In quel di Konoha... di Ellygattina (/viewuser.php?uid=649673)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day 1: Allarme Covid-19! (Naruto) ***
Capitolo 2: *** Day 2: Fine degli esami (Sasuke) ***
Capitolo 3: *** Day 3: Senza protezione (Sakura) ***
Capitolo 4: *** Day 4: Città fantasma (Sai) ***
Capitolo 5: *** Day 5: Pomeriggio su skype (Shino) ***
Capitolo 6: *** Day 6: Chi l'avrebbe mai detto, in pieno coronavirus? (Kiba) ***
Capitolo 7: *** Day 7: Coccole & torte (Hinata) ***
Capitolo 8: *** Day 8: Guerra all'ultimo pacchetto (Choji) ***
Capitolo 9: *** Day 9: Palestra fai-da-te (Ino) ***
Capitolo 10: *** Day 10: Dolce far niente (Shikamaru) ***
Capitolo 11: *** Day 11: Un appartamento per tre (Tenten) ***
Capitolo 12: *** Day 12: Cercasi shampoo (Neji) ***
Capitolo 13: *** Day 13: Ultime parole famose (Rock Lee) ***
Capitolo 14: *** Day 14: Inno nazionale (Dosu) ***
Capitolo 15: *** Day 15: Aggrappata a una foto (Shiho) ***
Capitolo 16: *** Day 16: Bisogno d'amore (Matsuri) ***
Capitolo 17: *** Day 17: Felice di rivederti (Ayame) ***
Capitolo 18: *** Day 18: Mangiare per sopportare (Jirobo) ***
Capitolo 19: *** Day 19: Amore ai fornelli (Rin) ***
Capitolo 1 *** Day 1: Allarme Covid-19! (Naruto) ***
Day
1: Allarme Covid-19!
Personaggio:
Naruto
Prompt:
A e B sono coinquilini e costretti alla quarantena. A ha l'influenza
e teme di aver contratto il virus. B, invece di curarlo, s'inventa
ogni modo possibile per stargli alla larga in un bilocale.
Naruto si lasciò ricadere
esausto sul cuscino dopo l'ennesimo attacco di tosse, respirando a
fatica. Erano un paio di giorni che si sentiva sempre peggio e
iniziava davvero a temere di essersi preso il terribile Covid-19 che
aveva già mietuto parecchie vittime in città. I
sintomi più comuni
c'erano tutti e la febbre, tra l'altro piuttosto alta, non voleva
saperne di scendere. Aveva già telefonato al suo medico, che
dopo
avegli posto un sacco di domande, aveva liquidato la cosa come una
normale influenza, ma la situazione era drasticamente peggiorata in
poche ore, e come se non bastasse, il suo ragazzo non gli dava un
minimo di attenzione. D'accordo che aveva passato giorni a prenderlo
in giro ogni volta che lo vedeva con la mascherina o che gli intimava
minaccioso di rispettare le norme di sicurezza, ma non era giusto
ignorarlo così. Si erano sempre curati amorevolmente a
vicenda
quando si ammalavano, eppure questa volta Sasuke inventava mille
scuse per stargli il più lontano possibile. La notte
precedente
aveva addirittura dormito sul divano, sostenendo che lui russava
troppo e Naruto si sentiva davvero solo.
«Come ti senti?» gli
chiese in quel momento il ragazzo, appena entrato nella stanza.
«Uno schifo» si lamentò
lui, implorandolo con lo sguardo di avvicinarsi un po' di
più. In
fondo indossava l'immancabile mascherina ed era sicuro che sarebbe
corso a lavarsi le mani appena fosse uscito. Cosa gli costava fargli
qualche carezza e consolarlo un po'?
Ovviamente non lo fece,
limitandosi a osservarlo per alcuni secondi, all'apparenza
indifferente agli ennesimi colpi di tosse e al naso che non smetteva
di colargli, prima di passargli il termometro.
«Rimani qui» provò a
trattenerlo Naruto, un attimo prima che lasciasse la stanza.
«Sto lavorando» gli
rispose secco Sasuke, facendo per andarsene.
«Puoi lavorare anche da
qui» insistette.
«Ti disturberei e basta.»
«Di solito non ti importa.»
«Di solito non stai così
male.»
«E allora mi abbandoni?»
«Non ti sto abbandonando!»
«Sì invece!»
Per qualche secondo si
guardarono con gli occhi che mandavano scintille, entrambi ben decisi
a difendere la loro posizione.
«Lo vuoi capire o no che
esistono delle precise norme di sicurezza, che vanno rispettate per
il bene proprio e degli altri?» sbottò alla fine
Sasuke, stufo di
quell'inutile discussione.
«E tu lo vuoi capire che
sto male e ho bisogno di te?» gli rispose per le rime Naruto,
sperando ardentemente che cedesse. Gli mancava il fiato e la gola gli
doleva troppo per litigare.
Il compagno sospirò, ma
prima che potesse trovare una risposta adatta, squillò il
telefono
che aveva lasciato nell'altra stanza.
«Devo lavorare adesso, lo
sai» disse a quel punto sbrigativo, lasciandolo solo.
Naruto fissò deluso la
porta, sentendosi crollare il mondo addosso quando guardò il
termometro. La febbre era ancora sotto i 38°, ma stava
già
risalendo, a dispetto della medicina che aveva preso poche ore prima.
Era stato davvero contagiato dal coronavirus, che fino a un paio di
giorni prima derideva senza problemi? Se era così, Sasuke
aveva
ragione a stargli lontano, ma una parte di lui desiderava comunque un
abbraccio consolatorio. E se non fosse riuscito a superare la
malattia? Non voleva nemmeno pensare di morire da solo in un letto
d'ospedale con il ricordo di tutti quei giorni passati lontani, pur
vivendo insieme in un bilocale...
Per un attimo fu tentato di
richiamarlo e supplicarlo in ogni modo finché non avesse
ceduto, ma
sapeva che non sarebbe stato giusto. In fondo un po' se l'era
cercata, prendendo così alla leggera le raccomandazioni che
ormai
erano scritte e ripetute ovunque, ma quando usciva di casa rispettava
per forza la distanza di sicurezza e il divieto di contatto fisico.
Come aveva fatto a prenderlo?
Naruto sospirò sconsolato,
limitandosi ad ascoltare distrattamente la telefonata di lavoro di
Sasuke nella stanza di fianco con gli occhi che già gli si
chiudevano. Il fidanzato lavorava infatti per una grande azienda che
fin da subito si era attrezzata per permettere ai dipendenti di
svolgere i propri compiti da casa, e oltre a questo, per passare il
tempo, stava approfittando del periodo di isolamento forzato per
sistemare l'appartamento. Lui invece aveva continuato a recarsi al
bar in cui lavorava finché il governo non ne aveva ordinato
la
chiusura per cercare di contenere il numero dei contagi, lasciandolo
senza nulla di concreto da fare dalla mattina alla sera. Secondo il
compagno, lui e le faccende domestiche erano nemici naturali, motivo
per cui, tra piccoli passatempi da svolgere tassativamente a distanza
di sicurezza, si era offerto volontario per le interminabili file ai
supermercati e in qualunque altro posto rimasto miracolosamente
aperto, che se non altro gli permettevano comunque di uscire a
prendere di tanto in tanto una boccata d'aria. La situazione in
città
era davvero insostenibile però e non sapeva che avrebbe dato
perché
l'emergenza finisse il più in frettta possibile e tutti si
dimenticassero, una buona volta, di quel maledetto coronavirus. Non
vedeva l'ora di potersi godere finalmente la primavera andando di
nuovo in giro con Sasuke mano nella mano come facevano
tranquillamente ormai da anni.
Sull'onda di quei pensieri
cedette in poco tempo alla stanchezza, svegliandosi però fin
troppo
presto per i suoi gusti con l'orribile sensazione di andare a fuoco.
Si sentiva malissimo e istintivamente cercò con gli occhi il
fidanzato al proprio fianco, prima di ricordarsi che questi non
voleva saperne da giorni di stargli vicino. Se non altro, girandosi
appena di lato, vide cadere sul cuscino accanto a sé un
fazzoletto
ormai bollente, segno che il compagno doveva essere passato da poco a
vedere come stava.
Provò a chiamarlo con un
lieve sorriso sul volto e lo vide arrivare di corsa come sempre.
«Hai bisogno di qualcosa?»
gli chiese preoccupato.
«Sto andando a fuoco» si
lamentò, sollevando il fazzoletto che Sasuke si
affrettò a bagnare
di nuovo nell'acqua fresca.
«Ho chiamato il numero per
le emergenze. Tra poco verranno a visitarti» lo
informò in tono
rassicurante, sistemandoglielo sulla fronte mentre questi
rabbrividiva.
«Resta qui» ritentò
debolmente Naruto.
«Stavo sistemando delle
cose di là» rispose prevedibilmente il fidanzato.
«Puoi farlo dopo»
insistette il ragazzo, guardandolo negli occhi con un'espressione da
cucciolo che avrebbe messo in difficoltà chiunque.
«Sai che non è una buona
idea, vero?» disse piano Sasuke dopo alcuni secondi di
silenzio,
cominciando suo malgrado a cedere.
«Sì» mormorò subito
Naruto, «ma tu lo sai che ho paura dei medici»
continuò poco dopo
a voce ancora più bassa.
«Sei peggio di un bambino»
sospirò Sasuke, a metà tra il seccato e
l'intenerito. Lo sapeva
eccome di questo suo problema ed era per questo che aveva aspettato
tanto a fare quella telefonata, nella speranza che la situazione
migliorasse da sé. Purtroppo non si poteva più
aspettare, visto
come l'aveva trovato una volta terminata la lunga chiamata.
Continuava a ripetersi che doveva trattarsi di una banale influenza,
ma i sintomi in effetti non promettevano nulla di buono ed era stato
Naruto a uscire più spesso di casa negli ultimi tempi,
ignorando per
la maggior parte, ne era certo, le norme di sicurezza che lo facevano
sbuffare ogni volta che gliele ripeteva.
«Non te lo meriteresti, ma
per questa volta d'accordo. Che ti serva di lezione,
però» cedette
alla fine infastidito, rimanendo nella stanza a distanza di sicurezza
fino all'arrivo dei medici per cercare almeno di abbassargli la
temperatura. A se stesso non poteva negare che un po' gli mancasse la
sua compagnia, e vederlo così gli faceva troppa pena. Doveva
sperare
però di non aver contratto il coronavirus, o gliel'avrebbe
fatta
pagare cara appena si fosse ripreso.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi
sia piaciuta, nonostante la tematica non molto allegra, e di avervi
strappato almeno un sorriso. Un po' mi dispiace di aver fatto
soffrire tanto il povero Naruto (solo io me lo immagino così
bisognoso di attenzioni quando è ammalato? *^*), ma il
prompt mi aveva subito
ispirata e ce lo vedo troppo a infischiarsene di tutte le norme di
sicurezza fino a rimanere fregato. A voi la sentenza se ha contratto
davvero il coronavirus, ma almeno Sasuke alla fine si è
deciso a
fargli, almeno in parte, da infermiere personale. u.u
Fatemi
sapere che ne penste, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver
deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla
fine.
Informo
chi fosse intressato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
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Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina
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Capitolo 2 *** Day 2: Fine degli esami (Sasuke) ***
Personaggio:
Sasuke
Prompt:
“Per fortuna che la sessione d'esami è
finita” / “Guarda che è
appena iniziata”
Day
2: Fine degli esami
«Per
fortuna che la
sessione d'esami è finita!» esclamò
felice Naruto, stiracchiandosi
come un gatto mentre usciva da scuola con il suo migliore amico nel
tepore primaverile.
«Guarda che è appena
iniziata» gli fece notare Sasuke con un leggero sbuffo,
chiaramente
infastidito da quel comportamento infantile.
«Ti sbagli. Per noi è già
finita» lo corresse il ragazzo biondo, sorridendo da un
orecchio
all'altro.
«Non è detto che la
chiusura delle scuole duri a lungo e comunque non dovresti esserne
così contento. Non lo sai che è una situazione
seria?» lo
rimproverò il compagno. Non capiva proprio come facesse
quello
stupido a voler festeggiare per una cosa simile, ma di certo non
sarebbe riuscito a coinvolgere lui. Non era uno studente modello ed
era il primo a detestare gli esami, ma gli dava fastidio aver passato
le loro ultime giornate di libertà prima della quarantena
appena
annunciata chiuso in casa a studiare per niente.
«Non mi dirai che hai paura
del coronavirus, vero?» rise Naruto con una luce pericolosa
negli
occhi, interpretando come sempre la situazione a modo suo. Si vedeva
lontano un miglio che stava già progettando uno dei suoi
soliti
scherzi stupidi e Sasuke era sicuro che a breve avrebbe desiderato
ucciderlo nella maniera più lenta e dolorosa possibile per
l'ennesima volta in vita sua. Gli voleva bene, in realtà, ma
l'amico
sapeva essere davvero insopportabile quando ci si metteva e lui non
aveva nessuna voglia di subire a lungo le sue battute. Non in quel
momento, almeno.
«Io non ho affatto paura»
puntualizzò con freddezza, rifilandogli però
un'occhiataccia per
intimargli di smetterla.
«Come no» lo prese in giro
Naruto. «Scommetto che se non avessero chiuso tutto, ti
saresti
sigillato tu in casa fino alla fine dell'emergenza»
continuò
imperterrito, ridendogli in faccia. A quanto pare si era stancato di
vivere...
«Ma figuriamoci. Basta
semplicemente adottare le misure di sicurezza e non c'è
bisogno di
chiudersi da nessuna parte» ribatté prontamente
Sasuke, cercando di
fargli capire dal tono che era meglio non insistere. La
verità era
che il coronavirus un po' lo preoccupava, dal momento che mieteva
ogni giorno nuove vittime e che non esistevano cure specifiche, ma
non fino a quel punto. E comunque non gli andava di dargli ragione e
di sentirlo sbandierare ai quattro venti i fatti suoi, visto che si
stavano incamminando sul lungo viale all'uscita dalla scuola per
tornare a casa. Poco prima dell'ultima campanella, gli altoparlanti
avevano annunciato a studenti e professori che gli esami di fine
trimestre appena cominciati erano stati annullati e in ogni angolo
dell'edificio si era scatenato il finimondo tra chi esultava come
Naruto e chi invece era preoccupato per l'ulteriore dimostrazione
della gravità della faccenda. In fondo un po' tutti
conoscevano
qualcuno che per età o stato di salute sarebbe stato in
pericolo in
caso di contagio...
«È
ovvio però che se tu volessi chiuderti da qualche parte nei
prossimi
giorni faresti un enorme favore a molti» proseguì
un attimo dopo
con un sorrisetto provocatorio che fece infuriare l'amico, cogliendo
al volo l'occasione per stuzzicarlo a sua volta.
«Come sarebbe a dire?»
esclamò infatti arrabbiato, alzando un pugno minaccioso.
«Davvero non lo immagini?»
continuò Sasuke senza perdere quella faccia da schiaffi,
godendosi
la sua espressione. In realtà l'aveva detto anche per il suo
bene,
pur avendo l'assoluta certezza che l'amico non avrebbe mai seguito il
suo consiglio, ma non avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura di essere
preoccupato per lui o per chiunque altro, preferendo quindi
mascherare il tutto con una presa in giro. Purtroppo o per fortuna,
infatti, non c'era niente da fare: passavano gli anni ma loro due non
riuscivano proprio a smettere di punzecchiarsi a vicenda, finendo
spesso e volentieri per darsele di santa ragione per qualunque
sciocchezza. In realtà forse non era stata una buona idea
arrivare a
tanto così vicino alla scuola, ma in fondo Naruto se l'era
meritato.
Avrebbe dovuto sapere quanto fosse pericoloso prendersi gioco di lui
in pubblico.
«Ah, quindi è così? E poi
come faresti senza di me?» rispose il ragazzo, fingendosi
offeso,
con un'espressione che non prometteva nulla di buono.
«Starei tranquillo,
immagino» disse calmo Sasuke scrollando appena le spalle
mentre in
realtà pensava il contrario.
«Che cosa? Come ti
permetti, razza di...» cominciò Naruto, cercando
di colpirlo con un
pugno che l'amico parò prontamente prima che una voce
femminile
trafelata li interrompesse appena in tempo chiamando i loro nomi. Era
Sakura, la loro migliore amica da quando erano bambini, che cercava
di raggiungerli.
«Non stavate per picchiarvi
ancora qui fuori, vero?» domandò con aria di
rimprovero, guardando
dubbiosa dall'uno all'altro, appena fu in grado di respirare di
nuovo. Aveva perso il conto delle lavate di capo che si erano
già
presi per questo, ma ogni tanto ci ricascavano e ormai lo considerava
quasi un suo dovere personale cercare di impedir loro di mettersi nei
guai. Eppure lo sapevano cosa succedeva quando l'accaduto giungeva,
immancabilmente, alle orecchie del preside...
«Dillo al dobe, Sakura, non
a me » le rispose annoiato Sasuke senza guardarla, facendola
voltare
severa verso l'amico.
«E io che c'entro? Sei
stato tu a cominciare» protestò Naruto imbronciato.
«Ah, davvero? Io stavo solo
cercando di ficcare un po' di buon senso in quella tua testa vuota,
ma a quanto pare è fatica sprecata»
ribatté l'amico, perfido.
«Stavi esultando per la
fine anticipata degli esami, vero?» domandò poco
dopo Sakura,
sconsolata, interrompendo di nuovo quella che prometteva di diventare
una discussione infinita.
«Mi sembra ovvio! Vi
rendete conto che abbiamo chissà quanti giorni di vacanze
anticipate
proprio quando avremmo dovuto sgobbare come matti?»
cercò di farli
ragionare il ragazzo, rabbrividendo solo all'idea delle montagne di
argomenti che avrebbe dovuto memorizzare in pochi giorni senza quel
dono inaspettato. Gli dispiaceva ovviamente che tante persone
stessero soffrendo per quel nuovo virus, ma gli sembrava esagerato il
panico che si respirava ovunque. Se non altro qualcosa di buono c'era
in quella situazione assurda e sarebbe stato bello se i suoi amici si
fossero sforzati un attimo per capirlo. In fondo erano entrambi fin
troppo intelligenti...
«Tutto questo non è
affatto positivo, Naruto!» protestò Sakura,
chiaramente spaventata.
«Ma come, ti ci metti anche
tu?» si lamentò lui orripilato. D'accordo, dalla
studentessa
migliore della scuola avrebbe dovuto aspettarselo, ma stavano pur
sempre evitando dei noiosissimi esami di fine trimestre!
«Mi sembra ovvio! La
chiusura delle scuole proprio adesso sottolinea ancora di
più la
gravità della situazione. Com'è possibile che tu
sia così
tranquillo?» esclamò la ragazza con più
foga del necessario.
«Non ci credo... Ci sei
cascata anche tu, Sakura-chan! Ma che hanno tutti?» si
disperò
Naruto.
«Una cosa chiamata buon
senso, dobe, e purtroppo tu non ne hai nemmeno una briciola»
sbottò
Sasuke esasperato, prima che l'amica gli saltasse in testa davvero.
Se proprio dovevano ucciderlo, almeno non in centro in pieno
giorno...
«Mi sembra di averne più
di tutti, invece, e non chiamarmi così»
ribatté lui, fulminandolo
con lo sguardo.
«Si vede infatti» lo
contraddisse il compagno, ignorando volutamente il resto.
«Quante storie per un
semplice virus!» sbuffò il ragazzo biondo.
Davvero, iniziava a non
poterne più di tutte quelle assurdità.
«Non è un semplice virus!
Hai idea di quante persone siano morte o in gravi
condizioni?»
puntualizzò Sakura, incenerendolo con un'occhiataccia.
«Questo lo so anch'io ma
non si può nemmeno esultare per una gioia inaspettata?
Dovreste
ringraziarmi per aver trovato qualcosa di positivo persino
adesso»
protestò Naruto, testardo come sempre.
«Ci rinuncio, sei davvero
impossibile» sospirò lei esasperata, prima di
cedere al fortissimo
impulso di tirargli un pugno tanto forte da stenderlo in mezzo alla
strada. Aveva imparato nel tempo a volergli bene come se fossero
fratelli, ma a volte era davvero difficile sopportarlo.
«Ma sentilo! In realtà
dovresti essere tu a ringraziarci» borbottò Sasuke
a mezza voce.
«E per cosa? Per avermi
rovinato uno dei pochi momenti di gioia della giornata?»
domandò
Naruto un po' offeso, lanciandogli l'ennesima occhiataccia in pochi
minuti.
«Per aver cercato di
aiutarti a non ammalarti subito e a non essere bocciato a
vita» lo
corresse il ragazzo, fingendo di non accorgersene.
«Ehi! Cosa vorresti dire
con questo?» protestò il diretto interessato,
cercando con lo
sguardo il sostegno dell'amica, che ridacchiava al suo fianco. Quei
due erano un vero disastro a volte ma non poteva negare che fossero
divertenti e quando facevano così li trovava anche a dir
poco
teneri. Chissà se Naruto davvero non capiva le intenzioni
del
compagno o se fingeva e basta per abitudine? In fondo non era da
tutti essere presi in tale considerazione da Sasuke Uchiha...
«Esattamente quello che ho
detto. Vuoi un disegnino, per caso?» rispose seccato il
ragazzo
moro.
«Non so che farmene dei
tuoi disegni!» ringhiò Naruto, cercando di non
pensare alla frase
che l'amico aveva pronunciato poco prima. Da un lato ne era
lusingato, ma dall'altro non poteva evitare di sentirsi comunque
decisamente offeso. Davvero lo credevano così stupido?
«Eddai, non prendertela. Lo
sai che ti vogliamo bene e lo facciamo per te» intervenne a
quel
punto Sakura in tono più dolce, prima che Sasuke potesse
ribattere,
sforzandosi di non ridere. Prima o poi avrebbe dovuto trovare il
coraggio di fare loro un bel discorsetto. Iniziava a stancarsi di
fare il terzo incomodo nei loro battibecchi da coppia sposata...
«Lo so ma non c'è bisogno
di ricordarmi ogni momento dei miei voti a scuola» si
lamentò
Naruto sconsolato. Che c'era di male a fingere ogni tanto di non
essere perseguitato dalla media scolastica più bassa
dell'intero
istituto? Non era certo colpa sua se nelle belle giornate avrebbe
voluto fare di tutto tranne che studiare!
«Non ce ne sarebbe bisogno
se ogni tanto ci pensassi tu» non poté trattenersi
dal rispondere
Sasuke, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di entrambi che lo
fece sorridere tra sé.
«Potremmo approfittare di
questi giorni di vacanza per organizzare un gruppo di studio»
propose Sakura pensierosa. In fondo abitavano vicinissimi gli uni
agli altri e non sarebbe stato un problema vedersi tutti i giorni per
aiutarsi a vicenda. Certo, con ogni probabilità avrebbero
dovuto
legare e minacciare Naruto per costringerlo a rispettare le norme di
sicurezza onde evitare di lì a poco di essere tutti a letto
con il
coronavirus, ma poteva essere una buona soluzione. Per quanto l'amico
fosse convinto del contrario, lei e Sasuke si preoccupavano eccome
per il suo avvenire e non gli avrebbero mai permesso di passare
ancora altri guai per la sua pessima media, se potevano evitarlo. Del
resto, come sarebbero state le loro giornate scolastiche senza Naruto
Uzumaki?
«Non mi date un attimo di
tregua!» si lamentò quest'ultimo sconsolato,
vedendo allontanarsi i
gloriosi pomeriggi di dolce far niente che aveva immaginato fin dal
primissimo istante.
«Come se non sapessi come
va a finire tutte le volte, vero?» sospirò Sasuke,
suo malgrado
divertito. In qualche strano modo, infatti, nonostante la loro buona
volontà di darsi da fare, a un certo punto mettevano sempre
via
libri e quaderni molto prima del previsto e dubitava fortemente che
questa volta avrebbe fatto eccezione. Si augurava però che
riuscissero a fare abbastanza per aiutare quella testa quadra del suo
migliore amico, e nel frattempo sarebbe stato un ottimo modo per
stare insieme. Muniti di una bella scorta di disinfettanti e
mascherine, certo, ma insieme.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! In realtà la
storia
non mi convince molto ma spero che a voi sia piaciuta e di non essere
andata fuori tema. Ammetto che ero fortemente tentata di utilizzare
un altro prompt per oggi, ma se già con questo non la finivo
più di
scrivere, non oso immaginare come sarebbe finita con l'altro. XD
Fatemi
sapere che ne penste, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Un ringraziamento
speciale va ovviamente a supersara e Shirangel per le loro bellissime
parole e a chi ha già inserito la raccolta tra le
preferite/seguite/ricordate. Spero di non aver deluso le vostre
aspettative con questa nuova storia un po' (tanto) sconclusionata e
che continuerete a seguirmi fino alla fine! u.u
Informo
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manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
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Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina
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Capitolo 3 *** Day 3: Senza protezione (Sakura) ***
Personaggio:
Sakura
Prompt:
A è uscit* a fare la spesa senza protezione. B, incurante
delle
distanze di sicurezza, entra in ascensore con l*i. L'ascensore si
blocca.
Day
3: Senza protezione
Non
era stata un'idea furba
uscire senza protezione quel pomeriggio, ma Sakura voleva evitare a
tutti i costi la fila per entrare al supermercato sotto casa, e una
volta accortasi della svista, ritenne che sarebbe stato peggio
tornare indietro.
Come previsto, in quel modo
riuscì a cavarsela in un tempo abbastanza breve, rientrando
poi nel
portone del suo palazzo con un sospiro di sollievo. Era stata un po'
in ansia fino a quel momento, soprattutto per le occhiatacce di tutti
quelli che la incrociavano per strada o tra le corsie, ma ormai ce
l'aveva fatta.
Mentre la porta
dell'ascensore si chiudeva, però, vide arrivare un'altra
ragazza,
all'incirca della sua età, con la borsa di un computer su
una spalla
e svariati sacchetti del supermercato in mano.
Impietosita dalla sua
espressione stravolta, si spostò per farla entrare ottenendo
un
sentito ringraziamento e un bellissimo sorriso che le smosse qualcosa
nel petto, salvo poi rendersi conto della reale situazione. Nemmeno
lei indossava la mascherina, ed essendo così carica, le
venne
naturale appoggiare quel che poteva sul pavimento della cabina,
lasciando per entrambe uno spazio talmente ristretto che non ci
voleva un genio per capire che la distanza di sicurezza era andata a
farsi friggere.
Sakura ebbe l'impulso di
farglielo notare, ma le parole le rimasero impigliate in gola. Come
ebbe modo di scoprire quando la ragazza, più vicina ai
pulsanti, le
chiese a che piano andava, si trattava della nuova inquilina che
aveva appena traslocato nell'appartamento sotto il suo e non le
andava di presentarsi come la vicina rompiscatole che faceva un sacco
di storie per niente. In fondo si trattava solo di un paio di minuti
a dir tanto, e lei non era certo nella posizione di protestare, visto
che a sua volta non indossava nulla per proteggersi.
Sconfitta, decise di
impiegare quel breve periodo di tempo per osservarla di sottecchi,
cercando intanto di farsi venire in mente qualcosa di intelligente da
dire. Odiava quei silenzi imbarazzanti, ma aveva sempre avuto dei
grossi problemi a rompere il ghiaccio, e il fatto che la ragazza in
questione fosse tanto bella non era certo d'aiuto.
«Credo di non essermi
ancora presentata. Sono Ino Yamanaka, la nuova inquilina»
disse a un
certo punto questa, scostandosi dal viso una ciocca di lunghi capelli
biondi.
«Piacere di conoscerla.
Sono Sakura Haruno» colse subito l'occasione lei,
rivolgendole un
gran sorriso.
Entrambe fecero poi per
allungare la mano, accorgendosi solo all'ultimo di ciò che
stavano
per fare.
«Scusi. La forza
dell'abitudine» si giustificò Ino.
«Già» ridacchiò Sakura
imbarazzata, ma smise subito non appena l'altra starnutì un
paio di
volte. Cosa aveva pensato poco prima sul fatto che non ci sarebbe
stato nulla di male a stare tanto vicine?
«Non si preoccupi,
dev'essere la mia allergia al polline» provò a
tranquillizzarla la
ragazza, irrigidendosi subito. Non le era sfuggita la reazione della
sua nuova vicina, e sebbene ormai ci fosse abituata, visto il clima
di terrore degli ultimi tempi, non poté fare a meno di
restarci un
po' male. Stava andando tutto così bene fino a un attimo
prima...
Purtroppo, però, non riusciva proprio a sopportare le
mascherine, e
sebbene ne avesse comprata una confezione all'inizio dell'emergenza,
non le aveva mai usate.
«Capisco» disse piano
Sakura, cercando di stare calma. Ormai mancava pochissimo alla loro
meta, ma proprio in quel momento l'ascensore si bloccò con
uno
scossone, lasciandole per giunta al buio.
«Un black out?» ipotizzò
subito la ragazza dai capelli rosa, decisamente in ansia, iniziando a
cercare a tentoni nella borsa il cellulare per fare un minimo di
luce.
«Questa non ci voleva!» si
lamentò la sua compagna di sventura, tastando la parete
accanto a sé
in cerca del pulsante d'allarme.
Nel frattempo Sakura era
riuscita a illuminare un minimo l'ambiente, scoprendo con orrore che
l'ascensore si era ovviamente bloccato tra due piani. Di solito non
temeva situazioni del genere, ma il fatto che Ino potesse essere
ammalata e che si trovassero in un ambiente chiuso e ristretto a
distanza così ravvicinata non era affatto positivo. Quanto
poteva
essere menefreghista e incosciente quella ragazza? Eppure le aveva
fatto una così buona impressione all'inizio...
Una piccola vocina dentro di
lei le suggerì che in realtà non avrebbe dovuto
essere tanto
prevenuta nei confronti di una persona che nemmeno conosceva, ma
purtroppo era un dato di fatto che le allarmanti notizie quotidiane
sull'emergenza coronavirus portavano un po' tutti ad essere molto
più
sospettosi. Il pensiero la fece sentire in colpa per un attimo, ma
bastò un altro starnuto di Ino per farle dimenticare questa
saggia
considerazione. Purtroppo non aveva fatto caso se la ragazza
presentasse evidenti segni di allergia quando erano entrate e di
certo non avrebbe avuto modo di accorgersene adesso.
Mordendosi nervosamente il
labbro inferiore per non dire nulla di cui avrebbe potuto pentirsi in
seguito, si sporse un po' in avanti, nonostante i sacchetti, per
arrivare al pulsante d'emergenza, mentre la vicina, tra uno starnuto
e l'altro, trafficava con la borsetta in cerca dello spray.
Per fortuna Sakura ottenne
subito risposta e il tecnico le assicurò che i soccorsi
sarebbero
arrivati di lì a poco, raccomandandole di mantenere la calma.
“Più
facile a dirsi che a
farsi” pronunciò mentalmente la ragazza mentre si
appoggiava di
nuovo alla parete, ma si sforzò di non darlo a vedere. Per
fortuna
Ino sembrava stare meglio dopo aver preso la medicina e le dispiaceva
vederla, nella fioca luce dei cellulari, con quell'espressione
contrita ogni volta che colpi di tosse e starnuti riecheggiavano
nella cabina, ma non riuscì comunque a impedirsi di stare
tutto il
tempo in allerta, rimproverandosi tra sé per aver
dimenticato a casa
la mascherina. Ne aveva preso una bella scorta nei primi tempi
dell'emergenza e per fortuna ne aveva ancora qualcuna per le rare
volte in cui usciva di casa. Purtroppo quel giorno, da poco rientrata
dal supermercato, si era accorta di aver dimenticato alcune cose
importanti, e nella fretta di rimediare prima dell'assalto agli
scaffali da parte di chi usciva dal lavoro, aveva commesso una grave
imprudenza. Per fortuna non aveva problemi di salute pregressi che
potessero compromettere la sua guarigione in caso di contagio, ma non
ci teneva comunque ad aggiungersi ai tanti che in quel momento erano
confinati in casa o negli ospedali. Ormai però il danno era
fatto e
Sakura decise di approfittare della situazione per cercare di
conoscere meglio la nuova vicina.
Per fortuna, nonostante
l'enorme disagio di entrambe in certi momenti, riuscirono in qualche
modo a chiacchierare fino all'arrivo del tecnico, che si
stupì non
poco vedendo uscire dall'ascensore due ragazze prive di mascherina,
di cui una con il naso un po' rosso e la voce arrochita.
Di lì a poco furono di
nuovo nei rispettivi appartamenti a rimuginare sull'accaduto e
Sakura, nonostante tutto, non riuscì a classificare
l'esperienza
come qualcosa di negativo. Certo, nei giorni successivi ritenne
opportuno tenere d'occhio la temperatura e fece sempre attenzione a
non commettere più leggerezze del genere, ma era contenta di
aver
conosciuto Ino e alla fine dell'emergenza le due divennero in poco
tempo ben più che semplici amiche e il loro primo incontro
in
quell'ascensore fu sempre motivo di grandi risate ogni volta che se
ne ricordavano. Del resto, quanti potevano vantarsi di aver vissuto
un'avventura simile in quel periodo, riuscendo addirittura a evitare
il temuto contagio?
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non chiedetemi come mi
sia venuto in mente di rendere Ino allergica al polline
perché non
ne ho idea, ma spero che la storia vi sia piaciuta e di essere
riuscita a trasmettere al meglio il messaggio che avevo in mente.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Un ringraziamento
speciale va ovviamente a supersara per le sue bellissime parole e a
chi ha già inserito la raccolta tra le
preferite/seguite/ricordate.
Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che continuerete a
seguirmi fino alla fine! u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina
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Capitolo 4 *** Day 4: Città fantasma (Sai) ***
Personaggio:
Sai
Prompt:
China Town
Day
4: Città fantasma
Sai
svoltò un angolo e si
ritrovò di nuovo nella cosiddetta China Town, dove abitava,
sentendosi assalire dalla consueta ondata di tristezza nel vedere le
insegne dei negozi spente e le saracinesche abbassate. Erano
settimane ormai che quel grosso quartiere, di solito pieno di vita,
assomigliava sempre più a una città fantasma a
causa del temuto
virus che dal loro Paese si era diffuso rapido nel resto del mondo. I
loro negozi, privi di clienti, erano stati i primi a chiudere,
anticipando di molto l'ordine del governo per proteggere i cittadini,
e i pochi cinesi che osavano avventurarsi per le strade semideserte
di Konoha, lo facevano muniti di guanti e mascherina e con la
tristezza negli occhi. La primavera si avvicinava a grandi passi, ma
nessuno aveva voglia di godersela. La gente usciva solo per comprare
i generi di prima necessità per poi tornare subito a casa,
dove
sarebbe stata forse al sicuro dal virus ma ugualmente lontana dagli
affetti. Baci e abbracci erano proibiti ed era sempre consigliabile
mantenere la distanza di sicurezza per cercare di arginare il numero
dei contagi, che a dispetto di regole e restrizioni aumentava sempre
di più, con il risultato che in tanti avevano deciso di
adottare
queste misure di emergenza persino tra le mura domestiche. Per
fortuna esistevano chat e videochiamate per rimanere in contatto con
i propri cari e accertarsi che stessero bene, ma non era certo la
stessa cosa che vedersi di persona e molti, per i motivi più
svariati, non avevano neppure quel conforto. Quanti, in quel preciso
istante, stavano soffrendo nella più completa solitudine?
Sull'onda di quei pensieri,
gli tornò in mente suo fratello Shin, morto qualche anno
prima in
quello stesso periodo per una brutta malattia che li aveva separati
in giovanissima età, e per la prima volta in vita sua fu
quasi
contento, per un singolo istante, che non fosse lì con lui.
Nelle
sue condizioni avrebbe rischiato moltissimo e di certo non se ne
sarebbe parlato di stargli accanto in ospedale fino al termine
dell'emergenza, nella speranza di fare in tempo a rivederlo vivo.
Ricordava bene com'era stato l'ultimo periodo della sua breve vita e
non poteva nemmeno immaginare di affrontarlo in una simile
situazione. Per quanto fosse orribile anche solo pensarlo, in un
certo senso era meglio che il suo corpo avesse ceduto molto prima di
quanto i medici avessero preventivato.
Nel frattempo Sai era
arrivato a casa, e dopo aver dato uno sguardo affettuoso alla foto
che lo ritraeva anni prima con il fratello, si concentrò
invece su
quella, più recente, con i suoi amici Naruto e Sakura. Era
stato
grazie a loro se era riuscito a superare davvero, in qualche modo, la
morte di Shin, e nonostante le difficoltà iniziali ad andare
d'accordo, nel tempo avevano stretto un legame molto forte che li
aveva sempre aiutati nei periodi peggiori.
Il ragazzo sorrise all'idea
che anche quella sera si sarebbero sentiti in videochiamata appena
Sakura fosse rientrata dal suo turno di lavoro all'ospedale e nel
frattempo, dopo una rapida occhiata fuori, decise di mettersi a
disegnare l'ennesimo scorcio della città fantasma che vedeva
dalla
finestra, con le diverse scale di grigio e i toni scuri, in attesa
che gli amici arrivassero, per l'ennesima volta, a riempire di nuovo
di mille colori l'album della sua vita.
Prima o poi sarebbe tornato
il momento di stare insieme come avevano sempre fatto, ma intanto
doveva accontentarsi di quel paesaggio così malinconico,
augurandosi
di poter presto tornare a soggetti più allegri.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! (Davvero, meritereste
un premio! XD) Chiedo scusa a tutti per questa ondata di depressione
che ha sorpreso anche me, ma i prompt di oggi mi ispiravano tristezza
e la storia è venuta fuori da sola. Spero vi sia piaciuta lo
stesso
e che non mi abbiate odiata troppo, ma mi sembrava giusto dare voce
anche a coloro che stanno soffrendo di più. Qualunque sia la
vostra
situazione, vedrete che presto questo brutto periodo finirà,
e nel
frattempo cerchiamo di tenerci in contatto il più possibile
con i
nostri cari e di farci forza a vicenda. Dopo la pioggia viene sempre
il sereno e sarà così anche questa volta.
<3
Fatemi
sapere che ne pensate della storia, se vi va, e grazie di cuore a
tutti voi che mi avete dedicato un po' del vostro tempo anche solo
leggendo, ma anche, ovviamente, a chi ha già inserito la
raccolta
tra le preferite/seguite/ricordate. Spero domani di potervi offrire
qualcosa di un pochino più allegro e che continuerete a
seguirmi
fino alla fine! u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
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Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina
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Capitolo 5 *** Day 5: Pomeriggio su skype (Shino) ***
Personaggio:
Shino
Prompt:
A contatta B via skype per aiutarl* con i compiti, ma B cazzeggia
tutto il tempo.
Day
5: Pomeriggio su skype
Finalmente
skype si decise a
funzionare e il volto di Kiba apparve sullo schermo del computer.
Nonostante le scuole fossero
chiuse ormai da settimane per il coronavirus, pochi giorni dopo ci
sarebbe stata la verifica di matematica e Shino si era offerto
volontario per aiutare l'amico a prepararsi. Di solito si
organizzavano con l'amica Hinata per incontrarsi a casa di uno di
loro e studiare insieme nel tentativo di superare indenni quasiasi
test, ma in quel periodo sarebbe stato impossibile e avevano dovuto
arrangiarsi diversamente.
Kiba in particolare era
davvero un disastro in quella materia e il compagno era ben
consapevole di avere davanti un pomeriggio a dir poco impegnativo, ma
in fondo sentiva la mancanza dell'amico ed era disposto a metterci
tutta la sua buona volontà per aiutarlo, unendo l'utile al
dilettevole.
Peccato però che l'altro,
come spesso capitava nella bella stagione, fosse invece
particolarmente incline a non impegnarsi affatto, con il risultato
che nel giro di poco Shino ringraziò che non fossero nella
stessa
stanza o gli avrebbe lanciato chissà dove il telefono come
minimo.
D'accordo che era una giornata stupenda e che tutti sentivano il
bisogno di svagarsi un po' in quel periodo di crisi, ma possibile che
non capisse quanto la sua situazione in matematica fosse già
abbastanza in bilico così com'era, senza aggiungerci
l'ennesimo
quattro o peggio?
Il ragazzo sospirò e provò
di nuovo a convincere il compagno a prestargli un minimo di
attenzione. Di quel passo avrebbero finito gli esercizi a notte fonda
e un intero pomeriggio di lavoro non sarebbe comunque servito a
niente.
Quando glielo fece notare,
Kiba parve finalmente convincersi a mettere da parte il telefono, e
per qualche minuto l'amico si illuse di averla avuta vinta.
Il suo compiacimento ebbe
però breve durata perché poco dopo il suo
cagnolino Akamaru, appena
svegliatosi, cominciò a reclamare attenzioni e a quel punto
Shino,
sebbene si sforzò di non darlo a vedere, iniziò a
sudare freddo.
Chiunque conoscesse anche solo un minimo il giovane Inuzuka sapeva
perfettamente che non avrebbe mai negato nulla a quel vivace
batuffolo di pelo bianco e per sua disgrazia neanche quella volta
fece eccezione.
«Insomma, Kiba, la vuoi
piantare? Non ti basteranno cent'anni per prepararti e lo sai cosa ha
detto la prof l'altro giorno» lo sgridò alla fine,
guardando
sconsolato l'amico che giocava con il cane come se al mondo non
esistesse altro. Iniziava a stancarsi di stare lì davanti al
computer come un emerito deficiente senza concludere nulla. Se fosse
stato da solo, avrebbe finito tutto da almeno un'ora.
«Eddai, Shino, impara a
rilassarti un po'. Mancano ancora un sacco di giorni alla verifica e
non è colpa mia se Akamaru oggi vuole solo me»
protestò il
ragazzo, visibilmente seccato per l'interruzione.
Il compagno dubitava
seriamente di quest'ultima parte del discorso, visto che il cane
aveva sempre dimostrato di avere un ottimo carattere con tutti quelli
che conosceva, ma decise di lasciar perdere e concentrarsi invece su
un altro particolare che non stava proprio né in cielo
né in terra.
«Veramente ne mancano
quattro e ti ricordo che in mezzo ci sono anche la verifica di storia
e quella di inglese su un sacco di argomenti. Perché credi
che
abbiamo iniziato a lavorare oggi su matematica?» gli fece
notare
severamente, ma l'altro si limitò a un semplice gesto della
mano
come per scacciare una mosca.
«Per quelle sono a buon
punto e in genere me la cavo abbastanza, vero Akamaru? Diglielo anche
tu, bello» ribatté con calma, sorridendo da un
orecchio all'altro
quando il cane saltò su per leccargli la faccia e gli
rispose
abbaiando al suono del suo nome.
«Insomma, Akamaru, non
mettertici anche tu!» esclamò Shino esasperato, ma
ottenne solo un
primo piano del suo muso e la sonora risata dell'amico quando
l'animale, riconoscendo la sua voce, si avvicinò al computer
del
padrone per fargli le feste.
«Vedi? Ti sta dicendo anche
lui di rilassarti un po'. Si può sapere come fai a
concentrarti sui
compiti in una giornata così?» approvò
questi divertito.
Il compagno stava per
rispondergli per le rime quando una voce rabbiosa lo interruppe.
«Cos'è tutto questo
baccano? Li hai già finiti i compiti, Kiba?»
domandò innervosita
sua madre Tsume, spuntata a grandi passi da chissà dove,
prima di
colpire in testa il figlio con una rivista arrotolata nel vedere che
il lavoro non era proseguito granché rispetto al giorno
prima,
quando aveva provato da solo a fronteggiare quella montagna di
esercizi.
«Stavamo facendo una
pausa!» protestò il ragazzo. «Akamaru
voleva giocare e...»
«Hana! Vieni giù un attimo
per favore!» lo interruppe la madre con un sospiro
esasperato,
spostando nel frattempo il cucciolo dal computer prima che facesse
danni.
Pochi minuti dopo la ragazza
lo portò fuori tra le accorate proteste del fratello, subito
zittito,
e la donna, dopo l'ennesimo rimprovero per le continue notifiche che
arrivavano dal telefono, si accomodò a sua volta in salotto,
costringendo Kiba a darsi finalmente da fare con sollievo di Shino.
Un po' gli dispiaceva aver scomodato la madre e la sorella del suo
amico, ma per quanto gli costasse ammetterlo, quel giorno ce n'era
davvero bisogno. Di solito c'era anche Hinata a dargli manforte e non
era raro che a un certo punto, per fare una pausa, portassero qualche
minuto Akamaru nel parco vicino, ma quel giorno la ragazza aveva
altro da fare e con la quarantena in corso non avrebbero comunque
potuto uscire tutti.
In qualche modo, alla fine,
il lavoro era proseguito abbastanza per quel pomeriggio, ma Shino si
ripromise per il futuro di non affrontare mai più da solo
quella
pericolosa coppia. Piuttosto, nel malaugurato caso in cui Hinata
fosse stata impegnata, avrebbe potuto chiedere a Ino, o meglio ancora
a Sakura, ma a quel punto a loro si sarebbe probabilmente unito anche
quell'esagitato di Naruto, e la situazione sarebbe stata ancora
peggiore. Chi altri sarebbe riuscito a tenere a bada quello
sconsiderato del suo migliore amico? Avrebbe dovuto pensarci quella
sera, ma per il momento voleva solo stendersi da qualche parte e
riposarsi un po'. Chi l'avrebbe mai detto che fare l'insegnante
potesse essere così difficile?
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non è stato
facile
gestire Shino, ma spero di aver mantenuto il più possibile
l'IC e di avervi strappato
almeno un sorriso. Ci voleva proprio dopo la storia di ieri (almeno
per me XD) e quale modo migliore che narrare le avventure di questo
povero malcapitato alle prese con la matematica e la pericolosa
accoppiata Kiba & Akamaru? XD
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non
avervi delusi con questa storia un po' diversa dalle precedenti e che
continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
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di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buona serata!
Ellygattina
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Capitolo 6 *** Day 6: Chi l'avrebbe mai detto, in pieno coronavirus? (Kiba) ***
Personaggio:
Kiba
Prompt:
A e B si incontrano al parco portando fuori i rispettivi animali, che
non sembrano favorevoli a far rispettare la distanza di sicurezza.
Day
6: Chi l'avrebbe mai detto, in pieno coronavirus?
Dopo
aver controllato per
l'ultima volta la mascherina con un sonoro sospiro, Kiba
uscì di
casa con Akamaru al guinzaglio che tirava come un pazzo verso il
parco semideserto.
Era strano vedere così quel
luogo in genere tanto affollato, ma da quando era scattato l'allarme
coronavirus, la maggior parte delle persone era stata costretta a
rinunciare a giochi e passeggiate all'aria aperta. Solo i proprietari
di cani, ormai, osavano avventurarsi lì, stando sempre
attenti a
rispettare almeno la distanza di sicurezza.
A un certo punto vide
arrivare, nel verso opposto al suo, una ragazza più o meno
della sua
età con lunghi capelli neri e occhi chiarissimi, che cercava
di
tenere faticosamente a bada un bellissimo cane che doveva essere di
razza.
Si guardarono per un attimo
ed entrambi, con un'espressione di scuse e l'aria triste, tentarono
di convincere i loro animali ad allontanarsi un po' l'uno dall'altro.
In condizioni normali si sarebbero fermati a fare due chiacchiere
permettendo ai loro amici a quattro zampe di conoscersi e giocare
insieme, ma adesso nessuno avrebbe osato farlo. Per quanto ancora
sarebbe andata avanti quella storia?
Ovviamente, tirare loro
malgrado il guinzaglio e richiamarli a voce non servì a
nulla, ma
quando riprovarono in maniera un po' più decisa, i
rispettivi cani
decisero di imporre a loro volta il proprio volere con tanta forza da
sbilanciarli.
Senza capire bene cosa fosse
successo, si ritrovarono così con il viso a pochi centimetri
l'uno
dall'altro, scattando subito indietro. Per fortuna indossavano
entrambi la mascherina, ma in un momento del genere quella era forse
la cosa peggiore che potesse capitare.
«Mi dispiace tanto, scusa»
balbettò la ragazza, con il volto rosso fuoco per quel poco
che Kiba
riusciva a vedere.
«No, scusa tu. Non so cosa
gli sia preso a questo testone» disse lui, cercando
inutilmente di
allontanare l'amico dal muso dell'altro cane.
«Potrei dire lo stesso di
lei. Di solito è così obbediente»
sospirò sconsolata la giovane,
facendo lo stesso.
«Akamaru è sempre stato un
gran giocherellone, ma da quando è iniziata questa storia
sembra
addirittura peggiorato» raccontò Kiba, un po'
ansimante, mentre
ingaggiava con l'animale la consueta battaglia quotidiana. Gli
dispiaceva impedirgli di fare amicizia con gli altri cani, ma
purtroppo erano settimane che non aveva scelta, se non voleva essere
linciato dai loro padroni.
«Anche loro sentono che c'è
qualcosa di diverso e vogliono solo tornare alla normalità.
Esattamente come noi» rifletté la ragazza
malinconica, accorgendosi
troppo tardi di averlo detto ad alta voce.
«Potrebbe essere. Purtroppo
o per fortuna, loro non sanno i motivi della distanza di
sicurezza»
approvò lui con un sorriso amaro che la giovane al suo
fianco non
poté vedere.
Per qualche attimo ci fu
silenzio mentre entrambi, ormai rassegnati all'inevitabile,
riflettevano su quella triste verità guardando intanto i due
animali
che giocavano spensierati finché Kiba, tanto per rompere il
ghiaccio, non decise di presentarsi. Scoprì così
che la ragazza si
chiamava Hinata, e poco dopo, all'ennesimo strattone ricevuto,
decisero di sganciare i guinzagli prima che si aggrovigliassero in
maniera eccessiva. Non aveva senso tener legati i loro amici
così
vicino al recinto per i cani, senza contare che in quel modo
sarebbero riusciti ad allontanarsi di nuovo quel tanto che bastava a
rispettare le regole.
Appoggiati al cancello in
legno che delimitava il piccolo spazio, per una volta a loro completa
disposizione, continuarono a chiacchierare per un po' a debita
distanza l'uno dall'altro, scoprendo così di avere molte
cose in
comune. Si scambiarono persino i numeri di telefono prima di
separarsi, e anche se nessuno dei due osò dire nulla al
riguardo,
sperarono di incontrarsi di nuovo le prossime volte che avrebbero
portato fuori il cane, gettando così le basi per un rapporto
che ben
presto sarebbe andato oltre l'amicizia.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Temo che questa volta i
personaggi mi siano venuti parecchio OOC, ma spero che la storia vi
sia piaciuta lo stesso. Ho sempre pensato che Hinata e Kiba avessero
un bel potenziale come coppia e mi auguro di essere riuscita a
rendere al meglio l'idea.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non
avervi delusi con questa storia e che continuerete a seguirmi fino
alla fine. u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks.
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di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buona serata!
Ellygattina
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Capitolo 7 *** Day 7: Coccole & torte (Hinata) ***
Personaggio:
Hinata
Prompt:
Per passare il tempo in quarantena, A comincia a preparare torte, che
bruciano inesorabilmente quando B l* distrae.
Day
7: Coccole & torte
Hinata
mise nel forno
l'ennesima torta con aria soddisfatta, augurandosi che quella fosse
finalmente la volta buona di potersela anche gustare. Da qualche
giorno, per non pensare alla quarantena, aveva deciso di dedicarsi al
suo vecchio hobby di preparare dolci, ma finora non poteva dire che
la fortuna fosse stata dalla sua parte. Nonostante tutta la sua buona
volontà, infatti, non era ancora riuscita ad assaggiare
nemmeno una
delle sue creazioni culinarie a causa di Sakura e del suo innegabile
tempismo. Da un lato era felice, in realtà, di quei momenti
di
coccole e dolcezza che finivano sempre per concedersi in cucina con
quell'ottimo profumo che si spandeva nell'aria, ma iniziava anche a
stancarsi di dover poi ripulire il disastro e buttare via il frutto
del suo lavoro, irrimediabilmente bruciato. Purtroppo durante il
giorno era costretta a stare al pc e lavorare da casa, ma appena
spegneva l'apparecchio era ben felice di mettersi a impastare, con
l'idea di fare una sorpresa alla fidanzata preparandole un dolce come
quelli che le piacevano tanto ai tempi della scuola. Le sembrava il
minimo per ringraziarla delle mille attenzioni che le riservava da
sempre, e soprattutto del suo costante impegno per gli altri in quei
giorni terribili, peccato che questa rientrasse dai suoi turni in
ospedale poco prima che la torta fosse pronta con un impellente
desiderio di coccole e chiacchiere che finivano inevitabilmente per
distrarla.
Quel dolce disastro iniziava
quasi sempre con un tenero abbraccio da dietro mentre le raccontava
gli avvenimenti della giornata godendosi intanto le piccole carezze
sulle mani e sulle braccia fin dove Hinata riusciva ad arrivare per
consolarla finché Sakura, tra un brivido e un sospiro, non
decideva
di ricambiare. A quel punto mancava davvero poco a baci e piccoli
tocchi sempre più audaci che le facevano sciogliere l'una
tra le
braccia dell'altra fino all'apice del piacere, quando si
abbandonavano ansanti contro il primo mobile disponibile a riprendere
fiato, guardandosi negli occhi con tutto l'amore del mondo.
Un momento bellissimo che
era come un balsamo per entrambe, permettendo loro di non cedere allo
sconforto in quella situazione di emergenza, ma tutto finiva quando
una delle due si accorgeva dello strano odore che regnava
improvvisamente in cucina ricordandole così della sua povera
torta
ormai bruciata.
Hinata sospirò a metà tra
lo sconsolato e il divertito, dando un'occhiata al forno mentre
pregava che questa volta andasse tutto bene. Era curiosa di vedere
che faccia avrebbe fatto Sakura quando le avesse mostrato il suo
dolce preferito fatto in casa e già si pregustava la sua
reazione
felice come quella di una bambina. Le sembrava quasi di sentire
già
i suoi urletti di gioia e il sapore delle sue labbra sulle proprie.
Poco dopo la sua voce ne
annunciò il ritorno e la fidanzata, non vedendola
affacciarsi in
cucina per salutarla come faceva sempre prima di andare a lavarsi le
mani e raggiungerla di nuovo, la cercò ovunque preoccupata.
Brutte
notizie in arrivo, per caso?
Hinata sudò freddo a quel
pensiero e quando Sakura, all'uscita del bagno, le si buttò
addosso
piangendo, non poté fare a meno di stringerla a
sé dimenticandosi
di tutto il resto. La lasciò sfogare per qualche minuto
sulla sua
spalla con il terrore che le cresceva nel petto accarezzandole la
schiena prima che questa riuscisse a trovare le parole per
raccontarle le strazianti scene di disperazione familiare a cui era
stata costretta ad assistere, che sembravano aumentare ogni giorno di
più.
Hinata era molto sensibile e
ben presto pianse con lei, cercando poi di farle coraggio. Sapeva che
non era quello il momento per crollare a sua volta, ma era difficile
restare indifferenti di fronte a tanto dolore. Quando sarebbe cessato
quello strazio che li stava prosciugando tutti?
Strette l'una all'altra,
iniziarono quindi a consolarsi a vicenda per antica abitudine,
augurandosi con tutto il cuore di avere ragione a pensare che di
lì
a poco il coronavirus e tutte le sofferenze che aveva portato con
sé
sarebbero stati solo un lontano ricordo mentre i sopravvissuti
rifiorivano come le piante nei parchi e nei giardini dopo il lungo
inverno. Il peso di quegli avvenimenti lo avrebbero avvertito tutti
ancora a lungo, ma la fine della quarantena e il ritorno a una
parvenza di normalità avrebbe giovato di sicuro.
Quella sera non fecero
l'amore, limitandosi ad abbracciarsi forte in corridoio nel tentativo
di tenere insieme i pezzi e dimenticare, anche solo per un attimo,
gli orrori che vedevano e sentivano ogni giorno. Sapevano in
realtà
di non potersi lamentare perché c'erano tanti che stavano,
evidentemente, molto peggio, ma era difficile trattenere lacrime e
parole di rabbia o sconforto. Se non altro loro erano insieme,
però,
e avevano la consolazione di star facendo di tutto per aiutare quante
più persone potevano. Sakura lavorava in ospedale con turni
massacranti cercando di salvare più vite possibili, mentre
Hinata
aiutava all'occorrenza gli anziani nel condominio portando loro la
spesa e fermandosi di tanto in tanto a fare due chiacchiere con tutte
le precazioni del caso. Figli e nipoti, che vivevano altrove, non
potevano fare nulla e la ragazza, da sempre attenta al prossimo, era
ben felice di dare una mano, sforzandosi inoltre di essere positiva
con amici e parenti, che sentiva ogni giorno per telefono.
Non seppero mai quanto tempo
rimasero lì a coccolarsi senza nemmeno avvertire, per il
momento, il
desiderio di approfondire il contatto, ma a un certo punto furono
costrette a staccarsi e correre di nuovo in cucina calpestandosi
quasi a vicenda. La torta era ridotta anche peggio del solito e
vedendo le condizioni del forno e della teglia, Hinata fu sul punto
di mettersi a piangere. Non era pentita di aver consolato la
fidanzata, ma mentre pulivano il disastro, decise che dal giorno dopo
l'avrebbe accolta con il dolce ancora crudo sul tavolo. Non ne poteva
davvero più di preparare torte che inesorabilmente
bruciavano quando
un tempo era conosciuta in tutta la scuola come l'artista che sapeva
cuocerle perfettamente!
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia non mi
convince del tutto e mi dispiace davvero di aver aggiunto anche oggi
la parte strappalacrime, ma purtroppo ultimamente è
così. Non sono
proprio dell'umore di scrivere cose allegre, ma nonostante la
difficoltà, non voglio comunque rinunciare a questa raccolta.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non
avervi delusi con questa storia e che continuerete a seguirmi fino
alla fine. u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina
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Capitolo 8 *** Day 8: Guerra all'ultimo pacchetto (Choji) ***
Personaggio:
Choji
Prompt:
A e B s'incrociano dopo due ore di coda al supermercato e litigano
per lo stesso pacchetto di patatine.
Day
8: Guerra all'ultimo pacchetto
Choji
avvistò finalmente
l'ultimo pacchetto di patatine rimasto sullo scaffale e
scattò
subito in avanti, deciso a impadronirsene a qualunque costo. Erano le
sue preferite, e dopo due ore di coda all'esterno prima di entrare
nel supermercato si meritava un premio. Un vero peccato che ne fosse
rimasto soltanto uno, visto che lui ne consumava tante, ma poteva
ancora considerarsi fortunato. I negozi venivano presi ogni giorno
d'assalto da chi desiderava fare scorte il più possibile
abbondanti
per non dover uscire troppo spesso di casa e quelle patatine andavano
a ruba anche in condizioni normali.
Soddisfatto, fece per
metterle trionfante nel suo carrello quando notò un'altra
mano sul
pacchetto, che tentava di fare lo stesso.
Si fermò un attimo sorpreso
alzando lentamente gli occhi su quello che si rivelò essere
un
ragazzo biondo all'incirca della sua età.
«Le ho viste prima io» gli
disse in automatico.
«Stai scherzando? Sono
arrivato io per primo» lo contraddisse l'altro.
«Sono rimasto due ore in
fila qui fuori per prenderle e non me le farò soffiare sotto
il naso
da te» ribatté deciso Choji.
«Lo stesso vale per me.
Lasciale subito!»
«Non se ne parla!»
«Cerchi rogne, per caso?
Guarda che non ti conviene!»
«Ma figuriamoci. Contro di
me non avresti speranze, pulce.»
«Pulce a me? Vuoi prenderle
davvero, ciccione?»
«A chi hai dato del
ciccione? Adesso ti rovino!»
«Fatti sotto se ne hai il
coraggio!»
A quel punto entrambi,
abbandonato il sacchetto di patatine sullo scaffale, stavano per
partire all'attacco e risolverla a pugni quando una signora, dopo
averli fulminati con un'occhiataccia di disapprovazione, lo prese con
calma e se ne andò borbottando qualcosa di poco carino nei
loro
confronti.
I due ragazzi, increduli,
lasciarono subito la presa l'uno sui vestiti dell'altro, girandosi
quindi verso il ripiano ormai vuoto per poi tornare con sguardo
allucinato sul rivale.
«Hai
visto che hai combinato?» lo rimproverò Choji dopo
un attimo di
silenzio, disperandosi mentalmente per quella grave perdita.
Chissà
quanti giorni sarebbero passati prima di tornare al supermercato e
per tutto quel tempo avrebbe dovuto resistere alla quarantena senza
il suo cibo preferito. Come avrebbe fatto a consolarsi per quelle ore
di noia e solitudine?
«Io? Ma se sei stato tu a
cominciare!» ribatté piccato l'altro, guardandolo
storto.
«Non sarebbe successo se tu
mi avessi lasciato prendere il sacchetto» gli
rinfacciò Choji.
«E perché avrei dovuto
essere io a rinunciare alle patatine?»
«Perché io ne ho bisogno
per sopravvivere all'isolamento.»
«Ah, davvero? Non mi sembra
che tu abbia solo quelle per sopravvivere» lo prese in giro
il
ragazzo biondo, accennando con lo sguardo al suo carrello pieno.
«E tu sì, invece? Guarda
che non ci casco» disse Choji, osservando allo stesso modo il
suo
mentre tentava di non far caso al fatto che fosse invece semivuoto.
«Non l'ho mai detto, ma
avevo il tuo stesso diritto di prenderle, ciccione» gli fece
notare
quello, senza perdere il suo sorriso strafottente.
«Vuoi proprio che ti
ammazzi, piccoletto. Non piangere poi quando ti avrò
riempito di
pugni» lo minacciò ancora Choji.
«Piangere io? Sono anni che
non piango e di certo non lo farei per due colpetti da
niente» rise
il ragazzo, fissandolo con aria di sfida.
Un attimo prima che Choji
cedesse all'impulso di spaccargli davvero la faccia, vennero
fortunatamente interrotti dall'arrivo di un altro ragazzo con capelli
e occhi neri e pelle chiarissima.
«Hai
finito di dare spettacolo, dobe? È pieno di gente qui fuori
che
aspetta solo che tu ti sia levato di torno per antrare» disse
al
biondo con un'aria di superiorità a dir poco insopportabile,
degnando a malapena di un'occhiata il suo rivale, che li stava invece
trucidando entrambi con lo sguardo.
«E piantala, teme! Stavo
difendendo i miei diritti» protestò il ragazzo
imbronciato, facendo
alzare all'altro gli occhi al cielo.
A quel punto Choji, ancora
arrabbiato per gli insulti ricevuti, fu sul punto di intervenire, ma
venne bloccato a sua volta.
«Basta, amico. Non ne vale
la pena, tanto ormai le patatine non ci sono più»
gli disse con
calma Shikamaru, suo migliore amico da quand'erano bambini.
Stranamente Choji non si era nemmeno accorto che fosse lì,
ma era
contento di averlo incontrato per caso al supermercato dopo tanti
giorni che non si vedevano.
Purtroppo aveva ragione e
persino il suo rivale ormai si era allontanato. Per quanto l'accaduto
gli bruciasse, riempirsi di botte a vicenda sarebbe servito solo a
far intervenire la sicurezza, e così, dopo aver lanciato
un'ultima
occhiata di fuoco nel punto in cui i due erano scomparsi alla vista,
seguì Shikamaru tra gli scaffali per cercare di comprare
almeno le
altre cose segnate sulla lista. Non voleva neanche immaginare la
reazione di sua madre se fosse mancato all'appello qualcosa di
essenziale, e visto il numero di scaffali già vuoti dopo
quell'ennesima giornata di isteria collettiva, era meglio sbrigarsi.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia di oggi non
mi convince affatto e mi dispiace di aver dipinto in questo modo sia
Choji che Naruto, ma purtroppo è stata l'unica idea che mi
è venuta
dopo ore. Immagino di essere finita in un OOC spaventoso con
entrambi, ma spero di avervi strappato almeno un sorriso con questa
"guerra" all'ultimo sacchetto. XD
Fatemi
sapere che ne pensate di questa assurda storia, se vi va, e grazie a
tutti coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo
leggendo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che
continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
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di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina
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Capitolo 9 *** Day 9: Palestra fai-da-te (Ino) ***
Personaggio:
Ino
Prompt:
A si fa i selfie mentre B si allena.
Day
9: Palestra fai-da-te
Dopo
aver controllato di
essere presentabile, Ino si mise in posa e scattò la foto,
che poi
modificò con il suo filtro preferito del momento e
postò su
facebook con una frase spiritosa e l'immancabile hashtag “Io
resto
a casa”. Era diventata la sua occupazione preferita in quei
giorni
di quarantena e vedere i molti like e commenti le tirava sempre su il
morale. Non ne poteva più di stare chiusa in
quell'appartamento ma
non osava mettere piede fuori se non per la spesa di tanto in tanto,
e le altre attività che avrebbero potuto tenerla impegnata,
ormai la
annoiavano. Sperava solo di non stancarsi anche di quella in pochi
giorni o non sapeva che avrebbe fatto. Come faceva Sakura a starsene
tranquilla e apparentemente serena da alcune settimane a quella
parte?
Pensando alla fidanzata, le
venne in mente un'altra foto carina che avrebbe potuto fare e
andò
quindi a cercarla, trovandola come sempre nella stanzetta che fin
dall'inizio avevano adibito a piccola palestra. L'appartamento in cui
erano andate a convivere, infatti, prevedeva due camere da letto, ma
avevano presto deciso di dividersi la più grande, sistemando
nell'altra la sua cyclette, il punching ball di Sakura e altri
attrezzi ginnici di entrambe che adesso tornavano decisamente utili.
Come previsto, la ragazza
dai capelli rosa si stava allenando con i guantoni, ansimando
leggermente mentre colpiva a ripetizione il suo bersaglio.
Ino si fermò allora a
guardarla per qualche minuto, colpita dalla sua forza e
determinazione incrollabili che in quella situazione le invidiava
parecchio, ammirandone intanto il volto concentrato e il corpo
tonico. La sua fidanzata era stupenda in tutti i sensi e vederla
così
sudata e con il viso un po' arrossato per lo sforzo, le faceva spesso
ricordare altri momenti in cui erano decisamente meno vestite.
Si rimproverò per l'ennesima volta per quei pensieri
inopportuni che
la assalivano quando la osservava allenarsi da sola, e per cercare di
distrarsi, decise di mettere in atto l'idea che l'aveva convinta a
raggiungerla nella loro palestra personale. Purtroppo o per fortuna
la ragazza non si era accorta di lei, quindi ne approfittò
per
immortalare la scena, distraendola però con il suono della
videocamera.
«Che stai facendo?» le
chiese contrariata, muovendo appena la testa per scostarsi dal viso i
corti capelli rosa tutti spettinati.
«Rendo eterna la tua
bellezza mentre ti alleni» le rispose con naturalezza,
digitando
rapida qualcosa prima di postare l'immagine.
«Certo, come no» sbuffò
Sakura avvicinandosi. «Quando ti staccherai da
quell'affare?»
domandò poi stizzita, notando per un soffio l'app di
facebook che si
chiudeva e appuntandosi quindi mentalmente di fargliela pagare appena
possibile.
«Perché, sei gelosa?» la
provocò Ino.
«Certo che no! Penso solo
che potresti occupare il tempo in altri mille modi, anziché
inondare
facebook di foto e commenti, coinvolgendo anche me» la
riprese
severa.
«Uffa! Lo sai che mi sto
annoiando a morte» si lamentò Ino con gli occhi da
cucciolo.
«Appunto perché ti annoi
dovresti cercare qualcosa di meglio da fare» le rispose la
fidanzata, trattenendo a fatica l'impazienza.
«Tipo?»
«Devo proprio spiegartelo?»
le chiese Sakura, avvicinandosi ancora e guardandola negli occhi con
aria insolitamente maliziosa.
«Forse no» sorrise Ino,
facendo per appoggiare le mani sui suoi fianchi, ma la compagna fu
più svelta, e dopo averle passato i suoi guantoni da
allenamento, si
allontanò rapida mettendosi in posizione di guardia e
ridendo tra sé
per la faccia sconvolta della ragazza. Si vedeva lontano un miglio
che si aspettava altro, ma non era disposta a cedere così
facilmente
dopo lo scherzetto della sua foto in tenuta selvaggia sbattuta sui
social. Bisognava guadagnarsele certe cose, e quello le sembrava
senza dubbio il metodo migliore.
«Forza, fatti sotto» la
incitò con un sorriso trionfante e questa volta Ino si
riscosse,
accettando la sfida. Erano fidanzate da anni e amiche da sempre, ma
tra di loro c'era anche una strana rivalità che in pochi
comprendevano, visto il loro rapporto. Per entrambe però era
davvero
stimolante sfidarsi di continuo su tutto e in quel periodo di
reclusione forzata lo era ancora di più. In fondo, l'unico
impegno
rimasto era quello, dal momento che le solite attività erano
tutte
sospese, e sarebbe stato un peccato non approfittarne.
Con gli occhi che
brillavano, ingaggiarono qualche mossa nella stanza fingendo di
trovarsi a un vero incontro di boxe, ma da come si guardavano, era
chiaro che ben presto ci sarebbe stato un altro tipo di lotta ancora
più piacevole. Del resto Sakura, quando Ino le aveva chiesto
quale
sarebbe stato il suo premio in caso di vittoria, non aveva certo
nascosto un suggerimento a dir poco interessante che entrambe
avrebbero voluto ricevere.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero che la storia vi
sia piaciuta e di avervi strappato almeno un sorriso con le
schermaglie amorose di queste due matte. Meno male che almeno loro si
divertono in questo periodo! XD
Scherzi
a parte, fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti
coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo
leggendo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che
continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo
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manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
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di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina
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Capitolo 10 *** Day 10: Dolce far niente (Shikamaru) ***
Personaggio:
Shikamaru
Prompt:
Guardare le nuvole dal balcone
Day
10: Dolce far niente
Shikamaru,
appena uscito sul
balcone di casa, si accomodò meglio sulla sdraio che aveva
sistemato
giorni prima in un angolo strategico e alzò lo sguardo verso
il
cielo con un sorriso soddisfatto. L'unica cosa positiva
dell'emergenza coronavirus era che nessuno avrebbe potuto dirgli
nulla se passava le sue giornate a oziare in giro, dedicando le ore
al suo passatempo preferito. In realtà sua madre aveva
provato
diverse volte a convincerlo a impegnarsi in attività
più
costruttive, ma lui l'aveva a malapena ascoltata, continuando poi a
fare di testa sua. In fondo i suoi voti a scuola erano più
che
sufficienti e poteva tranquillamente concedersi un po' di sano
riposo.
Con un sospiro di sollievo,
si concentrò quindi sulle nuvole che si rincorrevano sopra
di lui,
chiudendo ogni tanto pigramente gli occhi mentre si godeva il calore
del sole sulla pelle. Si stava davvero bene chiusi in casa in quei
giorni di emergenza, e per un solo attimo desiderò che il
periodo di
quarantena durasse ancora a lungo. Per quanto lo riguardava, non ci
sarebbero stati problemi se il governo li avesse costretti per mesi a
una vita da reclusi. La bella stagione era sempre più vicina
e le
nuvole, per quanto il vento soffiasse forte, non sarebbero certo
scomparse, garantendogli quindi un piacevole passatempo. L'unico
problema era il numero delle vittime che cresceva sempre di
più, ma
se avessero trovato il modo di risolvere la questione, sarebbe stato
tutto perfetto. La vita ideale che aveva sempre sognato, insomma, ed
era triste che per averla fosse stato necessario sacrificarne tante
altre.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! È stato
difficile
scrivere su Shikamaru e la storia non mi convince affatto, ma
è
stata l'unica idea che mi è venuta e spero che alla fine il
risultato sia almeno decente.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver
deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla
fine. u.u
Ricordo
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Ellygattina
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Capitolo 11 *** Day 11: Un appartamento per tre (Tenten) ***
Personaggio:
Tenten
Prompt:
A è in quarantena con B e C, e vorrebbe essere da tutt'altra
parte.
Day
11: Un appartamento per tre
Quando
Tenten, a pochi
giorni dall'inizio dell'emergenza coronavirus, aveva invitato il suo
amico Rock Lee a fermarsi da lei e Neji in attesa che nel suo vecchio
condominio terminassero i lavori per la sistemazione delle tubature,
non pensava che sarebbe finita in quel modo. In fondo erano amici da
anni ed era già capitato più volte di vivere
insieme sotto lo
stesso tetto durante le vacanze, ma la quarantena prometteva di
essere un vero disastro sotto tutti i punti di vista.
La ragazza, infatti, non
aveva calcolato la rivalità che c'era sempre stata tra i
due, che in
quel breve periodo era addirittura peggiorata, portando quindi ogni
più piccola cosa a diventare oggetto di sfida. Purtroppo o
per
fortuna, sapeva con certezza che quello era semplicemente il loro
assurdo modo di passare il tempo in un piccolo appartamento
ventiquattro ore su ventiquattro, ma a pochi giorni dall'inizio della
convivenza, Tenten non ne poteva già più ed era
tragicamente
consapevole di non poter fare nulla al riguardo. Sebbene a volte le
fosse venuta infatti la fortissima tentazione di mettere alla porta
il loro ospite, non aveva il coraggio di costringere Rock Lee a
cercarsi un altro alloggio in un momento simile, ma quanto ancora
sarebbe stata capace di resistere? Non era normale che negli ultimi
tempi, tranquilla in casa propria con le persone più care
che aveva
al mondo, si ritrovasse a desiderare, sempre più spesso, di
essere
in qualsiasi altro posto, solo per non doverli più sentire!
Sospirando sconsolata, si
sedette su una poltrona in salotto con una tazza di thè tra
le mani,
sorseggiandone piano il contenuto bollente nel tentativo di ignorare
l'ennesima sfida tra i suoi compagni di sventura. Purtroppo,
però,
l'esperienza le suggeriva di non isolarsi completamente, e a un certo
punto, alzando gli occhi per caso, poté quasi vedere il
disastro un
attimo prima che avesse luogo. Nell'istante in cui aveva capito che
Neji e Rock Lee, per ragioni note solo a loro, avevano davvero
intenzione di allenarsi in salotto come se fossero in un dojo, era
infatti sicura che qualche oggetto sarebbe finito a terra in mille
pezzi, e questa volta, nonostante il suo inutile avvertimento, era
toccato a un bellissimo vaso regalatole da sua madre.
Com'era prevedibile, dopo
averlo accidentalmente abbattuto, l'amico iniziò subito a
scusarsi e
a chiedere il necessario per riparare il danno, litigando per
l'ennesima volta con il padrone di casa, che non riuscì a
trattenere
un ragionevole rimprovero per le sue idee assurde, ma Tenten disse
loro stancamente di lasciar perdere, raccogliendo lei stessa i cocci.
Ormai non aveva neanche più la forza di arrabbiarsi,
limitandosi a
segnare inconsciamente il vaso nell'immaginaria lista dei danni
morali e materiali della quarantena che non sapeva nemmeno a chi
avrebbe mai presentato. Sarebbe impazzita di sicuro se la situazione
si fosse protratta a lungo, ma in fondo sapeva di non potersi
lamentare più di tanto. Una piccola parte di lei pensava
ancora di
essere stata fortunata ad affrontare l'emergenza con il suo fidanzato
e il suo migliore amico e in fondo voleva loro troppo bene per tenere
il broncio o far pesare in qualche modo il proprio malessere al
riguardo.
Quando la sera si infilava
sotto le coperte con Neji, però, ringraziava il cielo di
potersi
permettere qualche momento da sola con lui, e sebbene la presenza di
Rock Lee nella stanza di fianco impedisse loro di lasciarsi andare
come avrebbero voluto, era comunque piacevole fingere per un attimo
che fosse tutto normale, ricaricando così le energie per
affrontare
in qualche modo il giorno successivo.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non avevo mai scritto
su questi tre, quindi non ho idea di cosa sia venuto fuori, ma spero
di avervi strappato almeno un sorriso con le disavventure della
povera Tenten. Devo dire che non la invidio proprio in una situazione
del genere, ma se non altro a fine giornata ha un piccolo premio per
aver resistito un altro giorno senza uccidere nessuno. u.u
Come
sempre, fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti
coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo
leggendo. Spero di non aver deluso le vostre aspettative e che
continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
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manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
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Ellygattina
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Capitolo 12 *** Day 12: Cercasi shampoo (Neji) ***
Personaggio:
Neji
Prompt:
A va a farsi la doccia, ma B ha finito lo shampoo e non possono
uscire a ricomprarlo.
Day
12: Cercasi shampoo
Neji
si diresse contento
verso il bagno, portando con sé i vestiti puliti. Erano
giorni che
era bloccato a casa con la fidanzata Tenten perché risultati
entrambi positivi al coronavirus e non vedeva l'ora di concedersi una
doccia. Nessuno dei due era ancora guarito ma per fortuna iniziavano
a stare meglio, e nonostante la fastidiosa malattia, era sempre
piacevole lavarsi via di dosso i residui di microbi e sudore nei rari
momenti in cui la febbre concedeva loro un po' di tregua.
Per qualche minuto si
rilassò sotto il getto d'acqua calda, ma i guai cominciarono
quando
fu il momento di insaponare anche i lunghi capelli. Già
prendendo in
mano il flacone dello shampoo ebbe l'impressione che fosse vuoto, ma
la conferma arrivò quando provò a versarne un po'
sulla mano.
Si guardò intorno senza
vedere la confezione nuova, che in genere mettevano sempre sul
piccolo ripiano insieme a spugna e bagnoschiuma, e chiamò
quindi
Tenten, chiedendole di cercarlo negli armadietti e in qualunque altro
posto. Non potevano essere rimasti senza, giusto?
Purtroppo, dopo qualche
minuto, la ragazza lo informò candida che doveva essersi
dimenticata
di segnarlo sulla lista della spesa, che tra l'altro si erano fatti
portare da un amico soltanto il giorno prima.
Neji, uscito nel frattempo
dalla doccia, la guardò male, ma sapeva di non potersela
prendere
con la fidanzata. Il flacone l'aveva finito lei poco prima, ma sicura
com'era di aver appena rinnovato le loro scorte di tutto, non si era
nemmeno posta il problema di controllare se ce n'era un altro. Del
resto, non sarebbe comunque servito a nulla, visto che loro due erano
comunque bloccati in casa finché non fossero guariti.
Si limitò quindi a
sospirare per cercare di placare il nervosismo, sentendo suo malgrado
gli effetti
benefici della doccia svanire velocemente. Detestava dipendere dagli
altri per qualsiasi cosa, e vista l'ora, dubitava che quel giorno
avrebbero trovato qualche amico ancora in coda al supermercato che
potesse portar loro lo shampoo.
«Mi dispiace. Vedo se
riesco a rimediare» gli disse contrita Tenten, avvicinandosi
per
dargli un lieve bacio prima di iniziare una ricerca che lei per prima
considerava già destinata al fallimento.
Bruciava terribilmente a
entrambi non poter uscire di persona a comprare qualunque cosa
potesse servire, ma cosa potevano farci se, nonostante le norme di
sicurezza, avevano contratto chissà come quel maledetto
virus?
Purtroppo la loro unica possibilità al momento era stringere
i denti
e resistere, nella speranza di guarire presto.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Ero un po' a corto di
idee per i prompt di oggi ma alla fine sono abbastanza soddisfatta
del risultato e spero che la storia sia piaciuta anche a voi.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non aver
deluso le vostre aspettative e che continuerete a seguirmi fino alla
fine. u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
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Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
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Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
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Capitolo 13 *** Day 13: Ultime parole famose (Rock Lee) ***
Personaggio:
Rock Lee
Prompt:
“Sono il dio della forza e della bellezza!” disse,
prima di
rotolare giù da una collina.
Day
13: Ultime parole famose
Erano
alcune settimane ormai
che in tutto il mondo si diffondeva la paura per il virus che in Cina
non accennava a smettere di mietere vittime quando un pomeriggio
Tenten, tornando a casa da scuola con i suoi migliori amici, espresse
i suoi timori al riguardo.
Passando vicino a uno
schermo che trasmetteva le ultime notizie, avevano infatti intravisto
che il numero dei contagi era già aumentato rispetto alla
mattina e che
la malattia si avvicinava sempre di più.
«Speriamo non arrivi anche
qui da noi» disse la ragazza preoccupata, ben sapendo in cuor
suo
che sarebbe stato quasi impossibile sfuggire a quella terribile
minaccia. Il tempo di incubazione era piuttosto lungo, e
benché le
frontiere con la Cina fossero state chiuse in fretta, tra loro
potevano comunque esserci persone che, del tutto inconsapevolmente,
lo stavano già diffondendo.
«Stai tranquilla, non
sarebbe la prima volta che arrivano malattie da altre parti del
mondo» cercò di confortarla Rock Lee, fiducioso
come sempre.
«Lo so, ma questo virus
sembra molto peggio dei precedenti» gli fece notare lei,
voltandosi
a guardarlo con la paura negli occhi.
«Se anche dovesse
succedere, sono sicuro che ce la caveremo. Siamo giovani e forti,
dopotutto» insistette il ragazzo con un gran sorriso che le
strappò
una smorfia tra l'esasperato e il divertito.
«Non è per me che mi
preoccupo» affermò poco dopo Tenten,
mordicchiandosi le labbra
pensierosa. Il problema infatti era che conosceva parecchie persone
per le quali il virus avrebbe potuto essere molto pericoloso e
tremava solo all'idea di poterle perdere.
A quel punto, accortasi
dell'espressione interrogativa dell'amico, le elencò
brevemente,
rabbrividendo a ogni volto caro che le scorreva davanti.
«Scusa, non ne avevo idea»
disse alla fine Rock Lee, dispiaciuto. Per un attimo aveva creduto
che la ragazza al suo fianco fosse un'altra vittima dell'eccessiva
attenzione attribuita da ogni tv e giornale a quella nuova malattia,
ma lei forse, da un lato, aveva anche ragione a preoccuparsi. Non
doveva essere bello pensare di poter perdere da un momento all'altro
persone così importanti per la propria vita a causa di un
nemico invisibile che seminava il panico ovunque.
«Se non sbaglio mi avevi
detto che si erano subito organizzate per uscire di casa il meno
possibile, no?» intervenne a quel punto Neji, che stranamente
non
aveva ancora aperto bocca.
«Sì, ma mi spaventa
comunque l'idea di poter essere io a contagiarli senza neanche
saperlo. E se magari fosse già successo?»
continuò imperterrita la
ragazza, che a quanto pare era già in piena psicosi.
«Basterà indossare una
mascherina e portare con te il disinfettante quando vai a
trovarli»
le ricordò il fidanzato, che aveva già sentito
più volte quel
discorso al telefono. «Con le scorte che avete fatto,
dovreste
essere tutti al sicuro per un po'» aggiunse poi, con un lieve
sorrisetto.
«Questo sì» mormorò la
compagna, leggermente imbarazzata. Un paio di giorni prima, infatti,
sia lei che sua madre avevano comprato, all'insaputa dell'altra,
più
confezioni di Amuchina e mascherine, con il risultato che alla sera
non sapevano neanche dove metterle. Se non altro, la scena era
servita per stemperare un po' la tensione ed entrambe si sentivano un
pochino più al sicuro al pensiero di aver provveduto per
tempo ma
ancora, quel lunedì mattina, avevano dimenticato di metterle
in
borsa. Di casi nel loro Paese, per fortuna, non ce n'erano stati
finora, e soltanto i più previdenti si erano già
attrezzati per
ogni evenienza e loro, potevano dirlo con orgoglio, erano tra questi.
Certo, sarebbe stato utile anche avere con sé i propri
acquisti, ma dopo le terribili
notizie viste quel giorno, avrebbe provveduto a rimediare appena
rientrata in casa.
«Non hai nulla di cui
preoccuparti, allora» disse sollevato Rock Lee, sentendosi
subito
più leggero.
«In teoria no, ma non posso
farci nulla. Non pensavo che un nemico così piccolo potesse
fare
tanta paura» ammise lei con un lieve sorriso.
«Vedrai che andrà tutto
bene» la rassicurò Neji, cingendole le spalle con
un braccio.
«Hai ragione, bisogna
pensare positivo» annuì Tenten dopo un attimo di
silenzio,
leggermente più tranquilla. « Da domani
però inizierò a portarmi
mascherina e disinfettante quando esco di casa.»
«Mi sembra eccessivo, al
momento, ma se ti fa sentire più tranquilla fallo»
disse con calma
il ragazzo.
«Forse hai ragione, non
possiamo rischiare di consumare le scorte prima del tempo, ma
vedrò
più tardi cosa fare» convenne lei pensierosa.
Per qualche minuto
continuarono a camminare, ma poco prima di separarsi, un altro
schermo sopra le loro teste avvertì i cittadini nelle
vicinanze che
era stato confermato il primo caso di coronavirus nel loro Paese e
Tenten impallidì.
«A questo punto ho già
deciso» affermò un attimo dopo con voce strana,
reprimendo a fatica
un brivido.
«È arrivato il momento di
usare le scorte che ha fatto lo zio» le fece eco Neji, in
tono
altrettanto insolito per un altro motivo. Personalmente non vedeva il
motivo di tanta agitazione, ma sapeva che l'uomo, a questo punto,
avrebbe ordinato a lui e alle figlie di prendere sempre tutte le
precauzioni possibili e immaginabili e di certo non sarebbero
sfuggiti all'obbligo di uscire di casa con la mascherina.
«E tu, Rock Lee?» domandò
poco dopo Tenten, accortasi che l'amico non aveva fatto commenti di
alcun tipo.
«Io non ne ho di
mascherine, ma non ho motivo di preoccuparmi. Sono sano e forte, e lo
stesso tutti quelli che conosco. Rispetterò le norme di
sicurezza e
nient'altro» disse con calma, finendo di leggere le
raccomandazioni
che scorrevano sullo schermo.
«Ma sei impazzito, per
caso?» esclamò lei incredula, annaspando appena
mentre cercava di
mettere ordine nei propri pensieri per fargli la predica. Sapeva da
sempre che fosse un tipo strano, a volte, ma non credeva potesse
essere incosciente fino a quel punto!
«Certo che no» le rispose
sorridendo. «Guardami, Tenten, sono il dio della forza e
della
bellezza e non sarà certo questo virus a buttarmi
giù» continuò
poi, arretrando di qualche passo e mettendosi in posa per mostrarle
la sua prestanza fisica.
Peccato che l'istante
successivo si sentì mancare la terra sotto i piedi e
rotolò giù
per la collinetta che stavano percorrendo senza nemmeno sentire
l'urlo di avvertimento dell'amica.
Appena il mondo smise di
girare, scoprì di essere alcuni metri più in
basso con dolori
lancinanti in tutto il corpo. Cosa era successo, così
all'improvviso?
«Stai bene?» gli arrivò
preoccupata la voce di Tenten a pochi passi da lui.
Lei e Neji erano subito
corsi giù per vedere come stava e il fatto che l'amico,
più bianco
di un lenzuolo, fosse ancora raggomitolato a terra con aria
sofferente non prometteva nulla di buono.
«Non riesco a muovermi»
ansimò a fatica il ragazzo appena provò ad
allungare una gamba per
tirarsi su.
«Dio della forza e della
bellezza, eh? Mi sembra sia bastata una collina per buttarti
giù»
non poté fare a meno di osservare Neji, ricevendo
un'occhiataccia
dalla fidanzata.
«Ti pare il momento di
infierire?» lo riprese lei. «Non sforzarti, Rock
Lee, chiamo subito
un'ambulanza» aggiunse poi in tono più dolce prima
di allontanarsi
di poco per telefonare.
La chiacchierata
sull'argomento finì così, ma il ragazzo non ebbe
neanche bisogno di
preoccuparsi delle mascherine, visto che in ospedale gli confermarono
le fratture multiple che già sospettava, ricoverandolo per
qualche
giorno.
Una volta dimesso, le scuole erano già chiuse e di
lì a
poco gli amici poté vederli per mesi soltanto in
videochiamata.
Per fortuna viveva con il
suo tutore Gai, che almeno lo aiutava in tutto e gli teneva
compagnia, impedendogli di deprimersi per la situazione e per la
pessima figura che aveva fatto.
Alla fine dell'emergenza, né lui né
quelli che conosceva erano stati contagiati, ma per "il dio della
forza e della bellezza" era davvero umiliante essere stato messo K.O.
da una
collinetta. Se non altro Gai e gli amici ebbero il buonsenso di non
fargliela pesare, aiutandolo anzi, con il tempo, a riderci sopra.
Come avrebbe fatto senza di loro?
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia non mi
convince per niente, ma visto che già ieri non avevo
pubblicato, ho
dovuto per forza rimediare oggi per non essere
esclusa dalla gara. Spero che a voi sia piaciuta e che mi farete
sapere che ne pensate, se vi va. Grazie intanto di cuore a tutti
coloro che mi hanno dedicato un po' del loro tempo anche solo
leggendo, nella speranza che continuerete a seguirmi fino alla fine.
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/?ref=bookmarks.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo,
lasciandovi, se vorrete, alla prossima storia.
Un
bacio a distanza e a tra poco!
Ellygattina
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Capitolo 14 *** Day 14: Inno nazionale (Dosu) ***
Personaggio:
Dosu
Kinuta
(ebbene sì, all'inizio non ricordavo nemmeno chi fosse XD)
Prompt:
A è ubriaco e canta l'inno nazionale sul balcone sbagliando
le
parole.
Day
14: Inno nazionale
Ormai
doveva essere quasi
l'ora del flash mob e Dosu, ubriaco fradicio nel tentativo di
dimenticare la pietosa condizione in cui versava da settimane, si
diresse barcollando verso il balcone, pregustandosi il momento in cui
tutti i vicini avrebbero applaudito alle sue grandi doti canore. Non
si accorse nemmeno del fatto che fuori non c'era ancora nessuno, e
dopo aver preso un bel respiro, intonò a voce alta e sicura
l'inno
nazionale.
Nel frattempo Gaara, che era
andato in cucina a prendere un bicchiere di aranciata, sentì
qualcuno cantare, e pur non avendo alcuna simpatia per quell'assurda
iniziativa, decise di uscire per una volta a dare un'occhiata. Non
c'era la solita confusione, e per quanto il tizio in questione fosse
bravo, per un attimo avrebbe giurato che le parole dell'inno fossero
sbagliate. Doveva essere la sua immaginazione!
La prima cosa che notò
uscendo fu che all'esterno c'era solo il vicino dell'appartamento di
fronte al suo, e dando un'occhiata all'orologio, si accorse che
mancava un'ora abbondante al flash mob. Stupito, ascoltò
quindi con
più attenzione e notò, con profondo disappunto,
che l'impressione
di prima era tragicamente giusta.
«Ehi, tu! Non credi che
prima faresti meglio a imparare le parole?» lo
apostrofò indignato.
Come si permetteva quel tipo di prendersi gioco addirittura dell'inno
nazionale? Aveva sempre pensato in realtà che fosse un buono
a nulla
senza cervello, ma ora stava passando tutti i limiti!
«Come osi interrompere
l'esibizione di un grande artista?» protestò con
rabbia l'altro,
che sembrava avere all'incirca la sua età.
«E saresti tu il grande
artista?» chiese Gaara dubbioso, godendo per un attimo nel
vederlo
sempre più infuriato a ogni secondo che passava.
«Ovviamente! Chi ti credi
di essere, eh?» ringhiò Dosu. Un vero peccato non
poter andare da
quel damerino saccente dai capelli rossi e dargli una lezione. Aveva
sempre avuto talento per la musica ed era sicuro ormai di sapere
eseguire l'inno alla perfezione. Non vedeva l'ora di ascoltare la
registrazione che aveva fatto partire prima di cominciare a cantare.
Certo, avrebbe dovuto tagliarne una parte, ma quella che avrebbe
messo a breve su Youtube sarebbe stata un successo.
«Qualcuno che conosce
meglio l'inno» gli rispose intanto tranquillo il suo vicino,
irritandolo ulteriormente. Con quale coraggio si permetteva di
deriderlo in quel modo? Che razza di ignorante, ma gliel'avrebbe
fatta vedere lui!
«Ma figuriamoci! Hai idea
di quante volte abbia provato questa magnifica esibizione? Siete
d'accordo anche voi che è stata eccezionale,
vero?» insistette
Dosu, rivolgendosi poi al suo pubblico adorante.
Per qualche secondo non
sentì altro che un imbarazzante silenzio, e a quel punto
esplose.
«Ma possibile che sia
circondato da incompetenti? Com'è che date ragione al
guastafeste
che mi ha interrotto sul più bello?»
sbraitò furibondo,
guardandosi intorno.
«Sembra che il tuo pubblico
sia d'accordo con me. Chissà come mai, grande
artista» lo
stuzzicò ancora Gaara, trattenendo a fatica una sonora
risata. Una
piccola parte di lui in realtà iniziava a sentirsi
leggermente in
colpa a infierire così su una persona palesemente ubriaca,
ma la
scena era davvero troppo divertente e gli sarebbe piaciuto vedere la
sua reazione quando avesse visto il video registrato dal cellulare.
A quel punto Dosu, con la
vista un po' appannata, non ce la fece più, e inveendo
contro gli
incompetenti dell'intero universo, si ritirò in casa con il
suo
telefono, intenzionato più che mai a pubblicare tutto su
Youtube. Il
suo video “Inno nazionale vs vicini ignoranti”
sarebbe diventato
virale e una volta ottenute, in brevissimo tempo, migliaia di
visualizzazioni, sarebbe corso a piazzarlo sotto il naso di quel
saccente dai capelli rossi. “Ride bene chi ride
ultimo”, si dice,
e nel suo caso sarebbe stato perfetto.
Un vero peccato che qualche
ora dopo, una volta smaltiti gli effetti della sbornia con un
sonnellino e una bella doccia calda, avrebbe voluto scomparire dalla
faccia della Terra. Era stata una fortuna che, sentendosi strano,
avesse aspettato a caricare il video, o non avrebbe mai più
avuto il
coraggio di uscire di casa. Già così aveva il
terrore di incontrare
Sabaku no Gaara e quei pochi che, nel tempo, avevano messo il naso
fuori per vedere lo spettacolo, rischiando di morire soffocati nel
tentativo di trattenere le risate, ma bene o male aveva qualche
giorno di tempo per decidere come comportarsi visto che, per sua
fortuna, era andato a fare una grossa spesa il giorno prima.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non pensavo che sarei
riuscita a scrivere tanto su un personaggio che nemmeno ricordavo, ma
il prompt di oggi (per sua disgrazia) mi ha ispirata e mi sono
divertita un sacco a immaginare la scena. XD
Spero
che per voi sia stato lo stesso e che mi farete sapere che ne pensate
di questa assurda storia, se vi va. Grazie intanto di cuore a tutti
coloro che mi hanno dedicato una parte del loro tempo anche solo
leggendo. Spero continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
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Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina
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Capitolo 15 *** Day 15: Aggrappata a una foto (Shiho) ***
Personaggio:
Shiho
(non
pensavo potesse andare peggio di ieri O.O XD)
Prompt:
Fotografia
Day
15: Aggrappata a una foto
Shiho,
sommersa come sempre
da libri e quaderni nonostante la scuola fosse chiusa da settimane,
alzò lo sguardo dai compiti cercando subito con gli occhi la
foto in
un angolo della scrivania. L'immagine ritraeva lei e il piccolo
gruppo di ragazzi che un paio di mesi prima avevano portato alla
vittoria la Konoha High School in una gara di giochi matematici e non
poteva fare a meno di sorridere ogni volta che la guardava. Per la
prima volta, mentre insieme cercavano di risolvere i complicati
enigmi proposti, si era sentita orgogliosa di se stessa e importante
per qualcuno. Il suo aspetto e il suo carattere chiuso non le avevano
mai permesso di essere popolare, ma finalmente quel giorno la sua
presenza era stata determinante per la vittoria ed era stato
bellissimo vedere gli altri pendere per una volta dalle sue labbra
mentre spiegava i suoi ragionamenti e avere con loro un dialogo alla
pari. Uno dei momenti migliori della sua vita, senza dubbio, che
oltre ad aver dato il via a dei possibili rapporti di amicizia, le
aveva inoltre permesso di rimanere per un po' accanto al suo amore
segreto, di cui ora poteva avere un'immagine fisica da ammirare ogni
volta che voleva. Aveva da tempo una cotta per Shikamaru Nara, ma
prima di allora non aveva mai avuto occasione di parlargli,
finché
uno dei loro insegnanti, conoscendone l'intelligenza, non l'aveva
costretto a iscriversi alla gara. Il ragazzo non ne era affatto
entusiasta, ma ad Asuma-sensei non aveva potuto dire di no, e alla
fine si erano trovati addirittura vicini al momento della fotografia
con la coppa in mano.
Un vero peccato che
l'emergenza Covid-19, scattata poco dopo, non avesse permesso loro di
approfondire la conoscenza, ma Shiho era fiduciosa che, una volta
tornati a scuola, avrebbero potuto riprendere a chiacchierare
all'intervallo e mangiare insieme. Al momento non aveva
possibilità
di contattarlo, ma le bastava guardare la foto per sentirsi meglio e
trovare più sopportabile quella noiosa quarantena, che
sperava
davvero potesse finire al più presto per il bene di tutti.
Non era
giusto che proprio ora uno stupido virus le impedisse di coltivare
l'amore e le amicizie che sognava da sempre, ma in quelle condizioni
non poteva far altro che avere pazienza.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia di oggi
è
stata terribile da scrivere e il risultato, nonostante gli sforzi,
non mi sembra un granché, ma è meglio che lasci a
voi il giudizio
finale.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. Spero di non
avervi deluso con questa storia forse un po' scialba e che
continuerete a seguirmi fino alla fine. u.u
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi a questo indirizzo:
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Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buonanotte per dopo!
Ellygattina
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Capitolo 16 *** Day 16: Bisogno d'amore (Matsuri) ***
Personaggio:
Matsuri
Prompt:
A si sta rilassando nella vasca, quando sente dei rumori strani
provenire dalla stanza accanto.
Day
16: Bisogno d'amore
Matsuri
si stava crogiolando
nell'acqua calda dopo l'ennesima giornata di noia e preoccupazione
quando sentì dei rumori strani provenire dalla stanza
accanto.
Allarmata, si mise subito a sedere più dritta nella vasca
con le
orecchie tese e la fronte aggrottata. Cosa stava succedendo?
Provò a chiamare qualche
volta il fidanzato senza ottenere risposta e a quel punto si decise a
uscire e andare a controllare di persona.
Si avvolse quindi
nell'accappatoio ed entrò in camera, dove lo
trovò già sdraiato a
letto che gemeva appena con solo l'abat-jour accesa.
«Ti senti male?» gli
chiese preoccupata, avvicinandosi e chinandosi su di lui.
«No» borbottò il ragazzo,
evitando il suo sguardo mentre lei lo osservava in silenzio in cerca
di indizi finché non si accorse di un piccolo particolare
che la
fece sorridere intenerita. Come aveva fatto a non capirlo subito?
«È
da molto che non lo facciamo, eh?» disse malinconica,
accarezzandolo
distratta mentre ricordava i momenti di intimità che
dall'inizio
dell'emergenza coronavirus non si erano più concessi.
Per un attimo Gaara si
godette con un leggero brivido la sensazione di quel tocco gentile
che gli mancava tanto, ma si ricordò fin troppo presto del
motivo
per cui avevano deciso di rinunciare temporaneamente alle gioie del
sesso e di qualunque contatto fisico.
«Lo sai che non possiamo»
disse allora in tono più duro di quanto fosse sua
intenzione,
scostando la sua mano e girandosi dall'altra parte per non vedere il
volto deluso della fidanzata e quella generosa scollatura che non lo
stava certo aiutando a mantenere il controllo.
«Non credo abbia più molto
senso continuare a negarci anche quello» osservò
Matsuri con un
lieve sospiro dopo un attimo di silenzio, alzandosi in piedi e
risistemando nervosamente l'accappatoio un po' troppo aperto.
Il ragazzo non rispose ma
lei capì che le sue parole l'avevano colpito e decise di
proseguire.
Era da molto in realtà che ci pensava, e ciò che
era accaduto
quella sera le dava la conferma di non essere l'unica ad aver bisogno
più che mai di un po' di calore e dolcezza in quel momento
terribile.
«Non possiamo sapere per
quanto ancora saremo costretti a stare chiusi in casa e ormai sono
settimane che usciamo solo quando serve con guanti e mascherina,
stando attenti a non avvicinarci troppo a nessuno. Eppure non ci
siamo più concessi né un bacio né un
abbraccio e parliamo a due
metri di distanza l'uno dall'altra. Se avessimo contratto il virus,
ce ne saremmo accorti da tempo» disse piano, con voce sempre
più
bassa, salendo anche lei sul letto e sovrastandolo.
«Sai che potremmo
pentircene, vero?» le chiese Gaara dopo un attimo di
silenzio, suo
malgrado sempre più eccitato dall'atteggiamento della
fidanzata e
dalla scollatura che gli mostrava di nuovo un'ampia porzione del suo
seno. Nonostante sapesse che sarebbe stato meglio non girarsi, non
aveva potuto fare a meno di cedere.
«Ne abbiamo bisogno
entrambi, però, e non ha senso continuare a negarci qualcosa
che ci
farebbe stare meglio. Quando l'abbiamo deciso, lavoravamo ancora
fuori casa» attaccò di nuovo lei, con voce quasi
implorante. Non ne
poteva più di vivere come estranei in quel piccolo
appartamento e il
senso di solitudine crescente la stava facendo impazzire. Sapeva bene
che c'erano persone messe molto peggio per svariati motivi, ma aveva
davvero bisogno di quelle braccia forti intorno a sé e della
sicurezza che il fidanzato le aveva sempre trasmesso anche nei
momenti più difficili. Era sbagliato adesso amarsi
“a distanza”
e non sfiorarsi nemmeno con la punta delle dita. Ricordava con orrore
che nei primi tempi dell'emergenza, per un semplice raffreddore,
avevano addirittura dormito separati per qualche notte. Per fortuna,
non trattandosi del temuto virus, avevano ripreso quasi subito a
condividere almeno il letto, ma ancora adesso si sdraiavano sul
fianco dandosi la schiena e aveva perso il conto delle volte che
aveva ceduto al sonno con le lacrime sulle guance abbracciando il
cuscino.
Gaara la guardò ancora per
un attimo cercando di elaborare le sue parole per poi sorriderle e
accarezzarle il volto.
«Hai ragione» le sussurrò
dolcemente, godendosi la sensazione delle dita sulla sua pelle
morbida.
A quel punto lei lo guardò
sorpresa per un attimo prima di aprirsi nel più bello dei
suoi
sorrisi e avventarsi quasi sulle sue labbra. Da quanto tempo sognava,
giorno e notte, quel ritorno a una parvenza di normalità?
Quella sera si amarono più
e più volte come non facevano da settimane, affondando nel
piacere
finalmente condiviso tutto il dolore e la frustrazione accumulati in
quel lungo periodo, mentre si promettevano in silenzio di non
“lasciarsi” di nuovo.
L'emergenza coronavirus si
sarebbe risolta solo due mesi dopo, ma da quella notte persino la
quarantena sembrò più sopportabile per la giovane
coppia, che
riprese lentamente ad amarsi anche nei piccoli gesti quotidiani
così
necessari in un periodo che nessuno avrebbe mai pensato di poter
vivere in epoca moderna. Certo, a volte era difficile mettere da
parte le tristi abitudini di mantenere le distanze ma poi si
sorridevano e si avvicinavano, sfiorandosi con le mani o con la bocca
prima di abbracciarsi e stare fermi per un po' in quel rifugio sicuro
dagli orrori del mondo esterno. Come avevano fatto a sopravvivere
fino ad allora senza quel minimo di consolazione?
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Spero di aver fatto un
lavoro accettabile con questa coppia, visto che Matsuri la conoscevo
solo di nome e ho dovuto basarmi sulle schede del personaggio per
costruire la storia (ebbene sì, non ho visto tutto l'anime
di Naruto
e nel manga praticamente non compare, povera). In ogni caso,
nonostante la tristezza in certi punti, sono abbastanza soddisfatta
del risultato e mi auguro che la lettura sia stata piacevole anche
per voi.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. <3
Ricordo
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manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
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Ellygattina
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Capitolo 17 *** Day 17: Felice di rivederti (Ayame) ***
Personaggio:
Ayame
Prompt:
Consegne a domicilio
Day
17: Felice di rivederti
Ayame,
come sempre
ultimamente, uscì dal ristorante di suo padre per le
consegne a
domicilio controllando per l'ennesima volta di aver sistemato a
dovere guanti e mascherina.
Fece in poco tempo il giro
della maggior parte dei clienti, arrivando infine anche a casa di
Naruto. Era stato uno dei primi nella loro città ad
ammalarsi del
temuto coronavirus, ma per fortuna si sentiva già meglio.
Era molto
preoccupata quando l'amico di sempre, che ormai considerava una sorta
di fratellino, l'aveva chiamata per dirglielo, e se fosse dipeso da
lei, sarebbe andata subito a fargli compagnia e ad aiutarlo a
preparare i pasti, dal momento che già in condizioni normali
era un
disastro in cucina, ma purtroppo non era possibile. Le norme del
governo erano molto chiare in proposito e aveva dovuto accontentarsi
di messaggi e videochiamate di tanto in tanto. Nemmeno adesso
avrebbero potuto avere contatti diretti, ma se non altro si sarebbero
visti e parlati di persona.
Nel frattempo Ayame era
arrivata al portone del suo condominio, e dopo aver atteso per
pochissimo al citofono, salì le scale con un sorriso
malinconico che
nessuno avrebbe potuto vedere. Quante volte erano passati di
lì
insieme ridendo, incontrando magari qualche altro ragazzino lungo il
tragitto? Adesso invece tutto taceva e la città stessa era
quasi
deserta.
La giovane sospirò al
pensiero di essere stata, anche quel giorno, una delle poche persone
in giro, ma almeno ora avevano la conferma che quelle regole tanto
rigide stavano dando i risultati sperati. Ci sarebbe voluto ancora
parecchio prima di avere di nuovo una parvenza di normalità
nelle
loro vite, ma la diminuzione del numero dei contagi era già
un fatto
molto positivo.
Finalmente arrivò alla sua
meta, e svoltato l'angolo, vide l'amico che la aspettava alla porta,
avvertendo l'impulso, subito represso, di correre ad abbracciarlo. Le
sembrava più magro rispetto all'ultima volta che si erano
visti su
skype, ma la scintilla di vitalità nei suoi occhi era quella
di
sempre e le fece pensare che anche lui stesse sorridendo.
Si salutarono impacciati per
quell'insolita situazione e la ragazza si avvicinò per
appoggiare a
terra la borsa termica con il ramen mentre Naruto, a malincuore,
faceva qualche passo indietro per mantenere la giusta distanza.
«Riprenditi presto,
campione, mi raccomando» gli disse alla fine.
«Contaci!» le rispose lui
contento. «Grazie per tutto, Ayame.»
«Figurati» sorrise lei,
facendogli poi un gesto di saluto con la mano prima di andarsene.
Avrebbe voluto trattenersi ancora ma non poteva permetterselo, e si
affrettò a raggiungere le scale per non mostrargli gli occhi
lucidi.
Non era certo la prima volta che consegnava il cibo a persone che
conosceva bene, ma per qualche motivo adesso le veniva da piangere.
Era forse l'emozione di averlo rivisto abbastanza simile a come
l'aveva conosciuto? Oppure l'innaturale lontananza che si erano
costretti a mantenere, nonostante si fossero sempre considerati alla
stregua di fratelli?
Ayame non lo sapeva, ma
mentre tornava all'aria aperta asciugandosi le lacrime traditrici che
erano sfuggite al suo controllo, cercò di concentrarsi di
nuovo sul
lavoro che doveva ancora svolgere. Il prossimo nome sulla lista era
Kakashi, un ragazzo di qualche anno più grande di lei per
cui aveva
da tempo una cotta, e il suo cuore ebbe l'ennesimo fremito della
giornata. Si impose però di rimanere calma e professionale
mentre si
dirigeva emozionata verso casa sua. Purtroppo o per fortuna il suo
giro di consegne era quasi finito, ma di certo quello sarebbe stato
un giorno da ricordare.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! La storia mi è
venuta
più malinconica di quanto pensassi, ma spero vi sia piaciuta
lo
stesso. Non pensavo che un personaggio tutto sommato minore come
Ayame (si fa per dire XD) mi avrebbe ispirata tanto e mi auguro di
averla resa al meglio, soprattutto nel suo rapporto con Naruto.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. <3
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buona serata!
Ellygattina
|
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Capitolo 18 *** Day 18: Mangiare per sopportare (Jirobo) ***
Personaggio:
Jirobo
Prompt:
A è rimasto solo a casa durante la quarantena e cerca metodi
alternativi per rilassarsi.
Day
18: Mangiare per sopportare
La
quarantena stava durando
più a lungo di quanto ci si sarebbe aspettati, ma per
fortuna Jirobo
aveva trovato fin dall'inizio un metodo per renderla più
sopportabile. Aveva sempre adorato mangiare e in quel periodo di
reclusione forzata aveva tutto il tempo di stare in cucina a
preparare qualunque cosa volesse, nei quantitativi desiderati. Bene o
male viveva solo e nessuno, nemmeno i suoi amici che in genere si
riunivano nel suo piccolo appartamento per studiare o stare insieme,
avrebbe potuto dirgli nulla se esagerava con il cibo.
Certo, sarebbe stato un
dramma alla fine della quarantena, ma per il momento preferiva non
pensarci, affogando la noia e la tristezza in manicaretti e
stuzzichini di tutti i tipi, a qualunque ora del giorno e della
notte, nel tentativo di ignorare le brutte notizie e una primavera
mite che sembrava prendersi gioco di quella terribile situazione
invitandoli a uscire.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Non sapevo proprio cosa
scrivere su Jirobo e non sono neanche sicura di aver centrato il
prompt, ma spero vi sia piaciuta questa breve storia.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. <3
Ricordo
a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa un gruppo facebook
principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e
manga in generale. Per il momento siamo ancora in pochi, ma saremo
ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a domani con la prossima storia.
Un
bacio a distanza e buona serata!
Ellygattina
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Capitolo 19 *** Day 19: Amore ai fornelli (Rin) ***
Personaggio:
Rin
Prompt:
“Il pesce non si cucina a quel modo!”
Day
19: Amore ai fornelli
Da
quando era iniziata la
quarantena, Rin si era messa in testa di imparare a cucinare e
così,
una volta al giorno, si metteva ai fornelli con grande apprensione
dei suoi coinquilini Obito e Kakashi. Nonostante tutta la buona
volontà dell'amica, infatti, certi esperimenti erano davvero
disastrosi, ma nessuno dei due aveva cuore di dirglielo, limitandosi
a rassicurarla che in fondo non era poi così male.
Quel giorno toccava al
pesce, e la ragazza, dopo aver cercato su internet una ricetta che la
ispirasse, prese dal frigo gli ingredienti, cominciando a tagliare le
verdure di buona lena e mettendole poi a cuocere in una padella.
Ben presto in casa cominciò
a espandersi un buon profumo e Rin, canticchiando, si
preparò ad
aggiungere il pesce mentre Kakashi tornava finalmente dal
supermercato con la spesa per i giorni successivi. Fece appena in
tempo a salutarla, però, che corse subito a bloccarle i
polsi.
«Il pesce non si cucina
così!» esclamò inorridito,
allontanandola dalla padella prima di
lavarsi le mani e cercare in un cassetto gli strumenti giusti.
L'amica lo guardò confusa,
dando poi una rapida occhiata alla ricetta sullo schermo del
computer, che aveva appoggiato sul tavolo. Non riusciva a capire cosa
stesse sbagliando, visto che finora aveva seguito passo passo le
istruzioni.
«La ricetta dice a questo
punto di metterlo a cuocere» obiettò con le
sopracciglia
aggrottate.
«Bisogna pulirlo prima!»
la corresse Kakashi con un po' troppa veemenza, abbassando il fuoco
sotto la padella.
«È
quello che ho fatto» ribatté lei, leggermente
offesa da una simile
mancanza di fiducia.
«Tu l'avrai solo
sciacquato, immagino» la corresse l'amico, togliendole i
pesci che
teneva ancora in mano prima che facessero una brutta fine.
«E non è la stessa cosa?»
domandò mentre si sciacquava le mani.
«No. Devi pulirlo anche
all'interno e togliergli le squame prima di metterlo a
cuocere» le
spiegò con una leggera impazienza mentre Obito, appena
riemerso dai
libri dell'università, si affacciava anche lui sulla porta
della
cucina.
«Che sta succedendo?»
chiese con un velo di apprensione.
«Ho appena salvato il
nostro pranzo» rispose sbrigativo Kakashi, pulendo abilmente
il
pesce. In realtà detestava quel lavoro, ma quando avevano
fatto la
spesa qualche giorno prima non ce n'era di già pulito, e non
gli
sembrava il caso di lasciarlo fare a Rin, che stava già
protestando
a gran voce per la sua affermazione con quel piccolo broncio che
entrambi i ragazzi avevano sempre trovato adorabile.
Nel frattempo Obito, alle
loro spalle, sospirava di sollievo. Aveva sempre cercato di finire
con gusto tutto ciò che preparava l'amica, ma un pesce
così
dubitava seriamente di riuscire a mandarlo giù, e sebbene
gli desse
fastidio l'evidente ammirazione della ragazza per il loro
coinquilino, non poteva che ringraziarlo mentalmente per il
salvataggio.
Come sempre, infatti, Rin
non era capace di rimanere arrabbiata troppo a lungo con nessuno e si
era persa in fretta a guardare i rapidi movimenti di Kakashi con il
coltello prima che questi mettesse nella padella i loro pesci
finalmente puliti.
Poco dopo erano tutti a
tavola e la ragazza mise in bocca curiosa il frutto dei loro sforzi
combinati, cercando di non pensare al fatto che era la prima volta
che cucinavano insieme loro due, come marito e moglie. Non aveva mai
avuto il coraggio di parlarne con nessuno, nemmeno con Obito, ma lei
aveva da tempo una cotta per Kakashi, e quel breve momento l'aveva
resa felice, facendole dimenticare subito il guaio che avrebbe
rischiato di combinare senza di lui e il rimprovero ricevuto.
«È
buonissimo!» esclamò poi, iniziando a
mangiare con gusto
mentre gli amici sospiravano di sollievo per il disastro evitato.
«Dovresti proprio darmi lezioni di cucina, Kakashi. Mi
insegnerai,
vero?» gli chiese poco dopo, già entusiasta
all'idea di poter fare
qualcosa loro due da soli. In realtà dubitava, a quel punto,
che
sarebbe riuscita a concentrarsi davvero sulle lezioni, ma quello per
il momento era un dettaglio di scarsa importanza, visto che durante
la quarantena di tempo ce n'era fin troppo.
Presa com'era dai suoi
pensieri, non si accorse nemmeno dell'espressione terrorizzata
dell'amico -fin troppo consapevole delle sue abilità
culinarie- e
del fatto che Obito quasi si strozzò con un boccone di pesce.
«Guarda che anch'io so
cucinare» le fece notare quest'ultimo appena
riuscì di nuovo a
respirare.
«Credevo che tu avessi da
fare con lo studio. Come va la preparazione dell'esame?»
rispose
subito Rin, guardandolo leggermente preoccupata. Perché la
stava
guardando con quel misto di rabbia e disperazione nello sguardo? Si
era forse persa qualcosa di importante mentre preparava il suo piano
di conquista?
Ora che glielo faceva
notare, Obito doveva riconoscere che non era esattamente il momento
più adatto per pensare alle lezioni di cucina con il suo
amore
segreto, ma gli dava comunque fastidio lasciare a Kakashi campo
libero. Non che lui avesse mai mostrato particolare interesse nei
confronti dell'amica, ma non si sa mai. Possibile che la ragazza non
riuscisse proprio a capire che la amava da sempre?
«Sono a buon punto» mentì
istintivamente, incoraggiato dal suo sguardo pensieroso. Se era
fortunato, magari avrebbe chiesto a lui di sostituire il loro
coinquilino come insegnante. In fondo anche il compagno avrebbe avuto
a breve un esame, mentre lei per un po' sarebbe stata tranquilla,
avendone appena dati due a distanza ravvicinata.
«Potremmo fare a turno»
propose a quel punto Kakashi, lanciando a entrambi una strana
occhiata. Gli dispiaceva un po' deludere l'amica, che evidentemente
ci sperava molto per chissà quali ragioni, ma non credeva di
poter
gestire il tutto. Quell'incosciente di Obito, che sapeva essere
ancora in alto mare con lo studio, aveva appena dimostrato, per
l'ennesima volta, di non avere tutte le rotelle a posto a offrirsi
volontario per quell'impresa disperata, tra l'altro in un momento del
genere in cui avrebbe avuto cose ben più importanti da fare,
ma lui
non aveva intenzione di farsi coinvolgere troppo in quell'assurdo
piano. L'aveva aiutata quel giorno per il bene di tutti, ma aveva
sempre preso molto seriamente lo studio e non sarebbe mai venuto meno
al suo dovere morale di svolgere alla prima occasione tutti gli esami
con la migliore preparazione possibile. Sperava solo che Rin capisse,
dal momento che, nonostante tutto, non voleva rattristarla.
La ragazza studiò per
qualche secondo l'espressione impassibile di Kakashi e quella
speranzosa di Obito, leggermente delusa nel veder sfumare in parte il
suo piano perfetto, prima di annuire.
«Immagino sia la cosa
migliore» disse infine, ricordandosi all'improvviso che anche
il suo
amato aveva molto da studiare. Doveva essere per quello che aveva
proposto di dividersi il compito, ma non capiva il motivo della
strana occhiata che lo vide lanciare al suo migliore amico. Al
momento però non aveva voglia di pensarci, visto che il
risultato
ottenuto era comunque soddisfacente, e non vedeva l'ora di scoprire
cosa le avrebbe riservato il futuro nei giorni successivi.
I due ragazzi nel frattempo
esultarono mentalmente, ma persino Obito, qualche sera dopo, dovette
ammettere con se stesso che la sua non era stata una grande idea. E
il fatto che non avesse superato l'esame non c'entrava, visto che
l'amica, sebbene si fosse sforzata di seguire le sue istruzioni, gli
aveva ustionato la mano con il brodo della zuppa che stavano
preparando per cena. Se non altro, mortificata, lo aveva medicato con
tutta la dolcezza del mondo per poi ammettere che forse sarebbe stato
meglio dedicarsi a qualcos'altro per passare le giornate. Da quando i
suoi amici avevano iniziato ad aiutarla, era persino peggiorata,
visto che spesso si perdeva in dolci ricordi o fantasie del momento
su un possibile futuro con Kakashi, e non voleva certo che qualcuno
di loro si facesse male seriamente per colpa sua. Erano amici da che
aveva memoria e non avrebbe sopportato di vederli soffrire. Del
resto, chiunque la conoscesse le aveva detto, almeno una volta, che
non era tagliata per la cucina.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Purtroppo la storia non
mi convince per niente e con ogni probabilità sono finita in
un OOC
pazzesco con Rin, ma spero vi siano piaciute lo stesso le
(dis)avventure di questi tre.
Fatemi
sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti coloro che mi hanno
dedicato un po' del loro tempo anche solo leggendo. <3
In
teoria questa avrebbe dovuto essere l'ultima storia della raccolta,
ma credo che la farò durare ancora un po' per inserire
alcuni prompt
che ho dovuto scartare in questi giorni, adattandoli magari a coppie
e personaggi diversi da quelli previsti dagli organizzatori (che
ringrazio come sempre per questa simpatica iniziativa, che mi ha
aiutato moltissimo in questi giorni di quarantena <3). Devo
ancora
decidere se mantenere il filo conduttore della raccolta e mettere qui
solo quelli riconducibili alla situazione attuale oppure no, ma
vedrò
nei prossimi giorni come organizzare il lavoro. Spero abbiate
apprezzato le storie pubblicate finora e che continuerete a seguirmi.
u.u
Cambiando
argomento, ricordo a chi fosse interessato di aver fondato tempo fa
un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma
anche sugli anime e manga in generale. Per il momento siamo ancora in
pochi, ma saremo ben felici di accogliervi qui.
Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso
di non avere altro da aggiungere, quindi per ora mi dileguo, dandovi
appuntamento a non so bene quando (spero presto) con la prossima
storia.
Un
bacio a distanza e buona serata!
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