Summertime Sadness

di cherubina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Festa ***
Capitolo 2: *** Cena ***
Capitolo 3: *** Ecografia ***
Capitolo 4: *** Preparativi ***
Capitolo 5: *** Aperitivo ***
Capitolo 6: *** Milano ***
Capitolo 7: *** Attesa ***
Capitolo 8: *** Post-operatorio ***
Capitolo 9: *** Fratelli ***
Capitolo 10: *** Toni ***
Capitolo 11: *** Seconda fase ***
Capitolo 12: *** Chemio ***
Capitolo 13: *** Effetti collaterali ***
Capitolo 14: *** Tristezza d'estate ***
Capitolo 15: *** Incoraggiamento ***
Capitolo 16: *** Vittoria! ***



Capitolo 1
*** Festa ***


Maggio è un mese bellissimo. Il primo che ti dice, senza preamboli, che l'inverno è davvero alle spalle e l'estate ormai imminente.

Davanti allo bellissimo spiazzale dell'Università Aldo Moro di Bari c'è il consueto via vai di studenti carichi di appunti e borse a tracolla che marciano spediti verso una nuova lezione, un esame, una tesi da consegnare in tempo.

Nei giardini Umberto I, vicino alla spettacolare fontana che abbellisce la piazza, si è formato un capannello di gente un po' chiassosa ed è facile intuire che si sta consumando una piccola festa di laurea. Su un tavolino improvvisato ci sono due vassoi di pasticcini e una bottiglia di spumante a cui è già stato fatto saltare il tappo, tra applausi scroscianti, e i calici sono pronti per essere riempiti in attesa di un brindisi benaugurante.

Nonostante il vestito elegante, Davide non ha perso la sua aria da stronzetto anzi oggi quella sua aria da saputello o peggio ancora da nichilista, può essere pure accettata.

Il padre alza gli occhi su di lui con sguardo fiero, anche Lilia la sue seconda mamma (non gli è mai piaciuto matrigna, quel sostantivo che si usa per le cattive delle favole) è raggiante ed orgogliosa di lui mentre cerca di tenere a bada Allegra che scorrazza felice tra i presenti nel suo vestitino fru-fru.

Una bambina bellissima che, nonostante i suoi tre anni, ha già rapito il cuore dei migliori amici del suo fratellone: Leo e Vale.

Leone e Valentino Maggi sono amici di Davide Di Salvo da quando erano poco più che bambini e non potevano certo mancare ad un momento tanto importante. Anzi stamattina hanno disertato le lezioni dei loro corsi per non mancare ad un momento tanto importante.

Ieri sera Leo è andato persino a comprare uno spara-coriandoli da usare sull'ignaro ed emozionato neolaureato al momento della sua uscita trionfale dall'Ateneo.

Vale si è invece arrotolato le maniche della sua camicia (fa già molto caldo per essere soltanto metà maggio) e ha sistemato la corona d'alloro sulla testa ricciuta dell'amico, dopo la sua proclamazione a dottore.

"Te lo aspettavi che ti avrei bruciato sul tempo, eh secchione?"

Gli chiede Davide riempiendogli il bicchiere di spumante, con un sorriso felice e complice. Tutti erano convinti che sarebbe stato Vale il primo a prendere il pregiato pezzo di carta invece quello scanzonato del Di Salvo ha sorpreso tutti.

"Non infierire bello mio, lo sai che mio fratello diventerà un pezzo grosso. Vedrai che quando sarà architetto butteranno giù questo palazzo, una volta intitolato a Mussolini, e tireranno su un grattacielo modernissimo...Insomma Allegra tra una quindicina d'anni potrebbe studiare in un ateneo completamente rivoluzionato!"

Leo è un buontempone, non si prende mai troppo sul serio e gli piace stuzzicare gli altri.

"Tu invece hai scelto di sbrigarti con la triennale e di smammare in Africa con gorilla, oranghi, scimpanzé e gibboni!"

"Insomma con i tuoi simili!"

La battuta dissacrante con cui si accoda anche Vale è così inaspettata, inattesa da un tipo come lui, che Davide esibisce un finto broncio per qualche secondo e poi scoppiano tutti a ridere.

"In realtà scappo laggiù per sentire finalmente dell'ottima musica afro dopo anni in cui sono stato costretto a sciropparmi i mortori classici di Lilia!"

Davide sta al gioco e la bella donna gli molla uno scappellotto scherzoso. Allegra sfugge al controllo del suo papà e si avvicina a Leo protraendo le braccine per farsi sollevare da terra. Il ragazzo le fa sempre fare il gioco del vola, vola facendola ridere come una pazza.

"Le belle e brave bambine riconoscono sempre il fascino di un bell'uomo!"

Si autoproclama leader indiscusso mentre suo fratello minore arriccia il naso in una smorfia per prenderlo in giro.

"Bacino al fratellino!"

Cambia idea all'improvviso Allegra, facendosi depositare tra le braccia di Davide che se la spupazza e l'adora come se fosse una piccola principessa.

"Beh sono avanzati un bel po' di dolcetti. Che ne dite, sempre se i signori Di Salvo sono d'accordo, di distribuirne un po' tra questi immusoniti che vanno avanti e indietro come formiche e ci guardano con una certa invidia?"

"Ormiche!"

Fa eco Allegra ridendo mentre i genitori danno il via libera al progetto di Leo e Davide sorseggia il suo spumante da spettatore curioso di vedere l'amico trasformarsi in efficiente cameriere.

"Coraggio Vale, dammi una mano. Una buona occasione per rimorchiare non va sprecata!"

"La tua Cristina sarebbe molto contenta di sentirti parlare così!"

Lo apostrofa il fratello, prendendo tuttavia un vassoio e seguendolo in quella folle distribuzione che ha un po' il sapore di una candid camera. Tuttavia grazie alla spigliatezza di Leo, Davide si becca gli auguri e persino un paio di baci sulle guance da parte di almeno una dozzina di ragazze carine.


La distribuzione degli ultimi mignon continua e i ragazzi si imbattono in un uomo che cammina tra gli studenti con passo deciso e una cartella in cuoio vintage tra le mani. Anche con gli occhiali scuri che gli coprono i bellissimi occhi azzurri può vantare a pieno merito il titolo di "professore più sexy" con cui lo hanno ufficiosamente eletto le sue studentesse.

"Ehi proff..."

Leo gli arriva da dietro, di spalle, e preso dall'euforia fa una gaffe clamorosa.

"Papà?"

"Sempre a far bisboccia tu, eh Leo?"

Marco si solleva gli occhiali e ammonisce il primogenito con un sorriso bonario. Nel frattempo anche il figlio più piccolo si avvicina con il vassoio prova del delitto ancora in mano.

"A quanto pare mieti proseliti. Vale mi meraviglio di te!"

Valentino arrossisce un po' davanti allo stupore del padre ma si rende conto immediatamente che un atteggiamento severo tutto costruito e allora fa un po' il ruffiano.

"Ci sono ancora un paio di cestini con la crema e la frutta, i tuoi preferiti. Prendine uno!"

Marco non fa il difficile e mentre la frolla friabile gli si sbriciola sotto i denti si avvicina alla famiglia Di Salvo.

"Congratulazioni giovanotto. I tuoi genitori devono essere davvero orgogliosi di te!"

Da due baci accademici a Davide, che ormai conosce da tanto tempo e stringe la mano al signor Di Salvo e a Lilia. Quindi fa una carezza sulla testa ad Allegra e un pensiero fugace lo porta ad interrogarsi come sarebbe stato per lui e Nora avere una bambina.

Volge quindi lo sguardo sui suoi figli, sui suoi bellissimi ragazzi, e si convince che Dio non avrebbe potuto essere più generoso con loro.

"Bene io vado a casa per oggi. Se qualcuno preferisce un passaggio piuttosto che prendere l'autobus la mia auto è parcheggiata da quella parte!"

Leo e Vale rinnovano gli auguri e salutano Davide e la sua famiglia con modi tanto frettolosi da innescare altre risate e quindi in una corsa fianco a fianco sgomitano perché chi arriva primo all'auto del padre avrà il privilegio di sedere davanti.

"Hanno vent'anni belli e suonati ma a volte si comportano ancora come bambini!"

Commenta Marco salutando tutti e calandosi di nuovo gli occhiali da sole sul naso.

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Capitolo 2
*** Cena ***


Nora è in cucina per preparare la cena, con la scusa che "deve imparare" Leo è insieme a lei che fa da sovrintendente.

Armato di un coltellino, il ragazzo sta tagliuzzando verdure e sgranando piselli e fagioli freschi: insomma la parte più noiosa nel preparare il minestrone.

Ogni tanto va avanti e indietro tra la pentola e la mamma per mostrarle se va bene il taglio della cipolla o delle patate, e la quantità.

"Sono o non sono uno chef provetto, mamma di Vale ?"

Il figlio maggiore le sfoggia un sorriso da rubacuori ma Nora si acciglia leggermente: non è molto entusiasta quando la chiama a quel modo come se Leo insinuasse che lei faccia delle preferenze tra i figli.

Forse caratterialmente ha più affinità con Valentino ma l'amore di una mamma è infinito per tutti i suoi figli.

"La mamma di Leo dice che il suo Leone sta facendo un ottimo lavoro!"

Nora gli strizza l'occhio e poi finge di dargli una sculacciata con lo strofinaccio da cucina che tiene ripiegato su una spalla come una vera cuoca.

"Se papà brontolerà che è scipito o c'è poco brodo ti assumerai tutte le responsabilità Galina Cocimelova ."

La prende in giro rispolverando una vecchia barzelletta che aveva nello strano elenco un'improbabile grande cuoca russa.

In realtà Nora è una brava mamma e avvocato: una possibile vita di salti mortali.


"Vai tu a dire a tuo padre e a tuo fratello che la cena è servita?"

Dopo un altro quarto d'ora passato insieme ai fornelli, la donna soffia su una mestolata di brodo per essere certa che la cottura e la sapidità siano giuste costringendo Leo a richiudere, con un sospiro, il fumetto che si era messo a leggere nel frattempo.

"Vabbè vado prima a tirar fuori papà dalle sue sudate carte …"

Scimmiotta Leopardi, uno dei poeti più tristi che secondo lui siano mai esistiti ma sicuramente uno dei più ammirati da Marco che, chiuso nel suo studio, starà preparando la lezione per il giorno successivo.

"E poi salgo di sopra a stanare quel secchione che si starà concedendo la sua oretta da nerd!"


In realtà Vale non è chino su un libro o a picchiettare freneticamente sulla tastiera del computer.

Dal bagno arriva uno scroscio d'acqua, segno che è sotto la doccia.

"Beato lui!"

Pensa a voce alta Leo, decidendo di aspettarlo nel corridoio che collega le loro due camere adiacenti. Anzi ha un'idea migliore per fargli uno scherzo da burlone…

Valentino però è in uno stato d'animo tutt'altro rilassato come potrebbe immaginare suo fratello.

Tutte le brutte storie iniziano così. Tutte le testimonianze di cui ha letto magari in maniera distratta: calvari di uomini e donne che hanno avuto inizio proprio mentre si insaponavano sotto il getto dolce e caldo del soffione.

Ha ancora davanti agli occhi le immagini di sole di questa bellissima giornata di maggio ormai agli sgoccioli. Mentre l'acqua gli batte sulla schiena, sul collo, sul torace e lui scende ad insaponarsi qualcosa di anomalo attira la sua attenzione.

Chiude il bocchetto della doccia e, ancora bagnato e insaponato, comincia ad ispezionarsi palpandosi lentamente.

Non sa se sia la paura che si stia impadronendo del suo cervello ma ha la sensazione che qualcosa non vada.

Esce dalla doccia per niente tranquillo. Cosa deve fare? Parlarne con i genitori?


Con un asciugamano stretto in vita e la pelle ancora gocciolante, prende tempo avviandosi verso la sua stanza per vestirsi.

"Buuu"

Leo, acquattato dietro la porta della sua camera, salta fuori all'improvviso per fargli paura come in quegli horror scadenti che ormai non spaventano più nemmeno un bambino di cinque anni.

"Sei un cretino!"

Lo apostrofa Vale a cui in verità il cuore è davvero saltato in gola.

Il poverino ha una brutta cera, come se avesse appena visto un fantasma vero, tanto che Leo lo scruta preoccupato.

"Stai bene, fratellino?"

Vale agisce d'istinto: se deve mettere da parte il pudore tanto vale iniziare a mettere a parte del suo segreto la persona che gli procura minore imbarazzo.

Afferra il fratello maggiore per un braccio e lo trascina in quello spazio privato, con dipinti di tramonti sul mare e surfisti solitari alle pareti, che in circostanze normali sarebbe off-limits.

"Chiudi bene la porta e accendi la luce!"

Ordina con voce incerta mentre inizia a far scivolare l'asciugamano rivelando la sua nudità.

"Ok. Tinto Brass è stato invitato?"

Con quella misera battuta anche Leo cerca di trarsi dall'impaccio di una situazione in cui non si sono più trovati da quando avevano sette e otto anni e facevano ancora il bagno insieme.

"Avverto una strana sensazione, come se nel mio corpo fossero in corso dei cambiamenti con segnali inquietanti. Beh non è colpa mia se questi segnali siano in una parte anatomica che mi mette al quanto a disagio esibire ma ho bisogno che mi dici se anche tu noti qualche anomalia!"

La voce gli si spezza ed assumendo l'espressione concentrata e assorta di un grande luminare, Leo empatizza e condivide i timori di Vale.

"Ti fa male?"

Segno che anche lui ha visto qualcosa.

"Qualche volta nelle ultime settimane ma non ci ho fatto molto caso!"

Una brutta ipotesi si materializza nella mente di Leo ma cerca di scacciarla per non sconvolgere ancora di più il fratello minore. Abbozza un sorriso.

"Stai tranquillo, vedrai che non è niente. Però mi sa che dovrai mettere da parte la timidezza: meglio che anche mamma e papà ci diano un'occhiata. E per sicurezza soprattutto un vero dottore!"

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Capitolo 3
*** Ecografia ***


Glielo hanno ripetuto tutti: non sarà un'esame doloroso ma potrebbe rivelarsi alquanto imbarazzante. Per questo motivo Vale tergiversa in quella sala-visite dell'ospedale, senza trovare il coraggio necessario per denudarsi.

Il Dottor Alberti ("Chiamami pure Carlo" come si è presentato al suo giovane paziente per metterlo a proprio agio) non gli mette fretta.

Il medico radiologo ha l'aria di un ragazzino, poco più grande di Leo, e in effetti è da poco fresco di laurea.

"Bene Clementino appena ti senti pronto sdraiati sul lettino. Il supplizio durerà appena dieci minuti!"

Ha sbagliato il suo nome in modo clamoroso. Ma piuttosto che ad un rapper, quel nome insolito suscita in Vale l'associazione ad uno spot pubblicitario anni 80 (che lui ha vissuto soltanto tramite i ricordi dei suoi genitori)

"Sebbene abbia tirato fuori una bella rima, mi ha fatto ripensare a quel mugnaio che sfornava dolci per la sua amata Clementina. Io però mi chiamo Valentino!"

Il Dottor Carlo non ha perso il sorriso nonostante la gaffe, forse voluta, che però ha un po' sciolto i nervi tesi di Vale.

"La rima l'abbiamo lo stesso. Coraggio Valentino salta sul lettino!"


Stavolta si butta.

Abbassa pantaloni e mutande e si sistemato in posizione supina.

Il medico unge con un gel la sonda ecografica e l'esame comincia. Vale resta immobile come gli è stato ordinato ma con la coda dell'occhio sbircia le immagini dinamiche proiettate su uno schermo ad alta definizione.

"Queste le stamperemo poi su una carta fotografica. Come quella della polaroid!"

Commenta il dottor Carlo accortosi dell'interesse del ragazzo per quelle immagini che devono risultargli un accozzaglia indistinguibile.

Lui però qualcosa la distingue molto nitida e si acciglia.

Anche il giovane paziente adesso prova un certo fastidio, quasi un dolore.

Sono stati minuti densi di sensazioni indescrivibili e di imbarazzo fa, finalmente, l'uomo gli porge un lenzuolino bianco e gli dice le parole magiche:

"Puoi rivestirti!"


Ha quel mix di pudore e vergogna ad imporporargli le gote anche quando raggiunge Nora e Leo che sono rimasti ad aspettarlo nella sala d'aspetto.

Marco ovviamente è il grande assente, come in tutte le situazioni, ma oggi Vale preferirebbe che non si trovasse lì nemmeno sua madre.

"Ti prendo una coca cola alla macchinetta? Anche se hai la faccia di uno che avrebbe bisogno di bere qualcosa di più forte!"

Leo è il suo sostegno, il suo puntello anche in questo momento.

"Magari puoi iniziare a prendere qualcosa di fresco per tuo fratello ma devo rubarti questo giovanotto ancora qualche minuto. Clementino...Valentino verrà a farsi una piccola gita nel reparto di ematologia!"

Nessuno è grande fan degli aghi e Vale accoglie la prospettiva di un imminente, quanto prevedibile prelievo, alzando gli occhi al cielo e sospirando.

"Buona fortuna nella tana di Dracula!"

Gli bisbiglia Leo strappandogli un mezzo sorriso e una smorfia.

In realtà Laura, l'infermiera di turno, non gli fa troppo male anche se l'estrazione dell'ago, a provette riempite, gli dà la sensazione di uno strappo al braccio.


Nora e i figli stanno aspettando di essere ricevuti da un certo Dottor Alfredi quando Marco li raggiunge, trafelato come al solito, con quell'aria di chi è riuscito a prendere l'ultimo treno in partenza per il rotto della cuffia.

Quando i risultati delle analisi sono pronti (nessuno di loro lo sospetta ma Carlo ha voluto avessero la priorità perché c'è una ricerca di marcatori tumorali) la famiglia Maggi al completo viene fatta accomodare nello studio di quell'uomo gentile e dai modi tranquilli.

"Ho una notizia buona e una cattiva!"

Un preambolo che si perde nella notte dei tempi.

"Ascoltiamo prima la buona!"

Gioca d'anticipo Vale. In fondo è della sua vita che si sta parlando. Il medico si sistema gli occhiali sulla punta del naso e gli regala un sorriso pieno di fiducia.

"Guarirai!"

"Guarirà da cosa? Cos'ha nostro figlio, dottore?"

A Nora trema la voce e soltanto la stretta salda di suo marito sul suo braccio impedisce al resto del suo corpo di fare altrettanto.

"L'ecografia e le successive analisi ci hanno rivelato che Valentino soffre di un probabile seminoma!"

Ci sono circa duecento parole che iniziano con SEME e Leo, ingenuamente, cerca di indovinarne qualcuna per capire cosa possa essere quel parolone sconosciuto.

Istintivamente però sa già che si tratta di una cosa brutta e stringe tra la sua la mano rigida di Vale.

"Si tratta di un tumore maligno!"

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Capitolo 4
*** Preparativi ***


L'Istituto Europeo di Oncologia (spesso abbreviato in IEO) è un ospedale e casa di cura a carattere scientifico di Milano.

E, dopo la visita con l'urologo, è diventato anche la più grande speranza di guarigione per Vale. Infatti è l'ospedale in cui opera il Dottor Alfredi, che ha caldamente consigliato ai Maggi di pensare a questa trasferta per programmare l'intervento chirurgico del figlio.

Così i giorni successivi alla scoperta del seminoma sono caratterizzati da prenotazioni e da incastri da far combaciare.

Sia Nora che Marco non hanno avuto esitazioni nel prendersi dei giorni di permesso a lavoro e la sera a letto, lontano dai ragazzi, bisbigliano su quale sia l'organizzazione più conveniente.

Treno, aereo o andare in auto?

E poi prenotare un albergo a Milano?

"Non ce ne sarà bisogno. Sai bene che mia sorella abita vicino a San Siro e la zona non dovrebbe essere troppo distante dall'ospedale!"

Questa è ovviamente la scelta più logica e scontata ma Marco non l'ha esposta subito perché, discreto com'è, temeva di dare delle noie ai cognati.

"Forse dovremmo chiederle se, con il bambino e i suoi impegni, non sia troppo accollarle anche i nostri guai!"

Nora accenna un sorriso, spalmandosi un velo di crema sul viso e sulle braccia, e poi si stende accanto al marito.

"Sarà felicissima di vederci, nonostante la situazione non sarà delle più belle. E poi per Vale potrebbe essere terapeutico passare qualche ora anche con suo cugino. Ricordati che loro due e Leo sono inseparabili d'estate quando ci ritroviamo tutti a goderci il nostro splendido Mare Adriatico!"


Il trillo del telefono di casa, che ormai con l'avvento dei cellulari suona così di rado, fa sussultare Rocco.

Il bambino, eccitato dalla novità, corre a rotto di collo rischiando di rovesciare mezzo ammobilio del salotto per essere lui ad accaparrarsi la cornetta.

"Pronto? Qui casa Sabatini, con chi ho il piacere di parlare?"

Dall'altro capo del telefono e d'Italia, la sua interlocutrice deve trattenere una risata per quella risposta così compita e formale che sembra essere pronunciata da un ragazzino d'altri tempi.

D'altronde il piccolo Rocco è stato abituato a rispondere a quel modo fin da quando aveva quattro anni ed è sempre stato un bambino educato e cortese.

"Sono zia Nora, piccolo!"


Basta aver accertato l'identità familiare dell'altra controparte perché il dialogo assuma adesso sfumature calorose ed entusiaste.

"Davvero verrete presto a Milano? Anche Leo e Vale?"

Nora sente che sta per crollare ancor prima che Piera venga al telefono e allora se la cava con una mezza bugia.

"Vale lo vedrai sicuramente ma non sarà troppo in forma per divertirsi con te come si deve. Leo purtroppo deve ancora andare a scuola e non potrà venire."

"Oh"

"Mi passi la mamma adesso?"


Piera, che ha pazientemente atteso che il suo unico figlio salutasse secondo i suoi tempi la zia, adesso gli fa una carezza sui lucenti capelli castani mentre lui le passa la cornetta.

Rocco è un bambino così dolce e scaccia il terribile ricordo dell'incidente di qualche anno fa in cui ha rischiato seriamente di perderlo.

"Nora?"

Nel sentire la voce calma e rassicurante della sorella maggiore finalmente qualcosa nell'animo dell'avvocatessa ferrea crolla.

Per qualche secondo si sente soltanto una salva di singhiozzi.

"Nora mi stai spaventando! è successo qualcosa ai ragazzi?"

"Sì. Si tratta di Valentino!"

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Capitolo 5
*** Aperitivo ***


Cristina Valli indossa un vestitino a fiori, sopra un paio di leggings neri, che la fa somigliare ad una farfalla.

Leo la trova irresistibile. Le loro labbra avide si cercano e si sfiorano.

"Farfallina bella e bianca vola, vola e mai si stanca. Vola qua, vola là mai nessun la fermerà!"

Il ragazzo la stuzzica con quella filastrocca infantile e lei, ridendo come una bambina, gli va dietro.

"Vola, vola ore ed ore poi si posa su un bel fiore!"

Adesso le loro labbra si esplorano, si gustano e si assaporano in un bacio che gli lasciano l'eccezionale sapore di lei, di fragola e vaniglia.

C'è stato un periodo, prima che i due giovanissimi innamorati si mettessero insieme, in cui Cris voleva essere davvero come una farfalla.

La ragazza guarda le due coppette di gelato, sul tavolino del bar all'aperto in cui sono seduti, che iniziano a liquefarsi e pensa che la fame è una cosa terribile. Ma lei, per fortuna, non sa più cosa sia.

Ha fame, come tutti. Ma quando ha fame mangia.

Riesce a nutrirsi in maniera equilibrata senza sentirsi in colpa e se ha voglia di dolce adesso è capace di mangiare due pezzi di torta al cioccolato senza fare il calcolo delle calorie ingurgitate.

Seguire una terapia l'ha aiutata ma è stato l'amore di Leo e per Leo a dargli lo sprint decisivo per uscire dal tunnel.

Ormai i loro gelati sembrano due frullati belli densi e Leo s'ingegna con due cannucce di carta perché riescano almeno a berlo.


"Vi prego risparmiateci le scenette da Lilli e il Vagabondo!"

Davide arriva alle loro spalle e li fa sussultare con la sua solita aria polemica. In realtà vuole un gran bene agli amici e non esita a manifestare il suo affetto in un abbraccio di gruppo.

"Ok per quanto apprezzi la tua espansività nei rapporti sociali...Tieni giù le tue zampacce da Cris!"

Ci gode da matti a provocare un gelosone come Leo e Cristina se la ride sotto i baffi.

"Lasciali in pace, Davide. Il peggio che può accadere è che diventerò un zio molto giovane!"

Lo apostrofa Vale che è arriva con qualche minuto di ritardo, dopo aver ordinato quattro belle granite dissetanti per tutti.

Cris arrossisce e si raggomitola nell'abbraccio di Leo che non esita a mostrare il dito a suo fratello.


"Però con i tempi che corrono non sarebbe un'idea malvagia conoscere un nipotino anzitempo. Magari prima che mi scada il tempo!"

Vale cerca di essere spiritoso ma l'imbarazzo adesso regna sovrano. Giochicchia con un cucchiaino di plastica e cerca d soffocare l'istinto ad urlare la sua frustrazione.

Non voleva mettere gli altri tre in una situazione difficile ma ha un disperato bisogno di condividere con qualcuno le sue angosce.

Quando, durante la visita in ospedale, gli hanno paventato la possibilità che non potrebbe diventare padre in futuro, la prospettiva di costruirsi una famiglia propria gli è apparsa ancora così remota da sfiorare la fantascienza. E per questo, almeno per il momento, si è tappato le orecchie difronte all'argomento figli.

"Ma non dire stronzate! Sarai lo zio più rompiballe del mondo...Tra una decina d'anni!"

Leo, che finora ha percepito il dolore di Vale ma ha preferito tenersene lontano, quasi a volersene proteggere, finalmente ha la prima reazione da quando hanno scoperto che suo fratello ha un tumore.

E non riesce a capire se sia stato troppo brusco davanti alle lacrime improvvise che Vale non riesce più a trattenere mentre Cris gli massaggia la schiena e lui risponde con un perentorio "non è niente…" ai tentativi smozzicati di Davide di riuscire a farlo confidare.

Avverte soltanto quella botola, quella paura che si spalanca sotto i piedi…

Tocca a Leo fare il fratello maggiore.

Si accoccola all'altezza di Vale, seduto di fianco a lui, e gli poggia le mani sulle ginocchia costringendolo a guardarlo.

"Ce la farai Vale. Ce la faremo perché noi Maggi siamo dei veri ossi duri!"

Un fratello riesce sempre a farti sentire ancorato alla vita e la speranza brilla adesso nel sorriso di Vale come un arcobaleno dopo un temporale.

"Davide?"

Appena Leo lo chiama, lui è già scattato insieme.

"Vai tu per favore ad ordinare quattro cocktail alcolici? Dobbiamo brindare alla salute di mio fratello!"

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Capitolo 6
*** Milano ***


Milano, con la nebbia anche a fine maggio, sembra una donna con la veletta.

Una grande babilonia vitale di palazzoni luccicanti, di magazzini, di uffici, di ristoranti, sartorie e caffè.

Quando sono arrivati in auto, l'altro ieri, Vale l'ha potuta soltanto osservare come un'opera d'arte e non tuffarvisi dentro per capirla.


Mentre, come ogni mattina, Milano rinasce e pulsa come un cuore, nell'appartamento con vista stadio Rocco si aggira furtivo come un lupo nei pressi di un pollaio.

A piccoli passi si avvicina al divano-letto sul quale suo cugino ha passato la notte, lo scruta con i suoi occhioni grigio-azzurri sempre sgranati e poi lo scuote leggermente per svegliarlo.

"Vale è ora alzarsi!"

"Chi è questo losco figuro che si aggira per casa?"

Bofonchia Valentino con la voce impastata dal sonno. Ha passato una nottataccia in bianco ed è riuscito ad addormentarsi soltanto quando ormai albeggiava ma la vocina sottile di Rocco gli strappa un sorriso.

"Tra poco devi andare in ospedale per la tua orcotomia"

Quella precisazione lo strappa definitivamente al mondo onirico come una stilettata subdola. Ingoia a vuoto, con gli occhi chiusi, e quando il bambino lo scuote di nuovo lui lo acchiappa e lo attira vicino a sé.

"Prima però c'è il tempo per una bella razione di solletichetomia"

Con le dita leggere gli sfrega il petto e gli angoli del collo facendolo ridere come un matto.

Rocco ha capito soltanto a grandi linee, dai racconti incompleti che gli hanno fatto i genitori e gli zii, che tipo di malattia sia quella di Valentino e, anche se ha sbagliato il nome difficile del tipo di operazione a cui lo sottoporranno oggi, intuisce la paura del ragazzo.


"Vale?"

Lo chiama quando le risate collettive si calmano e il suo faccino riassume un'espressione seria.

"Che c'è piccolo?"

"Farai tutto il possibile per sconfiggere questo brutto orco che vuole farti stare male?"

La semplicità dei bambini è così vera, autentica e genuina che Vale non può che commuoversi e attirarsi la testa del cuginetto sul petto, vicino al cuore.

"Sì io farò tutto quello che mi diranno i dottori per guarire, te lo prometto!"


Orchiectomia era una parola sconosciuta anche a Vale fino a un paio di settimane fa.

Dai suoi ricordi di studio del greco, ancora freschi, ricorda però che le parole composte da ectomia indicano un taglio, una divisione e ha imparato che in medicina indicano un' incisione, un'interruzione chirurgica. Un'asportazione

Non si è fatto prendere dall'ansia durante le supplementari analisi del sangue e l'elettrocardiogramma di prassi prima di un intervento chirurgico ma adesso che mancano una manciata di ore all'atto pratico sente il cuore salirgli in gola.

Temporeggia mentre gli altri fanno colazione, per non farsi tentare dal fragrante aroma di caffè e di brioches calde e soprattutto per non metterli in imbarazzo dacché lui è a digiuno dalla cena di ieri sera.

Quindi prende lo speciale sapone antibatterico che gli ha consigliato ieri il chirurgo e si concede un'accurata doccia.


Le calde goccioline hanno riattivato il suo corpo e gli hanno infuso maggiore speranza. Quando Vale esce dal bagno vestito di tutto punto e con i capelli ancora umidi di doccia non è affatto sorpreso di trovare Nora ad attenderlo in corridoio.

Sua madre gli sorride e gli tende la mano perché, come sempre, sarà il suo simbolico traghettatore e l'ammortizzatore ai dolori della vita.

Vale l'afferra e le sorride di rimando.

"Sono pronto. Andiamo mamma!"

E davvero adesso si sente pronto ad affrontare l'imminente battaglia mentre si avviano mano nella mano.

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Capitolo 7
*** Attesa ***


L'IEO, il super raggio anticancro è una delle cliniche in cui Piera si trasforma in simpatica Patch Adams per regalare una terapia del sorriso con il naso rosso a tanti, piccoli, sfortunati pazienti.

Oggi però non è un'esperta di clownterapia ma soltanto una zia in ansia.

Sfila la sigaretta che Nora si è appena portata alle labbra con mani tremanti e la ammonisce con uno sguardo severo che non ammette repliche.

"A quanto pare i ruoli si sono invertiti e ora sei tu a dover fare la sorella maggiore!"

Piera riconosce la sofferenza di un'altra mamma in pena e invita Nora a prendere posto sulla panchetta accanto a lei.

"Beh ricambio il favore. Tu hai mollato tutto e sei corsa qui, due anni fa, quando Rocco ha avuto l'incidente in piscina. Se non ti avessi avuta con me probabilmente sarei crollata."

Era stato un altro brutto periodo. Il piccolo Rocco era addirittura stato in coma per alcuni giorni ma, per fortuna e con tanto amore a circondarlo, si era ripreso completamente.

"Non so come ci si riesca a restare calme quando c'è in gioco la salute e forse la vita dei nostri figli!"

La voce di Nora è dolce come sempre ma a tratti rotta da un tremito.

"Sai che ti dico? Magari, in via del tutto eccezionale, quella sigaretta oggi ce la possiamo fumare insieme!"


Fare per non pensare.

Questo è da sempre il motto di Marco quando si ritrova catapultato in situazioni difficili.

Rischiò di arrivare tardi la notte in cui divenne padre per la seconda volta e Nora fu portata in sala-operatoria per un cesareo d'urgenza.

Non c'era il giorno in cui Leo, quindicenne, ebbe un infortunio al ginocchio e quasi rischiò di essere operato senza anestesia.

E anche oggi, che c'è Vale sotto i ferri, si tiene a debita distanza dalla sala-operatoria.

Invece di essere il papà più ansioso del mondo, preferisce non rinunciare alla call-conference con il rettore della sua università.

Tuttavia le sue risposte sono evasive, ha un atteggiamento svogliato e sinceramente, in questo momento, non gliene frega niente della sua carica accademica.

"Professor Maggi credo che per oggi abbia questioni più importanti a cui badare. Piantiamola qui e in bocca al lupo a suo figlio!"

Il rettore è un uomo di scienza e di cultura ma anche un uomo di buon cuore e di grande umanità.


Riattacca il telefono e guarda l'accesso alla clinica come le fauci spalancate di un mostro.

Sa che è suo dovere stare accanto a sua moglie e tenere la mano a suo figlio appena lo riporteranno in stanza ma stare così a stretto contatto con la sofferenza di chi ama lo logora e lo spiazza.

Forse è un codardo ma non ci riesce davvero a fare l'eroe.

Una mano delicata si poggia sulla sua spalla. Anche dopo oltre vent'anni quel tocco è inconfondibile.

"Novità?"

"Lo sai, tra poco potremo vedere Vale. Ci hanno assicurato che questo genere di operazione non ha una durata troppo lunga!"

Venti minuti, mezz'ora per stravolgere completamente la vita di suo figlio.

Marco cinge Nora in un abbraccio incerto e trova l'intraprendenza per rivolgerle quella paura che gli balla nel cuore.

"Credi che soffrirà?"

Forse è una domanda stupida che meriterebbe una risposta scontata ma sua moglie sa leggere anche tra le pause e i silenzi che intercorrono tra quelle tre semplici parole.

"Valentino è diverso da Leo. Non ti pianterà scenate come ha fatto Leo quando era in ortopedia con un ginocchio gonfio come un cocomero. Vale è più timido e abbiamo sempre creduto fosse il più debole e, invece, io credo sia il più resiliente dei nostri figli. Non ti chiederà di stargli accanto ma credo che sarebbe felice se fossi tu a stare con lui nel post-operatorio. Forse, nelle sue condizioni, proverà meno imbarazzo con il suo papà piuttosto che con la sua mamma!"

Marco ingoia a vuoto. Il discorso di sua moglie lo scava dentro fino a sviscerare l'anima profonda del suo essere genitore.

Dell'essere un bravo papà come si era promesso di diventare tanti anni fa.

Dà un bacio sulla gota umida a Nora e abbozza un sorriso.

"Va bene adesso me la vedrò io con Vale. Da uomo ad uomo!"

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Capitolo 8
*** Post-operatorio ***


Entrare in sala operatoria è stato brutto ma meno peggio di come Vale se l'era immaginato.

Il Dottor Alfredi gli ha parlato con la voce più rassicurante possibile per tutta la durata dell'intervento e, in verità, ha avvertito soltanto un bruciore nel momento in cui gli hanno iniettato l'anestetico e una sensazione stranissima, quasi di panico, quando non ha più sentito nulla dal midollo spinale in giù.

Per la successiva mezz'ora la paura gli è scivolata addosso come se la sua pelle fosse fatta di cera.

Quando si è ritrovato nel lettino di un'anonima cameretta d'ospedale, con un lieve dolore alla ferita e un impacco di ghiaccio sulla zona operata, è piacevolmente sorpreso di trovare il padre al suo capezzale.

"Come ti senti, giovanotto?"

Marco molte volte è stato un disastro d'uomo ma adesso che gli accarezza la guancia e gli mostra un sorriso apprensivo è il papà migliore che si potrebbe desiderare.

"Mi sembra di essere Tafazzi!"

Ironizza Vale a voce bassa, quasi debole. Lui e Leo sono sempre stati fans del famosissimo trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo e gli sembra calzante il paragone con quel popolare omino che indossa tuta nera e sospensorio bianco.

"Quando le parole finiscono, e la sopportazione pure, non resta che prendersi a bottigliate là dove il sacrificio duole !"

Ora è Marco, con voce alta di falsetto, a pronunciare la battuta che strappa un sorriso a suo figlio.

C'è l'esito della TAC post-orchiectomia e i risultati dell'istologico a tenere ancora tutta la famiglia Maggi con il fiato sospeso ma nell'immediato futuro c'è un unico traguardo che Vale vuole conquistare.

"Papà, se adesso mi sorreggi, vorrei provare a fare qualche passo in corridoio. Vorrei riuscire a fare pipì da solo prima che mi infilino anche un bel catetere!"

Abbattere i pregiudizi, in questo momento, viene ad entrambi naturale proprio come il giorno del c'erano una volta i fiori e le api, i girini e tutti gli altri quando, su insistenza di Nora, Marco ha intrapreso con naturalezza una lezione di educazione sessuale ai suoi figli allora preadolescenti.


Con sua madre sarebbe stato molto più imbarazzante esporre i suoi disagi fisici post-operatori ma adesso che il Dottor Alfredi è entrato nella sua stanza, con la sua cartella clinica in mano, Vale non potrebbe sperare in un gesto più rassicurante della mano di Nora che gli accarezza i ricci definiti ed elastici.

"Abbiamo i risultati dell'istologico di Valentino. Purtroppo come temevamo si tratta di un seminoma!"

Il fatto che il medico coniughi il verbo al tempo presente insospettisce Vale.

"E siete riusciti a toglierlo con l'operazione di oggi?"

Quando è nervoso, Marco esegue dei movimenti ripetitivi con le mani.

"Il tumore è al secondo stadio. Questo significa che c'è la presenza di linfonodi retroperitoneali di quasi due centimetri. Sarà necessaria una nuova operazione ma dovremmo integrare con vari cicli di chemioterapia per eliminare definitivamente le cellule neoplastiche."

La notizia colpisce Vale con la stessa potenza di una martellata in testa. Nora trattiene il fiato ed emette un singhiozzo soffocato, stringendo il figlio forte a sé come se in quel modo potesse proteggerlo da tutto quello che dovrà ancora affrontare.

"La chemio potrete farla nella vostra città. Vi consiglierò un primario di oncologia che stimo tantissimo, la dottoressa Mariapia Lisandri. Con lei Valentino sarà davvero in ottime mani!"

Vale però rifugge dallo scendere a patti con la sua nuova situazione. Svicola dall'abbraccio di sua madre come un'anguilla e zoppicando, lottando con fitte di dolore ad ogni passo, raggiunge il bagno. E vomita.

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Capitolo 9
*** Fratelli ***


Leo ha trovato per caso, smanettando sul computer, una campagna informativa sul male che ha colpito il fratello davvero insolita e anticonformista.

Let's talk balls quel titolo in un primo momento lo ha lasciato perplesso ma abbinato alle due faccine lo ha trovato assolutamente fantastico.

Così è rimasto un intero pomeriggio a guardare una serie di divertenti video in cui due testicoli (all'immagine è sovrapposta quella dei volti di due attori comici canadesi) parlano tra loro affrontando diverse situazioni.

E questa iniziativa lo ha aiutato a prendere confidenza con il problema che, l'intera famiglia, da ora in poi dovrà affrontare insieme.

Poco dopo la chiacchierata chiarificatrice con il Dottor Alfredi, Nora ha telefonato al suo figlio maggiore e l'ha messo al corrente del fatto che ci sarà ancora da lottare.

E questa volta Leo non vuole farsi trovare impreparato ma essere un valido alleato per suo fratello.

Loro due sono sempre stati un po' come Achille e Patroclo, gli eroi dell'Iliade.

Uno irruento, impetuoso e aggressivo e l'altro dolce e buono. Sono due anime diverse nel profondo ma complementari, unite da una fedeltà assoluta.

Inseparabili.


Prima di partire Vale gli ha detto che, per pochi giorni, sarebbero stati a soltanto una telefonata di distanza ma Leo sta già iniziando a soffrire la solitudine e la nostalgia dei genitori e del fratello.

In realtà non è quasi mai da solo perché Cris si organizza per pranzare insieme a lui tutti i giorni e Davide si sta dimostrando un amico attento, presentandosi a rompere quasi tutti i pomeriggi per una sfida alla playstation.

Quando è arrivata la telefonata di Nora, entrambi i ragazzi si trovavano a casa Maggi (non avrebbero mai lasciato Leo da solo proprio oggi) e hanno lasciato a Leo la privacy necessaria per parlare con sua madre captando però il suo di voce abbattuto.

"Vale come l'ha presa?"

Chiede Davide quando l'amico li informa sulle ultime notizie. Leo si dà dell'imbecille perché era così concentrato nello strappare a Nora particolari sulla salute di Vale da non essersi posto quella domanda basilare.

"Forse dovresti telefonare sul suo cellulare. Potresti essere la persona di cui ha bisogno in questo momento!"

Cris gli dà l'imboccata e Leo non perde tempo a cercare il numero del fratello nella rubrica del telefonino.


Questa lunga giornata ha travolto Vale, come uno tsunami, lasciandolo esausto disteso sul letto perso in una nuvola di confusione.

Ha accolto quasi con sollievo il termine dell'orario di visite perché le premure dei genitori rischiavano di trasformarsi in un amore che soffoca.

Ha bisogno di essere trattato con normalità e non come un caso clinico, come si sente da quando ha scoperto di essere malato. Per questo quando legge il nome di Leo sul display, un sorriso finalmente illumina il suo viso stanco.

"Ehi palle mosce!"

Nella voce squillante che giunge dalla Puglia fino in Lombardia vibra netta una nota di rimpianto: quasi che Leo condividesse quell'abisso in cui Vale sta sprofondando.

"Bonjour finesse fratellone!"

Replica Vale in risposta a quell'espressione alquanto volgare che però non lo offende, anzi gli fa capire che Leo rimane fedele a sé stesso nonostante tutto.

Dopo qualche attimo di silenzio è Valentino a parlare.

"Anche se forse oggi sarebbe più appropriato un Bonjour tristesse!"

"È stato così brutto?"

È una domanda diretta, a tratti indiscreta, a cui è difficile rispondere e la tentazione di mentire è forte. Tuttavia si fida di Leo e sa che è la persona adatta con cui sfogarsi.

"L'operazione è stata quasi una passeggiata. Il peggio è venuto dopo. Sono ancora dolorante, come se mi avessero dato un calcio proprio lì con un paio di stivali di ferro!"

"Beh hai tutta la mia solidarietà maschile, fratello!"

Leo cerca di ironizzare ma in verità ogni nuovo frammento acquisito di questa nuova realtà gli spezza un po' di più il cuore.

"Leo?"

"Si Vale lo so che ti aspetteranno giornate ancora più brutte. Anzi ci aspetteranno perché io sarò al tuo fianco d'ora in poi. Avrò cura di te!"

E in quella promessa c'è la verità degli aforismi più belli: un fratello è un pezzo di cuore, è un amico donato dalla natura.

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Capitolo 10
*** Toni ***


Datemi una matita e solleverò il mondo !

Potrebbe essere il motto di Vale che ha davanti un foglio bianco pieno di possibilità che non aspetta altro che la sua creatività.

Gli artisti sono geni incompresi gli dice sempre Leo ma per lui disegnare e dipingere ha sempre rappresentato una via di fuga dalle difficoltà della vita.

Intrappolato in ospedale almeno fino a domani, in attesa delle dimissioni, cerca di rilassarsi con una matita morbida, una sanguigna, una gomma e l'occorrente per sfumare.

In clinica non c'è il frenetico viavai che ne scandisce le giornate ma adesso che si è fatto buio è scesa una calma, anche se solo apparente.

Il ragazzo è così assorto nei suoi pensieri, concentrato sulle linee che stanno dando forma al suo disegno, da non accorgersi che qualcuno è entrato nella sua stanza.

Il neo giunto, quasi suo coetaneo, si annuncia con un colpo di tosse per richiamarne l'attenzione. Appena focalizza la divisa sanitaria azzurrina che l'altro indossa, Vale alza gli occhi al cielo esasperato.


"Non mi avete esaminato abbastanza per oggi?"

"Tranquillo non mi servi come cavia anche perché so che, per oggi, hai avuto la tua buona dose di guai!"

Il ragazzo risponde tradendo un vivace accento napoletano e muovendo indice e medio in un plateale gesto di forbici.

ZAC. La morra cinese di Valentino.

"Devo soltanto misurarti i parametri vitali!"

Lo rassicura con un sorriso, porgendogli il termometro. Vale lo infila sotto il braccio per misurare la febbre e il ragazzo allunga una mano per presentarsi.

"Io sono Toni, sono un OSS!"

"Io sono Valentino. Sono un paziente, se la cosa non si fosse già capita!"


Alla prima lezione di corso è stato insegnato a Toni che si deve instaurare un buon rapporto con le persone di cui ci si deve prendere cura.

Per questo prende una sedia e si sistema vicino a Vale, spulciando la sua opera con l'occhio buffo di un improbabile critico d'arte.

"Sei un'artista. Come Valentino Mazzola e Valentino Rossi!"

Non dà il tempo di controbattere a quell'affermazione e subito specifica:

"Certo uno era artista del pallone e l'altro lo è delle due ruote ma ad ognuno il suo campo, giusto?"

Vale sfila il termometro e glielo restituisce. Per fortuna non ha linee di febbre.

"Io studio architettura…"

All'improvviso apprezza la compagnia di Toni e gli viene naturale aprirsi con lui.

"Ah c'è stato un architetto che si chiamava Valentino Martelli nel seicento. Direi che abbiamo bisogno di un grande architetto contemporaneo!"

"Ci proverò a diventare un bravo architetto...Se riuscirò ad uscire vincitore da questo casino in cui mi sono ritrovato!"

Non vuole piangersi addosso ma ha l'impressione che, dietro quell'aria semplice e cordiale da buontempone, Toni ha la sensibilità giusta per capire quello sfogo.

Dalla tasca della casacca azzurrina sfila un tubicino di caramelle gommose e lo allunga verso Vale perché si serva.

"Beh le terapie giuste per uscire da questo guaio te le possono dare solo i dottori. Io posso offrirti solo un po' di dolcezza che non guasta mai!"

"E sarei troppo egoista a chiederti anche un po' del tuo tempo? Non mi va di restare solo!"

Toni prende una caramella a sua volta e si stringe nelle spalle.

"Mi piace chiacchierare. In fondo questa è la parte piacevole del mio lavoro!"

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Capitolo 11
*** Seconda fase ***


Da Milano Vale è tornato con una battaglia ancora tutta da combattere ma anche con un'amicizia in più e con rafforzati rapporti familiari.

É stato un sollievo ritornare nel soleggiato tacco dello stivale ma avrebbe voluto che Rocco e Toni fossero in edizione-tascabile per portarli con sé. Nella seconda fase della lotta al tumore infatti avrà bisogno del supporto di tutti quelli che gli vogliono bene.

Chi non si è tirato indietro e non è venuto meno alla promessa fatta a sé stesso è stato Leo.

Infatti è lui ad accompagnare il fratello il primo giorno di chemio, nell'ospedale immerso tra il verde e gli ulivi. Proseguono in quell'inferno nuovo e sconosciuto vicini, come un cordone, una catena che non può spezzarsi.


La dottoressa Lisandri sembra un incrocio tra una statuetta dell'oscar e l'insegnante di matematica, tutta in ordine, che Leo ha avuto nell'ultimo triennio del liceo.

É una bella donna sui quaranta ma dietro gli occhiali nasconde uno sguardo impenetrabile e ha quell'aria da severissima professoressa . Quella che durante la sua ora non è consentito parlare, alzarsi, ridere o respirare.

Tra tutte le domande che Vale avrebbe voluto farle, in questo temibilissimo primo colloquio, la maggior parte gli si sono dissolte in testa come bolle di sapone.

"Dovrò mangiare in modo diverso dal solito?"

Butta lì con una certa esitazione. Mariapia Lisandri gli dà tutte le delucidazioni che crede necessarie e, prima di congedare i due ragazzi, si spinge a fare una leggera carezza sulla gota sbarbata di questo nuovo, giovane paziente.

"Ti bombarderemo nei prossimi giorni, inutile negarlo e non ti aspettano settimane piacevoli. Ma lo supererai Valentino. Hai ottime chance di uscirne vincitore!"

"Mio fratello può restare insieme a me durante la chemio?"

Leo, che eccezionalmente è rimasto zitto per quasi tutto il colloquio, sostiene lo sguardo della dottoressa che lo scruta come se dovesse valutare in pochi istanti se sia una soluzione fattibile.

"Va bene!"


Leo ha passato l'ultimo quarto d'ora ad interrogarsi sulla personalità della Lisandri e ha cambiato opinione almeno una decina di volte.

"Sembra una brava dottoressa, vero?"

Vale sembra leggergli nel pensiero e cerca conferme mentre si recano nella sala ematica per eseguire il prelievo di sangue: il primo passo verso l'ignoto.

"Sì. A primo impatto sembrava una strega ma credo sia una di quelle storie al contrario dove la cattiva si trasforma in principessa!"

Vale nasconde la paura che gli attanaglia il petto e l'irrequietezza che gli balla negli occhi dietro un sorriso.

"Andiamo Leo!"

Si avviano. Moderni Dante e Virgilio nella selva oscura.

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Capitolo 12
*** Chemio ***


Arriva il momento della prima chemio. Vale è molto agitato e mille domande gli passano per la mente.

Ha visto dei film inerenti al tipo di percorso che lo aspetta ma soltanto adesso che l'infermiere gli attacca la flebo prende davvero coscienza che questa è la sua guerra.

"Servirà tutto questo?"

Si lascia sfuggire il ragazzo con un certo sconforto, bucato già due volte questa mattina: prima il prelievo e adesso la terapia che entra in circolo nelle sue vene.

"Ne vale sempre la pena!"

Lo incoraggia e lo conforta con un sorriso Ulisse, il simpatico infermiere dal marcato accento romano.


Leo segue in silenzio l'espletamento di tutta la procedura e, rimasto da solo con il fratello cerca il modo di distrarlo.

"Facciamo un gioco?"

Vale stacca lo sguardo dal gocciolio lento del medicinale e abbozza un sorriso stanco.

"Hai portato un mazzo di carte?"

"No, parlavo di quel gioco di fantasia che ci ha insegnato mamma. Dove ti piacerebbe essere in questo momento !"

"Credevo lo considerassi una bella perdita di tempo!"

"E poi sarei io il polemico! Quando ti ci metti riesci ad essere un grande rompiballe, fratello!"

Ricreare un clima di normalità aiuta entrambi a scacciare paura ed incertezza.


"Vorrei essere a Timbuctu!"

Vale gli rivolge un sorriso di sghimbescio mentre si massaggia il braccio che inizia a pizzicare.

"Sei un idiota!"

Il sorriso sul viso pallido lascia il posto ad un'espressione concentrata e Vale si schiarisce la voce.

"Aiutami ad evadere da questo postaccio, Leo!"

Il fratello maggiore mette la mano sulla sua ed entrambi chiudono gli occhi per estraniarsi nel loro mondo di fantasia, lontano da dolore e malattia.

"Siamo al mare, in una giornata estiva bella come poche…"

Visualizzano.

"Da soli, smarriti come due gamberi argentini nell'Adriatico?"

"No, c'è anche Cris. Con quel suo bikini mozzafiato color porpora…"

"Fossi in te eviterei altri apprezzamenti. Ti ricordo che stai parlando della mia ragazza!"

A nessuno dei due però piace quel triangolo. Sembra stonare.

"Ovviamente, come dice la legge di Murphy, se nel tuo gruppo di amici non c'è n'è uno che è uno stronzo...Non rallegrarti perché ce n'è almeno uno!"

Leo ridacchia, acchiappando l'allusione al volo.

"Certo, senza Davide che sfide a beach volley sarebbero!"

"E ci serve il marmocchio per il giochino del buttalo al mare!"

"Rocco!"

Esclamano all'unisono anche se subito dopo Valentino ha un eccesso di tutela.

"Senza farlo sapere a zia Piera, ovviamente."

Nicola, il vecchio vicino di casa dei Maggi, ha spiegato a Leo che ogni gruppo è composto da sei elementi.

E mentalmente associa a qualcuno i ruoli di leader, vice leader, ragazza, imprescindibile e bello…

"Nessuno di noi cinque potrebbe essere il furbo"

Medita a voce alta, sicuro che Vale non capisca di cosa stia parlando. E invece la perspicacia dell'altro lo stupisce.

"Ho conosciuto un ragazzo a Milano. Un tipetto davvero particolare. Si chiama Toni...Sono sicuro che ti piacerebbe!"

Leo non replica e le loro menti restano proiettate su quella spiaggia dove sei ragazzi spensierati si divertono.

"Sarebbe bello vivere davvero una giornata così!"

Sospira Vale, riaprendo bruscamente gli occhi e tornando alla sua triste realtà.

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Capitolo 13
*** Effetti collaterali ***


Per i primi tempi Vale ha avuto una forza inspiegabile: a vederlo da fuori non pareva stesse affrontando dei cicli di chemio.

I problemi sono cominciati alla fine del primo ciclo quando la nausea ha cominciato a farsi sentire.

L'effetto più evidente però si è mostrato alla vigilia del secondo, quando si è ritrovato ciocche di capelli sul cuscino al mattino. Una sera Marco lo ha portato in bagno per mostrargli il rasoio elettrico che nessuno dei tre maschi di famiglia usa più da tanto tempo.

"Quando ti sentirai pronto e se vorrai proprio evitare di andare dal barbiere, sappi che papà è qui per aiutarti!"

Nora ha pianto mentre suo marito rasava i ricci residui del figlio; Leo, invece, è rimasto nella cornice della porta ad osservare in silenzio e trattenendo il fiato quello strano rituale.

Suo fratello è cambiato. Adesso è un Vale senza capelli, senza vene e senza la forza di affrontare le giornate come prima. Gli risulta difficile qualsiasi cosa: alzarsi la mattina, andare in giro e, soprattutto, stare con gli amici.

Vuole soltanto che tutto finisca in fretta.

Sono giorni intensi, dolorosi e maledettamente lunghi per tutta la famiglia Maggi.


Avere qualcuno accanto durante le sedute di terapia aiuta. Per questo Marco ma soprattutto Nora e Leo fanno staffetta perché Vale abbia sempre qualcuno con cui condividere tempo e spazio, parole, timori ed emozioni.

"Si mangia di più quando si è tra amici!"

Con quella battuta Leo è riuscito a strappare finalmente un sorriso a suo fratello nel momento in cui l'unica cosa che Valentino avrebbe voluto strapparsi era il catetere della flebo.

"Mi sta salendo un po' di nausea. Leo andresti a prendermi un ghiacciolo o qualcosa di fresco?"

Sorride di sghimbescio sulla poltrona, rigido e teso come chi non è avvezzo a chiedere favori.

Forse con un po' di egoismo, il fratello maggiore coglie al volo quel pretesto per allontanarsi qualche minuto da quella stanza grigia e piena di odore chimico.


Che bello guardare il cielo e respirare a pieni polmoni l'aria della sera!

Sentirsi giovani e vivi.

"Quando passi davanti ad un ospedale vedi solo finestre, ma non immagini quanti sognatori ci sono dietro!"

La donna che lo ha avvicinato durante la sua breve evasione ha una carnagione sorprendentemente bianca per essere inizio estate, con una sfumatura rosata. Ha un volto molto dolce, anche se la sua espressione resta fredda e austera.

"Non riesco a capire perché,dal momento che la malattia deprime già di suo, l'aspetto degli ospedali, in tutto il mondo è tale da aggravare questa depressione dottoressa Lisandri!"

L'oncologa affonda le mani nelle tasche grandi del suo camice svolazzante. All'apparenza è fredda e severa ma, in realtà, ha tanta empatia e si affeziona a tutti i bambini e ragazzi che ha in cura.

Finisce che entri a far parte delle loro storie personali e a venire a contatto anche con i loro familiari. Questi due fratelli così diversi ma così uniti poi le hanno riscaldato il cuore.

In questo mese non ha conosciuto solo Vale, l'artista timido, ma anche suo fratello Leo, impulsivo ed indomabile come un Leone ma dal cuore tenero come un agnellino quando lo ha sorpreso a piangere nel corridoio del reparto in una delle giornate peggiori per Valentino.

"Leo lo so che tu consideri questo posto come un penitenziario, così come sono cosciente del fatto che tuo fratello, come qualsiasi paziente, non è entrato con piacere in ospedale. Il nostro compito però è cercare di fargli vincere la repulsione e regalargli un po' di serenità!"

Mariapia Lisandri è un'anima bella nascosta, Leo la gioventù che scalpita.

"Non le sembriamo un'improbabile coppia di alleati, dottoressa?"

Lei lo guarda con un sorriso materno.

"Forse. Ma ricorda Leo: tu sei la medicina più potente per Valentino. Che dici torniamo da lui adesso?"

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Capitolo 14
*** Tristezza d'estate ***


Quest'anno l'inizio d'estate è un po' diverso rispetto alle tradizioni della famiglia Maggi.

Niente sabbia bianca, cielo limpido, brezza leggera e buttarsi in mare con gli amici tra schizzi e tuffi.

L'arcobaleno di colori di inizio luglio è stato sostituito dalle cinquanta sfumature di grigio di Milano.

Non è un grigio raffinato, ma elegante e ricco di sfumature. Il grigio c'è ma è soltanto una patina di alcuni luoghi perché, nonostante tutte le accuse, Milano è una città colorata.

Chi invece ha il cuore gonfio di desolazione e prova un senso di soffocamento è Vale.

Dopo una prima operazione e tre cicli di chemio è finalmente arrivato il momento del terzo round.

Quello definitivo, incrociando le dita.


Dovrà subire l'asportazione dei linfonodi retroperitoneali e, poiché avrà bisogno di tutto il supporto necessario, stavolta anche Leo si è messo in viaggio insieme al fratello e ai genitori.

L'unico contento di questa novità è stato Rocco che, con la spontaneità e la leggerezza dei bambini, ha accolto con entusiasmo la notizia che avrà i suoi due cugini grandi a casa sua per almeno alcuni giorni.

Di solito è la sua famiglia a scendere in Puglia per le vacanze estive ma questo cambiamento lo intriga parecchio.

"Perché zia Nora e zio Marco hanno gli occhi tristi? Perché Leo ha un sorriso moscio ?"

Tuttavia Rocco, da buon osservatore qual è, si è subito accorto che, dall'ultima volta che li ha visti, i parenti stanno facendo uno sforzo enorme per apparire sereni, quasi che dovessero esibire i loro sorrisi artificiosi quasi per dovere.

Ha iniziato a sussurrare quelle domande a Piera, fino ad arrivare alla più imbarazzante ed irriverente.

"Perché Vale non ha più i capelli?"

"Tuo cugino Valentino è un guerriero. Deve combattere una brutta battaglia che nessuno vorrebbe e dovrebbe essere costretto mai a fronteggiare. Ha sperimentato sulla sua pelle delle medicine che gli hanno dato ma gli hanno anche tolto tanto!"

"C'è qualcosa che io posso fare per lui?"

"Puoi stargli vicino e continuare ad essere il Rocco di sempre!"


C'è un weekend da passare insieme agli zii prima del ricovero in ospedale per Vale.

Il sabato sera, però, ha la possibilità di risentirsi un ragazzo normale almeno per qualche ora. Leo infatti insiste tanto perché escano senza vecchi matusalemme tra i piedi ed accetta di buon grado l'unico vincolo imposto da suo padre: dovranno portare con loro anche il cuginetto e soprattutto dovrà fare attenzione a non far stancare troppo suo fratello.

Rocco è impettito nel suo ruolo da Cicerone per la città in cui è cresciuto e cammina orgoglioso tra Leo e Vale perché, grazie ai cugini, anche lui potrà sentirsi grande per una sera e non dovrà rispettare il coprifuoco


Carroponte è un mega contenitore di eventi ad ingresso gratuito. Stasera si esibisce un famoso artista live ma l'affluenza di pubblico fa storcere il naso a Leo.

"Non so se sia saggio entrare, Vale. Forse le tue difese immunitarie sono ancora troppo basse…"

L'altro alza gli occhi al cielo, scocciato.

"Se, tra qualche giorno, sarò abbastanza forte da resistere mentre mi tagliuzzano la pancia non vedrò perché non potrei essere in grado di affrontare una folla di giovani entusiasti e con la voglia di divertirsi!"

La sua risposta è piccata e velenosa, non nel suo stile, ma consapevole del profondo stress psicologico che sta subendo, Leo è pronto a perdonarlo e a non allungargli nessun broncio.

"Per favore Leo. Ho bisogno di scordarmi che ho il cancro, almeno per un paio d'ore. Puoi capirlo?"

Vale si addolcisce e il fratello maggiore gli poggia una mano sulla spalla, annuendo comprensivo. Rocco segue lo scambio di battute tra i due cugini come se stesse assistendo ad uno scontro di pingpong.

"Avete fatto pace adesso?"

"Si piccolo. Coraggio...Andiamo a divertirci tutti e tre insieme!"

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Capitolo 15
*** Incoraggiamento ***


Prima dell'ingresso in sala-operatoria sono tutti in camera di Vale per dargli supporto.

Marco, appoggiato alla parete, guarda suo figlio pensieroso, Nora si avvicina al ragazzo e gli fa un massaggio con le sue mani miracolose.

"Sei davvero un angelo, mamma!"

Le dice lui accennando un sorriso, libero per qualche momento da quel groviglio di nervoso che gli ha fatto venire mal di pancia.

Il dottor Alfredi, che è passato prima in visita, gli ha assicurato che prima di mezzogiorno sarà in sala-operatoria.

Vale ha paura ma, allo stesso tempo, non vede l'ora che lo operino con la speranza che tutto migliori.

Da una settimana sta seguendo una dieta a basso contenuto di grassi e da due giorni sta preparando l'intestino a questo intervento che, tirando un sospiro di sollievo, non sarà a cielo aperto ma con tecnica mininvasiva.

L'unica cosa che lo lascia perplesso è che, da quasi un quarto d'ora, Leo risulta misteriosamente scomparso dal loro campo visivo. Forse quel furbacchione di suo fratello non volendo infierire su di lui, che è a digiuno da ieri sera, è si è concesso una colazione furtiva al bar!


L'ora si è quasi fatta, mancano dieci minuti a mezzogiorno.

C'è trambusto in corridoio e Vale pensa sia qualche infermiere che sta venendo per lui. Vorrebbe quasi scappare.

Invece è Leo che è tornato dal suo viaggio in solitaria con un palloncino a forma di cuore. Il fratello minore ne è commosso ma deve ricorrere ad una battuta che lo aiuti a superare il momento.

"Da quando mi sei diventato così sentimentale fratello? Nemmeno al mio onomastico hai osato tanto perché un regalo del genere direi che è più adatto alla tua Cris!"

"Beh lo sai che un fratello è un dono per il cuore e un amico per lo spirito. E anche se non potrò venire con te, in sala operatoria una parte del mio cuore sarà con te!"

Leo gli strizza l'occhio, quindi fanno cozzare pugno contro pugno sotto lo sguardo premuroso e carico d'amore dei loro genitori.

Non è l'unica sorpresa, infatti Leo si schiarisce la gola e annuncia:

"C'è qualche altro che vuole farti un grosso in bocca al lupo!"

Entra Rocco, divertito dal giro in ascensore, che si limita ad avvolgere il cugino in un mega abbraccio.

E dopo qualche secondo...Cris e Davide!

La sorpresa nel vedere lì gli amici è così grande che Vale resta senza parole.

"Invece che di chirurgia addominale mi sa che dovranno operarti in cardiologia se continuiamo così!"

Il solito, irriverente, Davide!

"Ma cosa ci fate voi qui? Siete tutti qui per me?"

"No siamo venuti ad ammirare la bellezza del duomo! Certo che siamo qui per te, testa di fagiolo! Dobbiamo assicurarci che tu esca presto da quella sala e torni a scherzare con noi!"

"Vale sappiamo che affronterai tutto con il solito sorriso sulle labbra perché il tuo buon carattere è la migliore medicina su cui puoi contare!"

Si aggiungono anche gli incoraggiamenti di Cris e, con tutto questo supporto, il ragazzo si sente davvero carico e pronto.


L'ora è giunta.

Ed è una marcia in più quando per portantino arriva Toni nella sua divisa blu. Saluta quel paziente speciale.

"Vale, tocca a te. Il dottor Alfredi è quasi pronto e dovrò accompagnarti nella stanza numero tre!"

Valentino solleva il pollice verso tutti i presenti,quella grande famiglia allargata che è la sua iniezione di fiducia, per dir loro che andrà tutto bene.

"Andiamo!"

Dice rivolto a Toni, sistemandosi sulla barella.

E si abbandona ai tremori di paura soltanto lontano da tutti quegli occhi carichi d'amore.

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Capitolo 16
*** Vittoria! ***


Le prime ore fuori dalla sala-operatoria passano in maniera circolare: Vale tiene gli occhi aperti dieci minuti, dorme due ore, riapre gli occhi una manciata di minuti e scivola nuovamente nel sonno.

Si sveglia e si addormenta come un neonato, come Paperino in alcune famose vignette.

I genitori restano al suo capezzale a vegliare il suo ciclo sonno-veglia disallineato e a Nora si stringe il cuore soltanto nell'unica volta in cui la nausea ha il sopravvento e il figlio è sopraffatto dall'istinto di vomitare.


Quando, finalmente, Vale ha la mente lucida è ormai tarda sera ma il Dottor Alfredi non si sottrae dal suo compito di spiegargli la situazione.

"Buona sera piccolo Picasso! Allora come andiamo?"

La passione del giovane per l'arte ormai è nota a tutti dacché ha abbellito le grigie pareti di quell'anonima camera con schizzi a matita e disegni pastello, colori caldi ed un'esplosione di fuochi d'artificio .

Vale sente la testa pesantissima, un dolore lancinante al basso ventre e un malessere generalizzato. Osserva sconsolato i tubicini che lo penetrano, flebo e catetere.

Stavolta non gli è andata liscia come dopo la precedente operazione

"Bene, bene vedo che riesci a rimanere sveglio! Il peggio è passato!"

Il Dottor Alfredi lo incoraggia con un sorriso.

"Non preoccuparti dei fastidi che provi: è tutto normale. L'intervento è andato alla perfezione!"

Il nemico è stato sconfitto! Lo può capire dai sorrisi sollevati e commossi di Marco e Nora, dallo sguardo caldo e soddisfatto del medico.

Lui però non riesce a gioire; è esausto.

"Adesso si tratta soltanto di affrontare la fase post-operatoria e la convalescenza. Devi stare tranquillo e non fare sforzi. Diamo tempo al tempo!"

Quelle parole scivolano in Vale come nettare però adesso vuole restare da solo, senza le premurose ma soffocanti attenzioni dei genitori. Al massimo vuole qualcuno con cui poter essere sé stesso.


Leo, per tutto il pomeriggio, ha trovato una valida consolazione in Cris e Davide che non lo hanno lasciato da solo quasi mai. Mentre suo fratello era sotto i ferri, ha fatto la conoscenza di Toni: un atipico ma simpatico oss con il quale si è trovato subito a proprio agio e con cui ha condiviso una bibita al distributore automatico. A cena i suoi zii hanno insistito per portarlo a mangiare a casa loro ma hanno raggiunto un compromesso optando per la caffetteria dell'ospedale dove Leo ha accettato di seguirli soprattutto per non far restare male Rocco.

Adesso però è da solo mentre entra nella camera di Vale.

"Sono impressionanti tutti questi tubi che hai nel corpo!"

Non è la frase più felice d'esordio ma Valentino ha sempre apprezzato il fatto che suo fratello maggiore non ha mai avuto peli sulla lingua.

"Anche a me fanno un senso pazzesco e ho una paura indescrivibile, quasi atavica, del momento in cui questi simpatici amici verranno sfilati dal mio corpicino. Facile è stato inserirli visto che ero in stato di incoscienza...Ben altra cosa sarà sfilarli da sveglio con il mio inesauribile coraggio!"

Si solleva quanto gli permette il dolore per osservare il suo addome fasciato dal quale spuntano i drenaggi.

"Beh il coraggio non è l'assenza di paura. E tu stai dimostrando di averne in abbondanza, Vale!"

Leo si siede al suo capezzale, incerto se prendergli la mano perché gli sembra faccia troppo scena da film strappalacrime.

"Di sicuro ho sopportato l'anestesia meglio di te!"

Sogghigna Vale attirandosi un gestaccio da parte del più grande perché le brutte figure si dimenticano come i brutti ricordi.

Leo era stato operato al ginocchio il 17 marzo, San Patrizio e festa in Irlanda, giorno di fate e folletti.

"I folletti mi prendono per mano e mi portano con loro nel Tir-na-nOg, la terra della giovinezza, il paradiso celtico…"

Il fratello minore gli fa il verso ricordando come Leo, sveglio, discorresse ancora di quelle figure magiche ancora avvolto dalle nebbie delle anestesie.

"Smettila Vale. Altrimenti te le strizzo io le palle…"

Si mettono a ridere all'unisono e finalmente Leo gli afferra la mano e la stringe tra le sue.

"Sono così contento che ce la stai facendo ,fratello!"

Vale trova l'energia per battere un ritmo con le dita delle mani e lentamente si riconnette con il tempo e lo spazio.

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