e compiti, ai maghi di Fairy Tail sembrava
incredibile che fossero passati quasi tre mesi da quando avevano lasciato la
Gilda.
Nonostante continuassero a sentirne la mancanza, non potevano dire di non
trovarsi a proprio agio nel castello. Inoltre, grazie agli occhiali di Lucy,
erano in grado di studiare in poco tempo, riuscendo così ad avere una notevole
quantità di tempo libero, mandando in crisi Hermione, che continuava a
chiedersi come facessero. Senza parlare dei loro compagni, che li guardavano
con ammirazione mista a invidia.
La mattina del 31 ottobre i maghi di Fairy Tail si svegliarono sentendo il
profumo di zucca al forno che aleggiava per i corridoi.
“Come mai questa novità?” chiese Lucy, mentre scendevano per fare colazione.
“Be’, è Halloween. Ho sentito che qui a Hogwarts è sempre magnifico.” Rispose
Ron.
“Halloween?” ripeté Natsu, grattandosi la testa. “È una festa?”
Ron lo guardò sorpreso.
“Non mi dirai che non lo conosci, vero?”
“A dir la verità nessuno di noi lo conosce.” Fece Erza.
“Io ne ho sentito parlare dai Dursley, ma non ho mai avuto il piacere di
prendervi parte.” Aggiunse Harry.
“Allora stasera vedrete quanto è fantastico.” Disse il rosso, sorridendo.
“Senza considerare che oggi finalmente impareremo a far levitare gli oggetti!”
I maghi annuirono, ricordandosi che il professor Vitious aveva annunciato che
per la lezione di quel giorno gli avrebbe insegnato l’incantesimo per far
volare gli oggetti, il che aveva mandato in estasi quasi tutti i loro compagni.
Una volta a lezione, il professore divise in coppie gli allievi: Harry con
Erza, Natsu con Neville, Gray con Lucy e con dispiacere di entrambi, Ron con
Hermione.
“Non dimenticate quel grazioso movimento del polso che ci siamo esercitati a
ripetere!” strillò Vitious. “Agitare e colpire, ricordate, agitare e colpire.
Un’altra cosa molto importante è pronunciare correttamente le parole magiche.
Non dimenticate mai il Mago Baruffio che disse ‘z’ invece di ‘s’ e si ritrovò
steso a terra con un orso sopra il petto.”
Harry e gli altri maghi di Fairy agitarono le bacchette, pronunciarono la
formula e colpirono la piuma che il professore aveva dato a ciascuno di loro,
facendola levitare immediatamente.
Natsu ci mise così tanto potere magico che la piuma schizzò verso il soffitto,
restando appiccicata ad esso, mentre la piuma di Harry levitò tranquilla fino a
un metro di altezza.
“Molto bene, magnifico!” esclamò il professor Vitious, battendo le mani.
Ron invece sembrava non avere la stessa fortuna.
“Wingardium Leviosa!” gridò agitando le lunghe braccia come un mulino a
vento.
“Lo stai dicendo sbagliato.” Sbottò Hermione. “Wing-gar-dium Levi-o-sa:
devi pronunciare il ‘gar’ bello lungo.”
“E fallo te, visto che sei tanto brava!” la ribeccò Ron.
Hermione si rimboccò le maniche della tunica.
“Wingardium Leviosa!” disse, facendo levitare la piuma sopra le loro
teste, ricevendo anche lei i complimenti dal professore.
A lezione finita, Ron era di pessimo umore.
“Non c’è da stupirsi che nessuno la sopporti.” Sbottò, rivolgendosi ai maghi di
Fairy Tail. “Quella ragazza è un incubo, parola mia!”
Prima che i maghi potessero dire qualcosa, qualcuno li superò di corsa.
Harry vide che era Hermione, con il volto rigato dalle lacrime.
“Ottimo lavoro.” Lo riprese Gray, guardando male Ron. “Credo proprio che ti
abbia sentito.”
“E allora? Deve essersi resa conto che non ha amici.” Rispose lui, senza però
riuscire a nascondere un po’ d’imbarazzo.
Hermione non si presentò alla lezione successiva e non si fece vedere per tutto
il pomeriggio.
Mentre si avviavano verso la Sala Grande per la festa di Halloween sentirono
dire da Calì Patil che Hermione stava piangendo nel bagno delle ragazze e
voleva essere lasciata in pace.
A questa notizia Ron si sentì ancora più imbarazzato, mentre i suoi compagni
scuotevano la testa.
Non appena entrarono nella Sala Grande, un migliaio di pipistrelli si staccò in
volo dalle pareti e dal soffitto, mentre un altro migliaio sorvolò i tavoli in
bassi stormi neri, facendo tremolare le candele dentro le zucche. Quando i
pipistrelli passarono accanto a Lucy le fecero cacciare un urlo.
Harry si stava riempiendo il piatto quando il professor Raptor entrò nella sala
di corsa, con il turbante di traverso e il terrore dipinto sul volto.
Tutti gli sguardi erano puntati su di lui mentre si avvicinava alla sedia del
professor Silente, inciampando sul tavolo.
“Un mostro… nei sotterranei… pensavo di doverglielo dire.” Disse con un filo di
voce, per poi accasciarsi a terra svenuto.
Nacque subito un tumulto.
I maghi di Fairy Tail saltarono in piedi, pronti a intervenire, ma il professor
Silente li anticipò, facendo esplodere dei petardi viola dalla sua bacchetta,
facendo piombare la sala nel silenzio.
“Prefetti!” turnò. “Riportate immediatamente i ragazzi nelle rispettive Case,
ora!”
Percy annuì.
“Seguitemi! Voi del primo anno, rimanete uniti. Non avete ragione di temere il
mostro se seguite i miei ordini. Fate largo, passano quelli del primo anno.
Scusate, scusate, sono un Prefetto.”
“Aspettate un secondo…” fece Erza, mentre si dirigevano verso i dormitori.
“Hermione. Dobbiamo avvertirla!”
“Ma come facciamo? Se andiamo tutti, Percy si accorgerà della nostra assenza…”
fece Ron.
“Andremo io e Lucy.” Disse la maga rossa, mentre la compagna spalancava gli
occhi sorpresa.
“Che cosa?! Non se ne parla nemmeno, io non lo affronto un mostro!!!” esclamò.
“Sciocchezze! Te la caverai benissimo e poi non è nemmeno detto che lo
incontreremo. Su, andiamo!”
“Erza!” disse Harry. “Non esagerare.”
“Tranquillo.” Rispose lei, allontanandosi e trascinandosi dietro Lucy.
Le due ragazze corsero il più velocemente possibile, finché non raggiunsero il
corridoio dove si trovava il bagno delle femmine.
“Che cos’è questo odore disgustoso?!” esclamò Lucy, tappandosi il naso.
“Credo sia quello.” Rispose Erza, indicando una figura alta più di tre metri.
Aveva la pelle di un color grigio granito senza sfumature, il corpo bitorzoluto
come un sasso, con in cima una testa piccola e glabra, come una noce di cocco.
Le gambe erano corte e tozze come tronchi d’albero e i piedi piatti e ricoperti
di corno. In mano aveva un’enorme clava di legno che strascinava per terra per
via delle braccia troppo lunghe.
“Un troll!!!” urlò spaventata Lucy, riconoscendo la creatura, che in quel
momento stava entrando in una stanza.
Prima che una delle due potesse dire qualcosa, un urlo riecheggiò nell’aria.
“Hermione!” esclamarono insieme.
Erza non aspettò un secondo ed evocò una spada, mentre Lucy prese in mano le
sue chiavi, per poi fiondarsi nel bagno.
Hermione Granger era rannicchiata contro la parete opposta e aveva tutta l’aria
di essere sul punto di svenire. Il mostro avanzava verso di lei e, nella sua
marcia, stava strappando via dal muro i lavandini.
“Ehi, tu!” urlò Erza, attirando l’attenzione del mostro e della ragazza su di
loro, alzando la spada. “Che ne dici di affrontare qualcuno alla tua altezza?”
“Erza?! Che cosa ci fai con quella spada in mano?!” chiese Hermione, mentre il
troll si girava, per poi alzare la clava contro la maga dai capelli rossi.
Lei sorrise, per poi parare senza difficoltà il colpo.
“Lucy, ora!”
“Va bene! Apriti, porta del Toro! Taurus!” urlò, infilando una chiave dorata
nell’aria.
Sotto gli occhi increduli di Hermione, apparve una forte luce, che lasciò il
posto a un’enorme toro umanoide, dai muscoli più che evidenti, con un’ascia
appesa dietro la schiena, ma che non esitò ad impugnare.
“Lucy-san, lei è magnifica come sempre! E wow, vedo che è in buona compagna!”
disse il toro, guardando tutte e tre le ragazze.
“Dimentico sempre che è un pervertito…” fece sconsolata Lucy, per poi
riprendersi. “Taurus, occupati di quel mostro!” ordinò.
Il toro si girò a guardare il troll, annuendo.
“Agli ordini! Preparati!” disse, sollevando l’ascia, con la quale colpì la
clava dell’avversario, tagliandole la base e facendo cadere a terra la parte
superiore.
Il mostro emise un grugnito nel vedere la sua arma distrutta, cercando quindi
di colpire Taurus con un pugno, che lui evitò facilmente.
“Abbassatevi!” urlò Erza, afferrando la clava del mostro.
Lucy e Taurus obbedirono, lasciando così che la maga di classe S lanciasse
contro il troll la sua stessa arma, colpendolo in testa con uno schianto
assordante.
Il mostro vacillò e poi cadde a terra con un tonfo che fece tremare tutta la
stanza.
“Ci siamo riusciti…” disse incredula la bionda, guardando il troll a terra.
“Ottimo lavoro di squadra Lucy.” Si complimentò Erza.
“Io sarei disposto anche con una squadra e-” cominciò Taurus, per poi
scomparire.
“No grazie.” Si limitò a dire la bionda, mettendo via la chiave.
“C-Come… Come avete fatto?” chiese un’incredula Hermione, guardandole con gli
occhi spalancati.
“Ecco… scusaci, non possiamo dirtelo.” Rispose Erza, facendo scomparire la
spada. “Ti chiediamo di non dire nulla a nessuno. Sono delle nostre magie
particolari, di cui solo Silente è a conoscenza.”
Hermione fece per parlare ancora, ma un improvviso sbattere di porte e un gran
rumore di passi la interruppero.
Un attimo dopo, la professoressa McGranitt faceva irruzione nel locale, seguita
da Piton e Raptor, che chiudeva il terzetto.
Quest’ultimo lanciò un’occhiata al mostro, emise un flebile gemito e si sedette
rapidamente su una tazza del gabinetto tenendosi una mano sul cuore.
L’insegnante di Pozioni si chinò sul mostro, mentre la McGranitt si mise a
fissare seria le tre studentesse.
“Che cosa diavolo credevate di fare?” chiese con una furia glaciale nella voce.
“Avete corso il rischio di venire ammazzate. Perché non eravate nel vostro
dormitorio?”
Piton lanciò uno sguardo rapido e penetrante alle due maghe, che stavano
cercando di inventarsi una scusa plausibile.
“La prego, professoressa McGranitt… erano venute a cercare me.” Disse con voce
flebile Hermione.
Tutti si girarono verso di lei, guardandola sorpresi.
“Signorina Granger!” esclamò la professoressa.
“Ero andata in cerca del mostro perché… perché pensavo di essere in grado di
affrontarlo da sola… sa, ho letto tutto sui mostri.”
La bocca di Lucy si aprì vistosamente per la sorpresa.
Non solo non stava dicendo nulla su di loro, ma stava mentendo spudoratamente.
“Se non mi avessero trovata, sarei morta. Erza ha schivato la clava del mostro,
che si è rotta andando a sbattere per terra, e poi Lucy l’ha fatta levitare,
facendogliela cadere sopra la testa e l’ha tramortito. Non hanno avuto il tempo
di andare a chiamare nessuno. Quando sono arrivate, il mostro stava per
uccidermi.”
Lucy si affrettò a riprendersi, mentre lei e Erza cercavano di essere
credibili.
“Be’… in questo caso…” disse la McGranitt, guardandole tutte e tre. “Signorina
Granger, piccola incosciente, come hai potuto pensare di affrontare da sola un
mostro di montagna?”
Le maghe di Fairy Tail non sapevano proprio cosa pensare.
Hermione era l’ultima persona che avrebbe infranto le regole, e invece ora si
stava assumendo tutta la responsabilità per scagionarle.
Piton continuò a fissarle, come se stesse cercando qualcosa.
Lo stesso sembrava fare Raptor, che continuava a guardare prima il mostro e poi
le tre ragazze.
“Signorina Granger, per questo a Grifondoro verranno tolti cinque punti.” Disse
la professoressa di Trasfigurazione. “Mi hai molto delusa. Se non sei ferita,
torna immediatamente alla torre di Grifondoro. Gli studenti stanno finendo di
festeggiare Halloween nelle rispettive Case.”
Hermione annuì, per poi uscire.
La vicepreside si rivolse a Erza e Lucy.
“Bene, torno a dire che siete state molto fortunate, ma non molti studenti del
primo anno avrebbero saputo tenere testa a un mostro di montagna così grosso.
Vincete cinque punti ciascuna per Grifondoro. Il professor Silente ne sarà
informato. Potete andare.”
Le due ragazze non se lo fecero dire due volte, correndo fuori.
“Mentono.” Disse Piton non appena si fu assicurato di non essere sentito. “È
impossibile che uno del primo anno possa mettere fuori gioco un mostro del
genere.”
“T-T-Tuttavia, l-le cose s-stanno proprio c-così.” Fece Raptor.
“Guardate la clava.” Si limitò a rispondere gelido il professore di Pozioni. “È
segnata come se avesse parato una spada. Inoltre, il modo in cui è stata
tranciata non è per nulla compatibile con il danno dovuto a un impatto. Sembra
sia stata proprio tagliata. E infine, il volto del mostro. La clava l’ha
colpito in pieno volto, come dimostra il naso rotto.”
“Suvvia Severus, devono essere coincidenze. Oppure semplicemente li ha aiutati
qualche studente più grande, che loro stanno coprendo.”
Piton rimase in silenzio.
Le due
maghe raggiunsero in fretta la torre di Grifondoro.
“Dobbiamo parlare subito con gli altri e con il master.” Disse Erza.
“Probabilmente Harry cancellerà di nuovo la memoria a Hermione, ma dobbiamo
comunque riferire questo episodio. Come diamine ha fatto quel mostro a entrare
nella scuola?”
“Deve essere stato portato dentro da qualcuno, ma chi può essere così idiota?”
“È quello che dovremo scoprire.” Rispose la rossa, fermandosi di fronte al
quadro della Signora Grassa.
“Grugno di porco.” Dissero insieme, per poi entrare.
La sala di ritrovo era gremita di gente e molto rumorosa. Tutti stavano
mangiando le pietanze spedite su dalle cucine.
Hermione era in disparte, e alzò subito lo sguardo non appena le vide entrare.
Harry, Natsu e Gray si avvicinarono subito.
“Tutto bene?” chiese il moro.
Erza annuì.
“Dobbiamo parlare. Subito.” Disse semplicemente.
“Nel nostro dormitorio, adesso è vuoto.” Rispose Gray, per poi salire per le
scale, approfittando della confusione.
Non appena furono dentro, Harry chiuse la porta a chiave.
“Apriti! Porta della Vergine! Virgo!” esclamò Lucy, evocando lo spirito.
“Desidera, principessa?” chiese lei, inchinandosi.
“Smettila di chiamarmi così!” sbottò la bionda, per poi sospirare. “Virgo, devi
subito riferire un messaggio al master. Digli che siamo stati costretti a usare
la nostra magia di fronte a una delle nostre compagne.” Disse Erza.
“Che cosa?!” esclamarono insieme Natsu e Gray.
“Il mostro stava per colpire Hermione. Non avevamo il tempo di farci venire in
mente le formule della magia locale, perciò abbiamo usato la nostra.” Rispose
piatta la maga dai capelli rossi.
“Ricevuto. Tornerò il prima possibile.” Fece Virgo, scomparendo nella luce.
“Quindi Hermione sa.” Disse Harry. “Dovrò cancellarle di nuovo la memoria.”
“Mi ha visto usare una spada, mentre ha visto Lucy evocare Taurus. Non c’è
altra scelta.”
I maghi annuirono, per poi girarsi di colpo sentendo la porta aprirsi.
Hermione Granger entrò silenziosamente nel dormitorio, chiudendo di nuovo a
chiave la porta dietro di sé e mettendo via la bacchetta.
“Scusatemi se intervengo così.” Disse. “Non ho potuto fare a meno di venire. Vi
sono debitrice, mi avete salvato la vita e per questo non dirò nulla a nessuno.
Tuttavia, desidero sapere la verità.”
I maghi si guardarono, per poi annuire.
“Mi dispiace Hermione, ma è un patto che abbiamo fatto. Non possiamo dire la
verità a nessuno.” Rispose Harry.
“Però voi avete poteri magici che non dovrebbero esistere!” esclamò la ragazza.
“Noi veniamo da un altro mondo.” Rispose Natsu, mentre Happy si avvicinava
camminando.
“Di nuovo lei, aye?” chiese.
“Di nuovo? E come mai il tuo gatto sta parlando, Natsu?”
“Sai Hermione, è già la seconda volta che ci scopri.” Fece Erza, sorridendo.
“La prima volta ti abbiamo cancellato la memoria assieme a Ron.”
La ragazza fece per replicare, ma una luce la interruppe.
Virgo era riapparsa vicino a loro, con in mano una specie di sfera di
cristallo.
“E lei chi-”
“Io sono Virgo. Sono uno degli Spiriti Stellari della principessa Lucy.”
“Smettila di chiamarmi principessa!!!” la riprese ancora lei, per poi guardare
la sfera. “Quella è-”
“Erza!” tuonò una voce, proveniente dall’oggetto in mano allo spirito, che lo
appoggiò a terra.
Pochi secondi dopo, dentro la sfera apparve il volto di Makarov.
“Master!” dissero sorpresi i cinque maghi di Fairy Tail.
“Master?” ripeté Hermione, guardando il piccolo uomo dentro la sfera. “Che cosa
significa?”
“Oh, quindi è lei la ragazza che avete salvato, eh?” rifletté il Master, sorridendo
improvvisamente.
“Proprio così. Le chiedo scusa per aver dovuto usare la mia magia, ma era
l’unico modo.”
“Lo sai che non posso passarci sopra, vero? La vostra è una missione molto
lunga, ed è ancora presto perché qualcun altro oltre a Silente ne venga a
conoscenza. Dovrò punirti una volta che tornerai alla Gilda.”
“Aspetti!” intervenne Hermione. “Loro non c’entrano nulla, è solo colpa mia e
della mia emotività! Erza e Lucy sono venute in mio aiuto solo perché non
sapevo nulla del mostro! Se deve punire qualcuno, allora punisca me! Devo loro
la vita, non posso permettere che paghino per colpa mia.”
I maghi la guardarono sorpresi, mentre Makarov la fissò seria.
“Ne sei sicura? È una punizione molto severa e dolorosa.”
“Non importa. Ho un debito nei loro confronti, e sono disposta a saldarlo.”
Makarov sospirò.
“In questo caso… Harry, vieni qui.”
Il moro annuì, avvicinandosi.
“Sarai tu a eseguire la punizione.” Disse solenne il Master. “La quale
consisterà…”
Makarov rimase in silenzio per qualche secondo.
“Nel convincerla a uscire con me!” esclamò infine.
Per qualche attimo nessuno parlò, mentre Hermione rimase inebetita.
“Master…” fece Erza, mentre lei e Harry diventavano scuri, guardando dall’alto
verso il basso la sfera.
“Che cosa diavolo sta dicendo?!” urlarono insieme.
“Percepisco la loro furia omicida, aye…” commentò Happy, mentre lui, Natsu e
Gray si erano rifugiati sotto i letti per proteggersi.
“Scherzavo, scherzavo…” rispose il Master, deglutendo, per poi tossire.
“Parlando seriamente… Ragazza, ti renderai conto che non possiamo lasciarti
sapere tutto questo, vero?”
“L-Lo so.” Rispose Hermione, riprendendosi. “Per questo sono disposta a farmi
cancellare ancora la memoria.”
Makarov annuì.
“Perfetto, allora direi che è tutto sistemato. Credo che l’energia di questa
Lacrima si stia per esaurire. Comunicare tra due mondi diversi non è proprio
facile.” Disse. “Harry, occupatene tu. Aspetto il vostro prossimo rapporto.”
E detto ciò, l’immagine scomparve.
“Grazie mille Virgo. Puoi riportarla alla Gilda e poi per oggi puoi
considerarti libera.” Disse Lucy.
“D’accordo principessa.” Replicò lo spirito, prendendo la Lacrima e scomparendo
ancora nella luce.
“Ma chi era quel tipo?” chiese infine Hermione.
“Il nostro master. Noi lo consideriamo come nostro padre.” Rispose Harry, per
poi alzare la mano. “Allora, sei pronta?”
La ragazza annuì.
“Ti rimuoverò solo i ricordi legati alla nostra magia e su ciò che hai scoperto
su di noi. Oltre a tutti i ricordi su Happy.”
“Perché devo sempre essere dimenticato, aye…”
“Va bene, ma ditemi… in futuro mi rivelerete di nuovo la verità?”
“Chissà… solo il tempo ce lo potrà dire.” Rispose il moro.
Hermione lo guardò per qualche secondo, per poi sbattere gli occhi.
“Che cosa… Come mai sono qui?” chiese, guardandoli, mentre Happy si era
nascosto di fretta sotto un letto.
“Sei venuta a ringraziarci.” Rispose Erza.
“Nel dormitorio dei ragazzi?” chiese scettica la maga.
“Io e Erza siamo venute qui per raccontare a Harry e gli altri cos’è successo.
Ora però è meglio se torniamo alla festa. Anche perché credo che Ron debba
farti le sue scuse.” Disse Lucy, sorridendo.
Ed
eccomi con l'ottavo capitolo!
Allora… eravamo rimasti con Hermione che si faceva cancellare volontariamente
tutto ciò che aveva scoperto… e Harry e Ron sono stati sostituiti dal duo di
maghe di Fairy Tail XD. Povero mostro, mi fa quasi pena XD.
E ora, è giunto il momento della prima partita di Quidditch! Dove ci sarà un
altro piccolo cambiamento… che credo vi farà morire dalle risate XD.
E dal prossimo capitolo… potrete dire addio alla trama base, dato che sarà un
Natale… molto speciale, tanto che richiederà ben tre capitoli per concludersi.
E due nostre conoscenze… potrebbero cacciarsi in guai ben più grossi di quelli
a cui sono abituati XD.
Ma ora basta con gli spoiler, è il momento di passare alla recensioni, senza
dimenticare di ringraziare Fly89 per aver fatto da Beta-Reader!
@ fria:Eh, i guai sono attratti come una calamita XD. Per
Hermione… diciamo che mi serve ancora “smemorata” XD. @ Iora Sol:No no, Angelina c’è XD. La “punizione” di Hermione alla
fine è nulla. Makarov è un mattacchione che scherza spesso… anche perché con
Erza e Harry, rischia sul serio XD. Mentre Piton… beh, per il momento direi di
lasciarlo ai suoi sospetti e a un incontro ravvicinato del terzo tipo XD. Per
quei errori di ortografia… mi spiace, ma ci saranno sempre, non me ne accorgo
mai XD. @ ganduil:Tra poche righe finalmente vedrai la partita ù.ù. E il
troll… sì, decisamente preferiva l’originale botta in testa, e non una mazza
spiaccicata con tutta la forza possibile sul naso XD. E Makarov… è un maestro
Muten molto più contenuto XD (cit. Fly89). E hai ragione a temere il seguito…
considerando che è arrivato il momento di far unire le forze del duo a quello
della gilda XD. Ma dovrai aspettare i prossimi tre capitoli per sapere cosa mi
sono inventato XD. E Happy… diciamo che anche lui avrà un incontro ravvicinato
del terzo tipo XD @ Fly89:Ah, Halloween… zucche, pipistrelli, troll, fate (di cui una
con la forza di Hulk XD)… direi una festa tranquilla, no? XD. E il Quidditch…
beh, è arrivato il momento della prima partita per Fairy Tail XD. E qui Baston
probabilmente ha avuto un mezzo infarto a vedere la forza dei due nuovi
giocatori XD. Raptor… ammetto che non avevo pensato a fare la scena del film,
che in effetti è decisamente migliore… Va beh, mi rifarò con i prossimi tre
capitoli (come tu sai già e motivo per cui sei ancora sotto shock XD). E per il
troll… ehm, c’è un ospedale per i mostri? Scontrarsi con Erza è un’esperienza
che nessun mostro vuole avere XD. Piton invece avrà i suoi motivi per cercare
la verità… come si vedrà già in questo capitolo XD. E infine, il buon vecchio
Makarov stava realmente scherzando… anche se non si fa scrupoli nemmeno verso
le bambine come Hermione XD.
Bene, e ora... Buona lettura a tutti!
Capitolo 08: La prima partita di Quidditch!
Da quel giorno, i rapporti con Hermione migliorarono.
Ron si scusò con lei per averla offesa, e la ragazza cominciò ad essere meno
rigida.
Harry aveva fatto sì che anche lei fosse convinta che la versione riferita alla
professoressa McGranitt fosse vera, così da non destare nessun sospetto.
Con l’inizio di novembre arrivò anche il freddo, che costrinse tutti a vestirsi
con abiti più pesanti, tranne Gray, che era l’unico a trovarsi a suo agio.
Le montagne intorno alla scuola si tinsero di un grigio glaciale e il lago
divenne una lastra di gelido metallo. Tutte le mattine il terreno era coperto
di brina, e dalle finestre delle scale era possibile vedere Hagrid intento a
scongelare i manici di scopa nel campo di Quidditch.
La stagione del Quidditch era iniziata.
Quel sabato, Harry e Erza avrebbero giocato la loro prima partita dopo
settimane di allenamento: Grifondoro contro Serpeverde. Se avessero vinto, il
Grifondoro avrebbe rimontato la classifica, passando al secondo posto nel
campionato delle Case.
Quasi nessuno aveva visto i due maghi giocare, perché Baston aveva deciso che,
essendo le armi segrete della squadra, non si doveva sapere della loro presenza
in campo. Tuttavia, non si seppe mai come accadde, la notizia che avrebbero
giocato come Cercatore e Cacciatrice era trapelata e si era diffusa ad una
velocità incredibile, e ora i due si ritrovavano sempre a dover sentire
commenti del tipo che sarebbero stati dei campioni o che avrebbero dovuto
correre sotto di loro per prenderli al volo con delle barelle. Inutile dire che
questi ultimi erano stati messi in giro da un invidioso Malfoy.
Harry e Erza avevano deciso di leggereIl
Quidditch attraverso i secolisenza
usare gli occhiali, dato che altrimenti qualcuno avrebbe sicuramente notato che
l’avevano finito in pochissimo tempo. Fu così che scoprirono che esistevano
settecento modi diversi di commettere un fallo, e che durante una partita di
campionato mondiale, nel 1473, si erano verificati tutti quanti.
Alla vigilia della loro prima partita, il gruppo si era riunito durante la
ricreazione fuori nel cortile gelido, dove si scaldavano grazie a un fuoco che
Natsu aveva acceso -facendo attenzione a non far vedere che non aveva usato la
bacchetta.
Si stavano scaldando la schiena quando Piton attraversò il cortile.
“Sangue.” Mormorò Natsu, annusando l’aria, mentre Harry e gli altri notavano
che il professore stava zoppicando.
Il Dragon Slayer si affrettò a spegnere il fuoco, fingendo di agitare la
bacchetta, ma questo non impedì al professore di insospettirsi e avvicinarsi di
conseguenza. Non aveva notato il fuoco di prima, ma sembrava comunque in cerca
di qualche pretesto per rimproverarli.
“Che cosa nascondi là dietro, Potter?” chiese.
Il mago tirò fuori la copia diIl
Quidditch attraverso i secoli, mostrandogliela.
“È proibito portare fuori dagli edifici scolastici i libri della biblioteca.”
Disse Piton. “Dammelo. Cinque punti in meno per Grifondoro.”
“Non mi pare ci sia un divieto.” Replicò Harry gelido, guardandolo dritto negli
occhi.
Per qualche secondo nessuno dei due disse nulla, limitandosi a fissarsi negli
occhi.
Per un istante a Harry parve di vedere gli occhi del professore tremare, ma
pensò fosse una sua impressione.
“Altri cinque punti in meno. E se ti rifiuti di obbedire, mi vedrò costretto a
punirti, e sarebbe un peccato che tu non possa giocare alla tua prima partita,
vero Potter?”
“Ma come-” cominciò Natsu, venendo interrotto da Erza, che gli intimò di stare
zitto.
Harry guardò ancora il professore, per poi consegnargli il libro. Piton lo
prese con aria di sufficienza e si allontanò.
“Questa regola se l’è inventata!” sbottò Ron, mentre il moro continuava a
guardare l’insegnante di Pozioni.
“Natsu.” Disse infine. “Credo di avere una piccola richiesta da farti. Devi
contattare una persona.”
“Uh? E chi sarebbe?”
Harry sorrise.
“Si tratta di lui.” Rispose semplicemente, mentre Ron e Hermione lo guardavano
curiosi.
“Speravo che la mia prima uscita fosse migliore, aye…”
commentò Happy, atterrando sopra una trave per non farsi vedere da due studenti
che stavano passando in quel momento in corridoio.
“Vai e scopri cos’è successo a Piton senza farti vedere… Ma io non conosco
neppure questo castello, aye!” si lamentò, per poi riprendere a volare facendo
attenzione a non mettersi in mostra.
A Happy ci volle qualche ora prima di riuscire a individuare Piton.
L’aveva riconosciuto grazie alla descrizione che Natsu e gli altri gli avevano
fatto, oltre che per il fatto che stava zoppicando.
Seguendolo da lontano, lo vide avvicinarsi a una stanza, dove entrò, lasciando
la porta aperta.
Happy rimase in volo fuori dalla porta, per poi sbirciare all’interno. Piton
gli stava dando le spalle, e poco lontano c’era un armadio dove si sarebbe
potuto nascondere, rifugiandosi sulla cima. Senza fare rumore, entrò
velocemente, andando subito ad appoggiarsi sul mobile e facendo scomparire le
ali, rimanendo appiattito.
Pochi minuti dopo entrò Gazza, portando con sé delle bende.
“Eccomi professore.” Disse, mentre Piton si sedeva, per poi sollevare il
mantello e scoprendo la gamba.
Happy faticò a trattenere la sua sorpresa quando la vide tutta maciullata e
sanguinante.
Gazza cominciò subito a medicarlo, ripulendo il sangue e fasciando le ferite
con delle bende.
“Dannato coso.” Imprecò Piton. “Come si fa a tenere a bada tutte e tre le teste
contemporaneamente?”
“Tre teste… il cane!” esclamò Happy, per poi tapparsi subito la bocca.
“Chi va la?!” urlò il professore, alzandosi in piedi e coprendosi la ferita,
mentre anche Gazza si guardava intorno.
“La voce sembrava provenire da qui dentro.” Fece il custode, mentre Mrs. Purr
entrava dalla porta. “Aiutami a stanarlo, piccina.”
Happy cominciò a sudare freddo. Infatti, la gatta lo individuò subito,
spostando lo sguardo verso l’armadio.
“Odiosa proprio come mi hanno detto…” mormorò con la voce più bassa che gli
riuscì, guardando la porta che la gatta aveva lasciato aperta.
“Non ho altra scelta…”
Prima che Gazza e Piton potessero avvicinarsi, Happy si fece spuntare le ali,
per poi volare più velocemente possibile fuori dalla stanza.
“E quello che cos’era?” chiese Gazza.
“Prendilo!” ordinò Piton, sbraitando. “Non deve lasciarselo sfuggire, Gazza!”
“Agli ordini professore.” Replicò lui, correndo subito fuori seguito dalla sua
fedele compagna.
Happy non si girò, volando veloce per riuscire a raggiungere l’esterno del
castello prima che la sua magia si esaurisse, il che l’avrebbe lasciato nelle
mani del custode, mandando così a monte la copertura di Natsu e gli altri.
Un miagolio lo costrinse a voltarsi, vedendo Mrs. Purr che gli correva dietro,
anticipando il padrone.
“Ma perché proprio a me, aye?!” esclamò Happy, cercando di andare ancora più
veloce.
Per sua fortuna, trovò una finestra aperta, dalla quale uscì subito, salendo
immediatamente sul tetto del castello, fermandosi in cima a una torre priva di
finestre per riprendere fiato, mentre le ali scomparivano.
“Sarà meglio che il pesce che Harry mi ha promesso sia molto buono… aye…”
ansimò.
Stette fermo ancora qualche secondo, per poi alzarsi in piedi e voltarsi verso
la torre di Grifondoro.
“Questo posto è molto più grande della Gilda. Dovrò fare più attenzione in
futuro se voglio uscire. Anche se dubito che ripeterò una simile esperienza
tanto presto. Spero di tornare a casa il prima possibile…”
Detto ciò, si fece spuntare di nuovo le ali, dirigendosi verso il dormitorio di
Grifondoro, dove Harry, Natsu e gli altri lo stavano aspettando.
Entrò dalla finestra, atterrando di fronte al suo partner.
“Eccomi di ritorno, aye!” esclamò, facendo un saluto militare, per poi
lasciarsi cadere a terra.
“Com’è andata?” chiese Natsu.
“Piton e Gazza mi hanno scoperto. Tranquilli, non mi hanno visto bene. Sono
stato sufficientemente veloce a scappare.” Rispose, guardando i volti
preoccupati degli amici.
“Hai scoperto qualcosa?”
“Sì. Piton è stata ferito da quel cane. Ho visto chiaramente la sua gamba in
uno stato pietoso e ricoperta di sangue.”
“Allora dev’essere stato lui a liberare quel troll la notte di Halloween per
cercare di prendere la cosa nascosta nella botola!” esclamò Lucy.
“No, non credo.” Rispose Harry. “Happy ha detto di essere stato scoperto da
Piton e Gazza. Quindi Gazza è a conoscenza del tentativo di Piton. Ciò
significa che, a meno che non siano complici, non si sarebbe fatto aiutare.”
“E allora che cosa ci faceva dal cane a tre teste?” chiese Erza.
“Forse… era corso a controllare.” Disse infine il moro. “Ma cosa può esserci di
così prezioso da rischiare di perdere una gamba per assicurarsi che sia al
sicuro nonostante ci sia un mostro di guardia?”
Il giorno dopo si presentò luminoso e freddo.
La Sala Grande era piena del profumo delizioso delle salsicce fritte e
dell’allegro chiacchiericcio dei ragazzi che non vedevano l’ora di assistere a
una bella partita.
Harry e Erza stavano facendo colazione come se niente fosse, cosa che incuriosì
i loro compagni.
“Non avete nemmeno un po’ di paura?” chiese Ron.
“E perché dovremmo averne? È solo un gioco.” Rispose la rossa.
“Nemmeno tu Harry? I Cercatori sono sempre quelli che vengono acchiappati dall’altra
squadra.”
“Che ci provino pure. Non sarà tanto facile.” Replicò lui con un tono che fece
tremare i presenti.
Per le undici, tutta la scolaresca era sugli spalti, intorno al campo di
Quidditch.
Molti erano armati di binocoli. Anche se i sedili potevano sollevarsi in aria,
a volte era comunque difficile seguire quel che succedeva in campo.
Natsu, Gray e Lucy si unirono a Ron, Hermione, Neville, Seamus e Dean, andando
sulla gradinata più alta. Per fare una sorpresa ai due compagni, avevano
dipinto un grosso striscione, ricavato da uno dei lenzuoli che il topo Crosta
aveva rosicchiato.
Sopra ci avevano scrittoPotter
e Scarlett, siete tutti noi, e sotto Dean, che era molto bravo a disegnare,
aveva schizzato un grosso leone, simbolo di Grifondoro, affiancato dal simbolo
di Fairy Tail dopo varie insistenze di Natsu. Infine, Hermione aveva fatto un
piccolo ma ingegnoso incantesimo per cui i colori apparivano cangianti.
Nel frattempo, negli spogliatoi, Harry, Erza e il resto della squadra si
stavano cambiando, indossando la loro divisa scarlatta - i Serpeverde avrebbero
giocato in verde.
Baston si schiarì la voce per intimare il silenzio ai compagni.
“Allora ragazzi…” cominciò.
“E ragazze.” Completò Angelina Johnson, un’altra Cacciatrice.
“E ragazze.” Convenne il capitano. “Ci siamo.”
“Il gran giorno è arrivato.” Disse Fred.
“Il gran giorno che tutti aspettavamo è arrivato.” Gli fece eco George.
“Il discorso di Baston lo sappiamo a memoria.” Spiegò Fred ai due nuovi
giocatori. “Eravamo nella squadra anche l’anno scorso.”
“Chiudete il becco, voi due!” esclamò Baston. “Quella di oggi è la squadra
migliore che Grifondoro ha avuto da anni. Vinceremo. Lo so!”
Li guardò come a dire ‘Altrimenti dovrete fare i conti con me’.
“Bene. È ora di entrare in campo. In bocca al lupo a tutti!” esclamò.
Harry e Erza seguirono Fred e George fuori dagli spogliatoi, fremendo per la
voglia di cominciare, ed entrarono in campo salutati da grandi ovazioni. Ad
arbitrare la partita sarebbe stata Madama Bumb che, ritta in mezzo al campo,
aspettava le due squadre brandendo in mano la propria scopa.
“Mi raccomando a tutti, voglio una partita senza scorrettezze.” Disse una volta
che le due squadre furono riunite intorno a lei.
Harry notò che sembrava rivolgersi in modo speciale al capitano dei Serpeverde,
Marcus Flitt, un alunno del quinto anno.
Harry e Erza sorrisero vedendo lo striscione, con l’evidente riferimento alla
loro Gilda.
“In sella alle scope, prego.” Ordinò Madama Bumb, mentre si preparava a
lanciare la sfera rossa.
Tutti salirono sui loro manici, per poi levarsi in volo non appena sentirono il
fischio d’inizio, alzandosi sempre più in alto.
“…e la Pluffa è stata intercettata immediatamente da Angelina Johnson del
Grifondoro, che la passa subito a Erza Scarlett… che brave Cacciatrici sono
queste ragazze, e anche piuttosto carine…”
“Jordan!”
“Chiedo scusa professoressa.”
A commentare la partita era Lee Jordan, l’amico dei due gemelli Weasley,
sorvegliato a vista dalla professoressa McGranitt.
“…La ragazza si muove davvero veloce lassù. Effettua un passaggio puntuale a
Katie Bell e… no, la Pluffa è stata intercettata dal capitano dei Serpeverde,
Marcus Flitt, che se la porta via: eccolo che vola come un’aquila… sta per… no,
bloccato da un’ottima azione del portiere del Grifondoro Baston, e il
Grifondoro è di nuovo in possesso della Pluffa. Ed ecco la Cacciatrice del
Grifondoro Scarlett… bella picchiata intorno a Flitt, poi di nuovo su… e c’è
mancato poco che un Bolide la colpisse in testa! Comunque davanti a lei il
campo è sgombro, si allontana e letteralmente vola via… è davanti alla porta –
Vai Erza – il portiere Bletchley si tuffa… manca il bersaglio… IL GRIFONDORO HA
SEGNATO!” urlò Lee.
L’aria gelida fu saturata dall’applauso dei Grifondoro e dalle urla e fischi
dei Serpeverde.
“Continua così, Erza!” gridò Natsu, saltando sul posto, mentre dallo zaino che
si era portato dietro Happy esultava in silenzio.
“Spostatevi un po’, voi, scorrete più giù.” Fece una voce a loro familiare.
“Hagrid!” esclamarono insieme i maghi, spostandosi per fargli posto.
“Finora ho guardato dalla mia capanna.” Disse il guardiacaccia, mostrando
orgogliosamente un grosso binocolo che gli pendeva sul petto. “Ma non è mica la
stessa cosa che allo stadio! Il Boccino finora non s’è visto, eh?”
“No.” Rispose Ron. “Finora Harry non ha avuto un granché da fare.”
“Be’, almeno si è tenuto fuori dai guai, è già qualcosa.” Disse Hagrid,
portandosi il binocolo agli occhi e puntandolo verso il cielo, alla ricerca di
Harry, che appariva come un puntino lontano.
“Credo sia finito in guai ben peggiori di questo…” mormorò appena Lucy, la cui
voce era fortunatamente coperta dai tifosi.
In alto, sopra le loro teste, il moro correva qua e là a cavallo della scopa,
strizzando gli occhi per avvistare il Boccino.
“Baston ha detto di tenersi fuori tiro finché non vedo il boccino…” si ripeté
Harry.
Quando Erza aveva segnato, Harry aveva fatto un paio di giri della morte, per
poi tornare subito a cercare la palla dorata.
“Palla ai Serpeverde.” Stava dicendo Lee Jordan. “Il Cacciatore Pucey schiva
due Bolidi, due Weasley e la Cacciatrice Johnson, e avanza veloce verso…
aspettate un attimo, ma quello non era il Boccino?”
Un mormorio percorse gli spalti, mentre Adrian Pucey lasciava cadere la Pluffa,
troppo preso a seguire con lo sguardo il lampo dorato che gli aveva sfiorato
l’orecchio sinistro ed era passato oltre.
Harry lo vide e si tuffò in picchiata dietro quella scia d’oro.
Anche il Cercatore di Serpeverde, Terence Higgs, lo aveva avvistato e ora i due
giocatori erano testa a testa, lanciati entrambi alla ricorsa del Boccino.
Intanto sembrava che i Cacciatori avessero dimenticato il loro ruolo, sospesi a
mezz’aria, tutti intenti a guardare la sfida tra i loro compagni.
Harry era più veloce di Higgs: vedeva la pallina rotonda che ad ali spiegate
risaliva di fronte a lui. Diede un’accelerata potente e…
WHAM!
Un boato di rabbia venne dai Grifondoro sotto di loro.
Marcus Flitt aveva bloccato di proposito Harry, e la scopa del moro sbandò,
mentre il ragazzo cercava di reggersi in sella.
“Fallo!” gridarono i Grifondoro.
Madama Bumb si rivolse a Flitt con parole irate, per poi ordinare un rigore a
favore del Grifondoro.
Ma come c’era da aspettarsi, in tutta quella confusione il Boccino era
scomparso di nuovo.
Giù, dagli spalti, Dean Thomas stava gridando.
“Arbitro, mandalo fuori! Espulsione! Cartellino rosso!”
“Guarda che non siamo mica a una partita di calcio.” Gli ricordò Ron. “A
Quidditch non si possono espellere i giocatori… E poi, che cos’è un cartellino
rosso?”
“Distruggilo, pestalo, fagliela pagare!” urlava invece Natsu, che era saltato
in piedi con gli occhi che sembravano mandare fiamme, mentre Lucy e Gray
cercavano di calmarlo.
“Bisognerebbe cambiare le regole allora.” Fece il mago del ghiaccio dopo che
riuscirono a far sedere di nuovo l’amico. “Flitt avrebbe potuto far cadere
Harry… E per lui sarebbero stati dolori.”
Intanto, Lee Jordan trovava difficile mantenersi distaccato.
“Quindi… dopo questa lampante e ignobile scorrettezza…”
“Jordan!” ringhiò la professoressa McGranitt.
“Voglio dire, dopo questo fallo palese e schifoso…”
“Jordan, ti avverto…”
“E va bene. Flitt per poco non ammazza il Cercatore del Grifondoro, il che
naturalmente può succedere a chiunque, quindi un rigore per i Grifondoro,
battuto da Scarlett, che sembra abbastanza irata, che segna senza difficoltà e
il gioco prosegue, con i Grifondoro ancora in possesso di palla.”
Harry aveva ripreso a cercare il Boccino quando la sua scopa, d’un tratto, ebbe
uno scarto pauroso.
“E ora che cosa-?” fece, prima che la scopa ripetesse il movimento, come se
stesse cercando di disarcionarlo.
“Maledizione…” commentò, tenendosi forte, mentre il manico cominciava a
zigzagare, continuando a cercare di farlo cadere. “Perché non riesco a
controllarla?!”
Lee stava continuando a commentare.
“Palla al Serpeverde... Flitt ha la Pluffa... oltrepassa Spinnet... supera
Johnson... viene colpito in faccia da un Bolide, spero che gli abbia rotto il naso...
ma no, professoressa, sto solo scherzando... il Serpeverde segna... oh, no...”
I Serpeverde esultavano. Nessuno sembrava essersi accorto che la scopa di Harry
si stava comportando in modo strano. Lentamente, a sbalzi e a strattoni, lo
stava trasportando sempre più in alto, lontano dal gioco.
“Chissà cosa pensa di fare Harry.” bofonchiò Hagrid, che stava guardando
attraverso il binocolo. “Direi che ha perso il controllo della sua scopa,
direi... ma non può mica aver...”
D'un tratto, gli occhi di tutti furono puntati su Harry.
La sua scopa aveva cominciato a fare le capriole, mentre lui riusciva a stento
a reggersi in sella.
Poi tutti gli spettatori trattennero il fiato. La scopa aveva dato uno
strattone fortissimo e Harry era stato disarcionato.
Ora il ragazzo penzolava giù, reggendosi al manico con una sola mano.
“Harry!” urlarono insieme i tre maghi di Fairy Tail sugli spalti.
“È successo qualcosa alla scopa quando Flitt lo ha bloccato?” sussurrò Seamus.
“Impossibile!” esclamò Hagrid con voce tremante. “Niente può fare ammattire una
scopa tranne una potente magia nera... e nessuno dei ragazzi sarebbe capace di
fare una cosa simile a una Nimbus Duemila!”
A queste parole. Hermione afferrò il binocolo di Hagrid.
Ma anziché guardare in alto verso Harry. cominciò febbrilmente a scrutare le
file del pubblico.
“Ma che diavolo stai facendo?” chiese Ron con la faccia livida.
“Lo sapevo!” ansimò Hermione. “Piton... guardate!”
Tutti puntarono il proprio binocolo verso il professore, che stava sulla
gradinata dirimpetto alla loro.
Teneva gli occhi fissi su Harry e mormorava qualcosa sottovoce.
“Sta combinandone una delle sue... sta facendo il malocchio alla scopa!”
esclamò Hermione.
“Il malocchio?” ripeté Lucy.
“Sta controllando la scopa di Harry.”
“Che cosa?!” gridò Natsu. “Come facciamo a fermarlo?”
“Basta che distolga lo sguardo, ma da qui…”
“Ci penso io.” Fece il mago del fuoco, allontanandosi subito dagli spalti.
“Natsu, fermo!” gli urlò dietro inutilmente Lucy.
I ragazzi lo videro sparire nella folla.
“Gray… dici che ne combinerà una delle sue?” chiese la bionda.
“Temo di sì… e dopo saremo noi a pagarne le conseguenze per non averlo
fermato.” Rispose lui, mentre entrambi cominciavano a sudare vistosamente.
“Harry e Erza ci uccideranno!” esclamarono insieme spaventati, ottenendo degli
sguardi sorpresi dagli altri.
Ron puntò di nuovo il binocolo su Harry.
La scopa stava vibrando così forte che sarebbe stato praticamente impossibile
tenercisi attaccato ancora a lungo. Gli spettatori erano tutti in piedi, e
guardavano inorriditi, mentre i gemelli Weasley volavano in soccorso
dell'amico, cercando di trarlo in salvo su una delle loro scope, ma invano:
ogni volta che gli si accostavano, la scopa di Harry faceva un balzo più in
alto, allontanandolo da una possibile salvezza. Allora scesero di quota e si
disposero in cerchio sotto di lui, sperando di riuscire ad afferrarlo al volo
quando fosse caduto.
Marcus Flitt, impossessatosi della Pluffa, segnò cinque volte senza che nessuno
se ne accorgesse.
Natsu nel frattempo aveva raggiunto il palco dove si trovava Piton, e ora stava
correndo lungo la fila di sedili alle spalle di lui.
Non si fermò neanche per chiedere scusa al professor Raptor, quando lo urtò
facendolo cadere a faccia avanti.
Una volta raggiunto Piton, si accucciò, per poi ghignare e schioccare le dita.
Sull’orlo dell’abito di Piton apparve qualche fiammella.
Natsu corse subito via, e non appena fu abbastanza lontano, schioccò ancora le
dita.
L’attenzione di tutti gli spalti fu attirata da una colonna di fuoco, che si
alzò intorno al professore per poco più di un secondo, lasciando l’uomo con gli
abiti bruciacchiati e fumante, sia per colpa del fuoco che per la rabbia.
“Siamo morti!!!” esclamarono Lucy e Gray, notando come Erza si era voltata
subito verso di loro, mentre Ron, Hermione, Hagrid e gli altri avevano la bocca
spalancata.
“Eccomi qua!” fece Natsu, raggiungendoli, mentre sopra di loro Harry riusciva
finalmente a riprendere il controllo della sua scopa.
“Idiota!” gli urlarono contro i due compagni. “Che cosa ti è saltato in mente?!”
“Ma soprattutto,comehai fatto?!” gli chiese incredula
Hermione.
“Io ho solo accesso una piccola fiamma… se lui aveva vestiti infiammabili non è
di certo colpa mia.” Ridacchiò, per poi spostare lo sguardo verso Harry, che
era sceso in picchiata.
Tutti lo videro mettersi una mano a coppa sulla bocca come se stesse per dare
di stomaco: cadde carponi sul terreno di gioco, tossì… e qualcosa di dorato gli
cadde in mano.
“Ho preso il boccino!” gridò dopo qualche altro colpo di tosse, agitandolo
sopra la testa, e facendo così terminare la partita nel caos generale.
“Non l’ha preso, l’ha quasi inghiottito!” strillava Flitt
ancora venti minuti dopo, ma tanto non aveva importanza.
Harry non aveva violato nessuna regola e Lee Jordan stava ancora annunciando a
squarciagola il risultato: il Grifondoro aveva vinto per centosettanta a
sessanta.
Ma tutto questo Harry e gli altri non lo udirono.
Erano nella capanna di Hagrid insieme a Ron e Hermione.
“È stato Piton!” spiegava Ron, mentre Hagrid porgeva a Natsu una bistecca
fredda per coprire l’occhio nero che Harry e Erza gli avevano procurato non
appena furono fuori dalla vista della scolaresca, cosa che aveva sorpreso non
poco i due Grifondoro e il guardiacaccia.
“Lo abbiamo visto tutti, stava lanciando una maledizione alla scopa di Harry,
borbottava e non ti levava gli occhi di dosso.” Continuò il rosso.
“Stupidate!” esclamò Hagrid. “Perché mai Piton doveva fare una cosa del genere?”
“E allora perché diamine Harry ha ripreso in controllo della scopa non appena
Piton si è… distratto?” chiese Natsu. “Senza contare la ferita che si è
procurato con quel cane a tre teste nel castello. È chiaro che vuole rubare la
cosa che quella bestia protegge, e forse considera Harry una minaccia.”
Hagrid fece cadere di mano la teiera con la quale stava per servirgli il tè.
“E voi che ne sapete di Fuffi?”
“Fuffi?! Quel coso ha un nome?!” esclamò incredula Lucy.
“Sì… è mio. L’ho comperato da un tizio, un greco che ho incontrato al pub
l’anno scorso. L’ho prestato a Silente per fare la guardia a…” ma s’interruppe
non appena si rese conto che stava parlando troppo.
“A…” continuò Gray, cercando di ottenere la risposta.
“No, non chiedetemi altro. È una cosa segretissima!”
“Ma Piton ha cercato di rubarlo!” ripeté Harry.
“Stupidate! Piton è un insegnante di Hogwarts, vuoi che faccia una cosa del
genere?”
“E allora perché poco fa ha cercato di ammazzare Harry?” gridò Hermione. “Io lo
capisco quando qualcuno sta facendo il malocchio, ho letto tutto
sull’argomento! Bisogna mantenere il contatto visivo, e Piton non batteva
neanche le palpebre. L’ho visto benissimo!”
“E io vi dico che prendete un granchio!” replicò Hagrid. “Non so perché la
scopa di Harry si è comportata in quella maniera, ma Piton non cercherebbe mai
di ammazzare uno studente! E ora statemi bene a sentire tutti quanti: vi state
immischiando in cose che non vi riguardano. È pericoloso. Scordatevi del cane,
dimenticate a cosa fa la guardia. È tutta una faccenda fra Silente e Nicolas
Flamel!”
“Ah!” esclamò Natsu. “Allora c’è di mezzo qualcuno che si chiama Nicolas
Flamel!”
Sul volto di Hagrid si dipinse un’espressione furente e indispettita.
Capitolo 9 *** Natale in trasferta! Fairy Tail sotto attacco? ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
*Fa partire One-Winged
Angel* Eccomi qui!
Scusate, sono entrato nuovamente nella fase FF7 XD. Tuttavia, non per questo
non posterò i nuovi capitoli, tranquilli XD.
Allora, in questi giorni mi sono messo a sistemare le idee per questa
fiction... e sarà molto, molto lunga... XD.
Inoltre, ho deciso di dividerla in saghe, che però, per motivi di spoiler, vi
rivelerò i nomi solo una volta che esse saranno finite XD.
Perciò con questo capitolo, dite addio alla saga "Fairy Tail e Hogwarts",
per dare inizio a questa minisaga di soli quattro capitoli (sì, è aumentata di
uno come numero XD).
Infine, al primo capitolo, trovare una piccola immagine per questa fiction...
ma dato che sono buono, la posterò anche qui di seguito, dopo le recensioni XD.
Oltre a ciò, ho dovuto aumentare il rating a giallo, dato che da questo
capitolo, ci saranno parole e scene forti (niente di splatter, tranquilli, solo
non è più al livello del verde XD)
Or dunque, ringrazio Fly89 e passo alle recensioni!
@ fria: Beh, ci vorrà ancora
un po’ prima che si arrivi al drago… prima ci sono questi capitoli qui che
credo risulteranno molto interessanti… dato che sarà la prima vera e propria
differenza dalle trame originali. Per Malfoy… aspetta e vedrai… @ Iora Sol: Ero sicuro che Natsu avrebbe conquistato voi lettori
con quell'azione XD. Sai, quella misteriosa voglia di far soffire qualcuno... e
qui ho fatto soffrire sia Piton che Natsu XD. Sì, ho intenzione di seguire
tutti i libri di HP e i volumi di FT (la scaletta che ho stillato è a dir poco
spaventosa XD). E ci sarà anche qualche piccolo extra... Comunque sì, è proprio
Tail (una volta infatti si chiedono "Le fate hanno la coda?" Gli
aggiornamenti, almeno fino alla fine del primo libro, conto di farli almeno uno
alla settimana, poi tornerò a Equilibrio per finire un capitolo che sto
scrivendo da 4 mesi XD. E intanto continuerò anche qui ovviamente XD @ Albus Severus Potter: Tranquillo. L'importante è che recensisci
comunque XD. Makarov è un mito, perciò credo farà piacere a tutti rivederlo di
nuovo... o almeno, lo spero XD. Hermione... chissà. Per il momento, per lei ho
in mente un ruolo ben preciso... in futurò, chissà XD. Natsu, come hai detto
tu, è il piromane per eccelenza, mentre Piton... beh, è Piton XD. E sì, da
questo capitolo, Harry Potter non sarà più lo stesso, come vedrai in questo e
nei prossimi tre capitoli... spero che ti piacerà questa nuova piega. @ ganduil: E infatti ha pensato bene di non parare XD. Sarà stato
il suo instinto di sopravvivenza XD. E Natsu... beh, se non mandava a fuoco
qualcosa o qualcuno, non poteva essere contento XD. E Hagrid parla sempre
troppo XD. @ Fly89: Povero Happy, è rimasto chiuso nella torre per mesi...
doveva uscire a divertirsi anche lui, no? XD. Ah, i commenti di Lee Jordan...
unici nel loro genere XD. E Natsu... non è tipo da limitarsi al minimo...
meglio abbondare XD, e Piton... gliela farà pagare? Chi lo sa XD. E ora, e
giunto il Natale... con tutte le sue conseguenze *si gira verso un signore
vestito di rosso e dalla barba bianca* No, mi spiace, tu non sei previsto (XD).
E la botola... presto si saprà tutto quanto ù.ù
Bene, e ora... diamo inizio
alle più movimentate vacanze di Natale che i nostri eroi conosceranno! (Per il
momento XD)
Capitolo 09: Natale in trasferta! Fairy Tail sotto attacco? Il
racconto dell’episodio di Piton si diffuse per la scuola alla stessa velocità
con cui si era diffuso che Harry e Erza erano i nuovi giocatori del Grifondoro.
Il gruppo di maghi aveva deciso di non dire nulla, e Neville e gli altri si
erano lasciati convincere a non parlare quando videro Natsu con un occhio nero,
con dietro Harry e Erza che gli intimavano silenziosamente di non fiatare.
Inutile dire che il professore di Pozioni non aveva preso affatto bene
l’accaduto, e il suo odio verso i Grifondoro sembrò aumentare esponenzialmente.
Tuttavia, alla Casa non sembrava importare.
Anzi, i gemelli Weasley continuavano a parlare della cosa con grande
entusiasmo.
“Se scopriamo chi è stato, come minimo gli stringiamo la mano e lo portiamo a
festeggiare nelle cucine.” Disse un giorno Fred.
Natsu stava per rispondere, ma lo sguardo che Erza gli lanciò fu sufficiente a
farlo desistere.
Con dicembre i maghi di Fairy Tail cominciarono a notare una certa frenesia per
il castello.
Un giorno Gray chiese spiegazioni a Ron durante la colazione.
“Direi che è normale, visto che ormai Natale è alle porte.”
“Natale?” ripeté Erza, sbattendo gli occhi.
“Sì, Natale. Ma perché quella faccia?”
“Che cos'è il Natale?” chiese Natsu.
A quella domanda molti si girarono, guardandoli con gli occhi così sgranati da
dare l’impressione che sarebbero potuti schizzare fuori da un momento
all’altro.
“State scherzando, vero?!” esclamò Fred, con una faccia che sembrava aver
appena sentito che doveva fare dieci ore di punizione con Piton.
“Da noi non si festeggia il Natale.” spiegò Harry.
“Tu sai che cos’è?” gli chiese Lucy.
“Sì, anche se non posso dire di averlo mai festeggiato. I miei zii preferivano
chiudermi nel sottoscala mentre festeggiano con Dudley... Per questo non mi
interessa troppo come festa, non ho proprio dei bei ricordi legati ad essa.”
“Cavoli, questi tuoi zii erano proprio orribili... cosa diamine gli passava per
la testa?”
“Oh, semplicemente mi odiavano. Nulla di più.”
“Quindi la scuola chiude per questa festa?” fece Lucy, ricevendo diversi cenni
di assenso.
“Allora forse...” cominciò Natsu, guardando speranzoso i suoi amici.
“Probabile.” rispose Harry anticipandolo, per poi alzarsi dal tavolo di
Grifondoro. “Anzi vado subito a chiederlo al professor Silente.” concluse,
allontanandosi e dirigendosi verso il tavolo degli insegnanti.
“Chiedere cosa?” domandò Hermione.
“Se possiamo tornare a casa nostra durante queste vacanze. Visto che veniamo da
lontano, non possiamo essere sicuri che sia fattibile.” Rispose Erza.
“Mi piacerebbe proprio vedere questa vostra famosa casa.” fece Ron. “Dev’essere
qualcosa di fantastico.”
“Di’ pure di unico!” esclamò Natsu. “Fai-”
Fu Erza a interromperlo in tempo, colpendolo con una gomitata.
“Ops, scusa Natsu, non volevo colpirti.” disse in un tono ben poco convincente,
ma che passò quasi inosservato, visto il trattamento che il Dragon Slayer aveva
ricevuto dopo la partita.
Natsu balbettò qualcosa, mentre i due gemelli si avvicinarono.
“Ragazzo, devi farti rispettare, o presto finirai a pezzi.” Fece George.
“Credetemi, c’è andata pure piano...” mormorò lui, mentre Harry tornava.
“Silente dice che non ci sono problemi. Solo, dovremo arrangiarci da soli.”
Disse, senza nascondere il suo disappunto.
“Da soli?!” ripeté Gray, sbuffando. “Fantastico...”
“Non è proprio dietro l'angolo.” commentò Natsu.
Lucy invece si porto una mano sotto il mento per riflettere.
“Forse so io come fare.” disse infine.
“Scusate, ma non potete usare un treno o qualche altro mezzo di trasporto?” la
interruppe Hermione.
“Diciamo che non è un posto raggiungibile facilmente.” si limitò a rispondere
Harry, per poi guardare Lucy, che annuì silenziosamente.
“Beh, allora ci conviene comunicare alla McGranitt che anche noi partiamo.”
fece Erza, alzandosi assieme ai compagni e allontanandosi.
“Nascondono qualcosa, ne sono certa!” esclamò Hermione, non appena si furono
allontanati.
“Hermione, ti ricordo che con loro c’è Harry Potter, l’eroe del mondo magico,
colui che ha sconfitto Voi-sapete-chi!” fece Ron.
“Questo è quel che hanno detto loro.”
“Sei troppo sospettosa, poi se ben ricordo, sono stati loro ad aiutarti con
quel mostro, no?”
“Sì, però... Non so, è come se qualcosa non mi tornasse…”
“Tranquilla. Harry e gli altri non sono di certo dei maghi oscuri. Certo, quel
loro simbolo fa venire in mente l'altro marchio... ma è troppo vivace per
essere un simbolo oscuro!” disse George.
“Spero sia come dite voi...”
L' ultima
settimana di lezioni passò velocemente per i cinque maghi, i quali nel
frattempo confermarono al preside che sarebbero tornati nel loro mondo fino
alla fine del periodo natalizio.
A un giorno dalla fine delle lezioni, uscendo dai sotterranei, i ragazzi si
trovarono di fronte un grosso abete che bloccava il corridoio.
I due enormi piedi che sbucavano da sotto l’albero e il forte ansimare fecero
capire loro chi c’era dietro.
“Ehi, Hagrid, serve una mano?” chiese Erza, avvicinandosi assieme agli altri.
“Nooo, ce la faccio da solo Erza, grazie tante.”
“Vi dispiacerebbe tanto togliervi di mezzo?” fece dietro di loro la voce di
Malfoy.
Da dopo la vittoria di Grifondoro, aveva cercato in tutti i modi di denigrare
Harry per come aveva preso il boccino, ma dopo aver visto che nessuno rideva,
aveva cercato di punzecchiarlo con la scusa che non aveva più una famiglia.
Qui il biondo si era guadagnato cinque occhiatacce da parte dei membri di Fairy
Tail, e da quel momento aveva smesso. Tuttavia, ora che era lì, affiancato da
Tiger e Goyle, sembrava più sicuro di sé, anche se per sicurezza decise di
prendere di mira Ron.
“Che cosa c’è, stai cercando di guadagnare qualche spicciolo, Weasley?” lo prese
in giro. “Forse speri di diventare anche tu guardiacaccia quando te ne andrai
da Hogwarts… La capanna di Hagrid deve sembrarti una reggia in confronto a dove
abita la tua famiglia.”
Ron fece per buttarsi contro Malfoy, ma Natsu fu più veloce, e lo colpì in
pieno con un pugno nello stomaco, che lo fece volare qualche metro indietro.
“DRAGONIL!” urlò la voce di Piton.
I ragazzi si girarono, vedendo il professore avvicinarsi.
“C’è stato tirato, professor Piton.” Cercò di intervenire in aiuto Hagrid.
“Malfoy insultava la famiglia di Ron.”
“Quale sia la ragione, Hagrid, fare a pugni è contro le regole di Hogwarts.”
Disse Piton con voce flautata. “Venti punti in meno a Grifondoro, Dragonil, e
ringrazia il cielo che non te ne tolga di più.”
Detto ciò, aiutò Draco ad alzarsi, per poi dirgli di andare in infermeria a
farsi vedere.
“Un giorno… Un giorno la pagherete cara.” Disse Malfoy verso i maghi di Fairy
Tail, allontanandosi con i suoi due tirapiedi.
“Non dovrei dirlo… ma ben fatto Natsu.” Fece Harry, mentre Hermione sbuffava.
“Però abbiamo perso venti punti.”
“Li riguadagneremo dopo le vacanze, tranquilla.” Disse Erza.
“Su, ora basta coi musi, è quasi Natale!” esclamò Hagrid. “Adesso sapete che
cosa facciamo? Vi porto a vedere la Sala Grande. È tutta una festa!”
Così il gruppo seguirono Hagrid e il suo albero fino alla Sala Grande, dove la
professoressa McGranitt e il professor Vitious erano tutti indaffarati a
sistemare le decorazioni natalizie.
“Ah, ecco Hagrid con l'ultimo albero... Mettilo in quell'angolo laggiù, ti
spiace?”
“Fantastico…” commentò incredulo Gray, mentre lui e gli altri guardavano
meravigliati la sala.
Dalle pareti pendevano ghirlande d'agrifoglio e di pungitopo, e tutto intorno
erano disposti non meno di dodici giganteschi alberi di Natale, alcuni decorati
di ghiaccioli scintillanti, altri illuminati da centinaia di candeline.
“Comincio a credere che ci perderemo qualcosa di veramente speciale.” fece
Erza.
“Quanti giorni mancano alle vacanze?” chiese Hagrid.
“Soltanto uno.” rispose Hermione. “E questo mi fa venire in mente... Manca
mezz'ora al pranzo, dobbiamo andare in biblioteca.”
“Ah, già, è vero.” disse Ron, distogliendo lo sguardo dal professor Vitious,
che dalla sua bacchetta magica stava facendo uscire festoni di bolle che si
depositavano sui rami del nuovo albero.
“In biblioteca?” chiese Hagrid seguendoli fuori del salone. “Prima delle
vacanze? Dite un po', ma non è che esagerate con lo studio?”
“Non è per studiare.” gli spiegò Natsu tutto allegro. “È da quando ci hai
parlato di Nicolas Flamel che stiamo cercando di scoprire chi diavolo è.”
“Che cosa?” Hagrid sembrava sconvolto. “Statemi bene a sentire... Ve l'ho già
detto... lasciate perdere. Che cosa custodisce il cane non sono affari vostri.”
“Vogliamo solo sapere chi è.” Rispose Erza. “Dopo smetteremo di cercare
informazioni, ma ormai abbiamo questa curiosità, e vogliamo soddisfarla. A meno
che non ce lo dica tu.”
“Ho le labbra cucite.” Replicò il guardiacaccia.
“Allora dovremo continuare a cercare da soli la risposta.” Disse Harry, allontanandosi
assieme agli altri.
In effetti, da quando avevano scoperto quel nome, ai maghi di Fairy Tail
premeva di più scoprire chi fosse Nicolas Flamel piuttosto che seguire le
lezioni.
Per loro sfortuna, anche Ron e Hermione sembravano pensarla così e di
conseguenza li seguivano ogni giorno in biblioteca, impedendogli di usare i
loro occhiali del vento per leggere più in fretta.
Harry pensava che avrebbero trovato qualche informazione nel Reparto Proibito,
un corridoio della biblioteca che conteneva libri sulle arti oscure, e quindi
vietati per la maggior parte degli studenti, ad esclusione dei più anziani, che
desideravano perfezionarsi nella difesa contro esse e che dovevano comunque
avere un permesso scritto da parte di un professore.
Natsu aveva proposto di mandare Happy a cercare il libro di notte, ma Harry
aveva bocciato subito l’idea, pensando che a differenza degli altri corridoi,
il Reparto Proibito doveva essere più sorvegliato.
Anche quel giorno non ottennero nessun risultato, perciò decisero di rimandare
le ricerche a quando sarebbero tornati.
Il giorno dopo decisero di ritrovarsi nel dormitorio di Harry e degli altri,
approfittando che i loro compagni erano andati a salutare gli amici che
partivano.
Avevano già salutato Hermione, Ron e gli altri Grifondoro, dicendo loro che
sarebbe stato Silente a portarli fuori dalla scuola.
“Allora...” fece Natsu, sedendosi sul letto. “Volete dirci come faremo a
tornare a casa?”
“Semplice!” rispose Lucy, mostrando una delle sue chiavi. “Ho chiesto il
permesso al re degli spiriti stellari. Possiamo tornare nel nostro mondo usando
i poteri dei miei spiriti.” spiegò, evocando Virgo.
“Quando vuole io sono pronta, principessa.” fece lo spirito.
“Allora trasporta noi e i nostri bagagli a Magnolia, chiaro?”
“Agli ordini principessa.”
“Finalmente si torna a casa!” urlò Natsu, sputando fuori una piccola fiammata,
mentre Happy si faceva spuntare le ali.
“Aye!”
Virgo cominciò ad emettere luce, segnale che stava aprendo il varco.
Harry e gli altri sorrisero, prendendo i loro bauli e avvicinandosi.
Un sorriso che si congelò sui loro volti quando sentirono la porta aprirsi.
“Harry, siete ancora qui? Abbiamo sentito delle voci e-” Fece Fred, mentre
entrava nella stanza assieme al gemello, interrompendosi a quella visione.
“Uscite, presto!” gli urlò inutilmente Erza, mentre la luce diventava sempre
più intensa, avvolgendo tutti.
Quando scomparve, dei sette maghi non era rimasta alcuna traccia.
---------------------
“Le
chiedo scusa principessa. Mi punisca come meglio creda.”
“Perché mai dovrei puniti?! Non è stata colpa tua!”
“Infatti è stata colpa mia. Avrei dovuto chiudere almeno a chiave la porta. Non
ci ho proprio pensato.”
“Adesso non prenderti tutta la colpa, Harry. Nemmeno noi ci abbiamo pensato.”
Furono queste le prime frasi che i gemelli Weasley sentirono quando ripresero i
sensi.
“Cavoli fratello, che sogno strano...” Fece Fred, mettendosi seduto per terra
assieme al gemello. “C’erano Harry e gli altri che stavano scomparendo in una
luce, e noi con loro...”
“Allora abbiamo fatto lo stesso sogno... solo che io sto ancora sognando. Vedo
Harry e gli altri davanti a delle case, sotto un cielo azzurro...”
“Maledizione, questa non ci voleva! Questa volta non possiamo rimediare con un
semplice incantesimo di memoria.” disse Gray, sbuffando.
A quelle parole i due Weasley saltarono in piedi, guardandosi attorno.
“Dove siamo finiti?!” urlarono insieme.
“Siete a Magnolia.” rispose Erza.
“Magnolia?”
“La nostra città.” disse Harry.
“Ma come? Dovrebbe essere impossibile smaterializzarsi a Hogwarts!”
“Non per me.” rispose Virgo, attirando l’attenzione dei due.
“E tu chi sei?”
“Si chiama Virgo, ed è uno dei miei spiriti.” fece Lucy, tirando fuori la
chiave dorata. “Grazie, ora puoi andare.” disse, facendo scomparire la ragazza.
“M-Ma come-”
“Credo sia meglio se vi spieghiamo tutto una volta arrivati a casa.” gli disse
Harry.
“Allora andiamo! Non vedo l'ora di mangiare del pesce!” esclamò Happy,
attirando l'attenzione dei gemelli su di sé.
“Natsu, il tuo gatto sta parlando! E sta anche volando!” Esclamarono insieme.
“Già.” si limitò a rispondere il mago sorridendo a Happy, che atterrò sulla sua
testa, mentre si avviavano lungo la via principale della città.
Harry e Erza tuttavia non poterono non notare che mentre passavano la gente
bisbigliava qualcosa.
“Dubito sia per le nostre divise. Sbrighiamoci a raggiungere la Gilda, ho un
cattivo presentimento.”
“Scusate...” li interruppe George. “Ma quella è la statua di qualche strambo
artista?”
I maghi si voltarono verso il punto che i gemelli stavano indicando, per poi
lasciare cadere a terra i bauli.
“La Gilda!” urlò Natsu, correndo assieme agli altri, seguiti da due confusi
Weasley.
Si fermarono di fronte ad un edificio imponente, trafitto da travi di metallo
che lo rendevano completamente inagibile.
“Chi ha osato?!” esclamò il Dragon Slayer, mentre i suoi occhi si riducevano a
due fessure.
“Non vorrete dire che questa era casa vostra, vero?”
“Harry, Natsu!” li chiamò una voce.
I maghi si girarono, ritrovandosi così a guardare Mira.
“Siete tornati!” Esclamò lei, sorridendo.
Ai gemelli scappò un fischio.
“Cavoli! Certo che qui ci sono delle ragazze davvero carine!” esclamò Fred.
“Voi chi siete?” chiese la bianca, guardandoli sempre con un sorriso sul volto.
“Sono dei nostri compagni, che ci hanno seguito involontariamente, ma adesso
non ha importanza. Che cos'è successo alla Gilda?” chiese Harry.
Mira abbassò lo sguardo.
“Meglio che sia il master a dirvi tutto. Seguitemi.”
La ragazza li condusse verso l'edificio, per poi farli scendere attraverso una
scala.
Il gruppo sbucò in una sala sotterranea, dove si trovavano gli altri membri
della gilda.
“Ehi, sono tornati Harry e gli altri!” esclamò Macao.
“Sono tornati come farebbero dei veri uomini!” urlò un ragazzo dai capelli
bianchi, mentre Makarov si avvicinava al gruppo.
“Allora, come va?” chiese sorridendo, per poi guardare due sorpresi gemelli.
“Vedo che avete portato dei nuovi membri, eh?”
“Che cos’è successo, vecchio?” chiese Natsu, ignorando ciò che stava dicendo.
“Una sciocchezza, qualcuno si è divertito ad attaccare di notte la gilda. Nulla
di grave, non c’era nessuno dentro.”
“Chi è stato?” chiese minaccioso Harry, sorprendendo i due Weasley.
“Non ha importanza, ci basterà ricostruire. Non sono danni tanto maggiori
rispetto a quelli che siamo soliti fare da soli.”
“Scusate... potreste darci qualche spiegazione?!” sbottarono Fred e George
insieme.
“Eravamo nel vostro dormitorio e ci siamo ritrovati in una città sconosciuta e
poi in un edificio mezzo distrutto!”
“Volete dire che siete loro compagni di scuola?” chiese sorpreso il Master.
“Sono entrati nella stanza mentre aprivamo il varco.” spiegò Harry.
“Varco?”
“Non solo non siete più a Hogwarts. Vi trovate anche in un altro mondo.”
cominciò Erza, per poi raccontare tutta la storia ai due Weasley.
Una volta concluso il racconto, i gemelli li stavano guardando con la bocca
spalancata.
“Wow...” dissero infine insieme.
“Quindi voi venite da questo mondo...”
“Beh, io vengo dal vostro, anche se ormai mi considero a tutti gli effetti un
abitante di questo.” fece Harry, sorridendo.
“E qui tutti sono a conoscenza della magia? Anche i Babbani?”
“Qui non esistono Babbani. Maghi e non collaborano tra di loro. Solitamente noi
maghi ci occupiamo di incarichi a pagamento, come scortare qualcuno, dare la
caccia a criminali... robetta così insomma.” disse Natsu.
“E la magia? Insomma, come fate a impararla?”
“Ognuno di noi è portato per una magia specifica. Io ad esempio ho imparato
dalla mia maestra la magia del ghiaccio.” rispose Gray, creando una piccola
statua di ghiaccio tra le mani.
“Senza bacchetta?!”
“Anch'io sono in grado di usare la magia senza bacchetta e senza formule.” fece
Harry, alzando una mano e facendo levitare un tavolo.
“Wow... quindi sei stato tu a fare la magia a Happy perché potesse parlare e
volare?”
“Oh, no, no, Happy è così da quando il suo uovo si è schiuso.” rispose Natsu.
“Uovo? Ma i gatti non nascono dalle uova!”
“Io invece sì, aye!”
“Ora, però, c'è una questione da risolvere.” disse Makarov, mentre diventava il
doppio di se stesso, guardando due sorpresi gemelli. “Voi non dovrete rivelare
a nessuno tranne che a Silente di aver scoperto la verità! Sono stato chiaro?”
tuonò minaccioso.
“Certo!” risposero i due, per poi sorridere. “Sappiamo quando dobbiamo
mantenere un segreto. Però... adesso come facciamo a tornare a casa?”
“Ecco... questo potrebbe essere un problema. Non ho il permesso di riaprire
subito il varco, dovrete aspettare la fine delle vacanze, come noi.” Rispose
un’imbarazzata Lucy.
“Che cosa?! Ma già adesso sarà scoppiata la nostra ricerca! Dobbiamo almeno far
sapere ai nostri genitori che stiamo bene!”
“Di questo non dovete preoccuparvi.” fece la bionda. “Non appena abbiamo saputo
che non potevamo riaprire il varco, ho mandato Virgo ad avvisare Silente. Ha
detto che penserà lui a qualche scusa, e vi augura buone vacanze di Natale,
dicendo di approfittare di questa fortuita occasione.”
“Quindi siamo bloccati qui, eh?” fece George, per poi fare un sorriso
malandrino. “Tu che dici Fred? Sarà l'occasione perfetta per inventare qualche
scherzo da usare contro Gazza. Potremo cercare di imparare qualche magia
locale.”
“Non è così facile.” rispose Harry. “Io stesso ci ho messo un anno per riuscire
solo a usare la magia.”
“Un anno?!” esclamarono insieme i due Weasley.
“La magia qui è più semplice e allo stesso tempo più complicata.”
“Adesso, però, Master... Vogliamo sapere chi ha attaccato la gilda.” disse
Erza.
Makarov sospirò.
“Phantom Lord.” rispose infine.
“Loro?!” esclamò Natsu. “Come hanno osato?! Vado subito a dargli una lezione!”
Ma prima che potesse fare un passo, il Master ingrandì la mano, schiacciandolo
sotto essa.
“Su, su, era solo un edificio. Non è successo nulla di-”
“Master!” urlò Cana, entrando in quel momento, con un’espressione spaventata.
“Deve venire subito al parco!”
Tutti i maghi la guardarono sorpresi per qualche secondo, poi corsero fuori,
restando tutti in silenzio.
Quando arrivarono al parco, videro una folla di persone attorno ad un albero.
Si fecero subito strada, bloccandosi quando la vista fu libera.
Di fronte a loro c'erano tre loro compagni con diverse ferite, appesi tramite
degli spuntoni d’acciaio all'albero.
“Levy... Jet, Droy…” fece Lucy, guardando la ragazza dai capelli blu appesa
all’albero, portandosi una mano sulla bocca, mentre gli occhi degli altri si
riducevano a due fessure.
“Phantom...” mormorò Harry, guardando un simbolo nero che era stato impresso
sulla pancia scoperta di Levy.
“Finché si tratta di una vecchia locanda, posso anche passarci sopra… Ma non
sia mai che un padre resti immobile quando vede scorrere il sangue dei suoi
figli…” fece il Master, spezzando in due il suo bastone.
“E guerra sia!” esclamò, mostrando pura rabbia, mentre i gemelli si
allontanavano d’istinto.
Harry alzò entrambe le mani, facendo volare via i pezzi di ferro e tenendo
sospesi in aria i tre compagni attaccati.
“Lucy, Fred, George.” Disse serio, mentre Levy, Jet e Droy atterravano
delicatamente a terra. “Portateli all’ospedale.”
“E voi cosa farete?” chiese Fred.
“Avete sentito il Master, no?” fece Natsu. “Guerra.”
“Attaccheremo i Phantom Lord senza alcuna pietà.” Continuò Erza, sostituendo la
divisa con la sua armatura, lasciando ancora più sorpresi i Weasley.
“Ma non potete… Harry, se il Ministero dovesse scoprire che usi la magia in
questo modo-”
“Qui non esiste alcun Ministero della Magia. E anche se ci fosse, lo ignorerei
bellamente!” replicò Harry, guardandoli con occhi pieni di ira. “Fairy Tail non
si preoccupa di queste idiozie! Hanno osato attaccare dei nostri compagni, e
ora gli mostreremo il nostro potere!”
Detto ciò, lui e tutti gli altri membri della gilda si girarono.
“Prendetevi cura di loro finché non torniamo. Dovremmo essere di ritorno per
sera.” Concluse il moro, andandosene.
“Ecco il vero Majutsu di Fairy Tail...” fece Lucy dopo alcuni secondi di
silenzio, tremando visibilmente.
“Majutsu?”
“I maghi più famosi qui hanno sempre dei soprannomi. Majutsu significa magico,
è un nome che gli è stato dato per via della sua magia fuori dal comune. Credo
che Fairy Tail sia l’unica gilda ad essere a conoscenza del vostro mondo, e
quindi della vostra magia.”
“Ma per cosa è famoso Harry?”
“Come uno dei maghi più forti di tutti. Ho sentito che sarebbe già entrato a
far parte del Sacro Ordine dei Dieci, i dieci maghi più forti di Fiore, se solo
non fosse così giovane. Non ha mai fallito una missione, e le ha portate tutte
a termine con velocità ed efficienza. E questo in soli due anni. Lui e Erza,
assieme a Mira, sono senza dubbio i maghi più famosi di Fairy Tail, temuti da
chiunque abbia un po’ di sale in zucca. Ora però dobbiamo portare Levy, Jet e
Droy in ospedale.”
Fred e George annuirono, decidendo di tenere le domande per dopo.
Agitarono la bacchetta, facendo levitare nuovamente i tre.
“Facci strada.” Dissero a Lucy, che annuì.
Il gruppo
di Fairy Tail raggiunse in poche ore la città dove si trovava la gilda di
Phantom Lord.
Ora erano di fronte all’ingresso, tutti con le facce che esprimevano la loro
terribile ira.
“Natsu, apri la porta per favore.” Disse Harry.
“Con estremo piacere!” rispose lui, avvolgendo il pugno con il fuoco e saltando
verso la porta.
Pochi secondi dopo, la soglia si spezzò in diversi pezzi, lasciandosi
oltrepassare dal pugno di Natsu che colpì in pieno un uomo che si trovava
dietro ad essa, facendolo volare all’interno dell’edificio.
Gli altri membri dei Phantom Lord che erano dentro si voltarono increduli verso
l’ingresso.
“Sono quelli di Fairy Tail!” urlarono, senza nascondere la sorpresa e la paura.
Natsu non perse ulteriore tempo, avvolgendo di nuovo il pugno con il fuoco e
colpendo diversi nemici.
“Sono qui! Fatevi sotto anche tutti insieme!” urlò.
“Abbassa la cresta bastardo!” replicò uno dei Phantom. “Sistemiamolo!”
Ma prima che potessero fare anche solo un passo, si ritrovarono schiacciati al
muro da una forza invisibile.
“Io non mi muoverei se fossi al vostro posto.” Disse Harry, abbassando la mano
e facendoli schiantare a terra. “Almeno, se volete restare con qualche osso
intero.”
“È Majutsu!” esclamarono alcune voci. “Com’è possibile? Non era in missione?”
“C’è anche Titania!”
“Spiacenti, siamo tornati per le vacanze!” replicò Gray, congelando sul posto
due maghi.
Nel frattempo Makarov si ingigantì, arrivando a toccare il soffitto e
schiacciando con la mano una decina di maghi.
“Ma è… un mostro!” esclamò uno di questi, cercando di liberarsi dal peso.
“Visto che voi avete alzato le mani contro dei piccoli mostri…” tuonò il
Master. “Non sperate di scamparla grazie alle leggi degli uomini!”
Poi si voltò.
“Jose! Esci fuori!” urlò.
“Ma dove sono Gajil e gli Element Four?” si chiese Erza, mentre metteva fuori
gioco i suoi avversari.
Sopra di loro, in piedi su una delle travi del tetto, un ragazzo con diversi
piercing sul volto, dai lunghi capelli neri, come il suo vestito, guardava la
scena.
“Quelli sono Erza, Titania e Harry, Majutsu…” fece. “Però mancano all’appello
Gildarts, Mistogun e Luxus…”
Sul suo volto apparve un sorriso.
“Comunque il piano procede come aveva previsto il Master Jose… L’importante è
che gli idioti si siano scaldati…” sghignazzò.
Lucy,
Fred e George uscirono dall’ospedale in silenzio.
“Sembra che non sarà una vacanza proprio tranquilla, eh?” fece Fred, cercando
di rompere il silenzio.
“Mi spiace che siate stati coinvolti in tutto ciò.” disse Lucy.
“Non preoccuparti, non è colpa di nessuno. Siamo semplicemente arrivati nel
momento sbagliato.”
“Senti Lucy… Che cos’è questa Phantom Lord?”
“È una gilda, proprio come Fairy Tail. Sono rivali, e Phantom è conosciuta per
come sia simile a una gilda oscura.”
“Gilda oscura?”
“Esistono due tipi di gilde: quelle della luce, come Fairy Tail, che si
occupano di aiutare la popolazione svolgendo le missioni. Le gilde della luce
non possono uccidere nessuno, come non possono rubare o commettere altri
crimini. Le gilde oscure sono tutta un’altra storia: sono considerate tali
perché non sono state approvate dal Concilio della Magia, avendo compiuto atti
che violano le leggi.”
“Concilio della Magia? Immagino sia il corrispettivo del nostro Ministero,
giusto?”
“Proprio così e credetemi, a volte è molto più rigido. Una volta hanno pure
arrestato Erza.”
“Che cosa?! E perché?”
“Ha distrutto qualche edificio di una città dove eravamo in missione…” rispose
ridacchiando Lucy.
“Scusa, temo di non aver sentito bene… hai proprio detto: distrutto qualche
edificio?”
“Beh, quando ho conosciuto Natsu, lui ha distrutto un intero porto... I maghi
di Fairy Tail sono tra i più distruttori, anche se sono i migliori.”
“E Gray e Harry?”
“Di me non vi preoccupate proprio, eh?”
“Scusaci, ma non sembri proprio una che distrugge qualcosa.” Rispose sorridendo
George.
“Io infatti preferisco scappare, anche se quella volta ho provocato uno
tsunami… Ad ogni modo, il problema di Gray non è tanto che distrugge usando la
magia. A Hogwarts è riuscito a trattenersi, ma la sua maestra gli ha trasmesso
un pessimo vizio, ovvero quello di spogliarsi di punto in bianco.”
“Come scusa?”
“Già… ovviamente questo gli provoca qualche problema, visto che lo fa anche
mentre cammina in piena città…”
“Se l’avesse fatto a scuola, la McGranitt lo avrebbe punito per mesi.”
“Immaginate se lo facesse durante una lezione di Piton. Sarebbe un evento che
resterebbe nei ricordi degli studenti per secoli interi.”
“Non voglio nemmeno immaginarlo… Già quello che gli ha fatto Natsu ci ha fatto
tremare di paura…”
“Vuoi dire che è stato Natsu a dargli fuoco?!” esclamarono insieme i due
gemelli.
“Natsu è un mago del fuoco. Può usarlo come vuole.” fece Lucy, sospirando.
“Harry invece è tutta un’altra storia. Solitamente non distrugge nulla, ma è
meglio non farlo arrabbiare… mai.”
“Perché? Cosa può fare di peggio che distruggere un porto?”
“Non lo so, non è mai stato detto, ma i pochi sventurati che l’hanno affrontato
arrabbiato… hanno rinunciato a usare la magia per paura di doversi scontrare di
nuovo con lui.”
I due gemelli deglutirono.
“Cosa diamine può avergli fatto di così terrificante?”
“Forse li ha torturati in maniera molto dolorosa…”
“No, non ha mai lasciato ferite a nessuno di loro. O almeno, i medici non ne
hanno mai trovata una tale da provocare un simile shock.”
“E allora cosa-”
Ma Fred s’interruppe vedendo che stava cominciando a piovere.
“Strano, fino a poco fa c’era il sole…” fece Lucy.
I tre maghi si girarono subito, sentendo dei passi in avvicinamento, mentre la
pioggia diventava sempre più fitta.
Poi, improvvisamente, una figura comparve di fronte a loro, ancora oscurata
dalle gocce che cadevano intensamente.
“Penetrante e pungente…” fece una voce, mentre la figura prendeva le sembianze
di una ragazza dai capelli blu coperti da un cilindro, che indossava un cappotto
scuro.
In mano teneva un ombrello per ripararsi dalla pioggia.
“Ecco che Juvia porta la pioggia…penetrante e pungente…” continuò la ragazza,
fermandosi di fronte ai tre.
“Come scusa?” chiese Fred, guardandola storto.
“Voi chi siete?” chiese lei, ignorandolo.
“Dicci tu chi sei!” gli urlò contro Lucy.
La ragazza rimase in silenzio per qualche secondo, per poi girarsi.
“Che divertimento… Statemi bene!” disse, allontanandosi. “Penetrante e
pungente…”
“Quella ha dei seri problemi.” Commentò George, per poi immobilizzarsi sul
posto.
“No, no, no… No, no, no….” Fece una voce, mentre il pavimento di fronte a loro
cominciava a inclinarsi.
“No, no, no, no, no, no, no…” continuò, mentre un uomo usciva dalla terra, con
addosso un completo nero elegante.
Teneva la testa inclinata di lato, con un sorriso folle marcato da due baffi
alla francese e un monocolo sull’occhio destro, mentre i suoi capelli chiari
erano tutti all’insù.
“Bonjour dal tre tre sette di no!” disse l’uomo, aprendo le braccia.
“Un altro svitato?!” esclamò Lucy.
“Nobile Juvia, non sta bene abbandonare il lavoro!” fece l’ultimo arrivato,
rivolgendosi alla ragazza dai capelli blu.
“Monsieur Sol…” replicò lei.
“La mia lente mi sta bisbigliando… che mademoiselle è un’adorabile
cible...”
“E perché questo tipo adesso parla mezzo francese?” chiese George, tirando
fuori la bacchetta, imitato dal gemello.
“Parli di quella ragazza?” domandò Juvia, girandosi verso i tre.
“Eh?” fece Lucy, sorpresa.
“Perdonatemi se non mi sono presentato prima… mi chiamo Sol, ma voi chiamatemi
pure Monsieur Sol…”
“Un po’ altezzoso questo qui, eh?” commentò Fred.
“Siamo appena arrivati dalla grandiosa gilda di Phantom Lord…” continuò Sol,
per poi essere interrotto dalla ragazza al suo fianco.
“Juvia è la donna della pioggia e fa parte degli Element Four…”
“Phantom Lord?!” esclamarono i tre.
“Allora siete stati voi a ridurre Levy in quello stato!” disse Lucy, portando
la mano sulle chiavi.
“No, no, no!” rispose Sol, sempre sorridendo e lisciandosi i baffetti. “Con tre
no il malinteso perde peso! Il responsabile della devastazione della gilda e
pure delle ferite di Levy è Gajil!”
Prima che la bionda potesse fare qualcosa, una bolla d’acqua la avvolse
completamente, facendole cadere a terra le chiavi.
“Lucy!” urlarono i due gemelli, vedendo la ragazza perdere i sensi, per poi
puntare contro i due avversari le bacchette.
“E voi che cosa credete di fare con quei pezzi di legno?” chiese Sol,
divertito.
“Incendio!” urlarono insieme, facendo scaturire due fiammate dalla
bacchette.
Prima che raggiungessero il bersaglio, Juvia si mise in mezzo, prendendo in
pieno le magie, che tuttavia si spensero non appena la toccarono.
“Cosa?”
“Juvia è fatta d’acqua.” Rispose lei. “Il fuoco non può ferirla.”
“Allora proviamo questo! Pietrificus Totalus!” urlò Fred.
Ma ancora una volta l’incantesimo attraversò Juvia senza lasciare alcun
effetto, colpendo invece un gatto che passava da quelle parti, pietrificandolo.
“Parbleu!” esclamò Sol, guardando leggermente sorpreso l’animale, che muoveva
spaventato le pupille degli occhi. “La vostra magia è assai particolare, anche
se inutile contro di noi.”
“Che diamine… Perché i nostri incantesimi non hanno effetto?”
“Molto semplice… Non potete nulla contro gli Element Four. E ora, bonne nuit!”
disse Sol.
I due gemelli non poterono far nulla per fermare l’onda che la maga d’acqua gli
spedì contro, facendoli andare a sbattere contro un muro, per poi cadere a
terra, incapaci di rialzarsi.
“Ma… Maledizione…” fece George.
“Mmm… Tres bien!” esclamò Sol, per poi avvicinarsi assieme alla compagna alla
bolla che teneva intrappolata Lucy.
“Sta’ tranquilla.” Fece Juvia, parlando alla bionda. “Juvia non ti ucciderà…
Perché Juvia ha l’incarico di portarti a casa… nobile Lucy Heartphilia…”
Sentendo ciò i due Weasley spalancarono gli occhi.
“Mmm! Victoire!” disse Sol.
“Missione compiuta.” Aggiunse Juvia, per poi scomparire assieme a Lucy e Sol,
lasciando i due gemelli a terra, assieme al mazzo di chiavi della bionda.
Capitolo 10 *** La verità su Lucy. La battaglia di Fairy Tail! ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
Ed eccomi con il nuovo capitolo!
Allora, eravamo rimasti al primo colpo di scena vero e proprio, ovvero l'arrivo
dei mitici gemelli Weasley a Fairy Tail, anche se, ahimé, in un momento non
proprio tanto adatto...
Preparatevi, perché adesso... non ci sarà più pietà per nessuno! Ormai gli
eventi, così come li conoscevate prima, non ci saranno più.
Perciò, ringrazio Fly89 per avermi fatto da Beta Reader e passo subito alle
recensioni!
@ NemoTheNameless: Beh, ho cercato di fare del mio meglio per
integrare i due gruppi. Per quanto riguarda la battaglia contro Phantom Lord...
durerà solo pochi capitoli. @ ganduil: Dovevo sorprendervi in qualche modo, no? E cosa potevo
fare se non coinvolgere quei due in una delle battaglie storiche di Fairy Tail?
XD Per gli eventi... diciamo che farò entrambi i casi XD. @ fria: Beh, non è che l'hanno fatto apposta ad aprire la porta
proprio mentre Harry e gli altri si stavano smaterializzando XD. Comunque
vedrai che i prossimi capitoli non ti deluderanno, o almeno, lo spero XD @ Albus Severus Potter: Eh già! E finalmente anche loro hanno fatto
la loro apparizione! E Fred e George... come potevo ignorarli? XD (e su, come
potevano anche solo immaginarsi un'avversaria fatta d'acqua? XD). Per Harry,
infatti Lucy lo dice che considerano Harry ancora troppo giovane. E poi, direi
che è già troppo forte per il momento XD. Con i capitoli per fortuna mi sono
portato un po', per questo sono abbastanza veloce con i tempi XD @ Iora Sol: Beh, sfortuna nella fortuna direi XD. Fortunati per
aver raggiunto un altro mondo, sfortunati per averlo raggiunto nel momento meno
propizio XD. Comunque no... Magnolia viene relativamente lasciata in pace dai
maghi di Fairy Tail... forse XD @ Fly89: Eccoti qua! Eh già, pessimo momento per una gita in un
altro mondo XD. E tranquilla, il loro contributo ci sarà ù.ù. Mentre Natsu
tratterà con i guanti i maghi nemici, puoi stare tranquilla ù.ù
Uhm... stavolta ho proprio poca fantasia nelle risposte delle recensioni...
chiedo venia! Posso solo dirvi che è diminuita per trasferirsi nei prossimi
capitoli XD
Bene, e ora... Buona lettura a tutti!
Capitolo 10: La verità su Lucy. La battaglia di Fairy Tail! Harry fece volare via altri maghi, mentre i suoi compagni cercavano di
liberare la strada per raggiungere le scale che portavano al piano superiore.
“Se siete uomini…” cominciò Elfman, mentre il suo braccio destro diventava più
grande, ricoprendosi di scaglie. “Comportatevi da uomini!” urlò, colpendo in
pieno diversi avversari e spedendoli contro un muro.
“E quello che cos’è?” fece uno dei membri di Phantom Lord, guardando il suo
arto.
“È il Take Over! In quel braccio è intrappolato il potere di un mostro!”
Erza colpì con la spada gli avversari che la circondavano, mentre il Master
tornava alle sue dimensioni originali, dirigendosi verso la scala.
“Lascio tutto nelle vostre mani.” Disse, per poi girarsi verso di lei.
“Probabilmente Jose è di sopra! Ci penso io a eliminarlo!”
“Stia Attento!” disse la rossa.
Un rumore sopra di lei però la costrinse a rivolgere lo sguardo al soffitto.
“Eh eh eh… Ora che il più fastidioso di tutti è sparito… voglio divertirmi un
po’ anch’io!” urlò Gajil, saltando giù, per poi trasformare il suo braccio in
una colonna di metallo, con la quale colpì sia i membri di Fairy Tail che i
suoi compagni.
Fu sul punto di colpire Erza quando Harry si mise in mezzo, riuscendo a deviare
con la magia il colpo, che andò dritto contro un muro, demolendolo.
“Oh, il famoso Majutsu che interviene di persona... interessante!” esclamò il
ragazzo.
“E tu devi essere il Dragon Slayer di Phantom Lord… Gajil Reitfox, esatto?”
“Vedo che sei piuttosto informato. Allora, Harry Potter… credi di potermi
tenere testa?”
“Non ho passato gli ultimi mesi a dormire. Erza, sei pronta?”
Per tutta risposta la maga tirò fuori la sua bacchetta, imitata dal compagno.
“Quando vuoi.”
“Dei pezzi di legno? È così che sperate di battermi?” rise il Dragon Slayer
nero.
Ma non appena sentì Erza pronunciare delle parole che non riuscì a comprendere,
fu costretto a interrompere le sue risate, evitando per un soffio una fiammata
uscita dalle due bacchette.
“Devo ammettere che con questa i miei poteri sono maggiori.” Disse Harry
sorridendo, mentre gli scontri attorno a loro si fermarono.
“Ehi! Sono io il mago del fuoco, non potete usare il mio elemento così!”
“Oh, scusa, hai ragione, rimediamo subito!” replicò Erza, agitando ancora la
bacchetta, facendo così sollevare in aria diverse macerie.
Harry la imitò, trasformando il legno in spuntoni, che con un movimento della
mano fece volare contro Gajil, che riuscì a respingerli indurendo le braccia.
“Che diavoleria è questa? Sapevo che Majutsu era in grado di usare più tipi di
magia, ma perché ora anche Erza può farlo?”
“Chissà.” Rispose Harry, poco prima che Natsu si mettesse di fronte a lui,
avvolgendo i pugni con il fuoco e lanciandosi contro Gajil, colpendolo in
pieno.
“Non sottovalutateci! Siamo molto più forti di quel che credete!” urlò
Salamander, mentre il terreno cominciava a tremare.
“Il Master ha cominciato.” Disse Harry, per poi guardare i due Dragon Slayer.
“Ormai direi che ci siamo.”
Ma prima che potesse dire altro, per qualche secondo di fronte a lui apparve
l’immagine di Lucy, con le mani legate e svenuta per terra.
Il moro si portò subito una mano sulla cicatrice, barcollando.
“Che succede Harry?”
“L-Lucy… è successo qualcosa a Lucy…” fece lui, cercando di riprendere fiato.
Sentendo ciò, Gajil sgranò gli occhi sorpreso, per poi saltare su una trave del
soffitto.
“E così hai scoperto il piano, eh? Dovevo aspettarmelo da te.” Disse.
“Piano? Di quale piano stai parlando?” chiese Gray.
“Siete veramente degli stupidi. Non avete neppure capito che l’attacco alla
vostra misera gilda e ai vostri compagni non era altro che un’esca per
attirarvi tutti qui. Il Master sapeva che avreste lasciato indietro il vostro
membro più debole… Ormai a quest’ora sarà già stata catturata.”
“Che cosa?!” esclamò Erza.
Ma la sua ira fu interrotta da un muro del piano superiore, che esplose,
lasciando precipitare a terra Makarov, pieno di ferite.
“Master!” urlarono insieme Harry e Erza, correndo subito in suo aiuto.
“L’incantesimo… La mia magia…” borbottò lui a fatica, per poi perdere i sensi.
“Tsk. Mi sa che il divertimento finisce qui…”
Harry si guardò intorno, vedendo che gli altri membri di Fairy Tail stavano
perdendo la voglia di combattere vedendo il Master ridotto in quello stato.
“Ci conviene ritirarci!” urlò a Erza, che annuì.
“Con il Master ridotto così, non possiamo continuare a combattere.” Concordò.
“Ritirata! Torniamo tutti alla gilda!” ordinò urlando.
“Ma come? Ve ne andate di già?” chiese divertito Gajil, mettendosi a testa in
giù, restando attaccato alla trave con i piedi, senza alcuna difficoltà.
“Che tristezza…” fece una voce, mentre sopra di lui appariva dal nulla un uomo
vestito di bianco, avvolto da un mantello nero, con gli occhi bendati e un
cilindro in testa.
“Aria… sei il solito inquietante bastardo…” disse Gajil. “L’hai sistemato
davvero bene quel vecchiaccio…”
“Ho seguito la strategia di Master Jose…” rispose l’uomo, per poi scoppiare
vistosamente a piangere. “È stato fantastico!”
“Finiscila di piangere per qualsiasi cosa.” Lo riprese Gajil, per poi saltare
sulla trave. “Quindi il piano ha avuto successo.”
“Sì. Lucy Heartphilia è rinchiusa nel quartier generale.” Fece Aria. “Juvia e
Monsieur Sol hanno anche messo fuori gioco due maghi… Hanno detto che avevano
dei poteri curiosi.”
“Che cosa?!” urlò Natsu.
“Voi…” disse Harry, mentre il terreno attorno a lui cominciava a riempirsi di
crepe, mentre Erza si allontanava. “Che cosa avete fatto a Fred e George?!”
“Presto, tutti via di qui!” urlò la maga.
“Oh, sembra che questa sede stia per sparire.” Commentò divertito Gajil, per
poi guardare Natsu. “Prima o poi regoleremo i nostri conti… Salamander.”
Detto ciò, Aria, con un movimento della mano, sparì assieme al compagno.
“Gajil!” urlò il Dragon Slayer, per poi prendere uno dei membri di Phantom per
la maglietta e trascinandolo fuori.
“Natsu! Che ti salta in mente?!” gli fece Happy, volandogli dietro.
“E me lo chiedi? Vado ad aiutare Lucy!”
“Ma Harry e gli altri-”
“Non ti preoccupare Happy. Voi andate pure.” Rispose il bambino sopravvissuto,
per poi incrociare le braccia. “Anzi, è meglio se vi allontanate tutti quanti.
Non so per quanto tempo ancora riuscirò a trattenermi!”
Sentendo ciò, i restanti maghi di Phantom Lord sgranarono gli occhi.
“Non vorrà…”
“Presto, fuggite!” urlò Erza, mentre Elfman prendeva tra le braccia il Master,
correndo fuori.
Non fecero che pochi passi fuori dalla gilda che una colonna di luce si alzò
verso il cielo, vaporizzando l’edificio.
Quando la luce scomparve, Harry riemerse da essa perfettamente incolume, mentre
i suoi avversari erano ancora tutti in piedi, sebbene pieni di ferite e con gli
occhi vuoti.
“Torniamo alla gilda.” Disse semplicemente, mentre i maghi di Phantom cadevano
a terra, privi di sensi.
Lucy
riaprì gli occhi quando un raggio di sole la colpì in viso.
“Uh…” fece ancora intontita, per poi accorgersi di essere sdraiata a terra.
“Eh? Che?!” esclamò, mettendosi seduta e cercando di muovere le braccia,
scoprendo così che era stata legata intorno ai polsi.
“Ehi… Che significa?! Dove mi trovo?!” urlò in preda al panico, rendendosi
conto di essere dentro una cella.
“Ben svegliata… Lucy Heartphilia!” disse una voce proveniente da dietro la
porta.
“Chi è?!” gridò Lucy, mentre la soglia si apriva, lasciando entrare un uomo con
addosso una tunica nera.
Aveva due baffi che circondavano il suo sorriso, mentre sulla testa aveva un
lungo cappello da mago. Infine, dalla schiena gli spuntavano due ali nere, che
fece sbattere con nonchalance.
“Mi chiamo Jose, e sono il Master della gilda di Phantom Lord.” Si presentò.
“Phantom?!” ripeté spaventata Lucy, per poi ricordarsi com’era finita là. ‘Ma certo! Gli Element Four mi hanno catturata…’ pensò, deglutendo.
“Mi dispiace di averti rinchiusa in una lurida cella… ma visto che sei una
prigioniera, spero che tu possa comprendere la cosa…” continuò l’uomo.
“Ma quale prigioniera?! Slegami subito!” esclamò Lucy. “Come avete potuto
trattare Levy e gli altri in quel modo?!”
“Se vuoi essere trattata come un’ospite di riguardo dovrai comportarti bene…”
continuò Jose.
“Che vorresti dire…?”
Ma prima che potesse continuare, Lucy si fermò sentendo qualcosa che saliva
lungo la sua gamba.
Lentamente spostò lo sguardo, vedendo un millepiedi che si stava avvicinando
alla sua gonna.
“AAAH!!!” urlò, saltando letteralmente di lato, riuscendo così a liberarsi
dell’insetto.
“Vedo che la cella non è di tuo gradimento…” disse divertito l’altro. “Ma se
farai la brava verrai condotta nella suite…”
“Perché ci avete attaccato? Insomma, capisco la rivalità, ma…”
“Ci avete?” ripeté Jose. “Ah, capisco… parli di Fairy Tail?”
Il Master di Phantom Lord cominciò a ridacchiare.
“Quella è stata un po’ una conseguenza… Insomma, ne abbiamo approfittato…”
Lucy spalancò gli occhi sorpresa.
“Il nostro vero obiettivo era di impadronirci di una certa persona… che guarda
caso stava proprio in quella gilda… quindi, già che c’eravamo abbiamo voluto
dar loro una lezioncina di modestia!”
“E chi sarebbe questa persona?” chiese la bionda, anche se dentro di lei già
sapeva la risposta.
Jose schiacciò con un piede il millepiedi, che nel frattempo si era avvicinato
a lui.
“Accidenti, che ottusa… Eppure fai parte della stirpe degli Heartphilia… È logico
che stiamo parlando di te… nobile Lucy, figlia di Korzern Heartphilia!”
Lucy deglutì, mentre i suoi occhi si abbassarono.
“Come fai a saperlo…?” chiese.
“Hai cercato di passare inosservata nascondendoti in una gilda… Non capisco
proprio come la figlia di uno degli uomini più ricchi del paese possa decidere
di lavorare in un ambiente pieno di rischi e pericoli… Accettando anche
missioni che la portano via dalla regione per mesi interi.”
“Questo è… un rapimento?”
“No, niente di così stupido…” rispose Jose. “La persona che ci ha commissionato
questo lavoro… è niente di meno che il tuo illustrissimo padre…”
Lucy spalancò gli occhi incredula.
“Tu menti…” mormorò. “Perché mai… lui avrebbe dovuto…?!”
“Trovo che sia normalissimo cercare di riportare a casa una pecorella
smarrita…”
“Lui non lo farebbe mai!” urlò la ragazza. “Non si preoccuperebbe mai di una
cosa del genere… e comunque io lì non ci torno! Non metterò mai più piede in
quella casa!” continuò, alzando lo sguardo.
“Un bel problema, signorina…” sospirò Jose.
“Liberatemi subito!”
“Questo non posso farlo…”
Lucy continuò a guardarlo con ira per qualche secondo.
Poi, improvvisamente, assunse una strana espressione.
“Ma mi scappa da morire…” disse improvvisamente.
“Un trucco vecchio come il ciuco, non credi?”
“Non resisto, ti prego…”
Jose come risposta indicò un secchio poco lontano.
“Accomodati!” disse divertito, osservando l’espressione sorpresa della ragazza.
“Oh, oh, oh… La soluzione al più classico dei trucchi…”
Ma la sua espressione cambiò di colpo quando vide la ragazza alzarsi e
avvicinarsi al secchio.
“Nel secchio…” ripeté Lucy, cercando di spostare le mani per mettersi comoda.
“M-Ma la fai sul serio?!” urlò incredulo Jose, con una faccia disgustata, per
poi girarsi indignato.
“Che razza di impudente! E tu saresti una signorina dell’alta società?! Meno
male che sono un gentiluomo…”
Lucy sorrise, per poi colpire l’uomo con un poderoso calcio in mezzo alle
gambe, che di conseguenza urlò di dolore e si accasciò a terra, portando le
mani sulla parte lesa.
“Mai sottovalutare i trucchetti classici…” fece Lucy, ignorando le urla che il
Master dei Phantom continuava a lanciare e dirigendosi verso la porta.
“Stammi bene, eh?” disse, sorridendogli.
Ma il suo sorriso scomparve non appena fu alla porta, trasferendosi sul volto
dell’uomo.
“Ah, ah…” fece lui a fatica, alzando lo sguardo, mentre Lucy guardava il vuoto
sotto di lei. “Che peccato… è una prigione sospesa in aria…”
La ragazza non sapeva cosa dire, guardando la terra a circa un centinaio di
metri sotto di lei, con il vento che le muoveva i capelli.
“Come hai osato… colpirmi in quel modo…?!” chiese Jose, alzandosi in piedi
trattenendo il dolore, mentre Lucy si girava verso di lui.
La maga voltò la testa per guardare ancora giù, mentre nella sua mente appariva
il ricordo di suo padre che la chiamava.
“Ora torna qui, cattivella… che ti punisco…” continuò l’uomo, facendo un
sorriso malvagio. “Temo che dovrò insegnarti quanto sia terribile mettersi
contro i Phantom…”
Lucy chiuse gli occhi, per poi fare un passo indietro, lasciandosi cadere giù.
“AAH!!!” urlò Jose, non riuscendo a credere ai suoi occhi, per poi cadere
ancora a terra per il dolore. ‘Ho sentito la sua voce…’ pensò Lucy mentre precipitava. ‘È
qui… senza dubbio…’
“NATSU!!!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo, mentre si avvicinava
sempre di più al suolo.
Ma prima che potesse schiantarsi, il Dragon Slayer la prese al volo, per poi
rotolare assieme a lei per terra, andando a sbattere contro un muro.
“Lucy è caduta dal cielo!” esclamò incredulo Happy.
“C-Come ti è saltato in mente di gettarti?!” ansimò Natsu, che si era ritrovato
schiacciato da Lucy.
“L’ho fatto perché sapevo… che c’eri tu.” Rispose lei, sorridendo e alzandosi.
“Tutto bene?” chiese il compagno, sciogliendo le funi che tenevano legata la
ragazza.
“Credo di sì…”
“Bene! Ora torniamo alla gilda!” urlò Happy.
“Cosa? Questo è il loro quartier generale, no? Quindi potremmo…”
“Erza e Harry hanno detto che dobbiamo ritirarci!”
“Hai paura di loro?! Be’, io no, invece!”
“Il Master è ferito gravemente!”
“Appunto, quindi vendicherò anche lui!”
“Da solo è impossibile!”
“Che hai detto?!”
“Che è impossibile!”
“Prova a ripeterlo!”
“Sono tutti malconci!”
“Io no!”
“Nab ha le ossa rotte…”
“Quello è uno smidollato!”
“Anche Warren…”
“Perdonatemi.” Disse Lucy, abbassando lo sguardo e attirando su di sé
l’attenzione dei due amici.
“È successo…” continuò, mentre rivedeva l’immagine della gilda distrutta, di
Levy e del Master. “…tutto per colpa mia!”
A quel punto la ragazza cominciò a piangere, incapace di trattenersi
ulteriormente.
“Ma io voglio restare nella gilda… perché amo Fairy Tail!” esclamò, guardando
Natsu e Happy con il volto rigato dalle lacrime.
“Ehi, ma che ti prende? Che stai dicendo?” le chiese il rosa.
“Lucy?”
Ma la bionda non rispose, continuando a piangere.
“Certo che resterai… che ti salta in mente?” continuò ancora incredulo il
ragazzo.
“Natsu… torniamo indietro…” ripeté Happy, sconvolto per la reazione dell’amica.
“Be’… cavolo… Sì, forse è meglio.” Convenne infine lui, per poi aiutare Lucy ad
alzarsi e andandosene insieme.
Dentro la cella, Jose provò ancora a risollevarsi, ma fallì miseramente cadendo
nuovamente a terra.
Il pavimento cominciò a riempirsi di crepe, mentre sul suo volto diverse vene
si fecero visibili.
“Maledetta ragazzina… Come hai osato metterti contro di me?!” urlò con rabbia.
Harry
appoggiò Makarov su un letto, mentre un’anziana signora dai capelli rosa
trafficava con delle erbe.
Poco lontano c’erano Fred e George, entrambi con la testa bendata per il colpo
ricevuto.
“Harry… ci dispiace, non siamo riusciti a fare nulla.” Disse uno dei due,
guardando l’amico.
“Non vi preoccupate. Voi non potevate nulla contro di loro. Almeno, non con una
preparazione da terzo anno.”
“Ma che cos’erano quei due… mostri? Le nostre magie non avevano nessuna
efficacia.”
Ma le loro domande furono interrotte dalla signora, che si avvicinò al letto
dove riposava il Master, per poi schiaffeggiarlo.
“Ehi, ma che fai?!” gli urlò contro George. “Mi sembra abbastanza ferito senza
che tu-”
“È normale ridursi così quando non si tiene conto della propria età! È stato un
vero sciocco ad agire in quel modo!”
Poi si girò verso i due gemelli.
“E voi che ci fate ancora qui?! Andatevene via!” gridò.
“C-Come? Ma noi…”
“Andatevene! Un ammalato non dovrebbe mai avere attorno a sé gente con la
faccia da funerale!”
“Noi non abbiamo la faccia da funerale! Anzi, giusto per fartelo sapere, noi
siamo conosciuti come il duo comico della nostra scuola!” esclamò Fred, mentre
George si avvicinava a Harry.
“Scusa… ma non ho ancora ben capito chi è questa vecchia…” gli chiese,
guadagnandosi un’occhiataccia dalla diretta interessata.
“Si chiama Polyushka. È la guaritrice di Fairy Tail, anche se non sopporta che
la si disturbi.” Rispose lui.
“È stato colpito da Drain, l’incantesimo della genealogia del vento… Una
tecnica spaventosa che fa defluire il potere di chi viene colpito… La magia si
disperde nell’aria e poi sparisce…”
“Come fa la magia a sparire? Non dovrebbe far parte di noi, come la vita?”
“Appunto.” Rispose la maga, per poi urlargli contro. “Ma siete ancora qui?!”
“Ma sembrava che stessi parlando con noi!” risposero i due gemelli.
“Meglio andare.” Disse Harry.
“Tu no.” Fece Polyushka. “Loro devono andarsene, ma tu devi prima dirmi alcune
cose.”
I due Weasley guardarono Harry, che annuì.
“Voi tornate alla gilda, dovreste ritrovare la strada senza problemi. Questo
bosco è alle porte di Magnolia, non potete perdervi. Io vi raggiungerò il prima
possibile.”
“D’accordo… allora ti aspettiamo.” Disse Fred, per poi uscire assieme al fratello.
Harry e Polyushka rimasero in silenzio per qualche minuto.
“Ho saputo che hai perso ancora il controllo.” Disse infine la maga.
Il moro annuì.
“Ma non si è risvegliata nemmeno stavolta. È come se qualcosa glielo
impedisse.”
“Hai scoperto qualcosa nel tuo mondo?”
“Ho avuto solo la conferma ai nostri sospetti. Quello che si trova dentro di
me… dev’essere un rimasuglio del potere del mago che mi ha attaccato da
bambino. Immagino che il Master ti abbia spiegato tutto quanto.”
Polyushka annuì.
“Ho continuato a cercare un modo per rimuovere quella tua magia anomala, ma
sembra che sia impossibile. Almeno, con la nostra magia.”
“Beh, finché non mi darà problemi, posso sopportare la sua presenza. Ora ci
sono cose più urgenti di cui occuparsi. Quali sono le reali condizioni del
Master?”
“La sua magia è scomparsa. Se non riesce a recuperarla da solo… potrebbe non
farcela.”
“Allora credo ci sia bisogno del mio aiuto.” Fece una voce.
I due si girarono, vedendo un ragazzo completamente avvolto dai suoi vestiti,
che lasciavano vedere solo gli occhi.
In mano teneva uno strano bastone.
“Mistogun.” Disse Harry. “Che sorpresa vederti. Solitamente addormenti tutti.”
“Ho saputo che sei stato nel tuo vero mondo.” Disse il nuovo arrivato, mettendo
una mano sotto il mantello, per poi tirare fuori decine di bandiere, tutte con
il simbolo di Phantom Lord, che lasciò cadere a terra.
“Non mi dirai che hai distrutto tutte le loro basi, vero?” fece sorpresa la
maga.
“Sì, è così.” Rispose lui, per poi guardare il moro. “Allora direi che puoi
sapere la verità.” Continuò Mistogun, togliendosi il foulard che gli copriva il
volto.
Harry spalancò gli occhi.
“Tu…”
“Non sono chi pensi. Ho solo la sfortuna di avere lo stesso aspetto.” Replicò
l’altro, ricoprendosi la faccia. “Questo per farti capire che potresti trovare
qualcosa di inaspettato nel tuo mondo.”
“Più di un cane a tre teste? O di uno specchio che riflette il me di un’altra
dimensione? Non credo.”
Sentendo ciò, i due maghi lì presenti spalancarono gli occhi.
“Tu… hai parlato con un altro te?”
“A essere più precisi, ha detto che era solo un riflesso dell’altro me, ma che
importanza ha? Tanto non si possono incontrare doppioni di…”
Ma si fermò, guardando di nuovo il ragazzo di fronte a lui.
“Vedo che cominci a capire.” Fece lui, per poi avvicinarsi al Master. “Io sono
in grado di trasferirgli la mia energia magica. Ci vorrà un po’ però.”
“Vorrà dire che aspetterò qui. Ne approfitterò per recuperare un po’ le forze.”
Disse, sedendosi a terra. “Cavoli, e io che speravo di passare delle vacanze
tranquille.”
“Però tu sapevi che sarebbe successo prima o poi, no? Tu sapevi chi era in
realtà Lucy.”
“Come lo sapevano un sacco di altri membri. Il suo cognome non è molto
diffuso.” Rispose il moro. “Di certo non mi aspettavo che suo padre avrebbe contattato
i Phantom.”
Fred e
George raggiunsero l’edificio della gilda, da cui erano state tolte le travi di
metallo.
Entrarono dirigendosi verso il piano sotterraneo, dove trovarono tutti i
membri.
“Come sta il Master?” chiese subito Mira, avvicinandosi.
“Da quel che abbiamo capito prima di essere buttati fuori, è rimasto senza
potere magico.” Rispose Fred, guardando Lucy, che in quel momento era seduta su
una sedia, con affianco Natsu, Gray e Happy.
Diede uno sguardo al gemello, che annuì, per poi raggiungerla.
“Ehilà Lucy!” esclamò uno dei due, sorridendole, per poi mettere le mani in
tasca e tirare fuori il mazzo di chiavi, che consegnò alla proprietaria. “Non
dirmi che ti senti in colpa, vero?”
“È tutta colpa mia… anche voi due siete stati coinvolti in tutto questo, e
avete rischiato grosso.” Rispose la bionda, guardando le chiavi.
“Nah, non preoccuparti!” esclamò George, battendosi una mano sulle bende. “A
Quidditch ci siamo fatti ben più male. Dico, hai idea di cosa significa
prendersi un Bolide in testa? Fa un male cane!”
“Quidditch?” chiese Elfman, avvicinandosi.
“È un nostro sport, dove giochiamo volando su dei manici di scopa.” Rispose
Fred. “Anche Erza e Harry fanno parte della nostra squadra. A proposito… dov’è
Erza?”
“È andata a darsi una sciacquata.” Disse Mira.
“Capisco… Comunque Lucy, come mai hai deciso di non dire nulla?” chiese Gray.
“Non volevo nascondervelo… Non mi andava di dirvi che ero scappata di casa.”
Rispose lei. “Ma non capisco perché abbia deciso di riportarmi indietro solo
adesso. E se penso che ha ordinato lui tutto questo… lo odio!”
I maghi continuarono a guardarla, restando in silenzio. “Comunque la colpa è
mia e del fatto che sono scappata di casa…”
“Non dire stupidaggini.” Disse Fred. “La colpa non è affatto tua! Uno deve
sentirsi libero di fare ciò che vuole. Guarda nostro fratello Charlie: era un
campione di Quidditch e poteva avere una brillante carriera, eppure ha deciso
di andare a studiare draghi, nonostante nostra madre fosse contraria.”
“Draghi?!” esclamò Cana, posando a terra la sua botte. “Volete dire che nel
vostro mondo ci sono dei draghi?”
“Certo. Perché, qui non ci sono?”
“Certo che esistono! Mio padre era un drago!” esclamò Natsu, per poi sputare
fuori una piccola fiammella di fuoco.
“Che cosa?!” esclamarono increduli i due Weasley.
Lucy sorrise.
“Vorrei che le cose fossero così facili…” disse. “Sapete, quando ho visto
Malfoy e ho scoperto che era anche lui di una famiglia ricca, proprio come me,
non ho potuto non pensare che lui sarebbe stato il figlio perfetto per mio
padre… ironico, no?”
“Non osare nemmeno paragonarti a Malfoy!” urlò Gray. “Non avete nulla in
comune! Hai sentito Ron, no? La sua famiglia era dalla parte di Voldermort!”
“E mio padre non ha esitato a rivolgersi a una gilda che non vedeva l’ora di
attaccare Fairy Tail. Cambia così tanto?”
“Tutti questi piagnistei non si addicono a una signorina.” Fece Natsu, facendo
spalancare gli occhi alla ragazza. “Credimi, Lucy… tu sei più portata per
ridere in questa sudicia locanda… Per fare chiasso, per andare all’avventura…”
“E per stare con noi a Hogwarts!” aggiunsero i due gemelli.
Lucy non sapeva che cosa dire.
“Hai detto tu stessa che vuoi rimanere qui… Che ragione c’è di tornare in un
posto che non ti piace? Sei Lucy di Fairy Tail, no? Ormai è questa la casa a
cui appartieni!”
La ragazza lo guardò, cercando di trattenere le lacrime, mentre Elfman scoppiò
direttamente a piangere.
“Un vero uomo è sensibile alla lacrime!” urlò.
Fred e George sorrisero, per poi spostare la loro attenzione sugli altri membri
della gilda.
Cana era intenta a guardare delle carte che aveva poggiato sul tavolo.
“Niente da fare!” esclamò, prendendole e gettandole via. “Non riesco a capire
dove sia Mistogun!”
“Capisco… è un peccato.” Fece Mira, mentre si avvicinava a una grossa sfera di
cristallo, appoggiata a terra tramite un supporto.
“Se Lucy è il loro bersaglio, significa che ce li ritroveremo addosso…”
continuò Cana. “Abbiamo un sacco di feriti e la situazione è grave…”
Nella sfera di fronte a Mira apparve l’immagine di un ragazzo dai capelli
biondi, con una cicatrice che gli attraversava l’occhio destro, scorrendo lungo
tutta la parte destra del volto.
Sulle orecchie aveva un paio di vistose cuffie appuntite.
“E quello chi è?” fece Fred, avvicinandosi.
“Il Master è fuori combattimento e non sappiamo dove si trovi Mistogun.” Disse
Mira. “Tu sei l’unica persona su cui possiamo fare affidamento… Luxus…”
“Eh?” fece l’uomo dentro la sfera.
“Ti prego… Torna a Fairy Tail, è un’emergenza!”
Sentendo ciò, Luxus si portò una mano sul viso, scoppiando a ridere.
“Quel vecchio decrepito è una vergogna!” esclamò. “Comunque arrangiatevi! La
cosa non mi riguarda!”
“Luxus!” urlò Cana, alzandosi in piedi. “Come puoi dire certe cose?!”
“Perché, che male c’è? La guerra l’ha cominciata il vecchio. Spiegami perché
dovremmo essere noi ad andare in suo soccorso ora!”
“Ehi tu!” intervenne George, avvicinandosi. “Non ho ben capito chi sei, ma mi
pare di capire che anche tu faccia parte di questa gilda, giusto?”
“E voi chi siete?” chiese lui.
“Fred e George Weasley, maghi di Grifondoro di Hogwarts!” risposero insieme. “E
vogliamo sapere perché ti stai comportando così! Hanno attaccato la vostra
gilda, e vogliono Lucy, una vostra compagna!”
“Uh? E chi sarebbe?” chiese Luxus. “Ah, sì… la nuova arrivata?”
Dicendo ciò, scoppiò a ridere.
“Be’, se decide di diventare la mia donna potrei anche farci un pensierino e
venirvi ad aiutare!” esclamò. “È bene poi, che il vecchio vada in pensione e mi
lasci lo scettro della gilda!”
“Che razza di bastardo…” fece Cana.
“Ehi, ehi… ti pare il modo di chiedere un favore a qualcuno? Che ne dici di uno
spogliarello? Sai, sono sensibile a certe cose…”
Non aggiunse altro perché la sfera si infranse in centinaia di pezzi, mentre
Mira chiudeva le mani a pugno, tremando.
“Ma quel tipo è pazzo o semplicemente fuori di testa?” fece George, faticando a
credere a ciò che avevano sentito.
“Non riesco a credere…” disse Mira, piangendo. “…che a Fairy Tail ci sia un
tipo del genere…”
Dicendo ciò, si girò di colpo. “A questo punto combatterò io!” esclamò.
“Ma che stai dicendo?” fece sorpresa Cana.
“Ero lì quando hanno rapito Lucy!”
“Non puoi.” La fermò l’altra maga. “Ora come ora saresti una palla al piede!
Anche se parliamo di una maga di classe S…”
Fred e George le guardarono curiosi, soprattutto per come l’aveva chiamata
Cana, ma dovettero rimandare tutte le domande ad un altro momento.
La terra tremò, mentre un forte rumore riempiva l’aria.
“Che cosa…?” fece George, mentre l’evento si ripeteva. “Un terremoto?”
“Viene da fuori!” urlò uno dei membri della gilda, poco prima che tutti si
fiondassero fuori.
“Per…”
“Merlino…” dissero i due gemelli, alternando le parole, alzando lo sguardo.
Di fronte a loro, il quartier generale dei Phantom si ergeva per tutta la sua
altezza, avanzando verso di loro grazie a delle gambe robotiche.
“Che cos’è quella cosa?!” urlarono i due gemelli. “Non esiste nessuna magia in
grado di far muovere una cosa del genere!”
“È inconcepibile!” esclamò Erza, arrivando in quel momento, coperta solo da un
asciugamano, ancora grondante d’acqua. “Ci vogliono attaccare in questo modo?”
La gilda dei Phantom ritirò le gambe, cadendo di fronte a loro.
Dalla cima di una delle torri, Jose guardava i membri di Fairy Tail, con
un’espressione di disgusto sul volto.
“Preparate il Jupiter, il cannone a convergenza magica!” ordinò, mentre da uno
dei muri sbucava un enorme cannone, che cominciò subito a caricare energia.
“Annientateli!” esclamò.
“Un cannone a convergenza magica?!” esclamò uno dei maghi. “Vogliono spazzare
via la nostra gilda!”
Fred e George guardarono l’edificio di fronte a loro spaventati come
probabilmente non erano mai stati nella loro vita.
“Tutti a terra!” urlò Erza, per poi cominciare a correre verso la gilda
avversaria, lasciando scivolare a terra l’asciugamano.
“Cambio Stock!” esclamò, facendo apparire dal nulla un’armatura bianca e blu,
che l’avvolse completamente, lasciando scoperto solo il volto e i capelli.
“L’armatura di super acciaio!” gridò uno dei maghi. “Non vorrà fare da scudo al
cannone?!”
“A terra!” ripeté la maga.
“Erza!” urlò Natsu, cercando di raggiungerla, ma venendo fermato da Gray.
“Erza è l’ultima speranza che abbiamo!”
In quel momento il cannone fece fuoco, lanciando un colpo d’energia diretto
alla gilda di Fairy Tail.
“Erza!!!” urlarono tutti, non appena la maga fu raggiunta dall’attacco, che si
fermò di fronte a lei.
Poi, improvvisamente, la sua armatura si sgretolò quasi completamente,
facendola volare via, permettendo così all’attacco di proseguire, sebbene con
decisamente meno forza di prima.
“Protego!” urlarono insieme Fred e George, riprendendosi dallo shock e
alzando le bacchette.
Attorno a loro apparve una barriera, che riuscì a dissolvere l’energia restante
del cannone.
“Erza!” urlò Natsu, correndo subito in aiuto della compagna, che respirava a
fatica.
“Avremmo dovuto imparare anche qualche incantesimo di guarigione…” fece Fred,
guardando la maga.
“Prima Makarov…” tuonò una voce, proveniente da dei megafoni di Phantom Lord.
“Ora anche Erza è fuori combattimento… non avete più nessuna speranza.
Consegnatemi Lucy Heartphilia! Subito!” ordinò Jose.
Immediatamente tutti i membri della gilda cominciarono a urlargli contro.
“Mai!”
“Non ve la consegneremo!”
“Meglio morire piuttosto che consegnare un nostro compagno!” urlò Erza, con
tutte le forze che le erano rimaste.
“La nostra risposta non cambierà!” esclamò Natsu. “Adesso veniamo lì e vi
facciamo a pezzi!”
Lucy li guardò tutti, portandosi una mano alla bocca, mentre le lacrime
sembravano non voler smettere di uscire.
“Ben detto Natsu! E avrete anche il supporto di Hogwarts!” esclamò Fred,
posizionandosi assieme al gemello accanto ai membri di Fairy Tail. “Un
Grifondoro non si tira mai indietro!”
“È questo che volete?!” urlò Jose, arrabbiato. “Allora vi scatenerò addosso
tutta la potenza del Jupiter! Intanto godetevi questi quindici minuti di
terrore mentre aspettiamo che venga ricaricato!”
“Vuole usare ancora quella cosa?” disse uno dei due gemelli. “Quel tipo è quasi
peggio di Tu-Sai-Chi!”
“Quasi? Fratello, Tu-Sai-Chi non ha mai fatto muovere un castello con un’arma
così potente!”
Ma prima che qualcuno potesse aggiungere qualcosa, dalla gilda nemica
cominciarono a uscire centinaia di figure ammantate di nero che sulla schiena
recavano il simbolo della loro gilda con uno spietato color sangue.
“Mangiamorte?!” esclamò incredulo George.
“Vi aspetta l’inferno, Fairy Tail!” urlò Jose. “Ora non vi restano che due
opzioni… Venire ammazzati dai miei soldati… oppure morire dilaniati dal
Jupiter!”
“Vuole sacrificare anche i suoi uomini?! Non lo farà sul serio!” esclamò uno
dei maghi.
“Sì che lo farà…” Rispose Cana. “Quelli sono gli Shade magici di Jose… non sono
umani. Sono una specie di spettri armati creati da lui stesso.”
“Dei fantasmi? Cavoli, mi fanno rivalutare il Barone Sanguinario.” Commentò
Fred, preparando la bacchetta. “Beh, se le cose stanno così, non dobbiamo avere
paura di ferirli. Dobbiamo eliminarli!”
“No!” esclamò Natsu. “Voi due venite con me là dentro!” e indicò il cannone
Jupiter.
“Eh?! Sei impazzito del tutto?!” gli urlò contro George, poco prima di venire
afferrato dal Dragon Slayer.
“Happy, tu prendi Fred!” fece, per poi lanciare dai piedi due fiammate che lo
sollevarono nel cielo, dritto dentro il cannone.
“Aye!” rispose il gatto, facendosi spuntare le ali e sollevando di peso l’altro
Weasley, che urlò per la sorpresa, poco prima di ritrovarsi a seguire il
gemello e Natsu.
“Ehi voi, aspettateci!” urlarono insieme Gray e Elfman, correndogli dietro.
“Molto bene.” Fece Cana, tirando fuori un mazzo di carte. “Allora noi penseremo
agli spettri. Cercate di non fallire e di resistere almeno fino all’arrivo di
Harry.”
“Non ti preoccupare, ce la caveremo perfettamente!” rispose Gray.
Lucy portò le mani sulle sue chiavi, ma venne fermata da Mira.
“Tu vieni con me!” esclamò, trascinandola via dal campo di battaglia. “C’è un
rifugio nascosto, resteremo lì finché la battaglia non sarà terminata!”
“Ma io…” protestò Lucy. “Voglio combattere insieme agli altri… visto che la
colpa di tutto questo è mia!”
“Ti sbagli Lucy…” rispose la maga. “Nessuno pensa una cosa del genere. Non lo
fanno solo per proteggere te, ma anche per vendicare i loro compagni e per la
gilda intera… Combattono per il loro orgoglio, cosa credi?”
La bionda abbassò lo sguardo, tremando.
“Quindi ascoltami e fa’ come ti dico…” continuò Mira, per poi alzare la mano
sul volto di Lucy, che pochi secondi dopo si addormentò, cadendo tra le sue
braccia.
“Reedus!” chiamò la maga, mentre un membro della gilda piuttosto grosso si
avvicinava. “Portala al rifugio nascosto!”
“Oui!” rispose lui, prendendo dei colori e un pennello, cominciando a
dipingersi sulla pancia una carrozza con dei cavalli, che apparvero subito di
fronte a loro.
Mira appoggiò dentro Lucy.
“È nelle tue mani.” Disse a Reedus, per poi vederlo partire.
La bianca si voltò verso la battaglia, cominciando a venire avvolta da del
fumo. ‘Ora come ora… non possiedo la forza per combattere…’ pensò, mentre
il fumo si dissipava. ‘Ma cercherò a ogni costo di proteggere i miei
compagni!’concluse, mostrandosi con lo stesso aspetto di Lucy.
Capitolo 11 *** La battaglia contro gli Element Four! ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
Ed eccomi
con il nuovo capitolo!
Dunque, finalmente la saga entra nel vivo, e lo scontro con Phantom Lord è
definitivamente iniziato! Riusciranno Fred, George e Natsu ad affrontare questa
gilda? E soprattutto, i due gemelli riusciranno a tornare a scuola? XD
Con questo e il prossimo capitolo avrete le risposte a queste domande, perciò
continuate a seguire questi capitoli.
E ora, ringrazio Fly89 per avermi fatto da beta-reader e passiamo alle
recensioni!
@ fria: Eh già, Phantom non scherza per niente... Fortunatamente
Voldemort è da tutt'altra parte XD, altrimenti insieme avrebbe potuto ridurre
assai male i nostri maghi XD. Per Equilibrio, nei prossimi giorni arriverà
finalmente il nuovo capitolo (è stato assai difficile da scrivere, 8 mesi non
mi era mai capitato prima XD) @ NemoTheNameless: Diciamo che questo Harry è assai diverso da
quello originale, perciò non si può dare nulla per scontato XD. Per Erza,
Natsu, Gray , Lucy e gli altri, l'ho scritto nel primo capitolo: hanno tutti
undici anni, anche se gli ho lasciato le stesse abilità e poteri che hanno
originariamente. Giusto perché altrimenti non avrei potuto fare questo
crossover in questo modo XD. @ Albus Severus Potter: Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto,
e spero allora di riuscire a enguagliarlo presto XD. Io aspetterei per
ipotizzare il collegamento reale tra i due mondi... diciamo che potrebbero
essere coinvolte altre forze... Per quando riguarda Mistogun, sì, anche lui è
da considerare più giovane rispetto al manga. E i tempi di aggiornamento,
almeno fino al capitolo 17, resteranno a cadenza settimanale, salvo
imprevvisti. Poi, dato che finalmente ho ricominciato anche Equilibrio,
potrebbero subire leggeri rallentamenti. @ ganduil: Lucy è stata un genio, senza dubbio XD. Per Harry...
già, direi che sua zia in questo momento sta ringraziando non so chi per non
averlo di fronte a lei. Probabilmente non se la sarebbe cavata diventando
semplicemente un palloncino XD. Mistogun invece... vedrai, vedrai... ho in
mente piani ben precisi anche per lui. Mentre i gemelli, sinceramente credo che
si sorprenderanno ben di più per altri motivi (e se ti ricordi la saga nel
manga, dovresti aver capito a cosa mi sto riferendo XD).
@ Fly89: Eh, sapessi... Nessuno di loro è in grado di dirlo
XD. Il ricordo di Harry gli traumatizzerà anche dopo essere diventati fantasmi
XD. E Jose... sì, direi che in quell'occasione è stato altamente cretino, ma
che ci vuoi fare. Di cattivi decenti, non se ne trovano molti... Mistogun,
presto lo scoprirai, ma non prima di qualche altra saga XD. Devo preparare il
terreno ù.ù. Per la Gilda... sì, direi che è molto simile XD. E ora, preparati
a vedere Fred e George in azione, pronti a portare pace e serenità nel loro
imper- No, aspetta, quello era un altro che lo diceva XD. Dicevo, a portare
distruzione dentro Phantom Lord! XD
Bene, e
ora... Buona lettura a tutti! Capitolo 11: La battaglia contro gli Element Four! Natsu appoggiò a terra
George non appena furono all’interno del cannone.
“Forza, andiamo avanti!” esclamò, cominciando a correre, mentre arrivavano
anche Happy e Fred.
“Aspetta un attimo! Perché ci hai trascinato con te?!” chiese Fred.
Natsu si fermò, girandosi verso di loro.
“Voi non avete mai combattuto seriamente. Ditemi, sareste davvero stati in
grado di affrontare quell’esercito?”
I due non risposero.
“È vero che ora siamo nella sede nemica, però per voi due è in un certo senso
più sicuro. E poi ci sono io, non lascerò certo che vi feriscano. Anche perché
Harry probabilmente non mi perdonerebbe mai se dovesse succedere. Ora
sbrighiamoci, i quindici minuti stanno passando velocemente, e se restiamo qui
dentro, saremo spazzati via con il prossimo colpo!”
I due maghi annuirono, per poi seguirlo assieme a Happy, finché non raggiunsero
la fine del cannone, entrando così in un’enorme stanza, al centro della quale
c’era una grossa sfera nera, collegata a decine di tubi.
“Quella dev’essere la Lacrima che alimenta il cannone…”
“Lacrima?” chiese Fred.
“È un oggetto in grado di contenere energia magica.” Spiegò Happy. “Ma non ne
avevo mai vista una così grande!”
“Beh, se è quella a lanciare la magia del cannone, allora non ci resta che
distruggerla!” esclamò Natsu, avvolgendo i pugni con il fuoco.
“Ma non ti scotti?” chiese uno dei Weasley.
“Certo che no. Il mio corpo è immune al fuoco.” Rispose lui, per poi saltare
giù dal cannone, imitato dai due gemelli.
“Io ti impedirò di farlo.” Disse una voce, mentre una figura usciva allo
scoperto da dietro la Lacrima.
“Una sentinella?!”
“Non ho tempo per te!” urlò Natsu, saltando verso di lui, pronto a colpirlo con
il pugno infuocato.
“Te lo impedirò…” ripeté la figura.
Prima che il Dragon Slayer potesse replicare, fu colpito dal suo stesso pugno,
che lo spedì a terra.
“Natsu!” urlarono i fratelli, mentre la figura finalmente si rendeva chiara.
Si trattava di un ragazzo con tre linee nere tatuate sul viso trasversalmente
al naso, con i capelli neri da un lato e bianchi dall’altro, che terminavano in
una coda alta. Indossava un kimono di un rosso pallido, con le maniche a rete.
Al suo fianco teneva una katana racchiusa in un fodero tinto di blu come
l’elsa, mentre la guardia era di un brillante giallo.
“Non mettetevi sulla nostra strada!” continuò il ragazzo, tenendo le braccia
incrociate.
“Tu… che cosa mi hai fatto?” chiese Natsu, rialzandosi, ma non ottenendo
nessuna risposta.
“Quel tipo mi ricorda quei due che ci hanno attaccato…” fece Fred, prendendo in
mano la bacchetta, imitato dal fratello.
“Togliti di mezzo!” urlò Natsu. “Devo distruggere quel cannone!”
“Allora distruggi la Lacrima, e vedrai che il Jupiter non sparerà.” Rispose
l’altro. “Io, però, te lo impedirò… Te l’ho già detto, no?”
Natsu non gli diede retta, avvolgendo di nuovo il braccio con il fuoco e
saltandogli contro urlando.
Ma ancora una volta il suo pugno si mosse da solo, colpendolo in pieno viso e
mandandolo ancora a terra.
“Che male…” fece il Dragon Slayer, massaggiandosi la guancia. “È successo di
nuovo…”
“Natsu!” urlò Happy, indicando la Lacrima. “Lascia perdere quel tipo e concentrati
sul Jupiter piuttosto!”
“Brutto bastardo!” gridò Natsu, ignorando l’amico e cercando di colpire di
nuovo l’avversario con lo stesso attacco, ottenendo il medesimo risultato dei
precedenti tentativi.
“Com’è possibile? Che stia usando una delle maledizioni senza perdono?” fece
George, attirando l’attenzione di Happy.
“Di cosa stai parlando?”
“Non lo sappiamo bene, perché non è un programma
del terzo anno, ma esistono
tre magie che sono ritenute illegali. Una di queste permette di
controllare una
persona.” Spiegò Fred. “Però lui non
può conoscerla… non è del nostro mondo.”
Il ragazzo si voltò verso di loro.
“Non so di cosa stiate parlando. Io sono Todomaru, colui che manovra il fuoco…
sono in grado di manovrare qualsiasi fiamma…”
“Che hai detto?!” gli urlò contro Natsu.
“Mi spiace per te… ma stavolta sei capitato male, mago del fuoco.”
In quel momento l’aria attorno alla Lacrima cominciò a vorticare, mentre la
sfera s’illuminava.
“Mancano solo cinque minuti!” esclamò Fred, voltando lo sguardo verso Natsu,
che aveva ritentato inutilmente di colpire il nemico.
“Ma che stiamo facendo?!” disse George. “Siamo i gemelli Weasley! Per noi
dovrebbe essere uno scherzo distruggere quella cosa!”
“Credete che ve lo permetterò?” chiese Todomaru, allontanandosi da Natsu e
saltando verso i due, per poi abbassare di colpo un braccio.
Una fiammata blu si creò dal nulla, dirigendosi verso i due maghi.
“Protego!” urlarono insieme, riuscendo a proteggersi dalle lingue
infuocate del nemico.
“Ci penso io!” fece Natsu, raggiungendoli e cominciando a mangiare il fuoco,
masticandolo in fretta.
“Puoi anche mangiare il fuoco?!” esclamò Fred, incredulo, mentre le fiamme
scomparivano nella bocca del compagno.
“Com’è gelido!” disse Natsu, sbuffando.
“Un fuoco del genere non l’avevo mai mangiato!”
“Capisco… tu devi essere quel famoso Dragon Slayer… il che significa, che
stavolta sono capitato male…”
“Uh?”
“Intendo dire che a noi due le fiamme fanno il solletico.”
“In questo caso…” intervenne Fred, posizionandosi davanti a Natsu assieme a George.
“Saremo noi i tuoi avversari.”
“Ehi! Non potete-”
“Natsu, se lui è qui significa che è uno dei più deboli a protezione di questo
edificio. E tu sei molto più forte di noi. A lui ci pensiamo noi, tu distruggi
Jupiter e vai avanti.”
“Siete sicuri?”
“Ehi, solo perché ci piace fare i buffoni, non significa che siamo degli
stupidi. Dico, hai idea di come sia difficile fare scherzi con gli
incantesimi?” disse sorridendo George.
“E voi chi siete? Non mi sembra di aver mai sentito parlare di voi.”
“Oh, che maleducati. Siamo Fred e George Weasley, maghi di Grifondoro!”
“Grifondoro? Non ho mai sentito parlare di questa gilda, ma non importa.”
rispose Todomaru, estraendo la katana. “Mi occuperò di voi in men che si dica.”
“Expelliarmus!” urlò George, puntandogli contro la bacchetta.
Sotto gli occhi sorpresi del proprietario, la spada volò via, andando a
conficcarsi nella Lacrima.
“Cosa?” esclamò Todomaru. “Come-?”
“Flipendo!” gridò Fred, creando una piccola sfera d’energia che colpì in
pieno il mago avversario.
“I-Impossibile… Che magia è questa?!” disse lui, restando con la bocca
spalancata, mentre volava via, cadendo rovinosamente a terra.
“Ora Natsu!” urlarono insieme i due gemelli.
“Agli ordini!” rispose il Dragon Slayer, saltando verso la Lacrima e lasciandosi
avvolgere dal fuoco, proprio mentre la sfera stava per liberare la sua energia
magica, ma lui la colpì in pieno, facendola esplodere.
Da fuori, gli altri membri della gilda videro l’edificio esplodere dall’interno
in più punti.
“Ce l’hanno fatta!” esclamò Cana, alzando una carta e fulminando uno spettro di
fronte a lei, mentre il cannone dei Phantom cadeva a terra, distruggendosi.
Dentro, Natsu si rialzò assieme ai gemelli, scrollandosi di dosso la polvere.
“Ora è arrivato il tuo turno, Phantom…” disse minaccioso. “Preparati a
schiattare!”
Todomaru si rialzò a fatica, guardando con terrore i tre maghi di fronte a lui.
“Non puoi sconfiggerci.” Fece Fred, tenendolo sotto tiro.
Ma prima che potesse fare qualcosa, il pavimento cominciò a tremare.
“Che succede?” esclamò Happy, guardandosi intorno.
“Ma non può farlo!” urlò l’Element Four. “Questa stanza non ha alcun sistema di
mantenimento orizzontale!”
I tre maghi sgranarono gli occhi, mentre il pavimento si inclinava, facendoli
cadere a terra, per poi scivolare verso il muro, che pochi secondi dopo divenne
il nuovo pavimento.
Cana
sgranò gli occhi, imitata da tutti gli altri membri, compresa Mira, ancora con
le sembianze di Lucy, che si era nascosta dentro la gilda semidistrutta per
curare Erza.
La gilda dei Phantom si alzò di nuovo in piedi, per girarsi di novanta gradi e
appoggiarsi di nuovo a terra, facendo scomparire le gambe. Tuttavia, restò
ferma solo pochi secondi, per poi far spuntare due gambe decisamente più
robuste, questa volta accompagnate anche da un paio di braccia, e in cima sbucò
una testa, che rese l’edificio del tutto simile a un robot gigante.
“I-Impossibile…” fece Cana, tremando. “Ditemi che è uno scherzo…”
La gilda avversaria fece qualche passo verso di loro, per poi alzare un
braccio, cominciando a disegnare nell’aria un cerchio.
“È un cerchio magico!” urlò la maga delle carte. “Allora l’edificio stesso è in
grado di lanciare incantesimi?!”
Mira invece spalancò gli occhi, spaventata, osservando il robot continuare a
disegnare il cerchio, scrivendo anche delle strane rune.
“Quei simboli formano… l’Abyss Break?!” fece, indietreggiando e
portandosi una mano sulla bocca. “Un raggio del genere ha una potenza
devastante! L’ondulazione oscura potrebbe arrivare fino alla cattedrale Caldia
e distruggere tutto quello che c’è in mezzo!”
“Bisognerebbe bloccare la sorgente che genera la magia.” Disse Cana,
avvicinandosi alla finestra per poter parlare con Mira. “Spero che quelli che
si trovano dentro abbiano avuto la stessa intuizione…”
“Chi c’è oltre a Natsu, Fred e George?” chiese sorpresa l’altra maga.
“Gray ed Elfman…”
“Elfman?!” esclamò incredula Mira. “Perché lui?!”
“Come sarebbe perché…? Perché c’è andato…”
“È impossibile!” replicò l’altra. “Elfman non può combattere! Dovresti saperlo
anche tu, Cana!”
“Sì che può, invece, d’altronde l’ha già fatto!”
“Ma quelli erano semplici soldati… Lì dentro si troverà di fronte a dei maghi,
e nelle condizioni in cui è ora…”
“Mira, ascolta. Posso capire che quell’episodio vi abbia sconvolto, ma Elfman
sta sforzandosi di superare la cosa e andare avanti.”
Mira chiuse una mano a pugno, guardando il gigante che continuava indisturbato
nel suo lavoro.
Prima che Cana potesse fermarla, corse fuori, fermandosi proprio di fronte
all’avversario.
“Sono io il vostro obiettivo, no?!” urlò, spalancando le braccia in segno di
resa, sotto lo sguardo sorpreso dei compagni. “Eccomi! Ora interrompete subito
l’attacco alla nostra gilda!” ‘Almeno guadagnerò un po’ di tempo…’ pensò.
Ma la voce di Jose distrusse quella speranza.
“Sparisci dalla mia vista… sottospecie di brutta copia.” Disse questi con
disgusto. “Sapevo fin dall’inizio che Lucy non era tra voi… Nessun bersaglio
umano verrebbe mai schierato in prima linea!”
Mira guardò sorpresa il robot, mentre gli altri abbassavano lo sguardo
rassegnati.
La maga dissolse subito l’incantesimo, tornando al suo vero aspetto. ‘Perché… Perché sono così inutile?’
Natsu,
Fred e George si rialzarono a fatica.
“Che cosa è successo?”
“È finita…” rispose Todomaru, avvicinandosi. “Questa è l’arma suprema della
nostra gilda… Phantom MK II, il super gigante magico!” esclamò,
senza nascondere la sua gioia.
“C-Ci stiamo muovendo…” fece George, per poi interrompersi vedendo il mago
alzare le braccia, avvolgendole con un fuoco tinto dei sette colori dell’arcobaleno.
“E ora, eccovi il mio incantesimo più potente… Rainbow Fire!”
Ma prima che potesse lanciare la magia, le fiamme scomparvero, mentre attorno
alle mani del mago compariva del ghiaccio.
“Eh?” fece lui sorpreso, vedendo il ghiaccio aumentare di dimensioni,
inglobandolo al suo interno.
“Che diavolo succede?!” urlò, poco prima di ritrovarsi completamente congelato.
Poi una mano gigante, ricoperta di squame, lo sollevò senza difficoltà e lo
lanciò in alto, attraverso il buco lasciato dal Jupiter.
“Sembra che siamo arrivati giusto in tempo.” Disse Gray.
“Sono i veri uomini che fanno soffrire le macchine, non il contrario.” Aggiunse
Elfman, facendo tornare normale il suo braccio.
“Gray!” esclamarono felici i due Weasley, mentre Happy volava fuori
dall’edificio per controllare che cosa stava succedendo.
“Tutto bene?” chiese il mago del ghiaccio.
“Certo che sì!” rispose Natsu. “E ce l’avremo fatta anche da soli!”
“Ehm… Natsu, se non ti spiace, rimandiamo a dopo l’orgoglio, okay?” fece Fred,
girando lo sguardo verso una delle porte che conducevano fuori dalla stanza.
“È terribile!” urlò Happy, rientrando dentro. “La gilda si è trasformata in un
gigante in grado di manipolare la magia!”
“Che cosa?!” urlarono i maghi increduli.
“Sta per scatenare una magia che distruggerà tutto quel che c’è da qui alla
cattedrale!” continuò Happy.
“Ma stiamo parlando di mezza città…” fece Gray, spaventato.
“È impossibile…” commentò Natsu.
“Dividiamoci!” ordinò il bianco. “Dobbiamo trovare la sorgente che alimenta
l’edificio!”
“Fred, George, andate con Gray e Elfman!” disse Natsu, per poi correre via
seguito da Happy.
I due gemelli sorrisero, scuotendo la testa.
“E dire che c’è chi si lamenta che le vacanze sono noiose…” commentò uno dei
due.
“Io vado con Elfman.” Disse Fred.
“Allora io accompagno Gray. Vedi di non fare troppi danni senza di me, chiaro
fratello?”
“Lo stesso vale per te!”
Detto ciò, i maghi si divisero, proseguendo in direzioni opposte.
Fred e
Elfman corsero lungo un corridoio.
“Elfman, un vero uomo!” urlò il bianco. “Colui che proteggerà Fairy Tail a
costo della vita!”
Al Weasley scappò una risatina nervosa, ma continuò a correre senza diminuire
l’andatura.
Fu un rumore a interrompere la loro corsa, e pochi attimi dopo il pavimento
cominciò a incrinarsi, finché non si creò un piccolo cumulo di terra.
“Questo…” fece Fred, tirando fuori la bacchetta, mentre Sol appariva con il suo
sorriso di fronte a loro.
“Salut!” esclamò divertito.
“Sol…” disse il rosso.
“Monsieur Sol, prego.” Replicò l’altro. “E così, ci incontriamo di nuovo, mago
di nessuna gilda.”
“Credimi, non è dipeso da me.”
“Capiti a proposito!” esclamò Elfman, mentre il suo braccio diventava
completamente nero. “Ora ti costringeremo a dirci come si fa a bloccare il
gigante!Beast Arm, Bufalo Nero!”
“Ullallà… Quindi userai un solo braccio?” chiese Sol. “Allora le chiacchere
dicevano il vero…”
“Eh?” fece Fred, guardando il compagno, che sembrava più serio che mai.
Non riusciva a capire perché l’avversario faceva notare quella cosa, per lui
era già incredibile che riuscisse a trasformare l’intero braccio.
“Io so molte cose sul tuo conto… Anzi, ne so parecchie sul conto di tutti i
membri di Fairy Tail!”
“Piantala di blaterare, idiota!” urlò Elfman, cercando di colpirlo, ma
l’avversario evitò facilmente il suo pugno.
“Tu avevi una sorellina, vero?” chiese Sol, facendo bloccare sul posto il mago.
Fred invece sgranò gli occhi.
“Sable Dance!” attaccò il mago di Phantom Lord, girando su se stesso e
colpendo con dei calci Elfman, che si coprì il volto per difendersi.
Poi Sol scomparve nel nulla, riapparendo pochi secondi dopo qualche passo più
indietro.
“Roche Concerto!” urlò ancora, facendo volare decine di pietre contro
l’avversario, che volò via per la forza d’urto.
“Pare che una volta tu abbia toppato il tuo Take Over completo, scatenando il
finimondo… e che la tua sorellina abbia sacrificato la sua vita per fermarti…
ho detto bene? Il trauma fu tale che da quella volta non sei più riuscito a
eseguire il Take Over completo…”
“Bombarda!” esclamò Fred, interrompendolo e lanciandogli contro una
sfera magica, che lui evitò girandosi giusto in tempo.
“Oh, Parbleu, che maleducato, mi ero dimenticato di te.” Disse, guardandolo.
“Master Jose è molto interessato a te e tuo fratello… La vostra magia l’ha
sorpreso. Per questo il nostro compito, oltre che prendere Lucy e distruggere
Fairy Tail, consiste anche nel catturarvi.”
“Beast Arm, Bufalo d’Acciaio!” urlò Elfman, trasformando il suo braccio
in metallo e cercando di colpire ancora Sol, che lo evitò ancora. “Non sarei un
vero uomo se ti lasciassi fare quel che hai detto!” esclamò. “Fred e George
sono degli amici di Harry… E voi non metterete un dito su di loro!”
A quella frase Sol spalancò gli occhi.
“Harry…” ripeté, guardando il Weasley.
“Forse riuscirai a sconfiggere me, ma sarai in grado di mettere fuori gioco
Majutsu? Non appena arriverà qui, per voi sarà la fine!”
Sol recuperò il suo sorriso.
“Nemmeno lui potrà far nulla per fermare l’Abyss Break” disse divertito. “Però
mi incuriosisce questo fatto… com’è possibile che Majutsu di Fairy Tail abbia
degli amici esterni alla gilda? È molto fedele.”
“Beh, a quanto pare non sei in possesso di tutte le informazioni che dici. E
credimi, se doveste fare qualcosa a me o mio fratello, vi ritrovereste molte
persone contro, e non solo Fairy Tail. Tutta la casa di Grifondoro non esiterà
a venire qui per assicurarsi la propria vendetta. E io non sono nemmeno tra i
più forti. Albus Silente vi distruggerà senza alcuna difficoltà.”
“Albus Silente? Non ho mai sentito nominare questo mago. Non dev’essere poi
così forte.”
Prima che Fred potesse replicare, il corpo di Sol divenne più stretto, e lui
striscio fino a lui, avvolgendosi attorno al ragazzo, che urlò non appena
cominciò a stringere e lasciò cadere la bacchetta.
“Fred!” urlò Elfman, raggiungendolo e cercando di staccargli di dosso Sol, che
ne approfittò per avvolgersi attorno al suo braccio, lasciando andare il
Weasley, che cadde a terra cercando di riprendere fiato.
“Staccati, Monsanguisuga!” urlò il bianco, cercando di togliersi l’avversario
dal braccio.
“Monsieur Sol, ti prego.” Rispose lui, per poi tornare al suo aspetto normale e
colpirlo con un calcio sul volto, spedendolo via.
“C’est la fine… che ne dite?” chiese, lisciandosi uno dei baffi.
“È molto più forte di quel che credevo…” fece Fred, rialzandosi e recuperando
la bacchetta. “Quando tornerò a scuola, dovrò assicurarmi di studiare qualche
incantesimo offensivo decente…”
Sol si girò verso di lui.
“Scuola?” ripeté, vedendo il rosso alzare la bacchetta.
“Lumos!” urlò, creando una forte luce che accecò l’avversario.
“Ah!” esclamò questi, portandosi le mani sugli occhi.
“Flipendo!” urlò ancora, colpendolo in pieno con la magia.
Sol cadde di fronte a Elfman, il quale nel frattempo si era rialzato, mentre il
suo braccio cominciava a cambiare forma, e questa volta la trasformazione si
spinse fino alla testa.
“Lisanna…” mormorò, poco prima che la metamorfosi si fermasse, dissolvendosi in
fumo.
Sol riaprì gli occhi, sorridendo e alzando le mani.
“Plaster Suonato!” urlò, creando dal nulla un pugno gigante che colpì in
pieno Elfman, che andò a sbattere contro il muro, distruggendolo e facendo
entrare la luce del sole.
Il bianco restò in bilicò tra dentro e fuori, e Fred cercò di avvicinarsi,
ritrovandosi però i piedi bloccati dal pavimento.
“Ora avete capito chi sono gli Element Four?” asserì Sol, mentre Elfman e Fred
guardavano una mano del robot avvicinarsi al buco del muro.
Entrambi spalancarono gli occhi quando videro che tra le dita c’era Mira, con
una smorfia di dolore.
“E-Elfman…” disse lei a fatica.
“Sorella!!!” urlò questi, rialzandosi subito.
“Oh… Dunque lei è tua sorella maggiore… Significa che quella donzella è
Mirajane, il terribile demone…” disse Sol, lisciandosi ancora uno dei baffi.
“Ullallà… la vedo parecchio debilitata… poverina…”
“Perché si trova lì?!” urlò Fred, cercando di pensare a un incantesimo adatto.
L’Element Four si girò verso di lui.
“Sta scontando la pena per aver tentato di ingannarci, trasformandosi in Lucy…
In altre parole, verrà stritolata…”
I due maghi sgranarono gli occhi.
“La storia si ripete… Dopo la sorellina, è il turno della sorellona… Tra un po’
anche lei creperà davanti ai tuoi occhi…”
“Con voi Azkaban non sarebbe sufficiente…” fece il rosso. “Per la prima volta,
sarei d’accordo con un Dissennatore, se decidesse di baciarvi. Anche se
immagino farebbe un pasto ben gramo, perché dubito che voi abbiate un’anima!”
“Oh, che paura…” replicò sempre sorridendo l’uomo, per nulla intimorito.
“Come avete potuto…?” cominciò Elfman, tremando visibilmente. “Ho giurato che
non l’avrei mai più vista piangere… e voi l’avete fatta piangere!” urlò, mentre
il suo corpo aumentava di dimensioni, ricoprendosi di scaglie.
“No, fermati!” gli urlò contro Mira. “Puoi usare solo il braccio!”
“Proprio così…” fece Sol, senza però riuscire a nascondere la sua paura.
“Mi sono comportato da debole… Lisanna è morta… Ma stavolta è diverso! Non
voglio più provare quelle sensazioni atroci!” esclamò Elfman, mentre i suoi
occhi si inumidivano. “Voglio diventare un uomo fortissimo e proteggere mia
sorella… Perciò lasciatela andare!”
Detto ciò, il suo corpo assunse completamente le fattezze di un mostro.
Fred spalancò gli occhi per la sorpresa, mentre Sol aveva cominciato a sudare
vistosamente per la paura.
“M-M-Ma quello è… il Take Over completo… il Beast Soul?!” esclamò,
vedendo il mostro di fronte a sé, che lo guardava con odio puro.
“No, no, no, no, no!”
“Ehi, signore dei no…” fece Fred, attirando la sua attenzione. “Che ne dici di
restare fermo dove sei? Petrificus Totalus!” urlò, colpendolo in
pieno con la magia e bloccandolo sul posto.
Elfman ne approfittò, centrandolo in pieno con un suo pugno che lo spedì contro
l’altro muro, dove l’Element Four restò fermo, senza muoversi.
Fred sorrise mentre il pavimento che lo teneva fermo tornava al suo aspetto
originario, lasciandolo così libero, per poi volgere la sua attenzione al
mostro, che si era girato verso Mira, che lo guardava con timore.
“Riesci… a sentire la mia voce?” fece lei, mentre lui saltava sopra il braccio.
“Hai di nuovo smarito la ragione… Elfman?”
Il mostro, però, rispose aprendo a forza la mano del robot, prendendola in
braccio.
“Perdonami, sorella…” disse Elfman. “So che non volevi più vedermi trasformato
così… È colpa del mio scarso controllo se Lisanna è morta…”
“Allora ragioni…” fece Mira, guardandolo.
“Ma questa è l’unica cosa che posso fare per proteggere te e la gilda. Devo
diventare più forte…”
Mira gli sorrise.
“Lisanna non è morta per colpa tua…” disse. “So bene che quella volta hai fatto
l’impossibile per proteggerci…”
“Eppure non ce l’ho fatta… Per questo lei è morta…” rispose Elfman, tornando al
suo aspetto originale.
“Io sono ancora viva.” Dichiarò lei, abbracciandolo.
“Sorella…”
“Lo abbiamo deciso insieme, vivremo anche per lei.”
Fred non poté non sorridere quando vide Elfman scoppiare a piangere.
“Grazie Elfman…” fece Mira, per poi spalancare gli occhi.
“Che c’è?” chiese il fratello, accorgendosene. “Cos’hai visto?”
“La velocità con cui tracciano il cerchio magico… mi pare sia diminuita!”
Il rosso si avvicinò al muro, accorgendosi solo in quel momento che l’altra
mano del robot era intenta a scrivere nell’aria un cerchio con all’interno
delle rune.
“E quello che cos’è?” chiese sorpreso.
“È un cerchio che serve per evocare un incantesimo.” Rispose Mira. “E se adesso
questo gigante ha rallentato il ritmo con cui lo disegna… significa che la
fonte magica da cui attinge energia è diminuita.”
Il Weasley sgranò gli occhi.
“Forse è una coincidenza… ma se ho capito bene, quella cosa ha rallentato non
appena abbiamo sistemato quel buffone, esatto?”
“Volete forse dire che solo gli Element Four ad alimentarlo?” esclamò Elfman.
“Fuoco… Acqua… Vento… Terra…”
rifletté Mira. “Ma certo, è così! Se
sconfiggiamo
tutti gli Element, allora fermeremo l’incantesimo!”
“Allora sbrighiamoci a trovare i due che mancano!” fece Fred. “Restano quella
tipa stramba e il quarto…”
“Probabilmente per quando arriveremo, Natsu e gli altri li avranno già
sistemati, ma non possiamo di certo restare qui ad aspettare!”
Gli altri due annuirono, per poi entrare dentro l’edificio, riprendendo subito
a correre.
Gray e
George uscirono da una delle finestre, che ora si trovavano sul soffitto,
ritrovandosi subito sotto la pioggia.
“Uh? Piove?” fece sorpreso Gray, guardando il Weasley tirare fuori la
bacchetta.
“Questa non è normale pioggia.” Disse, guardandosi attorno.
L’attenzione dei due fu distratta da una voce.
“Shin, shin…”
I due maghi si girarono, ritrovandosi a guardare la ragazza dai capelli blu che
aveva rapito Lucy.
“Eccomi… Sono Juvia della pioggia del gruppo degli Element Four… Shin, shin…”
si presentò, tenendo sempre in mano il suo ombrello.
“Element Four?” ripeté Gray, sorpreso.
“È stata lei ad attaccarci!” esclamò George, preparandosi a combattere.
“Non avrei mai creduto che sareste riusciti a eliminare due nostri compagni… ma
io e Aria siamo fatti di un’altra pasta!”
“Spiacente, ma chiunque ferisca i miei compagni… deve pagarla cara!” replicò
Gray, gelido.
Juvia rimase immobile a guardarlo.
Poi dopo pochi secondi le sue guance divennero rosse.
“Hai ragione… Ho perso… Statemi bene!” disse prima di girarsi e andarsene.
“Ma che diavolo stai facendo?!” gli urlarono i due maghi all’unisono.
La ragazza si portò una mano al petto, fermandosi sul posto.
“Aspetta! Dobbiamo bloccare il gigante!” fece Gray.
Juvia si girò di colpo, alzando una mano.
“Water Rock!” urlò, avvolgendo Gray e George in due sfere d’acqua. ‘Eh no, stavolta non mi faccio cogliere impreparato!’ pensò il
rosso, puntando la bacchetta di fronte a sé, per poi pronunciare qualche
parola, cercando di resistere all’acqua che entrava nei polmoni.
Subito attorno alla sua testa apparve una bolla d’aria, che gli permise di
riprendere a respirare.
Gray invece congelò la sfera, per poi infrangerla dall’interno.
“Ottima idea!” esclamò George. “Glacius!” urlò, congelando l’acqua
intorno a lui, per poi usare ancora Flipendo, distruggendo il ghiaccio e
riuscendo così a liberarsi.
“Siete riusciti a liberarvi?” fece sorpresa Juvia, guardando i due,
soffermandosi però su Gray.
“Eh, eh… questa volta non ci fermerai facilmente.” Disse George,
interrompendosi quando vide il compagno togliersi la maglietta, restando così a
petto scoperto. “Che cosa stai facendo?” gli chiese, inarcando un sopracciglio.
“Non mi va di indossare qualcosa di bagnato, preferisco restare così. Problemi?”
replicò l’altro.
Tuttavia Juvia sembrò non riuscire a restare indifferente, diventando ancora
rossa in faccia e portandosi una mano davanti alla bocca per la sorpresa.
Gray unì le mani, portandole davanti.
“Ice Make… Lance!” urlò, creando delle lance di ghiaccio con le quali
colpì in pieno la ragazza.
Ma con grande sorpresa dei due, le armi la attraversarono, mentre sul corpo di
Juvia apparivano dei buchi in prossimità di dove era stata colpita, lasciando
attorno ad esse delle gocce d’acqua.
“Il mio corpo è fatto d’acqua… Shin, shin…” disse lei, abbassando lo sguardo
triste.
“Per Merlino… Com’è possibile? Non esiste nessun incantesimo del genere… Non
può essere fatta veramente d’acqua!” esclamò George, incredulo come Gray.
Juvia alzò di colpo gli occhi, muovendo velocemente la mano di fronte a sé.
“Addio, piccolo fiore d’amore!” urlò rivolta a Gray. “Water Slicer!”
Dal suo corpo partirono decine di proiettili d’acqua, tutti diretti verso il
mago del ghiaccio.
“Ma di che stai parlando?!” urlò lui, venendo colpito da alcuni di essi.
“Ice Make… Battle Axe!” esclamò, creando una falce di ghiaccio con la
quale tagliò a metà Juvia, che però si ricompose senza difficoltà.
“Non potete battermi…” disse. “Siete ancora in tempo per farvi aiutare.
Consegnatemi Lucy, e io medierò col Master e gli chiederò di ritirarsi…”
“Ma che razza di sciocchezze stai dicendo?!” esclamò George.
“Giunti a questo punto, nessuno può ritirarsi!” aggiunse Gray, battendo i
palmi. “Lucy è una nostra compagna! Non te la consegnerò mai, dovesse costarmi
la vita!”
A Juvia cadde l’ombrello di mano, e si portò entrambe le mani sul volto,
assumendo un’espressione scioccata.
Poi improvvisamente cominciò a piangere.
“Eh?” fece sorpreso Gray.
Pochi secondi dopo il cappello di Juvia saltò in alto, mentre il suo corpo
cominciava ad emettere vapore e sul suo viso le si dipingeva un’espressione da
pazza.
“Juvia non perdona!” urlò preda dell’ira. “Juvia non avrà pietà di Lucy!”
Non appena pronunciò queste parole, la temperatura della pioggia aumentò drasticamente.
“Scotta!” esclamò George. “Questa qui è più psicopatica di quanto sembrasse
all’inizio!”
“E poi, che c’entra Lucy?” chiese Gray.
“Non la perdonerò mai! Quella Lucy non la passerà liscia!” continuò la ragazza
dai capelli blu, per poi trasformarsi in un getto d’acqua bollente, che colpì
in pieno Gray, per poi voltarsi e prendere George, facendo volare entrambi
qualche metro più in là.
Juvia non si fermò, caricando di nuovo verso Gray.
“Ice Make… Shield!” urlò lui, creando un muro di ghiaccio, con il quale
si protesse dal getto.
Ma con sua sorpresa, il ghiaccio si sciolse in pochi secondi, lasciando che
l’acqua lo colpisse ancora.
“La mia gelosia sta raggiungendo la massima ebollizione!” esclamò Juvia, mentre
la sua faccia appariva per qualche instante nell’acqua.
“Ma che sta dicendo?!” fece George, rialzandosi a fatica, cercando di ignorare
le scottature che l’acqua gli stava provocando.
“Il calore… sta sciogliendo la pelle…” disse a fatica Gray, poco prima di
venire investito da una vera e propria onda, che lo mandò a schiantarsi contro
il pavimento, che si riempì di crepe, staccandosi in alcuni punti.
“Maledetta…” ansimò lui. “Se solo riuscissi a congelarle qualcosa…”
Poi, usando tutte le sue energie, si alzò in piedi, fronteggiando una nuova onda.
“E congelati!” urlò, colpendo l’onda, che si congelò sulla punta, trascinandolo
comunque con sé.
Dentro l’acqua Juvia riprese le sue sembianze, restando scioccata da
quell’azione.
“È impossibile… Come ha potuto congelare la mia acqua calda…?” si chiese, per
poi diventare ancora rossa.
“Ehm… Gray, capisco che possa essere un buon metodo per fermare una ragazza…”
cominciò George, guardando l’amico. “Però mi pare che non sia proprio il
momento adatto…”
“Di cosa stai parlando?” chiese il mago del ghiaccio.
“Guarda dove hai messo la mano per fermarla.” Rispose il rosso.
Gray si volto verso Juvia, per poi spalancare incredulo la bocca, mentre i suoi
occhi diventavano bianchi per la sorpresa. Infatti, la sua mano si era fermata
proprio sul seno di Juvia, premendovi con forza mentre ghiacciava l’acqua.
Juvia chiuse gli occhi, non sapendo come comportarsi.
Ma prima che potesse dire altro, il ghiaccio si sciolse, lasciandola cadere a
terra.
“S-Scusami!” esclamò imbarazzato Gray. “I-Io non…”
Juvia lo guardò con occhi increduli, come anche George.
“Non bastava allontanare la mano?” chiese, riavvicinandosi al mago del
ghiaccio. “E comunque un consiglio: non fare qualcosa del genere a Hogwarts,
altrimenti Grifondoro si ritroverà praticamente senza punti.”
“Guarda che non l’ho fatto apposta!” gli sbraitò contro l’altro, per poi
tornare a guardare Juvia. “Riprendiamo da dove eravamo rimasti!”
“Non posso…” rispose Juvia, rialzandosi. “Io non potrei mai ferirti…”
“Eh? Non puoi ferirlo?” fece sorpreso George. “Come sarebbe a dire?”
“Ammetti che contro di me non hai possibilità?” chiese Gray, guardandola.
“Io sono più forte di quella Lucy… quindi posso proteggerti meglio di lei!”
A George cadde la bacchetta di mano.
“Non vorrà dire che si è…” mormorò sbalordito, mentre Gray sembrò non capire
che cosa stava prendendo all’avversaria.
“Proteggermi?” ripeté. “Proteggere me?”
“Sì, perché io… Ecco… Mi sono in… na… mor…”
“La pioggia si è fatta più intensa…” la interruppe il mago del ghiaccio,
alzando lo sguardo.
“Ahhhh!!! È così irritante!” mormorò Juvia.
“Al diavolo questa pioggia!!” esclamò Gray.
La blu sgranò gli occhi, per poi abbassare lo sguardo.
“Pure tu, come tutti gli altri, eh?!” urlò, tornando di nuovo nello stato di
berserk di prima.
“M-Ma che le è preso?!” fece il Weasley, per poi vedere la ragazza diventare di
nuovo acqua.
“Se proprio ci tieni, fatti sotto!” le disse invece Gray, preparandosi ancora a
combattere.
“Protego!” urlò il mago, alzando la bacchetta e circondando l’amico
giusto pochi istanti prima che un’onda d’acqua bollente lo investisse.
“Non interferire!” esclamò Juvia, per poi muovere l’onda contro George, che non
si aspettava quell’attacco, e non riuscendo a usare la magia su se stesso, fu
colpito in pieno, urlando di dolore per l’alta temperatura.
“George!” gridò Gray, mentre il rosso cadeva a terra, con la pelle piena di
scottature.
“E ora tocca a te!” disse Juvia, colpendo anche il mago del ghiaccio con il
medesimo attacco.
Gray tento ancora di congelare l’onda, ma questa volta la temperatura era
ancora più alta, e fu spazzato via, rovinando poco lontano da George.
“C-Com’è possibile…?” fece, cercando di rialzarsi.
“G-Gray… Prendi la mia bacchetta…” ansimò il Weasley, indicando a fatica
l’oggetto, che era a pochi centimetri da lui.
“Ma non conosco incantesimi utili contro di lei…”
“Ho sentito dire da Harry che la bacchetta ha amplificato i suoi poteri… forse
funziona anche con te…”
Il mago del ghiaccio spalancò gli occhi.
“Allora…” fece, rialzandosi ignorando il dolore, prendendo la bacchetta, mentre
Juvia tornava contro di loro. “Vale la pena provarci.”
“Non riuscirai a spuntarla contro Phantom!!” urlò.
Gray alzò la bacchetta, per poi urlare, mentre i suoi muscoli si facevano più
evidenti, assieme alle vene delle braccia.
L’acqua cominciò a ghiacciarsi, e non solo quella dell’onda, ma anche la
pioggia cominciò a congelarsi, cadendo sonoramente a terra.
Juvia lo guardò sorpreso.
“Come… Come mai è diventato più forte all’improvviso?!” esclamò, mentre Gray
appoggiava a terra una mano.
“Ice Geyser!” urlò, congelando tutta l’acqua rimasta, che poi
s’infranse, lasciando cadere a terra un’esausta Juvia.
“H-Ho… perso…?” fece, incapace di rialzarsi.
“Come va? Hai sbollito gli animi?” chiese Gray, sorridendo.
Juvia non rispose, mentre la pioggia diminuiva, per poi smettere, permettendo
alle nuvole di dissolversi.
“Ma come…?” fece lei sorpresa. “La pioggia… è finita…”
“Finalmente è tornato il sereno!” esclamò Gray.
“Già… non credo di aver mai desiderato così tanto di restare sotto il sole.”
Fece George, sorridendo anche lui, sebbene non riuscisse a rialzarsi.
“È dunque questo… il cielo azzurro…?” continuò Juvia, guardando meravigliata il
cielo. “È davvero bello…”
“Allora…” fece Gray, guardandola. “Ti è passata la voglia?”
Juvia, che si era appena rimessa seduta, spalancò gli occhi, per poi cadere
priva di sensi, ma con un sorriso stampato sul volto.
Il mago del ghiaccio restò a guardarla, per poi andare dal compagno, aiutandolo
a mettersi seduto e restituendogli la bacchetta.
“Gray! George!” urlarono tre voci, anticipando Elfman, Mira e Fred, che li
raggiunsero di corsa.
“Mira… che ci fai qui anche tu?” chiese sorpreso Gray, mentre Fred raggiungeva
il gemello.
“Ehi, ma come ti sei ridotto?” chiese leggermente preoccupato, guardandolo
sorridere.
“Diciamo che per un po’ avrò paura ad usare l’acqua calda… Ammesso che la mamma
ci faccia ancora uscire di casa, una volta che mi avrà visto in questo stato.”
Scherzò l’altro.
“Lei allora sarebbe la terza Element Four…” fece Elfman, guardando Juvia.
“Ne manca un altro.” Disse Mira.
“Che cosa vuoi dire?” gli chiese George.
“Se sconfiggiamo tutti e quattro gli Element Four, l’incantesimo che stanno per
lanciare contro la città dovrebbe fermarsi.” Spiegò Fred. “E questo significa…”
“Che Natsu probabilmente sta affrontando l’ultimo.” Completò per lui Gray.
“Ce la possiamo ancora fare! Ne sono certa!” esclamò sorridendo Mira.
Natsu si
portò una mano alla bocca per pulirsi il sangue, continuando ad ansimare per la
fatica e il dolore. Tutto il suo corpo era pieno di tagli, e dalla fronte gli
scendeva un fiotto di sangue che gli arrivava all’occhio destro.
Poco lontano, nascosto dietro un muro, Happy guardava terrorizzato la scena,
mentre di fronte al Dragon Slayer un grosso uomo vestito di nero, con una
collana che aveva come ciondolo un teschio bendato, esattamente come il
proprietario, era girato verso di lui.
“Ancora in piedi?” chiese lui impassibile. “Complimenti… sei davvero un osso
duro…”
“Dannazione!” urlò Natsu, avvolgendo il braccio con il fuoco e caricandolo.
“Ma contro la mia magia Spazio Aereo non hai alcuna speranza,
ragazzo!” esclamò il tale, portando avanti la mano e facendo volare via Natsu,
che rotolò per terra.
Il rosa si rialzò in piedi, tenendo lo sguardo basso.
“Di nuovo in piedi, Salamander?” chiese Aria.
“Non vado al tappeto per così poco… Non scordare che sono un mago di Fairy
Tail… e ora mi hai fatto davvero arrabbiare!!” urlò, sputando un po’ di sangue.
“Natsu…” mormorò impaurito Happy.
“Spazio Aereo…” fece l’avversario, colpendolo con decine di proiettili
d’aria, che fecero cadere di nuovo il mago del fuoco.
“Maledizione!” sbraitò lui, rialzandosi ancora.
“Lucertolina, a questo mondo c’è sempre qualcosa di superiore a te!”
“Ruggito della Salamandra!” urlò Natsu, sputando una fiammata, che però
l’avversario evitò dissolvendosi per poi ricomporsi alle spalle del mago.
“Cosa-?”
“Spazio Aereo… Metsu!” fece lui. “Svuota la magia!”
Natsu urlò subito per il dolore, mentre il suo potere magico cominciava a
fuoriuscire dal corpo sotto forma di fumo. Tuttavia, l’ultimo Element Four non riuscì
a portare a termine il suo attacco, perché un pugno lo fece volare via.
Happy spalancò gli occhi, mentre Natsu cercava di riprendere fiato.
“Ehi… Mi assento per un po’ e succede tutto questo… Non posso proprio starmene
tranquillo un attimo.” Fece Harry, abbassando il braccio.
“Harry!” urlarono insieme Natsu e Happy, mentre Aria si rialzava.
“Finalmente sei arrivato, eh?” fece il mago del fuoco, rialzandosi.
“Il nostro Master…” disse il moro, guardando serio l’avversario. “È stato lui a
ridurlo in quello stato.”
“Che tristezza…” mormorò il mago bendato. “Oltre a Salamander, ora anche
Majutsu viene a offrirmi la sua testa…”
“Ma davvero? Strano, io sono venuto qui per prendere la tua, di testa.” Replicò
l’altro.
Aria sorrise, per poi prendere la benda che gli copriva gli occhi.
“Se proprio devo combattere contro di te…” fece ridendo, togliendosela. “Allora
preferisco farlo a carte scoperte.”
“Oh, così ti sei deciso a combattere al tuo massimo potenziale, eh?” disse lui.
“Avevo sentito che la benda sugli occhi limitava i tuoi poteri. Ora non potrò
più avere alcun riguardo nei tuoi confronti!”
Aria mise le braccia di fronte a sé, formando un cerchio aperto, mentre l’aria
cominciava a ruotargli attorno.
Poi un vento investì Harry e Natsu.
“Ho azionato Zero, lo Spazio Aereo della morte!”
spiegò l’Element Four. “È uno Spazio Aereo che consuma la
vita!”
Harry rimase al suo posto, per poi alzare un braccio, disperdendo la magia.
“Spiacente, non stavolta!” disse, gelido.
“I-Impossibile!” esclamò spaventato Aria. “Sta squarciando lo spazio aereo!”
Ma prima che potesse fare altro, Harry lo raggiunse, restando sospeso in aria
di fronte a lui e mettendogli la mano sulla fronte. “Adesso pagherai per ciò
che hai fatto alla gilda e al Master.” Disse semplicemente, mentre la sua mano
s’illuminava.
“No, pietà, ti prego!” urlò lui, cercando inutilmente di liberarsi, ma non
riuscendo a fare nemmeno un passo. “NO!!!”
Natsu e Happy deglutirono nel vedere l’uomo cadere all’indietro, con gli occhi
vuoti.
“Il nostro Master non può aver perso contro uno come te!” disse semplicemente
Harry, tornando con i piedi per terra.
Capitolo 12 *** Lo scontro finale contro Phantom Lord! Lucy Heartphilia ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
Con questo, la saga "Scontro con Phantom Lord" giunge al suo termine,
lasciandosi dietro colpi di scena e anticipazioni... perciò non aspettatevi
qualcosa di normale nella seconda parte del primo libro, perché le cose
potrebbero andare ben diversamente...
Ma basta con gli spoiler!
Su consiglio di Fly89 ho aggiunto a fine capitolo una legenda con la
descrizione degli incantesimi usati, in modo tale da rendere più chiari i loro
effetti (e ringraziate sempre Wikipedia per questo XD)
E ora, passiamo alle recensioni!
@ fria: Eh... diciamo che questo Harry ha meno freni rispetto
all'originale... vedrai, nei prossimi capitoli vedrai... XD @ Albus Severus Potter: Juvia è unica XD. Ti ringrazio, in effetti
temevo di non riuscire a fondere insieme i personaggi e i combattimenti, ma mi
fa piacere sapere di aver ottenuto un buon risultato XD. E tra poche righe,
potrai leggere gli ultimi tre scontri ù.ù. Per i mondi... chissà... Per Juvia e
Gajil, sì, puoi considerare anche loro undicenni XD. @ ganduil: Non potevo fare proprio tutto uguale. In fondo, c'era un
personaggi in più da non sottovalutare XD. Per l'elemento chiave... qui non è
ancora avvenuto l'evento per il quale ne entrava in possesso, quindi ho dovuto
sostituirlo con qualcun altro... ma credo che i misteri non faranno che
aumentare XD. @ Fly89: Eh, purtroppo alcuni personaggi sono noiosi di natura...
tranquilla, non lo rivedrai, o almeno, dubito nei prossimi cento capitoli XD. E
sì, Phantomzord, all'azione! XD *Keroro viene schiacciato*. Per la storia di
Elfman e Mira, tranquilla, in futuro verrà spiegato per bene tutto quanto,
mentre Juvia... potrebbe riapparire prima di quanto tu possa pensare. Anche se
prima ci sarà un altro personaggio che nessuno si aspetta di vedere...
eheheh... Gray invece per le questioni amorose forse è peggio di me XD. Juvia
mi fa quasi pena in effetti... Mentre Harry... sì, in futuro verrà chiarito il
perché e il come sia diventato così forte, non ignorerò di certo questo
"particolare" XD. @ Luna 97: Prima di tutto, benvenuta tra i recensori! Ti ringrazio
per aver lasciato il tuo parere. Mi fa piacere sapere che la storia ti sta
prendendo a tal punto. Per quanto riguarda il come faccio a unire due mondi
così... diciamo che è una cosa che faccio fin da bambino XD. Sono cresciuto
continuando a fare crossover immaginari tra tutte le serie che guardavo, anche
se difficilmente riuscivo a tirare fuori qualcosa di sensato XD
Bene, e adesso... vi lascio al capitolo finale di questa saga! Buona lettura a
tutti!
Capitolo 12: Lo scontro finale contro Phantom Lord! Lucy Heartphilia Il cerchio magico che il robot stava disegnando
s’illuminò non appena la mano ebbe disegnato l’ultima runa.
“Presto, scappate!” urlarono diversi membri di Fairy Tail, allontanandosi.
Ma prima che potessero fare qualcosa, il cerchio scomparve e gli arti si
ruppero in più pezzi, crollando al suolo insieme al resto dell’edificio, che si
accasciò su se stesso come una bambola rotta.
All’interno, tutti i presenti si ritrovarono per terra a causa delle forti
vibrazioni che stavano scuotendo la gilda.
“Che cosa succede ora?!” esclamò Fred, rialzandosi non appena tutto si fermò.
“Si è bloccato!” rispose Mira sorridendo. “L’Abyss Break è scomparso del
tutto!”
“E vai così!” urlò George, battendo la mano al gemello, per poi proseguire la
loro corsa, fino a raggiungere la sala dove si trovavano Harry, Natsu e Happy.
“Eccovi.” Disse il moro, sorridendo.
“Harry! Quando sei arrivato?” fece sorpreso Gray, per poi vedere Aria svenuto a
terra.
“Pochi minuti fa. Giusto in tempo per sistemare l’ultimo Element Four.”
“Quindi è finita?” chiese Fred.
“Non ancora… Mancano gli ultimi due.” Rispose Natsu. “Il Dragon Slayer di
Phantom e il loro Master.”
“Non è
possibile!” urlò Jose, rivolto a qualche mago che era lì con lui. “Gli Element
Four sarebbero stati messi fuori combattimento da quella marmaglia di Fairy
Tail?!”
“C-Come… C-Cioè, deve esserci un errore…” provò a dire uno dei membri della
gilda, osservando il proprio Master tremare di rabbia.
“Dov’è finito Gajil?” chiese poi, calmandosi.
“Sono qui, Master!” rispose l’interpellato, entrando in quel momento nella
stanza. “Gli Element Four fuori combattimento, eh? Bah, è spazzatura che
soccombe ad altra spazzatura…” continuò, ridendo, mostrando al Master l’erede
della famiglia Heartphilia, svenuta e piena di ferite, che teneva con un solo
braccio.
“Sarebbe stato meglio se fin dall’inizio avessi affidato l’incarico a me!”
completò, per poi gettare a terra la ragazza, che non emise alcun lamento.
“Master, eccoti un regalino.”
“Lucy?” fece sorpreso lui, guardando il suo mago.
“Non sottovalutare il fiuto di un Dragon Slayer!” replicò l’altro, ghignando.
“M-Ma Gajil… è ancora viva?” chiese un altro dei membri di Phantom.
Il Dragon Slayer si portò una mano al mento per pensarci.
Poi, senza tanti ripensamenti colpì Lucy in pieno stomaco con un potente
calcio, svegliandola e facendole sputare sangue.
“A me sembra ancora viva… voi che dite?” chiese l’uomo, mentre la bionda
continuava a tossire, preda del dolore, e gli altri maghi sembravano non
riuscire a concepire quella violenza.
“Il bestione che stava con lei, quello sì che dovrebbe essere morto…”
Jose sorrise compiaciuto.
Reedus
era sdraiato a terra, pieno di ferite.
Attorno a lui c’erano le macerie di quella che doveva essere stata
un’accogliente locanda.
“Reedus!” urlò una voce, mentre un uomo dai capelli arancioni, con occhi dorati
e che indossava un’elegante vestito nero correva verso di lui.
“L-Loki… Come mai sei qui?” chiese Reedus, respirando a fatica.
“Ho saputo che la gilda è stata attaccata, e vi ho raggiunto il prima
possibile. Che cosa ti è successo?”
“Io… ho fallito… Non sono riuscito a proteggere Lucy…”
Loki lo guardò.
“Non ti preoccupare. Vedrai che riusciranno a salvarla.” Cercò di
tranquillizzarlo, per poi dirigersi verso la porta. “Vado a cercare aiuto. Io
purtroppo non conosco nessuna magia per curarti.”
“Mi dispiace…” disse semplicemente Reedus, cominciando a piangere.
Loki non disse altro, fermandosi vedendo un luccichio proveniente da sotto i
resti di un mobile.
Si abbassò, per poi rialzarsi tenendo in mano il mazzo di chiavi di Lucy.
“Gente di
Fairy Tail…” risuonò la voce di Jose. “La cara Lucy è nelle nostre mani!”
“Cosa?!” esclamarono alcuni maghi che stavano ancora affrontando gli spettri,
mentre dentro l’edificio Mira spalancò gli occhi.
“Com’è possibile… Hanno scoperto il nascondiglio?!”
“Non ci credo…” fece Happy, con occhi tremanti, mentre anche gli altri maghi
ascoltavano increduli la voce.
“Diciamo che il nostro primo obiettivo è stato raggiunto…” continuò Jose.
“Basta!” sentirono lamentarsi la bionda, che poi cacciò un urlo di dolore.
“Lucy!” gridarono insieme i due gemelli e Natsu.
“Smettetela…” mormorò Mira, coprendosi le orecchie per non sentire le urla
dell’amica.
“Allora, l’avete sentita?” chiese divertito il Master. “Bene, e ora ci resta un
ultimo obiettivo…”
Gli spettri fuori dall’edificio cominciarono a colpire con più forza i propri
avversari.
“Sono diventati più potenti?” esclamò incredulo uno dei maghi, mentre molti di
loro, assieme a Cana, venivano colpiti e cadevano a terra uno dopo l’altro.
“…che sarebbe quello di eliminarvi tutti… dannati scarafaggi!” decretò Jose,
sorridendo.
“Non possiamo farcela!” disse Cana, rialzandosi, mentre un altro spettro si
avvicinava, pronto a colpirla.
Ma l’impatto non avvenne, interrotto dal rumore di una spada che tagliava
l’aria, per poi scontrarsi contro il nemico.
La maga alzò lo sguardo, incrociando quello di Erza, che aveva indossato la sua
armatura classica, e che sembrava aver recuperato abbastanza energie per
riprendere a combattere.
“Erza!” urlò lei sorpresa, ricevendo un sorriso dalla compagna.
“Tutto bene?” chiese, per poi tagliare in due lo spettro, che scomparve.
“Sì… Ma è meglio se vai ad aiutare Natsu e gli altri. Devono ancora vedersela
con Jose e Gajil!”
La rossa annuì.
“Voi riuscirete a resistere?”
Cana sorrise, tirando fuori altri carte.
“Il mio mazzo non è ancora esaurito. Ora vai!”
Erza non se lo fece dire due volte, cominciando a correre attraverso il campo
di battaglia, per poi entrare nell’edificio nemico passando da uno dei tanti
spiragli che si erano aperti durante gli scontri.
Harry
chiuse le mani a pugno.
“Jose…” mormorò, per poi alzare una mano e distruggere una parete. “Questa
volta hai passato il segno!”
Gli altri maghi deglutirono.
“S-Se avesse reagito così con Piton… probabilmente a quest’ora Silente starebbe
cercando un nuovo insegnante di Pozioni!” commentò incredulo Fred.
“Non lo avevo mai visto così… è anche vero che questa è la più grave crisi di
Fairy Tail da quando abbiamo memoria, però…” cominciò Gray, per poi sentire un
battito di mani da dietro di loro.
Tutti si girarono, ritrovandosi a guardare Jose, che continuava a battere le
mani, mentre attorno a lui volavano degli strani spiriti, che fecero scendere
la temperatura della sala.
“Bravi… Davvero bravi…” disse, per poi spalancare le braccia. “Non avrei mai e
poi mai immaginato che ci avreste intrattenuto fino a questo punto…”
“Il Master Jose!” esclamarono tutti, meno i due Weasley.
“È lui?” domandò George, tirando fuori la bacchetta.
“No!” esclamò Harry, guardandoli. “Tu, Fred e Natsu andate avanti e trovate
Lucy. Se lui è qui, significa che l’ha lasciata con Gajil…”
“Non se ne parla!” replicò Natsu. “Nemmeno tu puoi-”
“Non è da solo.” Fece Mira, mentre lei, Elfman e Gray si affiancavano al moro.
“Anche noi lo aiuteremo!”
Jose rise ancora.
“Dopo tutto il divertimento che ci avete procurato, non posso non ricambiare il
vostro favore… e intendo farlo con gli interessi…”
“Happy!” urlò Harry. “Porta Natsu, Fred e George via da qui, subito!”
“Ricevuto, aye!” rispose il gatto, mentre l’aria intorno a loro cominciava a
ruotare velocemente.
Prima che il Dragon Slayer e i due gemelli potessero replicare, il gatto
volante fece appello a tutte le sue forze, riuscendo ad afferrarli tutti e tre
insieme per condurli oltre la sala, pochi istanti prima che tutto tremasse di
nuovo, facendo collassare il passaggio e isolandoli dagli altri.
“No!” urlò Natsu, mentre le ali di Happy scomparivano, facendoli cadere tutti e
quattro a terra. “Harry! Mira, Gray, Elfman!”
Fred e George guardarono increduli le macerie, per poi voltare lo sguardo verso
il mago del fuoco.
“Natsu… dobbiamo andare, altrimenti il tempo che Harry ci ha donato andrà
perso.”
Il rosa batté un pugno sul pavimento, lasciando il segno.
“E va bene…” fece, mentre la sua sciarpa si alzava da sola verso l’alto.
“Troverò quel bastardo di Gajil… e gliela farò pagare cara!”
Non appena ebbe detto ciò, il suo intero corpo venne avvolto dalle fiamme,
dopodiché prese a correre attraverso i corridoi, lasciando indietro i due rossi
e Happy.
“Beh, non se l’è fatto dire due volte…” commentò George, per poi cominciare a
corrergli dietro.
Harry si
rialzò, togliendosi di dosso le macerie che l’avevano coperto.
“Perché sei intervenuta ancora… Erza?” chiese, osservando l’amica di fronte a
lui, con la spada alzata e un’armatura nera dotata di ali simili a quelle dei
pipistrelli.
Poco lontano da loro, Mira, Elfman e Gray erano a terra, privi di sensi.
“Non sono riuscita ad evitare che colpisse tutti.” disse la rossa, abbassando
la spada e guardando Jose.
“Tu sei quella che si è beccata lo Jupiter in pieno… Come fai ad essere ancora
in piedi?”
Erza non rispose, mentre Harry le si affiancava, tirando fuori la bacchetta.
“I miei compagni mi danno la forza.” Rispose infine la maga in armatura.
“Non possiamo perdonarti per ciò che hai fatto!” aggiunse Harry.
Jose sorrise, mentre i suoi occhi diventavano completamente neri.
“Che comportamento ammirevole!” esclamò. “È persino un peccato dovervi
eliminare!”
Lucy era
stata appesa al muro tramite dei ganci di metallo, sospesa a poca distanza dal
pavimento, impedendole di liberarsi.
“Ugh…” fece, poco prima che un oggetto le sfrecciasse accanto al viso,
incastrandosi nel muro: un kunai.
“Accidenti, stavolta credevo proprio che l’avrei beccata…” disse Gajil,
scoppiando a ridere, sotto gli sguardi terrorizzati dei compagni.
“Gajil, ora basta… Se la prendi sul serio?” cercò di farlo ragionare uno di
loro.
“Uh? E lasciatemi divertire un po’!” replicò lui, prendendo un altro kunai. “Il
prossimo dove glielo tiro?”
“Ora smettila…” disse l’altro, poco prima di ritrovarsi il volto spiaccicato a
terra da un pugno del Dragon Slayer.
“Chiudi quella fogna!” ordinò lui. “Non m’importa chi sia la signorina, io la
considero soltanto uno scarafaggio! E pazienza anche se crepa…”
“Ma il Master si infurierà a morte!”
“E-Esatto!”
“Ah sì? E io do la colpa a te…”
“Ma che dici?!”
“Finitela coi piagnistei.” Fece Gajil, dando le spalle alla bionda. “Quei
bastardi di Fairy Tail si danno da fare perché sanno che la ragazza è piena di
grana…”
Lucy sorrise.
“Uh? Hai detto qualcosa, ragazzina?” le chiese il Dragon Slayer, girando la
testa.
“Tu e i tuoi amici siete degli illusi… Quasi quasi mi viene da piangere se
penso a cosa vi aspetta…”
“I tuoi ridicoli bluff mi fanno il solletico, ragazzina…”
“Non vi rendete conto di cosa sta per succedervi?” chiese Lucy, per poi
chiudere gli occhi quando il kunai le evitò di pochi centimetri il volto.
“Ripeti, scusa?” fece Gajil strafottente, mettendo una mano attorno
all’orecchio.
“Se io muoio, la vostra sorte sarà segnata!” esclamò la ragazza. “Quelli di
Fairy Tail non si daranno pace finché non vi avranno stanato! Loro sono fatti
così! E non solo loro…” continuò, alzando lo sguardo. “Anche i maghi di
Grifondoro giungeranno qui reclamando vendetta… Trascorrerete il resto dei
vostri giorni tremando al pensiero di essere braccati e presi dai maghi… più
potenti dei mondi!”
“Dei mondi, eh?” ripeté Gajil, giocherellando con un altro kunai. “Però c’è una
cosa che mi incuriosisce… Titania sembra essere in possesso di nuovi poteri.
Dove siete stati in questi mesi di assenza? E dove si trova questa Grifondoro?”
Lucy allargò il suo sorriso.
“Ti piacerebbe saperlo, vero?”
“A dir la verità, non m’importa poi troppo. Io intanto ci provo e poi vedremo
se finirà come dici tu…”
Detto ciò, lanciò il kunai, mentre i suoi compagni di gilda guardavano
spaventati la scena.
Ma prima che l’arma raggiungesse il suo obiettivo, il pavimento esplose,
facendo uscire una fiammata, dentro la quale c’era Natsu, che aveva preso il
kunai con i denti, tenendo sollevate con le mani nude le macerie da lui stesso
create.
Natsu urlò, facendole esplodere e disperdendole per tutta la stanza, mentre
Lucy lo guardava sorpresa e sollevata.
“Dovevo immaginarlo…” disse sorridendo Gajil. “…che avresti usato il tuo
fiuto…”
“E non è da solo!” disse una voce, mentre Happy volava fuori dal buco nel
pavimento, portandosi dietro Fred e George, che atterrarono davanti a Lucy,
tirando subito fuori la bacchetta.
“Se le nostre orecchie non hanno sentito male, volevi sapere qualcosa in più su
Grifondoro, vero?” chiese uno dei due gemelli.
“Allora eccoti qui la risposta: Grifondoro è la nostra Casa, alleata di Fairy
Tail! E tu, ferendo i nostri compagni e amici, ti sei messo contro la Casa più
forte di Hogwarts!”
“E voi due chi sareste?”
“Fred e George Weasley, qui per sconfiggerti!” risposero insieme, per poi
alzare la bacchetta.
“Flipendo!”
“Expelliarmus!” urlarono insieme, colpendo nello stesso instante Gajil e
spedendolo contro un muro, che crollò su di lui.
“Tutto bene Lucy?” chiese Happy, raggiungendola e cominciando a togliere i
chiodi che tenevano il metallo fissato al muro.
“Ragazzi…” fece lei, contenta, mentre Natsu partiva all’attacco, colpendo con
un pugno infuocato l’avversario, facendolo volare per diversi metri.
Senza aspettare ulteriormente, ripeté più volte l’attacco, mentre i due gemelli
rimasero al loro posto.
“Beh… la nostra entrata d’effetto l’abbiamo fatta…” commentò George,
grattandosi la testa, osservando il compagno continuare a prendere a pugni
Gajil. “Direi che il nostro compito è finito…”
“Non ho mai visto Natsu così…” fece Lucy, mentre Happy finiva di togliere i
chiodi, aiutandola a scendere.
“Nemmeno io.” Rispose il gatto. “Il Natsu che vedi… è davvero forte!”
Gajil sorrise, per poi rialzarsi e cominciare a rispondere all’attacco.
“Mazza del drago d’Acciaio!” urlò, trasformando il suo braccio in una
colonna dell’omonimo materiale, cercando di colpire Salamander, che lo evitò
saltandoci sopra.
“Ora tocca a me!” replicò. “Artigli della Salamandra!!”
E colpì, con un pugno ancora più forte, in pieno volto l’avversario che
stavolta, però, restò fermo al suo posto.
Natsu saltò all’indietro, afferrando con le braccia la colonna di ferro del
nemico, che sorrise.
“Spada del Drago d’Acciaio!” urlò, trasformandola in una spada composta
da decine di lame affilate, che provocarono diversi tagli al mago del fuoco,
che lasciò subito la presa, per poi essere colpito da un pugno, volando diversi
metri più in là.
“Pazzesco… Ma che razza di maghi sono?!” esclamò Fred.
“Sono entrambi Dragon Slayer.” Rispose Happy, deglutendo. “Entrambi cresciuti
da un drago…”
Natsu si rialzò, continuando a fissare l’avversario.
“Ora la faremo davvero finita… Salamander.” Disse questi.
“Mi sono riscaldato a puntino… brutto topastro di ferro!”
Poi, sotto gli occhi sorpresi di tutti, il corpo di Gajil cominciò a ricoprirsi
di scaglie d’acciaio, trasformando completamente la sua pelle.
“Scaglie di drago?!” esclamò Happy.
Senza aspettare ulteriore tempo, il Dragon Slayer d’acciaio partì all’attacco,
colpendo in pieno il braccio di Natsu, che l’aveva alzato per parare l’attacco.
La forza fu tale che il mago del fuoco perse stabilità, volando via, mentre dal
suo braccio sì senti un piccolo rumore.
“Gliel’ha spezzato…” mormorò Lucy, portandosi le mani sulla bocca, spaventata.
“Basta così!” urlò George. “Bombarda!”
“Rictusempra!” si aggiunse il gemello.
Gajil si voltò giusto in tempo per venire colpito in pieno dai due incantesimi,
senza però fare il minimo movimento.
“Tutto qui?” chiese, sorridendo. “Questa sarebbe la vostra magia migliore?
Ridicolo!”
“Maledizione… se solo avessi con me le mie chiavi…” borbottò Lucy, per poi
darsi un colpo in testa. “Che stupida…”
Senza aspettare ulteriormente, tirò fuori da una tasca la sua bacchetta, che
era miracolosamente rimasta intera.
“Posso combattere anch’io!” esclamò, affiancandosi ai due Weasley.
“Eh? Un altro di quegli affari? Anche Titania e Majutsu ne avevano uno…”
“E non solo loro…” fece Natsu, rialzandosi e tirando fuori anche lui la
bacchetta. “Per fortuna non si è rotta…”
“Oh, cos’è? Vuoi usarla come torcia?”
“Depulso!” urlò il Dragon Slayer, colpendo in pieno l’avversario.
“E quindi?”
“Serviva per distrarti!” rispose l’altro, rimettendo la bacchetta in tasca, per
poi cominciare a risucchiare l’aria. “Ruggito della…”
Gajil spalancò gli occhi, imitandolo subito.
“Ruggito del…”
“…Salamandra!”
“…Drago!”
Da Natsu si generò un tornado di fuoco, mentre da Gajil uno composto da scaglie
d’acciaio, i quali cominciarono a distruggere tutto ciò che li circondava.
“Protego!” urlarono i Weasley e Lucy, mentre attorno a loro tutto veniva
spazzato via per la forza degli attacchi, che pochi secondi dopo esplosero,
scaraventando i due Dragon Slayer uno dalla parte opposta all’altra.
Quando il fumo cominciò a svanire, il muro che si trovava alle spalle di Gajil
non c’era più.
O meglio, adesso c’era un enorme buco che dava dritto sulla gilda di Fairy
Tail.
In mezzo al fumo si poteva vedere la sagoma di Gajil, rimasto apparentemente
illeso grazie alle sue scaglie.
“Salamander…” disse. “Pare che la differenza di qualità tra le nostre
caratteristiche draconiche… ormai sia lampante…
Il tuo sarà pure un fiato in grado di arrostire l’avversario, ma contro
l’acciaio non c’è storia!”
I tre maghi si voltarono verso Natsu, anche lui in piedi, ma con le braccia e
gambe piene di pezzi di metallo, sopra i quali scorreva il sangue del Dragon
Slayer.
“I-Impossibile… Nemmeno Tu-Sai-Chi sarebbe rimasto intero dopo un simile
attacco…” fece Fred, sciogliendo l’incantesimo. “E parliamo del mago più
potente dopo Silente del nostro mondo!”
“E lui sarebbe un sottoposto di Jose?” chiese il fratello. “Maledizione… I
nostri sette anni di scuola non sarebbero minimamente sufficienti a fermare uno
di quei due!”
Gajil cominciò a ridere.
Ma il suo scoppio d’ilarità s’interruppe quando la sua pelle d’acciaio
s’infranse sopra l’occhio, lasciando uscire del sangue.
“Guarda che nemmeno le mie sono fiamme normali…” disse Natsu, sorridendo. “La
fiamma della Salamandra è in grado di incenerire qualsiasi cosa!”
Poi il mago del fuoco si mise in posa, pronto a riprendere a combattere.
“Ehi, ‘ferrovecchio’ Gajil! Ti avverto che se non ti dai da fare, stavolta di
polverizzerò sul serio… Direi che possiamo finirla con questi assaggini, no?”
“Assaggini?!” urlò scioccata Lucy.
“Questo cielo è troppo piccolo per ospitare due draghi… ora ti ributto
nell’inferno da cui sei sbucato, sottospecie di lucertola!”
Ma prima che uno dei due potesse fare qualcosa, il pavimento tremò forte,
facendo cadere a terra tutti meno i due Dragon Slayer.
“Che succede adesso?! Il palazzo si muove ancora?!” esclamò Fred.
“No… Questo è il potere di Harry…” rispose Natsu, ghignando. “A quanto pare,
Jose gli sta dando un po’ di problemi.”
Harry
respinse un’altra ondata d’energia, mentre Erza volava contro il Master
avversario, pronta a colpirlo con la spada.
“Ridicolo!” disse Jose, colpendola in pieno con un fulmine oscuro, spedendola
contro un muro, dove la maga creò una piccola voragine per la forza d’urto.
“È più forte di quel che credevo…” fece Harry, aiutando la compagna a
rialzarsi. “Dopotutto, è uno dei dieci maghi del Sacro Ordine…”
“Dobbiamo usare tutti i nostri poteri contro di lui.” Disse la rossa, tirando
fuori la bacchetta, imitata subito da Harry.
“E quelle che cosa sarebbero?”
“La chiave della tua sconfitta! Expelliarmus!” urlò il moro,
colpendo in pieno petto il Master, che sorpreso volò all’indietro, dove Erza lo
anticipò correndo, colpendolo in piena schiena con un calcio, che lo spedì
contro la parete.
Jose non impiegò che pochi secondi per rialzarsi.
“Che razza di magia è quella? Non ne ho mai sentito parlare prima…” disse,
scuotendosi i vestiti.
“È un nuovo tipo di magia. E per tua informazione, anche Natsu è in grado di
usarla.”
Il Master si mise a ridere.
“E con ciò? Non potrà fare nulla contro Gajil… Lui lo eliminerà, come la vostra
stupida gilda! I miei spettri ormai la staranno demolendo!”
I due maghi sgranarono gli occhi.
“Che cosa?”
“Sorpresi? Ho intenzione di annientarvi completamente… a cominciare dal vostro
misero edificio!”
Natsu
corse contro Gajil, per poi assestargli un calcio in pieno petto, che riuscì ad
allontanarlo di qualche centimetro.
Poi senza aspettare portò indietro la testa, abbassandola pochi secondi dopo su
quella dell’avversario, provocandosi un taglio a sua volta, ma riuscendo ad
aumentare le dimensioni della crepa che si era aperta sul viso del Dragon
Slayer d’Acciaio.
Gajil saltò all’indietro, portandosi una mano sulla testa, coprendosi la ferita
e ansimando per la fatica.
“Sono entrambi allo stremo…” fece George, deglutendo.
Poi con sorpresa dei maghi, Gajil prese una piastrella d’acciaio di cui era
composto il pavimento, cominciando a mangiarla senza alcuna difficolta.
Immediatamente le sue ferite cominciarono a scomparire, come anche la sua
fatica.
“Che cosa…? Sta… mangiando il ferro…” disse Lucy, incredula.
“Bastardo, così non vale!” gli urlò contro Natsu. “Io non posso fare come te!”
Gajil sorrise, pulendosi la bocca.
“Lancia del drago d’Acciaio! Fascio demoniaco!” urlò, cominciando a
colpire il mago del fuoco con una raffica di colpi che sembrava infinita,
facendolo urlare di dolore.
“Che cos’è successo?” chiese Fred a Happy.
“I Dragon Slayer recuperano energia mangiando il loro elemento…” spiegò lui.
“Quindi ora che Gajil ha mangiato, è come se fosse tornato al pieno delle sue
forze?! È impossibile un recupero del genere!”
“Ma perché non mangia anche lui del fuoco? Può crearlo senza problemi.”
“Non può mangiare le sue fiamme.” Rispose Lucy. “È come se mangiasse una parte
di sé!”
“Allora dobbiamo aiutarlo noi e-”
Ma prima che potesse finire la frase, Fred fu interrotto da un altro urlo di
Natsu, che venne preso per una gamba dall’avversario e poi lanciato verso il
buco nel muro, fermandosi proprio sul ciglio, senza dare segni di ripresa.
“Natsu!” urlarono insieme i maghi, mentre gli altri membri di Phantom
esultavano.
“Glacius!” urlarono i due gemelli, cercando di colpire Gajil, che
tuttavia infranse le magie con il braccio.
“Basta così!” esclamò questi, per poi colpire i due gemelli con il suo braccio
di ferro, facendoli finire vicino a Natsu.
“Natsu… Fred, George…” fece tremando Lucy.
“Guardate lì!” disse Gajil, indicando la gilda. “La cosa che vi interessava
tanto proteggere… La vostra cara Fairy Tail!”
Natsu aprì gli occhi, vedendo decine di spettri colpire ripetutamente
l’edificio di Fairy Tail con degli arieti.
Anche Fred e George voltarono lo sguardo, osservando la gilda cominciare a
cedere.
Pochi secondi dopo, l’edificio cominciò a collassare su se stesso.
Le poche finestre che erano rimaste intere si sgretolarono, mentre le assi di
legno si rompevano una dietro l’altra, come se fossero dei miseri stecchini.
Sotto lo sguardo incredulo di tutti i maghi di Fairy Tail, la loro gilda
scomparve, trasformandosi in un cumulo di macerie.
Natsu sgranò gli occhi, incredulo, mentre Gajil scoppiò a ridere sonoramente.
Nei suoi occhi stava rivedendo tutti i momenti che aveva vissuto in
quell’edificio, a cominciare da quando Makarov l’aveva accolto.
“Non è possibile…” fece George, rialzandosi a fatica e osservando i resti della
gilda.
Anche Natsu e Fred si alzarono subito dopo.
Il mago del fuoco traballò, ma si girò verso l’avversario, tenendo lo sguardo
verso il basso.
Lucy unì le mani, tremando visibilmente.
‘Ora basta, Natsu… Ora mi offrirò prigioniera, così…’ pensò.
Ma prima che potesse fare qualcosa, Happy le pose una tremante zampa sulla
gamba, come se avesse intuito i suoi pensieri.
“Guarda che Natsu non si è ancora rassegnato!” le disse.
Natsu si portò di fronte a Gajil, fermandosi per guardarlo.
“La gilda è crollata…” fece il Dragon Slayer d’Acciaio. “E tu hai perso,
scarafaggio…”
Poi, senza alcuno scrupolo, colpì il mago del fuoco, spedendolo contro un muro.
Subito dopo cominciò a prenderlo a calci, senza dare cenno di voler smettere.
Natsu cominciò a spuntare sangue, sotto gli sguardi arrabbiati dei compagni.
“Maledizione…” fece George, voltandosi ancora a guardare la gilda demolita.
“Possibile che noi siamo così inutili?”
“No… Non lo siamo.” Replicò Fred, puntando la bacchetta in direzione di Natsu.
“Noi siamo maghi di Grifondoro, non possiamo arrenderci così! E se loro
recuperano energie dai loro elementi… ci basterà provocare un po’ di fuoco!”
Suo fratello spalancò gli occhi.
“Giusto… Possiamo aiutarlo in questo modo.” Disse, puntando anche lui la
bacchetta contro l’amico.
“Natsu! Prendi queste! Incendio!” urlarono insieme.
Gajil fermò i suoi attacchi, vedendo due fiammate andare contro di loro.
“Umpf. Non spererete forse di ferirmi con quelle magie, vero?” chiese, poco
prima di essere investito.
“Non avevamo intenzione di colpire te.” Rispose Fred, osservando il fuoco
scomparire, mentre Natsu lo masticava di gusto.
“Che cosa?!” esclamò sorpreso Gajil, guardando l’avversario recuperare le
energie.
“Che mangiata…” fece Natsu, sospirando e pulendosi la bocca. “Queste fiamme
erano ottime…”
“Non credere di passarla liscia solo per aver ingoiato due fiammelle!” urlò il
Dragon Slayer d’Acciaio, correndogli incontro pronto a colpirlo di nuovo.
“Resti sempre sotto di me, illuso!”
“Fiamme piene… della vostra rabbia contro di lui!” continuò Natsu, per poi
colpire con un pugno infuocato sotto il mento Gajil, facendolo volare via incredulo.
“Ora sì che gli sono tornate le forze!” esclamò Happy, esultando.
“Prima Levy… poi Jet… Droy… il
vecchio… Lucy… i miei amici… e pure Fairy
Tail…”
cominciò Natsu, guardando con pura ira il suo avversario, che si
allontanò, per
poi attaccare di nuovo.
“Ruggito del Drago d’Acciaio!” urlò, generando un nuovo tornado di
metallo, che però, stavolta il mago del fuoco respinse semplicemente usando le
mani, rispedendolo al mittente.
“Me l’ha respinto…!” esclamò attonito Gajil, cercando di resistere al suo stesso
attacco.
“Quante altre persone vuoi ancora far soffrire prima di sentirti soddisfatto?!”
urlò Natsu.
“Taci, idiota…! Uno come me non si abbassa al vostro livello, scarafaggi!”
Il Dragon Slayer del fuoco portò indietro il braccio destro, avvolgendolo con
il fuoco.
“Ora ti restituisco tutto con gli interessi!! Hai commesso un grosso errore a
metterti contro Fairy Tail!!”
“Sono io il più forte!” replicò Gajil.
“Pugno della Salamandra del Loto Cremisi!” urlò Natsu, per poi
cominciare a colpire con una raffica di pugni, ognuno seguito da una piccola
esplosione, il corpo di Gajil, spedendolo contro un muro, che si disintegrò
completamente.
Tuttavia la sua furia non si fermò qui.
Prima che il Dragon Slayer di Phantom Lord potesse cadere a terra, riprese a
colpirlo, facendolo schiantare sul pavimento, che cominciò a riempirsi di
crepe.
In pochi secondi, l’intero edificio si ricoprì di decine di esplosioni, mentre
Natsu continuava a colpire l’avversario.
La gilda tremò visibilmente, per poi aprirsi a metà, portando con sé i due
Dragon Slayer.
Gli altri membri di Phantom riuscirono a scappare in tempo, mentre Lucy, Fred e
George restarono lì, sentendo il pavimento sgretolarsi sotto di loro.
Fu Happy a salvarli, prendendoli e volando fuori proprio mentre tutto cadeva
giù, portandoli in un punto più stabile.
“Natsu!” urlarono insieme, non appena le macerie smisero di crollare.
Il Dragon Slayer del fuoco si trovava a terra, sdraiato sopra le macerie, con
il respiro affaticato.
Ma con loro grande sollievo, la sua bocca si mosse, formando un sorriso, mentre
lui apriva un occhio guardandoli.
“Ora non mi muovo più per davvero…” fece.
“Credimi Natsu…” gli rispose Fred. “Hai fatto anche troppo. Probabilmente
questo sarà lo scontro magico più distruttivo a cui assisteremo in tutta la
nostra vita. Dubito rivedremo qualcosa del genere.”
“Uh, uh,
uh…” ridacchiò Jose, vedendo le pareti attorno a loro crollare. “Il vostro
drago si è proprio scatenato…”
Di fronte a lui, due esausti Harry e Erza lo fissavano.
“A quanto pare non avete tenuto conto del potere combattivo di Natsu…” fece il
ragazzo, sorridendo. “Probabilmente è più forte di tutti noi…”
“Risparmiati la modestia, Majutsu. Tu e Titania avete poteri eccezionali…
Nessun mago aveva mai resistito così a lungo contro di me…”
Poi alzò una mano, colpendo i due maghi con un fulmine nero, che li spedì
contro un muro.
“È scandaloso che facciate parte della gilda di quel pezzente di Makarov!”
urlò.
Harry e Erza urlarono, mentre il muro su cui erano andati a sbattere crollava
su di loro.
“Ora capite perché non ho fatto fuori Makarov?” chiese Jose, muovendo la mano e
colpendo con altri colpi di magia i due.
“La disperazione… Per gettarlo nella disperazione… Come reagirà quando
svegliandosi, scoprirà che la sua amata gilda è completamente distrutta e i
suoi compagni tutti annientati? Uh, uh, uh… Io dico che si rattristerà non
poco…”
I due maghi di classe S si rialzarono a fatica, continuando a guardarlo con
rabbia.
“Gli farò conoscere tristezza e disperazione, poi lo ammazzerò! Non mi va di
finirlo subito! Prima lo farò soffrire, soffrire e poi ancora soffrire! Solo
allora lo ammazzerò!”
“Codardo…” fece Erza.
“Phantom Lord è sempre stata la migliore…” continuò Jose. “La migliore del
paese, i maghi più esperti, i primi della classe, i più ricchi… i primi in
tutto insomma!”
Lo sguardo del Master si fece duro.
“Poi sono arrivati quelli di Fairy Tail, col loro sciocco potere… I nomi di
Erza, di Harry, di Luxus… di Mistogun e di Gildarts riecheggiano in ogni angolo
del paese… e le gesta di Salamander si raccontano dappertutto… In men che non
si dica, Phantom Lord e Fairy Tail sono diventate di fatto le gilde
rappresentative del paese… e la cosa non mi è mai andata giù! Noi sullo stesso
piano di quella patetica gilda!”
“Quindi avresti scatenato questa guerra per la tua stupida gelosia?!” esclamò
Harry, cercando di colpirlo con un incantesimo, che Jose evitò facilmente.
“Gelosia?” ripeté. “No, non si tratta di quella! Voglio solamente stabilire chi
è davvero il più forte!”
“Ma è assurdo!” urlò Erza. “Lo fai per una ragione così sciocca?!”
Prima che uno dei due maghi di Fairy Tail potesse dire altro, Jose li
intrappolò in una magia, impedendogli di muoversi.
“La vostra gilda mi ha reso il sangue amaro per un sacco di tempo! Diciamo che
ho sfruttato un pretesto insignificante per scatenare la faida… Ci hanno
chiesto di ritrovare l’erede del colosso Heartphilia…”
“L-Lucy?” fece Harry, cercando di liberarsi.
“La rampolla di uno degli uomini più ricchi del paese che entra in Fairy Tail?!
La vostra sete di grandezza non conosce limiti, vero?! Volevate impossessarvi
del patrimonio degli Heartphilia per acquistare un potere ancora più grande del
nostro, vero?!” urlò Jose, aumentando la presa della magia. “Ma questa è una
cosa che io non posso accettare!”
I due maghi urlarono di dolore.
Tuttavia, sui loro volti apparve un sorriso che stupì l’avversario.
“Che cosa patetica vedere qualcuno che si agita tanto solo per sapere se è lui
il migliore…” fece Harry.
“Ma è ancor più patetico constatare le falle della tua rete d’informazione…”
continuò Erza.
“Che hai detto?”
“Lucy è scappata di casa… sei davvero convinto che ci permetterebbe di usare i
suoi soldi? Be’, senti questo… Vive in una casetta e paga un affitto di
settantamila Jewel… Lavora duramente come tutti noi… Combattiamo insieme…
Ridiamo insieme… e piangiamo insieme… siamo maghi della stessa gilda… Il
pretesto della guerra è il fatto che sia l’unica erede degli Heartphilia?!
Sappi che un fiore non sceglie il luogo dove sbocciare… così come una figlia
non può scegliersi i genitori… Che vuol saperne uno come te di quello che sta
provando Lucy?!” urlò la rossa.
“Ho tempo per scoprirlo…” rispose Jose. “Pensate davvero che la restituiremo
gratis al padre? No, invece, lo spenneremo fino all’ultimo centesimo… finché il
patrimonio degli Heartphilia non sarà tutto nelle mie mani!”
“Che bastardo!” esclamò Harry, cercando di liberarsi, mentre la presa
aumentava, costringendoli a urlare.
“Non sforzatevi troppo… o finirete per soffrire ancora di più…” fece Jose,
chiudendo una mano a pugno, avvolgendo i due con un altro fulmine nero.
Ma questa volta la sua magia durò solo pochi secondi, per poi dissolversi a
lasciar cadere a terra i due maghi.
“La mia magia?! Ma che diavolo…”
“È stato versato molto sangue…” fece una voce, mentre una piccola figura si
avvinava a Jose. “Il sangue dei miei ragazzi…”
Jose spalancò gli occhi, mentre Harry e Erza guardavano sorpresi il nuovo
arrivato.
“E a causa di un padre sciagurato, una ragazza ha pianto e sofferto moltissimo…
E non solamente lei….”
“Master…” fece sorridendo Harry.
“Direi che così può bastare. Il dovere mi impone di mettere fine a tutto
questo!” esclamò Makarov.
“Non vorrai provocare un disastro naturale?” lo provocò Jose.
“Lo farò, se sarà necessario per il bene della mia gilda…”
Poco lontano, Gray, Mira e Elfman riaprirono gli occhi.
“Che strano tepore…” fece il mago del ghiaccio, rialzandosi. “Ho come… un senso
di nostalgia…”
“Andatevene tutti da qui!” ordinò Makarov.
“M-Master!” esclamarono gli altri.
“Che cosa ci fa qui?!” chiese Elfman.
“Fate come dice!” gli urlò Harry, rialzandosi assieme a Erza, per poi superare
Jose e raggiungere i loro compagni. “Se rimaniamo, gli creeremo solamente dei
fastidi. Dobbiamo fidarci del nostro Master.”
Gli altri maghi restarono fermi per qualche secondo, per poi annuire e correre
via, dando un ultimo sguardo al loro Master.
“Sono trascorsi sei anni dal nostro ultimo faccia a faccia…” fece Jose,
divertito. “Devo ammettere che la tua gilda ne ha fatta di strada da allora,
anche se ora è solo un ammasso di macerie…”
Makarov portò indietro un braccio, mentre sulla punta del suo indice prendeva
forma una sfera di luce.
“La gilda non è un semplice edificio… ma è formata dall’unione di tutti i suoi
membri…” rispose.
“Sono davvero contento che due maghi appartenenti al Sacro Ordine dei Dieci
possano sfidarsi per decidere chi è il migliore!” continuò Jose.
“Sono fiero di ciò che hanno fatto i miei ragazzi… davvero un ottimo lavoro!
Devono essere fieri di far parte di Fairy Tail!” urlò Makarov.
Sopra la gilda, le nuvole cominciarono a vorticare, creando in pochi secondi
una tempesta.
I membri di Fairy Tail si rialzarono, guardando sorpresi lo spettacolo, mentre
Harry e gli altri raggiungevano l’uscita.
Fred, George, Lucy, Natsu e Happy guardarono il cielo, mentre il terreno
cominciava a tremare, formando un cratere attorno all’edificio dei Phantom.
“E ora chi sta facendo tutto questo?!” esclamò la bionda, cercando di restare
in piedi.
“Solo il vecchio possiede questo tipo di potere magico…” rispose Natsu,
sorridendo.
All’interno, un raggio d’energia trafisse alla spalla Jose, facendolo volare
all’indietro e lasciando uscire copiosamente il sangue.
Il Master di Phantom tuttavia sorrise, mentre anche la spalla di Makarov veniva
tagliata da un’energia invisibile.
Poi Jose tese il braccio, che fu avvolto da alcuni spettri, che lanciò contro
l’avversario, che li distrusse battendo tra di loro le mani. Dopodiché, senza
aspettare, formò un triangolo con le mani, generando un’onda d’urto che investì
tutto.
“Davvero impressionante…” disse poi, guardando Jose. “Così giovane, eppure così
potente. Te lo meriti davvero il tuo posto al concilio… Pensa al beneficio che
ne avrebbe tratto il nostro mondo se avessi usato questo potere positivamente,
per aiutare il prossimo e dare l’esempio ai giovani…”
“Non vorrai farmi la predica?” fece strafottente l’avversario, sorridendo.
“Userò una pratica di noi di Fairy Tail, cioè, ti concederò tre secondi per
ravvederti…”
Mentre diceva ciò, Makarov aumentò di dimensioni, fino a raggiungere il
soffitto, mentre le pupille dei suoi occhi scomparvero, lasciando solo il
bianco. “Su, inginocchiati!” ordinò.
“Uh?”
“Uno!”
“Io inginocchiarmi?” ripeté ridendo Jose. “Ma che vai farneticando?!”
“Due…” e tra le mani del Master cominciò a crearsi una sfera di luce.
“Pretenderesti che faccia da servetto alla tua gilda?! Piantala con queste
buffonate! Io posso combattere tranquillamente al tuo livello! Anzi, che dico,
sono molto più forte di te!!”
La sfera tra le mani di Makarov aumentò di dimensioni.
“Tre!”
“Sei tu quello che dovrà inginocchiarsi! Sparisci Fairy Tail! Diverrai polvere
e sparirai dalla storia!”
“Tempo scaduto!” decretò Makarov, battendo le mani e schiacciando la sfera. “Fairy
Law!” esclamò, venendo avvolto dalla luce.
Jose spalancò gli occhi, incredulo.
“Azione!”
L’intero edificio fu avvolto dalla luce.
Gli spettri di Jose che stavano attaccando gli altri membri di Fairy Tail si
portarono le mani di fronte agli occhi, per poi scomparire pochi secondi dopo,
mentre i maghi rimasero perfettamente integri.
“Questa è la Fairy Law!” esclamò Erza, sorridendo.
“Fairy Law?” chiese Gray.
“Una luce sacra che si abbatte sull’oscurità, colpendo solo coloro che
identifica come nemici.” Spiegò Harry. “È un incantesimo potentissimo, praticamente
leggendario!”
Dentro l’edificio, Jose era rimasto al suo posto, immobile.
Tuttavia tutti i suoi colori erano scomparsi, facendolo quasi sembrare una
statua.
“Non ti avvicinare mai più a Fairy Tail.” Disse calmò Makarov, per poi girarsi.
“Hai voluto esagerare, e ora affronterai il consiglio. Inizia a tremare, perché
te la vedrai molto brutta. Lo stesso vale per me.”
Ma mentre il Master si allontanava, Aria sbucò fuori dalle macerie, lanciandosi
sopra di lui.
‘È di nuovo completamente scoperto!’ pensò con le lacrime agli occhi. ‘Ce
l’ho in pugno!’
Questa volta però Makarov allungò il braccio, colpendo senza nemmeno doversi
girare.
“È finita. Ora la differenza tra le gilde è lampante.” Disse gelido. “Se ne
vuoi ancora, posso cogliere l’occasione per toglierti di mezzo una volta per
tutte!”
Aria cadde a terra, apparentemente senza sensi.
“Prendi Jose e andatevene.” Continuò Makarov. “Immediatamente.”
“Abbiamo
vinto!!!” urlarono tutti i membri della gilda, mentre Harry, Erza, Gray, Elfman
e Mira li raggiungevano. “Abbiamo sconfitto i Phantom!”
Poi tutti si girarono quando videro Lucy, Happy, Fred e George avvicinarsi.
Lucy sorrise, portandosi una mano dietro la testa, mentre i due gemelli
alzarono i pollici in segno di vittoria.
“Ve la siete vista davvero brutta, eh?” fece Harry, rispondendo al loro
sorriso.
“Nah… poteva andarci peggio. Se avessimo affrontato Natsu o quel Gajil,
probabilmente non ci saremmo più. Di certo, è stata la vacanza di Natale più
esaustiva di tutte quelle che abbiamo fatto finora. E che probabilmente
faremo.”
“A proposito…” li interruppe Erza. “Dov’è Natsu?”
“Ha detto che aveva un impegno.” Rispose Happy.
“Un impegno?” chiese Gray. “E cioè?”
“Niente di importante…”
Poco lontano, in mezzo alle macerie della gilda di Phantom, i due Dragon Slayer
erano ancora sdraiati a terra, ricoperti di ferite e tagli.
“Ehi…” fece Natsu. “Stai bene, Gajil?”
L’altro ragazzo non rispose.
“M-Mah, non proprio… Non ce la faccio a parlare… perciò te lo chiedo senza
troppi giri di parole…”
Con grande fatica, il mago del fuoco si girò verso il suo simile.
“Tu… dove hai imparato a usare… il Dragon Slayer?”
Ma ancora una volta non ottenne risposta.
“Ehi! È la prima volta che incontro qualcuno in grado di usare il mio stesso
incantesimo! Che cosa ti costa dirmelo…?”
“Sta’ zitto…” disse infine Gajil, facendo sbuffare per la rabbia Natsu.
“Metallikana.”
Natsu lo guardò curioso.
“Il drago d’Acciaio Metallikana.” Precisò Gajil.
“Allora è come pensavo! Te l’ha insegnato un drago!” esclamò Natsu, alzandosi e
avvicinandosi barcollando.
“Anche a te, allora?” chiese il moro.
“E che fine ha fatto?”
“Che ne so?”
“Ti ho chiesto che fine ha fatto!” urlò Natsu, sbattendo la sua testa contro
quella di Gajil.
“E io ti ho detto che non lo so! Idiota!” replicò lui, per poi portarsi una
mano sulla testa. “Mi fai salire il sangue al cervello!”
“Che cosa?!”
“È sparito.” Rispose infine. “Un giorno Metallikana si è volatilizzato sotto i
miei occhi all’improvviso. Senza dire niente… Capito?”
Natsu spalancò gli occhi sorpreso.
“Mi ha fatto proprio un brutto scherzo…” fece malinconico Gajil.
“E-Ehi…” lo interruppe il rosa. “Per caso… è successo il 7 luglio 777?”
“Sai dove si trova Metallikana?”
“Ma no! Io sto cercando Igneel, il drago del Fuoco!”
“Quindi il 7 luglio dell’anno 777 sono spariti due draghi?”
“Ma che sono tutti questi sette?”
“E che ne so io?!” esclamò Gajil, alzandosi e appoggiandosi su un pezzo di
muro. “E a dire il vero… nemmeno mi interessa!”
Natsu rimase fermo ad osservarlo per qualche secondo.
“Se davvero te ne vuoi andare, cerca di sparire alla svelta.” Disse infine.
“Questa è la nostra gilda! Sei tu che te ne devi andare!”
Natsu si girò, portandosi una mano sulla pancia.
“Se senti qualcosa su Igneel, fammelo sapere.”
“E perché dovrei?! Ma per chi mi hai preso?!”
Il mago del fuoco sorrise.
“Dopotutto, conosciamo entrambi il Dragon Slayer.”
“La prossima volta che ti vedo ti ammazzo! È una promessa! Comincia a scavarti
la fossa!” gli urlò contro l’altro.
“Ma quanto casino che fai… E io che volevo fare pace… visto che siamo pari.”
“E sarei io a fare casino?! Guarda come hai ridotto la gilda!”
“Tu e i tuoi l’avete letteralmente distrutta! Basta, ho cambiato idea, non
voglio più far pace!”
Qualche
minuto dopo, tutti i membri di Fairy Tail erano riuniti di fronte ai resti
della loro gilda, restando in silenzio.
“Ma guarda un po’…” fece Makarov, che era in prima fila. “Ha fatto proprio un
disastro.”
Lucy si strinse le mani tra di loro.
“Ehm… Master…” cominciò, venendo però interrotta da lui.
“Anche voi ve la siete vista brutta…” disse, rivolgendosi principalmente ai due
gemelli.
“No, no, non si preoccupi. È stata un’esperienza molto utile. Almeno adesso
sappiamo che non siamo minimamente pronti a una vera e propria battaglia!”
rispose George.
Lucy tuttavia abbassò lo sguardo, osservando le ferite di tutti i suoi
compagni.
“Non fare quella faccia, Lucy.” Disse una voce, mentre Levy, Jet, Droy e Reedus
li raggiungevano.
“Abbiamo vinto unendo le nostre forze.” Continuò Levy, sorridendo.
“Anche se la gilda è a pezzi…”
“Basterà costruirne una nuova.” Completarono i suoi due compagni.
“Già.” Confermò il quarto uomo.
“Scusa se ti abbiamo fatto preoccupare.” Disse Levy.
“Non è questo… in realtà, io…”
“So come stanno le cose. Credimi, nessuno te ne fa una colpa.”
“Io non sono riuscito a essere d’aiuto… mi dispiace…” si scusò Reedus,
abbassando la testa.
“Lucy.” La chiamo il Master. “Sia le cose belle… che quelle brutte… possono
essere condivise… anche se forse non al cento per cento. È per questo che c’è
la gilda. La felicità di un membro è la felicità di tutti… la rabbia di uno è
la rabbia di tutti… e le lacrime di uno… sono le lacrime di tutti.”
Poco lontano, nascosti dietro un muro, Mistogun e Loki stavano ascoltando in
silenzio, mentre Lucy abbassava la testa.
“Non c’è motivo di sentirti in colpa.” Continuò Makarov. “Dovresti sapere come
la pensiamo.”
Il Master si girò verso di lei.
“Alza la testa. Tu sei un membro di Fairy Tail.”
Lucy lo guardò, per poi cominciare a piangere, ma questa volta di felicità.
Gli altri membri sorrisero, per poi andare a consolarla.
Il Master sorrise, compiaciuto del suo discorso.
‘Forse ho esagerato un po’…’ rifletté, per poi cominciare a sudare
freddo e tremare. ‘Al consiglio saranno furibondi… Anzi, forse decideranno
addirittura di spedirmi in prigione…’
Sotto lo sguardo incredulo di Harry e Erza, anche lui cominciò a piangere
disperato.
Da quel
giorno passò una settimana.
Il Concilio Magico mandò subito il suo esercito, che fermò tutti i maghi di
Fairy Tail, interrogandoli per tutta la settimana.
Fred e George riuscirono a scamparla grazie a Makarov, che spiegò che erano dei
giovani maghi che si erano ritrovati a loro malgrado coinvolti nello scontro,
senza ovviamente dire che provenivano da un altro mondo.
Ora, tutti i membri, con l’aiuto di Fred e George, avevano cominciato i lavori
per ricostruire la gilda.
Solo Lucy in quel momento era chiusa in casa sua, presa a scrivere una lettera.
“Ahi, ahi…” si lamentò, portandosi una mano sulla pancia, dove era ancora
visibile un livido. “Spero che non mi rimanga la cicatrice…” fece, per poi
fermarsi a osservare un uccello che stava dando da mangiare al suo piccolo
proprio sul davanzale della sua finestra.
“I Phantom, eh?” disse triste, per poi chiudere la lettera e sigillandola con
un timbro.
“Perché si è improvvisamente ricordato che esisto?” si chiese. “Non gli è mai
importato niente di me. Senza volerlo ho causato un sacco di guai a Fairy Tail…
e anche a Fred e George…”
Lucy restò a fissare la busta che teneva in mano.
“Mamma… lui lo rifarà ancora, vero? Ha i soldi e il potere per farlo… Tutto, ma
non questo… mai più…”
“Q-Q-Quanto
pesa!” esclamò Natsu, tenendo sopra di lui una decina di enormi tronchi di
legno.
“Perché ne stai portando così tanti tutti insieme?” chiese Gray, che invece ne
teneva in mano solo uno, mentre poco lontano, Juvia lo osservava di nascosto.
“Ah, ah! Tu porti solo quello perché di più non ce la fai!” lo prese in giro il
mago del fuoco.
“Eh? Se voglio posso portarne il doppio di te!” replicò lui, per poi sollevare
la quantità che aveva appena annunciato, sebbene con uno sforzo immane.
Juvia non riuscì a trattenersi e si mise a battere le mani, distraendo Gray,
che perse l’equilibrio, venendo così seppellito dai pezzi di legno.
“Che figura del cavolo! Hai visto, Happy?”
“Sì, aye!” rispose il gatto, mentre le assi che coprivano Gray si sollevavano
da sole.
“Non vi capisco proprio…” fece George, con il volto e le braccia bendati,
muovendo la bacchetta, trasportando così il carico. “Potete usare la magia e
preferite fare sollevamento pesi…”
“Be’, qui conta molto anche la forza fisica, come avete visto.” Rispose Harry,
appoggiando a terra un altro pezzo di legno. “Certo, non bisogna esagerare come
quei due.”
“Anziché perdere tempo, pensate a trasportare la roba!” ordinò Erza, che ora
indossava una tuta da lavoro. “Dobbiamo dare più aiuto possibile prima di
rientrare a scuola!”
“Tu sì che sei operativa, Erza…” fece uno dei maghi poco lontano.
“E anche il Master!” aggiunse Mira, indicando Makarov, ora gigante, che
sistemava le travi e mandò loro un sorriso.
Natsu si lasciò cadere a terra.
“Ho fame!” si lamentò.
“Anch’io ho fame.” Fece Gray, poco prima che una folata di vento gli passasse
davanti, lasciandogli tra le braccia un piccolo pacchetto.
“Ma cos’è stato?!” esclamò incredulo Salamander.
“Una ragazza?” mormorò Happy, mentre il mago del ghiaccio apriva il pacco,
ritrovandosi a guardare un pranzo completo, con il riso che al centro era stato
colorato, formando un cuore.
“Ma questo è… un bento?!” disse sorpreso Gray.
“Oohh! Non so chi te l’abbia dato, ma sembra delizioso!” esclamò Natsu.
“Ma scherzi? Ti pare che io mangi una roba che nemmeno so da dove viene?”
“Allora posso mangiare io?”
“Sì!” rispose Gray, mentre Juvia si abbandonava ad un pianto disperato.
“Che tristezza… e io che mi sono alzata presto per prepararlo…” mormorò, per
poi allontanarsi.
“Di certo non saremo fuori allenamento dopo tutto quello che abbiamo passato.”
Disse Fred, che mostrava numerose bende attorno alle ferite, anche se non in
maniera evidente come il gemello. “Anche se dovremmo inventarci qualcosa per
quando ci presenteremo come mezze mummie… E a questo proposito, ci sarebbe una
cosa di cui vorremmo parlarvi.”
George si avvicinò al fratello, per poi aprire la bocca per parlare con Erza.
“Ehi, voi!” li interruppe Harry, raggiungendoli. “Qualcuno sa dirmi dove abita
Lucy? Devo restituirgli queste.” Disse, mostrando il suo mazzo di chiavi. “Loki
me l’ha consegnato prima di ripartire.”
“Uh? Ti possiamo portare noi.” Rispose Natsu, mentre anche Gray e Erza
annuivano. “Ci siamo già stati diverse volte. Volete venire anche voi?” chiese
a Fred e George.
“Perché no?”
Il gruppo così avvertì il Master, per poi allontanarsi.
Quando raggiunsero la casa della compagna, Natsu spalancò la porta senza tanti
complimenti.
“Lucy! Come va?” urlò.
“Come stai?” si aggiunse subito Happy.
Di fronte a loro apparve una casa perfettamente in ordine, ma senza nessuno
all’interno.
“Oh, non c’è?” chiese il gatto, guardandosi intorno.
Natsu si diresse subito dietro a una tenda.
“In bagno?!” esclamò Gray. “Ma ti sembra il caso di…”
“Non c’è.” Rispose il mago del fuoco, uscendo subito.
“Hai già controllato?!”
“Lucy, dove sei?” chiese Happy, volando vicino a un armadietto chiuso, per
aprirlo e venendo investito da una valanga di lettere, che lo seppellirono.
“Ma che sono?” fece Natsu.
“Queste sono lettere…” disse George, avvicinandosi e prendendone una,
aprendola.
“Mamma, sono finalmente riuscita a diventare un membro di Fairy Tail, come
tanto desideravo…” lesse.
“Ehi, non dovresti leggere senza permesso.” Lo rimproverò Harry, per poi
prendere anche lui un mucchio di lettere, leggendo solo il destinatario. “Sono
tutte per sua mamma…”
“Ma perché non gliele manda?” chiese Natsu.
“Credo sia perché è scappata di casa.” Azzardò Fred, mentre Erza si avvicinava
alla scrivania, prendendo un biglietto che vi era appoggiato sopra.
“Che succede Erza?” chiese Harry.
“È un biglietto di Lucy.” Rispose lei atona. “Vado a casa mia. C’è
scritto così.”
“Cosa?!” urlarono i maghi.
“Come sarebbe a dire?! Ma che le salta in mente?!”
“Non può essere che si senta ancora responsabile per quel che è successo…”
“Non so… Comunque dobbiamo sbrigarci a raggiungerla! Andiamo!” esclamò Fred,
per poi essere fermato da Harry.
“Datemi la mano. Ci smaterializzeremo direttamente da lei. O almeno, cercherò
di avvicinarmi il più possibile.”
I due gemelli sgranarono gli occhi.
“Sai anche smaterializzarti?!” esclamarono insieme.
“Ehi, sono arrivato in questo mondo così. E anche se non sono più in grado di
viaggiare tra i due mondi, ho appreso questa magia per muovermi velocemente.”
“Allora andiamo!” urlò Natsu.
Lucy
aveva indossato un completo elegante, e ora si trovava di fronte a un’enorme
porta.
Dietro di lei c’era una donna vestita da inserviente, che sorrideva.
La ragazza sospirò, per poi aprire la porta.
“Permesso… padre…” disse, ritrovandosi a guardare un uomo vestito
raffinatamente, con i corti capelli biondi tirati perfettamente indietro, e una
coppia di baffi tenuti in ordine, in piedi dietro una scrivania, con attorno
una vastissima libreria.
“Finalmente ti sei fatta viva, Lucy.” Rispose lui, guardandola con serietà,
senza mostrare alcuna emozione.
“Non ho parole per scusarmi per essere scappata di casa senza dire niente.”
Disse Lucy, abbassando la testa. “Mi pento profondamente del mio gesto.”
“Decisione intelligente. Se fossi rimasta in quella gilda mi avresti obbligato
a usare ogni risorsa per distruggerla.”
La ragazza rimase in silenzio.
“Finalmente ti sei decisa a crescere un po’, Lucy. Quest’esperienza ti ha
insegnato quanto puoi danneggiare gli altri con i tuoi capricci.” Continuò
l’uomo. “Tu sei l’erede degli Heartphilia. Tu non sei come gli altri. Vivi in
un mondo diverso.”
Lucy rimase sempre in silenzio, chiudendo gli occhi.
“Se ti ho fatta tornare c’è un solo motivo. Hai ricevuto una richiesta di
matrimonio. Il duca Sawarù della famiglia Julenelle. Se ben ricordi, aveva già
espresso la sua simpatia per te, e desidera che cominciate a frequentarvi
finché non avrete entrambi l’età per sposarvi.”
“Sì… capisco…” disse la ragazza, atona.
“Grazie all’unione con la famiglia Julenelle, le ferrovie Heartphilia potranno
espandersi anche a sud. Questo matrimonio significa molto per il nostro futuro!
Dopo le nozze, dovrai dare alla luce un maschio per assicurare la successione
della famiglia Heartphilia. Questo è quanto.”
“Padre. Non fraintendermi.” Disse Lucy, facendo spalancare gli occhi all’uomo.
“Sono tornata indietro solo per comunicare la mia decisione. Sicuramente ho
sbagliato ad andare via di casa senza dire nulla. È vero, sono scappata… perciò
questa volta voglio prima mettere in chiaro come la penso… e poi andarmene di
nuovo!” esclamò.
“Lucy…” fece sorpreso il padre.
“Io ho la mia strada da seguire. Non puoi decidere con chi, come e quando mi
devo sposare! E non ti permettere mai più di fare del male a Fairy Tail!”
Poi prese il suo vestito, cominciando a strapparlo, restando solo con gonna e
corsetto.
“Se oserai ancora creare dei problemi a Fairy Tail, io… ti metterò contro tutta
la gilda!”
Suo padre continuava a guardarla sconvolto.
“Se non avessi agito come hai agito, forse avremmo potuto anche parlarne
pacificamente, ma ormai è tardi! Hai fatto troppo male ai miei amici. Io non ho
bisogno di soldi e bei vestiti, ma di un posto dove mi apprezzino come persona!
Fairy Tail è la mia nuova famiglia e di certo è molto più affettuosa di questa!
E non solo Fairy Tail… anche Grifondoro…”
Lucy chiuse le mani a pugno, mettendo bene in mostra il marchio della gilda.
“È stato doloroso andarmene da questa casa, dove ho vissuto con la mamma quando
era ancora viva… È dura anche separarmi da Speth, nonno Bero, da Eido… Da tutti
coloro che abitano qui, insomma! Ma se la mamma fosse ancora viva, sono sicura
che mi direbbe: ‘Fa’ ciò che più desideri’!”
Poi Lucy si girò verso la porta.
“Addio… papà.” Disse.
Lucy si
era rimessa i suoi soliti vestiti, e ora si trovata di fronte a una statua, con
in mano un mazzo di fiori.
A piedi della statua c’era una lapide che riportava: ‘Layla Heartphilia –
Anno 748 - Anno 777’.
La ragazza guardava in silenzio la statua, sorridendo tristemente.
“Lucy!!!” urlò una voce, costringendo la maga a girarsi.
Natsu, Happy, Gray, Erza, Harry, Fred e George le stavano correndo incontro,
preoccupati.
“Quindi
sei venuta a visitare la tomba di tua madre, eh?” fece Harry, guardando la
compagna, che annuì, mentre si allontanavano.
“Capisco…” continuò il moro, senza nascondere un senso di nostalgia.
“Scusate se vi ho fatto preoccupare.” Disse la bionda, ridacchiando.
“Siamo stati noi a essere troppo precipitosi nelle conclusioni…” replicò Fred.
“Happy piangeva come una fontana.” Disse ridendo Natsu, mentre il gatto cercava
di negare.
“Certo che questa città è veramente grande.” Commentò George. “Però mi sembra
poco abitata.”
“Oh, no.” Disse Lucy. “Questo è solo il giardino. La nostra tenuta si estende
fino a oltre la montagna.” Spiegò, indicando con il dito un monte lontano
qualche chilometro.
I maghi sgranarono gli occhi.
“M-Ma è tipo… dieci volte la tenuta dei Malfoy! Ed è anche più grande di
Hogwarts!” esclamarono increduli i due Weasley.
“Che vi prende?” chiese Lucy, non riuscendo a capire la loro reazione.
“Eccola, la nobildonna!” urlò Natsu, facendo un saluto militare.
“E ce lo dice come se niente fosse!” lo imitò Gray.
“Natsu e Gray sembrano impazziti! Capitano Erza, un commento per favore!”
esclamò Happy, portandosi davanti alla rossa.
“Il cielo è proprio azzurro.” Rispose lei.
“Anche il capitano Erza è andato! Capitano Harry?”
“La neve sulle montagne è completamente bianca.” Fece lui.
“Anche tu?!”
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“Così
dovete andare, eh?” disse Mira, osservando i compagni recuperare i loro bauli.
“Già. La nostra pausa dalla missione è finita. Torneremo alla fine dell’anno
scolastico.” Rispose Harry.
“Vedrete, il tempo passerà molto più velocemente di quel che sembrerà!” fece
Erza.
“Ricordatevi di non rivelare a nessuno di Fairy Tail a meno che non sia
estremamente necessario.” Si raccomandò Makarov, mentre Lucy evocava Virgo.
“Tranquillo… Non la deluderemo.” Rispose Fred, per poi alzare assieme al
gemello il braccio, mostrando sui palmi delle loro mani il simbolo di Fairy
Tail, rosso per entrambi. “Si fidi di noi, Master!”
“Vi manderemo una tazza del gabinetto come souvenir.” Scherzò George, facendo
scoppiare a ridere tutti i presenti.
“È ora.” Disse Lucy, per poi girarsi verso gli altri membri della gilda.
“Grazie ancora per tutto. Non so come ringraziarvi.”
“Porta a termine la missione, Lucy. Questa sarà il miglior ringraziamento che
potrai farci!” disse Levy, sorridendo.
I maghi di Grifondoro annuirono, per poi scomparire nella luce.
Tuttavia, poco lontano, una ragazza dai capelli viola aveva osservato tutta la
scena.
“Avete sentito… Master?” chiese, rivolgendosi a una sfera di cristallo che
aveva in mano.
“Sì.” Rispose una voce. “E la cosa è molto interessante… Rientra alla base,
credo sia il caso di fare una visita a questa Hogwarts… e di infiltrarci al suo
interno.”
La ragazza sorrise.
“E così, il nostro obiettivo potrebbe avvicinarsi ulteriormente.” Disse, per
poi allontanarsi.
I maghi di Fairy Tail
riapparvero nel dormitorio di Harry, Natsu e Gray, in quel momento vuoto.
“E così siamo tornati…” fece Fred, sospirando. “Ragazzi, ora le lezioni saranno
ancora più noiose dopo tutto quello che abbiamo passato…”
“Ehi, non potete abbattervi per così poco!” esclamò Natsu. “Ora siete anche voi
maghi di Fairy Tail, e in quanto tali, è vostro dovere andare avanti con la
testa alta!”
I due Weasley annuirono.
“Allora… secondo voi come la prenderanno Ronald e Percy a vederci conciati
così?” fece divertito uno dei due.
“Fred, George, cosa diamine vi è successo?!” urlarono le voci dei due fratelli
appena nominati, che erano entrati in quel momento, attirati dalle loro voci.
Happy si affrettò a nascondersi sotto uno dei letti.
“Be’, è così che salutate i vostri fratelli appena tornati grazie a una
Passaporta?”
“Che cosa vi è successo?” ripeté Percy, scioccato. “Sembra che siate passati in
mezzo a una guerra!”
“Oh, no, nulla del genere.” Rispose Harry. “C’è solo stata una piccola
esplosione dovuta a un tubo del gas di una casa vicino alla nostra, e la
sfortuna ha voluto che noi stessimo camminando proprio lì di fianco.”
“Sarebbe stato troppo facile, se fosse stata una semplice guerra…” mormorò
Fred, per poi ridacchiare con il gemello, uscendo dal dormitorio per
raggiungere il loro.
Tuttavia a Ron non sfuggì il nuovo simbolo che ora c’era sulle loro mani.
Legenda incantesimi:
Flipendo: incantesimo di Appello che consente di spostare oggetti e
colpisce piccole creature magiche. Serve anche per scagliarli contro un
bersaglio. Expelliarmus: è un incantesimo di disarmo, fa volare via la bacchetta
del mago avversario, ma respinge volontariamente l'avversario stesso. Bombarda: fa esplodere qualcosa. Rictusempra: produce solletico a chi viene colpito, facendolo
piegare in due dal ridere. Depulso: allontana da sé l'oggetto colpito. Protego: si tratta del Sortilegio Scudo, che crea un muro
invisibile che protegge da tutti gli incantesimi offensivi e dalle maledizioni
di livello medio-basso. Glacius: emana un gelido raggio in grado di congelare cose, animali
o persone. Incendio: genera fiamme color campanula dalla bacchetta.
Capitolo 13 *** Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel ***
13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
Ed eccomi
con il nuovo capitolo!
Allora, eravamo rimasti al colpo di scena dei gemelli Weasley, che d'ora in poi
faranno parte di Fairy Tail. Inutile dire che questo provocherà parecchi
cambiamenti alla storia originale XD.
E non sarà l'unico... perché già da questo capitolo, ci saranno altri
cambiamente fondamentali... ma non voglio anticiparvi ulteriormente!
Con questo capitolo, inizia la terza saga della fiction, ovvero la seconda e
ultima parte sul primo libro di Harry Potter.
Ah, prima di passare alle recensioni, ringrazio Fly89 per avermi fatto da beta
reader e per avermi suggerito, oltre alla lista degli incantesimi usati, anche
una lista dei nuovi personaggi apparsi nel capitoli, che porta direttamente
alle immagini dei sudetti (aggiornerò i precedenti capitoli aggiungendo le due
liste per ciascuno. Fate conto che le immagini che userò non sono proprio giuste,
dato che in questa storia tutti i maghi di Fairy Tail sono più giovani XD).
Bene, e ora... passiamo alle recensioni!
@ fria: Ehm... per don e Germania intendi Ron e Hermione? Se parli
di loro, vedrai, ho progetti ben precisi ù.ù. @ Luna 97: Mi fa sempre piacere sapere che il mio stile non sta
peggiorando XD. Eh già, poveri Ron e Percy... ancora non hanno la più vaga idea
di come un misero tatuaggio possa cambiare loro la vita XD @ Yukkiko: Prima di tutto, benvenuta tra i recensori! Mi fa piacere
sapere che la storia ti stia piacendo, e spero che con le idee che ho in mente,
continui a farlo. Beh, l'Harry di questa storia è assai diverso da quello che
conosciamo: non è tanto innocente quanto la sua controparte XD. E vedrai: Lucy,
i gemelli e gli altri avranno il loro ruolo in futuro... e molto prima di
quanto tu possa aspettarti... eheheh @ ganduil: no, vedere Harry impazzire restando apparentemente
normale non aveva prezzo, dovevo per forza inserirlo come evento XD. Per la
ragazza dai capelli viola... eh, temo proprio che tu abbia ben capito... e il
suo ruolo sarà ben più attivo, e credo riconoscerai anche l'altro personaggio
che apparirà in questo capitolo... I gemelli avranno il loro bel da fare anche
senza che gli altri indaghino sul simbolo, come gli altri avranno ben altre
domande da fargli... Per quanto riguarda la loro unione a Fairy Tail, speravo
di aver depistato l'idea XD @ Fly89: Botte, sangue, magia di ogni tipo e ancora botte su botte
con i maghi di Fairy Tail non mancano mai XD (si sente in lontananza l'urlo
disperato dei gemelli). Lo scontro tra i due Dragon Slayer è uno scontro
tra titani, senza ombra di dubbio. Per quanto riguarda la loro amicizia, non
posso garantirti nulla... XD. E Makarov... è stato fin troppo generoso a
concedergli tre secondi, io al massimo avrei aspettato un secondo XD. Juvia...
è l'Hinata di Fairy Tail, non saprei come altrimenti definirla XD (se non che è
più pessimista e decisamente più gelosa XD). Sinceramente, il trattamento che
Lucy riserva al padre è uno dei motivi per cui non riesco a odiarla come
personaggio ù.ù. Senza contare di come sia riuscita a mettere fuori gioco tutti
i suoi amici con una semplice frase XD. E ora che Fred e George si possono
definire "I gemelli Weasley di Fairy Tail"... i guai sono garantiti!
XD. E Ron molto presto avrà a che fare con le conseguenze di questa loro decisione
XD.
Bene, allora adesso non mi resta che augurarvi buona lettura a tutti!
Capitolo 13: Intrusione e rapimento? Nicolas Flamel
“Che cosa vi è successo?!” urlò Hermione non appena ebbe messo piede nella sala
comune, guardando Fred e George ancora bendati, come anche gli altri maghi di
Fairy Tail.
“Uffa… sembra che dire ‘Ciao’ sia passato di moda, tutti dicono quella frase.”
Fece Fred.
“Forse mentre eravamo in vacanza, hanno deciso di cambiarne il significato e
ora si saluta in questo modo.” Azzardò il gemello, fingendosi serio.
“Be’, allora un buon ‘Che cosa ti è successo’ anche a te, Hermione!”
esclamarono insieme.
“Non prendetemi in giro!” replicò lei, stizzita. “Sembra che siate finiti in
mezzo a una guerra!”
“Magari fosse così semplice.” Disse Ron, avvicinandosi. “Nemmeno Madama Chips è
riuscita a curare completamente le loro ferite, e non sa spiegarsi il perché.”
“Semplicemente siamo stati coinvolti in un incidente, tutto qui.” Spiegò Erza.
“Okay, e Fred e George? A Hogwarts dovrebbe essere un po’ impossibile conciarsi
così, se non durante il Quidditch!”
“Ecco… a dir la verità siamo andati in vacanza con Harry e gli altri. Non
sapevamo che avrebbero usato una Passaporta speciale, e siamo partiti con loro
per sbaglio.” Rispose George, sorridendo. “E cavoli, la loro sì che è una casa
speciale! Mai visto nulla del genere prima d’ora!”
“Mi state dicendo che avete visto dove abitano?” fece sorpresa la ragazza.
“Già! E credimi, la loro è una famiglia molto speciale… oltre che un po’
strana.”
“È per questo che è unica!” disse Natsu.
“Hermione… scusa, potresti venire un attimo con me in biblioteca?” chiese Ron,
interrompendo il discorso. “Dato che sono rimasto da solo, vorrei chiederti
qualche chiarimento su uno dei compiti.”
Hermione annuì.
“Va bene. Allora ci vediamo dopo.” Disse, salutando i maghi di Fairy Tail e
uscendo dalla Sala Comune assieme al roso.
Si allontanarono per un po’, prima di fermarsi.
“Si tratta dei tuoi fratelli, vero?” chiese Hermione.
“Sì, io e Percy siamo preoccupati. Le loro non sono ferite comuni. Madama Chips
ce l’ha detto a parte, ma pare che George si sia ustionato completamente, come
se fosse finito in una pentola piena d’acqua bollente, mentre entrambi hanno
lividi estesi per tutto il corpo. Nostra madre è furiosa, e vuole scoprire che
cosa gli è successo, ma nonostante ciò, continuano a dire che sono rimasti
coinvolti in un incidente.”
“E Harry e gli altri? Anche loro non mi sembravano messi bene.”
“Volevano rifiutarsi di farsi vedere, ma alla fine Silente è riuscito a
convincerli. E la loro è tutta apparenza: sono messi molto peggio di Fred e
George. Harry e Erza hanno diverse costole incrinate, come se fossero stati
schiacciati da qualcosa. Natsu ha decine di tagli profondi, oltre che numerosi
lividi. Gray ha la pelle ustionata, proprio come George, e Lucy… Lucy sembra
quella messa peggio. Madama Chips è riuscita a sistemarle qualche costola rotta
e a far sparire un grosso livido che aveva sulla pancia, ma ha detto che non
riusciva a capacitarsi di come fosse riuscita a stare in piedi senza mostrare
alcun segno di sofferenza.”
“Ma com’è possibile? Procurarsi tutte quelle ferite dovrebbe essere pressoché
impossibile! Che cos’ha detto Silente?”
“Ha preso da parte Harry e Erza, ed è rimasto a parlare con loro per un paio
d’ore. Poi sono tornati in infermeria, Harry con un piccolo pacchetto in mano,
e il preside ha detto che non c’era nulla di cui preoccuparsi, confermando la
loro versione.”
“Strano… possibile che non sospetti nulla? O forse… lui sa la verità?”
“Non saprei… Ma c’è un ultimo punto sospetto… Hai presente il simbolo che hanno
Harry e gli altri?”
“Sì, perché?”
“Fred e George cercano di nasconderlo, ma ora anche loro hanno lo stesso
simbolo sul palmo della mano destra.”
Hermione spalancò gli occhi.
“Se quel che ci hanno detto Harry e gli altri è vero, significa che anche loro
sono entrati a far parte della loro famiglia.” Rifletté la ragazza. “Ma allora…
cosa ci nascondono?”
“Hermione, dobbiamo sapere cosa nascondono. I professori non ci aiuteranno
visto che Silente è dalla loro parte, ma non possiamo passarci sopra. Mia madre
ha ordinato a Percy di scoprire la verità, a qualunque costo. E in più, mio
padre ha fatto qualche indagine al Ministero: non è stata autorizzata nessuna
Passaporta per andarsene da Hogwarts.”
“Come?”
“Harry e gli altri sono scomparsi nel nulla e sono riapparsi allo stesso modo
nel nostro dormitorio.”
Mentre i due parlavano, gli passò accanto una ragazza dalla pelle candida e dai
capelli viola lunghi fino a metà schiena, che indossava l’uniforme di Hogwarts
e teneva una sfera di cristallo in mano.
“Harry, Gray e gli altri nascondono qualcosa, ne sono sicuro!”
Sentendo ciò, la ragazza si fermò.
“Scusate…” disse, girandosi verso di loro. “State per caso parlando di Harry
Potter?”
“Uh? Sì, perché?” chiese Ron, osservando la sconosciuta, come stava facendo
anche Hermione.
“Niente, semplice curiosità.” Rispose lei, girandosi ancora, nascondendo così
il suo sorriso.
“Tu chi sei? Non mi pare di averti mai visto prima.” Fece Hermione.
La ragazza rimase ferma al suo posto.
“Chissà… forse sono solo una persona che sa la verità…”
“A quale Casa appartieni?”
“Casa?” ripeté lei. “Oh, non credo proprio di potervelo dire…”
“Chi sei?!” ripeté Hermione, tirando fuori la bacchetta e putandogliela contro.
“Ancora quei bastoni… a quanto pare, Majutsu e Titania hanno imparato proprio
qui ad usarli…” rispose lei, per poi appoggiare una mano al muro.
Immediatamente questo si ricoprì di ghiaccio.
“Che cosa?!” esclamò sorpreso Ron, indietreggiando per evitare il ghiaccio,
imitato dalla compagna.
“Majutsu e Titania? Di chi stai parlando?”
“Voi due non siete adatti… Non siete coloro che sto cercando. Siete troppo
buoni.” Continuò la ragazza, per poi abbassare la testa, evitando un
incantesimo che esplose contro il muro.
I due Grifondoro si girarono, vedendo Severus Piton con la bacchetta alzata.
“Professore!” esclamarono i due, per la prima volta felici di vederlo.
“Andate a chiamare la McGranitt e il preside.” Ordinò questi, avvicinandosi
alla ragazza. “E poi sparite dalla mia vista.”
“Subito!” risposero, correndo via.
“Oh, così tu sei un professore, eh?” fece la ragazza, guardandolo.
“E tu invece? Mi pare chiaro che non sei una studentessa di Hogwarts.”
“Hai ragione. Ho colpito alle spalle una ragazza che aveva la mia stessa
corporatura e le ho rubato i vestiti. Sinceramente credevo di restare
nell’anonimato più tempo, ma non importa. Speravo che quei due ragazzi
corrispondessero a quelli che sto cercando, ma mi sbagliavo.”
“Chi sei?”
“Il mio nome non ha importanza.” Rispose lei, mentre la sua sfera si alzava in
volo da sola. “Quello che conta… è che io possa proseguire nella mia missione
senza problemi!”
“Missione? Centra forse Potter?”
“Chissà…”
La sfera volò contro il professore, che pronunciò qualche parola, facendola
esplodere senza troppe difficoltà.
Tuttavia la ragazza sorrise.
“Spiacente… ma non basta.” Fece, aprendo una mano.
Sotto lo sguardo incredulo del mago, la sfera si ricompose da sola, tornando al
suo aspetto originario.
“Sei una Mangiamorte?” chiese Piton, portandosi una mano sul braccio.
“Non so nemmeno di cosa stai parlando.”
Prima che potesse dire altro, una fiammata cercò di investirla, ma lei riuscì
ad evitarla saltando all’indietro. Severus si girò, trovandosi a guardare
Silente, con la bacchetta alzata, e dietro di lui Ron e Hermione.
“Che cosa ci fai qui?” tuonò il preside, mentre la ragazza li fissava. “Come
hai fatto ad arrivare?”
“Incredibile…” fece lei, leggermente sorpresa. “Il suo potere è simile a quello
del Master. Non pensavo di trovare qualcuno così forte da queste parti.”
“Preside, faccia attenzione alla sua sfera. È indistruttibile ed è in grado di
muoversi da sola.” Lo avvertì Piton.
Tuttavia la maga non fece nulla, limitandosi a riportare la sfera tra le
proprie mani.
“Non ho alcun vantaggio a combattervi, per ora. Tuttavia, ho avuto la conferma
di cui avevo bisogno: in questa scuola troverò chi sto cercando… e così, il
grande Zeref potrà tornare.” Disse, per poi scomparire nel nulla.
“Severus, avverti gli insegnanti di setacciare per tutto il castello e chiudi
ogni uscita. Non deve andarsene. Inoltre, non rivelare niente su di lei a
nessun altro.”
“Come vuole.” Rispose gelido il professore, per poi allontanarsi.
“Preside, ma chi era quella ragazza? E che magia usava?” chiese Hermione,
ancora sorpresa.
“Non lo so, signorina Granger, ma voi non dovrete rivelare a nessuno ciò che
avete visto e sentito. Questo è un ordine, chiaro?”
“Signore, solo un’ultima domanda… Lei conosce questi Majutsu e Titania?” chiese
la ragazza.
“Sì, e posso garantirvi che sono due persone che hanno la mia massima fiducia,
mentre non ho mai sentito parlare di Zeref. Ora, tornate immediatamente nella
vostra sala di ritrovo.”
Detto ciò, il preside si allontanò, e i due Grifondoro obbedirono.
Nessuno si accorse che la ragazza si era semplicemente nascosta qualche muro
più in là, restando in ascolto.
“E così, lui sa la verità. E pare essere l’unico.”
“Ehi, tu, spostati!” esclamò una voce.
La ragazza si girò, ritrovandosi a guardare Draco, Tiger e Goyle.
“Sei sulla mia strada, spostati.”
La ragazza sorrise, per poi far levitare la sua sfera e usarla come proiettile
per colpire in pieno stomaco Tiger e Goyle, che caddero a terra privi di sensi.
“Cosa-?” fece Malfoy, poco prima di ritrovarsi il volto della ragazza davanti
al suo.
“Bene…” disse, toccando la piccola cicatrice bianca sul viso del biondo. “Vedo
che hai già avuto l’onore di affrontare Titania… o forse Majutsu stesso, se non
entrambi.”
“C-Chi sei?” deglutì il ragazzo, portandosi la mano sopra la guancia e
cominciando ad avere paura.
“Vedo del potenziale in te… e soprattutto, vedo la tua oscurità.” Continuò lei,
riprendendo in mano la sua sfera. “Dimmi, come ti chiami?”
“D-Draco Malfoy…”
“Draco Malfoy, eh? E dimmi… cosa ne pensi di Harry Potter?”
Il volto del biondo cambiò subito espressione, trasformandosi in una smorfia di
puro disgusto.
“È solo uno stupido, amico dei mezzosangue… Non mi spiacerebbe vederlo
soffrire.”
“Mezzosangue? A chi ti riferisci?”
“A quei maghi che sono nati Babbani, che non hanno nessun legame con i maghi.
Una razza che dovrebbe scomparire!”
“Proprio quello che volevo sentire!” esclamò una voce proveniente dalla sfera.
“Portalo al mio cospetto, Urrutia!”
“Agli ordini, Master. Capricorn!” chiamò.
Sotto lo sguardo sorpreso del biondo, al loro fianco apparve dal nulla un uomo
vestito elegantemente e ricoperto di peli bianchi, ben visibili sul suo addome
scoperto e temprato, poiché la bizzarra giacca che indossava gli avvolgeva solo
il torace, terminando all’altezza del diaframma; ancora più strano però,
risultò il suo volto, il cui sguardo era coperto da un paio di occhiali scuri,
perché era identico a quello di una capra con annesse corna ricurve e barbetta,
mentre dal retro dei suoi pantaloni neri sbucava una lunga coda dondolante.
“Torniamo a casa e portiamo con noi il nostro nuovo membro.” Disse Urrutia,
sorridendo, mentre prendeva Malfoy per un braccio.
“Ehi, no, aspetta!” urlò, poco prima di scomparire in un fascio di luce assieme
agli altri due, lasciando Tiger e Goyle svenuti a terra.
Quella sera, alla cena precedente la ripresa delle lezioni, tutti notarono una
certa agitazione, soprattutto al tavolo degli insegnanti e di Serpeverde.
“Dev’essere successo qualcosa…” fece Harry, guardando un altro insegnante
abbandonare in fretta il tavolo.
Hermione e Ron restarono in silenzio, cercando di mangiare qualcosa.
“Forse qualcuno ha dato di nuovo fuoco a Piton.” Scherzò Fred.
“Beh, non guardate me. Io ancora non l’ho visto.” Replicò Natsu.
“Gray…” fece improvvisamente Hermione, mettendo giù la forchetta. “Tu sei un
tipo molto caloroso?”
“Eh? Che razza di domanda è questa?”
“Vedo sempre che nonostante le basse temperature, non ti vesti pesante. Come se
tu e il freddo andaste perfettamente d’accordo.”
“Mi sembrava di averlo già detto: sono cresciuto in mezzo ai ghiacci, per
questo sono abituato alle basse temperature. Come mai questa domanda
improvvisa?”
“Curiosità, nulla di più…” rispose Hermione, fingendo di tornare a guardare il
suo piatto, mentre in realtà tenne un occhio sui compagni, che si scambiarono
un rapido sguardo nervoso.
“Allora, avete scoperto qualcosa su Nicolas Flamel?” chiese Ron.
“Nicolas Flamel?” ripeté George. “Il nome non mi è nuovo…”
“Ma sì!” esclamò il gemello, mettendosi una mano in tasca, per poi tirare fuori
un piccolo mazzo di figurine. “Viene nominato in questa.” Disse, porgendo a
Harry la figurina di Silente.
“Ma certo!” fece Lucy, sbattendosi una mano sulla faccia dopo aver letto la
descrizione. “Gli esperimenti alchemici di Silente! E dire che è una delle
prime cose che abbiamo letto!”
“Ma perché vi interessa-” cominciò Fred, interrompendosi vedendo il preside
alzarsi in piedi.
La Sala Grande piombò in pochi secondi nel silenzio più totale.
“Prima di tutto, bentornati a tutti. Mi auguro che queste brevi vacanze vi
abbiano aiutato a riprendere le energie per studiare.” Cominciò. “Ora, prima di
lasciarvi andare a dormire, mi duole comunicarvi che nella giornata di oggi,
una strega, la cui identità è al momento sconosciuta, è riuscita a entrare nel
castello, attaccando cinque studenti e un professore.”
Sentendo ciò, molti cominciarono a parlottare, mentre i maghi di Fairy Tail si
guardarono sorpresi.
“Inoltre, uno di questi studenti è scomparso. I professori stanno setacciando
l’intera scuola, ma sembra che sia stato aggredito e-”
“Non c’è bisogno di preoccuparsi, Preside.” Lo interruppe una voce, mentre
Malfoy entrava accompagnato da Piton. “Mi aveva solo stordito e nascosto, in
modo che perdeste tempo a cercarmi. Ma come vedete, sono qui e in ottima
salute.”
L’anziano mago sembrò sorpreso, ma si riprese subito.
“Bene, allora un problema in meno. Tuttavia, devo chiedere a tutti gli studenti
di non avventurarsi in giro da soli, almeno finché non ci saremo assicurati che
il castello sia di nuovo sicuro. Ora potete andare.”
Tra la confusione generale, Draco si riunì ai suoi compagni, restando lontano
da Tiger e Goyle.
“Harry…” fece Erza, preoccupata. “Può essere…”
“Non è da escludere, anche se spero vivamente che non sia così.” Rispose lui,
girandosi verso Fred e George. “Quando la Sala Comune sarà vuota, troviamoci lì.
Dobbiamo parlare.” Gli mormorò, facendo attenzione a non farsi sentire da
nessun altro.
Qualche ora più tardi, Harry, Natsu e Gray uscirono dal dormitorio, facendo
attenzione a non svegliare nessuno, e scesero in Sala Comune, dove di fronte al
camino c’erano già Fred e George, affiancati da Erza e Lucy.
Harry alzò le mani, mentre sulle porte che davano ai dormitori per qualche
secondo apparve una piccola luce.
“Ho isolato la stanza. Nessuno sentirà ciò che diremo.” Spiegò.
“Immagino sia per quel che è successo oggi, vero?” chiese Fred.
“Sì. Vorrei che non fosse così, ma è probabile che qualcuno ci abbia in qualche
modo seguito fin qui.”
“Ma come? Noi possiamo venire qui grazie agli Spiriti Stellari di Lucy, e
Silente grazie alla sua fenice.”
“Mi viene in mente un solo nome che potrebbe esserci dietro tutto questo…”
disse Erza.
“Zeref…” concluse Harry per lei.
“Zeref?” chiese George. “E chi sarebbe?”
“Il Voldemort del nostro mondo, se così possiamo definirlo. È morto un
centinaio d’anni fa, ma era un mago oscuro senza eguali. Si dice che da solo
abbia estinto un’intera civiltà.”
“Se le cose stanno come dite voi, Voi-Sapete-Chi in confronto è docile come un
agnellino… Il che è preoccupante. Temete che ci sia in giro qualche suo
seguace?”
“Seguace, o creatura.” Spiegò Erza. “Zeref era in grado di creare oggetti e
creature impregnati della sua magia… dei veri e propri demoni.”
Gray chiuse le mani a pugno.
“Quindi potrebbe essere giunto fin qui?”
“Non è da escludere, ma prima dovremmo parlare con il Master. Ed è qui che ci
serve il vostro aiuto. Ovviamente non possiamo riunirci qui, sarebbe troppo
pericoloso. Inoltre, Ron e Hermione hanno già dei sospetti su di noi.”
“Facci indovinare: dobbiamo trovare un’aula non usata dove poterci riunire e
parlare senza problemi, vero?”
“Precisamente! Non ve lo abbiamo chiesto prima perché non potevate sapere la
verità, ma ora che anche voi siete membri della gilda…”
“Possiamo darvi una mano.” Concluse Fred, per poi guardare il gemello, che
annuì, tirando fuori da una tasca del pigiama una vecchia pergamena.
“Questo è il nostro segreto.” Spiegò ai maghi, puntando la bacchetta contro
essa. “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.”
Sotto lo sguardo sorpreso degli altri, sulla pergamena cominciarono ad apparire
dal nulla linee d’inchiostro verde, che rapidamente andarono a posizionarsi per
comporre delle parole:
I SIGNORI LUNASTORTA, CODALISCIA, FELPATO E RAMOSO
CONSIGLIERI E ALLEATI DEI MAGICI MALFATTORI
SONO FIERI DI PRESENTARVI
LA MAPPA DEL MALANDRINO
Poi le scritte scomparvero, lasciando il posto a una dettagliata
mappa di Hogwarts, compreso il parco.
Ma la cosa più incredibile era che si potevano leggere i nomi di chi si trovava
nel castello, in quel momento quasi tutti riuniti in quattro punti diversi del
castello.
“L’abbiamo presa a Gazza il nostro primo anno e abbiamo scoperto in breve tempo
il suo segreto. È grazie a lei se la scuola per noi non ha segreti.”
Harry prese in mano la mappa, osservandola con attenzione.
“Ottimo… Se permettete, vorrei mandarla dal Master assieme a questo.” Disse,
porgendo loro un piccolo telo piegato.
“E quello che cos’è?” chiese Natsu.
“Una mia eredità. Me l’ha consegnato Silente quando siamo tornati. Pare fosse
di mio padre.”
“Non mi dirai che questo è…” fece incredulo Fred, prendendolo e rivelando così
che era un mantello.
“Indossalo pure.” Disse ridendo Majutsu.
Il rosso non se lo fece dire due volte, avvolgendosi completamente e
scomparendo dalla loro vista.
“Eh?! È sparito!” esclamò Lucy.
“È un mantello dell’invisibilità.” Spiegò Erza. “E vorremo mandarlo dal Master
per vedere se è possibile replicarlo. E a questo punto, anche la mappa sarebbe
un buon acquisto per noi.”
“Se ci riuscisse, sarebbe perfetto. Ma come conta di fare?”
“A Fairy Tail ci sono molti maghi esperti in più campi. Alla mappa
probabilmente ci penserà Levy, vista la sua abilità nel decifrare codici e
simili. Per lei dovrebbe essere uno scherzo rilevare e copiare l’incantesimo
usato. Per il mantello, il Master troverà di sicuro qualcuno. Sarebbe molto
utile anche durante le nostre missioni.”
“Allora chiamo subito Virgo.” Disse Lucy, tirando fuori la chiave ed evocando
lo spirito.
“Desidera, principessa?” chiese lei, facendo sospirare la maga.
“Dovresti portare questi due oggetti al Master.” Spiegò Harry, porgendole il mantello
e la mappa. “E chiedergli di replicarli per ciascuno di noi.”
Tuttavia Virgo spalancò gli occhi non appena vide il mantello
dell’invisibilità.
“Quello… dove lo avete preso?” chiese.
“Apparteneva a mio padre.” Spiegò il moro.
Lo spirito annuì.
“Va bene. Allora terrò sotto controllo la situazione, avvertendovi quando e se
riusciranno a copiarli.” Disse, prendendo i due oggetti e scomparendo.
“Beh, a questo punto, dovremo aspettare di riavere la mappa per trovare un
posto adatto a riunirci.” Fece Fred, sorridendo. “Nel frattempo, spiegateci
perché volevate sapere chi era Nicolas Flamel.”
Il giorno dopo, mentre Harry e gli altri si avviavano verso l’uscita della Sala
Comune, furono fermati da Hermione, che aveva in mano un’enorme libro.
“Vuoi colpirci con quello?!” esclamò terrorizzato Natsu, nascondendosi dietro
Erza.
“Certo che no.” Rispose lei, appoggiando il tomo su uno dei tavoli.
“Semplicemente, dopo aver letto che Flamel è un alchimista, mi è venuto in
mente che qui dentro poteva esserci qualcosa. Non ci avrei mai pensato, avevo
preso questo libro per una lettura leggera.”
“L’acciaio di Gajil forse era più leggero…” commentò George.
“Gajil?”
“Un… artigiano della nostra città.” Rispose Erza, guardando male il rosso, che
deglutì.
Hermione continuò a guadarli dubbiosa, ma passò oltre, aprendo il libro e
raggiungendo una pagina specifica.
“Nicolas Flamel è l’unico di cui si sappia che ha fabbricato la Pietra
Filosofale!” lesse.
A sentire quel nome, Harry, Erza e Lucy spalancarono gli occhi, come anche Fred
e George.
“La Pietra Filosofale?!” esclamarono increduli.
“E che cosa sarebbe?” chiese Natsu.
“Un oggetto magico dagli incredibili poteri, considerato praticamente
leggendario.” Rispose Lucy.
“L’antica disciplina dell’alchimia si occupa di fabbricare la Pietra
Filosofale, una sostanza leggendaria dai poteri sbalorditivi. La pietra è in
grado di trasformare qualsiasi metallo in oro puro e per giunta produce
l’Elisir di Lunga Vita, che rende immortale chi lo beve. Nel corso dei secoli
si è parlato molto della Pietra Filosofale, ma l’unica che esista attualmente
appartiene a Nicolas Flamel, noto alchimista e appassionato di opera lirica.
Flamel, che l’hanno scorso ha festeggiato il suo seicentosessantacinquesimo
compleanno, conduce una vita tranquilla nel Devon insieme alla moglie,
Peronella, che ha seicentocinquantotto anni.” Continuò a leggere Hermione.
“Q-Quanti anni hanno?!” esclamò incredulo Gray. “Sono addirittura più vecchi
del vecchio!”
“A questo punto, direi che non ci sono dubbi: sotto la botola è nascosta la
Pietra Filosofale.” Disse Erza. “E ora capisco il perché dell’attacco alla
Gringott, il mostro che è entrato ad halloween…”
“Quindi c’è Piton dietro a tutto questo?” fece Ron.
“Non so… In questa scuola ci sono molti segreti… Forse dovremmo parlarne con il
preside…”
“Non credo dovremo farlo.” Disse Hermione, chiudendo il libro. “Sappiamo già
molto di più di quel che dovremmo, meglio lasciar perdere ulteriori ricerche.”
“Sì, concordo.” Fece Erza, alzandosi. “Anche perché temo che possa esserci dietro
Vol, scusate, Voi-Sapete-Chi.”
“O forse quel Ze… ma che sto dicendo?!” si riproverò da solo Ron, attirando su
di sé gli sguardi dei maghi di Fairy Tail.
“Cos’hai detto?” esclamò Fred, prendendolo per le spalle, cominciando a
strattonarlo.
“Lasciami andare!” gridò Ron, liberandosi a allontanandosi. “Sapete, siete
diventati strani… ancora più del solito.”
“Dove hai sentito quel nome?” chiese Harry, serio.
“Che importanza ha?” replicò Hermione. “In fondo, non può esserci nessuno
peggiore di Voi-Sapete-Chi… no, Harry Potter?”
“Qui la situazione sta diventando calda…” commentò Lucy, osservando gli sguardi
dei due gruppi.
“Be’, noi la nostra parte l’abbiamo fatta.” Continuò Hermione. “Ora che abbiamo
risolto il mistero, possiamo tornare a pensare agli esami.”
“Sì… direi che è una buona idea.” Capitolò Erza.
Le lezioni ripresero nella loro monotonia.
Silente non aveva rivelato a nessuno che era stato il professor Piton a
scontrarsi con l’intrusa, perciò nessuno si azzardò a fare domande.
Un cambiamento evidente, però, fu il comportamento di Malfoy.
Da strafottente com’era prima delle vacanze, ora era taciturno, e soprattutto
non camminava più affiancato da Tiger e Goyle. Inoltre, il suo sguardo si
faceva sempre più freddo, e aveva cominciato a disprezzare chiunque, compresi i
suoi compagni di Casa.
Ogni volta che incrociava Harry o qualcuno del suo gruppo, sogghignava, senza
però dire nulla. I maghi di Fairy Tail decisero di non farci troppo caso,
sicuri che fosse una sua tattica per infastidirli.
Solo Harry e Erza lo guardavano con sospetto.
La situazione con Ron e Hermione non migliorò: i due parlavano con loro sempre
di meno, e loro d’altra parte non cercavano il dialogo.
I gemelli dovevano vedersela anche con Percy, che aveva cominciato a pedinarli,
nella speranza di scoprire di più su quel che gli era successo durante le
vacanze natalizie.
Quando Baston aveva visto i quattro giocatori di Grifondoro in quelle
condizioni, ebbe quasi un mancamento, ma si riprese non appena gli garantirono
che erano perfettamente in grado di giocare a Quidditch, e non si fece scrupoli
a intensificare gli allenamenti.
Fu proprio dopo uno di questi che arrivò con una notizia che sconvolse l’intera
squadra.
“Ma volete piantarla di fare confusione?!” esclamò rivolto ai due gemelli, che
continuavano a piombarsi addosso in picchiata, facendo finta di cadere dalle
scope. “Questo è precisamente il tipo di sciocchezza che ci farà perdere la
partita! Stavolta l’arbitro è Piton, che certo non mancherà di trovare tutte le
scuse per togliere punti al Grifondoro!”
Sentendo ciò, George cadde per davvero dalla scopa, mentre il fratello, Harry e
Erza lo guardarono increduli.
“L’arbitro è Piton?!” chiese conferma Fred. “E da quando in qua fa l’arbitro
per le partite di Quidditch? Se per caso superiamo il Serpeverde, sarà
tutt’altro che imparziale!”
“Che cosa?!” esclamarono Natsu, Gray e Lucy, non appena furono messi a
conoscenza della novità.
“Non sappiamo nemmeno noi cosa pensare.” Fece Erza, sedendosi su una delle
poltrone della sala. “Se Piton vuole veramente far fuori Harry, questa volta
nemmeno Natsu potrà fare qualcosa. Almeno, non senza farsi vedere.”
“Noi possiamo mandargli contro i Bolidi.” Propose George.
“Piton vi suonerà falli in continuazione senza che dobbiate dargli altri
motivi.” Disse Harry. “Ma non dobbiamo preoccuparci: questa volta avvolgerò la
scopa con un incantesimo di protezione. E farò lo stesso anche con tutte quelle
della squadra, non si può mai sapere.”
“Uhm… Poi magari ci stiamo preoccupando troppo. Non credo oserà di nuovo fare
qualcosa di così eclatante come cercare di uccidere Harry. Insomma, ok pensare
male, ma dubito fortemente possa essere ai livelli dei Phantom…” rifletté Lucy.
“A proposito…” fece Fred, abbassando il tono di voce. “Cosa ne è stato di
loro?”
“Il Master ci ha detto che il Concilio li ha sciolti. Inoltre, Jose ha perso il
suo posto tra i dieci maghi…” rispose Erza. “Credo che stasera ci toccherà
saltare la cena per poter parlare…”
“Poco male, dopo vi porteremo nelle cucine.” Disse sorridendo George. “Ormai
siamo di casa lì.”
I maghi di Fairy Tail annuirono, per poi allontanarsi verso i rispettivi
dormitori, mentre poco lontano Hermione e Ron erano rimasti in ascolto,
fingendo di studiare.
“Phantom?” ripeté il rosso, con aria confusa. “Credevo che non avessero mai
visto dei fantasmi prima di venire qui…”
Hermione rimase in silenzio, pensierosa.
“Probabilmente conoscono quella ragazza.” disse infine. “Almeno, quando stavi
per nominare quel tale, Zeref, loro si sono subito agitati…”
“Compresi Fred e George, il che mi preoccupa… insomma, non fanno una piega
nemmeno quando Piton li mette in punizione…”
“E poi, non ho sentito bene perché hanno abbassato la voce, ma parlavano anche
di un concilio e di un certo Jose… e di un Master.” Rifletté la ragazza,
guardando un punto imprecisato del tavolo. “Stasera dobbiamo provare a scoprire
di più.” Decretò, puntando gli occhi sull’amico.
Quando la sala cominciò a svuotarsi, i maghi di Fairy Tail uscirono dai
dormitori, sedendosi sulle poltrone di fronte al camino.
“Voi non venite?” chiese Ron ai due gemelli, mentre si avvicinava all’uscita.
“Spiacente, ma non abbiamo molta fame stasera. La notizia di Piton ci ha tolto
l’appetito.” Rispose uno dei due.
“Va bene, come volete.” Disse il rosso alzando le spalle e uscendo, seguito da
Hermione.
Quando tutti se ne furono andati, Harry fece cenno di seguirli nel loro
dormitorio, dove si riunirono con Happy.
“Dobbiamo trovare una soluzione definitiva a tutto questo.” Fece Gray. “Abbiamo
già abbastanza sospetti su di noi, e sette anni così sono impossibili!”
“Se sono riusciti a copiare il mantello e la mappa, non dovremmo più avere
problemi. Potremmo riunirci in qualsiasi parte del castello senza preoccuparci
di nasconderci.”
“Non sarebbe più pratico tornare ogni volta ad Earthland? Lì non potrebbe
seguirci nessuno.” Propose Fred.
“Purtroppo è impossibile. Per farlo, dobbiamo attraversare il mondo degli
Spiriti Stellari, e quello è un permesso difficile da ottenere. Ho dovuto
parlare personalmente con il loro re per ottenere il permesso giusto per le
vacanze, ma non per altro se non in caso d’emergenza.” Spiegò Lucy.
“Oppure dovremmo procurarci una fenice. Il che credo sia ancora più difficile.
Oltre al fatto che non passerebbe inosservata come delle chiavi.”
“A proposito di chiavi… Lucy, prova a chiedere a Virgo se sa a che punto sono
con le copie.” Disse Erza, venendo interrotta da una luce.
“Non ce n’è bisogno, sono già qui.” Disse Virgo, apparendo dal nulla, con in
mano sette pacchetti.
“Virgo!” esclamò Lucy. “Quelli sono-”
“Sì, principessa.” Rispose lei, consegnandone uno a Harry. “Questi sono il
mantello e la mappa originali. Per la mappa il vostro Master mi ha detto che
non c’è stato alcun problema per carpirne i segreti. Per il mantello invece…”
“Che cos’è successo?” chiese Harry.
“Il mantello è unico. Non è possibile clonarlo, in alcun modo.” Rispose Virgo.
“Tuttavia, sono riusciti a crearne delle copie, di durata inferiore. Dureranno
solo alcuni anni.”
“Beh, direi che saranno sufficienti. Anzi, a noi occorreranno solo per altri
quattro, quindi direi che non ci sono problemi.” Disse George, prendendo
assieme agli altri un pacchetto, aprendolo e afferrando la mappa. “Oh, vedo che
non hanno capito come farla sparire.” Ridacchiò, puntandole contro la
bacchetta. “Fatto il misfatto.”
L’inchiostro della mappa scomparve nel nulla, come se fosse stato assorbito
dalla pergamena.
“Mi sembrava strano che rimanesse sempre in bella vista.” Commentò Natsu,
imitandolo, per poi indossare il mantello, restando scoperto solo con la testa.
“Ah!!!” urlò Happy. “Hanno decapitato Natsu!”
“No, no, tranquillo.” Rise Lucy. “È solo diventato invisibile.”
“Sarà meglio avere sempre con noi sia il mantello che la mappa.” Fece Erza. “In
questo modo saremo sempre pronti a qualsiasi eventualità.”
Presi dall’agitazione, non fecero caso a dei piccoli rumori provenienti da
fuori la porta.
“E principessa, ho portato anche questi.” Continuò Virgo, porgendo a Lucy due
occhiali del vento.
“Grazie mille!” la ringraziò la bionda.
“Uh? Lucy, non sapevo che tu avessi bisogno degli occhiali.” Fece Fred.
“Infatti non sono per me, ma per voi.” Rispose lei, porgendoli ai due gemelli.
“Ehm… senza offesa, ma noi ci vediamo perfettamente.”
“Provate a studiare con questi. Vedrete, avrete risultati… più che veloci!
Attenti a non farvi vedere da nessuno, però.”
I due Weasley la guardarono sorpresi, per poi spalancare gli occhi non appena
capirono il senso di quelle parole.
“Aspettate, state dicendo che voi-”
“E certo! Secondo voi, potevamo apprendere tutte quelle cose in così poco
tempo?”
“Fantastico!” esclamò Fred, osservando meravigliato gli occhiali. “Con questi,
i gemelli Weasley compiranno imprese uniche!”
“Fate attenzione a non farvi scoprire. Soprattutto da Ron e Hermione.” Si
raccomandò Harry.
“Ronald? Lui non è una vera e propria preoccupazione. Scommetto che non
capirebbe cosa sta succedendo nemmeno se si ritrovasse di fronte Zeref in
persona. A proposito, ma voi lo nominate senza problemi? Intendo, nessun tabù
come Voi-Sapete-Chi?”
“È morto, e inoltre è ridicolo avere paura di un nome. Non sarà di certo
nominando Voldemort che lui apparirà qui dal nulla.”
“In effetti…”
“Allora io vado, principessa.” Disse Virgo.
“D’accordo. E immagino sia inutile dirti di smetterla di chiamarmi così, vero?”
rispose la bionda, osservandola sparire.
“Suvvia Lucy. Non sarai una vera principessa, però la tua casa in confronto è
la reggia di un imperatore.” Scherzò George.
“Vi ricordo che me ne sono andata di casa, ergo non posso usare nemmeno un
centesimo dei soldi di mio padre. Senza considerare che voi avete rischiato la
vita per colpa sua. Non userei quei soldi per nulla al mondo!”
“Ti abbiamo già detto che nessuno di noi pensa che sia stata colpa tua, Lucy.
Sono stati i Phantom ad attaccare Fairy Tail, e noi ci siamo solo difesi!”
esclamò Natsu.
“E noi, come futuri maghi di Fairy Tail, non potevamo non unirci alla
battaglia. Inoltre, non potevamo di certo lasciare un’amica in mano a dei tipi
come Jose o Gajil! Guarda cosa ti hanno fatto!”
“Certo, anche Juvia, con la sua acqua, ci ha creato non pochi problemi. Come
anche gli altri Element Four.”
“Bah, abbiamo vissuto di peggio.” Commentò Harry. “Tipo lo scontro con Jose. È
stata senza dubbio una delle battaglie più dure. Anche perché i mesi qui a
Hogwarts ci avevano un po’ debilitato. Niente allenamenti, niente scontri… Solo
lezioni e pratica di incantesimi innocui… una vera noia!”
“Ne deduco che per voi quel mostro che avete affrontato ad Halloween fosse
praticamente una passeggiata.”
“A dir la verità solo per loro… io mi tiro fuori.” Fece Lucy. “Senza Tauros,
non avrei combinato nulla.”
“Ora direi che dovete mostrarci le cucine!” esclamò Natsu, mostrando la mappa e
il mantello. “Abbiamo tutto l’occorrente per raggiungerle, no?”
“Con Natsu, gli elfi andranno in estasi. Sarà probabilmente il loro padrone meno
esigente.” Ridacchiò George.
“Elfi?” ripeté Gray.
“Vedrete… Vuoi venire anche tu, Happy? Gli elfi domestici non faranno alcuna
domanda, e tu potrai avere tutto il pesce che vuoi.”
“Che stiamo aspettando, aye!” esclamò il gatto, facendosi spuntare le ali e
atterrando in testa a Natsu, tenendo lo zaino tra le zampe, facendo scoppiare a
ridere tutti.
Nel frattempo, Ron e Hermione si stavano allontanando in fretta.
Non avevano sentito la parte di Happy perché avevano deciso di non rischiare di
farsi scoprire.
Uscirono di fretta dalla sala, andando a nascondersi in cima a una delle torri,
approfittando che non fosse ancora scattato il coprifuoco.
“In cosa diamine si sono andati a cacciare Fred e George?!” esclamò incredulo
Ron, non appena si furono fermati.
“Non lo so… ma a quanto pare, qualunque cosa sia successa, ha a che fare con
questi Fairy Tale e Phantom. Da come ne parlano, sembra proprio che siano due
gruppi.”
“Questo è ovvio pure per me!” replicò il rosso. “E credo proprio che quel
simbolo che hanno tutti corrisponda a Fairy Tail.”
“Ma che cos’è esattamente? Insomma, ne parlano come se fosse qualcosa di
veramente importante… Inoltre, chi altri c’era con loro? Non ho riconosciuto la
voce.”
“Oltre al fatto che da quel che abbiamo capito, è scomparsa nel nulla. E tu
stessa mi hai detto mille volte che è impossibile dentro Hogwarts! Senza
contare che chiamava Lucy ‘Principessa’.”
Hermione si portò una mano sotto il mento.
“Be’, intanto abbiamo scoperto qualcosa di più su questo Zeref. È un mago
oscuro che è morto… ma allora perché nessun libro ne fa parola? Da come ne
parlavano, era ai livelli di Tu-Sai-Chi, e questo dovrebbe essere impossibile!
L’unico altro mago oscuro precedente a lui era Grindelwald, e anche lui è stato
sconfitto da Silente.”
“Lasciami indovinare, cominceremo di nuovo a cercare informazioni in
biblioteca, vero?” chiese rassegnato Ron.
“Certo! Se Zeref è realmente esistito, allora dovrà esserci qualche prova su di
lui.”
“Dimentichi che Silente non lo conosceva.”
“Non possiamo fidarci di lui. Anzi, non possiamo fidarci di nessuno. Harry e
gli altri a quanto pare sono d’accordo con Silente, e di conseguenza con tutti
gli altri insegnanti.”
“Di sicuro non con Piton.”
“Oh, certo. Mi immagino già la scena: ‘Salve Professor Piton. Sa’,
sospettiamo che alcuni nostri compagni siano coinvolti in qualcosa di oscuro,
ma il preside, ovvero Albus Silente il più grande mago esistente, è con loro…’
Suvvia Ron, è assai poco credibile!”
“Allora che cosa facciamo?”
“Per il momento osserviamoli. Prima o poi faranno qualche errore evidente.”
“Se il loro errore sarà bruciare di nuovo Piton, allora mi potrebbe andare
anche bene.” Commentò il rosso, guadagnandosi un’occhiataccia dall’amica.
Quando finalmente giunse il giorno della partita, Harry, Erza, Fred e George
erano tesi al massimo.
Harry era riuscito a entrare prima nello spogliatoio, incantando tutte le scope
in modo che non potessero essere colpite da un malocchio, ma questo non li
tranquillizzava più di tanto.
Sebbene il moro non fosse realmente convinto che Piton fosse il responsabile
del suo attentato, non poteva negare che aveva ripreso il controllo della scopa
solo dopo che Natsu gli aveva dato fuoco.
Nessuno di loro ascoltò il discorso d’incitamento di Baston.
Nello stesso momento, Natsu, Gray e Lucy si erano seduti sugli spalti,
affiancati da Ron, Hermione e Neville.
“Speriamo non ci siano intoppi…” fece la bionda, tenendo tra le mani le sue
chiavi, cosa che non sfuggì a Hermione.
“Stiamo parlando di Harry e Erza. Non gli succederà niente, vedrai.” Cercò di
tranquillizzarla il Dragon Slayer.
I giocatori di Grifondoro in quel momento uscirono dagli spogliatoi.
“Pare proprio che ci sia tutta la scuola.” Fece Fred, guardando gli spalti, per
poi spalancare gli occhi. “Mi venga un colpo! C’è persino Silente!”
Ai quattro maghi di Fairy Tail sfuggì un sospiro di sollievo.
“Ehi, ma chi è quello accanto a lui?” chiese Baston.
I quattro maghi alzarono di nuovo lo sguardo, per poi restare a bocca aperta.
“Master?!” esclamarono in contemporanea con i tre maghi sugli spalti, facendo
spalancare gli occhi a Ron e Hermione.
“Che cosa ci fa qui?!” gridò Natsu, guardando Makarov, seduto affianco a
Silente, che li stava salutando con la mano, sorridendo.
“Questo è uno sport da veri uomini!” urlò una voce dietro di loro, che li fece
girare tutti.
Di fronte a loro c’erano Elfman, Mira e Cana.
“Ciao!” salutò la bianca, sedendosi assieme al fratello e alla compagna.
“Mira! Elfman! Cana! Che sorpresa! Ma come-” cominciò Lucy, venendo interrotta
dalla bianca.
“Silente ha pensato che ci avrebbe fatto piacere vedere una partita di Harry e
Erza, oltre il poter visitare Hogwarts.”
“E voi chi siete, scusate?” chiese Neville, confuso.
“Sono dei nostri amici.” Rispose Gray, battendo un pugno con Elfman. “E di
certo non ci aspettavamo di incontrarli qui!”
“E ci sono anch’io.” Fece Levy, raggiungendoli.
“Levy!” esclamò felice Lucy.
“Sarebbero venuti anche gli altri, ma non potevamo di certo lasciare la nostra…
casa senza nessuno.” Disse Mira, guardando Hermione.
“E così questo è il famoso Quidditch, eh?” commentò Cana, tirando fuori una
delle sue carte. “Prevedo che sarà qualcosa di veloce.”
“Prevedi il futuro?” le chiese Ron con una certa curiosità.
La ragazza sorrise.
“Diciamo che uso le carte per vari motivi, quando non bevo. E tra questi c’è
anche leggere il futuro.”
“Umpf. Quella è magia fasulla.” Fece Hermione, attirandosi lo sguardo irato
della maga.
“Ma davvero?” replicò lei stizzita, tirando fuori da uno zaino un piccolo
termos, bevendo tutto il suo contenuto in un solo sorso. “Quindi immagino che
tu sia una vera maga per via del fatto che non sai prevedere il futuro, vero?”
“Cana… avevi detto che non avresti bevuto subito…” le ricordò Mira, sorridendo.
“Non è colpa mia se certe situazioni richiedono subito una buona bevuta… E il
fatto che io non abbia la mia botte con me non mi aiuta!”
“B-Botte?” ripeté Ron incredulo. “Ma che cosa bevi?”
“Sakè ovviamente. Perché?”
“Ma il sakè non è un liquore?” chiese esterrefatta Hermione.
“E con ciò?”
“E voi non le dite nulla?!” urlò contro gli altri maghi di Fairy Tail, che
alzarono le spalle.
“Non dovrebbe?” chiese Natsu.
“Umpf.” Fece una voce alle loro spalle. “Un gruppo di svitati per degli
svitati. Non ci si poteva aspettare nulla di più.”
Draco Malfoy si sedette dietro di loro, incurante degli sguardi che si era
attirato contro.
“Mi chiedo quanti secondi resterà in sella Potter. Forse stavolta cadrà non
appena partiranno.” Continuò, ridendo.
“Sta’ zitto, Malfoy.” Fece Gray. “O stavolta ne uscirai male.”
“Oh, che paura. Beh, vediamo un po’ che cosa combineranno. Guardate, stanno per
iniziare.”
Il gruppo di maghi spostò lo sguardo, mentre Piton raggiungeva il centro del
campo, con aria inviperita, fischiando e dando inizio alla partita.
I quattro maghi di Fairy Tail volarono subito in alto, passando prima di fronte
a Makarov e poi disperdendosi per il campo.
“Che velocità!” esclamò incredula Levy. “Avete provato a spiegarmi com’è una
partita di Quidditch tramite le vostre lettere, però non immaginavo qualcosa di
simile!”
“Questo è un vero sport da uomini!” ripeté urlando Elfman, mentre un Bolide
lanciato da Fred sfiorava Piton, che assegnò un rigore al Tassorosso.
“Speriamo non si faccia male nessuno.” Fece Mira.
Malfoy scoppiò a ridere.
“Sapete come penso che scelgano i giocatori del Grifondoro? Prendono quelli che
fanno più pena. Infatti ci giocano Potter e Scarlet, che non hanno genitori. I
Weasley, che non hanno soldi… Mi meraviglio che non ci giocate anche voi tre.
Così la squadra sarebbe perfetta. Una perfetta squadra di sfigati.”
“Attento Malfoy… Ti stai inimicando qualcuno molto più forte di te…” lo avvertì
Natsu.
“Oh, forse volete che anche i vostri amici giochino? In effetti, tra uno
sbiancato, una dai capelli blu, un’ubriacona e una smidola-”
Questa volta non finì la frase che Elfman lo colpì in pieno con un pugno, che
lo fece cadere dalla sedia.
“Offendi ancora mia sorella, e vedrai che questo sarà il mio pugno più
amichevole.” Lo minacciò, sotto gli sguardi sorpresi di Ron, Hermione e
Neville.
“Ben fatto. Finalmente un po’ di silenzio.” Commentò Cana, tornando a guardare
la partita.
Harry, ignaro di quel che stava succedendo sugli spalti, era sceso in
picchiata, mancando di pochi centimetri Piton.
Poco dopo il moro tornò di nuovo in alto, tenendo in bella vista il Boccino
d’Oro.
“Evvai!” urlò Natsu, saltando per la gioia. “Il Grifondoro vince ancora! Bravo
Harry!”
“Questo è un record!” esultò Ron, dimenticandosi per qualche istante che Harry
e gli altri gli stavano nascondendo qualcosa. “Nessuno aveva mai preso il
Boccino in così poco tempo!”
“Volete dire che è già finita?!” fece delusa Cana. “Avevo detto che sarebbe
stata una cosa veloce, ma speravo in qualcosa di più di cinque minuti.”
Mentre i Grifondoro sfilavano sul campo, con i gemelli Weasley in testa e Lee
che continuava a esultare tramite il megafono, Piton atterrava sul campo,
livido in volto e con le labbra strette.
Harry e Erza atterrarono poco lontano, sentendo subito una mano sulle spalle.
“Ben fatto!” esclamò Makarov, assieme a Silente. “Sapevo che ne sarebbe valsa
la pena di venire fin qui ad assicurarmi che non correste pericoli.”
“Master!” dissero i due insieme.
“Beh, la sua presenza è stata senza dubbio fondamentale. Immagino che sia stato
lei a farlo giungere qui, vero Preside?”
“Diciamo che ho pensato che vi avrebbe fatto piacere. Inoltre, vorrei parlare
con Makarov di quel che è successo qualche settimana fa…”
I due annuirono.
“Ho portato con me qualche membro.” Fece il Master, sorridendo. “E da quel che
ho visto, Elfman ha perso la pazienza con uno studente… Non facciamo in tempo a
giungere in questo mondo che subito cominciano i guai…”
“Tranquillo, la nostra infermiera saprà sistemare il naso del signor Malfoy in
pochi secondi.” Disse Silente, allontanandosi assieme a Makarov. “Ah, Potter,
Scarlett, stasera ho riservato per voi e i vostri compagni una sala del
castello per poter cenare insieme.”
I due lo ringraziarono, per poi essere interrotti da Fred.
“Ho sentito bene? Elfman ha dato una lezione a Malfoy? Stasera allora si
festeggerà alla grande!”
Piton sputò per terra, carico di rancore.
Quando uscirono dallo spogliatoio, Fred e George corsero subito in direzione
del castello, lasciando indietro gli altri due, che preferirono andare con
calma.
Fu proprio grazie a ciò che scorsero una figura incappucciata allontanarsi dal
castello, dirigendosi verso la foresta. I due maghi di classe S si guardarono,
per poi annuire e salire di nuovo sulle loro scope, restando abbastanza lontani
per non farsi sentire.
“Quello è Piton, riconosco la sua camminata.” Fece Harry, avvicinandosi alla
figura non appena essa si fermò in mezzo a una radura.
Con loro sorpresa videro che con lui c’era anche Raptor.
Non riuscivano a distinguere l'espressione sul suo viso, ma balbettava peggio
che mai.
Dovettero fare uno sforzo per sentire quello che i due si stavano dicendo.
“...n-non ca-capisco pe-pe-perché hai vo-voluto che ci ve-vedessimo qui,
Se-severus, con ta-tanti altri po-posti che ci sono...”
“Oh, be’, non volevo farlo sapere in giro.” rispose Piton, in tono gelido. “In
fin dei conti, è bene che gli studenti non sappiano della Pietra Filosofale.”
Raptor stava per borbottare qualcosa, quando il professore di Pozioni lo
interruppe.
“Hai scoperto come si fa a mettere fuori combattimento quella bestiaccia che
Hagrid ha piazzato lì dentro?”
“M-ma Severus, io...”
“Guarda che non ti conviene avermi per nemico, Raptor.” disse Piton facendo un
passo verso di lui.
“No-Non ca-capisco ch-che cosa inte...”
“Lo sai benissimo, quel che intendo dire.”
In quel momento, un gufo lanciò un forte bubolo, che fece sussultare i due
maghi.
Si ripresero in tempo per udire Piton che diceva: “... quei tuoi abracadabra da
quattro soldi. Io resterò ad aspettare.”
“M-Ma i-io n-non so...”
“Benissimo.” tagliò corto Piton. “Faremo presto un’altra bella chiacchierata,
quando avrai avuto il tempo di pensarci su e di decidere da che parte stai.”
E così dicendo, si gettò il mantello sul capo e si allontanò a grandi passi
dalla radura.
Ormai era quasi buio, ma Harry riuscì a scorgere Raptor, che era rimasto lì,
come pietrificato.
Guardò Erza, per poi allontanarsi assieme a lei, atterrando fuori dalla
foresta.
“Se la salvezza della pietra dipende da Raptor…” cominciò la rossa.
“Entro una settimana sarà in mano a Piton.” Completò Harry.
Capitolo 14 *** La riunione di Fairy Tail! Il drago! ***
14: La riunione di Fairy Tail! Il drago!
Ed eccomi qui, in quello che secondo alcuni è il penultimo giorno di vita di questo pianeta!
E data l'occasione speciale (e visto che se dopodomani ci saremo
ancora, sarà quasi Natale XD) ecco il primo dei miei due
aggiornamenti (non so se ce ne saranno altri per quest'anno, ma se
sì al massimo solo per questa fiction XD).
Allora, eravamo rimasti al ritorno a scuola e alla ripresa delle
lezioni, oltre al pugno che passera alla storia XD. Ditelo, tutti avete
sognato che Malfoy prima o poi lo prendesse così, vero? XD
Ordunque, ringrazio Fly89 per avermi betato il capitolo e... direi di passare alle recensioni!
@ fria: Eh, i miei progetti si
estendono per molto, molto tempo... e diciamo che ci saranno
avvenimenti del tutto nuovi, sia per i maghi di Hogwarts sia per quelli
di Fairy Tail. Ma dovrete aspettare ancora un po', mi spiace XD. Per
Zeref... vedrai, vedrai... @ midori no yume: Prima di
tutto, benvenuta anche a te tra i recensori! Ti ringrazio, e spero di
riuscire a continuare così con questo crossover (che, al
momento, è il più lungo e svillupato al mondo tra questi
due fandom XD). Eh già, Malfoy si è cacciato in qualcosa
di ben più grosso di fare la spia... ma vedrai, per lui ho
progetti ben precisi. Per la tua domanda, questa fan fiction
ripercorerrà gli eventi di HP e FT, perciò apparirano
tutti i personaggi più qualcuno esterno... Che ruolo avranno e
se faranno parte della sezione scolastica di Fairy Tail... questo
è ancora presto per dirlo. Posso solo anticiparti... che ci
sarà una sorpresa al secondo smistamento XD @ ganduil: Ormai dovresti
conoscermi, il tempo per me è decisamente facile da far
sottostare ai miei voleri XD. Ma tranquillo, è tutto
perfettamente calcolato. E la torre arriverà presto... ma non
prima di qualche altro avvenimento, forse anche non previsto...
eheheh... L'idea di far arrivare Makarov e gli altri a scuola non so
nemmeno io come mi è venuta XD *finge di non vedere Makarov in
piedi dietro di lui con sguardo minaccioso*. Per Ron e Hermione...
posso solo dirti che la verità ha il suo prezzo... e loro
potrebbero fare non poca fatica per raggiungerla. @ Fly89: Eh già, non
hanno ancora la più pallida idea di cosa stanno cercando di
fare... mi fanno quasi pena XD. Un Malfoy meno rompiscatole? Uhm...
chissà, forse lo sarà ancora di più, o forse non
sarà più il Malfoy che conosciamo noi... di certo,
l'incontro che è avvenuto avrà pesanti ripercursioni sul
futuro della trama. Poi... *rivolta calza di Natale* Questo è
solo l'inizio, mia cara Fly89! Il meglio deve ancora venire... e
qualcun altro potrebbe decidere di mettersi in mezzo. E Elfman... come
direbbe lui, era suo dovere portare un po' di sana allegria a
Grifondoro, e il naso rotto di Malfoy passera senza dubbio alla storia
XD. Makarov e gli altri hanno così avuto il loro primo contatto
con l'altro mondo e Piton... minaccia Raptor XD.
Perfetto, e ora... è il momento che un certo Dragon Slayer
incontri un suo (?) possibile parente XD. Buona lettura e Buon Natale a
tutti!
Capitolo 14: La riunione di Fairy Tail! Il drago!
Quella sera, Harry e gli altri maghi della
gilda uscirono dalla sala del Grifondoro prima dei loro compagni. Davanti al
quadro della Signora Grassa li aspettavano Mira e Elfman. “Yo!” fece Gray. “È stata una vera e propria sorpresa trovarvi
qua! Credevo non poteste venire.” Disse Fred, salutandoli. “Silente ci ha fatti venire per
aiutarvi. Abbiamo saputo dell’attacco che c’è stato qualche settimana fa e così
ha approfittato della partita per portarci qui con la scusa di vedervi.”
Rispose Mira. “Questo posto è enorme!” esclamò Elfman.
“La nostra gilda in confronto era minuscola!” “Elfman, non urlare, ti potrebbe sentire
qualcuno. E qui, oltre a noi e a Silente, nessuno sa dell’esistenza di Fairy
Tail.” Disse Erza. “E così deve continuare a essere.” “Allora, dov’è il ritrovo?” chiese Lucy. “Ecco… Silente ha detto qualcosa su una
stanza vicino alla Sala Grande… Ma non abbiamo idea di che cosa stesse
parlando…” “Seguiteci, vi facciamo strada.”
Ridacchiò Harry. “Questo castello è troppo complicato per imparare a memoria
tutti i vari passaggi. A proposito, come siete arrivati qui?” “Ci ha accompagnato una signora… La
vicepreside, se abbiamo capito bene…” “Allora era la McGranitt. La nostra
professoressa di Trasfigurazione.” “Trasfigurazione? Come la magia di
trasformazione?” chiese Mira. “Più o meno, anche se un po’ più complessa.
E comunque, al momento ci limitiamo a trasformare oggetti in altri oggetti.
Siamo ancora lontani dal poter trasformare animali o umani.” “Cose che per noi sono elementari
insomma.” Continuò Natsu, sbadigliando. “Beh, dopo aver visto Elfman combattere,
non posso di certo contestare. Cavoli, quell’aspetto era veramente mostruoso!”
commentò Fred. “Fred!” lo riprese Harry. “Ops… Scusa.” “Aspetta finché non ci saremo riuniti, poi
potrai parlare liberamente. Se ci sentisse qualcuno, sarebbe difficile
giustificarci.” Gli altri annuirono, dopodiché si
allontanarono. Per loro sfortuna, poco lontano,
Hermione e Ron avevano sentito tutto. “Quell’aspetto? Cosa intendeva mio
fratello con ‘quell’aspetto era veramente mostruoso’?!” “E perché parlava di combattere? Okay
che ha sistemato Malfoy con un solo pugno, però… Inoltre, dicevano che per loro
è elementare la trasfigurazione.” “E hanno parlato di una gilda, che a
quanto pare è la famosa Fairy Tail…” continuò Ron, deglutendo. “Hermione, temo
stiamo andando a ficcare il naso in qualcosa di grosso. Dovremo lasciar
perdere.” “Hai sentito, no? Sono venuti qui dopo
che quella ragazza ha tentato di colpirci. Devono essere coinvolti in tutto
ciò.” “Ma se le cose stanno così, vuol dire
che sanno che siamo noi gli studenti che sono stati aggrediti. Silente lo avrà
riferito a quello che loro chiamano Master!” “Appunto, perciò abbiamo già tutti i
loro sospetti su di noi. E inoltre… non so perché, ma quando ho visto quel
signore ho avuto una sensazione… nostalgica, non saprei dire.” “Vuoi dire che l’hai già visto?” “No, non l’ho mai visto prima… o almeno,
non credo… Ogni volta che provo a ricordare mi viene un gran mal di testa.” “Cosa facciamo? Li seguiamo o torniamo
indietro?” “Torniamo indietro per ora. Si
accorgerebbero subito di noi.”
La cena dei componenti di Fairy Tail
quella sera fu fantastica. Silente aveva allestito una stanza solo
per loro, facendo sì che nessuno potesse avvicinarsi ad esclusione dei membri
della gilda, e proprio come la Sala Grande, i piatti si riempirono da soli.
“Fantastico!” esclamò Levy, guardando il
suo piatto nuovamente rifornito di cibarie. “Questo posto è impregnato di magia
ovunque!”
“E questo è il minimo.” Fece Natsu,
ingoiando un pezzo di pollo. “C’è pure un’enorme cane a tre teste qualche piano
più in su.”
“Davvero? E lo tengono qui dentro?
“Be’, è chiuso in una stanza vietata
agli studenti, aye.” Rispose Happy, mordendo un pesce due volte più grande di
lui.
“Noi ci siamo finiti per colpa di
Malfoy. Il ragazzo che Elfman ha, con la soddisfazione di tutti i Grifondoro e
non, mandato in infermeria con il naso rotto.”
“Sapevo che quel ragazzo aveva qualcosa
che non andava.” Fece Mira. “Speriamo non vi infastidisca più.”
“Io non ci spero troppo… ma chissà!
Magari avverrà un miracolo!”
“Ehm, Ehm…” attirò l’attenzione Makarov.
“Allora, dopo questa cena, che direi ottima, è arrivato il momento di parlare
un po’.”
“Ehi, non puoi interrompere così la
nostra cena!” si lamentarono insieme i due gemelli, per poi farsi comunque
seri.
“Immagino che non ci siano più dubbi su
ciò che è successo in questo castello qualche settimana fa: un seguace di Zeref
è riuscito ad arrivare in questo mondo, e ha attaccato degli studenti. Questo
non è un buon segno.”
“Tutto quello che ha a che fare con
Zeref non è mai positivo.” Disse seria Erza, tenendo lo sguardo basso.
“Inoltre, c’è la questione della Pietra
Filosofale.” Continuò il Master. “Ne ho parlato con Silente, il quale mi ha
confermato che hanno già tentato di rubarla, sebbene abbiano fallito tutte e
due le volte.”
“Lo sospettavo.” Fece Harry. “Allora che
cosa dobbiamo fare?”
“Silente è a conoscenza che voi sapete
la verità, e mi ha chiesto di riferirvi di non farne parola con nessuno. Io gli
ho proposto di lasciare qui Mira e gli altri che mi hanno accompagnato, ma mi
ha detto che ha già faticato a tenere lontano il Ministero, avvertito da vari
studenti per un certo episodio.” E qui guardò Elfman, che si grattò la testa
nervoso.
“Domani dovremo andarcene, perciò devo
lasciare tutto nelle vostre mani. Intervenite immediatamente non appena doveste
scoprire che la pietra è in pericolo. Ovviamente senza farvi scoprire da
nessuno.”
“La fai facile, aye… Con Gazza e quella
sua strana gatta, non è affatto facile, neppure per me…” commentò Happy.
“Lo so, ma avete i mantelli
dell’invisibilità e la mappa del castello. Con quei due oggetti non dovreste
avere difficoltà.”
“E nel caso ci fosse qualche emergenza,
noi torneremo qui immediatamente!” esclamò Levy. “Potete stare tranquilli!”
“Non ce ne sarà bisogno! Sono abbastanza
forte per gestire qualsiasi nemico! Siamo senza dubbio i maghi più forti presenti
in questo castello!” urlò Natsu, sputando una piccola fiammata.
“Speriamo bene…” fece Lucy, sospirando,
mentre Erza colpiva con un calcio un Gray che aveva iniziato a spogliarsi.
La mattina dopo, i maghi di Fairy Tail
si salutarono nella stanza dove avevano cenato.
“Allora ci vediamo durante le prossime
vacanze.” Fece Mira.
“Certo! Contiamo di tornare con Harry e
gli altri a Magnolia anche quest’estate. Di sicuro sarà una vacanza estiva
molto più movimenta di quanto potrà mai esserlo qui!” esclamò George.
“Sarà una vacanza da veri uomini!” urlò
Elfman, mentre Silente si avvicinava a loro con Fanny appollaiata su una
spalla.
“Se siete pronti, è ora.” Disse
pacatamente.
“Va bene.” Fece Makarov, mentre lui e
gli altri maghi si avvicinavano alla fenice. “Allora alla prossima ragazzi.”
“D’accordo. E grazie ancora per la
visita!” rispose Erza, salutandoli con un cenno.
Poi, senza alcun preavviso, Fanny li
avvolse con le sue fiamme, scomparendo, per poi riapparire pochi secondi dopo
da sola.
“Allora direi che è ora di lasciarvi
alle vostre lezioni.” Fece Silente, sorridendo. “Buona giornata.” Aggiunse
congedandoli, per poi avviarsi altrove.
Nelle settimane a seguire, con grande
sorpresa di Harry e dei suoi amici, Raptor sembrò riuscire a resistere alla
paura della minaccia di Piton.
Hermione abbandonò temporaneamente i
suoi ‘progetti di spionaggio’, decidendo di cominciare a studiare per gli esami
che avrebbero sostenuto tra dieci settimane, con grande disappunto di Ron, che
tuttavia la seguiva in biblioteca ogni giorno senza ribattere.
Fu proprio lì che, una mattina,
incontrarono Hagrid.
“Ciao Hagrid!” lo salutarono tutti.
Il guardiacaccia sussultò, nascondendo
velocemente un libro dietro la schiena.
“C-Ciao!” replicò, cercando di
nascondere il suo timore.
“Che cosa ci fai in biblioteca? Credevo
ti interessassero di più gli animali che la lettura.” Fece Natsu, per poi
cominciare ad annusare l’aria, spalancando gli occhi.
“Dove sei stato?” chiese subito dopo,
mentre un sorriso furbo compariva sul suo volto.
“Sono solo venuto qui a dare
un’occhiata…” rispose lui, guardando incuriosito il Dragon Slayer, come anche
gli altri.
“Davvero? E da quando ci sono draghi in
biblioteca?” continuò il rosa, avvicinandosi a Hagrid in modo che solo l’uomo
potesse sentirlo.
Il guardiacaccia sgranò gli occhi.
“E tu come-”
“Ho un buon olfatto.” Si limitò a
rispondere lui, sempre sorridendo. “Dimmi, dove posso vederlo? Sai, potrei
aiutarti, se ti serve una mano. So più cose di quante possa dirtene uno stupido
libro!” disse, alzando la voce all’ultima frase.
A quel commento, Lucy e Hermione, che si
trovava poco lontano, gli lanciarono un’occhiataccia.
“Puoi venire da me più tardi… dopo le
lezioni…” disse ancora confuso Hagrid.
“Perfetto! Allora ci vediamo dopo!” lo
salutò Natsu, per poi allontanarsi di corsa, lasciando indietro gli altri maghi
di Fairy Tail, seguito poco dopo dal guardiacaccia.
“Pessimo segno…” esordì Gray. “Quando
Natsu è così motivato in qualcosa, non possono che nascere guai…”
“Io sarei più preoccupato per Hagrid.”
Commentò Ron, emergendo da un corridoio. “Da quel che so, il fatto che stia
guardando libri sui draghi non è positivo.”
A quella parola, tutti i membri della
gilda si guardarono tra di loro.
“Draghi?” ripeté Lucy, per poi girarsi
lentamente verso Erza.
“Quell’idiota…” fece lei, mentre i suoi
capelli cominciavano ad alzarsi da soli verso l’alto, come sospinti da un vento
invisibile. “Che cos’ha in mente di fare?!”
“Calmati Erza.” La riprese Harry. “Non
puoi perdere il controllo della tua magia così.” E con uno sguardo indicò
Hermione e Ron, che la stavano guardando increduli.
Vedendoli, la rossa si calmò subito.
“E poi, direi che non c’è da
preoccuparsi con Natsu. Non è stupido come sembra.”
“Vero.” fece Fred. “E poi, che cosa c’è
di male in un innocuo animaletto domestico?”
“Immagino che tu ti stia dimenticando
della scottature che Charlie si è procurato in Romania con i draghi selvatici,
vero?” disse Ron.
“Senza contare che è contro le nostre
leggi dal 1709. È troppo pericoloso e troppo difficile nasconderli ai Babbani.”
Aggiunse Hermione.
“Voi non conoscete Natsu… Questa è senza
dubbio la cosa peggiore che poteva capitare…” sospirò il mago del ghiaccio,
portandosi una mano sulla fronte.
La giornata proseguì tranquilla, finché
non giunse la fine dell’ultima ora.
“Allora io vado da Hagrid.” Disse Natsu,
alzandosi immediatamente e raccogliendo i libri. “Forse farò un po’ tardi a
cena, non aspettatemi.”
“Natsu.” Lo chiamò Harry. “Vedi di
ricordarti di non fare nulla di avventato. Sappiamo che cos’ha Hagrid.”
“Allora sapete anche perché non posso
starmene zitto. So meglio di chiunque altro quanto possa essere pericoloso, e a
Hagrid serve qualcuno che sappia come occuparsene, e direi che l’unico presente
in tutta la scuola sia io.”
“D’accordo, ma poi dovrai riferirci
tutto.” Concesse Harry.
“Va bene.” Rispose lui, per poi correre
via.
Poco lontano, Ron e Hermione erano
rimasti in ascolto, fingendo di star sistemando le proprie cose.
“Di cosa diamine stanno parlando?”
mormorò il rosso. “Sembra quasi che Natsu sappia come gestire un drago…”
Natsu raggiunse di corsa la capanna di
Hagrid, dove entrò subito, chiudendosi la porta alle spalle. Non risentì
minimamente dell’aumento di temperatura dovuto a un fuoco che ardeva nel
camino. Lì dentro, sotto il bollitore, c’era un enorme uovo nero.
“Quello…” fece incredulo, mentre Hagrid
si lisciava nervoso la barba. “Dove l’hai trovato?”
“L’ho vinto ieri sera al pub.” Rispose
lui. “Ho giocato a carte con uno straniero, che sembrava piuttosto felice di
liberarsene.”
“Povero piccolo.” Commentò il Dragon Slayer,
per poi mettere le mani nel fuoco.
“Ehi, attento!” esclamò Hagrid.
Ma quando vide il ragazzo prendere
l’uovo senza essersi procurato alcuna bruciatura restò a guardarlo incredulo.
“Non credevo avrei mai visto davvero un
uovo di drago.” Fece lui, per poi appoggiare l’orecchio all’uovo. “E direi che
il piccolo sta crescendo bene.”
“Come hai fatto? Insomma, sei riuscito a
capire dall’odore che avevo un drago, anche se ancora uovo, hai messo le mani
nel fuoco per prenderlo e non ti sei scottato…”
“Vedi, ho a che fare con i draghi fin da
piccolo. Per me è normale. Anche se devo ammettere che è la prima volta che
vedo un uovo. L’ultima volta ho preso un granchio enorme, ho confuso le uova e
non è nato un drago.” Spiegò.
“Davvero hai avuto a che fare con i
draghi?”
“Potrei dire… di essere cresciuto con
loro. È stato prima di incontrare Erza, Gray, Harry e Lucy.” Rispose, con gli
occhi che si perdevano nei ricordi di Igneel.
“Quindi sai come crescerne uno?”
“Crescerne uno? Direi che è
impossibile.” Rispose schietto il mago del fuoco. “A essere sincero, credo sia
più facile che sia un drago a crescere un umano. Sono creature fiere, non si
abbasserebbero mai a essere aiutati da un umano. Collaborare sì, ma non
dipendere.”
“Vedrai che con lui sarà diverso. Ne
avrò cura finché potrò!”
Natsu lo guardò, per poi sorridere.
“Allora ti darò una mano. Ho avuto a che
fare con un drago adulto, mentre di cuccioli… Beh, non credo sia lo stesso…”
fece, ripensando a Gajil.
“Harry e gli altri lo sanno?”
“Del fatto che ho avuto a che fare con
un drago? Oh, sì che lo sanno. Solo, fingono di non saperlo, come d’altronde
faccio anch’io.”
“Sapete, mi incuriosisce il vostro
gruppo. Siete ragazzi fuori dal comune anche per dei maghi.”
“Ce lo dicono spesso.” Ridacchiò il
Dragon Slayer, rimettendo l’uovo nel fuoco.
“Sono contento che Harry sia finito con
voi. Quando l’ho portato dai Dursley, la cosa non mi era andata giù, ma era un
ordine di Silente e non potevo rifiutarmi.”
“Vuoi dire che sei stato tu?!” chiese
sorpreso Natsu.
Il guardiacaccia annuì, mentre assumeva
un’espressione triste.
“L’ho preso tra le macerie di ciò che
restava della sua casa. Una… persona mi prestò una moto per poter portare via
Harry… giusto in tempo, dato che poco dopo giunsero i primi seguaci di
Tu-Sai-Chi, intenzionati a vendicarlo e a portare a termine la sua opera.”
“Capisco…” fece il rosa, abbassando lo
sguardo verso il fuoco. “Non mi sorprende che Harry odi così tanto la magia
oscura… Dev’essergli rimasto dentro.”
“Dimmi Natsu… Com’è stare da voi?
Insomma, da quel che ho capito siete tutti maghi da dove venite, no? Una specie
di Hogwarts.”
“Sì, potremmo definirla così… Solo,
ognuno di noi, in un modo o nell’altro, ha vissuto un’esperienza simile a
quella di Harry. Non ho mai chiesto i dettagli. Nel mio caso, non ho mai
conosciuto i miei veri genitori. Sono stato cresciuto da Igneel, e io lo
considero come il mio unico padre.”
“E che fine ha fatto?”
“Scomparso nel nulla. Lo sto cercando da
anni, ma senza successo. E dire che non è neppure uno che può passare
inosservato.” Sghignazzò.
“Ti capisco. Anch’io ho perso il mio
papà che ero giovane. Ero ancora a scuola, prima di essere espulso.”
“Espulso?” ripeté Natsu.
“Una lunga storia… è stato grazie a
Silente se sono rimasto qui come guardiacaccia, ma la mia bacchetta è stata
spaccata a metà.”
“E non si può fare nulla?”
Hagrid scosse la testa. “Ormai non ha
più importanza. È successo cinquant’anni fa.”
“A proposito di anni, abbiamo scoperto
tutto.” Disse Natsu, sorridendo.
“Tutto cosa?”
“Nicolas Flamel, la pietra filosofale…”
Hagrid sgranò gli occhi.
“Vi avevo detto di non indagare oltre!”
esclamò, preoccupato.
“Tranquillo, ci fermeremo qui. Eravamo
solo curiosi.”
Hagrid lo guardò sospettoso, ma infine
annuì.
“Meglio così. Ma ora dimmi… Harry com’è
stato da voi? Non ho avuto modo di chiederglielo direttamente, anche perché non
saprei come dirglielo…”
“Oh, non ti preoccupare. Basta che non
gli fai sapere che sono stato io a dirti tutto quanto. Non gli piace ricordare
il passato.”
“Sarò muto come un pesce.”
Natsu rise, associando per un istante
l’uomo a Happy.
“Beh, eravamo tutti riuniti. Io e Gray,
come al solito, stavamo… pacificamente discutendo. Ed è stato allora che Harry
è apparso dal nulla. Abbiamo scoperto subito che non era a conoscenza
dell’esistenza della magia, ma il nostro vecchio l’ha preso sotto la sua guida.”
Disse, alzando una manica e mostrando il marchio di Fairy Tail. “Ci ha messo un
anno per riuscire a fargli controllare la magia, dato che sembrava soggetto a
usarla quando non se ne rendeva nemmeno conto. Mi ricordo quella volta che dopo
essere stato preso in pieno da un pugno, gli stavo volando contro. L’abbiamo
dovuto recuperare dal tetto della casa.” Disse, ridendo al ricordo.
Anche Hagrid sorrise.
“Capisco perfettamente. I maghi finché
non ricevono la bacchetta spesso non hanno il controllo della propria magia.”
“Beh, per i suoi capelli, non c’è stato
molto da fare. Non so le volte che glieli abbiamo tagliati, anche su sua
richiesta, ma niente, tornavano identici a prima nel giro di poche ore.”
“E vi divertivate?”
“Oh, sì. Da noi non si ci annoia mai. Anche
Fred e George, che come avrai saputo, sono venuti con noi, ne sono rimasti
affascinati.”
“E anche feriti, se non sbaglio. Cosa
diamine avete combinato? Una battaglia?”
“Beh, solo un… incidente…” rispose,
portandosi una mano dietro la testa.
“Non avrete incontrato un simile di
Fuffi, vero?”
“No… Se proprio devo dirlo, potrei dire
che abbiamo incontrato un drago…” commentò. “Ma comunque, stiamo tutti bene, ed
è questo l’importante, no?”
“Concordo.”
“Beh, ora mi conviene andare, o rischio
di venire rimproverato. Fammi sapere quando l’uovo è sul punto di schiudersi.
Non voglio perdermi per nulla al mondo la nascita di un drago.”
“D’accordo, ti manderò un messaggio per
gufo.”
Natsu annuì, per poi salutarlo e uscire.
Si allontanò a sufficienza dalla capanna
per non essere visto e tirò fuori il suo mantello dell’invisibilità.
“Ormai è tardi per la cena… Ma non per
fare un salto alle cucine.” Ridacchiò, per poi scomparire sotto il mantello.
Tuttavia, nella sua fretta, non si
accorse della presenza di Ron e Hermione, che si erano nascosti dietro la
capanna di Hagrid, ed erano rimasti in ascolto.
Attesero qualche minuto che Natsu si
allontanasse per poi tornare a loro volta verso il castello.
“Che cosa ne dici?” chiese il rosso
all’amica.
“Per la prima volta, non so proprio cosa
pensare… Com’è possibile che sia cresciuto assieme ai draghi? È praticamente
impossibile per un mago diplomato tenere testa a una di quelle creature… e lui
era solo un bambino. Il suo padre adottivo era uno completamente pazzo, se è
andata veramente così…”
“Confermo. Charlie ce l’ha detto più
volte che è pericoloso. Eppure… Natsu ne parlava entusiasta. Inoltre hai visto
cos’ha fatto? Ha messo le mani nel fuoco senza scottarsi!”
“Per quello basta usare una magia, che
potrebbe aver imparato per conto suo, però non l’ho visto usare la bacchetta…
Inoltre, come sarebbe a dire che lui, Fred, George e gli altri hanno incontrato
un drago?”
“Non lo so… ma la cosa mi piace sempre
di meno. Che cosa nascondono davvero?”
“Lo scopriremo… a costo di doverne diventare
l’ombra. Ma questo dopo gli esami.” Sentenziò lei.
Ron sospirò. “Sapevo l’avresti detto…”
Nei giorni seguenti, Natsu andava quasi
ogni giorno da Hagrid per vedere se l’uovo stava bene.
Harry e gli altri si erano arresi alla
cosa, e anche loro, a turni, lo accompagnarono per vedere l’uovo.
Fred e George lo avevano guardato
ammirati, immaginandosi già che cosa avrebbero potuto combinare con l’aiuto di
un drago, ma non avevano fatto in tempo a proferire parola che Natsu, Harry e
Erza li avevano fulminati con lo sguardo.
Poi, un mattino, il gufo di Natsu, che
aveva chiamato Kasai, gli recapitò il messaggio che stava aspettando da giorni.
“L’uovo si sta schiudendo!” esclamò a
bassa voce.
“Davvero? Credevo ci sarebbe voluto più
tempo.” Fece Erza.
“Beh, con Happy non c’è voluto tanto…”
disse Natsu.
“Sì, ma eri insieme a…” ma Gray con
concluse la frase, zittendosi prima e distogliendo lo sguardo, come fecero
anche i due maghi di classe S, mentre Natsu spostava lo sguardo.
“Scusa.” Fece il mago del ghiaccio.
“Ehm… Ci siamo persi qualcosa…?” mormorò
Fred.
“Non siete gli unici.” Aggiunse Lucy,
guardando sorpresa e un po’ preoccupata quel cambiamento d’umore dei loro
amici.
“Beh, prima abbiamo le lezioni.” Disse
Harry, alzandosi. “Poi potrai andare.”
“Non se ne parla, io vado subito!”
“Ci vorrà ancora qualche ora. Puoi
tranquillamente aspettare.”
Natsu lo guardò in cagnesco, pronto già
a colpirlo con un pugno, ma poi vide il moro sospirare.
“Non c’è niente da fare con te, eh?”
fece, portandosi una mano sulla fronte, rassegnato. “E va bene, per oggi ti
copriremo noi, però sappi che non accadrà più, chiaro?”
Natsu sorrise a trentadue denti, per poi
annuire e correre via.
“Passo prima nella Sala Comune!” urlò,
attirandosi gli sguardi straniti degli altri studenti.
“Immagino per prendere qualcuno…”
sospirò Lucy.
“E chi, se possiamo chiederlo?” fece
Hermione, facendo sussultare i maghi.
“Q-Quanto hai sentito?” chiese George.
“Abbastanza per sapere che cosa deve
andare a fare da Hagrid. E sappiate che non sono assolutamente d’accordo con il
fatto che abbiate deciso di coprirlo.”
“Non oserai...”
“No, tranquilli, non avvertirò nessuno,
ma se posso darvi un consiglio, è meglio che ci abbiate a che fare il meno
possibile.”
“E non rompere per una volta! Hai visto
quanto era felice Natsu?” intervenne l’altro gemello.
“Io vi ho avvertito.” Concluse la
ragazza, per poi andarsene.
Natsu aprì di botto la porta del
dormitorio.
“Happy, preparati!” urlò, mentre il
gatto blu tirava fuori la testa da sotto le coperte dove si era rifugiato non
appena era rimasto solo.
“Ancora cinque minuti… aye…” disse
ancora mezzo addormentato.
Tuttavia non ebbe il tempo di dire altro
che il Dragon Slayer lo prese di forza e lo cacciò nello zaino.
“Non c’è tempo per dormire! L’uovo sta
per schiudersi!” esclamò, per poi correre giù dalle scale e indossando il
mantello per non farsi vedere.
“Che cosa?!” gridò Happy, non appena realizzò
che cosa gli aveva detto l’amico.
“Già! Ci sta aspettando! Non vedo l’ora
di vederlo nascere!”
Il Dragon Slayer corse il più
velocemente possibile, attraversando in pochi minuti l’intero parco del
castello, raggiungendo la capanna di Hagrid.
Natsu bussò forte, e pochi secondi dopo
la porta si aprì, lasciando intravedere un agitatissimo Hagrid.
“Sei stato veloce!” disse, lasciandolo
entrare. “Le lezioni?”
“Per oggi Harry e gli altri mi
copriranno.” Disse, per poi appoggiare a terra lo zaino, lasciandolo aperto in
modo che anche Happy potesse vedere.
“Ha già cominciato a rompere il guscio.”
Continuò il guardiacaccia, indicando l’uovo, ora appoggiato sul tavolo e pieno
di crepe.
“Fantastico!” esclamò Natsu,
avvicinandosi.
Stettero ad osservarlo per qualche
minuto in silenzio, finché non si sentì un rumore secco, e l’uovo si divise a
metà, rivelando il cucciolo di drago: era nero, con le ali coperte da aculei
che erano più grandi di lui. Aveva il muso allungato, narici larghe, due corna
appena accennate e sporgenti occhi arancioni.
Il cucciolo rimase sdraiato per qualche
secondo, per poi alzarsi e guardare i due di fronte a lui.
“Non è adorabile? È proprio un bel
cucciolo!” fece Hagrid, cercando di accarezzarlo sulla testa, ma ottenendo un
morso su un dito.
Natsu ridacchiò.
“Se continui a chiamarla al maschile,
potrebbe continuare ad aggredirti.” Disse divertito.
“Uh?” fece sorpreso il guardiacaccia.
“È una femmina. L’odore è diverso da
quello dei draghi maschi.” Spiegò il Dragon Slayer, per poi avvicinarsi anche
lui al drago e riuscendo ad accarezzarle la testa.
Pochi secondi dopo, il draghetto sputò
una piccola fiammata che investì in pieno il volto di Natsu.
Hagrid si girò e prese immediatamente un
secchio d’acqua, ma con sua grande sorpresa, quando tornò a guardare Natsu, il
fuoco era scomparso senza lasciare alcuna traccia sul volto del ragazzo.
“Eh eh…” fece lui. “Ottime fiamme,
piccola.”
“Ma come…? Il fuoco ti ha preso in
pieno…” balbettò Hagrid, incredulo.
“È ancora debole come fiamma. Questo
fuoco non potrà mai scottarmi.” Rispose semplicemente Natsu.
Nessuno dei due si era accorto che fuori
dalla capanna, Ron aveva visto tutto quanto, e ora stava indietreggiando
spaventato.
“H-Ha… Ha mangiato le fiamme… L’ho visto
mangiarsi il fuoco!” riferì a Hermione pochi minuti dopo, raggiungendola di
corsa in biblioteca e portandola in un corridoio vuoto.
“Eh?” fece lei, non riuscendo a capire
di cosa stesse parlando.
“Natsu… Ho visto Natsu mangiare il fuoco
del drago!” disse Ron, riprendendo fiato.
“Non dire assurdità. Non esiste una
magia per mangiare il fuoco. Al massimo per diventarne immuni.”
“Hermione, l’ho visto masticare le
fiamme! Non posso essermi sbagliato, s’è pure leccato le labbra!”
La ragazza lo guardò sempre più
sorpresa.
“E Hagrid non ha detto nulla?”
“Non l’ha visto… si era girato un
attimo.”
“Forse hai visto male…”
“Hermione, si è preso una fiammata in
pieno volto e non si è procurato nemmeno una piccola bruciatura!”
La studentessa a quel punto rimase in
silenzio.
“Capisco… vorrà dire che cercherò
qualche informazione su una magia del genere. Se esiste, qui la troverò di
certo.” Sentenziò, per poi dirigersi a passo affrettato verso un altro
corridoio.
“Ma che cosa sta succedendo qui?!”
sbottò il rosso, seguendola.
Poco lontano, appoggiato a uno scaffale,
Draco Malfoy sogghignava divertito.
“Oh, questo è solo l’inizio, Weasley…”
mormorò, per poi allontanarsi.
15: La Foresta ProibitaEd eccomi qui con il nuovo capitolo!
Dunque, ci siamo lasciati con Natsu che si prendeva amorevolmente cura
del cucciolo di drago, con Ron e Hermione che alla fine scoprono i suoi
veri poteri... o forse no XD.
E forse ora è giunto il momento che anche loro incontrino qualcuno abbastanza importante...
Perciò, come ultimo capitolo di quest'anno, eccovi qui la
riedizione del pezzo della foresta proibita, con diverse novità!
E già che ci sono, vi annuncio che per la fine di questa terza
saga mancano, escluso questo, due capitoli! Quindi preparatevi,
perché la parte interessante sta finalmente per iniziare! E
presto, molto presto, faranno la loro apparizione diversi nuovi
personaggi.
Ma basta con gli spoiler! Ringrazio infinitamente Fly89 per avermi fatto da beta reader e passo a rispondere alle recensioni!
@ fria: Guarda, i tempi per
un mio capitolo sono abbastanza lunghi: la scrittura in sé mi
porta via da una settimana a anche più di un mese, poi
c'è il ricontrollo, che consiste prima in una mia rilettura, poi
passa a Fly89 che mi sistema i fin troppi errori che nonostante tutto
mi sfuggono (o che non so che sono errori XD) e infine lo rileggo
un'ultima volta per verificare che ci sia tutto. Perciò non
posso sempre assicurare un'uscita settimanale o (nel caso di
Equilibrio) mensile. Senza considerare la trasformazione del file in
html, che porta via poco tempo, ma che devo sempre sistemare mille
più uno di errori nel codice della pagina XD. Ad ogni modo, per
Malfoy preparati a leggere qualcosa di totalmente nuovo... come anche
per gli altri personaggi XD. @ Luna 97: Ehh... i due non
sanno proprio stare al loro posto, e in questo capitolo capiranno che
non sempre le cose vanno come sperate... Spero di riuscire ancora a
sorprenderti con i prossimi eventi, che non mancheranno di colpi di
scena XD @ ganduil: Già, se non
fosse stato per Natsu, il drago di sarebbe chiamato Nomberto XD. Ma
questa volta no ù.ù. E hai ragione a pensare che in
futuro ci sarà da divertirti... sopratutto adesso che si
avvicina il primo incontro XD @ Fly89: Eh, temevo che Natsu
avrebbe fatto questo effetto XD. Però bisogna pur sempre
ricordare che per lui è stato veramente come se fosse arrivato
Natale XD. E già, qualcosa sui misteriosi tre anni di Harry
passati a Earthland comincia a saltare fuori... ma siamo ancora
all'inizio! Uhm... Ron e Hermion VS Mecha (io propongo l'Aquarion
ù.ù) sarebbe una sfida interessante XD. La parte di
Nomberto viene detta negli ultimi libri, ma passa quasi totalmente
innoservata, perciò non preoccuparti, tanto non è
importante per la trama XD. E ora Malfoy tornerà a essere,
almeno per questo capitolo, il quasi insopportabile Malfoy XD
Bene, e ora... Buona lettura a tutti e Buon Anno!
Capitolo 15: La Foresta Proibita
“Non se ne parla nemmeno!” urlò Natsu,
sbattendo con forza le mani sul tavolo di fronte a lui, facendo apparire
diverse crepe. Lui e gli altri maghi di Fairy Tail si
erano riuniti in una stanza vuota, e ora stavano discutendo sugli ultimi
eventi. “Cerca di ragionare, fiammifero troppo
cresciuto!” replicò Gray. “Non potete far crescere un drago! Soprattutto perché
non potrete tenerlo nascosto ancora a lungo!” “Non è vero! Possiamo farcela!” “E dove lo vorreste nascondere?” chiese
Erza. “Nella Foresta Proibita? Ottimo luogo, pochi alberi, poco materiale
infiammabile… Senza dubbio il nascondiglio perfetto per un drago.” Il Dragon Slayer spostò lo sguardo,
digrignando i denti. “Capiamo perfettamente quanto sia
importante per te. Sappiamo che era molto tempo che non vedevi un drago, e
l’opportunità di vederne crescere uno probabilmente è più unica che rara, ma
cerca di aprire gli occhi! Qui i draghi non passano inosservati. Non passano
inosservati nel nostro, di mondo!” “E con ciò?! Non hanno detto che qui ci
sono altri draghi? E allora perché questo non andrebbe bene?” “È vero che qui ci sono molti draghi…”
fece Fred con voce pacata e seria. “Ma Ron per una volta tanto aveva ragione:
nostro fratello Charlie ha avuto molte difficoltà… Figurati a lasciare un drago
vicino a una scuola. Tu sei probabilmente l’unica persona in tutto questo mondo
a essere perfettamente immune al fuoco. Per gli altri studenti non è così.” “Beh, basterà che non lo provochino e lui-” “Natsu!” tuonò Harry. “Non è Igneel! Non
è neppure in grado di parlare! Non è come i draghi del nostro mondo!” Il rosa spalancò gli occhi. “Non sarà mai allo stesso livello di
Igneel.” Continuò il moro, calmandosi. “Crescendo, diventerà solo una bestia
sputafuoco, incapace di relazionarsi con gli umani. E questo lo sai
perfettamente anche tu.” “Sì, lo so… Ma come potrei rivolgere di
nuovo la parola a Igneel se mi sbarazzassi di un suo simile, anche se non
intelligente come lui?” “Non lo abbandoneresti a se stesso.
Abbiamo già sentito nostro fratello. Lui sarebbe disposto a prenderlo,
assicurandosi che cresca come qualsiasi altro drago, tra i suoi simili.” Disse
George. “Ne abbiamo parlato anche con Hagrid.
Anche lui alla fine si è convinto che è meglio così.” Natsu si diresse verso la porta. “Fate come volete, ma io non vi aiuterò
a portarlo via.” Disse infine, andandosene. Nei giorni seguenti, Natsu rimase in
disparte, senza quasi rivolgere la parola a nessuno. Questo fatto non passò inosservato agli
occhi di Hermione, che si domandò che cosa poteva essere successo. “È per via del drago.” Le spiegò Ron.
“Charlie ha scritto pure a me per chiedermi di coprire il più possibile Fred e
George in questa storia. Stanotte verranno dei suoi amici a prenderlo, ma da
quel che ho capito, Natsu non voleva assolutamente che lo portassero via. E per
quel che sappiamo su di lui, potrebbe essere più che valido come motivo per
litigare.” “Già… In fondo, sembrava essersi
piuttosto affezionato a quel drago… Il suo entusiasmo in questi giorni era alle
stelle, però è troppo pericoloso tenerlo. E per noi potrebbe essere l’occasione
giusta per scoprire qualcosa di più.” “Come scusa?” “Seguiremo i tuoi fratelli questa notte.
Non hai detto di aver scoperto che hanno dei mantelli dell’invisibilità?” “Sì… ma non posso di certo prenderlo. E
poi sembra che lo tengano sempre con loro.” “Non andranno tutti via, sarebbe troppo
pericoloso. Aspetta che qualcuno sia distratto e prendiglielo. Lo rimetterai a
posto prima che se ne accorgano.” “Il mondo dev’essere vicino alla fine,
se proprio tu stai insistendo così tanto per violare le regole.” Disse,
accennando a un sorriso. “E va bene, ci proverò, ma non ti conviene prenderlo
tu a Lucy o Erza?” “A essere sincera, non so perché, ma ho
la sensazione che se lo prendessi a una di loro, rischierei grosso…” Il rosso sospirò. Quella sera, Ron rimase dentro la sala
di ritrovo, dicendo che preferiva finire il suo tema prima di scendere a cena. Dopo essersi assicurato che tutto il
gruppo di Harry se ne fosse andato, salì le scale, entrando nel loro dormitorio
e dirigendosi verso il letto di Natsu. “È più probabile che sia lui a non
averlo, visto che di sicuro non vorrà vedere il drago andarsene…” rifletté,
aprendo il baule del Dragon Slayer e cominciando a frugarci dentro alla ricerca
del mantello. Tuttavia, sdraiato sopra il letto, Happy
stava sonnecchiando, ma aprì gli occhi, disturbato dal rumore prodotto dal
frugare di Ron all’interno del baule. “Natsu…?” bofonchiò, facendo sussultare
il rosso, che si guardò intorno. “C-Chi ha parlato?” fece, deglutendo. Nello stesso momento, Happy spalancò gli
occhi, accorgendosi di ciò che il ragazzo teneva tra le mani, ovvero il
mantello dell’invisibilità. Senza pensarci due volte, saltò contro
il mago, centrandolo con una testata alla stomaco e facendolo boccheggiare per
il colpo improvviso. “Ma che-?” borbottò, mentre Happy
saltava all’indietro, atterrando su due zampe e pronto a ripartire all’attacco. Tuttavia Ron stavolta fu più veloce e lo
colpì in testa con un libro. Happy rimase fermo per qualche secondo,
per poi cadere sul letto svenuto. Il rosso si portò una mano allo stomaco
per massaggiarlo e sedare il dolore. “Ma che razza di gatto sei tu? Beh,
dopotutto appartieni a un ragazzo che si mangia il fuoco… non dovrei nemmeno sorprendermi
troppo…” Poi cominciò a rimettere nel baule tutto
quanto, facendo attenzione a mantenere la stessa posizione originale. Infine tirò fuori la bacchetta. “Non potrà parlare, ma di sicuro
cercherà di avvertire Natsu in qualche modo. Meglio se fino a domani non si
muova. Pietrificus Totalus!” Il gatto sussultò involontariamente non
appena l’incantesimo lo colpì, per poi restare completamente immobile. Ron lo prese e lo nascose sotto il
letto, per poi indossare il mantello e scomparire. Quella sera, Fred e George salutarono
Harry e gli altri verso mezzanotte, per poi andare da Hagrid a prendere il
drago. “Pensi che sia una buona idea lasciarli
andare da soli?” “Sono sempre più esperti di noi per
quanto riguarda il castello. Conoscono ogni corridoio praticamente a memoria. E
poi hanno entrambi il mantello e la mappa, non c’è pericolo.” “Bene…” commentò aspro Natsu, per poi
salire verso il dormitorio. “Allora ci vediamo domani.” Harry, Erza, Gray e Lucy lo guardarono
in silenzio. “Dite che accetterà presto questa
storia?” “Sì, vedrai, non appena capirà che
avevamo ragione, tornerà il solito idiota con il sorriso stampato sul volto e-” Ma il mago del ghiaccio s’interruppe
sentendo qualcuno che correva per le scale. Pochi secondi dopo, Natsu riapparve nella
sala, tenendo tra le braccia Happy, completamente immobile. “Qualcuno ha pietrificato Happy!”
esclamò, preoccupato, appoggiando su una poltrona il gatto blu, che riusciva a
muovere solamente le pupille. Harry si avvinò subito, alzando una mano
e sciogliendo l’incantesimo. “Ron!” gridò subito Happy. “Ron ha preso
il mantello di Natsu!” I maghi rimasero in silenzio per qualche
secondo. “Ora che ci faccio caso, non abbiamo
visto né lui né Hermione…” esordì Lucy, poco prima di vedere Salamander correre
verso l’uscita. “Natsu, fermo!” urlò Erza, senza
risultato. Il Dragon Slayer era uscito in fretta e furia. “Dobbiamo inseguirlo!” esclamò Gray,
trovandosi però una mano a fermarlo. “No. Più andiamo, più sono alte le
probabilità che ci becchino. Se Natsu verrà scoperto, sarà tutta colpa sua, mentre
se troverà prima Ron e Hermione… Beh, questa volta sono loro dalla parte del
torto.” Disse con freddezza Majutsu. Fred e George si tolsero i mantelli non
appena ebbero raggiunto la torre di Astronomia. Lì, alla finestra, c’erano quattro
persone in sella a dei manici di scopa. I due gemelli gli consegnarono il drago,
che in quel momento stava dormendo in una cesta. “Salutateci Charlie.” Dissero ai
quattro, che annuirono, per poi fissare la cesta alle scope e volare via. “E questa è fatta… adesso non resta che
far tornare Natsu di buon umore… il Master di certo si accorgerà presto del suo
stato.” “Beh, non è di certo colpa nostra. Noi
alla fine, per una volta, abbiamo fatto la cosa giusta. È ancora presto per far
entrare un drago a Hogwarts.” “Almeno, un vero drago. In fondo, c’è
già Natsu, che di certo è quanto di più simile a un drago in circolazione.”
Disse Fred, per poi ridacchiare entrambi. “Su, ora torniamo da Harry e gli altri.
Immagino che il rapporto ormai sia rimandato a domani. È quasi l’una, e adesso
i corridoi sono senza dubbio sorvegliati da Gazza e la sua gatta.” “Secondo te chi vincerebbe tra Mrs Purr
e Happy?” “Senza dubbio Happy. Ma se parliamo di
antipatia, allora Mrs Purr è la vincitrice assoluta.” “Che ne dici di andare nelle cucine a
prendere qualcosa da mettere sotto i denti? Portare quel drago mi ha tolto
tutte le energie.” “Sai fratello? È un’ottima idea!”
replicò il gemello, per poi avvolgersi entrambi con il mantello e allontanarsi. Pochi secondi dopo si sentì la porta
aprirsi e chiudersi. Immediatamente, Ron e Hermione uscirono
da sotto il mantello. “Quanto di più simile a un drago?”
ripeté Ron, incredulo. “Che cosa diamine volevano dire?!” “Io sono più preoccupata per questo
rapporto che devono fare. E soprattutto, chi è davvero questo Master?” “Troppi misteri per i miei gusti! E
inoltre non ho mai sentito Fred e George parlare di qualcuno così seriamente!
Neppure verso Silente hanno un simile rispetto!” “Non lo so, ma qualunque cosa sia successa-” Ma Hermione non finì la frase che la
porta della torre si aprì di colpo, rivelando un Natsu irato. “Ronald Weasley!” esclamò, tirando fuori
la bacchetta. “Come hai osato attaccare Happy?!” Il rosso deglutì, indietreggiando. “T-Ti chiedo scusa… mi serviva il tuo
mantello e il tuo gatto continuava ad aggredirmi… Credimi, non volevo fargli
del male, e ti avrei restituito il mantello prima dell’inizio delle lezioni-” “Mi credi forse idiota?” replicò il
Dragon Slayer, mentre i suoi canini sembravano allungarsi, brillando sotto la
luce della Luna. “Hai colpito un mio caro amico! Non la passerai liscia!” “E nemmeno lei, signor Dragonil.” Fece
una voce alle sue spalle. I tre maghi si voltarono verso la fonte
della voce, ritrovandosi a guardare la professoressa McGranitt, accompagnata da
un sorridente e soddisfatto Draco Malfoy. I canini di Natsu tornarono alla
normalità. “P-Professoressa…” cominciò, girandosi
completamente, ma interrompendosi nel vedere la profonda serietà sul viso
dell’insegnante. “Voi tre, seguitemi. E anche lei, signor
Malfoy.” Disse schietta, girandosi e scendendo le scale, seguita in silenzio
dai quattro studenti, con Draco che continuava a mantenere il suo sorriso. Raggiunsero l’ufficio della McGranitt in
pochi minuti, dove lei si sedette subito dietro la scrivania, restando immobile
come una statua. “Allora, vediamo se ho capito bene.”
Disse infine. “Avete avuto la geniale idea di andarvi a fare un giro all’una di
notte sulla torre di Astronomia per qualche motivo sconosciuto. Inoltre, il
signor Malfoy ha detto che avevate con voi nientemeno che un drago. E come
ciliegina sulla torta, trovo Dragonil che minaccia due suoi compagni. Mai si
era sentito qualcosa del genere! Sono indignata! Mi aspettavo più buonsenso da
voi. Soprattutto da due studenti come voi, Granger e Dragonil.” La McGranitt prese un profondo respiro. “Vi verranno tolti cinquanta punti.”
Disse infine. “A testa!” Natsu, Hermione e Ron spalancarono gli
occhi increduli. “Che cosa?!” esclamò il Dragon Slayer,
sbiancando vistosamente, mentre Draco non riuscì a trattenere una risatina. “Lo stesso vale anche per lei, signor
Malfoy.” Continuò la professoressa. “Tutti voi dovrete andare in punizione.
Vedrò di trovare qualcosa di adatto.” “Faccia come vuole. Non mi importa dei
punti.” Replicò Malfoy, per poi allontanarsi incurante dello sguardo sorpreso
dell’insegnate. “Torno al mio dormitorio per annunciare la vittoria di
Serpeverde anche quest’anno. Buonanotte.” La McGranitt era rimasta spiazzata da
tale comportamento, mentre Natsu, Ron e Hermione erano incapaci di dire
qualsiasi cosa. “Ora… tornate immediatamente a letto
tutti quanti.” Fece. “Non ho mai provato tanta vergogna per degli studenti del
Grifondoro.” I tre annuirono, per poi allontanarsi,
raggiungendo in silenzio la torre di Grifondoro. Una volta entrati, trovarono Harry e gli
altri ad aspettarli. “Natsu-” cominciò Lucy, venendo
interrotta da una mano del rosa. “Ci hanno beccati… Mi sono lasciato
trascinare dall’ira e non mene sono reso conto in tempo.” “Beh, non sarà successo nulla di grave…”
fece Fred. “Cinquanta punti in meno.” Rispose Ron.
“A testa.” A quell’ultima parola, il silenzio coprì
l’intera stanza. La mattina dopo, quando gli altri
studenti guardarono le clessidre che segnavano i punti delle quattro case, pensarono
a un errore vedendo quella di Grifondoro con centocinquanta punti in meno. Poi, piano piano, la voce che la colpa
era di tre studenti del primo anno cominciò a diffondersi. E in breve tempo, Natsu, Ron e Hermione
si ritrovarono contro l’intera scuola. Infatti non solo i membri di Grifondoro,
ma anche Corvonero e Tassorosso speravano in una loro vittoria, interrompendo così la serie di vittorie
consecutive di Serpeverde. I maghi di Fairy Tail cercarono di consolare
l’amico, ma a impedire il successo dell’intento c’erano tutti i loro compagni,
che continuavano a parlarne male. Ron e Hermione erano in una situazione
ancora più difficile. Infatti, entrambi erano considerati i veri colpevoli del
caso, dato che erano stati loro per primi a uscire. Il colpo per loro fu tale
che si richiusero in silenzio, dimenticandosi anche dell’ira che il Dragon
Slayer aveva mostrato nei loro confronti. Entrambi avevano deciso di smetterla
di indagare sui maghi di Fairy Tail, consci del fatto che avrebbero solo rischiato
di peggiore ulteriormente la situazione di Grifondoro. Sotto questo clima teso, gli esami si
facevano sempre più vicini, e per la prima volta, i membri della gilda furono
visti impegnati a fare i compiti. Fu proprio mentre rientrava dalla
biblioteca che Harry si fermò ad un tratto, portandosi la mano sulla cicatrice,
che aveva cominciato a prudergli. “Che cosa succede?” si chiese. “No, no, un’altra volta no, ti prego…”
sentì dire dalla voce di Raptor, che si trovava in un’aula lì vicino. Attento a non far rumore, Majutsu si
avvicinò, restando vicino alla porta. “E va bene… va bene.” Sentì dire ancora
dal professore. Pochi secondi, e questi uscì in gran
fretta dall’aula, rimettendosi a posto il turbante e allontanandosi, senza
nemmeno guardare Harry, che invece lo fissò, per poi imprecare a bassa voce e
correre via, diretto alla torre di Grifondoro. “Ha ceduto!” disse non appena raggiunse
Erza e gli altri. “Di chi stai parlando?” chiese Gray. “Raptor. Ha ceduto a Piton. Gli rivelerà
come superare il cane.” Continuò. “Allora non c’è più tempo da perdere.
Dobbiamo tenerlo sotto controllo per scoprire quando glielo riferirà, e a quel
punto, interverremo.” “Quindi si sta veramente preannunciando
la possibilità di fare qualcosa di brutto a Piton? Fratello, è già arrivato
Natale!” scherzò Fred. “Speriamo di no, con quello che ci è
successo questo Natale, direi che ne ho abbastanza per il momento!” replicò
l’altro, sempre con il sorriso sul volto. “Io lascerei perdere se fossi in voi.”
Fece la voce di Hermione dietro di loro. “Noi non dovremmo parlare, è vero,
però non c’è bisogno di peggiorare la nostra situazione. Noi abbiamo
rinunciato, vi conviene farlo anche voi, qualunque cosa stiate progettando.” “Direi che è un po’ tardi per i
ripensamenti, no?” disse gelido Natsu. “Se voi non aveste cercato di ficcare il
naso in affari che non vi riguardano, non sarebbe successo nulla di tutto
questo.” “Ma noi volevamo solo-” Ma il Dragon Slayer si alzò dalla
poltrona e incollò letteralmente la sua faccia irata a quella di una spaventata
Hermione. I suoi occhi erano ridotti a due fessure, rendendoli simili a quelli
di un rettile. “Voi volevate che cosa?!” tuonò
minaccioso. “Mi avete cacciato in questo guaio, avete colpito Happy senza farvi
troppi scrupoli… Su, continua!” Ma la ragazza arretrò, distogliendo lo
sguardo. “Mi ero sbagliato sul vostro conto.”
Continuò Natsu, girandosi e dirigendosi verso le scale del dormitorio. “Credevo
foste più intelligenti per capire dove sbagliate.” Hermione rimase in silenzio, mentre gli
altri maghi di Fairy Tail non sapevano che cosa dire. Il mattino seguente, quando Natsu,
Hermione e Ron si sedettero per fare colazione, trovarono di fronte a loro un
messaggio a testa, identici l’uno all’altro. Per punizione, andrete in cella d’isolamento a partire
dalle undici di stasera. Presentatevi al signor Gazza nel salone d’ingresso. Prof.ssa McGranitt Con tutto quello che era successo con la
retrocessione di Grifondoro, ai tre era quasi passato di mente che avrebbero
dovuto scontare la punizione. “Perfetto… e così posso pure direi addio
a un’altra notte di riposo…” sbottò Natsu, accartocciando il foglio. Quella sera lui uscì prima di Ron e
Hermione, dirigendosi subito verso l’ingresso. Happy aveva cercato di
accompagnarlo, ma il Dragon Slayer aveva rifiutato, dicendo che doveva
sbrigarsela da solo. Arrivò venti minuti prima, ma trovò ad attenderlo sia
Gazza che Malfoy. Solo in quel momento si ricordò che
anche il biondo avrebbe dovuto scontare la punizione con loro. Si appoggiò al
muro, chiudendo gli occhi mentre aspettavano gli altri due, che arrivarono
puntuali. “Seguitemi.” Disse Gazza non appena ci
furono tutti e quattro, aprendo la porta e accendendo un lume. “Adesso credo proprio che ci penserete
due volte, prima di violare di nuovo il regolamento della scuola, eh?” fece in
tono di scherno. “Se volete sapere come la penso io, i migliori insegnanti sono
il lavoro duro e le punizioni... È proprio un peccato che non ne diano più
spesso come una volta... Allora ti appendevano al soffitto per i polsi e ti ci
lasciavano per qualche giorno! Ho ancora le catene in ufficio: le tengo ben
oliate, nel caso che servano... Allora, andiamo, e non sognatevi di filarvela
proprio adesso: se ci provate, sarà peggio per voi.” Nessuno dei ragazzi commentò,
continuando a seguirlo, finché non arrivarono di fronte alla capanna di Hagrid. “Sei tu, Gazza?” chiese la voce del
guardiacaccia. “Sbrigati che voglio incominciare.” A Ron sentendo la sua voce scappò un
sospiro, ma Gazza lo tranquillizzò subito. “Non penserai mica che siate venuti a
divertirvi insieme con quello zoticone? Be’, levatelo dalla testa, ragazzo: è
nella foresta proibita che vi sto portando, e non so neanche se tornerete tutti
interi.” A quelle parole, Hermione fece un
flebile lamento, mentre Malfoy rimase impassibile. “Tutto qui?” chiese invece Natsu.
“Dobbiamo solo entrare in un boschettino? Allora non c’è nulla di cui
preoccuparsi.” “M-Ma dicono che dentro ci sono un sacco
di bestie… anche lupi mannari…” mormorò Ron, terrorizzato. “Lupi mannari? Non li ho mai sentiti
nominare, ma di sicuro non mi faranno paura.” Commentò il Dragon Slayer,
guardandolo serio. “Buon per te allora, ragazzo.” Disse
aspro Gazza. In quel momento Hagrid emerse dalle
tenebre e si avvicinò a loro, seguito da Thor. Portava in mano una grossa
balestra e una faretra piena di frecce a tracolla. “Era ora.” Disse. “È già mezz’ora che vi
aspetto. Tutto bene Natsu? Ron, Hermione?” “Io non li tratterei con tanta
confidenza, Hagrid.” Sputò freddamente Gazza. “In fin dei conti, sono qui per
essere puniti.” “Forse è per questo che siete in
ritardo, signore? Perché ha perso tempo a fargli la lezione? Ma non è compito
suo, questo. Lei ha fatto la sua parte, da qui in avanti me ne occupo io.” “Allora io torno all’alba…” fece Gazza.
“…a riprendere quello che ne resta.” Concluse malignamente, per poi voltarsi e tornare
al castello. “Dobbiamo davvero entrare nella
foresta?” chiese Ron. “Sì. Avete combinato un guaio, e adesso
dovete pagare.” “E va bene. Che cosa dobbiamo fare?”
domandò Natsu. “Cacciare qualche bestia pericolosa? O semplicemente catturarne
una?” “Niente di tutto questo. Venite, vi
faccio vedere. State vicini a me.” Li portò di fronte all’ingresso della
foresta, dove si vedeva un sentiero che si inerpicava tra i lugubri alberi
avvolti dalla nebbia. Poco lontano, una macchia argentea
brillava al buio. “La vedete? Quello è sangue di
unicorno.” Spiegò il guardiacaccia. “Là dentro c’è un unicorno ferito. È la
seconda volta questa settimana. Mercoledì scorso ne ho trovato uno morto. Noi
cercheremo di salvarlo, povera bestia. Ma forse dovremo abbatterlo, per non
farlo soffrire.” “E se quello che ha ferito l’unicorno ci
trova prima?” chiese Hermione. “Niente che vive nella foresta può farvi
del male, se siete con me o con Thor. E poi, non lasciate mai il sentiero.
Bene, adesso ci divideremo in due gruppi e seguiremo le tracce ognuno da una
parte. C’è sangue dappertutto, l’unicorno ferito deve vagare almeno dalla notte
scorsa.” “Io mi prendo Thor.” Fece Malfoy,
avvicinandosi al cane. “D’accordo, ma ti avverto che è un gran
vigliacco.” Commentò Hagrid. “Allora, io vado con Natsu e Hermione. Ron, tu
andrai con Malfoy e Thor. Se uno dei due gruppi trova l’unicorno, sprizza
subito delle scintille verdi. E se qualcuno si trova in difficoltà, mandi delle
scintille rosse, e tutti verremo ad aiutarlo. Allora fate molta attenzione.
Andiamo.” Il gruppo si inoltrò nella foresta,
proseguendo insieme lungo in sentiero, finché esso non si divise a un bivio. Il gruppo di Natsu stette in silenzio
per un po’ di minuti. “Che cosa può aver ferito
quell’unicorno?” chiese il Dragon Slayer. “Uno di quei lupi mannari?” “Macché, i lupi mannari non sono così
veloci. Acchiappare un unicorno non è mica facile. Sono creature con grandi
poteri magici. Prima d’adesso non avevo mai sentito dire che un unicorno è
rimasto ferito.” “Capisco…” Hermione rimase in silenzio, continuando
a guardare spaventata il suo compagno di Casa. Non l’avrebbe mai ammesso, ma dopo la
sua sfuriata del giorno prima, non riusciva a guardarlo senza averne timore. I
suoi occhi… faticava ancora a credere a ciò che aveva visto, senza contare
quello che era successo nella torre di Astronomia. Era sicurissima di aver
visto i suoi denti allungarsi, però continuava a cercare di convincersi che
fosse un effetto ottico dovuto alla poca luce. Improvvisamente, in una radura poco più
avanti, qualcosa si mosse, facendo alzare subito a Hagrid la sua balestra. “Chi è là?” gridò. “Fatti vedere… sono
armato!” Natsu alzò la testa non appena sentì il
rumore di zoccoli che avanzavano, e chiuse le mani a pugno, pronto a
combattere. Ma con loro sorpresa, di fronte a loro apparve un centauro. Fino
alla cintola era un uomo con barba e capelli rossi, ma dalla vita in giù aveva
il corpo di un cavallo dal crine marrone castagna, con una lunga coda
rossastra. “Ah, sei tu, Conan.” Disse sollevato il
guardiacaccia, abbassando l’arma. “Come va?” continuò, andando a stringergli la
mano. “Buona sera a te, Hagrid.” Rispose lui.
“Non è che volevi colpirmi?” “Non si è mai troppo cauti, Conan. In
giro per questa foresta c’è senza dubbio qualcosa che non mi torna. Oh, a
proposito, ti presento Natsu Dragonil e Hermione Granger. Studiano su alla
scuola. E questo è Conan, ragazzi. Ed è un centauro.” “Incredibile…” fece Hermione. “Non pensavo ne avrei mai visto uno. Ne
avevo solo sentito parlare. Be’, è un piacere conoscerti!” esclamò Natsu,
sorridendo. “Buona sera.” Disse Conan, guardandoli e
soffermandosi sul Dragon Slayer. “Così siete studenti, giusto? E dite un po’:
in quella scuola si studia molto?” “Ehm… sì, un po’…” rispose timorosa la
ragazza. “E tu, Dragonil? Come ti trovi in questa
scuola?” chiese ancora il centauro. “Lo stai ancora cercando?” Natsu spalancò gli occhi sorpreso. “N-Non so di cosa stai parlando.” Replicò,
non sapendo che cosa fare. Con lui c’erano sia Hagrid che Hermione,
e quella creatura sembrava sapere diverse cose su di lui, per aver subito
chiesto di Igneel. Perché il Dragon Slayer era sicuro che si stava riferendo a
lui. “Capisco…” continuò lui, per poi alzare
la testa verso il cielo. “Marte è molto luminoso stasera.” “Come?” fece Natsu, cambiando di colpo
la sua sorpresa in curiosità, ma senza ottenere risposta. “Già…” disse Hagrid, guardando anche lui
in alto. “Senti un po’, Conan, sono proprio contento che ti abbiamo incontrato,
perché c’è in giro un unicorno ferito. Tu hai visto niente?” Il centauro rimase a fissare il cielo
ancora per diversi secondi, dopodiché abbassò lo sguardo su di loro. “Le prime vittime sono sempre gli
innocenti.” Disse. “Così fu nei secoli dei secoli, così è adesso. Qui e in
qualunque altro mondo.” Hermione notò Natsu chiudere le mani a
pugno. “Già.” Ripeté il guardiacaccia. “Ma tu
non hai visto niente? Niente di strano?” “Marte è molto luminoso stanotte. Non
capita spesso.” “Qualcosa più terra terra?” s’intromise
Natsu. “Non si riesce a sentire nessun odore decente dentro questa foresta,
perciò immagino che solo voi possiate sapere che cosa sta succedendo.” Conan rimase in silenzio, limitandosi a
guardarlo. “La foresta nasconde molti segreti. Segreti che non devono essere
rivelati.” “E noi non siamo autorizzati a
rispondere alle vostre domande.” Fece un’altra voce, anticipando un secondo
centauro, stavolta con i capelli e il manto nero, e con un aspetto più feroce
di Conan. “Ehilà, Cassandro.” Disse Hagrid. “Come
ti va?” “Buonasera, Hagrid, spero tu stia bene.” “Non c’è malaccio. Senti un po’, ho
appena fatto la stessa domanda a Conan: hai mica visto qualcosa di strano da
queste parti, ultimamente? Pare che in giro c’è un unicorno ferito: tu ne sai
niente?” Cassandro si avvicinò a Conan, per poi
guardare prima Natsu e poi il cielo. “Marte è molto luminoso stasera.” Disse. “Questa solfa l’ho già sentita.” Rispose
seccato Hagrid. “Be’, se uno di voi vede qualcosa, mi faccia sapere, d’accordo?
Noi ora andiamo.” E così dicendo, uscì dalla radura,
portandosi dietro Hermione. Natsu invece rimase un attimo indietro. “Voi
quanto sapete esattamente?” chiese alle due creature. “Sappiamo ciò che le stelle ci rivelano.”
Rispose Conan. “Figlio di Igneel.” “Voi sapete dove si trova?” “Le stelle rispondono solo ciò che
riguarda noi. Null’altro.” “Natsu!” urlò Hagrid, che si era fermato
pochi metri più avanti. Il Dragon Slayer guardò ancora i due
centauri, prima di salutarli con un cenno della mano e raggiungere i due
compagni. Proseguirono in silenzio per diversi
minuti, finché Hermione non attirò la loro attenzione. “Hagrid, guarda! Scintille rosse! Gli
altri devono essere in difficoltà!” esclamò. Natsu fece per correre nella direzione
indicata dal segnale, ma Hagrid lo fermò. “Non vi muovete da qui. Per nessun
motivo! Tornerò subito.” Disse, per poi sparire nelle tenebre. I due maghi restarono da soli,
aspettando. “Natsu…” mormorò Hermione. “Dici che
sono in pericolo?” “Non lo so. Come ho detto prima, nemmeno
il mio fiuto sviluppato qui riesce a sentire qualcosa. Troppe interferenze.”
Rispose lui, freddo. “Ma ne dubito.” “Come fai a dirlo?” “Chiamalo sesto senso. Non c’è la stessa
aria tesa che si sente quando succede qualcosa di grave.” “Natsu… Tu che cosa sei?” chiese
improvvisamente la ragazza. “Uh? Che razza di domanda è?” “Sei umano o no?” “Certo che sono umano. Che cosa
pensavi?” “Non lo so… ma ho notato che quando ti
arrabbi, i tuoi tratti cambiano.” “Davvero? Strano, non mi risulta.”
Continuò a rispondere il rosa, cercando di restare più calmo possibile. “Dove hai imparato a usare la magia? La
tua conoscenza è maggiore rispetto a quella di un primo anno.” “Me l’ha insegnata mio padre, prima di
scomparire. Ma perché tutte queste domande?” “Semplice… curiosità.” Rispose lei, per
poi interrompersi sentendo rumore di rami spezzati. Pochi instanti dopo, Hagrid riemerse,
accompagnato da Ron, Malfoy e Thor. “Per colpa di quest’idiota…” cominciò il
guardiacaccia, indicando Draco, che rimase impassibile. “…che si è messo a
lanciare scintille per puro divertimento, ormai sarà difficile riuscire a
trovare qualcosa.” “Quindi ci ritiriamo?” chiese il Dragon
Slayer. “No, non ancora… Natsu, vai tu con Ron e
Thor. Terrò io Malfoy, per assicurarmi che non faccia altre sciocchezze.” E così, Natsu e Ron si allontanarono
dagli altri, portandosi dietro Thor. A differenza di Hermione, il rosso
rimase completamente in silenzio, senza nemmeno guardare il compagno. Il senso
di colpa glielo impediva. Man mano che si inoltravano nella
foresta, le macchie di sangue argentato sembravano aumentare: c’erano schizzi
sulle radici degli alberi, come se quella creatura si aggirasse là attorno. Natsu si fermò improvvisamente,
cominciando ad annusare l’aria. “Da questa parte.” Sentenziò,
inoltrandosi attraverso degli arbusti. Si ritrovarono in un’altra radura, al
centro della quale c’era qualcosa di bianco che scintillava nel buio. Si
avvicinarono lentamente, finché non riuscirono a distinguere la figura: era
l’unicorno che cercavano, che giaceva a terra, morto. “Siamo arrivati troppo tardi…” fece il
Dragon Slayer, per poi spalancare gli occhi e prendere Ron per un braccio,
tirandolo indietro per nascondersi dietro un albero dal tronco largo. Prima che questi potesse parlare, si
sentì il rumore di un cespuglio che fremeva. Sotto gli occhi sorpresi di uno e
spaventati dell’altro, una figura incappucciata uscì da dietro il fogliame
scuro, strisciando verso l’animale morto. Una volta raggiunto, si chinò su di esso,
proprio sopra la ferita da cui usciva il sangue, e cominciò a berlo. “Bastardo!” urlò Natsu, uscendo dal
nascondiglio, facendo cenno con la mano a Ron di restare al suo posto. La figura alzò subito la testa,
guardandolo, con il sangue che colava dal mento fin sul petto. “Non so chi tu sia, ma non la passerai
liscia!” Poi il rosa tirò fuori la bacchetta,
agitandola senza però dire nulla. Facendo attenzione a non far notare il trucco
né alla figura né a Ron, generò dalla mano le fiamme, che evitarono la bacchetta
e andarono contro l’avversario, che tuttavia si salvò spostandosi in fretta. “Dove vai, codardo?!” urlò Natsu,
cercando di colpirlo ancora. Con sua sorpresa, anche la figura tirò
fuori una bacchetta, agitandola senza pronunciare una sillaba. Una luce rossa schizzò
dalla punta, dirigendosi contro un incredulo Natsu, ma l’incantesimo non lo
raggiunse mai. Un forte colpo di vento lo deviò, mandandolo a sbattere contro
un albero. Poi una figura in armatura scese dal
cielo. Per via del buio Ron non riuscì a
distinguere chi potesse essere, ma il particolare che saltava all’occhio era il
paio di ali che aveva sulla schiena, che scomparvero non appena mise piede a
terra. Non visibile al rosso era il marchio di
Fairy Tail impresso sul petto, di un verde smeraldo. Natsu la guardava incredulo. “State bene?” chiese la voce di Happy,
che si staccò dalla schiena del cavaliere giusto per farsi vedere da Natsu. “A dopo i saluti.” Disse un’altra voce,
camuffata dall’elmo dell’armatura. “Prima vediamo di sistemare questo tipo!” Senza aspettare oltre, porse in avanti
un braccio, evocando una spada verde, che brandì subito contro la figura. “Che diamine-” fece Ron, prima di vedere
il cavaliere saltare contro l’avversario, colpendolo a un braccio con la lama,
anche se solo di striscio. “Non sperare di attaccare uno di noi e
di rimanere impunito!” continuò la voce, alzando l’altra mano. Immediatamente i rami degli alberi si
abbassarono, cercando di intrappolare la figura. Questa però scivolò
all’indietro, scomparendo nell’oscurità. “Torna indietro!” urlò Natsu, cercando
di raggiungerla, ma venendo fermato da un forte pugno in testa da parte del
cavaliere, che lo spedì a terra. “Ahia!” esclamò il rosa, rialzandosi di
colpo e massaggiandosi la testa. “Perché l’hai fatto?!” “Idiota! Che cosa credevi di fare da
solo?!” lo riprese la voce. “È una fortuna che mi abbiano avvertito in tempo
che vi sareste inoltrati nella foresta.” “C-Chi sei?” chiese il rosso,
raggiungendoli con tutto il corpo che tremava. Il cavaliere si girò, mostrando così il
logo di Fairy Tail e nascondendo Happy alla vista del Weasley. “Il mio nome è Majutsu. E sono stato
incaricato dal vostro preside di assicurarmi che non vi succeda nulla.” Rispose
lui. “Ora tornate subito da Hagrid. Io resterò qui a controllare che quel tipo
sia veramente andato via.” “Majutsu?” ripeté Ron, sgranando gli
occhi. “Tu sei Majutsu?!” Natsu si girò verso di lui. “Lo
conosci?” Il rosso lo guardò. “Non vi abbiamo
detto niente per ordine di Silente… I due studenti aggrediti da quella strega
che si è infiltrata nel castello eravamo io e Hermione. E lei ha nominato
Majutsu e Titania.” “Allora era proprio come Silente
immaginava.” Disse Harry, all’interno dell’armatura. “Era venuta qui convinta
che io frequentassi la scuola. Andrò subito a riferirlo agli altri. Tu, Natsu,
assicurati che tutti voi torniate sani e salvi al castello. Vi farò avere mie
notizie il prima possibile.” “Agli ordini! Ma ricordati che mi devi
una sfida per questo!” rispose lui, sorridendo. “Quando sarai forte abbastanza per
tenere testa a me e a Titania.” Rispose Majutsu. “Aspetta ancora un attimo. Chi sei
davvero? Come fai a conoscere Natsu?” “L’ho già detto: io sono Majutsu. Majutsu
di Fairy Tail. E conosco Natsu… per il semplice motivo che facciamo parte della
stessa famiglia. Ora andate, prima che qualcos’altro vi attacchi.” “Prima c’è una cosa che vorrei fare, se
non ti dispiace.” Intervenne Natsu, puntando la bacchetta contro il corpo
dell’unicorno. “Credo preferisca così, piuttosto che essere ancora vittima di
quel… coso.” Una fiammata uscì in prossimità della
bacchetta, attraversando l’aria e colpendo l’animale, che venne avvolto dalle
fiamme in pochi secondi. “Ho circoscritto l’area, il fuoco si
estinguerà da solo, senza minacciare la foresta.” Spiegò Natsu, mettendo via la
bacchetta. Poi si girò. “Forza, andiamocene Ron.” Disse, per poi
correre tra gli alberi, seguito da un ancora incredulo Weasley. Harry rimase fermo per qualche minuto,
mentre Happy si staccò subito dall’armatura, atterrando in piedi di fronte a
lui. “Ora puoi anche venire fuori.” Disse il
ragazzo, senza girarsi. “Come facevi a sapere che ero qui?”
rispose una voce, seguita dal rumore di zoccoli che calpestavano il terreno. Si trattava di un terzo centauro, più
giovane rispetto a Conan e Cassandro, dalla chioma di un biondo chiarissimo. “Ti ho visto dall’alto, prima di
atterrare.” Rispose Harry, facendo scomparire l’armatura e la spada, che furono
sostituiti dalla divisa. “E se non fosse stato per me, avresti aiutato tu Natsu
e gli altri, vero?” “Sì, ma non mi aspettavo di incontrarti,
giovane Potter. E nemmeno che tu riuscissi a tenere testa a quella creatura.” “Ho affrontato esseri più forti… Ma
qualcosa mi dice che non ha nemmeno pensato di combattermi.” “Ed è stata una fortuna per te. Avresti
avuto parecchie difficoltà.” “Che cosa vuoi dire, aye?” chiese il
gatto. “E chi sei?” “Il mio nome è Fiorenzo.” Rispose lui.
“Ed è un piacere conoscerti, Happy.” “Come fai a sapere i nostri nomi?” “Le stelle mi hanno annunciato questo
incontro. Chi sa leggere le stelle sa tutto. O quasi. Purtroppo nemmeno loro
sono infallibili al cento per cento.” “Allora sai chi era quella cosa? E
perché stava bevendo il sangue di unicorno?” domandò Majutsu. “Tu non sai che cosa si può fare con
quel sangue, vero?” “No. Abbiamo usato solo corni e peli,
nient’altro. Non abbiamo mai parlato del sangue.” Il centauro si voltò verso il falò. “Questo
perché uccidere un unicorno è una cosa mostruosa. Soltanto uno che non ha
niente da perdere e tutto da guadagnare commetterebbe un delitto del genere. Il
sangue di unicorno ti mantiene in vita anche se sei a un passo dalla morte, ma
il costo da pagare è tremendo. Poiché hai ucciso una cosa pura e indifesa per
salvarti, dall’istante in cui il sangue tocca le tue labbra non vivrai che una
mezza vita, una vita dannata.” “Ma allora perché l’ha fatto, aye?” “Solo una persona davvero disperata
accetterebbe un simile prezzo…” rifletté Harry. “E a voi non viene in mente nessuno che
abbia bisogno di prolungare la sua vita solo temporaneamente? Giusto per
aspettare di bere qualcos’altro? Sapete che cos’è nascosto dentro la scuola,
vero?” Harry sgranò gli occhi. “La Pietra
Filosofale… l’elisir di lunga vita… No, non può essere davvero lui…” “Di chi state parlando, aye?” “Voldemort.” Disse il moro, tornando a
guardare il falò. “Questo significa che è tornato… anche se non con tutti i
suoi poteri. È stata una fortuna che non abbia potuto riconoscermi.” “Dovrai affrontarlo prima o poi.”
Continuò Fiorenzo. “Il tuo destino lo pretende.” “Ha ucciso i miei genitori, oltre a
centinaia di altre persone… E stasera ha attaccato i miei amici. Anche se non
fosse nel mio destino, farei in modo di affrontarlo lo stesso.” Il centauro lo guardò ancora per qualche
secondo. “Ora ti conviene tornare a scuola prima che si accorgano della tua
assenza. Altrimenti la tua scena di poco fa sarà stata completamente inutile.” Il mago annuì, mentre Happy si faceva
spuntare di nuovo le ali, sollevandolo di peso. “Grazie per avermi illuminato.” Disse Harry.
“Farò sì che le informazioni che mi hai passato non vadano sprecate.” Detto ciò, i due volarono in alto,
scomparendo nel buio della notte. “Il tuo destino non comprende più solo questo mondo.
Devi essere forte, Harry Potter.” Disse Fiorenzo, prima di inoltrarsi nella
foresta.
16: Le sfide della botola!Ed eccomi con il nuovo capitolo!
Scusate per il ritardo, ma ci sono stati una serie di imprevvisti...
Perciò direi di non perdere troppo tempo in chiacchere XD.
Ormai siamo quasi alla fine del primo libro, e dopo aver assistito al
primo incontro tra i due nemici, direi che è il momento che le
carte in tavola vengano scoperte, e che la "prova finale" abbia inizio!
Perciò ringrazio Fly89 per avermi fatto da Beta Reader e passo subito alle recensioni!
@ Luna 97: Eh già, Ron
questa volta ha osato un po' troppo XD. Quella che non centrava proprio
era Hermione, la quale neanche sapeva che cosa aveva fatto a Happy XD.
Per gli errori, cerco di eliminarli più possibili, ma credo sia
quasi impossibile eliminarli completamente XD. Spero che anche questo
capitolo risulti di tuo gradimento, dato che ora entriamo nel vivo del
primo libro. @ fria: No, io le storie a mano
non riesco proprio a scriverle perché bastano poche righe e non
mi sento più la mano, perciò è tutto rigorosamente
scritto al pc XD. @ Fly89: Lib-sensei, la tua
richiesta è stata inoltrata. L'amministrazione della Luna Rossa
sta già esaminando il caso XD. E comunque, meglio un libro che
l'intero baule, no? XD. Per il drago, purtroppo non c'era altra
soluzione, e questo lo aveva già deciso la Rowling XD
(com'è facile dare la colpa a qualcun altro XD). Per i due
Spy-wizard forse è stata meglio la punizione della McGranitt...
altrimenti a quest'ora Malfoy stava vendendo ottimi spiedini di Granger
e Weasley XD. E per quanto riguarda lui... vedrai... la sua "mutazione"
è solo agli inizi XD. E poi, Marte è molto luminoso
stasera ù.ù. E finalmente, Ron incontra il misterioso
Majutsu... anche se ovviamente non riesce a capire chi è XD. E
Armor Potter vince il primo round! (non so perché, ma mi viene
in mente Digimon 02 XD. Harry Potter ArmorDigievolve... Armor Potter!
XD). E ora, la maggior parte dei misteri (del primo anno) sta per
essere rivelata!
Bene, e ora... Buona lettura a tutti!
Capitolo 16: Le sfide della botola!
Non appena Harry tornò dai compagni,
raccontò subito tutto ciò che era successo. “Voi-Sapete-Chi era nella Foresta Proibita?!”
esclamò George incredulo, come tutti gli altri. “È così. Sono riuscito a intervenire in
tempo per evitare che colpisse Natsu e Ron, però mi sono dovuto mostrare a
vostro fratello, anche se dubito mi abbia riconosciuto.” “Ma da dove salta fuori quell’armatura?
Insomma, nella battaglia contro Phantom Lord non l’hai usata.” Fece Fred. “Perché non è una semplice evocazione
come le armature di Erza.” Spiegò il moro. “Quell’armatura, la Fairy Armor, è un dono
che mi è stato fatto da colui che mi ha insegnato a usare la magia.” Spiegò il
moro. “Convoglia tutta la mia energia magica al suo interno, ma il prezzo da
pagare è gran parte della mia magia. Per questo non ricorro ad essa troppe
volte. Se l’avessi usata contro Jose, avrei rischiato di restare indifeso prima
di quando è successo alla fine.” “Io invece mi limito a richiamare le mie
armature, come i miei vestiti e armi, da una… possiamo definirla dimensione
apposita.” Continuò Erza. “Perciò non richiede un uso continuo di magia.” “Capisco… Ma, ora, quindi che cosa
facciamo?” “Finché Silente sarà a scuola, non ci
sono pericoli per la pietra, ma ormai è chiaro che Piton e Voldemort sono in
combutta.” Fece Gray. “Dobbiamo tenerci pronti a intervenire in qualsiasi
momento.” “Non c’è altra soluzione. Adesso
sbrighiamoci a finire questi esami e mi raccomando: non una parola con nessuno.
Fred e George, voi non dovrete dire di conoscere Majutsu, mentre gli altri
dovranno dire semplicemente che è un mago venuto qui su ordine di Silente. Ron
e Hermione non devono ancora sapere la verità. Io gli ho detto così, di fronte
a Natsu, in modo che anche lui mantenesse questa versione, ma è meglio essere
cauti. Soprattutto se Voldemort è qui in giro.” I loro discorsi furono interrotti dal
rumore del ritratto che si spostava, lasciando entrare Natsu, Ron e Hermione. “N-Non crederete mai a ciò che abbiamo
visto…” fece il rosso, andando subito a sedersi su una delle poltrone. “Un…
tipo, con addosso un’armatura e un paio di ali, è piombato dal nulla e ha
affrontato una creatura oscura…” “Voi sapete chi è questo Majutsu di
Fairy Tail?” chiese Hermione, guardandoli. “Mai sentito prima.” Rispose George. “È un nostro compagno.” Disse, invece,
Erza. “Ma era da un po’ che non si faceva vedere. È uno a cui piace mettersi in
mostra, mettendo su spettacoli come quello di arrivare con un paio di ali.” “E che cosa ci faceva qui a Hogwarts? E
come ha fatto a raggiungere Natsu e Ron?!” “Te l’ho già spiegato: mi teneva sotto
controllo, tutto qui.” Fece il Dragon Slayer. “È abbastanza protettivo verso i
membri della nostra famiglia.” “Ad ogni modo, dubito che si farà di
nuovo vivo.” Disse Harry, dirigendosi verso le scale del dormitorio. “Ora che
tutta questa storia è finita, vediamo di dedicarci agli esami.” I giorni seguenti per i maghi passarono
velocemente. Harry aveva mandato più volte Happy a
verificare che Fuffi fosse ancora nel corridoio del terzo piano vivo e vegeto,
e con loro sollievo, non era successo nulla al cane a tre teste, il che
significava che la pietra era al sicuro. Infine, giunsero gli esami. Per
svolgerli avevano ricevuto penne d’oca speciali, nuove di zecca, che erano
state stregate per impedire loro di copiare. Cosa che non preoccupò minimante
il gruppo di Fairy Tail, dato che grazie ai loro occhiali, erano riusciti ad
apprendere tutto il necessario. Solo Natsu parve avere qualche
difficoltà, ma più che altro perché non sopportava i compiti scritti. Per sua fortuna, gli esami consistevano
anche in una parte pratica: Il professor Vitious li chiamò uno a uno nella sua
aula per vedere se erano capaci di eseguire lo speciale Tip-tap dell’Ananasso.
La professoressa McGranitt li stette a guardare mentre trasformavano un
topolino in una tabacchiera: se la tabacchiera era carina si guadagnavano
punti, se aveva i baffi se ne perdevano. Piton, invece, li rese tutti nervosi
fiatandogli sul collo mentre cercavano di ricordare come si fabbricava la
pozione che fa dimenticare le cose. Così, tra un esame e un altro, i maghi
di Fairy Tail dovettero diminuire la sorveglianza su Raptor e Piton, per sapere
quando il secondo avrebbe cercato di prendere la pietra. Ron e Hermione decisero di non indagare
ulteriormente su di loro: l’apparizione di Majutsu, che si era dimostrato in
grado di tenere testa a colui che si era rivelato essere Voldemort, li aveva
scossi abbastanza per farli demordere da qualsiasi impeto di curiosità, almeno
finché non sarebbero finiti gli esami. Senza contare che entrambi erano ancora
guardati male dal resto dei Grifondoro. L’ultimo esame che dovettero svolgere fu
quello di Storia della Magia dove, dopo aver passato un’ora a rispondere a
domande su qualche vecchio mago svitato, inventore del calderone che si mescola
da solo, sarebbero stati liberi per un’intera settimana, fino all’uscita dei
risultati. Tuttavia, Harry continuava a pensare ad
altro: c’era qualcosa, in tutta quella storia, che continuava a non tornargli. Possibile che proprio in corrispondenza
al suo ritorno, Voldemort fosse tornato da dove si era nascosto per ben dieci
anni? “Forse è proprio per questo. Ti ricordi
cosa ti ha detto Silente, no?” fece Erza, mentre ne discutevano riuniti in
un’aula. “Che avrebbe cercato di ucciderti durante questi sette anni, convinto
che tu non possa difenderti.” “Sì, è vero… però ha avuto un tempismo
un po’ troppo perfetto. Inoltre… è come se mancasse un tassello a tutto questo.
Se fosse dentro il castello, avrebbe già cercato di eliminarmi, no?” “Forse non ne ha avuto la possibilità.
Non sei mai rimasto completamente solo.” Azzardò Lucy. “Per uno che non si faceva scrupoli a
uccidere un neonato, dubito che degli studenti sarebbero stati un problema.”
Replicò George. “Ad ogni modo, Happy non ha notato nulla di strano, no?” Natsu scosse la testa. “No. Adesso è di nuovo a sorvegliare il
corridoio del terzo piano. È una fortuna che possa volare e nascondersi sulle
travi, dove basta che rimanga sdraiato fingendosi un gatto qualsiasi. Anche
grazie alla magia di Harry.” “Beh, un gatto blu con il marchio della
gilda sulla schiena direi che è troppo vistoso. Almeno durante le sue uscite, è
meglio se sembra un gatto normale.” Disse Harry. “Di certo sarebbe passato più
inosservato di un drago.” Rise Fred. Majutsu spalancò gli occhi. “Ma certo!”
esclamò, saltando su dalla sedia. “Il drago!” “Eh?” fecero tutti, non capendo. “Come abbiamo fatto a non pensarci
prima?! Non è illegale allevare un drago? E allora perché un tizio con un uovo
di drago si presenta proprio a Hagrid, che è forse uno dei pochi al mondo che
ne voleva uno?” “Stai dicendo che…” cominciò Erza, per
poi spalancare anche lei gli occhi. “Che qualcuno sapeva della passione di
Hagrid, e ne ha approfittato. Magari in cambio di qualche informazione.” “E guarda caso, dopo che Piton ha
minacciato Raptor.” “Dobbiamo andare subito da lui!” urlò Salamander,
ricevendo assensi da tutto il gruppo. Pochi minuti dopo, tutti e sette stavano
attraversando il parco del castello, diretti alla capanna del guardiacaccia,
dove questi era seduto su una poltrona davanti alla porta, intendo a sgusciare
piselli in una grossa ciotola. “Salve!” gli salutò, sorridendo. “Finiti
gli esami? Avete tempo di fermarvi a bere qualcosa?” Natsu stava per rispondere, ma Harry lo
anticipò. “No, mi spiace, ma siamo di fretta.
Hagrid, dobbiamo chiederti una cosa: sai quella notte che hai vinto l’uovo di
drago? Che aspetto aveva lo straniero con cui hai giocato a carte?” “Boh.” Rispose il guardiacaccia. “Non si
è mai tolto il mantello.” “Come scusa?” fece incredulo Gray. “Non è mica una cosa tanto strana, di
gente bizzarra ce n’è tanta al pub della ‘Testa di Porco’, giù al villaggio.
Poteva essere un trafficante di draghi, no? Comunque, in faccia non l’ho mai
visto, si è sempre tenuto il cappuccio.” “E di cosa avete parlato, Hagrid? Gli
hai mai accennato a Hogwarts?” chiese Lucy. “Può darsi.” Rispose lui, aggrottando le
sopracciglia nello sforzo di ricordare. “Sì… mi ha chiesto che mestiere facevo
e gli ho detto che facevo il guardiacaccia qui… Allora ha chiesto di che genere
di creature mi occupavo. Io gliel’ho detto… e ho anche detto che ho sempre
desiderato avere un drago… Poi… non ricordo tanto bene, perché quello non
faceva che offrirmi da bere. Vediamo… sì, allora ha detto che lui aveva un uovo
di drago e se lo volevo potevamo giocarcelo a carte… Però dovevo promettergli
che lo tenevo bene: non voleva che finiva al chiuso in qualche casa… Allora io
gli ho detto che, dopo Fuffi, tenere un drago era la cosa più facile del mondo…” “E lui... ha mostrato qualche interesse
per Fuffi?” chiese Harry cercando di mantenere calmo il tono della voce. “Be’, sì... Insomma, anche dalle parti
di Hogwarts, non è che capiti spesso di incontrare cani a tre teste, no? Allora
gli ho detto che Fuffi era buono come il pane, se uno sapeva calmarlo. Bastava
un po’ di musica, e lui si addormentava come un angioletto...” Di colpo, un’espressione di orrore si
dipinse sul volto di Hagrid. “Accidenti, non ve lo dovevo dire!”
farfugliò. “Dimenticate tutto! Ehi... ma dove andate?” I maghi di Fairy Tail non rimasero un
secondo di più, correndo subito verso il castello, fermandosi solo una volta
raggiunto il salone d’ingresso. “Dobbiamo avvertire Silente.” disse Gray.
“Hagrid ha raccontato a quello straniero come si fa a eludere la sorveglianza
di Fuffi, e sotto quel mantello doveva esserci per forza o Piton o Voldemort
stesso... Dev’essere stato facile ottenere le informazioni che voleva, dopo
aver fatto sbronzare Hagrid.” “Ma come facciamo ad avvertirlo?” chiese
George. “Noi non siamo mai stati nell’ufficio di Silente.” “Noi sì, è lì che ci ha fatto arrivare
la prima volta. Presto, non abbiamo un minuto da perdere!” “Che cosa ci fate qui dentro, voi?”
esclamò una voce dietro di loro, anticipando la professoressa McGranitt, che
portava una grossa pila di libri. “Vogliamo vedere il professor Silente.” esclamò
Natsu. “Vedere il professor Silente?” ripeté
l’insegnante di Trasfigurazione come se quella richiesta le apparisse molto
sospetta. “E perché?” “Ecco… ci dispiace, ma non possiamo
dirglielo.” Rispose Lucy, deglutendo quando vide le narici della donna cominciare
a fremere. “Il professor Silente è uscito dieci
minuti fa.” disse poi in tono gelido. “Ha ricevuto un gufo urgente dal
Ministero della Magia ed è subito partito in volo per Londra.” “Se n'è andato?” fece il mago del
ghiaccio incredulo. “Proprio adesso?” “Fullbuster, il professor Silente è un
grandissimo mago, la sua presenza è richiesta da molte parti...” “Ma questo è importante!” “Quel che voi avete da dirgli sarebbe
più importante del Ministero della Magia, Weasley?” “Senta, professoressa.” fece Harry, gettando
all'aria ogni prudenza. “Riguarda la Pietra Filosofale!” La
McGranitt poteva aspettarsi di tutto,
tranne quello. I libri che reggeva le caddero di mano e lei non si diede
neanche la pena di raccoglierli. “E voi, come lo sapete?” farfugliò,
cercando di riprendersi. “Ce l’ha detto Silente stesso.” Rispose
in fretta Erza, inventandosi la prima cosa che le venne in mente. “Professoressa:
pensiamo, anzi ne siamo sicuri, che Pit... che qualcuno si prepari a tentare di
rubare la Pietra. Dobbiamo
parlare con il professor Silente!” La professoressa le scoccò un'occhiata
carica di un misto di orrore e di sospetto. “Il professor Silente sarà di ritorno
domani.” disse infine. “Non so proprio perché il preside vi abbia detto della
Pietra, ma state pur certi che nessuno può rubarla, è troppo ben protetta.” “Ma prof-” “So quel che dico, Potter!” tagliò corto
la McGranitt,
chinandosi a raccogliere i libri che le erano caduti. “E adesso, vi consiglio
di tornarvene tutti fuori a godervi questo bel sole.” Concluse, inoltrandosi
nel castello. Ma loro non seguirono il suo consiglio. “È per stanotte.” disse Harry quando si
fu accertato che la professoressa non fosse più a tiro di voce. “Stanotte Piton,
o chiunque voglia rubare la pietra, ha intenzione di passare attraverso la
botola. Ha trovato tutto quello che gli occorre, e per di più, adesso Silente è
fuori circolazione. È stato lui a mandare quel gufo. Scommetto che al Ministero
della Magia resteranno a bocca aperta quando vedranno arrivare Silente.” “Che cosa facciamo allora?” “Speriamo che Happy si accorga di
qualcosa di strano e che ci avverta in tempo. Ad ogni modo, non abbiamo molte
possibilità: preparatevi a combattere, stasera affronteremo Voldemort.”
Sentenziò Majutsu. Happy sospirò. Completamente tinto di nero e con il
marchio di Fairy Tail nascosto dal nuovo colore, continuava a guardare la porta
che nascondeva Fuffi. “Niente di niente…” commentò lui,
sospirando, alzandosi in piedi per sgranchirsi le gambe. “Cavoli, non poteva
capitarmi niente di più noioso…” Ma il gatto blu si congelò sul posto,
sentendo un miagolio dietro di lui. Happy si girò lentamente, ritrovandosi a
fissare un gatto soriano, che sembrava immobile di fronte a lui. “B-Buono micio… in fondo siamo cugini,
no?” fece, deglutendo. Per un momento, gli occhi dell’animale
di fronte sembrarono venire attraversati da un lampo. “Meglio che vada…” continuò il gatto
blu, facendosi spuntare le ali e facendo per volare via. Ma con sua sorpresa, il soriano gli
saltò addosso, facendolo rotolare lungo l’asse. “Ahi ahi… Ma che cosa ti prende?! Non ti
stavo facendo nulla di male! E non credo di assomigliare troppo ad un uccello…
Aye…” Tuttavia il gatto soriano saltò giù, e
prima che toccasse terra assunse l’aspetto della professoressa McGranitt. “Non so chi tu sia…” fece lei, tirando
fuori la bacchetta. “Ma non è normale che un gatto parli e si faccia spuntare
le ali, soprattutto di fronte a questa porta. Forse Potter e gli altri avevano
ragione, dopotutto.” “Se è per questo nemmeno un gatto che si
trasforma in un umano è normale, aye!” replicò incredulo Happy, evocando di
nuovo le ali. “Tuttavia, non posso farmi prendere, mi spiace.” Prima che la professoressa riuscisse a
colpirlo con un incantesimo immobilizzante, Happy riuscì a volare via,
attraversando a tutta velocità la distanza che lo divideva da una finestra
aperta, uscendo subito e salendo sul tetto del castello. “E siamo a due… non sono proprio il
migliore per queste missioni in incognito… per fortuna non mi ha riconosciuto,
aye…” fece, non appena atterrò su una delle torri, riprendendo fiato e energie.
“Ma questa volta sarà meglio non dire niente in proposito… potrebbero non
mandarmi davvero più fuori…” Happy si alzò in piedi, sospirando. “Meglio tornare da Natsu e gli altri. Non
è successo nulla per tutto il tempo che sono rimasto lì.” Detto questo, si fece apparire di nuovo
le ali, volando via verso la torre di Grifondoro. Ma nella fretta di scappare dalla
McGranitt, Happy non aveva fatto attenzione a non essere visto da nessun altro
e ora, dietro una finestra di fronte alla torre dove si era fermato, un allucinato
e incredulo Ron Weasley era rimasto come pietrificato, totalmente incapace di
accettare quello che aveva appena visto. Quella sera, Harry e gli altri maghi di
Fairy Tail rimasero nella sala comune, ognuno per conto suo, fingendo di
controllare le risposte degli esami, in attesa che tutti andassero a dormire. Quando finalmente anche Hermione li salutò
e salì in dormitorio, i maghi si rilassarono. “Dunque volete proprio farlo?” chiese
Happy, tirando fuori la testa dallo zaino. “Non c’è altra scelta. Silente non c’è,
e questa è senza dubbio l’occasione che aspettava.” “Meno male che avete recuperato subito
il mio mantello.” Fece Natsu. “Non potevamo di certo abbandonarlo. Su,
ora andiamo. Abbiamo già perso troppo tempo. E più minuti passano, più-” “Che cosa state facendo?!” esclamò una
voce proveniente dalle scale dei dormitori maschili. Tutti si girarono, vedendo Neville, con
in mano il suo rospo. “Non vi ho visto salire e mi sono
insospettito… Che cosa avete intenzione di fare? Uscire di nuovo di notte per
farvi beccare?” “Torna a dormire, Neville.” Disse Harry,
freddo. “Non vi permetterò di farlo! Grifondoro
è già nei guai senza che voi peggioriate la situazione.” Mentre diceva ciò,
lasciò andare il rospo, per poi chiudere a pugno le mani. “Sono disposto anche
a fare a botte, se necessario!” “Di questo passo sveglierà tutti.” Fece
Gray, battendo le mani. Prima che Neville potesse fare o dire
altro, si ritrovò gambe e braccia intrappolate dal ghiaccio. “Che cosa?!” fece incredulo, cercando di
liberarsi, per poi guardare terrorizzato il gruppo di fronte a lui. “Gray, non posso cancellare la memoria a
tutti quanti solo perché perdi il controllo. Avremmo potuto semplicemente
pietrificarlo.” Sbottò Harry, avvicinandosi a Neville, che rimase in silenzio
dalla paura. “Mi dispiace, ma non c’è altro modo.
Modificherò i tuoi ricordi degli ultimi minuti, in modo che tu sia convinto di
essere stato colpito da un Pietrificus Totalus.” “M-Ma… non puoi conoscere quella magia!
Non è programma di primo anno!” “Guarda, Harry è senza dubbio il mago
che conosce più incantesimi in tutta Hogwarts.” Fece George, sorridendo. Prima che il ragazzo potesse chiedere
altro, Harry poggiò la mano sopra la sua fronte. Neville restò immobile per qualche
secondo, per poi cadere a terra privo di sensi. Gray sciolse subito il ghiaccio,
lasciandolo libero. “E ora andiamo!” ordinò Erza, indossando
assieme agli altri il proprio mantello e scomparendo. Il ritratto della Signora Grassa si
aprì, lasciandoli uscire invisibili per tutti, richiudendosi poco dopo. Il gruppo di Fairy Tail raggiunse la
porta del corridoio del terzo piano. “Allora ci siamo.” Disse Harry. “Io mi
fermerò ad affrontare Fuffi, voi proseguite, chiaro?” “No.” Rispose Erza. “Tu devi andare fino
in fondo. Solo tu puoi affrontare Voldemort, ricordi? Ci penso io a quel
cucciolo troppo cresciuto.” “Mi fermo anch’io!” esclamò Natsu. “Non
mi fa di certo paura!” “No, io sono sufficiente.” Replicò
ancora Titania, aprendo la porta e togliendosi il mantello, lanciandolo
all’angolo della stanza. Fuffi alzò subito i suoi sguardi su di
lei, cominciando a ringhiare. “Ora lo sposterò dalla botola. Voi non
perdete tempo e procedete subito, chiaro?” “Ne sei sicura?” chiese Harry. “Ti ricordo che sono la maga più forte
di Fairy Tail. Non sottovalutarmi.” Rispose lei, sorridendo, mentre la sua
divisa scompariva, lasciando il posto all’armatura. Senza aspettare oltre, evocò due spade,
lanciandosi contro l’enorme cane e spostandolo con la forza di un calcio
dall’altra parte della stanza, riuscendo a liberare la botola. “Ora!” urlò. Gli altri non se lo fecero dire due
volte. Si tolsero anche loro i mantelli,
mettendoli a posto sotto la divisa, e corsero verso la botola. Harry la aprì con la magia e allo stesso
modo allontanò il coperchio, che finì a qualche metro di distanza. “Non si vede nulla.” Fece Natsu,
guardandoci dentro. “Direi che è il momento di un piccolo
volo.” Disse Fred, ridendo per mascherare il suo nervosismo. “Allora, sicuri di voler venire tutti?” “Io non proprio… ma non posso di certo
abbandonarvi, no?” fece Lucy. “Allora… andiamo!” urlò Harry,
lanciandosi per primo dentro la botola, seguito a ruota da tutti gli altri. Erza si girò verso di loro. “Buona fortuna, ragazzi.” Mormorò, per
poi riportare l’attenzione al cerbero, che si stava rialzando, decisamente più
infuriato di prima. “E ora, a noi due!” esclamò, lanciandosi
di nuovo all’attacco. Harry e gli altri caddero nel vuoto per
diversi secondi, finché non atterrarono su qualcosa di morbido, che attutì la
loro caduta. “Off… fortuna hanno pensato
all’atterraggio…” commentò Gray, cercando di alzarsi, ma accorgendosi di essere
trattenuto da qualcosa. “Fortuna?” fece Fred. “Non direi
proprio! Questo è un Tranello del Diavolo!” “Un che cosa?!” esclamò spaventata Lucy,
sentendo qualcosa di simile a dei tentacoli avvolgerla lungo la caviglia. “È una pianta che… possiamo definire
assassina.” “Davvero? Beh, se è una pianta, basterà
usare il suo nemico naturale!” disse Natsu, per poi lasciarsi avvolgere dalle
fiamme. Immediatamente la presa attorno ai maghi
si allentò, permettendogli così di liberarsi e di allontanarsi in fretta verso
un passaggio tra due pareti di pietra. “Fortuna che Natsu è un incendio
vivente…” commentò George. “L’unica cosa in grado di indebolire il Tranello del
Diavolo è proprio il fuoco.” “Il fuoco batte tutto!” esclamò il
diretto interessato, sputando una fiammata. “Ma per piacere, non sei nemmeno stato
in grado di sconfiggere Aria.” Replicò Gray. “E se non sbaglio, tu ti sei fatto
ridurre in uno stato pietoso da quella ragazza, no?” Immediatamente, Natsu e Gray furono uno
di fronte all’altro, a guadarsi reciprocamente con sguardi bellicosi. “Di’ un po’ fiammifero, vuoi una rissa?” “E se fosse? Hai paura, ghiacciolo?” “Che cosa state pensando di fare voi
due?” chiese Harry, posizionandosi accanto ai due con le braccia incrociate.
“Volete che sostituisca Erza o vi calmate da soli?” Sotto gli occhi increduli di Fred e
George, i due maghi deglutirono, per poi abbracciarsi come grandi amiconi. “Ma che stai dicendo Harry?” “Non vedi che andiamo perfettamente
d’accordo?” Il moro sospirò. “Uno di questi giorni
perderò la pazienza con voi due… Su, andiamo avanti, o perderemo il vantaggio
che ci ha dato Erza.” Titania saltò all’indietro, buttando via
la sua spada, ormai incrinata, ed evocandone un’altra. “È piuttosto difficile affrontare questo
bestione senza usare tutta la mia magia…” fece, sorridendo. “Distruggerei
questa stanza se esagerassi…” Fuffi spalancò tutte e tre le sue bocche,
pronto a lanciarsi ancora su Erza, che alzò subito la spada per difendersi. Ma
prima che la bestia la raggiungesse, il suono di un flauto riempì la stanza. Sotto gli occhi increduli di Erza, il
cerbero si fermò, azzerando immediatamente la sua furia omicida. Poi, in pochi secondi, cadde a terra
addormentato. “Non credevo che la musica avesse un
simile effetto… Credevo ci volesse un po’ di più.” disse ancora incredula, per
poi girarsi a vedere chi l’aveva aiutata. Il gruppo di maghi proseguì lungo il
corridoio, che continuava a scendere. “Sembra di essere alla Gringott…”
commentò Lucy. “Uh?” fece Natsu, fermandosi di colpo. “Che succede?” chiese Happy. “C’è qualcosa più avanti.” Rispose lui.
“Sembra… un tintinnio accompagnato da un lieve fruscio.” “Che ci sia qualche altro mostro ad
aspettarci?” azzardò Gray. “Spero di no. Già sapere che esiste un
simile posto sotto Hogwarts, e che la mappa non lo segna, per noi è un duro
colpo. E che cosa ci può essere peggiore di un cane a tre teste?” “Un drago. Un drago adulto.” Rispose
semplicemente Natsu, facendo sbiancare i due gemelli e Lucy. “S-Speriamo di no…” Proseguirono in silenzio, finché non
raggiunsero una stanza illuminata, con il soffitto a volta, piena di uccellini
dagli splendidi colori, brillanti come gemme alla luce del sole, che
svolazzavano e volteggiavano per tutta la stanza. “E questi che cosa sono?” chiese George,
guardando le creature. “Non lo so… ma il nostro obiettivo è
laggiù.” Rispose Harry, indicando un portone di legno dall’altra parte della
stanza. “Dite che ci inseguiranno se tentiamo di
attraversare?” fece Happy, indicando gli uccelli. “A questo… si rimedia subito!” esclamò
Gray, battendo un pugno sopra il palmo dell’altra mano. Immediatamente, attorno a tutti gli
uccelli si creò una bolla di ghiaccio, che li fece precipitare tutti a terra. “Però… soluzione pratica e veloce.”
Commentò Fred piacevolmente stupito, avvicinandosi a uno degli animali, per poi
sgranare gli occhi. “Ehi… ma questi non sono uccelli! Sono chiavi!” esclamò. Tutti si avvicinarono per verificare. “Ma com’è possibile? Hanno fatto tante
scene per un gatto con le ali, e poi hanno chiavi con le ali?!” sbottò Natsu,
mentre Majutsu si avvicinava alla porta. “Dobbiamo trovare una grossa chiave,
vecchio tipo… probabilmente d’argento.” Disse, dopo aver esaminato la porta. “Beh, ci sono solo centinaia di chiavi
congelate… sarà un giochetto.” Scherzò Fred. “Trovata!” urlò subito Happy, alzandosi
in volo con il blocco di ghiaccio che conteneva la suddetta chiave. “Bravissimo Happy!” si complimentò
Natsu, per poi sciogliere con una fiammata il gelido involucro, lasciando
libera la chiave, che cercò subito di volare via. “Eh no! Tu resti qui!” Disse il Dragon
Slayer, per poi passare la chiave al moro, che la infilò nella serratura, per
poi lasciarla andare via non appena l’ebbe fatta scattare. “Vediamo che cos’altro ci aspetta.” Fece
uno dei Weasley, mentre attraversavano la porta. Immediatamente, la nuova stanza fu
illuminata da una fortissima luce, che rivelò loro un’enorme scacchiera. Loro si trovavano dietro ai pezzi neri, tetri
soldati in attesa dell’inizio della contesa, scolpiti in pietra e più alti di
loro. Dall’altro lato, i pezzi bianchi facevano la medesima impressione,
schierati come fantasmi usciti dal più cupo degli incubi. Alle loro spalle si
scorgeva una porta. “Non dovremmo metterci a giocare a
scacchi, vero?!” esclamò incredulo George. “Noi non sappiamo neppure le regole!”
urlò in preda al panico Happy. “Qui ci servirebbe Ron… lui sì che è un
campione in questo gioco…” mormorò Fred. “Allora lasciatemi campo libero!”
esclamò una voce. Tutti voltarono la testa, ritrovandosi a
guardare Erza, accompagnata da Ron e Hermione. “E voi che ci fate qui?!” disse Harry,
incredulo. “Oggi ho visto Happy volare sul tetto.”
Spiegò il Weasley minore, indicando il gatto. “Nonostante avesse un altro
colore, l’ho riconosciuto lo stesso. L’ho visto troppe volte nel dormitorio. E
l’abbiamo aggiunto a tutto quello che avevamo già scoperto su di voi. Certo,
non pensavamo potesse anche parlare, ma ormai…” spiegò, concludendo con
un’alzata di spalle e un piccolo sorriso. “Non sappiamo ancora tutto.” Continuò
Hermione. “Ma sappiamo che appartenete a un gruppo chiamato Fairy Tail.
Inoltre, Fred e George si sono uniti a questo gruppo durante le vacanze di
Natale, come dimostra il loro tatuaggio, identico al vostro. Abbiamo continuato
a tenervi sotto controllo fin da quando siamo stati attaccati da quella maga
che ci ha parlato di Zeref.” “Eravate voi due?!” la interruppe
incredula Lucy. I due maghi di Grifondoro annuirono. “Sì. Ed è stata lei a parlarci per la
prima volta di Majutsu e Titania…” fece la Granger, guardando Erza, che prese la parola. “Ci hanno seguito tenendosi a distanza.
A quanto pare, Hermione ha trovato un incantesimo per mascherare l’odore,
riuscendo così a non farsi scoprire da Natsu. Sono rimasti dietro la porta del
corridoio in attesa che scendessimo tutti nella botola.” “Dopo pochi minuti, abbiamo sentito il
rumore di una battaglia, così siamo entrati. Ma non ci aspettavamo certo di
vedere Erza con un’armatura addosso impegnata in uno scontro all’ultimo sangue
con quel cane. Per fortuna, Hermione vi aveva seguito questo pomeriggio,
scoprendo così il suo punto debole. È bastato un flauto che Hagrid ci ha
regalato questo Natale per sistemare la bestia.” “E ora che siete qui, cosa credete di
fare?” chiese Harry. “Oltre queste prove potrebbe esserci Voldemort in persona
ad aspettarci!” “E tu allora?” replicò Hermione,
guardandolo seria. “Tu più di tutti dovresti stare lontano da lui.” “Per me il discorso è diverso. Sono
venuto qui solo per sconfiggerlo. Avevo altri affari, migliori piuttosto che
perdere tempo in una scuola che non mi insegna niente di nuovo.” “Niente di nuovo? Come sarebbe a dire
niente di nuovo?!” esclamò incredulo Ron. “Beh, vedi fratellino… Harry conosce più
magie anche di noi che siamo al terzo anno. Anzi, credo che neppure uno del
settimo possa essere al suo livello.” Fece Fred, ridendo. “Adesso basta parlare. Ron, sei davvero
in grado di vincere una partita a scacchi?” chiese Erza. “Sì, credo di sì… Ma non posso darvi la
certezza matematica.” “Allora credo che dovremmo fidarci, ma
dopo dovrete tornare indietro, chiaro?” disse Harry. “No, verremo con voi. Non saremo forti
come voi, però possiamo aiutarvi!” Majutsu la guardò seria, per poi
sospirare. “Fate come volete.” “Allora, cosa dobbiamo fare? Muovere
questi pezzi credo sia impossibile.” “Credo che alcuni di noi dovranno
prendere il posto di alcuni pezzi… Non tutti, sarebbe troppo pericoloso,
difficilmente si finisce la partita senza troppe perdite…” rifletté Ron. “Io sono con te!” esclamò Natsu. “Basta
che mi dici cosa fare, perché io questo gioco non l’ho nemmeno mai sentito
nominare. Inoltre, sono abbastanza resistente per sopportare qualche colpo.” “Anch’io giocherò con te.” Fece
Hermione, per poi voltarsi verso gli altri. “Voi siete più forti di noi… perciò
ci limiteremo ad aprirvi la strada. Ron annuì, per poi dirigersi verso un
cavallo nero, tendendo la mano per toccarlo. D'un tratto, la pietra di cui era fatto
prese vita. Il cavallo si mise a raspare a terra con la zampa, e il cavaliere
chinò il capo coperto dall'elmo per guardare Ron. “Dobbiamo... ehm... dobbiamo venire con
voi per attraversare, giusto?” chiese incerto, il rosso, fissando il pezzo
nell’elmo buio. Il cavaliere nero annuì. Ron si voltò verso gli amici,
guardandoli attentamente uno per uno. “Qua bisogna pensarci bene...” disse,
ragionando velocemente. “Allora, Natsu, tu prendi il posto di quell’alfiere, e
tu, Hermione, mettiti vicino a lui, al posto di quella torre.” “E tu?” domandò Erza. “Io farò il cavallo.” rispose Ron,
deciso. Sembrava che i pezzi degli scacchi li
avessero sentiti, perché a quelle parole un cavallo, un alfiere e una torre
voltarono le spalle ai pezzi bianchi e se ne andarono dal campo di gioco lasciando
tre caselle vuote, che furono occupate dai tre ragazzi. “I bianchi muovono sempre per primi, a
scacchi.” spiegò il rosso lanciando un'occhiata al lato opposto dell'enorme
scacchiera, mentre gli altri si allontanavano. “E difatti, guardate...” Un pedone bianco era avanzato di due
caselle. Ron cominciò a dirigere le mosse dei
neri, che si spostavano silenziosamente seguendo i suoi ordini. “Natsu... muoviti diagonalmente di
quattro caselle verso destra.” “Così?” chiese conferma lui, muovendosi
come indicato. Il primo shock vero arrivò quando fu
mangiato l'altro loro cavallo. La regina bianca lo sbatté a terra con
brutalità e lo trascinò via dalla scacchiera come un sacco della spazzatura:
rimase immobile, faccia a terra. “Ho dovuto lasciarglielo fare.” fece il
Weasley con aria sconvolta. “Così tu, Hermione, sarai libera di mangiare
quell'alfiere. Dai, muoviti!” Ogni qualvolta perdevano un pezzo, i
bianchi si mostravano spietati. Ben presto i pezzi neri cominciarono ad
allinearsi contro il muro, inerti come pupazzi senza vita. Per due volte Ron si accorse appena in
tempo che Natsu e Hermione erano in pericolo. Frattanto, schizzava da una parte
all'altra della scacchiera, mangiando tanti bianchi quanti erano i neri che
avevano perso. “Certo che vostro fratello è davvero
bravo in questo gioco…” commentò Gray, guardando incredulo lo svolgersi della
partita. “E non sembra nemmeno tanto facile.” “Già, infatti noi due ci abbiamo
rinunciato.” Rispose Fred. “Ci siamo quasi.” borbottò a un tratto
Ron. “Fatemi pensare... fatemi pensare.” La regina bianca volse verso di lui la
testa senza volto, come se volesse sussurrargli qualcosa. “Sì...” disse piano Ron. “È l'unico
modo... devo lasciarmi mangiare.” “No!” esclamarono insieme tutti gli
altri. “Ma a scacchi è così!” tagliò corto lui.
“Bisogna pur sacrificare qualche cosa! Ora farò un passo avanti e lei mi
mangerà... e tu sarai libero di dare scacco matto al re, Natsu! Dovrai solo
fare tre passi a sinistra!” “Non se ne parla!” replicò lui.
“Facciamo cambio, io posso resistere a un suo colpo!” “Io sono il più inutile qui.” Disse Ron.
“Hermione potrà aiutarvi se si dovrà risolvere qualche quesito, mentre tu mi
sei sembrato abbastanza forte nella foresta. Io sono sacrificabile, voi no!” “Ron...” fece la ragazza. “Sentite, se non ci sbrighiamo, la
pietra sarà perduta!” “E va bene! Ma non azzardarti ad andare
all’altro mondo, o ti farò assaggiare la mia spada!” disse Erza, mostrando la
lama della sua arma. Il rosso deglutì, annuendo. “Io vado...
ma ricordate: andate subito avanti non appena avremmo vinto!” E così dicendo, fece un passo avanti. La
regina si fece avanti immediatamente, torreggiando sul cavallo avversario e
come un’onda d’innaturale altezza che si getta su un grattacielo, lo colpì con
una forte botta in testa data con il braccio di pietra e il ragazzo a cavallo
cadde a terra di schianto. Hermione e Lucy si lasciarono sfuggire
un grido. La regina bianca trascinò Ron a lato di
quello che pareva più un ring che una scacchiera: il ragazzo sembrava proprio
K.O. Aspettando che la partita finisse, Harry
e gli altri andarono subito a verificare le sue condizioni. “Ehi, Ronald, rispondici!” disse
preoccupato Fred, scuotendo il fratello. “Sta bene, è solo svenuto.” Li
tranquillizzò Harry, dopo aver verificato che il rosso respirasse normalmente,
per poi tornare a guardare il campo a quadri bianchi e neri. Natsu era ancora fermo al suo posto, con
le mani chiuse a pugno. “Tutto questo…” mormorò. “Tutto questo
per colpa sua… Ormai Voldemort ha segnato il suo destino!” Mentre diceva ciò, una piccola fiamma lo
avvolse per qualche secondo, lasciando incredula Hermione. Poi il Dragon Slayer
eseguì l’ultimo comando di Ron, avvicinandosi al sovrano avversario e
dichiarando lo scacco matto. Il re bianco si tolse la corona dal capo e la
gettò ai suoi piedi, decretando così la vittoria dei neri. I pezzi si divisero in due gruppi e
s’inchinarono l’un l’altro, mostrando la porta aperta in fondo alla stanza. Spostarono Ron accanto a una parete,
mettendolo in posizione seduta. “Aspettaci qui, torneremo presto.” Disse
Erza, per poi varcare la porta insieme ai compagni e correre lungo il nuovo
corridoio. Lo percorsero per diversi minuti prima
di raggiungere un’altra porta, che Natsu abbatté con un calcio senza nemmeno
preoccuparsi di vedere se era aperta. “Ma fa sempre così?” chiese Hermione a
Gray, che sospirò. “Ha avuto un pessimo esempio.” Rispose
lui. Non appena entrarono, le loro narici
furono invase da un odore nauseabondo, che costrinse tutti a coprirsi il naso
con il mantello. Con gli occhi pieni di lacrime videro,
steso per terra davanti a loro, un mostro ancor più grosso di quello che era
entrato ad Halloween, che giaceva inerte con un bernoccolo insanguinato in
testa. “Beh, almeno un ostacolo in meno…”
commentò a fatica Fred, mentre avanzavano verso l’altra porta. All’interno della stanza successiva
c’era semplicemente un tavolo con appoggiate sopra sette bottiglie di forme
diverse. “Qui c’è lo zampino di Piton.” Fece
Harry, avvicinandosi al tavolo per osservare meglio. Ma non poté dire altro perché non appena
l’ultimo varcò la porta, essa scomparve, lasciando il posto a un fuoco viola. Nello
stesso momento, delle fiamme nere avvolsero la porta da cui sarebbero dovuti
passare. “Ehi, che cos’hai fatto, Natsu?!”
esclamò Gray. “Io non c’entro nulla!” esclamò lui,
avvicinandosi al fuoco viola, per poi dargli un morso. “Bleah! Disgustoso!” “Ma allora… mangi davvero il fuoco!”
fece incredula Hermione. “Certo che sì! Ma tu come facevi a
saperlo?” continuò l’altro, assaggiando anche le fiamme nere, avendo la stessa
identica reazione. “Ron aveva detto di averti visto
mangiare il fuoco del drago di Hagrid…” “Sembra che qualcuno si sia fatto
scoprire abbastanza facilmente.” Disse Titania, guardando minacciosa il Dragon
Slayer, che deglutì. “Pietà! Non l’ho fatto apposta!” urlò,
inginocchiandosi ai piedi di Erza, continuando a sbattere la testa per terra. “Guardate, aye!” urlò Happy, afferrando
un rotolo di carta poggiato accanto alle bottiglie e lasciandolo cadere tra le
mani di Harry, che cominciò subito a leggere.
“Davanti a voi è il pericolo, dietro la
sicurezza Due tra di noi vi aiutano, usate
la destrezza Una sola, di sette, vi lascerà
avanzare Se un'altra ne berrete, vi
farebbe arretrare Due son piene soltanto di nettare
d'ortica Tre, assassine, s'apprestano alla
loro fatica. Scegliete o resterete per sempre
tra i supplizi. Per aiutarvi a scegliere, vi
diamo quattro indizi: Primo, seppur subdolamente il
velen non si svela, Il vino delle ortiche alla
sinistra cela; Secondo, differenti sono quelle
agli estremi Ma per andare avanti rimangono
problemi; Terzo, come vedete, non ve n'è
una uguale Sol di nana e gigante il vin non
è letale; Quarto, la seconda a dritta e la
seconda a sinistra Sono gemelle al gusto, ma diverse
alla vista.”
Hermione si lasciò sfuggire un gran
sospiro, e sotto gli occhi allibiti di tutti gli altri, sorrise. “Geniale!” esclamò la ragazza. “Questa
non è magia: è logica. Si tratta di una sciarada. Ci sono tanti grandi maghi
che non hanno un briciolo di logica: loro sì che resterebbero bloccati qui in
eterno.” “E noi?” chiese preoccupata Lucy. “Noi no di certo.” rispose Hermione. “Su
quel foglio c’è scritto tutto quel che ci serve sapere. Sette bottiglie: tre
contengono veleno, due vino, una ci farà attraversare sani e salvi il fuoco
nero e una ci aiuterà a superare quello viola per tornare indietro.” “Ma come facciamo a sapere da quale
bere?” domandò Natsu. “Datemi un minuto di tempo.” Hermione lesse e rilesse la carta più
volte. Poi si mise ad andare su e giù lungo la fila di bottiglie, borbottando
fra sé e sé e indicandole ogni tanto col dito. Alla fine, batté le mani. “Ho capito!” esclamò. “Quella più
piccola ci farà attraversare il fuoco nero per raggiungere la Pietra.” George guardò la bottiglia più piccina. “Dentro c'è abbastanza da bere soltanto
per uno di noi.” osservò. “Non è neanche un sorso.” “Forse… possiamo usare quel sorso per
entrare tutti.” Rifletté Harry, guardando l’amico con la sciarpa. “Se Natsu la
beve, dovrebbe riuscire a mangiare le fiamme.” “Tu dici che questa qui gli cambierà
sapore?” domandò dubbioso il diretto interessato. “Credo di sì. Se a un mago normale
permette di attraversare incolume le fiamme, tu dovresti riuscire a mangiarle. “E va bene! Proviamoci!” “Natsu!” lo interruppe Erza. “Sai che se
non funziona, ti ritroverai ad affrontare chiunque ci sia oltre quella porta da
solo, vero?” “E allora? Chiunque sia, non mi fa
paura! Lo brucerò finché non potrà più muoversi, anche a costo di incendiare
l’intera stanza!” “Non preoccuparti, in quel caso
demoliremo il muro. Ci vorrà un po’ di più, ma ti raggiungeremo. Su, ora
muoviti!” Salamander annuì, per poi prendere la
bottiglia più piccola e bere l’intero contenuto in un solo sorso. “Brr, sembra ghiaccio!” esclamò, per poi
lanciarsi verso il fuoco nero, cominciando a divorarlo. In pochi secondi le fiamme scomparvero,
e Natsu si pulì la bocca con il braccio. “Ah… adesso sì che erano decisamente più
gustose!” disse, mentre gli altri lo raggiungevano. “Pronti?” chiese Harry. Tutti annuirono. Il moro aprì la porta. Come si aspettavano, dentro la stanza
c’era già qualcuno. Ma non era Piton. E non
era neanche Voldemort.
17: La Pietra FilosofaleEd eccomi con il nuovo capitolo!
Con questo, la terza saga della fanfiction giunge al termine, assieme al primo libro!
Avevamo lasciato il nostro gruppo di maghi di fronte all'ultima
prova... non è un mistero chi ci sia dentro, però
lascerò lo stesso la suspance qui XD.
Uhm... non ho molto da dirvi... perciò ringrazio Liberty89
(sempre Fly89, ha solo cambiato nickname XD) per avermi fatto da beta
reader e passo alle recensioni!
@ fria: Diciamo che sono state
passabili come feste XD. Eh già, questo capitolo segnerà
la fine de "e la Pietra Filosofale"... forse... XD. Per Ron e
Hermione... non posso dirti altro se non di leggere il capitolo
ù.ù @ ganduil: Eh già, anche
la McGranitt viene così coinvolta (anche se solo parzialmente)
negli affari di Fairy Tail XD. Come anche il povero Neville... gli
mancava venire congelato, no? XD. E il troll... ho sentito che dopo
aver saputo cos'ha rischiato, ha deciso di vagare per il mondo cercando
di portare pace e serenità nel suo impero e- No, aspetta, ho
sbagliato ancora fandom! XD. Per Natsu... Come avrei potuto non usare
la sua magia in questo caso? E per la gente dentro la stanza, non
preoccuparti, non sarà un problema... Per la tua idea, prova a
mandarmi un MP, ma ti anticipo che non ti dirò se è
già in cantiere o no... anche perché di incontri futuri
ce ne saranno non pochi. Anche perché, la prossima saga dovrebbe
prendere... o almeno lo spero XD. @ Arwen95: Prima di tutto,
benvenuta tra i recensori! Non ti preoccupare, so quanto sia difficile
decidersi a scrivere una recensione, ma l'importante è che alla
fine mi hai lasciato un commento ù.ù (XD). Mi fa piacere
che la storia ti stia piacendo, e spero che questo capitolo non deluda
le tue aspettative. Per quanto riguarda Voldy, Ron e Hermione, direi
che è inutile anticiparti qualcosa qui, visto che tra poche
righe comincerai a leggere le risposte XD. Per il cambiamento dei
fatti... sì, diciamo che ce ne saranno un paio abbastanza
importanti XD.
Bene, e detto questo... Auguro buona lettura a tutti!
Capitolo 17: La Pietra Filosofale
“Professor Raptor?!” esclamarono tutti
increduli, vedendo il loro professore di Difesa contro le Arti Oscure, che li
stava guardando con un sorriso sulle labbra. “Io.” Disse lui, calmo. “E mi stavo
appunto chiedendo quando sareste arrivati.” “Lei… Lei sapeva che saremo venuti qui?”
chiese Erza. “Oh, certo che lo sapevo, signorina
Scarlett. Mi ero accorto che avevate scoperto della Pietra Filosofale. E non ho
fatto altro che aspettarvi.” “Ma come… Eravamo sicuri che Piton-”
cominciò Fred, fermandosi sentendo il professore ridere. “Chi, Severus?” domandò lui, continuando
a ridere. Una risata fredda e tagliente. “Sì, Severus sembra proprio il tipo
giusto, non è vero? È talmente utile averlo qui a svolazzare dappertutto come
un pipistrello gigante! Con lui in giro, chi sospetterebbe mai del po-povero,
ba-balbuziente p-professor Ra-Raptor?” “No… è ridicolo!” esclamò George.
“Insomma… Senza offesa professore, ma lei… non può essere cattivo. Insomma,
Piton ha anche cercato di uccidere Harry!” “Oh, no, signor Weasley, lei è in
errore. Sono stato io. E se non fosse stato per il vostro amico Dragonil, che
mi ha urtato prima di dare fuoco a Piton, ci sarei anche riuscito. Ma tra lui e
Piton, che continuava a borbottare contro-incantesimi, non sono riuscito nel
mio intento.” “Ho proprio sbagliato professore, eh?
Beh, poco importa, rimedierò subito!” dichiarò Salamander, saltando contro di
lui, pronto a colpirlo con un pugno. Ma con sua sorpresa, si ritrovò a volare
indietro, andando a sbattere contro il muro. “Natsu!” urlarono tutti, mentre Harry
continuava a fissare Raptor. “Piton ha cercato di salvarmi?” “Ma certo!” rispose il professore, con
tono gelido. “Perché credi che volesse arbitrare lui la tua seconda partita? Cercava
di evitare che io ci riprovassi. Veramente buffo... Non c’era bisogno che si
desse tanta pena. Non avrei potuto fare niente comunque con Silente che
assisteva alla partita. Tutti gli altri insegnanti pensavano che Piton stesse
cercando di ostacolare la vittoria del Grifondoro, lui si è reso veramente
impopolare. Senza contare l’arrivo di quel mago strambo.” “Non osare mancare di rispetto al nostro
Master!” esclamò Erza. “Lui è senza dubbio un mago mille volte migliore di te!” “Può anche essere, ma ora non è qui. E
ad ogni modo, è stata tutta fatica sprecata… visto che stanotte vi ammazzo
tutti.” Prima che qualcuno potesse fare
qualcosa, l’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure schioccò le dita,
facendo apparire delle catene attorno a tutti i maghi. “Solitamente avrei usato delle semplici
corde, ma dopo l’incontro avuto nella foresta, preferisco non rischiare. Anche
se dubito che quel Majutsu verrà qui ad aiutarvi.” “Era lei?” domandò Hermione. “Ma perché?
Lei è un professore di Hogwarts!” Raptor scoppiò in un nuovo attacco
d’ilarità. “Signorina Granger, lei ha troppa
fiducia nei professori e troppo poca nei suoi compagni. Sa, l’ho pedinata…
Temevo che la notte di Halloween lei, Scarlett e Heartphilia poteste avermi
visto sgattaiolare a vedere cosa ci fosse a guardia della pietra.” “Vuole dire che è stato lei a far
entrare quel troll?” chiese Lucy. “Ma certamente. Ho un talento speciale
con i mostri, io... Avrete visto senz’altro che cos’ho fatto a quello della
stanza qua accanto. Ma purtroppo, mentre tutti correvano dappertutto cercando
di stanarlo, Piton, che già sospettava di me, è venuto dritto filato al terzo
piano per intercettarmi, e non solo il mio mostro non vi ha fatto a pezzi, ma
neanche il cane a tre teste è riuscito a staccare la gamba a morsi a Piton come
si deve.” “Sei solo un codardo!” gli urlò contro
Gray, cercando di liberarsi usando la forza. L’uomo non disse nulla, limitandosi a
girarsi. “Ora fate silenzio. Devo esaminare
questo specchio molto interessante.” Harry si fece attento più che mai non
appena se ne accorse. Alle spalle del professore si trovava lo
Specchio delle Brame. ‘Allora
è qui che l’hanno portato…’ pensò, per poi sgranare gli
occhi ricordandosi cosa gli aveva detto il suo riflesso. “Lo specchio è la chiave per trovare la
Pietra.” mormorò Raptor mentre tastava la cornice. “Figuriamoci se Silente non
escogitava una cosa del genere... ma tanto lui è a Londra... e per quando sarà
tornato, io sarò già molto lontano.” “Non credo proprio, aye!” urlò Happy,
apparendo da dietro Erza e volandogli contro. Ma proprio com’era stato per Natsu, il
professore non dovette nemmeno muoversi, limitandosi a farlo andare a sbattere
con il muro. “Happy!” esclamò preoccupato il
Dragonslayer. “Questa sì che è una sorpresa… allora i
deliri di Gazza erano giustificati.” Fece l’insegnante, facendo apparire delle
catene anche attorno al gatto, per poi girare attorno allo specchio per
osservarlo da dietro. “Il mio signore ti esaminerà per bene dopo che avrà preso
la Pietra.” “Se Piton cercava di ostacolarti… allora
perché vi siete incontrati nella foresta?” domandò Titania. “All’epoca mi stava addosso, cercando di
scoprire fino a che punto fossi arrivato. Ha sempre sospettato di me, e ha
cercato di spaventarmi... come se fosse stato possibile, con il Signore
Voldemort dalla mia parte!” Raptor venne fuori da dietro lo
specchio, posizionandosi nuovamente davanti alla superficie riflettente e ci
guardò dentro con avidità. “Vedo la Pietra... La offro al mio
padrone, ma dov’è la Pietra?” “Eppure, mi è sempre sembrato che Piton
mi odiasse tanto...” rifletté ad alta voce Harry, cercando di guadagnare altro
tempo. “Oh, per odiarti, ti odia.” Lo
tranquillizzò l’uomo, con tono noncurante. “Ci puoi giurare che ti odia. Era a
Hogwarts con tuo padre, lo sapevi? Si detestavano cordialmente, però non ti ha
mai voluto morto.” “Eppure professore, qualche giorno fa io
l'ho sentita singhiozzare... Pensavo che Piton la stesse minacciando...” Per la prima volta, un fremito di paura
attraversò il volto di Raptor. “A volte…” fece “trovo difficile seguire
le istruzioni del mio padrone... lui è un mago grande e potente, mentre io sono
debole…” “Vuole dire che era con lei? Dentro
Hogwarts?!” esclamò spaventata Lucy. “Lui è con me ovunque io vada.” Rispose
il professore. “Lo incontrai all’epoca in cui giravo il mondo. Allora ero un
giovanotto scervellato, pieno d’idee ridicole sul bene e sul male. Il Signore
Voldemort mi ha dimostrato quanto avessi torto. Bene e male non esistono. Esistono
soltanto il potere e coloro che sono troppo deboli per ricercarlo... Da allora
l'ho sempre servito fedelmente, benché lo abbia deluso molte volte. Ha dovuto
essere molto duro con me.” Raptor d'improvviso rabbrividì. “Non perdona facilmente gli errori. Quando
ho fallito il colpo alla Gringott lui ne è stato molto dispiaciuto. Mi ha
punito... Ha deciso di tenermi sotto più stretta sorveglianza...” “Ma certo…” disse Gray. “La abbiamo
conosciuta proprio quel giorno a Diagon Alley… Dovevamo arrivarci subito!” Raptor lo ignorò, cominciando a
imprecare a bassa voce. “Io non capisco... la Pietra è o non è
dentro lo specchio? Che devo fare? Devo romperlo?” La mente di Harry galoppava. ‘Se
prende la Pietra, per noi potrebbe essere la fine… Dobbiamo riuscire a
prenderla prima noi… Forse… se riuscissi a guardarmi nello specchio, il mio
riflesso potrebbe mostrarmi dove l’ha nascosta…’
pensò, deglutendo, per poi cominciare a spostarsi lentamente per quanto gli fu
possibile a causa delle catene, e cercò di mettersi davanti allo specchio. Gli altri rimasero in silenzio a
osservarlo, mentre l’insegnante lo ignorava completamente. “Vediamo un po’, che cosa fa questo
specchio? Come funziona? Padrone, aiutami!” esclamò. Con orrore di tutti i presenti, una voce
rispose. Una voce che sembrava provenire dallo stesso Raptor. “Usa il ragazzo… Usa il ragazzo…” “Come ordina. Potter, vieni qui. E non
fare scherzi, o per i tuoi amici sarà la fine.” Disse, voltandosi verso il
ragazzo battendo le mani. Le catene che lo bloccavano si
allentarono, per poi cadere a terra, lasciandolo finalmente libero. Cercando di trattenere la propria
rabbia, il giovane obbedì, avvicinandosi allo specchio. “Guarda e dimmi che cosa vedi!” ordinò
il professore, mettendosi alle sue spalle e puntandogli contro la bacchetta. Chiuse gli occhi per calmarsi, per poi
riaprirli e guardare il suo riflesso. Come l’altra volta, questi aveva gli
occhiali ed era privo del marchio di Fairy Tail. Lui sorrise, e mise una mano
in tasca, per poi tirarla fuori assieme a una pietra rossa. Mimò qualcosa con la bocca, e poi rimise
la pietra al suo posto. In quello stesso instante, nella tasca
del vero Harry si materializzò qualcosa di pesante. La Pietra Filosofale ora era in mano
sua. “Ebbene?” domandò Raptor, impaziente.
“Che cosa vedi?” “Vedo… la sua sconfitta. La sconfitta di
Voldemort.” Specificò. “Vedo me e i miei amici esultare. E vedo… anche la tua
di sconfitta!” Cogliendo di sorpresa il professore, si
girò, colpendolo in pieno con una delle sue magie, facendolo volare dall’altra
parte della stanza. “Cosa…? Puoi usare anche tu la magia
senza l’aiuto di una bacchetta?” fece questi, rialzandosi. “Impressionante…
Tuttavia, dimentichi che i tuoi amici sono ancora miei prigionieri.” E mentre
diceva ciò, puntò la bacchetta verso Lucy. “Un’altra mossa del genere, e lei
raggiungerà i tuoi genitori. E ora dimmi che cos’hai davvero visto dentro lo
specchio, Potter!” “Maledetto bastardo…” ringhiò Natsu.
“Non osare fare del male a Lucy!” “Che cos’ho visto nello specchio?”
ripeté invece Harry. “Te l’ho già detto. Vedo la vostra sconfitta.” “Davvero…?” fece la voce di prima.
“Fammi parlare con lui… faccia a faccia…” continuò, rivolta a Raptor. “Padrone, ma voi non ne avete la forza!”
protestò lui. “Certo che sono abbastanza forte… per
questo.” “E va bene…” Continuando a tenere la bacchetta contro
Lucy, usò l’altra mano per cominciare a svolgersi il turbante. “Ehi… che cosa stai facendo?” chiese
sorpreso Fred. “Obbedisco agli ordini… Chissà, forse
dopo vorrà punire anche voi due per averlo colpito…” rispose Raptor, finendo di
togliersi il copricapo. I volti di tutti i maghi che si
trovavano lì vicino sbiancarono, mentre il moro restava in attesa. Infine, il professore si girò, mostrando
il retro del capo al ragazzo sopravvissuto. Al posto della nuca, però, si
trovava un volto, uno dei più orribili che i maghi avessero mai visto: bianco
come il gesso, occhi rossi che mandavano bagliori e come narici due fessure,
simili a quelle di un serpente. “Harry Potter…” sibilò questi.
“Finalmente ci rincontriamo.” “Voldemort, suppongo. Beh, devo dire che
in questi dieci anni non ho sentito la tua mancanza… anzi!” Voldemort sorrise. “Lo vedi cosa sono diventato per colpa
tua?” chiese. “Pura ombra e vapore... io prendo forma soltanto quando posso
abitare il corpo di qualcuno... Ma ci sono sempre state persone disposte ad
aprirmi il cuore e la mente... Il sangue di unicorno mi ha rinvigorito, nelle
scorse settimane... Hai visto quando il fedele Raptor l'ha bevuto per me, nella
foresta... Una volta che sarò entrato in possesso dell'Elisir di Lunga Vita,
potrò crearmi un corpo tutto mio... E ora, veniamo a noi... Perché non mi dai
quella pietra che hai in tasca?” “Vedo che non ti si può nascondere
nulla, eh?” replicò il ragazzo, tirando fuori la Pietra. “Ce l’avevi tu?!” esclamarono increduli
i suoi compagni. “Me l’ha data lo specchio pochi minuti
fa.” Rispose lui, mettendola nuovamente in tasca. “Tuttavia, non l’avrai mai.” “Non fare l’idiota, ragazzo!” ringhiò il
volto. “È meglio che ti salvi la vita e ti unisci a me... altrimenti farai la
stessa fine dei tuoi genitori! Loro sono morti implorando la mia clemenza...” “Come osi… infangare la memoria dei miei
genitori?” commentò Harry, chiudendo le mani a pugno. “Per colpa tua… ho
vissuto otto anni di inferno. Però, devo anche ringraziarti.” “Ringraziarmi, Potter?” “Esatto. Perché grazie a te, ho potuto
conoscere qualcosa a te sconosciuto.” “Qualcosa a me sconosciuto?” ripeté
Voldemort, ridendo. “E che cosa sarebbe? L’amore di cui parla sempre Silente?” “No…” rispose Erza, rialzandosi in
piedi. “Non è l’amore… è l’amicizia!” “Harry è diventato nostro amico… e noi
suoi amici!” continuò il mago del ghiaccio, imitandola. “Ed è per questo… che Fairy Tail non ti
perdonerà mai per quello che gli hai fatto!” urlò Natsu, per poi rivolgersi a
Harry. “Possiamo adesso?” Come risposta, la divisa del ragazzo
scomparve, lasciando il posto alla sua armatura. “Perfetto!” esclamò Gray, ghiacciando le
sue catene, per poi mettere tutta la sua forza nelle braccia, che le
spezzarono. Nello stesso momento, anche Erza riuscì
a distruggere le sue catene con il semplice aiuto della forza brutta, mentre Salamander
si lasciò avvolgere completamente dalle fiamme, sciogliendole con il calore. “Che cosa?!” esclamò incredulo Raptor,
guardandoli. “Preparatevi ad affrontare la furia di
Fairy Tail!” urlò Harry, mentre Natsu faceva schioccare le dita, rompendo con
una scintilla le catene che tenevano bloccati Happy, i gemelli, Lucy e
Hermione. “Impressionante… Non credevo aveste un
simile potere nascosto.” Disse Voldemort, per nulla intimorito. Prima che Natsu e gli altri potessero
raggiungerli, una barriera avvolse il mago oscuro e Harry, facendoli andare a
sbattere contro la parete invisibile. “Harry!” urlarono tutti. “I tuoi amici non potranno interferire.
Il mio potere magico è sempre maggiore al vostro.” “Può darsi… ma non mi arrenderò di
certo. Sono venuto in questa scuola con il preciso scopo di sconfiggerti. E ora
è giunto quel momento!” “Divertente… Uccidilo.” Ordinò al suo
servitore. Questi si girò di nuovo, per poi correre
contro il ragazzo, che lo evitò saltando di lato. Ma con sua sorpresa, il professore si
rivelò veloce, e riuscì a prenderlo per un polso. Immediatamente una forte luce colpì
entrambi, facendoli finire uno dalla parte opposta rispetto all’altro.
L’armatura di Majutsu s’illuminò prima di scomparire nel nulla, lasciando il
proprietario a terra. “Che cosa…?” fece il moro mentre si
alzava, portandosi la mano sulla cicatrice, che aveva cominciato a fargli male. “Padrone!” urlò invece Raptor,
guardandosi la mano con cui aveva tentato di afferrare lo studente, ora piena
di vesciche, che lo facevano piegare in due dal dolore. “Prendilo! PRENDILO!” gridò di nuovo
Voldemort con voce stridula, e il professore fece un balzo in avanti, riuscendo
a mandare Harry lungo disteso per terra e afferrandogli il collo con entrambe
le mani. Il dolore della cicatrice costrinse il
giovane a urlare, ma con sua sorpresa vide il volto di Raptor contorcersi per
il dolore che stava provando a sua volta. “Padrone, non riesco a trattenerlo... le
mie mani... le mie mani!” urlò disperato, per poi tenere a terra il ragazzo con
le ginocchia e mollando la presa sul suo collo per contemplarsi inorridito i
palmi delle mani. Anche Harry li vide: erano
bruciacchiati, con la carne viva esposta, rossa e lucente. “E allora ammazzalo subito, idiota, e
facciamola finita!” ordinò Voldemort con la sua voce sgradevole. Raptor annuì, per poi alzare la mano per
eseguire un sortilegio mortale. “Harry, no!” urlarono inorriditi tutti,
mentre Natsu continuava a colpire la barriera con i pugni, imitato da Erza e
Gray. Ma Harry, istintivamente, afferrò la
faccia del suo avversario. “Aaaaaaahhhhhh!” L’uomo gli rotolò via di dosso, e questa
volta anche il volto gli si era coperto di vesciche. A quel punto il giovane mago capì:
Raptor non poteva toccarlo senza provare una sofferenza atroce. La sua unica
speranza, quindi, era di non mollarlo: quel contatto che procurava dolore anche
a lui gli avrebbe impedito di colpirlo mortalmente. Harry balzò in piedi e si lanciò contro
il professore, afferrandolo per un braccio e stringendolo con tutta la forza
che aveva. Di conseguenza, Raptor urlò ancora per il male che lo stava
danneggiando e si dimenò nel tentativo di liberarsi. Il dolore alla testa di Harry aumentava
sempre di più, ma lui non demorse. Continuava a sentire Voldemort ordinare
di ucciderlo, però la vista cominciò ad abbandonarlo, segno che il suo corpo
era arrivato al limite di sopportazione. Prima di perdere il contatto con il
mondo, vide la barriera scomparire, lasciando passare i suoi amici, che
continuavano a chiamarlo. Il braccio del professore gli scivolò di mano, mentre
lui cade a terra, incapace di rialzarsi e di sentire che cosa stava succedendo
attorno a lui. “Ottimo
lavoro… Majutsu.” fece una voce, che giunse
ovattata alle orecchie di Harry, come se fosse molto lontana. “Chi… sei…?” mormorò lui, cercando di
aprire gli occhi. Un oggetto dorato luccicava proprio
sopra di lui. Era il Boccino. Ma com’era possibile? Sbatté gli occhi. Non era affatto il
Boccino. Erano un paio di occhiali. Sbatté di nuovo le palpebre. Lentamente,
come attraverso una bruma, mise a fuoco il volto sorridente di Albus Silente. “Buon pomeriggio, Harry.” disse questi. Il ragazzo lo guardò con tanto d'occhi.
Poi recuperò la memoria. “Preside! La Pietra! È stato Raptor!
Adesso ce l'ha lui! Bisogna far presto, signore...” “Calmati, caro figliolo, sei rimasto un
po’ indietro con gli avvenimenti.” riprese Silente. “La Pietra non ce l'ha
affatto Raptor.” “E allora chi? Signore, io...” “Harry ti prego di calmarti, altrimenti
Madama Chips mi farà buttare fuori.” Potter deglutì e si guardò intorno. Si
rese conto di essere nell'infermeria del castello. Era adagiato in un letto dalle candide
lenzuola di lino, e sul comodino accanto sembrava fosse stato trasferito un
intero negozio di dolciumi. “Quelli sono pegni di affetto dei tuoi
amici e ammiratori.” spiegò il preside illuminandosi in volto. “Quel che è
accaduto giù nei sotterranei tra te e il professor Raptor è segretissimo,
quindi naturalmente tutta la scuola ne è al corrente. Credo che i tuoi amici
Fred e George Weasley abbiano cercato di mandarti la tavoletta di una tazza del
gabinetto: devono aver creduto che ti saresti divertito. Ma Madama Chips non l’ha
giudicata una cosa molto igienica, e quindi l'ha confiscata.” Harry non riuscì a trattenere un
sorriso. “Da quanto tempo sono qui?” “Tre giorni. I tuoi amici e la gilda
saranno molto sollevati di sapere che hai ripreso i sensi. Erano tutti preoccupatissimi.” Il ragazzo annuì. “Ma signore, la Pietra...” “Vedo che non è facile distrarti. Molto
bene, parliamo della Pietra. Il professor Raptor non è riuscito a portartela
via. Io sono arrivato in tempo per impedirlo, anche se devo ammettere che te la
stavi cavando molto bene da solo. E il signor Dragonil ha pensato al resto.” “Ma lei non era andato al Ministero?” “Non avevo neanche messo piede a Londra,
che ho capito subito che il luogo dove dovevo andare era quello che avevo
appena lasciato. Sono arrivato giusto in tempo per toglierti di mano a
Raptor...” “Ah, è stato lei allora!” “Ho temuto di essere arrivato troppo
tardi.” “C’è mancato poco. Non ce l'avrei fatta
a lungo a tenerlo lontano dalla Pietra e-” “Non dalla Pietra, ragazzo, da te!” lo
interruppe l’anziano mago. “Lo sforzo che hai fatto per poco non ti è costato
la vita. Per un orribile momento, ho temuto che fosse così. Quanto alla Pietra,
ho parlato con il mio amico Nicolas, e siamo giunti a una sola conclusione.” “Ovvero?” “La Pietra dovrà restare nascosta. E tu
sei l’unico a poterla restituire al suo guardiano.” “Intende lo specchio?” “Precisamente. Io e Nicolas pensiamo sia
il luogo migliore per nasconderla, ma essendo stato tu a prenderla, devi essere
tu a rimetterla al suo posto.” “Ne siete sicuri? Non sarebbe meglio
distruggerla? Basterebbe produrre sufficiente Elisir per Flamel e sua moglie
e-” “Ne hanno già a sufficienza per
concludere i loro affari, dopodiché… non ne fabbricheranno più.” Harry spalancò gli occhi. “Vuole dire che hanno deciso di morire?” “Per uno giovane come te, sono sicuro
che tutto questo sembrerà incredibile, ma per Nicolas e Peronella è proprio
come andare a dormire dopo una giornata molto, molto lunga. In fin dei conti,
per una mente ben organizzata, la morte non è che una nuova, grande avventura.” Silente portò la mano di fronte al
ragazzo, aprendola e rivelando la Pietra Filosofale. “Lo specchio è tornato al suo posto.”
Disse, lasciandogliela cadere addosso. Harry rimase in silenzio, prendendola e
portandola subito nella tasca del pigiama che stava indossando. “E… che ne è stato di Voldemort?”
chiese. “Sfortunatamente, è riuscito a sfuggire.
Ha abbandonato il corpo di Raptor, lasciandolo morire… ha tanta poca
compassione per i seguaci quanto per i nemici. Comunque, Harry, se tu hai
ritardato il suo ritorno al potere, la prossima volta ci vorrà semplicemente
qualcun’altro che sia in grado di sostenere quella che sembra una battaglia
persa... Ma se il suo desiderio di potere continuerà a venire ostacolato, forse
non lo riconquisterà mai più.” Harry annuì. “Preside, ci sono alcune altre cose che
mi piacerebbe sapere, se lei può rispondermi... cose sulle quali vorrei sapere
la verità.” “La verità...” sospirò Silente. “È una
cosa meravigliosa e terribile, e per questo va trattata con grande cautela. In
ogni caso, risponderò alle tue domande, a meno che non abbia ottime ragioni per
non farlo, nel qual caso ti prego di perdonarmi. Ma non mentirò.” “Bene... Vorrei sapere perché Voldemort
undici anni fa ha cercato di uccidermi. Perché ha ucciso i miei genitori per
arrivare a me? Cos’è che lo spaventa così tanto?” Questa volta, Silente fece un sospiro
ancora più profondo. “Purtroppo, alla prima domanda non posso
rispondere. Non oggi. Non ora. Un giorno lo saprai... ma per adesso, Harry, non
ci pensare. Quando sarai più grande... Lo so che non sopporti di sentirtelo
dire, ma... quando sarai pronto, lo saprai.” Il moro sospirò, ben consapevole che
sarebbe stato inutile discutere. “Ma allora, perché Raptor non poteva
toccarmi?” “Vedi, tua madre è morta per salvarti.
Ora, se c'è una cosa che Voldemort non riesce a concepire, è l'amore. Non
poteva capire che un amore potente come quello di tua madre, lascia il segno:
non una cicatrice, non un segno visibile... Essere stati amati tanto
profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato
non c’è più. È una cosa che ti resta dentro, nella pelle. Raptor, che avendo
ceduto l'anima a Voldemort era pieno di odio, di brama e di ambizione, non
poteva toccarti per questa ragione. Per lui era un tormento toccare una persona
segnata da un marchio di tanta bontà.” A quel punto l'attenzione di Silente fu
attratta da un uccellino che si era posato sul davanzale della finestra, il che
lasciò a Harry il tempo di pensare a quello che aveva appena sentito. “Ci sarebbe ancora un'altra cosa...” “Avanti, spara!” “Raptor ha detto che Piton...” “Il professor Piton, Harry.” Lo corresse
il preside. “Sì, lui... Raptor ha detto che lui mi
odia perché odiava mio padre. È vero?” “Be’, sì, direi proprio che si
detestavano. Più o meno come te e il signor Malfoy, ma poi, tuo padre ha fatto
una cosa che Piton non gli ha mai perdonato.” “E cioè?” “Gli ha salvato la vita.” “Che cosa?” “Già...” fece Silente in tono sognante. “Strano
come funziona la mente delle persone, non trovi? Il professor Piton non
sopportava di dovere qualcosa a tuo padre... Io credo che quest'anno si sia
tanto impegnato a proteggerti solo perché in quel modo credeva di mettersi in
pari con tuo padre. Dopodiché, avrebbe potuto tranquillamente tornare a odiarne
la memoria...” Harry lo guardò, sicuro che stesse
ancora nascondendo qualcosa, ma decise di lasciar perdere. “Be', adesso basta con le domande.” Fece
il preside. “Propongo che tu cominci ad assaggiare qualcuno di questi dolci.
Ah! Gelatine Tuttigusti+1! Da giovane ho avuto la sfortuna di trovarne una al
gusto di vomito, e da allora devo dire che per me hanno perso ogni
attrattiva... Ma se prendo una bella caramella mou, non dovrei correre
rischi... Tu che dici?” Sorrise e si cacciò in bocca un cubetto
dal bel colore ambrato. Appena l'ebbe masticata, esclamò: “Povero
me! Cerume!” Madama Chips, la capo-infermiera, era
una donna simpatica ma inflessibile. “Solo cinque minuti.” la implorò Harry. “Nemmeno per sogno!” “Ma ha lasciato entrare il professor
Silente...” “Be’, che c’entra: lui è il direttore, è
una cosa completamente diversa. Hai bisogno di riposo.” “Ma mi sto riposando. Guardi, sono qui
steso a letto!” “E va bene!” acconsentì infine lei. “Ma
soltanto cinque minuti.” E lasciò entrare l’intero gruppo di
Fairy Tail, accompagnato da Ron e Hermione. “Harry!” urlarono tutti insieme. “Finalmente ti sei svegliato!” esclamò
Lucy, sollevata. “Silente era talmente preoccupato che
per un momento abbiamo temuto il peggio. Anche il Master ha temuto per te.”
Disse Erza. “Tutta la scuola non parla d'altro.” Fece
Fred, sorridendo. “Direi che con questo abbiamo superato ogni voce mai sentita
a Hogwarts!” “Che ne è stato della Pietra?” chiese
Happy, facendo uscire la testa dallo zaino di Natsu. “Silente ha deciso di restituirla al suo
guardiano.” Rispose Harry, preferendo nascondere che ora era in mano sua. “Peccato… sarebbe stata utile…” disse
Ron, con sguardo sognante. “Che cosa vi è successo dopo che sono
svenuto?” domandò il moro, cercando di cambiare discorso. “Silente ci ha raggiunto proprio in quel
momento. Ha pronunciato un incantesimo per distruggere la barriera, ed è venuto
subito in tuo soccorso.” Spiegò Hermione. “Natsu ha colpito Raptor con uno dei
suoi pugni, e lui… si è come sgretolato.” “Probabilmente il contatto con te lo
aveva ridotto allo stremo delle forze e della resistenza, ma il fatto che
Voldemort sia ancora vivo… Credevo saremmo riusciti a sistemarlo
definitivamente.” Harry sorrise, scuotendo la testa. “Siamo stati un po’ troppo presuntuosi.”
Disse, per poi guardare Ron e Hermione. “Allora adesso anche voi sapete tutta
la storia, vero?” “Sì, ma tranquillo, non lo abbiamo detto
a nessun altro.” Rispose la ragazza. “Invece Silente va strombazzando ai
quattro venti come hai tenuto testa a Voldemort.” Aggiunse il rosso. “Senti,
devi rimetterti in piedi per la festa di fine anno di domani.” “Chi ha vinto?” chiese Harry. “Il conteggio dei punti è stato
ultimato, e purtroppo i Serpeverde hanno vinto.” Rispose George. “Tu mancavi
all'ultima partita di Quidditch e, senza di te, il Corvonero ci ha
stracciati... Ma almeno il rinfresco sarà ottimo.” “Purtroppo da sola non sono riuscita a
far guadagnare sufficienti punti alla squadra.” Si scusò Erza. In quel momento, entrò di corsa Madama
Chips. “Siete rimasti quasi quindici minuti, e
ora... FUORI!” urlò con un tono che non ammetteva repliche. Dopo una buona nottata di sonno, Harry
si sentì quasi tornato alla normalità. “Voglio andare alla festa.” disse a
Madama Chips mentre questa era occupata a rimettere in ordine le molte scatole
di dolci sul tavolino. “Posso, no?” “Il professor Silente dice che bisogna
dartelo, questo permesso.” disse in tono un po’ sdegnoso, come se a parer suo
il professor Silente ignorasse quanto potessero essere rischiose le feste. “Comunque,
qui ci sono altre visite per te.” “Davvero?” chiese Harry. “Chi è?” Mentre parlava, Hagrid era sgattaiolato
dentro la stanza. Come sempre, quando si trovava in un
luogo chiuso, sembrava troppo grosso per starci tutto. Si sedette accanto a Harry, gli lanciò
un’occhiata e poi scoppiò in lacrime. “È stata... tutta... colpa... mia...
maledetto me!” singhiozzò con la faccia tra le mani. “Sono stato io a dire a
quel malvagio come sfuggire alla sorveglianza di Fuffi! Proprio io gliel’ho
detto! Era l’unica cosa che non sapeva, ed io gliel’ho detta! Tu potevi morire!
E tutto per un uovo di drago! Giuro che non berrò più neanche un goccio! Mi
meritavo d'essere buttato fuori e mandato a vivere fra i Babbani!” “Hagrid!” disse Harry, non sapendo cosa
dire vedendo Hagrid tremare di pena e di rimorso, con i lucciconi che gli
rotolavano giù per la barba. “Dai, Hagrid, l'avrebbe scoperto lo stesso.
Parliamo di Voldemort: l’avrebbe scoperto anche senza che glielo dicessi tu!
Inoltre, Natsu non ti perdonerebbe se ti sentisse dire che un uovo di drago non
era niente di che.” “Hai rischiato di morire!” singhiozzò il
guardiacaccia. “E poi, non dire quel nome!” A quel punto Harry gridò con quanto
fiato aveva: “Voldemort!” Hagrid rimase talmente sconvolto che
smise di piangere. “Io l'ho conosciuto, e lo chiamo per
nome. Dai, Hagrid, consolati: abbiamo salvato la Pietra e lui adesso non può più
usarla. Su, prendi una Cioccorana, ne ho a vagoni...” Hagrid si asciugò il naso con il dorso
della mano e disse: “Questo mi fa tornare in mente che ho un regalo per te.” “Non sarà mica un panino alla donnola,
eh?” scherzò Harry, e finalmente l’omone accennò una risatina incerta. “No. Ieri Silente mi ha dato una
giornata di libertà per fabbricarlo... anche se naturalmente faceva bene a
buttarmi fuori... A ogni modo, questo è per te...” disse, tirando fuori
qualcosa dal pastrano. Sembrava un bel libro rilegato in cuoio. Il ragazzo lo aprì, curioso. Era pieno
di foto magiche che si muovevano: da ogni pagina, suo padre e sua madre gli
sorridevano salutandolo con la mano. “Ho mandato gufi e civette a tutti i
vecchi compagni di scuola dei tuoi genitori, chiedendogli delle foto... Sapevo
che tu non ne avevi... Ti piace?” “I-Io… Io non so cosa dire…” fece il moro,
guardando le foto. Una silenziosa lacrima scese dai suoi
occhi, il che bastò come risposta a Hagrid. Quella sera Harry si avviò da solo alla
festa di fine anno. Era stato trattenuto dalle assidue cure
di Madama Chips, che aveva insistito per dargli un’ultima controllata, quindi
la Sala Grande era già piena. Era parata a festa con i colori di
Serpeverde, verde e argento, per festeggiare il fatto che aveva vinto la coppa
per il settimo anno di fila. Un immenso stendardo con il serpente di Serpeverde
copriva la parete dietro alla Tavola delle Autorità. Quando Harry entrò, ci fu un improvviso
silenzio: poi tutti cominciarono a parlottare ad alta voce. Lui si infilò nel posto che gli altri
gli avevano conservato al tavolo di Grifondoro, facendo finta di non vedere che
tutti gli altri erano in piedi e lo guardavano. Per sua fortuna, di lì a pochi istanti
Silente arrivò e il brusio si spense. “Un altro anno è passato!” iniziò il
preside con tono allegro. “Ed io devo tediarvi con una chiacchierata da vecchio
bacucco, prima che possiamo affondare i denti nelle nostre deliziose leccornie.
Che anno è stato questo! Si spera che adesso abbiate la testa un po’ meno vuota
di quando siete arrivati... E ora, avete tutta l'estate davanti a voi per
tornare a svuotarvela, prima che cominci il nuovo anno...” scherzò. “Ora, se ho ben capito…” proseguì. “deve
essere assegnata la Coppa delle Case, e la classifica è questa: al quarto posto
Grifondoro, con trecentododici punti; terzo Tassorosso con trecentocinquantadue
punti; secondo Corvonero, con quattrocentoventisei punti e primo Serpeverde,
con quattrocentosettantadue.” Un boato di ovazioni e applausi esplose
dal tavolo di Serpeverde. Harry vide Malfoy che batteva il suo calice sul
tavolo, sorridendo. “Sì, sì, molto bene, Serpeverde.”
continuò Silente. “Ma ci sono alcuni recenti avvenimenti che vanno presi in
considerazione.” La stanza piombò nel silenzio più
assoluto. A quelli di Serpeverde si gelò il
sorriso sulle labbra. “Ehm...” cominciò il preside. “ho alcune
comunicazioni dell'ultimo minuto da fare, a proposito del punteggio. Vediamo un
po’. Ecco! “Alla signorina Erza Scarlett… Per aver
tenuto testa a una delle creature magiche più forti, attribuisco al Grifondoro
cinquanta punti.” Titania spalancò gli occhi incredula,
mentre l’intero tavolo scoppiava in un urlo di gioia. “Al signor Gray Fullbuster, per
l’abilità dimostrata con le chiavi incantate, attribuisco cinquanta punti.” Il mago del ghiaccio sorrise, mentre il
tavolo continuava a esultare. “Alla signorina Lucy Heartphilia, per
aver dimostrato il coraggio necessario a seguire i suoi amici anche in una
situazione di pericolo, attribuisco trenta punti.” “Davvero?!” fece lei, incredula di aver
fatto guadagnare dei punti anche se non aveva fatto nulla. “Al signor Natsu Dragonil, per aver
salvato i suoi amici dal Tranello del Diavolo e per aver sconfitto
definitivamente il nostro ex professore, attribuisco cinquanta punti!” “Evvai!” urlò lui, mentre il sorriso dei
Serpeverde diventava sempre più simile a una smorfia di disperazione. “Ai signori Fred e George Weasley,
attribuisco cinquanta punti a testa per aver saputo fornire il giusto aiuto in
un momento di difficoltà dei loro amici, contribuendo a salvare diverse vite.” “Yu-uuu!!!” esclamarono i due,
battendosi un cinque a vicenda, mentre Lucy sorrise, capendo che quei punti
erano riferiti a ciò che avevano fatto per lei a Magnolia. “Al signor Ronald Weasley…” continuò l’uomo,
facendo diventare Ron tutto rosso in faccia per la sorpresa. “per la migliore
partita a scacchi che si sia vista a Hogwarts da molti anni a questa parte,
attribuisco al Grifondoro cinquanta punti.” Gli applausi dei Grifondoro raggiunsero
quasi il soffitto incantato; le stelle, da lassù, sembravano fremere. Si
sentiva Percy dire agli altri prefetti: “È mio fratello, sapete? Il mio
fratello più piccolo! Ha passato la prova della scacchiera gigante della McGranitt!” Finalmente si fece di nuovo silenzio. “Alla signorina Hermione Granger... per
avere usato freddamente la sua logica di fronte al fuoco, per aver saputo
scegliere tra i suoi dubbi e la cosa giusta, attribuisco al dormitorio di
Grifondoro cinquanta punti.” Hermione si nascose il viso tra le braccia;
Harry ebbe il forte sospetto che fosse scoppiata in lacrime. “Al signor Harry Potter...” proseguì
Silente. Nella sala non si udì più volare una mosca. “per il suo sangue freddo
e l'eccezionale coraggio, attribuisco al Grifondoro altri settanta punti!” Il frastuono divenne assordante. Senza nemmeno dover fare il conto, tutti
avevano capito che il Grifondoro era passato in vantaggio, superando il
Serpeverde di ben duecentonovanta punti. “Infine, esistono molti tipi di coraggio.”
continuò il preside, sorridendo. “Affrontare i nemici richiede notevole
ardimento. Ma altrettanto ne occorre per affrontare gli amici. E pertanto...
attribuisco dieci punti al signor Neville Paciock.” Chi si fosse trovato fuori della Sala
avrebbe potuto credere che ci fosse stata un’esplosione, tanto fu il baccano
che scoppiò alla tavola del Grifondoro. Tutti i maghi di Fairy Tail si erano
alzati in piedi gridando e battendo le mani, mentre Neville, bianco come un
cencio per lo shock, scompariva sotto un capannello di compagni che cercavano
di abbracciarlo. Prima di allora, non aveva mai vinto neanche un punto per
Grifondoro! Harry, che stava ancora applaudendo, indicò
con lo sguardo Malfoy, il quale non avrebbe potuto apparire più stupefatto e
inorridito se qualcuno gli avesse fatto l'Incantesimo della Pastoia Total-Body. “Ciò significa.” riprese Silente
sovrastando l'uragano di applausi dei Corvonero e dei Tassorosso, anche loro al
settimo cielo per la sconfitta di Serpeverde. “Ciò significa che dovremo
ritoccare un po’ queste decorazioni!” Batté le mani, e istantaneamente i
parati verdi si fecero scarlatti e quelli d’argento divennero d'oro; l'enorme
serpente di Serpeverde scomparve, lasciando il posto al leone rampante di
Grifondoro. Piton stringeva la mano alla professoressa McGranitt con stampato
in volto un orribile sorriso stiracchiato. Il suo sguardo incrociò quello di Harry e
il ragazzo capì all'istante che i sentimenti dell’insegnante di Pozioni verso
di lui non erano minimamente cambiati. Ma questo non lo preoccupava: a quanto
pareva, l'anno seguente la vita sarebbe tornata normale... o quanto meno,
normale per Hogwarts. Harry entrò nella stanza dello Specchio
delle Brame, chiudendo a chiave la porta dietro di lui. “E così, sei tornato.” Disse il suo
riflesso, non appena fu di fronte a lui. “Già.” Rispose lui, tirando fuori la Pietra.
“Vorrei restituirti questa. Anch’io penso che tu sia l’unico in grado di
custodirla.” “D’accordo. Hai delle condizioni come
quelle che aveva posto Silente?” “Che condizioni aveva messo?” “Nessuno che voleva usare la pietra
avrebbe potuto prenderla. Solo chi voleva prenderla senza usarla ci sarebbe
riuscito.” “Capisco… allora pongo anch’io le stesse
condizioni, con l’aggiunta che chi prenderà la Pietra non dovrà avere un’anima
malvagia.” “Come vuoi.” Rispose il riflesso, mentre
Harry rimetteva in tasca la Pietra Filosofale, che scomparve, riapparendo nella
tasca dell’altro lui. “Dimmi…” continuò il moro. “Che cosa mi
hai detto quella notte? E perché non mi hai parlato?” “Perché Voldemort mi avrebbe sentito.
Posso impedire agli altri di vedere il riflesso di qualcuno, ma non la voce. Mi
sono rivelato solo a voi. Nemmeno Silente sa la verità.” “E l’altro me?” “Nemmeno lui.” “Va bene… allora ti auguro buona
fortuna.” “Prima che tu vada… posso farti anch’io
una domanda?” Harry annuì. “Perché non ti sei lasciato attirare dal
potere della Pietra? L’altro te, anche se solo in parte, ne era attratto…
perché tu no?” “Perché non avrebbe potuto darmi niente
che io desiderassi. L’oro non mi manca, e l’immortalità… non fa per me.”
Rispose lui, girandosi. “Allora credo che questo sia un addio. Dubito tornerò
di nuovo da te.” “Non vuoi prima vedere il tuo vero
desiderio?” chiese il riflesso, mentre accanto a lui comparivano una donna dai
capelli rossi e un uomo che sembrava la versione adulta di Harry. Il ragazzo sorrise. “So già cosa vedrei… ne ho avuto la conferma
qualche giorno fa, quando Hagrid mi ha regalato quell’album. E sono sicuro che
anche loro avrebbero fatto come me. L’unica cosa che spero è che non abbiano
sofferto troppo.” “Sei strano, Harry Potter. Sono curioso
di vedere come proseguirà la tua storia.” affermò il riflesso, mentre il mago
usciva dalla stanza, richiudendo la porta. Le figure ai suoi lati scomparvero. “E sei anche molto interessante, per
essere un umano.” Continuò, guardando la pietra. “Nessun altro umano me
l’avrebbe lasciata, sapendo di non poterla più riprendere.” Sul suo volto apparve un ghigno,
completamente diverso dai sorrisi che aveva fatto fino a quel momento. “Harry Potter… ne è valsa la pena
parlare con te. La verità ti sarà presto chiara.” Concluse, per poi diventare
nero e scomparire con la Pietra Filosofale. A Harry e agli altri era completamente passato
di mente che non erano ancora usciti i risultati degli esami, ma quelli
puntualmente arrivarono. Con loro gioia, tutti i maghi di Fairy
Tail, con l’aggiunta di Hermione, erano passati con il massimo dei voti, mentre
Ron era poco sotto di loro come punteggio. Anche Neville riuscì a passare, sebbene
per il rotto della cuffia: i buoni voti che aveva preso in Erbologia avevano
compensato quelli disastrosi in Pozioni. Poi, un bel giorno, i loro guardaroba si
svuotarono di colpo, i bauli si riempirono, il rospo di Neville fu trovato
acquattato in un angolo dei bagni; a tutti gli studenti furono distribuiti
avvisi scritti di non usare la magia durante le vacanze. “Non credo che quest’anno ci servirà.”
aveva detto Fred Weasley, sorridendo agli altri membri della gilda. Infine, i maghi di Fairy Tail si
riunirono nella Sala Grande, dove c’era Silente ad aspettarli. “Allora, direi che Hogwarts è stata di
vostro gradimento.” Disse, sorridendo mentre gli guardava. “Eccome!” esclamò Natsu, sputando una
fiammata. “Non vedo l’ora di scoprire cosa succederà il prossimo anno!” “Mentre noi non vediamo l’ora di tornare
alla gilda!” esclamò George. “Anche se poi dovremmo tornare un po’ prima.
Nostra madre non ci ha permesso di restare via tutta l’estate.” “Figurati se sapesse che cosa faremo
oltre ai compiti.” Aggiunse il fratello. “Ovvero?” domandò la voce di Ron, che
era di fronte al portone della Sala, affiancato da Hermione, con i loro bauli
dietro. “Ron? Hermione? Voi che ci fate qui?”
chiese Erza. “Non è ovvio? Veniamo con voi!” rispose
la ragazza. “Che cosa?!” “Non vi lasceremo di certo tutto il
divertimento. Ho nascosto Crosta nel baule di Percy, assieme a una lettera di
scuse per mamma e papà.” “Io invece ho avvertito i miei che starò
a casa di alcuni amici per studiare insieme, però voglio tornare prima
dell’inizio delle lezioni per andare a salutarli.” Disse Hermione. Harry li guardò per qualche secondo, per
poi sospirare. “Ne siete sicuri? Se venite con noi, la
vostra vita non sarà più la stessa.” “Mettiamola così: voi ci fate venire con
voi e unire alla vostra gilda, e noi non diremo niente a nessuno.” Replicò la
ragazza, sorridendo. Silente ridacchiò. “Sembra che non vi
lascino molte possibilità.” “Beh, stando così le cose… Benvenuti in
Fairy Tail!” urlò Natsu, porgendo loro la mano. Malfoy era seduto da solo in uno
scompartimento del treno, intento a guardare il paesaggio scorrere velocemente
oltre il vetro. “Allora, com’è andata?” chiese una voce
alle sue spalle. Draco sorrise, mentre una sfera di
cristallo veniva adagiata su uno dei posti liberi. “Oh, direi perfettamente. Abbiamo perso
la coppa, ma poco importa. In fondo, abbiamo progetti ben più ambiziosi, no?” Urrutia si sedette accanto a lui. “Già. Il prossimo anno sarà assai
interessante, ma prima, c’è un’altra questione da sistemare. Sei pronto?” Lo studente di Serpeverde si mise a
ridere. “Certo
che lo sono. Altrimenti non sarei qui.” Rispose, per poi voltarsi a guardarla.
“Gerard ci sta aspettando, no?”
18: Missione di classe S?Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
Chiedo scusa per il ritardo, ma è un periodo un po' pieno... ma tranquilli, non mi sono ancora fermato XD.
Allora, con lo scorso capitolo abbiamo concluso il primo libro di Harry
Potter... ed è inutile ricordare che le cose sono andare un po'
diversamente rispetto alla versione originale XD.
Con questo invece cominciamo una nuova saga, che sarà un po'
più lunga delle precedenti. Ma sarà a dir poco
fondamentale per il proseguire della fan fiction. Inoltre, vi pare che
faccia passare delle vacanze decenti ai nostri maghi preferiti? XD
Ordunque, ringrazio Liberty89 per avermi fatto da beta reader e passiamo subito alle recensioni!
@ fria: Eh già, Malfoy
questa volta creerà un po' più di problemi rispetto alla
sua controparte originale... e ne vedremo delle belle, su questo non ci
piove ù.ù @ NemoTheNameless: Beh, non
volevo mettere troppa carne sul fuoco... anche perché, con la
saga che sta per iniziare, credo mi rifarrò XD. Hermione e Ron
si stanno preparando al loro grande ingresso nella gilda più
famosa... con tutti i problemi che ne deriverano XD. Mi fa piacere
sapere che nonostante la saga di Fairy Tail che ho usato non ti piaccia
sia riuscito a farti digerire il primo libro rivisto XD. Spero che la
nuova saga sia allo stesso livello (e, perché no, anche
superiore XD). @ Arwen95: Cerca di resistere,
non voglio vite sulla coscienza XD. Mi fa piacere sapere che la storia
continui a prenderti, e spero che questo capitolo risulti ancora di tuo
gradimento! @ hinata 92: Prima di tutto,
benvenuta tra i recensori e grazie! Beh, gli inizi purtroppo non sono
il mio forte... preferisco il succo XD. E come vedi, ormai mi sono
così speciallizzato nei crossover da riuscire in questa pazzia
(al momento, questa è la fan fiction più lunga al mondo
su questi fandom XD).
Per tua fortuna, i primi nove volumi copriranno la fiction ancora per
un po'. Poi spero di riuscire a scrivere i capitoli in maniera tale da
farli risultare comprensibili anche per chi non conosce la storia
originale XD (e vedo che non sono l'unico ad aver riletto almeno 10
volte ogni libro di Harry Potter XD). Ho cercato di mantenere gli
eventi più importanti il più simili possibile agli
originali (sia di Harry Potter che di Fairy Tail), nonostante gli
elementi aggiuntivi, e sono contento che il risultato sia più
che soddisfacente ù.ù.
E vedo che il nuovo Harry è di tuo gradimento XD. Come anche le
(dis)avventure del gatto blu più famoso dopo Doraemon XD.
Tranquilla, per questa volta non ti punirò XD *mette via il suo
fidato mitra*. Anche perché come vedi, io rispondo le recensioni
ancora alla vecchia maniera, di conseguenza le mie risposte arrivano
sempre tardi, motivo per cui sei riuscita a postare la tua nuova
fiction prima che ti potessi chiedere di mandarmi per mp quando
l'avresti postata XD. E ovviamente sono contento di averti ispirato
ù.ù @ Liberty89: Tranquilla Lib, niente di grave ù.ù. In fondo mi fai sempre sapere in tempo reale cosa ne pensi dei capitoli XD.
Uhm... mi sembra di riconoscere il colpevole dell'errore... poverino,
aveva pure indovinato *mostra Battista venire portato via per aver
rubato un centesimo a Paperone*.
Ebbene sì, testa senza naso (?) ha fatto la sua apparizione,
confrontandosi con un gruppo che probabilmente non riteneva così
forte... anche se ora è a conoscenza che il ragazzino che
credeva incapace, tanto incapace non è XD (e il buon vecchio
Raptor ci ha letteralmente rimesso la faccia per questo XD).
E Silente è sempre Silente ù.ù
Ammettilo: il primo libro non sarebbe tale senza il capovolgimento
della classifica da parte di Grifondoro, anche se stavolta hanno
decisamente strafatto XD. E Malfoy... presto riapparirà, in una
veste abbastanza diversa dalla sua classica ù.ù
Eh già, la verità è sempre una sola... e in questo
caso, lo specchio ha pure tenuto la pietra con sé
ù.ù.
Su, ci vorrà ancora un bel po' per quei capitoli... quasi dieci
saghe, se non di più XD. Puoi ancora rilassarti
ù.ù.
Beh, direi che non posso fare altro che lasciarti leggere il "resto" ù.ù ( XD ).
Bene, e ora... Buona lettura a tutti! Capitolo 18: Missione di classe S?
Una piccola creatura, dalle enormi
orecchie da pipistrello e due occhi verdi sporgenti, grandi come una pallina da
tennis, stava correndo più veloce che poteva.
“Devo trovarlo…” ansimò, senza trovare
il coraggio di voltarsi. “Devo trovarlo e impedirgli di tornare… o per noi sarà
la fine!” Hermione e Ron rimasero a bocca aperta. Loro, assieme a Harry e agli altri, si
erano appena smaterializzati all’interno della gilda grazie a Fanny, che era
subito scomparsa per fare ritorno dal suo padrone. Ma lo spettacolo che si era presentato
ai loro occhi era ben diverso da quello che si aspettavano. Nonostante la gilda non fosse ancora
stata completamente ricostruita, tutti i membri erano tranquillamente seduti a
dei tavoli, intenti a bere, mangiare e chiacchierare, tranne alcuni che in quel
momento si stavano allegramente pestando. “M-Ma… qualcuno non dovrebbe fermarli?”
chiese Hermione, per poi vedere Harry sospirare. “Ehilà!” urlò, in modo che tutti lo
sentissero. Immediatamente tutti si fermarono, per
poi guardarli. “Harry!” esclamò Mira, uscendo dal bancone
del bar e raggiungendoli. “Che bello, stai bene!” “Non mi sono fatto niente di grave…
Erano ben peggiori le ferite che mi ha procurato Jose.” Disse lui, sorridendo. “Oh, vedo che stavolta avete portato
altre due persone con voi.” Disse Makarov, raggiungendoli lentamente. “Sapevo
sarebbero stati loro.” “È un piacere conoscerla.” Dissero
insieme Ron e Hermione. “Su, su, niente formalismi. Allora, come
mai qui?” I due maghi si guardarono, per poi
annuire. “Vorremo unirci anche noi a Fairy Tail!”
esclamarono ancora all’unisono. “Oh, tutto qui? Pensavo chissà quale
motivo. Mira?” “Subito Master.” rispose lei, correndo
di nuovo al bancone e tirando fuori un timbro, per poi tornare indietro.
“Ditemi, dove volete il marchio?” “Non c’è una posizione precisa?” chiese
Ron. “No, no.” Rispose Fred. “Ognuno è libero
di metterlo dove vuole. Credevo fosse chiaro, visto che tutti noi lo abbiamo in
punti diversi.” “Beh… io credo lo metterò sul braccio.”
Fece Hermione, tirandosi indietro la manica destra. “Immagino che a Hogwarts
sia meglio tenerlo nascosto, vero?” “Beh, oltre a voi nessuno si è
dimostrato realmente interessato a scoprire che cosa fosse, perciò non dovreste
porvi questo problema.” Rifletté Erza. “Però credo sia meglio tenerlo nascosto,
almeno per ora. I miei genitori potrebbero ammazzarmi se mi vedessero con un
tatuaggio.” Commentò Ron, deglutendo, per poi tirarsi su la manica sinistra. “Perciò
anch’io lo metterò sul braccio.” “Va bene. Preferenze per il colore?” “Blu.” Rispose la ragazza. “Rosso.” Fece invece l’altro mago. Mira annuì, per poi appoggiare il timbro
sui due, lasciando impresso il marchio. “Ecco fatto. Benvenuti in Fairy Tail!” “Direi subito di festeggiare i nostri
due nuovi membri!” esclamò Master Makarov, sorridendo. “Sì!!!” urlarono tutti gli altri. “Finalmente una buona occasione per bere
un po’.” Fece Cana, cominciando a bere a canna dalla sua botte. “Ma allora non scherzava!!!” urlò
incredulo Ron. “No… anzi, credo che non sia nemmeno la
prima botte…” commentò Gray, mentre si toglieva la maglietta e cominciava a levarsi
i pantaloni. “Che cosa stai facendo?!?!” esclamò
Hermione, spaventata e imbarazzata. “Uh? Di cosa stai parlando?” domandò il
mago del ghiaccio. “Gray… i vestiti…” spiegò Erza, facendo
andare nel panico l’amico. “Scusatelo… è un vizio che ha sempre avuto. È
riuscito a trattenersi a Hogwarts, e credetemi, è già stato un miracolo.” “State dicendo che ha sempre fatto
così?!” “Guarda, anche noi ne siamo rimasti
sorpresi quando lo abbiamo scoperto.” Disse Fred, avvicinandosi al bancone per
poi sedersi, subito imitato dal gemello. “E io che pensavo che Hogwarts fosse un
posto caotico…” commentò Ron, guardandosi attorno, finché la sua attenzione non
si fermò su una bacheca con diversi fogli attaccati sopra. “Quella che cos’è?” chiese a Harry e
Erza, che erano gli unici rimasti calmi, dato che Natsu e Gray non avevano
perso tempo e avevano cominciato a prendersi a botte, mentre Lucy guardava
sconsolata lo spettacolo. “Oh, quella è la bacheca delle
missioni.” Rispose il moro. “Chi vuole andare in missione deve prendere uno di
quei fogli, mostrarlo al Master o a Mira e poi può andare a svolgerla.
Ovviamente, più è difficile, meglio è pagata.” “Voi quante missioni avete svolto?” “Parecchie… sinceramente, non ne ho
tenuto il conto.” Rispose Titania, per poi cominciare a barcollare. Ron e Hermione la guardarono sorpresi,
ma poi anche loro, come tutti gli altri presenti, cominciarono ad avere gli
stessi sintomi. Gli unici che ne sembrarono immuni
furono Harry e Makarov. In pochi secondi, uno dopo l’altro,
tutti caddero a terra addormentati. Poi, senza far alcun rumore, Mistogun
entrò nell’edificio, dirigendosi verso la bacheca, strappando un foglio e
andando dal Master per mostraglielo. “Ugh… vedo che non fai troppi
complimenti con la tua magia…” commentò Harry, cercando di non addormentarsi. “Prendo questa.” Disse lui, per poi
girarsi. “Ehi! Prima annulla la magia del sonno!”
gli urlò contro il Master, anche lui provato dalla sonnolenza. Mistogun cominciò un conto alla
rovescia, che terminò non appena fu uscito dalla gilda. In quello stesso instante, tutti
riaprirono gli occhi. “C-Che cos’è successo?” fece George,
rialzandosi. “Questa sensazione… dev’essere stato
Mistogun!” esclamò Erza. “Proprio così.” Rispose Harry,
strofinandosi gli occhi. “Lui è la sua maledetta magia del sonno…” “Vuoi dire che una sola persona è
riuscita ad addormentarci tutti quanti?” domandò Hermione incredula. “Quasi tutti, mocciosa.” Fece una voce,
mentre Luxus si avvicinava, con il sorriso stampato sul volto. “Tu sei…” cominciò Fred, riconoscendolo
subito. “Tu sei quello che si è rifiutato di venire ad aiutarci nella lotta
contro i Phantom!” “E voi invece siete i due novellini.”
Rispose lui, per poi trasformare il suo sorriso in una smorfia di disgusto.
“Pensare che a Fairy Tail siano entrati simili moscerini… Ridicolo!” “Smettila, Luxus!” intervenne Erza. “Non
hai alcun diritto di chiamare così i tuoi compagni di gilda!” “Ancora per poco. Non appena sarò io il
Master, molte cose cambieranno, vedrai.” “Bastardo…” fece Natsu, chiudendo le
mani a pugno. “Non riuscite nemmeno a capire che
Mistogun è un tipo timido… Non dovete ficcare il naso nei suoi affari. Vero,
Harry?” Tutti si voltarono verso il moro, che si
limitò ad annuire. “Ora capisco perché sei rimasto sveglio…
Si è mostrato anche a te, non è così?” domandò il nuovo arrivato, sorridendo di
nuovo. “Eh?! Harry ha visto Mistogun in
volto?!” urlarono diversi membri della gilda, increduli. “Deduco che non deve essere una cosa
facile riuscire a vederlo, vero?” fece Ron, sorpreso per quelle reazioni. “Mistogun finora si era mostrato solo al
Master. Mi chiedo cosa gli abbia fatto cambiare idea…” rispose la rossa,
guardando il compagno, che però restò in silenzio. “Ti sfido, Luxus!” urlò il Dragon Slayer.
“Combatti contro di me!” Il biondo scoppiò a ridere. “Non sei in
grado di battere una come Erza, e vorresti batterti con me?” lo prese in giro,
ignorando Titania, che evocò due spade. “Che cosa vorresti dire?” mormorò,
mentre le persone attorno a lei cercavano di calmare la furia omicida che stava
uscendo dal suo corpo. “Semplicemente che sono il più forte!”
replicò Luxus, spalancando le braccia. “Posso considerare solo uno di voi alla
mia altezza! Tutti gli altri non sono altro che rifiuti!” “Smettila Luxus!” tuonò Makarov. “Altrimenti cosa mi fai?” replicò lui.
“E poi, non devo di certo preoccuparmi di qualcuno che non è nemmeno in grado
di portare a termine una missione di classe S.” Natsu digrignò i denti, per poi partire
all’attacco contro di lui, salvo venire schiacciato dalla mano del Master, che
lo bloccò a terra. “È inutile litigare per questo motivo.”
Disse serio. “E tu, Luxus, smettila di provocare.” “Non lascerò a nessuno il trono del più
forte di Fairy Tail!” esclamò questi, divertito. “Né a Erza, né a Mistogun e
tantomeno a Harry! E nemmeno a te, vecchiaccio!” Detto questo, continuò a ridere, per poi
uscire dall’edificio. “Quel tipo… è decisamente presuntuoso!”
commentò Hermione, ricevendo cenni di assenso dai tre compagni Grifondoro. “Purtroppo però ha ragione…” fece Mira.
“Luxus è il nipote del Master… ed è uno dei canditati a succedergli.” “Ma è ridicolo!” urlò George. “Un tipo
come lui non potrà mai comandare!” Dal silenzio che ne seguì, fu chiaro che
tutti la pensavano come lui. “Luxus è molto forte.” Spiegò Harry.
“Uno scontro con di lui potrebbe anche distruggere la città. Se fosse venuto ad
aiutarci contro Jose, avremmo vinto molto più velocemente.” Poi si girò verso i
tre Weasley e Hermione. “Allora, avete già qualche idea su dove dormire?” Nessuno dei quattro rispose. “L’altra volta avevamo usato le tende
che il Concilio aveva mandato…” rifletté Fred. “Ma qualcosa mi dice che
stavolta non ci saranno, vero?” “E il dormitorio è piuttosto caro per i
nuovi arrivati…” continuò Erza. “Oltre al fatto che esiste solo il dormitorio
femminile.” “E noi allora che cosa facciamo?!”
esclamò Ron, già temendo di dover dormire all’aperto. Harry sospirò, per poi sorridere. “Lo
immaginavo che sarebbe finita così.” replicò. “Tu e i gemelli potete venire a
stare da me. Vivo da solo, perciò lo spazio non manca. Ma immagino che Hermione
preferisca non dormire da sola in mezzo a noi maschi, vero?” “Beh… se si può evitare…” “Puoi venire da me!” esclamò Lucy.
“Finché non avrai i soldi sufficienti per pagare l’affitto, sarai mia ospite.
Sempre se vuoi ovviamente.” La ragazza sembrò sorpresa da
quell’offerta, ma annuì velocemente. “Senti Harry…” disse Natsu,
avvicinandosi. “Se vuoi Fred e George possono venire da me. Anch’io vivo da
solo con Happy, e inoltre non abbiamo case vicine, perciò se vorranno
allenarsi, potranno farlo senza problemi.” “Allenarci?” ripeterono i due,
guardandolo confusi. “Beh, qui il potere della bacchette da
solo non sarà sufficiente. Certo, ci è stato di grande aiuto, ma avete visto
anche voi che contro avversari come Gajil non serve a molto. Almeno, non a
lungo termine.” “In effetti…” “Beh, sarebbe interessante apprendere la
magia locale.” Convenne Hermione, per poi guardare Lucy. “E per iniziare,
vorrei studiare le tue chiavi. Evocare esseri viventi che non siano animali è
piuttosto strano.” La bionda sorrise. “Volentieri. Credo
che anche i miei spiriti saranno contenti di fare la tua conoscenza.” “Ecco, a proposito…” fece Ron, guardando
la compagna di gilda. “Perché ti sei spaventata dei fantasmi a Hogwarts, se poi
puoi evocare degli spiriti?” “Ma loro non sono mica fantasmi! Non
sono mai morti.” Replicò lei, per poi parlargli sottovoce. “E ti consiglio di
non chiederlo a nessuno dei miei spiriti… alcuni possono essere molto
vendicativi…” Il rosso deglutì. “Allora siamo d’accordo. Ci vediamo
domani qui, così vedremo se c’è qualche missione che potete affrontare.” Disse
Harry, per poi fare cenno a Ron di seguirlo. “Allora andiamo anche noi.” Disse Lucy.
“Dopo tutti questi mesi di assenza, dovrò pulire per bene casa.” “Tranquilla, ho studiato qualche
incantesimo che ci aiuterà. Qui non c’è nessun limite per i minori, se ho
capito bene, no?” fece Hermione, allontanandosi con lei. “Andiamo anche noi?” chiese Fred a
Natsu, che però rispose con un sorriso malandrino. “Prima c’è qualcos’altro di cui vorrei
parlare con voi.” Disse, attirando l’interesse dei due gemelli. “Allora Lucy… è vero che vivi da sola?” La bionda annuì, mentre saliva su un
muretto che delimitava un fiume che scorreva in mezzo alla città. “Da quando sono arrivata a Fairy Tail,
ho sempre cercato di cavarmela da sola. Sai, trovare i soldi sufficienti non è
facile se non fai tante missioni.” “Però credevo che tu fossi ricca e-” “Lo sarei se fossi rimasta a casa mia.”
Disse seria l’altra. “Ma hai sentito cos’ha fatto mio padre. Non potrei vivere
con una persona del genere. Non mi ha mai guardato, non mi ha mai elogiato… Non
dovrei dire nulla, visto che Harry e gli altri non hanno nemmeno un padre, ma
per me è come se non esistesse.” “Capisco… dimmi, che altri spiriti hai
oltre a Virgo e… Taurus, giusto? Harry ha sbloccato i miei ricordi, ma sono
ancora un po’ confusi…” “Vediamo… Prima di tutto devi sapere che
ne esistono di più tipi.” Cominciò la bionda, tirando fuori il suo mazzo di
chiavi. “Vedi? Oltre a quelle dorate, ce ne sono alcune d’argento. A Hogwarts
non le ho usate perché avrei dato nell’occhio, oltre al fatto che non tutti gli
spiriti si fanno chiamare quando voglio io.” “Cosa vuoi dire?” “Quando entro in possesso di una chiave
devo evocare lo spirito a cui appartiene, poi concordare i termini del
contratto magico. Si decide la frequenza di chiamata, i giorni della settimana,
la durata dell’evocazione… Oltre al fatto che non tutti sono contenti di venire
chiamati.” “Davvero?” “Meglio per te non sapere di più su
questo… Comunque, le chiavi d’argento, sebbene rare, sono abbastanza facili da
trovare, tanto che le puoi comprare nei negozi di magia. Quelle d’oro invece
sono infinitamente più rare, dato che ne esistono solo dodici, una per segno
zodiacale.” “Solo dodici? Ma tu nei hai già-” “Quattro, già. Il mio sogno è riuscire a
riunirle tutte. Ma come ti ho detto, non è molto facile.” “Senza contare che a Hogwarts non le
troverai di certo…” “Sinceramente, temo che dovrò combattere
per avere le altre. Non sono di certo l’unica maga degli Spiriti Stellari,
perciò è probabile che le altre chiavi d’oro siano in mano ad altri
proprietari.” “Interessante… Le vostre magie sono
davvero uniche!” esclamò entusiasta Granger. “Anzi, da quel che ho visto,
questo mondo è fantastico! Pensavo che già Hogwarts fosse unica, mai avrei
pensato di trovare qualcosa di simile! Non vedo l’ora di poterlo raccontare ai
miei genitori! Ovviamente ommettendo qualche dettaglio.” “Che lavoro fanno?” chiese curiosa Lucy.
“Sono anche loro maghi?” “No, no. Io sono figlia di Babbani.
Fanno i dentisti.” “Vuoi dire che tu prima non avevi mai
sentito parlare della magia? E nonostante questo sei una delle maghe più
brillanti della scuola?!” “Assieme a voi. A questo proposito… Mi
puoi dire come avete fatto? Non vi ho mai visto studiare, e dubito che durante
la battaglia svoltasi qui a Natale aveste i libri in mano.” Lucy deglutì. “P-Prometti di non
arrabbiarti?” “Perché dovrei? Non avrete mica copiato,
no?” “No, però…” e mentre parlava tirò fuori
i suoi occhiali del vento. “Con questi, siamo riusciti a studiare quasi tutto
il programma del primo anno in un paio di settimane.” “Che cosa?!” “Si chiamano occhiali del vento.
Permettono di leggere molto velocemente i libri, riuscendo a comprenderli
facilmente. Non fraintendere, non è che non studiamo!” precisò subito, vedendo
lo sguardo dell’amica. “Solo, ci facilitano il tutto, visto che potremmo
ritrovarci a combattere.” “Capisco…” fece lei, sbuffando. “Non
posso che disapprovare questo metodo… però voi le cose le imparate davvero, e
credo sia quello l’importante.” Lucy si lasciò sfuggire un’enorme
sospiro di sollievo. “Beh, allora direi che possiamo
fermarci. Siamo arrivate.” Disse, indicando una piccola casa a schiera. “È qui
che staremo per un po’.” “Però, non male.” Disse la ragazza,
mentre la bionda apriva la porta di casa. Ma prima di poter mettere un piede
dentro, si ritrovò un foglio di carta davanti agli occhi. “Lucy!” urlò Natsu. “Andiamo in
missione!” Le due ragazze restarono immobili per
qualche secondo. Poi la bionda, senza pensarci due volte,
afferrò l’amico per le braccia, per poi scaraventarlo fuori casa lanciandolo
letteralmente in aria. “Fuori da casa mia!!!” urlò, mentre
Hermione la guardava la scena con occhi increduli. “P-Promemoria fratello… non fare mai
infuriare Lucy…” fece la voce di Fred, mentre lui e George uscivano dalla casa,
cercando di ignorare lo sguardo omicida che la proprietaria gli rivolse. “Ahi, ahi…” si lamentò il Dragon Slayer,
alzandosi e massaggiandosi la testa, mentre Happy lo raggiungeva. “Lucy fa paura, aye…” “E voi due continuate a entrare in casa
mia senza permesso!!!” replicò ancora arrabbiata la maga degli Spiriti Stellari,
per poi sospirare. “Perché avete portato anche Fred e George?” “Siamo venuti qui per proporvi
un’offerta.” Rispose uno dei due rossi, prendendo il foglio dalle mani di
Salamander. “Vogliamo dimostrare a un certo Luxus che si sbaglia sul nostro
conto… e Natsu è d’accordo con noi. Per questo ci ha proposto… una missione di
classe S!” “Ma voi siete matti!!!” replicò Lucy. “Missione di classe S?” chiese Hermione. “Sono delle missioni molti difficili,
motivo per cui i maghi in grado di affrontarle devono superare un esame. E solo
Harry e Erza l’hanno superato, tra i nostri amici s’intende.” Spiegò la bionda. “Ma se dimostriamo che siamo
all’altezza, faranno diventare anche noi maghi di classe S.” disse Natsu. “Non se ne parla nemmeno! Io e Hermione
non abbiamo alcuna intenzione di seguirvi in una missione suicida!” “Infatti, e voi due non dovreste
rischiare così tanto. Cosa diremmo ai vostri genitori se vi succedesse
qualcosa?” “Tranquilla, torneremo in perfetta
salute!” risposero i due gemelli insieme. “La missione dice ‘Salvate la nostra
isola’.” fece Happy. “Isola?” chiese Lucy, sorpresa. “Sì… Galuna, l’isola maledetta!” dissero
i quattro di fronte alle due ragazze, assumendo un’espressione spaventosa. “Non ci vengo nemmeno morta!!!” urlò
terrorizzata la bionda. “Isola maledetta?” fece Hermione. “Non
credo sia proprio la missione più facile con cui iniziare.” “Fate come volete allora. Noi abbiamo
pensato di proporvelo per l’alta ricompensa… Ma affari vostri. Allora ci
vediamo al nostro ritorno!” Senza aspettare altre rispose, i quattro
si allontanarono, lasciando le due ragazze incredule. Hermione spostò lo sguardo sul foglio
della missione, che i maghi avevano lasciato cadere a terra. “Pazzesco… una missione di classe S! E
volevano che ci unissimo a loro!” commentò incredula la bionda. “Ehm… Lucy? Tu non hai letto la ricompensa,
vero?” domandò l’altra. “No, perché?” Come risposta, Hermione le porse il
foglio. “Ricompensa: sette milioni di Jewel più
una chiave d’oro.” Lesse la bionda, per poi restare in silenzio per qualche
secondo. Hermione sospirò. “Ho capito, posso dire
addio a una bella dormita, vero?” “Uh?” “Vuoi andare con loro, no? E se io
restassi qui da sola, la cosa sarebbe alquanto sospetta. Oltre al fatto che
dubito tu possa riuscire a tenere a bada Natsu e i due gemelli da sola.” Lucy saltò all’indietro. “Chi sei tu?! Che ne hai fatto della
vera Hermione Granger?!” “Ha lasciato il posto alla sua curiosità
verso questo mondo.” Rispose lei, sorridendo. Quando le due maghe raggiunsero Natsu e
i due Weasley, videro che il rosa portava un sacco sulle spalle, che prima non
aveva. “Oi!” le salutò lui. “Allora avete
cambiato idea?” “Diciamo che… una parte della ricompensa
è di mio interesse.” Rispose Lucy, ridendo nervosa. “E tu Hermione?” chiese George. “Ha vinto la mia curiosità, però
sappiate che nel caso ci dovessero rimproverare, dirò che mi avete costretto
voi, ok?” “Come sempre, eh?” ridacchiò il Dragon
Slayer. “Tranquille, andrà tutto bene. Ci sono io con voi, niente può
battermi!” “A parte qualche mago più forte di te.”
Fece Fred. “Non esiste nessuno più forte di me!”
replicò il rosa, sputando una fiammata, che evitò di pochi centimetri Hermione,
che sbiancò vistosamente. “P-Per questo mi ci vorrà parecchio per
abituarmi…” fece, deglutendo, mentre Lucy colpiva il compagno con un pugno in
testa. Il gruppo si mise subito in viaggio,
raggiungendo dopo qualche ora un’altra città. “Eccoci alla città di Harujion!” esclamò
Lucy, guardandosi in giro. “Che nostalgia… è qui che io e Natsu ci siamo
conosciuti!” “Parli come una vecchia…” fece lui,
sbadigliando. “Però, devo dire che hanno ricostruito tutto abbastanza
velocemente…” “A cosa ti riferisci?” chiese Hermione. “Beh, in quell’occasione, io e Natsu
abbiamo distrutto quasi completamente il porto…” disse la bionda, ridacchiando. La strega rimase con la bocca aperta. “C-Come
scusa?” “Beh, uno dei miei spiriti si è
scatenato, mentre Natsu… Beh, Natsu distrugge tutto, punto.” “Cavoli, sapevo di questa storia, ma non
credevo fosse così grande questo porto!” disse Fred, fischiando come segno
d’ammirazione. “Beh, adesso non ci resta che trovare un
passaggio per l’isola.” I maghi cominciarono a chiedere ai
proprietari delle barche ormeggiate, ma con loro sorpresa, tutti si rifiutarono
di accompagnarli sull’isola di Galuna. “Possibile che non ce ne sia nemmeno uno
disponibile?!” sbottò Natsu, lasciando cadere a terra il sacco, da cui uscì un
gemito. “N-Natsu, che cosa c’è lì dentro?” “Uh? Oh, è vero, me n’ero dimenticato…”
rispose lui, aprendo il sacco e rivelandone il contenuto. Hermione e Lucy saltarono per lo
spavento. Dentro, pietrificato dalla magia, c’era
Gray, con gli occhi che esprimevano rabbia pura verso di loro. “Che cosa avete fatto?!?!” urlò Lucy ai
compagni. “Beh, ci aveva scoperto e stava andando
a riferirlo al Master… così lo abbiamo immobilizzato e portato con noi per non
farci scoprire.” “Ma questo è sequestro di persona!”
esclamò incredula Hermione, tirando fuori la bacchetta e sciogliendo
l’incantesimo della Pastoia. “Grazie…” mormorò, per poi girarsi verso
Salamander e i gemelli. “Si può sapere che cosa vi passa per la testa?! Prima
rubate una missione di classe S e poi mi aggredite!” “Beh… a dir la verità… Non possiamo di
certo farti tornare indietro a dirlo al Master. Manderebbe qui Harry o Erza, e
per noi sarebbe la fine.” Rispose Natsu, per poi avvolgere il pugno con il
fuoco e colpendo Gray in pieno stomaco, facendolo svenire. “Perciò verrai anche
tu con noi!” “Sai Lucy… Temo che la nostra permanenza
a Fairy Tail sarà molto più breve di quanto pensassi…” fece Hermione. “Temo anch’io…” “Voi siete dei maghi?” chiese una voce. Tutti si girarono, ritrovandosi a
guardare un uomo dagli occhi strabici, avvolto da un mantello, che si trovava
in piedi su una piccola barchetta, intento a sistemare la vela. “Siete qui per scongiurare la
maledizione dell’isola?” continuò l’uomo. “Certo!” esclamarono insieme Natsu, Fred
e George. “Diciamo di sì…” fece invece a bassa
voce Lucy. L’uomo gli guardò tremando per qualche
secondo. “Saltate su.” Disse infine. “Vi accompagnerò io.” I maghi lo guardarono sorpresi. Poi Natsu saltò sulla barca, seguito dai
due gemelli e Happy, portandosi dietro Gray. “Ormai siamo in ballo…” fece Hermione,
salendo anche lei assieme a Lucy. La barca dopo pochi minuti si allontanò
con i suoi passeggeri, ignari dello sguardo di un paio di grossi occhi nascosti
dietro alcune botti del porto. “Allora… Come mai ha deciso di
accompagnarci?” chiese Hermione all’uomo, mentre guardava il sole cominciare a
tramontare. “Tutti gli altri si sono rifiutati.” “Mi chiamo Bobo.” Rispose lui. “E abito
in quell’isola.” “Uh?” fece Lucy. “Ma sono scappato.” Continuò lui. “C-Che tipo di maledizione c’è
sull’isola?” chiese Happy. L’uomo restò in silenzio per qualche
secondo. “Se andrete su quell’isola… la sventura
si abbatterà su di voi. Mi chiedo se sarete davvero in grado di sciogliere la
maledizione…” “Ugh…” fece Gray, riprendendo i sensi.
“Dove sono?” “Sulla barca diretta all’isola di Galuna.”
Rispose Natsu. “Che cosa?! Fatemi subito scendere!”
esclamò irato, per poi bloccarsi quando vide l’uomo togliersi il mantello. “Questa è la maledizione del demonio…”
disse, mostrando a tutti un braccio completamente nero, che non aveva nulla
d’umano. “Q-Quel braccio…” fece Hermione,
incredula. Ma l’uomo alzò lo sguardo. “Eccola.” Disse, guardando davanti a sé.
“Quella è l’isola di Galuna.” Tutti si girarono, riuscendo a vedere
l’isola. “Dicci una cosa…” cominciò Fred,
voltandosi di nuovo verso l’uomo. Ma con loro sorpresa, era sparito nel
nulla. “È… è sparito…” fece la bionda,
diventando bianca. “E temo che non sia l’unica brutta
notizia.” Esclamò Hermione, indicando un punto di fronte a loro. I maghi seguirono la sua indicazione,
vedendo un’onda alta diversi metri dirigersi verso la barca. “E quella da dove diamine salta fuori?!”
urlò Natsu, pochi instanti prima che l’onda li colpisse, distruggendo il loro
piccolo mezzo di trasporto.
E finalmente, eccomi qui con il nuovo capitolo!
Scusatemi per il ritardo, ma ahimé, neppure io posso evitare
imprevvisti innerenti alla salute XD, perciò solo oggi sono
riuscito a rimettermi al pc fisso e a postare il capitolo XD.
Allora, eravamo rimasti con buona parte dei nostri eroi che partivano
all'esplorazione di Galuna, l'isola dei demoni. E dopo aver visto una
Hermione che accettava senza tanti problemi il viaggio, sono stati
colpiti in pieno dagli eventi…
Ordunque, non volendo anticiparvi niente (anche se chi ha letto il
manga o visto il film sa già cosa sta per succedere), ringrazio
Liberty89 e passo alle recensioni!
@ fria: Eh già... questa
volta Fred, George e Hermione (?) l'hanno combinata grossa ad andarsene
con Natsu e Lucy... e dubito che i due maghi di classe S resteranno a
guardare... @ hinata 92: Non potevo non
mettere DObby XD. E concordo con te: la sanità mentale di Ron e
Hermione sarà duramente messa a prova d'ora in poi, visto che in
sette libri credo non abbiano mai incontrato nessuno pazzo come i maghi
del mondo di Fairy Tail XD (e la signora Weasley probabilmente
farà a pezzi il Master se mai dovesse incontrarlo di persona XD).
Per i punti da te elencati, concordo in pieno XD. Ora i due sventurati
maghi di Grifondoro stanno realizzando in che cosa si sono andati a
cacciare... anche se preparati al reincontro con i due di classe S XD
(e concordo con te sul fatto che Hermione avrebbe potuto fare benissimo
la ricecatrice, ma se non sbaglio la Rownling ha messo subito in chiaro
che così non è stato...)
Per Luxus, tranquilla, tra qualche saga spiegherò le sue vere
intenzioni (sul chi è, è veramente il nipote del Master
XD).
Per gli aggiornamenti, spero almeno una volta a settimana, al massimo ogni due XD @ NemoTheNameless: Già,
Ron presto realizzerà che i fratelli si sono cacciati nei
guai... e ben più grossi di quelli che sembrano XD. E i nostri
tre eroi rimanenti arriveranno presto ù.ù @ Liberty89: Tranquilla, non ti
sorprenderò con Dobby, ma ho ben altre idee che ti faranno
rizzare i capelli, o almeno lo spero XD. Per Ron e Hermione...
eheheheh...
Ehm... per la parte di Gray, farò come dici tu: passo oltre XD
Vedrai, Mistogun sarà uno dei personaggi che lascerà
maggiormente il segno... ma tra un bel po' XD. Come anche Luxus, anche
se sinceramente, non lo avevo mai pensato paragonato a Malfoy XD
Come hanno fatto ad arrivare prima? Semplice: Lucy e Hermione
camminavano, Natsu saltava sui tetti portandosi dietro a forza Fred e
George ù.ù *sente una voce dietro* Come? Quello era
Spiderman? Va beh, sempre tipi fuori XD
E Natsu... Distrugge tutto XD. Come questa oramai famosa citazione:
http://www.youtube.com/watch?v=CiNYl1_2QM0 XD. Stessa logica
ù.ù
Sì, con Gray ci sono andato giù più pesante
rispetto all'originale... lì se la cavava con un solo pugno XD.
Vedrai, vedrai... presto i nostri eroi avranno non poche gatte da pelare... e sai di cosa sto parlando ù.ù
Bene, e ora... buona lettura a tutti!
Capitolo 19: L'isola dei demoni: Deliora
“Ugh…” fece Hermione, aprendo gli occhi e
guardandosi attorno. Si trovava su una spiaggia e poco lontano da lei giacevano
anche gli altri, assieme ai resti della loro imbarcazione. “Ehi… state tutti bene?” chiese, alzandosi. Come risposta, Lucy cominciò a tossire. “Diciamo che
ho visto di peggio, ma anche di meglio…” fece lei, tirandosi in piedi. Uno a uno, tutti quanti si svegliarono. “Dove siamo finiti?” domandò Fred, guardandosi
attorno. “Probabilmente siamo finiti proprio sull’Isola di Galuna.”
Rispose Gray, sospirando. “Beh, la barca è andata, perciò io direi di dirigerci
al villaggio!” esclamò Natsu, come se niente fosse. “In fondo, quello che ha
mandato la missione è proprio il capo villaggio!” “Ma non sei nemmeno un po’ preoccupato per Bobo, che
è scomparso nel nulla?!” gli urlarono contro Lucy e Hermione. “Verrò anch’io con voi.” Disse il mago del ghiaccio,
sorprendendo tutti. “Se doveste riuscire in questa missione, non mi andrebbe
proprio di vedervi diventare maghi di classe S. E se foste buttati fuori, credo
sarebbe una noia senza di voi.” “Ben detto!” urlarono i due Weasley, mentre le
ragazze sospiravano. Dopo un po’ di minuti di cammino, raggiunsero
un’alta cinta muraria fatta di solido legno, su cui era stato posto un cartello
con scritto sopra ‘Vietato entrare!’. “E questa che storia è? Come facciamo a passare?” rifletté
ad alta voce George, per poi guardare il Dragon Slayer, che aveva già avvolto
le mani con il fuoco. “Senza distruggere qualcosa, se possibile!” “Chi siete?” chiese una voce, mentre da
sopra le mura si mostravano due guardie, avvolte completamente da dei mantelli. “Siamo maghi di Fairy Tail!” rispose
Fred. “Abbiamo visto la vostra richiesta e-” “Fairy Tail?” replicò una delle due
sentinelle. “Nessuno ci ha detto che avevate accolto la nostra richiesta!” “Ecco…” cominciò Lucy, venendo subito
interrotta da Gray. “Dev’esserci stato un malinteso. Visto
che non ci fate entrare, ce ne andiamo subito.” “Io non torno indietro!!!” urlò Natsu. “Mostrateci i tatuaggi.” ribatté l’uomo. I maghi restarono fermi un secondo dopodiché
annuirono, mettendo in mostra il marchio di Fairy Tail. “Quindi è così che da voi riconoscono i
maghi?” chiese Hermione a Lucy. “Diciamo che è un modo. Il tatuaggio
afferma che facciamo parte di una gilda, dato che non è possibile copiarlo.” “Sembrano autentici…” mormorò la
sentinella. Pochi secondi dopo, la porzione di mura
corrispondente all’entrata fu sollevata. “Entrate! Ora chiamo il capo
villaggio!” esclamò l’uomo, allontanandosi dalla sua postazione. I maghi annuirono, per poi varcare la
soglia, che si abbassò nuovamente, chiudendosi dietro di loro. Procedettero per qualche metro, fino a
raggiungere quello che doveva essere il centro del villaggio, dove trovarono decine
di persone completamente avvolte da mantelli color sabbia che celavano anche i
loro volti, lasciando intravedere solo gli occhi. “Grazie per essere venuti… Signori
maghi.” Esordì l’uomo che stava davanti a tutti, appoggiato a un lungo bastone
sulla cui cima era intagliato uno spicchio di luna, per poi cominciare a
tossire. “D-Di nulla…” fece Fred, guardandoli
dubbioso. “So cosa state pensando… io sono Moka,
il capo villaggio. Ma lasciate che vi mostri subito una cosa…Abbiate la
compiacenza di guardare.” Proseguì l’anziano, per poi voltare la testa verso i cittadini.
“Toglietevi tutti il mantello!” ordinò. Gli abitanti obbedirono all’istante
liberandosi della stoffa che li copriva, rivelando il loro aspetto. Hermione si portò una mano sulla bocca,
incredula. Tutti gli abitanti, bambini inclusi,
avevano almeno un arto totalmente anormale, chi ricoperto di scaglie, chi di un
altro materiale che i maghi non riuscirono a identificare. C’era chi aveva il
braccio due volte più grande dell’altro, chi la gamba, e altri ancora che sulla
testa avevano uno o più corni. “C’era da immaginarselo…” fece Gray,
mentre Natsu indicava le basette del capo villaggio, che parevano due enormi
orecchie di coniglio, che penzolavano ai lati del suo viso. “Ma che razza di basette hai?!” esclamò
il Dragon Slayer, incapace di trattenersi. “Preferirei che guardassi questo.”
Rispose l’uomo, mostrando il suo braccio destro, completamente nero che andava
ingrandendosi verso la mano artigliata, notevolmente più ampia rispetto
all’altra. “Interessante…” fece Hermione,
deglutendo. “Non è una comune trasfigurazione… è molto più elaborata.” “Non so di cosa stai parlando… Ma avete
visto la situazione, no?” continuò Moka, tossendo ancora. “Questa maledizione
colpisce tutti gli esseri che vivono sull’isola. Non risparmia nemmeno cani e
uccelli. Siamo stati tutti maledetti…” “Non per contraddirla, ma cosa vi fa
pensare che sia opera di una maledizione?” chiese Gray. “Non potrebbe essere
opera di qualche strana malattia?” “O semplicemente di una qualche sorta d’incantesimo?”
azzardò George. Il capo villaggio scosse la testa. “Ci siamo fatti visitare da migliaia di
dottori… che ci hanno detto che una malattia del genere non esiste. Come non
esiste nessuna magia in grado di fare qualcosa di simile. Inoltre, pare che il
nostro aspetto sia influenzato dalla Luna.” “Dalla Luna?” ripeté Lucy, alzando lo
sguardo verso il cielo, dove l’astro notturno era nascosto da una nuvola. “Sin dall’antichità l’isola ha
immagazzinato la luce lunare. Ciò permetteva a Galuna di risplendere di una
bellissima luce. Ma sfortunatamente, qualche anno fa, all’improvviso, la Luna
ha cominciato a diventare violacea…” “Che cosa? Viola?” ripeté incredula
Hermione, guardando gli altri maghi. “Non ho mai sentito una cosa del
genere…” fece il mago del ghiaccio. “Tutti quelli che arrivano da fuori
dicono la stessa cosa.” Rispose il capo villaggio, tossendo. “Eppure la luce
della Luna divenne viola. Da allora i nostri corpi hanno cominciato a
trasformarsi.” Proprio in quel momento la nuvola che
copriva la Luna si spostò, rivelando a tutti la luce anomala. “È uscita la Luna!” esclamò Happy,
indicandola. “È davvero viola…” fece Lucy. “È proprio questa la maledizione della Luna!”
disse l’anziano, cominciando a sudare vistosamente. Poi, senza alcun preavviso, lui e tutti
gli altri abitanti cominciarono a urlare, perché colpiti da violenti spasmi. In
pochi secondi, cominciarono a mutare aspetto, diventando dei mostri completi,
tutti diversi tra di loro. I maghi di Fairy Tail spalancarono gli
occhi, increduli di fronte a quello spettacolo. “Perdonate se vi abbiamo spaventato…”
fece il capo villaggio. “Ogni volta che la Luna appare in cielo noi ci
trasformiamo in questi mostri spaventosi… Se questa non è una maledizione,
allora ditemi… cos’è?” I ragazzi rimasero in silenzio, vedendo
molte delle persone di fronte a loro iniziare a piangere, per la vergogna e la
disperazione. “Al mattino tutti riprendiamo le nostre
sembianze… ma di recente alcuni non ce l’hanno fatta e si sono fatti rubare l’anima.”
Continuò Moka. “L’anima? Che cosa intendi?” domandò
Hermione. L’uomo la guardò, per poi decidere di
ignorare la domanda. “Quindi abbiamo deciso di sopprimere
tutti coloro che sono diventati demoni senz’anima.” “Ma non bastava legarli e aspettare di
trovare una soluzione?” chiese Fred. “Insomma, erano pur sempre vostri
compagni!” “Anche se li imprigionassimo, loro
riuscirebbero a scappare e ci ammazzerebbero tutti…” replicò lui, prendendo una
foto da una tasca. “Ecco perché ho dovuto uccidere mio figlio…” continuò,
cominciando a piangere a sua volta. “Mio figlio, che era diventato un demone
anche nell’anima…” I sei maghi sgranarono gli occhi. Raffigurato nella foto c’era l’uomo che
li aveva accompagnati sull’isola. “E… Era un fantasma…?” mormorò impaurita
Lucy. “No, impossibile.” Disse Hermione. “I
fantasmi non sono così materiali da poter comandare una barca. Dovresti
saperlo, sei stata per quasi un anno in compagna di veri fantasmi.” “Ah… giusto…” “Che cosa possiamo fare per aiutarvi?”
chiese Gray. “Conosciamo la vostra fama di maghi… Vi
prego, dovete salvare l’isola, o finiremo per perdere l’anima… e ci
trasformeremo tutti in demoni…” “Non permetteremo che ciò accada!” urlò
Natsu, mentre tutti gli altri annuivano. “Anche perché qualcosa mi dice che
quando torneremo alla gilda, dovremmo affrontarne un po’, di demoni…” mormorò
Lucy, deglutendo. “L’unico modo per sciogliere la
maledizione…” continuò il capo villaggio, guardando in alto. “È quello di
distruggere la Luna!” I sei ragazzi rimasero in silenzio per
qualche secondo, alzando anche loro lo sguardo. “Che cosa?!” urlarono tutti insieme. Nascosti dietro una delle case, due
grossi occhi continuavano a osservare il gruppo di giovani maghi. “Demoni…” disse una vocina gracchiante.
“Incredibile… Veri demoni… Ma lui dov’è? Perché non è con loro?” “Distruggere la Luna… è praticamente
impossibile!” esclamò Fred, non appena furono tutti dentro una casa che gli
abitanti avevano preparato per loro. “Già… è un bel guaio. Nessuno può avere
una magia sufficiente per questo.” “Senza contare le conseguenze.” Fece
Hermione. “Se la Luna funziona come nel nostro mondo, significa che ha parecchia
influenza sul pianeta. Distruggendola, sconvolgeremmo l’equilibrio, e potremmo
condannare il mondo.” “Quello si sistemerà. Piuttosto,
qualcuno può aiutarmi a calcolare con quanti pugni dovrei riuscire a
distruggerla?” domandò Natsu, ricevendo subito un pugno in testa da George. “Idiota, è impossibile! E poi come conti
di respirare nello spazio?” “Però ne va del buon nome di Fairy
Tail…” si lamentò il Dragon Slayer. Lucy sbadigliò. “Secondo me, c’è un
altro modo per risolvere la questione.” Disse. “Insomma, prima la Luna non era
così, quindi qualcosa deve aver interferito. Senza contare che il fenomeno
della Luna viola si verifica solo su quest’isola, visto che dal resto del mondo
si vede come sempre.” “Io direi di rimandare a domani la
questione…” propose Hermione. “È stata una giornata piuttosto movimentata…” “Hai ragione.” Concordò Gray. “Domani
esploreremo l’isola. Di sicuro troveremo qualche informazione in più.” La mattina dopo il gruppo di maghi si
alzò di buon’ora, dirigendosi subito verso l’uscita del villaggio. “Siete mattinieri…” osservò una delle
guardie. “Non avete dormito perché eravate circondati dai demoni, eh?” “Non proprio… Diciamo che abbiamo altri
motivi per faticare a dormire…” rispose Hermione, gettando un’occhiataccia a
Salamander e al mago del ghiaccio, che le rivolsero uno sguardo interrogativo. “Potrebbe aprire il portone? Vorremo
esplorare l’isola prima di distruggere la Luna.” Chiese Lucy. “Prego.” Fece la guardia, aprendo il
passaggio. “Ma fate attenzione, nella foresta c’è…” continuò, senza però essere
ascoltato da nessuno, dato che i maghi avevano già varcato l’ingresso,
inoltrandosi nel folto degli alberi. “Questo posto mi dà i brividi…” fece
Lucy, deglutendo, per poi guardare gli altri. “Sentite, io non me la sento di
continuare a camminare così…” “Che cosa vuoi fare? Tornare indietro?”
chiese Fred. “Certo che no. Sapete, ho diversi
spiriti con me, non solo Taurus e Virgo.” Rispose lei, sorridendo e mostrando
una chiave argentata. “Apriti, porta della Stella Orologio! Horologium!” urlò. Di fronte a lei apparve una forte luce,
che quando scomparve lasciò il posto a un orologio a pendola alto come un uomo,
dotato di testa, braccia e gambe. Senza perdere un secondo, Lucy aprì la
teca di vetro che custodiva il pendolo e vi entrò, chiudendosi dentro. “Dice: Me ne starò qui al sicuro…
scusatemi.” Fece la voce dello spirito, pacata e gentile, ripetendo le parole
della maga, adesso non udibili. “Puoi usare gli spiriti anche in questo
modo?” chiese sorpresa Hermione. “Dice: Horologium è uno spirito in grado
di proteggermi se resto dentro di lui. Inoltre, può muoversi portandomi con sé.” “Incredibile… Non ne hai uno che ti
aiuta con i compiti? O che prende direttamente il tuo posto?” domandò George,
ridendo. “Non ci pensate nemmeno! Già non sono
d’accordo sull’uso di quegli occhiali, ma questo assolutamente no!” “Dice: Tranquilla Hermione, non ho
nessuno spirito in grado di fare qualcosa del genere.” “Basta perdere tempo. Vediamo di andare
avanti.” Intervenne il rosato, facendo un passo per proseguire. Ma non appena mise giù il piede,
l’intero terreno tremò. “Natsu? Che cos’hai fatto?” chiese Fred. “Io niente… Ho solo messo giù il piede…”
rispose il Dragon Slayer, per poi saltare quando il terreno tremò ancora. “Dice: Ragazzi, dietro di voi!!!” disse
Horologium, mentre dentro di lui Lucy indicava con aria spaventata un punto
davanti a lei. Tutti si girarono, spalancando la bocca. Di fronte a loro c’era un topo gigante
col pelo azzurro, alto diversi metri, in piedi sulle zampe posteriori e con
addosso una divisa da cameriera compresa di cuffia, che li stava guardando
divertito. “E quello chi è?! Il cugino malvagio di
Crosta?!” urlò George, tirando fuori la bacchetta. “Ma Crosta si muove a malapena! Questo
invece mi sembra fin troppo agitato!” replicò il gemello. “Non vi preoccupate, con il mio Ice
Make-” cominciò Gray, interrompendosi però quando il topo cominciò ad aspirare
aria, per poi buttarla fuori, emettendo un tanfo pestilenziale, che fece cadere
a terra tutti quanti, costringendoli a portarsi la mano davanti al naso per non
svenire. “Dice: Ragazzi, che cosa vi succe… de…”
cominciò Horologium, portandosi le mani al viso, prima di cadere a terra privo
di sensi, facendo sgranare gli occhi a un’incredula Lucy, che rimase a terra
non appena lo spirito scomparve in una nuvola di fumo. “Amici, temo che ci sia una sola cosa da
fare…” fece George, rialzandosi, mentre Fred aiutava Natsu, che era K.O. a
causa del suo fiuto sviluppato. “Ovvero… scappiamo!” urlò il mago del
ghiaccio, per poi correre più velocemente possibile seguito dai compagni. Il topo li seguì immediatamente,
abbattendo tutti gli alberi che incrociava sul suo cammino, come fossero
stuzzicadenti. “Come facciamo a liberarcene?!” urlò
Lucy in preda al panico. “Se ci fermiamo, non riusciremo a
formulare in tempo l’incantesimo… e voi non potrete usare la vostra magia senza
essere spiaccicati!” replicò Fred, trascinandosi dietro Salamander. Mentre i maghi continuavano a correre, i
due occhi li stavano osservando da lontano, intrisi di paura. “Mi dovrò punire
per questo… ma non posso lasciarli morire.” Disse una voce, seguita dal rumore
di dita che scioccavano. Senza che i maghi se ne rendessero
conto, quando furono passati accanto all’ennesimo albero, una radice robusta si
sollevò dal terreno, facendo inciampare il topo che rotolò miseramente a terra
e batté la testa tanto forte da perdere i sensi. “Che cosa-?” fece Natsu, girando la
testa e fermandosi subito, imitato dagli altri. “È… caduto da solo?” domandò incredula
Hermione, guardando la creatura. “Guardate!” esclamò Lucy, indicando un
punto di fronte a loro, dove si vedeva l’entrata di quello che pareva essere un
tempio. “Forse lì troveremo qualche informazione e-” Ma la ragazza s’interruppe non appena
vide che Gray e Natsu stavano picchiando a suon di pugni e calci l’animale,
sotto lo sguardo sorpreso dei gemelli e di Hermione. “Prima dobbiamo massacrarlo!” urlarono
insieme i due maghi. “Sono un caso perso…” sospirò la bionda. Una volta dentro, i maghi si ritrovarono
in mezzo a numerose macerie, resti dell’interno di quel tempio abbandonato. “Guardate lì.” Disse George, indicando una
porzione di muro ancora abbastanza integra. “Sopra c’è incisa la Luna.” “Non mi sorprende.” Fece Gray. “In
passato Galuna era chiamata l’Isola della Luna.” “L’isola della Luna, la maledizione
della Luna, l’emblema della Luna… Queste rovine non dicono nulla di buono…”
rifletté Lucy. “Qui cade tutto a pezzi… secondo voi il
pavimento regge?” chiese Natsu, cominciando a battere un piede per terra. “Ma che fai?! Smettila subito!” gli urlò
contro la bionda. Ma non appena ebbe detto ciò, il mago
del fuoco diete un altro colpo per terra, che stavolta fu seguito da un forte rumore. “No… ditemi che non sta per succedere…”
mormorò Fred incredulo, pochi istanti prima che il pavimento sotto di loro si
riempisse di crepe, facendo sprofondare tutti quanti, compreso Happy che stava
giocando con un osso che aveva trovato per terra. “Pezzo d’idiota!!!” urlarono tutti a
Natsu, Hermione compresa, mentre precipitavano. Si schiantarono pochi secondi dopo, finendo
seppelliti dalle macerie del pavimento. Fu Natsu a rimuoverle, saltando
letteralmente in piedi. “Ohi… Ora comincio a capire il perché
siete tornati a scuola in quello stato…” commentò la Granger, guardandosi le
braccia, ora piene di piccoli tagli, da cui fortunatamente non usciva troppo
sangue. Come lei, anche i gemelli e Lucy
sembravano aver riportato gli stessi danni, mentre Natsu e Gray sembravano
incolumi. “Idiota!” urlò quest’ultimo rivolgendosi
al Dragon Slayer. “Perché non pensi mai prima di agire?!” “Ma dove siamo finiti?” domandò George,
guardando in alto, dove si poteva vedere il punto da cui erano caduti. “Direi nei sotterranei di quelle
rovine…” commentò Hermione, guardandosi attorno e vedendo che si trovavano in
una sorta di grotta. “È una caverna segreta!” esclamò Natsu,
correndo subito verso l’unica uscita visibile seguito dagli amici, ma fermandosi
di colpo alla fine del tunnel. “Che cosa succede?” chiese Lucy, mentre
lei e tutti gli altri si avvicinavano. Quel che videro gli fece spalancare gli
occhi e la bocca per la sorpresa. Di fronte a loro, all’interno di un enorme
e spesso blocco di ghiaccio, si trovava un mostro alto più di dieci metri. “U-Un mostro! Un mostro congelato!”
esclamò Natsu. “Esistono creature del genere?!” fece
incredula Hermione. “Deliora…?!” urlò Gray, spaventato e
allo stesso tempo arrabbiato, facendo voltare tutti verso di lui. “Eh? Sai chi è?” chiese Fred. “Ma è assurdo! Che ci fa qui Deliora?!”
continuò il moro, ignorandolo. “È una cosa impossibile! Non può trovarsi qui!
Quello è… Quello è…” “Calmati Gray!” gridò Lucy, posandogli
una mano sulla spalla per cercare di calmarlo. Il mago del ghiaccio si zittì, tornando
a guardare il mostro di fronte a loro. “Chi è?” chiese Hermione. Gray digrignò i denti. “Deliora… un
demone della catastrofe!” “Demone della catastrofe?” ripeterono i
gemelli. “È esattamente come allora… ma com’è
possibile?” continuò il ragazzo, prima che dei passi attirassero la loro
attenzione. Lucy fece segno di stare in silenzio. “Presto, i mantelli!” disse Fred,
tirando fuori da sotto la maglietta il mantello dell’invisibilità, imitato da
tutti tranne Hermione. “Vieni con me.” Fece Lucy, avvolgendosi
assieme alla compagna sotto il mantello, mentre Happy s’infilava sotto quello
di Natsu. Poi tutti si spostarono verso la parete. “Le voci provenivano da qui…” fece una
voce, mentre due persone raggiungevano l’antro con Deliora. Uno era un ragazzo dai capelli blu
tirati verso l’alto e dalle folte sopracciglia, che indossava un completo di
diverse tonalità di verde. Tuttavia, fu il suo compagno ad attirare
maggiormente l’attenzione: era vestito solamente con un paio di jeans, che
recavano un teschio sulla gamba destra, lasciando scoperta la parte superiore
del corpo, e al collo portava un collare, ma la cosa più assurda era la testa,
perché il suo viso ricordava un grugno canino e dai capelli castani spuntava
una coppia di orecchie molto simili a quelle dei cani. “È giorno… che sonno…” si lamentò il
ragazzo dai capelli blu, per poi guardare il compagno. “Guarda che orecchie… Ma
hai preso le gocce di Luna?” “No che non le prese!” gli rispose irato
l’altro. “Le metto solo per bellezza, e questo dovresti saperlo!” “Volevo solo scherzare, scemo…” disse
tranquillo il primo, facendo tornare calmo l’uomo-cane. “Gocce di Luna?” fece Hermione,
guardando Lucy. “Forse intendono la maledizione…”
rifletté la bionda, per poi tornare in silenzio ad ascoltare. “Yuka… Toby…” fece una terza voce, anticipando
una ragazza dai vistosi capelli rosa shocking che indossava un vestito blu
dagli orli bianchi e un paio di stivali a mezza coscia. “Che cosa triste…” “Sherry…” rispose il ragazzo dai capelli
blu, che ora i maghi erano riusciti a identificare come Yuka, dato che aveva
alzato la testa non appena chiamato. “Pare che qualcuno abbia giocato al
gatto e al topo con Angelica…” disse lei, avvicinandosi ai compagni. “Ma quello è un topo!” le urlò contro
Toby. “Non è un topo… Angelica è la
cacciatrice che agisce nell’oscurità… In altre parole, lei è l’amore.” “Ma un tipo sano di mente esiste qui?”
commentò sorridendo Fred, facendo attenzione a non alzare troppo il volume della
voce. “Se il mio fiuto non mi tradisce, quelli
non sono abitanti dell’isola…” fece Natsu. “Degli intrusi…” riprese Yuka. “Tra poco i raggi della Luna si
raduneranno… che cosa triste…” fece Sherry, per poi guardare preoccupata i due.
“Dovremo eliminarli prima che l’Imperatore Zero lo venga a sapere… Prima che la
nobile Luna si mostri.” “Direi di sì… Non possiamo lasciarli in
vita ora che hanno visto Deliora.” “Il sonno eterno… in altre parole,
l’amore.” “La morte, piuttosto, visto che li
uccideremo!” Dopo ciò, i tre si allontanarono,
salendo delle scale poco lontane, lasciando da soli i maghi di Fairy Tail, che
dopo qualche minuto si tolsero i mantelli. “U-Ucciderci?!” esclamò spaventata la
bionda. “Fantastico… altri nemici sulla lista!” “Che si fa?” chiese Salamander. “Io li
avrei presi per interrogarli…” “Meglio se ci fermiamo a osservare
ancora un po’, no?” rispose Hermione, per poi tornare a guardare il demone. “Ma chi sono quei tizi?” domandò Fred.
“Voi non li avete mai visti prima?” “Mai, aye.” Rispose Happy. “Cavolo… Perché avranno portato Deliora
fin quaggiù?” domandò Gray, abbassando lo sguardo. “Come diavolo hanno fatto a
scoprire il luogo dov’era stato sigillato?” “Sigillato?” ripeté Hermione,
guardandolo curiosa. “L’avevano sigillato in un iceberg del
Continente del Nord…” cominciò a spiegare il mago del ghiaccio. “Si tratta di
un demone immortale che dieci anni fa devastò la regione di Isban…” Gray chiuse le mani a pugno, che
cominciarono a raffreddare l’aria attorno a loro, creando delle ondate di
condensa. “Fu Ur, la mia maestra di magia, a sigillarlo… e lo fece a costo
della vita!” esclamò, facendo spalancare gli occhi a tutti i presenti. “L-La tua maestra?” ripeté George,
guardandolo. “Devo tutto a lei. Non so che relazione abbia
Deliora con la maledizione dell’isola… so solo che non dovrebbe essere qui. Chi
diavolo sei…? Imperatore Zero?” Mentre diceva ciò lo sguardo del ragazzo si
fece serio come mai. “Se infangherai il nome di Ur, giuro che non te la farò
passare liscia!” “Ti va bene che ne parli così?” chiese
un tizio ammantato di nero, con una maschera tribale a coprirgli il volto,
rivolgendosi a un altro vestito come lui, con la differenza che la sua maschera
mostrava solo la bocca, in quel momento distorta in un sorriso. Entrambi erano intenti a osservare i
maghi di Fairy Tail da lontano. “Dovrei dire qualcosa?” “Beh, non sta parlando di lei?” Al compagno scappò una risatina. “Non
essere ridicolo. L’unica cosa che mi dispiace è di non essere stato io a
mettere la parola fine alla sua vita. Ma ora, per una fortunata coincidenza,
entrambi i suoi apprendisti sono qui, e uno di loro è già sotto il mio
controllo.” “Sono sorpreso di come loro siano sempre
in mezzo ai piedi. Credi ci saranno d’ostacolo?” “Sicuramente, ma è quello che spero. In
fondo, basta solo che Deliora si risvegli, e il nostro compito sarà terminato.
Ora andiamo, l’Imperatore Zero ci sta aspettando.” Il primo sorrise sotto la maschera, per
poi voltarsi assieme all’altro. “Giusto. Il rituale comincerà presto… Mi chiedo
come la prenderà quando scoprirà chi è arrivato.” “Aspetta che arrivino gli ospiti
d’onore. Non mancheranno.” Nello stesso momento, una nave pirata si
stava dirigendo verso l’isola. “Che ci volete andare a fare su quell’isola?!”
esclamò un uomo con una benda nera sull’occhio destro, guardando timoroso i due
ragazzi di fronte a lui. Harry ed Erza gli rivolsero lo stesso
identico sguardo minaccioso, mentre poco lontano Ron guardava incredulo la
ciurma della nave, tutta svenuta dopo nemmeno un minuto di combattimento. “In che guaio mi sono andato a cacciare
quando ho detto ‘Vengo con voi per riprenderli’?” mormorò tremando dalla paura,
come anche il capitano dei pirati. “Vi prego… non costringetemi a farlo…”
li pregò lui. “Galuna è un’isola maledetta!” “Non ha importanza.” Rispose Titania. “Stiamo andando lì solo per riprendere e
punire della gente che ha infranto le regole.” Continuò Harry, mentre il vento
muoveva loro i capelli. “E non osare parlare ancora! Già è scocciante non
potersi smaterializzare direttamente sul posto!” “Voglio la mamma…” si lamentò Ron. “E
non oso nemmeno immaginare che cosa faranno a Fred e George!” I maghi di Fairy Tail vennero tutti
scossi da un brivido di freddo. “Ho una pessima sensazione… qualcosa che
nemmeno quel mostro è riuscito a fare!” fece Natsu, deglutendo. “Perché lo stesso vale per noi?” domandarono
all’unisono i gemelli. “Pensiamo a un problema alla volta.”
Intervenne Lucy, tornando a osservare Deliora. “Forse la maledizione dell’isola
ha a che fare con lui…” “Potrebbe essere, visto che questo
demone è ancora in vita.” Rispose Gray. “Ci penso io a sistemare il cornutone!”
esclamò Natsu, facendo ruotare il braccio destro, pronto a colpire. “Ma tu non conosci altro modo che
risolvere tutto usando le maniere forti?” chiese Hermione, poco prima di vedere
il Dragon Slayer volare via, colpito da un pugno del mago del ghiaccio. “Gray, accidenti a te! Ma che ti
prende?!” urlò Natsu, rialzandosi di colpo e portandosi una mano sulla guancia. “Un mago del fuoco non deve avvicinarsi
a lui!” esclamò vivido l’altro. “Se il ghiaccio si sciogliesse e Deliora
iniziasse a muoversi, nulla potrebbe fermarlo!” “È così semplice sciogliere il ghiaccio
che lo blocca?” chiese Fred. Gray sgranò gli occhi, per poi abbassare
lo sguardo. “No…” ammise infine. “Tutto bene?” chiese Hermione,
poggiandoli una mano su una spalla. “Ehi! Dannato selvaggio! Mi hai colpito
per nulla!” urlò Natsu. “Senti chi parla…” mormorò Happy. “Ur usò su di lui la Iced Shell… Un ghiaccio impossibile da
sciogliere. È una sostanza che non risente nemmeno del più terribile
incantesimo del fuoco… Ma visto che lo sanno, mi chiedo perché l’abbiano
riportato alla luce…” “Forse stanno cercando qualche modo per
liberarlo…” fece Lucy, venendo subito interrotta da un irato Gray. “Sì, ma per farci che cosa?!” “Qu-Questo… N-Non lo so…” rispose la
ragazza, tremando. Il mago del ghiaccio digrignò i denti. “Accidenti!
Non riesco a calmarmi! Chi l’ha portato qui?! E perché?!” “Forse dovremmo seguire quei tipi
strambi e farci dire tutto.” Azzardò Fred, ricevendo un assenso dal fratello. “No!” decretò il moro. “Aspetteremo
qui!” “Come?” fece Hermione, guardandolo. “Non muoveremo un passo finché non
sorgerà la Luna!” “La Luna?!” esclamò Natsu. “Ma è ancora
giorno! È impossibile, moriremo di noia!” “Che cos’hai in mente, Gray?” domandò
Fred, ignorandolo il mago del fuoco. “Non posso non pensare che la
maledizione dell’isola e Deliora siano entrambi collegati alla Luna in qualche
modo. Ricordate che cos’hanno detto quei tizi? Tra poco i raggi della Luna si
raduneranno…” “È vero, succederà qualcosa.” Disse
Lucy. “Oppure saranno loro stessi a mettere in atto qualche piano. Mi chiedo di
cosa si tratti…” “Io non ce la faccio! Li inseguo!” urlò
Natsu, per poi cadere addormentato a terra. “Scusatemi… ma ho pensato che fosse il
caso di farlo calmare…” fece Hermione, abbassando la bacchetta. “Durerà al
massimo un’ora, ma credo che basterà…” Tutti la fissarono increduli,
dimenticandosi per un attimo di Deliora. “Aiuto, la maledizione sta già avendo
effetto su Hermione!” esclamarono i due gemelli, fingendosi spaventati, mentre
Gray e Happy si limitarono a deglutire. “Temo che sia il risultato di stare in
nostra compagna…” disse Lucy, sospirando ma lasciandosi sfuggire un sorriso.
Capitolo 20 *** Leon e Klaun! Il passato di Gray ***
20: Leon e Klaun! Il passato di GrayEd eccomi qui con il nuovo capitolo!
Scusate per il ritardo, ma mi sto occupando dei prossimi capitoli e mi
dimentico di postare XD (il dramma è che ho già
cominciato "La camera dei segreti" e devo ancora finire di scrivere
questa saga T.T).
Ad ogni modo, vediamo di pensare al presente! XD
Allora, avevamo una Hermione impazzita, un demone sanguinario e tre
misteriosi individui che vogliono scongelarlo. Direi che c'è
tutto il necessario per la pozione della distruzione XD.
Perciò non mi soffermerò oltre, ringrazio Liberty89 per avermi fatto da betareader e passo subito alle recensioni!
@ NemoTheNameless: Beh, la
reazione di Ron era da aspettarsela XD. Poverino, non aveva ancora ben
chiaro quanto fossero pericolosi Harry e Erza XD. E tranquillo: non
saranno più gli stessi una volta che questa avventura
sarà finita ù.ù @ fria: Beh, io ho cercato di
restare fedele il più possibile, ma già da questo
capitolo la trama si distaccherà un pochino... dato che stanno
per arrivare un po' di persone XD @ Yukkiko: Altro che sadismo,
la tua è cattiveria allo stato puro nei confronti dei maghi
sull'isola XD (il che ha la mia approvazione ù.ù).
Eh già, Ron non si dimenticherà facilmente quella
scena... mentre Hermione sta diventando a tutti gli effetti un membro
di Fairy Tail XD @ hinata 92: tranquilla, posso ben capirti XD.
Ad ogni modo tranquilla, saprò coglierti di scena con delle idee
per niente malvagie... anche se mai geniale quanto quella che sto
polderando per i prossimi capitoli, eheheh...
Ero sicuro che "Il cugino malvagio di Crosta" avrebbe lasciato il segno
XD. Anch'io sono rimasto a ridere per non so quanti minuti dopo averlo
scritto XD.
E Ron... Beh, una buona terapia d'urto è la cosa migliore per
affrontare le questioni... anche se qui forse Harry e Erza hanno
esagerato XD
Hermione invece si è lasciata decisamente trasportare... il
virus di Fairy Tail l'ha contagiata! (mentre io devo cercare un lunker
per nascondermi dalla Rownling e da Mashima, che temo possano alleare
le forze contro di me XD).
Spero che anche questo capitolo risulti bello! (Per la salute, bene, dai, lentamente sto tornando in piena forma XD) @ Auron_san: Beh, prima di
tutto, benvenuto tra i recensori! Mi fa piacere sapere che la storia ti
sta piacendo, e che la mia decisione di dimezzare la lunghezza dei
capitoli sia ben accolta (visto che sono lunghi meno della metà
di quelli dell'altra mia fiction XD).
Per l'età, come ho scrito nel primo capitolo tutti i maghi di
Fairy Tail hanno subito un "ringiovanimento", mantenendo però
carattere e abilità.
E tranquillo: la fiction durerà moooolto tempo, visto che ho
intenzione di scrivere anche delle saghe completamente inventate, e per
farti stare tranquillo, una volta superati i quindici capitoli continuo
a scrivere ("Equilibrio" ha all'attivo 82 capitoli con altri 5 capitoli
circa in scrittura, mentre di questa ho già pronti altri 3
capitoli XD).
Per quanto riguarda le coppie... si vedrà. Sinceramente sono per
il "no coppie", ma ahimé, mi rendo conto che siano
neccessarie... perciò mi inventerò qualcosa XD.
Infine, il discorso su Malfoy... diciamo che puoi dire addio al figlio di papà a cui la Rownling ci aveva abituato XD @ Liberty89: Uhm... no, credo che stavolta sia innocente. Dopotutto, dalla neve viola alla Luna viola c'è un po' di differenza XD.
Per Dobby (ormai è inutile tenerlo nascosto XD), tranquilla,
presto farà la sua prima mossa ù.ù. E il figlio
del capovillaggio... già, era un fantasma XD.
Horologium lo si rivedrà spesso, mentre "Il cugino malvagio di
Crosta"... chissà. Di certo, credo che qualche riferimento a lui
ci sarà ancora nel terzo libro XD.
Il legame tra Gray e Deliora è molto più pronfondo di
quanto sembra... e vedrai, presto sarà tutto più chiaro
ù.ù
La versione "Super Sayan-blu" di Rock Lee ti ha proprio colpito, eh? XD
I due tizi misteriosi invece... eheheh... qui ho colto di sorpresa
anche chi conosce la storia di Fairy Tail (o almeno, lo spero XD)
E la grande battaglia arriverà presto. Non sarà ai
livelli di quella contro i Phantom, però farà sudare non
poco i nostri maghi ù.ù
Bene, allora direi che posso lasciarvi al capitolo XD. Buona lettura a tutti!
Capitolo 20: Leon e Klaun! Il passato di Gray
Hermione sbatté le palpebre nel
tentativo di restare sveglia. Erano passate solo due ore, ma l’attesa
si stava rivelando più noiosa e lunga del previsto. La ragazza spostò lo
sguardo verso Deliora, osservandolo senza riuscire a non averne paura. Il
demone sembrava guardarla, riuscendo a incuterle timore nonostante lo spesso
strato di ghiaccio che lo imprigionava. A un tratto, Hermione sbatté gli occhi
un paio di volte per schiarirsi la vista. Per un attimo le era parso di vedere
qualcosa sopra la testa del gigante, ma non appena aveva chiuso le palpebre era
sparita. “Che noia…” sospirò Fred, guardando
Gray, seduto di fronte al demone. “Ur…”
pensò il mago del ghiaccio, mentre nella sua mente tornava a galla un episodio
della sua infanzia.
“Ce la farai a starmi dietro, Gray?” chiese una
donna dai corti capelli viola, che indossava una leggera giacca beige,
nonostante ci fosse una tempesta di neve. “Il mio addestramento è molto duro.” “Ce la farò!” rispose un Gray ancora bambino, coperto
da un piumino. “Farò qualsiasi cosa!”
“D’accordo aspettare qui… ma si muore
davvero di noia…” si lamentò Lucy, ricevendo un cenno d’assenso dagli altri, ad
esclusione di Natsu, che stava ancora dormendo. “A saperlo ci saremmo portati qualcosa
da fare…” aggiunse George. Lucy batté le mani, sorridendo. “Ci
sono!” esclamò, tirando fuori una chiave d’argento. “Apriti! Porta della Lira!
Lyra!” Immediatamente di fronte alla maga
apparve una ragazza dai lunghi capelli biondi, coperti da una cuffia rosa, e vestita
con un lungo abito azzurro dalle maniche a tre quarti. Dalla schiena le
spuntava una coppia stilizzata di ali d’angelo e dietro di loro, teneva una
grossa arpa azzurra. “Ciao Lucy! Era da un pezzo che non ci
si vedeva!” “Già…” “Anche tu però, mi evochi sempre così
poco!” “Be’, posso farlo solo tre volte al
mese… senza contare che negli ultimi mesi non sono stata proprio libera di
evocare gli spiriti…” La ragazza continuò a sorridere, per poi
prendere in mano l’arpa. “Dimmi! Che cosa vuoi che ti canti oggi?” “Qualsiasi cosa… decidi tu.” Rispose la
bionda. “Vorrei una canzone sui pesci…” intervenne
Happy, venendo totalmente ignorato dai presenti. “Allora mi arrangerò! Yeah!” esclamò
Lyra, alzando il pollice destro. “Cos’è in grado di fare?” chiese
Hermione. “Lyra è bravissima a cantare. Ho pensato
che fosse necessario ammorbidire un po’ l’atmosfera.” Prima che la ragazza potesse dire altro,
lo spirito cominciò a suonare l’arpa, riempiendo la stanza con una dolce
melodia, accompagnandola poco dopo con una canzone. “Parole
che nascono… parole che se ne vanno… Parole che continuano a vivere… Bisbigliano
dentro di te e quando ti senti fermo si mutano in coraggio…” Tutti i maghi restarono in religioso silenzio,
incantati dalla voce della donna. “Su,
camminiamo, perché da allora tu sei diventato più forte e non ti perdi più... Credi
alle parole… di allora…” Le ultime parole Lyra si limitò a dirle
senza accompagnarle con la musica, perché lei, come gli altri, si era voltata a
guardare il mago del ghiaccio, che aveva cominciato a piangere silenziosamente. “G-Gray… tu…” cominciò George, venendo
bruscamente interrotto dal moro. “Che vuoi?!” gli urlò contro, girandosi
appena verso di lui, con gli occhi coperti dai capelli. “Lyra sa come toccare l’animo delle
persone con le sue canzoni…” mormorò Lucy, tremando per non esserselo ricordato
subito. “Gray piange…” fece Happy. “Non sto piangendo!” La bionda si girò subito verso il suo
spirito. “Lyra cantane una più allegra!” “Potevi dirmelo prima!” “Meglio di no.” Intervenne Hermione.
“Qualcuno potrebbe sentirci.” Lucy la guardò per qualche secondo, per
poi annuire e far scomparire lo spirito. Passarono un po’ di ore, durante le
quali tutti quanti, ad eccezione di Gray, si erano addormentati. Improvvisamente, un rumore proveniente
da sopra di loro li svegliò tutti di colpo. “Che cos’è questo rumore?” chiese
George, stropicciandosi gli occhi. “È notte!” urlò invece Natsu,
lamentandosi. Poi tutti alzarono lo sguardo sul
soffitto della caverna, che cominciò ad aprirsi per lasciar passare un raggio
violaceo, che colpì il demone. “E ora che cosa sta succedendo?!”
esclamò la Granger, guardando incredula la scena. “La luce della Luna ha colpito in pieno
Deliora! Questa non può essere una coincidenza!” urlò il mago del ghiaccio,
girandosi poi verso l’uscita della grotta. “Andiamo! Dobbiamo cercare la
sorgente della luce!” “Ma non è la Luna?” domandò Fred,
seguendo comunque il compagno assieme al resto del gruppo. Percorsero le scale, dopodiché si ritrovarono
nella sala da cui erano precipitati, dove individuarono immediatamente il
raggio che passava da un buco nel pavimento. “Ma prima c’era?” chiese Lucy sorpresa,
mentre Gray alzava ancora lo sguardo. “Il raggio proviene da più in alto!” Senza aspettare oltre, i maghi salirono
altre scale, ritrovandosi così all’aperto. E di fronte a loro, il raggio,
proveniente direttamente dalla Luna, colpiva un buco nel terreno della collina,
che copriva la parte più interna del tempio, che credevano abbandonato. In quel
momento, il passaggio attraversato dalla luce viola era circondato da diversi
maghi, che stavano intonando una strania in una lingua sconosciuta. “È la Luna?! Stanno veramente usando i
raggi lunari… e li stanno convogliando su Deliora?!” esclamò incredula la maga
degli spiriti stellari. “Dove voglio arrivare?” “È un incantesimo in lingua Beria… Gocce
di Luna…” rispose Lyra, sbucando fuori dal nulla. “Ma sei ancora qui?!” le chiese la
bionda sorpresa. “Credo di aver capito…” continuò lo
spirito, con voce grave e seria. “Queste persone usano le gocce di Luna per
cercare di resuscitare il demone che si trova là sotto!” “Che cosa?!” esclamarono tutti. “C’è qualcuno così pazzo da voler
liberare quella… cosa?!” domandò incredulo George. “Raptor in confronto era
impossessato da una mosca!” “È assurdo!” fece Gray. “L’Iced Shield
non può essere sciolto!” “L’unico modo per farlo è servirsi della
Gocce di Luna… Il potere magico della Luna, convogliato in un solo punto, è in
grado di spezzare qualsiasi incantesimo!” spiegò Lyra. “Accidenti…” commentò Happy. “Bastardi… Quelli non sanno quanto sia
terribile Deliora!” esclamò il mago del ghiaccio. “Gli abitanti dell’isola credono che si
tratti di una maledizione, ma io penso che quegli effetti siano dovuti
all’influenza delle Gocce di Luna. Il potere magico della Luna, se distorto,
finisce per contaminare il corpo umano…” proseguì lo spirito stellare. “Maledetti…” commentò Natsu, serrando le
mani, pronto ad attaccare. Ma prima che potesse fare qualsiasi cosa,
Lucy lo colpì con un pugno in faccia, facendolo cadere a terra. “Aspetta!” disse. “Arriva qualcuno.” I maghi si zittirono immediatamente,
voltando lo sguardo verso la direzione opposta alla loro. In silenzio, una persona si avvicinò al
raggio, affiancata dai maghi che il gruppo di Fairy Tail aveva visto nella
grotta di Deliora. Lo sconosciuto era avvolto da un mantello bianco e indossava
un elmo dalla visiera appuntita che celava il suo viso a partire dal naso e che
era dotato di una coppia di corna scure sui lati e di una folta criniera di
capelli viola sul retro. “Sono stato sveglio tutto il giorno… Ho
un sonno che non ti dico…” disse Yuka a Toby, il quale sembrava dormire mentre
camminava. “Non abbiamo nemmeno scovato quegli intrusi…” continuò il ragazzo
dai capelli blu, mentre il mezzo cane si svegliava di colpo. “Perché non c’era proprio nessuno da
scovare!” gli sbraitò contro. “Imperatore Zero…” cominciò Sherry,
rivolgendosi alla persona ammantata di bianco. “Che cosa triste. Pare ci
fossero degli intrusi… Noi ce li siamo fatti scappare… Io, ridotta così, non me
la sento di parlare d’amore.” “Intrusi?” ripeté l’imperatore, parlando
per la prima volta. Gray spalancò subito gli occhi. “Quello sarebbe l’Imperatore Zero?”
mormorò Fred, guardandolo. “Che boria… e guarda che maschera.”
Commentò Lucy. “Dici? A me piace un sacco.” intervenne
Happy. “Deliora non si è ancora risvegliato?”
continuò l’Imperatore, ignaro che qualcuno stesse ascoltando. “Di questo passo, se non è oggi sarà
domani…” rispose Sherry. “Insomma! Oggi o domani?!” le urlò
contro Toby. L’Imperatore sorrise. “Ormai manca
poco…” Il mago del ghiaccio continuò a
guardarlo incredulo. “Per quanto riguarda quegli intrusi,
sappiate che non ammetterò interferenze!” “Certo!” “Dovrebbero esserci umani solo al
villaggio dall’altra parte dell’isola…” L’Imperatore indicò con la mano la
direzione. “Andate e radetelo al suolo!” ordinò. “Non mi piace il sangue, ma…” “Bene!” fece Sherry. “Agli ordini!” Toby si limitò a tentare di ululare. “Che cosa?!” esclamò Natsu. “Gli abitanti del villaggio non
c’entrano nulla!” fece George, voltandosi verso gli altri. “Dobbiamo aiutarli!” Tuttavia si zittì guardando Gray, che
aveva cominciato a sudare freddo, tremando per la rabbia. “Quella voce…” disse. “No… Non ci credo…
Non può essere!” Ma prima che potesse dire altro, Salamander
uscì allo scoperto. “Io non ce la faccio più a starmene
nascosto!” urlò. “Vi fermeremo noi!” dichiarò lanciando un’enorme fiammata verso
l’alto, che attirò l’attenzione di tutti i presenti, che si voltarono verso di
loro. “Ormai succeda quel che succeda!”
esclamò Lucy, prendendo il suo mazzo di chiavi, mentre gli altri impugnavano la
bacchetta, ad esclusione di Gray, che rimase a guardare il Dragon Slayer. “Quel simbolo… sono di Fairy Tail!” esclamò
Sherry. “C’era da immaginarselo… Quelli del
villaggio hanno chiesto aiuto a una gilda.” Fece Yuka. “Che diavolo aspettate?” chiese
l’Imperatore Zero. “Andate e spazzate via il villaggio!” “Eh?” disse incredula Lucy. “Perché?” domandò Natsu. “Sia gli intrusi, sia i vigliacchi che
li hanno chiamati qui… sono da considerarsi nostri nemici!” rispose Zero. “Ma perché?!” chiese ancora il mago del
fuoco, prima di venire superato da Gray, che si lanciò contro l’avversario. “Bastardo!” urlò con tutto il fiato che
aveva in corpo, unendo le mani e appoggiandole a terra, creando un percorso
pieno di spuntoni di ghiaccio, che si diressero verso l’Imperatore. “Tsk.” Fece lui, alzando un braccio e
appoggiando subito una mano a terra, creando un attacco identico a quello
dell’avversario. “Anche lui usa il ghiaccio?! Com’è
possibile?!” esclamò George, vedendo i due attacchi scontrarsi e annullandosi a
vicenda. Gray continuò a guardare con odio la
persona di fronte a lui. “Leon… Ma ti rendi conto di ciò che stai
facendo?!” gli gridò contro, lasciando sorpresi tutti quanti. L’Imperatore Zero ridacchiò. “Quanto
tempo che non ci si vede, Gray…” rispose divertito. “Che cosa?!” esclamò Happy. “Lo conosci?” domandò Hermione. Il mago del ghiaccio tuttavia li ignorò,
come se non li avesse sentiti. “Che ti salta in mente?! Che significa questo?!”
urlò ancora contro l’altro ragazzo, che non si scompose minimamente. “Chi poteva immaginare che il mago
inviato dal villaggio fossi proprio tu…” fece lui. “Lo sapevi già prima di
venire o è stata una coincidenza? Non che faccia differenza…” “Perché quel tipo mi sta già antipatico
quanto Malfoy?” asserì Natsu. “Un conoscente dell’Imperatore Zero?”
domandò Yuka, che però non mostrava troppa sorpresa, a differenza di Toby, il
quale era rimasto con la bocca e gli occhi spalancati. “Voi andate. Qui me la sbrigo io da
solo!” ordinò Leon. “Sì!” rispose Sherry, allontanandosi
assieme agli altri due. “Invece non vi lascerò andare da nessuna
parte!” urlò il mago del fuoco, lanciandosi contro di loro. “Lasciali, Natsu! Non muoverti!” gli
gridò contro Gray, poco prima di vedere Leon avvolgere il compagno con il ghiaccio. “Protego!”
urlarono Hermione e i due Weasley, mentre Happy prendeva Lucy per portarla in
alto e Gray lanciava un altro attacco di ghiaccio contro Leon, che l’avversario
bloccò con semplicità alzando un braccio. “Dannazione, non posso muovermi!” urlò
Natsu, completamente bloccato in un pezzo di ghiaccio che gli lasciava liberi
solo i piedi, le mani e la testa. “Happy, non vorrai abbandonare Natsu?!”
urlò la maga degli spiriti stellari, guardando il gatto. “Non ti preoccupare Lucy! Qui ci
pensiamo noi!” disse Hermione, cercando di non far cedere il suo incantesimo.
“Tu pensa a proteggere il villaggio, noi ti raggiungeremo il prima possibile!” La bionda la guardò sorpresa, per poi
spostare lo sguardo sui due gemelli. “Non temere! Abbiamo affrontato i
Phantom e Tu-Sai-Chi! Questo ghiaccio in confronto non è nulla!” affermarono
insieme. Lucy annuì, per poi allontanarsi con
Happy. “Avete sfruttato la vostra unica
occasione per far fuggire la ragazza e il gatto…” commentò Leon, mentre il suo
incantesimo scompariva, permettendo ai tre maghi di Grifondoro di sciogliere la
barriera. “Pazienza, ci penseranno Sherry e gli altri a fermarli…” “Bastardo! Non sottovalutare i maghi di
Fairy Tail!” gridò Natsu, poco prima di essere colpito da un calcio di Gray. Il mago del fuoco restò in bilico per un
paio di secondi, per poi cominciare a rotolare via, cacciando un urlo. “Ma che
cavolo fai, Gray?!” sbraitò, allontanandosi velocemente. “Andate con lui.” Disse il mago del
ghiaccio, rivolgendosi agli altri. “Con lui me la vedo da solo.” “Non se ne parla nemmeno! Restiamo qui a
darti una mano! Siamo anche noi membri di Fairy Tail, oltre che compagni di
scuola!” “Scuola? E così, ti sei trovato un altro
maestro, Gray?” chiese Leon, portandosi le mani sull’elmo per toglierlo. “Smettila di comportarti come un mio sempai,
Leon!” ribatté il mago del ghiaccio. “Tu ormai non sei più un discepolo di Ur!” “Ma nemmeno tu, Gray… visto che Ur non è
più in questo mondo.” “Ur ha perso la vita per sigillare
Deliora!” urlò Gray. “Tu stai cercando di distruggere ciò che ci ha lasciato!” “Non cambiare le carte in tavola. Sei
stato tu a uccidere Ur… Gray.” Disse Leon, togliendosi l’elmo e rivelando così dei
corti capelli bianco-azzurri e un paio di profondi occhi neri. I tre Grifondoro guardarono sorpresi
Gray, che cominciò a tremare. “Così non hai detto nulla nemmeno ai
tuoi compagni, eh?” continuò lui. “Certo, hai avuto un bel coraggio a
continuare a vivere… Sei uno sfacciato, non dovresti nemmeno pronunciare il suo
nome!” decretò colpendo a tradimento l’avversario, facendolo volare contro un
pezzo delle rovine. “Gray!” urlarono gli altri tre, alzando le
bacchette contro l’Imperatore Zero. “E quelle che cosa sono?” chiese,
guardandoli con sufficienza. “Incendio!”
urlarono i due Weasley, lanciando insieme la magia del fuoco, che fece
spalancare gli occhi all’avversario, il quale alzò ancora la mano, creando di
fronte a sé una barriera di ghiaccio, che prese in pieno il colpo, restando integra. “Che cosa? Un ghiaccio in grado di
resistere al fuoco?” fece sorpreso George. “Che strano… non sapevo che a Fairy Tail
ci fosse più di un mago in grado di usare il fuoco.” Commentò Leon, per poi
alzare la mano e creare sopra di lui un altro blocco di ghiaccio, che fermò una
pietra che Hermione aveva fatto levitare facendo attenzione a non farsi vedere. “Attenta Hermione!” la mise in guardia
Fred. “Qui i maghi sono molto più potenti di quelli che trovi da noi.” “Ho visto… Anche se speravo non se ne
accorgesse…” “Speranza vana, Granger.” intervenne una
voce. I tre si voltarono verso le scale da cui
erano arrivati, ritrovandosi a guardare un uomo avvolto da un mantello nero,
con una maschera di colore verde scuro che gli copriva completamente il volto. “Klaun, li conosci?” chiese Zero. “Sì. Ho avuto l’onore di incontrare la
ragazza durante uno dei miei viaggi…” rispose lui, avvicinandosi. “E
sinceramente, smanio dalla voglia di vederla soffrire.” “E tu chi sei?!” esclamò George,
portandosi davanti a Hermione come uno scudo, subito imitato dal gemello. “L’ha già detto l’Imperatore Zero. Il
mio nome è Klaun… e sono uno studioso di Zeref.” A quel nome i tre spalancarono gli
occhi. “Zeref?” “Già. Non è la prima volta che te lo
dico, Granger… Come quando ci siamo incontrati nel castello. Vedo che alla fine
hai scoperto la verità su Majutsu e Titania.” La castana sgranò ulteriormente gli
occhi. “C-Cosa… Tu sei… quella ragazza? Com’è
possibile?” “Oh, per i maghi di questo mondo
assumere altre fattezze è uno scherzo… Non c’è bisogno di nulla di complicato
come pozioni o trasfigurazioni… Il potenziale della magia qui è infinito.”
Rispose lui, per poi guardare Leon. “Ci penso io a loro. Tu elimina Gray. Zart
dice che è meglio se li eliminiamo tutti, altrimenti potrebbero rivelarsi un
problema.” Leon sbuffò. “Come vuoi… ma solo perché
era già mia intenzione. Non credere che io obbedisca a voi due buffoni.” “Ma ovviamente, Imperatore Zero.”
Rispose lui, per poi portare una mano sotto il mantello, tirando fuori una
bacchetta magica. “Che cosa?!” esclamarono i tre
Grifondoro. “Non sono stato nel vostro mondo solo
per un viaggio di piacere. Non appena ho scoperto il segreto della vostra
magia, ho pensato di approfondire l’argomento. Impadronirmi di una bacchetta
non è stato difficile.” “Credi davvero di ottenere qualcosa?”
chiese George. “Siamo pur sempre in tre contro uno.” “Ma voi non siete di certo al mio
livello.” Continuò lui, alzando la bacchetta. “Per esempio… sapete respingere
una delle tre maledizioni senza perdono?” I due gemelli digrignarono i denti,
mentre la ragazza arretrava, impaurita. “Crucio!”
urlò l’avversario, lanciando l’incantesimo verso Hermione. Ma prima che potesse raggiungerla, una
figura si mise in mezzo, cacciando un urlo per il dolore. Sotto gli occhi increduli dei tre, Majutsu
era sbucato fuori dal nulla, prendendosi in pieno l’attacco, e ora era in
ginocchio, con le mani sul petto, faticando a respirare. “Harry!” urlarono tutti, compreso Gray,
che si stava rialzando in quel momento. “U-Ugh… Non pensavo che potesse fare
così male… Tutto il mio corpo è preda del dolore…” fece lui, alzando lo sguardo
verso colui che aveva lanciato l’incantesimo. “Questa sì che è una sorpresa. Credevo
che il grande Majutsu non si sarebbe mostrato.” Fece lui, divertito. “Chi sei? Come fai a conoscere gli
incantesimi del mio mondo?” chiese Potter, rialzandosi. “Sono uno studioso. E sono anche un
vostro nemico ovviamente.” “Che cosa ti abbiamo fatto?” domandò la
Granger. “Niente. Siete solo miei nemici, tutto
qui. Ora, se sono curioso di vedere se Majutsu può respingere una seconda
volta… l’incantesimo mortale.” “F-Filipendo!”
urlò una voce, poco prima che una sfera d’energia colpisse alle spalle Klaun,
facendogli perdere l’equilibrio e la bacchetta, che rotolò a pochi metri di
distanza. Dietro di lui, nascosto dietro un
vecchio muro, Ron teneva la sua bacchetta nella mano tremante. “M-Maledetto… ho dato per scontato che
un Weasley non avrebbe attaccato alle spalle…” fece Klaun, rialzandosi a
fatica. “Come hai fatto a viaggiare tra i
mondi?” chiese Harry, puntandogli contro la bacchetta. Sotto la maschera, Klaun sorrise. “Ti
piacerebbe saperlo, eh Majutsu? Diciamo che Fairy Tail non è l’unica gilda in
grado di farlo. Dovresti saperlo, no? Tu stesso la prima volta che sei venuto
qui hai usato la tua magia, senza alcun aiuto.” “E tu come fai a saperlo? Nessuno al di
fuori della gilda ne è a conoscenza.” “Io so tutto sul tuo conto. Come anche
dei tuoi cari amici. Dimmi, Erza ha più incontrato Gerard? E Natsu ha trovato
Igneel? Per Lucy direi che la battaglia contro Phantom Lord è stata
sufficiente. Mentre Gray… mi sembra stia per affrontare proprio ora il suo
passato.” “Chi diamine sei davvero?” esclamò
George. “Oh, è vero, scusate, mi ero dimenticato
di voi. Sono di fronte a tre Weasley e a Granger. Da quel che ho capito,
nessuno di voi nell’altro mondo ha una buona reputazione, vero?” “Sta’ zitto!” replicò Ron, punto nel
vivo. “E adesso sperate forse di rifarvi qui,
eh? Poveri stupidi. La bacchetta qui non serve da sola. Se non sapete usare la
magia allo stato puro, non potete sperare di andare avanti.” “Allora vuoi affrontarmi in battaglia?
Io non ho di certo paura di te!” esclamò Harry. Klaun scoppiò a ridere. “È ancora troppo
presto. Ma non temere… il mio obiettivo finale sei tu. Com’è possibile che un
bambino qualunque sia sopravvissuto a un incantesimo che non ha lasciato scampo
a nessun altro? E perché sempre lo stesso bambino è riuscito ad aprire un
passaggio tra due mondi diversi?” “Ma se tu stesso prima hai detto di
poterlo fare!” esclamò Hermione. “Solo perché anche lui l’ha fatto. Se
lui non avesse rotto la barriera che li divideva, Earthland e la Terra non
sarebbero mai entrati in contatto tra loro.” “Quindi è per questo che gli Spiriti
Stellari e le fenici sono in grado di passare tra i due mondi?” domandò George,
mentre Klaun si chinava a terra, recuperando la bacchetta. “Per il momento il nostro incontro
finisce qui.” Disse lui, cominciando a svanire, dissolvendosi come se fosse
fatto di granelli di sabbia. “Ma ci rivedremo presto, maghi di Fairy Tail. E la
prossima volta… non ve la caverete così bene.” Sotto gli occhi dei presenti, il mago
scomparve senza lasciare alcuna traccia di sé. “E così, se n’è andato, eh?” fece Leon,
girandosi verso di loro, mentre Gray era stato buttato ancora a terra dalla sua
magia. “Non ho capito di cosa stesse parlando, ma poco importa.” Harry lo guardò. “Vuoi affrontarmi?” Leon sorrise. “Non ancora. Preferisco
risparmiare le forze per battere Deliora.” Sentendo ciò, gli altri maghi lo
guardarono increduli. “Ma se stai cercando di liberarlo!”
esclamò Hermione. “Sì, ma con l’unico scopo di poterlo
sconfiggere.” “S-Sei solo uno stupido…” mormorò Gray,
mentre tentava di rialzarsi. “Gray…” fecero insieme i due gemelli
preoccupati, a causa delle diverse ferite che si era procurato. “Andate avanti… a lui ci penso io!”
esclamò il mago del ghiaccio. “Harry, so che sei venuto qui per punirci, ma ti
chiedo di rimandare a dopo! Prima devo risolvere questa questione!” Il moro rimase in silenzio, per poi
girarsi e cominciare ad allontanarsi. “Ti conviene sbrigarti. Erza a
differenza di me non lascerà correre così facilmente.” affermò, per poi far
cenno agli altri di seguirlo. Gray li guardò allontanarsi, per poi
tornare a fissare il suo ex compagno di studi. “E così, hai mandato via l’unico che
potesse aiutarti. Che stupido.” “E più urgente salvare il villaggio. E,
inoltre, è compito mio fermarti!” Leon sorrise, per poi alzare una mano. “Ice Make Eagle!” esclamò, creando dal
nulla delle aquile di ghiaccio, che si diressero verso Gray sbattendo le ali. “Ice
Make Shield!” replicò lui, creando uno scudo di ghiaccio davanti a sé, che
esplose non appena entrò in contatto con la magia avversaria, riempiendo l’aria
di fredde schegge azzurre. “Sei sempre stato un bravo Ice Maker nel
modellare i materiali statici.” Fece Leon, senza far sparire il suo sorriso.
“Io invece preferisco gli Ice Make dinamici! Hai scordato il ghiaccio che si
muove di continuo?” Gray si gettò di lato per evitare le
schegge, per poi battere tra di loro le mani. “Ice
Make Hammer!” urlò, creando sopra l’avversario un gigantesco martello di
ghiaccio, che cominciò a precipitare. “Ice
Make Ape!” replicò Leon, alzando l’indice e il medio della mano sinistra,
creando alle proprie spalle un’enorme scimmia gigante, che prese in pieno il
martello al posto del suo evocatore, distruggendosi così a vicenda. “Non ci siamo… usi ancora entrambe le
mani per modellare la magia…” commentò l’Imperatore Zero. “Proprio come insegnava Ur, no? Ho
intenzione di sconfiggerti usando i suoi insegnamenti, e non l’altra magia che
ho appreso. E poi, Ur diceva che usare una sola mano era un metodo incompleto e
privo di equilibrio!” “Io sono speciale.” dichiarò Leon, abbandonando
il sorriso e diventando ancora più freddo. “È un sacco di tempo che in potenza
ho superato persino Ur.” “Sei solo uno sbruffone…” “Io? Non hai appena detto di aver
appreso altri tipi di magia? Eppure non li stai usando.” Gray per un momento fu tentato di
prendere la bacchetta, ma poi scosse la testa. “Te l’ho detto: ho intenzione di
farti capire cosa stai facendo con i metodi di Ur! Non sono più quello di una
volta!” urlò, battendo ancora le mani. “Ice
Geyser!” Non appena ebbe pronunciato
l’incantesimo, appoggiò a terra le mani, facendo spuntare da sotto Leon
un’enorme struttura di ghiaccio composta da decine di spuntoni, che s’infransero
pochi secondi dopo. “Sì che lo sei…” replicò Leon,
riaffiorando incolume dalle macerie di ghiaccio. “Io ero il discepolo anziano…
ed ero molto più forte di te. Modellavo la magia con una mano sola. Tu però non
ci riuscivi…” Gray lo guardò incredulo avvicinarsi a
lui. “Le nostre strade sono diverse. Il
nostro tempo è rimasto congelato… è tutto proprio come allora!” urlò Leon,
creando un drago di ghiaccio che colpì in pieno il mago di Fairy Tail,
facendolo volare per diversi metri in aria. “Ecco perché voglio sciogliere quel
ghiaccio. Per poter riprendere il cammino sulla strada bloccata.” Continuò,
osservando impassibile il suo avversario schiantarsi sonoramente a terra. “Ur
era il mio obiettivo. Il mio sogno era quello di superarla.” Proseguì, serrando
i pugni. “Ma tu hai distrutto il mio sogno! Pensai che non sarei mai più
riuscito a superarla. Mi restava solamente un modo…” Il moro si mise in ginocchio, guardando
il suo ex compagno, che continuava a parlare. “Se riuscissi ad abbattere Deliora… cosa
che non è riuscita a fare nemmeno lei… allora sì che riuscirò a superarla! E
così riuscirò a continuare sulla strada che porta al mio sogno!” “Sei un pazzo!” urlò Gray. “È questo che
hai in mente?! Eppure dovresti conoscere il pericolo che rappresenta Deliora!” Leon spalancò gli occhi. “Smettila… è impossibile!” continuò il
mago del ghiaccio, poco prima che centinaia di schegge di ghiaccio lo
colpissero dal basso, provocandogli ulteriori tagli in tutto il corpo,
costringendolo a cacciare un urlo di dolore. “Hai detto smettila?” chiese Leon, digrignando i denti. “Hai detto è impossibile?” Gray continuò a urlare, riuscendo a
malapena a sentire che cosa gli stava dicendo. “Quella volta noi ti dicemmo le stesse
parole!” esclamò il mago più anziano con ira. “Non dirmi che te lo sei già
scordato! Ur è morta perché tu hai voluto sfidare a tutti i costi Deliora!” Dicendo queste parole alzò ancora la
mano sinistra, creando una nuova ondata di schegge che investirono
l’avversario. “Non hai il diritto di pronunciare il
nome di Ur!” urlò, osservando l’ex compagno cadere all’indietro, ormai privo di
sensi. “Sparisci e crepa!” Gray aprì a fatica un occhio, fissando
una sagoma rotonda di fronte a lui. “Che mezza calzetta…” commentò Natsu,
ancora bloccato nella sfera di ghiaccio. “Guarda come ti sei fatto ridurre…” “Natsu… Che ci fai qui?” domandò confuso,
poco prima di venire preso per ciò che restava della sua maglietta. “Non so dove sia il villaggio, così sono
tornato sull’altura… Ecco, è da quella parte! Ora vado!” rispose il mago del
fuoco, trascinando l’amico per qualche centimetro. “Leon… dov’è?” “E che ne so?!” replicò Salamander,
riuscendo a sollevarlo per poi appoggiarlo dietro di lui, approfittando della
massa in più del ghiaccio. “Non c’era nessuno e il rituale era finito…
Accidenti! Se faranno del male agli altri sarà tutta colpa nostra!” “Harry… Harry e Ron sono con loro… e c’è
anche Erza.” “Che cosa?! Harry e Erza sono qui?!”
esclamò incredulo Natsu, senza però essere sentito dal mago del ghiaccio.
“Smettila!” esclamò Ur, guardandolo con serietà,
mentre dietro di lei un Leon ancora bambino restava impassibile. “Non puoi
illuderti di vincere contro Deliora! È impossibile per te, Gray!”
“Natsu…” mormorò, ricordandosi dei dubbi
che aveva sulla missione. “Non posso dirti nulla…” Il mago del fuoco spostò lo sguardo per
riuscire a guardarlo almeno con la coda dell’occhio. “Davvero non posso…” continuò Gray,
cominciando a piangere. “Non devi abbatterti solo perché ti
hanno sconfitto!” urlò l’altro, sputando una piccola fiammella e facendo
spalancare gli occhi all’amico. “Noi siamo gente di Fairy Tail! La gilda che
non si ferma mai! Non ci sarà futuro per noi, se non continueremo a correre
avanti! Anche se correre è davvero difficile…” disse alla fine, abbassando la
voce, dato che in quello stato, più che correre riusciva a saltellare in
avanti.
Capitolo 21 *** Magia pura! Gli alleati di Leon all’attacco! ***
21: Magia pura! Gli alleati di Leon all’attacco!Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
Con questo, la saga entra nel suo vivo! Gray è stato sconfitto
da Leon, ma allo stesso tempo sono arrivati in loro aiuto Harry, Erza e
Ron, i quali hanno già incontrato un nuovo avversario... Ma le
novità sono appena iniziate!
Non ho altro da dire... il capitolo parlerà da sé XD.
Perciò ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e passo alle recensioni!
@ Auron_san: Beh, diciamo che a
Gray poteva andare meglio... e la presenza di Harry e Erza non
significa che i neo maghi di Fairy Tail siano salvi... XD @ fenris: Prima di tutto, benvenuto tra i recensori! Ti ringrazio per avermi fatto sapere che ne pensi.
Per quanto riguarda la differenza di forza tra i maghi di Earthland e
quelli della Terra, direi che salvo eccezioni non ci sono paragoni:
quelli di Earthland sono molto più forti, e Silente è
solo uno dei maghi più potenti della Terra, motivo per cui
può reggere il confronto (per gli altri che sono finiti a
Earthland, semplicemente sfruttano il fattore sorpresa).
Invece per i flashback su Gray, non posso evitarli visto che molti che
seguono questa fiction non hanno letto Fairy Tail. Inoltre, trovo che
siano un passo fondamentale della storia, quindi occupperanno lo spazio
che devono occupare.
Per l'ultimo punto, beh, spero proprio di sì, quelle fan fiction
sono state il mio primo esperimento di scrittura, e riconosco anch'io
che lo stile è cambiato non poco. Dopotutto, sono passati sei
anni dalla loro prima versione XD. @ NemoTheNameless: Eh
già, il ballo è appena agli inizi! E credimi, non
mancheranno i colpi di scena... del tutto inediti per entrambe le
storie XD @ hinata 92: Tranquilla,
l'importante è che mi fai sapere che ne pensi ù.ù.
E l'università... so bene come si ci sente XD.
No, no, quello non è Dobby. Verrà spiegato in questo capitolo, anche se ti anticipo che solo Hermione l'ha visto.
Sì, probabilmente se la dovessero ascoltare dopo quel momento, tutti (tranne me XD) scopierebbero a piangere XD.
Per gli Spiriti Stellari... a dir la verità, ognuno di loro
può apparire come e quando vuole... semplicemente, quando
vengono chiamati non devono usare la loro energia magica per cambiare
mondo.
Per quanto riguarda Klaun... chissà... è un personaggio
misterioso... che però presto rivelerà le proprie carte
XD.
E ora, rispondiamo alle citazioni ù.ù:
- Ci sarebbe stata, ma ahimé, nella fretta li ha dimenticati alla gilda XD.
- Nah... non tutti i cattivi... inizialmente Toby (Naruto) era simpatico XD
- Beh, per come l'ha visto... semplicemente l'ha visto dopo essere
stato colpito XD. Sapeva (non dirò come) che anche lui era a
Earthland... però appunto non si aspettava l'avrebbe colpito
alle spalle XD.
Okay, credo di aver risposto a tutto... ci sentiamo alla prossima recensione (mia o tua, è uguale XD) @ fria: chissà... la
questione di Klaun è molto più complicata di quel che
può sembrare... non rivelerò facilmente le mie carte
nascoste XD @ Ronnie Kirishiki: Benvenuta
anche a te tra i recensori! E tranquilla, non pretendo mica che
commenti ogni capitolo vecchio uno per uno XD. Mi fa piacere sapere che
ti ho sorpresa con questo nuovo Harry (per il quale però devo
citare una sua frase: "Non sono io che vado a cercare guai: sono i guai
che cercano me!" (o qualcosa del genere XD)).
Beh, non potevo non mettere Natsu e Norberto insieme. Insomma, un drago e un quasi mezzo drago XD.
E i gemelli... sono mitici, la Rownling avrebbe dovuto dargli molto più spazio ù.ù.
Tranquilla, i prossimi capitoli sono già scritti (ormai ho quasi
finito questa saga), perciò non dovrai aspettare molto per
vedere come riconfigurerò le due trame XD. @ Liberty89: Tranquilla Lib, basta che mi avverti quando farai scoppiare l'apocalisse, che voglio riprenderla ù.ù XD.
Per le botti... Kana si tira fuori, dicendo che lei non le ha passato nulla XD.
E Lyra... uno degli spiriti (forse) più delicati... peccato che non appaia spesso con le sue canzoni XD.
Gray invece nasconde segreti ben profondi... (finge di non sapere che tu sai in qualità di beta reader)
E Leon invece (che fortunatamente ha ben poco a che fare con l'altro
Leon che tutti noi fan di KH conosciamo XD) è un essere
alquanto... gelido XD (pessima battuta, okay XD).
*colpisce Natsu con una stecca da biliardo*
Klaun invece... non posso non essere contento di essere riuscito a
farne su un mistero, che si approfonderà ulteriormente nei
prossimi capitoli ù.ù.
E temo che Gray ti farà presto ancora più tenerezza, non appena leggerai la sua storia per intero...
Bene... prima di lasciarvi al capitolo, avrei una richiesta da fare a coloro che recensiscono in generale: evitate di spoilerare nelle recensioni!
Non tutti conoscono la storia di Fairy Tail fino in fondo, e vorrei
mantenere l'effetto sorpresa. Visto che dubito di essere l'unico
lettore che va a leggere anche le recensioni altrui, vi chiedo
quest'unica cortesia. Se proprio volete commentare quelle parti,
contattatemi privatamente (anche se al 99% non risponderò a
chiarimenti sull'andare della storia XD). Grazie mille in anticipo.
Detto ciò... buona lettura a tutti!
Capitolo 21: Magia pura! Gli alleati di Leon all’attacco!
“Quindi è così che stanno le cose?”
chiese Harry, dopo che gli altri ebbero spiegato la situazione mentre
proseguivano verso il villaggio. “Già. So che non avremmo dovuto prendere
questa missione, però credo sia stata una fortuna alla fine.” Fece George,
guardando indietro. “Il passato di Gray… non pensavo avesse avuto a che fare
con un simile mostro…” Harry annuì, per poi fermarsi. “Che succede?” fece Ron. “Se ci fermiamo
il villaggio sarà distrutto!” “Voi tre andate avanti. Io e Hermione vi
raggiungeremo.” La castana lo guardò sorpresa, come
anche gli altri. “Va bene. Vedete di arrivare presto. Da
soli dubito che potremo fare molto.” Fece Fred, invitando i fratelli a riprendere
il cammino. Quando rimasero soli, Hermione spostò lo
sguardo. “M-Mi dispiace… ma non ho saputo
resistere alla tentazione di scoprire qualcosa in più su questo mondo.” Disse,
convinta che il moro volesse riprenderla. “Non è di questo che voglio parlare. Ci
penserà il Master a decidere la vostra punizione, però devi sapere una cosa che
agli altri non ho ancora detto. Ed è il motivo per cui sono venuto anch’io
oltre a Erza, portandomi dietro Ron, nonostante il pericolo. Sono sicuro che te
ne sei già resa conto, non è vero?” Hermione sgranò gli occhi. “Nessuno oltre a me, al Master, a Erza e
a pochi altri ne è a conoscenza. Erza stessa l’ha scoperto poche ore fa. Ha a
che fare con il fatto che io posso usare una magia unica rispetto agli altri
del nostro mondo.” “Questo significa che non era un’allucinazione
quello che ho visto… vero?” “Cos’hai visto?” “Per pochi secondi, sopra la testa di
Deliora, ho visto qualcosa che non c’era… Harry, che cosa significa? Che cosa
mi sta succedendo?” Il moro sospirò, accennando tuttavia a
un sorriso. “A quanto pare, il fatto che sei la studentessa migliore di
Hogwarts ti sta aiutando. Questo mondo è impregnato ovunque di magia, e questo influisce
sui maghi. Ognuno può usare ogni tipo di magia, è vero, ma è portato solo per
una: Natsu per il fuoco, Gray per il ghiaccio, Lucy per gli Spiriti Stellari e
così via. La mia magia consiste nell’usare tutte le magie. Tuttavia, la pecca
principale è che se dovessi affrontare qualcuno con lo stesso elemento,
probabilmente ne uscirei sconfitto.” “Quindi… Il mio corpo si sta adattando
alla magia di questo mondo? Ma com’è possibile? Fred e George sono già stati
qui e per più tempo, eppure non mi sembra che siano cambiati in qualche modo.” “Fred e George, lo devo ammettere, hanno
un buon potenziale, ma sono troppo pigri per svilupparlo. Certo, non appena
dovessero provarci, riuscirebbero a usare la loro nuova magia in poco tempo.
Anzi, sono sicuro che anche loro hanno cominciato a notare qualcosa, altrimenti
non mi spiegherei il loro desiderio di allenarsi con Natsu. Ron, invece, mi
duole dirlo, è quello con meno potenziale, ma non posso ignorare che la sua
magia possa risvegliarsi in qualsiasi momento, ed è meglio che ci sia qualcuno
in grado di aiutarlo.” “Ma tutto questo cosa c’entra con me?” “Semplice. Il villaggio per il momento è
al sicuro, sono sicuro che riusciranno a proteggerlo, ma non posso farti andare
a combattere in questo stato. Perciò, anche se possiamo permetterci solo poche
ore, ti addestrerò per permetterti di usare la tua vera magia.” “La mia vera magia?” “La magia nascosta dentro di te. Tu a
Hogwarts hai imparato a convogliare la tua energia magica dentro la bacchetta,
usandola in molteplici modi. Senza dubbio un buon metodo, ma per combattere,
almeno in questo mondo, può essere sconveniente. Ora io ti aiuterò a usare la
tua energia magica allo stato puro.” “Ma non è praticamente impossibile?
Credevo che tu ci avessi impiegato diversi mesi per riuscirci.” “È vero, ma il mio problema è stato il
fatto che nessuno conosceva la mia magia d’origine. Tu invece sei fortunata,
visto che hai di fronte l’unico in tutta Earthland che può aiutarti.” Mentre
diceva ciò, Harry alzò la mano verso l’alto. “Perciò, Hermione Granger, sappi
che non esiterò a usare tutti i miei poteri per costringere la tua mente a
rievocare la pura energia magica!” Detto questo, la bacchetta di Hermione
volò fuori dalla sua tasca, finendo direttamente tra le dita di Majutsu, che la
mise in tasca, sotto gli occhi increduli della castana. “La bacchetta non ti servirà. Almeno,
non per il momento. Non escludo che la tua vera magia potrebbe non rivelarsi
utile per combattere, o almeno non direttamente, ma per il momento, dobbiamo
costringerla a rivelarsi!” Prima che Hermione potesse dire
qualcosa, una folata di vento la colpì in pieno, facendola cadere a terra. “E l’unico modo per riuscirci in poco
tempo… è una terapia d’urto.” Sentenziò Harry con occhi freddi, fisando una
spaventata Hermione Granger. “Che cosa vorrà dire Harry a Hermione?”
domandò Fred a Ron. “Non lo so. Durante il viaggio parlava
spesso con Erza in proposito a un certo discorso che doveva fare, ma dopo aver
visto come avevano sistemato i pirati, avevo troppa paura ad avvicinarmi.” “Pirati? Quali pirati?” “Quelli della barca che abbiamo usato
per venire qui. Harry ed Erza hanno sconfitto l’intera ciurma in pochi minuti,
per poi costringerli a deviare su quest’isola.” “Hanno fatto che cosa?!” esclamò
incredulo il secondo gemello. “E credetemi… Harry ha cambiato non so
perché idea una volta giunti qui, ma Erza è intenzionata a punirvi e riportarvi
alla gilda.” “Ci penseremo dopo! Ora vediamo di
raggiungere il villaggio prima possibile e-” Ma George s’interruppe quando inciampò
su una radice, che lo fece cadere a terra. “Che cosa…” fece, guardandosi il piede,
ora bloccato dalla radice stessa, che lo avvolgeva come un rampicante, impedendo
i movimenti del Weasley. “Magia?!” esclamò Fred, tirando fuori la
bacchetta. “Dovrò punirmi per questo… ma non posso
fare altrimenti.” Fece una voce acuta, mentre dallo schieramento di alberi uscivano
decine di lance di legno dalla punta smussata. “Devo impedirvi di raggiungere
quel villaggio!” “Chi sei? Un alleato di Leon?” domandò il
minore dei fratelli, impugnando la bacchetta. “Leon? O no signore, non conosco nessun Leon.
Vengo da molto lontano per bloccarvi qui.” Dopo aver sentito queste parole i maghi
sentirono dei rumori simili al bussare su una porta. “È… caduto?” “Questo mi ricorda qualcosa…” fece
George, cercando di liberarsi, per poi tirare fuori la bacchetta. “Fratello,
sei pronto?” Il gemello gli sorrise, per poi puntare
la bacchetta verso le lance. “Vai avanti Ron.” Dissero insieme. “Qui
ci pensiamo noi!” “Ma…” cominciò lui, per poi zittirsi quando
vide i loro sguardi. “Va bene. Vedete di non farvi male, però, o la mamma la
prenderà ancora peggio dell’altra volta!” raccomandò, per poi correre via. “Fermo!” esclamò la voce, scagliando
delle lance contro di lui, le quali però presero fuoco da sole, dissolvendosi
in cenere prima di raggiungere il loro obiettivo. “Vai!” urlarono ancora i gemelli. Ron non si fermò, proseguendo verso il
suo obiettivo e lasciando soli i suoi fratelli. “Allora…” fece Fred, bruciando la radice
che lo teneva fermo e rialzandosi. “Dobbiamo affrontare un fantasma, eh?” “Così pare, fratello.” Rispose l’altro,
sorridendo. “Non sapete cosa avete fatto.” Ammonì la
voce. “Per colpa vostra morirà assieme agli altri.” “Ma che strano, noi pensavamo fossi tu a
volerci far fuori.” “Io non ho mai detto questo. Io voglio
solo salvare Harry Potter e i suoi amici.” Mentre diceva ciò, dai cespugli uscì una
piccola creatura con le orecchie come quelle dei pipistrelli e un paio di occhi
dall’iride verde grandi come palline da tennis, vestita con un vecchio straccio
lurido. “Harry Potter non deve tornare a Hogwarts
quest’anno!” esclamò, per poi darsi un pugno in testa. “Come immaginavo. Sei un elfo
domestico.” Affermò Fred. “Ma non della scuola. Come ti chiami?” “Dobby, signore.” Rispose lui. “Bene Dobby. Allora spiegaci perché non
dovremmo tornare a Hogwarts.” “C’è un complotto, signor Weasley. Un
complotto per far succedere le cose più terribili alla scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts!” “Di cosa stai parlando?” chiese ancora,
con un sopracciglio inarcato. “Dobby non può dire di più. Ma siete in
pericolo! Tutti quanti!” “Riguarda Tu-Sai-Chi?” “No. Qualcuno di peggiore. Dobby lo sa.
Dobby ha paura di lui. Dobby non può permettervi di affrontarlo!” “Ci hai seguito da Hogwarts, non è
vero?” continuò George, ignorando i suoi discorsi quasi febbricitanti. “Come?” “Dobby è venuto da solo, signore. Dobby
ha seguito lui.” Non appena ebbe detto ciò si girò verso
uno degli alberi, cominciando a prenderlo a testate per farsi male. “Cattivo Dobby, cattivo!” gridò,
continuando a colpire l’albero. “Hai seguito chi?” “Dobby non può parlare. Lui non sa che
io l’ho seguito.” “Perché ci stai dicendo tutto questo?” “Dobby non vuole che voi moriate. Voi
siete ancora deboli, ma in futuro potreste sconfiggerlo. Se andate adesso,
morirete.” “Dobby, tu hai mai visto Harry combattere?” L’elfo domestico si fermò, guardando i
due Weasley. “Ha tenuto testo a Tu-Sai-Chi solo poche
settimane fa.” “Dobby l’ha sentito… Ma Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato
potrebbe non essere potente quanto lui… non adesso.” “Allora dicci chi è questo tipo!” ordinò
Fred. “Dobby non può parlare!” ripeté l’elfo,
per poi schioccare le dita, sollevando in aria decine di sassi. “Ora Dobby vi
fermerà, per poi raggiungere gli altri e fermare anche loro.” “Non credo proprio!” urlò una voce ben
familiare ai due gemelli, anticipando Salamander, ancora bloccato dal ghiaccio,
che stava rotolando verso di loro, avvolto dalle fiamme, creando così una vera
e propria palla di fuoco. “Natsu!” esclamarono i due Weasley,
mentre uno spaventato Dobby si buttava di lato per evitare di essere investito
dal Dragon Slayer, che fermò la sua rapida avanzata andando a sbattere contro
un albero. “Perché ti sei spostato?!” gli urlò
contro arrabbiato, mentre lo spesso strato di ghiaccio che l’aveva imprigionato
fino a quel momento scompariva di colpo, lasciandolo finalmente libero. “Eh?
Com’è possibile? Nemmeno le mie fiamme erano riuscite a scioglierlo!” osservò,
per poi tornare a guardare l’elfo domestico. “Beh, meglio così! Ora posso
occuparmi di lui senza problemi!” Dobby osservò il mago del fuoco, per poi
abbassare lo sguardo. “Dobby ha capito… Non potrà fermarvi così facilmente…”
ammise, schioccando le dita e facendo tornare a terra i sassi. “Per ora Dobby
si ritira, ma non si arrenderà. Troverà un modo per impedirvi di tornare a Hogwarts.” Detto ciò, schioccò ancora le dita e
scomparve nel nulla come un miraggio. I tre maghi restarono fermi per qualche
secondo, per poi sospirare. “Cavoli… non pensavo che un elfo potesse
seguirci fin qui.” Commentò George. “Ma mi chiedo come abbia fatto…” “Che importanza ha?” fece Natsu. “Se n’è
andato senza affrontarmi! Questo nessuno può farlo!” “A proposito… come mai sei qui? Gray non
ti aveva fatto rotolare via?” “Sì, ma sono tornato indietro giusto per
prendere ciò che ne restava.” Rispose il Dragon Slayer, indicando il mago del
ghiaccio, il quale giaceva privo di sensi contro il tronco di un albero. “Non è
ridotto male quanto sembra, ma Leon l’ha sconfitto soprattutto dal punto di
vista psicologico.” “Non credevo avrebbe perso…” disse Fred,
raggiungendo Gray seguito dai due, per poi sollevarlo con la magia. “Gli altri dov’è che sono? Il ghiacciolo
è svenuto prima che potessi chiedergli qualcosa in più.” “Lucy e Happy hanno raggiunto il
villaggio in volo. Noi abbiamo avuto un incontro con un mago che pare sia in
grado di viaggiare tra i due mondi, proprio come noi.” “Che cosa?!” “Già, e ha provato a colpire Hermione.
Se non fosse stato per l’arrivo di Harry e Ron, non so se saremmo riusciti a
tenerli testa troppo a lungo…” “E Harry, Ron e Hermione dove sono
adesso?” “Harry si è fermato indietro a parlare
con Hermione, mentre Ron è andato avanti verso il villaggio. C’è un solo
sentiero, non dovrebbe aver avuto difficoltà a raggiungerlo.” “Allora è meglio se ci sbrighiamo!”
esclamò il mago del fuoco, girandosi a guardare il sentiero. “L’attacco
potrebbe essere già iniziato!” I due gemelli annuirono, per poi
avviarsi, tenendo Gray in aria. “Principessa, i preparativi sono
terminati.” informò Virgo, girandosi verso Lucy, la quale sorrise. “Grazie Virgo… hai fatto presto a
scavare quella buca…” “Quindi mi punirà?” “Guarda che era un complimento!” esclamò
incredula la bionda, per poi sospirare. Attorno a lei, gli abitanti del
villaggio la guardavano dubbiosi. “Ascolta…” cominciò il gatto, il quale
sembrava condividere gli stessi dubbi degli altri. “Che c’è Happy?” “Penso proprio che tu sia scema, Lucy.” “E me lo dici con tanta disinvoltura?”
osservò leggermente offesa la maga degli spiriti stellari. “Non ci cascherebbe nemmeno un bambino!
Figurati quelli!” le fece notare il felino. “Ma che stai dicendo?” domandò lei,
indicando una buca coperta malamente con foglie e terriccio di fronte
all’ingresso del villaggio. “Una buca piazzata lì è perfetta!” continuò, sicura
di ciò che stava dicendo. “È un’idea talmente stupida che non sarebbe
dovuta nemmeno venirti in mente…” fece sconsolato il gatto. “Il villaggio ha un solo ingresso, no?
Quindi i nemici dovranno passare di lì per forza!” “Ma figurati! Chi vuoi che ci caschi?” “Io no di certo…” fece una donna del villaggio,
alzando la mano. “Probabilmente nemmeno io…” aggiunse un
compaesano. “Io neppure, Principessa…” “Virgo, ti ci metti pure tu ora?!” “Che cos’è tutto questo baccano?!”
chiese il capo villaggio, avvicinandosi. Lucy si girò verso di lui. “Mi ascolti, per
favore!” cominciò, attirando l’attenzione del capo. “State per essere attaccati
dai nemici!” “Quali nemici?” chiese confuso l’uomo. “Vivono vicino alle rovine abbandonate
nella foresta… Ed è per colpa loro se i vostri corpi hanno subito una
mutazione!” “Non è per questo che vi ho chiamato!”
urlò il capo villaggio, arrabbiato. “Questo vuol dire che non avete ancora
distrutto la Luna!” “M-Ma non c’è bisogno di distruggerla…
Basterà acciuffare i colpevoli e-” cominciò la ragazza, venendo subito
interrotta dalle urla del loro committente. “La Luna! Vi prego! Dovete
distruggerla!” continuò a gridare, mentre alcuni cittadini lo presero con la
forza, allontanandolo. “Non farci caso.” Fece uno di loro a
Lucy. “È per via di Bobo… Dopotutto, c’è di mezzo suo figlio…” “Capisco…” “Se non ci fosse stata quella Luna,
Bobo-” proseguì il cittadino, venendo subito troncato dalla maga. “Fidatevi e vedrete che andrà tutto
bene…” cercò di tranquillizzare lei. “Lucy! Si sta avvicinando qualcuno!”
urlò la guardia da sopra le mura. “Sono loro!” esclamò lei. “Aprite il
portone!” “Sì!” rispose l’addetto, cominciando a
far girare il meccanismo, aprendo così l’ingresso del villaggio. “Forza! Fatevi sotto!” fece la bionda,
portando una mano sulle chiavi. “Ehi!!! Lucy!” urlò una voce, mentre dal
sentiero arrivava di corsa il Weasley minore. “Ron?!” esclamò la maga incredula, per
poi notare che il compagno stava continuando a correre, dritto verso la sua
trappola. “Fermati subito!” “Eh?” fece lui, obbedendo e arrestando
la sua corsa proprio a pochi centimetri dalla buca. “Che succede? Ho fatto
qualcosa di sbagliato?” “Che ci fai qui?!” domandò la bionda. “Sono venuto con Harry ed Erza. Loro-” “Harry ed Erza?! Vuoi dire che sono
qui?! Sull’isola?!” “Ehm… sì…” “Siamo morti!” esclamò Happy, portandosi
le mani sul muso e assumendo un’espressione di puro terrore. “S-Speravo non ci venissero dietro…” “Lo conosci?” chiese uno del villaggio,
indicando Ron, il quale fece un passo indietro nel vedere l’aspetto degli
abitanti. “Sì, anche lui è di Fairy Tail.” Rispose
Lucy, cercando di riprendersi dalla notizia. “Dove sono ora?” chiese ancora al
mago. “Harry è rimasto indietro con Hermione.
Fred e George stanno affrontando un nemico che non voleva farci raggiungere il
villaggio, Natsu è disperso e Gray sta affrontando quel tipo… Leon se non
sbaglio.” “E Erza?” Ron alzò le spalle. “Non lo so, è in
giro per l’isola a cercarvi.” “Lucy, siamo ancora in tempo a scappare,
aye!” affermò il gatto. “N-Non possiamo!” replicò lei. “Il
villaggio è in pericolo, e la nostra priorità è proteggerlo!” “Gente!!!” urlò una voce ben familiare,
anticipando il Dragon Slayer che stava correndo a tutta velocità lungo il
sentiero. “State bene?!” Lucy lo guardò per qualche instante, per
poi spalancare gli occhi. “Natsu, fermati! Stop!” ordinò. Purtroppo il mago del fuoco non riuscì a
frenare in tempo, andando a sbattere contro Ron e finendo così entrambi sopra
la buca. Il terreno che la copriva tremò, per poi
cedere al peso che c’era piombato sopra, precipitando sul fondo assieme ai due
maghi, sotto lo sguardo incredulo dei presenti. Lucy era rimasta in silenzio a guardare
lo spettacolo. “Sono caduti dentro…” commentò uno degli
abitanti. “E chi se l’aspettava?” “Fallimento...” mormorò la ragazza,
deglutendo. “Chi diamine ha scavato questa buca?!” sbraitò
Ron. “Ehi, che succede?” domandò Fred,
raggiungendo il villaggio assieme al fratello, con Gray ancora sospeso in aria
dietro di loro. “Succede che qualcuno si diverte a
scavare…” rispose Natsu, riemergendo dalla buca trascinando fuori a forza il
Weasley e guardando male Lucy, la quale spostò l’attenzione sul mago del
ghiaccio, che venne fatto atterrare delicatamente a terra. “Gray…” fece, guardandolo preoccupata. “Non sono ancora arrivati, vero?”
domandò George. “No, aye…” rispose Happy. “Strano… Sono partiti ancora prima che
io e Harry vi raggiungessimo. Com’è possibile che non siano ancora qui?” fece
Ron. “Da come parlavano, dubito non sappiano
dove si trovi…” rifletté Lucy, alzando lo sguardo. In pochi secondi sul suo volto si
dipinse un’espressione di pura paura. “G-Guardate in cielo!” esclamò,
indicando un punto sopra di loro. Tutti alzarono lo sguardo, riuscendo a
vedere in lontananza una sagoma. “Ma quello…” fece Fred, spalancando
anche lui gli occhi, incredulo. “È un topo! Un topo gigante e volante!”
urlò Ron. “Ma che cos’è quel secchio che sta
portando?” Sopra di loro, Sherry, Yuka e Toby erano
in piedi sulla schiena del topo, guardando con aria di superiorità il
villaggio. “Abbiamo perso un sacco di tempo per
preparare la Doku Doku Jekky.” Disse l’unica
donna del trio. “Meglio così, direi. In questo modo, i
maghi che sono scappati prima dovrebbero essere tornati al villaggio!” replicò
Yuka. “Fino a quando non avremo distrutto
Deliora, il nostro sogno rimarrà incompiuto.” Continuò la ragazza. “Morte a chi
tenta di fermarci!” Proprio in quel momento, il secchio
oscillò leggermente, lasciando cadere una goccia di un liquido misterioso, che
precipitò verso il villaggio. “Gelatina?” fece la maga degli spiriti
stellari, alzando una mano per toccare la goccia. “Lucy!” urlò Natsu, saltando contro di
lei e spingendola di lato, evitandole così di entrare in contatto con la
sostanza sconosciuta, che non appena toccò il suolo lo corrose, lasciando un
buco. “Che puzza disgustosa…” commentò il
Dragon Slayer guardando indietro, mentre gli altri maghi alzavano lo sguardo
spaventati. “Quel secchio è pieno di quella cosa?!”
esclamò Ron. “Il villaggio sarà distrutto in un instante assieme a noi!” “Che schifo.” Disse tranquillo Yuka,
venendo sentito solo da Natsu grazie al suo udito sviluppato. “L’influsso delle
gocce di Luna ha reso quegli umani davvero orribili… sembrano demoni!” “È tutto molto irritante…” continuò
Sherry, facendo digrignare i denti al mago del fuoco per la rabbia. “Angelica! Dacci dentro!” ordinò la rosa
al topo, che capovolse il secchio rovesciandone l’intero contenuto. “Svelti, riunitevi tutti al centro del
villaggio!” urlò Salamander, avvolgendo le mani con le fiamme, mentre Happy si
faceva spuntare le ali, prendendo per la maglietta l’amico e volando verso il
liquido. “Presto, tutti qui!” ordinarono i
gemelli Weasley, tirando fuori le bacchette, imitati da Lucy e Ron. “Io non abbandonerò la tomba di Bobo!”
esclamò il capo villaggio, in quel momento inginocchiato di fronte a una pietra
incastrata nel terreno. “Capo villaggio!” urlarono diversi
cittadini, poco prima che i maghi li avvolgessero con la barriera. “Maledizione, non faremo in tempo!”
esclamò Lucy, per poi girarsi verso Virgo, che annuì, sparendo sotto terra. Nel frattempo Natsu aveva quasi
raggiunto il liquido. “Fiamme della mano destra… Fiamme della
mano sinistra…” urlò, per poi battere tra di loro i palmi avvolti dal fuoco.
“Unitevi! Fiamma brillante della
Salamandra!” Il risultato fu un’esplosione che
disperse il liquido, il quale precipitò verso le case e le sciolse non appena
le toccò. Uno schizzo in particolare, colpì in
pieno il punto in cui si trovava l’anziano capo villaggio. “Capo villaggio!” gridarono i compaesani
poco prima di girarsi per vedere Virgo riemergere dalla terra con in braccio
l’uomo, che si guardò attorno incredulo. “Bisognerebbe punire il capo villaggio…”
commentò lo spirito, posandolo a terra. “Inaudito…” fece Ron, guardandosi
attorno. “Il villaggio… è stato completamente distrutto…” “Ma almeno siamo tutti vivi.” Disse
Fred, mentre il padre di Bobo guardava il terreno fumante a causa del liquido. La sua attenzione fu attirata dalla
tomba del figlio, che era miracolosamente riuscita a resistere all’acido. “La tomba di Bobo…” mormorò, poco prima
che Yuka la colpisse con un calcio, rompendola e facendo spalancare gli occhi
all’uomo. “Dobbiamo annientare tutti i nemici
dell’Imperatore Zero.” Disse Sherry, avvicinandosi al gruppo. “Cercheremo di
darvi una morte rapida… ma credo che ci sarà comunque un bagno di sangue.” I maghi di Fairy Tail si voltarono verso
di loro, ognuno con lo sguardo ricolmo d’odio. “Voi…” fece Natsu, chiudendo le mani a
pugno. “Circa cinquanta abitanti e sei maghi,
di cui uno privo di sensi…” continuò Yuka. “Non dovremmo metterci più di una
mezz’oretta.” Commentò la rosa, mentre Toby annuiva. “Ci sono anch’io! I maghi sono sette!”
esclamò Happy, alzando un pugno verso l’alto. “Come avete osato…” fece il capo
villaggio, tremando di rabbia. “Era la tomba di Bobo… Non vi perdonerò mai!”
urlò, facendo per andare contro i tre maghi, ma venendo subito trattenuto dagli
altri abitanti. “Gente, meglio filarsela da qui, o
resteremo coinvolti in una battaglia tra maghi!” avvertì uno di loro. “No, non voglio!” replicò il padre di
Bobo. “Qualcuno tappi la bocca al capo
villaggio!” esclamò l’uomo che stava trascinando il loro capo, mentre un altro
prese il mago del ghiaccio, mettendoselo sulle spalle. “A Gray ci penseremo noi! Forza,
muoviamoci!” In pochi secondi, tutti gli abitanti
erano spariti lungo il sentiero, lasciando da soli i maghi: i tre Weasley
strinsero con maggiore forza la bacchetta, mentre Lucy la rimise in tasca,
pronta a usare le chiavi. Il Dragon Slayer invece rimase fermo
dove si trovava, limitandosi a guardare trucemente gli avversari. “Non ci sfuggirete.” Fece Sherry.
“Ordine dell’Imperatore Zero… Annientamento! Angelica!” chiamò a gran voce. Il topo rispose con uno squittio,
abbassandosi per far salire la padrona sulla propria schiena, per poi saltare
in avanti, cominciando a far ruotare velocemente la coda e alzandosi così in
volo, in una lontana parodia di un elicottero. “Dobbiamo fermarlo e-” cominciò George,
interrompendosi quando vide che il fratello era sparito. “Aiuto!!!” urlò Lucy. Tutti alzarono lo sguardo, vedendo che la
bionda e il gemello mancante erano rimasti attaccati alla zampa del topo. “Accidenti… non pensavo di restare
intrappolato in questo modo…” commentò il Weasley ridacchiando, vedendo poi che
la compagna cercava di ferire l’animale con dei pugni, i quali risultavano
ovviamente inutili. “Lucy…” riprese lui. “Questo non è il metodo giusto per
fermare questo bestione.” Disse tranquillo. “E quale sarebbe?!” domandò lei. Il sorriso con cui Fred rispose la fece
sbiancare all’istante. “A-Aspetta… che cosa vuoi fare?” “Intendo sperare di cadere sul morbido.”
Spiegò semplicemente, per poi cominciare a fare il solletico alla zampa del
topo, che si fermò a mezz’aria, interrompendo la rotazione della coda e
scoppiando a ridere. “Ehi, che fai?!” chiese preoccupata
Sherry. “Se fermi la coda precip-” Non riuscì a finire la frase che
l’enorme topo cominciò a scendere velocemente di quota, trascinandosi dietro i
tre maghi, sotto lo sguardo incredulo dei presenti. Pochi secondi dopo, un boato segnalò a
tutti che era avvenuto l’impatto col suolo, confermato anche dalla nuvola di
polvere che si alzò sopra gli alberi della foresta. “Tsk, che disastro…” commentò Yuka. “Io sarei un disastro?!” gli urlò contro
Toby. “Non dicevo a te…” “F-Fred…” fece Ron, deglutendo. “Vado a dare un’occhiata!” esclamò
Happy, volando via. “Contiamo su di te!” rispose Natsu,
salutandolo con la mano, per poi girarsi verso Toby. “Noi invece…” Senza perdere altro tempo, saltò contro
il ragazzo cane, colpendolo in pieno con un pugno e facendolo volare via.
Dopodiché, senza nemmeno girarsi, piegò la schiena all’indietro, ritrovandosi
così a vedere Yuka, investendolo subito con una fiammata. Il Weasley minore restò letteralmente a
bocca aperta. “S-Sapevo che era forte… ma non l’avevo
ancora visto combattere…” deglutì, mentre George sorrideva. “E questo è niente. Dovevi vederlo
contro Gajil.” Fece, tornando subito serio. “Ma nemmeno questi due sono da
sottovalutare.” Continuò, vedendo Yuka spostare le fiamme senza troppi
problemi. “Che fiamma violenta.” Giudicò,
impassibile. “Non dirmi che sei il famoso Salamander di Fairy Tail…” Natsu non rispose, limitandosi a guardare
Toby che si rialzava, apparentemente illeso. “Ma sono dei mostri!” esclamò Ron. Yuka fece un piccolo sorriso. “Giusto
per informarvi, anche noi in passato eravamo membri di una gilda prestigiosa…
Non crediate sia così facile batterci.” “Che cosa? Un’altra gilda?” fece George. “Il nome Lamia Scale dovrebbe dirvi
qualcosa. È la gilda di cui fa parte anche Jura Ferro e Pietra.” “Mai sentito nominare.” Dissero all’unisono
i due Weasley. “Che cosa?!” gli urlò contro Toby. “Ma
da dove venite, un altro mondo?! È uno dei dieci maghi-” Tuttavia il suo discorso fu interrotto
da una nuova fiammata di Natsu, che investì entrambi gli avversari. Yuka allontanò di nuovo il fuoco, mentre
il ragazzo cane riuscì a cavarsela con qualche ustione. “Maledetto!” esclamò il blu. “Guarda che
quando la gente parla è maleducazione non ascoltare!” “Non me ne frega niente!” replicò il
Dragon Slayer, serio. “Non m’importa di sapere da quale gilda venite, né chi
fossero i vostri compagni! So solo che volete far del male al nostro
committente… e questo vuol dire che ci state intralciando. Per cui per me siete
solo nemici di Fairy Tail! Una ragione più che sufficiente per battermi con
voi!” I due fratelli lo guardarono leggermente
intimoriti dal suo tono di voce, ma poi scossero entrambi la testa, facendosi
avanti. “Ben detto Natsu! E ricordati che siamo
anche di Grifondoro, motivo in più per cui non possiamo tirarci indietro!”
esclamò George. “Grifondoro? Non ho mai sentito parlare
di questa gilda.” Fece Toby, girandosi verso i due rossi. “Questo perché non è a Fiore.” Fece Salamander,
sorridendo. “Ma di recente si è in un certo senso unita a Fairy Tail. E insieme
nessuno può fermarci!” Yuka sembrò irritarsi a quelle parole. “Toby,
a lui ci penso io. Tu occupati degli altri due.” Asserì, portando le mani
dietro la schiena con aria di superiorità. Il suo alleato rispose con un piccolo
verso, per poi girarsi verso Ron e George. “Che sfortuna, pare che a voi sia
andata male e-” “Filipendo!”
urlarono insieme i due fratelli, puntandogli contro la bacchetta e colpendolo
in pieno, facendolo volare a terra. “Ma allora è un vizio di Fairy Tail!”
urlò Toby, rialzandosi di colpo. “Nah, eravamo così anche prima di
conoscere Natsu e gli altri.” Rispose il gemello, sorridendo. “Parla per te!” ribatté il fratello
minore. “Io fino a un anno fa non avevo nemmeno la bacchetta!” “Questo perché sei ancora un novellino.” “Non mettetevi a litigare mentre
combattete contro di me!” urlò il ragazzo cane, incrociando le braccia. “Mega Medusa! Unghie paralizzanti!” Subito le sue unghie si allungarono,
mentre il proprietario sorrideva soddisfatto. “Queste unghie nascondono un segreto…”
cominciò, venendo subito interrotto da Ron. “Sono paralizzanti, vero?” disse,
incredulo di fronte alla stupidità del loro avversario. “Come cavolo fai a saperlo?!” “Scusa Ron… Prima ho nominato i Phantom
e ho tentato di paragonarli a questi… Loro non erano così idioti.” “Non darmi dell’idiota!” sbraitò Toby,
saltando contro il maggiore dei fratelli, che riuscì a evitare di essere
colpito solo per pochi centimetri. “Petrificus
Totalus!” urlò Ron, cercando di colpirlo con l’incantesimo, che tuttavia fu
facilmente evitato. “È inutile! Sono più veloce di voi! Non
appena vi toccherò, rimarrete tutti intorpiditi ad aspettare che arrivi la
morte!” George gli rivolse un’espressione seria
per qualche instante, per poi spalancare leggermente gli occhi. “Ehi, che
cos’hai sulla fronte?” chiese semplicemente a Toby, il quale si portò subito la
mano sulla testa per verificare. Per un secondo non avvenne niente. Poi, proprio come colpito da un fulmine,
il corpo del mago nemico fu attraversato da una scarica elettrica visibile
anche a occhio nudo, dopodiché cadde a terra privo di sensi. “Non ci credo…” fece Ron, guardando il
fratello. “Ti rendi conto che con la fortuna che hai avuto nel beccarti un
avversario così stupido potevi vincere a una lotteria?!” L’altro ridacchiò. “Sarà stato anche stupido, ma George è
stato bravo a trovare subito il suo punto debole.” Fece una voce ben familiare
ai due, che si girarono subito. “Che idiota.” Fece Yuka osservando il
compagno perdere conoscenza e piegandosi di lato per evitare un altro pugno
infuocato di Natsu. “Ora tocca anche a te!” urlò, creando
una sfera di fuoco con le mani, lanciandola contro l’avversario, che si limitò
ad alzare una mano. “Oscillazione.”
Disse, creando una sfera di energia che mandò contro quella di fuoco, che la
distrusse per poi continuare ad avanzare verso Natsu, che, però, la evitò
buttandosi di lato, lasciando che la magia si scontrasse col terreno, dove
scavò una piccola trincea. Yuka sorrise, incurante della fiammata
che il Dragon Slayer gli lanciò contro, distruggendola ancora con la sua magia.
“Le vibrazioni emanate dalle mie mani neutralizzano gli incantesimi… In
pratica, è una magia che inibisce ogni magia.” “Capisco…” fece Salamander, pulendosi la
bocca con il dorso della mano. “Ecco perché le mie fiamme non l’hanno
bloccato…” “Quando stavo a Lamia Scale mi facevo
passare tutti gli incarichi contro i maghi… ora puoi capire il perché!” urlò,
creando altre due sfere e lanciandole contro Natsu, che riuscì a scansarle per
il rotto della cuffia, lasciandosi subito avvolgersi dalle fiamme e volando in
alto. “Questo è un bel problema…” “Natsu!” urlò una voce, attirando
l’attenzione del Dragon Slayer. A pochi metri dai due combattenti,
Hermione guardava con occhi attenti lo scontro. “Hermione?!” esclamò sorpreso il rosa,
atterrando pochi metri davanti a lei. “Allontanati, qui è pericoloso per te e-” Ma il mago del fuoco s’interruppe
vedendo lo sguardo fermo della ragazza. “Oh, mi sembrava mancasse qualcuno
all’appello. Però anche lei dev’essere nuova, visto che non l’ho mai vista
prima.” “Natsu, la magia contro di lui è
inutile.” Disse la ragazza, ignorando le parole del nemico. “Perciò devi
cercare di sconfiggerlo usando solo la forza.” “Tutto qui? Ci metterò pochi secondi e-” “Non è così semplice.” Continuò la
castana. “La sua magia ha effetto anche sulle persone. Rischieresti di venire
distrutto se la usasse contro di te.” A quelle parole il mago di Leon spalancò
gli occhi, sorpreso. “E tu come fai a saperlo?” Per la prima volta, Hermione sorrise. “Devo
ancora trovarle un nome… ma ora anch’io posso usare la mia magia.” spiegò,
portando la mano avanti e facendo apparire dal nulla una copia olografica in
miniatura di Yuka, accanto alla quale erano elencate tutte le sue
caratteristiche, compresa la sua magia. “Mi basta vedere in azione una magia
per analizzarla completamente, assieme al suo proprietario.” “Che cosa?!” esclamò incredulo Natsu,
girandosi di colpo verso di lei. “E quando l’avresti imparata quella magia?!” “Pochi minuti fa.” Rispose lei. “Diciamo
che Harry mi ha aiutato a forzarla, ma era già dentro di me.” “Non ho mai sentito parlare di una
simile magia…” commentò il blu, deglutendo. “Se dici il vero, nessun avversario
potrebbe nascondere i suoi colpi segreti…” “E non è tutto, posso anche rilevare il
livello di magia presente nei maghi. Per questo posso dire senza alcun dubbio
che Natsu è ben più forte di te!” “Non c’era mica bisogno di analizzarlo
per capirlo!” esclamò il Dragon Slayer, sorridendo soddisfatto. Yuka, invece, sembrò irritarsi
ulteriormente a quella scoperta e si avvolse completamente con una sfera
d’energia. “Allora vediamo come credete di sconfiggermi. L’aver scoperto come
funziona la mia magia non vi permette di risolvere il problema.” “Contro un mago normale non avresti
nulla da temere…” continuò Hermione, guardando il rosa. “Ma con Natsu il
discorso è diverso! Natsu, tu sei il solo tra di noi che può resistere qualche
minuto alla sua magia. Devi riuscire a superare la sua barriera e colpirlo!
Solo così puoi sconfiggerlo!” “E devo farlo senza usare la magia,
esatto?” “Il tuo corpo riuscirà a resistere, ma
le fiamme verrebbero immediatamente spente.” Confermò Hermione, facendo sparire
i dati di fronte a lei. Il Dragon Slayer sorrise. “Ci sono molti
modi per usare il fuoco.” Disse, portando indietro il braccio destro, dal cui
gomito uscì una fiammata. “E uno di quelli che preferisco… è la propulsione!”
esclamò, facendo partire anche dai piedi altre due fiammate, che lo fecero
volare contro l’avversario a tutta velocità, per poi fermarsi a mezz’aria non
appena penetrò la barriera, la cui energia era talmente intensa da distorcere i
contorni stessi di Natsu. “È… È tutto inutile… non riuscirai a
colpirmi!” Dichiarò Yuka, non troppo sicuro delle sue parole. Salamander sorrise, per poi aumentare
ulteriormente la potenza delle sue fiamme, riuscendo così ad attraversare
totalmente la barriera e colpendolo in pieno con un pugno, che lo fece volare
via e annullò definitivamente la sua magia. “Avete sbagliato a mettervi contro Fairy
Tail!” esclamò il Dragon Slayer soddisfatto, facendo sparire le fiamme e
voltandosi verso l’avversario, che ora giaceva a terra inerme.
Capitolo 22 *** Lucy e Fred all’attacco! La decisione di Erza ***
22: Lucy e Fred all’attacco! La decisione di ErzaEd eccomi qui con il nuovo capitolo!
Dunque, dunque... dov'ero rimasto... Ah, sì, al nuovo potere di
Hermione! Devo dire che è una delle idee che credo mi siano
riuscite meglio per questa fiction... anche se mai quanto quella che ho
in mente per la prossima saga... *si mette a ridere come un pazzo*
Poi finalmente torniamo a vedere Natsu pestare per bene i propri
avversari... erano mesi che non aveva più tale piacere XD.
Ma direi di non parlare troppo, perciò ringrazio Liberty89 per
avermi fatto da beta reader e passo alle recensioni, che hanno
raggiunto quota 100 *.* Questo significa che, propozionalmente
parlando, questa è la mia fiction con il maggior numero di
recensioni. Grazie mille a tutti!
@ hinata 92: Eh eh... non
potevo lasciare Hermione a Earthland senza darle qualcosa in più
per sopravvivere... in fondo qui le cose sono ben più difficili
rispetto a Hogwarts (Okay, lì si sono ritrovati di fronte a
Cerbero... ma tra lui e Deliora è difficile scegliere il
più pericoloso XD).
L'immagine che ha visto nel precedente capitolo è molto
semplice: la sua magia si stava risvegliando, e inconsciamente, stava
analizzando Deliora... tutto qui XD.
Per Harry... tecnicamente no, visto che anche lui è minorenne
XD. Di certo, è un'esperienza che Hermione non vorrà
più ripetere in vita sua XD. E tranquilla, Dobby si farà
ancora sentire... non proprio presto, ma le sue azioni ci saranno... XD
E ora, rispondiamo alle citazioni ù.ù
- Non potevo non metterla come scena, è troppo ben fatta XD (e l'aggiunta di Ron credo la migliori ulteriormente XD)
- Già, il cugino malvagio di Crosta... al quale credo sarebbe venuto un mezzo infarto a vederlo XD
- Beh... i gemelli Weasley sono famosi per non pensare troppo alle
conseguenze... quindi fare solletico a un topo volante mentre sono
sopra di esso rientra sì tra le loro soluzioni XD (con grande
disappunto della signora Weasley XD)
- Già... mi fa quasi pena... ha indovinato subito la
verità ma non può saperlo XD (anche se il premio che hai
detto l'ha ricevuto ù.ù)
- Infatti Ron si tira subito via XD
- Beh, Toby mi permetteva questo adattamento... e visto che credo sia
stata la vittoria più facile della storia (in generale, non solo
di Fairy Tail XD) l'ho voluta lasciare com'era in originale XD
Per Hermione... purtroppo no. Lei è in grado di analizzare la
magia solo se il mago stesso ne è a conoscenza e sa usarla...
altrimenti per lei risulterà semplicemente la magia base. Ma
tranquilla... non manca molto perché anche la loro magia venga
rivelata... e spero di potervi sorprendere!
Per gli spoiler, no, tranquilla. Io mi riferivo a chi nomina
personaggi, magie o eventi di Fairy Tail (visto che credo che di Harry
Potter tutti conoscano la storia a memoria XD) che appariranno o
avverranno più avanti con la trama. Non è tanto
perché non voglio che si sappia, ma non voglio che chi non
conosce il manga sappia troppe cose future XD @ fenris: Beh, non potevo
fargli usare la stessa magia... anche se in teoria nessuno la conosce
ancora. Tuttavia dovrei chiederti di non nominare eventi o personaggi
futuri... Non voglio che gli altri lettori si rovinino la sorpresa.
Per il tirapiedi interdimensionale... vedrai, presto verrà tutto chiarito...
Dobby invece resta Dobby XD @ fria: Beh, ci vorrà
molto perché i maghi di Grifondoro sviluppino a fondo la loro
nuova magia... il fatto che Hermione sia in grado di usarla non
significa che ne sia totalmente padrona... Perciò per il momento
le altre gilde e i mangiamorte sono salvi XD @ NemoTheNameless: Beh,
dopotutto Dobby non poteva apparire dai Dursley, visto che Harry non si
trova più da loro, quindi ha provveduto ad adattarsi XD. La
magia di Hermione mi sembrava perfetta per lei (non potevo darle nulla
di distruttivo... ci sono già sufficienti maghi in grado di
farlo XD). Per Ron... vedrai... ci vorrà un bel po', ma
vedrai... e spero che sarà soddisfacente.
Per quanto riguarda l'adattamento dei prossimi libri, tranquillo, fino
all'ordine della Fenice ho già tutto in mente... ma ci saranno
parecchi eventi diversi, e anche qualcuno aggiuntivo... Dico solo che
le difficoltà non saranno poche.
Per Cho Chang invece sto ancora valutando... @ Auron_san: Già,
così Hermione è la prima maga (strega, come vuoi
chiamarla XD) di Hogwarts ad apprendere una nuova magia... e per lei,
direi che è la magia perfetta XD.
Per Erza... dovrai aspettare molto meno di quanto credi per rivederla all'opera XD.
Harry x Hermione? ERESIA! (XD). No, no, sto valutando possibili coppie,
ma quella non è lontanamente tra le candidate, mi spiace XD
Per Ron... non è che non mi è simpatico... semplicemente
lo trovo un po' inutile all'inizio. Sì, aiuta Harry e Hermione
in qualche occasione, ma lui, da solo, conta poco... ma credo che
rivedrò quest'aspetto nella sua nuova versione XD @ erol89: Prima di tutto,
benvenuta tra i recensori! Mi fa piacere che questa storia ti stia
piacendo! E spero di continuare a sorprenderti, visto che ci saranno
diverse novità... come la magia di Hermione XD (che no, a essere
sincero, non ho neppure pensato alla magia Archivio quando l'ho ideata,
perciò sì, sarà diversa XD)
Sì, in effetti unire quei due fattori provocherà un mix
più che letale... anche perché siamo solo agli inizi XD.
Per il Flipendo, lo so che è stato inventato per i videogiochi,
ma mi serviva una magia che potesse risultare allo stesso tempo innocua
e pericolosa (poi credo che anche le magie dei videogiochi siano state
create dalla Rownling, quindi sono quasi ufficiali XD).
Per l'inversione di eventi, lo so che per chi ha letto il manga o visto
l'anime può essere risultato confusionario, però ho
preferito così per introdurre i maghi di Grifondoro alla gilda
(mi sarebbe stato più difficile inserire Ron e Hermione durante
la battaglia contro Phantom piuttosto che Fred e George, e volevo
introdurre prima loro XD). Per la torre... spoiler XD
Per Draco... diciamo che non ha più niente a che fare con quello
che tutti noi conosciamo. Lui, al pari di Harry, è stato
totalmente rivisto... e il suo ruolo sarà più attivo...
forse XD. Per Klaun... chissà!
A essere sincero, trovo che il mio Harry sia più simile al padre
rispetto alla versione originale... certo, non si mette a fare scherzi,
però trovo che quello della Rownling sia più simile alla
madre... quindi qui Piton lo odia per ragioni per maggiori XD.
Silente invece sta tenendo il segreto più che altro
perché non vuole rischiare di far scoprire la verità ad
altri, il che comporterebbe non poche complicazioni. La McGranitt
invece ti ricordo che ha scoperto Happy, e non resterà in
silenzio... ma per quello dovrai aspettare la fine di questa saga.
Tranquilla, non mi spavento di fronte ai poemi epici... basta che non siano in greco o latino XD
@ Liberty89: Lib-sensei! Già, tu sei la numero 100 ù.ù
Beh, Hermione non sarebbe stata Hermione se all'inizio non rompeva,
anche se qui è diventata Sherlock Hermione XD. E credo che la
sua nuova magia si adatti perfettamente al suo carattere.
Per i pirati... beh, diciamo che dovevano essere sacrificati *riceve mazzetta da Davy Jones* XD
E Dobby... sì, non rientra tra coloro che vorrei avere come dottore XD. E per quanto riguarda chi ha seguito... eh eh eh
Gray, Gray, Gray... so come disattivare la tua modalità XD. Ricordati di Juvia XD
L'immagine di Erza serial killer direi che è azzeccata... in effetti, quando vuole, sa incutere parecchia paura XD.
Già... la buca ha mietuto le sue vittime sacrificali ù.ù
E i gemelli Weasley... sono i gemelli Weasley, la risposta è
sempre quella XD (probabilmente se si mettessero in società con
Loony, l'universo andrebbe verso la sua fine XD).
Per i punti da te richiesti, tranquilla, ci sarà tutto... tranne
le coccole per Gray ù.ù (XD). E tranquilla per la mente,
con le idee che ho in mente, la mia partirà presto anche lei per
delle lunghe vacanze XD
Bene, e ora... buona lettura a tutti! Capitolo 22: Lucy e Fred all’attacco! La decisione di Erza
Angelica era stesa a terra, priva di
sensi, con gli alberi abbattuti che formavano una specie di letto sotto di lei. A pochi metri di distanza, Fred e Lucy
si stavano rialzando, doloranti, ma miracolosamente quasi illesi. “Ahi, ahi, ahi…” si lamentò la bionda,
massaggiandosi la testa. “Ce la siamo cavata.” Fece il Weasley,
battendosi le mani sui vestiti per togliere la polvere. “Ma sei impazzito del tutto?!?!” gli
urlò contro la compagna, per poi calmarsi e guardarsi attorno. “Ma quella tipa
dov’è finita?” Come risposta, Sherry riemerse da dietro
un albero, con il volto rigato dalle lacrime. “Come avete potuto farmi questo…” fece,
portandosi i pugni sopra gli occhi per asciugarsi le lacrime. “Ora l’Imperatore
Zero non avrà più fiducia in me! Non mi amerà più!” “Amare?” ripeté Lucy, guardandola
incredula. “Non ha bene in mente i suoi obiettivi…”
commentò Fred. “E lo stesso vale anche per Angelica…
Non vi perdonerò mai!” urlò Sherry. “Okay, allora fatti sotto!” urlarono
insieme i due maghi di Fairy Tail. La rosa portò velocemente la mano di
fronte a sé. Immediatamente il terreno sotto di loro
cominciò a tremare, mentre sul tronco di un albero apparivano due terrificanti
occhi, accompagnati da una bocca mostruosa, i suoi rami cambiarono forma,
assumendo quella di due braccia giganti. Nello stesso momento le radici
uscirono dal terreno, permettendo così all’albero di muoversi. Fred e Lucy alzarono lo sguardo,
guardando il nuovo nemico erigersi in tutta la sua altezza. “La professoressa McGranitt darebbe il
massimo dei voti a un simile incantesimo…” fece Fred, deglutendo e prendendo in
mano la bacchetta. “Sottooo!!!” urlò Sherry, ordinando
all’albero di attaccare, il quale colpì con un pugno il terreno ai piedi dei
due maghi, che furono scagliati in alto dalla forza d’urto. “Non mi rimane altra scelta!” urlò Lucy
a mezz’aria, prendendo in mano una chiave dorata. “Apriti, porta del palazzo
del Toro dorato… Taurus!” Immediatamente dalla luce scaturita
dalla chiave, apparve Taurus, che impugnò subito la sua ascia e tagliò in due
l’albero, che tornò normale e cadde a terra, immobile. “Uao… dimenticavo che avevi uno spirito
così forte!” esclamò il rosso, riuscendo ad atterrare in piedi, mentre Lucy fu
presa al volo da Taurus, che la depose a terra. “Un incantesimo degli spiriti
stellari?!” gridò incredula Sherry. “E per di più delle dodici costellazioni!” “Ora sei preoccupata, eh?” fece Lucy,
sorridendo soddisfatta. “Io e i maghi degli spiriti stellari non
andiamo molto d’accordo…” si limitò a rispondere la rosa, accennando anche lei
a un sorriso. “Taurus, sistemala!” urlò la maga di
Fairy Tail, indicando con l’indice l’avversaria. Lo spirito urlò in segno d’assenso,
alzando l’ascia. Tuttavia si fermò di colpo, per poi
voltare la testa verso la proprietaria. “Eh?” fece lei, mentre Sherry allargava
il suo sorriso. “Lucy, attenta! Protego!” urlò Fred, alzando la bacchetta e avvolgendo giusto in
tempo la compagna per evitarle di finire tagliata a metà dal suo stesso spirito. “Taurus!” esclamò lei, incredula. “Ma
che fai?! Che cosa ti prende?!” Lo spirito rispose con un muggito,
colpendo con un pugno la barriera, che s’infranse e prendendo per il collo la sua
padrona per poi schiacciarla a terra. Fred corse subito in suo aiuto, ma
Taurus lasciò cadere a terra l’ascia e lo colpì con un pugno, facendolo volare
a terra qualche metro più in là. “Fred!” urlò la bionda, cercando di
liberarsi. “Signorina Lucy…” fece Taurus. “Non
riesco a controlarmuuui…” Sherry si mise a ridere. “La mia magia Doll Attack è in grado di controllare tutto ciò che non è umano…”
spiegò compiaciuta. “E visto che gli spiriti stellari sono entità
sovrannaturali…” “Puoi controllarli liberamente…”
completò il Weasley, rialzandosi e pulendosi con il dorso della mano un rivolo
di sangue che scendeva dalla bocca. “In pratica, è un Imperius che non funziona
sugli umani…” “Non conosco quell’incantesimo, ma se
comprende il controllo totale di una creatura, allora è così.” Rispose la rosa,
per poi voltarsi verso Taurus. “Se le informazioni che ho sono esatte, Taurus è
uno spirito pervertito…” Il sorriso sul suo volto aumentò ulteriormente. “Credo
che lo farò contento. Taurus, ora toglile i vestiti!” ordinò allo spirito. “Con piacere!” urlò lui contento,
strappando subito la maglietta di Lucy all’altezza della pancia. “Ma ti sta manovrando sul serio?!”
replicò irata la bionda, riuscendo così a far tornare in sé la coscienza dello
spirito. “Mi dispiace muuulto, signorina Lucy… il
mio corpo va contro… la mia volontà…” Dopodiché non si mosse ulteriormente, restando
perfettamente immobile. “Cosa?” fece Sherry, per poi tornare a
guardare Fred, il quale aveva la bacchetta magica alzata. “Spiacente, ma non ho intenzione di
restare a guardare. Sai, ho molti incantesimi a mia disposizione… e la
pietrificazione di un essere vivente è tra quelli che uso di più.” “G-Grazie, Fred…” ansimò Lucy, riuscendo
a riprendere in mano la chiave dorata. “Chiuditi! Porta del palazzo del Toro
dorato!” Lo spirito stellare s’illuminò, per poi
scomparire nel nulla, lasciando libera la bionda, che fece diversi profondi
respiri per recuperare il fiato. “Magia di pietrificazione? E dici di
avere altri incantesimi a disposizione?” fece Sherry, guardando Fred, il quale
sorrise. “Io e mio fratello siamo tra i maghi più
famosi della nostra prima… chiamiamola gilda. Modestamente parlando, nessuno è
al nostro livello per quanto riguarda l’uso di incantesimi. Giusto per
informarti, abbiamo partecipato anche alla battaglia contro i Phantom Lord.” “Avevo sentito che c’erano un paio di
maghi mai visti che hanno messo in difficoltà i Phantom con una magia che non
si era mai vista prima… solo Majutsu ne usa una simile.” “Beh, notiziona per te, ma Fred è un
compaesano di Harry! Per questo ha poteri simili ai suoi!” “Che cosa? Viene dallo stesso posto del
famoso Majutsu di Fairy Tail?!” esclamò incredula la maga, guardando il ragazzo. “Già… e anch’io mi sono unito a Fairy
Tail.” Rispose lui. “Perciò, ora preparati ad affrontare la forza di Grifondoro
e Fairy Tail!” urlò, mentre Lucy lo raggiungeva. Sherry rimase in silenzio, a riflettere
su cosa fare. “Okay, Lucy, dimmi che hai in mente
qualche piano…” mormorò il Weasley all’amica, approfittando di quel momento.
“La mia magia non è potente quanto quella di Harry, e se evocasse un’altra
creatura come quell’albero, saremmo alla sua mercé.” “Ho qualcosa in mente, ma devi stare al
gioco, d’accordo?” “Lucy, stai parlando con uno dei gemelli
Weasley, il duo combina guai di Hogwarts! Credi che non sia capace di stare al
gioco?” “Perfetto.” Fece lei, per poi alzare la
voce, prendendo una chiave argentata. “Allora adesso evocherò il mio spirito
più forte!” “Cosa?” disse Fred, guardandola
incredulo. “Apriti! Porta del Canis Minor! Plue!” Di fronte a lei apparve una piccola
creaturina bianca, di cui era impossibile riuscire capire la fisionomia, con
una testa rotonda e il corpo vagamente simile a quello di un cane, tranne che
per i piedi, i quali erano completamente rotondi e senza dita. Aveva due occhi
neri privi di palpebre e al posto del naso aveva un corno a spirale giallo. “Doll
Attack! Marionetta!” urlò subito
Sherry, prendendo il controllo dello spirito, il quale cominciò immediatamente
a colpire la gamba della padrona, senza però arrecarle alcun danno. “Ci sei cascata! Ora Fred!” esclamò
Lucy, mentre il Weasley alzava la bacchetta, creando una sfera d’energia. “Ottima idea, Lucy!” rispose lui,
scagliando la sfera contro l’avversaria. “Flipendo!” Sherry riuscì a scansare la magia per
pochi centimetri. “Dannazione! Avete usato uno spirito da
quattro soldi come esca!” fece, arretrando, per poi alzare ancora la mano. “Doll Attack! Rock Doll!” “È inutile!” replicò Lucy. “I miei
spiriti aggireranno i tuoi trucchetti! Se li manipoli, mi basterà solo
richiudere la porta!” “Ehm… Lucy… Temo che non fossero i tuoi
spiriti il suo obiettivo…” commentò Fred, alzando lo sguardo, imitato dalla
compagna. Il terreno sotto Sherry si stava
alzando, componendosi in un golem di pietra, sulla cui testa si creò una specie
di balcone dove la rosa prese posto, restando al sicuro. “Credete forse di poter distruggere
questa roccia?” chiese lei ridendo, mentre il mostro di pietra alzava un
braccio, colpendo ancora il suolo, costringendo i due maghi a saltare indietro
per evitarlo, per poi cominciare a scappare, inseguiti dalla creatura. “E ora che cosa facciamo?!” urlò il
rosso, fermandosi quando uscirono dalla foresta, ritrovandosi sulla spiaggia. “Il mare…” rifletté Lucy, girandosi a
guardare il golem, che si fermò di fronte a loro. “Non avete più via di scampo!” esclamò
Sherry, per poi ordinare al golem di attaccarli. Fred e Lucy saltarono in acqua, evitando
ancora una volta il colpo. “Non mi rimane altra scelta…” fece la
maga degli spiriti stellari, prendendo una chiave dorata. “Che cosa vuoi fare?” le chiese Fred. “Mi dispiace, ma dovrò usare questo
spirito stellare. Apriti! Porta del palazzo del tesoro! Acquarius!” L’acqua dietro di loro si alzò in un
mulinello, dal quale uscì una sirena dai capelli e la coda blu, mentre sulla
parte superiore del corpo aveva un semplice costume. In mano teneva una giara
azzurra. “Acquarius?!” esclamò incredula Sherry.
“Ma è uno spirito molto potente!” “È lei il nostro nemico! Quelle così non
le puoi soffrire, no? Colpiscila!” urlò Lucy allo spirito, il quale rispose con
un “Tsk.”, per poi colpire in testa la bionda usando la giara. “È già finita sotto il suo controllo?”
fece Fred, vedendo la compagna rialzarsi irata. “Insomma! Questo per che cos’era?!” domandò
lei, contrariata. “E me lo chiedi pure?” replicò Acquarius,
usando lo stesso tono. “Non mi hai evocato per più di un anno, hai perso la mia
chiave e ora osi chiamarmi mentre sono a un appuntamento con il mio fidanzato!” “Ehm… Lucy, sicura di quello che fai?”
le chiese il Weasley. “Doll
Attack! Marionetta!” urlò Sherry,
colpendo lo spirito con il suo incantesimo. “Oh, no…” fece Fred, guardando l’amica, che
stava sorridendo. Sherry invece ridacchiò. “Così Acquarius
è fuori gioco… Rispediscila a casa!” “Scordatelo! È lei la mia carta
vincente!” replicò sicura Lucy. “Cosa?!” proruppe la rosa, per poi
scuotere la testa. “D’accordo! Allora il potere del mare vi farà a brandelli!
Acquarius! Distruggili!” “Non c’è bisogno che tu me lo dica!”
urlò la sirena, alzando la giara verso l’alto. Fred deglutì, guardando l’acqua attorno
allo spirito muoversi da sola, convogliandosi dentro l’arma. “Lucy, perché non la richiami indietro?
Rischiamo di finire male!” “Dal momento stesso in cui l’ho evocata
sapevo che sarebbe finita così.” Rispose lei. “Che cosa?!” “Vedi… Acquarius è uno spirito… diciamo
incontrollabile. Ti ricordi il porto che io e Natsu abbiamo distrutto?” Fred la guardò incredula. “Non dirmi che lo spirito che avevi
usato era lei?!” Lucy gli sorrise. “Trattieni il più
possibile il fiato.” Si limitò a rispondere, mentre dalla giara usciva fuori un
vero e proprio tsunami, che investì in pieno i due maghi. “Eh eh… che stupida…” fece Sherry, poco
prima che l’acqua cominciasse a investire anche lei. “Ma che-” In pochi secondi, sulla spiaggia si
scatenò un tornado d’acqua, dentro il quale i tre maghi vorticavano in preda al
caos totale. Qualche minuto dopo la tempesta si
placò, rivelando Acquarius che osservava tranquillamente i tre maghi sulla
spiaggia, ancora vivi ma decisamente scossi dall’esperienza appena vissuta. “Altro che chiusura forzata della
porta…” commentò sorridendo, cominciando a sparire. “La porta me la chiudo da
sola quando mi pare… scema.” Fred si rialzò, portandosi una mano alla
testa per cercare di fermare la rapida giostra su cui sembrava essere finita, come
stavano facendo anche le due maghe, che si rialzarono a pochi istanti l’una
dall’altra, barcollando per cercare di restare in piedi. “Amici o nemici, per lei non fa
differenza… Acquarius scatena delle ondate che non guardano in faccia a
nessuno…” fece Lucy. “Stupida!” replicò Fred, cercando di
raggiungerla, ma cadendo a terra. “Così ci siamo andati di mezzo anche noi!” “Concordo con lui… Brutta incosciente!”
condivise Sherry, cercando di non perdere l’equilibrio. “E inoltre, non hai
sconfitto la mia roccia…” “E allora? Tanto le marionette si
muovono solo se uno le manipola… Finché te ne andrai in giro barcollante… la
roccia non ti servirà a molto…” “Ma anche voi non potete fare più nulla…
siamo in parità…” “Mi dispiace… ma non è così!” esclamò il
Weasley, aprendo gli occhi e riuscendo ad alzare il braccio con la bacchetta,
lanciando un debole Flipendo che colpì l’avversaria, facendola cadere
all’indietro. “Non… p-posso… p-perdere…” ansimò lei.
“Anche se… la fiamma della mia vita… si spegne… il mio amore per l’Imperatore…
non cambierà mai…” “Quante storie!” replicò la bionda,
mentre il giramento di testa finalmente cominciava a calmarsi. “Tranquilla che
non muori…” “Angelica… vendicami tu…” mormorò
Sherry, perdendo i sensi. Istantaneamente, il topo gigante sbucò
dalla foresta, saltando verso di loro, pronto a schiacciarli. “Eh?! Lei non era una marionetta?!”
esclamò incredulo il ragazzo, cercando inutilmente di alzarsi, mentre Lucy
cadeva in ginocchio, ormai priva di forze. Ma prima che l’animale li raggiungesse,
una figura si mise in mezzo, colpendolo alla pancia con una spada, deviandone
la caduta. Erza atterrò davanti a Fred e Lucy,
tenendo in mano una delle sue spade e con lo sguardo celato dai capelli rossi. “E-Erza!” esclamarono contenti i due. Felicità che si estinse nell’istante
preciso in cui la maga si voltò verso di loro, fulminandoli con uno sguardo di
puro gelo. “Sapete perché sono qui, vero?” chiese
lei, mentre i due cominciavano a sudare freddo. “Be’, ecco… ehm…” “P-Per riportarci indietro?” domandò
quasi speranzosa Lucy. In quello stesso momento, Happy uscì
dalla foresta. “Lucy, Fred, siete stati magnifici!
Tutto bene?!” chiese urlando, fermandosi a mezz’aria quando vide Titania. Per qualche istante restò fermo al suo
posto, mentre diverse gocce di sudore apparivano sulla sua testa. Poi, senza
perdere un secondo, si girò, venendo tuttavia preso per la coda da Erza, la
quale si era mossa a una velocità tale da risultare quasi invisibile. “Dove sono gli altri?” domandò, tenendo
Happy, svenuto per la paura, a testa in giù. “Aspetta Erza!” esclamò Fred, riuscendo
finalmente a rialzarsi. “La situazione è cambiata! Non possiamo tornare
indietro!” “Ha ragione! Sappiamo che siamo venuti
qui senza permesso, ma quest’isola è in una situazione terribile!” Erza li guardò attenta. “Se non fossimo venuti qui, avremmo
lasciato che quei tizi riportassero in vita quel demone senza nemmeno tentare
di ostacolarli. Senza contare che abbiamo fatto una scoperta molto importante!”
fece Fred. “Quelle stesse persone opprimono gli
abitanti del villaggio con un incantesimo devastante! È una situazione
disperata! Noi… Noi vogliamo salvare quest’isola… in qualche modo!” “Non me ne frega niente.” Rispose fredda
Erza. “Allora lasciaci andare avanti da soli!
Non possiamo-” cominciò Fred, poco prima di ritrovarsi la lama della spada
della rossa puntata sul collo. “Voi avete tradito il Master… quindi non
sperate di cavarvela con poco!” sentenziò la maga, facendo deglutire i due. Leon era in piedi di fronte a Deliora,
guardando con occhi seri il demone congelato. “Imperatore Zero…” fece una voce, mentre
una delle due figure mascherate si avvicinava senza fare rumore, fermandosi
alle sue spalle. “Perché non ha eliminato quel moccioso di Gray?” “Non ne ho visto alcun motivo. E poi
dovresti sapere che non amo il sangue.” Rispose lui. “Sì, ma sentirla dire certe cose dopo
che ha ordinato di ammazzare tutta la gente del villaggio…” continuò l’uomo,
facendo dietro front. “Non è che per caso è ancora affezionato al suo vecchio
compagno?” “Non dire assurdità. L’ho ridotto così
male che gli è passata la voglia di ostacolarmi… Ma se per caso dovesse
riprovarci, lo ammazzerò senza nessuna esitazione.” “Se lo dice lei…” fece l’uomo,
cominciando ad allontanarsi. “E del tuo compagno che mi dici?” chiese
Leon. “Anche lui è scappato via non appena è apparso Majutsu. “Oh, quello era nei piani, stia
tranquillo. A Majutsu ci penseremo noi. Lei si preoccupi solo di risvegliare
Deliora.” Gray aprì lentamente gli occhi,
sbattendoli un paio di volte per mettere a fuoco, per poi mettersi seduto di
colpo. Si trovava in un letto improvvisato,
all’interno di una tenda, assieme a diverse botti e pacchi. Le sue ferite erano state medicate e
fasciate, e il dolore era quasi scomparso. Il mago del ghiaccio si alzò in piedi, per
dirigersi all’esterno. “Ma dove sono?” si chiese mentre usciva,
ritrovandosi in uno spiazzo pieno di tende, con diverse botti e altri impacchi,
oltre che molti mucchi di legna tagliata. “Oh, ti sei svegliato?” fece una donna
del villaggio, avvicinandosi sorridendogli triste. “Capisco che tu sia
spaesato… Qui siamo in un’area di rifornimento a pochi minuti dal villaggio… Ci
siamo rifugiati qui l’altra notte, quando il villaggio è sparito.” “Il villaggio… è sparito?” ripeté Gray,
per poi spalancare gli occhi, mentre dentro di lui il ricordo dell’ordine che
aveva emesso il suo vecchio compagno tornava vivido. “Leon… allora l’hai fatto per davvero!”
pensò, guardando gli abitanti del villaggio dispersi per il campo. Una fitta proveniente dalle ferite lo
costrinse a portarsi una mano sul petto. “Almeno, grazie all’aiuto dei tuoi
compagni ce la siamo cavata senza feriti.” Continuò la donna. “Quindi sono qui anche loro?” chiese
Gray. “Già. E mi hanno chiesto di dirti di
andare nella loro tenda, quando ti fossi svegliato.” Rispose la donna,
indicando una tenda che si ergeva al centro dell’accampamento. Il mago di Fairy Tail annuì, per poi
dirigersi verso la tenda, spostando a lato il telo che copriva l’entrata. Lì, seduta su una sedia al centro della
tenda con le gambe incrociate e le mani unite, Erza lo guardò minacciosa,
mentre dietro di lei c’erano Lucy, Fred e Happy, tutti e tre legati alle mani e
ai piedi con delle corde. “Erza!” esclamò incredulo il mago del
ghiaccio, per poi spostare lo sguardo sui compagni, con Fred che sorrideva
imbarazzato e Lucy e Happy che, invece, stavano piangendo. “Mi hanno raccontato cos’è successo…”
fece Titania, chiudendo gli occhi. “Devo dire che sono molto delusa dal fatto
che tu alla fine ti sia unito a loro. Sono così sconcertata che non so cos’altro
dirti.” “Dove sono gli altri?” chiese Gray. “Non ne ho idea.” Replicò Erza,
riaprendo gli occhi. “Lucy, Fred, voi ne sapete qualcosa?” “Spiacente… siamo rimasti intrappolati
sopra quel topo gigante…” rispose il Weasley. “L’ultima volta che li abbiamo
visti erano con gli altri due tirapiedi di Mister Simpatia…” “Quando siamo tornati lì con Erza non
c’era più nessuno, perciò immagino che li abbiano sconfitti… Poi lei ci ha
costretto a portarla qui da te…” “Come avete scoperto questo posto? Mi
hanno detto che è un’area di rifornimento…” “L’ho localizzata io, dal cielo… mentre
Erza mi teneva legato con una corda…” disse Happy. “Quindi dobbiamo presumere che Harry
abbia condotto gli altri in giro per l’isola.” Fece la rossa, alzandosi in
piedi. “Lo sapevo che alla fine avrebbe accettato anche lui questa missione.” La rossa fece qualche passo, superando il
moro e fermandosi di fronte all’uscita. “Gray, prendi Lucy, Fred e Happy e
seguimi. Noi torniamo alla gilda!” ordinò, ricevendo uno sguardo incredulo dal
compagno. “Erza! Che cosa stai dicendo?!” esclamò
lui incredulo. “Se hai ascoltato la storia, avrai capito che cosa sta
succedendo in quest’isola!” “E con ciò?” replicò lei, mentre Lucy
scuoteva la testa per far capire a Gray di non insistere. “Sono venuta qui con Harry e Ron per
riportare indietro i trasgressori! Harry ha deciso di proseguire la missione, e
si è portato dietro chi riteneva necessario. Io invece riporterò alla gilda
voi! Il resto non m’interessa minimamente.” “Ma hai visto in che condizioni sono gli
abitanti dell’isola?!” “Certo che l’ho visto!” “E ti sembra il caso di lasciarli
così?!” “La richiesta è stata inoltrata anche ad
altre gilde… quindi credo sia meglio lasciare l’incarico ai maghi che sono ufficialmente
autorizzati ad accettarlo!” continuò la rossa, impassibile. “Erza… mi hai davvero deluso…” disse
tremante il mago del ghiaccio, mentre Scarlett riduceva gli occhi a due
fessure. “Che hai detto?!” “Gray, ma che ti salta in mente?! Lei è
la suprema Erza!” urlò spaventato Happy. “Suprema è un po’ esagerato, no?”
mormorò Fred, attento comunque a non farsi sentire dalla rossa, la quale evocò
una spada, che puntò contro Gray. “Hai intenzione di continuare a
ribellarti?!” chiese, guardandolo minacciosa. “Attento! Non la passerai
liscia!” Il mago del ghiaccio rimase in silenzio
per qualche secondo, per poi afferrare con la mano destra la lama della spada. Poi,
senza preoccuparsi delle conseguenze, la strinse con forza, procurandosi un
taglio sul palmo e sulle dita. “Fa’ un po’ come ti pare!” esclamò
serio. “Io ho scelto!” Erza spalancò gli occhi, guardando
scioccata il sangue colare sulla lama. “Farò ciò che devo fare!” continuò il
moro, lasciando la presa sulla spada che scivolò a terra. “E lo farò fino alla
fine! Se vuoi uccidermi, sei libera di farlo!” Titania continuò a fissarlo incredula,
mentre Lucy, Fred e Happy deglutivano, vedendo l’amico uscire dalla tenda senza
dire altro. Per qualche istante l’unico suono che si
udì fu il gocciolare del sangue che scendeva dalla spada. Poi si udì distintamente Erza digrignare
i denti. “E-Erza… sta tranquilla…” fece la bionda,
preoccupata per la propria incolumità. “Gray è un po’ coinvolto in questa
storia… Okay, un po’ tanto… però non puoi dargli torto…” continuò Fred. Erza ruotò il manico della spada, per
poi girarsi con uno scatto verso i suoi tre prigionieri, facendoli spaventare a
tal punto che ai due ragazzi si rizzarono i capelli, mentre al gatto tremarono
le orecchie. “ERZAAA!” urlarono Lucy e Happy insieme.
“Salvaci, Natsu! Aiuuutooo!!!” Scarlett mosse velocemente la spada,
facendo chiudere gli occhi ai tre. Ma con loro sorpresa, sentirono le corde
allentarsi, per poi cadere a terra. “Eh?!” fece il Weasley. “Andiamo!” ordinò la rossa, girandosi
verso l’uscita. “È inutile sprecare fiato! Sistemiamo il lavoro e poi si vedrà
che cosa fare!” I tre maghi sorrisero, contenti della
sua decisione. “Tranquilli… la punizione ve la faccio
scontare dopo.” Assicurò, prima di uscire dalla tenda. “Lo immaginavo.” Sospirò sorridendo
Fred. “Ora, però, vediamo di raggiungere Harry e gli altri! Se siamo tutti
insieme, nessuno potrà sconfiggerci!” “Che vergogna! Dunque sei l’unico
rimasto?” esclamò Leon, seduto su un vecchio trono di pietra, che si trovava in
un’ala del tempio, al centro della quale c’era il buco che portava da Deliora,
guardando Toby, che annuì in silenzio. “Quelli di Fairy Tail ci stanno dando
dentro…” continuò il mago del ghiaccio. “La prego, non dica agli altri che sono
stato sconfitto…” “Il risveglio di Deliora si fa più
complicato…” fece Klaun, entrando nella stanza seguito da Zarti. “Oh, ci siete anche voi?” chiese
l’Imperatore Zero, guardandoli freddamente. “Stanotte la magia lunare raggiungerà la
massima potenza, e Deliora tornerà in vita…” continuò Zarti, sorridendo. “Ma se
qualcuno ostacolerà il rituale delle gocce di Luna… Deliora resterà prigioniero
nel ghiaccio!” “Che scocciatura. Avrei dovuto occuparmi
io di quella gentaglia invece di lasciare il compito a voi incapaci.” “Ooohn… Non so come scusarmi…” fece
Toby, al contrario di Klaun che restò impassibile. “Gli avversari sono tre dei maghi più
forti di Fairy Tail… Majutsu, Titania e Salamander…” replicò lui. “Non possiamo
permetterci di sottovalutarli.” “Siete come sempre ben informati… Però
non ho ben capito il vostro rapporto con quei maghi.” “Come sa, abbiamo viaggiato molto per
cercare informazioni… ed è così che li abbiamo incontrati. Si stanno
addestrando per usare un nuovo tipo di magia, a noi ignota.” “La Lost Magic?” chiese
Leon, guardandoli serio. “No… Qualcosa il cui potenziale è
superiore…” Rispose Klaun. “Così Gray sta davvero apprendendo un
nuovo potere…” rifletté a voce alta l’Imperatore, per poi guardarsi la mano
sinistra. “Ad ogni modo non possono battermi! La mia spada di ghiaccio mi ha
permesso di scavalcare persino Ur!” “Finché ha la spada siamo tranquilli…”
disse Zarti, mentre i suoi occhi sotto la maschera si facevano seri, a dispetto
del suo sorriso. “Ma direi che è il caso che scenda anch’io in campo…” “Anche tu puoi combattere?!” esclamò
incredulo Toby. “Sì… so qualcosina di Lost Magic…”
rispose lui vago, mentre Klaun ridacchiò sonoramente. “In questo caso, è inutile che io
resti.” Fece, guardando il compagno. “Tornerò a dedicarmi al nostro prossimo
progetto… E so perfettamente chi dovrà occuparsene.” “Come vuoi.” Replicò Zarti, senza
girarsi a guardarlo mentre spariva nel nulla. “Tsk. Mi mettono i brividi…” commentò
acido Leon. Ma prima che qualcuno potesse dire
altro, l’intero tempio fu scosso da un tremore. La scossa fu minima, ma subito una
seconda di maggiore forza la seguì. “Un terremoto?!” esclamò Toby, tremando
assieme all’intera struttura. Una nuova scossa, ancora più forte, li
costrinse a cercare un modo per restare in piedi, dato che il pavimento si
stava inclinando. “Ma questo è…” cominciò Leon, venendo
subito interrotto da Toby. “Le rovine stanno crollando!” urlò
spaventato, per poi correggersi non appena il tremore si fermò. “No! Si sono
inclinate!” “Significa che l’hanno già fatto…”
ridacchiò Zarti, per poi indicare il buco nel pavimento, da cui ora era
possibile vedere l’area sottostante senza doversi inclinare troppo. Qualche piano più giù, Natsu si pulì il
braccio dalla polvere delle macerie, guardando minaccioso i tre. Al suo fianco, con uno sguardo molto
simile, Harry, George, Ron e Hermione tenevano la loro bacchetta in mano,
incuranti di alcune colonne del tempio che stavano cadendo, incapaci di reggere
il peso della struttura che ora pesava molto di più su un lato. “A volte gli oggetti si rompono senza
che ce ne accorgiamo…” fece Salamander. “Quando invece siamo noi a voler
distruggere qualcosa sembra tutto più faticoso!” “Beh, distruggere un tempio non
rientrava nella mia top ten delle cose da fare… non ero preparato…” commentò
George, portandosi una mano dietro la testa. “Fortuna che era tutto vecchio…” “Che vorreste dire, bastardi…?” domandò
Leon, guardandoli furioso. “Semplice!” rispose Hermione. “Il
palazzo si è inclinato! Ora i raggi lunari non potranno più raggiungere
Deliora!”
23: Fairy Tail in azione! Ur
E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Allora... eravamo rimasti con i nostri maghi che finalmente entravano
in azione, con Erza che si è lasciata convincere a unirsi alla
causa.
Quindi direi di non perdere ulteriore tempo e di lasciarvi alle
risposte alle recenzioni, ringraziando ovviamente Liberty89 per avermi
betato il capitolo ù.ù
@ Ronnie Kirishiki: Fiu! Temevo
potesse risultare noiosa, ma sono contento del contrario! E tranquilla,
i capitoli del secondo anno sono già in corso... e sto
piannificando una sorpresina per metà anno... eheheh... @ fenris: Eh, Acquarius
è sempre Acquarius... anche se questa è la prima volta
che appare nella fanfiction XD. Per la questione delle magie,
sì, Harry può usare tutti i tipi di magie (cosa che gli
altri maghi di Earthland non possono fare senza stancarsi e restare
senza potere). Per quanto riguarda le magie da te nominate... è
ancora presto per parlarne XD @ NemoTheNameless: Beh, le
battaglie preferisco lasciarle il più possibili simili alla
versione originale... anche se ovviamente, con i personaggi in
più, le devo modificare XD. Per la questione Luna... presto
vedrai come finirà XD @ fria: sono contento che la
fanfiction stia continuando a piacerti, e spero che con le idee che ho
in mente ti sorprenda ancora di più! @ hinata 92: tranquilla, tanto
il mio tempo di update è intorno alla settimana e mezza/due
settimane, perciò di tempo ce n'è XD.
Purtroppo ci sono questi capitoli, ma non posso saltarli, altrimenti la
trama ne risentirebbe... ma spero, con le idee che ho in mente, di
riuscire a ribaltare la situazione XD
Un crossover Fairy Tail, Harry Potter e One Piece? Oh, mamma...
è quasi al livello di pazzie che ho in mente per questa fiction
XD (credimi, supererò ulteriormente il concetto di "Inaudito" XD)
Beh, credo che i professori di Hogwarts farebbero carte false per
riuscire ad andare a Earthland... insomma, come per i maghi di Fairy
Tail Diagon Alley è il paradiso, lo stesso discorso vale
all'oposto XD.
E tranquilla... Hermione si è limitata a spiegare il piano... non ha mai detto di esserne l'autrice ù.ù @ erol89: Nah... un elefante ha più delicatezza XD
Per la persona che al momento non può essere nominata per motivi
di spoiler... se rileggi con attenzione i capitoli precedenti, lo
troverai... è già apparso, nello stesso ruolo del manga
(non l'ho dimenticato, tranquilla XD)
Le chiavi che ha Lucy per il momento sono le stesse che aveva
all'inizio del manga, più Virgo. Le altri chiavi... con calma XD.
Per le parti di Fairy Tail seguo il manga, per due semplici motivi:
uno, ho l'intera collezione di volumi usciti in Italia; due, è
più veloce per cercare le parti che mi interessano rispetto
all'anime XD.
E hai ben ragione a pensare che i gemelli saranno ben più
distruttivi della loro versione originale ù.ù (in fondo,
hanno i maestri delle distruzioni come compagni XD)
Per la magia di Hermione ci sarà il tempo per spiegarla a
dovere... in fondo l'ha appena risvegliata, anche lei deve scoprirne
ancora tutti i segreti ù.ù @ Liberty89: Lib-sensei!
Ehm... sarò sincero, ma nella mia totale insesibilità
all'amore non ci avevo fatto caso XD però tra Juvia, Sherry,
Mir-(si tappa la bocca) scusa, mi stavo facendo trascinare dall'elenco
XD. Comunque sono più propenso al primo motivo XD.
Eh, gli Spiriti Stellari... cosa faremmo senza di loro? XD
Già... Erza ha mostrato il suo lato da dominatrice senza
pietà ù.ù. Anche se le giuste argomentazioni sanno
come farle cambiare idea ù.ù
Klaun e Zarti... i due elementi chiave di questa saga... e forse non solo XD
E anche Deliora ormai è lì che sta guardando i secondi
che mancano alla sua liberazione... sempre se riusciranno a liberarlo
ovviamente XD
Concordo con te, Natsu è l'eroe della distruz- ehm, situazione XD
E tranquilla: tu ancora non sai cosa sto ponderando per i prossimi
capitoli ù.ù Sorprenderò anche te, mia beta-reader
ù.ù XD
Bene... prima di lasciarvi al capitolo, ho una piccola richiesta da
fare a tutti coloro che sanno l'inglese quasi alla perfezione: sto
cercando qualcuno disposto a tradurmi in inglese i capitoli di questa
storia. Se siete interessati (inutile dire che, ahime, l'unica cosa che
potrei ofrirgli in cambio è un anticipo sui capitoli futuri XD)
E ora... buona lettura a tutti!
Capitolo 23 Fairy Tail in azione! Ur
Leon fissò con puro odio i maghi sotto di lui. “Maledetti…” fece, digrignando i denti.
“Accidenti! Non capisco cosa sia successo!” urlò Toby.
“Sembra che abbiano inclinato le rovine.” Rispose Zarti,
che si trovava al suo fianco. “Hanno distrutto circa metà
dei pilastri che sostengono l’edificio, ecco perché si
è inclinato. In questo modo, hanno fatto sì che la luce
della Luna non possa raggiungere Deliora… Un piano davvero
geniale.”
“Finitela di blaterare!” gridò Natsu, avvolgendo i
piedi con le fiamme e usandole per aumentare la potenza del suo salto,
grazie al quale raggiunse subito il piano dove si trovavano i nemici,
colpendo in pieno stomaco Leon con una testata, facendolo volare in
alto.
L’Imperatore Zero, incredulo, spalancò la bocca e gli occhi.
Poi, senza fare nulla, il suo corpo perse colore, trasformandosi in una
scultura di ghiaccio, che s’infranse in migliaia di frammenti.
“Cosa?!” esclamò George, che aveva osservato la scena assieme agli altri.
“Cerchiamo di raggiungerlo in fretta!” fece Harry,
indicando le scale che portavano di sopra. “Noi non possiamo
usare le fiamme per spingerci in alto come ha fatto Natsu.”
Ma prima che potessero fare un passo, dalle scale indicate da Majutsu
cominciarono a scendere una decina di maghi, tutti con addosso una
tunica bianca e una maschera cilindrica a coprirgli la testa, con uno
spicchio di Luna disegnato in prossimità della fronte.
“Voi non farete un passo.” dichiarò uno di loro,
mentre anche dall’ingresso del tempio e dalle scale che portavano
alla grotta di Deliora comparivano altrettanti nemici.
“Ha così tanti seguaci?! Credevo fossero solo quelli del
rituale!” esclamò Hermione, alzando la bacchetta.
“A quanto pare dobbiamo occuparci prima di loro.” Fece
George, sorridendo nervosamente. “Però… non
sarà per nulla facile.”
“Vogliono bloccarci qui.” costatò Harry.
Al piano superiore, il Dragon Slayer digrignò i denti nel vedere
i frammenti della copia cadere a terra, restando a mezz’aria
grazie allo slancio del suo salto.
“Sono qui!” chiamò Leon, caricando la magia nella
mano sinistra, per poi creare decine di uccelli di ghiaccio, che
volarono contro Salamander. “In aria non puoi schivarli!”
Natsu si voltò verso di lui, per poi cominciare a incanalare
aria dentro i polmoni, sputando una fiammata pochi istanti dopo che lo
fece schiantare subito a terra, evitando così di essere colpito.
“Purtroppo per te, invece posso!” replicò
sorridendo, per poi mettersi con la schiena a terra e puntando i piedi
contro l’avversario.
Senza dire niente, fece partire due mulinelli di fuoco dalle gambe, che
il mago del ghiaccio riuscì ad evitare abbassandosi.
“Un trucco da quattro soldi.” commentò.
Natsu non demorse, alzandosi sulle braccia e cominciando a ruotare su
se stesso, creando così un tornado di fuoco che si
avvicinò anche agli altri due maghi.
Zarti saltò all’indietro, lasciando così scoperto
Toby, che si era nascosto dietro di lui, il quale fu colpito in pieno.
Leon invece saltò in alto.
“Ma non ero io quello che in aria non poteva evitare i tuoi
colpi?” chiese strafottente il Dragon Slayer, cominciando ad
aspirare di nuovo aria.
L’Imperatore Zero spalancò gli occhi, accorgendosi di essere rimasto alla sua mercé.
“Ruggito della Salamandra!” urlò Natsu, scagliandogli contro uno dei suoi attacchi più potenti.
Ma con sua sorpresa, il pavimento sotto di lui cedette, facendolo
precipitare al piano di sotto e cambiando la traiettoria della
fiammata, che non colpì il suo bersaglio, dandogli modo di
tornare sano e salvo a terra.
“Davvero un uomo fortunato, l’Imperatore
Zero…” commentò Zarti, mentre poco lontano un
fumante e annerito Toby alzava la mano.
“Non dire agli altri che ha preso me…” mormorò.
“Che hai combinato, Zarti?!” ruggì Leon, guardando il mago.
“Prego?” chiese lui.
“Non fare il finto tonto… è stato il tuo incantesimo a far crollare il pavimento, vero?”
“Complimenti, Imperatore Zero… se n’è
accorto.” Rispose lui, sorridendo. “Ma cerchi di
capirmi… non posso permettermi di perderla finché Deliora
non si risveglia…”
“Credi che possa morire solo a causa di una fiammata?”
chiese lui, mentre il pavimento ai suoi piedi cominciava a ricoprirsi
di ghiaccio, per poi estendersi lungo tutto il perimetro della stanza e
sulle pareti.
L’istante seguente, Natsu riemerse dal buco nel pavimento e un
muro di ghiaccio si alzò fino al soffitto, separando i due
contendenti da Zarti e Toby.
“Andatevene.” Ordinò. “A lui ci penserò io!”
Dicendo ciò, si girò verso Salamander, che si stava rimettendo in piedi.
“Io sono l’Imperatore Zero… l’unico in grado
di abbattere Deliora! Che figura ci farei se non riuscissi a
sconfiggere nemmeno questo moccioso?”
Al di là del muro di ghiaccio, Zarti sorrise ancora.
“Vedo, vedo…” rispose mellifluo, prima di allontanarsi, lasciando solo il compagno.
Natsu invece spalancò gli occhi. “Abbattere
Deliora?!” ripeté incredulo. “È questo il tuo
obiettivo?! Quel tipo è praticamente sistemato per
sempre… e tu vorresti scongelarlo per batterti con lui?!”
Leon restò impassibile a osservare l’avversario.
“Sei un tipo davvero strambo…” continuò Natsu.
“Farei qualsiasi cosa pur di superare Ur… e per continuare
a sognare!” urlò, scagliando contro il Dragon Slayer una
raffica di attacchi di ghiaccio, che lui evitò saltando
all’indietro, fermandosi qualche metro più in là.
“Non sarebbe meglio se ti battessi direttamente con Ur?!” ribatté questi.
“Non lo sapevi? Ur ormai è morta…” rispose
Leon, facendo tornare in mente a Natsu ciò che aveva detto il
giorno prima l’amico. “E se ora lei è morta…
è tutta colpa di Gray!” gridò, furente, creando in
pochi istanti un uccello di ghiaccio, che prese subito il volo.
Colto di sorpresa, il Dragon Slayer non poté fare altro che
alzare il braccio sinistro per proteggersi, venendo però colpito
in pieno e provocandosi un taglio lungo e profondo da cui
cominciò a sgorgare sangue.
Tuttavia Natsu restò a fissare il mago del ghiaccio con occhi
seri. “Non so cosa vi sia successo in passato… ma so che
quello che vuoi fare creerà un sacco di problemi per molte
persone!” urlò, abbassando il braccio, per poi avvolgerlo
assieme all’altro con il fuoco. “Quindi apri gli occhi e
dacci un taglio… o te li apro io a colpi di fiamme!”
Gray, Lucy, Erza, Fred e Happy stavano correndo il più velocemente possibile attraverso la foresta diretti al tempio.
“Leon sognava di superare Ur!” disse il mago del ghiaccio,
deciso a spiegare tutta la storia ai suoi amici, che si fecero attenti.
“Ora che Ur non c’è più è convinto che
abbattendo Deliora riuscirà a dimostrarsi migliore di lei!”
“Capisco… In effetti, l’unico modo per superare
qualcuno che non è più in vita è riuscire
là dove quella persona ha fallito.” affermò Fred,
mentre Lucy e Happy annuivano.
“Ma c’è una cosa che Leon non sa…”
continuò Gray, sorprendendo gli altri. “Ur è
sparita davanti ai nostri occhi… però… vi assicuro
che è ancora viva!”
“Che cosa?!” urlò il Weasley, mentre Erza guardava
con serietà il moro, ignorando lo sguardo incredulo degli altri
due membri del piccolo gruppo. “Come sarebbe a dire che è
ancora viva?!”
“Cosa diavolo è successo quella volta?” chiese Titania.
Gray chiuse un attimo gli occhi.
“È successo tempo fa… Deliora aveva devastato il
luogo in cui abitavo… In meno di un giorno distrusse
tutto…”
~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
Ur stava camminando lungo una via deserta, ai cui lati si trovavano solo i resti di abitazioni ormai completamente distrutte.
“Deliora…” sussurrò, osservando con
attenzione lo scenario. “Ne avevo sentito parlare, ma non
immaginavo questo…”
Un rumore attirò la sua attenzione, facendole posare lo sguardo su alcune macerie, che stavano tremando.
Senza perdere un secondo, corse nella loro direzione, cominciando subito a spostarle.
“Leon! Vieni subito!” urlò all’apprendista,
che era rimasto indietro a osservare. “C’è un
sopravvissuto!”
Il bambino annuì, raggiungendo la maestra e aiutandola a
liberare il giovane Gray, pieno di ferite e incapace di metterli a
fuoco a causa delle lacrime che sgorgavano dagli occhi.
“Deliora…” mormorò, chiudendo con forza una
mano a pugno, incurante del sangue che stava perdendo e dei suoi
salvatori. “Deliora… me la pagherai…
vedrai…”
----------
“Partiamo dalle basi della magia del ghiaccio…”
cominciò Ur, mentre lei e i due ragazzi si trovavano in una
landa deserta ricoperta di neve, tutti e tre con dei pesanti piumini
addosso.
“Gray… credi di riuscire a starmi dietro? È un
addestramento molto duro…” fece la donna, guardando il
nuovo apprendista, che teneva lo sguardo verso il basso, chiudendo le
mani a pugno.
“Certo!” rispose sicuro. “A qualunque costo! Sono
disposto a fare qualsiasi cosa pur di riuscire ad abbattere
Deliora!” continuò, alzando lo sguardo.
Ma il bambino spalancò gli occhi, totalmente incredulo, quando
vide Ur cominciare a togliersi i pantaloni, per poi passare al piumino,
restando solo in intimo.
“M-Ma che stai facendo?!” urlò Gray, sorprendendosi
ancora di più quando vide che Leon stava facendo lo stesso.
“Forza, via i vestiti!” ordinò Ur, guardandolo, totalmente impassibile al freddo.
“Stai scherzando?! Spogliarmi qui, in mezzo a tutta questa neve?! E poi sei una donna! Non ti vergogni?!”
“Tsk. Solo perché sto in mutande davanti a due
ragazzini?” rispose lei, tranquilla. “Se vuoi controllare
il freddo, devi diventare tutt’uno col gelo!”
Gray continuò a guardarla incredulo per qualche secondo, per poi
annuire e togliersi anche lui i vestiti, restando solo in boxer.
“Cavooolooo!!!” urlò il moro, tremando vistosamente per il freddo.
“Ti ci abituerai presto…” cercò di consolarlo
l’apprendista anziano, nonostante anche lui faticasse a restare
impassibile come la maestra.
“Ma stai tremando pure tu!” replicò infatti l’altro.
Ur sorrise. “Forza! Corriamo!” urlò, partendo.
“Ehi! Voglio imparare quella magia!” gridò Gray.
“Intanto taci e corri!” fece Leon. “Per colpa tua mi tocca rifare le basi!”
----------
Col tempo, Gray si adattò allo stile di vita di Ur e Leon.
Nonostante le difficoltà iniziali, dovute principalmente alla
convivenza forzata con l’altro ragazzo, in breve tempo
cominciò a padroneggiare la magia del ghiaccio.
“Tra le migliaia di incantesimi, la magia plastica è
quella più libera! Con quella ognuno può sviluppare le
sue idee!” continuava a ripetere la maestra. “Si tratta di
un tipo di magia che mette in risalto la personalità!
Applicatevi e vedrete che scoprirete la forma che più vi si
addice!”
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“Ma guarda… allora hai un nuovo discepolo… cha
carino!” fece una donna bionda dietro il bancone di una
bancarella di frutta all’aperto.
“Si chiama Gray… è cocciuto e ribelle…” rispose Ur, impegnata a mangiare una mela.
“Scommetto che da grandi diventeranno due fusti!”
continuò l’altra, diventando leggermente rossa sulle
guance. “Quando matureranno, dammene uno!”
“Prendili pure tutti e due, quelli scocciatori!”
continuò la maga del ghiaccio, prendendo dei soldi e posandoli
sul bancone, per poi prendere in mano un grosso sacchetto di carta
pieno di frutta e verdura.
“Con quei ragazzini al seguito sembri una mammina… gli uomini non si avvicineranno mai…”
“Fatti gli affari tuoi…”
“Ur, ormai hai una certa età… non dovresti pensare
un po’ di più alla tua felicità?” chiese la
donna, non ottenendo risposta, dato che l’altra si voltò
con un’espressione corrucciata, nonostante la sua faccia fosse
diventata un po’ più rossa del normale.
Poco lontano, appoggiati a un muretto, Leon e Gray erano in attesa del ritorno della loro maestra.
“Gray… Quanto credi che ci voglia ancora prima di superare Ur?” domandò il maggiore.
“Non m’interessa!”
“Ur è il mio obiettivo! Il mio sogno è riuscire a
batterla!” continuò entusiasta l’albino.
“Ti ho detto che non m’interessa nulla… mi fai ogni
volta la stessa domanda!” replicò scocciato Gray. “A
me basta battere Deliora! E quando sarò in grado di farlo,
dirò addio a quella brutta strega!”
“Chi sarebbe la brutta strega, pulce?!” sbraitò
irata Ur, colpendolo con un pugno in testa, sotto lo sguardo incredulo
di Leon, che non l’aveva vista arrivare.
Gray si massaggiò il capo, guardandola storto.
“Quand’è che m’insegni qualche incantesimo
decente?!”
“Lo sto già facendo!”
“E secondo te la magia plastica sarebbe potente?! Guarda che non serve a nulla!”
Il volto di Ur si rilassò, per poi guardare seria il suo discepolo.
“Te l’ho detto! La magia plastica è quella che
permette più libertà! Quando avrai sviluppato la tua
forma potrai potenziarla quanto vuoi!”
Il moretto sbuffò, per poi cominciare a spogliarsi, finché non restò in boxer.
Quando finì, Ur lo colpì ancora con un pugno, questa
volta più forte. “Mi spieghi che cavolo ci fai senza
vestiti?!” chiese urlando.
“M-Ma… è colpa tua se ho preso questa brutta
abitudine!” replicò Gray, ignorando gli sguardi allibiti e
curiosi degli abitanti della cittadina.
“Hai sentito quelle voci su Deliora?” fece uno di questi,
poco lontano da loro, attirando immediatamente l’attenzione del
bambino, che si fermò dal recuperare i vestiti per restare in
ascolto.
“Pare si sia spostato nel continente a nord… ora è nei dintorni di Burago.”
“Scherzi?!” chiese incredulo un altro. “Significa che a Isban è tornata la pace?!”
Gray spalancò gli occhi.
“Deliora…” mormorò.
----------
“Fermati!” urlò preoccupata Ur. “Non puoi farcela contro Deliora!”
Leon era al suo fianco, immobile.
“Gray! Per te è troppo forte!”
“Taci!” replicò il moro, con uno zaino sulle spalle,
dirigendosi verso la porta della casa. “Che ne sai tu?!”
Dicendo ciò, si girò, guardando i due con uno sguardo di
pura follia mista a rabbia. “Devo vendicare i miei genitori! Hai
qualcosa in contrario?!”
Ur mosse velocemente il braccio di fronte a sé.
“Se te ne vai ora, non ti riprenderò più-”
“Ah… ora mi sento meglio!” la interruppe il discepolo, per poi correre via.
“Gray!” lo chiamò Ur.
“Se morirò sarà colpa tua, perché
vorrà dire che non mi hai insegnato nulla di buono!”
rispose il bambino, scomparendo nella tempesta di neve che circondava
la casa, lasciando una Ur stupefatta sull’uscio della porta.
~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~
Gray e gli altri si fermarono a un centinaio di metri dalle rovine del tempio.
Lucy piegò la testa di lato.
“Sbaglio, o le rovine ora sono… inclinate?” domandò, insicura su cosa dire.
“Non ditemi che sono stati Natsu e gli altri!” esclamò Fred, mentre il moro guardava il tempio.
“Senza dubbio.” Rispose infine. “Non so a chi sia
venuta l’idea, ma l’importante è che la luce della
Luna non raggiunga Deliora…”
Prima che qualcuno potesse aggiungere qualcosa, le foglie degli alberi
e dei cespugli vicino a loro cominciarono a muoversi, lasciando uscire
pochi instanti dopo i seguaci mascherati di Leon.
“Quelli di Fairy Tail! Abbiamo trovato gli altri!” urlò uno di loro, seguito da decine di uomini.
“Sono veramente tanti…” fece il gemello Weasley, prendendo la bacchetta.
“Voi andate!” intervenne Erza, girandosi verso i nemici. “Lasciate che ci pensi io.”
Tutti la guardarono incredula, Gray in primis.
“Erza…” fece lui.
“Tu va avanti e chiudi i conti con Leon!”
Il mago del ghiaccio restò in silenzio per qualche secondo, per poi annuire e correre via. ‘Leon non sa che Ur è ancora viva… ed io sono l’unico in grado di fermarlo!’ pensò, mentre nella sua mente tornavano ancora una volta a galla le immagini di cinque anni prima.
Ur era in ginocchio, ansimando per le numerose ferite e guardando
Deliora, che stava usando la sua enorme mole per distruggere tutto
quello che trovava sulla sua strada.
“Che guaio…” fece, prendendo un grosso respiro. “È davvero forte…”
Poco lontano da lei, Gray e Leon giacevano a terra privi di sensi
Senza lasciare tempo alla maga di riflettere, Deliora cominciò a
caricare pura energia dentro la bocca. La donna saltò
rapidamente in piedi e si diresse dai due bambini, raggiungendoli pochi
istanti prima che il demone gli scagliasse contro un raggio di energia,
che distrusse tutto ciò che toccò.
Gray riaprì gli occhi, rendendosi conto di trovarsi stretto
assieme a Leon in un abbraccio della maestra. La sua prima reazione fu
un urlo, per poi allontanarsi spaventato dalla donna, che lo
richiamò subito, riuscendo a fermarlo.
“Tutto bene!” affermò, appoggiando delicatamente a
terra Leon e cingendo in un nuovo abbraccio il moro. “Va tutto
bene!”
Gray continuò a guardarla con occhi spalancati. “U-Ur… perché? Eh…? Perché?!”
“Lascia stare.” Rispose lei. “Prendi Leon e
allontanati da qui! Non riesco a combattere se devo pensare anche a
proteggervi!”
“Leon?” ripeté Gray.
“È lì, svenuto…” continuò la maga, indicandolo con un cenno della testa.
La donna poi sciolse l’abbraccio, lasciando che il bambino
raggiungesse l’altro allievo, sollevandolo per un braccio e
appoggiandolo sulla propria schiena.
“Svelti! Andatevene!” urlò Ur. “Ci penso io a sistemarlo!”
Gray però resto al suo posto, guardando per terra.
“P-Perché sei venuta…? Mi avevi
espulso…”
Ur lo guardò con un sorriso triste.
“Tempo fa una mia amica mi disse che avrei dovuto pensare di
più alla mia felicità… ma non mi pareva di
passarmela così male…” Il suo sorriso si
accentuò. “Sei d’accordo anche tu? Ho due discepoli
carini… che crescono giorno dopo giorno e mi allietano la
vita…”
Gray la fissò incredulo.
“Questo mi basta per essere felice… e sono venuta per riprendermi quella felicità!”
“U-Ur… No…” cominciò il moro, non
riuscendo più a trattenere le lacrime. “L-La tua…
g-gamba…”
Ur spostò un attimo lo sguardo alla sua gamba destra, che dal
ginocchio in giù era completamente di ghiaccio, per poi girarsi
per mostrarsi chiaramente al discepolo.
“Me l’ha portata via, ma tu non preoccuparti… Hai visto che forza, la magia plastica?”
Gray continuò a piangere.
“Se quel mostro rappresenta la tua oscurità… vuol
dire che ora ho una ragione per combatterlo! Ora vai! Ci penso io a
sconfiggerlo!”
“N-No… Non posso… andarmene… La colpa… è tutta mia…”
“Non è colpa di nessuno! È una prova per riottenere la felicità!” rispose amaramente Ur.
Leon riprese i sensi, mostrando uno sguardo di rabbia, diretto a qualcuno che non riuscì a individuare.
“Ur…” fece, spingendo via Gray e barcollando verso di lei. “Non farai sul serio?!”
“Leo-” cominciò il moro, venendo spinto via di nuovo malamente.
“Cos’è questa storia della felicità?!”
La maga del ghiaccio resto il silenzio.
“Ur… tu sei la maga più potente… Non puoi
perdere contro questo mostro!” continuò l’albino,
con uno sguardo folle.
“Leon… te l’ho già detto che al mondo esiste sempre qualcosa di più forte…”
“Non può essere…” obiettò lui.
“A occidente vivono dei maghi molto più potenti di me, credimi!”
“Sei tu la più forte!” urlò Leon.
“Altrimenti… per che cosa mi sarei
addestrato…?”
“Quando mi supererai, ti basterà trovare un obiettivo ancora più alto, no?”
“Sono diventato tuo discepolo perché credevo fossi la
migliore…” replicò il discepolo anziano, con le
lacrime agli occhi. “Non puoi perdere contro quel mostro…
non puoi tradirmi!”
“Leon…”
Il bambino stese le braccia, per poi incrociarle di fronte a sé.
“Se non combatti seriamente, vuol dire che lo affronterò io!”
Ur spalancò gli occhi spaventata. “Quella
posizione…” mormorò, mentre l’aria attorno a
Leon cominciava a vorticare, diventando più fredda. “Dove
hai imparato quell’incantesimo?!”
Il corpo di Leon cominciò a emanare un’aura bianca.
“Visto che non hai mai voluto insegnarmi nessun incantesimo
potente, mi sono istruito da solo leggendo il trattato di magia che
nascondevi nel deposito… e ho scoperto che non ci avevi mai
insegnato a usare… Iced Shell!”
“Iced Shell?” ripeté Gray, confuso.
Ur appoggiò una mano sulla spalla dell’allievo.
“Leon! Quel libro non l’hai letto tutto, vero?! Chi si serve di questa magia-”
Ma Ur fu scagliata indietro dall’energia magica di Leon, che lo
avvolse completamente, illuminando ulteriormente la zona e attirando
così lo sguardo di Deliora, che si voltò verso di loro.
“Che potenza spaventosa!” urlò Gray, mentre la donna alzava lo sguardo verso il demone.
“Tsk. Si è accorto di noi!”
“Contro Deliora ogni magia è inutile… quindi lo
imprigionerò nei ghiacci per l’eternità con
questa!” urlò Leon.
“No! Non devi usarla!” replicò Ur, alzando una mano
e bloccando l’allievo in un blocco di ghiaccio, interrompendo
così l’incantesimo.
“Ur... ma che fai?!” chiese Gray.
“Non deve… Iced Shell… distrugge il corpo di chi se ne serve!”
Il moro spalancò gli occhi, restando paralizzato, mentre la maestra si avvicinava al demone.
“Anche se… in effetti è l’unico sistema per
abbattere quel mostro! Chi poteva immaginare che Leon volesse fare
quello che stavo per fare io?” Ur sorrise. “Ma dopotutto,
è il mio discepolo…”
“Come sarebbe a dire che stavi per farlo… significa
che-” fece Gray, cercando di avvicinarsi ma venendo subito
bloccato dal richiamo della maestra.
“Sta indietro!” ordinò, incrociando le braccia.
“Ur…”
Deliora ruggì, guardando la maga.
“Non osare avvicinarti ai miei discepoli!” gli gridò
contro lei, venendo avvolta dalla stessa magia che aveva mostrato Leon
poco prima. “E ora facciamola finita, mostro! Iced Shell!”
Deliora si fermò, investito dall’energia magica, mentre il
corpo di Ur cominciava a diventare trasparente, per poi incrinarsi,
mentre i suoi vestiti venivano distrutti dalla forza
dell’incantesimo.
“I-Il tuo corpo…”
“Visto?” fece Ur, spalancando le braccia. “Questa
magia distrugge chi la usa… e ti trasforma in un blocco di
ghiaccio! Per l’eternità!”
A quella frase il bambino sgranò gli occhi.
“Gray… ho un favore da chiederti…”
continuò la maga del ghiaccio, voltando leggermente la testa
indietro. “Devi dire a Leon che sono morta!”
“Eh?” domandò lui, non capendo il perché di quella richiesta.
“Se sapesse che sono diventata di ghiaccio, sprecherebbe il resto della sua vita per tentare di scioglierlo…”
“No… Non posso…”
“In quel caso, il mio sacrificio non avrebbe avuto alcun senso…”
“No… Ferma!!!”
“Desidero che Leon possa girare e scoprire il mondo…”
“Smettila!!!” urlò il moro, cercando di avvicinarsi,
ma venendo spinto via dall’energia, che ormai aveva quasi
completamente assorbito la donna.
“Vale anche per te, Gray…”
“Ti prego… fermati… non farlo… Giuro che ascolterò tutto quello che mi dirai…”
“Non essere triste.” Rispose Ur, riuscendo a girarsi,
mentre la sua testa si scioglieva. “Io sono viva…
vivrò in eterno sotto forma di ghiaccio…” Dicendo
ciò, il suo corpo svanì completamente, mentre attorno a
Deliora cominciava a crearsi un blocco di ghiaccio.
“Incamminati… verso il futuro!”
“UR!!!” gridò Gray con tutto il fiato che aveva in corpo.
“Ora sigillerò la tua oscurità!” concluse la
voce di Ur, mentre il blocco attorno al demone veniva completato,
bloccandolo definitivamente.
Leon aprì lentamente gli occhi, spalancandoli di colpo quando mise a fuoco Deliora, intrappolato nel ghiaccio.
Poco lontano da lui, seduto con le gambe cinte in un abbraccio, Gray restò in silenzio.
“M-Ma è Deliora!” urlò l’albino,
guardandosi attorno. “Dov’è Ur?! Che le è
successo?!” chiese, rivolgendosi al compagno.
“È… È morta…” rispose lui,
lasciando di stucco il maggiore, che non badò minimamente alle
sue lacrime.
“Non è vero… Non può essere vero!!!” urlò, sfogando la sua frustrazione al cielo.
Poi, senza alcun preavviso, si avvicinò al compagno, afferrandolo per la giacca.
“Che ne sarà del mio sogno?! Io dovevo superarla! Che ne sarà, eh?!”
Gray continuò a piangere.
“Scusa…”
“Dannazione… Dannazione!” gridò
l’albino, cominciando anche lui a piangere. “Se solamente
tu… t-tu non avessi sfidato Deliora! È tutta colpa tua,
Gray! Sei stato tu a ucciderla!”
~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~
Il muro di ghiaccio che aveva creato Leon cominciò a incrinarsi, attirando l’attenzione sua e di Natsu.
Poi, come se niente fosse, Gray distrusse del tutto lo strato di
ghiaccio, mostrandosi ai due combattenti, che lo guardarono increduli.
“Natsu… mi occupo io di questo tizio…” fece, raggiungendo il compagno.
“Idiota!” replicò Salamander. “Tu hai già perso una volta!”
“E resterà l’unica. Voglio farla finita con lui.” Rispose serio il moro.
“Hai una grande fiducia in te stesso…” commentò l’Imperatore Zero.
“Cinque anni fa Ur è morta, e mi prendo la
colpa…” cominciò Gray, fissando il vecchio amico.
“Però… tu hai ferito i miei compagni e hai
distrutto il villaggio… Per di più, ora vuoi sciogliere
quel ghiaccio, e per questo non posso perdonarti!” Dicendo
ciò, incrociò le braccia. “Prepariamoci a subire la
punizione per ciò che abbiamo fatto… Leon.”
L’albino spalancò gli occhi, pieni di paura.
“M-Ma quella posizione è…” disse
terrorizzato, sotto lo sguardo curioso di Natsu, che non riuscì
a comprendere cosa stava accadendo.
Capitolo 24 *** Scontro finale tra i discepoli di Ur! Lost Magic ***
24: Scontro finale tra i discepoli di Ur! Lost Magic
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
Dunque... Ora che i capitoli di spiegazione sono finiti, finalmente
possiamo passare alla prima parte dell'atto finale di questa saga!
Ormai lo scontro contro Leon è sempre più accesso, e i
nostri maghi sono vicini a mettere la parola fine a questa storia... o
forse no?
Non volendo anticiparvi troppo, ringrazio Liberty89 per avermi fatto da beta reader e passo subito a rispondere alle recensioni!
@ fria: Chissà... Gray di certo ha le idee ben chiare, come
anche gli altri... lo scoprirai tra poche righe ù.ù (per
Equilibrio, lì la storia è più complicata ed
elaborata, quindi un capitolo mi porta via un po' di tempo in
più...)
@ fenris: No, semplicemente, lui proviene da un mondo dove ogni mago
può usare più magie senza problemi di
compatibilità e ha imparato a usarla senza bacchetta e formule,
cosa che invece i maghi di Earthland non possono fare (o meglio,
tecnicamente possono, ma impiegano più energie rispetto alla
loro solita magia: immagina Natsu usare il ghiaccio, per lui è
quasi impossibile). Per la magia di Fred e George... non dovrai aspettare molto per scoprirlo XD. @ NemoTheNameless: Purtroppo
era un capitolo necessario per spiegare la storia di Gray, e quelle non
le posso modificare. Ma credo che da questo, le cose potrebbero
prendere una piega un po' diversa... sopratutto per quanto riguarda un
punto... eheheh XD @ erol89: Già, infatti
ho voluto lasciarlo quasi identico proprio per coloro che non
conoscevano Fairy Tail. Per gli altri... sì, torneranno presto,
e tranquilla, Ron e Hermione non resteranno proprio con le mani in
mano... anche se ovviamente la mancanza d'esperienza si farà
sentire @ v_chan: Prima di tutto,
benvenuta tra i recensori! Mi fa piacere sapere che la storia ti sta
prendendo a tal punto da farti immitare Natsu (XD), e spero che i
prossimi capitoli riescano a sorprenderti! @ hinata 92: Tranquilla, so che l'università prende parecchio tempo...
Questo per fortuna è l'ultimo capitolo "noioso", ora finalmente
riprenderà l'azione... e le sorprese non mancheranno! E come ho
già anticipato, tieniti pronta a leggere una grande
novità nei prossimi capitoli... eheheh... @ Liberty89: Lib-Sensei!
Già... finalmente la verità su Gray, Leon e Ur è
stata rivelata... e devo dire che preferisco Deliora. L'idea di un
coniglio mannaro o di un unicorno rosa invisibile mi fa tremare, brrr!
XD. E ormai sembra che abbia trovato un rivale per Riku XD.
Mentre Leon sembra aver trovato una nuova iscritta del club "Noi odiamo Leon!" XD
Già... le rovine inclinate sono uno dei suoi capolavori...
*stile Darth Sidious* Il mio apprendista sta imparando bene (XD)
E facendo finta di non sapere che tu sai, ti dico solo che ti sorprenderò ù.ù
Bene, e ora... buona lettura a tutti!
Capitolo 24: Scontro finale tra i discepoli di Ur! Lost Magic
“Iced Shell?!” esclamò incredulo Leon, cominciando a sudare vistosamente.
“Iced cosa?” ripeté Natsu, per poi spalancare gli
occhi quando si ricordò il nome dell’incantesimo.
“Ma ti ha dato di volta il cervello?!” urlò l’albino.
“Tu ora farai tornare gli abitanti dell’isola
com’erano prima… poi radunerai i tuoi sgherri e te ne
andrai da qui! Questa è l’ultima chance che ti do!”
avvertì Gray, con gli occhi determinati ridotti a due fessure.
“Certo, certo…” replicò Leon, che
sembrò riacquistare un po’ di sicurezza. “Tanto so
che si tratta di una ridicola… minaccia…”
Per tutta risposta, il moro venne avvolto dalla sua energia magica, che allontanò Natsu e Leon.
“Invece faccio sul serio!” affermò il mago del
ghiaccio, mentre i suoi capelli si sollevavano. “Non hai
speranze. Harry, Erza e gli altri in questo momento stanno affrontando
i tuoi uomini. È finita.”
“T-Tu…” cercò di dire l’Imperatore
Zero, caricando sulla mano destra una magia di ghiaccio, che tuttavia
si disperse subito, annientata da quella del mago di Fairy Tail.
Le bende che avvolgevano il corpo di Gray si disintegrarono.
“Potranno passare secoli… ma la realtà non
cambierà mai… io ho provocato la morte di Ur…
quindi in qualche modo devo assumermene la
responsabilità!”
Leon fissò spaventato il suo ex compagno, che rispose con uno sguardo ancor più determinato.
“Intendo farlo ora! Sono pronto anche a morire!”
“Allora… fai sul serio?!” chiese l’albino, ormai preda della paura.
“Leon, rispondi!” urlò Gray. “Vuoi morire insieme a me?! O vuoi che continuiamo a vivere?!”
L’Imperatore Zero restò a guardarlo per qualche secondo, per poi abbassare la testa.
Quando la rialzò, lo guardò con aria di sfida.
“Su, fallo! Tanto non ce l’hai il fegato di morire!”
Il moro chiuse gli occhi, per poi riaprirli lentamente. “Un vero
peccato…” commentò, aumentando ulteriormente
l’energia che lo avvolgeva. “Ora la facciamo finita per
sempre! Iced-”
“Petrificus Totalus!” urlò una voce, colpendo il mago del ghiaccio con l’incantesimo, fermando la sua magia.
“Cosa?” fece Leon incredulo, mentre dal varco nel muro da
cui era arrivato Gray apparivano Ron e George, accompagnati da
Hermione.
“G-Giusto in tempo…” mormorò ansimando il maggiore dei Weasley, abbassando la bacchetta.
Natsu, ora libero dal vento provocato dall’Iced Shell, non perse
un secondo e si rialzò, per poi raggiungere di corsa Gray e
dargli un pugno in faccia, la cui potenza fu tale da infrangere
l’incantesimo della Pastoia, facendolo volare a terra qualche
metro più in là.
“Natsu!!!” urlarono i tre nuovi arrivati, increduli, mentre
il mago del ghiaccio rivolgeva uno sguardo di pura sorpresa al
compagno.
“Te ne esci all’improvviso a sciorinare storielle sulla
responsabilità! Ma dacci un taglio! Su questo palcoscenico ora
ci sono io!” urlò il Dragon Slayer.
“Palcoscenico? Natsu non ha ben chiaro il significato di campo di battaglia per uno scontro all’ultimo sangue…” commentò Ron, guardando le pareti completamente congelate.
“Ci penso io a sconfiggere quello lì!” continuò Salamander, alzando un pugno verso l’alto.
“Ehi… Mi sembrava di averti detto che ci avrei pensato io!” replicò il moro.
“Per caso mi hai sentito dire ‘Sì, certo! Vai pure!’?!”
“Idiota…”
Natsu lo guardò con un ghigno. “Che c’è? Vuoi farti sotto?”
Gray si rialzò e lo raggiunse, prendendolo per la sciarpa.
“Questa è una faccenda tra me e lui! Solo io posso
concluderla! Sono disposto anche a morire!”
Natsu afferrò con forza il suo braccio. “Per te concludere
significa morire?” chiese minaccioso. “Eh?! È
così?! Smettila di scappare! Non fare il codardo!”
Gray restò a guardarlo con gli occhi spalancati.
“Hai ragione lui.” Fece Hermione. “Non puoi scegliere
di morire così alla leggera! Quando ho avvertito la potenza del
tuo incantesimo, siamo subito corsi qui. E Harry ci ha detto di
riferirti di non osare a portare a termine il tuo piano.”
Continuò, sorridendo.
“E poi, dove lo troviamo un altro in grado di manipolare come te
il ghiaccio?” domandò George. “Prima di morire devi
chiederci il permesso, e noi non te lo daremo così facilmente! E
credimi… l’intera casa di Grifondoro si rifiuterà
di aiutarti in questa tua missione suicida!”
Gray si voltò verso di loro, completamente spiazzato.
Ma prima che potesse dire qualcosa, il terreno cominciò a tremare.
“E ora che cosa succede?! Non ditemi che le rovine stanno
crollando proprio adesso!” esclamò il minore dei fratelli.
“Eppure non dovremo aver abbattuto le colonne portanti!”
“No… non stanno crollando…” fece Granger, attivando subito la sua magia.
Erza alzò una lancia, per poi poggiarla a terra, guardando gli
uomini dell’Imperatore tutti a terra, privi di sensi.
Al suo fianco Lucy, Fred e Happy sospirarono di sollievo, per poi
girarsi verso le rovine non appena la terra cominciò a tremare.
“Cosa sta succedendo?” chiese la rossa, voltando anche lei lo sguardo.
Lucy tuttavia spalancò gli occhi spaventata. “Non è possibile…”
“Che razza di scherzo è questo?! Non può esistere
una magia del genere! Non per qualcosa di così grande!”
esclamò il Weasley.
Sotto i loro occhi, le rovine stavano tornando alla loro posizione originale, come se non fossero mai state toccate.
“Ma che cavolo succede?!” urlò Natsu, battendo furiosamente un piede per terra.
“In questo modo i raggi lunari colpiranno Deliora.” disse
Hermione. “Ma chi può aver fatto una cosa del
genere?”
“Perdonate il disturbo.” S’intromise Zarti, avanzando
nella stanza, fermandosi di fronte a Leon. “Visto che manca poco
al tramonto, ho pensato di raddrizzare le rovine…”
“Zarti… allora è opera tua!” esclamò l’Imperatore Zero, guardandolo sorpreso.
“E quello chi è? Non è lo stesso di ieri…” fece Gray, guardando il nuovo arrivato.
“Erano in due?!” esclamò Ron, spalancando gli occhi.
“Ditemi che questo qui non è potente quanto l’altro,
o siamo spacciati!”
Zarti si voltò verso di loro, divertito. “Certo che no… io sono più forte.” Rispose.
“Se penso alla fatica che abbiamo fatto per spostarle…
Come ci sei riuscito?” chiese Dragonil, ottenendo in risposta una
divertita risata. “Ti ho chiesto come hai fatto a
raddrizzarle!” urlò ancora, mostrando una piccola
fiammella dentro la bocca.
“Bene… vado a dare inizio al rituale delle gocce di
Luna!” Continuò Zarti, fingendo di non averlo sentito e
facendo dietro front.
“Mi ignora!” si lamentò il rosa, per poi sputare due
fiammate, accompagnate da due comici sbuffi di fumo dal naso.
“Come ti permetti, sottospecie di Namahage*!” urlò,
correndogli dietro.
“Namahage?” ripeté il Weasley minore, guardando gli altri, che alzarono le spalle confusi quanto lui.
“Vai con lui, Ron.” Disse Hermione. “Natsu
probabilmente non userà alcun incantesimo oltre ai suoi, e
potrebbe servirgli un supporto esterno.”
Il rosso la guardò, per poi sospirare. “Lo sapevo io che
mi sarei pentito di essere venuto qua…” replicò.
“E va bene. Vedete solo di sistemare quel tipo.”
“Non ti preoccupare.” Rispose Gray, guardandoli serio.
“Ora ho capito. Non posso perdere. E non solo per me… ne
va del buon nome di Fairy Tail!”
“E anche del nome di Grifondoro. È la casa del coraggio,
non dimenticarlo!” Esclamò George, alzando la bacchetta,
imitato subito dalla ragazza.
Leon restò impassibile mentre anche Ron spariva oltre il muro.
“Che razza di scocciatori…” fece, guardandoli uno per uno.
“Prima, quando ero pronto per colpirti con l’Iced
Shell… tu avevi calcolato che mi avrebbero fermato?”
domandò il moro.
“No, non credevo che qualcuno sarebbe riuscito a interrompere
l’incantesimo. Non avevo mai visto una simile
magia…”
“Allora eri pronto a subire il colpo!” disse il Weasley.
“Certo!” ribatté l’albino. “Sapevo che
poi qualcuno mi avrebbe aiutato… ecco perché ti ho spinto
a provarci!”
“Era come pensavo…” intervenne Hermione. “Non
hai avuto paura perché ti trovi già nel posto dove
l’Iced Shell può essere sciolto.”
“Esattamente.” Rispose l’Imperatore Zero con un ghigno.
“Sono stato un imprudente… Quindi l’Iced Shell
è inutile…” mormorò Gray, stringendo i
pugni.
“Allora? Ti va ancora di farla finita una volta per tutte?”
“Smettila!” gridò l’altro, facendo bloccare sul posto Leon.
“Cosa?!”
“Rinuncia a Deliora!”
“Ma che stai dicendo?! Prima mi minacci e ora tenti di
convincermi? Cos’è? Tenti di nascondere le zanne che hai
snudato?”
“Incontra Fuffi, poi ne riparliamo di zanne…” commentò George, sospirando.
“Leon, ascoltami bene…” proseguì Gray, serio. “Ur è ancora viva!”
L’albino restò fermo al suo posto, impassibile, a
osservare il suo vecchio compagno, cosa che non fece George, che
spalancò gli occhi sorpreso.
“Che cosa?!” urlò, per poi guardare Hermione, che però aveva abbassato lo sguardo.
“Allora non era un rilevamento sbagliato…” fece lei.
“La forza magica che avevo individuato prima quando eravamo di
fronte a Deliora era vera…”
“L’Iced Shell è un incantesimo in grado di
trasformare i corpi in blocchi di ghiaccio.” Spiegò il
moro. “Il ghiaccio che ricopre Deliora… lo stesso ghiaccio
che vuoi sciogliere… non è altro che Ur stessa. Ur
è ancora viva sotto forma di ghiaccio!” urlò al
nemico, che nonostante tutto restò ancora indifferente.
“Mi dispiace non avertelo detto prima… ma Ur mi aveva
fatto promettere di non farlo!”
L’albino non disse nulla, limitandosi ad avvicinarsi all’altro.
“Gray…” cominciò.
“Leon… Quindi ti dico-” Ma Gray non completò la frase, spalancando gli occhi.
“Basta!” decretò Leon, con uno sguardo folle.
“Gray!” urlarono preoccupati George e Hermione, osservando
la spada di ghiaccio che aveva trafitto allo stomaco l’amico.
“Ero già al corrente di questa buffonata!”
continuò l’albino, portando più a fondo la spada,
ignorando il sangue che schizzava dal corpo del suo ex compagno.
“Ormai quella cosa non è più Ur… è
solamente un blocco di ghiaccio!”
Dicendo ciò, estrasse la spada dal suo corpo, lasciandolo cadere a terra.
“Gray!” urlò ancora la ragazza, raggiungendolo,
mentre George restò al suo posto, guardando incredulo il corpo
dell’amico.
“Tu…” sputò, rivolgendo a Leon uno sguardo di
puro odio. “Tu hai la minima idea del valore di una vita?!”
gli urlò contro, alzando la bacchetta.
Leon fendette l’aria con la spada per pulirla dal sangue che la
ricopriva. “Certo… ed è per questo che voglio
portare assolutamente a termine il mio piano. Non crederete davvero che
Ur sia ancora viva sotto quella forma, vero?”
“Tu sapevi tutto… eppure hai continuato con il tuo
piano…” s’intromise una voce identica a quella di
George, mentre Fred entrava nella stanza, riservando
all’avversario lo stesso sguardo del gemello.
“Altri rinforzi, eh? Poco importa, non potete nulla contro di me.”
“Fratello… credo sia il momento di mostrare i nostri
progressi.” Fece George, aspettando che il gemello lo
affiancasse, mentre Hermione spostava Gray con cautela, portandolo
vicino a un muro e cercando di fermare l’emorragia.
“Cosa volete fare?” chiese lei, guardandoli.
“Beh, diciamo che in questi mesi non siamo rimasti a guardare. E
tu poche ore fa ci hai dato la conferma che non è stato
inutile.” Disse Fred, mentre lui e il fratello venivano avvolti
da un vento rosso. “Avremmo preferito usarla sotto la guida di
Natsu, visto che lui con le fiamme è un esperto… ma credo
che possiamo permetterci di testarla qui!”
Il ghiaccio attorno alle pareti cominciò a sciogliersi di fronte
a quel vento caldo, facendo spalancare gli occhi a Leon.
“Com’è possibile? Il mio ghiaccio è a prova
di fuoco! Non potete scioglierlo!”
I due gemelli sorrisero, per poi mettere via le bacchette.
“Infatti il nostro non è semplice fuoco.”
Avvertì George, per poi battere un pugno contro quello del suo
gemello.
“Magia gemella! Ignum! Lupus!” urlarono insieme.
L’aria attorno a loro cominciò a riunirsi e a prendere la
forma di un lupo di fuoco, che ululò contro l’avversario.
“Una magia plastica… di fuoco?!” esclamò incredulo, guardando prima la creatura e poi i due gemelli.
“Così è una magia plastica, eh? Buono a
sapersi…” affermò Fred, sorridendo di fronte allo
sguardo basito di Hermione.
“Come… Quando…?” balbettò lei.
“Sinceramente, non sapevamo se ci saremmo riusciti o no.”
Rispose l’altro Weasley. “Però dopo la battaglia
contro Phantom, abbiamo capito che in questo mondo la nostra magia non
è sufficiente… perciò, in segreto dagli altri,
abbiamo cominciato ad allenarci per poter usare un diverso tipo di
magia. Questa però è la prima volta che creiamo qualcosa
di potenzialmente pericoloso.”
“Non crediate che questa buffonata basti per fermarmi! Io sono
l’unico in grado di sconfiggere Deliora… di conseguenza
voi non siete altro che nullità!” urlò Leon,
alzando la spada.
“Direi che prima dovrai sconfiggerci… e non sarà
facile!” replicarono i due gemelli, muovendo le braccia davanti a
loro. “Attacca!”
Il lupo di fuoco alzò lo sguardo verso il nemico, spalancando la
bocca e mostrando i suoi affilati denti. Poi, senza aspettare un
secondo di più, sputò una palla di fuoco in direzione di
Leon, che creò subito un uccello di ghiaccio.
Ma con sua sorpresa, la sfera si divise, creando una decina di raggi di
fuoco, che lo colpirono in pieno, provocando una catena di esplosioni,
seguite da piccoli fuochi d’artificio, il cui fumo nascose
l’albino alla vista degli altri.
“Incredibile…” commentò Hermione.
“I gemelli Weasley tornano alla carica!” esclamarono i due, dandosi un cinque.
Tuttavia, la loro gioia finì presto.
Uscendo di corsa dal fumo, con i vestiti bruciati in più punti,
Leon tagliò in due il lupo, che esplose in una sfera di fuoco,
cogliendo di sorpresa i fratelli.
“Voi… Come osate ferirmi?!” urlò, alzando la spada contro i due.
Ma prima che potesse raggiungerli, Gray lo colpì con un pugno al
mento, lanciandolo indietro, sotto lo sguardo incredulo dei presenti,
che non si erano nemmeno resi conto della ripresa dell’amico.
“M-Ma… è assurdo!” esclamò
l’Imperatore Zero, atterrando in piedi, mentre un fiotto di
sangue gli scendeva dalla bocca. “Come fai a muoverti con una
ferita del genere?!”
“Ora mi sono stufato…” rispose lui con tono serio,
rivolgendogli uno sguardo duro. “Avevo intenzione di
aiutarti… ma ora mi sono davvero stufato!”
Senza attendere un secondo di più, Fullbuster creò dal
nulla un arco di ghiaccio, con tre frecce pronte per essere scoccate.
L’istante seguente, i tre dardi partirono, fischiando, e
colpirono in pieno il loro bersaglio, investendolo con un’ondata
di ghiaccio.
L’albino fu sul punto di cadere indietro, ma riuscì a
restare in piedi, giusto per ricevere una ginocchiata sul naso, seguita
subito da un calcio all’addome, un altro pugno in faccia e una
testata, che lasciarono diverse ferite e lividi al primo apprendista di
Ur, che barcollò fino a un muro.
“I-Incredibile… Credevo che ormai non potesse più
combattere, e invece gliele sta dando di santa ragione…”
commentò Hermione. “Però così… non
resisterà ancora per molto…” aggiunse, preoccupata.
Leon ansimò, sputando diverse volte del sangue.
“Gray mi sta…facendo sanguinare…”
costatò, alzando la testa e mostrando uno sguardo infuriato.
“No… Non lo accetto!” urlò, poggiando una
mano sul muro. “Ice Make… Snow Dragon!”
Non appena pronunciò la magia, il muro cedette, lasciando posto
a un drago di ghiaccio, che si avventò su Gray, mordendolo al
petto, per poi rompersi in migliaia di frammenti, lasciando cadere a
terra il suo obiettivo, che cercò di tirarsi su con
l’aiuto delle braccia, mentre i gemelli Weasley e Hermione
restavano indietro, indecisi se intervenire o meno.
“Vorrei che non mi faceste sprecare troppo potere
magico…” asserì Leon, sorridendo.
“Perché mi serve per affrontare Deliora!”
“Ancora con questa storia?!” urlò Fred. “Non
puoi davvero credere di poterlo sconfiggere! È
impossibile!”
Leon si girò verso di loro, continuando a rivolgergli il suo
sorriso folle. “Direi di finirla qui, visto che tra poco Deliora
si risveglierà… Ormai nessuno è in grado di
fermarlo…”
“Io… lo fermerò…” rispose il moro,
riuscendo a rialzarsi e sollevando una mano per fermare gli altri, che
si erano mossi per soccorrerlo.
“Parole al vento, mentre Zarti si sta occupando del rituale delle
gocce di Luna voi siete qui nell’inutile speranza di avere la
meglio!”
Gray sorrise. “Ti consiglio di non sottovalutare Natsu e gli
altri!” esclamò, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni
la sua bacchetta, che era rimasta miracolosamente illesa. “E
nemmeno noi!”
Zarti restò fermo ad osservare Deliora di fronte a lui con un sorriso soddisfatto.
“Ormai manca poco…” mormorò.
“Beccato!” urlò una voce, poco prima che Natsu,
completamente avvolto dalle fiamme, si avventasse su di lui per
colpirlo, fallendo miseramente a causa del suo annuncio che aveva dato
modo al mago di spostarsi. “Per cominciare, una bella
riscaldata!” continuò il Dragon Slayer, cercando di
sorprenderlo con una fiammata, che Zarti evitò, abbassandosi
subito dopo per non essere colpito da un Filipendo di Ron.
“Oh, oh… una frase che mette allegria!”
esclamò il mago mascherato, atterrando poco lontano. “Come
avete fatto a trovarmi? La maga sensoriale è rimasta
indietro…”
“Ho il fiuto sviluppato, io…” rispose Salamander,
guardandolo, mentre il rosso lo raggiungeva. “E mi sta dicendo
che tu usi un profumo da donna!”
“Come?” fece il Weasley, guardandolo storto.
“Oh, oh, oh…” continuò a ridere Zarti.
“Io devo assolutamente risvegliare Deliora…”
“Non provarci nemmeno, che tanto è impossibile!”
“E come mai sarebbe impossibile?”
Natsu sorrise, per poi indicarlo. “Perché io e Ron ti
fermeremo! Mentre Gray, George e Hermione fermeranno quell’altro
tipo! Punto e basta!”
“Io vorrei tirarmi fuori…” replicò Ron, voltandosi a guardare il demone e deglutendo.
Ma non appena i suoi occhi si soffermarono sul blocco di ghiaccio, fu
costretto a sgranarli. “Natsu!” chiamò allarmato,
facendo girare l’amico, che spalancò incredulo gli occhi.
Di fronte a loro, la luce viola della Luna stava colpendo il ghiaccio,
cominciando finalmente a scioglierlo, liberando la prima parte della
testa di Deliora.
“L-La luce?!” esclamò, incapace di accettare ciò che stava vedendo.
“Qualcuno sta continuando il rituale?! Credevo che Harry e Erza ormai avessero sistemato tutti!”
Zarti sorrise. “L’azione di un singolo uomo produce un
effetto debole, ma devo dire che finora abbiamo accumulato un bel
po’ di gocce di Luna… perciò Toby sarà
sufficiente per concludere il rituale.” Spiegò.
“Basta dare a Deliora la possibilità di
muoversi…”
“È terribile… contro un simile mostro, non abbiamo
alcuna possibilità!” gridò il Weasley,
indietreggiando.
“Dobbiamo bloccare il tizio che sta continuando il
rituale!” urlò il rosa, muovendosi per raggiungere le
scale, ma venendo buttato a terra da Zarti, che si limitò ad
abbassare il braccio verso terra.
“Non mi direte che vi è venuta voglia di scappare?”
domandò divertito. “Be’, toglietevelo dalla testa,
non ve ne andrete.”
Natsu si rialzò, guardando il tizio mascherato.
“È stato un grosso errore inseguirmi… maghi di Fairy Tail!”
Ron e Natsu restarono in silenzio.
“Non sarà affatto facile… Ho davvero
l’impressione che sia più forte
dell’altro…” mormorò il mago di Hogwarts.
“Ovvio che è così. In fondo, Klaun altri non
è che il mio apprendista. Tuttavia, vi ha mentito… lui
non vi ha mai incontrati prima d’ora.”
Ron spalancò gli occhi. “Come sarebbe a dire? Conosceva i
nostri nomi, le nostre magie… aveva anche una bacchetta
magica!”
“Che cosa?! Non ne sapevo nulla io!” esclamò Natsu sorpreso.
Zarti sorrise, alzando una mano, facendo così apparire una sfera
di cristallo. “Sapeva solo ciò che gli ho detto io…
e la bacchetta è stato un mio regalo.”
Il Weasley indietreggiò. “Q-Quella sfera… è la stessa che aveva quella ragazza a Hogwarts!”
“Oh, oh, oh… Vedo che la memoria non ti inganna, ma quale
sarà il mio vero aspetto? Quello di questo vecchio mascherato, o
quello della bella ragazza?”
Ma prima che potesse continuare, Natsu decollò contro di lui,
distruggendo con un pugno il pavimento nel punto in cui si trovava
Zarti prima che gli sfuggisse.
“Se sciolgo il ghiaccio con le mie fiamme, farai meno fatica
anche tu, no?!” chiese, girandosi a guardare l’avversario.
“Prima sistemiamo te, poi ci occuperemo del tizio che sta
lassù!”
Zarti si mise a ridere di nuovo, per nulla preoccupato. “La tua
velocità e la tua flessibilità in combattimento sono
davvero notevoli…” commentò.
“Le rovine stanno tremando ancora…” fece Hermione, cercando di restare in piedi.
“Sarà iniziato il rituale delle gocce di Luna e il
ghiaccio intorno a Deliora comincia a sciogliersi.” fece Leon,
sorridendo.
‘Ur…’ pensò preoccupato Gray.
“Credo che la questione sia chiusa qui… e voi non siete
riusciti a fermarci!” urlò l’albino. “Non
avete idea di quanto abbia aspettato questo momento! Anni di ricerche e
di selezione accurata degli uomini giusti…” disse alzando
l’indice e il medio della mano destra, facendo partire dal
pavimento delle lance di ghiaccio che colpirono di striscio i quattro
maghi.
“Alla fine ho individuato il posto, l’Isola di Galuna, che
raccoglie i raggi lunari! Tre anni fa abbiamo trasportato qui Deliora
da Burago…”
Gray sbatté il pugno destro contro il palmo dell’altra
mano, riuscendo così ad annullare la magia avversaria.
“Hai buttato al vento tre anni per inseguire questo progetto
assurdo?” chiese il moro all’ex compagno, che sgranò
gli occhi colmi d’ira.
“Assurdo?!” ripeté, scagliandogli contro un blocco
di ghiaccio. “Che faccia tosta! Proprio tu che hai sprecato tutto
il tempo a spassartela in una gilda!”
Gray alzò le braccia come scudo, riuscendo a infrangere la magia senza riportare troppi danni.
“Non ha sprecato il suo tempo!” esclamò George,
cercando di ignorare il sangue che colava dalle ferite sulle braccia,
imitato dagli altri due. “La gilda ti permette di crescere e di
diventare più forte! Noi l’abbiamo capito nonostante siano
passati solo pochi mesi da quando ne abbiamo scoperto
l’esistenza, ma ne siamo sicuri!”
“Hai perfettamente ragione, fratello… ed è per questo che non possiamo passare oltre a tutto questo!”
“Io ho solo avuto fiducia nelle parole di Ur…”
continuò Fullbuster. “Perciò sono arrivato fino a
Fairy Tail! Ur aveva ragione, lì c’erano un sacco di maghi
potenti! Non riuscivo a credere ai miei occhi!”
“Direi che è
inutile…” fece Makarov, guardando Gray, ancora bambino.
“Iced Shell è una magia che nasce dalla precisa
volontà di chi la esegue… un estraneo, per quanto
potente, non riuscirebbe mai a sciogliere quel ghiaccio…” “Ma qui ci sono un sacco di maghi eccezionali e io credevo-” “Forse un modo ci
sarebbe… ma è meglio non provarci. Perché
sciogliere quel ghiaccio significherebbe uccidere Ur…”
“Ora che ci penso, immagino che il vecchio si riferisse proprio
al rituale delle gocce di Luna…” continuò il moro,
fissando con astio Leon. “Che delusione quando ho capito che quel
crimine lo voleva compiere proprio il discepolo di Ur… un mio
vecchio compagno…”
“Puoi dire ciò che ti pare, io ho vissuto solo in attesa
di questo giorno!” Dicendo ciò, Leon cominciò a
caricare una magia nella mano destra. “Quando il maestro crepa, i
suoi discepoli devono solo pensare a come superarlo in potenza! La
chiave è Deliora! L’unica cosa che Ur non è
riuscita a fare è abbatterlo! Invece io ci riuscirò e la
supererò!”
“Certo che sei ostinato…” asserì George. “Ma sei completamente cieco.”
“Cieco?” ripeté Leon.
“Già!” esclamò Hermione. “Il messaggio
di Ur era di andare avanti, proprio come ha fatto Gray! Non di
continuare a cercare di superarla!”
“Che cosa ne sapete voi?!” buttò lui, rabbioso.
“Fino a poco più di un anno fa, io non sapevo nemmeno
dell’esistenza della magia… E ora mi ritrovo a usarla per
combattere! C’è sempre qualcosa di nuovo e allo stesso
modo c’è sempre qualcuno di più forte!”
Leon spalancò gli occhi, riconoscendo nelle parole della ragazza quelle della sua maestra,
“Sta’ zitta… Non parlare!” urlò, creando un lupo di ghiaccio, scagliandoglielo contro.
Fu Gray a salvarla, mettendosi in mezzo e colpendo con un pugno la creatura, distruggendola.
“Come può battere Ur uno che non riesce nemmeno ad aprire
gli occhi?! Ripassa tra cento anni, idiota!” urlò, alzando
la bacchetta, che fu completamente avvolta dal ghiaccio, restando
incastonata all’interno di una spada, con cui colpì in
pieno Leon, tagliandolo a metà.
Tuttavia, il suo corpo divenne di ghiaccio, per poi disintegrarsi.
“Ice Make…” cominciò l’Imperatore Zero, riapparendo alle sue spalle. “Snow Tiger!”
Una gigantesca tigre di ghiaccio apparve richiamata dalle sue parole,
dirigendosi di corsa contro il moro, che saltò verso
l’alto.
“Ice Make Prison!”
urlò Gray, creando una complessa gabbia di ghirigori, con cui
intrappolò l’animale che cercava inutilmente di liberarsi.
“Un’immagine che ti sta a pennello, Leon! Una bestia feroce
senza un briciolo di cervello!”
L’albino digrignò i denti. “Sei ridicolo! Guarda che
fine faccio fare alle tue costruzioni!” replicò, alzando
la mano.
Ma con sua sorpresa, non successe nulla.
“Modellare con un’unica mano è un esercizio privo di
equilibrio! Ecco perché nei momenti cruciali non sai esprimerti
al meglio!” spiegò il moro, battendo il pugno contro il
palmo dell’altra mano, creando subito un’enorme cannone di
ghiaccio, puntandolo contro l’avversario. “Ice Cannon!”
urlò, colpendo in pieno l’ex compagno, che urlò di
dolore, volando contro il muro, che crollò sotto la potenza del
colpo subito, mostrando la foresta che si trovava attorno al tempio.
“Questa era una lezione di Ur.” Concluse il mago di Fairy
Tail, facendo sciogliere il cannone, mentre l’Imperatore Zero si
tirava in piedi davanti a ciò che restava della parete, con gli
occhi vitrei.
“Gr… ay…” riuscì a dire, poco prima
che su tutto il suo corpo si aprissero decine di ferite, da cui prese a
uscire il sangue, e crollasse a terra privo di sensi, decretando
così la sua sconfitta.
Il moro sospirò, stanco, per poi fare una smorfia di dolore
quando la ferita all’addome riprese a sanguinare copiosamente,
facendolo cadere in ginocchio.
“Gray!” urlarono i tre maghi di Hogwarts, raggiungendolo, mentre lui congelava la zona della ferita.
“Ce l’hai fatta… Hai sconfitto Leon!”
esclamò felice la castana, mentre i due gemelli mostravano il
pollice alzato e un sorriso luminoso.
Gray rispose con lo stesso sorriso, che si spense quando un ruggito
terribile riempì l’aria, facendo tremare tutto quanto.
“No… non ditemi che è ciò che penso!” disse Hermione, sgranando gli occhi.
“Controlla subito, presto!” esclamò Fred preoccupato.
“Non posso… ho esaurito la mia energia magica, non sono
ancora abituata a sfruttarla in questo modo… con la bacchetta
non risentiamo dello sforzo.”
“Quell’urlo… non potrei mai
dimenticarlo…” mormorò Gray, alzandosi, con gli
occhi che tremavano.
“Deliora…” rispose per loro Leon, schiudendo le palpebre. ‘Dannazione! Allora deve essersi risvegliato!’ pensò il moro, chiudendo le mani a pugno. ‘Non c’è altro da fare! Iced Shell!’
Lucy e Erza sollevarono lo sguardo preoccupate.
“C-Cos’è stato?!” chiese la bionda, spaventata.
“Forse era il tuo stomaco che si lamentava…”
azzardò Happy, ricevendo un’occhiataccia
dall’interessata.
“Immagino che tu stia scherzando, ma mi dà fastidio lo stesso!”
“Potrebbe trattarsi di quel famoso Deliora…” ipotizzò Erza.
“Purtroppo è così.” Rispose una voce, mentre
Harry li raggiungeva con i vestiti sporchi di sangue. “Hanno
gestito bene la situazione. Mi hanno mandato contro tutti i loro
uomini, facendomi perdere tempo.”
“L-La stessa cosa che è successa con noi!” rispose
la maga degli spiriti stellari. “Ma allora cosa possiamo
fare?”
Majutsu spostò lo sguardo verso il raggio lunare che
attraversava la stanza. “Prepararci a combattere. Ormai non
c’è altra scelta. Se quel demone lasciasse l’isola,
sarebbe una tragedia!”
“No.” Si oppose Titania. “Il rituale non si è
ancora fermato, perciò il suo risveglio non dev’essere
ancora completo. Se ci sbrighiamo, forse riusciamo a interromperlo
prima che sia troppo tardi!”
Harry annuì, avviandosi seguito dai compagni.
Natsu e Ron si portarono le mani sulle orecchie quando Deliora ruggì, avendo finalmente la testa libera dal ghiaccio.
“Ci siamo!” urlò Zarti, esultando per il risultato ottenuto.
“È terribile! È quasi libero!” esclamò
Ron, osservando con puro terrore il demone, che cominciò a
muovere il capo, cercando di rompere il ghiaccio che ancora lo teneva
fermo.
“Stiamo sprecando troppo tempo! Dobbiamo riuscire a-” Ma
Natsu con fece in tempo a completare la frase che la sfera di cristallo
di Zarti lo colpì in faccia, facendolo cadere a terra.
La sfera ribalzò sul pavimento, per poi andare a sbattere contro
una delle pareti della grotta e infine tornare dal proprietario,
restando sospesa in aria.
“Guarda un po’… la stessa cosa che stavo pensando
anch’io…” asserì il mago mascherato, per poi
rispedire il globo contro il Dragon Slayer, colpendolo ancora.
Ma prima che riuscisse a dargli il terzo colpo, la sfera di cristallo esplose in mille pezzi.
Zarti si voltò verso Ron, che stava abbassando la bacchetta.
“S-Stavolta non me ne starò in disparte…”
balbettò, cercando di mandare via la paura.
“Oh… a quanto pare, entrare a far parte di Fairy Tail aiuta… ma non troppo.”
Il mago mascherato alzò la mano destra, e immediatamente i
frammenti della sfera si riunirono, ricomponendola, per poi mandarla
contro un incredulo Weasley, colpendolo in pieno stomaco e spingendolo
contro il muro, contro cui impattò con violenza, spalancando la
bocca e ritrovandosi con il respiro mozzato.
“Com’è possibile?! È tornata come prima!” esclamò Natsu, rialzandosi.
“Si tratta di una delle Lost Magic… Una magia che è
stata cancellata col passare dei secoli a causa della sua potenza e dei
suoi gravi effetti collaterali…” spiegò Zarti.
“Proprio come successe al tuo Dragon Slayer.”
“Una magia perduta?” domandò il rosso, ansimando per
il dolore. “Ma questo non spiega… come hai restituito alle
rovine il loro vecchio aspetto. Per un oggetto piccolo posso
capire…”
“Il tempo.” Rispose il mago mascherato. “Posso
manovrare il fattore tempo degli oggetti! In altre parole, sono tornato
al momento in cui non erano ancora state distrutte.”
“Il tempo?!” ripeté Natsu. “Ma è
impossibile! Non esiste una magia in grado di alterarlo!”
“È L’Arco del Tempo,
una delle Lost Magic…” disse ancora. “Adesso,
però, che ne dite se vi mostrassi il suo completo potere? Per
esempio accelerando il tempo della sfera e spostandola nel
futuro?”
Non appena ebbe detto ciò, la sfera di cristallo accelerò
il suo movimento, per poi colpire decine di volte i due maghi in pochi
secondi, sollevandoli da terra per la forza d’urto dei colpi,
costringendo entrambi a urlare.
Natsu riuscì ad avvolgere una mano con il fuoco e colpì
l’oggetto, distruggendolo, salvo vederlo ricomporsi nuovamente
davanti ai propri occhi, dopodiché esso riprese il suo moto,
ricominciando a colpirlo.
“Maledetto!” urlò Salamander, portando in avanti il
braccio infuocato, pronto a ricevere la sfera, che però si
fermò di colpo a pochi centimetri da lui.
“Certo… posso fermare anche il tempo!” illustrò Zarti, spiegando quel blocco improvviso.
“P-Però… non funziona… sugli umani, vero?
Altrimenti ci avresti… già messo fuori gioco agendo sul
nostro tempo…” dedusse Ron, cercando di rialzarsi, senza
però ottenere troppi risultati.
“Ti sei accorto di un particolare importante. Per essere precisi,
non funziona su alcun organismo vivente… ecco perché non
posso sciogliere il ghiaccio, visto che si tratta di Ur…”
“Io proprio non ti capisco…” esordì Natsu,
lasciando per la prima volta sorpreso l’avversario.
“Desideri che Deliora rinasca per far sì che Leon lo
sconfigga… A Leon la cosa sta più che bene, ma che ci
guadagnate tu e i tuoi compagni?”
“Che devo dirti? Mi sono aggregato di recente alla banda…”
“Parla chiaro! Qual è il tuo obiettivo?!” chiese il
Dragon Slayer, pulendosi un rivolo di sangue con il dorso della mano.
Zarti sorrise, prima di lasciarsi andare a un attacco
d’ilarità. “Non potresti mai capire…
L’Imperatore Zero, anzi, per meglio dire, quel fantoccio non ha
alcuna possibilità contro Deliora!”
“V-Vuoi dire che ci penserai tu?” domandò il
Weasley, riuscendo a mettersi seduto, osservando l’enorme demone
che cercava ancora di liberarsi, mentre il ghiaccio continuava a
sciogliersi.
“Certo che no. Io voglio solo farlo mio…”
I due maghi spalancarono gli occhi, mentre Zarti portava una mano di
fronte a sé, venendo circondato da un’aura di pura
malvagità.
“Anche se si tratta di un demone immortale, esiste una magia per
controllarlo… Chissà che spasso sarà poter
manovrare un essere potente come quello!”
“Tutti qui? Davvero ridicolo…” commentò Natsu, sbuffando deluso.
“Come tutto qui?!” ripeté incredulo Ron,
dimenticandosi un attimo delle ferite. “Se dovesse riuscire a
controllare quella creatura, per questo mondo sarà la
fine!”
“Ma io mi immaginavo chissà quale obiettivo… e invece…” contestò il rosa, amareggiato.
“Oh, oh, oh… Tu non sei ancora in grado di capire…
arriva il momento in cui il potere diventa necessario…”
Per tutta risposta, Natsu avvolse ancora il braccio destro con le
fiamme. “In quel caso, io mi fiderò solo delle mie forze,
dei miei amici e del potere dei maghi di Fairy Tail!”
decretò in preda all’ira.
“La spacconeria ti porterà alla rovina.”
sentenziò Zarti, alzando una mano verso l’alto.
“Soffitto… accelera il tempo e crolla!”
ordinò.
Non appena pronunciò l’incantesimo, diversi pezzi della
volta cominciarono a staccarsi, precipitando verso il suolo. “Protego!” riuscì a pronunciare Ron, giusto in tempo per deviare la traiettoria di una pietra.
“Siete un branco di stolti!” urlò invece Natsu,
incurante delle macerie che gli stavano cadendo attorno. “Avete
devastato l’isola per i vostri futili interessi! Ne ho abbastanza
di gente del vostro stampo!” Dicendo ciò, avvolse i piedi
con le fiamme, per poi usarle come propulsore e lanciarsi contro
l’avversario, pronto a colpirlo con il pugno.
Lui sorrise, alzando ancora il braccio e circondandosi di decine di macerie, per poi scagliarle contro il Dragon Slayer.
“Vediamo se il mio Arco del Tempo riesce a catturare le tue fiamme selvagge…”
“Arco o porco, non m’importa un accidenti!”
replicò Salamander, annientando con una fiammata le macerie, i
cui rimasugli tornarono indietro, costringendo Zarti a coprirsi la
maschera con un braccio.
Quando riuscì a tornare a vedere chiaramente, Natsu era scomparso.
“Dov’è finito?!” esclamò incredulo, guardandosi attorno.
“Guarda che il tempo riesco a manipolarlo pure io!” dichiarò Dragonil, riapparendo sopra di lui.
“Eh?!”
“Come diamine ha fatto?!” si chiese il Weasley, guardando
l’amico precipitare contro l’avversario, che per la prima
volta mostrò uno sguardo impaurito.
“In particolar modo il futuro… e predico che tra un secondo sarai scaraventato via!”
Natsu portò indietro il braccio infuocato, per poi colpire il nemico su una guancia. “Pugno d’Acciaio Salamander!”
urlò, mentre l’avversario veniva scagliato lontano come da
lui anticipato, andando a schiantarsi contro una roccia, restando
inerme.
Toby volò all’indietro, mentre Erza abbassava la spada.
Poco lontano, Harry, Lucy e Happy videro il raggio lunare dissolversi, decretando così la fine del rituale.
“Ce l’ha fatta! Ha bloccato le gocce di Luna!”
esclamò felice la bionda, mentre il gatto guardava dubbioso lo
sgherro di Leon.
“Ma quello agiva da solo?” si chiese, poco prima che una
luce uscisse dal buco del pavimento, illuminando a giorno
l’intera zona.
“È troppo tardi!” urlò Toby. “Il rituale si è concluso!”
“Che cosa?! Vuoi dire che non abbiamo fatto in tempo?!” esclamò Majutsu, avvicinandosi al raggio.
* Surreale protagonista di una festa popolare di Akita, nel nord del Giappone.
Capitolo 25 *** Il destino di Deliora: l’ultima magia di Ur ***
25: Il destino di Deliora: l’ultima magia di UrE finalmente siamo giunti alla fine della saga di Galuna!
Allora, eravamo rimasti alla sconfitta di Leon, dovuta in parte anche
alla nuova magia dei nostri gemelli preferiti, i quali hanno sorpreso
tutti (e direi anche voi lettori XD), seguita subito dal risveglio di
Deliora. E ora i nostri maghi si ritrovano a dover affrontare il
demone, ben consci che le possibilità contro di lui sono
minime...
Tra poche righe finalmente vedrete come si concluderà questa
parte di storia, e dal prossimo capitolo si tornerà sulla Terra,
assieme a parecchie novità... alcune delle quali saranno
già disponibili in questo XD.
Ma non voglio anticiparvi niente, quindi ringrazio Liberty89 per avermi fatto da beta reader e passo alle recensioni!
@ Ronnie Kirishiki: Mi fa
piacere sapere di essere riuscito a rendere l'idea. E sono contento che
la magia di Fred e George ti sia piaciuta. E vedrai... le mie idee non
sono ancora finite... @ fenris: Già, si
può vedere come un Fire Make... anche se ci sarà qualche
piccola differenza. Per il secondo punto... vedrai... XD @ fria: Beh, Leon è accecato dal suo desiderio... Per il resto, credo non ti resti che leggere il capitolo @ NemoTheNameless: E la magia
dei gemelli continua a colpire! XD. Beh, la storia è quella,
perciò in più punti sarà simile... però sto
preparando diverse novità... e per la Luna... tra poco lo
vedrai! XD @ erol89: Già... per il
momento quello è l'unico inconveniente... ma i gemelli
potrebbero essere visti come il corrispettivo magico e doppio di Naruto
per quanto riguarda l'imprevedibilità, perciò non ti
resta che vedere che cosa combineranno XD. Anzi, potrebbero anche
ricevere un aiuto decisamente inaspettato...
Hermione con il potere della preveggenza? Nah! XD. Lo avrebbe odiato lei stessa XD.
Hai ragione, ce ne vorrà prima che riescano ad assumerne un
controllo completo, però la loro magia può essere
rilevata dal Ministero, in quanto il ministero non considera più
la magia involontaria tale dal momento che cominciano Hogwarts (Harry
nel secondo libro ne è una prova, dove nonostante non sia stato
lui a effettuare la magia, per il Ministero non è stato
così). Quindi Ahimè, sulla Terra difficilmente potranno
usare la loro nuova magia... Ma qualcosa faranno... @ ganduil: Tranquillo, sei sempre ben accetto tra i recensori ù.ù
Oh, tu non hai idea di cosa ho in mente... Diciamo solo che è
arrivato il momento di distaccarsi ulteriormente dalla trama originale
di Harry... E hai ben ragione a pensare che la magia dei gemelli
potrebbe essere pericolosa in futuro... ma dopotutto, si sono uniti
alla gilda più distruttiva esistente XD. @ hinata 92: Tranquilla, ti posso ben capire. Mi fa piacere sapere che riesci comunque a recensirmi i capitoli!
E credo proprio che la magia dei gemelli sia stato uno dei punti
più apprezzati scritti finora... Per quanto riguarda il suo
funzionamento, diciamo che Fred e George si sono basati sia sulla magia
di Gray sia su quella di Natsu, creandone un ibrido (anche se loro non
potranno mai mangiare le fiamme XD).
Per Deliora, credo lo scoprirai tra poco, mentre per Ron... poverino,
anche lui aveva bisogno del suo momento XD. Per la sua sanità
mentale... conversione in corso XD
Per la battuta di Natsu... beh, credo sia sempre migliore di me XD @ Liberty89: Lib-sensei!
Eheheh... la magia di Fred e George è stata, modestamente
parlando, una delle mie idee migliori... anche se credo di averla
superata con ciò che succederà nella prossima saga... *si
mette a ridere sadicamente*
Povera Hermione... già si è ritrovata da un mondo di
tecnologia a uno di magia, poi a uno di magia parallelo... è
anche un po' sconvolta per sapere una magia di guarigione XD. E Gray...
beh, purtroppo doveva soffrire per vincere XD.
Nah... chi non ha un demone come animale di compagna? Guarda Hagrid, alleva nientemeno che Cerbero per conto di Ade XD.
Se il miracolo che chiedi è quello che sto pensando... allora mi sto attrezzando XD.
Per la parti demenziali, tranquilla, anch'io deliro per il 99,99% del mio tempo XD.
Bene, e detto ciò... Buona lettura a tutti!
Capitolo 25: Il destino di Deliora: l’ultima magia di Ur
Deliora distrusse il resto del ghiaccio che per anni l’aveva
tenuto prigioniero, per poi lanciare un lungo ruggito che fece tremare l’intera
struttura. “Impossibile…” fece Ron, alzandosi, mentre Gray, Fred, George
e Hermione li raggiugevano, fissando increduli il demone che si guardava
attorno, togliendosi di dosso i rimasugli del blocco di ghiaccio. Il moro posò una mano a terra, cercando di afferrare l’acqua
da una delle pozzanghere che si erano create. “Ur…” mormorò, osservando l’acqua
scorrere tra le dita. “Gray! Ragazzi! Siete qui!” urlò Natsu, raggiungendoli di
corsa, mentre Ron veniva aiutato dai fratelli. “A questo punto non ci resta
altro da fare se non abbatterlo!” continuò indicando Deliora. “Abbatterlo?” ripeté incredula Hermione, tremando.
“Impossibile! Anche senza analizzarlo è chiaro che non abbiamo alcuna
possibilità contro di lui!” “Uh, uh, uh…” ridacchiò una debole voce, anticipando Leon,
che stava strisciando verso di loro. “Non ce la farete mai… Con quello io… Per
superare Ur… Io solo…” I maghi di Fairy Tail guardarono sorpresi l’Imperatore Zero e
il suo vaneggiare mentre si avvicinava. “Sei tu quello che non ce la farebbe!” gli urlò contro Gray.
“Resta indietro!” L’albino lo ignorò, alzando lo sguardo verso il mostro. “Finalmente
ci incontriamo… Deliora…” mormorò, mentre dentro di lui tornavano a galla
antichi ricordi.
~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
“Il mago più potente?” chiese conferma un uomo, guardando un
Leon bambino, con un piccolo zaino sulle spalle dal quale spuntava un bastone
da mago. “Be’, direi Ur, senza dubbio…” “Si era rifugiata nelle montagne per superare lo shock di
aver perso la figlia…” disse triste un altro uomo. “Da queste parti nessuno può competere con Ur.” ammise un
terzo. “Ur…?” ripeté il ragazzino, con un sorriso stampato sulla
faccia. “Magari accetta discepoli…”
----------
“Hai intenzione di accettare quel bamboccio come tuo
discepolo?!” urlò indignato Leon a Ur, in quel momento seduta, intenta a
leggere un libro. “Ha detto che vuole imparare la magia… che male c’è?” “Per sostituire la figlia che hai perso basto io, no?” Senza lasciare tempo al bambino di continuare, la donna si
alzò, rifilandogli subito un sonoro schiaffo, che lasciò incredulo l’albino, il
quale si portò una mano sulla guancia lesa. “Eh?” “Leon… ficcati in testa che non ti ho mai considerato
nemmeno una volta come il sostituto di mia figlia…” Dicendo ciò si abbassò alla sua altezza, posandogli le mani
sul capo. “Tu sei… il mio amato discepolo…”
~~~~~~~~~~Fine
flashback~~~~~~~~~~
L’Imperatore Zero si alzò in piedi e, barcollando, cercò di
avvicinarsi al mostro. “Ma ora… io… ti supererò…” fece, poco prima che Gray lo
colpisse al collo con la mano, facendogli perdere nuovamente l’equilibrio. “Leon… mi hai stufato!” esclamò, superando il corpo del
vecchio compagno, fermandosi di fronte a Deliora. “Qui ci penso io!” Dicendo ciò, incrociò le braccia. “Ci penserò io a fermare Deliora! Iced Shell!” urlò, venendo
subito avvolto dalla magia. “Gray, no!” gridò subito Hermione. “Non farlo Gray!” gridò Leon, fissandolo. “Pensa a quanto
tempo c’è voluto per sciogliere quel ghiaccio! Così si ripeterà di nuovo tutto!
Prima o poi il ghiaccio si scioglierà… ed io sarò lì, pronto a sfidarlo!” “Non mi resta altro da fare! È l’unico sistema per bloccare
quel mostro!” replicò il moro. “Non credo proprio!” esclamarono insieme Fred e George,
superandolo e fermandosi di fronte al demone, affiancati subito da Natsu e
seguiti poco dopo da Hermione, che teneva sollevato per un braccio Ron. “Lo
fermeremo noi!” “Ragazzi…” mormorò incredulo il mago del ghiaccio, per poi
riprendersi. “Andatevene! Non intralciatemi!” “Non possiamo lasciarti usare quella magia!” ribatté George.
“Non avremmo il coraggio di tornare a Grifondoro se ti lasciassimo morire!” Tutti e cinque i maghi alzarono lo sguardo, incrociando
quello del demone. “Insieme ce la possiamo fare!” urlò Natsu, facendosi
avvolgere dalle fiamme. Gray cominciò a diminuire l’energia magica, finché
l’incantesimo non s’interruppe. “Ragazzi…” ripeté, guardandoli increduli. Fu Deliora a riportarlo alla realtà. Il mostro ruggì, alzando il suo braccio, pronto a colpire. “Preparatevi!” gridò Dragonil, facendo crescere le fiamme. Tuttavia non arrivò nessun colpo. Il braccio di Deliora restò fermo in alto, tremante. Poi, sotto gli occhi sconcertati dei presenti, si spaccò a
metà, lasciando cadere a terra la mano, che s’infranse in migliaia di pezzi,
come se fosse stato una statua di sale. “Eh?!” esclamarono tutti quanti, vedendo il demone riempirsi
di crepe, per poi collassare su se stesso. “Che cosa sta succedendo?! Non abbiamo fatto niente!”
esclamò Ron, mentre lui e gli altri indietreggiavano per evitare di essere
schiacciati dai pezzi del mostro. “A-Assurdo… Non può essere…” balbettò Leon, guardando
terrorizzato l’immensa figura del demone che scompariva per sempre. “Deliora… è
già morto!” Detto ciò, sbatté i pugni a terra con forza, cercando di dar
sfogo alla sua frustrazione per aver visto il suo sogno infrangersi
definitivamente. “Che cos’è successo?” domandò Hermione. “Deliora era vivo…
si è mosso di fronte a noi! E non mi sembrava in fin di vita!” “In questi anni…” cominciò l’Imperatore Zero, attirando
l’attenzione di tutti su di sé. “Il ghiaccio di Ur gli ha succhiato la vita…
Noi ora abbiamo solo visto i suoi ultimi istanti…” L’albino sbatté ancora un
pugno per terra, piangendo. “Non ce l’ho fatta… non sono riuscito a superare
Ur…” “Incredibile… Non solo lo aveva bloccato, ma aveva anche
trovato un modo per impedire che al suo risveglio potesse tornare a seminare il
panico… La tua maestra doveva essere veramente grande!” commentò Fred,
guardando Gray, che restò in silenzio.
“Ora sigillerò la tua oscurità!”
Il mago del ghiaccio si portò una mano sugli occhi, dai
quali cominciarono a uscire due fiumi di lacrime. “Grazie, maestra… Grazie di tutto…” mormorò. “Ma quindi ora Ur è-” cominciò Ron, interrompendosi quando
vide Gray scuotere la testa. “No… è ancora viva… Il ghiaccio si è sciolto, riversandosi
in mare… Ur sarà viva per sempre.” Rispose, facendo sorridere tutti i suoi
amici. “Beh, ottimo lavoro!” esclamò la voce di Harry, mentre lui,
Lucy, Happy ed Erza li raggiungevano, portandosi dietro un Toby svenuto dopo
aver preso diverse botte in testa. Natsu fece per rispondere, ma si fermò quando Titania lo
fissò con occhi truci. Lucy osservò i suoi amici lasciarsi cadere a terra esausti
ma contenti di essere riusciti a uscire da quella situazione che ormai sembrava
persa. E fu con ancor maggiore gioia che vide Gray aiutare Leon a
rialzarsi, accompagnandolo fuori con un sorriso stampato in faccia. “Evviva! Ce l’abbiamo fatta!!!” esultò Salamander, non
appena furono tutti fuori dalle rovine. “Siamo stati grandiosi!” replicarono i gemelli, battendo un
cinque al rosa. “Per un attimo ho temuto il peggio…” fece Lucy, sospirando
di sollievo. “A chi lo dici… Ma almeno ne siamo usciti più forti di
prima.” Disse Hermione, trattenendo una smorfia di dolore per le sue ferite. “In questo modo abbiamo terminato una missione di classe S!”
gridò ancora Natsu, saltando di gioia assieme ai due Weasley maggiori. “D’ora
in poi potremo svolgerle quando vogliamo!” La loro felicità, però, s’infranse di colpo quando l’aria
divenne gelida, facendo cominciare a sudare tutti quanti, che si voltarono
lentamente. Majutsu e Titania li stavano osservando con occhi che
lasciavano sperare ben poco di buono, mentre Ron si era nascosto dietro un
albero. “S-Siamo morti…” deglutì Fred. “L’avevo scordato! Ci aspetta una punizione coi fiocchi!”
urlò terrorizzata la bionda, portandosi le mani al viso. “Prima di questo, mi pare ci sia dell’altro da sistemare,
no?” disse invece Harry, guardandoli. “Eh?” replicarono tutti quanti, a esclusione di Erza, che
prese la parola. “Il vero obiettivo della missione è debellare il maleficio che
ha trasformato in mostri gli abitanti del villaggio. La missione non è ancora
conclusa.” “Ma ora che Deliora è morto, la maledizione non dovrebbe
essere sparita?” chiese Ron. “No. Deliora non c’entrava affatto con il maleficio.” Ripose
Potter. “È stato l’enorme potere delle gocce di Luna a devastare la gente del
villaggio, perciò non dovrebbe essere cambiato nulla.” “Assurdo…” commentò incredulo George, per poi girarsi a
guardare Natsu, che stava battendo un cinque a Happy. “Allora che aspettiamo? Guariamoli!” esclamò il Dragon
Slayer. “E come pensi di fare?” domandò Lucy, guardandolo male,
mentre Gray si voltava verso Leon, che era appoggiato contro un masso. “Tu!” lo chiamò, invitandolo così a rispondere. “Io non ne so nulla.” Disse lui schietto. “Ma come non ne sai nulla?!” gli urlò contro Happy. “Se non lo sapete nemmeno voi, come possiamo sciogliere la
maledizione?” chiese Hermione, avvicinandosi. “Sapevamo dell’esistenza del villaggio sin dal momento in
cui siamo giunti sull’isola… ma non abbiamo mai interferito con quella gente, e
nemmeno loro si sono mai fatti vivi.” “Nemmeno una volta?” domandò sorpresa Erza. “Ora che ci penso, le gocce cadevano ogni notte… eppure
nessuno del villaggio è venuto a indagare su questo posto.” Osservò Hermione. “Io ho parecchi dubbi sul fatto che quei raggi abbiano una
qualche influenza sul corpo umano…” fece Leon. “Ma che stai dicendo? Non vorrai insinuare che non è colpa
vostra?!” chiese dubbioso George. “Per tre anni quella luce l’abbiamo assorbita anche noi.”
Rispose l’albino. “È vero…” ammise Harry. “Ed eravate ancora più vicini
rispetto al villaggio…” L’albino spostò la testa di lato, incrociando le braccia
attorno al petto. “Fate attenzione… quelli vi stanno nascondendo qualcosa…
immagino che il lavoro della vostra gilda inizi adesso.” I maghi restarono in silenzio per qualche secondo. “Comunque, non la passerai liscia!” esclamò Natsu, indicando
il mago sconfitto. “Hai raso al suolo il villaggio e-” Ma il Dragon Slayer non terminò la frase, visto che Erza
provvide a zittirlo, schiacciandogli le guance con una mano e guardando seria
Leon. “Toby ci ha detto perché volevano affrontare Deliora.” Fece
Harry. “I loro villaggi sono stati rasi al suolo da quel mostro… per questo si
sono uniti al piano di Leon per distruggerlo.” Spiegò, girandosi. “Non posso
dirgli nulla. Anch’io sto proseguendo la nostra missione per motivi personali.” “Tu, Majutsu?” chiese Leon, guardandolo. “Cosa può volere un
mago potente come te?” “La stessa cosa che volevano Toby e gli altri: vendicare i
miei genitori.” Rispose lui senza voltarsi a guardarlo. “Non sono stati uccisi
da un demone, ma da un mago malvagio. E non avrò pace finché non sarò io stesso
a fargli trovare la morte.” “Non bisogna vivere solo nel passato… ma anche nel presente,
per poter avere un futuro.” Proseguì Erza, guardando il compagno, sebbene le
parole fossero rivolte a Leon. “Forza, andiamo. Abbiamo una maledizione da
spezzare.” Dicendo ciò, cominciò ad allontanarsi, seguita dagli altri,
a esclusione di Gray, che restò indietro a osservare Leon. “Che stai guardando?” chiese lui infastidito. “Hai mai pensato di unirti a una gilda? Ti faresti un sacco
di amici… e di rivali! Magari riusciresti a trovare un altro obiettivo…” Leon restò a guardarlo, per poi digrignare i denti e spostare
lo sguardo. “Non dire sciocchezze… vattene e lasciami da solo!” Gray sorrise, per poi raggiungere i suoi amici. Non appena i maghi misero piede nell’area di rifornimento,
si guardarono intorno, spaesati. “Dove sono finiti tutti?” domandò sorpresa Lucy, senza
riuscire a scorgere anima viva a parte loro. “Erano davvero tutti qui?” chiese Natsu, trovando difficile
crederlo. “Sì… dopo che il villaggio è stato distrutto si sono
spostati qui…” rispose George. “C’è nessuno?!” urlò Happy, volando sopra le tende. Ron si lasciò cadere su una delle sedie abbandonate,
cercando di respirare normalmente nonostante le sue ferite. “Prima di cercare gli altri, ci conviene darvi una
sistemata. Se lasciamo le vostre ferite così rischiate di non riprendervi
facilmente.” Fece Harry, facendo apparire dal nulla delle bende, assieme ad
altri medicamenti con cui i maghi si fasciarono. “Ehi!!!” urlò una voce, che fece girare tutti. Uno degli abitanti del villaggio stava attraversando di
corsa il campo, salutandoli con la mano. “Finalmente siete tornati! È successa
una cosa incredibile!” Tutti lo guardarono sorpresi, mentre lui si fermava di
fronte a loro. “Sbrigatevi! Andiamo al villaggio!” esclamò l’uomo. I maghi restarono in silenzio a guardarlo. “Andiamo… al villaggio?” ripeté Hermione, sorpresa. Pochi minuti di corsa dopo, i nove maghi non poterono che
restare a bocca aperta: davanti a loro, in tutto il suo splendore, il villaggio
si ergeva come se nulla fosse accaduto. “Com’è possibile?! Lo abbiamo visto sciogliersi sotto i
nostri occhi!” esclamò Fred, toccando la cinta di legno per assicurarsi che
fosse reale. “È tornato come prima!” fece Natsu, guardando gli abitanti,
nei loro panni di demoni, che stavano tutti esultando e festeggiando. “È come se fossimo tornati indietro con il tempo…” osservò
Hermione. “Tempo?!” ripeterono insieme Salamander e Ron, guardandosi a
vicenda, mentre a entrambi tornava in mente Zarti. Il Dragon Slayer si portò una mano sotto il mento. “Possibile? Mi sembra assurdo…” “Forse i sensi di colpa…” azzardò il Weasley minore. I due restarono in silenzio ancora qualche istante. “Che m’importa!” esclamò infine il rosato. “Già. L’importante è che si sia sistemato tutto!” confermò
il rosso, attirando gli sguardi dei compagni. Lucy sorrise sconsolata, per poi voltare l’attenzione verso
il capo villaggio, che era seduto di fronte alla tomba del figlio, anch’essa
tornata come prima. In quel momento l’anziano girò la testa, per poi alzarsi e avvicinarsi
ai maghi. “Siete stati voi a far tornare il villaggio com’era prima?
Hoga…” chiese, aggiungendo un’onomatopea alla fine della frase che non aveva
mai usato. “Beh… non direi proprio…” rispose sincera la bionda. “Comunque vi siamo debitori…” proseguì l’uomo, per poi alzare
il suo bastone verso la Luna. “Tuttavia, cari maghi, mi chiedo proprio come
farete a distruggere quella Luna! Hoga!” “La Luna?” ripeté Ron, per poi sgranare gli occhi. “Vuole
che distruggiamo la Luna?!” urlò. “Non è difficile…” rispose Erza, avvicinandosi al capo
villaggio, che la guardò incredulo, come anche i suoi compagni. “E lo dice come se niente fosse?!” esclamarono i due gemelli
all’unisono. “Prima però vorremo verificare una cosa…” intervenne Harry, che
sembrava non risentire minimamente delle parole pronunciate dalla rossa.
“Raduni tutti gli abitanti!” Moka annuì, per poi correre a chiamare i compaesani. “Harry, Erza… che cos’avete in mente di fare?” chiese
Hermione. “Distruggere la Luna è impossibile, anche se usassimo la magia tutti
insieme!” I due si limitarono a sorridere. “Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.” Esordì Titania, non
appena tutti gli abitanti del villaggio si furono riuniti all’ingresso. “Avete
assunto quell’aspetto da quando è apparsa la Luna viola, esatto?” “Hoga… A dire il vero diventiamo così solo quando appare la
Luna…” rispose Moka. “Da quello che ci avete detto, la cosa avrebbe avuto inizio
tre anni fa…” proseguì la rossa, cominciando a camminare verso il portone. “Sì, diciamo che le cose stanno così…” rispose uno degli
abitanti. “Ogni giorno, per tre anni, in quest’isola si è tenuto il
rituale delle gocce di Luna…” Lucy guardò la compagna camminare, per poi spalancare gli
occhi, cominciando a sudare vistosamente. “Quindi ogni giorno avreste dovuto vedere uno di quei raggi
provenire dalle rovine…” continuò Erza, non accortasi della preoccupazione
della compagna, che nel frattempo si era estesa anche a Natsu, Ron, Fred e
George, i cui capelli si erano rizzati verso l’alto per la paura, come successe
anche a diversi abitanti. Prima che potessero dire qualcosa, Titania mise un piede
sulla trappola di Lucy, che si attivò istantaneamente, facendola precipitare
nel buco, non prima di aver gridato. I maghi di Fairy Tail, Harry compreso, deglutirono. “Era stata ricoperta anche la buca…” fece Happy, incredulo. “Sbaglio, o quello era un gridolino femminile?” osò chiedere
Natsu, mentre dietro di lui i gemelli annuivano, guardando scioccati la scena. “Non è colpa mia! Non sono stata io!” urlò Lucy in preda al
panico. “Significa che quello è il luogo più misterioso di tutta
l’isola!” continuò Erza, riemergendo dalla buca facendo finta di niente.
“Perché non siete mai andati a vedere che cos’era?” Gli abitanti cominciarono a parlare tra di loro, lasciando
al loro capo il compito di spiegare la situazione. “Da generazioni, qui sull’isola si dice che non bisogna mai
avvicinarsi a quelle rovine…” “Tuttavia, credo che la vostra sicurezza venisse prima di
una superstizione, no?” s’intromise Majutsu. “Potreste gentilmente dirci la
verità?” Moka guardò i maghi, per poi sospirare. “A dire la verità,
ci abbiamo provato… ma nemmeno noi abbiamo capito bene cos’è successo. Ci siamo
procurati armi che non sapevamo usare, io mi sono accomodato le basette e poi
ci siamo diretti verso le rovine non so quante volte… ma non siamo mai riusciti
ad avvicinarci.” “Come?” lo interruppe Fred. “La strada è dritta, è
impossibile perdersi!” “Ogni volta puntavamo sulle rovine e ogni volta ci
ritrovavamo davanti al portone del villaggio. Per farla breve, non c’era modo
per noi di avvicinarci a quel luogo.” “Che significa?” chiese Lucy. “Noi siamo entrati dentro senza problemi… che cosa cambia?”
fece Ron. “Non ve l’abbiamo mai detto perché non ci avreste creduto!”
cercò di scusarsi uno degli abitanti. “È la verità! Abbiamo cercato di recarci a quelle rovine non
so quante volte… ma nessuno di noi è mai riuscito ad avvicinarsi!” “Come pensavo.” Disse Erza, attirando gli sguardi di tutti
su di sé, ad esclusione di Harry, che sorrise. “Allora…” riprese lui, stiracchiandosi le braccia.
“Distruggiamo la Luna?” “Sì.” Rispose Scarlett, mentre la sua armatura scompariva,
lasciando il posto a un’altra, che aveva l’aspetto di una tunica gialla, con
dei pizzi bianchi nella parte bassa e le giunture nere. Le mani erano ricoperte da un paio di pesanti guanti
rinforzati e sulla testa c’erano due estensioni che ricordavano delle orecchie
animali, infine sulla pancia dell’armatura era incisa una croce. “EH?!?!” urlarono tutti gli altri, a parte Natsu, che, al
contrario, assunse un’espressione entusiasta. “State scherzando, vero?!” esclamò Hermione. “È impossibile
anche per voi!” “Poi distruggere la Luna… non è una soluzione esagerata?”
fece Fred. “Insomma, pensate ai disagi che creerete a tutto il mondo…” “Fidatevi di noi.” Disse solamente Potter, mentre Erza
alzava una mano, facendo apparire una lancia, la cui punta ricordava la croce
sull’armatura. “Questa è l’Armatura del Gigante. È in grado di aumentare la
potenza della lancia. Questa, invece, è la Lancia Spezza-Eresie, in grado di
tenere lontana l’oscurità!” “Infilzerete la Luna con quella?! Magnifico!” gridò Natsu,
al settimo cielo, mentre gli altri continuavano a far passare lo sguardo fra i
tre maghi e la Luna. “Se ci riescono, non m’importa del segreto, ma lo dirò a
tutti a scuola. Nessuno oserà più dirgli nulla… nemmeno se dovessero farci
perdere cinquecento punti tutti insieme!” commentò George. “A dire la verità…” intervenne Harry, guardando Salamander.
“Ci servirà anche il tuo aiuto.” “Davvero?!” esclamò il Dragon Slayer, con gli occhi che
brillavano. “Già. Io tirerò la lancia, mentre Harry ne aumenterà
ulteriormente il potere con la sua magia, ma ci servirà che tu la colpisca con
tutta la tua forza, dandole la spinta necessaria a raggiungere l’obiettivo.”
Spiegò Titania. “D’accordo!” “Quei due si sono presi sul serio…” commentò Gray,
deglutendo. “Sono davvero convinti di distruggerla…” aggiunse Lucy. Erza piegò leggermente le gambe, puntando la lancia verso la
Luna, mentre Harry si mise al suo fianco, circondandola con dell’energia
magica. “Ora Natsu!” urlarono i due maghi di classe S all’amico, che
avvolse il braccio destro con le fiamme. “Arrivo!!!” gridò lui, colpendo la lancia, la quale, unita
alla forza di Erza, decollò contro la Luna alla velocità di un razzo, lasciando
tutti i presenti a guardare lo spettacolo carichi di aspettativa. La scia bianca attraversò il cielo notturno per qualche
secondo. Poi, senza fare alcun rumore, impattò contro la Luna,
illuminando la volta celeste. Subito dopo, sul satellite apparve una crepa. Gli abitanti del villaggio saltarono subito per esultare,
mentre gli altri maghi di Fairy Tail spalancarono tutti la bocca e gli occhi. “ASSURDO!!!” urlarono tutti quanti. “Hanno distrutto la Luna!” disse Happy incredulo. “E noi dobbiamo essere puniti da quei due?!” esclamò
terrorizzata Lucy, diventando bianca. Harry ed Erza sorrisero, mentre la crepa continuava ad
aumentare di dimensioni. Poi, senza alcun preavviso, il cielo s’infranse in migliaia
di piccoli frammenti luminosi, che si dissolsero, lasciando vedere nuovamente
la Luna, questa volta del suo colore originale. “Cosa?!” urlarono increduli gli abitanti del villaggio. “Quella è la Luna!” fece Ron. “Ma allora che cos’abbiamo appena distrutto?!” esclamò
Natsu. “Non è la Luna a essersi disintegrata… ma il cielo…” costatò
Lucy. “L’isola era avvolta da una specie di cupola.” Spiegò Harry. “Cupola?” ripeté Happy, non capendo. “Una specie di gas emesso dalle gocce di Luna… Quelle
esalazioni si sono condensate e in seguito cristallizzate, creando la calotta
nel cielo. Ecco perché la Luna appariva di colore viola.” Gli abitanti del villaggio s’illuminarono, rendendoli ben
visibili nonostante il buio. “Guardate!” esclamò Fred. “Ora che il cielo è libero, la
maledizione si è spezzata!” Tuttavia, quando gli abitanti smisero di brillare, il loro
aspetto non cambiò minimamente. “Però… non sono tornati normali…” osservò Gray, guardandoli,
mentre loro si osservavano increduli. “Sì che sono normali.” Rispose Erza, portandosi una mano sul
fianco. “Questo perché la cupola non influiva sul loro aspetto, ma sulla
memoria.” “Memoria?” ripeté Natsu, guardandola come se avesse detto
un’assurdità. “Aspetta… state dicendo che in realtà loro…” cominciò Ron,
avendo intuito cosa intendesse la rossa. “Sono dei veri demoni?!” completò Hermione, totalmente
incredula, mentre Lucy cadeva in ginocchio urlando di paura. “È uno scherzo, vero?!” domandarono insieme i gemelli a uno
degli uomini, che si grattò la testa, imbarazzato. “Ecco… ho ancora le idee un po’ confuse…” ammise lui. “Possiedono il potere di trasformarsi in umani…” spiegò Harry.
“…e si sono convinti che il loro vero aspetto fosse quello! È stato questo il
devastante effetto delle gocce di Luna.” “Ma allora perché a Leon e agli altri non è successo
niente?” chiese Happy. “Perché loro erano umani.” Rispose Erza. “Probabilmente la
perdita di memoria influiva solamente sui demoni. Inoltre, essendo demoni, non
potevano avvicinarsi alle rovine perché liberavano Luce Sacra, e quindi erano
inaccessibili alla gente dell’oscurità.” “Quindi la missione… era praticamente impossibile da svolgere,
visto che non sono umani.” Rifletté Natsu. “Sapevo di potermi fidare di voi…” s’intromise una voce. I maghi di Fairy Tail che erano arrivati per primi
sull’isola si voltarono, spalancando gli occhi per la sorpresa quando di fronte
a loro si ritrovarono Bobo, ora con l’aspetto di un demone completo. “Grazie di tutto… maghi.” Continuò, alzando un braccio per
salutarli. “Un fantasma!!!” urlò Happy, volando dietro la testa di
Lucy, mentre il capo villaggio restò a guardare incredulo il figlio. “Bo… Bobo…” balbettò. “Eh?! Ma come…” fece invece uno degli abitanti, voltandosi
verso la sua tomba. Bobo scoppiò a ridere. “Non basta una semplice pugnalata al petto per uccidere un
demone, no?” replicò lui, sotto lo sguardo sorpreso di tutti. “Fratello… credo che questo sia troppo anche per noi…”
commentò Fred, ricevendo un assenso da George. “Voi dite?!” gli urlò contro Ron. “Abbiamo visto poco fa un
demone cento volte più grande di loro! E stavamo per affrontarlo! Cosa diamine
mi è passato per la testa?!” “Ma come hai fatto a scomparire dalla barca?” chiese Gray al
nuovo arrivato, il quale, come risposta, scomparve nel nulla. “Mi dispiace, ma non potevo raccontarvi la verità.” Disse
dall’alto. Tutti alzarono lo sguardo, vedendolo in volo sopra di loro, grazie
a un paio di ali demoniache che gli spuntavano dalla schiena. “Sono fuggito dall’isola perché ero l’unico ad aver
riacquistato la memoria. Non mi trovavo a mio agio in mezzo a tutti loro, che
pensavano di essere degli umani!” Moka guardò il figlio con le lacrime agli occhi, per poi
farsi spuntare anche lui due ali identiche alle sue per poterlo raggiungere. “Bobo!!!” urlò, abbracciandolo. “Papà! Ora sì che ti riconosco!” rispose lui, ricambiando il
gesto, per poi scoppiare entrambi a ridere. Uno a uno, anche gli altri demoni li raggiunsero in volo,
festeggiando. “Isola dei demoni, eh?” fece Erza, sorridendo. “Ora che li
guardo bene… più che demoni mi sembrano degli angioletti!” Tutti i maghi della gilda si voltarono verso di lei, per poi
sorridere. “Non avrei usato proprio quelle parole… ma direi che possono
andare.” Disse Hermione, alzando lo sguardo. “Stasera organizziamo una festa di demoni!” urlarono in coro
gli abitanti del villaggio. Poco lontano, in piedi sopra il ramo di un albero, Zarti
osservava divertito la scena, con una mano che massaggiava una grossa bolla
sulla guancia nella parte scoperta della maschera, rimasta miracolosamente
illesa. “Non si smentiscono mai… hanno capito tutto…” commentò,
girandosi verso la sfera di cristallo, che era poggiata al suo fianco. “Come
puoi vedere…” “Uhm…” rispose una voce proveniente dall’oggetto, mentre al
suo interno un volto offuscato osservava la scena. “Perché hai fatto tornare il
villaggio come prima?” “Una piccola concessione…” rispose l’uomo, alzando un pollice
verso l’alto. “Siamo alle solite… Comunque si sono comportati
egregiamente…” continuò la voce, mentre il volto diventava chiaro, mostrando un
ragazzo dai capelli blu, con un tatuaggio rosso scuro sul lato destro del viso
che partiva dalla fronte e terminava sulla guancia. “Bravi, maghi di Fairy
Tail… Basta solo che non vi salti in mente di ostacolarci…” “Non oseranno, tranquillo.” Fece una voce al suo fianco,
mentre Zarti si toglieva la maschera, per poi venire avvolto da una nuvola di
fumo. Pochi istanti dopo, al suo posto vi era Urrutia, la quale
indossava un kimono bianco. La ragazza prese in mano la sfera, sorridendo. “Concordo.” Si limitò a dire. “Uff…” sospirò Lucy, guardando gli altri impegnati a
mangiare al banchetto. “Ci siamo riusciti…” “Già!” concordò Hermione, sorridendole. “Ed io sono pure
riuscita a scoprire la mia vera magia! “Non sei mica stata l’unica. Ti ricordo che anch’io e George
ci siamo riusciti!” esclamò Fred. “Quindi manco solo io…” rifletté Ron. “Se vuoi, posso sottoporti allo stesso trattamento che ho
riservato a Hermione.” Propose Harry, mentre la diretta interessata sbiancava
all’istante. “A proposito, cos’hai fatto? Noi ci abbiamo messo mesi solo
per capire il tipo di magia…” “E-Ecco…” cominciò la castana, tremando al ricordo. “Mi ha
fatto combattere contro di lui… finché non ho risvegliato la mia magia…” Tutti i presenti deglutirono immaginando cosa avesse passato
la compagna. “P-Passo… seguirò il processo normale…” si arrese Ron, rabbrividendo. “Ma come?!” urlò la voce del capo villaggio, che stava
parlando con Erza, attirando così la loro attenzione. “Non accettate la
ricompensa?” “Esatto.” Rispose la maga. “Ci accontentiamo di sapere che
ora siete felici…” “Hoga… Ma…” “Come vi ho già spiegato, la gilda a cui apparteniamo non ha
aderito ufficialmente alla vostra richiesta. È stata una missione intrapresa da
un gruppo di sciocche teste calde.” Tuttavia Moka sorrise. “Hoga… Ma ciò non toglie che ci
abbiate salvato. Vorremmo che lo accettaste come se fosse un regalo a degli amici,
non come ricompensa alla gilda.” Erza scosse la testa. “Se la mettete così, allora potremmo pensarci…” cominciò. “Sono sette milioni di Jewel!” urlò Gray, mentre Natsu
buttava fuori dalle narici due sbuffi di fumo. “Non so a quanto corrispondano, ma con la nostra parte
potremo sistemarci per sempre!” “Tuttavia…” continuò Titania. “…se accettassimo i soldi
andremmo contro i principi della gilda, quindi ci accontentiamo della chiave
che ci avete gentilmente offerto…” “Non la vogliamo!” urlarono insieme Natsu, Gray, Fred e
George, mentre Lucy, dietro di loro, saltava per farsi vedere. “Sì che la vogliamo!” replicò. Gli abitanti del villaggio annuirono. Bobo si avvicinò a Lucy, consegnandole una chiave dorata. “Si tratta di Sagittarius del Centauro.” Disse sorridendole. “Un centauro?” fece sorpreso Fred. “Questo sì che è raro! Ma
è meglio se i centauri della Foresta Proibita non lo vengano a sapere. Sono
molto restii all’idea che uno della loro razza possa collaborare con gli
umani.” “Grazie mille!” esclamò la maga degli Spiriti Stellari,
chinando la testa in segno di riconoscenza. Bobo poi si girò ancora verso Erza. “Permettetemi almeno di riaccompagnarvi fino a Harujion…” “Grazie, ma ci siamo già attrezzati.” Rispose Harry. Gli abitanti del villaggio li guardarono sorpresi, ma non
replicarono. “Una nave pirata?!” commentarono increduli Natsu e Gray,
vedendo la nave che li attendeva sulla spiaggia, dopo che ebbero salutato tutti
e lasciato il villaggio. “Allora Ronald non stava scherzando!” esclamò uno dei due
gemelli. “E come potevo immaginarmi una cosa del genere?” mormorò
lui. “Su, andiamo.” Disse Majutsu. “Il Master ci sta aspettando!” “Ecco… a proposito…” fece Hermione. “Quale sarà la nostra
punizione?” Erza sorrise. “Tu l’hai già passata.” Rispose. “Come anche Fred e George.” I tre la guardarono sorpresi. “Le parole del Master sono state: ‘Come punizione, dovrete fargli capire il significato della vera magia.
Per Natsu, Happy, Gray e Lucy invece…’ ” Qui i quattro deglutirono. “E noi?” osò chiedere la bionda. Harry scrocchiò le dita, assumendo un’espressione di puro
sadismo. “ ‘…invece lascio a
Majutsu scegliere la loro punizione’ ” completò il moro, ghignando
divertito. “Siamo senza speranza!” urlò Happy disperato. “E credetemi… il tempo di arrivare alla gilda, e
accontenterò Natsu, affrontandolo finalmente in un combattimento, seguito
subito da voi altri. Ovviamente potete anche arrendervi e-” “Mi arrendo!”
esclamarono i quattro maghi all’istante. “… e rinunciare al grado di classe S.” terminò il moro, tornando
alla sua solita espressione. “Okay, come volete!” I maghi restarono in silenzio per qualche secondo. “Nooo!!!” urlò infine Natsu, facendo scoppiare tutti a
ridere. Sopra una delle alture dell’isola, Leon, Toby, Yuka, Sherry
e Angelica osservarono la nave allontanarsi. “Se ne sono andati…” fece il sopracciglione, mentre Toby
scoppiava a piangere. “F-Figuriamoci se mi commuovo!” urlò. “Ma se stai già piangendo…” commentò Sherry, per poi
guardare Leon. “Ti sta bene la cosa? Proprio ora che avevate fatto pace… si
tratta di vero affet-” “Piantala!” ordinò l’albino, sorridendo. Poi alzò lo sguardo. “Sentite…” riprese, rivolgendosi ai compagni. “Ma in una
gilda ci si diverte davvero?” Urrutia entrò nella sede del Concilio Magico, l’ERA,
percorrendo diversi corridoi, fino a entrare in una stanza. “Peccato per com’è finito l’affare Deliora…” sospirò,
avvicinandosi a una poltrona, in quel momento girata verso una grande finestra,
sopra la quale era seduto il ragazzo con cui aveva parlato tramite la sfera. “Che vuoi farci? Chi poteva immaginarsi che fosse già morto?
Certo, se fossimo riusciti a impossessarci di lui, un altro passo verso il
nostro obiettivo finale sarebbe stato compiuto.” “Mi dispiace, nobile Sieglein…” disse la ragazza. “Chi
poteva immaginare che la magia di quella donna fosse così potente?” “È curioso sentirti dire quelle parole… in fondo, la persona
che odiavi di più non era tua madre? O non è così, Urrutia, la lacrima di Ur?” osservò
una voce, mentre Draco Malfoy entrava nella stanza. “Draco… o devo chiamarti ancora Klaun?” replicò lei, facendo
ridacchiare il ragazzo. “Ha ragione lui.” Fece Sieglein. “Anch’io nutro un profondo
rispetto per tua madre… Se fosse ancora viva, farebbe senza dubbio parte anche
lei dei Dieci Grandi Maghi Sacri!” esclamò, mostrando un ciondolo che teneva al
collo. “La state sopravvalutando, mia madre non era che una misera
donna abbandonata da suo marito e troppo coinvolta nella magia demoniaca. Più
importanti sono le cose che perdi e più grande e il potere che acquisisci…”
continuò enigmatica. “Io sono solamente un granello di polvere della vita di
mia madre.” “Chissà… forse è stato proprio quel rimpianto a spingerla ad
allevare due discepoli-” cominciò il blu, per poi essere interrotto dal dito di
Urrutia, che gli tappò silenziosamente la bocca. “Finiamola con questi discorsi…” sentenziò. “Giusto! Pensiamo piuttosto a procedere con il piano!”
esclamò Draco, guardando i due alleati. Tuttavia scoppiò subito a ridere, mentre Sieglein guardò
sorpreso la viola. Sotto gli occhi dei due maghi, la guancia della ragazza
cominciò a gonfiarsi notevolmente. La proprietaria urlò non appena se ne rese conto. “Che cos’è questo?!” sbraitò, cercando inutilmente di
nasconderlo, mentre anche il Mago Sacro scoppiava a ridere. “Certo che ce ne ha messo di tempo per gonfiarsi!” esclamò,
per poi farsi serio. “Allora, che opinione vi siete fatti?” “Potter è potente come mi avevate detto, però credo di
poterlo superare in tempi molto brevi.” Disse Draco, sbuffando. “Dopotutto, io
ho scoperto questo mondo solo pochi mesi fa, mentre lui è rimasto qui per tre
anni.” “Io invece contro Natsu non ho usato nemmeno metà dei miei
poteri!” disse Urrutia, scocciata dal livido che aveva sulla guancia. “Tuttavia
direi che è notevole. Temo che quel ragazzo diventerà ancora più forte...
soprattutto con gli insegnamenti di quella scuola.” “Lo immaginavo.” commentò Sieglein, chiudendo una mano a
pugno. “Il figlioccio di Igneel…” Il suo sguardò si fece ancora più serio, nonostante fosse
sempre attraversato da un velo di pazzia. “Dovrà continuare a infiammarsi… per il mio grande ideale!”
~~~~~~~~~
“Interessante…” fece il custode dello Specchio delle Brame.
“Così sono riusciti a uscirne vivi… Forse allora potrebbero davvero essere
coloro che sto cercando…” Dicendo ciò, si rese nuovamente visibile come riflesso,
sebbene questa volta fosse privo di alcun lineamento che permettesse d’indentificarlo. “Però… preferisco metterli ancora alla prova.” Continuò,
mentre dietro di lui apparivano altre quattro sagome indistinte. “Basterà
trovare la giusta esca…”
26: La Tana!
Ed eccomi qui il nuovo capitolo!
Metto già le mani avanti dicendo che questo sarà un
capitolo di passaggio verso il secondo libro... ma non per questo meno
importante! Certo, nel prossimo ci saranno non poche novità in
più... e che novità!
Dunque, direi che non c'è altro da dire... perciò
ringrazio Liberty89 per avermi fatto da beta reader e passo alle
recensioni!
@ Ronnie Kirishiki: E io non mi stancherò mai di sentirmelo dire ù.ù (della serie: modestia, portami via XD)
Eh, per Ron ho già tutto in mente... ma non sarà una cosa
tanto facile per lui: come ha detto Harry, è quello con minor
talento, perciò ci metterà un po' di più... ma
avrà il suo momento di gloria ù.ù.
Oh, quel custode ha piani ben precisi, che si porterà dietro per
molto tempo... ti posso solo dire che ha appena cominciato a
muoversi... e quel che aspetta i nostri maghi durante il secondo anno
potrebbe essere nulla in confronto... *inserire risata malvagia* @ fria: Beh, il gruppo di fairy Tail doveva crescere un po'... e cosa c'è di meglio che affrontare un po' di maghi malvagi? XD
Per Equilibrio, purtroppo ci vorrà ancora un po': le idee non mi mancano, il problema è metterle giù XD @ NemoTheNameless: Nel manga
era resa troppo bene come idea, sarebbe stato un vero peccato cambiarla
XD. Per la punizione... poverini, mi sembra che ne abbiano già
passate di tutti i colori. E molti altri colori arriverrano presto XD.
Invece per il basilisco... ce ne vorrà ancora un po' di tempo,
credo non prima del capitolo 40 XD. Anzi, forse nemmeno per il 50 XD. E
per questo allungamento, presto scoprirai il perché... @ erol89: Oh, no, no, lo
specchio è una mia idea totalmente originale... potresti
pensarci quanto tempo vuoi, ma non troverai mai la risposta... anche
perché quei quattro sono i miei assi nella manica XD.
Per il loro ritorno a scuola ci vorrano ancora un paio di capitoli, ma
tranquilla, sarà un ritorno... con il botto! XD. E la McGranitt
presto tornerà in scena... molto presto...
Per quanto riguarda il tempo, ho deciso che scorre allo stesso modo in
entrambi i mondi, perciò una settimana in uno corrisponde a una
settimana nell'altro. Per quanto riguarda il tempo da passare in gilda,
ti avverto già adesso che ho deciso di non descriverlo: ci
saranno solo dei riferimenti, ma non è nulla di importante per
la trama. @ hinata 92: C'è una
fine per tutto... ma per ogni fine, c'è un nuovo inizio! (ignora
la frase detta e ripetuta mille volte XD)
Non è mia intenzione staccarmi troppo dall'originale, per
entrambe le storie. Però diciamo che introduco parecchie
novità... come vedrai presto XD.
Per quanto riguarda le citazioni, ti rispondo punto per punto ù.ù
- Già... il vero Harry probabilmente impaliderebbe di fronte a questo suo altro sé XD
- E la conversione continuerà ancora per diverso tempo...
purtroppo Ron è quello che ancora non ha ceduto alla follia XD
(o quello era in Soul Eater? Forse mi confondo XD)
- Credo anch'io che i gemelli in questa mia versione siano fantastici
ù.ù. E di certo, hanno un ruolo ben più attivo
rispetto ai loro originali. Per l'osservazione di Fred... beh, neppure
loro potevano concepire una cosa del genere XD (e aspetta che la storia
vada avanti... eh eh eh...)
- Beh, considerando che questo Harry si può definire come la
versione maschile e con i capelli neri di Erza, il loro terrore
è ben motivato XD. E credo che Fred e George abbiano tirato un
sospiro di sollievo che si è sentito fino a HogWarts XD.
Per quanto riguarda la canzone di Sherry... ecco... dire che sono uno
ignorante completo in fatto di musica (con l'eccezione di alcune OST
XD) non rende minimamente l'idea di quanto poco sappia di musica e
cantanti, perciò non saprei dirti se andrebbe bene come canzone
o no XD.
E sono contento di aver sorpreso con Draco XD. Prima l'ho fatto
pensare, poi l'ho smentito e poi l'ho confermato... devo dire che mi
è venuto bene come idea XD. Comunque se vuoi maggiori info
chiedimi ciò che vuoi tramite mp o skype, come preferisci.
E l'esca dello specchio... chissà... dico solo che "non è ciò che sembra"... @ Liberty89: Lib-sensei! Tranquilla, quella è ordinaria amministrazione! *colpisce un ufo con un Keyblade, facendolo precipitare*
Quindi posso dedurre che un pupazzo chibi di Gray riuscirebbe a placarti anche di fronte a un Riku torturato? XD
*Prova a immaginarsi Leon che pianta girasoli* ... visione inquietante XD
Per Zarti... già, un nemico ben misterioso... e decisamente fuori dagli schemi XD
E Lucy... credo avrebbe perso meno anni a fare lo scambio degli occhi
con uno Shinigami XD, mentre la storia della maledizione si è
conclusa con un "Happy End" XD.
E hai ragione, ma la sua vera magia è ancora lontana dal venir
rivelata... vedrai cosa ti combino, ma ci vorrà ancora un po'...
Già... lo Specchio delle Brame avrà il suo ruolo... e non
hai ancora la minima idea di cosa provocherà... *inserire risata
malvagia qui, seguita da colpi di tosse per il troppo ridere* @ ganduil: ormai dovresti
saperlo che è la mia specialità creare misteri e
complicare la trama XD (come se le due trame originali non lo fossero
già per conto loro XD).
Già... loro si sono appena lanciati dentro l'universo di Fairy
Tail... anche se come hai letto, presto ne diventeranno parte XD.
Per ciò che attende i nostri maghi... al momento non ho in mente
altri stravolgimenti temporali... ma questo non significa che le cose
andranno dritte... eheheh... Per il mare però dubito fortemente,
non tanto presto almeno XD
Bene, e detto ciò... Buona lettura a tutti!
Capitolo 26: La Tana!
“Okay… allora direi che è il momento di andare.” Esordì
Harry, poggiando a terra il suo baule, imitato da tutti i maghi in partenza.
“Dove andrete adesso?” domandò il Master.
“A casa nostra.” Rispose Fred, per poi tirare fuori un
sacchetto che tintinnava. “Non è granché, però sommando le nostre parti di
ricompensa, riusciremo a stare bene economicamente per un po’. Anche se sarà
dura spiegare alla mamma come abbiamo avuto quest’oro.”
“Basterà dirle che lo avete guadagnato facendo dei lavori.
Non è molto lontano dalla verità.” Ridacchiò Mira.
“Già, me la immagino la scena: Ciao mamma, siamo tornati! Guarda, abbiamo anche guadagnato dell’oro combattendo
mostri e bande di criminali, senza contare che abbiamo affrontato un demone che
probabilmente nemmeno Tu-Sai-Chi sarebbe riuscito a sconfiggere, ma che
fortunatamente si è distrutto da solo sotto i nostri occhi!”
A quella frase tutti scoppiarono a ridere.
“Omettete la parte sui mostri, bande di criminali e demone e
dovrebbe andare bene.”
“Io invece mi limiterò a tornare a casa e omettere tutte le
missioni fatte. Non perché non voglia dirlo, ma farei preoccupare per niente i
miei.” Disse Hermione.
“Almeno le nostre ferite sono guarite.” Commentò Ron. “Mamma
non l’avrebbe presa bene se ci avesse visto tornare bendati come mummie… e per
voi sarebbe stata la seconda volta.”
I gemelli risero.
“Che ci vuoi fare, fratellino? Le bende ci donano!” esclamarono,
facendo scoppiare ancora tutti a ridere.
“Principessa, io sono pronta.” Fece Virgo, apparendo dal
nulla.
Lucy annuì, per poi guardare gli altri. “Allora direi che è
il momento di andare. Ci vediamo durante le prossime vacanze!”
“Potremmo anche restare a Hogwarts questo Natale.” Propose
Natsu. “E far venire tutta la gilda lì. Sono sicuro che ci divertiremo!”
“Questo poi lo vedremo più in là, Natsu.” Rise il Master,
per poi guardare Harry, che annuì.
“Terremo conto dell’avvertimento di Dobby. Se c’è qualcuno
di più pericoloso di Voldemort, cercheremo di scoprire di più sul suo conto.” Disse
Majutsu.
“Ecco… se fosse possibile…” fece Mira, guardando il Master,
che le fece cenno con la testa di proseguire. “Potrei venire con voi fino
all’inizio delle lezioni? Lucy mi ha parlato di Diagon Alley, e devo ammettere
che mi piacerebbe vederla.”
Tutti la guardarono sorpresi, mentre Erza si metteva a
riflettere.
“Uhm… Direi che non c’è problema. Silente dovrebbe farti
tornare qui tranquillamente con Fanny. Che ne dici Harry?”
“Dico che se non la portiamo dietro, rischiamo di venire mal
accolti la prossima volta che torniamo.” Ridacchiò lui. “Non ci tengo ad
affrontare una Mira arrabbiata.”
“Grazie! Allora Elfman, ci vediamo tra qualche settimana!”
“Buona fortuna, sorella!” urlò lui, per poi abbracciarla
scoppiando a piangere.
“Forza, andiamo!” esclamò Lucy, per poi illuminarsi assieme
al resto del gruppo, scomparendo pochi instanti dopo nella luce.
“Ahhh!!!” urlarono tutti, cadendo da un metro di altezza,
finendo così con la faccia a terra.
“Ahi ahi ahi…” si lamentò la maga degli spiriti stellari,
rialzandosi e massaggiandosi la testa.
“Questa volta è stato un atterraggio piuttosto brusco…” fece
George, guardandosi attorno. “Ma per fortuna, il luogo è quello giusto.”
Tutti quanti alzarono lo sguardo, ritrovandosi a osservare
una delle più strane costruzioni che avessero mai visto.
A una prima impressione sembrava che in passato fosse stato
un grosso porcile, che era stato poi adattato a casa, aggiungendo qua e là
delle stanze, alzandolo così di diversi piani, che rendevano l’edificio contorto,
in grado di reggersi in piedi solo per magia, cosa probabilmente vera.
“Casa dolce casa! O come diciamo noi, Tana dolce Tana!” Annunciò
Fred.
“Fantastica!” esclamò Natsu, mentre lui e Happy la
guardavano letteralmente con gli occhi che brillavano.
“Questa è la casa di un mago di questo mondo?” domandò
incredula Lucy.
“Solo la nostra.” Rispose Ron. “Le altre sono normali case.
Quasi.”
“Direi che questo la rende unica nel suo genere.” Commentò
Erza, sorridendo.
“È veramente bella!” fece Mira.
“Bene, allora ora direi di… Oh, oh…”
Ron s’interruppe di colpo, guardando la porta della casa
aprirsi di colpo da cui uscì la signora Weasley, in quel momento con un’espressione
che la rendeva simile a una tigre dai denti a sciabola, il che bastò a Happy
per correre a nascondersi nello zaino.
“Voi!” esclamò, raggiungendoli e guardando irata i tre figli.
“Ehm… Ciao mamma…” la salutò George, deglutendo.
“Avete la minima idea di quanto ci siamo preoccupati?!” gli
urlò contro. “Quando non vi abbiamo visto scendere dal treno e abbiamo trovato
solo la lettera di Ron!”
“Ma non avevate detto che glielo avevate chiesto questa
volta?” domandò Erza, guardando i due gemelli, che sorrisero nervosi.
“Ecco… diciamo che potremmo esserci dimenticati di
chiederlo…”
Harry si sbatté una mano sulla faccia, mormorando qualche
parola sulla loro imprudenza.
I successivi dieci minuti li passarono a sentire la signora
Weasley rimproverare i figli, i quali non facevano altro che annuire in
silenzio.
Alla fine sospirò, per poi studiare gli altri maghi.
“E così siete voi i loro amici. Spero che non vi abbiano
procurato problemi.”
“Tranquilla signora, non hanno fatto altro che aiutarci.”
Rispose Mira, chinando la testa. “Piacere di conoscerla, io sono Mirajane
Strauss, ma può chiamarmi solo Mira.”
“Direi che è il caso che ci presentiamo anche noi. Erza
Scarlett.”
“Gray Fullbuster.”
“Natsu Dragonil!”
“Lucy Heartphilia.”
“Hermione Granger.”
“E infine io sono Harry Potter.”
“Piacere mio. Non ci vediamo dallo scorso settembre, anche
se in quell’occasione non c’eravamo presentati. Forza, entrate. Immagino
vogliate fare colazione, visto che è mattina. Ma come siete arrivati?”
“Con una passaporta.” Rispose George, guadagnandosi
un’occhiata poco convinta dalla madre.
“Capisco…” commentò, per poi dirigersi verso la casa,
seguita da tutti quanti.
Si ritrovarono subito in una cucina piccola e piuttosto
ingombra: in mezzo c’era un tavolo di legno con delle sedie, che furono subito
occupate dai maghi di Fairy Tail.
La loro attenzione fu subito attratta da uno strano
orologio, che invece di segnare l’ora segnava cose come ‘Ora di fare il tè’ o ‘Ora di
dare da mangiare i polli’ e ‘Sei in
ritardo’. In più, invece delle tre classiche lancette, ne aveva nove,
ognuna con scritto il nome di un componente della famiglia.
“Temevo si fosse rotto.” Fece la signora Weasley, vedendoli
guardare il quadrante. “Non indicava più nulla per loro tre. Come se non
fossero più in questo mondo.”
“Beh, stiamo bene, quindi dev’essere stato un errore… può
capitare, no?” fece Ron, osservando la sua lancetta, che ora indicava ‘A casa’, come quella dei gemelli,
assieme ad altre tre.
“Allora, che cosa avete combinato in queste settimane? Non
mi avete mandato nemmeno una lettera, niente di niente!”
“Ecco… abbiamo svolto diversi lavori… oltre ad aver fatto i
compiti ovviamente.”
“Lavori?”
“Sì. E sono stati veramente d’aiuto.” Fece Mira, osservando
la signora Weasley mettere delle salsicce in una padella.
“Abbiamo anche guadagnato qualcosina.” Aggiunse George,
rovesciando il suo sacchetto sul tavolo, imitato dai due fratelli.
La signora Weasley sgranò gli occhi, lasciando perdere le
salsicce e avvicinandosi per verificare di non avere un’allucinazione.
“Ma come… Non l’avrete rubato, vero?”
“Certo che non l’hanno rubato! L’hanno guadagnato
onestamente, come tutti noi!” esclamò subito il mago del fuoco, quasi offeso da
quella domanda.
“Non avevano monete correnti, perciò abbiamo chiesto di
pagarci direttamente in oro, che è uguale ovunque.” Fece Hermione.
“Volete dire che non eravate in Inghilterra?”
“No. La nostra casa è un po’ più lontana. Per motivi di…
segretezza non possiamo dire dove.” Rispose Erza. “Anche perché non sapremmo
come spiegarlo… Se non fosse stato per Silente, non ce ne saremmo mai potuti
andare.”
“Anzi, se Harry non fosse apparso nel nulla di fronte a noi,
saremmo rimasti isolati!” aggiunse Natsu, beccandosi subito un pugno in faccia
da parte del diretto interessato e da Erza, che lo fecero cadere a terra.
“Tranquilla signora, sta benone.” Assicurò subito Gray,
vedendo l’espressione preoccupata della signora Weasley. “È abituato.”
“Come sarebbe a dire abituato?!”
“Facciamo a botte fin da bambini. Ormai simili pugni hanno
solo un effetto temporaneo.”
“P-Parla dopo essere stato colpito, ghiacciolo…” mormorò Salamander,
rialzandosi e massaggiandosi la faccia. “Erza e Harry insieme… Ohi…”
“Mamma che cosa sta succedendo-” iniziò una voce, mentre una
bambina dai capelli rossi entrava nella cucina, per poi zittirsi vedendo il
gruppo.
“Ehm… Ciao Ginny…” la salutarono i tre Weasley, mentre la ragazza
guardava uno a uno tutti quanti, finché non si soffermò su Harry.
A quel punto cacciò un piccolo grido, per poi correre via,
scomparendo lungo una rampa di scale.
“Vostra… sorella?” chiese Lucy, ricevendo tre assensi.
“Ma che cosa le è preso?” chiese Mira.
“Ehi Harry, non sapevo facessi un simile effetto alle
ragazze.” Scherzò Gray.
“Scusatela, è solo emozionata. Ha sentito così tanto parlare
di te e non si aspettava una tua visita.” Fece la signora Weasley rivolgendosi
a Harry, che annuì, ancora un po’ scosso per quella reazione, mentre la donna
davanti a ognuno di loro un piatto pieno di salsicce.
Il silenzio regnò per diversi minuti, finché tutti non
ebbero finito.
“Ah, che mangiata!” esclamò Natsu. “Erano squisite,
complimenti!”
“Bene, direi che possiamo andare a sistemare i nostri bauli
e-” cominciò Fred, venendo interrotto dalla madre.
“Nossignore! Visto che avete pensato di passare diverse
settimane via di casa, comincerete subito a ripulire il giardino dagli gnomi.”
“Gnomi?” chiese Mira curiosa.
“Piccole creature che infestano i giardini.”
“Ma… non sono delle statuette?” fece Lucy.
“Quelli sono gli gnomi dei Babbani e non hanno niente a che
fare con i nostri.” Rispose George, sbuffando, mentre Hermione si avvicinava
alla signora Weasley.
“Scusi… potrei usare il vostro camino?” chiese, mostrando un
sacchetto pieno di polvere.
“Ma certo cara. Sei sicura di non volerti fermare qui?”
“La ringrazio, ma non vedo i miei da Natale. Almeno qualche
settimana la vorrei passare con loro.”
La signora annuì, mentre la castana si voltò verso gli altri.
“Allora aspetto una vostra lettera per sapere quando
trovarci a Diagon Alley.” Disse.
“Contaci! Te lo faremo sapere il prima possibile.” Rispose
Erza, salutandola assieme agli altri.
Quando la signora Weasley tornò indietro, dopo essersi
assicurata che la Granger fosse andata via, trovò i figli che si stavano
alzando dal tavolo.
“Ah, prima di andare, vi consiglio di leggere che cosa dice Allock
per mandare via gli gnomi.”
Dicendo ciò, prese da una mensola un grosso libro, il cui
titolo era scritto in elaborate lettere d’oro: ‘Guida alla disinfestazione domestica, di Gilderoy Allock’. Sul
frontespizio c’era una grande foto di un mago molto avvenente, con i capelli
biondi ondulati e due luminosi occhi azzurri.
“Incredibile… si muove davvero!” esclamò Mira, guardando
entusiasta la foto magica.
“È vero, non ti avevamo ancora fatto vedere una delle nostre
foto.” Rifletté George.
“Oh, è straordinario!” esclamò la signora Weasley, che
sembrava non aver sentito il discorso. “Nessuno è più esperto di disinfestazioni,
è un libro meraviglioso…”
“Mamma ha una cotta per lui.” Mormorò Fred in modo ben
udibile agli altri.
“Non essere ridicolo!” replicò la donna, diventando rossa.
“E va bene, se voi pensate di saperne più di Allock datevi da fare!”
“Oh, non si preoccupi signora! Un minuto e nessuno gnomo
vorrà più restare qui!”
“Ehm… Natsu, ti ricordi che non possiamo usare la magia,
vero?” chiese Harry, facendo letteralmente pietrificare sul posto il Dragon
Slayer.
“Niente disinfestazione infuocata, mi spiace. Ma credo ti potrà
piacere lo stesso.” Fece George, ridendo per la sua reazione.
“Come intendevi mandarli via?” chiese la signora Weasley,
curiosa.
“Una bella fiammata e non sarebbero più tornati, ne sono
sicuro!”
“Fiammata?” ripeté la donna, sbattendo gli occhi.
“A Natsu piace usare il fuoco.” Spiegò Ron. “È un vero
maestro.”
“Ho solo imparato da mio padre…” replicò lui, sorridendo,
per poi far girare su se stesso il braccio destro. “Allora… dicevate una
disinfestazione brutale, giusto? Quindi posso prenderli a pugni?”
“Ti faresti solo male. Gli gnomi sono davvero una brutta
cosa da cacciare.”
Erza si alzò, sfoggiando un sorriso. “Se è così, allora
voglio provarci anch’io.”
“Io mi tiro fuori…” mormorò Lucy, mentre Harry e Gray si
massaggiavano le braccia, pronti a seguire i compagni.
“Meglio che stare fermi.” Affermò Majutsu, uscendo seguito
da tutti meno la signora Weasley e Lucy.
“Sono sempre così attivi?”
“Anche peggio…Posso solo dirle che dopo oggi, quegli gnomi
probabilmente non si faranno più vedere per molto, molto tempo.” rispose
sconsolata la bionda, guadagnandosi uno sguardo curioso dalla donna.
“Allora, dove sono questi gnomi?” chiese il rosa,
guardandosi attorno. “Anzi… come sono fatti?”
“Non riesci a trovarli con il tuo olfatto?”
“Se sapessi che odore hanno, potrei anche provarci.”
“Beh, allora direi di fartene vedere uno… Ecco!”
Non appena ebbe detto ciò, Fred cacciò le mani in un
cespuglio, tirando fuori una creatura piccola e coriacea, con una grossa testa
calva e bitorzoluta, tale e quale a una patata.
“Quello sarebbe uno gnomo? Mi aspettavo qualcosa di più
simile a quelli finti…” commentò Harry, poco prima di vedere il rosso
cominciare a girare su sé stesso, per poi lanciare in aria la creatura, che
volò per più di dieci metri, atterrando oltre una siepe.
“Vedete? È così che ci si libera degli gnomi e”-
Ma George s’interruppe vedendo Salamander colpirne uno con
un pugno, facendolo volare ben oltre quello lanciato dall’altro.
“Tutto qui?” chiese sorpreso il Dragon Slayer, guardandosi
il pugno. “Credevo avessero una resistenza maggiore.”
“Natsu, non dovresti trattare così male quelle creature.”
Fece Mira, tendendo una mano verso un altro gnomo, che per tutta risposta le
morse il dito.
Per qualche secondo nessuno fiatò, ma i tre Weasley
guardarono con timore gli altri maghi, i quali, nessuno escluso, avevano fatto
un passo indietro.
Pochi istanti dopo, la creatura si ritrovò a volare per
oltre cento metri in aria, per poi schiantarsi a terra, mentre Mira prendeva un
fazzoletto per fasciarsi il dito, mantenendo sempre il suo solito sorriso, che
la rendeva ancora più inquietante.
Pochi metri più in là, la signora Weasley e Lucy erano
rimaste con gli occhi e la bocca spalancati per l’incredulità.
“D-Di’ un po’… che cosa facevano esattamente prima di andare
a Hogwarts?” chiese la donna alla ragazza.
“Mi creda signora… non ne ho la più pallida idea.”
Quando i maghi tornarono indietro, il giardino era
completamente sgombro dagli gnomi: i pochi che erano riusciti a evitare il
trattamento alla Fairy Tail avevano saggiamente deciso di darsi alla fuga, e
ora si potevano vedere decine di gnomi scappare verso l’orizzonte.
“Ci abbiamo messo decisamente meno tempo del previsto.” Fece
Gray, sbadigliando.
“Quei codardi sono scappati prima che potessi colpirli
tutti!” si lamentò Natsu, alzando un pugno e mostrando un’espressione
arrabbiata.
“Beh, direi che avete fatto un ottimo lavoro… in tanti anni,
non eravamo mai riusciti a cacciarli così velocemente.” disse Ron.
Lui, come i fratelli, alla fine era rimasto in disparte, a
scommettere su chi sarebbe riuscito a lanciarli più lontano: il risultato era
che nessuno era riuscito a battere il lancio di Mira, che stava camminando
dietro a tutti, sempre con il suo sorriso stampato sul viso.
“A-Avete fatto in fretta…” fece la signora Weasley,
vedendoli rientrare, ancora scossa dalla loro dimostrazione di forza.
“Dalle nostre parti abbiamo un problema simile, anche se con
creature un po’ più grosse degli gnomi. Per questo non è stato un problema.” Disse
Harry, sospirando.
“Quanto più grosse?” chiese la donna.
“Qualche… centimetro…” rispose il mago del ghiaccio,
ripensando a Deliora.
“Capisco… Beh, penso che andrò a prepararvi le camere…
purtroppo dovrete stringervi, non abbiamo molti posti letto e-”
“Non si preoccupi signora.” Intervenne Erza. “Dormiremo
all’aperto. Ci siamo portati le nostre tende, perciò non sarà un problema per
noi.”
“Ma non posso lasciarvi dormire in una tenda!”
“Ci siamo abituati.” Replicò Gray. “Abbiamo passato diversi
giorni all’aperto, durante i nostri viaggi.”
“E il vostro tutore non ha mai detto nulla?”
“Se non distruggevamo niente, no.” Fece Natsu sorridendo.
“Rinuncio a comprendere.” Sbottò la signora Weasley, salendo
lungo le scale e scomparendo alla loro vista.
“Complimenti, ancora un poco e gli potevate dire che abbiamo
affrontato Voldemort in persona. Anche se in realtà dopo di lui abbiamo
affrontato una banda di maghi che volevano far tornare in vita un demone in
grado di distruggere una città in pochi minuti.” Commentò Harry, accennando a
un piccolo sorriso.
“Dimentichi l’elfo domestico.” Fece Fred.
“E le bande di ladri che abbiamo sgominato nelle settimane
successive.” Aggiunse George.
“E i nostri allenamenti speciali.” Concluse Ron.
In quel momento si udì sbattere la porta d’ingresso.
“Oh, dev’essere papà che torna dal lavoro.” Disse il
fratello minore, poco prima che un uomo magro, con addosso un lungo abito verde
impolverato e sgualcito dal viaggio, quasi calvo a eccezione di pochi ciuffi
rossi che confermavano senza ombra di dubbio la sua identità di Weasley, e con
un paio d’occhiali entrasse nella stanza, appoggiandoli sul tavolo, tenendo gli
occhi chiusi e lasciandosi andare su una delle sedie libere, non accorgendosi del
gruppo di giovani.
“Lei dev’essere il padre di Fred, George e Ron, vero?”
domandò gentilmente Mira, facendo saltare l’uomo per la sorpresa.
“R-Ragazzi!” esclamò questi, spalancando gli occhi e
guardandoli, soffermandosi sui tre figli. “Siete tornati!”
“Poco fa.” Rispose Fred, salutandolo con la mano.
“E loro chi-”
“Mira.”
“Lucy.”
“Erza.”
“Gray.”
“Natsu!”
“Mentre lui immagino non abbia bisogno di presentazioni,
vero?” fece George, indicando Harry, il quale, nascondendo il suo fastidio, si
scosse i capelli per mostrare la cicatrice.
“Per la barba di Merlino! Tu sei Harry Potter! Molto lieto
di conoscerti. E voi siete gli altri amici di Ron, Fred e George! Ci hanno
parlato così tanto di voi.”
“Spero bene.” Fece Erza, sorridendo, per poi lanciare
un’occhiata che sapeva di ‘O almeno lo
spero per loro’ ai tre rossi, che deglutirono, annuendo impercettibilmente.
“Allora, dev’essere proprio un bel posto dove abitate, per
decidere di andarci per ben due volte senza chiederci il permesso, eh?” chiese
il signor Weasley, facendosi serio e guardando i figli. “Ma vedo che almeno
stavolta non siete tornati feriti.”
“Te l’avevamo detto che era stato un incidente. Non è che
deve capitare sempre.” Replicò George. “E poi stavolta Ron vi ha avvisato, no?”
“L’unico motivo per cui vostra madre non è andata al
Ministero per costringere Caramell a mandarvi a cercare per tutto il paese.”
I due gemelli ridacchiarono.
“Ma immagino non ci direte dove siete stati esattamente,
vero? Nemmeno Silente ha voluto dircelo…”
“Essendo all’estero, il nostro… Ministero ha regole molto
più rigide sul divulgare le informazioni.” Rispose Mira. “Ha deciso di fare
un’eccezione con noi su richiesta di Silente, ma solitamente preferisce restare
isolato.”
“Davvero?” domandò la signora Weasley, ritornando nella
stanza. “Come mai?”
“Da noi esistono solo maghi.” Spiegò Harry. “I Babbani non
possono avvicinarsi al nostro stato, di conseguenza siamo liberi di usare la
magia come e quando vogliamo. Infatti lì s’impara a usarla fin da bambini. È
per questo che non vogliono avere contatti con altri maghi.”
“Comincereste ad avere visitatori continui, e la vostra pace
sparirebbe, giusto?” concluse il signor Weasley. “Però che strano… avevo capito
che per voi non c’era differenza tra purosangue e non.”
“È così infatti.” Continuò Gray. “Abbiamo molti maghi nati Babbani.
Semplicemente, preferiamo restare isolati, ma ogni tanto qualche new entry c’è.
Vero Harry?”
“Già.” Confermò Potter.
“E quei tatuaggi? Come mai tutti voi ne avete uno? Compresi
Fred e George?”
“Rappresentano la nostra amicizia.” Spiegò la maga degli
spiriti stellari, mostrando con orgoglio il dorso della mano destra. “Tutti quelli
che hanno questo simbolo sono amici. Non importa dove si trovano o cosa fanno.”
“Ben detto Lucy!” esclamò Natsu. “Finché avremo questo
simbolo, niente potrà batterci o dividerci!”
“Siete proprio molto uniti, eh?” fece la signora Weasley,
non potendo evitare di sorridere di fronte a quella scena.
Poco lontano, nascosta agli occhi di tutti, Ginny osservava
in silenzio il gruppo, soffermandosi in particolar modo su Harry.
I giorni alla Tana passarono velocemente: i maghi di Fairy
Tail, impossibilitati a usare la magia, dovettero limitarsi al continuare a
spiegare teoricamente a Ron le basi per l’uso della sua vera magia.
“Accidenti, non è proprio facile come credevo…” sbuffò lui.
Si erano riuniti nella camera dei gemelli, dove erano sicuri
che non sarebbero stati disturbati, visto che i due erano noti per i loro
esperimenti semi-pericolosi.
“Il problema è che al momento non possiamo esercitarci
praticamente.” Rispose Harry. “Altrimenti potrei aiutarti un po’ di più, ma qui
purtroppo la magia viene tenuta sotto controllo.”
“Il problema di essere sotto il Ministero.” fece George,
facendo scoppiare tutti a ridere.
“Dimentichi che da noi il Concilio mi ha arrestato per puro
divertimento.” Replicò Erza sorridendo, per poi farsi seria. “Tutto solo per
dimostrare che sono più forti… anche se sono sicura che la colpa sia di
Sieglein.”
“Sieglein?” ripeté Ron. “È la prima volta che lo nomini.”
“È un membro del Concilio, nonostante abbia la nostra stessa
età.” Rispose Harry. “Per qualche misterioso motivo è uno dei pochi che cerca
di non distruggere Fairy Tail usando le leggi. Tuttavia sia io che Erza
pensiamo che abbia un secondo fine.”
“Fiducia portami via, eh?” fece Fred.
“Non è questione di fiducia. Dietro quel suo sorriso perenne
nasconde qualcosa, ne sono sicuro.”
“Senza contare che somiglia a lui…”
“Lui?” domandò Lucy, curiosa quanto gli altri.
“Forse un giorno vi dirò tutto quanto. Scusatemi.” Fece Titania,
alzandosi e dirigendosi verso la porta.
Ma non appena la aprì, vide la signora Weasley avvicinarsi,
tenendo in mano otto lettere sigillate con l’emblema di Hogwarts.
“Posta dalla scuola.” Disse sorridendo, consegnando alla
maga le lettere, mentre anche gli altri la raggiungevano.
“Mi stavo appunto chiedendo quando sarebbero arrivate.”
Commentò Gray, prendendo la sua, imitato subito dai compagni.
Per qualche minuto regnò il silenzio, mentre tutti leggevano
la propria lettera.
Per ognuno di loro c’era un biglietto per l’Espresso di
Hogwarts, che come l’anno prima sarebbe partito dalla stazione di King’s Cross
il primo di settembre.
Tuttavia, c’era una cosa che sorprese Harry nella lettura: A merenda con la morte di Gilderoy Allock A spasso con gli spiriti di Gilderoy Allock In vacanza con le streghe di Gilderoy Allock Trekking con i troll di Gilderoy Allock In viaggio con i vampiri di Gilderoy Allock A passeggio con i lupi mannari di Gilderoy Allock Un anno con lo yeti di Gilderoy Allock
“Ehm… Tutti voi avete sette libri da prendere di questo
Allock?” domandò Lucy, mentre Mira leggeva la lettera dell’amica.
“Così pare…” fece Fred. “Il nuovo insegnante di Difesa
contro le Arti Oscure dev’essere un suo fan… sicuramente una strega.”
L’occhiata che ricevette dalla madre fu sufficiente a
convincerlo a non fare ulteriori commenti.
“Questa volta però potremmo avere qualche difficoltà. I
libri di Allock non costano poco.” Disse George, rileggendo la lista. “E a
quanto pare, qui c’è la collezione intera…”
“Fortuna che abbiamo guadagnato un po’ da voi.” Fece Ron,
guardando i maghi di Fairy Tail, che annuirono, mentre scendevano in cucina.
“A proposito, credo ci convenga aprire una camera di
sicurezza tutta per noi.” Rifletté Lucy. “Non possiamo contare solo sui soldi
che Hogwarts ci concede.”
“Non preoccuparti Lucy.” Rispose Mira. “Il Master ci aveva
già pensato. Uno dei motivi per cui sono venuta è anche quello di aprire un
conto alla Gringott.”
“Davvero?” esclamò incredulo Natsu.
“Non è una cattiva idea.” Rifletté la signora Weasley. “Ogni
mago dovrebbe avere un proprio conto alla Gringott. È il posto più sicuro per mettere
da parte i propri soldi.”
Un folletto stava seduto dietro la sua scrivania, intento a
compilare una serie di moduli, quando una figura si avvicinò.
“Desidera?” chiese lui, senza alzare lo sguardo.
Tuttavia, quando sul tavolo fu rovesciato un sacchetto pieno
di pepite d’oro, si costrinse a interrompere la sua attività, mentre le sue
labbra si allargavano in un vero e proprio ghigno.
“Vorrei aprire un conto da voi.” Rispose una voce femminile,
appartenente a una figura minuta avvolta completamente da un mantello rosso. “E
voglio la riservatezza assoluta.”
“Ovviamente.” Rispose il folletto, prendendo una pepita ed
esaminandola. “A chi devo intestare il conto?”
Sotto il mantello, la figura sorrise.
“Lo intesti con il nome Milkovich.”
Rispose.
Capitolo 27 *** La rivalsa di Happy! Gilderoy Allock ***
27: La rivalsa di Happy! Gilderoy Allock
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
E come annunciato, questo capitolo porterà importanti
novità nella storia! Ho scritto qualcosa che, modestamente
parlando, credo nessuno abbia mai scritto prima! XD
Vi anticipo solo che ora molte cose cambieranno...
Però non voglio rovinarvi troppo la sorpresa, perciò
ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e passo alle
recensioni!
@ Ronnie Stregatto: Ciao! Eh
già, la disinfestazione non poteva saltare, soprattutto in
versione Fairy Tail XD. E mi fa piacere sapere che ti ho fatto ridere
con quella scena (anch'io continuo a ridere ogni volta che la rileggo
XD).
Eh già, quest'anno tocca a Gilderoy... si accettano scommesse
sul fatto che potrebbe non arrivare a fine anno XD. E intanto, mi
auguro che l'idea che userò in questo capitolo ti piaccia
ù.ù @ hinata 92: Ciao!
Egoisticamente parlando, non posso che essere felice che questa storia
ti piaccia tanto da farti prendere delle pause dallo studio XD.
Già, probabilmente scapperebbe via subito, infrangendo qualsiasi
record... e probabilmente chiamerebbe un esorcista per Ron e Hermione
XD.
Povera Molly, già... non ha la più pallida idea di chi ha
fatto entrare in casa XD. Ed è solo l'inizio... in fondo, Natsu
ha solo ricevuto un doppio pugno, non è stato pestato come al
solito XD.
Oh, tu non hai la più pallida idea di come sia realmente Mira...
la frase "la calma prima della tempesta" temo non renda
sufficientemente l'idea... ma presto (si fa per dire, dovrai aspettare
il quinto anno XD), vedrai il perché anche Harry ed Erza non la
sottovalutano XD.
E Ginny... oh, Ginny... per lei ho piani ben precisi...
Ed ecco la mia risposta alle citazioni! (tranquilla, sfogati pure, mi fa piacere leggerle XD):
- Ma credo abbiano direttamente mandato giù la forchetta XD
- uhm... Makarov potrebbe dirlo... in fondo, sono giusto un po'... attivi XD
- Centimetri, metri... *alla Dottor House di Mai dire...* due modi diversi per dire la stessa cosa! XD
Direi che ho finito... e ti lascio alla sorpresa che ti avevo
anticipato, anche se devo confessarti che ti ho omesso un piccolo,
insignificante particolare che leggerai tra poco... XD @ fria: Su, c'è ancora
tempo per Malfoy e il terzo libro... ho appena iniziato il secondo XD.
ma vedrai, ho in mente un bel po' di cose per quest'anno... @ NemoTheNameless: La scena di
Mira con lo gnomo credo che passerà alla storia come "Il momento
il cui il mondo ha rischiato la fine" XD. Comunque mi dispiace doverti
dire che hai capito male, Mira non resterà a frequentare le
lezioni, ma solo per le restanti vacanze. Silente non può far
entrare troppi studenti "inesistenti" a Hogwarts XD. @ ganduil: Uhm... non male come
idea... ma più che di disinfestazione, è probabile che ne
aprano una di demolizioni XD. E per Allock... il momento è
giunto! E tranquillo, il nuovo Harry non si comporterà come il
vecchio... @ erol89: La Tana è sempre la Tana ù.ù.
Già, come ha detto Lucy, gli gnomi non si faranno vedere per molto, molto tempo XD.
Ti ringrazio per la segnalazione, mi era proprio sfuggita XD. Ho già sistemato.
Diciamo che Mira sarà impegnata... ma di certo resterà
incantata da Diagon Alley XD. E Silente probabilmente dovrà
sì spendere non poco per le riparazioni... anche se le cose
credo non saranno come ti stai immaginando...
Chissà! Potrebbe essere uno dei quattro, oppure no... Sta certa
che non ti basterà sfogliare tutti i manga e libri che hai per
scoprire chi sono XD *si mette a ridere sadicamente*
Per il primo settembre... non dovrai aspettare molto, il prossimo
capitolo risponderà alla tua curiosità. E tranquilla, ci
saranno entrambe le versioni ù.ù. @ Liberty89: Già, il gruppo più distruttore di tutti i tempi è finalmente giunto alla Tana XD.
Credo che la signora Weasley si sia arresa all'evidenza che non gli
diranno mai la verità... oppure è la paura dovuta al
doppio pugno di Harry e Erza XD. Gli gnomi invece stanno facendo
autostop per allontanarsi il più possibile da Mira XD.
E Ginny... già, anche lei finalmente fa la sua entrata definitiva... e i guai hanno dunque inizio XD
Uhm... a questo punto probabilmente gliela farò aprire sì
l'agenzia di disinfestazioni XD. Di sicuro avranno molti clienti per il
loro servizio XD
E con Gilderoy ci divertiremo non poco *sorriso malvagio* Oh, sì
che ci divertiremo a vedere il suo confronto con i maghi di Fairy Tail,
muahahahah!!!
E per la persona sconosciuta... eheheh...
Bene, ed ora... vi lascio al capitolo! Buona lettura a tutti!
Capitolo 27: La rivalsa di Happy! Gilderoy Allock
Happy sospirò.
Da quando erano arrivati alla Tana, aveva passato quasi
tutto il tempo chiuso in stanza, sotto il letto, impossibilitato a muoversi
perché altrimenti la signora Weasley e gli altri membri della famiglia
avrebbero scoperto la sua esistenza, mandando a monte la copertura.
“Ma io mi annoio, aye…” mormorò sconsolato, con un sospiro e
lasciandosi scivolare a terra.
Fu il rumore di alcuni colpi battuti sul vetro a distrarlo
dai suoi pensieri.
Il gatto blu alzò lo sguardo, ritrovandosi a osservare un
grosso barbagianni fuori dalla finestra, con una lettera legata a una zampa.
“Perché è venuto qui, aye? Credevo andassero direttamente
dal destinatario…” disse, uscendo allo scoperto e dirigendosi alla finestra,
aprendola.
Il gufo si appoggiò sul davanzale, prendendo con il becco la
lettera e facendola cadere davanti a Happy, che guardò con incredulità il
marchio di Hogwarts, accompagnato dal suo nome.
“Aye?” si limitò a dire, sbattendo gli occhi.
“Ne è sicuro, preside?” domandò la professoressa McGranitt,
leggendo una pergamena, mentre il mago più anziano osservava la finestra.
“Al cento per cento. Il precedente anno ci ha dimostrato che
non è saggio tenerlo nascosto. Alla fine anche tu l’hai visto, no Minerva?”
“E non solo io. Anche Severus e Gazza, sebbene non
chiaramente come me, ma non capisco come mai mi ha chiesto di non rivelarlo a
nessuno. Se quei ragazzi sono capaci di fare simili magie-”
“Non è opera loro. La verità sulla scomparsa di Harry è
molto più complicata di quanto possa sembrare.”
“Lo immaginavo. Non è un ragazzo come gli altri della sua
età e lo stesso vale per i suoi amici che sono venuti con lui. Sono molto più
maturi. Senza contare la loro bravura nella magia, a tal punto che riescono a
eguagliare anche studenti più grandi. Se non noi stessi professori.”
“Questo perché da dove vengono loro, la magia viene
insegnata in maniera diversa da qui. Molto diversa.”
“E che cos’ha a che fare con un gatto parlante? Albus,
nessuna magia può donare la parola agli animali!”
“È vero. Ma nel suo caso non c’è stata alcuna magia. Da quel
che mi hanno detto, è sempre stato in grado di parlare. Come di volare.”
“Sarebbe una creatura magica sconosciuta?”
“Credo si possa definire così, ma, come ho detto, è
importante che non debba più nascondersi. E per fare questo, mi serve il tuo
aiuto, Minerva.”
“Io… e va bene. Farò il possibile, ma continuo a pensare che
non sia la soluzione migliore. Potrebbe essere una minaccia.”
“Io mi fido di loro. E quindi anche di lui. Ora, però, direi
che è il momento di agire. Il nostro ospite è arrivato.”
La McGranitt si voltò verso la finestra, dove si trovava Happy,
in piedi sul davanzale, che li salutava con la zampa mentre faceva scomparire
le ali.
“Happy!” urlò Natsu, alzando un sasso per controllare sotto
di esso.
Lui, assieme agli altri, stava cercando il gatto blu ormai
da diverse ore, fin da quando il Dragon Slayer era tornato in stanza per
portargli da mangiare e non l’aveva trovato, cominciando immediatamente a
setacciare tutta la casa -aprendo di colpo anche la stanza di Percy, che lo aveva
cacciato fuori a malo modo- senza però ottenere risultati.
“Niente, non è neppure in giardino.” Sospirò Fred,
raggiungendolo.
“Non sarà mica andato via da solo. Lo sa che non può farlo!”
disse Lucy.
“Beh, però qui non c’è…”
“Dobbiamo trovarlo!” esclamò Natsu. “Lui è il mio migliore
amico!”
“Lo sappiamo. È anche un nostro amico!” Replicò Gray.
Prima che qualcuno potesse dire qualcos’altro, il rumore
della porta d’ingresso che si apriva e chiudeva attirò la loro attenzione.
“Aspettavate qualcuno?” domandò Mira ai fratelli, che
scossero la testa.
“Oh, professoressa McGranitt! Che bella sorpresa!” esclamò
la voce della signora Weasley.
Tutti girarono la testa di colpo, per poi correre alla Tana.
Una volta dentro, si ritrovarono di fronte alla vicepreside,
che stava parlando alla padrona di casa.
“Scusa Molly, dovrei parlare un attimo con i ragazzi.” asserì,
ricevendo un assenso dalla donna, che uscì dalla stanza.
“Professoressa, questa sì che è una sorpresa!” esclamò
George.
“Non ci faccia l’abitudine, signor Weasley. Sono qui su
ordine del preside. Mi ha spiegato in parte la vostra attuale situazione…
Ovvero che il signor Potter, quattro anni fa, non si è proprio smaterializzato
all’estero.”
Gli sguardi di tutti si fecero seri.
“Ora, non mi ha detto i dettagli, ma mi ha assicurato che
non c’è nulla da temere. Tuttavia, c’era una cosa che non potevamo ignorare.”
“Cioè?” domandò Erza.
“Il gatto del signor Dragonil.” Rispose la professoressa.
“Alla fine dello scorso anno l’ho visto parlare e volare, sebbene fosse stata
applicata su di lui una magia per renderlo leggermente diverso.”
“Quindi lei adesso sa… di Fairy Tail?” domandò Harry,
dubbioso.
“So solo che è il posto che chiamate casa. Ad ogni modo,
dicevo che io e il preside abbiamo trovato una soluzione per Happy, e lui ha
accettato.”
“Vuoi dire che adesso si trova con Silente?” chiese agitato
Natsu, dimenticandosi di darle del lei.
La McGranitt sorrise. “Non proprio. Forza, vieni pure.”
Disse a voce alta, girandosi verso l’uscita della stanza.
La porta precedentemente chiusa dalla signora Weasley si
aprì, lasciando entrare un ragazzino dai capelli blu chiaro a caschetto, con
due ciuffi che ricordavano la forma di due orecchie da gatto.
Il viso aveva lineamenti delicati, con due profondi occhi
neri. Indossava dei pantaloncini azzurri e una maglietta a maniche corte verde,
dove in corrispondenza del cuore, c’era il simbolo di Fairy Tail.
“Ciao!” esclamò il ragazzo, alzando la mano e sorridendo.
“E tu chi sei?” chiese Lucy, guardandolo con curiosità, come
gli altri.
Ad eccezione di Natsu, che aveva spalancato gli occhi oltre
quello che si credeva possibile. “Happy?!” esclamò lui, indicando il ragazzo.
“Sei proprio tu?!”
A quell’affermazione, tutti si girarono a guardare il Dragon
Slayer, per poi spostare lo sguardo verso il nuovo arrivato, che continuò a
mantenere il suo sorriso e annuì con un cenno del capo.
“COSA?!?!” urlarono tutti, facendo letteralmente tremare le
pareti della casa.
“H-H-Happy?!?!” ripeté incredula Lucy, mentre anche Majutsu
e Titania lo guardavano esterrefatti.
“Già, aye!” Rispose lui, portandosi una mano dietro la
testa. “Silente e la professoressa McGranitt mi hanno offerto questa
possibilità. In questo modo, anch’io potrò frequentare Hogwarts con voi! Anche
se dovrò partire dal primo anno, aye…”
“Q-Questa non me la sarei mai aspettata…” fece Harry,
guardando l’insegnante. “Che magia avete usato?”
“Signor Potter, lei dimentica la materia che insegno. E
anche il professor Silente in passato insegnava Trasfigurazione. Solo, è
inutile dire che nessuno dovrà sapere la verità. Oltre al fatto che gli
incantesimi che abbiamo usato non sono proprio tutti legali, il vostro segreto
diventerebbe di dominio pubblico.”
“Ma c’è un limite di tempo o qualcosa del genere?” domandò Mira.
“Gli unici modi per cui la magia può sciogliersi sono che
sia Happy a desiderarlo o che io muoia. Spero succeda per la prima possibilità,
anche se ho intenzione di insegnargli a effettuare da solo gli incantesimi
necessari per trasfigurarsi.” Rispose la professoressa, mentre il neo-umano si
avvicinava ai compagni.
“E così, ora puoi essere scambiato per un vero e proprio
mago, eh?” fece Gray, sorridendo.
“Guarda che anche prima ero un mago, aye!” replicò lui,
mettendo il broncio. “Solo, ora ho un aspetto umano.”
“È fantastico, Happy!” esclamò Natsu, al settimo cielo. “Ora
possiamo essere un vero e proprio team senza che nessuno possa replicare!”
“È una magia incredibile. È ben oltre la semplice
trasformazione. Hanno cambiato totalmente la tua struttura fisica.” Osservò
Mira, esaminando Happy. “E te lo dice un’esperta delle trasformazioni. Sono
sicura che anche lei sarebbe entusiasta di vederti così.”
“Già. Ne sono convinto anch’io.” Confermò il Dragon Slayer,
con un velo di amarezza, che scomparve subito. “Allora, facciamo subito un
combattimento?” chiese, ignorando lo sguardo della McGranitt.
“Non sappiamo come ringraziarla.” intervenne Harry,
guardandola con un ampio sorriso.
“Basta solo che quest’anno non facciate alcuna sciocchezza e
che vi manteniate allo stesso livello con gli studi. E che lo aiutiate ad
ambientarsi. Alla signora Weasley ho detto che è un altro vostro amico giunto
qui per Hogwarts. E questa dovrà essere la versione ufficiale.”
“Forse ho un’idea migliore…” s’intromise Ron, attirando gli
sguardi di tutti.
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“Sono Happy Dragonil, il fratello minore di Natsu. Piacere
di conoscervi!” esclamò Happy, chinando leggermente la testa davanti al signore
e signora Weasley.
“E così hai un fratello, eh?” domandò lei, guardando con un
sorriso Natsu. “Perché non ce l’hai detto prima? Lo avremmo ospitato volentieri
fin dall’inizio.”
“Ecco… Non eravamo ancora sicuri se avrebbe frequentato
anche lui Hogwarts o no…” rispose il Dragon Slayer, ridacchiando.
Poco lontano, Fred, George e Ron stavano osservando la
scena.
“Ottima idea, fratellino.” Fece uno dei due gemelli. “Così
potremo spiegare il perché della sua improvvisa apparizione senza che facciano
troppe domande.”
“Beh, visto che hanno sempre lavorato insieme, mi sembrava
una buona idea…” semplificò lui.
“Sì, devo ammetterlo, ottima pensata.” Concordò Harry,
avvicinandosi a loro. “Inoltre, non credo di avere mai visto Happy così felice.
Il fatto di non dover più restare chiuso in stanza per lui è un sollievo.”
“Anche il Master ne sarà entusiasta.” Fece Mira. “Questa è
un risvolto a cui nessuno di noi aveva pensato. Ma sarà un’ottima cosa, no?”
“Senza dubbio. Ora, però, dovremo fare di nuovo tutto il
giro per Diagon Alley per procurargli il necessario.”
“Beh, domani faremo tutto quanto.” Commentò Erza,
appoggiandosi con la schiena alla parete. “Eravamo già d’accordo con Hermione
per trovarci lì. E poi, voglio proprio vedere che faccia farà quando vedrà
Happy.”
La mattina dopo, il signor Weasley uscì in giardino a
chiamare i maghi di Fairy Tail.
Dopo una veloce colazione -dove Natsu si divorò senza tanti
complimenti una decina di panini al prosciutto- si riunirono davanti al camino,
dove la signora Weasley prese un vaso da fiori, guardandoci dentro.
“Siamo un po’ a corto, Arthur!” sospirò, guardando il
marito. “Oggi dovremo comprarne dell’altra… Oh, beh, prima gli ospiti!”
Dicendo ciò, porse il vaso a Harry, che prese una manciata
di Polvere Volante.
“A tra poco allora. Diagon Alley!”
Non appena ebbe pronunciato la destinazione, Majutsu fu
inghiottito dalle fiamme, scomparendo in pochi secondi.
Quando riaprì gli occhi, Potter si ritrovò di nuovo nel
Paiolo Magico, con i vestiti pieni di fuliggine, che si affrettò a togliere. In
pochi minuti, l’intera famiglia Weasley, assieme ai membri di Fairy Tail, uscì
dal camino, occupando un’ampia porzione della stanza.
“Ci siamo tutti?” chiese il signor Weasley.
“Sì, papà.” Rispose Percy, scuotendosi gli abiti, mentre la
madre aiutava Ginny.
“Così questa è Diagon Alley?” chiese Mira, guardandosi
attorno.
“Oh, no, no, questo è solo l’ingresso.” Rispose Lucy,
indicando una porta. “Vieni, ti faccio vedere come si entra.”
“Vengo anch’io!” esclamò Happy, il quale era altrettanto
curioso, non avendo potuto vedere la città come avrebbe voluto, essendo stato
chiuso nello zaino per quasi tutto il tempo.
Senza aspettare oltre tutti si diressero verso la porta,
attraversandola e ritrovandosi di fronte al muro.
Fu Harry a farsi avanti, tirando fuori la bacchetta e
battendola sopra i mattoni, come aveva imparato l’anno precedente. E proprio
come la prima volta, i mattoni cominciarono a muoversi da soli, ruotando e
spostandosi, per rivelare Diagon Alley.
“Prima tappa, Gringott.” esordì il signor Weasley, indicando
la banca.
“Quest’anno non dobbiamo preoccuparci troppo.” Disse Fred,
battendosi la mano sopra la tasca della giacca.
“Beh, per me non ci sono problemi se usate il mio denaro.
Tanto per me è troppo.” Commentò Harry, mentre si dirigevano alla banca dei
maghi.
“Ehi!” li chiamò una voce. “Da questa parte!”
I maghi alzarono lo sguardo, incrociando quello di Hermione,
che li stava salutando con la mano per farsi vedere, per poi corrergli
incontro.
“Hermione! Tutto bene?” chiese Lucy, ricambiando il saluto.
“Sì, grazie. Voi?” fece lei, per poi soffermarsi sul ragazzo
dai capelli blu. “E tu…”
“Indovina, aye!” esclamò lui, sorridendole e facendole
spalancare gli occhi.
“Happy? Sei davvero tu?” domandò, per poi abbassare la voce.
“Ma come-”
“Dobbiamo ringraziare un paio di professori.” Rispose Potter
con lo stesso tono. “Ah, per la cronaca, ufficialmente è il fratello minore di
Natsu.”
“Davvero? A chi è venuto in mente?”
“A me.” rispose Ron.
“Beh, allora i miei complimenti! È senza dubbio la scusa
migliore che si poteva trovare.”
“I tuoi genitori dove sono?” chiese Erza.
“Oh, sono rimasti nella Londra babbana. Gli ho detto che
preferivo stare con i miei amici per gli acquisti. Ora, se non sbaglio abbiamo da
fare qualche cambio alla Gringott, esatto?”
“E un conto da aprire.” Aggiunse Mira, sempre sorridendo.
I maghi entrarono nell’edificio, lasciando Mira assieme a
Lucy per aprire il conto e convertire l’oro in denaro, mentre gli altri
scendevano nuovamente nelle camere blindate, con grande dispiacere di
Salamander, che nonostante l’incantesimo di Hermione, sembrò subire in pieno
tutti gli effetti negativi della discesa.
“Allora adesso cosa facciamo?” chiese Fullbuster, guardando
gli altri, una volta usciti dalla banca, mentre Natsu continuava a tenere una
mano sulla bocca per evitare di rimettere.
“Happy e Ginny devono prendere tutto quanto, bacchetta
compresa. Perciò direi che è meglio dividerci.” Rispose Harry.
“Io vado con Happy.” Esclamò il Dragon Slayer. “In fondo,
per lui è tutto nuovo.”
“Vengo io con voi.” Fece il signor Weasley. “Molly
accompagnerà gli altri a prendere i libri di testo. Ci vediamo al Ghirigoro, va
bene?”
Tutti annuirono, per poi allontanarsi, lasciando indietro
solo Natsu, Happy, Ginny e il signor Weasley.
“Allora, prima Olivander, va bene?” asserì, ricevendo tre
assensi di risposta.
I quattro si diressero subito verso il negozio di bacchette,
dal quale stava uscendo una ragazzina dai capelli rosa e penetranti occhi verdi,
con addosso una tunica bianca con una trama a ghirigori verdi, che si fermò un
attimo a osservare il piccolo gruppo, per poi proseguire per la sua strada.
“Che strani capelli. Sono rosa.” esordì Happy, guadagnandosi
subito un’occhiataccia da Natsu.
“Se tu non l’avessi notato in tutto questo tempo, fratellino, anch’io ho i capelli rosa!”
esclamò lui, facendo scoppiare a ridere i due Weasley.
Quando furono dentro, videro il signor Olivander intento a
sistemare una serie di scatole, ma che s’interruppe non appena li vide per
andargli incontro.
“Salve, signor Weasley. E anche a lei, signor Dragonil.” Esordì,
riservando un breve sguardo a Happy, che deglutì. “Vedo che avete portato due
nuovi primini per scegliere la bacchetta.” Continuò, guardando Ginny.
“Già.”
“E lei sarebbe?” chiese, osservando ancora Happy.
“H-Happy Dragonil… sono il fratello minore di Natsu… aye…”
rispose lui con timore.
“Capisco… Beh, allora direi di cominciare con la signorina
Weasley, se non vi spiace.”
“No, nessun problema.” Rispose Happy, per poi girarsi a
guardare Natsu, mentre l’uomo cominciava a prendere le misure di Ginny.
“Sei sicuro che andrà tutto bene?” domandò a bassa voce.
“Perché non dovrebbe?”
“Beh… le bacchette sono fatte per gli umani… e io non lo
sono. Sono pur sempre un gatto… aye…”
Olivander si fece attento, continuando però a controllare la
ragazza, che sembrava non aver sentito nulla come il padre.
“Tu sta tranquillo. Sei un mago dopotutto, no? Non importa
se umano o meno.” Replicò il Dragon Slayer.
Dopo ciò, i due rimasero in silenzio a osservare Ginny
provare diverse bacchette.
Fu dopo venti minuti buoni che la ragazza riuscì finalmente
a trovare la sua, lasciando così il posto a Happy.
“Un altro Dragonil, eh? Non pensavo avesse altri parenti che
desideravano andare a Hogwarts.” Commentò il fabbricante di bacchette.
“È stata una decisione improvvisa. Ho ricevuto la lettera
solo ieri.” Rispose lui, ridacchiando.
“Ma sai già usare la magia, non è vero?”
Happy lo guardò con paura, per poi annuire. “G-Giusto
qualche piccolo incantesimo… nulla di eccezionale…”
Olivander annuì, per poi allontanarsi e tornando con una
bacchetta nera.
“Questa credo sia adatta a voi: cinque pollici, noce, piuma
di fenice, rigida.” Disse, porgendola al giovane mago.
“Non ho mai visto una bacchetta così corta.” Osservò il
signor Weasley, guardando la bacchetta con curiosità.
“Infatti è una delle poche da me costruite.” Replicò l’uomo,
mentre Happy la prendeva in mano.
Fu subito colpito da una piccola brezza, mentre il suo corpo
si alzava da solo dal pavimento di un paio di centimetri, per poi tornare a
terra.
“W-Wow… aye…” commentò lui incredulo, come anche gli altri,
ad eccezione di Olivander.
“A quanto pare, ho visto giusto.” Disse lui con un sorriso,
riprendendo la bacchetta e collocandola nella sua scatola, per poi consegnarla
al suo nuovo proprietario, dicendogli quanto gli doveva.
Non appena ebbero pagato, i due nuovi studenti, seguiti da
Natsu e dal signor Weasley, si diressero negli altri negozi, procurandosi tutto
il necessario.
“Okay… ci restano le divise e i libri. Dato che ci dobbiamo
ritrovare con gli altri al Ghirigoro, direi di pensare prima ai vestiti. Poi
prenderemo i libri.” programmò l’uomo, dirigendosi verso il negozio di Madama
McClan, dove Happy e Ginny provarono le loro uniformi.
Fu mentre stavano pagando che videro di nuovo la ragazza
uscita prima di loro da Olivander, solo che questa volta le parti erano
invertite, dato che era lei che stava entrando.
“Vorrei prendere gli abiti necessari per il primo anno a
Hogwarts.” Disse con tono freddo a Madama McClan, che la guardò un po’
sorpresa.
“Certo. Venga, la porto di là per prendere le misure.”
Rispose, indicandole il retro del negozio.
La ragazza annuì, per poi scoccare un’occhiata a Happy,
Ginny e Natsu, ignorando totalmente il signor Weasley, il quale però non se ne
accorse nemmeno, dato che stava consegnando i soldi.
“Quella ragazza mi fa un po’ paura…” fece la rossa,
guardandola sparire nel retro.
“A chi lo dici, aye.”
“Bah, a me sembrava normale.” Commentò Natsu, sbadigliando.
“Su. Harry e gli altri ci stanno aspettando!”
Cercando di dimenticare la strana ragazza, il quartetto si
diresse al Ghirigoro, trovandosi di fronte a una lunga coda per entrare.
“Che diamine… ci sono così tanti nuovi studenti quest’anno?”
domandò il Dragon Slayer, facendosi largo tra le persone, seguito dagli altri.
“Papà! Ginny! Natsu! Happy! Siamo qui!” li chiamò Fred da
dentro, al sicuro assieme agli altri in quella che pareva essere una zona
esclusa dalla folla.
“Che cosa succede? Lo scorso anno non c’erano tutte queste
persone!” esclamò Salamander, raggiungendoli assieme agli altri.
“Tutta colpa di quello.” Rispose Harry, indicando un cartello
appeso al centro del negozio.
Oggi dalle 12,30 alle 14,30 GILDEROY ALLOCK Firmerà copie della sua autobiografia Magicamente io
“L’autore di tutti quei libri di testo?” chiese Happy,
ricollegando il nome a quello visto sulla lista allegata alla lettera.
“Dev’essere un mago davvero straordinario per aver scritto tutti quei libri.”
“Così pare…” rispose Lucy, che teneva in mano proprio una
copia di un suo libro. “Però, parlando da scrittrice principiante, questi mi
sembrano più racconti che storie vissute.”
La bionda restò in silenzio per qualche secondo, per poi
alzare lo sguardo quando si rese conto che tutti la stavano guardando. “Che
c’è?”
“Tu scrivi?” chiese George, sorpreso.
“Beh… è una mia passione… ma finora non sono riuscita a
combinare granché…” rispose lei, leggermente imbarazzata.
“Sono sicura che riuscirai a scrivere un bel libro.” La
tranquillizzò Hermione, mentre Erza e Mira annuivano.
Prima che la maga degli spiriti stellari potesse dire
qualcosa, un boato di urla e grida li investì.
Il gruppo si spostò, ritrovandosi a guardare da lontano
Gilderoy Allock in persona, che apparve da dietro una fila di libri, restando
in piedi dietro una scrivania.
Indossava un abito color non-ti-scordar-di-me che si
adattava perfettamente ai suoi occhi, mentre sopra i capelli c’era
disinvoltamente poggiato di lato il cappello a punta da mago.
“È lui, aye?” chiese Happy, osservando un fotografo farsi
largo tra la folla. “Mi aspettavo qualcosa di meglio…”
“È uguale alle foto.” Osservò Mira. “Non sembra nemmeno un
mago che ha combattuto contro qualcosa di pericoloso. Insomma, non ha neppure un
graffio.”
“Questo perché è un mago fantastico!” rispose la signora
Weasley, che sembrava non stare più nella pelle per l’emozione.
Hermione storse il naso. “Mi sembra difficile credere che
sia così bravo.” Disse, ricordandosi delle ferite che si era procurata durante
la missione a Galuna, nonostante il suo ruolo fosse stato relativamente
marginale. In fondo, rispetto a Gray non si era fatta praticamente nulla.
“Quindi, alla fine è solo un pallone gonfiato!” esclamò
Natsu, a voce un po’ troppo alta.
Infatti molti maghi e streghe si girarono a guardarlo,
compreso Allock, che vide prima il Dragon Slayer, per poi spostare lo sguardo
su Harry.
“È mai possibile?” fece, in modo che tutti potessero udirlo.
“Ma quello è Harry Potter?”
La folla si zittì all’istante, spostando lo sguardo su
Majutsu, che sbuffò scocciato. “Ottimo lavoro, Natsu.” Riuscì a dire, prima che
Allock lo raggiungesse dopo essersi fatto largo tra la gente, stringendogli
subito la mano.
Il moro non fece in tempo a dire nulla che una serie di flash
lo accecò in pochi istanti.
“Fai un bel sorriso, Harry!” esclamò Allock, girandosi verso
il fotografo. “Tu e io insieme siamo degni della prima pagina!”
“Io non voglio pubblicità!” replicò Potter freddo, rompendo
la stretta di mano. “Non ho intenzione di guadagnare fama da una tragedia che
mi ha portato via i genitori!”
Allock lo guardò sorpreso per quella reazione. “Beh, sì,
capisco… ma tu in fondo sei il simbolo della nostra nuova speranza. Non puoi
sottrarti a questo ruolo. Tu e io siamo gli eroi della comunità magica!”
“Eroe? Sarei un eroe solo perché non sono morto?” replicò il
giovane, guardandolo con occhi truci e ignorando i giornalisti che stavano
prendendo appunti. “Io non la penso così. I veri eroi sono i miei genitori per
essersi opposti fino all’ultimo a Voldemort!”
A quella parola tutti i presenti, ad esclusione dei maghi
originali di Fairy Tail, tremarono.
“Inoltre, mi permetta un consiglio.” Continuò Harry. “Se lei
si definisce un eroe, allora smetta con tutta questa storia dei libri. Non si diventa
eroi per avere un tornaconto in fama e soldi.”
Allock lo guardò per qualche secondo, per poi sfoggiare uno
smagliante sorriso.
“Signori, Harry Potter ha ragione!” annunciò. “Volevo
aspettare un’altra occasione per annunciarlo, ma date le circostanze, farò
tutti voi partecipi della notizia! Ho intenzione di fare di più che scrivere
dei semplici libri per aiutare la popolazione magica. Infatti, ho il piacere di
annunciarvi che a settembre assumerò l’incarico d’insegnante di Difesa contro
le Arti Oscure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts!”
Tutti si rallegrarono e cominciarono a battere le mani,
mentre Allock faceva cenno a un uomo di portare a Harry l’intera collezione dei
suoi libri che lasciò tra le braccia del moro, il quale era rimasto fermo al
suo posto, incredulo per la notizia appena ricevuta.
“State dicendo che ci troveremo direttamente lui?!” esclamò George con gli occhi
spalancati, come gli altri maghi di Fairy Tail, mentre Potter li raggiungeva,
lasciando i libri a Ginny, poggiandoli nel suo calderone.
“Consideralo un regalo…” disse freddo, con le mani che
tremavano per la rabbia.
“Facile parlare per uno che ha sempre agito nell’ombra e
senza alcun testimone oltre a se stesso.” Fece una voce, che interruppe il
flusso di complimenti che Allock stava ricevendo.
Tutti si voltarono verso la direzione da cui proveniva,
ritrovandosi a guardare la ragazza dai capelli rosa, in quel momento seduta su
una sedia intenta a leggere un libro.
“Se penso a tutta la strada che ho fatto per poter frequentare
Hogwarts, la notizia che un babbeo del genere sarà uno dei miei insegnanti mi
rattrista non poco.” Detto questo, chiuse con uno scatto il libro, saltando giù
dalla sedia. “Tu prima hai detto che sei un eroe, giusto? Però le tue imprese
non mi sembrano nulla di che paragonate a quelle di Harry Potter. Il bambino
che è riuscito a respingere Voldemort. Il ragazzo che solo pochi mesi fa ha
affrontato il suo spirito, che si era impossessato del tuo predecessore.
Eppure, non l’ho sentito vantarsi di queste sue imprese, anzi.”
La ragazza ignorò lo sguardo dei presenti, prendendo un
sacchetto con all’interno alcuni libri. “Per quel che mi riguarda, tra i
presenti l’unica persona da cui sarei disposta a prendere lezioni è proprio
Potter. Preferisco i fatti ai racconti. Perciò, professore, spero non se la prenda se non acquisterò i suoi libri
di testo. E spero vivamente di non essere l’unica con un po’ di sale in zucca.”
Detto ciò, si diresse all’uscita, mentre tutti gli astanti
la osservavano increduli, compresi i maghi di Fairy Tail.
“P-Però… discorso chiaro e conciso… aye…”
“Scommetto che ti è piaciuto, non è vero, Potter?” intervenne
una voce dietro di loro, mentre il pubblico di Allock ricominciava a parlare
tra sé.
Il gruppo si girò, ritrovandosi a suo malgrado a guardare in
faccia Draco Malfoy, accompagnato da un uomo con il suo stesso pallore e gli
stessi occhi freddi e grigi. Un uomo che doveva essere senza dubbio suo padre.
“Il famoso Harry Potter colpisce ancora.” Continuò
denigratorio. “Non può neanche entrare in una libreria senza fare notizia, eh?”
“Lascialo in pace! Non è stato lui a volere tutto questo!”
esclamò di colpo Ginny, guardando truce lo studente di Serpeverde, che replicò
con un ghigno.
“Potter, ti sei fatto la ragazza?” domandò, facendo
arrossire la rossa. “È già strano vedere dei Weasley in una libreria. Immagino
abbiate dovuto ipotecare la casa per permettervi i libri, non è vero?”
“Attento Malfoy, non giocare troppo con il fuoco.” Replicò Natsu
guardandolo male, imitato da tutti gli altri, mentre Ginny si nascondeva la
faccia per non far vedere l’imbarazzo.
“Che cosa ci fate ancora qua?” chiese il signor Weasley,
raggiungendo i ragazzi cercando di evitare che la situazione peggiorasse.
“Sbrighiamoci a prendere i libri, la folla aumenta sempre di più e-”
“Bene, bene, bene… Arthur Weasley.” Fece il padre di Draco,
ghignando.
“Lucius.” Replicò l’interpellato, con tono freddo, alzando
lo sguardo su di lui.
“Ho sentito che è un momento di superlavoro, al Ministero.”
Continuò Malfoy senior. “Tutte quelle ispezioni… Spero bene che le paghino gli
straordinari!”
Mentre diceva ciò, si avvicinò al calderone dove Ginny stava
mettendo i libri, facendo bene attenzione a evitare i libri di Allock e prendendo
una vecchia copia di Guida pratica alla
trasfigurazione per principianti.
“Ovviamente no.” Proseguì. “Santo cielo, a che serve essere
un’onta al nome stesso di mago se non la pagano neanche a sufficienza?”
Il signor Weasley divenne paonazzo.
“Noi abbiamo idee un po’ diverse su cosa significhi essere
una vergogna.” S’intromise Erza. “Almeno noi teniamo conto del vero valore
delle persone.”
Con noncuranza, l’uomo dai capelli biondi rimise il libro di
Ginny nel suo calderone, per poi voltarsi e fare a un cenno a Draco di
seguirlo, uscendo così dalla libreria, lasciandosi alle spalle il gruppo di
maghi.
28: Viaggi, smistamento e platani
E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Allora, vedo con piacere che l'idea di un Happy umano ha colpito tutti! E dico senza modestia che anch'io ne vado fiero XD.
Avviso che non so quando posterò il prossimo capitolo, per il
semplice fatto che non so quando riuscirò a tornare al pc per
scrivere XD.
Ordunque, direi che non c'è molto da dire... perciò
ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e passo a rispondere
alle recensioni!
@ fria: Beh, mi fa piacere sapere che il capitolo ti è piaciuto.
Per la ragazzina, vedrai... mentre per il diario, chissà XD
@ Ronnie Stregatto: Eh già, l'idea era proprio quella, e vedo
con piacere che è stata pienamente apprezzata XD. Per Allock,
è altamente probabile che spererà in una fine veloce e
indolore... povero illuso XD.
Per la ragazza dai capelli rosa, si sapra qualcosa di più sul
suo conto... ma ti dico solo di non lasciarti ingannare dalle apparenze
XD.
Invece per la rissa... il signor Malfoy mi serve ancora, se lo facevo
scontrare con il signor Weasley, automaticamente avrebbe affrontato i
nostri maghi... e contro di loro avrebbe potuto fare ben poco XD @ NemoTheNameless: eh
già, un bel colpodi scena. E non sarà l'unico, come
neppure il maggiore... eheheh... E Harry non poteva stare in silenzio
questa volta XD. Per il libro, ho voluto rispettare il libro, dove
nessuno se ne accorgeva e non veniva fatto notare neppure al lettore @ hinata 92: Bisogna sempre tenere nascosto il proprio asso e, come direbbe Kaito, mostrare la propria faccia da poker XD.
- Dubito anch'io che ci tenga in particolar modo XD
- Già, direi che è proprio il caso giusto XD
- Nei libri la McGranitt mi è sembrata abbastanza immune alle
guffate... vedremo se manterrà questa carratteristica anche qui
XD
- Eh... è ancora presto per rivelarlo, anche se leggendo i vecchi capitoli, potresti trovare un indizio...
- Sì, probabilmente ha pensato quello, oppure ha sperato che fosse solo una frase senza conseguenze... XD
- Emh... Spoiler? XD
- Poi sui mezzi più devastanti dell'universo credo che nessuno possa salvarsi XD
- Ehm... è Happy XD, non c'è altro da dire
- Natsu non è mai stato uno che nota cose strane... effetti
collaterali di quando si passa troppo tempo a cercare di fare a botte
con gli altri XD
- Il buon vecchio Malfoy non starà mai zitto, anche quando sbaglia XD
Per lo scambio di personaggi... ci possiamo mettere d'accordo allora! XD @ fenris: Beh, per il viaggio
non dovrai aspettare troppe righe, ma sul chi... vedrai, vedrai... XD.
E per la lezione, aspetta il prossimo capitolo, poi mi dirai se
è andata come immaginavi XD. Per il potere di Ron, sì,
è già tutto pronto, ma ci vorrà ancora un po' per
la sua rivelazione... diciamo che mi serve l'occasione giusta XD (e no,
non lo conosco jojo XD) @ erol89: Vedo che ti ho proprio sorpresa, eh? XD
Nocturn Alley pensavo di inserirla, ma poi ho preferito saltarla, visto
che non avrebbero potuto sbagliare destinazione, visto che erano
già stati a Diagon Alley tramite la polvere... ma in futuro,
chissà!
La ragazza ce la porteremo dietro per molto, molto tempo, credimi. Per
il suo aspetto... beh, diciamo che ricorda diversi personaggi
abbastanza famosi XD.
Mira non aveva alcun motivo per prendere la bacchetta, e se non sai
già la storia di FT, più avanti spiegherò il
tutto... ma per il Natale, ci sono ben altri progetti in corso XD.
Vasta schiera di oppositori? *faccia innocente* Cosa ti fa pensare a
una tale improbabile eventualità? Insomma, secondo te
riuscirà a fare lezione? XD @ ganduil: eheheh... e spero di non finire mai di sorprenderti XD.
Il discorso di Harry non poteva mancare. Ironia della sorte, questo
Harry, sebbene abbia tutti i motivi per vantarsi, è anche
più restio dell'originale a farlo XD.
La ragazza dai capelli rosa... sì, inizia per M, ma non è chi pensi che sia XD
E sì, sarà abbastanza diverso dal secondo anno originale, anche per l'evento che ho in mente per Natale...
E auguri, anche se in ritardo!
Bene, e ora... buona lettura a tutti!
Capitolo 28: Viaggi, smistamento e platani
La fine delle vacanze estive arrivò ben più velocemente di quanto credessero.
L’ultima sera la signora Weasley, aiutata da Mira,
organizzò una cena sontuosa con tutte le pietanze da loro
preferite –e un bel pesce arrosto per Happy, il quale nonostante
il nuovo aspetto aveva mantenuto gli stessi gusti–.
Fred e George conclusero degnamente la serata con uno spettacolo di fuochi d’artificio Filibuster,
sebbene fossero stati tentati di usare la loro magia, inondando la
cucina di stelle rosse e blu, che ribalzarono dal soffitto alle pareti
per una buona mezz’ora.
“Fantastico!” esclamò Mira, battendo le mani.
“Simili feste da noi ce le scordiamo! Fred, George, la prossima
volta che venite da noi dovete portare un po’ di quei fuochi!
Saranno perfetti per i nostri festeggiamenti!”
“Certo! Vedrai, riusciremo anche a crearne qualcuno di nuovo!” rispose Fred, battendo il cinque al fratello.
“A proposito…” intervenne la signora Weasley,
guardando Mira. “Sei sicura di voler partire stasera? Non ci
daresti fastidio.”
“La ringrazio, ma abbiamo già preparato la
passaporta.” Rispose lei. “Inoltre mio fratello è un
tipo che si preoccupa facilmente, e non oso pensare a come abbia
passato queste settimane senza di me.”
“Probabilmente avrà girato mezzo paese urlando cose del tipo ‘Questo è quello che farebbe un uomo!’ o simili.” Ridacchiò Gray.
“Ma dove vi procurate le passaporte? Al Ministero non arriva
nessuna richiesta…” osservò il signor Weasley,
sperando di risolvere quel mistero.
“Se ne occupa un mio amico.” Rispose Lucy. “Le manda
da me tramite la magia, ma le crea nel nostro paese. Per questo non
sono riconosciute qui.”
“Capisco…” fece lui, non troppo convinto della spiegazione.
“Ad ogni modo, me ne andrò in piena notte, così non disturberò nessuno.” Continuò Mira.
Verso le due di notte, un’assonata Lucy uscì dalla tenda, seguita da Mira.
“Sicura che non ci sia nessun problema?”
“No… il re degli Spiriti mi ha concesso un viaggio extra
per te…” rispose lei dopo uno sbadiglio. “Dice solo
che in cambio vuole il prossimo numero della rivista che ti
intervisterà e fotograferà…”
Mira sorrise.
“Un buon cambio quindi.”
“La fortuna di avere una modella in gilda direi piuttosto…
e di avere un re che si lascia convincere facilmente…”
Dicendo ciò, alzò lo sguardò, vedendo la classica luce di Virgo apparire.
“Principessa, eccomi qui.” Disse, facendo abbassare sconsolata la testa a Lucy.
“Allora ci vediamo la prossima volta.” Fece Mira,
avvicinandosi allo spirito, il quale invece consegnò a Lucy un
pacco.
“Questi sono i nuovi mantelli, con le mappe e gli occhiali del
vento per Hermione, Ron e Happy. Il vostro Master mi ha chiesto di
consegnarveli.”
“Oh, grazie Virgo! Credo che saranno ben accetti… tranne
gli occhiali, per Hermione…” commentò la bionda,
ridacchiando non troppo forte per non rischiare di svegliare nessuno.
“Allora-”
“Aspettate!” la chiamò Natsu, avvicinandosi.
“Oh, ciao.” Lo salutò Mira.
“Tieni.” Fece lui, consegnandole un mazzo di fiori.
“So che torni indietro anche per lei… questi sono da parte
mia e di Happy.” Disse serio. “Li ho ordinati a Diagon
Alley per fargli arrivare ieri. E chiedile scusa per la nostra
assenza.”
Mira prese i fiori, sorridendo triste.
“D’accordo, glielo dirò. Grazie.” Rispose,
sotto lo sguardo curioso di Lucy. “Allora direi che adesso posso
andare.”
“Salutaci tutti!” fece il Dragon Slayer. “E ricorda a
quel bastardo di Luxus che la prossima volta che lo incontro lo
prenderò a calci!”
“Io eviterei di riferire questo messaggio…”
mormorò Lucy, salutando con la mano Mira, la quale scomparve
assieme a Virgo.
“Per chi erano quei fiori?” chiese poi maliziosa a Natsu, guardandolo divertita.
Tuttavia il rosato non rispose, per poi girarsi.
“Beh, io torno a dormire!” esclamò. “A domani mattina!”
“Aspetta! È arrivato quello che abbiamo chiesto per Happy!” replicò Lucy, correndoli dietro.
All’oscuro dei due, all’interno della casa Weasley, due occhi avevano osservato con attenzione la scena.
La mattina dopo ci volle tutta la forza di volontà dei maghi per riuscire a partire.
Si erano alzati al canto del gallo –con sommo disappunto di
Lucy–, subito presi da mille cose da fare: la signora Weasley
correva di qua e di là in cerca di calzini spaiati e di penne
d’oca, mentre i maghi di Fairy Tail controllava che fosse tutto a
posto per la partenza. Happy sembrava terrorizzato per
l’imminente partenza, soprattutto perché sarebbe stata la
sua prima uscita oltre a Diagon Alley, e sapeva che sarebbe rimasto
separato dagli altri per lo smistamento.
“Ma come faremmo ad arrivare alla stazione tutti quanti?”
chiese Erza al signor Weasley, che stava portando fuori il baule della
figlia. “Useremo ancora la Polvere Volante?”
“No, no.” Rispose lui, sorridendo, “Vieni, ti faccio vedere.”
L’uomo la condusse a una vecchia macchina color turchese parcheggiata dietro la casa.
“Un auto? Mi scusi, ma dubito che ci staremmo tutti quanti… senza considerare i nostri bagagli.
Il padre dei Weasley sorrise ancora, aprendo il bagagliaio.
Con grande sorpresa della rossa, lo spazio dentro si rivelò ben
più grande dell’esterno, tanto da permettere a tutti di
entrare dentro comodamente.
“Un piccolo tocco di magia.” Disse Arthur. “Anche se non proprio a norma…”
“Fantastico!” esclamò Erza, entusiasta. “Devo
imparare questo incantesimo! Mi permetterebbe di non portarmi dietro il
mio solito carro di bagagli!”
“Carro?” ripeté l’altro, guardandola sorpresa.
Erza restò in silenzio per qualche secondo, pensando se poteva riferirlo.
“Beh, da noi non esistono le automobili. Quindi quando viaggio,
sono solita portarmi dietro tutto con un carro, che trascino a
forza.”
“Davvero? Non ti aiuta nessuno? Nessuna magia?”
“Lo faccio anche per tenermi in forma. Certo però che così, sarebbe un bel intralcio in meno…”
“Certo che da voi le cose funzionano proprio diversamente.
Però devo dire che sembrate felici. Siete stati fortunati che
Tu-Sai-Chi non è giunto fin lì…”
“Lui no… ma abbiamo avuto anche noi i nostri guai.”
rispose Erza, portando una mano a coprire l’occhio destro.
“E non sono stati facili da risolvere…”
“Erza-”
“Ho perso un occhio da piccola per questo motivo.” Disse
lei. “Ma in cambio, ho trovato una famiglia che mi ha accolta
come loro figlia.”
Il signor Weasley sospirò, non sapendo cosa dire.
“Le chiedo di non rivelare ciò che ha visto questa
notte.” Continuò Erza. “Silente ne è
conoscenza.”
Arthur si voltò verso di lei.
“Co-”
“L’ho vista alla finestra. Lei avrà visto solo Natsu
e Lucy, ma io ero sveglia. E probabilmente anche gli altri.”
“Non dirò niente a nessuno. Ma permettimi solo una domanda: chi siete davvero?”
Erza sorrise, per poi girarsi.
“Siamo maghi di Fairy Tail. Ovvero, siamo tra i maghi più
forti del mondo.” Rispose divertita, facendo per allontanarsi.
“Quindi è per questo che Fred e George lo scorso Natale
sono tornati feriti: non è stato un incidente, vero?”
“In un certo senso lo è stato.” Fece Harry,
avvicinandosi. “Sono venuti con noi senza che lo avessimo messo
in conto, ritrovandosi coinvolti in una situazione più grande di
loro. Ma hanno saputo cavarsela egregiamente. Inoltre, io e Erza
abbiamo fatto in modo che le cose non peggiorassero.”
Arthur ridacchiò.
“Quindi siete voi due a capo del vostro gruppo?”
“Diciamo solo che siamo i due maghi più forti. E non si
preoccupi: mi sto occupando personalmente di rendere Fred, George e Ron
forti abbastanza per poter contrastare qualsiasi minaccia.”
“Se ci sentisse Molly, non saprei come la prenderebbe… Io
però non posso fare a meno di ringraziarvi. Ho visto chiaramente
come sono entusiasti di questa nuova occasione. Inoltre se Silente lo
sa e non ha nulla da dire, allora anch’io non dirò
nulla.”
“La ringraziamo.” Dissero insieme i due maghi di classe S, chinando la testa.
Quando finalmente furono tutti in macchina, la signora Weasley si
sedette nel sedile anteriore, per poi guardare dietro, dove uno accanto
all’altro c’erano seduti tutti i ragazzi.
Il signor Weasley mise in moto e l'auto si avviò fuori del cortile.
Tuttavia non avevano fatto in tempo a chiedersi quando avrebbero
rivisto La Tana che già erano tornati indietro: perché
Fred doveva correre a prendere il suo manico di scopa, che aveva
dimenticato nel trambusto della partenza.
Avevano quasi raggiunto l'autostrada, quando Ginny, con uno strillo,
disse di aver dimenticato il diario. Quando la ragazzina si fu di nuovo
arrampicata in macchina erano decisamente in ritardo e gli animi si
stavano surriscaldando.
Il signor Weasley guardò l'orologio, poi sua moglie.
“Molly, mia cara...”
“No, Arthur.”
“Ma nessuno ci vedrebbe. Questo bottoncino qui è il Turbo
Invisibile che ho installato... che ci farebbe sollevare... e poi
voleremmo sopra le nuvole. Arriveremmo in dieci minuti e nessuno ne
saprebbe niente...”
“Ho detto di no, Arthur, non in pieno giorno!”
decretò lei, sotto gli sguardi curiosi dei maghi di Fairy Tail.
Arrivarono alla stazione di King's Cross alle undici meno un quarto. Il
signor Weasley attraversò di corsa la strada per procurarsi i
carrelli portabagagli e poi, tutti insieme, si precipitarono in
stazione.
“Prima Percy!” disse mamma Weasley guardando nervosamente
il grande orologio della stazione, dal quale risultava che avevano
soltanto cinque minuti per scomparire tutti quanti disinvoltamente
attraverso la barriera.
Percy spiccò una corsa e sparì. Seguirono il signor Weasley e Ginny.
“Forza, andiamo!” esclamò Natsu con Happy, correndo verso la barriera e sparendo oltre essa.
“Sbrighiamoci!” aggiunsero i gemelli, seguendoli.
La signora Weasley gli andò subito dietro, seguita da Erza.
Harry prese un respiro, per poi cominciare a correre verso la barriera.
Il carello passò senza problemi, ma non appena lui toccò
il muro, sentì una forza invisibile opporsi al passaggio.
Harry mise maggiore forza, riuscendo finalmente a passare.
Tuttavia non senza conseguenze.
Non appena Majutsu riuscì a passare, dalla barriera si udì un rumore secco, come di qualcosa che si rompeva.
Poi prima che Ron, Gray e Lucy potessero fare qualcosa, un’onda
d’urto li fece volare all’indietro, cadendo rumorosamente a
terra, disseminando per buona parte della panchina i loro bauli.
“Che cos’è successo?!” esclamò Lucy, rialzandosi, ignorando gli sguardi straniti dei Babbani.
Gray si avvicinò alla barriera, mettendo una mano sopra.
Con sua grande sorpresa, la mano aderì perfettamente sopra, senza passare oltre.
“È chiusa…” mormorò, guardando gli altri due.
Ron alzò subito lo sguardo verso l’orologio, che ormai segnava solo pochi secondi alle undici.
“Non ce la faremo mai a prendere il treno!” esclamò spaventato.
I tre restarono a guardare impotenti i secondi passare, finché la lancetta dei secondi non finì il suo giro.
Lucy si lasciò scivolare a terra.
“Abbiamo perso il treno… e ora cosa facciamo?”
“Harry avrà notato che è successo qualcosa. Credo
ci convenga aspettare.” Fece Gray, mentre si allontanavo per non
destare ulteriori sospetti.
“No, non credo.” Replicò Ron. “Temo che la
barriera si sia rotta. Una cosa del genere non si era mai sentita
prima…”
“Quindi nemmeno i tuoi genitori possono tornare indietro?”
Il Weasley scosse la testa.
“Un bel problema…” mormorò Gray, portandosi una mano dietro la testa.
Tuttavia Ron spalancò gli occhi.
“La macchina!” disse, girandosi verso i due. “Possiamo usare la macchina!”
“Andare a Hogwarts fino in macchina? Non è un po’ lontano?” domandò Lucy.
Il rosso tuttavia sorrise.
“Non per la nostra. Credo che papà non vi abbia detto
un’altra piccola modifica che gli ha fatto…”
I due lo guardarono.
“Ovvero?”
“Vedrete! Seguitemi!” fece, guidando il carello verso il
posteggio, dove una volta giunti alla macchina aprì il
bagagliaio con due colpi di bacchetta.
Senza aspettare un secondo, misero dentro i bauli, per poi entrare: Ron al posto di guida, Gray al suo fianco e Lucy dietro.
“E ora?” chiese la bionda.
“E ora partiamo. Tenetevi forte!” rispose il rosso,
guardando fuori per essere sicuro che nessuno li stesse guardando, per
poi premere un bottoncino d’argento sul cruscotto.
La macchina cominciò a diventare invisibile, assieme a loro,
sebbene ciò si potesse capire solo dall’esterno.
“Ho appena reso la macchina invisibile.” Spiegò
infatti ai due amici Ron. “Così potremo volare senza
problemi.”
“Volare?!” ripeterono i due insieme, vedendo Ron mettere in moto la macchina con un colpo di bacchetta.
Prima che Lucy e Gray potessero dire altro, la macchina si sollevò in cielo, per poi sparire oltre le nuvole.
Harry cadde in avanti, lasciando scivolare il carello per qualche metro.
“Che cosa-” fece, guardando indietro, mentre i signori Weasley correvano verso di lui.
“Tutto bene Harry?” chiese Molly, aiutandolo a rialzarsi.
“Sì… credo di sì… ma c’è qualcosa che non va con la barriera.” Disse.
Il signor Weasley si avvicinò al varco, poggiandosi una mano sopra.
“Già. Non è più in funzione…”
affermò, senza nascondere un po’ di preoccupazione.
“Ci sono ancora Ron, Lucy e Gray dall’altra parte!”
esclamò Harry. “Non faranno in tempo a prendere il
treno.”
“Non preoccuparti, ci pensiamo noi a quello. Tu ora vai, o rischi di perderlo pure tu.” Fece Arthur.
Harry restò fermo per qualche secondo, per poi annuire.
Senza mostrare alcun sforzo, sollevò il baule e la gabbia di
Edvige, per poi correre verso la porta più vicina del treno,
giusto in tempo prima che si chiudesse.
Il moro si guardò indietro, vedendo i signori Weasley, ora affiancati da altri maghi, cercare di riaprire il passaggio.
“Che cosa diamine può essere successo?” mormorò, per poi guardare a destra e a sinistra nel corridoio.
“Sono andati verso la testa.” Rispose una voce.
Harry si voltò, ritrovandosi a guardare la ragazzina dai capelli
rosa, in piedi nel corridoio, appoggiata al muro mentre leggeva ‘Storia di Hogwarts’.
“Come scusa?”
“I tuoi amici sono andati avanti. Li ho visti passare prima.”
“Ah… grazie… Scusa, temo di non averti chiesto il tuo nome prima.”
“Aisu, Potter. Ma sinceramente, dubito parleremo ancora.” Rispose fredda lei.
Harry la ringraziò lo stesso, per poi seguire la direzione da lei indicata.
Pochi minuti dopo finalmente vide la testa di Natsu uscire da dietro una porta.
“Harry, siamo qui!” lo chiamò.
Majutsu annuì, accelerando il passo e raggiungendolo.
Assieme a Natsu c’erano tutti gli altri.
“Finalmente! Credevo aveste perso il treno!” esclamò Hermione.
“Io no, ma Ron, Lucy e Gray sì.” Rispose lui, sollevando il baule per metterlo assieme agli altri.
“Come scusa?” domandò Erza.
Harry li raccontò cos’era successo.
“Beh, allora direi che non ci resta che aspettare. In fondo, non
possono fare altro che attendere che qualche adulto li porti a Hogwarts
in un altro modo.” Fece George.
“Già. Dopotutto, non possono di certo venire a scuola in
volo, no, aye!” disse Happy, facendo sbiancare i gemelli Weasley
e Ginny.
“Che succede?” chiese Natsu.
“Beh… a dir la verità… sarebbe
possibile…” mormorò Fred. “Ma Ronald non
credo possa arrivarci… o almeno, lo spero, perché in quel
caso supererebbe anche noi gemelli…”
“Di cosa state parlando?”
“La nostra macchina… può volare, quindi
tecnicamente, potrebbero raggiungerci con quella… ma non sarebbe
legale…”
Il gruppo restò in silenzio.
Fu Erza a interromperlo.
“G-Gray e Lucy dovrebbero avere sufficiente buon senso per non fare una simile idiozia… spero…”
“Stiamo per morire! Stiamo per morire! Stiamo per
morire!!!” urlò Lucy, aggrappata al sedile, mentre la
macchina perdeva drasticamente quota.
Erano trascorse diverse ora da quando erano partiti, e ora la macchina sembrava non riuscire più a reggere la quota.
“Riparti per piacere… non piantarci in asso proprio
adesso!” esclamò Ron, continuando a schiacciare il pedale
dell’acceleratore, mentre Gray cercava di restare il più
impassibile possibile.
“E io che credevo che Natsu fosse l’unico ad avere delle
idee stupide…” mormorò, ignorando le grida di
terrore di Lucy.
Per loro fortuna, la macchina riprese lentamente quota, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti e tre.
Ron mise la testa fuori dal finestrino, guardando l’espresso per Hogwarts sfrecciare sotto di loro.
“Per il momento, a parte quello che è appena successo, non ci sono stati troppi problemi…” fece.
“Ringrazia che stai guidando, o ti avrei già
strozzato!” gli urlò contro la bionda. “Ho perso
dieci anni di vita!”
“Concordo… Senza pensare che non oso minimamente a cosa ci faranno stavolta Harry e Erza…”
“M-Magari si congratuleranno con noi…” fece
speranzoso il rosso, nemmeno lui troppo convinto delle sue parole.
Il viaggio proseguì tranquillo, finché il sole non cominciò a tramontare.
“Ci conviene scendere un po’ di quota…” disse
Gray. “O queste nuvole non ci permetteranno di vedere quando
arriveremo.”
Ron annuì, obbedendo.
“Là!” urlò Lucy, indicando un punto di fronte a loro.
I due maghi seguirono la direzione, vedendo finalmente le torri del castello che si stagliavano sulla rupe sopra il lago.
“Ci siamo!” esclamò Gray, mentre la macchina
tremò nuovamente, abbassandosi di quota e perdendo
velocità.
“Dai, su…” la incitò Ron con fare persuasivo,
dando una piccola scossa al volante. “Dai, ci siamo quasi.
Il motore gemette, mentre da sotto il cofano cominciarono a uscire sottili getti di vapore.
Lucy non attese un secondo ad aggrapparsi nuovamente al sedile.
“Non di nuovo!” urlò sull’orlo di una crisi di nervi.
L’auto ebbe un fremito sinistro.
I tre guardarono fuori dai finestrini, un miglio sotto di loro il lago, mentre il castello si faceva sempre più vicino.
“E dai, su…” sbottò Ron, pigiando sull’acceleratore.
Ci fu un rumore di ferraglie, un crepitio e il motore si spense del tutto.
I tre maghi si guardarono per un secondo, mentre il muso della macchina
si abbassava, per poi prendere velocità, diretta verso il suolo.
“Siamo morti!!!” urlò Lucy con le lacrime agli occhi
mentre la velocità la schiacciava al sedile. “Sono troppo
giovane per morire schiantandomi a terra!!!”
La macchina ignorò le sue suppliche, dirigendosi verso la massiccia muragli del castello.
“Fatti da parte!” urlò Gray, scambiandosi di posto
con Ron e prendendo il volante, sterzando vigorosamente e riuscendo
così ad evitare l’ostacolo, sebbene la macchina fece un
giro della morte.
“Aiuto!!!” gridò ancora la bionda, mentre
l’auto sorvolava le serre, poi sopra l’orto, per poi andare
oltre.
“Fermati!” urlò Ron, puntando la bacchetta contro il volante, senza però ottenere alcun risultato.
“Albero in rotta di collisione!” avvertì Lucy,
lanciandosi in avanti per aiutare Gray a controllare il volante.
“Uh?” fece Natsu, alzando lo sguardo, mentre si dirigeva
assieme agli altri, ad esclusione di Happy e Ginny, verso delle
carrozze trainate probabilmente da dei cavalli invisibili.
“Che succede?” chiese Erza, guardandolo curiosa.
“Mi è appena sembrato di sentire un botto…” rispose lui, mentre i gemelli si guardarono.
“Ne sei sicuro? Che tipo di botto?” chiese uno di loro.
“Come di qualcosa che andava a sbattere.”
Harry si girò verso i due Weasley.
“Non state pensando quel che penso, vero?” chiese speranzoso, ben conscio della verità.
“Non saranno veramente Ron, Lucy e Gray, vero?” fece Hermione, senza ottenere risposta.
“E così sei il fratellino di Natsu, eh?” fece Hagrid
a Happy, mentre lo conduceva assieme agli altri del primo anno su per
il sentiero, diretti all’ingresso del castello.
“Già, aye!” rispose lui sorridendo, mentre dietro di
lui Ginny restava in silenzio, troppo emozionata per parlare, come gran
parte dei presenti.
“Non mi aveva mai parlato di te. Credevo fosse figlio
unico.” Continuò il guardiacaccia. “Lo scorso anno
mi ha davvero aiutato…”
“Beh, Natsu ha un talento naturale con il fuoco… non poteva tirarsi indietro, aye!” ‘Se dico che è stato lui a scaldare il mio uovo mi prendono per pazzo, aye…’ aggiunse mentalmente.
“Sei un tipo curioso.” Disse una voce.
Happy si girò, ritrovandosi a guardare una ragazzina dai capelli
biondo sporco, con pallide sopracciglia e occhi sporgenti che le davano
un’aria perennemente sorpresa, in quel momento fissi sul gatto
trasfigurato.
“M-Me lo dicono in molti… aye…” rispose lui,
leggermente intimorito da quello sguardo, che non venne interrotto
nemmeno per un secondo.
“Non sei abituato a stare tra molta gente, vero?”
continuò la ragazza. “I Gorgospizzi intorno a te sembrano
felici di poter banchettare…”
“I cosa?” ripeté Happy.
“Gorgospizzi.” Ripeté lei. “Creature invisibili che ti entrano nel cervello e ti confondono-”
Ma la ragazza si interruppe quando vide Happy cominciare subito a colpirsi la testa, spaventato.
“Uscite dalla mia testa!” urlò nel panico, sotto lo sguardo degli altri.
“Non hai avuto alcun dubbio nel credermi?” chiese la ragazza.
Il gatto si fermò subito.
“Volevi dire che era uno scherzo?”
“No, ma di solito nessuno mi crede.”
“Perché? Se mi metti in allerta, devo solo esserti grato,
aye.” Rispose lui, mentre Ginny lo guardava come un pazzo.
“Comunque io sono Happy! Tu come ti chiami?”
“Luna Lovegood.” Rispose lei. “Piacere.”
“Luna?” ripeté lui, guardandola leggermente
spaventato. “Non è che ti succede qualcosa di strano con
la Luna, vero? No, perché ti avverto, non voglio avere
più niente a che fare con la Luna per molto, molto tempo.”
“Oh.” Si limitò a dire lei.
“Ma se è solo un nome, allora non c’è alcun
problema!” si affrettò a dire Happy, temendo di aver
combinato un guaio. “A proposito, dovevo dirti anche il mio
cognome, vero?”
Luna lo guardò ancora, per poi fare una piccola risata.
“Sei strano.” Disse, facendo ridere anche l’altro.
Il gruppo poi si fermò, osservando Hagrid bussare sull’enorme portone.
“Ahia…” si lamentò Lucy, riaprendo gli occhi pochi secondi dopo l’impatto.
Si trovava a terra, buttata fuori dalla macchina per la forza d’urto.
Poco lontano da lei, Gray si stava rialzando, mentre Ron giaceva ancora a terra, sebbene sembrava conscio.
La macchina invece giaceva inerme a terra, con il cofano fumante, dal
quale si riuscivano a sentire distintamente i versi di terrore dei loro
gufi.
“State bene?” chiese la maga degli spiriti, cercando di
ignorare il grosso bernoccolo che le stava venendo fuori sulla testa.
“Sono stato meglio… Ohi… anche se in confronto alla battaglia contro Leon, sono incolume…”
“La mia bacchetta!” esclamò Ron, mettendosi seduto e
osservando il suo strumento di magia. “Guardate la mia
bacchetta!”
I due si avvicinarono, accorgendosi che era spezzata praticamente in due, tenuta insieme solo grazie a qualche scheggia.
Tuttavia un rumore costrinse i tre a zittirsi, spostando lo sguardo
verso l’albero, il quale aveva alzato un grosso ramo, il quale
poi colpì in pieno la macchina, facendola volare più in
là di diversi metri.
“Non di nuovo!!!” urlò Lucy, guardando la pianta, i
cui rami sembrarono voltarsi verso di loro. “Io non ho mai fatto
niente contro il regno vegetale! Perché gli alberi mi prendono
sempre di mira?!”
Prima che qualcuno potesse rispondere, l’albero cercò di
colpirli, e solo la prontezza di riflessi di Gray, che prese di peso
gli altri due per poi correre via, riuscì a evitargli di finire
spiaccicati.
“Via da qui!” urlò Lucy non appena tornò con
i piedi per terra, allontanandosi il più possibile, seguito dai
due compagni.
Raggiunsero la macchina, sospirando di sollievo quando si resero conto
di essere fuori dalla portata di quell’albero assassino.
“P-Per un pelo…” ansimò Ron, guardando l’auto, la quale tuttavia sembrò riaccendersi.
Con tonfi sordi aprì il bagagliaio, sputando fuori i loro
bagagliai: le gabbie dei gufi si aprirono, lasciandoli volare via.
Poi, ammaccata, scorticata e fumante, l’automobile si immerse
rombando nell’oscurità, con le luci posteriori che
lampeggiavano di collera.
I tre maghi di Fairy Tail restarono in silenzio.
“… Credo che l’auto ci ha appena mandati a quel paese…” fece Gray infine.
“Q-Questa mi mancava…”
“Papà mi ammazzerà!” esclamò invece
Ron, portandosi le mani sulla testa, ignorando Crosta, il quale li
stava mordicchiando la tunica dalla tasca.
“A questo ci penseremo più tardi… ora ci conviene
tentare di entrare a scuola inosservati, per quanto possa essere
possibile…”
Prendendo i loro bagagli, i tre si diressero verso i grandi portali di quercia dell’entrata principale.
Tuttavia il trio si fermò sugli scalini che portavano all’ingresso, avvicinandosi a una finestra illuminata.
“Credo che la festa sia già iniziata.” Fece Ron,
guardando dentro. “Temo ci perderemo lo smistamento…”
Happy restò in silenzio.
Il Cappello Parlante aveva appena finito di cantare la sua canzone di
inizio anno, e la McGranitt ora era in piedi di fronte a loro, con la
pergamena in mano.
“Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello
in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati.”
Spiegò, usando le stesse parole dell’anno precedente.
“Aisu Melody!”
La ragazza dai capelli rosa si fece largo tra i suoi compagni,
raggiungendo lo sgabello e prendendo il cappello, mettendoselo sulla
testa senza mostrare alcuna emozione.
Il Cappello Parlante si mosse leggermente, come se si fosse piegato su se stesso per pensare meglio.
“Veramente difficile…” borbottò, facendo
cominciare a parlottare diversi studenti, dato che difficilmente faceva
commenti ad alta voce.
Passò un altro minuto.
Melody digrignò i denti, muovendo le labbra come per dire qualcosa, salvo poi cambiare idea.
“GRIFONDORO!” urlò infine, facendo scoppiare il tavolo in esultazione.
Tuttavia la ragazza si tolse il cappello senza mostrare alcuna soddisfazione.
“Come vuoi.” si limitò a dire appoggiandolo sullo
sgabello e attraversando l’intera sala, ignorando i suoi nuovi
compagni che stavano applaudendo, andandosi a sedere in fondo, dove
c’erano meno persone.
“Ehi, che razza di modo di fare è questo?!”
urlò Natsu. “Unisciti almeno alla tua casa per
festeggiare!”
Non fu l’unico a reagire così: diversi Grifondoro la guardarono, chi increduli, chi un po’ arrabbiati.
Nel frattempo la vicepreside, cercando anche lei di non far caso a
quella singolare reazione, continuò a chiamare qualche altro
studente, per poi fermarsi a “Dragonil Happy!”
Happy deglutì, avvicinandosi allo sgabello sotto lo sguardo
della professoressa, che lo incitò con un sorriso appena
accennato.
Il falso umano annuì, prendendo il cappello e infilandoselo in testa, isolandosi dalla Sala Grande.
“Oh!” esclamò la voce del Cappello Parlante nella sua testa. “Questa sì che è una sorpresa!”
“Aye?” replicò telepaticamente Happy.
Il cappello ridacchiò.
“In tanti anni di onorato
servizio, questa è la prima volta che mi capita di smistare un
gatto… anche se sotto mentite spoglie. E per di più, un
gatto nato da un uovo. Singolare, veramente singolare…”
“È-È un problema?”
“No. Sei a ogni modo un mago,
il che è ciò che ti serve per venire smistato. Vedo che
hai un profondo legame con Natsu, tanto da decidere di farti passare
per suo fratello per questa missione…”
“Già. È come se fossimo veramente fratelli, aye!”
“Sei fortunato. Con te non ho alcun dubbio su dove metterti.” Disse, per poi urlare. “GRIFONDORO!”
Il tavolo esultò ancora, questa volta ricambiato dal nuovo arrivato, il quale si tolse il cappello e corse al tavolo.
“Ottimo lavoro!” esclamò Natsu, battendoli il cinque, mentre il ‘fratello’ si sedeva nel posto che il Dragon Slayer aveva occupato per lui, sicuro del risultato.
“Grazie, aye!” rispose lui sorridendo. “Ma ho avuto una paura…”
“Beh, è andato tutto bene.” Fece Harry, tornando a
guardare lo smistamento. “Cosa che non sarà per quei
tre…”
Fred e George deglutirono, provando a immaginare che cosa sarebbe successo a loro fratello.
Lo smistamento proseguì.
Luna venne assegnata a Corvonero dopo pochi secondi.
“Peccato… mi era simpatica…” borbottò Happy.
L’ultima della lista fu Ginny, la quale si unì al tavolo dei Grifondoro, andandosi a sedere vicino a Percy.
“E con questa, tutta la famiglia è ufficialmente a Grifondoro!” esclamò George.
“Menomale!” sospirò felice Lucy, vedendo Ginny
andare a sedersi al tavolo con gli altri. “Siamo sempre tutti
insieme.”
“Già…” fece Gray, mentre Ron guardava l’intera Sala.
“Però manca qualcuno…” osservò lui, attirando l’attenzione dei due amici.
“Chi?”
“Piton.”
I due guardarono il tavolo degli insegnanti, accorgendosi del posto mancante.
“Forse è malato…” azzardò Lucy.
“Un professore di pozioni? La vedo dura…”
“Forse è stato licenziato?” fece Ron.
“O forse…” disse una voce dietro di loro, che
riuscì a congelare anche Gray. “…sta aspettando di
sapere come mai voi tre non siete arrivati con il treno della
scuola!”
I tre maghi voltarono lentamente la testa, ritrovandosi così a
guardare Severus Piton, il cui sorriso gli fece capire
all’istante che erano nei guai.
“Seguitemi.” Ordinò.
“Che cosa succede?” domandò Natsu, guardando i
professori, i quali stavano parlando tra di loro, ignorando Allock, il
quale cercava inutilmente di attirare l’attenzione dei colleghi
raccontato le sue avventure.
“Forse hanno scoperto di Ron, Gray e Lucy…”
azzardò Harry, mentre si metteva nel piatto un pezzo di arrosto,
cercando di ignorare Happy, il quale si era fiondato su tutto
ciò che era pesce.
“Di cosa state parlando?” chiese Neville, seduto lì vicino.
“Diciamo che hanno fatto una cosa tanto stupida quanto
geniale.” Rispose uno dei gemelli. “Ah, il nostro
fratellino sta crescendo bene. Presto potrebbe sperare di raggiungere
il nostro livello…”
“Mi auguro proprio di no!” esclamò Hermione,
guardandoli male. “Sarà giù un miracolo che non
vengano espulsi!”
“Il fatto che forse non sono tanto sani e salvi non ti tocca
minimamente, vero?” domandò Natsu, guardandola di traverso
mentre infilava in bocca un intero pezzo di carne.
“Dopo quel che ho visto, l’unico per cui avrei motivo di
preoccuparmi è Ron. Ma qualcosa mi dice che non gli è
successo niente.”
“Non ancora. Aspetta che lo incontriamo io e Erza e potrebbe non
essere così fortunato…” fece Harry, per poi
mostrare un sorriso sadico, imitato subito da Scarlett, i quali fecero
sbiancare tutti i presenti, anche chi ignorava la situazione.
I tre maghi di Fairy Tail deglutirono.
Piton li aveva portati nei sotterranei, per poi farli entrare
attraverso una porta in quello che doveva essere il suo studio, come si
poteva dedurre dagli scaffali carichi di grossi vasi di vetro dentro i
quali galleggiavano oggetti rivoltanti di ogni genere.
“E così…” cominciò Piton. “Voi
tre non vi sentite degni di viaggiare sul treno come gli altri comuni
studenti, eh?”
Lo sguardo del professore gli esaminò uno ad uno, soffermandosi sul Weasley.
“N-No, signore…” cominciò Lucy, cercando di
trovare il coraggio sufficiente per parlare. “È-È
stata t-tutta colpa della b-barriera di King’s Cross, altrimenti
noi-”
“Silenzio, Heartphilia!” intimò gelido l’adulto. “Che ne è stato della macchina?”
“M-Macchina?” ripeté Gray, sperando di poter almeno evitare quella parte.
Speranza che si infranse quando Piton li aprì davanti agli occhi una copia dell’edizione serale della Gazzetta del Profeta, dove si vedeva chiaramente una foto della macchina volare.
“Siete stati visti!” sibilò, mostrandogli il titolo di testa: Una Ford Anglia Volante Sconcerta I Babbani.
Poi girò il giornale, cominciando a leggere a voce alta.
“Due Babbani, a Londra, affermano di aver visto una vecchia
automobile volare sopra la torre dell'ufficio postale... a mezzogiorno,
a Norfolk, la signora Hetty Bayliss, mentre stava stendendo il
bucato... il signor Angus Fleet, di Peebles, ha riferito alla
polizia...”
Piton abbassò il giornale, guardando Ron.
“Sei o sette Babbani in tutto. Sbaglio o tuo padre lavora
nell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani?”
chiese con un sorriso ancor più maligno. “Per tutti i
gargoyle... proprio suo figlio...”
I tre non seppero come controbattere.
Solo in quel momento Ron aveva realizzato che usando la macchina aveva
fatto scoprire che suo padre l’aveva modificata con la magia.
“Inoltre, mentre ispezionavo il parco, ho notato che il Platano
Picchiatore, una pianta di valore inestimabile, sembra essere stato
gravemente danneggiato.”
“Se posso permettermi, quell’albero ha rischiato di fare più male a noi…” lo interruppe Gray.
“Silenzio!” tuonò nuovamente Piton. “Con mio
grandissimo rammarico, voi non appartenete alla mia Casa e la decisione
di espellervi non compete a me. Ora vado a chiamare qualcuno cui spetta
questo felice compito. Voi restate qui.”
I tre restarono in silenzio mentre il professore usciva, per poi guardarsi.
“Q-Qualcosa mi dice che siamo spacciati…”
mormorò Lucy. “Il Master ci schiaccerà come mosche
quando li riferiremo che siamo stati espulsi!”
“Più che il Master, mi preoccupano Harry e Erza.”
Fece Gray, deglutendo. “Se l’abbiamo scampata a Galuna,
questa volta per noi non c’è via di scampo…”
“Credetemi, niente in confronto a quel che spetta a me…
mia mamma sa essere peggiore anche di Deliora se vuole… e stiamo
parlando in un demone alto decine di metri!”
“Ti ricordo che la mia città e la mia famiglia è
stata distrutta da Deliora, perciò so bene com’era
fatto.” Replicò il mago del ghiaccio.
Il rosso aprì la bocca, per poi abbassare lo sguardo.
“Scusa.” Mormorò.
I tre restarono in silenzio per i dieci minuti successivi,
finché la porta non si riaprì, lasciando rientrare Piton,
accompagnato dalla professoressa McGranitt.
“Spiegatevi.” Disse lei, con bagliori sinistri negli occhiali.
Ron si lanciò nel racconto, cominciando dalla barriera della stazione che si era rifiutata di lasciarli passare.
“...e quindi non abbiamo avuto altra scelta, professoressa, non potevamo prendere il treno.”
“Perché non ci avete mandato una lettera via gufo? Penso
che almeno uno di voi abbia un gufo.” chiese la McGranitt gelida.
“E-Ecco… non ci… abbiamo pensato…” rispose Lucy.
“Questo” continuò la professoressa “mi pare evidente.”
Si sentì bussare alla porta e Piton, che in quel momento
sembrava più felice che mai, andò ad aprire: era Silente.
I tre maghi si sentirono gelare il sangue nelle vene.
Non per il preside, ma per la piccola figura dietro di lui, che sbatté con forza il suo bastone a terra.
Mararov guardò i tre, i quali deglutirono sonoramente.
“Potremo sapere esattamente che cos’altro avevate in mente
voi tre idioti?” chiese, ignorando lo sguardo sorpreso della
McGranitt e quello invece soddisfatto di Piton.
Gray prese aria, per poi cominciare a spiegare tutto quanto, tranne il
fatto che il signor Weasley possedeva un'auto stregata, facendo
sembrare che a loro fosse capitato per caso di trovare un'auto volante,
parcheggiata fuori della stazione.
Quando finì di ripetere anche al Master e al preside la storia, restarono in silenzio.
“Andiamo a riprendere la nostra roba.” Disse infine Ron con un filo di voce.
“Di che cosa stai parlando, Weasley?” domandò la McGranitt.
“Beh, penso che saremo espulsi, non è così?” replicò il ragazzo.
“Non oggi, Weasley.” Decretò Silente. “Ma
intendo ribadire la gravità di quel che avete fatto. Stasera
scriverò alla sua famiglia. Devo inoltre avvertirvi che se
rifarete una cosa simile, non avrò altra scelta che espellervi.
Per quanto riguarda voi due, essendo già qui il vostro tutore
legale, discuterete con lui tra poco.
Fu come se avessero detto a Piton che il Natale era stato soppresso, il quale infatti si schiarì la gola.
“Professor Silente, questi ragazzi si sono presi gioco del
Decreto di Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni, hanno
danneggiato gravemente un antico e prezioso albero... senza dubbio,
atti di questa natura-”
“Sarà la professoressa McGranitt a decidere la punizione,
Severus.” disse con calma Silente. “Loro appartengono alla
sua Casa e quindi la responsabilità è sua.” Poi si
rivolse alla McGranitt: “Io devo tornare al banchetto, Minerva,
devo dare alcuni annunci. Venga, Severus, c'è un dolce alla
crema dall'aspetto delizioso che non voglio perdermi. Makarov, ti
aspetto al mio ufficio. La accompagnerà minerva.”
Piton scoccò un'occhiata di puro veleno ai tre mentre veniva
trascinato fuori del suo ufficio e i due rimasero soli con la
professoressa McGranitt e Makarov.
Il Master sospirò.
“Veramente, cosa devo fare con voi? E stavolta non c’era neppure Natsu…”
“Ecco… noi…”
“Mi dispiace dover arrivare a tanto, ma non mi lasciate altra
scelta. Lascerò che siano Harry e Erza a pensare alla vostra
punizione. Per Ron invece ci penserà la vostra
professoressa.”
La McGranitt fece per protestare a quella decisione, ma si
bloccò quando vide Gray e Lucy assumere l’espressione
più terrorizzata possibile.
“La prego, ci ripensi! Possiamo rinunciare ai prossimi compensi!
Ma non ci lasci nelle mani di quei due assieme!” esclamò
Gray, diventando pallido.
“Ho ancora troppe cose da fare per andarmene così giovane!” urlò invece Lucy, facendo sospirare Ron.
“Forse a me è andata decisamente bene…”
mormorò, ripensando a come Harry e Erza avevano sistemato
un’intera banda di pirati da soli.
“P-Professoressa…” cominciò Lucy, guardando
l’insegnante. “Quando noi abbiamo preso la macchina, il
semestre non era ancora iniziato e quindi... quindi in realtà al
Grifondoro non dovrebbe essere tolto nessun punto, giusto?”
concluse, guardandola con ansia, non osando pensare a come sarebbe
sopravvissuta a un trattamento come quello che era stato riservato lo
scorso anno a Natsu, Ron e Hermione.
La McGranitt gli lanciò un'occhiata penetrante, ma per un istante ai tre parve quasi stesse sorridendo.
“Non toglierò punti al Grifondoro.” Rispose infine.
“Ma non mi opporrò alla punizione decisa dal vostro
tutore. Parlerò con Molly per scegliere la punizione per il
signorino Weasley, mentre per voi due chiederò indicazioni a
Potter e Scarlett. Qualcosa mi dice che è meglio se non lascio
fare direttamente a loro.”
“Forse sì… sarebbe troppo traumatizzante per gli altri studenti.”
La McGranitt sollevò la bacchetta magica, puntandola verso la
scrivania di Piton. Con uno schiocco apparvero un vassoio di
tramezzini, tre calici d'argento e una caraffa di succo di zucca
ghiacciato.
“Mangerete qui e poi ve ne andrete direttamente al vostro dormitorio.” disse.
“Spero di non venire ancora disturbato per simili motivi.”
Aggiunse Makarov. “Ora, spero solo che gli altri non abbiano
fatto troppi danni in mia assenza… E poi, dimenticavo di dover
ringraziare la professoressa McGranitt per il lavoro che ha fatto a
Happy.”
Quando la porta si fu richiusa dietro di loro, Ron emise un lungo fischio soffocato.
“Pensavo di essere spacciato.” Fece, afferrando un
tramezzino. “Ma vi rendete conto di quanto siamo stati
sfortunati? Fred e George devono aver fatto volare quella macchina
almeno cinque o sei volte lo scorso anno e nessun Babbano li ha mai
visti, a loro.”
Inghiottì e dette un altro grosso morso al tramezzino.
“Ribadisco che voi avete troppo timore delle conseguenze.
Dovreste rivelare al mondo intero la vostra esistenza. Vedete, da noi
non abbiamo nessun problema di convivenza, anzi, collaboriamo
perfettamente. In fondo, ci sono cose che i maghi non possono fare
mentre i non magici sì.” Fece Gray
“Ma perché non siamo riusciti a passare attraverso la barriera?” domandò Lucy.
“Ora che ci penso… la barriera ha avuto qualche problema mentre l’attraversava Harry…”
Ron restò in silenzio per qualche secondo, finendo di masticare il panino.
“E se qualcuno l’avesse chiusa volontariamente?” azzardò, guardando gli altri due.
“Può essere… ma chi e perché l’avrebbe fatto?”
Quando ebbero mangiato quanti più tramezzini potevano, dato che
il vassoio tornava a riempirsi da solo, si alzarono e lasciarono la
stanza, percorrendo il familiare tragitto fino alla torre dei
Grifondoro.
Il castello era immerso nel silenzio; segno che la festa doveva essere
terminata. Oltrepassarono i ritratti brontoloni e le armature
cigolanti, salirono le anguste rampe della scala di pietra e finalmente
raggiunsero il passaggio dove si trovava l'ingresso segreto alla torre
dei Grifondoro, dietro al quadro a olio della Signora Grassa nel suo
vestito di seta rosa.
“Parola d'ordine?” chiese lei una volta che le furono di fronte.
“Ecco… mi sembrava ci fossimo dimenticati di qualcosa…” sospirò Gray.
“Tipo di chiedere la parola d’ordine?” domandò una voce dietro di loro.
“Sì, proprio quello. E poi-”
Ma il mago del ghiaccio si bloccò, vedendo il viso dei due
compagni, che stavano guardando dietro di lui, diventare bianco.
“E poi che la mia vita è probabilmente giunta al
termine…” concluse, girandosi per ritrovarsi a fissare
Harry e Erza, i quali non erano proprio al settimo cielo.
“Riconosco che la barriera ha avuto qualche problema.”
Cominciò il moro, alzando una mano per fargli star zitti.
“Ma la vostra soluzione non è stata un po’
esagerata?”
“Ecco… Noi…”
“Il Master ci ha già avvertito che dobbiamo decidere una
punizione per voi due.” Continuò Erza. “È un
peccato che non possiamo usare il trattamento di Fairy Tail… la
mia spada aveva sete di sangue…”
I tre deglutirono.
“Ma direi che per stasera ne avete passate fin troppe.”
Decretò la rossa, sospirando. “La parola d’ordine
è Colibrì. Ma sappiate che-”
Ma le sue parole vennero interrotte da un'improvvisa raffica di
applausi non appena il ritratto della Signora Grassa lasciò
aperto il varco.
Sembrava che l'intero dormitorio di Grifondoro fosse sveglio: erano
tutti pigiati nella sala comune circolare, in piedi sopra i tavoli
sbilenchi e sulle molli poltrone, in attesa del loro arrivo.
“Eccezionale!” gridò Lee Jordan. “Un vero
colpo di genio! Che arrivo spettacolare! A bordo di una macchina
volante dritta dritta sul Platano Picchiatore! Se ne parlerà per
anni!”
“Certo che potevate dircelo che avevate intenzione di
divertirvi.” Fece Fred, sorridendogli. “Vi avremo aiutato
più che volentieri!”
“Già… avete volato senza di me… Potrei offendermi, aye!” esclamò Happy.
“E avete quasi distrutto un albero e una macchina senza chiedere
la mia consulenza! Questa non la dimenticherò facilmente,
sapete?” aggiunse Natsu.
Ron era paonazzo e sorrideva imbarazzato, ma Lucy vide qualcuno con l'aria tutt'altro che allegra.
Percy sovrastava alcuni ragazzi del primo anno, eccitatissimi, e
sembrava assolutamente intenzionato a fare a tutti e tre una lavata di
capo.
“Ecco… ora noi andremo a dormire… siamo un
po’ stanchi…” fece il mago del ghiaccio, cominciando
a farsi largo verso l’altra parte della stanza, dove si trovava
la porta che conduceva alla scala a chiocciola e ai dormitori, seguito
dai compagni.
“’Notte.” Dissero a Lucy, Hermione e Erza, le quali,
ad esclusione della prima, avevano messo su un cipiglio come quello di
Percy.
Riuscirono a guadagnare il lato opposto della sala comune, sempre
accompagnati da sonore pacche sulle spalle, e poi, finalmente,
raggiunsero la pace della scala a chiocciola. Salirono di corsa fino in
cima e, come dio volle, ecco la porta del loro vecchio dormitorio, che
ora portava un'insegna con su scritto ‘Alunni del secondo anno’.
“Lo so che non dovrei essere così contento,
però-” cominciò Ron, interrompendosi quando vide
entrare gli altri compagni di dormitorio, Seamus Finnigan, Dean Thomas
e Neville Paciock.
“Incredibile!” esclamò Seamus radioso.
“Fantastico!” commentò Dean.
“Strabiliante!” disse Neville reverente.
Harry sospirò, per poi lasciarsi sfuggire anche lui un largo sorriso.
Capitolo 29 *** La Strillettera e l’inizio delle lezioni ***
29: La Strillettera e l’inizio delle lezioni
E dopo eoni, finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo! Scusate
per il ritardo, ma tra una cosa e l'altra ho avuto qualche
difficoltà a mettermi a scrivere, ma ora sto rimediando
ù.ù. Allora, nel precedente capitolo abbiamo visto il
ritorno a Hogwarts... e ora, finalmente inizierà il secondo
anno, con diverse modifiche alla storia originale... di cui comincerete
ad avere un assaggio in questo capitolo! Perciò ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e passo alle recensioni!
@ fria: Ehm, a dir la verità non c'è nessuna ragazza Potter, ma solo Melody che chiama Harry per cognome XD @ erol89:
Già, ne avrà ancora di possibilità per aiutarlo
ù.ù. E avrà anche diversi aiuti (River Song:
Spoiler...) XD. Per la ragazza dai capelli rosa, chissà... Assai
probabile che se Happy fosse stato realmente umano in futuro sarebbe
potuto scattare qualcosa XD. E per la lista di persone che sanno...
ehh, diciamo che sì, sarà un po' lunghetta XD. Per
Allock... qualcuno che gliele suona? Pensavo più qualcosa del
tipo "Qualcuno che lo prende, cambia mondo e lo scaraventa nel Monte
Fato prima di un certo anello" XD. Per Mira e Piton... aspetta e vedrai... Ho piani ben precisi per entrambi ù.ù @ Ronnie Stregatto: Dici? Io aspetterei prima di darlo per scontato... Cavoli, non credevo di aver già creato una nuova coppia del tutto inedita in questo tipo di crossover XD. Già,
poveri loro... Harry e Erza troveranno la punizione perfetta per loro
ù.ù. Anche se sarà nulla in confronto a quello che
faranno a Dobby quando scopriranno che è colpa sua XD. E se
credi di aver visto tutto il sadismo di Harry... o, non ti illudere...
siamo solo all'inizio! *Inserire risata malvagia qui* @ hinata 92:
Nah, Happy non poteva precipitare con una macchina volante, non avrebbe
retto la vergogna XD. E Dobby decisamente ha sottovalutato Harry... il
che provocherà non pochi problemi a entrambi XD. E ora rispondiamo alle citazioni, che fanno sempre piacere ù.ù - Beh, tre anni in un paese dove praticamente esistono solo i giapponesi influenza non poco XD -
Il contaggio di Ron continua... molto presto lo vedremo andare in giro
assieme a Natsu a seminare distruzione per le vie delle città XD. - ... Ora per colpa tua mi sognerò Natsu vestito da Batman e Happy vestito da Robin. Avrò gli incubi per mesi! XD - Già... ora che ci penso, i nostri maghi avranno a che fare diverse volte con la Luna XD. -
Lucy ti ringrazia e prende nota del numero... con la sua fortuna, ci
sarà una terza volta XD. Comunque si riferisce alla pianta che
ha attaccato lei e Fred a Galuna. Anche se controllata, era pur sempre
una pianta XD - Mi è venuta proprio spontanea come battuta
XD. E credo che Kaito avrebbe apprezzato non poco l'idea XD (e
sì, ti ho lasciato l'onere della canzone... troppa poca fantasia
per quella XD. E complimenti per aver intuito che ho pensato a River
Song quando ho inventato il suo nome XD. - Me lo sono sempre chiesto anch'io XD - Si dice che "Chi cammina con lo zoppo impara a zoppicare" XD - La McGranitt ignorava che lo stava condannando a morte XD. Perciò ha dovuto rimediare XD. - Mi hai fatto morire con questa battuta XD - XD -
Beh, qualcosina dell'Harry originale è rimasto... poco, ma pur
sempre qualcosa XD. E il suo è un sorriso possiamo dire di
sollievo, visto che alla fine è andato tutto relativamente bene
(Povero sciocco XD) @ NemoTheNameless:
No, Harry non sarebbe mai salito sull'auto, quindi ho dovuto rimediare
XD. Per Natsu... poverino, avrebbe avuto una ricaduta istantanea XD.
Melody invece... chissà... @ Siu_Mpf: Prima di tutto, benvenuta tra i recensori e grazie mille per il commento! Mi fa piacere che la storia ti sia piaciuto a tal punto da fartela leggere tutta in una notte! Modestamente parlando (ma anche no XD), sono contento che sia risultata così ottima tra i crossover ù.ù Per
i gemelli, semplicemente sono fantastici come personaggi, e proprio
perché nel libro sono stati parzialmente ignorati, qui gli ho
voluto dare più spazio. Per il continuo, adesso mi sono
ritrovato con mille impegni diversi da sbrigare, ma non appena riesco a
liberarmente, dovrei riprendere a scrivere spedito. O almeno lo spero XD @ ganduil: Uhm... restare intera? La vedo dura, sopratutto dopo Natale XD. Concordo con te: Luna paragonata a molti altri è assolutamente normale XD. E
anche sul fatto che probabilmente Gazza diventerebbe un loro fan,
è assai probabile XD. Se solo dovesse scoprire i loro metodi
però XD.
Ecco, poi prima che mi dimentico, vi pongo anche
qui la stessa questione che ho esposto in Equilibrio: volete che
continui a rispondere alle recensioni così come ho fatto finora
(quindi a ogni aggiornamento) o subito tramite l'apposito form di efp?
A voi lettori la scelta! E detto ciò, buona lettura a tutti! Capitolo 29: La Strillettera e l’inizio delle lezioni
La mattina dopo, il gruppo di Fairy Tail si diresse alla
Sala Grande, dove Ron, Gray e Lucy furono nuovamente accolti da un’ondata di
applausi, che li seguì finché non si furono seduti. “Beh… non che sia una novità venire acclamati… ma qui mi
sembra esagerato…” commentò il mago del ghiaccio. “Parla per te! Io lo detesto…” replicò la bionda, per poi
sospirare. “Io ho paura per come ci puniranno…” mormorò il giovane
Weasley, guardando Harry ed Erza, che restarono in silenzio. “Su, non sarà niente di troppo
doloroso.” Disse Fred, sorridendo. “In fondo, Hermione è ancora qui. Una
possibilità esiste, no?” “Io fossi al posto di Harry sceglierei la punizione
peggiore.” Rispose la diretta interessata, mettendosi un po’ di porridge nel
piatto, mentre Happy cercava invano qualche pietanza a base di pesce. “Ginny dov’è?” chiese Harry, guardando i gemelli. “Sta cercando di convincere quella ragazzina, Melody se non
sbaglio, a venire a fare colazione con noi comuni mortali. Cavoli, non ho mai
visto nessuno comportarsi così… sembra quasi che la disgusti l’idea di stare
con noi.” Rispose George. “E dire che al Ghirigoro mi era sembrata così simpatica…”
aggiunse il fratello. “A me mica tanto, aye…” asserì Happy, addentando un pezzo di
pane con sopra della marmellata, dopo essersi arreso nella ricerca. “Quella ragazza è strana.” Intervenne una voce alle sue
spalle, facendo andare di traverso il boccone al gatto umanizzato, che cominciò
a tossire e fu subito aiutato da Natsu, che gli diede diversi colpi sulla
schiena. Poi il gruppo si girò, ritrovandosi a guardare Luna, in
piedi accanto al tavolo, con lo sguardo perso verso l’ingresso della sala. “Tu sei…?” fece Erza. “Luna!” esclamò Happy, facendo saltare la maggior parte del
gruppo alla menzione del nome del satellite. “Mi hai fatto quasi soffocare per
la sorpresa, aye!” “Oh, mi dispiace.” Rispose lei, senza guardarlo. “È che
mentre passavo ho sentito il vostro discorso, e devo dire che quella ragazza mi
preoccupa… è strana. Le creature magiche non osano avvicinarcisi.” “Creature… magiche?” ripeté Lucy, guardandola. “Che cosa
intendi?” “Voi non le vedete, vero?” continuò Luna. “Non che sia
sorpresa… sono molto pochi coloro in grado di vederle, e ancora meno quelli che
ci credono…” “Dici sul serio?” chiese Salamander, annusando l’aria.
“Strano, io non sento niente.” Per la prima volta Luna cambiò sguardo, rivolgendo
un’occhiata leggermente sorpresa al Dragon Slayer. “Hai… annusato l’aria?” “Ho un olfatto molto sviluppato, come anche l’udito.”
Rispose il rosato, sorridendo e mandando giù in un sol boccone un’intera
ciottola di cereali. “E anche un buon appetito, vedo. Anche se credo sia colpa
dei Plimpi Ghiottoni che sono intorno a te.” “Che cosa intendi dire che queste creature stanno alla larga
da Melody?” domandò Harry, ignorando Natsu che si guardava attorno alla ricerca
degli esseri appena nominati. “Non saprei… so solo che è strano. Non che sia importante.
Beh, credo che andrò a vedere che lezioni devo frequentare oggi. Spero di
rivederti presto, Happy. Ciao.” Dicendo ciò, si diresse verso il tavolo di Corvonero,
lasciando il gruppo di Fairy Tail a osservarla in silenzio. “Non riesco a capire se quella ragazza è strana, tonta o
così intelligente da sfuggire alla nostra logica.” Fece Heartphilia qualche
secondo dopo. “Il nome mi ricorda troppo Galuna…” replicò Dragonil.
“Cavoli, se penso a Deliora…” “Chi sarebbe Deliora?” domandò Neville, sedendosi al loro
fianco, facendoli saltare per la sorpresa. “D-Deliora?” ripeté George. “Beh, è una… persona… che
abbiamo incontrato quest’estate… Sfortunatamente, non è più tra noi…” “Sfortunatamente…” rimarcò Fullbuster acido. “Sinceramente,
non mi dispiace. Almeno ora i miei genitori e Ur possono riposare in pace!” Tutti i maghi di Fairy Tail, e non solo, si girarono a
guardarlo. Harry ed Erza gli diedero un’occhiata di avvertimento, ma il
mago del ghiaccio non si fece intimorire. “Non m’importa niente del fatto che non vogliate parlarne o
fare finta di nulla. Deliora è stato il responsabile della loro morte, e il
fatto che sia crepato non mi dispiace minimamente!” “Gray…” mormorò Hermione. “I tuoi genitori… sono morti?” chiese Paciock, che sembrava
ancora più impacciato. Non avevano mai parlato del loro passato prima di allora, e
quell’uscita del moro lo preoccupava, soprattutto per la freddezza con cui aveva
parlato. “Qualche anno fa. A essere sincero, fatico anche a ricordarne
i volti… Ma ormai è acqua passata. Come mi disse Ur, devo andare avanti.”
Continuò lui, incrociando le braccia. “Non importa quali saranno le difficoltà
che incontrerò.” “Lo terrò presente per i suggerimenti da dare alla McGranitt
per la tua punizione.” Intervenne Erza, tornando a bere il suo tè senza mostrare
alcun risentimento nella voce, facendo sbiancare il diretto interessato. Tuttavia, la sua preoccupazione fu interrotta dall’arrivo
della posta, anticipata dal fruscio di centinaia di gufi, che irruppero
volteggiando nella sala, lasciando cadere lettere e pacchi sulla folla di
ragazzi. “Wow…” fu l’unica cosa in grado di dire Happy, il quale,
nonostante i racconti di Natsu e degli altri, si stava rendendo conto solo ora
di quanto fosse fantastico quel posto. Un grosso pacchetto bitorzoluto ribalzò sulla testa di
Neville, mentre un istante dopo qualcosa di grosso e grigio cadde nel piatto di
Natsu, schizzandolo di porridge. “Errol!” esclamò Ron, riconoscendo il gufo di famiglia,
apprestandosi a toglierlo dalla colazione del Dragon Slayer, che stava
imprecando coloratamente l’arrivo dell’animale, facendo sbiancare diversi
primini e non solo. “Non ho mai sentito nessuno sbraitare così…” commentò Lucy, osservandolo
incredula, mentre il Weasley minore lasciava cadere di peso Errol sul tavolo,
guardandolo con occhi sgranati. “Non mi pare sia morto…” osservò Fred, per poi spostare lo
sguardo sulla lettera rossa che il gufo teneva con il becco, perseverando nel suo
dovere anche da svenuto. “Oh, cavoli!” “Che succede?” chiese Titania, guardando curiosa la reazione
dei tre fratelli, come anche quella di Neville, che aveva assunto un’espressione
di puro terrore. “Mi ha… Mi ha mandato una Strillettera.” Rispose Ron con un
filo di voce. “Una Strillettera?” ripeté Harry. “Sarebbe?” Tuttavia nessuno rispose, poiché Neville prese subito la
parola. “È meglio se la apri, Ron.” Suggerì sussurrando. “Sarà
peggio se non lo fai. Una volta mia nonna me ne ha mandata una ed io ho fatto
finta di niente e…” deglutì “…è stato orribile.” “È una lettera! Cosa diamine può mai fare di così
spaventoso?” domandò Lucy, zittendosi quando vide che la busta aveva cominciato
a emettere fumo dagli angoli. “Io non c’entro nulla…” precisò subito Salamander,
anticipando qualunque domanda. “Natsu…” lo chiamò Fred, portandosi le dita alle orecchie.
“Un consiglio: tappati le orecchie più forte che puoi. E consiglio di farlo
anche a chi non è dotato di un udito sopraffino. Farà male.” I maghi di Fairy Tail lo guardarono sorpresi, salvo vedere
molti dei ragazzi di Grifondoro imitarlo, decidendo così di seguire il
consiglio. “Aprila…” mormorò ancora Neville, guardando Ron. “Tra pochi
minuti sarà troppo tardi…” Il Weasley deglutì, allungando una mano tremante per
prendere la busta e, infine, aprirla. Una frazione di secondo dopo i maghi attorno a lui furono
costretti ad allontanarsi per colpa di una specie di ruggito che riempì
l’immensa sala, la cui forza fu tale da far cadere la polvere dai soffitti,
zittendo tutti i presenti. “… RUBARE LA MACCHINA! NON MI AVREBBE SORPRESO SE TI AVESSERO ESPULSO!
ASPETTA CHE TI PRENDA! NON HAI PENSATO NEANCHE PER UN ISTANTE A QUEL CHE
ABBIAMO PASSATO TUO PADRE E IO QUANDO ABBIAMO VISTO CHE NON C’ERA PIÙ…” Le urla della signora Weasley, cento volte più acute del
normale, fecero tremare piatti e posate, riecheggiando tra le mura di pietra.
Tutti i ragazzi nella sala si voltarono per vedere chi aveva ricevuto la
Strillettera e Ron sprofondò nella panca, così che si vedesse solo soltanto la
sua fronte paonazza. “… UNA LETTERA DA SILENTE IERI SERA! HO CREDUTO CHE TUO PADRE SAREBBE
MORTO PER LA VERGOGNA! NON TI ABBIAMO ALLEVATO PERCHÉ TU TI COMPORTASSI IN
QUESTO MODO! TU, LUCY E GRAY POTEVATE MORIRE…” A quella frase i due nominati abbassarono lo sguardo. “… ASSOLUTAMENTE DISGUSTATA! IN UFFICIO TUO PADRE VERRÀ SOTTOPOSTO A
UN’INCHIESTA! È TUTTA COLPA TUA, E SE PROVI A FARE UN ALTRO PASSO FALSO TI
RIPORTIAMO DRITTO FILATO A CASA!” Cadde un silenzio assoluto. La busta rossa, caduta dalla mano di Ron, prese fuoco e si
contorse su se stessa fino a ridursi in cenere. “O-Ora c-capisco il perché d-del nome… a-aye…” mormorò
Happy, togliendosi le dita dalle orecchie, seguito dagli altri, a eccezione del
Dragon Slayer, che restò perfettamente immobile. “Natsu?” mormorò Majutsu, toccandolo con un dito sulla
spalla. Con loro sorpresa, il rosato cadde all’indietro, sempre con
le dita nelle orecchie e gli occhi sgranati, come se fosse stato pietrificato. “Natsu!” urlarono subito tutti, a esclusione dei tre
interessati della lettera, che restarono al loro posto. “Beh… valeva la pena scendere per un simile spettacolo… Ora
so che mi conviene non dire ai miei tutori di questa magia…” fece una voce,
mentre Melody si avvicinava al tavolo accompagnata da una rossa Ginny, la quale
rivolse uno sguardo imbarazzato al fratello. “Natsu! Natsu, non morire!” esclamò Happy, scuotendo il
Dragon Slayer. “Ugh… Perché non dovrei dormire, Happy?” chiese lui, sbattendo
gli occhi. I membri di Fairy Tail si guardarono tra di loro. “Natsu… ci senti bene?” “Perché volete farmi bere?” continuò lui, massaggiandosi le
orecchie. “Quella dannata lettera…” “Che cosa gli prende?” domandò Neville, guardandolo
preoccupato. “Succede che avere un udito sopraffino non sempre è una cosa
positiva…” commentò Harry con un sospiro, aiutando il compagno ad alzarsi, che
però barcollò. “Non si saranno danneggiati i timpani, vero?” domandò
preoccupata Hermione. “No, non credo. Però di certo ha ricevuto un brutto colpo.
Lo porto io in infermeria. Prendete voi l’orario per noi. Ci vediamo qui tra
poco.” “Sembra che a pagare le conseguenze del vostro atto sia
stato Natsu…” fece Erza, osservando i due allontanarsi, per poi spostare lo
sguardo su Lucy, Gray e Ron. “Spero siate soddisfatti.” I tre abbassarono la testa, mentre la McGranitt si
avvicinava al tavolo, cominciando a distribuire gli orari. “Come sta il signor Dragonil?” chiese una volta raggiunti.
“Ho visto che è stato male.” “Harry l’ha portato in infermeria. La Strillettera era
troppo forte per il suo udito.” Rispose Fred, prendendo assieme al gemello i
suoi orari. “Diamine, cominciamo bene… due ore di Pozioni…” “Io invece comincio con Trasfigurazione… aye!” esclamò
Happy, guardando il suo foglio. “A noi invece tocca Erbologia, sempre due ore, con i
Tassorosso.” Fece Erza, al che Neville tirò un sospiro di sollievo, grato di
cominciare con l’unica materia in cui andava bene. Pochi minuti dopo, Harry li raggiunse all’uscita del
castello. “Dov’è Natsu?” chiese Hermione. “Madama Chips ha preferito tenerlo in Infermeria. Dice che
non gli conveniva venire a lezione con noi alle prime ore… poteva solo
peggiorare.” “E perché? Non mi risulta che le piante possano mettersi a
urlare…” commentò Lucy, guadagnandosi un’occhiataccia da Fred. “Le piante
normali per lo meno, s’intende!” si affrettò a precisare. “Ah, ecco.” Fece lui, deglutendo al ricordo della creatura
di Sherry. “Dopo quell’esperienza, non voglio sentire mai più parlare di piante
giganti… Motivo per cui sono contento di non essere venuto con voi ieri. Il
viaggio okay, ma il Platano Picchiatore… no grazie.” “Ed io cosa dovrei dire?” domandò Ron, tirando fuori dalla
tasca Crosta, che stava dormendo come sempre. “Abbiamo incontrato la versione
gigante e spaventosa di Crosta! Vestita pure da cameriera! Credo che mai una visione
sarà tanto inquietante quanto quella!” “Almeno tu non l’hai affrontata…” aggiunse la bionda,
sospirando. “Beh, direi che è il momento di separarci. Noi andiamo nella
tana di un altro topo… molto più spaventoso.” Disse ridendo George, mentre lui
e il gemello si allontanavano in direzione dei sotterranei. Gli altri maghi salutarono Happy, che si diresse verso la
classe di Trasfigurazione –usando la Mappa del Malandrino per non perdersi– e
uscirono dal castello, dirigendosi verso le serre, dove trovarono il resto
della classe in attesa della professoressa Sprite. “Dove sarà? È strano da parte sua questo ritardo…” sentirono
lamentarsi uno di Tassorosso. Come se l’avesse sentito, la professoressa di Erbologia apparve
attraversando il prato, accompagnata da Gilderoy Allock. Con sorpresa di Lucy, Gray e Ron, tra le mani teneva diverse
bende, e lontano si poteva intravedere il Platano Picchiatore con molti rami
fasciati. “Salve a tutti!” li saluto il nuovo professore, rivolgendo
un sorriso radioso ai presenti. “Ho appena finito di mostrare alla
professoressa Sprite il modo corretto di medicare un Platano Picchiatore! Ma
non voglio che pensiate che io sia più esperto di lei in Erbologia! È solo che
nei miei viaggi mi è capitato di vedere molte di queste piante esotiche e-” “Serra numero Tre, ragazzi!” lo interruppe brusca la Sprite,
la quale a differenza del solito sembrava decisamente contrariata e per niente
allegra. Gli studenti restarono qualche secondo sorpresi, per poi
seguirla. Tutto l’anno precedente avevano lavorato solo nella Serra numero Uno,
e sapevano che nella Tre c’erano piante molto più interessanti e pericolose. La professoressa si staccò dalla cintura una grossa chiave e
aprì la porta. Si percepì un odore di terra umida e concime, che si
mischiava al greve profumo di alcuni fiori giganti, delle dimensioni di un
ombrello, appesi al soffitto. Harry fece per entrare assieme agli altri, ma sentì una mano
bloccarlo per una spalla. “Harry! Volevo dirti una parola… Non le spiace, vero,
professoressa, se glielo rubo per un paio di minuti?” “Mi scusi, professore…”
replicò il moro, sottolineando l’ultima parola e intravedendo appena lo sguardo
accigliato della Sprite, la quale non sembrava molto contenta di accontentare
quella richiesta. “Ma gradirei non perdere la prima lezione di quest’anno. Può
parlarmi più tardi durante la sua lezione.” A sentire quella frase, molte delle ragazze presenti
trattennero il fiato, incredule che qualcuno potesse aver parlato in quel modo
al loro beniamino. “Su, su, non essere timido. Sono solo pochi minuti.” Insisté
Allock, portandolo via di peso, mentre Gray ed Erza lo guardavano increduli. “Quel professore mi sta sempre più antipatico…” commentò
Ron, per poi guardare i due maghi di Fairy Tail, i quali erano diventati
pallidi. “Che succede?” chiese Lucy, altrettanto sorpresa da quella
curiosa reazione. “Succede che è meglio se tieni pronta Virgo per
un’evacuazione totale di Hogwarts…” mormorò Erza. “Allock sta facendo il suo
errore più grande… Nessun giornalista da noi ha il coraggio di insistere con
Harry…” “Ma Allock non è un giornalista.” Replicò Hermione. “Vero, ma non mi sembra una persona tanto… facile da
convincere che esiste altro oltre alla fama e alla gloria. E lui è convinto che
Harry sia alla ricerca di queste cose, sebbene sia stato pubblicamente
smentito.” “Quindi?” domandò Ron. “Fred e George vi hanno parlato del Jupiter, vero?” rispose
Gray, guardando gli ultimi arrivati. “Beh, non sarà così potente ma Harry
potrebbe avere una reazione scomposta…” “Scusate…” intervenne Neville, avvicinandosi timoroso, non
avendo sentito la parte del canone. “Cosa intendi dire con reazione scomposta?” “Intende dire che forse le bende che la professoressa Sprite
ha usato sul Platano potrebbero servire ad Allock.” Nel frattempo, ignaro di tutti i trascorsi del suo studente,
Allock stava conducendo Harry a qualche metro di distanza dalle serre, lontano
dalle orecchie di chiunque. Il moro continuò a guardarlo truce, chiedendosi che cosa
poteva volere da lui. “Harry!” esclamò il professore, poggiando entrambe le mani
sulle sue spalle e mostrandogli i suoi grandi denti canditi. “Harry, Harry,
Harry!” “Sì?” replicò lui, cercando di trattenersi dal rovesciare a
terra l’uomo. “Quando ho sentito… be’, naturalmente è stata tutta colpa
mia. Mi sarei mangiato le mani.” Continuò il biondo, facendo inarcare un
sopracciglio al mago più giovane. “Scusi?” “Non sono mai rimasto tanto scioccato. Convincere i tuoi
amici a far volare una macchina fino a Hogwarts! Be’, naturalmente, ho capito
subito perché l’hai fatto. Era lampante. Harry, Harry, Harry.” “Prego?!?!” esclamò incredulo Majutsu, sgranando gli occhi. “Ti ho fatto provare il gusto per la pubblicità, non è vero?
Ti ho contagiato! Sei finito sulla prima pagina del giornale assieme a me e non
vedevi l’ora che accadesse di nuovo. E così hai pensato di mandare avanti i
tuoi amici, così che tutti pensassero che tu non sei al loro livello. Poi
fingere il problema con la barriera…” Harry chiuse le mani a pugno, prendendo fiato.
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Makarov alzò lo sguardo verso l'alto, mentre un brivido lo
percorse lungo tutta la schiena. “Che succede Master?” domandò Mira avvicinandosi, mentre
puliva un bicchiere. “Per un momento ho avuto una brutta sensazione... come se un
vulcano fosse sul punto di esplodere...” rispose lui, deglutendo. “Natsu? È un po’ lontano al momento…” “Qualcosa di peggio… come se qualcuno fosse stato tanto
stupido da provocare Harry o Erza…”
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“Quindi, secondo il suo ragionamento, io avrei detto a Lucy,
Gray e Ron di volare per mezzo stato solo per mostrarmi, non ho ben capito in
che modo, al pubblico?” chiese conferma il moro. “Tranquillo Harry, io
ti capisco.” Continuò Allock, il quale non sembrava essersi accorto dello
sguardo di puro veleno che stava ricevendo. “È naturale voler riassaporare una
cosa che si è gustata per la prima volta e-” “Forse non l’ha capito l’altra volta…” lo interruppe Harry,
togliendosi le mani dell’altro dalle spalle. “Io non sono interessato alla
fama.” Scandì lentamente, in modo che il significato non potesse sfuggirgli.
“Io non voglio essere famoso! Mi dà già fastidio che tutti m’indichino quando
passo!” “Come scusa? Harry, non c’è niente di male in questo, non
devi forzarti di nascondere i tuoi desideri.” “E non lo faccio infatti. Il mio desiderio è quello di stare
in pace!” replicò acido. “Se volevo la fama, a quest’ora ero ricoperto d’oro,
mi creda. Le do un consiglio: non mi faccia più perdere tempo per queste cose.
Lei è un professore, e mi creda, è l’unica cosa che l’ha salvata!” Detto ciò, lasciandosi alle spalle un sorpreso Allock, Potter
tornò alla Serra numero Tre, entrando e raggiungendo gli altri, sotto lo
sguardo di tutti i presenti. “Mi scusi per il ritardo.” Disse rivolgendosi alla
professoressa Sprite, la quale era in piedi dietro un bancone, su cui c’erano
venti paraorecchie di colore diverso. “Cos’è successo? È ancora vivo?” gli chiese Erza in un
sussurro. Prima che Harry potesse rispondere, un vaso vuoto poco
lontano si ruppe a metà, attirando l’attenzione di tutti. “Sfortunatamente, è incolume.” Rispose Majutsu con voce
tagliente. “Doveva essere crepato…” commentò la professoressa Sprite,
ignara del reale motivo per cui il vaso si era spaccato, tornando a rivolgere
l’attenzione alla classe. “Oggi rinvaseremo le mandragole. Allora, chi sa dirmi
le proprietà della mandragola?” Hermione alzò subito la mano. “La mandragola è un efficace ricostituente.” Rispose,
ripetendo perfettamente il testo del libro. “Si usa per riportare nella
condizione originale le persone che sono state trasfigurate o sottoposte a un
incantesimo.” “Ottimo! Dieci punti per il Grifondoro!” esclamò la professoressa.
“La mandragola è un componente fondamentale della maggior parte degli antidoti,
ma è anche pericolosa. Chi sa dirmi perché?” “Perché chi ascolta il pianto della mandragola muore.”
Rispose Harry, senza alzare la mano. “Proprio così. Altri dieci punti per il Grifondoro!” fece la
Sprite. “Ora, le mandragole che abbiamo qui sono tutte molto giovani…”
proseguì, indicando un gruppo di vaschette profonde, dentro le quali, tutte in
fila, crescevano un centinaio di pianticelle ricche di ciuffi color verde marcio
“…perciò il loro pianto non vi ucciderebbe. Tuttavia vi metterebbe fuori
combattimento per molte ore. Per questo ho chiesto a Madama Chips di trattenere
il signor Dragonil in infermeria durante questa lezione. I paraorecchie
dovrebbero isolare qualsiasi rumore, ma ho preferito non rischiare dopo gli
eventi di stamani.” Spiegò, guardando i maghi di Fairy Tail, mentre gli altri
studenti di Tassorosso la guardarono incuriositi da quel discorso. “Ora forza, quattro per ogni vaschetta!” continuò la professoressa,
per poi continuare con la lezione. Happy lasciò cadere la testa sul banco, sospirando. Aveva appena finito la sua prima lezione, e si stava
chiedendo come avrebbe fatto a sopportare un intero anno così. “Almeno non sono chiuso in stanza, aye…” mormorò, per poi
alzarsi e cominciare a recuperare le sue cose, mentre gli altri studenti di
Grifondoro e Corvonero uscivano. “Dragonil, aspetta un attimo.” Lo chiamò la professoressa
McGranitt, invitandolo a raggiungerla alla cattedra. Il gatto sospirò ancora, alzandosi e obbedendo. “Volevo chiederti come va.” Continuò la McGranitt,
controllando che nessuno li stesse ascoltando. “Hai avuto qualche problema?” “Sinceramente no. Sento solo la mancanza del volo. Prima ero
solito volare spesso per risparmiare pezzi di strada, cosa che ora non posso
fare… ma sono contento di potermi muovere quest’anno, aye!” La professoressa annuì, contenta di sentirlo. “Bene. È la
prima volta che effettuo una simile trasformazione per così tanto tempo. E non
essendo tu un Animagus, temevo potesse andare storto qualcosa.” “Fortunatamente non è andata così, aye! Solo, ho qualche
difficoltà con la bacchetta… non mi sono ancora abituato ad avere le mani così
grandi… fatico a muoverla bene.” “Ti consiglio di chiedere a qualcuno dei tuoi amici di
aiutarti. Mi sembrano tutti capaci e particolarmente dotati con la magia.” “Eh eh… sono i più forti dopotutto, aye!” esclamò Happy,
sorridendo. “Bene, puoi andare. Fammi sapere se c’è qualche problema con
la trasfigurazione.” Il gatto umanizzato annuì, per poi uscire dalla classe di
corsa. Pochi metri più in là, Luna, seduta su una panchina nel
corridoio, aprì la mano, come per prendere qualcosa che cadeva dal cielo. “Curioso…” fece, sorridendo. Il gruppo di Fairy Tail si riunì a pranzo con Natsu, dove
Ron si lamentò della sua bacchetta, che aveva tentato di aggiustare con dello
scotch magico, ottenendo tuttavia dei pessimi risultati, dato che questa emetteva
una raffica di esplosioni come quelle dei petardi. “E non posso nemmeno chiederne un’altra… La mamma mi
ucciderebbe…” mormorò disperato. “Non è possibile aggiustarla con un incantesimo?” chiese
Lucy a Harry, che scosse la testa. “Ci ho provato, ma non ha funzionato.” Rispose. “A quanto
pare, la mia magia da sola non è sufficiente, e neppure usando la bacchetta
sono riuscito a ottenere qualche risultato. A quanto pare, le bacchette non
sono oggetti riparabili.” “Potremmo farti un prestito, fratellino…” cominciò Fred. “A condizione che poi tu ci restituisca il tutto con gli
interessi ovviamente.” Concluse George. “No grazie. Piuttosto preferisco aspettare di guadagnare
abbastanza quest’estate e comprarmene una nuova. Comunque, cos’abbiamo dopo?” Erza prese l’orario. “Difesa contro le Arti Oscure.” Rispose, per poi voltarsi
verso Harry, che sospirò. “Di questo passo, Silente dovrà cercare un altro professore
per stasera…” commentò lui. Dopo mangiato il gruppo uscì in cortile, dove rimasero a parlare,
mentre Hermione si sedette a riflettere. “Che cosa succede?” le chiese Lucy, avvicinandosi. “Stavo pensando alla mia magia. Finora l’ho usata solo per
analizzare l’avversario di fronte a me… ma mi chiedo se posso estenderne il
campo.” “Non eri già in grado di farlo? Credevo potessi rilevare la
magia a distanza.” “Solo se è nel raggio di pochi metri, e comunque non in
maniera precisa. Quando ho rilevato l’Iced Shell di Gray, ho solo percepito una
grande quantità di magia, ma non ho capito subito di cosa si trattasse…” Dicendo ciò, guardò che non ci fosse nessun altro e passò la
mano di fronte a sé, facendo apparire la copia olografica di se stessa. “E
purtroppo, uno dei limiti di questa magia è che analizza solo ciò che
l’obiettivo sa di poter fare. Per questo non sono riuscita a rilevare prima la
magia di Fred e George e non posso capire quale sia quella di Ron. E anche
perché non posso analizzare me stessa oltre quello che già so.” “Beh, per come la vedo io, la tua è una magia utilissima già
così com’è. Insomma, puoi sapere tutto del tuo avversario. Ci sono maghi che
sarebbero disposti a tutto per sapere come fai.” “Harry ha detto che le nostre magie sono uniche. Non è
possibile insegnarle a qualcun altro.” Fece la castana, dissolvendo
l’incantesimo. “Beh, credo che dovrò lavorarci sopra, ma prima aiuterò
Happy a usare bene la bacchetta. Mi ha detto che ha qualche difficoltà a
tenerla in mano e a eseguire gli incantesimi.” “E quello purtroppo non si può capire dai libri.” Concordò
Lucy. Poco lontano da loro, Harry e Erza stavano discutendo della
punizione per Ron, Lucy e Gray quando si accorsero che qualcuno li stava
osservando. “Chi va là?” esclamò il moro, girandosi. Da dietro un albero spuntò fuori un ragazzino mingherlino
dai capelli color topo, che lo fissò pietrificato, tenendo stretta tra le mani
quella che sembrava una comune macchina fotografica da Babbani. “Tu sei… Colin Canon, vero? Primo anno.” Fece Erza,
riconoscendolo. “Ti sei unito ai Grifondoro ieri sera.” “S-Sì, sono io.” Rispose lui, azzardandosi a fare un passo
avanti, mentre anche gli altri maghi di Fairy Tail lo osservavano. “Senti
Harry… Pensi che sarebbe possibile… posso scattarti una foto?” chiese
speranzoso, alzando la macchina fotografica. “Una foto?” ripeté Majutsu, guardandolo curioso. “E perché
vorresti farmi una foto?” “Io so tutto di te. Tutti ne parlano. Che sei sopravvissuto
quando Tu-Sai-Chi cercò di ucciderti e che lui è scomparso e tutto il resto e
che tu hai ancora sulla fronte una cicatrice a forma di saetta.” E qui il suo
sguardò si spostò sulla fronte di Harry. “E un ragazzo del mio dormitorio ha
detto che se svilupperò la pellicola nella pozione giusta, le foto si
muoveranno!” Harry restò in silenzio a guardarlo, per poi sospirare. “Mi dispiace, ma non amo farmi fotografare. Men che meno per
qualcosa di cui non ho neppure il ricordo. Voldemort mi ha attaccato quando
avevo un anno, e tutto ciò che mi è rimasto di quel giorno è solo la cicatrice.
Io non mi prendo alcun merito per quanto è successo, sono solo stato fortunato.
Poteva esserci chiunque al mio posto.” “Però… ecco… io non sapevo di essere un mago fino a pochi
mesi fa…” continuò Colin. “Mio padre, che fa il lattaio, non riusciva a
crederci. Per questo sto facendo così tante foto. E sarebbe davvero stupendo
averne una tua. Potrebbe scattarla uno dei tuoi amici, così io posso mettermi
accanto a te, no? E poi me la potresti firmare?” “Era da tanto che qualcuno non ti chiedeva una foto
autografata, eh, Harry?” fece Natsu, ghignando divertito dalla situazione. “E ho sempre risposto a tutti che detesto essere
fotografato. Tanto più firmare autografi.” “Foto autografate?” urlò una voce, facendo girare tutti
verso Malfoy, che era in piedi poco lontano da loro con un sorriso irritante
ben stampato in faccia. “Distribuisci foto autografate, Potter?” “Ovvio che no.” Rispose lui calmo. “Stavo appunto spiegando
a Colin il perché sono costretto a rifiutare la sua richiesta.” “Tutti in fila! Harry Potter distribuisce foto con
autografo!” iniziò a gridare Draco, in modo che anche gli altri studenti si
avvicinassero curiosi. “Ridicolo.” Fece Erza. “Cos’è, una nuova tecnica per
mostrare la tua gelosia? Approfittare della richiesta innocente di un primo
anno per tentare di deridere Harry?” “Gelosia?” ripeté il biondo, incredulo. “Spero che tu stia
scherzando! Chi la vuole una cicatrice in fronte? Non penso che farsi spaccare
la testa in due renda così speciali.” Alcuni Serpeverde scoppiarono a ridere. “Ma va a farti un bagno, Malfoy!” disse Ron, non riuscendo a
trattenersi. “La verità è solo che invidi Harry perché lui è famoso!” “Dovresti fare attenzione, Weasley. Non vorrai cacciarti in
un altro guaio, vero? Altrimenti la tua mammina dovrà venire a prenderti e
portarti via da scuola.” E con voce acuta e penetrante proseguì. “Se provi a fare un altro passo falso…” A ciò, molti studenti scoppiarono a ridere, mentre il
Weasley divenne rosso in volto, tirando fuori la bacchetta. “Non farlo Ron.” Lo interruppe Lucy. “Non ne vale la pena.” “Però la foto autografata di Potter vale più della sua
casa!” continuò Malfoy, al ché anche Fred e George si animarono. “Cos’hai detto, biondino?” dissero i due gemelli insieme,
mentre anche Natsu sembrava essere al limite della pazienza, dato che si stava
già tirando su le maniche, pronto a fare a pugni. “Che cosa succede qui?” fece una voce, anticipando Gilderoy
Allock, che si avvicinò con il suo abito color turchese svolazzante. “Chi è che
sta distribuendo autografi?” Titania deglutì, mentre guardava Majutsu chiudere le mani a
pugno e respirare profondamente. “Non c’è neanche bisogno di chiederlo!” continuò il
professore, mettendogli un braccio intorno al collo. “Così ci incontriamo di
nuovo, Harry!” “Per mia immensa sfortuna, sì.” Rispose lui con tono gelido,
mentre Erza, Natsu e Gray facevano un passo indietro, mossi dal loro istinto di
sopravvivenza. “P-Professore… meglio se lo lascia andare… Ci creda, è
meglio per lei…” balbettò bianca Heartphilia, venendo totalmente ignorata da
Allock, che si rivolse al ragazzino. “Coraggio, signor Canon! Una foto a tutti e due, non potrei
immaginare una cosa più giusta di questa e te la firmeremo entrambi!” “Io non firmerò proprio nulla.” Replicò freddo il moro,
mentre tutto confuso, Colin afferrava la macchina fotografica e scattava la
foto proprio nel momento in cui suonava la campanella delle lezioni
pomeridiane. “Forza, tutti dentro.” Disse Gilderoy rivolto agli altri
studenti, per poi incamminarsi verso il castello con Harry ancora sotto il
braccio, lasciando indietro i maghi di Fairy Tail, tutti bianchi in volto. “Okay… Credo che non ci sarà una prossima lezione di Difesa
contro le Arti Oscure…” mormorò Fred. “Harry lo farà a pezzi molto prima!” “Ma quanto è idiota quel tipo? Non si è nemmeno accorto
dell’aura omicida che circondava Harry…” aggiunse Natsu “Meglio se li raggiungiamo prima che avvenga
l’irreparabile.” Convenne Hermione, ricevendo assensi dai suoi compagni di
anno, per poi avviarsi verso la lezione. Nel frattempo Potter cercava di liberarsi dalla morsa del
professore, cosa che riuscì a fare solo quando egli lo lasciò andare,
continuando tuttavia a guidarlo. “A buon intenditore poche parole.” Fece sorridendo. “Io ti
ho coperto con il giovane Canon… Con una foto scattata anche a me, i tuoi
compagni non penseranno che tu ti creda chissà chi…” “Non lo avrebbero nemmeno mai immaginato se lei non si fosse
messo in mezzo e costretto a fare quella foto.” Replicò lui. “Io odio essere
fotografato!” “Su, su, non c’è bisogno di fingere. Ti capisco. Capisco che
tu voglia uscire dall’ombra che io ho involontariamente gettato su di te. Ma
Harry caro, devi capire che possiamo stare entrambi sotto i riflettori. E
cominciare a farsi fare foto a questo punto della tua carriera non è molto
sensato… Certo, verrà il momento in cui, come me, dovrai tenere una pila di
foto a portata di mano ovunque tu vada, ma non mi pare che tu sia già arrivato
a quel punto.” “Il punto a cui sono arrivato è probabilmente il limite
della mia pazienza… e mi creda, la pazienza non è uno dei motivi per cui sono
famoso.” Allock lo ignorò ancora, mentre raggiungevano l’aula di
Difesa contro le Arti Oscure, dove il professore finalmente lo lasciò andare
del tutto, entrando nel suo ufficio e permettendo così a Harry di sistemarsi i
vestiti, per poi andarsi a sedere a uno dei banchi in fondo all’aula, nel vano
tentativo di poter ignorare l’insegnante. Pochi minuti dopo lo raggiunsero i suoi amici, che
occuparono i posti vicino a lui. “Tutto bene?” chiese Hermione, guardandolo preoccupata. “È ancora vivo… ma non posso garantire che esca da questa
lezione intero…” rispose lui, sospirando profondamente, mentre pian piano anche
gli altri entravano nell’aula chiacchierando. “Come può essere così ottuso da non capire che non vuoi la
fama?” si chiese Erza, mentre Allock usciva dal suo studio, andandosi a mettere
in piedi dietro la cattedra. “Speriamo che Ginny non incontri Canon, o rischi che fondino
un Fan club di Harry Potter…” fece Ron. “Per carità, non dirlo a voce alta!” esclamò Harry. “Mi
manca solo quello e dico al Master che rinuncio alla missione…” “In effetti, non ti ho mai visto così in difficoltà.”
Rifletté Natsu. “Questo perché di solito nessuno osa chiedere a Harry una
foto. O è in grado di insistere.” “Scusate…” s’intromise Neville, avvicinandosi timoroso. “Ma
avevo capito che da voi Harry non fosse famoso… Ma allora perché qualcuno
avrebbe dovuto chiedergli una foto?” Majutsu sospirò. “Non sono famoso come ‘Il
bambino che è sopravvissuto’, ma questo non significa che non mi conoscono.
Dopotutto, non capita spesso che un bambino si smaterializzi per sbaglio in un
altro continente, no?” “Capisco… Quindi hai già vissuto tutto ciò…” “Sì, direi proprio di sì… ma la volta precedente ho potuto…
trattare con i giornalisti…” A quella frase, Gray e Natsu deglutirono, ricordandosi del
volo che quei poveri malaugurati avevano fatto: Harry li aveva fatti
letteralmente volare fin fuori Magnolia. Erza si limitò ad annuire, mentre Lucy ripensava
all’articolo scritto da quei giornalisti, che raccomandavano caldamente a tutti
i loro colleghi di non avvicinarsi al mago di Fairy Tail se non quando era veramente
di ottimo umore. In quel momento Allock si schiarì la voce, per poi
cominciare a muoversi tra i banchi, fermandosi davanti a quello di Neville e
prendendo in mano la sua copia di Trekking
con i troll, sollevandola per mostrare a tutti la sua foto. “Io.” Disse indicandola e ammiccando al se stesso sulla
copertina. “Gilderoy Allock, Ordine di Merlino, Terza Classe, Membro onorario
della Lega per la Difesa contro le Arti Oscure e cinque volte vincitore del
premio per il Sorriso più Seducente promosso dal Settimanale delle Streghe… ma
lasciamo stare. Non mi sono liberato della strega Bandon facendole un sorriso!” “Questo poco ma sicuro… Sarebbe come dire che il Master ha
sconfitto Jose dandogli la mano…” mormorò Titania. “Vedo che quasi tutti avete la serie completa dei miei libri…”
continuò il professore, notando la mancanza di essi sui banchi dei membri di
Fairy Tail, ma decidendo di ignorare la cosa. “Molto bene! Oggi pensavo di
iniziare con un piccolo quiz. Niente di cui preoccuparsi… solo per verificare
con quanta attenzione li avete letti, quanto avete assorbito…” Detto ciò cominciò a distribuire a tutti i testi della
prova, per poi tornare alla cattedra. “Avete trenta minuti. Pronti… via!” Majutsu spostò lo sguardo verso i fogli giusto per togliersi
la curiosità sull’argomento. 1.Qual è il colore preferito di Gilderoy
Allock? 2.Qual è l’ambizione segreta di Gilderoy
Allock? 3.Secondo
voi qual è il risultato più importante conseguito finora da Gilderoy Allock? E continuava così per altre tre pagine, fino all’ultima
domanda: 54.Quando cade il compleanno di Gilderoy
Allock, e qual è il regalo ideale per lui? Harry sgranò gli occhi incredulo per le domande appena
lette, faticando a crederci. E come lui, anche gli altri sembravano avere reazioni
simili, Hermione in primis, che non riusciva a capacitarsi che in una lezione
si chiedessero simili cose. Potter sospirò, girando i fogli e restando seduto in attesa
che la mezzora finisse. Quando finalmente Allock raccolse i fogli per esaminarli, il
moro chiuse gli occhi, immaginandosi cosa sarebbe successo tra poco. “Oh, oh… quasi nessuno ricordava che il mio colore preferito
è il lilla. Lo dico in Un anno con lo
yeti. E poi alcuni di voi dovranno leggere con più attenzione A passeggio con i lupi mannari… nel
capitolo dodici dico chiaramente che il mio regalo di compleanno ideale sarebbe
l’armonia tra il popolo dei maghi e dei non maghi… anche se non rifiuterei un
bella bottiglia di Whisky Incendiario Ogden Stravecchio!” Il professore continuò a leggere i fogli, finché non si
fermò a un gruppo lasciato completamente in bianco. “Signor Potter, come mai non ha risposto?” chiese deluso.
“Non si ricordava i miei libri?” “Non li ho letti.” rispose Harry. “E non ho alcuna
intenzione di farlo.” “Come prego?” “Mi ha sentito. Li avrei potuti leggere come libri di
narrativa, ma non come libri scolastici.” Continuò. “Lo stesso vale per me.” Si aggiunse Erza, guardando anche
lei fredda l’insegnate. “Sono abituata a cose più materiali e veritiere.” “Questo test è un insulto alle nostre capacità.” Osservò
Hermione, facendo spalancare la bocca alla maggior parte dei presenti, che non
si sarebbero mai aspettati una frase del genere da lei. Allock sembrò in difficoltà a quelle affermazioni, tuttavia
si riscosse subito. “Molto bene allora! Se desiderate la pratica, allora pratica
avrete!” esclamò, indicando una grossa gabbia coperta da un telo all’angolo
della stanza, finora notata da nessuno. “Uh?” fece Natsu, guardandolo andare a prendere la gabbia
per poi portarla sulla cattedra. “Ora… un avvertimento! Il mio compito è quello di armarvi
contro le più orrende creature note alla stirpe dei maghi! In questa stanza
potrete trovarvi a dover affrontare le vostre peggiori paure. Sappiate soltanto
che niente di male potrà accadervi fintanto che io sono qui. Vi chiedo solo di
rimanere calmi.” Dicendo ciò portò una mano sopra il telo, ottenendo
straordinariamente l’attenzione di tutta la classe, compresi Harry e Erza. “Devo chiedervi di non gridare.” Disse Allock abbassando la
voce, non riuscendo a trattenere un sorriso per essere riuscito a incuriosire
tutti i presenti. “Potrebbe aizzarli.” E tolse il telo. Dentro la gabbia c’erano delle creature blu elettrico, alti
circa venti centimetri, con visetti appuntiti e voci così penetranti che era
come sentire il cicaleccio di uno stormo di pappagallini. “Ebbene sì!” esclamò. “Folletti della Cornovaglia!” Gli studenti restarono in silenzio, finché Natsu non scoppiò
a ridere. “Pericolosi? Quelli?” gridò, battendo una mano sul tavolo,
mentre anche Harry, Erza e Gray sorridevano, condividendo in pieno il pensiero
dell’amico. “Credo sia più pericoloso un bambino a cui hanno tolto una
caramella!” “Se fossi in te non ne sarei tanto sicuro.” Replicò Allock,
scuotendo un dito ammonitore in direzione del Dragon Slayer. “Possono essere
tipi discretamente diabolici!” “Non più di uno yeti pervertito, mi creda.” Rispose il rosa,
mentre Lucy sbiancava. “Ero quasi riuscita a dimenticarlo…” mormorò sconsolata,
lasciando cadere la testa sul banco. “Bene, signor Dragonil. Allora vediamo che cosa siete in
grado di fare.” Disse Allock, aprendo la gabbia. Scoppiò subito il pandemonio. I folletti schizzarono in
tutte le direzioni come missili. Due di loro afferrarono Neville per le orecchie e lo
sollevarono in aria, appendendolo al grosso lampadario, dove il ragazzo perse
praticamente subito i sensi per la paura. Molti folletti si fiondarono contro le finestre, innaffiando
di vetri rotti i maghi di Fairy Tail, che riuscirono a saltare indietro per
evitarli, trascinando a forza Ron e Hermione. Il rimanente gruppo di creature s’impegnò a distruggere la
classe meglio di un rinoceronte infuriato: afferrarono i calamai e spruzzarono
inchiostro dappertutto, ridussero a brandelli libri e fogli, strapparono i
quadri dalle pareti, rovesciarono il cestino della carta, afferrarono borse e
libri e li scaraventarono fuori dalle finestre rotte. Nel giro di pochi minuti
quasi tutti erano scappati dall’aula, lasciando solo il gruppo di Fairy Tail e
il professore, oltre a Neville, ancora appeso al lampadario. “Su, muovetevi, radunateli, radunateli!” esclamò, guardando
Natsu che cercava di colpirne uno con i pugni. “In fondo sono soltanto
folletti…” “E allora ci faccia vedere lei!” replicò Lucy, cercando di
evitare che uno di loro le prendesse i capelli. Il professore annuì. “Non potrei mai rifiutare una richiesta da parte di una fanciulla.”
Disse, brandendo la bacchetta magica. “Peskipiksi
Pesternomi!” Non accade assolutamente nulla, tanto che uno dei folletti
ghermì la bacchetta di Allock e la scaraventò fuori dalla finestra. A quel punto Allock strabuzzò gli occhi, per poi fiondarsi
verso l’uscita. “Lascio a voi il compito di prenderli e rimetterli nella
gabbia!” urlò, scomparendo oltre la porta. “Ma tu guarda che tipo…” commentò Gray, per poi vedere la
porta dell’aula chiudersi da sola. “E quello sarebbe un professore?” chiese Harry, alzando la
mano e creando un’onda d’urto che colpì una decina di folletti, facendoli
cadere a terra privi di sensi. “Non mi sono mai sentito tanto preso in giro come oggi!”
continuò, colpendone un’altra decina con la stessa magia. Senza guardare nessuno dei compagni, continuò a pestare i
restanti folletti, per poi radunarli tutti assieme e facendoli lievitare dentro
la gabbia, che chiuse con la magia. “H-Harry? Cerca di calmarti…” tentò il mago del ghiaccio. “Calmarmi?!” gli urlò contro lui. “Non ho affrontato demoni
e mostri per poi venire messo in ridicolo da uno che si crede chissà chi!
Veramente, non so chi o cosa mi abbia impedito di farlo a pezzi!” “Harry, calmati.” Disse Erza, per poi evocare una spada, che
lanciò verso il lampadario, tagliandone la base e prendendo al volo Neville,
che non aveva ancora ripreso sensi. “Capisco come ti senti, ma sfogarti così
non ti servirà a nulla.” “Ma io mi chiedo come hanno fatto a prendere un tipo simile
come insegnante.” Rifletté Hermione. “Forse è semplicemente stato l’unico ad accettare, vista la
fine che ha fatto Raptor…” rispose Ron.
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Un uomo dai lunghi e ribelli capelli neri, con il volto
pallido, come se non vedesse la luce del Sole da anni, e scavato dal mal
nutrimento, alzò lo sguardo, posandolo su un’altra figura che si trovava al di
là di alcune sbarre. Si trattava di un uomo basso, corpulento, con capelli grigi
tutti arruffati. Indossava un abito gessato, una cravatta scarlatta, un
soprabito nero e stivali color viola. E in quel momento la sua faccia era
terribilmente seria. “Che onore…” esordì con voce debole il prigioniero, ma con
un accenno di ironia. “Il Ministro della Magia viene a farmi visita… Devo dedurre
che sia successo qualcosa?” Come risposta l’uomo al di là della sbarre tirò fuori dal
soprabito un giornale e lo lanciò dentro la cella. Il prigioniero spostò lo sguardo, soffermandosi sul titolo. ‘Distrutta la barriera
del binario per Hogwarts! Attentato a Harry Potter?’ “Chi c’è dei tuoi amici dietro a tutto questo, Black?”
chiese il Ministro, mentre l’uomo prendeva il quotidiano in mano. “I miei amici sono morti undici anni fa… ed è stata tutta
colpa mia.” Rispose lui, per poi alzare lo sguardo. “Come sta Harry?” “Per tua sfortuna, ne è uscito incolume. Chiunque l’abbia
attaccato, l’ha mancato per pochi istanti. La barriera è stata distrutta,
scaraventatolo dall’altra parte. Ora rispondi alla domanda: chi dei tuoi amici
può aver fatto qualcosa del genere?” Black ghignò. “Non ne ho idea. Dopotutto, sta chiedendo alla
persona sbagliata, Ministro. Qualche cella in là c’è una certa pazza… provi a
chiedere a lei, forse saprà aiutarla…” Caramell sbatté le mani sulle sbarre. “Non prendermi in giro Black! Non so come tu faccia a essere
così mentalmente integro nonostante tutti gli anni passati qui dentro, ma sappi
che non ti permetterò di fare del male al nostro eroe!” “Allora le auguro buona fortuna. L’ultima volta che è venuto
qui, mi sembrava l’aveste perso, il vostro eroe. Come l’avete ritrovato?” Il capo della comunità magica si allontanò di qualche
centimetro dalla cella. “Non sono a conoscenza dei dettagli. Silente l’ha trovato in
un altro continente, dove è stato adottato da una famiglia di maghi. Per
riportarlo qua, Albus ha dovuto iscrivere a Hogwarts alcuni suoi coetanei, ma
non ci ha detto altro.” Black strinse gli occhi, guardandolo interessato. “Davvero? Curioso… Mi chiedo quanto siano capaci come maghi,
per aver impressionato Silente.” Disse, per poi fare una piccola risatina,
mentre il Ministro si allontanava, arresosi alla questione. Black continuò a ridere finché non sentì la porta
richiudersi. “Ho solo pochi minuti prima che tornino…” mormorò,
riprendendo il giornale e saltando l’articolo su Harry, passando a quello
sotto, dove c’era la foto della macchina volante. “Questi amici devono essere
dei tipi divertenti. Nemmeno io e James avremmo osato tanto.”
30: Sogni, voci e sostituzioni
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo! E vi avviso subito che questo sarà un capitolo col botto! XD Da
questo capitolo, comincerà a venire introdotta una serie di
eventi, che avranno non poca influenza sui futuri avvenimenti! E la
cosa potrebbe non essere troppo positiva per i nostri maghi... Ma baldo alle ciance! Faccendo il bravo ragazzo, ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e rispondo subito alle recensioni!
@ fria: Vedrai... per il terzo anno ho in mente un po' di idee... @ fenris:
Sì, se mai il concilio dei maghi di Fiore dovesse scoprire
l'esistenza di quelle lettere, per Fairy Tail potrebbe essere la fine
XD. E per Sirius... già, finalmente è apparso
ù.ù Per i poteri di Harry: 1) Harry è allo
stesso livello di Erza, ma fai conto che è comunque meno
allenato rispetto agli altri XD. 2) Non ti ho risposto perché
non voglio scoprire subito tutte le mie carte... lentamente, pian piano
che passeranno gli anni (nella fiction XD), verrà tutto
rivelato... Per Allock invece... bella domanda XD. Probabilmente ben poco XD @ Ronnie Stregatto: Ogni tanto ci metto un po'... ma poi torno con grande stile, come vedrai in questo capitolo XD Già,
Allock non ha la più pallida idea che ogni misera parola che
dice è più efficace di un nome su un Death Note XD. Beh,
questo Harry non ha la pazienza dell'altro... o meglio, ha le risorse
per reagire, come hanno imparato a loro spese quei giornalisti. E
aspetta di vedere Rita XD Per Sirius... non so ancora... anche
perché ci saranno eventi ben più pesanti, molto presto le
cose potrebbero mettersi assai male... @ marta_uzumaki86:
Prima di tutto, benvenuta tra i recensori! Grazie mille! Già,
l'ho scoperto recentemente, ma mi sono visto tutte e sette le serie in
poco più di una settimana XD. Mi fa piacere sapere che la
storia ti piaccia, e spero con i prossimi capitoli di aumentare il tuo
interesse... perché i colpi di scena sono solo agli inizi! E
Allock... beh, quando arriverà il momento, dovrà sperare
che uno yeti lo trovi e ponga fine alla sua esistenza prima dei maghi
di Fairy Tail XD @ hinata 92:
Già, siamo quasi in pari come libri di Harry Potter XD. Beh, il
nuovo Harry non poteva sopportare Allock come il suo originale... era
fisicamente impossibile! *mostra disegno di Majutsu stile lezione*
vedi, è proprio qui! *indica un punto dove c'è scritto
"Odio verso Allock"* E ora rispondiamo alle citazioni! - Ma credo che se lo chiede anche la stessa Rownling XD - No, ne è sprovvista... ma non è detto che Silente seguirà il tuo consiglio XD - Eh... sensi acuti, dolori acuti... XD -
A dir la verità, credo che anche Riddle sia rimasto incredulo di
fronte a tale reazione... Aveva appena cominciato a condizionare Ginny,
non si aspettava una simile eventualità XD - Uhm... non so,
in effetti non è mai stata affrontata tale questione... ma credo
che Madama Chips possa guarire anche quello XD - No, Lucy non
starà mai zitta. E pensa come reagirebbe se dovesse incontrare
la donna-pianta che si vede nel secondo episodio della prima serie di
Doctor Who XD - Ahimè, purtroppo il vaso... anche se pure io avrei preferito il professore XD -
No, no. La Sprite ha solo visto come ha reagito a un volume troppo
alto, ha chiesto conferma alla McGranitt e lo ha esonerato. Ma solo
Silente sa tutta la verità - Purtroppo no. E anche se avesse
potuto, credo che vedere un primino farsi spuntare le ali e volare per
i corridoi avrebbe destato qualche domanda XD - Eh, Luna, Luna, Luna... vedrai cosa combinerò con lei... XD -
"Fairy Tail! Usciti a loro, e diventerai molto più potente!"
*scritta in piccolo* "Effetti collaterali: possibile vena distruttrice
di città, tendenza a ignorare le leggi, voglia di fare a botte e
altri effetti simili. Si raccomanda di non esagerare" XD - Già... Sirius è già apparso! E vedrai, anche per lui, ho ben in mente tutto quanto... A questo punto possiamo fondare il club "Annientiamo Allock fisicamente e psicologicamente!" XD PS: ho recuperato tutti i commenti... spero XD @ Liberty89: Lib! Eccoti qui! Vedo
che le sventure di Natsu hanno fatto divertire proprio tutti XD. Ma non
potevo ignorarlo... era troppa la tentazione di torturarlo in quel modo
XD. Per Allock... non so, sto ricevendo alcune spinte per farlo
cadere giù da una torre... *cerca di ignorare Majutsu che tiene
una spada puntata sul suo collo*, ma temo che ce lo dovremmo sorbire
per tutto l'anno... dopo il quale Harry sarà in grado di
resistere a qualsiasi provocazione XD (o alla minima distruggerà
mezzo mondo... non saprei XD). Beh, in un certo senso, sono entrambi
dei gatti, tra simili si intendono XD. Luna invece... vedrai, ho
progetti ben precisi per lei. Ma non li rivelerò nemmeno sotto
tortura XD *evita una falce volante* E vedo che sono riuscito a farti rivalutare la vecchia Hermione XD. Silente
invece credo sia quello con il maggior autocontrollo di tutti... credo
che se ci fosse stato Galdaf al suo posto, Allock stava precipitando
nel Monte Fato assieme a Gollum XD. Per Sirius invece... *sorriso
malvagio/divertito* Oh, vedrai... molto presto vedrai... e sarà
qualcosa di (spero XD) fantastico!
Bene, e detto ciò... buona lettura a tutti!
Capitolo 30: Sogni, voci e sostituzioni Harry era in piedi, pieno di ferite e con il pugno alzato di
fronte a sé, mentre attorno a lui c’era solo nebbia a non finire. Ansimando, spostò lo sguardo dalla propria mano e cercò di
scrutare in avanti di qualche metro, fermandosi su una figura insanguinata che
si stava rialzando a fatica da terra. “Dov’è finita la tua forza di prima?” chiese la figura, che
tuttavia restò completamente offuscata per il moro. “Con così poco non
riuscirai a uccidermi.” Majutsu restò in silenzio, guardandosi la mano sporca di
sangue. Un sangue che non gli apparteneva. “Se nel non uccidermi sei stato mosso da pietà… sappi che
hai commesso un grande errore.” Continuò la figura, pulendosi la bocca dal
liquido vermiglio. “Perché?” chiese Harry, tremando. “Che cos’ho fatto?” “Stai solo compiendo il tuo destino.” Rispose una nuova voce,
che costrinse il mago a girarsi. Nel far ciò, il paesaggio attorno a lui cambiò
drasticamente, mutando in un fiume circondato dalle montagne. Harry si sentì subito sprofondare nelle acque gelide,
attratto dalla gravità e dalla corrente verso il fondo, mentre una scia di
sangue segnava la sua caduta. Spalancò gli occhi quando vide qualcuno che camminava sull’acqua,
e che si fermò proprio sopra di lui. “Non sei sufficientemente forte per affrontarmi. E tu
vorresti proteggere i tuoi amici?” domandò la stessa voce di prima, mentre Potter
cercava di identificare il volto sconosciuto, cosa che non riuscì a fare a
causa dell’acqua che gli distorceva la vista. “Patetico.” Fece la figura, girandosi e allontanandosi,
mentre Harry continuava ad affondare. “Io… Io non mi arrenderò!” esclamò Majutsu, ignorando
l’acqua che gli entrava nei polmoni, chiudendo le mani a pugno. “Non mi
arrenderò mai per raggiungere il mio obiettivo!” “E quale sarebbe questo tuo obiettivo?” domandò una terza
voce, mentre l’acqua scompariva, lasciando il moro in ginocchio di fronte a
un’altra figura indistinta, seduta su quella che sembrava una poltrona. “Un
rimbambito della pace come te… Nonostante la tua forza…” “Cercare la pace non è un crimine!” urlò Harry con rabbia,
alzandosi. “Ed io non mi fermerò finché non riuscirò a ottenerla!” “E come vorresti fare?” domandò un’altra figura ancora, che
uscì dal muro come se niente fosse, con una maschera a coprirgli il viso. “In
fondo, non sei anche tu accecato dalla vendetta? Non hai detto tu che vuoi far
soffrire l’assassino dei tuoi genitori con le tue mani?” “E con ciò?!” replicò lui. “Voldemort è malvagio! Deve
pagare per tutte le persone che ha ucciso!” Harry non poteva vedere il volto delle due figure, ma era
sicuro che in quel momento stavano sogghignando. “Bene. Allora, Harry… sveglia.” Il moro sbatté gli occhi. “Come?” “Sveglia Harry.” “Harry, svegliati!” esclamò una voce, scuotendo Majutsu nel
letto. Il moro spalancò gli occhi di colpo, alzandosi in piedi l’attimo
dopo e prendendo per il collo la persona che lo stava chiamando, facendola
sbattere contro il muro. “Harry, per carità, torna in te!” urlò spaventato il
proprietario della voce, mentre finalmente Potter metteva a fuoco Oliver
Baston, che stava cercando di liberarsi dalla sua stretta. Il giovane mago sbatté gli occhi, per poi aprire la mano e
lasciar cadere a terra il capitano della sua squadra di Quidditch, che cominciò
a tossire e a fare grandi respiri. “I-Io… scusa Oliver, stavo avendo un incubo e-” “C-Cavoli… non credevo fossi così forte…” ansimò lui, mostrando
comunque un sorriso. “Questo mi fa ben sperare! E tranquillo, è colpa mia.
Terrò a mente di non svegliarti più in questo modo…” Harry sospirò, mettendosi seduto sul letto, mentre i suoi
compagni di dormitorio sembravano non essersi accorti di nulla. “Come mai qui all’alba?” chiese a Baston, guardando fuori
dalla finestra e accorgendosi dell’ora. “Allenamento di Quidditch!” rispose lui, fiero. “Adesso?” domandò con un certo cipiglio il moro. “Non dico
che non sia una buona cosa allenarsi, però-” Ma prima che potesse completare la frase, un urlo squarciò
l’aria, seguito da un tonfo. “Non sono l’unico a prenderla male quando si viene svegliati
così…” concluse Harry, mentre Natsu e Gray si alzavano di colpo. “Chi è che ha svegliato Erza?!” chiesero all’unisono, bianchi
in volto come lenzuoli, mentre Baston li guardava ricadere indietro
addormentati con incredulità mista a perplessità. “Postumi di uno shock… Erza li ha ridotti a uno stato
pietoso l’ultima volta che l’hanno svegliata durante un viaggio…” rispose
Harry, guardando il maggiore correre fuori dalla stanza, dopodiché si alzò per
vestirsi rapidamente. “Angelina!” urlò preoccupato Oliver scendendo le scale,
mentre Happy e i gemelli Weasley lo raggiungevano. “Cos’è successo?” chiese sbadigliando Fred. “Baston ci ha convocati per un allenamento improvviso… però
non aveva calcolato la reazione mia e di Erza a essere svegliati di punto in
bianco.” “Ho paura di chiedere cosa sia successo…” “Niente di grave… spero. Erza dovrebbe avere sufficiente
autocontrollo per non usare le spade…” rispose Harry. “C-Credo che tornerò a letto, aye…” fece Happy, deglutendo. “Noi invece andiamo a prepararci… Baston non sarà di ottimo
umore…” Majutsu annuì, per poi cominciare a scendere le scale,
raggiungendo l’uscita dei dormitori, dove trovò Erza già in divisa. “Brutto risveglio, eh?” le fece, sorridendo. “Lascia perdere. Angelina è stata fortunata che mi sono resa
conto che era lei prima che la tagliassi in due… e tranquillo, non ho evocato
nessuna spada… l’ho solo sbattuta sul muro.” “Temo che Baston e Angelina oggi non ci guarderanno troppo
in faccia… gli abbiamo riservato lo stesso trattamento.” Commentò il moro
ridacchiando, attraversando il passaggio nel muro assieme alla compagna. Attraversarono il castello, fino al portone, per poi
proseguire nel giardino, fermandosi solo una volta giunti negli spogliatoi. Pochi minuti dopo i restanti membri della squadra gli
raggiunsero, e rimasero lì in gruppo ad aspettare Baston, che giunse poco dopo
assieme ad Angelina, che guardò per un secondo Erza, spostando immediatamente
lo sguardo tremando. Oliver sembrava essersi ripreso dallo spavento, oltre a
essere l’unico veramente sveglio: Fred e George erano entrambi sul punto di
addormentarsi nuovamente, come Katie, che si trovava seduta al loro fianco. Angelina
si era seduta dalla parte opposta rispetto a Erza, mentre lei e Harry cercavano
di ignorare la stanchezza. “Bene!” esclamò Baston, attirando l’attenzione dei presenti.
“Prima di entrare in campo volevo fare due chiacchere con voi, perché ho
passato l’estate a mettere a punto un nuovo programma di allenamento che
secondo me cambierà radicalmente le cose…” Mentre parlava, mostrò una grande pianta del campo da gioco,
su cui erano state tracciate linee, frecce e croci con inchiostri di colore
diverso. Tirò fuori la bacchetta magica con cui diede un colpetto al grafico e
le frecce cominciarono a contorcersi come millepiedi. Ci vollero circa venti minuti per spiegare il grafico, ma
con grande disappunto dei presenti, il capitano ne tirò fuori un altro, per poi
proseguire con un terzo, facendo piombare i suoi giocatori in uno stato di
semi-sonno con le sue spiegazioni infinite. “Allora!” concluse Baston, ridestando i ragazzi. “Tutto
chiaro? Ci sono domande?” “Sì, io ne ho una, Oliver.” rispose George, sbadigliando.
“Perché tutto questo non ce l’hai detto ieri, quando eravamo svegli?” Il capitano non apprezzò l’osservazione. “Statemi bene a sentire tutti! L’anno scorso avremmo dovuto
vincere il Campionato di Quidditch. Siamo senz’altro la squadra migliore, ma
purtroppo, a causa di circostanze non del tutto indipendenti dalla nostra
volontà… abbiamo fallito.” e qui Harry, Erza e i gemelli distolsero lo sguardo,
fingendo di non capire l’allusione. “Quindi quest’anno ci alleneremo molto più
di quanto non abbiamo mai fatto. Bene, ora andiamo a mettere in pratica le
nostre nuove teorie!” dichiarò, afferrando il suo manico di scopa e uscendo
dagli spogliatoi, seguito dal resto della squadra. Erano rimasti così tanto dentro a parlare che il sole era
ormai alto, sebbene l’erba del campo ristagnasse ancora qualche residuo di
nebbia. Quando entrarono in campo, notarono gli altri membri di
Fairy Tail seduti sugli spalti. “Non avete ancora finito?” chiese sorpresa Lucy. “Avessimo iniziato…” mormorò Fred sbadigliando, mentre gli
altri guardavano con invidia i toast che il gruppo di Grifondoro aveva in mano.
“Finora abbiamo fatto solo teoria…” Harry confermò con un cenno, per poi alzare lo sguardo più
in alto, dove vide Colin con la sua fidata macchina fotografica, intento a
scattare una serie di fotografie al suo eroe. Majutsu scosse la testa, salendo sulla scopa e librandosi in
cielo, seguito dagli altri e rilassandosi con il vento che gli passava sulla
faccia, scompigliandogli i capelli. Guardandoli, Happy non riuscì a trattenere uno sbuffo. “Non è giusto!” esclamò. “Perché non posso volare anch’io?
Sono senza dubbio quello con più esperienza, aye!” “Purtroppo qui si vola usando le scope. Non le ali.” Rispose
Gray a bassa voce. “Senza contare che non hai ancora provato a vedere se puoi
usare la tua magia nelle tue attuali condizioni.” Il gatto abbassò la testa con aria triste. “Su, su, non demoralizzarti!” cercò di farlo riprendere
Natsu. “Sono sicuro che non appena avrai la tua prima di lezione di volo,
lascerai tutti di stucco!” Colin nel frattempo continuò a scattare foto, per poi
fermarsi un attimo per mettersi a urlare. “Guarda da questa parte, Harry! Da questa parte!” Il moro sospirò, girandosi dalla parte opposta. “Non
resisterò molto di questo passo…” mormorò, mentre Baston lo raggiungeva. “Che succede?” chiese, per poi guardare Colin. “Perché quel
primo anno scatta foto? Non mi piace. Potrebbe essere una spia dei Serpeverde
che cerca di sapere di più sul nuovo programma di allenamento.” “Tranquillo Oliver, è di Grifondoro.” Intervenne Erza. “È
qui solo perché non sa stare al suo posto senza importunare Harry.” “Inoltre, i Serpeverde non hanno bisogno di una spia.” Disse
Fred, tranquillo. “Perché dici così?” “Perché sono qui di persona.” Concluse il Weasley, indicando
l’ingresso del campo, dove era comparso un gruppo di ragazzi in tuta verde con
i manici di scopa stretti nelle mani. “Non ci posso credere!” esclamò Baston, scendendo subito a
terra seguito dal resto della squadra. “Il campo l’ho prenotato io per tutta la
giornata! Adesso la vedremo!” Atterrò bruscamente, barcollando appena una volta sceso
dalla scopa. “Flitt!” gridò al capitano dei Serpeverde. “Questo è il
nostro turno di allenamento! Ci siamo alzati di buon’ora apposta! E ora fuori
dai piedi!” Marcus Flitt aveva un’espressione di diabolica furbizia. “C’è
spazio a volontà per tutti, Baston.” “Ma il campo l’ho prenotato io!” ribatté il Grifondoro. “Ah, ma io ho un permesso speciale del professor Piton!” affermò
l’altro capitano, mostrando un foglio di pergamena. “Il sottoscritto, professor S. Piton, autorizza la squadra del
Serpeverde ad allenarsi oggi sul campo di Quidditch per l’istruzione del nuovo
Cercatore.” “Avete un nuovo Cercatore?” domandò preoccupato Baston. “E
dov’è?” “Proprio qui.” Rispose una voce conosciuta, mentre i
componenti della squadra si spostavano, lasciando finalmente vedere il settimo
giocatore, che altri non era che Draco Malfoy. “Chissà perché, ma ci avrei scommesso.” Asserì Harry gelido,
guardandolo male assieme a Erza, Fred e George. “E lasciate che vi mostri il generoso regalo che il padre di
Draco ha fatto alla squadra dei Serpeverde.” Continuò Flitt, mettendo bene in
vista la sua scopa, imitato dai suoi compagni. Al sole del primo mattino, sette manici di scopa lustri e altrettante
targhette d’oro fino, con scritto ‘Nimbus
Duemila Uno’, brillarono sotto il naso dei Grifondoro. “Ultimissimo modello. È uscito solo il mese scorso. Credo
che superi di molto il vecchio modello Duemila. Per non parlare delle
Scopalinda. Quelle credo possiate usarle per spazzare il campo.” I gemelli Weasley guardarono i loro manici di scopa, due
Scopalinda Cinque, chiudendo la mano libera a pugno, mentre Harry ed Erza
continuarono a guardare freddamente i loro avversari. “Non è una scopa a decretare la bravura di un giocatore.” Replicò
Majutsu, mentre i membri di Fairy Tail entravano in campo. “Che succede?” chiese Natsu, raggiungendoli. “Come mai vi siete fermati? E che ci fa lui qui?” aggiunse
Gray, fissando Malfoy, che rispose con un ghigno. “Sono il nuovo cercatore dei Serpeverde, Fullbuster.” Lo informò.
“E tutti stavano ammirando i manici di scopa che mio padre ha generosamente
offerto alla squadra.” “E allora?” fece Happy. “Sono solo dei pezzi di legno per
volare.” “Beh, non è proprio così…” mormorò Ron. “La tua è tutta invidia, Dragonil. In fondo, non puoi
neppure volare, tu.” “Almeno nessuno della squadra di Grifondoro si è dovuto
comprare il posto in squadra con dei manici di scopa.” Commentò aspra Hermione.
“Loro sono stati scelti per il talento!” Il sorriso di Draco vacillò per un momento, per poi tornare
più viscido di prima. “Nessuno ha chiesto il tuo parere… lurida sangue sporco.”
Disse, sottolineando le ultime parole. Hermione sgranò gli occhi, mentre immediatamente gli altri
Grifondoro si aizzarono contro di lui. “Come osi?!” esclamarono insieme Fred e George, cercando di
saltargli addosso, venendo intercettati da Flitt, che gli impedì di toccare
Malfoy, mentre Erza portò la mano avanti, pronta a evocare la spada, come Harry
che aveva alzato il braccio. Ma prima che uno di loro potesse fare qualcosa, Ron alzò la
sua bacchetta, che aveva banalmente aggiustato con dello scotch magico. “Questa la paghi Malfoy!” gridò, per poi lanciare
l’incantesimo. Tuttavia la magia esplose all’interno della bacchetta,
colpendo in pieno il proprietario, che volò all’indietro e finì a terra di
schiena. “Ron!” urlarono i Grifondoro, correndo subito a verificare
la salute del compagno, che si rialzò. Per qualche secondo restò immobile, poi si piegò in due,
sputando una decina di lumache, che caddero a terra in tutto il loro viscidume. “L-Lumache?!?!” gridò schifata Lucy, mentre la squadra in verde
scoppiò a ridere, con Flitt e Malfoy in prima fila. Ma prima che potessero continuare, una folata di vento li
colpì in pieno, con tale forza da farli cadere. “Fate attenzione.” Disse Harry, senza girarsi a guardarli.
“Se basta così poco per farvi cadere a terra, allora non resterete in volo
nemmeno per un minuto.” Dopo questa frase fu il turno dei Grifondoro di scoppiare a
ridere, compreso Ron, che però dovette fermarsi per vomitare altre lumache. “Meglio portarlo da Hagrid.” Suggerì Gray, prendendo un
braccio del rosso per sollevarlo, aiutato da Natsu che lo prese dall’altro lato,
per poi cominciare ad allontanarsi. “Baston, se non ti dispiace lo accompagniamo anche noi.”
Disse Erza. “Non preoccupatevi. Ormai l’allenamento di oggi credo sia
saltato.” Rispose il capitano, non poco scocciato. “Ma mi sentiranno! Oh, se mi
sentiranno!” continuò, dirigendosi verso gli spogliatoi. “Cerchiamo di calmarlo noi. Voi portate Ron da Hagrid.” Sospirò
George, seguendo il capitano assieme al gemello, mentre gli altri maghi di
Fairy Tail seguivano i compagni in direzione della capanna del guardiacaccia. Malfoy nel frattempo sussurrò qualcosa a Flitt, per poi
tornare indietro verso il castello. “Accidenti, mi sono svegliato tardi!” esclamò Neville,
inciampando e saltellando in avanti per riuscire a non cadere. “La sala Grande
chiuderà tra poco!” “Come mai tutta questa fretta?” chiese una voce, che fece
fermare di colpo il Grifondoro. “C-Chi ha parlato?” domandò, guardandosi intorno, senza però
riuscire a vedere nessuno. “Neville Paciock… Il mago meno dotato di questo posto pieno
di pazzi…” continuò la voce, che sembrò risuonare in tutto il corridoio,
completamente deserto a parte il ragazzo, che ora stava cominciando a tremare
vistosamente. “F-Fatti vedere! C-Chi sei?!” “Chi sono? Domanda interessante… Ma credo che voi maghi
siate soliti definirmi… un Babbano.” “Un B-Babbano? Impossibile!” esclamò Neville. “N-Nessun
Babbano può entrare a Hogwarts!” “Se ti riferisci alle misere illusioni che avvolgono questo
castello, sappi che per me sono ben poca cosa. Ma mi sorprendi: credevo non ne
fossi a conoscenza.” “H-Ho letto a-anch’io Storia
di Hogwarts…” “Il primo libro che ho letto quando sono arrivato qui. Devo
ringraziare l’autore, senza non avrei saputo districarmi in questo mondo…” “Cosa vuoi da me?” “Molto semplice, Paciock…” proseguì l’altro, mentre da
dietro una colonna una piccola figura usciva dalle ombre. “Semplicemente voglio
prendere il tuo posto.” aggiunse, cambiando tono di voce e assumendo lo stesso
di Neville, il quale fece per urlare, senza però riuscire a emettere alcun
suono. “Oh, spiacente. Ho fatto in modo che tu non possa parlare.”
Replicò la figura, che si rivelò essere la copia esatta del ragazzo. “Cerca di
capirmi… Se devo sostituirti, non posso certo rischiare che qualcuno ti veda o
senta… Ma sarò magnanimo. Prima di farti sparire, risponderò alle tue domande.”
Continuò, muovendo la mano e facendo tornare la parola a Neville. “C-Cosa credi di fare con il mio aspetto?” domandò lui,
guardando la sua copia. “S-Se non sbaglio, la pozione Polisucco ha una durata
limitata…” “Te l’ho detto: io sono un Babbano, non ho un briciolo di
magia dentro di me. E chi meglio di un mago incapace di fare decentemente un
solo incantesimo può permettermi di nascondere questo mio problema?” “Se ne accorgeranno subito! I professori e i miei amici non
sono stupidi!” “Ma tu sottovaluti il mio talento di attore. Sono ben in
grado di imitare la tua goffaggine e incapacità. E come senti tu stesso, la
voce non è un problema.” Gli fece notare con aria saccente. “E come credi di risolvere il fatto dei ricordi? Se qualcuno
ti chiedesse qualcosa di me, non sapresti rispondere!” “Ed è per questo che non ti ucciderò, per ora…Ma non temere,
soffrirai. Soffrirai a tal punto da dirmi tutto quello che sai, tutta la tua
vita, supplicandomi poi di porvi fine. Per adesso, devi solo fare il bravo
ragazzo.” Neville fece per replicare, ma i suoi occhi cominciarono a
chiudersi. “C-Cosa… mi stai… facendo?” riuscì a mormorare, prima di
cadere a terra, privo di sensi. L’altro Neville restò fermo per qualche secondo, per poi
chinarsi verso l’originale. “Se tutto andrà come spero, presto sarò il padrone di questo
mondo… E la cosa ironica sarà che ad aiutarmi sarà proprio colui che tutti ritengono
l’ultimo della classe.” E qui i suoi occhi si strinsero. “Anche se non devo
sottovalutarlo. Sono sempre loro i più temibili.” Il ragazzo si fermò quando sentì un battito di mani alle sue
spalle. “Un piano davvero niente male, i miei complimenti.” Commentò
una voce. “Purtroppo per te, in questa scuola non ci sono solo semplici studenti
e professori.” Neville si girò, ritrovandosi a guardare Draco, con addosso
la maschera di Klaun. “E tu chi sei? Non mi sembra di averti visto a scuola, e ho
tenuto sotto controllo tutti.” “Come tu sei stato in grado di passare inosservato, lo
stesso vale per me. Devo ammettere che non me n’ero accorto nemmeno io, e se non
fosse stato per il semplice fatto che passavo da queste parti, ne sarei rimasto
all’oscuro. Dovrei ringraziare Weasley.” “Dunque abbiamo un problema, immagino. Mi spiace, ma mi vedo
costretto a eliminarti.” “Elimineresti un tuo possibile alleato?” Il ragazzo socchiuse gli occhi, guardandolo sospettoso. “Cosa
intendi dire?” “Mi sembra abbastanza chiaro. Anch’io voglio conquistare
questo mondo, ma a differenza di te, voglio solo eliminare chi non mi va a
genio. Non ci tengo al controllo totale.” “E che cosa ci guadagno io a non eliminarti?” Draco sorrise. “Perché se non mi attaccherai, ti dirò come
conquistare questo mondo senza rischiare che Fairy Tail ti intralci.” Rispose
sorridendo da sotto la maschera, guardando il volto di Neville restare
impassibile. “Parla. A seconda di come mi risponderai, vedrò se lasciarti
vivere o no.”
~~~~~~~~~~~~~~
“Meglio fuori che dentro.” Disse allegramente Hagrid,
porgendo al giovane Weasley un secchio, dove il rosso cominciò subito a
rimettere un altro conato di lumache. “Buttale fuori tutte, Ron.” “Credo non ci resti nient’altro da fare se non aspettare che
finisca.” Sospirò Erza, mentre Lucy cercava di non guardare. “Ditemi un po’, chi ha cercato di incantare?” domandò il
guardiacaccia. Hermione distolse lo sguardo, cercando di trattenere le
lacrime. “Malfoy. Ron ha cercato di colpirlo dopo che mi ha chiamato…
Sangue Sporco.” “Che cosa?!?!” ruggì Hagrid, guardandola incredulo. “Quel bastardo… Abbiamo studiato a sufficienza per sapere
che è uno dei peggiori insulti che si possono fare!” esclamò Titania, chiudendo
le mani a pugno. “Come avrei voluto bruciarlo! Deve ringraziare Ron, mi ha
solo anticipato! È un peccato che l’incantesimo non l’abbia colpito!” sbottò
Natsu. “Meglio se lo ignorate. Avere a che fare con lui vi porterà
solo guai.” Ribadì l’uomo, per poi guardare Harry. “Ad ogni modo… Com’è che
mandi in giro le tue foto a tutti tranne che a me?” “Io non mando in
giro foto con l’autografo!” gridò furibondo. “E se quello pseudo professore osa
ancora mettere in giro simili voci, io lo-” Ma si interruppe quando sentì il guardiacaccia ridere. “Ci sei cascato!” esclamò divertito, mentre anche gli altri
si lasciavano sfuggire una risata. “Lo sapevo che non eri stato tu. Gliel’ho
detto al professor Coso: tu non ce n’hai bisogno, sei più famoso di lui senza
sbracciarti tanto.” “Già. Harry è solito vedere un articolo su di lui almeno un
paio di volte la settimana.” Disse Gray. “Davvero?!” domandò incredulo Hagrid, guardando il bambino
sopravvissuto, che sospirò, per poi prendere un mestolo appoggiato vicino al
camino e lanciarlo in testa al mago del ghiaccio. “Non per mia scelta.” Replicò dopo, ignorando sia lo sguardo
del guardiacaccia sia l’amico che cadeva all’indietro. “Quando si aiutano tante
persone, i giornalisti cominciano a farsi troppe domande, tutto qui. E il
mercato del gossip purtroppo è infinito.” A questo commento Lucy cominciò a fischiettare, cercando di
distogliere lo sguardo. “Comunque, immagino che non abbia apprezzato il tuo
commento.” Continuò Harry, ignorandola. “Mi sa di no. E gli ho pure detto che non ho mai letto manco
uno dei suoi libri e a quel punto se n’è andato, dicendomi che ci avrebbe
pensato lui a rimediare a questa mia grave mancanza… C’è mancato poco che lo
buttassi fuori a forza da casa…” Poi Hagrid si girò verso una delle finestre, per poi
indicare ai ragazzi di guardare fuori. “Guardate un po’ cosa sto coltivando!” esclamò fiero,
attirando la curiosità dei presenti, che si sporsero per guardare. Nel piccolo orto dietro alla capanna c’era una dozzina di
zucche, le più grosse che avessero mai visto, tanto da raggiungere le
dimensioni di un macigno. “Cavoli, sono enormi!” gridò Happy incredulo. “Puoi fare lo
stesso anche con il pesce, aye?” “Ti piace proprio, eh?” rispose divertito Hagrid. “Purtroppo
no. Poi quelle zucche sono per Halloween, e per allora saranno grosse giuste.” “Vuoi dire che devono diventare ancora più grandi?” chiese incredula Lucy. “Un incantesimo di Ingozzamento, suppongo.” Osservò invece
Hermione, divertita. “Direi che hai fatto un ottimo lavoro.” “Lo dice pure la piccola Weasley.” Disse Hagrid. “È venuta
qui proprio ieri, assieme a quella strana ragazza dai capelli rosa… senza
offesa Natsu, ma non è un colore molto comune.” “Ginny e Melody sono venute qui?” chiese Ron senza
nascondere la sorpresa. “Avevo visto che Ginny aveva cominciato a parlare con
lei, ma non pensavo sarebbe riuscita a convincerla a uscire insieme per qualche
motivo. Quella ragazza è incredibilmente impassibile…” “Beh, perché lei sia venuta qui non lo so, ma per tua
sorella, posso presumere che sperava in un fortuito incontro…” asserì, facendo
l’occhiolino a Majutsu, che sospirò. Quando fu quasi ora di pranzo, il gruppo salutò Hagrid per
dirigersi verso la Sala Grande. A loro insaputa, in piedi sopra il cornicione di una
finestra, Neville li osservò allontanarsi, con il vento che gli passava tra i
capelli e gli muoveva le vesti, donandogli un aspetto intimorente. “Così nemmeno loro sono di questo mondo, eh?” costatò
sorridendo. “Avrei dovuto capirlo da solo, sono diversi, proprio come me. Senza
considerare che due di loro mi ricordano delle vecchie conoscenze…” Dicendo ciò portò la mano sinistra a coprire l’occhio
corrispondente. “Voglio proprio vedere il loro vero potere, e se sarà
necessario, lo farò mio. Per il momento, però, meglio fare nuovamente la parte
dell’idiota incapace… come si ci aspetta da un bravo ragazzo.” I maghi di Fairy Tail non fecero in tempo a mettere piede
nella gelida sala d’ingresso che udirono una voce. “Eccoti finalmente, signor Weasley.” Disse la McGranit,
raggiungendoli con dipinta sul volto un’espressione seria. “Stasera dovrà
scontare la sua punizione.” “C-Come?” balbettò il diretto interessato, totalmente colto
di sorpresa. “E anche voi, signor Fullbuster e signorina Heartphilia.”
Continuò, per poi guardare Harry ed Erza. “Allora siete sicuri sulla
punizione?” “Stando alle condizioni che ci ha dato, è stata la cosa
peggiore che potessimo pensare.” Rispose Harry, facendo deglutire i due
compagni. “C-Che cosa dovremo fare?” osò domandare Lucy. “Weasley dovrà lucidare l’argento della sala dei trofei
assieme a Gazza. E niente magie, solo olio di gomito! Voi due invece… beh,
credo lascerò l’onore di dirvi la vostra punizione direttamente a chi l’ha
scelta.” Detto ciò la professoressa si allontanò. “A-Allora Harry… che cosa dobbiamo fare?” chiese Gray,
sperando che i loro amici fossero stati abbastanza clementi. Speranza che durò solo pochi istanti, dato che sui volti di
Majutsu e Titania apparve un ghigno ben poco rassicurante. “Diciamo che vi userò per liberarmi di un problema…” rispose
il moro, facendo deglutire tutti. “Non ci credo…” mormorò Lucy con un tic nervoso all’occhio
destro, mentre lei e Gray avevano già passato ben due ore a firmare autografi a
nome di Allock, con il suddetto professore seduto di fronte a loro, che non gli
stava prestando la benché minima attenzione, come se fosse deluso per qualcosa. “Ora capisco l’intenzione di Harry… Vuole che ce ne
liberiamo noi lasciandolo con le mani pulite… Più subdolo del solito…” rispose
con lo stesso tono il mago del ghiaccio. “Suvvia, da come state parlando sembra quasi che sia una
tortura.” S’intromise Allock, rivolgendogli uno dei suoi sorrisi a trentadue
denti. “Credetemi, non sono molti coloro che possono dire di aver passato così
tanto tempo con me!” “E speravo di non farne parte…” disse a volume quasi
impercettibile Gray. “Anzi, spero quasi che un secondo Deliora appaia qui…” “Non siete stati un po’ severi?” domandò Happy ai due maghi
di classe S, mentre finiva di scrivere un compito nella sala comune, in quel
momento vuota a parte loro. “Se fossimo stati severi, li avremmo mandati a occuparsi di
Fuffi o del Platano Picchiatore.” Hermione sospirò divertita. “E conoscendo Gray, lui di certo
avrebbe preferito qualcosa del genere piuttosto che firmare autografi per conto
di Allock.” “Solo Ron è convinto che a lui sia capitata la punizione
peggiore… E fortuna che almeno le lezioni di quello pseudo-professore sono
momentaneamente sospese…” intervenne Fred, lasciando subito la parola al
gemello. “Già. Dopo l’esperienza avuta con i folletti, dice che sta
preparando qualcos’altro…” “Finché non avrò a che fare con lui, credo possa andare
bene.” Commentò Harry. “Anche perché dubito di riuscire a sopportarlo ancora a
lungo.” “La tua rabbia si è sentita anche a Earthland. Direi che hai
stabilito un nuovo record.” “Devono solo ringraziare che mi sono sfogato su quei
folletti. Altrimenti rischiavo veramente di lasciar andare la mia vena
distruttrice.” Hermione deglutì. “Spero di restare immune all’effetto Fairy
Tail: non voglio diventare anch’io una potenziale distruttrice di città…” Harry, Erza, Natsu e Happy si guardarono tra di loro. “Impossibile, è il tuo destino.” Risposero infine insieme,
facendo letteralmente cadere a terra la ragazza. “N-Non cercate nemmeno di nasconderlo?!” esclamò lei,
leggermente stizzita dalla loro schiettezza. “Prendi Harry.” Cominciò a spiegare Titania. “Quattro anni
fa era un bambinetto ignaro della magia. E ora è conosciuto come uno dei maghi
più forti del nostro mondo.” “E ho sulla coscienza qualche città… certo, sono riuscito a
far scappare tutti gli abitanti prima, però ciò non toglie che poi sono dovuto
scappare da una folla inferocita…” continuò ridacchiando Majutsu. “Conoscendo chi l’ha aiutato nella formazione magica, è un
miracolo che possa camminare senza distruggere tutto ciò che tocca, aye…” “Era così terribile il tuo maestro?” domandò curioso George. “Non troppo, diciamo solo che spesso era… distratto.
Magnolia deve cambiare topografia ogni volta che viene in gilda. Non si accorge
nemmeno delle case che ha di fronte.” “… Da come ne stai parlando, deduco che non va semplicemente
a sbatterci contro, vero?” “Ci passa attraverso come se fossero fatte di carta.” “Un giorno riuscirò a sconfiggerlo!!!” urlò di colpo Natsu,
ricevendo un colpo in testa da Erza. “Vuoi svegliare tutta Hogwarts?!?!” replicò lei con lo
stesso tono, facendo scoppiare tutti a ridere. “Fortuna che ho isolato la stanza.” Disse il moro.
“Altrimenti ci ritroveremmo qui tutti i professori più velocemente di quanto
potrebbe fare Superman.” “Superman?” ripeté la rossa, guardandolo con curiosità. “E
chi sarebbe?” “Un personaggio inventato dai Babbani.” Rispose Hermione. “Sarebbe
un… accidenti, come posso dirlo senza risultare offensiva?” “Anche lui, secondo la sua storia, veniva da un altro
mondo.” La aiutò Majutsu, sorridendo di fronte all’imbarazzo della compagna.
“In un certo senso è simile a voi. Possiede poteri unici rispetto agli altri ed
è praticamente invulnerabile. Ma per non avere troppe attenzioni addosso,
quando combatte per aiutare le persone indossa un costume da supereroe, mentre
il resto del tempo finge di essere una persona imbranata e debole.” “Interessante…” mormorarono assieme Natsu e Happy, ricevendo
pochi istanti dopo due pugni in testa dai maghi di Classe S. “E voi due non fatevi venire strane idee come andare in giro
in costume!” urlarono all’unisono, facendo scoppiare ancora a ridere tutti
quanti. “Ahio! Non c’era bisogno di colpirci… stavamo solo
fantasticando… Anche se non sarebbe male come idea…” ridacchiò Natsu. “Ti farò a pezzi…” Il Dragon Slayer si irrigidì di colpo, deglutendo. “S-Scusa
Harry… ritiro tutto, ma non farmi a pezzi!” esclamò, girandosi verso il moro,
che tuttavia era sorpreso quanto lui. “Farti a pezzi?” ripeté Fred. “Va bene tutto, ma non credo
che arriverebbe a tanto.” Natsu si voltò verso il rosso. “Voi… Voi non l’avete sentito
parlare?” “Natsu…” s’intromise Majutsu, guardandolo serio. “Non sono
stato io a parlare…” “Eh? C-Come sarebbe a dire che non sei stato tu?” “Ma di cosa state parlando?” domandò Erza. “Voi non avete sentito proprio nulla?” replicò Harry,
guardando i compagni, che scossero tutti la testa. “No, aye.” “Vieni, vieni da me…
Ti squarterò… Ti ucciderò…” Harry tirò fuori la bacchetta, mentre Natsu avvolse un pugno
con il fuoco. “Dove sei?! Fatti vedere!” urlò il rosato, guardandosi
attorno, imitato da Potter, che si rivolse alla compagna. “Hermione, presto, un’analisi immediata della stanza!
Dobbiamo scoprire se c’è qualcuno che ci sta spiando!” Poco lontano, al sicuro sulle scale, Neville sorrise. “È inutile che vi affanniate tanto…” mormorò, chiudendo
l’occhio sinistro. “Non capirete mai cosa vi sta per colpire, maghi.” “Sai… anch’io sarei un mago.” Fece una voce, per qualche
motivo non identificabile, vicino a lui. “E non uno qualsiasi, aggiungerei.” Il falso Paciock si girò a guardare la figura al suo fianco. “Ma tu sei un caso a parte… Tom.” Rispose. “So bene che tu
non sei paragonabile a loro. E presto avrai modo di dimostrarlo… e di
vendicarti.”
Capitolo 31 *** Il segreto di Hogwarts viene riaperto! ***
31: Il segreto di Hogwarts viene riaperto!E finalmente rieccomi con il nuovo capitolo! Dunque,
eravamo rimasti con il rapimento e sostituzione di Neville da parte di
un nuovo misterioso personaggio, il quale non sembra avere buoni
propositi... e mi dispiace dirvelo, dovrete aspettare qualche capitolo
per sapere chi è XD. Per il momento, direi di proseguire con la prima parte del secondo libro! Perciò ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e passo a rispondere alle recensioni!
@ fria: E vedrai, ne accadranno ancora tante di cose XD @ Ronnie Stregatto:
Già, nuovi misteri tutti pronti da essere rivelati... anche se
non troppo presto XD. E concordo che Ron ha involontariamente salvato
la vita a Malfoy, cosa di cui si è probabilmente pentito XD. E
l'Hermione distruttrice di città potrebbe arrivare presto...
chissà XD. Esatto, ho deciso di far sì che anche Natsu
lo sentisse grazie al suo essere parzialmente rettile, cosa che
spiegherò nel prossimo capitolo. Oh, vedrai... probabilmente
quanto capirete/scoprirete chi è il misterioso sconosciuto, o mi
definite pazzo o passate direttamente a cercarmi con torce e forconi XD Per Rita dovrai aspettare ancora un po' di capitoli, mi spiace XD @ hinata 92: Aggiornamento che invece ho ritardato io XD - Beh, bisogna pur dare ascolto almeno in parte ai proprio sogni, no? XD - Episodio vago che resterà all'immaginazione dei lettori immaginarlo XD - Anime gemelle distruttrici XD - Eh... mi spiace, ma temo ci sarà solo un riferimento... per ora - È Superman! XD -
Nella clausola microscopica nascosta tra "Si impegna a non tradire
Fairy Tail" e "Dovrò sviluppare una mia magia individuale" XD - Beh, perché tecnicamente anche Natsu e company sono degli alieni XD - Riconosco che ho preso ispirazione dal tuo commento XD. Ma non potevo non metterla come battuta XD -
Beh, tecnicamente draghi e serpenti sono lontani parenti...
perciò Harry non penserà di essere impazzito solo lui XD.
Per il passaggio di testimone... aspetterei a dirlo... Spero che anche questo capitolo ti piaccia!
Bene, e ora... Buona lettura a tutti!
Capitolo 31: Il segreto di Hogwarts viene riaperto! “Che-cosa-vuole-che-facciamo?!?!” scandì
un incredulo Harry Potter ad Allock, il quale continuava a rivolgergli il suo indistruttibile
sorriso. “Ha sentito perfettamente, signor
Potter. Dato che per motivi a me ignoti lei e i suoi amici vi rifiutate di
leggere i miei libri, li reciterete in classe. Vedrete, per la fine dell’anno
conoscerete tutto ciò che vi serve per sperare di avvicinarvi al mio livello.” Prima che Majutsu potesse dire qualcosa,
il calamaio di Erza scoppiò, macchiandola d’inchiostro, cosa che lei ignorò
totalmente. “Mi dica, professore… lei ci tiene alla sua carriera, vero?” chiese la rossa,
lasciando intendere tra le righe di cosa avrebbe realmente dovuto preoccuparsi
il docente. “Che domanda è, signorina Scarlett?” “Semplicemente che se lei ci costringe a
fare queste recite, noi non garantiremo per la sua incolumità fisica e
psicologica.” I compagni di classe sospirarono. Da quando Allock aveva ricominciato le
lezioni, quelle scene erano ormai diventate abituali. Il secondo anno di Grifondoro si era
spaccato in tre fazioni: una che era dalla parte dei maghi di Fairy Tail,
ovvero la gran maggioranza degli studenti maschi. La seconda a favore del
professore, composta unicamente dalle sue fan. E la terza era un piccolo gruppo
di neutrali, che preferivano non schierarsi apertamente da nessuna parte,
sebbene segretamente tifavano per Fairy Tail. “Suvvia, così vi resterà ben impresso in
mente ciò che dovrete fare se mai vi trovaste in situazioni simili alle mie.” “Ma persino io ho affrontato situazioni
più pericolose!” esclamò Lucy, ormai sul limite della pazienza, come gli altri.
“Io sono stata rapita da uno yeti.
Eppure non vado a raccontarlo ai quattro venti!” “S-Sei stata rapita da uno yeti?!”
domandò Neville, guardandola incredulo. “Lunga storia… devo ringraziare Natsu se
sono tornata libera…” “Pfui! Quello era una mezza calzetta!” ribatté
il Dragon Slayer. “Cosa che riferiremo a Macao.” Gli fece
a bassa voce Harry, calmandosi, osservando Allock che tentava inutilmente di
riportare silenzio nell’aula. “Beh, è la verità.” Replicò Natsu. “E
poi non era in lui. E Romeo non la prenderebbe bene se sapesse che ho picchiato
il suo vecchio.” “Romeo? Chi sarebbe?” domandò Dean. “Un altro membro della nostra famiglia.”
Rispose Erza. “Ma ha solo sette anni.” “Quindi non verrà qui prima del nostro
sesto anno, eh?” “No, non credo verrà. Siamo solo noi
quelli che erano interessati a seguire il corso a Hogwarts. Solitamente la
magia da noi viene insegnata da maestri singoli. Inoltre, è l’unico di noi che
ha ancora un padre biologico… Almeno, un padre riconosciuto…” aggiunse Gray,
sentendo il colpo di tosse di Lucy. “N-Nessuno di voi ha un parente in
vita?” chiese Neville, sorpreso. “Io non so neppure chi sono i miei veri
genitori. L’unico che chiamo padre è Ignell, ma è sparito nel nulla da anni.” “Lo stesso vale per me.” Rispose Erza,
abbassando lo sguardo e portandosi d’istinto una mano sull’occhio sinistro. “E
non ho proprio dei bei ricordi della mia infanzia…” “Invece per quel che mi riguarda, mia
madre è morta quando ero piccola, e sono scappata di casa pochi anni dopo, dato
che mio padre m’ignorava completamente.” Fece Lucy. “E dopo la sua ultima
azione, ho smesso del tutto di considerarlo tale.” “Certo che dalle vostre parti la legge
funziona in maniera alquanto particolare. Sembra quasi che i bambini siano
abbandonati a se stessi.” “Beh, la regola del più forte vige
ovunque. Per nostra fortuna, ci sono diversi maghi disposti ad aiutare i più
deboli.” Disse Majutsu. “Se non fosse stato per loro, di certo adesso sarei una
persona ben diversa.” “Cavoli… più ne sento parlare, più sono
curioso di vedere questa vostra nazione… Dev’essere un paradiso per i maghi da
quel che ho capito. Non avete mai detto di aver avuto un solo problema dovuto
ai Babbani.” “Siamo piuttosto abili a nasconderci
alla luce del sole.” Rispose sorridendo Erza, per poi sospirare di sollievo
quando la campana suonò, permettendole così di lasciare l’aula insieme ai
compagni. Era ormai passata qualche settimana da
quando Harry e Natsu avevano sentito quella misteriosa e inquietante voce. Da quella sera, l’intero gruppo di Fairy
Tail aveva cominciato a cercare di scoprire a chi appartenesse, dato che non
poteva essere un’allucinazione, visto che era stata sentita da due persone,
purtroppo però la magia di Hermione non aveva dato alcun risultato, come se
quella voce fosse saltata fuori dal nulla. Fred e George passavano gran parte del
loro tempo libero a controllare la mappa, mentre Lucy e Hermione si erano
chiuse in biblioteca alla ricerca di una possibile spiegazione. Incredibilmente,
la maga degli Spiriti Stellari riuscì a convincere l’amica a usare gli Occhiali
del Vento per leggere più velocemente, nonostante la Granger continuasse a
ripeterle che era solo per risolvere questo mistero. Harry e Natsu invece continuavano a
prestare attenzione alle proprie orecchie, pronti a correre alla ricerca della
fonte di quella voce se l’avessero sentita ancora. In parallelo, i maghi notarono come
lentamente, Melody e Ginny sembravano fare amicizia: la ragazza dai capelli
rosa era sempre in disparte, tuttavia cominciava a parlare un po’ con la Weasley,
sebbene fosse principalmente per motivi scolastici. Happy invece cominciava a sentire
realmente la mancanza del suo corpo originale: abituato com’era a volare per
diversi tratti, ora si ritrovava a dover attraversare a piedi l’intero
castello, anche più volte al giorno, cosa che a fine giornata lo lasciava
stremato. E così, tra lezioni, ricerche e allenamenti
di Quidditch, Settembre e Ottobre passarono velocemente. Fu dopo l’ennesimo allenamento che Fred
e George, dopo aver spiato i Serpeverde, rivelarono alla squadra che i nuovi
manici di scopa della squadra avversaria erano veramente di un livello superiore,
facendoli piombare in una piccola depressione, che Baston eliminò subito
raddoppiando gli esercizi. “Io sono abituata a missioni di giorni,
in località sperdute, ad affrontare mostri e demoni, bande di criminali… e ti
dirò: in confronto all’allenamento di oggi, erano delle vacanze di puro svago!”
esclamò Erza, mentre rientrava nel castello assieme a Harry, entrambi sporchi
di fango per la pioggia che li aveva colti mentre erano in campo. Fred e George
erano rimasti indietro con il resto della squadra, cercando un modo per
convincere Baston a non distruggerli fisicamente prima della partita contro
Serpeverde. “Mi trovo d’accordo con te.” Replicò
Majutsu, sospirando. “Preferirei avere di nuovo a che fare con i Phantom o con
Deliora… fra gli allenamenti e Allock, la mia pazienza e resistenza si stanno
velocemente esaurendo…” “Sai, sono ancora sorpresa: credevo che
avresti ridotto Allock a un oggetto indistinguibile già da un pezzo.” “Ho solo troppi testimoni che direbbero
cos’ho fatto. Aspetta che osi di nuovo dirmi qualcosa da solo e sulla Gazzetta
del Profeta ci sarà un articolo su come un insegnante sia stato misteriosamente ritrovato in condizioni
così pietose che in confronto l’acqua risulterebbe essere un corpo solido.” Erza gli riservò uno sguardo misto tra
lo spaventato e l’incredulo. “A volte mi fai più paura tu che
chiunque altro…” “Voi due!” urlò una voce che li fece
fermare sul posto, costringendoli a girarsi. Di fronte a loro c’era Gazza, con
addosso una pesante sciarpa scozzese e con il naso rosso come un peperone.
“Disordine e sporco dappertutto!” continuò lui, indicando le pozze di fango che
i due maghi avevano involontariamente lasciato dietro di loro. “Adesso ne ho
abbastanza! Seguitemi!” “Ci mancava solo questa…” borbottò
Majutsu, sospirando, per poi seguire assieme all’amica il custode. Fino a quel momento avevano sentito
parlare dell’ufficio di Gazza da Fred e George, ma non c’erano mai stati. Era
un locale squallido e privo di finestre, illuminato da un’unica lampada a
petrolio che pendeva dal basso soffitto. Su tutto aleggiava un vago odore di
pesce fritto, che fece sorridere lievemente i due maghi, pensando che Happy
sarebbe stato capace di farsi mettere in punizione solo per quello, se ne fosse
venuto a conoscenza. Lungo le pareti erano appoggiati degli
armadi da archivio di legno e dalle etichette era chiaro che contenevano i
rapporti su tutti gli alunni puniti da Gazza. I gemelli Weasley avevano un
intero cassetto riservato appositamente per loro. Appesa sulla parete dietro alla
scrivania faceva bella mostra di sé una collezione lustra e smagliante di
catene e manette. In quel momento a Harry e Erza tornò in mente che avevano
sentito dire che Gazza implorava in continuazione il preside affinché gli
concedesse di appendere qualche studente per le caviglie. Il custode afferrò una pena d’oca da un
calamaio posto sulla scrivania e cominciò a frugare in cerca di una pergamena. “Sterco!” imprecò furioso. “Gran caccole
sfrigolanti di drago… cervelli di rana… intestini di topo… non ne posso più! Dov’è
il modulo… ecco…” Recuperò un grosso rotolo di pergamena
dal cassetto della scrivania e lo srotolò davanti ai due. “Devo ringraziare i vostri amici Weasley
se ora ho un modulo per i crimini in coppia.” Borbottò, intingendo nel calamaio
la lunga penna nera. “Nomi…
Harry Potter e Erza Scarlett. Reato-” “Suvvia, era solo un po’ di fango!”
esclamò Titania, incredula. Non era cosa nuova per lei essere
accusata di reati e crimini di vario genere… ma le altre volte aveva distrutto
qualcosa o fatto del male a qualcuno. “Solo un po’ di fango per voi, ma per me
è un’ora in più passata a sgobbare!” sbraitò Mastro Gazza. “Reato… Insudiciamento del castello… Condanna proposta-” Ma fu nuovamente interrotto, questa
volta da un colpo che si abbatté sul soffitto dell’ufficio, seguito da una
risata, che fece tremare la lampada a olio e far alzare la testa a Mrs Purr. “Pix!” tuonò furibondo l’uomo, buttando
via la penna in un impeto di rabbia. “Questa volta ti prendo, vedrai se non ti
prendo!” E senza degnare di un solo misero
sguardo i due membri di Fairy Tail, si precipitò fuori, seguito dalla sua
fidata gatta. “Ricordami di fare un regalo a Pix…” commentò
Harry, ricevendo un assenso dalla compagna. “Già… Anche se, devo dirla, ero curiosa
di sapere come voleva punirci… ma
credo sia come chiedersi qual è il cibo preferito di Natsu…” “Di sicuro Virgo andrebbe molto
d’accordo con Gazza. Motivo per cui dobbiamo assicurarci che non s’incontrino
mai!” esclamò Majutsu. “Sarebbe una catastrofe.” Concordò lei, per
poi spostare lo sguardo verso una busta color viola appoggiata sulla scrivania. I due maghi si avvicinarono, riuscendo
così a vedere la scritta sopra:
SPEEDYMAGIC Corso di Magia per Corrispondenza per Principianti
“E questo che cos’è?” chiese Majutsu,
prendendola in mano e aprendola, cominciando a leggere ad alta voce per far
sentire anche a Erza. Non vi sentite al passo nel moderno mondo della
magia? Vi accorgete di ricorrere a qualsiasi scusa pur di
non eseguire gli incantesimi più semplici? Siete mai stati presi in giro per gli esiti scadenti
della vostra bacchetta magica? Ecco la
risposta per voi. SpeedyMagic è un nuovissimo corso dai risultati
garantiti, rapido e di facile apprendimento. Maghi e streghe a centinaia hanno
tratto grandi benefici dal metodo SpeedyMagic! Ecco cosa ci scrive la Signora Z. Ortica di Topsham: «Non ricordavo nessun incantesimo e in famiglia le
mie pozioni erano una barzelletta. Ora, dopo il corso SpeedyMagic, sono diventata il
centro dell'attenzione a tutti i ricevimenti e gli amici non fanno che
chiedermi la ricetta del mio Decotto di Scintillazione!» E il mago D.J. Prod di Didsbury: «Mia moglie mi prendeva sempre in giro per i miei
mediocri incantesimi, ma dopo un mese del vostro favoloso corso SpeedyMagic
sono riuscito a trasformarla in uno yak. Grazie, SpeedyMagic!» Incuriositi, i due maghi continuarono a
esaminare il resto del plico. “Perché Gazza sarebbe interessato a un
simile corso?” domandò Harry. “Forse… Forse non sa usare la magia!”
esclamò lei, battendo il pugno sull’altro palmo. “Ora che ci faccio caso, non
l’ho mai visto usare la magia per pulire il castello.” Ma prima che potesse aggiungere altro,
si sentirono dei passi strascicati lungo il corridoio che annunciavano il
ritorno del custode. Potter si affrettò a mettere la lettera
nella busta, ma non riuscì a rimetterla nel posto esatto prima che Gazza
rientrasse con aria trionfante. “Quell’armadietto che scompare è stato molto
utile!” stava dicendo allegro a Mrs Purr. “Questa volta, gioia mia, Pix ce lo
siamo tolti dai piedi!” Ma la sua felicità s’infranse non appena
si rese conto che la busta si trovava a circa mezzo metro da dove l’aveva
appoggiata l’ultima volta. La faccia di Gazza divenne paonazza, e i
due maghi di Fairy Tail per la prima volta provarono una leggera paura nei suoi
confronti. Restarono a guardarlo mentre si avvicinava incespicando alla
scrivania, afferrando la busta e gettandola dentro un cassetto. “L-L’avete letta?” farfugliò
preoccupato, guardandoli. “No.” Risposero i due, cercando di
mantenere la loro migliore faccia da poker, vedendolo torcersi le mani nodose. “Se mai dovessi pensare che voi due
avete letto la mia corrispondenza… non che sia mia… è per un amico… ma comunque
sia…” I due ragazzi lo osservarono allarmati:
il custode non era mai sembrato così fuori di sé. Strabuzzava gli occhi, e una
delle sue guance flaccide era in preda a un tic che la sciarpa non riusciva a
nascondere. “Molto bene… andatevene pure… e acqua in
bocca… non che… e comunque, se dite che non l’avete letta… ora andatevene pure.
Devo scrivere il rapporto di Pix… andatevene.” Senza perdere un ulteriore secondo, i
due schizzarono letteralmente fuori dall’ufficio, increduli di essersela cavata
senza alcuna conseguenza. “Ha funzionato?” dissero due voci ben
conosciute ai ragazzi, anticipando i gemelli Weasley, che sbucarono da dietro
un muro togliendosi il mantello. “Siete stati voi?” esclamò incredula
Titania. “Ma come-” Fred e George sorrisero. “Non dovete sottovalutare il nostro
potere di fare scherzi. Natsu avrà convinto Pix a non importunarlo, ma noi
abbiamo altri metodi per persuaderlo ad aiutarci.” Rispose Fred. “Erza… temo che facendoli diventare
membri di Fairy Tail abbiamo creato due mostri…” mormorò Harry, sbiancando di
fronte a quella scena. “Ma come facevate a sapere che eravamo
nei guai con Gazza?” continuò la rossa, annuendo alla frase del compagno. “Vi siete dimenticati chi ha trovato per
primi questa?” risposero insieme, tirando fuori la mappa. “E poi ci ha
avvertito anche Nick che Gazza vi ha portato via. Poverino, era così giù…” “Ho paura a chiederlo… ma cos’è che
potrebbe abbattere un fantasma, oltre alla sua morte, ovvio…” “Se ho capito bene, parlava del fatto
che lo avessero rifiutato per partecipare a qualcosa per fantasmi senza testa…”
fece George. “Va beh! Pix si libererà da solo in poco tempo. Ora dobbiamo
tornare nella Sala Comune: Natsu ci sta aspettando per poter fare un piccolo
esperimento con una salamandra…” “Cosa volete fargli?” “Solo vedere cosa succede se inghiotte
un fuoco d’artificio Filibuster. Potrebbe ispirarci una nuova combinazione
magica.”
~~~~~~~~~~~~
“Allora?” domandò Neville, fermandosi a
fianco di un muro, assicurandosi che nessuno potesse vederlo o sentirlo. “Tutto come previsto.” Rispose una voce
poco lontana, che fece sorridere il Grifondoro fasullo. “Tra poco avrà tutto
inizio. L’erede tornerà in azione.” “E ironicamente, nella notte della paura.
Una festa piuttosto singolare, devo ammetterlo. Da me non esiste, esattamente come
il Natale e tutte le altre vostre insulse festività.” “Pare che anche quest’anno sarà un Halloween
piuttosto movimentato… Ma chi vuoi colpire per primo?” Neville restò in silenzio, per poi mostrare
un ghigno. “Regola numero uno… gettare panico e
discordia. L’ultima volta che l’ho fatto sono morte centinaia di persone.” L’altra figura restò in silenzio ad
osservarlo. “Ad ogni modo, a me tocca solo la prima
fase… Il che è un vero peccato. Ma sono un bravo ragazzo, perciò mi atterò al
piano.” “Cerca solo di non farti scoprire.” “Non sottovalutarmi. Non avrò potere
magico, ma sono probabilmente la persona più pericolosa qui dentro.” “Su questo ho qualche dubbio. Tuttavia
anch’io devo seguire il piano. Ma preparati, di sicuro ci sarà più di
un’interferenza.” “Che ci provino pure. Tanto, finché avrò
questo aspetto, nessuno sospetterà mai di me e quando se ne renderanno conto, se
ne pentiranno.” La figura restò in silenzio, per poi
girarsi e sparire nelle ombre. Neville voltò leggermente la testa. “Pare che in ogni mondo alla fine ci
siano solo complotti.” Fece serio. “Ma non importa… per il mio scopo, un mondo
vale l’altro. Non la pensi come me, Ginny?” Come apparsa dal nulla, al suo fianco la
minore dei Weasley alzò il viso, mostrando due occhi castani vuoti e
inespressivi. “Sì…” rispose atona, mentre il suo
aspetto tremolava, venendo sostituito in pochi secondi da un ragazzo più
grande, apparentemente di sedici anni, con un cartellino d’argento sulla divisa
scolastica di Hogwarts. “Direi che finalmente è giunto il momento che io torni
in azione per la purificazione di questo mondo.” Completò con un tono
completamente diverso, che celava malvagità pura.
~~~~~~~~~~~~
Happy abbassò la testa per evitare uno
stormo di pipistrelli, che volarono sopra di lui e gli altri ragazzi del
Grifondoro. “Aww… che invidia, aye!” esclamò
mettendo il broncio e osservando i mammiferi volanti sparire nelle tenebre
riflesse del soffitto. “Come mi manca volare!” “Allora perché durante le lezioni di
volo non sei neppure riuscito ad alzarti di qualche metro?” domandò Colin. “Da
come ne parli, sembri più che capace.” “La questione è un po’ più complicata,
aye…” rispose lui, per poi osservare Natsu strappare con un solo morso mezza
coscia di pollo. “Non sono abituato a usare manici di scopa… Sono
difficilissimi da controllare, aye!” “Su, quando torneremo a casa potrai
divertirti quanto vuoi.” Fece Gray sorridendo. “Compiti a parte ovviamente.” “Dev’essere un posto davvero bello casa
vostra.” Disse Neville. “Non è che ci invitate qualche volta?” “Non è così facile. Sono ben pochi
quelli che hanno il permesso di andarci.” Rispose Harry. “E bisogna superare
delle prove per venire ammessi.” “Come mai?” domandò Dean. Majutsu e Titania si guardarono, per poi
sorridere. “Diciamo solo che non tutti potrebbero
reggere il nostro stile di vita. Bisogna essere forti, e non solo fisicamente.” “Questo lo avevo immaginato per via
delle condizioni in cui sono tornati Fred e George. Se due come loro, combina guai
cronici, non sono riusciti a uscirne indenni-” “Percy, ti abbiamo già detto che è stato
solo un incidente. Non abbiamo mica affrontato una banda di squilibrati che a
momenti distruggevano un’intera città usando un castello in grado di
camminare!” A quella frase il gruppo restò in
silenzio, per poi scoppiare a ridere. “Questo sì che sarebbe stato bello da
vedere!” esclamò Seamus. “Soprattutto quando ti prendi uno di
quei colpi direttamente…” mormorò a bassa voce Scarlett, senza nascondere
l’ironia, a Harry, che fu l’unico a sentirla assieme a Hermione, essendo seduti
al suo fianco. “Beh, non dimentichiamoci di Gajil!”
esclamò Natsu. “Quel tipo ci ha dato non pochi problemi!” “Gajil?” ripeté Percy. “E chi sarebbe?” “Un ragazzo con cui abbiamo avuto un
piccolo diverbio.” Si affrettò a precisare Lucy, cercando di nascondere
l’errore fatto dal Dragon Slayer. “Ci ha importunato, ma siamo riusciti a
convincerlo a cambiare aria…” “E qualche osso credo…” aggiunse Fred,
facendosi sentire solo dal gemello. “Già, ma dopo l’incidente abbiamo potuto
far visita senza problemi alla loro città. Non è ai livelli di Diagon Alley,
però dobbiamo ammettere che non è male.” “E che tipo di prove bisogna sostenere?”
domandò Neville. “Non sarà una sfida magica, vero?” “Beh, a essere sinceri-” cominciò Harry,
interrompendosi quando il portone della Sala Grande si aprì, lasciando entrare
un affannato e spaventato Gazza. “Preside!” urlò con tutto il fiato che
aveva. “Hanno ucciso la mia gatta!” A quella frase il silenzio piombò su
tutti i presenti. Silente si alzò dalla sua sedia. “I Prefetti portino gli studenti nei
loro dormitori. I professori con me. Facci strada Argus.” Ordinò calmo, per poi
voltarsi verso Harry e gli altri. “Signor Potter. Vorrei che tu e i tuoi amici rimaneste
qui ancora qualche minuto.” Sentendo il cognome, Gazza si voltò
verso di lui, per poi indicarlo. “È stato lui preside! Lui e la sua amica
Scarlett!” “Che cosa?” esclamò Erza, incredula. “E
perché mai avremmo dovuto farlo?!” “Argus, cosa ti fa pensare che siano
loro i responsabili?” domandò Silente, guardandolo, mentre gli altri studenti
uscivano, non senza riservare qualche occhiata curiosa alla scena. Solo Malfoy sorrideva, nascosto tra i
Serpeverde. Una volta che tutti furono usciti, il
preside si rivolse ai presenti. “Andiamo. Facci strada Argus.” Il custode annuì, per poi uscire dalla
Sala Grande, seguito da tutti. Salirono le scale per un piano, per poi
percorrere un corridoio. Quando arrivarono a destinazione, i
professori trattennero il fiato increduli, mentre il gruppo di Fairy Tail restò
semplice attonito. Sopra un muro, una scritta rossa a
lettere cubitali luccicava sotto la luce delle torce.
LA CAMERA DEI SEGRETI È STATA
APERTA TEMETE, NEMICI DELL’EREDE
E a poca distanza dall’inquietante
messaggio, appesa a una torcia per la coda, Mrs Purr guardava con occhi vuoti
il pavimento, in quel momento ricoperto da una pozza d’acqua, rigida come uno
stoccafisso. Tra gli astanti, Happy era il più
spaventato. “C-Ce l’hanno c-con i g-gatti?” domandò balbettando. Silente tirò fuori la bacchetta,
agitandola e facendo alzare in volo Mrs Purr, che atterrò dolcemente tra la sue
braccia, restando comunque come di pietra. Allock in quel momento si fece avanti.
“Il mio ufficio è il più vicino, signor preside… qui al piano di sopra… la
prego di fare come se fosse a casa sua…” “Grazie, Gilderoy.” Rispose lui, per poi
girarsi verso gli altri presenti. “Minerva, Severus, vorrei che veniste con me.
Anche voi, Scarlett e Potter. Gli altri professori controllino l’intero
castello, se c’è un intruso dev’essere trovato subito. Mentre voi è meglio che
portiate in dormitorio il giovane Happy. Mi sembra abbastanza scosso.” Salamander stranamente non obiettò,
annuendo e portando un braccio intorno alle spalle del gatto umanizzato, ma
prima che potesse allontanarsi, fu fermato proprio dal preside. “Non sente niente, signor Dragonil?”
chiese. Il Dragon Slayer annusò l’aria, sotto lo
sguardo sorpreso di molti docenti, per poi scuotere la testa. “Nulla… è come se
da qui non sia passato nessuno da diverse ore. E tutta quest’acqua non aiuta.” Silente annuì. “Ti ringrazio. Potete
andare.” Poi, senza perdere altro tempo,
seguirono Allock nel suo ufficio, dove il professore di Difesa contro le Arti
Oscure accese le candele sulla scrivania. Il preside ci appoggiò la gatta con
delicatezza, per poi cominciare a esaminarla, imitato dalla professoressa McGranitt,
mentre Piton restava in disparte, cercando di nascondere un piccolo sorriso. Harry ed Erza osservavano anche loro Mrs
Purr a distanza, mentre Allock, gironzolando di qua e di là per l’ufficio,
avanzava ipotesi sull’accaduto. “Dev’essere stata una maledizione a
ucciderla… probabilmente la Tortura Transilvanica, l’ho vista fare molte volte.
Peccato che non fossi presente: conosco il contro-incantesimo che l’avrebbe
salvata…” I commenti di Allock erano punteggiati
dai singhiozzi secchi e rumorosi di Gazza, che si era lasciato cadere su una
sedia accanto alla scrivania con il viso tra le mani, incapace di guardare Mrs
Purr. Intanto Silente continuava a mormorare
strane parole, colpendo delicatamente la gatta con la bacchetta magica, ma
senza ottenere alcun risultato. “…Ricordo che a Ouagadougou è accaduto
qualcosa di molto simile.” Continuò Allock. “Una serie di aggressioni-” “Professore!” esclamò di colpo Harry,
zittendolo all’istante. “Direi che la situazione è già abbastanza grave senza
le sue storie.” In quel momento Silente si tirò su. “Non
è morta, Gazza.” Decretò, girandosi verso il custode. “Non è morta?” ripeté lui con voce
soffocata, guardando Mrs Purr. “Ma allora… perché è così… rigida e congelata?” “È stata pietrificata.” Rispose il
preside, facendo sgranare gli occhi ai presenti (escluso Allock, che si limitò
a dire “Proprio quel che pensavo!”). “Ma non sono in grado di dire come…” “Lo chieda a loro!” strillò Mastro Gazza,
indicando i due maghi di Fairy Tail. “Nessun allievo del secondo anno può
aver fatto qualcosa del genere… Anzi, temo che nessuno studente all’interno della
scuola possa farlo. È una cosa che richiede la più sofisticata Magia Nera…” “Vi dico che sono stati loro!” gridò
ancora il custode. “Avete visto quello che hanno scritto sul muro! Hanno
scoperto… nel mio ufficio… loro sanno che io sono… che io sono… un Magonò!” I due accusati si guardarono, per poi
parlare insieme. “Un che cosa?” “Comunque noi non abbiamo nemmeno
sfiorato Mrs Purr!” si difese Majutsu. “Nessuno di noi si sognerebbe mai di
fare del male a qualcuno! In particolar modo a un gatto!” “Garantisco io su questo punto, signor
Gazza.” Intervenne la McGranitt. “Comunque, se ci permettete…” intervenne
Titania, guardando Silente. “Noi conosciamo una persona molto esperta in
pietrificazioni… potrebbe sapere qualcosa in più su cos’è successo a Mrs Purr.” “E chi sarebbe questa persona?” domandò
freddo Piton, squadrando i due. Harry sospirò. “Una ragazza per la quale
dobbiamo sperare che sia di ottimo umore… o rischiamo di fare tutti la fine di
Mrs Purr. Preside, se permette vorrei usare Fanny per contattarla.” Silente annuì. “D’accordo. Minerva,
Severus, Gilderoy, aspettate qui per piacere.” Detto ciò, uscì assieme a Harry. Passarono dieci minuti, in cui il gruppo
restante restò completamente in silenzio, prima che sentissero qualcosa da
oltre la porta. “…un misero giorno di vacanze e tu mi
porti in un lugubre castello, di notte, al freddo e senza un solo minuto di
avvertimento!” sbraitò una voce femminile, poco prima che la porta dell’ufficio
di Allock si aprisse di colpo, rivelando una ciabatta appartenente a una
ragazza dai lunghi capelli castani, con addosso solo un costume da bagno verde
e un paio di occhiali da sole a celarle gli occhi. “Per la centesima volta, non ne avevo
idea. E poi non avevo mai verificato il fuso orario.” Replicò Harry, rientrando
assieme al preside. La ragazza abbassò il piede, voltando lo
sguardo verso Scarlett. “Titania… non stai molto bene in divisa, sai?” disse
con tono freddo. “Non ho scelta, Evergreen, lo sai.” Ribatté
lei con la stessa freddezza. “Scusate…” s’intromise Piton. “Ma chi
sarebbe questa ragazzina dalla… sensibilità assai diversa dalla nostra alle
temperature?” La nuova arrivata si voltò verso di lui.
“Ascolta un po’ tu, uomo pipistrello!” esclamò, avvicinandosi con passo quasi
marziale. “Sono già di pessimo umore per essere stata prelevata dalle mie
vacanze! Mi sono ritrovata da una fantastica spiaggia a un’orrida foresta in
piena notte e al freddo. Ci vedo poco e niente per colpa di questi occhiali e
prega che non decida di togliermeli!” Nella stanza calò il silenzio totale,
con il professore di Pozioni che guardava la nuova giunta con una faccia
indescrivibile. “Bene, mi sono un po’ sfogata.” Sospirò
la castana, per poi voltarsi verso Potter. “Allora Majutsu, mi devi ancora
spiegare perché mi hai fatto arrivare qui così in fretta.” “Abbiamo bisogno di una consulenza su
una pietrificazione che è avvenuta poco fa. Pare che non sia qualcosa che
succeda spesso.” “Chi è la vittima?” “La mia gatta.” Rispose Gazza, indicando
con la testa il tavolo, dove Mrs Purr giaceva ancora immobile. “Un gatto? Mi avete chiamato per
controllare un comunissimo gatto?! Ringrazia solo il fatto che Luxus ti
rispetta Majutsu, o a quest’ora mi sarei già tolta gli occhiali!” “Evergreen, non è solo lei. Se c’è
qualcuno che può pietrificare esseri viventi così, sarà solo questione di tempo
prima che colpisca un umano. Per piacere, ci serve il tuo aiuto.” La ragazza restò in silenzio, per poi
sospirare. “E va bene… tutti voi, allontanatevi. Devo guardarla senza occhiali per
capire meglio la situazione.” “Come mai tutta questa premura per degli
occhiali?” domandò la vicepreside. “Mi creda… i pochi sventurati che mi
guardano negli occhi finiscono peggio di quanto possa immaginare.” “Hai per caso una rara malattia?”
intervenne Allock. “Se permetti, posso cercare di trovare un rimedio.
Dopotutto, tra tutti i miei viaggi, sono sicuro di aver già visto qualcosa del
genere.” “Lui lo puoi guardare negli occhi senza
problemi.” Commentò Harry. “Faresti solo un piacere al mondo.” “Oh, allora dev’essere il famoso
Allock!” esclamò Evergreen, ignorando il professore che si gonfiò il petto
soddisfatto. “L’idiota che si crede un eroe, ma che non è nemmeno capace a
tenere in mano un pezzo di legno.” A quella frase tutti i presenti, a
esclusione del diretto interessato, accennarono un sorriso. “Ad ogni modo, vediamo un po’…” riprese,
avvicinandosi a Mrs Purr e togliendosi gli occhiali. “Non reagisce… eppure non
è una pietrificazione vera e propria. Non è di pietra.” “Cosa può averla ridotta così?” domandò
Erza. “Qualunque cosa sia stata, mi duole
ammettere che potrebbe essere anche più abile di me. Io faccio diventare le
persone delle vere e proprie statue, ma in questo caso… hanno irrigidito al
limite del possibile ogni singola cellula del suo corpo. Nemmeno io posso
annullare l’incantesimo.” Continuò, rimettendosi gli occhiali e girandosi a
guardare gli altri. “Il che lo rende decisamente pericoloso.” “Quindi non ci resta che sperare che non
si ripeta più.” Decretò Silente con tono grave. “E la mia gatta? Come farà Mrs Purr a
tornare come prima?!?!” urlò Gazza. “E sono sicuro che loro sono colpevoli!”
continuò, indicando ancora Harry ed Erza. “Loro?!” esclamò Evergreen, per poi
scoppiare a ridere. “Questa sì che è bella!” “Cosa ci trova di così divertente,
signorina?” domandò Piton, zittendo la risata di Evergreen. “Se mi aveste detto che un’ala di questo
castello o qualsiasi altra cosa fosse stata distrutta o avesse preso fuoco, o
altro ancora, allora avrei anche potuto crederci. Ma queste due pappamolle sono
incapaci di fare realmente del male a qualcuno.” Rispose con serietà. “Se ci
fosse stato il capo, il discorso sarebbe stato ben diverso. E credimi, se ci
fosse stato lui, avreste già perso un componente del vostro consiglio docente.” “È una minaccia?” replicò l’insegnante
di Pozioni, fissandola freddamente. “Non parlavo mica di lei. Nonostante
tutto, mi è simpatico. Parlavo di un certo biondino… motivo per cui sarebbe
stato subito colpito da un fulmine a ciel sereno…” “Ora basta, Evergreen.” S’intromise
Majutsu. “Ti ringrazio per la tua consulenza, ma questo è sufficiente.” La ragazza sbuffò, per poi girarsi. “Allora
me ne tornerò a godermi le vacanze. Devo solo andare allo stesso posto di
prima, no?” proseguì, avviandosi, ma fermandosi sull’uscio. “Oh, giusto, me ne
stavo dimenticando. Luxus ti vuole parlare non appena torni.” Disse, voltandosi
verso Harry. “Vedi di non farlo aspettare troppo.” “Ricevuto. Digli di farsi trovare per
metà estate. Non ho voglia di girare mezzo Paese per cercarlo, visto che è lui
che mi deve parlare.” La ragazza non disse altro, avviandosi e
scomparendo lungo il corridoio. “Bene, direi che ora è il momento per
voi di tornare in dormitorio. Riferite pure la verità ai vostri amici e-” “Mi perdoni, preside.” Intervenne Piton.
“Ma dopo la presentazione della loro amica, credo sia saggio limitare la
libertà di Potter e Scarlett… Potrebbero essere loro i responsabili e aver
organizzato questo spettacolino. Personalmente, credo che dovrebbero essere
espulsi dalla squadra di Quidditch di Grifondoro.” “Ma insomma, Severus!” esclamò con voce
tagliente la professoressa McGranitt. “Non vedo il motivo per cui dovrebbe
essergli vietato giocare a Quidditch. La gatta non è stata colpita alla testa
da un manico di scopa! E solo perché una loro amica è un po’ bizzarra e sembra
approvare le pietrificazioni, non significa che sono loro i colpevoli!” “E poi ripeto, che motivo avremmo avuto
di pietrificarla? Inoltre eravamo nella Sala Grande, come tutti.” Fece Harry. “Innocenti fino a prova contraria.”
Sentenziò Silente con fermezza. “La mia gatta è stata pietrificata!”
strillò furibondo Gazza, con gli occhi che sembravano mandare saette. “Qualcuno
deve essere punito!” “Riusciremo a curarla, Gazza.” Rispose
il preside con grande pazienza. “Di recente, la professoressa Sprite è riuscita
a procurarsi alcune Mandragole. Non appena saranno cresciute faremo una pozione
che riporterà come prima Mrs Purr.” “Lasciate fare a me!” si mise in mezzo
Allock. “Devo averla preparata centinaia di volte. La pozione ricostituente
alla Mandragola so prepararla a occhi chiusi…” “Fino a prova contraria…” intervenne
Severus con voce glaciale. “…l’esperto di Pozioni in questa scuola sono io.” Majutsu sospirò. “Perché non l’ho fatto
guardare negli occhi da Evergreen?” mormorò a bassa voce, facendo sorridere
Erza e riuscendo a far muovere le labbra del professore di Pozioni in quello
che pareva un piccolo ghigno. “Allora con il vostro permesso, noi
torniamo in dormitorio.” Disse Titania, per poi uscire dalla stanza seguita
dall’amico. I due percossero il corridoio in
silenzio. “Perché non gli hai detto della voce?”
chiese di colpo la rossa a Potter, che sospirò. “Non mi sembrava il caso. Non siamo
ancora sicuri se fosse reale o no. Inoltre stasera non l’ho sentita, quindi
potrebbe non avere niente a che fare con quanto è successo.” “Capisco… ma chi può essere il
responsabile allora? Una magia sconosciuta per entrambi i mondi…” “Non era sconosciuta.” Disse subito
Harry. “Silente non mi sembrava sorpreso. Temo… che questa non fosse la prima
volta.” “In tutto questo trambusto, credo che ci
siamo dimenticati di qualcosa… cos’è questa Camera dei Segreti? Non ne ho mai
sentito parlare, e abbiamo letto tutto su Hogwarts. Inoltre non è segnata sulla
mappa.” “Anche le stanze dove ci siamo scontrati
con Voldemort lo scorso anno non erano segnate. I Malandrini, come li chiamano
Fred e George, a quanto pare non erano a conoscenza di tutte le stanze della
scuola. Certo, ne sapevano più di qualsiasi altro studente, però-” “La Camera dei Segreti è una leggenda
della scuola.” Intervenne una voce, mentre da una parete usciva
Nick-Quasi-Senza-Testa. “Ed è il peggior segreto di questo posto.” “Di cosa si tratta, Nick?” chiese Harry,
fermandosi ad ascoltare il fantasma. “Bisogna tornare ai tempi in cui
Hogwarts è stata costruita, ormai più di mille anni fa.” Rispose lui, guardando
i due maghi di Fairy Tail. “Molto prima che io muovessi i miei primi passi in
questo mondo. Come sapete, è stata opera dei quattro maghi più famosi dell’epoca,
di cui ancora oggi ricordiamo i loro nomi grazie alla Case: Godric Grifondoro,
Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde. Per un periodo, i
quattro collaborarono con armonia, cercando maghi per educarli, ma quando
Salazar cominciò a pensare che solo i cosiddetti Purosangue fossero meritevoli
di tale privilegio, tra lui e gli altri tre fondatori cominciarono a nascere
dei dissapori, che si conclusero con Salazar che abbandonò la scuola.” “E la camera?” “Secondo la leggenda, Serpeverde costruì
nel castello una stanza segreta, di cui gli altri fondatori ignoravano
l’esistenza, che sigillò finché non sarebbe giunto il suo erede. Solo lui
sarebbe stato in grado di aprirla, scatenando gli orrori al suo interno per
epurare la scuola da tutti coloro che secondo Serpeverde, sono indegni di studiare
la magia.” “Voi fantasmi non avete alcuna idea di
cosa siano questi orrori?” domandò Erza. “Senza offesa, ma voi siete qui da più
tempo di qualsiasi studente e professore…” “Purtroppo no, però sappiamo una cosa:
la Camera era già stata aperta in passato… oramai cinquanta anni fa. E proprio
come è successo con Mrs Purr, gli studenti non purosangue cominciarono a venire
pietrificati. Tuttavia… ci fu anche una vittima.” A sentire ciò i due maghi spalancarono
gli occhi. “Quindi non si tratta di semplice
pietrificazione…” rifletté Harry. “Potrebbe essere solo un effetto secondario…
ma chi può essere il responsabile, se questo erede era qui cinquanta anni fa?” “Noi fantasmi cercheremo di scoprire
qualcosa in più… Teniamo a questo castello quanto voi studenti. E il fatto che
ci possa essere un simile pericolo non è ammissibile.” “Grazie Nick. Anche noi, se dovessimo
scoprire qualcosa, te lo faremo sapere.” Non appena i due maghi si furono
allontanati e il fantasma scomparve nuovamente nel muro, Neville uscì dalle
tenebre, restando in penombra, tanto che il suo occhio destro sembrò riflettere
in modo inquietante la luce. “Questo non lo avevo previsto… Credo sia
meglio occuparsene il prima possibile… o i miei piani potrebbero saltare…” “Non
sarà facile come credi!” esclamò una voce nella sua
testa. Neville ghignò, per poi scomparire nel
nulla, riapparendo in uno spazio completamente bianco. “Scusa Paciock, hai parlato?” chiese,
rivolgendosi al vero Neville, sospeso nel vuoto, come se fosse appeso a un muro
invisibile, che alzò lo sguardo, cercando di superare i capelli cresciuti per
guardare il suo rapitore. “Harry e gli altri ti fermeranno! Ora
che so la verità su di loro, ne sono sicuro!” esclamò, sorridendo. “Ma tu dimentichi che io ho te. Credi
davvero che mi faranno qualcosa finché sei mio ostaggio? Inoltre, finora
nessuno si è accorto che ti ho sostituito, neppure i tanto famosi maghi di
Fairy Tail. E tu speri ancora che mi possano fermare?” “Ne sono certo!” Il falso Neville scoppiò a ridere. “Ho fatto bene a non sottovalutarti! Sei
senza dubbio migliore di quel che dimostri. Ho visto persone abituate alla
tortura soccombere alla mia tecnica in pochi minuti. E tu, nonostante ne stia
subendo gli effetti da settimane, hai ancora la forza di sperare.” “La tua magia non fa altro che darmi
ulteriore speranza… la speranza di potertela far pagare di persona!” “Mi sembrava di avertelo già detto,
Neville… la mia non è magia. È qualcosa di migliore e più potente. Voi maghi non
ne avete neppure la più pallida idea. E comunque, anche se dovessi riuscire a
liberarti, non potresti essere di nessun aiuto ai tuoi amici. Come ho detto,
sono stato previdente, ho fatto in modo che tu non venissi a conoscenza di ciò
che sto realmente organizzando. Non sai chi è l’erede.” Neville digrignò i denti. “Lo
scopriranno da soli! E tu verrai sconfitto! Nonostante quello che dici, stai
sottovalutando noi maghi! Come anche i comuni Babbani… anche se riuscirai a
sconfiggere tutti noi, il tuo progetto resterà irrealizzabile!” “Credi davvero che le loro armi possano
nuocermi più dei vostri incantesimi? Tutti voi dovete rassegnarvi a vivere nel
mio nuovo mondo.” “Aspetta e spera.” Il fasullo ghignò ancora, per poi dare
le spalle al suo prigioniero. “Molto bene allora. Resterò in attesa di
vedere la tua speranza infrangersi. Intanto, ti lascerò alla tua tortura…” Detto
ciò, scomparve così come era apparso, lasciando Neville nella più completa
solitudine. “Mamma… Papà…” mormorò con un tono completamente diverso da prima,
quasi arrendevole, mentre riabbassava il capo. “Datemi la forza… vi supplico…”
Capitolo 32 *** Bolidi impazziti, illusioni e maldestri tentativi di salvataggio ***
32: Bolidi impazziti, illusioni e maldestri tentativi di salvataggioE finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo! Dunque,
eravamo rimasti con Neville prigioniero e torturato dal misterioso
personaggio che ne ha preso il posto... cosa che vi ha lasciato tutti
quanti sorpresi, a quanto ho visto XD Perciò baldo alle
ciance, perciò ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo
e passo alle risposte alle recensioni!
@ fenris: le
trame ingarbugliate sono il mio punto forte XD. Per il misterioso tipo,
per il momento non posso ancora dirlo, voglio lasciarvi la sorpresa XD.
Ma posso dirti che la trasformazione di Ginny ha a che fare con lui
ù.ù @ fria: Mi fa piacere che il capitolo ti sia piaciuto, e spero che anche questo risulti di tuo gradimento @ Ronnie Stregatto:
Eh, il tizio sarà il pezzo forte di Natale ù.ù. E
sì, ho deciso di rendere un po' più importante uno dei
personaggi più trascurati della saga. Per Allock direi di
più la seconda XD. Erza infatti li rimpiangerà presto
XD. Aspetta il terzo anno XD. E Evergreen... beh, ha saputo mettere al
suo posto l'ultima persona che uno si aspettava di vedere trattato
così XD *si immagina Piton vestito da Batman* ... *usa su se
stesso il congegno dei MiB* @ hinata 92: e anch'io passo subito alle risposte ù.ù - Tranquilla, Kaito ha il posto d'onore ù.ù - Ehm... no, hanno draghi, ragni giganti, cani a tre teste, troll... ma gli yeti mancano ancora XD - Ehm... già, così pare XD - Eh, le difficoltà di essere un gatto volante e parlante a Hogwarts XD - No... al momento non credo di volerlo come apprendista XD - Ma credo tutti XD - Però ci stava... insomma, la sua pazienza non è illimitata XD - Per il pesce Happy affronterebbe un drago anche dieci volte di fila XD - Quel cassetto fa parte dei personaggi, non glielo toglie nessuno XD - Già XD - Virgo, Gazza e Nakamori... quei tre assieme potrebbero segnare la fine dell'universo XD - A dir la verità io ho sempre pensato che fosse un altro... non avevo mai pensato che potevano essere lo stesso XD - Ehm... *fischietta anche lui* - Già... e questo potrebbe creare guai ù.ù - Ehh... Happy ci metterà un po' a tornare a volare... XD - Come dico sempre: "Se vuoi nascondere la verità, dilla subito a tutti" XD - Eh... non poteva di certo confermare la versione dei gemelli - In effetti l'ho proprio maltrattato Happy XD - Ribadisco quello che ho detto sopra XD - Ma è un drago, ovvio ù.ù - Meglio di no XD - Ehm... beh, di certo non si aspettavano una cosa del genere XD - Guarda, usala pure ù.ù. Però dev'essere o Kaito o Sherindan a dirla XD - Credo un misto delle due XD - L'occasione rende la gazza ladra... o Harry un semi-killer XD - I privilegi di non appartenere a Hogwarts XD - Già ù.ù - *si immagina la coppia* ... *si colpisce la testa con un martello* XD - Su... almeno non ha detto che Harry è solito distruggere tutto e- ah, no, è vero, l'ha fatto XD Già...
tolta la festa ma cambiato il fantasma che spiega XD. E tranquilla, Tom
avrà il suo bel da fare ù.ù E anche Neville ovviamente ù.ù @ erol89:
*scaraventato all'indietro* Ehm... l'ho fatto rapire, sostituire e
torturare da un pazzo psicopatico... poteva andargli peggio XD *si
mette una pentola in testa per proteggersi*. Sul fatto che nessuno si
è accorto dello scambio, semplicemente è molto bravo a
recitare, tanto da ingannare Silente. Per Natsu, sì, è probabile XD. Anche se la gilda non dovrà saperlo... XD Già,
di questo passo Allock si ritroverà a sperare di venire cacciato
da Silente XD. Per Laxus... a dir la verità seguendo la
cronologia del manga non è che poi manchi troppo... anzi, sono
io che lo allungherò ulteriormente XD Per il club dei duellanti... il prossimo capitolo XD @ ganduil: già,
adesso il libro comincia sul serio ù.ù. E tranquillo, se
mai Harry ne avrà la possibilità, Allock vivrà
cinque minuti di puro terrore XD. Per il terzo incomodo, presto la
verità sul suo conto verrà rivelata, e spero vi
sorprenderà! @ Liberty89: Lib-sensei! Eccoti qui! Uhm... togli il "per sbaglio". Prima o poi lo torturerà peggio di come farebbe il peggior torturatore esistente XD. Natsu VS Baston... credo verrebbe fuori lo scontro del secolo XD - Io pure! XD - Già ù.ù Falville... nome fantastico! Se permetti, lo prendo in prestito in cambio di Happy XD *offre Happy* Vedo
che Evergreen ha fatto colpo XD. E credo che parecchi professori
sarebbero lieti di prenderla in classe, forse anche Piton XD. E non
credo si dispererà per la mancata copia gratuita dei libri XD La
battaglia tra Neville e Falville (nome che userò d'ora in poi
XD) andrà avanti ancora per qualche capitolo, anche se solo in
background ù.ù
Bene, e ora... buona lettura a tutti!
Capitolo 32: Bolidi impazziti, illusioni e maldestri tentativi di salvataggio Harry sbatté gli occhi, cercando di
mettere a fuoco la vista. Ma con sua sorpresa, tutto ciò che vide fu
pura oscurità, che gli impediva di scorgere qualsiasi cosa fosse celata al suo
interno. Aprì la bocca per parlare, tuttavia
tutto ciò che uscì fu solo silenzio. “Io
dico le cose così come stanno e non cambio idea!”
urlò una voce, che riecheggiò in quel misterioso spazio, facendo girare la
testa al mago, alla ricerca della fonte. “RASSEGNATI
AL FATTO CHE IO MI RASSEGNI.” Continuò,
mentre di fronte a Majutsu l’oscurità cominciava a vorticare per riunirsi in un
punto e prendere lentamente un aspetto umanoide, lasciandosi dietro solo
bianco. “Non
restare lì immobile a piangere sul destino immutabile, perché tu, a differenza
di me, non sei un fallito.” Parlò la figura, mostrando una
bocca bianca, mentre apriva gli occhi, rivelando due iridi azzurre. “Non
deve succedere, giuro che ti fermerò anche a costo di toglierti la vita.”
Concluse, per poi illuminarsi, costringendo Harry a serrare le palpebre per non
restare accecato. E fu a quel punto che Potter si alzò di
colpo dal letto, con un rivolo di sudore che gli scendeva dalla tempia. “Tutto bene Harry?” domandò Neville, anche
lui sveglio, seduto a gambe incrociate sul letto, come se fino a un secondo
prima fosse stato intento a riflettere. “S-Sì… solo un altro sogno assurdo…
Forse dovrei mangiare più leggero la sera…” “I sogni non sono mai assurdi.” Replicò l’altro,
attirando su di sé lo sguardo dell’amico. “Io trovo che sarebbe magnifico se
potessimo vivere nei nostri sogni… Pensa, sarebbe il mondo che desideriamo…
dove nulla va come non vorremmo…” “Sarebbe un mondo orrendo.” Ribatté
subito Harry, alzandosi. “Mi dispiace, ma per quanto una cosa possa essere
terribile, se è successa significa che doveva succedere. Ora scusami, ma è meglio
che cominci a scendere, tanto Baston avrebbe mandato qualcuno a svegliarmi tra
poco. Avvisa tu Natsu e Gray per piacere.” Ancora mezzo assonato, Majutsu non notò
lo sguardo gelido che il compagno gli stava riservando. “Va bene.” Rispose questi, per poi
osservarlo uscire. “Così anche tu la pensi così, eh? Siete tutti degli stupidi…
ma tanto durerà ancora per poco…” concluse, guardando il Dragon Slayer agitarsi
nel sonno. “’Giorno Harry!” lo salutarono assieme
Fred e George, sedendosi al suo fianco al tavolo di Grifondoro, mentre Erza si
sedeva di fronte. “Pronto per la partita?” “Vuoi dire per forse una delle più
grandi prove di pazienza che dovrò mai sostenere?” replicò Majutsu, ghignando.
“Sarà difficile non spaccare il naso a Malfoy…” “Prima di quello dobbiamo pensare a
dimostrargli che è l’abilità quella che conta davvero!” esclamò Titania. “Poi
dopo Fred e George saranno più che liberi di mandarli contro entrambi i bolidi
assieme.” “Contate pure su di noi! Gli manderemo
contro due bolidi… esplosivi!” esclamarono assieme. “Questo è lo spirito giusto!” intervenne
una voce, anticipando Baston e il resto della squadra. Sul far delle undici, tutta la scuola
cominciò ad avviarsi allo stadio. Era una giornata umida e coperta, e nell’aria
c’era odore di temporale. Il gruppo di Fairy Tail arrivò di corsa, giusto in
tempo per augurare buona fortuna ai loro amici che stavano entrando negli spogliatoi.
Dopodiché si diressero verso gli spalti del Grifondoro, accompagnati da
Neville, Ginny e una scocciata Melody. “Non capisco proprio cosa ci troviate in
questo sport…” sbuffò, sedendosi accanto a Paciock. “È semplicemente il miglior sport
esistente.” Rispose Ron. “Già. Anche se secondo me dovrebbero
permettere ai giocatori di prendersi a pugni.” Affermò Natsu. “In quel caso ci giocheresti pure tu,
vero, aye?” commentò Happy, sconsolato. “Beh, volare su una scopa sarebbe un
problema…” rispose sincero il Dragon Slayer. “Ah, come vorrei essere come mio
padre…” “Era abile a volare?” domandò Neville,
interessato. “In un certo senso…” “Oh, ecco perché gli Alagai sono così
intensi intorno a te.” S’intromise Luna, facendo saltare per aria i presenti. “L-Luna!” balbettò Lucy. “C-Come mai sei
qui? Credevo che gli spalti dei Corvonero fossero dall’altra parte…” “Da qui si vede meglio.” Replicò la
nuova arrivata con una semplicità disarmante. “Cosa sono gli Alagai?” domandò Gray,
inarcando un sopracciglio. “Oh, piccoli spiriti che circondano le
persone abituate a volare. Natsu e Happy ne hanno centinaia intorno a loro…
Cosa strana, visto che nessuno dei due gioca a Quidditch…” “E-Ecco…” “Spiriti?” disse Melody interrompendo il
rosato, guardando di traverso la compagna di anno. “Ridicolo. Come se
esistessero veramente.” “Temo che tu non potrai mai percepirli.”
Replicò Luna, con il suo solito tono sognante. Tuttavia Neville socchiuse gli occhi e
la fissò con sguardo attento. ‘Forse
questo gruppo di pazzi non è l’unico che devo tenere sotto controllo…’
pensò. ‘A quanto pare non sono l’unico in
grado di recitare.’ Diversi metri sotto di loro, chiusi
negli spogliatoi, i membri della squadra di Grifondoro si stavano cambiando,
mentre Baston si apprestava a cominciare il solito discorso pre-partita. “I Serpeverde hanno scope migliori delle
nostre.” Esordì. “Inutile negarlo, ma a cavallo delle nostre ci sono giocatori più valenti! Ci siamo allenati
più di loro, abbiamo volato col sole e con la pioggia…” “Troppo vero.” Mormorò Fred. “Nemmeno
con Juvia ci siamo bagnati così tanto…” “… e gli faremo rimpiangere il giorno
che hanno permesso a quello schifoso di Malfoy di comprarsi l’ammissione nella
squadra.” Continuò il capitano, ignaro del discorso del Weasley, per poi rivolgersi
a Majutsu. “Starà a te dimostrargli che per essere
un bravo Cercatore non basta avere un babbo coi quattrini. Metti le mani su
quel Boccino prima di Malfoy anche a costo della vita Harry, perché oggi
dobbiamo vincere, dobbiamo assolutamente vincere!” “Tanto per non metterti sotto
pressione.” Gli disse Titania. “E tu Erza… se magari riesci a colpire per sbaglio qualche giocatore con la
Pluffa… Beh, non credo sarebbe cosa malvagia, vista la tua forza.” “Ehi, ti dimentichi di noi, i Bolidi
umani!” esclamarono insieme i due gemelli, facendo scoppiare a ridere tutti. Quando entrarono in campo furono accolti
da un boato, soprattutto applausi, poiché il Tassorosso e il Corvonero erano
ansiosi di vedere battuto il Serpeverde, ma in mezzo alla folla, questi ultimi
fecero sentire anche i loro fischi e le loro grida. Madama Bumb chiese a Flint e a Baston di
stringersi la mano, cosa che loro fecero lanciandosi occhiate velenose e serrando
la presa un bel po’ più del necessario. “Al mio fischio.” Disse l’arbitro. “Tre,
due, uno…” La folla esultò al decollo dei
giocatori: i quattordici ragazzi si sollevarono nel cielo plumbeo. Harry volò
subito più in alto di tutti, mettendosi alla ricerca del Boccino. “Tutto bene, Sfregiato?” gli gridò
Malfoy, saettando sotto di lui, come se volesse mostrare la velocità della sua
scopa. Majutsu fece per replicare, ma fu
costretto a spostarsi velocemente per evitare un Bolide che aveva deciso di
colpirlo e che lo mancò di pochi centimetri, tanto che si sentì arruffare i
capelli. “Fuori uno, Harry!” urlò George,
sfrecciandogli accanto a tutta velocità, per poi colpire il Bolide e mandarlo
contro un Serpeverde, Adrian Pucey. Ma sotto lo sguardo incredulo dei due,
il Bolide si fermò a metà strada, per poi tornare indietro. “Che cosa?!” esclamò il Weasley, mentre Potter
si abbassava di nuovo, permettendogli di colpirlo nuovamente e mandarlo contro
Malfoy. Per la seconda volta, il Bolide cambiò
direzione, puntando nuovamente verso Majutsu. “Tu resta qui!” urlò lui al rosso, per
poi scendere velocemente di quota, seguito subito dalla sfera. Tuttavia, con sua sorpresa, a metà
strada cambiò direzione e volò a tutta velocità verso Erza, che con la Pluffa
in mano era diretta verso le porte avversarie. Fred fu più veloce, raggiungendola e
colpendo il Bolide, mandandolo contro Flit. La palla però cambiò ancora
direzione, tornando a seguire Harry. Sugli spalti, i maghi di Fairy Tail
guardarono con sgomento la scena. “Che cosa sta prendendo a quel Bolide?
Perché cerca di colpire solo Harry ed Erza?!” esclamò Lucy, mentre Neville fissava
la partita in silenzio. Visto da nessuno, sul suo volto apparve
un ghigno. ‘Vediamo
come ve la cavate con questo… Maghi di Fairy Tail!’
pensò, mentre Malfoy gli passava davanti, fermandosi per qualche secondo. Anche sul suo volto apparve il medesimo
ghigno, dopodiché partì nuovamente. Majutsu si abbassò ancora, evitando per
l’ennesima volta il Bolide impazzito. Dietro di lui Erza dovette fare lo
stesso, mentre Fred e George cercavano in tutti i modi di mandarlo via. “Ma che cosa diamine prende a questo
coso?!” esclamò uno dei due, colpendolo nuovamente, ma senza ottenere
risultati, mentre cominciava a piovere. “Qualcuno deve averlo sabotato. Non era
mai successo durante gli allenamenti che seguisse solo persone predefinite!” replicò
Titania, per poi fermarsi a mezz’aria, guardando incredula davanti a sé. Gli altri tre la imitarono, restando
increduli di fronte a quello spettacolo. Dinnanzi a loro, al posto di un solo
Bolide ora ce n’erano una decina. “Stiamo scherzando?! Qui la partita va
subito sospesa!” urlò Fred, facendo per alzare la mano per segnalare la
situazione a Baston. Ma prima che potesse portare a termine
il gesto, i Bolidi partirono all’attacco, questa volta dirigendosi verso tutti
e quattro, che furono costretti a volare via per evitarli. “Okay, temo che non ci permetteranno di
avvertire gli altri. E con questa pioggia dubito che qualcuno oltre a noi se ne
sia accorto!” sentenziò Harry, deglutendo. “Che cosa facciamo?” domandò Fred. “Se
usassimo la magia-” “No! Lo sai che non possiamo usarla qui.
Siamo di fronte a tutta la scuola, capirebbero subito che c’è qualcosa che non
va! Dobbiamo solo resistere finché non diminuisce la pioggia, permettendo anche
agli altri di vedere che ci sono diversi Bolidi in più!” “Allora meglio darci da fare!” esclamò
George, preparandosi a colpire un Bolide che lo aveva preso di mira. Ma con sua totale incredulità, la mazza
gli passò attraverso, come se fosse stato un fantasma. “Che… cosa…?” mormorò con gli occhi
sgranati, guardando il Bolide proseguire la sua corsa, per poi scomparire nella
pioggia. “Sono finti?!” gridò il fratello, non
credendo neppure lui ai suoi occhi. “Ma che razza di magia è questa? Non è di
questo mondo!” “Questo complica non poco la
situazione.” Rifletté Potter, affiancandosi a Erza. “Significa che
probabilmente solo uno è quello vero.” Per i successivi dieci minuti, i quattro
Grifondoro furono costretti a eseguire una serie di manovre azzardate per
evitare i Bolidi. I gemelli cercavano di colpirne il più possibile, ma
trovarono quello vero solo un paio di volte. “Vi allenate per un ballo?” domandò una
voce sopra di loro, mostrando Malfoy che li guardava divertito. “Tu… Ci sei tu dietro a tutto questo,
non è vero? Non ti bastava esserti comprato il posto?!” gli gridò contro Erza. “Non so di cosa stai parlando,
Scarlett.” Rispose lui. “Lurido-” Ma Majutsu non completò la frase. Dietro alla testa di Malfoy, il Boccino
d’Oro era fermo a mezz’aria, a pochi centimetri dall’orecchio del Serpeverde. WHAM! Harry lanciò un urlo di dolore che
echeggiò per tutto il campo. Il Bolide alla fine lo aveva colpito al
gomito, approfittando di quell’attimo di distrazione. Potter sentì distintamente l’osso
rompersi, e fu costretto a compiere diversi giri su se stesso con la scopa, con
il braccio che ciondolava inerte lungo il fianco. “Harry!” urlarono i tre amici, mentre i
finti Bolidi scomparivano, lasciando solo l’originale, che si diresse nuovamente
verso il moro, deciso a finire il lavoro. Majutsu nel frattempo alzò nuovamente lo
sguardo, constatando con piacere che il Boccino d’Oro era rimasto al suo posto,
e Malfoy non se n’era ancora accorto, troppo intento a ridere di lui. “Voi occupatevi di quel maledettissimo
Bolide.” Ordinò ai compagni, per poi partire a tutta velocità contro il
Cercatore avversario. “Non aspettavo di meglio!” urlò Scarlett,
tirando indietro il braccio e mettendosi a metà strada tra il bolide e Harry.
“Prendi questo!” Sotto lo sguardo incredulo dei gemelli
Weasley, Titania colpì il Bolide con un pugno, facendogli attraversare a tutta
velocità i metri che li distanziavano dal suolo, facendolo scontrare con esso
con una forza tale da creare un piccolo cratere, che sollevò una nuvola di
fango e pioggia, e causare una piccola scossa. In quel momento tutti quanti, giocatori
e spettatori, si girarono verso la fonte del frastuono, guardando sorpresi il
Bolide, che ora giaceva a terra spaccato in due parti. “Siete stati voi a colpirlo, chiaro?” dichiarò
Erza, scuotendo la mano intorpidita. “E come diamine potremmo spiegare una
cosa del genere?!” risposero i fratelli all’unisono. Sopra di loro, Harry continuava la sua
corsa contro Malfoy, il quale fece sparire il ghigno. “Speri forse di riuscire a colpirmi?” domandò
con sufficienza, spostandosi di lato. Fu il turno di Harry di sorridere. “No… volevo che facessi proprio ciò che
hai appena fatto!” esclamò, superandolo e afferrando con la mano sana il
Boccino, restando attaccato alla scopa solo grazie alla forza delle gambe. A quel punto, l’adrenalina che l’aveva
fatto andare avanti fino a quel momento venne meno, e il moro cominciò a
precipitare verso terra, incapace di manovrare la scopa per il dolore al
braccio. Con un ultimo sforzo riuscì a rallentare
la caduta, ma a pochi metri da terra scivolò, cadendo nel fango, mentre la
scopa rotolò poco lontano. Rimase lì, fermo, con il braccio rotto
che formava un angolo innaturale, mentre le grida degli spettatori si facevano
sempre più deboli, come la sua vista. “A… Abbiamo… vinto…” mormorò, prima di
svenire. Quando riprese i sensi, la prima cosa
che attirò la sua attenzione fu una voce a lui ben tristemente nota. “Suvvia, fatemi passare… Lo aiuterò
senza alcuna difficoltà!” “Grazie, ma non ce n’è alcun bisogno. Lo
porteremo in infermeria.” “Non siate ridicola, signorina Scarlett…
Oh, guardate, si è svegliato!” Prima che Erza, Fred o George potessero
fermarlo, Gilderoy Allock riuscì finalmente a superare la barriera umana che i
tre avevano formato, raggiungendo uno stordito Potter. “Oh no… lui no…” mormorò, cercando di
ignorare il dolore al braccio. “Non sa quello che dice.” Commentò il
professore ad alta voce. “Niente paura Harry, adesso ti rimetto a posto il
braccio.” “No!” urlò subito Majutsu, tremando al
solo pensiero di cosa avrebbe combinato al suo povero arto. “Grazie, ma me lo
tengo così… un braccio rotto non è una novità…” Cercò quindi di mettersi seduto, ma il
dolore era troppo forte, e lo costrinse a restare sdraiato. Prima che potesse aprire
bocca sentì un clic familiare. “Colin, non sono nelle condizioni giuste
per una foto… e mi pareva di essere stato chiaro sul fatto che non volevo
essere fotografato…” “Rilassati Harry.” Ordinò Allock. “È una
magia semplicissima. L’ho usata un’infinita di volte.” “Può averla fatta anche a Mavis per quel
che m’interessa, non ho alcuna intenzione di farmi curare da lei! Mi lasci
semplicemente andare in infermeria!” “Penso abbia ragione lui, professore.”
Intervenne Baston che nonostante il suo Cercatore fosse ferito, non riusciva a
fare a meno di sorridere. “Ottimo lavoro Harry. Credevo fosse successo
qualcosa, quando tu, Erza, Fred e George siete come scomparsi nel nulla per
diversi minuti. Dannata pioggia… Certo, chi si aspettava che un fulmine avrebbe
colpito un Bolide? Non abbiamo nemmeno sentito il tuono…” “Un fulmine, eh?” ripeté Majutsu,
guardando la compagna, che si limitò a guardarsi la mano, fischiettando con
nonchalance, sotto lo sguardo ancora incredulo dei gemelli. “Su, state indietro.” Disse Allock,
agitando la bacchetta prima che qualcuno potesse fermarlo e pronunciando
l’incantesimo. “No!” urlò ancora Harry, inutilmente. Il moro avvertì una sgradevole
sensazione che partiva dalla spalla e si diffondeva fino alla punta delle dita.
Era come se il braccio gli si fosse sgonfiato. Gli bastò vedere i tre amici perdere di
colpo il colore dal viso per capire che qualcosa era decisamente andato storto.
E il fatto che Colin cominciò a scattare foto all’impazzata lo confermò. “Andiamo a chiedere asilo politico a
Makarov?” Mormorarono Fred e George insieme, indietreggiando. Potter prese fiato, poi spostò lo
sguardo verso il braccio. O meglio, quello che una volta doveva essere stato il
suo braccio. Dalla manica della tuta spuntava quello che assomigliava più a uno
spesso guanto di gomma color carne. Sotto i suoi occhi spalancati, Harry
cercò di muovere le dita, senza però ottenere alcun risultato. La temperatura sembrò scendere
immediatamente di diversi gradi. “Lei non mi ha saldato le ossa… me le ha
fatte sparire…” mormorò con voce glaciale Majutsu, facendo indietreggiare tutti
i presenti, a esclusione del professore, che sembrò non rendersi conto del
pericolo che stava correndo. “Beh… sì, a volte può succedere. Ma
l’importante è che le ossa non sono più rotte, questo è ciò che bisogna tenere
presente, poi vedrai che Madama Chips sarà in grado di rimetterti un po’ in
sesto…” “Ma lei è completamente idiota?!” gli
urlò contro Harry, decisamente infervorato. “Nessuno finora mi ha fatto sparire
tutte le ossa di un braccio!” Prima che potesse fare qualcosa di cui
probabilmente non si sarebbe pentito tanto presto, Erza lo prese per l’arto
sano e lo tirò in piedi. “Forza, andiamo… Per quanto vorrei
aiutarti, non possiamo fare nulla…” “Lasciami almeno staccargli un braccio!
Uno solo!” sbraitò il moro per tutta risposta, venendo trascinato via dal
campo, sotto lo sguardo sorpreso di Allock. “Non capisco perché abbia reagito così.
È stato un semplice errore…” bofonchiò, ignaro degli sguardi furiosi del resto
dei Grifondoro. Madama Chips non fu affatto contenta. “Sareste dovuti venire dritto filato da
me!” li redarguì, mentre sollevava lo squallido e floscio avanzo di quello che,
soltanto mezz’ora prima, era stato un braccio perfettamente funzionante. “Mi creda, ci ho provato, ma ero
impossibilitato a reagire… Riuscirà a farmele ricrescere, vero? Non vorrei
dover tornare a casa per farmi curare…” L’infermiera lo fissò truce, come se il
ragazzo l’avesse appena offesa. “Certo che ci riuscirò! Ma ti avverto
Potter, sarà doloroso. Dovrai passare la notte qui.” Majutsu sospirò, prendendo al volo un
pigiama che la donna gli lanciò. “Vado io ad avvisare gli altri,
tranquillo.” Fece Scarlett, girandosi. “Grazie. E di’ agli altri di stare
tranquilli, e di non venire. Ho paura che potrebbero comunque venire buttati
fuori per il troppo casino che farebbero…” “D’accordo. Cercherò di convincere Natsu
a non bruciare Allock…” “Magari lasciagli fare una piccola
ustione di primo grado… o fagli dare fuoco ai capelli…” replicò Harry,
togliendosi la parte superiore della tuta per poi cominciare a mettersi il
pigiama, mentre l’amica usciva dall’infermeria. Non appena finì di cambiarsi si mise a
letto, con il braccio che sbatacchiava di qua e di là, inutilizzabile. In quel momento lo raggiunse Madama
Chips, che teneva tra le mani una grossa bottiglia con scritto sopra ‘Ossofast’. “Preparati a una nottataccia.” Disse
versandogli in un bicchiere il liquido incolore e fumante e porgendoglielo.
“Far ricrescere le ossa è proprio una faccenda poco piacevole.” “E
lo è anche bere questa roba!” pensò Majutsu
mandando giù la pozione, che gli bruciò la bocca e la gola, costringendolo a
tossire non appena ebbe finito di berla. “N-Non sarà peggiore di alcune mie notti
passate fuori casa…” bofonchiò, cercando di riprendere fiato, mentre
l’infermiera si allontanava, borbottando qualcosa sugli sport pericolosi e su
insegnanti inetti, lasciandolo solo. “Restare senza ossa… un’esperienza che
ancora mi mancava… Polyushka di certo chiederebbe come minimo la testa di
quell’idiota…” mormorò, sorridendo divertito al pensiero, per poi sdraiarsi e
chiudere gli occhi. Colin Canon guardò oltre un muro, dove
si era appiattito per non farsi scoprire dai professori che facevano la
guardia. “Sono sicuro che Harry sarà felice di
vedermi!” esclamò a se stesso sottovoce, sorridendo e stringendo la macchina
fotografica con una mano per l’entusiasmo, mentre nell’altra teneva un grappolo
d’uva. “Non hai fatto una gran bella figura
oggi.” Sentì dire da una voce sconosciuta, poco lontana, che attirò la sua
curiosità. “Umpf. Non era nel mio interesse.
Dopotutto, l’importante è che si sia fatto male, no? E i tuoi Bolidi alla fine
non sono serviti a granché!” rispose un’altra voce, nella quale si poteva
sentire un filo di furia. “Vedo che le cose in cinquant’anni non
sono poi cambiate troppo.” Replicò una terza. Colin deglutì silenziosamente, cercando
di avvicinarsi alla fonte delle voci. Quando riuscì a individuarla, spalancò
gli occhi incredulo, restando ben nascosto dietro il muro. A pochi metri di distanza c’era Neville,
assieme a un tizio con una maschera a coprirgli interamente il volto, e che
indossava una divisa di Hogwarts, mentre al loro fianco c’era uno studente con
le braccia incrociate che doveva essere intorno al quinto anno. “Voi maghi siete gente proprio stramba.
Io non avrei esitato un momento a eliminarlo visto che qualcuno aveva già
deciso di aiutare.” “E allora perché non l’hai fatto? Con i
tuoi poteri babbani, di certo non sarebbe stato difficile.” Replicò Klaun,
guardando storto Paciock. “Ero accanto ai membri di Fairy Tail, e
ci sarebbero stati troppi testimoni. Ma pazientate, presto farò la mia mossa
contro di loro, e l’unico ostacolo che si pone tra me e la conquista di questo
mondo sarà distrutto.” “Prima dovrai affrontarmi. La nostra
alleanza durerà solo finché non avrò riguadagnato tutte le mie energie. Cosa
che sarà più veloce grazie alla tua strana magia. Altrimenti non potrei essere
qui così ora.” “Tsk. È solo perché per attuare il mio
piano mi serve il tuo aiuto. E comunque, contro di me neppure il famigerato
Lord Voldemort può fare qualcosa. Sono a un livello superiore di voi miseri
maghi.” Il ragazzo diventò livido, per poi
cominciare a sibilare, come un serpente. “Non mi fai paura, Tom. Sai
perfettamente che posso respingere il tuo animaletto senza alcun problema.” Il ragazzo sorrise. “Tu sì, ma non il ragazzino nascosto
dietro quel muro.” Rispose. Colin spalancò gli occhi, per poi
cominciare a correre lontano, mandando a quel paese tutta la discrezione e la prudenza.
Anzi, sperava che qualche professore lo trovasse prima di quei tre. “Guarda
attraverso la macchina fotografica!” urlò una voce
nella sua testa. Colin non badò minimamente a come poteva
aver sentito quella voce e a chi appartenesse, ma obbedì a quel silenzioso
ordine. L’ultima cosa che vide prima che
diventasse tutto buio furono due occhi rossi.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
“Sei davvero diventato più forte…” esordì
una voce. “Forse mi eguagli, o addirittura mi superi.” Harry sollevò gli occhi stanchi,
cercando di guardare chi gli stava parlando, ma vedendo soltanto una sagoma
indistinta, che continuò a parlare. “Ma mettiti bene in testa che più una
tecnica è potente, tanto maggiore è il rischio per chi la usa.” “Lo so…” rispose d’istinto Majutsu,
senza riuscire a fermarsi, come se le parole fossero uscite di loro spontanea
volontà. Harry si svegliò con un piccolo gemito
di dolore. Il braccio ora sembrava come pieno di grosse schegge. Per un istante pensò che fosse per
quello che si era svegliato, ma con suo orrore, sentì qualcosa di umido sulla
fronte. Cercando di restare impassibile, controllò di avere il pieno uso del
braccio intero, per poi muoverlo di colpo, afferrando colui che gli stava
bagnando la fronte con un panno umido. “Fermo!” esclamò, mentre sollevava come
se niente fosse l’intruso, con sua sorpresa. Quando lo ebbe portato a portata di
vista, sbuffò. “Immagino di avere finalmente l’onore di
incontrare Dobby, vero?” domandò, osservando la creatura di fronte a lui. “Harry Potter è tornato a scuola.”
Bisbigliò tristemente questo, mentre veniva lasciato libero. “Dobby sperava che
i suoi amici lo avessero avvertito, ma così non è stato…” “Sì che mi hanno riferito il tuo
messaggio.” Rispose lui. “E adesso tu mi dirai come hai fatto a raggiungere
Fiore! Chi stavi seguendo oltre a noi?” “Gli elfi domestici usano una magia
diversa, Harry Potter. Dobby ha seguito la vostra traccia e la sua… Ah, Harry
Potter, perché non ti sei fermato quando la barriera ha opposto resistenza?” Majutsu lo guardò serio. “Quindi sei tu il responsabile!” ruggì,
cercando inutilmente di mettersi seduto. “I miei amici hanno rischiato
l’espulsione per colpa tua!” “Dobby lo sa… Dobby si è dovuto stirare
le mani per punirsi.” Rispose lui, mostrando dieci lunghe dita bendate. “Ma
Dobby doveva impedire a Harry Potter di tornare a Hogwarts. Dobby sapeva che
Harry Potter era potente, ma non credeva così potente. Dobby è rimasto così
sconvolto che Harry Potter era tornato a Hogwarts che ha fatto bruciare il
pranzo del suo padrone. Dobby non aveva mai ricevuto una frustata come quella,
signore…” “Se penso a tutto quello che hanno
rischiato Ron, Lucy e Gray… è meglio che tu sparisca prima che mi tornino a
posto le ossa, o rischio di strangolarti.” L’elfo domestico fece un debole sorriso. “Dobby è abituato alle minacce di morte,
signore. Dobby ne riceve cinque volte al giorno, quando è a casa.” Si soffiò il naso su un pezzo della
lurida federa che gli faceva da vestito, con un’aria tanto patetica che Harry
sentì svanire la rabbia. “Perché indossi quel coso, Dobby?”
chiese curioso. “Questo, signore?” replicò l’elfo,
attorcigliando un altro pezzo della federa. “Questo è un segno della schiavitù
dell’elfo della casa, signore. Dobby può essere liberato solo se il padrone gli
regala dei vestiti veri, signore. La famiglia sta bene attenta a non passare a
Dobby neanche un calzino, signore, perché altrimenti lui sarebbe libero di
lasciare la casa per sempre.” “Allora non dev’essere tanto conveniente
avere un elfo domestico.” Disse Harry, sorridendogli. “La mia preoccupazione
principale sarebbe più che altro avere qualcuno che mi pulisce i vestiti,
piuttosto che prepararmi il pranzo. Tanto a casa ci sto comunque solo qualche
notte, non di più.” “Harry Potter è tanto diverso da come
Dobby credeva. Harry Potter deve
tornare nell’altro mondo! Dobby pensava che il suo Bolide bastasse a fargli-” “Il tuo
Bolide?!” esclamò Majutsu, sentendo tutta la rabbia tornare. “Come sarebbe a
dire il tuo Bolide? Hai manomesso tu quel coso perché ammazzasse me e i miei
amici?” “Ammazzarvi no signore, Dobby non
oserebbe mai! Dobby voleva solo ferirvi per farvi tornare a casa. Dobby non
immaginava che qualcuno avrebbe preso il controllo del suo Bolide.” Harry spalancò gli occhi. “Cos’hai detto?” “Il mio Bolide avrebbe dovuto colpire
solo Harry Potter e la sua amica Scarlett. Il Bolide di Dobby non avrebbe
dovuto moltiplicarsi.” Harry si portò la mano sana sotto il
mento. “Quindi c’è davvero qualcuno che cerca
di farci la pelle… Ma chi? E immagino che tu non voglia dirmi il pericolo da
cui vuoi così disperatamente salvarmi, vero?” “Ah, se solo Harry Potter sapesse!”
gemette l’elfo. “Se lui sapesse cosa significa per noi, per noi ultimi, per noi
schiavi, per noi che siamo la feccia del mondo della magia! Dobby ricorda
com’era quando Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era al culmine del suo
potere, signore! Noi elfi della casa eravamo trattati come vermi, signore.
Naturalmente, Dobby viene ancora trattato così, signore. Ma in generale, per la
gente della mia specie, signore, la vita è migliorata da quando lei ha
trionfato su Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Harry Potter è sopravvissuto e
il potere del Signore Oscuro si è infranto, ed è sorto un nuovo giorno,
signore, e Harry Potter ha brillato come un raggio di speranza per quelli di
noi che pensavano che i giorni Oscuri non avrebbero mai avuto fine, signore… E
ora a Hogwarts stanno per accadere cose terribili, forse stanno già accadendo,
e Dobby non può lasciare che Harry Potter rimanga qui ora che la storia sta per
ripetersi…” “Dobby.” Disse Majutsu con calma,
guardandolo seriamente. “Io non sono debole come pensi. E non lo sono neppure i
miei amici. Non so se nel tuo viaggio l’hai scoperto, ma io sono famoso
nell’altro mondo come uno dei maghi più forti della mia età. Anzi, forse il più
forte. Certo, esistono maghi molto più potenti di me, ma io non sono da
sottovalutare. Ti assicuro che finché io e miei amici saremo qui, nessuno
morirà. Questa è una promessa. Se l’erede è davvero tornato, allora lo
ricacceremo a calci da dov’è venuto, come direbbe Natsu. E non solo, farò di
tutto anche per aiutare te! Da ciò che mi hai detto della tua vita, non posso
lasciare che continuino a torturarti!” Dobby lo guardò con le lacrime agli
occhi. “Dobby aveva sentito dire di quanto
Harry Potter era nobile… Sì, Dobby ha sentito parlare di Majutsu… Ma lui deve
salvarsi, deve, Harry Potter non deve-” Ma l’elfo domesticò si impietrì e le sue
orecchie da pipistrello cominciarono a tremare. Anche Harry si fece attento,
mentre fuori dalla porta cominciava a sentirsi il rumore di passi affrettati. “Dobby deve andare!” ansimò terrorizzato
l’elfo, per poi svanire nel nulla con uno schiocco. Majutsu lasciò cadere sul letto il
braccio, sospirando. In quel momento la porta dell’infermeria
si spalancò di colpo, lasciando entrare Silente e la professoressa McGranitt.
Reggevano tra le mani quella che sembrava una statua, che depositarono su un
letto. “Chiama Madama Chips.” Fece Silente, e
la McGranitt passò in fretta davanti al letto di Harry, per poi scomparire. “C’è stato un altro attentato.” Disse il
Preside, ben sapendo che Majutsu era sveglio. “Ma questa volta non si è
trattato di un animale.” “Chi… Chi è stato colpito?” domandò il
moro, non senza un po’ di timore nel sapere la risposta. “Il giovane Colin Canon. Minerva l’ha
trovato sulle scale. Pensiamo stesse venendo a trovarti.” Harry sentì lo stomaco torcersi, mentre
cercava di tirarsi su per vedere il compagno di Casa. Colin Canon aveva gli occhi spalancati e
le mani, ancora sollevate, reggevano la sua fidata macchina fotografica. In quel momento riapparve la McGranitt,
seguita da Madama Chips. “Pietrificato?” chiese in un sussurro
l’infermiera. “Proprio così, ma mi vengono i brividi al
pensiero… se Albus non fosse sceso di sotto per prendere una cioccolata calda
chissà cosa avrebbe potuto…” Tutti e quattro restarono a fissare in
silenzio Colin. Poi Silente si chinò e liberò la macchina fotografica dalla
rigida stretta del ragazzo. “Pensate che sia riuscito a scattare una
foto del suo aggressore?” chiese ansiosamente la vicepreside. Silente non rispose, facendo saltare il
coperchio sul retro della macchina. Uno sbuffo di vapore uscì con un sibilo
dalla macchina fotografica. Majutsu, a tre letti di distanza, sentì l’odore
acre della plastica bruciata. “Per tutti i gargoyles!” esclamò Madama
Chips, sorpresa. “Fuso… è tutto fuso…” “Che cosa significa questo, Albus?”
incalzò la McGranitt. “Significa… che la Camera dei Segreti è
stata davvero aperta di nuovo…” rispose il preside con sguardo serio. Madama Chips si mise una mano sulla bocca,
mentre la professoressa fissava Silente. “Ma chi è che può averla aperta dopo
cinquant’anni?” domandò Harry, attirando gli sguardi dei tre adulti su di sé. “La questione non è chi…” lo corresse Silente. “La questione è come…” Harry annuì. “Solo un mostro potrebbe fare qualcosa
del genere, ma bisogna vedere se il mostro è umano o meno.” Disse enigmatico
quanto il preside, lasciando le due donne a guardarli con aria interrogativa.
Capitolo 33 *** Il Club dei Duellanti e l’inizio del complotto ***
33: Il Club dei Duellanti e l’inizio del complotto
E finalmente eccomi qui con il nuovo
capitolo!
Dunque, e anche questa saga, "La camera dei segreti" è giunta al
termine, pronta a lasciare spazio a partire dal prossimo capitolo a una
minisaga di tre capitoli che servirà come intermezzo natalizio!
Inoltre, con questa frase, annuncio purtroppo la fine delle risposte delle
recensioni a inizio capitolo: ho deciso di passare anch'io a partire dalle
prossime al form di risposta di efp, quindi godetevi quest'ultimo spazio. La
cosa positiva è che vi risponderò in tempi decisamente più brevi XD.
Ma ora, baldo alle ciance, abbiamo un club da vedere!
Ringrazio Liberty89, che come sempre mi ha betato il capitolo e vi lascio alle
recensioni!
@ fenris: purtroppo per i capitoli non posso andare più veloce. Non sono
così semplici da scrivere XD @ Ronnie Stregatto: già... ma è un ottimo metodo per liberarsi dei
nemici ù.ù. e Erza non perde certo colpi XD.
Per Luna... chissà. Diciamo solo che il personaggio in sé è interessante, e la
Rownling ce lo fa conoscere solo durante il quinto libro, sebbene sia presente
già nel secondo anno XD.
Per il trio del male, già, è qualcosa che nessuno si aspetta XD. Mentre per la
voce che ha sentito Colin... mi spiace, ma dovrai aspettare parecchio, ben più
della fine del secondo libro XD.
Gli occhi del basilisco non sono un errore... ho modificato volutamente il
colore, e spiegherò il perché più avanti.
Harry per "mostro umano" si riferisce a persone che non si comportano
da umani (leggasi tipo Gajil XD)
E no, diciamo che ho solo preso delle frasi... @ fria: Mi dispiace, ma per Equilibrio ci vorrà ancora un po'. @ Vale Lovegood: Oh, sul fatto che ne vedremo delle belle non ci sono
dubbi XD @ iaele santin: Prima di tutto, benvenuta tra i recensori, e grazie per
avermi fatto sapere che ne pensi della storia! Per la questione dei sogni di
Harry, diciamo che è una cosa voluta, che non posso spiegare al momento. Ma non
dovrai aspettare molto ù.ù. Per Colin invece, purtroppo non poteva evitarsi la
pietrificazione, era necessaria XD @ hinata 92:
- Chissà... XD
- Meglio non rovinargli il sogno. Anche se probabilmente, se dovesse scoprire
la verità, non gli dispiacerebbe poi troppo XD
- Credo che Melody potrebbe essere d'accordo ù.ù
- Eh... giusto per smorzare un po' l'atmosfera ù.ù. E poi, i maghi di
Gridondoro non potrebbero mai indovinare la verità XD
- Ehm... ops? XD
- Solo scintille? Io pensavo direttamente a un temporale XD
- *sorride e fa arrivare River Song*
- Dici? Non ricordo bene... c'era anche un Idra nell'originale, vero? O forse
era Hercules quello...
- Credo sia stata anche la reazione del mio subconscio quando ho riletto quel
pezzo XD
- Un fulmine a ciel sereno, nulla di strano ù.ù
- Io pure!
- Legge del taglione
- Come sopra XD
- Ehm... è un mago di Fairy Tail, è questa la risposta XD
- E quella voce resterà un mistero per molto, molto tempo ù.ù
- Piccole differenze ù.ù. E fortuna che Dobby non ha visto Deliora...
altrimenti non so come avrebbe potuto reagire XD @ erol89: *si toglie la pentola* pensavo fosse più efficace... va beh!
ù.ù
Mi fa piacere sapere che l'idea dei multi-bolidi sia piaciuta, come anche le
buone maniere di Erza ù.ù
Per Allock, mi sembrava giusto. Suvvia, chi a parte l'Harry Potter originale
non avrebbe reagito così? E il ghiaccio eterno avrebbe dato qualche problema...
Gray non avrebbe mai usato la sua magia per donare la vita eterna ad Allock XD.
Per Luna... chissà... come anche per la voce... sebbene il primo mistero verrà
rivelato assai prima del secondo XD @ Liberty89: Lib-sensei!
Già, o almeno prendersi un buon digestivo ù.ù.
A Luna allieva di Noi-sappiamo-chi sinceramente non ci avevo pensato XD. Ma
opterei per entrambe le soluzioni ù.ù
E Malfoy è sempre pieno di sé, già. Figuriamoci ora che a fenomenali poteri
cosmici in un ristretto spazio vit- no, aspetta, quello era il Genio XD.
Già... se solo un certo maghetto da quattro soldi non si fosse messo in
mezzo... eh, ma credo anch'io che Allock non arriverà agli esami XD
Purtroppo non possiedo una macchina fotografica per immortalare la scena...
altrimenti la loro faccia sarebbe passata alla storia come "L'espressione
più sorpresa e incredula mai vista" XD
E mi dispiace, ma quell'informazione è altamente classificata ù.ù
E sono d'accordo con te, l'aiuto di Dobby serve solo per finire in infermeria
prima del tempo XD
Bene, e ora... buona lettura a tutti!
Capitolo 33: Il Club dei Duellanti e l’inizio del complotto
Quel sabato mattina Harry si svegliò con la luce del sole invernale che
inondava la stanza, e con il braccio finalmente riossificato, anche se ancora
molto rigido.
Si mise a sedere e sbirciò il letto di Colin, che però era celato alla vista da
delle lunghe tende.
Assicurandosi che non ci fosse nessuno a vederlo e sentirlo, sospirò.
“Scoperto niente?” domandò, senza voltarsi verso nessuna direzione.
“Mi spiace. Ho controllato questo castello in lungo e in largo, ma non ho visto
niente di sospetto.” Rispose una voce alle sue spalle.
“Maledizione… non sopporto queste situazioni. Colin non sarà stata una delle
persone che preferivo, ma sapere che gli è successo questo per colpa mia…”
“Tu non hai nessuna colpa. Non sei stato certo tu a chiedergli di venirti a
trovare di notte.”
Majutsu annuì. “E dell’elfo?”
“Purtroppo non ho alcuna magia in grado di ritracciarlo. Dovrei conoscere il
posto in cui si trova, ma non mi è possibile.”
“Capisco… Va bene, grazie di tutto. Puoi andare.”
In quel momento la porta dello studio di Madama Chips si aprì, lasciando uscire
l’infermiera, che sembrava non essersi accorta di nulla dato che si avvicinò al
paziente portandogli un vassoio con la colazione.
“Tutto a posto.” Disse dopo aver controllato che il braccio fosse tornato come
prima, mentre Majutsu finiva di mangiare usando il sinistro. “Quando hai finito
puoi andartene.”
Harry annuì, quindi terminato il pasto si cambiò il più velocemente possibile,
ansioso di riferire agli altri gli avvenimenti di quella notte. “Di sicuro, su una cosa Dobby ha ragione: c’è un complotto, ma a questo
punto non sono più sicuro di sapere ai danni di chi…” rifletté, dirigendosi
verso la Torre di Grifondoro. “Ma mi chiedo se tutto ciò abbia a che fare
con me. Se fossi rimasto a Fiore, l’erede sarebbe tornato lo stesso a colpire?
Senza considerare la seconda entità coinvolta nell’episodio dei Bolidi… se
Dobby ha veramente un potere sufficiente a viaggiare tra i mondi, chi può avere
un potere tale da modificare la sua magia?”
Era arrivato di fronte alla Signora Grassa, e stava per pronunciare la parola
d’ordine quando il passaggio si aprì, lasciando uscire Percy.
“Salve, Harry!” lo salutò di buon umore. “Ottimo volo, ieri, veramente superbo.
Il Grifondoro è già in testa alla classifica per la Coppa delle Case… hai vinto
cinquanta punti!”
Majutsu tentò un debole sorriso, per poi salutarlo ed entrare nella Sala
Comune, dove trovò gli amici.
“Harry! Ti hanno già fatto uscire?” esclamò Lucy, vedendolo entrare e chiudendo
il libro che stava leggendo.
Il moro annuì in silenzio, guardandoli uno a uno.
“È successo qualcosa?” domandò Erza, facendosi seria.
“Stanotte c’è stato un altro
attentato…” cominciò Potter. “Questa volta
è stato
pietrificato un umano.”
“Che cosa?” fece Natsu, sgranando gli occhi assieme agli altri.
“Di chi si tratta?” chiese Fred.
“Colin Canon. Stava venendo a trovarmi in infermeria ed è stato attaccato… l’ha
trovato la professoressa McGranitt. E non è tutto.”
“Come sarebbe a dire?”
Majutsu a quel punto spiegò tutto ciò che Dobby gli aveva rivelato quella
notte.
“Dunque è stata colpa di quell’elfo malefico se noi abbiamo rischiato
l’espulsione!” esclamò furioso Ron. “Se mi capita tra le mani-”
“Tu non gli farai niente, Ron.” Replicò subito Hermione. “I suoi metodi sono
alquanto discutibili, però mi pare evidente che stia cercando di salvarci…”
“Sarebbe un ottimo membro di Fairy Tail!” esclamò ghignando il Dragon Slayer.
“Se per salvare provoca tutti questi disastri, lo stile di certo non gli
manca!”
“Ora però dobbiamo riuscire a capire chi altri ce l’ha con noi. E anche per
quale assurdo motivo.” rifletté George. “Insomma… qui l’unica cosa che abbiamo
fatto è stato affrontare Voi-Sapete-Chi… Abbiamo provocato danni ben maggiori a
Fiore…”
“Probabilmente… è direttamente l’erede ad avercela con noi.” Rispose Harry, per
poi guardare Hermione. “Tu sei riuscita a capire qualcosa della magia di ieri?”
La ragazza scosse la testa.
“Purtroppo non potevo usare la mia magia in mezzo a tutte quelle persone, mi
avrebbero vista, ma c’è qualcosa che non mi torna… Voi avete detto che era una
magia illusoria, giusto? Però per avere effetto su di voi vi avrebbero dovuto
colpire in pieno… Non possono di certo averla lanciata come un malocchio.”
“Fatto sta che è la seconda volta che qualcuno tenta di attaccarci durante una
partita di Quidditch. La prossima volta cosa succederà? Il nemico scenderà
direttamente in campo per attaccarci?”
“Non possiamo permettere una simile eventualità!” esclamò Majutsu. “Fred,
George, voi siete i più esperti con la mappa. Tenetela sotto controllo, e
avvisateci se vedete qualcosa di strano. Noi invece cercheremo di scoprire di
più sulla Camera dei Segreti. Se si trova veramente da qualche parte nel
castello, la troveremo!”
“Come vuoi, ma in cambio una volta tornati a Fiore dovrai aiutarci con la
nostra magia. Vogliamo aumentare il suo livello di potenza.” Risposero i due
gemelli, sorridendo.
“Affare fatto.”
Happy sospirò. “Non sono sicuro sia stata una buona idea accettare la
trasfigurazione, aye… Mi sento così inutile…Se solo potessi volare ancora,
controllerei dall’alto la situazione…”
“Su, non dire così!” esclamò Natsu, battendogli una mano sulla spalla. “Vedrai
che presto entreremo tutti in azione!”
Il lunedì mattina la notizia che Colin era stato aggredito e che ora giaceva
come morto in infermeria, era ormai di dominio pubblico. L’aria si fece subito
greve di voci e di sospetti. Tutti gli studenti del primo anno, tranne qualche
eccezione, si spostavano per il castello a ranghi serrati, temendo di essere
aggrediti se si fossero avventurati da soli.
Una delle persone che sembravano essere stato colpite di più dalla notizia di
Colin fu Ginny, la quale oramai aveva perennemente un’aria disperata.
In breve, tra gli studenti e all’insaputa dei professori, si avviò un fiorente
commercio di talismani, amuleti e altre protezioni di ogni tipo: Neville
Paciock acquistò una grossa cipolla color viola e una coda di tritone
putrefatta prima che i suoi compagni di Grifondoro gli spiegassero che lui non
correva alcun pericolo, essendo un purosangue.
“Però tutti sanno che non so fare una singola magia. Potrei essere io il primo
della lista!” esclamò lui spaventato. “Se non ci fossi anch’io dietro tutto
ciò, ovviamente.” Aggiunse mentalmente, sorridendo dentro di sé.
La seconda settimana di dicembre la McGranitt fece il solito giro per annottare
i nomi di chi si sarebbe fermato a scuola per Natale, e quest’anno l’intero
gruppo di Fairy Tail, più Neville, Percy e con loro sorpresa anche Luna, firmò.
Oltre a loro solo Malfoy, Melody e meno di una decina di studenti decisero di
restare, mentre gli altri non vedevano l’ora di lasciare il castello per
tornare alla sicurezza delle loro case.
“Mi chiedo come sarà questo famoso Natale.” Rifletté Erza. “Non ci sarà alcun
pericolo, vero?”
“Solitamente no.” Rispose Hermione, scuotendo divertita la testa. “Ma con voi presenti
non saprei.”
“Basta che non sia troppo noiosa come festa.” Commentò Natsu, sbadigliando. “Un
po’ di azione non mi dispiacerebbe…”
“Beh, forse potremmo anche approfittarne per allenarci un po’ nella foresta…”
fece Harry. “Praticamente oltre a noi non c’è nessuno.”
“Dimentichi Percy.” Rispose Fred, sbuffando. “Resta qui a tenerci sotto
controllo per ordine di mamma… e anche perché pure Ginny è voluta restare qui.”
Una settimana dopo, mentre stavano attraversando la Sala d’Ingresso, videro un
gruppo di studenti mormoranti intorno alla bacheca della scuola, intenti a
leggere una pergamena che era appena stata affissa.
Seamus Finnigan e Dean Thomas, eccitatissimi, gli fecero segno di avvicinarsi.
“Hanno fondato il Club dei Duellanti!” esclamò Seamus, entusiasta. “Il primo
incontro è per questa sera! Non mi dispiacerebbe prendere lezioni di duello,
coi tempi che corrono…”
“Ma secondo voi il mostro di Serpeverde si metterà a duellare onestamente? Per
esperienza, so che i mostri non stanno tanto alle regole.” obiettò Ron,
guardando dubbioso l’avviso.
“Parole sante!” esclamarono assieme i gemelli, Lucy e Hermione, mentre Erza
sorrideva.
“Interessante… sarebbe un’ottima occasione per rinfrescare le mie abilità di
spadaccina.” Rifletté a voce alta, facendo sgranare gli occhi ai due compagni
del secondo anno, oltre ad Angelina, che si trovava dietro di loro, la quale
indietreggiò d’istinto.
“Sai usare la spada?” chiese Dean sorpreso.
“Un po’. Più per passione che per altro ovviamente.” Rispose lei.
“Ovviamente…” sussurrarono tra loro Natsu, Gray e Happy.
“Però sono d’accordo con Erza, potrebbe essere una buona occasione per vedere
quanto il nostro stile di difesa è diverso, e magari impareremo qualcosa di
nuovo.” Commentò Majutsu.
“Tutto dipende da chi sarà l’insegnante. Se è Silente, la cosa potrebbe essere
assai interessante…” osservò George.
“E secondo te chi altri potrebbe essere?”
“Ce ne andiamo?” disse stizzito Harry, non appena vide Allock apparire sul
palcoscenico che era stato messo nella Sala Grande al posto dei tavoli, con
addosso un abito color prugna scuro, accompagnato nientemeno che da Piton,
vestito come sempre di nero.
“Aspetta, facciamoci almeno due risate.” s’intromise Melody, apparendo come dal
nulla dietro di loro. “Voglio proprio vedere cosa combinerà…”
Majutsu la fissò sorpreso, per poi guardare gli altri in una muta ricerca
d’opinione e ottenendo un assenso generale. “Come volete.”
Allock in quel momento chiese silenzio, poi gridò: “Avvicinatevi! Avvicinatevi!
Mi vedete tutti? Mi sentite tutti? Molto bene! Il professor Silente mi ha dato
il permesso di fondare questo piccolo Club dei Duellanti perché possiate
allenarvi, nel caso doveste avere bisogno di difendervi, come mi è capitato
innumerevoli volte. Per ulteriori particolari, si vedano i lavori da me
pubblicati.” Asserì, distribuendo sorrisini e sguardi ammiccanti alle ragazze
presenti. “Permettete che vi presenti il mio assistente, il professor Piton.”
continuò il docente di Difesa Contro le Arti Oscure, con un largo sorriso
stampato in faccia. “Mi dice di intendersi un po’ dell'arte del duello e molto
sportivamente ha accettato di collaborare per una breve dimostrazione, prima di
iniziare. Niente paura, ragazzi... quando avrò finito avrete ancora il vostro
insegnante di Pozioni tutto intero, non temete!”
“Per quel che ci riguarda, se si facessero fuori a vicenda sarebbe fantastico…”
borbottarono assieme Fred e George.
Il labbro superiore di Piton stava assumendo una piega strana. Harry si
chiedeva come facesse Allock a continuare a sorridere in quel modo.
I due insegnanti si misero uno di fronte all'altro e s’inchinarono; o per lo
meno, Allock fece un inchino tutto svolazzi, mentre Piton piegò leggermente il
capo con un movimento che tradiva la sua irritazione. Poi sguainarono le
bacchette magiche, come se fossero delle spade.
“Come potete vedere, stiamo tenendo le bacchette nella posizione regolamentare
di combattimento.” commentò Allock per la folla che assisteva in silenzio. “Al
tre, ci lanceremo i primi incantesimi. Nessuno dei due mirerà a uccidere,
naturalmente.”
“Peccato… avrei tifato per Piton…” mormorò Majutsu vedendo il professore di
Pozioni digrignare visibilmente i denti.
“Uno... due... tre...”
Entrambi sollevarono la bacchetta in alto puntandola poi sulla spalla
dell'altro. Piton gridò: “Expelliarmus!”
Ci fu un accecante bagliore di luce scarlatta e Allock fu scaraventato a gambe
all’aria: volò all’indietro giù dal palco e sbatté contro la parete, su cui si
accasciò, finendo a terra.
Malfoy e qualche altro Serpeverde applaudirono, e il gruppo di Fairy Tail,
assieme a gran parte dei presenti, dovette resistere alla tentazione di unirsi
a loro.
“Speriamo si sia fatto male!” esclamò sottovoce Gray a Natsu, che annuì assieme
a Happy.
Con loro dispiacere, Allock si stava già rialzando da terra con gambe malferme.
Il cappello gli era caduto e i capelli ondulati gli s'erano drizzati in testa.
“Ecco fatto!” gridò mentre tornava sul palco barcollando. “Questo era un
Incantesimo di Disarmo... come potete vedere, ho perso la bacchetta magica...
ah, grazie signorina Brown. Sì, ottima idea davvero, mostrargli questo,
professor Piton, ma non se la prenda se le dico che le sue intenzioni erano
molto evidenti. Avrei potuto fermarla in qualsiasi momento, ma ho pensato che
fosse più istruttivo che i ragazzi vedessero...”
“Ma se noi lo sapevamo già usare da un pezzo…” bofonchiò Fred, portandosi una
mano sul volto.
Piton aveva uno sguardo omicida, che avrebbe potuto ridurlo in cenere se avesse
potuto. Probabilmente Allock se ne rese conto, perché aggiunse: “Basta con le
dimostrazioni! Ora io passo in mezzo a voi e formerò delle coppie. Professor
Piton, se vuole aiutarmi...”
Così fecero. Allock abbinò Neville con Justin Finch-Fletchley, ma il professore
di Pozioni si diresse immediatamente verso Harry ed Erza.
“Credo sia meglio separarvi… Non vorrei che ci fosse qualche incidente…” disse
con tono maligno. “Scarlett, tu starai con Dragonil. Quanto a te, Potter...”
Majutsu si mosse automaticamente verso Gray, che sbiancò vistosamente.
“No, non penso proprio!” proferì Piton con un sorriso glaciale. “Venga qui,
signor Malfoy. Vediamo cosa è capace di fare del famoso Potter. E lei, signor
Fullbuster... può andare con la signorina Heartphilia.”
Malfoy si fece largo tra i compagni, con un sorriso beffardo stampato sul viso.
“Finalmente potremmo batterci, Potter.” esordì divertito, mentre alzava la
bacchetta, imitato in contemporanea dal Grifondoro.
“Già. Siamo in sospeso dallo scorso anno, no?”
“No, Potter… noi siamo nemici fin dal primo momento in cui ci siamo incrociati.
E nulla potrà cambiarlo. Tu e i tuoi amici pagherete presto per i vostri
ideali.”
“Questo lo vedremo.”
“Tutti uno di fronte all'altro!” gridò Allock che era risalito sul palco, “E
inchinatevi!”
Majutsu e Malfoy chinarono a malapena la testa, senza staccarsi gli occhi di
dosso.
“Bacchette in posizione!” urlò l’insegnante biondo. “Al mio tre, lanciate
l'incantesimo di disarmo al vostro avversario... soltanto per
disarmarlo, naturalmente... non vogliamo incidenti. Uno... due... tre...”
Harry sollevò la bacchetta sopra la spalla ma Malfoy aveva cominciato al due:
il suo incantesimo colpì il moro con inaudita violenza, come una formidabile
padellata in testa. Il ragazzo digrignò i denti, ma poiché non sembrava fosse
accaduto niente, senza perdere altro tempo, puntò la sua bacchetta magica
contro Malfoy, gridando: “Rictusempra!”
Un fascio di luce argentata colpì allo stomaco Malfoy, che si piegò in due con
un gemito.
“Ho detto di disarmare soltanto!”gridò Allock allarmato
sovrastando gli sfidanti, mentre il ragazzo di Serpeverde cadeva in ginocchio:
Harry lo aveva colpito con un Incantesimo di Solletico e ora, preso da un
convulso di risa, poteva muoversi a stento.
Potter sospirò, abbassando la bacchetta, sapendo bene che sarebbe stato poco
sportivo fare un sortilegio a Malfoy mentre era a terra.
Ma fu un errore abbassare la guardia a quel modo: riprendendo fiato, quello
puntò la sua bacchetta sulle ginocchia di Harry e gridò: “Tarantallegra!”
Un attimo dopo, le gambe del mago di Fairy Tail avevano preso ad agitarsi senza
controllo, in una specie di forsennata tarantella.
“Fermi! Fermi!” gridava Allock ma Piton prese in mano la situazione.
“Finite Incantatem!”urlò.
I piedi di Harry smisero di danzare, Malfoy smise di ridere, ed entrambi furono
in grado di sollevare lo sguardo per rendersi conto di ciò che stava accadendo
attorno a loro.
Una cortina di fumo verdastro aleggiava sulla scena. Neville e Justin giacevano
a terra, ansimanti; Ron stava aiutando Seamus, pallido come un cencio, a
rialzarsi, scusandosi per quel che la sua bacchetta rotta aveva provocato; ma
Hermione e Millicent Bulstrode, che erano state abbinate sempre da Piton,
combattevano ancora: la Serpeverde aveva afferrato per la testa la Granger che
strillava, ma le loro bacchette giacevano a terra, dimenticate.
Harry fece un balzo in avanti e allontanò Hermione dalla sua avversaria.
“Vedo che l’effetto Fairy Tail comincia a manifestarsi.” Sussurrò divertito
alla compagna, che a quelle parole sembrò calmarsi all’istante.
“Oh santo cielo!” esclamò Allock, svolazzando tra la folla e contemplando le
conseguenze provocate dai duelli. “Su, in piedi, Macmillan... attenta là,
signorina Fawcett... stringi forte, Boot, e vedrai che in un attimo smetterà di
sanguinare...”
“Penso sarà meglio che vi insegni a bloccare gli incantesimi ostili.”
aggiunse agitato, in mezzo alla sala.
Gettò un’occhiata a Piton, che lo stava fulminando con gli occhi, e subito
distolse lo sguardo. “Proviamo con una coppia di volontari... Paciock e
Finch-Fletchley, vi va?”
Neville si alzò subito in piedi, facendo per avvicinarsi, ma la mano di Piton
lo fermò.
“Pessima idea, professor Allock.” disse lui, per poi allontanarsi silenzioso
come un grosso e sinistro pipistrello. “Paciock fa guai anche con gli
incantesimi più semplici. Vogliamo mandare dritti in infermeria i resti di
Finch-Fletchley dentro una scatola di fiammiferi?”
Sotto lo sguardo sorpreso di tutti, Neville chiuse una mano a pugno, e aprì la
bocca come per dire qualcosa, salvo poi cambiare idea.
Piton lo ignorò. “Che ne dice di Malfoy e Potter?” suggerì infine con un
sorriso che sembrava più un ghigno.
“Ottima idea!” esclamò il biondo, gesticolando in direzione di Harry e Draco,
che si trovavano al centro della sala, mentre la folla indietreggiava per fare
largo a entrambi.
“Allora, Harry” disse Allock, “quando Draco punta contro di te la bacchetta
magica, tu fai questo!”
E così dicendo, sollevò la sua bacchetta, tentò una specie di complicata
contorsione e se la lasciò sfuggire di mano. Piton sorrise malignamente, mentre
il collega la raccoglieva velocemente commentando: “Ohi, ohi... La mia
bacchetta magica è un po’ sovreccitata…”
“So come fare un incantesimo, grazie. Anzi, credo di essere abbastanza bravo.”
Commentò Majutsu, mentre osservava l’altro insegnante avvicinarsi al suo
studente prediletto, bisbigliandogli qualcosa all'orecchio.
Malfoy mostrò un sorriso maligno, annuendo. “Paura, Potter?” chiese guardando
l’avversario.
“Ti piacerebbe!” replicò Harry a labbra strette, facendo indietreggiare
parecchie persone per la sua freddezza.
Allock batté allegramente sulla spalla di Potter: “Fai esattamente quel che ho
fatto io, Harry!”
“Far cadere la bacchetta? Anche se credo di poter vincere anche in quel caso…”
Ma Allock non lo ascoltava più.
“Tre... due... uno... via!” gridò.
Malfoy sollevò rapido la bacchetta magica e gridò: “Serpensortia!”
La punta della sua bacchetta esplose. Majutsu la fissò sbalordito, mentre un
lungo serpente nero ne veniva letteralmente sparato fuori, cadendo pesantemente
a terra per poi rizzarsi, pronto a colpire.
La folla arretrò rapidamente gridando di paura e sgomento, a eccezione dei
maghi di Fairy Tail, che invece sorrisero.
“Non ti muovere, Potter!” esclamò Piton con tono indolente, palesemente
divertito dalla situazione. “Ci penso io a mandarlo via-”
“Mi consenta!” lo interruppe Allock, brandendo la sua bacchetta contro il
rettile.
Ci fu un boato e anziché scomparire, il serpente volò a tre metri di altezza e
poi ricadde a terra con un gran tonfo. Inferocito, sibilando furiosamente,
strisciò verso Justin Finch-Fletchley e si eresse un’altra volta, a zanne
scoperte, pronto a lanciarsi sulla preda.
Majutsu digrignò i denti, guardando furioso l’insegnante. “Dannazione… non mi
resta altra scelta…” mormorò, prima di prendere fiato come se stesse per
tuffarsi in acqua.
Poi, sotto lo sguardo spaventato di tutti quanti, a esclusione dei membri
originali di Fairy Tail, cominciò a sibilare verso il serpente.
L’animale si girò, rispondendo con un altro sibilo.
“Ehi, vedi di dargli retta tu!” esclamò Natsu rivolgendosi al rettile. “Ti ha
ordinato di allontanarti!”
Potter sibilò nuovamente, e questa volta il serpente obbedì, strisciando verso
di lui per qualche metro, per poi accasciarsi a terra, innocuo come un tubo di
gomma per annaffiare, e ora guardava il ragazzo dal basso, che sospirò di
sollievo.
“Fortuna che c’era Harry…” mormorò Erza, portandosi una mano sulla fronte.
“Altrimenti nessuno sarebbe riuscito a fermarlo in tempo…”
Ma solo allora si accorse degli sguardi spaventati che tutti gli stavano
rivolgendo.
“Che cosa succede, aye?” domandò Happy.
“A che gioco state giocando?” urlò Justin, e prima che qualcuno potesse dire
una parola era uscito di corsa dalla sala.
Piton si fece avanti, agitò la bacchetta e il serpente si dissolse in una
nuvoletta di fumo nero. Anche lui guardava lo studente con un'espressione
inaspettata: era uno sguardo scaltro e calcolatore, che a Harry non piacque
affatto. Per giunta, il ragazzo avvertì vagamente un mormorio sinistro levarsi
da ogni parte.
“Insomma, che cosa vi sta prendendo?!” urlò Gray, rivolgendosi a tutti i
presenti. “Sembrate spaventati da Harry!”
“Gray… tu sapevi che poteva parlare con i serpenti?” chiese Ron, guardandolo nervoso.
“Certo che lo sapevamo!” rispose Lucy. “Da noi è uno dei motivi per cui è tanto
richiesto!”
“Il controllo che ha Harry sui serpenti non è secondo a nessuno, è molto utile
per le disinfestazioni.” Spiegò Natsu.
“Senza contare che la capacità di parlare con un animale è molto rara, ma
ancora non capisco cosa ci sia di male.” Fece Erza.
“Infatti! Gli ha solo detto di allontanarsi da quel ragazzo!” aggiunse
Dragonil.
“Tu ne sei sicuro? Sei sicuro che abbia detto proprio quello?” domandò uno del
primo anno.
“Certo che ne sono sicuro, l’ho sentito chiaramente!” replicò il Dragon Slayer,
furioso. “Il serpente si è fermato, no? Cos’altro volete come prova? Una
testimonianza scritta da parte del serpente?”
“Vuoi dire che anche tu puoi parlare con i serpenti?” chiese Dean.
“Non proprio… posso solo capirli, e solitamente solo se urlano…” ammise
l’altro, grattandosi la testa. “E Harry ha urlato decisamente forte.”
“Quindi siete in due… siete in due a essere gli eredi di Serpeverde!” gridò una
voce non distinta nel gruppo di ragazzi.
Majutsu e Natsu sgranarono gli occhi.
“Che… Che cosa?” domandò incredulo Majutsu. “Che cosa c’entra il fatto che io
sappia parlare con i serpenti con l’erede?!”
“Harry…” intervenne Fred. “Se lo avessimo saputo ti avremmo avvertito… Salazar
Serpeverde era famoso per parlare con i serpenti… e non sono in molti a poterlo
fare… Inoltre, anche Voi-Sapete-Chi ne era in grado.”
Potter restò in silenzio. “Capisco.” Disse infine, scendendo dal palco e
passando in mezzo alla gente, che si spostò, impaurita. “Lo sapevo che facevo
male a tornare qui. Se basta una sciocchezza del genere a farvi sospettare di
una persona che fino a un momento prima acclamavate come eroe, allora significa
che è veramente tutta una facciata. Pensate ciò che volete, io sono qui solo
per studiare, ed è ciò che continuerò a fare.”
Dicendo ciò si diresse verso l’uscita, seguito subito da Erza e poi dagli
altri, compresi Hermione e i tre Weasley.
Neville restò a guardarli andarsene in silenzio, come anche Malfoy, il quale
tuttavia mostrava un ghigno divertito sul volto.
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“E così, Potter sa parlare il Serpentese, eh…” fece Klaun, guardando il falso
Neville, che se ne stava tranquillamente appoggiato a un muro. “Ed io che speravo
che il suggerimento di Piton potesse tornarmi utile… Il nostro amico?”
“Al momento non può venire… Tuttavia questa è una possibilità che non mi
aspettavo… Non credevo ci fosse qualcun altro oltre a lui…”
“Chiamare un altro dei tuoi amici di cui mi parlavi?”
“Impossibile. Non so ancora nemmeno io come sono giunto qui, e senza abbastanza
energia non mi azzardo ad aprire il passaggio. Ma tranquillo, io sono più che
sufficiente per occuparmi di quelle nullità.”
“Me lo auguro. Resterò qui a osservare la situazione. Se vuoi farli fuori senza
avere troppi testimoni, Natale è l’occasione giusta.”
“Credo di avere qualche anno di esperienza più di te, marmocchio.” Replicò
gelido Neville. “E ho tenuto sotto il mio inganno un intero mondo. Tu ti limiti
a un misero castello.”
“Tsk. Ringrazia che non ho alcun motivo per andarti contro…” ribatté Klaun,
evocando dal nulla una spada argentata. “… o non esiterei un momento a farti
fuori.”
Il falso Neville scoppiò a ridere, per poi toccare la lama, passandoci attraverso
con la mano senza che uscisse una sola misera goccia di sangue.
“Sarei proprio curioso di vedere come.” Lo sfidò, sorridendo, per poi spostare
il palmo senza alcun problema. “Ma temo perderesti solo il tuo tempo. Ora,
vediamo di distruggere Potter e i suoi amici sotto ogni punto di vista.”
“Cosa intendi fare?” domandò Malfoy, facendo sparire la spada.
“Semplice. Hai visto anche tu come tutti adesso siano convinti che lui e quel
Natsu siano gli eredi di Serpeverde, no? Basterà dare un’ulteriore prova che
confermi la loro convinzione.”
“E come intendi fare?”
“Lascia a me questa parte. Parlerò con Tom, e li attirerò in trappola.”
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La mattina dopo la neve che aveva cominciato a cadere la sera prima si era
trasformata in una tormenta così fitta che l’ultima lezione di Erbologia del
trimestre fu sospesa: la professoressa Sprite voleva mettere calze e sciarpe
alle mandragole, un’operazione delicata che non si sentiva di affidare a nessun
altro, soprattutto ora che era diventato così importante che le mandragole
crescessero in fretta per riportare come prima Mrs Purr e Colin.
Majutsu stava seduto nella Sala Comune, annotando su un foglio tutti gli
elementi che accomunavano i due attentati.
“Ehi, Harry!” si sentì chiamare da Neville, che si avvicinò. “Tutto bene?”
Potter sospirò, piegando il foglio e mettendoselo in tasca. “Potrebbe andare
meglio. Non è bello sapere che l’intera scuola sospetta che io sia un pazzo che
va in giro a pietrificare persone… E tutto perché ho un’abilità rara…”
“Le persone sono sempre molto suscettibili ai fatti. Vedrai, presto tutti si
convinceranno che hanno preso un granchio colossale. È come se adesso saltasse
fuori uno a dire che sono io, l’erede.”
“Senza offesa Neville, ma questa la vedo piuttosto difficile.” Intervenne Gray,
che se ne stava alla finestra a osservare la neve. “Sanno tutti che non sei
così abile con la magia. I più forti attirano sempre sospetti del genere.”
“Già… credo tu abbia ragione…” replicò Paciock, diventando leggermente rosso in
volto per l’imbarazzo della realtà. “Ad ogni modo, Harry, se posso permettermi
credo ti convenga andare a parlare con Justin prima che si convinca realmente
che tu sia l’erede di Serpeverde.”
Il moro si portò una mano sotto il mento, chiudendo gli occhi per riflettere.
“Forse hai ragione.” Concordò infine Majutsu, guardando il compagno di stanza.
“Meglio evitare inutili questioni.”
“Forse è in biblioteca. Dopotutto, potrebbe approfittare di quest’ora buca per
ripassare.”
Harry annuì, dirigendosi verso l’uscita.
“Aspetta, vengo anch’io!” esclamò Natsu, raggiungendolo. “Happy è a lezione, e
qui mi sto annoiando. Così posso cercare di aiutarti a convincerlo. Anche se il
fatto che credano che anch’io possa essere l’erede potrebbe non aiutare…”
Detto ciò i due uscirono, lasciando gli altri in Sala Comune, che dopo aver
osservato lo scambio di battute tornarono a fare ciò in cui erano impegnati.
Tutti tranne Neville, che non visto, sorrise, per poi rientrare nel dormitorio.
Justin uscì dalla biblioteca non appena un suo compagno di casa lo avvertì che
Potter e il maggiore dei Dragonil si stavano avvicinando. Preferiva non
incontrarli, anche se sapeva bene che in fondo non potevano essere loro i
colpevoli.
Non l’aveva detto a nessuno, ma aveva visto bene come il serpente aveva reagito
ai sibili di Harry, e aveva distolto la sua attenzione da lui. Ma preso dalla
paura aveva ingiustamente accusato Harry, e ora non trovava il coraggio di
scusarsi.
“Signor Fletchley!” si sentì chiamare, per poi osservare Nick-Quasi-Senza-Testa
uscire da un muro. “Aspetti, le voglio parlare.”
Justin si fermò. “Se vuoi parlarmi di Potter, so bene che non è lui il
colpevole.” Lo anticipò, intuendo cosa volesse da lui il fantasma di
Grifondoro.
“Allora perché non ferma le voci su di lui? Basterebbe che lo dicesse ai suoi
compagni e tutto tornerebbe come prima. Ho visto il giovane Potter tormentarsi
per questo, cercando di capire perché lei avesse reagito così.”
Justin distolse lo sguardo. “So che dovrei farlo… ma come?”
“Semplice…” fece una voce, che risuonò tra i muri, facendo spalancare gli occhi
al Tassorosso e al fantasma, per quanto sembrasse incredibile. “Non devi far
nulla. Anzi, devi aumentare i sospetti su di lui.”
“Questa voce… Non mi è nuova…” mormorò il ragazzo.
Poi, sotto i suoi occhi increduli, una mano di carne uscì dallo stesso muro da
cui era apparso Nick, seguito poi dal resto del corpo di Neville.
“Paciock? Che cosa-”
“Mi serve che tu vada contro Potter.” Lo interruppe lui. “Ma so che non lo
farai mai esplicitamente… il discorso che ho appena sentito lo conferma. Perciò
mi aiuterai a prolungare le accuse contro di lui e il Dragon Slayer.”
“Dragon Slayer?” ripeté il fantasma, portandosi d’istinto davanti a Justin. “Di
cosa stai parlando? E soprattutto, chi sei? Il signor Paciock non si
comporterebbe mai così.”
Neville sorrise. “Io sono nessuno. Sono solo una persona… che desidera
ardentemente la pace.”
“Un po’ un controsenso rispetto alle tue azioni.” Azzardò Justin. “Se vuoi la
pace perché cerchi di accusare una persona innocente?”
“Perché per la pace bisogna fare dei sacrifici. E per quanto mi riguarda, non
esiterei a sacrificare tutti quanti. Cosa che a essere sincero ho intenzione di
fare, ma ora lascia che ti presenti il vero erede di Serpeverde!”
Dicendo ciò si spostò di qualche passo, rivelando Ginny Weasley, in piedi
dietro di lui, che li guardava con occhi spenti.
“La Weasley? Impossibile!” esclamò Nick incredulo.
Poi, sotto i loro occhi, l’immagine di Ginny svanì, sostituendosi con quella di
un ragazzo di sedici anni.
“Tu!” urlò subito il fantasma, riconoscendolo. “Che stupido che sono stato…
avrei dovuto capirlo subito! E dire che cinquanta anni fa-”
“Già. Gli indizi erano tutti a vostro favore, ma nel vostro orgoglio avete
ignorato la soluzione più evidente.”
“Scappa Justin!” ordinò il fantasma al ragazzo dietro di lui, ignorando di
dargli il lei.
Il Tassorosso annuì, girandosi per correre, ma fermandosi quando sentì un colpo
sulle pareti.
Nick gli passò attraverso, fermandosi davanti a lui, mentre da dietro il muro
usciva qualcosa che nessuno dei due riuscì a identificare, salvo due occhi
rossi, che furono l’ultima cosa che videro, prima che tutto diventasse buio.
“Non ti pare che Neville di recente sia un po’ strano?” domandò Natsu a Harry,
mentre uscivano dalla biblioteca, dopo aver verificato che Justin non era più
lì.
“Probabilmente sta ancora risentendo in qualche modo del mio incantesimo di
memoria.” Rispose lui. “Dopotutto era stato congelato da Gray, è più che normale.”
“Sarà… ad ogni modo, ho addosso una sgradevole sensazione che non riesco a
spiegarmi…”
“Non sei l’unico. Tra la voce, quei strani sogni…”
“Sogni?” ripeté il rosato. “Non ce ne hai mai parlato prima.”
“Non la considero una cosa importante… Semplicemente è da un po’ di tempo che
sogno di essere un’altra persona, ma non sono ancora riuscito a identificarla.
Vedo le persone attorno a lui, ma nessuno l’ha mai chiamato per nome. Per
qualche motivo, però, sento di esservi in un certo senso collegato.”
“Che strano… Io l’unica cosa che sogno di solito è di fare a botte…”
Majutsu sospirò divertito. “Lo immagino. Comunque ho intenzione di iscrivermi a
Divinazione il prossimo anno. Potrebbe tornarmi utile.”
“Stai già pensando alle nuove materie? Cavoli, non perdi tempo. Però hai
ragione, dopotutto-”
Ma Natsu s’interruppe di colpo, girando la testa verso un corridoio.
“Che succede?”
“Ho sentito tre odori sconosciuti. Tre odori apparsi letteralmente dal nulla!”
esclamò, per poi guardare il moro, che annuì.
Senza perdere altro tempo, i due cominciarono a correre lungo il corridoio
indicato dal Dragon Slayer. Una volta arrivati alla sua fine, rallentarono,
fermandosi a pochi metri da due sagome.
“Maledizione!” gridò Harry, sbattendo un pugno sul muro. “Ci ha giocati!”
Di fronte a loro, giaceva a terra Justin Finch-Fletchley, la cui faccia era
contratta in un’espressione di terrore e gli occhi vuoti guardavano il
pavimento.
Al suo fianco, sospeso a un metro e mezzo da terra, c’era
Nick-Quasi-Senza-Testa, non più del suo colore bianco perlaceo e trasparente ma
nero e fumoso, con la stessa identica espressione di Justin a deformargli i
lineamenti.
“Che cosa… Che cosa può fare questo a un fantasma?!” domandò Natsu, guardando
l’amico. “Un fantasma è morto! Niente dovrebbe essere in grado di colpirlo!”
“Non lo so… e la cosa mi preoccupa.” Rispose schietto il moro, fissando i due.
In quel momento una porta accanto a loro si aprì di scatto, mostrando il
molesto Pix.
Il folletto si girò verso di loro, facendo per andarsene non appena li
riconobbe, ma si fermò quando il suo sguardo cadde sulle due vittime.
“ATTENTATO!” urlò subito con tutto il fiato che aveva. “ATTENTATO! NÉ MORTALI
NÉ FANTASMI SONO AL SICURO! METTETEVI IN SALVO! ATTENTATOOOOOO!!!”
Prima che Harry e Natsu potessero far qualcosa, una dopo l’altra si
spalancarono tutte le porte del corridoio, lasciando uscire precipitosamente
decine di studenti presi dal panico, tanto che alcuni di loro rischiarono di
calpestare Justin.
La professoressa McGranitt sopraggiunse di corsa seguita dai suoi allievi, uno
dei quali aveva ancora i capelli a strisce bianche e nere. Batté un grande
colpo di bacchetta magica, ripristinando il silenzio, quindi ordinò a tutti di
andare in classe. Era appena tornato un po' d'ordine quando il Tassorosso Ernie
arrivò sulla scena col fiatone.
“Colti sul fatto!” gridò con il viso bianco come uno straccio lavato e
puntando il dito contro i due Grifondoro con gesto drammatico.
“Basta così, Macmillan!” intimò secca la vicepreside.
Justin fu portato subito in infermeria, ma per Nick-Quasi-Senza-Testa sembrava
che nessuno sapesse cosa fare. Alla fine la McGranitt fece apparire un grosso
ventaglio, che consegnò a Ernie con l'incarico di sventolare
Nick-Quasi-Senza-Testa e di sospingerlo su per le scale. E così fece il
Tassorosso, sventolando Nick lungo il tragitto, come un nuvolone nero.
A quel punto, Harry e Natsu rimasero soli con la professoressa.
“Da questa parte.” fece lei.
“Professoressa!” esclamò il Dragon Slayer. “Noi-”
“Non è una questione di mia competenza, Dragonil.” tagliò corto la McGranitt.
Camminarono in silenzio, girarono un angolo e si fermarono davanti a un
orribile e immenso mascherone di pietra.
“Sorbetto al limone!” dichiarò la donna, lasciando poi che il mascherone prendesse
vita e facesse un balzo di lato, mentre la parete dietro di lui si apriva.
Il passaggio appena schiuso rivelò una scala a chiocciola che si muoveva
dolcemente verso l'alto, come una scala mobile. Vi salirono insieme alla
McGranitt e a quel punto udirono il tonfo della parete che si richiudeva alle
loro spalle. Salirono a spirale, sempre più in alto, finché non videro davanti
una porta di quercia lucente con un batacchio di rame a forma di grifone.
Erano appena arrivati nell’ufficio di Silente.
La McGranitt bussò alla porta, che si aprì senza fare rumore, lasciandoli
entrare. Infine, la professoressa gli disse di attendere e si congedò,
lasciandoli soli.
I due maghi di Grifondoro restarono lì a osservare lo studio, trovandolo
esattamente come lo ricordavano dalle loro precedenti visite.
Dopo qualche minuto Natsu si avvicinò a Fanny ferma sul suo trespolo, che
sembrava essere invecchiata di non poco: ora le sue piume splendenti erano
opache, e la maggior parte erano cadute.
“Che cosa ti prende?” domandò il Dragon Slayer, guardandola.
Prima che potesse dire altro, la fenice emise un grido stridulo, dopodiché
prese fuoco.
“E-Eh?!” esclamò il rosato, guardando incredulo lo spettacolo per un paio di
secondi, per poi urlare in preda al panico. “Fanny sta bruciando! Sta veramente
bruciando!”
Dicendo ciò, fece per prendere il fuoco e mangiarlo per spegnerlo, ma fu
fermato da Harry.
“Non ti ricordi?” chiese, sorridendo. “Le fenici sono immortali. Quando
muoiono, rinascono.”
Natsu sbatté gli occhi, guardando la cenere che si stava depositando su un
piatto che stava tra le gambe del trespolo.
La porta dell'ufficio si apri e Silente fece il suo ingresso, puntando subito
lo sguardo sul mucchio di cenere.
“Era pure ora!” esclamò. “Erano giorni che aveva un’aria terrificante. Gliel’ho
detto tante volte che doveva decidersi.”
Mentre parlava, il Preside si diresse alla sua scrivania, mentre dalla cenere
sbucava la testa di un pulcino, quasi del tutto identico all’animale che aveva
appena preso fuoco.
Harry e Natsu si voltarono a guardarlo, ma prima che potessero dire qualcosa,
la porta dell’ufficio si spalancò nuovamente, lasciando entrare Hagrid. Aveva
lo sguardo stravolto, i capelli arruffati e teneva un galletto morto tra le
mani.
“Non sono stati loro, professor Silente!” urlò preoccupato. “Li conosco, non
potrebbero mai fare qualcosa del genere!”
Silente tentò di dire qualcosa, ma il guardiacaccia continuava a sbraitare
agitato, scuotendo il galletto e spargendo piume dappertutto.
“...non possono essere stati loro, glielo giuro davanti al Ministro della
Magia, se serve...”
“Hagrid, io…”
“…li ho visti uscire prima dalla biblioteca mentre venivo qui, non possono
avere avuto il tempo di-”
“Hagrid!” disse Silente alzando la voce. “Io non penso che siano stati
loro ad aggredire quelle persone.”
L’omone restò in silenzio per qualche secondo, per poi cominciare a
bofonchiare. “Ah, be’! Allora… Allora aspetto fuori… i miei galli morti possono
aspettare, Signore.”
E uscì rumorosamente, imbarazzato.
“La ringrazio per la fiducia, Preside.” Disse Majutsu, chinando leggermente la
testa.
“Di niente Harry. Ma ho bisogno di sapere se avete notato qualcosa di strano.”
I due maghi di Fairy Tail si scambiarono uno sguardo d’intesa, dopodiché
annuirono all’unisono.
Gli raccontarono della voce che avevano sentito qualche settimana prima, dei
strani sogni che Harry stava facendo, di come Natsu avesse sentito tre odori
sconosciuti apparire dal nulla nel luogo dove erano stati trovati Nick e
Justin, e dell’avvertimento di Dobby.
“Capisco…” mormorò Silente, una volta concluso il racconto. “Purtroppo non ho
idea di cosa possa collegare questi fatti, tuttavia indagherò.”
“Anche noi faremo tutto il possibile. Anche se ora la situazione sarà molto più
complicata, visto che quasi tutti penseranno che siamo davvero noi i
responsabili di questi attentati.” asserì Harry. “Preside, può dirci chi era il
colpevole cinquanta anni fa? Se la scuola non è stata chiusa, significa che il
colpevole è stato preso.”
“Effettivamente fu presa una persona, ma nutro forti dubbi sul fatto che possa
essere stato lui.” Rispose Silente, sospirando. “Penso che il responsabile sia
lo stesso. E temo che questa volta possa aver trovato qualche alleato.”
~~~~~~~~~~~~~
Neville uscì dal muro di una delle torri, restando a osservare il paesaggio
sotto di lui.
“Finalmente… il momento è giunto. Tra poco questo mondo cadrà ai miei piedi… e
potrò rendere reale il mio sogno!”
Dicendo ciò tirò fuori da una tasca una maschera arancione.
“Ancora un po’ e potrò smettere di fare il bravo ragazzo.”
~~~~~~~~~~~~~
“Anf… anf…” ansimò una ragazza dai lunghi capelli neri con delle striature blu,
avanzando a fatica attraverso la Foresta Proibita, sorreggendosi agli alberi.
Nonostante la neve, indossava un paio di sandali, leggeri pantaloni viola scuro
e una giacca di cui il busto era un viola chiaro, mentre le maniche bianche.
Era ricoperta di decine di tagli, che stavano sporcando i suoi vestiti, oltre a
lasciare una scia di sangue alle sue spalle.
“A… Aiuto… Na…” mormorò, prima di perdere l’equilibrio e cadere a terra,
finendo distesa nella neve.
34: Una misteriosa ragazzaEd eccomi con il nuovo capitolo! Beh... ora che non risponderò più alle recensioni qui, questo spazio diventerà molto più corto XD. Che
dire... con questo capitolo, i pochi dubbi rimasti sulla saga di questo
Natale verranno spazzati via, rivelando ormai quasi tutto... anche se
credo che sarà il prossimo a definire i dettagli XD. Ordunque, direi di ringraziare Liberty89 per avermi betato il capitolo e di lasciarvi alla lettura! Capitolo 34: Una misteriosa ragazza Dopo il duplice attentato a Justin e
Nick-Quasi-Senza-Testa, quello che fino a quel momento era serpeggiato tra i
corridoi e i suoi occupanti come un semplice nervosismo divenne vero e proprio
panico. Strano a dirsi, quella che preoccupava di più era la sorte toccata al
fantasma. “Di questo passo, non tornerà nessuno
dalle vacanze…” costatò Gray, vedendo come tutti gli altri studenti si
guardavano intorno con paura. “Non che mi debba lamentare per questo, però
stasera partiranno praticamente tutti.” “La gente di questo mondo è piuttosto
codarda. Salvo le dovute eccezioni ovviamente.” Fece Erza, guardando i Weasley
e Hermione, che scossero tutti quanti la mano per tranquillizzarla. “Posso capirli però, probabilmente se
non avessi conosciuto voi, sarei scappato anch’io a casa.” Disse Ron con un
sospiro. “E poi, è solo di ieri la notizia di Nick, è ovvio che a due giorni
dalle vacanze tutti non vedano l’ora di andarsene.” “Harry e Natsu dove sono?” chiese Lucy. “Sono andati a farsi un giro nel parco.
Da quel che ho capito, avevano intenzione di allenarsi nella foresta…” “Speriamo che ne lascino un pezzo
intero… qualcosa mi dice che nel loro stato attuale faticheranno a
trattenersi…” mormorò Titania. Natsu volò contro un albero, che si
spezzò a metà sotto il suo peso. Il rosato restò a terra per qualche secondo,
per poi alzarsi, lasciandosi avvolgere il braccio destro dalle fiamme e
sorridendo. “Cavoli, quando mi mancava questa
sensazione!” esclamò guardando Majutsu, che era di fronte a lui a soli dieci
metri di distanza, tenendo il braccio spalancato. “Sono tutto un fuoco!” “Allora fatti sotto!” gridò Harry,
intimandolo con l’altra mano ad avvicinarsi, cosa che il Dragon Slayer non si
fece dire due volte. Partendo a tutta velocità gli fu vicino
in un attimo, colpendo in pieno il palmo della mano dell’amico, provocando
un’onda d’urto che spostò rami e foglie e sollevò la neve attorno ai due maghi. “Non male Natsu!” commentò divertito
Majutsu, per poi interrompere il contatto e saltare indietro, atterrando in
piedi senza alcun problema. “Nemmeno tu te la cavi male, considerando
che non combatti seriamente da quasi un anno.” Replicò l’altro, creando una
sfera di fuoco sopra la mano destra. “Ora però è il momento di farla finita!” “Credo anch’io. Se andiamo avanti, i
centauri potrebbero venire a lamentarsi.” Dicendo ciò, il corpo di Harry fu
attraversato da una visibile scarica elettrica, che fece salire leggermente
verso l’alto i suoi già disordinati capelli neri. Ma prima che uno dei due potesse
muoversi, sentirono un rumore di passi provenire da dietro alcuni alberi. Sotto i loro occhi increduli, una
ragazza vestita con abiti leggeri, completamente macchiati di sangue, e dei
sandali al posto degli stivali, barcollò verso di loro, guardando in particolar
modo Natsu, sebbene riuscisse a malapena a tenere gli occhi socchiusi. “Na… Na…” mormorò, tendendo verso di lui
il braccio destro, per poi cadere a terra priva di forze. I ragazzi non esitarono un momento a
soccorrerla: Harry le prese il polso per verificare il battito, sospirando di
sollievo quando lo sentì, debole ma ancora presente, mentre Natsu usava il
fuoco per sciogliere la neve attorno a lei. “Chi è? Non l’ho mai vista prima, e i
suoi abiti non sono di certo di uno studente.” Commentò il Dragon Slayer,
mentre Harry la sollevava tra le braccia, cercando di mantenersi in equilibrio,
dato che la ragazza doveva avere a occhio e croce sedici anni, e quindi più
grande di lui. “Però lei sembrava conoscere te, visto
che ti stava chiamando. Ad ogni modo, l’importante adesso è portarla da Madama
Chips. Sta congelando, e dubito che tu possa aiutarla con il tuo fuoco. Inoltre
mi preoccupano queste ferite, potrebbe essere stata attaccata da qualcosa
dentro la foresta.” Il Dragon Slayer annuì, per poi
precipitarsi assieme all’amico fuori dalla foresta, attraversando di corsa il
parco e aprendo di colpo il portone del castello. Ignorarono lo sguardo degli studenti lì
presenti, che presero a bisbigliare vedendo le condizioni della ragazza, e si
diressero verso l’infermeria. “Signor Potter, che cosa succede?”
sentirono dire dalla professoressa McGranitt, che li raggiunse velocemente dopo
averli visti correre fuori dalla sua aula. Harry si fermò giusto per girarsi a
guardarla. “L’abbiamo trovata così a pochi metri dalla Foresta Proibita.
Probabilmente si è addentrata nella Foresta da fuori Hogwarts, e l’ha
attraversata tutta. La stavamo portando da Madama Chips.” La vicepreside guardò preoccupata la
ragazza, per poi annuire. “Tutti i ragazzi tornino nelle loro Sale Comuni. Noi
invece andremo subito in infermeria, sperando che non sia troppo tardi.” In pochi minuti raggiunsero Madama
Chips, che stava per chiedere cos’aveva combinato nuovamente Harry per finire
lì, ma s’interruppe quando vide la giovane che teneva tra le braccia. “Posala su quel letto.” Ordinò
indicandone uno, e Harry non attese un secondo di più. L’infermiera poi prese delle tende
mettendole tutt’intorno al letto e restando al loro interno, dopodiché cominciò
a pronunciare decine di incantesimi, ripetendoli anche più volte. “Potter, Dragonil, devo andare ad
avvertire il Preside di questo. Voi restate qui, è probabile che verrà un
ufficiale del Ministero a chiedervi qualcosa.” I due membri di Fairy Tail annuirono, restando
lì in piedi a guardare la sagoma di Madama Chips che continuava a lanciare
incantesimi di guarigione sulla ragazza. A un certo punto, sentirono cadere a
terra qualcosa di pesante con un forte tonfo che rimbombò nel silenzio della
stanza, proprio quando la dottoressa aveva cominciato a rimuovere gli abiti
della ragazza, lasciandoli scivolare sul pavimento, per poterla controllare
meglio. “Che cosa può esserle successo?” domandò
Natsu a Harry, che non rispose. Pochi minuti dopo entrò Silente, che
senza dire una parola si unì ai due studenti, osservando con occhi
apparentemente tranquilli l’intervento magico. Passò un’ora prima che Madama Chips
uscisse da dietro le tende, per poi sedersi sul letto vicino, respirando
profondamente. “È fuori pericolo.” Disse infine,
guardando gli altri tre occupanti della stanza. “Che cosa le è successo?” domandò il
Preside. L’infermiera si alzò in piedi. “Questo
non lo posso dire. Presentava segni di congelamento e deperimento, il che mi fa
supporre che erano giorni che stava camminando nella foresta, con quei vestiti
così leggeri… Ma fosse stato solo per quello, sarei riuscita a curarla subito.”
Spiegò la donna, interrompendosi un attimo. “Se devo dire la mia, sembra essere
uscita da una forte esplosione, che le ha procurato decine di ferite diverse.
La più preoccupante era una vicina al cuore… sembra che qualcosa l’abbia
trafitta da parte a parte, ma non mi viene in mente nessun incantesimo capace
di lasciare un simile segno.” “Che segno era?” domandò Salamander. “Era simile a un cerchio, ma era stato
già parzialmente curato non troppo tempo fa. Le condizioni atmosferiche e
chissà quello che ha trovato nella foresta devono aver riaperto la ferita. Ad
ogni modo, adesso deve solo riposarsi.” Majutsu sospirò. “Menomale. Temevo fosse
ormai troppo tardi.” “Ti consiglio di andare a cambiarti
Harry.” Suggerì Silente, osservando gli abiti del moro sporchi di sangue. “Vai
anche tu Natsu. Per il momento non c’è altro che potete fare qui.” I due annuirono, per poi ringraziare
Madama Chips e uscire dall’infermeria. “Adesso che siamo rimasti soli Poppy,
dimmi le sue reali condizioni.” Disse il Preside, sedendosi di fronte alla
strega. “Principalmente sono quelle che ho detto
poco fa. Tuttavia, non sono ferite provocate da magia. Anzi, oserei dire che
questa ragazza in realtà sia una babbana. Inoltre, le ho fatto un esame rapido,
e dal colore dei suoi occhi posso presumere che non sia in grado vedere.
Infine…” E mentre diceva ciò recuperò da terra i
pantaloni della ragazza, slacciando da essi un marsupio. “Chiunque sia, è attrezzata per
combattere.” Dichiarò, mostrandone l’interno al Preside, che si portò una mano
sulla barba. “Capisco… tienimi aggiornato. E quando
riprende i sensi avverti anche il signor Potter e i suoi amici. Potrebbero
esserci d’aiuto per risolvere questo mistero.” “Voi avete trovato che cosa?!” esclamò
incredula Erza, non appena Salamander finì il racconto. “Avevo sentito delle voci che Harry
aveva colpito ancora… ma credevo che fosse una cosa del tutto infondata.”
Commentò Fred, mentre Natsu sospirava. “Non sappiamo nemmeno noi cosa dire. Ce
la siamo praticamente ritrovata davanti di punto in bianco. L’unica cosa che
possiamo dire è che prima di perdere i sensi sembrava mi stesse chiamando. Ha
ripetuto per due volte ‘Na’…” Rispose,
sospirando. “Quindi la conosci, aye?” domandò Happy. Il Dragon Slayer negò col capo. “Mai
vista prima.” “Forse non te la ricordi, può essere?”
azzardò Lucy. “Lo escludo.” Disse Potter, uscendo dal
dormitorio con addosso una nuova divisa. “Non mi sembrava una maga, e dubito
che qualcuno senza poteri magici possa arrivare qui da Fiore.” “Però non sarebbe il primo caso. Prendi
quella ragazza dello scorso anno… non era legata alla gilda, ma abbiamo potuto
verificare che è in grado di viaggiare da qui a Fiore senza problemi.” Fece
Hermione. “Però era una maga. E a meno che Ur non
avesse un terzo allievo, non credo che una persona normale si sarebbe
avventurata in pieno inverno in una foresta con addosso dei sandali.” “Impossibile. Io e Leon eravamo gli
unici. Ur ci ha detto più volte che prima di noi non c’è stato nessun altro, e
sua figlia è morta.” Riferì Gray. “Scusate, ma perché stiamo qui a perdere
tutto questo tempo?” domandò George, tirando fuori la mappa. “Basterà
verificare come si chiama per togliersi ogni dubbio.” “Giusto, la mappa!” esclamò Natsu,
avvicinandosi assieme agli altri per guardare. “Vediamo… l’infermeria è qui…” borbottò
il Weasley, per poi interrompersi. “Che strano…” “Che succede?” chiese Hermione. “Il suo nome… non si vede.” Spiegò
George, indicando un punto nell’infermeria. “Ma perché? Non era mai successo
prima. La mappa ha sempre rilevato tutti nel castello…” “Non tutti.” replicò Harry. “Voldemort
lo scorso anno non è stato visto.” “Ma quello perché non aveva un suo
corpo. La mappa rileva qualsiasi umano che si possa definire tale. Anche i
babbani. Lo abbiamo verificato quando abbiamo visto i genitori di Colin andare
a trovarlo.” E anche Happy è apparso solo dopo la trasfigurazione.” Tuttavia Majutsu stava guardando un
altro puntino sulla mappa. “Capisco…” disse infine. “Beh, allora non ci resta
che un modo per scoprire la verità. Tanto ormai siamo rimasti solo noi nel
castello.” “Sì, a questo punto è la cosa migliore
da fare.” Concordò Titania, accortasi che qualcosa stava preoccupando l’amico. Dopo aver detto ciò, il gruppo uscì
dalla Sala Comune, lasciandola vuota. Fu solo allora che Neville uscì dal
dormitorio. “Piuttosto
imprudente da parte vostra
dimenticarvi di me…” fece, guardando serio il passaggio.
“Una ragazza vestita
leggera, con dei sandali… e che chiamava Na-” Il falso
Neville spalancò gli
occhi. “No… impossibile!” esclamò. “Ma
se è così… allora devo sbrigarmi a fare
la mia mossa. Potrebbero scoprirmi a breve.” Quando Harry e gli altri entrarono in
infermeria, trovarono Madama Chips che stava togliendo le tende intorno al
letto della ragazza. “Che tempismo perfetto.” Disse,
sorridendo. “Stavo per farvi chiamare. Ha ripreso i sensi. Potete parlare con
lei, ma vedete di non stressarla troppo.” Il gruppo annuì, per poi avvicinarsi al
letto, mentre l’infermiera tornava nel suo studio. La ragazza ora indossava un pigiama
bianco, e stava appoggiata con la schiena alla testiera del letto, con le mani
incrociate, intenda a guardare la neve che cadeva fuori dalla finestra. “Ciao.” Disse Harry, facendole girare la
testa verso di loro. Hermione e Lucy sussultarono, mentre
anche gli altri le riservarono uno sguardo sorpreso. I suoi occhi erano
bianchi, con una pallida tonalità di lilla. “Siete stati voi a trovarmi?” chiese lei
con tono gentile, sorridendo. “Immagino di dovervi ringraziare. Probabilmente
per me sarebbe stata la fine senza il vostro intervento...” “Non c’è di che.” Rispose Salamander,
sorridendo. La ragazza tuttavia lo fissò seria.
“Sai, mi ricordi una persona che conosco.” disse, per poi diventare leggermente
rossa in faccia. “C-Chissà come sta…” “Davvero? Vuoi dire che Natsu non è
l’unico con quella faccia da idiota?” commentò divertito Gray. “Ehi, cerchi botte?!” ringhiò il Dragon
Slayer, minacciandolo con un pugno. “Potrebbe essere.” “E fortunatamente siamo già in
infermeria, quindi non dovrei neppure fare la fatica di portarvi qui di peso,
nel caso dovessi intervenire per fermarvi.” Fece Erza. “Ma che stai dicendo? Noi siamo grandi
amiconi!” esclamarono assieme i due maghi, abbracciandosi per le spalle con un
sorriso a trentadue denti, facendo ridere la ragazza. “Siete dei tipi strani.” Disse
divertita. “Ma tu riesci a vederci?” domandò Ron,
prima di beccarsi due pugni in sincrono dai fratelli. “Ahia!” “Scusalo, Ronald sa essere davvero
indelicato quando vuole.” “Non c’è problema. Solo, perché non
dovrei vedervi?” A quella domanda calò un imbarazzante
silenzio. “Ecco… noi pensavamo che tu… fossi
cieca…” rispose infine Lucy, per poi agitare velocemente le mani. “Scusaci, non
potevamo sapere che i tuoi occhi erano proprio di quel colore, noi insomma-” “Direi che questo è sufficiente Lucy.”
Disse Harry guardandola storto. “Non… Non avete mai visto i miei occhi?”
domandò invece la ragazza, guardandoli con stupore. “Dovremmo?” ribatté Erza, guardando
sorpresa la sua reazione. “Dove… Dove siamo?” chiese ancora la sconosciuta,
osservando con attenzione i loro vestiti a cui non aveva ancora fatto caso.
“Non ho mai visto prima simili divise…” “Beh, ti trovi a Hogwarts, e queste sono
le divise che troverai addosso a qualsiasi studente… se non ci fossimo
praticamente solo noi, al momento. Devi capire, è Natale, tutti hanno preferito
tornare a casa.” “Natale?” ripeté lei, guardandoli
incredula. “Hogwarts? Studenti?” “Ma che maleducati, non ci siamo neppure
presentati.” Continuò Majutsu, sorridendo. “Io sono Harry Potter.” “Erza Scarlett.” “Natsu Dragonil!” “Gray Fullbuster.” “Lucy Heartphilia.” “Fred e George Weasley!” esclamarono
assieme i due gemelli. “Ron Weasley.” “Hermione Granger.” La ragazza li guardò uno a uno. “I-Il mio nome è H-Hinata…” disse
infine, omettendo il cognome. “Beh, almeno adesso sappiamo come
chiamarti.” Sorrise il Dragon Slayer. “Ora, puoi dirci chi o cosa ti ha ridotto
in quello stato? Ci hai fatto spaventare. Per un momento abbiamo creduto che
nemmeno la magia di Madama Chips potesse fare qualcosa…” “Magia?” ripeté lei, guardandolo
inclinando la testa. “Aspetta Natsu.” Intervenne Harry, per
poi guardare la ragazza. “Tu sei una strega? O una maga?” Hinata li guardò sorpresa. “M-Ma che
state dicendo? N-Non esistono mica c-cose del genere…” rispose imbarazzata,
accortasi dello sguardo che tutti le stavano riservando. “Non è possibile.” Intervenne Hermione.
“Gli incantesimi intorno al castello dovrebbero impedire a qualsiasi Babbano di
entrare…” “Forse in casi di emergenza, come ferite
gravi o simili permettono il passaggio…” azzardò Ron. “O forse lei è una strega
e non lo sa.” “Mi sembra un po’ troppo grande per
avere meno di undici anni. E quando si compiono gli anni si riceve automaticamente
la lettera d’iscrizione, se hai sufficiente potere magico.” Replicò subito la
castana. Fu un colpo di tosse di Erza a
interrompere il loro battibecco. “Forse sarebbe meglio continuare dopo questa
discussione.” Disse, notando che la ragazza aveva abbassato lo sguardo, e stava
unendo gli indici delle mani come per chiedere scusa. “Sia come sia, l’importante è che adesso
stia bene.” Fece Harry. “Con le ferite che aveva è un miracolo.” “Ho… Ho sostenuto una battaglia… Ma non h-ho
idea di come s-sia finita qui.” Rispose infine Hinata, senza alzare lo sguardo.
“L’ultima cosa che ricordo è il nemico che mi colpiva con il suo attacco…” “Vedete? È una maga!” esclamò Natsu.
“Dubito fortemente che qualche Babbano sia in grado di fare simili danni!” “B-Babbano?” “Una persona priva di poteri magici.”
Spiegò Ron. “È così che li chiamiamo.” “Q-Quindi voi siete davvero… dei m-maghi?”
domandò Hinata, guardandoli. “Sì, e ti trovi in una scuola di Magia e
Stregoneria.” Rispose Madama Chips, rientrando nella stanza con un vassoio colmo
di un’abbondante cena. “Sarebbe inutile nasconderlo, se per qualche motivo
passasse di qua qualche fantasma rischierebbe un infarto. Tra i Babbani non
sono comuni, giusto?” “Direi di no. Almeno, nel periodo che ho
vissuto come Babbano c’erano solo voci… e nessuna si avvicinava alla realtà.”
Rispose Harry. “F-Fantasmi?” fece incredula la ragazza.
“Esistono i fantasmi?!” “Beh, a dir la verità ce n’è uno anche
qui… anche se al momento purtroppo non può parlare.” Fece Hermione, indicando
una tenda più alta delle altre. Hinata si voltò a guardarla, vedendo che
c’erano altre due tende che avvolgevano altrettanti letti. “C-Che cos’è successo? Avete sostenuto
anche v-voi una battaglia?” “Magari. C’è qualcuno che si diverte a
pietrificare le persone. E al momento quasi tutti credono che sia io il
responsabile…” mormorò Majutsu, sospirando, mentre Madama Chips appoggiava
davanti alla ragazza il vassoio. “Mangia quanto vuoi, non preoccuparti.
Il vassoio continuerà a riempirsi da solo.” Hinata annuì, prendendo in mano una
forchetta, guardandola con curiosità. “E-Ecco…” cominciò, diventando ancora
tutta rossa in faccia. “C-Come si u-usano? N-Non ho m-mai visto prima q-questi
oggetti…” L’infermiera sospirò. “Qui la cosa sarà
piuttosto lunga… Ma da dove vieni? Le posate sono conosciute in tutta Europa…” “Europa? C-Che paese è?” domandò la
ragazza, facendo sbattere gli occhi a tutti. “Possibile che…” cominciò Harry, per poi
rivolgerle nuovamente la parola. “Fiore ti dice qualcosa?” “B-Beh… ce ne sono tanti tipi diversi…” “Capisco… Madama Chips, noi andiamo,
così può mangiare e riposarsi in tranquillità. Se serve aiuto non esiti a
chiamarci. Tanto abbiamo solo i compiti da fare in questi giorni.” “Vi ringrazio. Ah, se solo avessi più
pazienti come voi… Quelli di Serpeverde sono impossibili da gestire…” Il gruppo ridacchiò, per poi uscire,
lasciandole sole. Dopo che l’infermiera aiutò Hinata a
usare le posate, le disse che sarebbe tornata nel suo studio e che se avesse
avuto bisogno le sarebbe bastato chiamarla e sarebbe accorsa subito. La ragazza annuì, per poi osservarla
sparire oltre la porta. “Dove sono finita?” si chiese a bassa
voce, per poi guardare verso una delle tende. A quel punto chiuse gli occhi e alzò le
mani, muovendole rapidamente e mormorando qualcosa. Attorno ai suoi occhi apparvero
subito delle vene in superficie, che sembravano andare fin sotto le palpebre. Quando
riaprì gli occhi, anch’essi erano ricoperti fino al centro dalle vene. “Hanno ragione… non sono come me… Ma
come diamine sono fatti?” pensò, per poi guardare la tenda che avvolgeva Nick.
“Soprattutto lui… come fa a rimanere sospeso a un metro e mezzo da terra?” “Che cos’hai detto?” domandò Klaun a
Neville, che gli stava dando le spalle. “Hai capito bene. Sembra che non sia
stato l’unico a giungere fin qui.” Rispose lui, continuando a guardare un punto
del muro. “Questo non rientrava nelle mie previsioni, lo devo ammettere.” “Quindi cos’hai intenzione di fare? Di
rinunciare?” “Non prendermi in giro. È ovvio che ho
intenzione di continuare con il mio piano. Ti garantisco che per la fine delle
feste questo mondo sarà pronto a essere conquistato. E poi il mio sogno
diventerà finalmente realtà!” “Potresti almeno spiegarmi una volta per
tutte qual è questo tuo sogno? Ne ho sentiti di motivi per cui uno vuole
conquistare o distruggere un mondo… ma per un sogno mai.” Neville si girò a guardarlo. “Diciamo
solo… che voglio rimediare all’errore di un mio vecchio compagno.” “Ovvero?” Neville smise di sorridere. “La morte.
Il dolore. La guerra. L’invidia. La bramosia. Questi e tutti gli altri mali. Io
voglio eliminarli tutti, dal primo all’ultimo! Voglio creare un mondo dove
tutti possano vivere senza alcuna preoccupazione!” Klaun sbuffò. “Tutto qui? Ed io che
speravo in qualcosa di più, invece vuoi semplicemente creare l’inferno in
terra… ad ogni modo, non m’importa. Ormai questo mondo non m’interessa più.” Il falso Neville lo guardò storto. “Allora
immagino che la nostra collaborazione finisca qui.” Disse infine. “Dopotutto,
d’ora in poi non ci sarà più bisogno dell’erede.” Dopo quest’affermazione, attraversò il
muro al suo fianco, scomparendo. Klaun restò in silenzio per qualche
secondo, per poi cominciare a ridacchiare, finché la sua risata non invase
l’intero corridoio. “Ma certo!” esclamò divertito. “Continua
a sperare nella tua utopia… Come se potessi veramente portarla a termine!
Dell’erede me ne occuperò io d’ora in poi. Possiamo continuare anche senza le
tue tecniche!” Poi smise di ridere. “Ma se credi di poter sconfiggere così
facilmente Fairy Tail… beh, puoi essere solo un pazzo. Quel privilegio tocca a
me, e rimarrei non poco deluso se tu fossi sufficiente a eliminarli.” “Allora, scoperto niente?” domandò
Harry, avvicinandosi ai gemelli, che da quando erano tornati in dormitorio non
avevano fatto altro che esaminare la mappa. “Forse.” Ripose Fred. “Potremo essere
finalmente riusciti a capire come funziona.” “La mappa rileva tutti gli umani
presenti dentro il perimetro di Hogwarts, fermandosi alla Foresta Proibita e ai
cancelli. Chi entra in questo raggio d’azione viene segnato sulla mappa. Ora,
lo scorso anno non ci avevamo fatto troppo caso al fatto che Happy non
apparisse, pensando che essendo un gatto, era ovvio.” Proseguì George. “Ehi!” esclamò il diretto interessato,
mettendo il broncio. “Non è giusto! Anche con il mio vero aspetto sono un mago,
aye!” “Lo sappiamo, ma i Malandrini di certo
non potevano prevederti.” Replicò Fred. “Prima non abbiamo potuto leggere il
nome di Hinata, invece ora appare, sebbene privo di cognome. Proprio come lei
non si è mai presentata per intero.” “In pratica, la mappa può rilevare i
nomi solo se questi sono stati pronunciati?” domandò Erza. “Più esattamente se viene pronunciato
all’interno del castello. O forse come qualcuno si presenta. Infatti, Happy appare
come ‘Happy Dragonil’, anche se
sappiamo tutti che il cognome è un’invenzione, ma per il castello lui risulta
chiamarsi così.” “Questa è un’informazione molto utile.” Osservò
Hermione. “Se solo potessimo risalire ai Malandrini… potrebbero aiutarci a capire
a pieno la mappa, e magari potenziarla.” “Credo che il massimo che potevano fare
l’hanno fatto. Segna quasi tutti i passaggi segreti, mostra tutti i professori
e gli studenti… e poi credi che non abbiamo cercato di scoprire la loro
identità? Ma è come se qualcuno cercasse Titania o Majutsu in questo mondo. Non
esistono.” “Anche se una volta che ne abbiamo
nominato uno in presenza di Hagrid, lui ha fatto una strana espressione…
Felpato se non sbaglio…” “Beh, Hagrid è qui a Hogwarts da più di
cinquant’anni. È probabile che li abbia incontrati. Ed essendo stati i nostri
maestri, di sicuro lo hanno fatto dannare non poco.” Fece George, sorridendo. “O forse non siete i primi ad aver
trovato la mappa. Per quel che ne sappiamo, potrebbe avere centinaia d’anni.”
Commentò Gray. “A questo possiamo pensarci in un
secondo tempo. La priorità al momento direi che è scoprire chi è davvero questa
Hinata e da dove viene.” Disse Harry. “A me sembrava una ragazza a posto.” Replicò
Lucy. “Molto timida, forse troppo per aver sostenuto una battaglia come dice
lei.” “Ma che battaglia babbana può lasciare
simili ferite?” chiese Ron. “Per quel che ne so, i Babbani usano le pistile,
pistele…” “Pistole Ron.” Rispose Hermione,
sbuffando di fronte alla sua ignoranza. “Non sono le uniche loro armi. Usano
anche spade, esplosivi… purtroppo anche i Babbani hanno le loro armi
devastanti.” “Credo che Hinata stia dicendo la
verità.” Intervenne Erza. “I suoi occhi non mentivano. Quello che ha passato
deve averla sconvolta e nonostante ciò in lei non sono riuscita a vedere
pentimento o altro. Ci nasconde qualcosa, senza dubbio, però credo che lo
faccia solo perché non sa dove si trova.” “Forse è come dice Ron.” Disse Natsu.
“Potrebbe essere una maga e non saperlo. O magari chiama la magia in un’altra
maniera.” “Hermione, credi di riuscire ad
analizzarla?” domandò Majutsu alla castana, che annuì, facendo apparire il
modello olografico della misteriosa ragazza. “Apparentemente sembra non avere la
minima quantità di magia.” Rispose, osservando le varie scritte. “Tuttavia, il
mio incantesimo rileva attorno agli occhi delle tracce non identificate, che
sembrano vagamente simili al nostro flusso magico.” Spiegò per poi sciogliere
la magia. “Forse sono i suoi occhi il suo segreto.” “In effetti, è rimasta sorpresa quando
abbiamo detto che non li avevamo mai visti prima d’ora.” Rifletté Happy. “Forse
è come Erza, aye?” La rossa scosse la testa. “No, il mio
occhio è stato rigenerato con la magia e continua a funzionare grazie a lei. Non
è possibile cambiarne il colore o alterarlo in altre maniere. L’unico effetto
collaterale è che non può lacrimare.” “Comunque non è stata solo fortunata,
dev’essere stata addestrata per affrontare queste situazioni. Una ragazza
normale sarebbe morta per quelle ferite.” Disse Lucy. “Direi che abbiamo un’intera vacanza per
saperne di più.” Hinata fu libera di lasciare
l’infermeria solo la vigilia di Natale. Silente aveva chiesto ai ragazzi di
Grifondoro rimasti se erano disposti a ospitarla temporaneamente nel loro
dormitorio, spiegando poi la situazione a tutti gli altri studenti durante una
cena. Erza, Hermione e Lucy si erano proposte
volontarie per ospitarla nella loro stanza, e Ginny e Melody non si opposero
alla cosa. Percy sembrava incuriosito dalla vicenda, tuttavia decise di non
chiedere nulla a Hinata, temendo che questa potesse reagire in qualche maniera
strana. Dal canto suo, Hinata guardava con
meraviglia mischiata a timore tutto ciò che la circondava: la prima volta che
vide i fantasmi indietreggiò d’istinto, anche se non si mise a urlare. Reazione
ben diversa l’aveva avuta invece quando vide il soffitto della Sala Grande, che
sembrava lasciar cadere veri fiocchi di neve, salvo vederli scomparire a pochi
metri dai tavoli. Ma la sua massima sorpresa era stata
riservata agli incantesimi. Quando i membri di Fairy Tail le mostrarono
le loro bacchette, per poi lasciare che Hermione sollevasse una poltrona semplicemente
agitandola, senza mostrare alcuno sforzo, Hinata restò a bocca aperta. E solo
in quel momento si spiegò come avevano fatto i suoi vestiti a tornare interi e
immacolati, come se non fosse successo nulla. Ora indossava anche lei una veste
invernale di Hogwarts, priva di qualsiasi simbolo di Casa, prestatele dalla
McGranitt, che aveva cercato una misura simile alla sua tra le divise che gli
studenti avevano lasciato in lavanderia. Ora si trovava seduta davanti al camino
di Grifondoro, osservando Erza e Ron impegnati a giocare a scacchi. “Scacco matto!” esclamò di colpo il
Weasley, sorridendo. “Sembra che ci sia qualcosa in cui posso batterti.” “Così pare… ma preparati, questa
vittoria ti costerà una sessione extra di tortura.” Ron sbiancò. “V-Volevi dire allenamento,
v-vero?” “No, tortura direttamente.” Replicò la
rossa, guardandolo con gli occhi che brillavano di malvagità pura. “Erza non sopporta proprio perdere,
aye!” esclamò divertito Happy, per poi abbassare la testa per evitare un
cuscino che Titania gli lanciò contro. “Siete davvero divertenti.” Fece Hinata,
sorridendo. “Deduco che da te non ci sia molto tempo
libero, vero?” domandò Harry, guardandola. “I tuoi occhi esprimono invidia nei
nostri confronti.” La ragazza scostò lo sguardo. “È c-così
ovvio?” mormorò, per poi tornare a guardare il moro. “Mio padre non mi ha mai
permesso di divertirmi troppo. Sono l’erede del Clan, di conseguenza non posso
essere debole. Ed essendo debole, sono stata costretta ad addestramenti
continui per anni. Non che siano serviti a molto…” “Addestramenti di che tipo?” domandò
Lucy. “E per Clan intendi dire famiglia?” Hinata annuì. “Sì, è l’intera famiglia,
allargata a ogni singolo parente. Mio padre è il capo Clan, ed essendo io la
primogenita, un giorno dovrò succedergli. È per questo che mi ha insegnato le
arti del Clan, oltre a cercare di aumentare la mia resistenza fisica e le arti
marziali.” “Arti marziali? Allora sai combattere!”
esclamò Natsu, sorridendo e alzandosi in piedi, saltando direttamente davanti a
Hinata. “Affrontami! Voglio vedere come combatti!” “E-Ecco… i-io preferirei evitare…” “Poche storie! Su, in pied-” Ma Natsu s’interruppe. Mentre stava avvicinando il pugno alla
ragazza, mirando volutamente alla poltrona, lei si alzò a una velocità che
nessuno si aspettava, per poi colpire con un dito il collo del Dragon Slayer,
che traballò indietro di qualche passo. “C-Che cosa mi hai… fatto…” mormorò, per
poi cadere a terra addormentato, sotto lo sguardo sorpreso di tutti i presenti. “E-Ecco… io l’ho colpito… in un punto d-
di pressione… tranquilli, dormirà s-solo per qualche ora… poi si s-sveglierà
come se niente f-fosse…” spiegò la ragazza. “Wow… Ha messo al tappetto Natsu con un
solo colpo…” commentò Lucy, deglutendo. “Questo conferma che tra i presenti la
più debole sono senza dubbio io…” concluse, cominciando a piangere lacrime
amare. “Conosci l’anatomia umana?” domandò
incredulo Harry. “Per colpire a colpo sicuro un punto di pressione ci vuole
veramente molta precisione.” “F-Fa parte dello s-stile del m-mio
Clan… Mi spiace, non p-posso dirvi di più.” “Fratello, di questo passo dovremo fare
attenzione.” Disse Fred al gemello. “Se resta qui, potremmo avere parecchie
difficoltà a trovare qualche ragazza… Prima c’erano solo Erza e Lucy, ora anche
lei…” “Fortuna che Baston e Angelina non ci
sono. Temo avrebbero avuto una ricaduta sulla misteriosa fobia che gli è venuta
nei miei confronti.” Commentò Titania, portandosi una mano sotto il mento per
pensare alla questione, che per lei restava senza risposta. “Beh, direi che è ora di andare a
letto.” Sbadigliò Gray, per poi sollevare di peso Natsu. “Ci vediamo domani
mattina, okay?” chiese, fermandosi quando vide Hinata completamente rossa in
viso, mentre anche Hermione e Lucy avevano spostato lo sguardo imbarazzate.
“Che succede?” “Cretino… i vestiti…” rispose Majutsu,
indicando gli abiti del mago del ghiaccio, che in quel momento si stava
mostrando completamente nudo. “Oh, cavoli! Di nuovo!” esclamò questi,
lasciando cadere a peso morto Natsu, che si limitò a grugnire nel sonno, per
poi prendere i vestiti e lanciandosi dietro una poltrona. “A quanto pare, se ci sono meno persone
in giro gli viene una ricaduta…” commentò Erza, rimasta impassibile di fronte
al siparietto probabilmente per forza dell’abitudine. Lucy nel frattempo passò una mano
davanti a Hinata, che al contrario non dava segni di ripresa. “Temo che ci sia
un nuovo caso di pietrificazione…” “Mi chiedo come avrebbe reagito Juvia…”
commentò divertito George. “Se Hinata è rimasta sconvolta e lo conosce appena,
lei che ne è infatuata ci sarebbe rimasta secca…” “Chi è che è infatuata?” domandò Gray,
ritornando vestito, non avendo sentito la prima parte del discorso. “Niente, lascia perdere.” Una volta che Hinata si fu ripresa a
sufficienza, le ragazze la guidarono verso la loro stanza, salutando gli amici. “E così domani sarà il nostro primo
Natale, eh?” fece il mago del ghiaccio, dirigendosi verso le scale che
portavano ai dormitori maschili. “Vedrai, vi piacerà!” esclamò Ron. “Il
Natale è la festa più bella di tutto l’anno!” Harry si voltò a guardare un gufo nero
fuori dalla finestra. “Anche per me sarà come il primo Natale. I miei zii non
mi hanno lasciato proprio dei bei ricordi. Figuriamoci regali.” “Regali?” domandò Fullbuster. “Cavoli, dovremo farti una lezione
veloce su cos’è esattamente il Natale, vero?” dissero i due gemelli all’unisono,
scomparendo assieme agli altri lungo le scale. Il gufo fuori dalla finestra restò
appollaiato sul davanzale ancora per quale minuto. Poi, senza emettere alcun rumore prese
il volo, attraversando il parco della scuola ed entrando nella Foresta
Proibita. Fu solo lì che scese di quota, fino a fermarsi sul braccio di un
ragazzo molto pallido, che aprì una pergamena. Il gufo si sciolse
immediatamente in inchiostro, lasciando sulla pergamena una serie di frasi in
verticale in una lingua sconosciuta, che furono subito esaminate dal ragazzo. “È come pensavi.” Disse. “È loro
prigioniera.” “Grazie tante!” esclamò ironica una voce
dietro di lui. “Il suo odore era chiaro, l’abbiamo seguito per tutta questa
maledetta foresta!” “Calmati.” Fece un’altra persona. “Dobbiamo
organizzare un piano prima di intervenire.” “Il piano è quello di entrare in quel
castello è riportare indietro Hinata!” urlò una terza voce. “Tanto nessuno è
più forte del sottoscritto!” “No, il maestro ha ragione.” S’intromise
una nuova figura, che prese dalle mani del ragazzo pallido la pergamena,
leggendo anche lui il contenuto. “Dalle informazioni che abbiamo raccolto, per
quel castello domani è festa. Ci sono una ventina di ragazzi e altrettanti
adulti, e tutti loro sembrano essere in possesso di una nuova abilità a noi
sconosciuta.” “Hinata come sta?” domandò una voce
femminile. “Pare che non abbia ferite gravi. È
rimasta a parlare con i suoi rapitori, il che probabilmente significa che
almeno per il momento non hanno intenzione di farle del male. Anche se ne ha
messo uno fuori gioco, dopo che questi ha provato a colpirla.” “Menomale!” sospirò un’altra ragazza.
“Ho temuto che fosse ferita gravemente, visto tutto il sangue che abbiamo
trovato.” “Per non parlare di quei ragni… un vero
incubo.” Fece una nuova voce, che si rivolse a un’altra figura, appoggiata a un
albero. “A proposito, non ci stanno più seguendo, vero?” “Negativo. Sono rimasti centinaia di
metri indietro, e non sembrano avere intenzione di avvicinarsi ulteriormente.
Probabilmente hanno paura degli abitanti del castello.” Rispose lui, senza
nemmeno girarsi per verificare le sue parole. “Allora muoviamoci a organizzare questo
piano!” esclamò un ragazzo dai capelli biondi, lo stesso che prima aveva
proposto l’attacco immediato. “Devo ancora ringraziarla per ciò che ha fatto, e
non ho intenzione di aspettare altro tempo!
Capitolo 35 *** Magia sconosciuta? Scontro natalizio al Lago nero! ***
35: Magia sconosciuta? Scontro natalizio al Lago nero!E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo! Prima di tutto, buon Natale e buon anno in ritardo! (XD) Poi... boh, direi di lasciarvi al nuovo capitolo, ringraziando come sempre Liberty89 per avermi betato il capitolo! E ora... Buona lettura a tutti!
Capitolo 35: Magia sconosciuta? Scontro natalizio al Lago nero! Harry alzò lo sguardo dalla mappa,
scostando la bacchetta che stava usando per illuminarla. “Che strano…” borbottò, guardando i suoi
compagni di stanza, i quali stavano continuando a dormire senza alcun problema.
“Che cosa può significare…?” In quel momento la porta si aprì,
rivelando i gemelli Weasley, entrambi con diversi pacchi tra le mani. “Oh, sei sveglio?” mormorò George con un
sorriso. “Non riesco a dormire.” Replicò lui,
facendo sparire la mappa dalla pergamena e mettendola sul comodino. “E quelli
per chi sono?” “Da parte di mamma. Sembra che sia
rimasta scioccata nel sapere che Natsu e gli altri non erano a conoscenza del
Natale.” Spiegò Fred, appoggiando i regali al centro della stanza. “Quelli per
Erza, Lucy e Hermione glieli porteremo quando si saranno svegliate.
Sinceramente parlando, non ci teniamo a essere trucidati in maniera dolorosa
per essere entrati di soppiatto nella loro stanza.” Harry ridacchiò. “E non dimenticatevi
che c’è anche Hinata. Comunque...” il moro cominciò a parlare a bassa voce ai
due gemelli, che si fecero sempre più seri man mano che la conversazione
continuava. “Capisco.” disse Fred una volta che il
moro si fermò. “D’accordo, avvertiremo noi gli altri.” “Grazie. Ora però direi di svegliare questi
due poltroni. Dopotutto, è Natale. Ah, e scusatemi, ma non vi ho preso niente.
Mi sdebiterò una volta a casa.” “Tranquillo!” esclamarono assieme. “Basta
che non ci massacrerai troppo con gli allenamenti. E per la sveglia…” I due rossi sorrisero assieme, tirando
fuori dalla tasca due petardi.
BOOOM!!!
“Chicistattacando? Dov’èlabomba?!” saltò
in piedi Lucy, portandosi una mano sul cuore per calmarsi. “S-Siamo s-sotto a-attacco?” balbettò
spaventata Hinata, mentre Titania si alzava senza tanti problemi. “A quanto pare di là si sono dati da
fare…” commentò divertita, mentre sentiva Percy urlare contro i gemelli oltre
il muro che li separava. “Hanno imparato dagli errori degli altri. Non si sono
presentati di persona.” “Ma avranno fatto saltare in aria come
minimo l’intero dormitorio maschile!” “A dire la verità…” bofonchiò la voce di
Melody, che entrò nella loro stanza con la faccia assonata. “Pare si siano
limitati a far esplodere qualche petardo…” concluse, chiudendo la porta e
andandosene com’era venuta. “Penso sia stata una pessima idea fare incontrare Natsu con
quei due…” mormorò la maga degli spiriti stellari, lasciandosi cadere
nuovamente sul letto. “Prima o poi distruggeranno davvero una città…” A quella frase Hinata abbassò lo
sguardo, mentre le sue mani cominciavano a tremare vistosamente. “Che succede?” domandò Erza,
accorgendosene. “N-Niente… S-Solo, i-il mio v-villaggio…
è stato distrutto d-da poco…” Lucy si portò una mano sulla bocca.
“Scusa, io non immaginavo-” “È stata l-la stessa persona che m-mi ha
ferito a distruggerlo. Con un s-solo colpo, h-ha disintegrato t-tutto…” Le due maghe restarono in silenzio a
guardarla, mentre delle silenziose lacrime scendevano lungo le guance della
ragazza. “Una tecnica così potente… da spazzare
via un intero villaggio… Chi può essere tanto pazzo da-” “BUON NATALE!!!” urlarono i gemelli
Weasley, spalancando la porta ed entrando, portandosi dietro due pacchetti e interrompendo
il discorso. Ottenendo in cambio due cuscini in
faccia da Erza, con una forza tale da farli cadere all’indietro. Qualche ora dopo, tutto i Grifondoro
erano riuniti nella Sala Grande, che era stata addobbata con una dozzina di
alberi di Natale coperti di ghiaccio e con grossi festoni di agrifoglio e vischio
che andavano da una parte all’altra del soffitto, mentre dall’alto fioccava
neve magica, calda e asciutta. “Incredibile!” fece Hinata, mentre un
fiocco le cadeva in mano. “Non avevo nemmeno mai sentito parlare di qualcosa
del genere…” “A dir la verità neppure io. E sono un
esperto di neve e ghiaccio.” Rispose Gray, mentre Happy e Natsu sembravano aver
cominciato una gara a chi mangiava di più e più velocemente, che si concluse
con una netta vittoria del Dragon Slayer. Quando conclusero il pranzo, decisero di
uscire tutti quanti in giardino, dove diedero vita a una gara di palle di neve,
che fu vinta da Harry ed Erza, che avevano deciso di fare coppia. “Q-Questo è impossibile…” bofonchiò il
mago del ghiaccio, che si ritrovò assieme a Natsu sotto un metro di palle di
neve. “Dovrei essere io in vantaggio in questo gioco!” “Mai dare nulla per scontato.” Replicò
Majutsu, sorridendo. Quando il sole cominciò a tramontare, il
gruppo decise di rientrare per asciugarsi e scaldarsi, per poi andare a cena. Una
volta che tutti furono dentro, una figura uscì da dietro un albero,
avvicinandosi al portone di Hogwarts. “Sembrano piuttosto spensierati per
essere dei rapitori. E anche Hinata sembrava a suo agio… Chissà che cosa le
hanno detto per convincerla a non opporsi.” Si domandò un ragazzo dai capelli
biondi, con tre graffi simili a baffi su ciascuna guancia e vividi occhi
azzurri, che indossava una tuta arancione e nera. “Vedrai, ti salveremo e poi
troveremo un modo per tornare a casa!” esclamò convinto. “Lo spero. Questa volta giochiamo in
netto svantaggio.” Disse un ragazzo con addosso quello che sembrava un cappotto
militare verde smanicato, che gli copriva una tuta blu, con i capelli raccolti
in una coda all’insù, una coppia di orecchini ad anello, e uno sguardo
terribilmente annoiato. “Non conosciamo le loro abilità, tantomeno chi sono e
dove ci troviamo. Dalle informazioni che ha raccolto Sai, per combattere usano
un bastone di legno che crea delle illusioni. Non sappiamo altro.” “Quindi ci basterà privarli della loro
arma, giusto? Cosa vuoi che sia? Ci vorrà un secondo!” A loro insaputa, nascosto dietro una
delle finestre qualcuno li stava osservando, attento a non mostrarsi.
~~~~~~~~~~~~~
“Ci siamo.” Sentenziò un uomo dai
capelli argentati, anche lui con lo stesso cappotto del ragazzo, parlando
attraverso una maschera di stoffa nera che gli copriva il viso dal naso in giù,
mentre un coprifronte con una placca metallica su cui era incisa una foglia
stilizzata celava il suo occhio sinistro. “Preparatevi a fare irruzione.” “Finalmente!” rispose un ragazzo dai
capelli castani raccolti con lo stesso coprifronte e due segni rossi sulle
guance, battendo tra di loro i suoi pugni. Il resto del gruppo annuì, cominciando a
salire le scale. Ma prima che potessero raggiungere il portone, l’intero
castello fu illuminato per qualche secondo da una luce azzurra. “Che cosa-” “Ho sigillato il castello.” Rispose una
voce dietro di loro, che li costrinse a voltarsi. Di fronte a loro c’era Harry, con la
bacchetta in mano, che li guardava serio. “Nessuno potrà entrare nel castello,
e dentro nessuno potrà sentirci né vederci.” “Così sapevi di noi, eh?” chiese il
ragazzo pallido, atono. “Piuttosto imprudente da parte vostra
restare nascosti ai limiti della foresta per tutto il giorno. Vi ho tenuto
costantemente sotto controllo.” “Cosa? Ma se oggi hai passato tutto il
pomeriggio a giocare!” esclamò una delle due ragazze, che aveva lunghi capelli
biondi, e indossava dei vestiti estivi viola. “Ho molti metodi per tenere sotto
controllo degli intrusi.” Rispose Majutsu, alzando la bacchetta. “Ora, vi
concedo la possibilità di arrendervi ed evitare così inutili combattimenti.” “Sei da solo contro nove, e per di più
sei decisamente più piccolo di noi.” rispose il ragazzo con i capelli raccolti,
osservandolo con sguardo calcolatore. “Sei decisamente in svantaggio.” Majutsu sorrise. “Ho sconfitto centinaia
di banditi insieme, per me siete un gruppo veramente piccolo.” “Ci stai prendendo in giro? Al massimo
sarà un anno che starai combattendo!” urlò il biondo, saltando avanti a tutti. “Un anno?” fecero due voci identiche,
lasciando che anche i gemelli Weasley si mostrassero, anch’essi con le bacchette
in mano. “Che strano fratello… e io che pensavo
che fossimo noi a combattere da un anno.” Fece Fred. “Già. Era lo scorso Natale in effetti
che abbiamo affrontato quella banda di pazzi.” Rispose George. “Che… anche loro?” fece il biondo, per
poi partire all’attacco. “Naruto, fermati!” urlò l’argenteo,
cercando inutilmente di richiamarlo. Ma prima che potesse raggiungere i tre,
il ragazzo fu colpito da un pugno, che lo fece volare indietro, rovinando a
terra. “Prima di attaccare, esamina per bene la
situazione.” Rimproverò Erza, abbassando il braccio. “E lasciarsi ingannare
dalle apparenze è il peggior errore che si possa fare in una battaglia!” Naruto si rialzò, massaggiandosi la
guancia. “Che male… sembrava uno dei pugni di Sakura-chan… eh?” commentò,
osservando meglio Titania sotto la luce della luna. “Diamine… è piuttosto resistente per
essersi rialzato dopo un pugno di Erza...” commentò Gray, arrivando assieme a un
sorridente Natsu, che batteva in continuazione il pugno destro sul palmo
sinistro. “Sembrano forti, aye!” esclamò Happy,
togliendosi il mantello dell’invisibilità assieme ai restanti membri di Fairy
Tail, che si misero l’uno affianco all’altro, creando un vero e proprio muro
umano. “Dieci contro nove…” disse un ragazzo
che indossava un’impermeabile bianco che lo copriva fino al naso, con un paio
di occhiali da sole. “Siamo noi adesso a essere in svantaggio.” “A che gilda appartenete?” domandò
Majutsu, indicando uno dei coprifronte di cui ogni intruso era dotato. “Non mi
sembra di aver mai visto quel simbolo.” “Gilda? Ma di cosa stai parlando?”
domandò una ragazza dai capelli rosa, che indossava una maglietta rossa, un
paio di pantaloncini neri e dei guanti dello stesso colore, che lasciavano
libere le dita. “Noi apparteniamo al villaggio di
Konoha.” Disse l’uomo. “Il mio nome è Kakashi Hatake.” “Majutsu.” Rispose Harry. “Mago di
Classe S di Fairy Tail e studente del secondo anno di Grifondoro.” “Mago?” ripeté Naruto, guardando il
ragazzo pallido. “Tu non ne sapevi nulla, Sai?” “Non è così facile sentire attraverso le
pareti. Nemmeno le mie tecniche possono superare la materia.” “Hermione, è come pensavamo?” domandò Potter
alla castana, che creò subito una versione olografica dei nove avversari. “Sì. Tutti loro sono babbani.” Rispose
lei, guardandolo. “Interessante. Non ho mai sentito
parlare di una tecnica del genere.” Fece la ragazza dai capelli biondi. “Ehi
Shikamaru, vuoi che provi a dargli un’occhiata?” “Non sarebbe male saperne qualcosa in
più.” Replicò il ragazzo con la coda, osservando annoiato i maghi. “Umpf! A me basta che mi lasciate quello
lì con i capelli blu!” esclamò quello con i tatuaggi rossi sulla faccia. “Il
suo odore sa troppo di gatto!” “Aye?! E tu come fai a saperlo?!” gridò
Happy, facendo un salto indietro. “Dunque non intendete arrendervi?”
domandò Majutsu, osservando l’uomo tirare fuori dalla tasca un pugnale dalla
strana forma. “Ragazzi… date il via alle danze. Nessuna limitazione.” “Evvai!” urlò Gray, levandosi di dosso
la divisa e restando a petto scoperto. “Finalmente si ragiona!” “Ma non hai freddo?” chiese Sai,
guardandolo con un sorriso di cui si poteva capire a miglia di distanza la
falsità. “Sono cresciuto tra i ghiacci, una
simile temperatura non mi spaventa.” Naruto invece restò fermo a osservare
Erza. “Che cos’hai da guardare? Pensi forse
che abbia imbrogliato, prima?” “No, no… solo, mi ricordi mia madre…”
rispose lui con sincerità. Per un secondo calò il silenzio sul
parco. Tutti i membri di Fairy Tail si
voltarono verso la rossa, che restò ferma. Poi, senza alcun preavviso, i suoi
capelli cominciarono ad andare verso l’alto. “Un consiglio, biondino…” dissero i due
gemelli, attirando l’attenzione del ragazzo. “Comincia a scrivere il tuo
epitaffio!” Naruto non riuscì a replicare che il suo
istinto lo spinse a fissare nuovamente la ragazza. “Come mi hai chiamato?” sibilò lei con
voce oltretombale, per poi tendere le mani in avanti, facendo apparire due
spade, mentre la sua divisa scompariva, lasciando spazio all’armatura. “Mi stai
forse dando della vecchia?!” urlò, partendo all’attacco. “Eh?!” urlò Naruto spaventato, per poi
essere spinto via dalla sua compagna con i capelli rosa, che portò indietro un
braccio, chiudendo la mano a pugno. Pochi secondi dopo, il suo pugno si
scontro con la parte piatta delle due lame, provocando un’onda d’urto che
rispedì indietro Titania, che atterrò in piedi, lasciando un solco lungo
qualche metro con gli stivali. “Ha respinto Erza?!” esclamò incredulo
Natsu, guardando l’amica rimettersi in posizione di combattimento. “Non male… è passato parecchio tempo
dall’ultima volta che qualcuno mi ha respinto usando la semplice forza bruta…”
fece Scarlett, sorridendo e facendo scomparire l’armatura per sostituirla con
una più leggera, che la copriva dal petto alle cosce. “Interessante!” “Sembra proprio Kushina…” mormorò
Kakashi, mentre Majutsu si avvicinava. “Erza a volte può far paura.” Disse il
moro, mettendo via la bacchetta. “Ma dopotutto, tutti noi siamo specialisti
nella distruzione.” “Hai intenzione anche tu di combattere a
mani nude?” domandò l’argenteo, fissandolo con il suo unico occhio. Harry sorrise, alzando una mano verso di
lui. “Potrei, ma sono abituato a combattere
in un modo ben specifico.” Rispose, per poi creare una sfera infuocata che
lanciò contro l’avversario, che la evitò saltando di lato. “Fuoco? Senza alcun sigillo?” esclamò
sorpreso, per poi spalancare l’occhio quando vide Harry lanciarsi contro di
lui, lasciandosi avvolgere la mano da quello che sembrava vento. Pochi istanti dopo il mago colpì in
pieno l’avversario, che restò incredulo per qualche secondo. Poi scomparve in
una nuvola di fumo, lasciando al suo posto un tronco di legno. “Che cosa?!” gridò il moro, per poi
voltarsi, ritrovando il nemico alle sue spalle con un braccio teso in avanti. “Se credi di potermi battere così
facilmente, hai fatto male i tuoi conti.” Avvertì, mentre delle scintille
scaturivano dal suo palmo per correre lungo tutto l’arto, per poi esplodere,
rendendo il braccio una vera e propria lama di fulmini. “Bene… sarai un ottimo riscaldamento. È
dai tempi dell’esame che non combatto seriamente contro qualcuno che non sia
uno dei dieci!” esclamò Harry, per poi spalancare le braccia. Attorno a lui i sassi cominciarono a
sollevarsi, mentre la neve si sciolse quasi all’istante. L’acqua poi si
sollevò, diventando una bolla con all’interno decine di piccoli sassi, che
cominciarono a vorticare furiosamente. “Puoi usare anche l’acqua? Fuoco, vento
e acqua da parte della stessa persona?!” esclamò Kakashi sempre più stupito,
pronto ad attaccare. “Mi dispiace, ma se sei così limitato di
vedute, hai già perso. Io posso usare tutti gli elementi esistenti. Non c’è
magia che mi sia preclusa.” “Ancora quel termine…” “Allora… vediamo chi è il più forte?” Senza che nessuno dei due dicesse altro,
partirono assieme all’attacco, facendo scontrare le loro tecniche, provocando
così un’esplosione che fece tremare il terreno tutt’intorno per parecchi metri. “Pazzesco… quel tipo sta mettendo in
difficoltà Harry!” esclamò Fred, guardando lo spettacolo assieme al fratello. “Kakashi è uno dei membri più forti del
nostro villaggio.” Rispose un ragazzo dai lunghi capelli castani vestito come l’uomo,
mentre si avvicinava. I due Weasley lo guardarono increduli,
perché sebbene fosse notte, riuscirono a vedere distintamente i suoi occhi, che
erano identici a quelli di Hinata. “Ancora quegli occhi…” disse George,
deglutendo. “Dunque devi essere un parente di Hinata, non è vero?” “Corretto. Sono suo cugino, Neji, e il
mio dovere è quello di proteggerla. Perciò voi ora mi direte dove si trova, e
se le avete fatto qualcosa…” “Come se lo venissimo a dire proprio a
te!” esclamarono i due gemelli, tirando fuori le bacchette. “Chi ci dice che tu
non voglia ucciderla?” Neji sorrise, per poi portare un braccio
dietro di sé e l’altro avanti, alzando la mano di fronte a sé. “Non penserete
davvero di poter affrontare un portatore di Byakugan, vero?” “Byakugan? E che cosa sarebbe, una cosa
da mangiare?” replicò Fred, guardando curioso l’avversario. “Dunque non lo avete ancora scoperto…
Credevo che Hinata lo avesse usato di fronte a voi, ma a quanto pare è stata
furba a nasconderlo…” asserì il castano, per poi cominciare a muovere
velocemente le mani, componendo con le dita vari simboli e chiudendo gli occhi.
“Byakugan!” urlò infine. Attorno ai suoi occhi apparvero subito
delle vene evidenti, e quando riaprì le palpebre i gemelli poterono costatare
che le vene arrivavano fino alla pupilla. “Ed ecco spiegate le misteriose tracce
che Hermione aveva individuato intorno agli occhi di Hinata.” Commentò George,
alzando la bacchetta. “Stiamo attenti, potrebbe avere le sue stesse abilità!” “Non prendetemi in giro.” Rispose Neji.
“Io sono più forte!” “E noi siamo Fred e George Weasley, i
Bolidi umani!” esclamarono insieme i due, sorridendo. “Credici, solo il nostro nome è capace
di far urlare di disperazione molte persone… anche se ci limitiamo a violare
qualche regolamento e fare qualche scherzo.” Disse Fred. “Scherzi? Tutta qui la vostra abilità?
Anche se in effetti, anche lui all’inizio non faceva altro che scherzi…”
mormorò, osservando Naruto per un istante. “Sarà meglio non sottovalutarvi.
Entrambi ignoriamo le capacità dell’altro, quindi cominciamo questa partita in
parità.” “Filipendo!”
urlarono subito i gemelli, lanciando l’incantesimo. Neji tuttavia non si mosse, anzi,
cominciò a girare su se stesso, aumentando in pochi secondi la propria
velocità, fino a diventare quasi invisibile per i gemelli, che guardarono
increduli la loro magia infrangersi contro l’avversario, che si fermò poco
dopo. “Visto? Non potete nulla contro di me.” Tuttavia i gemelli sorrisero, mettendo
via le bacchette. “Vorrà dire che faremo sul serio.” “Anche voi avete intenzione di
combattere senza armi?” “Siamo maghi di Fairy Tail, la bacchetta
ormai non ci serve più.” Risposero, per poi battersi tra di loro un pugno,
facendo apparire davanti un cerchio magico. “Magia gemella! Ignum!Explosivae rockets!” Il cerchio magico s’illuminò, diventando
rosso. Poi, dal nulla, apparvero decine di razzi simili a quelli dei fuochi
d’artificio, che si diressero contro Neji. “Impossibile! Come hanno fatto senza possedere
nemmeno una goccia di chakra?!” esclamò, saltando giusto in tempo per evitare
uno dei razzi, che esplose sul terreno. Immediatamente si ritrovò circondato
dagli altri, che minacciarono di colpirlo. “Vittoria!” gridarono entusiasti i due
gemelli. Entusiasmo che si esaurì quando il
ragazzo tirò fuori da un marsupio una decina di piccoli pugnali, che lanciò
contro tutti i razzi, facendoli esplodere e riuscendo così a uscirne indenne. “Come hai fatto?” domandò Fred. “Hai
colpito anche quelli dietro di te, senza nemmeno girarti…” Neji sorrise. “Il Byakugan mi permette
di vedere tutto ciò che accade intorno a me. Non ho punti ciechi. È come se
avessi gli occhi intorno a tutta la testa.” I due rossi lo guardarono con serietà. “Una magia del genere… molti
pagherebbero per averla…” “Molti hanno ucciso per tentare di
ottenere questi occhi.” Precisò Neji, socchiudendo le palpebre. “E mio padre è
stato una delle vittime.” “Senti, a noi non ci importa nulla dei
tuoi occhi o di quelli di Hinata!” esclamò George. “Voi volevate entrare dentro
Hogwarts, e stando a ciò che Hermione ha rilevato, voi non siete comuni maghi.” “Maghi? Non lo avete ancora capito? Noi
non siamo maghi. Siamo ninja.” “Ninja?” ripeté incredula Lucy, avendo
sentito la conversazione. “Com’è possibile? Non dovrebbero esistere fuori dai
libri!” “Lo stesso potremo dire noi dei maghi.”
Rispose il ragazzo di nome Shikamaru, avvicinandosi con le mani in tasca e
sbadigliando. “Ma direi proprio che voi non siete ninja come noi. E non mi va
di pensare che dei semplici civili siano in grado di fare cose del genere. Di
conseguenza, darò per buona l’esistenza dei cosiddetti maghi.” La maga degli Spiriti Stellari si voltò
a guardarlo. “Civili? Noi siamo membri di Fairy Tail, la gilda di maghi più
forte!” esclamò, mostrando il suo tatuaggio. “Abbiamo affrontato creature di
ogni tipo, demoni, pazzi psicopatici e padri insensibili… Okay, l’ultimo forse
era il meno pericoloso…” “Demoni, eh? Dubito che siano qualcosa
di paragonabile ai nostri.” Rispose il ninja, per poi comporre velocemente con
le mani una serie di simboli. Lucy fece per allontanarsi, ma con sua
sorpresa si ritrovò incapace di muoversi. “Sei già caduta sotto la mia tecnica.”
Fece annoiato l’avversario, per poi alzare una mano, cosa che Lucy ripeté
contro la sua volontà. “Eh?! Che scherzo è mai questo?!” urlò
spaventata, per poi posare lo sguardo di fronte a lei: la sua ombra, seppur
tenue, ora era collegata a quella del suo avversario. “Vedo che hai già scoperto come
funziona. Devo farti i miei complimenti, sono in pochi che se ne accorgono,
soprattutto in una situazione del genere. Inizialmente pensavo che bastasse
disarmarvi per rendervi inoffensivi, ma pare che possiate combattere anche a
mani nude.” Lucy sorrise. “Allora mi dispiace darti
una brutta notizia, ma hai scelto l’avversaria sbagliata. Perché vedi, io non
combatto in prima persona.” “Sei completamente controllata dalla mia
volontà, cosa credi di poter fare?” “Ad esempio, provare la mia nuova
chiave. Ho stretto il contratto, ma non ho ancora avuto modo di usarla in
battaglia!” “Contratto?” ripeté l’altro. “Non mi
dirai che puoi usare le evocazioni, vero? Ad ogni modo, se non puoi muovere le
mani, non puoi evocare nessuno.” “Ed è qui che ti sbagli. Consumerò più
energia, però… Apriti, Porta del
Centauro! Sagittarius!” urlò. Da sotto la veste di Hogwarts si poté
vedere una luce, che la attraversò, per poi prendere la forma di un uomo. Apparentemente sembrava completamente
umano, ma quando la luce scomparve, fu possibile notarne i dettagli: gli arti
inferiori erano dotati di zoccoli ed erano identici alle zampe di un cavallo,
sopra di essi indossava dei pantaloncini a righe verticali bianche e rosse, una
camicia bianca e un gilet verde entrambi senza maniche. Le braccia erano
coperte da un tessuto marrone, che terminava in polsini neri a forma di
zoccolo, la testa era coperta da un cappuccio a forma di testa di cavallo, che
lasciava scoperto solo il volto magro e un ciuffo di capelli neri, come la
criniera. Infine, dietro la schiena aveva una faretra piena di frecce, mentre nella
dritta impugnava un arco bianco. “Pronto pronto, mi sentite?” domandò il
nuovo arrivato, incoccando una freccia. Il ninja restò a guardarlo leggermente
incredulo. “E quella che razza di creatura è? Non
puoi di certo aver evocato un umano! E come hai fatto a chiamarlo senza comporre
alcun sigillo?” Lucy continuò a sorridere. “Sono una
maga degli Spiriti Stellari e lui è Sagittarius, lo spirito della chiave d’oro
di Sagittario. E per quanto riguarda la tua tecnica… Virgo, adesso!” La terra di fronte a lei cominciò a
tremare, finché non si spaccò, interrompendo così il contatto tra le due ombre,
mentre dal sottosuolo usciva lo spirito della Vergine, che prese in braccio la
padrona, allontanandosi di qualche metro. “Ecco fatto. Ora posso essere punita
principessa?” domandò una volta messa giù. “Ma perché dovrei punirti?!” esclamò
esasperata la bionda, facendola sparire, per poi tornare a guardare il suo
avversario. “Non male… non mi aspettavo che avessi
simili tecniche…” “Pronto pronto, devo colpirlo signorina
Lucy?” domandò Sagittarius, tenendo la freccia puntata su Shikamaru. “Tienilo semplicemente sotto tiro.
Preferirei evitare inutili spargimenti di sangue… Fai solo attenzione alla sua
ombra, se ti tocca è in grado di controllare i tuoi movimenti.” “Pronto pronto, ricevuto!” Lucy nel frattempo guardò il lago dietro
di sé. “Potrei usare Aquarius, ma metterei in svantaggio anche i miei amici…
Senza contare che l’acqua è congelata…” Ma con sua sorpresa, Shikamaru si
sedette a terra, sbuffando. “Diamine… detesto affrontare femmine… Soprattutto
quelle dal cuore tenero… Però così almeno posso evitare di combattere.” “E tu saresti un ninja?” domandò
ironicamente la ragazza, guardandolo. “Sì, e sono uno dei più intelligenti. A
quanto pare le informazioni che abbiamo raccolto su di voi erano in parte
sbagliate. Dubito vogliate fare del male a Hinata.” “E perché mai dovremmo farlo? La
conosciamo appena, e non ha fatto nulla contro di noi.” “Come temevo. Beh, non ci resta che
aspettare allora.” “Non dovresti fermare i tuoi compagni?” “Dubito che mi darebbero ascolto adesso.
L’unico è il maestro Kakashi, ma il tuo amico lo sta tenendo piuttosto
impegnato… Inoltre, nemmeno i tuoi di compagni mi sembrano tanto pronti a
fermarsi.” Detto ciò si sdraiò del tutto a terra,
restando a fissare le stelle. “Pronto pronto, temo di essermi perso
qualche pezzo…” commentò lo Spirito Stellare. “Non sei l’unico.” Rispose la padrona. “Che cosa sta combinando Lucy?” domandò
Gray, guardando da lontano la scena, senza riuscire a sentire nulla. “È stata fortunata. Shikamaru è una
delle persone più pigre che conosco.” Rispose Sai, sempre sorridendo. Il mago del ghiaccio sbuffò. “E tu sei
senza dubbio il più irritante.” Disse senza mezzi termini. “Per quanto tempo
hai intenzione di tenere quel sorriso?” “Ho letto che il sorriso aiuta a
relazionarsi con le persone. Certo, il libro non prevedeva persone pervertite
che si spogliano in mezzo alla neve.” “Ehi! Io non sono un pervertito! Vorrei
vedere te a crescere in mezzo ai ghiacci con una maestra che ti costringeva a
restare in mutande! È ovvio che poi mi sia rimasta l’abitudine!” “Capisco… la tua maestra doveva avere
qualche rotella fuori posto.” Gray si fece subito serio. “Ritira
quello che hai detto.” Ordinò, chiudendo una mano a pugno. “Hai ancora una
possibilità di salvarti.” “Non mi dirai che in realtà eri
innamorato della tua maestra, vero? O forse è un tuo modo per chiamare tua
madre? Dopotutto, se lei non era tua madre, è stato piuttosto crudele da parte
sua abbandonarti a una perfetta sconosciuta per crescerti.” “Allora il tuo è un desidero di morte!”
urlò Gray, battendo il pugno sul palmo, creando una lancia di ghiaccio,
puntandola contro l’avversario, che rispose prendendo una pergamena e un
pennello. “Ho forse colpito un tasto dolente?” domandò
il ninja, sempre sorridendo. “Non ti permetto di insultare Ur! È solo
grazie a lei se oggi sono qui, e l’unico modo che ho per ringraziarla è quello
di seguire i suoi insegnamenti!” “Quindi ti ha insegnato a spogliarti di
punto in bianco?” “Quella è stata una conseguenza…
involontaria! Ci faceva correre in mutande in mezzo ai ghiacci…” rispose
sinceramente Gray, per poi scuotere la testa. “Ma adesso non ha importanza!
Credi davvero di potermi affrontare con un pennello?” “Ferisce di più la penna che la spada,
no?” replicò Sai, per poi cominciare a disegnare. Con immensa sorpresa del mago,
l’inchiostro prese vita, creando dal foglio una vera e propria aquila gigante
nera, che batté le ali, per poi lanciarsi contro di lui. Gray sbatté subito un pugno sul palmo
dell’altra mano, creando uno scudo di ghiaccio con il quale respinse l’attacco,
che si dissolse pochi istanti dopo. “Maledizione… mi aspettavo delle rune,
non un attacco con l’inchiostro…” si lamentò il mago del ghiaccio. “Interessante… credevo che non ci fosse
più nessuno in vita in grado di manipolare il ghiaccio.” Fece invece Sai. “A
questo punto, temo di doverti catturare e portare al villaggio.” “Eh? Ma di che diamine stai parlando?
Chiunque con energia magica a sufficienza può imparare a usare il ghiaccio. Mica
sono nato già capace di manipolarlo.” “Davvero? Interessante… Danzo-sama sarà
molto interessato.” “Aye… posso sapere perché ce l’hai così
tanto con i gatti?” domandò Happy al ragazzo con i tatuaggi sul volto, che ghignò. “Chiamalo istinto. Dopotutto, io sono
abituato a combattere con il mio cane.” “Cane? E allora?” A quel punto il ragazzo sbatté gli
occhi. “Come sarebbe a dire?” “Perché quest’antipatia a pelle, aye?” “Tu non sai che i cani inseguono sempre
i gatti?” “Cosa?! Davvero?! Io pensavo fossero i
topi a inseguirci, aye!” “Mi stai prendendo in giro?!” urlò
l’avversario, mettendosi a quattro zampe. “Cos-” Ma Happy non riuscì a finire la frase
che il ragazzo saltò contro di lui, pronto a colpirlo con le mani, le cui
unghie si erano allungate, diventando degli artigli. Il gatto umanizzato saltò di lato giusto
in tempo per evitare di essere colpito, destino che invece toccò a una pietra
che c’era dietro di lui, che si frantumò in mille pezzi. “M-Ma sei pazzo, aye?!” esclamò il blu,
guardando il ragazzo, che si rialzò. “Mi chiamo Kiba Inuzuka, e questo è il
mio stile di battaglia. Tu invece sembri diverso dai tuoi amici. Come mai non
combatti?” Happy restò in silenzio, per poi
sospirare. “La professoressa McGranitt mi chiederà sicuramente perché l’ho
fatto… ma non sono pronto a sostenere un combattimento con quest’aspetto.”
Disse, per poi prendere la bacchetta e puntandosela addosso. “Finite Incantatem!” Happy fu subito avvolto da una nuvola di
fumo, che pochi secondi dopo mostrò all’avversario il suo aspetto da gatto. “Cosa? Sei davvero un gatto?!” esclamò
sorpreso. “Già, aye!” rispose lui, facendo
apparire le ali e librandosi in volo, tenendo sempre la bacchetta tra le zampe. “Un gatto volante? Che razza di
evocazione sei?” “Evocazione? Di che stai parlando, aye?
Non sono uno spirito io, aye!” “Non vorrai farmi credere che sei sempre
stato così, vero?” “Da quando il mio uovo si è schiuso,
aye!” “Uovo? I gatti non nascono dalle uova,
idiota!” “Io sì. E ora… all’attacco!” urlò,
lanciandosi in volo contro Kiba e con la bacchetta puntata su di lui. Ma il ninja sorrise, per poi comporre
con le mani una serie di simboli e sbattendo la mano a terra, creando così una
nuvola di fumo che lo avvolse completamente. Happy fermò istantaneamente il suo
attacco, restando sospeso a mezz’aria, mentre di fronte a lui comparve un cane
gigante, con la bocca piena di bava che presto si schiuse mostrando i denti. “Aye?! Anche lui non era umano?!” Il cane ringhiò per poi lanciarsi contro
di lui, spiccando un salto, costringendolo a virare velocemente per evitarlo.
“Qualcuno mi aiuti!!!” Come a esaudire la sua richiesta, di
fronte a lui si materializzarono dal nulla un centinaio di piccole fatine,
tutte con in mano uno scudo, che si frapposero tra i due, respingendo
l’attacco. Il cane grugnì, per poi esplodere in una
nuvola di fumo, lasciando cadere a terra Kiba, che alzò lo sguardo. Happy osservò incredulo le fatine, che
si girarono verso di lui, per poi sorridere e scomparire. “Aye? E loro da dove sono spuntate
fuori?” “E quella magia a chi apparteneva?”
esclamò sorpresa Hermione, cercando di analizzarla, senza però ottenere alcun
risultato, visto che era sparita prima che potesse fare qualcosa. “È piuttosto imprudente da parte tua voltare
le spalle all’avversario.” Disse la ragazza bionda, per poi comporre anche lei
una serie di simboli con le mani, accasciandosi subito dopo a terra. “Cos-” fece per replicare la strega, interrompendosi
perché all’improvviso diventò tutto buio. Quando riuscì ad aprire gli occhi, si
ritrovò sdraiata su un pavimento bianco. Si alzò e si guardò attorno, trovando
il simbolo di Fairy Tail in un cielo anch’esso bianco. Di fronte a lei, la ragazza dai capelli
biondi si guardava in giro confusa. “Che cosa significa questo? Dove sono
finita?!” la sentì lamentarsi preoccupata. “Non ho idea di che tecnica tu abbia
usato… ma immagino che il tuo obiettivo fosse mettermi fuori gioco, vero?”
domandò la castana, avvicinandosi lentamente, facendola girare. “Avrei dovuto prendere il controllo del
tuo corpo. Così avrei potuto usarti come ostaggio o per attaccare i tuoi
compagni.” “Piuttosto subdolo come piano, ma, a
quanto pare, Fairy Tail non permette che qualcuno prenda il controllo della
mente dei suoi membri così facilmente.” Disse Hermione, indicando il simbolo
nel cielo. “Fairy Tail… ancora quel nome. Cos’è?
Una persona? Una città?” “Non credo che dovrei essere io a
spiegarlo, visto che sono una delle ultime arrivate, ma ci proverò lo stesso.
Fairy Tail non è semplicemente un posto, è un luogo dove noi maghi ci riuniamo
per parlare, per divertirci, e anche per combattere. Fairy Tail è il nostro
legame.” La ragazza restò immobile per qualche
secondo, per poi sorridere. “Capisco… è la vostra volontà del Fuoco
quindi.” Riassunse. “Allora credo proprio che sia il caso di rendere questa
sfida completa. Il mio nome è Ino Yamanaka.” “Io sono Hermione Granger. Qui immagino
non possa sentirci nessuno, e io preferisco parlare piuttosto che combattere.” A quel punto Ino sospirò. “Una Shikamaru
femmina in poche parole… Ho paura a immaginare cosa sarebbe successo se fosse
stato lui ad affrontarti… probabilmente ti avrebbe sfidato a shogi alla fine.” “Se non sbaglio è una versione diversa
degli scacchi, esatto? In quel caso, avrebbe dovuto sfidare Ron, è lui il più
bravo in quel gioco.” “E va bene, facciamo come vuoi tu. Però
dovrai rispondere alle mie domande.” “A condizione che tu faccia lo stesso.
Una domanda per volta direi che è il compromesso migliore.” “Andata. Cosa volete da Hinata?” “Harry e Natsu l’hanno trovata ferita
nella Foresta Proibita. L’abbiamo curata e la stiamo aiutando a riprendersi.
Non avevamo idea che fosse un ninja, eravamo sicuri che fosse una Babbana con
una minima traccia di energia magica. Come fate a usare quelle tecniche senza
magia?” “Si chiama chakra. La maggior parte dei
ninja ne ha una certa quantità al suo interno, grazie al quale può usare i
Jutsu, o attivare le proprie abilità innate. E la magia invece come funziona?” “Direi allo stesso modo. I maghi sono
solo una parte della popolazione, e resta nascosta agli altri. Convogliamo la
magia grazie all’aiuto di formule e strumenti, rendendola così reale. Da dove
venite?” “Siamo del Villaggio nascosto della
Foglia, Konoha. Non abbiamo la più pallida idea di dove siamo, abbiamo solo
trovato le tracce di sangue di Hinata e le abbiamo seguite fin qui. Credo che
la prossima domanda sia ovvia.” “Vi trovate alla scuola di magia e
stregoneria di Hogwarts, in Inghilterra. Non ho mai sentito parlare del vostro
villaggio, quindi posso presumere che siate di un altro mondo. Avete idea di
come siete giunti qui?” “Nessuna. Ci siamo risvegliati dopo lo
scontro tra Naruto e Pain, ed eravamo in quella foresta. Cosa avete intenzione
di fare con noi?” “Credevamo voleste attaccare il
castello, e così abbiamo preso noi l’iniziativa. Ignoravamo che foste compagni
di Hinata, o avrei cercato di convincere gli altri ad agire in maniera
pacifica, ma temo che sia troppo tardi per questo… Chi è Pain? Naruto se non
sbaglio è quel ragazzo biondo.” “Pain è colui che ha distrutto il nostro
villaggio, uccidendo decine di ninja. Ma alla fine si è pentito grazie a
Naruto, e sacrificando la sua stessa vita ha riportato indietro tutti coloro
che aveva ucciso.” “Un essere così potente… incredibile…”
mormorò Hermione, per poi guardare l’altra ragazza. “Allora direi che alla fine
è stato tutto un enorme malinteso. Aspettiamo che i nostri rispettivi compagni
si calmino, poi possiamo tentare di spiegare tutto.” “Questa Shikamaru me la farà presente la
prossima volta che mi lamenterò della sua pigrizia… ti avverto, potremmo
metterci qualche minuto a riprendere i sensi. Non era mai successa una cosa del
genere.” Spiegò Ino, per poi comporre un simbolo con le mani, facendo
dissolvere tutto quanto. “Hermione!” urlò Ron, vedendo la
compagna accasciarsi a terra priva di sensi. “Non temere, non è morta.” Gli fece il
ragazzo vestito di bianco, avvicinandosi. “A quanto pare la vostra
conformazione è diversa dalla nostra, altrimenti Ino non avrebbe fallito con la
sua tecnica.” Il Weasley si voltò a guardarlo. “Senti
amico, io non ho niente contro di te, non possiamo fare come quello lì con la
testa ad ananas e Lucy?” “Mi spiace, ma voi avete rapito una
nostra compagna, e ora la pagherete. Non lascerò che qualcun altro del nostro
gruppo se ne vada senza che io tenti di impedirlo.” Dicendo ciò, dalle maniche e dal
colletto del suo vestito cominciarono a uscire centinaia di piccoli insetti
neri, che presero a ronzargli attorno, facendogli quasi da scudo. “Insetti?!” esclamò Ron. “Ma dove li
tenevi?!” “Vivono in simbiosi con me. Se penso a
quello che abbiamo affrontato in quella foresta… Mai visti ragni così grandi…” “Non nominarli!” urlò il rosso, facendo
alzare un sopracciglio all’avversario. “Io li odio, i ragni. E se ti chiedi il
perché, rifai la domanda a quei due!” continuò, indicando i gemelli, ancora
impegnati nella loro lotta contro Neji. “Beh, allora abbiamo qualcosa in
comune.” “Anche i tuoi fratelli hanno trasformato
il tuo orsacchiotto di peluche in un ragno gigante?” Il ragazzo restò in silenzio. “Mi chiamo Shino Aburame.” Disse infine,
ignorando totalmente la frase appena sentita. “E il mio compito è
sconfiggerti.” Dopo tale annuncio, i suoi insetti
partirono a tutta velocità contro Ron, che si vide costretto a buttarsi di lato
per evitarli. “È inutile scappare. I miei insetti
possono trovarti ovunque, e sono più veloci di te.” Ron si rialzò digrignando i denti, per
poi alzare la bacchetta. “Incendio!” Subito scaturì una fiammata che colpì lo
sciame, che tuttavia si disperse subito, sacrificando solo poche decine dei
suoi membri. Il rosso cercò di ripetere l’attacco, ma
con sua sorpresa un secondo sciame lo colpì alla mano, facendogli cadere la
bacchetta. “Tu non sei come gli altri. Non hai
nemmeno accennato a mettere via quel bastone, quindi posso dedurne che tu non
sia in grado di usare questa vostra magia se ne sei privato. Quindi senza
quello sei indifeso.” Illustrò Shino, mentre al suo fianco altri due sciami si
riunivano, per poi lanciarsi all’attacco. Ron cominciò subito a correre, cercando
di evitare che gli insetti lo raggiungessero. “Ma perché succede tutto a me?! Prima i
pirati, poi Deliora, e ora questo!” In quel momento gli tornò in mente una
frase che Harry gli aveva detto quell’estate. “La
Magia è molto misteriosa. Non possiamo mai dire come e quando si risveglia, ma
credo che in situazioni di pericolo, si possa velocizzare il processo.” “Forse…” mormorò, deglutendo. “Forse può
funzionare.” Facendo appello a tutto il suo coraggio,
il Weasley si fermò di colpo, girandosi verso i due sciami. “Anzi, deve funzionare!” urlò, alzando le mani a
difesa di se stesso. L’intero parco fu subito illuminato a
giorno, costringendo tutti i presenti a chiudere gli occhi. Pochi secondi dopo la luce si affievolì,
comprimendosi in un solo punto, ovvero le mani di Ron, che rimasero luminose. Gli insetti di Shino erano tornati dal
loro proprietario, il quale guardava impassibile la scena grazie ai suoi
occhiali da sole. Ma la sorpresa maggiore era del minore dei Weasley, che stava
osservando meravigliato le proprie mani. “Ci… Ci sono… Ci sono riuscito!” urlò
entusiasta, alzando un pugno verso l’alto, lanciando in contemporanea una sfera
di luce che si creò autonomamente dalla sua mano, la quale esplose, illuminando
di nuovo la volta notturna. Ron abbassò il braccio, osservando
l’energia che circondava la mano, per poi tornare a guardare l’avversario. “Ehm… credo di dover fare un po’ di
pratica…” mormorò imbarazzato. “Così anche tu puoi usare la tua tecnica
senza bisogno di uno strumento ausiliario.” Osservò lui. “Tuttavia, mi pare di
capire che anche tu lo abbia scoperto solo pochi istanti fa.” Il Weasley lo guardò serio, per poi alzare
nuovamente le braccia. “Dicono che non c’è niente di meglio di un combattimento
per fare pratica. Credo sia il momento di verificarlo.” Sakura si abbassò all’indietro, evitando
così un affondo della spada di Titania. “Non sei male.” Ammise lei. “Sono ben
pochi coloro in grado di evitare un mio attacco.” Si complimentò. “Lo stesso potrei dire io. Hai preso un
mio pugno in pieno e sei ancora in piedi.” “Quello lo chiami pugno?” la canzonò
Erza. “Non prendermi in giro, da piccola ne sapevo dare di più forti.” “Davvero? Voglio proprio vedere!”
esclamò la rosa, per poi lanciarsi contro l’avversaria, pronta a colpirla con
il pugno destro. La maga sorrise, per poi lanciare
indietro le spade, imitandola. “Allora vediamo chi ha più forza bruta!” Nel momento in cui i due pugni entrarono
in contatto, attorno alle due ragazze si creò una piccola voragine, e la forza
d’urto scagliò in giro decine di pietre, mentre le due restarono una contro
l’altra, entrambe decise a non demordere. “I-Incredibile…” balbettò Kakashi,
osservandole mentre saltava indietro per evitare un colpo di vento lanciandogli
contro da Harry. “Sakura è forte a sufficienza da rompere tutte le ossa di una
persona normale!” “Erza non è una persona normale.”
Rispose Majutsu, sorridendo. “Io e lei siamo tra i maghi più forti di Fairy
Tail!” Ma prima che potesse aggiungere altro, in
mezzo ai due passò Natsu che con le braccia avvolte dalle fiamme, inseguiva
Naruto, il quale atterrò sul lago ghiacciato. “Come fai?” domandò il biondo, guardando
il Dragon Slayer. “Non hai usato alcun sigillo, eppure sei riuscito a usare il
fuoco… è un’abilità innata?” “Non ho la più pallida idea di cosa tu
stia parlando!” replicò Salamander, aumentando le fiamme attorno a lui. “È
stato mio padre a insegnarmi a usare questa magia. E lasciami dire che tu non
sei lontanamente al mio livello!” Il biondo lo guardò serio, per poi
incrociare le dita e pronunciare una formula che il mago non riuscì a capire. Pochi
secondi dopo, dal nulla, apparvero centinaia di cloni del ninja, uno accanto
all’altro. “Eh?” fece Natsu, guardando incredulo la
scena. “Non fai più il gradasso adesso, eh?”
dissero tutti insieme i Naruto, sorridendo. Il Dragon Slayer restò in silenzio, per
poi mostrare anche lui un sorriso. “Non male, ma credi davvero che basti questo
per farmi demordere?” Detto ciò, cominciò ad aspirare l’aria, gonfiando al
massimo i polmoni. “Ruggito del Drago di
Fuoco!” urlò, scatenando un vero e proprio fiume di fiamme che riversò
contro l’esercito di cloni, sciogliendo il ghiaccio, dopodiché saltò indietro,
atterrando sulla riva del lago e pulendosi la bocca con il braccio. “Spero non
ti dispiaccia fare un bagno nell’acqua gelata.” Aggiunse divertito, aspettando
che le fiamme svanissero. “A dire la verità, al momento non ho alcuna
intenzione di farmi un bagno!” rispose Naruto, emergendo dalle fiamme con solo
quale bruciatura. La cosa che tuttavia sorprese di più il mago era il fatto che
era in piedi sulla superficie del lago. “Tu… Tu stai camminando sull’acqua!!!”
urlò Dragonil, indicandolo come se fosse un pazzo. “È una cosa che ho imparato a fare molto
tempo fa.” Rispose il ninja, per poi indicare con un pollice il muro del
castello dietro di lui, dove tranquillamente in piedi sulla parete c’erano
ancora una decina dei suoi cloni. “E non è l’unica cosa che so fare.” Due dei cloni atterrarono al suo fianco,
mentre lui tendeva il palmo in avanti. L’aria cominciò a vorticare sopra essa,
mentre le due copie poggiavano le loro mani sopra quella dell’originale. Sotto
gli occhi increduli di Natsu, dal nulla si creò una sfera azzurra, che
continuava a vorticare su se stessa. I due cloni scomparvero in una nuvola di
fumo, mentre Naruto cominciava a correre sull’acqua, diretto contro
l’avversario. “Rasengan!” urlò, preparandosi a colpirlo. “Non credere di spaventarmi per così
poco!” replicò l’altro, preparandosi a respingerlo con il fuoco. Ma prima che potesse fare qualcosa, si
sentì tirare indietro dalla tunica. Mentre volava indietro vide Harry, che
evocava la sua armatura, prendendo il suo posto. Pochi istanti dopo
un’esplosione ricoprì il luogo dello scontro, facendo tremare la terra e
costringendo tutti a fermarsi. Quando il fumo si dissipò, Majutsu
riemerse da esso in ginocchio, nuovamente in divisa e ansimando. A pochi metri da lui, sdraiato a terra,
Naruto aveva il fiato corto. “Come… Come hai fatto…?” chiese a fatica, cercando
di guardare il moro. “Questo dovrei essere io a chiederlo a
te.” Rispose l’altro. “Quella tecnica… era potente quasi quanto il Jupiter, e
non dovrebbe esserci umano in grado di usare una simile potenza. Mi hai
costretto… a usare quasi tutto il mio potere magico…” Con sorpresa del mago, il biondo si
rialzò, barcollando. “Io… Io non mi arrenderò…” disse, facendo spalancare gli
occhi a Harry. “Ho qualcosa di importante da fare… Devo salvare Hinata… come
lei ha salvato me. Rassegnati al fatto che-” “…che io mi rassegni!” concluse Majutsu,
guardandolo incredulo. “Ma allora…” “Eh?” fece Naruto. “E tu come fai a
sapere cosa stavo per dire?” “Non è possibile… quella frase… io l’ho
già sentita…” continuò Potter, alzandosi. “Nei miei sogni…” “Nei tuoi sogni?” chiese Kakashi,
avvicinandosi. Ma tutto ad un tratto, il moro scoppiò a
ridere. “Ora capisco… Ora capisco perché mi
sembravate familiari!” esclamò divertito, mentre i suoi compagni si
avvicinavano. “Aye… Vuoi dire che è lui?” chiese
Happy. “Sì… Ora l’ho riconosciuto. In queste
settimane non ho sognato altri che me stesso nei panni di Naruto.” Spiegò
Harry, portandosi una mano sul volto. “Ma perché…? Non l’ho mai visto prima…” “La magia è ancora un grande mistero,
Harry.” S’intromise Silente, mentre appariva come dal nulla, scendendo le
scale. “E i sogni lo sono ancor di più.” “Preside!” esclamò sorpresa Erza. “Da
quanto tempo eravate qui?” “Direi fin dall’inizio.” Rispose lui,
sorridendo. “Ma mi sembrava che ve la steste cavando bene.” Dopo aver detto ciò, si rivolse a
Kakashi. “Se ho ben capito, tu sei il capo del gruppo, esatto? Vorrei parlarne
per chiarire questo equivoco.” “Chi mi assicura che non avete intenzione
di attaccarci alle spalle?” domandò Kiba. “Sono solo un povero vecchio, vi
aspettate davvero che vi attacchi?” In ninja dai capelli argentati restò a
osservarlo in silenzio per qualche secondo, per poi alzare la mano verso gli
altri, intimandoli a non intervenire. “Va bene.” Disse semplicemente. “Tanto trambusto per nulla…” mormorò una
voce, mentre la proprietaria guardava la scena dall’alto di una delle torri. Una fatina si sedette sulla sua spalla
ridacchiando, per poi scomparire in una scia di luci. “Fairy Tail, eh?” continuò, sorridendo e
alzandosi in piedi sul cornicione della finestra. “Chissà come la prenderanno
quando sapranno di me.”
Capitolo 36 *** Colpi di scena nella Sala Grande! ***
36: Colpi di scena nella Sala Grande!E
finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Scusate, so di essere in ritardo, e non ho scuse... il capitolo è
pronto da giorni, ma sono riuscito a postarlo solo ora T.T E con
questo, la saga "Un Natale imprevedibile" è giunta al suo termine! C'è
chi ha apprezzato questo breve triplo crossover e chi no... ma come si
dice, tutto ha una fine XD Va
beh, meglio non farvi perdere altro tempo, altrimenti mi mandate contro
i miei stessi personaggi per torturarmi XD. Perciò ringrazio come
sempre Liberty89 per avermi betato il capitolo e vi auguro buona
lettura!
Capitolo 36: Colpi di scena nella Sala
Grande!
Il
falso Neville era seduto sul bordo di
una delle torri, guardando il cielo stellato. Aveva
appena assistito alla lotta tra i
ninja e i maghi di Fairy Tail, e ora rifletteva in silenzio. “La
loro forza si equivale…” rifletté,
alzandosi. “Non pensavo che ti avrei ritrovato anche qui… Kakashi.” Dicendo
ciò, si portò una mano sul
volto. Pochi istanti dopo, fu avvolto da una nuvola di fumo. “Ma
mi hai fatto un favore… dopotutto,
hai portato con te l'Enneacoda. Grazie a lui risparmierò un sacco di
tempo.” disse,
riemergendo dalla nube, ma ora era più alto, e al posto della divisa di
Hogwarts indossava una tunica nera con una trama a nuvole rosse ornate
di
bianco. Infine,
a coprirgli il volto aveva una
liscia maschera arancione con una serie di cerchi concentrici disegnati
sopra e
un unico foro per l’occhio destro. “Domani…
sarà la fine di questo mondo!”
decretò. “E finalmente il mio sogno diventerà realtà.” “Capisco…”
disse Kakashi, una volta che
il gruppo finì di ascoltare la spiegazione di Silente, che li aveva
riuniti
nella Sala Grande, dove gran parte dei ninja era rimasta incantata
dallo
spettacolo del soffitto. “Quindi Hinata sta bene.” “In
questo momento sta riposando, ignara
di tutto quello che è successo stasera.” lo tranquillizzò il preside. “Meno
male.” sussurrò Ino, portandosi
una mano sul cuore. “Sarebbe
bastato che vi foste fatti
vedere subito e non vi avremmo attaccati. Ci eravamo accorti che ci
stavate
spiando, e solitamente chi si comporta così non ha buone intenzioni.”
commentò
Harry, che assieme agli altri maghi era seduto al tavolo di Grifondoro,
a
eccezione di Happy, che era stato mandato da Silente dalla McGranitt
per essere
nuovamente trasfigurato. “E
voi potevate chiederci conferma,
no?!” replicò Kiba in un impeto d’ira. “Provate a mettervi nei nostri
panni! Ci
siamo ritrovati in un bosco pieno di creature assurde, pieno di tracce
di
sangue di una nostra amica e poi davanti a un castello posto sotto
illusione
per nasconderlo. Cosa dovevamo pensare?!” “Illusione?”
ripeté Hermione confusa.
“Intendi gli incantesimi per tenere lontani i non maghi?” “Illusioni,
incantesimi, chiamateli come
diamine volete!” “Questo
è strano… non dovrebbe essere
così facile scioglierli.” rifletté Silente. “Ma ormai non dovrei
sorprendermi
di ciò che gli altri mondi riservano.” “Ehi,
vecchio, per caso conosci un modo
per farci tornare a casa?” domandò Naruto, poco prima di ricevere un
pugno in
testa da Sakura, che lo spedì direttamente a terra. “Un
po’ di educazione mai, eh?” esclamò
irata, per poi sospirare. “Chiedo scusa da parte sua, non sa mai quando
portare
rispetto.” “Mi
ricorda qualcuno.” ridacchiò Erza,
guardando Natsu. “Ehi,
ora che ci penso, non è che magari
vengono dal passato?” chiese Ron, indicando il biondo. “Quel ragazzo
sembra la
fotocopia di Natsu, a parte il colore dei capelli, che però
corrispondono a
quelli di Sakura…” Tutti
si voltarono a guardarlo, Natsu,
Naruto e Sakura in primis. Pochi
secondi dopo, la rosa fu avvolta
da un’aura oscura, per poi cominciare a far scrocchiare i pugni. “Dimmi
un po’, maghetto da quattro
soldi, vuoi che ti rompa un osso per volta o direttamente tutti
insieme? Non
hai che da chiedere!” Il
Weasley deglutì, sbiancando. “C-Credo
c-che p-passerò, g-grazie…” balbettò terrorizzato. “Ad
ogni modo, la domanda di Naruto ha
senso. Tra i vostri incantesimi ce n’è qualcuno in grado di aiutarci?”
intervenne Shikamaru. Silente
si passò la mano sulla barba. “Fanny
potrebbe aiutarvi… tuttavia, potrebbe volerci parecchio tempo. Per
trovare
Harry, che si era smarrito in un altro mondo, ci ha messo tre anni.” “E
anticipando la vostra domanda, non ho
la più pallida idea di come abbia fatto a finire in un altro mondo,
senza
contare che sono capitato in uno totalmente a caso.” rispose il diretto
interessato, sospirando. “Beh, io credo che me ne andrò a dormire.
Abbiamo
risolto la situazione, e ora non ci resta che aspettare.” “Ehi,
aspetta! E Hinata?” domandò
Naruto. “Se
la vuoi incontrare, seguimi. Non c’è
nessun problema, vero preside?” “No,
tranquillo. Avrei comunque chiesto
a uno dei loro ospiti di seguirti. Vedete solo di non distruggere nulla
lungo
il percorso: Mastro Gazza è già abbastanza teso, non so come potrebbe
reagire.
Mi sto già chiedendo come Hagrid prenderà la notizia di dover sistemare
il
parco.” “Cercherò.”
rispose ridacchiando il
moro, per poi uscire dalla sala, seguito da Naruto. “Qui
l’unica cosa che cadrà a terra sarà
Hinata.” ridacchiò Kiba. “Uh?
Cosa vuoi dire?” chiese Lucy. “Devi
sapere che Hinata ha una terribile
cotta per Naruto. Tanto che spesso e volentieri sviene quando gli è
troppo
vicina. Poi dopo quello che ha fatto per lui…” “Che
cos’ha fatto?” domandò incuriosito
Natsu. “Ci
tieni proprio a Hinata, eh?” domandò
Harry, cercando di non ridere di fronte alla faccia del biondo, che
continuava
a indicare i quadri incredulo. “B-Beh…
la situazione è un po’
complicata… prima di tutto, Hinata è una mia amica.” “Amica,
eh?” “Già.
Abbiamo frequentato insieme
l’Accademia, ma siamo finiti in due squadre diverse. Sinceramente non
ho svolto
molte missioni insieme a lei. Però…” “Però?” “È
successo durante l’ultimo scontro che
ho sostenuto. Ormai ero prossimo a essere catturato e ucciso ma Hinata
si è
messa in mezzo, nonostante fosse più debole del nostro avversario. E lì
mi ha
detto qualcosa che non mi sarei mai aspettato di sentire, specie in un
momento
come quello…” Harry
lo guardò di sottecchi e vide che
si stava grattando una guancia come se volesse essere sicuro di star
pensando
correttamente. “Non
ti avrà chiesto un autografo spero.
Mi è sembrato di capire che nel vostro gruppo, tu abbia una certa
importanza.” “N-No,
non direi… come intelligenza non
sono di certo il migliore, tuttavia, non posso di certo tirarmi
indietro per
una simile sciocchezza. E poi credimi, fino a qualche anno fa il mio
nome era
collegato solo a odio.” “Mi
vuoi dire che da bambino eri odiato?
Scusa, ma mi sembra difficile da credere. I tuoi genitori non dicevano
nulla?” “Sono
morti il giorno in cui sono nato.”
rispose senza mezzi termini il biondo, portandosi una mano sulla
pancia.
“Uccisi da qualcuno che mira solo a distruggere il nostro mondo…” “Mi
dispiace, non ne avevo idea. Dalle
mie visioni, questo non era chiaro.” “A
proposito, come sarebbe a dire che mi
sognavi?” “Non
so come dirlo, mi sono ritrovato
più volte a impersonarti. Non so nemmeno io come mai. Forse è perché ho
viaggiato da solo tra i mondi, o non so… sarà familiarità tra orfani.” “Anche
tu?” Harry
sorrise amaramente. “I miei furono
uccisi da un mago malvagio quando avevo solo un anno, e sono morti per
proteggermi. Io sono l’unico a essere sopravvissuto, e porto sempre con
me il
segno di quel giorno.” spiegò, indicandosi la cicatrice. “La nota
positiva è
che per qualche misterioso motivo, ho respinto quel mago,
distruggendone il
corpo. Per undici anni il mondo magico mi ha acclamato come eroe, ed io
ho
vissuto per sette anni dai miei zii, che probabilmente mi odiavano
proprio
perché i miei genitori erano dei maghi. Solo a otto anni ho finalmente
conosciuto
la gioia, ed è stato quando ho incontrato per la prima volta Natsu e
gli
altri.” “Vedo
che siamo più simili di quanto
sembra. Abbiamo condiviso esperienze simili. Io fino a dodici anni sono
cresciuto con tutto il villaggio che mi odiava, mi disprezzava… erano
ben poche
le persone dalla mia parte. E non riuscivo a capirne il perché.” “E
ora?” Harry
notò che Naruto si portò
nuovamente la mano sulla pancia. “Non
saprei… il nostro villaggio è stato
distrutto, ma non è morto nessuno… Però è successo tutto per causa mia.” “Un
villaggio, eh? Non per sminuirti, ma
non mi sembra granché.” replicò Harry, guadagnandosi un’occhiata
sorpresa. “Noi
siamo abituati a devastare città mentre combattiamo, ovviamente senza
mai
uccidere nessuno. Abbiamo giusto qualche grana con il concilio ma nulla
di
più.” Mentre
dicevano ciò, raggiunsero il
ritratto della Signora Grassa, che chiese la parola d’ordine a Harry. “Parla?!”
urlò incredulo il biondo,
facendo un salto indietro e indicando il ritratto con il dito, tenendo
gli
occhi sgranati. “Com’è possibile?!” “Magia?”
replicò divertito Harry, voltandosi
verso il quadro per pronunciare la parola d’ordine. Ma
prima che potesse cominciare, il
passaggio si aprì, lasciando uscire Hinata. “H-Harry,
eccoti, dove-” Ma
la
ragazza s’interruppe nel momento
stesso in cui andò a sbattere contro Naruto, che era proprio davanti a
lei. La
mora alzò lo sguardo, incrociandolo con
quello di Naruto, che le sorrise. “Ciao
Hinata!” La
ragazza restò in silenzio, mentre la
sua faccia cominciava a diventare completamente rossa. Pochi
secondi dopo dalle sue orecchie
uscirono due comici sbuffi di fumo, dopodiché cadde a terra priva di
sensi, ma
con un sorriso beato stampato sul viso. “Eh?”
esclamarono i due ragazzi in
sincronia, guardando increduli Hinata, che sembrava emanare calore dal
volto,
ancora rosso. “Ma
perché quando mi vede ha quasi
sempre questa reazione?” si chiese ad alta voce Naruto, per poi
spalancare gli
occhi, sorridendo poco dopo. “È vero… me l’ha pure detto…” “Di
cosa stai parlando?” chiese Majutsu,
guardandolo. Naruto
scosse la mano davanti al viso.
“Niente, parlavo tra me e me. Ora… mi potresti dire dove posso
portarla?”
domandò il ninja, prendendo l’amica tra le braccia. “Riportarla
pure dentro. Ci sono delle
poltrone dove puoi lasciarla riposare.” rispose lui, poco prima di
sentire uno
sbuffo di vento. “Tu entra pure, io ti raggiungo tra poco.” aggiunse. Naruto
annuì, attraversando il
passaggio, che si richiuse subito dopo. “Tu
non entri?” domandò la Signora
Grassa, ottenendo un sorriso come risposta. “Non
subito.” rispose Majutsu,
allontanandosi. Harry
continuò a camminare per cinque
minuti buoni, finché non si ritrovò in un corridoio deserto. “Non
c’è nessuno.” avvertì una voce,
mentre una figura appariva dietro di lui. “Bene.
Allora, hai scoperto qualcosa?” “Sì.
Quello che dicono è vero, sono
letteralmente apparsi dal nulla. Dove sono comparsi ci sono ancora i
segni del
loro arrivo. Tuttavia… ho trovato un luogo con gli stessi segni.” “Quindi
significa che c’è qualcun altro
oltre a loro. Forse è il posto dov’è arrivata Hinata?” “Ne
dubito. La differenza tra i due
luoghi… è che il secondo è circondato dal nulla. Chiunque sia arrivato
ha
distrutto tutto. E sembra che sia passato almeno qualche mese.” “Qualche
mese?” ripeté sorpreso Harry,
voltandosi a guardare la figura. “Già.” “Capisco…
hai idee di dove possa essere
finito?” “Temo
di sì.” Majutsu
sospirò. “Dovrò vedere se in
questo mondo c’è qualcuno in grado di verificare se sono maledetto. I
guai mi
seguono ovunque vada. Ma se è qui… dove diamine è nasco-” Il
moro s’interruppe di colpo, prendendo
la Mappa del Malandrino e cominciando a esaminarla. “No…
Non può essere…” borbottò con le
mani che tremavano. “Che
cosa succede?” “Si
è
nascosto sotto i nostri occhi… Ci
ha tenuto sotto controllo senza che nessuno di noi sospettasse nulla!” “Di
chi stai parlando?” “Della
persona che manca all’appello.
Non so come, ma è riuscito a ingannare anche la mappa-” “Non
bisogna tenere presente solo un
punto di vista, sai?” lo interruppe una voce femminile divertita, che
costrinse
Majutsu e l’altra figura ad alzare lo sguardo, fino alle travi del
soffitto, su
cui sedeva qualcuno, che stava muovendo tranquillamente le gambe.
“Anch’io sono
riuscita a non farmi rilevare da quella mappa, eppure sono stata qui
tutto il
tempo.” “Tu
sei…” “Ho
un accordo da proporti, e credo che
sarà vantaggioso per entrambi.” continuò la misteriosa persona, mentre
una
fatina appariva al suo fianco, ridacchiando. Harry
restò in silenzio. “Vedo
che non ti fidi del tutto, eh?
Scelta saggia… in fondo, ho appena distrutto l’immagine che avevi di
me.” “Puoi
andare.” disse Majutsu, rivolto al
suo alleato. “Ti chiamerò ancora in caso di bisogno. Grazie mille per
l’aiuto.” La
figura annuì, per poi allontanarsi. “Allora…
da quanto tempo sai di noi?”
domandò il moro, tornando a parlare con la nuova arrivata. “Oh,
direi da inizio anno. Non avete
fatto granché per nascondervi.” “Che
cosa vuoi?” “Unirmi
a Fairy Tail.” rispose lei
schietta. “Unirmi a Fairy Tail e venire con voi nel vostro luogo
d’origine. E
in cambio… vi aiuterò ad affrontare l’impostore. L’effetto sorpresa è
sempre efficace,
direi che è il caso che anche voi ne abbiate uno.” Dicendo
ciò, saltò giù, facendo apparire
altre fatine che la aiutarono a rallentare la discesa, permettendole di
atterrare dolcemente davanti al mago. “Allora,
abbiamo un accordo?” domandò,
porgendogli la mano. Harry
la guardò, per poi sorridere e
annuire, stringendola. “Direi proprio di sì. Benvenuta a Fairy Tail!” Il
giorno successivo passò senza
problemi. Silente aveva chiesto ai ninja di restare nascosti al resto
della
scuola per la sicurezza di entrambe le parti, e così la giornata era
passata
senza problemi. Fu
solo verso mezzanotte che una figura
apparve tra i corridoi, dirigendosi verso la Sala Grande. Una
volta giunta di fronte al grande
portone che in quel momento chiudeva la stanza, proseguì senza alcun
problema,
passando attraverso il legno. Continuò a camminare finché non arrivò di
fronte
al tavolo degli insegnanti. La
luce della luna filtrava nella sala
grazie alla magia del soffitto, assieme alle stelle, quella notte
perfettamente
visibili. “Finalmente…
è giunto il momento di
iniziare il mio piano. Non avrò l’energia necessaria, ma poco importa.
Qui
nessuno può opporsi a me.” “Su
questo punto, avrei qualcosa da
ridire.” disse una voce. La
figura si voltò, mostrando così il suo
mantello nero con nuvole rosse, come anche la maschera arancione con un
unico
spiraglio per l’occhio destro. In
quel momento le candele della Sala
Grande si accesero tutte insieme, illuminando perfettamente tutta la
stanza,
rivelando così all’impostore il gruppo di Fairy Tail al gran completo,
con
l’aggiunta dei ninja, che uscirono allo scoperto da sotto i vari
mantelli
dell’invisibilità. “Tu!”
urlò Naruto, senza nascondere la
sua rabbia. “Come fai a essere qui?!” “Lo
conoscete?” domandò Natsu, battendo
i pugni tra di loro, ansioso di menar le mani e lasciando uscire
qualche fiamma
dai palmi. “Sfortunatamente
sì. Pare che ci sia lui
dietro all’attacco di sedici anni fa al nostro villaggio.” rispose
Kakashi. “Ma
che onore… l’intero gruppo di Fairy
Tail e gli stupidi ninja della Foglia.” asserì la figura, osservandoli.
“Quindi
alla fine mi avete scoperto.” “Che
cosa ne hai fatto di Neville?” domandò
Titania. “Neville?
Ah, già, quel moccioso che ho
usato come copertura… è ancora vivo, se è questa la vostra
preoccupazione…
tuttavia, dubito che potrà parlarvi.” “Maledetto!”
sbraitò Kiba. “Non ti è
bastato mandarci contro Pain? Vuoi attaccare anche un altro mondo?!” “Oh,
io non direi proprio attaccare…
Diciamo solo, usare per realizzare il mio scopo… In fondo, Tobi
è un bravo ragazzo!” esclamò, dicendo l’ultima parte con voce
quasi infantile. “Bastardo!!!”
urlò Salamander, facendosi
avvolgere completamente dal fuoco e partendo all’attacco. Ma
con sua sorpresa gli passò
attraverso, come se fosse stato un fantasma. “Cos-” “Non
potete colpirmi. I vostri amici
ninja ci hanno provato non molto tempo fa e non sono riusciti a farmi
alcun
danno.” “Questa
volta siamo più preparati.” replicò
Hatake, per poi alzare il coprifronte dall’occhio, rivelando così
un’iride
rossa con tre tomoe nere attorno alla pupilla. “E
quello che razza di occhio è?!”
esclamò sorpreso Fred, voltandosi verso l’argenteo. “Quello
è lo Sharingan.” spiegò Tobi,
alzando lo sguardo verso di loro, mostrando la medesima iride. “Un
occhio in
grado di far cadere chi lo guarda preda di potenti illusioni.” “Allora
sei stato tu con i bolidi!” urlò
George. “Se stato tu a creare tutti quei bolidi falsi!” “Esatto,
Weasley. Ma forse v’interessa
sapere di più un’altra cosa… ovvero che ci sono io dietro agli
attentati
avvenuti di recente.” “Vuoi
dire che sei tu l’erede di
Serpeverde?” chiese Hermione, confusa. “Oh,
no, no. Semplicemente ho aiutato
l’erede, in modo che nessuno potesse scoprirlo. Colin, Justin, Nick
Quasi Senza
Testa… Sono stato presente a tutti gli attentati. Quindi sì, io sono
l’unico
che sa chi è.” “Perché?”
domandò Ron. “Perché lo stai
facendo?!” Tobi
restò fermo, mentre dietro di lui
Natsu continuò a guardando in cagnesco. “Perché
voglio creare un mondo dove non
ci siano più conflitti.” rispose, alzando le mani verso l’alto. “Esiste
una
tecnica in grado di cancellare l’esistenza stessa del mondo,
riconfigurandola
come desidero io. Un mondo dove nessuno è morto o morirà. Un mondo
senza
malvagi, senza sofferenza.” “Un
mondo illusorio in poche parole.” riassunse
Gray. “Già.
Un’illusione che avvolgerà tutti.
Non lo desiderate? Da quel che so, tutti voi avete perso qualcuno di
caro…” “È
vero…” disse Harry, guardandolo.
“Tutti noi abbiamo perso qualcuno… però sarebbe ingiusto nei loro
confronti
crearne una copia illusoria! Perché è questo quello che faresti! Non li
riporteresti affatto indietro! Ti limiteresti a far credere alle
persone che
sono ancora vivi!” urlò. “Non possiamo cambiare il passato, le cose
vanno come
devono andare!” “Quindi
non avete intenzione di
appoggiare la mia causa, esatto?” “Né
adesso né mai!” esclamò Dragonil. L’uomo
mascherato chiuse le mani a
pugno. “Siete tutti degli stupidi. Anche Neville ha preferito la
tortura
piuttosto che appoggiarmi…” Kakashi
spalancò gli occhi. “Che cos’hai
fatto a quel ragazzo?” L’avversario
restò in silenzio per
qualche secondo, poi, pochi istanti dopo, al suo fianco si creò una
specie di
vortice nell’aria, da cui uscì Neville, che cadde rumorosamente a terra. Appariva
notevolmente dimagrito, e i
capelli erano cresciuti senza controllo. Ma la cosa che spaventò più di
tutto
il resto erano i suoi occhi, i quali erano sì aperti, ma sembravano
vuoti,
privi di vita. “L’ho
tenuto prigioniero in una
dimensione alternativa, dove c’era solo lui. E lì gli ho fatto rivivere
per
innumerevoli volte l’evento più drammatico della sua vita. Mi ha
sorpreso, lo
devo ammettere. Una persona normale sarebbe crollata dopo pochi giorni,
lui
invece ha resistito finché non è stato più in grado di fare nulla. L’ho
tenuto
in vita solo per carpirgli le informazioni che mi servivano per
impersonarlo.” “Neville…”
mormorò Lucy, portandosi una
mano sulla bocca. Gli
altri membri originali di Fairy Tail
ebbero una reazione ben diversa. “Lurido…”
sibilò Erza, facendo apparire
l’armatura e una spada rossa, partendo subito all’attacco. Tobi
replicò componendo dei simboli con
le mani, per poi alzarne una verso di lei, creando una sfera di fuoco e
lanciandogliela contro. Titania
spalancò gli occhi, per poi abbassare
la lama per difendersi. L’esplosione che ne seguì fece tremare l’intero
castello, scagliando la maga in armatura dall’altra parte della stanza,
mentre
l’avversario restò al suo posto, incurante delle fiamme che gli
passavano
attraverso. “Questo
è cibo per me!” urlò Natsu,
cominciando a divorare le lingue infuocate, per poi lanciargli contro
una sfera
dello stesso elemento di un paio di metri di diametro, che passò
nuovamente
attraverso l’avversario. “È
inutile. Non potete sconfiggermi.” dichiarò
Tobi, mentre Gray cercò di colpirlo con una lancia di ghiaccio, in
contemporanea a Kiba che cercò di azzannarlo, senza successo. “Apriti,
porta del Toro! Taurus!”
esclamò Lucy, facendo apparire lo spirito stellare, che muggì partendo
all’attacco con la sua ascia. “Volete
capirlo che non potete nulla
contro di me?” fece il nemico, per poi sparire nel pavimento,
riemergendo a
testa in giù sul soffitto, dando la sensazione che fosse sospeso nel
vuoto. “Non
ci arrenderemo di certo adesso!”
replicò George, per poi guardare Neji. “Se non ti dispiace, ti rubiamo
un’arma!” Prima
che il possessore del Byakugan
potesse dire qualcosa, i due gemelli batterono i pugni tra di loro. “Magia
gemella! Fulgur!Tonantem
kunai!” Con
sorpresa dei presenti, davanti ai
due Weasley si materializzarono decine di kunai, che a differenza delle
armi
originali erano composti da veri e propri fulmini. “E
quella magia da dove salta fuori?”
chiese sorpresa Hermione. “Un
nuovo esperimento. E ora andate!”
urlarono i gemelli, facendo partire all’attacco i pugnali, che si
mossero alla
velocità della luce, riapparendo attorno a Tobi, per poi colpirlo in
pieno con
una serie di scariche elettriche. “Non
vi arrendete, eh?” replicò lui,
incurante dell’attacco, mentre alle sue spalle arrivava Naruto, che si
era
lanciato in alto grazie all’aiuto di uno dei suoi cloni, e in mano
aveva già
pronto un Rasengan. “Mi
hai già affrontato e ci riprovi
nuovamente? I vostri attacchi non possono raggiungermi!” esclamò l’uomo
mascherato. Tuttavia,
il ninja biondo sorrise. “E
chi ha mai detto che voglio colpire te?” L’occhio
di Tobi si spalancò nel vedere
che l’obiettivo di Naruto era il soffitto su cui poggiava i piedi, che
esplose
e si ridusse in macerie, che caddero a terra e con loro si ruppe anche
l’incantesimo che le avvolgeva, mostrando per la prima volta dopo
secoli, la
volta vera e propria della Sala Grande. “Sei
diventato più astuto, contenitore
del Kyuubi.” costatò Tobi, atterrando in piedi assieme al biondo. “Non
sai quanto.” rispose lui, per poi
sparire in uno sbuffo di fumo. “Sono
qui!” urlò Uzumaki, che era seduto
a gambe incrociate in un angolo della stanza con gli occhi chiusi. In
quel momento, il colore attorno ad
essi cominciò a cambiare, diventando arancione. Quando infine li
riaprì, le
iridi azzurre erano scomparse, lasciando spazio all’oro, ma la cosa che
colpì i
presenti era la pupilla, che aveva perso la sua forma originale,
diventando rettangolare. Il
ninja si alzò in piedi, per poi sollevare
la mano, sopra la quale cominciò a materializzarsi un nuovo Rasengan,
solo che
questo era molto più grande dei precedenti. Inoltre aveva quelle che
sembravano
quattro lame attorno al centro, che gli davano la forma di uno
shuriken, e
produceva un forte sibilo, che costrinse Natsu a tapparsi le orecchie. “Senpou!
Rasen-Shuriken!” urlò, per poi
scagliare la tecnica contro Tobi, che sgranò l’occhio totalmente
sorpreso. Pochi
secondi dopo la zona dove si
trovava saltò letteralmente in aria, provocando una nuova onda d’urto
che
spense tutte le candele per qualche secondo, dopodiché si riaccesero,
probabilmente grazie alla magia di cui erano intrise. I
tavoli volarono via, assieme alla
panche, costringendo i maghi e i ninja a correre a zig zag per
evitarli, mentre
il castello veniva di nuovo investito da una scossa che lo percosse
dalle
fondamenta fino alle torri. “Q-Quanto
era potente quell’attacco?!”
esclamò sorpresa Erza cercando di alzarsi, mentre Sakura si avvicinava
a lei,
per poi poggiarle sul torace le mani avvolte da un’aura verde. “Ferma.
Guarirò le tue ferite, così potrai
tornare a combattere.” “Sei
in grado di farlo?” La
rosa sorrise. “Sono un ninja medico.” “Non
ci vorrà molto prima che i
professori e gli altri studenti arrivino!” osservò Hermione, prendendo
la mappa
in mano e osservando decine di puntini cominciare a muoversi. “Con un
simile
trambusto avremmo svegliato anche la Bella Addormentata.” “Tsk.
Siete una vera e propria rottura…”
disse Tobi, che riemerse incolume dal fumo creatosi in seguito
all’esplosione. “Però…
siamo riusciti a colpirti.” osservò
Harry, che si trovava alle sue spalle, con la spada di Titania in mano. “Che
cosa vai blaterando?” domandò il
ninja, girandosi. Solo
in quel momento la manica della sua
tunica mostrò un taglio. “A
quanto pare, sei tu a renderti
volontariamente intangibile.” intuì Majutsu. “Ma se non avverti la
nostra
presenza, non sprechi energie.” Tobi
osservò la manica rovinata. “Non
male. Sei riuscito a nasconderti approfittando dell’esplosione, eh?” “Esatto!
Sei caduto in pieno nella
nostra trappola!” urlò Naruto, mentre al suo fianco lo raggiungeva
Natsu. “Allora,
vogliamo provarci?” chiese il
Dragon Slayer, sorridendo, creando una sfera di fuoco che fece sparire
subito.
“Dopotutto, vento e fuoco possono anche andare d’accordo, no?” “Già.”
rispose il biondo, per poi creare
un terzo Rasengan, porgendolo a Natsu che sputò una fiammata, con cui
lo
avvolse. Le
fiamme cominciarono a vorticare
assieme al chakra della sfera, finché il ninja non si ritrovò in mano
un
Rasengan di fuoco. “Riesci
a resistere al calore?” “Ho
sentito di peggio. E ora
all’attacco!” Senza
perdere altro tempo, Uzumaki
cominciò a correre verso Tobi, che scomparve subito nel pavimento,
riemergendo
accanto a Neville ancora incosciente e afferrandolo per la divisa. Vedendo
ciò Naruto fu costretto a
fermarsi. “Vedete
la vostra debolezza? I vostri
sentimenti vi bloccano.” sentenziò il ninja mascherato. “Adesso non
oserete di
certo attaccarmi.” “O
forse, hanno ancora un asso nella
manica.” disse una voce. Prima
che Tobi potesse realizzare da
dove provenisse, una serie di fatine scese in picchiata contro di lui,
prendendo al volo Neville e portandolo lontano dal suo rapitore. “Di
nuovo loro, aye!” esclamò Happy,
mentre le fate portavano Neville dietro di loro, poggiandolo ai piedi
di Luna
Lovegood, che stava guardando la scena con la sua solita aria serafica. La
cosa che saltò subito alla vista di
tutti fu il simbolo di Fairy Tail, di un verde fosforescente, tatuato
sul
collo. “Recupero
portato a termine.” affermò,
guardando Majutsu, che annuì. “Tu
lo sapevi?!” gridò incredulo Gray, fissando
l’amico. “Solo
da ieri. Ho chiesto a Lucy di
contattare per me il Master, ma nemmeno a lei avevo detto la verità. Vi
presento il nuovo membro della nostra gilda!” rispose lui, sorridendo. “Sapevo
che c’era qualcosa che non
tornava in lei…” mormorò Tobi, alzando un braccio verso di loro. “Ma
non
crediate che-” Ma
il
ninja si dovette interrompere
quando su tutto il suo corpo apparvero dal nulla decine di ferite. “C-Cosa…?” “La
mia magia funziona in maniera simile
alla tua.” spiegò Luna, mentre una fatina le volava attorno alla testa.
“Le mie
fate possono rendersi intangibili. E sembra che tu possa essere toccato
da
qualcosa con la tua stessa consistenza.” Il
gruppo sentì Tobi digrignare i denti.
“Dannati mocciosi…” “Beh,
dov’eravamo rimasti?” lo
interruppe Naruto, riprendendo la sua corsa. Prima
che Tobi potesse reagire, fu
colpito in pieno dal Rasengan di fuoco, che esplose contro di lui,
scagliando
indietro il ninja, che riuscì ad atterrare in piedi. “E
con questo sei sistemato!” esclamò
sorridendo. “Tu
dici, Uzumaki Naruto?” domandò
l’avversario, riemergendo dalla polvere, per poi cominciare a comporre
una
serie di sigilli con le mani e poggiandole a terra. Il
terreno cominciò subito a tremare,
per poi sgretolarsi sotto i maghi e i ninja, costringendoli a saltare
indietro.
Senza lasciargli il tempo di fare qualcosa, da sotto di loro uscirono
decine di
radici giganti, che si diressero verso di loro. “Ma
allora è un vizio!” urlò Lucy,
mentre Taurus tagliava a metà con l’ascia una delle compagini. “Ma
quante tecniche può usare quel
tipo?!” sbraitò Kiba, cercando di evitare gli attacchi, che non
lasciavano in
pace nessuno di loro. “Non
lo so, ma è sempre più pericoloso!”
esclamò Erza, tagliando una radice con una spada appena evocata. “Se
non lo
fermiamo, il castello rischia davvero di essere distrutto!” “Solo
il castello?!” risposero i
gemelli, correndo per evitare i rami giganti. “Quel tipo distruggerà
l’intera
Inghilterra se resta qui!” “Non
glielo permetteremo!” urlò Natsu,
incenerendo le radici che inseguivano i due Weasley, per poi voltarsi
verso
Tobi. “Non gli lasceremo fare ciò che vuole davanti ai nostri occhi!” “Provate
pure a fermarmi, ma non ho
intenzione di arrendermi facilmente.” rispose lui, per poi creare una
sfera di
fuoco, che lanciò contro il portone della Sala Grande, colpendolo in
pieno. Questi
saltò fuori dalle enormi giunture
che lo sostenevano, per poi cominciare a cadere all’interno, verso Luna
e
Neville, che si trovavano sotto di esso. “Luna!”
urlò Happy, correndo verso di
loro. Con
sua sorpresa, la schiena gli s’illuminò,
per poi lasciare apparire dal nulla due ali bianche, che passarono
attraverso i
vestiti lasciandoli intatti, e che gli permisero di prendere il volo,
raggiungendo in tempo i due e portandoli lontani dal portone, che cadde
a terra
con un tonfo enorme. Luna
alzò lo sguardo, osservando
meravigliata le ali del suo compagno, che sbattevano ritmicamente,
mentre il
proprietario ansimava, principalmente per il peso che stava sostenendo. “Allora
avevo visto bene, gli Alagai non
sono intorno a te per puro caso.” commentò ridacchiando. “Ben
fatto Happy!” urlò Salamander,
alzando un pugno verso l’alto. “Sapevo che ce la potevi fare!” “Un
angelo?” fece sorpresa Hinata,
guardandolo. “No,
è solo la sua magia originale. Eravamo
convinti che non la potesse usare da umano, ma a quanto pare ci
sbagliavamo.” sorrise
Harry, mentre il gatto umanizzato riportava a terra i due, per poi
lasciare
scomparire le ali. “C-Ci
sono riuscito… aye…” ansimò, per
poi crollare seduto a terra, riprendendo fiato. “Ma ha prosciugato
tutta la mia
magia…” “Ora
cominciate a seccarmi!” urlò Tobi, scagliandosi
contro il Dragon Slayer, colpendolo allo stomaco con un pugno. Con
enorme sorpresa del mago, si ritrovò
lo stomaco sotto una pressione ben maggiore di quella che si aspettava,
per poi
volare verso il varco rimasto dopo il crollo del portone, rotolando
rovinosamente a terra e restando immobile. “Natsu!”
urlarono tutti. “Credevate
forse che il fatto di potermi
rendere intangibile significasse che ero debole?” domandò il ninja,
restando in
piedi. “Rassegnatevi, per voi è finita.” “Non
ci arrenderemo mai.” fece Majutsu,
brandendo la spada scarlatta. “Noi di Fairy Tail siamo fatti così!” Tobi
si girò verso di lui. “Harry
Potter… il bambino che è sopravvissuto.” disse, osservandolo. “Non
riesco
proprio a capirti. Possiedi un potere con cui potresti piegare tutti ai
tuoi
voleri. Lo stesso erede non è forte quanto te.” “Chi
è? Chi è l’erede?!” domandò
Majutsu. L’occhio
del ninja si restrinse. “Lo
vuoi sapere, vero? Mi dispiace, ma credo che non te lo dirò. Anche
perché ci
siamo separati proprio qualche giorno fa. La nostra alleanza è
terminata. Anche
nell’impossibile caso che riusciate a respingermi, l’erede di
Serpeverde
porterà a termine il suo piano. Quindi rinunciate a combattere, è
inutile.” “No…”
intervenne una voce debole. Sotto
gli occhi di tutti, Neville si
stava alzando, barcollando. “Tu… Tu non puoi capire… cosa ci spinge a
combattere…
e ad andare avanti…” “Sei
ancora in grado di muoverti? Com’è
possibile?!” esclamò incredulo Tobi. “Non
basteranno… delle illusioni… a
mettermi fuori gioco…” mormorò il Grifondoro, alzando lo sguardo,
mostrando
così le sue lacrime. “Ma non ti potrò mai perdonare per aver usato i
miei
genitori in quel modo!!!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Non
appena concluse la frase, Paciock
rilasciò una scarica d’energia, che investì tutti i presenti. Le
piante evocate prima dal ninja
mascherato si fermarono, per poi rivoltarsi contro il loro padrone. Prima
che potesse fare qualcosa, Tobi si
ritrovò avvolto dalle radici, che lo immobilizzarono, sollevandolo in
alto,
così da essere ben visibile a tutti. “Harry…
lo lascio a… voi…” sussurrò
Neville, perdendo nuovamente i sensi e cadendo in avanti. Ma
questa volta fu preso da Titania, che
gli impedì di cadere a terra. “Non
male.” commentò lei, ghignando.
“Per essere stata la sua prima volta, è stato davvero bravo.” “È
stato mitico… ugh…” commentò Natsu,
rientrando lentamente, tenendosi una mano sullo stomaco. “Insomma,
cosa sta succedendo qui- Per
la barba di Merlino!” esclamò una voce dietro di lui. Tutti
si voltarono, ritrovandosi a
guardare nientemeno che Gilderoy Allock, vestito con una vestaglia
color oro, che
restò impietrito di fronte a quello scenario. Erza
fece subito sparire le spade e
l’armatura, mentre dietro al professore arrivavano anche gli altri
docenti,
seguiti dai pochi studenti rimasti nel castello. “C-Cosa
è successo qui?!” domandò la
McGranitt, squadrando i maghi di Fairy Tail e i ninja, per poi
soffermarsi su
ciò che restava della Sala Grande, e fermandosi infine a guardare Tobi. “Quel
tipo aveva preso il posto di uno
dei vostri studenti.” cominciò a spiegare Kakashi, prendendo in mano la
situazione e indicando Neville, ancora sorretto da Titania. “L’ha
tenuto
prigioniero per mesi e ha confessato di aver aiutato il responsabile
degli
attentati avvenuti finora in questo castello. Noi lo abbiamo scoperto e
abbiamo
cercato di fermarlo.” “E
a
quel punto è arrivato il professor
Allock.” intervenne Majutsu, attirando l’attenzione. “È stato lui a
immobilizzarlo con uno dei suoi incantesimi. Sfortunatamente, prima ha
quasi
distrutto la Sala Grande per cercare di eliminarci.” “Quasi?!”
ripeté Melody, guardando un
altro pezzo di soffitto cadere giù. “E sarebbe stato lui a fermare un
mago così
potente?” “E-Ecco…
I-Io…” balbettò Allock, non
sapendo cosa dire. Fu
Harry a intervenire, dandogli una
pacca sul braccio. “Suvvia professore. L’unica volta che ha fatto
qualcosa di
veramente importante come salvarci la vita, non vuole prendersi il
merito? Non
è da lei essere così modesto. Su, racconti pure a tutti di come l’ha
fermato. O
forse… vuole dare il merito a qualcun altro?” Mentre
diceva ciò, Majutsu strinse con
forza il braccio del mago, che s’impose di non fare alcuna smorfia di
dolore
per non tradirsi. “P-Proprio
così… Io, il magnifico
Gilderoy Allock, sono riuscito a fermare l’intruso! Mi ero accorto che
c’era
qualcosa che non andava, così sono sceso in piena notte, cogliendolo in
flagrante!
Harry e i suoi amici devono avermi sentito combattere e sono venuti
coraggiosamente in mio aiuto, anche se fortunatamente grazie a me non
hanno
dovuto fare altro che schivare quei pochi incantesimi che non sono
riuscito a
fermare.” “C-Che…
Che faccia di bronzo…” sussurrò
Lucy, con un tic all’occhio. “Non ha neppure faticato a prendere per sé
la
storia…” Silente
avanzò verso di loro, superandoli
e fermandosi di fronte a Tobi, che ricambiò lo sguardo. “È
vero quello che dicono?” domandò
serio. “Hai aiutato a portare a termine gli attentati?” Il
ninja ridacchiò. “Sì, è vero. Ma se
vi aspettate che vi dica chi è l’erede, sperate male. Gli attentati non
si
fermeranno nemmeno con la mia sconfitta, anzi, aumenteranno!” “Quindi
non è Potter il responsabile?”
domandò uno studente di Tassorosso. Questa
volta Tobi scoppiò a ridere. “Potter?
Lui non è capace di fare del male a qualcuno! È troppo debole e
vigliacco, ma
lasciate che vi dica questo, studenti e professori di Hogwarts: se io
sono
riuscito a spacciarmi per Paciock per questi mesi, cosa vi fa credere
di
riuscire a trovare qualcuno che agisce nell’ombra da cinquant’anni?” “Maledetto!
Dicci subito chi è e-”
cominciò Naruto, fermandosi quando vide la sua mano. Con
suo spavento, questa stava
diventando invisibile, e uno a uno il fenomeno stava colpendo tutti i
ninja,
Tobi compreso. “Che
cosa sta succedendo?” domandò Ino. “Sembra
che qualunque cosa ci abbia
mandato qui, ci stia rimandando indietro.” osservò Sai. Kakashi
si voltò verso Silente. “A
quanto pare non ci servirà il suo aiuto. Grazie lo stesso.” “Grazie
a voi per aver risolto una parte
del mistero che ci sta perseguitando. Cosa ne sarà di lui?” Il
ninja argentato si voltò verso il
nemico. “Probabilmente
appena sarà libero
scapperà via, ma faremo di tutto per riprenderlo e fargli pagare le sue
azioni.” Naruto
nel frattempo si avvicinò a
Harry. “Così il nostro tempo qui è finito, eh?” fece sorridendo, per
poi
tendere il pugno destro verso il moro, che lo guardò con aria
interrogativa.
“Battiamoci il pugno! Sei stato grandioso prima! Spero di rivederti un
giorno!” Majutsu
sorrise, per poi battere il
pugno contro quello del biondo. “Anche tu non sei stato male. Saresti
stato un
ottimo membro di Fairy Tail.” Naruto
ridacchiò, per poi con il pollice
il proprio coprifronte. “Spiacente,
ma io appartengo al
Villaggio della Foglia. Ma quando sarò diventato Hokage, chissà, magari
un’alleanza ci potrebbe stare!” “Allora
aspetteremo quel giorno…
Naruto.” disse Harry, osservandolo sparire nel nulla, assieme agli
altri. “Minerva,
porta subito il signor Paciock
in infermeria. Temo che ne abbia passate fin troppe durante la sua
prigionia.” ordinò
il preside. “Tutti gli altri tornino nei loro dormitori. Domani mattina
vi
spiegherò tutto nei dettagli, dopo aver iniziato la ricostruzione della
Sala Grande.” Con
un mormorio, gli studenti,
accompagnati dai Prefetti, tornarono alle loro rispettive Case, salvo
il gruppo
di Fairy Tail, che restò sotto gli attenti occhi di Silente. “State
bene?” chiese lui, una volta che
furono rimasti solo i professori. “Solo
qualche ammaccatura.” replicò
Erza. “Nulla che una buona notte di sonno non possa sistemare.” “Sembra
incredibile la fortuna che avete
avuto…” Disse Piton, osservando le macerie della Sala Grande. “Sfuggire
a una
simile distruzione praticamente incolumi…” “Tecnicamente
dovrei punirvi per aver
violato il coprifuoco…” continuò il preside. “Ma credo che il fatto che
abbiate
aiutato Gilderoy sia un prezzo sufficiente a coprirvi. Giusto,
professore?” “E-Eh?
Oh, sì, certo…” bofonchiò lui,
ancora confuso. “Ora
tornate anche voi nei vostri
dormitori. Immagino che i vostri compagni siano curiosi di sapere cos’è
successo.” “Diciamo
pure che nostro fratello ci
sottoporrà a un terzo grado al cubo.” esclamarono i gemelli Weasley
all’unisono. Harry
ridacchiò, per poi dirigersi verso
l’uscita, fermandosi al fianco di Allock. “Se
ci tiene alla sua salute, non dica
nulla di ciò che ha visto e mantenga questa versione dei fatti. Posso
essere
molto più forte di quanto le ho dimostrato, e la prossima volta potrei
spaccarle direttamente il braccio o peggio. Sono stato chiaro?” gli
sussurrò
all’orecchio, ricevendo un cenno quasi invisibile dal diretto
interessato, che
era visibilmente sbiancato.
~~~~~~~~~~~~~~~~
Il
custode dello Specchio delle Brame si
voltò verso una delle figure dietro di lui, che s’illuminò, per poi
infrangersi
in mille pezzi, che scomparvero nel nulla. “E
così, il primo è andato.” commentò,
sorridendo. “Grazie a Naruto Uzumaki, la forza di Fairy Tail è
aumentata, senza
contare che ha guadagnato un nuovo membro. Ora… vediamo cosa faranno la
prossima volta…” Il
custode ridacchiò osservando la
seconda figura, per poi interrompersi quando vide apparire dietro di
lui una
porta chiusa. “Oh?
Qualcosa vuole interferire…”
mormorò. “Ma sì, vediamo un po’ che cos’ha intenzione di fare. Sarà
divertente!”
Capitolo 37 *** Un San Valentino… movimentato! ***
Ed eccomi con il nuovo capitolo!
Okay, ci ho messo un po', ma gioite! Finalmente ho quasi finito di
mettere giù il resto del secondo libro! Ancora 4-5 capitoli e
finalmente si tornerà a Fiore!
Ma prima, ci sarà ancora un paio di colpi di scena... che spero
risulteranno tali!
Ma baldo alle ciance! Ringrazio come sempre Liberty89 per avermi betato
il capitolo e vi lascio alla lettura!
Capitolo 37: Un San Valentino…
movimentato!
Una signora anziana, con indosso un lungo abito orlato di pizzo e un
alto cappello con sopra un avvoltoio mangiato dalle tarme, spalancò di
colpo le porte dell’infermeria, correndo velocemente verso il letto
dov’era stato sdraiato Neville.
“Signora, questa è-”
“Come sta mio nipote?” Chiese subito, ignorando completamente la frase
che Madama Chips stava per dirle.
L’infermiera sospirò, per poi spostare lo sguardo verso lo studente di
Grifondoro.
“È deperito. Il suo aguzzino gli ha dato il minimo indispensabile per
restare in vita.” Cominciò a spiegare, senza nascondere un velo di
tristezza nella voce. “Purtroppo questa è la notizia migliore che ho.
Non ne sono ancora sicura, ma ho il sospetto che sia stato torturato da
un incantesimo simile alla maledizione Cruciatus. Non ha ancora ripreso
conoscenza.”
La nonna di Neville continuò a guardare il nipote.
“Tra tutte le cose, proprio quello…” Mormorò con voce sconsolata. “Sa
dirmi cos’è successo esattamente?”
“Sfortunatamente il responsabile è stato portato via prima che
potessimo chiarire tutti i punti.” Intervenne Silente mentre entrava in
infermeria accompagnato da Makarov. “Perciò temo dovremo aspettare che
Neville riprenda conoscenza.”
“Albus, chi è stato?” Domandò subito la signora. “Chi è stato a fare
questo a mio nipote?!”
“Augusta, calmati. Tutto ciò che sappiamo, per sua stessa ammissione, è
che è stata la stessa persona che ha partecipato agli attentati e che
ha preso il posto di tuo nipote per mesi. Forse dall’inizio dell’anno.”
“Com’è possibile? Mi ha scritto in questi mesi, e sono sicura che si
trattava di mio nipote!”
“Mi… Mi ha costretto… a scriverle…” Rispose Neville, aprendo gli occhi.
“Quel tipo… Tobi… Quel suo occhio… mi ha costretto a dirgli tutto ciò
che sapevo, e a obbedirgli quando voleva…”
“Neville!” Gridò sua nonna, abbracciandolo.
“N-Non respiro nonna…” Mormorò lui, mentre i due anziani si
avvicinavano.
“Neville, mi spiace dovertelo chiedere subito, ma puoi dirci cosa ti è
successo?”
Il ragazzo lo guardò, per poi annuire.
“Preside, credo sia meglio che si riposi.” Intervenne Madama Chips.
“No!” Esclamò Paciock, con una forza di volontà a lui stesso
sconosciuta. “Voglio riferire adesso che i ricordi sono ancora vividi…”
“Allora racconta ragazzo. Parlare non farà altro che aiutarti.” Disse
il Master di Fairy Tail con voce tranquilla, sorridendogli.
“È iniziato nel primo fine settimana dell’anno. Mi ero svegliato tardi,
e non volevo arrivare in ritardo alla colazione; è stato allora che
Tobi è apparso. Mi ha detto di essere un Babbano, ma era a conoscenza
degli incantesimi di protezione del castello. Non so come, ma aveva il
mio aspetto e gli è bastato guardarmi per farmi perdere i sensi. Quando
mi sono svegliato, mi trovavo in un posto strano, dove non c’era nulla
di nulla. Nessun cielo, nessun pavimento… ero lì, da solo,
impossibilitato a muovermi. Ed è stato allora che è riapparso: mi ha
detto che avrebbe usato il mio aspetto per riscrivere il mondo… Poi mi
ha lanciato contro un incantesimo con quel suo occhio rosso…”
Qui Neville prese a tremare.
“Non so… Non so come facesse a saperlo… ma mi ha mostrato per un numero
praticamente infinito di volte… quel momento…”
Makarov e Madama Chips non capirono a cosa si stava riferendo, ma
intuirono dagli sguardi che lo stesso non valeva per Silente e Augusta,
la quale spalancò gli occhi incredula.
“Ho resistito… Ho resistito fino alla fine… lui voleva che crollassi
così che non opponessi più alcuna resistenza ai suoi piani… Forse aveva
intenzione di usarmi direttamente, non saprei… Ogni tanto interrompeva
la tortura, solo per riferirmi ciò che faceva. È stato così che ho
scoperto che si era alleato con l’erede di Serpeverde, e aveva
cominciato a pietrificare le persone… Inoltre, mi ha riferito che
voleva uccidere Harry e i suoi amici, perché erano la più grave
minaccia per i suoi piani…”
A quel punto guardò Silente, che si rivolse subito a Madama Chips.
“Poppy, ti chiedo scusa, ma dovresti lasciarci da soli. Tu Augusta puoi
restare, dopotutto è tuo nipote.”
L’infermiera, non poco scocciata, annuì, per poi lasciare l’infermeria.
“Cos’hai scoperto su Harry?” Domandò Makarov.
“Aspetti un attimo! Lei chi è?” Intervenne la nonna di Neville.
“Sono Makarov Dreyar. Può definirmi il tutore legale di Harry e di
alcuni suoi amici.” Rispose lui con un sorriso.
Neville rivolse ancora lo sguardo al preside, che assentì. “Ho… Ho
scoperto tutto… Dove si è realmente smaterializzato qualche anno fa. So
che si fa chiamare Majutsu di Fairy Tail, e che può usare una magia più
avanzata della nostra. E che è forte. Molto forte.”
“Corretto.” Rispose il Master, senza far sparire il suo sorriso. “Devo
dire che sono decisamente contento di come ha sviluppato la sua magia.
Ha anche acquisito una sicurezza che non possedeva al suo arrivo a
Fairy Tail.”
“Cos’è questa Fairy Tail? E che cos’ha a che fare con mio nipote?”
“Fairy Tail è una gilda di maghi, signora. La più famosa di Fiore, un
paese che si trova in un altro mondo, Earthland. È lì che Harry si è
smaterializzato anni fa, ed è lì che è cresciuto fino a diventare com’è
oggi. E suo nipote probabilmente è rimasto involontariamente coinvolto
da questa fama.”
Neville annuì. “Tobi è stato contattato da un certo Klaun. È stato lui
a fargli conoscere l’erede. La cosa terrificante era che sembrava
ancora più malvagio del mio rapitore. Il suo unico scopo era quello di
distruggere Fairy Tail, in ogni modo possibile. Per questo ha fatto in
modo che tutti credessero che il colpevole fosse Harry. Hanno
pietrificato Justin solo per questo.”
“Neville, non sai dirci chi è l’erede?”
“So solo… che una volta si è lasciato sfuggire il nome Tom, ma non ha
detto altro.”
Augusta guardò sconvolta Silente, che restò in silenzio a contemplare
la risposta alla sua domanda.
“Capisco… Era ciò che temevo.” Disse infine, per poi guardare il Master
di Fairy Tail. “Makarov, io qui ho finito. Devo andare a riferire a
Caramell come mai la Sala Grande è andata distrutta, oltre a spiegare
ciò che è successo al povero Neville. Lascio tutto nelle tue mani.
Augusta, la prossima volta spero di rivederti in circostanze migliori.”
“Lo spero anch’io Albus.” Replicò lei, per poi osservarlo allontanarsi.
Una volta rimasti soli, Makarov si rivolse ai due Paciock. “Neville,
prima di tutto ti devo porgere i miei ringraziamenti. Se non fosse
stato per il tuo provvidenziale intervento, i miei figli avrebbero
rischiato ben più di qualche livido.”
“Figli?” Domandò la nonna.
“Mi perdoni, ma tendo a chiamare tutti i membri della mia gilda così.”
Ridacchiò lui, mentre Neville lo guardava con curiosità. “Immagino che
non ricordi. Harry mi ha riferito che eri piuttosto confuso, ma sei
stato proprio tu a fermare Tobi.”
“I-Io?”
“Proprio così. Sembra che la tortura che ti ha inflitto abbia avuto
anche un lato positivo. Non sappiamo come, ma ti ha aiutato a
risvegliare la tua vera magia.”
“La sua vera magia? Di cosa sta parlando?”
“Da noi i maghi si specializzano in un solo tipo di magia, che varia da
persona a persona. Ad esempio…” Esordì, alzando il braccio verso
l’alto, che s’ingigantì all’istante. “Io posso cambiare liberamente le
dimensioni del mio corpo.” Proseguì, ignorando i due sguardi increduli.
“Ora, con Albus ho fatto un’ipotesi: anche i maghi di qui hanno lo
stesso tipo di magia, ma non sono in grado di risvegliarla dato che
vengono subito istruiti a usare la bacchetta magica. Tuttavia, abbiamo
riscontrato che chi viene a contatto con noi di Earthland tende a
sviluppare questa magia. I fratelli Weasley e Hermione ne sono la
prova, dato che l’hanno risvegliata dopo essere stati da noi. Neville,
invece, proprio come l’altra nuova arrivata, sebbene non abbiano mai
lasciato questo mondo sono riusciti a usarla da soli, senza alcun
aiuto. Ed ecco perché sono qui.”
Mentre parlava, Makarov tirò fuori da una tasca il timbro di Fairy Tail.
“Neville Paciock, ti sto offrendo la possibilità di unirti alla nostra
gilda di maghi, Fairy Tail. Potremo aiutarti a diventare più forte, a
sviluppare la tua vera magia fino a destreggiarla completamente. Questo
ovviamente se tua nonna è d’accordo, visto che è qui presente.”
Neville restò a fissare il timbro, mentre la donna si rivolse
direttamente al Master.
“Mi dica… come mai sta facendo questa proposta a mio nipote?”
“Sono il terzo Master di Fairy Tail da oltre quaranta anni. So
riconoscere un ragazzo con il potenziale sufficiente a farne parte. E
poi, chi si unisce alla nostra gilda tende a diventare più forte
automaticamente, ma questa scelta ovviamente dev’essere sincera e
volontaria. Non voglio obbligare nessuno.”
Augusta si girò verso suo nipote. “Ha ragione.” Disse. “Dev’essere
Neville a decidere.”
Il ragazzo alzò lo sguardo, sorpreso.
“Se quello che hai detto stasera è vero, allora hai finalmente
dimostrato il Grifondoro nascosto in te. Non posso che esserne fiera! E
se adesso hai ricevuto quest’offerta, di cui sono sicura che Albus è a
conoscenza, significa che ne sei all’altezza. La scelta è solo tua, io
ti sosterrò in ogni caso.”
Neville tornò a fissare il timbro, per poi spostare lo sguardo verso il
Master.
“Potrò diventare anch’io forte come Harry?”
“Chissà. Harry è uno dei maghi più forti di Fairy Tail, ma non escludo
che possa esserci qualche altro mago ugualmente promettente.”
Lo studente di Grifondoro restò in silenzio, per poi portare la mano
sinistra a sollevare la manica destra del pigiama.
“Lo voglio di un verde brillante.” Disse sorridendo, porgendo
l’avambraccio.
~~~~~~~~~~~~
La mattina seguente, dopo aver riparato i danni maggiori subiti dalla
Sala Grande, Silente convocò tutti gli studenti rimasti, spiegando
com’erano stati tutti ingannati da un mago sconosciuto, che aveva preso
il posto di Neville, ed era stato il co-responsabile degli attentati
avvenuti.
Disse che la battaglia che aveva scosso l’intero castello era avvenuta
tra il professor Allock e l’impostore, dove l’insegnante era stato
aiutato da alcuni studenti e insieme erano riusciti a sconfiggerlo.
Spiegò che i maghi che avevano visto nei giorni precedenti provenivano
da un altro Paese, ed erano proprio sulle tracce del mago che aveva
impersonato Neville. Perciò una volta catturato, aveva temporaneamente
tolto l’incantesimo che impediva di smaterializzarsi dentro Hogwarts.
Silente premiò Grifondoro con duecento punti, mentre Corvonero, grazie
all’intervento di Luna, guadagnò cinquanta punti.
Il preside inoltre pregò tutti di non domandare nulla a Neville,
spiegando che l’esperienza che aveva vissuto lo aveva lasciato
scioccato, ed era meglio che nessuno rischiasse di risvegliare i
ricordi dei giorni passati come prigioniero.
Quello stesso giorno Hogwarts fu invasa da giornalisti e diversi uomini
del Ministero, che chiedevano di poter parlare con lo studente di
Grifondoro, ma Silente gli lasciò solo Allock, il quale sembrava aver
passato tutta la notte a inventarsi una storia credibile, tanto che
alla fine annunciò che avrebbe presto scritto un nuovo libro in cui
avrebbe descritto tutta la storia nei minimi particolari.
Neville tornò in dormitorio dopo una settimana, dove mostrò con
fierezza il simbolo di Fairy Tail ai suoi compagni di gilda, che
esultarono subito alla notizia di avere un nuovo membro.
“Di questo passo, presto tutta Grifondoro si unirà a noi!” Esclamò
Fred, sorridendo. “Anche se nessuno sa com’è stata realmente distrutta
la Sala Grande. Cavoli, non pensavo che avremmo mai provocato simili
danni!”
“E siete a Fairy Tail solo da un anno.” Replicò divertita Erza.
“Aspettate di avere un po’ più di esperienza e sarete sicuramente
conosciuti come il duo distruttore.”
“Non sono sicura che sia una buona cosa…” Commentò Hermione, per poi
sospirare. “Ma temo che neanch’io riuscirò a restarne fuori troppo a
lungo…”
“Se vuoi posso aiutarti io.” Si propose Titania. “Posso insegnarti
qualche trucco e-”
“No!!!” Urlarono in contemporanea Natsu e Gray. “Per piacere, abbi
pietà! Non vogliamo una seconda Erza!”
La suddetta ragazza girò a scatti la testa verso di loro, guardandoli
con due occhi bianchi. “Cosa volete dire?” Chiese con voce minacciosa,
mentre i capelli le si alzavano, dandole a tutti gli effetti un aspetto
spaventoso, ricordando per certi versi la famosa creatura mitologica
chiamata Medusa.
“Un demone!!!” Gridarono ancora i due, per poi cominciare a scappare,
inseguiti da Titania che minacciava di colpirli con una poltrona,
maneggiandola come se fosse una spada e completamente dimentica del suo
peso.
“Harry…” Fece Neville, avvicinandosi al moro, cercando di ignorare il
trio. “Puoi insegnarmi a usare la magia?”
Majutsu lo guardò, per poi sorridere. “Avevo intenzione di proportelo
io, ma dovrai aspettare quest’estate. Come hai visto la nostra magia
tende a seminare distruzione, e non possiamo di certo usare Allock come
scusa ogni volta. Cercheremo di aiutarvi tutti quanti a usare meglio la
vostra magia una volta in gilda. Il che comprende anche Luna,
ovviamente.”
“Ancora non ci credo che anche lei adesso fa parte di Fairy Tail, aye!”
Esclamò Happy.
“Ehm… Happy… posso farti una domanda?” Chiese il nuovo membro,
guardandolo.
“Cosa, aye?”
“Tu sei davvero il gatto di Natsu? Cioè, sei come la McGranitt?”
“Oh, no, no, aye! È il contrario!” Rispose lui, sorridendo. “Io sono un
gatto a tutti gli effetti, aye! È stata proprio lei a trasfigurarmi in
un umano! Ma potevo parlare anche prima, aye!”
Neville restò in silenzio per qualche secondo, per poi cadere
all’indietro privo di sensi.
“Che cos’ho detto, aye?” Chiese il gatto, inclinando leggermente la
testa da un lato.
“Credo che debba ancora abituarsi a tutto quanto.” Ridacchiò Potter,
prendendo Neville e poggiandolo su una delle poltrone.
“E non ha nemmeno sentito chi è mio padre.” Intervenne Natsu,
fermandosi per prendere qualche fiamma dal camino e mangiarla, per poi
venire colpito in pieno dalla poltrona lanciatagli contro da Erza.
“Adesso però dobbiamo trovare un nuovo posto per le riunioni.” Commentò
George. “Non possiamo di certo far entrare Luna qui, no? Anche con il
mantello e l’incantesimo di silenzio, è troppo pericoloso.”
“A questo ci penseremo poi con calma. Per il momento abbiamo altre cose
di cui occuparci.”
“Come l’erede. Abbiamo tolto la mente principale dell’operazione, ma
resta il braccio.” Osservò Hermione.
“Beh, dubito fortemente possa essere peggio di quel Tobi.” Commentò
Ron, creando tra le mani una piccola sfera di luce, che si dissolse
pochi istanti dopo. “Per la miseriaccia, era in grado di trasformarsi
in chi voleva, creare illusioni, passare attraverso gli oggetti e il
tutto senza la magia.”
“Se non fosse sparito, ci avrebbe creato non pochi problemi. Però da
tutto questo ne è uscita una cosa positiva.”
“Ovvero?” Domandò Gray, concedendosi il lusso di sedersi a riposare
visto che Titania si era calmata.
“Non dovremo più preoccuparci di Allock. Se ci importunerà, ci basterà
ricordargli che non è poi così tanto forte.” Rispose Hermione, facendo
girare tutti verso di lei. “Che ho detto?”
“Lo scorso anno saresti inorridita al solo pensiero di dover ricattare
un professore…” Osservò Lucy.
“Tu lo consideri un professore?”
“Ottima replica immagino…” Ammise la bionda.
~~~~~~~~~~~~
Quando le vacanze finirono e gli studenti tornarono al castello,
sembravano essere già a conoscenza degli eventi che l’aveva scosso, in
tutti i sensi, durante la notte di Santo Stefano.
Molti erano rimasti increduli nell’apprendere che proprio Neville, tra
tutti loro, fosse stato scelto dal misterioso mago mascherato per
infiltrarsi, e ancor di più che qualcuno potesse fare simili danni
dentro Hogwarts, come avevano potuto vedere grazie alle foto della
Gazzetta del Profeta.
Allo stesso tempo, i sospetti verso Harry e Natsu sembravano essere
diminuiti, grazie alla dichiarazione che aveva fatto Tobi stesso di
fronte a tutti. Inoltre, molti fornivano parecchi dubbi sul fatto che
uno studente del secondo anno potesse effettivamente essere così forte
da essere allo stesso livello di uno che aveva letteralmente distrutto
la Sala Grande.
“Fortuna che non ci hanno visto in azione.” Commentò Dragonil, mentre
accompagnava Potter e Scarlett sul luogo dell’attentato a Mrs Purr.
“Comunque spiegatemi ancora perché avete voluto che vi seguissi fin
qui. Proprio adesso che cominciano a pensare che non ci abbiamo nulla a
che fare…”
“Tu sei quello con l’olfatto migliore tra noi.” Rispose Titania.
“Potrebbe esserci qualche indizio che ci è sfuggito.”
“E dopo tutti questi mesi, di sicuro c’è ancora.” Replicò ironico il
rosato, sospirando. “Basta che ci sbrighiamo e- che diamine ha da
urlare così tanto?!” Esclamò di botto, strofinandosi le orecchie.
“Chi?”
“Gazza! Sta urlando come un forsennato!”
Mentre proseguivano verso la loro meta, anche i due maghi di Classe S
iniziarono a sentire la voce del custode. “…ancora altro lavoro! È tutta la notte che asciugo pavimenti, come
se non avessi già abbastanza da fare! No, questa è la goccia che fa
traboccare il vaso! Adesso vado da Silente e…”
I tre sentirono i passi del custode allontanarsi, proprio mentre loro
giungevano davanti all’inquietante scritta.
E fu subito chiaro il perché delle sue lamentele: il corridoio era per
metà allagato da un grosso rivolo d’acqua che sembrava provenire da
oltre la porta di un bagno femminile.
“Oh, no…” Si lasciò sfuggire Erza, portandosi una mano sulla fronte,
sospirando. “Ancora…”
“Tu sai cos’è successo?” Domandò Majutsu.
“Beh, voi non potete saperlo, ma tra noi studentesse quel bagno è ben
conosciuto. È il bagno di Mirtilla Malcontenta.”
“E chi è?” Chiese Natsu. “Una che non fa altro che piangere? Mi sembra
comunque esagerata tutta quest’acqua.”
“Tu la stai sentendo lamentarsi, vero?” Replicò la rossa, ricevendo un
assenso dal Dragon Slayer.
“È quasi più fastidiosa di Gazza.”
“Ma non potete dirle qualcosa?” Domandò Harry. “A quale casa
appartiene?”
“Ecco… non è proprio una studentessa…” Rispose la rossa, per poi
avvicinarsi alla porta, aprendola. “Venite pure, tanto nessuno entrerà…”
“Ne sei certa?”
“Capirete tra poco.”
Non appena varcarono la soglia, tutti e tre voltarono lo sguardo verso
un gabinetto chiuso, da cui si sentiva il pianto inconsolabile di una
ragazza.
“Ehm… ciao Mirtilla… che succede?” Esordì Erza con cautela.
“Chi è?” Gorgogliò lei con voce da far pietà. “Siete venuti anche voi a
scaraventarmi addosso qualcosa?”
“E perché mai dovremmo farlo?” fece Natsu.
“E poi, pensa al lato positivo…” Continuò Titania. “Almeno non ti sei
fatta nulla…”
“Come fai a esserne così sicura?” Chiese a bassa voce Harry, poco prima
che dalla porta del gabinetto uscisse il fantasma di una ragazza che
stava piangendo.
“Ah, ma certo!” Urlò lei stizzita. “Mirtilla non può sentire niente
perché è un fantasma! Allora facciamo che tutti tirino libri addosso a
Mirtilla, tanto lei non sente dolore! Dieci punti se le
attraversi lo stomaco! Cinquanta se le attraversi la testa! Benone, ah,
ah, ah! Ma che gioco divertente! Per tutti tranne che per me!”
I due ragazzi restarono paralizzati per qualche secondo, sia per la
reazione sia per la realizzazione su chi era Mirtilla. Erza invece
sospirò.
“S-Scusaci… N-Noi ignoravamo… Ecco…” Cominciò a parlare Majutsu, non
sapendo come concludere la frase.
“Che ero morta? Beh, eccovi la risposta!” Ribatté il fantasma, per poi
scappare via attraverso il muro.
“Che… cosa… è successo?” Domandò Natsu, sbattendo le palpebre incredulo.
“Non saprei… ma non credo diventerà un bel ricordo…” Commentò il moro,
per poi girarsi per uscire.
Ma prima che facesse un solo passo una macchia scura sotto il lavandino
attirò la sua attenzione.
Si avvicinò, per poi abbassarsi e raccogliere qualcosa.
Quando si rialzò teneva in mano un libriccino, con la copertina nera
molto malandata e fradicia.
“Credo sia questo il libro di cui parlava…” Disse, mostrandolo agli
altri due, per poi guardarlo meglio: si trattava di un diario, e la
data sulla copertina risaliva a cinquant’anni prima.
Lo aprì sotto lo sguardo dei compagni, fermandosi a osservare il nome
sulla prima pagina: T.O. Riddle.
“Che ci fa qui il diario di uno studente di cinquant’anni fa?” Fece
Erza, mentre Majutsu cominciava a scorrere velocemente le pagine,
trovandole tutte bianche.
“Beh, chiunque fosse questo Riddle, di certo non ha apprezzato questo
regalo… dubito che qualcuno avrebbe comprato un diario solo per
lasciarlo vuoto.”
“Forse Hermione potrebbe aiutarci a capire chi era. Magari è diventato
un pezzo grosso…”
“Noi per primi non dobbiamo escludere che potrebbe anche essere un
soprannome.” Rifletté Harry, chiudendo il diario. “Comunque, meglio non
lasciarlo qui. Potremmo mandarlo a Levy. Se qualcuno ha incantato il
diario lo scoprirà di certo.”
“Ottima idea. Ora però è meglio andare. Le lezioni cominceranno tra
poco.” Disse Erza.
“Sì… andiamo…” Rispose Potter, seguendola assieme a Natsu.
~~~~~~~~~~~~
Le settimane proseguirono senza problemi. Nonostante la minaccia
lanciata da Tobi sul fatto che gli attentati sarebbero aumentati,
questi al contrario erano cessati del tutto.
Così molti studenti cominciarono a credere che fosse tutto un bluff di
quel misterioso mago. E Allock non aiutava a smentire tali voci, visto
che continuava a vantarsi di come aveva sconfitto il ninja mascherato e
salvato la scuola.
Una cosa positiva per il gruppo di Fairy Tail fu che il professore di
Difesa Contro le Arti Oscure sembrava aver pienamente compreso la
minaccia che essi rappresentavano per lui, e per nulla desideroso di
sfidare la propria fortuna, Allock smise di provocarli in qualsiasi
modo; quindi ora il gruppo di maghi passava le lezioni della sua
materia a leggere libri o a fare ripetizioni a Neville per aiutarlo a
compensare i mesi di assenza.
In contemporanea, il gruppo aveva chiesto a Silente il permesso di
riunirsi prima del coprifuoco in un’aula vuota, così da poter parlare
anche con Luna senza destare troppi sospetti. Ovviamente i mantelli
dell’invisibilità li aiutavano non poco in ciò.
“Affascinanti.” Osservò Lovegood durante una delle riunioni, ammirando
gli Occhiali del Vento che le avevano appena consegnato assieme a un
mantello e a una copia della mappa. “Quindi è per questo che siete così
bravi, eh?”
“A dir la verità non è che compiono miracoli.” Spiegò Harry.
“Semplicemente ci permettono di leggere molto velocemente. Ad esempio,
Natsu per essere al nostro stesso livello deve rileggere il libro molte
più volte di noi.”
“Ehi! Potevi anche non dirlo!” Protestò il rosato, facendo ridere tutti
quanti.
Ma il tema principale di quelle riunioni era il diario di Riddle.
Avevano deciso di non riferire nulla al preside finché non fossero
stati sicuri di cosa si trattasse.
Levi sfortunatamente era in missione, perciò non avevano potuto
farglielo esaminare, e con gli incantesimi a loro disposizione non
erano riusciti a capirci nulla. Sembrava un normale diario vuoto.
“Forse lo è.” Commentò Ron, sbadigliando. “Insomma, magari l’ha perso
in biblioteca e l’hanno ritrovato solo di recente. Viste le sue
dimensioni, non me ne meraviglierei.”
“Non essere ridicolo Ron.” Replicò Hermione. “Questo diario è senza
dubbio magico. Dobbiamo solo scoprirne il segreto.”
Tuttavia, quella pace durò relativamente poco.
Quando il quattrodici febbraio il gruppo entrò nella Sala Grande restò
paralizzato sulla soglia per lo shock: le pareti erano coperte di
grossi fiori di un rosa acceso e come se non bastasse, dal soffitto
color azzurro pallido piovevano coriandoli a forma di cuore.
“Io me ne vado.” Dichiarò Harry, girandosi solo per poi essere
trattenuto da Erza.
“Su… ci deve essere una spiegazione più che plausibile…” Tentò lei,
sorridendo.
Un sorriso che però ottenne solo l’effetto di far scappare chiunque
avesse avuto la sfortuna di vedere, a parte i membri di Fairy Tail.
“Buon San Valentino!” Esclamò Allock al mondo, alzandosi dal suo posto.
“E il mio grazie alle quarantasei persone che mi hanno mandato una
cartolina di auguri! Sì, mi sono preso la libertà di farvi una piccola
sorpresa... e non finisce qui!”
“C’è di peggio?!” Domandò spaventato Gray, mentre il professore batteva
le mani.
Dalle porte della Sala d'Ingresso entrarono una dozzina di nani
dall'aria arcigna. Ma non erano nani qualsiasi. Allock li aveva dotati
tutti di ali dorate e di un'arpa.
“I miei amici cupidi, postini d’amore!” Annunciò raggiante il docente.
“Oggi andranno in giro per tutta la scuola, consegnando i vostri auguri
di San Valentino! E il bello non finisce qui. Sono sicuro che i miei
colleghi vorranno condividere lo spirito della festa! Perché non
chiedete al professor Piton di mostrarvi in quattro e quattr’otto come
si prepara una Pozione d'Amore? E già che ci siamo, il professor
Vitious, quel vecchio furbacchione, di Incantesimi Incantevoli ne sa
più di qualsiasi mago io abbia mai conosciuto!”
Il professore di Incantesimi nascose la faccia tra le mani per il
profondo imbarazzo, mentre l’insegnante di Pozioni guardò tutti gli
studenti presenti con uno sguardo che li invitava solamente a pensarci,
se ci tenevano in maniera particolare a venire avvelenati.
Ma prima che qualcuno potesse parlare, un fulmine colpì in pieno
Allock, per poi proseguire sui suoi cupidi, lasciandoli privi di sensi.
Tutti quanti tirarono fuori la bacchetta, guardandosi attorno.
“E quello sarebbe uno dei vostri professori?” Fece una voce, mentre il
rumore di alcuni passi si faceva sempre più forte.
Natsu, Gray, Happy, Fred, George, Ron e Hermione sbiancarono subito,
mentre Erza e Harry si fecero seri. Neville e Luna invece li guardarono
incuriositi.
“Sapevo che eravate patetici… ma non pensavo fino a questo punto.”
Un ragazzo dai capelli biondi con una cicatrice a forma di fulmine che
gli attraversava la parte destra del viso entrò nella Sala Grande.
Indossava un paio di pantaloni rossi e una maglietta blu coperta da una
giacca marrone, poggiata solamente sulle spalle come un mantello.
“Pensavo avessi pretese più alte, Majutsu.” Continuò, voltandosi verso
Harry.
“E io pensavo di aver detto a Evergreen che ti avrei parlato durante le
vacanze estive, Luxus.” Replicò lui freddo. “Come hai fatto ad arrivare
qui?”
“Credi forse che voi siate gli unici ad avere delle buone conoscenze?
Dimentichi che sono il prossimo Master.”
“Quello… è il ragazzo che si è rifiutato di aiutarci…” Disse Fred,
mentre tutti gli altri studenti guardavano con timore il nuovo
arrivato, lasciando che i professori passassero davanti a loro.
“Non so chi sei, ma non puoi entrare qui, colpire un professore e
pensare di farla franca!” Sentenziò la McGranitt, tenendo alzata la
bacchetta.
Silente in quel momento non era presente, perciò dovevano occuparsi
dell’intruso da soli.
Ma con sorpresa di tutti, Harry cominciò a camminare in direzione di
Luxus, fermandosi di fronte a lui senza mostrare alcun timore.
“Sai, essere di Classe S non ti dà il diritto di intrometterti negli
affari degli altri senza un buon motivo.” Disse, incurante delle
scariche elettriche che stavano avvolgendo il biondo. “Quindi che ne
dici di smetterla con quest’inutile ostilità?”
Luxus rimase in silenzio per qualche secondo, mentre la magia attorno a
lui cominciava a sparire.
“Sai che è per colpa di questa tua tenerezza che non hai speranze di
superarmi, vero?”
“Come se mi importasse. Ad ogni modo, cosa ci fai qui? Per quanto non
possa dirmi dispiaciuto di chi hai colpito, il Master non sarà felice
di saperlo.”
“Quel vecchio può andare a quel paese.”
“Quel vecchio è tuo nonno!”
Tra i due ci fu uno scambio di sguardi talmente freddi che avrebbero
potuto congelare l’intera sala. Poi, sorprendendo tutti, Luxus scoppiò
a ridere.
“Vedo che in quest’anno e mezzo non ti sei rammollito troppo!” esclamò.
“Siamo pur sempre membri della stessa famiglia. Dovresti saperlo bene.”
Luxus tirò fuori un braccio, avvolgendolo intorno al collo di Harry.
“Ed è proprio per questo che sono qui. Ho qualcosa di cui devo
parlarti. Da Classe S a Classe S.”
“E non potevi aspettare che tornassi io a casa, invece di scomodarti? È
piuttosto insolito da parte tua.”
Luxus ghignò.
“Potter, può illuminarci sull’identità di questo ragazzo?”
Domandò Piton.
“È il nipote del mio tutore.” Rispose lui, liberandosi dalla stretta.
“Adora usare la bacchetta per scagliare colpi d’elettricità, a cui è
immune grazie ai vestiti che indossa.” Continuò, per poi superare il
biondo. “Allora, devi parlarmi, no? Direi di andare in un posto più
tranquillo. Grazie alla tua bravata, dubito che la Sala Grande sia
adatta.”
Dicendo ciò lo guidò fuori, lasciando gli studenti, i professori e gli
altri membri della gilda increduli.
“Q-Quello chi era?” Chiese Dean, avvicinandosi a loro.
“Luxus.” Rispose Erza. “Lo possiamo definire il nostro Draco Malfoy,
solo molto più odioso e pericoloso.”
“Ma che cosa può volere da Harry?” Intervenne George. “Insomma, direi
che sono l’esatto opposto l’uno dell’altro…”
“Forse vuole coinvolgerlo in qualche suo lavoro…” Azzardò Gray, per poi
voltarsi verso Allock, il quale stava venendo risvegliato dagli altri
professori. “Però, per una volta, devo dire che non mi è dispiaciuto
vederlo in azione. Anche se si è trattenuto.”
“Quello lo chiami trattenersi?!” Esclamò Seamus, indicando il
professore di Difesa contro le Arti Oscure. “Che cosa fa quando non si
trattiene?!”
Erza, Natsu, Happy e Gray lo guardarono seri, per poi parlare insieme.
“Tu non lo vuoi davvero sapere, credimi.”
Fred e George li fissarono increduli.
“Ehi fratello, dici che anche noi…”
“…quando parliamo insieme…”
“…facciamo questo effetto?” Conclusero all’unisono.
“E H-Harry cos’ha a che fare con lui?” Domandò timidamente Ginny.
“Beh… direi che si odiano amichevolmente a vicenda… a quante risse sono
arrivati?” Disse Gray a Erza, che si portò una mano sotto il mento.
“Uhm… direi che l’ha affrontato più volte di Natsu… quindi direi… un
centinaio all’incirca…”
“E giusto per curiosità, come finiscono di solito questi… scontri?”
S’intromise Baston, ricordandosi com’era stato trattato dal ragazzo.
“No, perché vorrei avere un Cercatore utilizzabile per la prossima
partita…”
“Tranquillo… non si fanno mai troppo male.”
Ginny deglutì sonoramente.
“Mi sa che ho fatto un grosso errore…” mormorò, attirandosi su di sé
gli sguardi di tutti.
~~~~~~~~~~~~
Occhi verdi e lucenti di rospo in salamoia Capelli neri e lucidi come di corvo in volo Vorrei che fosse mio — quale divina gioia! — L'eroe che ha sgominato del Mago Oscuro il dolo.
Nel corridoio pieno di studenti scese il silenzio più totale, mentre il
cupido finiva la sua canzoncina, lasciando un Harry Potter immobile.
Erza, Gray e Natsu stavano osservando la scena con gli occhi sgranati,
mentre Lucy sembrava aver cominciato a pregare a bassa voce di venire
risparmiata.
“B-Beh sorellina…” Mormorò Fred a Ginny a bassissima voce, la quale
aveva la faccia completamente rossa. “Credo che nessuno di noi dirà chi
gli ha fatto quella dedica…”
“H-Harry?” Provò a dire Titania, avvicinandosi quel tanto che le
bastava per vedere il tic nervoso all’occhio del moro.
“S-Sono calmo… T-Tranquilla…” Balbettò lui, cercando di controllarsi.
“Mi sto solo pentendo di non aver fatto fulminare definitivamente
quell’essere da Luxus…”
E in quel momento chiuse le mani a pugno. “Ma se scopro chi gli ha
detto di cantarmi quella cosa…” Continuò, cominciando a parlare con
voce roca. “Beh, tra lui e Allock non so chi potrei detestare di più!”
Tutti i presenti fecero un passo indietro d’istinto.
“In quattro anni non credo di averlo mai visto così spaventoso…”
Commentò terrorizzato Gray.
“Ora capisco perché tutti dicono di non farlo mai infuriare…” Aggiunse
Lucy, deglutendo.
“Che succede, Potter?” Intervenne Draco, ridacchiando. “Hai paura della
canzoncina di una delle tue tante fan?”
Majutsu si girò verso di lui. “Non sono affatto dell’umore giusto per
le tue battutine, Malfoy.”
“Peccato.” Replicò lui. “E dire che la piccola Weasley ci ha messo
tutto il suo cuore per scriverla…”
Sentendo ciò, la rabbia di Harry sembrò svanire, per poi voltarsi verso
Ginny, la quale, incapace di reggere l’imbarazzo, fuggì via.
“Brutto-” Iniziarono Fred e George, poco prima di venire superati da
Erza, che chiuse la mano destra a pugno.
Prima che qualcuno potesse fermarla, colpì in pieno volto lo studente
di Serpeverde, facendolo volare indietro di diversi metri.
“Chi ti credi di essere… per giocare con i sentimenti di qualcuno?!”
Sibilò furiosa, per poi essere presa da dietro da Natsu e Gray.
“Calmati, per carità!” Ansimò il mago del ghiaccio, mentre Malfoy si
rialzava, incurante del sangue che gli scendeva dal naso, che sembrava
rimasto integro per puro miracolo.
“Scarlett!” urlò Percy, arrivando di corsa. “Che cosa ti è saltato in
mente?!”
“Ho solo sfogato la mia rabbia fin troppo soppressa.” Spiegò lei. “E
ora lasciatemi andare a finire il lavoro!”
“Tsk.” Fece il biondo, ghignando. “Cos’è? Hai forse avuto un’esperienza
simile? O forse ti hanno mollata in passato? Forse proprio i tuoi
genitori, eh?”
“Ora chiudi quella tua maledetta bocca, Malfoy!” Gli gridò contro
Potter. “Non so cosa sia questo tuo improvviso masochismo, ma sappi che
se continui così non esiteremo a farci espellere pur di fartela pagare.”
“Basta così!” Sentenziò Percy. “Cinquanta punti in meno a Grifondoro e
venti a Serpeverde. E ringraziate che non ve ne tolga di più. Scarlett,
dovrò segnalare l’accaduto alla professoressa McGranitt. Malfoy, tu vai
a farti vedere in infermeria.”
Draco restò in silenzio, per poi alzare la bacchetta e lanciare un
incantesimo contro i membri di Fairy Tail.
Harry tirò in avanti la sua cartella, che prese in pieno il colpo,
rompendosi in più punti e riversando cadere a terra il contenuto. Il
diario di Riddle cadde sul pavimento con un piccolo tonfo, subito
seguito da una boccetta d’inchiostro che si ruppe e rovesciò il suo
intero contenuto su di esso.
“Malfoy! Questo ti costerà altri cinquanta punti!”
“Toglimi pure tutti i punti. Non m’interessa vincere una stupida
coppa.” Concluse il biondo, per poi allontanarsi, ridendo.
Non dovette fare molta strada prima di incontrare Ginny, nascosta
dietro a un muro.
“Come fai ad avere una cotta per un bambino che scrive su un diario
nero non ne ho idea. Si vede che i Weasley sono proprio caduti in
basso.” Disse ghignando, facendo sgranare gli occhi della ragazza, ora
pieni di paura.
38: Il suggerimento di HagridCapitolo 38: Il suggerimento di Hagrid
“Ginny?” Chiamò Erza attraverso la porta del dormitorio, senza ottenere
risposta. “Su, tranquilla… Harry è comprensivo, ha già dimenticato la
canzone… Semplicemente ama scherzare. E poi pensava fosse il tiro
mancino di qualcuno con intenzioni ben diverse dalle tue…”
Ancora una volta non ottenne alcuna risposta, quindi sospirò, per poi
allontanarsi.
“Allora?” Chiese Hermione vedendola rientrare nella sala comune.
“Niente, non vuole nemmeno parlare…” Disse lei.
“Quel Malfoy… se ci capita sotto mano, gliela facciamo vedere noi!”
Esclamarono assieme i gemelli.
Potter restò in silenzio, sentendosi responsabile per l’attuale
situazione.
“Beh, non nascondo che Harry sappia essere spaventoso quando vuole…”
Intervenne Gray. “Però non avrebbe mai davvero fatto del male a
qualcuno… a meno che il responsabile non avesse fatto qualcosa di
davvero grave.”
“Tipo se fosse stato Naruto con quella tecnica di cui ci ha
raccontato.” Aggiunse Natsu ridacchiando.
“Quello, oltre a Harry, gli sarebbe costato un inseguimento anche da
parte mia.” Fece gelida Erza.
Majutsu si alzò, prendendo le cose che aveva raccolto dopo che il suo
zaino era stato distrutto.
“Scusate, credo sia meglio che vada a sistemare… Non sono dell’umore
giusto per restare a parlare.”
Dicendo ciò salì nel dormitorio.
“Beh, non posso dargli torto…” Sospirò Lucy. “Ginny non aveva
intenzione di umiliarlo, ed è una normale bambina. Dubito fortemente
che abbia avuto esperienze come affrontare un demone, no?”
“Quello credo non sarebbe capitato a nessuno di noi se non avessimo
conosciuto Harry e voi altri.” Commentò Ron.
Potter si sedette sul suo letto a baldacchino, rovesciandovi sopra
tutto quanto.
Solo allora si accorse di una cosa. Aveva visto distintamente una
boccetta d’inchiostro rompersi sul diario di Riddle, questi però era
perfettamente immacolato, senza nemmeno una piccola macchia.
“Cosa…?”
Spinto dalla curiosità, prese dal baule un’altra boccetta e vi intinse
la penna, dopodiché aprì il diario e ci lasciò cadere una goccia di
liquido nero. Questa restò sulla vecchia pagina per qualche secondo,
per poi essere assorbita.
Majutsu spalancò gli occhi, incredulo. Stupidamente non avevano mai
pensato di scrivere sopra il diario, temendo di intaccare il segreto
che custodiva. Ma ora… sembrava che fosse quel gesto la chiave per
risolvere il mistero.
“Ma cosa devo fare? Scriverci sopra qualcosa o vedere quanto inchiostro
può assorbire?” mormorò tra sé e sé.
Restò a pensarci qualche minuto, per poi intingere di nuovo la penna e
cominciare a scrivere.
“Sei
in grado di rispondermi?”
La frase restò visibile per pochi istanti prima di sparire nella carta.
E questa volta, dalla pagina emerse dell’inchiostro che andò a formare
una risposta alla sua domanda.
Sì.
Con chi ho il piacere di parlare?
Majutsu guardò incredulo la frase, che scomparve in pochi secondi, per
poi cominciare nuovamente a scrivere.
“Sono
Harry. Tu invece immagino che sia una specie di lascito del vecchio
proprietario di questo diario, vero?”
Esatto.
Sono Riddle. Come sei entrato in possesso di questo diario?
“L’abbiamo
trovato abbandonato in un bagno.”
Meno
male che ho affidato le mie memorie a qualcosa di più duraturo
dell'inchiostro. Ho sempre saputo che a qualcuno non sarebbe andato a
genio che questo diario venisse letto.
Harry restò a leggere quelle righe finché anche non scomparvero.
“Cosa
intendi dire?”
Voglio
dire che questo diario custodisce il ricordo di cose terribili. Cose
che sono state occultate. Cose accadute nella Scuola di Magia e
Stregoneria di Hogwarts.
“È
lì che mi trovo in questo momento. Sono a Hogwarts, e stanno accadendo
cose orribili. Sai niente della Camera dei Segreti?”
Certo
che so della Camera dei Segreti. Ai miei tempi ci dissero che era una
leggenda, che non esisteva. Ma era una bugia. Quando frequentavo il
quinto anno, la Camera venne aperta, il mostro aggredì molti studenti e
alla fine ne uccise una. Io presi la persona che aveva aperto la Camera
e questa fu espulsa. Ma il professor Dippet, il Preside, vergognandosi
che a Hogwarts fosse accaduta una cosa del genere, mi proibì di
raccontare la verità. Fu messa in giro la storia che la ragazza era
morta in un misterioso incidente. A me, per il disturbo, fu consegnato
un bel trofeo lucente tutto istoriato, e mi fu intimato di tenere la
bocca chiusa. Ma sapevo che la cosa avrebbe potuto ripetersi. Il mostro
rimase in vita e l'unica persona dotata del potere di liberarlo non fu
messa in prigione.
Il mago di Fairy Tail non riusciva a crederci: il diario che aveva tra
le mani custodiva niente meno ciò che stavano cercando di scoprire da
mesi.
In quel momento la porta del dormitorio si aprì, lasciando entrare Erza.
“Harry, prima non te l’ho chiesto, ma il diario-”
“Ha una coscienza!” Esclamò lui, tutto agitato, lasciando sbattere le
palpebre a Titania.
“Eh?” Si limitò a replicare lei, mentre il compagno la intimava ad
avvicinarsi per leggere.
“Riddle,
io e i miei amici stiamo cercando da mesi il colpevole. Puoi dirci chi
è stato?”
Erza sgranò gli occhi quando l’inchiostro svanì assorbito dalla pagina.
Certo.
Il colpevole era un mio compagno di scuola. Ha tenuto nascosto il
mostro per tutto l’anno, e quando ha ucciso la studentessa ha tentato
di farlo scappare. Io sono riuscito a coglierlo sul fatto, ma
sfortunatamente il mostro fuggì.
La rossa prese la penna dalla mano di Harry, per poi scrivere subito.
“Il
nome. Vogliamo sapere il suo nome!”
Questa volta la risposta impiegò qualche secondo in più ad arrivare.
Rubeus
Hagrid.
Quel nome fece spalancare gli occhi a entrambi i maghi, che si
guardarono a vicenda.
“Impossibile!” Esclamarono assieme.
“Hagrid sarebbe l’erede di Serpeverde?!” Ripeté Fred, non credendo alle
sue orecchie. “Impossibile!”
“È quello che abbiamo pensato anche noi.” Fece Harry, guardando gli
amici.
“Non credo sia lui.” Disse Luna. “Se stesse nascondendo qualcosa, avrei
visto i Suslosum attorno a lui.”
“Suslosum?”
“Creature che circondano qualcuno potenzialmente pericoloso. Anche se
stranamente, non ne vedo nessuno qui dentro…”
Lucy e Hermione sospirarono all’unisono, chiedendosi ancora se la
ragazza fosse seria o no quando parlava di quelle fantasiose creature.
“Però…” Cominciò Natsu, attirando tutti gli sguardi su di sé. “Hagrid
negli ultimi tempi mi è parso piuttosto preoccupato.”
“No.” Replicò Harry, ricordandosi il regalo che il guardiacaccia gli
aveva fatto alla fine del precedente anno. “Mi rifiuto di credere che
possa aver fatto volontariamente del male a qualcuno. Credo piuttosto
che possa essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Senza considerare che non possiamo completamente fidarci di questo
Riddle.”
“Beh, direi di chiederglielo di persona.” Propose Ron. “In fondo,
possiamo solo dire che abbiamo sentito che frequentava Hogwarts nello
stesso periodo, perciò potrebbe saperne qualcosa.”
Tutti si voltarono a guardarlo con occhiate più o meno stupite.
“Perché mi guardate così?” Domandò, mentre le sue orecchie diventano
rosse per l’imbarazzo.
“Niente… Semplicemente è sembrato strano che un’idea del genere
provenisse da te, Ronnie.” Rispose sincero George, per poi sorridere.
“Stai finalmente imparando dai migliori, eh?”
“Ora il diario dov’è?” Chiese Luna, ridacchiando alla vista di Ron che
cercava di colpire il fratello maggiore con un’innocua sfera di luce.
“Proprio q-” Cominciò Harry, portandosi una mano in tasca e
interrompendosi subito dopo. “Come non detto. Devo averlo dimenticato
in dormitorio.”
“Tranquillo, vado io a prenderlo.” S’intromise Erza. “Voi cominciate ad
andare al campo di Quidditch. Non manca molto ai nostri allenamenti. E
mi pare di aver capito che anche gli altri vogliano assistere, esatto?”
“Grazie. Dovrebbe essere nel mio baule.” Fece Majutsu.
Titania si girò, alzando una mano per salutare e uscendo dall’aula.
La rossa pronuncio la parola d’ordine, facendo così aprire il passaggio.
Non appena fu entrata incrociò Ginny, la quale sembrava essere
piuttosto di fretta, tant’è che non la guardò neppure in faccia,
uscendo subito.
“Chissà dove deve andare… Forse deve fare una ricerca e le serve un
libro… O è ancora troppo imbarazzata per guardarci…” Rifletté la maga
sospirando, per poi salire nel dormitorio maschile.
Ma non appena fu davanti all’entrata si rese conto che c’era qualcosa
che non andava: la soglia era socchiusa.
Erza evocò un piccolo pugnale ed entrò con cautela.
Lo spettacolo che le si presentò davanti la lasciò interdetta: tutta la
stanza era piena dei contenuti dei vari bauli, che sembrava fossero
stati rovesciati in fretta e furia.
Si diresse subito verso il letto di Harry, cominciando a frugare tra la
sua roba, confermando i suoi sospetti.
“Il diario… hanno preso il diario!”
Poi l’illuminazione la colpì, facendola girare verso la porta.
“No… perché avrebbe dovuto farlo?” Mormorò, correndo subito fuori.
Attraversò il varco a tutta velocità, tirando fuori la mappa per
cercare Ginny.
La individuò subito al terzo piano, dove si diresse senza aspettare un
secondo in più.
Quando la raggiunse, si fermò ansimando leggermente.
La Weasley le stava dando le spalle, guardando il muro di fronte a sé.
“G-Ginny…” Esordì Erza.
“E così… mi hai già scoperto.” Disse lei, mostrando il diario di Riddle.
“Perché… Perché hai rubato il diario?”
“Rubato? Dal mio punto di vista, direi che l’ho recuperato… Visto che
questa ragazza l’ha usato fino a poche settimane fa.”
Titania spalancò gli occhi. “T-Tobi?” Fece, tremando leggermente.
“No, non sono Tobi. Anche se ho avuto il piacere di collaborare con
lui. Aveva talento, per essere un Babbano. Anche se era certamente ben
diverso da quella marmaglia senza valore.”
“Chi sei?!” Esclamò la rossa, evocando subito una spada.
“Chi sono, dici?” Fece la ragazzina, girandosi. “Chissà…”
“Che cos’hai fatto a Ginny?”
“Oh, nulla di cui devi preoccuparti. Questo è il suo corpo.” Continuò,
tirando fuori la bacchetta. “È un peccato che la sua bacchetta non sia
compatibile con me… d’altronde, una bacchetta usata non può essere
lontanamente degna di me.”
“Cosa intendi dire?”
“Intendo dire… Che tutto quello che ho fatto finora è stato per
arrivare a un momento ben preciso. E tu mi aiuterai.”
“Come no! L’unica cosa in cui ti aiuterò sarà quella di lasciare il
corpo di Ginny, proprio come abbiamo costretto-” Erza spalancò gli
occhi quando infine capì.
“Ci sei arrivata, Titania?” Domandò Ginny, sorridendo. “Questa mocciosa
mi ha raccontato tutto quello che sapeva… E devo dire che fatico ancora
a crederci. Se non vi avessi visto all’opera, potrei pensare che è
stato frutto della sua fantasia…”
“Voldemort.” Concluse la rossa, deglutendo.
“A essere precisi, mi chiamo ancora Tom Orvoloson Riddle.”
“Riddle? Allora-”
“Già. Il diario che avete trovato apparteneva a me. L’ho incantato,
così da poter ripetere le mie gesta nel caso non fossi riuscito a
tornare in questo castello.”
“Cosa vuoi dire?”
“Sono un ricordo. Niente di più, niente di meno. Ma passiamo a cose più
serie… Tu sai già perché ti sto dicendo tutto questo, vero?”
Titania strinse con più forza la spada. “Perché non hai intenzione di
lasciarmi andare.”
“Risposta esatta. Ora… Permettimi di presentarti un mio vecchio amico.”
Dopo aver detto ciò, cominciò a sibilare.
Titania si guardò intorno.
“Vediamo se questa volta riusciremo ad avere un’altra vittima e- Non guardarlo negli occhi!” Urlò di
colpò.
Erza alzò lo sguardo sorpresa, mentre Ginny si portava una mano sulla
fronte.
“Dannata mocciosa… La sto controllando da troppo tempo, non ci riuscirò
ancora a lungo…” Borbottò, per poi tornare a guardare trionfante la
maga. “Ma poco importa. Ormai l’ordine è già stato dato.”
Un tonfo dietro la rossa l’avverti che qualcosa di molto grosso era
appena arrivato.
“Non guardarlo negli occhi…” Ripeté, abbassando le palpebre. “Quando
tutto questo sarà finito, dovrò ringraziare Ginny.”
Con sorpresa di Riddle, saltò giusto in tempo per evitare due lunghe
zanne, atterrando qualche metro più in là.
“Una spadaccina deve saper combattere anche senza occhi.” Disse
sorridendo, brandendo meglio la propria arma. “Non so con che cos’ho a
che fare, ma poco importa.”
La regina della fate sentì nuovamente sibilare, per poi avvertire la
misteriosa creatura spostarsi verso di lei molto velocemente,
strisciando sul pavimento.
“Questa… è la tua fine!” esclamò, saltando in alto, per poi cominciare
la discesa con la spada di fronte a lei.
La lama affondò in qualcosa, che emise subito un lamento di dolore.
“Bene… vediamo un po’ che cos-”
Titania aprì gli occhi solo per un istante, vedendo riflesso nella lama
della spada un occhio giallo.
E per lei divenne tutto nero.
“Erza ci sta mettendo un po’ ad arrivare.” Osservò Fred, mentre lui, il
fratello e Harry facevano un giro in volo del campo.
“Già… Forse ha incontrato qualcuno e si è fermata a parlare…”
“Meglio se qualcuno va a cercarla.” S’intromise Baston, raggiungendoli.
“E detesto ammetterlo, ma solo uno di voi tre ha qualche speranza di
riuscirci. Di certo non posso chiederlo ad Angelina… Non ha ancora
superato lo shock.”
“Su, non si era svegliata neanche tanto male quella volta…” Ridacchiò
Majutsu, per poi voltare lo sguardo verso il castello.
Fu allora che notò la professoressa McGranitt correre verso il campo,
accompagnata da Madama Bumb.
“Che succede?” Domandò George, vedendo anche lui le due insegnanti, per
poi cominciare la discesa.
Avevano appena poggiato i piedi a terra che la vicepreside entrò in
campo, tutta agitata.
“L’allenamento è sospeso.” Sentenziò.
“Cosa?!” Esclamò incredulo Baston, mentre sugli spalti i membri di
Fairy Tail si chiedevano cosa stesse succedendo.
“D’ora in poi tutti gli allenamenti e partite sono sospesi a tempo
indeterminato. Potter, seguimi. Voi altri invece tornerete nella sala
comune scortati da Madama Bumb. Vi raggiungeremo più tardi.”
“Cos’è successo?” Chiese il moro, seguendo la professoressa fuori dal
campo e notando che teneva la bacchetta stretta nella mano.
“C’è stato un nuovo attentato. Ed è meglio che tu veda di persona.”
Dentro la testa del mago suonò un campanello d’allarme, ma decise di
restare in silenzio.
La McGranitt lo guidò fino in infermeria.
“Ora Potter, so che di recente sei stato facilmente preda dell’ira, e
non posso contestarlo, con tutto quello che è successo. Ma questo…
Questo potrebbe sconvolgerti.” Avvertì, per poi togliere le tende
attorno a un letto.
Majutsu restò impassibile per qualche secondo, poi i suoi occhi si
sgranarono.
Sul letto, in posizione da combattimento, con tanto di spada macchiata
di sangue tra le mani, c’era Erza, con gli occhi socchiusi.
“Erza!!!” Urlò, avvicinandosi subito al letto e scuotendola.
“L’abbiamo trovata al terzo piano. Non sappiamo come mai fosse lì.”
Spiegò la vicepreside. “Potter… Sai dirmi perché aveva una spada con
sé?”
Majutsu restò in silenzio, cercando di inventarsi una scusa e allo
stesso tempo digerire la notizia.
“Erza… È addestrata a usare la spada. Sapendo degli attentati, aveva
cominciato a portarsela dietro sotto le vesti quando era da sola. E
sembra che non si sia fatta pietrificare senza combattere.”
La McGranitt annuì. “Già. Abbiamo verificato, e il sangue su quella
spada non è umano. Non siamo riusciti a capire a quale creatura
appartiene, però… Possiamo solo sperare che la signorina Scarlett sia
riuscita a ferirla in maniera grave.”
Harry non disse altro, restando in silenzio. “Erza…” Mormorò, per poi
farsi serio. “Ora la questione è diventata personale.”
La vicepreside lo guardò sorpresa per quella reazione, mentre il
ragazzo si voltava, diretto verso l’uscita.
“Aspetta Potter, non puoi andare da s-”
“Se dovessi incontrare l’erede in questo momento, lo farei a pezzi, a
costo di demolire Hogwarts.” La interruppe lui, senza guardare indietro
e uscendo dall’infermeria.
Fece qualche passo, per poi fermarsi.
“Esplora ogni angolo di questo castello.” Disse freddamente. “Ora non
m’importa più della missione. Non appena sai qualcosa avvisami.”
“Va bene.” Rispose la voce nascosta al suo servizio. “Harry… So cosa
stai pensando adesso, ma-”
“Erza è stata la mia prima amica.” Replicò lui, per poi dirigersi verso
la Torre di Grifondoro.
Quando attraversò il passaggio si ritrovò tutti i compagni di casa ad
aspettarlo.
“Allora… Cos’è successo?” Chiese Hermione preoccupata.
“Erza…” Cominciò lui. “Erza è stata pietrificata.”
Nella stanza scese il silenzio totale.
“C-Cos’hai detto?” Balbettò incredulo Gray, mentre Lucy si portava le
mani alla bocca.
“Com’è possibile?” Fece lei, mentre Harry li superava, salendo nel
dormitorio “Era la più forte tra di noi…”
“No.” Replicò Natsu, mentre le sue mani tremavano per la rabbia.
“L’erede ha commesso il suo più grave errore…”
“Cosa vuoi dire?” Domandò Seamus.
“Intende dire che ora Harry è arrabbiato. Come forse nessuno l’ha mai
visto prima.” Continuò Gray, sedendosi su una poltrona, mentre tutti si
facevano attenti, compresi i nuovi membri della gilda.
“Quando è arrivato da noi, Harry era un bambino debole, malnutrito e
ignaro della magia. I suoi zii lo odiavano, e per questo lo tenevano
chiuso quasi tutto il tempo in una specie di sgabuzzino, e negli altri
momenti lo usavano come un piccolo schiavo.”
“Che cosa?!” Esclamò incredulo Dean. “Ma lui è il Bambino che è
Sopravvissuto e-”
“E per i suoi zii un mostro, loro testuali parole.” Lo interruppe il
mago del ghiaccio. “Non gli avevano nemmeno detto come erano morti i
suoi genitori, limitandosi a dire che erano morti in un incidente.
Harry è cresciuto senza sapere chi era davvero. E da noi, figuriamoci,
non sapevamo nemmeno di Voldemort.”
A quel nome tutti a parte lui, Natsu, Lucy e Happy tremarono.
“Ad ogni modo, il nostro… Capofamiglia
l’ha subito preso sotto la sua ala protettiva. L’ha fatto diventare
parte della nostra famiglia e ha cominciato a insegnarli a usare la
magia. Quando finalmente Harry fu in grado di controllarla, cominciò ad
aiutare più persone possibili. Probabilmente non esiste persona più
altruista tra di noi, anche se tende a nasconderlo.”
“E questo cosa centra?” Chiese uno studente del quarto anno.
“Tutto.” Risposte Salamander. “Harry di solito finge quando si
arrabbia. O comunque, si rende tanto appariscente per sfogarsi un po’,
ma quando è davvero infuriato… Avete presente, no? Tanto più una
persona è calma, tanto più è pericolosa.”
“Sì… Ne ho sentito parlare anch’io mentre vi cercavo.” Confermò Lucy.
“Sconsigliavano a chiunque di diventare suoi nemici.”
“Inoltre, noi di Fairy Tail ci consideriamo tutti fratelli. Quindi il
fatto che Erza, che è stata la prima a cercare di aiutarlo ad
ambientarsi, sia stata pietrificata… Beh, direi che per l’erede è
finita e-”
Ma qui Gray spalancò gli occhi, assieme a Hermione e Lucy.
“B-Beh… Ad ogni modo, adesso è meglio ritirarci nei nostri dormitori…”
Fece lei, sbiancando. “Tanto d-dubito che oggi succederà qualcos’altro…”
Tutti annuirono, per poi cominciare a salire le scale, lasciando
indietro i membri di Fairy Tail.
Non appena restarono soli, Hermione lanciò un incantesimo di silenzio
attorno a loro, mentre Gray si portò davanti al passaggio.
“Non puoi fare qualcosa di così stupido, Harry.” Asserì.
Per qualche secondo regnò il silenzio, poi Majutsu si tolse il mantello
dell’invisibilità.
“Lasciami passare, Gray.” Ordinò.
“Stai andando da Hagrid, vero?” Domandò Hermione.
“Non credo sia lui il responsabile… Ma probabilmente sa chi è. E ho
intenzione di scoprire la verità.”
“E come? Andando lì a minacciarlo?” Disse Gray. “Ti ricordo che siamo
in missione.”
Majutsu restò in silenzio.
A quel punto i gemelli sospirarono. “È inutile, non cambierà idea.”
Dichiararono all’unisono.
“Andiamo noi con lui.” Affermò Fred.
“Conosciamo Hagrid da più tempo di voi. Lo abbiamo fatto impazzire un
po’ prima di incontrarvi.” Proseguì George.
“Allora vengo anch’io.” Fece Natsu. “Mi ha preso in simpatia dopo la
storia del drago.”
Harry li guardò sorpreso.
“Noi invece resteremo qui a coprirvi nel caso dovesse venire qualcuno.”
Intervenne Lucy, sorridendo.
“Esatto, aye! Con la magia di trasformazione possiamo sempre fingerci
voi, anche se per poco.”
Il moro restò a guardarli, per poi sorridere. “Grazie…” Mormorò
avvolgendosi di nuovo con il mantello, imitato subito dai gemelli e da
Natsu, per poi uscire dalla sala.
Il quartetto si affrettò in direzione della finestra illuminata della
capanna di Hagrid e si tolsero il mantello solo quando furono davanti
all’ingresso.
Bussarono, e dopo qualche attimo il guardiacaccia spalancò la porta.
Imbracciava una balestra e gliela stava puntando contro, mentre Thor,
dietro di lui, abbaiava a perdifiato.
“Oh!” Esclamò l’uomo abbassando l’arma e fissandoli. “Che cosa ci fate
qui voi?”
“E quella a cosa ti serve?” Chiese Harry indicando la balestra mentre
entravano.
“Niente… Niente…” Balbettò Hagrid. “Stavo aspettando… Non fa niente…
Sedetevi… Vi faccio un tè…”
Ma sembrava che non sapesse quel che stava facendo: per poco non spense
il fuoco, versandoci sopra dell’acqua dal bollitore, poi mandò in
frantumi la teiera urtandola con la sua manona poderosa.
“Ti senti bene, Hagrid?” Domandò Natsu, inarcando un sopracciglio.
“Hai sentito di Erza, vero?” Lo interruppe subito Majutsu.
“Oh, ho sentito sì!” Disse lui con voce rotta.
Continuava a guardare nervosamente fuori dalle finestre. Riempì quattro
grosse tazze d'acqua bollente, alle quali si dimenticò di aggiungere le
bustine del tè, e stava per sistemare su un piatto un pezzo di
panpepato, quando si udì bussare forte.
Hagrid lasciò cadere il dolce, per poi guardare i quattro maghi, che
annuirono, nascondendosi subito sotto i loro mantelli, per poi
spostarsi in un angolo della capanna.
Il guardiacaccia controllò che fossero ben nascosti, ripose le tazze,
afferrò la balestra e tornò ad aprire la porta.
“Buonasera, Hagrid.”
Era Silente, che entrò con un’aria terribilmente seria, seguito da un
altro signore dall’aspetto assai curioso. Lo sconosciuto era un uomo
basso, corpulento, aveva capelli grigi tutti arruffati e un’espressione
ansiosa. Indossava una strana accozzaglia di indumenti: un abito
gessato, una cravatta scarlatta, un soprabito nero e stivali a punta
color viola. Sottobraccio portava una bombetta verde.
“Questo non promette nulla di buono.” Mormorò Fred agli altri.
“È Cornelius Caramell, il Ministro della Magia!” Concluse il gemello,
facendo sgranare gli occhi ai due maghi originari di Fairy Tail.
Hagrid era diventato pallido e sudava. Si lasciò cadere su una sedia,
con lo sguardo che andava da Silente a Cornelius Caramell.
“Brutta faccenda, Hagrid.” Esordì il Ministro con voce piuttosto secca.
“Bruttissima faccenda. Dovevo venire. Quattro aggressioni, di cui
l’ultima a una studentessa straniera. Se il loro Stato dovesse farsi
vivo proprio in quest’occasione…”
“Come ti ho già detto, Cornelius, non hanno intenzione di indagare,
confidando nel nostro buon operato.” Intervenne il preside.
“Ad ogni modo è passato ogni limite. Il Ministero deve intervenire.”
“Ma io…” Tentò Hagrid, rivolgendo uno sguardo implorante a Silente.
“Lei lo sa, professore; signore, io mai…”
“Voglio che sia chiaro, Cornelius, che Hagrid gode della mia piena
fiducia.” Aggiunse subito l’anziano mago aggrottando la fronte,
rivolgendosi all’altro uomo.
“Senti, Albus…” Cominciò Caramell, senza nascondere un certo disagio.
“I precedenti di Hagrid sono contro di lui. Il Ministero deve fare
qualcosa… I consiglieri della scuola si sono messi in contatto con me.”
“Eppure, Cornelius, ti ripeto che mandar via Hagrid non servirà a
niente.” Insistette Silente. I suoi occhi azzurri erano animati da un
fuoco che Harry non gli aveva mai visto prima. “Abbiamo già dimostrato
che il responsabile non è lui.”
“Ma non ci sono prove concrete, visto che il responsabile è stato
portato via subito. Cerca di metterti nei miei panni.” Fece il
Ministro, giocherellando con la bombetta. “Io sto ricevendo un mucchio
di pressioni. Bisogna far vedere che si sta facendo qualcosa. Se si
scopre che non è stato Hagrid lo rimandiamo a casa e non se ne parla
più. Ma devo prenderlo. Devo. Non farei il mio dovere se-”
“Prendermi?” Lo interruppe Hagrid, che aveva cominciato a tremare. “Per
portarmi dove?”
“Soltanto per un breve periodo.” Assicurò Caramell evitando lo sguardo
del gigante. “Non è una punizione, Hagrid; più che altro è una
precauzione. Se verrà preso qualcun altro, tu verrai liberato con tanto
di scuse…”
“Non ad Azkaban, vero?” Chiese Hagrid con voce roca.
Prima che Caramell potesse rispondere, si udì di nuovo bussare
energicamente alla porta.
Silente andò ad aprire, lasciando che Lucius Malfoy entrasse a grandi
passi nella capanna, avvolto in un lungo mantello nero da viaggio; sul
volto aveva stampato un sorriso freddo e soddisfatto.
Thor cominciò subito a ringhiare.
“Già arrivato, Caramell!” Esclamò in tono di approvazione. “Bene, bene…”
“Lei! Cosa vuole?” Tuonò Hagrid furibondo. “Fuori da casa mia!”
“Brav’uomo, ti prego di credere che non mi piace affatto trovarmi nella
tua… Ehm… Questa la chiami casa, vero?” Fece Lucius lanciando
un’occhiata alla piccola stanza con un ghigno malevolo. “Ero
semplicemente venuto a scuola e mi hanno detto che il Preside si
trovava qui.”
“E, di preciso, che cosa voleva da me, Lucius?” Domandò Silente.
Parlava in tono gentile, ma i suoi occhi azzurri mandavano fiamme.
Qualcosa che Harry e Natsu avevano visto negli occhi di Makarov quando
qualcuno feriva un membro della gilda.
“Una cosa molto spiacevole,
Silente.” Rispose Malfoy con voce strascicata, estraendo un grosso
rotolo di pergamena. “Ma i consiglieri ritengono che sia arrivato il
momento che lei si faccia da parte. Questo è un Ordine di
Sospensione... In calce troverà tutte e dodici le firme. Mi spiace dire
che riteniamo che lei stia perdendo la sua autorità. Quanti attentati
ci sono stati finora? Un altro questo pomeriggio, vero? Di questo passo
non ci resterà neanche più un figlio di Babbano, a Hogwarts, e tutti
sappiamo quale terribile
perdita sarebbe per la scuola.”
“Su, andiamo, Lucius!” Esclamò Caramell allarmato. “Silente sospeso…
No, no… È l’ultima cosa che deve succedere in questo momento…”
“L’incarico o la sospensione del Preside sono di competenza dei
consiglieri, Caramell.” Replicò Malfoy con aria serafica. “E siccome
Silente non è riuscito a mettere fine agli attentati…”
“Lucius, devi capire una cosa: se non ci riesce Silente…” Puntualizzò Caramell con
il labbro superiore madido di sudore. “Voglio dire… chi può riuscirci?”
“Questo è tutto da vedere.” Fece Malfoy con un sorriso maligno. “Ma dal
momento che abbiamo votato tutti e dodici…”
Hagrid balzò in piedi e la sua nera testa arruffata sfiorò il soffitto.
“E dica un po’, quanti ne ha dovuti ricattare e corrompere per farli
firmare, eh?” Replicò irato.
“Oh, oh, uno di questi giorni questo tuo caratterino finirà per
metterti nei guai, Hagrid.” Affermò Malfoy. “Ti consiglio di non
gridare a questo modo con i Dissennatori di Azkaban. A loro non
piacerebbe affatto.”
Il guardiacaccia sbiancò a quelle parole, e i quattro maghi nascosti
chiusero le mani a pugno, ben consci di non poter fare nulla in quella
situazione.
“Non potete mandare via Silente!” Gridò il guardiacaccia, tanto che
Thor guaì e corse a rannicchiarsi nella sua cuccia. “Mandatelo via e i
figli dei Babbani non avranno una sola possibilità! La prossima volta
ammazzeranno qualcuno!”
“Calmati, Hagrid” Intimò Silente duro, poi fissò Lucius Malfoy. “Se i
consiglieri vogliono la mia rimozione, naturalmente mi farò da parte.”
“Ma…” Balbettò Caramell.
“No!” Urlò Hagrid,
interrompendo il Ministro.
Silente non aveva smesso di fissare i suoi luminosi occhi azzurri in
quelli freddi e grigi di Lucius Malfoy.
“In ogni caso…” Proseguì il preside parlando con grande lentezza e
scandendo le parole, in modo che nessuno potesse perderne neanche una.
“…Lei si accorgerà che io avrò veramente
lasciato la scuola soltanto quando non ci sarà più nessuno che mi sia
fedele. E si accorgerà anche che a Hogwarts chi chiede aiuto lo trova
sempre, non importa quanto disperata possa essere la situazione.”
Per un attimo Harry avrebbe giurato che Silente avesse ammiccato verso
l’angolo dove si trovavano.
“Sentimenti ammirevoli.” Disse Malfoy inchinandosi. “Tutti sentiremo la
mancanza… Ehm… Del suo… Modo personalissimo… Di fare le cose, Albus, e
non ci resterà che sperare che chi prenderà il suo posto riuscirà a
impedire qualsiasi… Ehm… Eventuale… Assassinio.”
Si diresse verso la porta, la spalancò, salutò l’uscita di Silente con
un inchino, per poi seguirlo.
Caramell, sempre giocherellando con la bombetta, aspettava che Hagrid
lo precedesse.
Ma il quasi gigante non si mosse d’un passo: fece un respiro profondo e
sillabò: “Chi ha voglia di trovare qualcosa,
deve seguire i ragni. Questo
lo porterà sulla pista giusta. E tutto quel che ho da dire. Non credo
che per voi sarà difficile.”
Caramell lo guardò sbalordito. “Con chi stai parlando?”
“Per chi ha orecchie con cui ascoltare.” Rispose lui, per poi infilarsi
il pastrano di fustagno, ma prima di seguire Caramell, si fermò davanti
alla porta e disse di nuovo, ad alta voce: “E ricordatevi di dar da
mangiare a quello, mentre sono via.”
La porta si richiuse con un tonfo e tutti si tolsero di dosso il
mantello dell’invisibilità.
“Ora sì che siamo nei guai!” Esclamò con voce preoccupata Fred. “Tanto
varrebbe che chiudano la scuola stanotte stessa! Senza più Silente, ci
sarà come minimo un attentato al giorno!”
“No.” Fece Harry, tremando per la rabbia. “Questo è tutto un piano
dell’erede. Non avete capito? Ha già incastrato Hagrid una volta, e ora
lo sta facendo di nuovo!”
“Vuoi dire-”
“Voglio dire che non so perché, ma chiunque sia, vuole Hagrid fuori dai
piedi. Ma a quanto pare l’ha sottovaluto.”
“Davvero?” Domandò Natsu, guardandolo.
“Hagrid è stato molto chiaro. Seguire i ragni. E sembra che quelli
presenti qui abbiano avvertito le sue parole.”
Dicendo ciò indico un piccolo ragno, illuminato dalla luce della
capanna, che scivolò sotto la finestra, diretto verso la Foresta
Proibita.
“Immagino che la nostra escursione notturna non sia ancora finita,
vero?” Intervenne George, tirando fuori la bacchetta. “Senza offesa per
Hagrid, ma quella foresta è piena di creature molto più pericolose di
un ragnetto. E noi ne abbiamo viste solo una piccola parte.”
Il Dragon Slayer prese alcune fiamme dal focolare lasciato a
consumarsi, mangiandole. “E allora cosa stiamo aspettando? Con il mio
olfatto, sarà uno scherzo seguire un piccolo ragno!”
Thor cominciò a guaire raspando la porta chiusa, come a voler
contrastare quelle parole.
E nessuno di loro immaginava quanto avesse ragione.
~~~~~~~~~~~~~
“Oh, sembra che stia per arrivare un nuovo ospite!” Esclamò una voce
stridula, per poi scoppiare a ridere. “Lo sento, i Dissennatori sono
entusiasti!”
Subito una serie di voci si aggiunse alla sua, riempiendo quell’oscuro
corridoio di risate macabre.
Solo uno di loro non disse nulla, restando seduto con le ginocchia
piegate, guardando il vuoto di fronte a sé.
Sirius Black non era minimamente felice per quella novità. Per lui
significava solo un pazzo in più di cui preoccuparsi.
“Harry…” Mormorò, tenendo gli occhi verso il basso. “Aspetta ancora un
po’.”
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Ed eccomi qui in un nuovo spazio di commenti! (giusto per cambiare un
po' XD).
Dunque, chi si aspettava il colpo di scena di Erza pietrificata? Spero
nessuno XD
E ora i nostri eroi si stanno preparando a incontrare i ragni della
foresta... si accettano scommesse! XD
39: Rapimento!Capitolo 39: Rapimento!
I quattro
maghi si addentrarono nella foresta.
Avevano lasciato indietro Thor, il quale non si era minimamente opposto
a tale decisione, cosa che non sorprese i ragazzi, ben consci che il
cane non amava la Foresta Proibita quanto il suo padrone.
“Mi chiedo perché Hagrid ci abbia dato questo suggerimento.” Fece Fred,
senza fermarsi. “Insomma, ancora ancora potrei capire se avesse detto ‘Seguite i serpenti’, visto che
Harry può parlarci… o ‘Seguite i
draghi’ o ancora ‘Seguite i
gatti’…”
“Sia quel che sia, Hagrid di certo non era impazzito.” Replicò Harry.
“E poi credetemi, in questa foresta non c’è nessuna creatura simile a
Deliora… Quindi di nostra preoccupazione.”
“Esatto!” Esclamò Natsu, sorridendo, mentre con una mano teneva una
fiamma che illuminava il percorso. “Non c’è nulla di cui preoccuparsi.
A meno che non si tratti di un demone, cosa che dubito avrebbe
mantenuto la foresta intera.”
“Che bello…” Commentò sarcastico George, per poi alzare la bacchetta
non appena sentì un rumore, subito imitato dagli altri.
Poi, da destra, furono investiti da un improvviso fascio di luce così
intenso, dopo tutto quel buio, che dovettero alzare le braccia per
ripararsi gli occhi.
“No…” Mormorò Fred, sorridendo. “Non ci posso credere!”
Di fronte a loro, l’'automobile del signor Weasley era là, in uno
spiazzo circondato da grossi alberi, sotto una volta di rami frondosi,
vuota e con i fari accesi.
“Questa… Questa è la vostra auto!” Esclamò incredulo Salamander.
“Credevo che fosse scappata chissà dove.”
“E invece è rimasta qui fino ad adesso!” Continuò George, avvicinandosi
e girando attorno alla macchina. “Anche se sembra che la foresta
l’abbia resa un po’ selvatica…” Aggiunse, osservando le ali della
macchina, che erano scorticate e coperte di fango.
“Beh, almeno adesso sappiamo dove si è stabilita. Anche se mi chiedo
come faccia ad avere un’intelligenza propria…” Disse Harry, per poi
osservare Natsu, che si era immobilizzato. “Che succede?”
“Beh… Credo che siamo arrivati al nostro capolinea…” Rispose lui, per
poi aumentare l’intensità della fiamma che teneva sul palmo.
Gli altri tre maghi alzarono lo sguardo, mentre un forte schiocco
risuonava nell’aria.
“Beh… Come si dice in questi casi?” Domandò Fred al fratello.
“Che siamo fottuti?” Rispose lui, deglutendo.
Sopra di loro, nascosti tra gli alberi, una decina di ragni giganti li
stava osservando, muovendo le loro zampe pelose in un ritmo frenetico,
assieme alle loro chele.
“Cos’avevi detto sui ragni, Natsu?” Commentò Majutsu, senza distogliere
lo sguardo.
“Non credevo esistessero delle loro versioni così grosse…” Ribatté lui,
mentre altri ragni uscivano da dietro gli alberi, circondandoli.
“Aragog!” Sentirono chiamare in un coro di sussurri. “Aragog!”
“Parlano?!” Esclamò più che sorpreso il Dragon Slayer, senza però
perdere il controllo sulla fiamma.
Prima che qualcuno potesse rispondergli, da dietro una delle creature
emerse un aracnide dalle dimensioni di un piccolo elefante. La schiena
e le zampe erano grigie, e sulla testa orribile, fornita di chele,
spiccavano gli occhi color bianco latte. Era cieco.
“Cosa c’è?” Chiese questi, schioccando repentinamente le chele.
“Esseri umani.” Rispose un ragno, voltandosi a guardarlo.
“È Hagrid?” Domandò il nuovo giunto avvicinandosi, con i suoi occhi
lattiginosi che vagavano senza posarsi su niente.
“Estranei.” Replicò un altro.
“Allora uccideteli!” Schioccò Aragog stizzito. “Io stavo dormendo...”
“Siamo amici di Hagrid!” Gridò Harry, cercando di prendere in mano la
situazione. “Ci ha detto lui di seguire i ragni, immagino per trovare
voi!”
Majutsu rimase in silenzio, come gli altri tre, restando ad ascoltare
il Clic, Clic proveniente
dalle chele delle creature.
“Hagrid non ha mai mandato esseri umani nella nostra tana.” Disse
lentamente Aragog.
“Hagrid è nei guai.” Spiegò il moro. “Ecco perché siamo venuti noi.”
“Nei guai?” Chiese il vecchio ragno, e a Harry parve che ora lo
schiocco delle sue chele esprimesse preoccupazione. “Ma perché ha
mandato voi?”
“Perché eravamo gli unici di cui sapeva di potersi fidare.” Rispose,
omettendo la parte che erano anche gli unici presenti al suo
suggerimento. “A scuola pensano che Hagrid abbia organizzato un...
un... qualcosa contro gli studenti. L’hanno portato ad Azkaban...”
L’enorme aracnide schioccò le chele furiosamente e tutt’attorno, gli
fece eco il consesso dei ragni; come se fosse un applauso.
“Ma questo è successo tanti anni fa.” Osservò Aragog stizzito. “Anni e
anni fa. Me lo ricordo bene. È stata quella la ragione per cui l’hanno
costretto a lasciare la scuola. Credevano che fossi io il mostro che
vive in quella che loro chiamano la Camera dei Segreti. Pensavano che
Hagrid avesse aperto la Camera e mi avesse liberato.”
“Ma allora tu... Tu non venivi dalla Camera dei Segreti?” Domandò
George, cercando di mantenere il più possibile il sangue freddo.
“Io?!” Sputò Aragog con uno schiocco irato. “Ma io non sono nato nel
castello! Io vengo da una terra lontana. Un viaggiatore mi ha dato a
Hagrid quando ero un uovo. Hagrid era soltanto un ragazzo, ma si è
preso cura di me, mi ha nascosto in una credenza, al castello, e mi
dava da mangiare gli avanzi della tavola. Hagrid è mio buon amico, è un
brav’uomo. Quando mi scoprirono e fui incolpato della morte di una
ragazza lui mi protesse. Da allora vivo qui nella foresta, dove lui
viene ancora a trovarmi. Mi ha anche trovato una moglie, Mosag, e vedi
da te quanto è diventata numerosa la nostra famiglia! Tutto per merito
di Hagrid...”
“Io a questo punto cercherei di contattare la dea bendata… Con tutto
quello che c’è capitato, come minimo deve farci vincere una lotteria
come risarcimento…” Commentò Fred con sarcasmo, non riuscendo a
trattenersi dal fare quella battuta.
“Quindi tu non hai mai aggredito nessuno, esatto?” Chiese Natsu.
“Mai!” Dichiarò il vecchio ragno con voce roca. “Non che non ne avessi
l'istinto, ma per rispetto verso Hagrid non ho mai torto un capello a
un essere umano. Il corpo della ragazza che era stata uccisa fu trovato
in un gabinetto. Io non ho mai visto niente del castello, tranne la
credenza dove sono cresciuto. La nostra specie ama il buio e il
silenzio...”
“Ma allora... Tu conosci la cosa che ha ucciso la ragazza?” Domandò
Harry. “Perché, di qualsiasi cosa si tratti, è tornata e le aggressioni
sono ricominciate!”
Queste ultime parole furono sommerse da uno scroscio di schiocchi e
dallo scalpiccio rabbioso di molte lunghe zampe; grosse ombre nere si
mossero intorno ai ragazzi.
“La cosa che vive al castello…” Riprese Aragog “È un’antica creatura
che noi ragni temiamo più di ogni altra al mondo. Ricordo che quando
ebbi la percezione che la bestia scorrazzava per il castello pregai
Hagrid di lasciarmi andare.”
“Che cos’è? Cos’è la creatura?!” Insisté Potter.
Ci furono altri schiocchi e scalpiccii, segno che i ragni si stavano
avvicinando.
“Noi non ne parliamo!” Sentenziò Aragog in tono perentorio. “Non
pronunciamo nemmeno il nome di quella terrificante creatura! Non l’ho
detto mai neanche a Hagrid, eppure lui me l’ha chiesto molte volte.”
“Fantastico, il Voi-Sapete-Chi versione animale…” Bofonchiarono assieme
i gemelli, mentre Aragog indietreggiava, stanco di parlare, lasciando
il posto agli altri ragni, che continuavano ad avvicinarsi.
“Capisco… Beh, allora direi che non abbiamo altro di cui discutere.
Torniamo indietro.” Fece Majutsu, prendendo in mano la bacchetta.
“Volete andarvene?” Domandò il ragno. “Oh, non credo proprio potrete
farlo…”
“Mi sembrava di aver capito che non torcevi un capello agli umani.”
Replicò Harry, restando freddo esternamente, mentre dentro si preparava
all’imminente battaglia.
“A Hagrid i miei figli e le mie figlie non torcono un capello perché
obbediscono a un mio ordine. Ma non posso certo negargli il piacere
della carne fresca, quando qualcuno sconfina nel nostro territorio e ci
si offre con tanta spontaneità. Addio, umani amici di Hagrid!”
“Ma che sfortuna!” Esclamò Natsu, facendo scrocchiare il collo. “Sembra
che qui ci sia una piccola incomprensione…”
“Di cosa stai parlando?”
“Vedete, loro tre sono umani… Ma io non del tutto!”
Dicendo ciò si lasciò avvolgere completamente dalle fiamme. “Io sono un
Dragon Slayer e vi consiglio caldamente
di lasciarci andare via, o non avrò problemi a fare un po’ di ragni
arrosto!”
“Non temiamo il tuo fuoco.” Replicò uno dei ragni, per poi saltargli
addosso, salvo venire investito in pieno da una fiammata, che lo lasciò
a contorcersi sul terreno per le bruciature.
“Che cosa facciamo Harry? Sono in troppi, e dubito che tu voglia
davvero che Natsu dia fuoco alla foresta.” Fece Fred, avvicinandosi a
Majutsu.
“Non lo so… Uscire da questa situazione sarebbe anche facile, ma non
passando inosservati…”
Ma proprio mentre un altro gruppo di ragni si preparava ad attaccare,
si udì un rombo lungo e penetrante, seguito da un bagliore accecante
che illuminò l’intera area.
Era l'automobile del signor Weasley, che aveva cominciato a girare in
tondo, coi fari accesi e il clacson che suonava a ripetizione, e che
allontanò alcuni ragni, per poi aprire le portiere di fronte ai quattro
maghi.
Senza nemmeno stare lì a pensarci, salirono immediatamente a bordo. Le
portiere sbatterono all’istante e il pedale dell’acceleratore si
abbassò da solo. La macchina partì con un rombo, urtando altri ragni e
ben presto cominciarono ad attraversare a ritroso la foresta, con i
rami che sbattevano con violenza contro i finestrini. L'automobile, con
grande sagacia, seguiva il percorso migliore, scegliendo i passaggi
meno angusti, lungo un tragitto che aveva tutta l’aria di conoscere
bene.
Avanzarono a tutta velocità attraverso il sottobosco per dieci minuti
buoni, finché non raggiunsero il limitare della foresta, dove la
macchina si fermò. I quattro maghi scesero, per poi voltarsi a guardare
l’automobile turchese, che sembrò salutarli con un colpo di fari, per
poi fiondarsi nuovamente nella Foresta Proibita.
Senza dire niente, s’infilarono il mantello, tornando di corsa nel
castello, senza proferire parola né fermarsi finché non furono al
sicuro nella Sala Comune, dove trovarono i loro amici ad aspettarli.
“Allora?” Chiese Hermione, non appena si fecero vedere.
“È una lunga storia…” Cominciò Fred con un sospiro. “Ah, Ron?
Ricordarci di non prenderti mai più in giro per la tua paura dei ragni.
Dopo stanotte, anche noi potremo avere qualche difficoltà a vederli.”
Quando i quattro finirono di raccontare, nella stanza scese il silenzio
totale.
“Quindi… Quindi Hogwarts è senza protezioni… Con Silente fuori, è
finita.” Soffiò Neville, abbandonandosi su una poltrona.
“E Hagrid è finito ad Azkaban per qualcosa che non ha fatto… Non posso
crederci!” Esclamò Hermione.
“Però adesso sappiamo qualcosa in più.” Fece Harry. “Riepiloghiamo il
tutto: è una creatura viva all’incirca da mille anni; se escludiamo il
fatto che possa essersi riprodotta, cosa di cui dubito, non sarebbe
stata buona tanto a lungo.”
“E risponde solo a un preciso richiamo, di cui solo l’erede di
Serpeverde è a conoscenza.” Aggiunse Gray.
“Per i ragni è come il nostro Voldemort…” Osservò Lucy, ignorando i
vari tremolii che aveva causato pronunciando il nome del mago oscuro.
“E probabilmente odia le galline.” Asserì Natsu, attirando gli sguardi
di tutti su di sé. “Che c’è?”
“E questa da dove ti è saltata fuori?” Domandò Ron.
“Beh, qualche mese fa ho sentito Hagrid lamentarsi che le sue galline
erano state tutte uccise. Forse le due cose sono collegate.”
“Non è da escludere, ma prendiamo in considerazione i fattori più
importanti: può pietrificare e sembra che solo io e Natsu possiamo
sentire la sua voce.”
“Il che significa che è un serpente.” Concluse Hermione. “Ho letto
qualcosa in biblioteca, ma dovrei tornarci per esserne sicura.”
“Un serpente che pietrifica e di cui i ragni hanno paura…” Bofonchiò
George.
“Se non fosse così assurdo, direi che si tratta di Medusa.” Fece
Majutsu.
“Chi?” Domandò Lucy.
“Una creatura mitologica che al posto dei capelli aveva dei serpenti, e
che pietrificava chiunque la guardasse negli occhi. Venne sconfitta con
un semplice specchio.”
“Forse le due cose non sono tanto diverse.” Ammise la Grifondoro
castana. “Ma andare a verificare sarà dura.”
“Già, aye! La McGranitt è venuta qui a dire che d’ora in poi non ci
sarà più possibile andare in giro da soli senza un insegnante.” Riferì
Happy.
“Beh, per quello, direi che non c’è problema.” Disse Harry, ghignando.
“Abbiamo giustappunto a nostra disposizione un professore più che
disposto ad accompagnarci in biblioteca.”
“Voi volete che cosa?!” Sbraitò spaventato Allock, guardando Harry,
Natsu, Gray, Lucy, Neville, Ron e Hermione, che erano rimasti indietro
rispetto ai compagni.
“Ha capito bene, professore.”
Disse Majutsu, calcando sull’ultima parola. “A malincuore, ci serve il
suo aiuto per andare in biblioteca, visto che non possiamo più muoverci
da soli.”
“S-Suvvia… Siate seri… Anche se il colpevole è stato arrestato, il
mostro potrebbe ancora-”
“Il colpevole è ancora a piede libero, visto che Hagrid di certo non lo
è.” Replicò algida Hermione. “E lei sa bene che noi non ci beviamo
nemmeno lontanamente la storia che lei sapeva che era colpa sua.”
Allock li guardò uno a uno, per poi sospirare. “Bene. Ma dovrò prima
parlarne con la professoressa McGranitt, dato che lei è la vicepreside.”
“Ero sicuro che avremmo trovato un accordo.” Terminò Harry sorridendo,
per poi cominciare ad allontanarsi. “Beh, che aspetta? Dobbiamo andare
a Erbologia.”
Dopo l’attentato a Erza, c’erano stati diversi cambiamenti. Il primo
era stato la cancellazione a tempo indeterminato di tutti gli
allenamenti e le partite di Quidditch. Poi le visite in infermeria
erano state limitate ai puri casi d’emergenza, i quali a loro volta si
erano ridotti drasticamente, dato che ora i professori dovevano
accompagnare ogni classe ogni volta che dovevano cambiare materia o
dovevano tornare in dormitorio o recarsi nella Sala Grande.
Questo ovviamente limitava i movimenti dei maghi di Fairy Tail, i
quali, ora privi anche dell’appoggio di Silente, avevano non poche
difficoltà a riunirsi con Luna per discutere, quindi affidavano a Happy
il compito di riferirle le ultime novità durante le lezioni.
Una cosa che sorprese Harry e Natsu fu un piccolo gruppo di Tassorosso,
guidati da Ernie Macmillan, che andò a chiedergli scusa per aver
sospettato di loro, sapendo bene che non avrebbero mai fatto del male a
Erza.
“Beh Harry, di certo sai come chiedere gentilmente dei favori.”
Sghignazzò Gray, seguendo il professore.
“Ho imparato dai migliori.” Rispose lui, guardandolo. “Siete stati voi
a mostrarmi le domande formato Fairy Tail.”
“Io mi chiedo per quanto ancora riuscirò a restare così innocente!”
Piagnucolò Lucy, ricevendo una pacca di consolazione da Hermione.
“Bah… Per me è stato anche fin troppo gentile. Per una volta, sono
d’accordo con Luxus: un essere come lui dovrebbe essere trattato di
conseguenza.” Bofonchiò Natsu, sospirando. “Purtroppo non possiamo
farci nulla.”
“Per il momento pensiamo a risolvere questo mistero e vediamo di
sbrigarci con gli esami. Inoltre, non sarebbe nemmeno una cattiva idea
scoprire chi è la ragazza rimasta uccisa cinquanta anni fa.” Replicò
Harry.
Infatti, una cosa che li sorprese non poco, era come i professori,
nonostante la situazione, fossero intenzionati a proseguire come se
niente fosse il programma scolastico, tanto da annunciare gli esami di
fine anno.
“Io mi sto chiedendo se sopravvivrò agli esami…” Si lamentò Ron,
mostrando la sua bacchetta. “Non sono più riuscito a fare un
incantesimo decente da quando si è rotta. Come minimo rischio di far
saltare la Sala Grande!”
“Beh, sarebbe un ottimo modo per mostrare il tuo lato di Fairy Tail!”
Disse divertito il Dragon Slayer. “Comunque, basta che accechi i
professori con la luce e cerchi di fargli credere di aver fatto tutto
giusto, no?”
“Natsu…” Cominciò Hermione, guardandolo male. “Non si può barare
durante gli esami!” Continuò, per poi colpirlo in testa con un pugno
amichevole.
“Se continuerà a frequentare Erza, rischieremo davvero di trovarci un
suo clone nel giro di pochi anni!” Mormorò Gray a Harry, che ridacchiò.
“Beh, per noi sarebbe solo positivo.” Replicò lui, mentre Neville si
avvicinava.
“Con Happy e Luna invece cosa facciamo? Andiamo a chiamarli prima di
andare in biblioteca o no?”
“Non ce n’è bisogno. Stasera aggiorneremo Happy e lui domani riferirà a
Luna. Come ho già detto, la possibilità che l’erede si mostri
nuovamente sono basse… Non adesso che ha incastrato Hagrid.”
“Quindi avrebbero chiesto oggi, eh?” domandò Luna, con gli occhi che
guardavano altrove, dando l’errata idea che non stesse prestando
attenzione, mentre le loro classi attraversavano un corridoio per
raggiungere l’aula successiva.
“Già, aye! Conoscendo Harry, avrà ottenuto il permesso in pochi minuti,
aye.”
“Permesso per cosa?” S’intromise Ginny.
I due la guardarono preoccupati: da un po’ di tempo avevano notato come
la piccola Weasley sembrasse sempre nervosa. Non parlava quasi più, e
quelle poche frasi che diceva esprimevano tutta la sua insicurezza e
paura verso qualcosa che nessuno riusciva a comprendere.
“Ecco… Forse abbiamo un’idea sul mostro della camera, aye.” Ammise il
gatto umano, non vedendo alcun motivo per nasconderlo. Dopotutto,
bastava non dire che avevano l’intenzione di combatterlo.
Ginny si fermò di colpò, sgranando gli occhi. “D-Davvero?” Domandò,
cominciando a tremare.
“Che cosa ti succede?” Fece Luna, guardandola. “Non abbiamo nessun
Monconte attorno.”
“Monconte?” chiese Happy.
“Piccoli esseri simili a polvere che spaventano le persone che li
guardano, anche se sono praticamente invisibili.” Spiegò lei con
naturalezza.
Ginny però non prestò ascolto, ma cominciò a indietreggiare, per poi
scappare via.
“Ehi! Non andare da sola, è pericoloso!” Urlò Happy, correndole subito
dietro, lasciando sola Luna, che li guardò sparire dietro uno dei tanti
passaggi segreti.
Controllando che nessuno se ne fosse accorto e che non stesse
guardando, schioccò le dita, facendo apparire una fatina.
“Segui Happy e Ginny.” Mormorò, ottenendo come risposta un saluto
militare da parte della creatura, che poi divenne invisibile.
Dopo aver fatto ciò, continuò a seguire i suoi compagni, i quali, se si
fossero girati, non avrebbero visto il suo solito sguardo sognatore, ma
due occhi preoccupati.
La Weasley minore si fermò contro un muro, ansimando per la corsa.
“Ginny!” Chiamò Happy, raggiungendola. “Perché sei corsa via? L’erede
potrebbe trovarti, e dubito guardi realmente se uno è mezzosangue o no,
aye! Soprattutto qui…”
Infatti i due si erano fermati proprio in prossimità della scritta
lasciata la notte di Halloween.
“Lo so… che non gliele importa più di tanto…” Rispose lei, cominciando
a piangere. “Mi dispiace…”
“Aye?”
“Avrei… Avrei voluto parlarvene prima… Ma avevo troppa paura… Che cosa
penserete di me, adesso?”
“Di cosa stai parlando, aye?”
“Il diario.” Spiegò lei, tirandolo fuori dalla propria borsa, facendo
così spalancare gli occhi a Happy, che la guardò incredulo. “Questo
diario… Dev’essere distrutto.” Continuò, cominciando ad ansimare sempre
di più.
“Perché ce l’hai tu?” Domandò il gatto, ricevendo come risposta un
sorriso triste.
“Perché sono stata una stupida. Tra tante cose su cui avrei potuto non
dare ascolto ai miei genitori, ho scelto quella peggiore…”
“Ginny, non riesco a capire cosa vuoi dire!”
“So… So tutto, Happy…” Asserì lei, guardandolo. “So che non sei umano…
E che venite da un altro mondo…”
Prima che potesse dire altro, il corpo di Ginny fu attraversato da una
scarica di dolore, che la costrinse a cadere a terra in ginocchio.
“E lo sa anche… L’ultima persona che avrebbe dovuto scoprirlo… Tutta
colpa di Tobi e Klaun…”
“Come fai a sapere tutte queste cose?”
“Perché… Ero sempre presente… Non ho potuto impedirlo… Anche se sono
riuscita a evitare che uccidesse Erza… Ora Happy, ti prego, prendi
questo diario e portarlo da Natsu!” Esclamò, raccogliendo tutte le sue
forze. “Dovete distruggerlo, a costo di dare fuoco all’intero castello!”
“Aye?! Ma è solo un diario con un incantesimo all’interno e-”
“No!” Urlò Ginny, singhiozzando. “Il diario… È l’erede e-”
Questa volta la ragazza s’interruppe per cacciare un urlo, che fece
arretrare Happy per la paura.
Dopo pochi secondi la sua voce si ruppe, lasciando che la testa della
rossa cadesse in avanti, oscurandone gli occhi.
“G-Ginny?”
“Stupida ragazzina!” Rispose lei con voce rabbiosa, alzandosi
lentamente in piedi. “Proprio adesso doveva tirare fuori tutta quella
forza di volontà?”
Happy sgranò gli occhi, impugnando la bacchetta. “Chi sei, aye?”
Ginny, per tutta risposta, cominciò a ridere.
“Divertente… Sei la seconda persona che mi fa questa domanda.” Disse,
guardandolo e mostrando due occhi rossi come il sangue. “La prima mi ha
fatto divertire, ma per te ho piani ben diversi in mente!”
“Non hai risposto alla domanda, aye!” Replicò Happy, cercando di usare
tutto il suo coraggio.
“Già… Tu non sei di certo ai livelli di Titania. Lei è pure riuscita a
ferire la mia preziosa creatura…”
Mentre diceva ciò, mise nuovamente al sicuro il diario. “E sia! Ti
rivelerò chi sono. Dopotutto, stai per diventare la mia seconda esca.”
“Vuoi pescare del pesce?” Chiese il gatto, dimenticandosi per un attimo
della situazione.
“Oh, sì, un pesce molto grosso. Un pesce di nome Harry Potter!”
Dopo aver detto ciò cominciò a sibilare.
Happy si voltò verso la porta del bagno delle ragazze, da dentro il
quale era possibile sentire diversi tonfi.
“C-Cos’è stato?”
“Il mostro di Serpeverde.” Rispose Ginny, sorridendo. “E ora… Tu verrai
con me.”
Prima che il gatto potesse dire qualcosa, la porta del bagno si
spalancò.
Di fronte agli occhi increduli del ragazzo, uscì la testa di un enorme
serpente con la bocca spalancata, mostrando così una lunga serie di
zanne acuminate. La cosa che Happy notò subito dopo erano gli occhi:
uno di questi era chiuso, mentre l’altro era stato letteralmente
tagliato in due, rendendolo ancora più minaccioso.
“D-Dai bagni, aye?!” Esclamò incredulo Happy, notando con la coda
dell’occhio la fatina di Luna, che osservava spaventata la scena
dall’alto, nascosta su una trave.
“Già.” Fece Ginny, affiancandosi alla creatura. “Ha aspettato quasi
mille anni la prima volta per poter uscire, e poi ne ha dovuti
aspettare altri cinquanta. Ma tra poco potrò scagliarla contro quei
ripugnanti mezzosangue liberamente.”
“Quindi è stato quel… serpente a pietrificare tutti!”
“Esatto, ma puoi stare tranquillo. Non ho intenzione di farti
pietrificare. E nemmeno di ucciderti. Per ora ovviamente.”
Il serpente si mosse verso Happy, il quale si fece subito spuntare le
ali per evitarlo.
“Oh, allora puoi usare quella magia anche da umano?” Osservò la
ragazza, per nulla impressionata. “Ma non sarà di certo sufficiente.”
Prima che Happy potesse realizzare il significato di quelle parole, la
testa del serpente si alzò di scatto, colpendolo e schiacciandolo
contro il soffitto.
Il ragazzo spalancò la bocca per il dolore, mentre le sue ali
scomparivano. Pochi istanti dopo cadde a terra, incapace di muoversi.
Riuscì giusto a vedere i piedi di Ginny avvicinarsi a lui, mentre
sentiva le forze abbandonarlo.
“Oh, spero che tu non ti sia fatto troppo male. Sai, sono curioso di
analizzare la tua magia… Potrebbe tornarmi molto utile. Ma questo sarà
per quando sarò tornato pienamente in me.”
“C-Chi… Chi sei…?” Domandò ancora Happy, mentre veniva sollevato dal
serpente, che lo teneva per i vestiti con le sue zanne.
“Io sono Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, come vi piace definirmi
oggi giorno.”
Happy non riuscì nemmeno a spalancare gli occhi di fronte a quella
notizia, abbandonandosi all’oblio del sonno.
“Bene… E ora, gettiamo la lenza.” Disse Ginny, voltandosi verso la
scritta sul muro.
“Ecco qui!” Dichiarò Hermione, sbattendo su un tavolo della biblioteca
un libro grande quasi quanto lei, facendo tremare il pavimento intorno
a loro.
“Io mi chiedo come fa a sollevare simili mattoni senza nemmeno avere il
fiatone…” Mormorò incredulo Gray, ricevendo assensi da tutti gli altri.
“Quando avete finito di parlare a vanvera, vedete di darmi retta.”
Replicò la castana, per poi cominciare a sfogliare velocemente il
libro, avvalendosi degli occhiali del vento.
Poco lontano da loro, Allock li osservava in silenzio.
“Dei molti, spaventosi animali e mostri che popolano la nostra terra,
nessuno è più insolito e micidiale del Basilisco, noto anche come il Re
dei Serpenti. Questo serpente, che può raggiungere dimensioni
gigantesche e che vive molte centinaia di anni, nasce da un uovo di
gallina covato da un rospo. Esso uccide in modo portentoso: oltre alle
zanne, che contengono un potente veleno, anche lo sguardo del Basilisco
provoca morte istantanea. I ragni fuggono davanti al Basilisco, perché
è il loro nemico mortale e il Basilisco fugge solo quando ode il canto
del gallo, che gli è fatale.” Lesse, per poi alzare lo sguardo verso i
compagni.
“Tutto torna!” Commentò Harry. “È un serpente, ha una vita molto
longeva, i galli sono per lui un pericolo e uccide con lo sguardo…”
“Ma allora perché nessuno è morto?”
“Forse… Nessuno l’ha mai guardato direttamente negli occhi.” Azzardò
Lucy. “Mrs Purr forse l’ha visto come riflesso nell’acqua. Ricordate?
Il corridoio era allagato.”
“Colin aveva la sua macchina fotografica…” Continuò Hermione.
“Justin invece deve averlo visto attraverso Nick, che invece… Beh, non
so voi, ma non mi risulta si possa uccidere un fantasma.” Fece Gray.
“Mentre Erza deve averlo visto nel riflesso della spada.” Concluse
Harry. “Ma resta la domanda: come fa a muoversi senza essere visto da
nessuno? E soprattutto, ignoriamo ancora dove si trovi la Camera e-”
“Attraverso i muri!” esclamò Neville, attirando l’attenzione di tutti.
“Tu e Natsu avete detto di aver sentito la sua voce un po’ ovunque, no?
Hogwarts è piena di passaggi segreti, forse l’erede si serve di quelli
per farlo muovere.”
“Non è un’ipotesi da escludere.”
Mentre continuavano a parlare, Allock sorrise, per poi tirare fuori la
bacchetta.
Ma prima che potesse dire o fare qualcosa, la voce della professoressa
McGranitt risuonò per tutto il castello. “Tutti gli studenti tornino
immediatamente nei loro dormitori. Tutti gli insegnanti tornino nella
sala professori. Immediatamente, per favore.”
I membri di Fairy Tail si guardarono tra loro, mentre Allock nascose
frettolosamente la bacchetta dentro una manica.
“Cos’è successo?” Domandò Lucy preoccupata, poco prima che Madama Pince
gli ordinasse di obbedire alla vicepreside.
“Voi ragazzi andate.” Fece Allock. “Io vado in sala professori. Forse
finalmente riconosceranno il mio valore.” E dicendo ciò si allontanò.
I maghi si guardarono tra di loro. Poi, senza parlare, tirarono tutti
fuori il loro mantello dell’invisibilità, per poi anticipare il
professore grazie ai diversi passaggi segreti.
Entrarono nella sala senza fare rumore, mettendosi da parte in modo da
non infastidire i professori, che stavano entrando uno a uno, mentre la
McGranitt, che era dentro fin dall’inizio, li osservava tristemente.
“È accaduto l’inevitabile.” Annunciò non appena tutti gli insegnanti
furono entrati, a eccezione di Allock che non era ancora giunto. “Due
studenti sono stati rapiti. Il mostro li ha portati direttamente nella
Camera.”
Il professor Vitious si lasciò sfuggire un grido soffocato, mentre la
professoressa Sprite serrò le mani contro la bocca. Piton afferrò lo
schienale di una sedia e chiese: “Come fai a esserne tanto sicura?”
“L’Erede dei Serpeverde ha lasciato un altro messaggio.” Rispose la
vicepreside, pallidissima. “Proprio sotto al primo. I loro scheletri giaceranno nella Camera,
per sempre.” Recitò.
Il professor Vitious scoppiò in lacrime.
“Di chi si tratta?” Chiese Madama Bumb, cui si erano piegate le
ginocchia e che si era accasciata su una sedia. “Chi sono stati rapiti?”
“Ginny Weasley e Happy Dragonil. I loro compagni hanno detto di averli
visti allontanarsi.”
Ron e Natsu sgranarono gli occhi, mentre anche gli altri maghi
sembravano non riuscire a credere a ciò che avevano appena sentito.
“Domani dovremo rimandare a casa tutti gli studenti.” continuò la
McGranitt. “Questo segna la fine di Hogwarts. Silente ha sempre detto-”
La porta della sala professori si spalancò un’altra volta. Per un folle
momento, Harry sperò che fossero i loro due amici, e che tutto quanto
fosse stato solo un grosso malinteso. E invece era Allock, raggiante.
“Scusate tanto... Che cosa mi sono perso?”
Non si accorse nemmeno che gli altri lo squadravano quasi con odio.
Piton si fece avanti.
“Lupus in fabula!” Esclamò, attirando l’attenzione di tutti. “Ecco la
persona giusta. Due studenti sono stati rapiti dal mostro, Allock, e
sono stati portati proprio nella Camera dei Segreti. Finalmente è
venuto il tuo momento.”
Allock spalancò gli occhi.
“È vero, Gilderoy.” Intervenne la professoressa Sprite. “Non sei tu che
ieri sera dicevi di avere sempre saputo quale fosse l’ingresso alla
Camera dei Segreti?”
“D-Davvero? Non credevo di aver detto proprio così…” Balbettò Allock,
deglutendo.
“Sì, proprio tu. Non eri tu che dicevi di sapere cosa c’è dentro?”
Saltò su Vitious con tono cantilenante.
“C-Certo… So perfettamente di quale mostro di tratta… Però…”
“Io ricordo con certezza che hai detto che ti dispiaceva di non aver
potuto dare una lezione al mostro prima che Hagrid venisse arrestato.”
Incalzò l’insegnante di Pozioni. “Non sei stato tu a dire che si era
fatta molta confusione e che avrebbero dovuto darti carta bianca fin
dall'inizio?”
Allock guardò a uno a uno i volti inespressivi dei suoi colleghi.
“Ma io... Beh… Volevo prima avere tutti gli indizi… E informazioni…”
“Allora lasciamo la cosa nelle tue mani, Gilderoy.” Disse la
professoressa McGranitt. “Stanotte sarà il momento ideale per
intervenire. Faremo in modo che nessuno t’intralci. Potrai affrontare
il mostro tutto da solo. Carta bianca, finalmente!”
Allock volse attorno a sé uno sguardo disperato, ma nessuno gli venne
in aiuto. Delle sue belle sembianze non restava che un’ombra stravolta.
Gli tremavano le labbra, e senza il suo solito sorriso tutto denti
sembrava smunto e sparuto.
Poi, ritrovando il coraggio, annuì.
“M-Molto bene, allora.” Asserì, girandosi. “Vado nel mio studio a... a
prepararmi.”
E uscì dalla stanza.
I maghi di Fairy Tail avevano guardato la scena, e se non fosse stata
per la situazione, probabilmente sarebbero scoppiati a ridere.
“Bene.” Disse la McGranitt con le narici frementi. “E con questo ce lo
siamo levato dai piedi. I responsabili devono informare gli studenti
dell’accaduto. Dite loro che l’Espresso di Hogwarts li riporterà a casa
domani al più presto. Gli altri, sono pregati di accertarsi che nessuno
studente sia rimasto fuori del proprio dormitorio.”
Gli insegnanti si alzarono e uscirono uno a uno.
I maghi si tolsero il mantello, per poi voltarsi verso Ron e Natsu.
“Bene… Direi che il tempo di stare fermi è finito. Agiremo stanotte.”
Sentenziò Harry
Tutti annuirono.
“Sì…” Disse Ron, guardando negli occhi. “Per piacere, aiutateci a
recuperarli!”
“Non devi neanche dirlo.” Rispose Gray, mentre tutti gli altri lo
guardavano seri.
“La pagherà… L’erede pagherà per tutto!” Urlò Natsu, sputando una
fiammata.
In quel momento una fatina apparve di fronte a loro dal nulla, con un
pezzo di pergamena tra le braccia, che consegnò a Harry, prima di
dissolversi.
Majutsu cominciò subito a leggere, per poi piegare il foglio.
“Luna ha scoperto l’ingresso della Camera.” Informò, chiudendo le mani
a pugno. “Speriamo solo che non sia troppo tardi.”
“Dov’è?” Chiese Hermione.
“Nel posto dove a questo punto immagino sia morta quella ragazza
cinquanta anni fa. Anzi, credo che non abbia mai lasciato quel luogo.”
“Ma se è morta-” Cominciò Lucy, bloccandosi. “No… Non vorrai dire lei,
vero?”
“C’è un solo fantasma di una studentessa qui a Hogwarts.” Riprese
Harry. “Mirtilla Malcontenta.”
“Quindi l’ingresso…”
“È nel suo bagno. Esatto. Una delle fate di Luna ha assistito al
rapimento di Happy, e il mostro è uscito da lì.”
“Ma come facciamo? I professori faranno molta attenzione che nessuno
vada in giro, e i mantelli non ci permettono di passare attraverso le
porte.”
“Useremo ancora Allock. Conoscendolo, adesso starà cercando un modo per
scappare.”
Majutsu si avvolse con il mantello, lasciando fuori solo la testa per
far sì che gli altri potessero continuare a vederlo.
“Ma prima, andiamo a prendere Fred e George. Ci servirà tutto l’aiuto
possibile.”
Quella sera, il gruppo al completo uscì inosservato dalla Sala di
Grifondoro.
Fred e George, seri come forse non lo erano mai stati prima, fissarono
gli altri, che annuirono.
Nascosti dai mantelli, si riunirono con Luna fuori dallo studio di
Allock, da dentro il quale si potevano sentire stropiccii, colpi e un
frettoloso andirivieni.
Senza aspettare un secondo in più, Natsu colpì la porta con un pugno,
facendola uscire dai cardini.
Rimosso l’ostacolo, Harry si ritrovò a fissare un sorpreso e spaventato
Allock. Il suo ufficio era quasi del tutto smantellato. Per terra
c’erano due grossi bauli spalancati. In uno, ripiegati in fretta,
c’erano abiti di tutti i colori: verde giada, lilla, blu notte.
Nell’altro erano ammonticchiati alla rinfusa dei libri. Le fotografie
che avevano ricoperto le pareti erano stipate dentro alcune scatole
appoggiate sulla scrivania.
“Stai andando da qualche parte?” Chiese freddamente il moro.
“Ehm... Beh... Sì…” Tartagliò Allock. “Una chiamata urgente...
Improrogabile... Devo andare...”
“E nostra sorella?” Domandarono bruscamente Fred e George.
“Ah, sì... Una vera disgrazia.” Fu il commento dell’uomo, che evitò di
guardarli negli occhi mentre apriva con uno strattone un cassetto e
rivoltava il contenuto in una borsa. “Nessuno se ne rammarica più di
me...”
“Sei proprio il codardo che immaginavamo.” Disse Hermione, disgustata.
“Quanto di quello che hai scritto è vero?”
“I fatti, tutto.” Rispose lui. “Protagonisti e qualche avvenimento…
Beh, diciamo che ci ho dato un ritocchino. A nessuno piace leggere le
imprese di un mago armeno brutto e vecchio, anche se ha salvato un
intero paese dai lupi mannari. La sua immagine in copertina avrebbe
veramente sfigurato! Non aveva nessun gusto nel vestirsi. Quanto poi
alla maga che ha messo in fuga l’anima in pena della strega Bandon,
aveva il labbro leporino. Insomma, cercate di capire...”
“L’unica cosa che capiamo…” Lo interruppe Natsu, avvolgendo il suo
braccio con il fuoco. “È che tu sei un essere spregevole, ma non ti
preoccupare. Abbiamo intenzione di farti vivere una vera avventura!”
Il professore non rispose, limitandosi ad abbassare con un tonfo il
coperchio dei vari bauli, chiudendoli a chiave.
“Oh, vediamo.” Disse, senza badare ai ragazzi. “Penso di aver preso
tutto. Sì. Manca una cosa sola.”
Tirò fuori la bacchetta magica e si girò verso di loro.
“Spiacente, miei cari, ma temo proprio che dovrò farvi un incantesimo
di memoria. Non posso certo permettere che ve ne andiate in giro a
spiattellare tutti i miei segreti. Altrimenti non venderò più neanche
una copia... Ma lasciate che vi ringrazi. Potrò dire a tutti che mostro
era e-”
Ma prima che potesse finire la frase, la sua mano venne avvolta
completamente dal ghiaccio, assieme alla bacchetta.
Subito dopo Harry scattò contro di lui, scomparendo per un istante e
riapparendo alle sue spalle con una spada in mano.
Allock guardò con terrore il blocco di ghiaccio, che si spaccò a metà,
tranciando in due la sua bacchetta, rendendola definitivamente
inutilizzabile.
“Dovrebbe sapere che non è così facile prenderci di sorpresa. Sapevamo
che avrebbe tentato qualcosa del genere.”
“Che cosa volete che faccia?” Domandò Allock debolmente. “Io non posso
aiutarvi in alcun modo.”
“Sei fortunato.” Rispose Harry, puntandogli la spada alla schiena. “Ci
servi solo come copertura. E poi, voglio farti pagare qualche
umiliazione. Andiamo!”
Spinsero Allock fuori dall’ufficio, e poi giù per la più vicina rampa
di scale e lungo il corridoio dove erano esposti i messaggi fino alla
porta del gabinetto di Mirtilla Malcontenta.
Lo fecero entrare per primo. Harry notò con piacere che stava tremando.
Mirtilla era seduta sulla cassetta dello scarico dell’ultimo gabinetto.
“Oh, sei tu!” Disse, riconoscendo Majutsu. “Che cosa vuoi?”
“Chiederti come sei morta.” Replicò lui, senza preoccuparsi del tono
che stava usando.
In un attimo il volto di Mirtilla si trasfigurò. Era come se nessuno le
avesse mai chiesto una cosa del genere e sembrò altamente lusingata.
“Ooooh, è stato orribile!” Esclamò deliziata. “È successo proprio qui
dentro. Sono morta in questo cubicolo. Me lo ricordo così bene! Mi ero
nascosta perché Olive Hornby mi stava prendendo in giro per via degli
occhiali. La porta era chiusa a chiave e io stavo piangendo, quando ho
sentito qualcuno entrare. Diceva cose strane. Credo che parlasse
un’altra lingua. Era la voce di un ragazzo... E questo mi ha tratto in
inganno. E cosi ho aperto la porta per dirgli di andare nel bagno dei
maschi e subito dopo...” Qui la voce di Mirtilla assunse un’aria
d’importanza e il suo volto divenne raggiante, “...sono morta.”
“Ma in che modo?” Chiese Hermione.
“Non ne ho la più pallida idea!” Rispose Mirtilla in tono
confidenziale. “Ricordo solo di aver visto due immensi occhi gialli. È
stato come se tutto il mio corpo si fermasse e poi svanisse
galleggiando...” Guardò Potter con occhi sognanti. “Poi sono tornata!
Ero decisa a perseguitare Olive Hornby sotto forma di fantasma,
capisci? L’ho fatta pentire di avermi preso in giro per gli occhiali!”
“In che punto, esattamente, hai visto gli occhi?” Domandò Luna.
“Da quella parte.” Riferì Mirtilla, indicando vagamente verso lo
scarico di fronte al suo gabinetto.
I maghi si affrettarono a raggiungerlo, mentre Allock si teneva
indietro con un’espressione di terrore indicibile, sotto la minaccia di
Ron, che gli teneva puntata contro la sua bacchetta.
Harry si abbassò per osservare lo scarico. Lo esaminò centimetro per
centimetro, dentro e fuori, compresi i tubi sottostanti. Poi, d’un
tratto, lo vide: inciso su uno dei rubinetti di rame c’era un piccolo
serpente.
“Quel rubinetto non ha mai funzionato.” Commentò Mirtilla vivacemente
mentre lui cercava di aprirlo.
“Harry, di’ qualcosa in Serpentese.” Suggerì Gray.
Majutsu annuì, per poi sibilare un “Apriti!”
Il rubinetto brillò di una vivida luce bianca e prese a girare. Un
attimo dopo il lavandino cominciò a muoversi, sprofondando e
scomparendo alla loro vista, lasciando scoperto un grosso tubo, largo
abbastanza da lasciar passare un uomo.
“Beh… Questo conferma quanto abbiamo sempre pensato.” Fece Fred.
“Serpeverde doveva essere pazzo. Insomma, nascondere l’ingresso di un
luogo potenzialmente mortale in un bagno per ragazze? Avrebbe avuto più
senso nasconderlo dietro un quadro di se stesso…”
“Parleremo dei suoi gusti una volta che questa storia sarà finita.”
Rispose Harry, per poi andare a prendere Allock, portandolo vicino al
passaggio. “Natsu, tu comincia a scendere e preparati ad accogliere
lui.” Disse, ricevendo un assenso dal rosa, che saltò senza esitare.
“R-Ragazzi, a che cosa vi servirà tutto questo?” Balbettò il professore.
“Chiamiamola vendetta. Così capirà cos’hanno provato tutte le persone a
cui ha rubato i meriti.” Rispose Hermione, spingendolo e facendolo
cadere nel buco.
Tutti si voltarono a guardarla.
“Che c’è? Fossi al loro posto non l’avrei presa bene.”
“Beh… Hai appena buttato in un luogo potenzialmente mortale un
professore… Dobbiamo temere l’Armageddon?” Chiese George, usando lo
stesso termine del fratello.
“Non lo definisco più un professore nemmeno come titolo. Dovrei essere
pazza per farlo.”
Harry non riuscì a trattenere un sorriso, che scomparve subito,
sostituito dalla determinazione.
“Bene… allora andiamo anche noi!”
Dicendo ciò saltò giù, seguito subito dopo da tutti gli altri.
Fu come scivolare lungo una pista viscida e senza fondo. Videro altri
tubi diramarsi in tutte le direzioni, ma nessuno era grosso come il
loro, ripido, tutto curve e giravolte. Stavano sprofondando sotto il
livello della scuola, addirittura oltre quello dei sotterranei.
Poi, quando iniziarono a preoccuparsi di quel che sarebbe accaduto se
avessero toccato terra, il tubo tornò in piano e Harry fu catapultato
fuori con uno splash, atterrando sul pavimento bagnato di un buio
tunnel di pietra, abbastanza spazioso e alto da permettergli di stare
in piedi. Un po’ più in là, Allock si stava rialzando, coperto di melma
e pallido come un cencio, mentre Natsu lo teneva d’occhio. Harry si
fece subito da parte, mentre anche gli altri schizzavano fuori dal tubo.
“Dobbiamo trovarci a centinaia di metri sotto la scuola!” Esclamò Lucy,
senza riuscire a trattenere un po’ d’entusiasmo per essere in una zona
che probabilmente nessuno aveva visto da molti secoli, erede a parte.
“Probabilmente siamo sotto il lago.” Osservò Neville, perlustrando le
pareti nere e viscide.
Tutti e tre si voltarono a scrutare l’oscurità che gli si spalancava
davanti.
“Lumos!” Recitò Majutsu
alzando la bacchetta, che si accese. “Andiamo!” Continuò, per poi
avviarsi.
Il tunnel era così buio che riuscivano a vedere soltanto a pochi metri
dal naso, anche con l’aiuto delle fiamme di Natsu, che aveva lasciato
nuovamente a Ron il compito di tenere sott’occhio Allock.
“Appena sentite qualcosa muoversi…” Mormorò Luna a bassa voce mentre
procedevano con circospezione, “…ricordatevi di chiudere immediatamente
gli occhi. Sarebbe difficile trasportarvi a occhi chiusi con un mostro
alle calcagna.”
Tutti annuirono in silenzio, proseguendo e sobbalzando quando per
sbaglio Ron pestò il teschio di un topo.
Potter abbassò la bacchetta per ispezionare il pavimento, dove vide una
miriade di piccole ossa di animali.
“Harry, più avanti c’è qualcosa...” Avvertì Natsu annusando l’aria, per
poi aumentare l’intensità della fiamma e preparandosi a colpire.
Quel che videro li immobilizzò. Riuscivano a intravedere soltanto la
sagoma di qualcosa di immenso, tutto spire, steso di traverso nel
tunnel. Era immobile.
“Forse dorme.” Sussurrò terrorizzata Lucy, trattenendo il respiro e
voltandosi a guardare i suoi compagni. Allock si era coperto gli occhi
con le mani.
Tenendo gli occhi aperti solo quel tanto che gli consentisse di
vederci, Majutsu avanzò tenendo la bacchetta magica sollevata.
La luce si posò su una gigantesca pelle di serpente di un vivido color
verde fiele che giaceva arrotolata e vuota sul pavimento. La creatura
che l’aveva abbandonata doveva essere lunga almeno sei metri.
“Per la miseria!” Esclamò Ron con un filo di voce.
Dietro di loro qualcuno si mosse all'improvviso: a Gilderoy Allock si
erano piegate le ginocchia.
“In piedi!” Gli intimò il Weasley aspro, puntandogli contro la
bacchetta magica.
Allock si rialzò... E poi si lanciò su Ron, scaraventandolo a terra.
Tutti si girarono verso di lui, ma per loro sfortuna, non
sufficientemente veloci: il professore puntò la bacchetta appena
conquistata contro il suo proprietario, mostrando il suo consueto
sorriso smagliante.
“Qui si conclude l'avventura, ragazzi!” Annunciò. “Porterò su a scuola
un pezzetto di questa pelle, dirò che sono arrivato troppo tardi per
salvare la ragazza e che voi avete tragicamente perso il senno alla
vista del suo corpo straziato, tentando di attaccarmi al mio rifiuto di
portarvi in salvo. Vi farò avere una copia autografata del mio prossimo
libro. Ma per ora, dite addio ai vostri ricordi!” Sollevò in aria la
bacchetta rattoppata di Ron e gridò: “Oblivion!”
La bacchetta esplose con la forza di una bomba.
Harry si coprì la testa con le braccia e spiccò una corsa, scivolando
sopra le spire della pelle di serpente e cercando di schivare i grossi
massi che dal soffitto franavano fragorosamente a terra.
Un attimo dopo un’intera sezione del soffitto crollò, separando lui e
Neville dal resto del gruppo
“Ragazzi!” Chiamò, alzandosi e andando contro la nuova parete. “Tutto
bene?”
“Sì, stiamo bene!” Rispose Hermione. “Nessuno di noi è ferito. A parte
questo qui! La bacchetta gli ha fatto fare un bel volo!”
Si udì un tonfo sordo e un sonoro “Ahi!”, come se qualcuno avesse
mollato ad Allock un calcio sugli stinchi. Non che a Harry dispiacesse.
“E ora che cosa facciamo?” Chiese Ron disperato. “Non possiamo passare.
Ci vorrebbero secoli, anche con la vostra forza!”
Majutsu alzò lo sguardo sul soffitto del tunnel, dove si erano aperte
crepe enormi.
“No, meglio non provarci neppure. Rischieremmo di far crollare l’intera
struttura.”
Inoltre stavano solo perdendo tempo. Erano ore, ormai, che Ginny e
Happy si trovavano nella Camera dei Segreti.
Harry guardò Neville, che annuì.
“Voi aspettateci qui.” Disse lui. “Cercate di aprire un passaggio,
senza fare troppi danni. Se non siamo di ritorno fra un’ora, tornate
indietro a chiedere aiuto ai professori.”
“Sicuri?” Domandò Gray. “Sareste da soli…”
“Non preoccuparti per noi.” Replicò il bambino sopravvissuto.
“Salveremo Ginny e Happy, a qualsiasi costo!”
E senza dire altro, si avviarono lungo il tunnel, mentre i loro amici
iniziavano a darsi da fare.
Ben presto non sentirono più il rumore dei massi spostati dagli altri.
Superarono un’altra curva e poi un’altra ancora.
Harry vide che il suo compagno stava tremando, e non poteva dargli
torto. Lui riusciva a trattenersi solo grazie all’esperienza fatta a
Fairy Tail. Se non fosse cresciuto con loro, di sicuro si sarebbe
trovato nello stesso stato di Neville.
“Sii forte.” Gli disse. “È normale avere paura, ma non devi lasciare
che ti blocchi.”
“Come posso fare… Sono il più debole del gruppo… E non so usare
decentemente nemmeno la mia magia. Riesco a malapena a far crescere una
piantina.”
“Sei riuscito a resistere a mesi di tortura, sei molto più forte di
quanto credi. E in più, ora sei un mago di Fairy Tail. E nessun mago di
Fairy Tail è debole.”
Paciock lo guardò, per poi deglutire e annuire.
Si fermarono dopo un’ennesima curva, dove si trovarono di fronte a una
parete su cui erano scolpiti due serpenti attorcigliati, che al posto
degli occhi avevano due grandi smeraldi scintillanti.
Harry si avvicinò e sibilò di nuovo “Apriti!”.
I serpenti si sciolsero dal loro groviglio e la parete cominciò a
spalancarsi, dividendosi in due metà.
Armandosi di tutto il loro coraggio, i due Grifondoro entrarono.
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E così la battaglia dentro la Camera dei Segreti sta finalmente per
avere inizio, con Neville al fianco di Harry!
Dopo Erza pietrificata, ecco qui il secondo dei tre colpi di scena che
l'ultima parte del secondo libro ci riserverà. Per l'ultimo, dovrette
attendere il capitolo 41 ù.ù
Al prossimo capitolo, con Harry & Neville VS Tom Orvoloson Riddle!
40: Tom Orvoloson RiddleCapitolo 40: Tom Orvoloson Riddle
Si
ritrovarono nell’ingresso di una sala molto lunga, debolmente
illuminata da delle torce di antica fattura, le quali sembravano non
aver risentito del passare degli anni. Pilastri di pietra torreggianti,
formati da altri serpenti avvinghiati, si levavano fino al soffitto,
perdendosi nel buio e gettando lunghe ombre nere nella strana oscurità
verdastra che avvolgeva il luogo.
Tenendo le bacchette alzate, i due maghi avanzarono lentamente, attenti
a qualsiasi cosa minacciasse di muoversi.
Quando finalmente giunsero all’ultima coppia di colonne, si ritrovarono
davanti una statua alta fino al soffitto. Dovettero piegare indietro il
collo per riuscire a intravedere il volto gigantesco che lo sovrastava:
era il volto antico e scimmiesco di un vecchio mago, con una lunga
barba che gli arrivava quasi fino all’orlo della veste scolpita, lunga
fino a terra, e due enormi piedi grigi che poggiavano sul pavimento
levigato della stanza. E alla sua base c’era una figura dai capelli blu
sdraiata a terra.
“Happy!” Urlarono i due, raggiungendolo di corsa.
“Happy, per favore, rispondi!” Esclamò Harry, sollevandogli la testa e
verificando che ci fosse ancora battito.
“Oh, è ancora vivo.” Informò una voce suadente alle loro spalle. “Ma
solo perché mi serve ancora.”
I due si girarono, ritrovandosi a guardare Ginny.
“C-Come… non ti abbiamo vista…” Disse sorpreso Neville.
Majutsu invece la guardò serio. “Chi sei?” Chiese.
“Ginny Weasley.”
“No.” Replicò il moro. “Non sei lei.”
La rossa lo guardò impassibile per qualche secondo, per poi scoppiare a
ridere. “Capisco… immaginavo avresti reagito così.”
Poi, senza alcun preavviso, Ginny cadde a terra, lasciando dietro di sé
quello che sembrava il fantasma di un ragazzo, solo molto più vivido
dei soliti spettri che giravano per il castello, tanto che era a
malapena trasparente.
Majutsu fu costretto a lasciare cadere a terra la bacchetta per
prendere al volo la ragazza.
“Mi… mi dispiace…” Mormorò lei, prima di chiudere gli occhi.
“Ginny! Ginny, rispondimi!” Chiamò lui, ignorando il fantasma, che si
abbassò per raccogliere la bacchetta che era scivolata ai suoi piedi.
“Uhm… sì, molto simile alla mia, proprio come speravo.” Osservò, mentre
Harry poggiava la ragazza affianco a Happy.
“C-Cosa gli hai fatto?” Domandò Neville, cercando di ignorare la sua
paura.
“Oh, nulla che voi non possiate immaginare. L’ho posseduta per tutto
l’anno scolastico, risucchiandone pian piano la vita. Ancora pochi
minuti e tutta la sua essenza vitale sarà mia, rendendomi così reale.”
“Non sei un fantasma, vero?” Fece Harry, guardandolo truce.
“No, direi proprio di no. Sono un ricordo.”
“Un… Un ricordo?” Ripeté sorpreso Paciock.
“Un ricordo… di nome Tom Riddle.” Rispose il ragazzo, facendo sgranare
gli occhi ai due maghi.
“Il proprietario del diario…”
“Esatto. Il diario che la piccola Weasley ha trovato mesi fa, e su cui
ha cominciato stupidamente a scrivere.”
“Tu-”
“Era tanto che aspettavo questo momento, Harry Potter.” Lo interruppe
Riddle. “Il momento di incontrarti. Di parlarti.”
“Oh, come mai questo desiderio? Cosa può mai volere da me un ragazzo
vissuto cinquant’anni fa?”
“Risposte.”
“Allora prima rispondi a questa domanda: come hai fatto a ridurre Ginny
in questo stato tramite un diario?”
Riddle sorrise. “Questa sì che è una domanda interessante.” Disse con
tono amabile. “Ed è anche una storia molto lunga. Suppongo che la
principale ragione dello stato in cui si trova Ginny è che ha aperto il
suo cuore a un estraneo invisibile, rivelandogli tutti i suoi segreti.”
“È una ragazzina. Direi che non è poi troppo anormale che decida di
scrivere un diario, ma ancora non vedo il nesso.”
“Vero… ma dimentichi che non tutti sono come te, Majutsu di Fairy Tail.”
Harry sgranò gli occhi. “Come-?”
“Ad ogni modo, la piccola Ginny ha passato mesi a scrivere sopra il mio
diario fiumi di parole, raccontandomi tutte le sue lacrimevoli
preoccupazioni e angosce: che i suoi fratelli la prendono in giro, che
è dovuta venire a scuola con abiti e libri di seconda mano, che...” E
qui gli occhi di Riddle mandarono un lampo “...non pensava di piacere
al famoso, al bravo, al grande Harry Potter...”
Durante tutto il discorso, gli occhi del ricordo non avevano mai
abbandonato quelli di Harry, ignorando totalmente Neville.
“È stata una gran noia dover stare a sentire gli sciocchi, piccoli,
turbamenti di una ragazzina di undici anni.” Proseguì. “Ma sono stato
paziente. Le ho risposto, sono stato comprensivo, sono stato gentile. E
lei mi adorava. ‘Nessuno mi ha mai
capito come te, Tom... Sono così felice di avere questo diario a cui
confidarmi... è come avere un amico da portare sempre con me in
tasca...’. Modestia a parte, Harry, ho sempre avuto il dono di
affascinare le persone di cui avevo bisogno. Così, Ginny mi ha schiuso
la sua anima, e la sua anima era esattamente quella che io volevo. Mi
sono alimentato delle sue paure più profonde, dei suoi segreti più
oscuri, che mi hanno reso sempre più forte. Sono diventato potente,
molto più potente della piccola Ginny Weasley. Abbastanza da cominciare
a raccontarle qualcuno dei miei segreti, da cominciare a riversare un
po’ della mia anima nella sua...”
“E immagino che Tobi abbia dato il suo contributo, non è vero?”
“Oh, vero. Quel ninja mi è stato molto utile. Sono rimasto sorpreso che
mi abbia contattato a colpo sicuro. Dopotutto, erano solo poche
settimane che Ginny aveva cominciato a scrivere sul diario, troppo
presto perché io riuscissi a prendere il controllo del suo corpo… ma,
fortunatamente, Tobi ha demolito le sue barriere mentali, permettendomi
così di controllarla totalmente. Poverina, non se n’è nemmeno resa
conto, all’inizio.”
“Quindi era lei… era lei la persona con cui parlava!” Esclamò Neville.
“Già. E tu invece sei stato la nostra fonte d’informazioni. Klaun,
d’altra parte…” Tom scoppiò a ridere. “Lui è senza dubbio un
eccezionale mago, e non è facile che io riconosca una cosa del genere
verso qualcuno che non sia io, ma i suoi poteri mi hanno affascinato…
come i tuoi, Harry.”
“Cosa intendi dire?”
“Non fare il finto tonto. Tu hai aperto per primo il passaggio tra due
mondi separati tra di loro. Tu sei stato il primo a sviluppare una
magia diversa dalla nostra. E tu…” Riddle sorrise. “Oh, ora che
finalmente ti vedo di persona mi è tutto chiaro.”
“Cosa vuoi dire?”
“Da quando Ginny mi ha raccontato di te, mi sono sempre chiesto una
cosa: com’è potuto accadere che un neonato senza alcun particolare
talento magico sia riuscito a sconfiggere il più grande mago di tutti i
tempi? Come hai fatto a cavartela solo con una cicatrice, mentre i
poteri di Lord Voldemort sono andati distrutti?”
“Immagino fortuna.”
“Oh, quella è stata una parte, è vero. Ma vedi… ora ho compreso che
Lord Voldemort è stato fortunato nella sua sfortuna.”
Potter chiuse una mano a pugno. “Che cosa vuoi dire?”
“Allora non lo sai proprio, eh?” Replicò il ricordo. “Beh, immagino che
solo un suo simile possa sentirlo. Ad ogni modo, questo non cambia i
miei piani. Ti ucciderò qui, Harry Potter. È un prezzo che sono sicuro
che pagherò volentieri.”
“D-Di cosa stai parlando? C-Credevo che l’obiettivo dell’erede fosse
q-quello di eliminare tutti quelli non purosangue!”
“Oh, e lo è ancora, Paciock. Ma vedi… prima voglio vendicarmi.”
“E di che cosa? Non mi pare di averti mai incontrato prima!” Rispose
Harry.
“Ne sei sicuro? Erza lo ha capito subito… tu davvero non ci arrivi? Mi
chiedo come abbia fatto Lord Voldemort a perdere contro di te un anno
fa… beh, immagino sia stato a causa della mancanza di un corpo.”
“Perché sei così interessato al mio legame con quell’assassino?
Voldemort è vissuto dopo di te.”
Riddle sorrise nuovamente. “Voldemort…” Disse lentamente. “…è il mio
passato, il mio presente e il mio futuro.”
Il ragazzo alzò la bacchetta di Harry e cominciò a rotearla in aria,
tracciando tre parole scintillanti.
TOM ORVOLOSON RIDDLE
Poi la agitò di nuovo, e le lettere del suo nome si disposero in un
ordine diverso.
SON IO LORD VOLDEMORT
I due maghi di Fairy Tail sgranarono gli occhi.
“Vedete? Era un nome che già usavo a Hogwarts, ma naturalmente solo con
i miei più fidati amici. Non potevo certo usare per sempre quello
sporco nome da Babbano di mio padre, no? Io, che da parte di mia madre
ho il nobile sangue di Salazar Serpeverde? Io, chiamarmi con il nome di
uno stupido Babbano qualunque, che mi aveva abbandonato ancor prima che
nascessi solo perché aveva scoperto che sua moglie era una strega? No,
non potevo! Mi sono creato un nuovo nome, uno che, quando fossi
diventato il più grande stregone di tutti i tempi, al solo pronunciarlo
avrebbe fatto tremare tutti i maghi della terra!” “Incendio!” Urlò Neville.
Riddle si spostò leggermente per evitare l’incantesimo, mentre Harry si
voltò a guardare sorpreso il compagno, che stava tremando e fissava il
suo avversario con occhi pieni di rabbia.
“Tu… Sei tu il responsabile di tutto…” Mormorò lui. “Tutto questo… è
tutta colpa tua!”
Tom lo guardò impassibile.
“Sei tu ad aver messo insieme quel gruppo di pazzi!” Continuò a inveire
Paciock. “Tu… Tu e solo tu… Sei stato tu a dare tutto quel potere a
lei…”
“Neville-” Fece Harry, venendo subito interrotto.
“È colpa tua se i miei genitori sono stati torturati fino alla follia!”
Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo l’ultimo arrivato a Fairy
Tail, mentre dalla bacchetta cominciava a uscire una luce, che venne
presto sostituita da un’altra sfera di fuoco, che s’infranse contro una
barriera evocata prontamente dal giovane Voldemort.
“Oh, quindi è questo ciò che Tobi ti ha fatto rivivere.” Commentò
divertito. “Patetico. Io non vedevo l’ora di uccidere mio padre. E sono
sicuro che è stata una delle prime cose che ho fatto una volta finita
la scuola.”
Harry e Neville restarono al loro posto a osservarlo.
“Sei un essere spregevole. Lo sei sempre stato. E Silente ti aveva
inquadrato subito, vero?”
“Un piccolo ostacolo per il più grande mago di-”
“Non è vero.” Lo interruppe Neville.
“Non è vero cosa?” Chiese Riddle.
“Non sei il più grande mago di tutti i tempi.” Continuò Majutsu.
“Conosco molti maghi che sarebbero più che capaci e felici di
cancellarti dall’universo. E in questo mondo il più grande mago è Albus
Silente. Tutti lo dicono: anche quando eri forte, non hai mai osato
prendere il potere a Hogwarts. Silente, ancora oggi, ti fa paura e
ovunque tu sia continui a nasconderti da lui.”
Il sorriso scomparve subito dal volto di Tom.
“Tuttavia è bastato il ricordo di me a cacciare Silente da questo
castello!” Sibilò.
“Non credere che se ne sia andato come pensi!” Ribatté Harry. “Forse
sarò ancora immaturo sotto molti punti di vista, ma so benissimo che
non basta allontanare una persona per farla sparire! I suoi
insegnamenti continuano la loro opera anche se non è presente!”
In quel momento, da qualche parte, una musica risuonò tra le pareti
della Camera. Harry alzò lo sguardo, riconoscendo quella melodia.
La musica raggiunse un volume così alto che tutti la sentirono vibrare
dentro la cassa toracica. Fu allora che, sulla sommità della colonna
più vicina, eruppe una fiamma. Apparve un uccello vermiglio delle
dimensioni di un cigno, che riempiva la stanza del suo canto arcano,
fino alle volte del soffitto. Aveva una coda d'oro scintillante, lunga
quanto quella di un pavone, e due artigli, anche quelli d'oro lucente,
tra cui stringeva un fagotto cencioso.
Un attimo dopo volò in direzione di Neville e Harry, lasciando cadere
ai loro piedi l’involto stracciato, per poi atterrare pesantemente
sulla spalla di Majutsu, ripiegando le grandi ali e smettendo di
cantare. Immobile e tiepido, sfiorava la guancia del giovane con il
becco, fissando Riddle.
“Fanny?” Fece lui, per poi sorridere. “Grazie.”
“È una fenice...” Commentò Riddle restituendo all'uccello uno sguardo
scaltro, mentre Neville ammirava la creatura.
Poi il suo sguardo cadde sul fagotto, che ora si mostrava per quello
che era.
“Quello è il vecchio Cappello Parlante.” Notò Tom, per poi cominciare a
ridere: fu una risata così forte che tutta la stanza buia ne risuonò,
come se a ridere fossero dieci Riddle. “Questo è l’aiuto che vi manda
Silente? Un uccello canterino e un vecchio cappello? Immagino vi
sentiate coraggiosi ora, vero?”
Harry non rispose. Non capiva bene di quale utilità potesse essergli il
Cappello Parlante, ma la fenice di certo era un prezioso alleato, e se
aveva portato con sé quell’antico manufatto magico doveva aver avuto i
suoi buoni motivi.
“Molto bene allora!” Esclamò il giovane Voldemort. “Ci siamo già
incontrati due volte… nel tuo passato e nel mio futuro. E per due volte
non sono riuscito a ucciderti. Ora rimedierò a questa macchia.”
Detto ciò cominciò ad allontanarsi, per poi fermarsi tra le due immense
colonne e guardare in alto, verso il volto di pietra di Serpeverde, che
lo sovrastava nella semioscurità. Riddle spalancò la bocca, e ne uscì
un sibilo.
Neville sentì solo una serie di sibili, mentre Harry comprese
perfettamente quelle parole. “Parlami, Serpeverde, tu che
sei il più grande dei Quattro di Hogwarts!”
I due ragazzi alzarono lo sguardo verso la statua, mentre Fanny si
dondolava sulla spalla del moro.
Il gigantesco volto di pietra di Serpeverde si mosse, per poi
cominciare a spalancare la sua bocca, finché non divenne un immenso
buco nero.
E dentro la bocca qualcosa si mosse. Qualcosa risaliva strisciando
dalle profondità delle sue viscere di pietra.
“Chiudi gli occhi!” Urlò Majutsu al compagno, che obbedì
immediatamente, per poi eseguire anche lui il suo stesso ordine, mentre
Fanny si alzò in volo.
Qualcosa di pesante cadde con un tonfo sul pavimento di pietra.
Non potevano vederlo, ma entrambi si stavano immaginando senza alcuna
difficoltà il serpente gigantesco srotolarsi dalla bocca di Serpeverde.
Poi udì il sibilo di Riddle: “Uccidili!”
Il Basilisco strisciò verso Harry; il ragazzo sentiva il suo corpo
massiccio scivolare pesantemente sul pavimento polveroso. Con gli occhi
ancora ben chiusi, cominciò a correre di lato, alla cieca, aiutandosi
con le mani per trovare la strada, mentre Riddle rideva.
Fu allora che sopra di loro si sentì un sibilo lacerante, poco prima
che qualcosa di molto pesante colpisse in pieno Majutsu, schiacciandolo
contro la parete, per poi lasciarlo cadere a terra.
Il ragazzo evocò subito la sua spada, pronto a vendere a caro prezzo la
sua vita.
Tuttavia, il sibilo si fece sempre più furibondo e qualcosa si dibatté
violentemente fra le colonne.
Dopo aver mosso la spada di fronte a lui, Potter decise di tentare un
azzardo, e lentamente, aprì gli occhi quel tanto che bastava per dare
un’occhiata alla scena, cominciando a guardare sul pavimento, per poi
spostare piano piano lo sguardo verso l’alto.
L'immenso serpente dal lucente corpo verde fiele, grosso come il tronco
di una quercia, si era rizzato e la sua grossa testa massiccia
ondeggiava fra le colonne, come se fosse ubriaco. Harry tremava: non
appena il mostro si fosse girato era pronto a richiudere gli occhi; ma
proprio in quel momento vide cos’era stato a distrarlo. Fanny gli
volteggiava sopra la testa, e il Basilisco cercava furiosamente di
addentarla con le zanne lunghe e sottili come sciabole.
La fenice scese in picchiata. Il suo lungo becco d'oro scomparve e un
attimo dopo un torrente di sangue nero schizzò sul pavimento. Il
serpente menava colpi con la coda; mancò di poco Harry, e prima che il
ragazzo facesse in tempo a chiudere gli occhi si voltò. Majutsu lo
fissò e vide che la fenice gli aveva perforato un occhio; il sangue
colava a fiotti sul pavimento e il mostro, agonizzante, sputava. Solo
allora notò la cicatrice sull’altro occhio, e comprese che quella era
invece opera di Erza. “No!” Harry udì Riddle
gridare. “Lascia perdere l’uccello!
Lascia perdere l’uccello! Il ragazzo è dietro di te! Puoi ancora
fiutarlo! Uccidilo!”
Il serpente accecato si dimenò, confuso, ma ancora micidiale. Fanny gli
volteggiava sopra la testa: aveva ripreso a cantare la sua arcana
melodia, colpendo il naso squamoso del mostro che continuava a
sanguinare dall’occhio trafitto.
Majutsu sorrise. “Quindi ora si tratta di pura forza bruta, eh?”
Commentò, alzando la spada. “Questo rende tutto più facile!”
Per tutta risposta il serpente si avventò contro di lui, che lo evitò
saltando di lato. Si portò però un braccio attorno al petto,
lasciandosi sfuggire un grugnito di dolore. “Tsk… quel colpo era più forte
di quanto credessi…” Pensò, per poi riprendere subito a correre,
guardando di sfuggita Neville, che dopo la sua precedente frase aveva
riaperto gli occhi, e ora osservava spaventato la scena.
Solo allora lo sguardo di Paciock cadde sul Cappello Parlante, che dopo
il dimenarsi del Basilisco era finito a pochi passi da lui. Non capì
mai il perché, ma sentì qualcosa dentro di lui che lo intimava a
prenderlo e indossarlo, e vi obbedì senza pensarci.
“Ti prego, aiutami!” Esclamò ad alta voce, attirando lo sguardo di
Riddle, che sorrise.
“Credi davvero che uno stupido vecchio cappello possa aiutarti? Sei
davvero ridicolo.”
Neville chiuse le mani a pugno, ripetendo ancora la sua supplica. Il
cappello non rispose, ma si contrasse, come strizzato da una mano
invisibile.
Un oggetto duro e pesante cadde sulla testa di Neville, facendolo quasi
svenire. Tramortito, afferrò il cappello per la punta per sfilarselo
dalla testa, ma sentì qualcosa sotto le mani. Paciock lo guardò
sorpreso, per poi tirare fuori una spada d’argento lucente, con
l’impugnatura tempestata di rubini grossi come un uovo.
Harry lo guardò incredulo mentre sollevava l’arma con espressione
meravigliata. Anche Riddle osservò sorpreso quell’inaspettato evento,
per poi voltarsi di colpo verso il Basilisco, con occhi pieni d’ira. “Ammazza il ragazzo! Lascia
stare l’uccello! Il ragazzo è dietro di te! Annusa... fiuta!”
Harry si voltò immediatamente a guardare il serpente, pronto al
combattimento. La testa del Basilisco ciondolava, il corpo si
afflosciava e si attorcigliava, sbattendo contro i pilastri. Potter
vide le immense cavità di quelli che erano stati i suoi occhi, vide la
sua bocca spalancarsi tanto da inghiottirlo tutto intero, mostrando una
fila di denti lunghi come una spada, sottili, lucidi e velenosi.
La creatura millenaria fece un balzo in avanti, alla cieca. Harry lo
schivò, facendolo sbattere contro la parete. Quello fece un altro balzo
e la sua lingua biforcuta sferzò il fianco del ragazzo.
Il Basilisco scattò di nuovo, dritto contro di lui. Allora Majutsu
prese lo slancio e gli conficcò la spada nel palato fino all’elsa.
Mentre il sangue caldo gli inzuppava le braccia, avvertì un dolore
lancinante poco sopra al gomito. Una lunga zanna velenosa si stava
conficcando sempre più a fondo nel suo braccio e si spezzò quando il
Basilisco si rovesciò sul fianco e ricadde a terra con uno spasimo.
Allontanatosi, Harry si afflosciò lungo la parete dopodiché afferrò la
zanna che gli spargeva veleno in corpo e se la strappò dal braccio. Ma
era tardi, lo sapeva. Lento, ma inesorabile, un dolore incandescente
s’irradiava dalla ferita. Mentre lasciava cadere il frammento di zanna
e guardava il suo stesso sangue inzuppargli i vestiti, gli si annebbiò
la vista. La stanza si dissolse in un turbinio di colori opachi.
Davanti agli occhi vide una macchia scarlatta e udì accanto a sé un
lieve sbattere di ali.
“Fanny?” Aveva la lingua impastata. “Sei stata bravissima, Fanny... Ma
ora aiuta Neville…” Sentì l'uccello posare la sua splendida testa nel
punto in cui era stato ferito dalla zanna del serpente.
Il Basilisco si rialzò, con la spada ancora conficcata nella bocca.
“Che peccato… sembra che tu non sia riuscito a ferirlo mortalmente… e
ora lui finirà te!” Esclamò Riddle.
Fu in quel momento che qualcosa di verde lo superò, dirigendosi verso
il serpente gigante.
Sbucato fuori dal nulla, un rampicante raggiunse la creatura, portando
su di sé Neville, che si lanciò contro la testa del Basilisco,
trafiggendola con la spada che aveva appena ottenuto.
Il serpente lanciò un sibilo, per poi cadere pesantemente a terra,
scagliando il Grifondoro e la sua spada qualche metro più in là e
mandandolo a sbattere contro una colonna, dove perse i sensi.
Harry riuscì a malapena a guardare la scena, per poi sorridere. “Almeno… lascerò qualcuno in
grado di prendere il mio posto…” Pensò amaramente, mentre
un’ombra scura gli si parava davanti.
“Sei spacciato, Harry Potter.” Disse dall’alto la voce di Riddle.
“Sarete pure riusciti a uccidere il mio Basilisco, ma per voi è
finita... Anche la fenice di Silente lo sa. Vedi cosa fa, Potter?
Piange.”
Majutsu sbatté le palpebre. La testa di Fanny si sfocava e si rimetteva
a fuoco davanti ai suoi occhi. Grosse lacrime perlacee scorrevano sulle
penne lucenti dell'uccello, andando a finire sulla sua ferita.
“Ora mi siedo qui e ti guardo morire, Harry Potter. Fai con comodo. Io
non ho fretta. Dopo mi divertirò con il tuo amico.”
Harry si sentiva intorpidito. Gli pareva che tutto girasse intorno.
“Quindi questa è la fine del famoso Harry Potter.” Continuò la voce
lontana del ricordo. “Nella Camera dei Segreti, sconfitto finalmente
dal Signore Oscuro che così incautamente ha osato sfidare. Presto
rivedrai la tua amata madre mezzosangue, Harry... Ti ha regalato dodici
anni di vita... ma Lord Voldemort ti ha preso, alla fine, come ben
sapevi che sarebbe successo.”
“… ritiralo…” Mormorò il ragazzo.
“Come?”
“Ritira… quanto hai detto…”
“Oh, gli ultimi momenti di coraggio, Potter?”
Majutsu al contrario sentiva le forze tornare in lui, come se il veleno
e il colpo non lo avessero mai raggiunto.
“Per essere uno che si da tante arie… stai dimenticando una cosa
fondamentale…”
“Ovvero?”
Harry spalancò del tutto gli occhi. “Che le lacrime di una fenice hanno
poteri curativi senza pari!” Dichiarò, alzando una mano verso di lui e
facendolo volare dall’altra parte della stanza.
Riddle lo guardò incredulo, mentre la bacchetta gli scivolava di mano e
rotolava lontano.
Majutsu si voltò verso Neville, il quale si stava rialzando con l’aiuto
della spada, dopo che Fanny l’ebbe raggiunto.
“Come… Come ho potuto dimenticarmi di una cosa del genere…?” Balbettò
Tom, guardandoli.
“Voi cattivi tendete sempre a sottovalutare gli altri.” Rispose Harry.
“È per questo che anche undici anni fa hai fallito. Hai sottovalutato
il potere dell’amore che i miei genitori provavano verso di me. Mi fai
pena, Tom. Un ragazzo come te… che non riesce neppure a comprendere le
cose basilari del mondo.”
“Non mi fare la predica, Potter. Io ho trovato molti modi per
sopravvivere, anche al tuo cosiddetto potere dell’amore. Non potrai mai
sconfiggermi definitivamente!”
“Questo è da vedere.”
“Beh, prima devi uscire da qui… e anche se ci riuscissi, per te non
cambierebbe molto.”
Majutsu lo fissò curioso. “Cosa vuoi dire?”
“Credi che io sia l’unico alle tue calcagna? Oh, non contarci… essere
famoso in due mondi non è un gran vantaggio… Gerard non vede l’ora di
parlare con te.”
“Gerard?!” Esclamò Majutsu, sorpreso di sentire quel nome da una
persona che non avrebbe mai potuto esserne a conoscenza.
“Ha grandi progetti per voi maghi di Fairy Tail… Il paradiso non sarà
un grande affare per voi.”
“Beh, non sarà un grande affare per noi…” Ripeté una voce, che fece
girare entrambi verso Neville, il quale si era diretto da Ginny e
Happy; ora teneva la spada, ancora macchiata del sangue e del veleno
del basilisco, sopra il diario di Tom. “Ma tu di certo non ti ci
avvicinerai nemmeno lontanamente!”
Prima che Voldemort potesse dire o fare qualcosa, il Grifondoro calò la
spada con tutte le sue forze, trafiggendo in pieno il diario.
Si udì un grido prolungato, terribile, penetrante. L’inchiostro sgorgò
dal libretto a fiotti, inondando il pavimento. Riddle si dimenava e si
contorceva, urlando e dibattendosi, per poi scomparire nel nulla,
facendo cadere il silenzio. Un silenzio che sovrastava tutto, tranne
per un piccolo sfrigolio proveniente dal diario, che si stava
corrodendo con il veleno del Basilisco.
Tremando per la tensione, Neville estrasse la spada, mentre Harry si
rialzava, per poi andare a recuperare la sua arma dalla bocca del
Basilisco, facendola sparire subito.
Solo allora Ginny aprì gli occhi, subito raggiunta da Neville, che la
aiutò a mettersi seduta.
“Che cosa… Che cos’è successo?” Domandò, per poi vedere la carcassa del
serpente gigante e Majutsu, i cui vestiti si erano macchiati con il
sangue uscito dal braccio, poi il suo sguardo si fermò sul diario poco
lontano.
“Io… è stata tutta colpa mia…” Mormorò, voltandosi a guardare Happy, il
quale nel frattempo era stato raggiunto dal moro, che gli lanciò un
incantesimo di cura per fargli riprendere i sensi, conscio che con le
sue abilità non avrebbe potuto fare nulla di più.
“Tranquilla, è tutto finito. Il complotto di Tobi e Tom è giunto
veramente alla fine. Il suo diario non potrà più farti alcun danno.”
Cercò di calmarla Neville.
“Ma io… io non sono riuscita a resistergli… Ho fatto del male… a un
sacco di persone… io… io sono un mos-”
“No!” Urlò Harry, girandosi di colpo per guardarla. “Tu non hai fatto
nulla. Non eri in te. L’unico mostro era Tom. Lo è sempre stato… Non
era il Basilisco il mostro della Camera… era lui.”
“C-Cosa mi sono perso, aye?” Chiese Happy, mettendosi seduto e
guardando i tre. “E dove siamo?”
Harry non riuscì a trattenere una risatina.
“È una storia molto lunga Happy… Forza, è meglio raggiungere gli altri.
Non vorrei che Natsu cominciasse a demolire la scuola per raggiungerci.”
“N-Natsu? Anche lui è qui?” Domandò impaurita la ragazza.
“Ehi, tranquilla. Natsu non ti farà nulla.” Disse subito Majutsu,
intuendo i suoi pensieri.
“M-Ma le sue fiamme… mi fanno paura…”
A quella frase i tre maghi di Fairy Tail sgranarono gli occhi.
“Quindi… tu sai tutto, vero?”
“Io… Io non volevo… ma le ultime volte, ho cominciato a ricordare ciò
che diceva e vedeva Tom quando mi usava… Erza!” Ricordò all’improvviso.
“Erza sta bene?”
“Pietrificazione a parte, sì.” Disse Harry, mentre Fanny si fermò in
volo davanti all’uscita della camera.
“Mi cacceranno dalla scuola!” Singhiozzò Ginny, mentre Paciock la
aiutava a rimettersi in piedi. “E pensare che non vedevo l’ora di
venire a Hogwarts fin da quando c’era Bill, e ora dovrò andarmene...
c-che cosa diranno papà e mamma?”
“Sono sicuro che non verrai espulsa.” Le disse Neville. “Non hanno
espulso me, quando un pazzo con il mio aspetto voleva distruggere il
mondo, e tu eri in una situazione più o meno identica alla mia.”
Harry recuperò il Cappello Parlante, poi i quattro si avviarono lungo
il tunnel, sentendo la porta della Camera dei Segreti chiudersi alle
loro spalle, probabilmente in maniera definitiva, visto che la creatura
al suo interno era stata finalmente sconfitta.
Percorrevano ormai da qualche minuto la galleria avvolta nell’oscurità
quando sentirono in lontananza un rumore di massi spostati.
“Ehi!” Gridò Majutsu affrettando il passo. “Ginny e Happy stanno bene!
Siamo tutti qui!”
“Happy!” Chiamò la voce di Natsu, seguita dal rumore di diverse pietre
che venivano spostate di colpo.
In pochi secondi, Salamander li raggiunse, subito seguito dal resto del
gruppo.
“Ginny!” Esclamarono assieme i fratelli Weasley. “Sei viva!”
Cercarono di abbracciarla, ma la ragazza si allontanò singhiozzando.
“Sembra che stiano tutti e due bene.” Fece Hermione, sospirando di
sollievo, per poi guardare Harry e Neville. “Che cosa è successo? Mi
sembrate alquanto malconci. Soprattutto tu, Harry.”
Majutsu sorrise. “È una lunga storia… ma diciamo che abbiamo mandato
Voldy nuovamente all’altro mondo.”
“Voldy?” Ripeterono i gemelli, per poi scoppiare a ridere. “Questa non
l’avevamo ancora sentita! Un soprannome azzeccato direi!”
“Soprattutto perché era lui in versione studente.” Spiegò Neville,
alzando la spada. “E ho avuto il piacere di dargli il colpo di grazia.”
Tutti si voltarono a guardarlo, ammirando meravigliati l’arma.
“Distribuiscono spade gratis?” Chiese Gray, per poi notare il Cappello
Parlante in mano a Harry. “E quello come diamine è finito qui?”
“Fanny.” Rispose semplicemente l’altro moro, indicando la fenice con la
testa. “Ora però è meglio tornare su… preferisco mettere più distanza
possibile tra noi e questo posto. Dov’è quella sottospecie di
professore?”
Potter guardò i suoi compagni, notando su tutti un’espressione
soddisfatta.
“Diciamo che il karma l’ha sistemato a dovere.” Fece Lucy, ridacchiando.
“Eh? Cosa gli avete fatto?” Domandò Happy. “Anzi, perché è quaggiù,
aye?”
“Noi? Assolutamente nulla. È questo il bello!”
Il gruppo si avviò verso il tunnel da cui era arrivato, trovando ai
suoi piedi Gilderoy Allock, che stava canticchiando placidamente fra sé
e sé.
“Ha perso la memoria.” Spiegò Ron. “L’incantesimo di memoria ha avuto
un effetto boomerang. Ha colpito lui, anziché noi. Non ha la più
pallida idea di chi sia, di dove si trovi, o di chi siamo noi. La
bacchetta è andata distrutta, però direi che è magnifico vederlo in
questo stato”.
Allock li guardò tutti con aria amabile. “Salve.” Disse. “Strano posto,
non vi pare? E voi, abitate qui?”
“No.” Rispose pacata Luna. “È un po’ troppo buio per viverci, anche se
qui difficilmente ci potrebbe disturbare qualcuno.”
Harry si chinò e guardò su per il tubo lungo e buio.
“C-Come faremo a risalire?” Chiese tremante Ginny.
“Uhm… temo dovremmo chiedere un aiuto a Fanny.” Rispose Majutsu,
voltandosi a guardare la fenice, che stridette, per poi abbassare una
delle penne della sue coda, in modo che potessero toccarla.
“Perfetto! Il viaggio tramite fenice è sempre comodo!” Esclamò
entusiasta Natsu, avvicinandosi assieme agli altri.
“Addio, Camera dei nostri stivali!” Dissero i gemelli, per poi venire
avvolti dalle fiamme, che oscurarono la loro vista.
Quando tornarono a vedere, si ritrovarono nell’ufficio della
professoressa McGranitt, che li osservò incredula, imitata dai coniugi
Weasley e da un tranquillo Silente.
--------------------- E finalmente ecco qui il capitolo della battaglia!
Wow, ben 11 recensioni per lo scorso capitolo... il quale è così
diventato il mio capitolo di maggior successo in assoluto! Grazie mille
a tutti!
Allora, che ve ne è pare? Ha mantenuto le vostre aspettative? Non è
stata
proprio una battaglia facile facile, e spero che Neville abbia fatto il
suo effetto XD.
Bene... e ora, il secondo libro è finalmente agli scoccioli (ancora un
solo capitolo), dopodiché... il paradiso arriverà! Chi ha capito può
cominciare a fare tutte le ipotesi che vuole, basta che non spoileri
nei commenti XD
Capitolo 41 *** Il nuovo incarico di Dobby! Ritorno a Fiore! ***
41: Il nuovo incarico di Dobby! Ritorno a Fiore!Capitolo 41: Il nuovo incarico di
Dobby! Ritorno a Fiore!
Per un attimo
regnò il silenzio, mentre i membri di Fairy Tail più Allock e Ginny
restarono sulla soglia della porta, tutti sporchi e infangati e (come
nel caso di Harry) insanguinati. Si udì un grido.
“Ginny!”
Era la signora Weasley, che per tutto quel tempo doveva essere rimasta
seduta, in lacrime, davanti al camino. Balzò in piedi, seguita dal
marito, e insieme si precipitarono dalla figlia.
Ma Majutsu guardò oltre. Silente era in piedi accanto al camino, chino
sulla professoressa McGranitt che ansimava premendosi il petto. Fanny
si alzò in volo sfiorando l’orecchio di Harry e andò ad appollaiarsi
sulla spalla dell’anziano mago.
“Me l’avete salvata! Me l’avete salvata! Come avete fatto?” Esclamò
Molly, guardando i maghi con le lacrime agli occhi.
“Credo… Credo che tutti noi vorremmo saperlo.” Fece la McGranitt con un
filo di voce.
Harry annuì, per poi avvicinarsi assieme a Neville alla scrivania, dove
posarono il Cappello Parlante, la spada ornata di rubini e quel che
rimaneva del diario di Riddle.
Poi cominciò a raccontare. Per circa un quarto d’ora parlò, circondato
da un silenzio assorto: raccontò della voce incorporea, di come avevano
capito che si trattava della voce di un Basilisco, di come avevano
seguito i ragni nella foresta; raccontò di Aragog, che gli aveva detto
dove era morta l'ultima vittima del Basilisco; di come avevano intuito
che la vittima era Mirtilla Malcontenta e che l’ingresso della Camera
dei Segreti sarebbe potuto essere nel suo gabinetto...
“Va bene…” Lo incalzò la vicepreside quando lui s’interruppe. “Avete
scoperto dov’era l’ingresso... dovrei aggiungere, infrangendo almeno un
centinaio di regole della scuola! Ma come diavolo siete riusciti a
venirne fuori vivi, Potter?”
Harry deglutì, per poi sospirare. “Abbiamo combattuto. O meglio, io e
Neville abbiamo affrontato il Basilisco, visto che gli altri sono
rimasti indietro a causa di Allock.”
“Come avete fatto a tenere testa a un Basilisco?”
Majutsu alzò il braccio, facendo apparire la sua spada. “Sono abituato
ad affrontare mostri. È una delle missioni che preferisco.” Rispose,
per poi guardare Paciock. “Anche se Neville, nonostante fosse la prima
volta che impugnava una spada, non se l’è cavata male.”
“C-Come hai fatto?” Esclamò incredula la signora Weasley, osservandolo
far scomparire di nuovo l’arma, voltandosi verso Silente, che era
rimasto impassibile, mentre la McGranitt sembrava più che altro
rassegnata. “Lo sapevate?”
“Considerando che la prima cosa che ha fatto Harry quando l’ho trovato
è stato attaccarmi, assieme ai suoi amici, non la trovo una cosa tanto
assurda.” Ridacchiò il vecchio preside. “Anche se sono curioso di
sapere come ha fatto Riddle a incantare Ginny, quando, dalle mie fonti,
risulta che vive nascosto nelle foreste dell’Albania, incapace di
agire.”
“Chi è stato?” Chiese il signor Weasley.
“È stato questo diario.” Spiegò il moro, prendendo in mano il libretto
e mostrandolo a Silente. “Riddle l’ha scritto quando aveva sedici anni.
Probabilmente l’ha incantato allora.”
Il preside lo prese dalle mani di Harry e, dall’alto del suo lungo naso
adunco, ne scrutò le pagine bruciacchiate e zuppe.
“Eccezionale…” Disse piano. “Certo, è stato forse l’allievo più
brillante che sia mai passato a Hogwarts…” Poi si girò verso i Weasley,
che avevano un’aria assolutamente attonita. “Pochi sanno che una volta
Voldemort si chiamava Tom Riddle. Io stesso sono stato uno dei suoi
insegnanti, cinquant’anni fa, qui a Hogwarts. Dopo che ebbe lasciato la
scuola scomparve... viaggiò per ogni dove... s’immerse profondamente
nelle Arti Oscure, si alleò con i peggiori della nostra specie, subì
tali e tante trasformazioni pericolose e magiche, che quando ricomparve
come Lord Voldemort era quasi irriconoscibile. Quasi nessuno lo collegò
al ragazzo brillante e avvenente che un tempo era stato Caposcuola qui.”
“Tu-Sai-Chi?” Chiese attonita mamma Weasley. “Che cosa c’entra Ginny
con... con lui?”
“Il suo d-diario!” Singhiozzò la ragazza, prendendo finalmente parola.
“Ho… Ho cominciato a scriverci… poco p-prima dell’inizio anno. Lui… Lui
mi rispondeva… e credevo di potermi f-fidare… Poi q-quando è arrivato
Tobi… tutto è p-precipitato…”
“Ginny!” Esclamò suo padre esterrefatto. “Ma allora non ti abbiamo
insegnato proprio niente? Che cosa ti abbiamo sempre detto? Non ti
fidare mai di niente che pensi da solo se non riesci a capire dove ha
il cervello. Perché non hai mostrato il diario a me o a tua madre? Un
oggetto tanto sospetto… era chiaro che fosse strapieno di magia nera!”
“I-Io n-non lo sapevo…” Pianse Ginny. “L’ho trovato dentro uno dei
libri che mi ha comprato mamma. Io pe-pensavo che qualcuno ce l’avesse
lasciato e poi l’avesse dimenticato...”
Harry ascoltò con attenzione questa rivelazione. Avevano acquistato i
libri insieme, e non aveva notato nessuno aggiungere quel piccolo
diario nero. L’unica cosa strana che era successa era stato l’incontro
con i Malfoy.
“Ma certo…” Mormorò a bassa voce, spalancando gli occhi.
“La signorina Weasley dovrebbe andare immediatamente in infermeria.”
Fece Silente con voce ferma. “È stata una prova terribile per lei. Non
ci saranno punizioni. Maghi più vecchi e saggi di lei sono stati messi
nel sacco da Voldemort.” Avanzò verso la porta e l’aprì. “Riposo a
letto e, perché no, una grossa tazza di cioccolata bollente. A me fa
tornare sempre il buonumore.” Aggiunse con una garbata strizzatina
d'occhi. “Vedrai che Madama Chips è ancora sveglia. Sta distribuendo la
pozione di mandragola... Credo che le vittime del Basilisco stiano per
svegliarsi da un momento all'altro.”
A quelle parole però Ginny tremò visibilmente.
“Io… Io non posso vederle!” Esclamò con voce terrorizzata. “Mi… Mi
odieranno…”
Ma prima che potesse dire altro, Happy la prese per il braccio destro,
mentre Luna la afferrò per il sinistro.
“L’infermeria è a circa cinque minuti da qui…” Fece la Corvonero,
voltandosi a guardare gli altri. “Credo possa perdersi… dopotutto, gli
Opendat attorno a lei sono davvero tanti… la farebbero confondere
facilmente.”
“E credo sia meglio che qualcuno la aiuti a spiegare la situazione,
aye.” Aggiunse Happy, sorridendo.
Poi, senza lasciare il tempo alla compagna di protestare, la
trascinarono fuori, chiudendosi la porta alle spalle.
“Grazie ancora.” Disse la signora Weasley ai maghi. “Senza di voi… non
oso pensare cosa sarebbe successo…”
“Era nostro dovere aiutarla.”
In quel momento la porta si aprì, lasciando entrare Makarov.
“Master!” Esclamarono tutti i giovani maghi, sorpresi di vederlo.
“Master?” Domandò subito Molly, guardando i figli. “Perché lo chiamate
così?”
“Oh, non ci faccia troppo caso. Sono solo il capo della loro gilda,
Fairy Tail.” Rispose il diretto interessato, ridacchiando. Poi il suo
volto si fece serio. “Ho sentito tutto da fuori, ma ho preferito non
interrompere. Sono venuto qui quando ho saputo che Erza sarebbe stata
curata questa notte, e probabilmente sono arrivato pochi minuti prima
che voi scendeste nella Camera, visto che Fanny è sparita subito dopo
avermi lasciato. Tuttavia, non mi aspettavo di scoprire una cosa
simile. Voldemort è una minaccia sempre maggiore.”
“Stavolta lo abbiamo sconfitto… ma sfortunatamente non era quello
vero.” Sospirò Harry.
“Che rabbia però!” Esclamò Natsu, battendo i pugni. “Avrei voluto
dargli io stesso un bel pugno sul naso!”
“So per esperienza personale che un pugno sul naso può aiutare, ma nel
suo caso dubito avrebbe funzionato.” Disse Silente calmo.
“Erza sta bene allora?” Domandò invece Lucy, ricevendo un assenso.
“Sì. Ha ripreso conoscenza, e non appena ha saputo che non eravate da
nessuna parte, ha capito che eravate andati a cercare l’erede. Ci ho
messo un po’ a convincerla a non tagliare in due tutta la scuola per
raggiungervi.”
“Erza sa sempre come far paura!” Commentarono assieme i gemelli,
alzando le spalle.
“Ora però dobbiamo parlare di una questione seria.” Riprese il Master,
guardando Silente. “Se non ti dispiace, prenderò io in mano la
situazione.”
“Non devi chiedere a me, ma ai genitori della signorina Weasley.”
I diretti interessati lo fissarono.
“Come dicevo prima, io sono Makarov Dreyar, terzo Master della gilda di
maghi Fairy Tail della città di Magnolia, nello Stato di Fiore.”
“Fiore? Quindi è così che si chiama il vostro Paese?” Domandò Molly.
“Sì, ma c’è un piccolo particolare: non appartiene a questo mondo. Io,
Natsu, Happy, Gray, Erza e Lucy proveniamo da un mondo parallelo a
questo.”
A quelle parole i coniugi Weasley spalancarono gli occhi.
“Un… un altro mondo?” Ripeté incredulo Arthur. “Credevo fosse
semplicemente un posto nascosto con la magia.”
“Non potevamo dire la verità.” Spiegò Majutsu. “Se questa informazione
dovesse cadere nelle mani sbagliate, le conseguenze potrebbero essere
spaventose. Da noi, come sapete, non c’è alcuna distinzione tra maghi e
non maghi, ma se dovessero sentirsi minacciate, le altre gilde non
esiterebbero ad attaccare eventuali invasori.”
“Cosa intendi dire, Potter?” Domandò la McGranitt.
“Che ci sono molti altri maghi potenti quanto e più di noi. E non tutti
sono pacifici come noi. Jose ne è un esempio.”
“Jose?” ripeté Molly.
“Oh, nulla di cui preoccuparti mamma.” Rispose Fred. “Era solo un pazzo
che ha cercato di ucciderci tutti mandandoci contro tutta la sua gilda.
Letteralmente.”
“In effetti, non è stato proprio un benvenuto normale per noi.”
Continuò George.
“Allora è per questo che eravate feriti?”
“Sfortunatamente, siamo stati colti di sorpresa e non siamo riusciti a
fare molto per aiutarli.” Si scusò Makarov. “Però se la sono cavata
bene, visto che si sono ritrovati ad affrontare anche un Dragon Slayer.”
“Un Dragon Slayer?” Chiese la vicepreside, per poi vedere Natsu farsi
avanti.
“I Dragon Slayer sono ragazzi cresciuti da draghi, che gli hanno
passato le conoscenze della loro magia. Letteralmente, significa
uccisore di draghi, perché i Dragon Slayer sono maghi in grado di
sconfiggerli. In poche parole, maghi come me!” Rivelò lasciandosi
avvolgere completamente dalle fiamme. “Mio padre, Igneel, era un drago
di fuoco, quindi io sono immune alle fiamme e posso usarle liberamente.
Senza contare che sono il mio cibo preferito!” Continuò tranquillo,
mentre gli altri ghignazzavano di fronte alle facce stupefatte dei
signori Weasley e della McGranitt.
“E… E voi sapevate tutto questo?” Domandò Molly guardando i figli, che
annuirono.
“Lo abbiamo scoperto per caso, ma sì.” Rispose Fred. “E non è tutto!
Anche noi abbiamo sviluppato una magia tutta nostra!”
E i gemelli si batterono subito i pugni tra di loro, attivando la loro
magia, creando un piccolo folletto di fuoco, che scomparve quasi subito.
“Anche se abbiamo bisogno ancora di un po’ di pratica.” Ammisero
insieme, mentre Ron creava una sfera di luce per dimostrare che anche
lui era in grado di usare la magia.
“E qui giunge il fulcro della questione.” Disse Makarov. “Vorrei
prendere vostra figlia Ginny sotto la nostra custodia per le vacanze.
L’esperienza che ha vissuto l’ha lasciata senza dubbio segnata e le ci
vorrà parecchio per riprendersi, senza contare che potrebbe sviluppare
uno shock. Come i vostri figli vi hanno dimostrato, è possibile
apprendere una magia qui sconosciuta, unica per ciascuno. Credo che se
Ginny riuscisse ad apprenderla, potrebbe riuscire a superare gli eventi
di quest’anno.”
“Ma… Ma da quello che avete detto il vostro mondo non è sicuro come
questo…” Cercò di protestare la signora Weasley, venendo subito
interrotta da Harry.
“È vero. Da noi ci sono pericoli qui inesistenti. Tuttavia, è proprio
questo che ci permette di diventare più forti. Quando sono arrivato a
Fairy Tail anni fa, non sapevo neppure di essere un mago. Ero un
bambino timido e debole, che aveva paura quasi di tutto, ma grazie ai
miei compagni di gilda, ho imparato a combattere e sono diventato
forte. Molto forte.”
“Perché Ginny?”
“Perché è riuscita a conservare la sua identità nonostante sia stata
posseduta per un anno. La paura e il dispiacere che ho visto nei suoi
occhi mentre andava in infermeria erano sinceri.” Fece il master.
“Ovviamente, non intendo costringere né voi né lei. Sarà una vostra
decisione. Proprio com’è stato per tutti gli altri.”
Molly si voltò verso i tre figli. “Immagino che voi non abbiate
intenzione di andarvene da questa gilda, vero?”
“No.” Risposero insieme, seri.
“Signora, anch’io all’inizio non ne ero sicura.” Disse Hermione. “Ma
poi ho visto il loro mondo… è un mondo fantastico, intriso di magia più
di quanto qui potremo anche solo immaginare. Inoltre, abbiamo la rara
possibilità di studiare una magia qui sconosciuta. E sì, ogni tanto può
capitare di incontrare un demone alto una ventina e passa di metri che
in passato ha distrutto intere città, però-”
“Che cosa?!”
“Non si preoccupi, se n’è occupata la mia maestra.” Intervenne Gray. “E
poi, sua figlia ha affrontato Voldemort, il mago più pericoloso per
voi.”
“Inoltre, le assicuriamo che non permetteremo a Ginny di farsi male in
alcun modo.” Continuò Majutsu. “Nessuno di noi lo permetterà!”
I ragazzi concordarono tutti con un cenno della testa.
“In questo caso, se è d’accordo, non vedo perché no.” Disse Arthur,
attirando immediatamente l’attenzione della moglie.
“Ma caro-”
“Molly, hai visto anche tu. I voti di Fred e George sono migliorati non
poco, come anche quelli di Ron. Senza dubbio questa Fairy Tail per loro
è una buona cosa. Sono fiducioso che con loro Ginny potrebbe diventare
forte abbastanza da non finire più in una situazione come quella di
quest’anno.”
La signora Weasley si morse un labbro, incapace di contestare il marito.
“Va bene… ma solo se Ginny accetterà.” Acconsentì infine. “Però, voglio
che voi quattro torniate almeno un mese prima della fine delle vacanze!
È possibile, vero?”
“Certo.” Rispose Makarov, sorridendo.
Silente sorrise, per poi guardare la professoressa al suo fianco. “Sai
Minerva, credo proprio che dopo tutta questa vicenda ci voglia un bel
banchetto. Posso chiederti di scendere ad avvisare le cucine?”
“Senz’altro.” Disse lei, cercando ancora di assimilare le informazioni
che aveva appena sentito.
“Invece è meglio che noi raggiungiamo Erza.” Fece Makarov, rivolgendosi
agli altri. “Non vorrei che perdesse davvero la pazienza. Dopotutto,
non sa che siete tornati sani e salvi. Beh, quasi almeno.” Ridacchiò,
guardando Potter.
“Harry, Neville, vorrei che voi due rimaneste ancora qualche minuto.”
Disse il preside, ricevendo due assensi.
Gli altri maghi li salutarono, per poi uscire, lasciandoli con
l’anziano mago.
“E così, avete affrontato Tom Riddle da soli e avete liberato Hogwarts
dalla minaccia della Camera dei Segreti.” Riassunse, sorridendo.
“Riceverete tutti quanti un Encomio Speciale per i servigi resi alla
scuola e poi... vediamo un po’... direi che è inutile darvi dei punti e
dichiarerò direttamente Grifondoro come Casa vincitrice. Mentre a
Corvonero verranno assegnati duecento punti grazie alla signorina
Lovegood.”
Neville sembrò voler balbettare qualcosa, ma nessun suonò lasciò la sua
bocca.
“Ma c’è uno fra noi che ha le labbra cucite e a quanto pare non vuol
parlare del suo ruolo in questa pericolosa avventura.” Soggiunse
Silente. “A cosa dobbiamo tanta modestia, Gilderoy?”
I due ragazzi sussultarono: si erano completamente dimenticati di
Allock, il quale era rimasto in piedi in un angolo della stanza; sul
volto gli aleggiava ancora quel vago sorriso. Quando Silente gli
rivolse la parola, lui si guardò alle spalle per vedere con chi stesse
parlando.
“Ecco cosa mi ero dimenticato di dire… Sembra che sfortunatamente il nostro
professore si sia infortunato… con il suo stesso incantesimo di
memoria.” Fece Majutsu, non riuscendo a evitare di ridacchiare.
“Mamma mia!” Esclamò Silente scuotendo il capo e facendo fremere i
lunghi baffi d’argento. “È rimasto infilzato sulla sua stessa spada,
Gilderoy!”
“Spada?” Fece Allock in tono vago. “Io non ho una spada, però ce l’ha
il ragazzo.” E indicò Neville. “Lui ve la potrà senz’altro prestare.”
Silente sospirò, per poi tirare fuori la bacchetta e agitarla. Allock
chiuse lentamente gli occhi, per poi scivolare addormentato a terra.
“Credo sia meglio per lui riposare. Dopo vedremo se sarà possibile
rimediare. Ora, vorrei scambiare ancora due parole con voi. Sedetevi.”
I ragazzi obbedirono.
“È ironico come il destino a volte giochi degli strani scherzi.” Esordì
serio Silente. “Tra tutte le persone che potevano restare bloccate
nella Camera, ha scelto proprio voi due.”
“C-Come mai dice questo, preside?” Domandò nervoso Neville.
Silente chiuse gli occhi per qualche secondo. “Non posso ancora dirvi
tutta la verità. Per voi è ancora presto, però… posso dirvi che voi due
siete legati da un destino molto simile. Se solo qualcosa fosse andato
diversamente, adesso potrei avere di fronte un Neville Paciock con una
cicatrice a forma di fulmine e un impacciato Harry Potter.”
I due sgranarono gli occhi.
“Che cosa vuole dire, Silente?!” Esclamò incredulo Majutsu.
“Voldemort ti ha scelto per un motivo preciso, Harry. Ma tale motivo
era compatibile anche con Neville. I vostri genitori erano tra i più
forti nemici di Voldemort, e lui ha scelto basandosi su quelli che
reputava più pericolosi. Harry, quella notte Voldemort ti ha designato
come suo nemico, anche se ovviamente era ignaro delle conseguenze.”
Il moro si portò una mano sulla cicatrice. “Che cosa mi è successo
esattamente quella notte?” Domandò serio.
“È solo un’ipotesi. A meno che io non mi sbagli di grosso, la notte in
cui ti ha lasciato quella cicatrice ti ha trasmesso alcuni dei suoi
poteri. Anche se di certo non ne aveva intenzione... Ed è per questo
che puoi parlare il Serpentese.”
“Ora capisco…” Mormorò lui. “Questo non fa che fortificare le mie
intenzioni. Lo sconfiggerò con le mie stesse mani. Non solo per me, ma
anche per tutti gli altri che hanno sofferto a causa sua.”
“Ed io ti aiuterò!” Affermò Neville, guardandolo. “Voglio diventare
forte quanto te, Harry! Voglio avere il potere di sconfiggerlo! Quello
che ho passato quest’anno… quello che è successo ai miei genitori… non
voglio viverlo mai più!”
“Ed è per questo che Godric ti ha fatto quel regalo.” Disse Silente,
attirando la loro curiosità.
“Godric?” Ripeté Paciock. “Godric Grifondoro? Che cosa-”
“Ti consiglio di dare un’occhiata più da vicino a quella bella spada
che tieni tra le mani.”
Il ragazzo obbedì, alzandola verso l’alto e voltandola: i rubini
mandavano bagliori luminosi alla luce del fuoco. Fu allora che vide il
nome inciso proprio sotto l’elsa: Godric
Grifondoro.
“Soltanto un vero Grifondoro avrebbe potuto estrarla dal Cappello.”
Spiegò semplicemente il preside.
Per un minuto nessuno parlò, poi Silente aprì uno dei cassetti della
scrivania e ne estrasse una penna d’oca e una bottiglia d'inchiostro.
“Ora, quello di cui avete bisogno è un buon pasto e una buona dormita.
Vi consiglio di scendere per il banchetto, mentre io scrivo ad Azkaban:
è urgente che il nostro guardiacaccia torni. E poi devo anche buttare
giù un’inserzione per la Gazzetta del Profeta.” Aggiunse pensieroso.
“Ci servirà un nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Poveri
noi! Li perdiamo uno dopo l’altro, non vi pare?”
“Basta che il prossimo sia più capace di quello lì. Un altro anno del
genere faticherei a reggerlo. Preferirei affrontare un lupo mannaro
piuttosto che un altro buffone!” Sentenziò Harry, alzandosi assieme a
Neville e dirigendosi verso l’uscita.
Nessuno dei due si accorse della scintilla che brillò negli occhi del
vecchio preside.
Majutsu aveva appena allungato la mano verso la porta che quella si
spalancò con tale violenza da costringerlo a indietreggiare di colpo.
Sulla soglia c’era Lucius Malfoy con la faccia contorta dalla rabbia. E
rannicchiato sotto il suo braccio, tutto avvolto in bende, c’era Dobby.
“Buona sera, Lucius.” Lo salutò Silente con tono affabile.
L’uomo si precipitò dentro con Dobby che lo seguiva a passettini,
aggrappato all’orlo del suo mantello, con uno sguardo di terrore
servile.
“Allora!” Esclamò Lucius Malfoy fissando l’anziano con i suoi occhi
gelidi. “È tornato. I consiglieri l’avevano sospeso, e tuttavia lei ha
creduto bene di tornare a Hogwarts!”
“Vede, Lucius.” Iniziò Silente con un sorriso che era l’immagine della
serenità. “Oggi sono stato contattato dagli altri undici consiglieri. A
dire il vero, è stato come essere investiti da una grandinata di gufi.
Avevano sentito dire che due studenti erano stati uccisi e hanno voluto
che io tornassi immediatamente. Sembravano convinti che io fossi l’uomo
più adatto a risolvere la situazione. E mi hanno raccontato anche delle
strane storie. Sembra che lei abbia minacciato molti di loro di fare un
maleficio sulle loro famiglie se non avessero acconsentito a
sospendermi dall’incarico.”
Malfoy diventò più pallido del consueto, ma i suoi occhi erano ancora
due fessure cariche d’ira.
“Allora... è riuscito a fermare le aggressioni?” Domandò con un ghigno
sarcastico. “Ha preso il colpevole?”
“Certamente.” Affermò l’altro con un sorriso.
“E allora?” Chiese secco Malfoy. “Chi è?”
“Lo stesso dell’altra volta, Lucius.” Rispose il preside. “Ma questa
volta Voldemort ha agito attraverso un’altra persona. Servendosi di
questo diario.”
Gli porse il libriccino nero forato al centro e rimase a osservare
attentamente Malfoy. Harry, invece, osservava Dobby, il quale stava
facendo qualcosa di molto strano: fissava Majutsu con i suoi grandi
occhi, come se volesse fargli capire qualcosa, poi guardava
alternativamente il diario e Malfoy e poi si colpiva violentemente la
testa con il pugno.
“Capisco...” Disse il biondo lentamente, rivolgendosi a Silente.
“Un piano ingegnoso.” Proseguì il preside nello stesso tono,
continuando a fissarlo dritto negli occhi. “Perché, se Harry e Neville,
qui...” E Malfoy scoccò un’occhiata fulminea e penetrante ai due, “…e i
loro amici non avessero trovato questo libro... be’ tutta la colpa
sarebbe ricaduta su Ginny Weasley. Nessuno avrebbe potuto dimostrare
che lei non avesse agito di sua spontanea volontà.”
Malfoy non disse niente. D’un tratto il suo volto divenne una maschera
inespressiva.
“E immagini…” Proseguì Silente. “…cosa sarebbe potuto succedere dopo...
I Weasley sono una delle nostre famiglie di purosangue più in vista.
Immagini le conseguenze per Arthur Weasley e la sua Legge per la
Protezione dei Babbani se fosse venuto fuori che sua figlia aggrediva e
uccideva i figli dei Babbani. Fortunatamente è stato trovato il diario
e i ricordi di Riddle ne sono stati cancellati. Chissà, altrimenti,
quali sarebbero state le conseguenze...”
“Una vera fortuna.” Commentò glaciale Malfoy, mentre Harry chiudeva le
mani a pugno, guardando l’uomo con puro odio, capendo finalmente il
messaggio che l’elfo gli stava inviando a costo di una serie di
bernoccoli autoinflitti sulla testa.
Majutsu fece un cenno all’elfo, che andò a rintanarsi in un angolo
prendendo a torcersi le orecchie per punirsi.
“Non vuole sapere in che modo Ginny è venuta in possesso del diario,
signor Malfoy?” Chiese Potter.
Lucius Malfoy si voltò verso di lui. “Come può interessarmi in che modo
è finito in mano a quella stupidella?” Chiese.
“Perché gliel’ha dato lei.” Rispose Harry, guardandolo truce, imitato
da Neville, che a quelle parole aveva collegato tutti i punti. “Al
Ghirigoro, lei, signor Malfoy, ha preso il suo vecchio libro di
Trasfigurazione e ci ha fatto scivolare dentro il diario, non è forse
così?”
Videro i pugni cerei di Malfoy chiudersi e aprirsi convulsamente.
“Dimostralo!” Sibilò.
“Oh, nessuno è in grado di farlo.” Intervenne Silente. “Non ora che
Riddle è scomparso dal libro. D’altro canto le consiglierei, Lucius, di
non andare più in giro a distribuire vecchie cose di scuola di
Voldemort. Se un’altra ancora dovesse cadere nelle mani di un innocente
penso che Arthur Weasley, tanto per dirne una, farebbe di tutto per
risalire a lei...”
Lucius Malfoy rimase immobile per un attimo e Harry vide chiaramente la
sua mano destra contrarsi come se volesse agguantare la bacchetta
magica. Invece si volse all’elfo e disse: “Ce ne andiamo, Dobby!”
Aprì con malagrazia la porta e quando l’elfo gli si avvicinò correndo,
gli assestò un calcio che lo fece volare fuori dalla stanza. Lo
sentirono lamentarsi lungo il corridoio. Harry rimase immobile per un
attimo, riflettendo intensamente. Poi gli venne un’idea.
“Professor Silente!” Disse in gran fretta. “La prego, posso restituire
il diario al signor Malfoy?”
“Certamente, Harry.” Replicò calmo Silente.
“Harry, cosa-” Fece Neville confuso.
“Aspetta e vedrai!” Rispose lui, precipitandosi fuori della stanza.
Si udivano ancora le grida di dolore di Dobby, che si allontanavano
lungo il corridoio. Rapido, sperando che il suo piano funzionasse, si
tolse una scarpa, si sfilò il calzino sudicio e infangato e ci infilò
dentro il diario. Poi spiccò una corsa lungo il corridoio immerso nel
buio.
Li raggiunse in cima alle scale.
“Signor Malfoy!” Chiamò, frenando la corsa con uno scivolone. “Ho qui
una cosa per lei!”
E gli mise in mano di prepotenza il calzino puzzolente.
“Ma cosa diavolo...?”
Malfoy estrasse il diario dal calzino, che gettò via, poi guardò
furibondo il libretto ora tutto stropicciato.
“Uno di questi giorni farai la stessa misera fine dei tuoi genitori,
Harry Potter.” Avvertì a bassa voce. “Anche loro erano due stupidi
ficcanaso!”
“E lei potrebbe fare la fine del suo padrone. E spero con tutto me
stesso di essere io ad avere quel piacere.” Replicò Majutsu,
sorridendo. “Chi ferisce i miei amici può solo pentirsene.”
Lucius sbuffò, voltandosi per andarsene. “Vieni, Dobby!” Chiamò, ma
l’elfo non si mosse. “Ti ho detto, vieni!” Ordinò nuovamente,
guardandolo.
La creatura magica teneva in mano il disgustoso calzino di Harry e lo
contemplava come se fosse stato un tesoro inestimabile.
“Il padrone ha dato a Dobby un calzino!” Annunciò l’elfo estasiato. “Il
padrone l’ha dato a Dobby!” Ripeté.
“Che cosa ti prende?” Sbottò Malfoy. “Che cosa stai dicendo?”
“Dobby ha un calzino!” Esclamò ancora l’elfo, incredulo. “Il padrone
l’ha tirato e Dobby l’ha preso, e così, Dobby... Dobby è libero!”
Lucius Malfoy rimase impietrito, fissando l’elfo. Poi si scagliò contro
il ragazzo.
“Per colpa tua ho perso il mio servitore!” Esclamò, tirando fuori la
bacchetta.
Ma Dobby si mise in mezzo: “Non farà del male a Harry Potter!”
Si udì uno scoppio fragoroso e Malfoy si ritrovò scaraventato
all’indietro. Precipitò per le scale, ruzzolando tre gradini alla volta
e atterrando come un ammasso informe sul pianerottolo. Si rialzò,
livido in volto, vedendo Dobby alzare un lungo dito minaccioso.
“Se ne vada!” Ordinò in tono feroce, puntandogli il dito contro. “Non
torcerà neanche un capello a Harry Potter. Se ne vada immediatamente!”
A Malfoy non restava altra scelta. Con un ultimo sguardo furibondo, si
avvolse stretto nel mantello e scomparve rapidamente.
“Harry Potter ha liberato Dobby!” Strillava l’elfo levando lo sguardo
verso il giovane, mentre la luce della luna, dalla finestra più vicina,
si rifletteva nei suoi occhi a palla. “Harry Potter ha liberato Dobby!”
“Ti avevo promesso che ti avrei aiutato.” Rispose Potter sorridendo.
“Basta che mi prometti di non cercare mai più di salvare la vita a me o
ai miei amici. Almeno, non con i tuoi metodi.”
Il brutto viso marrone dell’elfo si aprì d’un tratto in un ampio
sorriso tutto denti. “D’accordo, Harry Potter!”
“Ora… cos’hai intenzione di fare, Dobby?”
“Dobby cercherà un nuovo lavoro. Un lavoro pagato. Dobby non vuole più
essere lo schiavo di una famiglia come i Malfoy.”
“Allora forse ho io quello che fa per te.” Affermò Majutsu, per poi
portarsi una mano in tasca.
Subito dopo alle sue spalle apparve la sagoma di una persona.
“Dobby, ti andrebbe di unirti alla nostra gilda? Lì tutti ti
tratterranno con rispetto e i tuoi poteri di certo aiuteranno Mira a
gestire la nostra locanda. E credimi, c’è davvero tanto lavoro da fare,
visto che distruggiamo quasi quotidianamente tutto quanto. E ovviamente
verrai pagato!”
Gli occhi dell’elfo si sgranarono, per poi inumidirsi. “Harry Potter è
molto, molto più grande di quanto sapeva Dobby!” Singhiozzò. “Dobby
accetta volentieri, Harry Potter! Dobby sarà onorato di servire la
gilda a cui appartiene Harry Potter!”
“Non servire. Ricordati che sarai pagato. Sarai un nostro prezioso
alleato.”
A quel punto l’elfo scoppiò a piangere, facendo sorridere Majutsu, che
poi si voltò a guardare la figura. “Portalo tu alla gilda e spiega la
situazione. Il Master dovrebbe tornare tra poco, se non è già lì. Ho
visto Fanny allontanarsi durante il nostro colloquio con il preside.”
“D’accordo. E complimenti per aver vinto ancora una volta.” Detto ciò,
la figura si avvicinò a Dobby, offrendogli la mano, che fu subito
afferrata, poi entrambi scomparvero.
Harry recuperò il diario e tornò dal preside e da Neville.
“Pare che non lo abbia rivoluto indietro.” Disse, poggiando il vecchio
quaderno sulla scrivania e mantenendo il suo sorriso. “Non importa,
volevo solo essere educato.”
“Cos’è successo?” Domandò Paciock.
“Diciamo che ho impedito altri tentativi di salvataggio stile bolide.”
Rispose lui enigmatico, poi portò la sua attenzione sulla spada di
Grifondoro. “Che cosa ne sarà della spada?” Chiese al preside.
“Beh, credo la custodirò nel mio ufficio.” Disse lui. “Così da poter
essere presa quando ce ne sarà di nuovo bi-”
Ma il vecchio mago s’interruppe quando la spada, ancora tra le mani di
Neville, s’illuminò assieme al segno di Fairy Tail del ragazzo, che
brillò da sotto la tunica.
Le due luci cominciarono a lampeggiare alternamente, finché sulla lama
della spada, proprio in prossimità del nome inciso, apparve il logo
della Gilda. Poi la luce divenne ancora più forte, mentre anche il
braccio sinistro del ragazzo sembrava venire coinvolto in quel
misterioso evento.
Quando finalmente tornarono a vedere, la spada era scomparsa nel nulla.
Neville sollevò subito la manica sinistra, rivelando così un tatuaggio
che raffigurava la spada, circondata da delle spire.
“Che… Che cosa è successo?” Domandò incredulo, guardando il disegno.
“Sembra… che la spada non voglia separarsi da colui che reputa il suo
nuovo proprietario.” Azzardò Silente dopo qualche secondo di silenzio.
“Sembra sia entrata in simbiosi con la tua magia.”
“Questo significa che probabilmente potrai usarla quando desideri.”
Dedusse Harry. “Il che si traduce nel fatto che lascerò a Erza il
compito di insegnarti le basi per usarla.” Continuò, osservando la
faccia dell’amico diventare bianca. “Ora, direi che c’è un banchetto
che ci attende. Inoltre, qualcosa mi dice che ci saranno diverse
sorprese.”
Avevano partecipato a molti banchetti a Hogwarts, ma nessuno poteva
essere paragonato a quello. Tutti indossavano il pigiama e i
festeggiamenti durarono tutta la notte.
Harry e Neville si erano riuniti agli altri direttamente nella Sala
Grande, ricevendo subito un abbraccio da Erza, la quale aveva preso con
entusiasmo la notizia che Neville aveva ottenuto una spada, e che
sarebbe toccato a lei addestrarlo (il che costò ad Angelina qualche
minuto di svenimento).
A un certo punto Justin si era alzato dal tavolo dei Tassorosso per
andare a chiedere scusa a Harry e Natsu per il suo comportamento, e
alle tre e mezzo del mattino Hagrid spalancò le porte della Sala,
andando subito a dare a tutti loro una pacca sulla spalla così poderosa
da mandare alcuni con la faccia dentro al piatto di zuppa inglese.
Silente annunciò che Grifondoro aveva vinto per il secondo anno
consecutivo la Coppa della Case, per poi procedere con la notizia
dell’annullamento degli esami per festeggiare (“Oh, no! Avevo già
studiato tutto!” Esclamò Hermione).
Poi il preside proseguì con l’annuncio che il professor Allock non
sarebbe potuto tornare a insegnare l’anno seguente perché doveva andare
a recuperare la memoria: non pochi insegnanti si unirono all’ovazione
che accolse questa notizia.
Verso l’alba arrivarono anche alcuni giornalisti della Gazzetta del
Profeta, che insistettero per fotografare gli studenti che avevano
risolto un mistero durato quasi mille anni.
A malincuore i membri di Fairy Tail si misero in posa.
“Crosta, dove vai?” Disse Ron, prendendo tra le mani il suo topo, che
stava scappando via. Tenendolo con forza lo mise davanti a sé per
evitare che fuggisse via. “È rimasto buono tutto il tempo nella Camera
e scappa di fronte a un’innocua foto? È proprio un topo stupido!”
Esclamò irritato.
Il resto dell’anno trascorse in un trionfo di sole. Hogwarts era
tornata alla normalità con pochi piccoli cambiamenti: le lezioni di
Difesa contro le Arti Oscure erano state annullate e Lucius Malfoy era
stato licenziato dal suo incarico di amministratore della scuola.
Ginny Weasley era tornata la ragazzina felice che era sempre stata, con
l’aggiunta di un tatuaggio di Fairy Tail, che ora risplendeva con il
suo giallo sul palmo sinistro.
Quando giunse l’ultimo giorno, Ron consegnò Crosta a Percy, il quale
era stato informato dai genitori che i suoi fratelli sarebbero andati
ancora in vacanza con Harry, portandosi dietro anche Ginny. Tutti
avevano convenuto che sarebbe stato meglio non rivelargli la verità,
almeno, non ancora.
Ron aveva giusto fatto un salto a Diagon Alley, accompagnato dalla
McGranitt, per acquistare una nuova bacchetta, che era stata offerta
dal Preside come ringraziamento.
“Finalmente si torna a casa!” Esclamò Natsu, una volta che erano tutti
riuniti.
“Andrà tutto bene? Ho un po’ di paura… E se c’è quel tipo dei fulmini?”
Domandò Ginny.
“Luxus? Non preoccuparti.” La tranquillizzò Erza, evocando una spada.
“Deve solo provarci a farti qualcosa e potrebbe dare il via a una bella
lotta!”
“Sarà lungo il viaggio?” Chiese invece Neville.
“Non credo. Altrimenti non saremo così in piedi, no?” Replicò Luna,
guardando la fenice sulla spalla del preside.
“Infatti. Ci vorranno solo pochi secondi.” Informò Harry, per poi
guardare la ragazza. “Sicura che tuo padre è d’accordo?”
“Gli ho detto che andavo a studiare i Nargilli. Non ha avuto nulla da
obiettare.” Rispose lei.
“Noi torneremo verso fine luglio, sperando di non perdere la cognizione
del tempo.” Disse Hermione al preside. “Credo tornerò a casa mia per
stare con i miei, non sarà un problema per la lettera con i nuovi
libri, vero?”
“Il nostro programma di posta è molto aggiornato, signorina Granger,
non ha nulla da temere. Piuttosto, è sicura di voler davvero
frequentare tutti i corsi?”
“Assolutamente! Voglio imparare più cose possibili!”
“Allora vedrò di far sistemare il suo orario per permetterle di seguire
questo suo desiderio. Detto ciò, auguro a tutti voi una buona estate. E
se possibile, evitate di affrontare un altro demone distruttore. Vorrei
rivedervi tutti interi.”
“Faremo il possibile, professore!” Esclamarono i gemelli, ridacchiando.
“Ma non possiamo garantirlo!”
Pochi secondi dopo, le fiamme di Fanny li avvolsero, per poi scomparire
assieme a loro.
“E ora vediamo se quest’anno sarò più fortunato con lui.” Mormorò
Silente, tirando fuori da una tasca una lettera.
~~~~~~~~~~~~~
“Ministro… posso avere quella copia?” Chiese Sirius Black, fermando
Caramell, il quale era ad Azkaban per convalidare la scarcerazione di
Hagrid.
Aveva saputo solo quella mattina tutto ciò che era accaduto, e si era
diretto subito alla prigione per rassicurare i suoi guardiani che era
tutto nella norma.
“C-Certo… Non vedo cosa ci sia di male. Vedrai solo l’ennesima
sconfitta del tuo vecchio padrone.” Borbottò, passandogli la copia
della Gazzetta del Profeta che teneva sotto il braccio.
Il prigioniero guardò subito la grande foto in prima pagina, dove
c’erano tutti i membri di Fairy Tail.
Ma ad un certo punto i suoi occhi si spalancarono.
Poi, spaventando il Ministro, cominciò a ridere. Rise come un pazzo,
lasciando cadere a terra il giornale.
“È a Hogwarts! È ancora a Hogwarts dopo tutti questi anni!” Esclamò
sotto lo sguardo terrorizzato di Cornelius.
~~~~~~~~~~~~~
Un gufo sbatté il becco contro il vetro di una finestra, per poi
lasciare sul davanzale una lettera e volando via.
Una mano aprì le ante, prendendo la posta e chiudendo subito dopo.
“Di nuovo?” Bofonchiò il suo proprietario, sbuffando mentre osservava
il marchio di Hogwarts stampato sulla busta. “Come devo dirlo che non
sono interessato?”
Si diresse verso un comodino e prese un accendino dal primo cassetto.
Lo accese subito, permettendo alla fiamma di lambire un bordo della
busta.
In pochi secondi la lettera fu completamente avvolta dal fuoco, che la
consumò inesorabilmente, mentre il ragazzo la lasciava andare per non
scottarsi.
“Non voglio averci niente a che fare. Né ora, né mai!” Dichiarò,
osservando le ceneri cadere sul pavimento.
~~~~~~~~~~~~~
“Sembra che sia tornata.”
“Oh, quindi finalmente è giunto il nostro momento, miao?” Intervenne una voce
femminile.
“Sarà una riunione dandy!”
Aggiunse una seconda voce, questa volta maschile.
“Quindi la nostra sorellina passa il tempo con i suoi nuovi amici, eh?”
Disse una terza persona, per poi guardare Klaun. “Per un momento ho
temuto che il tuo piano interferisse con il nostro.”
“Quel risvolto non era previsto.” Rispose Draco Malfoy, con il sorriso
nascosto dalla sua maschera, mostrando una serie di biglietti tra le
dita. “Però ci è tornato utile. Adesso dobbiamo solo attirarli nella
trappola… e il gioco sarà fatto.”
“Già… Erza tornerà da noi e finalmente… il Paradiso sarà nostro.”
Annunciò un’ultima figura, ricevendo degli assensi da tutti gli altri.
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Ed eccomi qui con il capitolo conclusivo del secondo libro e della saga
"Tom Orvoloson Riddle"!
E così, Fairy Tail ha guadagnato un nuovo membro e un nuovo
collaboratore, e Harry è riuscito a evitare un altro bolide sul braccio
in futuro XD.
Come avete letto, più eventi si stanno preparando per il futuro... ma
per due di questi, dovrete aspettare la fine della prossima saga (che
durerà nove capitoli, rendendola così al momento la più lunga).
Ovviamente voglio sapere che cosa che ne pensate dell'evento di cui non
avete la più pallida idea XD.
E per piacere, chi sa che cosa succederà nella prossima saga, eviti di
spoilerare. Ci sono lettori che leggono i commenti e non hanno letto
Fairy Tail, e non voglio rovinare loro la sorpresa ù.ù.
Detto ciò, vi saluto! Al prossimo capitolo!
Capitolo 42 *** Casino al casinò! Giochiamoci… la vita ***
42: Casino al casinò! Giochiamoci… la vitaCapitolo 42: Casino al casinò!
Giochiamoci… la vita
“Ahhh!!!”
Urlò Neville, tenendo la spada di Grifondoro alzata e lanciandosi
contro Erza, la quale teneva un libro con una mano, mentre nell’altra
un pugnale, con cui parò il colpo senza troppi problemi.
“Okay, ora domanda di storia: chi, nel Medioevo, si è lasciata
catturare per farsi bruciare viva ben quarantasette volte?” Domandò,
mentre il ragazzo indietreggiava, ansimando, per poi ripartire
all’attacco subito.
“C-Credo Guendalina il Pino, giusto?” Rispose titubante, facendo
scontrare di nuovo le due lame.
Titania sospirò per poi lanciare in aria il libro e colpire l’altro con
un calcio, facendolo volare indietro di diversi metri, mentre la sua
spada scivolava poco più in là.
“Sbagliato. Era Guendalina la Quercia, c’eri quasi però.” Lo corresse
lei, riprendendo al volo il libro.
Poco lontano da loro, Fred, George, Ron, Hermione e Ginny deglutirono.
“F-Fortuna che n-noi non usiamo spade…” Mormorarono i gemelli.
“P-Per una volta, mi trovate perfettamente d’accordo…” Aggiunse Ron. “E
pensare che inizialmente invidiavo Neville…”
“Ci sta andando anche leggera.” Commentò Natsu, finendo di bere una
bibita, mentre come loro stava osservando l’allenamento. “Non ha
neppure cambiato armatura.”
“Ha altre armature?!” Esclamò spaventata la Weasley.
“Ne ho perso il conto. Credo siano più di una decina, senza parlare di
tutti i vestiti e le armi che possiede…” Continuò il Dragon Slayer,
poggiando a terra il bicchiere.
Si sentì subito un pop,
seguito da Dobby, che lo prese, per poi fare un inchino e scomparire
nuovamente.
Nelle poche settimane che si trovava alle dipendenze della gilda,
l’elfo domestico si era adattato quasi completamente: Makarov gli aveva
proposto di diventare un membro ufficiale della gilda, ma lui aveva
rifiutato, dicendo che desiderava semplicemente lavorare per loro. E
come pagamento si era accontentato unicamente dell’occorrente per
cucirsi dei vestiti quando lo desiderava, oltre ovviamente a vitto e
alloggio. Inoltre, da quando era arrivato, il lavoro dentro la gilda
era diminuito non poco: grazie alla sua capacità di apparire e
scomparire dove voleva, tenere tutto sotto controllo era diventato
molto più facile; sempre grazie a questo, il Master gli aveva chiesto
se voleva diventare il messaggero d’emergenza tra la gilda e i suoi
membri mentre questi si trovavano in missione. Il pianto di gioia di
Dobby fu l’unica risposta che ottenne.
Ormai erano passate due settimane da quando erano tornati, e ognuno era
preso dai propri impegni: Fred e George, con l’aiuto di Natsu, stavano
cercando di migliorare la loro magia di tipo fuoco; Lucy e Hermione
invece avevano deciso di esaminare la Mappa del Malandrino, nella
speranza di poter scoprire gli incantesimi che erano stati usati così
da poterla modificare, ma sfortunatamente, sebbene fossero in grado di
copiarli, non riuscivano a isolarli. Hermione si era portata dietro
diversi volumi della biblioteca, ottenuti grazie a un permesso speciale
del preside, sperando di trovare riscontri con i nomi dei quattro
malandrini, purtroppo anche quella pista portò a un buco nell’acqua.
Ginny era finita sotto la guida di Levy, la quale dopo aver saputo cosa
le era successo, era decisa a dimostrarle che non tutte le parole o le
frasi erano pericolose se magiche. E dato che la sua magia usava le
rune, non le sembrava una cattiva idea insegnarle a farne uso. Luna,
invece, restò per conto suo, dicendo che non era realmente interessata
a combattere. Preferiva ammirare ciò che Earthland aveva da offrirle.
Infine Ron preferì allenarsi da solo, dicendo che non avrebbe retto il
passo con gli altri, e quindi passava le giornate a cercare di
controllare la sua magia.
Quello a cui era andata peggio era Neville: infatti non solo doveva
allenarsi con Erza, la quale aveva deciso di farlo studiare durante gli
allenamenti, ma anche Droy, su richiesta di Harry, lo stava aiutando a
usare la sua magia, essendo l’unico a usare le piante.
Majutsu era rimasto solo un paio di giorni, prima di strappare un
volantino dalla bacheca e partire per una missione, affermando di aver
bisogno di riprendere la mano. Da allora non aveva ancora fatto ritorno.
“Uh?” Fece Luna, alzando lo sguardo da un giornale che stava leggendo,
mentre una fatina atterrava sulla sua spalla. “Sembra che sia tornato.”
Disse come se niente fosse, ascoltando il mormorio incomprensibile
della piccola creatura.
Non appena ebbe detto ciò, le porte della gilda si aprirono, rivelando
un Harry Potter con i vestiti rovinati, ma per il resto incolume.
“Harry! Ben tornato!” Salutarono diversi maghi, sorridendogli.
Majutsu ricambiò, per poi avanzare all’interno.
“Ragazzo, cosa ti è successo?” Chiese il Master, seduto come sempre sul
bancone, alzando un braccio per salutarlo. “La missione era così
difficile?”
“Oh, no, no. Quella l’ho finita in due giorni.” Rispose lui,
tranquillo. “Ho solo incontrato una vecchia conoscenza e abbiamo deciso
di verificare il nostro livello. Ci ho messo qualche giorno per
riprendermi… ma mi consola sapere che lui non era messo troppo meglio.”
Makarov ridacchiò. “Quindi è ancora bello attivo, eh? Ti ha detto nulla
su com’è messo con la sua missione?”
“Considerando che è una missione dalla durata di cento anni, direi
bene. Ha diversi indizi buoni, ma non ancora sufficienti. Ad ogni modo,
dove sono gli altri?”
“Sono nel bosco, ad allenarsi.” Rispose Luna. “A parte Happy, che è
andato a pesca.”
“Capisco… Beh, allora credo di doverli andare a chiamare. La ricompensa
della missione ha avuto un piccolo extra… e credo che non sarebbe male
condividerlo con voi. Dopotutto, meritiamo una vera e propria vacanza,
no?” Fece Potter, tirando fuori dei biglietti. “Con questi posso
portare chi voglio al Resort Hotel.”
A quella frase tutti si paralizzarono.
“Davvero?! Hai ottenuto dei biglietti per quel posto?!” Esclamò
incredulo Jet, mentre Elfman scoppiò a piangere.
“Questa sì che è una ricompensa da veri uomini!” Dichiarò tra le
lacrime.
“Vuole che Dobby li vada a chiamare, Harry Potter, signore?” Intervenne
subito l’elfo domestico, facendolo sospirare.
“Ora capisco come si sente Lucy con Virgo…” Mormorò sorridendo, per poi
annuire. “Mi faresti un piacere, grazie Dobby.”
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Draco Malfoy s’inchinò di fronte a una figura incappucciata.
“Sono arrivati sul posto, Gerard.” Esordì senza alzare lo sguardo. “Per
stasera dovremmo essere in grado di dare inizio al piano.”
“Ottimo. Non vedo l’ora di vederli qui. Il momento è finalmente giunto.
Gli altri?”
“Sono già partiti.” Rispose. “Ho deciso di non unirmi a loro.
Sfortunatamente, non sono in grado di trasformarmi, quindi verrei
riconosciuto subito. Loro invece… sono cambiati troppo.”
“Perfetto. È un peccato che il nostro precedente piano sia andato
storto… speravo di dimezzare il numero di quelle patetiche creature… ma
Riddle si è rivelato essere troppo orgoglioso. La sua ultima bravata
c’è quasi costata anni di sacrifici.”
“Già, ma fortunatamente Erza è rimasta solo pietrificata. Tuttavia, la
perdita del suo diario è un peccato. Avremmo potuto usarlo per noi.”
“Non importa, i nostri piani proseguono comunque senza intoppi. Quegli
stupidi del Consiglio ERA abboccheranno di sicuro all’esca…”
“Non capiranno mai in tempo ciò che hanno fatto. E il mondo sarà
nostro.”
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Erza si mise comoda su una sdraio, osservando gli altri divertirsi
sulla sabbia.
Avevano passato la giornata a nuotare e giocare sulla spiaggia, e
Titania non riuscì a trattenere un sorriso.
“Questa giornata è stata ancora più bella di quanto pensassi…” Mormorò,
chiudendo gli occhi. “Davvero…”
Un enorme cantiere sovrastava
tutti loro.
In piedi, al sicuro sopra delle impalcature, decine di uomini facevano
vibrare le fruste contro uomini, donne e bambini, senza provare la
minima vergogna.
Una bambina dai capelli rossi, con delle grosse catene attorno ai
polsi, cadde a terra, schiacciata dal peso dei massi che era costretta
a portare.
Uno degli uomini cominciò a frustarla sulla schiena, incitandola a
rimettersi in piedi e ricominciare.
La bambina si portò le mani sopra la testa, per poi cominciare a
piangere.
Erza… in questo mondo
non esiste la libertà.
Titania spalancò gli occhi terrorizzata, mettendosi subito seduta.
Ansimando si guardò intorno, per poi spostare lo sguardo sulle braccia,
in quel momento coperte di sudore.
“Un… Un sogno…” Sussurrò, alzandosi in piedi e rientrando nella stanza
dell’hotel. “Devo essermi addormentata.”
Si avvicinò a uno specchio, osservando il costume che indossava, per
poi sospirare.
Pochi secondi dopo il costume scomparve, lasciando il posto alla sua
armatura.
“È proprio vero che mi sento più tranquilla con l’armatura…” Disse
ridacchiando. “Per quelle come me, è l’unico modo di essere.”
In quel momento sentì bussare alla porta.
“Erza, sono Harry, posso entrare?”
“Sì.”
Majutsu entrò: indossava una semplice maglietta verde e dei
pantaloncini beige.
“Pare ci sia un casinò.” La informò sorridendole. “Natsu e Gray si sono
già fiondati dentro, trascinando anche gli altri. Vuoi venire?”
“Non che mi piaccia troppo giocare d’azzardo… Anche perché solitamente
non ce lo permettono.”
“Qui sembra non facciano storie.” Replicò Harry divertito.
Erza ridacchiò, per poi far sparire l’armatura, sostituendola con un
vestito da sera con disegnati sopra dei fiori. “Dici che così vado
bene?”
Il moro la guardò per qualche secondo, per poi girarsi verso la porta.
“Sì… Sì, direi di sì…” ammise con un po’ di nervosismo misto a
imbarazzo, cosa che sorprese anche lui.
Erza lo guardò con aria serena, per poi seguirlo.
Quando entrarono nel casinò, si diressero subito verso il bancone del
bar, dove trovarono Gray che stava parlando con Lucy e Hermione, per
poi allontanarsi.
Poco lontano da loro, nascosta dietro un muro, Ginny osservava la scena.
“Ah… perché Harry non mi ha chiesto di andare con lui?”
“Ah… perché Gray-sama non mi ha chiesto di uscire con lui?”
La Weasley sbatté le palpebre, per poi alzare lo sguardo. Sopra di lei
c’era una ragazza dai capelli blu, che indossava un vestito da sera
dello stesso colore e con un ciondolo di Fairy Tail come collana, che
in quel momento stava guardando la ragazzina dai capelli rossi.
“Eh?” Fecero entrambe, sorprese allo stesso modo.
“C-Chi sei?” Domandò subito la rossa. “Non ti ho mai visto in gilda!”
“Potrei farti la stessa domanda! In che rapporti sei con Gray-sama?”
Replicò lei.
“Gray-sama? È un mio compagno di scuola… ma tu chi sei?”
“Io sono Juvia. Tu invece devi essere una parente di George, vero?
Avete gli stessi capelli.”
“Sono sua sorella minore… ma non ti ho mai sentito nominare prima. Sei
davvero di Fairy Tail?”
“No. Non appartengo a Fairy Tail, anche se vorrei unirmi. Ma dimmi…
sbaglio, o prima hai nominato Harry?”
“S-Sì… Harry è fantastico, ma-”
“Oh, Juvia comprende benissimo la tua situazione!” Esclamò convinta.
“Anche Juvia vorrebbe stare con Gray-sama, ma non è riuscita a trovarlo
prima di oggi nonostante lo abbia cercato per quasi un anno!”
“E perché mi stavi cercando?” Domandò il diretto interessato, sbucato
fuori come dal nulla alle sue spalle.
“Sicuro di voler chiedere a me, aye?” Fece Happy, ancora nel suo
aspetto umano, guardando Neville, il quale lo aveva portato in una
stanza quasi vuota del casinò.
“Volevo chiedere a Mira, ma non so perché mi sento a disagio con lei… e
gli altri sono impegnati a giocare o allenarsi al momento…”
“Ma perché vuoi tentare di trasformarti in me, aye? Non capisco…”
“Beh, semplicemente perché preferisco un animale piuttosto che un altro
essere umano… senza offesa…”
“Dovrei offendermi, aye?” Replicò il gatto, piegando il capo di lato.
“Lascia perdere…” Sospirò Paciock. “Comunque, cosa dovrei fare?”
“Beh, basta che concentri l’energia magica e pensi intensamente a chi
vuoi trasformarti, aye… ma è una magia che richiede molta energia e
concentrazione…”
“Capito… Allora ci provo!” Affermò Neville, chiudendo gli occhi.
Pochi secondi dopo fu avvolto da una nuvola di fumo, che quando si
dissipo rivelò una copia esatta di Happy versione gatto.
“Incredibile, ci sei riuscito al primo colpo, aye!” Esclamò lui con un
sorriso.
“B-Beh… credo che tutti quegli allenamenti siano serviti a qualcosa…
Certo che fa effetto vedere tutto più grande…”
“Oh, boy…” Fece una voce, che
attirò l’attenzione dei due. “Ho trovato un regalo davvero dandy…”
“Chi-” Cominciò Happy, zittendosi quando si ritrovò una pistola puntata
alla tempia.
“Vedo che hai un gatto parlante, boy.”
Disse l’uomo, per poi alzare il braccio a cui mancava l’appendice. “Se
non ti spiace, lo prendo io.”
“Che cosa sei tu?” Domandò Neville, spalancando gli occhi quando vide
sbucare fuori dal nulla la mano mancante, che impugnava una seconda
pistola.
“Ehm… Natsu, non credo si possa fare…” Avvertì Fred, osservando il
rosato soffiare sulla pallina della Roulette.
“Ma era sul 17, l’ho vista!” Dichiarò lui. “Sono sicuro di aver vinto!”
“Natsu… conta solo il numero su cui si è fermata alla fine, non tutti
quelli che ha toccato prima…” Aggiunse George.
“No! Si era fermata sul 17 e poi è sparita!”
“Non credo proprio che sia andata così…” Disse il croupier, esasperato
per quel comportamento, mentre anche Ron sospirava.
“Boy…” Intervenne una figura
seduta su uno sgabello poco lontano da loro. “Cerca di startene calmino
e dandy quando sei in mezzo
ai grandi, chiaro?”
I quattro maghi si voltarono verso di lui, spalancando subito gli occhi.
Si trattava di un uomo che indossava un elegante completo blu, con una
cravatta rossa sopra una camicia bianca, una sciarpa dello stesso
colore e una bombetta rossa con una linea bianca attorno. Ma la cosa
che sorprese i maghi furono i suoi lineamenti, perché anziché essere
rotondi, erano perfettamente squadrati, rendendolo simile a una
gigantesca bambola. Infine, nonostante fossero al chiuso, portava un
paio di occhiali da sole.
“C-Che cos’è quel tipo?” Chiese Fred, deglutendo.
“Non lo so… ma probabilmente la McGranitt pagherebbe oro per sapere che
incantesimi ha usato… Come anche quel ragazzo-cane, ora che mi
ricordo…” Commentò il fratello.
L’uomo sbatté un piede a terra, per poi darsi una spinta, cominciando a
far girare lo sgabello su se stesso a una velocità tale da rendere
quasi impossibile vederlo.
“Boys, vi darò una dritta. Un
uomo ha solo due strade: vivere dandy…”
Quando cominciò a rallentare, saltò verso Natsu, tirando fuori una
pistola e infilandola nella bocca di un sorpreso Dragon Slayer.
“… o fermarsi e morire.” Sentenziò.
Le persone attorno a loro scapparono spaventate, lasciando solo i
fratelli Weasley.
“Ehi… che cosa vuoi fare?” Domandarono, tirando fuori le loro bacchette.
L’uomo li guardò di sottecchi. “Solo fare una domanda.” Rispose senza
spostare la pistola. “Dov’è Erza?”
“Ma tu hi diavoo ei?” Domandò Natsu, non riuscendo ad articolare bene
le parole a causa della pistola.
“Quindi vorresti unirti a Fairy Tail?” Chiese Gray a Juvia, che ora
sedeva al suo fianco, assieme a Ginny e Lucy, la quale non poteva fare
a meno di ricordare gli eventi che l’avevano portata a conoscere quella
ragazza.
“Juvia è diventata una maga freelance.”
“Ed è solo per questo?”
“Juvia vuole entrare e basta!” Sentenziò lei.
“Ma fa sempre così?” Domandò a bassa voce Ginny a Lucy, che sospirò.
“Beh, l’altra volta mi aveva rinchiuso in una bolla d’acqua… non è che
ci abbia parlato poi troppo…” Spiegò, mentre un’ombra alle loro spalle
cominciava a sovrastarli, ma non se ne curò.
“Dopo tutto quel che è successo… beh, per me è uguale, ma devi sentire
il Master.” Concluse Gray, incrociando le braccia.
“Juvia farà qualsiasi cosa!”
“Sì, ma-”
Il mago del ghiaccio s’interruppe quando sentì il pavimento tremare
dopo il rumore di un passo.
Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, una mano gigante afferrò
Fullbuster per la spalla, sollevandolo e facendolo volare contro il
muro dall’altra parte della stanza.
“Gray!” Urlarono le tre maghe, osservando l’aggressore.
Si trattava di un uomo alto quasi due metri, con dei pantaloni verde
scuro, l’occhio sinistro coperto da una benda nera e un turbante bianco
attorno alla testa. La mascella era rivestita da un pezzo di metallo e
il petto era quasi totalmente scoperto, tranne che per una manica verde
con righe bianche che copriva il braccio sinistro e una bandana azzurra
che l’attraversava per tutto il corpo, arrivando quasi fino ai piedi.
L’uomo si voltò verso il mago del ghiaccio, che si stava rialzando a
fatica.
“Che diavolo ti prende?” Domandò, subito soccorso dalle tre ragazze.
“Gray Fullbuster… dov’è Erza?”
Erza mise sul tavolo una scala reale di picche, mentre una piccola
folla dietro di lei esultava per la sua vittoria.
“E meno male che non ti piaceva il gioco d’azzardo…” Osservò sorpreso
Harry, che era seduto al suo fianco.
“Oh, no, è solo oggi che sono fortunata.” Rispose lei, mentre il
croupier veniva sostituito da un suo collega. “Ma non per questo ho
intenzione di perdere, chiunque sia il mio avversario.”
“Ben detto!” Concordò Majutsu.
“È bello sentirvelo dire.” Intervenne il croupier, cominciando a
mescolare le carte. “Allora che ne dite di provare un gioco speciale?
Ma in questo non ci saranno fiches.”
“Eh?” Fece Erza, mentre il croupier lanciava sul tavolo cinque carte.
Ma queste non erano numerate: su ognuna era scritta una sola lettera, e
tutte insieme componevano la parola ‘DEATH’.
“Ehi… che scherzo è questo?” Chiese Harry, guardando il croupier
assieme a Erza.
Era un ragazzo dalla pelle abbronzata, con il tatuaggio di una
lucertola stilizzata sotto la bocca. Aveva dei capelli biondi a punta e
dall’orecchio sinistro gli penzolava una catena che si concludeva con
una croce.
“Giochiamoci… la vita.” Proseguì questi, ricambiando lo sguardo. “Che
ne dici… cara sorellina Erza?”
Titania spalancò gli occhi, per poi cominciare a tremare. “S… Sho…”
Mormorò spaventata.
“Sho?!” Ripeté Harry, saltando subito in piedi.
“È da tanto che non ci vediamo, sorellina.” Continuò il ragazzo,
sorridendo.
“Allora… Allora sei scappato…”
“Scappato?” Replicò lui, riservandole uno sguardo disgustato. “Oh, no…
io non sono come te.”
“Cosa vuoi da Erza?!” Esclamò Lucy, guardando l’uomo di fronte a loro.
“Ditemi dove si trova.” Si limitò a ribadire lui, per poi osservare
Juvia mettersi davanti a tutti come scudo.
“Non ti azzardare ad alzare un dito contro Gray-sama… o te la dovrai
vedere con me!” Avvertì.
“Juvia?” Fece sorpreso il mago del ghiaccio.
“Erza… è nei guai?” Domandò invece Ginny.
“Non lo so… ma temo di sì.”
A quel punto l’uomo si portò una mano sulla parte sinistra della testa.
“Cosa? Li hai trovati?” Disse come se stesse parlando al telefono. “Oh,
bene. Allora… posso mettere a posto qui?”
Ci fu un secondo di silenzio.
“Ricevuto.”
Non appena ebbe pronunciato quella parola, nel casinò scese il buio
completo.
“C-Che succede?” Chiese spaventata la Weasley.
“Magia dell’oscurità.” Rispose
il nemico, di cui per qualche motivo si poteva ancora vedere il volto,
rendendolo ancora più pauroso. “Buio
istantaneo.”
Subito dopo si sentirono diverse urla e rumori poco rassicuranti.
“Chi ha spento la luce?!” Esclamò George, cercando una fonte
d’illuminazione.
“Io sono più preoccupato per quelle urla…” Commentò il fratello.
“Goodnight, boy.” Sentirono
dire dal pistolero, poco prima di sentire il rumore del proiettile e la
bocca di Salamander s’illuminò per qualche secondo.
“Natsu!” Chiamarono i Weasley.
“Che cosa diamine sta succedendo?” Domandò Harry, guardandosi in giro
senza riuscire a vedere nulla.
“Cos’è stato quel rumore?” Aggiunse Erza.
Pochi secondi dopo la luce tornò, lasciando i due maghi di classe S da
soli.
“Dove sono finiti tutti?” Chiese Majutsu, per poi girarsi assieme alla
compagna.
Sho era in piedi di fronte a loro, con le braccia spalancate, mentre
alcune carte cadevano lentamente a terra.
Erza abbassò lo sguardo, sgranando gli occhi quando vide che dentro le
carte c’erano tutte le persone del casinò, le quali stavano sbattendo
le mani e i pugni sopra una parete invisibile per cercare di uscire.
“Che cosa significa tutto questo?!” Urlò Harry guardando il ragazzo,
che si abbassò per prendere una delle carte, per poi portarla davanti
al viso e sorridere.
“Mistero.” Si limitò a dire.
“Sho…” Mormorò Erza.
“Come vedi, ho imparato anch’io a usare la magia.” Continuò lui.
“Insomma… che cosa vuoi…” Tentò di dire Titania, trovandosi incapace di
continuare la frase, mentre Sho continuava a ridacchiare.
“Miao!”
Harry si girò giusto in tempo per vedere una corda attorcigliarsi
attorno a lui, che lo immobilizzò, costringendolo a terra.
Seduta su un tavolo, una ragazza dai capelli castani, da cui spuntavano
due orecchie da gatto, sorrise. Indossava una maglietta fucsia con un
fiocco bianco, coperta da una giacca gialla, una gonna rosa e delle
autoreggenti bianche. Il volto aveva dei lineamenti felini, tra cui
spiccavano il naso e le pupille verticali.
“Miao!” Ripeté. “A tutta
forza?”
“M-Miriana… anche tu usi la magia?” Domandò incredula Titania.
“Da quanto tempo, Erzuccia!” Salutò lei, mentre la corda attorno a
Majutsu stringeva la presa, costringendolo ad ansimare.
“Lascialo andare!” Esclamò a quel punto la rossa. “Harry è un amico!”
“Miao?” Fece Miriana dubbiosa,
portandosi una mano sotto il mento. “Amico?”
“Anche noi eravamo amici, no… sorellina?” Chiese Sho, sorridendole.
“Erza…” Ansimò Potter, guardandola fissare spaventata il ragazzo, il
quale assunse un’espressione di puro odio.
“Almeno… lo eravamo fin quando non ci ha tradito!” Concluse il falso
croupier.
La ragazza abbassò lo sguardo, abbracciandosi il torace.
“Non torturare così la povera Erza, Sho…” Intervenne una voce, mentre a
fianco di Miriana cominciavano ad apparire dal nulla una serie di
quadrati, che si unirono uno all’altro, fino a ricreare la figura del
pistolero che aveva aggredito Natsu. “Un dandy deve saper controllare i suoi
sentimenti.” L’uomo si voltò verso la rossa, sorridendole. “Certo che
sei proprio bella.”
“Quella voce… Wally?” Disse Erza, guardandolo.
L’uomo continuò a guardarla, mentre la sua mano cominciò a tremare
vistosamente.
“Non mi stupisce che tu non mi abbia riconosciuto subito… Rispetto a
quando mi chiamavano Wally il cane
pazzo sono diventato molto più tondo.”
“T-Tondo? Non mi pare…” Cercò di dire Harry, per poi rinunciarci a
causa della corda, che si fece ancora più stretta.
“Anche tu quindi ora usi la magia…” Commentò Erza, guardandolo.
“Non c’è nulla di strano.” Fece una voce, mentre di fronte a loro
appariva un cerchio bianco, da cui si smaterializzò il gigante che
aveva attaccato Gray. “Basta imparare qualche trucchetto e sono capaci
tutti. Vero, Erza?”
“Shimon?” Replicò lei, riconoscendolo.
“Erza… loro sono…” Cominciò Harry, subito interrotto dalla diretta
interessata.
“Sì… sono quelli che un tempo erano miei amici… eravamo come fratelli…”
“Se è così… allora perché ci stanno attaccando?”
“Oh, la risposta è molto semplice, boy.”
Rispose Wally.
“Siamo venuti a prendervi.” Continuò Shimon, mentre Miriana miagolò.
“Torneremo a casa, sorellina.”
“Chi vi credete di essere per ordinarle cosa fare?!” Ribatté Majutsu
con tutto il fiato che gli era rimasto, prima di urlare per il dolore
quando la corda aumentò ulteriormente la sua presa, cominciando a
scavare nella carne.
“Miao, non ti consiglio di
dire altro… Come avrai già notato, i miei cari tubi inibiscono la
magia. E non vorrei dover aumentare ulteriormente la presa.”
“Lasciatelo andare!” Gridò Erza. “Vi seguirò senza fare storie, ma solo
se lo lasciate andare!”
“Temo non sia possibile.” Obbiettò Sho. “Vedi… anche lui dovrà
seguirci. Harry Potter è richiesto direttamente da Gerard.”
“Gerard?” Ripeté la rossa. “No…”
Ma prima che potesse dire altro, una mano di Wally apparve dietro di
lei, facendo fuoco con una pistola e colpendola alla schiena.
La Regina delle Fate restò in piedi per qualche secondo, per poi cadere
ed essere presa al volo da Shimon.
“Erza!” Urlò Majutsu, mentre la mano andava a riattaccarsi al suo
proprietario.
“Era un proiettile soporifero.” Lo tranquillizzò Wally.
“Bersagli catturati.” Concluse Shimon. “Ritiriamoci.”
“Maledetti… non la passerete liscia!” Esclamò Harry.
“Miao, quanto sei noioso… Non
puoi mettere a dormire anche lui, Wally?”
“Non sarebbe dandy… Gli
ordini sono che resti cosciente, così da poter vedere la disperazione
che lo aspetta.”
Il pistolero cominciò ad allontanarsi, per poi fermarsi. “Ah, giusto.
Ho un regalo per te, Miriana.”
Mentre diceva ciò, tra le sue mani apparve la figura priva di sensi di
Neville, ancora con l’aspetto di Happy.
“Miao! Un gattino!” Esclamò la
ragazza gatto, prendendolo e cominciando ad abbracciarlo. “Posso
tenerlo?” Domandò a Wally, che spinse indietro gli occhiali,
soddisfatto.
“Happy…” Mormorò Majutsu. “Era con gli altri… che cosa gli avete
fatto?!”
“Oh… temo non potranno fare più molto.” Rispose Sho, mentre i suoi
compari cercavano di convincere Miriana a lasciare un attimo il gatto
per legare Erza. “Il compito includeva anche eliminare i vostri amici.”
“Maledetti…”
“Ora finalmente potremo riportare a casa la nostra sorellina.” Continuò
l’altro, sorridendo. “Finalmente tornerà alla Torre del Paradiso!
Gerard sarà contentissimo!”
Sentendo quel nome, Harry sgranò gli occhi. “La Torre… del Paradiso?”
ripeté.
“Il
paradiso non sarà un grande affare per voi”
“Ma certo… Riddle lo sapeva… Sapeva cosa ci attendeva se fossimo
riusciti a scappare da lui!”
“Oh, quindi te lo aveva detto?” Fece Shimon, guardandolo. “Klaun aveva
ragione, non potevamo fidarci totalmente di lui. Abbiamo rischiato di
perdere sia Erza che te.”
“Voi… Come potete lavorare per Gerard se eravate amici di Erza?!”
Esclamò infuriato.
“La vera domanda è… come fai tu a lavorare assieme a lei conoscendo il
suo passato?” Ribatté Sho. “Anche se devo dire che sono sorpreso…
credevo non avrebbe avuto il coraggio di raccontarlo a qualcuno.”
“Forse… il rapporto tra loro due è molto più dandy di quanto credessimo.”
“Se è così, Gerard sarà ancora più felice.”
Ed eccomi con il primo capitolo della nuova saga!
E le cose si mettono subito male! Harry e Erza sono stati rapiti, gli
altri sono quasi tutti fuori gioco e Neville è stato scambiato per
Happy! Senza contare che la profezia di Riddle è diventata realtà!
Beh, direi che non c'è altro da dire... se non di prepararvi al peggio!
*si mette a ridere sadicamente*
Capitolo 43 *** Il Sistema-R! Attivare l’Eterion? ***
43: Il Sistema-R! Attivare l’Eterion?Capitolo 43: Il Sistema-R! Attivare
l’Eterion?
“Ugh...”
ansimò Ginny, riaprendo gli occhi.
“Non muoverti.” Avvertì una voce sopra di lei.
La rossa mise a fuoco la vista, e scorse il volto di Luna, seduta al
suo fianco, mentre due sue fatine stavano curando con la magia i
diversi tagli che si era procurata.
“Non sono esperta nel guarire le persone, ma dovrei riuscire
almeno a sistemare le ferite meno gravi.” Continuò
Lovegood.
“Cosa… Cos’è successo?” domandò
la Weasley, cercando di guardarsi attorno.
Sgranò subito gli occhi. A pochi metri da loro c’era Gray
infilzato al muro da un tubo, mentre Juvia e Lucy giacevano a terra
immobili, anche loro con due fatine a testa che cercavano di curarle.
“Siete stati attaccati. Io e Hermione eravamo in camera e quando
abbiamo sentito degli strani rumori, siamo corse subito.” Rispose
la bionda, priva della sua solita aria sognatrice. “…Ma
non abbiamo fatto in tempo…”
“Luna!” chiamò Hermione, arrivando in quel momento,
sorreggendo Happy, che perdeva sangue da una ferita alla testa.
La Corvonero non disse niente, limitandosi a far apparire altre due
fate che volarono subito da lui, mentre la Grifondoro lo aiutava a
sedersi a terra.
“Hanno… Hanno preso Neville…” ansimò
il gatto, chiudendo gli occhi.
“E anche Harry ed Erza. Anzi, il loro obiettivo erano proprio
loro.” Spiegò Luna. “Sono riuscita a mandare una
fata a seguirli dopo aver assistito alla scena. Sono stata fortunata
che non mi hanno scoperto…”
“Hanno preso Harry ed Erza?!” esclamò Natsu,
arrivando in quel momento assieme ai fratelli Weasley, i quali erano
messi relativamente bene, a parte qualche livido.
“Maledetti… Prima mi sparano in bocca e poi rapiscono i
nostri amici?! Non li perdonerò!”
“Ti… hanno sparato in bocca?” ripeté
Hermione, guardandolo incredula.
Per tutta risposta il Dragon Slayer fece cadere a terra il proiettile
che lo aveva colpito. “Sono riuscito a ricoprirmi di scaglie
pochi secondi prima. Anche se la forza d’urto mi ha messo fuori
gioco per un po’.”
“Chi diamine era quel tipo?” domandò Ron. “Non
poteva essere umano…”
In quel momento Juvia si alzò in piedi.
Poi, con sorpresa di tutti i presenti, tranne Luna, liberò Gray
dal suo corpo fatto d’acqua, che cadde a terra tossendo per il
liquido che aveva bevuto.
“C-Come-” cominciò Ginny con gli occhi sgranati,
guardando l’altro Gray appeso al muro, che si ruppe in mille
schegge di ghiaccio.
“Juvia ha preso dentro di sé Gray-sama per
proteggerlo.” Disse, mentre anche Lucy riprendeva i sensi.
“C-Cos’è successo?” mormorò,
ritrovandosi poi la faccia di Juvia davanti.
“Hai sentito? Dentro di me, non dentro di te!”
esclamò, facendo sbattere gli occhi alla bionda.
“Cosa?”
“Okay, prima di far subire un trauma definitivo a qualcuno,
cerchiamo di fare il punto della situazione.” Intervenne Fred,
troncando la discussione.
“Quelli che vi hanno attaccato erano dei vecchi amici di
Erza.” Proseguì Luna, alzandosi in piedi. “Sono
arrivata in tempo per sentirli parlare, ma non sono intervenuta. Non
avrei potuto fare nulla.”
“Non ti preoccupare… hai fatto bene.”
Concordò Gray. “Che cos’hanno detto?”
“Come dicevo prima, sono venuti qui con l’intenzione di
prendere Harry ed Erza. Non so perché, ma l’hanno chiamata
traditrice.”
“Erza… una traditrice? Impossibile!” esclamò
Natsu. “Preferirebbe morire!”
“Però lei ha solo abbassato lo sguardo, non ha
replicato.” Narrò Luna. “Hanno immobilizzato Harry
con una strana corda magica, e poi se ne sono andati, dicendo che
sarebbero andati verso la Torre del Paradiso, e che un certo Gerard ne
sarebbe stato felice.”
“Gerard? L’ho già sentito nominare…”
mormorò George, portandosi una mano sotto il mento.
“Natsu… riesci a sentire dove sono andati?” chiese
Happy all’amico, che annuì, cominciando subito ad annusare
l’aria.
“Il loro odore va verso la spiaggia. Devono aver preso una
barca.” Disse Salamander.
“Allora è meglio non perdere altro tempo. Sarebbe inutile
tornare alla gilda… dopo potrebbe essere troppo tardi.”
“Lasciate che Juvia vi aiuti.” Intervenne la ragazza dai
capelli blu. “Voglio entrare in Fairy Tail, questo sarà un
modo per dimostrarvi che sono sincera.”
“Beh, meglio alleata che nemica.” Replicò George.
“L’altra volta ci hai quasi fatto fuori.”
~~~~~~~~~~~
Un uomo si avvicinò alla figura incappucciata, seduta su un
trono.
“Signor Gerard… è arrivata la notizia della cattura
di Erza e Harry. Stanno venendo qui.” Disse, fermandosi di fronte
a lui.
La figura sorrise, compiaciuta.
“Ma che cosa ne facciamo della traditrice? Con il suo potere
magico avrebbe potuto annientarla in men che non si dica…”
Gerard lo interruppe con una risatina, per tornare serio l’attimo
seguente.
“No, non era il caso.” Ammise. “Tutto questo non
è divertente.”
“Ah…” commentò con aria confusa l’uomo,
non osando esprimere il suo disappunto per quella sceneggiata.
“Ma ora che la Torre del Paradiso è completa… non
posso permettere che continui a vivere.” Proseguì Gerard.
“Il tempo è giunto.”
Il sorriso tornò sul volto parzialmente nascosto dal cappuccio.
“Erza, ti avevo avvertito di non dire nulla… Ora, grazie a
te, anche Harry Potter sarà la nostra vittima
sacrificale… per il mio sogno di gloria!”
~~~~~~~~~~~
Erza aprì lentamente gli occhi, per poi spalancarli subito dopo.
Era stata legata a un palo di legno, in quello che sembrava uno
scantinato.
“Dove… Dove sono?” domandò.
“Siamo su una nave.” Rispose Harry poco lontano, ancora
legato dai tubi di Miriana. “Diretti verso la Torre…”
“La Torre?” Ripeté la ragazza. “Non vorrai
dire…”
“Esatto, sorellina.” Rispose Sho, entrando. “Siamo
diretti verso la Torre del Paradiso.”
“L’avete completata allora…”
“Già.”
Erza sospirò. “Capisco…” mormorò poi,
cercando di sciogliere la corda che la teneva legata.
“È inutile. I tubi di Miriana inibiscono la magia. Il tuo
nuovo amico l’ha già sperimentato.”
“Lasciatelo andare! Volete solo me, no?”
“Sfortunatamente…” Rispose il diretto interessato.
“Sembra che Gerard voglia anche me.”
Titania spostò lo sguardo. “Mi dispiace, è tutta
colpa mia.”
“Non preoccuparti, me la caverò. Ho affrontato poche
settimane fa un basilisco, non mi spaventa di certo uno come
Gerard.” Replicò lui, cercando di essere convincente.
“Io farei meno il duro, Potter.” Disse Sho, guardandolo
male. “Sei vivo solo per suo volere.”
“Sho…” Esordì Erza. “So che non mi
lascerai libera, anche se prometto di non opporre resistenza… ma
almeno lasciami indossare la mia armatura. Non voglio tornare in quel
posto senza…”
“Perché? Quei vestiti ti stanno bene.”
Poi, cogliendo di sorpresa i due membri di Fairy Tail, Sho strinse in
un abbraccio la rossa.
“Sho…” Mormorò lei confusa.
“In realtà non volevo comportarmi
così…” Rivelò il ragazzo, cominciando a
piangere. “Mi sei mancata. Questa è la verità,
sorellina…”
Poi la sua presa si fece più forte.
“Perché… tu…” Continuò, per poi
mettersi a urlare. “Perché hai tradito Gerard e
noi?!”
Erza lo guardò spaventata per qualche secondo, per poi abbassare
lo sguardo. “Gerard…”
Pensò, mentre nella sua mente ritornavano a galla ricordi
sepolti dal tempo.
“Sorellina,
di qua, presto!” Gridò un bambino, guardando verso un buco
in un muro, grande a sufficienza per farlo passare. “Sho,
non urlare!” Replicò un altro bambino. “Veramente,
Wally, stai strillando di più tu, miao.”
Commentò una bambina. “Eh,
eh… scusa Miriana.” Fece lui, per poi girarsi.
“Erza, se non ci sbrighiamo, quelli ci troveranno…” Una
bambina dai capelli rossi annuì, tremando vistosamente. “S-Sì…
S-Se ci trovano… Io lo so che fine fanno i bambini che vengono
trovati…” “Tranquilla.
Non devi aver paura.” Asserì una voce dietro di lei, che
la fece calmare subito. “Su.” Erza
si girò verso chi aveva parlato. “…
Gerard…” “Noi
troveremo la libertà! Avremo un futuro e coroneremo il nostro
sogno di gloria.” Un
bambino dai capelli blu, con un tatuaggio che gli attraversava la parte
sinistra del viso le sorrise. “Andiamo… Erza.” La
rossa annuì, imitata dagli altri bambini. “Sì.”
~~~~~~~~~~~
“Cosa?!” Urlò un mago del Consiglio della Magia ERA,
sbattendo un pugno sul tavolo. “Il Sistema-R è ancora in
giro?! Ma è assurdo!”
I membri del Consiglio erano stati chiamati all’alba per
partecipare a una riunione straordinaria, dovuta alle ultime
novità di cui erano venuti a conoscenza.
“Otto anni fa…” Cominciò a spiegare un altro
membro. “Una setta religiosa di seguaci della magia nera
investì un’ingente somma di denaro prevedendo la
costruzione del Sistema-R.”
“Se non sbaglio erano… sette torri, no?” Chiese una
terza persona. “Comunque, il Consiglio le bloccò tutte,
perciò oggi non dovrebbe essercene traccia.”
“C’era un’ottava torre, nel mare vicino a
Ka-Elm.” Rispose una vecchia maga.
“N-Non dirmi che l’hanno già completata?”
“Purtroppo, quelli del gruppo investigativo della zona non sono
certo dei burloni.”
“Allora… l’hanno finita, eh?” Fece Urrutia.
“Già…”
“Ma perché usare il Sistema-R? Ora come ora-”
“La Torre del Paradiso.” Rispose Sieglein, tenendo le mani
incrociate e attirando gli sguardi di tutti su di sé. “Non
si tratta del Sistema-R, ma della Torre del Paradiso, no?”
“In effetti, mi pare che fosse conosciuto anche con questo
nome…” Concordò un vecchio mago dall’aria
piuttosto fragile.
“Sta zitto, Yajima! Chi se ne importa di come viene
chiamato?!” Sbraitò quello che sembrava il capo. “Il
Sistema-R è un tipo di magia proibita! Le ripercussioni sul
popolo sono troppo grandi! Non farebbe che generare caos!”
“Prepariamoci subito a inviare l’esercito! Non
c’è un minuto da perdere per la repressione!”
“Ma non sappiamo nemmeno con chi abbiamo a che fare.”
“Cosa?” Fece uno di loro. “Non lo sappiamo?”
“A quanto pare…” Rispose un suo collega, leggendo
dei fogli. “…non è la stessa setta di maghi che
conosciamo noi a essersi impossessata del Sistema-R…”
“Che cosa?!”
“Bensì un misterioso uomo di nome Gerard.”
“Gerard?”
“Mai sentito.”
“A parte il nome, non sappiamo nulla di lui.”
Sieglein abbassò lo sguardo, preoccupato, imitato da Urrutia.
Yajima li guardò pensieroso.
“Il Sistema-R ignora la legge del ciclo naturale della vita e
della morte! È una magia intollerabile, che genera conseguenze
estremamente dannose.”
“Chiunque la utilizzi va considerato un nemico!”
“Bisogna mobilitare immediatamente l’esercito!”
Sieglein continuò a osservare i suoi colleghi litigare tra di
loro per decidersi sul da farsi.
“Siete dei poveri ingenui.” Commentò infine a bassa
voce, ma l’offesa ottenne comunque il suo effetto.
“Cosa?!”
“Come ti permetti, Sieg?!”
Il ragazzo dai capelli blu sbatté con forza la mano sul tavolo,
per poi alzarsi in piedi. “Sto dicendo che, se per voi inviare
l’esercito è la soluzione, siete dei poveri ingenui!
È molto pericoloso… troppo!” Sieglein guardò
uno a uno i membri del Consiglio. “Non avete capito
niente!” Urlò tremando. “Se vogliamo distruggere
immediatamente la Torre del Paradiso, c’è un solo modo!
Eterion, dal Satellite Square!”
A quel nome tutti quanti spalancarono la bocca increduli.
“C-Cosa?!” Esclamò il capo del Consiglio, non
riuscendo a credere alle sue orecchie.
“L-La magia trascendentale che distrugge tempo e spazio?!”
“Ma sei fuori di testa?!”
“Hai idea di quante vittime farebbe?”
“Eterion è la nostra ultima spiaggia! È una magia
più pericolosa del Sistema-R!” Obiettò un altro
membro.
“Ma il Satellite Square può puntare a qualunque obiettivo
sulla terra… e per abbattere quell’enorme edificio non
c’è che l’Eterion!” Replicò Sieg.
“Io… sono d’accordo.” Intervenne Urrutia,
alzando la mano.
“Ultia! Persino
tu?!” Esclamò un suo collega.
“Noi del consiglio siamo in nove. Se altri tre sono
d’accordo, possiamo sparare l’Eterion.”
“Non c’è tempo!” Gridò Sieglein.
“Non possiamo assolutamente permettere che utilizzino il
Sistema-R!”
~~~~~~~~~~~
Harry ed Erza osservarono l’immensa torre che si ergeva di fronte
a loro, tanto alta che la sua cima era appena visibile.
“Questa… è la Torre del Paradiso?”
Domandò a bassa voce Majutsu, sorpreso che un edificio del
genere fosse passato del tutto inosservato fino a quel momento.
“L’hanno… L’hanno finita
davvero…” Mormorò invece Erza, abbassando lo
sguardo.
“Beh, sono passati diversi anni. L’abbiamo completata
noi.” Rispose Sho, mentre Shimon la spingeva in avanti,
intimandola a camminare.
“E vedo che siete cambiati in questi anni…”
Continuò la rossa.
Harry fece per seguirla, ma Shimon lo trattenne per una spalla.
“Tu verrai con me.” Disse, per poi sparire con il bambino
che è sopravvissuto.
“Harry!” Gridò Erza.
“Oh, non preoccuparti. Lo rivedrai presto… Ma uno dei due
potrebbe non essere più lo stesso.” Fece Sho, per poi
guidarla lungo delle scale a spirale che scendevano.
Si fermarono di fronte a una cella, dove il ragazzo legò le mani
della sua ex amica alle sbarre della finestra, costringendola
così a restare in piedi
“La cerimonia è prevista per domani a mezzogiorno. Se il
tuo amico farà il codardo, te ne starai qui fino ad allora.
Altrimenti…” “Cerimonia? Vogliono
attivare il Sistema-R?!” Pensò preoccupata la
ragazza.
“Perché? Posso capire me… ma perché
Harry?”
“Perché?” Ripeté Sho, guardandola divertito.
“A dir la verità ignoro i veri motivi… Gerard ci ha
solo detto che i candidati al sacrificio erano due: tu, sorellina, e
Harry Potter. È la tua punizione per averci traditi.”
Erza lo osservò in silenzio.
“Temo che questa sarà l’ultima volta che ci
vedremo… ma è per il Paradiso che facciamo tutto
questo.”
Sho poi guardò Titania. “Che fai, tremi?”
Domandò, senza cambiare espressione. “Non ti piace
l’idea di poter essere usata come vittima sacrificale… o
sono i ricordi legati a questo posto che ti turbano?”
~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
“Pensavate
che vi avrei fatto scappare tanto facilmente?!” Urlò un
grasso uomo, brandendo una frusta. “Dannati mocciosi!”
Erza, Gerard e gli altri bambini erano con le lacrime agli occhi, tutti
con le mani prigioniere di manette e circondati da una decina di uomini
armati di lance.
“Il Sistema-R deve essere completato al più presto!”
Asserì uno di loro.
“Un momento! Non possiamo accumulare altri ritardi nella
costruzione.” Disse un altro. “Normalmente li dovremmo
mandare tutti nella Sala del Castigo… ma questa volta puniremo
uno solo di loro.”
I ragazzini spalancarono gli occhi.
“Chi è stato a organizzare il piano di fuga? Nella Sala
del Castigo ci andrà solo lui. Siamo troppo buoni, eh?”
Continuò, ridacchiando.
Sho cominciò a tremare.
“Allora, chi è stato a organizzare la fuga?”
Erza guardò l’amico che continuava a tremare.
“I-”
“Io!” Esclamò Gerard, alzandosi in piedi,
guadagnandosi gli sguardi sorpresi dei suoi amici. “Sono stato io
a organizzare il piano di fuga.”
“G-Gerard…” Mormorò Sho, mentre l’uomo
fissava il bambino, per poi volgere lo sguardo verso Erza, che era
ancora visibilmente spaventata.
Infine si chinò su di lei. “È stata lei,
vero?”
La rossa spalancò gli occhi, diventando completamente bianca in
volto, mentre veniva presa per la maglietta da uno dei soldati.
“C-Cosa?!” Balbettò Gerard. “Ho detto che sono
stato io! Lei non c’entra niente!”
“Portatela via.” Ordinò il capo dei soldati,
ignorandolo.
“I-Io me la c-caverò… v-va tutto b-bene.”
Disse tremando la bambina.
“Erza!” Chiamò il bambino con il tatuaggio,
guardandola venire portata via senza che lui potesse fare nulla a causa
degli altri uomini, che lo tennero indietro con la forza.
“Gerard… L-L’hai detto t-tu, no? S-Sei stato t-tu a
dirmi c-che non c’è n-niente di c-cui a-avere
p-paura.” Continuò lei, per poi portarsi le mani sul
volto, incapace di trattenere oltre le lacrime.
“Erza!” Urlò ancora lui, mentre gli altri
scoppiavano a piangere.
“Gerard…” Mormorò Miriana. “Salva
Erza…”
“E per voi niente cibo per tre giorni.” Disse l’uomo,
guardandoli divertito. “Beh, sempre meglio che la Sala del
Castigo, no?”
~~~~~~~~~~Fine
flashback~~~~~~~~~~
“Ti chiedo scusa per quella volta.” Disse Sho, triste,
guardandola negli occhi. “A organizzare la fuga ero stato
io… ma ero troppo spaventato per confessarlo. Sono stato un vero
codardo. E per colpa mia tu hai-”
“Ormai non conta più niente.” Lo interruppe Erza.
“Piuttosto, hai una vaga idea di quanto sia pericoloso far
resuscitare le persone con il Sistema-R?”
Sho tornò a sorridere. “Oh, sai a cosa serve il Sistema-R.
Mi sorprendi.” Disse. “Revive-System.
In cambio di una vittima, si può riportare in vita una persona
morta. Una magia proibita che va contro ogni morale, ma
d’altronde, la magia non ha mai avuto una morale. Per principio,
l’uso della magia trascende ogni valore umano.”
Erza fece un sorriso triste.
“Due mondi, stessa identica mentalità di magia nera. Sei
tale e quale a quei farabutti.”
“Oh, immagino tu mi stia paragonando a quel Voldemort di cui
Klaun ci ha parlato, vero? Non paragonarci a tipi come lui. Per loro la magia del Sistema-R sarebbe
servita solo a richiamare anime defunte in vita… ma non per
Gerard! Lui ci guiderà nel Paradiso futuro!”
Mentre Sho parlava, i suoi occhi parvero animarsi di una luce sempre
più folle.
“Ancora questo Paradiso? Che cosa volete dire?”
“Quando Gerard farà resuscitare quella persona… il mondo
rinascerà a nuova vita… e noi ne saremo la guida!”
Dicendo ciò alzò il volume della voce, portando le mani
in alto.
“Pensa a quelli che un tempo ci hanno privato della
libertà… agli amici che ci hanno tradito… alla
gente che vive nell’ignoranza… a quei buoni a nulla del
Consiglio della Magia… Su tutti loro scateneremo un’ondata
di terrore e disperazione! Nessuno di loro sarà mai più
libero! Diventeremo i padroni del mondoooooooooo!”
Erza lo guardò furibonda. Poi, cogliendolo totalmente di
sorpresa, usò la corda che la teneva legata per dare una spinta
alle gambe, così da riuscire a colpirlo sul volto con una
ginocchiata, che gli fece uscire del sangue dalla bocca, per poi cadere
a terra privo di sensi.
Sempre usando le gambe, riuscì ad alzarsi sufficientemente per
raggiungere la corda, che cominciò a mordere, riuscendo infine a
romperla.
Titania cadde a terra, continuando a guardare Sho.
“Come può essere cambiato a tal punto?” Si chiese,
mentre nei suoi occhi rivedeva l’amico ancora bambino che le
sorrideva. “Gerard… è colpa tua?!”
Urlò, sostituendo i suoi vestiti con l’armatura.
~~~~~~~~~~~
Harry fu spinto a terra da Shimon.
“Gerard, eccolo qui.” Avvertì lui, inginocchiandosi.
Majutsu alzò lo sguardo, incrociandolo con quello nascosto
dell’uomo con il cappuccio, di cui si vedeva solo il sorriso.
“Ottimo lavoro, ora puoi andare. Assicurati che nessuno ci
disturbi.” Disse lui, con una voce che risuonò familiare
al moro.
Shimon annuì, alzandosi e uscendo, chiudendo dietro di sé
la porta.
“Bene, bene, bene… Finalmente t’incontro di
persona… Harry Potter.”
Il ragazzo si mise seduto, cercando inutilmente di sciogliere la corda
che gli teneva legate le mani, per poi scuotere la testa. “Quindi
tu sei Gerard, eh? Erza mi ha raccontato tutto di te.”
“Oh, lo so che l’ha fatto. Quello è uno dei motivi
per cui sei qui. È una sua punizione per non aver ascoltato il
mio consiglio.”
“Tu hai rovinato la vita a Erza!” Esclamò Harry.
“Come puoi anche solo pensare di essere nel giusto?!”
“Oh, ma tu ti sbagli. È stata Erza a tradirmi.”
“Non mi prendere in giro!” Urlò l’altro.
“So bene cos’è il Sistema-R! E di certo non vuoi
usarlo per rivedere qualcuno che ti è caro! Bensì quel
mago…”
“Oh, quindi ti ha detto proprio tutto, eh?” Fece Gerard,
avvicinandosi. “Però immagino tu sia stata l’unica
eccezione, vero?”
Harry spostò lo sguardo.
“Tu sei l’unica persona di cui Erza si fida realmente. E so
il perché. Anche tu hai avuto un’infanzia simile alla
nostra, no? Certo, non eri costretto a costruire una torre, e di certo
non eri uno schiavo come noi… Ma tu sei cresciuto senza
l’affetto di una famiglia… proprio come noi.”
“Non mi paragonare a te!” Replicò lui. “Io ho
imparato a superare il passato!”
“Davvero? Allora dimmi… se io ti dovessi portare qui
Dudley Dursley, il tuo odiato cugino, mi assicureresti che non gli
torceresti un solo capello? A lui, che è la causa principale
della tua pessima infanzia. Se non ci fosse stato lui, forse i tuoi zii
non ti avrebbero trattato come spazzatura, come loro servo
personale.”
“C-Come… Come fai a sapere tutte queste cose?”
Chiese Harry sorpreso.
“Non lo immagini? E dire che ormai credevo fosse chiaro…
Lo devo a Klaun. Grazie alla magia che gli ho fornito io stesso,
è andato a investigare sul tuo passato antecedente a Fairy Tail.
Oh, c’erano così tanti testimoni… e tutti ti hanno
ignorato! Nessuno ha mai fatto nulla per aiutarti, anche se vedevano
che eri malnutrito, che indossavi solo vestiti usati di tuo cugino che
ti andavano assurdamente grandi. Avevi gli occhiali solo perché
i tuoi zii erano stati costretti a comprarteli, ma nulla di
più.”
“Smettila…”
“Fa male, non è vero? La verità fa male… E
tutto questo l’hai ottenuto grazie a un solo uomo… uno
stupido mago che credeva di governare il mondo epurando una a una le
persone che lui riteneva indegne. I tuoi genitori volevano solo
fermarlo… e la loro ricompensa è stata la morte.”
Harry chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. Quelle parole
continuavano a risuonare dentro di lui, e sapeva bene che stavano
sortendo il loro effetto.
“Che cosa vuoi da me? Dubito tu mi abbia portato qui solo per
farmi sapere che conosci il mio passato.”
“Acuto. Infatti è così. Quello che Erza non sa, e
di conseguenza che anche tu ignori, è come funziona il
Sistema-R. Per ogni persona riportata in vita-”
“Bisogna sacrificarne un’altra.” Concluse Majutsu,
sorprendendo Gerard. “Dopo che Erza mi ha raccontato che
cos’ha passato in questo posto, ho deciso di documentarmi. Non
è stato facile… i libri che parlano del Sistema-R si
possono contare sulle dita di una mano, ma essere uno dei maghi
più famosi in circolazione in questi casi aiuta.”
“Molto bene. Allora credo che tu conosca la risposta alla tua
stessa domanda.”
“Volete… Volete usarmi come sacrificio per riportarlo in
vita.”
“Il piano originale prevedeva di usare Erza, come punizione per
non averci appoggiato. Tuttavia… potrei essere
misericordioso.”
“Non prendermi in giro e dimmi cosa vuoi che faccia perché
sia risparmiata!”
Gerard sorrise. “Come hai detto tu, useremo te come sacrificio.
La tua magia è molto più potente di quella di Erza, di
conseguenza il suo ritorno sarà ancora migliore.”
“La magia di uno che proviene da un altro mondo…”
“Oh, no. Quello non ha alcuna importanza. La magia che
voglio… è quella nascosta nella tua cicatrice.”
Harry spalancò gli occhi. “C-Come fai-”
“Ho occhi ovunque. Makarov non è uno stupido, il simbolo
della gilda non è stato messo lì di tua volontà,
ma questo immagino che non lo sappia nessuno a parte te e il tuo
Master.”
“Maledetto… fino a dove si spingono le tue
conoscenze?”
“Molto più in là di quanto tu possa immaginare. In
fondo… dentro di me scorre la sua volontà.” Gerard
continuò a guardarlo. “Scegli, Harry Potter. O tu, o Erza.
In ogni caso, uno di voi verrà usato come sacrificio, e
l’altro vivrà per vedere le conseguenze.”
“Io… Io non posso… Il mondo…”
“Posso aggiungere due jolly al prezzo.” Continuò
l’incappucciato, sorridendo nuovamente. “Se tu sceglierai
di sacrificarti… userò due criminali per riportare in
vita i tuoi genitori, e ti garantisco che a loro non verrà fatto
alcun male. Saranno liberi nel nuovo mondo che creerò.”
Majutsu spalancò gli occhi. “I… I miei
genitori?” Ripeté, cominciando a tremare.
“Esatto. Sono disposto a usare l’enorme potere del
Sistema-R per riportare in vita i tuoi genitori. Tu non ci sarai
più, ma loro vivranno. In un certo senso, restituirai il prezzo
che hanno pagato per salvarti.”
Harry abbassò lo sguardo. “… Mi giuri che non
verrà fatto loro alcun male?”
“Mi occuperò di persona della loro
incolumità.”
“… Va bene, accetto, ma a due ulteriori condizioni.”
“Ovvero?”
“Oltre a loro, anche Erza, i membri di Fairy Tail e di Hogwarts
con le relative famiglie dovranno essere risparmiati. Inoltre, voglio
che cancelli ai miei genitori ogni ricordo su di me. È inutile
che soffrano sapendo il prezzo del loro ritorno.”
Gerard si avvicinò, per poi schioccare le dita e porgendo la
mano a Harry, il quale sentì la corda allentarsi, per poi cadere
a terra, lasciandolo libero.
“Hai la mia parola. Quello che hai chiesto verrà esaudito.
È un prezzo più che giusto per il nuovo mondo.”
Majutsu si massaggiò i polsi, per poi alzarsi in piedi e
annuire, guardandolo serio.
“Ma se dovessi sapere che non hai mantenuto la tua parola…
non importa se sarò morto, mi assicurerò di fartela
pagare.” Disse, stringendogli la mano per sancire il patto.
“Oh, ne sono sicuro. Ed è per questo che non ho intenzione
di violare questa promessa.”
--------------
E finalmente ecco qui il nuovo capitolo!
Dunque, le cose sembrano mettersi male! Harry si è arreso a
Gerard, il quale vuole riportare in vita qualcuno che di certo non
sarà tanto tranquillo... e nel frattempo, gli altri membri di
Fairy Tail devono ancora giungere in suo soccorso!
Non vi anticipo altro, se non che i colpi di scena sono appena iniziati!
44: Il peso della libertàCapitolo 44: Il peso della libertà
“Argh!!!”
Urlarono diversi uomini, cercando di scappare dalla furia di Erza, che
si stava facendo strada nella torre, mettendo fuori gioco con la sua
spada chiunque cercasse di ostacolarla.
Titania afferrò uno di loro per il colletto, per poi sbatterlo
contro il muro, tenendogli puntata contro il collo l’arma.
“Dov’è Gerard?”
“I-Io… Io non lo so… Sono solo un semplice
soldato…” Rispose lui, deglutendo.
“Davvero? Allora proviamo con un’altra domanda:
dov’è Harry?”
“Non so nemmeno questo… lo giuro, non ne ho la più
pallida idea! Ci hanno solo ordinato di evitare che entrassero degli
intrusi! Ti prego, non farmi del male!” Replicò il
poveraccio con voce lamentosa.
Per tutta risposta la Fata lo colpì con un pugno allo stomaco,
facendogli perdere i sensi.
“Maledetto Gerard, sa bene come giocare le sue
carte…” Mormorò, per poi riprendere la sua ricerca.
Hermione osservò i soldati che sorvegliavano l’ingresso
della torre.
Erano arrivati pochi minuti prima, osservando meravigliati
l’imponente edificio, per poi cercare un modo di entrare.
“Ci sono troppe guardie… sarà piuttosto difficile
ingannarle, anche con il mantello.” Rifletté George.
“E chi se ne frega?! Sfondiamo tutto!” Urlò Natsu,
subito calmato dagli altri.
“Non possiamo farlo. Harry, Erza e Neville sono loro prigionieri,
aye!” Replicò Happy. “Ed è tutta colpa
mia… probabilmente avrebbero preso me se avessi mantenuto il mio
vero aspetto, aye…”
“Sono sicura che Neville se la caverà.”
Affermò Luna. “In fondo, è stato scelto da
Grifondoro, no?”
“Speriamo, ma in ogni caso, dobbiamo trovare un modo per
entrare.” Aggiunse Lucy. “Qualche idea?”
“Forse potremmo distrarli in qualche modo…”
Azzardò Ginny, subito contrastata da Ron.
“Dalla nostra esperienza in questo mondo, è una pessima
idea… per me è meglio evitarli.”
“Grazie genio, e come? Diventando fantasmi?” Lo
rimbeccò Fred, inarcando un sopracciglio.
“Juvia ha trovato una soluzione.” S’intromise la
ragazza dai capelli blu, emergendo dall’acqua del mare.
“Juvia ha trovato un modo per arrivare alla torre passando
sott’acqua.”
“Davvero?! Grandioso!” Esclamò Gray, guardandola
uscire e avvicinarsi a Lucy.
“Sentito? Ha fatto i complimenti a Juvia, e non a te!” Le
disse.
“Beh… sì…” Rispose lei, non riuscendo
a capire il suo punto.
“Quanto tempo bisogna nuotare?” Domandò Hermione,
avvicinandosi.
“Una decina di minuti. Non è un problema per il fiato,
vero?” Rispose la maga d’acqua.
“Nah, sono una bazzecola.” Replicò Natsu.
“Già.” Aggiunse il mago del ghiaccio.
“Non per i comuni esseri umani!” Gridarono assieme Lucy e
Ron.
L’ex Element sospirò, per poi alzare una mano, creando una
bolla.
“Juvia ha preso l’idea da una magia di George: sono bolle
d’ossigeno. Con queste potrete respirare tranquillamente
sott’acqua.”
“Wow! Incredibile!” Esclamò Natsu, prendendola e
infilandoci dentro la testa, mentre la maga ne preparava delle altre.
“Ma ora che ci penso… tu chi sei?”
A quella domanda tutti gli altri furono tentati di lasciarsi cadere a
terra.
“Gli Occhiali del Vento fanno proprio miracoli… per
riuscire a farlo sembrare intelligente…” Mormorò
Gray a bassa voce, guardandolo sconsolato.
Senza dire altro, il gruppo di maghi si tuffò, seguendo Juvia
attraverso una grotta sotterranea, finché non emersero in quello
che sembrava un piccolo molo.
“Beh, per entrare, siamo entrati… Ma ora cosa
facciamo?” Domandò Ginny, liberandosi della sfera
d’ossigeno, che scoppiò subito dopo.
“Tu resti qui con qualcuno.” Rispose subito Ron. “Ti
abbiamo portata con noi perché lasciarti da sola al
casinò non sembrava una buona idea, ma lasciarti proseguire
oltre è troppo pericoloso.”
“Per una volta sono d’accordo.” Fece Fred,
guardandosi attorno, per poi spalancare la bocca quando vide Lucy che
giocava con la sfera magica, facendola ribalzare sulla mano, come se
niente fosse.
“È comodo questo incantesimo.” Disse sorridendo.
“Ah… è pensare che Juvia te ne aveva data
appositamente una più piccola. E invece sei sopravvissuta
comunque.”
“Cosa?!” Replicò la bionda terrorizzata per quella
rivelazione.
“Vediamo di perdere meno tempo.” Intervenne Hermione.
“Harry, Erza e Neville sono qui da qualche parte.”
Ma prima che potessero muoversi, si ritrovarono circondati da decine di
soldati.
“Chi siete, dannati?!” Esclamò uno di loro.
“Sembra ci abbiano trovati.” Commentò Luna,
guardando gli uomini come se non ci fossero. “Forse conveniva
passare dalla porta principale, a questo punto. Almeno non avremmo
bagnato gli Alamci per
niente.”
“Pare che dovrete portarmi con voi.” Osservò invece
Ginny, riservando ai fratelli un piccolo sorriso. “Mamma non sarebbe felice di sentire che
mi avete lasciata da sola in
un posto pieno di soldati nemici.”
“La mamma ci ucciderà
quando saprà che ti abbiamo
portata in un posto pieno di soldati nemici!”
Sottolineò Ron, tra l’arrabbiato e il terrorizzato.
“Non importa!” Esclamò invece Natsu, lasciandosi
avvolgere dalle fiamme. “L’unica cosa che conta al
momento… è che noi siamo di Fairy Tail!”
Dichiarò, lanciandosi contro i nemici, avvolgendoli con il fuoco
e mandandone al tappeto un buon numero.
Neville sbatté gli occhi per qualche secondo, per poi
spalancarli.
Era ancora trasformato in Happy, e si trovava in una stanza piena zeppa
di oggetti a forma di gatto, dalle bambole agli armadi con la sagoma
dei felini disegnata sopra.
“D-Dove sono finito?!” Esclamò, mettendosi in piedi.
“Happy! Dove sei?”
“Miao?” Intervenne
una voce alle sue spalle, che lo fece voltare subito, ritrovandosi
così a guardare Miriana. “A tutta forza?”
“Eh…? Una… ragazza gatto?” Sussurrò
Paciock, deglutendo. “E cosa intendi con ‘A tutta forza’?”
“Miao! Un gatto che
parla!” Miagolò lei, saltando per la gioia.
“Miria… fatti un po’ dandy.” La calmò
Wally, appoggiato contro una parete.
“Miao?” Fece
Miriana guardandolo con aria interrogativa.
Neville invece saltò verso di lui. “Tu sei… il tipo
strano del casinò!” Esclamò spaventato.
“Zitto, gatto! Sei un gatto proprio perché parli!”
Replicò l’uomo, guadagnandosi uno sguardo confuso dal
finto gatto.
“Harry non mi aveva detto che Fiore era piena di pazzi…
Cosa mi è saltato in mente di chiedere a Happy di insegnarmi
questa magia?” Mormorò, lasciandosi cadere seduto
sconsolato. “Non posso neppure
sciogliere la magia… ho come l’impressione di essere vivo
solo perché credono che sia un gatto…
parlante…” Rifletté, per poi guardare di
nuovo i due rapitori. “Dove siamo? Che fine hanno fatto gli
altri?”
“Hey, cat. Probabilmente
adesso saranno tutti morti.”
Neville sgranò gli occhi. “Impossibile!” Urlò
con tutto il fiato che aveva. “Harry e gli altri non si sarebbero
mai fatti sconfiggere tanto facilmente!”
Wally sorrise. “In effetti, cat,
Harry ed Erza sono ancora vivi… anche se per poco.”
“Cosa-?”
“Wally! Miriana!” Urlò Shimon, entrando di corsa
nella stanza. “Erza è scappata!”
“Scappata!” Ripeté la ragazza. “Quante cose mi
fa ricordare questa parolina!”
“Shimon, cerca di essere un po’ dandy… da questa torre non
si scappa.”
“Erza non è più nella sua cella. Probabilmente
è andata a cercare Potter e Gerard.”
Wally si fece un po’ serio. “Anche se fosse, non ha
importanza. Ormai Gerard ha ottenuto ciò che voleva. E domani
sarà finalmente il grande giorno che aspettavamo.”
“Sarà comunque meglio trovarla, prima che rovini di nuovo
tutto.” Replicò il nuovo arrivato, guardando i suoi amici.
“Andiamo.”
Senza dire altro, i tre uscirono, lasciando Neville da solo.
“Che cosa sta succedendo?” Si domandò, guardando la
porta lasciata aperta.
Gerard scoppiò a ridere.
“Che ragazza, Erza! Davvero interessante!” Affermò,
sorridendo sotto il cappuccio. “Vincerò io o
vincerà lei? Tu che dici… Harry?” Chiese, guardando
il moro seduto a gambe incrociate contro il suo trono, che teneva lo
sguardo basso.
“Non m’importa… basta solo che la lasci andare via,
come d’accordo.”
Gerard non fece sparire il suo sorriso. “Tutto qui? Credevo
avresti tentato qualcosa a questa notizia.”
“Se tu non avessi voluto che Erza scappasse, te ne saresti
occupato di persona. Non è forse così?”
A quella domanda l’incappucciato scoppiò di nuovo a ridere.
“Hai perfettamente ragione! Adesso voglio proprio vedere. La vita
e la morte, il passato e il futuro… sono tutti elementi
intrecciati dal gioco del paradiso.”
Harry alzò leggermente lo sguardo, fissandolo con occhi di sfida.
Gray buttò giù una porta, entrando così in una
stanza vuota con un lungo tavolo al centro, seguito da tutti gli altri.
“Non possiamo restare qui troppo a lungo. Sanno benissimo che
siamo qui.” Disse Juvia.
“Pensavo sarebbe stato più difficile avanzare dentro
questo posto.” Commentò Ron, guardandosi attorno.
“Anche se immagino sia stato principalmente grazie a Natsu e al
suo piccolo inferno che ci siamo riusciti.”
“La fai quasi sembrare una cosa brutta.” Replicò il
Dragon Slayer.
“Hermione, riesci a scoprire qualcosa con la tua magia?”
Domandò Lucy alla compagna, che negò con la testa.
“Ho provato a usarla con i luoghi… ma i risultati sono
ancora pessimi. Finora ci sono riuscita con una sola stanza, ma era
imprecisa.”
“Quindi dovremmo proseguire alla cieca e-”
Prima che George potesse finire la frase, la porta dall’altra
parte della stanza si spalancò di colpo, facendo volare dentro
un soldato, che sembrava essere stato colpito al volto da un calcio, o
almeno era quello il pensiero di tutti alla vista dell’impronta
sulla sua guancia.
Subito dopo Erza entrò, con la spada in mano, fermandosi alla
loro vista.
“Voi… Che ci fate qui?!” Esclamò sorpresa.
“Un grazie o un ciao sarebbero andati bene,
sai?” Ribatté sarcastico Fred.
“Andatevene!”
“Forse volevi dire ‘Grazie
per essere venuti ad aiutarci’.” Ribadì
George, guadagnandosi un’occhiataccia dalla rossa.
“Voi non c’entrate nulla con questo posto.”
Continuò Erza, superandoli per proseguire.
“Stai scherzando, vero?!” Gridò Ron. “Anche
Harry e Neville sono qui! Non possiamo andarcene!”
“Anche Neville?” Chiese incredula.
“Beh, stando a quanto dice Happy, si era trasformato in lui per
provare la magia di trasformazione.” Rispose Lucy. “Ed
è stato preso con il suo aspetto…”
“Capisco… dev’essere stata Miriana allora.”
“Dove si trovano?” Domandò Fullbuster.
“Non ne ho idea. Adesso stavo cercando Harry, prima che
quell’idiota commetta qualche stupidaggine. Voi tornate indietro,
ci penserò io a Neville.”
“Ehm… temo sia troppo tardi…” Mormorò
Ginny. “Natsu, Happy e Luna sono spariti.”
Il gruppo si guardò intorno.
“Maledetti… ci hanno lasciato indietro!” Urlò
Gray, facendo per uscire dalla stanza, ma ritrovandosi la lama di
Titania a sbarrargli la via.
“Neville, finché mantiene l’aspetto di Happy,
è al sicuro: Miriana non farebbe mai del male a un gatto. Mi
prendo io la responsabilità di rispedirvi tutti gli altri sani e
salvi. Voi però dovete andarvene subito.”
“Credi che possiamo fare una cosa del genere?!” Le
urlò contro Hermione. “Non ce ne andremo lasciando
indietro qualcuno!”
“Questo è un mio problema. Non voglio coinvolgere anche
voi.” Obiettò la rossa.
“Ma che peccato!” Dissero i due gemelli insieme.
“Sembra che siamo già coinvolti.”
“Hanno ragione.” Aggiunse il mago del ghiaccio. “Nel
momento in cui ci hanno attaccati hanno segnato il nostro
intervento.”
Titania restò in silenzio, senza avere il coraggio di voltarsi.
“Erza… Che cos’è questa torre? E chi è
Gerard?” Domandò Lucy.
“Come fate a conoscere quel nome?”
“Luna l’ha sentito nominare dai vostri rapitori. Anche
Klaun l’ha nominato in passato.”
Erza non disse altro.
“Se proprio non ce lo vuoi dire, va bene.” Disse Hermione,
sorprendendo tutti. “Ma non per questo noi ce ne andremo. Siamo
tuoi amici! Come lo siamo anche di Harry e Neville! Non possiamo
abbandonarvi, nessuno di voi.”
“A… Andatevene…” Ripeté nuovamente
Erza, senza riuscire a nascondere il tremore che la permeava.
A quel punto Gray le si avvicinò. “Non sembri nemmeno
più tu. Di solito ci prenderesti per il collo e ci porteresti
via senza tante storie.”
Non ottenendo alcun risposta dall’amica, il mago del ghiaccio
continuò. “Noi ti aiuteremo. Che c’è di male
se per una volta sei tu ad aver paura?”
La regina delle Fate si girò lentamente, facendo indietreggiare
tutti per la sorpresa.
Silenziosamente, Erza stava piangendo dall’occhio sinistro.
“Erza…” Mormorò Ginny.
“Scusate…” Disse lei, asciugandosi l’occhio.
“In questa battaglia… che io vinca o che perda… non
potrò mai più tornare nel mondo normale…”
“Come sarebbe a dire?” Chiese Juvia.
Erza chiuse le mani a pugno, per poi sorridere triste. “È
un destino da cui non posso fuggire. Finora avevo raccontato questa
storia solo a Harry… perché lui, come me, aveva provato
la stessa sofferenza. Perdere qualcuno che ti è caro…
covare la rabbia per tanto tempo senza mostrarla quasi mai… Io,
come lui, non mi ricordo nulla dei miei genitori. Anzi… i miei
ricordi sono legati a questo posto. Perciò, finché sono
ancora qui, vi racconterò tutto.” Abbassò lo
sguardo. “Questo posto si chiama Torre del Paradiso… ma
è conosciuto anche come Sistema-R.”
“Sistema-R?” Ripeté Hermione.
“Più di dieci anni fa, una setta di seguaci della magia
nera voleva costruire una torre in grado di generare un incantesimo che
potesse riportare in vita i morti.”
“Riportare in vita i morti?!” Esclamò Ron.
“Stai scherzando, vero? Non esiste nemmeno tra gli incantesimi
più oscuri una simile magia!”
“Qui purtroppo sì, ma dato che sia il governo sia il
Consiglio della Magia non diedero il consenso al progetto, la setta
rapì e usò per i propri fini una serie di persone prese
dai posti più disparati…” Prese una piccola pausa.
“Anch’io da piccola fui costretta a lavorare qui.”
A quella frase tutti sgranarono gli occhi.
“Vuoi dire… che eri una schiava?” Domandò con
un filo di voce George, non riuscendo a credere alle sue orecchie.
“Sì. E fu allora che conobbi Gerard.”
~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
“Erza!”
Urlò Gerard spaventato e preoccupato, tenendo tra le mani una
spada macchiata di sangue. “Erza!”
Senza fermarsi un solo secondo, continuò la sua ricerca,
ignorando le catene che gli limitavano i movimenti alle braccia e alle
gambe.
Infine vide in una cella socchiusa, abbandonata a terra, la piccola
figura della sua amica.
La raggiunse subito, entrando e scuotendola. “Ehi… Ehi!
Riprenditi!”
Mentre diceva ciò riuscì a spostarla, così da
poterle vedere il volto.
Gerard cacciò un urlo di paura, cadendo all’indietro.
Con un’espressione terrorizzata si riavvicinò
all’amica, che non aveva ancora dato segni di ripresa.
“Perché… Perché deve succedere una cosa
tanto crudele…? Si può sapere che abbiamo fatto di
male?!” Urlò con tutto il fiato che aveva, per poi
sbattere a terra un pugno. “Dannazione!”
“Gerard… sei tu?” Mormorò Erza, con i capelli
che le coprivano la vista.
“Erza… meno male! Sta’ tranquilla, sono venuto a
salvarti.” Le disse subito il bambino.
“Ma… Ma come…?”
Gerard sorrise. “Non possiamo più tornare indietro…
Non ci resta che combattere.”
“Combat-”
Prima che Erza potesse finire la frase, qualcosa colpì alla
testa il suo amico, che lanciò un urlo di dolore.
“Maledetto moccioso!” Sputò un soldato fuori di
sé, continuando a colpirlo con un bastone. “Ne hai fatti
fuori tre! Accidenti a te, sei solo uno sporco pidocchio! Ma non ti
ucciderò e basta! Servirai d’esempio a tutti!”
Le porte della cella si aprirono, facendo spostare lo sguardo di tutti
verso la piccola figura di Erza, che tremando avanzò al suo
interno, con i capelli che le coprivano gli occhi.
“Sorellina!” Chiamò Sho. “A-Allora… eri
sana e salva…”
“Idiota!” Gridò un altro dei prigionieri,
guardandone il volto. “Ti sembra che stia bene?”
“Che fine ha fatto Gerard?” Domandò un altro.
“Aveva detto che ti sarebbe venuto a salvare mentre le guardie
erano distratte…”
La rossa a quelle parole sussultò.
“Erza…” Mormorò Shimon, venendo subito
interrotto da un vecchio.
“Siediti e riposati.” Le disse. “Ne avrai passate di
brutte nella Sala del Castigo…”
“Ma Gerard-” Fece per replicare il bambino, ricevendo come
risposta un cenno negativo.
“L’avranno preso al posto di Erza…”
Mormorò il vecchio.
“Sniff… Non ce la faccio…” Sussurrò
Sho, cominciando a piangere. “Non ce la faccio più in
questo postoooo!!!” Gridò con tutto il fiato che aveva,
lasciandosi andare definitivamente al pianto.
Pianto che si propagò lungo le prigioni, cosa che attirò
l’attenzione delle guardie, che accorsero subito.
“Si può sapere che cos’è tutto questo
fracasso?!” Urlò una di quelle. “State un po’
zitti, dannati marmocchi! Se non la smettete vi tagliamo la
lingua!”
“Calmati Sho…” Cercò di tranquillizzarlo
Wally, senza però ottenere alcun risultato.
“Sho… va tutto bene, ci sono io qui…” Lo
confortò il vecchio.
Erza nel frattempo si portò le mani sopra le orecchie per non
sentire quelle urla, che divennero per lei un rumore incomprensibile.
Chiuse anche gli occhi per non dover assistere a ciò che sapeva
sarebbe successo di lì a breve. Sarebbe sempre andata
così… loro erano schiavi sacrificabili per qualcosa di
cui non erano nemmeno a conoscenza.
Se solo…
“Non ci resta che combattere.”
Le parole di Gerard le tornarono in mente, assieme al suo volto che le
sorrideva.
La rossa alzò la testa, mostrando la benda bianca che copriva
l’orbita da cui le era stato tolto l’occhio, per poi
saltare e afferrare la lancia di uno dei soldati, riuscendo a
strappandogliela di mano.
Cacciando un urlo disperato, la usò subito contro i due
aguzzini, muovendosi a una velocità tale da non permettergli di
reagire e colpendoli a morte, sotto lo sguardo incredulo dei suoi
compagni schiavi.
“Cosa succede?” Sentì dire da una delle celle vicine.
“Una rivolta!” Avvertì un soldato che era rimasto
fuori dalla cella, per poi scappare a chiamare rinforzi.
Erza strinse con forza la lancia appena ottenuta, per poi girarsi verso
gli altri, guardandoli con una determinazione che ignorava di avere.
“Se ci sottomettiamo o ci diamo alla fuga, non potremo riavere la
libertà.” Disse. “Non ci resta che combattere!
Alzatevi per la libertà!!!”
Il suo ultimo urlo fu accompagnato da grida gemelle, che risuonarono
per tutta la prigione.
~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~
Tutti osservarono Erza increduli per quel racconto.
“Simili mostri… no, nemmeno i mostri arrivano a certi
livelli…” Mormorò Hermione, mentre anche gli altri
pensavano disgustati a quello che aveva appena sentito.
“Nemmeno Voi-Sapete… no… a questo punto è
inutile averne paura… Nemmeno Voldemort è mai arrivato a
tanto… se non con Harry…” Fece Fred, chiudendo le
mani a pugno, imitato dal gemello.
“Per la libertà…” Continuò Erza,
tenendo lo sguardo abbassato. “Così, per salvare Gerard,
ci rivoltammo contro i nostri oppressori. A quel tempo Gerard era il
nostro leader e l’incarnazione della giustizia… insomma,
un modello per noi.”
Titania si girò, mentre i suoi occhi ripensavano con dolore a
ciò che avevano visto anni prima. “Ma da quel
giorno… Gerard cambiò completamente. Se oggi
c’è una persona che incarna il male, direi senza dubbio
che è Gerard.”
~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
Gerard
continuò a guardare il pavimento, ignorando la frusta che lo
colpiva per l’ennesima volta, lacerandogli questa volta parte
della guancia sinistra.
“Questo maledetto… Mi da’ ai nervi che se ne stia
così zitto!” Esclamò il soldato piuttosto grasso,
che lo stava torturando, mentre un altro fumava tranquillamente
lì accanto.
“Quell’altra invece piangeva come una fontana.”
Ricordò lui, buttando fuori un po’ di fumo.
“Ah, quello è stato un capolavoro!” Ribatté
il primo, per poi scoppiare entrambi a ridere.
Lasciata a terra la frusta, si avvicinò al bambino, prendendolo
poi per le guance con una mano. “Ehi… stammi bene a
sentire brutto verme che non sei altro. Il Sistema-R un giorno
sarà un altare sacro, lo capisci o no? Guarda che quando questa
torre vedrà la luce, voi andrete tutti in paradiso. Grazie al
Sistema-R potremo resuscitare il nostro dio! Il più grande
stregone di tutti i tempi tornerà tra noi!”
Gerard lo guardò per qualche secondo. “Zitto,
porco.” Gli disse infine.
La guardia s’infuriò, riprendendo la frusta e
ricominciando a colpirlo.
“Come osi?! Ti sembra il modo di rivolgerti a un funzionario
sacro?!”
“Lascia perdere quel che dice il moccioso.” Gli fece
l’altro, facendogli così interrompere la serie di
frustate. “Andiamo. Pare che da oggi pomeriggio possiamo pensarci
noi a sopprimere la rivolta.”
L’altro annuì, per poi indicare Gerard. “Fino al
giorno in cui non accetterai di venerare il nostro dio te ne starai
chiuso qui, capito?!”
Gerard restò in silenzio, aspettando che se ne andassero.
Non appena fu da solo, sospirò.
“Dio, eh?” Commentò, digrignando i denti. “Non
può esistere… Non può esistere un dio che non sia
in grado di salvare nemmeno un bambino. Odio…”
Odia…
“Odio
tutto!” Sputò il blu. “Odio loro, dio e il mondo
intero!”
L’odio
per il prossimo mi da’ la forza…
Gerard
spalancò gli occhi, guardandosi in giro, cercando la fonte di
quella voce.
Certo
che hanno una bella faccia tosta… Mentre
io me ne sto qui…
“C-Chi
è là?!”
E
dire che vogliono resuscitarmi… e darmi un corpo…
“Dove
sei?!”
Non
serve a niente tutta questa fede… Senza
l’odio più profondo non possono sentire la mia presenza.
“Vieni
fuori!”
Il
destino ti è propizio, ragazzino. Hai
potuto incontrare il dio che loro tanto venerano.
Gerard
non poté fare altro che spalancare gli occhi, mentre un vento
oscuro lo avvolgeva completamente.
Il
mio nome è Zeref… e l’odio è ciò di
cui sono fatto.
I prigionieri continuarono la loro avanzata, riuscendo a mettere fuori
gioco i soldati grazie alle armi rubate e agli attrezzi che usavano per
lavorare.
“Entro oggi dobbiamo liberare i settori dall’uno
all’otto! Non mollate!” Urlò Erza, alzando una
spada, mentre con l’altra mano teneva uno scudo di legno.
“Non è possibile! Ci sono troppi soldati lì!”
Replicò Shimon.
“E invece sì! Dobbiamo salvare Gerard!”
Ribatté la rossa.
“Sei uno smidollato, Shimon.” Fece sorridendo Wally,
dandogli una pacca sulla schiena.
Il ragazzo lo spinse via subito.
“Erza!” Disse, avvicinandosi. “Dimmi la
verità, a te piace Gerard?”
“Eh?!” Esclamò lei sorpresa. “M-Ma ti pare il
momento di fare questi discorsi?!”
Shimon fece un profondo respiro. “I-Io ti-”
Non riuscì a finire la frase.
Una palla di fuoco gigante lo colpì in pieno sotto il mento,
facendolo volare via.
Tutti si girarono verso la direzione da cui era arrivata la magia,
vedendo così un piccolo esercito di maghi, tutti con delle
staffe magiche tra le mani.
“Shimon!” Urlò invece Miriana, andando a soccorrere
l’amico, rimasto a terra privo di sensi con il fumo che gli
avvolgeva la mascella, nascondendo il danno subito.
L’attimo dopo i maghi cominciarono a lanciare una serie di magie,
che costrinsero tutti a scappare in cerca di un riparo, tranne Erza,
che restò dove si trovava, paralizzata dalla sorpresa. Si
riprese in pochi secondi, voltandosi verso i compagni in fuga.
“No! Non arrendiamoci! Dobbiamo combattere!” Gridò,
senza però venire ascoltata. “Salvate Gerard!!!”
Presa dalla foga, non si accorse che un mago l’aveva presa di
mira, scagliandogli contro una sfera di fuoco.
“Erza!!!” Urlarono i suoi amici, accorgendosene.
La rossa si girò, spalancando l’occhio e alzando lo scudo.
L’esplosione che seguì nascose la scena a tutti i presenti.
Quando il fumo cominciò a dissiparsi, il volto del vecchio che
l’aveva consolata prima si rivelò, seguito presto dal
resto del corpo e da Erza, che era a terra dietro di lui.
“N-Nonno Rob…” Sussurrò lei, tremando di
paura, mentre vedeva cadere a terra i brandelli della maglietta
dell’anziano.
“S-Sono contento di essere servito ancora a
qualcosa…” Mormorò lui, tremando per lo sforzo di
restare in piedi. “È passato molto tempo da quando ho
perso l’uso della magia… ma tu, Erza, hai ancora infinite
possibilità.”
“Nonno!” Urlò lei, mentre le lacrime cominciavano a
offuscarle la vista dell’unico occhio che le era rimasto.
“Le tue risorse sono nel tuo cuore.”
Sentendo quelle parole, a Erza tornò in mente un discorso che
avevano avuto molto tempo prima.
“Nel
cuore?” Domandò Erza, guardando il vecchio Rob. “Sì.
Tutto nasce da un cuore che sa credere. Puoi pensare alla chiromanzia,
alla fede e alle preghiere come a una specie di ‘magia’.
Sono dei miracoli che solo le persone che credono possono
sentire.” Spiegò lui, sorridendole. “Solo le persone
che credono nell’esistenza della magia, che credono nella propria
forza e che credono nella natura possono usare la magia.” “La
magia… mi sembra una cosa bellissima!” Esclamò
Erza, con gli occhi che brillavano, per poi afferrare una scopa che
usavano per pulire, mettendosi cavalcioni su di essa. “Io
un giorno vorrei diventare una maga…” Fece, cominciando a
saltellare in giro, ignorando le catene che le limitavano i movimenti.
“… e volare nel cielo su una scopa!” “Se
è quello che vuoi… potrai volare in libertà!” Erza
si voltò a guardarlo sorridendo. “Così poi faccio
salire anche te!”
Fu con quel ricordo che la rossa vide Rob cadere in ginocchio.
“Non pensavo di poter vedere un sorriso come quello in un posto
simile…” Mormorò lui, pensando allo stesso episodio.
“Nonno!” Urlò Erza, andando ad aiutarlo.
“La libertà… sta nel proprio cuore.”
Continuò Rob, per poi cominciare a cadere in avanti. “Il
tuo sogno, Erza… si realizzerà… di
sicuro…” Spirò, cadendo sul pavimento, mostrando il
tatuaggio di Fairy Tail sulla schiena, ma che scomparve subito dopo.
Erza guardò tremando il corpo di colui che si era sacrificato
per lei, cadendo in ginocchio.
“N-Nonno… NONNO!!!” Urlò con tutto il fiato
che possedeva.
Nel frattempo Wally aveva raccolto Shimon. “Presto, dobbiamo
ritirarci! Erza-”
Ma s’interruppe quando la bambina cacciò un altro urlo,
ancora più forte del precedente, costringendo tutti i voltarsi
verso di lei.
Prima che qualcuno potesse intervenire, le spade che giacevano a terra
cominciarono a tremare, seguite dal pavimento, che
s’incrinò sotto la rossa e il suo grido colmo della rabbia
più pura. Le rocce attorno a lei si sollevarono per poi
disgregarsi, sotto lo sguardo sorpreso e spaventato di tutti.
Infine le spade si alzarono in volo, puntando i maghi.
“Eh?!” Esclamarono questi, sgranando gli occhi. “Le
armi… stanno volando contro di noi?!”
Senza lasciare loro una via di scampo, le spade schizzarono tra di
loro, uccidendoli tutti senza alcuna pietà. Il massacro
durò solo qualche secondo, finché nello spiazzo non
regnò il silenzio totale, interrotto solo dall’ansimare di
Erza, seguito dal tintinnio delle spade che ricaddero a terra.
La rossa sollevò una mano, guardandola tremare.
“G-Grande…” Mormorò Wally. “Tutti i
soldati… in pochi istanti…”
“Sorellina…” Fece Sho, sorridendo. “Tu sai
usare…”
“Questa… Questa è la magia.” Rispose lei,
chiudendo la mano a pugno. “Ce
la posso fare!” Pensò, con rinnovata
determinazione. “Con questo
potere posso salvare Gerard!”
Si rialzò, asciugandosi le lacrime. “Nonno… posso
conquistare la libertà!”
Con questo pensiero, alzò la spada verso l’altro.
“Venite!!!” Chiamò a gran voce, seguita dalle grida
di ovazione di tutti i prigionieri, che ora avevano più di una
speranza di poter uscire da quel luogo.
“A-Aspetta un momento…” Balbettò terrorizzato
uno dei due soldati che avevano torturato prima Erza e poi Gerard,
indietreggiando e alzando le mano in segno di resa, fissando la bambina
che avanzava verso di loro armata di due spade, una normale e una dalla
lama tre volte più larga. “Mi dispiace per quello che
abbiamo fatto… Ma, vedi, noi dovevamo ubbidire ai nostri
superiori e non avevamo scelta…”
A quel punto intervenne l’altro uomo. “Ora, però,
della setta siamo rimasti solo noi… Avete vinto…
F-Facciamo pace, che ne dici? Eh?”
Mentre dicevano ciò, i due, assieme a pochi altri superstiti,
continuarono a indietreggiare, mentre Erza continuava ad avvicinarsi.
Solo a quel punto la bambina alzò lo sguardo verso di loro.
“Toglietevi.” Disse semplicemente, per poi sparire e
riapparire oltre i soldati, lasciando dietro di sé una serie di
tagli profondi sui loro corpi, sufficienti per farli cadere a terra
privi di sensi.
Senza fermarsi, continuò la sua avanzata, finché
finalmente non avvistò Gerard, ancora legato e con lo sguardo
rivolto verso il basso.
“Gerard!” Esclamò felice Erza, correndogli incontro
e tagliando le funi che lo tenevano prigioniero, per poi stringerlo in
un abbraccio. “Va tutto bene, è finita! Abbiamo fatto come
hai detto tu… abbiamo combattuto!” Dopo aver detto
ciò però abbassò il tono di voce. “Shimon
è ferito gravemente… e il vecchio Rob, per
proteggermi… Ci sono state tante altre vittime.”
Gerard non disse nulla, limitandosi ad ascoltare.
“Però ce l’abbiamo fatta! Ora siamo liberi!”
Dopo aver detto ciò, la rossa sollevo per un braccio
l’amico, aiutandolo a camminare. “Andiamo! Wally e gli
altri hanno rubato il traghetto di quei farabutti! Possiamo andarcene
da quest’isola!”
“E-Erza…” Mormorò Gerard, attirando
l’attenzione della bambina, che spalancò l’occhio
quando venne avvolta da un abbraccio.
“Non dobbiamo più scappare.” Disse con calma il
bambino.
“Eh?” Fece Erza, per poi lasciare andare un piccolo lamento
quando la presa divenne più forte.
“G-Gerard…?”
“La vera libertà è qui.” Continuò lui
sorridendo, usando un tono che la rossa non aveva mai sentito prima.
“Oh!!! Guarda questo!” Esclamò Wally a Miriana,
mentre assieme agli altri prigionieri aspettava sul ponte del traghetto
di cui si erano impadroniti, frugando in una cassa di legno e tirando
fuori una piccola scatola. “È un Lakrimagico-Film!”
“Miao?
Cos’è un Lakrimagico-Film?” Domandò lei.
“È un cristallo su cui è memorizzato un film. Chi
avrebbe mai detto che quelli avessero una cosa simile?!”
“Ma cos’è un film?”
“È una pellicola che ti fa vedere una storia recitata da
attori. Be’… nemmeno io ne ho mai visto uno,
però.” Dicendo ciò cliccò un bottone
laterale.
Immediatamente, dalla scatola uscì un fascio di luce che
creò uno schermo olografico, dentro il quale era possibile
vedere un uomo che sparava in stile Western, vestito esattamente come
il futuro Wally. “Mi spiace
Tony…” Disse il pistolero, soffiando sulla canna,
per poi prendere da terra un cappello e portandoselo in testa. “Ma sin dal nostro incontro il tuo
destino… era segnato.”
“WOW, che duro!!!” Urlò Wally al settimo cielo,
mentre Miriana lo guardava sconcertata.
Sho invece guardava l’isola, sospirando. “Ma quanto ci
metti, sorellina?”
Erza si allontanò dall’amico, che barcollò
camminando verso l’uscita.
“Gerard? Ma che dici? Andiamocene via da quest’isola.
Scappiamo insieme!”
“Erza… in questo mondo non esiste la
libertà.” Disse lui, facendola bloccare. “Io
l’ho capito. Non abbiamo bisogno di una libertà
temporanea.” A quel punto si voltò a guardarla, fissandola
con occhi folli. “La vera libertà è il mondo di
Zeref!” Esclamò.
La rossa indietreggiò, osservandolo camminare verso i corpi dei
soldati.
“Alla fine ho cominciato a capire almeno un po’ i
sentimenti di quelli che volevano resuscitarlo… Ma loro erano
solo degli stupidi adepti, incapaci di comprendere la sua vera
natura… Giusto?” Dicendo ciò poggio il piede scalzo
sulla testa di uno di loro, che gridò, rivelando di essere
ancora cosciente.
“Questa torre la prendo io. La completerò e poi
farò resuscitare Zeref con il Sistema-R.”
“M-Ma che hai, Gerard?” Domandò Erza, tremando.
“Non capisco di cosa stai parl-”
Non completò mai la frase.
Sotto il suo sguardo terrorizzato, Gerard schiacciò con la
semplice forza bruta la testa dell’uomo, facendola letteralmente
scoppiare in una pozza di sangue. A quel punto gli altri uomini si
alzarono, cominciando a correre per salvarsi, tranne uno, che era il
più vicino a Gerard.
“F-Fermati…” Cominciò, per poi venire
lanciato contro la parete da una forza invisibile, sfracellandosi
completamente contro essa.
“Magia…” Mormorò incredula Erza, guardando la
scena incapace di agire.
Gerard continuò a sorridere, per poi muovere velocemente le
braccia innanzi a sé. Immediatamente, gli altri uomini meno uno
scoppiarono come bolle, riempiendo la stanza di sangue.
“Smettila, Gerard!!!” Urlò terrorizzata la bambina,
mentre l’ultimo superstite cercava di raggiungere l’uscita.
“Smettere?” Ripeté il bambino, guardandola di
traverso. “Ma tu non li odi, Erza?”
“Li odio ma… questo…”
“No.” La interruppe lui. “Così non va.
Così non puoi percepire Zeref.” Alzò nuovamente un
braccio, facendo esplodere anche l’ultimo dei soldati,
costringendo Erza a distogliere nuovamente lo sguardo.
Incurante di ciò che aveva appena fatto, scoppiò a ridere.
“Gerard… torna in te…” Lo supplicò.
“Devi essere sconvolto dopo essere stato torturato per tutto quel
tempo…”
“Sono perfettamente lucido.” La smentì.
“Erza… Io e te, insieme… potremmo completare il
Sistema-R… anzi, la Torre del Paradiso… e far resuscitare
Zeref!”
“Smettila di dire assurdità! Dobbiamo andarcene da
quest’isola!”
Gerard spalancò gli occhi, ma non per la sorpresa. Senza nemmeno
lasciarle il tempo di realizzare un pensiero, creò una sfera di
energia che scagliò contro l’amica, facendola volare
contro la parete, su cui rimbalzò prima di cadere a terra,
rotolando per un piccolo pendio.
“Gah…” Si lamentò, rialzandosi.
“E va bene!” Esclamò Gerard, guardandola
dall’alto in basso. “Se proprio ci tieni ad andartene da
quest’isola, vattene da sola.”
“Da sola?” Ripeté lei sconvolta.
“Gli altri li prendo tutti con me. Per costruire la Torre del
Paradiso mi serviranno molte braccia.” Mentre parlava
cominciò a scendere verso di lei. “Ma non devi
preoccuparti, io non sono come quei farabutti. Darò a tutti
cibo, vestiti e degno riposo. Infatti, con la forza e il terrore,
l’efficienza calerebbe troppo.”
Erza continuò a fissarlo incredula. “Ma che dici?! Tutti
sono già sulla nave! Stanno solo aspettando noi! Come puoi
pensare che torneranno a lavorare qui?!”
“È stata colpa di quei bastardi, che non hanno saputo
attribuire il giusto valore al lavoro. Io darò a tutti una
motivazione, che corrisponde al privilegio di lavorare per il grande
mago Zeref!”
“Gerard… ti prego, apri gli occhi…”
Per tutta risposta il bambino alzò la mano, facendo uscire dal
pavimento sotto Erza due mani nere che la presero per il collo,
sollevandola.
“Ugh… n-non respiro…” Balbettò lei,
cercando di liberarsi.
“Non mi servi più.” Sentenziò Gerard.
“Però non ti ucciderò… Dopotutto, devo
ringraziarti per aver tolto di mezzo tutti gli ostacoli. Ti farò
andare via dall’isola. Va’, e gustati la
libertà.”
“Gerard…”
“Inutile dirlo, ma… vorrei che tu non ne facessi parola
con nessuno. Se il governo venisse a sapere dell’esistenza della
Torre del Paradiso, tutti i miei piani andrebbero in fumo.”
Gerard continuò a fissarla con un’espressione folle.
“Se dovessero scoprire qualcosa, sarei costretto a distruggere
ogni prova. Ovvero questo posto… con tutta la gente che
c’è dentro.” Illustrò. “Tu devi stare
alla larga da qui. Ucciderò chiunque dovesse venire a ficcare il
naso. Vediamo… Sì, per primo ucciderei Sho.”
Continuò divertito, mentre Erza cominciava a piangere
dall’occhio sinistro.
A quel punto il ragazzo scoppiò nuovamente a ridere.
“È questa la tua libertà! Vivrai con il peso della
vita dei tuoi amici sulle spalle!”
Furono queste le ultime parole che la rossa sentì prima di
perdere i sensi.
Quando riaprì gli occhi, si ritrovò a contatto con la
sabbia e le onde del mare.
Guardandosi intorno disorientata anche dal buio della notte, si
alzò, solo per fare qualche passo prima di cadere a terra per la
debolezza.
Si guardò le braccia e le gambe, finalmente libere dai resti
delle catene.
Qualche lacrima solitaria le scivolò sulla guancia, fino a
cadere nella sabbia.
Erza chiuse le mani a pugno, per poi cacciare un urlo disperato che
risuonò nella notte.
~~~~~~~~~~Fine
flashback~~~~~~~~~~
Tutti guardarono Erza in silenzio, incapace di dire altro.
“Io…” fece lei, tremando, per poi voltarsi a
guardarli. “…devo combattere contro Gerard…”
Concluse, piangendo dall’occhio sinistro.
--------------
Ed eccomi di ritorno dalle vacanze con il nuovo capitolo!
Sì, lo so, non ci sono molte novità in questo capitolo,
tuttavia era necessario spiegare la storia di Erza, che sarà
fondamentale per questa saga. Spero che sia comunque risultato di
vostro gradimento!
Ringrazio ancora tutti coloro che hanno recensito e aggiunto tra le
seguite e le preferite questa fan fiction! (Che, modestamente parlando,
dalle ricerche che ho fatto risulta essere il più lungo
crossover tra Harry Potter e Fairy Tail del mondo! (XD))
45: Il gioco del ParadisoCapitolo 45: Il gioco del Paradiso
“Se
vogliamo distruggere una volta per tutte la Torre del Paradiso e
impedire a Gerard di usare il Sistema-R…” Ribadì
Sieg. “L’unica cosa che possiamo e dobbiamo fare ora
è attaccare con l’Eterion dal Satellite Square!”
“Ma…” Replicò uno dei membri preoccupato,
mentre un altro si lisciava la barba.
“Un incantesimo come il Sistema-R non dovrebbe mai comparire tra
i registri storici della magia.” Fece Urrutia. “Voi capite
cosa vuol dire, vero?”
Il capo del consiglio la guardò serio. “Un attacco con
l’Eterion è in grado di polverizzare qualunque
cosa… compreso chiunque si trovi accidentalmente a tiro. Anche
coloro che si trovano all’interno della Torre!”
“Se si rendesse inevitabile utilizzarlo per mantenere
l’ordine nel mondo della magia… questo sarebbe un prezzo
da pagare.” Ammise Sieglein.
“Ha ragione Sieg.” Aggiunse un altro dei membri.
“Quando è stato necessario, delle vittime sono state
sacrificate. È così che si è formato
l’attuale mondo della magia, e la storia lo dimostra.”
“Maestro Reiji! Così rischiamo di venire ricordati come
artefici di un disastroso attacco nel territorio di Ka Elm!”
“In tal senso, anche noi finiremmo per essere delle
vittime.”
“Maestra Nobel!” La chiamò uno.
“I morti non possono tornare in vita.” Continuò lei.
“È questo ciò che dobbiamo dire ai bambini quando
insegniamo loro in cosa consiste il valore sacro della vita. Non
abbiamo altra scelta! Sono d’accordo… l’Eterion va
usato.”
“Cosa?!”
“Ancora uno!” Esclamò Sieg.
“Ancora uno, eh?” Disse Gerard, sorridendo.
“Uh? Ha detto qualcosa?” Chiese l’uomo di fronte a
lui. “Ha detto qualcosa, signor Gerard?”
“No, niente… pensavo tra me e me…”
“Cos’hai in mente?” Domandò Harry, restando
seduto.
Gerard non rispose, mantenendo il suo sorriso.
“Ancora uno… e poi sarà Game Over.” Si
limitò a dire.
~~~~~~~~~~~
“Aspetta…” Esordì Fred, deglutendo. “Lo
Zeref di cui parli… è quello Zeref di cui ci avete
parlato?”
Erza annuì. “Sì… lo Stregone Nero,
conosciuto come il mago più crudele e spietato della storia
della magia.”
“Anche peggio di Voi-Sapete-Chi?” Domandò Ginny.
“Di chi state parlando? C’è qualcuno che può
essere considerato allo stesso livello di Zeref?” Chiese sorpresa
Juvia.
“È un mago delle nostre parti, il suo vero nome è
Voldemort.” Rispose Hermione. “In passato ha seminato morte
dietro di sé, facendo piombare i maghi nella paura. È
anche il responsabile della morte dei genitori di Harry… ed
è stato proprio lui a sconfiggerlo, nonostante avesse solo un
anno.”
“Majutsu è così potente?”
“Non l’ha fatto volontariamente, ancora oggi nemmeno lui sa
come c’è riuscito. Fatto sta che il corpo di Voldemort fu
distrutto, e Harry se la cavò con una cicatrice.”
“La cicatrice a forma di fulmine!” Esclamò la
ragazza d’acqua. “Juvia aveva immaginato fosse una vecchia
ferita… ma non avrebbe mai immaginato una cosa del genere.”
“Ma se Gerard vuole riportare in vita Zeref…”
Mormorò Ron, deglutendo.
“Se ben ricordo…” Intervenne Lucy. “Il mostro
che uscì dal Lullaby
era un demone del Libro di Zeref.”
“Lullaby?” Domandò George.
“È stata la mia prima missione con Erza, Gray e
Natsu.” Rispose la bionda. “Abbiamo dovuto affrontare una
gilda oscura, che voleva uccidere tutti i Master delle gilde più
importanti e forti. In quell’occasione ci siamo ritrovati a dover
sconfiggere un mostro nascosto dentro un flauto.”
“Non solo Lullaby.” Intervenne Titania.
“Probabilmente, anche Deliora era un demone legato a quel
libro.”
“S-Stai dicendo che Zeref era così potente da creare
simili mostri?!” Urlò Ron, sbiancando, imitato dai
fratelli e da Hermione.
“È pura follia…” Mormorò spaventata
Juvia.
“Non so quale sia il motivo, ma Sho… insomma, il mio amico
di un tempo, ha detto che nel momento in cui Zeref resusciterà,
chi sarà in ‘Paradiso’ potrà diventare un
dominatore…”
“A proposito… c’è una cosa che non mi quadra
per niente.” Disse Lucy. “Quei tuoi cosiddetti amici dicono
che sei tu la traditrice, Erza… ma a me sembra che a tradire sia
stato Gerard, no?”
Titania abbassò lo sguardo. “Deve aver fatto loro il
lavaggio del cervello o qualcosa del genere… Ma io li ho
abbandonati a loro stessi. Quindi, di fatto, li ho traditi.”
“E che cosa potevi mai fare?!” Le urlò Hermione.
“Gerard ti ha ricattato usando la loro vita! Non è giusto
che loro-”
“Non importa. Tutto ciò che conta è che io
sconfigga Gerard. Se ci riuscirò, tutto andrà a
posto.”
Gray la guardò con occhi seri. “Mi
domando se davvero sia così.” Pensò.
Ma l’attenzione di tutti fu attirata da dei passi, appartenenti a
Sho, che lentamente entrò nella stanza.
“Sorellina…” Chiamò, guardando Erza con occhi
spalancati. “Che vuol dire quella storia?”
“Sho…”
“Cosa cerchi di fare?! Vuoi impietosire i tuoi nuovi amici con
quelle fandonie?! Basta con queste prese in giro! La verità
è un’altra, e lo sai!” Sputò, incredulo.
“Hai messo tu una bomba nella nave e sei scappata da sola! Se
Gerard non si fosse accorto del tuo tradimento, saremmo saltati tutti
in aria!”
I presenti lo guardarono in silenzio, mentre continuava a inveire.
“L’ha detto Gerard! Questa è la fine che fa chi non
riesce a impadronirsi della magia nel modo giusto! Tu hai perso la
testa per via del potere magico e hai abbandonato noi, che eravamo le
tue radici!”
“Ma che idiozie vai dicendo?” Domandò Fred,
facendolo sussultare.
“Eh?”
“E hai il coraggio di chiamarla sorella quando sai così
poco di Erza?” Aggiunse il gemello.
“Come-”
“La Erza che conoscevi, secondo te, sarebbe stata capace di fare
quello che dici?” Lo zittì Lucy.
“E tu hai creduto ciecamente a Gerard senza porti alcuna
domanda?” Continuò Gray.
“Perché v’immischiate?!” Urlò Sho.
“Non sapete niente, niente di noi! Le parole di Gerard sono state
la mia unica salvezza! Ecco perché! Ecco perché in questi
anni ho pensato solo a ultimare questa torre! Per Gerard!”
Il suo tono cominciò ad abbassarsi. “E tutto
questo… sarebbe una menzogna?” Domandò, chiudendo
le mani a pugno, per poi guardare in faccia i maghi di fronte a lui.
“Erza avrebbe ragione… e Gerard torto?! Volete convincermi
di questo?!”
Erza chiuse gli occhi.
“Proprio così.” Disse una voce, mentre dei pesanti
passi si avvicinarono, facendo voltare tutti.
“Shimon?!” Esclamò sorpresa Titania, mentre Ginny e
Lucy indietreggiarono spaventate, riconoscendo il loro aggressore.
“Maledetto…” Cominciò Fullbuster,
preparandosi a lanciare la sua magia, ma venendo subito fermato da
Juvia.
“Aspetta! L’altra volta lui ha attaccato la tua forma di
ghiaccio pur sapendo che non eri tu.”
“Che cosa?” Replicò lui, incredulo.
“Uno che usa delle tecniche del buio… non può non
vederci nell’oscurità.”
“Allora è per questo che siamo svenute subito.”
Capì Lucy.
“Mi dispiace, ma dovevo mostrare che ero serio. Ho cercato di non
farvi troppo male, ma vedendo che non eravate in grado di difendervi da
sole, ho dovuto agire in quel modo.” Si scusò Shimon, per
poi guardare Juvia. “Degna della fama che ti precede, Element
Four di Phantom.”
“Perché Shimon?!” Abbaiò Sho.
“Perché l’hai fatto?!”
“Tu, Wally e Miriana siete stati ingannati da Gerard.”
Rispose lui.
“Shimon… tu…” Mormorò Erza, mentre
l’amico si grattava una guancia, che era diventata leggermente
più rossa.
“Io ho sempre avuto fiducia in te, Erza. Per tutti questi
anni.”
Titania sorrise, lasciando che Shimon la abbracciasse. “Sono
felice di vederti, Erza. Di tutto cuore.”
“Shimon… Grazie…” Rispose lei, mentre tutti i
suoi compagni sorridevano.
“Come…” Fece Sho, interrompendo quel momento.
“Come fate a crederle? Io…” Disse, cadendo in
ginocchio. “Io invece… Non sono stato capace di credere in
te, che eri la mia sorellina… Dannazioneeeee!!!!!”
Urlò poi, sbattendo a terra i pugni e cacciando un grido
disperato. “Qual è la verità?! A cosa devo
credere?!”
“Sho…” Disse con calma Scarlett, abbassandosi per
guardarlo. “So che è difficile accettare tutto ciò
adesso, ma sappi che in questi anni non vi ho mai dimenticati, nemmeno
per un secondo.” Dicendo ciò lo prese per la testa,
cingendola in un abbraccio. “Non potevo fare nulla perché
io… ero troppo debole… Scusami…”
“Ma adesso puoi aiutarci. Non è così?”
Domandò Shimon. “Non è anche per questo che hai
deciso di frequentare quella scuola?”
Erza si voltò a guardarlo.
“Ho sempre aspettato questo momento. Non vedevo l’ora che
dei potenti maghi si radunassero qui.” Tutti i presenti si
voltarono a guardarlo. “Dobbiamo combattere contro Gerard.”
Continuò. “Uniamo le nostre forze.”
“Facciamolo!” Esclamò Ron con rinnovato ottimismo.
“Questo Gerard… è a conoscenza di Hogwarts. Da
quello che ci ha detto Erza, se Zeref dovesse tornare in vita non si
fermerà a questo mondo… Attaccherà anche il
nostro!”
“Questo mondo?” Ripeté Juvia perplessa, guardandolo.
“Come sarebbe a dire?”
“È una lunga storia.” Tagliò corto Gray.
“Sai dove si trovano il gatto che avete rapito e Harry?”
“Il gatto sarà sicuramente nella stanza di Miriana. Harry
invece…” Qui Shimon chiuse le mani a pugno. “Mi
dispiace, sono stato costretto a portarlo da Gerard. Si trova con
lui.”
A quelle parole Erza spalancò lentamente gli occhi. “Non
vorrà…”
“Sì, Harry sarà la vittima sacrificale al tuo
posto.” Le rispose l’amico, chiudendo l’occhio.
“Dobbiamo evitare che i vostri compagni combattano contro Miriana
e Wally, e poi insieme dobbiamo salvarlo. Se Gerard volesse, potrebbe
avviare il Sistema-R in qualsiasi momento.”
“Allora che cosa aspettiamo?” Domandò Fred.
“Abbiamo un Bambino Che È Sopravvissuto da salvare,
no?”
“Bambino che è sopravvissuto? Ma di che diamine state
parlando voi tutti?! Juvia vuole saperlo!”
“Molto bene allora.” Commentò Hermione, facendo
apparire la sua magia e voltandosi verso Shimon. “Mentre
cerchiamo gli altri, vorrei che tu mi dicessi tutto ciò che sai
su Gerard. Forse posso riuscire a trovare un suo punto debole usando la
mia magia di analisi.”
“Neville!!!” Urlarono assieme Natsu e Happy, correndo lungo
un corridoio, seguiti da Luna, che in silenzio si guardava attorno.
“Che cosa terribile…” Mormorò, senza venire
udita dagli altri, troppo presi nella loro ricerca. “Una tale
sofferenza…”
“Uh?” Fece Salamander, fermandosi di fronte a una porta
aperta, che dava su una stanza piena zeppa di oggetti a forma di gatto.
“Il paradiso di noi gatti, aye?” Domandò Happy,
entrandoci assieme ai due compagni. “Ma non vedo del
pesce…”
“Una stanza piuttosto bizzarra.” Ammise la Corvonero.
“Chissà se ci sono anche dei Catelin…”
“Non so cosa siano, ma dal nome sono sicuro di sì!”
Esclamò Natsu, prendendo in mano una maschera da gatto dalla
forma rotonda, con giusto il foro per infilarci la testa, cosa che lui
fece subito, mettendosi a ridere. “Non so perché, ma mi
piace un sacco!”
“Natsu è diventato un gatto!!!” Gridò
spaventato Happy.
“Su, su, non dire così. È solo una maschera.”
Replicò lui, scuotendo una mano in segno negativo, per poi fare
per toglierla.
Spinse in alto, ma la maschera restò al suo posto.
“Natsu?”
“Ehm… non si toglie…” Confessò.
“Che cosa, aye?!” Esclamò l’amico, andando
subito ad aiutarlo, perdendosi il sospiro di Luna. “Ma
perché l’hai indossato, aye?!” Disse poi, cercando
di sfilargli la maschera, ma si fermò quando un sonoro click risuonò nella stanza.
“È giunta the end, guys.”
Affermò Wally, tenendo puntata contro di loro la pistola.
I tre si girarono verso di lui.
“Di nuovo tu?!” Urlarono assieme Salamander e il gatto
umano, alzando le braccia spaventati, al contrario della loro compagna
che rimase composta.
“Incredibile… è la prima volta che vedo tanti Gundra tutti insieme.”
Osservò lei, meravigliata.
“Prego, girl?”
Replicò lui, guardandola di sottecchi.
“Tutti quei quadrati… è ovvio che li attirino in
quantità superiori alla norma.”
Happy e Natsu sbatterono le palpebre un paio di volte, increduli per il
tono tranquillo che la loro amica stava usando per rivolgersi a colui
che li stava minacciando.
Wally per tutta risposta restò fermo per qualche secondo, per
poi scuotere la testa.
“Non importa. Non sarebbe dandy
farsi distrarre adesso. Dite bye bye.”
E premette il grilletto.
Ma proprio in quell’instante apparve Miriana e gli spinse il
braccio verso l’alto, facendo sì che il proiettile
sfiorasse la testa di Happy, andando a incastrarsi nella parete dietro
di lui.
“Ma perché?!” Domandò l’uomo quadrato,
guardando l’amica. “Proprio ora che li avevo sotto
tiro!”
“Non devi molestare i gattini!” Replicò lei,
fissandolo con sguardo truce.
“Ma quale gatto?! Non vedi che sono tre umani, di cui uno con una
delle tue maschere?!”
Natsu restò in silenzio per qualche secondo, per poi miagolare.
“E invece è un gatto, vedi?!” Gridò subito
Miriana, entusiasta.
Happy invece abbassò la testa. “Natsu è più
gatto di me…” Mormorò sconsolato, mentre Wally lo
guardava incredulo.
“Maledetto…” Sibilò, per poi spingere
indietro Miriana e scomponendosi subito in decine di quadrati.
“Prendi questo! Polygon Attack!”
Immediatamente i quadrati cominciarono a muoversi ad alta
velocità, cercando di colpire Natsu e Happy, i quali furono
costretti a effettuare diversi salti acrobatici per schivarli.
D’altra parte, Luna si limitò a spostarsi accanto a
Miriana.
“Ma perché li attacchi, miao?”
Domando lei all’amico, senza prestare attenzione alla maga al suo
fianco.
“Sono nemici!” Rispose la voce di Wally, mentre Natsu
prendeva un pupazzo e lo usava come scudo.
“Barriera Felina!” Urlò, fingendo un incantesimo per
ingannare la ragazza gatto.
“Nemici? Anche se lui è un gattino?”
“Ti ho detto che non è un gatto! È solo una
maschera… dentro c’è qualcuno!”
“Miao?!”
“Uhm… tu dici? Per me è molto somigliante a un
gatto…” Intervenne invece Luna.
“Luna!” Urlò subito Happy. “Ed io cosa sono
allora?!”
“Tu sei Happy. Non è una domanda un po’ stupida,
scusa?”
“Gatto Fire!”
Gridò Natsu, distruggendo con le fiamme alcuni quadrati che
minacciavano di colpirlo.
Tuttavia sembrava che la recita avesse esaurito il suo scopo, dato che
Miriana chiuse le mani a pugno, mentre le orecchie le si rizzavano in
alto.
“Miao! Un umano che fa
finta di essere un gattino?! Imperdonabile!” Urlò in preda
all’ira.
“Perché, tu che stai facendo?” Domandò Natsu,
guardandola sorpreso.
“Gatturbine!”
Replicò subito la ragazza, facendo apparire una corda che
afferrò Natsu per un braccio, impedendogli così di
muoversi. “Wally! Fai a pezzi quell’impostore!”
“Impostore?! Sono stufo, aye!” Urlò Happy, facendosi
spuntare le ali e colpendo sulla schiena la ragazza, facendola volare
contro il divano della stanza, che si capovolse sotto la forza del
colpo.
“Cosa? Il ragazzo ha le wings!”
Esclamò sorpreso Wally, ricomponendo solo la parte superiore del
corpo e restando sospeso in aria.
“Insomma, prima confondete Natsu per un gatto, poi la ragazza
gatto… Posso offendermi, sapete?!” Continuò lui.
“Perché ti dovresti offendere? Tu non somigli a un gatto, miao…” Osservò
Miriana, rialzandosi e tenendo sempre la corda in mano, decisa a non
lasciar andare Natsu.
“Beh, considerando che qui Happy è l’unico vero
gatto… Effettivamente posso capire il suo punto di vista.”
Disse Luna, osservando l’amico venire avvolto da una nuvola di
fumo per tornare così al suo aspetto originale.
“Un gatto volante, parlante e che può diventare
umano?!” Esclamarono assieme i due nemici, guardandolo sorpresi.
“Già, aye! E nessuno di voi ha nemmeno lontanamente
pensato che potesse essere così, aye!”
“Ehm… Happy, scusa se t’interrompo… ma che ne
dici di darmi una mano a liberarmi?”
“Non ce n’è bisogno.” Rispose Luna, poco prima
che una scia di luce partisse da dietro di lei, andando a colpire la
corda e spezzandola.
“Come, miao? Nessuna
magia dovrebbe riuscire a distruggere i miei tubi!” Disse
sorpresa Miriana, ritirando il pezzo di tubo rimastole in mano, mentre
una fatina con in mano una spada restava in volo al fianco di Natsu,
ridacchiando.
“Le mie fate usano una magia particolare.” Spiegò
Luna, mentre al suo fianco ne apparivano altre due, una con un martello
grande come lei e l’altra con una lancia.
“Cosa…? Quella magia… che cos’è?
È strana…”
“Parla quello che si può trasformare in quadrati
volanti.” Asserì una voce dietro di lui, poco prima che
una radice gigante lo colpisse in pieno, facendogli volare via gli
occhiali da sole e spedendolo a diversi metri di distanza, privo di
sensi.
Neville, ancora con le sembianze di Happy, era appoggiato alla porta,
tenendo le zampe a terra, mentre la radice scompariva.
“L’altro gatto, miao!”
Esclamò felice Miriana, per poi fermarsi.
“Aspettate… voi due siete uguali!”
Happy atterrò a fianco al compagno. “Vedo che hai
mantenuto la trasformazione fino ad adesso, aye! Mira sarà
felice di saperlo!”
“Già… anche se ormai sono agli sgoccioli… la
mia energia magica è quasi finita.” Rispose lui, per poi
ritrasformarsi in Neville e cadendo a terra in ginocchio.
“Cosa?! Un altro falso?!” Urlò la ragazza gatto.
“Gli umani sono gatti… i gatti sono umani… non ci
capisco più nulla!!!”
Ma prima che potesse dire altro, Natsu la colpì sul retro del
collo con la mano.
Miriana restò in piedi qualche instante, per poi cadere a terra
priva di sensi.
“E direi che sono entrambi sistemati.” Disse, lasciandosi
cadere seduto a terra con le braccia incrociate. “Non è
stato difficile come pensavo.”
“Solo perché abbiamo lavorato assieme.” Fece Luna,
mentre la fatina con il martello si avvicinava al Dragon Slayer per poi
colpire la maschera.
Questa, in pochi secondi si riempì di crepe, finché non
si disgregò, lasciando finalmente libero Natsu.
“Ah… grazie mille, Luna!” Esclamò lui,
sorridendole, mentre le fatine scomparivano. “Bene… e ora
pensiamo a trovare Harry!”
“Ed Erza? Ho sentito che anche lei è qui!”
Avvertì Neville, rialzandosi.
“Erza sta bene, si è liberata da sola. Invece non sappiamo
nulla di Harry, aye.” Rispose Happy.
~~~~~~~~~~~
“Sembra che non abbiamo fatto in tempo.” Commentò
Shimon, tenendosi l’indice e il medio della mano sinistra sulla
fronte. “Salamander e gli altri vostri amici hanno sconfitto
Miriana e Wally.”
“E tu come fai a-” Cominciò a chiedere Ron, venendo
subito interrotto da Hermione.
“Telepatia, vero?” Domandò lei, ricevendo un
assenso. “L’avevo immaginato quando hai ricevuto
l’ordine di ritirarti. Qui non esistono cellulari, e dubito che
possediate gli auricolari.”
“Cellchecosa?” Tentò Gray, mentre continuavano a
correre lungo i corridoi.
“Oggetti di origine babbana. Permettono di comunicare con due o
più persone indipendentemente dalla distanza. Li usiamo per
parlare anche con persone dall’altra parte del mondo.”
“Come le Lacrime in pratica, no?”
“Una sorta, sì, ma non usano la magia. Solo energia
elettrica.”
“I non maghi possono fare qualcosa del genere?”
Osservò sorpresa Juvia.
“I Babbani hanno trovato diversi metodi per ovviare alla mancanza
della magia.” Rispose lei.
“Incredibile…” Mormorò Sho, tenendo lo
sguardo verso il basso.
~~~~~~~~~~~
Gerard si avvicinò a una scacchiera appoggiata sopra un tavolo
circolare, prendendo in mano una pedina a forma di drago e usandola per
farne cadere altre due.
“Sho e Shimon ci hanno tradito.” Disse. “Wally e
Miriana invece sono stati sconfitti da Salamander… Bah.”
“Sono più forti di quanto credessi, vero?”
Replicò Harry, non potendo evitare di sorridere. “Ora
lasciali andare. Ti sei divertito a sufficienza.”
“Dici? No, non ancora… Li lascerò andare, ma prima
voglio un adeguato passatempo… in attesa del momento.”
“Momento…?” Ripeté Majutsu. “Che
cos’hai intenzione di-”
“Signor Gerard!” Intervenne l’uomo che era rimasto
nel salone assieme a loro. “Faremo meglio a cominciare in fretta
la cerimonia. Non è più il momento di giocare.”
“Non è ancora il momento. Nel frattempo
però… potete andare voi, Widaldus.”
“Widaldus?!” Esclamò Harry, di colpo spaventato,
guardando l’uomo.
“Posso?”
“Basta che tieni presente la condizione del qui presente
Harry… Non dovete ucciderli.”
L’uomo sorrise, per poi incrociare le braccia di fronte a
sé.
Il suo corpo iniziò subito a emanare energia, che lo avvolse in
pochi secondi, impendendo agli altri due di vederlo. Quando riapparve,
Widaldus aveva totalmente cambiato aspetto: la sua pelle era
completamente bianca, i bordi degli occhi erano tinti di nero, come le
sue labbra e i suoi lunghi capelli; i vestiti erano stati sostituiti da
un paio di pantaloni neri, mentre il petto era scoperto, lasciando in
bella vista un tatuaggio rosso che riportava la parola ‘Skeleton’. Ma non era
da solo: al suo fianco c’era una donna dai fluenti capelli rosa
che indossava un kimono bianco, con una katana in mano. Alla sua
sinistra c’era invece un uomo muscoloso, che al posto della testa
umana aveva la testa di un gufo, dalle braccia uscivano delle piume
marroni, che sembravano avere proprio la forma di un paio di ali,
infine sulla schiena erano poggiati quelli che sembrano due veri e
propri missili.
“T-Trinity Raven!” Li riconobbe Harry, guardando Gerard con
occhi tremanti. “Tu… fino a che punto la tua follia
è grande?! Una gilda di assassini?! Cos’hai intenzione di
fare?!”
“Non siamo solo i membri di una gilda di assassini… Siamo
il Commando Speciale Squadra dei Teschi.” Rispose la donna,
sorridendo.
“Go to hell!!!”
Urlò Widaldus, tirando fuori la lingua e sorridendo come un
folle, mentre le mani facevano le corna.
L’uomo gufo si limitò a tubare, mentre la donna
guardò Harry.
“Dalla tua reazione, presumo che tu ci conosca già, ma
lascia che ti presenti i miei compagni.” Fece, per poi indicare
l’uomo. “Lui è Widaldus Taka. Poi c’è
Civetta. E infine io, il capitano della squadra, Ikaruga.”
Majutsu li guardò, incapace di dire qualcosa.
“E ora… direi che è il momento di fare un piccolo
annuncio.” Disse Gerard, ghignando.
~~~~~~~~~~~
“Ce la fai a muoverti?” Domandò Happy a Neville, che
annuì.
“Sì… solo, non chiedermi di trasformarmi per
qualche ora… dubito di riuscirci…”
“M… Maledetti…” Mormorò Wally,
rialzandosi a fatica e guardandoli. “Non… Non è
ancora finita…”
“Lascia perdere.” Disse Luna. “Non hai la forza
necessaria per affrontarci.”
“Noi… andremo in paradiso…” Replicò
lui. “Un luogo dove saremo veramente liberi, come dice Gerard. E
da lì potremo dominare il mondo!”
“Ascolta… Gerard è-” Cominciò a
parlare Neville, poco prima che sulle pareti e sul soffitto apparissero
dal nulla decine di bocche.
“Che cosa sta succedendo?!” Esclamò spaventato
Happy, con il pelo tutto rizzato. “Benvenuti…”
Esordirono le bocche all’unisono, facendo spalancare gli occhi a
Wally.
“Questa voce… Gerard?” “…alla
Torre del Paradiso.” Continuò la voce.
“Che razza di magia è mai questa?!” Esclamò
disgustato Fred, osservando le bocche sulle pareti.
“È Gerard.” Rispose Shimon. “Vuole che in
tutta la torre lo ascoltino.” “Io
sono Gerard, colui che governa questa torre.”
Proseguì la voce. “Ormai tutti
abbiamo le nostre pedine. È ora di cominciare… il Gioco
del Paradiso!”
“Gioco?” Ripeté Neville, deglutendo. “Le
regole sono semplici. Tra poco userò Harry come vittima
sacrificale per resuscitare Zeref.”
“Zeref?!” Gridarono Happy e Natsu assieme.
“Sta scherzando…” Continuò il gatto volante.
“Bastardo…” Commentò Gray, mentre Sho tremava
per la rabbia. “Se le
porte del Paradiso si apriranno, avrò vinto io. Se riuscirete a
impedirlo… avrete vinto voi. Ma se le
regole fossero solo queste, non ci sarebbe molto da divertirsi…
per questo ho deciso di far scendere in campo tre guerrieri.”
“Tre guerrieri?” Mormorò Ginny, spaventata. “Se
non riuscirete a batterli, non potrete mai giungere al mio cospetto.
Insomma, questa sarà una Battle Royal.”
“Maledetto… Che cos’ha in mente?” “Ah,
c’è un’ultima regola… è probabile che
il Consiglio della Magia attacchi questo posto con il Satellite Square.
Sto parlando della magia estrema, capace di annientare tutto…
l’Eterion.”
“L’Eterion?!” Esclamarono tutti i maghi di Fiore,
spaventati.
“Qualcosa mi dice che non è un buon segno, vero?”
Domandò Ron.
“L’Eterion… è una magia in grado di
cancellare tutto ciò che colpisce… se questa torre
diventa il suo obiettivo, lei e tutto ciò che è al suo
interno… spariranno in pochi instanti senza lasciare alcuna
traccia.”
“State scherzando, vero?!” Esclamò Neville,
guardando Natsu, Happy e Wally. “Una simile magia non può
esistere!”
“Invece può… Non credevo che Gerard però
avesse intenzione di farci colpire con quella
mostruosità…” Rispose Wally, terrorizzato da quella
prospettiva. “Moriremo tutti quanti…”
“L’Eterion?!” Urlò Harry. “Tu non sei
folle… sei qualcosa di peggio! Nemmeno per te ci sarà
scampo!”
“Ha ragione lui, Gerard!” Esclamò Widaldus.
“Se venissimo colpiti con quello, finiremo tutti dritti
all’inferno!”
“Widaldus… non mi dirai che hai paura, vero?”
Domandò divertita Ikaruga.
“Al contrario! Con-tra-rio!
Reverse!” Replicò lui, mettendosi a ridere.
“È perfetto! Da tempo aspettavo un lavoro così
pericoloso!”
“Non
si sa quanto tempo ci rimanga… ma quando l’Eterion si
abbatterà qui sarà la morte per tutti… e il gioco
si concluderà con un Game Over senza vincitori.”
“E-E io che pensavo che il nostro Ministero non avesse un
briciolo di determinazione…” Deglutì George.
“Se devono prendere simili decisioni, preferisco che
dormano!”
“Una magia in grado di annientarci tutti in pochi secondi…
l’Eterion…” Sussurrò Hermione. “Non
può succedere anche qui…”
“Di che parli?” Domandò Juvia. “Tu l’hai
già visto in azione?”
“No… fortunatamente no… Ma anche i Babbani…
la gente non magica… ha creato qualcosa di simile.”
“Scherzi?!” Intervenne Gray. “Già con la magia
è una cosa assurda, ma senza-”
“Cinquant’anni fa circa.” Replicò Hermione.
“I Babbani misero a punto un’arma per mettere fine a una
guerra di proporzioni mondiali, ma quell’arma… ebbe
effetti disastrosi. In pochi secondi, un’intera città
venne spazzata via, e ancora oggi si sentono gli effetti di
quell’arma… Speravo che i maghi non fossero riusciti a
mettere a punto qualcosa di simile.”
Sho deglutì, per poi alzare la mano.
Erza scomparve subito in una nuvola di fumo, sostituita da una carta
che la teneva prigioniera al suo interno.
“Sho! Ma che diavolo fai?!”
“Non permetterò a nessuno di toccare la mia
sorellina!” Urlò lui, afferrando la carta. “Tutto
questo è colpa nostra… Sarò io ad abbattere
Gerard!”
“Sho!” Urlò Titania da dentro la carta, incapace di
fare qualsiasi altra cosa.
Prima che qualcuno potesse fermarlo, Sho corse via.
“Dannazione!” Esclamò Shimon, per poi voltarsi verso
gli altri. “Lo inseguo io. Voi cercate i vostri amici e poi
tentate di raggiungere il punto più in alto della Torre! Gerard
si trova lì!” Spiegò, dopodiché partì
all’inseguimento.
“Che cosa?!” Urlò Gray, che nel frattempo si era
tolto la maglietta. “Ma sapete che mi avete proprio
stufato?!”
“Che vogliamo fare? Li lasciamo da soli?” Chiese Fred.
“Scherzi, fratello? È nostro dovere aiutarli in ogni modo
possibile!” Replicò George, per poi cominciare a corrergli
dietro, seguito da tutti gli altri.
“Bene!” Esclamò Natsu, battendo i pugni e liberando
qualche fiamma. “Non ho ben capito cos’ha in mente di fare,
però mi sembra chiaro che dobbiamo fermare Gerard, no?”
“…all’ultimo piano.” Mormorò Wally,
lasciandosi cadere seduto a terra, tenendo lo sguardo verso il basso.
“Gerard… Che cos’è questa storia
dell’Eterion…? Se ci colpisce, finiamo tutti
all’altro mondo…”
I quattro membri di Fairy Tail lo guardarono in silenzio.
“E dire che noi vogliamo solo la vera
libertà…”
“E allora andate a prenderla.” Disse Neville, facendogli
spalancare gli occhi.
“Cosa…?”
“La libertà è ovunque.” Continuò Luna.
“Basta saperla vedere. Voi avete chiuso gli occhi e non
l’avete vista.”
“Voi-”
“Non so di che libertà tu stia parlando…”
Asserì Natsu, sorridendogli. “Però noi a Fairy Tail
siamo liberi e ci divertiamo un sacco!”
“Guys…”
“Okay, direi di usare qualche trucchetto, come in tutti i
giochi!” Esclamò Salamander, per poi avvicinarsi a una
finestra. “Ultimo piano, eh?”
“Natsu, cosa-?” Cominciò a chiedere Neville.
“Voi cercate gli altri, io vi aspetterò in cima. Andiamo
Happy!”
“Aye!” Urlò l’amico, facendosi spuntare le ali
e prendendolo per la maglietta, per poi volare fuori, diretti verso la
cima della torre.
“Quei due… Non sanno mai aspettare.” Mormorò
divertita Luna, per poi chinarsi e sollevare Miriana, mentre Neville
aiutò Wally ad alzarsi.
“Perché? Siamo vostri nemici…”
“Dici?” Chiese Paciock. “Ho visto dei veri
cattivi… e voi non lo siete. Siete solo stati ingannati. Forza,
cerchiamo di uscire da qui. Dovete allontanarvi da quest’isola il
prima possibile.”
“E voi?”
“Noi siamo membri di Fairy Tail.” Rispose Luna.
“Resteremo finché non avremo fermato Gerard… e
Zeref.”
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E finalmente ecco qui il nuovo capitolo!
E ormai siamo a metà della saga! E le cose non si mettono
affatto bene... Nuovi temibili nemici hanno fatto la loro apparizione,
e tremate... perché nel prossimo capitolo se ne vedrano di tutti
i colori! E probabilmente non riuscirete più a vedrere un
personaggio allo stesso modo...
Capitolo 46 *** Scontro con Trinity Raven – Prima parte ***
46: Scontro con Trinity Raven – Prima parteCapitolo 46: Scontro con Trinity Raven
– Prima parte
“Più
veloci!” urlò Natsu, facendo uscire
delle fiamme dai piedi per usarle come propulsione. “Sì,
aye!” replicò Happy, aumentando la
presa sull’amico. Dragonil
spostò lo sguardo verso il
cielo, dove brillò una piccola luce. “Cos’è?”
chiese, mentre la luce si
faceva più intensa. “Sta arrivando qualcosa?” Prima
che i due maghi di Fairy Tail
potessero realizzarlo, Civetta lì colpì in pieno,
volandogli contro con i suoi
siluri, usati come propulsori e facendoli schiantare nuovamente dentro
la
torre, proprio davanti a Shimon, che frenò la sua corsa. “Salamander?!”
esclamò sorpreso, andando
subito a soccorrerlo. “Niente di rotto?” “Ma
chi sei?” domandò Natsu,
rialzandosi, per poi guardare l’uomo gufo entrare nella torre,
atterrando in
piedi. “E quello chi è?” Civetta
lo indicò. “Sono il paladino
della giustizia… e non tollero chi si oppone alle regole! Hoho!” Solo
a quel punto il Dragon Slayer e
Happy si misero seduti di colpo. “È un gufo!”
urlarono assieme. “È un gufo… e
parla di giustizia!” Shimon
invece fissò spaventato
l’avversario. “Q-Questo qui…” mormorò,
prima di prendere Natsu per un braccio e
cominciare a correre nella direzione opposta. “Accidenti! Venite,
di qua!”
esclamò. “Eh?” “Natsu,
quello è un amico del
quadratone!” “Ora
sto dalla vostra parte!” replicò
subito Shimon, lasciando il braccio del mago del fuoco e girandosi per
un
attimo, incrociando le braccia. “Dobbiamo evitare a tutti i costi
quel tizio! Buio istantaneo!” Non
appena pronunciò quelle parole il
buio li avvolse completamente. “Argh!!!
Non si vede un tubo!” urlò
Natsu. “Allora
ha mentito, aye!” “Ora,
presto!” Esclamò il mago del buio,
prendendoli nuovamente per le braccia, intenzionato a fuggire. Ma la
testa di Civetta si mise in mezzo,
costringendolo a fermarsi. “Ho,
hoo!” Bubolò lui, per poi portare indietro un braccio.
“La civetta della
giustizia sconfigge anche il buio!” Shimon
fece giusto in tempo a spalancare
gli occhi prima di venire colpito in pieno stomaco da un raggio di
energia
magica, che lo trapassò da parte a parte, senza però
lasciargli alcun segno
visibile dell’attacco. “Justice
Hoo, hohoo!!!” Gridò l’uomo gufo, pronunciando
il nome del suo incantesimo,
mentre la sua vittima cadeva a terra, sputando sangue, sotto lo sguardo
sorpreso di Natsu e Happy, che erano tornati a vedere poiché la
magia si era
sciolta. “Ho,
ho.” Bubolò nuovamente il nemico, piegando di lato la
testa. “È
molto peggio di quel che pensavo…” Mormorò
Shimon, incapace di rialzarsi. “Si tratta della squadra dei
Teschi della gilda
degli Assassini!” “La
gilda degli Assassini?!” ripeté
spaventato Happy. “È
una delle gilde oscure. Sono gilde spietate,
che non svolgono missioni regolari e si sono specializzate in
assassinii su
commissione!” Spiegò Shimon. “Tra queste, il trio
Trinity Raven è famoso per
aver sterminato tutti gli ufficiali nell’Area Ovest durante la
Guerra di
Cabria!” “E
questo tizio… anzi, questo uccello…
sarebbe uno di loro?!” Domandò incredulo il gatto. “Ho
hoo. Abbiamo solo sradicato il male.” Precisò il
diretto interessato. “Sono
dei killer professionisti… bisogna
evitare di scontrarsi con loro!” “Salamander…”
Lo interruppe Civetta,
preparandosi a combattere. “La tua pessima fama è arrivata
fino alla nostra
gilda! E anche oggi io, soldato della giustizia, sconfiggerò il
male!” Natsu
restò in silenzio a guardarlo. Poi
di colpo si lasciò avvolgere dal
fuoco. “La
gilda è un posto dove si concentrano
i nostri sogni e tutto quello in cui crediamo!” Disse serio.
“Non è un posto
per degli sporchi affari!” “Lascia
perdere, Salamander!” Urlò
Shimon. “Devi stare alla larga dalle gilde di assassini!” “Quindi…
lui uccide per lavoro, aye?” “Un
lavoro del genere non dovrebbe
nemmeno esistere! E non mi va giù nemmeno che ci sia qualcuno
che commissiona
questi compiti! Per non parlare del fatto che si spacciano per una
gilda.”
Continuò il Dragon Slayer, per poi aumentare
l’intensità delle proprie fiamme.
“Insomma, non ti sopporto proprio!” Dichiarò rivolto
al nemico. “Quindi ora
vengo lì e ti pesto! Fatti sotto, brutta copia di un gufo
postino!” “Ho
hoo.” Bubolò l’assassino. “Senti,
giovanotto, non posso lasciare che l’erba
cattiva infesti il mondo…” Dicendo
ciò si chinò a terra, mentre i
siluri sulle sue spalle si accesero. “E tu sei un’erba
cattivissima. Devi
morire. Jet Hoo Hohoo!” Non
appena terminò la frase si lanciò
contro Natsu, che riuscì a parare i suoi pugni incrociando le
braccia come
scudo, ma indietreggiando di diversi metri. “Natsu!”
Urlò preoccupato Happy. “Grr…
se vuoi giocare con il fuoco… io
non mi tiro di certo indietro!” Gridò il Dragon Slayer,
riuscendo a respingerlo
e a colpirlo con un pugno infuocato. Ma
con sua sorpresa, l’avversario non si
scompose minimamente, anzi, aumentò la potenza dei siluri, per
poi volare
contro Natsu, prendendolo per una gamba e trascinandolo fino a una
stanza con
il soffitto più alto, dirigendosi subito contro di esso. Senza
lasciare il
tempo al mago di Fairy Tail di rispondere all’attacco, lo
scagliò verso il
pavimento, che perse diverse piastrelle a causa dell’impatto. “Hohoo!
Hai la pelle resistente. Dopo tanto tempo, finalmente un lavoro
interessante. Hoho.” “Trinity
Raven… Molto peggio di quel che si dice in
giro…” Mormorò Shimon. “E
di questi tipi ce ne sono altri due.”
Fece una voce, poco prima che una luce apparisse di fronte a lui. Sotto
i suoi
occhi sorpresi apparve Neville. “Neville!”
esclamò il gatto. “Come-?” “Luna.”
Rispose lui, deglutendo. “Ha
usato parte della sua magia per mandarmi qui, intuendo che c’era
qualcosa che
non andava. E pare che quelle sue creature ogni tanto ci aiutino
davvero.” “Hoho?
E tu chi sei?” Domandò il nemico, guardandolo. Neville
sorrise, per poi portare la mano
destra sul braccio sinistro, che s’illuminò subito. Pochi
istanti dopo, tra le mani di
Paciock si materializzò la spada di Godric Grifondoro. “Il
mio nome è Neville Paciock, mago di
Fairy Tail ed erede della volontà di Grifondoro!”
Esclamò, brandendola.
~~~~~~~~~~~
“Neville
Paciock, eh?” Esordì Gerard,
divertito, prendendo in mano una pedina a forma di spada e mettendola
sulla
scacchiera di fronte a una a forma di gufo. “Non mi aspettavo
sarebbe tornato
indietro.” “Li
hai sottovalutati.” Rispose Harry,
guardandolo truce. “I miei amici non si arrenderanno di certo di
fronte a una minaccia.
Fammi parlare con loro. Riuscirò a mandarli via e nessuno si
opporrà più a te.” “Davvero
pensi che io voglia lasciarli
andare via?” Majutsu
spalancò gli occhi. “Ma il
nostro patto-” Prima
che potesse finire la frase, sul
suo corpo apparvero dei disegni a forma di catene, che lo costrinsero a
cadere
a terra, come se fosse legato. “Mi
credi davvero così stupido? So
benissimo che non hai alcuna intenzione di diventare davvero un mio
sacrificio.
Tuttavia, credo che le tue convinzioni qui non contino nulla. Oh,
dimenticavo:
tutti i tuoi amici moriranno.” “Bastardo…”
Fece lui, guardandolo con
occhi pieni di puro veleno. “Ma
sono comunque un uomo di parola… Riporterò
in vita i tuoi genitori… chissà, magari usando proprio
Erza e Natsu come
sacrifici!” Continuò lui, scoppiando a ridere. “Non
vedo l’ora di vedere le
loro facce disperate quando scopriranno cos’è successo al
loro caro figlio!” Harry
cominciò a tremare per la rabbia. “E
io che pensavo che Voldemort fosse spregevole… qualcosa mi dice
che neppure lui
scenderebbe al tuo livello.” “Come
se mi importasse di quel
maguncolo. Vedi, Harry… Quando Zeref avrà preso il tuo
corpo come sacrificio,
la prima cosa che faremo sarà andare nel tuo mondo
d’origine ed eliminare tutti
quanti. Dei maghi che non usano a pieno il loro potenziale non meritano
di
vivere.” “Credi
davvero di riuscirci?” Domandò il
moro. “Dall’altra parte ci sono molti maghi potenti
e-” “Non
prendermi in giro. Klaun me l’ha
confermato: nessuno, nemmeno Albus Silente, è al nostro
livello.” “Klaun…
quindi lavora davvero per te.” “Certo.
Chi credi sia stato a convincere
Malfoy a liberarsi di un oggetto che il suo padrone gli aveva
affidato?” Harry
lo guardo sorpreso. “Come?” “Klaun
ha scoperto il diario per puro
caso. Si è diretto al castello dei Malfoy, e lì ha
cominciato a scrivere sopra
il diario di Tom. Assieme hanno deciso il piano per aprire nuovamente
la Camera
dei Segreti. Hanno costretto Lucius a obbedire, minacciando di uccidere
sua
moglie e suo figlio. Così, quando vi ha incontrato in libreria,
ha messo il
diario tra i libri della piccola Weasley. Il piano prevedeva proprio
che Tom si
impossessasse di Ginny, così da potervi anche tenere sotto
controllo. E nessuno
di voi avrebbe mai sospettato della persona apparentemente più
innocente.” “Tu…” “Poi
quando è apparso Tobi, sono rimasto
sorpreso. Un non mago con simili poteri… mi ha incuriosito. In
effetti, credo
che in futuro cercherò anche il suo mondo. Potremmo diventare
ancora più
potenti.” “È
inutile. Il passaggio tra i nostri
mondi e quello di Naruto si è chiuso. Nessuno ha idea di come
aprirlo
nuovamente.” “Tu
sottovaluti il potere di Zeref. Ma
ad ogni modo, non è una cosa che faremo a breve.” “E
tu sottovaluti il potere di Fairy
Tail! Ti sconfiggeremo!” “Che
presuntuoso… Ma vedi, nessuno di
loro arriverà qui. Trinity Raven ha il preciso ordine di
uccidere tutti quelli
presenti nella torre a parte noi due. E se qualcuno dovesse
sopravvivere… beh,
ci penserà l’Eterion a finirlo.”
~~~~~~~~~~~
“Dove
sono finiti?” Chiese Fred, mentre continuavano
la loro corsa. “Devono
essere qualche piano sopra di
noi.” Rispose Hermione. “Almeno, dai rumori che si sentono
posso immaginarlo…” “È
sempre così?” Domandò Ginny. “Purtroppo
sì.” Replicò Gray. “Vedrai,
ci farai l’abitudine… ma ora dobbiamo salvare Harry,
recuperare Erza e gli
altri e andarcene da qui il prima possibile.” “Oh,
ve ne andrete.” Intervenne una
voce. “Ma verso l’inferno!” A
quelle parole i maghi si fermarono,
guardandosi attorno mentre un rumore assordante cominciava a riempire
l’aria. “Cos’è
questo? È insopportabile!” Gridò
George, portandosi le mani sulle orecchie. “Dite?
A Juvia piace.” “Sembrerebbe
una chitarra elettrica… ma
com’è possibile?” Fece Hermione, anche lei con le
orecchie tappate. “Oh,
abbiamo un’intenditrice qui, eh?” Asserì
compiaciuta la voce, mentre di fronte a loro appariva Widaldus, il
quale stava
facendo ruotare attorno a sé i suoi lunghi capelli, mentre nel
frattempo
suonava una chitarra a forma di teschio. “Hey! Yeaaah!” urlò.
“Fuckin’ gal!” E in
quel momento finì di suonare, per
poi guardarli tirando fuori la lingua. “Inferno
Live Destroyeeeer!” Il
gruppo restò in silenzio per qualche
secondo. “Dite
un po’, ma qui, oltre a Gerard e
Zeref, avete qualche cattivo che non sia fuori come una campana?”
Domandarono
assieme i gemelli Weasley. “Che
capellone!” Commentò Lucy. “E
questo sarebbe uno dei tre soldati di
cui parlava Gerard?” Fece invece Juvia. “Gilda
degli assassini, Squadra dei
Teschi!” Rispose il nemico, sorridendo. “Ehi, sono Skull! Nome strepitoso, vero?” “Mi
fa paura…” Sussurrò Ginny. “Sono
uno dei tre Trinity Raven!” Urlò il
chitarrista. “Mi chiamano anche Widaldus Taka!” “Gilda
degli assassini?” Ripeté Ron,
deglutendo. “Perché qualcosa mi dice che non è solo
un nome?” “Sesto
senso, fratellino?” Rispose
sarcastico Fred, prima di girarsi verso la sorella. “Ginny, tu
allontanati da
qui subito!” La
minore dei Weasley aprì la bocca per
protestare, solo per scomparire in una scia di luce. “Eh?!”
Esclamò Gray, poco prima di subire
lo stesso destino, seguito da Hermione. “…
Hanno preso alla lettera il tuo
suggerimento.” Commentò Juvia. “Oh,
sono scappati? Poco importa… tanto
verranno fermati dagli altri.” Affermò Widaldus, per poi
fare un assolo. Immediatamente
i suoi capelli si
allungarono, andando dritti contro i membri di Fairy Tail, i quali
dovettero
buttarsi di lato per evitarli, salvo Juvia, che rimase al suo posto. “Che
cosa fai?! Spostati!” Avvertì Ron,
per poi zittirsi quando vide i capelli passarle attraverso senza farle
alcun
danno. L’ex
Element Four restò impassibile. “Juvia
è fatta d’acqua.” Spiegò. “CHE?!”
Gridò il Weasley, per poi
guardare i gemelli, i quali sospirarono. “E voi lo
sapevate?!” “Ci
ha messo fuori gioco per prima
quando siamo arrivati qui. Immagina averla come nemica.” Rispose
George.
“Nessun attacco normale può colpirla. È un
po’ come un fantasma.” Juvia
nel frattempo alzò una mano. “Water Lock!” Non
appena pronunciò l’incantesimo dal
suo corpo si staccò una notevole quantità d’acqua,
che corse subito verso il
nemico, cominciando ad avvolgerlo. “Lock?
Forse volevi dire Rock!” Ribatté lui,
poco prima di venire completamente rinchiuso in un’enorme bolla
d’acqua. “Tutte
chiacchere.” Disse Juvia, mentre
Lucy deglutiva. “P-Per
fortuna non sei più nostra
nemica…” Mormorò la bionda. Ma
con sorpresa di tutti i presenti, la
bolla esplose, mentre l’acqua veniva assorbita dai capelli neri. “Cosa…?” Widaldus
sorrise, per poi scuotere la
testa facendo così andare i capelli all’indietro, come per
vantarsi. “Il
Water Lock di Juvia… si è sciolto?!”
Esclamò sorpresa la maga d’acqua. “Incredibile!”
Gridarono assieme i
gemelli, tirando fuori la bacchetta. “Le
cose stanno andando sempre peggio,
vero?” Chiese Ron, imitandoli. “Ci
voleva una lavata per togliere le
pieghe del cuscino.” Asserì il membro di Trinity Raven.
“Lo shampoo al mattino
non fa bene, danneggia i capelli.” “Dannato…
come hai fatto a sciogliere la
magia di Juvia?” Widaldus
sorrise. “I miei capelli
assorbono i liquidi. Sto alla larga da olio e alcool! Mi rovinano la
chioma!” “Inquietante…”
Deglutì Fred. “Senza
contare che mi sta venendo il dubbio che anche Piton abbia lo stesso
potere…” “Piton
con simili capelli?” Commentò il
fratello, per poi portarsi una mano davanti alla bocca. “Non so
se ridere o
vomitare!” “Q-Quindi
l’acqua non funziona?” Mormorò
spaventata Lucy. “Vediamo…”
Fece Widaldus, per poi
cominciare a indicarli alternativamente con entrambi gli indici.
“Ambarabaciccicoccò,
all’inferno chi ci metto? Ce lo dicono i… dia…
vo… let…” E
concluse la conta indicando Juvia e
Ron. “…ti!” Senza
perdere ulteriore tempo, fece un
altro assolo. “Ho deciso! Voi due sarete la mia Succubus e il mio
Incubus di
oggi!” “Di
che diamine stai parlando?” Domandò
Ron, mentre un brivido lo percorse lungo tutta la schiena. “Rock of Succubus and Incubus!”
Urlò
il nemico. Immediatamente
il Weasley minore e Juvia
si sollevarono in volo. “Ron!
Juvia!” Urlarono insieme i tre
maghi restanti, guardandoli spaventati. “Fatelo
smettere!” Gridò Ron, portandosi
le mani sulla testa. “Basta!
Non… entrare…” Strillò invece
Juvia, poco prima che entrambi venissero avvolti da una fortissima luce. Quando
questa scomparve, al fianco di
Widaldus si misero in piedi Ron e Juvia. I
loro vestiti erano totalmente
cambiati: Juvia ora indossava dei pantaloni topless neri, con un
tatuaggio
sulla pancia e sul braccio destro, mentre i suoi capelli erano
completamente
liberi. Ron, cambiato allo stesso modo, indossava un completo simile a
quello
del mago chitarrista, con un tatuaggio sulla parte sinistra del volto. “Inferno!”
Esclamarono entrambi, tirando
fuori la lingua. “Vi faremo vedere noi il vero top
dell’inferno, idioti!” Lucy,
Fred e George guardarono increduli
i compagni, per poi deglutire. “C-Cosa
gli è successo?” Domandò
spaventata la maga degli spiriti stellari, mentre i gemelli si
prepararono a
combattere. “Non
ne abbiamo idea… ma se non
riportiamo Ron come prima, ci conviene fare domanda di trasferimento a
Fiore in
maniera definitiva.” “Non
il contrario?” Chiese la bionda, dimenticandosi
temporaneamente di ciò che stava succedendo. “Scherzi?
Nostra madre ci strangola se
vede Ron in quello stato!” Risposero i due gemelli. “Ehi,
stupidi!” Fece Ronald. “Volete
stare zitti e farvi trascinare all’inferno?” I tre
maghi indietreggiarono. “Okay,
qualche idea?” Chiese George. “Prima
di tutto, bisognerebbe capire
cosa gli è successo… sono abbastanza sicuro che Ron non
avesse un simile lato
nascosto… e nemmeno Juvia.” Widaldus
ridacchiò. “Chi viene colpito
dalla mia magia è costretto a fare solo ciò che voglio
io.” Spiegò entusiasta. “Il
suono…? Li hai ipnotizzati con il
suono della chitarra, vero?” Capì Lucy. “Ih
ih! E brava, non ti sfugge nulla,
eh?” “Ma
perché solo loro due?” Chiese Fred.
“Non avrebbe avuto più senso prenderci tutti?” “E
dove sarebbe stato il divertimento?
Voglio vedervi combattere tra di voi!” “Questo
è un bel guaio…” Mormorò l’altro
gemello. “Sa perfettamente che non potremmo mai attaccarli sul
serio… d’altro
canto, loro al momento non sono in grado di controllarsi…” “Bene!
E ora direi di andare sotto con
il rock!” Gridò Widaldus, ricominciando a suonare. “Rock?
Non so di cosa tu stia parlando,
ma libera subito nostro fratello e Juvia!” Replicarono assieme i
gemelli, per
poi battere tra di loro i pugni, creando una volpe di fuoco, che si
lanciò
contro il nemico. Ma
prima che potesse raggiungerlo, il
Weasley minore si mise in mezzo, alzando le mani e creando una parete
di luce,
che assorbì l’altra magia. “Cosa?!”
Esclamò Lucy, incredula. “La
magia di Ron non può fare una cosa del genere!” “Oh,
quindi non ne eravate a
conoscenza?” Domandò il chitarrista, scoppiando a ridere.
“Beh, mi spiace per
voi, ma in questo stato per loro non c’è nessun limite!
Posso sfruttare la loro
magia fino all’ultima goccia!” “Esatto!”
Disse Juvia, facendo le corna
con le mani. “E chi non sa cosa sia il rock merita solo di
crepareee!” Non
appena ebbe detto ciò si trasformò
in una vera e propria onda e si scagliò contro i tre maghi,
investendoli. “Non
di nuovo!” Protestò Fred, cercando
di restare a galla. “Juvia!
Ritorna in te!” Strillò Lucy,
poco prima che un’onda la facesse volare in aria, per poi
avvolgerla
completamente. “Resisti
Lucy!” Esclamò George, per poi
riuscire ad afferrare la bacchetta e pronunciare un incantesimo,
facendo
apparire attorno alla testa della bionda una bolla d’aria. “Non
interferire!” Urlò Ron,
lanciandogli contro una sfera di luce. Il
Weasley non si preoccupò di
schivarla, convinto che fosse innocua. Fu infatti non poco sorpreso
quando
sentì un forte bruciore nel punto in cui era stato colpito. “George!”
Gridò preoccupato Fred,
vedendo la smorfia di dolore sul volto del fratello, per poi erigere
una
barriera giusto in tempo per evitare la sua stessa sorte. “Che
vi succede? Non volete affrontarmi?”
Chiese Ron, ghignando in un modo tale che a entrambi i fratelli vennero
i
brividi. “A
quanto pare…” Bofonchiò George,
alzandosi. “La sua magia ha un potere superiore a quanto
pensassimo…” “Come
lo affrontiamo allora? Ha già
dimostrato di poter respingere i nostri incantesimi.” “No.
Ha solo respinto un nostro incantesimo… se lo
attacchiamo
insieme, possiamo immobilizzarlo.” “Sì…
hai ragione!” Concordò Fred, per
poi cominciare a nuotare verso Ron, finché non riuscì ad
uscire dall’acqua,
proseguendo correndo. “Non
vi arrendete allora?” Gridò Ronald,
cominciando a lanciargli contro una raffica di sfere di luce, che il
fratello
riuscì miracolosamente a evitare. “Petrificus
Totalus!” Urlò Fred, cercando di colpirlo. Proprio
come prima, Ron alzò una mano,
creando nuovamente la barriera di luce, che assorbì
l’incantesimo della pastoia
senza alcuna difficoltà. “È
inutile! Non avete speranza di
battermi!” “Tu
dici?” Domandò George, che
approfittando della distrazione creata dal fratello lo aveva raggiunto
alle
spalle, lanciandogli contro la stessa magia. Ma
con sua immensa sorpresa, nonostante
l’incantesimo lo avesse colpito in pieno, questi passò
oltre, andando a colpire
la parete, mancando per pochi centimetri Fred. “C-Cosa…?” “Oh,
mi spiace, non ve l’ho detto… pare
che ora anche il mio corpo si sia trasformato…”
Spiegò Ron, sorridendo.
“Proprio come Juvia con l’acqua, il mio corpo è
fatto interamente di luce!” I due
gemelli restarono in silenzio. “Questo…
è un bel problema.” Ammise George.
“Se le cose stanno così, come possiamo fermarlo?” “L’opposto
della luce è l’oscurità… Ma
che io sappia, l’unico che conosce una magia di quel tipo
è quel Shimon e forse
Harry… E a noi di certo non hanno insegnato nessun incantesimo
per spegnere la
luce.” “Ora
comprendete quanto disperata sia la
vostra situazione?” Fece Ron. “Non c’è niente
con cui possiate opporvi!” A
quella parola Fred spalancò gli occhi.
“Ma certo…” Sussurrò, sorridendo.
“Basta usare la logica!” “Fred?” “Fratello,
direi che è il momento di
rendere fiera la professoressa McGranitt.” Continuò lui,
per poi pronunciare un
incantesimo contro il muro alle sue spalle, facendo cadere a terra
alcuni pezzi
di mattoni. Senza
perdere altro tempo pronunciò un
altro incantesimo contro essi. Sotto
lo sguardo dei due fratelli, creò
uno scudo con sopra uno specchio, che alzò subito. “Geniale!”
Esclamò il gemello,
comprendendo le sue intenzioni e imitandolo subito. “Specchi?
Volete fermarmi con degli
specchi?!” Disse incredulo Ron. “Non vi pensavo così
stupidi!” “Ronnie…
tu ci sottovaluti. Un errore
che di solito non commetti. Ora… che ne dici di riprendere la
nostra
battaglia?” Ron
digrignò i denti. “Lo avete voluto
voi!” Urlò, scagliandogli contro altre sfere di luce. Ma
questa volta i gemelli alzarono gli
scudi, i quali si limitarono a fare il loro dovere e respinsero la
luce, che tornò
al mittente, venendo riassorbita. “Cosa?” “La
luce può essere riflessa!” Esclamarono
i gemelli assieme. “E se può essere respinta…” “Allora
può anche essere dissipata.” “Partunox!”
Pronunciarono assieme, scagliando dalle bacchette un fascio di luce
nera, che
colpì in pieno Ron. Questi
stavolta urlò di dolore. Poi,
pochi secondi dopo, riprese il suo
aspetto originario e il tatuaggio sul volto scomparve, lasciandolo
cadere a
terra esanime. “Ci…
Ci siamo riusciti…” Sospirò Fred,
mentre il fratello andava a soccorrere Ron. “Speriamo
di non doverlo più affrontare
in un simile stato… Credo che per la prima volta ho avuto
veramente paura.” Nel
frattempo, Lucy non se la stava passando
affatto bene. Juvia
stava infierendo su di lei, e
probabilmente era solo grazie alla magia che George le aveva lanciato
contro
che non era ancora annegata, visto che la maga d’acqua continuava
a colpirla
con ondate di tale potenza da lasciarla appena cosciente. “Juvia,
fermati, ti prego!” Urlò, poco
prima di venire colpita da una frustata d’acqua, che la fece
urlare per il
dolore. “Non volevi entrare a far parte di Fairy Tail?!”
Gridò ancora, sperando
di farla tornare in sé. “Allora perché ti metti a
colpire così i tuoi
compagni?!” Come
risposta una nuova ondata la colpì,
riuscendo a infrangere la bolla d’aria e trascinandola via. Lucy
cominciò a sentire i polmoni
riempirsi d’acqua, mentre cercava invano di uscire da
quell’attacco. “Lucy…” La
bionda spalancò gli occhi, mentre la
testa della maga d’acqua appariva davanti a lei, ridendo come una
pazza. “Quella
non è Juvia!” “Questa
voce… sei tu, Juvia?”
Chiese mentalmente Lucy,
incredula. “Ah, ho capito! La sento
perché qui sono dentro di lei.” “Juvia
non vuole far del male ai
suoi compagni… Beh, forse compagni è una parola
grossa…
Certo, sei la sua rivale in amore…” “Qui
credo ci sia un grosso equivoco…”
Replicò la
maga degli spiriti stellari, trattenendosi dal sospirare. “Ma
Juvia si è veramente affezionata
alla gente di Fairy Tail.” Lucy
spalancò gli occhi. “L’amicizia…
Sono talmente
allegri e calorosi… che anche se fuori piove, dentro la gilda
sembra splendere
il sole.” Mentre
diceva ciò, alla maga d’acqua
tornarono in mente vecchi ricordi, risalenti a quando era ancora una
bambina,
dove era evitata da tutti per la sua magia. “E
proprio ora che Juvia stava
facendo amicizia con tutti voi…” In
quel momento di fronte a Lucy il
volto della ragazza mutò, tornando a essere per pochi istanti
quello che aveva
sempre, tranne per le lacrime che scendevano lungo il suo viso. “Juvia…
non fa che attirare
l’infelicità…” “Lacrime?” “Juvia!”
Chiamò Widaldus. “È arrivato il
momento di finirla! Poi passa agli altri tre!” Non
appena ebbe dato l’ordine, l’acqua scomparve,
lasciando cadere rovinosamente a terra Lucy. Juvia
riprese il suo aspetto umano,
indietreggiando e preparandosi a darle il colpo di grazia. “Ehi,
vedi di non agire troppo da
vittima!” Esclamò Fred, raggiungendo Lucy di corsa,
aiutandola a rialzarsi,
mentre il gemello continuava a vegliare su Ron. “Solo
perché non hai vissuto
dei bei momenti in passato, non significa che tu non possa crearne in
futuro!” “Fred
ha ragione…” Disse la bionda. “E
poi Fairy Tail non potrebbe mai rifiutare qualcuno che versa lacrime
per i suoi
compagni!” A
quelle parole Juvia si fermò,
guardandoli increduli. “Vantati
pure!” Esclamò di colpo la maga
degli spiriti stellari, indicandola, mentre si portava l’altra
mano sulla vita.
“Mi hai fatto ricordare una cosa!” Fred
la vide portare lentamente la mano
in tasca, afferrando qualcosa. Gli ci volerò pochi secondi per
realizzare che
cos’aveva in mente. “Ehi…”
Le sussurrò all’orecchio. “Sei
sicura? Non mi sembrava ci tenesse particolarmente alla nostra
incolumità…” “Non
ho altra scelta. Voi preparatevi.”
Rispose lei, quasi senza muovere le labbra. “Uffa…!”
Esclamò Widaldus, continuando a
suonare la chitarra. “Forza, fagliela vedere, Juvia!” “Vi
farò a pezzi con il Water Jigsaw!”
Urlò lei, trasformandosi
in un’onda d’acqua e andandogli contro. “Spostatevi!” Ma
con sua sorpresa, Lucy portò l’altra
mano in avanti, conficcandola proprio nell’attacco d’acqua,
il quale si fermò
contro di lei. “Apriti,
Porta dell’Acquario!” Pronunciò, mentre dalla
chiave dorata che teneva in
mano cominciava a scaturire la luce dell’evocazione. “George!
Crea subito una bolla d’aria
per te e per Ron!” Gridò Fred, per poi eseguire la magia
su se stesso e Lucy, mentre
la ragazza completava l’incantesimo. “Acquarius!”
Urlò, facendo apparire la sirena dall’acqua di Juvia, la
quale la guardò
incredula. “Hai
usato il corpo di Juvia per
chiamare uno spirito stellare?!” Esclamò con gli occhi
spalancati. “Nell’acqua
posso evocare lo Spirito
Stellare più forte, Acquarius!” Rispose la bionda,
sorridendo. “E tutto grazie
a te, Juvia!” “Sta’
zitta, ragazzina!” Ordinò
Acquarius, cominciando a far aumentare l’acqua presente,
coinvolgendo tutti i
presenti in uno tsunami. “Che
cosa sta facendo?!” Esclamò George,
tenendo Ron per la maglietta. “Non dovrebbe essere dalla nostra
parte?!” “Diciamo
che ha un punto di vista
piuttosto… personale!” Rispose il fratello, venendo
trascinato via, mentre i
capelli di Widaldus continuavano ad assorbire l’acqua, senza
però riuscire a
fermarla. “Non
funzionerà!” Urlò, aumentando la
lunghezza dei capelli. “Vi ho già detto che con me
l’acqua non ha effetto!” “Forse
però… possiamo aumentare la sua
efficacia!” Esclamò Fred, nuotando verso Lucy, mentre
Juvia, tornata in sé, recuperava
George e Ron, per poi raggiungerli. I
cinque maghi si presero per mano,
creando subito una sfera di luce che li avvolse. Un
pedone a forma di chitarra si crepò. “Cosa?”
Esclamò sorpreso Gerard,
guardandolo spaccarsi definitivamente a metà. “Quella
ragazza… non può
possedere un simile potere magico… che abbiano fuso i loro
poteri?” Harry
non disse nulla, limitandosi a
sorridere. “U-Un
momento!” Urlò Widaldus. “Che
cos’è tutta quest’acqua?! È-È troppa
anche per m-” Non
riuscì a concludere la frase che
venne finalmente sommerso dallo tsunami, mentre i membri di Fairy Tail
si
avvicinarono a lui, continuando a tenersi per mano. “Cosa?!”
Pensò l’assassino, guardandoli avvicinarsi. “Unison
Raid?” A
quel punto lo tsunami esplose,
scagliando tutti quanti a terra. Widaldus
scivolò a diversi metri dagli
altri, con la testa ora perfettamente calva, che specchiava la luce a
sua volta
riflessa dall’acqua che lo circondava. I
maghi di Fairy Tail lo guardarono
sollevati, per poi venire abbracciati da Juvia. “Juvia
è tornata normale!” Esclamò
felice. “Ci
siamo riusciti!” Esultò Lucy, poco
prima che un’ombra la coprisse. “Piuttosto…
non ti permettere mai più di
chiamarmi nel bel mezzo di un macello simile.” Sibilò
Acquarius, per poi
abbassarsi per fissarla in faccia. “Ci manca solo che cominci a
invocarmi dal
gabinetto! Tu provaci, e io ti ammazzo.” “S-Scusa…”
Mormorò la bionda,
deglutendo. “Ora
capisco perché le sirene sono
classificate come mostri da cui tenersi alla larga…”
Sussurrò George, ricevendo
un’occhiataccia dalla diretta interessata. “Oggi
parto.” Continuò lo Spirito
Stellare, sorridendo. “Vado in vacanza per due settimane con il
mio ragazzo.
Non ti azzardare a invocarmi.” “R-Ricevuto.” “E
vedi di trovarti anche tu un ragazzo!
Direi che ormai è il momento che cominci a guardarti
intorno.” “Ma
che razza di discorsi sono?!” Le
urlò Lucy, vedendola scomparire. “L’amore
è importante, Lucy.” Concordò
Juvia. “Sarà…
ma finora io l’ho visto solo come
fonte di paura…” Commentò Fred, per poi lasciarsi
cadere a terra, imitato da
tutti gli altri. “Ohio…”
Balbettò Ron, aprendo gli occhi.
“Perché ho un simile mal di testa…?” “Bentornato,
fratellino.” Disse George.
“Com’è stata la tua esperienza da cattivo? Ci hai
pure costretti a inventarci
una nuova magia…” “…
La mia esperienza da cosa?!” “Lascia
perdere. Meglio che tu non viva
un simile trauma…” “Ehi…”
Fece l’altro gemello. “Vi
immaginate se ci fosse stato Percy e avesse scelto lui?” I
gemelli Weasley e Lucy restarono in
silenzio per qualche secondo, per poi scoppiare a ridere. “Oh,
mamma! Credo sarei morta dalle
risate!” Ammise Lucy, mentre Juvia e Ron li guardarono perplessi. “Che
diamine è successo mentre ero
svenuto?” Domandò il minore dei rossi.
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E finalmente eccomi qui il nuovo capitolo!
Allora, che dite? Vi siete spaventati per il nuovo Ron? XD
Di sicuro questa battaglia ha lasciato non pochi segni ai nostri
eroi... e hanno sconfitto solo uno dei Trinity. Gli altri due non
saranno di certo più facili, e c'è ancora Gerard...
Beh, direi che non c'è altro da dire. Spero solo di riuscire a
farvi avere in tempi brevi la seconda parte dello scontro!
Capitolo 47 *** Scontro con Trinity Raven – Seconda parte ***
47: Scontro con Trinity Raven – Seconda parteCapitolo 47: Scontro con Trinity Raven
– Seconda parte
“Per
quanto riguarda l’attacco con l’Eterion
alla Torre del Paradiso…” Cominciò a leggere il
capo del Consiglio Era.
“Favorevoli quattro voti. Contrari cinque. In base a questo
risultato, è
stabilito che l’Eterion non sarà utilizzato.” “Un
momento!” Protestò Sieg, alzandosi
in piedi. “Avete capito o no in che situazione ci
troviamo?!” “Sei
alquanto inopportuno, Sieg. Abbiamo
discusso abbastanza. Esiste un’alternativa più
pacifica.” “Pacifica?!”
Urlò il mago dai capelli
blu, incredulo. “Stiamo solo perdendo tempo prezioso! La storia
stessa è a un
punto critico! Gerard vuole far resuscitare un morto!” “Ma
in realtà non sappiamo nemmeno se il
Sistema-R sia davvero in fase di avviamento.” Commentò uno
dei membri. “È
troppo presto per pensare a un attacco.” Urrutia
restò in silenzio, osservando la
disputa verbale. “Ma
voi non lo percepite?” Chiese Sieg,
abbassando il tono della voce. “Questa magia negativa…
l’orrore del male che lui vuole far
resuscitare…” “Cosa?” “Sieg,
ma di che cosa stai parlando?” Il
blu sospirò, per poi pronunciare la
frase che avrebbe sancito la decisione finale. “Lo stregone nero
Zeref.” Solo
a sentire quel nome, tutti i membri
del Consiglio, con l’eccezione di Urrutia spalancarono occhi e
bocca, incapaci
di accettare ciò che avevano appena sentito. “R-Ragazzino…
Che cosa ti scappa dalla
bocca?” Domandò uno di loro, poggiando una mano tremante
sul tavolo. “E
soprattutto, da cosa lo deduci?!” Sieg
si sedette nuovamente, calmando
parzialmente la sua paura. “Non ho detto nulla prima per non
suscitare
ulteriori allarmi… ma io conosco Gerard. E so anche che
cos’ha intenzione di
fare.” A
quelle parole tutti i membri dell’ERA
lo fissarono increduli. “Sieg…
raccontaci tutto…”
~~~~~~~~~~~
Neville
si lanciò contro Civetta,
tenendo la spada di fronte a sé. “Hoho!” “Non
la farai franca!” Urlò Paciock, per
poi far uscire dal pavimento una serie di radici che si diressero
contro l’uomo
gufo, che le evitò volando più in alto. “Una
magia interessante… Non ho mai
sentito che ci fosse qualcuno come te a Fairy Tail.” “Sono
un recente acquisto.” Rispose lo
spadaccino, raggiungendo Natsu e fermandosi qualche momento per
riprendere
fiato, lasciando che la punta della spada toccasse terra. “Bel
lavoro, Neville.” Fece il Dragon
Slayer, rialzandosi. “Vedo che l’allenamento con Erza ti
è servito, eh?” “Si
è allenato sotto Erza, Hoho? Questa sì
che è una sorpresa. Non
pensavo che Titania prendesse allievi.” “Ci
sono molte cose che non sai di noi.”
Replicò il nuovo membro, per poi tirare fuori da una tasca la
bacchetta. “Incendio!” Sotto
lo sguardo sorpreso di Shimon,
Neville creò una sfera di fuoco e la scagliò contro
Natsu, che la inghiottì in
due secondi netti. “Grazie,
mi ci voleva proprio!” Esclamò
questo, sorridendo e pulendosi la bocca con la mano, per poi lasciarsi
avvolgere dalle fiamme. “Ora sono tutto infuocato!” “Cosa…?
Può usare anche la magia di
fuoco?” Commentò sorpreso il vecchio amico di Erza. “Tutti
noi possiamo farlo, aye.” Rispose
Happy, sorridendo e tenendo le zampe incrociate. “Abbiamo passato
due anni a
Hogwarts. Credevo che sapeste cosa abbiamo fatto lì, aye!” “Gerard
ci ha detto solo che eravate in
missione… nel mondo d’origine di Harry.” “E
in quel mondo si usa una magia
diversa.” Aggiunse Neville, brandendo nuovamente la spada, pronto
a riprendere
l’attacco. “Tutti noi, con un po’ di pratica, siamo
in grado di destreggiare
centinaia di incantesimi diversi.” “Hoho,
questo è barare allora.” Fece Civetta. “A un mago
mediocre non dovrebbe essere
concesso apprendere più magie.” Paciock
sorrise. “Io mi sono reputato
inutile per molto tempo… anzi, fino a qualche anno fa pensavo di
non poter
nemmeno usare la magia…” Mormorò, per poi guardarlo
con occhi pieni di
determinazione. “Ma da quando ho saputo di Fairy Tail e ho
conosciuto Harry,
Natsu, Erza e tutti gli altri… Ho capito che anch’io
potevo fare qualcosa!” “Ben
detto, Neville! È ora di mostrare a
quella brutta copia di un gufo che cosa significa far parte di Fairy
Tail!” “Silenzio,
Hoho! È il momento che la giustizia vi
punisca!” Dichiarò il
nemico, per poi volargli contro. “Natsu,
ora!” Urlò Paciock, saltando in
avanti e parando il calcio volante di Civetta con la parte piatta della
spada. “Gancio
uncinato…” Cominciò Salamander, concentrando le
fiamme sui piedi e saltando
a testa in giù contro l’uomo gufo. “…del
Drago Infuocato!” L’attacco
lo colpì in pieno sul volto,
costringendolo a indietreggiare, mentre il mago del fuoco sorrideva,
tornando
in piedi e alzando i pugni, pronto a colpire nuovamente. Civetta
per tutta risposta si chinò in
avanti, lasciando che i suoi missili fossero ben in vista. “È
arrivato il momento di farvi
assaggiare il colpo di grazia della giustizia.” Decise, per poi
sciogliere i
legami che aveva sulla schiena. “Missile
Hoo Hohoo!” In
quell’istante i missili si
staccarono, volando contro di loro e prendendo in pieno Natsu con una
corda che
li teneva uniti, sollevandolo in aria. “Natsu!”
Urlarono assieme Neville e
Happy, mentre i missili cominciavano a fare diverse acrobazie piuttosto
pericolose. “Conosco
il tuo punto debole,
Salamander.” Disse Civetta, incrociando le braccia. “Dalle
informazioni in
nostro possesso, non sopporti alcun mezzo di trasporto, il che include
i miei
missili.” A
quelle parole Happy si voltò a
guardarlo, per poi sorridere. “Allora temo dovrai cambiare
informatori, aye!” “Come?” “Spiacente…”
Cominciò Natsu, ghignando,
per poi avvolgersi nuovamente dalle fiamme. “Ma l’ho
superato da un paio di
anni quel problema! E credimi, dovrai impegnarti molto di più
per raggiungere i
livelli della Gringott!” Detto ciò scagliò due
sfere di fuoco contro i missili,
facendoli esplodere. “Bene,
e ora-” Ma
Salamander non riuscì a concludere la
frase. Con
una velocità impressionante, Civetta
aveva preso il volo, raggiungendolo. “E
ora sei mio, Hoho.” Disse, spalancando il becco,
che divenne venti volte più
grande. E
senza che nessuno riuscisse a fare
qualcosa, inghiottì il Dragon Slayer, mandandolo giù in
un sol boccone. “Natsu,
no!” Urlò Happy, volando subito
contro l’uomo gufo. “Sputalo subito!” Questi
si limitò a girarsi, per poi
avvolgere un pugno con le fiamme. “Fire
Hoo Hohoo!” Pronunciò, colpendo in pieno il gatto
volante con una perfetta
replica dell’attacco preferito di Natsu. “Cosa?!”
Esclamò incredulo Neville,
osservandolo atterrare in piedi, mentre Happy riusciva appena ad
atterrare poco
lontano, con diverse bruciature sul corpo. “Quello
era…” “Possibile
che abbia letteralmente
mangiato la magia di Natsu?” Fece Shimon, attirando
l’attenzione del mago di
Fairy Tail. “È
possibile una cosa del genere?!” “Da
voi non c’è nessun incantesimo in
grado di farlo?” “No…
da quel che so, il massimo che
possiamo fare è annullare gli effetti di una magia…
Assorbirla e usarla contro
gli altri? Solo Harry c’è riuscito, e una volta sola,
quando ha respinto
Voldemort.” “Allora…
temo che siamo nei guai…”
~~~~~~~~~~~
“Voti
favorevoli, otto. Contrari, uno.”
Lesse nuovamente il capo del Consiglio magico, dopo che la votazione fu
rifatta
alla luce delle nuove informazioni. “Di conseguenza… viene
approvato l’attacco
con l’Eterion alla Torre del Paradiso.” Yajima
si allontanò dal tavolo,
scuotendo la testa. “Signor
Yajima…” Chiamò Sieg. “Forse lei
non sarà d’accordo sulle contromisure… ma capisce
bene che non possiamo
permettere che Zeref resusciti, vero?” “Io
non ne voglio shapere più niente.”
Replicò lui. “Tu però ti accolli la
resphonsabilità delle conseguenze, vero?” “Ovviamente.
Mi prendo tutte le
responsabilità del caso…” L’anziano
membro del Consiglio si voltò,
fissandolo con gli occhi quasi fuori dalle orbite per la rabbia a
malapena
trattenuta. “Io
ti parlo della resphonsabilità di
vite umane!” Esclamò furioso. “Avrai sulla
cosshienza il peso delle vite che
sharanno stroncate, lo capisci o no, Sieg?!” Il
mago dai capelli blu restò in
silenzio, mentre alle sue spalle gli altri membri del Consiglio
cominciavano i
preparativi per lanciare l’Eterion.”
~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
Erza
si fermò di fronte a un grosso
edificio, con la scritta ‘Fairy Tail’,
accompagnata da una bandiera che riportava lo stesso simbolo che Rob
aveva
sulla schiena. “Rifammele!”
Esclamò un Gray bambino,
battendo le mani sul tavolo, facendo saltare le carte poggiate sopra.
“Perché
oggi dovrei avere questa fortuna sfacciata?!” “Non
importa quante volte ti rifaccio le
carte, il risultato sarà sempre lo stesso.” Rispose Cana.
“E poi, visto che hai
fortuna, perché non te la godi e basta?” “Fortuna?
Pfui! È da stamattina che me ne
capitano di tutti i colori!” Ribatté il mago del ghiaccio.
“Sono caduto in una
pozzanghera, ho perso il portafogli… Insomma, non mi è
successo nulla di buono!
Le tue previsioni non sono che-” “Ma
quanto ti lamenti?!” Lo interruppe
lei, per poi fermarsi e girarsi verso l’entrata, imitata da tutti
gli altri
presenti. Una
bambina dai capelli rossi, con una
benda sopra l’occhio, a piedi scalzi e con dei vestiti ridotti a
degli stracci,
avanzò dentro il locale, fermandosi al centro per guardarsi
intorno. “Qui…
è dove stava il nonno Rob…” Mormorò
Erza, mentre tutti la guardavano incuriositi, con l’eccezione di
Gray, che per
qualche motivo le riservò uno sguardo seccato.
~~~~~~~~~~Fine
flashback~~~~~~~~~~
“Erza…”
Pensò Fullbuster, mentre quel ricordo gli tornava in mente,
continuando a
correre. Non
appena era riuscito a tornare a
vedere, si era ritrovato in un altro corridoio della torre, da solo. Senza
soffermarsi troppo a chiedersi
come aveva fatto a finire lì, aveva ripreso subito a cercare i
suoi amici. “Dannazione!”
Urlò a tutti e nessuno.
“Dove siete?!” Fermò
la sua corsa quando il corridoio
s’interruppe, dando su un’enorme stanza, al cui centro si
trovava un uomo con
la testa da gufo. Di fronte a lui Neville teneva ansimando la sua
spada, usando
se stesso come scudo per Shimon. Entrambi avevano diversi segni di
bruciature
sul corpo, e poco lontano Happy era sdraiato a terra, incapace di
alzarsi. “Gray…”
Mormorò Shimon, accorgendosi
della sua presenza. “Che…
Che cosa sta succedendo qui?!” Esclamò
il mago del ghiaccio, per poi indicarlo. “Non dovevi inseguire
Sho?!” Civetta
si girò verso di lui, fissandolo
con rabbia. “Non
so chi sia questo Sho…” Fece
Neville, guardandolo sollevato. “Ma questo tipo qui l’ha
fermato.” “Neville!
Credevo che fossi prigioniero
e-” “Natsu,
Luna e Happy mi hanno aiutato a
liberarmi.” Rispose. “Ma direi di rimandare a dopo le
spiegazioni e-” “A
dopo?!” Replicò il moro. “Erza è
stata trasformata in una carta e portata via! Se non troviamo Sho,
rischia di
venire ferita!” “Gray…”
Chiamò Happy, cercando di
alzarsi. “Natsu è stato ingoiato da quel
coso…” “Che
cosa?!” Sputò incredulo. “È
come dice lui. E non è tutto… adesso
sembra che possa usare la sua magia.” Aggiunse Neville. Il
mago del ghiaccio scosse la testa. “Fuoco
dei miei stivali!” Esclamò, sbattendo le mani e creando
una lancia di ghiaccio.
“Ma che diavolo combina?!” Civetta
si portò una mano sulla pancia,
la quale aveva cominciato a fare strani rumori. “La
digestione è iniziata.” Osservò
compiaciuto. “Altri dieci minuti e il corpo di Salamander si
scioglierà del
tutto… e io mi impossesserò della sua magia.” “Credi
davvero che te lo lasceremo
fare?!” Ribatté Gray, per poi partire all’attacco. “Ruggito
del Drago di Fuoco!” Gridò l’uomo gufo, sputando
una gigantesca fiammata,
che investì in pieno Gray. “Hohoo!
Come vedi il ghiaccio non funziona contro il fuoco!” “Gray!”
Chiamò Neville, facendo per
andare a soccorrerlo, ma cadde in ginocchio dopo pochi passi.
“Dannazione…” Mormorò,
trattenendo un sussulto di dolore. “Non riesco più a
muovermi…” “È
tutto inutile!” Dichiarò Civetta,
riuscendo a parlare nonostante stesse continuando a emettere le fiamme.
“Se
siete dei compagni di Salamander sapete bene quanto bruciano queste
fiamme!” Gray,
all’interno del tornado di fuoco,
teneva le braccia incrociate davanti a sé, cercando di resistere
a quella
furia, mentre altri ricordi gli tornavano in mente.
~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
“Quella
lì se ne sta sempre da sola.”
Commentò Cana, guardando Erza, seduta in disparte nella gilda,
ora con una
leggera armatura addosso. “Allora
perché non vai a parlarne?” Chiese
Gray, che come al solito era rimasto solo in mutande. “Veramente
ci ho provato e mi ha ignorato…”
Ammise la bambina, sospirando. Il
mago del ghiaccio sbuffò, alzandosi
dalla sedia e battendo tra di loro i pugni. “Che
screanzata! È l’ultima arrivata e
nemmeno si presenta a me!” “Ma
da quando sei diventato così
virtuoso?” Domandò ironica l’amica, vedendolo
avvicinarsi alla nuova arrivata. “Ehi,
senti un po’ tu!” Le disse, senza
però ottenere nessun tipo di risposta. Nemmeno l’occhio
rimanente della bambina
si spostò a guardarlo. Gray
a quel punto non ci vide più, e con
un calcio fece saltare la sedia, facendola così cadere a terra. “Tu,
con l’armatura, mi ascolti o no?!”
Urlò. Erza
si massaggiò per qualche istante la
parte lesa, per poi fissarlo negli occhi. “Ma che fai?” “Questa
è una gilda di maestri della
magia!” Dichiarò lui, portandosi le mani sui fianchi e
guardandola con aria di
superiorità. “Niente armatura, chiaro?” La
rossa si alzò, togliendosi la polvere
di tosso. “Tu, che parli tanto, perché non ti metti
qualcosa addosso? Cos’è,
una gilda di nudisti?” A
quel commento, tutti i presenti
scoppiarono a ridere, mentre sul volto di Gray apparve
un’espressione
arrabbiata e imbarazzata allo stesso tempo. “Dannata…” “Fai
finta che io non esista.”
~~~~~~~~~~Fine
flashback~~~~~~~~~~
Le
fiamme si ghiacciarono all’istante,
facendo spalancare gli occhi a tutti i presenti. “C-Come
ha fatto?!” Esclamò incredulo
Neville, mentre Gray sorrideva, ignorando le decine di bruciature che
aveva su
tutto il petto, che era rimasto totalmente scoperto. “E
queste sarebbero le fiamme di Natsu?
Non farmi ridere… impostore!” Sentenziò. “Hohoo!
Che magnifica magia!” Si complimentò Civetta, cominciando
a volargli contro.
“Catturerò anche te!” “Oh
no!” Gridò Shimon. “Gray,
schiavalo!” Urlarono assieme
Neville e Happy, mentre il mago del ghiaccio restò al suo posto,
vedendo
l’avversario spalancare il becco, per poi chiuderlo attorno alla
sua testa. Ma
senza aspettare un solo secondo, Gray
portò le mani sulla testa dell’ibrido, cominciando subito
a creare del ghiaccio,
che iniziò ad avvolgerlo. Ci
vollero solo pochi secondi prima che
Civetta lo lasciasse andare, indietreggiando. “Che
freddo!!!” “Non
è il momento di stare qui a
poltrire!” Asserì Gray, cominciando subito a caricarlo.
“Dobbiamo riprenderci
Erza e Harry e tornare a casa!”
~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
Gray
era seduto, cercando di non
mostrare il dolore dovuto alla pestata che aveva appena ricevuto da
Erza, la
quale non aveva gradito il suo ennesimo tentativo di includerla nella
vita
della gilda. “Che
c’è, Gray? Erza te le ha suonate di
nuovo?” “Certo
che neanche tu ti dai mai per
vinto, eh? Non è che ti sei preso una cotta per lei?” “State
un po’ zitti!” Sbraitò il
bambino. “Però
Erza, per suonarle di santa
ragione a Gray, non è affatto debole.” “Mi
sa che un giorno sarà proprio lei a
prendere le redini di Fairy Tail.” Gray
a sentire ciò batté con forza un
pugno sul tavolo. “Io non l’accetterò mai come
compagna quella!” Si oppose, per
poi correre fuori dalla gilda. Non
si fermò finché non arrivò alla riva
del fiume, dove vide la bambina dai capelli rossi seduta sulla riva. “Ti
ho trovata, Erza…” Fece,
avvicinandosi. “Stavolta ti batterò e-” Ma
le
parole gli morirono in bocca non
appena questa si girò, non riuscendo a nascondere in tempo le
lacrime. Gray
deglutì, non aspettandosi di
vederla in quello stato. “Ancora
tu…” Sussurrò lei, asciugandosi
il viso. “Uff… Non impari mai la lezione, eh? E va bene,
fatti sotto!” Il
mago del ghiaccio restò in silenzio,
tremando leggermente, per poi scuotere la testa. “Ehm…
no…” “Che
c’è, ti arrendi?” Gray
non rispose. Si limitò a farle una
domanda. “Ma perché tu… stai sempre da sola?” Erza
distolse lo sguardo. “Perché mi
piace la solitudine. Quando sto con la gente, mi prende
l’ansia.” “Se
è così, perché piangi?”
-----------------
“Ma
tu guarda…” Mormorò Gray,
avvicinandosi a Harry, seduto in riva al fiume, dove stava lanciando
dei sassi.
“Possibile che veniate tutti qui quando siete tristi?” “G-Gray!”
Esclamò l’altro, sussultando e
girando la testa verso il mago del ghiaccio. “S-Scusa, non
immaginavo che fosse
il tuo posto preferito e-” “Ehi,
calmati Harry.” Disse lui, alzando
una mano. “Non ho mai detto nulla del genere. Semplicemente,
è già la seconda
volta che vengo a fare una ramanzina in questo posto.” “Davvero?”
Domandò il bambino,
sospirando. “Devo fare proprio una grande pena, eh?” “Beh,
sì, senza dubbio la fai.” Rispose
l’altro, senza peli sulla lingua. “Ma di certo, il tuo
arrivo ha tolto quella
parvenza di monotonia che si stava creando.” “D-Dici?
Eppure non mi sembra di fare
granché… passo ore a cercare di usare la magia, ma non
riesco a ottenere alcun
risultato. Probabilmente sarà solo questione di tempo prima che
mi buttiate
fuori.” Harry
sospirò nuovamente, per poi
cacciare un piccolo urlo quando senti il piede di Gray colpirlo alla
schiena,
facendolo volare dritto dentro l’acqua. “Di’
un po’, sei scemo?” Chiese,
guardandolo alzarsi tutto bagnato. “Per chi ci hai preso?” “M-ma
se non imparo a usare la magia-” “Se
non riuscirai a usare la magia,
vorrà dire che ti limiterai ad aiutarci da lontano in qualche
altro modo!” Replicò
Gray. “Non ti abbiamo preso nella gilda solo per la tua
magia!” “P-Però
uno strano come me… Che cosa può
mai fare?” “Strano?
Tu dici? Eppure non ti ho mai
visto sputare fuoco o svestirti di punto in bianco, come neppure berti
qualche
litro di sciroppo alla frutta in pochi secondi. Cavoli, Cana di questo
passo
finirà col passare al liquore e non rendersene nemmeno
conto…” “Ma
io non sono forte come voi!” Replicò
Harry. “Io non ho avuto un drago come padre o una maestra che mi
aiutasse… I
miei insegnanti mi hanno sempre ignorato, e non ho alcun ricordo dei
miei
genitori…” Gray
non disse nulla, capendo che
finalmente era riuscito a sbloccarlo. “I
miei zii mi hanno sempre fatto
sentire un mostro… e non capivo nemmeno perché.
Io… Io voglio solo… qualcuno
che mi consideri…” “Allora
direi che sei finito proprio nel
posto giusto.” Intervenne una voce alle loro spalle, mostrando
Erza, con
entrambi gli occhi fissi sul moro con la cicatrice. “Fairy Tail
non ti
considererà mai una persona insignificante. Ogni suo membro
è importante allo
stesso modo. È una lezione che ho imparato quando sono arrivata,
grazie a un
certo nudista.” Aggiunse, guardando divertita Gray portarsi una
mano dietro la
testa, imbarazzato. “Però
io non sono forte… I-Inoltre-” “Allora
diventa forte!” Esclamò Erza.
“Vuoi imparare a usare la magia? Allora ci riuscirai! Tutto
dipende dal tuo
cuore! Se ci credi, niente ti sarà impossibile!” “E-Erza…” “Posso
comprendere il tuo dolore.”
Continuò, mostrandogli un sorriso triste. “A differenza
nostra, tu hai ancora
una famiglia da qualche parte, anche se ti ha rifiutato. E forse questo
è
qualcosa che noi non riusciremo mai a comprendere, ma non devi
lasciarti
abbattere. Il Master ti ha fatto entrare nella gilda, e tutto
ciò che devi fare
è dimostrare di apprezzarlo! E noi ti aiuteremo!” “D-Davvero?” “Ma
certo!” Si reintrodusse Gray.
“Altrimenti che amici saremmo?” “Amici…”
Ripeté il bambino, per poi
cominciare a piangere, ma con un sorriso stampato sul volto.
“È vero… voi siete
i miei primi amici.”
~~~~~~~~~~Fine
flashback~~~~~~~~~~
“Togliti
di mezzo!” Urlò Gray, per poi
colpire in pieno stomaco il suo avversario. “Danza
delle sette lame di ghiaccio!” Civetta
non riuscì in alcun modo a
opporsi, ritrovandosi a volare indietro, mentre dallo stomaco tornava
su Natsu,
che uscì dal suo becco, avvolto dalla bava, incolume e
incosciente. “Entrambi
volevano chiudersi in se stessi… Erano incapaci di accettare
nuovi legami…”
Pensò il mago del ghiaccio, mentre il nemico cadeva a terra
privo di sensi. “Ma il loro posto ora è a
Fairy Tail. È lì
che devono restare per non dover piangere.” Shimon
e Neville lo guardarono sorpresi. “Gray
Fullbuster… è di gran lunga più forte di quanto
credessi…”
Rifletté il mago con il turbante, mentre Neville, di nuovo in
piedi, riusciva a
prendere in tempo l’amico per evitargli di cadere a terra, subito
affiancato da
Happy. “No…
Può essere la preoccupazione per i suoi compagni a renderlo
più forte?” Continuò
Shimon, per poi sorridere. “Sei entrata
proprio in una bella gilda… Erza… Ora so cosa devo
fare.”
~~~~~~~~~~~
“Obiettivo
fissato!” “Aggiustamento
coordinate spaziali!” Una
decina di maghi, tutti con una
staffa in mano, era riunita attorno a un’enorme sfera di energia
magica, sopra
la quale si erano generati diversi cerchi magici, con incise sopra
centinaia di
rune indecifrabili per la maggior parte dei maghi esistenti. “È
difficile regolare le coordinate
spaziali per via della lunghezza d’onda nell’Area
Montuosa.” “Alzate
un po’ la quota!” “Potere
magico caricato al sessanta per
cento.” “Fusione
con l’Eterion completa.” “Ventisette
minuti al lancio
dell’Eterion.” Sopra
di loro, al riparo su degli
spalti, i membri del Consiglio osservavano impotenti l’avvio
della magia
definitiva. “Certo
che prendere una decisione così
critica proprio ora che il Presidente è malato…”
Mormorò il capo, venendo
interrotto da un suo collega. “Non
c’era altra scelta.” Disse. “In
assenza del Presidente, siamo noi nove ad avere l’autorità
per mantenere
l’ordine nel mondo della magia.” Dicendo ciò
guardò di sottecchi il compagno.
“Non preoccuparti più di tanto, Aug. È vero che si
tratta di un attacco a un Paese
al di fuori della procedura… ma questo è consentito
dall’articolo 27, comma 4,
dello statuto sulla protezione della sicurezza nel nostro Paese.” “Non
mi sto preoccupando per la legge.”
Rispose l’altro, tremando. “Noi stiamo per sganciare
l’Eterion.” “Zeref
è il demonio in persona. Non
possiamo che pregare che l’Eterion basti a sconfiggerlo.” Poco
lontano, Sieg guardava la magia
caricarsi. “Ci
siamo, eh?” Fece Urrutia,
avvicinandosi. “Signor Sieg.” Lui
non rispose. “Il
sogno che nutre da anni si sta per
realizzare.” “Non
hai paura, Urrutia?” Chiese lui. “No,
nemmeno un po’. Io ho sempre avuto
fiducia in lei, signor Sieg.” “Vorrei
ben vedere… tu non corri il
rischio di morire.” “Già.”
Ridacchiò lei. “Io
invece già tremo un po’… Se qualcosa
andasse storto, io morirò di sicuro.” A
loro insaputa Yajima, dopo aver usato
la sua magia per diventare a due dimensioni ed essersi nascosto contro
il muro,
stava ascoltando la loro conversazione. “Cosha?
She qualcosha va shtortho lui muore?”
Pensò,
preoccupato per le implicazioni di quella frase. “Ma
vale sicuramente rischiare la vita…
perché questo è il mio sogno di gloria.” Aggiunse
Sieg con un’espressione
folle, che in pochi secondi tornò seria e composta, quindi
l’uomo si mosse per
raggiungere gli altri membri del Consiglio. Yajima
lo osservò allontanarsi, e decise
di seguirlo, ma una voce a lui sconosciuta lo costrinse a fermarsi. “‘Io
ho sempre avuto fiducia in lei, signor Sieg.’”
Disse
qualcuno in falsetto. “Davvero, dovresti pensare alla carriera di
attrice, se
mai dovessi stufarti di fare la maga.” Urrutia
sorrise. “Ma tu non pensi che i
Babbani siano da eliminare? Se dovessi abbassarmi a fare uno dei loro
lavori,
dovresti eliminare anche me.” “E
la cosa mi dispiacerebbe.” Affermò
Klaun, apparendo dal nulla al suo fianco. “Cosha?!
E quello chi è?” Si
chiese il membro del Consiglio. “Non l’ho mai
vhisto prima.” “Allora
è tutto pronto?” Domandò la
ragazza, senza voltarsi a guardarlo. “Sì.
Tra poco Harry Potter cesserà di
esistere. È un po’ un peccato… speravo di essere io
a sistemarlo.” “Beh,
anch’io sto per perdere la persona
che odio di più… entrambi condivideremo lo stesso
dispiacere. “Harry?
Che cosha c’entra in tutto questo?”
Pensò Yajima,
per poi spalancare gli occhi. “Non ci sharà
proprio lui dentro la torre?! No, Makarov mi aveva asshicurato che era
al shicuro!” “Ora
è meglio se vai. È meglio che tu
non venga visto da nessuno… non è ancora il tuo
momento.” Disse Urrutia. Klaun
annuì, per poi sparire così
com’era arrivato.
~~~~~~~~~~~
Gerard
fece cadere un’altra pedina. “Ancora
venticinque minuti…” Disse
sorridendo da sotto il cappuccio. “Addio anche a te…
Sieglein.” “Sieglein?”
Ripeté Majutsu. “Che cosa
c’entra lui?” “Tutto,
Harry. Tutto. Sono sicuro che
Erza ti ha già detto… della nostra somiglianza.” “Hai
sfruttato anche lui?” “Sfruttato?
Chissà… Ma dimmi, come ci si
sente a sapere che la propria vita sta per finire?” “Non
so, dimmelo tu. Dopotutto, tra
venticinque minuti sarà la fine anche per te.” “Vero…
ma non importa.” “Arrenditi
ora che puoi ancora farlo. I
tuoi maghi sono stati sconfitti e-” Gerard
fece segno di no con un dito. “Due
sono stati sconfitti… ma per arrivare a me, devono superare un
ultimo ostacolo…
e sono piuttosto fiducioso che ci metteranno un po’.”
~~~~~~~~~~~
“Gerard…
Dannazione! Dannazione!” Urlò
Sho in preda alla furia, continuando a correre verso la cima della
torre. “Come
hai osato ingannarci… e ferire la mia sorellina…?!” “Sho!”
Chiamò Erza da dentro la carta.
“Dacci un taglio e calmati! Fammi uscire di qui!” “Sta’
tranquilla, ci penserò io a
proteggerti!” “Sho!” Il
ragazzo continuò a correre,
fermandosi quando sentì il rumore di alcuni passi rimbombare
nell’aria. Di
fronte a lui, lentamente, l’ultimo
elemento di Trinity Raven camminava verso di lui, lasciando cadere
dietro di sé
dei petali di ciliegio. “Mi
chiamo Ikaruga.” Si presentò con un
sorriso stoico sul volto. “Incantata.” “Levati
di torno.” Ringhiò Sho. “Che
diavolo vuoi, oca?” “Oh,
ma che persona rozza…” Commentò
lei. “Non
voglio avere niente a che fare con
te!” Urlò il ragazzo, lanciandogli contro una decina di
carte, pronte a ferirla. Ma
con sua sorpresa, lei mosse
velocemente la spada, tagliandole tutte a metà. “Non
c’è nulla che io non possa
tagliare.” Disse, rinfoderando la spada. Non
appena concluse quel gesto, sul
petto di Sho apparvero due profondi tagli, da cui cominciò a
uscire
copiosamente il sangue, facendolo cadere all’indietro. “Ma…
quando…?” Riuscì a dire, mentre la
carta con Erza dentro scivolava fuori dalla sua tasca. “Sho!”
Lo chiamò lei preoccupata. “Sorellina…”
Mormorò guardandola. “Ecco
dov’eri finita… signorina Erza.” Costatò
Ikaruga. “Fammi
uscire immediatamente da qui!” Urlò
Titania. “Non ce la puoi fare da solo!” “Non
temere… su quella carta c’è una
protezione… Non è possibile ferirti da fuori.” Il
leader di Trinity Raven sbuffò
divertito, riportando la mano sull’elsa della sua spada. “Sho!
Fammi uscire da qui!” Gridò
nuovamente la rossa. “Quella non è una spada
normale!” “Va
tutto bene… credimi…” Rispose tranquillo
lui, mentre il loro nemico fendeva l’aria in direzione della
carta. Erza
riuscì ad alzare la propria spada
giusto in tempo per parare l’affondo, che sembrò entrare
nella carta,
lasciandola intera e colpendo direttamente la sua lama. Vedendo
ciò il ragazzo spalancò gli
occhi. “Ha attraversato la carta?! Ha tagliato superando lo
spazio?!” Gli
affondi continuarono per diversi
secondi, cominciando a ferire Erza. “Sorellina!”
Urlò Sho spaventato. “Meglio
non usare la magia se non si è
sicuri di cosa può e non può fare.” Disse una voce,
poco prima che uno scudo lo
avvolgesse assieme alla carta. “Eh?”
Fece lui, guardandosi attorno. “Questa
magia…” Disse invece Erza. “Ma
è ancora peggio… quando qualcuno fa
notare questi difetti in una maniera tanto barbara…”
Continuò la voce, poco
prima che in un fascio di luce Luna e Ginny apparissero in mezzo ai
tre,
entrambe con la bacchetta in mano. “Luna?!”
Esclamò sorpresa Erza. “Come… E
perché hai portato qui anche Ginny?!” “Voleva
combattere.” Rispose lei,
guardandola con la sua solita espressione serafica. “E non avevo
alcun diritto
di impedirglielo.” “Luna
ha ragione… è il minimo che possa
fare per farmi perdonare…” Disse la Weasley. “Stupida!
Non hai nulla di cui farti
perdonare!” “Oh,
quindi ci sono altri due
impiccioni…” Osservò Ikaruga, per nulla
impressionata. “Ve lo devo concedere,
siete state brave a bloccare la mia spada, ma pensate davvero di
potermi tenere
testa?” “A
dir la verità, siamo qui solo per
aiutare Erza a raggiungere Harry e Gerard.” Rispose Luna,
sorridendole, mentre
alle sue spalle apparivano quattro fatine, che andarono subito a
soccorrere
Sho. “Perciò ti chiedo gentilmente di andartene. Mi
è parso di capire che
questa torre verrà distrutta tra poco.” “Credi
forse di intimorirmi, ragazzina?” Luna
continuò a sorridere. “Ci speravo.
Ma vedo che sei piuttosto… chiusa di vedute. È un vero
peccato, sembra che i
Nargilli qui non ci siano…” In
quel momento la Corvonero abbandonò la
sua espressione spensierata, sostituendola con una determinata.
“Questo
significa che non c’è nessuno a farti da scudo.” Per
la prima volta Ikaruga spalancò gli
occhi, alzando la spada giusto in tempo per difendersi da una decina di
fate
armate di lance. “Oh,
una magia davvero interessante… Ma
chi sei? Non mi pare di aver mai sentito parlare di te.” “Alcuni
mi chiamano Luna Lovegood, Lunatica
Luna… o Loony. Ma sinceramente non mi preoccupo di loro.”
Rispose lei, riprendendo
per qualche istante il suo solito modo di parlare. “L’unica
cosa che conta… è
che siamo qui per aiutare i nostri amici.” “Luna…”
Mormorò Erza, mentre Ginny la
raccoglieva da terra. “Falla
uscire da qui!” Ordinò a Sho,
ancora sotto le cure delle fate. “No…
Lì dentro è al sicuro…” “Dici?”
Chiese Ikaruga. “Eppure la mia
spada l’ha colpita senza problemi.” “Non
distogliere lo sguardo dal tuo
avversario. Credevo fosse una delle prime regole di un
guerriero.” Osservò
Luna. “Infatti
non l’ho fatto. Ho già capito…
che tu non sei al mio livello.” Dicendo ciò
cominciò a fendere nuovamente
l’aria, colpendo tutte le fate in pochi secondi, facendole
scomparire in una
scia di luci. “La
tua magia è efficace se coglie alla
sprovvista… ma in un confronto diretto, non regge minimamente.
Anche se devo
lodarti per i tuoi riflessi.” Luna
non disse nulla, e ignorò il taglio
che si era aperto sulla sua guancia destra. “Ginny…
direi che è il momento di
provare quello.” Disse all’amica, senza però
voltarsi. “E-Eh?
Ma non so se funzionerà… non l’ho
ancora testato…” “Il
miglior test è sul campo di
battaglia, no? I Babbani non dicono ‘O la va o la
spacca’?” “Di
cosa state parlando?” Domandò Titania,
guardandole impotente. Come
risposta Ginny sospirò, chiudendo
gli occhi, mettendo in tasca la bacchetta e la carta dopodiché
unì le mani,
come se stesse pregando. “Pensi
che ve lo lascerò fare?” Chiese
l’avversaria, fendendo nuovamente l’aria. Ma
questa volta si materializzarono
altre fate, che presero in pieno i colpi prima di sparire. “Non
la disturberai mentre usa per la
prima volta la sua vera magia.” Avvertì Luna. Dietro
di lei, Ginny si era isolata dal
mondo, non sentiva più nulla. Lentamente i suoi capelli
cominciarono ad alzarsi
verso l’alto, mentre le mani iniziavano a brillare. “Mahou
no Nikki.” Pronunciò a bassa voce, per poi spalancare
gli occhi e separando
i palmi, lasciandosi dietro un globo di luce nera. Lentamente
questo cominciò a cambiare
forma, assumendo l’aspetto di un diario nero, che cadde tra le
mani della
rossa. “Cosa…?”
Fece in tempo a dire Ikaruga,
interrompendosi quando Ginny parlò di nuovo. “Reflexio!”
Urlò, strappando una pagina dal quaderno e alzandola verso
l’altro, facendo
apparire sopra il disegno di uno specchio. Con
immensa sorpresa della donna, le
stesse ferite inferte a Sho apparvero anche su di lei, come se si fosse
colpita
da sola. “C-Cosa…?”
Domandò incredula,
spalancando gli occhi. “Pare
che l’uso del diario di Tom mi
abbia lasciato più di qualcosa dentro.” Mormorò
Ginny, guardando in basso. “Non
mi piace fare del male a qualcuno… ma se è per difendere
i miei amici… allora
non esiterò!” “Sciocca
mocciosa… Hai almeno idea di
chi stai affrontando?!” Esclamò Ikaruga. “No,
e non m’importa. So solo che sei un
ostacolo.” Rispose la Weasley. La
leader di Trinity Raven restò in
silenzio, per poi sorridere. “Dovreste avere meno fiducia in
voi… siete solo
delle novelline.” Dopo aver detto ciò scomparve,
riapparendo alle spalle delle
due studentesse. “È un peccato che abbiate deciso di
affrontarmi ora… in futuro
sareste potute diventare delle avversarie degne di questo nome.” “Cos-”
Cominciò Ginny, per poi fermarsi. Il
diario che teneva tra le mani scomparve
subito, e lei cadde a terra priva di sensi. La stessa sorte
toccò a Luna e con
il suo svenimento anche le fatine che stavano curando Sho scomparvero. “Ho
dovuto metterle fuori gioco senza
ferirle… Se quella magia era ancora attiva per me sarebbero
stati guai.” Disse
Ikaruga, per poi alzare la spada verso Ginny. “Sì,
è una magia pericolosa,
soprattutto se questa era davvero la prima volta che la usava. È
meglio
eliminarla adesso.” Dicendo
ciò fendette di nuovo l’aria. Ma
questa volta una luce brillò dalla
tasca della Weasley, lasciando uscire Erza, che riuscì a
respingere il colpo,
salvando così la compagna. “Grazie
ai tuoi colpi si è formata una
distorsione nello spazio… e sono riuscita a fuggire.”
Spiegò seria, per poi
guardare Sho, che la fissava meravigliato. “Vattene.”
Continuò tornando a
guardare la nemica. “Hai già ferito a sufficienza i miei
amici.” Ikaruga
si limitò a ridacchiare, mentre
sull’armatura di Erza cominciarono ad apparire diverse crepe, che
provocarono
la sua rottura definitiva, lasciando Titania solo con i vestiti. “Ecco
il mio saluto.” Fece l’avversaria,
osservando la faccia sconvolta di Erza. “Oh? Non mi dirai che non
te n’eri
accorta, vero?” Scarlett
non disse nulla, osservando anche
la sua spada disgregarsi. “Oltre
la nebbia… s’intravede… un mostro
vendicativo.” Canticchiò Ikaruga. “Presa
com’eri dal difendere le tue amiche,
non ti sei accorta di trovarti tu stessa nel mezzo del bagliore della
mia
spada.” Erza
continuò a restare in silenzio,
fissandola. “Sì,
sì. Quello sguardo…” Mormorò la
spadaccina nemica, portando di nuovo la mano sull’elsa della
spada, che era
stata rifoderata subito dopo l’attacco. “Io non sono una
qualunque.” “A
quanto pare no.” Ammise Titania,
lasciandosi avvolgere da un’armatura bianca dotata di due ali e
armandosi di
due nuove spade. “Come ha detto Ginny, sei un nemico.” “Con
permesso.” Si limitò a replicare
l’altra, per poi partire all’attacco. Titania
parò il fendente incrociando le
spade, per poi saltare in aria tenendo la lama nemica bloccata nella
morsa delle
sue. Davanti
a lei apparvero una decina di
spade uguali, che formarono un cerchio attorno a Ikaruga. “Cerchio Celeste… Circle Sword!” Urlò,
per poi lanciare le spade
contro di lei. “Flusso
senza luna.” Senza alcuna difficoltà, Ikaruga si
liberò della presa della
spada, per poi cominciare a ruotare su se stessa. “Bagliore
Eterno di Yasha!” Esclamò, prima di distruggere tutte
le armi
di Erza, per poi lanciarle contro un’onda d’energia
generato dalla propria spada,
che distrusse in pochi istanti la nuova armatura. “Sorellina!”
Chiamò preoccupato Sho,
mentre la Trinity Raven le scagliava contro un nuovo attacco. “Cambio
abito!” Urlò Titania, facendo sparire i resti
dell’armatura. “Armatura Ignifuga!” Per
qualche secondo apparve una nuova
armatura, ma anche questa cedette subito sotto la forza
dell’attacco nemico,
lasciando nuovamente indifesa Erza, che volò contro il muro,
lasciandoci contro
la sua impronta. “Il
tuo aspetto non si confà alla
situazione.” Commentò Ikaruga. “Allora, che ne dici
di metterti l’armatura più
resistente di cui disponi?” Erza
digrignò i denti, per poi lasciarsi
nuovamente avvolgere dalla magia, mostrando un’armatura
completamente nera con
diversi spuntoni. “Comincia
a pentirti! Cambio Abito! Armatura del Purgatorio!” Ma
prima ancora che potesse fare
qualcosa, la nemica la superò velocemente, infrangendo anche
quell’ultima
armatura a sua disposizione. “E
quella sarebbe la tua armatura più
resistente?” Domandò beffarda, osservando Erza cadere
all’indietro. “Siamo alla
frutta, eh?” Erza
ansimò, cercando di rialzarsi. “Non
importa che armatura tu ti metta,
contro la mia spada non hai chance. Arrenditi.” Titania
si alzò, per poi effettuare
ancora un cambio d’abiti. Questa
volta i capelli le si raccolsero
in una coda alta, mentre i vestiti scomparivano, lasciando solo delle
bende
attorno al seno e dei pantaloni rossi con disegnate delle fiamme sul
fondo; i
piedi erano nudi come gli arti superiori che si armarono di due spade. “Cosa?”
Pensò sorpreso Sho. “Quell’armatura…
anzi, quel vestito…” “Che
storia è questa?” Chiese Ikaruga.
“Quegli abiti non emanano alcun potere magico! Sono solo dei
pezzi di stoffa!” “Solo…
pezzi di stoffa?!” Esclamò
incredulo Sho, non ottenendo alcuna risposta dall’amica. “E
io che ho sfoderato il fior fiore
dell’arte della spada. Mi sento quasi offesa.” “S-Sorellina!”
Urlò il ragazzo,
scoppiando a piangere. “Ma che hai?! Hai ancora un sacco di
armature potenti,
no? E tu stessa sei più forte di così!” “Non
sono per niente forte.” Rispose lei.
“Mi
piace la solitudine. Quando sto con la gente, mi
prende l’ansia.” “Allora
perché piangi?” chiese Gray.
“Sotto
i miei occhi sono morte tante persone importanti per me…” Pensò
Erza, mentre riviveva i momenti della sua infanzia. “Non
sono stata nemmeno capace di proteggere i miei amici… E
poi…”
“Non
sto piangendo, neanche un po’.” Rispose la
bambina, allontanandosi.
“Più
forte… Sempre più forte. Ecco come volevo che mi
vedessero gli altri. Per
questo chiudevo il mio cuore sotto un’armatura… e
piangevo.” “Ho
sempre portato armature perché ero
debole. Non sono mai stata capace di togliermele.” Disse ad alta
voce. “Non
importa che il mio avversario sia
privo di difese. Io lo squarto senza pietà.”
Replicò Ikaruga. “Pensavo
che l’armatura mi proteggesse…
ma non era così!” Esclamò Titania, risoluta.
“Con l’armatura non facevo altro
che sbarrare ogni spiraglio tra una persona e l’altra. Ma a Fairy
Tail ho
imparato quanto può essere corta la distanza tra le
persone!” “Sei
finita!” Dichiarò la leader dei
Trinity Raven, decidendo di mettere la parola fine a quel monologo per
lei
noioso. “Ora
non devo più esitare!” Replicò
Erza. “Colpirò con tutta la forza che ho in corpo!” Le
due spadaccine partirono all’attacco
nello stesso istante, scontrandosi a metà strada e superandosi a
vicenda. Erza
si fermò dopo qualche metro, pochi
istanti prima che un taglio le si aprisse lungo la spalla. Ma
nonostante il dolore restò in piedi. “Hai
perso.” Fece invece Ikaruga,
sorridendo. Sorriso
che morì pochi secondi dopo,
quando un taglio le apparve lungo tutto il petto. “N-No…”
Mormorò, lasciando cadere la
spada, mentre Sho sorrideva. Erza
non si girò nemmeno per vederla
crollare a terra. “Fantastica!”
Urlò il ragazzo, alzando i
pugni verso l’alto. “Lo sapevo, sorellina! Sei
fantastica!” “B-Brava…”
Tentennò la donna. “È la
prima volta… che vengo sconfitta… da quando sono entrata
nella gilda… Ma né tu
né Gerard la farete franca.” Erza
si voltò per guardarla. “Tra
quindici minuti… La luce della
giustiziaaa… si abbatterààà… su voi
tuttiii…” Tentò di intonare Ikaruga, per
poi sbuffare. “Pessima canzone…” Commentò
prima di perdere i sensi.
-----------------------------
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
E ormai stiamo per entrare nella fase finale della saga! I Trinity
Seven sono stati sconfitti, e ora lo scontro con Gerard è
inevitabile!
Come finirà? Riusciranno i nostri eroi a evitare l'Eterion? (Chi
ha letto Fairy Tail stia zitto! XD)
Tutto nel prossimo capitolo, "Eterion:
attivazione!"
Messaggio
di servizio: Salve a tutti! Sono Liberty89, la betareader di
darkroxas92. Vi
starete chiedendo cosa mai vorrò da voi… ebbene, voglio
scusarmi. darkroxas
posta circa uno o due capitoli al mese, ma se ritarda la colpa è
praticamente
sempre mia, perché a causa di impegni universitari è
difficile trovare tempo ed
energie per occuparmi del betaggio, anche se, devo proprio dirlo, il
mio lavoro
si è ridotto di molto grazie ai miglioramenti di darkroxas.
Nonostante tutto,
però, continuo a proibirgli tassativamente di postare capitoli
non betati, pena
il tormento e le minacce che lui conosce benissimo, vero?
Per
cui, non arrabbiatevi né
perdete le speranze, i capitoli ci sono ma ci metteranno un pochino di
più ad
arrivare. Da parte mia, cercherò di fare il possibile per essere
più veloce e
puntuale. Ma vi ho annoiati anche troppo, quindi mi eclisso. Bye!
Capitolo 48: Eterion: attivazione!
“Tra
quindici minuti… La luce della
giustiziaaa… si abbatterààà… su voi
tuttiii…” Tentò di intonare Ikaruga, per
poi sbuffare. “Pessima canzone…” Commentò
prima di perdere i sensi. “Quindici
minuti?” Ripeté Erza,
guardando la sua avversaria. “Che stesse parlando
dell’Eterion?” “Sorellina…” “Sho,
riesci ancora a usare la tua magia
e a scappare da qui?” Domandò lei, senza far sparire le
spade. “Sì…
credo di sì…” “Allora
prendi Ginny e Luna e raggiungi
gli altri. Dovete scappare da questa torre.” Sho
la guardò incredulo e spaventato.
“M-Ma…” “Farai
come ti dico, Sho?” Chiese Titania,
sorridendogli. Il
ragazzo abbassò lo sguardo, per poi
annuire. “Sì… E tu?” Erza
si girò, per poi cominciare a
camminare. “Harry mi sta aspettando. Inoltre… tocca a me
mettere la parola fine
a tutto questo.” Disse. “…
uh?” borbottò Natsu, aprendo gli
occhi. “Cosa…?” “Ah,
ti sei svegliato, Natsu.” Fece
Shimon, che stava trasportando il Dragon Slayer sulle spalle. Dietro di
lui,
Neville li seguiva in silenzio. “Cos’è
successo?” Chiese il rosato,
guardandoli. “Diciamo
che hai provato l’ebbrezza di
essere uno spuntino per gufi.” Gli rispose Shimon, facendolo
scendere. “È
grazie a Gray se ora sei qui.” “Gray?!”
Ripeté incredulo Salamander. “È
arrivato giusto in tempo per
salvarci.” Chiarì Neville. “Ora lui e Happy stanno
andando fuori dalla torre,
visto che le ferite che hanno riportato non gli permettevano più
di
combattere.” “Quindi
mi stai dicendo… che Gray ha
vinto ed io ho perso?!” Urlò disperato Natsu, facendo un
riassunto di ciò che
aveva capito. “Devo avere la rivincita contro quella cosa! O Gray
mi prenderà
in giro per almeno un mese!” Fece
per tornare indietro, ma fu
afferrato per la sciarpa da Shimon. “Ora ci sono questioni
più urgenti!” Lo
rimproverò. Natsu
si calmò, per poi guardarlo. “A
proposito… tu chi sei?” “Sono
Shimon, un vecchio amico di Erza.” “È
dalla nostra parte. Ha dovuto fingere
di essere nostro nemico per non insospettire Gerard.” Aggiunse
Neville, per
impedire che il compagno si mettesse a combattere anche con lui. Shimon
annuì, per poi fare una smorfia
di dolore e cadere in ginocchio. “Ehi!
Sei ferito?” Chiese subito Salamander. “N-Non
preoccupatevi per me… Piuttosto,
ascoltatemi.” Rispose lui, ottenendo l’attenzione dei due
maghi di Fairy Tail.
“Poco fa Wally e Miriana mi hanno comunicato che hanno trovato i
gemelli, Ron,
Lucy e Juvia, e ora stanno uscendo tutti insieme dalla torre. Fuori li
sta
aspettando Hermione, che è rimasta lì per gestire la
situazione dopo che Luna
l’ha teletrasportata.” “Come
stanno?” “Sono
feriti ma nulla di grave. Luna e
Ginny invece sono riuscite a raggiungere Sho ed Erza, ma sono state
messe fuori
gioco. Sho mi ha appena comunicato che le ha trasformate in carte e sta
tornando indietro, mentre Erza sta proseguendo verso Gerard. Quindi
posso dirvi
con sicurezza che Trinity Raven è stato sconfitto.” “Ma
io non ho fatto niente!” Esclamò
Natsu, contrariato. “E
questo è un bene.” Continuò Shimon.
“Gerard è l’unico nemico rimasto. Abbiamo ancora
dieci minuti prima che
l’Eterion colpisca la torre, uccidendoci tutti.” “Harry
è già con Gerard, no?” “Sì…
Probabilmente sta per cominciare ad
affrontarlo. Mentre lo portavo da lui, gli ho rivelato le mie vere
intenzioni.
E insieme abbiamo messo a punto un veloce piano per ingannare Gerard,
ma sembra
che sia saltato, visto che il Sistema-R sta per essere attivato.” “In
cosa consisteva questo piano?” Domandò
Paciock. “Majutsu
avrebbe dovuto fingere di
arrendersi a Gerard, a condizione che voi tutti poteste scappare dalla
torre
incolumi, ma come avete visto, non è stato così.
Probabilmente è stato
impossibilitato ad attaccare, quindi toccherà a Erza aiutarlo.
Insieme hanno
qualche speranza di sconfiggerlo.” “Allora
direi che il nostro compito è
finito. Possiamo andarcene.” Sentenziò Natsu, facendo
spalancare gli occhi agli
altri due maghi.
~~~~~~~~~~~
Gerard
fece cadere l’ultimo pezzo sulla
scacchiera. “Uff…
La partita è già finita.” Fece,
mentre Harry alzava lo sguardo verso la porta, che si aprì,
rivelando la Regina
delle Fate, che avanzò all’interno della stanza. “È
così divertente giocare con la vita
delle persone?” Chiese lei, fermandosi di fronte al suo vecchio
amico. “Sì
che lo è.” Rispose sincero. “La vita
e la morte sono il crogiolo di tutte le emozioni. Eppure, non
c’è cosa più vana
e misera della vita.” Dicendo ciò si voltò a
guardarla. “Da quanto tempo…
Erza.” “Gerard.”
Ricambiò lei, per poi guardare
Harry. “Vedo che sei nei guai, eh?” Majutsu
sbuffò divertito. “Per una
volta, direi di sì. Scusa, temo dovrai darmi ancora qualche
minuto per
liberarmi di questa magia.” La
ragazza annuì. “Mi dispiace averti
coinvolto in tutto questo. Se solo fossi stata zitta-” “Io
vi ho coinvolti nella mia battaglia
contro Voldemort. Ti ha quasi uccisa qualche mese fa. Siamo pari
direi.” “Oh,
ma che bel quadretto. Due amici con
un legame tanto profondo da non darsi la colpa per la loro imminente
morte.” Li
derise Gerard. “Dieci
minuti, Erza!” La avvertì Harry. “Dieci
minuti per l’Eterion, eh?”
Commentò lei. “Dopodiché questa torre infernale
sarà rasa al suolo.” “L’Eterion,
dite?” Disse Gerard, per poi
mettersi a ridere. “Sembri
un po’ troppo tranquillo… Non
sarà tutto un bluff, vero?” Gerard
continuò a ridere, per poi
togliersi il cappuccio, rivelando il tatuaggio e i capelli blu,
mostrando così
un volto gemello a quello di Sieglein. “No…
L’Eterion sarà lanciato, eccome!” Erza
fece sparire una spada, per poi
alzare verso l’alto quella rimanente. “Ora
sono più tranquilla.” Asserì.
“Dieci minuti! Devo trattenerti solo dieci minuti… e poi
sarà tutto finito!” “No,
sarete voi a morire!” Replicò
divertito Gerard. “Harry Potter diventerà la vittima per
Zeref! E tu sarai la
prima a vedere il nuovo mondo. È già tutto finito!
È il destino!” “Destino?
Anche tu credi a queste
idiozie?” Chiese Harry, riuscendo ad alzarsi in piedi.
“Perché i cattivi usano
sempre il destino come scusa?” “Tu
non ci credi, vero? Bene allora!” Ribatté
Gerard, schioccando le dita e sciogliendo la magia che lo
immobilizzava. “Forza!
Affrontatemi insieme! Vediamo se così riuscirete a
vincere!” Harry
si massaggiò le braccia
indolenzite, per poi tendere in avanti la mano, evocando la sua spada. “Fortuna
che non ho usato troppa magia
per tentare di liberarmi.” Rifletté, portando l’arma
di fronte a sé. “Almeno
potrò combattere liberamente.” “Fatevi
sotto.” Li invitò Gerard,
sorridendo.
~~~~~~~~~~~
“C-Come
possiamo andarcene?!” Domandò
incredulo Neville. “Non possiamo abbandonare Harry ed Erza!” “Sono
perfettamente in grado di farcela
da soli. È meglio se restiamo in disparte questa volta.” “Non
possono farcela contro Gerard!” Esclamò
Shimon, furibondo. “Non
sottovalutarli, idiota!” Replicò
Natsu. “Non
capisci!” Obiettò l’altro,
prendendolo per la sciarpa. “Non è una questione di forza
o di magia!” “Di
cos’altro si tratta?” Chiese Paciock,
inarcando un sopracciglio. Shimon
abbassò lo sguardo. “Erza… Erza
vuole salvare Gerard. Ne sono sicuro! Non può odiarlo!
Semplicemente non può! E
Harry non le andrà contro! Probabilmente hanno deciso di
trattenerlo il tempo
necessario perché l’Eterion colpisca questo posto! E
Gerard lo sa bene…” Natsu
spalancò lentamente gli occhi. “Dovete
aiutarli!” Li supplicò. “Vogliono…
Vogliono sacrificarsi?!” Domandò
spaventato l’erede della spada di Grifondoro, con gli occhi che
tremavano. “Perché
non l’hai detto subito?!” Urlò
invece Natsu, liberandosi della presa e girandosi, per poi avvolgersi
con le
fiamme. “Dove si trovano?!”
~~~~~~~~~~~
Gerard
saltò all’indietro, evitando le
due spade, che si scontrarono tra di loro non trovando
l’obiettivo. “Sette
minuti.” Disse. “Ancora sette
minuti e l’Eterion si abbatterà su questo posto.” “Allora
il tempo che dobbiamo
trattenerti è diminuito ancora.” Osservò Harry, per
poi alzare la mano libera
contro di lui, lanciandogli diverse sfere dei cinque elementi, che
Gerard
distrusse evocando delle creature d’ombra, che si sacrificarono
per difenderlo. Contemporaneamente
alzò una mano,
scagliando indietro i due avversari, che andarono a sbattere contro
delle
colonne, distruggendole con la forza dell’urto. Senza fermarsi un
solo momento,
i due Classe S cominciarono a saltare sui detriti, tornando alla loro
posizione
originale. “Ora
ti metti anche a distruggere con le
tue mani la torre che hai costruito?” Chiese beffarda Erza,
cercando di
colpirlo con la spada, solo per trovare uno spazio vuoto di fronte a
sé. “Cosa
vuoi che siano uno o due pilastri?
Sono solo decorazioni.” “Per
quelle ‘decorazioni’, hai usato e
ingannato centinaia di persone! Tra cui quelli
che una volta chiamavi amici!” Urlò Majutsu, lanciandogli
contro alcuni pezzi
delle macerie, nella speranza vana di distrarlo a sufficienza per
trovare una
falla nella sua difesa. “Quanto
siete noiosi…” Sbuffò lui,
cominciando a creare in una mano una sfera d’energia. “La
cosa più importante è
il Sistema-R! Per quello è valsa la pena di lavorare in questi
anni!” Detto
ciò scagliò la sfera contro Erza,
che alzò la spada per difendersi, ma la magia mutò forma,
trasformandosi in
decine di ombre che l’avvolsero, bloccandola. “E
ora resta fer-” Cominciò, poco prima
di vedere le creature scomparire sotto la spada di Harry. Titania,
di nuovo libera, saltò subito
contro il loro avversario, riuscendo finalmente a colpirlo sul petto
con la
lama. “C-Cos-?”
Balbettò Gerard, per poi
ritrovarsi sdraiato a terra, con la ragazza che lo teneva bloccato con
le
gambe, seduta su di lui e con la spada puntata sul suo collo. Passò
qualche secondo in silenzio. “Qual
è il tuo vero obiettivo?” Chiese
Harry. “Prego?” “Non
è vero che hai completato il
Sistema-R.” Continuò Erza. “Abbiamo fatto delle
ricerche. È vero che la
struttura e il principio sono gli stessi della versione
precedente… ma nel tuo
Sistema-R manca una cosa fondamentale.” “Ve
l’ho detto… userò Harry come vittima
sacrificale.” “Non
è solo quello.” Rispose il diretto
interessato, sedendosi per terra e conficcando la spada nel pavimento.
“Io da
solo non sono sufficiente. Ciò che ti manca… è la
magia.” “Proprio
così. Per attivare una formula
di tale portata serve un potere magico immenso, pari a due miliardi e
settecento milioni di unità di idee.
Un potere tanto grande che forse non basterebbero nemmeno tutti i maghi
del
continente per ottenerlo.” “Quindi,
figuriamoci se tu da solo puoi
concentrare tanto potere in questo posto.” Gerard
restò in silenzio ad ascoltarli. “Senza
contare che il Consiglio sta per
distruggere questa torre e tu non stai provando nemmeno a scappare.
Quali sono
le tue vere intenzioni?” “Tre
minuti all’Eterion.” Si limitò a
dire. “Lascia
perdere Erza.” Sospirò Harry. “Non
ci dirà nulla. Vattene, ci penserò io a non farlo
scappare.” Titania
scosse la testa. “No… è un mio
problema. Dovresti essere tu ad andartene.” “In
tre minuti non avrei alcuna
possibilità. Tu con le tue armature invece-” “Non
ho più nessuna armatura in grado di
aiutarmi. Sono state distrutte nella mia battaglia precedente.”
Lo interruppe
lei. “Allora
temo resteremo tutti e tre qui
ad aspettare l’inevitabile. Nemmeno Dobby può venire ad
aiutarci.” “…Va
bene anche così.” Commentò Gerard.
“Almeno sarò nuovamente libero.” “Libero?”
Ripeté Harry, guardandolo. “Il
fantasma di Zeref si è impossessato
del mio corpo. Posso parlare liberamente, ma non ho il controllo delle
mie
azioni. Sono un semplice fantoccio per resuscitarlo. Mi sono arreso ai
fatti e
non mi sono opposto.” “Sei
stato… posseduto?” Riassunse Erza,
fissandolo incredula. “Non
sono riuscito a salvare me stesso…
e non c’era nessuno in grado di farlo. Il paradiso…
così come la libertà… non
ci sono mai stati.” Rispose, sorridendo triste. “Era tutto
finito prima ancora
di cominciare.
~~~~~~~~~~~
“Non
possiamo attendere oltre!” Urlò
Wally a Hermione, mentre saliva su una barca. “Ormai è
questione di un minuto!” “Ma
gli altri…” Fece lei, girandosi a
guardarlo. “Non
vorrebbero che tu morissi per
aspettarli! Conoscevano i rischi! Credi che a noi faccia piacere
abbandonare
Shimon e Erza?!” Le gridò Sho. Hermione
chiuse le mani a pugno,
voltandosi a guardare la torre, mentre le nuvole sopra essa
cominciavano a
spostarsi, come a creare un passaggio. “…e
va bene… perdonatemi…” Mormorò, per
poi correre sull’imbarcazione, che lasciò subito la riva,
allontanandosi a
tutta velocità.
~~~~~~~~~~~
“Tutte
le manovre preliminari al lancio
dell’Eterion sono state completate!” Avvertì un
mago. “Aprite il Satellite
Square!” “Supplica.” “Supplica.” “Supplica.” Yajima
fu l’unico a non dire quella
parola, osservando con puro odio Sieglein.
~~~~~~~~~~~
“Guardate!”
Esclamò Happy, indicando il
cielo. Sopra
la Torre del Paradiso apparve un
gigantesco cerchio magico, che cominciò a emanare una fortissima
luce. “Q-Quello
è l’Eterion?” Chiese
spaventato George. “No…”
Rispose Gray. “Quella è solo la
prima fase. Dicono che l’Eterion sia devastante… Dobbiamo
allontanarci più
velocemente!”
~~~~~~~~~~~
La
stanza dove si trovavano i tre maghi
cominciò a venire illuminata dalla magia definitiva. “Sapevo
che il Sistema-R non poteva
essere completato.” Continuò Gerard. “Ma il fantasma
di Zeref non mi permetteva
di smettere.” I due
maghi di Fairy Tail lo fissarono
in silenzio. “Ormai…
è troppo tardi. Io sono solo uno
strumento guasto. Avete vinto voi. Ora Erza… uccidimi.” Titania
spalancò gli occhi, mentre per
un istante, la sua mente sostituì il Gerard davanti a lei con
quello che
conosceva da bambina. Ma i
suoi pensieri furono interrotti da
un devastante rombo sopra di loro. “Non
posso nemmeno sporcarmi le mani…
Questo rumore indica che hanno già aperto il Satellite Square
nella porzione di
cielo sopra la torre.” “È
finita.” Commentò Harry, osservando la
compagna gettare via la spada e liberare Gerard. “Non possiamo
più fuggire in
alcun modo.” “Abbassate
facilmente la guardia, eh?” “Ha
importanza?” “È
colpa mia se ho perso contro la mia
stessa debolezza. Dentro di me non sono mai riuscito a tollerare il
divario tra
gli ideali e la realtà.” Continuò il blu, facendo
cadere il suo tipico sorriso. Majutsu
si alzò, avvicinandosi ai due e
lasciandosi cadere nuovamente a terra. “Siamo solo uomini.
È normale cedere
alle nostre debolezze.” Fece, per poi sbuffare. “E io che
credevo che sarei
morto per sconfiggere Voldemort… Di certo non pensavo che Zeref
potesse causare
la mia fine.” “Harry…”
Mormorò Erza, guardandolo. “Mi
dispiace… se non ti avessi raccontato nulla-” “Avrei
demolito questa torre per
raggiungerti.” Rispose lui, ridacchiando. “Non avrei mai
potuto abbandonarti,
Erza. Tu sei stata la mia prima amica… e poi io…” Harry
restò in silenzio, per poi
scuotere la testa. “Quindi
questa sarà la fine dei tre
maghi più promettenti, eh?” Fece Gerard. “Beh,
suppongo di dovervi ringraziare.
Almeno alla fine, sono tornato in me… Ora che sta per finire
tutto, Zeref se
n’è andato.” Mentre diceva ciò, la luce si
fece più forte. “Grazie.”
Disse il mago dai capelli blu.
~~~~~~~~~~~
“Supplica
alla Luce sacra!” Urlarono i maghi. “Largo
all’Eterion!” Dai
cerchi magici scaturì un fascio di
energia, che si diresse verso il cielo, per poi scomparire, riapparendo
sopra
la Torre del Paradiso. “Q-Quello
è l’Eterion?!” Balbettò Ron,
tremando. “È
ancora più grande della Fairy Law…
Quindi è davvero così potente?” Mormorò Fred. Prima
che potessero dire altro, il
raggio si diresse verso la torre, scendendo rapidamente.
~~~~~~~~~~~
“Questa
luce…” Fece Shimon,
abbandonandosi contro un muro. “Non ho fatto in
tempo…”
~-~-~-~
“Presto!”
Urlò Natsu, correndo assieme a
Neville su per le scale.
~-~-~-~
Gerard
ghignò, approfittando della luce
per non essere visto da nessuno.
~~~~~~~~~~~
Con
un fragore indescrivibile, l’Eterion
si abbatté sull’edificio, provocando un’onda
d’urto che distrusse
l’imbarcazione su cui si trovavano i maghi di Fairy Tail, oltre a
provocare uno
tsunami alto decine di metri attorno all’isola. L’interno
della Torre si riempì di luce,
costringendo anche Natsu e gli altri a chiudere gli occhi.
~~~~~~~~~~~
Juvia
aveva fatto appena in tempo a
creare un’enorme bolla d’aria per proteggere tutti quanti. “Non…
Non siamo riusciti a scappare?” Domandò
Luna, riprendendo i sensi, osservando l’immensa colonna di luce
di fronte a
loro. “Quello
è l’Eterion…” Osservò Gray,
deglutendo.
~~~~~~~~~~~
“L’Eterion
ha colpito il bersaglio!
Ripeto, l’Eterion ha colpito il bersaglio!” “Presto,
controllate se l’obiettivo è
stato distrutto completamente!” “Densità
di fusione dell’Eterion in
aumento!” “Si
prevedono anomalie climatiche!” Il
capo del Consiglio si massaggiò il
ponte naso. “Quante persone ci saranno state dentro la
torre?” “Abbiamo
impedito che Zeref
resuscitasse. Le vittime sono parte dello scotto che dobbiamo
pagare.” “Per
quanto si è trattato di un giusto
atto… niente potrà consolare le famiglie delle
vittime…” “Vittime?”
Risuonò una voce, poco prima
che Klaun apparisse di fronte a loro, sorridendo sotto la maschera.
“Quali
vittime?” Tutti
i maghi si girarono verso di lui. “E
tu chi sei?!” Esclamò un membro del Consiglio. “Nessuno
di importante… sono qui solo
per ringraziarvi di aver lanciato l’Eterion. Proprio come avevamo
pianificato.”
~~~~~~~~~~~
La
luce dell’Eterion si affievolì, fino
a sparire del tutto, lasciando solo un’enorme nube di fumo
attorno al luogo in
cui si trovava la torre. “Pazzesco…”
Sussurrò Lucy. “Una
simile quantità di magia… credevo
fosse impossibile…” Commentò Hermione, tremando e
facendo scomparire il suo
incantesimo. “Non sono nemmeno riuscita a quantificarla
completamente… Harry e
gli altri sono… sono…” “Aspettate!”
Esclamò Fred, indicando la
nube. “Che cos’è quello?!”
~~~~~~~~~~~
“Cosa?”
Fece Harry, guardandosi attorno,
mentre il fumo si dissipava. “Siamo
vivi?” Disse Erza, guardandosi le
mani, mentre Gerard si alzava in piedi. “Ah…” “Gerard…?” “Che
cos’hai fatto, Gerard?!” Urlò
Majutsu, saltando in piedi e quasi scivolando sul cristallo. Il
blu a quel punto scoppiò a ridere.
~~~~~~~~~~~
“Non
è possibile!” Esclamò uno dei maghi
che stava monitorando l’Eterion, spostando l’attenzione su
di sé. “Nel punto
dell’esplosione c’è qualcosa che neutralizza
l’Eterion…” “La
densità di fusione sta diminuendo
drasticamente!” “Deve
trattarsi di un accumulo di
energia esterno!” “Gli
strumenti sono impazziti!” “Che
cosa succede?” “Ripristinate
l’immagine!” “Che
cosa hai fatto?!” chiese il capo
del Consiglio, guardando Klaun. “Io?
Io non ho fatto nulla. Siete stati
voi a condannarvi.” Rispose lui, per poi guardare Sieglein.
~~~~~~~~~~~
“La
Torre… è ancora in piedi?” Fece
sorpresa Juvia, osservando l’edificio riemergere dal fumo grigio. Ma fu
subito chiaro che c’era qualcosa
di diverso: sotto i mattoni c’era qualcosa che brillava. “Questo
significa… che stanno bene?
Vero?” Chiese Lucy.
~~~~~~~~~~~
“Questi…
Questi sono cristalli…” Osservò
Neville, rialzandosi assieme a Natsu, notando che attorno a loro sia il
pavimento sia le mura erano mutate, e ora li riflettevano come se
fossero degli
specchi. “Che
diamine sta succedendo?”
~~~~~~~~~~~
“Sono
vivo?” Si chiese Shimon.
“L’Eterion si è schiantato…
com’è possibile?”
~~~~~~~~~~~
Gerard
continuò a ridere, mentre i due
maghi recuperavano le loro armi. “Finalmente…”
Disse, spegnendo la propria
risata, ma non si privò mai del folle sorriso che gli deformava
il volto.
“Finalmente è giunto il momento!” “Tu…” “Sorpresi?”
Domandò, per poi spalancare
le braccia. “Questa è la vera forma della Torre del
Paradiso!” Dichiarò.
“Lacrima, cristalli magici giganti!” “No…
Non può essere…” Disse Harry,
guardandosi intorno con occhi tremanti. “E
grazie all’Eterion scagliato dal
Consiglio della Magia, sono riuscito ad assorbire i due miliardi e
settecento
milioni di idee! Ora il Sistema-R è completo!”
~~~~~~~~~~~
Di
fronte ai maghi dell’ERA apparve
l’immagine della Torre del Paradiso. “L’obiettivo
è ancora integro…” Fece
incredulo uno degli addetti. “N-No…!
Quella è…” “Una
Lacrima enorme che ha assorbito
l’intero potere dell’Eterion.” Completò Klaun.
“Ora puoi andare.” Yajima
si voltò a guardare Sieglein. “Sieg!
Sei stato tu a insistere! Che cosa significa tutto questo?!” Ma
sotto lo sguardo incredulo di tutti, l’uomo
scomparve nel nulla, come se non fosse mai esistito. “Quel
burattino ha esaurito il suo
compito.” Disse Klaun, ridacchiando. “Avete fatto
così tanto per fermare
Gerard… e avete preso ordini direttamente da lui.”
~~~~~~~~~~~
“Ci
hai ingannati!” Urlò furiosa Titania. “Facevi
tenerezza, Erza.” Commentò una
nuova voce alle spalle dei due maghi, che si voltarono, spalancando gli
occhi. “Cosa…?” “Neanche
Gerard poteva ottenere tutto
quel potere. Me la sarei vista brutta, perciò non avevo altra
scelta che
ingannarvi.” Fece il membro del Consiglio, avanzando verso di
loro. “Sieglein?!”
Esclamarono assieme i due
membri di Fairy Tail, mentre lui li superava, affiancandosi a Gerard. “Che
cosa ci fai qui?!” Gli chiese la
rossa. Sieg
sorrise. “Mi ricordo la prima volta
che ci siamo incontrati, Erza. Tu e Makarov eravate venuti a fare
rapporto,
vero? Mi hai attaccato, scambiandomi per Gerard.” “Beh,
visto che a quanto pare siete
gemelli, direi che è stato un errore comprensibile.” Disse
sprezzante Potter.
“E forse avrebbe dovuto eliminarti…” “Invece
quando le ho detto chi ero, si è
calmata… sebbene abbia continuato a mostrare ostilità nei
miei confronti.
Ostilità che ha condiviso con te, Harry.” “Come
potevo non disprezzarti?!” Urlò
Titania. “Tu, come suo fratello, acconsentivi alle sue malefatte!
E non solo!
Mi tenevi pure d’occhio!” “Ecco
dove ho sbagliato.” Ammise Sieg.
“Avrei fatto meglio a dire che volevo uccidere Gerard o qualcosa
del genere…” Poi
si rivolse al fratello. “Una volta
entrato nel Consiglio della Magia, ho commesso l’errore di non
essere venuto a
trovarti.” “Non
c’è niente di peggio di una scusa
inventata al momento…” Replicò lui, sorridendo. “Allora…
eravate davvero in combutta.”
Constatò Erza. I due
blu si girarono a guardarli. “In
combutta?” Ripeté Sieg. “Non
esattamente.” Poi divenne trasparente, andando verso Gerard,
finché non
scomparve completamente. “Noi
siamo la stessa persona… sin
dall’inizio.” Harry
e Erza spalancarono gli occhi,
increduli. “I…
Impossibile!” “Un’entità
psichica?!” “Esatto.”
Confermò Gerard. “Sieglein e
io siamo la stessa entità.” Titania
fece per parlare, ma Harry la
fermò con la spada. “Quindi
avevi previsto tutto questo… Sei
entrato nel Consiglio per giungere a questo giorno! Per ordinare tu
stesso di
lanciare l’Eterion!” Gerard
sorrise, per poi indicare la
rossa. “Ti
sei goduta la tua finta libertà?” Le
chiese. “Era tutta una messa in scena per far resuscitare Zeref. “Tu…”
Sputò la ragazza, stringendo con
maggiore forza l’elsa della spada. “Quante persone hai
ingannato per vivere?!” Gerard
non rispose, limitandosi ad
aprire e chiudere più volte la mano destra. “Il
mio potere… Il mio potere magico è
tornato.” Decretò, fissandoli. “E ora… Zeref
resusciterà!”
-----------------------------
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
Come avete letto, Liberty89, che ringrazio infinitamente per aiutarmi
con ogni capitolo, ha voluto lasciarvi un messaggio.
Ora, probabilmente questo sarà l'ultimo capitolo per quest'anno.
Ma non temete: il nuovo anno porterà parecchie novità
nella storia.
Perciò concludo augurando a tutti voi un buon Natale e un felice
anno nuovo!
Capitolo 49 *** Impedire l’attivazione del Sistema-R a tutti i costi! ***
49: Impedire l’attivazione del Sistema-R a tutti i costi!Capitolo 49: Impedire l’attivazione
del Sistema-R a tutti i costi!
“Hai
una vaga idea di quello che avete fatto?!” Urlò il capo
del Consiglio a Klaun. “Ora nella Torre del Paradiso si sono
accumulati due miliardi e settecento milioni d’idee! Tutta quella
magia condensata nello stesso posto esploderà!” “Non
se quell’energia verrà usata subito. Vedete… Zeref
sta per tornare in vita… proprio grazie al vostro Eterion.” Yajima
lo guardò tremando. “Shiamo fregati…”
Mormorò, deglutendo. “Shiamo fregati! Dannazione!” “Non
avrei saputo scegliere parole più adatte.” Replicò
divertito Klaun. “E con il Sistema-R, forse potrò fare
qualcosa anche per un altro mago… anche se in fin dei conti non
credo ne valga la pena. Per quanto malvagio e potente, non è
nulla in confronto a Zeref.” “Credi
davvero che ti lasceremo andare via così?!” Esclamò
uno dei membri, fermandosi quando il pavimento sotto di lui
iniziò a riempirsi di crepe. “Che
cosa sta…?” Cominciò a chiedersi uno dei maghi,
poco prima che un pezzo di soffitto lo mancasse di pochi centimetri. “Questa…
Questa è la magia perduta… l’Arca del Tempo!”
Affermò un altro, per poi voltarsi verso Urrutia, che se ne
stava in piedi in mezzo alle macerie, tenendo le braccia aperte. “Ultia!
Anche tu?!” “Oh,
lei più di tutti.” Rispose Klaun, raggiungendola.
“Dopotutto, è stata lei a contattarmi.” “Ora
l’Eterion è inutilizzabile.” Fece lei, sorridendo.
“Tutto per Sieg… Anzi, Gerard. In questo momento, il suo
sogno di gloria… si può avverare.”
~~~~~~~~~~~
“Non
va bene…” Commentò Sho, osservando la nuova forma
della torre. “Quello è il Sistema-R!” “Che
cosa?!” Esclamò incredula Hermione. “Quindi era
l’intera torre a esserlo? Credevo fosse solo una via per
canalizzare la magia!” “No.”
Replicò Wally. “Quello è il vero aspetto del
Sistema-R che abbiamo costruito… ed è in funzione.” “È
in funzione?!” Ripeté Lucy, guardandoli. “Questo
significa che Zeref ora può davvero resuscitare?!” “Non
lo so…” Ammise Sho. “Nessuno di noi l’ha mai
visto attivo in precedenza…” “Questo
perché era incompleto.” Rispose Luna, seria. “Il
Sistema-R non era mai stato completato prima di oggi. E ora che ha
assorbito l’Eterion… è pronto a riportarlo in
vita.” “E
tu come fai a saperlo?” Chiese Ron. “Una
mia fata è riuscita a sentire Gerard che lo diceva, ma ora
è andata distrutta e non riesco a crearne altre per via di tutta
l’energia magica presente nell’aria. Anche la
smaterializzazione mi è impossibile per ora.” “Dannazione!”
Urlò Gray. “Questo significa che non possiamo fare
nulla?”
~~~~~~~~~~~
Harry
ed Erza volarono indietro, sotto la forza ritrovata del loro avversario. “Beh,
che cosa vi succede? Dov’è finita tutta la vostra
energia?” Domandò Gerard. “Non mi direte che
l’avete già esaurita.” Titania
si rialzò, facendo apparire una spada dalla lama larga oltre
venti centimetri, che impugnò senza alcuna difficoltà. “Gerard!”
Chiamò, cercando di colpirlo ma trovando una barriera a
ostacolarla. “Non
la passerai liscia!” Affermò Potter, poggiandosi alla
propria arma per riprendere fiato. “Il Consiglio della Magia
avrà già scoperto il tuo piano e-” “Urrutia
e Klaun a quest’ora lo avranno già distrutto.” Lo
interruppe il blu, senza scomporsi. “Mi sono stati molto utili,
ma ora anche loro hanno esaurito la loro funzione. Quando Zeref
tornerà in vita, anche loro diventeranno parte del paradiso.
Dopotutto, in paradiso tutte le persone si fondono in una sola
entità… Bisogna proprio avere paura della morte.” “Maledetto!”
Sputò Majutsu, per poi andargli incontro. “Non hai proprio
uno straccio di coscienza?!” Ma
si
bloccò a metà attacco, di nuovo immobilizzato dallo
stesso incantesimo che Gerard aveva usato in precedenza. “Harry!”
Urlò Erza, facendo per andare in suo soccorso, solo per scoprire
che anche lei non poteva muoversi. “I
miei Blind Snake non vi
permetteranno d’interferire ulteriormente.” Spiegò
Gerard, per poi avvicinarsi a Harry, togliendogli la spada di mano e
lanciandola lontano. “Ora ho l’energia magica necessaria
per attivare il Sistema-R, e anche la vittima sacrificale per
resuscitare Zeref è qui. I giochi sono finiti.” “Maledetto…”
Disse Majutsu, guardandolo con puro odio. “E pensare che ti ho
pure creduto prima…” “Questa
Lacrima è dotata di una riserva di due miliardi e settecento
milioni d’idee. Fonderà il tuo corpo… che
verrà poi scomposto per ricostruire quello di Zeref.”
Dicendo ciò afferrò Harry per i vestiti, per poi
lanciarlo contro uno dei cristalli. Con
sorpresa del moro, invece di sbatterci contro, la superficie
sembrò farsi liquida e cominciò ad assorbirlo al proprio
interno. Immediatamente un bruciore lo pervase per tutto il corpo,
costringendolo a urlare. “Harry!”
Chiamò ancora la ragazza, osservando la scena incapace di agire
e cercando di liberarsi. “Tranquilla.
Anche tu lo seguirai a breve.” Informò Gerard,
guardandola. “Dopotutto, ho promesso a Harry che avrei riportato
in vita i suoi genitori. Ti userò per sua madre. Mi sembra uno
scambio equivalente.” “Non
osare!” Gridò Majutsu, cercando di uscire dal cristallo.
“Non metterai un solo dito addosso a Erza!” Gerard
si portò una mano sotto il mento per riflettere. “In
effetti, tecnicamente sarà il tuo corpo a farlo… Visto
che credo lascerò a Zeref questo piacere.” Harry
digrignò i denti furioso. “Gerard!!!” Urlò,
per poi chiudere gli occhi quando una palla di fuoco lo superò,
colpendo il ragazzo e costringendolo ad arretrare. “Vi
lascio soli qualche ora e vi ritrovo così?” Chiese Natsu,
prendendo Harry per un braccio e tirandolo fuori dalla Lacrima, mentre
Neville recuperava la sua spada dal pavimento. “Natsu!
Neville!” Esclamò sollevata Erza, mentre sentiva il Blind
Snake sciogliersi, probabilmente per via del colpo che aveva ricevuto
il suo proprietario. “Voi…”
Fece Gerard, rialzandosi. “Erza
e Harry sono maghi di Fairy Tail!” Dichiarò Natsu,
guardandolo. “Non li lasceremo nelle tue mani!” “Quindi
è lui Gerard.” Osservò Neville, restituendo la
spada a Harry, che annuì. “Non
è la copia esatta di quel Sieg?” Domandò Salamander. “Sieg
era il frutto di una sua magia.” Rispose Erza, raggiungendoli.
“Erano la stessa persona.” “Come
la tecnica di Naruto?” “Più
complicata, ma simile come funzionamento.” Riassunse Potter,
alzando la spada. “Ma rimandiamo a dopo le chiacchiere. Insieme
abbiamo qualche possibilità di farcela.” Dragonil
guardò Paciock, che annuì. Insieme
spinsero indietro i due amici, per poi avvolgerli con delle radici
spesse una ventina di centimetri. “Cosa-?” “Voi
siete i suoi obiettivi, no?” Disse Natsu, sorridendo.
“Perciò questa volta ve ne starete da parte.” “No!”
Protestò Titania. “È compito mio
sconfiggerlo!” “Noi
non siamo riusciti a fargli nulla di grave, e voi siete già
feriti!” Aggiunse Harry, cercando di tagliare le radici, senza
ottenere alcun risultato. “Mi
spiace, ma ho approfittato di questi cristalli per rinforzare le mie
piante.” Spiegò Neville, per poi evocare la sua spada.
“Perdonateci…” “Per
piacere, ascoltateci! Voi non avete idea di quanto sia forte!”
Ribadì la ragazza. “Vi ucciderà!” “Dimentichi
che siamo maghi di Fairy Tail.” Replicò Natsu. “Ma
voi non potete… Non potete farcela…” Mormorò
lei, crollando in ginocchio, con le lacrime all’occhio.
“Gerard è… un mostro…” Harry
la guardò in silenzio. Dall’altra
parte delle radici, Natsu e Neville continuavano a fissare Gerard, che
sorrise beffardo. “Così
volete affrontarmi da soli, eh?” “Non
ti lasceremo far loro del male! Per te va bene usare uno qualsiasi di
loro due per resuscitare Zeref, no?” “A
essere sincero, mi va bene chiunque. La mia prima scelta è
ricaduta su Erza per punirla di non avermi seguito, poi quando ho
scoperto del potere di Harry, ho cambiato idea. Usando lui, Zeref
tornerà ancora più forte di prima. Questo e l’altro
mondo cadranno ai nostri piedi, e finalmente i deboli verranno
eliminati.” Neville
chiuse la mano libera in un pugno, mentre l’altra stringeva con
maggiore forza la spada. “Perché?
Perché le persone non possono vivere in pace tra di loro?”
Domandò. “Non ci sono deboli e forti. Ci sono solo esseri
viventi!” “Basta
con i moralismi.” Replicò Gerard. “Proprio voi, che
a tradimento avete impedito ai vostri compagni di gilda di combattere,
volete farmi una ramanzina?” “Erza…
sta piangendo.” Disse Salamander, attirando l’attenzione di
tutti. “Quello che le hai fatto… e che stai continuando a
farle… è imperdonabile.” I
capelli del Dragon Slayer si alzarono verso l’alto, mentre
diverse fiammate lo avvolsero, formando attorno a lui una specie di
aura di fuoco. “Per
colpa tua la tranquillità di Fairy Tail è saltata! Ed
è per ripristinarla che io combatto!” “Interessante.”
Commentò Gerard, per nulla impressionato. “Vediamo di
cos’è capace la magia del drago.” Non
appena ebbe detto ciò, Natsu saltò verso di lui,
avvolgendo le fiamme attorno al suo pugno. Gerard
riuscì a schivarlo solo per pochi centimetri, ma prima che
potesse reagire, il rosato lo colpì con un calcio sul volto,
facendolo volare via. Non soddisfatto, gli corse dietro, affondando un
pugno nel suo stomaco, seguito da una raffica di altri pugni che
impedirono all’avversario di fare qualsiasi cosa. “Attacco Alato del drago e Gancio-Artiglio!”
Urlò, colpendolo con due fiammate che lo fecero volare a terra. Natsu
si fermò di fronte a lui, cominciando subito ad aspirare una
grande quantità d’aria. “Bocca di Cannone… del Drago!”
Urlò, creando un’onda di fuoco alta una decina di metri,
che colpì in pieno Gerard. Neville
nel frattempo restò immobile al suo posto, guardando incredulo
la scena. “N-Non credo di poter fare molto per
aiutarlo…” “No.”
Disse Harry, che aveva assistito a tutta la scena grazie a uno
spiraglio. “Non è ancora finita.” Infatti,
come da lui annunciato, Gerard uscì indenne dalle fiamme, con
solo i vestiti bruciacchiati. “Tutta
qui la tua forza?” Chiese sorridendo a Natsu, che digrignò
i denti. “Prima di ucciderti, avrei voluto provare almeno una
volta la forza di un Dragon Slayer… ma così non fai
nemmeno paura.” Neville
deglutì, per poi alzare la spada. “No,
Neville!” Gridò Majutsu, non potendo però impedire
all’amico di partire all’attacco. “Prendi
questo!” Urlò, cercando di colpirlo con la spada. Ma
Gerard la fermò semplicemente con la mano. “Una bella
spada… peccato che sia in mani incapaci di usarla a
dovere.” Disse, per poi scagliare via Paciock con un semplice
impulso di energia magica. “Neville!”
Chiamò preoccupato Dragonil, vedendolo volare contro uno dei
cristalli, che si ruppe sotto l’urto. “Maledetto-” “Avete
osato intralciare il rituale…” Lo interruppe Gerard.
“Ora diventerete la polvere della mia Magia Celeste.” Dicendo
ciò si lasciò avvolgere dall’energia magica, per
poi saltare verso il Dragon Slayer. “Meteora!” Esclamò,
superandolo con uno scatto di velocità e colpendolo alla
schiena, per poi tornare davanti e dargli una ginocchiata sul mento. “C-Come…
Come fa… a essere così veloce?” Si chiese Neville,
vedendo solo una scia di luci al posto dell’avversario. Questi
a un certo punto deviò, andando nella sua direzione e colpendolo
in pieno sul braccio. Paciock urlò, mentre si sentivano
distintamente le ossa rompersi per la forza del colpo. Sotto gli
sguardi impotenti di Harry ed Erza, Gerard cominciò a colpire i
due avversari quasi alla velocità della luce, infliggendogli
decine di ferite. “Fermati,
Gerard!” Urlò Titania disperata. “È
la fine.” Disse lui, alzandosi in volo sopra i due maghi che
giacevano a terra esanimi. “Ora osservate in cosa consiste la
vera magia. Che le stelle possano giudicarvi.” “Spostatevi!”
Gridò Harry, continuando a colpire le radici. “Dannazione!
Perché non si rompono?!” “Spada delle Sette Stelle!”
Asserì Gerard, scagliando un raggio d’energia magica che
colpì in pieno i due ragazzi, provocando un’esplosione di
tale potenza che anche le radici di Neville scomparvero, così
anche i due rimanenti maghi vennero coinvolti nell’attacco.
~~~~~~~~~~~
I
maghi di Fairy Tail alzarono lo sguardo verso la cima della Torre del
Paradiso, da cui giunse il forte rumore di un’esplosione, seguito
da una grande nuvola di fumo grigio, poi la struttura perse alcune
parti, che caddero in acqua, creando un mucchio di macerie
tutt’intorno. “Che
cosa starà succedendo lassù?” Si chiese Gray,
mentre Hermione attivava la sua magia, facendo apparire una copia
olografica dei loro amici, affiancata da diversi dati. “Riesco
solo a monitorare i loro valori base…” Disse, deglutendo.
“E tutti sono a livelli critici…” “E
Shimon?” Domandò Miriana, preoccupata. “Riesci a
sapere anche di Shimon, miao?” La
ragazza annuì, facendo apparire anche i dati relativi a lui. “Sembra
stia bene, ma anche lui pare aver riportato diverse ferite…
Dobbiamo trovare un modo per raggiungerli.” “Le
onde sono ancora troppo forti.” Rispose la maga dell’acqua.
“Nemmeno Juvia può superarle, per ora.”
~~~~~~~~~~~
Gerard
atterrò con un sorriso sul volto. Di fronte a lui il fumo
iniziò a diradarsi e mostrò il corpo di Natsu seguito
poco dopo da quello di Neville. Poco
lontano da loro i due maghi di Classe S tentavano di rialzarsi. “È
una magia con l’energia distruttiva di una meteora.”
Spiegò il blu all’inconscio Dragon Slayer. “Siete
fortunati a non essere stati disintegrati.” Dicendo ciò
osservò il cratere che aveva preso il posto del pavimento della
stanza. “Forse ho esagerato un po’. Non posso arrecare
ulteriori danni al Sistema-R. La magia sta già cominciando a
disperdersi.” Quindi
si girò, e camminò verso Majutsu. “E
ora, Harry, direi di riprendere da dove siamo stati interrotti.” Ma
Gerard si fermò quando sentì qualcosa cadere vicino al
suo piede, facendolo girare. Natsu
si era alzato con le braccia, e gli stava lanciando contro alcuni
frammenti delle macerie. Quando
uno di questi lo prese, senza fargli il minimo danno, il Dragon Slayer
ridacchiò. “Ti
ho… colpito…” Mormorò soddisfatto, riuscendo
ad alzarsi sulle ginocchia, ignaro del tic nervoso che stava venendo
all’occhio destro del nemico. “Allora… questa
torre… anzi, questo cristallo… non dev’essere
danneggiato… eh?” “Sembra…”
Aggiunse Neville, il quale però non riuscì a muoversi.
“Che la buona sorte lo abbia abbandonato… Forza,
Natsu…” “Non
c’è bisogno… che tu me lo dica…”
Rispose lui, per poi colpire il pavimento con un pugno rinforzato dalle
fiamme. “Smettila!”
Ordinò Gerard. “Purtroppo
per te… noi di Fairy Tail… siamo bravissimi a fare
danni…” Continuò Salamander, alzandosi in piedi.
“Mi sento tutto un fuoco…” Sorrise, pulendosi con la
mano il sangue che gli scendeva dalla bocca. “Mai stato
così prima d’ora!” “Dannato
moccioso! La farò finita in un istante! Ti pentirai di esserti
rialzato!” “Sei
bravo a fare la voce grossa.” Lo derise Natsu. “E allora
forza, vieni a uccidermi!” Il
mago della Magia Celeste sbuffò, per poi lanciargli contro
diversi raggi di energia magica, che il Dragon Slayer evitò
facilmente. “Fatti
sotto!” Lo provocò, per poi essere colpito da una sfera di
magia, che lo fece arretrare di diversi metri. Ma
stavolta Natsu riuscì a resistere, riuscendo a fermare la sfera
con le braccia, per poi lanciarla in alto, dove esplose. “Che
c’è?” Domandò boccheggiando. “Hai paura
di rompere la torre e ci vai piano? Non funziona così con
me…” “Dannato
ragazzino, quando la finirai di fare l’impudente?!”
Replicò l’altro, lanciandogli contro un’onda
d’urto magica, che riuscì a superare le difese di
Salamander, facendo volare indietro. Ma
senza arrendersi, il rosato tornò con i piedi a terra per poi
fare subito un salto mortale. “Fiamme splendenti del Drago!”
Urlò, scagliando una sfera di fuoco gigante contro il pavimento,
creando un piccolo cratere. “Natsu…
vuole distruggere la torre…” Ansimò Harry,
riuscendo a sollevarsi con le braccia. “Forse… Forse ce la
può fare…” Gerard
guardò livido il mago del fuoco di fronte a lui. “Ci ho
messo anni a costruire tutto questo… e tu,
maledetto…” “Natsu
riesce appena a stare in piedi…” Osservò Erza in un
soffio, riuscendo a rimettersi seduta. “Non
ti perdonerò!” urlò Gerard, incrociando le braccia
davanti a sé. Immediatamente
fu circondato da una quantità enorme di magia, che
cominciò a ruotare attorno a lui, generando un vento in grado di
far indietreggiare tutti quanti, persino il corpo di Neville
rotolò qualche passo più indietro. “Q-Questo
potere magico…” Fece Natsu, portandosi un braccio davanti
alla testa per proteggersi. “Non so perché, ma mi fa un
pessimo effetto!” Dopo
aver detto ciò, spalancò gli occhi, osservando la sua
ombra allungarsi verso il centro di quel piccolo tornado. “Quest’incantesimo…”
Sussurrò incredulo “Piomba
nelle tenebre dell’inferno, Dragon Slayer!”
Sentenziò Gerard, mentre Titania, riuscita ad alzarsi, corse
davanti a lui, spalancando le braccia per far da scudo a Natsu. “Maledetto!”
Esclamò. “Ti credi davvero capace di uccidermi?!” Gerard
la fissò con occhi freddi. “Sono
una candidata per il tuo sacrificio, no? Usa me allora, ma lascia
andare via gli altri!” “È
vero… potrei usare te… Ma come ho già detto, Harry
mi è sufficiente. Grazie a lui, niente potrà fermarci. E
ora, Erza, preparati a morire. Se ti può aiutare, sappi che ti
ho davvero voluto bene.” “Erza,
spostati!” Urlarono all’unisono Natsu e Harry, il quale
stava ancora cercando di alzarsi, tenendosi una mano sulla cicatrice,
che aveva cominciato a bruciargli da quando era stato attivato
quell’ultimo incantesimo. “Non
preoccupatevi.” Disse Erza. “Vi proteggerò io.” “Magia degli astri… Altearis!”
Pronunciò Gerard, creando una sfera di pura oscurità che
scagliò contro i due “No!!!”
Gridò Harry, forzando il proprio corpo e riuscendo finalmente ad
alzarsi, per poi raggiungere di corsa la spadaccina e spingerla via. “Cosa?!”
Esclamarono assieme lei e Gerard, poco prima che una devastante
esplosione gli impedisse di vedere. “Harry!!!”
Chiamò Erza, mentre Natsu guardava inorridito la scena. Quando
il fumo dell’esplosione scomparve, Majutsu riemerse incolume, con
gli occhi che tremavano. “Perché…”
Mormorò, mentre la forma di Shimon usciva davanti a lui,
fumante. “Perché l’hai fatto?!” “Shimon…”
Sussurrò la rossa, incredula. “Er…
za…” Chiamò lui, per poi cadere a terra. “Shimon!”
Urlarono assieme Erza e Harry, andando subito in suo soccorso. “Tsk.
Quel verme era ancora in giro?” Commentò Gerard,
sospirando di sollievo per essere riuscito a non uccidere il suo
sacrificio. “Perché
Shimon?” Disse la Regina delle Fate, tenendolo per la testa.
“Perché non sei scappato?!” Shimon
sorrise. “M-Meno male… per una volta… sono
riuscito… ad aiutarti…” “Non
consumare le forze!” Avvertì Harry. “Devi
resistere!” Shimon
però non lo ascoltò, voltando la testa verso
l’amica. “Tu eri… sempre… così
dolce…” Ricordò, mentre la placca che gli copriva
la mascella si ruppe, cominciando a scivolare via. “Harry…
prenditi cura di lei… ne ha bisogno…” Majutsu
chiuse gli occhi, annuendo. “Grazie…
per tutto…” Disse. “Ti
ho voluto… tanto bene… Erza…”
Pensò, per poi chiudere gli occhi un’ultima volta. Titania
sentì la testa dell’amico abbandonarsi tra le sue braccia,
mentre il petto smise di muoversi. “No…”
Mormorò, mentre le lacrime cominciavano a scendere
dall’occhio sinistro. “NOOOOO!!!!!” Urlò
disperata, mentre Harry si alzava, guardando Gerard con i suoi occhi
verdi, che se avessero potuto uccidere probabilmente non avrebbero
lasciato alcuna traccia del ragazzo di fronte a loro. “Shimon…”
Sussurrò Neville, che aveva osservato la scena da lontano,
incapace di muoversi.
~~~~~~~~~~~
Hermione
spalancò gli occhi, mentre la copia olografica di Shimon si
disintegrava in migliaia di dati. “No…”
Fece, portandosi una mano sulla bocca. “Che
cosa succede?!” Chiesero subito gli altri, preoccupati per la sua
reazione. “I
valori di Shimon… Shimon è… morto…”
Disse, non credendo alle sue stesse parole, facendo spalancare gli
occhi a Sho, Wally e Miriana.
~~~~~~~~~~~
Gerard
scoppiò a ridere, portandosi una mano sul volto.
“Patetico!” Esclamò divertito. “Davvero
patetico! È morto senza un motivo…” Natsu
chiuse le mani a pugno, mentre Erza continuava a urlare il nome
dell’amico caduto. “Il
copione non subirà variazioni! Nessuno uscirà vivo da
questa torre!” “STA’
ZITTO!!!” Gridarono assieme Harry e Natsu, colpendolo in pieno
volto con i loro pugni. “C-Cosa…?”
Tentò di dire questi, spalancando gli occhi quando vide
cos’avevano in mano i due maghi. “Quello
è…” Fece Erza, fissandoli spaventata. “No,
non lo fate!” Senza
dire nulla, i due maghi sollevarono il pezzo di Lacrima con
all’interno l’energia di Eterion: Natsu gli diete un morso,
mentre Harry lo ridusse in polvere, per poi mandarla giù. Immediatamente
vennero avvolti dall’energia magica, mentre le loro ferite
cominciarono a rimarginarsi, senza lasciare alcuna cicatrice dietro di
loro. Ciò
che restava dei loro vestiti si ruppe in diversi punti sotto
quell’onda di nuova energia, mentre i loro occhi diventavano
bianchi. Poi
Harry e Natsu lanciarono insieme un urlo spaccatimpani, provocando
diverse crepe sotto di loro. “Hanno
mangiato l’Eterion?!” Esclamò incredulo Gerard,
mentre il vento provocato dall’aumento della magia minacciava di
farlo indietreggiare. “Impossibile!” Poi
l’aura attorno a Majutsu sembrò esplodere, disperdendosi e
lasciando cadere a terra il moro. Tuttavia l’energia non
andò perduta, ma si concentrò attorno a Natsu, aumentando
la sua. Il
Dragon Slayer cominciò a sputare, come se fosse stato colpito
allo stomaco, mentre le vene sul suo volto si facevano più
evidenti. “Che
cos’avete fatto?!” Urlò Erza.
“Nell’Eterion ci sono tutti gli elementi della magia!
È come veleno!” “Non…
se filtrato…” Rispose Harry con un filo di voce, appena
udibile a causa delle urla di Salamander, che non si erano fermate.
“Mi è costata quasi tutta la mia energia magica… ma
sono riuscito a purificarlo parzialmente… Natsu può
farcela.” A
conferma di quelle parole, l’aura magica attorno al Dragon Slayer
cominciò a mutare forma, prendendo l’aspetto di un drago,
per poi confluire completamene nel suo corpo, sul quale apparvero delle
squame rosse. “Ha davvero assimilato
l’Eterion?!” Pensò Gerard, pochi istanti
prima di venire colpito sotto il mento da Natsu, che lo fece volare in
aria senza alcuna difficoltà. “È
colpa tua…” Lo accusò, vedendolo cadere a terra,
per poi raggiungerlo in un secondo, colpendolo allo stomaco e facendolo
sprofondare nel pavimento. “Tu hai fatto piangere Erza!!!” Gerard
non poté fare altro che urlare, mentre la Lacrima sotto di lui
si frammentava pezzo dopo pezzo. “Shimon
mi ha supplicato di aiutare Erza… Era il suo unico
desiderio!” “Presuntuoso!”
Replicò il blu, per poi usare Meteora per sfuggire
all’attacco, fermandosi alle spalle del Dragon Slayer. “Non
potrai stare al passo di questa velocità!” Natsu
per tutta risposta si girò, usando un pezzo delle macerie per
saltare e raggiungendolo immediatamente, lo colpì nuovamente
alla pancia, facendolo volare attraverso il soffitto, sotto lo sguardo
sorpreso di Erza e quello soddisfatto di Harry. “È…
È assurdo!” Commentò Gerard. “Non posso
perdere!” Affermò poi, ripensando ai giorni passati in
schiavitù “Io costruirò un regno libero!” Dicendo
ciò cominciò a saltare per evitare gli attacchi di
Dragonil. “Quando ero in preda al dolore e al terrore, Zeref mi
ha parlato… Mi ha chiesto se volessi la vera
libertà!” Urlò. “Proprio così! Io sono
l’unico in grado di sentire Zeref! Io sono il prescelto! Insieme
a Zeref costruirò il regno della vera libertà!” “E
vuoi farlo strappandola ad altri?!” Ribatté Natsu,
furioso, cercando di raggiungerlo. “È
la volontà di cambiare il mondo a fare la storia! Perché
non lo capite?!” Replicò ancora Gerard, cominciando a
muovere le mani in un ordine preciso, creando un cerchio magico. “Quello
è Abyss Break!”
Riconobbe Harry, spalancando gli occhi. “Vuole
radere al suolo la torre?!” Disse Titania, incredula. “La
prossima volta ci metterò ancora meno tempo per
costruirla!” Spiegò Gerard, con sguardo folle.
“Zeref, aspetta-” Ma
il
blu si bloccò a causa di un dolore al petto. Solo
allora si ricordò del colpo che aveva subito da Erza. “N-No…”
Mormorò, mentre l’incantesimo scompariva, e Natsu si
dirigeva verso di lui, avvolto dall’energia magica. “Tu
non sarai mai libero!” Urlò. “Non ci può
essere libertà per chi si lascia possedere da un fantasma!” Gerard
spalancò gli occhi, vedendo al posto del mago un drago volare
contro di lui. “Devi
liberarti, Gerard!!!” Ordinò Natsu, colpendolo in pieno
con tutte le sue forze. Il
mago con il tatuaggio sul volto non riuscì nemmeno a esprimere
il suo dolore, mentre veniva spedito in direzione del terreno,
attraversando l’intera torre e causandogli danni irreparabili,
tanto che l’intera struttura cominciò subito a tremare. Natsu
atterrò davanti a Harry ed Erza, lasciando che l’aura
scomparisse. “Q-Questo…”
Mormorò Neville, riuscendo finalmente ad alzarsi, tenendosi il
braccio rotto. “Questo è il potere di un Dragon
Slayer?” Natsu
non disse nulla, cadendo all’indietro esausto, ma con il sorriso
sul volto.
~~~~~~~~~~~
I
maghi di Fairy Tail e gli amici di Erza osservarono la Torre del
Paradiso esplodere in più punti. “Che
cosa succede adesso?” Chiese Ginny, guardando Hermione, che
scosse la testa. “Non
lo so… Natsu ha avuto un’impennata di potere
magico… ma ora è scomparso, lasciandolo praticamente
indifeso. Anche Harry, Erza e Neville sono nelle stesse
condizioni… E Gerard, non avendolo mai visto, non posso
analizzarlo.” Ma
prima che potesse dire altro, la torre cominciò a emettere dei
raggi di luce. “Cosa
significa questo?” Domandò Ron. “L’Eterion
sta schizzando via!” “Che
cosa?!” Esclamò Lucy, girandosi a guardare Gray. “Se
concentrato in uno spazio circoscritto, un potere magico così
grande diventa instabile, aye…” Spiegò Happy,
deglutendo. “Il
vortice di magia non può espandersi… e sta per
esplodere.” Aggiunse Juvia, osservando terrorizzata
l’edificio. “Ehi…
Ma se restiamo qui, finiremo anche noi…” Cominciò
Wally, subito interrotto da Sho. “E
quelli che si trovano lì dentro?” “Questi
ragionamenti non hanno più alcun senso…” Rispose
Hermione, abbandonandosi sul suolo della bolla d’aria. “Se
i valori che ho letto sono esatti… probabilmente sarà un
miracolo se qui resterà il mare.”
~~~~~~~~~~~
Erza
si alzò, mentre il pavimento cominciava a collassare su se
stesso. “Neville,
riesci a prendere Natsu?” Chiese, mentre sollevava Harry,
mettendoselo sulla schiena. “Sì…
credo di sì… anche se dubito di riuscire a
correre…” Annuì lui, per poi andare dal Dragon
Slayer, riuscendo a sollevarlo a fatica, poggiandolo sulla spalla del
braccio sano. Titania
si girò giusto in tempo per vedere il corpo di Shimon scivolare
giù, precipitando in una voragine nel pavimento. “Erza…
non possiamo scappare.” Disse Harry, facendola voltare verso la
sua faccia. “Lo
so… ma dobbiamo almeno tentare.” “Una
soluzione… c’è…” Replicò lui,
per poi scivolare via dalla presa dell’amica, cominciando a
barcollare per allontanarsi. “Che
cosa vuoi fare?” “Questa
Lacrima aveva già cominciato ad assorbirmi…”
Rispose Majutsu. “Forse, se mi fondo con essa, posso impedire
l’esplosione, o almeno controllarla e darvi il tempo di
scappare.” “Non
essere ridicolo, Harry!” Si oppose Neville. “Torneremo a
casa tutti insieme!” “È
così! Non devi fare l’eroe! Non da solo…” “Ho
promesso a Shimon che mi sarei preso cura di te. Per piacere, lasciami
mantenere quella promessa.” “Non
se devo perdere anche te! Non lo sopporterei!” Urlò
Titania, per poi prendergli una mano. “Ti aiuterò
anch’io a fermare l’Eterion.” Majutsu
la guardò, per poi sorridere. “Ti ringrazio… e ti
chiedo scusa.” Dicendo
ciò alzò l’altra mano. Immediatamente
Erza, Neville e Natsu scomparvero nel nulla. “Vi
ho mentito. Non avevo ancora usato tutta la mia energia magica.”
Mormorò, per poi girarsi verso un pezzo della Lacrima, mentre
attorno a lui tutto continuava a crollare.
“Io
voglio solo… qualcuno che mi consideri…” “Allora
direi che sei finito proprio nel posto giusto.”
Harry
alzò lo sguardo verso il suo riflesso nel cristallo, continuando
a sorridere. “Sì…”
Disse. “Sono proprio finito nel posto giusto…” Senza
dire altro poggiò la mano sulla Lacrima, che la lasciò
passare. Trattenendo
le urla di dolore, continuò ad attraversare quel labile
ostacolo, finché non fu completamente al suo interno. “Non
ho avuto una vita lunga… ma direi che non potevo chiedere di
meglio.” Continuò, per poi cominciare a riunire
l’energia dell’Eterion attorno a sé. “Non
è ancora il tuo momento!” Sentì dire, poco prima
che una mano si poggiasse sulla sua spalla. Majutsu
si voltò, sgranando gli occhi. “Tu-” “Insieme
possiamo fermarlo. Prenderò io il contraccolpo al tuo
posto.” Disse la figura, sorridendo.
La
Torre del Paradiso esplose in un fascio gigantesco di luce, che si
diresse verso il cielo, creando un vero e proprio tornado, per poi
scomparire nel nulla, insieme all’isola, della quale rimase solo
la base, interamente sommersa dall’acqua.
-----------------------------
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo! *si mette al ripare dai forconi*
Sì, chiedo venia, so che finire il capitolo così è
odioso... ma che ci posso fare, sono malvagio in questi casi XD.
Ad ogni modo, anche questa saga ormai si avvia alla fine (il prossimo
capitolo sarà l'ultimo), e poi via, verso il terzo anno... e al
primo grande shock che vi darò con questa fan fiction XD.
Okay... direi che non ho altro da dire... perciò vi ringrazio
per la lettura e per le recensioni!
Capitolo 50 HPxFTCapitolo 50: Verso un nuovo viaggio
~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~
“Le ferite sono gravi.” Affermò Polyushka,
rimettendo la benda sopra l’occhio destro di Erza.
“Sarà difficile che possa vederci di nuovo.”
“Su, non essere così dura.” Replicò Makarov.
“Ha un visino così carino che fa tenerezza!”
Non appena disse ciò il Master di Fairy Tail venne preso per un
orecchio dalla guaritrice.
“Vieni qui un secondo!” Ordinò, trascinandolo
lontano di qualche metro, per poi abbassarsi al suo livello. “Non
ti sarai messo in testa strane idee per quando sarà cresciuta,
vero?”
“M-Ma dai… che ti viene in mente…?”
Balbettò lui, deglutendo.
“Da dove viene quella bambina?” Chiese la donna, cambiando
argomento.
“Se ne occupava Rob…” Rispose Makarov, facendosi
serio.
“Rob?!” Esclamò la maga, sorpresa. “E
dov’è adesso?”
“Pare… che sia morto…”
Polyushka restò in silenzio, per poi guardare nuovamente Erza.
“Come va?” Chiese l’anziana maga, cominciando a
togliere le bende attorno all’occhio della bambina dai capelli
rossi, per poi passarle uno specchio.
Erza restò in silenzio, ammirando il suo riflesso, che ora le
mostrava finalmente entrambi gli occhi.
“È… È guarito…”
Sussurrò, tremando.
“Ci vedi?”
“Sì.”
“Allora vattene.” Ordinò, scocciata. “Io non
amo gli umani.”
“È guarito…” Ripeté ancora Erza,
cominciando a piangere.
Polyushka la guardò. “Quell’occhio… che
strano… Le lacrime sgorgano da un solo occhio.”
Solo allora Erza se ne rese conto, mentre la guaritrice recuperava un
libro.
“Ma come…? La ricetta era perfetta…”
Rifletté ad alta voce la guaritrice, prendendo in mano un libro
e cominciando a sfogliarlo.
“Va bene così.” La interruppe la bambina,
sorridendo. “Ho già versato metà delle mie
lacrime.”
~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~
Erza tirò fuori la testa dall’acqua, osservando il raggio
d’energia magica confluire verso il cielo, per poi svanire,
assieme alla Torre del Paradiso.
“Harry…” Mormorò, per poi cominciare a
nuotare verso l’isola. “Harry!”
~~~~~~~~~~~
Harry aprì gli occhi, ritrovandosi a galleggiare in uno spazio
totalmente bianco e apparentemente vuoto.
“Allora è finita, eh?” Disse, sorridendo.
Così
pare.
“Perché non sono sorpreso di sentire una voce?” Fece
lui. “Sei venuto per guidarmi?”
Sono
qui solo per mostrarti le conseguenze delle tue azioni.
“Come il fantasma del Natale futuro?” Ridacchiò.
“E dire che non mi sembrava di essere stato così
cattivo…”
Non appena disse questo il bianco scomparve, lasciandolo sospeso sopra
un cimitero, in una giornata di pioggia.
Sotto di lui, riuniti tutti insieme c’erano tutti i membri della
gilda di Fairy Tail più Albus Silente e l’intero Consiglio
della Magia che osservavano una tomba.
“La mia tomba…” Precisò Harry a se stesso,
leggendo il nome. “Capisco…”
Sentì Makarov dire qualcosa, ma le parole non riuscivano a
raggiungerlo.
Quando concluse il suo discorso, le sette figure del Consiglio della
Magia si fecero avanti. E questa volta Harry riuscì a sentire.
“Il Consiglio della Magia ha deciso all’unanimità di
assegnargli per sempre uno dei tre posti vaganti.” Disse il capo.
“E gli conferiamo il titolo di membro del Sacro Ordine dei
Dieci.”
“Basta!” Urlò qualcuno.
Majutsu si girò, vedendo Erza che dava le spalle a tutti.
“A cosa serve dargli adesso quel titolo? Vi ricordo che è
colpa vostra se è morto!”
“Erza…” Mormorò Lucy, distogliendo lo sguardo.
“Siete solo un gruppo di incapaci!” Gridò Titania,
voltandosi a guardare i membri del Consiglio, con le lacrime agli
occhi. “Non siete stati capaci di ragionare per conto vostro e
Gerard l’ha ucciso!”
“Shì… hai ragione.” Ammise Yajima.
“Avremmo dovuto vedere la verità… Ma ci shiamo solo
fatti prendere dal panico… Non abbiamo alcuna scusha.”
Prima che potesse dire altro, Natsu lo colpì in pieno, facendolo
volare via.
“Scusa?! Che ce ne faremmo di una scusa?! Il nostro amico non
c’è più!” Urlò furioso, mentre Fred e
George lo prendevano per le braccia per fermarlo.
“Natsu… basta…” Fece Hermione, non riuscendo
a trattenere le lacrime.
Harry guardò la scena, chiudendo le mani a pugno.
“Sapevo che non l’avrebbero presa bene… Ma
speravo… non mi trattenessero qui con la loro
disperazione… Speravo di andarmene in pace… E invece pare
che non sia possibile…”
Quindi
vuoi tornare indietro?
Harry spalancò gli occhi, mentre tutto tornava bianco.
“È possibile?!”
La voce ridacchiò.
“Non sei morto.”
Disse, mentre un paio di braccia lo abbracciavano al collo da dietro.
“E spero che il giorno in cui parleremo di nuovo sia molto
lontano.”
Harry non riuscì a girarsi, ma davanti ai suoi occhi caddero
alcune ciocche rosse.
“Siamo fieri di te.”
Riprese la voce. “Continua
così, Harry.”
Le braccia lo lasciarono andare, allontanandosi.
Majutsu si girò per poter vedere chi gli stava parlando, ma
riuscì solo a intravedere una sagoma in lontananza, mentre tutto
si dissolveva, lui compreso.
“Aspetta…” Mormorò, tendendo la mano in
avanti, mentre il suo braccio cominciava a sparire.
“Aspetta!” Urlò.
~~~~~~~~~~~
Harry aprì gli occhi, ritrovandosi a guardare il cielo azzurro.
“Dove… Dove sono?” Chiese, poco prima di sentire un
peso sopra di lui, mentre un fiume di capelli scarlatti copriva la sua
visuale.
“Harry! Grazie al cielo!” Esclamò Erza,
abbracciandolo.
“Io… sono vivo?” Domandò, per poi sentire il
rumore di decine di passi che schizzavano l’acqua, mentre gli
altri membri della gilda correvano verso di loro, con l’eccezione
di Neville e Natsu, che avanzavano lentamente a causa delle ferite.
“Harry!” Si sentì chiamare da loro, mentre Titania
lo lasciava andare con un sorriso e il volto bagnato da lacrime di
gioia, che scendevano da entrambi i suoi occhi.
“Erza… il tuo occhio…” Mormorò
Majutsu, per poi guardarsi intorno.
La Torre del Paradiso era scomparsa del tutto, come ogni traccia
dell’Eterion.
“Come diamine hai fatto a sopravvivere a
quell’esplosione?!” Domandò Ron, guardandolo
sollevato.
Harry spalancò gli occhi, mentre il ricordo di quei secondi gli
tornava in mente.
“Io… credo solo di essere stato fortunato.” Rispose,
per poi guardare i presenti. “E
immagino di doverlo ringraziare…” Pensò,
sorridendo.
“Non fare mai più un’idiozia simile!” Lo
rimproverò Natsu. “Ci hai fatto preoccupare!”
“Mi dispiace…” Rispose. “Non ero in grado di
vedere un’altra via d’uscita… sono proprio stupido,
eh?”
“Puoi dirlo forte!” Affermò Erza. “Ma sei il
nostro stupido.”
“E poi, di certo non sei stupido quanto il fiammifero qui
presente.” Ridacchiò Gray, indicando Salamander, che
alzò subito un braccio in segno di protesta.
“Cerchi botte?! Guarda che ho ancora una piccola traccia di
Eterion dentro di me!”
“Harry Potter! Signore!” Chiamò una voce acuta,
anticipando l’apparizione di Dobby. “Finalmente sono
riuscita a trovarla! Il Master ha sentito che il Consiglio della Magia
ha lanciato un incantesimo potente, signore!”
“Che cos’è quella cosa?!” Esclamò
sorpreso Wally. “Non è affatto dandy!”
“Dobby! Che cosa ci fai qui?” Chiese Hermione.
“Dobby è venuto ad avvertirvi, signorina Granger. Master
dice che quell’incantesimo è pericoloso, e teme che
decidiate di andare a indagare.”
“Temo tu sia arrivato un po’ tardi…”
Commentarono i gemelli Weasley. “Vedi… Harry ha appena
distrutto l’Eterion…”
“Però il tuo arrivo e provvidenziale, Dobby.” Fece
il diretto interessato. “Pensi di riuscire a portarci sul
continente? Da quel che vedo, qui non è rimasta alcuna
imbarcazione per andarcene…”
“Certo Harry Potter, signore. Volete tornare alla gilda?”
“No, basterà l’hotel dove eravamo in
vacanza…” Rispose Erza, per poi guardare i suoi vecchi
amici. “E ovviamente verrete anche voi con noi.”
“Cosa, miao?!”
“Dici davvero, sorellina?”
“Certo!” Fece Gray. “In fondo ci avete aiutato, alla
fine. E ora è tutto finito.”
“Fairy Tail è sempre aperta a nuovi membri.”
Aggiunse Harry. “Saremo più che felici di avervi al nostro
fianco.”
“Proprio così!” Esclamò Natsu, per poi fare
una smorfia di dolore. “Ugh… temo di aver esagerato
stavolta…”
A quella frase tutti scoppiarono a ridere.
“E io stavo per rinunciare a
tutto questo?” Si chiese Harry, scuotendo la testa. “Dovevo essere proprio uscito di senno.”
Con questi pensieri in testa, e Fred e George che lo aiutavano a stare
in piedi, si voltò a guardare indietro.
“Grazie per la lezione…
mamma…”
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Un vulcano eruttò, mentre una scia di piccole luci si diresse
verso esso, entrando nel cratere e superando indenne la lava, fino a
ritrovarsi in una caverna.
“Che ci fai qui?!” Tuonò una voce che
rimbombò nell’aria.
“È da tanto che non ci si vede…”
“Mi sembra di averti proibito di venire qui… e di
immischiarti nella faccenda. Vattene subito, Grandine!”
“Ho avvertito la tua presenza nei dintorni…” Rispose
la seconda voce. “Quella ragazza…
Non fa altro che combinare un pasticcio dopo l’altro. Da chi
avrà preso, eh?”
Un paio di occhi si aprirono nell’oscurità della caverna.
“Stavolta ha avuto fortuna… Ma non potrà andare
sempre così.” Continuò. “Lei potrebbe morire…”
“Vattene.”
“Penso che un giorno dovrà incontrare Wendy… ma per
ora, vorrei che le venissi incontro.”
“Vatteneee!!!” Ordinò la prima voce, mentre le rocce
si rompevano sotto la forza di quattro artigli giganteschi. “Non
immischiarti nelle questioni umane!”
In tutta la sua maestosa presenza, un drago dalle squame rosse
uscì dalle tenebre, sputando un fiume di fiamme dalle sue fauci.
“Vuoi far perdere le staffe a Igneel?!” Ruggì
furioso, cominciando a far fondere le pietre attorno a lui.
“Già… Per quanto ci allarmiamo, non
c’è niente che possiamo fare…” Replicò
con calma l’altra voce, mentre le luci cominciavano ad
allontanarsi. “Non possiamo che avere fiducia negli esseri umani.
Zeref è… Non parliamone più…”
Il drago ruggì nuovamente.
“Non vedo l’ora che arrivi il giorno dell’incontro al
Festival del Re Drago… Igneel.” Fece Grandine.
~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~
“Ma tu guardalo…” Sospirò Gray, vedendo Natsu
dormire beato nel suo letto dell’hotel.
“Se ha davvero mangiato l’Eterion, non mi stupirei se
dovesse dormire per giorni interi.” Osservò Lucy,
sospirando a sua volta.
“Non credo. L’energia dell’Eterion che gli ho passato
io era filtrata, perciò non dovrebbe avere effetti troppo
negativi.” Spiegò Harry, entrando seguito da Neville, che
aveva il braccio ingessato e legato al collo. “Anche se
sinceramente, non pensavo di farcela… Quando ho mandato
giù l’Eterion, ho sentito subito il mio corpo bruciare, e
stavo perdendo la mia volontà. Solo un Dragon Slayer poteva
gestirlo senza troppi problemi.”
“Se non fosse per il fatto che bisogna venir cresciuti da un
drago, sarei tentato di diventare anch’io un Dragon
Slayer.” Commentò Fred.
“Se potessero diventarlo tutti, non sarebbe più una magia
rara. E comunque, non si sono più visti draghi da anni. E a
proposito di magia rara…” Fece Gray, voltandosi verso la
piccola Weasley. “Ginny, com’è che hai scelto quel
nome per la tua? Erza mi ha raccontato tutto e non mi pare fosse
inglese, e l’incantesimo di traduzione che ricopre tutta Fiore
non dovrebbe averti permesso di sentire un’altra lingua.”
Ginny si grattò il viso imbarazzata. “Beh… quando
ho scoperto di cosa si trattava, ho chiesto a Levy un consiglio…
e lei mi ha proposto quel nome. Significa letteralmente ‘Diario Magico’.”
“E con questo, tutti i Weasley di Fairy Tail hanno la propria
magia!” esclamò George, ridacchiando.
Il discorso venne interrotto dalla porta, che si aprì di nuovo
lasciando entrare Erza.
“Avete visto Sho e gli altri? Li ho cercati in tutto
l’hotel, ma nulla…”
“Come non ci sono?” Domandò Lucy, sorpresa.
“Credevo sarebbero rimasti con noi per aderire a Fairy
Tail.”
Erza non rispose, ma fu affiancata subito da Harry.
“Andiamo a cercarli. Devono essere andati in città. E
penso di sapere dove.”
“Era il mio stesso pensiero.” Rispose lei. “Svegliate
quel pigrone e ditegli di preparare i fuochi d’artificio.”
“Cosa? Perché?” Chiese Gray.
Titania gli rivolse un sorriso. “Ti sei già dimenticato la
cerimonia di addio?”
“Senti… credi che ce la caveremo nel mondo esterno?”
Domandò Wally, mentre lui, Miriana e Sho portavano una barchetta
a remi in acqua.
“Sono sicuro di sì.” Rispose Sho.
“Sei convinto di ciò che vuoi fare, miao?”
Il ragazzo abbronzato annuì. “Sì. Voglio
vederlo… l’altro mondo…”
“Sicuro?” Chiese una voce alle sue spalle, facendo voltare
i tre.
Harry e Erza si avvicinarono.
“E-Erza!” Esclamò Miriana. “Noi-”
“Non ve la sentite di restare con noi a Fairy Tail, vero?”
Intuì Titania, parlando con voce seria.
I tre distolsero lo sguardo.
“Ci spiace…” Ammise Wally. “Ma vogliamo vedere
il resto del mondo. Siamo sempre stati chiusi nella Torre…”
“E tu invece vorresti andare nel mio mondo, ho capito
bene?” Domandò Harry, guardando Sho. “Sai che se
dovessi anche trovare un modo, non potresti più fare ritorno qui
da solo?”
“Pensavo… Pensavo di cercare un mago degli Spiriti
Stellari e pagarlo per farmi trasportare lì…”
“Non funzionerebbe. Se gli Spiriti Stellari non sono mai stati in
quel mondo, non sanno come raggiungerlo.”
“Troverò un modo allora! La magia che avete lì mi
incuriosisce… inoltre, mi pare di aver capito che là i
maghi siano nascosti, no? Allora forse potrò anche vivere in
libertà, senza preoccupazioni…”
Harry sospirò, per poi guardare Erza, che annuì.
“Allora resta con noi. Abbiamo intenzione di tornare lì
tra un paio di settimane. Ti daremo un passaggio, poi sarai libero di
andare dove vuoi.”
“L-Lo fareste davvero? Anche con tutti i guai che vi abbiamo
causato?”
“Certo. E voi non volete andare con lui?” Chiese Titania,
rivolgendosi agli altri due amici, che scossero la testa.
“No. Ne abbiamo parlato, ma preferiamo restare qui. In fondo,
questo è il nostro mondo. Sarà altrettanto interessante
viaggiare alla sua scoperta.”
Erza sorrise, per poi far apparire un’armatura simile alla sua,
con la gonna più lunga e un mantello che svolazzava alle sue
spalle. In mano, al posto della tipica spada aveva una bandiera di
Fairy Tail.
“Se la vostra volontà è così forte, sono
certa che ve la caverete alla grande. Ora sono più
tranquilla.” Disse. “Ma prima, devo comunicare queste tre
regole a tutti coloro che abbandonano Fairy Tail. Ascoltate
attentamente!”
“Ma se non ci siamo nemmeno mai uniti a Fairy Tail!!!”
Replicò Wally, guardandola incredulo.
“Uno!” Esordì Titania, ignorando il suo commento.
“È vietato rivelare a chicchessia qualsiasi informazione
che potrebbe danneggiare Fairy Tail!
“Due! Non potete mettervi in contatto con i nostri clienti e
trarne profitto senza una nostra specifica autorizzazione!”
“Ma non siamo in possesso di informazioni che potrebbero
danneggiare la gilda!” Ribatté l’uomo quadrato.
“E che cos’è un cliente?” Domandò
Miriana.
“Tre! Se la vostra strada dovesse rivelarsi sbagliata, dovrete
andare avanti… con tutte le vostre forze! Non dovrete mai
sottovalutare il valore della vita!”
“Sorellina…” Fece Sho, guardandola cominciare a
piangere.
“E non azzardatevi a dimenticare mai gli amici che vi vogliono
bene!”
A quel punto nemmeno loro tre riuscirono a trattenere oltre le lacrime.
“Cerimonia d’addio in stile Fairy Tail!”
Dichiarò Erza, alzando la bandiera in alto. “Via!!!”
A quel comando, Natsu, che si trovava pochi metri più in
là, cominciò a masticare del fuoco, per poi sputarlo
verso l’alto. La fiamma corse verso il cielo accompagnata da un
fischio, dopodiché esplose creando un fuoco d’artificio
pieno di colori.
“Che questi fuochi d’artificio sboccino nei vostri
cuori!” Gridò ancora Erza.
“E c’è anche il ghiaccio!” Esclamò
Gray, lanciando in aria la sua magia, creando così delle
esplosioni con il suo elemento.
Subito dopo si aggiunsero anche i gemelli, Lucy e Ron, dando
così il via a uno spettacolo pirotecnico che sarebbe rimasto nei
ricordi degli spettatori per molti anni.
“In realtà…” Riprese la Regina delle Fate,
guardando i suoi vecchi amici. “…vorrei restare sempre con
voi… ma se questo rappresenta un ostacolo per voi, vi posso solo
augurare buona fortuna per questo viaggio.”
“Non è come credi, Erzuccia!” Pianse Miriana.
“Se restassimo qui, non faremmo altro che farti tornare in mente
un brutto momento della tua vita!” Aggiunse Wally.
“Ovunque sarete, non vi dimenticherò.” Disse Erza.
“E poi… i ricordi dolorosi sono le pietre su cui si
costruisce il futuro. Ci rendono forti… e questo potere è
un potere di cui tutte le persone sono dotate.
“Siate forti!” Sentenziò Titania. “Proprio
come voi, anch’io continuerò a camminare fino al giorno in
cui ci rivedremo!”
Dopo ciò, Wally spinse la barca in acqua, per poi saltarci
dentro.
“Anche voi!” Urlarono lui e Miriana assieme, salutandoli
con la mano. “Ci rivedremo! È una promessa!”
“Senza dubbio!” Rispose Sho. “Questo è solo un
arrivederci, non un addio!”
~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~
“Vieni avanti, Draco Malfoy.” Disse una voce.
Klaun si tolse la maschera, per poi avanzare, chinandosi di fronte a un
uomo in penombra, seduto su un trono. Accanto a lui c’era
Urrutia, affiancata da altre sei figure nascoste nell’ombra.
“Urrutia mi ha riferito il tuo operato, e mi ha detto che hai
soddisfatto appieno le aspettative. Come il tuo lavoro di spionaggio a
Hogwarts.”
“Sissignore.” Rispose lui, senza alzare la testa.
“Nessuno sospetta nulla. Per loro, Draco Malfoy e Klaun sono due
persone totalmente differenti, senza alcun collegamento tra di
loro.”
“Perfetto. Allora direi che ti sei pienamente meritato il tuo
posto nella nostra gilda. Sappi che non tollererò alcun tipo di
tradimento, e non esiterò a schiacciarti con le mie stesse
mani.”
“Non è mia intenzione tradirla, Master.” Disse
Malfoy.
“Alzati allora e mostrami la schiena. Inciderò io stesso
il glorioso simbolo di Grimoire Heart!”
Draco obbedì, per poi togliersi i vestiti e restando scoperto
dalla vita in su, quindi si girò, mostrando la schiena nuda al
Master, che alzò la mano.
Immediatamente un disegno nero cominciò a prendere forma sulla
sua pelle: un cuore spinato spaccato in due con una spina a trafiggere
in basso ogni metà.
“Benvenuto a Grimoire Heart, Draco Malfoy. D’ora in poi
sarai conosciuto ufficialmente come Klaun, e rappresenterai il fiume
Acheronte, visto il compito che ti è stato affidato.”
“È un onore, Master.” Fece lui, rivestendosi, per
poi affiancare la figlia di Ur, sotto lo sguardo degli altri membri
presenti.
“Hai qualche altra notizia per noi, Urrutia?” Chiese il
Master.
“Il Consiglio della Magia l’ha fatta grossa, perciò
non potrà svolgere le sue funzioni per un po’. È
anche possibile che l’intera organizzazione venga sciolta.”
“Ottimo. E hai notizie di Gerard?”
“Probabilmente è morto.”
“Mi fa quasi pena.” Intervenne Draco. “Credeva di
manipolarci, e invece non si è nemmeno reso conto che sei stata
tu a manipolarlo per tutto questo tempo.”
La ragazza ridacchiò. “Già. In questi anni non si
è mai accorto che ero io a fingere di essere lo spirito di
Zeref. Il lavaggio del cervello è andato bene e ha spinto la
cosa.”
“Tutto il polverone sollevato intorno al Consiglio della
Magia… Il lancio dell’Eterion… Tutto è
andato secondo i piani.” Osservò il Master.
“Proprio così. E ora che Gerard è irreperibile,
possiamo agire liberamente.”
“Ne ho approfittato per ottenere una chiave che permette di
sciogliere il sigillo.”
“Ottimo.” Asserì Urrutia. “Povero
Gerard… Non avrebbe mai potuto far rivivere Zeref. Anzi, nessuno
avrebbe potuto farlo… Perché Zeref è vivo. Sta
solo dormendo…”
~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~
“Sai Harry, c’è ancora una cosa che non mi è
chiara.” Fece Neville, mentre finalmente libero dal gesso portava
il suo baule verso la gilda, per tornare a casa. “Come hai fatto
a salvarti nella Torre? Credevo che la Lacrima ti avrebbe
assorbito…”
Harry si guardò intorno, per poi fermarsi. “Te lo
dirò, ma tu non dovrai rivelarlo a nessuno. Soprattutto a
Erza.”
“Eh? Okay… ma perché?”
“Gerard mi ha aiutato.” Rispose Majutsu, abbassando lo
sguardo. “O almeno credo fosse lui… l’aspetto era lo
stesso, ma l’aura che emanava… era positiva. Tutta la
negatività che si sentiva in lui prima sembrava essere scomparsa
nel nulla. Potrei anche essermelo sognato, certo, però…
forse era davvero riuscito a liberarsi alla fine.”
“Dici che è possibile?” Domandò Paciock,
senza nascondere i dubbi nella sua espressione.
“Chissà. Probabilmente solo il tempo ce lo dirà, ma
non sappiamo nemmeno se è ancora vivo. Tutta la Torre del
Paradiso è scomparsa. Non sono rimaste nemmeno le macerie. Anche
il corpo di Shimon è andato perduto…”
Neville decise di non chiedere altro, per poi riprendere la loro
camminata.
Quando entrarono nell’edificio della gilda vennero accolti da
Hermione, che sventolava due lettere in pergamena, mentre poco lontano
da lei Fanny prendeva del cibo da Luna.
“Oh, quindi sono arrivate!” Disse Majutsu, raggiungendola.
“Già! E anche voi quest’anno potrete andare a
Hogsmeade!” Esclamò Fred.
“Hogsmeade? Non è la stazione?” Chiese Lucy.
“Sì, ma è anche uno dei pochi villaggi
esclusivamente magici. Lì ci sono negozi e bar, e agli studenti
dal terzo anno in su è concesso ogni tanto di andarci. Basta
avere la firma dei genitori o dei tutori.”
“Allora temo ci sia un problema.” Osservò Harry,
leggendo la sua lettera.
“Uh?”
“Silente mi ha scritto una nota. Mentre per Erza, Natsu, Gray e
Lucy non c’è problema, visto che ha fatto risultare il
Master come tutore, per me la questione è diversa…
Ufficialmente, risulto ancora sotto la tutela dei Dursley.”
“Che cosa?!” Esclamarono i membri della gilda, compresi
quelli che non partecipavano alla missione.
“Questo significa…” Cominciò il Dragon Slayer.
“Significa che mi toccherà andare a fargli una visitina
prima dell’inizio della scuola per farmi firmare il
permesso.”
“Beh, possiamo andarci subito.” Propose Titania.
“Siamo ancora un po’ in anticipo, quindi possiamo poi
procedere a piedi verso Diagon Alley.”
“Diagon Alley? Credevo doveste andare a Hogwarts.”
Commentò Sho, avvicinandosi, con solo uno zaino come bagaglio.
“Hogwarts è la nostra scuola, ma Diagon Alley è
l’unico luogo dove possiamo trovare il materiale che ci serve per
le lezioni.”
“Capisco… allora penso che prima o poi andrò a
visitarla, ma prima voglio esplorare il mondo Babbano, come lo avete
chiamato voi.”
Erza annuì, mentre Fanny si alzava in volo.
“I bagagli lasciateli pure a noi.” Disse Ron. “Ve li
manderemo tramite Polvere Volante. O se volete raggiungerci non credo
che per i nostri genitori sia un problema.”
“Vi ringraziamo, ma non vogliamo approfittare della vostra
ospitalità. Resteremo al Paiolo Magico questa volta.”
“D’accordo. Allora direi che è il momento di
salutarci per ora.” Fece Makarov, avvicinandosi.
“Aspettate!” Urlò una voce, anticipando Juvia, che
corse verso di loro. “Viene anche Juvia!”
“Temo non sia possibile…” Rispose Harry, sincero.
“Sfortunatamente, il tuo corpo verrebbe subito rilevato, visto
che emana magia da ogni poro. E da noi non esiste una magia come la
tua.”
“Ma Juvia non vuole lasciare Gray proprio ora che è
entrata in Fairy Tail!” Replicò lei.
“E io cosa c’entro?!” Ribatté il mago del
ghiaccio, facendo scuotere la testa a gran parte dei presenti.
“Tranquilla, torneremo preso. E comunque, puoi sempre lasciare i
tuoi messaggi per noi al Master. Abbiamo creato una specie di servizio
postale tra i due mondi grazie agli Spiriti Stellari di Lucy.”
“Juvia… Juvia ha capito.” Rispose sconsolata la maga
dell’acqua. “Molto bene allora! Juvia diventerà
ancora più forte mentre vi aspetta!” Esclamò
rianimandosi.
“Bene… allora, per adesso ci dividiamo qui.” Disse
Harry, guardando gli altri.
Sho sorrise. “Già. Grazie ancora di tutto. Spero di
rivedervi presto. E tranquilli, ho capito che non dovrò usare la
magia in presenza di qualcuno. Non voglio di certo farmi
arrestare.”
“Io invece dovrò riferire a mio padre che la ricerca dei
Nargilli non è andata bene…” Intervenne Luna,
sospirando. “Sono sempre più rari da trovare…”
“Noi invece vi faremo sapere quando andremo a Diagon
Alley!” Esclamarono i gemelli. “E ovviamente, continueremo
a pensare a nuovi modi per usare la nostra magia!”
“Lo stesso vale per me.” Aggiunse Hermione. “Voglio
anche assicurarmi che da noi non esista una magia come l’Eterion.
Perciò è probabile che verrò a Diagon Alley
più volte per fare ricerche al Ghirigoro.”
“Io invece credo verrò messo sotto interrogatorio da mia
nonna.” Ridacchiò Neville. “Dopotutto, mi
vedrà tornare a casa pieno di bende. Mi chiedo come
prenderà la notizia che sono stato quasi
polverizzato…”
“Quella è un’informazione che noi invece non
diffonderemo.” Replicò Ron, mentre la sorella annuiva.
“Nostra madre ci farebbe rimpiangere la Torre…”
Fanny stridette, indicando di voler andare.
“Sembra che non possiamo aspettare di più. Allora buona
fortuna, Sho.” Disse Erza, guardando l’amico, mentre Happy
usava la magia di trasformazione per riprendere sembianze umane in
attesa di incontrare nuovamente la McGranitt.
“Anche a te, sorellina. E per piacere… vivi. Vivi anche
per Shimon.”
Titania annuì. “Non mi arrenderò di fronte a
niente.” Rispose, vedendolo scomparire nelle fiamme della fenice,
seguito uno ad uno dagli altri, finché nessuno degli studenti di
Hogwarts rimase nella gilda.
“Bene, e ora avremo un po’ di pace. Il Consiglio è
stato sciolto, quindi almeno per qualche tempo non ci arriveranno
troppe critiche.” Disse Makarov.
“Quindi è così che stanno le cose, eh?” Disse
una voce, mentre una figura entrava nella gilda.
“Tu?!” Urlò subito Jet, alzandosi in piedi.
“Calma, calma.” Intervenne il Master. “L’ho
invitato io qui. Non ti aspettavo di vederti così presto,
Gajil.”
Il Dragon Slayer di metallo sbuffò. “Essere senza una
gilda non è poi così vantaggioso come pensavo. Sono in
pochi a rivolgersi a dei mercenari. E speravo di poter avere una
rivincita da Salamander, ma sembra che sia arrivato tardi, eh?”
“Dovrai aspettare qualche mese. Nel frattempo, perché non
ti occupi di qualche missione?”
Gajil ridacchiò, per poi girarsi, mostrando in prossimità
della spalla sinistra il tatuaggio di Fairy Tail.
“Come vuoi, vecchio.” Rispose, allontanandosi sotto lo
sguardo incredulo dei presenti.
-----------------------------
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
E così, anche la saga de "La torre del Paradiso" è giunta
alla sua fine, e con essa anche la maggior parte dei misteri, sebbene
questi abbiano lasciato lo spazio solo ad altri XD.
Questa volta, oltre al capitolo, ho anche un'altra notizia: dopo
diverso tempo passato a pensarci sopra, ho deciso di creare anch'io una
pagina facebook! E lì vi sarà possibile ogni tanto
leggere qualche spoiler su questa storia, come sulle altre e magari
anche su qualche progetto ancora inedito... Chi mi seguirà
potrebbe scoprirne uno a breve XD. Il link dovrebbe essere
raggiungibile dalla mia pagina autore, se così non fosse
scrivetemi pure per mp.
Bene, detto ciò vi lascio, e ricordatevi: nel prossimo capitolo
ci sarà il grande colpo di scena che annunciai tempo fa... e
sarà solo il primo!
Alla prossima!
“Vernon!!!”
Urlò una voce stridula, appartenente a una signora magra, bionda
e con un collo quasi due volte più lungo del normale. “Il
ragazzo è sparito!”
“Come? Ne sei sicura?” Domandò un uomo nerboruto,
quasi senza collo e con un grosso paio di baffi, che stava leggendo un
giornale seduto al tavolo, senza mostrare alcuna preoccupazione nella
sua voce. “Finalmente!”
“Ma… se dovessero venire qui a chiedere-”
“Se n’è andato lui via di casa!”
Esclamò Vernon Dursley, chiudendo il giornale. “E
sinceramente, è l’unica cosa decente che ha fatto finora!
Spero proprio che non gli passi per la testa di tornare!”
“Però-”
“Petunia, cara, so che è tuo nipote, però sappiamo
bene cos’è davvero. Nient’altro che un mostro! Hai
visto anche tu, no? Nonostante gli avessi tagliato quegli orribili
capelli, lui se li è fatti ricrescere in una sola notte! Poi
quando è finito su quel tetto… Meglio averlo lontano da
noi!”
“Sì… forse hai ragione…” Rispose la
moglie, annuendo. “Così anche Dudley sarà meno
influenzato.”
“Assolutamente vero! Finalmente in questa casa non si
sentirà mai più parlare di magia e di altre
stramberie!”
A loro insaputa, nascosto dietro la porta, il loro unico figlio aveva
sentito tutto quanto.
~~~~~~~~~~Fine
flashback~~~~~~~~~~
“Quindi tu vivevi qui?” Chiese Erza, guardando Privet Drive
in lungo e in largo, mentre lei, Harry e gli altri avanzano nella via,
apparentemente deserta. “Devo dirlo… proprio un
posto… come dire…”
“Noioso? Banale? Triste?” Concluse per lei Majutsu,
ridacchiando. “Concordo in pieno. Non ne ho mai sentito la
mancanza. E se non fosse stato per questo stupido modulo, avrei
continuato a starci lontano.”
“Sicuro che non posso bruciare la casa?” Domandò
Natsu.
“Non possiamo usare la magia, lo sai.” Rispose Lucy,
sospirando, per poi rivolgersi a Harry dopo aver guardato le case.
“Ma i tuoi zii erano ricchi?”
“Uhm… non proprio… diciamo che non si facevano
mancare nulla, ma da qui a essere ricchi… di certo non sono ai
livelli della tua famiglia.”
“O della tua.” Aggiunse Gray, ridacchiando.
“Sì, in effetti hai ragione…” Ammise
l’altro moro. “Ma di certo preferisco la nostra gilda. Sa
mille volte più di casa rispetto a una qualsiasi di
queste.” Il moro si fermò di fronte a una villetta, al cui
cancello era appeso il numero 4. “In particolar modo, di
questa.”
“Sai, penso sia una fortuna che il Master non sia venuto. Credo
avrebbe bussato usando uno dei suoi pugni.” Commentò Erza,
mentre percorrevano il vialetto, fermandosi di fronte alla porta.
Harry fece un profondo respiro, per poi suonare il campanello.
Dovettero attendere solo qualche secondo prima di sentire la maniglia
girare, per poi lasciare che la porta si aprisse, rivelando un ragazzo
biondo di corporatura assai robusta.
“Chi siete?” Domandò lui, guardandoli uno a uno.
“Ciao… Dudley.” Lo salutò Majutsu, con ben
poco entusiasmo nella voce. “Vedo che non sei cambiato più
di tanto.”
Il ragazzo lo fissò per qualche secondo, per poi sgranare gli
occhi quando riconobbe la cicatrice. “Tu?!” Esclamò
sorpreso. “Che cosa ci fai tu
qui?”
“Credimi, se avessi potuto farne a meno, l’avrei fatto.
Provo il tuo stesso piacere nel rivederti.”
“Ne dubito fortemente.”
“Sono io, o mi ricorda terribilmente Malfoy?”
Sussurrò Lucy a Gray, che annuì.
“E loro chi sono? Tuoi… simili?”
A quella parola tutti gli rivolsero uno sguardo sprezzante.
“Sono coloro che chiamo famiglia. Una vera famiglia.”
Replicò Harry gelido. “Qualcosa che qui non ho mai
sentito.”
“Dudders? Chi è?” Chiese una voce da dentro.
“Ospiti indesiderati.” Rispose lui, senza voltarsi.
A quella frase, Petunia uscì di corsa dalla cucina, raggiungendo
la porta d’ingresso.
“Tu? Sei tornato?”
“Ciao zia. Vedo che nemmeno tu sei cambiata. E se i miei ricordi
non m’ingannano, di là c’è anche la cara zia
Marge, vero?”
“Ti era simpatica?” Chiese sorpresa Lucy.
“La odiavo con tutto me stesso.” Rispose lui.
“Che cosa vuoi?”
“Immagino tu lo sappia. Sono al terzo anno, e credo che mia madre
abbia chiesto ai vostri genitori di firmare un modulo. Sfortunatamente,
per la legge voi risultate ancora miei tutori.”
“E credi che io o Vernon firmeremo qualcosa per te e per quella
scuola?”
Harry sospirò. “Sapevo che sperare che me lo firmaste
subito per sbarazzarvi di me sarebbe stato troppo. Cos’è
che volete? Sfortunatamente non sono più disposto a lavorare per
voi.”
“Vogliamo solo che tu e i tuoi… amici, ve ne andiate.”
Replicò la donna.
“Non senza quella firma. Siamo disposti a tornare qui tutti i
giorni, finché non ce l’avrai concessa.”
Petunia sbuffò.
“Vieni dentro Dudley. È meglio starne lontano. Non sai
quanto possano essere pericolosi.”
Il ragazzo annuì, per poi guardare storto il cugino e rientrare.
“Beh, che cosa facciamo? Entriamo e li pestiamo finché non
ti firmano il permesso?” Chiese Natsu.
“Non essere ridicolo.” Replicò Erza. “Vuoi
farci arrestare per tentato omicidio? Qui non sono elastici come da
noi.”
“Sinceramente, con tutti i danni che abbiamo causato, è un
miracolo se non ci hanno chiusi in prigione a vita…”
Mormorò sconsolata Lucy.
“Torneremo qui domani, e il giorno dopo se necessario. Prima o
poi si arrenderanno.” Fece Majutsu, facendo dietro front.
Ma si fermò subito.
Mentre loro parlavano, un grosso cane nero si era avvicinato,
fermandosi all’entrata del vialetto a fissarli.
“Ehi… quel cane sì che è
grande…” Fece Gray, per poi guardare Happy.
“Che c’è?” Domandò lui.
“Ancora mi chiedo perché i topi ti fanno paura e i cani
no… sei un controsenso…”
“Però mi piace il pesce, aye!” Rispose lui,
sorridendo.
“Harry?” Chiamò una voce, anticipando una signora di
mezza età, che stava passando davanti in quel momento.
Il cane, spaventato, corse via.
“Signora Figg?” Chiese conferma Majutsu, guardando la
signora, che annuì.
“Cielo, come sei cresciuto.” Continuò lei, per poi
guardare gli altri membri di Fairy Tail. “E loro devono essere i
tuoi compagni, eh?”
“Come ha fatto a capirlo?”
La signora ridacchiò. “Mi piace tenermi informata su
ciò che succede in giro. La vostra foto era davvero bella. Siete
un gruppo davvero numeroso.”
A quelle parole tutti quanti spalancarono gli occhi.
“Signora Figg… lei è una st-”
“Sfortunatamente, no.” Lo interruppe lei. “Sono una
Magonò. Mi dispiace non averti potuto aiutare in alcun modo, ma
come immagini, non potevo venirti a dire la verità di punto in
bianco. Probabilmente non mi avresti creduto.”
“Sì, ha avuto qualche difficoltà anche quando ci
è quasi caduto addosso…” Commentò Gray,
ricevendo un pugno in testa dal diretto interessato.
“Vedi di essere preciso. Sono solo apparso in mezzo a voi.
Così sembra quasi che io sia caduto dal cielo!”
“Oh, sì, Albus mi ha accennato qualcosa del genere.”
Asserì la signora Figg. “Sai… era mio compito
verificare che non ti accadesse niente… Non hai idea di come mi
sia sentita quando ho saputo che eri scomparso.”
“Mi spiace, ma anche volendo tornare, non avrei saputo come
fare.”
“Ma dove siete in alloggio? Non mi pare ci siano hotel qui in
zona.” Disse lei, guardandosi attorno come per cercare qualcosa.
“Pensavamo di accamparci in qualche parco.” Rispose Erza,
sincera.
“Non siate ridicoli. Lasciate che vi ospiti io. Spero non vi
diano fastidio i gatti.”
“Non credo, aye!” Esclamò Happy, facendo scoppiare a
ridere tutti quanti, sotto lo sguardo incuriosito della donna.
Sopra di loro, nascosto dietro una finestra appena socchiusa, Dudley
rimase in silenzio, per poi guardare fuori, notando che al cugino era
scivolato qualcosa dalla tasca.
TUMB
Harry si
girò sotto le coperte, infastidito da quel rumore.
TUMB
“Chi…”
Mormorò, aprendo gli occhi e guardandosi in giro.
I gatti presenti nella sala, attorno al divano su cui dormiva, erano
fermi, sebbene tutti con le orecchie all’insù,
probabilmente a causa del rumore che lo aveva svegliato.
TUMB
Majutsu si
voltò verso la finestra, dove vide una mano battere contro il
vetro.
Si diresse subito ad aprirla, trovandosi di fronte l’ultima
persona che pensava di vedere.
“Possiamo parlare un attimo?” Chiese Dudley.
“Perché?”
“Che c’è? Tuo cugino non può desiderare di
parlarti dopo non averti visto per anni?”
“No, se il detto cugino si divertiva a usarmi come bersaglio per
i suoi pugni.”
“Per piacere.” Insistette lui serio, facendo sgranare gli
occhi a Harry, che a quel punto annuì, saltando fuori dalla
finestra subito dopo.
“Allora?”
Dudley si portò una mano in tasca, tirando fuori il modulo per
Hogsmeade, firmato.
“Ti era caduto prima.” Spiegò, mentre Harry si
portava le mani in tasca per verificare, dandosi dello stupido per non
essersene accorto prima. “L’ho fatto firmare a papà
dicendogli che era un’autorizzazione per la mia scuola. Fortuna
non legge mai e si limita a firmare.”
“… Perché lo hai fatto?”
“Detto francamente, voglio te e gli altri tuoi amici maghi fuori
dai piedi il prima possibile.”
“Allora avevo visto giusto: tu sei a conoscenza della
magia.”
“Ho sentito mamma e papà parlarne dopo che sei sparito.
Loro non sanno che l’ho scoperto. Mi prometti che se ti do questo
modulo non vi farete più vedere?”
Harry per tutta risposta glielo strappò di mano. “Abbiamo
un accordo. Se fosse stato per me, non sarei tornato qui nemmeno
stavolta. Io e i miei amici siamo piuttosto indipendenti e di certo non
mi mancavate.”
Dudley annuì, concordando, per poi mettersi le mani in tasca e
cominciare ad allontanarsi, fermandosi però dopo pochi passi.
“Sei cambiato. Prima non mi avresti tenuto testa
così.” Osservò.
“Vivi un solo decimo di ciò che ho vissuto io e ne
possiamo riparlare.”
Dudley sbuffò. “Come se m’interessasse la vita di
voi folli.” Fece, allontanandosi.
Harry restò a guardarlo sparire nell’oscurità della
notte, per poi portare la sua attenzione sul modulo, dove ora appariva
la firma di suo zio.
“Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato grazie a lui?
Ero davvero pronto a stare qui per giorni interi…”
Ridacchiò, per poi alzare di colpo lo sguardo.
Di fronte a lui c’era di nuovo il cane che avevano visto qualche
ora prima.
“Ehi… sei tornato, eh?” Fece, mettendo in tasca il
modulo e avvicinandosi all’animale, che restò immobile al
suo posto. “Non dirmi che vuoi venire con noi. Mi dispiace, ma
temo che gli animali grandi come te non siamo ammessi nella nostra
scuola.” Disse, posandogli una mano sul muso per fargli delle
coccole.
Il cane però spostò subito la testa.
“Siamo timidi, eh? O forse ho ancora su di me dei rimasugli
dell’Eterion…?” Rifletté con un sorriso
triste. “Immagino che per gli animali sia un odore
insopportabile…”
Il cane lo guardò, piegando la testa di lato come per chiedere
più informazioni.
Harry tuttavia si limitò a girarsi, per poi saltare direttamente
dentro il salotto della signora Figg passando nuovamente dalla finestra.
“Mi spiace, ma è meglio se vai. Sono sicuro che troverai
un padrone con cui rischierai la vita decisamente meno volte che con
me.” Gli disse sorridendo, per poi tornare sul divano, deciso a
riaddormentarsi.
Il cane restò a guardare la finestra ancora qualche minuto, per
poi correre via.
“Quindi possiamo già andare a Diagon Alley?” Chiese
sorpresa Lucy.
“Cavoli, non pensavo che sarebbe stato proprio tuo cugino ad
aiutarti.” Commentò Natsu. “Da come ce lo avevi
descritto e per come si è presentato…”
“Sono rimasto sorpreso anch’io.” Ammise Harry.
“Io invece un po’ me lo aspettavo.” Intervenne la
signora Figg, ottenendo l’attenzione dei ragazzi. “Da
quando sei sparito, Dudley è cambiato. Non troppo, ma nel suo
caso è stato un cambiamento non da poco. Ad esempio, ha smesso
di fare il bulletto. Probabilmente si è sentito in qualche modo
in colpa per la tua scomparsa.”
“Non mi dire… Di questo passo rischio di doverlo
rivalutare…” Ridacchiò Majutsu. “Okay,
è meglio andare. Londra è un po’ lontana da qui
e-”
“Non vorrete andarci a piedi, vero?”
“Perché no?” Domandò Natsu. “Che
c’è di strano?”
“Vi ci vorranno ore per arrivarci!”
“Siamo abituati a camminare per giorni.”
“Piccola precisazione: loro
sono abituati, io no.” Obiettò Lucy.
“Non potete chiamare il Nottetempo?”
“Il cosa?” Dissero tutti assieme.
“È un mezzo di trasporto magico. Ed è l’unico
per cui i minori possono usare la magia per chiamarlo. Basta puntare la
bacchetta dritta verso la strada. Arriverà subito.”
“Davvero possiamo?”
“Sì, ed è anche abbastanza economico. Almeno,
così mi hanno detto. Non potendo usare la magia non l’ho
mai provato.”
“Beh, tentare non nuoce. Ci penso io e-” Cominciò
Natsu, subito tirato indietro da Erza.
“Meglio di no. Rischieresti di distruggere qualcosa.”
Affermò, tirando fuori la bacchetta e facendo come detto dalla
signora Figg.
Immediatamente, l’aria fu riempita dal rumore di freni azionati
bruscamente, mentre di fronte a loro si fermava un autobus a tre piani
di un viola intenso, con scritto sul parabrezza in lettere d’oro Nottetempo.
Subito un uomo in uniforme viola scese dall’autobus.
“Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per
maghi e streghe in difficoltà.” Annunciò ad alta
voce. “Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove
volete. Mi chiamo Stan Picchetto e sono il vostro bigliettaio per
oggi.”
I maghi di Fairy Tail lo guardarono per qualche secondo limitandosi a
sbattere le palpebre.
“Perché da noi dobbiamo andare ogni volta in stazione o
prendere in affitto delle carrozze?” Domandò Lucy.
“Ehi… siete un gruppo numeroso.” Osservò Stan.
“Già… Potete portarci a Diagon Alley?” Chiese
Harry.
“Per undici falci a testa.”
Majutsu si portò le mani in tasca, tirando fuori un po’ di
monete.
“Sì, ce la facciamo.” Disse finendo di contare.
“Allora sette biglietti, grazie.”
“Sai, ora che ci penso…” Fece Natsu, mentre
salivano. “È la prima volta che prendiamo un autobus.
Sarà un viaggio tranquillo, vero?”
“Beh, non ne prendo uno da anni, però sì, dovrebbe
essere un viaggio comodo.”
A quelle parole Stan sorrise, per poi rivolgersi all’autista.
“Diamoci una mossa, Ern.” Disse, mentre le porte si
chiudevano.
E con un sonoro BANG, i maghi si ritrovarono schiacciati sui sedili,
mentre l’autobus correva a velocità folle sulla strada.
“Che cos’avevi detto prima?!” Urlarono tutti contro
Harry.
Dudley osservò l’autobus scomparire in una scia violacea,
per poi sospirare, chiudendo la finestra.
“Finalmente se ne sono andati…” Mormorò, per
poi lasciare la stanza e andare fuori, salutando velocemente la madre e
la zia.
Si diresse verso un parco lì vicino, dove sapeva che a
quell’ora della mattina non ci sarebbe stato nessuno. Si sedette
su un’altalena, sospirando.
“Perché è dovuto tornare?” Si chiese,
guardando in basso, per poi portare una mano in tasca, tirando fuori
una lettera chiusa. “Non importa… sarà meglio che
adesso vada a spedire questa… o mamma e papà si
arrabbieranno…”
Un lungo miagolio attirò la sua attenzione. Dudley spostò
lo sguardo, ritrovandosi a fissare un grosso gatto dal pelo rosso che
lo guardava dal basso.
“E tu che vuoi?” Buttò il ragazzo, poco prima che il
gatto saltasse contro di lui, prendendo la busta tra i denti e
scappando l’attimo seguente.
Dudley sbiancò, cominciando a corrergli dietro.
“Fermati! Lasciala andare!” Gli urlò, mentre
cominciava a sentire l’affaticamento per la corsa improvvisa,
cosa a cui non era abituato.
Il gatto tuttavia continuò lungo la via, finché non
girò in un vicolo in mezzo a due palazzine.
Il Dursley lo seguì, frenando la sua corsa quando vide il gatto
fermo di fronte a un muro.
“F-Finalmente…” Ansimò, asciugandosi il
sudore e facendo per andargli incontro.
Ma si fermò quando vide una mano pallida uscire dal cono
d’ombra e prendere la lettera dalla bocca del gatto, che
miagolò soddisfatto quando l’altra mano lo
accarezzò sulla testa.
“Oh, questa sì che è una sorpresa.”
Asserì una voce maschile, per poi mostrare una bacchetta, che
puntò verso Dudley.
Il ragazzo per tutta risposta aveva cominciato a indietreggiare, solo
per andare a sbattere contro una parete invisibile.
“Mi spiace, ma temo di doverti tenere qui un po’…
Dudley Dursley.” Fece l’uomo, restando sempre in penombra.
“C-Chi sei? E c-come fai a sapere il m-mio nome?”
“Mi prendi per stupido? So leggere un nome su una busta.”
Rispose lui, ridendo. “Ed era parecchio che non ne vedevo una
simile…”
“B-Beh… puoi a-andare in un ufficio p-postale e prenderla
l-lì e-”
“Dubito fortemente che questa
lettera si trovi in un qualunque ufficio postale. Da quanto mi risulta,
sono un numero limitato.”
Dudley deglutì.
“Ma se mi ricordo bene di Petunia, non mi stupisco della tua
stupidità.”
Il ragazzo a quel punto spalancò gli occhi, cominciando a
tremare vistosamente. “C-Come…”
L’uomo a quel punto decise di uscire allo scoperto, mostrandosi
totalmente al ragazzo, che al solo vederlo impallidì
ulteriormente.
“N-No… ti prego, lasciami andare! Non dirò a
nessuno di averti visto, ma lasciami andare!”
“Oh, deduco che tu mi conosci.”
“Certo che ti conosco! Sei su tutti i telegiornali! S-Sei Sirius
Black, il pluriomicida evaso!”
“Oh, sono così famoso? Devono avere proprio una grande
paura di me per parlarne anche tra i Babbani.” Ridacchiò
l’uomo, per poi farsi serio. “Ora… sono in una
situazione abbastanza… complicata.”
“E c-con ciò? I-Io sono solo un r-ragazzo
qualunque…”
“Davvero? E allora perché avevi questa tra le mani?”
Domandò Black, mostrando la busta, per poi cominciare a leggere.
“Signor D. Dursley, Cameretta, 4 Privet Drive.”
Dudley sembrò pietrificarsi.
“Ormai dovresti aver capito che cosa sono… visto che siamo
uguali-”
“No!” Urlò di colpo il ragazzo, riacquistando un
po’ di coraggio. “Io non voglio averci niente a che
fare!”
Sirius Black lo guardò serio. “Ma tu guarda… ti
hanno fatto proprio bene il lavaggio del cervello, eh? Per costringerti
a dire simili cose…”
“I miei genitori non lo sanno!” Replicò Dudley.
“Non sanno che io sono un mostro!”
“Un mostro, eh?” Ridacchiò l’uomo.
“Credimi… tu non hai la più pallida idea di cosa
sia un vero mostro.”
“Insomma, che cosa vuoi da me?!”
“Oh, giusto, stavo divagando. Vedi… mi serve il tuo
aiuto.”
“Che cosa può volere da me un serial killer?”
Black lo fulminò con lo sguardo. “Vendetta.” Si
limitò a dire. “E mi serve qualcuno in grado di farmi
entrare senza destare troppi sospetti nel posto dove potrò
ottenerla.”
“B-Beh… non contare s-su di me! Non ti
aiuterò!”
L’uomo lo guardò, per poi annuire, muovendo la bacchetta,
facendo sparire la barriera.
“Molto bene allora. Sei libero di andartene.” Fece,
girandosi.
Dudley lo guardò sorpreso. “D-Davvero? T-Tutto qui? Non
è che a-appena mi giro mi u-uccidi?”
“No, no, tranquillo. Vai pure.”
Dudley non se lo fece ripetere due volte e si voltò.
“Ma sappi che farò sì che i tuoi genitori scoprano
la verità. Ho più modi per farglielo sapere in maniera
anonima. Non sarebbe giusto nascondergli una cosa simile…”
Il ragazzo si bloccò all’istante. “N-Non
oserai… vero?”
“Vuoi mettermi alla prova?”
Dudley restò fermo dove si trovava, mentre il mago gli si
avvicinava, seguito dal gatto.
“Sapevo che avremmo trovato un punto di accordo.”
Ghignò, mettendogli una mano sulla spalla, mentre il gatto fulvo
si poggiava sulla sua gamba.
L’istante dopo, sparirono tutti e tre, lasciando la strada
completamente deserta.
E finalmente il grande colpo di scena è stato rivelato!!!
Ebbene sì, signori e signore: Dudley è un mago! Ditelo,
questa era l'ultima cosa che vi aspettavate, vero?
E con questo capitolo ci tuffiamo nel terzo libro, che come potete ben
immaginare risulterà un pochino diverso dall'originale (e
aspettate di leggere che cosa combino per Natale... eheheh...).
Che altro dire... nel prossimo capitolo i nostri maghi arriveranno (non
proprio sani XD) a Diagon Alley, e vedrete che cosa combineranno...
Concludo augurandovi buona Pasqua! Ci sentiamo al prossimo capitolo!
52: Le guardie di AzkabanCapitolo 52: Le guardie di Azkaban
Quando il Nottetempo
frenò e aprì le porte, il mago del fuoco si fiondò
subito fuori tenendosi una mano sulla bocca.
“S-Sembra che Natsu abbia avuto una… una
ricaduta…aye…” Mormorò Happy, anche lui
abbastanza provato dal viaggio turbolento.
“Non voglio mai più salire su questo affare…”
Borbottò Gray, seguendolo, mentre Harry pagava Stan.
“Uno tsunami è più tranquillo…”
Sussurrò Lucy, mentre Erza la superava apparentemente tranquilla.
“Concordo. La prossima volta a piedi…”
“Sicuri di stare bene?” Chiese Stan, mettendo via i soldi.
“Sì, sì… solo, era la prima volta che
prendevamo un mezzo di trasporto… simile…” Rispose
Harry, per poi scendere dall’autobus, che scomparve subito dopo.
“Bene, ci siamo.” Fece Majutsu, mentre Natsu riprendeva
lentamente colore.
“Non oso immaginare se Hermione non mi avesse
curato…” Mormorò, interrompendosi quando la porta
del Paiolo Magico si spalancò di colpo, lasciando uscire
nientemeno che un agitato Ministro della Magia.
“Harry!” Esclamò, guardando il ragazzo.
“Grazie al cielo sei qui!”
Il moro sbatté le palpebre confuso, poco prima di venire
letteralmente trascinato di peso dentro il locale.
Gli altri membri di Fairy Tail lo seguirono, non sapendo come agire.
“Chi è?” Chiese Erza a Natsu, il quale sembrava
essere l’unico ad averlo riconosciuto.
“Il ministro della magia. Mi pare di aver capito che sia il pezzo
grosso più importante dopo Silente.”
“L’ha trovato, Ministro.” Fece il locandiere Tom,
avvicinandosi a Harry, che cominciava a spazientirsi.
Cosa che dimostrò liberandosi della presa di Cornelius.
“Ok, posso sapere che cosa sta succedendo?” Domandò
scocciato. “Non mi pare di aver fatto nulla di sbagliato o
d’illegale.”
“Certo che no, Harry, ma il Ministero era piuttosto
preoccupato… ti abbiamo cercato da quando è finita la
scuola, e i gufi sono sempre tornati indietro senza averti
trovato.”
“Ero tornato a casa.” Replicò subito Potter.
“E lì i gufi non sono ammessi.”
“Soprattutto quelli giganti…” Mormorò Natsu,
ricordandosi di Civetta.
“Capisco… Beh, è un sollievo vederti salvo
e… quasi sano…” Commentò il Ministro,
notando le bende che ancora coprivano in parte le braccia e le gambe di
Harry.
“Oh, non si preoccupi. Nulla di grave.” Rispose lui,
intuendo i suoi pensieri. “Però non ha ancora risposto
alla mia domanda. Come mai questa improvvisa preoccupazione?”
Cornelius sospirò. “Tom, possiamo avere un salottino
privato, per favore?” Chiese al proprietario del Paiolo Magico,
che annuì.
I maghi di Fairy Tail seguirono i due uomini lungo uno stretto
corridoio che si trovava dietro il bancone, finché non
arrivarono a un salottino, dove Tom li lasciò.
“Sedetevi pure.” Fece il Ministro, indicando un divano,
dove i ragazzi andarono subito ad accomodarsi.
“Come avrete già capito, io sono il Ministro della Magia
Cornelius Caramell.”
“Sì, l’avevamo già vista in una foto.”
Rispose Harry, non potendo dire che in realtà l’aveva
visto quando era andato ad arrestare Hagrid.
“Beh, prima di tutto, ribadisco che mi fa piacere vederti.
Temevamo ti fosse successo qualcosa di grave.”
“Per piacere Ministro, non mi prenda in giro.” Lo
interruppe subito Majutsu. “Ho già avuto a che fare con i
politici, e se uno di loro si preoccupa direttamente di qualcosa o
qualcuno, significa che c’è una ragione ben
specifica.”
“Su, Harry, non dire così…”
“Deve perdonarci, Ministro.” S’intromise Erza.
“Ma nemmeno poche settimane fa proprio un membro del
nostro… Ministero, ha tentato di ucciderci. Può
immaginare il perché non siamo proprio a nostro agio.”
A quelle parole Caramell sussultò. “U-Uccidervi?”
Ripeté incredulo. “Perché avrebbe voluto
uccidervi?”
“Diciamo che non avevamo gli stessi punti di vista, e lui non era
disposto ad accettare questo fatto.” Replicò Harry.
“Ma non si preoccupi. È stato fermato e non dovrebbe
più tentare di nuocerci.”
“Questo è un sollievo… sarebbe stato difficile
spiegare come mai Harry Potter non sarebbe più
tornato…”
“Ora, torniamo al motivo di questa visita. Non è mai
venuto a verificare le mie condizioni in due anni che sono andato a
Hogwarts. Come mai questo cambiamento improvviso?”
“Beh… Non credo sia il caso di darti inutili
preoccupazioni, Harry… l’importante è che tu ora
sia qui, ed è meglio che tu non ti muova fino all’inizio
delle lezioni.”
Majutsu lo guardò storto. “Senta Ministro, non mi sono mai
piaciuti i segreti, a meno che la persona non fosse in grado di
gestirli.”
Il Ministro mosse nervosamente le dita, non sapendo come replicare.
“Se c’è qualcosa che minaccia Harry, è meglio
che ce lo dica subito.” Intervenne Gray. “Sapere la
verità ci aiuterà ad affrontarla.”
Cornelius sospirò. “Molto bene allora.” Disse, ormai
arreso. “In fondo, lo scoprireste lo stesso, visto che i giornali
non fanno altro che parlarne. Mi rammarica che in parte è colpa
mia… avrei dovuto fare più attenzione e non
provocarlo…”
“Di chi sta parlando?”
“Bisogna tornare a dodici anni fa, Harry. Quella notte in cui ti
è rimasta quella cicatrice.”
“Non sarà tornato Voldemort?!” Esclamò di
colpo Natsu, facendo tremare il Ministro.
“No! No, grazie a cielo il Signore Oscuro è ancora
morto.” Assicurò. “Tuttavia, come immagino sappiate,
c’erano diversi suoi seguaci. Uno di loro in particolar modo era
più pericoloso degli altri.”
Harry annuì, indicando che lo stava seguendo.
“Il suo nome era Sirius Black. Lui… tentò di
prenderti dopo che Voi-Sapete-Chi fu distrutto, probabilmente per
finire l’opera, ma grazie a Hagrid e al sacrificio di un mago, tu
sei stato portato in salvo e Black arrestato.”
“Okay… ma cosa c’entra con noi?”
Domandò Lucy.
Il Ministro liberò un altro lungo sospiro. “Pochi giorni
dopo che voi avete lasciato Hogwarts, Black è riuscito a evadere
da Azkaban.” Spiegò. “Pensavamo fosse impossibile,
ma temo di averlo provocato io mostrandogli alcuni giornali con scritti
sopra i vostri… atti eroici, se vogliamo chiamarli così.
Prima di evadere, le guardie e gli altri prigionieri mi hanno riferito
che continuava a ripetere ‘È a Hogwarts’.”
“Quindi, quello che sta cercando di dirmi è che questo
Black è sulle mie tracce per finire l’opera di Voldemort,
vero?” Riassunse Majutsu, sorprendendolo. “Ma
cos’è? Ho sulla schiena un bersaglio per i pazzi?”
“Harry, è per questo che devo chiederti di non muoverti da
Diagon Alley. Finché sei qui sei al sicuro.”
“Apprezzo il suo pensiero, ma mi creda, so cavarmela.”
Replicò Potter. “Io e i miei amici non abbiamo paura di un
mago. Piuttosto, se lei ci concedesse il permesso di usare la magia
anche fuori da Hogwarts nel caso dovessimo difenderci, avremmo ancora
meno problemi.”
“Beh, la legge lo prevede, ma solo in caso di emergenza…
Ma preferirei che non finiste in una situazione simile.”
Harry sospirò, per poi alzarsi. “Beh, non avevamo comunque
intenzione di allontanarci da Diagon Alley, però vorrei che non
ci limitasse più. O il nostro tutore potrebbe avere qualcosa di
cui discutere.”
“Fin quando vi trovate qui dovrete sottostare alle leggi del
Ministero.” Disse Cornelius facendosi improvvisamente serio,
alzandosi. “Se il vostro tutore ha qualcosa da dire, sarò
più che lieto di parlarci. Così forse finalmente potrei
scoprire dove si trova questo Paese nascosto al resto del mondo.”
Senza aggiungere altro, uscì dalla stanza, lasciandoli da soli.
“Sirius Black, eh?” Ripeté Harry, sospirando.
“Davvero, posso capire a Fiore… ma qui non è che ho
fatto molto per guadagnarmi tanto astio.” Commentò.
“Quindi questo Sirius Black è alla tua ricerca, eh?”
Fece il Master attraverso la Lacrima di comunicazione, in quel momento
alimentata dall’energia magica di Harry.
“Come dobbiamo agire?” Chiese Gray. “Se dovesse avere
in parte le capacità di Voldemort, non sarà facile da
sconfiggere senza farci scoprire.”
“Purtroppo per il momento non potete fare molto.” Ammise
Makarov.
“Bah, io direi di fregarcene delle conseguenze e andare subito a
cercarlo! Prima lo troviamo, prima ce ne liberiamo e prima torniamo
liberi!” Esclamò Salamander.
“Sì, liberi di venire studiati dagli altri maghi ansiosi
di scoprire il segreto della nostra magia.” Replicò Erza.
“Per quanto vorrei dare retta a Natsu, le cose stanno
così. È già un miracolo che il Ministro non ci
abbia chiesto direttamente dove siamo stati o peggio ancora, di
portarlo lì. Sarebbe stato difficile risolvere la
questione.” Aggiunse Harry.
“Vero. Senza considerare che nemmeno qui sono a conoscenza
dell’altro mondo. Se il Re dovesse scoprirlo, potrebbe davvero
ordinarci di far passare l’esercito, nel timore di venire
attaccati. Oltre a noi, nessuno deve scoprire di questo
collegamento.”
“Anche se…” Borbottò Lucy.
“Che c’è?”
“Sto ripensando a Naruto. Lui veniva da un terzo mondo, che non
era minimamente collegato ai nostri. Cavoli, non credevano neppure
nell’esistenza della magia.”
“Stai pensando che i nostri continui viaggi da un mondo
all’altro stiano cominciando a danneggiare il collegamento tra i
vari mondi paralleli?” Azzardò Erza.
“Non saprei… ma è una possibilità.”
Ammise la bionda. “Se fosse così… potremmo
incontrare altre persone provenienti da mondi diversi.”
“E in quel caso dobbiamo sperare che non abbiano intenzioni
ostili. Ma se le cose stanno così, significa che più
viaggiamo, più danneggiamo il collegamento.”
“Cercherò di informarmi sulla questione.” Li
interruppe Makarov, mentre l’immagine cominciava a dissiparsi.
“Per ora, vedete solo di fare attenzione. Se doveste aver bisogno
di aiuto, non esitate a contattarci e vedrò di mandarvi
rinforzi.”
“Va bene.” Risposero loro tutti insieme, per poi vedere la
Lacrima spaccarsi a metà.
“Dobbiamo davvero
trovare un modo per comunicare senza dover ogni volta distruggere una
Lacrima.” Disse Gray, raccogliendo i resti e buttandoli nel
baule, in attesa di tornare a Hogwarts e farli distruggere a Natsu.
Da quel giorno, i maghi di Fairy Tail ripresero la stessa routine che
avevano impiegato durante la loro prima visita a Diagon Alley:
passavano le giornate girando per i negozi, fermandosi spesso fuori
dalla gelateria di Florian Fortebraccio per finire gli ultimi compiti
che gli erano rimasti.
Happy tuttavia doveva rientrare spesso nella loro stanza per riprendere
le sue sembianze originali, poiché a differenza della
trasfigurazione, la trasformazione magica lo lasciava sempre esausto e
non potevano rischiare che tornasse gatto in mezzo ad altre persone.
“Devi proprio farti insegnare dalla McGranitt gli incantesimi
necessari.” Commentò Natsu un giorno.
Durante la loro ‘vacanza obbligata’ ricevettero anche
notizie dai fratelli Weasley: a quanto pare il loro padre aveva vinto
un grosso premio in denaro, e aveva quindi deciso di portare la
famiglia in vacanza in Egitto, dove avrebbero fatto anche visita al
fratello Bill. Gli avevano scritto che li avrebbero raggiunti a Diagon
Alley una settimana prima dell’inizio delle lezioni. Fu
però a due settimane dalla fine delle vacanze che i maghi di
Fairy Tail decisero di cominciare ad acquistare il nuovo materiale
scolastico.
Dopo essere andati a prendere delle nuove divise optarono per dividersi
gli acquisti, così da potersi sbrigare in poco tempo. Fu per
questo che Lucy si diresse da sola con Erza al Ghirigoro per acquistare
i libri.
“Certo che la lista è piuttosto strana…”
Osservò la bionda, ricontrollando la lettera. “Abbiamo
scelto le stesse materie non essendocene nessuna veramente
interessante, però…”
“Non mi dirai che sei ancora preoccupata per quel libro?”
Domandò Titania, mentre entravano nella libreria.
“Beh, un libro che si chiama ‘Libro
Mostro dei Mostri’ non è proprio rassicurante
e-”
“Scusate…” S’intromise un commesso.
“Avete detto proprio ‘Libro
Mostro dei Mostri’?” Chiese, sbiancando in viso.
“S-Sì, perché?”
“Due copie?”
“A dir la verità cinque, siamo qui anche per i nostri
ami-”
Ma la maga degli Spiriti Stellari si interruppe quando il commesso
lasciò cadere la testa sul bancone, sospirando.
“Questo è un incubo…” Mormorò, per poi
prendere un paio di guanti, un bastone nodoso e diversi pezzi di spago
molto spesso.
“Venite, andiamo a prenderli.” Disse alle due ragazze, che
lo guardarono confuse.
“Sembra si stia preparando più per un
safari…” Commentò la rossa.
“Mi creda, signorina, un safari senza bacchetta potrebbe essere
meno pericoloso.” Replicò il commesso, per poi andare nel
retro.
Lì, chiusi in una gabbia, c’erano decine di libri volanti,
che stavano cercando di mordersi tra di loro tramite quelli che
sembravano dei veri e propri denti di carta.
“Quelli sono i nostri libri?!” Urlò spaventata Lucy.
“Interessante. Finalmente non sarà una noia
studiare.” Replicò invece divertita Erza, non sentita dal
commesso, che aprì la gabbia per cercare di prenderne uno.
Tuttavia, prima che riuscisse a fermarla, una copia del libro
saltò fuori, dirigendosi contro Erza e mordendole una mano.
“Oh no! Mi spiace, ma non riesco a-”
Ma l’uomo si fermò quando vide Erza prendere il libro con
l’altra mano, per poi scagliarlo verso l’alto, dove
andò a sbattere contro il soffitto, cadendo subito dopo a terra
inerme.
“Quindi le cose stanno così, eh?” Fece,
massaggiandosi la mano ferita, mentre Lucy indietreggiava terrorizzata.
“Scusi, posso avere quello spago? Ci penserò io a renderli
inermi.”
“C-Come? Mi spiace, ma non posso lasciarglielo fare, è
pericoloso!”
“Sì… per i libri…” Fu il commento
leggermente sarcastico di Lucy, che deglutì vedendo
l’amica strappare le corde dalle mani del commesso, per poi
entrare nella gabbia.
“Come sarebbe a dire che vi hanno regalato una copia per ciascuno
di noi di un libro?” Chiese sorpreso Harry, vedendole rientrare
nella stanza con i nuovi libri.
“D-Diciamo che il proprietario ci ha voluto ringraziare per i
servizi resi alla sua libreria…” Rispose una pallida Lucy.
“E se mai dovessi raccontare ciò che ho visto oggi…
probabilmente verrei presa per pazza.”
“E che avete mai dovuto fare? Fare a pugni con dei libri?”
Ridacchiò Gray, per poi vedere cinque libri saltare giù
dal letto e andare a nascondervisi sotto.
Erza si limitò a far scrocchiare il collo.
Fu solo durante l’ultimo giorno che furono finalmente raggiunti
dai Weasley, con l’aggiunta di Hermione, che a quanto pare li
aveva incrociati all’entrata di Diagon Alley.
“Sirius Black ha intenzione di ucciderti?!” Esclamarono
assieme i gemelli, non appena furono aggiornati delle ultime
novità.
“Diamine Harry, questo è pericoloso!” Asserì
Ron. “Black è un famoso assassino… ho sentito che
ha ucciso tredici persone con un solo incantesimo!”
“Tredici? Allora non dobbiamo preoccuparci.” Fece Natsu.
“Insomma, siamo sopravvissuti all’Eterion, un incantesimo
che poteva disintegrarci tutti quanti insieme a qualche chilometro di
oceano e-”
“Voi avete fatto che cosa?!” Ruggì la signora
Weasley, che era entrata in quel momento nella loro stanza per
avvisarli che li stavano aspettando per la cena.
“Ehm… nulla mamma… Natsu ama
scherzare…” Corse ai ripari George, sperando che la madre
ci credesse.
Lei per tutta risposta li guardò con un cipiglio.
“Sarà… Ah, Ron, non mi hai più detto come
sta Crosta.”
A quella frase i maghi di Fairy Tail guardarono l’amico, che
tirò fuori il topo dalla tasca. “Non sono riusciti a
capirlo nemmeno quelli del Serraglio
Stregato. Hanno detto che è vissuto anche troppo a lungo
per essere un topo non magico.”
“Non magico?” Ripeté Harry perplesso. “Non
credo. La prima volta che lo abbiamo visto abbiamo percepito una
traccia magica attorno a lui. Forse consiste solo in una durata vitale
più lunga.”
“Dici davvero?” Fece sorpreso il rosso, per poi scostarsi
quando Natsu si avvicinò per annusare l’animale.
“Secondo me non ha nulla che non va. Di certo non puzza di
malato.” Spiegò.
“Devo ancora abituarmi all’idea che tu sei cresciuto con un
drago… credo che Charlie farebbe carte false per
conoscerti.” Ammise la signora Weasley, sospirando.
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La mattina dopo Tom andò a svegliarli poco dopo l’alba,
come da loro richiesto. I maghi, non senza qualche borbottio e
lamentela, cominciarono subito a prepararsi, per poi controllare di
aver preso tutto e dirigersi verso l’uscita con i bauli appresso.
“Allora, chiamiamo un taxi?” Chiese Lucy, ricordandosi del
primo anno.
“Qualunque cosa sarà meglio di quella… cosa!”
Esclamò Natsu, rabbrividendo al ricordo del Nottetempo.
“Concordo, aye!”
“Taxi? Oh, non credo ne avremmo bisogno.” Intervenne il
signor Weasley, raggiungendoli.
“Perché papà?” Domandò Ginny.
“Come facciamo ad arrivare in stazione senza?”
“Beh… visto che noi non abbiamo più una macchina,
il Ministero ci ha gentilmente offerto un passaggio… verranno a
prenderci tra poco.”
A sentire ciò Harry sbuffò. “Non sarà che
hanno paura che io venga attaccato da Black se vado da solo,
vero?”
A sentire ciò Arthur spalancò gli occhi, fissandolo.
“Tu sai-”
“Il Ministro mi ha raccontato che probabilmente è evaso
per uccidermi, visto che è colpa mia se Voldy non è
più in grado di agire.”
“Allora capirai anche perché vogliamo proteggerti.”
Obiettò il signor Weasley.
“Non ho bisogno di protezione. Me la so cavare bene anche da
solo. Senza considerare che comunque non sono mai solo.”
Replicò il moro, mentre dietro di lui Gray e Natsu si battevano
i pugni tra di loro, sorridendo.
“Beh… ma mi risulta che non vogliate far sapere che cosa
siete davvero in grado di fare, no?” sussurrò il signor
Weasley, ottenendo uno sbuffo collettivo come risposta.
“Sono arrivate le macchine.” Avvertì Tom, rientrando
nel locale dopo essere uscito per controllare.
“Grazie mille.”
Il viaggio fino a King’s Cross fu molto tranquillo in confronto
alla gita sul Nottetempo: le auto del Ministero della Magia sembravano
quasi normali, anche se Harry notò che sgusciavano nel traffico
come nessun’altra macchina sarebbe mai riuscita a fare.
Raggiunsero la stazione con venti minuti di anticipo; gli autisti del
Ministero trovarono dei carrelli, scaricarono i bauli, salutarono il
signor Weasley sfiorandosi il berretto e ripartirono, riuscendo
misteriosamente a scattare in testa a una fila di macchine ferme ai
semafori.
“Bene.” Disse Arthur guardandosi intorno. “Andiamo
due a due, visto che siamo in tanti. Io passo per primo con
Harry.”
Il signor Weasley puntò verso la barriera che separava i binari
nove e dieci, spingendo il carrello di Majutsu, apparentemente molto
interessato all’Intercity 125 che era appena arrivato al binario
nove. Con un’occhiata eloquente al ragazzo, si appoggiò in
maniera casuale alla barriera. Harry lo imitò.
Un attimo dopo l’attraversarono, ritrovandosi sul binario nove e
tre quarti davanti all’Espresso per Hogwarts.
Percy e Ginny apparvero all'improvviso dietro a Harry, seguiti a ruota
da tutti gli altri.
“Ah, ecco Penelope!” Esclamò Percy, lisciandosi i
capelli e diventando tutto rosa sulle guance.
“Penelope?” Chiese Natsu a Fred, che ridacchiò.
“A quanto pare, durante lo scorso anno, il nostro nuovo Caposcuola…”
Spiegò lui, senza trattenere un leggero disgusto nel dire quella
parola. “… si è fidanzato.”
I maghi guardarono il maggiore dei fratelli Weasley avanzare verso una
ragazza dai lunghi capelli ricci, camminando col petto così in
fuori che nessuno avrebbe potuto ignorare il distintivo splendente che
lo segnava come Caposcuola.
Decidendo di lasciare il figlio maggiore da solo, il signor Weasley
aprì la strada verso la coda del treno, oltre una serie di
scompartimenti affollati, fino a una carrozza che sembrava vuota. I
ragazzi caricarono i bauli, sistemarono le gabbie dei gufi sulla
reticella e poi tornarono sulla banchina per salutare i coniugi Weasley.
La signora baciò tutti i suoi figli, poi Hermione e alla fine
anche i membri di Fairy Tail, che furono un po’ imbarazzati per
quell’improvvisa uscita d’affetto.
“Farete attenzione, vero?” Chiese lei cercando di
ricomporsi, con gli occhi stranamente lucidi.
“Harry.” Intervenne Arthur. “Vieni qui un momento per
piacere…”
Scivolò dietro una colonna, e Harry lo seguì, lasciando
gli altri attorno alla signora Weasley.
“C’è una cosa che devo dirti prima che tu
parta…” Esordì Arthur con voce tesa.
“Se è l’ennesima raccomandazione di non andare a
cercare Black, lo so. Per quanto mi faccia infuriare la cosa, so bene
di non poterlo fare.”
“Harry, so che sei di una tempra più forte di quanto non
creda Caramell, e naturalmente sono felice che tu non abbia paura,
ma…”
“Arthur!” Gridò la signora Weasley, intenta a far
salire gli altri sul treno, “Arthur, che cosa fai? È
ora!”
“Arriviamo, Molly!” Urlò in risposta il signor
Weasley, ma poi si voltò di nuovo verso Harry e riprese a
parlare con voce più bassa, in fretta, questa volta.
“Ascolta, voglio che tu mi dia la tua parola… Qualunque
cosa sentirai su Black, non dovrai mai andare a cercarlo. E nemmeno i
tuoi amici.”
“Che cos’altro dovrei sentire?” Replicò il
moro. “C’è ancora qualcosa che non mi avete detto su
Black?”
Arthur distolse lo sguardo, e a salvarlo dal rispondere fu un fischio
acuto, che anticipò i controllori, che cominciarono a camminare
lungo il treno per chiudere le porte.
“Promettimelo, Harry!” Esclamò il signor Weasley,
parlando ancora più rapidamente.
“Arthur, sbrigati!” Strillò la signora Weasley.
Il vapore schizzava dal treno, che aveva cominciato a muoversi.
Harry decise di ignorare la questione per ora, quindi corse verso la
portiera, che Erza spalancò, lasciandolo entrare.
“Che cosa voleva dirti nostro padre?” Domandò Ginny.
“Di non andare a cercare Black.” Rispose il moro, cercando
di sedersi, ma senza riuscirci a causa della mancanza di posti.
“Non ti preoccupare, ci penso io.” Disse Hermione, intuendo
i suoi pensieri e tirando fuori la bacchetta, per poi pronunciare un
incantesimo.
Immediatamente lo spazio all’interno della cabina sembrò
aumentare, creando così nuovi posti a sedere.
“Perché non ci abbiamo mai pensato prima?” Si
chiesero i gemelli. “Più grande all’interno!
È geniale!”
“Abbassate la voce.” Intimò Gray, per poi indicare
il posto vicino alla porta dello scompartimento, dove si trovava un
uomo con addosso un completo da mago molto consunto, rammendato in
più punti.
Aveva l’aria stanca e malata, e benché fosse piuttosto
giovane, i suoi capelli castano chiaro erano striati di grigio.
“Come mai avete scelto uno scompartimento già
occupato?” Domandò Harry, guardandolo.
“Non ce n’erano altri così liberi. E comunque sta
dormendo. Probabilmente non appena si sveglia se ne andrà.”
“Però…” Commentò Natsu, avvicinandosi
all’uomo e annusandolo. “C’è un odore strano
su di lui… Chissà chi è…”
“Direi che la risposta è ovvia.” Rispose Luna,
entrando nel vano assieme a Neville, che li salutò con la mano.
“È il sostituto di quello scrittore a cui non erano
simpatici i miei Nargilli.”
“Luna! Neville!” Li salutarono gli altri. “Come
va?”
“Beh, direi che mia nonna ha preso decisamente bene la mia quasi
morte. Quando le ho raccontato cosa ci è successo, prima era
tentata di darmi del pazzo, ma poi ha detto che era
orgogliosa…” Rispose Paciock, portandosi una mano dietro
la testa.
“Buono a sapersi. Sappi che le lezioni di spada non si
fermeranno.” Avvisò Erza. “Non appena sapremo gli
orari degli allenamenti di Quidditch, stabilirò i tuoi
orari.”
“Temevo l’avresti fatto…” Sospirò lui,
portandosi d’istinto la mano sopra la manica che nascondeva il
tatuaggio.
“Come fai a esserne tanto certa?” Domandò Harry a
Luna, che alzò le spalle.
“Ho letto il nome sulla sua valigia.” Rispose, indicandola.
I maghi si sporsero in avanti, riuscendo così a leggere ‘Professor R.J. Lupin’.
“Lupin?” Lesse Harry, per poi portarsi la mano sotto il
mento. “Non so perché, ma mi ricorda
qualcosa…”
“Forse ti ricorda il famoso ladro Lupin. Potresti averlo sentito
nominare quando eri bambino.” Suggerì Hermione.
“È un ladro?!” Esclamò sorpreso Natsu,
ricevendo subito una botta in testa da Erza.
“Stupido! Ha solo lo stesso nome!” Lo riprese, per poi
tornare a guardare l’uomo. “Voi che dite? Sarà un
insegnante decente o no?”
“Vediamo… il primo anno abbiamo avuto uno impossessato da
Voldy…” Cominciò a riepilogare Gray. “Lo
scorso anno un mentecatto per eccellenza…”
“E anche gli altri anni il professore è sempre stato
diverso.” Aggiunse Fred. “Quel posto è maledetto,
datemi retta. Si dice che nessuno abbia mai visto lo stesso professore
per più di un anno.”
“Mi sembra un po’ esagerato…” Ammise Majutsu.
“Una maledizione dite? Potrei accettare un incantesimo, ma mi
rifiuto di credere a una maledizione.”
“La pensi così e ti sei iscritto a Divinazione?”
Osservò George. “La Cooman ti farà impazzire
allora…”
“Uh?”
“La professoressa di Divinazione. Non scende quasi mai in Sala
Grande, e gira voce che ogni anno scelga un nuovo studente a cui
preannuncia la morte. Inutile dire che non è mai morto
nessuno.”
“Bah, io mi sono iscritto solo per spiegarmi quegli strani sogni
che faccio ogni tanto, non mi interessa altro. Per il futuro, se
proprio sono curioso, devo semplicemente chiederlo a Cana, in uno di
quei rarissimi momenti in cui è sobria.”
“Cioè praticamente mai.” Borbottò Gray,
facendo scoppiare a ridere tutti i presenti.
“Quindi è questo il famoso Sirius Black, eh?”
Commentò Harry, mentre osservava sul Cavillo, il giornale del padre di
Luna, la foto del ricercato, che mostrava semplicemente il suo volto
pallido circondato da un groviglio di sporchi capelli neri.
“Già. Papà è stato costretto dal Ministero a
mettere la sua foto sul giornale, ma non mi ha voluto dire come mai
è tanto ricercato.”
“Anche mia nonna è rimasta sul vago. Ha detto solo di non
preoccuparmene.”
“Beh, sinceramente dubito che corriamo qualche pericolo: insomma,
non sarà mai pericoloso quanto Gerard o Deliora, no?” Fece
Ron.
“Più pericoloso di un ragazzo pazzo che voleva resuscitare
un mago contro il quale Voldy è una formica e un demone
distruttore? Se lo è, allora siamo nei guai. Ma in quel caso,
dubito che ci sia qualcuno in grado di fermarlo.”
“Parliamo d’altro per ora.” Intervenne Lucy, stufa di
essere costretta a ricordare scontri che avrebbe voluto dimenticare
più che volentieri. “Com’è Hogsmeade?”
“È l’unico insediamento completamente non-Babbano di
tutta la Gran Bretagna.” Rispose Ron.
“Credevo fosse Diagon Alley, aye.” Lo interruppe Happy.
“Beh, sì, però si trova nel bel mezzo della Londra
Babbana, quindi in un certo senso non lo è. Hogsmeade invece,
essendo ai piedi di Hogwarts, è frequentata praticamente solo da
studenti e professori.” Spiegò Fred. “Ma vi
consigliamo assolutamente di andare da Mielandia!”
“Che cos’è?” Chiese Erza.
“È un negozio di dolci.” Disse Ron con aria
sognante. “Dove hanno di tutto… Le Piperille, che ti fanno
uscire il fumo dalla bocca, e dei Cioccoli giganti ripieni di crema
alla fragola e panna, e certe deliziose penne d’aquila di
zucchero che puoi succhiare in classe e sembra che tu sia lì a
pensare che cosa scrivere…”
“Ma Hogsmeade è anche un posto molto interessante,
no?” Insistette Hermione entusiasta. “In Siti Storici della Stregoneria
c'è scritto che la locanda è stata il quartier generale
della Rivolta dei Folletti
nel 1612, e la Stamberga Strillante
dovrebbe essere l’edificio più infestato dai fantasmi di
tutto il Paese…”
“Ha più fantasmi di Hogwarts?!” Esclamò
terrorizzata Lucy. “Spero non sia così!”
“Non credo.” La tranquillizzò George, mostrando la
Mappa del Malandrino. “Secondo questa, era un passaggio proprio
per andare a Hogsmeade da Hogwarts. Ma è inutilizzabile in
quanto hanno piantato il Platano Picchiatore proprio alla sua
entrata.”
“Non nominare quella pianta maledetta!” Replicò la
maga degli Spiriti Stellari, diventando ancora più bianca e
calmandosi quando il professor Lupin cominciò a muoversi,
spostando di lato la testa per poi tornare a dormire, con la bocca
leggermente aperta: quello fu il loro segnale di calmarsi.
L’Espresso di Hogwarts puntava dritto verso nord e il paesaggio
fuori dal finestrino diventava sempre più cupo e selvaggio
mentre le nuvole nel cielo s’infittivano. Oltre la porta dello
scompartimento si potevano sentire dei ragazzi rincorrersi avanti e
indietro nel corridoio del treno
All’una esatta la grassa strega col carrello del cibo si
presentò sulla soglia.
“Credete che dovremmo svegliarlo?” Chiese Gray indicando
con un cenno il professor Lupin. “Non gli farebbe male mangiare
qualcosa, visto com’è magro.”
Hermione si avvicinò cauta al professor Lupin.
“Ehm… professore…” Tentò. “Mi
scusi… professore…”
Il mago non si mosse.
“Non preoccuparti, cara.” Disse la strega porgendo a Harry
un vassoio di Calderotti. “Se quando si sveglia ha fame, mi trova
nella vettura davanti con il macchinista.”
“Ma dorme?” Domandò Ron piano, mentre la strega
richiudeva la porta. “Voglio dire, non è morto,
vero?”
“No, no, respira.” Replicò Natsu, scuotendo la mano
e prendendo un biscotto.
A metà pomeriggio la pioggia cominciò a cadere,
confondendo così i profili delle colline che scorrevano oltre il
finestrino.
Il treno sferragliava, la pioggia tamburellava, il vento ululava, ma il
professor Lupin continuò a dormire.
“Dovremmo esserci ormai, no, aye?” Fece Happy, sporgendosi
per guardare il finestrino ormai completamente nero.
In quel momento il treno prese a rallentare.
“Magnifico!” Esclamò Ron alzandosi per cercare di
vedere fuori. “Ho una fame da lupi! Voglio andare al banchetto
e-”
“Non è possibile che ci siamo già.”
Osservò Erza. “Ci abbiamo sempre messo più
tempo.”
“E allora perché ci fermiamo?” Chiese Lucy.
Il treno perse sempre più velocità: mentre il rumore
degli stantuffi cessava, il vento e la pioggia urlavano ancora
più forte oltre i vetri.
Harry, che era il più vicino alla porta, si alzò e diede
un’occhiata in corridoio. In tutto il vagone teste curiose
spuntavano dagli scompartimenti.
Il treno si arrestò con uno scossone e una serie di tonfi
lontani annunciò loro che i bagagli erano caduti dalle
reticelle. Poi, senza alcun preavviso, tutte le luci si spensero e
cadde la più completa oscurità.
“Che cosa succede?” La voce di Ron risuonò alle
spalle di Harry.
“Credete che ci sia un guasto?” Domandò Lucy, mentre
dalle mani di Salamander scaturirono delle scintille.
“Natsu, no!” Lo rimproverò subito Majutsu.
“Ma-”
“Non puoi, lo sai.” Aggiunse Erza.
“Ma non mi vedrebbe nessuno!”
“Vedi di stare calmo, fiammifero!”
“Come mi hai chiamato, ghiacciolo?”
“Vuoi che ti dia una lezione?”
“Provaci!”
“Silenzio!” Esclamò all’improvviso una voce
roca.
A quanto pareva il professor Lupin si era finalmente svegliato,
zittendo tutti i presenti.
Si udì un basso crepitio e una luce tremolante riempì lo
scompartimento: il professor Lupin teneva in mano una manciata di
fiammelle. Gli illuminavano il viso grigio e stanco, ma gli occhi erano
attenti e guardinghi.
“Restate dove siete.” Ordinò con la stessa voce
roca, non vedendo Natsu aprire e chiudere la bocca mentre guardava gli
altri e indicava il fuoco che teneva in mano.
Si alzò per aprire la porta, ma questa si schiuse pian piano
prima che il professore potesse raggiungerla. In piedi sulla soglia,
illuminata dalle fiammelle danzanti nella mano di Lupin, c’era
una figura ammantata di grigio che torreggiava fino al soffitto. Aveva
il volto completamente nascosto dal cappuccio. Una mano spuntava dal
mantello, ed era scintillante, grigiastra, viscida e rugosa, come una
cosa morta rimasta troppo a lungo nell’acqua…
Ma fu visibile solo per un attimo: come se la creatura sotto il
mantello avesse avvertito lo sguardo dei presenti, la mano si ritrasse
all’improvviso nelle pieghe nere della stoffa.
Poi la cosa, quale che fosse, trasse un lungo, lento, incerto sospiro,
come se cercasse di respirare qualcosa di più dell'aria.
Un freddo intenso calò su di loro. Majutsu sentì il
respiro mozzarsi nel petto. Il freddo penetrò fin sotto la
pelle. Era dentro di lui, s’insinuava fino al cuore…
Gli occhi di Harry si rovesciarono. Non vedeva più niente.
Annegava nel gelo. Sentì un rumore come uno scroscio
d’acqua, e poi fu trascinato verso il basso, e il rombo divenne
più forte…
E poi, da molto lontano, sentì urlare. Urla terribili, di
orrore, di supplica. Chiunque fosse, Harry pensò di aiutarlo, ma
non ci riuscì: una fitta nebbia biancastra aleggiava vorticando
attorno a lui, dentro di lui…
“Harry! Harry! Ti senti bene?”
Qualcuno lo stava schiaffeggiando.
“C-che cosa è successo?” Mormorò, aprendo gli
occhi e rendendosi conto di essere sul pavimento. L’Espresso di
Hogwarts era di nuovo in movimento ed era tornata la luce.
Doveva essere svenuto, e non era stato il solo. Vicino a lui
c’erano anche Erza e Natsu, che stavano venendo risvegliati dal
professore, mentre Gray veniva rianimato dai gemelli Weasley.
“Stai bene?” Gli chiese preoccupata Hermione. “Scusa
se ti ho preso a schiaffi, ma non reagivi e-”
“Non preoccuparti, non è nulla.” Rispose lui,
mettendosi seduto. “Che cos’era quella cosa? E chi è
che ha urlato?”
“Nessuno.” Disse la castana.
Solo allora Majutsu si rese conto che era molto pallida, come tutti gli
altri.
“Davvero?” Fece Erza, mettendosi anche lei seduta.
“Eppure anch’io ho sentito qualcosa…”
Un colpo secco li fece sobbalzare tutti quanti. Il professor Lupin
stava spezzando un’enorme tavoletta di cioccolato.
“Tieni.” Disse a Harry, e gliene tese un pezzo piuttosto
grosso, per poi fare lo stesso con Titania, Natsu e Gray.
“Mangiate. Vi farà bene.”
Harry prese il cioccolato ma non lo mangiò.
“Che cos’era quella cosa?” Chiese a Lupin.
“Un Dissennatore.” Rispose l’uomo, distribuendo il
cioccolato agli altri. “Uno dei Dissennatori di Azkaban.”
Tutti lo guardarono. Il professor Lupin appallottolò la carta
del cioccolato e se la mise in tasca.
“Mangiate.” Ripeté. “Vi farà bene. Devo
andare a parlare col macchinista, scusate…”
Oltrepassò Harry e scomparve nel corridoio.
“Sei sicuro di star bene, Harry?” Domandò Lucy,
preoccupata.
“Non capisco… che cosa è successo?” Chiese
Majutsu, asciugandosi il sudore.
“Be’… quella cosa… il Dissennatore…
era lì in piedi che si guardava intorno… cioè,
credo, non l’ho visto in faccia, e poi voi…”
Cominciò Neville.
“Credevamo vi avesse attaccato!” Esclamò Ron, ancora
spaventato. “Siete diventati rigidi e siete caduti dal sedile,
per poi cominciarvi a muovere in maniera strana…”
“Il professor Lupin poi è andato verso il Dissennatore, ha
preso la bacchetta magica…” Proseguì Happy.
“…e poi ha detto: ‘Nessuno di noi tiene nascosto
Sirius Black sotto il mantello. Vai via’. Ma quella cosa non si
è mossa, così il professore ha mormorato qualcosa, e
dalla sua bacchetta è uscita una cosa d’argento diretta
contro quell’essere, e poi è volata via…”
“È stato strano…” Ammise Natsu. “Non mi
ero mai sentito così… ho avuto freddo…”
“Anch’io.” Intervenne Gray. “E sapete che io
non posso provare in alcun modo freddo, vista la mia
magia…”
“Era una creatura disgustosa.” Disse Luna, la quale aveva
perso parte della sua aria da sognatrice, parendo anche lei un
po’ scossa.
“Ma perché non siamo svenuti tutti? E che
cos’è successo esattamente?”
Il professor Lupin rientrò in quel momento, per poi guardarsi
intorno, per poi sorridere.
“Non ho messo il veleno in quel cioccolato, sapete?”
Majutsu a quel punto ne staccò un morso e con sua grande
sorpresa sentì un fiotto di calore invaderlo da capo a piedi.
“Saremo a Hogwarts tra dieci minuti.” Avvertì il
professore. “Stai bene, Harry?”
Harry non si chiese come faceva a sapere il suo nome.
“Sì…” Mormorò.
“Menomale. Ora vi consiglierei di prepararvi a sciogliere questo
magnifico incantesimo di espansione. Farò finta di non aver
visto nulla, visto che ci ha permesso di viaggiare comodamente.”
Disse con un sorriso furbo.
Non parlarono molto durante il resto del viaggio.
Quando finalmente il treno si fermò alla stazione di Hogsmeade,
la discesa fu un gran caos, con i gufi che tubavano e i gatti che
miagolavano come impazziti.
Sulla stretta banchina si gelava; scrosciava una pioggia ghiacciata.
“Quelli del primo anno da questa parte!” Gridò la
voce familiare di Hagrid, che riuniva i nuovi, spaventatissimi studenti
per la tradizionale traversata del lago.
“State bene, voi?” Urlò il guardiacaccia da sopra la
folla, ricevendo un saluto con la mano dai maghi di Fairy Tail, che poi
seguirono gli altri fino a un sentiero fangoso, dove almeno cento
carrozze attendevano il resto degli studenti.
“Mi chiedo che incantesimo abbiano usato per farle muovere da
sole…” Fece Lucy, facendo girare verso di sé Harry,
Erza, Gray, Natsu e Neville.
“Non c’è nessun incantesimo.” Rispose Luna.
“Sono trainate da Thestral. “E credimi, è una
fortuna che tu non li possa vedere.”
“Sono così brutti, aye?”
“No. Ma solo chi ha visto qualcuno morire è in grado di
vederli.” Spiegò Neville. “Io li ho visti anche lo
scorso anno, avendo visto morire mio nonno, ma dopo ciò che
è successo nella Torre-”
“Anche se abbiamo visto morire Shimon, noi eravamo già in
grado di vederli.” Disse fredda Erza, per poi salire sulla
carrozza. “Abbiamo tutti quanti la morte nel nostro
passato.”
~~~~~~~~~~~
In uno dei corridoi di Hogwarts, la statua di una vecchia strega si
spostò.
Da dietro essa uscì Dudley, con addosso quella che sembrava una
vecchia divisa, priva di qualsiasi simbolo di Casa.
In mano teneva un foglio di pergamena, mentre con l’altra una
bacchetta magica, che stava emettendo una flebile luce.
“O-Okay… sono d-dentro…” Mormorò,
deglutendo, per poi tornare a guardare la pergamena, sopra la quale
c’era disegnata una mappa di Hogwarts, con segnato in rosso il
percorso che doveva seguire.
Il ragazzo rimise al suo posto la statua, per poi guardarsi attorno:
c’erano diversi quadri, al cui interno i loro abitanti stavano
dormendo, mentre alcune candele sospese in aria illuminavano appena il
corridoio.
“Smettila di guardarti attorno.” Disse una voce proveniente
da una delle sue tasche. “Lo Smistamento e la cena dureranno solo
un paio d’ore, ed è l’unico momento in cui tutti gli
insegnanti sono riuniti nello stesso posto!”
“S-Sissignore…” Rispose terrorizzato Dudley, per poi
cominciare a seguire le istruzioni della mappa, fino a giungere di
fronte a un muro.
“Ora schiaccia il mattone leggermente più chiaro.”
Ordinò la voce di Sirius Black.
Il suo ostaggio non disse nulla, obbedendo all’ordine.
Non appena lo eseguì, i mattoni cominciarono a muoversi,
finché non liberarono un passaggio, che il ragazzo
attraversò subito, ritrovandosi in una piccola stanza con un
tavolo al centro e quattro sedie attorno ad esso.
Non fece neppure in tempo a girarsi verso l’entrata che questa
scomparve, lasciandolo chiuso dentro.
“Bene. Ora possiamo stare tranquilli.” Continuò
Sirius, mentre Dudley tirava fuori dalla tasca un piccolo specchio, che
poggiò sopra il tavolo. “Nessuno presente nella scuola
è a conoscenza di questo posto, e neppure la Mappa lo segna. Non
ti disturberà nessuno.”
“Q-Quanto tempo d-dovrò restare qui?” Chiese il
Dursley.
Dentro lo specchio, il volto di Black si fece serio.
“Te l’ho già detto: finché non mi avrai
aiutato a portare a termine la mia vendetta.”
Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
Ebbene sì, Dudley è a Hogwarts... ma non proprio da
studente! E come da alcuni di voi indovinato, le vittime dei
Dissennatori, oltre ovviamente a Harry, sono Natsu, Gray e Erza.
Anche se lo ammetto, la parte per cui ho riso anch'io durante la
scrittura è stato l'acquisto del libro di Hagrid XD.
E anche Remus ha finalmente fatto la sua entrata in scena. E non
sottovalutatemi, anche per lui ho in mente diverse cose, anche
importanti ù.ù.
Ma ora basta con le anticipazioni, o potrei dirvi che ho nascosto un
indizio sulla prossima saga... ops! XD
53: DivinazioneCapitolo 53: Divinazione
Una
volta scesi dalla carrozza, i maghi di Fairy Tail si diressero subito
verso il portone del castello, venendo però fermati da una voce
strascicata ed euforica.
“Così siete svenuti, eh?” Domandò divertito
Malfoy, guardandoli con occhi pieni di malizia. “Il grande Harry
Potter e i suoi amici non sono riusciti a resistere di fronte a un
Dissennatore… Esilarante!”
“E il piccolo, insignificante e stupido Draco Malfoy tra poco
rischia di ritrovarsi con il naso piatto!” Replicò Natsu,
girandosi a guardarlo.
“Non mi fai paura, Dragonil. Se solo lo volessi, potrei
sistemarvi tutti quanti in pochi minuti.”
“Davvero? Voglio proprio vedere come!” Esclamò Gray.
“Qualcosa non va?” Chiese una voce gentile, anticipando il
professor Lupin, che era appena sceso dalla carrozza dietro la loro.
Malfoy scoccò uno sguardo scocciato al docente, soffermandosi
sulle toppe dei suoi abiti e sulla valigia consunta. Con una vena di
sarcasmo appena percettibile, rispose: “Oh, no... professore.” Fece, per poi
superare il gruppo e sparire all’interno del castello.
Lupin sospirò, per poi guardare i ragazzi. “Vi consiglio
di evitare di venire alle mani il primo giorno. Anche se, da ciò
che ho letto su quel che avete fatto lo scorso anno, credo avreste reso
decisamente orgogliosi quattro certi ex studenti.” Disse, per poi
entrare, lasciando dietro di sé un incredulo gruppo di maghi.
“Quattro certi ex studenti…” Mormorò Fred,
per poi guardare il gemello. “Possibile che stesse
parlando…”
“Dei Malandrini?!”
“Ma chi è davvero quel professore?” Si chiese Lucy,
per poi guardare Harry. “Da come si comporta, sembra quasi
conoscerci.”
“Bah, forse è solo un tipo poco formale.” Rispose
lui, per poi entrare nel castello, seguendo i compagni di scuola.
Ma non fecero nemmeno in tempo a raggiungere la Sala Grande che una
voce li chiamò.
“Potter! Dragonil! Scarlett! Fullbuster! Granger!”
Urlò la professoressa McGranitt. “Voglio vedervi
subito!”
I chiamati si girarono a guardarla sorpresi.
“Abbiamo fatto qualcosa?” Domandò Hermione con un
filo di voce.
“Spero per voi di no. Voglio solo parlarvi nel mio
ufficio.” Rispose loro. “Voi andate pure avanti.”
Gli altri membri di Fairy Tail non poterono fare altro che osservarli
allontanarsi, per poi entrare nella Sala Grande. Nel frattempo i cinque
maghi seguirono la vicepreside, finché non raggiunsero il suo
ufficio, dove li invitò a sedersi dopo aver fatto apparire altre
sedie.
“Il professor Lupin ha mandato un gufo per avvertire che siete
stati male in treno.”
Majutsu fece per replicare, ma qualcuno bussò piano alla porta e
Madama Chips entrò con aria affaccendata.
“Oh, si tratta di voi.” Osservò l’infermiera
senza battere ciglio e chinandosi su di loro per osservarli da vicino.
“Suppongo che steste facendo di nuovo qualcosa di pericoloso,
eh?”
“È stato un Dissennatore, Chips.” Spiegò la
professoressa McGranitt.
Le due donne si scambiarono uno sguardo torvo e Madama Chips fece un
verso di disapprovazione.
“Mettere tutti quei Dissennatori attorno alla
scuola…” Mormorò, spingendo indietro i capelli di
Harry per sentirgli la fronte. “Non sono certo i primi a svenire.
Sì, è tutto appiccicoso. Sono terrificanti, davvero, e
l’effetto che fanno su persone che sono già di per
sé cagionevoli…”
“Non siamo cagionevoli!” Esclamò Natsu, imbronciato.
“Ma certo che no.” Replicò Madama Chips
distrattamente.
“Di cosa hanno bisogno?” Chiese la McGranitt asciutta.
“Riposo? È meglio se stanotte dormono in infermeria?”
“Stiamo bene!” Sbottò Majutsu balzando in piedi.
“Be’, come minimo dovrebbero mangiare un po’ di
cioccolato.” Osservò Madama Chips.
“Ci ha già pensato il professor Lupin.”
Avvertì Erza. “L’ha offerto a tutti noi.”
“Davvero?” Disse Madama Chips in tono d’approvazione.
“Vuol dire che finalmente abbiamo un insegnante di Difesa contro
le Arti Oscure che conosce il suo mestiere?”
“Sarebbe un miracolo…” Commentò sottovoce
Gray, per poi simulare un colpo di tosse quando vide lo sguardo della
vicepreside.
“Siete sicuri di stare bene?” Chiese la McGranitt brusca.
“Sì. Credo di parlare per tutti quando dico che
semplicemente non vediamo l’ora di cenare.” Rispose Harry.
“Molto bene. Per favore, aspettate qui fuori mentre scambio due
parole con la signorina Granger sui suoi orari, poi andremo insieme al
banchetto.”
Harry, Natsu, Gray ed Erza annuirono, per poi uscire dall’ufficio
assieme a Madama Chips, che si avviò verso l’infermeria
parlottando tra sé e sé. Dovettero aspettare solo qualche
minuto, e poi Hermione uscì con l’aria molto soddisfatta,
seguita dalla professoressa McGranitt, che li condusse fino alla Sala
Grande.
Era un mare di cappelli neri a punta; ognuna delle tavolate era
affollata di studenti, i visi illuminati dalle fiammelle di migliaia di
candele che galleggiavano a mezz’aria sui tavoli. Il professor
Vitious stava portando via un cappello antico e uno sgabello a tre
piedi.
“Oh…” Disse Hermione piano. “Ci siamo persi lo
Smistamento!”
“È già il secondo anno che mi
succede…” Commentò il mago del ghiaccio.
La professoressa McGranitt si avviò verso il suo posto al tavolo
degli insegnanti, mentre i ragazzi si dirigevano, cercando di non farsi
notare, verso il tavolo dei Grifondoro. Cosa che non riuscirono a
ottenere, dato che tutti si voltarono a guardarli mentre strisciavano
lungo il muro della sala, e alcuni li indicarono. La storia del loro
svenimento davanti al Dissennatore doveva essersi diffusa in fretta.
“Che cosa è successo?” Chiese Lucy a Harry.
Majutsu cominciò a spiegarle tutto in un sussurro, ma in quel
momento il Preside si alzò, e così il moro fu costretto a
tacere.
“Benvenuti!” Esclamò il Preside, con la luce delle
candele che gli risplendeva nella barba. “Benvenuti a un altro
anno a Hogwarts! Devo dirvi solo poche cose, e siccome sono tutte molto
serie, credo che sia meglio toglierci il pensiero prima che finiate
frastornati dal nostro ottimo banchetto…”
Silente si schiarì la voce e riprese: “Come ormai tutti
saprete dopo la perquisizione dell’Espresso di Hogwarts, la
nostra scuola attualmente ospita alcuni dei Dissennatori di Azkaban,
che sono qui in missione per conto del Ministero della Magia.”
“E rieccolo.” Borbottò Erza, non poco scocciata.
Quelle creature erano riuscite a metterli tutti in difficoltà, e
apparentemente senza fare nulla. Inutile dire che non rientravano nella
lista delle creature che ci teneva a incontrare nuovamente.
“Sono di guardia a tutti gli ingressi…”
Proseguì Silente “…e finché rimarranno con
noi, voglio che sia chiaro che nessuno deve allontanarsi dalla scuola
senza permesso. I Dissennatori non devono essere presi in giro con
trucchi o travestimenti, né tantomeno coi Mantelli
dell’Invisibilità.” Aggiunse in tono neutro, e i
maghi di Fairy Tail si scambiarono un’occhiata. “Non fa
parte della natura di un Dissennatore comprendere eventuali scuse o
suppliche. Di conseguenza vi metto in guardia tutti quanti: non date
loro motivo di farvi del male. Conto sui Prefetti, e sui nuovi
Capiscuola, perché facciano in modo che nessuno entri in
conflitto con i Dissennatori.” Disse.
Percy, che era seduto poco distante da loro, spinse ancora il petto in
fuori lanciando occhiate autoritarie tutt’intorno. Silente tacque
di nuovo; facendo scorrere uno sguardo molto serio sulla sala, e tutti
rimasero immobili, in silenzio.
“Per passare a un argomento più allegro…”
Riprese. “…sono lieto di dare il benvenuto a due nuovi
insegnanti. Innanzitutto al professor Lupin, che ha gentilmente
accettato la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure.”
Risuonò qualche applauso sparso e poco entusiasta. Solo i
ragazzi che si erano trovati nello scompartimento nuovo insegnante
batterono forte le mani. Il professor Lupin aveva l’aria
particolarmente trasandata accanto agli altri insegnanti, che
indossavano i loro abiti migliori.
“Guardate Piton!” Sibilarono i gemelli.
L’insegnante di Pozioni, stava guardando il professor Lupin:
tutti sapevano che il Capocasa di Serpeverde desiderava moltissimo il
posto d’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, ma anche
Harry, che di certo non provava simpatia verso Piton, rimase stupito
nel vedere l’espressione che gli deformava il viso scarno e
olivastro. Era molto più che rabbia: era disgusto allo stato
puro. Majutsu conosceva fin troppo bene quell’espressione: era lo
stesso sguardo che il professore di Pozioni gli rivolgeva ogni volta
che lo incontrava.
“Quanto alla nostra seconda nuova nomina…”
Continuò Silente, mentre il tiepido applauso per il professor
Lupin si spegneva. “…sono spiacente di dovervi dire che il
professor Kettleburn, il nostro insegnante di Cura delle Creature
Magiche, è andato in pensione alla fine dell’anno scorso
per godersi gli anni, nonché le membra, che gli restano.
Comunque sono lieto di annunciarvi che il suo posto verrà preso
nientemeno che da Rubeus Hagrid, che ha accettato di assumere il ruolo
d’insegnante in aggiunta al suo compito di guardiacaccia.”
I maghi di Fiore si scambiarono una serie di occhiate stupefatte, poi
si unirono all’applauso, che fu fragoroso soprattutto alla tavola
dei Grifondoro. Harry si protese per guardare Hagrid, che era di un
rosso paonazzo e si fissava le manone, con un gran sorriso nascosto nel
groviglio della barba nera.
“Vai così Hagrid!” Urlò Natsu.
“Dovevamo immaginarlo!” Esclamò Erza, ghignando
divertita. “Chi altri poteva dirci di comprare un libro che
morde?”
“Bene, credo di avervi detto tutte le cose importanti.”
Concluse il Preside. “Che la festa cominci!”
Fu un banchetto delizioso; la sala risuonava di chiacchiere, risate e
del tintinnio di coltelli e forchette.
Harry e gli altri non vedevano l’ora che finisse la cena per
poter parlare con il guardiacaccia: sapevano che cosa significava per
lui diventare insegnante. Hagrid non era un mago diplomato, dato che
era stato espulso da Hogwarts al terzo anno per una colpa che non aveva
commesso, ed erano stati proprio loro a riabilitarlo pochi mesi prima.
Finalmente, quando gli ultimi bocconi di torta di zucca furono spariti
dai piatti d’oro, Silente annunciò che era ora di andare a
dormire, e i ragazzi colsero al volo l’opportunità.
“Congratulazioni, Hagrid!” Strillò Hermione, mentre
si avvicinavano al tavolo degli insegnanti.
“Eccovi qui, voi!” Disse il guardiacaccia, asciugandosi la
faccia umida nel tovagliolo. “Non ci credo ancora…
grand’uomo, Silente… è venuto da me dopo che il
professor Kettleburn ha detto che non ci stava più… era
proprio quello che desideravo…”
“Sono sicuro che sarai un ottimo insegnante! È un peccato
che noi non abbiamo più la tua materia.” Esclamarono i due
gemelli Weasley.
“Io non vedo l’ora che arrivi il prossimo anno, aye!”
Sopraffatto dall’emozione, nascose il viso nel tovagliolo, e la
professoressa McGranitt fece loro cenno di andarsene.
Il gruppo salutò Luna, che si allontanò coi Corvonero,
per poi unirsi al resto dei Grifondoro che sciamavano su per la
scalinata di marmo e, sempre più stanchi, percorrevano altri
corridoi e salivano altre scale fino all’ingresso nascosto alla
Torre di Grifondoro. Un grande ritratto di una signora grassa vestita
di rosa chiese loro: “Parola d’ordine?”
“Entrate, entrate!” Esclamò Percy dalla folla.
“La nuova parola d’ordine è Fortuna Maior!”
La mattina dopo, quando entrarono nella Sala Grande, notarono subito
diversi uomini parlare con gli insegnanti. Non fecero in tempo a
sedersi che la McGranitt, con un’aria preoccupata, li raggiunse
accompagnata dai visitatori.
“Harry Potter? Potresti venire con noi?” Chiese uno di loro.
Majutsu li guardò leggermente sorpreso. “Che
succede?”
“Preferiremmo parlarne in privato.” Rispose un altro.
Il moro sospirò, per poi guardare gli amici. “Scusatemi,
sembra che dovrete fare colazione senza di me.”
Senza dire altro, li seguì, andando in una stanzetta al fianco
della Sala Grande, dove gli uomini lo invitarono a sedersi.
“Harry… per caso hai sentito di recente tuo cugino?”
Chiese subito uno di loro.
“Mio cugino? Dudley? No, l’ultima volta che l’ho
visto è stato più di un mese fa, e comunque solo per
pochi minuti. Perché questa domanda?”
“Ecco, Harry… ci dispiace doverti comunicare che tuo
cugino è sparito. La polizia Babbana è stata avvertita
qualche settimana fa, ma vista la parentela con te, siamo stati
coinvolti nelle indagini.”
“Dudley è sparito?” Ripeté sorpreso Majutsu.
“Esatto. Volevamo sapere se per caso aveva tentato di comunicare
con te in qualche modo.”
“No, mi spiace. I rapporti con mio cugino sono ben lungi
dall’essere ottimi. Di certo è l’ultima persona a
cui chiederei aiuto, e vi posso assicurare che il sentimento è
reciproco.”
“Capisco… Grazie, Harry. Ovviamente, se dovessi scoprire
qualcosa, ti chiediamo di riferirlo immediatamente alla professoressa
McGranitt o al professor Silente.”
“Non mancherò. E allo stesso modo, vi chiedo di farmi
sapere eventuali novità. Non mi è simpatico, ma è
pur sempre un membro della mia famiglia di sangue.” Detto
ciò Majutsu si alzò, per poi uscire dalla stanza,
raggiungendo gli amici.
“Che cosa succede?” Domandò Erza.
“Beh… sembra che mio cugino sia scomparso.” Rispose
lui, sedendosi al suo fianco. “E volevano sapere se ne sapevo
qualcosa.”
“Dudley? Non mi sembra il tipo in grado anche solo di pensare di scappare…”
“Non so cosa dirvi. Mi era parso un po’ strano,
però… bah, alla fine non sono affari miei. Sicuramente si
è trovato con qualche suo amico che si era stufato come lui di
studiare.”
“Se lo dici tu… Proprio non lo sopporti tuo cugino,
eh?” Commentò Fred, passandogli i nuovi orari delle
lezioni.
“Non posso dargli torto.” Fece Gray. “Per non parlare
di sua zia…”
“E non avete visto l’altra.” Aggiunse Harry,
cominciando a leggere l’orario. “Oh, quindi cominciamo con
Divinazione, eh?”
“Buona fortuna.” Dissero i due gemelli assieme. “Noi
l’abbiamo lasciata subito.”
“È così difficile?” Chiese Lucy.
“No, ma non c’era ferro a sufficienza.”
“Ferro? E a che serve?” Fece Neville perplesso.
“Lo vedrete da voi.”
“Ehm… Hermione… Non hanno sbagliato qualcosa con il
tuo orario?” Osservò Ginny, vedendo che il foglio
dell’amica era più grande degli altri.
“Oh, non preoccuparti, è tutto a posto. Ho solo qualche
materia in più.”
“Silente stava scherzando quando ti ha chiesto se eri sicura di
voler frequentare tutti i corsi, vero?” Domandò Ron,
guardandola. “Insomma… sarebbe impossibile per chiunque,
anche con gli occhiali del Vento e-”
“Passami la marmellata, Ron.” Tagliò corto Hermione.
“Ma-” Tentò il rosso, interrompendosi quando Hagrid
entrò nella Sala Grande: indossava il suo lungo cappotto di
talpa e in una delle manone teneva una moffetta morta che faceva
dondolare distrattamente.
“Tutto bene?” Chiese allegramente, fermandosi al tavolo dei
Grifondoro. “La mia prima lezione! Subito dopo pranzo! Sono in
piedi dalle cinque che preparo tutto… spero che va tutto
bene… io, insegnante… davvero…”
Fece loro un gran sorriso e si diresse al tavolo dei professori, senza
smettere di far dondolare la moffetta.
“Chissà che cos’ha preparato…”
Asserì Ronald, con una nota d’ansia nella voce.
“Meglio andare.” Suggerì George, alzandosi.
“Divinazione è in cima alla Torre Nord, ci vogliono dieci
minuti per arrivarci… a passo normale, cosa che vi
consiglio.”
I maghi di Fairy Tail annuirono, per poi salutare i gemelli, Ginny e
Happy, avviandosi subito a lezione.
Il viaggio fino alla Torre Nord fu lungo. In due anni a Hogwarts,
nonostante l’aiuto dei gemelli e della Mappa, non avevano ancora
imparato tutto sul castello, e non erano mai stati in quella lontana
torre prima d’allora.
“Ci-deve-pur-essere-una-scorciatoia!” Esclamò Ron
sbuffando, mentre salivano la settima rampa di scale e approdavano su
un pianerottolo sconosciuto, dove non c’era altro che un grande
dipinto di una striscia d'erba appeso al muro di pietra.
“C’è una scorciatoia per tutto tranne che per questo
posto?!”
“Credo che sia da questa parte.” Disse Lucy, dando
un’occhiata alla mappa.
“Tu dici? Io non ne sono sicura…” Fece Hermione.
“Ma perché oltre ai nomi delle persone non indica anche il
nome dei luoghi? I Malandrini dovevano avere davvero un’ottima
memoria…”
“Se mai dovessimo incontrarne uno, sarà una delle prime
domande che gli faremo.” Sbuffò Harry. “Ma
com’è possibile? Non ci siamo mai persi in questo
castello!”
“Forse è una prova. Visto che in teoria Divinazione serve
per vedere il futuro, potrebbe essere un metodo dell’insegnante
per vedere chi ne è all’altezza e chi no…”
“Ma io brucio tutto!!!” Gridò Natsu, esasperato.
“Aha!” Esclamò una voce, che fece girare i maghi
verso un quadro con all’interno un grasso pony pomellato grigio e
un basso, tozzo cavaliere in armatura che, a giudicare dalle macchie
d’erba sulle ginocchiere di metallo, era appena caduto.
“Che razza di villanzoni sono costoro che osano invadere le mie
terre! Siete forse venuti a burlarvi di me? Via di qui, canaglie,
cani!”
I membri di Fairy Tail osservarono stupefatti il piccolo cavaliere che
sfoderava la spada e prendeva a menare fendenti brutali, saltellando su
e giù, furioso. Ma l’arma era troppo lunga per lui; un
colpo particolarmente brusco gli fece perdere l’equilibrio, e il
cavaliere cadde nell’erba, a faccia in giù.
“Che vergogna per gli spadaccini…” Mormorò
Erza, portandosi una mano in faccia.
“Come si permette, madamigella?! Indietro, furfanti!”
“Se lo congelo dite che qualcuno si lamenta?”
Domandò Gray.
“Prima vediamo se può aiutarci…” Lo
fermò Hermione, per poi avvicinarsi al dipinto. “Ci
scusi…
stiamo cercando la Torre Nord. Non sa dirci la strada, per
favore?”
“Una missione!” Esclamò il cavaliere, facendo
svanire all’istante la sua ira. “Seguitemi, cari amici, e
troveremo la nostra meta, o periremo eroicamente
nell’impresa!”
Dopo aver detto ciò cercò inutilmente di salire sul
grasso pony, per poi rinunciarvi e gridare: “Ora in marcia, buoni
signori e gentili damigelle! Avanti! Avanti!”
E prese a correre sferragliando verso il lato sinistro della cornice,
finché non scomparve sotto gli sguardi più o meno
perplessi dei ragazzi. Lo inseguirono lungo il corridoio, guidati dal
clangore dell'armatura. Ogni tanto lo vedevano correre attraverso un
quadro davanti a loro.
“Siate coraggiosi e di cuor saldo, il peggio deve ancora
venire!” Esortò il cavaliere, ricomparendo davanti a un
gruppo di allarmate dame in crinolina, ritratte in un quadro appeso sul
muro di una stretta scala a chiocciola.
“Se va avanti così, potrei perdere la mia
pazienza…” Ringhiò Erza, facendo apparire un
piccolo pugnale, mentre continuavano a salire i ripidi gradini.
Per fortuna del dipinto, pochi minuti dopo udirono un mormorio sopra le
loro teste e capirono di aver raggiunto l’aula.
“Addio!” Gridò il cavaliere, infilando la testa in
un quadro che raffigurava alcuni monaci dall’aria sinistra.
“Addio, miei compagni d’armi! Se mai avrete bisogno di un
nobile cuore e nervi d’acciaio, cercate di Sir Cadogan!”
“Solo se volessimo fare una chiacchierata con un quadro
pazzo.” Asserì Gray.
“Ed io che pensavo che quell’uomo civetta fosse già
folle…” Aggiunse Neville.
Salirono gli ultimi gradini e sbucarono su un piccolo pianerottolo,
dov’era già radunata gran parte della classe. Non
c’erano porte intorno, ma Erza diede un colpetto a Harry
indicando il soffitto, sul quale si apriva una botola rotonda con una
targa di ottone al centro.
“Sibilla Cooman, insegnante di Divinazione.” Lesse Majutsu.
“Ok, e come facciamo a salire?”
Come in risposta alla sua domanda, la botola si aprì
all’improvviso, e una scala argentata calò fino ai piedi
di Harry. Tutti tacquero.
“O lo sapeva, o ci stava ascoltando. Non vedo molte
possibilità.” Commentò Hermione.
Spuntarono nell’aula più strana che avessero mai visto:
non aveva l’aspetto di un’aula, sembrava più un
incrocio tra un solaio e una sala da tè vecchio stile. Ospitava
almeno venti tavolini rotondi, tutti circondati da poltroncine foderate
di chintz e piccoli, grassi sgabelli. Il tutto era illuminato da una
bassa luce scarlatta; le tende alle finestre erano tirate, e le
numerose lampade erano drappeggiate con sciarpe rosso scuro.
C’era un caldo soffocante, e il fuoco che ardeva nel camino
lambendo un grosso bollitore di rame emanava un profumo intenso, quasi
malsano. Gli scaffali che correvano tutto attorno ai muri circolari
erano stipati di piume dall’aria polverosa, mozziconi di candele,
scatole di vecchie carte da gioco, innumerevoli sfere di cristallo
argentate e una gran varietà di tazze da tè.
“Non c’è nessuno?” Chiese Gray, guardandosi
intorno.
Una voce dolce e misteriosa uscì all’improvviso
dall’ombra. “Benvenuti.” Disse. “È bello
vedervi in carne e ossa, finalmente.”
La professoressa Cooman avanzò nel cerchio di luce del fuoco, e
videro che era molto magra: gli spessi occhiali le rendevano gli occhi
molto più grandi del normale, ed era avvolta in uno scialle
leggero, tutto ricamato di perline. Innumerevoli catene e collane le
pendevano dal collo esile, e le mani e le braccia erano cariche di
braccialetti e anelli.
“Sedete, ragazzi miei, sedete.” Proseguì, e tutti
presero posto cautamente sulle poltrone e sugli sgabelli. I maghi di
Fairy Tail si sedettero tutti a dei tavoli vicini tra di loro.
“Benvenuti a Divinazione.” Presentò
l’insegnante, che aveva preso posto in un’ampia poltrona
davanti al fuoco. “Io sono la professoressa Cooman. Può
darsi che non mi abbiate mai visto. Ritengo che scendere troppo spesso
nella confusione della scuola offuschi il mio Occhio Interiore.”
“Cana ci ha mai parlato di quest’Occhio Interiore?”
Mormorò Natsu a Gray, che scosse la testa.
La professoressa Cooman riaccomodò con grazia lo scialle e
riprese. “Allora, avete deciso di studiare Divinazione, la
più difficile di tutte le arti magiche. Devo però dirvi
subito che se non avete la Vista, potrò insegnarvi assai poco. I
libri possono farvi progredire solo fino a un certo punto in questo
campo… Molte streghe e molti maghi, per quanto talento possano
avere nel campo delle esplosioni, degli odori e delle sparizioni
improvvise, non sono tuttavia in grado di penetrare i misteri velati
del futuro.” Continuò l’insegnante, con gli enormi
occhi scintillanti che si spostavano da un volto all’altro.
“È un Dono concesso a pochi. Tu, ragazzo!” Disse
improvvisamente rivolta a Neville, che quasi cadde dallo sgabello per
la sorpresa. “Sta bene tua nonna?”
“C-Credo di sì…” Rispose il ragazzo.
“Mi ha scritto stamattina.”
“Non ne sarei così sicuro se fossi in te, caro.”
Continuò la professoressa Cooman mentre il fuoco traeva riflessi
dai suoi lunghi orecchini di smeraldo. Neville deglutì.
La professoressa riprese tranquillamente. “Quest’anno ci
occuperemo dei metodi base della Divinazione. Il primo trimestre
sarà dedicato alla Lettura delle Foglie di Tè. Nel
prossimo passeremo alla Lettura della Mano. Comunque, mia
cara…” S’interruppe, rivolgendosi d’un tratto
a Calì Patil. “Guardati da un uomo coi capelli
rossi.”
Calì scoccò uno sguardo stupito a Ron, che era dietro di
lei, e allontanò la sedia.
“Ma che le ho fatto adesso?!” Esclamò questi.
“Nell’ultimo trimestre…” Proseguì la
professoressa Cooman. “Passeremo alla Sfera di Cristallo, se
avremo finito con i Presagi di Fuoco, naturalmente. Purtroppo, a
febbraio avremo la classe decimata da una brutta epidemia
d’influenza. Io stessa perderò la voce. E prima di Pasqua,
uno di noi ci lascerà per sempre.”
“Ora capisco l’avvertimento dei gemelli…”
Borbottò Erza. “Fortuna che non sono scaramantica, o mi
sarei già messa l’armatura…”
“Tu, cara.” Riprese la Cooman, rivolgendosi a Lavanda
Brown, che era la più vicina, la quale si ritrasse sulla sua
sedia. “Ti dispiace passarmi la teiera d’argento, quella
grande?”
La ragazza, sollevata, si alzò, prese un’enorme teiera
dallo scaffale e la pose sul tavolo davanti alla professoressa Cooman.
“Grazie, cara. Ah, fra l’altro, quella cosa che
temi… succederà venerdì sedici ottobre.”
Lavanda prese a tremare.
“Perché io comincio a temere per la mia
incolumità?” Fece Lucy, lasciandosi cadere sul tavolo,
mentre Hermione scuoteva la testa.
“Percepisco un pericolo sopra di te.” Sembrò
confermare l’insegnante, girandosi a guardarla. “Presto un
uomo ti farà una richiesta che te lo farà odiare.”
“Arriva un po’ tardi…” Rispose lei a bassa
voce. “Ho già detto a mio padre cosa pensavo della sua
proposta…”
“Ora voglio che formiate delle coppie.” Continuò la
professoressa Cooman, che non l’aveva sentita. “Prendete
una tazza dallo scaffale, venite da me ed io la riempirò, poi
sedetevi e bevete; bevete finché non rimangono solo i fondi.
Fateli roteare attorno alla tazza per tre volte con la mano sinistra,
poi rovesciate la tazza sul piattino, aspettate che il tè
rimasto coli via e passate la vostra tazza al compagno per la lettura.
Interpreterete i disegni consultando le pagine 5 e 6 di Svelare il
Futuro. Io girerò fra di voi e vi darò una mano. Oh,
caro.” Esclamò afferrando per il braccio Neville, che si
stava alzando. “Dopo che avrai rotto la prima tazza, vorresti
essere così gentile da prenderne una di quelle con il disegno
blu? Sono piuttosto affezionata a quelle rosa.”
“Eh? Ma io non volevo prenderla una r-” Ma prima che
Neville potesse terminare la frase, dallo scaffale cadde proprio una
tazza con sopra un disegno rosa, che s’infranse a terra.
La professoressa Cooman si avvicinò al ragazzo, gli tese paletta
e scopino e disse: “Una di quelle blu, caro, se non ti
dispiace… grazie…”
Majutsu e Titania restarono in silenzio a guardare la scena.
“Erza… Non avresti con te un ferro di cavallo, vero? Temo
che nemmeno noi che non crediamo nella sfortuna resteremo immuni a
tanta iella…”
“Mi attrezzerò per la prossima lezione.” Rispose lei.
Dopo che ebbero riempito le loro tazze, tornarono al tavolo e cercarono
di bere in fretta il tè bollente. Fecero roteare i fondi come
aveva detto la professoressa Cooman, poi voltarono le tazze e se le
scambiarono.
“Bene, vediamo se a noi va meglio.” Esordì Scarlett,
prendendo la tazza di Harry e aprendo il libro a pagina 5. “Che
cosa vedi nella mia?”
“Un mucchietto di roba marrone bagnata.” Rispose il moro,
ridacchiando.
“Aprite le vostre menti, cari, e lasciate che i vostri occhi
vedano al di là del concreto!” Disse la professoressa
Cooman nella penombra.
“Ok, vediamo di fare qualcosa di concreto.” Sbuffò
Potter, controllando il libro. “Nella tua c’è una
specie di croce tutta storta… e secondo questo libro, vuol dire
che dovrai affrontare ‘prove e sofferenze’… Ma vede
il futuro o il passato?” Commentò, per poi riprendere.
“Poi c’è una cosa che potrebbe essere il
sole… aspetta… vuol dire ‘grande
gioia’… quindi soffrirai ma poi sarai molto
felice…”
“Cana ti direbbe di mandarti giù un paio di botti di
sakè e poi di riprovare a leggere.” Replicò
sorridendo Erza, per poi cominciare a leggere la tazza
dell’amico. “Ora tocca a me. C’è un grumo che
assomiglia a una bombetta.” Disse. “Forse andrai a lavorare
al Ministero della Magia…”
“Ma per piacere, cerchiamo di essere seri.”
Titania rigirò la tazza dall’altra parte.
“Però visto da qui assomiglia più a una
ghianda… cosa vuol dire?” Studiò il libro.
“‘Una fortuna inaspettata, oro a sorpresa’. Quindi
farai una missione con una preziosa ricompensa… e qui
c’è un’altra cosa.” Continuò, rigirando
di nuovo la tazza “…che sembra un animale…
sì, se questa è la testa… Ma non riesco a capire
cosa sia…”
La professoressa Cooman si avvicinò mentre Harry scuoteva la
testa divertito. “Speravo in qualcosa di più
concreto.” Ammise.
“Fammi vedere, cara.” Disse l’insegnante,
sorprendendoli e chiedendo a Erza la tazza, che gliela porse.
Immediatamente nella sala scese il silenzio.
La professoressa Cooman guardò dentro la tazza, facendola
ruotare in senso antiorario.
“Il falco… caro, tu hai un nemico mortale.”
“Solo uno?” Esclamò Natsu. “Harry, stai
perdendo colpi!”
La professoressa Cooman lo fissò.
“Beh, hanno provato ad ammazzarlo più volte, direi che non
è una sorpresa.” Continuò il rosato.
L’insegnante decise di non ribattere. Abbassò i grandi
occhi sulla tazza di Harry e riprese a farla ruotare.
“Il bastone… un agguato! Oh, caro, questa non è una
tazza benigna…”
“Significa che Baston quest’anno ti farà sudare
più del solito?” Domandò Erza a bassa voce,
guadagnandosi un’occhiataccia dalla Cooman.
“Il teschio… pericolo sul tuo cammino, caro…”
“Mi sembra uno stereotipo.” Commentò Gray.
Tutti gli altri però, a parte i maghi di Fairy Tail, fissavano
esterrefatti la professoressa Cooman, che fece roteare la tazza
un’ultima volta, per poi trattenere il respiro e infine gettare
un grido.
La professoressa indietreggiò, per poi sprofondare in una
poltrona vuota, con la mano scintillante posata sul cuore e gli occhi
chiusi.
“Caro ragazzo… povero caro ragazzo… no…
è meglio non dire niente… no… non
chiedermi…”
“Non avrà visto anche lei qualcuno inseguirmi per
chiedermi di pagare i danni, vero?” Domandò Majutsu ai
suoi amici. “Insomma, è l’unico motivo per cui Cana
ha avuto una reazione del genere… a parte quella volta che aveva
previsto che avrei distrutto per sbaglio la sua scorta di
liquore…”
Gli occhi dell’insegnante si spalancarono in maniera teatrale.
“Mio caro!” Esclamò. “È il Gramo!”
“Il cosa?” Chiese Harry.
Non era l’unico a non aver capito. Dean Thomas alzò le
spalle e Lavanda Brown lo guardò perplessa, ma quasi tutti gli
altri maghi di Grifondoro si portarono le mani alla bocca, orripilati.
“Il Gramo, mio caro, il Gramo!” Esclamò la
professoressa Cooman, stupita che il suo nuovo studente non avesse
capito. “Il cane fantasma gigante che infesta i cimiteri! Caro
ragazzo, è un presagio… il peggior presagio di
morte!”
“Tutto qui?” Fece lui, esterrefatto. “Un cane? Mi
prende in giro?”
La professoressa lo guardò incredula. “Come, caro?”
“Harry ha ragione. Abbiamo visto cose molto più pericolose
di un cane. Diamine, abbiamo quasi visto la morte in persona più
volte.”
“E solo negli ultimi mesi, aggiungerei.” Intervenne Ron.
“Ma che avete fatto durante le vacanze? Affrontato un
demone?” Domandò Dean.
“No, quello lo abbiamo fatto l’estate precedente.”
Rispose sincero Natsu, senza però venire preso sul serio.
“Sì, e magari quest’anno avete affrontato
Voi-Sapete-Chi, eh?”
“Abbiamo affrontato un altro genere di incubo.” Rispose
Erza, guardando male il compagno di Casa.
“Oh, sì, lo vedo.” Disse la Cooman, guardandola.
“Lo vedo nei tuoi occhi… nel tuo occhio destro… Tu
hai visto la vera paura… Ma il Gramo… Non
c’è nulla come il Gramo!”
“Nulla, dice?” Domandò Harry. “Eppure le
ripeto che un cane non può farmi paura. Sinceramente, temo di
più gli uomini.”
L’insegnante si alzò, avvicinandosi al moro, per poi
fermarsi a fissarlo. “Tu… Tu hai già avuto qualche
esperienza di Divinazione, vero? Lo scorso anno… e anche
prima.”
Majutsu ricambiò lo sguardo, incuriosito da quel cambio.
“Può darsi. Quindi?”
“Il tuo Occhio ti fa vedere, ma tu non gli credi…
Perché?”
Harry ridacchiò. “Ormai ho imparato a credere solo ai
fatti. In un mondo pieno di inganni, dare ascolto solo a delle
sensazioni o a dei sogni è stupido e pericoloso. Sarò
sincero, professoressa: mi sono iscritto a questo corso solo per dare
una spiegazione a qualche mio sogno, ma per pura curiosità. Non
credo sia davvero possibile prevedere il futuro.”
“È un peccato, caro. Potresti fare grandi cose con la tua
Vista… Ma ad ogni modo, temo non faresti comunque in tempo. Tra
qualche mese scoprirai qualcosa che ti sconvolgerà. E subito
dopo verrai messo nuovamente alla prova per colpa di un uomo
pazzo.” Mentre diceva ciò si alzò, girandosi.
“Tutti noi saremo in pericolo verso Natale. Vedo una grande luce
sopra di noi… e non è una luce buona.”
Tutti i maghi di Fairy Tail, Lucy in primis, si voltarono a guardare
Ron. “Insomma, che vi ho fatto oggi?!” Replicò
questi, scocciato.
“Mi sembrano un mucchio di sciocchezze.” Disse Hermione,
chiudendo il libro. “Insomma… tutti sappiamo che Harry
è la persona che Voldemort vuole uccidere.” Ignorò
i vari ragazzi tremare e continuò. “Personalmente,
concordo con lui: abbiamo visto cose molto più pericolose di un
cane… e le abbiamo superate.”
La professoressa Cooman si voltò a guardarla. “Cara, in te
vedo pochissima aura… Tuttavia, vedo anche
qualcos’altro… La tua sete di conoscenza è
enorme… E hai visto cose che noi possiamo solo immaginare. Cose
che ti hanno portato a dubitare della magia stessa, sbaglio?”
Hermione spostò lo sguardo.
“La magia può essere usata in molti modi diversi.”
Intervenne Gray. “È normale che quando la si vede usare
per fare del male, ci si ponga delle domande.”
Tutti i maghi di Fairy Tail annuirono: Hermione era stata
l’unica, grazie alla sua magia, a vedere l’effettiva
potenza dell’Eterion usato da Gerard. Solo lei era realmente a
conoscenza della sua portata distruttiva.
“Credo che per oggi ci fermeremo qui.” Affermò la
professoressa Cooman con la sua voce più velata.
“Sì… vi prego di portar via le vostre
cose…”
In silenzio, i ragazzi riportarono le tazze all'insegnante, presero i
libri e li riposero nelle borse. Perfino Ron evitava lo sguardo di
Harry.
“Buona fortuna a tutti.” Disse la professoressa Cooman con
un filo di voce. “Fino al prossimo incontro.”
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E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Scusate il ritardo, ma ho avuto mille e più cose da fare.
Dunque! Ecco qui la tanto attesa prima lezione di Divinazione... e le
cose sembrano già mettersi male XD.
Gli eventi cominciano a muoversi... e presto giungeremo alla nuova
saga, la quale rivoluzionerà le carte in tavola di non poco!
Anche se
prima ci sarà un piccolo extra... che qualcuno di voi potrebbe
aver già
letto altrove XD
Nel prossimo capitolo ci sarà la seconda lezione attesa...
nientemeno
che il moliccio! E vi lascio immaginare che cosa apparirà... XD
Alla prossima!
54: Affrontare la propria pauraCapitolo 54: Affrontare la propria paura
Dopo
aver lasciato la torre, gli studenti di Grifondoro si avviarono alla
lezione di Trasfigurazione.
I maghi di Fairy Tail si sedettero tranquilli, ma potevano percepire
perfettamente gli sguardi di tutti gli altri studenti su di loro.
“Ma insomma, che cos’avete oggi?” Domandò la
professoressa McGranitt, dopo essersi trasformata in gatto per la
dimostrazione sugli Animagi, cioè quei maghi in grado di
trasformarsi in animali. “Non che sia importante, ma è la
prima volta che la mia trasformazione non viene accolta da un
applauso.”
Tutti si voltarono di nuovo verso Harry, che sbuffò.
“Nulla professoressa, solo che adesso molti sono convinti che io
debba cadere a terra morto stecchito perché la professoressa
Cooman ha visto un Gramo leggendo le foglie di tè della mia
tazza.”
“Ah, certo… quindi sei tu quello di quest’anno.
Chissà perché, ma la cosa non mi sorprende.”
Tutti la fissarono.
“Cosa intende dire?” Chiese Lavanda.
“È bene che voi sappiate che Sibilla Cooman ha predetto la
morte di uno studente l’anno da quando è arrivata in
questa scuola, ma finora nessuno è ancora morto. Vedere presagi
di morte dappertutto è il suo modo preferito di dare il
benvenuto a una nuova classe. Se non fosse che non ho l’abitudine
di parlar male dei miei colleghi…”
La professoressa McGranitt s’interruppe, e tutti notarono che
aveva le narici bianche e dilatate. Poi riprese, più tranquilla:
“La Divinazione è uno dei settori più imprecisi
della magia. Non vi nasconderò che faccio fatica a tollerarla. I
veri Veggenti sono molto rari, e la professoressa Cooman
è…”
S’interruppe di nuovo, e poi disse in tono molto pratico:
“A me il signor Potter sembra in perfetta salute, quindi credo
comprenderete che non sarà dispensato dai compiti oggi, ma vi
assicuro che in caso di sua morte non sarà tenuto a consegnarli.
Come chiunque altro avrà la medesima sorte.”
I membri di Fairy Tail sorrisero, mentre gli altri sembrarono
tranquillizzarsi.
“Però…” Fece Neville. “Ha predetto la
tazza… senza considerare che ha visto-”
“Eventi del passato.” Tagliò corto Erza, facendo
scomparire il sorriso. “Solo eventi da lasciarsi indietro. Forse
ha qualche potere, ma molto vago.”
“Ben detto signorina Scarlett. Ora, se permettete, vorrei
proseguire con la mia spiegazione.”
Quando la lezione di Trasfigurazione fu terminata, si unirono tutti
alla folla che si dirigeva rumorosamente verso la Sala Grande per il
pranzo, ricongiungendosi a Fred, George, Happy e Ginny.
“Allora, com’è andata?”
“Avevate ragione: forse non basteranno tutte le mie armature per
far fronte alla sfortuna di quella donna.” Disse Erza,
cominciando a mangiare.
“Però… il Gramo è davvero un pessimo
presagio.” Osservò Ron.
“Ma per piacere. Lo abbiamo visto tutti un grosso cane nero,
eppure siamo tutti qui.” Disse Natsu, attirando lo sguardo dei
quattro Weasley su di sé. “Che ho detto?”
“Voi avete visto un Gramo?!” Esclamò Ginny con voce
stridula.
“Suvvia, non mi direte che ci credete, vero?”
Domandò Harry, guardandoli.
“Beh… in effetti, ci credevamo… però dopo
ciò che abbiamo visto da voi… sinceramente mi
terrorizzerebbe di più vedere Gerard… sebbene ignoriamo
il suo aspetto. Anche se, effettivamente, qui c’è
qualcos’altro che potrebbe farci nuovamente paura…”
Detto ciò i due gemelli guardarono il fratello, che
sospirò. “Insomma, che avete tutti oggi? Continuate a
fissarmi come se fossi un mostro!”
“Non più…” Sussurrò Lucy, venendo
sentita solo da Natsu.
“Beh, comunque, di certo questo Gramo non sarà peggiore di
Deliora, no?” Fece Hermione.
“Hermione, se qualcuno vede un Gramo, questa… beh, non
è una cosa bella. Nostro zio Bilius ne ha visto uno… ed
è morto ventiquattr’ore dopo!”
“Una coincidenza.” Replicò lei.
“Noi non sappiamo da che parte stare, perciò ci
dichiariamo neutrali.” Esclamarono i gemelli.
“I-Io… beh, ho incontrato Gerard, e se ne sono uscito
vivo… credo di poter sopravvivere a un Gramo. Ma dove lo avete
visto?” Chiese Neville.
“A Privet Drive, quando siamo… andati dai miei
zii…” Rispose Harry, abbassando la voce. “Quel
cane… l’ho rivisto poco dopo che mio cugino mi ha portato
l’autorizzazione firmata.”
“Davvero?” Domandò Erza.
“Sì. Non ci avevo prestato attenzione, ma sembrava volesse
stare con me e-”
“Ahia!” Esclamò Ron, tirando fuori da una tasca la
mano destra. “Ma che gli prende a Crosta? Non mi aveva mai morso
prima! Ma oggi ce l’hanno proprio tutti con me?!”
“Dev’essere a causa degli Opendat
attorno a te.” Fece Luna, raggiungendoli.
“Ad ogni modo…” Riprese Hermione. “Credo sia
stata solo una coincidenza. Inoltre, secondo me, Divinazione è
una materia piuttosto confusa. Più che altro s’indovina,
se volete saperlo.”
“Sì, credo anch’io sia solo una coincidenza. E poi
non sono nemmeno sicuro che fosse un Gramo.”
Una volta finito il pranzo, il gruppo si divise nuovamente, lasciando
quelli del terzo anno all’uscita, permettendogli così di
raggiungere la casa di Hagrid, dove quest’ultimo, imbacuccato nel
cappotto di talpa e con Thor accanto a sé, sembrava impaziente
di cominciare.
“Oh, così siete venuti. Pensavo non avreste avuto il
coraggio di uscire, visti i Dissennatori.” Esordì la voce
beffarda di Malfoy.
Solo allora i maghi di Fairy Tail si ricordarono che avrebbero dovuto
condividere la lezione con i Serpeverde.
“Forza, avanti, muovetevi!” Esclamò il nuovo
insegnante, mentre i ragazzi si avvicinavano. “Oggi ho una cosa
specialissima per voi! Una gran lezione! Ci siete tutti? Bene, allora
seguite me!”
Hagrid li portò vicino ai confini della Foresta Proibita, e
cinque minuti più tardi si arrestarono accanto a un recinto.
Dentro non c’era niente.
“Tutti attorno alla staccionata, qui!” Gridò Hagrid.
“Ecco... mettetevi così che vedete bene... adesso per
prima cosa aprite i libri...”
“Come?” Disse la voce fredda e strascicata di Draco.
“Eh?” Fece sorpreso il guardiacaccia.
“Come facciamo ad aprire i libri senza perdere una mano?”
Domandò ancora Malfoy, prendendo la sua copia del Libro Mostro
dei Mostri, che era stato chiuso con uno spago. Anche gli altri
estrassero i loro, tutti chiusi nello stesso modo.
“Perché i vostri invece si fanno aprire senza problemi?
Non che mi dispiaccia, sia chiaro…” Chiese Ron, osservando
Harry tirare fuori la sua copia, che si aprì da sola alla prima
pagina.
“Credimi Ron… Non lo vuoi sapere…” Rispose
Lucy, guardando Titania.
“Oh, vedo che voi lo avete scoperto.” Disse Hagrid,
sollevato. “In effetti, basta accarezzarli sul dorso per farli
aprire.”
“Accarezzarli?” Ripeté Erza, sorpresa.
“Bastava così poco?”
“No, non voglio sapere come hai fatto. Potrei avere gli
incubi.” Commentò Neville, per poi togliere la cintura che
aveva usato per chiudere il suo libro ed eseguire le istruzioni,
imitato da tutti gli altri studenti.
“Oh, che sciocchi!” Sibilò Malfoy. “Dovevamo
accarezzarli! Perché non l’abbiamo capito subito?”
“Be’... sono divertenti, no?” Disse Hagrid in tono
incerto.
“Oh, terribilmente divertenti!” Sbottò il
Serpeverde. “Davvero spiritoso, assegnarci un libro che cerca di
mangiarti le mani!”
“Beh, io sinceramente mi sono divertita a domarli.”
Replicò Erza, riservando uno sguardo gelido al biondo, che
sbuffò.
“Va bene…” Riprese Hagrid, un po’ sorpreso da
quell’ultima uscita. “Allora... avete tutti il libro...
Bene… adesso vi servono delle Creature Magiche. Sì. Io
vado e le prendo. Voi state qui...”
Si allontanò da loro e si addentrò nella foresta.
“Mio Dio, questo posto è caduto davvero in
basso…” Commentò Draco ad alta voce.
“Quell’idiota che fa l’insegnante...”
“Taci, Malfoy!” Esclamò Harry, irritato. Sapeva che
stava facendo di tutto per rovinare la prima lezione di Hagrid.
“Attento, Potter, c’è un Dissennatore dietro di
voi.” Lo prese in giro il Serpeverde, facendo scoppiare a ridere
Tiger e Goyle.
“State zitti voi due.” Ordinò, facendoli zittire
all’istante. “Non mi sembra di avervi autorizzato a
ridere.”
“Oooooh!” Strillò Lavanda Brown, indicando il lato
opposto del recinto e distogliendo così l’attenzione dal
biondo.
Almeno una dozzina di creature trotterellavano verso di loro: avevano i
corpi, le zampe posteriori e le code da cavallo; le zampe anteriori, le
ali e la testa di aquile giganti, becchi feroci color
dell’acciaio e grandi occhi di un arancione squillante. Gli
artigli sulle zampe davanti erano lunghi più di quindici
centimetri e avevano l’aria letale. Ciascuna delle bestie portava
uno spesso collare di cuoio attorno al collo, fissato a una lunga
catena, e tutte le estremità delle catene erano strette nelle
manone di Hagrid, che entrò correndo nel recinto, dietro le
creature.
“Fermi qui, adesso!” Ruggì lui, agitando le catene e
spingendo le creature verso lo steccato dove i ragazzi erano in attesa.
Tutti fecero un passo indietro mentre Hagrid li raggiungeva e legava le
creature alla staccionata.
“Ippogrifi!” Annunciò allegramente il guardiacaccia
agitando una mano. “Belli, eh?”
“Belli sì! Non avevo mai visto creature simili
prima!” Esclamò entusiasta Natsu.
“Allora!” Disse Hagrid sfregandosi le mani e sorridendo.
“Se volete venire un po’ più vicini...”
Solo i membri di Fairy Tail più Malfoy lo ascoltarono.
“Ora, la prima cosa da sapere degli Ippogrifi è che sono
orgogliosi.” Spiegò Hagrid. “Facili da offendere,
ecco come sono. Mai insultarne uno, perché può essere
l’ultima cosa che fate. Dovete sempre lasciargli fare la prima
mossa.” Continuò. “È educato, capito?
Camminate verso l’Ippogrifo, fate un inchino, e aspettate. Se
anche lui fa un inchino, potete toccarlo. Se non lo fa, via veloci,
perché quegli artigli fanno male. Bene, chi va per primo?”
“Vado io.” Si propose Harry, avanzando ulteriormente.
Lavanda e Calì sussultarono. “Oooh, no, Harry, ricordati
le foglie di tè!”
“In effetti era buono quel tè, lo concedo. Non mi capita
spesso di berlo, da noi non è così diffuso.”
Rispose lui, arrampicandosi sulla staccionata e ignorando le
implicazioni della frase detta dalla compagna d’anno.
“Bravo, Harry!” Ruggì Hagrid. “Vediamo come te
la cavi con Fierobecco.”
Slegò una delle catene, allontanò un Ippogrifo grigio dai
suoi compagni e gli sfilò il collare di cuoio.
Dall’altra parte del recinto, i ragazzi trattennero il fiato,
mentre gli occhi di Malfoy si strinsero malvagi.
“Piano, ora, Harry.” Disse l’omone a bassa voce.
“Hai stabilito un contatto visivo, adesso cerca di non chiudere
gli occhi... gli Ippogrifi non si fidano di te se strizzi troppo gli
occhi...”
Majutsu annuì leggermente con la testa, continuando a fissare la
creatura di fronte a sé, che ricambiò mostrandogli due
altere pupille arancioni.
“Così…” Istruì Hagrid.
“Così, Harry... ora fai l’inchino...”
Potter fece come gli diceva il neo insegnante, chinandosi educatamente.
L’Ippogrifo continuava a fissarlo, altezzoso, senza dar alcun
segno di volersi muovere.
“Ah…” Fece Hagrid preoccupato. “Va bene...
adesso torna indietro, Harry, Harry, piano...”
Ma in quel momento l’Ippogrifo piegò all’improvviso
le ginocchia squamose, e si abbassò in quello che era un
inconfondibile inchino.
“Ben fatto, Harry!” Esclamò l’omone estasiato.
“Va bene, adesso puoi toccarlo! Accarezzagli il becco,
avanti!”
“Okay.” Rispose lui, avvicinandosi a Fierobecco e
accarezzandogli il becco.
L’Ippogrifo chiuse pigramente gli occhi, soddisfatto.
“Va bene così, Harry.” Giudicò Hagrid.
“Ora ti lascia salire in groppa, guarda.”
Harry fu sorpreso: ormai era abituato a un manico di scopa, di certo
non si aspettava che un Ippogrifo sarebbe stato la stessa cosa.
“Sali da lì, dietro l’ala.” Continuò il
guardiacaccia. “E ricordati di non strapparci nessuna piuma, lui
non è contento se lo fai...”
“Posso immaginarlo.” Fece il moro, ricordandosi di come la
cosa desse fastidio anche a Happy.
Majutsu mise il piede sull’ala di Fierobecco e si issò sul
suo dorso, per poi aggrapparsi al collo, così da non dover
afferrare alcuna piuma.
“Avanti!” Ruggì Hagrid, dando una manata sul fianco
dell’Ippogrifo, il quale spalancò le ali, lunghe
più di tre metri, per poi decollare.
Non era affatto come un manico di scopa ma Harry era abituato a cose
peggiori: di certo dopo la sua esperienza di quell’estate
preferiva volare sopra un Ippogrifo piuttosto che essere un fantasma.
Fierobecco gli fece fare un giro del recinto e poi puntò di
nuovo verso terra. Sentì solo un colpo secco mentre le quattro
zampe male assortite toccavano terra, e lui saltò subito
giù.
“Bravo, Harry!” Gridò Hagrid, mentre tutti tranne
Malfoy e gli altri Serpeverde lo festeggiavano. “Okay,
c’è qualcun altro che vuole provare?”
Incoraggiati dal successo del moro, gli altri ragazzi si arrampicarono
cautamente sulla staccionata. Hagrid slegò gli Ippogrifi uno a
uno, e ben presto tutti furono impegnati in una serie di nervosi
inchini.
Quando toccò a Erza, l’Ippogrifo si chinò per
primo, lasciando stordito il guardiacaccia. “Strano, non era mai
successo prima.” Commentò.
“Probabilmente ha agito seguendo l’istinto di
sopravvivenza.” Ipotizzò Gray. “Mi sorprendo che non
sia successo lo stesso con te, Harry.”
“A differenza di Erza, ho trattenuto il mio potere magico.”
Rispose lui.
Nel frattempo Malfoy si avvicinò a Fierobecco. “È
facilissimo.” Borbottò abbastanza forte da farsi sentire
dagli altri. “Lo sapevo, se ce l’ha fatta Potter...
Scommetto che non sei per niente pericoloso. Vero, brutto
bestione?”
Fu un attimo: un lampo di artigli d’acciaio scattò contro
il Serpeverde, che tirò subito fuori la bacchetta, mormorando
qualcosa che gli altri non udirono a causa della situazione.
Immediatamente l’Ippogrifo cacciò un gridò di
dolore, per poi cadere a terra, ricoperto di tagli.
“Fierobecco!” Urlò Hagrid, accorrendo, mentre Malfoy
rimetteva in tasca la bacchetta.
“Ben gli sta. Così impara ad attaccarmi e-”
Non finì la frase che Natsu lo afferrò per la divisa,
portando la faccia di fronte alla sua, fissandolo con occhi pieni
d’odio.
“Che cos’hai fatto?”
“Autodifesa, Dragonil. Qualcosa a te sconosciuto, immagino.”
“Sei stato tu a provocarlo! Ti abbiamo sentito tutti!”
Ringhiò il Dragon Slayer. “E Hagrid ci aveva avvertito che
non andavano offesi!”
“È colpa sua. Non doveva portare dei simili mostri.”
Natsu tirò indietro l’altro braccio, pronto a colpirlo, ma
fu fermato da Majutsu. “Harry-”
“Non dargli nessuna soddisfazione. Se lo colpisci, finirà
col farti mettere in punizione.” Disse, mentre Hagrid controllava
le ferite di Fierobecco.
Natsu sbuffò, lasciando andare Malfoy.
“Tsk. Vedo che quel Dissennatore ti ha messo al tuo pos-”
Ma il pugno di Harry lo colpì sulla guancia, facendolo cadere
all’indietro.
“Io d’altro canto non temo una misera punizione, come non
mi preoccupo di perdere dei punti.” Continuò Majutsu,
guardandolo con occhi pieni di rabbia, che sembravano brillare.
“Harry!” Chiamò Hagrid, voltandosi a guardarlo,.
“Basta così! Non voglio che tu ti metta nei guai per me.
Malfoy, segnalerò quest’incidente al preside. Non hai
seguito le mie istruzioni, e hai ferito deliberatamente
Fierobecco.”
“Fai pure quello che vuoi. Non mi curo certo del giudizio di un
mostro che difende un altro mostro.” Replicò Draco,
rialzandosi e massaggiandosi la guancia, che cominciò a
gonfiarsi.
“Tu…” Soffiò Hermione, tentata di prendere in
mano la bacchetta, ma fermata subito da Neville.
“La lezione per oggi è conclusa. Scusate, ma devo curare
subito Fierobecco.” Concluse Hagrid, congedandoli.
Gli studenti annuirono, per poi recuperare le loro borse e
allontanarsi, lasciando indietro Malfoy, che camminava lentamente.
“Perché mi hai fermato per poi colpirlo tu?!”
Esclamò furioso Natsu a Majutsu. “Avrei potuto fargli
più male!”
“È proprio questo il punto. Tu probabilmente lo avresti
mandato direttamente in infermeria con il tuo pugno. E per quanto
volessi farlo anch’io, non possiamo.”
A diversi metri dietro di loro, Draco si fermò vicino a un
albero.
“Non è pericoloso per te farti vedere qui?” Chiese.
“No, se non mi vedono. Perché l’hai colpito? Avresti
potuto accusare Hagrid se quell’animale ti avesse ferito.”
“Non mi prendere per uno stupido. Cosa sarebbe successo se mi
avesse lacerato la divisa e mostrato la schiena? La mia copertura
sarebbe saltata subito, dato che ero davanti a Potter e i suoi
amici.”
“Capisco… Allora credo tu abbia fatto un’ottima
scelta. Ma vedi di non esporti nuovamente in questo modo.”
“Non preoccuparti, continuerò a giocare la mia parte fin
quando sarà necessario.” Concluse lui, riprendendo la sua
camminata.
Le conseguenze per Malfoy furono pesanti: Serpeverde perse ben cento
punti a causa sua; inoltre aveva ricevuto il divieto di giocare a
Quidditch fino a dopo Natale.
Fierobecco era riuscito a salvarsi, ma Hagrid disse che gli ci
sarebbero voluti mesi per riprendersi completamente.
“Come osa?” Fece Happy il giorno dopo, non appena Majutsu e
gli altri tornarono per pranzare dalla prima lezione di
quell’anno di pozioni. Gli avevano appena detto che Malfoy
continuava ad andare fiero di ciò che aveva fatto.
“Lascialo perdere, Happy.” Consigliò Natsu.
“So che ti infastidisce che abbia ferito gravemente una creatura
magica, ma sfortunatamente non possiamo fare davvero molto. O a
quest’ora sarebbe già un mucchietto di cenere.”
“Sai Natsu, io continuerò a chiedermi perché sembri
così fissato con il fuoco.” Intervenne Dean, seduto poco
distante.
“Non sembra, lo è. È un maniaco del fuoco.”
Replicò Gray.
“Cos’hai detto, ghiacciolo?” Ringhiò il
diretto interessato.
“Esattamente quello che ho detto, fiammifero!”
“Ragazzi… non volete che intervenga per fermarvi,
vero?” Domandò Erza, mentre beveva tranquillamente un
sorso d’acqua.
Immediatamente i due maghi si abbracciarono. “Ma noi stavamo solo
scherzando!” Dissero insieme, con un sorriso forzato.
“Non so perché, ma tu li spaventi terribilmente.”
Commentò Seamus, guardando Titania, che sorrise.
“Sono due bambini, perciò ogni tanto devono essere
calmati.”
“Ho paura di sapere come…” Mormorò poco
lontano Angelina.
“Oh, è anche troppo buona. Fosse per me, userei tort-ehm,
punizioni più severe.” Fece Harry, correggendosi.
“Ma dove diamine vivete voi?!” Esclamarono assieme i loro
compagni di corso.
“Segreto.” Risposero nello stesso momento Majutsu e
Titania, enigmatici.
“Allora…” Intervenne Fred, decidendo di cambiare
discorso. “Voi oggi avete Difesa contro le Arti Oscure,
vero?”
“Sì.” Rispose Hermione, mettendo via il libro di
Aritmanzia. “Sono curiosa di vedere se quest’anno ci va
bene o no.”
“Il professor Lupin è fantastico!” Esclamò
Happy, che lo aveva avuto quella mattina. “Non ha nulla a che
fare con Allock. Anche se mi ha guardato in maniera strana,
aye…”
“Beh, credo sia per il colore dei capelli…”
Tentò Ron. “Sai, qui non sono molto comuni.”
“Paese che vai, colori che trovi.” Mormorò Erza,
abbassando lo sguardo. “Okay, allora è meglio se ci
avviamo!”
I ragazzi annuirono, per poi alzarsi dal tavolo e dirigersi verso
l’aula.
Il professor Lupin non c’era quando arrivarono in classe. Tutti
presero posto, tirarono fuori i libri, le penne e le pergamene, e
stavano chiacchierando quando finalmente l’insegnante
entrò in aula. L’uomo sorrise in modo vago e posò
la vecchia valigia tarlata sulla cattedra. Era trasandato come sempre,
ma aveva l’aria più sana che non sul treno, l’aria
di uno che ha consumato qualche pasto come si deve.
“Buon pomeriggio.” Salutò cordiale. “Vi prego
di rimettere i libri nelle borse. Oggi faremo una lezione pratica. Vi
occorrono solo le bacchette magiche.”
“Ho sentito bene?” Disse sorpreso Gray. “Finalmente
dopo due anni avremo una lezione pratica? Probabilmente ci sarà
una tempesta di sabbia!”
“Forse volevi dire che nevicherà.” Cercò di
correggerlo Dean, ottenendo uno sguardo stranito dal compagno.
“Quello sarebbe un lieto evento, quindi niente di strano.”
“Bene.” Continuò il professor Lupin quando tutti
furono pronti. “Se ora volete seguirmi…”
Perplessi ma interessati, i ragazzi si alzarono e seguirono
l’insegnante, che li guidò fuori dalla classe, lungo il
corridoio deserto e oltre un angolo, dove la prima cosa che videro fu
Pix il Poltergeist che fluttuava a mezz’aria a testa in
giù e ficcava una gomma masticata nella toppa più vicina.
Pix fece finta di niente finché il professor Lupin non gli fu
vicinissimo, poi agitò i piedi dalle dita arricciate e
canticchiò: “Pazzo, pazzo Lupin. Pazzo, lupesco Lupin,
pazzo, lupesco Lupin…”
Per quanto in genere fosse maleducato e intrattabile, di solito Pix
rispettava gli insegnanti. Tutti guardarono il nuovo professore per
vedere come avrebbe risposto: con loro grande sorpresa, stava
sorridendo.
“Se fossi in te, Pix, toglierei quella cicca dalla toppa.”
Disse in tono amabile. “O Mastro Gazza non riuscirà a
prendere le sue scope.”
Pix non prestò attenzione alle parole del professor Lupin e,
anzi, fece una fragorosa pernacchia spruzzando saliva dappertutto.
“Pix…” S’intromise Harry, attirando
l’attenzione della creatura su di sé. “Dobbiamo
ripeterlo noi?”
Il Poltergeist perse subito il suo sorriso, per poi provvedere a
rimuovere immediatamente la cicca. “N-No di certo… anzi,
credo andrò subito a farmi un giro nella… nella Foresta
Proibita, sì.” Disse, deglutendo, per poi volare via.
“Notevole, Harry. Ma come hai fatto a convincerlo?”
Domandò il professore.
“Io, niente. È un episodio che risale al primo anno. Per
qualche motivo, ha paura di me e dei miei amici.”
A Majutsu parve per un momento di vedere il professore sorridere.
“Procediamo.” Disse infine questi, girandosi e riprendendo
il cammino. Li guidò lungo un secondo corridoio e si
fermò davanti alla porta della sala professori.
“Entrate, prego.” Invitò il professor Lupin
aprendola.
La sala, una stanza lunga, rivestita di legno, piena di vecchie sedie
scompagnate, era vuota, tranne che per un insegnante. Il professor
Piton era seduto su una poltrona bassa, e alzò lo sguardo mentre
la classe entrava. Aveva gli occhi scintillanti e una smorfia
antipatica sul viso, mentre il collega entrava e chiudeva la porta alle
sue spalle.
“Lasciala aperta, Lupin. Preferisco non assistere.” Disse
l’insegnante di Pozioni, alzandosi e allontanandosi, con il manto
nero che fluttuava alle sue spalle.
“Allora!” Esclamò il professor Lupin dopo che
l’insegnante di Pozioni se ne fu andato, radunando la classe
verso l’altro capo della stanza, occupato solo da un vecchio
armadio in cui gli insegnanti tenevano i mantelli di ricambio. Mentre
Lupin si avvicinava, l’armadio ondeggiò
all’improvviso, sbattendo contro il muro. Alcuni ragazzi
balzarono indietro, spaventati.
“Niente paura.” Li tranquillizzò il professore con
la massima calma. “C’è un Molliccio lì
dentro.”
Quasi tutti sembravano convinti che ci fosse da aver paura, eccome.
Solo alcuni non erano della stessa opinione, mostrando sui loro volti
solo un leggero timore.
“I Mollicci amano i luoghi chiusi e oscuri.” Spiegò.
“Gli armadi, gli spazi sotto i letti, le antine sotto i
lavandini... Una volta ne ho incontrato uno che si era insediato in una
pendola. Questo si è trasferito lì dentro ieri
pomeriggio, e ho chiesto al Preside di lasciarcelo per poter fare un
po’ di pratica con voi del terzo anno. Allora, la prima domanda
che dobbiamo porci è questa: che cos'è un
Molliccio?”
Hermione alzò la mano.
“È un Mutaforma.” Disse non appena ottenuto il
permesso. “Può… Può assumere l’aspetto
di quello che ritiene ci spaventi di più.”
“Non avrei saputo dirlo meglio!” Approvò il
professore, e Hermione sorrise radiosa. “Quindi il Molliccio che
sta lì al buio non ha ancora assunto una forma. Non sa ancora
che cosa spaventerà la persona dall’altra parte della
porta. Nessuno sa che aspetto ha un Molliccio quando è solo, ma
quando lo farò uscire, diventerà immediatamente
ciò di cui ciascuno di noi ha più paura. Questo significa
che abbiamo un grosso vantaggio sul Molliccio prima di cominciare. Hai
capito quale, Harry?”
Majutsu si sorprese per essere stato chiamato, ma annuì subito
dopo. “Certo. Non essendo da soli ad affrontarlo, lui non
saprà che forma prendere.”
“Precisamente.” Disse il professor Lupin. “È
sempre meglio avere compagnia quando si ha a che fare con un Molliccio.
Così lo si confonde. Che cosa diventerà, un cadavere
senza testa o una lumaca carnivora? Una volta ho visto un Molliccio
commettere l’errore di cercare di spaventare due persone
contemporaneamente. Alla fine si è trasformato in mezza lumaca.
Nemmeno lontanamente spaventoso.”
“Dipende da chi lo guarda…” Mormorò Lucy.
“Io avrei avuto paura lo stesso…”
“L’incantesimo per respingere un Molliccio…”
Continuò Lupin. “…è semplice, ma richiede
una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio
sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad
assumere una forma che trovate divertente. Ora proveremo
l’incantesimo senza le bacchette magiche. Dopo di me,
prego… Riddikulus!”
“Riddikulus!” Ripeterono tutti in coro.
“Bene.” Disse il professor Lupin. “Molto bene. Questo
però era il meno, temo. Vedete, la parola da sola non
basta.”
L’armadio tremò di nuovo.
“Hermione, comincia tu.” Asserì il docente,
sorprendendo la ragazza non tanto per essere stata chiamata, ma per via
del fatto che fosse stato usato il suo nome invece del cognome.
“Innanzitutto: qual è la cosa che ti fa più paura
al mondo?”
Hermione, per la prima volta, non seppe cosa rispondere. Poi, pochi
secondi dopo, nella sua mente comparve l’immagine
dell’Eterion che si abbatteva sulla torre.
“U-Una… una magia…” Rispose a bassa voce,
mentre i compagni di Grifondoro la guardavano increduli.
“Di che magia si tratta?” Domandò curioso Lupin.
“Non… Non lo so, signore… L’ho solo
vista… appare come una grandissima fonte di luce…
distruttiva…”
“Si chiama Eterion.” Intervenne Harry. “Ed è
una magia in grado di distruggere qualsiasi cosa incontri sul suo
cammino. Non lascia alcuna traccia dietro di sé. Ma per usarla,
ci vuole una concentrazione unica, oltre alla presenza di molti maghi
potenti. Abbiamo avuto la sfortuna di assistere al suo uso
quest’estate, anche se da lontano.”
Immediatamente si alzò un mormorio tra gli studenti.
“Capisco.” Disse infine l’insegnante. “Allora,
Hermione, devi trovare un modo per trasformare questa magia in qualcosa
che possa far ridere. Ricordati che il Molliccio prenderà solo
l’aspetto, non la potenza di questa magia. Credi di
farcela?”
La castana restò in silenzio per qualche secondo, per poi
annuire.
“Molto bene allora. Adesso aprirò l’armadio. Subito
dopo che Hermione l’avrà respinto il Molliccio
tenterà di attaccare nuovamente. Hermione farà qualche
passo indietro, sostituita da chi chiamerò. Siete pronti?”
Tutti annuirono.
“Al mio tre allora!” Esclamò il professor Lupin,
puntando la bacchetta verso la maniglia dell’armadio.
“Uno… Due… Tre!”
Un getto di scintille sprizzò dalla punta della bacchetta di
Lupin e colpì la maniglia. L’armadio si spalancò.
Ne uscì un fascio di luce, che si diresse subito contro
Hermione, che alzò la bacchetta, concentrandoci su ciò
che stava immaginando.
“R-Riddikulus!”
Urlò.
Immediatamente, il fascio di luce si trasformò in una sfera di
luce, che ribalzò a terra cambiando colore, per poi saltare sul
soffitto e diventare così di un giallo canarino, seguito da blu,
fucsia e nero, continuando così. Diversi ragazzi si misero a
ridere.
“Bene, ora Calì! Tocca a te!”
La ragazza avanzò con fare deciso mentre Hermione prese il suo
posto nelle retrovie. La palla di luce sembrò esplodere con uno
schiocco, e al suo posto comparve una mummia tutta fasciata, grondante
sangue. Il suo volto senza occhi era rivolto verso Calì e la
cosa cominciò ad avanzare verso di lei, molto lentamente,
strascicando i piedi, mentre le braccia rigide si alzavano…
“Riddikulus!”
Gridò Calì.
Una benda si dipanò dai piedi della mummia, che inciampò,
cadde in avanti e perse la testa, che rotolò via.
“Seamus!” Chiamò il professor Lupin.
Seamus prese il posto di Calì.
Crack! Al posto della mummia ora c’era una donna con i capelli
neri lunghi fino a terra e il volto scheletrico e verdastro: una
banshee, la strega delle brughiere. L’essere spalancò la
bocca e un suono disumano riempì la stanza, un lungo gemito
ululante che fece drizzare i capelli a molti dei presenti.
“Riddikulus!”
Urlò Seamus.
La banshee emise un verso rasposo e si afferrò la gola: le era
sparita la voce.
Crack! La banshee si trasformò in un topo, che corse in tondo
cercando di prendersi la coda e poi - crack! - diventò un
serpente a sonagli, che si contorse prima di diventare - crack! - una
pupilla insanguinata.
“È confuso!” Gridò Lupin. “Ce la
facciamo! Weasley!”
Ron avanzò, pronto ad affrontare quello che sapeva sarebbe stato
sicuramente un ragno gigante.
Il Molliccio schioccò di nuovo, ma invece dell’aracnide,
di fronte a Ron si materializzò quello che sembrava una sua
copia. Solo che questi indossava un completo nero metal, con un
tatuaggio scuro sulla guancia.
“Dove diamine è finito il ragno?!” Esclamò
sorpreso Ron, mentre Lucy dietro di lui sbiancava.
“Non di nuovo lui!” Gridò, spaventata.
Il rosso si voltò a guardarla. “Sai chi è?
Perché io non me lo ricordo?! E soprattutto, perché
sembra me?!”
“Weasley, non distrarti, o avrà la meglio lui.” Lo
riprese Lupin, anche lui sorpreso per quella trasformazione.
“Ecco… è una persona che abbiamo incontrato nella
Torre… Non ti ricordi di lui perché stavi
dormendo…” Cercò di mentire la maga degli Spiriti
Stellari. Dopotutto, non poteva di certo dirgli la verità, non
davanti a tutti.
Il Ron malvagio tirò fuori la lingua, per poi creare una sfera
di luce, pronto a colpirlo.
“Riddikulus!”
Ruggì Weasley, deciso a non sperimentare niente da parte di
quella cosa, che si colorò immediatamente di verde, mentre la
sfera di luce si trasformò in un gavettone di vernice rosa, che
gli scoppiò in mano.
“Ottimo! Fullbuster!”
Ron non perse tempo, andando subito al fianco di Lucy. “Poi mi
spiegherai bene questa storia…” Le sussurrò.
“Quella era luce. Come la mia.”
“Parlerò solo in presenza di Fred e George. Loro sono
ancora più sconvolti di me.”
Gray nel frattempo saltò avanti, con la bacchetta in mano.
Il falso Ron sparì, sostituito da una donna dai capelli blu. Ma
la cosa che saltò agli occhi di tutti era che questa era per
metà di ghiaccio, e stava osservando con occhi pieni di rabbia
il moro di fronte a lei.
“Ur… è stata colpa mia… ma so che la vera te
non mi considera colpevole!” Affermò Gray, puntandole
contro la bacchetta. “Scusami. Riddikulus!”
Le gambe di Ur si trasformarono in due sci, e lei scivolò dritta
dritta davanti a Lucy, che saltò avanti pronta. Questa volta si
trasformò in un uomo ben vestito, con capelli e baffi biondi,
che guardava severamente la ragazza.
“Papà… Non mi pento di ciò che ho fatto.
Puoi tenerti i tuoi soldi, io mi tengo la libertà. Riddikulus!”
Immediatamente, a Jude Heartphilia caddero di netto i baffi.
“Grande Lucy! Ora fa provare me!” Esclamò Natsu,
andando avanti.
Il padre di Lucy si voltò a guardarlo per poi sparire,
sostituito da una coltre di nebbia.
“Del fumo?” Domandò sorpreso il Dragon Slayer.
“Mi prendi in giro?! Come potrei aver paura di una cosa
così stup-”
Ma le parole gli morirono in bocca.
Davanti a tutti, la testa enorme di un drago dalle squame rosse emerse
dalla nebbia: era stata decapitata di netto, e gli occhi, ormai
bianchi, sembravano fissare Natsu, che cominciò a tremare,
mentre dietro di lui diversi studenti gridarono spaventati, temendo un
vero drago.
“I- Igneel…” Mormorò il Dragon Slayer, con
gli occhi tremanti, avanzando lentamente verso la testa.
“Igneel!!!” Chiamò terrorizzato, ma venendo fermato
da Neville.
“No Natsu! Non è davvero lui! Ricordi? È un
Molliccio!”
“Ma il suo odore… le sua squame… Non posso
sbagliarmi, è lui!”
Paciock sospirò, sperando che l’amico lo avrebbe capito.
Sotto gli occhi sorpresi di tutti, lo colpì con un calcio allo
stomaco, facendolo cadere all’indietro e restando da solo davanti
alla testa draconica, che scomparve subito.
Ora, di fronte a tutti, un ragazzo da capelli blu, con un tatuaggio che
gli attraversava la parte destra della faccia, lo fissava divertito. Il
volto di Neville divenne subito pallido.
“No… Non di nuovo tu!” Esclamò, fissando
Gerard, che cominciò ad avanzare verso di lui.
Ma prima che potesse fare qualcosa, il ragazzo si sentì tirare
indietro dalla divisa, mentre Erza prendeva il suo posto.
“Scusa Neville. È colpa mia se ti è apparso
lui.” Disse, alzando la bacchetta, mentre si sentì un
nuovo schiocco.
Questa volta fu il turno di Titania di spalancare gli occhi.
Di fronte a lei, in tutta la sua altezza, Shimon la guardava con occhi
duri.
“Shimon…” Mormorò Erza, mentre gli occhi le
si riempivano di lacrime. “Perdonami… se solo fossi stata
più forte tu non saresti…”
Il ragazzo non disse nulla. Si limitò ad alzare un braccio, per
poi aprire la mano che teneva chiusa.
Immediatamente molti urlarono, mentre Erza si portò
d’istinto la mano libera sull’occhio destro.
Lì, in bella vista, Shimon mostrò a tutti un bulbo
oculare, la cui iride era dello stesso colore degli occhi di Erza.
“Indietro!” Ruggì Harry, spingendola via.
Il professor Lupin fece per intervenire subito, ma con sua sorpresa, il
Molliccio non cambiò aspetto, limitandosi a far sparire
l’occhio.
“Come immaginavo…” Mormorò Majutsu.
“Non riesco ancora a perdonarmi… Tu sei morto per
salvarci. E non potrò mai accettare questa mia debolezza.”
Shimon continuò a guardarlo.
Poi, il suo aspetto cominciò gradualmente a cambiare: una tunica
nera lo avvolse completamente, lasciando scoperto solo un braccio, che
raggrinzì quasi all’istante, diventando bianco.
Il volto del ragazzo scomparve, nascosto da un cappuccio.
Di fronte a tutti quanti, era apparso un Dissennatore.
“Okay, direi che per oggi è sufficiente!”
Annunciò Lupin, saltando avanti a Harry.
La creatura oscura scomparve subito, sostituita da una sfera di un
bianco argenteo, che galleggiava a mezz’aria davanti al
professore, che disse “Riddikulus!”
quasi pigramente.
La sfera argentata esplose come un fuoco d’artificio.
L’insegnante ne approfittò, pronunciando un altro
incantesimo. Immediatamente le luci colorate tornarono
nell’armadio, che si chiuse subito, imprigionandole.
“Me ne occuperò più tardi.” Disse, guardando
gli ultimi maghi che avevano affrontato il Molliccio, tutti ancora
sconvolti. “Dubito che qualcuno si sarebbe messo a ridere dopo
ciò che abbiamo visto. Cinque punti a tutti coloro che hanno
affrontato il Molliccio… e non preoccupatevi, non tutti riescono
a respingerli. È normale. Per la prossima volta dovete leggere
il capitolo sui Mollicci e farne il riassunto… consegna
lunedì. È tutto.”
Chiacchierando sconvolti, i ragazzi uscirono dalla sala professori.
I maghi di Fairy Tail restarono in silenzio. Per quasi tutti loro, la
loro paura era da attribuire a ciò che avevano assistito nella
Torre del Paradiso.
Questo significava che l’incubo in cui Gerard li aveva fatti
precipitare non era ancora svanito del tutto.
Il professor Lupin restò a guardare l’armadio.
“Quindi è questo quello di cui hanno paura… Ora
capisco molte cose.” Mormorò, lasciandosi cadere seduto su
una sedia. “Siamo stati degli stupidi a non capirlo, eh?”
-------------------
E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Vi chiedo scusa per il ritardo, ma sono stato preso da mille e
più cose...
Ad ogni modo, con questo finalmente si conclude l'introduzione al terzo
anno! Dal prossimo le cose cominceranno a diversificarsi... e non poco!
Ringrazio tutti voi che continuate a seguirmi e a recensire e al
prossimo capitolo!
55: Visione, attacco e sognoCapitolo 55: Visione, attacco e sogno
Quella
sera, il terzo anno di Grifondoro andò in silenzio nei propri
dormitori: ciò a cui avevano assistito durante l’ora di
Difesa contro le Arti Oscure aveva lasciato sconvolti quasi tutti.
“Natsu…” Domandò Dean, seduto sul suo letto,
guardando il compagno dai capelli rosa. “Tu… Tu hai
chiamato quel drago Igneel… Ma quello non era il nome di tuo
padre?”
Natsu non rispose.
“Igneel e quel drago viaggiavano assieme.” Decise di
intervenire Harry, sapendo di dover trovare una scappatoia.
“Erano inseparabili, e Natsu è cresciuto assieme a
entrambi. Happy invece è rimasto da un’altra parte. Per
questo… Per questo Natsu è rimasto così
sconvolto.”
“L’ho cercato per anni… da quando è
scomparso.” Mormorò il Dragon Slayer, forse più a
se stesso che ai compagni di stanza. “L’ho cercato
disperatamente… vederlo così mi ha sorpreso. Non pensavo
ci fosse davvero qualcosa in grado di farmi paura…”
“Chi era invece quel tipo dai capelli blu?” Chiese Seamus a
Neville.
“Il suo nome era Gerard. Era… Era il mago che ha scatenato
l’Eterion.” Rispose lui. “Era incredibilmente
potente… forse avrebbe potuto davvero tenere testa a
Voi-Sapete-Chi…”
“Scherzi?!” Esclamarono i due compagni di Grifondoro,
increduli.
“Purtroppo no.” Continuò Gray. “Io non
l’ho visto, ma ciò che voleva fare… Sarebbe stato
terribile.”
“Quanto?”
“Tanto terribile che probabilmente Silente sarebbe stato disposto
a chiedere un’alleanza a Voldemort per fronteggiarlo.”
Disse Majutsu. “Voleva riportare in vita un mago incredibilmente
potente. Tanto che Hogwarts sarebbe stata spazzata via al solo muovere
della sua mano.”
“E voi come sapete tutto questo?”
“Ve l’ho detto oggi: abbiamo visto l’Eterion in
azione… secondo voi perché?”
“Non vorrai dire-”
“Gerard ha provato a usarlo contro di noi.” Rispose Erza,
entrando nella stanza.
“Erza! Questo è il nostro dormitorio!”
Esclamò Dean, scioccato dall’ingresso di una ragazza nei
dormitori maschili.
“Immaginavo steste parlando di quanto successo oggi. Ho preferito
venire anch’io, visto che Gerard era mio amico.”
A quella frase, Dean e Seamus la guardarono spaventati.
“Tranquilli, non ho mai condiviso i suoi folli progetti. Ero sua
amica prima che perdesse il senno. Eravamo… nella stessa
situazione, se possiamo dire così.”
“Ha a che fare con quello che ti è apparso davanti? Quello
che teneva un occhio?”
“Quello era il mio occhio… mi è stato strappato via
quando ero bambina… proprio quando Gerard è
cambiato.”
“Ma se hai perso l’occhio allora-”
“Quello che ho adesso è stato ricostruito usando la magia.
E per quando riguarda Shimon…”
“Shimon si è sacrificato per salvare la vita a me e a Erza
proprio da Gerard. È morto davanti a noi.” Concluse Harry.
“Tutti noi abbiamo un passato doloroso alle spalle.”
Riprese Gray. “Per questo ci siamo trovati… La donna che
avete visto quando è toccato a me… Era la mia maestra,
Ur. È morta in seguito alla mia stupidità… per
salvarmi la vita. Per anni ho vissuto con quel peso sulle spalle. Solo
di recente ho scoperto che non m’incolpava per quello che
è successo.”
“Hai visto il suo fantasma?”
Gray ridacchiò. “Una sorta…”
Nessuno chiese più nulla al gruppo di Fairy Tail su ciò
che era successo con il Molliccio. Nonostante ciò, Difesa contro
le Arti Oscure diventò in breve una delle lezioni preferite da
tutti.
Le settimane cominciarono così a passare e presto Baston
riunì la squadra di Quidditch.
“Questa è la nostra ultima possibilità, la mia
ultima possibilità, di vincere la Coppa del Quidditch!”
Esclamò, camminando avanti e indietro nello spogliatoio.
“Alla fine di quest’anno me ne andrò. Non
avrò un’altra occasione. Il Grifondoro non vince da sette
anni. Okay, siamo stati sfortunatissimi: prima gli incidenti, poi
l’annullamento del torneo l’anno scorso…”
Baston deglutì, come se il ricordo gli facesse venire ancora un
groppo in gola. “Ma sappiamo anche che la nostra è la
squadra migliore della scuola!” Sentenziò, battendo il
pugno sul palmo dell’altra mano, con l’antico bagliore
fanatico negli occhi. “Abbiamo tre ottimi Cacciatori!”
Indicò Alicia, Angelina ed Erza. “Abbiamo due Battitori
imbattibili!”
“Piantala, Oliver, ci metti in imbarazzo.” Dissero in coro
Fred e George, fingendo di arrossire.
“E abbiamo un Cercatore che ci ha sempre portato alla
vittoria!” Ruggì Baston, fissando Harry con una sorta di
furioso orgoglio. “E poi ci sono io.” Concluse, come
ripensandoci.
“Anche tu sei molto bravo, Oliver.” Concordò George.
“Un diavolo di Portiere.” Aggiunse Fred.
“Il punto è…” Continuò Baston,
riprendendo a camminare avanti e indietro “…che la Coppa
del Quidditch avrebbe dovuto essere nostra negli ultimi due anni. Da
quando Harry è entrato in squadra, ho pensato che ce
l’avessimo in tasca. Ma non abbiamo vinto, e quest’anno
è l’ultima possibilità che abbiamo di vedere il
nostro nome inciso sul trofeo…”
Baston era così abbattuto che perfino Fred e George si
mostrarono comprensivi.
“Oliver, questo è il nostro anno.” Dichiarò
Fred.
“Ce la faremo, Oliver!” Esclamò Angelina.
“Daremo il meglio di noi!” Si accodò Erza.
“Ma certo!” Aggiunse Harry.
Carica di determinazione, la squadra riprese gli allenamenti, tre sere
la settimana. Il tempo era sempre più freddo e umido, le notti
più buie, ma né fango né vento né pioggia
potevano offuscare la meravigliosa visione di Harry che
s’immaginava finalmente nell'atto di vincere la grossa Coppa del
Quidditch d’argento.
Inoltre questo aiutò i due maghi di Classe S a distrarsi dagli
eventi della Torre del Paradiso che il Molliccio aveva riportato a
galla.
Una sera, dopo gli allenamenti, tornarono nella sala comune del
Grifondoro intirizziti ma soddisfatti di com’erano andate le
cose, e trovarono la stanza pervasa da un ronzio eccitato.
“Che cosa è successo?” Chiese Majutsu a Hermione,
seduta vicino al camino assieme agli altri, intenti a completare delle
mappe stellari per Astronomia.
“Il primo fine settimana a Hogsmeade.” Rispose Ron,
indicando un cartello appeso alla vecchia bacheca. “Alla fine di
ottobre. Per Halloween.”
“Ottimo!” Esclamò Fred, che aveva seguito Harry
attraverso il buco del ritratto. “Devo andare da Zonko, sono a
corto di Pallottole Puzzole.”
“Che cosa vuoi farci?” Domandò Lucy.
“Metti caso che la prossima volta che andiamo a Fiore incontriamo
un pazzo dal naso sensibile, senza offesa Natsu, potremmo distrarlo per
qualche minuto.”
“Sono curiosa anch’io di vedere Hogsmeade.” Fece
Hermione.
“A me attira la Stamberga Strillante.” Disse invece Erza.
“Chissà quali segreti nasconde.”
“Fantasmi. Solo fantasmi!” Esclamò subito Lucy,
sbiancando. “Ho sentito tutti parlarne. Dicono che di notte si
sentano urla terribili. Il fenomeno si è fermato un po’
d’anni fa, ma la gente del posto la guarda ancora con terrore,
tanto da non osare demolirla.”
“Su, su, non fare così Lucy, aye.” Intervenne Happy,
sorridendo. “Almeno potete lasciare il castello per un
giorno.”
“Beh, volendo potresti usare la Mappa per-” Cominciò
Fred, venendo subito interrotto dalla sorella.
“Ci abbiamo pensato, ma poi ci siamo ricordati dei Dissennatori.
Preferiamo evitare di affrontarli.”
“Dobbiamo trovare una soluzione.” Ammise Harry. “Non
mi piace che qualcuno sia in grado di metterci fuori gioco senza
nemmeno toccarci.”
“Io invece spero di incontrare Black!” Affermò
Natsu, guardando con avidità il fuoco nel camino, non vedendo
l’ora che la sala si svuotasse per poterlo mangiare.
“Sarebbe bello potergli dare un bel pugno in faccia.”
“Non osare. Quello è un mio diritto.” Replicò
il moro di Classe S.
La mattina dopo, il gruppo tornò da Erbologia coperto di fango.
“Bah, non capisco perché dobbiamo perdere tempo con delle
stupide piante!” Sbottò Gray.
“Possono tornare utili.” Replicò Neville, punto sul
vivo. “Guarda lo scorso anno con le Mandragole.”
“Mai offendere le piante davanti a un mago in grado di
usarle.” Commentò divertito Harry, mentre al suo fianco
Ron sospirava. “Che succede?”
“Sono un po’ preoccupato per Crosta.” Rispose lui,
mentre passavano affianco alla Foresta Proibita per tornare al
castello. “Continua a diventare sempre più magro, e
comincia a rifiutare di mangiare e di uscire dal dormitorio.”
“Vuoi che proviamo a sentire qualcuno in gilda?” Chiese
Erza. “Magari hanno qualche cura.”
“Mi piacerebbe, ma non vorrei rischiare che gli succeda
qualcos’altro. Non per dire, ma da quello che mi avete raccontato
che mi è successo nella Torre… Beh, sfido che ho paura di
me stesso!”
Nessuno fece caso al fruscio poco lontano da loro.
Subito dopo avevano Trasfigurazione, dove la McGranitt chiese a tutti
di consegnarle i moduli per andare a Hogsmeade. Fu allora che qualcosa
all’inizio della fila attirò la loro attenzione.
Lavanda Brown era in singhiozzi. Calì le teneva un braccio
attorno alle spalle e spiegava qualcosa a Seamus e Dean, entrambi molto
seri.
“Che cosa è successo, Lavanda?” Domandò
Hermione preoccupata, mentre lei e gli altri si univano al gruppo.
“Ha ricevuto una lettera da casa stamattina.”
Sussurrò Calì. “È il suo coniglio, Binky. E
stato ucciso da una volpe.”
“Oh!” Esclamò Lucy. “Mi dispiace,
Lavanda.”
“Dovevo aspettarmelo!” Disse Lavanda in tono tragico.
“Lo sapete che giorno è oggi?”
“Mmh…” Fece Erza, portandosi una mano sotto il
mento. “Il sedici ottobre, no?”
“Esatto! ‘Quella cosa
che temi succederà il sedici ottobre’! Vi
ricordate? Aveva ragione, aveva ragione!”
Ora tutta la classe era riunita attorno a Lavanda. Seamus scosse la
testa, dispiaciuto.
Hermione esitò, poi disse: “Tu… tu avevi paura che
Binky venisse ucciso da una volpe?”
“Be’, non necessariamente da una volpe…”
Ammise la ragazza, alzando gli occhi pieni di lacrime verso la
compagna. “Ma naturalmente avevo paura che morisse…”
“Quindi la Cooman ci ha azzeccato davvero?” Disse
preoccupato Neville, guardando gli altri.
Quella domanda li seguì fino alla lezione successiva, che era
proprio Divinazione.
Come al solito, la professoressa guardò con preoccupazione il
gruppo di Fairy Tail, per il quale sembrava averci preso gusto a
predire catastrofi.
“Oh… vedo un nefasto futuro sopra di te.”
Commentò, guardando Majutsu, che sospirò.
“Almeno un sinonimo?” Chiese esasperato.
La Cooman non rispose, limitandosi ad andarsi a sedere, tirando fuori
una sfera di cristallo.
“Credevo che non avremmo iniziato con le sfere prima
dell’ultimo trimestre.” Osservò Calì.
“Sì, ma ho una strana sensazione. Voglio verificare di
sbagliarmi.” Rispose l’insegnante. “Vi chiedo di
aspettare qualche minuto.”
Nel silenzio totale, Sibilla Cooman cominciò a muovere le mani
sopra la sfera, tenendo gli occhi chiusi.
“Vedo qualcosa…” Mormorò. “Un pericolo.
Un pericolo mortale.”
“Che novità.” Bofonchiò Harry, guardando
annoiato il soffitto.
“Un ragazzo…” Continuò la donna, mentre la
sua voce si faceva più profonda. “O forse due… la
visione non è chiara. Il castello… il castello
verrà distrutto… Sì, distrutto con estrema
facilità.”
A quel punto l’attenzione di tutti si focalizzò su di lei.
“Distruzione… Distruzione senza precedenti… Un
potere mai visto prima… Una
distruzione caotica è giunta su questo castello. Colui che la
porta sarà impossibile da sconfiggere. Nemmeno le fate potranno
opporsi alla sua forza!”
Dopo aver detto ciò, la sfera si crepò a metà,
mentre l’insegnante di Divinazione cadde a terra priva di sensi.
Harry si alzò subito per andare a soccorrerla, preoccupato per
quelle parole.
“Professoressa!” Chiamò, cercando di svegliarla
scuotendola. “Professoressa!”
Lei aprì gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte.
“Che succede caro?”
“Che cos’ha detto prima?” Chiese Majutsu, mentre Erza
guardava le due metà della sfera, che sembravano fumare.
“C-Cos’è successo?” Domandò una pallida
Lucy, mentre lei e tutti gli altri si avvicinavano.
“Non ho detto nulla.” Rispose la Cooman, alzandosi.
“No… lei ha appena detto… che il castello
verrà distrutto…” Mormorò Lavanda,
guardandola con puro terrore.
“Davvero? Credo mi ricorderei di una simile profezia
apocalittica, signorina Brown.”
Harry non l’ascoltava più. Si era affiancato a Erza,
prendendo in mano una delle due metà della sfera di cristallo.
“Cos’è stato a distruggerla?” Chiese Titania a
bassa voce. “E quello che ha detto…”
“Non poteva saperlo. Solo la McGranitt e Silente lo sanno, e
dubito che qualcuno glielo abbia riferito.”
“È… È stato un picco di energia
magica…” Spiegò Hermione, avvicinandosi tremando.
“Per un momento, ho percepito attorno alla sfera un incredibile
potere…”
“Quanto incredibile?” Domandò subito Majutsu, mentre
gli altri maghi di Fairy Tail facevano cerchio attorno a loro.
“In confronto… l’Eterion era nulla.”
“Ne siete sicuri?” Chiese Makarov, lisciandosi i baffi,
senza nascondere la sua preoccupazione.
“Hermione dice di sì. E la paura nei suoi occhi ne
è la conferma.” Disse Luna. “E non solo lei…
anche le mie fate sono inquete. Qualcosa le ha spaventate nello stesso
momento.”
“Non va bene allora. Un potere superiore all’Eterion? Da
quel che mi risulta, da voi non dovrebbe nemmeno esserci qualcosa in
grado di eguagliarlo.”
“Che c’entri Klaun?” Azzardò Natsu.
“Se avesse avuto un simile potere, l’avrebbe già
usato contro il Consiglio quando l’ha distrutto. No, credo sia
qualcun altro.”
“Dobbiamo restare con gli occhi aperti.” Fece Majutsu.
“Chiunque sia, secondo la Cooman è qui a scuola. E se
è così… possiamo solo sperare che si sbagli. Ha
detto chiaramente che le fate non potranno opporsi.”
“Lucy, tieni sempre con te le chiavi. Se dovesse essere
necessario, non esitare a chiamarci. A costo di mobilitare
l’intera gilda, verremo in vostro aiuto.”
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“Così questa è Hogwarts, eh?” Mormorò
una voce, fermandosi sulla cima di una delle torri, guardando
giù. “Devo dire che sono deluso… Speravo in
qualcosa di più. Anche se ho percepito qualcuno rilevarmi
subito.”
Come se niente fosse, cominciò a camminare nell’aria,
allontanandosi nascosto dall’oscurità della notte.
“Non vedo l’ora che arrivi… Perché sono
sicuro che mi raggiungerà anche stavolta. Nel frattempo,
chissà, potrei divertirmi con qualcuno… Come potrei anche
solo aspettare nella foresta.” Disse, ridacchiando.
“È da tempo che non mi capita una sfida interessante. E
visto come sono giunto qui, potrei non restare deluso.”
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La giornata a Hogsmeade era andata senza intoppi: avevano fatto il
pieno di dolci a Mielandia, per poi proseguire con un giro della
cittadina, che si era concluso alla Stamberga Strillante, dove avevano
provato a vedere se c’era un modo per entrare senza buttare
giù la porta, dovendosi quindi arrendere.
La sera, la festa di Halloween fu grandiosa come gli anni precedenti:
c’erano centinaia e centinaia di zucche piene di candele accese,
con un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti e tantissime stelle
filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano pigramente
lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti
d’acqua.
Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dagli spettri di
Hogwarts. Balzarono fuori dai muri e su dai tavoli per fare un numero
di volo in formazione; Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di
Grifondoro, riscosse un grande successo reinterpretando la scena della
propria maldestra decapitazione.
“Ormai riesco a ignorarlo.” Commentò Lucy, tremando
leggermente, mentre gli altri applaudivano.
Ma la loro attenzione fu attirata da Natsu, che si bloccò di
colpo.
“Che succede?” chiese Ron, guardandolo.
“Sento un odore strano… e non mi è nuovo.”
La Signora Grassa sbadigliò.
Sapeva di non potersi addormentare perché gli studenti di
Grifondoro sarebbero tornati a breve dalla festa di Halloween, e il suo
dovere, anche se solo per quella sera, era di farli entrare a tarda ora.
Per questo non si spaventò quando sentì il rumore di
passi che si avvicinavano.
“Già finito?” Chiese, girandosi a guardare chi era
appena arrivato. “Uhm… non mi sembra di averti mai visto
prima… Non sei di Grifondoro, vero?”
Per tutta risposta, la figura tirò fuori da una tasca un pugnale.
“Ti prego… fammi passare.” Disse Dudley, alzando
l’arma.
Il ragazzo sembrava essere cambiato: ora era decisamente meno grasso, e
il suo volto era molto pallido. Oltre a quello, aveva delle profonde
occhiaie.
“Chi sei?” Domandò preoccupata la Signora Grassa,
vedendo il pugnale avvicinarsi alla tela.
“Devo entrare. Ti prego, lasciami entrare, o non sarò
libero.”
“Senti ragazzo, ho le mie regole, e chi non conosce la parola
d’ordine non p-”
Ma il ritratto dovette interrompersi quando il pugnale lacerò la
tela, mancandola di pochi centimetri.
Dudley stava per colpire di nuovo quando una lancia d’acciaio gli
fece volare via l’arma, dando così il tempo alla Signora
Grassa di scappare, uscendo dal dipinto.
“Così il Master aveva ragione. Sirius Black poteva davvero
tentare di entrare in questo castello stanotte, approfittando di quella
stupida festa.” Asserì una voce divertita, avvicinandosi.
“Ma credo che tu non sia Black, vero? Odori troppo di latte
materno. Dev’essere quello che puzza di cane nascosto dietro
quelle armature.”
Dudley guardò terrorizzato il ragazzo dai lunghi capelli neri
avvicinarsi.
Gajil sbatté tra di loro i pugni, con il ghigno stampato sul
volto. Sulla parte alta del braccio sinistro il suo nero tatuaggio di
Fairy Tail sembrava brillare alla luce delle torce.
“T-Tu chi sei?” Balbettò Dudley, indietreggiando.
“Questo dovrei essere io a chiederlo. Dalle nostre informazioni,
Black dovrebbe essere da solo.”
“Stupeficium!”
Urlò una voce, poco prima che un bagliore di luce rossa colpisse
Gajil, senza però fargli alcun effetto.
“E quello che cos’era? Una carezza?” Chiese beffardo,
massaggiandosi il petto. “Devi fare di più se speri di
colpirmi. Majutsu è ben più potente di te!”
Sirius Black emerse dalle ombre, anche lui con un ghigno in faccia.
“Beh, mi spiace, ma non sono Majutsu. Direi che non è un
nome troppo difuso.”
“Oh, giusto, dimenticavo che qui lo conoscete con un altro nome.
Devo dire che però sono un po’ deluso. Da come ti avevano
descritto, ti credevo più pericoloso. E invece mandi in prima
linea un ragazzino che sa a malapena stare in piedi! Guarda come
trema!”
Dudley, per tutta conferma, lasciò cadere a terra il pugnale,
per poi scappare dietro a Sirius, che sorrise.
“Sono onorato che tu mi conosca, ma ora vorrei sapere chi sei tu.
Non sei di certo uno studente.”
“Fammi il piacere! Non ho tempo da perdere come quelli
smidollati, io! Ma se vuoi sapere chi sono, ti basti sapere che il mio
nome è Gajil! E sarò io a sconfiggerti!”
Sirius Black sorrise, alzando la bacchetta. “Sono proprio curioso
di vedere come vuoi fare. Sai, nonostante non sia al mio meglio, sono
comunque molto forte.”
“È quello che spero!”
I Grifondoro stavano salendo le scale, diretti al loro dormitorio.
“Chissà di chi è quell’odore…”
Rifletté Natsu. “E la cosa strana è che è
sempre più forte.”
“Forse qualcuno che è tornato alla torre prima degli altri
e non ce ne siamo accorti?” Tentò Neville.
“No, no. È troppo forte… accidenti, sono sicuro di
esserci e-” Gli occhi del rosato si spalancarono. “Non
è possibile!” Esclamò.
“Che succede?” Domandò Erza.
“È Gajil!” Gridò. “Questo è
l’odore di Gajil!”
Majutsu e Titania si guardarono.
“Gajil? Quel
Gajil?!” Esclamarono i gemelli preoccupati.
“Di chi state parlando?” Chiese Lee perplesso.
“Come fa ad essere qui?” Domandò Lucy, tremando. La
tortura che aveva subito da parte sua era ancora vivida nei suoi
ricordi.
“Non lo so… ma c’è anche odore di
sangue!” Continuò Natsu, per poi correre avanti, superando
tutti gli altri.
“Ehi, aspetta Natsu!” Gridò inutilmente Percy,
venendo poi superato dagli altri membri di Fairy Tail.
“Natsu, non andare da solo!” Fece Gray, fermandosi di
fronte al ritratto di Grifondoro.
Lì, davanti a loro, c’erano decine di spuntoni
d’acciaio conficcati nel pavimento e nei muri, mentre al centro
giaceva Gajil, privo di sensi.
“Che diamine è successo qui?!” Domandò
Seamus, arrivando assieme agli altri studenti della Casa del coraggio.
“Ugh… Devo imparare a non sottovalutare
l’avversario…” Mormorò il Dragon Slayer moro,
aprendo gli occhi.
“Tu!” Urlò subito Natsu, pronto a colpirlo, ma
venendo fermato da Harry.
“È dalla nostra parte.” Disse con tono tranquillo.
Per qualche secondo gli altri compagni di gilda lo guardarono in
silenzio.
“Stai scherzando, vero?” Chiese infine Fred, indicandolo.
“Ci ha quasi ammazzato tutti neanche due anni fa!”
“Cavolo, certo che siete rancorosi voi, eh?”
Commentò Gajil, alzandosi in piedi e sbattendo le mani sui
vestiti per togliersi la polvere.
“Dacci un solo motivo per non esserlo!” Esclamò Gray.
“L’ha mandato qui il Master.” Rispose Erza,
guardandosi attorno. “Anche se mi pareva avesse detto di non
farti notare.”
“Beh, scusate tanto se ho seguito l’ordine
principale.” Ribatté lui, per poi guardare Harry.
“Avevate ragione: si è fatto vivo.”
“Chi si è fatto vivo? E tu chi sei?” Domandò
Percy.
“Non rispondo a te, damerino. Ad ogni modo, dovete fare
attenzione. Non è da solo.”
“Chi non è da solo?” Intervenne Hermione.
Gajil la guardò, per poi ghignare. “Tu devi essere un
nuovo membro, vero? Non mi pare di averti visto alla battaglia, ma
chiaramente sei anche tu di Fairy Tail.”
“Che succede?” Chiese una nuova voce, anticipando Silente.
“Oh, eccoti qui, vecchio!” Fece il Dragon Slayer
d’acciaio. “Mi spiace, non sono riuscito a fermarlo. Il suo
compagno mi ha colto di sorpresa.”
Gli occhi di Silente mostrarono incredulità.
“Compagno?”
“Sì. Indossava anche lui uno di quei vostri ridicoli
vestiti. Credevo non sapesse usare la magia, visto che ha tentato di
distruggere quel quadro con un pugnale. Invece, mentre affrontavo lui,
mi ha colpito alle spalle con la sua bacchetta. Strumenti diabolici, se
posso aggiungere.”
“Di chi state parlando?” Disse ancora Percy.
“Porta tutti in Sala Grande.” Ordinò il preside.
“E contatta gli altri professori, dicendogli di raggiungermi. I
Capocasa invece devono portare immediatamente tutti gli studenti nella
Sala Grande. Sirius Black è entrato a Hogwarts.”
~~~~~~~~~~~
“C-Chi era quel tipo?!” Chiese spaventato Dudley, mentre il
muro dietro di loro si chiudeva. “Poteva usare la magia senza la
bacchetta! Mi avevi detto che era praticamente impossibile!”
“Sì… sono rimasto anch’io sorpreso.”
Ammise Black, portandosi una mano sul braccio destro, macchiato di
sangue a causa di un taglio che si era procurato durante la lotta.
“Anche se dovevo aspettarmelo… è proprio come
temevo. Non erano un’eccezione.”
“Di chi stai parlando? E soprattutto, come ha fatto a resistere
così bene al tuo incantesimo?”
“Primo, quella che sto usando non è la mia bacchetta,
quindi è ovvio che sia meno efficace. Secondo, non so se
considerare quel ragazzo umano. Hai visto anche tu, no? Poteva far
diventare la sua pelle dura come l’acciaio… E di certo non
era uno che sarebbe stato lì ad ascoltare.”
“Adesso mi lascerai andare?” Domandò il ragazzo.
“Ti ho fatto entrare nel castello come mi avevi chiesto! Ho anche
cercato di farti entrare nella Sala, ma hai visto anche tu, è
impossibile!”
“No. Non è ancora finita. E tu mi aiuterai finché
non l’avrò ucciso.”
Dudley si lasciò cadere a terra. “Ma io… io voglio
solo tornare a casa… Io non volevo averci niente a che fare con
tutto questo!” Urlò, scagliando contro il muro la
bacchetta magica che teneva tra le mani.
Sirius Black lo osservò in silenzio per qualche istante.
“A questo punto credo di doverti dare qualche ulteriore
spiegazione.” Disse infine. “Forse è stato troppo
stupido anche per me coinvolgerti in tutto questo senza dirti tutta la
verità.”
Il ragazzo lo guardò sorpreso, mentre l’assassino prendeva
posto su una sedia.
“Ascoltami attentamente… perché non ho intenzione
di rivivere questa storia più volte se non per un buon
motivo.”
~~~~~~~~~~~
“Un ragazzo sta aiutando Black?!” Chiese sorpreso Harry,
guardando Gajil, mentre tutti quanti si stavano mettendo nei sacchi a
pelo che gli aveva fornito Silente per dormire nella Sala Grande.
“Proprio così. Non l’ho mai visto prima, quindi
presumo che sia uno studente di questa scuola.” Rispose lui,
appoggiato contro un muro. A differenza loro sarebbe tornato quella
notte a Fiore grazie a Fanny.
“E tu perché eri qui?” Domandò Gray.
“Per l’ultima volta: ora sono anch’io di Fairy Tail,
e il Master mi ha mandato qui, con l’aiuto di quell’altro
vecchio, per tenere sotto controllo il castello. Temevano che Black
sarebbe potuto entrare stanotte, e probabilmente voleva infiltrarsi nel
vostro dormitorio per tendervi un agguato.”
“Però sei stato sconfitto.”
“Secondo voi andavo a pensare che un ragazzino a malapena capace
di tenere un pugnale in mano tirasse fuori una bacchetta magica e mi
colpisse alla schiena? Non ho avuto il tempo di rinforzarla con
l’acciaio.” Sbraitò Gajil. “Se non fosse stato
per lui, ora Black sarebbe qui, svenuto e alla nostra
mercé.”
“Ora non ha più importanza. Grazie lo stesso per
l’aiuto.” Disse Majutsu, guardandolo. “Non posso
dimenticare quel che ci hai fatto, ma almeno stai cercando di
rimediare.”
“Sì, sì, come dici tu.” Rispose lui,
girandosi e allontanandosi.
Tuttavia si fermò dopo pochi passi.
“Ehi, Heartphilia!” Chiamò, senza voltarsi indietro.
“Puoi stare tranquilla, non ho più intenzione di farti
nulla.”
Lucy sussultò, ma non disse nulla, limitandosi a guardarlo
allontanarsi.
“E ora cosa facciamo?” Chiese Neville. “Se Black
è nel castello-”
“Per ora dormiamo. Domani penseremo al da farsi.”
Tutti annuirono, sentendo solo Percy che ordinava a tutti di mettersi
nei sacchi a pelo, per poi spegnere le luci delle candele, lasciandone
accesa solo qualcuna.
“Che sonno, aye…” Mormorò Happy qualche
minuto dopo, girandosi nel sacco a pelo.
“Uh? Sheridan? Sei sveglia?” Fece una voce.
Il gatto umano aprì gli occhi, sorpreso. Non gli pareva di aver
mai sentito quella voce. “Sheridan, aye? Chi sarebbe?”
“Eh? Ma tu…”
Happy a quel punto, incuriosito, decise di mettersi seduto, scoprendosi
così parzialmente dal sacco a pelo, per poi girarsi verso quella
misteriosa voce.
Di fronte a lui c’era una ragazzo, apparentemente del sesto o
settimo anno, vista l’altezza. Ma la cosa strana era che era
vestito completamente di bianco, con un cilindro e un mantello che
usciva dal sacco a pelo dello stesso colore e un monocolo
sull’occhio destro.
“La McGranitt di nuovo?” Chiese lui, guardandolo sorpreso.
“Dove, aye?! Questa volta non ho fatto nulla!”
Il ragazzo lo guardò stranito, per poi scuotere la testa.
“Tu... non sei la McGranitt, vero?”
“Che cosa?! Ma certo che no! Sono un ragazzo, aye!”
Replicò Happy, incredulo per quella domanda.
“… ok, dopotutto in effetti la prof aveva un’altra
voce… e un altro colore…” “Ma questo tipo è
pazzo, aye?” Pensò il gatto. “…
è davvero così strano avere i capelli blu?”
Non appena fece quella domanda, il ragazzo sbatté nuovamente le
palpebre, guardandolo attentamente.
“Di che Casa sei? Non mi pare di averti mai visto…”
“Grifondoro, no? Sono assieme agli altri del secondo anno…
Tu piuttosto, perché hai un mantello bianco? Hanno sbagliato
incantesimo in lavanderia, aye?”
Happy a quel punto notò appena che il ragazzo si guardò
spaventato il vestito.
“No... sarà il lenzuolo...” Rispose infine lui,
sospirando sollevato.
“Ma se siamo nei sacchi a pelo, aye!” Replicò Happy.
“…comincio a pensare che il buio faccia brutti scherzi
alla vista… a entrambi…” Mormorò
l’altro, portandosi una mano sulla testa.
“O quello, o la stanchezza… Anche perché non mi
ricordo di te, aye…” Ammise il blu, annuendo con la testa.
“Nemmeno io… e da quel che hai detto dovremmo essere nella
stessa classe…” Dicendo ciò gli allungò la
mano. “Nel dubbio, rifacciamo le presentazioni! Kaito Kuroba,
Grifondoro, secondo anno!”
Il gatto umano la guardò dubbioso, per poi stringerla.
“Happy Dragonil, anch’io di Grifondoro del secondo anno!
Studente straniero, aye…” Aggiunse, non sapendo nemmeno
lui perché lo disse.
“Pure io. Giappone! E tu?” Chiese entusiasta Kaito.
“Eh… temo di non poter rispondere… è un
segreto, aye… Erza e Harry mi farebbero male...”
Mormorò. “Senza pensare
al Master…” Aggiunse mentalmente.
“Harry?”
“Sì, Harry. Quando vuole sa far paura, aye…”
Rispose quasi senza pensarci, per poi portarsi la mano sulla bocca,
guardandosi attorno e sperando che Majutsu non l’avesse sentito.
“… mi sa che parliamo di un Harry diverso. Non importa!
Allora, che ne pensi di questa storia? La Signora Grassa scappata...
Sirius Black...”
“Sirius Black?” Ripeté Happy, piegando la testa di
lato. “Ma non era stato uno studente?”
“Guarda, se è stato uno studente, è stato un
dolcetto o scherzetto davvero pesante! Se lo becco…”
“Dovrai metterti in lista, aye. Harry e gli altri hanno
sicuramente già prenotato il suo pestaggio, aye! Gajil in
primis…” Rispose, pensando a cosa gli avrebbero fatto i
suoi compagni.
“Oh, ma io e altri tre… bricconcelli saremmo felici di
unirci, nel caso!”
“Oh! Siete molto forti, aye? Quanti edifici avete
distrutto?” Domandò senza pensarci, per poi rendersi conto
dell’errore.
“Temo di aver capito male, come al solito… devo decidermi
a cercare in biblioteca qualche incantesimo di traduzione decente, ogni
tanto capisco fischi per fiaschi… piuttosto… hai visto
Sheridan?”
Happy si rilassò. Poi torno a pensare a quel nome. L’aveva
già nominato, ma a lui non diceva nulla.
“Sheridan? Di che anno è? Non mi pare di averla mai
sentita nominare…” Rispose sincero.
“Sheridan Pumpkin… secondo anno, Grifondoro…
pettinatura assurda e leggera irritabilità… impossibile
non notarla, credimi!”
“Per irritabilità… beh, ho in mente Erza, e in
parte ora anche Hermione… Però no, la pettinatura
più strana che mi viene in mente è quella di mio…
fratello, aye…”
“Hermione l’ho vista irritabile solo sotto esami…
comunque, veramente, ora vado a cercare il registro di classe, non
possiamo continuare a perdere studenti per strada! Oppure è
Allock che si sta vendicando per l’incantesimo di memoria
dell’anno scorso…”
“Allock? Oh, sì, me lo ricordo… era davvero in uno
stato pietoso, quando è uscito dalla camera… fortuna che
adesso c’è il professor Lupin, aye!”
“Già!”
Il ragazzo a quel punto si alzò in piedi, per poi guardarsi
attorno. “Non vedo Percy in giro... ti va di venire con me?”
Happy ci pensò su pochi secondi. “Uhm… Beh, ormai
non credo più di riuscire ad addormentarmi… e non vorrei
mai che Crosta venga da me! Ho una paura matta dei topi…
Soprattutto quelli volanti, aye…”
“Devo davvero abituarmi alla fauna magica… comunque non ho
più sonno neanch’io e inizio a essere davvero preoccupato
per Sheridan. Sirius o studente che sia, non vorrei si fosse messa nei
guai.”
Il ragazzo dai capelli blu annuì. Chiunque fosse questa
Sheridan, poteva essere davvero in pericolo.
“Beh, non so chi sia, ma un mago di Fairy Tail non può
abbandonare qualcuno in difficoltà, aye!”
“Mago di coda fatata? Bè, in effetti la coda ce
l’hai... allora andiamo, Happy!”
Il gatto umano sussultò, guardandosi subito dietro, temendo che
gli incantesimi della vicepreside potessero cominciare a esaurire il
loro effetto. Constatando con piacere che non era quello il caso, si
alzò in piedi. Probabilmente aveva sentito male.
“Cavolo, devo davvero portarti a un paio dei miei
spettacoli… faremmo un figurone, credimi!”
Happy lo guardò stranito, per poi avviarsi insieme verso
l’uscita. “Spettacoli? In effetti ho già recitato
qualche volta in passato… ma mi hanno sempre scelto per il ruolo
di animale selvaggio, aye… non è giusto!”
Protestò, mettendo il broncio.
“Più che il teatro, intendevo uno spettacolo di
prestidigitazione…”
“Prestidiche?!” Domandò il blu, chiudendo più
volte gli occhi.
Ma la sua attenzione fu subito attirata dal portone della Sala Grande,
che non sembrava avvicinarsi nonostante continuassero a camminare verso
esso. E non sembrava essere l’unico ad avere quella sensazione.
“Hanno aggiunto incantesimi alla Sala Grande?” Chiese
infatti Kaito.
“In effetti, non me la ricordavo così grande, aye...”
“Non dirmelo: questi professori malfidenti hanno fatto qualche
incantesimo stile labirinto che ci riporta al punto di
partenza…”
“Sempre meglio di un palazzo che si trasforma in una specie di
guerriero gigante, aye…” Rispose distrattamente Happy.
“Tu guardi troppi anime, ragazzo.” Replicò
l’altro. “Anime?”
Pensò il gatto. “Di
cosa starà parlando?”
Kaito sospirò. “Volevi sapere cos’è la
prestidigitazione?”
Happy si portò una mano dietro la testa, facendo un sorriso
imbarazzato. “Ehm… sì… scusa, ma non ho mai
sentito quella parola prima, aye…”
Il prestigiatore sorrise. “Tranquillo, fra i maghi è
normale… sono i trucchi che usano i Babbani per fingersi
maghi… cosa che per esempio mi permette di fare questo senza la
magia!”
E con sua grande sorpresa, il ragazzo vestito di bianco fece apparire
come dal nulla un gomitolo, che gli offrì subito. “Per
te.”
Happy lo guardò confuso. “Perché
proprio un gomitolo, aye?” Si chiese, per poi scuotere la
testa. “Oh… ehm… grazie… in effetti, non
è una cosa che si vede spesso… e hai detto senza magia?"
“Neanche un briciolo. Solo abilità manuale.”
“Oh… e dire che io per fare questo devo usare un minimo di
energia magica.”
“Energia? E che è, vai a pile?”
Happy chinò la testa lateralmente ancora una volta, guardandolo
male. “Pile? Non conosco neppure quella parola, aye. Però
ecco, un regalo per te!” E detto ciò dirò fuori dal
nulla un enorme pesce, che porse a Kaito.
Era sicuro che il ragazzo avrebbe apprezzato, ma con suo stupore,
questi assunse uno sguardo di puro terrore e un colorito pallido.
“P-P-P-Pesce!!!” Balbettò, indietreggiando.
“Perché? Non ti piace?” Chiese confuso Happy.
“E pure vivo! Bello fresco!”
Kaito sbarrò gli occhi. “Mettilo via, mettilo via, mettilo
VIA!”
Quell’ultima parola sembrò rimbombare nella Sala Grande.
“AHH!!!” Urlò Happy, svegliandosi di colpo e
mettendosi subito seduto.
Immediatamente anche Natsu e Gray lo imitarono.
“Che succede?!” Esclamò il mago del ghiaccio,
guardandosi attorno confuso.
“Tranquilli.” Rispose Harry, sbuffando dal suo sacco a
pelo. “È solo Happy che ha avuto un incubo.”
“Scusate, aye…” Fece lui, ridacchiando. “Ma mi
sono preso un bello spavento…”
“E che hai sognato? Dei topi?” Domandò divertito
Natsu.
“No… solo uno strano ragazzo vestito di bianco,
aye… E non so perché, in qualche modo mi era
familiare…”
“Avrai solo digerito male per via di questa storia.”
Concluse Majutsu.
“Però… secondo lui, era stato solo Black ad
attaccare stanotte… e continuava a nominare una ragazza che
secondo lui doveva essere una mia compagna d’anno… come
lui.”
“Era solo un sogno, Happy. Torna a dormire adesso.”
“Se lo dici tu, aye…” Concluse, obbedendo a quel
mezzo ordine. “Eppure sono sicuro di averlo già
visto…”
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Ed eccomi qui con il nuovo capitolo! E
come avrete notato dall'ultima parte, questo è un capitolo
crossover! Ho avuto il piacere di collaborare con hinata 92 e abbiamo
scritto assieme l'ultimo pezzo, che appare con il punto di vista di
Kaito nel capitolo 21 della sua fanfiction "Non
c'è trucco, non c'è inganno, questa è magia!",
che vi consiglio vivamente di leggere ù.ù (la trovate qui
su efp). Vedrete, non ne resterete delusi ù.ù.
Per il resto, sto gettando le basi per la prossima saga, che
sarà totalmente inedita (quindi non avrà nulla a che fare
con la trama originale né di Fairy Tail né di Harry
Potter), e vi posso assicurare che non indovinerete mai cos'ho in mente
ù.ù
Bon, detto questo, ringrazio ancora tutti i lettori e tutti gli utenti
che mi lasciano una recensione! Al prossimo capitolo!
56: PericoliCapitolo 56: Pericoli
Draco Malfoy
uscì dal castello, approfittando del buio della notte.
Si diresse verso la Foresta Proibita, addentrandosi al suo interno per
un centinaio di metri. Quando fu sicuro di non essere visto da nessuno,
tirò fuori una lacrima e la attivò.
“Che succede, Klaun?” Chiese una voce.
“Master, mi duole disturbarla, ma sono venuto a conoscenza di
alcune voci che ho ritenuto fosse il caso di riferirle.”
“Parla.”
“Sembra che qualche settimana fa, una professoressa abbia avuto
una specie di visione. Inizialmente non l’ho presa sul serio,
perché tutti dicevano che parlava a vanvera. Ma…
percepisco anch’io qualcosa che non va. Così ho cercato di
ottenere più informazioni.”
“E cos’hai scoperto?”
“Sembra che… stia per giungere qui qualcuno dal potere
inimmaginabile. Potrebbe essere un segno del risveglio di Zeref?”
“Nah, Zeref è un debole.” Disse una voce, che fece
girare Klaun.
Di fronte a lui, una figura incappucciata di nero lo osservava.
“Io sono molto più forte di quel maguncolo da quattro
soldi.” Continuò il nuovo arrivato, ridacchiando.
“E tu… chi sei? Sei un amico di Tobi?”
“Tobi?” Ripeté la figura, per poi scoppiare a
ridere. “Tu davvero pensi che io sia allo stesso livello di una
persona incapace di accettare la realtà? Mi offendi…
Draco Malfoy.”
Il mago non disse nulla, limitandosi a disattivare la lacrima, per poi
lanciarla poco lontano, sentendola infrangersi a terra.
“Ripeto la domanda: chi sei?”
“Chi sono, eh? Domanda interessante…” Replicò
lui. “A dir la verità, ho molti nomi. Dopotutto, mi
nominano da molto, molto tempo.”
Klaun alzò le braccia, pronto a combattere.
“Ma, se proprio vuoi un nome… allora puoi chiamarmi
Padrone. O Maestro. Suonano bene entrambi.”
“Non sottovalutarmi. Sono molto più forte di quel che
sembro.”
“Oh, non lo metto in dubbio. Ma vedi…” Mentre diceva
ciò, la figura scomparve, per poi riapparire proprio davanti a
Draco, afferrandolo per il collo e sollevandolo.
“Ci sono ben poche persone nell’universo in grado di
tenermi testa. E tu non rientri in questo club esclusivo. Anzi, potrei
elencarti centinaia di persone in grado di schiacciarti con un solo
dito e a occhi chiusi.”
“Q-Questo potere… N-Non è possibile…”
Balbettò Klaun, cominciando a sentire l’aria venire meno.
“Questo è solo un misero frammento, nemmeno l’uno
per cento, del vero potere della distruzione caotica, come
l’hanno chiamata qui.” Rispose la figura, mostrando il suo
sorriso. “Ora, se tu m’illuminerai su qualche dubbio che ho
su questo mondo, potrei considerare di lasciarti andare via sano e
salvo.”
“Tu…”
“Volevi un nome, vero? Bene, soddisferò la tua
curiosità.”
La figura buttò a terra Malfoy, per poi abbassarsi e mormorare
una frase.
Il volto di Klaun sbiancò ulteriormente. “Tu… Mi
prendi in giro… non è possibile!”
~~~~~~~~~~~
Hermione si portò una mano sulla testa.
“Che succede?”
“N-Nulla… solo una fitta… devo aver passato troppo
tempo sui libri…”
“È un eufemismo. Stai tenendo passo a tutte le materie, e
senza l’aiuto degli occhiali. Per piacere, almeno per studiare
e-”
“Te l’ho già detto Lucy, non ho intenzione di
scegliere la via più facile.”
“Qui non si tratta di prendere la via più facile. Si
tratta di evitare un collasso del tuo corpo!” Esclamò
Erza. “Dormi a malapena, e sembri sdoppiarti per seguire le
lezioni.”
“Va tutto bene, davvero. Fidatevi di me.”
“Non so proprio come fai… Io so già che
faticherò un sacco solo per ricordarmi tutte le parole
d’ordine di quel quadro pazzo…” Mormorò
Neville.
Infatti, dopo l’attacco di Black, la Signora Grassa si era
rifiutata di tornare al suo posto, e l’unico quadro che aveva
accetto di sostituirla, per grande sfortuna dei Grifondoro, era stato
Sir Cadogan, il quale passava metà del tempo a sfidare la gente
a duello e il resto a inventare complicate parole d’ordine che
cambiava almeno due volte al giorno.
“Un giorno o l’altro risponderò a una delle sua
sfide…” Commentò Natsu.
Le conseguenze tuttavia non si limitarono a quello: non senza proteste
da parte di Harry, per lui divenne quasi impossibile muoversi al di
fuori di Hogwarts da solo a causa del pericolo che Black rappresentava.
Certo, se solo fossero stati a conoscenza delle sue reali
capacità, il discorso sarebbe stato diverso, ma non poteva far
saltare la copertura.
Oltre a quello, a tutti gli studenti furono fatte diverse domande,
nella speranza di riuscire a identificare colui che aveva aiutato il
fuggitivo. A causa della luce soffusa delle candele, né Gajil
né la Signora Grassa erano stati in grado di identificare il
ragazzo.
“Non giocheremo contro Serpeverde.” Disse un giorno Baston
alla fine degli allenamenti.
“Che cosa?!” Esclamarono assieme i gemelli.
“È venuto a trovarmi Flitt. Non sono riusciti a trovare un
altro Cercatore, e visto che il loro è in punizione…
Piton ha firmato per concedergli la proroga. Giocheremo contro
Tassorosso.”
“I soliti favoritismi, eh?”
“Sì, ma purtroppo non possiamo farci nulla.”
Asserì Baston amaramente. “Abbiamo provato tutte quelle
tattiche convinti di incontrare i Serpeverde, e invece sfidiamo i
Tassorosso, e il loro stile è totalmente diverso. Hanno un nuovo
Capitano e un nuovo Cercatore, Cedric Diggory.”
“Non so perché ti preoccupi, Oliver: i Tassorosso sono una
facile preda. L’ultima volta che abbiamo giocato contro di loro,
Harry ha preso il Boccino d’Oro dopo cinque minuti, ti
ricordi?” Fece George.
“Ma giocavamo in condizioni completamente diverse!”
Urlò il Capitano, con gli occhi un po’ sporgenti.
“Diggory ha messo su una squadra molto forte! È un ottimo
Cercatore! Era proprio quello che temevo, che la prendeste così
alla leggera! Non dobbiamo rilassarci! Dobbiamo restare concentrati! I
Serpeverde stanno cercando di prenderci in contropiede! Dobbiamo
vincere!”
“Oliver, calmati!” Intervenne Fred, un po’ allarmato.
“Stiamo prendendo Tassorosso molto sul serio. Davvero.”
“E poi, credimi, Diggory non sarà una
preoccupazione.” Aggiunse Harry, indicandosi. “Sono
riuscito a resistere al malocchio di Raptor il primo anno, non
sarà di certo lui a farmi paura.”
Il giorno prima della partita, il vento prese a ululare e la pioggia
cadde più fitta che mai. Era così buio che nei corridoi e
nelle classi furono accese torce e lanterne supplementari.
Oliver Baston continuava a correre da Harry ed Erza tra una lezione e
l’altra per dargli dei suggerimenti.
La terza volta, Baston li trattenne così a lungo che li fece
tardare di dieci minuti per Difesa contro le Arti Oscure, e si
allontanarono correndo, con Baston che gli urlava alle spalle:
“Diggory è molto veloce a scartare, Harry, quindi dovresti
provare col giro della morte…”
“È più fanatico di chiunque altro abbiamo
incontrato finora!” Commentò Titania, per poi fermarsi con
uno scivolone fuori dalla classe di Difesa contro le Arti Oscure,
lasciando che Harry aprisse la porta e sfrecciando dentro assieme.
“Ci scusi, professor Lupin, siamo in ritardo e-”
“La lezione è cominciata dieci minuti fa, quindi suppongo
che dovremo togliere venti punti ai Grifondoro. Sedetevi.”
I due alzarono lo sguardo, incrociandolo con quello del professor
Piton, che sedeva dietro la cattedra.
“Dov’è il professor Lupin?” Chiese Erza.
“Ha detto che oggi stava troppo male per fare lezione.”
Rispose Piton con un sorriso storto. “Credevo di avervi detto di
sedervi.”
“Che cos’ha?” Domandò Harry, mentre
raggiungevano due posti vuoti.
Gli occhi neri di Piton scintillarono. “Niente di mortale.”
Assicurò, con l’aria di desiderare che invece fosse
così. “Altri cinque punti in meno per i Grifondoro, e se
fate un’altra domanda diventeranno cinquanta.”
I due non obbiettarono oltre e si sedettero.
Piton guardò la classe. “Come dicevo prima che ci
interrompessero, il professor Lupin non mi ha lasciato appunti sugli
argomenti che avete affrontato finora…”
“Signore, abbiamo fatto i Mollicci, i Berretti Rossi, i Kappa e
gli Avvincini.” Elencò Hermione in fretta. “E
stavamo per cominciare-“
“Zitta.” Fece Piton, gelido. “Non ti ho chiesto
informazioni. Stavo solo commentando la mancanza di organizzazione del
professor Lupin…”
“È il miglior insegnante di Difesa contro le Arti Oscure
che abbiamo mai avuto!” Esclamò Dean coraggiosamente,
accompagnato dal mormorio di approvazione della classe. Piton parve
più minaccioso che mai.
“Vi accontentate di poco. Lupin non vi sta certo caricando di
lavoro… Saper affrontare i Berretti Rossi e gli Avvincini
è roba da primo anno. Oggi parleremo di…”
Harry lo guardò sfogliare il libro di testo fino
all’ultimo capitolo, al quale, Piton doveva ben saperlo, non
erano ancora arrivati.
“…Lupi Mannari.” Disse il professore di Pozioni,
sorridendo.
A quelle parole, Harry, Erza, Gray e Natsu socchiusero gli occhi.
“Ma signore!” Saltò su Hermione senza riuscire a
trattenersi. “Non dovremmo fare i Lupi Mannari, non ancora,
dobbiamo cominciare i Marciotti e-”
“Signorina Granger.” La interruppe Piton con voce
mortalmente calma “Ero convinto di dover essere io a tenere
questa lezione, non tu. E io vi dico di andare a pagina 394.” Si
guardò intorno. “Tutti! Adesso!”
Con molti sguardi torvi e delusi e qualche mormorio imbronciato, i
ragazzi aprirono i libri.
“Chi di voi sa dirmi come si fa a distinguere un Lupo Mannaro da
un lupo vero?” Chiese Piton.
“Dall’odore.” Rispose subito Natsu, scocciato.
“I Lupi Mannari puzzano anche di uomo.”
“In un modo possibile agli esseri umani, ovviamente.”
Commentò freddamente l’insegnante.
Tutti rimasero seduti zitti e immobili; tutti tranne Hermione, la cui
mano, come accadeva spesso, scattò in aria.
“Nessuno?” Domandò il docente, ignorando la ragazza,
col sorriso storto di prima. “Volete dire che il professor Lupin
non vi ha insegnato nemmeno la differenza fondamentale tra-”
“Gliel’abbiamo detto!” Esclamò Gray,
sbuffando. “Non siamo ancora arrivati ai Lupi Mannari,
inoltre-”
“Silenzio!” Sibilò Piton. “Bene bene bene, non
avrei mai pensato di incontrare una classe del terzo anno che non
sapesse nemmeno riconoscere un Lupo Mannaro. Mi premurerò di
comunicare al professor Silente quanto siete indietro…”
“Signore, con tutto il permesso, vede anche lei che è
l’ultimo capitolo del libro.” Osservò Erza.
“Forse, se ben mi ricordo come funzionano i libri, significa che
va fatto verso la fine, no?”
A quella frase ci furono diverse risate.
“Silenzio!” Ordinò lui. “Vedo che è in
vena di fare battute, signorina Scarlett. Vediamo se cambierà
idea con altri dieci punti in meno.”
Titania fece per alzarsi, ma sembrò ripensarci.
Nessuno fece un solo rumore durante il resto della lezione. Rimasero
seduti a prendere appunti sui Lupi Mannari copiando dal libro, mentre
Piton andava su e giù tra i banchi, osservando il lavoro che
avevano fatto con il professor Lupin.
“Spiegazione insufficiente… questo è sbagliato, il
Kappa si trova più comunemente in Mongolia… Il professor
Lupin ti ha dato otto per questa roba? Per me non ti meritavi un
tre…”
Quando finalmente suonò la campana, il professore di Pozioni li
trattenne.
“Dovete fare un tema su come si riconoscono e si uccidono i Lupi
Mannari. Voglio due rotoli di pergamena, e li voglio per lunedì
mattina. È ora che qualcuno prenda in pugno questa classe.”
“Per una volta, spero che Luxus o Gajil vengano qui a fargli una
visitina… Visto che noi non possiamo fargli nulla.”
Mormorò Gray, mentre si allontanavano dall’aula.
“Luxus è il maniaco dei fulmini, giusto?” Chiese
Dean, che era dietro di loro. “Quello che ha fulminato Allock lo
scorso anno?”
“Sì, proprio lui. Fa piuttosto paura, però credo
che nessuno si opporrebbe a lui in questo caso…” Fece Lucy.
Majutsu restò in silenzio.
La mattina dopo Harry si svegliò molto presto, così
presto che era ancora buio. Il rombo dei tuoni, l’urto del vento
contro i muri del castello e gli scricchiolii lontani degli alberi
nella Foresta Proibita gli impedirono di riaddormentarsi. Di lì
a poche ore sarebbe stato fuori, sul campo da Quidditch, a combattere
nella tempesta. Alla fine rinunciò a dormire, si alzò, si
vestì, prese la sua Nimbus Duemila e uscì dal dormitorio
senza fare rumore.
Una volta sceso nella Sala Comune, trovò Erza anche lei
già con la tuta addosso, che osservava da una finestra
l’infuriare della tempesta.
“Neanche tu riesci a dormire?” Domandò Majutsu,
lasciando la scopa sul divano e raggiungendola.
“Direi proprio di no. Non ho paura delle tempeste,
però… mi ricordo quando ero sull’isola. Nelle
caverne si sentivano fin troppo bene, e si moriva dal freddo. E
Gerard… lui era sempre lì a incitare tutti a non
arrendersi alla paura…”
Il moro non disse nulla, limitandosi a guardare la pioggia sbattere sui
vetri.
“Secondo te perché Piton odia così tanto te e il
professor Lupin?” Chiese Titania, cambiando argomento.
Harry si limitò ad alzare le spalle. “Beh, la mia ipotesi
migliore è che gli ricordiamo qualcuno che odiava. Dieci a uno
io gli ricordo mio padre, anche se dubito fortemente di condividere
qualcosa con lui a parte l’aspetto.”
“E chi lo sa? Forse sei più simile a lui di quanto
credi.”
“Forse sì. Forse no. Purtroppo questa è una domanda
che resterà senza risposta. Tutti parlano di lui, ma nessuno
dice mai nulla su com’era. Dicono che era bravo a Quidditch e in
Trasfigurazione, ma nulla di più. Io? Io sono un mago di Fairy
Tail.”
“Il che non è poco.” Ridacchiò Erza.
“Già. E non lo cambierei per nulla al mondo. Probabilmente
i miei non approverebbero, però non ho più alcun
attaccamento verso questo mondo. La mia casa ormai è Fiore.
È lì che vi ho conosciuto.”
Titania restò a guardarlo.
“Lo stesso vale per me. Non potrei mai rinunciare a voi. Ora lo
so.”
Harry si portò una mano sulla cicatrice, strofinandola.
“Cerchiamo di non dimenticarlo mai. Ovunque saremo, saremo sempre
maghi di Fairy Tail. I maghi più forti di tutti.”
~~~~~~~~~~~
“Dove vai?” Domandò Dudley, osservando Black
avvicinarsi al muro per uscire.
“Ho sentito che oggi gioca il Grifondoro. È passato tanto
tempo dall’ultima volta che l’ho visto giocare.”
“Quindi tu vorresti uscire fuori per un gioco? E io cosa dovrei
fare?!”
“Continua a studiare. Ormai hai recuperato le nozioni principali
del primo anno, no?”
“E perché dovrei farlo?! Ti aiuterò, te l’ho
detto, ma dopo non voglio aver più niente a che fare con la
magia!”
Sirius si voltò a guardarlo. “Perché la odi
così tanto?”
“Lo sai anche tu. È il motivo per cui mi tieni sotto
ricatto.”
“Non è solo per i tuoi genitori. Il tuo odio è
radicato dentro di te in maniera totale. È qualcosa di
più profondo, vero?”
“Non sono affari tuoi.”
Black sospirò. “Una volta una persona molto importante mi
fece capire che non bisogna mai arrendersi. Probabilmente è
anche grazie a quello che ho resistito dodici anni in
quell’inferno.”
“Chi era? Sempre Silente?”
Il fuggitivo ridacchiò. “No, non era Silente. Era una
persona ancora più importante di lui. Chissà, forse un
giorno la conoscerai anche tu… Anche se prima lo colpirò
con un bel pugno.”
Dudley restò in silenzio, per poi voltarsi.
“Fa’ come vuoi. Se ti prendono, sappi che me ne
andrò senza aiutarti.”
“Okay, okay, lo terrò presente.” Rispose
l’altro ridendo.
~~~~~~~~~~~
Qualche ora dopo, la squadra s’infilò la divisa scarlatta
e attese che Baston facesse il solito discorsetto
d’incoraggiamento pre-partita, ma il discorso non venne. Oliver
cercò più volte di prendere la parola, emise uno strano
singulto, poi scosse la testa sfiduciato e fece loro cenno di seguirlo.
Il vento era cosi forte che entrando in campo barcollarono. Se la folla
applaudì, non la sentirono: ogni altro rumore era sovrastato dai
tuoni.
I Tassorosso avanzavano dall’altra parte del campo, nelle loro
divise giallo canarino. I Capitani si diressero uno verso l’altro
e si strinsero la mano; Diggory sorrise a Baston, ma Baston sembrava
avere la mascella paralizzata e fece appena un cenno. Harry vide le
labbra di Madama Bumb scandire le parole ‘In sella alle
scope’; estrasse il piede destro dal fango con uno schiocco e
montò sulla Nimbus Duemila. Madama Bumb si portò il
fischietto alle labbra e ne trasse un fischio penetrante e lontano. La
partita era cominciata.
Majutsu decollò rapido, ma la sua scopa oscillava leggermente
per via del vento. Cercò di tenerla più dritta che
poté, strizzando gli occhi per vedere nella pioggia.
Di lì a cinque minuti erano tutti bagnati fradici e congelati, e
riuscivano a stento a vedersi a vicenda.
Harry volò avanti e indietro per il campo, rincorrendo sagome
sfocate rosse e gialle, senza avere idea di cosa stesse succedendo. Non
sentiva i commenti, con quel vento. La folla era nascosta sotto un mare
di mantelli e ombrelli malconci.
Perse il senso del tempo. Tenere dritto il manico di scopa divenne
sempre più difficile. Il cielo s’incupiva, come se la
notte avesse deciso di arrivare in anticipo.
Con il primo lampo arrivò anche il suono del fischietto di
Madama Bumb. Harry intravide nella pioggia la sagoma di Baston che gli
faceva cenno di scendere. Tutta la squadra atterrò schizzando
nel fango.
“Ho chiesto un time out!” Ruggì Baston.
“Venite qui sotto…”
Si strinsero al bordo del campo sotto un grosso ombrello.
“A quanto siamo?” Chiese Potter.
“Cinquanta a zero per noi.” Rispose il Capitano. “Ma
se non prendiamo in fretta il Boccino, giocheremo al buio!”
“Non è così facile!” Replicò il
Cercatore. “Con questa pioggia è quasi impossibile
vedere!”
“Lo so, ma devi riuscirci!”
Il time out finì, e tutti dovettero tornare in volo.
Majutsu spinse la scopa nell’aria turbolenta, cercando il Boccino
in tutte le direzioni, evitando un Bolide, tuffandosi sotto Diggory che
filava nella direzione opposta…
Si udì un altro tuono, seguito immediatamente da un fulmine a
zigzag. Il gioco era sempre più pericoloso.
Si voltò, deciso a tornare verso il centro del campo, ma in
quell'istante un altro lampo illuminò le tribune, e Harry vide
qualcosa che lo sorprese: la sagoma di un enorme cane nero dal pelo
ispido, stagliata nettamente contro il cielo, immobile nella vuota fila
di sedili più in alto.
Le mani infreddolite di Majutsu scivolarono sul manico di scopa e la
sua Nimbus scese di alcuni metri. Scuotendosi via dagli occhi la
frangia inzuppata, Harry guardò di nuovo verso la tribuna. Il
cane era sparito.
“Okay, ora comincio ad avere le visioni…”
Mormorò.
“Harry!” Arrivò l’urlo angosciato di Baston.
“Harry, dietro di te!”
Potter si girò subito: Cedric Diggory filava su per il campo, e
un minuscolo frammento d’oro brillava nell’aria gonfia di
pioggia che li separava.
Harry si appiattì subito sul manico di scopa e filò verso
il Boccino. “Dai!” Urlò alla sua Nimbus, mentre la
pioggia gli schiaffeggiava il volto. “Più veloce!”
Ma in quel momento successe qualcosa di strano. Un silenzio lugubre
cadde sullo stadio. Il vento, benché più forte che mai,
non ruggiva più. Era come se qualcuno avesse spento
l’audio, come se Harry fosse diventato sordo all’improvviso.
“Che cosa succede?” Si chiese.
E poi un’ondata di gelo orribilmente familiare si abbatté
su di lui e lo invase, mentre Harry cominciava a distinguere qualcosa
che si muoveva laggiù sul campo.
Prima di avere il tempo di riflettere, il moro distolse lo sguardo dal
Boccino e guardò in basso.
Sotto c’erano almeno un centinaio di Dissennatori, con le teste
incappucciate rivolte verso di lui. Fu come se il suo petto si
riempisse di acqua gelata.
“Mer… da…” Riuscì a dire prima di
sentire la presa sulla scopa venire meno, assieme ai suoi sensi.
E poi lo udì di nuovo… qualcuno gridava, gridava dentro
la sua testa… una donna… “No! Harry no, ti
prego!” “Spostati, stupida!
Spostati!” “Harry no! Prendi me
piuttosto, uccidi me, ma non Harry!”
Harry cadde, cadde nella nebbiolina ghiacciata. “Non Harry! Ti
prego… per favore… lui no!”
Una voce penetrante rideva, la donna gridava, e Majutsu non capì
più nulla.
“Per fortuna il terreno era molle.”
“Credevo che fosse morto.”
Harry sentiva un mormorio di voci, ma non avevano alcun senso. Non
aveva idea di dove fosse, o di come ci fosse arrivato, o di cosa avesse
fatto prima. Tutto quello che sapeva era che aveva male dappertutto,
come se qualcuno l’avesse picchiato.
“È la cosa più spaventosa che abbia mai
visto.”
Spaventosa… la cosa più spaventosa… nere figure
incappucciate… freddo… grida…
Harry spalancò gli occhi. Era in infermeria. La squadra di
Quidditch dei Grifondoro, schizzata di fango da capo a piedi, era
riunita attorno al suo letto. C’erano anche gli altri suoi amici,
con l’aria di essere appena usciti da una piscina.
“Harry!” Esclamò Fred, pallidissimo sotto lo strato
di fango. “Come ti senti?”
Era come se la memoria di Harry avesse premuto il tasto di avanzamento
veloce. I lampi… Il cane… il Boccino… e i
Dissennatori.
“Che cosa è successo?” Chiese, rizzandosi a sedere
così di colpo che tutti rimasero a bocca aperta.
“Sei caduto.” Spiegò Erza. “Da almeno…
quindici metri.”
“E… la partita?” Domandò lui. “Che cosa
è successo? È stata sospesa?”
Nessuno disse nulla.
“Abbiamo perso, vero?”
“Diggory ha preso il Boccino.” Rispose George. “Dopo
che sei caduto. Non si è accorto di quello che era successo.
Quando si è guardato indietro e ti ha visto per terra, ha
cercato di far sospendere la partita. Voleva che rigiocassimo. Ma hanno
vinto lealmente… l’ha ammesso anche Baston.”
“E adesso dov’è Oliver?” Chiese Harry, notando
solo allora la sua assenza.
“È alle docce.” Disse Fred. “Crediamo che stia
tentando di annegarsi.”
“Forse dovremmo chiamare qui Juvia.” Aggiunse il fratello,
cercando di tirare tutti su di morale.
“Dannazione!” Esclamò Majutsu, portandosi le mani
nei capelli. “È tutta colpa mia…”
“Non è ancora finita.” Fece Lucy. “Abbiamo
perso per cento punti, no? Quindi se Tassorosso perde con Corvonero e
voi battete Corvonero e Serpeverde-”
“Tassorosso dovrebbe andar sotto di almeno duecento punti.”
La interruppe Alicia.
“Ma se battono Corvonero-”
“Impossibile, i Corvonero sono troppo bravi, ma se Serpeverde
perde contro Tassorosso…”
“Dipende tutto dal punteggio… un margine di cento punti,
in più o in meno…”
Harry rimase disteso, in silenzio.
Dopo una decina di minuti, Madama Chips venne a dire alla squadra di
lasciarlo in pace.
“Non buttarti giù, ogni tanto capita a tutti di
perdere.” Disse Natsu, che era rimasto assieme agli altri di
Fairy Tail.
“Chi altri è svenuto?” Chiese Majutsu, guardandolo.
Salamander restò in silenzio.
“Solo tu questa volta. Ma anche Erza ha faticato a restare in
volo. I Dissennatori… sembravano avercela solo con te.”
“Capisco.” Si limitò a dire il moro.
“Silente era arrabbiatissimo.” Intervenne Hermione con voce
tremula. “Non l’avevo mai visto così. È corso
in campo mentre cadevi, ha agitato la bacchetta e tu hai rallentato la
caduta. Poi ha puntato la bacchetta contro i Dissennatori e gli ha
spedito contro una roba d’argento. Se ne sono andati
subito… Era su tutte le furie perché erano entrati,
l’abbiamo sentito…”
“Ora capisco perché va d’accordo con il Master,
sanno fare entrambi paura quando è il caso…”
Commentò Gray.
“Poi ha fatto apparire una barella e ti ci ha fatto salire con un
incantesimo.” Continuò Ron. “Ed è tornato a
scuola con te che ci galleggiavi sopra. Tutti credevano che
fossi…”
“Morto, eh?” Concluse per lui Majutsu, per poi sospirare.
“Beh, fortunatamente, ci vuole molto di più per
eliminarmi. Anche se…”
Lasciò cadere il discorso. Era il secondo anno consecutivo che
sentiva delle voci nella sua testa, ma questa volta sembrava non avere
a che fare con dei vecchi e spaventosi serpenti giganti.
Inoltre, la voce di quella donna chiamava lui.
Solo allora Harry comprese. Quella voce… l’aveva sentita
solo qualche mese prima.
“Qualcuno ha preso la mia Nimbus?” Domandò, cercando
di non pensarci.
Ma si rese conto subito di aver fatto la domanda sbagliata.
“E-Ecco… Aye, come dire…”
“Nessuno è riuscito a prenderla?”
“Beh… quando sei caduto, è stata spazzata via dal
vento.” Mormorò Neville, esitante.
“E poi?”
“E poi… è finita… è finita…
sul Platano Picchiatore.”
Harry spalancò gli occhi. Il Platano Picchiatore era un albero
molto violento che si trovava nel bel mezzo del cortile, isolato.
“E poi?” Chiese, temendo la risposta.
“Beh… Te lo abbiamo detto, no, com’è il
Platano Picchiatore.” Fece Gray. “Non gli piace essere
colpito.”
“Il professor Vitious l’ha riportata indietro poco prima
che ti svegliassi.” Disse Hermione con una vocina piccola piccola.
Lentamente, si chinò per prendere una borsa ai suoi piedi, la
rovesciò e fece cadere sul letto dei pezzetti di legno e saggina
scheggiati e spezzati, i soli resti del manico di scopa di Harry,
definitivamente distrutto.
~~~~~~~~~~~
Un ragazzo spalancò gli occhi, mettendosi seduto sul letto dove
stava riposando.
“Che succede?” Domandò una voce, proveniente dal
letto affianco al suo, dove c’era una ragazza seduta, impegnata a
leggere un vecchio libro.
“Non lo so… ho appena avuto una strana
sensazione…” Rispose lui.
“Direi nulla di strano allora, vista la nostra situazione.”
“No, era diverso… Come se qualcuno ci stesse
chiamando.”
La ragazza lo guardò. “Pensi sia tuo-”
“No, no. Era qualcuno che conosco… ma allo stesso tempo
non mi sembrava familiare.”
“Non è che visto che ci troviamo qui, percepisci qualcosa
che al momento non c’è?”
Il ragazzo scosse la testa. “Era qualcosa di forte. Sembrava
quasi una richiesta d’aiuto… Com’è possibile
che non riesca a capirlo? Dovrebbe essermi tutto chiaro!”
“Forse era un sogno.”
“E se non lo fosse?”
“Non possiamo comunque permetterci di andare alla cieca. Potrebbe
essere molto pericoloso. Se dovessimo venire attirati in una trappola,
potrebbe costare caro a qualcun altro.”
Il ragazzo annuì.
“È vero, ma se la richiesta è vera, allora non
possiamo abbandonare nemmeno chi l’ha fatta. Senza considerare
che se è riuscito a raggiungermi, significa che dev’essere
più potente del normale. Forse è uno di loro. Dopotutto,
è da un po’ che non li sentiamo.”
La ragazza sospirò. “Immagino che adesso andrai a dire di
fare una piccola deviazione, vero?” Chiese, vedendo il compagno
alzarsi.
“Visto dove siamo, direi che non è una cosa impossibile. E
sono sicuro che anche lui sarà d’accordo.”
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E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Scusatemi per il ritardo, ma ho avuto diversi impegni e imprevvisti...
ma ora ci sono! Questa storia non si bloccherà, tranquilli
ù.ù
Dunque... i misteri aumentano, e il momento della loro risoluzione si
avvicina... Che cosa aspetta Harry e gli altri?
Questo e altro nel prossimo capitolo!
Concludo chiedendovi scusa per non essere riuscito a rispondere alle recensioni... rimedierò in questo capitolo!
57: Una scoperta scioccanteCapitolo 57: Una scoperta scioccante
“Aspetta,
aspetta, aspetta.” Fece Gray, interrompendo Harry. “Tu hai
visto di nuovo quel cane durante la partita di Quidditch?”
“Già. È per colpa sua che non mi sono accorto
subito del Boccino. Non che sarebbe servito a molto, visto quel che
è successo dopo, però…”
“Visto?!” Esclamò Ron. “È il Gramo! Ti
ha scelto come sua prossima vittima!”
L’occhiataccia che ricevette dagli altri fu sufficiente a
zittirlo.
“Però è strano…” Riprese Luna.
“Perché i Dissennatori ti hanno preso come loro
obiettivo?”
“Forse è l’Eterion. Dev’esserne rimasta
qualche traccia al mio interno quando ho tentato di fondermi con
esso.”
“O quando l’hai mangiato.” Aggiunse Erza.
“No, lì ho trasferito subito tutta l’energia magica
a Natsu.”
“Ad ogni modo, direi che è chiaro che cosa dobbiamo
fare.” Disse Hermione. “Dobbiamo trovare un incantesimo in
grado di respingerli.”
“Chiediamo a Silente. O al professor Lupin.” Propose Lucy.
Majutsu annuì. “Sì, forse è la cosa migliore
da fare.”
Lunedì tutti quanti si diressero verso l’aula di Difesa
contro le Arti Oscure.
“Speriamo che il professor Lupin sia tornato.”
Commentò Fullbuster, sbadigliando. “Una lezione tanto
noiosa non credo di averla mai avuta prima… Storia della Magia a
parte ovviamente.”
“Credo siamo stati fortunati.” Disse Hermione, dopo aver
guardato dentro l’aula.
Il professor Lupin era tornato. Aveva proprio l’aria di chi
è stato malato. Il suo vecchio mantello penzolava più
largo e c’erano ombre scure sotto i suoi occhi; però
sorrise ai ragazzi mentre prendevano posto, e tutti esplosero in un
fiume di lamentele sul comportamento di Piton durante la sua assenza.
“Non è giusto, era solo una supplenza, perché ci ha
dato dei compiti?”
“Non sappiamo niente dei Lupi Mannari…”
“…due rotoli di pergamena!”
“Avete detto al professor Piton che non c’eravamo ancora
arrivati?” Chiese Lupin un po’ accigliato.
“Sì, ma lui ha detto che eravamo indietro…”
“…non ha ascoltato…”
“…due rotoli di pergamena!”
Il professor Lupin sorrise all’indignazione sulle loro facce.
“Non preoccupatevi. Parlerò io col professor Piton. Non
dovete fare il tema”.
“Oh, no!” Esclamò Hermione delusa. “Io
l’ho già finito!”
“Chissà perché, ma la cosa non mi sorprende.”
Ridacchiò Ron.
“A dir la verità lo abbiamo finito anche noi.”
Dissero insieme Harry ed Erza, mentre dietro di loro anche Lucy alzava
la mano per indicare la stessa cosa.
La lezione fu molto piacevole. Il professor Lupin aveva portato con
sé un barattolo di vetro con dentro un Marciotto: una piccola
creatura con una zampa sola, dall’aria fragile e innocua, che
sembrava fatta di fili di fumo.
“Attira i viaggiatori nelle paludi.” Spiegò il
professore, e tutti presero appunti. “Vedete la lanterna appesa
alla mano? Lui avanza a saltelli, la gente segue la luce, e
poi…”
Il Marciotto emise un rumore orrendo e si scagliò contro il
vetro.
Quando suonò la campana, tutti raccolsero i libri e si diressero
alla porta, compreso Majutsu.
“Aspetta un momento, Harry.” Lo fermò Lupin.
“Vorrei parlarti.”
Potter annuì, salutando gli altri e tornando indietro.
“Mi hanno detto della partita.” Disse l’uomo,
tornando verso la cattedra e cominciando a stipare la valigetta di
libri. “E mi dispiace per il tuo manico di scopa.
C’è qualche speranza di ripararlo?”
“No.” Rispose sincero il moro. “L’albero
l’ha fatto a pezzi. Ma meglio lui che io, no?”
Lupin sospirò.
“Hanno piantato il Platano Picchiatore l’anno che sono
arrivato a Hogwarts. Allora facevamo un gioco, bisognava cercare di
avvicinarsi e toccare il tronco. Alla fine un ragazzo, David Gudgeon,
ha quasi perso un occhio, e ci è stato proibito di avvicinarci.
Sarebbe ora di sradicarlo… Ne parlerò con il professor
Silente.”
“Le hanno detto anche dei Dissennatori?” Domandò
Majutsu.
Lupin gli scoccò un rapido sguardo. “Sì. Credo che
nessuno abbia mai visto il professor Silente così infuriato.
Sono irrequieti da un po’ di tempo… sono arrabbiati
perché si rifiuta di farli entrare nell’area della
scuola… È per quello che sei caduto,
immagino…”
“Sì.” Assentì Harry. Esitò, e poi la
domanda gli salì spontanea alle labbra. “Perché mi
tormentano così? Sono così debole per loro?”
“Non ha niente a che vedere con la debolezza.” Rispose il
professor Lupin seccamente. “I Dissennatori tormentano te e i
tuoi amici più degli altri perché nel vostro passato ci
devono essere cose terribili che gli altri non hanno vissuto.”
“Questo spiega un po’ di cose…”
Un raggio di sole invernale attraversò la classe, illuminando i
capelli grigi di Lupin e i segni sul suo giovane volto.
“I Dissennatori sono le creature più disgustose della
Terra. Infestano i luoghi più cupi e sporchi, esultano nella
decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e
felicità l’aria che li circonda. Perfino i Babbani
avvertono la loro presenza, anche se non li possono vedere. Se ti
avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel
ricordo ti verrà succhiato via. Se appena può, il
Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo da farti
diventare simile a lui… malvagio e senz’anima. Non ti
rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita. E le cose
peggiori che sono successe a te, Harry, bastano a far precipitare
chiunque da un manico di scopa. Non hai niente di cui
vergognarti”.
“Non credo. Io alla fine non ho vissuto esperienze tanto
terribili rispetto ad altri.”
“Ti riferisci ai tuoi amici? In effetti, mentirei se ti dicessi
che non sono rimasto incuriosito da ciò in cui il Molliccio
s’è trasformato.”
“Ognuno ha avuto il suo passato difficile.” Rispose Harry,
per poi spostare lo sguardo. “Eppure… nonostante lo
sappia, il mio subconscio evoca mia madre… Sento lei supplicare
Voldemort di non uccidermi.”
“Ne sei sicuro?”
Majutsu sorrise. “Di recente… ho avuto modo di vederla. Ho
vissuto un’esperienza molto vicina alla morte. E lei è
venuta in mio aiuto. Sì, lo so che sembra un discorso da pazzi,
ma-”
“Non lo penso.” Lo interruppe il professore. “So bene
che ci sono ancora molte cose a noi ignote, però vorrei
chiederti come mai eri finito in una situazione di quel tipo.”
“Non posso dirle molto, è coperto dal segreto di Stato di
dove abito. Diciamo semplicemente che… Voldemort non è
l’unico mago malvagio che ha messo i suoi occhi su di me.”
“Il ragazzo dai capelli blu? Avevo immaginato avesse a che
fare… ma perché Paciock?”
“Io, Erza, Natsu e Neville siamo stati gli unici ad affrontarlo.
È stato uno scontro… all’ultimo sangue.”
A quelle parole Lupin spalancò gli occhi. “Stai dicendo
che lo avete-”
“No. Sinceramente, non sappiamo che fine ha fatto.
L’edificio dove abbiamo combattuto è crollato, e non
abbiamo trovato alcuna traccia del suo corpo. Ma probabilmente è
morto.”
Il professore sospirò. “Come aspetto sei davvero uguale a
tuo padre.” Commentò, sorridendo. “Ma direi che sei
abbastanza diverso da lui. Non sei spensierato, anzi.”
Majutsu sgranò gli occhi. “Lei conosceva mio padre?”
“Certo. Ero uno dei suoi amici. Ne abbiamo combinate diverse
assieme. Anche se mai quanto lui e l’altro nostro
amico…”
“Chi era?”
Lupin scosse la testa. “Mi dispiace. Sono passati tanti anni e
rievocare il suo ricordo è doloroso. Era il migliore amico di
tuo padre. Probabilmente… Probabilmente è morto anche
lui…”
Harry restò in silenzio.
“Capisco.” Fece infine. “Se dovesse cambiare idea,
potrebbe farmelo sapere? Mi piacerebbe scoprire se è davvero
morto o no. Io… sto cercando di scoprire di più sui miei
genitori.”
“Hai paura di non essere alla loro altezza?”
“Non sono certo il figlio che si aspettavano di avere.”
Lupin gli poggiò le mani sopra le spalle, guardandolo negli
occhi. “Harry, ti posso assicurare al cento per cento che i tuoi
genitori sarebbero più che orgogliosi di te. Sei pronto a
sacrificarti per i tuoi amici, e la tua magia è di un livello
che ben pochi possiedono.”
“Eppure… non sono neppure in grado di respingere i
Dissennatori, mentre quel maledetto di Black è pure riuscito a
ingannarli per ben due volte!”
Il professore restò in silenzio.
“Sì.” Disse. “Black deve aver trovato il modo
di combatterli. Non l’avrei creduto possibile… i
Dissennatori sono in grado di prosciugare un mago dei suoi poteri se
rimane nelle loro mani troppo a lungo…”
“Ma anche lei è riuscito a mandar via quel Dissennatore
sul treno!” Esclamò Harry all’improvviso, ricordando
l’evento. “E anche Silente!”
“Ci sono… delle difese a cui si può
ricorrere” Rispose Lupin. “Ma c’era un solo
Dissennatore sul treno. Più sono, più è difficile
resistergli.”
“Quali difese?” Chiese subito Harry. “Me le
può insegnare?”
“Non ho la pretesa di essere un esperto nella lotta ai
Dissennatori, Harry, tutt’altro…”
“Ma se i Dissennatori vengono a un’altra partita di
Quidditch… io devo saperli combattere… Non posso
arrendermi a loro…”
Lupin guardò il volto determinato del ragazzo, esitando qualche
secondo. “Beh… d’accordo. Cercherò di
aiutarti, ma temo che dovremo aspettare il prossimo trimestre. Ho molto
da fare prima delle vacanze. Ho scelto un momento molto poco opportuno
per ammalarmi.”
Majutsu annuì, per poi ringraziarlo e uscire.
“Già, immagino non sia facile doverlo sopportare ogni
volta…” Mormorò allontanandosi.
All’interno dell’aula il professore restò in
silenzio.
“Ormai manca poco per avere la risposta alle tue domande…
Majutsu.”
~~~~~~~~~~~
Il tempo cominciò a scorrere velocemente, e quasi senza che
qualcuno se ne accorgesse, il trimestre giunse alla fine.
Anche quest’anno, la maggior parte degli studenti decise di
tornare a casa per Natale, con l’eccezione del gruppo di Fairy
Tail e di qualche altro studente.
“Non che voglia lamentarmi, ma sembra che nessuno ci tenga a
festeggiare Natale qui a Hogwarts, o sbaglio?” Domandò
Gray.
“Beh, il fatto che Black sia entrato qui dentro immagino abbia
giocato il suo ruolo.” Rispose Neville.
“Se dovesse entrare di nuovo durante le vacanze, allora è
probabile che chi lo aiuta sia uno degli studenti rimasti qui.”
Commentò Erza. “E in quel caso… sarò
più che lieta di mostrargli il nostro punto di vista.”
“Non so se esserne felice o se provare pietà per quel
poveretto…” Mormorò Fred.
~~~~~~~~~~~
La figura incappucciata si sedette sulla cima di una delle torri,
ignorando la neve che cadeva dal cielo, ma che sembrava stargli alla
larga.
“Comincio ad annoiarmi… non è nel mio stile stare
tanto tempo a fare nulla.”
Ma non appena disse ciò, alzò la testa di colpo, per poi
sorridere.
“Lo sento!” Esclamò, scattando in piedi. “Ti
sento! Finalmente stai arrivando, eh? Finalmente sei qui per rompere la
mia noia!”
~~~~~~~~~~~
Hermione cadde a terra, tenendosi una mano sopra la testa.
“Hermione!” La chiamarono subito gli altri, aiutandola ad
alzarsi.
“Che succede?” Domandò Ron, preoccupato.
“I-Io… Non lo so… Non ne sono sicura… Ma ho
sentito qualcosa…”
“Che cosa?” Chiese Majutsu.
“S-Sarà solo la stanchezza… Di recente ho studiato
davvero tanto… Vedrete che con le vacanze mi rimetterò in
sesto.”
Erza e Harry la guardarono poco convinti.
“Che cos’hai sentito?” Domandò ancora il moro.
Hermione spostò lo sguardo. “Dev’essere la mia
immaginazione… Per forza…”
“Che cosa?”
“Un potere ancora maggiore di quello che ho rilevato durante
Divinazione…” Spiegò la castana.
“Quello che in confronto l’Eterion era nulla? Un potere
ancora più grande, aye?!” Ripeté Happy, sgranando
gli occhi.
“Dove Hermione? Dove lo hai sentito?” Chiese Titania.
“Vicino… Sembra che si stia avvicinando, ma l’ho
percepito solo per pochi secondi…”
“Un secondo potere così grande in arrivo su questa
scuola?” Fece George. “Comincio davvero a rivalutare le
profezie della Cooman.”
~~~~~~~~~~~
“Che succede?” Domandò Dudley, guardando Sirius, che
era rivolto verso l’uscita del loro rifugio.
“Natale ormai è alle porte.” Rispose lui, con tono
nostalgico. “Mi chiedo se non sia il caso di
intervenire…”
“Mi hai già fatto rischiare per andare in quella specie di
zoo di gufi per mandare quella lettera…”
“Beh, tu almeno puoi farti passare per uno studente qualsiasi.
Per me sarebbe stato piuttosto difficile andarci. E Grattastinchi
sarebbe sembrato sospetto, con una lettera in bocca, no?”
“Non hai di certo esitato a usare quel gatto per mettermi in
questo pasticcio.” Replicò il ragazzo, sbuffando.
“Comunque non mi hai ancora detto perché aspetti Natale
con tanta ansia. Scusa se lo dico, ma dubito che qualcuno ti
manderà un regalo. E per colpa tua anch’io
quest’anno né resterò a secco.”
“Ti sbagli. Un regalo lo riceverò. Solo, non adesso.”
“Eh?”
Sirius sorrise.
“Sta arrivando. Lui e il suo pazzo amico. Apposta per portare un
regalo a me e ai miei amici.”
~~~~~~~~~~~
La mattina di Natale infine giunse.
Harry e gli altri del terzo anno vennero svegliati da Ron.
“Ehi! I regali!”
Harry sbadigliò, scuotendosi i capelli con la mano e mettendosi
seduto a osservare il Weasley, che aveva cominciato subito a scartare i
pacchetti.
“Un altro maglione dalla mamma… marrone, un’altra
volta… guardate se ce l’avete anche voi.”
E come da sua previsione, tutti loro avevano ricevuto un maglione,
rosso scarlatto con ricamato sopra sia il leone di Grifondoro sia il
simbolo di Fairy Tail.
“Il Master potrebbe assumere tua madre, sai?” Asserì
Gray, guardandolo. “Solo, avrei preferito una maglietta…
questo per me è troppo caldo.”
“Glielo farò presente per il prossimo anno.”
Ridacchiò Ron, per poi guardare verso Majutsu. “Ehi Harry,
che cos’è quello?”
Mentre parlava indicò un lungo pacchetto sottile, poggiato ai
piedi del letto.
“Non ne ho idea…” Rispose lui, prendendolo in mano.
“Anche se dalla forma…”
Potter strappò la carta.
“Per tutta la barba di Merlino!”
Esclamò il rosso, facendo cadere a terra il pacco di caramelle
che aveva appena aperto.
Majutsu stringeva tra le mani un manico di scopa, sopra il quale era
inciso a lettere d’oro il nome ‘Firebolt’,
affiancato dal numero di serie.
“Ehi!” Urlarono i gemelli, entrando senza bussare.
“Voi cosa avete ricev- Per le
mutande di Merlino, Harry! Quella è una Firebolt!”
Majutsu guardò la scopa che teneva tra le mani.
“Voi… la conoscete?”
“Se la conosciamo?!” Gridò Neville, anche lui
stupito. “Quello è il miglior manico di scopa del mondo!
Non credevo ne avrei mai visto uno dal vivo!”
“Chi diamine te lo manda?” Chiese Ron a mezza voce.
“Non lo so… Non c’è nessun biglietto.”
Rispose lui, guardando la carta.
“Cavolo, chi spenderebbe così tanto per te?”
Osservò Fred. “Dubito fortemente i tuoi zii.”
“Forse ancora la McGranitt? Come con la Nimbus.”
Azzardò Natsu.
“E andrebbe a spendere quasi tutta la sua paga annuale?”
Harry poggiò sul letto il manico.
“Non so… la cosa mi puzza.” Disse. “Un regalo
senza biglietto… e per giunta un regalo, a vostro dire,
così costoso?”
“Chi vuoi che te lo abbia mandato, scusa? Black?”
Domandò Ron ridendo, per poi zittirsi.
Tutti guardarono in silenzio la scopa.
“Credo sia meglio che la porti alla McGranitt per sicurezza. Non
voglio correre rischi inutili. Se risulterà priva di incantesimi
pericolosi, beh, allora la userò più che
volentieri.”
Dopo aver consegnato il manico di scopa all’insegnante, che fu
non poco sorpresa, Harry fece per tornare nella Sala Comune quando vide
uno studente con un vassoio pieno di cibo tra le braccia che gli dava
le spalle.
“Ehi tu!” Urlò, facendolo fermare. “Okay che
è Natale, però vedi di non rubare dalle cucine tutto
quanto prima del pranzo!”
“D-D’accordo.” Rispose lui, con una voce quasi in
falsetto, per poi correre via.
Harry restò a guardarlo allontanarsi.
“Che strano… non mi sembra di averlo visto prima…
eppure mi è familiare… Boh.”
A sua insaputa, Melody era in piedi poco lontano, anche lei incuriosita
da quello studente.
“E lui chi è?” Si chiese.
All’ora di pranzo tutti scesero nella Sala Grande e scoprirono
che i tavoli erano stati di nuovo disposti lungo le pareti e che al
centro della stanza c’era un solo tavolo, preparato solo per i
pochi rimasti a scuola.
I professori Silente, McGranitt, Piton, Sprite e Vitious erano seduti
con Gazza, che aveva sostituito il solito cappotto marrone con un frac
dall’aria molto vecchia e piuttosto muffita.
“Buon Natale!” Esclamò il Preside mentre i maghi di
Fairy Tail si avvicinavano al tavolo. “Siccome siamo così
pochi, ci sembrava sciocco usare i tavoli dei dormitori… sedete,
sedete! I cracker!” Continuò entusiasta il Preside,
offrendo l’estremità di un involto d’argento a
Piton, che lo prese con riluttanza e tirò. Con uno schiocco
simile a un colpo di fucile, il cracker si spezzò rivelando un
grosso cappello da strega, a punta, sormontato da un avvoltoio
impagliato.
La bocca di Piton diventò una fessura e l’insegnante
spinse il cappello verso Silente, che se lo mise subito al posto del
suo.
“Cominciate!” Disse con un sorriso.
Mentre Harry si serviva di patate arrosto, le porte della Sala Grande
si aprirono di nuovo. Era la professoressa Cooman, che scivolò
verso di loro come se avesse le ruote. Per l’occasione indossava
un abito verde coperto di lustrini, che la faceva somigliare più
che mai a una scintillante libellula gigante.
“Sibilla, che bella sorpresa!” Esclamò Silente
alzandosi.
“Stavo guardando nella sfera, Preside.” Disse la
professoressa Cooman con la sua voce più velata e remota.
“E con mio grande stupore mi sono vista abbandonare il mio pranzo
solitario e raggiungervi. Chi sono io per rifiutare i suggerimenti del
destino? Sono scesa subito in fretta dalla mia torre, e vi prego di
perdonare il ritardo…”
“Certo, certo.” Disse il mago con gli occhi che brillavano.
“Permettimi di prenderti una sedia…”
E con un cenno della bacchetta sollevò a mezz’aria una
sedia, che roteò su se stessa per qualche secondo, prima di
cadere con un tonfo tra il professor Piton e la professoressa McGranitt.
La professoressa Cooman esitò, poi prese posto sulla sedia
vuota, gli occhi chiusi, la bocca serrata, come in attesa che un
fulmine colpisse la tavola. La professoressa McGranitt affondò
un grosso cucchiaio nella zuppiera più vicina.
“Della trippa, Sibilla?”
La nuova arrivata la ignorò. Aprì gli occhi, si
guardò intorno un’altra volta e disse: “Ma
dov’è il caro professor Lupin?”
“Temo che il poverino sia di nuovo ammalato.” Spiegò
Silente, facendo cenno agli altri di servirsi. “Un vero peccato
che debba succedere proprio il giorno di Natale.”
“Ma naturalmente tu lo sapevi già, vero, Sibilla?”
Disse la professoressa di Trasfigurazione inarcando le sopracciglia.
La professoressa Cooman scoccò alla McGranitt uno sguardo gelido.
“Certo che lo sapevo, Minerva.” Rispose piano. “Ma
non si ostenta la propria Onniscienza. Spesso mi comporto come se non
possedessi l’Occhio Interiore, per non innervosire gli
altri.”
“Questo spiega molte cose.” Ribatté mordace la
collega.
“Chi scommette che prima di stasera la McGranitt le lancia contro
una fattura?” Chiese divertito Fred.
“Dieci Galeoni che resiste.” Replicò il gemello.
“Scommessa accettata.”
“Preferirei non puntaste su di noi.” Fece la vicepreside,
sospirando nel sentirli.
“E in ogni modo, la scommessa finirà con un pareggio,
visto che una grande minaccia sta per giungere su di noi.”
Continuò la Cooman.
“Davvero? Ma che sorpresa…” Commentò con voce
melliflua Piton.
“La sfera di cristallo mi ha rivelato che entro stasera
giungeranno da noi degli ospiti molto speciali.”
“E di chi si tratta?” Domandò Malfoy. “Ancora
tizi strambi come l’altr’anno?”
“Oh, non saprei. La sfera non mi ha rivelato la loro
identità. Si è rotta prima.”
I maghi di Fairy Tail si guardarono tra di loro, e anche Silente
rivolse uno sguardo preoccupato all’insegnante di Divinazione.
Due ore più tardi, quando il pranzo terminò, Harry, Erza
e Hermione si alzarono per primi, seguiti dagli altri.
La Cooman cacciò uno strillo.
“Miei cari! Chi di voi si è alzato per primo? Chi?”
“Non abbiamo guardato.” Rispose Titania.
“Dubito che faccia molta differenza.” Disse gelida la
professoressa McGranitt. “A meno che un pazzo armato di ascia non
sia appostato dietro la porta pronto a fare a pezzi il primo che
attraversa l’ingresso.”
Tutti scoppiarono a ridere.
“Ha una così bassa stima nei miei confronti,
Minerva?” Chiese una voce maschile, mentre le porte si aprivano,
lasciando entrare nientemeno che Cornelius Caramell.
“Ministro! Che piacevole sorpresa! Prego, si accomodi. Sono
sicuro che i nostri cuochi saranno più che lieti di preparare
ancora qualcosa per lei.” Fece il Preside.
“Ti ringrazio Albus, ma ho già mangiato con la mia
famiglia. Oh, Harry, come stai?” Domandò a Potter, il
quale lo stava superando per uscire.
“Sto bene, grazie. Lei?”
“A parte Black tutto bene, sta solo facendo impazzire il
Ministero. È sparito nel nulla, ma non sono cose di cui parlare
a Natale. Andate pure, tranquilli.” Rispose lui sbrigativo.
Tutti si voltarono a guardarlo, per poi uscire, lasciando aperte le
porte.
“Sospetto, vero?” Fece Gray.
“Venite.” Disse Harry, dirigendosi verso un corridoio vuoto.
“Che cosa vuoi fare?”
“Non vi è sembrato che il Ministro fosse abbastanza
ansioso di buttarci fuori?” Chiese Majutsu, tirando fuori il
mantello dell’invisibilità. “Voglio scoprire che
cos’è venuto a fare qui.”
Senza avere nulla con cui obiettare, gli altri lo imitarono.
“Potevamo anche usare le fate di Luna, no?” Propose Ron.
“Se ci beccano…”
“Beh, è Natale. Oggi sono tutti più buoni,
no?”
“Speriamo…”
Rientrarono nella Sala Grande, dove notarono che anche il Preside e gli
altri studenti se ne erano andati, lasciando solo la McGranitt,
Vitious, Hagrid e il Ministro, i quali stavano parlando tra di loro.
“Quindi ancora non avete scoperto dove si nasconde Black.”
Disse Vitious.
“Già. E dopo quello che è successo a
Halloween… non nascondo che sono assai preoccupato. Se
c’è davvero uno studente che può aiutarlo a
entrare-”
“Mi rifiuto di credere che uno dei nostri alunni possa stare
dalla sua parte!” Esclamò quasi offesa la McGranitt.
“Sarebbe terribile…”
“Black potrebbe averlo costretto sotto minaccia. Non sarebbe
strano per lui.” Replicò Caramell.
“Ancora fatico a crederci…” Sussurrò Vitious.
“Me lo ricordo ancora… era un così caro
ragazzo…”
“Piton non sarebbe d’accordo.” Disse Hagrid, non
riuscendo a trattenere un sorriso. “Non so le volte che li ho
dovuti separare. Per non parlare di quello che combinava assieme a
Potter.”
Harry sentì lo stomaco stringergli. Black e suo padre… si
conoscevano?
“Precisamente.” Disse la professoressa McGranitt.
“Black e Potter. I capi della loro piccola banda. Tutti e due
molto brillanti, è ovvio, straordinariamente brillanti, in
effetti, ma non credo che a scuola ci siano mai state delle pesti come
loro…”
“Mica lo so.” Replicò Hagrid ridacchiando,
“Fred e George Weasley mi sa che gli darebbero del filo da
torcere a quelli, sì.” “Non so se andarne fiero
o no…” Pensarono assieme i gemelli.
“Sembrava che Black e Potter fossero fratelli!” Intervenne
il professor Vitious. “Inseparabili!”
“Ma certo!” Esclamò Caramell. “Potter si
fidava di Black più che di ogni altro suo amico. Quando finirono
la scuola, nulla cambiò. Black fece da testimone quando James
sposò Lily, poi lo scelsero come padrino di Harry. Lui non lo
sa, naturalmente. Potete immaginare come l’idea lo
torturerebbe.”
“Perché Black alla fine si è rivelato complice di
Voi-Sapete-Chi?” Sussurrò Vitious.
“Molto peggio …” Caramell abbassò la voce e
continuò in una sorta di basso brontolio. “I Potter
sapevano che Voi-Sapete-Chi dava loro la caccia. Silente, che
naturalmente lavorava senza sosta per fermare Voi-Sapete-Chi, aveva
parecchie utili spie. Una di loro lo avvertì, e lui lo disse
subito a James e Lily. Consigliò loro di nascondersi. Beh,
naturalmente non era facile nascondersi da Voi-Sapete-Chi. Silente
disse loro che la cosa migliore era usare l’Incanto Fidelius, un
incantesimo incredibilmente complesso che consiste nel nascondere con
la magia un segreto dentro una sola persona vivente.
L’informazione è nascosta dentro la persona prescelta, o
Custode Segreto, e quindi è impossibile da trovare… A
meno che, naturalmente, il Custode Segreto non decida di renderla nota.
Finché il Custode Segreto si fosse rifiutato di parlare,
Voi-Sapete-Chi avrebbe potuto perquisire per anni il paesino dove erano
nascosti James e Lily senza trovarli, nemmeno se fosse andato a
sbattere il naso contro la finestra del loro salotto!”
“E Black era stato ovviamente scelto come Custode Segreto dei
Potter!” Esclamò la professoressa McGranitt. “James
Potter disse a Silente che Black sarebbe morto piuttosto che rivelare
dove si trovavano, che lo stesso Black progettava di
nascondersi… eppure Silente rimase preoccupato. Ricordo che si
offrì lui stesso come Custode Segreto per i Potter. Era certo
che qualcuno vicino a loro stesse tenendo informato Voi-Sapete-Chi sui
loro spostamenti.” Continuò. “In verità da
qualche tempo sospettava che qualcuno dalla nostra parte avesse tradito
e stesse passando un sacco di informazioni a Voi-Sapete-Chi.”
“Ma James Potter insistette per affidarsi a Black.” Fece
Vitious. “E poi, appena una settimana dopo che l’Incanto
Fidelius era stato eseguito… Black li tradì.”
“Proprio così. Black era stanco di fare il doppio gioco,
era pronto a dichiarare apertamente che stava dalla parte di
Voi-Sapete-Chi, e pare che avesse progettato di farlo alla morte dei
Potter. Ma, come tutti sappiamo, Voi-Sapete-Chi fallì col
piccolo Harry. Svaniti i suoi poteri, terribilmente debole,
fuggì. E questo lasciò Black in una posizione molto
spiacevole. Il suo Signore era caduto proprio nel momento in cui lui,
Black, aveva mostrato la sua vera anima di traditore. Non ebbe altra
scelta se non fuggire a sua volta…”
“Sporco schifoso voltagabbana!” Urlò Hagrid.
“Io l’ho incontrato! Devo essere stato l’ultimo che
l’ha visto prima che ammazzasse tutte quelle persone! Sono io che
ho portato via Harry dalla casa di Lily e James dopo che li ha uccisi!
L’ho portato via da quelle rovine, povero piccolino, con una
ferita grossa sulla fronte, e i suoi genitori morti… e Sirius
Black salta fuori con quella sua moto volante. Non avevo capito che
cosa faceva là. Non sapevo che era il Custode Segreto dei
Potter. Pensavo che aveva appena sentito la notizia dell’attacco
di Voi-Sapete-Chi e che era venuto a vedere cosa poteva fare. Tutto
bianco e tremante, era. E sapete che cosa ho fatto? HO CONSOLATO QUEL
TRADITORE ASSASSINO!” Ruggì Hagrid.
“Hagrid, ti prego!” Disse la professoressa McGranitt.
“Parla piano! Qualcuno potrebbe tornare indietro…”
“Come facevo a sapere che non era disperato per Lily e James?
Invece lui pensava a Voi-Sapete-Chi! E poi mi dice ‘Dammi Harry, Hagrid, sono il suo
padrino, lo curo io…’ Ah! Ma io avevo ordini
precisi da Silente, e ho detto a Black che no, che Silente ha detto che
Harry deve andare da suo zio e sua zia. Black ha insistito ma alla fine
si è arreso. Mi ha detto di prendere la sua moto per portare via
Harry. ‘A me non serve
più’ dice.
“Ma io dovevo saperlo che c’era qualcosa che non andava.
Lui amava quella moto, perché allora la dava a me? Perché
non gli serviva più? Perché era troppo facile da trovare.
Silente lo sapeva che lui era il Custode Segreto dei Potter. Black
sapeva che doveva scappare quella notte, sapeva che era questione di
ore prima che il Ministero gli dava la caccia.
“E se gli davo Harry, eh? Ci scommetto che lo buttava giù
dalla moto dritto in mare. Il figlio del suo migliore amico! Ma quando
un mago passa al Lato Oscuro, non c’è niente e nessuno che
gli importa più…”
I ragazzi si voltarono verso il punto dove immaginavano si trovasse
Harry, il quale aveva cominciato a tremare per la rabbia.
“Ma non è riuscito a sparire, eh? Il Ministero della Magia
l’ha catturato il giorno dopo!” Riprese il guardiacaccia.
“Ahimè, magari.” Disse Caramell amaramente.
“Non siamo stati noi a trovarlo. È stato il piccolo Peter
Minus, un altro amico dei Potter. Impazzito di dolore, senza dubbio,
sapendo che Black era il Custode Segreto dei Potter, è andato a
cercarlo.”
“Minus… quel ragazzino grasso che gli correva sempre
dietro a Hogwarts… Sì, lo ricordo bene.” Ammise
Vitious.
“Venerava Black e Potter, erano i suoi idoli.” Aggiunse la
professoressa McGranitt. “Ma non era dotato come loro. Spesso
sono stata dura con lui. Potete immaginare come… come mi
dispiace adesso…” Era come se all’improvviso le
fosse venuto il raffreddore.
“Su, su, Minerva.” Fece Caramell gentilmente. “Minus
è morto da eroe. I testimoni, Babbani, naturalmente a cui poi
abbiamo cancellato i ricordi, ci hanno raccontato come Minus ha
affrontato Black. Dicono che singhiozzava: ‘Lily e James, Sirius! Come hai
potuto!’ E poi ha preso la bacchetta magica. Beh,
naturalmente Black è stato più veloce. Ha polverizzato
Minus…”
La professoressa McGranitt si soffiò il naso e disse con voce
confusa: “Stupido ragazzo… sciocco ragazzo… era
sempre un disastro nei duelli… doveva lasciar fare al
Ministero…”
“Parola mia, se ero io a trovare Black prima di Minus, non
perdevo tempo con le bacchette, ma lo squartavo pezzo a
pezzo…” Ringhiò il guardiacaccia.
“Non sai quello che dici, Hagrid.” Disse Caramell severo.
“Nessuno, a parte i Maghi Tiratori Scelti della Squadra Speciale
Magica, sarebbe riuscito a far fronte a Black, una volta in trappola.
Io ero viceministro al Dipartimento delle Catastrofi Magiche a
quell’epoca, e fui uno dei primi ad arrivare dopo che Black
uccise tutta quella gente. Io… io non lo scorderò mai. A
volte me lo sogno ancora. Un cratere al centro della strada, cosi
profondo che aveva distrutto la fognatura. Corpi dappertutto. Babbani
che urlavano. E Black lì in piedi che rideva davanti a
ciò che era rimasto di Minus… un mucchietto di stoffa
macchiata di sangue e qualche… qualche frammento…”
Caramell si interruppe bruscamente.
“Black fu portato via da venti uomini della Pattuglia della
Squadra Speciale Magica e Minus ricevette l’Ordine di Merlino,
Prima Classe, alla memoria, che credo fu di qualche consolazione per la
sua povera madre. Da allora Black è sempre rimasto ad
Azkaban.”
La vicepreside sospirò. “È vero che è
impazzito, Ministro?”
“Vorrei poterlo dire!” Esclamò Caramell lentamente.
“Credo che certamente la sconfitta del suo maestro lo abbia messo
fuori gioco per un po’. L’assassinio di Minus e di tutti
quei Babbani fu l’atto di un uomo disperato, senza via di scampo:
crudele e inutile. Ho incontrato Black nella mia ultima ispezione ad
Azkaban. Sapete, gran parte dei prigionieri stanno seduti e borbottano
tra sé nel buio, privi di senno… ma vedere come Black
sembrava normale mi ha lasciato di stucco. Mi ha parlato come un essere
ragionevole. È stato snervante. Sembrava solo annoiato: mi ha
chiesto il giornale. Sì, mi ha stupito lo scarso effetto che i
Dissennatori sembrano avere su di lui… ed era uno dei
prigionieri più sorvegliati, sapete? Dissennatori fuori dalla
sua cella giorno e notte.”
“Ma perché crede che sia fuggito?” Chiese Vitious.
“Santo cielo, Ministro, non starà cercando di riunirsi a
Lei-Sa-Chi, vero?”
“Oserei dire che questo è il suo piano…
finale.” Disse Caramell evasivo. “Ma speriamo di catturarlo
molto prima. Devo ammettere che Voi-Sapete-Chi solo e senza complici
è una cosa… ma ridategli il suo servitore più
fedele, e tremo al pensiero di come potrebbe risorgere in
fretta…”
“Andiamo.” Mormorò Harry, girandosi e uscendo dalla
Sala Grande, seguito dagli altri, preoccupati.
Si diresse verso il giardino, dove si tolse il mantello, continuando ad
avanzare in direzione della Foresta Proibita.
“Harry, fermati!” Lo chiamò Erza.
Majutsu obbedì, per poi voltarsi. “Lui… Lui era
loro amico… Era il mio padrino… e ci ha tradito!”
Urlò, scatenando un’onda di energia magica che
generò un colpo di vento.
Nessuno sapeva cosa dire.
“Si fidavano di lui… Avete sentito, no?”
“Harry-”
“Lo sapevano tutti! Anche Lupin! È per questo che non mi
ha detto chi era il migliore amico di mio padre! Perché avrebbe
dovuto rivelarmi che era anche il suo assassino!”
Harry a quel punto alzò la mano, facendo apparire la sua spada.
“Erza… per piacere, affrontami a duello.” Disse
semplicemente. “Ho bisogno di scaricare questa rabbia… e
tu sei l’unica in grado di resistere ai miei colpi.”
Natsu, Gray e Happy scattarono immediatamente all’indietro,
mentre Titania sostituiva la sua divisa con l’armatura, brandendo
subito una spada.
“Ne sei sicuro?” Chiese seria. “L’ultima volta
abbiamo quasi distrutto la gilda.”
“Se non faccio nulla rischio di esplodere.”
“Molto bene allora.”
“Q-Questa non ci voleva… uno scontro tra loro due
lascerà profonde ferite al castello!” Esclamò
preoccupato Gray.
“Allora, sei pronta?”
“Quando vuoi.”
I due maghi di Classe S scattarono uno contro l’altro nello
stesso instante, facendo scontrare le due lame tra di loro e provocando
un’onda d’urto che fece cadere all’indietro Ron,
Hermione, Ginny e Neville.
Gli altri restarono in piedi solo per pura fortuna.
“Ed era solo il primo colpo!” Gridarono i gemelli.
In quel momento cominciò ad alzarsi del vento, seguito da un
forte rumore, quasi uno stridio.
“Non mi tratterrò!” Esclamò Harry,
cominciando a creare una sfera di fuoco.
“Fatti sotto!”
Majutsu non se lo fece ripetere due volte e scagliò la magia
contro l’amica, che riuscì a respingerla, lanciandola in
alto, ma con somma sorpresa di tutti i presenti, questa andò a
scontrarsi contro qualcosa.
Tutti alzarono lo sguardo e videro un oggetto blu cominciare a
precipitare verso una delle torri del castello, avvolto dalle fiamme.
Prima che potessero anche solo pensare di intervenire, l’oggetto
andò a sbattere contro le mura, ribalzando contro di esse
più volte, per poi cadere nel parco, lasciando un profondo solco
nel terreno, mentre le fiamme si spegnevano da sole.
“Avete… colpito un ufo?” Domandò Hermione
incredula, mentre si avvicinavano cautamente all’oggetto.
“No… direi piuttosto… che hanno colpito una cabina
del telefono volante…” Rispose George. “Anzi, direi
una cabina della polizia Babbana.
Ne ho vista qualcuna in giro a Londra da piccolo, ma sono sicuro che
non volassero.”
In quel momento la porta della cabina si aprì verso
l’interno, lasciando uscire un arpione che andò a colpire
il bordo della porta, conficcandosi nel legno.
“Che… cosa?!” Esclamarono tutti quanti, sorpresi.
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E dopo eoni, finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Complimenti a chi aveva intuito l'entrata nella storia degli occupanti
della cabina blu... ma ribadisco quanto detto nelle risposte ai
commenti: nessuno dei misteriosi personaggi appartiene al loro
universo, quindi c'è ancora il mistero attorno a loro
ù.ù
Ad ogni modo, cercherò di pubblicare almeno un altro capitolo
per la fine dell'anno, così da cominciare a risolvere i misteri
di questo Natale ù.ù
Detto questo... buon dicembre a tutti! E spero di augurarvi Buon Natale
in tempo!
Ah, dimenticavo! Purtroppo per motivi tecnici ho dovuto cambiare link della pagina facebook. Trovate quello nuovo al bottone nel mio profilo. Se non lo trovate contattatemi pure per mp
58: L’uomo pazzo con una cabinaCapitolo 58: L’uomo pazzo con una
cabina
Harry ed Erza fecero
sparire le loro armi -la seconda tornò in divisa- e si
avvicinarono alla cabina blu, che era caduta a terra orizzontalmente,
mostrando così la porta al cielo, perché aperta verso
l’interno e con l’arpione ancora aggrappato al bordo.
“Potter!” Sentirono urlare, mentre Piton e gli altri
insegnanti, seguiti dal Ministro e dal resto degli studenti correvano
verso di loro. “Che cos’avete combinato?!”
“Noi niente, professore.” Rispose Majutsu, mentre dietro di
lui gli altri si trattennero dal fischiettare innocentemente.
“Questa… cosa è sbucata fuori dal nulla.”
“Non dire assurdità, Potter.” Replicò
l’insegnante di Pozioni. “È impossibile
smaterializzarsi dentro Hogwarts.”
Ma prima che potessero dire altro, una mano sbucò dalla porta,
appoggiandosi saldamente sul bordo.
“Tranquilla, che cosa vuoi che succeda? Nessuno ci
vedrà!” Sbottò una voce femminile. “Faremo
solo una piccola deviazione, dopo ti porterò sul pianeta
Barcellona come da programma!”
Sotto gli occhi sorpresi di tutti, una ragazza dai capelli castani
uscì dalla cabina, ma la cosa che stupì i presenti era
che sembrava reduce da una scalata, nonostante la cabina fosse ben
più piccola di lei come profondità.
“E invece eccoci qui, precipitati contro un vecchio castello e-
Oh, salve!” Esclamò la ragazza, accorgendosi dei maghi.
“Un minuto e siamo da voi.”
Nessuno, nemmeno Silente, seppe cosa dire mentre la sconosciuta saltava
fuori, per poi chinarsi nuovamente verso l’interno della cabina.
“Vieni pure su! Nessuna eruzione vulcanica o altro di
potenzialmente mortale!”
“Davvero? Peccato!” Rispose una voce, che sembrava trovarsi
molto lontano. “Speravo in qualche nuovo brivido!”
“Scusate… ma chi siete?” Chiese la McGranitt,
facendo girare la ragazza verso di lei.
“Oh, siamo solo … turisti, sì. Stiamo provando un
nuovo tipo di mezzo di trasporto e-”
“A forma di cabina della polizia?” Domandò scettica
Hermione.
“Il mio capo è un tipo molto…
bizzarro…”
“Ehi, guarda che ti sento!” Esclamò la voce di poco
prima, mentre un uomo usciva dalla cabina.
Aveva dei disordinati capelli castano scuro, indossava lunghi pantaloni
scuri arrotolati in basso, una camicia a quadretti rosa coperta da un
gilet marrone e un vistoso farfallino rosso attorno al collo.
“E fra parentesi, questa bellezza è fantastica,
soprattutto per via di questa forma!” Continuò, battendo
una mano sulla cabina. “E vi sconsiglio di offenderla. Potrebbe
arrabbiarsi.”
Majutsu si avvicinò a Hermione. “È uno di loro a
emanare l’energia che sentivi?”
La Granger scosse la testa. “No… ma sento qualcosa di
familiare… forse nascondono un oggetto magico con quel
potere…”
“Chi siete?” Domandò pacato Silente, avvicinandosi
ai due.
“Oh, ma dove sono finite le mie buone maniere?”
Ribatté l’uomo, per poi indicare con le mani la ragazza al
suo fianco. “Lei è Clara Oswald. Io invece sono il
Dottore!”
“Dottore… chi?”
Chiese Piton, gelido.
Immediatamente Clara si portò una mano sulla fronte, sospirando,
mentre l’uomo ridacchiò.
“Adoro quella domanda!” Rispose entusiasta. “Ma il
mio nome è semplicemente il Dottore. Voi invece chi siete? Mi
sembrate fam-”
“Dottore!” Esclamò la ragazza, per poi indicare
Harry. “Quel ragazzo… ha una cicatrice a forma di fulmine
sulla fronte!”
L’uomo si voltò nella direzione indicata, per poi battere
le mani.
“Incredibile!” Affermò, avvicinandosi subito al
ragazzo, guardandolo in faccia. “Sembra davvero Harry Potter! La
somiglianza è incredibile! C’è solo quel tatuaggio
in più… la prossima volta che vuoi fare un cosplay ti
consiglio di informarti meglio.”
Majutsu chiuse gli occhi, trattenendosi dal replicare con un pugno.
“Per vostra informazione… io sono Harry Potter… e
quel tatuaggio fa parte di me da diversi anni, ormai.”
“Non ci prendere in giro, ragazzo.” Intervenne Clara.
“Non puoi di certo essere Harry Potter. E poi oltre a te ci
dovrebbero essere… Ron… Hermione… Silente…
Piton… Diamine Dottore, dove ci hai portato? A un raduno di
fan?”
“Uhm… Non saprei…” Rispose l’uomo, per
poi tirare fuori da una tasca quella che sembrava una bacchetta di
metallo con un interruttore, che premette subito facendo accendere una
luce verde e producendo un ronzio.
Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, la puntò contro la
cicatrice di Harry, per poi spostarla dopo pochi secondi, alzandola
verso l’alto e continuando a guardare la luce.
“Dunque, la cicatrice è vera. Quindi, Clara, direi che
siamo finiti proprio a Hogwarts. Azzarderei intorno al terzo anno di
Harry.”
“Stai scherzando?!”
“Forse sì. O forse no. Non mi ricordo se scherzo. È
come quando mento.”
“Ma chi è questo pazzo?” Domandò Gray,
facendo subito sgranare gli occhi a Erza, che batté un pugno
contro il palmo dell’altra mano.
“La profezia!” Esclamò, attirando l’attenzione
di tutti su di sé. “Tra
qualche mese scoprirai qualcosa
che ti sconvolgerà. Subito dopo verrai messo nuovamente alla
prova per colpa di un uomo pazzo.” Ripeté.
“Oh, così vengo ancora definito un uomo pazzo?
Ottimo!” Esclamò sorridendo il Dottore.
“Non che tu faccia molto per dimostrare il
contrario…”
“E dove sarebbe il divertimento? A proposito… potresti
andare a controllare dove sono finiti i nostri ospiti? Temo che
qualunque cosa ci ha colpiti li possa aver fatti precipitare
all’interno più del previsto… e preferirei evitare
che si mettano a distruggere qualcosa per uscire.”
“Ma quanto è grande là dentro?”
Domandò Lucy perplessa.
“Credimi ragazza, potreste metterci dentro questo castello e
avanzerebbe ancora molto, molto, molto spazio.” Rispose Clara,
per poi chinarsi nuovamente dentro la cabina. “Tutto bene
laggiù?”
Per qualche secondo non successe nulla.
Poi, sotto lo sguardo stupefatto di tutti i maghi, compreso Silente,
una ragazza dai lunghi capelli neri e bianchi, con addosso una
maglietta blu a maniche lunghe e dei pantaloni azzurri, uscì in
volo dalla cabina, restando sospesa nel vuoto per qualche secondo,
prima di atterrare dolcemente a terra accanto a Clara. La nuova
arrivata fissò uno a uno chi aveva di fronte, squadrandoli con i
suoi occhi, le cui iridi erano una nera e l’altra bianca.
“Cos’è successo?” Chiese il Dottore, per nulla
sorpreso.
“Oh, nulla. Siamo solo quasi finiti contro quella stella che
tieni lì dentro. Siamo riusciti a evitarla per poco.”
Rispose lei, calma.
“Menomale. Sarebbe stato piuttosto difficile trovarne
un’altra.”
“Una… stella, aye?” Domandò Happy, sbattendo
le palpebre, per poi urlare. “Lì dentro c’è
una stella?!”
“Una stella, una biblioteca, un luna park, una piscina
olimpionica… fai prima a chiedere che cosa non
c’è.” Rispose Clara, sorridendo.
“Un incantesimo di espansione.” Fece Vitious, entusiasta.
“Non credevo fosse possibile espandere a tal punto uno spazio
e-”
Ma il professore si zittì quando il Dottore alzò un dito,
per poi scuotere la testa.
“Per piacere, non paragoni il mio TARDIS a un mero incantesimo.
Questa ragazza sexy è molto migliore della magia!”
“Aspetta… tu non sei un mago?” Intervenne Caramell,
sorpreso. “Allora come fai a essere qui? Dovrebbe essere
impossibile per i Babbani raggiungere Hogwarts!”
“Lo sarebbe… se lui non fosse il Dottore, se questo non
fosse un TARDIS e se noi non fossimo con loro.” Rispose la
ragazza dai capelli bianchi e neri, guardando verso l’interno
della cabina. “Non è vero?”
“Arrivo, arrivo.” Disse una nuova voce, quasi scocciata.
Questa volta a uscire in volo fu un ragazzo. Questi sembrava la
versione maschile della ragazza, poiché aveva gli stessi capelli
e occhi. Indossava dei pantaloni lunghi neri e una maglietta a maniche
corte bianca con disegnato sopra quello che pareva un cuore a cinque
punte, il quale era anche la forma del ciondolo che teneva attorno al
collo.
Non appena uscì, Hermione fece un passo indietro.
“Che succede?” Le chiese subito Neville.
“Lui… possiede un potere senza pari.” Rispose al suo
posto Luna, guardando seria, e forse preoccupata, il nuovo arrivato,
che atterrò a fianco di quella che sembrava essere la sua
gemella.
“Scusate il ritardo, ma dopo aver evitato la stella sono andato a
scontrarmi con la sala giochi, e ho preferito sistemarla prima di
uscire.” Fece, sorridendo.
“Dopo che l’hai distrutta.” Disse ridacchiando la
ragazza.
“Beh, non è colpa mia se ci stavamo allenando quando
quella magia ci ha colpiti facendo sbandare il TARDIS. Che poi,
Dottore, non dovrebbe essere quasi impossibile perdere
l’equilibrio al suo interno?”
“Probabilmente il colpo, unito alle barriere magiche del
castello, l’ha destabilizzato. Hai visto se il nucleo è
intero?”
“Sì, sì, nessun danno per fortuna. Sarebbe stata
una scocciatura doverlo riparare, anche per me.”
“C-Chi sei?” Chiese Hermione, guardandolo spaventata.
Il ragazzo si girò a guardarla, per poi voltarsi verso la sua
gemella. “Siamo finiti di nuovo a Hogwarts, Hikari?”
“Così pare, Dark,
ma sembra in un periodo precedente alla
nostra prima visita.”
“Chi diamine siete?!” Urlò Natsu, facendosi avanti.
A vederlo i due spalancarono gli occhi, leggermente sorpresi.
“Natsu? Che diamine ci fai qui a Hogwarts?” Domandò
Hikari, per poi notare solo allora gli altri. “Aspettate…
ci sono anche Erza, Gray e Lucy!”
“Come fate a sapere i nostri nomi?!” Chiese subito Erza,
preparandosi a evocare la spada.
“Non è l’unica anomalia.” Fece notare Dark,
per poi indicare Harry, spostandosi subito dopo su Ron, Hermione, Fred,
George, Neville, Ginny, Luna e Happy. “Anche loro sono fuori
dalla norma.”
“Quindi sapete cos’è successo?” Domandò
Clara. “Insomma… noi non possiamo essere davvero qui!
Dovremmo essere finiti dentro un l-”
“Clara, noi siamo già stati a Hogwarts in passato.”
Rispose Hikari, interrompendola. “Solo, era diversa. E Natsu e i
suoi amici non erano di certo qui. Li abbiamo incontrati solo diverso
tempo dopo.”
“Posso sapere quando sareste stati qui?” Intervenne
Silente. “Se la mia memoria non m’inganna, e solitamente
non lo fa, non mi pare di avervi mai visti tra gli studenti. E due
fratelli come voi me li ricorderei.”
Dark e Hikari si guardarono, per poi scoppiare a ridere.
“Fratelli?” Ripeté il ragazzo. “No, no, qui
c’è un equivoco. Lei è la mia compagna.”
“Già. Non abbiamo alcun legame di sangue tra di noi.”
Dopo questo scambio di parole calò il silenzio totale.
“Sembrano più gemelli di noi… e non sono nemmeno
parenti?!” Esclamarono assieme Fred e George, increduli.
“La domanda tuttavia non cambia.” Fece Piton, continuando a
fissare i due. “Quando siete venuti a Hogwarts?”
“Uhm… direi tra qualche anno. E probabilmente in una linea
temporale diversa. Confermi, Dottore?”
L’uomo tirò di nuovo fuori la sua bacchetta di metallo,
alzandola verso l’alto, per poi portarsi un dito in bocca e
sollevarlo subito dopo, come per sentire il vento.
“Sembrerebbe proprio di sì! Pare che l’input di
energia che hai fornito al TARDIS ci abbia fatto attraversare il
confine della nostra linea temporale, spedendoci di fatto in un
universo parallelo. Di nuovo.” Precisò. “Fortuna che
questa volta ci sei tu come fonte d’alimentazione
ausiliare.”
“Così mi fai sembrare una batteria…”
Mormorò Dark, sospirando.
“Quindi… nemmeno voi siete maghi?” Domandò il
Ministro.
“Beh, non maghi come intendete voi.” Rispose Clara.
“Ma di certo, se solo volessero, potrebbero sconfiggervi tutti a
occhi chiusi e senza usare nemmeno un dito.”
“Clara, per piacere. Una volta tanto vorremo passare per quasi
normali.”
“Viaggiando con noi? Impossibile.”
Dark sospirò. “E la cosa divertente è che non
possiamo nemmeno replicare questo punto.”
“Insomma, chi siete?!” Esclamò Harry.
“Continuate a dire cose senza senso!”
I due falsi gemelli si guardarono, per poi annuire.
“Io sono Dark. Ex Custode dell’Equilibrio.”
“Io invece sono Hikari, l’attuale Custode
dell’Equilibrio.”
“No.” Fece Hermione, indicando Dark. “Tu… il
potere che emani… è di gran lunga superiore al suo. Chi
sei davvero?”
Il ragazzo sorrise. “Credo che per voi sia meglio non
scoprirlo.”
“E chi sei per deciderlo?!” Gridò Erza. “Sei
forse qualcuno che ci vuole eliminare?”
“Che?! Certo che no! Nonostante chi sono, sto dalla parte dei
buoni, credetemi.”
“Ehm… Ragazzi?” Fece Clara, venendo però
ignorata.
“Cosa vuoi dire?”
“Gente?” Ritentò la ragazza viaggiatrice, senza
riuscire a ottenere attenzione.
“Sentite, non posso dirvi chi sono davvero solo per la vostra
sicurezza. Qualcuno potrebbe pensare di usarvi in qualche modo contro
di me e-”
Un rumore secco tuttavia deviò l’attenzione di tutti i
presenti.
Dall’interno del TARDIS uscì una fortissima luce, mentre
in contemporanea qualcosa brillò attorno al collo di Hermione.
“Cosa?” Fece lei sorpresa, mentre Harry ed Erza, che erano
al suo fianco, la guardavano preoccupati.
“Hermione, che c-” Cominciò a chiedere Majutsu, poco
prima che la luce aumentasse d’intensità, costringendolo a
chiudere gli occhi.
Quando li riaprì, lui, Erza e Hermione si ritrovarono da soli,
sempre nel parco di Hogwarts.
Ma la neve, il TARDIS e tutti gli altri sembravano essersi
volatilizzati.
“Cos’è successo?” Chiese Titania, guardandosi
attorno.
“Oh, no… No, no, no…” Mormorò
Hermione, tirando fuori da sotto la divisa quello che sembrava un
ciondolo a forma di clessidra. “Non doveva succedere! Non
l’ho nemmeno toccata!”
“Hermione?” Domandò Harry. “Che
cos’è quello?”
La ragazza sussultò, per poi voltarsi a guardare i due amici.
“È… è il motivo per cui riesco a seguire
tutte quelle lezioni… è una Giratempo.”
“Una che cosa?”
“Un oggetto in grado di portarmi indietro nel tempo, anche se
solo di poche ore al massimo. È molto difficile ottenerne una,
Silente e la McGranitt hanno praticamente dovuto supplicare il
Ministero per farmela avere, facendomi giurare di non dirlo a nessuno e
di usarla solo per seguire le lezioni.”
“Ecco spiegato come mai sembravi essere in due posti in
contemporanea. Lo eri davvero!” Esclamò Erza.
“Quindi adesso siamo tornati indietro di qualche ora?”
“No.” Rispose Harry, guardandosi intorno. “Non
c’è neve. E la temperatura è maggiore rispetto agli
ultimi giorni.”
“Meglio andare a vedere allora.” Fece Erza. “E non
appena ritroviamo quel tipo proseguiremo la discussione.
Dev’essere stata colpa sua.”
Hermione restò in silenzio, non del tutto sicura di
quell’affermazione.
Il trio si nascose dietro alcune colonne, osservando diversi studenti
cambiare aula.
“Decisamente non siamo più a Natale.”
Borbottò Harry. “Ma la cosa che mi preoccupa è che
non riconosco nessuno.”
“Quel Dark… Parlava di una linea temporale diversa…
Non ci avrà spedito lì, vero?”
“Speriamo di no.” Rispose Hermione. “Sarebbe
terribile, soprattutto perché in quel caso non potremmo tornare
indietro.”
“Di solito come fai?”
“Aspetto. La Giratempo funziona in un solo senso. Per questo non
torno indietro mai più di tre ore.”
“Capisco…”
“Ehi! Che cosa ci fai qui?” Esclamò uno voce dietro
di loro.
I tre si girarono, ritrovandosi a guardare un ragazzo dai capelli neri
apparentemente del quarto anno, con il simbolo di Grifondoro sulla
divisa.
“C-Cosa?” Fece Hermione.
“Non tu, dolcezza. Ramoso!” Disse, guardando Harry.
“Capisco che tu faccia il filo a Evans, però uscire con
un’altra rossa non mi sembra la cosa più intelligente da
fare. E te lo dice un esperto!”
“R-Ramoso?” Ripeté Majutsu, incredulo.
Il ragazzo lo guardò curioso.
“Che hai fatto alla fronte? Gli occhi posso capire, ammetto che
il verde attira sicuramente di più del nocciola, ma
quell’obbrobrio invece direi proprio che farà scappare le
ragazze.”
“Scusa… ma temo tu ti stia confondendo.” Intervenne
Erza. “Lui non è Ramoso.”
Il ragazzo si voltò verso di lei.
“Non so chi sei, bellezza, però ti posso assicurare che so
riconoscere il mio migliore amico. Allora Ramoso, perché tutta
questa resistenza al buon vecchio Felpato? Credevo che per oggi
avessimo in mente di fare uno scherzo a Mocciosus! Io, Lunastorta e
Codaliscia ti aspettiamo da quasi un’ora!”
Hermione si voltò a guardare Harry, il quale restò in
silenzio.
“Perdonami, ma davvero non so chi tu sia.” Disse infine.
“Su, ora basta. Cominci a preoccuparmi. Non vorrai ignorarmi
così, vero?”
“Titania… piano di fuga C.” Fece Majutsu, facendo
sorridere la rossa.
“Come vuoi. Non le uso spesso, però…”
Mentre diceva ciò portò una mano dentro la manica
dell’altro braccio, per poi tirarla fuori assieme a una pallina
nera. “…Cambiare ogni tanto non fa di certo male.”
Senza alcuna esitazione la buttò a terra, provocando un bagliore
che costrinse Felpato a chiudere gli occhi.
Quando li riaprì, dei tre non era rimasta alcuna traccia.
“E ora dove sono finiti? E soprattutto, come osa Ramoso creare un
nuovo scherzo da solo?! Ah, ma appena lo ritrovo…”
E senza dire altro corse via.
Poco lontano, il trio lo osservò allontanarsi.
“Okay… direi che siamo nei guai. Decisamente non siamo
indietro di poche ore o giorni.” Fece Hermione, deglutendo.
“In compenso, abbiamo realizzato uno dei sogni di Fred e George:
conoscere dal vivo uno dei Malandrini.”
“E a scoprire l’identità di un altro.”
Aggiunse Harry, serio. “Perché da quel che so,
l’unico con cui potrei essere confuso… è mio
padre.”
“Potrebbe essere una coincidenza, no?”
“Sinceramente, quante possibilità ci sono che sia
così? Senza contare che continuava a insistere sul chiamarmi
Ramoso.”
“Un modo c’è… per esserne sicuri.”
Disse Erza, guardando l’amico. “Però… devi
esserne sicuro.”
“Ci ho già pensato… e ho paura della risposta.
Perché se fosse così, significa che siamo tornati
indietro di più di vent’anni.”
“Però… è meglio sapere la verità.
Ogni cosa che facciamo qui, potrebbe alterare il futuro.”
Harry ci pensò qualche secondo, per poi annuire e tirare fuori
la Mappa del Malandrino.
I tre la guardarono attentamente. All’interno del castello, al
secondo piano videro il nome ‘James Potter’, affiancato da
quello di ‘Minerva McGranitt’. Due piani sopra, riconobbero
il nome di ‘Remus Lupin’ e di ‘Peter Minus’.
Infine, poco lontano da dove si trovavano adesso, il nome ‘Sirius
Black’ si muoveva velocemente verso il castello.
“Sirius… Black…” Lesse Harry, stringendo con
forza la mappa. “Lui era… Black…”
Erza lo afferrò subito per la spalla.
“Non possiamo fare nulla. Posso capire la tua rabbia,
però-”
“Potrei impedirgli di tradire i miei genitori!”
Replicò Majutsu. “Così… loro sarebbero
ancora vivi…”
“Harry, pensa alle conseguenze! Non sai nemmeno come si sono
conosciuti i tuoi genitori. Per quanto ne sappiamo, potrebbe essere
stato proprio Black a farli incontrare.”
Il moro restò in silenzio, per poi allontanarsi.
“Scusate, ho bisogno di stare da solo per un po’.
Tranquille, non andrò a salvare i miei genitori.” Disse
sarcastico, senza nascondere la sua irritazione.
“James!” Urlò Sirius, avvicinandosi all’amico,
il quale stava parlando con una professoressa McGranitt decisamente
più giovane. “Che razza di scherzi sono questi?!”
“Sir? Di cosa stai parlando?” Chiese Potter, guardandolo e
sbattendo le palpebre.
“E me lo chiedi pure?! Prima ti metti a farti tatuaggi assurdi
sulla fronte e a cambiarti colore degli occhi, poi esci con ben due
ragazze e infine fingi pure di non riconoscermi! Senza considerare la
cosa più grave, ovvero quella granata di luce! Credevo che ogni
nuovo scherzo dovesse venire detto agli altri!”
La professoressa di Trasfigurazione fece un colpo di tosse. “Se
permette, signor Black, le posso assicurare che il signor Potter
è rimasto con me per l’ultima mezz’ora a chiedermi
informazioni sulla lezione di prima. Anche se sinceramente non voglio
sapere a cosa gli servano tali approfondimenti, e tremo al pensiero di
ciò che potrete farci.”
Sirius la guardò sorpresa. “Davvero? E allora con chi
diamine ho parlato?”
“Aspetta, stai dicendo che c’era davvero uno uguale a
me?”
“Era la tua copia sputata, tranne appunto il colore degli occhi,
la mancanza degli occhiali e un assurdo tatuaggio al cui interno
c’era una specie di fulmine stilizzato.”
Mentre i due parlavano, la McGranitt sospirò, per poi
allontanarsi, borbottando qualcosa sulle buffonate.
“Guarda Felpato, ti assicuro che io non c’entro davvero
nulla.” Disse James, guardando l’amico, per poi portarsi
una mano sotto il mento. “Probabilmente è qualcuno che
vuole gettare cattiva luce sulla mia magnifica figura. Dieci a uno
è il risultato di una pozione Polisucco. E sappiamo bene che
c’è solo una persona che ne sarebbe capace.”
“Mocciosus dici? In effetti, questa tua copia era con una ragazza
che somigliava terribilmente a Evans. L’ha chiamata Titania se
non sbaglio.”
“Che razza di nome è Titania?”
“Titania è il nome che Shakespeare, uno scrittore Babbano,
ha dato alla regina delle fate. Non che mi aspettassi che tu lo
conoscessi, Potter.”
I due si girarono, ritrovandosi a guardare una ragazza di Grifondoro
dai capelli rossi e gli occhi verde smeraldo, che in quel momento li
stavano fissando gelidi.
“Evans! Come al solito, la tua fonte di conoscenza è
pressoché infinita. Quando mi concederai il piacere di
condividerla con me a pieno?” Fece James, mimando un inchino.
“Quando l’inferno gelerà e Tu-Sai-Chi si
metterà a vendere panini per strada, magari distribuendo anche
delle caramelle ai bambini.” Replicò lei, acida.
“Che cos’altro avete in mente tu e la tua banda di
stupidi?”
“Oh, nulla al di fuori dal normale. Tu invece hai sempre
intenzione di perdere tempo dietro a quella serpe?”
“Almeno lui studia seriamente, e non per creare degli scherzi
idioti e privi di significato.” Concluse lei, per poi
allontanarsi.
“Sai Ramoso, mi chiederò sempre che cosa ci trovi in una
come lei.”
“Che vuoi farci, le ragazze ribelli sono il mio punto debole.
Soprattutto se sono rosse.”
“Etciù!” Starnutì Erza.
“Salute.” Disse Hermione, guardandola.
“Grazie. Che strano però, non ho freddo…”
“Forse qualcuno ti stava pensando?”
“Nah, altrimenti avrei passato anni a starnutire, visto che
Gerard non voleva altro che usarmi come sacrificio. Piuttosto, hai
scoperto qualcosa?”
L’altra scosse la testa, mentre osservava il suo schermo
olografico, dentro il quale c’era l’immagine della
Giratempo.
“Purtroppo no. La mia analisi ha solo confermato che il suo
limite dovrebbe essere di poche ore al massimo, e solo verso il
passato. Sono state fatte così apposta perché non vengano
usate per modificare la storia. Altrimenti chiunque potrebbe
riscriverla come vuole.”
“E allora come siamo finiti qui?”
“Forse c’entra quella luce uscita dalla cabina di quel
Dottore.” Azzardò la castana. “In effetti, sembra
che la mia Giratempo sia entrata in risonanza proprio con quella
cosa.”
“Una cabina in grado di volare che riesce a influenzare la magia?
Sarebbe preoccupante come cosa.”
“Io sono più preoccupata per quel tipo… Dark. Tu
hai idea di cosa sia un Custode dell’Equilibrio? Ha detto che
prima era lui, mentre quello attuale è la sua compagna.”
“Mai sentito nominare prima. Eppure lui conosceva tutti
noi… Ed è rimasto particolarmente sorpreso dalla nostra
presenza. Che cosa può significare?”
“Non lo so… ma il suo potere è davvero spaventoso.
E sono sicura che si stesse pure trattenendo.”
“Come sarebbe a dire che non è un pericolo?!”
Esclamò Harry, guardando una figura di fronte a lui. “Per
colpa sua siamo finiti nel passato!”
“Da quel che ho sentito e visto, lui era sorpreso quanto voi.
Natsu l’ha attaccato subito dopo, ma il suo fuoco non ha nemmeno
bruciato i suoi vestiti.”
“E allora cosa dobbiamo fare? È già un miracolo che
sia riuscito a parlare con te!”
“Al momento il proprietario di quella strana cabina sta cercando
una soluzione. A quanto pare, se ne intende di viaggi del tempo.”
“Speriamo bene. Farò fatica a trattenermi
dall’uccidere Black. Averlo così vicino e non poter fare
nulla…”
“Posso capire come ti senti, ma lascia che te lo dica: uccidere
una persona non è mai la scelta giusta. Il peso che ti
porteresti sulle spalle non sparirebbe mai.”
Majutsu spostò lo sguardo.
“Prova a capire perché ha tradito i tuoi genitori. Forse,
per quanto assurda e sbagliata, c’è una spiegazione
e-”
“Una spiegazione?!” Replicò il moro, irato.
“Ha consegnato alla morte i miei genitori! Quale giustificazione
ci può mai essere per questo?! Io sono vivo solo per pura
fortuna, e adesso, o nel futuro, come vuoi dire, vuole concludere
l’opera!”
La figura non disse nulla, per poi girarsi.
“Cercherò di far sapere che state bene.” Disse,
allontanandosi, lasciando così Majutsu da solo.
“Maledizione!” Urlò lui, scagliando una sfera
d’energia contro un albero, che cedette e cadde
all’indietro. “Sono solo un debole…”
La sua attenzione a quel punto venne attirata da una serie di risate.
Senza aspettare un secondo, cominciò a correre verso la loro
fonte, per poi nascondersi lontano dalla vista.
Lì, in mezzo al prato, un ragazzo dai capelli neri a caschetto
sembrava essere sospeso in aria a testa in giù, tenuto per una
caviglia da una figura invisibile.
E sotto di lui, Black, un ragazzo che Majutsu riconobbe subito anche
senza averlo mai visto prima, e altri due ragazzi, tutti e quattro di
Grifondoro, stavano ridendo.
“Allora Mocciosus, vuoi dirci cos’hai fatto?” Chiese
James, tenendo la bacchetta verso il ragazzo.
“Per l’ultima volta, Potter. Se il tuo amico Black ha le
visioni, il mio unico consiglio è di fargli visitare il San
Mungo. Magari lo rinchiudono per sempre e ci liberiamo definitivamente
della sua presenza!”
“James, io comincio a stufarmi. Oggi Mocciosus è
decisamente meno divertente del solito.” Sbuffò il diretto
interessato.
“Oh, a questo rimediamo subito.” Rispose il moro, muovendo
la bacchetta e facendo fare un giro completo a mezz’aria alla
loro vittima, mentre gli altri due ragazzi ridevano.
“Fantastico…” Mormorò Harry, con una faccia
disgustata. “Ora mi spiegò perché Piton mi odia
così tanto… Mio padre era un idiota.”
Il ragazzo fu fatto girare di nuovo. A quel punto, Harry decise di
fregarsene del futuro. “Basta
così!” Urlò, ma con sua sorpresa, la
sua voce si era unita a quella di un’altra persona.
Dall’altra parte rispetto a lui, Evans si stava avvicinando, con
il viso deformato in una smorfia di rabbia.
“Eccolo!” Esclamò Sirius, indicando Harry.
“È lui!”
“Oh, allora Mocciosus davvero non c’entrava.” Fece
James, senza però mostrare pentimento nella sua voce. “E
per Merlino, sembra davvero la mia copia mal riuscita.”
“Lascialo andare, Potter!” Gridò Evans,
raggiungendolo e indicando il ragazzo.
“Perché dovrei farlo? È uno schifoso Serpeverde.
Deve imparare a stare al suo posto.”
“Tutto qui?” Domandò Harry, avvicinandosi.
“Questa è la vostra ridicola motivazione?”
Continuò, per poi tirare fuori la bacchetta per fingere di
lanciare un incantesimo, mentre con la sua magia infrangeva quella che
tratteneva il ragazzo, che cadde a terra con un tonfo.
Evans andò subito ad aiutarlo ad alzarsi.
“Tutto bene?” Chiese preoccupata.
“Sì… Sì, grazie…” Rispose lui,
sollevato, per poi guardare Harry. “Ma lui chi è? Non
l’ho mai visto prima…”
“Nemmeno io. Cosa strana, visto che sembra essere di Grifondoro
ed è quasi la copia sputata di Potter.”
James invece, assieme agli altri tre ragazzi, osservava incuriosito suo
figlio.
“Non male. Incantesimo non verbale. E sei solo del terzo anno,
direi.”
“Perché stavate importunando quel ragazzo?”
“Chi, Mocciosus? È il nostro passatempo preferito. E poi,
credevamo che tu fossi lui che si era trasformato in me, ma a quanto
pare, dev’esserci qualche altro studente che per qualche
misterioso motivo ce l’ha con me.”
“Mi chiedo chi possa mai esserci, oltre a quasi tutta la scuola,
visto come ti comporti.”
A Harry sfuggì lo sguardo di meraviglia mista a una lieve
ammirazione sul volto dell’unica ragazza presente.
“E ad ogni modo, questo è il mio aspetto. Fattene una
ragione, p- Potter.” Si corresse subito.
“Davvero? E allora come ti chiami, sentiamo.”
Harry restò in silenzio. Non poteva di certo dirgli il suo vero
nome.
“Majutsu. Majutsu Tail!” Si presentò.
A quello Black scoppiò a ridere.
“Majutsu? Ed io che pensavo che il nome della tua amica fosse
strano!” Esclamò.
“È davvero un nome ridicolo.” Ridacchiò il
ragazzo basso e grassoccio al suo fianco.
“Hai ragione, Peter.” Disse il quarto ragazzo, che sorrise.
“Portalo in infermeria, per piacere.” Disse Majutsu a
Evans, che annuì, per poi allontanarsi con il ragazzo di
Serpeverde.
“Ed io che credevo che Evans fosse l’unico grifone a
simpatizzare con i serpenti.” Commentò Black, non
nascondendo una vena di disgusto all’ultima parola.”
Harry restò in silenzio, a fissarlo con uno sguardo infastidito.
Infine sospirò, per poi girarsi.
“Non valete nemmeno il mio tempo.” Asserì.
“Siete solo dei maghetti che si divertono a tormentare gli
altri.”
“E tu allora? Vai in giro spacciandoti per me! E non mi dire che
quello è il tuo vero aspetto! Credi che non ti avrei mai
notato?”
Harry sorrise. “Credi a ciò che vuoi.” Concluse,
allontanandosi.
Sirius e James restarono a osservarlo dirigersi verso la Foresta
Proibita.
“Remus, hai la mappa con te, vero?” Chiese Ramoso.
“Certo. L’avevo presa nel caso non avessimo trovato subito
Mocciosus.” Rispose lui, tirando fuori dalla tasca un foglio di
pergamena, che aprì subito, pronunciando la formula per far
apparire la mappa.
Ma non appena lo fece, sgranò gli occhi.
“Che succede?” Domandò Peter, sorpreso.
“James, è meglio che venga tu stesso a vedere. La mappa
non riconosce chi usa la Polisucco, vero?”
“No. Non siamo riusciti ancora a risolvere quel problema.
Purtroppo le riconosce per le persone in cui si sono trasformate.
Dunque l’ha davvero usata per trasformarsi in me?”
“Beh, dipende… James, per caso tu in realtà ti
chiami Harry? Perché qui dice che Harry Potter si sta
allontanando verso la Foresta Proibita.”
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E come regalo di Natale, ecco qui il nuovo capitolo!
Dunque, ecco rivelato il mistero! Il Dottore arrivato è il
numero 11, accompagnato da Clara e da due misteriosi personaggi.
Complimenti a chi ha intuito il loro arrivo! Infatti si tratta di Dark
e Hikari, due miei personaggi originali provenienti dall'altra mia fan
fiction "Equilibrio".
Devo dire che pensavo avreste indovinato tutti cosa sarebbe successo
con l'arrivo del Dottore, ma vedo con piacere che sono riuscito a
tenerlo come effetto sorpresa. Ora che Harry, Erza e Hermione sono nel
passato che cosa succederà? Solo guai ovviamente XD.
Beh, temo che per il 2015 sia tutto... perciò non mi resta che
augurarvi buon Natale e felice anno nuovo!
Ci vediamo nel 2016 con il proseguimento di questa saga, che
avrà i suoi colpi di scena, di cui uno assolutamente
fondamentale per l'intera storia!
Alla prossima!
59: CaosCapitolo 59: Caos
“Che
cos’hai detto?!” Esclamò James, raggiungendolo e
strappandogli la mappa dalle mani.
“Harry Potter?” Ripeté Sirius, sorpreso. “Non
sapevo che avessi un parente che frequenta Hogwarts.”
“Questo perché non ho un parente che si chiama Harry
Potter! Sono figlio unico, e non ho nemmeno un cugino con lo stesso
cognome. Sono letteralmente il Potter più giovane, e dovresti
saperlo bene. La mappa deve avere ancora qualche difetto. Dopotutto,
l’abbiamo creata solo di recente.”
“Però finora non ha mai sbagliato.” Osservò
Peter.
“Codaliscia, per
piacere, vuoi davvero dirci che credi ci sia un altro Potter oltre a
me? Forse è riuscito a combinare la pozione Polisucco a qualche
altro incantesimo, così da potersi nascondere meglio.”
“Oppure hai avuto un figlio e non ce lo vuoi dire? Però
diamine, Ramoso, non credevo che tu fossi così precoce!”
“Idiota!” Replicò James, dandogli un pugno sulla
spalla. “E poi, se fosse stato mio figlio, di sicuro ci avrebbe
aiutato con Mocciosus, invece di prendere le sue difese.”
“Non dirmi che ci stai davvero pensando su!”
“Un modo c’è per sapere se la mappa mente o
no.” Intervenne Remus.
“Ovvero? Dicci tutto, Lunastorta.”
“Basterà seguirlo, no? E abbiamo chi fa al caso
nostro.”
James, Sirius e Remus si voltarono verso Peter, che sospirò.
“Non c’è un’altra maniera? Avete idea di
quanti gatti ci sono in giro?”
“Non ci dirai che hai paura, vero?” Lo provocò
James. “E poi tranquillo, noi saremo poco lontani da te, ma tu
sei l’unico che si può avvicinare senza destare
sospetti.”
Codaliscia sospirò. “Okay, okay, lo farò. Ma voglio
la vostra parte di dolci per questo!”
“Insomma, dov’è finito Majutsu?” Si chiese
Erza, battendo ritmicamente un piede a terra.
“Perché continui a chiamarlo così?”
“Me l’ha fatto capire lui. Non possiamo usare i nostri veri
nomi qui. Rischiamo solo di provocare del caos. Io e lui siamo a posto,
abbiamo già i nostri. Ti consiglio di pensarne a uno anche per
te.”
“Dici? Non credo sia un pericolo per me. In fondo, solo Harry
rischia di alterare il proprio futuro.”
“Vuoi davvero rischiare? Metti anche solo che lo sappia qualcuno
dalla parte di Voldy. Potrebbe andare a cercare i tuoi genitori e
ucciderli.”
“Vero…”
“Grazie ancora, Lily.” Fece una voce.
Le due ragazze si allontanarono subito, nascondendosi dietro una
parete, per poi voltarsi verso la voce. Il ragazzo che era stato
aggredito dai Malandrini stava attraversando il corridoio
all’aperto, accompagnato da Evans.
“Di nulla Sev, ma ricordati di ringraziare anche quel ragazzo,
quando lo rivedi.”
“Dubito potrò farlo. Potter aveva ragione sul fatto che
deve aver usato la pozione Polisucco. Mi ricorderei bene se ce ne
fossero due con quella stupida faccia.”
Erza si sbatté una mano sul volto. “Non poteva stare
fermo, vero? Doveva proprio mettersi in mezzo…”
“Aspetta… Quella ragazza l’ha chiamato Sev…
Titania, non ti ricorda nessuno?”
La maga di Classe S guardò meglio il ragazzo, per poi spalancare
gli occhi. “No… Non può essere! Quello
sarebbe… Piton?”
“Così dice la Mappa.” Rispose Harry, sbucando come
dal nulla alle loro spalle, con la pergamena tra le mani. “Lei
invece si chiama Lily Evans.”
“Lily… Come tua ma-”
“Non come… lo è. Evans è il cognome da
nubile di mia zia. Non l’ho capito subito perché non avevo
sentito il nome… mentre mi sarebbe bastato guardarle gli occhi.
Sono uguali ai miei.”
“Aspetta… quindi Piton conosceva tua madre? Ed era pure
suo amico?!” Chiese Hermione incredula, mentre un topo le passava
vicino.
“Così sembra, ma a quanto pare non gli è bastato
per non odiarmi.” Disse, osservando Severus e Lily allontanarsi.
“Che cosa facciamo?”
“Per questa notte ci nasconderemo nella Foresta Proibita. Erza,
nelle tue riserve hai un kit da campeggio, vero?”
“Purtroppo no. Sono specializzata con le spade e vestiti, tengo
ben poco di altro. Solitamente mi porto dietro tutto di peso, ma
ovviamente non ho portato nulla a Hogwarts.”
“Capisco… Allora vedrò di trasfigurare qualcosa io.
Non sarà il massimo, ma meglio di niente.”
“E con le bestie della Foresta?” Domandò Hermione.
“Credi davvero che ci preoccupino? Siamo riusciti a uscire vivi
da Raptor, Deliora, Voldy junior e Gerard. Qui la cosa peggiore che
possiamo trovare sono dei ragni giganti, ma basterà stare
lontani dalla loro zona.”
“Okay… beh, credo sia la fortuna di trovarsi con due maghi
di Classe S…”
Majutsu guardò di nuovo la mappa per assicurarsi che nessuno li
potesse vedere. “Bene, via libera. Domani torneremo qui e
cercheremo maggiori informazioni su come possiamo tornare a casa.”
Le ragazze annuirono, per poi seguirlo in direzione della Foresta
Proibita.
“James!!!” Urlò Peter, correndo verso gli amici
più velocemente che poteva, per poi fermarsi una volta giunto da
loro, ansimando per la fatica.
“Allora? Scoperto nulla?”
“N-Non ci crederete… Ma anche loro… hanno la
Mappa!”
A quelle parole gli altre tre Malandrini spalancarono gli occhi.
“Cos’hai detto?” Esclamò Sirius. “Ne sei
sicuro?”
“Sì. Ho visto il falso James tenerla in mano. E non
è tutto.”
“Cos’altro c’è?”
“Sembra… che conoscano Mocciosus, ma ne parlavano come se
non lo vedessero da tempo. Il falso James diceva… che conosceva
sua madre. Sono arrivato che ne stavano parlando. Inoltre, non sono
studenti.”
“Non sono studenti?” Ripeté sorpreso Remus.
“Eppure hanno la divisa e il simbolo di Grifondoro. Quello viene
consegnato solo agli studenti, non è nemmeno possibile
replicarlo.”
“Nemmeno la nostra Mappa dovrebbe esserlo.” Replicò
scocciato Ramoso. “Non mi piace questa storia… Hanno detto
altro?”
“La ragazza dai capelli rossi… ha lasciato intendere che
sapesse usare le spade. Mentre il ragazzo parlava di trasfigurare degli
oggetti per passare la notte nella Foresta Proibita.”
“Dormire nella Foresta? Ma sono più stupidi di quanto
sembrano allora!”
“Hanno detto… che le creature al suo interno non li
spaventano… e…”
“E…?”
“E… parlavano di
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato… come se lo avessero
affrontato e non ne avessero paura.”
“Che cosa?!” Esclamò Sirius, incredulo. “Ma
è impossibile! Sono solo dei ragazzini!”
“La castana ha chiamato gli altri due maghi di Classe S, ma non
ho mai sentito prima una simile classificazione.”
“Nemmeno io.” Fece Lunastorta. “Forse è un
loro modo per identificarsi.”
“Bah, maghi di Classe S
o stregoni da Due Soldi, la
questione non cambia! Ci hanno copiato la mappa e umiliato, quindi, in
qualità di secondo
gruppo di Malandrini di Hogwarts, è nostro dovere
riscattarci!” Esclamò James.
~~~~~~~~~~~
Majutsu era seduto davanti a un piccolo focolare, mentre dietro di lui
c’erano due tende.
Era calata la notte, e lui ed Erza avevano deciso di fare dei turni per
assicurarsi che nessun animale della Foresta li attaccasse.
E ora Harry stava pensando a tutto quello che aveva scoperto in una
sola giornata.
“Che ironia…” Mormorò. “Ho sempre
desiderato che succedesse qualcosa di simile… e ora che è
successo spero che finisca il prima possibile.”
Un fruscio attirò la sua attenzione.
Poi, da dietro un albero spuntò fuori un cervo, che
avanzò lentamente verso di lui.
“Uh? Vuoi vedere che qui ci sono creature anche innocue?”
Fece sorpreso Majutsu, guardando l’animale.
Il cervo si fermò a pochi metri da lui.
“Sono messo proprio male, eh?” Continuò lui,
sospirando. “Incontrarli mi ha scosso più del
dovuto… e dire che ho pure rischiato di venire sacrificato per
far tornare in vita il mago più pericoloso di tutti…
Dovrei essere abituato alle stranezze.”
Il cervo rimase dove si trovava, mentre Harry alzava lo sguardo verso
l’alto, riuscendo a scorgere lo spicchio di luna che li
sovrastava.
“Dire che poi sono rimasto deluso è un eufemismo. Da come
me ne parlavano tutti, pensavo fosse migliore, e invece ho verificato
di persona che era un idiota in piena regola.”
“Un cervo?” Disse Erza, uscendo da una delle tende.
“Non pensavo ce ne fossero nella Foresta Proibita.”
“Nemmeno io, ma sembra docile, quindi non dobbiamo
preoccuparci.”
“Ne sei sicuro?”
“Ho notato che gli animali tendono a non interagire troppo con
chi è stato a contatto con l’Eterion. Ed io, che stavo per
venire assorbito, devo essere proprio insopportabile per loro.”
Ridacchiò Majutsu.
“Non dire così. Ci hai salvati tutti, oltre ad aver
impedito il ritorno di Zeref. Tremo al solo pensiero di ciò che
sarebbe successo se fosse tornato in vita…”
Harry annuì, ma non disse altro.
“Sai… capisco come ti senti. Quando ho rivisto Sho e gli
altri, ero felice. Ma scoprire che stavano facendo del male ad
altri… Non ti nascondo che sono rimasta scioccata.”
“Io… Io non so cosa fare… vorrei
intervenire… ma ho paura. Perché se dovessi cambiare le
cose… potrei non conoscervi mai. Potrei non finire mai a Fiore.
E nonostante tutto quello che mi è successo… non credo
potrei davvero rinunciare alla mia vita così
com’è.”
“Ogni ricordo è prezioso.” Disse lei. “Anche
quelli dolorosi. In fondo, sono stati loro a plasmarci. Perciò,
Majutsu, vedi di non dimenticarlo. E poi, senza di te non sarebbe
divertente. Sei l’unico che mi tiene testa quando combatto.”
“Lo stesso vale per te, Titania.”
A quel punto il cervo girò, per poi sparire tra gli alberi della
foresta.
“Allora?” Domandò Sirius, vedendo James rientrare
nella Sala Comune, togliendosi il mantello
dell’invisibilità di dosso. “Gli hai fatto prendere
uno bello spavento?”
“No… non ci sono riuscito. Avevano deciso di fare la
guardia.” Rispose Ramoso, sedendosi su una delle poltrone.
“E allora? Non mi dirai che ti sei fermato per quello!”
“No, no. È quello di cui stavano parlando che mi ha
fermato.” Rispose sincero Potter.
“Ovvero?” Chiese Remus.
“Lunastorta, tu hai mai sentito parlare di un mago di nome
Zeref?”
“Zeref? No, mai sentito. Perché?”
“Perché ne parlavano… dicevano che il falso me
aveva impedito il suo ritorno… salvando così la vita ai
suoi amici. Inoltre continuava a blaterare sul fatto che non poteva
cambiare le cose…”
“E la Mappa?” Domandò Peter.
“Non l’aveva con sé. Anche se sarebbe stato inutile,
visto che non rileva gli animali. Se è uguale alla nostra
ovviamente.”
“Quindi, ricapitoliamo: c’è una copia non fedele di
Ramoso che si chiama Harry Potter, una ragazza che somiglia a Evans e
una terza ragazza che sembra non aver nessun collegamento con qualcun
altro e che la mappa non riesce a capirne il nome per qualche
motivo.” Riassunse Felpato.
“Inoltre, sembra che i nomi che hanno usato li usino tra di loro
normalmente, proprio come noi.” Aggiunse James.
“Quindi c’è Majutsu Tail, Titania e una ragazza
senza nome.” Disse Lunastorta. “Inoltre, conoscono Hogwarts
ma non ne fanno parte.”
“E devono conoscere anche qualcuno di noi.” Continuò
Ramoso. “Quel Majutsu… diceva di essere rimasto deluso da
qualcuno di cui gli avevano parlato bene… e che ha definito un
idiota.”
“Allora dev’essere Felpato!” Scherzò
Codaliscia.
“Ehi, come sarebbe a dire?!” Replicò questi, facendo
scoppiare tutti a ridere.
“Beh, ad ogni modo, direi che possiamo dormirci su. Sono
accampati nella Foresta Proibita e non sembrano intenzionati ad
andarsene presto.” Concluse James, sbadigliando.
La porta del dormitorio maschile si aprì lentamente, lasciando
entrare una mano con una bacchetta.
“Accio mantello.”
Sussurrò una voce.
Uno dei bauli si aprì, lasciando uscire il mantello
dell’invisibilità, che venne preso al volo dalla mano, che
si ritirò subito.
“Spiacente Potter… ma ora ne ho bisogno io.”
Majutsu sbadigliò, per poi guardare la posizione della luna.
Erza era rientrata nella tenda per dormire, e lui era rimasto a fare la
guardia. Ma dopo il cervo, non era accaduto nient’altro di
interessante.
“Okay… credo sia il momento di fare cambio.” Fece,
alzandosi da terra.
Ma prima che riuscisse a fare un passo, sentì un ramo spezzarsi.
Il mago di Classe S si girò subito, portando la mano in avanti.
“Chi va là?” Esclamò, guardandosi attorno, ma
senza riuscire a vedere nessuno.
Alzò la mano, creando una sfera di luce per illuminare lo
spiazzo dove si trovavano, senza però riuscire a vedere nulla.
“Sarà stato un animale?” Si chiese, ma qualunque
altra cosa stesse per dire, s’interruppe quando sentì la
punta di una bacchetta dietro il collo.
“Come… Come hai fatto? Senza bacchetta?” Chiese una
voce che aveva già sentito.
“Ognuno ha i suoi segreti… Ora, mi aspettavo un grazie,
non una minaccia… Evans.” Disse Majutsu senza girarsi.
La ragazza a quel punto si tolse il mantello, rivelandosi
completamente. “Lo avrei fatto, se solo tu non fossi così
sospetto. Pure Potter e i suoi amici se ne sono resi conto, ed è
tutto dire.”
“Davvero? In effetti, forse sono stato troppo incauto… ma
davvero, minacciarmi? Un po’ azzardato, non trovi? Soprattutto
considerando che le mie amiche si trovano a pochi metri di distanza. Mi
basterebbe urlare per svegliarle.”
“Mi spiace, ma ho già usato un incantesimo di silenzio
attorno a noi due. Non ci può sentire nessuno.”
A sentire ciò Harry scoppiò a ridere.
“Lo trovi così divertente?”
“No, no.” Rispose lui, scuotendo una mano. “Solo, per
qualche motivo, ho trovato la cosa ironica. Uso spesso anch’io
l’incantesimo di silenzio.”
“E allora perché non l’hai usato prima? Almeno ora
Potter non saprebbe di te… Harry.”
Sentendo ciò Majutsu interruppe di colpo le sue risate.
“Come mi hai chiamato?”
“Harry Potter. È questo il tuo vero nome, no? Almeno
stando a quanto dice quella mappa.”
“La Mappa? Hanno già creato la Mappa?!”
“Già? Ma che cosa stai dicendo? Da come parli sembra quasi
che tu-”
Evans s’interruppe di colpo, togliendo la bacchetta di dosso a
Harry, che a quel punto si voltò a guardarla, tenendo la sfera
d’energia ancora attiva.
“Che succede, Lily?” Chiese lui, senza scomporsi.
“Tu… Anzi, voi tre… non siete di questo tempo,
vero?”
“Complimenti. L’hai capito, eh? Anche se forse non abbiamo
fatto molto per nasconderlo, ora che ci penso.”
“Cielo… Tu sei il figlio di Potter! Ecco perché sei
praticamente identico a lui!” Esclamò incredula,
indietreggiando.
“Solo come aspetto. Come hai visto, ho una linea di pensiero
leggermente diversa dalla sua.”
“Ma com’è possibile? Non esiste un incantesimo in
grado di far viaggiare nel tempo!”
“Ci sono molte cose misteriose nel mondo, Evans.”
Esordì Erza dietro di lei, affiancata da Hermione. “E al
momento stiamo ancora cercando di capire come siamo finiti qui.”
“Tu… Tu non sarai mia figlia, vero?” Chiese di punto
in bianco Lily.
Come risposta Majutsu e Titania si guardarono, per poi mettersi a
ridere.
“No, no, tranquilla. La nostra somiglianza è puramente
casuale.” Rispose Erza, sorridendole.
“Però questo è un guaio… Nessuno doveva
scoprirci.” Fece Hermione, mordendosi un’unghia. “Ora
il nostro tempo è a rischio…”
“Tranquilla. So benissimo che cosa si può rischiare
viaggiando nel tempo. Prima di venire qui ho visto un po’ di film
sull’argomento, perciò procederò a cancellarmi la
memoria per sicurezza. Ma ditemi… da quanti anni nel futuro
venite? Mi sembrate del terzo anno, sbaglio?”
“No, non sbagli.” Rispose Harry. “Ma non possiamo
dirti il periodo esatto da cui proveniamo, scusa.”
“Sì, immaginavo una simile risposta.”
Ridacchiò Lily, guardandolo. “Allora… Harry. Tuo
padre è rimasto sempre lo stesso idiota o quella sventurata che
l’ha sposato è riuscita a fargli mettere la testa a
posto?”
Harry si grattò una guancia, non sapendo bene come rispondere al
fatto che sua madre si era appena insultata da sola.
“Beh… diciamo che la sua ombra di ragazzaccio è
rimasta… ma ben sopita…”
“E tu sei cresciuto con linee di pensiero per fortuna ben diverse
dalle sue. A quanto pare la stupidità Potter si è fermata
con lui, grazie al cielo.”
“Quella sì… la spericolatezza direi di
no…” Mormorò Hermione.
La Grifondoro del passato a quel punto si voltò a guardarla.
“Tu invece chi sei?”
“Il mio nome è Hermione Granger. Ma qui… beh,
Titania mi ha consigliato di cercare un altro nome, perciò puoi
chiamarmi Joanne Heartphilia!”
A quel nome gli altri due la guardarono male.
“Beh, Lucy non se la prenderà se uso il suo cognome,
no?”
“Immagino di no… ma quel nome?” chiese Erza.
“È il primo che mi è venuto in mente. Probabilmente
ho letto qualche libro scritto da un’autrice con quel nome.”
“E tu invece come ti chiami?”
“Erza Scarlett, sopranominata Titania. E se serve un altro
cognome da usare qui, allora credo che sceglierò Tail.”
“Ma dai, anche tu?” Esclamò Harry, sorridendo.
“Io mi sono presentato a mio padre come Majutsu Tail.”
“In pratica avete deciso inconsciamente di farvi passare per
fratelli.” Ridacchiò Lily.
“Ah, questa situazione è pazzesca!” Esclamò
Hermione, portandosi le mani tra i capelli. “Siamo finiti nel
passato, non abbiamo la più pallida idea di come tornare
indietro e i Malandrini ci hanno presi come loro obiettivo! Peggio di
così non può andare!”
In quel momento un tonfo risuonò nella foresta.
“Grazie Hermione, ci serviva proprio quella frase.”
Sbottò Erza, preparandosi a combattere.
Un albero venne fatto cadere da una chela gigante, mostrando quello che
probabilmente era uno dei figli di Aragog, che avanzava minaccioso
verso di loro.
“Un ragno gigante?!” esclamò spaventata Lily, mentre
Harry la superava.
“A quanto pare in qualunque tempo, vogliono sempre fare spuntini
con noi umani. Non saranno il mostro della Camera, ma di certo non sono
più innocui.”
“Camera? Intendi la Camera dei Segreti?” Chiese sorpresa
Evans.
“Già. L’abbiamo scoperta qualche mese fa e Harry ha
ucciso il mostro al suo interno.”
“Davvero? Allora avete dimostrato che Hagrid era innocente!”
“Fortunatamente sì.” Rispose Titania, per poi far
apparire la sua spada. “E ora sembra che potrò recuperare
il divertimento che mi sono persa mentre ero pietrificata.”
“Come-”
“Hermione, analisi!” Ordinò Majutsu, facendo
apparire anche lui la spada. “Questa volta non voglio rischiare
di fare errori. Senza considerare che non c’è Natsu e il
mio controllo sul fuoco non è lontanamente al suo livello.”
La castana annuì, facendo apparire lo schermo olografico con le
informazioni sulla creatura.
“Acromantula adulta.” Lesse, sotto lo sguardo stupefatto di
Lily. “Altamente velenosa e pericolosa grazie alle sue potenti
chele. È considerata come una delle creature magiche più
letali.”
“Stupefacente… non ho mai sentito parlare prima di una
magia simile!” Esclamò entusiasta Lily, facendo sorridere
Harry, che si affiancò a Erza.
“Sbaglierò, ma ho l’impressione che stavolta tu ti
voglia mettere in mostra.”
“A questo punto ormai non vedo perché non farlo.”
Replicò lui, alzando la spada.
“Allora si va?”
“Sì.”
In perfetta sincronia, i due maghi di Classe S saltarono verso il ragno
gigante, tranciandogli subito una zampa a testa e facendolo così
barcollare all’indietro.
Majutsu avvolse la sua spada con il fuoco, mentre Erza sostituì
la sua con una che emanava elettricità.
Senza aspettare oltre, i due saltarono sull’Acromantula, per poi
trafiggerla assieme in mezzo agli occhi, facendole così cacciare
un grido di dolore. Majutsu e Titania a quel punto saltarono
giù, osservando la creatura cadere a terra, esanime.
“Un gioco da ragazzi.” Commentò Erza, facendo
sparire la spada. “Da come me lo avevi raccontato, pensavo
peggio.”
“Questa era una sola. Noi ci siamo trovati faccia a faccia con
tutta la loro colonia. Non c’è paragone!”
Replicò Harry, per poi voltarsi a guardare la madre.
“Q-Quello non mi sembra il programma di Hogwarts…”
Disse, incapace di trovare altre parole.
“Direi proprio di no. Diciamo che abbiamo avuto anche
altri… maestri.”
“E per voi quella era anche una cosa da niente?”
“Credimi, anch’io ho visto una creatura ben peggiore. Per
non parlare di una magia molto più potente di quella che hanno
usato loro adesso.” Disse Hermione.
“Che diamine è successo nel futuro? Voi-Sapete-Chi
è riuscito a vincere?”
“No, no. Tutto quello che abbiamo vissuto prima di Hogwarts aveva
ben poco a che fare con lui.” Rispose Erza. “Anzi, noi non
sapevamo nemmeno della sua esistenza prima di iscriverci a Hogwarts
assieme a Harry.”
“Come? Sei anche tu una nata Babbana?”
“Non saprei. Non mi ricordo i miei genitori. So solo che da
bambina ho imparato a usare la magia da sola. Inoltre, vengo da un
altro Stato, nascosto anche ai maghi del resto del mondo.”
“Esiste un posto del genere? Ma allora come fai a conoscere
Harry?”
“Quando avevo otto anni, per sbaglio mi sono smaterializzato da
loro. Da allora siamo rimasti in contatto.” Rispose Majutsu,
optando per una mezza verità.
“E tuo padre non ha detto nulla? Non voglio criticare, ma
solitamente i maghi non combattono in quel modo.”
“Ecco-” “Uh,
uh, uh…” Ridacchiò una voce profonda, che
fece mettere subito sull’attenti tutti e quattro. “A quanto pare,
il Maestro aveva visto bene…”
“Chi sta parlando?” Esclamò Erza, guardandosi
attorno. “Quando
vi ha visti, ha subito percepito che qualcosa non era normale…
così mi ha ordinato di seguirvi… e sono contento di
essere stato scelto io.”
A quelle parole, il corpo dell’Acromantula cominciò a
brillare, ma si trattava di una luce strana. Era quasi nera, e mostrava
solo il profilo della creatura, che si rimise in piedi. Sotto lo
sguardo incredulo dei presenti, gli arti tagliati ricrebbero quasi
all’istante, mentre la ferita inferta sulla testa si richiuse.
Poi il ragno cominciò ad aumentare di dimensioni.
Ma la sua metamorfosi non si limitò a quello: il corpo
cominciò a venire ricoperto da quella che sembrava
un’armatura, mentre dalle chele sbucarono decine di braccia
armate di spade
Il mostro spalancò tutti e otto gli occhi, ora rossi come il
fuoco, mentre dalla cima della sua testa cominciò a crescere
quello che pareva essere un busto umano.
“C-Cosa diamine è quello?” Domandò Titania,
questa volta facendo apparire la sua armatura e due spade.
“Non ne ho idea! L’altra volta non era successo nulla del
genere!” Rispose Harry, rievocando la sua arma, ma questa volta
affiancandola con la bacchetta.
“La mia magia non riesce ad analizzarlo! Ma percepisco
un’energia ben maggiore rispetto a prima!” Avvertì
Hermione, preoccupata, mentre si metteva davanti a Lily per farle da
scudo. “Sciocchi
mocciosi. Non potete sperare che delle fate come voi possano opporsi a
me.” Disse la creatura, mentre sul busto appariva una
bocca, che si deformò subito in un ghigno. “Io sono una
creatura del Caos! La vostra magia è impotente di fronte a
me!” Urlò, provocando un’onda d’urto
che fece tremare anche il suolo.
Majutsu e Titania osservarono l’ex Acromantula, ormai alta quasi
venti metri, con lo sguardo pieno di sorpresa e incredulità.
“Una creatura del caos?” Ripeté Lily, guardandola. “Proprio
così, umana. E sono qui per eliminare le fate che si opporranno
al mio Maestro!”
“Che cosa sei esattamente?” Chiese Harry. “E come fai
a sapere di Fairy Tail?!” “Il
mio Maestro ha interrogato un umano chiamato Klaun, che gli ha rivelato
tutto quanto su di voi, ma era a conoscenza di Fairy Tail già da
tempo.”
“Ancora Klaun?” Asserì Erza. “Quindi
c’è ancora lui dietro a tutto ciò?” “Avete
frainteso. Lui è stato costretto a dirgli di voi. Ha
riconosciuto che il potere del mio Maestro era nettamente superiore al
suo.” Disse la creatura. “Ma ora basta
parlare! Non vedo l’ora di far annegare i vostri cuori
nell’Oscurità!”
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Beh, tra tutti i giorni, non potevo non postare oggi!
Come molti di voi ormai sapranno, manca davvero poco (meno di un'ora)
alla trasmissione dei primi quattro episodi in italiano di Fairy Tail,
quindi era l'occasione giusta per aggiornare XD.
Senza contare che ho avuto l'onore e il piacere di preparare i video
per il rilascio online delle sigle italiane (che potete vedere dalla
mia pagina facebook), quindi diciamo che sono abbastanza gasato al
momento XD.
Okay, ma torniamo alla storia! Come avete letto, Lily ha scoperto quasi
tutto, ma questo l'ha ovviamente trascinata nei guai alla Fairy Tail...
e ora Majutsu, Titania e Hermione dovranno affrontare uno dei nemici
più forti incontrato finora.
Chi ha letto la mia altra fan fiction probabilmente ha già
capito chi si trova dietro a tutto ciò, ma vedrete: saprò
sorprendere anche voi ù.ù
Bene, con questo è tutto direi... al prossimo capitolo!
Tutti quanti si
portarono le mani sopra gli occhi quando la luce divenne più
forte.
Quando finalmente si dissipò, tutti cominciarono a sbattere
più volte le palpebre.
“C-Che cosa… è successo?” Fece Neville,
massaggiandosi gli occhi per tornare a vedere bene.
“Che razza di luce era quella?” Chiese Ron. “Nemmeno
io sono riuscito a tenere gli occhi aperti… e di solito non ho
questi problemi!”
“Dottore?” Chiamò Dark, guardando l’uomo
avvicinarsi alla cabina. “Cos’è successo?”
Il Dottore fece una strana smorfia, per poi girarsi, alzando verso
l’alto gli indici. “Beh, direi una cosa curiosa…
assai curiosa…”
“Aspettate un attimo! Dove sono finiti Harry, Erza e
Hermione?!” Esclamò Natsu, guardandosi in giro.
Immediatamente tutti quanti cominciarono a cercarli, mentre i
professori, escluso Silente, puntarono le loro bacchette contro i
quattro visitatori.
“Cosa gli avete fatto?”
“Noi niente!” Replicò Clara, per poi guardare
l’uomo al suo fianco. “Vero Dottore?”
“Beh, tecnicamente no. Almeno volontariamente.
Involontariamente… beh, credo che il TARDIS non ami molto la
magia. Effettivamente, non abbiamo mai avuto buoni rapporti con maghi e
streghe.”
“In parole povere, il TARDIS li ha spediti in un punto a caso del
tempo e dello spazio, vero?” Domandò Hikari.
A quella frase tutti si voltarono a guardarli.
“Come, scusa?” Fece Lucy. “Cosa volete dire?”
“Questa bellezza è una macchina del tempo.”
Spiegò il Dottore, indicando la cabina. “Inutile che
tentiate di usarla, io e mia moglie siamo gli unici rimasti
nell’universo in grado di guidarla. E lei non è più
tra noi.” Aggiunse subito dopo, notando lo sguardo di sorpresa e
tentazione su diversi studenti. “Anche se non mi spiego
perché abbia fatto sparire proprio loro tre.”
“Non ti ricordi? Hermione lo rivela alla fine del terzo l-”
Cominciò Clara, venendo poi interrotta da Dark, che le mise
prontamente una mano sulla bocca.
“E noi non possiamo rivelare il futuro.” Disse lui.
“Perché dovremmo credervi?” Chiese Piton,
guardandoli male.
Hikari sbuffò. “Perché se solo volessimo, potremmo
rivelare tutti i tuoi segreti. Tipo chi guardavi su una certa altalena
da bambino.” Buttò, guardando l’insegnante di
Pozioni, che sgranò gli occhi.
“Non è possibile…” Pronunciò
incredulo. “Quello… non lo sa nessuno…”
“E conosciamo molte altre cose sul tuo conto.” Aggiunse
Dark.
“Okay, ora però rispondeteci: dove sono Harry e le
ragazze?” Domandò Gray, portando un pugno sul palmo
dell’altra mano, pronto a usare la magia.
“Se il Dottore ha ragione, potrebbero essere ovunque. Su un altro
pianeta, nel passato, nel futuro… Chi lo sa.”
“Incendio!”
Urlò Natsu, pronunciando l’incantesimo e tirando fuori la
bacchetta solo per non far cadere la copertura, scatenando su Dark un
vero e proprio tornado di fuoco.
“Dragonil!” Gridò la McGranitt, incredula.
“Che cosa stai facendo?!”
“Voglio sapere dove hanno mandato Harry, Erza e Hermione! Le
fiamme non dovrebbero ucciderlo, tranquilla.” Rispose lui, per
poi guardare Hikari, che si limitò a sbadigliare.
“Scusa, ma non è il tuo ragazzo?” Domandò
George. “Un minimo di preoccupazione non guasterebbe, sai?”
“Se avessi motivo di preoccuparmi, lo farei. Ma delle fiamme
così tiepide non ci preoccupano.”
A conferma delle sue parole, il tornado di fuoco sembrò
esplodere, rivelando l’ex Custode perfettamente illeso.
“Non male, ma la prossima volta ti consiglio di aumentare la
temperatura. Non mi hai bruciato nemmeno i vestiti.” Disse con
noncuranza.
“Non mi abituerò mai a questo…”
Mormorò Clara, per poi guardare il Dottore. “E dire che
ormai dovrei essere abituata alle cose strane… ti ho pure detto
io quale TARDIS prendere…”
“Sì, dopo aver fatto un’azione che ti è quasi
costata l’esistenza stessa.” Replicò l’uomo.
“Possibile che debba avere sempre dei compagni incoscienti e
spericolati?”
“C-Com’è possibile?” Balbettò incredulo
Natsu. “I-Il mio fuoco… non ha nemmeno lasciato il
segno…”
“Non era mai successo prima, aye!”
“Non prendertela male.” Disse Dark. “Semplicemente,
ci vuole molta più energia per potermi ferire. Credo che ormai
solo alcuni Custodi e pochi altri siano in grado di farlo.”
“Il che comprende praticamente solo i tuoi genitori.”
Commentò la ragazza al suo fianco.
“Com’è possibile?” Domandò ancora
Piton, guardando il suolo sotto di lui. “Quelle fiamme hanno
bruciato anche il terreno… Non erano di sicuro basse come
temperatura.”
“Credo che pecchiate anche di esperienza. Nessuno di voi
può anche solo sperare di eguagliarlo.” Disse il Dottore.
“Già, è solo uno degli esseri più potenti
che esistano.” Aggiunse Clara. “E fatico ancora a credere
al resto della storia, ma dopo aver sentito che Biancaneve è
finita in prigione accusata di omicidio… non me la sento di
escluderlo. Considerando che è stata la diretta interessata a
dircelo.”
“Scusi, signorina Clara.” Intervenne Silente. “Se la
mia conoscenza Babbana non sbaglia, Biancaneve è il personaggio
di una storia.”
“Non dove siamo stati qualche tempo fa.” Rispose Hikari.
“Lì tutti i cosiddetti personaggi da fiaba vivevano una
vita tutta loro, apparentemente senza sapere chi erano davvero.
È stato proprio in quel posto che abbiamo incontrato il Dottore
e Clara.”
“E comunque, un nostro amico aveva incontrato Biancaneve
già tempo prima, assieme ad altre principesse fiabesche.”
Aggiunse Dark. “E anche molti altri personaggi più o meno
famosi e considerati inesistenti.”
“Allora, se mi permetti, rifaccio la domanda che ti è
stata posta prima.” Continuò Silente. “Chi sei? Hai
l’aspetto di un ragazzo, ma è lampante che non lo sei. I
tuoi atteggiamenti sono finti e-”
“E sei sorpreso di non riuscire a leggere la mia mente, vero?
È da quando siamo arrivati che ci stai provando, senza
risultati.”
Il preside spalancò leggermente gli occhi.
“Credevi che non me ne sarei accorto? Ho affrontato diverse
creature in grado di giocare con la mente. Anche se l’unico che
effettivamente è riuscito nel suo attacco… è stato
mio padre…” Continuò il custode, rivolgendo uno
sguardo triste a Hikari.
“Tuo padre?” Domandò Lucy. “Perché ti
ha attaccato?”
“Oh, direi la classica ribellione figlio contro padre. Non gli
andava giù il fatto che stia provando a salvare
l’universo.”
“E perché diamine non dovrebbe esserne felice?” Fece
Ron. “Insomma… è assurdo, ma di certo non
negativo.”
“Non quando è tuo padre a volerlo distruggere.”
Sbuffò Dark, ritrovandosi subito tutte le bacchette dei maghi
presenti puntate addosso. “E ho detto che sono contro mio padre,
se non fosse chiaro.”
“Chi ce lo assicura?” Chiese il Ministro. “Hai appena
ammesso che un tuo parente minaccia la nostra pace! Tu non puoi di
certo essere migliore.”
“Ora capisco perché veniva considerato un idiota.”
Commentò Clara. “Nemmeno sta a sentire…”
“Su, su, non c’è bisogno di arrabbiarsi.”
Intervenne Hikari. “Vi assicuro che Dark non ha intenzione di
fare del male a nessuno, se non lo ritiene necessario”
“Come possiamo fidarci di voi? Tu sei la sua ragazza, no?
È ovvio che sei dalla sua parte!”
“Certo che sono dalla sua parte! Mi ha nominato sua Custode,
oltre a farmi tornare indietro! Se non fosse per lui ora non sarei
qui!”
“Cosa intendi dire signorina?”
“Intende dire che l’ho riportata in vita. Anche se a un
prezzo molto alto.” Rispose Dark, spostando lo sguardo.
“È diventata Custode dell’Equilibrio come
conseguenza.”
“Ma… Ma non esiste un incantesimo in grado di riportare in
vita i morti! Nemmeno tra i più oscuri!” Esclamò
Vitious.
Il Dottore fece un colpo di tosse, attirando lo sguardo di tutti su di
sé.
“Beh, tecnicamente non sei mai totalmente morto…”
Disse Clara, guardandolo. “Almeno, credo… non ho molti
ricordi di quella mia versione, quindi non posso dire di esserne
certa…”
“Però il professor Vitious ha ragione. È stato
dimostrato che non è possibile riportare in vita i morti.”
Osservò Silente. “Con nessun incantesimo o oggetto
magico.”
Dark ridacchiò. “Infatti non ho usato alcuna pietra antica
o magia oscura… ho solo rinunciato alla mia
umanità.”
“Tu… Tu non sei umano, aye?” Fece sorpreso Happy.
“Non più. Anche se forse sarebbe più giusto dire
che ho solo ripreso il mio vero ruolo.”
“Prima hai detto che eri anche tu un Custode
dell’Equilibrio, mentre Hikari è quella attuale. Significa
che non ce ne può essere più di uno?”
Domandò Neville.
Hikari sospirò. “Ovunque andiamo, ci ritroviamo sempre a
fare lo stesso discorso, ma possiamo parlarne dentro? Vedo che buona
parte dei ragazzi sta tremando dal freddo.”
“Non potete mettere piede dentro Hogwarts!” Tuonò il
Ministro, continuando a puntargli contro la bacchetta. “Se vi
avvicinate, chiamerò i Dissennatori e-”
“E sarò più che felice di cancellare quelle
disgustose creature.” Replicò Dark. “E mi creda,
Ministro, io ho tutto il potere necessario per far sì che i
Dissennatori vengano aggiunti alla lista delle creature magiche
estinte.”
“Prima di andare, potreste darmi una mano a rimetterlo in piedi?
Finché non aggiusto lo stabilizzatore, non si può
entrare.” Disse il Dottore, indicando il TARDIS.
“Arrivo.” Rispose l’ex Custode, avvicinandosi alla
cabina, per poi battere le mani e poggiarle a terra.
Sotto lo sguardo sorpreso dei maghi, la terra sotto il TARDIS
cominciò a sollevarsi, creando un piccolo cumulo che alzò
la macchina del tempo, rimettendola in posizione verticale.
“Oh, perfetto!” Esclamò l’uomo, per poi
entrare. “Oh, beh, ci vorrà un po’ per sistemare
tutto, ma darò priorità alle riparazioni fondamentali.
Voi andate pure, vi raggiungo tra poco!”
“Ma Dottore, abbiamo la possibilità di entrare a Hogwarts!
Credevo saresti stato il primo a volerla vedere!” Ribatté
Clara.
Il Dottore uscì solo con la testa dalla porta. “Una volta
aggiustato il TARDIS, andrò direttamente al giorno
d’inaugurazione! Sarà molto più emozionante,
no?”
“Prima andremo a recuperare Harry, Hermione ed Erza.”
intervenne Dark. “Dopotutto, abbiamo solo l’intero
continuum temporale da controllare, sperando che si siano limitati a
viaggiare nel tempo.”
“Ma-” Tentò nuovamente il Ministro, interrompendosi
quando tra le mani del ragazzo dai capelli bianchi e neri apparve una
scia di luce, che lasciò spazio a quella che pareva una
gigantesca chiave, che sembrò alzarsi da sola in direzione del
castello.
“Di già? Di solito ci mettiamo molto di più a
trovarla.”
“Che cos’è quell’arma?” Domandò
incredulo Fred, osservandola.
Hikari sorrise, per poi far apparire anche lei la stessa identica
chiave. “Questo è ciò che distingue i Custodi dal
resto degli esseri viventi. Il Keyblade, l’arma più
potente di tutto l’universo.”
“Tanto potente che c’è una leggenda secondo la quale
ne esiste uno solo. Come potete vedere da voi, non è proprio
così. Ogni pianeta ne possiede due: uno che rappresenta la Luce,
uno che rappresenta l’Oscurità. Questo nel nostro universo
ovviamente. Qui probabilmente non esiste nemmeno.”
“E possiamo sapere perché state puntando una simile arma
contro il castello?” Chiese la vicepreside senza nascondere la
preoccupazione.
“I Keyblade… hanno il potere unico di chiudere e aprire i
passaggi dei mondi. Uno dei doveri dei Custodi è quello di
chiudere questi passaggi per impedire ai mondi di venire raggiunti
dall’Oscurità e venire distrutti.” Rispose Dark,
mentre sulla punta del suo Keyblade cominciava a crearsi una sfera di
luce, imitato da quello di Hikari.
Con stupore di tutti, il castello di Hogwarts sembrò brillare
per un istante, per poi scagliare verso il cielo un raggio di luce, che
esplose come un fuoco d’artificio, creando la sagoma di una
serratura gigante, che risplendette sopra le loro teste.
“Fantastico!” Esclamarono entusiasti i gemelli Weasley,
mentre anche gli altri osservavano l’insolito spettacolo.
In quel momento dai due Keyblade partì un raggio, che
colpì al centro la sagoma nel cielo, che brillò, per poi
cominciare a scomparire, emettendo il rumore di una porta che veniva
chiusa a chiave.
“E anche questa è fatta, un problema in meno. Almeno non
ci saranno mostri ad attaccarci.” Disse Dark, facendo scomparire
l’arma.
“Erza farebbe carte false per procurarsi quella strana
spada.” Fece Gray.
“Sfortunatamente, da noi non è stata lei la prescelta del
vostro gruppo a ottenerlo.” Ridacchiò Hikari.
“Certo, si fa valere ogni volta che la incontriamo…
però no, lei non è in possesso di un Keyblade.”
“Com’è possibile? Chi può esserci più
adatto di le-” Cominciò Natsu, interrompendosi e
voltandosi verso Neville.
“Eh?! No, impossibile!” Esclamò subito lui,
incrociando le braccia per negare. “Non sono lontanamente al suo
livello!”
L’ex Custode si mise a ridere, mentre ignorando il balbettio del
Ministro si dirigeva verso il Castello, come se sapesse già dove
andare.
“Non possiamo di certo dirvi chi è stato scelto al suo
posto, però sono curioso. Da noi, Hogwarts e Fairy Tail non sono
mai entrati in contatto. E qui vedo che la cosa è piuttosto
profonda.” Disse, per poi riservare uno sguardo veloce alle mani
dei gemelli.
Lucy decise di intervenire subito, prima che lo straniero potesse
rovinare quasi tre anni di copertura.
“B-Beh… solitamente non ci saremmo mossi dal nostro
Stato… ma Harry qualche anno fa si è involontariamente
smaterializzato da noi, ed è cresciuto con noi. Poi quando
è arrivato Silente… beh, alla fine abbiamo deciso di
venire qui tutti insieme.”
Dark si voltò a guardarla con serietà, poi dopo pochi
secondi sorrise.
“Capisco. Ecco cos’è andato diversamente.”
Commentò. “Da noi invece non siete mai usciti dal vostro
Stato finché il mondo non è stato in pericolo.”
“A causa di Voi-Sapete-Chi?” Chiese Vitious.
“Voldemort? Mi prende in giro? Da noi la situazione è
molto più grave, e quel piccolo signore oscuro non è
altri che una formica rispetto ad altri che abbiamo incontrato.”
“Voldemort una formica?” Ridacchiò Silente.
“Non credo approverebbe un simile commento.”
“Beh, quando eravamo in procinto di incontrarlo avevamo un altro
avversario di cui occuparci…” Rispose Hikari. “Anche
se rispetto a quello attuale…”
“Non pensiamoci adesso.” La interruppe Dark.
“Nonostante tutto, ci vorrà un po’ prima che sia
nuovamente in grado di usare tutto il suo potere. Non attaccherà
prima di allora.”
Il gruppo scomparve dentro il castello, lasciando il Dottore da solo.
“Bene, diamoci da fare!” esclamò, tirandosi indietro
le maniche e girandosi verso la cabina.
Ma lì, con suo stupore, trovò Luna, che stava guardando
attentamente il TARDIS.
“Tu sei la signorina Lovegood, vero?” Chiese, non sapendo
bene come comportarsi di fronte a quella ragazzina.
“Esatto, Dottore. Sa, lei è davvero contenta di viaggiare
con te.” Disse Luna, poggiando una mano su una delle pareti della
cabina.
“Tu… Tu riesci a sentirla?”
“Oh, sì. Anche più chiaramente dei Nargilli.”
“Oh, sì, creature interessanti quelle! Difficili da
trovare, però questo ti dà ancora più
soddisfazione.”
“Tuttavia… quello che avete visto insieme… è
stato terribile.” Continuò Luna. “Quelle
guerre… sono state orribili.”
Il Dottore sospirò. “Già. Io le ho già viste
tutte… e so qualcosa che anche Dark e Hikari ignorano, ma come
Signore del Tempo, non posso di certo divulgare simili
informazioni.”
“Capisco.” Fece la ragazza, per poi allontanarsi.
“Meglio che raggiunga gli altri ora.”
Il Dottore restò a guardarla, per poi ridacchiare, entrando
nella cabina. “È un peccato che non possa venire con noi,
vero?” Osservò parlando al TARDIS. “Ma
dopotutto… portarla via da qui creerebbe dei problemi non da
poco. E poi non credo sia il suo desiderio.”
“Ehi, tu.” Fece Malfoy, parlando per la prima volta a Dark.
“Devo parlare con te.”
L’ex Custode si voltò a guardarlo, assieme a Hikari e
Clara, mentre gli altri studenti e professori lo fissarono un po’
sorpresi.
“Hikari, vai pure avanti, noi arriviamo subito. Giusto il tempo
di sentire cosa vuole Malfoy.”
La ragazza annuì, per poi proseguire verso la Sala Grande
assieme al resto del gruppo, seguiti da Luna, che entrò a passo
veloce, salutando i due con la mano e raggiungendo gli altri.
“Bene Draco… di cosa vuoi parlarmi?” Chiese Dark non
appena restarono totalmente da soli.
Il biondino si portò una mano sul volto, facendo apparire la
maschera di Klaun, per poi creare subito una sfera di energia che
scagliò contro l’altro, che la fermò con una sola
mano, distruggendola con facilità.
Draco ridacchiò. “Come pensavo… sei come lui.”
“Deduco tu ti riferisca all’energia che percepisco intorno
a questo castello. Però devo ammettere che mi hai sorpreso: non
pensavo che ti saresti mostrato per quello che sei davvero. Da come sei
stato in silenzio, immaginavo avessi in mente qualcosa, ma lasciati
dire che attaccarmi non è stata la più geniale delle
trovate.”
“Come se m’importasse. Tu non sei di certo uno che si mette
a uccidere a caso e-”
Klaun non concluse la frase che si ritrovò contro il muro,
tenuto per il collo da Dark, mentre la sua maschera cadde a terra.
“Non sottovalutare gli avversari, Malfoy. Percepisco in te un
potere che non dovresti avere, ma è notevolmente inferiore al
mio. E sappi che ho già ucciso in passato quando si è
rivelato necessario.”
“S-So che sei f-fuori dalla m-mia portata…”
Bofonchiò Draco, cercando di respirare. “P-Per
questo… v-voglio chiederti a-aiuto…”
Il ragazzo lo lasciò andare, permettendogli di riprendere fiato.
“Tu che chiedi aiuto? Sei decisamente diverso dal Malfoy che
conosco io.”
“Non fraintendere. Lo faccio solo perché non ho altra
scelta… Tra un folle che vuole la rovina di tutti, preferisco
guadagnare tempo per i miei piani… E qualcosa mi dice che tu sei
il solo a poterlo fermare.”
Dark gli diede le spalle. “Conosco solo poche persone che
potrebbero essere paragonate a me. E una sola potrebbe essere giunta
fin qui in questo momento.”
Klaun gli rivolse uno sguardo freddo. “Che cosa farai
adesso?”
“Prima di tutto, andrò a recuperare Harry, Erza e
Hermione. Poi… probabilmente darò il via a una battaglia
che non verrà dimenticata tanto presto.”
“E per quanto riguarda me? Hai intenzione di fermarmi?”
Dark restò in silenzio per qualche secondo. “Una regola
dei Custodi… è quella di non interferire coi mondi se non
quando necessario. Sistemerò questa questione e poi ce ne
andremo, non faremo altro. Ma non credere che con questo tu te la
caverai. Percepisco chiaramente la tua energia magica… e mi
spiace dirti che non è ai livelli di quella di Harry e di altri
maghi qui presenti.”
Draco sorrise. “Sarà solo questione di tempo prima che io
diventi più forte di loro.”
Dark non disse altro, limitandosi ad andarsene, lasciando da solo il
Serpeverde.
“E così anche lui è qui…”
Mormorò l’ex Custode. “Mi chiedo se Hogwarts
resisterà…”
“Allora, signorina Hikari…” Fece Silente, dopo che
tutti si sedettero attorno al tavolo nella Sala Grande. “Potreste
raccontarci qualcosa in più su voi Custodi?”
Hikari si portò una mano sotto il mento, pensando a come
rispondere, mentre aspettava che Dark li raggiungesse.
“Beh, come abbiamo detto prima, il compito principale dei Custodi
ordinari è quello di chiudere le serrature dei mondi e impedire
all’Oscurità di conquistarli, ma bisogna fare una piccola
precisazione: esistono due macro gruppi di Custodi, composti da
migliaia, forse milioni di persone l’uno, e altri due gruppi, che
invece sono rappresentati da un unico Custode.”
“Come te, vero?” Domandò Lucy.
“Esatto. Luce e Oscurità hanno molti più
rappresentanti perché è più facile scegliere da
che parte sta uno. Anch’io in passato appartenevo ai Custodi
della Luce. Dark invece rappresentava l’Equilibrio. Inutile dire
che i nostri principali nemici sono i Custodi
dell’Oscurità, che mirano alla riconfigurazione totale del
nostro universo per poterlo controllare.”
“E chi è il quarto gruppo?” Chiese Melody,
intervenendo per la prima volta. “Luce, Oscurità e
Equilibrio. Tutti nomi non da poco.”
Hikari la guardò per qualche instante.
“La quarta e ultima categoria di Custodi è il mio
opposto.” Rispose Dark, entrando nella Sala Grande. “Per
esserci l’Equilibrio… dev’esserci anche il
Caos.”
“Caos?” Ripeté Gray, sorpreso.
“Proprio così. Come l’Equilibrio, anche il Caos ha
un solo rappresentante… i cui poteri sono vicini ai miei.”
“E Hikari? Quanto è potente?” Domandò Neville.
La ragazza sorrise. “Io prendo i miei poteri direttamente da
Dark. Quindi sono solo leggermente più debole di lui.”
“Per questo sembrate gemelli?” Chiesero insieme Fred e
George.
“Quello è stato un effetto collaterale di averla riportata
in vita.” Rispose l’ex Custode. “L’unico modo
era nominarla al mio posto come rappresentante dell’Equilibrio. E
ogni Custode dell’Equilibrio, nelle varie epoche, ha avuto dei
punti fissi nel suo aspetto. Visto che possono usare in ugual modo sia
la Luce che l’Oscurità, il loro corpo deve
adattarsi.”
“E tu ora cosa sei?” Intervenne Caramell. “Se la
ragazza è l’unica Custode, tu sei tornato normale?”
“Ho detto prima che ho perso la mia umanità quando lei
è diventata la mia rappresentante.”
“Aspetta… la tua rappresentante?” Ripeté
Natsu, chinando la testa di lato. “Che cosa vuoi dire?”
“Non è ancora chiaro?” Replicò Dark.
“Io sono-”
“L’Equilibrio stesso.” Rispose la Cooman,
guardandolo. “Non è vero? Il mio occhio interiore trema di
fronte a te… le mie visioni non rispondono più alla mia
volontà, e solo una terribile interferenza potrebbe causare
questo.”
Il ragazzo la guardò sorpreso. “Beh, devo dire che lei
sarebbe stata una delle ultime persone da cui mi aspettavo di sentirlo
dire. Complimenti.”
“Oh, quindi tu sei l’Equilibrio, aye…”
Ripeté Happy, per poi spalancare gli occhi, assieme a tutti i
presenti. “Che cosa, aye?!”
“A essere precisi, è anche uno dei tre esseri che hanno
creato l’universo.” Disse Clara. “Questo ragazzo
è molto più vecchio di tutti noi messi assieme.”
“A-Abbiamo di fronte il creatore dell’universo?!”
Esclamò Ron, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.
“C-Cioè, praticamente l’essere più potente di
tutti…”
“Impossibile!” Replicò il Ministro. “Se fosse
vero… sarebbe una cosa senza precedenti…”
“Tranquilli. Non sono il creatore di questo universo, ma del
mio.” Precisò Dark. “E poi, sarebbe meglio dire che
l’universo è nato assieme a me. Io sono il frutto
dell’unico giorno di tregua tra i miei genitori, che erano in
conflitto da molto, molto tempo. E la loro battaglia non è
ancora finita.”
“Aspetta…” Disse Ginny. “Se tu sei
l’Equilibrio, che è un mix tra Luce e
Oscurità… i tuoi genitori sono-”
“Proprio così.” Intervenne Hikari. “Sua madre
è la Luce, mentre suo padre è
l’Oscurità.”
Nella stanza scese il silenzio totale.
“Quando il mio cuore nacque… ebbe inizio anche una
terribile guerra. Fu allora che io scelsi il mio primo Custode.”
Cominciò a spiegare l’incarnazione dell’Equilibrio.
“Quella guerra fu devastante, tanto che l’intero universo
venne avvolto dalle tenebre. La leggenda narra che fu solo grazie ai
cuori dei bambini, che cominciarono a risplendere, che i mondi si
ricrearono, dando vita all’universo così come lo
conosciamo.”
“E la realtà com’è?” Chiese Luna.
“Più o meno uguale. Con la differenza che fui io a
permettere alla luce dei loro cuori di non spegnersi, ma il prezzo da
pagare fu alto: i mondi, una volta uniti, si isolarono gli uni dagli
altri, sigillandosi. I guerrieri del Keyblade si estinsero, e solo
raramente ne nasceva qualcuno nuovo. Per quanto mi riguarda, io
cominciai a vagare nell’universo, mentre i miei Custodi
continuavano a nascere, sostituendosi uno dietro l’altro, fino a
giungere a me.”
“Cosa intendi dire?” Chiese Vitious, preso da quel racconto.
“In origine ero umano. Non ero un Custode, non avevo alcun potere
speciale… ero un semplice bambino. Fu allora che il mio vero
cuore mi raggiunse e si unì a me. Ovviamente, non scoprii subito
la verità. Semplicemente, resi questo corpo il nuovo Custode
dell’Equilibrio.”
“E fu allora che lo incontrai per la prima volta.”
Intervenne Hikari. “Eravamo solo dei bambini, ma entrambi eravamo
già addestrati nell’usare il Keyblade. Io, per
alcuni… particolari motivi, dovetti nascondermi per dieci anni
dopo quell’incontro.”
“Nel frattempo, un altro bambino venne nominato Custode della
Luce, il primo della nuova generazione. Mentre noi vivevamo
relativamente tranquilli nel nostro mondo, questo ragazzo
cominciò a viaggiare per i mondi, per sconfiggere un essere che
ambiva a dare nuovamente vita a quella guerra del passato… E per
ben due volte riuscì a sconfiggerlo.
“È stato allora che entrai in contatto con lui e i suoi
amici per la prima volta. Cominciammo a viaggiare insieme, salvando i
vari mondi in cui ci imbattevamo. Nel frattempo, io, assieme al Custode
della Luce e dell’Oscurità del mio mondo, entrambi miei
amici, cominciai a muovere i fili per un piano che avrebbe dovuto
distruggere per sempre la minaccia.” Dark sospirò.
“Sfortunatamente… non ci è andata bene. Anzi, per
colpa nostra, ha guadagnato un’arma ancora superiore al
Keyblade… e ha dichiarato il via alla seconda guerra dei
Keyblade.”
“Ma proprio quando pensavamo che non potesse andare peggio, hanno
fatto la loro apparizione due nuovi nemici, ancora più
pericolosi. Il primo fu il Custode del Caos, che si impossessò
del corpo di un ragazzo qualsiasi, limitandoci così nelle nostre
azioni, visto che è contro la nostra politica ferire chi non
c’entra nulla. E poi… è arrivato il padre di
Dark.”
“Qualcosa mi dice che l’incontro non è stato rose e
fiori, vero?” Chiese George.
“Affatto. Mio padre voleva che mi unissi a lui per distruggere
l’universo, ma per farlo… non dovevo essere in possesso
dell’amore.”
“E qui entro in gioco io, visto che sono la responsabile di
questo suo sentimento.” Disse Hikari, sorridendo. “Motivo
per cui suo padre ce l’ha particolarmente con me.”
“Quella volta non ero a conoscenza di chi ero davvero… e
l’ho scoperto nel peggiore dei modi. Usando la sua
oscurità, prese il controllo della mia volontà e
io… io…” Dark chiuse le mani a pugno, per poi
portarle davanti al viso. “Io… ho torturato Hikari in
maniera tanto violenta che ancora provo disgusto per me stesso,
portandola più e più volte in punto di
morte…”
Lucy e Ginny, assieme a molti altri, si portarono le mani davanti alla
bocca, inorridite.
“Io non lo accuso di nulla… so che non era in sé. E
il fatto che riuscì a riprendere il controllo di se stesso prima
di darmi il colpo di grazia ha confermato che facevo bene a fidarmi di
lui. Suo padre d’altronde, non era della stessa idea. E
così, nel nostro successivo scontro, mi privò di tutti i
miei poteri di Custode della Luce e infine… mi ruppe il
collo.”
“Io non sapevo cosa fare…” Riprese Dark.
“Così… mi permisi di essere egoista. C’era un
solo modo per riportarla in vita… Normalmente, per nominare un
nuovo Custode dell’Equilibrio, il candidato deve… uccidere
il suo predecessore. Io però agii in maniera diversa. Le donai
tutti i miei poteri da Custode, e allo stesso tempo riacquistai il mio
vero ruolo… anche se esternamente sono rimasto uguale.”
“Che storia terribile…” Commentò incredula la
professoressa McGranitt. “Ma ora quindi-”
“Mio padre non si è arreso al suo piano, e ancora una
volta, i miei progetti si sono rivoltati contro di me. Per dare una
possibilità ad altri Custodi di affrontarlo, scelsi i migliori e
li sottoposi a sette prove particolari, alla fine delle quali avrebbero
guadagnato nuovi poteri. E così è stato… tranne
che all’ultima prova… mio padre è riuscito a
prendere il possesso totale dello stesso ragazzo che aveva salvato
l’universo in passato. Il primo dei Custodi della Luce è
caduto sotto il potere dell’Oscurità. Ora io e Hikari
stiamo viaggiando da soli, in attesa che gli altri Custodi recuperino
le forze. Dopodiché… sono sicuro che la guerra
avrà inizio al nostro ritorno.”
“Per quanto riguarda me invece, mi farò lasciare da
qualche parte più sicura.” Intervenne Clara. “Ho
già visto una guerra, non ho intenzione di assistere a una
seconda.”
“Non sei anche tu una Custode?” Chiese Neville.
“Io? No, no, assolutamente no. Io sono totalmente umana. Niente
magia, niente poteri cosmici… solo una grande pazienza e
volontà, visto il mio continuo viaggiare con il Dottore. Ormai
ho perso il conto delle volte che abbiamo rischiato la vita. Anche se
assistere al matrimonio del Dottore con Elisabetta è
stato… beh, imprevisto.”
A quella frase tutti si guardarono.
“Elisabetta… chi?” chiese Ron.
“Elisabetta I ovviamente. Non è stato reso pubblico
perché… beh, l’ha abbandonata subito dopo il bacio.
Da allora i rapporti con lei sono stati altalenanti… a volte lo
accoglie a braccia aperte, altre minaccia di decapitarlo. Come dopo
quella volta che ha fatto lanciare un Expelliarmus a
Shakespeare…”.
“Prego?” Fece sorpresa la vicepreside. “Se non
sbaglio, era uno scrittore Babbano. Come ha fatto a fargli usare una
magia?”
“Beh, non ero presente di persona, ho solo visto il
ricordo… se non sbaglio, dovevano affrontare un esercito di
streghe aliene, e il Dottore, su proposta di una sua amica, ha
suggerito a Shakespeare quelle parole… che hanno effettivamente
rispedito al mittente le streghe.”
“Interessante. Questo Dottore dev’essere davvero
intrigante.” Commentò Silente.
“Ha salvato la Terra più volte di quante forse è
stata effettivamente a rischio secondo la storia.” Fece Dark.
“Eppure non mi sembra tanto vecchio… certo, se usiamo te
come confronto, allora-”
L’ex Custode interruppe Fred. “Il Dottore ha una
caratteristica unica che gli permette di andare avanti con gli anni
molto più a lungo di altre persone. Ora, secondo lui, dovrebbe
avere intorno ai mille anni.”
“Sì, beh, non mi interessa tenerne conto. Almeno, a questa
faccia non interessa.” Disse il Dottore, entrando.
“Fantastico… e io che pensavo che Flamel e sua moglie
fossero vecchi…” Bofonchiò Ron.
“Il TARDIS è pronto a partire. Sta ancora sistemando
qualche stanza, ma non dovrebbe influire sul viaggio.”
Dark annuì. “Andrò io con lui. Tu e Clara restate
qui.” Disse a Hikari, che assentì.
“Nel caso dovesse succedere qualcosa, almeno ci sarò io a
difendere il forte, giusto?”
“Esatto. Anche perché sembra che lui sia qui,
perciò fai molta attenzione.”
“Lui chi?” Domandò Caramell, spazientito.
“Meglio per voi che mi sbagli.” Si limitò a
rispondere l’Equilibrio, per poi avvicinarsi al Dottore.
“Da dove pensi sia meglio cominciare?”
“Beh, comincerei a fare un salto indietro di sette anni. Se non
dovessimo trovarli nel passato, procederemo nel futuro e-”
“So io dove sono.” Fece una voce debole.
Tutti si voltarono, vedendo un pallido Lupin entrare nella Sala Grande.
“Remus, sicuro di farcela?” Chiese preoccupato Silente,
ricevendo un assenso.
“Sì. Anche perché erano vent’anni che
aspettavo questo giorno. Dark, così ci rivediamo infine. Proprio
come mi avevi detto.”
Nella stanza scese nuovamente il silenzio, mentre i presenti fissavano
increduli il professore.
“E anche il Dottore. È una fortuna che io abbia
riacquistato i miei ricordi.”
“Lei… li conosce?” Chiese sorpresa Lucy.
“Certo. Dopotutto… Harry, Erza e Hermione in questo
momento si trovano a Hogwarts, nel periodo in cui ero studente. Ho
incontrato Dark e il Dottore quando sono andati a recuperarli, e mi
è stato detto che sarei stato io a dare loro
quest’informazione.”
“I paradossi temporali… come non amarli?” Disse il
Dottore, sorridendo. “Bene allora! Destinazione Hogwarts del
passato! Mi puoi dire l’anno esatto?” Chiese poi a Lupin,
raggiungendolo.
Il professore gli rispose a bassa voce, ricevendo un assenso.
“Bene, abbiamo le nostre coordinate temporali!”
Esclamò, voltandosi verso Dark.
“Veniamo anche noi!” Urlò Natsu, alzandosi di colpo
dalla sedia, subito imitato da Gray.
“Mi spiace, ma non potete. La storia è già stata
scritta, e solo noi due possiamo andare a recuperarli.”
Replicò il Dottore.
Dark annuì, per poi raggiungerlo, ma venne fermato da Lupin.
“So che è contro la tua politica interferire… ma
proprio non si può fare nulla per cambiare il destino di
James?”
“Il passato non si può cambiare. E se lo facessi, potrei
creare problemi di una gravità tale che potrei vedermi costretto
a ripristinare forzatamente la vecchia versione. È sufficiente
soffrire una sola volta.”
“Se il passato venisse alterato, noi potremmo anche non essere
qui.” Aggiunse Luna.
Lupin chiuse le mani a pugno, ma annuì.
“Ci sono tante cose che vorrei cambiare.” Riprese Dark.
“Avere il potere è relativamente facile… usarlo con
saggezza è assai più difficile. Soprattutto quando hai
letteralmente l’universo tra le tue mani. È anche per
questo che non posso guarirti dalla tua malattia. Perdonami.”
Dopo aver detto ciò, si allontanò, lasciando la Sala
Grande.
“Non sarai stato un po’ duro?” Osservò il
Dottore.
“Forse, ma è meglio dire le cose come stanno invece di
indorare la pillola.”
Nella Sala Grande, il gruppo di Fairy Tail si avvicinò
all’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, che si sedette
per riposarsi.
“Professore, ci può dire quando sono finiti
esattamente?” Domandò Fred.
Remus sorrise. “Diciamo solo che ora… stanno incontrando i
vostri idoli.”
“I nostri idoli, aye?” Ripeté Happy.
“Già. Quattro ragazzi ai miei tempi ben famosi a
Hogwarts.”
“Figuriamoci.” Intervenne gelido Piton, guardando con
disgusto il suo collega. “Dovevo immaginarlo che Potter sarebbe
andato da loro. Dopotutto, tra simili ci si intende.”
Lupin non rispose. “La colpa è stata di tutti e cinque,
Severus.” Disse infine. “E dal nostro punto di vista, il
colpevole principale resti tu.”
Il Capocasa di Serpeverde non disse nulla, limitandosi ad avvolgersi
nel suo mantello e andarsene.
Nel frattempo i gemelli si guardarono tra di loro, con la bocca
spalancata.
“Non sarà… Non è possibile, vero?!”
----------------
Ed eccomi qui!
Scusate, stavolta mi sono davvero fatto aspettare... ma finalmente sono
riuscito ad aggiornare! E come avete visto, d'ora in poi i capitoli
avranno la loro immagine di copertina!
Una piccola precisazione: con la trasmissione in italiano della serie
di Fairy Tail, alcuni termini sono risultati essere diversi (ad esempio
Erza/Elsa, Aye/Cì, e così via). Per praticità, io
continuerò con i termini usati finora, continuando
prevalentemente ad usare il manga italiano come punto di riferimento.
Detto questo, vi prometto che posterò il prossimo capitolo prima!
Alla prossima!
La creatura
saltò verso di loro, mentre le chele ricoperte di lame si
prepararono a colpire.
“Via!” Urlò Harry, per poi saltare indietro,
prendere sua madre in braccio e correre più velocemente
possibile, mentre Erza faceva lo stesso con Hermione.
“Vi capitano spesso cose del genere?” Chiese Lily,
guardando il mostro inseguirli.
“Più spesso di quanto vorremmo.” Rispose il moro,
senza fermarsi. “Anche se devo dirlo, è la prima volta che
un mostro torna in vita così.”
“Dev’essere qualcosa che ci ha seguito! Altrimenti non
poteva chiamarci in quel modo!” Esclamò Erza,
affiancandoli.
“Intendi fate? Perché vi dovrebbe chiamare
così?”
“Il gruppo a cui apparteniamo si chiama Fairy Tail.” Disse
Majutsu. “Siamo tutti maghi relativamente famosi e potenti,
quindi ci ritroviamo spesso coinvolti in situazioni più o meno
pericolose.”
“E tuo padre davvero non ha nulla da ridire?!”
“Quando lo saprò, te lo dirò!” Replicò
il ragazzo, senza pensarci troppo. “È
inutile fuggire! Distruggerò questa foresta, per poi passare al
resto di questo mondo!” Gridò la creatura, per poi
spalancare le fauci, cominciando a creare un’enorme sfera di
fuoco.
“Dannazione, quando serve Natsu non c’è mai!”
Sbottò Harry.
“Perché, è specializzato con i mostri?”
“No, ma è il figlio di un drago, a lui il fuoco non fa
nulla!”
“Figlio di un drago?! Com’è possibile?!”
“Lunga storia. E direi che adesso non abbiamo il tempo materiale
per raccontarla! Erza!”
“Sì!” Rispose prontamente lei, fermandosi e
lasciando andare Hermione, per poi sostituire l’armatura con la
stessa che aveva usato contro i Phantom Lord. “Ho riparato tutte
le mie armature, perciò posso fare da scudo!”
La creatura continuò a sorridere, per poi scagliarle contro la
magia, che esplose contro l’armatura di Titania, che subito dopo
si sgretolò, lasciando la ragazza solo con dei pantaloncini e
una maglietta a maniche corte.
“Erza!” Urlò Harry, girandosi a guardarla, per poi
lasciare la presa su Lily e correre in aiuto dell’amica.
“Ugh… Come ha fatto? Avevo potenziato le armature dopo lo
scontro con Ikaruga…” Ansimò Titania, guardando il
loro avversario e facendo scomparire i resti della sua corazza.
“Quell’attacco… era più potente di quelli di
Natsu!” Fece Hermione, incredula.
“Che cosa facciamo?” Domandò Lily. “Io non
conosco nessun incantesimo offensivo sufficientemente
potente…” “È
inutile! Nessuna vostra magia è efficace contro di me!”
Dichiarò la creatura, per poi alzare una delle chele.
Le braccia con le spade s’incrociarono attorno ad esse, per poi
sparire all’interno del corpo.
Al contempo la superficie della chela cominciò a diventare
più lucida, trasformandosi in un’enorme lama gigante. “E ora
di’ pure addio alla tua esistenza, Majutsu!”
Urlò il mostro, puntando verso Lily, che spalancò gli
occhi.
Harry alzò subito una mano verso di lei, mentre in contemporanea
una voce urlava “Protego!”.
Le due magie si combinarono, creando una barriera che riuscì a
respingere la chela, provocando una piccola onda d’urto che fece
cadere a terra la giovane strega.
I tre maghi di Fairy Tail si voltarono verso la fonte della voce,
trovando un ansimante Remus Lupin con la bacchetta alzata, affiancato
da Peter, che stava vistosamente tremando.
“G-Giusto in tempo…” Fece Lunastorta, per poi
voltare lo sguardo verso il mostro. “Anche se ora mi chiedo come
ne usciremo.”
“Scappate!” Urlò Erza. “È troppo forte
per voi!”
Ma prima che potesse dire altro, Remus e Peter furono superati da un
cervo e da un grosso cane nero, che attaccarono la creatura andando
contro la chela ora priva di lame, riuscendo a farla barcollare
all’indietro, anche se di poco.
I due animali poi corsero subito indietro, ponendosi come scudo di
fronte agli altri.
“Cosa… Non è possibile…” Fece Harry,
guardando il cane, che rispose allo sguardo.
“Non è lo stesso che abbiamo visto a Privet Drive?”
Domandò Erza, fissandolo, mentre dietro di lei Lily spalancava
gli occhi.
“Il Gramo? Quello sarebbe un Gramo?!” Esclamò
Hermione, scettica.
A quel punto il cane si alzò su due zampe, trasformandosi in
Sirius Black.
“Ehi! Che razza di modi sono questi?!” Obiettò
offeso. “Io vi salvo la vita e voi mi date del Gramo?!”
“Black?!” Esclamarono i due maghi di Classe S, scioccati.
“Tu… sei un Animagus?” Chiese Harry, chiudendo le
mani a pugno.
“Sorpresi, eh? Non ve lo aspettavate.”
“Quindi se tu sei Black, lui è…”
Continuò Hermione, per poi vedere il cervo trasformarsi in James.
“Perspicace, Granger.” Disse lui, sorridendo.
“Come-”
“La Mappa, vero? L’avete usata per trovarci.” Fece
Harry, guardandolo.
“Proprio così.” Rispose Felpato. “Ci siamo
accorti che qualcuno aveva rubato il mantello a Ramoso. Certo, scoprire
che è stata Miss Perfettina
ci ha sorpresi. Poi quando abbiamo visto il suo nome assieme ai vostri
abbiamo deciso di raggiungervi, ma il mostro decisamente non era
incluso nei nostri piani.”
“E perché dovresti cercare di salvarci?” Chiese
Majutsu, guardandolo con rabbia. “Tu, un mago oscuro-”
“Solo perché appartengo alla famiglia Black non significa
che la penso come quella manica di pazzi dei miei parenti! Anzi,
è proprio per come la penso che sono stato rinnegato!”
Ribatté lui, per poi tornare a guardare il mostro. “Ma ora
direi che abbiamo un bestione da abbattere.” “Non
male. Mi ero dimenticato che alcuni maghi hanno la capacità di
trasformarsi in animali.” Disse questi, facendo tornare la
chela come prima. “Ma
poco importa. Mi darete solo più divertimento! La disperazione
che Majutsu proverà sarà più che
sufficiente!”
Harry spostò lo sguardo su di lui, per poi alzare la spada.
“Forse stai facendo i conti senza l’oste. Finché io
sarò vivo, tu non metterai un solo… beh, non torcerai
loro un solo capello!” “E
cosa speri di fare? Ho già distrutto l’armatura migliore
di Titania e-”
Per tutta risposta la maga dai capelli rossi fece apparire
l’Armatura del Purgatorio, brandendo una nuova spada.
“Solo una delle mie armature, prego!” Esclamò,
mentre Sirius fischiava.
“Cavoli, non male come magia! E senza nemmeno usare la
bacchetta.” Commentò sghignazzando, per poi farsi serio.
“Beh, meglio così. Un simile mostro non credo possa essere
affrontato normalmente… Anzi, forse sarebbe meglio farsi beccare
e chiamare Silente.” “Il
potere che il mio Maestro mi ha concesso è ben superiore a
quello del vostro stupido preside.” Rispose la creatura,
alzando una chela verso di loro. “Io sono stato
creato dal Caos puro, nessuna delle vostre magie può
danneggiarmi!”
“Questo lascialo decidere a noi!” Urlarono assieme Majutsu
e Titania, saltando verso l’alto, puntando direttamente al busto
umano.
Ma con loro sorpresa le spade gli passarono attraverso, senza fare
alcun danno, facendoli rotolare lungo la schiena del mostro e cadere a
terra dietro di lui. “Ve
l’ho detto, è tutto inutile contro di me. E ora, Harry
Potter, preparati a dire addio a questo mondo. Farò ciò
che Voldemort è stato incapace di fare!”
Dicendo ciò si girò verso Majutsu, spalancando la bocca e
cominciando a creare una sfera d’energia.
“Che diamine… Che cos’è davvero questa
cosa?” Fece Ramoso, guardando impotente la sfera aumentare di
dimensioni.
“James Potter!” Urlò Lily, guardandolo da dietro
Hermione. “Che cosa stai facendo?! Quella cosa sta per uccidere
nostro figlio e tu te ne stai lì fermo?!”
A quelle parole tutti si girarono a guardarla.
“Nostro… figlio?” Ripeté incredulo James,
fissandola.
“Quando-” Cominciò a chiedere Hermione.
“Quando quel mostro ha cercato di uccidermi ha detto che avrebbe
cancellato la sua esistenza.” Rispose Evans velocemente. “E
lì ho collegato tutti i punti. Se uccide me o James, lui non
nascerà mai. Infine avete nominato Privet Drive, mia sorella mi
ha accennato che il suo ragazzo abita lì… Ma ora basta
parlare!”
“Giusto!” Esclamò James, trasformandosi in cervo e
correndo in direzione del figlio.
“James, aspetta!” Urlò Sirius, imitandolo.
Nel frattempo, Harry ed Erza si rialzarono, osservando la sfera,
sospesa in aria davanti alla bocca della creatura, ormai grande una
decina di metri.
“Com’è possibile?” Disse Titania. “Le
nostre spade… non l’hanno nemmeno scalfito.”
“Non lo so… ma non possiamo di certo arrenderci,
no?” Replicò Majutsu, brandendo nuovamente la spada
davanti a sé. “Se non possiamo colpirlo, possiamo almeno
tentare di rimandargli indietro la sua magia.” “Poveri
stolti!” Commentò il mostro. “La mia energia
non è come la vostra. Solo una magia simile alla mia può
respingermi, e voi sfortunatamente non ne siete in possesso!”
Dicendo ciò, scagliò la sfera d’energia contro di
loro, i quali, ignorando le sue parole, alzarono le spade, pronti a
riceverla.
Ma prima che riuscisse a raggiungerli, James arrivò di corsa,
prendendo suo figlio con le corna e sollevandolo, lanciandolo sulla sua
schiena.
Nello stesso modo Sirius si fermò giusto pochi istanti davanti a
Erza, indicando con il muso la sua schiena.
Titania non se lo fece dire due volte e salì su di essa, per poi
lasciare che i due animali corressero via, permettendo così che
la sfera colpisse solo gli alberi. L’esplosione che ne
seguì però fece letteralmente volare via tutti quanti,
mentre gli alberi attorno a loro sembrarono disintegrarsi nel nulla di
fronte a quell’energia devastante.
Harry scivolò via dalla schiena di James, rotolando a terra per
diversi metri, fino a fermarsi contro il tronco di un albero.
“A-Accidenti…” Fece Peter, alzandosi.
“È davvero un mostro…” “Non
male.” Disse la creatura. “Mi avete
sorpreso di nuovo, ma non succederà una terza volta!”
Titania si rialzò anche lei, evocando l’arma che era
sparita prima. “Noi… non ci arrenderemo! Né ora
né mai!” “Molto
bene allora! Affrontate la vostra fine! Cancellerò voi e quel
castello con un solo colpo!”
Ma prima ancora che riuscisse a ricaricare nuovamente quella devastante
magia, un rumore indefinito riempì l’aria.
“E ora cosa succede?” Domandò Sirius, ritornando
umano.
“Questo rumore… l’ho già sentito.” Fece
Hermione, alzando lo sguardo verso il cielo.
Lì, dal nulla, apparve il TARDIS del Dottore, roteando su se
stesso. Senza dare il tempo a nessuno di reagire, fece un giro attorno
alla creatura, per poi fermarsi in volo sopra Harry.
Sotto lo sguardo incredulo dei presenti, le porte si aprirono,
lasciando che Dark saltasse giù.
“E quello chi è?” Chiese Ramoso, guardando il nuovo
arrivato. “Tu!”
Esclamò invece la creatura. “Com’è
possibile?!”
“Oh, mi conosci? Il tuo creatore deve averti parlato di
me.” Rispose il Custode, sorridendo.
“Tu… Tu come fai a essere qui?” Fece Majutsu,
fissandolo.
“Per vostra informazione, il TARDIS non è un semplice
mezzo di trasporto.” Disse lui, guardandolo. “È
anche una macchina del tempo, perciò non essere troppo sorpreso:
il periodo che abbiamo dovuto attraversare è stato davvero breve
rispetto a quelli a cui è abituata.”
“Tu sai che creatura è quella?” Domandò
Hermione, guardandolo con timore.
“Immagino sia una sua nuova trovata… Dopotutto, lui
è il Custode del Caos…” “Maledetto!”
Imprecò il mostro. “Perché
continui a opporti al Caos?! Il mio Maestro è migliore di te,
sotto tutti i punti di vista!”
“Forse sì, o forse no, ma direi che è normale per
me oppormi a lui.” Mentre diceva ciò portò in
avanti una mano. “Siamo nemici naturali. Lui rappresenta il
Caos…”
Una luce apparve davanti al palmo della mano, per poi aumentare
d’intensità.
Pochi istanti dopo, il ragazzo teneva in mano una spada
dall’aspetto che i maghi non avevano mai visto prima:
all’apparenza ricordava una chiave gigante, ma era divisa a
metà dal nero e dal bianco, con diversi ghirigori a ornarla.
Subito dopo dal corpo di Dark cominciò a uscire una folata di
vento provocata dalla sua energia, che continuava ad aumentare.
“Io invece sono l’Equilibrio, ed è mio dovere
fermarlo!”
Senza dire altro, scomparve dalla vista dei presenti, riapparendo
dietro una delle chele del ragno, che si staccò di netto,
svanendo nel nulla.
Il mostro cacciò un urlo di dolore, per poi girarsi e tentare di
colpire Dark, che tuttavia sparì di nuovo. Subito dopo
un’altra chela si staccò, seguita immediatamente dalle
altre, facendo così cadere a terra la creatura.
Il Custode riapparve sopra di essa, restando sospeso a mezz’aria.
“Tu sei una creatura del Caos, devota all’Oscurità.
Perciò userò proprio essa per eliminarti. Porta i miei
saluti a mio padre.” “Dannato,
non vincerai così facilmente!” Urlò la
creatura, per poi scagliare un’ultima, disperata, sfera
d’energia, che tuttavia fu facilmente dissipata dalla mano libera
del ragazzo volante.
“Addio.” Si limitò a dire, per poi puntargli contro
la sua spada, dalla cui punta cominciò a crearsi una sfera nera.
Pochi secondi dopo gliela lanciò contro.
Il ragno gigante urlò dal dolore, per poi scomparire nel nulla,
disintegrato da quell’attacco tanto silenzioso quanto devastante.
Majutsu, Titania e gli altri erano rimasti a guardarlo increduli.
Dark sospirò, facendo sparire la spada e tornando a terra.
“P-Per i calzini puzzolenti di
Merlino…” Mormorò Sirius, fissandolo con la
bocca spalancata. “Che diamine era quello?!”
Dark si voltò a guardarlo, per poi sorridere. “Oh, nulla
di che. Ho solo usato parte del mio potere per cancellare
dall’esistenza quella creatura. Deve aver trovato un modo per
alterare gli Heartless… non me lo aspettavo.”
“Heartless?”
“Creature che seminano oscurità in molti mondi.”
Rispose il Dottore, uscendo dal TARDIS dopo averlo fatto atterrare.
“Grazie, Dottore. Inoltre, sono immuni a quasi tutte le armi e
magie di base. Solo chi possiede il Keyblade e pochi altri fortunati
possono opporsi a loro.”
“Keyblade?” Ripeté Erza, mentre Dark faceva
riapparire la sua arma.
“La chiave dei mondi. Un’arma infinitamente potente, usata
per il bene o per il male. E concessa solo a una persona per mondo,
solitamente.”
“Allora l’energia che sentivo… proveniva da
quell’arma?” Chiese Hermione.
“Oh, no, no. Per me questa è ormai solo un’arma come
un’altra. Sono sufficientemente potente anche senza.”
“E chi saresti?” Domandò James. “Se sei
così potente, dovresti essere anche vecchio. Sono sicuro che
nemmeno Silente avrebbe potuto fare molto contro quella…
cosa.”
Il Dottore a quel punto ridacchiò. “Certo che fa effetto
sentire questa frase rivolta a qualcun altro. Di solito sono io quello
che la sente.”
“Perché?” Fece Lily. “Non mi sembri tanto
vecchio.”
“Porto bene i miei mille e passa anni.” Rispose lui,
sistemandosi il farfallino.
“Mille anni?!” Esclamò Remus. “Impossibile!
Saresti vecchio quasi quanto Hogwarts!”
“Oh, per me simili quisquilie non hanno importanza. Posso
viaggiare nel tempo, ho visto la nascita e la fine
dell’universo.”
“S-Sei serio? Quella cosa può davvero viaggiare nel
tempo?” Chiese Peter.
“Tempo e Relativa Dimensione nello Spazio. In breve,
TARDIS.”
“E lui è vecchio quanto te?” Chiese James, indicando
Dark.
“Oh, no. Lui è molto
più vecchio di me.” Rispose sincero il Dottore, guardando
il ragazzo, che annuì.
“In effetti, ho sempre incontrato il Dottore in ogni epoca, fin
dalla creazione dell’universo. Anche se ho cambiato aspetto e
corpo innumerevoli volte. Quello che vedete adesso è il vero me,
ma non è sempre stato così.”
“Aspetta… tu avresti miliardi di anni? Non può
essere! Nemmeno con la Pietra Filosofale sarebbe possibile!”
“I piccoli privilegi di essere uno dei creatori
dell’universo, immagino.”
A quella frase, tutti si zittirono.
“Aspetta…” Fece infine Sirius. “Ci stai
dicendo che adesso… stiamo parlando con una
divinità?”
“Dal vostro punto di vista, potrei essere considerato tale, ma
preferisco essere definito semplicemente un essere superiore. In fondo,
sono nato come qualsiasi altro comune essere umano.”
“Okay, okay. Ora, ‘semplice
essere superiore’, domanda intelligente.” Disse
James, indicando Harry. “Come diavolo può essere figlio
mio e di Lily?! Abbiamo praticamente la stessa età!”
“Mi sembrava fosse ovvio che veniamo dal futuro… E prova a
immaginare quel che sto passando io, a scoprire che mio padre era un
idiota.” Rispose Majutsu, sospirando. “Credo non
ringrazierò mai abbastanza di essere finito a
Fiore…”
“Beh, io sono l’ultimo a poter parlare, visto il rapporto
che ho con mio padre, ma penso che tu possa anche dargli una seconda
possibilità.” Commentò Dark, ridacchiando.
“Io me ne starò zitto invece.” Intervenne il
Dottore. “Con quello che ho fatto non ho alcun diritto di
parlare.”
“Ad ogni modo, per rispondere alla domanda di James.”
Riprese l’Equilibrio. “È successo un piccolo
problema che li ha trascinati qui dal futuro. Vedete, il TARDIS del
Dottore mal sopporta altri dispositivi in grado di alterare il tempo,
perciò è andato in conflitto con la Giratempo di
Hermione, e ha trasportato lei e chi le era vicino in un punto
qualsiasi dello spazio tempo. Per nostra fortuna, avevamo a
disposizione un testimone che sapeva dove e quando erano finiti.
Così una volta sistemato il TARDIS, io e il Dottore li abbiamo
raggiunti. Ho lasciato Hikari nel futuro per proteggere Hogwarts da
eventuali creature come quella.”
“Ce ne sono delle altre?!” Esclamò spaventata Lily.
“Sì, ma tranquilla. Ho già impedito che ne possano
giungere di nuove: ogni mondo, o pianeta, come preferite chiamarli, ha
una specie di varco, i Keyblade possono chiuderlo o aprirlo, e io ho
fatto in modo che nessun’altra creatura possa giungere qui.”
“Senti allora, perché non vai a uccidere
Tu-Sai-Chi?” Chiese Sirius. “Con i tuoi poteri dovrebbe
essere un giochetto da ragazzi, no?”
“Sì, è vero. Potrei cancellare Voldemort
dall’esistenza semplicemente alzando un dito, ma non lo
farò.”
A quell’affermazione, tutti cominciarono a gridargli contro.
“Come sarebbe a dire?!” Urlò Remus, indignato.
“Vuoi lasciarlo continuare a operare come se niente fosse?!
Credevo che tu fossi uno dei buoni!”
“Io sono l’Equilibrio. Sapete cosa significa?”
Domandò Dark, non ricevendo risposta. “Significa che devo
far sì che l’Oscurità e la Luce restino in armonia
tra di loro. Se dovesse essere necessario, potrei dovermi ritrovare
costretto anche a combattere per l’Oscurità. Un universo
di sola luce può essere disastroso tanto quanto uno di sola
oscurità.”
“Impossibile!” Esclamò James. “La luce
è buona, no? Come può essere paragonata al male?”
“Banalmente, uno che è convinto di essere dalla parte del
bene, comincia a punire quelli che considera malvagi. Puoi assicurarmi
al cento per cento che sia assolutamente nel giusto? O che il
cosiddetto malvagio non abbia avuto un buon motivo per fare quello che
ha fatto?”
“Certo che sì! Ci stai forse dicendo che se saltasse fuori
che Tu-Sai-Chi da piccolo ha ricevuto un trauma allora questo lo
giustificherebbe?” Sbraitò Sirius.
“Parli proprio tu?!” Urlò Harry, guardando il suo
non ancora padrino. “Tu più di tutti dovresti stare
zitto!”
Sirius si ammutolì subito. “Come scusa?” Chiese poi,
scioccato.
“Harry-” Cominciò Erza, venendo subito interrotta
dall’amico, che non la sentì nemmeno.
“Tu sei solo un lurido traditore, ecco la verità!”
“Come osi?” Saltò James. “Sarai anche il mio
futuro figlio, ma non ti permetto di offendere il mio migliore
amico!”
“E poi, cosa diamine potrò aver mai fatto per meritarmi un
simile odio da te?” Domandò Sirius, preoccupato per la
risposta.
“Che cos’hai fatto?!” Ripeté Majutsu, furente.
“Ci hai venduto a Voldemort, ecco cos’hai fatto! Per colpa
tua sono rimasto orfano a un anno!”
Il silenzio calò su tutti i presenti, con l’eccezione di
Dark, che si limitò a sospirare mentre scuoteva la testa.
“Io… Io ho fatto cosa?” Balbettò Black,
indietreggiando spaventato.
“Come sarebbe a dire che sei rimasto orfano a un anno?”
Domandò Lily, altrettanto scioccata.
Harry abbassò lo sguardo, rendendosi conto che aveva detto
troppo, ma ormai era inutile tacere.
“Voldemort… ci ha trovati. Non so bene il perché,
ma ci dava la caccia. Io… Io sono l’unico che è
sopravvissuto. Per qualche motivo, il suo incantesimo è
ribalzato su di me, distruggendo il suo corpo e lasciandomi solo questa
cicatrice.” E s’indicò il segno sulla fronte.
“Ma sono rimasto da solo. Chi si doveva prendere cura di me ha
preferito venderci a chi ci voleva morti! E dopo ha pure ucciso Peter,
che ha provato a ostacolarlo!”
“Impossibile!” Ribatté Sirius. “Io non lo
farei mai! Morirei piuttosto che tradire i miei amici! Preferirei
patire le sofferenze dell’inferno!”
“Allora perché lo avresti fatto?! Ho sentito proprio ieri
la McGranitt che ne parlava con Hagrid, il Ministro e il professor
Vitious!”
“Sirius non lo farebbe mai.” Disse James, calmo. “Ho
la massima fiducia nei miei amici. Nessuno di loro ci tradirebbe,
mai.” “Spoiler…”
Mormorò il Dottore. “È quello che direbbe mia
moglie, se fosse ancora qui.”
“Io so solo che per colpa sua sono cresciuto come se fossi da
solo, senza nemmeno sapere di essere un mago fino a quando non ho
incontrato Erza e gli altri di Fairy Tail!”
“Come sarebbe a dire? Con chi sei andato a vivere?”
Domandò Lily.
Harry spostò lo sguardo. “Da zia Petunia e suo marito.
Sette anni infernali, passati quasi come uno schiavo e a dormire nel
sottoscala.”
“Petunia ha fatto che cosa?!” Esclamò incredula
Evans. “La sua gelosia arriva davvero a tal livello?”
Majutsu si voltò a guardarla. “Gelosia?”
“Petunia mi detesta non perché sono una strega, ma
perché non lo è lei. Fin da quando abbiamo conosciuto Sev
e-”
“Aspetta, aspetta, aspetta!” La interruppe Erza.
“Vuoi dire che anche la zia di Harry conosce Piton?”
“Beh, sì, abitiamo vicino. È stato lui a rivelarmi
dell’esistenza della magia, quando ho cominciato a usarla senza
sapere che cosa fosse.”
“In che relazione siete con Mocciosus?” Chiese Peter,
cercando di non pensare a quanto detto da Majutsu.
“È il nostro insegnante di Pozioni, oltre che il Capocasa
di Serpeverde.”
“Lavorerà qui a Hogwarts?! Quella serpe?!”
Esclamò James, indignato. “Inaudito!”
“Beh, io sto pagando le conseguenze di tutti gli scherzi che gli
avete fatto.” Replicò il Potter del futuro.
“Perché qualcosa mi dice che quello di prima non era il
primo, vero?”
“E non sarà nemmeno l’ultimo.” Aggiunse
Sirius, sorridendo per un momento. “Non possiamo di certo fargli
passare liscia la sua futura professione.”
“Non sarà l’ultimo, ma non per quello.”
Intervenne Dark. “Mi sembra ovvio che sappiate ormai troppe cose
sul futuro. Per questo vi cancellerò la memoria.”
“No!” Protestò Harry. “Ora sanno che cosa li
attende! Possono cambiare il loro futuro!”
“E tu accetteresti di scomparire?” Gli domandò il
Custode, facendolo sussultare. “Perché sarebbe questo il
tuo destino.”
“Come?”
“Forse Harry Potter nascerà lo stesso, ma non saresti
tu.”
“Senza considerare tutti i paradossi temporali che provocheresti.
Una mia… amica una volta l’ha fatto. Ha voluto salvare la
vita a suo padre, che era morto prima che nascesse. Siamo rimasti
bloccati in un loop temporale, incapaci di andarcene, e l’unica
soluzione è stata che il padre morisse comunque.” Fece il
Dottore.
“Hanno ragione, Harry.” Aggiunse Hermione. “Cambiare
il passato… è troppo pericoloso.”
Majutsu spostò lo sguardo. “Ma io…”
“Ora basta!” Esclamò Erza, colpendolo in pieno volto
con un pugno, facendolo volare contro un albero.
“Riprenditi!”
“F-Forte la ragazza…” Sussurrò Sirius a
James, che annuì deglutendo, mentre Titania raggiungeva Harry,
sollevandolo per la divisa.
“Te lo abbiamo già detto più volte: adesso siamo
noi la tua famiglia!” Gridò. “Non importa
cos’hai passato, ora devi solo guardare al futuro! Me l’hai
fatto capire proprio tu! Se non fosse stato per te, io ora sarei stata
sacrificata per far tornare in vita Zeref, e probabilmente entrambi i
nostri mondi sarebbero in una crisi mai affrontata prima! Gerard
sarebbe al potere!”
Majutsu restò in silenzio.
“Non pensare solo a te stesso.” Continuò Erza,
calmandosi. “Se cambi il passato, non arriveresti mai a Fairy
Tail. Non ci conosceremmo mai. E senza di te, non credo sarebbe
altrettanto divertente.”
“Sì… è vero…” Ammise il moro,
per poi guardare Lily e James. “Il mio passato… ormai
è scritto. Posso solo pensare a scrivere un futuro che mi
soddisfi a pieno. Ed è per questo che ucciderò Voldemort.
E prima ancora te, Black!”
Sirius sospirò. “E io ti ripeto che non tradirei mai i
tuoi genitori. Visto come sei testardo, servirà a poco, ma ti
chiedo almeno di darmi la possibilità di parlare prima di
tagliarmi in due. Una spiegazione a ciò che dici
dev’esserci… per forza! Altrimenti, ti autorizzo adesso a
farmi soffrire come nessun essere umano ha mai sofferto. Sarebbe la mia
giusta punizione.”
“Sirius, che cosa dici? Io mi fido assolutamente di te! Come
anche di Remus e Peter!” Esclamò James. “Come hai
detto tu, dev’esserci una spiegazione! Forse qualcuno ha assunto
il tuo aspetto e ti ha incastrato… Sì, dev’essere
per forza così!”
“La verità è una sola… ma non possiamo
rivelarvela.” Intervenne Dark, per poi guardare verso il
castello. “Quando siamo arrivati, ho isolato quest’area, e
ho creato una falsa immagine dove chiunque guarda vede che non è
cambiato nulla. Anzi, ora…”
Mentre parlava dai suoi piedi cominciarono a uscire degli strani
fulmini rossi, che ricoprirono l’area del combattimento. Sotto lo
sguardo attonito dei presenti, gli alberi che erano stati distrutti
vennero sostituiti da nuovi alberi, identici ai loro predecessori,
mentre i vari crateri provocati dalle esplosioni si riempirono fino a
scomparire.
Quando i fulmini cessarono la loro attività, la Foresta Proibita
era tornata come prima, come se niente fosse successo.
“I-Incredibile!” Esclamò Remus. “Come hai
fatto?”
“Un’abilità che ho imparato in un mondo che ho
visitato tempo fa, amplificata poi dai miei poteri. Ora, porrò
una piccola condizione all’incantesimo di memoria che sto per
farvi.”
“Ovvero?” Chiese Lily.
“Quest’incantesimo si scioglierà automaticamente nel
momento in cui vedrete in qualsiasi forma Harry, Erza e Hermione
insieme. Solo allora ricorderete questo episodio. Se i miei calcoli
sono esatti, non dovrebbe succedere prima della fine del loro secondo
anno.”
“Perché questa condizione?” Domandò Hermione.
“Perché se non lo ricordassero, non potremmo venire a
prendervi. È stato Remus a dirci che eravate finiti qui.”
“Ecco perché sembrava conoscerci!” Affermò
Erza, guardandolo il ragazzo nominato. “Ci aveva già
incontrati!”
“Volete dire che conoscete anche me nel futuro?”
Domandò incuriosito Lunastorta.
“Certo! Sei il nostro insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure
del terzo anno.” Rispose Harry, sorridendogli. “E al
momento, sei il miglior insegnante che abbiamo avuto. Certo, non che
abbiamo avuto molti altri esempi, considerando che il primo era sotto
il controllo di Voldemort e il secondo era un idiota patentato.”
“Io… un insegnante?” Ripeté incredulo Remus.
“No, impossibile. È assurdo.”
“Intendi per quella tua malattia che ti colpisce una volta al
mese? Beh, finché non torna Piton a farci da supplente, per noi
non c’è problema. In fondo, abbiamo già visto una
malattia simile. Anche se leggermente inversa, come problema.”
Ridacchiò Erza, mentre Remus li guardava increduli.
“Beh, a questo punto non posso che essere contento che sia mio
figlio ad avere la nostra Mappa.” Disse James. “Per caso
hai anche il mio mantello? Sai, è un cimelio di
famiglia…”
Harry sorrise, per poi tirare fuori da sotto la divisa sia il mantello
che la Mappa. “Oh, sì, ho entrambi. Fred e George erano
entrati in possesso della Mappa prima del nostro arrivo a Hogwarts, poi
me l’hanno consegnata. Il mantello invece mi è stato
restituito da Silente, che l’ha custodito fino al mio primo
anno.”
“E grazie all’aiuto di un’amica, ognuno di noi ora
possiede una copia della Mappa.” Aggiunse Erza, mostrando la sua.
“E lo stesso vale per il mantello, anche se non siamo riusciti a
copiare la sua resistenza.”
“Dev’essere davvero in gamba la vostra amica. Avevamo fatto
sì che la mappa non fosse copiabile, nemmeno da noi
stessi.”
“Allora direi di procedere con l’incantesimo.” Disse
Dark. “Ah, per sicurezza dovrò rimuovere qualche
informazione anche a voi tre. Tranquilli, ricorderete tutto quando
sarà il momento, e non cambierà nulla per voi.”
“Possiamo sapere che cosa ci farai dimenticare?”
Domandò Hermione, muovendo una mano dietro di sé.
“Mi spiace, ma no. Lo scoprirete quando lo ricorderete.”
Rispose l’ex custode, per poi alzare una mano.
Da quella partirono otto raggi di luce, che colpirono alla testa gli
studenti, che caddero a terra svenuti. Subito dopo lanciò un
nono raggio, che si diresse verso il castello.
“Meglio cancellare i ricordi anche a Piton. Se ha parlato con
Lily, potrebbe essere a conoscenza di ciò che è successo.
Ora, puoi portare Harry, Erza e Hermione dentro il TARDIS per
piacere?” Chiese poi al Dottore, mentre faceva sollevare in aria
gli altri. “Io riporterò loro alla torre di
Grifondoro.”
“A saperlo mi sarei rigenerato in uno con più
muscoli.” Commentò lui sarcastico, annuendo.
“Grazie. A tra poco allora.” Disse Dark, alzando ancora una
mano e creando di fronte a lui quello che sembrava essere un passaggio
di luce diretto verso l’ignoto, che attraversò seguito dai
cinque Grifondoro.
Fece atterrare sulle poltrone i Malandrini e Lily.
“Ho mentito.” Mormorò. “A uno di voi ho
cancellato definitivamente tutto ciò che è successo qui.
Sarebbe stato troppo pericoloso lasciargli una simile conoscenza.”
Dicendo ciò si girò. “E ora vediamo di trovare
quello che ho sentito.”
Senza usare nuovamente il varco, uscì dal passaggio, sotto lo
sguardo sorpreso della Signora Grassa.
“E tu chi sei? Quando sei entrato?” Chiese.
“Tranquilla. Non mi vedrai più.” Le disse, per poi
allontanarsi.
Percorse diversi corridoi, fino a fermarsi di fronte a una parete.
Lì poggiò una mano sopra il mattone leggermente
più chiaro, che rivelò il passaggio per la stanza che
nascondeva.
Vide che era stata addobbata con bandiere e sciarpe di Grifondoro, e
sul tavolo al suo centro c’erano decine di fogli con scritte
sopra le formule di diversi incantesimi e rune.
“Mi chiedevo quando saresti arrivato.” Disse una voce alle
sue spalle.
Dark si girò, ritrovandosi a fissare una figura di luce, dai
tratti indefiniti.
“Così sei tu l’energia che ho sentito. Direi che non
sei un fantasma.”
“No, direi di no.” Rispose la figura, con tono sereno, per
poi superarlo, fermandosi davanti al tavolo. “Ragazzi geniali,
vero? Quasi ai livelli degli altri quattro che occuparono in precedenza
questa stanza. Chissà, potrebbero anche superarli in astuzia, un
giorno.”
“Di chi stai parlando?”
“Del primo gruppo di Malandrini. I loro scherzi erano così
buoni che ancora oggi continuano ad aver effetto. Anche se
effettivamente, all’epoca erano più che altro una
difesa.”
“E tu chi sei?”
“Chi pensi che io sia, Equilibrio?”
Dark restò in silenzio, per poi sorridere e dirigersi verso
l’uscita.
“Bah, non m’interessa in fondo. Presto me ne andrò
da questo mondo, quindi non voglio impicciarmi ulteriormente.
Addio.”
La figura restò a guardarlo allontanarsi, restando in silenzio
finché il passaggio non si richiuse.
“Non pensavo l’avrei mai più rivisto.” Disse,
per poi fare un giro su se stessa.
Il soffitto della stanza s’illuminò.
“È passato così tanto tempo… Vero Godric,
Priscilla, Salazar e Tosca?”
Mentre diceva ciò sul soffitto cominciò ad apparire il
logo di Hogwarts.
“Da quando abbiamo costruito questo castello, è passato
quasi un millennio… Ed erano più di mille anni che non
vedevo quel magnifico disegno.”
Al centro del logo apparve anche il simbolo di Fairy Tail, che
coprì la grande H centrale.
“Forse è il momento che anch’io torni
indietro.” Concluse la figura con tono nostalgico.
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Ed eccomi ad aggiornare anche questa storia!
No, non è un pesce d'aprile, tranquilli (anche se, arrivati qui,
credo sia chiaro XD).
Dunque, dunque, dunque... con questo capitolo, diciamo addio al passato
per tornare al presente... anche se la fine della saga non è
proprio prossima (altri due capitoli XD).
Ditelo, non vi aspettavate la scena finale, eh? Pensavate che
l'immagine del logo di Hogwarts fosse casuale, vero? XD E invece no!
Anzi, questa non sarà l'ultima volta che questo discorso
verrà tirato fuori.
Alcuni misteri vedranno presto la loro soluzione... per altri invece
temo bisognerà aspettare un bel po' in più... ma non
temete, tutto verrà spiegato ù.ù
E no, non sarà un certo detective in miniatura a dare le
soluzioni, tranquilli XD
Con questo... alla prossima!
“Ugh… Cosa…
Cos’è
successo?” Bofonchiò Harry, aprendo gli
occhi. La prima cosa di cui si rese conto fu che
era seduto
contro una parete metallica, in una stanza circolare. Al centro di essa
c’era
uno strano dispositivo esagonale, con una colonna al cui interno
c’erano quelle
che sembravano delle lampade neon verdi, e al di sopra di esse tre
cerchi sui quali
erano disegnate decine di simboli sconosciuti. “Oh, ti sei svegliato.” Disse
Dark, appoggiato contro una
ringhiera, che Majutsu notò solo allora che circondava la
stanza. “Scusa, ma
non sono pratico nel rimuovere i ricordi, quindi ho preferito
addormentarvi.” “Dove… Dove siamo?” “Siete nel TARDIS!”
Esclamò il Dottore, salendo una rampa
di scale. “E stiamo tornando al vostro tempo.” “Non dovrebbe essere una cosa
istantanea?” “A volte sì, a volte no.
Dipende dai vari casi.” Rispose
lui. “Erza e Hermione?” “Stanno bene.” Rispose Dark,
girando lo sguardo verso un
altro punto della stanza, dove c’erano le due ragazze, le quali
sembravano star
riprendendo anche loro i sensi in quel momento. Harry annuì, per poi alzarsi e
guardarsi bene attorno. “Sorpreso, vero?” Fece il
Dottore, sorridendo. “Guarda
bene questa meraviglia, perché dubito tu riuscirai a trovarne
un’altra. È
l’ultima della sua specie…” “È… È davvero
incredibile…” Osservò Hermione, alzandosi
anche lei. “E siamo all’interno di quella cabina?” “Proprio così. E come potete
immaginare da quella porta,
c’è ancora parecchio spazio disponibile. Ma non è
il momento di un tour.” “Purtroppo no.” Rispose
l’Equilibrio. “Stiamo tornando
indietro per combattere.” “Che cosa?” Esclamarono i tre
maghi, concentrando tutta
l’attenzione sull’ex Custode, che sospirò. “Non l’ho detto prima, ma ad
attenderci c’è un nemico
molto pericoloso. Ancora più temibile di quella creatura che
avete affrontato.” “Di chi si tratta?” Chiese Erza. “Come abbiamo già spiegato ai
vostri amici, esistono
quattro categorie di Custodi: quelli della Luce e
dell’Oscurità, che sono
composte da migliaia di Custodi ognuna; poi c’è quello che
rappresenta me, cioè
il Custode dell’Equilibrio, alias Hikari. Infine…
c’è il Custode del Caos, il
cui potere è opposto al mio.” “Equilibrio e Caos… le due
forze opposte nel mezzo.”
Disse Hermione, per poi spalancare gli occhi. “Allora… non
ho sentito solo la
tua energia! Ecco perché mi sembrava diversa!” “Ma la prima volta che hai sentito
quell’energia… è stato
a inizio anno!” Affermò Harry. “Significherebbe che
è stato tutto il tempo a
osservarci!” “Per questo ho lasciato Hikari a
proteggere Hogwarts.”
Spiegò Dark. “Finché non torneremo, sarà
un’ottima difesa.” “Ma se questo Custode è
così forte… tutti gli altri sono
comunque in pericolo!” Commentò Erza. “Se Natsu è come quello che
conosco io, forse hanno
qualche speranza in più… ma qui tutti voi siete
più giovani.” “Perché Natsu avrebbe
più speranze degli altri?” Domandò
Hermione. “A essere sincero, è molto
semplice.” Rispose Dark,
sorridendo. “Perché il Natsu del nostro universo è
uno dei Custodi della Luce
che combatte al nostro fianco.” “Aspetta… avete dato una delle
armi più potenti
dell’universo… a Natsu?!” Esclamò incredulo
Majutsu. “Mia madre spesso agisce in modi non
comprensibili anche per
me.” Replicò divertito l’Equilibrio. “Ma si
è dimostrato un valido alleato.
Oltre al fatto che adesso è uno dei pochi Custodi ad aver
superato il mio
esame.” “Il tuo esame?” “Non preoccupatevi di questo.
Riguarda il nostro
universo, non il vostro. Ora pensiamo solo a mandare via
l’intruso.” “Come?” “L’unica possibilità che
mi viene in mente… è eliminarlo.” “Eli… minarlo?”
Ripeté Hermione. “Non è un po’ drastico?
Potreste limitarvi a metterlo fuori gioco e-” “Sarebbe inutile. Se lo lasciamo
ancora libero… potrebbe
provocare ulteriori disordini nell’universo.” “Ha fatto qualcosa di imperdonabile,
vero?” Chiese Harry,
guardandolo serio. “È un pericolo. Se si dovesse
unire alle forze di mio
padre… vincere sarebbe molto più difficile.” “Dicci che cosa possiamo fare per
aiutarti.” Disse Erza.
“Se costui è un pericolo per te, non oso immaginare cosa
potrebbe fare ai
nostri mondi.” Il Dottore restò in silenzio a
osservare la scena. “Volete davvero combattere?”
Domandò Dark, guardando
negli occhi i due maghi di Classe S. “Questo è il mio mondo
d’origine.” Rispose Majutsu. “È
vero, sono legato più a Fiore, e non appena sconfiggerò
Voldemort tornerò lì
per restarci, ma non per questo posso abbandonare chi abita qui!” L’Equilibrio sorrise. “Molto
bene. Allora preparatevi
alla vostra battaglia più difficile. A proposito… Erza,
l’armatura che hai
usato prima non è possibile ripararla, vero?” Titania scosse la testa. “No,
è a brandelli. Dovrò farne
forgiare una nuova non appena torneremo a Fiore.” “Non ce ne sarà bisogno. Puoi
far apparire tutte le tue
armature per piacere? Comprese quelle rotte e distrutte, oltre alle tue
spade
ovviamente.” “Perché?” Dark ridacchiò. “Perché
ho intenzione di riservarti un
servizio che ben pochi possono vantare di aver ricevuto.
Riparerò le tue
armature e le tue lame, donandogli nuova forza e resistenza. Dopo
sarà
praticamente impossibile danneggiarle se non usando una quantità
d’energia tale
da distruggere un mondo. Inoltre farò in modo che si adattino
sempre a te,
considerando che crescerai ancora.” Erza spalancò gli occhi, come anche
Harry e Hermione. “Puoi… Puoi davvero fare
qualcosa di simile?” Disse
incredula la rossa. “Ho creato e distrutto un mondo con
le mie mani. Pensi
davvero che per me sia difficile una cosa del genere? Anzi, non sono
neppure il
primo. Prenderò spunto da certi cavalieri… ma
eviterò di usare il sangue. E anche
voi due, se avete armature o armi che desiderate fortificare, non
esitate a
farle apparire.” Per tutta risposta Majutsu annuì,
facendo apparire la sua
Fairy Armor, seguita dalla spada. Subito dopo anche Erza fece lo stesso,
materializzando
tutte le sue armature, che caddero a terra inermi. “Ci sarebbe anche un’altra
spada che vorrei che tu
guardassi.” Fece il moro, guardando il ragazzo, che si
avvicinò alle armature.
“Ma al momento è in possesso di Neville.” “Non starai parlando della spada di
Grifondoro, vero?” Chiese
sorpreso Dark. “Come mai ce l’ha Neville? Credevo fosse
custodita da Silente.” “La spada si è fusa con la sua
magia. È diventata
letteralmente parte di lui.” Rispose Hermione, impaziente di
vedere come
avrebbe riparato le armature. “Capisco. Sì, non
c’è problema, guarderò anche quella,
sebbene dubito abbia bisogno di un mio intervento. Ora pensiamo a
queste.” “Non ci hai ancora detto una cosa
però.” Fece Erza. “Come
si chiama il nostro avversario?” “Perché vuoi saperlo?” “Non mi piace affrontare qualcuno
senza sapere chi è.” Dark si chinò su una delle armature,
mentre le sue mani
venivano avvolte da un’aura nera e bianca. “Il suo nome… è Hakai.
Significa Distruzione.” “Una distruzione
caotica…” Commentò Majutsu, ripetendo le
parole della Cooman. “Hakai… il Custode del Caos…
Allora parlava proprio di
lui.”
~~~~~~~~~~~
“Dove vai?” Chiese Lucy a
Hikari, vedendola allontanarsi
verso l’ingresso della Sala Grande. “Ad accogliere degnamente il nostro
ospite.” Rispose lei,
evocando il Keyblade. “È lo stesso tipo che ci
mandò contro quel mostro anni
fa?” Domandò il professor Lupin, guadagnandosi gli sguardi
di tutti, Custode
compresa. “Quale mostro?” Chiese Natsu. “Una creatura terribilmente
potente…” Rispose lui, per
poi guardare i membri di Fairy Tail. “Neppure Majutsu e Titania
sono riusciti a
ferirla. È stato solo grazie all’intervento di Dark se ne
siamo usciti vivi…
l’ha chiamata in un modo che ancora adesso ricordo bene…
Heartless.” “Un Heartless vi ha attaccati nel
passato?!” Esclamò
sorpresa Hikari. “Quindi può controllarli adesso,
eh?” “Di chi state parlando?”
Domandò Caramell. “E chi
sarebbero questi Majutsu e Titania?!” “Credo stiano parlando di me, signor
Ministro della
Magia.” S’intromise una voce sopra di loro. Tutti alzarono lo sguardo, ritrovandosi a
guardare un
ragazzo dai disordinati capelli neri, con addosso un impermeabile nero
con
disegnati sopra dei fulmini bianchi, che li stava guardando mentre era
sospeso
in volo a testa in giù. “È da tanto che non ci si
vede… Hikari. O adesso dovrei
chiamarti Dark? In fondo, hai preso il suo posto.” “Hakai!” Chiamò lei.
“Allora eri davvero tu!” “Già.” Rispose il
Custode, per poi saltare giù,
atterrando nel centro della Sala Grande, dove immediatamente si
ritrovò puntate
contro le bacchette di tutti i presenti. “Scappate!” Ordinò la
Custode dell’Equilibrio. “Non siete
alla sua altezza! Andatevene immediatamente da Hogwarts!” “Hikari, Hikari, Hikari… Pensi
davvero che lascerò fuggire
il mio divertimento?” Domandò Hakai, ridacchiando.
“Ad ogni modo, tu non sei
proprio il divertimento che speravo, ma sei un’ottima sostituta
del tuo ragazzo.
Mi chiedo come reagirà quando tornerà e ti vedrà
sconfitta. Dopotutto, il suo
giochetto non funzionerà di nuovo… e tu non potrai
tornare in vita una terza
volta.” “Terza volta?” Ripeté
sorpreso Gray, mentre anche Silente
fissava con curiosità la ragazza. “Lo stesso vale per te. Tu non puoi
diventare un Nessuno.” “Un Nessuno? A me sembra anche fin
troppo qualcuno.”
Ribatté Fred, senza abbassare la bacchetta. “Un Nessuno è un essere che ha
perso il proprio cuore, ma
che aveva una volontà tanto forte che il suo corpo ha continuato
a vivere, come
la sua mente.” Rispose divertito il nuovo arrivato. “Ma
dovreste chiederlo a
lei, visto che in passato lo era.” “Tu… non avevi il
cuore?” Chiese Lucy, guardando la
Custode, che annuì. “L’ho perso da bambina. Un
Nessuno può vivere come una
persona qualsiasi se mantiene la sua coscienza. Tuttavia,
c’è un piccolo prezzo
da pagare… la perdita di tutte le emozioni. Un Nessuno non
può provarle.” “E la cosa ironica della situazione
è che nonostante ciò
hai continuato a provare qualcosa verso quel bambino per cui ti sei
sacrificata.” Continuò Hakai, per poi scoppiare a ridere.
“Che spasso! Pensare
che sei morta per ben due volte tra le sue braccia… Ah, no,
scusa. La seconda
volta sei stata solo uccisa davanti ai suoi occhi.” Hikari strinse con più forza il
Keyblade. “Che cosa ci
fai qui?” Domandò, cercando di non cedere alle
provocazioni. “Non ne ho idea. Mi sono ritrovato in
questo mondo e per
qualche motivo non sono riuscito a lasciarlo, ma ero sicuro che sareste
giunti
anche voi. Dopotutto, Equilibrio e Caos sono destinati a scontrarsi in
eterno.” Prima che la ragazza potesse replicare, il
Ministro si
mise tra i due, continuando a puntare, tremando, la bacchetta contro il
Custode
del Caos. “C-Chiunque tu sia, arrenditi subito!
I-Il castello è
circondato dai D-Dissennatori e-” Il Ministro non concluse la frase che un
vento d’energia
lo fece volare indietro, fino a farlo sbattere contro il muro. Allo stesso modo anche i professori, ad
esclusione di
Silente, e gli studenti volarono via di fronte a quell’energia,
lasciando in
campo solo il preside e Hikari. “C-Che razza di potere è
quello?” Borbottò Gray,
rialzandosi per qualche secondo prima di cadere nuovamente a terra. “È molto più forte del
Master…” Fece Lucy, guardando
Hakai, che si limitava a restare fermo dove si trovava. “Lasciali andare! Tu vuoi me e Dark,
vero?” Affermò
Hikari. Per tutta risposta il Custode del Caos
portò una mano in
avanti, per poi far apparire dal nulla un Keyblade completamente nero,
con un
ciondolo che ricordava vagamente la sagoma della testa di un topo. “E perché dovrei? Contavo di
divertirmi con loro…
dopotutto, sono molto diversi da quelli che conosciamo. E poi potrei
anche
ripagare il Dragon Slayer per avermi affrontato.” Natsu spalancò gli occhi. “Non è lo stesso! Lui non
possiede lo stesso potere!” “E allora? Credi davvero che me ne
importi qualcosa?” “Ehi, tu!” Esclamò il
rosato, alzandosi a fatica. “Non ho
capito bene che cosa stai dicendo, ma vuoi affrontarmi, dico
bene?” “Dragonil, non fare niente di
avventato!” Tentò di
ordinare la McGranitt, senza però riuscire nemmeno ad alzarsi,
come i suoi
colleghi. “Ma se sto fermo…
finirà col ferirvi ulteriormente.” Hikari sospirò, per poi alzare la
mano libera. Immediatamente, attorno a tutti ad
eccezione dei maghi di
Fairy Tail apparve una specie di bolla bianca e nera, che avvolse
completamente
i presenti, per poi sparire con essi. “Li ho portati a Hogsmeade.”
Spiegò la Custode, guardando
il preside, che annuì. “Ti ringrazio.” Disse lui, per
poi tornare a volgere la
sua attenzione al ragazzo del Caos, che non reagì minimamente a
quella svolta. “Allora possiamo combattere senza
problemi?” Domandò
George, riuscendo a rimettersi anche lui in piedi, imitato uno a uno
dagli
altri. “Solo per questa volta, signor
Weasley, credo di potervi
dire di non trattenervi.” “Speravamo dicesse questo,
preside!” Esclamarono i due fratelli,
per poi sbattere tra di loro i pugni. “Magia
gemella! Ignum! Rockets Fire!” Immediatamente una serie di fuochi
d’artificio partirono
in direzione del nemico, che si limitò ad alzare una mano per
farli esplodere
prima che potessero anche solo sfiorarlo, per poi saltare per evitare
un
affondo da parte di Hikari. “Dovrete impegnarvi molto di
più.” Schernì, per poi
spostarsi velocemente, evitando così un incantesimo rosso
lanciato da Silente. “Combatti da uomo!” Urlò
Natsu, lasciandosi avvolgere
dalle fiamme e partendo all’attacco. Ma Hakai lo colpì allo stomaco con
un piede, facendolo
volare verso l’alto, dove andò a sbattere contro il
soffitto. Fu Happy a recuperarlo prima che potesse
cadere a terra,
restando in aria sopra il Custode. “Tauros!” Chiamò Lucy,
evocando lo Spirito Stellare, che
si lanciò subito alla carica contro il nemico, che parò
l’ascia usando il
Keyblade, per poi respingere il toro antropomorfo. “Deboli! Siete tutti deboli!”
Gridò Hakai, per poi parare
con l’arma una spada di ghiaccio creata da Gray e con la mano
libera una radice
creata da Neville. “Quanto è forte?” Fece
sorpresa Ginny, deglutendo, mentre
Hikari saltava al suo fianco, cominciando a creare tra le mani due
sfere, una
bianca e una nera. “Molto più di quanto sta
dimostrando adesso.” Rispose,
per poi far scontrare tra di loro le due sfere magiche, formandone una
sola,
con i due colori che si mischiavano in continuazione tra di loro.
“Spostatevi
tutti da lì!” Urlò, alzando la magia verso
l’alto, dove s’ingigantì
ulteriormente. Immediatamente tutti i maghi obbedirono
all’ordine,
lasciando Hakai da solo, che si limitò a guardare la sfera,
senza far sparire
il suo sorriso. Hikari non disse nulla e lanciò la
magia contro il suo
avversario, che fece scomparire il Keyblade per prenderla con le mani. La forza dell’incantesimo
riuscì a farlo arretrare di
qualche metro, ma con orrore di tutti i presenti, infine riuscì
a respingerla
verso l’alto, distruggendo letteralmente la volta della Sala
Grande, e
lasciando che la sfera proseguisse verso l’alto, dove esplose
provocando
un’onda d’urto che infranse tutti i vetri del castello. Silente evocò subito una barriera
attorno a loro per
ripararsi dai detriti, mentre Hakai e Hikari restarono a guardarsi,
incuranti
delle macerie che cadevano attorno a loro, le quali sembravano evitarli
come se
non volessero interferire nella battaglia. “Non ho passato il tempo a
riposare.” Fece il ragazzo. “E
ho molta più esperienza di te nell’usare assieme Luce e
Oscurità.” La Custode dell’Equilibrio non disse
nulla. Partì subito
all’attacco, pronta a colpirlo con il Keyblade. Hakai restò al suo posto, facendo
riapparire la sua arma
e preparandosi a parare il colpo. Ma la ragazza scomparve, riapparendo alle
sue spalle e
colpendolo in pieno, facendolo volare attraverso la Sala e infine
scontrare
contro il portone, che cedette sotto il colpo appena ricevuto. “Incredibile…”
Commentò Lucy, mentre anche gli altri
maghi guardavano stupefatti lo scontro. Solo Luna era riuscita a
mantenere la
sua solita aria da sognatrice, sebbene i suoi occhi tradivano la sua
attenzione. “Ora capisco perché erano
così sicuri…” Sussurrò Ron. “Sono decisamente a livelli ben
diversi dai nostri.”
Ammise il preside. “Nemmeno io potrei affrontarli da solo.” “E si stanno trattenendo.”
Aggiunse la Lovegood,
attirando gli sguardi di tutti su di sé. “Se Hermione ha
detto che l’Eterion
era nulla in confronto, questo decisamente non è il loro
limite.” Nel frattempo, al di fuori di Hogwarts, i
professori, il
Ministro e gli altri studenti avevano osservato da Hogsmeade la sfera
magica
esplodere nel cielo, e anche da lì avevano avvertito
l’onda d’urto, che arrivò
come un fortissimo colpo di vento. “N-Non posso credere ai miei
occhi…” Mormorò incredulo
Caramell. “Una simile magia…” “Non ne ho mai vista una così
potente.” Ammise Vitious,
mentre alle sue spalle Piton osservava la scena con il suo solito volto
stoico,
anche se dentro non poteva dire di non provare un certo timore. Se
prima non
credeva alla storia di quei ragazzi, ora aveva ben pochi dubbi. “E non avete visto la guerra.”
Disse il Dottore,
arrivando in quel momento, da solo. “Quando siete tornati?” Chiese
il professor Lupin. “Pochi secondi fa. Anche se Dark
è andato subito verso il
castello.” “E Potter, Scarlett e Granger?”
Domandò la vicepreside. “Stanno riposando dentro il
TARDIS.” Rispose lui, con
gesti vaghi. “Un viaggio nel tempo può risultare stancante
all’inizio. Sa, il
fuso orario…” Hakai riemerse dalle macerie del portone,
limitandosi a
far scrocchiare il collo. “Non male come colpo, lo
ammetto.” Disse, per poi battere
le mani sui vestiti per far cadere la polvere. “Ma da sola, non
sei questo
granché.” Hikari alzò il Keyblade, per poi
scomparire nuovamente
alla vista. Ma questa volta il suo avversario la
imitò, svanendo
dietro di lei. La prossima cosa che i maghi videro furono
solo delle
scintille provocate a mezz’aria dallo scontro delle due armi. “Dannazione!” Esclamò
Natsu. “Non mi sono mai sentito
tanto debole!” “Ma quei due sono ben lontani dalle
nostre capacità.”
Ammise Fred. “Probabilmente nemmeno Harry ed Erza potrebbero fare
qualcosa…” Il loro discorso venne interrotto dai due
Custodi, che
atterrarono ai lati opposti della Sala Grande. Hikari puntò subito il Keyblade
verso Hakai, creando una
sfera nera sulla sua punta, che divenne sempre più grande. Allo stesso modo, il custode del Caos
cominciò a crearne
un’altra, solo che questa era bianca. Senza dire nulla, lanciarono le due magie
una contro
l’altra, le quali si scontrarono a metà strada, restando
ferme e cominciando a
scagliare fulmini attorno. “È tutto inutile!”
Gridò Hakai, sorridendo. “Non puoi
vincere!” “Lo so, ma mi basta prendere tempo
finché Dark non
tornerà! E dopo per te sarà la fine!” “Speranza vana la tua. Quando
arriverà… di te non ci sarà
nulla!” “E-Expelliarmus!”
Balbettò una voce. Tutti si voltarono verso l’ingresso
della Sala Grande,
dove videro una figura vestita di nero, con un cappuccio che gli
copriva il
volto, tenere una bacchetta, dalla quale era appena partito un
incantesimo
rosso, che tuttavia s’infranse ancora prima di raggiungere Hakai,
che sbuffò
divertito. “E quello che cos’era? Non ho
mai visto un attacco così
patetico e-” Non concluse la frase che sentì un
forte dolore attorno
alla gamba. Senza che nessuno se ne accorgesse, un
grosso cane nero
era entrato nella stanza, riuscendo a raggiungerlo e morderlo a una
gamba. “Tu- Dannato!” Urlò
Hakai, spostando il Keyblade e
colpendo l’animale con esso, facendolo volare via. Solo allora sgranò gli occhi,
voltandosi giusto in tempo
per vedere la sua stessa magia, unita a quella di Hikari, raggiungerlo
ed
esplodergli contro. L’esplosione fu tale che il punto
dove si trovava il
Custode del Caos sembrò letteralmente svanire, inghiottito dalla
luce scaturita
dallo scontro. Quando essa si dissipò,
rivelò un grosso cratere, al suo
interno perfettamente liscio, con nessuna traccia di Hakai. “D-Dov’è finito?”
Domandò Lucy, guardandosi attorno. “È…
È morto?” Hikari cadde in ginocchio, prendendo dei
profondi
respiri. “No… Ma di sicuro stavolta non ne è uscito
indenne. Abbiamo qualche
minuto di tempo per riprenderci.” “Solo qualche minuto?!”
Esclamò sorpreso Ron. “Dopo un
simile colpo, sarebbe un miracolo se fosse ancora tutto intero!” “Abbiamo tentato di distruggerlo
più volte, ma è sempre
tornato. Inoltre, ha il potere di distruggere questo pianeta come e
quando
vuole. Un colpo del genere di certo non l’ha ucciso.”
Rispose la Custode, per
poi avvicinarsi al cane, che scosse il pelo; del misterioso ragazzo
invece già
non c’era più alcuna traccia. “Grazie per l’aiuto.”
Disse, chinandosi su di lui e
avvolgendolo con un’aura verde. “Ora lascia che curi le tue
ferite.” “Sembri essere a tuo agio con gli
animali.” Osservò
Silente, continuando a tenere in mano la bacchetta, remore degli
avvertimenti
della ragazza. “Un nostro compagno è in grado
di trasformarsi in quasi
ogni tipo di animale e non solo. Quindi ho avuto modo di vederne di
diversi.
Senza considerare quella che si trasforma in una scimmia gigante quando
vede la
luna.” “Una specie di lupo mannaro?”
Chiese George. “No, no, proprio una scimmia gigante
con un istinto di
distruzione molto alto, e anche quando ha l’aspetto umano,
è molto forte.
Dopotutto, suo nonno è definito da molti l’essere
più potente dell’universo.”
Replicò sorridendo Hikari, sciogliendo l’incantesimo di
guarigione. “Che razza di compagni avete?”
Domandò Gray, incuriosito. “Parecchi tipi diversi. Da un
disegnatore di fumetti a un
mezzo demone, passando per un ragazzo in grado di tornare bambino
quando vuole,
una ragazza che pilotava un robot gigante e concludendo con un pseudo
assassino
dai capelli azzurri. Ah, senza dimenticare il quasi dio della morte, un
alchimista in grado di creare praticamente qualsiasi cosa e un ragazzo
in grado
di usare delle fiamme per combattere e destinato a diventare un boss
della
malavita.” “E mi pare di capire che ci sia anche
Natsu in questo
gruppo, giusto?” Intervenne Luna, guardando il Dragon Slayer, che
trasalì. “A questo punto è inutile
nasconderlo. Sì, da noi Natsu è
uno dei Custodi, e assieme a Happy viaggia con noi.” “Anch’io sono un Custode,
aye?” Chiese stupito il gatto
umanizzato, indicandosi. “No, no. Tu sei solo un
accompagnatore… un Guardiano, a voler essere precisi.
Motivo per cui spesso ti sei allontanato dal gruppo principale.” Nel frattempo il cane si girò verso
i ragazzi,
guardandoli uno a uno. “Quello non è lo stesso cane
che abbiamo visto a Privet
Drive?” Osservò Gray. “Intenti dire il Gramo?” Fece
Ron. Nessuno si accorse che
il cane sembrò gemere a quella parola. “Ti posso assicurare, signor Weasley,
che quello non è un
Gramo, ma solo un semplice cane.” Disse Silente, fissando anche
lui incuriosito
l’animale, che si diresse verso l’uscita della Sala Grande,
sparendo oltre la
soglia. “Anche se mi chiedo come mai sia intervenuto in nostro
aiuto… Come anche
quel ragazzo. Non era uno studente.” Hikari li guardò in silenzio.
“Quel ragazzo…” Mormorò,
portandosi una mano sotto il mento. “Perché ho come
l’impressione che dovrei sapere
chi è?” Ma l’attenzione di tutti fu catturata
dall’urlo di Gray. Senza che nessuno se ne rendesse conto,
Hakai era
riapparso alle spalle del mago del ghiaccio, trafiggendolo allo stomaco
con il
Keyblade. “Gray!” Urlarono tutti, mentre
il Custode del Caos
estraeva l’arma dal suo corpo, lasciandolo cadere a terra. Immediatamente Luna evocò una decina
di fate, che si
diressero da lui, cominciando a curarlo. Anche Hikari si lanciò verso di lui,
ma venne fermata da
Hakai. Solo allora notò le varie bruciature
sul suo corpo, come
anche i vestiti lacerati in più punti. “Sei stata fortunata. Se non fosse
stato per lui, ti
avrei sopraffatta. E invece sei riuscita a ferirmi… e questo
avrà il suo
prezzo.” Dicendo ciò, cominciò a
creare una sfera d’oscurità, in
direzione dei maghi. Silente si mise davanti come scudo, tenendo la
bacchetta
alzata. “Ora cancellerò tutti loro
dall’esistenza!” Urlò,
scagliando la magia. Il preside pronunciò subito una
serie d’incantesimi,
pronto a ricevere l’impatto. Ma prima che il colpo nemico potesse
raggiungerlo, una
macchia bianca entrò dal soffitto distrutto, mettendosi in mezzo. Erza, nella ricreata armatura di Super
Acciaio, alzò gli
scudi presenti sulle braccia, ricevendo in pieno il colpo e arretrando
di un
paio di metri sotto la sua potenza. Poi, usando tutta la sua forza,
riuscì a deviare verso
l’alto la magia, che si disperse nel cielo. “Che cosa?!” Esclamò
sorpreso Hakai, fissando Titania,
che abbassò le braccia, sorridendo nel constatare che
l’armatura non aveva
riportato il minimo graffio. “Pare proprio che adesso sia in grado
di tenere testa
anche al creatore di quell’essere…” Disse, per poi
sostituire l’armatura con la
sua classica, facendo apparire due spade tra le mani. “Non ho
nemmeno bisogno
di chiederti se tu sei Hakai!” “Erza!” Esclamarono gli altri,
felici di vederla. “Scusate il ritardo. Siamo rimasti
bloccati nel traffico temporale.”
Replicò lei, guardandoli divertita, per poi farsi seria nel
vedere la ferita di
Gray. “Come hai fatto?!” Urlò
il Custode del Caos. “Nessuna
armatura avrebbe potuto resistere a quella magia!” “Allora è meglio che tu
rivaluti i tuoi poteri!” Gridò
una voce. Tutti alzarono lo sguardo, vedendo
un’armatura verde
cadere proprio verso Hakai, tenendo di fronte a sé una spada
dello stesso
colore. Il Custode del Caos alzò in tempo il
Keyblade per parare
l’affondo, ma questo non evitò la formazione di un cratere
sotto di lui. “Credo dobbiamo ringraziare il tuo
Heartless per averci
permesso di capire quanto diventare più forti.” Disse
Harry, per poi saltare
indietro, atterrando al fianco di Hikari, che lo guardò
sorpresa, come gli
altri. “Deduco che Dark vi ha
trovati.” Disse lei. Majutsu non disse nulla, limitandosi ad
alzare la spada. “Direi che possiamo parlare dopo.
Dark ci raggiungerà a
breve. Ha preferito non viaggiare velocemente con Hermione, e dice che
usare un
varco avrebbe potuto sconvolgerla ulteriormente.” La Custode annuì. “Credo di
aver capito che cosa vuole
fare. In effetti, non vedo molte altre soluzioni che non includano
almeno la
distruzione di questo castello.” “Ovvero?” Domandò Ron,
guardando preoccupato il loro
nemico, il quale strinse con maggiore forza il Keyblade. “Quel dannato… distribuire
così i suoi poteri…” “Basta con le chiacchere!”
Esclamò Erza, alzando le
spade. “Direi che ormai non dobbiamo più preoccuparci di
mantenere integra la
Sala Grande. Quindi possiamo sfogarci senza problemi! Luna, come sta
Gray?” “Le mie fate stanno cercando di
rimarginare la ferita, ma
ha bisogno di cure vere e proprie il prima possibile.” “Allora è meglio sbrigarci e
mettere fuori gioco questo
tipo.” Fece Harry, preparandosi a combattere.
~~~~~~~~~~~
Hermione barcollò fuori dal varco
creato da Dark. “Scusa, le prime volte può
risultare strano viaggiare
così, ma poi diventa molto più facile.” Fece lui,
uscendo e facendo scomparire
il passaggio. “Ma dove mi hai portato?”
Chiese la castana, guardandolo. “Se ti avessi portato subito sul
campo di battaglia,
saresti stata in pericolo. E portare qui anche Harry ed Erza sarebbe
stato
troppo anche per me, perciò ti ho concesso questo piccolo
onore.” “Dove siamo?” “Guardati intorno. Anche se non ci
sei mai stata di
persona, credo che tu possa riconoscere il luogo senza alcun
problema.” Hermione trasalì, per poi girarsi. Attorno a loro c’erano delle antiche
mura, alte circa
cinquanta metri, con decine di archi che mostravano l’esterno. Sotto di loro invece c’era una
barriera che copriva
l’intera area circolare, permettendo così di camminare
anche sul vuoto tra
altre mura, molto più piccole delle principali, che formavano
quello che
sembrava un piccolo labirinto. E attorno a loro c’erano centinaia di
ragazzi e ragazze,
tutti con in mano un Keyblade, che combattevano tra di loro, senza
però
infliggersi ferite gravi. “Questo è…”
Mormorò Hermione, incredula, per poi alzare
lo sguardo verso il cielo, spalancando gli occhi. Al posto del cielo, con solo il sole a
illuminare,
c’erano decine e decine di pianeti a riempire l’azzurro, e
dalla loro
grandezza, dovevano essere davvero vicini. “Già. Questo è il luogo
dove abbiamo deciso di riunire
tutti i Custodi. Su questo pianeta, che in passato era il centro del
mondo
originale.” “Ma… Ma quindi siamo…
nel tuo universo?” “Proprio così. Siamo venuti a
prendere qualcuno in grado
di aiutarci nella lotta senza rischiare di distruggere davvero tutta
Hogwarts.
Anche se alla fine ci servirà giusto per creare una piccola
distrazione a
Hakai.” Hermione osservò meravigliata i
Custodi, i quali si erano
giusto voltati a guardarli, per poi proseguire nei loro allenamenti. “Vuoi portare qualcun altro da noi?
Credevo che non
doveste interferire.” “Hakai non fa parte del vostro mondo,
quindi abbiamo il
dovere di rimuovere la minaccia da lui costituita. Ora andiamo a
cercarlo e-” “Non ce n’è bisogno.
Sono già qui. Ho percepito che sarei
stato di nuovo coinvolto in qualcuno dei tuoi piani.” Disse una
voce alle loro
spalle. Dark sorrise. “Ci speravo. Ci
risparmi un po’ di tempo.” Hermione si sporse a lato per guardare
meglio il nuovo
arrivato. Non poté fare a meno di aprire la
bocca per la sorpresa,
nel vedere una fiamma arancione bruciare sulla fronte dell’ultimo
arrivato.
----------------------
E in super-ritardo, finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Scusate per l'attesa, ma sono stato piuttosto pieno in questo
periodo... ma non temete, non mi fermo!
E ci siamo! Ormai manca solo un capitolo alla conclusione di questa
saga, e un nuovo personaggio sta per entrare in scena.
Ovviamente non sarà l'unico punto del prossimo capitolo... il
quale comincerà a segnare il punto di non ritorno. I semi del
cambiamento stanno per venire gettati, e si tratterà solo di
aspettare che crescano. Perché dal prossimo capitolo, tutto
comincerà a cambiare. E in modi che spero non possiate
immaginare XD.
Fino ad allora... buona lettura a tutti!
Harry saltò di lato per evitare una sfera
di
elettricità
che Hakai gli aveva lanciato contro. “Ma per quanto ancora vuole
combattere?!” Sbottò Natsu,
cercando di colpirlo con un pugno infuocato, ma mancandolo. “Se sperate di stancarmi, allora
dovrete aspettare
parecchio tempo.” Li derise il Custode del Caos, parando un
affondo da parte di
Erza, seguito da uno proveniente da Neville. “Sono invincibile!
Nessuno di voi
può sconfiggermi!” “Questo solo finché non arriva
Dark.” Ripeté Hikari,
alzando una mano per respingere una sfera d’acqua, guardando con
la coda
dell’occhio gli altri maghi, Silente compreso, che stavano
assistendo Gray. “Stai zitto!” Abbaiò
Natsu. “T’insegneremo noi a non
metterti contro Fairy Tail!” “Umpf. Vediamo che cosa sai fare una
volta privato del
tuo fuoco.” Fece Hakai, per poi schioccare le dita. Immediatamente le fiamme che avvolgevano le
mani del
Dragon Slayer cominciarono a volare verso il Custode del Caos, con le
quali
cominciò a creare una sfera. “C-Cosa…”
Balbettò incredulo Dragonil, vedendo il fuoco
scomparire completamente. “Se ben ricordo, tu non puoi mangiare
il tuo stesso
fuoco, no? Allora vediamo quanto sai resistere!” Urlò
Hakai, per poi
rispedirgli contro la sua magia, che colpì in pieno il rosato,
facendolo volare
contro il muro. “Natsu!” Gridò Harry,
per poi correre verso l’avversario,
cercando di colpirlo con la spada, ma riuscendo solo a tagliargli il
vestito. “Tutto qui quello che Majutsu
può fare? Nonostante il mio
opposto abbia rinforzato la tua spada e l’armatura, il tuo potere
non è
aumentato. E sono sicuro che il mio Heartless è stato sconfitto
da Dark e non
da voi, vero?” “Anche se è vero, non
significa che ci arrenderemo! Noi
siamo maghi di Fairy Tail!” “Ben detto!” Affermò una
voce. Tutti si girarono, giusto in tempo per
vedere una
fiammata arancione colpire in pieno Hakai, facendolo allontanare di
diversi
metri. “Chi osa-” “È passato un po’ di
tempo, Hakai.” Continuò la voce. Sopra di loro, un ragazzo dai ritti capelli
castani e gli
occhi arancioni osservava la scena. Si manteneva in volo grazie a delle
fiamme
dello stesso colore dei suoi occhi, che sembravano uscire da dei
guanti, e
sulla fronte era ben evidente una fiamma che ardeva quasi
incontrollata, senza
però intaccare in alcun modo il suo proprietario. “Tsuna!” Chiamò Hikari,
contenta. “Allora ha scelto te
come soccorso!” “Beh, ho pensato che un’altra
persona in grado di usare
le fiamme non avrebbe fatto male.” Fece Dark, entrando nella Sala
Grande
affiancato da Hermione. “È anche lui un Dragon
Slayer?” Chiese Lucy. “O è l’altro
Natsu? In fondo, il nome è praticamente lo stesso…” “No, non sono Natsu.” Rispose
il ragazzo, per poi
atterrare, facendo sparire il fuoco attorno alle mani. “Non sono
neppure un
mago puro.” “Un mago puro?” “Intende dire che i suoi poteri
magici derivano dal
Keyblade.” Rispose Hermione. “Ho visto molte altre persone
come lui… molti di
loro mi hanno detto che in origine erano quasi tutti semplici
Babbani.” “Aspetta… vuoi dire che tu sei
stata nel suo mondo?” Domandò
incredulo Ron, ricevendo un assenso. “Sì, ho visto centinaia di
altri Custodi.” Rispose la
castana. “Così finalmente sei arrivato,
Dark.” Li interruppe
Hakai, sorridendo. “Non importa chi hai portato, io voglio
combattere solo
contro di te!” “Non sottovalutare Tsuna.”
Replicò l’incarnazione
dell’Equilibrio. “È uno dei Custodi che ha superato
il mio esame. Ha il potere
di sconfiggerti quanto me e Hikari.” Come a volerlo confermare, il ragazzo con
la fiamma sulla
fronte alzò una mano. Lì, in un turbinio di fiamme,
apparve un Keyblade nero,
con incisi lungo il manico dei simboli, che ricordavano una tempesta,
un tuono,
una nuvola, il sole, la nebbia e una goccia d’acqua, con uno
sfondo azzurro. Come
ciondolo invece aveva un proiettile in uno stemma, affianco del quale
c’erano
due pistole. “Esatto. Io sono uno dei tredici Lord del Keyblade.
Uno dei Custodi con il potere di affrontare le
entità creatrici dell’universo.” Dichiarò
Tsuna, per poi alzare la mano libera,
creando una sfera di fuoco. “Natsu, prendi!” Urlò,
lanciandola verso il Dragon
Slayer, che riuscì a rimettersi in piedi, sorridendo. “Finalmente si mangia!”
Esclamò, spalancando la bocca e
risucchiando in pochi istanti le fiamme arancioni. Subito dopo si lasciò avvolgere
completamente da esse. “Fantastico! Non ho mai mangiato
nulla di così buono!”
Affermò, senza far scomparire il fuoco. “Sono le mie Fiamme
dell’Ultimo Desiderio.”
Spiegò Tsuna. “Solitamente, per ottenerle bisogna
morire. Puoi chiamarle anche Fiamme
del Cielo.” “E con questo? Sono comunque
più forte di voi e-” Hakai non concluse la frase che venne
colpito in faccia
dai due ragazzi del fuoco, che lo fecero letteralmente volare
attraverso
l’intera Sala Grande. Tsuna scomparve in una vampata, riapparendo
nel punto
dove il Custode stava per cadere, colpendolo nuovamente e spedendolo
contro il
Dragon Slayer, che lo fece schiantare sul pavimento con un calcio. “Incredibile… Natsu sembra
potente quasi come quando aveva
assorbito l’Eterion…” Commentò Neville, per
poi voltarsi verso Dark, che
raggiunse Gray, chinandosi su di lui. “Ecco.” Fece, tirando fuori da
una tasca un fagiolo e
mettendolo in bocca al mago del ghiaccio, per poi forzarlo a mandarlo
giù.
“Questo l’ho preso tempo fa da un certo gatto.
Rimarginerà la ferita e
rigenererà la sua magia. Preferisco farlo guarire così
piuttosto che forzare la
sua guarigione con la mia magia.” “Ma è solo un…
fagiolo…” Fece Lucy, zittendosi quando
vide la ferita cominciare a rimarginarsi, per poi chiudersi senza
lasciare
nemmeno una cicatrice. “Com’è possibile?!” “Nel mondo da cui provengono, questi
fagioli vengono
usati per guarire ferite molto più gravi.” Disse Dark,
rialzandosi ed evocando
il suo Keyblade. “Silente, mi spiace per tutti i danni causati al
castello.
Dopo vi porrò rimedio.” “Non importa. L’unica cosa che
mi rattrista è scoprire
che dei ragazzi sono costretti a combattere in questo modo, ed io
rispetto a
loro sono impotente.” “Sono tutti fattori esterni e al di
là delle tue capacità.
Resti comunque il più grande mago di questo mondo, Albus. E gli
errori… pure io
ne faccio, e anche gravi.” “Tu che possiedi un potere tanto
grande… come fai a
conviverci?” Lucy e Luna si voltarono a guardarlo,
incuriosite dalla
prossima risposta. “Riesco a farlo perché so che
presto finirà.” Si limitò a
rispondere, per poi lanciarsi in corsa nella battaglia. Nel frattempo Hakai riemerse dal cratere
creatosi dalla
sua caduta. “Dannazione… sei decisamente
diventato più forte, Tsunayoshi.” Commentò, per poi
sorridere. “Meglio così! Almeno potrò divertirmi un
po’ di più!” “Non credo proprio!”
Sentenziò Dark, raggiungendolo e
colpendolo con il Keyblade sulla schiena. Hakai non riuscì a reagire,
ritrovandosi nuovamente a
volare attraverso la stanza, questa volta rimbalzando più volte
sul pavimento. “Hikari, andiamo!” Disse
l’ex Custode dell’Equilibrio,
per poi ricevere un assenso. “Finalmente posso davvero
divertirmi!” Esclamò invece
Hakai, rimettendosi in piedi e creando una sfera bianca tra le mani. Senza che dicesse altro, questa
s’ingigantì, fino a
raggiungere il diametro di una decina di metri. E il Custode del Caos
la teneva
sospesa sopra di lui, senza alcuna difficoltà, con una sola mano. “Ora distruggerò voi e questo
castello!” “Non te lo lasceremo fare!”
Gridarono assieme Harry ed
Erza, correndogli contro con le spade alzate, ma Hakai fermò i
loro attacchi
con il Keyblade. “Volete capire che è
inutile?” Chiese, poco prima di
venire colpito dai fuochi d’artificio dei gemelli. “Spiacenti, ma quella parola abbiamo
imparato a cancellarla
dal nostro vocabolario!” Dissero in coro. Hakai riemerse dal fumo incolume, ma con
un’aria
infastidita sul volto. “Dannati mocciosi… quando
imparerete a stare al vostro
posto?!” Sbraitò furioso, per poi lanciare la sfera di
luce contro di loro, sorprendendo
i due Custodi, che si prepararono a ricevere loro l’attacco. “Questa volta intervengo io!”
Esclamò Ron, mettendosi in
mezzo e alzando le mani, riuscendo ad afferrare la sfera. Urlò di dolore, ma con grande
sorpresa di Hakai, la sua
sfera cominciò a diminuire di dimensioni, fino a scomparire,
lasciando un
Ronald Weasley con le mani ustionate ma un sorriso sul volto. “M-Mi dispiace… ma la
luce… è anche il mio elemento…”
Mormorò,
per poi cadere privo di sensi a terra. “Ron!” Urlarono gli altri
preoccupati, ma s’interruppero
quando videro Natsu e Tsuna partire di nuovo all’attacco. “Maledetto!” Tuonò il
Dragon Slayer, per poi convogliare
le fiamme che lo avvolgevano tutte attorno al suo pugno, mentre
l’altro utente
del fuoco portava entrambe le mani in avanti, per poi scagliare una
fiammata
che investì in pieno il nemico, che subito dopo venne raggiunto
anche dal pugno
del rosato, spedendolo dritto da Dark e Hikari, che alzarono assieme i
loro
Keyblade, avvolgendoli uno con la luce e l’altro con
l’oscurità. E sotto gli occhi increduli di tutti, Hakai
finì proprio
contro di essi, venendo trafitto al petto da entrambe le lame. Il
Custode del
Caos alzò lo sguardo, per poi sputare del sangue, che si
unì a quello che stava
sgorgando dalle ferite, che vennero lasciate libere quando i due
Keyblade
scomparvero. “M-Maledizione…”
Ansimò Hakai, indietreggiando. “Non può
essere…” “Ci hai sottovalutati.”
Replicò Dark, guardandolo serio.
“Ora puoi scomparire per sempre.” Il Custode malvagio lo guardò, per
poi sorridere. “Non credere che sia finita…
Anch’io ho… qualche asso
nella manica…” Bofonchiò, cominciando a diventare
trasparente, proprio mentre i
professori, seguiti dal Ministro della Magia entrarono nella Sala
Grande,
pronti al combattimento. Harry, Erza e Neville fecero subito sparire
armature e
spade, sperando di non essere stati visti. Cosa che per fortuna non
avvenne,
dato che tutti erano incentrati su Hakai. “C-Che diamine è
successo?” Domandò Caramell, osservando
con terrore la Sala Grande ormai quasi totalmente distrutta, per poi
spostare
lo sguardo sui presenti. “È finita.” Rispose
Hikari, guardandolo. “Abbiamo vinto.” “No… Avete solo vinto questa
battaglia…” Replicò Hakai,
mentre delle scie bianche cominciavano ad avvolgerlo. “Io
tornerò… e la
prossima volta vi ucciderò con estremo piacere. Ci
rivedremo… nella guerra che
ci sta aspettando… Nigrae non vede l’ora di mostrarti il
vero potere del suo
nuovo corpo… Dark…” Sotto gli occhi increduli di tutti a
eccezione dei
Custodi, il rappresentante del Caos scomparve nel nulla, senza lasciare
niente
dietro di sé. “Ma è… è
morto?” Chiese la McGranitt. L’incarnazione dell’Equilibrio
non rispose, limitandosi
ad alzare una mano verso di loro. Uno a uno, i professori e il Ministro
caddero a terra
privi di sensi, tranne Lupin. “Che cosa gli hai fatto?”
Domandò Silente, avvicinandosi. “Li ho solo messi a dormire. Dopo
cancellerò dalla loro
mente tutti i ricordi su di noi.” “E perché invece hai lasciato
me sveglio?” Chiese il
professore di Difesa contro le Arti Oscure. “Perché sappiamo che non farai
nulla contro di noi.”
Rispose Tsuna, avvicinandosi, mentre la sua fiamma si spegneva.
Immediatamente
i suoi occhi diventarono marroni, e la sua serietà scomparve.
“Cioè, sento che
non farai nulla di stupido con queste informazioni, ecco.” Disse,
con voce
decisamente più allegra, attirando su di sé gli sguardi
degli altri. “Ma è bipolare?”
Domandarono assieme i gemelli Weasley,
increduli. “No, semplicemente quando uso le mie
fiamme perdo tutta
la mia imbranataggine.” Spiegò Tsuna, sorridendo e
portandosi una mano dietro
la testa, imbarazzato. “È perfetto per combattere, anche
se preferirei
evitare.” “Parlò il futuro Decimo Boss
della Famiglia Vongola.”
Ridacchiò Hikari. “Io non voglio diventarlo!”
Ribatté scocciato lui. “Non
voglio avere niente a che fare con la mafia! E poi direi che salvare il
nostro
universo al momento ha la priorità, no? Devo già evitare
Reborn e Leon…” “Hai un leone?!” Esclamò
entusiasta Natsu. “Solo un cucciolo… e si chiama
come te, tra l’altro… Ma
no, io mi riferisco a un camaleonte.” “Un camaleonte?”
Rifletté Neville. “Non mi sembra un
animale così spaventoso…” “Ne riparleremo dopo che lo vedrete
trasformarsi in una
pistola usata per ucciderti decine di volte.” Sospirò
scoraggiato Tsuna, per
poi guardarsi attorno. “Allora… questa è Hogwarts?
Harry me ne ha parlato
qualche volta, ma me la immaginavo diversa.” “Forse quando è intera fa un
effetto migliore.” Ridacchiò
Majutsu, cercando di trattenere la sua curiosità. Dopotutto, era
ovvio che il
ragazzo si stava riferendo alla sua versione della dimensione da cui
proveniva. “Sei stato fantastico!”
Esclamò Happy. “Tu e Natsu avete
combattuto assieme perfettamente, aye!” “In effetti, sembri abbastanza in
sintonia con il mio
modo di agire.” Ammise il Dragon Slayer. “Beh, usiamo entrambi il fuoco,
quindi anche con l’altro
Natsu alla fine mi sono ritrovato a combattere assieme più
volte. Per questo
sapevo già che le mie fiamme ti avrebbero completamente
ricaricato.” “Bene!” S’intromise Dark,
battendo le mani, subito
affiancato da Hikari. “Ora vediamo un po’ di riprendere la
mano! Sono passati
un po’ di mesi dall’ultima volta che ho ricostruito questo
castello.” “Anche da voi era stato
attaccato?” Chiese sorpresa Lucy,
ricevendo un assenso. “Sì, ma non vi diremo come e
perché. Pronta Hikari?” “Certo, anche se non uso spesso
l’alchimia. Dopotutto, io
sono stata addestrata nell’usare la magia.” “Mi sono perso quel corso a scuola.
Io mi annoiavo con
geografia e matematica.” “Stupido.” Ridacchiò la
ragazza. Senza dirsi altro, i due si chinarono a
terra, per poi
poggiare le mani sul pavimento. Harry, Erza, Hermione e Lupin rimasero meno
impressionati
degli altri avendo già visto all’opera l’alchimia,
ma gli altri osservarono
increduli il pavimento ricostruirsi dal nulla, mentre le macerie
scomparivano.
Allo stesso modo anche la volta si ripristinò, assieme
all’incantesimo che
mostrava un cielo privo di nuvole, con la luna calante e le stelle che
brillavano. “Ugh… cosa mi sono
perso?” Chiese Gray, aprendo gli
occhi. “Ero sicuro di star combattendo…” A quella frase tutti scoppiarono a ridere.
~~~~~~~~~~~
Sirius Black avanzò verso il muro
che nascondeva il suo
attuale rifugio, tenendosi il fianco con la mano. “Non male… Non pensavo che
potesse essere così forte…” Mormorò
a se stesso, trattenendo un gemito di dolore. A quel punto i suoi occhi videro qualcosa
sfrecciargli
contro e alzò istintivamente una mano, che afferrò al
volo un fagiolo. “Mangialo.” Ordinò Dark,
avvicinandosi. “Hikari ti ha
guarito le ferite più gravi, ma è evidente che non
è stato sufficiente.” Il ricercato non rispose, limitandosi a
mettere in bocca
il fagiolo e mandarlo giù. Sgranò gli occhi quando
sentì il dolore scomparire,
come se non ci fosse mai stato. Inoltre si sentiva bene come non lo era
da
anni. “I danni fatti dai Dissennatori sono
troppo profondi per
venire eliminati immediatamente. A quelli solo il tempo può
porvi rimedio e-” Dark non riuscì a continuare che
ricevette un pugno in
faccia, che lo fece cadere indietro. Sirius abbassò il braccio,
sospirando. “Ora mi sento
meglio.” “C-Che succede?” Chiese Dudley,
mentre apriva il
passaggio, ritrovandosi a fissare l’incarnazione
dell’Equilibrio, che si stava
rialzando, massaggiandosi il naso, dal quale però non stava
cadendo nemmeno una
goccia di sangue. “Ahia… Forse dovevo aspettare
a guarirti…” “Smettila di fingere.”
Replicò Black, massaggiandosi la
mano. “Hai la testa tanto dura che mi sono quasi spaccato le
dita.” “Scusa, scusa… Ma come sai,
non mi piace mostrarmi superiore.”
Disse lui sarcastico. “C-Chi è?” Chiese
Dudley, fissandolo incredulo. Solo allora Dark si accorse di lui, e nel
vederlo sgranò
gli occhi. “Che ci fa lui qui?”
Esclamò sorpreso. “Lui non è un-” Ma si zittì quando vide la bacchetta
tra le sue mani.
Silenzio che durò solo pochi secondi, prima che
l’Equilibrio si portasse una
mano sulla faccia, cominciando a ridere. “Non ci credo! Questo era qualcosa
che non mi sarei mai
aspettato di vedere! E ne ho viste di cose assurde!” “E-Eh?” Fece Dudley, non
sapendo come reagire. “Perché una simile
reazione?” domandò invece Sirius. Dark si calmò, continuando
però a tenere sul volto il
sorriso. “Quando ci siamo visti nel passato, ho detto che viaggio
per i mondi,
ricordi, no? Beh, a essere più precisi, vengo anche da una
dimensione
parallela. E lì avevo già incontrato tempo fa Harry, Erza
e Hermione. E sono
abbastanza sicuro che lui non aveva un briciolo di magia.” “E-Ecco io, non volevo e-” “Calma, calma. Non era una critica.
Solo, sono contento
di vedere che ci sono cose ancora in grado di sorprendermi.” Lo
interruppe
subito lui, per poi far scomparire il sorriso. “Soprattutto visto
ciò che mi
attende.” Sirius lo osservò in silenzio.
Riconobbe quello sguardo. “Che cosa sta per succedere?” Dark ridacchiò senza gioia.
“Il potere ha sempre un
prezzo, questo vale anche per me. Mantenere l’Equilibrio
richiederà il suo
costo. Ero pronto a pagarlo… ma ora che si avvicina il momento,
devo trovare
una soluzione per riportare le cose com’erano prima.” “Di che diamine stai parlando?” “La guerra che attende me e
Hikari… devo fare in modo di
essere io l’unico a non vedere ciò che la
seguirà.” “G-Guerra? Sta per scoppiare una
guerra?” Chiese
spaventato Dursley. “Non qui. Non ora. Ma so da sempre
che io non sopravvivrò
a essa. E ora nemmeno Hikari…” “Dev’essere dura. Voler
cambiare gli eventi e non poterlo
fare.” Ammise Black. “Come te, anch’io vorrei
rimediare a molti dei miei
errori. Mi consolo pensando che nemmeno se avessi mantenuto i miei
ricordi del
nostro precedente incontro avrei potuto realmente cambiare le cose,
visto che
avrei agito nello stesso modo pensando di tenerli al sicuro.”
Mentre diceva ciò
chiuse le mani a pugno. “Quel piccolo ratto… lo
ucciderò più che volentieri!” Dark sospirò. “Vedi solo di
stare attento. Harry ti dà
ancora la caccia. Ho fatto in modo che tu possa ancora sfruttare il
fattore
sorpresa, vedi di non sprecare questa possibilità.” “Che cosa gli hai fatto
dimenticare?” Dark si girò, per poi cominciare ad
allontanarsi. “Diciamo solo che sono convinti che
io sono arrivato
qualche minuto prima, e che i Malandrini sono giunti solo dopo che io
li ho salvati.”
~~~~~~~~~~~
Il custode dello Specchio delle Brame
osservò la seconda
figura infrangersi, proprio com’era successo un anno prima. “E anche Hakai ha fatto il suo gioco.
Ora ne mancano solo
due e-” “Quindi ci sei tu dietro a tutto
questo.” Fece una voce. La figura voltò il suo sguardo,
ritrovandosi a fissare
Hikari, che chiuse la porta dietro di sé. “Custode dell’Equilibrio.
È un onore incontrarti di
persona.” “Meno giri di parole. So bene chi
sei. Ho i ricordi anche
di Dark, oltre che di tutti i nostri predecessori.” “Io sono solo un umile riflesso posto
come custode di
questo specchio.” “Uno specchio con all’interno
una Pietra Filosofale.”
Disse algida Hikari. “È grazie a quella se sei riuscito a
far apparire qui
Hakai, non è vero?” La figura sorrise. “Volevo solo
vedere cosa sarebbe
successo.” “Hai messo a rischio
l’esistenza non solo di questo
mondo, ma di questo intero universo!” Disse la ragazza irata.
“E solo per tuo
divertimento!” “Solo per mio divertimento? Non direi
proprio. Non ancora
almeno. È tutto in previsione di quel momento. Mancano ancora
due visitatori
prima che possa iniziare il mio divertimento. Voglio vedere cosa sono
in grado
di fare quei ragazzi.” “Dovrei distruggere quello specchio
in questo preciso istante!
Dammi un solo motivo per non farlo!” “Perché non potete interferire
con ciò che avviene in
questo mondo. È la vostra regola, non è questa la
verità?” “Ma tu-” “Io sono solo un’eco.
Un’ombra. E appartengo a questo
mondo da sempre. Quindi non puoi fare nulla per fermarmi. È
vero, prelevo
persone da universi paralleli… ma come hai visto, se le cose si
mettono troppo
male, posso anche rispedirle indietro. Proprio come ho fatto con Hakai.
Dopotutto, se fosse rimasto qui fino alla fine sarebbe stato capace di
farsi
esplodere per uccidervi.” Hikari restò in silenzio, per poi
voltarsi. “Cosa sarebbe successo se noi non
fossimo arrivati?”
chiese. “Non ho mai preso in considerazione
tale possibilità.
Sapevo che sareste venuti. Non mi aspettavo il Dottore, lo ammetto, ma
è stata
una piacevole sorpresa.” La Custode non disse altro, limitandosi a
uscire dalla
stanza. A quel punto la figura ridacchiò
nuovamente. “Li ho
sottovalutati. Non pensavo mi avrebbero scoperto, ma non
importa… Ora, vediamo
come vanno le cose dall’altra parte…”
~~~~~~~~~~~
“Allora ve ne andate?” Chiese
Majutsu a Dark e i suoi
compagni, i quali erano davanti all’ingresso del TARDIS. “Sì. Vi abbiamo già
rovinato a sufficienza le vacanze di
Natale. E poi, abbiamo anche noi i nostri impegni.” “Senza contare che il mio maestro mi
punirà non poco se
non torno presto.” Disse Tsuna, sospirando. “Reborn non
è uno che perdona chi
si allontana dall’allenamento, neppure se su richiesta
dell’essere più potente
dell’universo.” “Su, su. Al massimo ti sparerà
in testa.” Ridacchiò
Hikari. “Nulla a cui non sei abituato.” “La magia che hai effettuato sul
Ministro e gli altri
professori è stata magistrale.” Disse Silente,
rivolgendosi all’incarnazione
dell’Equilibrio. “Non ricordano minimamente tutto
ciò che è successo dopo il
pranzo di Natale.” “Sappiamo cosa significa mettere a
rischio un segreto.
Ah, a proposito…” Dark mise una mano in tasca, tirando fuori
una piccola
scatola, che porse a Lupin. “So che vuoi tenere delle lezioni
speciali a Harry
e gli altri, ma qualcosa mi dice che stavi cercando una soluzione su
come
tenere tale corso, vero? Questo vi tornerà utile. L’ho
costretto ad assumere un
solo aspetto. Vedete solo di non eliminarlo troppo presto.” Il professore sorrise e annuì,
prendendo la scatola.
“Grazie. Mi hai risolto un bel problema.” “Mi spiace non poter fare di
più ma-” “Ma non potete interferire con questo
mondo!” Conclusero
assieme i gemelli. “Lo sappiamo!” “Vedo che avete capito.” Rise
Dark. “Bene, allora credo
che questo sia un addio. Nessuno di noi dovrebbe più
disturbarvi.” “E se qualcuno dovesse osare, lo
rispediremo al
mittente.” Replicò Erza, incrociando le braccia.
“Dopotutto, ora abbiamo spade
e armature rinforzate.” “Grazie ancora per aver controllato
anche la mia spada.”
Fece Neville, guardano i Custodi, che lo tranquillizzarono scuotendo le
mani. “È stato decisamente
più difficile sistemare la Sala
Grande. Inoltre, quella spada era già ottima di suo.
Probabilmente una delle
lame più vicine al Keyblade che ho visto finora.” “Andiamo?” Domandò il
Dottore. “Ho detto che voglio
vedere il momento in cui è stata posta la prima pietra di questo
castello. Non
credo ci capiterà tanto presto un’altra occasione
simile!” “Scusatelo.” Intervenne Clara,
prendendo il Dottore per
un braccio e cominciando a condurlo dentro il TARDIS. “Lo
obbligheremo a
saltare questa sua visita. Tremo al pensiero di cosa potrebbe
combinare.” “Ehi!” “Ti ricordo che Elisabetta ti sta
ancora cercando per
tagliarti la testa.” Tutti scoppiarono a ridere nel vedere il
Dottore venire
portato dentro la macchina del tempo a forza. “Grazie di tutto.” Disse Harry.
“L’esperienza che ho
vissuto… è stata dolorosa, ma utile. Ora so cosa devo
fare.” Dark e Hikari annuirono. “Sarà un peccato non vederci
più.” Fece Luna. “I Nargilli
facevano le feste con voi.” “Sono sicuro che se ne faranno una
ragione.” Rispose
Dark, per poi alzare di colpo la testa. “Che succede?” Gli chiese
Hikari, osservando la parete verso
la quale lo sguardo del suo compagno era rivolto. “… Nulla, dev’essere
stata una mia immaginazione… Ma per
un attimo ho avvertito quella stessa presenza che ho incontrato nel
passato…” Dark scosse la testa, per poi salutare
tutti ed entrare
nel TARDIS, il quale cominciò a smaterializzarsi diventando
trasparente un paio
di volte, per poi svanire del tutto, assieme a quel suo strano rumore
che lo
accompagnava sempre. Dietro il muro, Melody guardò la
loro partenza in
silenzio, per poi allontanarsi.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Harry rientrò per primo nel
dormitorio, deciso a buttarsi
sul letto e dormire per almeno un giorno intero. Ma prima che potesse mettere in pratica il
suo piano, lo
sguardo del mago scivolò su una busta bianca poggiata sul suo
cuscino. Sopra
c’era solo scritto ‘Per
Harry’. Majutsu, incuriosito, la prese in mano, per
poi sedersi
sul letto. La osservò qualche secondo, mettendola in controluce
per vederne il
contenuto ma senza ottenere alcun risultato. Alzando le spalle, l’aprì,
lasciando scivolare fuori una
lettera e una seconda busta più piccola. Harry, Non so come
cominciare… In fondo, quello che sto facendo è unico nel
suo genere… e posso
solo sperare che l’incantesimo che porrò su questa lettera
funzioni come
previsto. Se è così, dovresti averla ricevuta la sera del
26 dicembre del tuo
terzo anno. Sono passati quasi
dieci anni da quando ci siamo incontrati, e come avrai dedotto anche
tu, molte
cose sono cambiate. In primis il probabile congelamento
dell’inferno, visto che
alla fine mi sono davvero sposata con James. Le cose tra me e
Severus si sono complicate, e adesso non ci rivolgiamo più la
parola. Soprattutto
dopo ciò che ha fatto… ma non è questa lettera che
dovrà spiegartelo. Sono
sicura che Silente ti rivelerà la verità quando lo
riterrà giusto. Ora ti starai
chiedendo perché ho scritto questa lettera, o meglio,
com’è possibile. Beh,
sembra che nemmeno Dark possa sovrastare l’amore di una madre
verso il proprio figlio.
Quando sei nato, quando ti ho tenuto tra le mie braccia, mi sono
ricordata
tutto. Solo io. James, Sirius, Remus e Peter ancora ignorano quel
giorno, e io
non dirò loro nulla. So che giungerà il momento in cui
ricorderanno. Sfortunatamente, se
hai ricevuto questa lettera significa che alla fine gli eventi non sono
cambiati. Nonostante i tuoi avvertimenti, sia io che James continuiamo
a
fidarci di Sirius. Sono sicura che non ci potrà mai tradire
volontariamente.
Stiamo cercando una soluzione per proteggerci, ma a quanto pare, chi ci
ha
tradito riuscirà a ingannarla. Harry, voglio farti
sapere che non importano le scelte che hai fatto e che farai, tu sei
sempre
nostro figlio. Io e James non potremmo essere più fieri di te.
Dopotutto, sarai
colui che sconfiggerà Tu-Sai-Chi. E i tuoi amici sono dei
preziosi alleati, non
dimenticarlo. Non potrò mai
vedere la tua gilda, Fairy Tail, ma sento che è davvero la tua
casa. Ho
percepito chiaramente la tua devozione verso essa e tutti coloro che ne
fanno
parte, ed è ammirevole. L’unica cosa che mi dispiace
è di non poter essere
presente fisicamente al tuo fianco. Ma io e James saremo sempre vicino
a te. Ti
seguiremo ovunque, e ti appoggeremo in ogni situazione. Non dimenticarti
mai che ti abbiamo voluto bene, sempre. Tu sei il nostro Harry, il
nostro Majutsu,
e nulla potrà cambiarlo. Signore oscuro o no. So che non è molto,
ma assieme a questa lettera ti ho spedito un piccolo pensiero. Spero
risulti di
tuo gradimento. Con amore, mamma. Majutsu, tremante, prese in mano la seconda
busta,
aprendola e tirando fuori una fotografia: all’interno si poteva
vedere un
bambino dai disordinati capelli neri che cavalcava una piccola scopa
volante,
affiancato da Lily e James, con Sirius alle loro spalle, tutti con un
sorriso
sul volto. L’espressione di gioia sul volto di
sua madre si offuscò
quando una goccia d’acqua cadde su di lei. Harry chinò in avanti la testa,
incapace di trattenere
oltre le lacrime, che cominciarono a scendere copiose. Si accorse appena della porta che si
aprì. Erza era salita per chiamarlo e avvertirlo
che Natsu e
gli altri volevano fare una partita a Spara Schiocco, ma non disse
nulla dopo
averlo visto. “Era davvero una strega
eccezionale…” Singhiozzò il moro,
senza voltarsi. “Davvero straordinaria…” “Harry…” “Sono fiero di essere suo figlio. E
ora so cosa devo
fare…” Titania restò ferma, mentre Majutsu
si voltò a guardarla. “Erza… ascolta attentamente
ciò che sto per dirti. Non deve
saperlo nessuno, ma mi serve che tu ti fidi di me. Devo sapere che non
sarà
tutto inutile.” La rossa non disse nulla, ma annuì,
chiudendo la porta
alle sue spalle.
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Makarov pronunciò la parola
d’ordine che aveva ricevuto
quando Fanny era apparsa di fronte a lui per portarlo a Hogwarts. Era incuriosito: Silente di solito lo
faceva apparire
direttamente nel suo studio, ma stavolta era apparso fuori, e nella
lettera con
la parola d’ordine c’era anche una richiesta piuttosto
particolare. Aprì la porta, ritrovandosi a
guardare un sorridente
Silente, ma non era da solo: in piedi, davanti alla sua scrivania
c’erano una
donna gigantesca dal viso olivastro, con grandi occhi neri liquidi e il
naso
piuttosto grifagno; i suoi capelli erano raccolti in una crocchia
lucente alla
base del collo. Era vestita da capo a piedi di satin nero, e molti
splendidi
opali scintillavano attorno al collo e sulle sue dita enormi. Al
suo fianco invece
c’era un uomo alto e sottile
come Silente, ma i suoi capelli bianchi erano corti, e il pizzetto, che
finiva
con un piccolo ricciolo, non riusciva a nascondere del tutto il mento
debole.
Era avvolto da una pelliccia liscia e argentea, come i suoi capelli. “Makarov.
Grazie
per essere venuto subito.” Lo
salutò Silente. “Silente,
chi
è costui?” Domandò la donna, con
accento francese. Il
Master di Fairy
Tail sorrise, per poi fare un
inchino. “Il mio nome è Makarov Dreyar. Onorato di
conoscervi.” “Mon
plaisir, monsieur
Makarov. Je suisMadame Maxime.”
Rispose lei,
sorpresa dalle sue maniere e parlando in francese, lasciando
leggermente
interdetto il vecchio uomo. Poi
il vecchio Master
si rivolse all’altro ospite.
“E con chi altri ho il piacere di parlare?” “Igor
Karkaroff.” Rispose lui freddamente, per poi
voltarsi verso il preside. “Silente, cosa significa? Credevo che
solo noi tre
dovessimo essere presenti a questa riunione.” Silente
annuì,
per poi alzarsi in piedi. “Infatti
il motivo per cui vi ho fatti venire qui è proprio per Makarov.
Mi piacerebbe fare una piccola modifica al nostro progetto… e
sono sicuro che
tutti voi sarete d’accordo con me.”
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Ok... ci ho messo un po', ma ho aggiornato!
E infine, anche questo terzo Natale è giunto alla conclusione...
lasciandosi alle spalle nuovi misteri!
Ovviamente la maggior parti di essi resteranno tali ancora per un bel
po', mentre altri vedranno presto la loro spiegazione... ma aspettatevi
di tutto e di più ù.ù.
Vi chiedo scusa per il ritardo, ma è stato un periodo piuttosto
pieno... spero di non farvi aspettare troppo per il prossimo!
Anche se nell'attesa potrebbe arrivare qualche altro mio progetto...
questa volta più corto ma molto, molto più folle XD
“Ti hanno regalato cosa?!”
Sputò
Oliver Baston, facendo cadere a terra il catalogo di scope che teneva
in mano, guardando incredulo Harry, che sospirò.
“Una Firebolt, però per il momento non ce l’ho
più. Visto che non sappiamo chi me l’ha spedita,
l’ho lasciata alla McGranitt per farla controllare.”
“Tu… Tu hai…” Bofonchiò il capitano
della squadra, allontanandosi sconvolto.
“Credo che un colpo di Hakai sarebbe risultato meno fatale per
lui.” Ridacchiarono i due gemelli.
“È solo una scopa.” Replicò Erza.
“Non è solo una scopa! È una Firebolt!”
Esclamò Ron, incredulo. “Davvero, come potete giocare a
Quidditch e non interessarvi di queste cose?!”
“Semplice: abbiamo questioni più importanti a cui
pensare.” Rispose Majutsu. “Tipo trovare Black.”
“Lo vuoi ancora uccidere?” Chiese Hermione, senza
nascondere il suo timore.
“Prima voglio chiedergli perché l’ha fatto. Mio
padre sembrava fidarsi di lui ciecamente, fino alla fine.” Fece
il moro, ripensando alla lettera della madre.
“Io ancora non riesco a crederci!” Dichiarò Fred.
“Per quasi tre anni siamo stati amici nientemeno che del figlio
di uno dei nostri eroi! E ora sappiamo anche chi sono!”
“E questo spiega come ha fatto Black a entrare a
Halloween.” Mormorò Gray. “Se ha contribuito alla
creazione della Mappa, possiamo ben pensare che la conosca a
memoria.”
“Il professor Lupin di certo ha già avvertito Silente di
questo. Comunque, non può andarsene in giro facilmente con tutti
quei Dissennatori.”
Hermione si morse un labbro.
“A proposito, Lupin ti ha più detto nulla sulle lezioni
per affrontarli?” Chiese Natsu. “Non voglio rischiare di
perdere contro di loro di nuovo.”
“Sì, gli ho parlato ieri. Non appena si riprende dalla
malattia, userà il dono di Dark per aiutarci. Anche se non mi ha
detto di cosa si tratta.”
“È ancora malato?” Domandò Neville.
“Dev’essere proprio una brutta malattia…”
“Beh, quello credo proprio di sì… In effetti,
dubito fortemente che per lui sia un piacere.” Ammise Lucy.
“Sai di cosa si tratta?” Chiese Ron, sorpreso.
“Beh, da loro c’era da aspettarselo.”
Ridacchiò Fred. “Ma sono curioso. Che cos’ha?”
“Non è ovvio?” S’intromise una voce, facendoli
sobbalzare.
Era stata Melody a parlare, impegnata a leggere un libro
d’incantesimi su una poltrona vicina.
“Lo hai capito anche tu, aye?” Chiese sorpreso Happy.
La ragazzina non parlava quasi mai, se non quando interpellata dai
professori e poche altre occasioni. “Certo. Non è poi
così difficile, ma per quel che mi riguarda, non è un
problema.”
“Nel senso che non è contagioso?”
“Non di solito. Basta stargli lontano quando si aggrava.”
“Quando si aggrava?” Ripeté Ginny, chinando
leggermente la testa di lato.
Melody sbuffò, chiudendo di colpo il libro e alzandosi.
“Non sta a me dirvelo. Vedete un po’ di capirlo da
soli.”
E dicendo ciò salì in dormitorio.
Il giorno dopo ripresero le lezioni.
L’ultima cosa che gli studenti potevano desiderare, a esclusione
di Gray, era passare due ore all’aperto in una gelida mattina di
gennaio, ma Hagrid aveva preparato un falò pieno di Salamandre
per divertirli, e trascorsero una lezione insolitamente piacevole
raccogliendo legna secca e foglie per alimentare il fuoco, mentre le
bestiole scorrazzavano su e giù per i ceppi incandescenti che si
sgretolavano, e a evitare che Natsu si concedesse uno spuntino.
La prima lezione di Divinazione del nuovo trimestre fu invece molto
meno divertente: la professoressa Cooman era passata alla Lettura della
Mano, e informò subito Harry che aveva le linee della vita
più brevi che avesse mai visto, ottenendo un sospiro esasperato
dal diretto interessato.
Fu una settimana dopo che finalmente Lupin si avvicinò a loro al
termine della sua lezione.
“Vi andrebbe bene giovedì sera alle otto?” Majutsu,
Titania, Natsu e Gray annuirono.
“Che cosa faremo esattamente?” Domandò Erza,
guardando il professore mettersi una mano sotto il mento.
“Ho aperto il pacchetto che ci ha lasciato Dark. E devo dire che
anche da assente dimostra quanto fosse diverso da noi. Vedrete, sono
sicuro che con le vostre capacità riuscirete a padroneggiare
l’incantesimo che ho in mente per voi in poche lezioni. Allora ci
vediamo giovedì sera nella classe di Storia della Magia,
d’accordo?”
I quattro annuirono, per poi allontanarsi.
Alle otto di giovedì sera, il gruppetto salutò gli amici
e si diresse sul luogo della lezione. L’aula era buia e vuota
quando arrivarono, ma Natsu provvide subito ad accendere le lanterne e
dopo soli cinque minuti apparve il professor Lupin con la scatola
lasciatagli da Dark, che posò sulla scrivania del professor
Rüf.
“Allora che cos’è?” Chiese Gray.
“Un altro Molliccio.” Rispose Lupin, togliendosi il
mantello. “Dark lo ha bloccato facendo in modo che possa
diventare solo un Dissennatore. Sarà meno potente di uno vero e
fortunatamente non potrà essere letale, ma per noi andrà
più che bene.”
“Mi pare un buon piano.” Annuì Erza.
“Allora…” Il professor Lupin estrasse la bacchetta e
fece cenno ai ragazzi di imitarlo. “L’incantesimo che
cercherò di insegnarvi è magia molto avanzata…
molto al di sopra del Fattucchiere Ordinario, e probabilmente nemmeno
con la vostra… magia alternativa riuscirete a padroneggiarlo
subito. Si chiama Incanto Patronus.”
“Come funziona?” Domandò Harry, curioso.
“Beh, quando funziona correttamente, evoca un Patronus.”
Spiegò Lupin. “Che è una specie di
Anti-Dissennatore. Un guardiano che fa da schermo fra te e il
Dissennatore. Il Patronus è una forza positiva, una proiezione
delle cose di cui si alimenta il Dissennatore: la speranza, la
felicità, il desiderio di sopravvivere, ma non può
provare la disperazione come i veri esseri umani, quindi i Dissennatori
non sono in grado di fargli del male.”
“Bello!” Esclamò entusiasta Natsu. “Che
aspetto ha un Patronus?”
“Ciascuno è unico per il mago che lo evoca.”
“E come si fa a evocarlo? Mi pare di capire che non basti agitare
la bacchetta, no?” Intervenne Erza.
“Con un incantesimo che funziona soltanto se ti concentri con
tutte le tue forze su un solo ricordo molto felice.”
I quattro maghi restarono in silenzio. Un ricordo felice? Beh, con
tutto quello che avevano passato in gilda non doveva essere troppo
difficile.
“L’incantesimo è questo.” Lupin si
schiarì la voce. “Expecto Patronum!” “Expecto Patronum!”
Ripeterono i quattro maghi. “Expecto
Patronum!”
“Vi state concentrando su un ricordo felice?”
Tutti annuirono. “Expecto Patronum!
Expecto Patronum!”
Qualcosa schizzò fuori all’improvviso dalla punta delle
loro bacchette, simile a un filo di gas argenteo.
“Molto bene!” Esclamò Lupin con un sorriso.
“Ora... siete pronti a provarci con un Dissennatore? Uno per
volta ovviamente. Chi comincia?”
“Io!” Si fece avanti Majutsu, stringendo forte la bacchetta
e spostandosi al centro della classe.
Lupin afferrò la scatola e l’aprì.
Un Dissennatore si levò lentamente, il viso incappucciato
rivolto verso Harry, una mano spettrale e coperta di croste che
tratteneva il mantello. Le lanterne tutt’intorno guizzarono e si
spensero. Il Dissennatore uscì dal contenitore e prese ad
avanzare in silenzio verso Harry, traendo respiri rotti e profondi.
Un’ondata di gelo pungente investì i presenti. “Expecto Patronum!”
Urlò Majutsu. “Expecto
Patronum! Expecto-”
Ma la classe e il Dissennatore si stavano dissolvendo… Harry
cadeva di nuovo in una fitta nebbia bianca, e la voce di sua madre
risuonò nella sua testa…
“Harry no! Harry no! Per favore…
farò qualunque cosa…”
Scrosci di risa penetranti… Si
divertiva al suo terrore…
“Harry!”
Il moro riaprì di colpo gli occhi. Era disteso sul pavimento, a
pancia in su. Le lanterne della classe erano di nuovo accese. Non
dovette chiedere che cos’era successo.
“Accidenti… Sarà falso, ma è decisamente
efficace…” Borbottò, alzandosi a sedere.
“Stai bene?” Gli chiese Lupin.
“Sì…” Harry si aggrappò a un banco, si
alzò e vi si appoggiò. “Solo il tempo di recuperare
un po’ di forze.”
“Ecco…” Lupin gli porse una Cioccorana.
“Mangiala prima di riprovare. Non mi aspettavo che ce la facessi
la prima volta. In effetti mi sarei stupito se ti fosse riuscito.”
“Non credevo avrei provato di nuovo così tante
difficoltà nell’apprendere un incantesimo…”
Ammise Harry, per poi sorridere. “Sarà interessante.”
Il professore lo guardò, mentre gli altri si affiancavano
all’amico.
“Ditemi… Questa Fairy Tail è davvero così
bella? Silente non mi ha voluto dire molto, anche dopo avergli detto
che sapevo la verità.”
“È il posto migliore del mondo!” Esclamò
Natsu. “Ci sono tutti i maghi più forti!”
Lupin sorrise. “Capisco. Allora sono contento che Harry sia
finito lì, però sono curioso… come hai fatto ad
apprendere la loro magia?”
Harry sospirò. “Non è stato affatto facile. Mi ci
è voluto quasi un anno prima di riuscire a destreggiarla senza
problemi. Sono stato aiutato dal mago più forte della gilda, ma
anche con lui ci è voluto un po’. Dopotutto, immagino
fosse perché da noi non esistono bacchette magiche, e qui sono
secoli che i maghi usano solo quelle per eseguire le magie.”
“Fai pure millenni.” Ridacchiò il professore.
“Bene, ora direi che tocca a me.” Intervenne Erza,
preparando la bacchetta.
Il quartetto continuò nelle settimane successive a esercitarsi
con l’Incanto Patronus, ottenendo di volta in volta risultati
migliori, ma senza mai riuscire a evocarne uno vero e proprio.
Corvonero giocò contro Serpeverde una settimana dopo
l’inizio del trimestre. Vinse Serpeverde, anche se di stretta
misura. Secondo Baston, era un bene per Grifondoro, che si sarebbe
piazzato secondo se a sua volta avesse battuto Corvonero. Quindi Baston
portò il numero degli allenamenti a cinque la settimana.
Con le lezioni Anti-Dissennatore di Lupin, gli allenamenti di Quidditch
e i compiti, il gruppo di Fairy Tail per la prima volta si
ritrovò in difficoltà a gestire la situazione, ma quella
che se la passava peggio di tutti era Hermione.
Anche se ora sapevano come faceva a seguire tutte le lezioni, Harry ed
Erza non potevano non preoccuparsi vedendo quanto fosse vicina a un
esaurimento nervoso.
“Bisogna fermarla, o esploderà davvero.” Fece
preoccupato Gray, guardandola seduta in un angolo della Sala Comune,
con parecchi tavoli coperti di libri, schemi di Aritmanzia, dizionari
di rune, diagrammi di Babbani che sollevavano oggetti pesanti e
quaderni su quaderni di appunti fitti fitti.
“E non usa neppure gli Occhiali del Vento… non credevo
fosse umanamente possibile!” Esclamò Lucy.
Gennaio si trasformò quietamente in febbraio, senza alcun
cambiamento nel tempo, ancora freddo pungente. La partita contro i
Corvonero si avvicinava, ma Harry non aveva ancora ordinato una scopa
nuova, aspettando pazientemente che la McGranitt terminasse di
controllare la Firebolt: sapeva che anche se fosse stata maledetta,
alla fine sarebbe rientrata in suo possesso, sicura al cento per cento.
Il problema era Baston, che non aveva la sua stessa pazienza, e
continuava a importunare la vicepreside per sapere a che punto era.
Aveva anche perso cinque punti quando aveva fatto notare che anche se
la scopa avesse disarcionato Harry, lui sarebbe riuscito a prendere il
Boccino prima di cadere a terra.
Una sera, dopo la lezione anti-Dissennatori, Lupin tirò fuori
una bottiglia di Burrobirra, che i quattro studenti accettarono
volentieri di bere, avendo avuto già modo di assaggiarla a
Hogsmeade.
“Grazie mille.” Fece Natsu, mandando giù tutto il
contenuto del bicchiere in un solo sorso. “Almeno qualcosa di
buono dopo tutti questi tentativi andati a vuoto.”
“Non dire così. State facendo ottimi progressi. Vi ho
detto che ci sono anche maghi che non riescono a usarlo.”
“Io credevo che un Patronus schiacciasse i Dissennatori, che li
facesse sparire… Ma il massimo che abbiamo ottenuto è
stato farlo indietreggiare.” Commentò Gray scocciato.
“Un vero Patronus lo fa.” Rispose Lupin. “Ma non
dovete preoccuparvi. Se i Dissennatori si fanno vedere alla prossima
partita di Quidditch, sarete in grado di tenerli a bada abbastanza a
lungo da riuscire a tornare a terra.”
“Spero che non succeda. Voglio affrontarli, è vero, ma se
posso evitare finché possibile o finché non sono sicuro
di vincere…” Mormorò Majutsu.
“Professore…” Intervenne Erza, poggiando
delicatamente il bicchiere sul tavolo. “Mi chiedevo… che
cosa c’è sotto il cappuccio dei Dissennatori?”
Gli altri tre compagni la guardarono in silenzio, ma tutti loro
condividevano la stessa curiosità.
“Non si sa.” Disse Lupin dopo qualche secondo. “I
soli che l’hanno visto… beh, non sono in grado di
raccontarlo.”
“È come il Basilisco?”
Il professore scosse la testa. “Molto peggio. Il Dissennatore
abbassa il cappuccio solo quando decide di usare la sua arma
peggiore.”
“Quale?”
“Lo chiamano il Bacio del Dissennatore.” Spiegò
Lupin con un sorriso un po’ obliquo. “È quello che
fanno i Dissennatori quando vogliono distruggere completamente
qualcuno. Immagino che ci siano delle fauci lì sotto,
perché le stringono sulla bocca della vittima e… le
succhiano l’anima.”
Tutti e quattro i maghi sputarono un po’ di Burrobirra.
“Fanno cosa?!” Esclamò incredula Erza.
“Non è come ucciderli?” Chiese invece Gray.
“Oh, no. È molto peggio. Puoi esistere anche senza
l’anima, sai, purché il cuore e il cervello funzionino
ancora, ma non avrai più nessuna idea di te stesso, nessun
ricordo… nulla. Non è possibile guarire. Esisti e basta.
Come un guscio vuoto. E la tua anima se n’è andata per
sempre… è perduta.”
Lupin prese un altro sorso di Burrobirra e poi disse: “È
la sorte che attende Sirius Black. C’era scritto stamattina sulla
Gazzetta del Profeta. Il Ministero ha dato ai Dissennatori il permesso
di procedere se lo trovano.”
Harry restò in silenzio. “Capisco. Quindi è
così che finirà…”
“Ti dispiace per lui?” Domandò il professore.
“Non so… fino a prima di Natale, avrei gioito di questa
notizia… ma ora… Non posso negare che ho diversi
dubbi.”
“Gli stessi che ho io. Ancora fatico a credere che abbia davvero
tradito James e Lily. E ucciso Peter…”
“Perché? Perché l’ha fatto?”
“Qualunque sia stato il motivo, è imperdonabile.”
S’intromise Gray. “Ha tradito i suoi amici, gli ha voltato
le spalle… li ha venduti al nemico! E solo per il suo tornaconto
personale!”
Harry distolse lo sguardo, mentre Erza lo fissava sconsolata.
“Potter.” Si sentì chiamare la mattina dopo dalla
McGranitt, che si avvicinò al tavolo di Grifondoro.
“Abbiamo fatto tutto quello che ci veniva in mente, e sembra che
non abbia niente che non va... hai un vero amico da qualche parte,
Potter.”
Dicendo ciò agitò la bacchetta, per poi far apparire tra
le mani di Majutsu la sua Firebolt, splendida come quando l’aveva
ricevuta.
“Yahoo!!!” Esultò Baston, saltando in piedi e
alzando le braccia, ricevendo uno sguardo sorpreso da tutti quanti.
“E proprio il giorno prima della partita! Fantastico!”
~~~~~~~~~~~
Melody fece il solletico a una pera dipinta in un quadro di frutta,
facendo così aprire un passaggio segreto. Senza preoccuparsi di
nulla lo varcò, venendo subito accolta da decine di elfi
domestici, tutti con la stessa uniforme, ovvero uno strofinaccio con
ricamato il blasone di Hogwarts, drappeggiato a mo’ di toga.
“Signorina Melody!” Squittì uno di essi.
“Bentornata!”
La ragazza sorrise, mentre un altro elfo le portava un vassoio pieno di
cibo.
“Grazie. Avevo una certa fame, ma sopra tutti non fanno che
parlare di Quidditch… è una tale noia…”
“Non si preoccupi. Può venire qui quando vuole!”
La ragazza annuì, per poi sedersi a un tavolino lì
vicino. Ma prima ancora di poter dare un morso, la porta della cucina
si aprì di nuovo, facendo entrare un ragazzo con la divisa di
Grifondoro.
Dudley richiuse la porta dietro di sé, venendo anche lui accolto
subito dai gioiosi elfi. I suoi occhi però si allargarono quando
vide Melody, che tuttavia cominciò a mangiare senza degnarlo di
un ulteriore sguardo.
Il ragazzo, tremando, prese il vassoio che gli veniva offerto, per poi
allontanarsi.
“Cos’è tutto questo nervosismo?”
Domandò la ragazza, senza guardarlo. “Sono qui
anch’io, non andrò di certo a fare la spia perché
ti sei intrufolato nelle cucine. O sono io a farti così tanta
paura?”
Dudley deglutì. “N-No… solo, non sono abituato a
stare con altri ma- compagni. Preferisco stare da solo.”
Alla ragazza non era sfuggito il suo lapsus, ma lo ignorò.
“Immagino sia per questo che non ti ho mai visto prima.”
“G-Già… vengo sempre qui a mangiare… Ho
sentito alcuni che dicevano come entrare e così-”
“Smettila di giustificarti.” Sbottò Melody,
addentando una salsiccia. “Lo odio.”
“S-Scusa.”
“Nemmeno tu sei un fan del Quidditch, vero? Altrimenti saresti
già andato allo stadio per non farti vedere, stando a quel che
dici.”
“I-Infatti… non mi è mai piaciuto… Sono di
origini Babbane, e sono ancora legato ai loro sport…”
“Ti capisco. È lo stesso anche per me, anche se non mi
sono mai appassionata nemmeno agli sport Babbani. Ho sempre preferito
studiare.”
Dudley annuì, muovendosi per allontanarsi, solo per fermarsi
dopo un paio di passi.
“Forse…” Mormorò a bassa voce, per poi
girarsi. “S-Scusa la domanda… tu per caso ti ricordi la
parola d’ordine per entrare nella Sala Comune? Ho dimenticato
quella nuova…”
“Non mi sorprende. Pure io ne devo tenere nota, a causa di quel
quadro pazzo.” Rispose la ragazza, tirando fuori un foglio dalla
tasca. “Vediamo… oggi la parola d’ordine è ‘Medioevo fellone’.
Certo che sono proprio assurde…”
“G-Grazie…” Fece Dudley.
“La prossima volta vedi di chiederla prima di allontanarti.”
“L-Lo farò. C-Ciao.” Detto ciò corse fuori,
lasciando Melody a bere il suo succo di zucca.
“Così finalmente sono riuscito a incontrarlo… il
misterioso studente.”
~~~~~~~~~~~
Alle undici meno un quarto, la squadra di Grifondoro si avviò
agli spogliatoi. Il tempo non avrebbe potuto essere più diverso
da quello della partita contro Tassorosso. Era una giornata limpida e
fresca, con un venticello leggero; questa volta non ci sarebbero stati
problemi di visibilità.
“Sapete che cosa dobbiamo fare.” Affermò Baston
mentre si preparavano a uscire dagli spogliatoi. “Se perdiamo
questa partita, siamo fuori gara. Voi… comportatevi come negli
allenamenti e andrà tutto bene!”
Uscirono in campo, accolti da un tumultuoso applauso. La squadra di
Corvonero, vestita di blu, era già schierata a metà
campo. Il loro Cercatore, Cho Chang, era l’unica ragazza della
squadra.
“Baston, Davies, stringetevi la mano.” Disse Madama Bumb
spiccia, e Baston tese la mano al capitano di Corvonero.
“Salite sulle scope… al mio fischio… tre…
due… uno…”
Harry si librò a mezz’aria e la Firebolt scattò
più alta e più veloce di ogni altra scopa; il suo
cavaliere fece un giro di prova sopra lo stadio e prese a guardarsi in
giro in cerca del Boccino, ascoltando la cronaca affidata
all’amico dei gemelli Weasley, Lee Jordan.
“Sono partiti, e l’attenzione di tutti in questa partita
è puntata sulla Firebolt che Harry Potter cavalca per
Grifondoro. Secondo la Guida ai Manici di Scopa, la Firebolt
sarà la scopa prescelta dalle squadre nazionali alla Coppa del
Mondo di quest’anno…”
“Jordan, ti dispiacerebbe dirci che cosa succede in campo?”
Lo interruppe la voce della professoressa McGranitt.
“Sicuro, professoressa… stavo dando solo qualche
informazione in più… la Firebolt, tra parentesi, monta un
Incantesimo Autofrenante e-”
“Jordan!”
“Ok, ok, Grifondoro in possesso di palla, Erza Scarlett sfreccia
verso la porta…”
Harry oltrepassò Katie puntando nella direzione opposta e
guardandosi in giro in cerca di uno scintillio dorato. Cho Chang se ne
accorse subito, lo tallonava. Era una giocatrice esperta: continuava a
tagliargli la strada, costringendolo a cambiare direzione.
“Falle vedere come acceleri, Harry!” Urlò Fred,
superandolo per puntare a un Bolide che si dirigeva verso Erza.
Majutsu spinse in avanti la Firebolt mentre giravano attorno alle porte
di Corvonero, e Cho rimase indietro. Proprio mentre Katie segnava il
primo goal della partita, e i giocatori di Grifondoro esultavano, lo
vide: il Boccino era quasi a terra e svolazzava vicino a una delle
barriere.
Harry scese in picchiata; Cho lo vide e si lanciò al suo
inseguimento. Potter accelerò, pervaso dall’eccitazione;
le picchiate erano la sua specialità, mancavano solo tre
metri…
In quel momento un Bolide, colpito da uno dei Battitori di Corvonero,
balzò fuori dal nulla. Harry deviò e lo evitò per
un pelo. In quei pochi cruciali istanti, il Boccino sparì.
Dai tifosi di Grifondoro si alzò un grosso “Oooooh!”
di delusione e dall’ala di Corvonero esplose un fragoroso
applauso per il Battitore. George manifestò il suo disappunto
sparando il secondo Bolide direttamente contro il Battitore avversario,
che fu costretto a rovesciarsi a mezz’aria per evitarlo.
“Grifondoro è in vantaggio per ottanta a zero, e guardate
quella Firebolt come fila! Potter la sta mettendo davvero alla prova,
guardate come la fa girare, e la Comet di Chang non è certo
all'altezza, la precisione e l’equilibrio della Firebolt sono
davvero straordinari in questi lunghi-“
“JORDAN! TI PAGANO PER FARE PUBBLICITÀ ALLE FIREBOLT? VAI
AVANTI CON LA CRONACA!”
Corvonero si riscosse: segnò tre reti, lasciando a Grifondoro un
vantaggio di soli cinquanta punti. Se Cho avesse preso il Boccino prima
di Harry, Corvonero avrebbe vinto.
Majutsu planò verso il basso, evitando di stretta misura un
Cacciatore di Corvonero, e scrutò il campo, in ansia. Un brillio
d’oro, un palpito di piccole ali… il Boccino era
laggiù, attorno alla porta di Grifondoro...
Harry accelerò, gli occhi incollati al frammento d'oro davanti a
lui, ma un attimo dopo Cho apparve dal nulla e gli sbarrò la
strada, facendogli digrignare i denti per il fastidio, costringendolo a
deviare, perdendo così nuovamente di vista il Boccino.
Il moro puntò poi verso l’alto la Firebolt e presto fu a
oltre sessanta metri. Con la coda dell’occhio vide che Cho lo
seguiva… aveva deciso di marcarlo stretto invece di andare a
cercare il Boccino.
“Bene…” Mormorò, sorridendo. “Allora
preparati a sudare.”
Si tuffò di nuovo in picchiata, e Cho, convinta che avesse visto
il Boccino, cercò di stargli dietro. Harry si rialzò
bruscamente e lei continuò a precipitare, lui scattò di
nuovo, veloce come un proiettile, e poi lo vide per la terza volta. Il
Boccino scintillava alto sul campo, dalla parte di Corvonero.
Accelerò, così fece Cho, parecchi piedi più in
basso. Harry era in vantaggio, si avvicinava al Boccino ogni secondo di
più.
“Oh!” Urlò Cho, indicando qualcosa.
Distogliendo un attimo la sua attenzione dal Boccino, Majutsu
abbassò lo sguardo.
Tre Dissennatori. Tre alti, neri Dissennatori incappucciati, guardavano
verso di lui.
Non indugiò a pensare. S’infilò una mano sotto la
divisa, estrasse la bacchetta e accorgendosi appena che Erza lo aveva
raggiunto, pronta a imitarlo, ruggì l’incantesimo. “Expecto Patronum!”
Qualcosa di enorme, di un bianco argenteo, spuntò dalla punta
delle loro bacchette. Harry sapeva di averla puntata direttamente verso
i Dissennatori ma non si fermò a vedere che cosa succedeva; con
la mente ancora miracolosamente sgombra, guardò davanti a
sé, c’era quasi, tese la mano che ancora stringeva la
bacchetta e riuscì a stento a serrare le dita attorno al
minuscolo Boccino che si divincolava.
Madama Bumb fischiò e Majutsu si voltò a mezz’aria
e vide sei macchie scarlatte che puntavano su di lui. Un attimo dopo,
tutta la squadra lo abbracciava così forte che quasi lo fece
cadere dalla scopa. In basso echeggiavano le urla dei Grifondoro tra la
folla.
“Così si fa!” Ripeteva Baston urlando. Nel caos
più totale, la squadra riuscì a scendere a terra. Harry
smontò dalla scopa e vide un branco schiamazzante di tifosi di
Grifondoro che correvano in campo, Ron in testa. Prima di rendersene
conto, si trovò circondato da una folla festante.
“Sì!” Strillò Ron, alzando il braccio di
Harry. “Sì! Sì!”
“Ottimo lavoro!” Esclamò Natsu.
“Bravo, Harry!” Ruggì Seamus Finnigan.
“Maledettamente bravo!” Esplose Hagrid sulle teste dei
Grifondoro che si accalcavano.
“Quello sì che era un Patronus, quasi completo
direi.” Disse una voce all’orecchio di Harry.
Majutsu si voltò e vide il professor Lupin, insieme scosso e
compiaciuto.
“Che strano però… non ho sentito il solito freddo
quando si sono avvicinati.” Commentò il moro, notando solo
in quel momento che Erza stava ridacchiando.
“Forse perché non erano dei veri Dissennatori.” Gli
disse, per poi indicare il punto dove avevano lanciato il Patronus.
Là, per terra, in un mucchio aggrovigliato, c’erano Tiger,
Goyle e Marcus Flitt, il capitano dei Serpeverde, che lottavano per
liberarsi dei loro lunghi mantelli neri col cappuccio.
La professoressa McGranitt, furiosa come non mai, era in piedi di
fronte a loro. “Davvero un tiro spregevole!” Tuonava.
“Un basso, vile tentativo di sabotare la squadra di Grifondoro!
Siete tutti puniti, e cinquanta punti in meno per Serpeverde! Ne
parlerò con il professor Silente, non dubitate! Ah, eccolo che
arriva!”
Seduto sopra gli spalti, Malfoy si portò una mano in faccia,
sospirando. “Che idioti… Come se avesse potuto davvero
funzionare…”
Quella sera, la sala di Grifondoro fu scenario di una delle più
grandi feste che avesse mai visto. Fred e George Weasley erano
scomparsi per un paio d’ore, tornando con bracciate di bottiglie
di Burrobirra, Zuccotti di zucca e parecchi sacchetti pieni di dolci di
Mielandia.
“Come avete fatto?” Strillò Angelina Johnson, mentre
George lanciava Rospi alla Menta tra la folla.
“Con un piccolo aiuto di alcuni vecchi amici.” Rispose
ridendo Fred.
La festa dei Grifondoro finì solo quando la professoressa
McGranitt comparve in vestaglia scozzese e retina sui capelli,
all’una di notte, insistendo perché andassero tutti a
dormire.
“Ah, era da tempo che non sentivo tanto entusiasmo!”
Esclamò a se stesso Sir Cadogan, mandando giù in un sol
sorso un bicchiere di vino. “Quei felloni si sono fatti sentire
per bene!”
Riempiendosi nuovamente il bicchiere, il ritratto non fece neppure caso
alle due figure che si avvicinarono. “Medioevo fellone.”
Disse uno dei due.
“Oh, due ritardatari? Beh, non ho ancora cambiato parola
d’ordine, perciò prego.” Fece distrattamente il
quadro, per poi rivelare il passaggio.
Sirius Black e Dudley Dursley entrarono così nella Sala Comune
di Grifondoro.
Majutsu era sdraiato sul letto, con gli occhi chiusi.
La vittoria di oggi gli aveva sollevato il morale, ma i suoi pensieri
ora erano diretti verso tutt’altra direzione. “Farò davvero
bene?” Pensò, sospirando interiormente.
Le sue riflessioni tuttavia s’interruppero quanto sentì la
porta aprirsi lentamente.
Fece per alzarsi, ma si fermò quando sentì appena i passi
della persona che stava entrando.
Facendo attenzione a non farsi vedere, aprì piano gli occhi.
Lì, in mezzo al loro dormitorio, illuminato dalla debole luce
della luna che filtrava traverso le finestre, c’era Sirius Black,
con in mano un pugnale, che si guardava attorno.
Majutsu fu subito tentato di far apparire la sua spada e attaccarlo,
senza nemmeno pensare a come fosse entrato. Tuttavia aspettò.
Quella notte non aveva messo le tende attorno al letto, quindi era ben
visibile, eppure l’assassino gli aveva giusto rivolto uno
sguardo, per poi tornare a guardare le altre tende. “Che cosa fa?
Perché non mi attacca?” Pensò, pronto a
scattare in qualsiasi momento contro di lui.
“Eccoti qua…” Sussurrò Black, sorridendo, per
poi abbassare il pugnale verso la tenda di Ron.
Quello per Majutsu fu il segnale.
Senza aspettare oltre, saltò in piedi, evocando la sua spada e
mettendosi in mezzo, riuscendo a impedire al criminale di portare a
termine il suo attacco.
“Non so cosa tu abbia in mente, ma non ti lascerò fare
nulla!” Urlò, allontanando un sorpreso Black.
Immediatamente gli altri nella stanza cominciarono a svegliarsi,
scostando le tende.
“Maledizione!” Imprecò Sirius, per poi correre
fuori, subito seguito da Harry.
“C-Che cosa sta succedendo?” Domandò un addormentato
Seamus, giusto in tempo per vedere il ricercato correre fuori con alle
calcagna Majutsu. “B-Black?!”
Sirius corse giù per le scale, ritrovandosi nella Sala Comune,
con Dudley, che indossò subito il cappuccio, ad attenderlo.
“Il piano è fallito! Andiamocene subito!”
Urlò al complice.
Tuttavia dovette abbassarsi per evitare un incantesimo da Harry, che li
aveva raggiunti.
“Voi non andate proprio da nessuna parte!” Gli gridò
contro lui, facendo sparire la spada e alzando la mano destra verso di
loro. “Soprattutto tu, traditore.”
“Harry, mi pare di avertelo già detto… Morirei
piuttosto che tradire i miei amici.” Replicò Black, per
poi sorridere. “Ora, credo invece di dover ringraziare te e la
tua amica…”
“Harry, cosa succede?!” Esclamò Natsu, scendendo
dalle scale seguito dal resto dei Grifondoro maschi, svegliati dalle
urla.
“Quello è Sirius Black!” Esclamò incredulo
Percy, osservando il criminale.
“ORA!” Urlò invece l’uomo a Dudley, che
annuì, per poi portare una mano in tasca e tirando fuori quella
che sembrava una piccola granata, che gettò subito a terra.
Immediatamente l’intera sala venne avvolta dal fumo, costringendo
tutti a coprirsi gli occhi.
Quando il fumogeno esaurì il suo effetto, di Black e del suo
complice non c’era più alcuna traccia.
“No!” Urlò Harry.
“Che cosa sta succedendo?” Domandò Erza, scendendo
assieme a Lucy e Hermione.
“Black! Ecco cosa succede!” Replicò Majutsu.
“Ma non è possibile!” Fece Percy. “Come
diamine ha fatto a entrare?!”
“Non ne abbiamo idea… la Sala Comune è priva di
passaggi segreti.” Rispose Fred, incredulo come gli altri.
“Insomma, quando è troppo è troppo!” Era la
professoressa McGranitt. Sbatté il ritratto alle sue spalle
entrando nella Sala Comune e si guardò intorno furente.
“Sono felice che Grifondoro abbia vinto la partita, ma la cosa
sta diventando ridicola! Percy, da te mi aspettavo di più!”
“Professoressa… Non è come pensa… Non
stavamo festeggiando e-”
“Sirius Black è entrato qui dentro!” Disse subito
Harry.
La professoressa McGranitt lo fissò incredula. “Non dire
sciocchezze, Potter. Come avrebbe fatto a passare attraverso il
ritratto?”
“Glielo chieda!” Replicò Gray. “Lo abbiamo
visto tutti! Era assieme a uno studente!”
La professoressa McGranitt riaprì il ritratto e uscì.
Tutta la Sala Comune tese le orecchie, il fiato sospeso.
“Sir Cadogan, avete lasciato entrare qualcuno nella Torre di
Grifondoro che non fosse uno studente?”
“Ma certo, Madama!” Assentì Sir Cadogan.
Un silenzio attonito si diffuse dentro e fuori la Sala Comune.
“D-Davvero?” Balbettò la professoressa McGranitt.
“Ma... la parola d’ordine?”
“La sapeva il ragazzo al suo fianco. Era incappucciato, ma
indossava lo stemma di Grifondoro e non mi sono fatto nessun problema.
Dopotutto, le condizioni sono che si dica la parola, no?”
La professoressa McGranitt tornò dall’altra parte del
ritratto, dove l’attendeva una folla turbata. Era bianca come
gesso.
“Chi di voi ha fatto entrare Black?”
Nessuno parlò.
Infine Melody alzò la mano.
“Temo che sia colpa mia, professoressa. Ho rivelato la parola
d’ordine a uno studente che me l’ha chiesta stamattina. Non
l’avevo mai visto prima, ma indossava le vesti di Grifondoro. Non
pensavo ci potesse essere un impostore.” Disse con voce atona,
con gli occhi che non tradivano alcuna emozione.
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Ed eccomi finalmente ad aggiornare!
Ebbene, come potete vedere, ora le cose cominciano sì ad andare
diversamente... purtroppo per Sirius XD.
E Neville stavolta si è salvato dalla punizione della McGranitt,
anche se a discapito di un'altra studente... ma va beh, così
è la vita XD.
Beh, direi che non c'è mollto altro da dire... perciò ci
sentiamo per il prossimo capitolo! (che dovrebbe arrivare come sempre
tra un mese circa)
Le conseguenze dell’errore di Melody si
fecero
sentire
subito. La mattina dopo il professor Vitious aveva
cominciato a
incantare le porte principali per far loro riconoscere Sirius Black e
impedirgli di entrare, mentre Gazza andava su e giù per i
corridoi a inchiodare
assi dappertutto, dalle minuscole crepe nelle pareti alle tane di topo. Sir Cadogan invece era stato licenziato e
il suo ritratto
era stato riportato su al solitario pianerottolo del settimo piano. La
Signora
Grassa era tornata dopo essere stata restaurata da mani esperte, ma era
ancora
molto nervosa, e aveva accettato di riprendere il suo lavoro solo con
la
garanzia di una protezione speciale. Un gruppo di scontrosi troll
guardiani era
stato reclutato per sorvegliarla. Marciavano per il corridoio in un
drappello
minaccioso, parlando a grugniti e confrontando la misura delle loro
mazze. “Suvvia, solo un piccolo
scontro!” Esclamò Natsu a Erza.
“Tu e Lucy vi siete divertite il primo anno, voglio affrontarli
anch’io!” La punizione per Melody fu relativamente
leggera. La
McGranitt riconobbe il fatto che nessuno si aspettava che Black avesse
realmente uno studente come complice. Questo, però, non le
impedì di vietarle
di andare in giro da sola, infatti, ordinò alle sue compagne di
dormitorio di
stare sempre insieme a lei. Tuttavia, ciò non sembrò
preoccuparla poi molto,
anzi: a detta di Ginny, sembrava che la McGranitt avesse punito lei e
le sue
amiche invece di Melody. Ma quello che tutti si chiedevano era come
avesse fatto
Black a convincere uno studente ad aiutarlo. “Lo minaccia, non c’è
dubbio!” Esclamò Seamus a Dean,
mentre mangiavano. “Chiunque sia, non ha altra scelta. Forse
tiene in ostaggio
i suoi parenti.” “Allora è un codardo.”
S’intromise Natsu. “Basterebbe
scappare mentre Black dorme e andare ad avvisare qualcuno. Eppure non
l’ha
fatto.” “Per quanto mi addolori dirlo, sono
d’accordo con il
fiammifero. Chi lo sta aiutando lo sta facendo volontariamente.”
Disse Gray. “Ma allora perché? Chi
può avercela tanto a morte con Harry
da aiutare un assassino?” Domandò Lucy, guardando
Hermione, che si portò una
mano sotto il mento per riflettere. “L’unico che mi viene in mente
è Klaun…” “Chi?” Chiesero gli altri due
Grifondoro. “Solo un tipo che ce l’ha con
noi. Non sappiamo nemmeno
perché.” Rispose Harry. “Non era lui. Non aveva lo stesso
odore. Era famigliare,
ma non riesco a ricordare…” Borbottò Natsu. “Questo non ci aiuta.”
Commentò Erza. “Ma per ora non
possiamo farci niente.” “Bah, quando decidete di parlare
chiaramente, fateci
sapere. Noi siamo in biblioteca a vedere di finire quel maledetto
saggio di Pozioni.”
Avvertì Seamus, allontanandosi assieme a Dean e lasciando il
gruppo di Fairy
Tail da solo. “La mappa non ha rilevato
nulla.” Disse Fred, avvicinandosi
a Majutsu. “L’abbiamo aperta subito dopo che Black è
scappato, ma il suo
puntino è scomparso dopo pochi secondi. Chi lo accompagnava era
senza nome, e
anche lui è scomparso dopo poco.” “Senza nome… quindi non
dovrebbe essere mai stato
chiamato dentro il castello… com’è possibile?” “Se non sapessimo che è
impossibile, potremmo pensare che
si sono smaterializzati.” Hermione restò in silenzio. “Dovremmo far vedere la mappa a
Lupin.” Propose Majutsu.
“Lui è uno dei suoi creatori. Forse ora che ha più
esperienza rispetto a quando
studiava, può modificarla.” “Ma nemmeno Levy è riuscita a
scoprire come funziona.”
Mormorò Lucy, lasciando cadere sconsolata la testa sul tavolo.
“E con le sue
rune sarebbe dovuta riuscire a capire come funziona.” “Ad ogni modo, dobbiamo fare
attenzione. Se Black può
davvero entrare liberamente nella scuola, non possiamo abbassare la
guardia un
solo momento.” Harry incrociò le braccia, chiudendo
gli occhi. Cercò di ricordare il suo incontro
con Black nel passato. Non sapeva spiegarselo, ma era convinto che
qualcosa
d’importante gli stesse sfuggendo… qualcosa di
fondamentale. “È solo stato
fortunato!” Esclamò Natsu. “Se solo ci
fossimo svegliati tutti in tempo, non sarebbe riuscito a fuggire.” Hermione restò in silenzio, per poi
alzarsi. “Scusatemi, vado in biblioteca.
Voglio finire il saggio
di Antiche Rune per stasera, e come sapete, ho ben poco tempo
libero.” Senza lasciare ai suoi amici nemmeno il
tempo per
salutarla, uscì di fretta dalla Sala Grande, ma non si diresse
verso la biblioteca.
Entrò invece in un’aula vuota. Chiuse la porta a chiave e attivò la
sua magia, che le
mostrò nuovamente la battaglia contro l’Heartless che
avevano sostenuto nel
passato. “Ormai non ci sono più dubbi
su cosa Dark volesse che
dimenticassimo… Quello che mi chiedo è il
perché…” Mormorò. Era contenta di aver scoperto di poter
salvare alcune ore
di ricordi all’interno della sua magia, come se si trattasse di
un semplice
file di un computer. In questo modo era riuscita a impedire a Dark di
cancellarle
il ricordo che James e Sirius erano degli Animagus. Perché ormai
era sicura che
fosse quello il dettaglio che il Custode gli aveva fatto dimenticare. “Ma perché… Era
un’informazione per noi fondamentale.
Perché nascondercela?” Si chiese, per poi tirare fuori la
mappa. “Black è scomparso
in questo punto.” Pensò,
indicando con un dito un corridoio. “Il
suo complice invece ha proseguito fino a
qui…” Hermione continuò a osservare la
mappa, per poi crearne
una copia in 3D con la sua magia, che cominciò a scorrere. “Non ci sono
passaggi segreti… Quindi come hanno fatto?” Poi spalancò gli occhi, dandosi una
manata sulla fronte. “Che stupida!” Esclamò.
“Perché mai avrebbero dovuto
mettere tutti i segreti che avevano scoperto in una mappa
potenzialmente
utilizzabile da chiunque?” Con rinnovato entusiasmo, la ragazza
riprese a esaminare
la mappa. “Devono aver tenuto per loro qualche segreto… e
forse non l’hanno
nemmeno condiviso con gli altri. Black probabilmente sta usando un
passaggio
noto solo a lui, altrimenti il professor Lupin avrebbe già
avvertito il
preside.” Hermione interruppe il suo ragionamento
quando sentì la
maniglia della porta abbassarsi, e fece subito svanire la sua magia,
per poi
nascondere la mappa. Non fu affatto sorpresa di sentire il
rumore della
serratura che cedeva sotto un ‘Alohomora’. Tirò subito fuori la bacchetta
magica, pronta a
respingere chiunque fosse entrato. La porta si aprì, ma non vide
nessuno. “Ragazzi? Siete voi?”
Domandò, pensando che fosse uno dei
suoi amici con addosso il mantello. Tuttavia sgranò gli occhi quando la
porta si richiuse,
mentre di fronte a lei apparve come dal nulla Sirius Black, con un
sorriso
stampato sul volto. “Finalmente ci rivediamo…
Hermione.” “Come mai ci hai messo tanto per
arrivare?” Chiese Lucy,
mentre si sedeva assieme a Hermione a Divinazione. “Cominciavamo
a pensare che
volessi saltare la lezione.” La castana sorrise. “Ho cominciato a
leggere un libro e
ho perso la cognizione del tempo. Per fortuna mi sono accorta di che
ora fosse.” “Doveva essere davvero interessante,
se ti ha fatto quasi
arrivare in ritardo.” Commentò Gray, ridacchiando. “In effetti era molto…
illuminante…” Rispose Hermione.
“Anche se ho perso tempo prezioso per studiare.” “Dovresti davvero pensare di lasciare
qualche materia.”
Intervenne Harry. “Rischi di avere un collasso con questo
ritmo.” “Lo so…Penso lascerò
almeno Babbanologia… non è proprio
quello che pensavo.” Ammise lei, sospirando, per poi rivolgersi a
guardare la
sfera di cristallo di fronte a lei. “Credevo che avremmo
cominciato con la
Sfera di Cristallo solo il prossimo trimestre.” “Buona giornata a voi!” Disse
la familiare voce velata,
anticipando il solito ingresso teatrale della professoressa Cooman.
“Ho deciso
di cominciare con la Sfera di Cristallo un po’ in anticipo sul
programma poiché
la sorte mi ha informato che il vostro esame a giugno verterà
sull’Occhio, e ci
tengo che facciate abbastanza pratica.” Hermione sbuffò. “Oh,
andiamo… ‘la sorte l’ha informata’…
chi li decide gli esami? Lei! Che profezia straordinaria!”
Sbottò, senza
preoccuparsi di abbassare la voce, e costringendo i suoi amici a
trattenersi
dal ridere. Era difficile dire se la professoressa
Cooman l’avesse
sentita, perché il suo viso era in ombra. Comunque riprese come
se niente
fosse. “La Lettura della Sfera di Cristallo
è un’arte
particolarmente avanzata.” Continuò in tono sognante.
“Non mi aspetto che tutti
voi vediate quando scruterete per la prima volta negli infiniti abissi
dell’Occhio.
Cominceremo provando a rilassare la mente consapevole e gli occhi
esterni.” “Sono davvero tentata di far venire
qui Cana prima o poi.
Voglio proprio assistere a un loro dibattito sul vedere il
futuro.” Sussurrò
Erza a Harry, che ridacchiò sommessamente. Hermione fece un sorriso a sentire
ciò, per poi mettersi
a guardare dentro la sfera, vedendo solo il suo riflesso. Non che si
aspettasse
altro, soprattutto dopo ciò che aveva appena scoperto. Scoccò uno sguardo a Ron, che
assieme a Gray cercava di
ottenere qualche risultato. “Visto niente?” Chiese il mago
del ghiaccio al compagno
di lavoro. “Sì: c’è una
bruciatura sul tavolo.” Rispose lui,
indicando una macchia. “Qualcuno ha fatto cadere la cera dalla
candela.” “Che perdita di tempo.”
Sibilò Hermione. La professoressa Cooman si avvicinò
frusciando. “Qualcuno
vuole che lo aiuti a interpretare i misteriosi prodigi del suo
Occhio?” Mormorò
nel tintinnio dei suoi braccialetti, guardando in direzione di Harry,
che
sbuffò, sapendo già come sarebbe finita. Infatti, come da lui previsto,
l’insegnante si avvicinò
al suo tavolo e scrutò la sfera di cristallo. “Qui c’è
qualcosa!” Sussurrò la professoressa Cooman,
chinandosi sulla sfera, che si rifletté due volte nei suoi
grandi occhiali.
“Qualcosa si muove… che cos’è?” Majutsu, non visto dalla Cooman,
alzò una mano,
cominciando a fare un conto alla rovescia. “Mio caro…”
Mormorò la professoressa guardando Harry, che
sospirò divertito mentre abbassava l’ultimo dito.
“È qui, chiaro come non mai…
mio caro, avanza verso di te, si avvicina… il Gr-” “Oh, santo cielo!”
Esclamò Hermione a voce alta,
alzandosi. “Non sarà ancora quel ridicolo Gramo!” La professoressa Cooman alzò gli
occhi enormi verso
Hermione, mentre Calì sussurrò qualcosa a Lavanda, e
anche loro guardarono la
castana sprezzanti. La docente si sollevò e
squadrò Hermione con
inequivocabile ira. “Insomma, è dalla prima
lezione che non vede altro quando
guarda Harry. Se all’inizio poteva fare effetto, adesso è
diventata banale. È
più scontata del sorgere del sole!” Tutti quanti la guardarono in un silenzio
sgomento:
Neville e Natsu avevano letteralmente la bocca spalancata, mentre Erza
sembrò
osservarla quasi con ammirazione. Calì e Lavanda invece si erano
portate le mani alla
bocca, come se stessero vedendo qualcosa di orribile. “Sono spiacente di dover dire che da
quando hai messo
piede in quest’aula, mia cara, è apparso evidente che tu
non possiedi i
requisiti necessari alla nobile arte della Divinazione. A dire il vero
non
ricordo di aver mai incontrato uno studente la cui mente fosse
così
irrimediabilmente frivola.” Replicò la Cooman. Hermione prese fiato, per poi chiudere di
colpo il libro.
“Frivola, eh?” Ripeté in tono asciutto. “Molto
bene allora. Credo che ci siamo
detti tutto. Non c’è più niente che mi trattenga
qui. Io sono una che analizza
i fatti, mentre lei crede solo in ciò che vuole. Non è
possibile per noi andare
d’accordo.” Mettendo via la sua roba, Hermione si
avviò verso la
botola, la apri con un calcio, e sparì giù per la scala. “Beh… questo era
inaspettato.” Disse Majutsu infine,
ancora sorpreso per ciò che era appena successo. “Hermione
ci ha battuti tutti
sul tempo.” “Oooooh!” Esclamò
Lavanda all’improvviso, facendo
sobbalzare tutti. “Oooooh, professoressa Cooman, mi è
appena venuto in mente!
L’aveva visto, che se ne sarebbe andata, vero? Vero,
professoressa? ‘Verso Pasqua,
uno di noi ci lascerà per
sempre!’ L’ha detto secoli fa,
professoressa!” La Cooman sbatté le palpebre un paio
di volte, poi le
rivolse un sorriso svenevole. “Sì, mia cara, in effetti
sapevo che la signorina
Granger ci avrebbe lasciati. Uno spera sempre, naturalmente, di aver
frainteso
i Segni… L’Occhio Interiore può essere un fardello,
sapete…” Lavanda e Calì sembravano
profondamente colpite, e si
avvicinarono per far posto all’insegnante al loro tavolo. “Io direi che ha fatto di tutto per
arrivare a un simile
risultato…” Commentò Gray, per poi sospirare.
“E ora devo pure cinque Galeoni a
Fred e George.” “Perché?” Chiese Lucy. “Semplice: avevamo scommesso su chi
avrebbe lasciato
prima questa materia. Io avevo puntato su Harry, loro invece su
Hermione.” “Ehi… non dovreste almeno
chiedere il permesso?” Fece
Majutsu, sentendosi usato. “Non sarebbe più stato
imparziale, no?” Dopo aver lasciato Divinazione, Hermione si
diresse dalla
McGranitt, riconsegnandole la Giratempo e dicendo che si sarebbe
ritirata anche
da Babbanologia, così da poter tornare ad avere un orario
normale. La vicepreside non disse nulla, ma dentro
di sé era
contenta che la ragazza finalmente avesse accettato il fatto di non
poter seguire
tutte le materie. Inoltre, non poteva non sorridere segretamente al
pensiero di
ciò che aveva fatto durante la sua ultima lezione di
Divinazione: in poche ore
la voce si era diffusa in tutto in castello. Dopo quel giorno, Hermione riuscì
finalmente a calmarsi
grazie al calo di compiti, sebbene restasse sempre quella con il numero
maggiore di lezioni. Harry ed Erza, nel frattempo, dovevano far
convivere i
compiti e le lezioni con l’allenamento quotidiano di Quidditch,
per non parlare
delle interminabili discussioni di tattica con Baston. La partita Grifondoro-Serpeverde si sarebbe
tenuta il
primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in testa di
duecento
punti esatti. Il che voleva dire (come Baston ricordava costantemente
alla
squadra) che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per
conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la responsabilità
della vittoria
pesava soprattutto su Harry, perché la cattura del Boccino
valeva da sola
centocinquanta punti. “Quindi devi prenderlo solo se siamo
in vantaggio di più
di cinquanta punti.” Ripeté Baston a Harry per
l’ennesima volta. “Solo se siamo
sopra di più di cinquanta punti, Harry, altrimenti vinciamo la
partita ma
perdiamo la coppa. Hai capito, vero? Devi prendere il Boccino solo
se-” “Baston, ho capito, non sono
né sordo né stupido. Farò il
mio dovere.” Lo interruppe il moro, esasperato. Tutta la Casa di Grifondoro era
ossessionata
dall’imminente incontro. Grifondoro non vinceva il trofeo da
quando il
leggendario Charlie Weasley (il secondo fratello di Ron in ordine di
età) era
Cercatore. Mai, a memoria di nessuno, l’attesa
di una partita era
trascorsa in un’atmosfera così elettrica. Alla fine delle
vacanze, la tensione
tra le due squadre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei
corridoi esplosero piccole risse, che culminarono in un brutto scontro
in cui
un quarto anno di Grifondoro e un sesto anno di Serpeverde finirono in
infermeria con dei porri che gli spuntavano dalle orecchie. La sera prima della partita, tutte le
attività abituali
furono abbandonate nella Sala Comune di Grifondoro. Anche Hermione mise
da
parte i libri. “Non posso studiare, non riesco a
concentrarmi con tutto
questo rumore.” Disse nervosamente. C’era un gran frastuono. Fred e
George affrontavano la
tensione comportandosi in modo più chiassoso e scatenato che
mai, aiutati anche
da Natsu e Happy. Oliver era chino sul modellino di un campo da
Quidditch sul
quale faceva avanzare minuscole figurine con la bacchetta magica,
borbottando
fra sé. Harry si svegliò presto la mattina
dopo. Provò a riaddormentarsi per una
mezz’ora, dopodiché
rinunciò, andando alla finestra, dove i prati cominciavano a
venire illuminati
dall’alba. Nemmeno un alito di vento sfiorava le cime degli
alberi della
foresta proibita; il Platano Picchiatore era immobile e sembrava
innocuo.
Pareva che le condizioni per la partita sarebbero state perfette. Majutsu sospirò e fece per tornare a
letto quando
qualcosa catturò la sua attenzione. Un animale si aggirava sul
prato. Harry sbatté le palpebre e si
avvicinò al vetro per
osservare meglio. Con un velato sollievo, sospirò nel
vedere che era solo
un gatto dal pelo rosso. Il mago di Classe S restò a
osservare l’animale,
chiedendosi a chi potesse appartenere. Sapeva che i gatti erano
permessi come
animali a Hogwarts, però finora a parte Happy non ne aveva visto
nessuno. Mentre pensava a ciò, il suo sguardo
si spostò verso gli
alberi della Foresta Proibita. Majutsu spalancò gli occhi.
Lì, incurante di tutto, il
grosso cane nero che aveva visto a Privet Drive, uscì dalle
ombre, avvicinandosi
al gatto che, a dispetto dei luoghi comuni, restò al suo posto
impassibile. “Che cosa succede? Che cosa ci fa
qui?” Mormorò,
guardandolo attentamente. Ora che ci pensava su, quel cane gli era
stranamente familiare…
e non solo per l’incontro avuto durante l’estate. Harry restò in silenzio a osservarli
finché i due animali
non si allontanarono assieme dentro la foresta, lasciando il prato
deserto. La squadra di Grifondoro quella mattina
entrò nella Sala
Grande salutata da un fragoroso applauso anche da parte dei tavoli di
Corvonero
e di Tassorosso. Harry sorrise: significava che tutta la
scuola desiderava
che i Serpeverde finalmente venissero sconfitti a Quidditch. Baston passò tutta la colazione
esortando la sua squadra
a mangiare, ma lui non toccò cibo. Poi si affrettò a
farli correre in campo
prima che gli altri finissero, per farsi un’idea delle condizioni
in cui
avrebbero giocato. Mentre uscivano dalla Sala Grande, tutti
applaudirono di
nuovo. “Ok… niente vento…
è fin troppo sereno, il sole potrebbe
abbagliarvi, state attenti… il terreno è duro, bene, il
decollo sarà veloce…” Osservò
il capitano, una volta arrivati sul campo, che percorse guardandosi in
giro,
seguito dalla squadra. Alla fine videro le porte del castello aprirsi
in
lontananza, e il resto della scuola disperdersi nel prato. “Agli spogliatoi.”
Ordinò asciutto Baston. Nessuno parlò mentre indossavano le
divise scarlatte.
Sembrarono passare solo pochi minuti prima di ritrovarsi nuovamente sul
campo,
questa volta accolti da un’ondata di fragoroso entusiasmo. I tre
quarti della
folla portavano coccarde scarlatte, agitavano bandiere scarlatte con il
leone
di Grifondoro disegnato sopra o brandivano striscioni con slogan come
‘VAI
GRIFONDORO!’ e ‘LA COPPA AI LEONI’. Dietro la porta
di Serpeverde, comunque,
erano schierate almeno duecento persone in verde; il serpente argentato
di
Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, e il professor Piton era
seduto in
prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia un
sorriso
sgradevole. “Ed ecco i Grifondoro!”
Urlò Lee Jordan, che come al
solito faceva la cronaca. “Potter, Bell, Johnson, Scarlett, i
gemelli Weasley e
Baston. Ampiamente accreditata come la squadra migliore che Hogwarts
abbia
avuto da parecchi anni!” Il commento di Lee fu seppellito da una
marea di ‘buuu’ dal fronte di Serpeverde, mentre
i Grifondoro, i membri di Fairy Tail in particolar modo, confermarono
le sue
parole applaudendo. “Ed ecco la squadra di Serpeverde,
guidata dal capitano
Flitt. Il capitano ha apportato alcune modifiche nello schieramento, e
si
direbbe che abbia privilegiato la taglia più che
l’abilità…” Altri ‘buuu’
dalla folla di Serpeverde per il commento. Harry, tuttavia, pensava che
Lee
avesse ragione. Malfoy era di gran lunga il più piccolo in
campo; tutti i suoi
compagni erano enormi. “Beh… più grandi sono,
più rumore fanno quando cadono.”
Ridacchiò, consapevole che una simile tattica era in
realtà molto sfavorevole
per vincere. “I capitani si diano la mano!”
Disse Madama Bumb. Flitt e Baston si avvicinarono e si
strinsero forte la
mano; era come se ciascuno stesse cercando di spezzare le dita
dell’altro. “In sella alle scope!”
Continuò Madama Bumb. Il fischio d’inizio andò perso
nell’urlo della folla
mentre quattordici scope si libravano a mezz’aria.
“Grifondoro in possesso di
palla. Katie di Grifondoro ha la Pluffa e si dirige verso la porta di
Serpeverde, vai così, Erza! Argh, no… Pluffa intercettata
da Warrington,
Warrington di Serpeverde attraversa il campo… WHAM! Bel colpo di
Bolide per
George Weasley, Warrington perde la Pluffa, la prende Johnson,
Grifondoro è di
nuovo in possesso, forza, Angelina… bel dribbling su
Montague… stai giù,
Angelina, è un Bolide!… E SEGNA! DIECI A ZERO PER
GRIFONDORO!” Angelina alzò il pugno mentre filava
a bordo campo; il mare
scarlatto sotto di lei urlava di gioia… “AHIA!” Angelina fini quasi disarcionata mentre
Marcus Flitt la
urtava. “Scusa!” Disse Flitt, mentre la
folla in basso
protestava. “Scusate, non l’ho vista!” Un attimo dopo, Fred Weasley colpì
Flitt in testa con la
sua mazza da Battitore. Il naso di Flitt finì spiaccicato contro
il manico
della sua scopa e prese a sanguinare. “Basta così!”
Strillò Madama Bumb sfrecciando fra di
loro. “Rigore a Grifondoro, per attacco immotivato al suo
Cacciatore! Rigore a
Serpeverde, per deliberata aggressione al suo Cacciatore!” “Ma insomma, Madama!”
Ululò Fred, ma Madama Bumb soffiò
il fischietto e Erza scattò in avanti per battere il rigore. “Forza, Erza!” strillò
Lee nel silenzio che era sceso
sulla folla. “SÌ! HA BATTUTO IL PORTIERE! VENTI A ZERO PER
GRIFONDORO!” Harry voltò bruscamente la Firebolt
e vide Flitt che,
sempre sanguinando abbondantemente, volava in avanti per battere il
rigore a
favore di Serpeverde. Baston era accovacciato davanti alla porta di
Grifondoro,
le mascelle serrate. “Naturalmente Baston è un
ottimo Portiere!” Disse Lee
Jordan alla folla, mentre Flitt aspettava il fischio di Madama Bumb.
“Superbo!
Molto difficile da prendere… davvero molto difficile…
SÌ! NON CI CREDO! L’HA
PARATA!” Sorridendo, Harry sfrecciò via,
cercando il Boccino con
lo sguardo, ben attento a non perdere una parola del commento di Lee.
Era
fondamentale tenere Malfoy lontano dal Boccino finché Grifondoro
non avesse
avuto almeno cinquanta punti di vantaggio. “Grifondoro in possesso, no, è
Serpeverde in possesso…
no! …Grifondoro torna in possesso, ed è Katie Bell, Katie
Bell per Grifondoro
con la Pluffa, sta risalendo il campo… L’HA FATTO
APPOSTA!” Montague, un Cacciatore di Serpeverde,
aveva scartato
davanti a Katie, e invece di prendere la Pluffa le aveva afferrato la
testa.
Katie si rovesciò in aria, riuscì a rimanere in sella ma
lasciò cadere la
Pluffa. Il fischietto di Madama Bumb sibilò
di nuovo mentre lei
sfrecciava verso Montague e gli urlava contro. Un minuto dopo, Katie
segnò un’altra
rete. “TRENTA A ZERO! VI STA BENE, BRUTTI
IMBROGLIONI-” “Jordan, se non riesci a commentare
in modo imparziale…” “Dico le cose come stanno,
professoressa!” Harry avvertì un’ondata di
eccitazione. Aveva visto il
Boccino… scintillava accanto a una delle porte di
Grifondoro… ma non doveva
prenderlo, non ancora. E se lo vedeva Malfoy… Fingendo un’improvvisa
concentrazione, Harry voltò la
Firebolt e filò verso il campo di Serpeverde. Funzionò.
Malfoy si affrettò a
inseguirlo, convinto che Harry avesse visto il Boccino laggiù. WHOOSH. Un Bolide sfrecciò accanto
all’orecchio destro di Harry,
colpito dal gigantesco Battitore di Serpeverde, Derrick. Un attimo
dopo… WHOOSH. Il secondo Bolide sfiorò il gomito
di Harry. L’altro
Battitore, Bole, si avvicinava. “Che succede Potter?”
Domandò Malfoy ghignando,
affiancandolo. “Difficoltà a restare in sella? Forse
quella scopa è troppo
veloce per te.” Majutsu non lo guardò nemmeno, ma
dentro di sé sorrise.
Se Malfoy era così determinato a denigrarlo, significava che
sarebbe stato
dietro alle sue finte. Pensando ciò, ebbe una visione
fugace di Bole e Derrick
che filavano verso di lui con le mazze levate, e decisamente non
avevano
l’intenzione di colpire un fantomatico Bollide. Puntò la Firebolt verso l’alto
all’ultimo secondo e Bole
e Derrick si scontrarono con un fragore assordante. “Ha haaa!” Urlò Lee
Jordan, mentre i Battitori di
Serpeverde si allontanavano l’uno dall’altro tenendosi la
testa fra le mani.
“Peccato, ragazzi! Dovete darvi una svegliata se volete battere
una Firebolt! E
Grifondoro è di nuovo in possesso, ecco Johnson che prende la
Pluffa… Flitt la
segue… colpiscilo nell’occhio, Angelina! Scherzavo,
professoressa, scherzavo…
oh, no… Flitt in possesso, Flitt vola verso le reti di
Grifondoro, dai, Baston,
prendila!” Ma Flitt aveva segnato; ci fu uno scoppio
di applausi
dall’ala di Serpeverde e Lee disse una parolaccia così
grossa che la McGranitt
cercò di strappargli il megafono magico. “Mi perdoni, professoressa, mi
perdoni! Non succederà
più! Allora, Grifondoro è in vantaggio trenta a dieci, ed
è in possesso…” Stava diventando la partita più
sporca a cui avessero mai
preso parte. Furiosi che Grifondoro fosse passato in vantaggio
così in fretta,
i Serpeverde ricorrevano ormai a ogni mezzo per prendere la Pluffa.
Bole colpì
Angelina con la mazza e si giustificò dicendo che l’aveva
scambiata per un
Bolide. George Weasley in cambio diede una gomitata in faccia a Bole.
Madama
Bumb assegnò altri rigori a entrambe le squadre, e Baston fece
un altro
salvataggio spettacolare. Il punteggio era quaranta a dieci per
Grifondoro. “Scusate, mi sono
persa…” Fece Lucy, guardando gli altri.
“Quand’è che siamo passati da Quidditch a Wrestling
su scope volanti?” “Non lo so… Ma per la prima
volta mi dispiace non essere
parte della squadra!” Esclamò Natsu. “Mi sarei
divertito parecchio oggi!” Erza si fermò al fianco di Harry,
approfittando di un
momento di apparente calma, mentre Katie volava con la Pluffa in
direzione
delle porte avversarie. “Sembra quasi di essere a casa,
eh?” Chiese sorridendo. “Già. Solo che qui sembrano
voler fare davvero del male.”
Replicò lui, guardandosi in giro per assicurarsi che Malfoy non
vedesse il
Boccino. “Dobbiamo fare attenzione a non intervenire
direttamente. Uno dei
nostri pugni sarebbe sufficiente per far cadere dalla scopa il povero
idiota
che ha creduto di poterci mettere fuori gioco.” “Tranquillo, lo so. Ora vediamo solo
di mettere fine a
questa partita!” Dicendo ciò Titania volò di
sotto, giusto in tempo per
recuperare la Pluffa che era stata rubata da Flitt e riuscendo subito a
segnare, portando così Grifondoro a cinquanta punti. Harry sorrise, per poi tornare serio. “Già… dobbiamo farla
finita presto.” Mormorò, per poi
volare via. Fred e George restarono intorno ad
Angelina, pronti a
difenderla nel caso i Battitori avversari decidessero di colpirla. Per
loro
sfortuna, essi approfittarono della loro assenza per sparare entrambi i
Bolidi
contro Baston, colpendolo allo stomaco uno dopo l’altro,
facendolo rotolare
nell’aria, stretto alla scopa, col fiato mozzo. Madama Bumb era fuori di sé.
“Non si attacca il Portiere
se la Pluffa non è nell’area di rigore!”
Strillò contro Bole e Derrick. “Rigore
per Grifondoro!” E Angelina segnò. Sessanta a dieci.
Un attimo dopo, Fred
Weasley sparò un Bolide contro Warrington, facendogli perdere la
Pluffa; Katie
la prese e la spedì nella porta di Serpeverde. Settanta a dieci. La folla di Grifondoro si sgolava: ora la
squadra aveva
sessanta punti di vantaggio, e se Harry avesse preso il boccino,
avrebbero
vinto la Coppa. Harry sentiva centinaia di occhi seguirlo mentre volava
per il
campo, alto sulla partita, con Malfoy che filava alle sue spalle. E poi lo vide. Il Boccino brillava sei
metri più in alto. Harry accelerò bruscamente; il vento
gli fischiava nelle
orecchie; tese la mano, ma all’improvviso la Firebolt
rallentò. Majutsu si voltò, per poi sgranare
gli occhi: Malfoy si
era lanciato in avanti, afferrando la coda della Firebolt e
trattenendolo con
tutta la sua forza, sorridendo. “Tu…” Cominciò
furioso, accorgendosi di aver perso di
vista il Boccino, mentre Draco lasciava andare la presa, soddisfatto
del suo
risultato. “Rigore! Rigore per Grifondoro! Non
ho mai visto un
comportamento simile!” Strillò Madama Bumb, sfrecciando in
su mentre Malfoy
riscivolava a cavalcioni della sua Nimbus Duemilauno. “TU, CANAGLIA, IMBROGLIONE!”
Ululava Jordan nel megafono,
saltellando fuori dalla portata della professoressa McGranitt.
“TU, SUDICIO
IMPOSTORE BAST-” La McGranitt non pensò nemmeno a
zittirlo. Stava agitando
la mano in direzione di Malfoy, aveva perso il cappello e urlava
furibonda
anche lei. Hermione la guardò incredula, anche
se in parte
condivideva a pieno la sua reazione. Gray e Natsu, d’altra parte,
non si fecero
problemi a esprimere tutto il loro disappunto contro il biondo, facendo
sbiancare i loro compagni di dormitorio. “N-Non credo di aver nemmeno mai
sentito così tante
imprecazioni assieme…” Mormorò Dean sotto shock. “Io neanche le conoscevo
tutte…” Aggiunse Seamus
altrettanto sconvolto, mentre Neville annuiva d’accordo. E aveva
visto Natsu
combattere contro Gerard. Katie batté il rigore per
Grifondoro, ma era così
arrabbiata che mancò la porta di diversi metri. La squadra di
Grifondoro stava
perdendo la concentrazione e i Serpeverde, eccitati dal fallo di
Malfoy,
cavalcavano a spron battuto, sempre più in alto. “Serpeverde in possesso, Serpeverde
avanza verso la
porta… Montague segna…” Gemette Lee.
“Settanta a venti per Grifondoro…” Harry ora marcava il Cercatore avversario
così stretto
che le loro ginocchia continuavano a urtarsi. Harry non aveva
intenzione di
lasciar avvicinare Malfoy al Boccino. “Vattene, Potter!” Urlò
Draco irritato, mentre cercava di
voltarsi solo per trovarsi la strada sbarrata. “Che ti prende? Sei stato così
coraggioso prima che ora
te la fai sotto?” Lo prese in giro il moro. Draco digrignò i denti. “Angelina Johnson prende la Pluffa
per il Grifondoro,
dai, Angelina, DAI!” Harry si voltò. Ogni singolo
giocatore di Serpeverde a
parte Malfoy stava risalendo il campo verso Angelina, compreso il
Portiere:
volevano bloccarla a tutti i costi. Harry puntò la Firebolt, si
chinò tanto da aderire al
manico e la spronò in avanti. Come un proiettile, filò
verso i Serpeverde. “AAAAARGH!” Gli avversari si dispersero mentre la
Firebolt sfrecciava
contro di loro; Angelina aveva via libera. “HA SEGNATO! HA SEGNATO! Il
Grifondoro è in testa ottanta
a venti…” Harry, che era quasi finito a testa in
giù nelle tribune,
si arrestò a mezz’aria, si voltò e schizzò
di nuovo a centrocampo. E poi vide qualcosa che gli
paralizzò il cuore. Malfoy
era in picchiata, trionfante. Laggiù, a pochi piedi dalla
superficie dell'erba,
c’era un lieve scintillio d’oro… Harry puntò rapido la Firebolt verso
il basso, ma Malfoy
era miglia davanti a lui… “Vai! Vai! Vai!” Harry
spronò la scopa… stava per
raggiungere Malfoy… Harry si appiattì lungo il manico
mentre Bole gli lanciava
contro un Bolide, subito deviato da Fred… era alle calcagna di
Malfoy… erano
alla pari… Harry si gettò in avanti,
staccò entrambe le mani dalla
scopa… allontanò con un colpo secco il braccio di Malfoy
e chiuse le mani. “Sì!” Interruppe la picchiata, la mano alzata in
aria, e lo
stadio esplose. Harry volò sulla folla, con un ronzio nelle
orecchie e il
pallino d’oro stretto in pugno, che sbatteva invano le ali contro
le sue dita
per liberarsi. Poi Baston sfrecciò verso Harry,
accecato dalle lacrime;
gli saltò al collo e scoppiò in un pianto irrefrenabile
sulla sua spalla. Harry
sentì due colpi secchi sulle spalle, il saluto di Fred e George,
seguito da una
pacca di Erza, mentre le altre due Cacciatrici esultavano.
“Abbiamo vinto la
Coppa! Abbiamo vinto la Coppa!” Aggrovigliata in un enorme abbraccio
collettivo, la
squadra di Grifondoro scese lentamente a terra, urlando a squarciagola. Ondate di tifosi scarlatti si riversarono
in campo
scavalcando le barriere. Mani festanti battevano sulle schiene dei
giocatori.
Harry ebbe una confusa impressione di rumore e di corpi che premevano
contro il
suo. Poi lui e il resto della squadra furono issati sulle spalle della
folla.
Spinto verso la luce, vide Hagrid tappezzato di coccarde scarlatte.
“Li hai
battuti, Harry, li hai battuti!” C’era Percy che, dimenticata ogni
dignità, saltava su e
giù come un pazzo. La professoressa McGranitt singhiozzava
più forte di Baston,
asciugandosi gli occhi in un’enorme bandiera di Grifondoro; e
laggiù c’erano i
loro compagni di Gilda, che si facevano largo a fatica verso Harry, che
venne
trasportato verso le tribune, dove Silente attendeva in piedi con
l’enorme
Coppa del Quidditch tra le mani.
~~~~~~~~~~~
L’euforia dei Grifondoro per aver
finalmente conquistato
la Coppa del Quidditch durò almeno una settimana. Anche il tempo
sembrava
festeggiare: con l’avvicinarsi di giugno, le giornate si fecero
serene e afose,
e l’unica cosa che veniva voglia di fare era passeggiare nei
prati e gettarsi
lunghi distesi sull’erba con parecchie pinte di succo di zucca
gelato, a
giocare qualche distratta partita a Gobbiglie o a guardare
l’enorme piovra che
avanzava sognante sulla superficie del lago. Ma non potevano permetterselo: gli esami
erano vicini, e
invece di impigrire in giro, gli studenti erano costretti a rimanere al
castello, cercando di obbligare i cervelli a concentrarsi mentre
seducenti
sbuffi di aria estiva penetravano dalle finestre. Anche Fred e George
furono
visti studiare: dovevano ottenere il G.U.F.O. (Giudizio Unico per i
Fattucchieri Ordinari), mentre Percy invece si preparava per il
M.A.G.O. (Magia
Avanzata Grado Ottimale), il diploma più alto che si potesse
prendere a
Hogwarts. Dal momento che sperava di entrare al Ministero della Magia,
doveva
ottenere il massimo dei voti. Diventava sempre più irritabile, e
assegnava
punizioni molto severe a chiunque disturbasse la pace serale della Sala
Comune.
~~~~~~~~~~~
“Allora, hai deciso?” Chiese
una voce tramite la Lacrima
a Harry, che si trovava da solo chiuso in un’aula. “Sì.” Disse freddo.
“Non sono totalmente d’accordo, ma
sono con te. Tutto questo… va fermato.” “Ottimo! Sono contento di sentirtelo
dire. Ora però
parliamo di te: hai trovato il tuo amato padrino?” Majutsu ringhiò. “Non ancora,
ma spero proprio che decida
di farsi vivo di nuovo. Stavolta non mi lascerò sorprendere.
Anche se mi chiedo
perché abbia deciso di ignorarmi e aggredire Ron…” “Forse, dopo tanto tempo passato in
prigione, è diventato
mezzo cieco e ha visto male.” Ridacchiò la voce. “Forse… o forse vuole solo
farmi abbassare la guardia.
Piuttosto, tornando all’argomento di prima… puoi
assicurarmi di nuovo il
tutto?” “Sì, sì…
tranquillo. Se è tutto quello che chiedi, posso
farlo… Anche se sei troppo sentimentale per i miei gusti.” Majutsu non replicò, limitandosi a
poggiare la mano sulla
Lacrima. “Vedi solo di non tradire la mia
fiducia.” Disse,
disattivandola.
~~~~~~~~~~~
La settimana degli esami cominciò e
una quiete innaturale
scese sul castello. Il lunedì i ragazzi del terzo anno uscirono
da
Trasfigurazione all’ora di pranzo, mogi e pallidi, confrontando i
risultati e
lamentandosi per la difficoltà delle prove, compresa la
trasformazione di una
teiera in una testuggine. Poi, dopo un rapido pasto, tutti di nuovo
di sopra per
l’esame di Incantesimi. Dopo cena, gli studenti tornarono in
fretta nelle Sale Comuni,
non per rilassarsi, ma per ripassare Cura delle Creature Magiche,
Pozioni e
Astronomia. “Ma com’è possibile
studiare così tanto, aye?!” Esclamò
esasperato Happy, buttando a terra disperato il suo libro di Difesa
contro le
Arti Oscure. “È impossibile, aye!” Il mercoledì fu poi il turno di
Erbologia, mentre giovedì
dovettero vedersela con una corsa a ostacoli all’aperto
organizzata dal
professor Lupin, in cui dovevano attraversare una piccola vasca che
conteneva
un Avvincino, superare una serie di buche piene di Berretti Rossi,
farsi strada
lungo un sentiero nella palude ignorando i consigli maliziosi di un
Marciotto e
infine arrampicarsi dentro un vecchio tronco e combattere contro un
Molliccio. “Ottimo lavoro Harry!”
Mormorò Lupin con un sorriso
mentre il ragazzo usciva dal tronco. “Punteggio pieno!” Contento del proprio successo, Majutsu
rimase nei paraggi
per vedere come se la cavavano gli altri, costatando con piacere che
tutti
quanti riuscirono a superarlo senza troppi problemi. Giusto Ron
uscì dal
labirinto leggermente pallido, dicendo di aver incontrato un
Molliccio… e
davvero, non riusciva a capire come avesse potuto trasformarsi in un
simile
soggetto. L’ultimo esame per il gruppo di Fairy
Tail era
Divinazione, mentre Hermione si diresse a quello di Antiche Rune. “Ci vuole vedere uno alla
volta.” Li informò Neville
mentre si sedevano vicino a lui fuori dall’aula. “Ma so
già che questo sarà un
totale fallimento…” “Beh, se ti può consolare, a
parte Harry credo che ne
usciremo male tutti quanti.” Ridacchiò Erza. “Già.” Sbuffò
lui. “A me basterà dire di vedere la morte
alleggiare sopra di me armata di falce e mi darà il pieno dei
voti.” Uno a uno, tutti quanti salirono,
finché Harry non restò
da solo. Quando anche Erza scese, aveva un sorriso
sul volto. “Che è successo?” “Oh, nulla. Ha solo tentato di
predirmi una grande
sventura… ed io le ho detto che nella Sfera di Cristallo vedevo
solo un flauto.
Non so perché, ma si è esaltata nel sentirlo. Chi la
capisce… beh, ci vediamo
dopo nella Sala Comune.” “Harry Potter!” Si sentì
chiamare Majutsu, che sospirando
salì le scale. La stanzetta della torre era più
calda che mai; le tende
erano tirate, il fuoco acceso e il solito aroma nauseante fece tossire
Harry
mentre inciampava nella folla di sedie e tavoli fino a raggiungere la
professoressa Cooman, che lo aspettava seduta davanti a una grossa
sfera di
cristallo. “Buona giornata, mio caro.”
Disse con voce dolce. “Se
gentilmente vuoi guardare nell’Occhio… fai pure con
calma… poi dimmi che cosa
vedi…” Harry si chinò sulla sfera di
cristallo e la fissò più
intensamente che poteva, nella speranza che gli mostrasse qualcosa
oltre alla
solita nebbia bianca vorticante. “Allora?” Lo esortò la
professoressa Cooman. “Che cosa
vedi?” Il moro restò in silenzio a
osservare il fumo dentro la
sfera. Finora non aveva mai visto nulla al suo interno. Per questo fu
non poco
sorpreso quando vide un luccichio brillare al suo interno. “C’è
qualcosa…” Mormorò, quasi dimenticandosi
dell’insegnante, che si fece attenta. “Sta
brillando…” “Riesci a capire di cosa si
tratta?” Sussurrò la
professoressa Cooman. “Concentrati…” Harry socchiuse gli occhi. “Sembra
una moneta. Ma una che
non ho mai visto prima… sembra antica…” “Davvero!” Bisbigliò la
professoressa Cooman,
scarabocchiando furiosamente sulla pergamena che teneva in bilico sulle
ginocchia. “Ragazzo mio, come ti dissi a inizio anno, il tuo
Occhio Interiore è
forte. Riesci a vedere altro?” Majutsu era esaltato. Non si aspettava
minimamente quello
che stava succedendo. “Vedo dell’acqua. Ma è
nera… e la moneta ci galleggia
sopra.” “Interessante… Non ho mai
visto nulla del genere…” Rifletté
la Cooman, smettendo di scrivere. “Bene caro, direi che è
tutto. Puoi andare.” Ancora intontito, il ragazzo si
alzò, prendendo la borsa
e girandosi. “Accadrà
questa notte.” Harry si irrigidì, voltandosi
lentamente. La professoressa Cooman si era irrigidita
sulla sedia,
con gli occhi bianchi e la bocca tremante. “Co… Come?”
Balbettò Harry. Ma la professoressa Cooman parve non
sentirlo. Poi, dopo
qualche secondo, parlò di nuovo. “Il Signore Oscuro
è solo e senza amici,
abbandonato dai suoi seguaci. Il suo servo è rimasto in catene
per dodici anni.
Questa notte, prima di mezzanotte, il servo si libererà e
cercherà di unirsi al
padrone. Il Signore Oscuro risorgerà con l’aiuto del
servo, più grande e più
orribile che mai. Questa notte prima di mezzanotte il servo si
libererà per
unirsi al padrone…” Potter sgranò gli occhi, lasciando
cadere a terra la
borsa e afferrando la professoressa per le spalle. “Come? Devo saperlo, come
succederà?!” Esclamò. “Il servo si
è nascosto nella luce. È
rimasto visibile per tutto questo tempo. Nemmeno l’Imprevisto
potrà impedire la
riunione con il suo padrone. Le fate si ritroveranno ad affrontare una
grande
minaccia… Ma il fiume… Il fiume le colpirà in
pieno… Inarrestabile… Malvagio…” La testa le ricadde sul petto.
L’insegnante emise una sorta
di grugnito. Poi, all’improvviso, la sua testa si rialzò. “Mi dispiace tanto, caro
ragazzo.” Disse sognante.
“Dev’essere stato il caldo, sai… mi sono
addormentata…” Harry continuò a guardarla,
lasciandola andare. “C’è qualcosa che non
va, mio caro? Sei diventato
piuttosto pallido.” Majutsu non rispose, limitandosi a correre
fuori
dall’aula, sotto lo sguardo incuriosito dell’insegnante.
Attraversò di corsa i
corridoi, finché non si ritrovò fuori dal castello. “Questa notte…”
Ansimò, riprendendo fiato. “Questa notte Black farà
la sua mossa… Dobbiamo impedirlo a ogni costo!”
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Ok, sono in ritardo esagerato, ma finalmente eccomi qui ad aggiornare!
Scusatemi, ma è stato un periodo abbastanza pieno... tra Digimon
tri, Harry Potter 8, il lavoro e altre cose... ma finalmente ci sono!
Anticipo la domanda che mi farà sicuramente qualcuno: non so
ancora se userò nella trama l'ottavo libro, semplicemente
perché quando ho messo giù i piani di questa fiction non
era nemmeno lontanamente previsto un possibile sequel dei sette libri.
Quindi non mi resta che vedere direttamente se mi sarà possibile
integrare qualcosa o no.
Beh, ormai siamo quasi alla fine del terzo libro... e spero di riuscire
a concluderlo prima di Natale XD
“Che cosa?!” Esclamò Erza, dopo che
Harry aveva riunito tutti i membri di Fairy Tail in un’aula vuota.
“Sirius Black… farà la sua mossa questa
sera?” Ripeté Fred, preoccupato.
“Sicuro che sia affidabile?” S’intromise George.
“Stiamo sempre parlando della Cooman.”
“Che ha previsto l’arrivo di un uomo pazzo a Natale,
aye…”
“Beh, direi che ha indovinato in pieno. Anche se mi sto ancora
chiedendo se si riferisse al Dottore o Hakai…”
Commentò Luna.
“Beh, a chi importa?” Domandò Natsu sprezzante,
battendo i pugni tra di loro. “Black tornerà stasera, no?
Stavolta dobbiamo solo assicurarci di cuocerlo a puntino!”
“Concordo con il fiammifero. Tu cosa dici, Harry?”
Majutsu chiuse gli occhi, sospirando. “Sapete bene come la penso.
Non vedo l’ora di farlo soffrire. So che è contro la
politica di Fairy Tail, però… Non posso perdonarlo.”
“Perché non provi ad ascoltarlo prima?” Intervenne
Hermione, facendo girare tutti verso di lei. “Ti ricordi cosa ti
ha detto nel passato, no? Perché non dargli almeno una
possibilità per spiegarsi? Forse le cose non sono proprio come
stanno…”
“No.” Rispose subito Potter. “Non m’importa.
L’unica cosa che manterrò di ciò che ha detto
è che lo farò soffrire. Gli farò rimpiangere
ciò che ha fatto.”
Tutti lo guardarono preoccupati.
“Harry…” Cominciò Lucy. “So di non
essere la persona migliore a parlare, però-”
“Appunto!” Sbottò il ragazzo, guardandola furioso.
“Perciò non dire nulla! Non cambierò idea! Il
traditore pagherà cara la sua scelta!”
Senza dire altro, Majutsu uscì dalla stanza, lasciandosi dietro
gli amici, che si guardarono tra di loro.
“È piuttosto raro vederlo così.” Fece Gray,
sospirando. “Ma almeno, dopo si calma. Meglio che sia esploso
adesso piuttosto che stasera. Ora ci sono maggiori possibilità
che Black riesca almeno a dire ‘Pietà’ prima di
venire vaporizzato…”
~~~~~~~~~~~
Hermione sospirò, mentre si dirigeva verso la Sala Comune,
guardando attraverso una finestra il sole cominciare a tramontare.
“Cosa devo fare?” Si chiese, fermandosi. “Mi sembra
di essere in mezzo a due fuochi…”
“Ma tu guarda.” Fece una voce alle sue spalle.
“Quindi anche la geniale Hermione Granger può avere i suoi
dubbi.”
La castana si girò, ritrovandosi a guardare negli occhi Melody.
“Anch’io sono umana in fondo. È solo un
periodaccio… ma ora che gli esami sono finiti, sono sicura che
mi riprenderò.”
“Capisco… In effetti anch’io ho trovato gli esami
piuttosto difficili. Quasi mi dispiace averli persi lo scorso
anno… almeno sarei stata preparata a ciò che mi
aspettava.”
A quel punto Hermione si rese conto di un particolare.
“Ma… Ginny e le altre dove sono?”
“Ginny è nella Sala Comune, mentre le altre sono riuscita
a seminarle. Non mi piace avere troppe persone intorno. Lo odio.”
“Per questo te ne stai sempre in disparte?”
Melody sorrise tristemente. “Ho i miei buoni motivi. E poi,
è stato dimostrato che quando faccio qualcosa che reputo buono,
combino solo guai. Non avrei mai creduto che quel ragazzo tentasse
davvero di intrufolarsi dentro la Torre di Grifondoro.”
Hermione spalancò gli occhi. “Aspetta… stai dicendo
che sapevi che non era uno di noi?”
“Certo che lo sapevo. Non sono stupida. Era impossibile che
nessuno lo avesse mai visto prima. Tuttavia, non ho sentito alcuna
minaccia in lui.”
“Ti rendi conto di cos’hai fatto? Hai messo a rischio la
nostra vita!”
“Davvero? E tu cosa stai facendo ora, Granger?”
La castana restò in silenzio. Che cosa sapeva Melody?
“Il mondo dei maghi è davvero uno schifo. L’ho
sempre saputo. Tuttavia anch’io ne faccio parte e non posso
rifiutarlo.” Continuò la ragazzina, per poi riprendere la
sua camminata. “Ma almeno, io non devo scappare per un
errore.”
Hermione la guardò allontanarsi, per poi voltarsi di nuovo verso
la finestra.
“Già… hai ragione. Nessuno dovrebbe farlo.”
Mormorò, per poi cominciare a correre.
“E… scacco matto!” sentenziò Ron con il
sorriso sul volto.
“Ah, non è possibile!” Sbraitò Erza,
portandosi le mani sulla testa. “È la quinta volta di
fila!”
“Erza non è abituata a perdere.” Ridacchiò
Natsu, poco prima di ritrovarsi un coltello infilzato nel muro due
centimetri sopra la testa, mentre Titania lo guardava con uno sguardo
che prometteva indescrivibile dolore se avesse fatto altri commenti
sulla sua bravura a scacchi.
La Sala Comune era vuota salvo loro, dato che tutti si stavano godendo
la fine degli esami nella Sala Grande, dove la cena era stata servita
in anticipo per festeggiare.
Loro invece avevano deciso di restare lì, dato che sarebbe stato
il luogo dove probabilmente Black si sarebbe fatto vivo, come le volte
precedenti.
“Io sono solo contento che sia finita, aye…”
Sospirò Happy, mentre riposava su una poltrona. “Non
pensavo fossero così difficili…”
“Suvvia, non è stata poi così dura.”
Cercò di consolarlo Ginny.
“Ancora nulla…” Mormorò Majutsu, il quale
invece appena arrivato aveva aperto la mappa, e non stava facendo altro
che fissarla, in attesa di vedere qualcosa che non tornava.
“Cerca di calmarti, Harry.” Fece George affiancandolo,
subito seguito dal gemello.
“Già. Non ti fa bene, e cosa più importante, fa
ancora meno bene al castello.”
“Potresti distruggerlo se non ti controlli.” Conclusero
assieme, nel tentativo di farlo almeno ridacchiare.
Cosa che purtroppo non avvenne.
“Sarebbe un prezzo più che giusto.” Rispose serio.
“Per quanto mi riguarda, da come finirà stasera potrebbe
dipendere l’intera missione.”
Prima che qualcuno potesse replicare, il passaggio della sala si
aprì, rivelando Hermione, che ansimava per la corsa appena fatta.
“Ehilà! Che succede?” Chiese Gray.
“C-Crosta… Ron, mi serve Crosta!” Esclamò,
guardando verso il minore dei fratelli Weasley, che sbatté le
palpebre sorpreso.
“P-Perché?”
“Per un… Per un esame…” Rispose. “Di
Antiche Rune. Ci hanno chiesto di verificare alcune rune che servono
per rilevare l’età sui nostri animali… ma come sai,
io non ne ho uno.”
“Potresti usare uno dei nostri gufi.” Propose Lucy.
“S-Sì… ma nel caso vi servissero, potrei essere
d’intralcio. Invece Crosta, senza offesa Ron, è un
po’ inutile da quel punto di vista.”
“Va bene… ma fai attenzione. È da
quest’estate che è così magro, preferirei evitare
di fargli prendere troppi spaventi…” Rispose Ron, tirando
fuori dalla tasca il suo topo.
“Grazie!” Replicò subito la castana, prendendolo e
correndo fuori dalla Sala Comune, tenendolo ben stretto tra le mani.
“Che strano… Non pensavo chiedessero l’uso di
animali domestici per un esame.” Fece Natsu.
“Piton lo fa. Vi ricordate la Pozione Restringente, no? Piton ha
testato la mia su Oscar. Sono stato fortunato che mi avete aiutato,
altrimenti a quest’ora non avrei più il mio
rospo…”
“Piton è Piton.” Commentò Fred. “Se
potesse, userebbe tua nonna come cavia.”
“Però qualcosa non va…” Li interruppe Harry,
che non aveva mai staccato gli occhi dalla Mappa. “Dove sta
andando?”
A quella frase tutti si voltarono a guardarlo.
“Cosa intendi dire?” Domandò Erza, alzandosi.
“Si sta dirigendo verso l’uscita del Castello.”
Hermione varcò il portone, tenendo sempre ben stretto Crosta.
“Mi dispiace ragazzi… non c’è altra
scelta…” Disse tra sé, mentre correva in direzione
del Platano Picchiatore. Stranamente, questi era perfettamente immobile.
Ai suoi piedi sembrò apparire di colpo Dudley, sempre
incappucciato, seguito da un grosso cane nero.
“C-Ci sei riuscita?” Domandò preoccupato il ragazzo,
mentre con un bastone premeva un nodo alla base dell’albero alle
sue spalle.
“S-Sì… è qui. Non gli ho permesso di vedere
nulla. Devi tramortirlo ora.”
Dudley deglutì, per poi tirare fuori da una tasca la bacchetta.
Ma prima che potesse fare qualcosa, il cane al suo fianco si
trasformò in Sirius Black, che lo fermò.
“Scusa ragazzo, ma se permetti ci penso io. Non hai ancora un
buon controllo della tua magia.”
Prima che Hermione o Dudley potessero dire qualcosa, tirò fuori
la sua bacchetta, per poi mormorare un incantesimo verso le mani di
Hermione, che sentì al loro interno il topo smettere di muoversi.
“Sai cos’hai fatto, vero?” Chiese la ragazza,
guardando Black, che sorrise.
“Certo. Ho appena suonato la campana del ritrovo.”
Harry sgranò gli occhi.
Aveva seguito il punto che indicava Hermione fin nel parco, dove si
fermò per circa un minuto di fronte a un punto senza nome,
sbucato fuori dal nulla.
E pochi istanti dopo apparve anche Sirius Black.
Majutsu scattò in piedi, continuando a tenere salda la mappa tra
le mani.
“Che succede?” Chiese Lucy.
“Black… ha trovato Hermione.” Disse con gli occhi
che tremavano per la rabbia.
Per un lungo, lunghissimo secondo nessuno parlò.
“Che… cosa?” Fece Neville, sperando di aver capito
male.
Harry non rispose, limitandosi a uscire di fretta dalla Sala Comune,
seguito subito dagli altri.
“Ginny, Happy, voi andate a cercare Luna. Potrebbe servirci anche
il suo aiuto.” Ordinò Erza, guardando i due studenti del
secondo anno, che a malincuore annuirono.
Non essendo ancora passata l’ora del coprifuoco non si
preoccuparono di nascondersi sotto i mantelli, e in pochi minuti si
ritrovarono a correre attraverso il parco.
Harry si fermò una volta giunto davanti al Platano Picchiatore.
Lì, ad attenderlo, c’erano Sirius Black e il suo complice,
entrambi con la bacchetta magica puntata contro Hermione.
“Lasciatela andare!” Sbraitò Natsu, lasciandosi
sfuggire qualche fiamma.
Black sorrise. “Tu devi essere Dragonil. Ho sentito parlare di
te.” Sghignazzò il ricercato, per poi voltarsi verso Erza.
“È un piacere rivederti… Titania.”
“Non posso dire lo stesso, Felpato.” Replicò lei
gelida, pronta a evocare le sue spade.
“Non pensavo avremmo davvero mai incontrato un altro dei
Malandrini… ma speravo che sarebbe stato dalla nostra
parte…” Commentò Fred.
“Così alla fine tu e il tuo complice vi siete fatti
vivi.” Disse Harry, continuando a fissarlo con rabbia. “Non
so come tu abbia fatto a convincere un ragazzo a collaborare con te, ma
non m’importa. Non mi fermerà.”
Sirius continuò a sogghignare. “Se la pensi così,
allora seguimi. Ovviamente anche i tuoi amici di Fairy Tail sono
invitati. Ma vi consiglio di sbrigarvi a scegliere: il Platano
Picchiatore non riposerà ancora per molto.”
A conferma delle sue parole, alcuni rami ricominciarono a muoversi.
“E dove? Dritto dritto dai Dissennatori?”
“Harry, mi deludi. Per essere il figlio di uno dei Malandrini,
non hai il nostro stesso spirito d’avventura. Hai osservato la
Mappa e non ti sei accorto che ci troviamo proprio alla base di un
passaggio segreto?”
“Ma passa per la Stamberga Strillante!” Esclamò
George. “E a parte le storie sui fantasmi, non è
sicura!”
“È sicura da quasi vent’anni. Ora seguitemi, forza.
Non vorrete di certo che qualcuno ci veda. Sarebbe svantaggioso per
tutti quanti.”
E tenendo sempre la bacchetta verso Hermione, cominciò a
scendere lungo delle scale nascoste dietro le radici dell’albero,
seguito dal ragazzo incappucciato.
Harry fece per seguirlo, ma Erza lo fermò per una spalla.
“Aspetta. Sei sicuro? Potrebbe essere una trappola. Inoltre ha
Hermione come ostaggio e-”
“Un motivo in più per andare.” Replicò lui,
liberandosi della presa e scendendo lungo le scale.
“Beh, direi che non ci resta molto da fare.”
Commentò Gray seguendolo, imitato da Erza e Natsu, mentre gli
altri gli andarono dietro di malavoglia.
Si dovettero chinare per scendere lungo le scale, dove proseguirono per
qualche minuto, finché non si ritrovarono in una stanza che non
vedeva cura umana da molti anni: la carta da parati si scollava dai
muri, il pavimento era tutto macchiato, ogni mobile era rotto come se
qualcuno lo avesse preso a randellate e le finestre erano chiuse da
tavole inchiodate.
“Possiamo tornare indietro?” Supplicò Lucy,
deglutendo. “Non mi piace questo posto.”
Ma prima ancora che potesse girarsi, la porta si chiuse alle loro
spalle.
Tutti si voltarono, vedendo Hermione con la mano sulla maniglia e lo
sguardo che fissava il pavimento.
“Mi dispiace… non c’era altro modo…”
Mormorò con un filo di voce, appena udibile.
“Hermione, che cosa-” Cominciò Ron, ma venendo
subito interrotto.
“Hermione è con noi.” Rispose Black, uscendo dalle
tenebre, affiancato dal suo complice. “Ci ha aiutato a rendere
possibile questa riunione.”
Tutti guardarono alternamente la castana e il ricercato, finché
Harry non cominciò a ridacchiare.
“Direi che ha fatto un ottimo lavoro allora.” Fece, per poi
fermare la sua risata, ma mantenendo il sorriso. “Erano mesi che
aspettavo questo momento. Nel passato mi sono dovuto fermare, ma ora
posso finalmente avere la mia vendetta.”
Sirius restò impassibile dove si trovava. “Se vuoi
uccidermi per aver tradito i tuoi genitori, non ti fermerò. Sono
senza dubbio il responsabile della loro morte. Stavolta non posso
negarlo.”
Majutsu evocò subito la sua spada. “È una
confessione allora?”
“Sono morti a causa di una mia scelta. Una scelta per la quale
non potrò mai chiederti perdono.”
“Perdono che non ti concederei mai!” Urlò Majutsu,
lasciandosi andare totalmente alla rabbia. “Tu… Tu hai
ucciso i miei genitori! Tu sei il responsabile di tutto quanto!”
Sirius restò in silenzio a guardarlo.
“Tu… Tu mi hai abbandonato…” Continuò
Harry, calmandosi e chiudendo gli occhi, sorprendendo tutti quanti.
“I miei genitori ti avevano nominato mio padrino… E tu ci
hai tradito. Tutti quanti.”
“Harry… Io-”
“Non l’ha fatto!” Intervenne il ragazzo al suo fianco.
In quel momento Harry, Erza, Natsu e Gray spalancarono gli occhi.
“Non è possibile…” Fece Majutsu, guardandolo
incredulo.
“Ormai non c’è più motivo per
nasconderti.” Gli disse Black.
Il suo complice annuì, per poi portarsi una mano sul cappuccio,
levandoselo.
“Dudley?!” Esclamarono immediatamente i membri originali di
Fairy Tail, mentre gli altri, Hermione esclusa, spalancarono la bocca.
“Dudley?! Il cugino Babbano di Harry?!” Ripeté Fred,
guardando il ragazzo. “Ma non è possibile! Ha usato la
magia, l’abbiamo visto tutti a Natale!”
Dudley distolse lo sguardo, stringendo con maggiore forza la bacchetta.
“Tu… è per questo che mi hai aiutato a ottenere il
permesso!” Ragionò Harry. “Tu sei un mago!”
“Non volevo esserlo!” Replicò subito lui, quasi
offeso. “Io ho sempre e solo desiderato essere una persona
comune!”
“Ma perché?” Domandò Gray. “Tutti
quanti sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa per poter usare la
magia e tu-”
“Ed io non voglio perdere la mia famiglia per questo!”
Urlò Dudley, per poi rivolgersi a Harry. “Tu sai bene cosa
ne pensano i miei genitori. Se lo scoprissero, mi odierebbero. Proprio
come fanno con te.”
Majutsu sembrò essersi dimenticato del ricercato, il quale stava
osservando in silenzio lo scambio di battute.
“Da quanto tempo lo sai?” Chiese infine.
“Quasi sei anni. Sono riuscito a spostare un oggetto senza
toccarlo, e corsi a farlo vedere a mamma e papà. Era lo stesso
giorno in cui tu sei scomparso. Stavo per entrare in cucina quando li
ho sentiti discutere di com’erano felici di non doversi
più occupare di te. E di come odiavano la magia…”
“Ma come hai fatto a tenerlo nascosto per tutti questi
anni?” Chiese Erza. “So per esperienza che i maghi
difficilmente riescono a ignorare la propria magia. Questa viene fuori
prima o poi. E la prima volta è raro che passi
inosservata.”
“Immagino fosse la paura di essere scoperto. Paura che è
aumentata quando tre anni fa ricevetti la prima lettera per venire in
questo posto. Ho risposto che non ero interessato e di non contattarmi
più, ma ogni estate me ne arrivava sempre una…”
“E qui siamo entrati in campo io e Grattastinchi.”
Intervenne Sirius, riportando l’attenzione su di sé.
“Dopo aver recuperato la memoria grazie alla vostra foto sulla
Gazzetta, come sapete sono scappato da Azkaban. La mia prima tappa
è stata Diagon Alley, dove ho preso in… prestito una nuova bacchetta. E
lì ho incontrato anche Grattastinchi.”
“Di chi stai parlando?” Domandò Natsu, sentendo
subito dopo un miagolio.
Da dietro Black sbucò fuori un gatto dal pelo rosso, che si
strusciò sulla gamba del ricercato.
“È lui. Mi è stato molto d’aiuto. Poteva
entrare in più posti rispetto a me.”
“Già! Un grosso cane nero immagino non passi totalmente
inosservato.” Fece Erza, per poi portarsi una mano sulla testa.
“Non posso credere di aver dimenticato una cosa così
importante!”
“È stato Dark.” Rispose Hermione. “Ci ha fatto
dimenticare che Sirius e James erano degli Animagus.”
“Ma perché ti ha aiutato? Dark era dalla nostra parte,
nonostante tutto.” Disse Majutsu.
“Beh, immagino che viaggiare nel tempo e nello spazio lo abbia
reso cosciente della verità.” Ridacchiò Sirius, per
poi tornare serio. “Harry, non ti chiedo di perdonarmi, ma solo
di ascoltarmi… e di permettermi di vendicarmi.”
“Vuoi che ti lasciamo uccidere Harry?!” Esclamò
Natsu. “Ci prendi in giro?!”
“Io NON voglio ucciderlo.” Urlò, sottolineando la
negazione. “Preferirei affrontare Voldemort armato solo di uno
stuzzicadenti piuttosto che fare del male al mio figlioccio.”
“Tradire i miei genitori non è stato un buon modo per
dimostrarlo. Come nemmeno le tue intrusioni nel castello.”
“Harry, per piacere, ascoltalo. Le cose non stanno come
sem-”
Ma prima che Hermione potesse finire la frase, la porta alle sue spalle
esplose, scaraventandola in avanti.
Tutti i maghi si prepararono a combattere, ma sgranarono gli occhi nel
vedere chi era il responsabile.
“Bene, bene, bene… Sembra sia la mia serata
fortunata.” Fece Piton, tenendo la bacchetta puntata contro di
loro, avanzando lentamente nella stanza. “E direi che il posto
è… perfetto.”
“Professore… che cosa ci fa qui?” Chiese Lucy,
deglutendo.
“Mi sono incuriosito nel vedere Potter correre fuori a
quest’ora… soprattutto con quell’espressione piena
d’ira, ma mai potevo sperare che la vendetta potesse venirmi
servita su un piatto d’argento.”
“Vendetta?” Ripeté Harry, guardandolo. “Che
cosa le ha fatto Black? Dubito voglia ucciderlo solo per il bullismo,
vero?”
Piton socchiuse gli occhi. “Diverse cose, Potter. Ma quella che
può interessare ora è che ha tentato di uccidermi.”
Sirius sospirò, per poi guardare il suo vecchio compagno di
scuola. “Ero un ragazzo. Uno stupido ragazzo, vero, ma pur sempre
un ragazzo.”
“Un ragazzo che non ha esitato a gettarmi nelle fauci di un lupo
mannaro.” Replicò gelido Piton. “E poi sei colpevole
anche di un altro reato…” Continuò, abbassando
leggermente la voce. “Molto più grave.”
“Un lupo mannaro?” Ripeté Ron, sbiancando.
“C-Come avrebbe fatto?”
“Davvero Ron, non ci sei ancora arrivato?” Chiese Gray,
guardandolo. “Questo spiega molte cose.”
“È per questo che ci ha dato quel saggio da fare,
vero?” Domandò Hermione, mettendosi seduta e fissando il
professore di Pozioni. “Voleva che ci arrivassimo da soli. Che
leggessimo gli indizi.”
“Cosa che vedo avete fatto quasi tutti.” Ghignò
Piton. “Ma a quanto pare, non è servito a molto.”
“Perché dovremo preoccuparcene?” Fece Natsu.
“Sarà anche un lupo mannaro, ma questo non cambia
nulla.”
“Ma di chi state parlando?” Chiese Neville, poco prima che
un fascio di luce rossa colpisse alla schiena Piton, facendolo cadere
in avanti privo di sensi.
“Credo stesse parlando di me.” Intervenne Lupin, entrando
nella stanza seguito da Ginny, Luna e Happy.
“Professor Lupin!” Esclamarono tutti quanti, sorpresi per
il suo arrivo.
“Come ha fatto a scoprire dove eravamo?” Domandò
Erza.
Lupin sorrise, e tirò fuori un vecchio foglio di pergamena.
“Dopo la vostra visita, abbiamo deciso di creare una seconda
Mappa. L’ho custodita io per tutto questo tempo.”
“La prima l’abbiamo lasciata in giro per il castello, nella
speranza che venisse trovata da qualcuno.” Continuò per
lui Sirius.
“Ma come?” Fece Harry. “Credevo non aveste alcun
ricordo di quell’incontro.”
“Infatti era così, ma probabilmente, a livello subconscio,
ci ricordavamo tutto.” Rispose Lupin, per poi voltarsi verso il
suo vecchio amico. “Ora… Deduco che tu abbia fatto tutto
questo per lui, vero?”
Black sorrise. “Certo. Ho fatto mettere su questo spettacolo per
il nostro ospite d’onore. Uno spettacolo che, mi auguro con tutto
me stesso, lo lascerà senza fiato. In tutti i sensi
possibili.”
“Non sono così facile da spaventare, Black.”
Replicò Majutsu.
“Lo so. Infatti non sto parlando di te.” Dicendo
ciò, si portò una mano in tasca, tirando fuori un topo
privo di sensi.
“Crosta!” Gridò preoccupato Ron, facendo un passo
avanti per recuperarlo, ma venendo fermato da Hermione, che lo
afferrò per i pantaloni, scuotendo la testa.
“Un topo? Tutto questo per un topo, aye?” Asserì
incredulo Happy.
“Già. Un topo. Un topo che ho desiderato uccidere per
dodici lunghi anni. Undici dei quali passati nella sua gabbia.”
“Tu sei pazzo.” Fece Majutsu. “Completamente
pazzo.”
Sirius lo guardò triste. “Harry, ti hanno detto
perché sono finito ad Azkaban?”
“Cos’è, una presa in giro? Hai tradito i miei
genitori, hai ucciso Peter Minus e assieme a lui dodici Babbani,
facendo esplodere un’intera strada. Non è proprio qualcosa
che si può dimenticare!”
“Beh, Natsu al nostro primo incontro ha distrutto un intero
porto…” Rifletté Lucy sottovoce, ma riuscendo ad
attirare comunque l’attenzione di Black.
“Come diamine ha fatto? Un porto intero, da solo?”
“Però io non ho ucciso nessuno!” Si difese subito il
rosato. “Tu invece?”
“Io?” Ripeté Sirius, per poi cominciare a
ridacchiare. “Io quella notte ero lì solo per uccidere
Peter. Per vendicare James e Lily.”
“Come osi?!” Gli urlò subito contro Harry. “Tu
hai tradito i tuoi amici! Tu li hai uccisi! Che cosa c’entra
Peter Minus ora?”
“Tutto, Harry!” Replicò il suo padrino. “Ogni
singola cosa successa finora è stata una conseguenza di quel
lurido ratto! La morte dei tuoi genitori, la morte di quei Babbani, la
mia prigionia… e il tuo soggiorno dai Dursley.”
“Ma l’hai ucciso!” Intervenne Erza. “Come
può essere lui il colpevole di tutto quanto?”
“Perché non ero io il Custode Segreto!”
Scoppiò Sirius, sbattendo un pugno contro il muro. “Io ho
suggerito a James e Lily di nominare Peter al mio posto! Io ero quello
più probabile, il loro migliore amico… era ovvio che
tutti avrebbero pensato a me! Così scelsi di fare da esca,
mentre Peter li avrebbe tenuti al sicuro.”
“Perché dovrei crederti? Non hai nessuna prova per
dimostrare quello che stai dicendo.” Disse Harry, senza
però riuscire a nascondere la sua sorpresa nel sentire quelle
parole.
“Perché, grazie a Hermione, ho finalmente qui la prova
fondamentale.” Rispose l’uomo, mostrando Crosta.
“Che c’entra il mio topo?” Domandò Ron.
“È solo uno stupido, vecchio topo domestico.”
A quella frase Black scoppiò a ridere. “Stupido vecchio
topo domestico, dici?” Ripeté. “Vecchio, non posso
dirlo per autostima personale. Stupido? Non sai quanto vorrei dirlo, ma
è riuscito a farmi restare per undici lunghi anni ad
Azkaban.”
Majutsu spalancò gli occhi.
“Aspetta…” Fece Lucy. “Se tu e James siete
Animagus… lo era anche Peter?”
“Proprio così.” Rispose Lupin. “Scoprirono in
poco tempo la mia vera natura. Adesso mi basta prendere una pozione
preparata da Piton per trasformarmi senza cedere agli istinti del lupo,
ma quando eravamo ragazzi non era ancora stata scoperta. Così
ogni luna piena venivo in questa stanza. E come vedete, ancora oggi ci
sono i segni della mia furia. James, Sirius e Peter, una volta scoperta
la verità, decisero di restare al mio fianco. E dopo diversi
anni di tentativi, riuscirono a diventare Animagus. James era un cervo.
Sirius come avete visto un cane. E Peter…”
“Peter Minus può diventare un topo.” Concluse
Dudley, rivolgendo uno sguardo all’animale tenuto da Black.
“Questo topo a essere precisi.”
“Ci state dicendo che per dodici anni avremmo condiviso casa e
scuola con un mago trasformato in topo?!” Esclamarono increduli i
gemelli, fissando Crosta.
“Come fai a esserne certo?” Chiese Gray. “Non avevi
fatto saltare tu stesso in mille pezzi Peter? Hanno trovato solo un suo
dito e-”
“Sinceramente, pensate davvero che qui ci sia un mago normale in
grado di far saltare un’intera via con un solo incantesimo? E
anche se fosse, in quel caso di Peter non sarebbe rimasto qualcosa,
essendo il diretto destinatario della magia. No… Questo
traditore ha colpito un condotto del gas, facendolo saltare in aria. E
poi si è tagliato un dito, trasformandosi subito dopo e
scappando nelle fogne.” Sirius sbuffò. “La
situazione mi è parsa così assurda che sono scoppiato a
ridere. Sapere che il mio migliore amico e sua moglie erano morti per
colpa mia, il tradimento di una delle persone di cui mi fidavo di
più… L’aver scelto la vendetta invece del mio
dovere… tutte cose che mi hanno messo fuori gioco
psicologicamente. È così che mi hanno trovato. Era tutto
così perfetto che hanno pensato bene di mandarmi ad Azkaban
senza nemmeno sottopormi a un processo.”
“Dimostralo.”
Tutti si voltarono a guardare Majutsu, che si limitò a
continuare a fissare freddamente il padrino.
“Ti darò una sola possibilità per dimostrarmi che
tutto quelle che hai detto è vero. Se Crosta è davvero
Peter Minus, ti crederò.”
---------------------
E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Ci siamo: ormai il momento della verità è giunto! Harry e
gli altri sono finalmente di fronte a Sirius Black, e ora tutto
dipenderà da ciò che Harry vedrà. E non temete...
non sarà così semplice come potete credere
ù.ù
Nel prossimo capitolo, che sarà il penultimo di questa saga,
finalmente si vedrà quale sarà il destino di Sirius...
Andrà come nel libro? Verrà liberato? E di Peter... beh,
non voglio anticiparvi troppo!
Farò del mio meglio per postare il prossimo capitolo prima della
fine dell'anno, ma nel frattempo... Buon Natale a tutti!
Capitolo 67 *** Furia, segreti e decisione di Majutsu ***
67: Furia, segreti e decisione di Majutsu
Sirius Black continuò a fissare il suo
figlioccio, i cui
occhi verdi non mostravano alcun segno di dubbio.
“Sirius…” Mormorò Dudley.
“Molto bene.” Rispose infine il ricercato. “Ti
darò la
prova che vuoi. Dopotutto, è il momento che stavo aspettando da
molto tempo.”
Il professor Lupin si avvicinò, tenendo la bacchetta
alzata. “Vuoi che me ne occupi io?”
“Che cosa volete fare a Crosta?” Chiese Ron, anche se ora
il dubbio che il suo animale domestico non fosse tale gli impediva di
preoccuparsi
totalmente per lui.
“Useremo un semplice incantesimo che lo costringerà a
riprendere le sue vere sembianze. Se è un topo normale, non
succederà nulla.”
“Non è pericoloso per altri, vero, aye?” Chiese
Happy,
alzando la mano.
“No, tranquillo. Perché dovresti preoccupartene? Non mi
pare tu abbia con te qualche animale, e spero che non ci siano altri
Animagus.”
Replicò Sirius, ottenendo una risatina nervosa da Happy, che si
portò una mano
dietro la testa.
“Non sarà una trasformazione Animagus… ma
preferirei
restare così almeno fino alla fine dell’anno scolastico,
aye.”
“Che cosa vuoi di-” Cominciò Remus, per poi
spalancare
leggermente gli occhi. “Non è possibile… ma questo
spiegherebbe perché hai un
simile odore…”
“Di cosa state parlando?” Domandò Dudley.
“Happy è un gatto in grado di parlare, trasformato in
umano dalla McGranitt. Ma non è lui il centro del nostro
discorso.” Spiegò
rapidamente Majutsu.
“Giusto. Allora Remus, facciamolo insieme.” Disse Sirius,
cercando di ignorare ciò che aveva appena sentito.
“D’accordo. Al mio tre.” Rispose lui, per poi puntare
assieme all’amico la bacchetta verso Crosta. “Uno…
due… tre!”
Un lampo di luce blu e bianca sprizzò da tutte e due le
bacchette. Crosta si svegliò e cominciò a squittire
terrorizzato, restando
paralizzato a mezz’aria, contorcendosi follemente.
Il topo cadde per terra: ci fu un altro lampo di luce
accecante e poi tutti quanti guardarono increduli la scena.
Fu come vedere la ripresa accelerata di un albero in
crescita. Dal suolo si levò una testa, poi spuntarono braccia e
gambe e un
attimo dopo, nel punto in cui era caduto Crosta, comparve un uomo che
cercava
di farsi piccolo piccolo, torcendosi le mani. Era un ometto molto
basso; i suoi
sottili capelli incolori erano in disordine e in mezzo alla testa aveva
una
larga chiazza calva. Aveva l’aspetto raggrinzito di un uomo
grasso che aveva
perso molto peso in poco tempo. La sua pelle sembrava sporca e
malaticcia, come
il pelo di Crosta, e qualcosa del topo era rimasto attorno al naso
puntuto e
agli occhietti acquosi.
“Ed ecco a voi Peter Minus.” Annunciò Sirius,
facendo
voltare verso di sé l’uomo, che lo guardò
spaventato.
“S-Sirius… R-Remus…” Mormorò Minus con
una voce simile
allo squittio di un topo, mentre i suoi occhi dardeggiarono verso la
porta. “I
miei amici… I miei vecchi amici…”
“Questo… Questo qui è Peter Minus?” Fece
sorpreso Gray,
guardando l’uomo che si voltò verso i ragazzi.
“È cambiato parecchio da quando lo abbiamo visto.”
Disse
gelida Erza, guardandolo con disgusto.
L’unico a non dire nulla fu Harry, che restò in silenzio.
“Sai Peter, stavamo parlando proprio di te.” Intervenne
Remus. “In particolar modo, su ciò che è successo
la notte in cui Lily e James
furono uccisi.”
“Remus…” Ansimò Peter, con il sudore che gli
imperlava la
faccia pallida. “Non credergli, ti prego… ha cercato di
uccidermi, Remus… Ha
fatto di tutto per riuscirci…”
“Che… Che faccia di bronzo!” Esclamò Lucy.
“Proprio tu
parli, che ti sei nascosto per dodici anni come topo?!”
“Certo che mi sono nascosto! Sapevo che avrebbe tentato
di uccidermi di nuovo.”
“Quindi facci capire bene.” Disse Majutsu, atono. “Tu
sapevi che sarebbe fuggito da Azkaban, la prigione ritenuta inviolabile
da
tutti i maghi di questo mondo, solo per ucciderti?”
“H-Harry… Tu lo sai… è riuscito a entrare a
Hogwarts…
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato deve avergli per forza insegnato
qualche
trucchetto… altrimenti come avrebbe fatto a scappare? Harry, io
non avrei mai
tradito-”
Peter Minus non finì la frase che un’onda d’energia
proveniente dal moro lo fece cadere all’indietro.
“Non osare nominare i miei genitori!” Ordinò,
osservando
l’uomo rialzarsi spaventato. “Ora come ora nessuno deve
osare metterli in
mezzo! E non tentare di farmi credere che Voldemort avrebbe insegnato
qualcosa
a uno dei suoi seguaci se non per il suo tornaconto personale.
L’ho incontrato
ben due volte, e non mi è mai sembrato uno che la pensasse
così!”
Peter tremò a sentire il nome del Signore Oscuro, facendo
sbuffare Sirius.
“Cos’è, hai paura di sentire il nome del tuo vecchio
padrone?” Domandò derisorio. “Non ti biasimo, Peter.
I suoi seguaci non sono
molto soddisfatti di te, vero?”
“Non so… cosa intendi dire, Sirius…”
Balbettò Minus, il
respiro più affannoso che mai, con il volto ormai luccicante di
sudore.
“Non sono dodici anni che ti nascondi da me.”
Continuò
Black. “Tu ti nascondi dagli antichi sostenitori di Voldemort. Ho
sentito delle
voci ad Azkaban, Peter… Credono tutti che tu sia morto,
perché altrimenti dovresti
spiegare molte cose. Li ho sentiti gridare nel sonno. Sembrano convinti
che il
doppiogiochista abbia fatto il doppio gioco anche con loro. Voldemort
è
arrivato ai Potter seguendo le tue informazioni… e Voldemort
là è caduto. E non
tutti i suoi sostenitori sono finiti ad Azkaban, vero? Ce ne sono
ancora molti
liberi, che aspettano la loro occasione, fingendo di aver capito
l’errore
commesso. Ma se mai venissero a sapere che sei ancora vivo,
Peter…”
“Non so… di che cosa parli…” Ribadì
Minus, con voce più
stridula che mai. Si asciugò il viso sulla manica e
guardò Lupin. “Tu non puoi
credere a questa… a questa follia, Remus…”
“Devo ammettere, Peter, che come la signorina Heartphilia
ho qualche difficoltà a comprendere perché un uomo
innocente voglia passare
dodici anni da topo.” Osservò Lupin tranquillamente.
“Innocente, ma spaventato!” Squittì Minus. “Se
i seguaci
di Voldemort mi davano la caccia, era perché ho fatto
rinchiudere ad Azkaban
uno dei loro uomini migliori: la spia, Sirius Black!”
Il volto di Black si contorse per la rabbia.
“Come osi?!” Ringhiò, improvvisamente simile
all’enorme
cane che era stato. “Io, la spia di Voldemort?! Quando mai ho
strisciato
attorno a persone più forti e potenti di me? Ma tu,
Peter… non capirò mai come
ho fatto a non vedere che la spia fin dall’inizio eri tu. Ti
è sempre piaciuto
avere dei grandi amici che ti proteggessero, vero? Eravamo noi…
io e Remus… e
James…”
Minus si asciugò di nuovo il viso; ormai quasi
boccheggiava.
“Io, una spia…? Devi essere impazzito… Mai…
Non so come
fai a dire una cosa…”
“Lily e James ti hanno scelto come Custode Segreto solo
perché gliel’ho detto io!” Ringhiò ancora
Black in tono così velenoso che Minus
fece un passo indietro. “Credevo che fosse un piano
perfetto… un inganno…
Voldemort avrebbe di certo dato la caccia a me, non avrebbe mai
immaginato che
avessero scelto una creatura debole e ottusa come te…
Dev’essere stato il
momento più bello della tua misera vita, dire a Voldemort che
potevi
consegnargli i Potter, vero?!”
Minus borbottava distrattamente alcune parole, come
‘incredibile’ e ‘follia’, ma quello che si
notò fu il colore cinereo del suo
volto e il modo in cui i suoi occhi continuavano a saettare verso le
finestre e
la porta.
“Però… c’è una cosa che non mi
è chiara in tutto questo.”
Fece Ron, guardando con puro disgusto quello che era stato per tre anni
il suo
topo. “Questo… uomo, ha vissuto con noi fino ad oggi. Era
nel nostro stesso
dormitorio. Perché non ha mai tentato di uccidere Harry?”
“Ecco!” Esclamò Minus con voce acuta. “Grazie!
Vedi,
Remus? Non ho mai torto un capello a Harry! Perché dovrei?”
“Te lo dico io il perché!” Disse Black.
“Perché non hai
mai fatto niente per nessuno se non hai il tuo tornaconto. Voldemort si
nasconde da allora, dicono che sia mezzo morto. Non avevi intenzione di
commettere un assassinio proprio sotto il naso di Albus Silente per un
mago in
rovina, uno che ha perso tutto il suo potere, vero? Volevi essere
sicuro che
fosse il più forte di tutti prima di tornare da lui, vero?
Altrimenti perché ti
saresti trovato una famiglia di maghi? Per tenere le orecchie bene
aperte,
vero, Peter? Così, se il tuo vecchio protettore avesse
riacquistato la sua
forza fosse stato possibile riunirsi a lui…”
“Io sono furioso per il fatto che non ci siamo mai
accorti di nulla!” Sbottò Natsu. “Con il mio olfatto
avrei dovuto capirlo
subito… ma ho sempre pensato che l’odore di umano che
aveva addosso fosse dovuto
alla nostra presenza.”
“Tuttavia prima ha sollevato un punto.” Intervenne Erza,
guardando il ricercato. “Se non hai usato la magia oscura, come
hai fatto a
evadere? Come hai fatto a resistere tutti quegli anni con i
Dissennatori?”
“Grazie!” Ansimò Minus, annuendo freneticamente.
“Proprio
così! Proprio quello che-”
“Non ho chiesto a te!” Lo interruppe Titania.
Black la guardò appena rabbuiato, pensando a come
rispondere.
“Non so come ho fatto.” Disse lentamente. “Immagino
che
l’unico motivo per cui non sono impazzito è che sapevo di
essere innocente. Non
era un bel pensiero, quindi i Dissennatori non sono riusciti a
portarmelo via,
ma mi ha permesso di conservare il senno e non ho perso me
stesso… mi ha
aiutato a mantenere i miei poteri. Così quando tutto è
diventato… troppo, sono
riuscito a trasformarmi nella mia cella… sono diventato un cane,
e grazie al
fatto che ero molto magro, sono riuscito a passare oltre le sbarre. I
Dissennatori, sapete, non ci vedono…”
“Davvero?” Chiese Natsu.
Sirius deglutì, annuendo. “Vanno a tentoni verso le
persone captando le loro emozioni… capivano che le mie emozioni
erano meno…
meno umane, meno complesse quando ero un cane… ma naturalmente
hanno pensato
che stessi perdendo la testa come tutti gli altri là dentro, e
non si sono
preoccupati. Ma ero debole, molto debole, e non avevo alcuna speranza
di
allontanarli da me senza una bacchetta magica…”
Poi tornò a guardare con ira il suo vecchio amico. “Ma
poi ho visto quella foto… E lì con voi c’era anche
Peter… Ho capito che era a
Hogwarts con Harry… nelle condizioni ideali per agire, se gli
fosse giunta voce
che il Lato Oscuro stava riprendendo potere…”
Minus scuoteva la testa e muoveva le labbra senza dire
niente, ma fissava Black come se fosse ipnotizzato.
“…pronto a colpire nel momento in cui fosse stato sicuro
di avere degli alleati… pronto a consegnare loro l’ultimo
Potter. Se avesse dato
loro Harry, chi avrebbe osato dire che aveva tradito Voldemort? Sarebbe
stato
riaccolto con grandi onori… Per questo non ho avuto altra scelta
che evadere.
Nessuno mi avrebbe creduto, ed ero il solo a sapere la
verità…”
“Non proprio il solo, vero?” Fece Majutsu. “Anche
Dark ne
era a conoscenza, ma ha preferito non dirci nulla. Ora mi è
chiaro come il
sole, ma all’epoca…”
“Già. Dark sapeva tutto, ma era un fattore esterno. Sai,
l’ho incontrato dopo la battaglia svoltasi a Natale. Mi ha curato
le ferite che
mi ero procurato contro quell’altro ragazzo… Ed io gli ho
dato un bel pugno in
faccia per non avermi avvertito nel passato di Peter.”
“D-Di cosa state parlando?” Chiese tremante lui, facendo
voltare tutti a guardarlo.
“A quanto pare, gli ha cancellato definitivamente la
memoria. Altrimenti credo avrebbe agito prima di arrivare a questo
punto.”
Osservò Remus.
“Dopo essere evaso, ho cominciato a cercare Harry
ovunque.” Riprese Sirius. “Così scoprii che ogni
estate ti allontanavi verso il
continente di cui ci avevi parlato. Temevo che Peter fosse con te,
così ho
raggiunto di nascosto la casa dei Weasley. Non potevo entrare per via
delle
protezioni, ma vidi Peter chiuso in una gabbia, così non mi
preoccupai. Speravo
di poterlo prendere prima che entrasse a Hogwarts, ma mi resi conto che
non era
possibile. Così decisi di aspettare. Dentro Hogwarts avrebbe
abbassato le
difese.”
“Perché eri a Privet Drive?” Chiese Gray.
“Sapevo che Harry sarebbe dovuto tornare lì per farsi
firmare il permesso per Hogsmeade. Ho avuto il suo stesso identico
problema,
visto che i miei genitori mi odiavano per essere un Grifondoro. Dopo il
secondo
anno mi buttarono fuori casa. Fui accolto da Charlus, il nonno di
Harry, che mi
trattò come un figlio. Fui fortunato che a Silente bastò
la sua firma per il
permesso. Mi ricordo come io e James reagimmo quando scomparve assieme
a zia
Dorea…”
“Allora era a questo che ti riferivi quando ci siamo
incontrati la prima volta?” Domandò Majutsu, guardandolo.
“Già.” Rispose Black con voce roca. “Credimi,
Harry. Non
ho mai tradito James e Lily; sarei morto piuttosto che tradirli.”
Il mago di classe S restò in silenzio per qualche
secondo, per poi sospirare.
“Sì… hai ragione… sono stato io a causare la
loro morte…
non tu.” Disse infine. “Se fossi stato zitto… forse
nessuno avrebbe pensato a
un simile stratagemma… forse avrebbero scelto lo stesso
te… Mia madre mi ha
scritto una lettera dicendomi che aveva ricordato tutto… Se solo
non avessi
ceduto alla rabbia…”
“Abbiamo sbagliato entrambi.” Fece Sirius. “Se solo
ci
fossimo fidati anche di Silente e Remus… Non abbiamo detto nulla
a nessuno per
essere sicuri di non venire scoperti… E così abbiamo
decretato il nostro
destino.”
“Però…” Continuò Harry, abbassando la
testa. “C’è un
responsabile per tutto questo…”
“No!” Urlò Minus, cadendo in ginocchio di fronte a
lui,
prostrato, con le mani giunte. “Harry… Harry…
assomigli tanto a tuo padre…sei
come lui… ti prego…”
Ancora una volta dal corpo di Majutsu si scatenò
un’ondata di energia, ma stavolta colpì tutti i presenti,
facendoli volare
indietro.
“Tu… Tu osi nominare mio padre di fronte a me?!”
Sputò il
ragazzo, continuando a tenere lo sguardo verso terra.
“Oh no…” Mormorò Erza, rialzandosi assieme a
Natsu e
Gray, che guardavano preoccupati l’amico.
Peter però non sembrò volersi arrendere. “Harry,
James
non mi avrebbe voluto morto… James avrebbe capito,
Harry…lui avrebbe avuto
pietà di me…”
Black e Lupin si rialzarono, facendo un passo in avanti,
ma furono costretti a fermarsi quando anche il figlio del loro amico
fece lo
stesso, avvicinandosi a Minus.
“Sai una cosa? Non saprò mai cosa avrebbe fatto mio
padre… Perché tu hai tradito i miei genitori. Lo
neghi?”
L’uomo non rispose, limitandosi a piagnucolare.
“LO NEGHI?!” Ripeté Harry, urlando.
“C-Che cosa potevo fare? Il Signore Oscuro… non hai
idea…
possiede armi che non puoi immaginare… Ero spaventato, non sono
mai stato
coraggioso come Sirius, Remus e James. Non volevo che
succedesse…
Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato mi ha costretto…”
“Ti ha costretto? Tutto qui?” Replicò Majutsu.
“Questa è
la scusa migliore che sai inventare? Se fossi stato veramente loro
amico…
saresti morto per loro. Saresti morto per la giustizia. Persino io
comprendo
una cosa del genere… Sai, mi stavo sacrificando poco meno di un
anno fa. Proprio
per fermare un mago come Voldemort. L’hai visto, no? Il suo
potere… anche tu
eri presente alla prova con il Moliccio… Quindi
rispondimi… che cosa dovrebbe
impedirmi… di distruggerti?”
Peter spalancò gli occhi, mentre una forza invisibile lo
sollevava in aria, come se qualcuno lo tenesse per il collo.
Solo in quel momento Harry alzò lo sguardo, rivelando che
il tatuaggio di Fairy Tail ormai era completamente nero e pulsava, come
se
fosse dotato di vita propria.
“Dannazione!” Esclamò Erza, deglutendo.
“Questo non va
affatto bene! Dobbiamo fermarlo subito!”
“Che cosa sta succedendo?” Chiese Fred.
“Il nostro peggiore incubo!” Rispose Natsu, guardando
anche lui preoccupato Harry. “Ora siamo davvero in
pericolo!”
“Cosa volete dire? Che cosa sta succedendo a Harry?”
Domandò
Sirius.
“Ha perso il controllo.” Disse Gray. “Si è
lasciato
completamente andare alla furia. Ora come ora, solo un miracolo
potrebbe
salvare Minus… e nemmeno noi siamo al sicuro!”
“H-Harry… P-Pietà… t-ti prego…”
Mormorò Peter, faticando
a respirare.
“Pietà?” Ripeté Majutsu. “La stessa che
tu hai avuto
verso i miei genitori? La stessa che ha avuto Voldemort? Sarò
più che felice di
concedertela… Sono sicuro che mamma e papà non vedono
l’ora di incontrarti per
dirti che cosa pensano di te!”
“Harry, no!” Scattò Erza, raggiungendolo, solo per
venire
spinta indietro dalla sua magia. “Se lo uccidi, non potrai
dimostrare
l’innocenza di Sirius!”
“Il suo corpo basterà! Questo uomo non merita in alcun
modo una seconda possibilità!”
Una fiammata lo colpì in pieno sul capo, ma non sortì
alcun effetto se non quello di farlo girare appena verso Natsu, che
continuò a
tenere teso in avanti il braccio.
“Ci dispiace Harry, ma dobbiamo fermarti subito! Non
possiamo farti fare qualcosa di cui ti pentirai in seguito!”
“Andatevene.” Sussurrò Gray agli altri. “Per
voi è troppo
pericoloso restare.”
“Ma noi-” Cominciò Hermione, subito interrotta dal
mago
del ghiaccio.
“Solo noi possiamo calmarlo. Voi non avete ancora un buon
controllo della magia a livello puro. Happy, tu sai cosa dobbiamo fare.
Per
piacere, portali fuori.”
“A-Aye!” Fece lui, prendendo la mano di Luna, che
continuava a osservare Harry impassibile. “Andiamo, presto!”
Luna annuì, per poi girarsi verso le scale, seguita di
malavoglia dagli altri. Fred e George si fermarono pochi secondi giusto
per
prendere Piton, ancora privo di sensi, e portarlo via. Non era di certo
il loro
professore preferito, ma non potevano lasciargli correre un pericolo,
qualunque
esso fosse.
“Anche voi due!” Esclamò Erza, guardando Sirius e
Remus.
“No! Non abbandoneremo Harry!”
“Non c’è tempo per queste discussioni! Andatevene
subito!” Ordinò Natsu.
“Ma-” Fece Lupin, solo per venire interrotto da Gray.
“Non c’è niente che potete fare per lui. È
compito nostro
calmarlo. Voi sbrigatevi solo a lasciare il prima possibile questo
posto!”
La determinazione nei loro occhi fu sufficiente a
convincerli. Lanciando un’ultima occhiata a Harry e Peter, i due
vecchi amici
annuirono, per poi correre fuori.
“Basteremo?” Domandò il mago del ghiaccio,
cominciando a
togliersi la veste, per poi rimuovere anche la maglietta, restando a
petto
scoperto, con il marchio di Fairy Tail in bella vista.
“Dobbiamo.” Rispose Erza, strappandosi la manica,
mostrando anche lei il suo simbolo, imitata subito da Natsu.
Per tutto il tempo Majutsu non rivolse loro nemmeno lo
sguardo, tutta la sua attenzione era su Peter, il cui volto cominciava
a
diventare blu.
“Non mi piace l’idea di salvare un simile verme, ma non
possiamo permettere a Harry di macchiarsi le mani.” Fece
Dragonil, per poi
portare in avanti il braccio scoperto.
Nello stesso momento anche Titania fece lo stesso, mentre
Gray stese entrambe le braccia.
I loro tatuaggi cominciarono a brillare, per poi lasciare
uscire un piccolo raggio di luce, che unendosi ai loro gemelli
avvolsero Harry,
facendolo così distrarre e far cadere Minus, che riprese
così a respirare
liberamente.
“Che cosa state facendo?” Chiese Majutsu, voltandosi
finalmente verso di loro.
“Ti impediamo di fare una sciocchezza!” Rispose Erza,
seria.
“Che cosa sta succedendo laggiù?” Domandarono i
gemelli a
Happy, che deglutì, mentre tutti quanti proseguivano la loro
corsa fuori dalla
stamberga.
“Qualcosa di molto pericoloso, aye…” Rispose il
gatto.
“Che cos’è successo a Harry? Non sembrava più
in sé.” Disse
Neville.
“Non è qualcosa che succede spesso… questa è
la terza
volta… anche se io ho assistito a questo evento in una sola
occasione… ed è
stato spaventoso, aye.”
“Di cosa si tratta?” Domandò Hermione.
“Come sapete, la magia di Harry è molto potente. Lo
è
sempre stata, anche quando era più piccolo, aye. Quando non
riesce più a
controllare i suoi sentimenti, quando è veramente
arrabbiato… perde il
controllo, aye.”
“In pratica ora come ora è in modalità furia
totale?” Intervenne
Ron.
“Peggio. Ho sentito che la prima volta ha quasi distrutto
tutta Magnolia… Sono serviti il Master e tutti i membri per
riuscire a calmarlo
abbastanza perché riprendesse il controllo di sé…
aye…”
“Spero che Magnolia sia il nome di una casa e non di una
città!” Fece Sirius, anticipandolo, seguito da Remus.
“Perché farei fatica a
crederci altrimenti…”
“Ma se è così…” Disse Lucy,
deglutendo. “Erza, Natsu e
Gray non basteranno mai! E Hogwarts stessa…”
“No, aye!” Esclamò Happy. “In seguito, Harry e
il Master
hanno cercato di trovare una soluzione a questo problema. Harry non ama
finire
in quello stato, anzi. Ma sa perfettamente che non può sempre
impedirlo. Così
hanno scoperto un metodo per costringerlo a calmarsi, aye.”
“Ci cosa si tratta?”
“Devono usare la propria magia per calmarlo.” Rispose
Luna. “E per far ciò devono sfruttare il loro legame. Il
legame che ogni mago
di Fairy Tail possiede.”
Il gatto la guardò sorpreso, ma annuì. “Proprio
così. Il
marchio di Fairy Tail è l’unica via per incanalare la
propria magia dentro Harry,
costringendolo a calmarsi, ma meno membri ci sono, più difficile
è, aye.”
“Allora non dovremmo tornare indietro per aiutarli?” Chiese
Fred.
“Sarebbe inutile. Bisogna possedere una grande energia
magica per riuscirci, aye. Nemmeno io posso essere d’aiuto.”
“Dannazione… odio sentirmi così
debole…” Sbottò Lucy, per
poi fermarsi di colpo e voltarsi indietro.
“Che succede?” Domandò Dudley. “Non che voglia
sembrare
più codardo di quel che sono, ma se ci fermiamo-”
“Questa magia…” Mormorò la maga degli Spiriti
Stellari,
incredula. “Non è possibile… Chi può
usarla?”
Majutsu emise un ringhio, per poi afferrare con la mano
uno dei tre raggi, cercando di allontanarlo.
“Per piacere Harry, cerca di riprenderti! Sai benissimo
che non devi perdere il controllo!” Affermò Erza, cercando
di aumentare il
flusso della magia all’interno del raggio.
“Quest’uomo ha ucciso i miei genitori! Deve pagare!”
“E lo farà! Ma non possiamo lasciartelo uccidere!”
Urlò
Natsu.
“Hanno ragione loro! Harry, torna in te!” Gridò una
voce.
Prima che uno dei presenti potesse dire qualcosa, una
delle tasche di Majutsu s’illuminò, lasciando uscire un
raggio dorato che colpì
il terreno.
Sotto gli occhi increduli di Erza, Natsu e Gray, più
quelli confusi di Peter, la luce cominciò ad assumere forma
umana, finché non
mostrò un giovane uomo dai capelli arancioni, vestito con un
elegante completo
nero e un paio di occhiali con le lenti azzurre a coprirgli gli occhi.
“Capisco che non sia facile, ma non devi agire d’impulso
per poi pentirtene, come ho fatto io.” Continuò
l’uomo, per poi togliersi anche
lui la giacca e la camicia, mostrando così un tatuaggio verde di
Fairy Tail
impresso sulla schiena.
“L-Loki?!” Esclamò sorpresa Erza. “Che
cosa… Come hai
fatto…?”
“A dopo le spiegazioni! Ora pensiamo a calmarlo. Ho
sufficiente energia magica per aiutarvi, oltre al fatto che ogni minuto
che
resto qui lo indebolisce, anche se non di molto!”
“Leo… anche tu?” Domandò Majutsu, guardandolo
con rabbia.
“Lo facciamo solo per te!” Replicò lui, per poi far
partire un quarto raggio che lo avvolse, riuscendo finalmente a
bloccare
totalmente i suoi movimenti.
“ORA!!!” Gridarono assieme i quattro maghi, aumentando
ulteriormente la quantità di magia presente nei fasci.
Majutsu urlò di dolore, mentre il suo corpo sembrava
venire colpito da un’altissima scarica elettrica.
Il tutto durò solo pochi secondi, dopodiché i quattro
raggi si infransero, lasciando cadere a terra un Harry Potter privo di
sensi,
mentre il suo tatuaggio tornava verde.
“Ci… Ci siamo riusciti…” Ansimò Gray,
cadendo a terra
esausto.
Peter Minus deglutì, osservando lo spettacolo.
“C-C’è
mancato poco… Io stavo per… stavo per…”
Ma prima che potesse fare qualcosa, Loki lo raggiunse,
afferrandolo per un braccio. “Tu non vai da nessuna parte. Ho
sentito tutta la
discussione, e sono perfettamente d’accordo con gli altri che tu
debba pagare.
Fairy Tail non perdona.”
“Già… Non lo abbiamo fatto per te… Non
abbiamo alcuna
intenzione di salvarti.” Continuò Erza, riprendendo fiato.
“Semplicemente…
Harry non doveva sporcarsi le mani… con uno come
te…”
Natsu annuì, per poi andare a recuperare l’amico,
sollevandolo per un braccio e poggiandolo sulla spalla. “Forza,
raggiungiamo
gli altri.”
“La situazione sembra essersi calmata.” Fece Hermione,
guardando il suo schermo olografico, il quale le aveva riportato una
diminuzione dell’energia magica.
“Menomale…” Sospirò Lucy, sollevata.
“Ma mi chiedo come
fosse possibile…”
“Che cosa?” Domandò Remus, con una benda nera
attorno
agli occhi, girandosi nella sua direzione.
“L’energia che ho sentito prima era come quella che uso
io quando attivo la mia magia… ma non è possibile che ci
sia un altro mago come
me qui.”
“Cosa intendi dire ragazzina?” Chiese Sirius, facendo
sbuffare la bionda per il nomignolo.
“Lei è la principessa Lucy.” Rispose Virgo,
apparendo dal
nulla al suo fianco. “E si riferisce al fatto che può
evocare noi Spiriti
Stellari usando la sua energia magica.”
“Non chiamarmi principessa!” Replicò la sua
proprietaria,
portandosi una mano sulla fronte, ignorando la faccia incredula del
ricercato.
“Per il cappello di
Merlino, come hai fatto? Evocare una persona richiede una
gigantesca
quantità di magia, per non parlare che siamo dentro
Hogwarts!”
“Noi Spiriti Stellari non siamo di questa dimensione. Di
conseguenza possiamo apparire dove vogliamo.”
“Okay, rimandiamo a dopo le spiegazioni, grazie…” La
interruppe Lucy, tirando fuori la sua chiave dorata e costringendo
così Virgo a
sparire.
“Un’altra dimensione? Ho sentito bene?” Chiese Lupin,
sorpreso.
“Meglio non parlarne adesso. Se Piton dovesse svegliarsi,
sarebbe difficile spiegarlo… Ma sono sicuro che Harry vi
dirà tutto quanto non
appena possibile.” Rispose George.
“Sì, credo che lo farò…” Rispose la
voce del diretto
interessato, mentre usciva sorretto da Natsu e Erza, con dietro Peter
tenuto
fermo da Loki e Gray.
“Harry!” Esclamarono tutti, felici di vederlo sano e
salvo.
“Scusatemi… Ho perso il controllo senza nemmeno
rendermene conto…”
“Ma quello… è Loki!” Fece Lucy, indicando
l’uomo, che
alzò la mano libera per salutarla. “Come ha fatto ad
arrivare qui?”
“Non l’hai capito?” Rispose lui, sorridendo.
“Avevo
sentito che eri una maga molto portata su questo argomento.”
Sentendo ciò la bionda spalancò gli occhi.
“Tu… Tu sei
uno Spirito Stellare?!” Esclamò incredula.
“Leo della chiave d’oro del Leone. Al vostro
servizio.”
“Come facevi a conoscerlo?” Chiese Neville.
“Loki era un membro fisso della nostra gilda fino a
qualche anno fa. Poi ha cominciato a venire sempre meno. Non avremmo
mai
immaginato che fosse uno Spirito Stellare, tantomeno che appartenesse a
Harry.”
Spiegò Gray guardando l’amico, che sospirò.
“Vi spiegheremo anche questo. Ora però sarà meglio
tornare al castello. Direi che è il momento che Sirius venga
finalmente
liberato da quelle false accuse.”
“Allora direi di muoverci.” Fece Leo. “Prima
consegniamo
questo farabutto, meglio è.”
Tutti annuirono, facendo per incamminarsi verso il
castello. Salvo fermarsi quando un gelo innaturale cominciò ad
avvolgerli.
“No… No, no, no!” Urlò Sirius, cadendo in
ginocchio e
portandosi le mani sulla testa. “Non loro!”
“Questa sensazione… i Dissennatori?” Disse George,
cadendo anche lui in ginocchio.
“Ma perché… è più forte?”
Domandò il gemello, per poi
alzare lo sguardo e spalancare gli occhi per la paura.
Sopra le loro teste c’erano un centinaio di Dissennatori,
i quali si stavano avvicinando sempre di più, costringendo tutti
i maghi a
cadere a terra uno ad uno, con l’esclusione di Loki, che
guardò le creature con
rabbia.
“Questi avvoltoi devono aver percepito il nostro
sollievo…”
Ringhiò, poco prima di sentire il braccio del suo prigioniero
diventare più
piccolo.
Peter Minus, approfittando della debolezza di Gray, si
era liberato dalla sua presa, e con solo un braccio trattenuto, non
perse tempo
a trasformarsi, e prima che Loki potesse riacciuffarlo, corse via
attraverso il
bosco.
“F-Fermo!” Urlò Majutsu, cadendo anche lui in
ginocchio.
“Dannazione!”
“Questa non ci voleva… siamo troppo deboli…”
Mormorò
Erza, guardando i Dissennatori farsi sempre più vicini.
“Cercherò di allontanarli io. Dato che non sono umano,
non hanno alcun effetto su di me.” Disse Leo, per poi avvolgere
il suo pugno
con della luce, saltando subito contro una delle creature, colpendola
in pieno
e facendola sparire in una scia luminosa.
“Tsk. Non pensavo fossero così resistenti…”
Osservò lo
Spirito Stellare, vedendo la luce attorno alla mano svanire. “Non
so se
riuscirò a eliminarli tutti…”
“L-Lascia che ti dia una mano…” Ansimò Lucy,
cercando di
restare in piedi, tirando fuori dalla tasca una chiave dorata. “Apriti, Porta del Centauro! Sagittarius!”
Urlò, richiamando l’arciere vestito da cavallo, che
incoccò subito una freccia.
“Pronto, pronto, sono
pronto!” Esclamò egli, per
poi scoccare la freccia, colpendo uno dei Dissennatori, che scomparve
nel
nulla.
“Apriti, porta del
Toro! Taurus!” Urlò ancora Lucy, tirando fuori
un’altra chiave e facendo
apparire il secondo spirito, che si lanciò subito contro un
altro Dissennatore,
tagliandolo a metà con la falce.
“Apriti, Porta
della Vergine! Virgo!”
“Ai suoi ordini, principessa!” rispose prontamente la
donna evocata, saltando in alto e colpendo con un pugno un’altra
delle creature
oscure, che si schiantò a terra prima di sparire.
“Apriti, Porta del-”
“Fermati Lucy!” Gridò Leo. “Hai già
aperto tre porte! Sei
già oltre il limite! Morirai!”
“Non m’importa… voi Spiriti siete gli unici in grado
di
contrastare questi mostri… Non mi fermerò ora!”
Affermò la bionda. “Apriti, Porta del
Granchio, Cancer!”
Questa volta ad apparire fu un uomo con pantaloni neri e
camicia azzurra; dalla schiena uscivano sei zampe gigantesche di
granchio,
mentre tra le dita delle mani stringeva un paio di forbici, la cui
impugnatura
ricordava a loro volta la chela di un granchio. I suoi capelli scuri
erano
intrecciati a forma di granchio.
“Ebi! Cosa devo
tagliare?” Chiese Cancer, aprendo e chiudendo le forbici un paio
di volte.
“Attacca quelle creature!” Ordinò Lucy, cadendo in
ginocchio e cominciando ad ansimare.
“Non devo sistemare nessuna accorciatura?” domandò
lo
Spirito, per poi farsi serio nel vedere i suoi colleghi continuare a
colpire i
Dissennatori. “Capisco, ebi.”
Detto ciò scomparve, riapparendo alle spalle di una delle
creature, infilzandola con le forbici.
“A-Apriti, Porta
della-” Continuò la maga degli Spiriti Stellari,
venendo fermata da Harry,
che le aveva bloccato la mano.
“B-Basta così.” Ansimò, cercando di resistere
all’influenza dei Dissennatori. “Non lascerò che una
mia amica si sacrifichi in
questo modo!”
“Sì… Hai ragione…” Intervenne Gray,
raggiungendolo,
seguito da Natsu ed Erza.
“Ci siamo preparati per questo momento… Sappiamo cosa
fare.” Disse Titania, tirando fuori la bacchetta.
“Non ci lasceremo sconfiggere da questi mantelli
rovinati!” Gridò il Dragon Slayer, con rinnovato vigore.
“Unison Raid…” Mormorò Luna, ormai a terra. “Usate l’Unison Raid…” “L’Unison
Raid?” Ripeté Majutsu, guardandola incredulo.
“Ma è una magia avanzata!
Non possiamo-”
“I-Io posso fungere da nucleo.” Rispose Lucy. “Ci
sono
già riuscita una volta… Posso farcela di nuovo!”
“Ma sei troppo deb-”
“Non sono così debole!” Replicò la bionda,
mentre la sua
tasca s’illuminò, lasciando uscire altri cinque raggi di
luce, materializzando
così Aquarius, Horologium, Lyra, Plue e un altro spirito che non
avevano visto
prima: un’enorme croce argentata, con gambe, braccia e volto
umani, con il naso
e i baffi bianchi anch’essi a forma di croce, che rispondeva al
nome di Crux.
Come a un segnale silenzioso, gli altri suoi Spiriti
abbandonarono il combattimento, raggiungendoli e mettendosi attorno ai
cinque
maghi, creando una barriera magica che annullò al suo interno
l’influenza dei
Dissennatori.
“Non ci credo… È riuscita a evocare tutti i suoi
Spiriti
assieme…” Fece Leo, per poi raggiungerli e unirsi alla
barriera.
“I-Incredibile…” Disse Hermione, guardando incredula
lo
spettacolo, assieme agli altri, mentre Luna sorrideva.
“Questo… è ancora più potente
dell’altra volta…” Mormorò
George, per poi perdere i sensi, seguito poco alla volta dagli altri
rimasti
fuori dalla barriera.
“Sappi che non accetterò una sconfitta.” Intervenne
Aquarius, guardando Lucy. “Ho dovuto interrompere il mio
appuntamento per
raggiungerti.”
Lucy sorrise debolmente, annuendo.
“Come conti di attivare l’Unison Raid?” Chiese Harry,
guardando la bionda, che si rialzò.
“Mettetevi attorno a me. Cercherò di richiamare la stessa
sensazione che ho sentito l’altra volta.” Disse seria.
I quattro maghi annuirono, obbedendo al suo commando,
mentre Lucy chiuse gli occhi, unendo le mani in una silenziosa
preghiera.
Immediatamente, il suo corpo cominciò a emanare una
debole luce, che dopo un paio di secondi divenne più intensa,
colpendo Harry,
Erza, Gray e Natsu, i quali spalancarono gli occhi.
“Questa energia…”
“Incredibile…”
“Mi sento tutto un fuoco!”
“Andiamo!” Disse Majutsu, per poi alzare la bacchetta.
“EXPECTO PATRONUM!!!” Urlarono i quattro maghi.
Dalla punta delle loro bacchette uscirono quattro
abbaglianti animali argentati, i quali si scagliarono subito contro i
Dissennatori, colpendone una decina ciascuno, costringendoli a
indietreggiare.
I quattro membri di Fairy Tail alzarono lo sguardo,
imitati dagli Spiriti Stellari, osservando sorpresi quelle quattro
emanazioni.
Queste, senza perdere tempo, si girarono verso gli altri Dissennatori,
continuando la loro caccia, finché finalmente tutte le creature
oscure non
decisero di ritirarsi.
In quel momento gli Spiriti sorrisero, per poi svanire,
con l’eccezione di Leo.
Lucy sospirò e sciolse la presa delle mani, facendo
scomparire la luce e cadendo indietro, priva di forze, venendo presa al
volo da
Natsu.
I quattro Patronus si voltarono verso i loro evocatori,
raggiungendoli.
Di fronte a Natsu si fermò una salamandra, da Gray un
orso polare e da Erza una tigre.
Davanti a Harry invece un cervo lo fissava negli occhi.
Un cervo che il moro pensava non avrebbe mai più rivisto.
“Ramoso…” Mormorò, incredulo.
“Papà…”
Il cervo chinò la testa, per poi sparire nel nulla,
imitato dai suoi simili.
“Stavolta… credo di aver dato davvero tutto me
stesso…” Annunciò
Gray, lasciandosi cadere a terra. “Ora credo di voler dormire un
po’…”
A imitarlo subito ci furono sia Erza che Natsu, lasciando
in piedi solo Harry, il quale si abbandonò seduto.
“Ci siamo riusciti…” Sussurrò, per poi
guardare la
boscaglia. “Ma Peter… è fuggito…”
“Mi spiace.” Fece Loki. “Non sono riuscito a
trattenerlo
mentre pensavo a come uscire da quella situazione.”
Majutsu sospirò. “Ormai non possiamo farci più
niente.
Possiamo solo sperare che la profezia della Cooman stavolta non diventi
realtà.
Ma ora… abbiamo un’altra questione di cui
preoccuparci.”
Leo annuì, per poi voltarsi verso il corpo privo di sensi
di Sirius.
“Con tutto quello che è successo, dubito fortemente che
nessuno si sia accorto di qualcosa. A breve arriveranno i professori.
Sirius…
non deve trovarsi qui.”
“Non dire altro. Lo porterò via io. Credo di sapere cosa
vuoi fare.”
Harry sorrise, per poi sdraiarsi a terra.
“Grazie mille… E Leo? Quando ci saremo ripresi,
manterrò
fede alla mia promessa. Ormai direi che non hai più alcun
dubbio, vero?”
Loki scosse la testa, sorridendo e guardando Lucy. “No.
Dopo quello che ha fatto stasera… Dev’esserci stato per
forza lo zampino del
Re, altrimenti non sarebbe mai riuscita a evocare tutti i suoi Spiriti
assieme.
E questo mi basta.”
“Perfetto. Ora scusami… ma temo… sia il mio turno
di
dormire…” Fece Majutsu, chiudendo gli occhi.
Leo sorrise, per poi dirigersi verso Sirius, sollevandolo
come se niente fosse.
“Posso solo dire che è stato un onore e un piacere
esserti stato utile finora. E non potrò mai ringraziarti
abbastanza per avermi
salvato.” Disse, per poi sparire in una scia di luce assieme a
Black.
~~~~~~~~~~~
Sirius aprì gli occhi, ritrovandosi poggiato contro il
muro di una casa.
“Dove… Dove sono finito?” Domandò, alzando
una mano per
coprire la luce del sole.
Rialzandosi, cominciò a guardarsi attorno.
Si trovava in una via, piena di persone che parlavano tra
di loro senza fare caso a lui.
“Questa non è Hogsmeade… e nemmeno Diagon
Alley…” Capì,
guardandosi attorno, mentre poco lontano un uomo, con uno schiocco di
dita,
faceva apparire un palloncino per darlo a una bambina, che
applaudì prima di
prenderlo.
Sirius si voltò, sgranando gli occhi.
A pochi metri da lui c’era un enorme edificio su cui
svettavano il logo e il nome di Fairy Tail.
“Questo… Questo è il posto dov’è
finito Harry?” Si
chiese, avvicinandosi.
“Ehi vecchio! Quanto ci vorrà prima che Salamander e gli
altri tornino?” Domandò Gajil al Master, che
sospirò.
“Dovrebbero essere qui tra qualche settimana al massimo.
È inutile che continui a chiedermelo.” Rispose lui,
mandando giù un sorso di
birra, svuotando il calice, che poggiò sul tavolo, subito preso
da Dobby.
“Dobby può fare qualcos’altro per il Master,
signore?”
Il vecchio ridacchiò, scuotendo una mano. “No, no, ma
grazie lo stesso Dobby.”
“Secondo le mie carte, sta per arrivare qualcuno.” Disse
Cana, guardando una carta appena estratta dal mazzo.
“Grazie tante, abbiamo il portone spalancato, lo vediamo
anche noi!” Replicò Droy.
“Cerchi rogne?” Replicò subito la ragazza,
fissandolo in
cagnesco.
“Su, su, non c’è bisogno di litigare. Vediamo
piuttosto
chi è il nostro ospite e-”
Ma Mirajane si interruppe, mentre Sirius metteva il primo
passo nella gilda, guardandosi attorno leggermente timoroso.
“Scusate… Potrei sbagliarmi, ma forse voi potete sapere
dove posso trovare Harry-”
Prima ancora che potesse finire la frase, tutti i membri
della gilda si erano voltati a guardarlo, interrompendo le loro
attività.
Mira, che stava versando altro sake per Cana continuò a
fissarlo, ignorando il liquore che straripava dal calice.
“Tu… qui?” Fece Gajil, sorridendo. “Questa
dopotutto
dev’essere la mia giornata fortunata!” Esclamò,
alzandosi di colpo dalla sedia
e battendo le mani.
“T-Tu sei quel ragazzo di Halloween…” Mormorò
Sirius,
deglutendo.
“Non è da uomini venire qui e far finta di nulla per
attaccare un nostro amico!” Urlò Elfman, trasformandosi e
facendo un passo
verso di lui, mentre anche gli altri si prepararono a combattere, con
l’eccezione di Mira, che si limitò a interrompere il
flusso di sake.
“Con quale coraggio… il traditore di un membro della
nostra famiglia… osa presentarsi qui?!” Tuonò il
Master, ingigantendosi e
avvicinandosi minacciosamente a Sirius. “Non so come tu sia
giunto fin qui, ma
sarà un immenso piacere sistemarti fino all’arrivo di
Harry!”
Sirius, che era già pallido di suo, sbiancò
ulteriormente.
“S-Sentite… so come può sembrare la cosa… Ma
io non sono
nemico di Harry… E non so nemmeno come sono giunto qui…
Anzi, non so neppure dov’è questo
qui!” Disse
indietreggiando.
“E perché dovremmo crederti?” Chiese Mira,
guardandolo
seria. “Harry ci ha fatto vedere un tuo manifesto e ci ha detto
che cos’hai
fatto. Sai, sto faticando a non raggiungerti per farti a pezzi.”
“Tranquilli.” Intervenne una voce, facendo voltare tutti
i presenti verso un tavolo, al quale era seduto Leo, intento a bere una
tazza
di caffè. “L’ho portato qui io su richiesta di
Harry. E credo di dovervi
spiegare un paio di cose.”
“Loki? E tu quando sei arrivato?” Domandò Levy,
guardandolo sorpresa.
“Pochi secondi fa. Anche se sono qui da qualche ora.
Infatti ho lasciato Sirius fuori che era ancora notte. E scusami, non
ho saputo
fare a meno di tirarti un piccolo scherzo. Dopotutto, per quasi un anno
ho
creduto anch’io che tu fossi colpevole.”
Sirius sbatté le palpebre un paio di volte, mentre gli
altri membri sembrarono calmarsi.
Il Master tornò alle sue dimensioni normali,
avvicinandosi a Black, ridacchiando.
“Capisco. Dunque è stato tutto un malinteso, eh?”
Fece,
per poi fermarsi una volta che fu di fronte al ricercato, che lo
guardò
incredulo.
“Come… Che razza di magia è mai questa? E nessuno
di voi
ha una bacchetta… Credevo che solo Harry e i suoi amici ne
fossero in grado…”
“Sembra ci saranno molte cose da spiegare, da entrambe le
parti.” Disse Makarov. “Perciò ti consiglio di
metterti comodo. E inoltre, mi
auguro per te che Loki abbia detto il vero. Perché altrimenti la
nostra furia
non avrà eguali.”
“Lo so… ho visto Harry perdere il controllo… e non
voglio
vedere nient’altro di simile…” Sospirò
Sirius, per poi sorridere. “Però, devo
dire che mi ha tirato uno bello scherzo. Quasi degno dei
Malandrini.”
A quella frase Makarov spalancò gli occhi. “Harry ha
perso il controllo?” Ripeté spaventato.
“Sì, ma i suoi amici… Erza, Natsu e Gray, se non mi
confondo, più lo spiritosone che a momenti mi fa ammazzare, sono
riusciti a
calmarlo.”
Il Master sospirò di sollievo, mentre Loki guardava
entrambi con un sorriso.
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Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
Dunque, ecco rivelata l'identità del misterioso collaboratore di
Harry! Qualcuno c'era arrivato?
Per chi se lo sta chiedendo... no, Harry non è un Obscurus. Che
ci crediate o no, quanto successo in questo capitolo era previsto fin
dall'inizio della storia, e mi pare che all'epoca non avvessero nemmeno
annunciato il film (e il libro non l'ho mai letto, quindi non so se
viene nominato prima o no).
E con il prossimo capitolo, finalmente si vedrà la conclusione
del terzo libro! Cosa succederà dopo? Beh, diciamo che ci
saranno parecchi eventi... shockanti XD.
Capitolo 68 *** Passaggio della chiave e partenze ***
68: Passaggio della chiave e partenze
“Ehi… vedo che ti sei divertito qui…” Commentò un ragazzo
dai lunghi capelli verdi, vestito con una tunica rossa e con una spada appesa
alla cintura. “Potevi aspettarci.” Continuò, portandosi una mano sul viso,
mostrando così un tatuaggio verde di Fairy Tail.
Luxus sbuffò, alzandosi dalla sedia e scavalcando il
corpo fumante di un uomo, scosso da brevi convulsioni. “Ha osato deridere Fairy
Tail. Non sono riuscito a trattenermi. Sai come sono, Fried.”
“Pensare che ci sono persone che credono di farla franca…
ridicolo.” Intervenne una nuova voce, mentre un altro ragazzo si avvicinava.
Egli indossava una maglia a righe bianche e nere che lo
copriva completamente fin sopra i capelli, mentre gli avambracci erano coperti
da delle fasce verdi a righe. Gli occhi erano coperti da un elmo che lasciava
libero il viso solo dal naso in giù. La vita era circondata da una semplice
fascia scura che sosteneva a sua volta un’altra fascia divisa in quattro parti
lunghe di colore chiaro. Infine attorno a lui galleggiavano quattro piccoli
totem, ognuno con un disegno diverso sopra.
“Sarà ancora per poco, Bixlow. Presto… la vera Fairy Tail
prenderà finalmente il sopravvento. Ormai è solo questione di settimane.” Fece
Luxus, sorridendo.
~~~~~~~~~~~
“Una faccenda spaventosa… spaventosa… È un miracolo se
non è morto nessuno… mai sentito niente di simile… Fortuna che è arrivato
subito, Piton.”
“Non c’è di che, Ministro. Mi sono ripreso in tempo per
soccorrerli.”
“Peccato che Black sia riuscito a fuggire… Ma almeno
abbiamo salvato quel ragazzo. Non riesco a crederci… Deve averlo tenuto in
ostaggio per tutto questo tempo…”
“Io sono più sorpreso dalla sua identità…”
“Io invece non posso credere a quello che hanno fatto i
Dissennatori… attaccare in gruppo degli studenti… Li farò allontanare subito
dal perimetro della scuola. In ogni caso, si sono dimostrati inutili contro
Black…”
“Black non tornerà.” Disse Erza. “Non riuscivo ad
alzarmi, ma l’ho visto allontanarsi, borbottando che non ne valeva più la
pena.”
“Ciononostante, continueremo a tenere un occhio aperto
sulla sua ricerca. E spero vi rendiate conto di essere stati molto fortunati
stasera.” Fece il Ministro.
Harry aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi a guardare
il soffitto dell’infermeria, in quel momento piena a causa del fatto che tutti
i membri di Fairy Tail erano a letto.
Davanti alla porta c’erano il Ministro Caramell e Piton, che
stavano parlando degli avvenimenti di quella sera, con Erza seduta su un letto
lì vicino ad ascoltare attentamente.
“Ministro, le assicuro che l’unico vero pericolo che
abbiamo incontrato stasera è stato ad opera dei Dissennatori.” Ribadì Titania,
sospirando. “Black era debole per la fuga, ed eravamo quasi riusciti a
prenderlo nonostante ci avesse teso una trappola…”
Harry si trattenne dal sorridere. Erza stava inventando
una bella storiella per giustificare gli eventi di quella sera. Senza Peter,
era impossibile dimostrare l’innocenza di Sirius. E comunque, ora avrebbero
potuto cercarlo ovunque, ma non sarebbero mai riusciti a trovarlo.
“Oh, Harry, sei sveglio.” Disse il Ministro,
approfittandone per cambiare argomento. “Ci hai fatto prendere un bello
spavento stasera…”
“Cos’è successo?” Chiese, portandosi una mano sulla testa
per simulare meglio la confusione.
“Siamo stati attaccati dai Dissennatori.” Rispose Gray,
sdraiato sul letto vicino con le braccia dietro la testa. “E il traditore ne ha
approfittato per fuggire.”
“L’importante è che non sia riuscito a farvi del male. E
siamo anche riusciti a recuperare il suo ostaggio…”
Sentendo ciò Majutsu cominciò a guardarsi intorno, finché
non vide Dudley, ancora privo di sensi, in quel momento curato da Madama Chips.
“Non credevo che dietro la sparizione di tuo cugino ci
fosse proprio lui… Però non mi spiego come mai non risulti iscritto a
Hogwarts…”
“A questo posso rispondere io.” Intervenne Silente,
entrando nell’infermeria. “Ho scritto al signor Dursley più volte, invitandolo
a unirsi alla nostra scuola. Ma ahimè, ha sempre rifiutato. E come sapete, non posso
costringerlo a iscriversi.”
“C-Certo che no, ma non riesco proprio a capire perché
abbia rifiutato…”
“Perché i suoi genitori odiano la magia, in qualunque sua
forma.” Rispose Harry, guardandolo. “Lo so perché mi trattavano come spazzatura
proprio per quel motivo. Dudley ha scoperto di poter usare la magia poco dopo
la mia scomparsa. E sapeva bene come avrebbero reagito i suoi genitori.”
“Non mi sorprende.” Fece gelido Piton. “Sua madre ha
sempre avuto una certa avversione nei nostri confronti…”
“Lei la conosce, Piton?” Domandò sorpreso Caramell.
“Ho avuto modo di parlarci qualche volta, quando ero
ragazzo.”
“È così… vi prego, non dite nulla ai miei genitori…” Mormorò
Dudley, dopo aver ripreso i sensi. “Sono stato costretto da Black a usare la
magia… ma non è mia intenzione continuare.”
“Certo posso ben capire… dopo una simile esperienza… Non
appena ti sarai rimesso ti riaccompagneremo a casa…”
“Ad ogni modo, signor Dursley, sappia che Hogwarts avrà
sempre un posto per lei.” Fece Silente, ricevendo un silenzioso assenso dal
ragazzo.
“Meglio che vada ora… Devo affrontare la Gazzetta del
Profeta… Non saranno felici di sapere che Black è riuscito a scappare ancora…”
“Immagino. Severus, ti spiacerebbe accompagnare il
Ministro?”
Dalla faccia di Piton fu chiaro che gli dispiaceva
parecchio, ma annuì, per poi girarsi e uscire, non senza rivolgere un’ultima
volta lo sguardo a Harry.
Dopo che la porta si chiuse alle loro spalle, il preside
si rivolse a Madama Chips. “Poppy, potresti lasciarci soli per qualche minuto?
Vorrei parlare con i ragazzi degli eventi di stasera.”
“Certo preside, ma eviti di affaticarli troppo. Sono
tutti con un non indifferente esaurimento magico.”
“Farò loro solo qualche domanda.” La tranquillizzò
Silente, aspettando che entrasse nel suo ufficio.
“Preside, noi-”
“So già tutto, Harry.” Disse subito l’anziano mago,
sorridendo. “La signorina Scarlett mi ha già detto chi era davvero il traditore
dei tuoi genitori, e il professor Lupin mi ha confermato la sua versione dei
fatti. Sfortunatamente, Minus è riuscito a sfuggire. E temo che stia già
cercando di ritrovare Voldemort, proprio come previsto dalla professoressa
Cooman.”
Sentendo ciò Majutsu spalancò gli occhi. “E lei come-”
“Ho un ritratto nel suo studio che mi riferisce ogni sua
profezia. Almeno, quelle vere.” Si corresse, sorridendo. “Quest’anno ne ha
avute ben due… ed entrambe hanno messo a grave rischio questo castello.
Tuttavia, Harry, vorrei sapere che fine ha fatto il tuo padrino. Nessuno dei
tuoi amici, che abbia ripreso i sensi almeno, ha saputo rispondermi.”
Majutsu sorrise. “Diciamo che ho chiesto a un amico di
portarlo a casa nostra.”
“E così ho fatto.” Rispose Leo, apparendo dal nulla e
avanzando attraverso la stanza. “L’ho lasciato appena fuori dalla gilda. Non ho
avvertito il Master, ma farò in modo di essere presente quando entrerà.”
“Uno scherzo, eh?” Fece Fred, mettendosi seduto. “Vuoi
fargli prendere un colpo, sapendo che il Master e gli altri lo assalteranno non
appena metterà piede lì dentro, cosa che farà perché riconoscerà il nome della
gilda.”
“Non abbiamo ancora ben capito chi sei, ma potremo
considerarti come possibile futuro complice di scherzi.” Aggiunse George,
ridacchiando.
“Credi che Makarov lo accetterà?” Chiese Silente a Harry,
ignorando l’uomo appena apparso.
“Una volta spiegata la situazione, sono sicuro di sì.”
“Ma com’è possibile?” Domandò Lupin, sdraiato su un letto
poco lontano, ancora con la benda sugli occhi. “Prima di tutto, dovrebbe essere
impossibile smaterializzarsi dentro Hogwarts, posso accettarlo da elementi come
Dark o il Dottore… però anche voi?”
“A dir la verità, solo noi Spiriti possiamo farlo.”
Spiegò Leo. “Questo perché non siamo umani e abbiamo il potere di viaggiare tra
i mondi. Ma per portare ospiti dobbiamo chiedere il permesso al nostro Re.”
“E per nostra fortuna, avevo un passaggio gratis offerto
dal re.” Spiegò Harry. “Visto che noi di solito usiamo la fenice di Silente o
Virgo, ho preferito farlo usare a Sirius.”
“Ma ora dov’è esattamente?”
“Beh… diciamo che non è più in questo mondo.” Rispose
Gray, ghignando.
“Non è più-” Cominciò a ripetere il professore, per poi
interrompersi. “Volete dire che potete davvero viaggiare liberamente in un
altro mondo?”
“Beh, considerando che mi sono smaterializzato da loro
per errore e che se siamo venuti qui è solo perché Silente mi ha trovato con l’aiuto
di Fanny, direi proprio di sì.” Disse Majutsu, sorridendo.
“U-Un altro mondo?” Ripeté Dudley. “Vuoi dire che quando
sei sparito sei finito in un altro mondo?!”
“Già. Un mondo chiamato Earthland. Un mondo pieno di
magia, dove non c’è una grande divisione tra maghi e non maghi. Anzi, noi maghi
aiutiamo, su pagamento, i nostri Babbani… Tipo recuperando oggetti, affrontando
banditi, mostri e robe così…”
“Allora è per questo che possedete una magia così diversa
dalla nostra?” Chiese ancora il professore.
“Esatto!” Risposero assieme i gemelli. “E non è tutto:
anche noi siamo riusciti ad apprenderla!”
“E credo che Madama Chips apprezzerebbe che non facciate
una dimostrazione qui.” Li fermò subito Silente, sorridendo. “Bene, allora
direi che è tutto. Vi lascio riposare ora.”
“Vado anch’io.” Fece Leo. “Non vorrei che Sirius si
svegliasse senza che io possa fermare gli altri dal dargli il pestaggio
peggiore della sua vita. Dopotutto, dev’essere ancora introdotto allo stile di
Fairy Tail, e dubito che stasera io possa servire ancora.”
Harry annuì, osservandolo sparire, per poi voltarsi verso
Lupin. “Professore, non che mi dispiaccia, ma come ha fatto a non
trasformarsi?”
Remus sorrise, per poi indicare la benda attorno ai suoi
occhi. “Devo ringraziare Hermione. Poco prima che uscissimo, si è ricordata che
stanotte c’era luna piena. Così ha chiesto subito a Ginny di creare questa
benda, e lei l’ha fatta apparire dal nulla dopo aver evocato un quaderno dove
ha scritto qualcosa… fatto sta che la luce lunare sembra non avere alcun
effetto. E sono ben lieto di rinunciare alla vista per una notte piuttosto che
trasformarmi.”
“Per fortuna. Con tutto quello che è successo, affrontare
anche un lupo mannaro sarebbe stato piuttosto difficile…” Commentò Erza.
“Solitamente non faccio male a una mosca, grazie a una
pozione preparatami dal professor Piton, ma questa sera, con tutto quello che è
successo, non sono riuscito a prenderla. Tuttavia, questa soluzione mi piace
decisamente di più.”
Piton osservò il Ministro della Magia allontanarsi in
direzione di Hogsmeade.
“Che cos’era quello…? Era davvero Potter?” Si chiese.
Dopo essere stato messo fuori gioco aveva ripreso i sensi
solo per pochi secondi, per la precisione quando i gemelli lo avevano sollevato
per portarlo fuori dalla Stamberga Strillante.
E in quegli istanti aveva visto Potter preda della più
totale furia.
“Nemmeno il Signore Oscuro ha mai reagito in un modo
simile… E il potere che ho sentito… era spaventoso.”
Il professore si voltò verso il castello.
“Lily… che cosa dovrei fare?”
~~~~~~~~~~~
Madama Chips li trattenne in infermeria per due giorni.
Quando uscirono furono letteralmente sommersi dalle
domande degli altri studenti, che chiedevano se avevano davvero affrontato
Sirius Black o no. Tuttavia Majutsu non rispose a nessuna curiosità,
limitandosi a dire che non ne voleva parlare.
Draco li osservò da lontano, sbuffando.
“Speravo in qualcosa di più.” Borbottò. “Ma a quanto
pare, se la sono cavata tutti quanti.”
“Meglio per i nostri piani.” Rispose Urrutia, nascosta
dietro una colonna. “D’ora in poi le cose si faranno più interessanti. Peter
Minus è sicuramente andato alla ricerca del suo padrone. Molto presto sarà il
momento di fare la nostra mossa.”
Malfoy sorrise. “Lo so, e non vedo l’ora. E considerando
quello che succederà il prossimo anno… Posso solo divertirmi alla sola idea. È utile
avere un padre con così tanti contatti.”
“Bene. Allora ti aspetterò a casa tua. Se le informazioni
che abbiamo ricevuto sono vere, dubito tu voglia perderti le vacanze a Fiore.”
Fece Urrutia, allontanandosi.
“Sì, hai ragione. Ma prima, voglio avere ancora qualche piccolo
divertimento…” Disse Malfoy.
Harry e gli altri si allontanarono verso la Foresta
Proibita, fermandosi al suo ingresso, al sicuro dalla vista degli altri
studenti.
“Come mai ci hai portati qui?” Chiese Lucy.
Majutsu sorrise, per poi tirare fuori dalla tasca la
chiave dorata in suo possesso.
“Apriti, porta del Leone! Leo!” Urlò, lasciando apparire
Loki.
“Avevate chiesto una spiegazione, no?” Fece lui,
sorridendo.
“Direi che è chiaro che ci hai mentito sul fatto che eri
umano.” Disse Erza, guardandolo con un sorriso. “Ma abbiamo visto di peggio.”
“Non è solo quello. Abbiamo tenuto nascosta la verità
anche per un altro motivo.” Spiegò Majutsu. “Vuoi spiegare tu, Leo?”
Lo Spirito Stellare annuì. “È cominciato tutto qualche
anno prima che mi unissi alla gilda. Allora appartenevo a una maga di nome
Karen Lirica.”
“Karen Lirica?!” Esclamò incredula Lucy. “Davvero?!”
“La conosci?” Chiese Hermione.
“Certo che la conosco! Era una famosissima maga degli Spiriti
Stellari! Questo finché…”
“Finché non venne uccisa in una battaglia.” Concluse
Loki, chiudendo gli occhi. “Quello che quasi nessuno sa… è che il responsabile
della sua morte sono io.”
A quella frase tutti spalancarono gli occhi.
“A-Aspetta…” Fece George. “Credevo che gli Spiriti
Stellari non potessero fare davvero del male ai loro padroni. Nemmeno Aquarius
ha mai tentato seriamente di affogare
Lucy, e noi con lei.”
“È così, ma c’è un modo. Ed è il motivo per cui ero così
preoccupato per Lucy l’altra sera. Se un mago degli Spiriti ne evoca troppi
esaurisce il suo potere magico. E se si richiamano Spiriti anche dopo aver
raggiunto quel punto… il loro proprietario muore.”
“Allora ha tentato di chiamarti assieme ad altri Spiriti
e non ha retto lo sforzo.” Concluse Luna.
“No. Ha tentato di evocare un altro spirito nonostante io
fossi già fuori… perché io mi sono rifiutato di tornare nel mio mondo.”
Sentendo ciò tutti restarono in silenzio.
“Perché?” Chiese infine Neville.
“Karen non era quella che si mostrava agli altri, non era
affatto una maga gentile. Usava noi Spiriti in maniera impropria, sfruttandoci
per qualunque cosa. Quando decise di punire Aries, lo Spirito dell’Ariete, io
presi il suo posto e chiusi la mia porta, in modo che non potesse rimandarmi
indietro. E le dissi che io e Aries volevamo sciogliere il nostro contratto con
lei, e finché non avrebbe accettato, sarei rimasto nel mondo degli umani,
impedendole così di chiamare altri Spiriti.”
“Ma per uno Spirito… restare troppo tempo nel nostro
mondo è nocivo. Quanto tempo hai resistito?” Domandò Lucy.
“Inizialmente, tre mesi. Fu dopo quei tre mesi che mi
arresi e decisi di concedere a Karen una seconda possibilità… solo per scoprire
che era morta. E uno Spirito Stellare che uccide il suo padrone… non può più
tornare a casa.”
“Ma tu allora-”
“Ho resistito per quasi tre anni. Mi sono unito a Fairy
Tail per passare il tempo, in attesa della mia fine.”
“E fu allora che intervenni io.” S’intromise Harry. “Come
sapete, ho avuto diverse difficoltà a usare la mia magia all’inizio. Quando
dopo un anno finalmente riuscii a padroneggiarla, ho fatto un piccolo viaggio
per Fiore, deciso a diventare più forte. E lì, per puro caso, incontrai Loki
mentre svolgeva una missione. Avevo avuto modo di vedere altri Spiriti Stellari
in azione e così capii che anche lui era uno di loro. Dopo averlo messo alle
strette, lo convinsi a raccontarmi la sua storia.”
“Come hai fatto a salvarlo?” Domandò Lucy. “Per quel che
so, solo il Re degli Spiriti Stellari può fare qualcosa.”
“E infatti Harry fece qualcosa di tanto stupido quanto
coraggioso.” Ridacchiò Loki. “Cominciò a insultare ad alta voce il nostro Re,
invitandolo a mostrarsi.”
Per qualche secondo nessuno disse nulla.
“Che cosa hai fatto?!” Urlarono infine tutti quanti,
facendo ridacchiare Majutsu.
“Beh… ero ancora inesperto, e dalle storie che avevo
letto, di solito i re sono sempre i più deboli… Per questo restai paralizzato
quando si materializzò davanti a me. Per darvi un’idea… era molto più grande di
Deliora.”
“Okay, questa è la conferma che sei pazzo!” Esclamò Ron,
portandosi una mano sulla faccia. “Offendere il re di Spiriti in grado di
combattere con poteri strani…”
“No, direi che è nel perfetto stile di Harry.” Fece
invece divertita Erza.
“Sì, diciamo che non ho perso il vizio…” Ammise Harry.
“Comunque, dopo essermi ripreso dallo shock, cominciai a parlare con lui.”
“Mentre io restai immobile ancora per diversi minuti.”
Disse Loki. “Il Re si scomoda ben poche volte per questioni in cui c’entrano
gli umani.”
“Dopo qualche ora di discussione, giungemmo a un accordo.”
Continuò Majutsu. “Leo sarebbe potuto tornare nel mondo degli Spiriti… a
condizione che mi aiutasse nelle battaglie future. E oltre a questo, avrei
dovuto cercare un padrone degno di lui. Qualcuno in grado di usare tutto il suo
potere senza abusarne.” Dicendo ciò Harry si avvicinò a Lucy, per poi porgerle
la chiave. “L’altra sera abbiamo avuto la conferma che quella persona sei tu.
Da quando ti ho conosciuta ti ho tenuta d’occhio per vedere se potevi essere la
maga degna di ereditare questa chiave. E così è stato. Solo una maga
eccezionale poteva evocare tutti i suoi Spiriti assieme e restare in vita.”
Lucy guardò prima la chiave, poi Harry e infine Loki, per
poi indicarsi. “I-Io? S-Sei sicuro? Non sono poi granché…”
“Stai scherzando, vero?” Fece Natsu. “Se non fosse stato
per te, non saremmo mai riusciti ad allontanare i Dissennatori!”
“Il fiammifero ha ragione.” Disse Gray, sorridendole.
“Inoltre, hai dimostrato di possedere un potere magico non indifferente.”
Lucy guardò uno a uno tutti i suoi amici, per poi
soffermare il suo sguardo sulla chiave dorata.
“D’accordo… se è questo il vostro desiderio, lo seguirò.”
Affermò, prendendola, per poi guardare Leo. “Giuro che non abuserò mai del tuo
potere. Come di nessun altro Spirito Stellare che ha stretto un contratto con
me.”
“Ne sono certo, ma prima di tornare a casa… Harry, ho
un’ultima commissione da fare per te.” Fece lo Spirito, schioccando le dita e
facendo apparire uno specchio, che volò tra le mani del moro, sorpreso.
“Sirius mi ha mandato a prenderlo a casa sua. Mi è
bastato evitare quell’elfo fuori di testa e ignorare quelle urla provenienti
dalle mura… Mi ha chiesto di fartelo avere.”
“Proprio così!” Risuonò la voce di Sirius.
Tutti i maghi cominciarono a guardarsi attorno,
cercandone la fonte.
“Qui sotto, Harry.”
Majutsu abbassò lo sguardo, spalancando gli occhi quando
vide il volto del padrino nello specchio.
“Come…? Dovrebbe essere impossibile!” Esclamò Erza.
“Questo specchio è speciale. Permette di comunicare con
la sua copia ovunque essa sia. Ho pensato che potesse funzionare anche a
qualche dimensione di distanza, e infatti è così.”
“Non è fantastico?” S’intromise Makarov, spostando di
lato Sirius. “Abbiamo appeso lo specchio nella gilda, così da poterlo usare per
comunicare con voi in qualunque situazione!”
“E sembra non avere alcun limite di energia come le
Lacrime!” Esclamò Levy poco distante. “È semplicemente incredibile! Ovviamente
sto già studiando il suo funzionamento nella speranza di replicarlo.”
“Ehi, stavo parlando io con il mio figlioccio!” Protestò
Black, facendosi largo e mostrando così involontariamente il tatuaggio di Fairy
Tail sull’avambraccio.
“Sirius, allora anche tu-”
“Proprio così, Harry! Dopo lo scherzo che il tuo amico Spirito
mi ha tirato, ho spiegato la situazione a Makarov. E dopo un po’ di
discussioni, mi ha proposto di unirmi alla gilda. Sembra che mi divertirò
parecchio qui… senza considerare che nessuno mi conosce. Così posso finalmente
andare in giro da umano! Tranne quando devo farmi vedere da quella vecchia… non
riesco proprio a capire cos’ha contro gli umani…”
“Polyushka è fatta così. Anch’io ho avuto parecchie
difficoltà a farle accettare di visitarmi.”
Gli altri membri di Fairy Tail sorrisero, per poi
decidere di allontanarsi, lasciando i due da soli.
“Parlando d’altro… Sai, non ho avuto modo di dirtelo, ma
sei davvero bravo a giocare a Quidditch. Proprio come tuo padre.”
“Me lo dicono tutti… Allora sei stato davvero tu a
regalarmi la Firebolt, eh?”
“Ehi, ho perso dodici anni per viziarti! Consideralo un
recupero immediato. Ora però mi chiedo… cosa ne sarà di Dudley? L’ho coinvolto
forzatamente in questioni del mondo magico…”
Majutsu sospirò. “Ha deciso di tornare a casa. Non vuole
iscriversi a Hogwarts.” Ma mentre diceva ciò gli scappò un sorriso. “Tuttavia…
io non ho visto da nessuna parte la sua bacchetta magica.”
Sirius condivise il suo divertimento. “Allora credo che
potremmo rivederlo presto. Quando tornerà a casa?”
“Assieme agli altri studenti, anche se sarà Silente a
portarlo a Privet Drive.”
“Capisco…”
“Sirius… ho una richiesta da farti.” Disse Harry,
facendosi serio. “E ti prego… non chiedermi nulla e ascoltami.”
Felpato rimase in silenzio ad ascoltare, per poi annuire.
“Sì, posso.” Rispose infine. “Però Harry… per piacere,
evita di cacciarti in altri guai. Mi hanno raccontato cos’hai fatto la scorsa
estate… E per quanto sia orgoglioso, non voglio che tu corra altri rischi.”
“Tranquillo. Sono pur sempre il figlio di Ramoso, non
sottovalutarmi.”
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“Allora non vieni con noi questa volta?” Chiese Lucy a
Hermione, che scosse la testa.
“Mi spiace, ma quest’estate voglio passarla con i miei
genitori. In più, hanno detto che vogliono andare in vacanza in Francia, e sono
curiosa di vedere la comunità magica di un altro Stato. In fondo, ho già visto
quella di ben altri due mondi.” Rispose, ridacchiando.
“Beh, dopotutto è giusto così.” Osservò Majutsu,
annuendo. “Dovreste farlo anche voi.” Continuò, rivolgendosi agli altri studenti
di Grifondoro.
“Scherzi?” Esclamarono assieme i gemelli. “Ogni anno
succede qualcosa di nuovo! Non potremmo perdercelo per nulla al mondo!”
“Tranne forse per la finale della Coppa del mondo di
Quidditch. Motivo per cui torneremo indietro prima.” Aggiunse Ron. “Ovviamente
siete invitati anche voi!”
“Sembra interessante.” Ammise Erza. “Vedremo un po’ come
siamo messi con le missioni. Noi a differenza vostra abbiamo anche una casa con
le sue tasse da mandare avanti.”
“Se penso che la mia proprietaria ogni volta minaccia di
buttarmi fuori se non le pago l’intero anno in anticipo…” Si lamentò Lucy.
“Bene, allora direi che possiamo andare dal preside e-”
“Non ce n’è bisogno, sono già qui. E anche Fanny
ovviamente.” Intervenne Silente alle loro spalle.
Al suo fianco c’era Dudley, che guardò imbarazzato il
cugino.
“Allora sei sicuro?” Gli chiese Majutsu. “Potresti venire
anche tu con noi.”
Dudley scosse la testa. “No, non posso. E non credo di
volerlo. Preferisco tornare dai miei genitori. Sarà dura continuare a fingere,
ma mi va bene così.”
Harry gli poggiò una mano sulla spalla. “Sai, fino a
qualche settimana fa ti consideravo un codardo che chiedeva sempre aiuto a
mamma e papà, ma vedo con piacere che mi sbagliavo.”
Dudley fece una risata triste. “Probabilmente perché ero
così quando sei sparito. E riconosco anch’io di essere stato un idiota. Puoi
perdonarmi per averti trattato in quel modo?”
Majutsu sorrise, per poi dargli un piccolo pugno sul
petto. “Basta solo che non torni più come prima e che continui a seguire ciò
che ti dice il tuo cuore. Non esitare a chiedere aiuto.”
Il cugino fece per rispondere quando un miagolio distolse
l’attenzione dei presenti. Nessuno si era accorto di Grattastinchi, che ora si stava
strusciando contro la gamba di Dudley, che lo prese in braccio.
“Sembra comunque che abbia ottenuto qualcosa.” Disse.
“Grattastinchi sembra non volersene andare. E credo di poter convincere i miei
a tenerlo, basterà non dirgli da dove proviene. Sapete, è scappato da un
negozio di animali magici. O almeno così mi ha detto Sirius.”
“Vedi di trattarlo bene, aye!” Esclamò Happy. “O ti
lancerò contro la maledizione di noi gatti, aye!”
“Esiste qualcosa del genere?!” Replicò incredulo Natsu,
facendo scoppiare tutti a ridere.
“Allora ci vediamo il prossimo anno.” Fece Gray.
“E nel caso dovessi avere bisogno di noi… ecco.” Disse
Harry, consegnando lo specchio di Sirius a Hermione. “Noi non ne avremo bisogno
a Fiore, però così almeno potremo comunicare.”
La castana sorrise, prendendolo in mano. “Grazie. Fatemi
sapere se succede qualcosa di interessante! Non vedo l’ora di rivedervi!”
“Contaci!”
“E vedi di fare attenzione ai Nargilli.” Intervenne Luna.
“Ho sentito che colpiscono spesso le persone in vacanza. Per questo spero di
incontrarne qualcuno quest’estate.”
“Tuo padre non ha avuto nulla da ridire?” Chiese Majutsu.
“Se vuoi restare non-”
“Mio padre è contento se vado a fare ricerche in altri Paesi.”
Lo interruppe la ragazza, guardandolo con un sorriso sul volto. “Dopotutto, non
rischierò certo di venire pietrificata o peggio. Non mi pare di aver letto di
Basilischi a Fiore.”
Harry la guardò per qualche secondo, per poi annuire.
“D’accordo.”
“Aspettate!” Chiamò una voce, anticipando il professor
Lupin, con in mano una valigia. “Lasciate che venga anch’io con voi!”
“Professore?!” Esclamarono sorpresi i ragazzi. “Ma
perché? Non le conviene restare qui e-”
“Sfortunatamente, Remus mi ha consegnato ieri sera le sue
dimissioni.” Disse Silente.
“Cosa?!” Gridò incredulo Harry. “Perché?!”
Lupin sorrise triste. “Pare che qualcuno abbia raccontato
la verità sulla mia natura. E anche se ora ho una soluzione, ci vorranno solo
poche ore prima che i genitori sommergano Silente di lettere chiedendo il mio
licenziamento, tanto vale anticiparli. E poi, sono anch’io curioso di vedere
Fiore.”
“Ne è sicuro?” Chiese Majutsu. “Potrebbe essere
pericoloso e-”
“Non importa, Harry. Credo di aver bisogno anch’io di ricominciare.”
Potter sospirò. “D’accordo. Non posso negare una
richiesta a uno degli amici di mio padre. Soprattutto considerando l’aiuto che
ci ha dato quest’anno.”
“Grazie Harry. E per piacere, smettila di darmi del lei.
Dopotutto, ormai non sono più un tuo insegnante.”
Majutsu sorrise, per poi mettersi a ridere. “Hai ragione,
Remus.” Disse. “Ora possiamo trattarti da nostro pari, vero?”
~~~~~~~~~~~
Dudley e Silente apparvero dal nulla in una strada vuota,
senza una sola persona.
“Ho lanciato un incantesimo su di te in modo che nessun
Babbano possa vederti finché non entri in casa tua.” Spiegò il preside, per poi
tirare fuori dal vestito una busta, che consegnò al ragazzo. “So che non vuoi
frequentare Hogwarts, ma se mai dovessi trovarti in pericolo, o dovessi
cambiare idea, ti basterà aprire quella lettera.”
“Capisco… Grazie, signore.” Disse Dudley, prendendola e
mettendola in tasca. “Ora… io andrei…”
“Dudley, essere un mago non è sinonimo di stranezza. Come
essere un Babbano non significa essere inferiore ai maghi.” Disse Silente,
sospirando. “È un peccato che non tutti siano in grado di capirlo…”
“Questo ormai lo so. Ho visto… quanto sono felici i suoi
studenti. E anche Harry… sono contento che ha trovato qualcuno con cui divertirsi.
E anche Sirius… sono sicuro che ora si rimetterà completamente. Sono io a
essere un codardo.”
“Non c’è nulla di male in questo. Se tu ti consideri un
codardo, allora posso solo dirti che vorrei esserlo anch’io. Se solo avessi
avuto la tua stessa paura…”
Il ragazzo guardò l’anziano mago, i cui occhi stavano
fissando il nulla.
“Ma questa è solo la storia di un vecchio che ormai non
ha più importanza. Ora è meglio che tu vada.”
Dudley annuì, per poi correre via, senza girarsi quando
sentì Silente smaterializzarsi.
Raggiunse casa sua in pochi minuti. Un’altra cosa di cui
doveva ringraziare Sirius era che ora era decisamente più in forma rispetto a
prima.
Fece per aprire la porta quando sentì il rumore di un
vaso che si rompeva.
“Lo sapevo!” Ruggì la voce di suo padre. “Lo sapevo che
non poteva essere altrimenti! L’avrei dovuto capire quando mi hai detto la
verità su tua sorella!”
“Vernon, non puoi parlare sul serio!” Rispose la voce
allarmata di Petunia. “È pur sempre tuo fig-”
“Non sono padre di un mostro!” Urlò ancora Vernon.
“Guarda cos’ha fatto! È sparito per quasi un anno senza farsi vivo nemmeno una
volta! Se non fosse stato per quel tipo che ci è venuto ad avvisare, non avremmo
nemmeno saputo la verità!”
Dudley sgranò gli occhi, per poi fare un passo indietro.
“No…” Mormorò, per poi scappare, mentre cominciava a
piangere.
Corse per diversi minuti, finché non si ritrovò nello stesso
parco dove aveva incontrato Grattastinchi, che miagolò.
“Chi… Chi è stato a dirglielo…?” Singhiozzò, lasciandosi
cadere a terra. “Avevo chiesto… di non fargli sapere nulla…”
“È stato un uomo dai lunghi capelli biondi.” Rispose una
voce.
La testa di Dudley scattò subito, girandosi verso la
fonte di quella risposta.
“Passavo di qua nella speranza di incontrare alcuni
amici. E così ho avuto modo di assistere a quell’incontro.” Fece un ragazzo dai
capelli biondi e la pelle abbronzata, che indossava un paio di jeans e una
semplice maglietta a maniche corte bianca. “Non sono riuscito a sentire il suo
nome, ma ha detto che sei stato rapito da un mago che ti ha convinto a lavorare
al suo fianco. Oltre ovviamente a rivelare ai tuoi genitori che eri tu stesso
un mago. Credo fosse qualcuno che ce l’aveva con te, visto il sorriso che aveva
stampato in faccia, ha detto anche che non volevi che loro lo scoprissero. E
dopo quel che ho sentito poco fa, posso capire la tua paura.”
“Tu… chi sei?”
Il ragazzo sorrise, per poi tendergli la mano. “Un amico
di Harry ed Erza. Mi hanno salvato la vita.”
Dudley lo guardò incredulo. “Allora anche tu sei… di
Fiore?”
“Oh, lo sai? Questa è una sorpresa ancora maggiore.” Fece
il ragazzo.
Dudley lo fissò ancora per qualche secondo, per poi
afferrare la mano e lasciarsi aiutare a rimettersi in piedi.
“Scusa se risulto un po’ indelicato, ma ora che cosa vuoi
fare?”
Il Dursley si girò in direzione di casa sua. “Io… Io
volevo solo tornare a vivere come prima… ma ora mi è chiaro che non mi è
possibile.”
Il biondo al suo fianco sorrise, per poi tirare fuori una
carta da gioco, apparentemente dal nulla, guardandola con interesse.
“Potresti raggiungere tuo cugino.” Disse. “Sono sicuro
che non ti negherebbe una mano. O anche Silente.”
Dudley guardò la tasca dove aveva messo la lettera, ma
poi scosse la testa. “No, non posso. Ho passato così tanti anni a odiare la
magia… per me restare con loro risulterebbe impossibile. Almeno, per ora…”
“Allora che ne dici di venire con me?” Chiese il ragazzo.
“Sto viaggiando per il mondo. E ho scoperto che non possono farti nulla se non
hai una residenza fissa.”
“Eh?”
“Pare che qui ogni mago minorenne sia monitorato per far
sì che non possa compiere incantesimi al di fuori della scuola, ma ho scoperto,
dopo qualche azzardato tentativo, che la lettera di richiamo ti arriva solo se
hai un indirizzo fisso e se sei iscritto a una scuola. Dopotutto, non possono
di certo minacciarti di espellerti se non sei iscritto, no?”
“E perché vorresti me come compagno di viaggio?
Dopotutto, sono solo un codardo.”
“Perché dici? Sarò sincero… lo faccio per Harry. Lui mi
ha salvato e mi ha permesso di venire qui. È il mio modo per ringraziarlo.”
Dudley lo guardò. “Che cosa vuoi fare in questo viaggio?”
Il ragazzo fece girare la carta tra le dita, che
improvvisamente si divise in altre cinque copie.
“Approfondire la magia di questo mondo. E scoprire se c’è
qualcosa di pericoloso che possa minacciarlo. Non voglio che nessun altro come
lui possa nascere. E ovviamente, se dovessi decidere di venire con me, ti
aiuterò a usare meglio la tua magia.”
Dudley lo guardò ancora, per poi sospirare, mostrando un
accenno di sorriso. “Temo di non avere molta scelta. Dopotutto, non ho un posto
dove andare, ma prima… perché non mi dici come ti chiami?”
Il ragazzo prese una carta, per poi girarla, mostrando un
asso di quadri.
“Il mio nome è Sho. Piacere di conoscerti, Dudley Dursley.”
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Poffare, poffarissimo, sono in ritardo!
Ok, si vede che di recente ho rivisto "Alice nel paese delle meraviglie"... XD
Va beh, pazzie a parte, vi chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma ho avuto mille e più cose in mezzo da fare... ma finalmente eccomi qui con l'ultimo capitolo di questa saga!
Ebbene sì, Sho è tornato in scena! E con lui un'alleanza che credo nessuno di voi sospettasse minimamente... spero XD.
Beh... Ora come ora non ho altro da dirvi, se non che la prossima saga sarà decisamente importante, con grosse novità anche per chi se la ricorda perfettamente dal manga di Fairy Tail... e avrà ripercussioni per tutto il resto della storia!
Spero solo di non farvi aspettare troppo XD
Da quando Harry e gli altri erano tornati a Magnolia, non
era successo molto.
Lupin aveva declinato l’offerta di Makarov di unirsi alla
Gilda, dicendo che prima voleva viaggiare un po’. Inoltre voleva essere sicuro
che la sua maledizione fosse inefficace anche a Fiore grazie alla benda creata
da Ginny. Così, dopo solo una settimana dal suo arrivo, si allontanò.
Allo stesso modo anche Sirius, poco dopo la partenza di
Remus, decise di prendere una missione della durata di qualche settimana con la
scusa di dover riprendere la mano nell’uso della magia. “Inoltre, da quel che
ho capito qui si può scendere alle mani e usare la magia liberamente, no? Non
posso di certo starmene per sempre seduto!”
Dopo quasi un mese, Makarov fece un annuncio alla Gilda.
“Come sapete, tra due giorni si svolgerà la Festa del
Raccolto di Magnolia. E come tradizione, Fairy Tail avrà il compito di
entusiasmare i suoi concittadini con la sua parata.”
“Davvero?” Fece Fred. “Noi non l’abbiamo mai vista prima
questa festa.”
“Sfortunatamente, gli ultimi due anni siamo sempre stati
impegnati in missioni… non totalmente volontarie, che ci hanno tenuto alla
larga da Magnolia.” Spiegò Erza. “Quest’anno sembra siamo abbastanza fortunati
da potervi partecipare.”
“Infatti. Per questo ho deciso che quest’anno, oltre alla
parata, faremo anche uno spettacolo di magia. Ognuno è libero di partecipare, a
condizione ovviamente di non ferire nessuno.”
“Tsk. Sarà una noia allora.” Si lamentò Gajil, sbuffando.
“Juvia spera sarà una possibilità per uscire…” Disse la
maga dell’acqua, gettando uno sguardo a Gray, che tuttavia non se ne rese
nemmeno conto.
“Sembra interessante.” Commentò Neville.
“Già! Sono sicuro che a Hermione dispiacerà un sacco
scoprire che si è persa questa possibilità.” Fece Ron.
“Non sarà l’unica.” Disse Natsu. “Anche Harry sarà
assente. È appena partito per una missione, anche se non ci ha voluto dire
quale.”
“Sai com’è, odia stare sotto i riflettori.” Fece Erza,
girando lo sguardo verso l’entrata della Gilda.
Harry sospirò mentre attraversava le vie di Magnolia.
“Speriamo bene…” Borbottò tra sé e sé.
“Aspetta cara, non andare così veloce!” Sentì dire mentre
un’anziana signora dai lisci e lunghi capelli bianchi lo superava con un
bastone da passeggio in mano, che sembrava inutile vista la velocità della sua
proprietaria, seguita a pochi metri di distanza da un uomo con ormai pochi
capelli neri sulla testa, che doveva essere suo marito.
La coppia di anziani proseguì per qualche passo, per poi
fermarsi e voltarsi indietro, guardando Harry, che si fermò a sua volta.
“Tu sei di Fairy Tail, vero?” Chiese la donna,
avvicinandosi e guardando la sua fronte. “Che fortuna! Speravo proprio di
imbattermi in qualcuno della Gilda! Puoi darci una mano, vero?”
Harry sbatté le palpebre, leggermente sorpreso dalla
vitalità della signora, ma annuì. “Certo, se posso sarò felice di aiutarvi.
Anche se temo di non potervi accompagnare da nessuna parte… sto partendo per
una missione.”
“Oh, no, no, tranquillo.” Fece il marito, raggiungendoli.
“Vedi, veniamo da un piccolo villaggio ai confini di Fiore. Abbiamo sentito che
in occasione della Festa del Raccolto di Magnolia, Fairy Tail fa sempre una
grande parata, e così quest’anno abbiamo deciso di venire a vederla. Sai dirci
quando ci sarà?”
Harry annuì. “La festa sarà tra due giorni, e la parata
si svolgerà di sera.” Rispose. “Se cercate un posto dove stare, in fondo a
questa via troverete una locanda non troppo cara. La proprietaria è molto
gentile, e se le dite che vi manda Majutsu probabilmente vi farà anche uno
sconto.”
“Oh, no, non potremmo mai mentire.” Fece la signora,
sorridendo. “Sfortunatamente non abbiamo mai incontrato dal vivo Majutsu, e
sarebbe scortese nei suoi confronti sfruttarlo così.”
Il moro ridacchiò. “Oh, non credo proprio di potermela
prendere per così poco. Non credevo di fare tanta paura alle persone.”
Harry si aspettò un piccolo salto di sorpresa da parte
dell’anziana coppia, ma con sua sorpresa i due si limitarono a guardarlo.
“Cielo! Abbiamo parlato con una celebrità e non lo
sapevamo neppure.” Ridacchiò l’uomo, portandosi una mano dietro la testa in
imbarazzo. “Ti chiediamo scusa.”
“Tranquilli. Per me è sempre un piacere aiutare chi ne ha
bisogno.”
“Caro, credo sia meglio lasciare andare Harry. Gli
abbiamo già portato via tempo prezioso.” Disse la donna. “Speriamo di rivederti
presto. E grazie per le informazioni.”
“Non c’è di che.”
La coppia si inchinò leggermente per ringraziarlo, poi si
girarono e s’incamminarono.
Majutsu sorrise, per poi avviarsi, mentre il sorriso sul
suo volto scomparve, lasciando spazio a un’espressione vuota. A sua insaputa,
la coppia si era voltata nuovamente a guardarlo, restando fermi nel vederlo
allontanarsi.
“Ha proprio dei bei capelli.” Commentò divertita la
signora guardando il marito, che sbuffò.
“Non è colpa mia se non esiste una magia in grado di
curare le calvizie.” Replicò. “E poi credevo che non t’importasse troppo.”
“Ma se sono stati proprio i tuoi capelli a far sì che ti notassi.
Era impossibile restare immuni al loro fascino.”
“Potrei offendermi, sai?” Disse. “Sono affascinante anche
adesso!”
I due si guardarono negli occhi, per poi scoppiare a
ridere nello stesso momento.
“Oh, Char, non
cambi proprio mai, eh?”
“Certo che no! Fiero di essere rimasto lo stesso in tutta
la mia vita!”
Due giorni dopo tutti i maghi di Fairy Tail rimasti a
Magnolia si riunirono all’interno della Gilda, dove era stato montato un
piccolo palco.
Oltre ai membri si erano uniti anche diversi cittadini, e
a presentare l’evento c’era un piccolo uomo vestito elegantemente con un enorme
papillon.
“Signore e signori, benvenuti allo spettacolo di magia
offerto da Fairy Tail!” Urlò in un microfono magico, che fece risuonare la sua
voce dentro tutto l’edificio senza alcuno sforzo da parte sua.
Dopo aver detto ciò mosse in avanti la mano libera,
creando dal nulla della sabbia, che fece un giro attorno a lui. “A presentare
l’evento sarò io, Max, mago della sabbia!”
“Beh… Bill potrebbe chiedergli di lavorare con lui.”
Commentò Fred, sorridendo. “Visto che lavora in Egitto, di certo un mago in
grado di controllare la sabbia gli sarebbe utile non poco.”
“Prima di procedere con la classica parata di Fairy Tail,
Phantasia, i maghi della nostra città
si esibiranno in questo spettacolo!”
Immediatamente si alzò una serie di urla entusiaste da
parte del pubblico.
“E come ogni spettacolo che si rispetti, iniziamo con le
ragazze!”
Dette quelle parole, sul palco apparve una nuvola di
fumo, che una volta dissipata rivelò tutti i membri femminili della Gilda,
comprese le ultime arrivate, ovvero un’imbarazzata Ginny e una tranquilla Luna,
che esibiva un paio di occhiali con sopra dei ghirigori a forma di farfalle.
“Una ad una ci mostreranno la loro magia, facendo del
loro meglio per divertirci!” Urlò ancora Max, per poi indicare con la mano
Mirajane, che era la prima.
“Sembra che abbiate dimenticato uno dei membri.” Fece una
voce, che risuonò nell’aria.
Poggiando delicatamente i piedi sugli scalini del palco, Evergreen
fece la sua entrata in scena, aprendo un ventaglio e mettendolo davanti al
volto, sorridendo. “Inoltre, questo spettacolo è inutile. L’unica vera Fata
sono io. La più bella sono io. La migliore sono io. Sì… io sono tutto.” Continuando
a sorridere, guardò gli spettatori, che la fissavano increduli. “E infine… sono
anche la vincitrice. Io, la grandiosa Evergreen!”
“E quella chi è?” Domandò Neville, guardando Natsu e
Gray, che stavano fissando la ragazza con preoccupazione, come anche il Master
e le altre ragazze sul palco, con l’esclusione delle due new entry.
“È Evergreen…” Rispose Happy, che aveva deciso di
mantenere il suo aspetto umano. “Una dei compagni di Luxus…”
“Come mai sei in ritardo?” Chiese Luna, guardandola. “Se
volevi partecipare bastava arrivare un po’ prima. Inoltre, non c’è alcun
vincitore qui.”
Evergreen abbassò il ventaglio, per poi togliersi gli
occhiali e guardare le altre ragazze. “Silenzio, mocciosa.”
Immediatamente tutte quante si trasformarono in pietra,
con la sola eccezione di Luna.
“Ginny!” Urlarono subito i fratelli Weasley, mentre la
nuova Medusa si rimetteva gli occhiali.
“Strano.” Osservò, fissando Luna, i cui occhi erano
ancora nascosti dai suoi occhiali. “Di solito non ho problemi a pietrificare
persone che indossano gli occhiali.”
Max non perse tempo, creando subito con la sabbia una
freccia che indicava l’uscita. “Presto! Scappate tutti!” Ordinò ai cittadini,
che obbedirono lasciando soli i maghi di Fairy Tail.
“Che cos’hai intenzione di fare?!” Esclamò irato Makarov.
“Vuoi rovinare il festival?!”
“In un festival bisogna divertirsi, no?”
“Riportale subito come prima!” Gridò Neville, evocando
subito la sua spada.
Ma prima che uno di loro potesse fare qualcosa, un
fulmine colpì il palco, impedendo per qualche secondo di vedere.
Quando la luce tornò normale, sul palco, davanti alle
ragazze, oltre ad Evergreen erano apparse altre quattro figure.
“Ehilà, pezzenti di Fairy Tail.” Salutò Luxus divertito,
mentre dietro di lui Fried e Bixlow guardavano con superiorità i loro colleghi
di Gilda.
Ma quello che tutti guardavano increduli era il ragazzo a
fianco di Luxus.
Majutsu fissò tutti quanti con indifferenza, ignorando le
ragazze pietrificate dietro di lui.
“H-Harry?!” Esclamò Ron. “C-Che cosa significa questo?
P-Perché non stai facendo nulla per fermarli?”
“Mi sembra ovvio, ragazzo.” Rispose Luxus. “Majutsu è
dalla nostra parte. Dopotutto, è uno dei membri più forti assieme a noi.”
“E che cos’avete intenzione di fare ora?” Chiese Luna,
superando il quintetto e saltando giù dal palco, affiancando il Master, che
fissava con rabbia il nipote.
“Vogliamo far iniziare la vera festa.” Rispose lui. “E
che ne dite di cominciare con un gioco?”
Dicendo ciò alzò una mano verso l’alto, schioccando le
dita e facendo cadere un fulmine, che sfiorò per pochi centimetri il corpo
pietrificato di Lucy.
“Smettila!” Ordinò Makarov.
“Prendiamo in ostaggio queste ragazze.” Continuò Luxus. “Se
infrangerete le regole, le farò a pezzi una per una.”
“Non osare!” Urlarono assieme i gemelli.
“Majutsu mi ha detto che vi piace divertirvi. Allora
partecipate al nostro gioco.”
“Harry…” Fece Neville, stringendo con maggiore forza
l’elsa della spada. “Davvero sei d’accordo con tutto questo?! Rispondimi!”
Il moro sospirò, per poi fare un passo avanti. “Concordo
con Luxus che solo i più forti meritano di far parte di Fairy Tail.” Rispose.
“Per questo ho accettato il suo piano. Entro stasera, lui sarà il nuovo Master
di Fairy Tail.”
“In pratica, ora vogliamo stabilire chi è il più forte di
Fairy Tail.” Disse Fried.
“Ecco le regole del nostro gioco.” Fece Evergreen, per
poi lasciar parlare Bixlow.
“Vince chi resiste fino alla fine.” Spiegò in maniera
semplice lui.
“Questa… è la battaglia di Fairy Tail!” Gridò Luxus
sorridendo.
Sorriso che non scomparve nemmeno dopo che Natsu sbatté
un piede infuocato a terra, guardandoli con pura rabbia.
“Come osate?!” Urlò, saltando contro Luxus, solo per
venire preso in pieno da un fulmine, che lo lasciò a terra fumante e privo di
sensi.
“Natsu!” Chiamarono subito tutti quanti, con l’eccezione
di Gajil, che rimase a fissare serio il nipote di Makarov.
“Ovviamente, c’è un modo per salvare le ragazze.” Fece
Harry, dando loro le spalle. “Dovete provare a batterci.”
“Noi siamo solo cinque, voi quasi cento.” Aggiunse
Bixlow, divertito. “Non dovrebbe essere difficile, no?”
“Tuttavia… avete solo tre ore di tempo.” Precisò
Evergreen. “Dopodiché… le ragazze si sbricioleranno.”
“È un gioco molto pesante.” Commentò Luna, seria. “E
tutto questo solo perché volete dimostrare di essere i più forti?”
“Proprio così, Luna.” Replicò Majutsu. “Magnolia sarà il
campo di battaglia. Abbiamo già provveduto a mettere al sicuro tutti gli
abitanti, con la scusa delle prove di Phantasia.”
“Una precauzione per la quale Majutsu ha insistito.”
Disse Luxus. “Ma giustamente mi ha fatto notare che se dovessimo danneggiare
degli innocenti, il nuovo Consiglio potrebbe anche chiudere la Gilda. E non
vogliamo che succeda.”
“Tu… Tutto quello che ci hai detto finora… Allora non ci
credevi?!” Urlò Neville a Harry, che continuò a dargli le spalle. “Erza… Come
hai potuto fare questo a Erza?! E a Ginny, Lucy e tutte le altre?!”
“Sto facendo ciò che reputo giusto.”
Sentendo ciò Neville perse definitivamente la pazienza e
si scaglio contro di lui, solo per essere costretto a fermarsi quando un
fulmine colpì nuovamente il palco.
Quando la luce scomparve, non c’era più alcuna traccia di
Luxus e degli altri.
“La battaglia di Fairy Tail è iniziata!” Risuonò la sua
voce.
Immediatamente, la maggior parte dei membri uscì di corsa
dall’edificio, con Elfman in testa.
Solo il gruppo di Hogwarts, il Master e Gajil restarono
indietro.
“Dannato moccioso… Tra tutti i giorni, proprio oggi…” Fece
Makarov, per poi lanciarsi all’inseguimento.
Ma con sorpresa di tutti, andò a sbattere contro una
parete invisibile proprio in prossimità dell’uscita.
“E ora che cosa succede?” Domandò Ron, raggiungendolo e
provando a toccare la barriera, solo per passarci attraverso.
“Questa è opera di Fried.” Sbottò Gray. “È uno specialista
con le rune… E con esse può creare regole inviolabili.”
A conferma delle sue parole, sopra l’ingresso apparvero
dei caratteri magici.
“Che cosa dicono?” Chiese subito George.
“Persone o statue di più di ottant’anni non possono superare
questo muro.” Lesse Luna, guadagnandosi gli sguardi sorpresi di tutti. “Ho
studiato le rune grazie a un libro preso in prestito la scorsa estate. Mi
sembrava una lingua interessante…”
“Beh… direi che non abbiamo molta scelta…” Borbottò
Natsu, rialzandosi.
“Ben detto!” Esclamarono assieme i gemelli. “Inoltre,
dobbiamo far rinsavire Harry! Dev’essergli per forza successo qualcosa! Non si
comporterebbe mai così!”
“Non c’è altra soluzione! Presto, andate a cercarli! Sono
nascosti da qualche parte in città!” Ordinò Makarov.
“Sì!!!” Urlarono tutti per poi lanciarsi verso l’uscita,
con l’esclusione di Luna e Gajil.
Ma di nuovo la parete fermò uno di loro. Per la
precisione Natsu, che andò a schiantarsi contro il muro invisibile, facendo
fermare gli altri oltre la barriera.
“Eh?!” Fece incredulo Happy. “Ma cosa… Natsu, non mi hai
mai detto di essere vecchio di ottant’anni o di essere di pietra!”
“Io non lo fono…” Biascicò lui, ancora schiacciato contro
il muro.
“Come mai voi non ci provate neppure?” Chiese Ron a Gajil
e Luna.
“Ho provato a uscire prima di tutti gli altri.” Rispose
il Dragon Slayer. “E proprio come Salamander, mi sono ritrovato impossibilitato
a lasciare la Gilda.”
“Io invece sarei inutile là fuori.” Disse Luna. “La mia
magia consiste nell’evocare le fate… e mi hanno detto che sono tutte esseri
centenari. Rischierei di ritrovarmi con la magia bloccata qui dentro.”
“E in questo momento è meglio non rischiare…” Concordò il
Master, per poi voltarsi verso il bancone del bar, dietro il quale era in bella
vista uno specchio. “Allora direi che è il caso di rivolgerci a qualcuno di
esterno… Levy è l’unica oltre a Fried a comprendere le rune, ma c’è anche
un’altra persona che potrebbe aiutarci.”
“Hermione!” Esclamarono tutti quanti.
“Ma certo! Lei aveva studiato qualcosa sulle rune proprio
da Levy!” Disse Gray.
“Inoltre, ha studiato anche Antiche Rune a Hogwarts.
Senza contare la sua magia!”
Hermione si lasciò cadere a terra, facendo profondi
respiri.
Si era addentrata in una foresta approfittando di una
giornata in cui i suoi l’avevano lasciata sola in hotel per andare a visitare
una città vicina. Uscita alla quale aveva gentilmente detto di no.
Da quando era arrivata in Francia aveva scoperto un paio
di cose interessanti: la prima era il fatto che fosse perfettamente in grado di
comprendere il francese, probabilmente per merito del marchio di Fairy Tail.
Aveva sentito la scorsa estate che a Fiore non c’erano problemi linguistici
grazie a un incantesimo di traduzione. Ad ogni modo non poteva lamentarsi,
almeno era in grado di comunicare senza problemi.
L’altra notizia era la differenza di leggi magiche: in
Francia infatti aveva scoperto che era permesso esercitare la magia anche al di
fuori delle scuole, sempre a condizione di non essere visti dai Babbani. E a
essere onesti, Hermione preferiva un simile compromesso rispetto al rigido
protocollo inglese.
Ed era proprio grazie a ciò che ora si trovava a terra
senza fiato: aveva passato l’intero pomeriggio a esercitarsi con la sua magia,
nella speranza di scoprire qualche altra capacità in grado di aiutarla a
combattere con gli altri.
“Di… nuovo…” Ansimò, rialzandosi e facendo apparire di
nuovo lo schermo magico, sul quale cominciò a digitare velocemente una sequenza
di codici decifrabili solo a lei.
Mentre continuava a scrivere, di fronte a lei cominciò a
prendere forma qualcosa, ma durò solo pochi secondi prima di disgregarsi nel
nulla, vanificando il suo lavoro.
“Perché non funziona?” Borbottò, ricontrollando il testo
scritto. “Eppure non dovrebbero esserci errori…”
“Hermione!”
La ragazza saltò per la sorpresa, facendo subito
scomparire la sua magia e guardandosi intorno.
“Chi-”
“Hermione! Riesci a sentirmi?!”
La maga si voltò verso la sua borsa, poggiata poco
lontana, per poi correre subito a prenderla, tirando fuori lo specchio che
Harry le aveva dato all’inizio delle vacanze, che ora mostrava il volto
preoccupato di Makarov.
“Master!” Esclamò. “Che cosa succede?”
“Temo siamo nei guai… E mi dispiace disturbarti durante
la tua vacanza, ma sei l’unica a cui possiamo rivolgerci ora.”
Hermione si fece seria. “Dimmi tutto.”
Nei minuti successivi la ragazza restò ad ascoltare in
silenzio ciò che era successo durante la festa, faticando a credere alle
proprie orecchie.
“Harry… ha davvero attaccato gli altri?”
“A questo ci penseremo dopo. Ora, pensi di poter fare
qualcosa per le ragazze?”
“Non ne sono sicura… se fossi presente di persona avrei
già più possibilità, ma così… Prova a mostrarmi una di loro da vicino.”
Il Master annuì, per poi avvicinarsi subito a Erza.
Hermione attivò immediatamente la sua magia, creando la copia olografica
dell’amica pietrificata e leggendo i dati che apparivano.
“Temo di poter fare ben poco…” Mormorò, mordendosi un
labbro. “Evergreen è fin troppo abile nella sua magia. Si può sciogliere
l’incantesimo solo se è lei a volerlo o se non è più in grado di tenerlo
attivo.”
“In poche parole dobbiamo metterla fuori gioco, giusto?” Semplificò
Natsu, facendosi avanti. “Che rabbia! Gli altri sono andati tutti quanti,
mentre io sono bloccato qui!”
“Ci sono anch’io, aye!” Sentì dire dalla voce di Happy.
“Mostratemi quelle rune.” Fece Hermione. “Non sono ai
livelli di Levy, ma posso tentare di crearne di nuove che permettano di passare
oltre a quelle attuali.”
“Allora provaci.” Disse Makarov, girando lo specchio
verso le scritte in aria, che la ragazza copiò subito con la sua magia, creando
un secondo schermo che tenne in disparte.
“Farò del mio meglio. Vi farò sapere se riesco a
risolvere qualcosa.”
“Aspettiamo tue notizie.”
Detto ciò il Master interruppe la comunicazione.
“Bene… allora vediamo di darci da fare-”
“Quel tuo incantesimo… è molto particolare.” Fece una
voce dall’accento francese alle sue spalle.
Hermione sussultò, per poi girarsi lentamente,
ritrovandosi a guardare una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che
le trasmise una sensazione che non riuscì a descrivere.
La castana deglutì, riflettendo se far sparire la magia o
no.
“Quelle rune… non pensavo le avrei mai viste qui.”
Continuò la ragazza. “Credevo esistessero solo a Fiore.”
Hermione a quel punto spalancò gli occhi. “Come fai a
sapere di Fiore?”
A bionda le restituì lo sguardo sorpreso. “Che sorpresa.
Non pensavo ne fossi davvero a conoscenza. Anche perché non ero certa esistesse
davvero, ma pare che tu me ne abbia appena dato la conferma.”
“Come sarebbe a dire? Hai riconosciuto subito le rune e
conoscevi il nome di Fiore… Chi sei? E da dove vieni?”
“Ho visto quelle rune su un diario di mia nonna. Mi disse
di aver incontrato da giovane un ragazzo che diceva di venire da un posto
chiamato Fiore, irrintracciabile anche per noi maghi. Le insegnò le basi della
sua lingua, per poi svanire nel nulla. Io e mia madre siamo sempre state
dubbiose sulla veridicità di quella storia, ma pare che alla fine avesse
ragione. Dovrò dirglielo la prossima volta.”
Hermione la guardò seria. “Ti pregherei di non farlo. Questa
conoscenza mi è stata data da un’amica, che mi ha chiesto di non diffonderla. E
sarebbe pericoloso se l’esistenza di Fiore venisse diffusa.”
La ragazza restò in silenzio per qualche secondo, per poi
annuire. “Sì, capisco. È un po’ come la mia condizione… ne si è fieri, ma non
la si vuole sbandierare ai quattro venti.”
Hermione la guardò, chiedendosi a cosa si stesse
riferendo. E l’altra ragazza sembrò intuire i suoi pensieri, facendo una
piccola risata. “Se qui ci fosse qualche ragazzo, forse avresti capito a cosa
mi sto riferendo.”
“Tu… sei in parte Veela, vero? Dal tuo commento non mi
viene in mente altro.”
L’altra allargo leggermente gli occhi. “Complimenti. C’è
chi ha difficoltà a comprenderlo anche quando è palese, e a te sono bastate
poche parole… Sei molto intelligente.”
“I miei amici me lo dicono spesso.” ridacchiò la castana.
“Il mio nome è Fleur Delacour. E il tuo?”
“Hermione Granger. Piacere di conoscerti.”
“Allora, qual è il problema?” Chiese Fleur, avvicinandosi
allo schermo con le rune. “Se riesco a tradurre bene, questa scritta è una
limitazione. Ma perché una statua con più di ottant’anni non dovrebbe poter
uscire?”
“È quello che mi sono chiesta anch’io. Visto che ha
bloccato anche un mio amico, che sono sicura ha la mia stessa età,
probabilmente c’è una qualche riga nascosta tra le altre.”
Fleur annuì per poi mettersi al lavoro con la studentessa di Hogwarts.
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Cavoli... sono un po' in ritardo, vero?
Vi chiedo infinitamente scusa, ma è stato un periodo pieno, e questa
saga sinceramente è quella che mi piace di meno, quindi sto un po'
faticando a trovare l'ispirazione necessaria... ma non temete, non mi
fermerò! Anche perché non vedo l'ora di iniziare a fare il quarto anno di Harry, quindi... avanti tutta!
Ora, ormai Fairy Tail è giunto alla fine (anche se devo recuperare la
lettura di tipo gli ultimi 20 capitoli XD), e questo mi permetterà di
mettere giù per bene le idee per il futuro di questa fanfiction, anche
se non dovrebbe cambiare di molto, avendo già deciso il percorso.
Dunque, spero di non farvi più aspettare così tanto per il prossimo
capitolo, e sopratutto di riuscire comunque a continuare ad
appassionarvi con la storia!
Detto questo... alla prossima! E buone vacanze a tutti!
Capitolo 70 *** Scontro tra fate! Neville VS Majutsu! ***
70: Scontro tra fate! Neville VS Majutsu!
“Maledizione…
ma una vacanza normale mai, eh?” Si lamentò Fred, mentre
correva attraverso Magnolia affiancato dai fratelli e da Gray.
“Non riesco proprio a capire…” Fece Ron.
“Perché Harry partecipa a una cosa del genere? Va contro a
tutto ciò che ci ha sempre detto!”
Gray digrignò i denti, fallendo miseramente nel nascondere la
sua rabbia. “Non lo so. Vorrei tanto credere che sia stato
costretto o che sia vittima di un incantesimo… Ma il suo sguardo
non mi aiuta a convincermi.”
“Sia come sia, non abbiamo molta scelta!” Esclamò
George. “Dobbiamo trovarlo e, come direbbe Natsu, farlo rinsavire
anche a costo di prenderlo a pugni in testa!”
“Voi passate decisamente troppo tempo con lui…”
Mormorò il fratello minore, sospirando, per poi bloccarsi
assieme agli altri quando una barriera semi trasparente si eresse
intorno ai due gemelli, lasciando fuori Ron e Gray.
“E ora che cosa succede?” Esclamò il mago del
ghiaccio, poggiando una mano sulla barriera.
In sua risposta arrivarono delle scritte che apparvero sopra essa.
Regola
Varcare la barriera è possibile soltanto al più forte tra
i presenti
Pochi secondi dopo la scritta scomparve, lasciando il posto ai nomi dei
gemelli, con un VS tra i due nomi.
“Dobbiamo affrontarci tra di noi per andare avanti?”
Gridò incredulo Ron, per poi guardare i fratelli, che si
fissarono a vicenda.
“Beh, questo è interessante.” Dissero assieme,
sorridendo.
“E la prendete così?!” Urlò nuovamente il
terzo Weasley.
“Non preoccuparti, fratellino.” Fece Fred. “Voi
andate avanti, vi raggiungeremo tra poco.”
“Sicuri? Potrebbe servire una mano a chi di voi due uscirà
sconfitto e-”
Gray venne interrotto dalla negazione silenziosa dei gemelli.
“Nah, non sarà necessario. Ce la caveremo tranquillamente
da soli. Voi pensate solo a trovare il responsabile di questa barriera,
così da evitare che qualcuno si faccia davvero del male.”
“Oppure dobbiamo sperare che Hermione riesca presto a decifrare
quelle rune.”
I due maghi rimasti fuori dalla barriera si guardarono, per poi voltare
lo sguardo verso i gemelli.
“Allora noi andiamo…” Disse poco convinto Ron.
“Andate, su!” Esclamò Fred. “O diremo a Natsu
che non avete avuto il coraggio di affrontare i vostri nemici!”
Gray ridacchiò. “Che colpo basso. Vedete solo di non farvi
troppo male!”
Dicendo ciò afferrò con forza il braccio di Ron, per poi
correre via.
I due gemelli aspettarono di essere da soli nella via, per poi
sospirare.
“Saranno dei traditori, ma anche quei maghi pensano come chiunque
altro di Fairy Tail.” Fece George. “Allora cominci tu
stavolta?”
Fred stiracchiò in avanti le braccia, facendo poi scrocchiare le
dita. “Beh, l’ultima volta sei stato tu a iniziare, quindi
direi proprio di sì!”
I due si misero uno di fronte all’altro, per poi alzare in alto
il pugno destro.
“Mantello, bacchetta, pietra!” Urlarono assieme.
Fred abbassò la mano con solo l’indice e il medio in
avanti, mentre George la mano con il palmo aperto.
“Ah! Ho vinto ancora io!” Esultò Fred. “E con
questa siamo a 13 vittorie contro 7 per me a Morra Magica!”
Non appena disse ciò la barriera attorno a loro
s’illuminò, rivelando diverse rune, per poi sciogliersi.
“Prima o poi recupererò le sconfitte subite.” Disse
George. “Ma per il momento, siamo fuori. Dopotutto, non
c’era scritto da nessuna parte che il perdente dovesse venire
messo fuori gioco, e neppure che si dovesse davvero combattere tra di
noi.”
“E restando solo noi due, se dovessimo venire di nuovo presi in
qualche altra barriera, potremo risolvere la questione allo stesso
modo.”
I due si voltarono a guardare la direzione presa da Ron e Gray.
“Bene, vediamo di non perdere altro tempo!”
~~~~~~~~~~~
Ron e Gray girarono in un’altra via, trovando anch’essa
deserta.
“Dannazione… non si trova nessuno di loro!”
Ruggì Fullbuster.
“Ma dove possono essersi nascosti? Non possono di certo essere in
una casa qualsiasi.”
“Oh, oh, questo festival è davvero interessante come
dicevano!” esclamò divertita una vecchia voce.
I due maghi alzarono lo sguardo, ritrovandosi a fissare la signora che
Majutsu aveva aiutato qualche giorno prima, che li guardava con
interesse da una finestra.
“Ma come…? La città non doveva essere stata
totalmente evacuata?” Fece sorpreso Ron.
“E perderci il motivo per cui siamo venuti qui? Non se ne parla
neppure!” Replicò il marito, apparendo al suo fianco.
“Siamo a Fiore da tempo sufficiente per sapere i rischi dovuti
alle gilde, e non ci spaventano di certo! In fondo, anche noi in
passato ne abbiamo fatto parte. Questo prima che la mia povera schiena
cominciasse a lamentarsi.”
“Vi conviene trovare un riparo al più presto!”
Esclamò Gray. “Purtroppo questo non fa parte del nostro
spettacolo! Ci sono dei maghi potenti in giro che sono pronti a
ingaggiare battaglie e-”
“Meglio ancora, no?” Ridacchiò la signora. “Le
battaglie tra maghi qui sono una cosa senza pari. È un peccato
che pare siano sparse per tutta la città, almeno dai rumori che
si sentono.”
“Già. Sarebbe perfetto se fossero tutte in un posto ben
visibile, come un teatro, o una piazza-”
Il mago del ghiaccio spalancò gli occhi. “Ma certo! Come
ho fatto a non pensarci prima?!”
“Gray?”
“La cattedrale! È il centro di Magnolia, e da lì
Luxus avrebbe la visuale perfetta per vedere tutti gli scontri!
Probabilmente sono nascosti tutti lì!”
“In una chiesa?”
“Beh, qui hanno un’importanza leggermente minore rispetto
alle vostre.” Replicò al rosso il moro. “Ma ora ne
sono sicuro, dev’essere per forza così!”
“Allora andiamo subito! Forse non possiamo sconfiggerli tutti,
però potremmo segnalare la loro posizione agli altri!”
“Parla per te, io ho intenzione di sconfiggerli dal primo
all’ultimo! Grazie per la dritta!”
Urlando l’ultima frase ai due signori, i due maghi corsero via.
“Capelli rossi e lentiggini, eh?” Fece l’uomo,
continuando a sorridere. “Tu che ne dici, cara?”
“Direi che non c’è alcun dubbio: è un Weasley
in tutto e per tutto.”
Ron e Gray girarono un angolo, salvo vedere una barriera alzarsi
intorno a loro.
“Questa non ci voleva…” Fece il mago del ghiaccio.
“Non preoccupatevi, non dovrete combattere tra di voi.”
Disse una voce, mentre di fronte a loro centinaia di rune cominciavano
a riunirsi in un solo punto, per poi prendere la forma di Fried.
Nello stesso momento sulla barriera apparvero i loro tre nomi, con un
VS a separarli.
“O meglio, se riuscirete a sconfiggermi non dovrete combattere
tra di voi. Sfortunatamente, questa non è una
possibilità.” Continuò il creatore di rune, per poi
estrarre dalla sua fodera un fioretto.
“Allora dovremo sbrigarci.” Esclamò Gray, mentre Ron
al suo fianco prendeva la bacchetta magica. “Dobbiamo andare a
dire quattro paroline ai tuoi amici.”
“Non ve lo permetterò.”
~~~~~~~~~~~
Il Master osservò inorridito un altro nome scomparire dalla
lista apparsa sulla barriera, che stava riportando in tempo reale i
risultati dei vari duelli.
“Maledetto moccioso…” Imprecò pensando al
nipote, mentre un altro nome spariva nel nulla.
“Perché questa barriera non vuole rompersi?!”
Urlò invece Natsu, continuando a prendere a pugni la parete
invisibile.
“È tutto inutile.” Disse Luna. “È stata
progettata apposta per tenervi al suo interno.”
“Ma là fuori sta avvenendo un vero è proprio
massacro, aye!” Esclamò Happy, guardandola preoccupato.
“Davvero non possiamo fare nulla?”
“Possiamo solo sperare…”
In quel momento i nomi di Ron e di Gray scomparvero.
~~~~~~~~~~~
Neville voltò in un’altra via, attraversandola di corsa. “Perché…?
Perché lo hai fatto, Harry?!” Pensò furioso,
mentre un muro appena invisibile si ergeva di fronte a lui, salvo
infrangersi non appena toccato, come successo ad altri due prima.
Non che Neville ci avesse fatto troppo caso, preso com’era a
vagare per quella città a lui non poi troppo famigliare.
Fu per questo che quando la quarta barriera finalmente lo bloccò
rimbalzò contro essa sorpreso.
“Ma cosa…?” Fece, guardandosi attorno e vedendo
altri tre muri alzarsi, formando un perfetto quadrato, che si chiuse
con una barriera sopra di lui, sigillando al suo interno Neville.
“E questo che cosa significa?!” Urlò.
“Significa che Fried ha seguito le mie istruzioni.” Rispose
una voce alle sue spalle, che lo fece voltare di colpo.
Lì, con la sua spada verde in mano, Majutsu fissava Neville
serio.
“Harry… quindi anche questa barriera è opera
tua?!”
“Solo in parte. La barriera in sé è stata creata da
Fried, ma le regole usate per essa sono state dettate da me.”
Mentre diceva ciò fece un passo in avanti, e nello stesso
momento su tutte le pareti apparvero i loro nomi, con un VS a dividerli.
“Davvero sei d’accordo con tutto questo? Davvero vuoi che
tutti noi ci affrontiamo in una battaglia dietro l’altra?!”
Majutsu restò in silenzio.
“Rispondi, maledizione!” Gridò Neville, facendo
apparire la sua spada.
“È davvero così importante per te la mia
risposta?”
Paciock deglutì, per poi fare anche lui un passo in avanti.
“Se è importante? Certo che è importante! Sono tre
anni che ti conosco! E da due so chi sei davvero! Ti considero un mio
amico, e non posso assolutamente credere che tu sia davvero
d’accordo con il piano di quel pazzo! Non hai sempre detto che
eri contrario a tutto ciò?!”
“Le persone possono cambiare idea. Se non fossi stato un debole,
a quest’ora Peter sarebbe morto.”
“E con lui ogni possibilità di scagionare nel nostro mondo
Sirius!”
“Vero. Ma almeno avrebbero messo in dubbio quanto hanno sempre
affermato.”
Neville chiuse a pugno la mano libera.
“Non so cosa ti hanno fatto, ma so che non sei tu a parlare!
Perciò ti chiedo scusa, ma non mi viene in mente
nient’altro…”
“Vuoi affrontarmi?” Chiese Harry. “Eppure sai bene
che cosa sono in grado di fare.”
La spada di Neville tremò per qualche secondo, per poi fermarsi,
mentre il suo proprietario guardava il suo avversario senza la minima
traccia di dubbio negli occhi.
“Non sarò forte come te, è vero… Ma non per
questo mi arrenderò senza nemmeno provarci!”
Majutsu sorrise, per poi portare di fronte al suo volto la spada.
“Speravo in queste parole.”
Immediatamente entrambi scomparvero dalla vista, riapparendo al centro
della barriera, facendo scontrare tra di loro le spade e restando uno
contro l’altro.
“Non male!” Esclamò divertito Potter. “Vedo
che gli allenamenti con Erza sono serviti a qualcosa.”
“È stata una buona maestra. E ora ti dimostrerò
qualcosa che ho inventato io!”
Dicendo ciò batté un piede per terra, facendo uscire
attorno a loro decine di radici verdi, tutte appuntite.
Neville interruppe il contatto tra le spade e saltò indietro,
giusto in tempo per evitare che le radici lo colpissero in pieno nel
tentativo di raggiungere Majutsu, che le respinse facendo un giro
completo attorno a sé, tagliandole a metà.
“Sempre con le piante, eh? Scusa, ma questa non è poi una
grande novità.”
Neville tuttavia sorrise. “Davvero?”
Harry lo guardò per qualche secondo, per poi spalancare gli
occhi quando le radici esplosero, rilasciando nell’aria una nube
verde che lo avvolse per pochi secondi, prima che lui la dissipasse con
un colpo di vento.
Non ebbe il tempo di riprendersi che Neville subito si lanciò
contro di lui, costringendolo in difesa.
Ma con sua sorpresa la forza di Paciock fu maggiore rispetto a prima,
costringendolo a indietreggiare di un paio di passi.
“Come… Com’è possibile?”
Neville non rispose limitandosi a saltare di mezzo metro indietro e
ripetere l’attacco, questa volta riuscendo a far volare via la
spada di mano a Majutsu, il quale scivolò a terra.
“Piton sarebbe piuttosto sorpreso dei veleni che riesco a
produrre con la mia magia.” Ridacchiò Paciock. “Come
quello che hai inalato prima, che aveva il preciso scopo di
indebolirti.”
Majutsu lo guardò incredulo. “Sono bastati pochi
secondi… Se l’avessi respirato più a lungo-”
“Saresti svenuto.”
Harry restò in silenzio per qualche secondo, per poi fare una
piccola risata.
“Fantastico!” Esultò, rialzandosi. “Sapevo di
fare bene ad affrontarti. Visto quanto gli altri sono egocentrici, non
ho dubbi che sarebbero caduti nel tuo trucchetto.”
Dicendo ciò alzò la mano verso l’avversario,
creando una sfera di fuoco. “Sfortunatamente per te, io non ho
mai avuto l’intenzione di sottovalutarti!”
~~~~~~~~~~~
Sirius osservò diverse colonne di fumo alzarsi da più
punti di Magnolia.
“Quindi è iniziata, eh?” Fece rivolgendosi alla
persona al suo fianco. “Non pensavo sarebbe davvero
successo.”
“Sfortunatamente, Luxus non è uno dai facili
ripensamenti.” Rispose Mistgun, rimettendosi su la sciarpa che
gli celava il volto. “Credo tocchi a me fermarlo.”
“Già. Mi dispiace dirlo, ma non credo sarei riuscito ad
andargli contro nemmeno se fossi stato al pieno delle mie energie,
visto che la mia vacanza ad Azkaban si fa ancora sentire. E Remus non
è ancora pronto.”
“Non preoccuparti, so della vostra situazione.”
“Piuttosto, perché tutta questa pagliacciata
dell’identità?” Domandò Black.
“Farò come hai chiesto e non lo dirò a nessuno,
però mi sembra assurdo.”
“Se si dovesse scoprire… non potrei più restare a
Fairy Tail.”
~~~~~~~~~~~
“Uh?” Fece Natsu, alzando lo sguardo verso le scritte,
più precisamente verso quella che indicava il numero di
partecipanti rimanenti.
Con sorpresa di tutti i presenti, invece di diminuire aumentò di
un’unità.
“Che cosa significa?” Chiese Happy.
“Forse… Forse è tornato in città qualcun
altro!” Esclamò il Master. “Speriamo si tratti di
Mistgun o di lui! Entrambi andrebbero più che bene per risolvere
questo problema.”
“Finché non verranno sconfitti gli amici di Luxus, non
possiamo fare nient’altro che restare qui e aspettare.”
Fece Luna, chiudendo una mano a pugno. “Anche se l’attesa
comincia ad essere snervante anche per me…”
Di colpo l’indicatore aumentò nuovamente.
“Ancora?” Fece Gajil.
Tuttavia, ogni altro intervento fu interrotto dal rumore di diverse
pietre che cadevano a terra, costringendo i presenti a voltarsi.
Lì, presa a massaggiarsi le articolazioni delle braccia, Erza
stava calciando via i pezzi di pietra che fino a poco prima la
avvolgevano.
“Erza!” Urlarono tutti quanti, increduli.
“Allora… com’è la situazione?” Chiese
lei semplicemente, guardando il Master, che spalancò gli occhi.
~~~~~~~~~~~
Neville atterrò in ginocchio, facendo dei profondi respiri.
Allo stesso modo, Majutsu lo guardava poco lontano, appoggiato alla sua
spada e ansimando.
“M-Meno male che ti ho indebolito… non oso pensare come
sarebbe andato avanti questo scontro se tu fossi stato al pieno delle
tue energie.” Ansimò Paciock, rialzandosi.
“Beh, tu sei il primo che riesce ad abbassare a tal punto la mia
forza. Certo, non mi sono impegnato al massimo fin dall’inizio, e
ora ne sto pagando le conseguenze.” Ridacchiò Harry.
“Non mi prendere in giro, ti stai ancora trattenendo.”
Replicò Neville, portando in avanti la spada. “La domanda
è perché? Ormai mi è chiaro che non hai intenzione
di affrontarmi al pieno delle tue capacità. Ma se vuoi eliminare
i cosiddetti deboli da Fairy Tail, perché dovresti farlo?”
Majutsu non fece sparire il sorriso, rimettendosi in posizione di
combattimento.
“Te l’ho detto: a dispetto delle apparenze, non ti
sottovaluto. Ti ricordi cosa ci disse Silente un anno fa?”
Neville sbatté le palpebre. “Se ricordo bene, che le
nostre parti potrebbero essere invertite. Che potevo essere io il
bambino che è sopravvissuto.”
“Esatto. Questo significa che per qualche motivo, entrambi
eravamo gli obiettivi di Voldemort. Anche se Silente non lo ha detto
chiaro e tondo, è ovvio che quella notte ero io quello che
doveva morire. I miei genitori alla fine non erano altro che un
ostacolo per lui.”
“E cosa c’entra questo con noi adesso?”
“Significa semplicemente che noi possiamo essere pari. Entrambi
abbiamo lo stesso identico potenziale.”
Neville restò in silenzio ad osservarlo. Poi senza alcun
preavviso sorrise.
“Capisco… Quindi tutto questo è una prova? Vuoi
vedere fin dove posso arrivare?”
Harry alzò la spada. “Sconfiggimi, e ti dirò la
verità che tanto desideri.”
“Allora che ne dici di farla finita? Un solo colpo. Chi resta in
piedi vince.”
Majutsu ridacchiò. “Cos’è? Hai letto qualche
fumetto e vuoi imitare gli eroi?”
“Forse. Devo dire che facevano la loro figura.”
“E va bene, facciamo come vuoi tu. Un colpo e chi resta in piedi
vince.”
Nessuno dei due disse più nulla. E nessuno di loro si accorse
dell’arrivo di Erza, che uscì da un vicolo giusto in tempo
per vedere i due partire uno contro l’altro.
Quando le due lame si scontrarono si generò una piccola luce che
nascose i due spadaccini, e quando scomparve, i due si davano la
schiena a qualche metro di distanza, entrambi con la spada alzata.
Neville sorrise, per poi lasciare andare la spada, cadendo a faccia in
giù.
“Sei stato bravo…” Mormorò Majutsu, mentre la
barriera annunciava la sua vittoria, per poi sparire, permettendo a
Erza di entrare e andare subito a soccorrere il suo studente.
“Non sei stato troppo duro?” Chiese a Harry, che si era
lasciato cadere seduto a terra, mentre girava Neville per aiutarlo a
respirare meglio.
“Non sarebbe stato soddisfatto se lo avessi lasciato
vincere.” Rispose lui. “Com’è la
situazione?”
“Compresa me, siamo rimasti in cinque. Ma Natsu, Gajil e Luna non
possono uscire dalla Gilda.”
Majutsu si voltò a guardarla. “Come?”
“Vuoi dire che non ne sapevi nulla?”
“No. Luxus a dir la verità voleva dare una sonora lezione
a Natsu. Non credo l’avrebbe limitato. E se così fosse,
risulterebbero esclusi come il Master.”
“E allora come mai non possono passare?”
Harry non rispose, limitandosi ad alzare in piedi. “Non lo so.
Forse Fried ha agito di sua iniziativa. Ma ci penseremo dopo. Ora
dobbiamo raggiungere Luxus.”
“Credi di farcela?”
Harry ridacchiò. “Non ho usato tutte le mie forze.”
“I-Imbroglione…” Fece la voce divertita di Neville,
che riaprì gli occhi. “Avevi detto che non mi stavi
sottovalutando…”
Harry si girò a guardarlo, mantenendo il suo sorriso. “E
infatti non l’ho fatto una sola volta. L’unica cosa che ti
manca è l’esperienza. Ma qualcosa mi dice che da adesso in
poi avrai modo di farne un bel po’.”
“Cosa vuoi dire?” Chiese Paciock, mettendosi seduto con
l’aiuto di Erza. “Hai vinto tu dopotutto.”
“Vero, io ho vinto. Ma tu hai ottenuto il premio… Sikadeu.”
Neville sbatté le palpebre, mentre Erza sorrideva.
“Si… kadeu?”
“È il tuo soprannome. L’abbiamo deciso insieme al
Master.”
“Cosa significa?”
“Cacciatore di luce.”
Rispose Titania. “Non chiederci il perché, è stato
il Master a proporlo, e non suonava male.”
“E non è l’unica cosa che hai vinto oggi.”
Continuò Majutsu, cominciando ad allontanarsi, per poi fermarsi
dopo pochi passi. “Neville Paciock. Sikadeu. Mago di Classe S. Hai solo pochi
minuti di riposo, dopo dovrai unirti nuovamente alla battaglia. Luxus
ci sta aspettando.”
Neville restò a fissarlo con la bocca aperta, mentre Erza
guardò l’amico con serietà. “Dici che lo ha
già capito?”
“Credo non si sia mai fidato a pieno di me. Sa bene quanto sia
fedele al Master. E se non fosse stato per lui non avrei mai
partecipato a questa missione.”
“M-Missione?” Ripeté Neville, riprendendosi dallo
shock.
“Esatto. Va avanti da più di un anno. Il Master sospettava
una simile mossa da Luxus. E sapeva anche che mi avrebbe chiesto di
passare alla sua parte. Infatti Luxus si è addirittura scomodato
a venire a Hogwarts per convincermi. Ho accettato così da
poterlo spiare.”
“Harry poi ha avvertito il Master del suo piano. Purtroppo non
potevamo impedire la pietrificazione… Io mi sono liberata da
essa solo per pura fortuna, e devo ringraziare il mio occhio
finto.” Continuò Erza. “Anche se credo che se non
avessimo fatto quel viaggio a Natale, non avrebbe detto nulla nemmeno a
me.”
Ma prima che qualcuno potesse continuare una raffica di frecce di luce
minacciò di colpirli, solo per scontrarsi con una barriera
eretta subito da Harry.
“E così ci hai tradito, Majutsu.” Fece Evergreen, in
piedi sopra un tetto. “Devo dire che sono delusa. Pensavo che tu
appoggiassi realmente il nostro piano.”
Il moro non replicò, limitandosi a far sparire la barriera e
guardando freddamente la ragazza, che si fece aria con il ventaglio.
“Arrenditi Evergreen. Non puoi vincere contro di noi da
sola.” Disse Erza.
“Se non fosse per una pura coincidenza, tu non saresti nemmeno
qui.” Replicò l’altra, sorridendo. “Il che
dimostra che sono io la fata numero uno.”
Neville si alzò, pronto a riprendere a combattere, ma Erza si
girò e scosse la testa. “Ci penso io a lei. Voi andate da
Luxus e vedete di fermarlo prima che faccia qualche altra
idiozia.”
Harry annuì, per poi aiutare l’amico a restare in piedi.
“Buona fortuna allora. Ci vediamo dopo!”
“Temo di non potervelo lasciare fare.” Replicò
Evergreen, saltando in alto e facendo un giro della morte, sorridendo,
mentre le ali finte che aveva sulla schiena davano l’impressione
che potesse realmente volare.
Attorno ai tre maghi si alzò della sabbia, che pochi secondi
dopo esplose.
“E con questo, sono sistemati.” Fece la ragazza dai capelli
verdi, facendo per atterrare contro una torre, salvo evitare
all’ultimo un colpo di Erza, che era uscita incolume
dall’esplosione, tagliando così a metà la torre con
una delle sue spade.
“Spiacente, ma siamo tutti e tre salvi.” Rispose, mentre
l’avversaria vide Harry e Neville allontanarsi.
“Poco male. Ci penseranno gli altri a fermarli.”
Commentò Evergreen, atterrando su un altro tetto, per poi
togliersi gli occhiali. “Ma ora pensiamo a te!”
Erza chiuse subito il suo occhio naturale. “Non funzionerà
più!”
La fata dai capelli verdi spalancò gli occhi sorpresa, per poi
evitare subito un secondo colpo da Titania.
“Non credevo che quell’occhio fosse in grado di resistere
alla mia magia…” Mormorò a se stessa, per poi
incrociare le braccia. “Allora userò un altro
incantesimo…”
Erza atterrò di fronte a lei, giusto in tempo per vedere decine
di dardi materializzarsi dal nulla.
“Arma Fatata Levrahorn!” Gridò Evergreen, facendo
volare a tutta velocità i piccoli dardi contro Erza, che fu
costretta a saltare indietro per evitarli, salvo vedere che
continuavano ad apparire dal nulla.
“Riuscirai a schivare questa pioggia di aghi?”
Domandò beffarda la sua avversaria, sghignazzando.
Titania per tutta risposta si girò, cominciando a colpire gli
aghi con la spada, riuscendo a respingerli, solo per venire circondata
da una nuova onda di dardi, che si precipitarono tutti assieme contro
di lei, costringendola a ruotare su se stessa per deviarli.
“Ferma!” Urlò a Evergreen, che aveva cominciato ad
allontanarsi.
La maga dai capelli verdi ridacchiò, girando appena la testa per
vedere Erza inseguirla, sempre con i dardi che minacciavano di colpirla
ovunque andasse.
Spostando appena una mano, il numero di aghi aumentò, e questi
finalmente iniziarono a colpire la rossa, che digrignò i tenti.
Evergreen a quel punto scoppiò a ridere. “Da oggi il
titolo di Titania, la regina delle fate, è mio! Sono io la vera
fata!”
Erza restò in silenzio. Senza dire una sola parola fece sparire
gli stivali, restando a piedi nudi, mentre un paio di spade di luce
apparvero tra le dita dei piedi, che le impugnarono senza troppi
problemi.
Evergreen ebbe appena il tempo di sorprendersi che si vide respingersi
contro dalle spade di Titania i suoi dardi, costringendola a evitarli.
Ma per via della sorpresa, due di questi si infilzarono nei suoi
vestiti, mandandola contro una parete e lasciandola appesa ad essa.
Erza si fermò di fronte a lei, facendo sparire le spade ai
piedi. “Anche se sei una poco di buono, sei sempre una compagna
di gilda. Se vuoi essere chiamata Titania non ho problemi, tanto non so
nemmeno chi mi abbia dato questo soprannome.”
Evergreen la fissò in silenzio.
“Se riporti tutti alla normalità… non ti
farò del male.”
La maga della pietrificazione ridacchiò.
“Non sarai troppo ingenua?” Chiese divertita. “Il mio
sguardo di pietra comprende un altro potere… la
telecinesi.”
Evergreen la guardò con un sorriso che le attraversa
l’intero volto. “Via i vestiti! In ginocchio davanti a me!
Nuda!” Urlò. “Altrimenti ridurrò in cenere le
altre ragazze!”
Erza la guardò sorpresa, per poi distogliere lo sguardo, mentre
i suoi vestiti sparivano.
Solo per venire sostituiti da un’armatura d’argento dotata
di ali, con alle spalle decine di spade volanti.
“Ah sì?” Chiese Titania. “Se per te è
più importante l’esito della lotta che la vita, meglio
così!”
“Eh?” Fece un’incredula e spaventa Evergreen,
cominciando a sudare vistosamente.
“Redimerò le anime delle ragazze che ridurrai in polvere
con la tua vita.” Continuò Erza, guardandola freddamente.
La maga dai capelli verdi restò in silenzio con gli occhi
spalancati, mentre sempre un maggior numero di gocce di sudore le
scendevano lungo il volto.
Ci vollero solo pochi secondi prima che cacciasse un urlo.
Salvo ritrovarsi la faccia schiacciata da un pugno di Erza.
“Ecco come si gioca un bluff.” La riprese lei, con un
ghigno sul volto.
“M-Mi hai ingannato…” Riuscì a dire
l’altra, prima di perdere i sensi.
~~~~~~~~~~~
Hermione e Fleur stavano continuando a studiare le rune, quando lo
specchio si attivò.
“Hermione!” La chiamò una voce, che fece girare di
colpo le due ragazze.
“Levy?” Chiese la Grifondoro, sorpresa, voltandosi a
guardare l’amica, dietro la quale si potevano vedere Lucy e le
altre ragazze di Fairy Tail guardarsi intorno confuse. “Siete
libere!”
“Già, e siamo state subito aggiornate dal Master sulla
situazione. Se sei d’accordo, mentre le altre raggiungono Erza e
Harry possiamo studiare insieme queste rune per far uscire anche Natsu
e Gajil.”
“Erza e Harry?” Ripeté Hermione. “Che cosa mi
sono persa? L’ultima volta che il Master mi ha chiamata Erza era
pietrificata assieme a voi, e Harry ci aveva traditi.”
“È una lunga storia. Diciamo che Majutsu è sempre
rimasto dalla nostra parte. Ora però… chi è quella
ragazza al tuo fianco?”
Hermione si voltò a guardare la diretta interessata, che prese
parola. “Mi chiamo Fleur Delacour. Non temere, ero già a
conoscenza di Fiore, anche se ne ignoro la locazione precisa.
Anch’io conosco qualche runa grazie a mia nonna, e ho voluto
cercare di dare una mano a Hermione.”
“Fantastico!” Esultò Levy, battendo le mani
contenta. “In tre abbiamo ancora più speranze di superare
le rune di Fried!”
~~~~~~~~~~~
“Maledetti!” Urlò furioso Luxus, sbattendo un pugno
contro una colonna di marmo. “Come ha osato Majutsu tradirmi?! E
come ha fatto Evergreen a farsi battere da Erza? Come può essere
diventata tanto debole?!”
“È Erza a essere troppo forte.” Rispose Fried,
avvicinandosi. “Devo affrontarla io, oppure Bixflow. Ma se unisce
le forze con Harry… potremmo non bastare.”
“Perché sei tornato, Fried?” Chiese freddo Luxus,
ricevendo come risposta una scrollata di spalle.
“Perché siamo in una situazione di stallo.” Rispose
l’altro sinceramente. “Ora che gli ostaggi sono liberi, il
Master non deve più agire come vuoi tu.”
Sentendo ciò il nipote di Makarov si girò furioso,
scagliando una raffica di elettricità che mancò di pochi
centimetri il suo alleato, lasciando tuttavia un solco sul pavimento.
“Luxus…” Lo chiamò incredulo Fried.
“Non è ancora finita.” Replicò l’altro.
“Se non riesci a starmi dietro, sparisci. Vuol dire che nella mia
Fairy Tail sei un elemento superfluo.”
Fried continuò a fissarlo con occhi sgranati, per poi annuire.
“Va bene… andrò fino in fondo.” Disse,
allontanandosi. “Forse…
Majutsu è stato l’unico di noi a vedere le cose come
stanno realmente…” Pensò rassegnato.
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*Prova a tirare fuori la testa dal rifugio, solo per venire bersagliato
da decine di frecce*
Ehm... Sono un pochino in ritardo, eh?
No, okay, scherzi a parte, mi dispiace davvero, davvero tanto per
questo ritardo. Sfortunatamente, sebbene sia una saga fondamentale per
la storia, mi sta risultando davvero difficile riuscire a
completarla... ma conto di riuscirci, non temete! E poi si
passerà al calice di fuoco, finalmente!
Purtroppo l'unica cosa che posso chiedervi è di avere
pazienza... spero solo che i capitoli vi soddisfino a sufficienza per
farmi perdonare i tempi lunghi d'aggiornamento!
E con questo, cheidendovi ancora scusa, non mi resta che augurarvi
buona lettura!
“Quindi eri
già al corrente di tutto?” Fece Cana, guardando il Master.
“Non posso credere che Harry ci abbia mentito per tutto questo
tempo!” Esclamò Natsu, sputando delle fiamme.
“Lo ha fatto su mio ordine.” Disse Makarov. “E per
fortuna è andato tutto come previsto, anche se alla fine
è stata Erza a intervenire. Ora che voi ragazze siete libere,
Luxus non può più usarvi come ostaggi per farsi obbedire.
La battaglia di Fairy Tail è conclusa.”
“Uffa, avrei tanto voluto parteciparvi anch’io… non
è che vi va di combattere contro di me qui e ora?” Chiese
il Dragon Slayer del fuoco alle ragazze, che rifiutarono
immediatamente. “E dai… una battaglia veloce! Non vi
farò troppo male!”
“E quello dovrebbe rassicurarci?!” Urlò incredula
Lucy, mentre le altre scoppiarono a ridere.
Osservando quello scambio di battute, Juvia si avvicinò a un
Gajil scocciato. “È una gilda divertente, non
trovi?” Gli chiese, guardando con interesse la scena, ottenendo
uno sbuffo come risposta.
“Una gabbia di matti, vorrai dire…”
Ma prima che potessero dire altro, intorno a loro apparvero decine di
schermi olografici, tutti neri con un teschio da pirata
all’interno, attraversato da un fulmine.
“Mi senti, vecchio?” Risuonò la voce di Luxus.
“E anche voi della gilda.”
“Luxus…” Mormorò Natsu, guardando uno degli
schermi con rabbia.
“Una delle regole è stata sciolta… perciò
ora ce n’è una nuova.” Continuò il mago del
fulmine. “Per continuare la battaglia di Fairy Tail… ho
messo in moto l’Altare del Tuono.”
“L’Altare del Tuono?!” Ripeté spaventato il
Master.
“Vi restano solo un’ora e dieci minuti… ce la farete
a batterci? Oppure vi arrendete? Eh, Master?”
Gli schermi scomparvero, lasciando dietro di loro la risata di Luxus,
che si dissolse gradualmente.
A quel punto il Master scoppiò dalla rabbia. “Si
può sapere che ti salta in mente, Luxus?! Vuoi coinvolgere anche
la gente che non c’entra niente?!”
Ma prima che potesse fare altro, spalancò gli occhi, cadendo
subito dopo il ginocchio, portandosi una mano sul petto.
“Vecchio!” “Master!”
Tutti i membri della gilda corsero subito ad aiutarlo, mentre Mira
andò a recuperare la sua medicina.
“Proprio adesso…” Fece Vyska, cercando di aiutare il
Master, affiancato da Levy.
“Master, tenga duro!”
“Che cos’è l’Altare del Tuono?!”
Esclamò invece Natsu. “Vecchio!”
“Temo sia quello.” Rispose per lui Luna, che era uscita sul
balcone della sede.
Tutti la raggiunsero subito, restando a guardare impressionati il cielo.
Sopra di loro c’erano decine di sfere sospese in un cerchio,
tutte avvolte da delle piccole scosse elettriche.
“Che cosa sono?” Domandò Ginny.
“Lacrime di Fulmine…?” Rispose incerta Levy.
“Che ci fanno sopra la città?” Chiese Cana.
“In ogni Lacrima si percepisce uno straordinario accumulo di
fulmini magici… Possibile che l’Altare del
Tuono…”
“Si riferisca a un accumulo di fulmini…?”
Completò Juvia, guardando terrorizzata le lacrime.
“Che cosa succederebbe se dovessero liberare tutta
quell’energia?” Domandò Lucy.
“Una quantità infinita di fulmini si abbatterebbe su di
noi…” Rispose Cana.
“È terribile… tutta Magnolia verrebbe
distrutta!” Esclamò Hermione tramite lo specchio, in quel
momento tenuto da Ginny per permettere anche a lei e Fleur di osservare
la scena.
“Questo Luxus… è totalmente pazzo.”
Commentò la strega francese.
“Anche se Harry ha fatto evacuare gli abitanti… dubito che
tutti abbiano obbedito.” Osservò Luna. “Basta
pensare a quelli che erano venuti ad assistere allo spettacolo di
prima.”
“Non lo permetterò!” Esclamò Vyska, evocando
un fucile che puntò subito contro una lacrima, mentre sopra il
suo occhio destro appariva un mirino olografico.
Senza dire altro, fece fuoco, colpendo in pieno una delle Lacrime, che
esplose disintegrandosi.
“Ce l’hai fatta!” Esultò Lucy, imitata dagli
altri.
“Brava Vyska!”
La ragazza con il fucile sorrise, per poi caricare un secondo colpo.
“Ci penso io a sistemarli tutti.”
Ma non fece in tempo a finire la frase che attorno a lei apparve
qualche scintilla, seguita da una violenta scarica elettrica, che la
lasciò cadere a terra priva di sensi e fumante.
“Vyska!” Urlarono tutti, andando subito in suo soccorso,
mentre Luna guardò con apprensione le altre lacrime.
“Sono collegate a chi le colpisce… non possono essere
distrutte senza rischiare la propria vita…” mormorò.
“Maledetto!” Urlò Natsu, saltando giù dal
balcone e scontrandosi contro la barriera, prendendola a pugni.
“Che gli salta in mente?!”
“Natsu!” Lo richiamò Levy, mentre le altre ragazze
si guardarono, per poi annuire.
“Non possiamo permettergli di avere la meglio.” Fece Cana.
“Dobbiamo fermare Luxus a tutti i costi!”
“Io provo ad allontanare tutti quelli rimasti in
città!”
“Io, Hermione e Fleur invece continueremo a cercare di far aprire
le rune per Natsu, Gajil e Luna!” Esclamò Levy, mentre le
due ragazze in Francia annuivano attraverso lo specchio.
Fried guardò preoccupato Luxus. “Direi che è
abbastanza…”
“Abbastanza?” Ripeté il mago del tuono, senza
voltarsi a guardarlo. “Sarò io a decidere quando
sarà abbastanza! Questa è una lotta all’ultimo
sangue! Finirà solo con la morte di una delle due parti!”
“Non starai esagerando? Hai usato anche l’Altare del
Tuono…”
“Tu che cosa vuoi fare, Fried?” Gli chiese Luxus,
ignorandolo. “Bixlow sta continuando la caccia alle fate, mentre
io mi occuperò della cocca del nonno, Erza, e del traditore con
il suo debole alleato. Oltre a Mistgun. Tu occupati di Cana e della
tizia proveniente dai Phantom. Non c’è posto per loro
nella mia Fairy Tail, quindi le puoi anche uccidere.”
“Uccidere?!” Esclamò incredulo Fried. “Anche
se adesso siamo nemici, siamo pur sempre della stessa gilda e-”
“Hai intenzione di disobbedirmi?!” Urlò infuriato
Luxus, voltandosi a guardarlo.
Il mago delle rune restò in silenzio per un paio di secondi, per
poi prendere fiato, mentre una silenziosa goccia di sudore scendeva
lungo la faccia.
“A questo punto… non è più possibile tornare
indietro. Io continuerò a seguirti, fosse anche
all’inferno.”
Dicendo ciò si portò la mano destra sul cuore e si
voltò verso l’uscita. “Porterò a termine la
missione. Le ammazzo sul serio. Non ti pentire di quello che hai
detto.”
Luxus sorrise. “Bravo Fried
delle tenebre, fammi vedere la tua vera forza.”
Lucy, con Ginny e Happy dietro di lei, correva lungo le vie di
Magnolia, alla ricerca di qualcuno che potesse essere rimasto in
città.
“Dici che lo farà sul serio?” Domandò
preoccupata la Weasley. “Distruggere la città… solo
per diventare Master?”
“Non lo so… Devo dire che non so molto di lui, se non che
è il nipote del Master ed è uno dei maghi più
potenti di Fairy Tail. Ma so anche che ha una pessima reputazione ed
è famoso per essere spietato.”
“Incredibile… non avrei mai detto che è il nipote
del Master, è totalmente diverso da lui.”
“È una lunga storia. Luxus in passato non era così.
Almeno, così mi ha detto Natsu.” Fece Happy.
“Davvero? Chissà cos’è
successo…” Rifletté Lucy.
“Già.”
“Chissà.”
“Cosa.”
I tre si fermarono di colpo, per poi voltarsi a vedere tre piccoli
totem volanti.
“Che cosa-”
“Attente!” Urlò Happy, saltando loro addosso e
facendole cadere a terra, giusto in tempo per evitare una raffica di
sfere d’energia, che andarono a scontrarsi con un muro lì
vicino, distruggendolo.
“C-Cos’è successo?” Domandò una Ginny
bianca in volto, mentre Happy guardava in alto.
“È Bixlow!” Esclamò il gatto umano,
osservando il diretto interessato in piedi sopra uno dei suoi totem,
sospeso a una decina di metri da terra.
“Guarda guarda… Ecco qui le principessine di cui parlano
tutti.” Fece lui divertito.
“Parlano di noi?” Fece una Lucy leggermente sorpresa,
mentre copriva con la mano un piccolo taglio sul braccio.
“Sì, le principessine che non sono capaci di fare nulla da
sole!”
Sentendo ciò entrambe le ragazze lo guardarono male.
“N-Non è vero…” Tentò di replicare
Ginny, poco prima che i totem le circondassero di nuovo.
“Cuccioli! Fatele a pezzi!” Urlò.
I tre riuscirono a saltare a lato giusto in tempo per evitare una nuova
raffica di colpi, e non appena fermatasi Ginny evocò il suo
diario, cominciando subito a scriverci sopra.
Pochi istanti prima che una terza serie di attacchi li raggiungesse,
una barriera apparve intorno a loro.
“Grande Ginny!” Esclamò Happy, per poi notare che la
Weasley sussultava per ogni colpo che la sua barriera stava ricevendo.
“N-Non credo riuscirò a reggerla troppo a lungo…
Sta prosciugando la mia magia…” Mormorò, cadendo in
ginocchio.
“Lascia fare a me!” Urlò Lucy, alzando una delle sue
chiavi dorate. “Apriti Porta del Sagittario! Sagittarius!”
Gridò, evocando lo spirito cavallo, che apparve con il suo arco
in mano.
“Mi hai chiamato? Pronto?”
“Oh! Un incantesimo degli Spiriti Stellari!” Esclamò
falsamente sorpreso Bixlow. “E lo spirito sta pure facendo un
cosplay!”
Lucy ignorò la battuta e indicò i totem. “Occupati
di quei cosi volanti! Ok?”
Sagittarius incoccò subito una freccia. “Chiarissimo!
Pronto!”
Senza perdere tempo, la scoccò, facendola seguire da altre due,
che colpirono in pieno i tre totem, facendogli esplodere.
“Oh! Cuccioli!” Esclamò spaventato Bixlow,
portandosi le mani attorno al casco. “Prima il ghiaccio di Gray,
ora ridotti in briciole!”
“Evvai!” Esultò Lucy, mentre la barriera di Ginny si
esauriva, lasciandola esausta.
“Nooo!!! Cuccioli!” Urlò disperato il mago
avversario, per poi tirare fuori la lingua, sorridendo.
“Scherzavo!”
Prima che qualcuno potesse intervenire, un fascio di energia
colpì in pieno lo Spirito Stellare, trafiggendolo allo stomaco e
lasciandogli un enorme buco.
“Sagittarius!!!” Gridò preoccupata Lucy, mentre il
suo spirito cominciava a dissolversi nella luce.
“Pronto…?” Mormorò. “Ho bisogno di un
attimo di riposo…”
Detto ciò scomparve nel nulla.
“Come ha fatto?” Chiese Ginny, per poi girarsi e spalancare
gli occhi, ritrovandosi a fissare centinaia di giocattoli.
“Potete fare a pezzi tutti i pupazzi che volete, tanto io
manipolo le anime, perciò la cosa non sortisce alcun effetto su
di me.”
“Le anime?!” Esclamarono incredule le due ragazze.
“Con il suo incantesimo Bixlow fa sì che le anime si
impossessino dei pupazzi.” Spiegò Happy.
“E ce lo dici solo ora?!” Gli urlò contro Lucy.
Ma prima che una delle due ragazze potesse protestare ulteriormente, i
giocattoli si alzarono in volo, per poi cominciare a colpire i tre
ripetutamente a velocità elevata.
“Mi dispiace per voi… ma siete in trappola!”
Esclamò il mago avversario, spalancando gli occhi dietro la
maschera. “Anime, unitevi per Luxus! Formazione Baryon!”
I giocattoli a quel punto si riunirono, formando un pentagono nel
cielo, da cui uscì un raggio di luce diretto verso Lucy e Ginny,
che non poterono fare altro che spalancare gli occhi.
“Fermo!!!” Urlò Happy, cercando di rialzarsi ma
ricadendo a terra per i colpi ricevuti.
Fortunatamente per le due maghe, pochi istanti prima che il colpo le
raggiungesse, una figura apparve dal nulla, riuscendo a prenderle e
portarle in salvo.
Le due ragazze sbatterono le palpebre un paio di volte, per poi
voltarsi a guardare il loro salvatore.
“Sembra che io sia l’unico Spirito Stellare in grado di
varcare il cancello anche se non chiamato…” Fece Loki,
lasciandole andare.
“A dir la verità ci sarebbe anche Virgo… ma il tuo
aiuto è più che accettato!” Rispose Lucy,
sorridendo, mentre lo spirito del Leone si voltò a guardare
Bixlow, che per tutta risposta cominciò subito a sbraitargli
contro.
“Tu?! Che cosa ci fai qui?!”
Leo sorrise, per poi alzare la mano destra, mettendo ben in vista il
suo anello.
“Solo il mio dovere come Spirito Stellare di Lucy.”
“Davvero? È dire che l’ultima volta che ti ho visto
non mi sembravi così disponibile verso i maghi che usano le
chiavi… Come mai questo cambio di opinioni?”
“Diciamo che un amico mi ha aiutato a fare chiarezza sulle mie
priorità… Ma ora direi di risolvere questa questione.
Dopotutto, hai osato fare del male a Lucy… e hai tentato di
ucciderla. Temo di non poterti perdonare.” Concluse, facendo
sparire totalmente il sorriso e guardando truce il mago, che
scoppiò a ridere.
“Guarda che tu non sei mai riuscito a battermi! E io ci sono
sempre andato piano con te!”
“Questa volta le cose andranno diversamente.”
Bixlow non attese oltre. “Cuccioli! Dateci dentro, come ai vecchi
tempi!” Ordinò ai giocattoli, che si diressero subito
contro il nuovo arrivato, che tese un braccio davanti alla sua
proprietaria.
“Lucy, Ginny, state indietro!”
“Ma che dici?!” Replicò irritata Lucy, prendendo la
frusta che teneva legata alla vita, per poi farla sbattere a terra.
“Gli Spiriti Stellari non sono scudi! Preferisco combattere con
loro che stare in disparte!”
“Ben detto!” Esclamò Ginny, questa volta estraendo
la bacchetta, per poi voltarsi a guardare l’amica. “Allora
avevo visto bene che avevi una frusta con te. Perché non
l’hai usata prima?”
Lucy ridacchiò. “Diciamo che non ne ho avuto proprio
l’occasione… e a Hogwarts non l’ho mai portata per
il semplice fatto che è un’arma abbastanza inusuale. Ti
immagini quanti punti avrei perso solo con Piton?”
Il loro discorso venne brutalmente interrotto da un altro attacco dei
giocattoli, che questa volta riuscirono a evitare.
“Lucy! Io mi sbarazzo dei pupazzi! Voi andate a occuparvi di
Bixlow!”
“D’accordo!” Rispose Lucy, mentre Ginny alzò
la bacchetta, lanciando un incantesimo di scudo attorno a Loki.
“Io impedirò che ti colpiscano.” Fece lei. “La
mia magia con la bacchetta dovrebbe reggere a un paio di raffiche di
quei giocattoli.
“Perfetto. Grazie mille.” Rispose lo spirito, per poi
cominciare ad emanare luce propria.
“Regulus… dammi il potere!” Urlò, per poi
convogliare la luce in una forma di leone, che scagliò contro i
giocattoli, polverizzandoli all’istante.
“Fantastico!” Esclamarono assieme Lucy e Happy, mentre
Bixlow si limitò a sghignazzare.
“È inutile! Non c’è attacco che funzioni
contro le anime! Puoi anche ridurre i loro corpi in briciole, tanto ne
troverei altri! Andate, miei nuovi cuccioli!”
Come promesso, una nuova ondata di giocattoli apparve come dal nulla,
dirigendosi contro Lucy, che alzò la frusta di fronte a
sé, solo per vedere Leo giungerli davanti per sbaragliare la
nuova armata con un solo movimento del braccio.
“E non importa quanti ne mandi, non li farò avvicinare a
Lucy!”
“È la nostra occasione!” Urlò Happy, tornando
all’aspetto di gatto e prendendo Lucy per le spalle, guadagnando
così velocità e effetto sorpresa verso
l’avversario, che si vide piombare contro i due, riuscendo ad
evitare di pochi centimetri la frusta di Lucy.
“Ma che graziosa signorina… peccato sia un po’
rude.” Commentò, guardando la ragazza atterrare.
“Dacci un taglio!”
“Lucy!” La chiamò Loki. “Bixlow preso a
sé non è molto forte! Puoi farcela!”
“Che cosa?!” Urlò lui, voltandosi a guardarlo.
“Maledetto, come-”
Ma quella distrazione fu sufficiente a Lucy per colpirlo in volto con
la frusta, facendogli cadere la parte frontale dell’elmo,
costringendolo a portarsi una mano davanti al volto per nasconderlo.
“Oh no!” Esclamò preoccupato Happy, mentre Bixlow si
girò verso di loro, sempre con il volto coperto.
“Accidenti… non credevo di trovare tutta questa
resistenza…” Si lamentò, per poi sorridere.
“Vorrà dire che giocherò quella carta…”
Dicendo ciò si tolse la mano dal volto, rivelando così il
disegno di un omino stilizzato. “Figure
Eyes!”
“Chiudete gli occhi!” Ordinò a tutti Happy, facendo
lo stesso.
“Perché?” Chiese Ginny, obbedendo comunque.
“Quelli del Comando del dio del Fulmine hanno tutti un secondo
potere che si cela negli occhi! Anche se Evergreen lo usa come potere
principale…” Commentò pensandoci bene il gatto.
“Cosa?” Esclamò sorpreso Loki.
“Chiunque guardi negli occhi Bixlow viene trasformato in una
bambola e può essere manovrato da lui!”
“Ma è orribile!” Gridò Lucy, ignara dal
ghigno apparso sul volto del nemico.
“Ora che vi ho fatto chiudere gli occhi… siete
miei!” Urlò Bixlow, scagliandogli contro tutti i suoi
giocattoli, che cominciarono a colpire a ripetizione i quattro.
Lucy fu quasi tentata di aprire gli occhi quando uno dei giocattoli
colpì il suo mazzo di chiavi, facendoglielo cadere a terra.
“Non aprire gli occhi!” Le gridò contro Happy,
intuendo il pericolo.
“Ahahahahah!!! Nessuno può salvarsi da questo cocktail
letale di possessione e Figure Eyes!”
“Maledizione… Non so nemmeno dove puntare la
bacchetta…” Fece Ginny, cercando di restare in piedi.
“Lucy!” Urlò Loki. “Chiudi il mio cancello ed
evoca Horologium!”
“Non posso! Ho perso le chiavi, e non potrei mai nascondermi
lasciando voi sotto i suoi attacchi!”
La maga bionda deglutì. “Loki… so che ci conosciamo
da poco… ma io credo in te! Ci hai aiutato già diverse
volte in passato, sono sicura che puoi farlo ancora!”
Lo spirito stellare restò attonito per qualche secondo, per poi
sorridere. “Avevamo davvero visto bene in te.”
Detto ciò portò il braccio sinistro contro quello destro.
“O la va o la spacca! Al mio segnale apri gli occhi e
attacca!”
“Ma se apre gli occhi…” Fece Ginny, venendo subito
interrotta da Leo.
“Fidatevi di me!”
Lucy sorrise. “Va bene.”
Immediatamente Loki venne avvolto da una sfera di luce, che respinse i
giocattoli attorno a lui.
“Uccidetelo, prima che faccia mosse azzardate! Formazione
Baryon!” Ordinò Bixlow.
“Abbaglio del Leone!”
urlò lo spirito stellare, illuminando l’intera zona e
accecando l’avversario, che si portò immediatamente le
mani sugli occhi. “ORA!”
Lucy spalancò gli occhi, per poi fa scattare la frusta verso
Bixlow, avvolgendogliela intorno al collo e cominciando a tirare non
appena lui cercò di toglierla.
“N-Non potete… vincere contro di me!”
Esclamò, non riuscendo a vedere Loki correre verso di lui.
“Non sono più quello di un tempo! Grazie a Lucy, il mio
potere di Spirito Stellare può scatenarsi al suo massimo
potenziale!”
Mentre diceva ciò la sua mano destra veniva avvolta nuovamente
dalla luce.
“Non è come le tue bambole! Il legame che ci unisce rende
noi spiriti stellari ancora più forti! Bagliore di Regulus!”
Urlò, colpendolo in pieno e spedendolo in aria, infrangendo
buona parte della sua corazza e facendolo urlare di dolore,
finché non ricadde a terra, dove restò privo di sensi.
“Ce l’hanno fatta!” Esultarono assieme Ginny e Happy,
mentre Lucy scivolava a terra esausta ma felice.
Loki le si avvicinò, porgendole le sue chiavi. “Io
verrò sempre a salvarti.” Le disse.
“Grazie…”
Fried guardò incredulo Juvia cadere a terra fumante, subito
soccorsa da Cana.
Aveva costretto le due ragazze a combattere tra di loro, ma con sua
sorpresa la ragazza d’acqua si era lanciata da sola contro una
delle Lacrime nel cielo, distruggendola e subendo in pieno il
contrattacco, che considerando il suo elemento naturale l’aveva
quasi uccisa.
“Perché?” Mormorò, guardando senza sentirle
le due parlare. “Perché si è sacrificata invece di
salvarsi…?”
“Fried!!!” Urlò Cana infuriata, non appena Juvia
chiuse gli occhi esausta, tirando fuori le sue carte.
Ma il mago delle rune si riprese subito e alzò subito la sua
spada, saltando contro la sua avversaria e colpendola alla pancia,
senza però lasciare una sola ferita.
“Cos-?” Fece per dire lei, solo per sentirsi invadere
l’intero corpo da un dolore mai provato prima, che la costrinse a
cacciare un urlo, per poi cadere a terra priva di sensi.
“Ora vediamo di farla finita…” Disse Fried,
fermandosi quando sentì un rumore alle sue spalle.
Non appena si girò, spalancò gli occhi nel vedere Fred e
George con i pugni uno contro l’altro, guardandolo furiosi.
“Quindi è per colpa tua che Ron e Gray sono stati feriti
in quel modo!” Esclamarono assieme, per poi scagliare una serie
di animali di fuoco contro di lui, che riuscì a respingerli con
un movimento della spada, ma venendo preso in pieno dall’onda
d’urto della loro esplosione.
Fried riuscì ad atterrare in piedi, per poi tornare a fissare i
due gemelli. “Com’è possibile?!” Urlò.
“Ho letto il risultato della vostra partita! Uno di voi dovrebbe
essere incapace di combattere!”
I Weasley sorrisero.
“Spiacente, ma tu ci sottovaluti.”
“La tua regola era facilmente aggirabile.”
“Bastava fermarsi a pensare un attimo.” Conclusero i due
insieme, per poi tirare fuori le loro bacchette magiche.
Fried digrignò i denti. “Avreste fatto bene a scappare
allora… almeno vi sareste salvati.”
I due gemelli non dissero altro, restando in attesa di una mossa del
mago, che alla fine decise di agire per primo, saltando verso di loro.
Salvo ritrovarsi improvvisamente avvolto dall’oscurità
totale.
“Cosa? Ma siamo in pieno giorno!”
“Considerati fortunato, sei il primo a sperimentare i nostri
prodotti esclusivi.” Disse la voce di Fred.
“Da ‘I tiri vispi
Weasley’ con amore!” Aggiunse George.
Fried si girò solo per ritrovarsi colpito alla schiena da un
Flipendo, che lo fece cadere a terra, mentre l’oscurità
attorno a lui cominciava a dissiparsi.
“Uhm… credo dovremo aumentare la quantità di
polvere. La durata è davvero limitata.” Commentò
uno dei due gemelli, in quel momento indistinguibili per il mago delle
rune, che si rialzò.
“Molto bene… sembra che dovrò fare sul serio con
voi.” Disse, mentre il suo occhio destro si tingeva completamente
di nero.
“Eh?”
“Voi maghetti vi credete forti perché siete amici di
Majutsu… ma non dovreste sottovalutare noi veri maghi!”
“Okay… il fatto che il colore di un occhio sia cambiato
non è un buon segno… da quel che abbiamo visto finora,
non ha mai portato a buoni risultati.” Commentò George,
per poi spalancare gli occhi non appena Fried puntò contro di
lui la spada.
“Fratello?” Chiese Fred, guardandolo, per poi preoccuparsi
quando un rivolo di sangue uscì dalla sua bocca.
“George!”
Prima che potesse dire altro, George cade a terra, riuscendo appena ad
alzare la testa.
“C-Cos’hai fatto?” Mormorò, sentendosi
pervadere attraverso tutto il corpo dal dolore.
“Tu dovresti aver perso. Non so come avete aggirato le mie
regole, visto che mi pare chiaro che non conoscete le rune che ho
usato, ma non importa. Sarai il primo a cadere e-”
Fried si interruppe per evitare il pugno di Elfman, che aveva tentato
di colpirlo alle spalle.
“Smettila, Fried!” urlò Mirajane, arrivando anche
lei in quel momento, non senza riservare uno sguardo preoccupato alle
ferite del fratello, che la raggiunse subito. “Non
c’è motivo di combattere tra di noi! Siamo compagni,
no?”
Il mago delle rune chiuse gli occhi. “Lo eravamo.”
“Maledetto… Come puoi parlare così?!”
Urlò Fred, mentre aiutava il fratello a rialzarsi. “Come
puoi seguire gli ordini di un pazzo come se niente fosse?!”
“La posta ora in gioco prevede che, dopo questa battaglia, nulla
sarà più come prima, e i rapporti tra noi
cambieranno.” Continuò lui, incurante di Elfman, che
cominciò a corrergli contro, pronto a colpirlo. “Ma
ciò che conta ora è che i nemici di Luxus sono i miei
nemici.”
Detto ciò mosse velocemente la spada proprio nel momento in cui
Elfman stava per colpirlo, lasciandolo fermo con il pugno alzato a
mezz’aria, mentre sul suo petto apparvero delle rune.
“Q-Queste sono…?”
“Chi ha perso non può tornare in gioco.” Rispose
Fried. “Coloro che infrangono questa regola andranno incontro a
una penale più dolorosa della morte. Scrittura delle tenebre
‘Dolore’.”
Immediatamente Elfman chiuse gli occhi, abbracciandosi e cadendo in
ginocchio.
“C-Cosa… S-Sento il mio corpo…
scricchiolare…” Mormorò.
“Quella scrittura si farà realtà e si
sostituirà ai tuoi sensi.” Spiegò Fried, facendo
immediatamente spalancare gli occhi agli altri maghi presenti.
“P-Può fare una cosa del genere?” Sussurrò
George. “Allora anche a me prima… stava per fare lo
stesso?”
“No…” Fece invece Mira, portandosi una mano sulla
bocca.
Subito dopo Elfman fu come colpito da una serie di fulmini, facendolo
urlare di puro dolore.
“Elfman!” Urlò terrorizzata la sorella, mentre i
gemelli digrignarono assieme i denti.
“Vigliacco… Era già ferito!” Gridò
Fred, alzando la bacchetta.
“Se interferisci, attiverò le stesse rune anche su tuo
fratello.” Disse senza voltarsi Fried, per poi colpire ancora una
volta Elfman. “Scrittura delle
tenebre ‘Terrore’.”
Ancora una volta il mago nerboruto urlò di dolore, costringendo
Mira a tapparsi le orecchie. “Smettila Fried! Elfman non è
più in condizioni di combattere!”
“Scrittura delle tenebre
‘Tormento’.”
“Ti prego Fried! Farò tutto quello che vuoi, ma
smettila!”
Il mago ignorò completamente Mirajane, e per tutta risposta
colpì con una raffica di fendenti il suo avversario. “Scrittura delle tenebre: dolore, dolore,
dolore, dolore, DOLORE, DOLORE!!!”
Questa volta su tutto il corpo di Elfman apparvero diverse ferite, da
cui cominciò a sgorgare sangue.
“BASTA!!!!!!” Gridò Mira in lacrime.
“Scrittura delle tenebre…”
“Smettila, per carità!” Urlarono assieme i gemelli,
incapaci di agire.
“Estinzione.”
Concluse Fried, cominciando a portare la spada in avanti, pronto a
colpire per l’ultima volta Elfman.
Mirajane spalancò gli occhi.
“Est…” Balbettò, mentre rivedeva davanti a
sé Lisanna, sanguinante, tentare di prenderle la mano.
Fried si fermò di colpò, lasciando che Elfman finalmente
cadesse a terra esanime.
“C-Cosa succede?” Fece Fred, guardandosi in giro nervoso.
“Ho una brutta, bruttissima sensazione…”
“Anch’io…”
“Cos’è questo potere?!” Urlò invece
Fried, voltandosi di colpo, per poi sgranare gli occhi, fissando una
tremante Mira. “Mirajane?” La chiamò incredulo.
La ragazza restò in silenzio per un paio di secondi, per poi
cacciare un urlo, sprigionando un’energia magica di tale livello
che sbriciolò il terreno sotto di lei, scagliando metri e metri
di pavimentazione tutto intorno, costringendo i gemelli e Fried a
ripararsi gli occhi per non venire colpiti dai detriti.
Harry si fermò di colpo, guardando una scia di luce alzarsi
verso l’alto.
“Cosa succede?” Chiese Neville, guardando preoccupato
l’evento.
“Succede… che qualcuno ha fatto la più grande
idiozia possibile.” Rispose Majutsu, deglutendo, mentre la scia
scompariva.
“È così grave la cosa?”
“Mettiamola così Neville: se c’è un modo per
evocare un demone… chiunque sia stato, l’ha appena
trovato. E spero per lui che sia pronto alle conseguenze.”
Fred e George guardarono increduli i vestiti di Mira venire sostituiti
da un completo rosso scuro che le lasciava scoperta la pancia, mentre
le sue braccia venivano ricoperte da scaglie e le sue dita si
allungarono in artigli.
La sua gonna fu scambiata con un paio di attillati pantaloni rossi che
si concludevano con degli stivali a tacco, mentre dal suo fondoschiena
crebbe in pochi secondi una lunga coda squamosa.
“M-Mira? Q-Quella è… Mirajane?” Disse
incredulo George, poco prima che la ragazza saltasse furiosa in
direzione di Fried, che mosse velocemente la spada, facendo così
apparire sulla sua schiena un paio di ali stilizzate, che gli permisero
di evitare il pugno che ruppe il terreno dove si trovava, lasciando
solo un profondo cratere.
Mira si voltò a guardarlo con ira, facendo immediatamente
crescere due ali demoniache, partendo al suo inseguimento e riuscendo
finalmente a colpirlo, facendolo così rotolare a mezz’aria
per diversi metri, finché non riuscì a fermarsi.
“Ora ti cancello.” Disse semplicemente Mira, guardandolo
senza alcuna pietà. “È il demone che
talvolta prende il sopravvento e si manifesta in Mirajane!”
Pensò preoccupato Fried. “Il
Satan Soul!”
Non fece in tempo a dire nulla che Mira lo colpì allo stomaco
con un calcio, facendogli sputare sangue e precipitare a terra,
evitando per poco i gemelli, che ancora guardavano increduli la scena.
“E-E dire che era sempre così carina e gentile…
Alla faccia del lato oscuro…” Mormorò George.
“Fortuna che non le abbiamo mai fatto alcun scherzo… In
questo momento, credo che Piton e Gazza assieme avrebbero molta
più pietà verso di noi che lei!” Tentò di
ridere il fratello, senza però ottenere un grande risultato.
Fried si rialzò, per poi volare via evitando un altro colpo.
“È una tecnica proibita, ma non ho scelta!”
Esclamò, alzando la spada. “Contro un demone, ci vuole un
demone! Scrittura delle tenebre
‘Oscurità’!”
Dicendo ciò fece apparire sul suo corpo una scritta, per poi
trasformarsi immediatamente in un mostro muscoloso, con due grandi
corna.
Il nuovo mostro si girò e replicò con un pugno
l’attacco di Mirajane.
I due demoni restarono con il pugno contro l’altro, per poi
venire sbalzati via assieme a un’onda d’urto.
Sotto lo sguardo dei due Weasley, Mira e Fried cominciarono a
scambiarsi una raffica di colpi a una velocità tale da risultare
quasi impossibile da seguire.
Ad un certo punto Fried riuscì a colpire Mirajane e a farla
volare dentro il fiume lì vicino. Ma la sua soddisfazione
durò solo pochi istanti prima che l’acqua del fiume si
sollevasse, seguendo i gesti di Mira, che creò un tornado
d’acqua che spedì contro un incredulo Fried,
scaraventandolo ancora più in alto.
“Assurdo!” Esclamò, spalancando gli occhi quando
vide la ragazza caricare una sfera d’energia tra le mani.
Fred e George ebbero giusto il tempo di ripararsi dietro un masso prima
che la sfera d’energia venisse scagliata via, avvolgendo
l’intera area e polverizzando la forma demoniaca di Fried, che
tornò al suo aspetto originario, schiantandosi a terra.
“S-Siamo ancora vivi?” Chiese George, uscendo dalla
protezione della roccia, che era miracolosamente rimasta intera.
“Pare di sì… ma la domanda è se quel tizio
lo resterà ancora a molto…” Aggiunse Fred, vedendo
Mira atterrare di fronte a uno stravolto Fried, che tentò di
scappare, finendo solo col ricadere a terra per le ferite.
Prima che potesse tentare altro, Mira lo afferrò con una mano
per il collo, mentre con l’altra si preparò a dargli un
pugno.
“Non ce la posso fare! Questo è il potere di un vero
demone! Sta per uccidermi!”
“Mirajane!” Urlarono i due gemelli vedendola abbassare il
pugno verso il volto dell’altro mago.
Salvo vedendola fermarsi a pochi centimetri dal naso.
Fried guardò terrorizzato il mostro di fronte a sé,
mentre Mira sostituì mentalmente per un secondo il suo
avversario con Lisanna.
Senza dire altro sciolse la sua trasformazione, per poi cadere in
ginocchio.
“Eh…?” Fece lui, con gli occhi che tremolavano.
“Questa battaglia… è inutile.”
Sussurrò la maga.
“E questa che sarebbe, Mira?” Chiese Fried. “La
pietà del vincitore…? Finiscimi.”
“C-Credo tu lo abbia colpito troppo forte…” Disse
George, avvicinandosi con il fratello. “Vaneggia.”
Mira fece un piccolo sorriso. “Noi siamo compagni… siamo
membri della stessa gilda. Ridiamo insieme, ci divertiamo insieme,
camminiamo insieme…”
“Z-Zitta! Il mio unico compagno è Luxus!”
“Sai, la tua potrebbe passare per ossessione.”
Commentò Fred.
“Sì… Luxus è il tuo compagno…”
Riprese Mira. “Ma non è il solo. E tu lo hai capito da
tempo, vero?”
I tre maghi spalancarono gli occhi.
“Mira… cosa stai dicendo?!” Esclamarono i due
gemelli assieme. “Ha tentato di uccidere tutti noi!”
“Ma non lo ha fatto. Avrebbe potuto dare subito il colpo di
grazia a Elfman… eppure ha preso tempo. Tempo sufficiente
perché qualcuno di noi potesse reagire… e non sentirti in
colpa Fred. Al tuo posto nessuno avrebbe fatto diversamente.”
“Ma-”
“Non c’è nulla di male a fidarsi completamente di
una persona, Fried. Ma intorno a te ce ne sono tante altre. Le persone
sono sempre collegate tra di loro.”
Dicendo ciò lo prese delicatamente per una mano. “Guarda.
Ti basta tenere la mano per scoprire che io sono qui, vicino a
te.”
Mirajane sorrise. “Quando le persone capiscono di essere rimaste
sole, possono diventare gentili… e tu te ne sei già reso
conto.”
A queste parole Fried non riuscì più a trattenersi,
lasciando che le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento
uscissero fuori.
Portò una mano a coprire gli occhi. “Perdonatemi…
Non volevo… Non volevo fare nulla di tutto questo…”
“Lo so, lo so…” Lo rassicurò Mira, mentre i
gemelli sospirarono.
“È insostituibile.” Disse la voce di Cana, facendo
girare i due rossi, vedendola a fianco di un Elfman ripreso, il quale
teneva tra le braccia una ancora priva di sensi Juvia. “Ma
è la nostra Mirajane.”
“Beh… se posso avere diritto di scelta, preferisco lei a
quella visto poco fa.” Ridacchiò Fred, per poi farsi
serio. “Ma tutto questo… è successo per colpa di
una sola persona.”
“Già. Luxus. È rimasto solo lui da
affrontare.”
~~~~~~~~~~~
“E ci siamo!” Esclamò Levi, finendo di scrivere
l’ultima runa.
Immediatamente le scritte in aria tremarono, per poi infrangersi in
mille pezzi.
Senza perdere un secondo in più, Natsu e Gajil corsero fuori
dalla gilda, cominciando a saltare sui tetti, e nel caso del Dragon
Slayer del fuoco, a gridare con tutto il suo fiato il nome di Luxus.
“Non hanno perso tempo, eh?” Ridacchiò Hermione
attraverso lo specchio, mentre Fleur era rimasta a guardare la scena
incredula.
“Sperò che nessuno di voi venga scelto…”
Mormorò a bassa voce, con un leggero timore nelle sue parole.
“O non avremo nessuna speranza di vincere.”
Hermione la guardò curiosa. “Di che cosa stai
parlando?”
Fleur le restituì lo stesso sguardo. “Vuoi dire che non
sapete nulla?”
“Di cosa stai parlando?”
La francese ghignò. “Spiacente, ma allora non voglio
rischiare. Ma sono sicura che entro qualche mese al massimo saranno
costretti a dirvelo.”
~~~~~~~~~~~
Gajil si fermò sul tetto di una casa, mentre come spinto dal
vento, un omino ritagliato dalla carta si fermava al suo fianco.
Il Dragon Slayer moro sbuffò. “Un giorno avrò la
mia rivincita su Salamander.” Disse sorridendo. “Ma prima
di tutto devo dare una lezione a quel tizio presuntuoso che usa i
fulmini. Non mi è andato giù il suo benvenuto… Mi
ha umiliato davanti a tutti. Spero non sia un problema per te… Master Ewan.”
“Per
adesso devi conquistarti la loro fiducia. Non farti scoprire. Agisci
come se fossi un membro di Fairy Tail.”
Gajil ghignò nel sentire la risposta dal foglio al suo fianco.
“Un
giorno Fairy Tail pagherà per le sue colpe, ma occorre attendere
ancora.”
“Sissignore!”
---------------------------
Ehm... sono un po' in ritardo, vero? *evita varie armi*
Scusatemi, scusatemi davvero tanto! Tra blocchi dello scrittore, altri
progetti, impegni vari etc., sono stato abbastanza preso... la buona
notizia però è che ho ripreso a scrivere, e ormai ho
gettato già la bozza per il resto di questa saga, che si
concluderà con il botto con il capitolo 74.
Spero che ciò che verrà rivelato in futuro valga la pena
dell'attesa... e spero di non farvi più aspettare così
tanto *cerca di ignorare il fatto che da settimana prossima sarà
preso a giocare a Ni no Kuni II*
Bene... direi che per ora ho detto tutto. Come sempre non vedo l'ora di
leggere i vostri commenti! Alla prossima!
“Luxus…
Non partecipi a Fantasia?” “Vecchiaccio… con quale
coraggio me lo chiedi, eh?!” Un giovane Luxus si girò
infuriato. “Sin da piccolo, per la gente non sono
nient’altro che tuo
nipote! Dato che sono un parente del Master di Fairy Tail non vengo mai
giudicato in modo imparziale!” Makarov si grattò uno dei suoi
baffi. “È solo una tua convinzione, credimi. Dopotutto,
nessuno al mondo viene mai giudicato in modo imparziale…” Luxus lo tagliò subito.
“E come se non mi sentissi già abbastanza a disagio, tu
continui a coprirmi di vergogna!” “Ma-” “Sei del tutto privo di
sentimenti!” Makarov restò in silenzio,
limitandosi a sospirare, aspettandosi quella reazione. “Perché hai cacciato mio
padre?!” Chiese urlando Luxus al nonno, che distolse lo sguardo. “Perché ha arrecato
gravi danni alla gilda.” Rispose dopo qualche secondo. “Certo, avrà fatto delle
sciocchezze… ma resta pur sempre tuo figlio! Un membro della tua
famiglia!” Il Master lo guardò serio.
“Anche se fa parte della mia famiglia non posso permettere che un
membro della gilda metta in pericolo la vita dei suoi compagni. Anche
in passato, chi mi ha preceduto ha dovuto proteggere la gilda
ricorrendo a scelte di questo tipo. Questa è Fairy Tail!” “E allora adesso vuoi cacciare
anche me?!” Chiese infuriato Luxus. “Vuol dire che io
entrerò a far parte della gilda creata da mio padre e ti
distruggerò!” “Ha creato una gilda?!”
Domandò preoccupato il Master. “Tu sai dove si trova
adesso?!” Luxus a quel punto sogghignò,
e cominciò ad allontanarsi. “Come se te ne importasse
qualcosa… Sei solo patetico.” “Aspetta!” Lo
chiamò il nonno. “Lui è al corrente di una serie di
informazioni che potrebbero danneggiare gravemente la gilda! Se non lo
trovo, saremo tutti in pericolo!” “Ma se l’hai cacciato
tu!” “Luxus!” “Un giorno sarò
più forte di te. Non per mio padre, bensì per me
stesso.” Dicendo ciò gli riservò
un’occhiataccia. “Io voglio essere un uomo
indipendente.” Con questo concluse e si
allontanò dall’edificio. “Sai…” Lo
fermò una voce. “Se volevi tenere la cosa segreta, avresti
dovuto abbassare un po’ la voce.” Luxus ridacchiò. “Non me
ne importa nulla. Dopotutto, io diventerò Master. Non
c’è nulla che potrà impedirmelo. O forse vuoi
sostituirmi tu?” Harry saltò giù
dall’albero dove si trovava. “No, non ne ho voglia.”
Disse, guardando dal basso verso l’alto l’altro ragazzo,
data la differenza di età. “Però sono lusingato che
tu pensi questo di me.” “Sei il suo unico
apprendista… e non sono uno stupido. Sono sicuro che in futuro
sarai uno dei punti di forza della gilda. Chissà, magari ti
permetterò di unirti al mio team.” “Non mi dispiacerebbe. Ho
sentito che anche se creato da poco, il Comando del dio del Fulmine si
sta già facendo un nome. Ma sono ancora un novellino.”
Dicendo ciò si portò le braccia dietro la testa,
sorridendo. “Devo ancora imparare ad usare bene la magia. Ma
aspettami! Ti raggiungerò di sicuro. E chissà, potrei
anche sfidarti per il ruolo di Master!” Luxus lo derise, allontanandosi.
“Lo vedremo.”
Majutsu spalancò le porte della Cattedrale di Kardia, entrando
deciso seguito da Neville.
“E così alla fine sei arrivato… traditore.”
Li accolse Luxus, il quale si trovava seduto sull’altare, con la
testa chinata verso il basso.
“Mancano
sei minuti all’attivazione dell’altare del tuono”
Harry sospirò nel sentire la voce del conto alla rovescia.
“Non sono un traditore. Sono e sarò sempre fedele a Fairy
Tail.”
“Parli proprio come il vecchio. Speravo che almeno tu avresti
visto le mie ragioni, ma mi sbagliavo. Hai anche osato promuovere
quella nullità al tuo fianco a mago di Classe S… che
delusione.”
“Potrei dire lo stesso di te, Luxus. Speravo che avresti lasciato
perdere il passato, che avresti visto la ragione. Che avresti
finalmente capito che è stato tuo padre a tradire Fairy Tail e
il Master, non il contrario!”
“E tu cosa ne sai? Mi pare che solo qualche settimana fa tu
stesso hai quasi polverizzato il topo che ha tradito i tuoi
genitori… Non è un po’ ipocrita da parte tua?”
“Ma sono stato fermato dai miei amici. E ho intenzione di fare lo
stesso con te.”
“Ben detto, Majutsu.” Fece una nuova voce, facendo voltare
lo sguardo dei tre maghi verso l’ingresso, dove Mistgun stava
camminando a passo deciso ma calmo verso di loro.
“Così ci sei anche tu.” Fece Luxus, alzandosi in
piedi.
Neville si voltò a guardare per la prima volta il nuovo mago,
sentendo un brivido lungo tutta la schiena.
“Majutsu, permettimi di affrontarlo per primo.”
Continuò a parlare il mago mascherato.
“Ne sei sicuro? Presto arriveranno qui anche altri… Non
vorrai addormentare tutti, vero?”
“Non ce ne sarà bisogno. Risolverò la questione
prima di allora.”
Harry sospirò, per poi girarsi e fare qualche passo indietro.
“Vieni Neville. Lasciamo ai due testardi il piacere di
affrontarsi.” Dicendo ciò si voltò a guardare
Mistgun. “Ma non credere che me ne starò in disparte se le
cose si mettono male. E non prendertela con me se il tuo segreto
verrà alla luce.”
“Ricevuto.”
“Segreto?” Chiese Neville, guardando l’amico.
“Di cosa stai parlando?”
Harry restò in silenzio, fermandosi ad osservare i colleghi di
Classe S. “Neville, la magia può essere molto
misteriosa… Devi giurarmi che qualunque cosa succederà
d’ora in poi, non agirai d’impulso.”
“Eh?”
“Mistgun è uno dei maghi più fedeli di Fairy Tail,
nonostante non abbia mostrato a tutti il suo volto. Ma è pur
sempre un mago di Fairy Tail. E devi giurarmi che Erza non dovrà
mai sapere nulla su di lui.”
Neville lo guardò sorpreso da quella richiesta, ma annuì.
“Mistgun… non avrei mai pensato che ti saresti unito a
questo gioco.” Fece Luxus, sorridendo e facendo qualche passo
verso di lui.
“Se annulli adesso l’altare del tuono, fai ancora in tempo
a chiudere la faccenda. La tua trovata sarà considerata solo uno
scherzo di cattivo gusto.”
“Ma davvero? Beh, peccato che non ho alcuna intenzione di farlo.
Non adesso che finalmente sono qui riuniti i più forti maghi di
Fairy Tail!”
“A dire il vero, se devo fare un nome in proposito, direi che si
tratta di Gildarts.”
“Nah, tanto lui non farà ritorno. E abbiamo qui il suo
unico allievo.”
A quel punto Majutsu intervenne. “Stai solo approfittando che
è in missione. Anche se il tuo piano andasse a buon termine, al
suo ritorno verresti subito buttato fuori dalla gilda. E dimentichi
Erza.”
“Erza è ancora debole. Forse qualche anno e potrebbe
essere al nostro livello.”
“Erza debole?” Ripeté Mistgun. “Stai prendendo
un grosso abbaglio.”
“Nessun abbaglio! Siamo noi tre i più forti… ma
sarò io ad uscirne vincitore!”
“Non fai altro che accecarti da queste sciocchezze… Fai
pena.”
A ciò il sorriso di Luxus scese leggermente. “Allora direi
che è il momento di stabilire il più forte tra noi due,
Mistgun… O forse dovrei dire Another?”
Il mago mascherato spalancò gli occhi, per poi saltare indietro
evitando un attacco a sorpresa dell’avversario e rispondendo,
provocando tra i due una sfera d’energia la cui forza distrusse
in un solo istante tutte le vetrate della cattedrale e riempiendola di
crepe, provocando una scossa tellurica percepita in tutta la
città.
I due maghi si fermarono uno di fronte all’altro.
“Come fai a sapere quella cosa?!” Esclamò sorpreso
Mistgun, mentre Luxus si limitò a ghignare.
“Chi lo sa… Te lo potrei dire, se riesci a battermi.”
Il mago ammantato a quel punto prese uno dei bastoni magici che teneva
sulla schiena, portandolo di fronte a sé. “Te ne pentirai,
Luxus. Vedrai un incantesimo che non hai mai visto prima!”
“Fatti sotto. È il momento che tu capisca la differenza
tra noi due!”
“I-Incredibile…” Fece Neville, guardando con timore
le crepe su una colonna vicino a loro. “E non si sono nemmeno
toccati…”
“Non hai ancora visto tutta la loro potenza.” Rispose
Harry, il quale era rimasto impassibile allo spettacolo di potenza.
Mistgun conficcò a terra il bastone, per poi prendere uno ad uno
tutti gli altri, sotto lo sguardo derisorio di Luxus, affiancandoli al
primo.
Non appena l’ultimo fu al suo posto, una leggera luce
cominciò a brillare sotto di lui.
“Grattacielo…” Cominciò, facendo aumentare
l’intensità della luce, che si estese per tutto il
pavimento della chiesa, il quale cominciò a deformarsi come se
fosse fatto d’acqua.
“Cosa-?” Fece in tempo a dire Luxus, poco prima che
l’intera cattedrale venisse letteralmente disintegrata da un
enorme raggio di luce, che sbalzò in alto il mago del tuono.
“Ma è assurdo!” Esclamò, guardando in basso,
mentre il fascio di luce lo superava, facendo apparire attorno a lui
delle robuste cinture che lo legarono.
Impossibilitato ad agire, si limitò a guardare la luce
concentrarsi in un punto del cielo, per poi assumere la forma di un
vortice, al cui centro si aprì un occhio nero.
La pupilla gialla restò al suo posto, mentre due mani artigliate
afferrarono dall’interno i bordi dell’occhio, allargandolo
fino a permettere a un’enorme e indescrivibile mostro di uscire
da esso, il quale ruggì contro Luxus.
“Che incantesimo è mai questo?!” Gridò lui
incredulo, per poi cacciare un urlo quando il mostro si lanciò
contro di lui, solo per fermarsi all’improvviso, screpolandosi
nel nulla, assieme a tutto il paesaggio.
Mistgun venne allontanato dalla forza d’urto, mentre attorno a
loro riappariva la cattedrale, incolume.
Avvolto dai fulmini, Luxus scoppiò a ridere. “Che
nullità! Pensavi davvero di farmi qualcosa con questo piccolo
gioco di prestigio, Mistgun?!”
“Mi aspettavo che l’avresti scoperto.” Rispose lui.
“Ma ci hai impiegato un istante di troppo.”
Ancora una volta il nipote di Makarov venne avvolto dalla luce, che
stavolta prese la forma di un cerchio magico, che si alzò dal
terreno di qualche metro, restando sospeso sopra di lui.
“Dormi!” Urlò Mistgun. “Sacra danza dei cinque
circoli magici!”
“Chi è che non si è accorto di niente?”
Replicò Luxus, per poi scagliare verso il cerchio un fascio di
fulmini, che scomparvero solo per riapparire sotto il mago mascherato,
investendolo in pieno e facendolo urlare di dolore, mentre al tempo
stesso l’incantesimo da lui lanciato scompariva.
Non perdendo tempo per riprendersi, Mistgun mosse velocemente le mani,
facendo nuovamente sciogliere il pavimento sotto l’avversario,
che tentò di afferrarlo, solo per vederlo evitare
l’attacco saltando via e scomparendo in una scia di luce.
“L’ha schivato?!” Esclamò sorpreso, poco prima
di venire colpito in pieno dal fascio di luce, che illuminò
l’intera cattedrale, impedendo a chiunque di vedere.
Quando Neville riuscì a riaprire gli occhi, vide che la sciarpa
che aveva tenuto fino a quel momento celato il viso di Mistgun era
volata via, ridotta a brandelli.
Il suo proprietario invece era ancora in piedi, con solo i vestiti
bruciati in più punti.
Neville perse un paio di battiti. Con orrore vide i capelli blu
scivolare oltre la bandana che Mistgun teneva in testa, mentre il suo
tatuaggio attorno all’occhio destro diventava ben visibile.
“No… Non può essere…” Mormorò,
mentre Harry guardava preoccupato l’amico.
“Oh, lo conosci allora?” Chiese Luxus, accorgendosi della
sorpresa del nuovo mago di Classe S, mentre Mistgun distoglieva lo
sguardo.
“Quello… Quello è Gerard!” Esclamò
incredulo, guardando uno dei maghi più forti di Fairy Tail.
Il mago dai capelli blu rialzò la testa, prendendo nuovamente in
mano uno dei suoi scettri. “Majutsu ti saprà spiegare
meglio, ma ti basti sapere che non sono Gerard. Ho solo la sfortuna di
condividere con lui il mio aspetto.”
Sentendo ciò Neville si girò di scatto a guardare Harry.
“Tu lo sapevi?!”
Majutsu sospirò, per poi annuire. “Sì. Ero uno dei
pochi a conoscere il suo vero volto. Come avrai capito, gli altri erano
Luxus, il Master e Polyushka. Non abbiamo mai detto nulla proprio per
questo.”
“Come fate a essere sicuri che non vi stia ingannando?! Gerard ha
già usato lo stesso trucco!”
“Mistgun è un membro di Fairy Tail!” Replicò
ad alta voce Harry. “Te l’ho già detto prima! Nulla
cambierà questo fatto.”
“Grazie Majutsu.”
“Ma che bella scena…” Li interruppe Luxus, battendo
un paio di volte le mani, beffardo. “Ma se avete finito, mi
piacerebbe andare avanti.”
Dopo aver sentito ciò il moro fece qualche passo in avanti,
fermandosi al fianco di Mistgun. “Beh, allora direi che è
il momento che intervenga anch’io. Mi dispiace Mistgun, ma direi
che non possiamo perdere ulteriore tempo.”
Luxus sorrise. “Finalmente! Cominciavo a temere ti fossi
rammollito fino al punto di rinunciare ad affrontarmi!”
Majutsu non disse nulla, limitandosi a portare una mano in avanti.
“Luxus, non credere di poterla fare franca. Questa storia
finirà oggi… ma non come pensi tu!”
Erza si fermò di colpo non appena sentì una forte
esplosione poco lontano da lei.
“Da quella parte… c’è la Cattedrale!”
Esclamò, ricominciando subito a correre.
“Erza…
sbrigati!"
Titania
si fermò nuovamente, guardandosi intorno. “Chi… Chi ha parlato?!” Chiese
a voce alta.
“Ti
prego… raggiungilo subito!”
“Chi sei?!”
“Non ho
molto tempo… Si trova alla Cattedrale di Kardia…
Non… lasciarlo… da solo…”
“Di chi stai parlando?
Rispondimi!”
Ma non si sentì più alcun suono.
“Quella voce… L’ho già sentita. Ma
dove?”
Una seconda esplosione riportò la sua attenzione
sull’attuale situazione. “Ci penserò dopo!”
Cominciando a correre ancora più veloce di prima, percorse in
pochi minuti l’intera strada che la separava dalla Cattedrale.
Con sua sorpresa si ritrovò affiancata da Fred, mentre Natsu
saltò giù da un tetto.
“Direi che abbiamo avuto tutti la stessa intuizione.” Fece
il Weasley.
“Fred! George-”
“George ci raggiungerà tra poco con Mira, Elfman e Cana.
Sfortunatamente non era in grado di correre.”
“Quindi l’energia di prima era davvero Mira?”
Domandò Natsu, sorridendo. “Non credevo avrebbe più
usato quella magia.”
“Personalmente, spero di non trovarmi mai ad essere un suo
avversario. Fa decisamente più paura di Erza e Harry.”
Replicò Fred.
“Se vuoi dopo vedremo chi può fare più
paura.” Disse Titania, per poi voltarsi verso la Cattedrale, il
cui portone era ancora spalancato, sebbene non riuscissero a vedere
cosa stava succedendo all’interno. “Adesso direi di aiutare
chi sta affrontando Luxus. E sono pronta a scommettere che si tratta di
Harry.”
“Allora cosa stiamo aspettando?” Domandò Natsu, per
poi correre tutti e tre verso l’interno dell’edificio.
“Lux-” Cominciò Erza, fermandosi a metà nome,
sgranando gli occhi.
Di fronte a loro c’erano Harry e Mistgun, i quali stavano
evitando i fulmini di Luxus, mentre questi respingeva gli incantesimi.
“E quello chi è?” Domandò Fred, accorgendosi
subito dopo della sorpresa di Erza e della rabbia sul volto di Natsu.
“Tu?!” Urlò il Dragon Slayer, guardando Mistgun.
“Che cosa ci fai tu qui?!”
“Gerard…” Mormorò Titania, facendo
immediatamente sgranare gli occhi al rosso.
“Gerard?! Quello è Gerard?!” Gridò Fred
incredulo, fissando il diretto interessato.
“No…” Rispose Neville, raggiungendoli. “Non
è Gerard… anche se è la sua copia sputata.”
“Come sarebbe a dire?!” Replicò Natsu. “E
allora chi è?!”
Mistgun abbassò lo sguardo, mentre Erza cominciò a
tremare.
“Oh, pare che siate in parecchi a conoscere la sua faccia.”
Li prese in giro Luxus, ghignando.
“Erza… Avrei tanto voluto evitare che proprio tu mi
vedessi.” Disse Mistgun, senza voltarsi. “Io non sono
Gerard. Lo conosco, ma non sono io.”
Erza lo guardò incredula, per poi spalancare ulteriormente gli
occhi quando il ragazzo cominciò a sparire.
“Scusate.” Disse semplicemente. “Al resto pensateci
voi.”
“Ehi!” Esclamarono assieme Harry e Natsu, solo per
osservare lo spazio vuoto dove fino a pochi istanti prima si trovava il
mago.
“Tipico di Mistgun… ha sempre avuto difficoltà ad
affrontare situazioni simili.” Commentò Majutsu, per poi
voltarsi nuovamente a guardare Luxus. “Beh, direi che siamo
rimasti noi ad affrontarci.”
“E pensi davvero che soli tre maghi di Classe S, di cui uno
nominato da poco, siano in grado di sconfiggermi?”
“Tre?” Ripeté Natsu, guardandosi intorno. “Ma
ci sono solo Harry e Erza!”
“A dir la verità… ci sono anch’io.”
Fece Neville, raggiungendo Majutsu e portando in avanti la spada.
“Sono Sikadeu, mago di Classe S di Fairy Tail! E anche se sono
più debole degli altri… farò di tutto per non
lasciarti vincere, Luxus!”
Il Dragon Slayer dai capelli rosa resto a fissarlo per qualche secondo,
per poi spalancare gli occhi.
“CHE COSA?!?!” Urlò con tutto il fiato che aveva,
imitato dietro da Fred.
“Uh?” Fece George, alzando la testa.
“Che succede?” Domandò Mira.
“Non avete sentito nulla?” Chiese il Weasley, guardandosi
intorno. “Tipo un urlo pieno di sorpresa e di
frustrazione…”
“Non sarai anche tu in grado di parlare qualche lingua strana
come Harry, vero?” Fece Elfman.
“Non che io sappia…”
“Come sarebbe a dire che sei un mago di Classe S?!”
Urlò ancora Natsu a Neville, che ridacchiò imbarazzato.
“Non me lo aspettavo nemmeno io… a quanto pare Harry e il
Master hanno deciso di usare tutto questo come esame per me.”
“Non ti sottovalutare.” Fece Majutsu. “Dopotutto sei
riuscito a mettermi in difficoltà.”
“Umpf. Solo la fortuna del principiante dovuta alla tua
pietà.” Replicò Luxus. “Ad ogni modo,
è tutto inutile! Mancano pochi minuti all’attivazione
dell’Altare del Tuono!”
Gli altri maghi voltarono appena lo sguardo verso l’esterno, dove
si potevano ancora vedere le Lacrima avvolgere minacciosamente la
città.
“Non la passerai liscia!” Urlò Natsu.
“Batteremo te e fermeremo il tuo altare del fulmine!”
“È l’altare del Tuono, idiota!” Lo corresse
una voce dall’alto, anticipando Gajil, che saltò
giù da una trave con un ghigno sul volto.
Harry guardò Erza, che annuì.
“Allora possiamo lasciarlo a voi?” Domandò Titania
ai due Dragon Slayer, che la guardarono sorpresi.
“Eh? Cosa vuoi dire?”
“Che al momento non è Luxus la priorità.”
Rispose Harry. “Voi due occupatevi di lui. Noi tre invece
penseremo a fermare il suo attacco da quattro soldi.”
“Davvero pensate di farcela?” Chiese il diretto
interessato, divertito. “Non so se lo sapete già, ma ogni
Lacrima restituirà all’attaccante il colpo subito, solo
più forte. Sì, forse riuscirete a distruggerne
qualcuna… ma tutte è impossibile, a meno che non vogliate
uccidervi.”
Majutsu scosse la testa. “Ed è per questo che ora come ora
non potrai mai essere un buon Master.”
Sentendo ciò Luxus spalancò gli occhi.
“Cos’hai detto?”
“Mi hai sentito bene. Un Master di Fairy Tail degno di questo
nome sa benissimo che non importa la difficoltà… nessuno
di Fairy Tail si arrenderà mai!”
“Tranquillo Harry!” Intervenne Natsu. “Ci penso io a
farglielo capire!”
Majutsu annuì, per poi correre fuori dalla cattedrale assieme a
Erza, Neville e Fred, fermandosi nella piazza.
“Sarà davvero possibile distruggerle tutte?”
Domandò il Weasley. “Se quello che ha detto è
vero-”
Non riuscì a finire la frase che sopra di loro apparve oltre un
centinaio di spade volanti, mentre dietro di lui Erza cadde in
ginocchio, ansimando.
“Non sarà facile…” Ammise Titania,
sorridendo. “Ma come ha detto Harry, la parola arrendersi non
è nel nostro dizionario!”
“Ben
detto!”
“Eh?” Fece Fred, guardandosi intorno. “Chi ha
parlato? E perché mi è sembrato di sentirlo nella
testa?”
“Sono
Warren! E sto parlando telepaticamente a tutti i membri della gilda
dispersi per Magnolia! Sappiamo come stanno le cose… e siamo
tutti pronti a darvi una mano!”
A conferma delle sue parole nella mente dei membri di Fairy Tail
risuonarono le urla di incoraggiamento di tutti quanti, mentre per
tutta la città ciascun componente della gilda attivò la
propria magia.
“Figuriamoci se resto dietro Natsu in questo modo!” Fece
Gray, puntando un arco di ghiaccio contro una Lacrima, mentre Ron
faceva lo stesso con uno di luce.
“Anche perché dopo dobbiamo dire due paroline a Harry su
come si trattano gli amici. Ho pensato davvero che ci avesse
tradito.”
Harry e Erza restarono fermi qualche secondo nel sentire le voci di
tutti quanti, per poi annuire.
“Molto bene allora!” Esclamò Majutsu, puntando le
mani contro un gruppo di Lacrima. “Warren, al tuo via attacchiamo
tutti insieme!”
“E noi?” Domandarono assieme Fred e George. “Siamo
divisi, e la nostra magia normale non è così
potente!”
“E io temo di essere senza forze…” Aggiunse Neville.
“Non preoccupatevi. Ci servirà qualcuno che possa
raccattarci una volta che avremo subito il contraccolpo.” Rispose
Erza, sorridendo.
“Molto
bene! Fairy Tail… Colpite!!!”
Con perfetta sincronia, tutti i maghi scagliarono i loro attacchi,
riuscendo a colpire allo stesso momento tutte le Lacrima in cielo, che
esplosero immediatamente, per poi scagliare indietro l’energia
elettrica, che prese in pieno ogni singolo mago.
Majutsu restò in piedi pochi secondi, prima che
l’oscurità avvolgesse i suoi sensi.
“Noooo!!!!!!”
Majutsu spalancò gli occhi di fronte a quell’urlo, solo
per ritrovarsi a vagare nel vuoto.
“Che cosa-” Cominciò, solo per rendersi conto di
essere trasparente come un fantasma. “No, non può essere!
Svegliati, di prego!” Continuò la voce di prima.
Harry si voltò, vedendo così una figura dai capelli
biondi inginocchiata a terra, tenendo tra le braccia una sagoma che non
riuscì a identificare in alcun modo. “Perché…
Perché lo ha fatto…” Pianse la figura
bionda, poggiando delicatamente a terra l’altra.
Non appena fu libera, si alzò, chiudendo le mani a pugno ma
continuando a non girarsi verso Harry. “Non importa… Potrà
chiedermi pietà in ogni modo possibile, ma non
l’avrà mai! Giuro che ti vendicherò, a qualunque
costo!”
Harry guardò la figura, cercando in ogni modo di capire
perché gli sembrasse così famigliare, quando sentì
dei passi alle sue spalle. Si voltò e spalancò gli occhi. “È troppo forte per te.
In questo momento non potresti mai vincere, non in quello stato.”
Disse una voce femminile, appartenente a una ragazza dai capelli
bianchi. “Ci penserò
io. In un certo senso, è colpa mia. Permettimi di
rimediare.”
La figura non disse nulla, limitandosi ad annuire. “Vendicali… Tutti
quanti. Non ti ritengo responsabile, tu hai agito per il meglio.
Sfortunatamente, non tutti sono come te.”
Harry tuttavia continuava a fissare incredulo la ragazza. Perché
era assolutamente sicuro che quello che stava vedendo non poteva essere
reale.
Dopotutto, i morti non possono parlare di vendetta, no?
Capitolo 73 *** La fine della battaglia tra fate! Esilio e riunioni ***
73: La fine della battaglia tra fate! Esilio e riunioni
Harry strizzò gli
occhi un paio di volte, per poi cominciare a mettere fuoco.
“Lis…” Mormorò, portandosi inconsciamente una
mano sopra la sua cicatrice sulla fronte, intorno alla quale il
tatuaggio brillò per qualche secondo, prima di spegnersi.
“Harry!” Esclamò Neville, raggiungendolo.
“Tutto bene?”
“Sì… solo… solo uno strano
sogno…” Rispose lui, per poi voltarsi verso Erza, che si
stava rialzando.
“Ugh… prendere tutta quella magia assieme non è
stata affatto un’esperienza che desideravo…” Si
lamentò la maga, sorridendo. “Ma almeno siamo riusciti nel
nostro intento!”
Majutsu annuì, per poi voltarsi verso la cattedrale.
“Già! E ora vediamo di farla finit-”
Il mago dagli occhi verdi non riuscì a terminare la frase che il
portone della cattedrale esplose, scagliando attraverso i suoi
frammenti Natsu e Gajil, entrambi fumanti e ricoperti di diverse
ustioni, i quali caddero di fronte a loro.
“Maledetti…” Fece la voce di Luxus, il quale
zoppicò attraverso l’uscita, anch’egli coperto da
diversi lividi e tagli. “Non pensavo che due simili moscerini
sarebbero riusciti davvero a costringermi ad usare il mio asso nella
manica.”
“Che ti prende? Sei furioso solo per questo, falso?” Ridacchiò
Gajil, rialzandosi, mentre anche Natsu si rimetteva seduto, pulendosi
con il braccio del sangue sul volto.
“Non osare chiamarmi così!” Ruggì Luxus,
scagliando dal suo corpo diversi fulmini. “Sono molto più
potente di voi vecchi Dragon Slayer! Sono il più forte di
tutti!!!”
A quella frase Erza e Harry spalancarono gli occhi.
“Cosa intende dire?” Domandò Neville a Natsu.
“Non sappiamo come… ma pare che anche Luxus sia un Dragon
Slayer.” Rivelò. “Anche se ha ammesso che non ha
imparato la magia da un drago.”
“Perciò è solo un falso!” Ribadì
Gajil. “Ed è ora di dimostrargli che cosa può
davvero fare un vero Dragon Slayer. Non è così,
Salamander?”
“Ben detto!”
“E cosa sperate di fare? Mi avete già attaccato assieme, e
non è servito a nulla! Ora vi annienterò una volta per
tutte!”
“Fermati, Luxus!” Urlò una nuova voce, anticipando
Levi, che stava correndo verso di loro.
“Levi? Che ci fai qua?” Domandò sorpresa Erza,
osservando l’amica fermarsi di fronte a Luxus, riprendendo fiato.
“Se pensi che mi fermerò solo perché sei una
ragazza, speri male!” Esclamò Luxus, cominciando a
caricare la sua magia attorno alle mani.
“Si tratta di tuo nonno!” Esclamò lei, facendo
spalancare gli occhi ai presenti, ad esclusione del mago del tuono, il
quale si limitò a fissarla.
“Finalmente ha deciso di arrendersi?” Chiese divertito.
“Era ora! Bene, allora ora che sono Master vi ordino di-”
“Tuo nonno sta morendo!” Lo interruppe Levi, lasciando
scendere delle lacrime.
“Che cosa?!” Gridò Natsu. “Cosa significa che
sta morendo?!”
“Il Master… se ne sta andando?” Ripeté Harry.
“Polyushka ha detto che potrebbe non restargli molto tempo.
Luxus, ti prego, fermati e vai a vederlo! Sono sicura che potete
entrambi passare oltre questa storia!”
Luxus restò in silenzio, sempre con la magia come in stasi
attorno alle mani.
“Il vecchio… sta per morire?” Disse, per poi
lasciare che un sorriso deformasse il suo volto. “Magnifico!
Proprio quello che volevo sentire! Significa che sono comunque il nuovo
Master di Fairy Tail!”
Levi spalancò gli occhi, per poi portarsi una mano sopra la
bocca, incredula.
“Bastardo! È davvero quello che vuoi?!” Gridò
Natsu, solo per vedere Harry cominciare a camminare lentamente verso il
loro avversario, superando in silenzio Levi.
“Tu… Tu pensi davvero quello che hai appena detto?”
Chiese con calma. “Sei davvero disposto a lasciare morire
l’unico tuo famigliare a cui importa davvero qualcosa di
te?”
“E tu che ne sai, Majutsu?”
“Hai rimproverato tuo nonno per aver esiliato tuo padre…
Eppure non ti sei fatto la domanda più stupida… la
domanda che tutti i bambini al tuo posto avrebbero fatto.”
“Ossia?”
“Perché tuo padre non ti ha portato con sé?”
Domandò infine Harry, guardandolo serio. “Se ti voleva
davvero bene come glielo volevi tu, perché ti ha lasciato con la
persona che in quel momento odiava di più?”
“Perché ero debole! Ma ora non è più
così! E non fraintendere! Non ho fatto tutto questo per mio
padre! L’ho fatto solo per me! E ora vi dimostrerò che
sono serio!”
Dicendo ciò batté le mani, lasciando che la magia
scoppiasse attorno a lui.
Harry e Erza spalancarono immediatamente gli occhi, riconoscendo la
magia.
“Luxus, che diamine… Quando hai imparato a eseguire la
Fairy Law?!” Esclamò incredulo Majutsu, indietreggiando
mentre la magia continuava ad aumentare d’intensità.
“Sorpreso, vero? E come ben sapete, questa magia spazzerà
via tutti quelli che considero miei nemici!”
“Fermati, Luxus!” Urlò Erza. “Sei totalmente
uscito di senno?! Rischi di distruggere tutta la città! Senza
contare che potresti davvero uccidere tutti i membri di Fairy
Tail!”
“Solo i più deboli soccomberanno! Gli altri resteranno
vivi! Ma voi… voi non farete parte della mia nuova gilda! Fairy Law!”
Attorno al mago la magia scoppiò in un globo di luce, che
avvolse in pochi secondi l’intera città, per poi lasciare
del fumo ad avvolgerla.
Luxus a quel punto cadde in ginocchio, ansimando ma soddisfatto.
“Ci… Ci sono riuscito… Finalmente ho superato il
nonno…” Ansimò, mentre il fumo continuava ad
avvolgerlo.
“Davvero, Luxus?” Domandò Harry, riemergendo
incolume dal fumo di fronte a lui, seguito subito dopo da tutti gli
altri, i quali erano esattamente nelle identiche condizioni precedenti
alla Fairy Law.
“Che cosa?!” Esclamò il mago del tuono, spalancando
gli occhi. “Perché non siete morti?!”
“Perché nessuno è morto, Luxus.” Disse la
voce di Friend, che ancora barcollante si avvicinò al suo capo.
“Fried?!” Esclamò questi, ancora incredulo per
ciò che era appena successo. “Che cosa vuoi dire?! La
Fairy Law era perfetta!”
“Esatto. Era perfetta. Per questo sono tutti vivi.”
Replicò Fried, sorridendo. “Perché è questa
la verità Luxus… tu non li vuoi morti. Non hai ereditato
solo la forza da tuo nonno… ma anche il suo cuore.”
All’insaputa dei presenti, da sopra un tetto, un paio di occhi
osservarono con attenzione la scena che si stava svolgendo, lasciando
che un sorriso apparisse sul suo volto.
“Sei solo stato troppo precoce. Ma la tua determinazione non
è malriposta.” Disse la figura, per poi spostare il suo
sguardo verso Majutsu. “Come non lo è stata la sua, Harry.
A quanto pare, continua a guardarti…”
Detto ciò, scomparve come nel nulla, lasciando dietro di
sé solo qualche sfera di luce.
“Il suo cuore?” Ripeté Luxus. “No, non
è vero!”
“Smettila, Luxus.” Fece Harry. “Non puoi mentire alla
tua magia. La Fairy Law ha lasciato noi, quelli che tu definisci
nemici, incolumi. Significa che nel tuo profondo ci consideri ancora
tuoi alleati.”
Luxus restò in silenzio, per poi cominciare a urlare, lasciando
i fulmini cominciassero ad avvolgerlo nuovamente.
“No! No, non è così! Io vi odio tutti!”
Urlò, per poi colpire in pieno Harry con un pugno, cogliendolo
di sorpresa e scagliandolo via di diversi metri. “Se la Fairy Law
non ha funzionato, allora vi eliminerò uno alla volta!”
Detto ciò caricò tutta la sua magia in un colpo solo, per
poi scagliarla contro il corpo a terra di Majutsu.
Solo per vederla deviare all’improvviso, colpendo il pieno il
braccio di Gajil, ora trasformato in un pezzo di ferro.
“Cosa? Interferisci ancora?!”
“Eh eh… Non mi piace lasciare le cose in
sospeso…” Ridacchiò il Dragon Slayer, cercando di
non urlare dal dolore provocato dalla magia che stava subendo.
“Ma credo che l’onore spetti a qualcun altro.”
Sentito ciò, Luxus si voltò a guardare Natsu, che nel
frattempo si era totalmente lasciato avvolgere dalle sue fiamme.
“Luxus…” Sussurrò, per poi far scattare la
testa verso di lui. “Sei un idiota!”
A quel punto saltò contro di lui, colpendolo in pieno con un
pugno e facendolo volare in aria.
Senza dire altro lo raggiunse, colpendolo con una raffica di pugni e
poi con un calcio che lo rispedì a terra.
“D-Dannato…” Fece Luxus, rialzandosi, solo per
vedere Natsu di fronte a lui, con il braccio piegato indietro, pronto a
colpirlo di nuovo.
“Quella tecnica…” Mormorò Levi, incredula
come gli altri, mentre Erza raggiungeva Harry per soccorrerlo.
“Di cosa si tratta?” Domandò Neville.
“Delle tecnica segreta dei Dragon Slayer… in grado di
demolire le difese dell’avversario…
Natsu convogliò tutte le sue fiamme assieme, per poi scagliarle
assieme al suo pugno contro Luxus. “Lame esplosive del fiore di
loto!” Urlò, colpendolo in pieno.
Luxus non poté fare altro che urlare mentre volava in alto,
andando a sbattere contro le mura della chiesa, dove restò fermo
per qualche secondo, per poi infine cadere a terra privo di sensi.
I presenti restarono in silenzio per qualche secondo, finché non
fu proprio Natsu a interromperlo, lanciando un urlo di soddisfazione
che risuonò per tutta la città.
“Incredibile…” Mormorò Erza, mentre Harry
riapriva gli occhi, sorridendo.
“Davvero? Io direi che è solo il solito
Natsu…” Ridacchiò lui, mentre l’urlo del
compagno continuava.
Poco lontano da loro, i due vecchietti osservavano i due maghi, con il
sorriso sui volti.
~~~~~~~~~~~~~~~
Un uomo dai capelli neri si avvicinò al cornicione di un
balcone, osservando dei corvi poggiati lì sopra.
“Cari corvi, voi sì che avete un fascino
misterioso.” Disse, facendo per prenderne uno, mentre
l’altro scappava via.
“Eh? Dite che dipende dal fatto che tutti vi odiano?”
Continuò, afferrandolo. “Buono, buono.”
Il corvo gracchiò sorpreso, per poi trasformarsi in un fiocco di
carta che scivolò a terra.
L’uomo scoppiò a ridere. “Le creature belle hanno
una vita effimera.” Disse, per poi girarsi. “Non è
vero, Gajil?”
Il Dragon Slayer del ferro, con ancora le bende dovute alle ferite
della battaglia, lo guardò serio.
“Non mi avevi detto che Luxus è un Dragon Slayer.”
L’uomo si mise a ridere nuovamente.
“Come hai detto tu, è solo un impostore. Un piccolo
impostore.”
“Un impostore?”
“Sin da bambino è sempre stato un debole. Mi faceva tanta
pena che gli ho innestato nel corpo una Lacrima.”
Gajil spalancò gli occhi. “Cosa?! Una Lacrima che permette
di usare la magia del Drago della Distruzione?!”
Il padre di Luxus, Ewan, Master della gilda oscura di Raven Tail lo
guardò con un sorriso sul volto. “Non capita tutti i
giorni, vero? E sono sicuro che ora il mio caro papà non
esiterà a dargli la mia stessa punizione. Non potevo sperare di
meglio.”
“Perché?”
“Ho scoperto che quella Lacrima che gli ho innestato ha un valore
inestimabile. Una somma di denaro inimmaginabile.”
“Hai intenzione di riprenderla?!” Domandò incredulo
Gajil. “Ma così Luxus-”
Ewan lo interruppe con una nuova risata.
“È arrivato il momento di fare soldi. Tanti piccoli soldi
che serviranno per sferrare un attacco a Fairy Tail.”
Dicendo ciò si avvicinò minacciosamente alla sua spia.
“Tu continua pure a rimanere infiltrato tra loro. E ascoltami
bene… se ti dovessero scoprire, tu non dire nulla di tutto
questo.”
Gajil ghignò. “Non sono così sprovveduto.”
~~~~~~~~~~~~~~~
Makarov finì di abbottonare il mantello, per poi girarsi a
guardare il letto dov’era rimasto negli ultimi giorni.
“Questa volta sei stato fortunato.” Disse Polyushika.
“Ma non posso garantirti che riuscirò a salvarti
un’altra volta.”
“Lo so.”
“Dovresti davvero pensare di lasciare la gilda a qualcun
altro.”
Il master ridacchiò. “Quello temo di non poterlo ancora
fare. Quei mocciosi non sono ancora pronti.”
“E Luxus? Cosa vuoi fare con lui?”
Il sorriso del Master scomparve.
“Di lui… me ne occuperò subito.” Rispose,
girandosi e cominciando ad allontanarsi.
“Invece per Harry? Ho saputo che poco prima di tornare qui ha
perso nuovamente il controllo.”
“Sì, ma il sistema che abbiamo studiato ha funzionato come
previsto. E non posso dargli torto… credo che chiunque di noi
avrebbe perso la pazienza. Tu, piuttosto, hai pensato alla mia
richiesta?”
La donna annuì. “Ringrazia solo che voglio vedere se posso
procurarmi qualche ingrediente particolare. Sai bene quanto odio stare
con voi umani. Ovviamente, puoi immaginare la mia condizione per
accettare.”
Mararov scoppiò a ridere, per poi uscire dalla stanza.
“Non cambi mai, vero Polyushika?”
La guaritrice restò in silenzio per qualche secondo, per poi
sorridere triste. “Nemmeno tu.”
“Cavoli… se non avessi visto tutto da lontano, non avrei
mai creduto a quello che è successo.” Disse Sirius,
osservando il figlioccio cambiarsi le bende. “Quando mi hai
spiegato che cosa avresti dovuto fare, e mi hai chiesto di tenermi
fuori dalla città, non pensavo sarebbe successo tutto
quello.”
“Niente di straordinario alla fine, credimi.” Rispose
Harry. “Semplicemente, non mi sembravi ancora pronto per stare al
passo di Fairy Tail.”
L’ex malandrino sbuffò. “Vorrei contestare tale
punto, ma mi trovo a mio malgrado d’accordo. Sarei stato
inutile.”
“Remus come va?”
Sirius a quel punto scoppiò a ridere. “Ci hai fatto uno
bello scherzo lì! Potevi almeno avvertirci che quei tizi non
erano umani!”
“Beh, saranno dei demoni, ma sicuramente sono molto più
umani di certe persone.”
“A proposito, cos’è questa storia che tu e Erza
avete distrutto per loro la Luna? Non era un po’ troppo come
pretesa?”
“Come avrete visto, la Luna è sana e salva.”
Ridacchiò Majutsu. “Dato che Remus non è qui,
immagino abbia accettato di restare con loro, vero?”
“Già. Hanno assicurato che loro non corrono nessun
pericolo con il suo problema peloso e anzi, possono aiutarlo a
controllarlo. Ed essendo un isola non potrà di certo scappare
mentre non è in sé.”
“Beh, chi meglio di un villaggio di demoni che si trasformano
sotto la luce della Luna può aiutare un lupo mannaro?”
“Già… e non vedevo Remus così felice da un
bel po’ di tempo. Il fatto che ci fossero persone disposte ad
aiutarlo per lui è sempre stato importante.”
Harry annuì, per poi guardare fuori dalla finestra.
Lucy sospirò, guardando il suo portafogli, tristemente vuoto.
“E tutti i guadagni di quest’anno di missione sono andati
subito per l’affitto…” Mormorò a Plue, il
quale annuì tremante come suo solito.
“Beh, almeno non devo pensarci fino alla prossima estate. Anche
se mi toccherà usare i miei risparmi per le spese
scolastiche.”
Impegnata a parlare con lo spirito, la ragazza non si accorse dei passi
alle sue spalle, tantomeno della figura incappucciata a cui
appartenevano.
Solo quando la sua ombra la coprì Lucy si voltò, fissando
così un uomo dalla lunga barba, i cui occhi erano celati dal
cappuccio.
“Ahhh!!! Sta’ lontano da me!” Esclamò
spaventata, preparandosi ad invocare un altro spirito, solo per vedere
l’uomo togliersi il cappuccio.
“Tranquilla Lucy, sono io.” Disse lui, sorridendole.
La ragazza restò in silenzio per qualche secondo, cercando di
indentificare l’uomo, il quale aveva dei capelli biondi lunghi e
disordinati, come anche i vestiti sotto il mantello, i quali
presentavano anche diversi tagli.
Le ci volerò ancora diversi secondi prima di spalancare gli
occhi, incredula. “Papà?”
“Ciao Lucy.” Rispose lui, continuando a sorriderle.
“Vedo che stai bene.”
“C-Cosa ti è successo?”
L’uomo ridacchiò amaramente. “Ho preteso
troppo… e ho perso tutto. Con la storia del tuo rapimento, sono
stato punito dal regno. Mi hanno portato via tutto… il mio
impero finanziario, la casa, i soldi…”
“E la mamma?” lo interruppe Lucy. “La tomba della
mamma?!”
L’uomo le porse un foglietto. “Sono riuscito a farla
spostare in tempo. Ecco il luogo dove riposa ora.”
La ragazza prese il foglio, per poi portarlo al petto. “Grazia
papà. E tu invece ora?”
“Ero venuto a cercarti qualche mese fa per chiedere il tuo aiuto.
Sarò sincero, ero disperato e alla ricerca di soldi. Ma non
avendoti trovato, alla fine ho deciso di tornare sui miei passi…
sui miei e su quelli di tua madre. Così mi sono unito alla gilda
di mercanti della città di Akarifa.”
“La gilda di Akarifa?” Ripeté sua figlia, sorpresa.
“Già… la gilda Love & Lucky. La gilda dove ho
conosciuto tua madre Leila.”
“Davvero? Non mi avevate mai raccontato questa storia!”
“Sì, beh… Leila era convinta che eri ancora troppo
giovane, e io dopo…”
L’uomo divenne silenzioso.
“Mi dispiace Lucy… solo ora che ho perso tutto mi sono
reso conto di cosa avevo già perso. Quando tua madre se
n’è andata… non riuscivo a pensare ad altro.
Così mi sono tuffato nel lavoro. E ho finito con il trascurarti.
Mi ricordavi così tanto lei che ogni volta che ti vedevo, vedevo
anche lei. Non ho alcuna scusa, me ne rendo conto.”
“Papà…”
“Sono contento che hai trovato degli amici leali e fedeli.”
“Anch’io.”
Padre e figlia restarono a guardarsi, per poi sorridere entrambi.
“Sai, devi il tuo nome proprio a quella gilda.” Riprese
lui, guadagnandosi uno sguardo curioso da Lucy. “Quando io e tua
madre l’abbiamo lasciata, abbiamo notato che la K della scritta
era caduta. Così sembrava che la gilda si chiamasse ‘Love
& Lucy’. Abbiamo pensato fosse un segno.”
La bionda ridacchiò nuovamente. “Davvero? Che motivo
stupido.”
“Già. Ma per noi significava tutto…”
“Allora potrò trovarti lì?” Domandò
Lucy.
“Certo. Oh, e a proposito…”
E dicendo ciò tirò fuori da una tasca una busta, che le
porse. “Non è molto… ma sono i risparmi che ho
messo da parte in questi mesi. Prendili tu.”
Lucy spalancò gli occhi, per poi scuotere la testa. “No,
non posso. Servono più a te.”
“Ma il tuo affitto? Riesci a permettertelo anche stando via
così tanto tempo?”
“Non preoccuparti. Sono andata via di casa sapendo che non avrei
potuto usare i tuoi soldi. Me la caverò. Dopotutto sono vostra
figlia, no?”
L’uomo sorrise, annuendo.
“Già… è proprio così…”
Rispose lui.
“Ahia…” Si lamentò Fred, mentre il fratello
lo aiutava a cambiarsi le bende.
“Su, non fare il bambino!” lo prese il giro George.
“Ringrazia che non c’è la mamma. Speriamo solo che
stavolta le ferite guariscano prima di tornare a casa…”
“Dite che il Master ci permetterebbe di restare qui come asilo
politico?” Domandò Ron.
“Temo che in quel caso, la mamma cercherebbe di raggiungerci solo
per dire quattro paroline al Master.” Ridacchiò Ginny.
“Certo che stavolta però avete rischiato grosso… Se
non fosse stato per Mira-”
Ma la ragazza venne interrotta da George, che le mise una mano sulla
bocca, guardandosi attorno nervosamente.
“Non nominare il suo nome con leggerezza!” Esclamò.
“Voi non avete visto quello che abbiamo visto noi!”
“Intendi dire la sua trasformazione in un demone assettato di
sangue privo di pietà?” Domandò Ron, ridendo.
“Suvvia, non penserete davvero che ci crediamo, vero?”
“Credere a che cosa?” Domandò Mira, entrando nella
stanza con il vassoio della colazione, sorridendo come sempre.
I gemelli saltarono sul posto.
“N-Nulla Mirajane! N-Non ti preoccupare!”
La ragazza appoggiò il vassoio di fronte a loro.
“Sapete… non usavo quell’aspetto da molto
tempo.” Disse, mentre il sorriso scompariva. “Un tempo ero
molto diversa da così. Pensate, io e Erza non facevamo altro che
litigare su chi fosse la più forte. E Elfman e Lisanna non
facevano altro che ridere di ciò. Ma da quando Lisanna se
n’è andata… non sono più stata in grado di
controllare quella forma.”
“Aspetta, quindi è vero?” Domandò Ron,
sorpreso.
“Già. Ma non temere, dubito mi vedrete di nuovo in quella
forma… Forse.” Concluse Mira, ridacchiando e uscendo,
lasciando quattro Weasley confusi e leggermente spaventati.
Luxus chiuse gli occhi, lasciandosi cadere seduto dopo aver finito di
raccogliere le sue cose dall’infermeria della gilda.
Non ebbe nemmeno bisogno di aprire gli occhi quando sentì dei
passi alle sue spalle.
“Così sei sopravvissuto, vecchio.” Disse, senza
tuttavia alcuna vena di odio nella sua voce.
“Così pare.” Rispose Makarov, raggiungendolo.
Luxus aprì gli occhi, ma non si voltò verso suo nonno.
“Guardami negli occhi.” Gli ordinò subito lui.
Il Mago di Classe S annuì, per poi girarsi.
“Ti rendi conto di cos’hai fatto?” Domandò
Makarov con calma. “La gilda è un luogo dove si radunano
gli amici. È anche un posto dove si lavora. Ed è una casa
per chi non ha una famiglia. Tutte cose per cui non hai alcun
rispetto.”
Luxus restò in silenzio.
“Far parte di una gilda vuol dire innanzitutto nutrire fiducia e
stima nei propri compagni. Si tratta di un legame solido e duraturo,
più di ogni altra cosa! Ma tu hai mancato di rispetto agli altri
membri di Fairy Tail e hai attentato alla loro vita. E non solo! Hai
anche tentato di coinvolgere altri membri nei tuoi piani. Tutto
ciò è inaccettabile.”
“Lo so.” Rispose il mago del tuono, chiudendo le mani a
pugno. “Io… Io volevo una gilda più forte. Tutto
qui.”
Makarov sospirò, per poi alzare lo sguardo verso il nipote.
“Sei uno stupido, figliolo. Che ne dici di aprirti un po’
agli altri? Se lo facessi, magari scopriresti quanto finora non sei
stato in grado di distinguere e ascolteresti parole che non hai mai
sentito prima. La vita è più bella di quanto tu
creda.”
Luxus a quel punto distolse lo sguardo, incapace di sostenere lo
sguardo del nonno, che continuò a guardarlo sorridendo
teneramente.
“Vederti crescere era la mia ragione di vita. Non mi importava
della tua forza e della tua intelligenza. Volevo solo che tu stessi
bene. Era tutto ciò che desideravo.”
Nonno e nipote tornarono a guardarsi per qualche secondo, finché
Luxus non distolse nuovamente lo sguardo.
Makarov chiuse le mani a pugno, cominciando a tremare vistosamente.
“Luxus… Sei espulso dalla gilda!” Decretò,
spostando il braccio di colpo verso la porta.
Luxus spalancò gli occhi, mentre sul suo volto per qualche
istante comparve un’aria sorpresa.
“Ah…” Disse infine, raccogliendo lo zaino che aveva
preparato prima. “Grazie di tutto.”
Detto ciò superò il nonno, che era rimasto fermo a
guardarlo.
“Vecchio… abbi cura di te.” Disse il mago del tuono,
sorridendo e guardando Makarov, il quale comincio a piangere, ma non si
voltò.
“Vattene via!” gridò il Master di Fairy Tail,
incapace di guardare il nipote senza piangere ulteriormente.
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*Mette la testa fuori dalla stanza, ritirandola subito dopo per evitare
frecce, forconi, torce, keyblade, etc.*
Ehm... Sì, sono leggermente
in ritardo...
Vi chiedo scusa, ma tra cambio di lavoro e tempo libero impiegato
altrove, sono riuscito a dedicare davvero poco spazio alle
fanfiction... Ma non mi arrendo!
Intanto ho terminato questa saga, che vedrà la fine con il
prossimo capitolo, che vi prometto, farò di tutto per
lasciarvelo prima della fine dell'anno.
Anche perché sarà uno di quei capitolo col botto...
Detto questo, per il momento vi saluto, e vi auguro buon Natale in
anticipo!
Capitolo 74 *** Phantasia e famiglia! Ricordi di un lontano passato ***
74: Phantasia e famiglia! Ricordi di un lontano passato
Sirius Black sorrise
mentre, assieme agli altri abitanti di Magnolia, osservava finalmente
la parata serale di Fairy Tail, Phantasia iniziare dopo una settimana
di ritardo dovuta al piano di Luxus.
Tutti i maghi della gilda stavano facendo del loro meglio per mostrare
le loro abilità, tra cui Natsu che giocava con le fiamme, Gray e
una Juvia al settimo cielo si esibivano usando l’acqua e il
ghiaccio, Harry e Erza che sostenevano un duello amichevole tra di
loro…
“James… Saresti così fiero di lui.”
Mormorò, abbassando lo sguardo. “Se solo tu e Lily foste
ancora qui…”
Sirius si voltò, cercando di non guastare l’atmosfera
della festa con i suoi ricordi.
Solo per spalancare incredulo gli occhi nel vedere poco lontano da lui
qualcuno che non si sarebbe mai aspettato di rivedere. E soprattutto
non lì.
“C-Cosa?” Fece, strofinando le mani sugli occhi e
controllando nuovamente di non star avendo alcuna allucinazione.
“Non è possibile!”
Cominciò a farsi largo tra la folla, che protestò, solo
per vederli allontanarsi.
“Ehi, aspettate!” Urlò, inutilmente a causa del
frastuono creato dalla festa.
Riuscì a superare la folla, solo per ritrovarsi in uno spiazzo
vuoto, dove cominciò a guardarsi attorno freneticamente.
“Dove sono finiti?” Domandò ad alta voce, per poi
trasformarsi nella sua forma animagus e cominciare a fiutare
l’aria.
Felpato spalancò nuovamente gli occhi, riconoscendo quei profumi
e cominciando a corrergli dietro.
Il suo inseguimento duro solo pochi minuti, prima di fermarsi dietro
alla coppia di anziani che erano arrivati pochi giorni prima del casino
di Luxus, e che erano rimasti in città nonostante
l’evacuazione.
Entrambi fermarono la loro camminata, senza tuttavia voltarsi nemmeno
quando Sirius tornò umano, ansimando per la corsa improvvisa.
Per qualche istante i tre restarono in silenzio.
“N-Non mi sbagliavo.” Fece Black, ancora incredulo per
ciò che stava vedendo, cominciando ad avvicinarsi alla copia.
“Ma non capisco… Com’è possibile? Zi-”
Non riuscì a finire la frase che il bastone della signora
colpì con forza la sua testa, facendolo cadere a terra
più per la sorpresa che per la forza.
“Ahia!” Esclamò il malandrino, massaggiandosi la
testa, mentre la signora fece sbattere il bastone a terra di fronte a
lui.
“Spero per te che non mi stavi per chiamare zia, Sirius
Black!” Esclamò questa, con tuttavia un sorriso sul volto.
“Pensavo di averti insegnato meglio!”
Sirius alzò lo sguardo, lasciando che un ghigno apparisse sul
suo volto.
“Giusto… Scusa, le vecchie abitudini faticano a
sparire… mamma.”
La signora annuì soddisfatta. “Così va meglio!
Visto Charles? Ti avevo detto che mi avrebbe chiamato in quel
modo!”
“Beh Dorea, a sua discolpa, ufficialmente sei sua zia.”
Rispose l’uomo, sorridendo.
“Stupidaggini! Sono stata sua madre più di quella vera,
penso di meritarmi tale titolo! Ora però passiamo a questioni
più importanti! Dove quel mascalzone di tuo fratello, Sirius?
Vorrei dirgliele quattro per aver lasciato qui nostro nipote senza
alcuna sorveglianza!”
Il sorriso sul volto di Sirius scomparve immediatamente, abbassando lo
sguardo.
“Sirius?” Domandò Charles, sorpreso da quel
cambiamento di atteggiamento.
Il malandrino restò seduto dove si trovava, per poi mettersi in
ginocchio.
“Mi dispiace!” Urlò, lasciando finalmente che le
lacrime uscissero. “È stata colpa mia! È stata
tutta colpa mia!”
“Sirius, di cosa stai parlando?” Domandò Dorea,
abbassandosi e accarezzandolo sulla testa.
“Mi dispiace, ho deluso tutti… Voi, James, Lily,
Harry… Non sono riuscito a proteggerli!” Continuò
piangendo Sirius. “Ho tradito la vostra fiducia, non ho saputo
ricambiare ciò che avete fatto per me! Mi avete accolto come
vostro figlio e io… Io ho lasciato che James… Che James
se ne andasse per sempre.”
Dorea e Charles Potter restarono in silenzio a quella ammissione,
sedendosi a fianco di Sirius.
“Cos’è successo?” Chiese infine il vecchio
Potter, poggiando una mano sulla schiena del figlio adottivo.
Sirius cominciò a spiegare tutto quello che era successo dalla
loro scomparsa. Di come James si era infine sposato con Lily Evans. Di
come erano felici quando avevano saputo di aspettare Harry e di come
scoprirono che Voldemort voleva ucciderlo. Del suo piano per proteggere
James e Lily, e che si era invece rivelato ciò che gli aveva
condannati. Di come aveva passato più di un decennio ad Azkaban.
I due anziani restarono in silenzio tutto il tempo, e anche una volta
che Sirius ebbe finito restarono al loro posto, continuando a
consolarlo.
“Non è stata colpa tua.” Disse infine Dorea,
stringendo con forza il suo bastone. “Non è un peccato
fidarsi dei propri amici. Il vero colpevole è Peter Minus.
È lui che si è appena guadagnato tutto il nostro odio
più puro.”
“Sono sicuro che James e Lily non ti accusano di nulla.”
Aggiunse Charles, rialzandosi. “Ed è una vergogna che tu
abbia passato tutti quei anni ad Azkaban da innocente.”
Sua moglie sospirò. “Direi che è una fortuna che il
piccolo Harry abbia avuto un evento simile al nostro e sia finito anche
lui qui. Se solo lo avessimo scoperto prima…”
“Voi come siete finiti qui?” Domandò Sirius.
“Io e James eravamo convinti che Voldemort vi avesse ucciso e
fatto sparire. Temevamo foste stati usati come inferi.”
“Questa è una domanda da un milione di galeoni.”
Ridacchiò Charles. “Forse non ci crederai, ma nemmeno noi
siamo sicuri di come sia successo. Un minuto prima eravamo in giro per
Diagon Alley e il minuto dopo ci siamo ritrovati in un posto totalmente
diverso, entrambi con 50 anni di meno.”
“Come? Siete… siete tornati giovani?” Domandò
Sirius, solo per beccarsi un altro colpo in testa.
“Insinui che siamo vecchi?” Esclamò Dorea, ghignando
divertita, per poi mettersi nuovamente seduta. “Ma hai ragione.
Per qualche motivo ignoto, siamo arrivati qui nel fiore della nostra
giovinezza.”
“Abbiamo passato anni a cercare un modo per tornare a casa,
visitando diverse gilde. Ma non abbiamo mai trovato un modo per
riuscirci. Non potevamo nemmeno andare in giro dicendo di essere di un
altro mondo, cosa che avevamo capito dopo qualche settimana passata
qui.”
“E alla fine abbiamo deciso di ricominciare. Ci siamo uniti a una
gilda, e lì abbiamo cominciato a farci una certa fama.”
Dorea sospirò. “Peccato che la nostra famiglia sembri
essere maledetta.”
“Cosa volete dire?”
“Non prenderla a male Sirius. Non abbiamo mai avuto intenzione di
sostituire James o te. Ma sai, eravamo di nuovo giovani, e… beh,
diciamo nuovamente spensierati.”
“Aspettate, state dicendo che-”
“James ha avuto una sorellina, esatto.” Ridacchiò
Charles. “La nostra dolce Bella… E no Sirius,
fortunatamente non era nemmeno lontanamente pazza come tua
cugina.”
“Menomale, mi basta e avanza una sola di Bellatrix. Ma cosa le
è successo?”
Charles e Dorea abbassarono lo sguardo.
“Zeref è successo. Lui e quel suo maledetto demone
Deliora.” Rispose Dorea, stringendo il bastone con tutte le sue
forze. “La città dove lei e suo marito si erano trasferiti
per cominciare la loro famiglia è stata attaccata e distrutta da
quel demone. Quando siamo arrivati, ormai non c’era più
nulla. Il nostro più grande dispiacere è il fatto che non
la vedevamo da anni. Dopo il suo matrimonio abbiamo deciso di viaggiare
nuovamente per il mondo. Una decisione di cui ci siamo pentiti
amaramente. Forse avremmo potuto aiutarli.”
Sirius restò in silenzio.
“Deliora… Harry mi ha raccontato di quel demone.”
Disse infine. “Anche un suo amico ha sofferto a causa sua. Ma
questo significa anche che almeno uno dei vostri figli è stato
vendicato.”
“Lo sappiamo. Ed è stato allora che abbiamo scoperto di
Harry. Inizialmente, quando abbiamo sentito il nome, pensavamo a una
coincidenza, ma poi, quando abbiamo visto la sua foto ogni dubbio
è sparito. Per questo siamo venuti qui. Eravamo sicuri di
trovarlo durante Phantasia.”
“Infatti lo abbiamo incontrato praticamente subito. Lui
ovviamente non ci ha riconosciuti.”
“A-Aspettate allora! Vado a chiamarlo e-”
“No Sirius.” Lo fermò Dorea. “Questo lo
legherebbe qui. E non vogliamo che rinunci alla sua vita per due
vecchi. In ogni caso, a noi non resta poi così tanto tempo. Ci
basta sapere che l’eredità di James stia bene.”
“Oh, sì, sta bene. È diventato un mago di cui
essere davvero orgogliosi. Anche a Hogwarts ha lasciato il segno di
sé.”
“Così avevamo ragione anche su quello. Avete trovato un
modo per viaggiare tra i due mondi. E in maniera stabile direi.
È chiaro che noi siamo finiti molto tempo indietro rispetto a
quando eravamo a casa.”
Sirius annuì. “Il merito va a una delle amiche di Harry.
Con i suoi Spiriti Stellari può viaggiare tra le dimensioni,
come anche la fenice di Silente.”
“Spiriti Stellari! Te lo avevo detto che avremmo dovuto cercare
qualche mago in grado di usarli!” Esclamò Dorea, guardando
il marito.
“Ma cara, lo sai che non sono affatto facili da trovare. Solo di
recente sembrano aver deciso di mettersi in mostra.”
Poco lontano dal trio, Harry Potter annuì, lasciando che una
singola lacrima scendesse dagli occhi.
“Beh, che cosa vuoi fare?” Chiese Luxus, appoggiato contro
un muro lì vicino. “Pensi di andare da loro?”
“No. Non voglio costringerli a vedermi solo per sparire per
chissà quanto tempo. Come hanno detto loro, è meglio
così.”
“Come vuoi.” Sbuffò il mago del tuono, per poi
ghignare. “Ma direi che questo per te è il regalo migliore
che potessi chiedere, vero? Hai ancora una famiglia.”
“Ho sempre avuto una famiglia.” Rispose Majutsu. “Voi
di Fairy Tail siete la mia famiglia. Ma sì, sono contento.”
“Smettila di includermi. Non sono più un membro di Fairy
Tail, lo sai.”
Dicendo ciò alzò un braccio per salutarlo, cominciando ad
allontanarsi da Magnolia.
Proseguì per qualche minuto, finché non si inoltrò
nella foresta.
Fu lì che si fermò, bloccato da una figura di luce che si
trovava in mezzo al percorso.
“E tu chi sei?” Domandò Luxus, lasciando cadere la
sua borsa e preparandosi a combattere.
“Sai, tu non sei ancora stato realmente espulso da Fairy
Tail.” Disse la figura, con una voce che Luxus non riuscì
a decifrare. Le parole sembravano quasi entrargli di forza dentro la
testa.
“C-Cos’hai detto?”
“Il simbolo di Fairy Tail è ancora inciso sul tuo corpo.
Questo significa che non hai lasciato realmente la gilda.”
“Devo solo arrivare in un’altra città e farmelo
rimuovere.”
“Credi sia così facile? Fairy Tail non è una gilda
come le altre. Quel marchio non andrà via. Non finché il
tuo cuore apparterà alla gilda. E visto che sei riuscito ad
usare correttamente la Fairy Law, questo non succederà
presto.”
Luxus fissò incredulo la figura. “E tu come fai a sapere
tutte queste cose?”
La figura sembrò sorridere. “Oh, ma è semplice.
Dopotutto, sia il marchio di Fairy Tail che la Fairy Law sono opera
mia, Luxus.”
Il mago spalancò gli occhi.
“Non temere, non ti farò alcun male. Direi che hai capito
la lezione. Sono sicura che non farai più alcun male a Fairy
Tail. Anzi, diventerai sicuramente uno dei suoi guardiani più
fedeli.”
“A che scopo? Il nonno mi ha buttato fuori.”
“Beh, diciamo che posso andare oltre il suo ordine. Dopotutto,
per me anche lui è un bambino. Ma per ora, lasciamogli credere
che sia andata così, che ne dici?”
“E allora cosa vuoi che faccia?”
“Viaggia Luxus. Viaggia per questo mondo e scopri tutto
ciò che ti servirà. Ma se Fairy Tail dovesse avere
bisogno di te, dovrai accorrere in suo aiuto.”
Luxus annuì, per poi recuperare la sua borsa e riprendere il
cammino, superando la figura senza voltarsi una volta sola.
La figura restò in silenzio, per poi sospirare.
“È andata meglio del previsto. Ero sicura che avrebbe
detto qualcosa in più.” Disse, per poi voltare lo sguardo
verso un punto della foresta. “E grazie per non aver
interferito.”
“Non è lui che mi interessa.” Rispose una voce,
appartenente a un ragazzo dai capelli neri, il cui volto era celato
dall’oscurità della notte, che si trovava seduto alla base
di un albero. “Ma sappi che non accetterò altri interventi
come quello di 14 anni fa.”
La figura lo guardò seria.
“Stai lontano da Fairy Tail e non ci sarà alcun pericolo
per te. Avvicinati a uno solo di loro e non avrò
pietà.”
Il ragazzo sorrise, per poi alzarsi.
“Sappiamo entrambi la verità. Tu per prima hai
interferito.” Disse, per poi sparire nel nulla.
“Farò semplicemente ciò che devo.”
La figura sospirò, per poi voltarsi verso la città.
“Non mi pento di quello che ho fatto. Spero solo di poter venire
perdonata un giorno.”
Una folata di vento l’avvolse, ma sembrò quasi evitare di
toccarla.
“Ho permesso a qualcuno di usare quella magia e, per quanto le
sue intenzioni fossero buone, il prezzo da pagare è stato
alto… troppo alto. Non è vero, Lily?”
~~~~31
ottobre 1981~~~~
Lily Potter stava cullando tra le braccia suo figlio Harry.
Il bambino continuava a guardarla con gli occhi che brillavano.
“Forza mio piccolo Majutsu, è ora di andare a fare la
nanna.” Sussurrò, per poi sentire una risatina.
“Ancora quel soprannome, Lily?” Chiese James, divertito.
“Non ho ancora capito perché ti ostini a chiamarlo
così.”
La rossa sorrise a sua volta. “Ho la sensazione che sarà
chiamato spesso così. O hai qualcosa contro, Ramoso?”
“Okay, okay, hai il tuo punto.” Ridacchiò James.
“Ma davvero, vorrei tanto sapere come ti è venuto in
mente.”
Lily spostò lo sguardo. Sapeva che questi potevano anche essere
i loro ultimi giorni, ma non aveva il coraggio di dirlo a James.
Anche se ricordava tutto quello che era successo durante il loro quinto
anno, continuava a sperare che così non fosse. Che ci fosse un
modo per restare insieme a Harry, di vederlo crescere.
Da quando aveva recuperato i ricordi, aveva continuato a cercare un
incantesimo che potesse aiutarli. E anche se odiava ammetterlo, proprio
quei ricordi l’avevano aiutata a farsi convincere a scegliere
Peter invece di Sirius come loro custode segreto. Ma dubitava
fortemente che uno degli amici di James potesse mai tradirli
volontariamente.
Eppure l’Harry che avevano incontrato era cresciuto orfano.
L’unica cosa che la faceva sorridere era il fatto che si era
fatto dei veri amici, proprio come James, e che era stato più
fortunato di lei.
Ancora non riusciva a crederci. Severus aveva messo il bersaglio su suo
figlio. E anche se Silente gli aveva detto che se ne era pentito,
dubitava sarebbe mai riuscito a perdonarlo. Non se per colpa della sua
stupida gelosia a pagare sarebbe stato Harry.
Ma i suoi pensieri furono interrotti da un calo di luce, che
portò James a tirare subito fuori la sua bacchetta.
“Lily, dobbiamo andarcene.” Disse alla moglie, che
annuì, mentre stringeva Harry, che la guardò con
curiosità.
I due maghi fecero un giro su se stessi, solo per guardarsi attorno
attoniti.
“Non funziona…” Sussurrò James, deglutendo.
Prima che potesse dire altro, la porta d’ingresso esplose,
mostrando ai due maghi Lord Voldemort, con la bacchetta in mano e un
ghigno sul volto.
“I Potter.” Disse lui. “Finalmente ci rivediamo. Ora,
vorrei evitare di spargere inutilmente del sangue magico puro, e sono
disposto a risparmiare quella sangue sporco che hai vergognosamente
scelto come moglie. Voglio solo vostro figlio.”
Lily strinse con forza Harry, mentre James si metteva in mezzo.
“Sai già la risposta, Voldemort. Non lascerò che tu
metta le mani su mio figlio! Lily, scappa!”
La rossa guardò il marito, che annuì. A quel punto corse
al piano di sopra, cercando di ignorare il pronunciare degli
incantesimi dietro di lei e andando a rifugiarsi nella stanza del
figlio, lanciando subito decine di incantesimi di protezione attorno a
loro.
“Non servirà.” Fece una voce.
Lily si voltò subito con la bacchetta in mano, ritrovandosi a
guardare una figura di luce.
“Non temere. Non ho intenzione di farti del male. Tuttavia non
posso nemmeno aiutarti a scappare. Mi dispiace.”
Come spiegazione, la figura passò una mano contro il muro,
passandoci attraverso come un fantasma.
“C-Chi… Chi sei?”
“Un’amica. Un’amica di tutti quelli che portano il
marchio di Fairy Tail.”
A quel nome la donna spalancò gli occhi.
“Tu… Tu conosci Fairy Tail?”
“Certo che la conosco. Dopotutto, ero lì quando è
stata fondata. Ed ero presente anche quando tuo figlio ha viaggiato
attraverso il tempo.”
Dicendo ciò alzò una mano e per un secondo sulla fronte
di Harry, dove in futuro ci sarebbe stata la cicatrice, brillò
il marchio di Fairy Tail. “Non importa quando, ma tuo figlio
è protetto dalla mia gilda.”
“Allora… Allora puoi portarlo da loro? Ti supplicò,
salva Harry, non mi importa come o a che prezzo!”
“Questo non posso farlo.” Spiegò. “In questo
stato, non sono in grado di lanciare incantesimi o di prendere oggetti
fisici. Tuttavia… Lily Potter, sei davvero disposta a tutto pur
di salvarlo?”
Un tonfo riempì il silenzio attorno a loro, segno che Voldemort
aveva già iniziato a colpire gli incantesimi di protezione.
“Sì.” Rispose lei con determinazione. “Non
importa a che prezzo.”
La figura sospirò. “Mi dispiace. Mi dispiace
davvero… il prezzo sarà altissimo per te.”
Prima che Lily potesse dire altro, la figura alzò la mano verso
di lei, lasciando che sulla fronte di Lily, nello stesso identico punto
del figlio, apparisse il tatuaggio di Fairy Tail.
Poi la figura cominciò a parlare in una lingua sconosciuta, per
poi vedere Lily, come in trance, ripetere tutto quello che diceva.
Una volta concluso, il simbolo di Fairy Tail scomparve, mentre Lily
cadeva a terra esausta.
“Mi dispiace.” Ripeté la figura, cominciando a
svanire. “Non avrai nemmeno il ricordo di ciò ad
accompagnarti nei prossimi minuti.”
~~~~Oggi~~~~
Un paio di occhi verdi si spalancarono di colpo, mentre il loro
proprietario si mise seduto sul letto.
Si portò una mano sul volto, facendo profondi respiri, mentre la
tunica bianca che l’avvolgeva si muoveva assieme al suo petto.
“No…” Ansimò. “Non può aver
recuperato un corpo. Non dopo quella notte.”
Tolse la mano dal volto, mostrando il simbolo verde brillante di Fairy
Tail sulla fronte, per poi alzarsi e dirigersi verso un baule che stava
al centro della stanza, sopra il quale c’erano decine di sigilli,
tutti con il marchio di Fairy Tail.
“Non ce la farai, Voldemort.” Esclamò Lily Potter
con determinazione. “Ti ho già fermato una volta, non
esiterò a farlo una seconda. Non farai del male a mio figlio,
non finché avrò qualcosa da dire in proposito!”
Non appena ebbe detto ciò alzò una mano di fronte a
sé, creando una sfera di luce, che volò all’interno
del baule, passando attraverso il legno.
“Spero solo di riuscire a fermarlo il più a lungo
possibile.” Aggiunse a bassa voce. “Stavolta
c’è voluta più forza del solito.”
Mentre parlava, su una delle pareti si accese uno schermo magico, che
cominciò a mostrare una scena che la donna non aveva mai visto
prima.
“E vorrei sapere che cosa significa ciò.” Fece,
osservando al suo interno una ragazza dai capelli bianchi cadere a
terra.
~~~~~~~~~~~~~
“Patetica.
Come lo sono tutti gli altri.” Disse una voce, mentre la
ragazza dai capelli bianchi alzava lo sguardo, cercando di rialzarsi
ignorando il dolore alle gambe, dalle quali stava uscendo copiosamente
del sangue da diversi tagli. “Patetica? Hai mai pensato di
guardarti allo specchio? Non sono io ad aver rinnegato tutto ciò
in cui credevo!” Replicò lei, irata. “Ma non ho rinnegato proprio
nulla. Non ho mai fatto mistero sul fatto che cercassi più
potere, e con voi non avrei mai potuto ottenerlo. Per fortuna,
l’ho trovato altrove.” “E a che costo?!”
Urlò l’albina, chiudendo le mani a pugno. “Ci hai traditi! E hai anche ucciso
tutti loro, senza mostrare alcun risentimento!” “Erano solo dei deboli, tutti e
sette. Dovreste ringraziarmi per avervi liberato della loro
presenza.” “Ringraziarti? Sei ancora viva
solo perché ho detto che mi sarei occupata io di te! Ma forse
avrei dovuto lasciare fare agli altri, dimenticandomi della nostra
amicizia. Mi pare ovvio che fossi solo io a considerarla tale!” “Non presumere troppo.
Dopotutto sto ricambiando il favore. Oggi tornerai alla tua cosiddetta
casa. Consideralo il saldo del debito che ti dovevo per avermi aiutato
tutti quegli anni fa. Non è stato facile convincerlo a lasciarti
andare via viva.”
La ragazza riuscì finalmente ad alzarsi, fissando con odio la
figura di fronte a sé, come anche quella alle sue spalle. “E a lui non ci pensi?! O mi
stai dicendo che anche tutto quello che hai passato con lui era una
menzogna?! Hai idea di come reagirà quando scoprirà
ciò che hai fatto?”
La figura di fronte a lei scoppiò a ridere, per poi lasciar
cadere a terra un ciondolo a forma di drago che aveva in tasca. “Puoi restituirglielo. Forse in
passato avrei anche potuto provare qualcosa per lui, ma è solo
un codardo. Avere quel potere e rifiutarsi di usarlo. Che idiota! Lo
sai vero che se solo agisse in prima persona, avreste vinto voi da
tempo? Dopotutto, non c’è nessun altro con il suo
potere.”
La ragazza restò in silenzio per qualche secondo. “Ti sbagli.” Disse
infine. “Qualcuno
c’è. E anche se sarà difficile, farò del mio
meglio per portarlo qui ad aiutarci. E so già che non ti
perdonerà mai per quello che hai fatto. Potrà non
conoscerci, ma so perfettamente da che parte sta, e di certo non dalla
tua e di quel mostro alle tue spalle!” “Se fosse vero, lo avresti
già chiamato, no? Dopotutto, quante persone hai visto morire in
questi anni? Le tue minacce sono vuote.”
Dicendo ciò la figura si voltò, per poi alzare la mano in
un saluto. “Addio. Questa sarà
l’ultima volta che ci incontreremo da amiche. La prossima volta
sarai la mia preda, e non ti lascerò andare finché non
avrai esalato il tuo ultimo respiro. Dopotutto, ora parteciperò
anch’io alla Caccia. E credimi, avrò meno pietà
degli altri.”
Senza aggiungere altro, le due figure si allontanarono, lasciando la
ragazza bianca da sola. “Maledizione…”
Mormorò, cominciando a piangere e accasciandosi nuovamente a
terra. “Perché sono
ancora così inutile?!” Urlò, sbattendo i
pugni sul terreno.
Restò in quella posizione per diversi minuti, prima di alzarsi
nuovamente, per poi strapparsi le maniche della maglietta, usando il
tessuto per fermare il sangue che continuava ad uscire dalle ferite
sulle gambe. “Non posso fare altro che
sperare. Sperare di trovare davvero un modo per contattarlo. Solo lui
può fermarli, ne sono sicura. E spero che succeda prima che sia
troppo tardi.”
Una volta finito di medicarsi alla buona, fece qualche passo in avanti,
raggiungendo il ciondolo lasciato a terra e raccogliendolo. “Non lo accetterà mai.
So già che si rifiuterà di farlo. È troppo buono.
Ed è per questo che soffrirà ancora di più di
tutti gli altri.” Mormorò, stringendo con forza
l’oggetto.
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Loki si lasciò cadere davanti a una lapide, sospirando esausto.
“Ne è passato di tempo, eh?” Mormorò,
guardando la lapide, priva di qualsiasi scritta. “Scusami, ti
sembrerà assurdo, ma sono stato preso da mille impegni.”
Lo Spirito Stellare del leone ridacchiò. “Sono proprio
senza speranza, eh? Sono passati solo pochi anni, ma ancora non riesco
ad andare oltre. Mi sono sporcato le mani, pensando che tu non avresti
mai voluto vederla soffrire… e ho finito solo con provocare
un’altra morte.”
A sua insaputa, poco lontano da lui, Lyra e Aquarius stavano osservando
la scena, la prima con un’espressione triste sul volto e la
seconda impassibile.
“Tsk. Come se fosse l’unico a cui manca.”
Sbottò Aquarius.
“Manca a tutti noi.” Fece Virgo, raggiungendole. “Ma
sai perfettamente che è lui ad aver sofferto più di
tutti.”
“Questo non gli ha evitato di sparire a sua volta per diversi
anni.” Replicò lo spirito acquatico. “Ho pensato che
avesse deciso di raggiungerla. E invece si è solo nascosto a
tutti noi, tranne che al Re.”
“Però credo che Lucy possa aiutarlo a recuperare.”
Disse Lyra. “È una delle migliori evocatrici che ci sono
mai capitate, proprio come sua madre.”
“Ma per piacere, quella mocciosa non è lontanamente ai
livelli di Layla. Anzi, paragonarla sarebbe un offesa.”
“Hai ragione. Lucy le è decisamente superiore.”
Replicò Virgo. “E non negarlo. L’averci evocato
tutti assieme avrebbe ucciso chiunque, ma lei ha avuto giusto un
esaurimento magico. Layla non è riuscita a reggere il
contraccolpo.”
Aquarius distolse lo sguardo.
“Continui a comportati in questo modo proprio perché ti
ricorda lei, non è vero?” Domandò Lyra.
“Che cosa ne volete sapere voi?!” Sbottò lei.
“Era la mia migliore amica, certo che mi manca! E non
potrò mai paragonare qualcun altro a lei, non importa quanto sia
simile! E finché Lucy si comporterà come se fosse una sua
copia, di certo non guadagnerà mai la mia piena fiducia.
Sì, so di essere dalla parte del torto, ma non ho intenzione di
agire diversamente!”
Lyra ridacchiò. “Beh, anche con lei non ci andavi di certo
leggera.”
“Già. Mi ricordo che dovevo sempre asciugare tutto quanto
dopo una vostra discussione, che finiva sempre con te che le scagliavi
contro uno tsunami.” Aggiunse Virgo.
Aquarius distolse lo sguardo. “Non ho mai fatto nulla del genere
a Layla.”
“Infatti. Sei sicura che stavi parlando di lei?”
Domandò lo spirito della Vergine, per poi girarsi e
allontanarsi, seguita da Lyra, lasciandola da sola.
Aquarius si voltò nuovamente a guardare Loki, che non si era
mosso minimamente.
“So bene di chi stavo parlando, idiote.” Mormorò
infine.
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Sono vivo!
Mi sembrava il caso di dirlo, visto la mia (solita) lunga assenza...
Ma finalmente, sono riuscito a pubblicare IL capitolo! Da questo
momento in poi, la storia inizierà a distaccarsi dalle trame
originali! Certo, ci saranno ancora dei punti in comune, ma il come si
svolgeranno potrebbe rivelarsi assai diverso.
Non vi preoccupate: quanto visto in questo capitolo avrà in
futuro la sua chiara spiegazione. Ma per ora, mi limito a lasciarvi
alla vostra immaginazione.
Detto ciò, vi saluto! Ci sentiamo per il prossimo capitolo! E
fatemi sapere che ne pensate ù.ù
Capitolo 75 *** La presa di posizione di Hermione ***
75: La presa di posizione di Hermione
Capitolo 75: La presa
di posizione di Hermione
Il sole cominciò ad illuminare lentamente un parco, riscaldando quasi
immediatamente con il suo calore i fili d’erba e gli alberi presenti.
Sopra uno di essi, una carta da gioco rifletté la luce, cominciando ad
emanarla di propria volontà pochi secondi dopo, scivolando infine a
terra.
Non appena toccò il suolo la luce aumentò d’immensità, e quando
scomparve si mostrarono Dudley e Sho, il primo mezzo addormentato e il
secondo preso a stiracchiarsi le braccia.
“Dobbiamo per forza svegliarci così presto?” Si lamentò Dudley,
tentando inutilmente di soffocare uno sbadiglio.
“Se vuoi evitare che qualcuno ci scopra, allora temo proprio di sì.”
Replicò l’altro ragazzo, per poi chinarsi e raccogliere la carta. “E
ringrazia che sono riuscito a racchiudere qui dentro un’intera casa,
altrimenti ci toccherebbe dormire all’aperto.”
“Su questo nessuna lamentela.” Concordo Dudley. “Allora, qualche idea
di dove siamo oggi?”
“Dimentichi che io non sono nemmeno di questo mondo, come diamine
potrei saperlo?” Disse Sho, senza tuttavia mostrare alcun fastidio in
ciò. “Non mi dispiace affatto andare in giro senza meta.”
“Beato te che sei così spensierato…” Borbottò Dursley, abbassando lo
sguardo.
Sho fissò il suo compagno di viaggio, immaginando a cosa stesse
pensando.
Erano passate solo poche settimane da quando, grazie a un giornale
trovato in giro, avevano scoperto che i genitori di Dudley avevano
pubblicamente detto che ormai non avevano più speranze di ritrovarlo
vivo. E sapendo che in realtà erano ben consci che era vivo,
significava che non avevano alcuna intenzione di avere di nuovo a che
fare con lui.
Sho digrignò i denti sovrappensiero. Per lui l’idea che dei genitori
rinnegassero in tal modo il proprio figlio era inaudita. Lui, Erza e
gli altri erano cresciuti senza di loro, vero, ma era sicuro che non
li avrebbero mai buttati via così. Gli piaceva pensare che erano morti
cercando disperatamente di ritrovare i figli portatigli via.
“Beh, vediamo un po’ che cosa troviamo oggi.” Disse, girandosi. “Ci
servono delle provviste, quindi preparati. Direi che è il momento di
testare nuovamente la tua magia.”
“Dobbiamo proprio? Già non mi piace l’idea di dover rubare, ma fare
così…”
“Beh, se preferisci possiamo sempre cercare qualche bosco e andare a
caccia. Ma ti avviso, io non sono granché a cucinare selvaggina.”
Dudley sospirò, per poi mettere una mano in tasca. “E va bene… Andiamo
allora. Avvertimi prima di iniziare a trasformare la refurtiva in
carte, così almeno posso tentare di nasconderti.”
“Sì, sì, non preoccuparti.”
A quel punto i due iniziarono la loro camminata, finché non si
ritrovarono in un paesino, il quale sembrava essere rimasto indietro
di almeno cinquant’anni.
“Uh? E lì che succede?” Domandò Sho, fermandosi a guardare una piccola
folla di persone, le quali si trovavano ai piedi del giardino di una
villa abbandonata, con una piccola casa in mezzo ad esso.
Ed era lì che due uomini stavano portando via una barella, con una
persona sopra coperta da un telo bianco.
“Terribile…” Sentirono dire non appena avvicinatisi. “Proprio come
cinquant’anni fa…”
“Dicono che sia morto proprio come i Riddle.”
A quel nome Dudley e Sho spalancarono gli occhi, per poi guardarsi a
vicenda e annuire.
“Scusate…” Interruppe il ragazzo di Fiore, facendo girare verso di
loro alcuni degli anziani presenti. “Cos’è successo?”
“Nulla che interessi a due ragazzini forestieri.” Rispose un vecchio,
solo per venire interrotto da una signora.
“Solo un evento che ha riportato alla nostra mente vecchi ricordi.”
La signora si voltò a guardare la villa.
“Mezzo secolo fa quella villa era la residenza di una ricca famiglia,
i Riddle. Erano rispettati da tutti noi, anche con quello che successe
al povero Tom…”
“Ossia?”
“Fu uno scandalo all’epoca. Scappò di casa assieme a una ragazzaccia,
la figlia di Graunt, con la quale si sposò. Ritornò qualche anno dopo,
affermando di non avere idea di cosa gli fosse preso. Ve lo dico io,
quella ragazza era una strega di sicuro.”
“Considerando la sua famiglia, di sicuro era pazza a sufficienza per
drogare quel povero ragazzo e costringerlo a fare quello che voleva.”
Commentò un altro anziano.
“Beh, non che abbia molta importanza. I Riddle non sono riusciti a
vedere nemmeno la fine della seconda guerra mondiale. Sono stati
trovati morti, Tom e i genitori, tutti e tre senza un solo segno
sopra.”
I due ragazzi si guardarono, pensando la stessa cosa: si trattava
quindi di un altro Tom Riddle?
“Tutti noi abbiamo pensato che fosse opera del loro giardiniere, il
vecchio Frank Bryce. Ma non hanno mai trovato prove contro di lui e fu
scagionato da tutte le accuse. Ma ora, forse non era così…”
“Perché?”
“Lo hanno trovato morto stamattina, e proprio come i suoi vecchi
datori, senza un solo segno sopra, ma solo con la faccia distorta in
una smorfia di paura. Come se avesse visto il diavolo in persona.
Probabilmente c’è una maledizione di qualche tipo su villa Riddle.”
“Che triste storia.” Disse Sho. “Vi ringraziamo per il tempo che ci
avete dedicato.”
“Di nulla. È difficile vedere dei ragazzi così disposti ad ascoltare
le storie di noi vecchi.”
I due ragazzi si allontanarono, fermandosi solo una volta sicuri di
essere da soli.
“Riddle è il cognome del mago che vuole uccidere Harry, vero? Non sono
io a ricordare male?” Chiese Dudley.
“No, ricordi perfettamente. Tom Orvoloson Riddle. Però non capisco…
Dicono che è stato trovato morto mezzo secolo fa. E sappiamo bene che
non è così.”
“Forse un omonimo?”
“Può essere, ma è strano… hanno detto che sono stati trovati morti
senza alcun segno sopra di loro. E sappiamo entrambi che con la magia
ciò è più che possibile.”
Sho prese un sospiro. “Forse… Forse si trattava di suo padre?”
“Ma questo significherebbe che-”
“Dobbiamo andarcene di qui, il prima possibile.” Lo interruppe Sho.
“Se questo è davvero il paese natale di Voldemort, conviene
allontanarsi subito. Ma dovremmo tornarci di nuovo. Forse qui potremmo
trovare qualche indizio su di lui.”
“Ma è morto, vero? È morto quando ha cercato di uccidere Harry.”
Sho distolse lo sguardo, ripensando a quello che aveva sentito da
Urrutia.
“Vorrei esserne sicuro… ma non lo sono. Ho paura che non sia così.”
Dudley deglutì. “A-Allora… Allora dobbiamo aiutare Harry e gli altri!
Se ho capito bene, Voldemort voleva uccidere tutti coloro che non
erano maghi purosangue. Se così fosse, tutti i non maghi-”
“Finirebbero con il venire eliminati da lui. E conoscendo lo stile,
sarebbe solo il primo passo. Com’è che si chiama questo paese?”
“Little Hangleton. Ho visto il cartello prima.”
~~~~~~~~~~~~~~~~
“Che cosa?!” Urlarlo tutti i Weasley
“Avete capito bene” Fece il Master, sospirando. “Quest'anno Fairy Tail
non frequenterà Hogwarts.”
“Ma perché?!” Esclamò Ron. “Cos’è successo?”
“Ne ho già parlato con Silente.” Proseguì Makarov. “E ha accettato.
Harry e gli altri devono svolgere una missione particolare, e questo
richiederà la loro presenza.”
“Allora resteremo anche noi!” Esclamarono i gemelli. “Dopotutto, anche
noi siamo di Fairy Tail!”
“Mi dispiace, ma non è possibile. Silente ha chiesto ai vostri
genitori, ma non erano disposti a farvi saltare un anno di scuola.”
“E come farete con la scuola?” Domandò Ginny.
“Noi studieremo a parte e faremo gli esami a fine anno, così da poter
proseguire normalmente.” Spiegò Erza. “Mi dispiace, ma non possiamo
farci nulla.”
“Quindi immagino non verrete nemmeno alla Tana, vero?” Chiese Ron,
ricevendo una risposta negativa. “Cavoli, non riesco nemmeno ad
immaginarlo un anno scolastico senza di voi. Avete sempre fatto in
modo che non fosse noioso…”
“Oh, io non darei per scontata la noia. Ho sentito che ci sarà
un’interessante novità ad Hogwarts quest’anno.”
Questo attirò immediatamente l’attenzione dei Weasley. “Ossia?”
“Mi dispiace, ma ho promesso a Silente di tenervi all’oscuro per
garantirvi l’effetto sorpresa.” Ridacchiò il Master, per poi voltarsi
a guardare Neville, che annuì. “In più… nemmeno Neville tornerà a
Hogwarts.”
La famiglia dai capelli rossi fece scattare tutti assieme la testa
verso il compagno, che deglutì.
“M-Mia nonna ha detto che era d’accordo a lasciarmi qui per allenarmi.
Ha visto i miei progressi ed è convinta che per me sia un bene restare
qui.”
“Quindi ci scaricate così?” Fece Ron.
“Certo che no.” Rispose Harry. “Continueremo a sentirci grazie allo
specchio di Sirius. E poi chissà, magari ogni tanto riusciremo a
venirvi a trovare.”
Lucy si fece avanti, evocando Loki. “Già! Dopotutto, non è impossibile
per noi viaggiare tra un mondo e l’altro.”
“Il Re degli Spiriti ha concesso ulteriori viaggi, quindi non dovete
preoccuparvi.” Spiegò lo spirito del Leone. “Ora, siete pronti?”
Borbottando, i Weasley afferrarono i loro bagagli.
“Almeno ci sarà la finale della Coppa del Mondo a consolarci…”
Bofonchiarono i gemelli, mentre loro e i fratelli salutavano gli amici
che sarebbero rimasti a Fiore.
“Vero. Mentre la guardate pensate a noi che ci perderemo il
divertimento!” Esclamò Erza, sorridendo mentre i Weasley scomparivano
nella luce.
Passarono pochi secondi prima che tutti tirarono un sospiro di
sollievo.
“Cavoli, non credevo ci saremo davvero riusciti.” Fece Gray, per poi
indicare Natsu. “Ero sicuro che ci avrebbe fatto saltare la
copertura.”
“Ehi!” Replicò lui, sputando una fiammata. “Guarda che anch’io so come
stare zitto! E poi è bastato pensare di essere come un ninja in
missione!” Continuò, alzandosi la sciarpa per coprirsi la bocca e
mettendosi in una buffa posizione, imitato da Happy, nuovamente con
l’aspetto umano.
“Bene, e con questo la missione ha avuto ufficialmente inizio!”
Esclamò Makarov, sorridendo. “Neville, Harry, ora tocca a voi con la
seconda parte.”
I due ragazzi sorrisero, mentre Majutsu tirò fuori dalla tasca quattro
lettere.
“Non si preoccupi Master. Partiremo oggi stesso. Però sappi che voglio
un aumento della ricompensa, visto chi dovremmo incontrare.”
Il Master sospirò. “Lo so, e mi dispiace. Ma tu sei il migliore
assieme a Erza per rappresentare Fairy Tail, e voglio che Neville
impari qualcosa in più, ora che è uno di Classe S.”
Majutsu diede una pacca sulla schiena a Neville, il quale dovette
cercare di non cadere in avanti.
“Continuerò ad allenarlo durante il viaggio. Immagino ci vorrà almeno
un mese prima di riuscire a tornare indietro, visto che vuoi che
parliamo con loro di persona.”
“Non c’è fretta, siamo ancora in largo anticipo. E se non fossero
disponibili, possiamo sempre tentare con il piano B.”
A sentire ciò tutti rabbrividirono.
“Non sarebbe un po’ troppo?” Domandò Mira, ricevendo un assenso dagli
altri presenti.
“Lo so, e nemmeno lì siamo sicuri di poterlo trovare in tempo… Però ho
assicurato a Silente che ci avremmo pensato noi, e non posso venire
meno alla parola data.”
“Faremo di tutto per portare a termine con successo la nostra
missione.” Disse Majutsu. “Per quanto mi piacerebbe rivederlo, non
voglio affidargli una simile missione. Non quando ci sono buone
possibilità di esservi coinvolto a mia volta.”
“Concordo. Noi invece inizieremo la terza parte della missione. Ora
che i Weasley sono partiti, non dobbiamo più agire di nascosto e
andremo più veloci.”
“Molto bene allora! Che tutti vadano ai loro posti!” Ordinò Makarov.
Harry e Neville recuperarono due grossi zaini che avevano nascosto
dietro ad alcune casse, mettendoseli sulla schiena.
“Allora alla prossima! E quando vedete Sirius e Remus ditegli che li
saluto!”
“Riferirò, aye!” Rispose Happy.
Poco lontano, Luna sorrise. “Ho fatto bene a decidere di restare qui
per il resto delle vacanze. I Nargilli sono sempre più vispi.”
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Era passata qualche settimana da quando i Weasley erano tornati a
casa.
Nel frattempo erano stati raggiunti da Hermione non appena tornata
dalla Francia.
Il signor Weasley era riuscito a procurarsi grazie ad alcuni contatti
all’interno del Ministero dei biglietti per la finale di Coppa del
Mondo di Quidditch, così, dopo una giornata frenetica, la famiglia con
l’aggiunta di Hermione stava rientrando nella tenda magicamente
espansa.
“Ancora non ci credo!” Esclamò Ron, entusiasta. “Ho visto da vicino
Krum! E ha anche preso il boccino d’oro!”
“Ricordati però che ha vinto l’Irlanda, proprio come avevamo
scommesso!” Fece Fred.
“E dobbiamo ringraziare Cana per questo. Chi avrebbe detto che ci
avrebbe davvero predetto la squadra vincente? A saperlo avremmo
scommesso di più.” Aggiunse il gemello, ghignando mentre sollevava un
sacco pieno di monete d’oro. “Bagman non ha fatto un grande affare.”
“Io non riesco ancora a credere a quello che ha fatto Crouch!” Sbottò
invece Hermione, lasciandosi cadere seduta su una delle brande. “E
sono ancora più sorpresa che nessuno abbia detto nulla!”
“Suvvia Hermione, lo sai come la pensa la maggior parte degli elfi
domestici.” Disse Ginny.
“Non m’importa! Già trovo disgustoso il fatto che vengano trattati
come schiavi, se poi penso che vengono costretti a fare cose di cui
hanno pure paura… Quella poverina è rimasta sugli spalti più alti
nonostante soffrisse di vertigini, e Crouch non si è nemmeno degnato
di presentarsi!”
“Non puoi farci nulla purtroppo.” Fece Ron. “Puoi dirgli quello che
vuoi, non farai cambiare idea a nessuno di loro. Pensa solo a Malfoy e
a come trattava Dobby.”
“È proprio questo il punto!” Esclamò Hermione. “Tutti voi avete visto
quanto è felice ora! Perché non può essere così anche per gli altri
elfi?”
“Perché-”
Ma qualunque cosa stesse per dire il signor Weasley fu coperta da
delle urla, le quali aumentarono subito di intensità e di numero.
“Che sta succedendo?” Domandò Fred, mentre tutti si diressero verso
l’uscita della tenda, per poi restare a guardare centinaia di maghi in
fuga, mentre poco lontano da loro alcuni babbani (i proprietari del
campo dove il Ministero aveva deciso di creare gli spiazzi per le
tende degli spettatori della finale), venivano tenuti a mezz’aria
dalle bacchette di alcuni tizi con una maschera bianca a coprirli il
volto, i quali stavano sghignazzando divertiti, incuranti del panico
da loro creato.
“Non è possibile… Sono Mangiamorte!” Esclamò il signor Weasley,
sbiancando. “Presto, andate tutti al riparo nel bosco!”
“Ma papà, noi-” Iniziò Ron, solo per venire subito interrotto dal
genitore.
“Non m’importa cosa pensate di poter fare, non ho intenzione di farvi
rischiare contro di loro!” Gli urlò contro il padre. “Perciò almeno
stavolta cercate di ascoltarmi, ok?”
“Va bene!” Risposero i due gemelli, afferrando per un braccio ciascuno
Ron. “Cerca solo di tornare indietro intero, ok papà?”
“Certo. Altrimenti chi la sente più vostra madre?” Scherzò lui di
risposta, per poi alzare la bacchetta e andare verso i maghi
mascherati, imitato da pochi altri coraggiosi.
“Forza, andiamo!” Fece Ginny, mentre poco lontano una tenda esplodeva,
venendo subito avvolta dalle fiamme.
Il gruppo non disse nulla, inoltrandosi subito nel bosco vicino,
cercando di evitare la folla di persone impaurite.
“Accidenti… Non potevamo avere un evento normale una volta tanto?” Si
lamentò Ron, non appena trovarono uno spiazzo vuoto.
“Giusto per non sentire la mancanza degli altri, eh?” Scherzò George.
“Beh, ora come ora non siamo ancora ai livelli di Phantom Lord almeno…
Quei tizi saranno solo degli ubriachi che vogliono ricordare quelli
che per loro erano i bei tempi.”
“Andrà tutto bene, vero? O dite che è il caso di chiamare Majutsu e
gli altri?” chiese Hermione, stringendo la borsa che aveva dietro.
“Aspettiamo un attimo per vedere come vanno le cose. Se solo potessimo
usare liberamente la magia… Ma sono sicuro che il Ministero ci
manderebbe un avvertimento nel giro di pochi minuti.”
Tuttavia, prima che qualcuno potesse commentare la frase di Ron, si
sentirono dei passi pochi lontani: passi strascicati, seguiti da un
respiro altrettanto irregolare e infine da un piccolo tonfo.
Nel silenzio attonito, una bacchetta s’illuminò, e in seguito alla
parola “Morsmordre!” lanciò un incantesimo verde verso il cielo, dove
esplose in un teschio colossale composto da stelle di smeraldo, dalla
cui bocca al posto della lingua uscì un serpente.
Immediatamente le urla aumentarono, mentre anche i Weasley e Hermione
spalancano gli occhi increduli.
“Il Marchio Nero…” Mormorò Fred, deglutendo, per poi tirare fuori la
bacchetta e puntarla verso il punto da cui era stato lanciato
l’incantesimo.
Ma prima che potesse fare qualcosa, decine di maghi spuntarono alle
loro spalle, lanciando tutti assieme degli incantesimi rossi, che
costrinsero i ragazzi a buttarsi a terra per evitarli.
“Fermi!” Urlò una voce a loro famigliare. “Basta! Quelli sono i miei
figli!”
Il signor Weasley sbucò da dietro i maghi, i quali si fermarono,
lasciandolo passare.
“Ragazzi…” Fece lui con aria terrorizzata. “State tutti bene?”
“Togliti di mezzo Arthur!” Disse una voce fredda e asciutta,
appartenente ad un uomo anziano, vestito in un completo giacca e
cravatta, dai capelli grigi con la scriminatura tanto dritta da
sembrare innaturale, come i suoi baffetti a spazzolino, che parevano
quasi essere stati tagliati con l’aiuto di un righello.
Il signor Crouch continuò a tenere la sua bacchetta contro i Weasley e
Hermione, imitato da qualche altro mago del Ministero. “Chi di voi ha
evocato il Marchio Nero?” Domandò furioso.
“Non siamo stati noi!” Rispose Ginny.
“È stato qualcuno nel bosco e-”
“Non osate mentire! Siete stati colti sul luogo del delitto!”
“Barty, sono ragazzi, non ne sarebbero mai stati in grado…” Cercò di
calmarlo una strega.
“Avete detto che è stato qualcuno nel bosco?” Domandò Arthur.
“Sì. Era qualcuno che sembrava faticare a stare in piedi, dai rumori
che faceva… Ha urlato l’incantesimo e-”
“Oh, davvero? Era là, eh?” La interruppe il signor Crouch, guardandola
incredulo. “Mi sembra che lei sia ben informata su come si evoca il
Marchio, signorina…”
Tuttavia solo lui sembrava credere che fossero loro i responsabili
dell’incantesimo. Infatti gli altri maghi si avvicinarono al punto
indicatogli, tenendo le bacchette alzate.
“Si saranno già smaterializzati.” Fece uno di loro.
“Forse no.” Disse un mago con un’ispida barba bruna, che i Weasley
riconobbero essere il padre di Cedric Diggory. “I nostri Schiantesimi
sono andati dritti tra quegli alberi, ci sono buone probabilità che li
abbiamo colpiti.”
“Fai attenzione Amos.” Fecero alcuni maghi allarmati, mentre Diggory
raddrizzata le spalle e attraversava la radura, sparendo
nell’oscurità.
Ci volle solo qualche istante prima di sentirlo urlare entusiasta.
“Sì! Abbiamo preso qualcuno! È svenuto! È… Ma… santi numi…”
“Chi hai preso?” Gridò Crouch, sorpreso. “Chi è?!”
Il signor Diggory tornò nuovamente in vista, tenendo tra le braccia
una piccola figura, appartenente niente di meno che a Winky, l’elfo
domestico che Hermione e gli altri avevano incontrati sugli spalti
dello stadio, dove si trovava per ordine del signor Crouch, che fissò
l’elfo esterrefatto, con il viso pallido.
“Non… può… essere…” Mormorò a scatti. “No…”
Senza guardare un secondo di più la creatura tra le mani di Diggory,
Crouch si avviò di fretta nel punto dove era stata trovata Winky,
cominciando a spostare i cespugli, alla disperata ricerca di qualcun
altro.
“Imbarazzante.” Commentò Diggory, poggiando a terra la creatura.
“L’elfo domestico di Barty Crouch…”
“Suvvia Amos.” Disse piano Arthur. “Non crederai che sia stata davvero
lei? Il Marchio Nero è un segno da maghi, serve una bacchetta magica.”
“E infatti ce l’aveva.” Rispose l’altro uomo, per poi mostrare a tutti
i presenti una bacchetta. “Ce l’aveva ancora in mano. Ed è quella di
Ludo Bagman. È un’infrazione dell’articolo tre del Codice dell’uso
delle Bacchette, oltre al furto e al Marchio Nero.”
“Beh, forse non proprio furto.” Disse un mago, avvicinandosi. “Mi sono
accorto di aver perso la bacchetta dopo la partita… Probabilmente mi è
scivolata e Winky l’ha raccolta per restituirmela. Ma come mai si
trovava proprio qui non ne ho idea…”
“È quello che voglio scoprire.” Disse Crouch, tornando indietro,
ancora visibilmente pallido.
Diggory annuì, per poi puntare la sua bacchetta contro l’elfo
domestico. “Innerva.”
Winky cominciò subito a muoversi debolmente, per poi aprire i suoi
occhioni marroni, sbattendo più volte le palpebre, perplessa.
Tremante, si mise seduta, per poi guardare in alto, dove il Marchio
Nero era ancora ben visibile.
Non ci volle che qualche secondo prima che scoppiasse a piangere
disperata.
“Elfa!” Esclamò severamente Amos. “Sai chi sono? Sono un membro
dell’Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche!”
Winky cominciò a oscillare avanti e indietro, con il respiro rotto e
affannoso, visibilmente preoccupata.
“Come vedi, elfa, il Marchio Nero è stato evocato qui.” Continuò il
signor Diggory. “E poco dopo tu sei stata scoperta sotto di esso!
Vogliamo una spiegazione, se non ti dispiace!”
“I-I-Io non l’ha fatto, signore!” Esalò lei. “Io non sa come si fa,
signore!”
“Sei stata trovata con una bacchetta in mano!” Abbaiò il membro del
Ministero, mostrandogliela. “Sappiamo che il suo proprietario l’ha
persa. L’hai trovata e hai pensato di fare qualche magia, eh?”
“I-Io non fa magie con quella, signore!” Si difese Winky, mentre le
lacrime scorrevano sul viso. “Io l’ha… Io l’ha solo trovata, signore!
Io non fa il Marchio Nero, signore, io non sa come si fa!”
“Stai mentendo, elfa!”
“Basta!” Esclamò Hermione, incapace di trattenersi ulteriormente di
fronte a quello spettacolo. “Ma vi sentite? Non vedete quant’è
spaventata? Inoltre, se ci aveste finito di far parlare, vi avremmo
detto che la voce che ha pronunciato l’incantesimo era maschile, e di
sicuro non apparteneva a un povero elfo domestico!”
Diggory la guardò come se fosse pazza. “Beh, questo si può verificare
subito.” Disse, per poi puntare la sua bacchetta contro quella che
aveva trovato con Winky. “Prior Incantatio!”
Dalla punta della bacchetta uscì una copia in miniatura e grigia del
Marchio Nero, che scomparve non appena Amos pronunciò “Deletrius!”.
Tutti i presenti a quel punto tornarono a guardare Winky, la quale non
aveva mai smesso di piangere.
“Allora, direi che le prove sono chiare.” Continuò il mago, guardando
trionfante l’elfa.
“No! Io non l’ha fatto!” Squittì lei. “Io non sa, io non sa come si
fa! Io è un buon elfo, io non usa bacchette, io non sa come si fa!”
“Sei stata colta sul fatto, con la bacchetta colpevole in mano!”
“Amos, pensaci bene… Pochi maghi sanno come fare quell’incantesimo,
come avrebbe fatto a impararlo?” Fece il signor Weasley, mentre
Hermione continuava a fissare furiosa Diggory.
“Forse Amos sta insinuando che io abbia l’abitudine di insegnare ai
miei servi come si evoca il Marchio Nero.” Disse freddamente Crouch,
facendo calare un silenzio molto spiacevole e facendo sbiancare
Diggory.
“S-Signor Crouch… No, non stavo-”
“Ma c’è andato molto vicino, signor Diggory.” Proseguì l’altro.
“Confido che ricordi le molte prove che ho dato, nel corso di una
lunga carriera, del mio odio e disprezzo per le arti oscure e per
coloro che le praticano!”
“Signor Crouch, io… io non ho mai insinuato che lei abbia qualcosa a
che fare con questa faccenda…” Mormorò Amos Diggory, sbiancando.
“Ma sta accusando la mia elfa, e di conseguenza accusa me.” Gridò
Crouch. “Altrimenti dove avrebbe imparato a evocarlo?”
“Lei… Lei potrebbe averlo imparato ovunque…”
“Precisamente Amos.” Disse Arthur, intervenendo a favore dell’amico.
“Potrebbe averlo imparato ovunque. Winky, dove hai trovato quella
bacchetta?”
L’elfa si torceva con tanta veemenza l’orlo del suo strofinaccio che
questo le si stava sfilacciando tra le dita.
“Io… Io l’ha trovata… l’ha trovata là, tra gli alberi, signore…”
“E questo è tutto, Amos.” Concluse il signor Weasley. “Winky ha solo
trovato la bacchetta dopo che questa è stata usata per evocare il
marchio. Ha solo avuto la sfortuna di essere nel luogo sbagliato al
momento sbagliato.”
“Ma allora potrebbe aver visto chi è stato! Elfa, hai visto qualcuno?”
Winky riprese a tremare, guardando alternativamente il signor Crouch,
Bagman e Diggory, per poi scuotere la testa.
“No signore… Io non ha visto nessuno… Nessuno…”
“Amos.” Disse seccato Crouch. “Sono pienamente consapevole che
normalmente dovrebbe portare Winky al suo Ufficio per interrogarla. Ma
le chiedo di lasciarla a me. Può stare certo che verrà punita.”
Aggiunse freddamente, notando il fastidio negli occhi di Diggory.
“P-P-Padrone…” Balbettò Winky con occhi traboccanti di lacrime.
“T-T-Ti prego, p-p-padrone…”
Crouch la fissò di rimando, senza mostrare alcuna pietà. “Questa sera
Winky si è comportata in un modo che non avrei mai creduto possibile.”
Disse. “Le avevo ordinato di restare nella tenda mentre uscivo a
sistemare la faccenda, e ora scopro che mi ha disubbidito. Questo vuol
dire vestiti.”
“No!” urlò disperata Winky, prostrandosi ai piedi del signor Crouch.
“No padrone! Vestiti no, vestiti no!”
Senza mostrare alcun pentimento nelle sue parole, Crouch cominciò a
togliersi la giacca.
“Lei è un mostro.” Disse Hermione, attirando su di sé lo sguardo di
tutti i presenti.
“Hermione, per piacere…” Mormorò Ron, venendo tuttavia ignorato dalla
ragazza.
“Quella povera elfa si sta disperando alla sola idea di venire
liberata dalla sua schiavitù! Nonostante come la tratta,
costringendola ad ignorare le sue paure, si rifiuta di abbandonarla! E
lei la tratta come se fosse spazzatura?”
“Un elfo domestico che ignora gli ordini del suo padrone è
spazzatura, signorina.” Replicò l’uomo, guardandola freddamente e
allontanandosi da Winky. “Con le sue azioni ha solo macchiato la mia
reputazione.”
“La sua reputazione? Per quanto mi riguarda, la sua reputazione vale
meno di zero!” Gridò la ragazza. “Non so cos’ha fatto in passato, e
non mi interessa! Tutti i presenti sanno benissimo che un elfo
domestico non potrebbe aver mai evocato il Marchio Nero! E con tutti i
maghi che scappavano, senza contare quelli che attaccavano le tende,
non mi stupisco che sia uscita dalla tenda! Restare dentro le sarebbe
anche potuto costare la vita!”
“Non parlare di cose che non sai, ragazzina. Un elfo domestico è
tenuto a obbedire al suo padrone, non importa a che prezzo.”
“Davvero? E perché? Perché i maghi sono superiori agli elfi o qualche
altra idiozia del genere? Per come la vedo io chi la pensa così è allo
stesso livello di Voldemort e dei suoi seguaci!”
Ignorando il fiato collettivo che veniva trattenuto al nome, Hermione
e Barty Crouch continuarono a fissarsi a vicenda, con lo sguardo pieno
d’odio.
“Ci tieni davvero così tanto a quest’elfa incapace, eh?” Disse infine
Crouch. “Allora puoi anche prendertela. Voglio proprio vedere cosa ne
farai.”
“Sicuramente la tratterò meglio di quanto ha fatto lei! Mi assicurerò
che si senta al sicuro, tranquilla e senza alcun obbligo! Se non vorrà
fare nulla sarà libera di fare così, e se vorrà aiutare in casa allora
sarà mia premura che non si sforzi più del dovuto!”
Crouch la derise. “Molto bene, signorina. Se pensi realmente di poter
cambiare il normale ordine delle cose, allora Winky è tua. Non pensare
di poterle chiedere qualcosa sul mio conto, gli elfi sono tenuti a
mantenere il segreto dei loro vecchi padroni, anche di fronte ad un
ordine di quelli nuovi.”
“Non ho la minima intenzione di chiedere qualcosa su un uomo
riprovevole come lei! E non sarò la sua padrona! Se lo vorrà sarò sua
amica. Non sarebbe il primo elfo domestico con cui faccio amicizia.”
“Hai sentito, elfa?” Disse Crouch, senza nemmeno abbassare il suo
sguardo. “Da adesso in poi non sei più al mio servizio, ma a quello
della signorina… Credo di non aver capito il suo nome.”
“Hermione Granger.” Rispose lei freddamente.
“Bene signorina Granger. I miei complimenti, è appena entrata in
possesso di un elfo domestico incapace.”
“Le dimostrerò che si sbaglia, signore.” Replicò Hermione, per poi
raggiungere Winky e abbassarsi alla sua altezza. “Ehi… Dai,
andiamocene da qui.” Disse, con tono decisamente più tranquillo.
“M-Ma io… Io deve servire famiglia… Winky è un fallimento…”
“No, non lo sei.” Disse Hermione, sorridendole. “E tranquilla. Sono
sicura che i miei genitori saranno felici di accoglierti a casa
nostra.”
Dicendo ciò le porse la mano, che l’elfa fissò per qualche secondo,
prima di prenderla.
“Bene, lo spettacolo è finito!” Esclamò Arthur, battendo le mani.
“Direi che per stanotte tutti noi abbiamo vissuto fin troppe emozioni.
Forza ragazzi, torniamo indietro.”
I Weasley più giovani annuirono, ancora attoniti da ciò a cui avevano
appena assistito.
“Cavoli… Hermione è stata troppo tempo con Erza e Mira.” Mormorò Fred.
“Meno male che la sua magia è innocua.”
Hermione non disse nulla, limitandosi a prendere tra le braccia
un’ancora sconvolta Winky, per poi seguire il signor Weasley.
In pochi minuti, sul posto rimase solo il signor Crouch.
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Okay... stavolta temo proprio di essermi superato con il ritardo...
Vorrei poter trovare una scusa valida, ma l'unica cosa che posso
dire è che sono stato preso, sia tra impegni nella vita reale sia
con altri progetti legati alle fan fiction... Infatti ho
recentemente iniziato a lavorare a una nuova fiction. Ma dato che
non sarà lontanamente lunga come questa o Equilibrio, ho deciso che
inizierò a pubblicarla solo una volta che sarà terminata... E visto
che il fandom che la riguarda ha già visto diversi miei fallimenti
come scrittura, voglio prima essere sicuro di concluderla. Ma sono
già oltre la metà, quindi stavolta ho buone speranza... perciò posso
solo dire Plus Ultra ù.ù
Tornando a questa fan fiction, ho una confessione da fare: sono andato
a rilento perché ho letteralmente finito i capitoli che avevo già
messo giù come base. L'ultima saga è stata sfortunata: ci ho messo più
di quattro anni a concluderla, e non ho vere e proprie scuse per
questo... nei miei piani iniziali a quest'ora dovevo aver già concluso
la storia. Ho tutto in mente, ma non riesco a scrivere, motivo per cui
sto andando così a rilento. Ma appunto, non sono bloccato perché non
so come andare avanti, ma più che altro perché non riesco a mettere
per scritto le mie idee...
Ma non mi arrendo! Voglio concludere questa storia e Equilibrio. Non
mi sono mai fermato per nessuna delle due. Come anche per le altre mie
storie, sia iniziate sia ancora in fase di scrittura.
Spero di riuscire a portarvi i prossimi capitoli prima che passi più
di mezzo anno... posso solo augurarmi di continuare ad intrattenervi
con le mie storie.
In men che non si dica, il
1° di settembre arrivò.
I ragazzi tornati sulla Terra si riunirono sull'espresso per Hogwarts:
Hermione, dopo la finale, aveva deciso di tornare a casa, principalmente
per spiegare ai suoi genitori cos'era successo con Winky.
Inizialmente non avevano preso bene la notizia, dato che proprio come
lei erano contrari all'idea di avere un servitore, ma una volta che la
figlia aveva spiegato loro la storia per intero, soprattutto come tutti
gli elfi domestici erano convinti di dover servire i loro padroni a
qualunque costo, il trio aveva deciso di dimostrare alla piccola
creatura che non doveva essere per forza un rapporto di schiavitù. Così
alla fine erano giunti a un compromesso: avrebbero accettato l’aiuto di
Winky nel tenere pulita e in ordine sia la loro casa sia il loro studio
dentistico, ma lei non si sarebbe punita in alcun modo, oltre a dover
mangiare con loro a ogni pasto e a riposarsi ogni volta che si sentiva
stanca, oltre ad avere un giorno a settimana di riposo. Avevano provato
a convincerla ad accettare uno stipendio, ma l’elfa si era
categoricamente rifiutata. Tuttavia considerarono una vittoria essere
riusciti a farle accettare di cucirsi dei vestiti migliori dello
straccio che indossava. I genitori di Hermione avevano provato a
regalarle direttamente un vestito, non sapendo che così facendo
l’avrebbero liberata. Ci volle un intero giorno per calmare Winky.
Tuttavia i vantaggi per la famiglia Granger si fecero subito evidenti:
Winky con il solo schioccare delle dita era in grado di pulire subito
tutta la casa, e allo studio si era dimostrata in grado anche di
sterilizzare gli strumenti di lavoro, facendo così risparmiare ai due
dentisti le spese di pulizia. Ovviamente questi ultimi lavori erano
eseguiti da un’elfa invisibile agli occhi degli altri babbani.
I gemelli Weasley ridacchiarono sentendo ciò.
“Immagino che per un elfo domestico doversi assicurare che degli oggetti
siano puliti a un tale livello sia una sfida personale.” Fece Fred.
“Già. Dovevate vedere come li brillavano gli occhi quando i miei hanno
finito di spiegarle che cosa significava sterilizzare. Winky era a dir
poco entusiasta. Io e i miei siamo convinti che riusciremo presto a
convincerla a rilassarsi ulteriormente, fino a chiederci qualcosa quando
lo desidera.”
“È fantastico Hermione!” Esclamò Luna. “Non pensavo avresti ottenuto
simili risultati in così poco tempo. Anch’io non ho mai capito come mai
molti maghi maltrattano gli elfi domestici, quando questi hanno
chiaramente una magia più potente della nostra.”
“In effetti, credo di aver visto Dobby fermare Elfman un paio di volte
mentre stava per scatenarsi in una rissa. Anche se ha saggiamente
evitato di fare lo stesso con Harry, Erza e non è mai andato contro
Mira, cosa che ora ci è perfettamente comprensibile.” Disse George, per
poi girarsi verso la bionda. “Ehi Luna, Harry o qualcun altro ti ha
detto in che cosa consisteva questa loro misteriosa e lunga missione?”
“Certo.” Rispose lei, tranquilla.
Tutti gli altri nella cabina restarono in silenzio, fissandola.
“Embè?” Domandò infine Ron.
“Cosa?”
“Qual è questa missione?”
“Oh, volevate saperlo? Mi dispiace, ma mi hanno chiesto di non dirvelo.”
Fece Luna, sorridendo e costringendo gli altri presenti a trattenersi
dal cadere a terra per la sorpresa.
“Ma che diamine devono fare di così segreto?” Domandò Hermione,
sospirando. “E non sono solo loro, sembra che l’intero mondo sia a
conoscenza di qualcosa che noi ignoriamo.”
“Perché dici così?”
“Vi ricordate di Fleur, no?” Continuò la castana, ricevendo degli
assensi di conferma. “Mi ha parlato di qualcosa, dando per scontato che
ne fossi a conoscenza. Ma non appena ha capito che non era così mi ha
detto che non voleva correre rischi.”
“Beh, non credo sia qualcosa che abbia a che fare con Harry e gli altri.
Sarà stata anche a conoscenza di Fiore, ma dubito che fosse coinvolta.”
“No, infatti. Però ho notato che anche i vostri genitori e fratelli
maggiori facevano attenzione a come parlavano in nostra presenza.”
“È vero.” Ammise Ginny. “Mi chiedo cosa stia succedendo di così
importante…”
“Sicuramente qualcosa che coinvolge Percy, se il suo comportamento è un
segno.” Dissero insieme Fred e George.
“Sembra quasi che sia stato nominato Ministro della Magia, invece che
semplice assistente di Crouch.” Sbuffò Ron, per poi guardare Hermione.
“E sei stata fortunata a tornare subito a casa dopo la finale, o avresti
rischiato di venire attaccata da lui. Considera Crouch una specie di
divinità scesa sulla Terra, ed è convinto che tu gli abbia fatto un
torto imperdonabile ad avergli portato via il suo elfo domestico.”
“È libero di pensare quello che vuole, non m’importa.” Replicò Hermione,
per nulla sorpresa. Percy non era mai stato particolarmente simpatico a
nessuno di loro.
“Io sono più preoccupato per un’altra questione.” Li interruppe Fred.
“Chi dirà ad Angelina che non ci saranno né Harry né Erza quest’anno?”
“Perché dovrebbe importarle così tanto?”
“Angelina è stata nominata Capitano della squadra di Quidditch di
Grifondoro, visto che Baston si è diplomato. E loro due sono i migliori
membri della squadra, dopo noi due ovviamente.” Spiegò l’altro gemello,
ghignando.
“E tu come fai a saperlo, George?” Domandò Hermione. “Non sapevo vi
eravate incontrati quest’estate.”
“B-Beh, diciamo che potremmo esserci visti qualche volta a Diagon
Alley…” Borbottò il diretto interessato.
“Già. Soprattutto in uno di quei locali dedicati alle coppiette
innamorate.” Sghignazzò il fratello, solo per ricevere in faccia la mano
di George, il cui volto era diventato rosso quasi come i suoi capelli.
“E qualcuno, per quanto invidioso della mia innata bellezza, dovrebbe
imparare a lasciare un po’ di privacy, quando richiesto.” Bofonchiò,
facendo scoppiare tutti a ridere.
L’arrivo a Hogwarts quell’anno avvenne senza nessun imprevisto. Questo
almeno fino a quando non raggiunsero le carrozze, dove ebbero il
dispiacere di incontrare Draco Malfoy.
“Oh, quindi le voci erano vere: Potter e i suoi strambi amici hanno
abbandonato i traditori di sangue e i sangue sporco.”
“Certo Malfoy, è proprio come dici tu.” Rispose Hermione, alzando una
mano per fermare i Weasley dal lanciarsi contro di lui. “Ma almeno noi
conosciamo un vocabolario un po’ più ampio del tuo. Sembra che tu non
conosca altri termini.”
“Oh, attenzione, sembra che Granger sia sul piede di guerra.” Ridacchiò
lui. “Sembra quasi che tu pensi che solo perché mi hai risposto allora
io mi farò da parte come qualsiasi miserabile bullo. Beh, mi dispiace,
ma non m’impressioni per niente. Tuttavia, ho cose migliori da fare che
restare a parlare con voi. Dopotutto, considerando quello che deve
succedere quest’anno… Oh, forse è questo il motivo: Potter e gli altri
sono dei vigliacchi, in fin dei conti. Dopotutto manca pure Paciock.”
“Credimi Malfoy, tu non hai la più pallida idea di cosa significhi avere
paura.” Disse Fred. “Sei solo un moccioso viziato che si ripara sempre
dietro alle spalle del papà.”
Detto ciò il gruppo lo superò, salendo sulla carrozza, che partì subito.
Draco restò in silenzio, per poi sorridere. “Davvero? Oh, lui ne
sarebbe stato ben felice.” Mormorò divertito.
Una volta arrivati nella Sala Grande, la cena ebbe inizio non appena
terminato lo smistamento dei nuovi studenti, dove Grifondoro ottenne
anche il fratello minore di Colin Canon, Dennis.
Non ci volle molto prima che tra i quattro tavoli cominciasse a girare
la voce dell’assenza di Harry Potter, come quella di altri Grifondoro. A
conferma di ciò c’erano anche gli sguardi di diversi insegnanti a
Silente, il quale però proseguì tranquillo a consumare la cena.
Come previsto da George, Angelina non fu per nulla contenta della
notizia.
“E voi non avete fatto nulla per fargli cambiare idea?” Domandò
incredula, fissando principalmente George, che deglutì il boccone che
stava mangiando.
“Ci abbiamo provato, ma non hanno voluto sentire ragioni… non ci hanno
nemmeno detto il perché non sarebbero venuti.” Rispose lui.
“E ora dove li trovo un altro cercatore e cacciatore?” Si chiese
sconsolata la ragazza, lasciando cadere la testa sul tavolo. “E mi sono
pure fatta consigliare da Baston da quando ho ricevuto il distintivo da
capitano…”
“Dai, sono sicuro che per il prossimo anno quei suggerimenti torneranno
utili.”
“Sinceramente, spero quasi che quest’anno la coppa di Quidditch salti.
Preferisco così piuttosto che rischiare di perdere durante il mio primo
anno come capitano.”
“Non dirlo nemmeno per scherzo!” Esclamò Lee Jordan. “Non pensi a me?
Perderei il mio ruolo di cronista!”
“Questo potrebbe essere un motivo. La McGranitt avrebbe diversi infarti
in meno.” Commentò un loro compagno, facendo scoppiare tutti a ridere.
Quando anche le ultime briciole dei dessert scomparvero magicamente dai
piatti, Silente si alzò in piedi, facendo scendere immediatamente il
silenzio sull'intera sala.
“Dunque!” Esordì il preside, sorridendo a tutti quanti. “Ora che siamo
tutti sazi e dissetati, devo richiamare ancora una volta la vostra
attenzione su alcuni avvisi. Mastro Gazza, il nostro custode, mi ha
chiesto di ricordarvi che alla lista di oggetti proibiti dentro le mura
del castello quest’anno sono stati aggiunti gli Yo-yo Ululanti, i
Frisbee Zannuti e i Boomerang Rimbalzatutto. Chi desiderasse vedere la
lista completa dei circa quattrocentotrentasette oggetti proibiti può
consultarla nell’ufficio di Mastro Gazza.”
Gli angoli della bocca di Silente si arricciarono. “Come sempre, vorrei
ricordare a tutti voi che la Foresta compresa entro i confini del parco
della scuola è proibita agli studenti, come lo è il villaggio di
Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora al terzo anno e sono privi
dell’autorizzazione.”
Qui il preside prese una pausa. “È altresì mio doloroso dovere
informarvi che la Coppa di Quidditch di quest’anno non avrà luogo.”
Fred, George e Lee, che stavano bevendo, sputarono immediatamente
l’acqua.
“CHE COSA?!” Esclamarono assieme, per poi voltarsi a guardare Angelina,
la quale fece per scivolare lungo la sedia, sentendo gli sguardi di chi
l’aveva sentita prima fissati contro di lei.
Silente alzò le mani, nel vano tentativo di calmare l’agitazione
provocata dalla sua ultima dichiarazione. Alla fine dovette arrendersi e
decise di proseguire lo stesso con il discorso.
“Ciò è dovuto a un evento che prenderà il via in ottobre e continuerà
per tutto l’anno scolastico, impegnando molto del tempo e delle energie
degli insegnanti: ma sono certo che vi divertirete tutti enormemente. Ho
infatti l’immenso piacere di annunciare che quest’anno a Hogwarts-”
Il preside venne interrotto dal rumore delle porte della Sala Grande,
che si spalancarono.
Tutti gli studenti si voltarono verso l’ingresso, dove c’era un uomo
appoggiato a un lungo bastone, avvolto in un mantello nero da viaggio.
L’uomo abbassò il cappuccio, mostrando una folta chioma di lunghi
capelli brizzolati e il volto quasi interamente ricoperto di cicatrici,
con il naso a cui mancava un pezzo e un occhio tondo come una moneta di
un vivace blu elettrico, totalmente diverso dall’altro, che era piccolo,
scuro e lucente. L’occhio blu si muoveva incessantemente, senza che mai
calasse la palpebra, ruotando su e giù e da una parte all’altra,
totalmente autonomo dall’altro, per poi roteare all’indietro, mostrando
solo il bianco.
L’uomo cominciò ad avanzare verso il tavolo degli insegnanti, seguito da
un sordo clunk che echeggiava nella sala un passo sì e uno no.
Lo sconosciuto raggiunse l’estremità del tavolo, voltò a destra e
zoppicò vistosamente verso Silente e non appena raggiunto gli tese una
mano coperta di cicatrici quanto il suo volto.
Silente gli strinse la mano, mormorando parole che nessuno in sala
riuscì a sentire.
Lo sconosciuto scosse la testa, per poi rispondere con lo stesso tono.
Dopo ciò il preside annuì, per poi fargli segno di sedersi al posto
vuoto alla sua destra.
Lo stranierò obbedì e non appena seduto di fronte a lui apparve un
piatto di salsicce, che prese e portò di fronte a ciò che restava del
naso, annusandolo. Soddisfatto, estrasse dalla tasca un coltellino,
v’infilzò l’estremità di una salsiccia e cominciò a mangiare. L’occhio
normale era fisso sul piatto, ma quello blu sfrecciava ancora
irrequieto, osservando la Sala Grande e gli studenti.
“Vorrei presentarvi il nostro nuovo insegnante di Difesa contro le Arti
Oscure.” Disse allegro Silente, rompendo il silenzio. “Il professor
Moody!”
“Moody?” Sussurrò sorpreso Ron. “Quel Moody?”
“Direi di sì, stando alle descrizioni di papà.” Fece Fred.
“Chi è?” Chiese Hermione.
“È un Auror in pensione. Dicono tutti che era il migliore nel suo
lavoro, ma ciò l’ha reso paranoico e un po’… beh, diciamo pazzo. Da qui
il suo soprannome, Malocchio Moody.”
Mentre parlavano, solo pochi tra studenti e personale applaudirono al
nuovo professore, il quale restò del tutto indifferente alla fredda
accoglienza, tirando fuori da una tasca una fiaschetta, da cui bevve una
lunga sorsata.
Silente si schiarì la voce.
“Come stavo dicendo.” Riprese sorridendo. “Nei prossimi mesi avremo
l’onore di ospitare un evento assai emozionante, un evento che non ha
luogo da più di un secolo. È con grandissimo piacere che vi informo che
il Torneo Tremaghi quest’anno si terrà a Hogwarts!”
Immediatamente l’intera Sala Grande venne riempita da urla di sorpresa e
incredulità.
“CHE COSA?!” Gridarono nuovamente i gemelli Weasley, alzandosi in piedi.
“Non è possibile!”
“Oh, invece credo sia proprio così, signori Weasley.” Ridacchiò Silente.
“Per chi tra di voi non sa di cosa si tratti, il Torneo Tremaghi fu
indetto per la prima volta settecento anni fa, come competizione
amichevole tra le tre maggiori scuole europee di magia: Hogwarts,
Beauxbatons e Durmstrang. In ogni torneo veniva scelto un campione per
scuola, che la rappresentava in tre imprese magiche. Le scuole si
alternavano nell’ospitare il torneo ogni cinque anni, e tutti convennero
che fosse un modo eccellente per stabilire legami tra giovani streghe e
maghi di diverse nazionalità… almeno fino a quando il tributo di morti
non divenne così elevato che fu deciso di sospendere il torneo a tempo
indeterminato.”
“Il tributo di morti?” Ripeté a bassa voce Hermione, preoccupata.
“Ci furono diversi tentativi nel corso dei secoli di riportare in auge
il torneo, ma nessuno di essi ebbe molto successo.” Continuò Silente.
“Ma i nostri Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i
Giochi e gli Sport Magici hanno deciso che i tempi erano maturi per un
nuovo tentativo. Durante l’ultimo anno abbiamo lavorato molto per far sì
che questa volta nessun campione o campionessa si ritrovi in pericolo
mortale.
“Le delegazioni delle scuole che parteciperanno al torneo arriveranno
domani pomeriggio, così da permettere ai loro studenti di integrarsi
prima che i campioni vengano scelti. Ciò avverrà la sera di Halloween,
grazie ad un giudice imparziale. Colui che verrà scelto da esso e
vincerà il torneo, oltre a portare gloria alla propria scuola, porterà a
casa un premio in denaro pari a mille galeoni.
“Le condizioni per poter partecipare al torneo verranno rese note domani
sera, dopo che le altre scuole saranno arrivate. Sono sicuro che tutti
voi tratterete i nostri ospiti con la massima gentilezza e che darete il
vostro sincero sostegno al campione di Hogwarts quando verrà designato.
Dato l’evento straordinario, le lezioni di domani saranno sospese per
permettervi di prepararvi ad accogliere i nostri ospiti. E ora, forza,
tutti a letto!”
Silente concluse il discorso, sedendosi nuovamente e cominciando a
parlare con Moody, mentre gli studenti si alzarono, seguendo i
rispettivi Prefetti nelle loro sale comuni.
“Il Torneo Tremaghi! Ci pensate?!” Esclamò Fred. “Potremmo partecipare!
Con quello che abbiamo imparato a Fiore, non ci sarebbe alcuna
difficoltà per noi!”
Il gemello annuì, mentre Ron distoglieva lo sguardo.
“Non sarebbe giusto.” Disse Hermione. “Sapete bene che quella magia è
diversa da quella normale, e salvo che non ci sia qualcosa di davvero
difficile da affrontare, sarebbe meglio evitare.”
Dopo aver detto ciò la ragazza si fermò, subito imitata dai compagni di
gilda.
“Che succede?” Chiese Ginny, per poi vedere un sorriso apparire sul
volto dell’amica.
“Oh, nulla. Ho appena realizzato qualcosa a cui stavo pensando da un
po’.” Rispose lei, facendo sbattere a Ron una mano sul volto.
“Per piacere, non cominciare anche tu con i segreti!” Borbottò, mentre
riprendevano la camminata.
“Oh, tranquillo, non credo di mantenerlo per molto tempo.” Rispose lei,
ridacchiando. “Silente si è divertito parecchio stasera. Ma credo di
essere stata tra le poche a essermene accorta.”
“Vuoi dircelo o no?” Chiese Fred.
“Domani sera sarà chiaro anche a voi.” Disse Hermione, non facendo
sparire il sorriso. “Non vedo l’ora.”
La mattina successiva passò velocemente, in un vociferare continuo tra
studenti e insegnanti che finivano di controllare che fosse tutto a
posto, oltre che a rimproverare diversi ragazzi per non essere in ordine
con i vestiti o per creare troppo disordine.
“Non ho mai visto il castello così agitato.” Commentò Fred. “E dire che
doveva essere un po’ ormai che lo sapevano.”
“Beh, è un evento importante a livello internazionale, è ovvio che
vogliano fare di tutto perché l’impressione di Hogwarts risulti ottima.
Dopotutto, sono sicura che le altre scuole faranno di tutto per lasciare
un’ottima impressione di loro.” Disse Hermione.
“Dimmi solo che non dobbiamo metterci addosso quelle ridicole vesti che
ci hanno chiesto di prendere per quest’anno.” Fece Ron, sospirando.
“In quel caso Silente lo avrebbe detto ieri sera. No, credo dovremo
limitarci a indossare la divisa scolastica, ovviamente in buone
condizioni.”
“Esatto signorina Granger.” Fece la voce della McGranitt, che si fermò
dietro di loro. “Le vesti vi sono state chieste per un evento legato al
torneo, ma non per l’arrivo delle scuole ospiti.”
“Professoressa, questo significa che non possiamo mostrare il nostro
talento con la magia per impressionarli?”
La McGranitt fissò con severità George. “Fortunatamente no, vi è
proibito. Anche perché, come diceva Granger, è una tradizione del torneo
che le scuole al loro arrivo facciano un piccolo spettacolo. Non che io
sia d’accordo con questo, ma temo di non avere voce in capitolo.”
Dicendo ciò sospirò. “Confido almeno in voi studenti di Hogwarts.
Cercate di non fare nulla d’inopportuno, indipendentemente dalle
circostanze. E mi rivolgo principalmente a voi due, signori Weasley.”
“Professoressa, lei così ci offende!” Esclamarono i due gemelli con
finta indignazione. “Sembra quasi pensare che noi possiamo
davvero restare calmi.”
Con un forte sospiro, la McGranitt decise di allontanarsi, fingendo di
non aver sentito l’ultima frase e ignorando il ghigno dei gemelli.
“È un peccato che Harry e gli altri non siano qui.” Disse Ginny. “Sono
sicura che sarebbero stati entusiasti del torneo.”
“Sono sicura che lo sarebbero stati.” Concordò Luna, guardando Hermione
portarsi una mano davanti alla bocca.
Quando mancò solo mezz’ora all’ora d’arrivo delle scuole, gli studenti
delle case si ritrovarono nella Sala Grande, con i Direttori di fronte a
loro, che li divisero in quattro file.
“Seguitemi, prego.” Disse la professoressa McGranitt. “Quelli del primo
anno davanti… non spingete.”
Gli studenti seguirono la vicepreside, finché non si fermarono
all’ingresso del castello, con il Lago Nero in bella vista e uno spiazzo
di terra che Hagrid doveva aver recentemente preparato probabilmente per
una sua futura lezione.
“Sono quasi le sei.” Disse Ron, guardando l’orologio per poi tornare a
fissare il viale di fronte a loro. “Secondo voi come arriveranno?”
“Forse in treno.” Disse Dean, mentre Seamus annuiva d’accordo.
“Sarebbe così banale!” Esclamò George. “Potrebbero arrivare con una
bella esplosione per nascondere il fatto che stiano arrivando a piedi.”
“Non sono tutti dei fanatici delle esplosioni come voi e Natsu.” Li
riprese la sorella.
“Beh, possiamo sperare, no?”
“Spero nulla in stile Phantom Lord. ” Rifletté Fred. “Me ne è bastato
uno solo, di castello con gambe.”
“Come, scusa?” Fece Lee, non sicuro di aver capito bene quello che aveva
detto l’amico.
“Lunga storia.”
“Aha!” Esclamò Silente, attirando l’attenzione di tutti su di sé. “O mi
sbaglio di grosso, oppure sta arrivando la delegazione di Beauxbatons!”
“Dove?” Esclamarono parecchi studenti, guardandosi attorno.
“Laggiù.” Disse Luna, indicando in alto, sebbene venne ascoltata solo
dai suoi amici e da pochi altri.
Lì qualcosa di grosso, molto più grosso di un manico di scopa, o meglio,
di cento manici di scopa, si stagliava nel cielo azzurro cupo, in
direzione del castello.
“È un drago!” Strillò istericamente una ragazzina del primo anno.
“Ma no, è impossibile… Sembra più una casa volante!” Replicò Dennis
Canon.
Dennis scoprì poco dopo di avere quasi indovinato: mentre la gigantesca
sagoma sfiorava le cime degli alberi della Foresta Proibita, videro
un’enorme carrozza di un blu polveroso, dalle dimensioni di una vasta
dimora, che fluttuava verso di loro trainata da una dozzina di cavalli
alati, tutti color ocra dorato e grandi come elefanti.
Le prime tre file di studenti si ritrassero mentre la carrozza
sfrecciava più in basso e si preparava ad atterrare a una tremenda
velocità. Poi, con un fracasso abnorme che fece saltare diversi
studenti, gli zoccoli dei cavalli toccarono terra, seguiti subito dopo
dalla carrozza, che ribalzò sulle vaste ruote, mentre i destrieri d’oro
scuotevano le enormi teste e roteavano gli occhi fieri.
Si ebbe appena il tempo di notare sulla porta della carrozza un blasone
(due bacchette d’oro incrociate da cui spuntavano tre stelle ciascuna)
prima che questa si aprisse, lasciando che un ragazzo vestito di azzurro
pallido balzasse giù, trafficando con qualcosa alla base della carrozza
per poi estrarre una serie di gradini d’oro, arretrando rispettosamente
subito dopo.
In seguito a ciò, una lustra scarpa nera col tacco alto, grande quanto
una slitta per bambini, spuntò dall’interno della carrozza, seguita da
una donna alle cui dimensioni probabilmente solo Hagrid poteva tenere
testa, spiegando così le dimensioni della carrozza. Era vestita da capo
a piedi di satin nero, e molti splendidi opali scintillavano attorno al
collo e sulle sue dita enormi.
Silente prese subito ad applaudire, seguito a breve dal resto degli
studenti di Hogwarts.
La donna distese il viso in un sorriso cortese, per poi avanzare verso
Silente, tendendo una mano tutta bagliori, che Silente baciò.
“Benvenuta a Hogwarts, mia cara Madame Maxime.” Disse il preside.
“Mio caro Silente, spero che stiate bene.”
“Uh?” Fece Fred, sorpreso. “Non pensavo fosse così brava a parlare
inglese.”
“Che stai dicendo? Si capisce a malapena.” Replicò Lee, guardandolo
stranito.
“È merito del marchio di Fairy Tail.” Spiegò Hermione. “Mi ero
dimenticata di dirvelo. L’ho scoperto in Francia, dove riuscivo a capire
e parlare francese senza alcuna difficoltà.”
“Cavoli… Dove si può prendere quel tatuaggio?” Domandò Angelina. “Mi
piacerebbe parecchio avere una simile comodità!”
“Mi spiace, ma solo chi si è iscritto a Fairy Tail può indossarlo.”
Disse Luna. “E diciamo che ci sono alcune condizioni da rispettare.”
“E quali sarebbero?” Domandò un Corvonero, sbuffando al commento della
sua compagna di classe.
“Oh, non ne ho idea.” Rispose lei. “Ma forse lo sanno i Nargilli.”
“I miei studenti.” Sentirono dire da Madama Maxime, che interruppe le
discussioni, mentre indicava alle sue spalle.
Lì, scendendo dalla carrozza, una dozzina di ragazzi e ragazze, tutti
tra i diciassette e i diciotto anni, fecero la loro comparsa, e in prima
fila si poteva vedere Fleur, che non appena scorse Hermione la salutò
con una mano.
“Conosci quella ragazza?” Chiese subito un Tassorosso del quinto anno,
guardando sorpreso Hermione.
“L’ho incontrata durante le mie vacanze. Dopo ieri sera, avrei dovuto
capire che sarebbe venuta qui.” Disse lei, rispondendo al saluto.
“Siamo i primi?” Domandò poi Madama Maxime a Silente.
“Sembra proprio di sì, anche se credo che Karkaròff stia per arrivare.”
Rispose lui.
“Capisco. Vorrà dire che aspetteremo.” Disse la preside di Beauxbatons,
facendo cenno ai suoi studenti di porsi alle sue spalle.
Non dovettero aspettare molto prima che qualcos’altro disturbasse il
basso mormorio creatosi tra gli studenti.
Il rumore di un rombo e di un risucchio soffocato si fece largo nel
silenzio, costringendo tutti a guardarsi attorno.
“Il lago!” Esclamò Lee, indicandolo. “Guardate il lago!”
Tutti obbedirono al suo urlo, voltandosi a guardare il Lago Nero, la cui
superficie cominciò a incresparsi, fino a creare una turbolenza con
bolle giganti attorno, provocando una serie di onde che andarono a
scontrarsi sulla riva.
Infine, come se fosse appena stato tirato via un tappo gigante dal fondo
del lago, un vortice apparve al suo centro, lasciando uscire un lungo
palo nero, seguito a breve da una maestosa nave dall’aria scheletrica,
con fioche luci che scintillavano dai boccaporti somigliando così a
occhi spettrali.
La nave, non appena emerse del tutto, scivolò verso la riva, fermandosi
a pochi metri di distanza.
Qualche istante dopo si sentì il tonfo di un’ancora gettata, seguito da
quello di una passerella.
I passeggeri sbarcarono, avvicinandosi subito agli altri presenti,
guidati da un uomo con addosso una pelliccia liscia e argentea, in tinta
con i suoi corti capelli e il suo pizzetto, che finiva con un piccolo
ricciolo.
“Silente!” Gridò con calore questi, raggiungendo il preside. “Come stai,
mio caro amico?”
“Benissimo, grazie, professor Karkaròff.” Rispose Silente, con tono
pacato, stringendogli la mano.
“Cara vecchia Hogwarts…” Disse il preside di Durmstrang, guardando il
castello. “Com’è bello essere di nuovo qui.”
“Non ci credo!” Esclamò Ron, sgranando gli occhi mentre osservava gli
studenti appena arrivati, indicandone poi uno dal grosso naso ricurvo e
dalle folte sopracciglia nere. “Quello è Viktor Krum!”
“È davvero lui!” Concordò Lee, altrettanto entusiasta. “Non credevo
fosse ancora uno studente!”
“Per l’amor del cielo, è solo un giocatore di Quidditch!” Sbuffò
Hermione.
“Solo un giocatore di Quidditch?!” Ripeté incredulo Ron. “È uno dei
migliori Cercatori del mondo!”
Il mormorio entusiasta degli studenti continuò per diversi minuti, ma
nessuno dei professori sembrava intenzionato a voler tornare al
castello.
Quando anche la delegazione di Durmstrang si affiancò agli altri, alcuni
studenti cominciarono a guardarsi intorno, domandandosi che cosa
stessero ancora aspettando. Tale confusione sembrò estendersi anche agli
studenti stranieri.
“Beh, che succede ora?” Domandò Fred. “Pensavo che una volta arrivate le
scuole saremmo tornati dentro a cenare.”
“Oh, sono sicura che sarà così.” Rispose Hermione, sorridendo.
“E allora perché siamo ancora qui? È quasi il tramonto.” Disse Ron.
La sua risposta fu un rumore metallico. Il rumore si ripeté, finché non
assunse il suono distinto di una pesante camminata, seguita da dei passi
più leggeri.
Gli studenti si guardarono intorno, confusi.
“Scusate il ritardo.” Disse una voce tranquilla, attirando l’attenzione
di tutti verso il terreno preparato da Hagrid.
Lì, al centro dello spiazzo, interamente coperta dalla sua armatura,
Erza Scarlett conficcò una delle sue spade a terra, mentre al suo fianco
Mira sorrise, facendo un inchino.
“Erza?!” Esclamò l’intero gruppo di studenti di Fairy Tail, ad eccezione
di Luna e Hermione, mentre dietro di loro Angelina sbiancò vistosamente.
“Quella è Erza?!” Domandò sorpreso Lee. “Perché indossa un’armatura? E
soprattutto, perché è lì? Pensavo che quest’anno non ci fosse!”
“C’è anche Mira!” Deglutirono in sincronia i gemelli, mentre Silente
sorrideva.
La ragazza in questione fece qualche passo in avanti, lasciando dietro
di sé Erza.
“Sembra che siamo gli ultimi, eh?” Fece lei, sorridendo, per poi
lasciare che sotto di lei apparisse un cerchio magico, che l’avvolse
completamente, lasciando apparire dopo pochi istanti la sua forma
demoniaca, facendo urlare diversi studenti dalla sorpresa.
“Allora lasciate che rimediamo al nostro ritardo!” Esclamò Mira, per poi
venire nascosta da un muro di fiamme alto una decina di metri, che
avvolse interamente lo spiazzo di terra.
Dopo pochi istanti questi si congelò di colpo, per poi infrangersi in
migliaia di frammenti, che si sciolsero in acqua mentre erano ancora in
aria, convogliandosi nel Lago Nero.
Lì, dove prima c’era solo terra, si ergeva una piccola villa di legno,
con il marchio di Fairy Tail in bella vista sopra di essa.
E di fronte all’ingresso, con Master Makarov davanti a tutti, Harry,
Neville, Erza, Natsu, Gray, Mira, Elfman, Juvia, Levi, Gajil, Happy e
Porlyusica osservarono con un ghigno i volti increduli degli studenti.
“La scuola di Magia di Fairy Tail è qui!” Esclamò ad alta voce Makarov,
mostrando il suo migliore sorriso.
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Ehm... C'è ancora qualcuno?
Okay, sono (ancora una
volta) in ritardo... purtroppo sto trovando sempre più difficoltà a
trovare il tempo e l'ispirazione per mettermi a scrivere... e quando la
trovo succede puntualmente qualcosa che mi ferma... Ma non oggi! E non è
un pesce d'aprile!
Ora che siamo quasi tutti
forzatamente chiusi in casa, un po' di tempo l'ho trovato! E visto che
bisogna sempre cercare di vedere il lato positivo delle situazioni,
almeno sto mettendo a posto un po' di idee.
Ma ho imparato la lezione,
quindi anche se sto scrivendo diverse cose, ho deciso che le pubblicherò
solo una volta terminate (se sono al massimo di pochi capitoli) o se
sono notevolmente avanti con i capitoli. Cosa che infatti farò con la
mia prossima fan fiction multi capitolo, la quale è già scritta per
metà, e che mi vedrà tornare in un fandom che ho abbandonato da
parecchio, almeno come scrittura... Nessun spoiler in proposito, se non
che l'idea mi è venuta in mente prima che diventasse ufficiale ù.ù
Ma torniamo qui!
Ormai era chiaro penso alla
maggior parte delle persone il "colpo di scena" finale... e infatti non
è su quello che punterò la prossima saga, ma su altri eventi nuovi.
Spero solo che continuate
ad aver pazienza con i miei tempi di rilascio dei capitoli e che la
trama continui a farvi tornare a leggere...
Poi ehi, ci sarà il solito
crossover natalizio anche in questa saga, ed è su quello che al momento
sto lavorando ù.ù