Pokémon Ghost (remake)

di ZarxielZerg
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte Impegnativa al Laboratorio ***
Capitolo 2: *** Acqua e Gas non si Mischiano a Quanto Pare ***
Capitolo 3: *** Road to Viridian City è la mia OST preferita di SSB ***
Capitolo 4: *** Chi ha Pensato Fosse una Buona Idea Mettere una Foresta in Mezzo alla Strada? ***
Capitolo 5: *** Conoscere Alcune Storie di Fantasmi Allegate ***
Capitolo 6: *** Finalmente una Lotta in Palestra ***
Capitolo 7: *** Mh, Sto Nome mi Sembra Familiare ***
Capitolo 8: *** Pietre Ruggenti e Rulli Compressori ***
Capitolo 9: *** Allenarsi Richiede Fin Troppo Tempo, Non Trovi? ***
Capitolo 10: *** Azione ed Ariados-Man ***
Capitolo 11: *** Lotte su Lotte, da Palestra a Palestra ***
Capitolo 12: *** Aspettative e Realtà ***
Capitolo 13: *** Farfalle e Uova ***
Capitolo 14: *** Una Relazione Spigolosa ***
Capitolo 15: *** Amici, Rivali e Conoscenti ***
Capitolo 16: *** Veloce come un Razzo ***
Capitolo 17: *** Ratto e Uccello ***
Capitolo 18: *** Sonno Lucente e Notte Oscura ***
Capitolo 19: *** Incubi e Realtà ***
Capitolo 20: *** Superstite ***
Capitolo 21: *** Monte, Fiume, Città ***
Capitolo 22: *** La Ragazza Blu e l'Aviatore ***
Capitolo 23: *** Roccambolesco Raid Rocket ***
Capitolo 24: *** Tulipano Nero, Tauros Verde e gli Altri ***
Capitolo 25: *** Avventura Terminata ed Affari Risolti ***
Capitolo 26: *** D'Accordo, Questa Volta si Affronta la Palestra ***
Capitolo 27: *** Un'Offerta che non Potrai Rifiutare ***
Capitolo 28: *** La Principessa dei Fiori, la Maestra dell'Acido ***
Capitolo 29: *** Ronin ***
Capitolo 30: *** Ultimi Preparativi ***
Capitolo 31: *** Il Torneo del Ponte - Parte 1 ***
Capitolo 32: *** Il Torneo del Ponte - Parte 2 ***
Capitolo 33: *** Fine del Torneo ***
Capitolo 34: *** Verso Sud ***
Capitolo 35: *** Menzogne e Furti ***
Capitolo 36: *** Tante Domande ***
Capitolo 37: *** Un Raid Andato Male ***
Capitolo 38: *** Una Buona Faccia da Poker ***
Capitolo 39: *** A Cosa Servono gli Amici? ***
Capitolo 40: *** Piante Annaffiate ***



Capitolo 1
*** Notte Impegnativa al Laboratorio ***


Il laboratorio di Oak non era assolutamente il posto più ordinato di Biancavilla: chiunque vi entrasse avrebbe notato che gli scaffali erano pieni di libri capovolti, la scrivania era ricoperta di fogli e documenti, foto di Pokémon da tutta Kanto insieme a documentazione riguardante la loro dieta, il loro comportamento e il loro rapporto con gli umani. Oak era nel punto pià lontano dall’ingresso, preso a dare il tocco finale ai suoi capolavori: quattro oggetti, ciascuno di colore diverso: blu, rosso, nero e verde. Ciascuno di quei Pokédex dovevano essere assegnati ad uno degli allenatori che aveva scelto... dopo che li avrebbe effettivamente scelti.
“E ora la parte difficile”, pensò alzando la testa e guardando il soffitto, notando una quantità piuttosto impressionate di muffa su di esso, la colpa era sua per aver testato il raggio d’azione di un attacco Pistolacqua al chiuso settimane prima senza mai aver aperto una finestra in seguito, e si strofinò la fronte. Si spostò con l’intera sedia verso un’altra scrivania. C’era un’elenco di oltre un centinaio di candidati provenienti da tutta Kanto, sebbene la metà di questi provenisse da Biancavilla. Era suo compito leggere ciascuno di essi e capire chi fosse la scelta migliore per ottenere un Dex. Fissò quello in cima della lista, suo nipote, per un secondo provò a ricordarsene il nome, poi sospirò e decise di leggerlo. “Blu Oak”. Pensò “Questi vuoti di memoria stanno peggiorando. Ho davvero bisogno di farmi vedere da un dottore. Ho passato troppo tempo chiuso qui dentro, non fa bene al cervello”.
Ma ci era così vicino, pensò per poi voltarsi a guardare i quattro Pokédex. Le ricerche del Dottor Fuji gli permisero di portare il numero a 151, anche se dubitava sull’inserire gli ultimi due. “Mew e Mewtwo... immagino non faccia male a nessuno metterli, se i quattro non riescono a trovarli, posso sempre cancellarli e dire a Fuji di inviarmi altre ricerche per poterli inserire di nuovo”.
Pazientemente iniziò a leggere le richieste una ad una. Scartò quelle dei minorenni, perché dovrebbe preoccuparsene? Chi mai userebbe dei bambini per una ricerca scientifica come questa? E scartò i candidati che non avevano i voti adeguati dall’Accademia per Allenatori Pokémon. Aveva bisogno di allenatori abbastanza bravi da poter sopravvivere da soli in viaggio e che potessero prendere parte alla sfida della Lega per analizzare come l’allenamento competitivo possa influenzare la crescita di tutti coloro che ne sono coinvolti, sia umani che Pokémon. Forse non il futuro Campione, ma di certo neppure qualcuno che si arrenderebbe dopo la prima palestra.
Poi c’era la questione del carattere personale. Ciò era difficile da valutare solo da un documento semplice che ha richiesto dagli insegnenti, ma almeno aiutava a scartare i candidati che i docenti non erano disposti a sostenere come possibili candidati. Blu era uno di essi, prevedibilmente. Primo della sua classe nell’Accademia per Allenatori di Biancavilla, tutti gli insegnanti concordavano che sarebbe stato un eccellente allenatore ed una brava persona, anche se incredibilmente arrogante. Sospirò nuovamente per l’ennesima volta. Suo nipote era troppo sicuro di sé, senza dubbio. Sperava che questo viaggio gli avrebbe insegnato almeno un minimo di modestia.
Il secondo ed il terzo provenivano dalla stessa Accademia e anche dalla stessa classe. “La gente penserà che l’ho fatto apposta, ma quei due sono i migliori candidati, ci scommetterei i miei dottorati”. Pensò guardando le foto. Un ragazzo dai capelli castani ed occhi azzurri, ed una ragazza dai capelli biondo scuro ed occhi con una particolare tonalità di verde. Entrambi avevano voti stellari, anche se un po’ inferiori a quelli di suo nipote.
Finalmente Oak diede un’occhiata al quarto. Dall’Accademia per Allenatori di Lavandonia, una rarità. La maggior parte degli abitanti di Lavandonia andavano a studiare nella più grande Accademia di Kanto, quella di Zafferanopoli. A dire il vero, i tirocinati di Lavandonia erano talmente pochi che dovettero fare il loro esame finale assieme agli studenti di Zafferanopoli, e questo era l’allenatore che riuscì a superare tutti i test con un singolo Pokémon, un risultato piuttosto impressionante. I suoi professori lo descrivevano come “un po’ troppo sicuro di sé con gli estranei che talvolta reagiva in modo eccessivo anche a lievi provocazioni, ma una brava persona nonostante questi difetti”, ed erano convinti sarebbe stato una buona scelta. Samuel Oak ci rifletté per un breve momento e poi annuì. Quei quattro andavano bene. D’altronde tutto ciò non è altro che un esperimento, se le cose fossero andate male avrebbe sempre potuto dichiarare il test per il Pokédex un fallimento.
Controllò rapidamente l’orologio. 8: 30 del mattino. “Un’altra nottata persa, fantastico”. Pensò sollevando il telefono e iniziando a chiamare alle tre famiglie dei candidati. Sperò che qualcuno avrebbe risposto per fissare un appuntamento. Quando la prima persona rispose al telefono, alzò lo sguardo verso il soffitto ammuffito “Forse un appuntamento a quando avrò ripulito un po’”.

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Capitolo 2
*** Acqua e Gas non si Mischiano a Quanto Pare ***


Mi svegliai senza dire nulla, mi girai verso la mia sveglia a forma di teschio e la spensi. Poi mi misi a riflettere perché avrei dovuto svegliarmi alle 6 del mattino, più di quattro ore prima del solito in una giornata festiva. Poi mi ricordai.
“Oh merda! La cerimonia del Pokédex!” realizzai. Mi alzai e mi vestì rapidamente con i miei soliti indumenti, per lo più vestiti di varie sfumature di nero, odiavo essere etichettato come “goth” semplicemente mi piace il colore. Indossai una maglia con un teschio di Marowak sopra, a pensarci, neppure l’aggettivo “punk” gradivo. Lentamente entrai in cucina. Mio padre mi guardò abbassando il giornale. “Non sapevo che gli zombie di Romero fossero in casa mia”.
“Molto divertente” borbottai, per poi fare un lungo sbadiglio e subito dopo una rapida colazione.
“Sto per andarmene” realizzai “Un allenatore ufficiale, e uno di quelli scelti per usare la nuova invenzione del Professor Oak”. Mi iscrissi alla selezione più per capriccio dopo aver letto l’annuncio. Chiesi ai miei insegnanti di scrivermi la raccomandazione e poi attesi, senza troppe speranze, fino ad una settimana fa, quando fui svegliato da mio padre sorprendentemente allegro. “Beh Raziel, dovresti dire a tuo zio che c’è un altro ricercatore in famiglia” mi disse semplicemente.
Fui felicissimo, ma anche sorpreso. Il Professor Oak mi aveva preso sul serio su oltre un centinaio di candidati. Sapevo di essere andato bene nell’esame pratico, ma in quelli scritti non ero di certo fra i migliori tra gli studenti di Lavandonia e Zafferanopoli, e tanto meno tra quelli di Kanto.
Mi guardai intorno dentro casa prima di andarmene. Mio fratello minore dormiva ancora, con l’acquario con dentro il suo Dratini accanto. Mi chiesi se dovevo svegliarlo per salutarlo, ma era meglio di no. D’altronde, non sarebbe stata l’ultima volta in cui sarei stato a Lavandonia. Mio fratello iniziò ad essere strano da circa un anno, sempre più freddo nei miei confronti. Svegliarlo non era di certo la migliore idea per migliorare il nostro rapporto. Salutai mia madre, presi lo zaino ed uscì di casa, per poi entrare nella macchina che mi attendeva fuori. Tra quattro ore sarei stato a Biancaville e tra cinque un allenatore con uno starter ed un Pokémon.
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“Ciaaoooo Giul!” disse il ragazzo dai capelli castani, salutando allegramente la sua amica più cara.
“Buongiorno Draconix. Vedo che sei di buon umore” rispose la ragazza, i cui capelli biondi si fermavano prima della spalla.
“Perché non dovrei? Stiamo per diventare allenatori Giuls! Stiamo per avere un Pokédex! E. NOI. CONQUISTEREMO. LA. LEGA.” Disse Draconix mentre il suo tono si faceva più forte.
“Prima che ciò accada, voi perdenti dovrete passare sul mio cadavere.” Disse una voce familiare. Entrambi sospirarono e si voltarono per trovarsi davanti Blu Oak, il più grande pallone gonfiato del lato occidentale di Kanto.
“Ciao Blu” disse Draconix con molta meno allegria di quanto avesse fatto con Giuls. Giuls annuì appena in sua direzione.
“Salve perdenti, come stanno le vostre medaglie d’argento?” chiese facendosi beffa sia di Giuls che di Draconix. Entrambi ebbero lo stesso voto nell’esame finale, solo dieci punti in meno di Blu, ed il ragazzo era più che felice di ricordarglielo.
I tre andarono insieme verso il laboratorio di Oak. Non che volessero andare insieme a Blu o che Blu volesse andare con loro, ma c’era solo un sentiero, ed entrambi volevano evitare quell’arrogante di Blu. Nonsotante tutto, Giuls e Draconix ricordavano di essere molto più legati a Blu quando erano più piccoli.
Il laboratorio era circondato da un piccolo gruppo di curiosi. Alcuni giornalisti delle testate giornalistiche più piccole stavano scattando foto della cerimonia che avrebbe celebrato questo “esperimento senza precedenti”, ed altri erano li solo per vedere chi avesse scelto il professore. Quando arrivarono, la maggior parte della gente esultò, in una cittadina come Biancavilla, i voti migliori dell’Accademia per Allenatori erano abbastanza noti.
“Benvenuti, benvenuti!” disse Oak allegramente “Blu, Draconix... Juliet...”
“Giuls.”
“Si, quello che ho detto.” Rispose Oak “Dobbiamo aspettare solo altri dieci minuti circa. Sedetevi, vi offro un po di tè mentre aspettiamo.”
I tre si guardarono attorno. Gran parte delle sedie furono messe da parte dietro le librerie più grosse, ed erano coperte da pile di fogli. Probabilmente il professore stava cercando di rendere il laboratorio quanto il più presentabile possibile per la stampa.
Accanto a loro, nella stanza, c’era un anziano Nidoking, che dormiva rumorosamente in un angolo, sbavava quello che sembrava essere veleno. Giuls ricordò che in gioventù il Pokémon fu lo starter di Oak, riuscì a sconfiggere il Gengar di Agatha durante la loro lotta in Lega quando era ancora un Nidorino. Era strano pensare che quell’umile ... beh... relativamente umile ricercatore, fosse stato il Campione di Kanto per dieci anni consecutivi, e si ritirò solo per sua decisione e non perché qualcuno lo sconfisse.
Dopo circa dieci minuti, come disse il professore, la porta si aprì, ed un quarto giovane entrò nella stanza. Pallido, magro, capelli neri e lunghi, beh... lunghi per un ragazzo almeno... vestito per lo più di nero e con teschi. Giuls cercò di capire se fosse un’amante del gotico o fosse un punk, o se semplicemente avesse un senso della moda tutto suo. “Avrebbe bisogno di un po’ di sole” aggiunse.
Draconix ebbe un impressione simile a quella della ragazza, sebbene fosse abbastanza educato da non dire nulla, cosa che Blu non era “Dunque... sei risorto da una tomba o sei semplicemente tornato da un concerto?”
Raziel lo guardò perplesso. “Decisamete è ha un senso della moda tutto suo” concluse Giuls. Tuttavia il fatto che le piacesse vestirsi da maschiaccio fu la principale fonte di pettegolezzi nei suoi confronti per anni, perciò lei poteva empatizzare con lui, almeno un po’.
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Guardai le altre quattro persone in stanza. Il professore sembrava impegnato con qualcosa, di nuovo, alla sulla sua scrivania, quindi mi concentrai sulle altre tre persone, che avevano la mia stessa età. La ragazza, dovetti ammetterlo, era tra le più carine che avessi mai visto, il che era sorprendente per qualcuna con un vestiario da maschiaccio. Capelli corti, pantaloni e giacca larghi, entrambi in jeans, ed una maglietta verde.
I due ragazzi avevano un vestiario normale, ed avevano capelli più o meno della stessa lunghezza, volutamente spettinati. Tutti sembravano concentrati sui miei di vestiti. Sorrisi. Mi piaceva il mio stile, ed ero abbastanza sicuro di fare buona impressione.
Mi sorprese la domanda di uno dei tre, del teenager in blu. Lo guardai perplesso per un po’, poi ridacchiai “La prima?” gli dissi. Mi piacevano i cimiteri, c’erano molti Pokémon interessanti da trovare là.
L’altro ragazzo rise “Mi piace questo qui” disse per poi avvicinarsi “Draconix”.
“Raziel” risposi dopo un attimo d’esitazione per poi stringergli la mano.
“NORA!” esclamò la ragazza, saltando fra noi due “Scherzi a parte, mi chiamo Giuls. Benvenuto a Biancavilla.”
“Davvero commovente.” Disse l’ultimo ragazzo “La nascita di una bellissima amicizia e tutto il resto. Ma possiamo arrivare alla parte in cui otteniamo il Dex adesso?”
Il professore alzò la sua testa dalla scrivania proprio in quel momento, girandosi verso di me.
“Ah, Raziel, sei qui anche tu” disse “Ho pensato di aggiungere un tocco finale, scusate. Ma eccoli qui, tutti pronti per voi.”
Tutti noi guardammo meravigliati i quattro Dex sul tavolo. Insieme a loro c’erano anche quattro Poké Ball, una per ciascuno di noi.
“Dunque, ho chiesto ai tuoi genitori che tipo di Pokémon avresti gradito, e sono stati così gentili da darmi delle linee guida.” Disse guardando verso di me “Molto specifiche a dire il vero” Io arrossì, sapevo cosa volesse dire.
Oak andò di fuori per un momento, e tornò seguito dalla folla. I pochi giornalisti scattarono foto di noi quattro assieme al Professor Oak, e poi iniziò l’evento principale.
“Benvenuti a tutti verso questo nuovo passo per la ricerca Pokémon. Per decenni ho raccolto informazioni su tutti i Pokémon della regione di Kanto, proprio come hanno fatto e stanno facendo i miei colleghi professori in tutto il mondo. E oggi sono orgoglio di annunciarvi il risultato di queste ricerche, una porta verso il futuro! Ecco il Pokédex” disse sollevando il piccolo oggetto. Sembrava una guida digitale, con un touchscreen per accedere facilmente alle varie funzioni. “Questo magnifico strumento è sia un enciclopedia che, grazie alla sua connessione con le Poké Ball dell’allenatore, un computer funzionale. Permetterà agli allenatori di monitorare le condizioni dei loro Pokémon, e di analizzare ulteriormente la crescita di quelli che si sceglie di portarsi dietro. Come molti saprete, sono convinto che il legame reciproco tra un allenaotre ed un suo Pokémon è ciò che renda entrambi più forti. Ora ve lo dimostrerò.” Cosegnò a ciascuno di noi un Pokédex: nero a me, blu a Blu, rosso a Draconix e verda a Giuls. “Inoltre, il Dex aiuterà questi allenatori durante il loro viaggio. Avranno informazioni su ciascun Pokémon potrebbero incontrare, informazioni che nel caso dovessero rivelarsi false o anche solo leggermente inprecise, potranno segnalarmi immediatamente per una revisione. Immaginate quanto più rapidamente potranno progredire le ricerche quando a più persone verrà assegnato un loro Pokédex!”
Notai che la folla non fu particolarmente entusiasta dalla lunga spiegazione. Alcune persone stavano ascoltando, scienziati scommetto, mentre i giornalisti stavano prendendo appunti, ma gli altri mostravano al massimo una lieve curiosità, al punto che mi venne il dubbio sul perché fossero lì. Magari nella speranza di apparire nelle fote della notizie o semplicemente per rispetto nei confronti dell’anziano professore. D’altronde, era pur sempre una celebrità.
Oak sorrise, quindi indicò a noi quattro in direzione al tavolo “I vostri starter vi attendono.” disse.
Ci avvicinammo tutti al tavolo, e ciascuno di noi toccò la rispettiva Poké Ball. Si sentì un lieve bip ed il Pokédex ci mostrò il Pokémon all’interno. Oak era visibilmente MOLTO eccitato.
Sorrisi, ed aprì la mia, dalla quale uscì un Gastly. Il Pokémon si girò verso di me e sorrise... poi iniziò a leccarmi la mano. Ci fu una spiacevole sensazione di formicolio, e sentì la mia mano afflosciarsi paralizzata. Gastly rise, mentre Oak si precipitò all’interno con un Antiparalisi. Ma ero felice. Volevo diventare uno specialista Spettro, proprio come Agatha dei Superquattro o come Angelo di Johto. Ora stavo facendo il mio primo passo.
Gli altri tre mostrarono i loro Pokémon quasi allo stesso tempo. Giuls cercò di abbracciare un Bulbasaur, che apparentemente non aveva alcun interessa al di fuori dal liberarsi dalla sua presa. Draconix stava guardando un Charmander, ma i due sembravano andare d’accordo, mentre Blu osservava cinicamente il suo Squirtle.
‘Suppongo ci sia sempre qualcosa da scoprire riguardo un nuovo Pokémon’ pensai, guardandomi le spalle dove c’era Gastly, il quale sembrava più curioso che pericoloso. Lo richiamai nella sua Poké Ball, poi mi rivolsi al professore.
“Grazie, professore” dissi chinando la testa “Farò in modo di trattarlo bene e farò del mio meglio per aiutarla nella sua ricerca.”
Oak sorrise “Beh... Richard...”
“Raziel.”
Oak mi ignorò, “Come dissi, il cuore di questa ricerca sta nel legame tra allenatore e Pokémon. Se ho ben capito, hai intenzione di affrontare la Lega solamente con Gastly, giusto?”
“A meno che non mi imbatta in un altro Spettro qui a Kanto... si”
Oak sorrise “Bene, allora mi aspetto delle grandi scoperte su come il legame fra voi due influenzerà la vostra cresciuta.”
Rimasi sorpreso, di solito la gente definiva il mio sogno di vincere la Lega usando solo Spettri ridicolo, specialmente dopo essersi resi conto che lo avrei fatto con un solo Pokémon. Ma ero convinto che fosse possibile. Ci fu un precedente di un vincitore alla Lega con soli due Pokémon, quindi forse c’è speranza.
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Blu osservò il ragazzo in nero mentre questo ringraziava il professore. Vincere la Lega con un solo Pokémon? Non ha senso! Se ciò fosse possibile, significherebbe che i Superquattro ed il Campione valevano meno di niente. L’allenamento è un complesso esercizio di pensiero strategico, non uno stupido tentativo avventato per sperare di vincere la Lega con un solo Pokémon.
“Hey, Raziel” chiamò “Ti va una sfida? Un uno contro uno, così per sportività” disse.
“Da quando in qua ti interessa della sportività?” chiese Giuls richiamando la sua Bulbasaur.
“Già, perché sei così interessato nello sfidare Raziel?”
“Oh, suvvia, voglio solo provare i nostri nuovi Pokémon in un incontro amichevole” disse Blu ‘e dimostrargli subito che ci sono pesci più grossi in queste acque.’
Raziel nel frattempo annuì e si allontanò “Possiamo usare la stanza professore?”
L’uomo annuì “Certo, di sicuro non potrete renderla peggiore di quanto non sia già.”
Raziel annuì e schierò Gastly, Blu fece lo stesso con Squirtle. I due Pokémon si fissarono per un po’.
Squirtle attaccò per primo con Bolla, come da comando. Un getto di bolle volò dalla sua bocca verso Gastly, che fu colpito.
Raziel disse semplicemente “Leccalo.” E Gastly obbedì, avviciandosi a lui per leccare Squirtle in faccia. Squirtle si irrigidì immediatamente con il viso paralizzato. Il Pokémon poi fece un balzo indietro ed usò di nuovo Bolla, ma Gastly semplicemente si spostò dalla sua linea di tiro e rise.
‘Mi sta deridendo?!’ chiese Blu furioso “Forza Squirtle, riprenditi da questa merdata e uccidilo con Bolla!”
“Come fai ad uccidere una creatura che è già morta?” chiese Giuls.
“Zitta!” rispose Blu. Nel frattempo Squirtle provò ad usare di nuovo Bolla, cosa alquanto difficile con la faccia paralizzata. A peggiorare il tutto, Gastly tornò a leccarlo di nuovo, questa volta però affettando una sua mano.
‘tutto ciò si sta facendo fastidioso...’ pensò Blu, ora sembrava quasi che stesse per perdere. Lui, l’allenatore più forte di tutta Biancavilla che perde contro una palla di gas?
“Forza Squirtle, fa qualcosa!” urlò. E Squirtle fece qualcosa, saltò in avanti con... Azione. Il suo corpo semplicemente passò attraverso quello di Gastly, e lo Spettro lo leccò di nuovo, e questa volta fu la zampa destra di Squirtle ad afflosciarsi.
Blu si guardò intorno, notando che molte persone stavano ridacchiando alla scena. In realtà arrabbiarsi non lo avrebbe favorito in alcun modo. L’ultimo ordine era il più stupido avrebbe potuto dare ad un Pokémon non allenato. Era ovvio che la sua prima reazione fosse quella di usare Azione contro un nemico. Quindi ordinò al Pokémon di usare Bolla, ma Squirtle non si mosse. Perché fu sconfitto dall’ultima Leccata.
Dopotutto, Blu non stava passando una bella giornata.
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Sorrisi vittorioso, un ottimo inizio per la mia carriera d’allenatore. Quasi mi diedi da solo una pacca sulle spalle, anche se gran parte del merito era di Gastly. Una lotta di basso livello come quella solitamente si concludeva con la vittoria del Pokémon più resistente. Apparentemente una palla di gas era più forte di una tartaruga.
Blu semplicemente richiamò il suo Squirtle e se ne andò arrabbiato. Mi chiesi perché vedendolo uscire dal laboratorio. Era stata una sua idea quella di sfidarmi.
“Lascialo perdere” disse Giuls avvicinandosi “Non perde da qualche anno, immagino gli ci vorrà del tempo per digerirla.”
“Già, di solito non fa altro che vincere, immagino che una sconfitta gli farà abbassare la cresta” aggiunse Draconix.
Noi tre parlammò ancora un po’, mentre il pubblico si ritirava lentamente dalla sala, rendendosi conto che le cose interessanti erano già state dette o fatte. Quando la stanza fu vuota, il professore si voltò.
“Beh, immagino siate impazienti per cominciare” disse “La città di Smeraldopoli è proprio qui a nord, ma non sono sicuro che la palestra sia aperta. Il Capopalestra sembra stia oziando negli ultimi anni. Vi consiglio quindi di dirigervi a Plumbeopoli.” Poi indicò il Dex “Ci ho installato l’applicazione della mappa, e sono certo che voi sappiate gestire gli smartphone molto meglio di me, quindi dubito vi servirà la mappa.”
Noi tre annuimmo “Bene allora, buona fortuna” disse.
“Grazie a lei professore” disse Giuls “Sia per Bulbasaur che per il Pokédex.”
“Anch’io.” Aggiunse Draconix “Charmander è il migliore, ne sono certo!”
Il professore sorrise. Non importa quante volte egli abbia visto quella scena, era evidente che per lui la bellezza dell’inizio del viaggio di un allenatore è sempre uno spettacolo meraviglioso. Ed ero certo che egli sperasse che tutti noi potessimo avere un futuro promettete.
Ci osservò uscire dal laboratorio e dividerci, mentre io mi diressi verso nord, gli altri tornarono a casa per prepararsi per il viaggio. Presto noi tre... no... quattro con suo nipote, avremmo sperimentato cosa significasse essere davero un allenatore. Pensai che forse Oak stesse provando un pizzico d’invidia.

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Capitolo 3
*** Road to Viridian City è la mia OST preferita di SSB ***


Bulbasaur non stava avendo una bella giornata.
Inanzitutto si è dovuta svegliare alle 7 del mattino, DEL MATTINO! Era appena sufficiente per farla dormire come suo solito. Tutto questo perché Oak voleva assicurarsi che lei fosse in condizioni perfette prima del grande giorno. “Sono sempre in condizioni perfette” pensò, deridendo l’idea di aver bisogno di simili controlli.
Quindi ha dovuto aspettare. E aspettare. E aspettare. Tutto questo nel mentre Oak si mise a controllare quel sempliciotto di Charmander, quel seccatore di Squirtle e l’inquietante e spettrale nuovo arrivato. L’idea che uno di loro potesse essere al suo livello era a dir poco offensiva. Certo, Charmander poteva sconfiggerla con Braciere, ma quello era vantaggio di tipo, non era vera abilità. Squirtle e Gastly neppure riuscirono ad avvicinarsi a lei durante gli incontri di allenamento che hanno avuto la settimana prima che fossero consegnati.
Ed ora la sua nuova allenatrice, o meglio, la brutta imitazione di un allenatrice. La guardò. La ragazza maschiaccio non aveva ne stile, ne fascino. “Pensavo che il mio allenatore sarebbe stato elegante, qualcuno che si meritasse un ottimo starter come me, non... questa qui.”
No, di certo Bulbasaur non stava passando una prima buona giornata. Caricò contro il Rattata che aveva osato sfidarla. La ragazza dissé qualcosa, ma fu ignorata. “So come combattere, sono sempre stata la migliore. Non ho bisogno che una ragazza appena uscita da scuola mi insegni come vincere.” Pensò per poi colpire con Azione seguito da una Frustata. Il Rattata cadde sconfitto. Bulbasaur sorrise e Giuls si avvicinò. Bulbasaur si voltà aspettandosi il meritato elogio per la sua gloriosa vittoria, ma la maschiaccio si abbassò, assicurandosi che il Rattata stesse bene. Il Rattata? Stava ignorando la vittoriosa Bulbasaur per un grosso topo sconfitto? “Non posso sopportarlo!” Pensò Bulbasaur frustrata.
Non stava di certo avendo una bella giornata.
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“Miglior giorno di sempre!” pensò Charmander, sorridendo senza che qualcuno potesse notarlo. Aveva appena incontrato il suo allenatore, ed era fantastico. Aveva affrontato Rattata e Pidgey, ed il suo allenatore diede delle giuste istruzioni in un paio di occasioni in cui altrimenti sarebbe stato colpito o avrebbe attaccato nel momento sbagliato mancando il bersaglio.
Fantastico davvero, forse aveva avuto fortuna. Pensava che Squirtle non avesse preso bene la sconfitta della sua prima lotta, e Bulbasaur... di sicuro non se la passava bene, come gli suggerì il suo carattere la settimana prima.
“Mi chiedo come stia Gastly” si chiese, mentre un Pidgey gli balzò davanti in cerca di una sfida. Il Pokémon Spettro era divertente, almeno per Charmander. Un po’ troppo pesante con gli scherzi a volte, ma comunque il più divertente del gruppo.
“Spero se la stia passando bene.”
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Gastly osservò il suo allenatore. Prima di tutto non aveva paura di lui. Era una novità. Di solito la gente faceva d’istinto un passo indietro vedendo un fantasma o lo ignorava, ma Raziel tentò accarezzarlo, ma parve triste quando la mano passo attraverso il suo corpo gassoso. Gastly fece del suo meglio per sembrare felice, anche se in realtà non sentiva nulla. Quindi quando Raziel ci riprovò, estrasse la lingua per poi ridere quando la sua mano rimase inerte. Con sua sorpresa anche Raziel rise prima di afferrare l’Antiparalisi gentilmente concessagli da Oak. “Si, posso allenarmi con lui.”
Il problema principale era come allearsi. Per qualche ragione, neppure i professori umani non riuscivano a spiegarlo, ma la sua lingua paralizzante non aveva effetto sui cosidetti “tipo Normale”, il che significava che non aveva modo di attaccarli. Naturalmente la cosa valeva anche per loro, ma il problema persisteva, dato che quella parte della regione era piena solo di Pokémon di tipo Normale, come Pidgey, Rattata e talvolta da qualche Spearow. Fu il loro incontro con un Caterpie che diede un’idea al suo allenatore.
Raziel decise che la scelta migliore era attraversare il Percorso 1 e dirigersi verso il Percorso 2 ed il Bosco Smeraldo, dove avrebbe potuto allenarsi contro gli insetti che infestavano l’area.
E così si dirissero verso Smeraldopoli. La città era molto più grande di Biancavilla o Lavandonia, le uniche due città umane in cui è stato. Si sentì un po’ intimidito da tutta quella gente. Dopotutto era più difficile spaventare un gruppo numeroso di persone anziché una sola. Raziel sembrò notare il suo disagio e lo richiamò nella Poké Ball. “Decisamente un buon allenatore” pensò dentro la Ball.
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Mi feci strada fino a Smeraldopoli, seguendo la strada indicata sulla mappa del Dex. Non c’era molto in città a dire il vero, il solito Centro Pokémon, ma anche Lavandonia ne ha uno, ed un Pokémon Market. Sapevo che il motivo principale della fama della città era la sua palestra e al fatto che fosse la più vicina all’Altopiano Blu, sede dei Superquattro e del Campione. Il torneo mensile della Lega era una delle maggiori fonti d’intrattenimento della regione, perciò, quasi sempre la città vicina era piena di turisti, tanto che le camere del Centro Pokémon erano riservate solo agli allenatori autorizzati, differentemente dagli altri della regione, dove chiunque avesse almeno un Pokémon poteva allogiarcisi, cosa che fece prosperare gli hotel.
Andai dritto in palestra, certo, Oak disse che la palestra era chiusa, ma d’altronde mi aveva anche chiamato Richard. Valeva la pena dare un’occhiata.
L’edificio stesso era una grossa arena per ciò che riuscì a vedere dall’esterno. Non c’erano molti suggerimenti sulla possibile specializzazione del Capopalestra, dunque scrollai le spalle. Non sapevo quasi nulla del Capopalestra occidentale di Kanto, essendo cresciuto a Lavandonia. All’Accademia, Storia delle Leghe Regionali di Kanto e Johto era una materia che non scelsi, quindi potevo solo provare ad intuirlo per conto mio. Soprendentemente, una rapida ricerca al telefono non portò a nessun risultato: si diceva che il Capopalestra di Smeraldopoli fosse un allenatore esperto, ma non c’era alcuna lotta caricata online e nessuna discussione su di lui in nessun sito.
Mi avvicinai alla porta e bussai. Nessuno rispose. Diedi un’occhiata al cartello accanto all’ingresso “Palestra di Smeraldopoli attualmente chiusa”. Nessun indizio sulla sua riapertura, nè sull’identità del Capopalestra.
‘Perché la Lega permette una cosa del genere?’ pensai.
“Salve ragazzo” disse una voce alle mie spalle. Sobbalzai spaventato dalla sorpresa, mi voltai ritrovandomi davanti un anziano uomo perplesso, forse sulla sessantina o sulla settantina. “Mi dispiace per lo spavento giovanotto. Un nuovo allenatore?”
Annuì “Si, stavo solo cercando di vedere se ci fosse la possibilità di avere la mia prima medaglia.”
“Ah beh, molte persone se lo chiedono. Sfortunatamente il Capopalestra è partito da quasi un anno.”
Rimasi perplesso “Non dovrebbero cercarlo o provare a rimpiazzarlo?”
L’uomo scosse la testa “Ai Capipalestra è permesso prendersi fino un anno di ferie dalla palestra, ma devono avere una giustificazione o perderebbero la carica al ritorno. Ciò è utile per le persone che svolgono un mestiere importante al di fuori di quello del Capopalestra. Quindi, per altri tre mesi, giorno più o giorno meno, la palestra rimarrà così, a meno che lui non faccia ritorno.”
‘Quindi il Capopalestra è un maschio, è pur sempre un informazione’ pensai. “Mi sembra ancora terribile... beh, significa che avrò a Plumbeopoli, e capirò che fare da lì, grazie signore.”
“Nessun problema ragazzo, davvero.” Disse l’anziano, mentre noi due prendemmo direzioni opposte dalla Palestra.
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“Si, il ragazzo se n’è andato” disse l’uomo al telefono, osservando la scena con un binocolo.
“Bene. Il vecchiaccio è sempre stato terribilmente gentile, ma almeno va a nostro favore” rispose la voce al telefono.
La spia annuì, anche se il capo a dire il vero non avrebbe potuto vederlo al telefono.
“Ad ogni modo, torna al tuo posto di guardia Dojin” gli disse. L’omaccione annuì, mentre la chiamata veniva chiusa, e tornò a grattare la schiena del suo Raticate ‘Beh, una giornata come le altre’ pensò. Onestamente il suo lavoro era tutt’altro che interessante, ma controllare che nessuno entrasse in palestra era necessario, dato era lì che... quella cosa era tenuta. Con un sospirò tornò di guardia.
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Blu sbuffò mentre si incamminava lungo il Bosco Smeraldo, mentre il sole tramontava, e rifletté sule sue opzioni.
‘O torno a Smeraldopoli, oppure cerco di arrivare a Plumbeopoli prima che faccia buio’ pensò. Smeraldopoli era vicina, ma tornare indietro sembrava in qualche modo sbagliato. Voleva dimostrare al nonno e a chiunque altro di essere il migliore. Fermarsi e tornare indietro gli sembrava un’idea terribile. ‘Se riesco ad entrare alla prossima sfida della Lega, tra un mese, batterò di sicuro quei perdenti e quello con lo Spettro. Ma per farlo devo essere molto più veloce’ Sapeva che di solito ci volevano circa due mesi per sconfiggere tutte le palestre per gli sfidanti più abili, ma lui sarebbe riuscito a farcela solo in uno.
‘Allora tutti vedranno chi è il migliore.’ Ripensò poi dando un’occhiata alla sua squadra, che ora stava combattendo contro una decina di Coleotteri che lo avevano sfidato tutti insieme. Molti Caterpie e qualche Metapod, nulla di pericoloso, ma c’era una quantità disgustosa di Millebave sia sui suoi Pokémon che a terra.
Pidgey ovviamente li stava asfaltando, grazie all’appena imparata Raffica. Catturare il suo primo Pokémon al Percorso 1 si è rivelata la scelta migliore. Per quanto riguarda Squirtle, sembrava che stesse compensando la sua sconfitta contro Gastly, di cui Blu era grato. Era ancora alquanto scosso che il viaggio che lo avrebbe fatto brillare sia iniziato con una sconfitta, ma a ripensarci, è stata colpa sua. Si era scaldato e diede un’ordine sbagliato. ‘Avrei vinto. Mantenere la calma dovrebbe essere una priorità assoluta, dannazione!’ pensò, prima di ordinare a Pidgey di schivare un Azione e a Squirtle di usare Bolla al Metapod di fronte a lui, che aveva appena usato un altro Rafforzatore. Fortunatamente Bolla inzuppò il bozzolo indurito, danneggiando il Pokémon. Come previsto, Metapod si ribaltò sconfitto.
Finalmente l’ultimo Coleottero cadde, e Blu richiamò Squirtle. Pidgey si appollaiò sulla sua spalla destra, scrutando con la sua vista acuta per eventuali pericoli, e Blu avanzò. La maggior parte degli allenatori se n’era già andata, ma a lui non importò. Qualsiasi fosse il costo, lui avrebbe raggiunto Plumbeopoli prima dell’alba.
‘Sono il migliore, e lo dimostrerò.’
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Nel Centro Pokémon di Smeraldopoli, Giuls guardò fuori verso la luna, la calmava guardarla. Quando era una bambina pensava che sarebbe volata fin lì, finché non accadde... quello. Scosse la testa e diede un’occhiata a Bulbasaur, la sua più grande preoccupazione immediata, che attualmente dormiva ad una distanza di sicurezza accanto a lei, perché non l’avrebbe ascoltata per niente. A dire il vero, sembrava che eseguisse l’ordine opposto a quello dettole solo per dispetto, anche se non aveva senso. Usò Frustata anziché Azione contro i tipi Volante, come i Pidgey. A volte si faceva anche colpire di proposito se questo significasse disobbedire ad un comando di Giuls. “La mia solita fortuna, uno starter testardo” Sapeva che c’era una soluzione semplice, liberarla, catturare un altro Pokémon e ricominciare. Quella era la soluzione da codardi, e lei si rifiutò di prenderla in considerazione. Liberare un Pokémon doveva essere un atto estremo, non perché il suo starter semplicemente facesse i capricci.
‘Beh, domani è un altro giorno’ pensò, prima di notare i due allenatori che erano appena entrati. Draconix e Raziel stavano discutendo su qualcosa abbastanza animatamente. La notarono e si avvicinarono, sedendosi al suo stesso tavolo.
“Ciao Giuls, come va?” chiese Draconix.
Giuls lanciò un’occhiata verso Bulbasaur “Be-bene.” Disse infine. Una bugia alquanto grossa, ma non aveva intenzione di dire quanto andasse male a quei due. Almeno non fino a quando non avrebbe pensato che la situazione sarebbe stata ingestibile.
“Buono a sapersi” disse Draconix con tono allegro.
Giuls decise di cambiare argomento “Allora, su cosa stavate discutendo così animatamente?” chiese a Raziel.
“Lui stava dicendo che Drago e Fuoco sono i tipi più fighi, ed io insistevo che lo Spettro è migliore di entrambi.”
“C’è tipo un solo Spettro in tutta Kanto” disse Draconix prendendo una bottiglia d’acqua dal suo zaino.
“ed un Drago” rispose Raziel. Lei notò che il Gastly che lo stava seguendo prima che entrassero al Centro Pokémon era scomparso. Strano, forse era rimasto fuori per evitare la luce della stanza.
“Si, ma il Drago è figo” rispose Draconix.
“E’ letteralmente una lucertola grassa!”
“Parole dure dette da quello che allena una palla di gas” detto questo Draconix iniziò a bere... poi sputò l’acqua, colpendo in piena faccia Giuls.
Lei semplicemente lo fissò, bollendo dentro. Se fosse accaduto anche all’esterno, l’acqua probabilmente si si sarebbe vaporizzata al contatto.
“Mi dispiace è che ha un sapor..rr..re..” e poi la sua lingua si afflosciò. Il Pokémon Spettro emerse in quel momento da sotto il tavolo attraversandolo, e ridendo a perdi fiato, se solo ne avesse.
Giuls notò Raziel che lo guardò, poi Draconix provò a parlare con la lingua paralizzata, e poi scoppiò a ridere. Dopo un secondo, Giuls non riuscì a trattenersi.
“Che avede da ridede?” chiese Draconix.
Raziel trattenne il fiato, per poi sogghignare “ Ha... leccato attraverso il tavolo la tua acqua. Penso la sua lingua passi attraverso la plastica e il legno. Hai appena bevuto un mix di acqua ed agenti paralizzanti. Scommetto che i tuoi Draghi non riuscirebbero a farlo.”
Giuls stava semplicemente ridendo alla scena. Draconix tentò di rimettersi la lingua in bocca, sembrando una sorta di Lickitung umano, Gastly rideva e rideva, ignorando gli sguardi del ragazzo dai capelli castani. Raziel ovviamente intervenne spruzzando dell’Antiparalisi su Draconix. Il giovane si rimise subito la lingua in bocca.
“Ok, ho capito, anche gli Spettri sono fighi” disse tossendo per togliersi dalla bocca il sapore dell’Antiparalisi e mantenendo lo sguardo su Gastly mentre prendeva un’altra bottiglia d’acqua. “E per la cronaca, l’acqua aveva lo stesso sapore, solo che sembrava strana. Scusa se ti ho sputato Giuls.”
Giuls guardò i suoi vestiti, ma l’acqua era già evaporata, non li avrebbe rovinati. “Nessun problema, è stato divertente... Dracotung” disse.
“Seriamente? E’ la miglior battuta che ti sia venuta in mente?” disse Draconix sorridendo “Una battuta piuttosto Pigra oserei dire.”
Giuls fece un versaccio, ma almeno smise di pensare ai suoi problemi.

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Capitolo 4
*** Chi ha Pensato Fosse una Buona Idea Mettere una Foresta in Mezzo alla Strada? ***


Bulbasaur si svegliò e vide la sua allenatrice già in moto. Si stava dirigendo al di fuori della città, a nord verso il Bosco Smeraldo. ‘Cerca di avere un po’ di vantaggio dai suoi “amici”? Questo posso rispettarlo.’ Pensò, per una volta la ragazza non stava facendo nulla di stupido.
Il Bosco Smeraldo era un vero labirinto. Lasciatasi alle spalle l’ingresso, un edificio costruito per essere completamente visibile anche ad una certa distanza, solo per poi vederlo sparire una volta inoltrati troppo nel bosco. Da lì bisognava restare sul sentiero e seguire i cartelli che segnavano l’uscita.
Sfortunatamente metà di essi erano stati girati dai Gastly, con il loro pessimo senso dell’umorismo, quindi seguirli potrebbe farli uscire dal bosco, oppure farli vagare fino a... Bulbasaur deglutì, poi scosse la testa ‘Potrebbe succedere a lei, ma di certo non ad una come me.’ Pensò osservando la maschiaccio. Oggi indossava abiti davvero indecorosi per i suoi standard, ma scommetteva che molti umani avrebbero gradito. ‘Davvero non capisco. Dove starebbe lo stile?’ Le sue osservazioni del giorno prima le diedero maggiori intuizioni sugli umani di quante ne avesse prima, quando conosceva solo gli allevatori che l’hanno cresciuta ed il vecchio professore. Notò un po’ di gente guardare la sua allenatrice, ma non capiva il perché.
I suoi pensieri sul suo terribile stile vennero interrotti da un Weedle che attraversò il sentiro della ragazza per poi fermarsi in mezzo alla strada, chiaramente pronto per combattere. Bulbasaur si avventò presto sul campo ‘Bene, un altro giorno per dimostrare chi è il più forte.’ Pensò.
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“Ok Charmander, facciamolo!” urlò Draconix, entrando nel Percorso. Gli era stato detto che il Percorso fuori Smeraldopoli lo avrebbe portato in un bosco e poi a Plumbeopoli, ma non lo stava vedendo. Invece la strada era asfaltata e circondata per lo più da rupi per lo più ripide e bassi cespugli, da cui spuntavano fuori Pokémon come Mankey e Spearow. Inoltre, dove gli era stato detto che avrebbe incontrato molti tipi Coleottero non ne vide nessuno, o almeno, non così tanti. Ora stava guardando il cancello di una struttura che...
‘Oh santo Arceus, ho preso il Percorso sbagliato.” Pensò controllando la mappa sul Pokédex. Ne fu sicuro perché segnava di trovarsi sul Percorso 3. Guardò la Lega, c’erano due ingressi, uno avrebbe condotto gli sfidanti alla Via Vittoria, una grotta costruita sia per consentire agli allenatori di preparare la propria squadra alla Lega, sia per testare il loro ingegno nel farsi strada attraverso il labirinto della caverna, o almeno, quello doveva essere il suo secondo obiettivo, ma la mappa della grotta fu trapelata molto tempo addietro, quindi ora era principalmente una zona d’addestramento. L’altro ingresso era la strada per il monte, abbastanza ampia da permettere agli autobus di portare di portare su e giù gli spettatori dall’altopiano. Agli sfidanti non era permesso prendere quella strada, a meno che non avessero già superato la Via Vittoria. Inoltre è considerato illecito saltare la Via Vittoria con il volo o scavando, e chiunque ci abbia provato è stato severamente rimproverato.
Si avvicinò all’entrata per gli sfidanti. Un paio di guardie erano di pattuglia nelle vicinanze, indossavano le uniformi rosse e blu della Lega di Kanto. Il rosso a rappresentare la parte superiore delle Poké Ball, ed il blu a rappresentare l’Altopiano Blu.
“Uno sfidante?” chiese la guardia a sinistra vedendolo avvicinare.
“Oh no, non ancora.” Rispose Draconix, indicando la sua cintura con solo una Poké Ball. “Ero solo curioso, ho preso la strada sbagliata e ho pensato di dare un’occhiata alla Lega.”
“Il bus passerà tra un’ora se vuoi visitare l’Altopiano.” Rispose la guardia “Ma non possiamo permettere a nessuno che non abbia le medaglie necessarie di accedere alla Via Vittoria.”
Draconix annuì “Lo so, lo so, mi chiedevo solo se potevo dare un’occhiata all’entrata della Via Vittoria.”
Le guardie si scambiarono un’occhiata “Ci spiace ragazzo, non è possibile.” Rispose la guardia a sinistra, una donna dai capelli corti “Torna quando avrai ottenuto le medaglie e ti lasceremo passare.”
Draconix sospirò “D’accordo, d’accordo, grazie.” Disse girandosi e ripercorrendo il Percorso 3. Fortunatamente non era il Percorso più lungo. Si fermò un secondo a ricontrollare la mappa: tra un’ora sarebbe tornato a Smeraldopoli e...
E poi qualcosa si schiantò ad una velocità terminale dove lui sarebbe stato se non si fosse fermato. Il piccolo Pokémon uccello emise un piccolo cinguettio, un grido di aiuto, e Draconix rimase a bocca aperta vedendo l’ala stranamente piegata del povero Spearow.
Frugò immediatamente nel kit di pronto soccorso. Le Pozioni potevano guarire molte cose, ma non le ossa rotte. L’unica cosa che poteva fare era controllare l’emorragia, immobilizzare l’ala con un bastone e fasciarla. In quel momento fu contento di aver scelto Pronto Soccorso per Umani e Pokémon come materia extra. ‘E Blu che diceva che serviva solo per le future infermiere.” Pensò prendendo l’uccello in braccio ed iniziando a correre. Ora l’uccello sembrava stare un po’ meglio, anche se probabilmente era ancora confuso e disorientato. ‘Spero non si arrabbi dopo aver realizzato come si è concluso il suo agguato.’ Pensò. Aveva più o meno capito cosa fosse successo. Il giovane uccello si era buttato dalla rupe nella speranza di colpire l’allenatore, solo che Draconix si fermò a controllare la mappa, e l’attacco mancò totalmente il bersaglio, cosa che gli costò davvero una brutta botta, dato che la traiettoria non era delle migliori per consentirgli di cambiare direzione in tempo.
“Sei stato avventato.” Disse Draconix al piccolo uccello “Dovresti saperlo.” L’uccello cinguettò fiocamente in risposta, e Draconix scrollò le spalle ‘O era d’accordo, o mi ha detto di stare zitto.’ Pensando continuando a correre. Il suo ritmo era buono e in 30 minuti arrivarono a Smeraldopoli. L’uccello ora era in piedi sopra il suo braccio, quindi probabilmente non era messo così male come temeva, tuttavia non lasciò il braccio di Draconix.
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Spearow guardò l’allenatore correre verso la città. Il suo grande piano d’attacco era fallito miseramente, ed ora veniva persino aiutato dall’allenatore che voleva aggredire. Guardò l’ala bendata e sospirò. Probabilmente Fearow si sarebbe arrabbiatoper un risultato così disastroso se mai fosse tornato al suo stormo, peggio ancora, il suo grado nell’ordine di beccata potrebbe addiritura risentirne. ‘potrei persino andare sotto le tre cifre per aver fallito l’agguato ed essere stato aiutato da un umano! Oh santo Arceus, se mi beccasse 999?! Non potrei sopportare una vergogna simile” Tuttavia, non riuscì a saltare via dalle braccia dell’umano per scappare. Meglio esser sano e macchiato dalla vergogna, piuttosto che essere ferito ed essere macchiato un po meno da essa. Probabilmente Fearow era già al corrente di cosa fosse successo, c’erano almeno altri due membri del suo stormo nell’area.
Lentamente si fecero strada fino al luogo che gli umani chiamavano Centro Pokémon. Era stato lì un paio di volte, atterando sul suo tetto, ma era la prima volta che ne vedeva l’interno. Vari umani e Pokémon stavano in giro per il salone, alcuni osservavano delle finestre elettriche dove degli umani più piccoli facevano cose, alcuni giocavano in giro, altri leggevano. Fissò con occhi spalancati un ragazzo con un Pidgey ed uno Spearow sulle spalle. Si chiese perché non stessero combattendo per il territorio. Era ciò che Fearow faceva sempre contro quel maledetto Pidgeot della rupe settentrionale...
Nel frattempo l’umano si avvicinò al bancone e spiegò tutto all’infermiera.”Sbagliato l’atterraggio? Per tua informazione signorino, sono atterrato proprio dove avevo previsto, è colpa TUA che non sei stato fedele allo schema con cui cammini!” Cinguettò protestando. Perciò l’infermiera lo prese delicatamente e lo portò nella stanza sul retro. Lo mise dentro una Poké Ball con qualcosa scritto sopra, per poi metterla dentro un macchinario. Si sentiva... caldo, ma non in modo spiacevole, gli ricordò la stessa sensazione di quando era dentro l’uovo, come un dolce abbraccio e un’energia lo attraversò. Sentì l’osso muoversi, ma sembrava quasi... irreale, come se lo stesse osservando anziché provando.
Poi ci fu un rumore metallico e la sensazione svanì. L’infermiera lo rimese sul bancone e vide il giovane sospirare di sollievo. Fissò la sua ala stupito, di solito curare una ferita simile richiedeva un mese con una dieta a base di Bacchecedoro, e chiedendo aiuto ad un qualche Pokémon mammifero per bendare la ferita. Invece in così poco tempo era già in salute. A dire il vero, sentiva guariti anche altri suoi problemi di salute, come la ferita infertagli la settimana scorsa da uno stupido Pidgey, che ora era completamente scomparsa.
Ponderò le sue scelte. Poteva volare via, fare ritorno al suo stormo ed essere retrocesso al fondo dell’ordine di beccata. Oppure...
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L’infermiera Stacy porse la Ball rossa e gialla a Draconix che sorrise “Questa è una Poké Ball Temporanea, un tipo speciale di Ball che usiamo per poter mettere un Pokémon selvatico nella macchina di cura. Si disattiverà entro mezz’ora, dopodiche puoi liberarlo in natura se vuoi. Per favore, gettala nella spazzatura dopo che hai fatto.” Disse indicando il cestino rosse e bianco con scritto “PB rotte” sul lato sinistro della sala.
Draconix annuì e si sposto di lato sedendosi ad un tavolo. Si aspettava che l’uccello volasse via immediatamente, ma invece lo seguì in giro. Il giovane si accigliò ‘Forse pensa che io l’abbia catturato.” Pensò, e così si rivolse all’uccello “No, non ti ho catturato, è solo temporanea. Fra mezz’ora sarai di nuovo selvatico, ma puoi già andartene se vuoi.”
Lo Spearow non si mosse, ma invece si appollaiò sulla spalla dell’allenatore. Draconix rimase a bocca aperta per la sorpresa, ma sapeva che era meglio non cercare di toglierlo.
Poi sorrise e prese una Poké Ball “Allora, vuoi venire con me?”
Spearow annuì.
“Sei sicuro? Combatterò alla Lega, potrebbe essere un viaggio duro.”
Spearow annuì nuovamente. A dire il vero sembrava... euforico? Draconix non è mai stato bravo a comprendere il linguaggio corporeo, ma ebbe quest’impressione.
“Molto bene allora. Mezz’ora, e quando questa si rompe, verrai con noi.” Disse, e poi avrebbe potuto riprendere il viaggio come da programma, con sole due ore di ritardo, più o meno “Non è andata poi tanto male” pensò.
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Il cielo splendeva, ma attraverso i rami degli alberi ed il fogliame, sembrava che fosse notte fonda. Non che a me o a Gastly dispiaccia. Si muoveva allegramente fra le ombre, passando attraverso gli alberi anziché aggirarli. Mi avvicinai. Nessuno degli alberi sembrò risentirne, il che significava che il veleno del gas non li influenzava. ‘Beh, meglio così, altrimenti ripagare tutti quegli alberi sarebbe un problema.’ Pensai sorridendo, mentre Gastly si fermò per affrontare un altro Coleottero. Rabbrividì alla vista del Caterpie. Non mi sono mai piaciuti i vermi, specie perché hanno le dimensioni della mia testa.
Il Caterpie saltò usando un inefficace Azione, e Gastly rispose con una semplice Leccata. Annuì, non dovevo fare molto per allenarlo in questo momento, i Caterpie non avevano mosse utile contro uno Spettro, e Leccata al momento era l’unica mossa offensiva che Gastly sapesse usare, quindi decisi di lasciarlo per svagarsi liberamente. Contro uno Weedle la lotta si fece un pochino più seria, diedi l’ordini di schivare, cosa che sorprendentemente Gastly fece con un tempismo perfetto manipolazione la propria struttura, o di attaccare. Tuttavia fu un combattimento di basso livello. ‘Non dovrei sorprendermi, ci vuole tempo per avere una squadra forte, o nel mio caso, un compagno.’
Mi guardai attorno nella speranza che contro ogni previsione uno Spettro di Johto o di una regione più lontana fosse sbucato da un albero. I Misdreavus erano carini e tutto, ma se avessi dovuto scegliere, avrei preso un Duskull prima o poi. Oppure uno di quei Pokémon candela, Litwick, originari di Unima. Avevo ben poche speranze che potesse succedere, ma se fosse accaduto, la mia squadra sarebbe diventata ben più forte.
Anche se odiavo ammetterlo, quel Campione con due Pokémon era un caso speciale, dato che i due Pokémon in questione erano un Metagross e Zapdos. Ed era passato oltre un secolo da allora, era difficile paragonare i Pokémon usati all’epoca con quelli usati al giorno d’oggi. ‘Agatha è ancora una Superquattro di Kanto dopo la separazione di Kanto e Johto.’ Pensai. Sono passati solo due anni da quando le due Leghe si divisero con metà dei Superquattro che si trasferì a Johto, ed i posti vacanti riempiti con alcuni Capipalestra o altri forti candidati. Per mia fortuna, Agatha era una dei due Superquattro rimasti all’Altopiano Blu.
Guardai Gastly svolazzare allegramente da ombra ad ombra. ‘Beh, faremo del nostro meglio. Ma prima della Lega devo concentrarmi su Plumbeopoli.’
Sapevo che Brock di Plumbeopoli era uno specialista Roccia e che nelle sfide di basso livello si usassero due Pokémon. Conoscevo la maggior parte dei Pokémon Roccia di Kanto, quindi mi ero più o meno fatto un’idea, ma non feci mai attenzione su cosa avrebbe potuto usare.
‘Posso cavarmela in un due contro uno o anche un tre contro uno.’ Pensai per rassicurarmi ‘E’ quello che ho fatto all’esame con Gengar.’
Sospirai e tornai ad allenarmi. Qualsiasi cosa sarebbe successa a Plumbeopoli, sarebbe stato il mio primo passo verso la Lega. Non avrei fallito solo perché sono nervoso.
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Blu sorrise uscendo dalla palestra con la Medaglia Sasso in mano. Ha visto il suo nome comparire nella lista dei vincitori mensili della Sfida delle Palestre. Accarezzò Squirtle sulla testa. D’altronde il piccolino aveva fatto gran parte del lavoro, con Pidgey sconfitto quasi subido da Geodude. Tuttavia con Turbosabbia si assicurò che Geodude non riuscisse mai a colpire Squirtle, ed il resto del combattimento contro il suo Pokémon principale si rivelò altrettanto facile. Ad un certo punto la Sassata lo spaventò un po’, ma Squirtle dimostrò che l’allenamento stava dando i suoi frutti: usò Ritirata per sopportare il colpo e poi rispose con un Pistolacqua ben assestata.
“Esamineremo la lotta ulteriormente... domani.” Disse sbadigliando. ‘Ora dovrei dormire un po’. Domani devo raggiungere il Monte Luna di sera se voglio arrivare a Celestopoli fra tre giorni.’ Sapeva che arrivare a Plumbeopoli in un giorno era fattibile, anche se stancante, ma era anche orgoglioso di sé stesso. Sia i perdenti che il tipo con lo Spettro erano probabilmente ancora bloccati nel Bosco Smeraldo e avrebbero probabilmente sfidato la palestra di Plumbeopoli solo il giorno seguente, o addirittura quello dopo ancora. ‘E probabilmente a Celestopoli avrò un netto vantaggio.’
Con un secondo sbadiglio si avviò verso il Centro Pokémon. Adesso aveva davvero bisogno di dormire.
Domani sarebbe stata una giornata intensa.

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Capitolo 5
*** Conoscere Alcune Storie di Fantasmi Allegate ***


Giuls guardò Plumbeopoli. Sotto il cielo stellato la città era davvero bellissima. Sembrava un po’ più rurale di Smeraldopoli, ma il grande museo era uno spettacolo da vedere, persino di notte. Certo era chiuso, ma rimaneva impressionante.
“Che ne pensi Bulbasaur?” chiese. Bulbasaur distolse lo sguardo e poi fece un lungo sbadiglio. Evidentemente l’unica cosa che le interessava era un lunghissimo sonno di bellezza, seguita da un’altra giornata di combattimenti. Ironicamente, Giuls iniziò ad essere stufa del fatto che la sua Bulbasaur vincesse sempre, ma sopratutto, che vincesse senza di lei.
Nel Bosco Smeraldo affrontò qualche specialista Coleottero, ed anche lì Bulbasaur si destreggiò. Avrebbe detto di essere stata estremamente fortunata per il suo starter: forte, veloce e persino elegante in battaglia... ma la sua personalità era la peggiore. Giuls iniziò a sentirsi inadeguata come allenatrice e iniziò ad odiare Bulbasaur in maniera inconscia. Indipendentemente da ciò che diceva, Bulbasaur avrebbe fatto ciò che voleva, persino l’opposto di quello che l’allenatrice gli avrebbe ordinato. Probabilmente pensava di star facendo il meglio, ma agli occhi di GIuls il suo talento naturale stava solo aiutando a mitigare la sua tecnica lenta e ripetitiva. Più volte l’aveva vista usare Frustata per bloccare un attacco, anche quando la scelta migliore era schivare.
‘Se perdesse anche solo una volta, avrei l’occasione per migliorare il nostro rapporto, ma se dovesse continuare a vincere... non saprei che fare.’ Si chiese come sarebbe andata la sfida in palestra ‘E non sono neanche sicura come influenzerebbe la sua autostima. Passerei da uno starter troppo sicuro di sé ad uno depresso.’ Tuttavia doveva stabilire un rapporto migliore con essa, se solo avesse compreso cosa volesse la Pokémon...
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Gastly osservò la Casa per Allenatori nella quale entrò Raziel. Questi edifici erano comuni in tutta la regione, luoghi di sosta per gli allenatori autorizzati che offrivano cibo, acqua e un posto dove dormire. Questo era subito al di fuori del Bosco Smeraldo. Apparteneva ad un uomo anziano che vendeva orgoglioso delle Pietrestanti, anche se nessuno sembrava interessato a comprarne una.
Il suo allenatore decise che la scelta migliore sarebbe stata fermarsi lì e proseguire per Plumbeopoli il giorno seguente, anziché vagare durante la notta per una strada per lo più deserta. ‘Non vedo il problema, ma d’altronde sono un Gastly purosangue, non capisco cosa ci fosse nel buio che spaventasse così tanto gli umani.’ Se ci fossero dei tipo Buio, almeno...
Svolazzò fuori dalla finestra, il suo allenatore lo lasciò vagare liberamente di notte a patto che non causasse problemi. ‘E non lo farò... non dove lui potrà scoprirmi.’ Pensò, già eccitato per il suo prossimo scherzo. ‘Dovrei fare l’ululato nel buio? Ciò faceva cacare sotto Bulbasaur, anche se non lo voleva ammattere. Oppure dovrei imitare un comune fantasma? Ho spaventato così tente persone alla Torre...’
Ovviamente uno scherzo richiede un perdente che ci caschi, e notò con allegria di averne trovato uno. Ora aveva solo bisogno di aiuto.
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“Sei sicuro che io NON debba beccarti per stabilire il mio ruolo nella catena di comando?” Chiese Spearow “Sembra qualcosa che il capo non gradirebbe. Voglio dire, se non stabiliamo chi ha il grado maggiore, come faremmo a...”
“Non c’è uno che ha un grado maggiore.” Spiegò Charmander, e gli occhi di Spearow si spalancarono “Dovremmo collaborare per vincere, e non darci ordini l’un l’altro.”
“Ma non è compito dell’allenatore dare ordini?” Chiese Spearow confuso.
“Beh, è più complesso. Segui quello che ti dice l’allenatore in battaglia, si, ma devi anche pensare di testa tua e con ciò che hai appreso allenandoti.” Spiegò orgoglioso Charmander con la maggiore esperienza di ben un giorno in più rispetto a Spearow “Se l’allenatore ti dice di usare un attacco, non lo fai immediatamente, ma aspetti un’apertura nemica. Se l’allenatore ti dice di schivare, è meglio che tu schivi e basta.”
“Ca... pisco... credo. Dunque, cosa accade se l’ordine dell’allenatore è totalmente sbagliato?” chiese Spearow.
“Beh, devi avere un po’ di fiducia nel tuo allenatore. Se desse un’ordine che sembra sbagliato, tipo usare una mossa Terra contro un tipo Volante, immagino abbia un piano, non trovi?” disse Charmander “Certo, se dovesse sbagliare, cerchi di farglielo capire, e se dovesse sbagliare troppo, allora conviene scappare. Questo è quello che ci hanno insegnato all’allevamento. ‘Una Poké Ball rilascerà il Pokémon dopo una settimana in squadra senza mai uscire e lo considererà liberato. Quindi anche se il tuo allenatore volesse tenerti segregato all’interno, rimanderebbe comunque l’inevitabile.” Disse imitando la voce di un Pokémon più anziano, forse un Charizard.
Spearow annuì, riflettendo per conto sui riguardo le nozioni di queste rivelazioni. La fiducia era comprensibile, tutti gli Spearow seguivano i comandi di Fearow non solo per la sua forza, ma anche perché si fidavano. L’idea di non dover solo seguire ordini era... strana in un certo senso. Certo, non si davano ordini di continuo fra di loro nello stormo, ma dovevano sempre fare esattamente quello che gli era stato ordinato da chi stava sopra di loro. “Ci vorrà del tempo prima che mi abitui. Ma molto meglio che essere degradato nello stormo.”
Si chiese cosa stesse pensando la sua famiglia. Probabilmente avevano già notato cosa fosse successo e che era stato catturato a questo punto. Probabilmente Fearow sarebbe solo andato avanti, forse sarebbe mancato un po’ ai suoi fratelli e alle sue sorelle, ma poi anche loro sarebbero andati avanti. D’altronde non era mica morto, stava solo intraprendendo un nuovo viaggio. ‘Forse un giorno tornerò come un Fearow’ pensò ‘Scommetto che saranno tutti invidiosi del mio...’ in quel momento una strana nebbia iniziò a formarsi nel bosco. In quel momento Draconix e Charmander smisero di camminare, mentre Spearow atterrò sulla spalla destra dell’allenatore. Era un posto sorprendentemente comodo.
“Avete idea di cosa stia succedendo ragazzi?” Chiese Draconix preoccupato. “Questa nebbia è un po’ troppo veloce per essere naturale.” Charmander scosse la testa e Spearow dopo aver pensato un momento fece lo stesso.
Draconix osservò i dintorni, nient’altro che nebbia. Spearow notò che diventava sempre più intensa, a quel punto Spearow riusciva a malapena a vedere gli alberi più vicini.
Poi lo sentì. Un fioco ululato, simile ad un Houndoom, ma più spaventoso. Aveva sentito l’ululato di un Houndoom solo una volta, durante una breve migrazione ad ovest, ma sapeva che non era la stessa cosa. Sembrava... sbagliato.
“Chi osa avventurarsi nel Bosco Smeraldo durante la notte sacra?” Una voce, un debole sussurro, che chiese alla loro sinistra. Si voltò, vedendo un paio di occhi gialli sparire nella nebbia. Charmander e Draconix fecero lo stesso.
“Osate entrare in questo bosco proibito, profanatori? Cosa cercate?” Chiese nuovamente il sussurro, ora alla loro destra. Ancora una volta, occhi gialli e poi la nebbia. Draconix fece del suo meglio per mantenere la calma. Charmander invece no, girava la testa a destra e a sinistra, usando la coda per vederci meglio.
Poi si udirono il suono di alcuni rami che si spezzavano. Di fronte a loro, dietro di loro, al loro fianco. Ed una risata emerse da tutta la foresta, come se provenisse dalle loro orecchie.
“Nessuno di voi ne uscirà. Tutti voi verrete divorati dagli Spiriti del Bosco!” Dichiarò la voce, poi qualcosa toccò Spearow. Vide una sostanza appiccicosa sulla propria ala, che sembrava... bava. Alzò lo sguardò e vide due grossi occhi bianchi ed una sorta di bocca. Gli altri viderò lo stesso.
E così... Draconix richiamò Charmander e iniziò a correre verso nord, seguito da Spearow, che volava con tutte le sue forze, sorpassando il giovane allenatore.
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“Beh, grazie ragazzi. E’ stato divertente.” Disse Gastly sorridendo. Il gruppo di Pikachu che fece i suoi occhi luccicanti illuminando le loro guance ed i suoi terrificanti passi sorrise a loro volta.
“Non dirlo nemmeno amico, è stato molto divertente. Gli altri Gastly sono noiosi, si limitano a girare i cartelli o a leccare la gente all’improvviso. Come hai fato quel trucco con la nebbia?”
“Ho semplicemente disperso gran parte del mio gas. Quando lo faccio, la parte velenosa viene nebulizzata, e sostanzialmente diventa nebbia.” Disse il Pokémon sorridendo orgoglioso.
“E gli occhi giganti e la bocca?” Chiese il Caterpie, il quale aveva l’incarico di trascinare via i Pikachu con Millebave prima che gli occhi del gruppo si abituassero.
“Ho solo cambiato la densità del gas. In questo modo la luce della luna era sufficiente per farla apparire come degli occhi, mentre la parte corperta la bocca, e con un tocco di Ipnosi sono riuscito a farla apparire più spaventosa nella loro testa di quanto non fosse in realtà. E poi per renderlo più convincente o solo sbavato un po’.” Il pubblico sembrò ammirato, con uno dei Pikachu che iniziò persino ad applaudire, e sorrise con orgoglio. Lavorare per quel trucco aveva richiesto mesi, ma era certo che avrebbe spaventato qualcuno.
Ridendo e ripensando alla faccia spaventata del ragazzo dai capelli bruni e dei suoi Pokémon, fece ritorno alla stanza di Raziel nella Casa per Allenatori. ‘Forse la prossima volta potrei usare maggiormente Ipnosi e meno effetti pratici.’ Pensò considerando le proprie opzioni. Il rischio era che usare Ipnosi troppo intensamente avrebbe addormentato qualcuno (che era il suo utilizzo principale in battaglia del resto). ‘Beh, vedrò, sono soddisfatto per stasera.’
Non notò gli occhi rossi che lo seguirono.
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Draconix sospirò entrando nella Casa per Allenatori. “Cos’era stato?” Borbottò “Seriamente, cos’era stato?” chiese a Spearow, che era appollaiato sulla sua spalla, affannato per il volo più veloce che avesse mai fatto. Il Pokémon Volante scosse la testa, confuso quanto lui.
‘Forse Raziel lo saprebbe, sembra il tipo di persona che sa tutto su fantasmi e spiriti.’ Pensò.
Si sedette su una sedia e chiese al cameriere una tazza di tè. Aveva bisogno di calmarsi. “Almeno correndo siamo arrivati qui prima di quanto mi aspettassi. Anche se vorrei tornare indietro per non spaventarmi in quella maniera.”
Pensando logicamente, probabilmente era stato un Pokémon, ma che tipo di Pokémon poteva fare una cosa del genere? E perché? Le voci sembravano così... reali. Suppose si trattasse di una sorta di illusione sonora, ma... era davvero un’illusione?
“Ma cosa vado a pensare? Ma certo che lo era. Dovrei creare agli Spiriti del Bosco Smeraldo?” Si chiese. Ridicolo. Doveva essere stato qualche trucco. Fece uscire Charmander per farlo calmare.
Mezz’ora dopo finì il té, ed iniziò a rilassarsi, quando l’uomo dietro il bancone, un anziano signore, si avvicinò.
“Salve figliuolo. Non ho potuto far a meno di notare che eri spaventato. E’ successo qualcosa?” Chiese “Non sei il primo ad uscire dal bosco spaventato di recente.”
“Davvero?” chiese Draconix “A causa degli... Spiriti del Bosco Smeraldo?”
L’uomo sembrò sorpreso per un secondo, poi... annuì. “Beh... non so se siano spiriti,ma c’è qualcosa là fuori. L’altro giorno qualcuno tornò qui dicendomi che ci fossero alberi che si muovevano, ma non come fossero dei Trevenant o dei Sudowoodo, ma un semplice albero che lo perseguitava. E come se non bastasse, trovai un albero completamente sradicato sul lato della strada. Un altro fu inseguito da uno sciame di Beedrill cromatici, che scomparvero non appena si girò per combatterli. Al loro posto trovò solo i membri della propria squadra che gli corravano dietro per attaccare il ladro delle loro Poké Ball. “ L’uomo scosse la testa “C’è qualcosa di strano là fuori. O qualcosa sta facendo degli scherzi di cattivo gusto, peggio di un Gastly o di un gruppo di essi, o questo qualcosa è davvero malizioso...”
Draconix notò che stava tremando, mentre Spearow fece del suo meglio per sembrare un Pokémon coraggioso. Charmander non ci stava nemmeno provando, il Pokémon era sul punto di piangere. Draconix raccontò la sua esperienza all’anziano, che poi annuì. “Capisco. Lo riferirò alla polizia per scurezza. Ma forse il tuo caso è stato solo un ottimo Gastly. Nulla di ciò che hai detto è fuori dalla norma per la specie: la nebbia il loro gas, gli occhi e le voci un Ipnosi ben usata... forse sei solo stato sfortunato.”
Draconix annuì e fece un sospiro di sollievo. Anche se il vecchio avesse mentito solo per farlo stare meglio, ne era grato. Ne aveva davvero bisogno.
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“Si, il Gastly ci ha fatto risparmiare tempo.” Disse il membro del Team Rocket al telefono “Il ragazzo sta scappando via e possiamo spostare il carico come da programma, visto che non c’è più nessuno nel bosco.”
Il capo rise “Gengar sta bene? Conoscendolo, pensò sia triste per non essere riuscito a fare il suo spettacolo.”
Il criminale rise a sua volta “Si, è un po’ seccato. Penso abbia delle critiche su quell’esibizione, ma sono felice che ora possiamo procedere. Allontanare le persone tende ad essere difficile.”
“Si, posso immaginarlo.” Rispose il capo “Bene, porta tutto alla palestra di Smeraldopoli e assicurati che nessuno vi veda. Conto su di te Kai.”
“Sissignore!” Urlò il membro e poi diede un ordine e le reclute dietro di lui iniziarono a spostare delle casse. Coservare la merce nel Bosco Smeraldo e attendere una notte in cui nessuno avrebbe notato un gruppo di persone entrare nella palestra di Smeraldopoli, era stato difficile, ma Dojin aveva dato il via libera: nessuno si era accampato nei pressi della palestra per poterla sfidare, né vi era un’auto di pattuglia che tenesse d’occhio l’edificio. “Per fortuna. Ero stanco di stare seduto qui.”

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Capitolo 6
*** Finalmente una Lotta in Palestra ***


​Giuls si diresse verso la palestra. Da quando si era svegliata, due ore fa, era sempre preoccupata a pensare ad altro. “La mia prima lotta in palestra...” pensò osservando l’edificio. La palestra di Plumbeopoli era uno delle tre palestre situate nella parte orientale di Kanto, assieme a quelle di Smeraldopoli e dell’Isola Cannella.
Il Capopalestra era un certo Brock, uno dei più giovani dei Capipalestra di Kanto. Un esperto cacciatore di fossili e specialista Roccia... ‘Non molto su cui basarmi per fare una strategia.’ Guardò Bulbasaur. La Pokémon si stava ancora comportando come se lei non fosse lì, semplicemente la seguiva in giro, ma non obbediva ad alcun ordine. Se la situazione fosse normale, non avrebbe dovuto preoccuparsi. Se la situazione fosse normale, non avrebbe dovuto preoccuparsi. Le prime lotte per la medaglia dovrebbero essere delle semplici 2 vs 2, con il Capopalestra che seleziona due Pokémon appropriati per il livello dello sfidante. Nel suo caso probabilmente sarebbe stato un Pokémon Roccia non evoluto ‘Geodude... forse userà uno dei Pokémon Fossili?’Pensò ‘Voglio dire, non userà mica un Onix contro una principiante, vero?’ Ma ad ogni modo, nulla che il tipo Ebra dovesse temere.
Era abbastanza sicura di aver visto di prima mattina Draconix, con uno Spearow sulla spalla, prendere alcune Pozioni dal Pokémon Market per poi correre verso il Percorso 2, ma era logico. D’altronde aveva un tipo Fuoco come starter e a quanto pare anche un tipo Volante adesso, sembrava... improbabile che potessero vincere senza qualche allenamento extra. Si chiese se avesse anche un piano.
Poi arrivò. Un grosso cartello con scritte in grassetto diceva “Palestra di Plumbeopoli – Capopalestra: Brock – L’allenatore di Pokémon più forte di una roccia!” Ogni Capopalestra aveva un suo titolo, qualcosa che descrivesse il suo stile di combattimento o qualcosa riguardo la sua personalità. ‘Spero non sia il tipo che faccia troppe battute legate alla roccia...’ Pensò. La palestra stessa era una struttura alquanto anonima, con un’entrata per gli spettatori ed una per gli sfidanti. Altri cartelli mostravano che c’erano altri ingressi, ma tutto il resto non era tanto diverso da qualsiasi Stadio per le lotte Pokémon, eccetto per il fatto che l’edificio era incredibilmente grande, con le dimensioni di sei campi da calcio, con la stessa larghezza.
Entrando dall’ingresso per gli sfidanti, lei lesse l’elenco dei vincitori del mese. In cima c’era il più recente, B. Oak. ‘Certo che sta già avanti, perché dovrei essere sorpresa?’ Si chiese. Apparentemente però stava più avanti rispetto a Draconix e Raziel. O avevano perso.
L’interno della palestra era ben diverso dall’esterno. Si ritrovò a guardare un campo decorato come un paesaggio arido, con grosse rocce e massi ovunque, che ostruivano la vista. Un cartello vicino all’entrata indicava che per raggiungere l’arena del Capopalestra, lei avrebbe solo dovuto attraversare il campo, sebbene ci fossero allenatori nascosti dietro le rocce. Se avesse dovuto incontrarli, avrebbe dovuto affrontarli e vincere. Ma cosa più importante, avrebbero potuto esserci altri sfidanti sul campo, diretti verso l’arena. Se si fossero incontrati due sfidanti con la stessa esperienza, avrebbero dovuto combattersi. Una sconfitta equivaleva attendere un giorno per riaffrontare la palestra.
Giuls fece un respiro profondo, ed entrò sul campo. Dopo il primo passo, si fece più calma. Era più o meno come camminare in un normale campo di rocce. I primi pochi massi non avevano nessuno dietro. Forse avrebbe evitato ogni...
“Salve signorina!” Gridò una voce dopo che superò un altro masso. ‘Beh, era ovvio che non potesse essere così semplice.’ Si voltò e vide un ragazzo della sua stessa età con capelli rossi ed uno... smoking? Aveva visto bene?
“Quindi, quante medaglie?” Chiese lei.
Il ragazzo si fece avanti “Attualmente nessuna. Mi sono diplomato all’Accademia di Smeraldopoli appena due giorni fa e, dato che la palestra del posto era chiusa, sono venuto qui.” Quindi chinò la testa “Allen Ayn, al suo servizio.”
Giuls guardò Allen. Era un po’ strano, ma non sembrava particolarmente pericoloso. ‘Mi spiace riccone, ma questa maschiaccio ha bisogno che almeno una cosa vada per il verso giusto oggi.’ Pensò.
“Beh, mi chiamo Giuls Touki, appena diplomata all’Accademia di Biancavilla. Potremmo fare un 1 vs 1? Ho solo un Pokémon in squadra.”
Ci fu un leggero cambiamento nello sguardo di Allen, ma presto tornò alla normalità. “Perfetto signorina. Vede, pure io ne ho solo uno.” Disse estraendo una Poké Ball. Giuls annuì in direzione a Bulbasaur. La Pokémon sbadigliò ed avanzò. Si guardò attorno notando che c’erano telecamere puntate verso di loro. Apparentemente la palestra si stava assicurando che la lotta avrebbe seguito le regole.
Allen schierò un Pokémon che... Giuls non conosceva molto bene. Il Doduo cinguettò due volte, mentre Giuls estrasse il suo Pokédex ed iniziò a leggerlo “Il Pokémon Biuccello, Normale/Volante... corre ad una velocità di... 100 km/h?” Lesse per poi rivolgersi a Bulbasaur “Ok Bulbasaur, fai attenzione, quel Pokémon è veloce ed è avvantaggiato di tipo. Per favore ascoltami.”
--
Bulbasaur rise “Veloce? Questo coso? Sembra solo uno Spearow troppo cresciuto.”
“Mi perdoni signorina, ma io non vedo alcuna somiglianza, dove sarebbe esattamente le somiglianze con uno Spearow?” chiese educatamente la testa di sinistra.
“Doveva essere una battuto stupido idiota!” Rispose furiosa la testa di destra.
“Dod, non dovresti assolutamente parlare con quel tono in presenza di una dama.”
“Parlo come mi pare davanti a quella put...”
L’altra testa lo interruppe “DOD! Ne abbiamo già discusso, linguaggio! Chiedo venia signorina, sfortunatamente il mio gemello è un po’ un...”
“Un incredibile coglione?” Chiese osservando la testa a destra.
“D’accordo, ritiro tutto quello che ho detto, lei mi piace.” Disse la testa destra.
“Emh... è normale?” Chiese Giuls.
“Si... Doduo non sempre collabora. Dod, Uo, per favore comportatevi, dobbiamo combattere.”
‘Seriamente ha chiamato un Doduo di Dod e Uo?’ Si chiese Bulbasaur. Poi il Pokémon si mise in posizione.
“Oh oh, molto bene, inizi-“ prima che potesse finire la frase, l’uccello a due teste iniziò a correre verso di lei, a dire il vero, era già su di lei. Ci fu un urlò dall’allenatore, e la testa destra si piegò all’indietro.”
“Schiva Beccata ed usa Azione!” Gridò la maschiaccio. Bulbasaur sbuffò e balzò all’attacco, saltando prima di usare Azione. Ma prima che potesse terminare l’attacco, fu colpita da Beccata su un fianco e fu scagliata via.
“Un colpo fortunato uccellino.” Disse Bulbasaur rialzandosi. Ma ancora una volta, Doduo era su di lei, ad una velocità impressionante. Ora entrambe le teste si stavano piegando all’indietro.
“Bulbasaur, svelta, schiva Furia ed usa Azione!” Urlò la ragazza da un lato.
‘D’accordo. Immagino che questo tipo sia più veloce di quanto sembri.’ Pensò mentre salvata sul lato destro, evitando il colpo del becco destro. Quello sinistro si avventò su di lei ed ella saltò indietro.
“Non saltare indietro! Stanno attaccando ai lati, devi attaccarlo non appena hanno un punto scoperto!” Urlò Giuls.
‘Stupida ragazza, come se il problema non fosse di fronte a me. Dalle una possibilità e lei subito ti-‘ i suoi pensieri furono interrotti da un attacco a sinistra. Saltò di nuovo all’indietro... e si ritrovò contro una roccia “Oh merd-“
“Ci spiace signorina.” Disse la testa sinistra colpendola con Furia.
“Non a me dolcezza.” Disse la testa destra facendo lo stesso. I due attacchi la colpirono simultaneamente ai fianchi. Sentì l’aria uscire dai suoi polmoni, per poi essere colpita dalla seguente Beccata... tutto si fece nero.
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Giuls sospirò ‘Prima o poi sarebbe successo immagino.’ Aveva cercato di avvertire Bulbasaur di essere stata messa alle strette, ma ovviamente, saltò indietro comunque.
“Beh, penso sia tutto. Grazie per...” Fu interrotta dallo sguardo nel viso di Allen, una profonda occhiataccia.
“Cos’era quello?” Chiese richiamando Doduo ed avvicinandosi a Giuls.
“C-che vuoi dire?”
“Quella... lotta, se possiamo definirla tale. Praticamente ho visto un Pokémon fare tutto quello che gli pareva mentre la sua allenatrice urlava ordini senza alcuna speranza che venissero ascoltati. Quello lo chiameresti uno scontro?”
Giuls divenne rossa per la vergogna, ma rispose “Beh, non è mica colpa mia! Pensi che mi piaccia vedere Bulbasaur perdere? Lei è... testarda.”
Allen sbuffò “Testarda eh? Beh, anche Doduo è testardo, come hai notato, ma faceva quello che gli dicevo. No signorina, il problema è che tu non sai controllare il tuo Pokémon. E volevi una sfida in palestra?”
Giuls ora tremava un po’. Era ciò che aveva tenuto nascosto nella sua testa per tutto il tempo. “Beh, emh...”
“Non ho finito.” Disse il giovane indicandole la tesca “Sei una Dexholder...”
“Una cosa?”
“E’ come lo Smeraldopoli Tribune chiama i ragazzi con un Pokédex. Voglio dire, il Professor Oak ha scelto te su un centinaio di altri candidati.” E poi disse a malapena ascoltabile “Incluso me.”
“Tu...”
“Una ragazza che non può neppure controllare un Bulbasaur, lo starter più facile da allenare secondo molti allevatori? E saresti una dei quattro studenti migliori del’anno? Forse è vero che il Professor Oak li ha dati a suo nipote e ai suoi amici per divertirsi come diceva lo Smeraldopoli Tribune.”
Giuls provò a rispondere, ma non sapeva come. Era vero che stava avendo seri problemi con Bulbasaur. E che lei non avesse alcun controllo.
La ragazza balbettò per dire qualcosa... poi si voltò e corse via. Sentì gli occhi di Allen su di lei mentre scompariva alla sua vista. Lasciò la palestra in lacrime e continuò per lo più a correre fino al Centro Pokémon, per poi nascondersi in un angolo per piangere per il suo dolore.
‘Il Professor Oak li ha dati a suo nipote e ai suoi amici...’
‘Una ragazza che non può neppure controllare un Bulbasaur...’
‘Mentre la sua allenatrice urlava ordini senza alcuna speranza che venissero ascoltati...’
Le parole di Allen la colpirono sul suo punto debole. Continuò a piangere, poi tirò su con il naso. Con gli occhi rossi dalle lacrime continuò a camminare verso il Centro Pokémon. “Cosa faccio ora?”
--
“Dunque, uno spirito gigante è comparso dal bosco e ha tentato di mangiare te e i tuoi Pokémon?” Chiese Raziel. Draconix notò il modo in cui lo stava guardando. Se fossero stati in un manga si sarebbe aspettato che i suoi occhi brillassero.
“Si, diceva ‘Chi osa avventurarsi nel Bosco Smeraldo durante la notte sacra?’ o roba del genere. Poi abbiamo iniziato a vedere degli occhi attorno a noi, poi c’erano dei passi e ha detto ‘Verrete divorati’ poi c’era una faccia gigante in cielo e...” Draconix sospirò “Senti, so che suona strano, ma ti giuro che è vero.”
Riaziel rimase perplesso per un secondo, poi annuì “Bene, ti credo.”
“Tu cosa?”
“Amico, ti rendi conto di quanti Spettri esistono? Certo, a Kanto ci sono solo Gastly e la sua famiglia evolutiva, ma ce ne sono molti di più, fidati, probabilmente sei stato vittima di uno Spettro che voleva farti uno scherzo. Forse è lo stesso che ha fatto scherzi agli altri di cui mi hai parlato. Dev’essere davvero forte.”
Draconix lo guardò, senza paura, senza la minima traccia di incredulità. Non solo aveva creduto alla sua storia, ma stava anche cercando di capire di che Pokémon si trattasse.
“Dunque... occhi gialli, poi bianchi... due paia o più, forse un’illusione. Nebbia... passi strani, forse il Pokémon veniva aiutato... oppure è davvero bravo nel fare illusioni uditive, tuttavia ho letto da qualche parte che molti Spettri sono pessimi a fare suoni di passi visto che spesso non hanno piedi. Anche se forse potrebbe essere un reincarnato...” si immerse nei suoi pensieri, talmente tanto che quasi non si accorse della bici che stava arrivando. Fortunatamente Draconix lo scansò. La bici si spostò su un’altura subito dopo.
“Scusa! Scusa!” Urlò Raziel “Non volevo-”
“Non volevi cosa? Farti investire?” Chiese furioso l’uomo in bici. Era un paio d’anni più grande di entrambi, vestito da ciclista professionista. Aveva il viso rasato, e pareva che anche la testa lo fosse, almeno da quello che si poteva vedere a causa del casco.
“Ascolti signore, sono terribilmente spiacente ma-“ Cercò di finire, ma fu interrotto di nuovo.
“Hai idea di cosa hai appena ostacolato? Ero così vicino dal battere il mio record, ma no, uno stupido ragazzino doveva pensare a-“
“Hey.” Disse Draconix, guardando sia Raziel che il ciclista. Aveva capito che l’amico stava passando dal ‘molto dispiaciuto’ al ‘molto incazzato ‘ abbastanza velocemente. “Ascolta, ci dispiace, ma non possiamo davvero farci niente. E’ anche colpa mia, quindi, per favore, lascialo stare.”
Il ciclista li guardò male, poi saltò in sella alla sua bici e andò via, mormorando qualcosa “Stupidi pedoni.”
Draconix si voltò verso di Raziel. Era furioso, ed era evidente ‘Anche troppo arrabbiato.’ Pensò notando i suoi pugni serrati e la faccia arrossata. Ma d’altronde la colpa era la LORO, quindi arrabbiarsi tanto sembrava sbagliato.
Dopo circa un minuto, si calmò “Scusa... non prendo bene gli insulti.” Dissi.
“Ma non ti sei arrabbiato con Blu.”
“Certo che no, mica mi ha insultato. Vero?”
Draconix sembrò processare la cosa ‘Non ha avuto l’impressione che volesse umiliarlo in lotta? O che deridesse il modo in cui si veste?’ poi scosse la testa ‘Ad ogni modo. Dovremmo collaborare, ed è un bene che almeno uno di noi non lo consideri uno stronzo insopportabile.’
“No, no, temevo solo che qualcosa che avesse detto potesse sembrare offensiva. Dai andiamo ad allenarci un po’.”
I due procedettero verso nord, mentre si calmavano cercando allenatori o Pokémon da sfidare ‘Ancora un po’ di allenamento e dovremmo essere pronti per sfidare la palestra.’ Pensò guardando la sua cintura. Erano arrivati a Plumbeopoli insieme quella mattina e soprendentemente Raziel aveva accettato di allenarsi con lui, nonostante la palestra fosse di un tipo neutro per lui, si aspettava che invece andasse subito là. ‘Scommetto che Giuls e Blu l’hanno già sconfitta.’ Pensò.
D’altronde i suoi amici erano i migliori. ‘Probabilmente Giuls è già arrivata al Monte Luna e Blu, conoscendolo, potrebbe già essere arrivato a Celestopoli.’ Rifletté ‘Dovrò fare parecchio per recuperare.’

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Capitolo 7
*** Mh, Sto Nome mi Sembra Familiare ***


Mi svegliai presto quella mattina. Era abbastanza insolito da parte, specialmente senza una sveglia. Mi ci vollé un secondo per capire il perché, poi mi eccitai. “La mia prima lotta in palestra. La mia prima lotta seria.” Feci una rapida colazione, ero troppo nervoso per mangiare troppo. Stavo per lasciare l’edificio quando mi voltai notando Giuls seduta in un tavolo in un angolo che piangeva al telefono.
La guardai per un po’, senza sapere se dire qualcosa sarebbe stato scortese. Dopo un po’ si riprese e si asciugò il viso con un fazzoletto. ‘Ma chissene’ pensai avvicinandomi. “Stai... bene Giuls?” chiesi con qualche esitazione.
Giuls mi guardò a sua volta e scosse la testa. “Suppongo che dire di si sarebbe una bugia alquanto stupida, vero?” Disse cercando di sorridere, mentre altre lacrime le rigarono il viso.
“Ne vuoi parlare?” Giuls sembrò imbarazzata per un secondo, poi annuì.
“Ieri sono andata in palestra e... ho perso.” Disse, notai il suo sguardo perplesso e poi continuò rapidamente “Su su, non sono una che se la prende al punto da piangere se dovessi perdere, specialmente il giorno dopo. Il fatto è che... ho perso contro uno dei candidati per ottenere il Pokédex. E aveva detto... alcune cose vere... ma non belle.” Disse fermandosi alcune volte a pensare. Ovviamente c’era qualcos’altro, ma non volevo pressarla troppo per provare a risolvere il problema.
Decisi di parlarle “Giuls, ascolta. Ti conosco da quanto? Tre giorni? Non so molto di te, potrei dire che sei una brava persona, perché me lo sento.” Alzai la mano per impedirle di rispondere “Ma Draconix dice che sei una brava persona, e vi conoscete da quando eravate piccoli.”
“Come fai a saperlo?”
“Lui parla. Un sacco.” Dissi e Giuls ridacchiò “Ma ascolta, il Professor Oak non sceglierebbe mai dei falliti, dico bene? Aveva un centinaio di candidati per il Pokédex e lui ha scelto TE. E ricorda, questo è un progetto a cui lui tiene molto, pensi rischierebbe di darlo ad un’allenatrice a caso, solo perchè è amica di suo nipote?”
Giuls deglutì, trattenendo le lacrime, e poi annuì “Raziel, avrei bisogno di un consiglio su una cosa...” mi spiegò i suoi problemi con Bulbasaur. Il fatto che non le obbedisse sin dal primo giorno, come avesse vinto senza sosta... fin quando non ci riuscì, perdendo senza riuscire neppure a centrare il nemico una singola volta.
“Ora sono preoccupata per lei. Potrebbe essere difficile, ma... è il mio starter. Vorrei che fosse mia amica. Pensi che ci sia qualcosa che io possa fare?”
Pensai. No, non avevo una risposta. D’altronde avevamo la stessa esperienza, ma... “Giuls, se siete così incompatibili, allora perché è ancora con te?”
Giuls mi guardò perplessa “Che vuoi dire?”
“Voglio dire, una Poké Ball è uno strumento alquanto complesso ed offre ai Pokémon molti modi per poter scappare se non vogliono essere allenati anche dopo essere stati catturati. Ma Bulbasaur non ha fatto nulla a riguardo. Non esce dalla Poké Ball a meno che non la fai uscire tu, non cerca di scappare e combatte ogni volta che deve anche se a modo suo.” Scossi la testa “Non lo so, forse sto cercando di interpretare troppo, ma non mi sembra il tipo di Pokémon che rimarrebbe con te se volesse davvero andarsene. Forse puoi provare a convincerla a collaborare con te anziché fare tutto da sola?” Poi mi alzai “Buona fortuna Giuls, è tutto quello che posso dirti. Mi spiace non poterti aiutare di più.”
Ci salutammo e poi me ne andai, lasciandola da sola.
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Giuls pensò. Non lo aveva considerato, ma aveva ragione, Bulbasaur d’altronde era ancora con lei. Era abbastanza forte da poter scorrazzare in libertà volendo. Avrebbe potuto farsi una tana al Bosco Smeraldo, tornare al laboratorio di Oak o persino dai suoi allevatori. Allora perché era con lei?
Prese la Ball in mano e la aprì. Bulbasaur sembrava giù di morale. Lo era dalla sera prima, dopo che l’infermiera l’aveva riportata dalla macchina curativa. Era chiaro che la sua sconfitta era stata molto dura e fece capire a Giuls qualcos’altro: si sentiva triste nel vederla così. “Potrei non piacerle, e potrebbe non essere lo starter perfetto, ma questo è sbagliato. Lei non è questo tipo di Pokémon. E’ un casino.”
All’Accademia spesso parlavano come bisognava affrontare una sconfitta. Questa non era la fine, ma solo un errore, qualcosa che avrebbero sempre potuto risolvere. Ma Bulbasaur non sarebbe stata d’accordo.
Giuls iniziò ad accarezzarla delicatamente sulla testa. Inizialmente il sauroide sembrò stupita, ma sorprendentemente non provo a fermarla.
“Sai, sei piuttosto dura con me, ma vedo che sei ancora più dura con te stessa.” Disse. Bulbasaur sbuffò e cercò di sembrare forte, ma non fermò l’allenatrice. Per la prima volta Giuls realizzò qualcosa su Bulbasaur: lei aveva alti standard persino su se stessa. Pensava che il Pokémon si comportasse così solo con lei, ma era chiaro che non era così. ‘Probabilmente non c’è l’ha con me per aver perso. Scommetto che ha passato la notte a criticare sé stessa per aver fallito.’ E suppose che fosse così, ma... no, era anche colpa sua. Un allenatore migliore avrebbe fatto di più per calmare il suo temperamento prima di arrivare a quella lotta, lei invece pensava che farla perdere era l’unico modo per calmarla ‘Bell’allenatrice che sono...’
“Senti, non so se tu riesca a sopportarlo, ma ascoltami. Quella sconfitta non è stata solo per colpa tua, e non era neppure per colpa mia. Entrambe abbiamo fatto degli errori. Ho fatto finta di ignorare il problema e tu ti sei comportata in quel modo. Abbiamo fallito entrambe.” Bulbasaur la guardò. “Ricominciamo? Ti va?” Le chiese.
Bulbasaur non fece molto. Rimase seduta lì a pensare sulla situazione ed accettando le gentili carezze sulla testa. Giuls pensò che forse, forse, le cose sarebbero migliorate almeno un po’ da ora in avanti.
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“Aya!” L’uomo urlò scagliando un pugno in avanti. Il giovane schivò il pugno dell’istruttore per poi sferrarne uno a sua volta. L’uomo, il proprietario del Dojo Lotta annuì “Abbastanza buono da poter superare il test. Devi solo superare la tua abitudine di non usare mai i calci. Non stiamo facendo pugilato.”
L’adolescente annuì, ma l’istruttore sapeva benissimo cosa volesse davvero, e quale fosse il motivo per cui era diventato un suo studente più di due anni fa. Non poté fare a meno di sorridere. Il giovane aveva dimostrato sufficiente dedizione da meritarselo. “Beh, penso sia giunto il momento per il tuo “diploma”.” Disse andando nella stanza dietro e tornando con due Poké Ball “Come ben sai, quando i nostri studenti diventano allenatori autorizzati, e superano il test, ricevono un regalo.” Tossì cercando di fare del suo meglio per il discorso. “Ed oggi tu sei uno di loro, Darken Alkan, lo hai superato. Hai vinto alle lotte Pokémon e sei riuscito a tenermi testa almeno per un po’... scegline uno.”
Darken fissò entrambe le Ball per un secondo, poi scelsa quella di sinistra. Con sguardo trionfante, un Hitmonchan uscì dal dispositivo in posizione da shadow boxing per dimostrare le sue capacità. Il ragazzo sorrise e si rivolse al proprio maestro “Grazie, signore, grazie.”
“Non preoccuparti amico mio. A dire il vero, volevo dartelo anche senza fare il test, ma ho pensato ti sarebbe piaciuto salutare tutti.” Disse e Darken annuì.
Gli altri allenatori della palestra si avvicinarono per salutare il giovane allenatore. Tutti gli diedero una pacca sulle spalle, anche se sembravano più schiaffi per quanto erano forti, e gli augurarono buona fortuna per la lotta contro a Lega. Ringraziò tutti, poi si riferì di nuovo al maestro.
“Grazie maestro, davvero.” Disse “So di non essere stato il suo miglior studente, ma sono certo che quello che mi ha insegnato mi aiuterà.”
Il maestro del Dojo sorrise “Vai e fai quel che devi ragazzo, te lo meriti.” E con ciò se ne andò. Dopo un po’ tutti tornarono al loro allenamento.
--
“Quindi, com’è andata?” Chiese Copiona aspettandolo fuori dal Dojo Lotta.
Darken sorrise mostrando la sua nuova Poké Ball “Ho preso un Hitmonchan e salutato tutti. Direi che è andata bene.”
“Tutti eh?” Disse distogliendo lo sguardo ed allontanandosi “Allora immagino che io e Dody non siamo nessuno.”
“Intendevo tutti del Dojo.” Rispose seguendola “Quindi che hai intenzione di fare Copiona? Continuerai a seguire il corso di teatro nonostante tutto?”
“Si, sarò la più grande attrice del mondo, anche migliore di Diantha.” Disse con un sorriso. La sua voce era cambiata imitando alla perfezione quella dell’attrice in questione, una celebrità di Kalos che Darken conosceva, specialmente perché era una Superquattro ed anche per un paio di suoi film che l’amica gli aveva mostrato. Ma Copiona aveva sempre avuto un debole per il cinema internazionale, quindi probabilmente la conosceva molto meglio. “Come eccoci. Casa dolce casa, almeno per ora.”
“Dunque i tuoi genitori la vendono, nonostante tutto?” Chiese. La casa di Copiona era alla periferia della città, una bellissima casupola. Probabilmente migliore di casa sua.
“Voglio dire, il Supertreno è un’idea fantastica. Una volta completato potremmo raggiungere Johto senza aver bisogno di una nave o di passare per l’Altopiano Blu. Vorrei solo che non dovessero costruirlo dove sta casa nostra.” Disse sospirando “Beh, non serve aggiungere una nota dolende mentre ci salutiamo. Aspetta qui, vado a prendere Doddy e Chansey.” Continuò per poi correre a casa.
Darken attese. Lui e Copiona erano amici da quando erano bambini, ma ora si sarebbero divisi per parecchio tempo. Era... triste in un certo senso, ma lei aveva il suo sogno da realizzare, e lui il suo. Mentre pensava, lei uscì di casa seguita da un Doduo e da un Chansey. Darken sorrise, ed accarezzò dolcemente Chansey sulla testa, che inizò a ciondolare allegramente. Doduo si rivolse a lui e starnazzò “Ciao!”
“Giuro, la prima volta che lo ha fatto per poco non ho preso un infarto. Hai mai capito come Doddy riesca a farlo? Non ho trovato un singolo testo che dica qualcosa a riguardo.”
Copiona scrollò le spalle “Non ne ho idea. Mi stavo esercitando per il club di teatro e aveva ripetuto una delle mie battute. Mi aveva spaventata morte.”
Darken annuì. Sapeva che anche il Professor Oak era venuto una volta o due per sentire Doddy parlare. Era stato un vero spettacolo agli inizi, prima che la notizia fu dimenticata una volta capito che non stava davvero parlando, ma solo ripetendo le frasi che qualcuno diceva nelle sue vicinanze. Tuttavia, per molti scienziati questo apriva la possibilità che molti altri uccelli potessero esprimersi in qualche modo. Apparentemente i Chatot, originari di Sinnoh, erano i migliori in questo.
“Ad ogni modo, penso sia il momento di dirci addio.” Aggiunse Copiona, prendendo una piccola busta “Tieni, un regalo per il tuo viaggio.”
Darken fece lo stesso “E questo è per la tua carriera.” Disse. Ovviamente, si erano messi d’accorso sullo scambiarsi dei doni, ma comunque erano entrambi felici.
Darken aprì il suo, ed era proprio quello che si aspettava. Un disco con su scritto “Mimica” con un pennarello rosso e sotto “MT 31 – Generazione 1 di Kanto”. Lui sorrise.
“Sono certa ne farai buon uso, di sicuro più di me.” Disse “Prenditene cura, hanno cessato la produzione della Generazione 1 di Kanto più di dieci anni fa.”
Darken annuì, mentre Copiona aprì il suo regalo. Spalancò gli occhi leggendo il titolo “Collezione di Maschera di Ghiaccio... come l’hai trovata? E’ andata fuori produzione dopo l’incidente sul set di tre anni fa!”
Darken sorrise “E’ un segreto.” In realtà aveva passato il giorno prima a cercare un film che la ragazza non possedeva, finché non aveva trovato il disco a casa sua, una collezione di film del padre. Aveva chiesto se poteva darli via e sorprendentemente aveva acconsentito. A quanto pareva non era un grande fan della serie Maschera di Ghiaccio.
Entrambi sorrisero e si abbracciarono “Mi mancherai Copiona.” Disse.
“Anche tu, Dark.” Rispose “Buona fortuna con la tua carriera da allenatore.”
“Buona fortuna a te con la tua carriera da attrice. Mandami un biglietto per il tuo primo film.” Disse con un occhiolino. Entrambi risero e si salutarono.
--
‘D’accordo, sfida in palestra, sfida in palestra.” Pensai mentre camminavo attraversando il campo.
“Aspetta ragazzo!” Esclamò una voce. Mi voltai e vidi un allenatore con il simbolo della Medaglia Sasso stampato sulla maglia. Un tirocinante della palestra dunque.
“Salve.” Dissi “Presumo dovremmo combattere. Non ho ancora nessuna medaglia e sono allenatore da... tre giorni.” Continuai.
L’altro allenatore annuì “Due contro due.”
“Umh... a dire il vero, ho solo un Pokémon, dunque sarebbe uno contro due, giusto?”
L’allenatore mi guardò per un secondo, poi controllò un piccolo foglio che prese dalla tasca, dove presumo ci fossero scritte le regole.
“Si, uno contro due, spero che per te vada bene.”
“Beh, non sarebbe la mia prima volta.” Dissi ripensando agli allenatori che affronti lungo il Bosco Smeraldo i giorni scorsi.
“Eccellente.” L’allenatore si spostò un po’ indietro, in modo che avessimo lo spazio necessario e schierò un Sandshrew.
“Un tipo Terra?” Chiesi stupito mentre mandavo in campo Gastly.
“Si, preferisco il tipo Terra rispetto a quello Roccia, ma Brock è il miglior allenatore in circolazione che sappia qualcosa sul tipo, almeno per quanto ne so io, quindi...”
Annuì ed iniziammo a combattere. Sandshrew si appallottolò su se stesso, assumendo la forma di una palla. La Leccata di Gastly colpì la difesa avversaria, facendo pochi danni al suo Ricciolscudo. Sandshrew poi balzò in avanti ancora appallottolato, creando un minuscola tempesta di sabbia, la quale colpì Gastly agli occhi. Digrignai i denti, sapevo che Turbosabbia sarebbe stata un dito in culo.
“D’accordo Gastly, dobbiamo costringerlo ad allenare la sua difesa. Usa Leccata sulla coda!”
Gastly annuì con gli occhi in qualche modo ricoperti di lacrime, probabilmente gas condensato pensai, ed avanzò. Passò attraverso un secondo Turbosabbia e provò ad usare Leccata sulla coda dello Sandshrew, ma il Pokémon rotolò via schivando la lingua.
‘Sta usando la coda per cambiare direzione, Ricciolscudo per ridurre l’efficacia degli attacchi e della paralisi e Turbosabbia per tenersi alla larga da Gastly. Se non lo sconfiggo in fretta, probabilmente coprire gli occhi di Gastly di sabbia per poi passare all’offensiva...’
Gastly passò attraverso un altro Turbosabbia ed usò di nuovo Leccata. La lingua colpì il bersaglio e la coda di afflosciò. “Bene, ora... schiva!”
Gastly guardò mentre la difesa nemica si apriva e lo Sandshrew nemico balzò contro di lui tendendo gli artigli. Gastly gli passò attraverso, mentre del veleno colò dall’artiglio. “Velenospina, eh... Gastly, nuova mossa.”
Gastly sorrise e guardò Sandshrew. Il Pokémon si impallidì visibilmente, fece un passo indietro ed inciampò a terra quando fu avvolto da una grossa ombra che scomparve dopo un secondo. Lo guardai con occhi meravigliati ‘Spero di non averlo spaventato troppo, ma Ombra Notturna è TROOOOPPO FIGA!’ Pensai per poi concentrarmi di nuovo. Nel frattempo, Sandshrew si appallottolò di nuovo su ordine dell’allenatore, la Leccata successiva divenne per lo più inutile. Ma ormai era diventata una lotta di resistenza, dato che il nemico aveva la coda paralizzata. Dopo un po’, il Pokémon tornò all’offensiva e finì sconfitto da un’Ombra Notturna seguita da una Leccata.
Sospirai sollevato, il secondo Pokémon fu un Geodude, che uscì dalla Ball. Il Pokémon avanzò preparandosi per una lotta corpo a corpo, colpendo con i suoi pugni. Con mia sorpresa, l’attacco colpì Gastly Cos... oh, Sassata.” Mi resi conto. Certamente, Pokémon fatti di roccia non hanno bisogno di raccogliere pietre per usarla. Gastly indietreggiò, poi avanzò usando Ombra Notturna. I suoi occhi incontrarono quelli di Geodude, ma l’allenatore pronto ordinò un Ricciolscudo. Il secondo colpo lo danneggiò comunque, ma riuscì a coprirsi gli occhi prima che l’ombra lo avvolse.
Sorrisi ‘Dunque usa le braccia, eh?’ dissi vedendolo indietreggiare, ed ordinai a Gastly di usare Leccata contro il Geodude difensivo. Il Pokémon annuì e leccò prima un braccio e poi l’altro, finché uno dei due non si afflosciò, lasciando scoperta metà della faccia di Geodude.
L’Ombra Notturna colpì e questa volta il Pokémon non fu in grado di coprirsi gli occhi in tempo. Quando l’ombra svanì, il Pokémon era a terra esausto.
“E’ stata una lotta eccellente!” Dichiarò l’allenatore, tendendo la mano verso di me. “Marvin, apprendista della palestra di Plumbeopoli. E tu sei?”
“Raziel, da Lavandonia.”
“Oh, hai fatto una lunga strada. Come mahi hai iniziato da qui? Gli allenatori di Lavandonia di solito non cominciano da Fusciapoli o Zafferanopoli?”
“Si, ma ho preso il mio starter a Biancavilla, quindi ho preso un percorso diverso.”
“Capisco. Beh, il tuo Gastly sarà una bella novità per Brock. Gli allenatori di Smeraldopoli di solito hanno Pokémon di tipo Normale o Volante, mentre quelli di Biancavilla di solito cominciano con un Pokémon di tipo Erba, Fuoco o Acqua, quindi affrontare uno Spettro è parecchio raro. Procedi pure, non dovrebbe esserci nessun altro allenatore sul tuo cammino. Sentiti libero di curare Gastly, non c’è alcuna regola che lo vieti.”
Annuì ringraziandolo e procedendo attraverso il campo. Non mi imbatteì in nessun altro allenatore del mio livello, anche se alcuni abili allenatori provenianti dalla parte occidentale di Kanto mi fermarono per assicurarsi che non dovessero affrontarmi. Alla fine superai il campo.”
“Benvenuto.” Disse l’uomo dai capelli castani seduto su un lato dell’arena. Era senza maglia, con gli addominali che brillavano per il sudore mentre beveva quello che sembrava essere una bevanda energetica. I suoi occhi erano due fessure quasi totalmente chiusi. “Io sono Brock, il Capopalestra dalla difesa granitica. Presumo tu sia uno sfidante.”
Annuì “S-si, sarebbe la mia prima sfida...”
“Si, immagino.” Disse sorridendo “Beh, devi essere un buon allenatore se sei arrivato fin qui. Sei incappato in qualche mio tirocinante?”
“Si, Marvin.”
“Oh, uno tosto. Si, pensò che mi piacerà questa lotta.” Disse rialzandosi e chiudendo la bevanda energetica. “Due contro due per la Medaglia Sasso.”
“Ho soltanto un Pokémon, quindi sarebbe due contro uno.” Risposi, Brock annuì e mi indicò il lato opposto dell’arena.
Feci un respiro profondo ed iniziai a camminare “Bene, vediamo se posso farcela...”

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Capitolo 8
*** Pietre Ruggenti e Rulli Compressori ***


Raziel e Gastly guardavano il Capopalestra mentre si dirigevano alla loro postazione sul loro lato dell’arena circondata da rocce. Brock prese un asciugamano e si asciugò il sudore, poi preparò due Poké Ball. Mise rapidamente la seconda sulla cintura e lanciò la prima sul campo. Geodude si preparò, apparentemente imitando una posa da shadow boxing.
Gastly entrò in campo. ‘Devo leccare altre rocce? Dannazione, sanno di polvere.’ Pensò guardando il Geodude, ancora in posa da shadow boxing.
“Emh... salve?” Disse fissando goffamente il Geodude.
“Oh, ti stai avvicinando a me?”
“Io... cosa?”
“Anziché scappare via vieni proprio in mia direzione?” Chiese il Geodude preparandosi alla lotta e prendendo posizione.
“Umh... Ok, non farò domande a riguardo...” Disse. Il Capopalestra diede il via e Gastly avanzò “E comunque si, mi sto avvicinando a te.”
“Oh-oh, allora avvicinati quanto vuoi.” Disse il Geodude per poi sferrare un pugno. La Sassata fallì quando Gastly ci passò attraverso per poi guardare dritto negli occhi di Geodude.
“Grazie amico, pensò lo farò.” Disse rispondendo con Ombra Notturna. La solita oscurità avvolse Geodude, il quale indietreggiò scosso, per poi tornare all’offensiva.
“Gastly attento alle rocce!” Urlò l’allenatore.
Gastly rimase con lo sguardo fisso su Geodude “Quali rocce?” In quel momento Geodude frantumò il terreno, per poi lanciare pietre su di lui. “Oh, quelle rocce.” Disse schivandone una e attraversandone un’altra.
“Nessuno può schivare questo Emerald Splash di 20 metri!” Urlò Geodude lanciando una raffica di Sassate. Gastly schivò la maggior parte di questi e ne attraversò altri, ma fu colpito in faccia da una pietra. Chiuse gli occhi di riflesso, ma poi uscì dal suo corpo attraversandola.
“Va bene, ho tre cose da dirti.” Rispose Gastly avanzando “Non ho bisogno di schivarlo. Non aveva un raggio di 20 metri. E quelle erano solo pietre.” Disse schivando la pietra successiva ed usando Leccata. Il braccio alzato del Pokémon si afflosciò. Il Pokémon si rannicchiò rapidamente coprendosi gli occhi con l’unico braccio rimasto, per evitare l’Ombra Notturna, ma invece Gastly suò nuovamente Leccata. Il braccio rimasto si abbassò, paralizzato, e Gastly sorrise.
“Rullo compressore.” Sussurrò fissandolo negli occhi e colpendo con Ombra Notturna. Poi la vista di Geodude si oscurò.
--
Brock osservò l’arena “Ho come l’impressione che ci siamo persi qualcosa dalla lotta.” Disse richiamando Geodude.
Concordai. Gastly pareva loquace in lotta, e non sapere cosa dicesse mi irritava sempre. “Come vorrei che ci fosse un modo per capire i Pokémon.” Brock prese in mano la sua secondo Ball. ‘Ok, di cosa si tratterà? Un Omanyte? L’altro fossile? Oppure-“ poi un Onix venne schierato sul campo, ruggendo con aria di sfida. ‘D’accordo...’ Pensai guardando il serpente di quasi 9 metri che osservava in basso verso Gastly. “Ok Gastly... Schiva!”
La coda dell’Onix avanzò, come fosse una gigantesca frusta di pietra, in quel momento supposi si trattasse di Sassata. Gastly la evitò sollevandosi in alto, quasi all’altezza del collo del Pokémon Serpesasso.
Ordinai una Leccata, ma sapevo che avrebbe danneggiato appena Onix. Forse, se avessi avuto fortuna, avrei potuto paralizzare il suo collo e portarmi a casa la vittoria, ma...
“Devo farlo.” Pensai, non mi piaceva molto vincere in quella maniera, ma non avevo molta scelta. “Gastly, buttalo giù!”
Gastly annuì e levitò verso l’alto, schivando una testata che probabilmente era un’altra Sassata. Poi notai la coda del Pokémon.
“Dietro di te, attraversala!” Urlai. Gastly si guardò le spalle ed urlò, riuscendo a passare attraversando giusto in tempo la raffica di pietre che il Pokémon aveva causata colpendo il terreno con la coda. Poi sorrise e guardò gli occhi del Pokémon.
Poi Onix chiuse gli occhi e cadde addormentato.
Gastly si abbassò ed usò Ombra Notturna.
“Pensavo che funzionasse solo se il Pokémon ha gli occhi aperti.” Commentò Brock osservando Onix.
“No.” Risposi “E’ solo più facile per Gastly, visto che la prima metà dell’attacco consiste nel mostrare la più grande paura del Pokémon in modo che sia più difficile che si sposti. Altrimenti il più delle volte si avrebbe il tempo per schivare l’ombra, anche quando si hanno gli occhi coperti. I Pokémon sono creature fantastiche. Ma se dormono non causano alcun problema.”
Come per confermarlo, un’ombra oscura avvolse la testa di Onix. Il Pokémon gemette, ma non si svegliò. Ombra Notturna colpì il Pokémon ancora ed ancora.
Rimasi sorpreso. Sembrava che il Pokémon semplicemente si rifiutasse di andare giù, e Brock non sembrava affatto preoccupato. Poi Onix si risvegliò, la coda si inarcò la coda e colpì Gastly sul fianco con un’altra Sassata.
“Dannazione.” Dissi “D’accordo Gastly, lui è indebolito, ora dobbiamo solo abbatterlo.” Urlai. Gastly annuì, o guardò brevemente il terreno, difficile da dire, mentre Onix saltò in avanti per poi sparire sottoterra. “COSA?” Urlai fortemente. Sapevo che gli Onix potessero farlo, ma, perché? Certo la Levitazione dei Gengar non era affidabilissima, ma quella dei Gastly si. “Gastly, alzati abbastanza in alto in modo che non ti raggiunga.” Gastly levitò in alto fino a raggiungere un’altezza di oltre dieci metri, più che sufficiente per essere fuori dalla portata di Onix. Brock stava semplicemente ticchettando con il piede perterra, senza la minima preoccupazione.
Poi Onix emerse da una roccia sul lato, arrivando a circa un metro sotto Gastly.
“Che cosa?” Chiesi quando il serpentoide emerse ruggendo inarcando la schiena per ruotare.
“Onix non è come la sua evoluzione, ma è abbastanza dura da poter scavare attraverso la pietra.” Spiegò Brock “Sassata.”
Onix ruotò a mezz’aria, con la coda che tagliava attraverso il fianco della roccia da cui emerse, mentre le pietre volarono in direzione ad un Gastly sbalordito. Il Pokémon fu colpito un paio di volte, mentre Onix atterrò sul campo, per qualche ragione un po’ disorientato.
--
Gastly esitò a causa delle due pietre che lo colpirono in volto, ed indietreggiò.
“Ora dirai: “Era un tuo piano sin dall’inizio?”” Ruggì Onix.
“Era un t- Santissimo Arceus stai zitto! I Pokémon da palestra sono tutti come voi due?” Chiese scocciato.
“Ombra Notturna, svelto.” Urlò Raziel, ed il Pokémon annuì. Se quel colosso fosse scomparso di nuovo sottoterra, probabilmente avrebbe perso alla prossima.
Si abbassò per poi avventarsi contro Onix, preparandosi ad usare Ombra Notturna. Era una mossa rischiosa avvicinarsi così tanto alla sua faccia, ma ormai non aveva modo di-
L’Onix aprì la bocca, sputando una raffica di pietre.
--
Gli Onix mangiano la roccia ricordai. Ciò permetteva al Pokémon di scavare più velocemente, il che lo rendeva molto apprezzato tra gli agricoltori ed altri Pokémon scavatori.
“E me ne sono completamente dimenticato...” Dissi, mentre le pietre fuoriuscivano dalla sua bocca in direzione a Gastly. Strinsi i denti, ormai pronto a vedere il mio compagno cadere a terra con la sua Poké Ball già in mano.
Invece Gastly semplicemente avanzò, incassando una pietra in pieno volto, ma riuscendo comunque ad eseguire Ombra Notturna. Onix ruggì in preda al panico, poi cadde a terra.
Per alcuni minuti ci fu solo un silenzio tombale. Poi Brock iniziò a ridere. Inizialmente a bassa voce e lentamente, poi divenne una risata fragorosa che si fece sentire per tutta la palestra.
“Eccellente, eccellente. Questa è quella che io chiama una difesa granitica!” Disse “Mi hai davvero sorpreso. Pensavo che quell’ultimo attacco fosse decisivo, ma che ha fatto? Si era beccato un masso in piena faccia per poi usare Ombra Notturna! Ah, questa si che è stata una degna sfida!” Disse, poi andò con una mano verso la cintura, cercando per qualcosa ed infine tirò fuori una medaglia.
Camminò in mia direzione, ed io feci altrettanto e ci incontrammo a metà strada ed il Capopalestra sorrise. “Davvero ben fatto ragazzo. Ecco, questo è il premio per la tua vittoria. La Medaglia Sasso. Questo trofeo scintillante ti ricorderà la tua vittoria contro Brock, il Capopalestra dalla difesa granitica, a testimonianza che la tua forza e la tua resistenza sono equamente grandiose.” Il Capopalestra sorrise “Due contro uno e ne sei comunque uscito vincitore, senza alcun vantaggio di tipo, davvero notevole.” Aggiunse.
“Gr-grazie.” Dissi balbettando per un secondo. “Posso farle una domanda?”
“Certo amico mio.”
“Come ha fatto a dire ad Onix da dove saltare? Era chiaramente pronto a prendere di mira Gastly, quindi...”
Brock annuì “Sfortunatamente non posso rispondere alla domanda. Questo fa parte di uno degli assi nella manica del qui presente Capopalestra, differentemente dalla tattica stessa. Immagino tu non guardi la maggior parte delle lotte in palestre nei canali della Lega.”
Annuì. Guardavo solo alcune battaglie trasmesse in televisione, ma ovviamente la maggior parte di esse erano contro allenatori con sette medaglie o per qualche evento speciale, come le lotte fra Capipalestra. Di solito guardavo solo la Lega.
“Beh, ti basti sapere che molta gente mi pone la stessa domanda, ma non posso davvero rispondere senza rivelare il lavoro che c’è dietro di uno dei miei assi.” Mi spiegò.
“Capisco. La ringrazio comunque.”
“Oh no, grazie a te per il tuo eccellente combattimento. Spero di poter vedere presto te e i tuoi Pokémon in televisione. Terrò il video della nostra sfida come ricordo!”
Ero sicuro che cercasse solo di essere gentile, ma sorrisi comunque mentre salutai il Capopalestra e me ne andai, il mio cuore batteva all’impazzata “C’è l’ho fatta.”
--
Raziel lasciò la palestra e Gastly lo seguì. Il suo allenatore era talmente eccitato da essersi dimenticato di richiamarlo nella Poké Ball. ‘Grazie amico, non è che io mi sia preso tipo cinque pietre nel muso o altro.’ Pensò Gastly ripensando alla lotta.
Non si aspettava di poter resistere a quell’enorme raffica. Nessuno se lo aspettava. Allora come ci era riuscito? ‘Ho vinto.’ Pensò. Quella realizzazione lo scosse ancora. Aveva vinto contro un Onix. Sospirò sollevato, poi cadde. “Oh merda, la mia adrenalina spirituale...” borbottò prima che la sua vista si appannasse.
Sentì di essere richiamato nella Ball all’ultimo secondo.

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Capitolo 9
*** Allenarsi Richiede Fin Troppo Tempo, Non Trovi? ***


Draconix era seduto su una roccia, pensando, guardando la sua squadra. Charmander stava correndo in giro giocando con un Rattata con cui aveva stretto amicizia dopo averlo sconfitto. Spearow stava riposando su un albero lì vicino, mentre l’allenatore era intento a “Trovare disperatamente un modo per vincere quella dannata battaglia.”
Trascorse giorni ad allenarsi, eppure non era certo sul cosa potesse davvero fare. Charmander e Spearow non avevano realmente mosse in grado di danneggiare un tipo Roccia. ‘Terra, Erba, Acqua, Lotta... Facile a dirsi, peccato che di fatto non posso usare nulla del genere.’ Pensò ‘Poi c’è il problema degli attacchi. Se uno di loro due viene colpito, nel migliore dei casi, anche solo due volte, è finita. No io... Dannazione!’ Pensò dando un pugno alla roccia. Lui gemette, pentendosi immediatamente della scelta appena fatta.
Si sentiva così fiducioso il giorno prima, poi aveva incontrato un allenatore con un Geodude, e non era neppure tanto forte, ma aveva quasi sconfitto Charmander, che riuscì a farcela solo perché la sua resistenza lasciava un po’ a desiderare e perché i suoi Pokémon lo avevano colpito di più. Ma non sarabbe capitato contro qualcuno che si vanta di avere una difesa granitica.
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Spearow guardò il suo allenatore aprende un’occhio. ‘Mh, il capo è in una brutta situazione eh?’ Pensò riflettendo sulla questione. Aveva capito che avrebbero dovuto affrontare due Pokémon Roccia nella prossima battaglia, il che significava che il loro tipo li metteva in svantaggio. Spearow saltà giù dall’albero ed atterrò vicino a Charmander.
“Hey Codadifuoco, dobbiamo parlare un secondo.” Disse.
“Oh, adesso?” Chiese smettendo di inseguire il Rattata.
“Temo di si amico mio. Il capo è in difficoltà ed è meglio che pure noi ci facciamo venire in mente qualcosa.” Disse Spearow “Ci sta rendendo più forti e le sue tattiche sono alquanto utili, ma probabilmente rimarremo qui per molto più a lungo se NON LO AIUTO.”
Charmander annuì e ringraziò il Rattata per aver giocato, ma spiegò che aveva del lavoro da fare.
“Certo amico, nessun problema.” Disse il Pokémon ratto “Ci vediamo.” E scomparve nell’erba.
“Ok, a cosa pensavi?” Chisese Charmander.
Il Pokémon Uccellino rifletté con attenzione “Mh, cosa possiamo fare... Vediamo, come avrebbe fatto Fearow ad affrontare la situazione?” Si avvicinò ad una roccia a terra e la guardò. Provò ad usare Beccata su di essa, ma la pietra non si fece nulla.
“Graffiala!” Disse il Pokémon voltandosi verso Charmander.
“Cosa?”
“Graffia la roccia!”
Charmander lo guardò perplesso, poi annuì ed usò Graffio su di essa. Rimase solo un segno superficiale degli artigli sulla pietra.
“Ora Braciere.”
Charmander annuì ed usò Braciere sulla roccia. Questa brillò un po’ mentre si riscaldava, ma tornò subito alla normalità. “Posso chiederti cosa stai cercando di fare esattamente?”
Spearow guardò la roccia “Sto solo cercando di capire se al momento abbiamo qualcosa per poter danneggiare il tipo Roccia.”
“Voglio dire, avrei semplicemente potuto dirti che la risposta è-“
“Si.”
“Cosa?”
“Adesso ho un piano. Ma richiederà molto allenamento da parte tua, pensi di riuscirci?”
Charmander annuì “Finché sarà d’aiuto a Draconix, sarò più che felice di dover fare il grosso del lavoro. Da dove iniziamo?”
Spearow sorrise, qualcosa che Charmander pensò fosse impossibile a causa del becco “Prima di tutto, dobbiamo far alzare Draconix da quella roccia. Ci serve.”
--
Giuls guardò il museo. Aveva pensato che fosse meglio lasciare più tempo a Bulbasaur per elaborare il tutto, quindi decise di visitare il museo di Plumbeopoli. Il Pokémon Erba stava camminando dietro di lei, assorta nei pensieri. A dire il vero, pure la ragazza stava pensando parecchio, ma sapeva che aveva bisogno di tempo per calmarsi. E chissà, magari le due avrebbero anche legato un po’.
Guardò i fossili esposti. I due più grandi mostravano un Kabutops ed un Aerodactyl, scheletri di milioni di anni fa. ‘Accidenti, dovevano essere proprio grossi.’ Pensò. Sapeva che la tecnologia moderna era riuscita a fare quello che si riteneva fosse impossibile, riuscendo a resuscitare non meno di sei specie di Pokémon Fossili, ma per quello che ne sapeva, era impossibile farlo su specie già evolute come Kabutops o Omastar e non aveva capito se Aerodactyl avesse evoluzioni. Diede un’occhiata al Pokédex.
Aerodactyl era mostrato in una foto che accompagnava lo scheletro che già stava guardando, Kabutops invece aveva solo lo scheletro. L’immagine di Omastar era una rappresentazione dell’artista basandosi su “un fossile ormai perduto”, secondo la descrizione. Si chiese se il Pokédex potesse scattargli una foto e caricarla nel sistema. ‘Il Professore è tante cose, ma non un esperto di elettronica. Probabilmente avrebbe dovuto assumere qualcun altro per una funzione simile.’ Pensò puntandolo verso il fossile di Kabutops. Anziché mostrare Kabutops, la schermata mostrò l’immagine con il numero 000 ed il testo MissingNo.
‘Perché programmare sto nome Professore?’Si chiese. Chiudendo e riaprendo l’applicazione del Pokédex, la puntò nuovamente sul fossile di Kabutops, e questa volta visualizzò la pagina giusta, con tutte le informazioni note su Kabutops.
Giuls sospirò e proseguì. Il resto del museo era pieno di fossili meno impressionanti. Un’intera esposizione era dedicata a quelli scoperti da Brock.
L’ultimo piano era diviso in due. Da un lato un’espsizione spaziale. Lei ci guardò. Meteore, un diorama sull’atterraggio lunare e altre cose del genere. Non era mai stata interessata ai fossili, quindi si spostò nella sezione seguente.
Qui trovò un’esposizione sulle antiche civiltà. La cosa più antica sembrava essere una reppresentazione di quello che sembrava una specie di grosso fiore splendente, le persone attorno sembrava che lo stesso... adorando... o forse implorando pietà? Difficile dirlo.
Gran parte dell’esposizione era dedicata agli Uccelli Leggendari. Questi hanno vissuto a Kanto e a Johto fin dai tempi antichi, e lì c’era una grossa iconografia su di loro. Fissò la statua di Moltres alta circa tre metri e si chiese se il Pokémon reale fosse davvero così imponente.
“Sta ammirando la collezione della mia famiglia signorina?” Chiese una voce alle sue spalle. Si voltà per ritrovarsi davanti quello che sarebbe la rappresentazione più stereotipata di un’archeologo a cui potesse pensare, come se fosse un cosplay ben fatto di Auros Jones, ma senza frusta. Dal cappello alla giacca marrone, fino alle scarpe. L’unica differenza è che l’uomo aveva lunghi capelli castani e sembrava avere circa cinque anni più di lei, se avesse dovuto provare ad indovinare.
“La collezione... della tua famiglia?” Chiese.
“Esatto. Speadgey Lones, al vostro servizio. E no, non è un nome inventato.”
“Conosco uno di nome Draconix, quindi ti credo. Alcune famiglia hanno nomi alquanto strani. Mi chiamo Giuls Touki. Penso che il mio nome sia una corruzione di Juliet o roba simile. Comunque, che intendevi con la tua collezione?”
“Vengo da una lunga famiglia di allenatori archeologi, ricercatori della storia umana e Pokémon. Ed un tempo la ricerca archeologica era più un ‘prendi quello che puoi, conservalo e vendilo’ e meno un ‘questa roba dovrebbe essere esposta in un museo’ negli ultimi anni la mia famiglia ha regalato gran parte dei nostri manufatti al museo di Plumbeopoli. E li stai guardando proprio adesso.” Disse mentre il suo sorriso quasi andava da un’orecchio all’altro mentre spiegava.
“Capisco.” Disse Giuls “Alquanto impressionante. Ma, allenatori archeologi? Vuoi dire...”
L’uomo sorrise ed aprì il lato sinistro della sua giacca, mostrando una scintillante Medaglia Sasso. “Esatto, entrambe le cose. Ecco perché ora che mi sono appena laurato al corso di archeologia della mia Accademia, voglio sfidare la Lega.” Disse con orgoglio.
Giuls annuì, ma non sapeva che altro dire. Fu allora che Speadgey, che razza di nome, continuò “Allora, quel Bulbasaur è tuo?” Chiese indicando il Pokémon Erba e lei annuì.
“Gran Pokémon. Sono sempre stato invidioso di Biancavilla. Plumbeopoli ti da solo un Pokémon di tipo Volante o Veleno al diploma. E’ così che ho ottenuto Idol.” Disse aprendo una Poké Ball. Un Golbat volò fuori e si appollaiò sopra la statua di Moltres.
“Idol scendi dalla stauta!” Urlò, ma Golbat rimase appollaiato comunque. “Dannazione.” Sospirò “Non siamo mai... andati tanto d’accordo. Agli inizi non mi dava neppure retta in battaglia, per quanto mi vergognassi di ammetterlo.”
Giuls guardò Bulbasaur “Parlamene ancora. Come... hai risolto il problema?”
“Onestamente? E’ successo e basta. Idol ha perso parecchie lotte quando combattevamo all’università, ed ha iniziato a capire che andare d’accordo con me sarebbe stato meglio che andare contro di me. Non credo esista un vero trucco.” Rispose, ed Idol sbuffò, chiaramente scontenta per il commento. “Se hai un problema simile, posso solo consigliarti di avere pazienza.”
Giuls annuì “Quindi... andrai a Celestopoli adesso?”
“No, pensavo di volare all’Isola Cannella. Ci sono stato in vacanza una volta o due. La mia Pokémon conosce la strada.” Disse.
Giuls rifletté su cosa sapesse riguardo l’Isola Cannella “Palestra Fuoco eh? Non penso ci andrò tanto presto.”
“Ahahah, si immagino. Beh, allora buona fortuna per la tua sfida in palestra.” Disse sorridendo ed allontanandosi “E non preoccuparti troppo. Umani e Pokémon sono fatti per vivere insieme, lo facevamo già molto prima che esistessero le Poké Ball. Collabora con lei e lei collaborerà con te.” E così dicendo, se ne andò. “Arrivaderci Giuls, spero che ci incontreremo ancora.” Idol sospirò e poi volò via seguendolo fuori.
Giuls rifletté su quello che gli era appena stato detto e sorrise. “Immagino abbia ragione.” Si rivolese a Bulbasaur. “Allora, che ne pensi? Facciamo un altro tentativo in palestra?” Chiese. Bulbasaur rifletté un momento, poi annuì. Giuls sospirò sollevata ed iniziò a camminare stringendo i pugni. ‘Posso farcela.’ Pensò.
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Darken fissò la sua cintura. Sei Poké Ball, più tutte le altre che aveva appena depositato al PC.
“Vediamo.” Disse toccandole una ad una ‘Qui ho... beh, Free, Peat, Apachai, Tuffball, Erica e Guard... e con tutti quelli nel PC dovrebbero essere tutti.’ Pensò ‘Peccato che ne abbia trovati solo due che non volevano evolversi. Immagino sia vero che quelli strani siano rari.’ Continuò.
Aprì tre Poké Ball, ed i Pokémon all’interno saltarono fuori. Il primo fu il suo starter Butterfree, di nome Free, il suo Pidgey Peat e la sua Jigglypuff, Tuffball, che sorrise e si avvicinò per farsi accarezzare la testa. “D’accordo gente, direi che abbiamo trovato tutti gli amici che volevamo. Per il resto del giorno siamo liberi di allenarci, pronti?” Chiese accarezzand dolcemente Tuffball, la quale fece un lieve sorriso di soddisfazione. Gli altri Pokémon annuirono e fecerò il possibile per trovare delle sfide.
Darken aprì il suo libro. Era un vecchio tomo, scritto dal Professor Fuji e dal Professor Oak anni prima. Molte informazioni al suo interno elencava la biologia dei Pokémon, erano definite parzialmente errate o semplicistiche, ma era stato proprio quel libro a portarlo a decidere di diventare un allenatore. Aveva letto un centinaio di volte il testo scritto dal Professor Fuji alla perfezione. “Molti uomini avevano sognato di trovare e stringere amicizia con tutti i Pokémon in quel vasto mondo. ‘Acchiapparli tutti’ è un sogno che ancora in molti tengono, e forse un giorno qualcuno ci riuscirà.” Lesse “Io ci riuscirò.”

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Capitolo 10
*** Azione ed Ariados-Man ***


Giuls diede una rapida occhiata alla lista di allenatori che avevano vinto la palestra di Plumbeopoli. Come si aspettava, A. Ayn era quasi in cima alla lista. ‘Quindi ci è riuscito, eh?’ Pensò di sfuggita. Si chiese se anche Raziel avesse vinto, ma si rese conto di non sapere il suo cognome. Tuttavia c’era un certo R. Spartos in cima alla lista, quindi forse. Nessuna traccia di Draconix però, si starà ancora allenando.
Fece un respiro profondo mentre camminava per il campo, attraversando la palestra. Incappò in un altro sfidante, ma fortunatamente questo aveva già cinque medaglie, quindi non ci fu alcuna sfida, perciò, sorprendentemente, riuscì a raggiungere il Capopalestra senza dover mai combattere. ‘Come ci sono riuscita?’ Si chiese, guardando l’arena circonata da rocce, una di queste sembrava rotta, come se qualcosa l’avesse... perforata? ‘Dev’essere stata una lotta di alto livello.’ Pensò.
Brock era seduto a terra, circondato da non meno di dieci Poké Ball. Indossava una maglia nera, e pareva stesse leggendo una rivista, a giudicare dalla copertina, parlava di paleontologia. I Pokémon raffigurati sulla copertina erano grossi dinosauri, ma non riusciva a leggere il testo da dove si trovava. L’uomo alzò gli occhi ed annuì “Benvenuta.” Disse facendole cennò dall’altro lato “Non penso ci sia tanta gente in palestra in questo momento.”
“Si, in qualche modo sono riuscita ad arrivare fin qui senza nessuna lotta.”
Brock alzò un sopracciglio “Non c’è l’hai fatta la prima volta?”
Giuls deglutì e rispose onestamente “Già, mi ero imbattuta in un altro allenatore e ieri ho perso.” Fissò Brock, ma lui non fece nessun altro commento in merito, e si avvicinò alla sua postazione.
“Allora, quante medaglie hai?” Chiese.
“Ho appena iniziato da Biancavilla quattro giorni fa, non ne ho nessuna ancora.” Rispose. Lui annuì, prese rapidamente due Poké Ball da terra, controllò qualcosa ed annuì.
“Molto bene, io userò due Pokémon, mentre tu puoi usarne uno o due.” Disse aprendo la prima Ball e schierando un Geodude, che si mise in posizione.
Giuls prese la Poké Ball di Bulbasaur e la mandò in campo.
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Bulbasaur fissò Geodude, che si mise in posizione da combattimento.
Sorrise “D’accordo pietruzza, vediamo cosa sai fare.”
In risposta Geodude prese posizione, ed urlò a pieni polmoni “Ok master, let’s kill da hoe. Beeeeetch!”
Per un secondo Bulbasaur rimase troppo scioccata per poter parlare. Poi sorrise, e lasciandosi prendere dalla rabbia “Oh, mi divertirò più di quanto me l’aspettassi.”
Non appena Occhi a Mandorla diede il via, lei avanzò.
“Ok, Bulbasaur vai con-“ prima che l’allenatrice potesse terminare la frase, la Pokémon usò Frustata. Due lunghe liane emerserò dai lati del bulbo sulla sua schiena. Geodude riesce a bloccare la prima con entrambe le braccia, ma la seconda lo colpisce in testa.
Geodude sorrise, per poi prendere la liana fra le mani per poi sollevare Bulbasaur e sbatterla a terra.
“Quella sarebbe una mossa?”
“Conta come Azione.”
“No, quella non è Azione!” Urlò ritirando le liane e cercando di usare un approccio più prudente.
“Avvicinati, vuole tenerti sulla difensiva!” Gridò la maschiaccio.
“Si, me ne sono accorta.” Rispose, e dunque avanzò. Giusto in tempo, dato che Geodude aveva iniziato a raccogliere delle pietre e stava iniziando ad usare Sassata, che schivò facilmente saltando a destra, volteggiando un po’ in aria per fare un po’ di scena, e poi colpì con Frustata. Quando Geodude afferrò la liana con la mano sinistra, lei sorrise e si piegò all’indietro, cambiando la traiettoria della liana scaraventando via il Pokémon Roccia. Poi corse in sua direzione.
‘D’accordo e adesso...’ Pensò, ma fu interrotta dalla maschiaccio. “Salta a sinistra, ora!”
“Che vuoi d-“ iniziò, ma notò i movimenti di Geodude ed obbedì in tempo. Un secondo dopo, la Sassata impattò nel punto dove lei sarebbe stata se non si fosse spostata. “Ok, te lo concedo, è stato un bel consiglio.” Disse Bulbasaur avanzando e colpendo con Frustata, questa volta usando le liane per puntare ai lati di Geodude. Il Pokémon si abbassò, sperando che entrambi i colpi gli sarebbero passati sopra, ma Bulbasaur sorrise e si piegò all’indietro, facendo ricadere le liane su di lui.
“Ok master, let’s kill da hoe.” Disse Bulbasaur sbeffeggiandolo. “Dì buonanotte Geodude.” Disse prima di usare l’ultima Frustata.
Geodude sorrise “Mi rifiuto.” Disse e bloccò il colpo con un braccio, ma con sua sorpresa l’attacco non si fermò, invece Bulbasaur sorrise.
“Speravo l’avresti detto.” Disse mentre la liana si avvinghiò sul suo braccio. “Vediamo se ti piace Azione adesso.” E poi tirò. Geodude ebbe solo una frazione di secondo per realizzare cosa stesse succedendo per poi ritrovarsi scaraventato in aria per poi schiantarsi sull’arena. Il Pokémon non si rialzò dopo quel colpo.
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“Un approccio alquanto rude in mia opinione.” Commentò Brock richiamando Geodude. “Ma tutto sommato, direi che è stato un buon primo match. Ma ora voglio vederti fare sul serio.” Aggiunse lanciando la sua seconda Ball in campo.
Giuls la guardò aprirsi, mentre una figura gigantesca comparve sul campo ‘Oh si, nessun problema, è solo un Onix...’ Pensò.
“D’accordo... Bulbasaur, questo è uno tosto, te la senti?”
Bulbasaur annuì e Giuls si sentì sollevata. La stava ascoltando sul serio. “Ok, usa Frustata da vicino, vediamo quanto vale questa sua difesa granitica.”
Bulbasaur iniziò subito balzando in avani, ma attese prima usare le sue liane. Il gigantesco serpente di pietra cambiò immediatamente la sua posizione, usando la propria coda come una frusta.
“Afferralo con una liana sul collo e tira, ora!” Urlò Giuls. Con suo enorme sollievo, Bulbasaur lo fece, evitando l’attacco e salendo sopra Onix.
“D’accordo, attaccalo un po’ con Frustata e... no, schiva!” Gridò, ma stavolta era troppo tardi. Onix aveva già colpito il terreno con la coda, creando una pioggia di pietre che caddero su Bulbasaur, facendola cadere ed atterrare sull’arena. Bulbasaur si alzò, ma aveva sentito il colpo.
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“Dannato verme troppo cresciuto.” Disse Bulbasaur, per poi saltare a destra per evitare la coda di Onix, che atterrò proprio accanto a lei.
“Suvvia, una signorina non dovrebbe parlare così.” Rispose Onix per poi usare le pietre create dall’impatto come proiettili colpendole con la coda.
“Schiva a destra e poi fermati!” Gridò Giuls. Bulbasaur dubitò, ma decise di fidarsi di lei ancora una volta.
‘Se manda tutto a puttane pusso sempre tornare ad ignorarla.’ Pensò saltando una pietra verso sinistra per poi fermarsi. Giusto in tempo per vedere un’altra pietra passarle davanti ‘Hey, ma pensa tu, aveva ragione.’ Pensò per poi rimettersi a correre. Forse la maschiaccio non era poi così male.
Fissò il groso serpente pensando ad un piano mentre correva per evitare la sua coda. ‘Non posso sperare di sconfiggerlo con una lotta di resistenza. Noi... Io ho bisogno di un piano.’ Pensò saltando per schivare una Sassata diretta verso di lei dal basso, giusto in tempo grazie all’avviso della sua allenatrice. Atterrò e continuò a correre corridendo.
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Giuls stava pensando. Da dove sarebbe arrivato il prossimo attacco? Dove sarebbero volate le piere? Se fosse stata colpita, perfino Bulbasaur avrebbe rischiato di essere sconfitta prima di poter infliggere abbastanza colpi.
“Frustata alla tua destra!” Urtlò. Bulbasaur colpì con un tempismo perfetto la coda gigante di Onix. La Frustata centrò il bersaglio, ed Onix indietreggiò.
“Ora raggiungi la parte superiore del corpo, adesso che non può colpirti.” Bulbasaur lo stava già facendo, correndo verso il nemico a tutta velocità per poi saltare in modo che le sue liane avesserò un impatto maggiore.
“Aspetta, non-“ ma era troppo tardi. La coda tornò indietro colpendo dritto al fianco di Bulbasaur, facendola volare via. Giuls sussultò a causa del colpo dovuto a Sassata, poi... la sua Pokémon iniziò ad oscillare per aria, perfino Giuls ci mise un attimo per realizzare che le sue liane si erano avvinghiate attorno al corpo del serpente, impedendole di venire scaraventata via, come una sorta di Ariados-Man sauriana. ‘Ottimo lavoro piccola.’ Pensò, mentre Bulbasaur si inarcò all’indietro per ritrovarsi sulla schiena indifesa del nemico.
“D’accordo. Frustata ancora!” Urlò. Bulbasaur annuì e lasciò la presa sul collo per poi colpire con una doppia Frustata sulla schiena dell’avversario. Onix ruggì per il dolore, poi Brock diede un ordine ed il Pokémon scomparve sottoterra.
‘Merda.’ Pensò Giuls. “D’accordo Bulbasaur, o te o lui, pensi di potercela fare?”
Bulbasaur annuì.
Giuls fece un respiro profondo e serrò il pugno “Allora mi fido di te! Schivalo quando arriva e finiscilo!” Urlò.
Bulbasaur attese, estendendo le sue liane sul terreno. Poi all’improvviso saltò a destra. Un attimo dopo la gigantesca testa di Onix emerse dal terreno, come un’eruzione di pietra. Bulbasaur e Giuls sorriserò ed il Pokémon Erba lo colpì con le sue liane. Onix ruggì di rimando e... crollò.
Tutti rimaserò scioccati finché Giuls non cadde in ginocchio. “Ce l’abbiamo... fatta.” Sussurrò “Ce l’abbiamo fatta!” Urlò.
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‘E’ stato... divertente.’ Pensò Bulbasaur con un respiro profondo. Fissò Onix mentre la sua allenatrice si stava avvicinando al Capopalestra.
“Hey, sei ancora vivo?” Chiese.
Il Pokémon brontolò in risposta, incapace di muoversi o di fare molto altro.
“Si, come immaginavo. Riferisci un messaggio a Geodude.” Disse “Digli che la prossima volta che mi parlerà in quella maniera, lo farò schiantare a terra con il doppio della forza.”
Onix ridacchiò “Penso abbia già imparato la lezione.”
Bulbsaur sbuffò e si allontanò “Si, ma gli idioti hanno sempre bisogno di rinfrescarsi la memoria.”
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“Beh, è stata una bella lotta.” Disse Brock consegnandole la Medaglia Sasso. “Non posso dire sia stata la migliore della giornata, ma è stata comunque-“ guardò in direzione della roccia con il grosso foro sul bordo dell’arena. “Un’impresa difficile. Ad ogni modo, dovreste lavorare un po’ sul vostro lavoro di squadra. Ho notato un paio di volte Bulbasaur agire di testa sua quando non sapevi cosa fare, anche se lei ha agito bene, la sua allenatrice dovrebbe essere in grado di dirle cosa fare senza sorprendersi sul come reagirà.”
Giuls annuì. Il Capopalestra sorrise “Beh, ha talento. Continua ad allenarla, e diventerà straordinaria. Buona fortuna per la tua prossima sfida in palestra.”
“Grazie infinite. Se posso chiederlo, usa sempre Onix contro gli sfidanti senza medaglie?”
“Sempre.” Rispose.
“Perché?”
Sorrise “E’ stata una sfida così dura?”
“Dura? Ho pensato di non farcela almeno tre volte.”
Brock annuì “Ma ce l’hai fatta. Vedi, odio essere solo un ostacolo sul vostro cammino, ma il compito dei Capipalestra è far capire agli sfidanti quanto sia dura sfidare la Lega. Questa è stata la tua prima sfida e hai superato un ostacolo che non tutti riescono. Se ti viene voglia di arrenderti, pensa al Capopalestra dalla difesa granitica, a questa tua prima sfida, e ricorda: qualsiasi cosa le persone possano dire, tu ed il tuo Pokémon avete dimostrato di avere la stoffa per sconfiggere me ed Onix.”
Giuls arrossì “Sorprendentemente tenero per essere il Capopalestra dalla difesa granitica.” Disse, per poi rendersi conto di aver parlato a voce alta, per poi coprirsi la bocca immediatamente.
Brock rise “Si, credo di esserlo, ma odio vedere del potenziale sprecato. Buona fortuna con il tuo viaggio signorina Giuls.” Disse tendendole la mano. Giuls la strinse e sorrise.
Poi lei lasciò la palestra con Bulbasaur al suo seguito. E per la prima volta, dopo quattro giorni, si sentì davvero felice.

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Capitolo 11
*** Lotte su Lotte, da Palestra a Palestra ***


“Ok, fatemi capire.” Disse Blu guardando i due uomini davanti a lui vestiti da lottatori pronti per entrare in qualche torneo di arti marziali. “Uno di voi due pensa che Megacalcio sia la migliore MT della Generazione 1 di Kanto, mentre l’altro pensa sia Megapugno, esatto?” I due uomini annuirono, mentre il loro Hitmonchan ed Hitmonlee sbuffarono, ma a Blu bastò uno sguardo per capire che a quei due importasse tanto quanto a lui. ‘Perché ho perso tempo dando retta a sti due?’ Era riuscito ad arrivare a Celestopoli un’ora prima del previsto, la mattina del suo terzo giorno dalla sua partenza da Plumbeopoli, poi i due uomini lo fermarono per chiedergli un’opinione sulla discussione più stupida che lui avesse mai sentito.
“Bene, umh, direi che sarebbe un pareggio.” Disse “Megapugno non ha la stessa potenza, ma è più facile centrare il bersaglio, mentre Megacalcio è più forte, ma anche più lenta, dando all’avversario il tempo per prevederla. Mi sembra che entrambe siano valide.”
“Si, ma Megapugno è più valida!” Urlò il primo uomo.
“Nei tuoi sogni! Megacalcio è in grado di concludere una battaglia molto più velocemente!” Rispose il secondo.
‘Avrei dovuto prendermela più comoda al Monte Luna. Magari avrei evitato tutto questo...’ pensò il giovane allenatore prima che uno dei due continuasse.
“Ammesso che riesca a colpire il nemico.” Disse l’altro sorridendo “Suvvia ragazzo, lascia che insegni Megapugno al tuo Pokémon e potrai vederlo di persona.”
“Sciocchezze, lascia invece che sia io a insegnare Megacalcio al tuo Pokémon.”
A quel punto Blu vide la cosa in maniera diversa “Aspettate, volete dire che potreste insegnare queste mosse a qualcuno?”
“Certo che possiamo, dopo che hanno cessato la produzione della Generazione 1 e non hanno inserito Megacalcio nella Generazione 2, mi sono assicurato di poterlo insegnare personalmente ai miei Pokémon.” Disse quello con l’Hitmonlee con orgoglio.
“E io ho fatto lo stesso con Megapugno, che è chiaramente superiore.”
Blu sorrise ed aprì la sua Pokè Ball, facendo uscire il suo Squirtle. “Vedete signori, non credo sia giusto da parte mia apprenderne solamente una, altrimenti come potrei compararle? MA, se avessi accesso ad entrambe, potrei provarle di persona e... magari, potrei vedere quale delle due è la migliore.” Disse.
I due si scambiarono un’occhiata per poi girarsi verso di lui e Squirtle. “Ma certo, perché non ci abbiamo pensato?!” Gridarono fortemente insieme. Quindi entrambi afferrarono il Pokémon Tartaghina per un braccio e lo trascinarono verso Hitmonlee ed Hitmonchan. “Ora piccoletto, rilassati, questi due ti insegneranno tutto alla perfezione.”
Squirtle lanciò un’occhiataccia a Blu “Suvvia piccolo, è per il bene della squadra.” Disse, ma Squirtle chiaramente non era d’accordo.
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Mi svegliai sorridendo. Mi vestì con cura poi guardai la Medaglia Sasso. ‘Ancora non posso credere di esserci riuscito.’ Pensai, ‘Non dovrei dirlo. E’ Gastly che ha fatto tutto, ed è lui che ha vinto. Penso sia meglio riservagli solo un allenamento leggero.’ Rimisi la medaglia in giacca e guardai la mappa. “Vediamo, ci vogliono due giorni per raggiungere il Monte Luna ad una velocità normale e per Celestopoli un altro giorno o due. Direi che posso concedermi un giorno libero e poi ripartiamo.”
Perso nei miei pensieri, lasciai la stanza e raggiunsi il piano di sotto. Qui trovai Giuls e Draconix impegnati a discutere su qualcosa.
“Salve a tutti.” Dissi avvicinandomi.
“Ciao Raziel.” Disse Draconix sorridendo a sua volta. Notai il suo Spearow appollaiato sulla spalla apparentemente assorto nei suoi pensieri.
“Ciao.” Aggiunse Giuls “Quindi, hai vinto la medaglia?” Chiese. Sorrisi e presi l’oggettino dalla tasca. Giuls fece lo stesso, dimostrandomi che anche lei ci era riuscita.
Sorrisi “Dunque... hai risolto il problema?” Chiesi cercando di rimanere vago.
“Puoi anche dirlo, l’ho detto anche a Draconix.” Disse “Abbiamo fatto dei grandi progressi, grazie ad alcuni consigli che ho avuto ieri.”
“Io stavo cercando di convincerla a dirmi di più riguardo la sua lotta, ma si fissata sul fatto che io non debba sapere nulla riguardo la palestra.”
Annuì “Sono abbastanza d’accordo. Non sarebbe una sfida se già sai tutto, non credi? Ma poi, volendo non puoi trovare qualcosa online? Dubito la pensino tutti allo stesso modo.”
“Si, ma sarebbe come imbrogliare.” Rispose Draconix con un sospiro “D’accordo, d’accordo, lo farò per conto mio. Intendo andarci più tardi oggi, volete venire a vedermi?”
Giuls scosse la testa “No, ho intenzione di lasciare la città oggi e raggiungere il Monte Luna entro domani.”
“Posso venire io, con ieri penso che Gastly si meriti un po’ di tempo libero. Potrei visitare il museo e magari allenarmi un po’, ma fino a domani starò in città. Mandami un messaggio quando esci.” Dissi.
Draconix sorrise “Eccellente. Ora a pensarci dovrei allenarmi ancora. Ci vediamo dopo.” Disse alzandosi ed andandosene.
“Dunque, dove pensi sia arrivato Blu?” Chiesi a Giuls dopo che il ragazzo castano se ne andò.
Lei ridacchiò “Probabilmente starà sfidando la palestra di Celestopoli a questo punto, a meno che non sia successo qualcosa di terribile o di molto importante.”
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“Dunque, il segreto di Megacalcio è colpire molto molto forte.” Spiegò Hitmonlee con sguardo serio. Squirtle semplicemente lo osservava, aspettandosi una battuta o roba del genere dal Pokémon privo di bocca.
‘A proposito, come faccio a sentirlo parlare?’ Si chiese, ma il suo pensiero fu interrotto da Hitmonchan.
“Quello che sta cercando di dirti e che gli attacchi Mega richiedono un peso maggiore quando colpisci rispetto ad un normale pugno che potresti sferrare.” Spiegò “Immagina di usare Azione, ma concentrandoti interamente su un tuo braccio. Questa concentrazione rende il colpo abbastanza forte da fare del male ad aversari con la pelle dura.”
“Ok, mi concentro sullo sferrare il pugno e poi il pugno diventa duro?” Chiese.
“Beh, è un po’ semplicistico, ma essenzialmente si. Chiudi il pugno e poi potrai farti strada contro chiunque.”
Squirtle guardò la roccia che i due avevano preparato per lui in modo da poter mettere alla prova le mosse. Strinse il pugno e si avvicinò. “Concentrati su Azione e poi... pugno!” Il pugno colpì la roccia, e pianse dal dolore “Ahia...”
Hitmonlee scosse la testa “No, no, devi sentire l’energia su tutto il corpo e concentrarla in un singolo colpo.” Spiegò “Pensa a come ti senti quando usi Azione, e poi fallo.”
Squirtle provò a comprendere. Ma come si sentiva quando usava Azione? Certo, sentiva il proprio corpo irrigidirsi in preparazione dell’attacco. Era simile a...
‘La sensazione che ho sulle gambe e sul collo quando uso Pistolacqua.’ Pensò. Chiuse gli occhi e si preparò ad usare Pistolacqua. Sentì gambe e collo irrigidirsi per resistere al rinculo. Sorrise, ed invece di usare Pistolacqua sferrò un calcio.
Sentì il suo calcio colpire la roccia ed questa fu scagliata un po’ lontano. Sorrise dopo aver eseguito Megacalcio. “Devo dire che è alqaunto figo.” Disse.
“Grande!” Esultò Hitmonlee “Ora fallo di nuovo, devi essere in grado di eseguirla abbastanza velocemente da renderla effettivamente utilizzabile.”
“Si, e poi prova a fare lo stesso con le braccia. Hai imparato in fretta, forse anche troppo in fretta.” Disse Hitmonchan. “Rimani concentrato e tra poche ore dovremo aver finito se continui di questo passo.”
Squirtle annuì ‘Forse non è così male dopotutto.’ Guardò di nuovo il suo allenatore, che annuì e si sentì ancora più felice ‘Si, ci si sente bene.’
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Draconix sorrise guardando la roccia spaccata. ‘Si, così possiamo farcela.’ Pensò sorridendo “D’accordo ragazzi, vediamo se possiamo davvero riuscirci.” Disse a Spearow e a Charmander che annuirono di rimando. Guardò il cielo arancione, erano circa le 7 di sera, dunque un’ora prima della chiusura della palestra.
“Facciamolo.”
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Darken fece ritorno a Zafferanopoli sorridendo, il suo Butterfree, Free, lo seguiva sempre. La sua prima lotta in palestra, nella sua città natale? Pareva troppo perfetto. Prese il telefono quasi meccanicamente per chiamare la sua amica, poi scosse la testa e lo ripose “Non dovrei disturbarla. Non sono neppure certo di poter vincere.”
Il tipo Psico era uno tosto d’altronde, specialmente per un allenatore in erba come lui, ma aveva un paio di assi nella manica. Con un respiro profondo fece il suo primo passo dentro l’edificio. Una una stanza singola, illuminata da lampade sopra la loro testa. Sul pavimento c’erano due piastrelle bianche, chiaramente diverse dalle altre color viola chiaro. Alzò lo sguardo verso Butterfree ed annuì ed i due andarono sulla piastrella a sinistra.
Dopo un’istante si sentì scomparire, solo per riapparire da un’altra parte, Free era accanto a lui. Emise un sospiro di sollievo, sapeva che era infantile, ma Copiona gli aveva fatto vedere in troppi film in cui due persone o un umano ed un Pokémon, si teletrasportavano insieme, solo per uscirne fusi in maniera orribile. ‘Fortuna che questa è la realtà e non la fantascienza.’ Pensò osservando la stanza. Altri due teletrasportatori erano nel lato opposto della sala.
Il test della palestra di Zafferanopoli era tecnicamente semplice. Usa i teletrasportatori e farsi strada attraverso le stanze del piano terra fino al secondo piano, dove si trovava il Capopalestra. Alcune stanze ospitavano un allenatore da affrontare. Se ci si fosse imbattuti in un altro sfidante, avrebbero dovuto affrontarsi se avessero lo stesso livello d’esperienza, altrimenti ciascuno sarebbe andato per la propria strada. Certo, la fregatura era che certe stanza avevano due uscite, ed altre una, dunque poteva volerci del tempo prima che si trovasse la strada giusta.
Saltò su un altro teletrasportatore. Un’altra stanza, ma questa volta c’era anche un’altra persona.
“Benvenuto.” Disse la ragazza bionda sorridendo “Suppongo tu sia qui per sfidare la palestra. Bene, per procedere dovrai battermi. Se lo farai, ti dirò il percorso giusto per le successive tre stanze per avvicinarti al Capopalestra.”
“Grazie.” Disse Darken mandando Free “Non ho medaglie e ho preso la licenza meno di una settimana fa, quindi sarebbe un 2 vs 2, giusto?”
La ragazza sorrise “Esatto. Furbo far evolvere il tuo starter prima della sfida. Ora, ti va di cominciare?” Chiese, mentre una Poké Ball volò dalla sua cintura da sola per poi aprirsi, schierando un Abra.
“Certamente.” Disse Darken.
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Draconix entrò in palestra leggendo i nomi sul pannello “G.H.G. Touki... R. Spartos... B. Oak...” Contò. Vide qualche altro nome che conosceva, allenatori del suo stesso anno dell’Accademia di Biancavilla. ‘Bene, è tempo che si aggiunga il mio.’ Pensò, ma in realtà non era così sicuro di sé, d’altronde la strategia che avevano ideato i suoi Pokémon era una scommessa in una lotta contro un Capopalestra.
Comunque non aveva altra scelta, quindi iniziò a camminare per il campo. Nemmeno ebbe il tempo di superare la seconda roccia che qualcuno lo chiamò.
“Ciao.” Disse una giovane donna dai capelli neri avvicinandosi “Sei uno sfidante?”
Lui annuì “Ancora nessuna medaglia.” Rispose prima che lei potesse chiedere.
“Ah, in questo caso sarà un 2 vs 2. Appena uscito dall’Accademia?” Lui annuì e lei sorrise “Grande, io mi sono diplomata un paio di anni fa, ricordo ancora com’è stato.” Disse.
Draconix sorrise a sua volta. “Per curiosità, hai provato a fare la sfida delle palestre, oppure sei venuta subito a chiedere per diventare una tirocinante?”
Lei ridacchiò “Ho sconfitto Brock, ma ho perso contro Misty e compresi di non essere così interessata alla Lega dopotutto. Quindi iniziai il corso di tirocinio l’anno dopo e dato che prediligo usare i tipo Roccia sono stata presa.”
Draconix annuì. Non si aspettava che lei condividesse tanto, ma aveva senso.
“Bene, iniziamo?” Chiese prendendo una Poké Ball. Lui annuì schierando Spearow sorprendendola.
‘Vediamo se funziona.’ Pensò quando la lotta ebbe inizio.

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Capitolo 12
*** Aspettative e Realtà ***


Sorrisi entrando in palestra dall’entrata per gli spettatori. Diversamente dall’entrata per gli sfidanti, questa portava al piano superiore, a varie file di sedili sopraelevate. Da lì potevo facilmente vedere il campo di battaglia, sebbene la vista fosse un po’ ostruita dalle rocce, tuttavia gran parte dell’arena era comunque visibile. ‘Immagino sia per questo che Brock sia un Capopalestra e non un architetto.’ Pensai. Gastly semplicemente si sollevò più in alto, a circa due metri sopra la mia testa, dove sarebbe stato più facile vedere.
Avevo ricevuto il messaggio di Draconix circa dieci minuti prima ed ero corso in palestra, ma avevo comunque timore di essermelo perso. Fortunatamente, in quel preciso istante vidi il mio amico attraversare la zona rocciosa attorno all’arena, chiaramente cercando un passaggio attraverso la grossa parete di roccia. Si era imbattuto con qualcuno, ma i due continuarono il loro percorso separatamente dopo pochi istanti, il che significa che quello era un’allenatore più esperto.
“Giusto in tempo.” Dissi sollevato.
Un uomo seduto di lato vicino mi sorrise “Prima volta che assisti ad una sfida alla palestra di Plumbeopoli?” Chiese sorridendo. L’uomo aveva trent’anni con capelli rossi corti ed occhi rossastri, qualcosa che non avevo mai visto prima d’ora, e con un tono allegro.
“Beh, si, come l’ha capito?” Chiesi.
L’uomo ora sembrò orgoglioso, come se dovesse spiegare qualche trucco di magia dopo essere stato implorato dalla folla “Beh, sono un veterano nel guardare sfide in palestra. Ma immagino di esserci abituato essendo un giornalista sportivo.” Disse “Per esempio, posso dirti che non dovresti sederti lì.” Disse indicando un posto due file più in alto e tre posti più a sinistra “Offre una vista di gran lunga migliore dell’arena nonostante... la discutibile struttura della palestra di Plumbeopoli.”
“Ooooooh.” Dissi senza sapere come continuare “Dovremmo... spostarci lì? La lotta sta per iniziare e mi piacerebbe seguire i suoi consigli.”
L’uomo tenne gli occhi rossi fissi su di me “Dimmi, sei uno dei quei ragazzi, un “Dexholder”, giusto? Uno di quelli di cui parla il Professor Oak?”
“Beh... Si, sono uno di loro.”
L’uomo applaudì “Eccellente, eccellente, dimmi, come sta andando la tua sfida delle palestre?”
Sorrisi, anche troppo, sentivo che la mia bocca andò da parte a parte “Ho preso ieri la mia prima medaglia, in un 2 vs 1, ne sono abbastanza orgoglioso a dirla tutta.”
L’uomo annui “Vedo, vedo. E gli altri? Il tuo amico laggiù è uno di loro?” Chiese, a quanto pare in quel momento Draconix riuscì a farsi strada da Brock, che si stavano salutando.
“Si, è uno di loro, gli altri due hanno già sconfitto la palestra.” Dissi.
L’uomo annuì e indicò le sedie “Ci spostiamo?” Disse alzandosi. Feci lo stesso e ci spostammo verso l’alto. Dovevo ammetterlo, l’uomo aveva ragione. Da quella posizione era molto più facile vedere tutta l’arena.
‘Forza Draconix, puoi farcela...’ Pensai. Il giornalista non pareva interessante, sebbene la cosa mi sorprese a ripensarci. Pensai di chiedergli cosa volesse, ma poi la lotta iniziò e dovette concentrarsi su di essa.
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Draconix guardò il Capopalestra. Indossava una maglia arancione con il colletto a V, una maglia nera sotto accompagnata da larghi pantaloni verde oliva.
Sorrise notando lo sfidante. “Benvenuto alla palestra di Plumbeopoli. Dunque, quante medaglie hai?” Chiese.
Draconix scosse la testa “Sono nuovo. Sono diventato un allenatore da circa una settimana.”
“Si, d’altronde è quel periodo dell’anno. Di recente ho avuto parecchi giovani allenatori.” Disse “Ed alcuni si sono rivelati parecchio bravi. Vogliamo vedere se anche tu riesci a farcela?”
Draconix sorrise “Due contro due, giusto?” Chiese, Brock annuì e schierò un Kabuto.
“Uh? Quello non me l’aspettavo.” Rispose Draconix.
“Già, ieri pare che Geodude stesse causando problemi ai Pokémon degli sfidanti, ho notato che alcuni si sono davvero arrabbiati. Quindi oggi gli ho proibito sia di svolgere le sue mansioni in palestra che il privilegio di guardare la TV. Non mi faccio problemi se provoca qualche reazione, ma ieri non è stato di grande aiuto un paio di volte.” Disse l’allenatore.
Draconix prese il Pokédex “Kabuto, noto come Pokémon Crostaceo... vivevano nei fondali oceanici eoni fa... non riescono ad alzarsi se capovolti?”
Brock ridacchiò “Non mi faccio problemi se le persone cercano informazioni sul mio Kabuto, ma potresti schierare il tuo Pokémon?” Rispose.
Draconix annuì “Certo, scusa.” Aprì la Ball mandando in campo Spearow. Il Pokémon fissò il Kabuto e poi l’allenatore “Si, sempra che alcune nostre previsioni fossero sbagliate. Pensi di farcela?”
Spearow annuì.
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“D’accordo coleottero di mare troppo cresciuto, vediamo che sai fare.” Disse Spearow circondandolo come fosse una preda.
“A-a dire il vero signore, non sono Coleottero, m-mi hanno detto che sono di tipo Roccia e Acqua.” Rispose il Pokémon con voce gentile ed educata, balbettando un paio di volte.
“Oh, scusa, pensavo solo che...”
“Ne-nessun problema signore, è facile sbagliarsi.” Rispose Kabuto chinandosi un po’.
Spearow sbuffò ‘Un novellino eh?’ Si chiese, poi il Capopalestra diede il via. Il tipo Volante volò in picchiata, preparandosi ad usare Beccata sul guscio del Kabuto. ‘Roccia o no, dubito sia più resistente di un Geodude, quindi dovrei riuscire a fargli almeno un po’ male.’
Poi Kabuto si voltò ed usò Pistolacqua. Spearow starnazzò dalla sorpresa ed usò immediatamente le sue ali per frenarsi, ma era troppo tardi. Stava meglio dall’incidente, ma non era comunque tra i migliori Pokémon Volanti. L’acqua lo scagliò un po’ in alto e rotolò un po’ a mezz’aria prima di riprendere il controllo. Si scrollò un po’ per asciugarsi come meglio poteva ed iniziò a girargli attorno.
“Ok, nessun problema. E’ solo un po’ d’acqua.”
“Spearow, mira alla parte inferiore del corpo, ci riesci?” Gridò Draconix. Spearow annuì e continuò a girare. A metà strada cambiò rotta per schivare un’altra Pistolacqua e quando quasi toccò terra, caricò. Preparò il becco per usare Beccata sui grossi punti rossi sulla parte nera del corpo. Il Pokémon sputò Pistolacqua, ma Spearow cambiò rotta.
“Scusa ragazzino, mi hai sorpreso alla prima, ma poi non è così difficile da prevedere una volta che sai cosa puoi fare.”
“In-incredibile signore. S-sei davvero intelligente.” Disse Kabuto.
Spearow esitò per il complimento, poi accelerò per colpire con Beccata. Sfortunatamente Brock capì le sue intenzioni, e proprio prima che la mossa colpisse, disse a Kabuto di abbassarsi. Il colpo andà a segno sul duro guscio... dove Spearow notò due punti neri.
‘Merda, ha gli occhi sulla schiena...’ Kabuto si rialzò per colpire con un Pistolacqua già pronto dritto in faccia a Spearow. Il Pokémon Uccellino indietreggiò prima di tornare all’attacco. ‘Sempre meglio di un Geodude. Almeno lui ha un punto debole ben chiaro.’
Il loro piano originale contro Geodude, l’unico Pokémon che avevano la certezza che sarebbe stato nella squadra di Brock, era quello di mandargli contro Charmander in modo che si occupasse di quello e di chiunque avrebbe dovuto affrontare dopo, con Spearow come supporto per punzecchiarli un po’.
‘Per fortuna il capo è abbastanza sveglio da guardere il Pokécoso. L’acqua avrebbe messo in seria difficoltà Codadifuoco.’ Schivò la Pistolacqua seguente e poi andò in picchiata.
“Attacca con Furia! Può usare solo un Pistolacqua alla volta dalla parte inferiore, quindi dovresti riuscire ad avere la meglio fino a che tu rimanga sull’offensiva.” Urlò Draconix.
Il Pokémon Volante annuì e preparò il suo becco. Kabuto si abbassò immediatamente, ma Spearow non si fermò e attaccò comunque il guscio. ‘Non importa quanto sia bravo, deve pur esserci una falla nella sua difesa.’ Poi notò le zampe, distese per poterne sostenere il peso. “Si...” colpì con due Beccate consecutive alle zampe, e come previsto, Kabuto sussultò e provò ad indietreggiare. Draconix e Spearow sorriserò insieme.
“Concentrati sulle zampe. Non permettergli di allontanarsi.” Urlò Draconix.
“Non c’è bisogno di dire altro capo.” Disse in picchiata per poi attaccare ancora con Furia.
“Modalità diretta!” Gridò Brock “Vai con Graffio e proi prosciugalo.”
“Come prego?” Chiese Spearow quando poi Kabuto provò a grafficarlo con una delle sue corte zampe. Spearow esitò, senza sapere quale fosse il piano del Capopalestra, ma riuscì a schivare... rendendosi conto dell’errore commesso quando quattro tentacoli d’energia luminosa emerserò dal volto di Kabuto e lo toccarono drenandogli energia.
“Assorbimento?” Chiese Draconix “Dannazione... Spearow, è la tua occasione, attacca anche tu.”
“Non c’è bisogno di dire altro capo.” Ed avanzò volando contro l’Assorbimento. L’attacco colpì il volto molle di Kabuto, ancora scoperto, e colpì. Kabuto indietreggiò per il dolore, mentre Spearow avanzò... ma il Pokémon lo colpì con Pistolacqua senza preavviso. Spearow fu scagliato indietro, rotolò a terra, ma riuscì a rialzarsi.
“Non dargli tregua, e fai attenzione ad Assobrimento!” Gridò Draconix.
“Usa Pistolacqua quando è lontano, e se dovesse avvicinarsi troppo, colpiscilo con Assorbimento.” Disse Brock dal suo lato.
“D’accordo capo.” Disse Spearow riprendendo a volare. “Un ultimo ballo ragazzino?”
“S-sissignore... è una figata...” Mormorò l’altro Pokémon meravigliato. Spearow lo ignorò ed avanzò volando. Vide arrivare il Pistolacqua e lo schivò a sinistra, poi salì in alto per evitare un secondo attacco. Quando si avvicinò, non sputò più acqua, ma invece i tentacoli di Assorbimento avanzarono in sua direzione. Spearow ne schivò tre e poi usò Beccata in faccia a Kabuto, il Pokémon sorprendentemente non si mosse, ma usò un quarto tentacolo d’energia. Spearow si allontanò all’ultimo secondo, toccando terra con una zampe per poi darsi la spinta ed evitando Assorbimento per un soffio, e poi iniziò con Furia.
Kabuto caddé privo di sensi a causa dei troppi colpi, e Brock lo richiamò “E’ stata una bella sfida.” Sentì dirsi da Brock, poi l’allenatore usò la sua seconda Poké Ball.
Spearow guardò con orrore quello che sembrava essere un serpente di pietra di quasi 9 metri di lunghezza emergere dalla Poké Ball. ‘Beh... questo non me l’aspettavo.’ Pensò, ed Onix ruggì contro il suo sfidante.
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Esternamente Draconix fece del suo meglio per apparire calmo, internamente però stava gridando. Sapeva che Onix fosse il Pokémon preferito di Brock, ma di certo non si aspettava che lo usasse contro i novellini. Diede una rapida occhiata agli spalti, dove Raziel era seduto. “Non so se essere contento e triste del fatto che non me l’abbiano detto.” Considerando quanto è stato difficile per lui sconfiggere un Geodude, pensava che forse sarebbe stato meglio allenarsi ancora.
Guardò il suo principale problema attuale. Spearow era ancora in campo, sebbene parecchio danneggiato dalla lotta contro quel Kabuto stranamente combattivo.
“Vai con Beccata e poi Furia su tutto il suo corpo e stai attento ai suoi attacchi. Anche se non dovessi sconfiggerlo, più lo danneggi e meglio è.”
Spearow ubbidì. La coda del nemico si alzò verso l’alto, ma Spearow riuscì facilmente a schivare una cosa così grossa e riuscì ad eseguire un paio di Beccate ed una Furia, sebbene Onix ne fu a malapena infastidito. Poi con la coda colpì il terreno, provocando una pioggia di pietre che cadderò contro Spearow. Il tipo Volante fece del suo meglio, ma ma fu colpito da una di esse e perse i sensi. Prima di cadere a terra fu richimaato da Draconix.
“Hai fatto un ottimo lavoro.” Disse Draconix “Ora vediamo se avevo ragione.” Disse schierando Charmander.
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Il Pokémon Fuoco atterrò in mezzo all’arena, poi guardò in alto e più in alto, finché finalmente non vide la testa di Onix, circa sei metri sopra di lui “Dunque... com’è il tempo lassù?”
“Noioso quando te lo domandano centinaia di volte.”
“Già. Avrei dovuto aspettarmelo. Scusa.”
“Nessun problema. Iniziamo?” Chiese Onix mentre il suo allenatore diede l’ordine di usare Sassata con la coda.
Draconix e Charmander agirono all’unisono “Usa Braciere e poi salta!” Disse l’allenatore, mentre Charmander si preparò a farlo. Sputò Braciere che colpì le pietre, poi saltando riuscì ad evitare di poco l’attacco.
“Ora, Spaccartigli!” Gridò Draconix. Charmander avanzò colpendo immediatamente con Graffio... lasciando profondi segni d’artigli sulle rocce del corpo di Onix.
“Cosa?” Disse Brock sorpreso.
“Cosa?” Chiese Onix.
Charmander sorrise ed avanzò sfruttando la sorpresa per colpire ancora con Graffio, lasciando segni profondi sul corpo di Onix. Il Pokémon ruggì per i danni subiti.
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Draconix ripensò al proprio allenamento. All’inizio era difficile capire cosa volesse mostrargli Spearow facendo graffiare ancora ed ancora la roccia a Charmander, finché non lo capì: voleva mostrare che Graffio poteva danneggiarne la superficie. Un attacco più forte avrebbe potuto scheggiarla, e Spearow sembrava sapere dell’esistenza di quell’attacco.
Avevano trascorso l’intera giornata fino al tramonto per trovare un modo per infliggere danni extra. Charmander aveva combattuto e vinto solo con Graffio. Quindi tornarono alla roccia, focalizzandosi sull’obiettivo di spaccarla. Tornarono ad allenarsi, a colpire la roccia, concentrandosi, allenarsi, colpire la roccia e contrantrandosi.
Poi era successo qualcosa. Dove prima Graffio lasciava solo un segno, ora lasciava dei chiari segni, rompendola. “Non è più Graffio.” Si era detto “Ed è anche superiore alle mosse Normali. E’ diversa. La chiamerà Spaccartigli, ed invio le informazioni al professore. Forse può capirci qualcosa.”
Ora era in vantaggio, mentre le pietre si danneggiavano una dopo l’altra.
“Sta funzionando!” Urlò “Schiva Sassata e poi Braciere!”
Draconix annuì quando Charmander obbedì. La Sassata gli passò sopra la testa, abbassandosi per schivarlo, ed usò immediatamente Braciere sul corpo di Onix.
Draconix osservò Onix mentre indietreggiava, notando che Braciere fece più danni ‘Mi chiedo a questo punto se certi attacchi siano più efficaci di altri.’ Pensò, mentre Charmander avanzò ancora usando di nuovo Spaccartigli. Sentì il suono simile a del metallo che raschiava contro la pietra ‘Chissà perché Spaccartigli faccia questo suono. E’ un bene che Charmander possa usarla.’
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“Ma è...”
“Impossibile.” Dissi.
“Incredibile.” Disse il giornalista, che improvvisamente si interessò alla lotta. Aveva fatto alcuni commenti nella lotta tra Spearow e Kabuto, principalmente per commentare quanto fosse utile il Pokédex, ma ora era l’arena ad aver catturato la sua attenzione.
“Quello non è Graffio.” Continuai. “Non è neanche nessuna mossa Normale che conosco. Non mi viene in mente nulla del genere.”
“A me si.” Dichiarò il giornalista “L’ho visto una volta a Johto. C’è una ragazza di nome Jasmine, con una palestra non specializzata. Il suo Onix si è evoluto in una specie chiamata Steelix, il quale usa una mossa che lei ha nominato Spezzacoda. La usa per sconfiggere i Pokémon di tipo Roccia.”
“Non è la stessa mossa della MT 23 della Generazione 2 che hanno rilasciato solo a Johto come parte della collezione Capopalestra?” Chiesi.
“Già. L’hanno creato grazie ai dati ottenuti da lei, e non sono sicuri della sua natura, perciò, l’hanno rilasciata a Johto sopratutto per testarla.” Spiegò l’uomo senza perdersi un secondo della lotta “Sembra funzionare, ma finché il Professor Elm o il Professor Oak non pubblicano più informazioni, non potremmo saperne di più. Ho saputo da fonti attendibili che questo è ciò su cui si sta concentrando il Professor Elm.”
“Dunque, ci sono almeno due mosse capaci di compromettere le rocce... presumo ci sia un’accomunanza.”
“Già.” Disse il giornalista “Penso che proverò ad intervistare il tuo amico poi.”
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“Dannazione, mi ha fatto male.” Disse Onix.
“Mi dispiace davvero.” Disse Charmander “Ma mi hanno insegnato a non trattenermi mai.” Ed usò nuovamente Spaccartigli.
“Hai avuto un bravo insegnante.” Rispose Onix facendo oscillare la coda, Charmander balzò all’indietro e si chinò per evitare il colpo. Poi avanzò ed attaccò con Braciere.
Brock urlò un comando, una sola parola che il Pokémon Lucertola non comprese ed Onix annuì scomparendo sottoterra.
“Merda, è Fossa.” Disse per poi coprirsi di riflesso la bocca. Stava imparando un vocabolario più colorito per via di Spearow? Il Charizard del suo allevatore lo avrebbe...
“Charmander, salta a sinistra, ora!” Gridò il suo allenatore. Charmander si concentrò nuovamente e ci provò, ma era troppo tardi. Fu colpito da Onix mentre emerse e rotolò all’indietro, serrando i denti nel mentre. Si rialzò e con un urlo saltò di lato, giusto in tempo per evitare una pietra lanciata in sua direzione.
‘D’accordo, è stato rischioso, è ora di tornare all’attacco.’ Pensò avanzando, ma Onix scomparve ancora sottoterra.
Questa volta Charmander non si distrasse. Poteva sentire la leggera vibrazione sotto i suoi piedi. Debole, poi forte, poi più forte... saltò via, un secondo dopo, Onix emerse nel punto in cui si trovava. Sorrise e sputò un Braciere per poi attaccare con Spaccartigli. Onix ruggì per il dolore e poi cadde a terra.
Charmander sorrise, poi ci fu un lampo di luce.
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“Si... sta evolvendo!” Gridò Draconix con un ampio sorriso che rimpiazzò quello precedente per la vittoria.
Sotto gli occhi di tutti quelli nell’arena e sugli spalti il corpo di Charmander divenne più alto, un corno spuntò dalla parte posteriore della sua testa, mentre i suoi piccoli artigli si allungarono e le zampe si fecero più grosse. Draconix gli corse incontro, mentre un sorpreso Charmeleon era intento ad ammirare i suoi nuovi artigli e la sua altezza.
Il Pokémon ricambiò il sorriso saltando di gioia. Poi Brock rise applaudendo “Bravo, bravo sfidante. Non solo hai superato la mia difesa granitica in una situazione di svantaggio, ma il tuo Pokémon si è pure evoluto alla tua prima sfida in palestra. Non male come giornata, no?” Disse prendendo la medaglia mentre si avvicinava. “Non è stata la lotta più spettacolare che ho avuto negli ultimi giorni, ma di sicuro è stata tra le più soddisfacenti per qualcuno che ha affrontato la mia palestra. Quindi tieni, prenditi il tuo meritato premio.”
Draconix prese la medaglia, potè sentire Raziel applaudire dagli spalti, ma non si voltò neanche, era troppo impegnato a guardare esultante il suo Charmeleon. Spearow, che a quanto pare si sentiva meglio, uscì dalla Poké Ball, volando in sua direzione.
Draconix temeva di slogarsi la mascella per il suo sorriso troppo esagerato.
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“Mi sembri più alto.” Notò Spearow.
“Io... penso di esserlo.” Rispose Charmeleon “Mi sento anche... più forte.”
“Beh, è anche il minimo. D’altronde, ti sei appena evoluto.” Aggiunse Spearow mentre lo esaminava perplesso “Quindi, a che serve esattamente il corno?”
“Non ne ho idea.” Disse Charmeleon piegando la testa all’indietro, poi la rialzò rapidamente “Ma lo sento pesante. Penso mi ci vorrà un po’ per abituarmici.”
“Sono certo che ti abituerai presto. Fearow ha sempre detto che la parte più difficile dell’evoluzione è abituarsi alle nuove cose che ti spuntano. Ali più grosse, becco più lungo...”
Charmeleon annuì “Charizard diceva sempre che la cosa più strana sono state le ali che aveva sulla schiena. Ma per il momento, tutto quello che ho avuto sembra siano solo miglioramenti diretti.”
“Inoltre quegli artigli ti torneranno utili per usare quella tua mossa.”
Charmeleon annuì “A proprosito. Non mi hai mai spiegato come mai eri tanto sicuro che avrebbe funzionato.”
Spearow sorrise, e ancora una volta Charmeleon si chiese come fosse possibile, prima di rispondere “Perché una volta ho vista la stessa cosa. Siamo stati attaccati da uno Skarmory, perché avevamo invaso il suo territorio o roba simile quando eravamo migrati a Johto. Ed i suoi artigli facevano a pezzi le pietre mentre combatteva contro Fearow.”
“...sul serio? La tua super sicurezza nei miei confronti, derivava semplicemente dal fatto che avevi visto un altro Pokémon farlo?”
Spearow annuì “Ed ha funzionato, no?”
“Non è questo il p... Sai una cosa? Chissene importa. Abbiamo vinto e ora ho quasta nuova mossa da poter sfoggiare. Grazie Spearow.”
“Non c’è di che.”
--
“E’ stato davvero incredibile. C’è un altro sfidante della sfida della Lega che dovrebbe presentasi oggi, perciò, non posso andarmene ora, ma potresti vedere se il tuo amico sarebbe interessato ad un’intervista più tardi quest’oggi?”
Ci pensai un attimo “Certo, nessun problema.”
L’uomo sorrise e mi diede un biglietto da visita “Qui c’è il mio numero. Sento che questo potrebbe portare ad un grandioso futuro per le lotte Pokémon, e se ne parlo...” poi iniziò a ridacchiare, e si fermò.
Lessi il suo nome sul biglietto da visita ‘James Flint, rivista mensile delle lotte di Kanto... beh, penso che potrei sempre chiederlo a Draconix, può sempre rifiutare al massimo.’ Pensai alzandomi ‘E poi, sono anche curioso di sapere cosa sta succedendo.’

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Capitolo 13
*** Farfalle e Uova ***


Darken sospirò guardando i due pannelli per il teletrasporto davanti a lui. Uno lo avrebbe portato dal Capopalestra, l’altro in un’altra stanza. Almeno secondo l’indicazione sul muro. ‘Beh, non ha molto senso pensarci, è solo questione di fortuna.’ Pensò, poi si rivolse a Free “Quindi, quale pensi sia quello giusto amico mio?”
Butterfree volò a cerchio su entrambi per un secondo per poi indicare quello a sinistra. Avanzò e prese quello a sinistra. Un momento dopo e lui e Free si ritrovarono a guardare una grossa arena, senza nulla di insolito. Un normale pavimento dipinto con varie tonalità di viola e con una grossa Poké Ball disegnata al centro. I posti sugli spalti attorno erano vuori eccetto per...
“Copiona?” Chiese notando la ragazza sul bordo della fila più vicina all’arena. “Che ci fai qui?”
“Beh, dato che qualcuno ha deciso di non chiamarmi, offendendomi profondamente, ho deciso di venire qui per fare il tifo per il Capopalestra.” Disse con un ampio sorriso stampato in volto.
“Ma non era oggi la prima lezione del tuo corso di teatro?” Chiese sorpreso.
“E’ stato sei ore fa, Scemoken. Non ci vuole tanto a tornare in macchina da Aranciopoli.” Disse “Sono qui da venti minuti.”
“E che ne sapevi che avrei sfidato il Capopalestra oggi?” Continuò.
“L’ho informata io.” Dise una voce dall’altro lato dell’arena. Un giovane dai capelli blu e dagli occhi con il medesimo colore che si stava facendo avanti sorridendo “Non crederai mica che sfiderò il miglior amico di mia cugina senza che lei possa vederlo.”
“Cosmo!” Gridò Copiona sorridendo “Straccia Scemoken per me, se lo merita!”
Darken lo guardò. Conosceva un po’ Cosmo, ma non erano amici così legati come lo era con Copiona. Anche se sapeva chi fosse, il fatto che aveva chiamato Copiona lo sorprese comunque “Beh, medaglia di bronzo, direi che la nostra lotta due contro due può anche iniziare.”
Darken si irrigidì e guardò verso Copiona “Seriamente gli hai anche detto che sono stato il terzo classificato nell’esame pratico dell’Accademia di Zafferanopoli?”
Lei serrò le labbra e sorrise in modo compiaciuto “Fooooooooorse...”
Darken voleva sentirsi offeso, ma non poteva con Copiona, erano amici da troppo tempo “Sai, questo rende il nostro addio ‘definitivo’ parecchio più strano.”
“Oh, chiudi il becco. E non affatto definitivo.” Rispose, ma questa volta era chiaramente imbarazzata.
“Se voi due avete finito di bisticciare mi piacerebbe cominciare questa sfida.” Darken annuì ed avanzo. Cosmo era diventato Capopalestra di Zafferanopoli meno di due anni fa quando Sabrina, la sua maestra e ragazza, si unì ai Superquattro di Kanto dopo la divisione della Lega Kanto-Johto.”
Iniziò immediatamente schierando il suo Drowzee. Darken invece mandò Tuffball, la Jigglypuff rimbalzò a mezz’aria sorridendo.
--
“Salve signorina. Si direbbe che abbiate dei sogni appetitosi.” Disse Drozwee con calma ed eleganza “Spero che sappiate reggere una sconfitta.”
“Oh, non preoccuparti.” Rispose Tuffball con un sorriso “Dato che non potrai saperlo, visto che vincerò io.” Lo sbigottimeto di Drowzee per la risposta la incoraggiò, ed avanzò “Avanti ragazzaccio, riprenditi e fammi divertire. Non sopporto i piagnoni.”
Drowzee si ricompose e si preparò “Bene, vediamo come farete vincere contro questo.”
Il Capopalestra diede il via e Tuffball balzò in avanti mirando al mento del Pokémon Psico con Libbra. Il Pokémon reagì al colpo e rispose con Ipnosi, le sue dita si muovevano su e giù, nel tentativo di attirare l’attenzione della Pokémon Normale.
“Non guardarlo e attacca!” Gridò l’allenatoe. Lei annuì e balzò in avanti guardando il terreno, in modo da poter vedere i piedi del nemico e capire la sua posizione.
In quel momento fu sollevata da una qualche energia e scagliata contro un muro, per poi cadere a terra ‘Va bene, conosce Confusione.’ Pensò rialzandosi, non era di certo una grande sorpresa, ma Confusione... ‘E’ seriamente problematica se usata così presto.’ Pensò saltando ‘Fortunatamente, so come agire.’
“Ok Tuffball, mantieni le distanze.” Il Jigglypuff annuì ed iniziò a muoversi lentamente attorno a Drowzee. Come le aveva mostrato Free, la debolezza di una mossa telecinetica come Confusione avevano un proprio raggio d’azione. Se avesse mantenuto le distanze non sarebbe stata colpita.
Almeno quella era la teoria, finché Drowzee non iniziò a levitare e si tuffò in sua direzione in velocità Mach a quanto sembrasse. Ci mise un secondo per capire cosa stesse succedendo, ma poi si ritrovò contro la parete “Oh, può usare Confusione anche per lanciarsi. Eccellente. Grande.” Saltò fuori dal foro circolare che si era formato sul muro con un lamento, saltò di lato quando vide Drowzee lanciarsi ancora contro di lei. Corse per mantenere le distanze.
“D’accordo Tuffball, non può colpirti se dorme, vai con Canto!” Gridò Darken. Lei annuì, anche se avrebbe preferito pestarlo a morte con Libbra, ma meglio una vittoria subdola che una sconfitta umiliante. Fece un respiro profondo ed iniziò a cantare mentre correva.
“Just a young gun, with a quick fuse…” Contò mentre correva, e notò Drowzee con aria assonnata “I was uptight, wanna let loose…” Drowzee cadde a terra, cercando di eseguire una Confusione. Tuffball si sentì lanciata contro un muro, ma non si fermò “I was dreaming of bigger things and wanna leave my own life behind…” Drowzee si addormentò e Jigglypuff sospirò sollevata, poi sorrise “E adesso vediamo se riusciamo a sconfiggere questa merdina prima che si svegli.”
Allo stesso tempo, mentre lei si spostava Darken gridò “Ora vai, prima che si svegli. Libbra, Libbra, Libbra!”
Avanzò e gli diede un pugno in faccia, scagliando via il tapiro addormentato come fosse un pallone. Sbatté contro una parete e lei non si fermò un solo istante. Avanzò, pronta ad usare una serie di Libbre contro la faccia ed il petto del nemico, finché non scomparve.
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“Abbastanza violenta la Jigglypuff che hai trovato.” Disse Cosmo richiamando il Drowzee privo di sensi.
“Penso sia un tratto necessario per poter affrontare un Pokémon che ti scaglia contro un muro a cinque metri di distanza.”
“Ma dai, erano a mala pena due.” Rispose Cosmo schierando Exeggcute. Le sei uova-semi erano piccole, pochi centimetri più bassi di Jigglypuff, che di per sé già non è alta.
“D’accordo Tuffball, te la senti?”
Il Jigglypuff alzò il braccio, gesto che Darken considerò come un affermativo e la lotta riprese.
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Jigglypuff balzò in avanti, rimbalzando sopra uno dei sei semi. Con sua sorpresa, questo incasso il colpo e la scaraventò via, ed atterrò sul pavimento ai margini dell’arena. Decise di ignorare la cosa e di rimbalzargli ancora e ancora.
‘E’ strano...’ pensò quando i semi si sparpagliarono dopo il colpo, ciascuno atterrando in una zona diversa dell’arena.
“Dunque un Jigglypuff.” Disse l’unico rimasto, lo stesso che incassò il colpo “Affronto la tua specie abbastanza spesso qui.”
“Oh davvero? E che ne pensi?”
“Che fate tutti la stessa cosa. Libbra, Libbra ed ignorate il raggio d’azione di Confusione.”
“Che vuoi dire che ignor-“ Poi se ne rese conto quando gli occhi di tutti i semi brillarono all’unisono.
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“Merda.” Disse Darken mentre Jigglypuff volava via contro un muro mentre, solo per essere ripresa dal seme di Exeggcute più vicino e scaraventata via.
“Cosa? Che sta succedendo?” Chiese Copiona dal posto suo. Darken si accorse che non era neanche più seduta, ma si sporgeva verso l’arena.
“Sta usando i vari semi per espandere la portata di Confusione. Praticamente ora l’intera arena ora è occupata da una delle teste.” Disse Darken più per sé stesso che altro.
“... questo non è buono.”
“No.” Disse Darken quando finalmente Jigglypuff atterrò sconfitta. La richiamò ed annuì “Hai fatto un buon lavoro.” Disse per poi mandare Free. Butterfree guardò prima le teste e poi il suo allenatore perplesso “Stai attento a Confusione e mira alla testa principale, se sconfiggi quella, le altre faranno la stessa fine.”
Free annuì scese in picchiata.
--
Free aveva passato molto tempo con Darken. Il ragazzo lo aveva come Pokémon domestico da due anni, quando era ancora un Caterpie. Il Pokémon era cresciuto con lui e aveva imparato molto, tra cui tutto quello che Darken conosce sugli Exeggcute.
“Giusto, la testa principale...” guardò il seme al centro dell’arena. Volò al di fuori dalla portata dei vari semi-uova e cercò di escogitare un piano. Notò che Darken stava facendo lo stesso. “Facile dire di stare fuori dalla portata di Confusione, ma conoscendo la mossa so che non è facile.”
“Free, usa Confusione. Sai cosa intendo?” Gridò Darken. Il Coleottero ci pensò un secondo ed annuì.
“Certo, potrebbe funzionare. Ottima idea Darken.” Usò Confusione concentrando l’energia telecinetica attorno a sé, poi si tuffò in picchiata. Sentì l’energia della Confusione nemica rimbalzare ai lati e poi rispose con la sua. Sentì la pressione della sua energia telecinetica schiantarsi contro quella dei nemici, quasi come se i suoi pensieri e quelli dei nemici si scontrassero. Le due ondate si distrusserò, permettendogli di avvicinarsi ai nemici.
“Raffica!” Gridò Darken. Il seme-uovo fu spazzato via dal vento improvviso e rotolò un po’ a terra per poi rialzarsi.
Free avanzò ed usò Confusione interrompendo appena in tempo quella nemica. ‘Se mi prende una volta è la fine, gli altri continuerebbero a scaraventarmi in giro.’ Pensò attentamente, poi attaccò con una seconda Raffica. L’Exeggcute continuò a rotolare via, poi Cosmo diede un’ordine.
“Free, attento alle spalle!”
Il Pokémon si abbassò di riflesso, ma non fu abbastanza veloce. Un oggetto tondo lo colpì in testa facendogli perdere l’equilibrio, mentre altri volarono nelle vicinanze. Con sua sorpresa, vide che gli altri semi erano tornati intorno a quello principale, ricompletando Exeggcute. ‘Ah, li stava richiamando. Quello di prima era un Attacco Pioggia?’ Si chiese, ma il fatto che gli facesse male la nuca significava che lo fosse.
“Passa all’offensiva, ci dobbiamo giocare tutto.” Gridò Darken e Free si trovò nuovamente d’accordo. Exeggcute si era ricomposto per poter vincere, ed era quasi impossibile per lui ormai disperdersi ancora, il che significa che probabilmente puntava a finire lo scontro con un ultimo attacco.
“Tutti insieme!” Gridarono i sei mentre Butterfree avanzò sorpreso, dato che le altre teste non avevano parlato prima. Le ignorò, poi sentì la pressione della Confusione, e risponse con la sua, ma con stupore notò che era più forte delle precedenti ‘Ovvio, stanno lavorando insieme adesso. Dannazione.’ Indietreggiò per essere fuori dalla loro portata collettiva. Aveva bisogno di un piano.
Aveva bisogno di un piano ‘Potrei tuffarmi e provare a finirli con un colpo solo. Probabilmente sono molto indeboliti. La domanda è... riesco ad indebolire la Confusione abbastanza da poterli colpire?’ Guardò Darken che annuì appena. Si conoscevano da molto tempo, sapeva che l’allenatore si fidava di lui ‘Sempre ad insegnarmi qualcosa...’ Pensò sorridendo per poi andare in picchiata. Le due Confusioni si scontrarono di nuovo, e Free come previsto, sentiva che la sua non avrebbe resistito all’attacco, ma lasciò la presa, fu respinto indietro, ma resistette ed usò Raffica. Il vento fece volare via Exeggcute, facendoli sbattere contro il muro per poi cadere a terra sconfitti.
--
Darken sospirò sollevato. C’era mancato poco. Se la Confusione di Butterfree non avesse contrastato gran parte di quella di Exeggcute, probabilmente avrebbe perso.
“E’ stata una bella lotta.” Disse il Capopalestra avvicinandosi a lui “Devo concedertelo. Usare Confusione contro Confusione è stata una mossa audace. Come ti è venuto in mente?”
“Ho allenato Free per fargli usare Confusione, e abbiamo capito che doveva pur esserci un modo per bloccarla.” Spiegò Darken.
“Beh... è stato facile da spiegare.” Disse Cosmo “Comunque, ecco la tua medaglia.” Disse mostrando la Medaglia Palude. Nonostante il nome in realtà era un cerchio d’oro dalla forma perfetta. Darken non aveva mai capito perché la medaglia della palestra Psico si chiamasse Medaglia Palude e quella Veleno invece Medaglia Anima. Probabilmente era una tradizione risalente alla storia della prima Lega di Kanto.
“Grazie Cosmo.” Rispose prendendola. La medaglia la sentiva leggera in mano, ma sapeva quanto fosse importante. Era il suo primo passo verso la Lega.
In quel momento qualcuno gli venne addosso e si ritrovò abbracciato da Copiona “Sei stato fantastico!” Urlò.
“Umh, non dicevi che tifavi per il Capopalestra?” Chiese Darken.
Copiona rise “Beh, si, ma ho cambiato idea.”
I due scoppiarono a ridere e Cosmo tossì “Mi dispiace interrompere la chiacchierata amichevole. Ma devo dire due parole a Darken in qualità di Capopalestra.” Copiona fece il broncio, ma lasciò andare Darken “Prima di tutto, congratulazioni. Questo è stato il tuo primo grande passo verso la tua sfida per la Lega. Per il resto... beh, ti auguro davvero buona fortuna e spero tu ti diverta. La sfida delle palestre è fantastica ed essere un allenatore è dura, ma gratificante. Spero di rivederti alla Lega.” Consluse sorridendo “E questo è tutto per le congratulazioni in veste ufficiale. Per quanto riguarda alle congratulazioni in veste di cugino della tua migliore amica... sei stato grandioso. Una lotta ben al di sopra di un principiante. Continua così.”
Darken sorrise arrossendo per i complimenti, ma annuì “Ancora grazie di tutto Cosmo.” Gli disse.
“Grazie a te per la lotta.” Rispose il Capopalestra dandogli una pacca sulle spalle “Divertiti durante la tua sfida.”
Annuì, poi sia lui che Copiona uscirono dalla palestra ‘Ci sono riuscito.’ Pensò ‘Ho vinto...’ Si sentì indicibilmente felice.

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Capitolo 14
*** Una Relazione Spigolosa ***


Giuls aveva camminato da tutto il giorno, ma non aveva fatto i progressi sperati. Era consapevole che la strada per il Monte Luna distava due o tre giorni ‘A meno che tu non sia Blu. Quell’arrogantone è perfettamente capace di arrivare in una sola giornata, testardo com’è. Probabilmete starà vedendo Celestopoli in questo momento.’ Pensò, come se dovesse indovinare, il piano di Blu era quello di sfidare le prime due palestre per avere quanto più vantaggio possibile da loro, poi allenare la sua squadra fino ad un certo livello per poi continuare a procedere. Sarebbe da lui d’altronde.
Alzò gli occhi verso il cielo, il sole stava lentamente calando oltre l’orizzonte. Grazie alle formazioni rocciose attorno al Monte Luna, il sole stava sparendo molto prima di quanto dovesse. Si chiese se fosse una buona idea allestire un accampamento o se fosse stato meglio continuare fino a raggiungere la Casa per Allenatori più vicina sul sentiero. Controllò il cellulare con la batteria ancora carica ‘Ho ancora tempo, nel peggiore dei casi posso sempre accamparmi per la notte.’ Pensò ‘Ma preferirei allenarmi un po’ di più, io e Bulbasaur ne avremmo davvero bisogno.’
Il suo rapport con il Pokémon Erba/Veleno era un po’ migliorato adesso, ma tutt’altro che ideale. Specie quando Bulbasaur percepiva un nemico dietro di lei, in quel caso era quasi impossibile che desse retta alla sua allenatrice ‘Mi chiedo se prima o poi capirà che guardare dall'alto in basso un avversario possa farla perdere.’ L’unico cambiamento che aveva notato al momento nel suo starter, oltre al fatto che le desse retta nelle lotte più importanti, è che era diventata più brava a controllare l'area circostante. Chiaramente non voleva commettere lo stesso errore che la fece perdere ‘Onestamente è quasi spaventoso quando bene abbia appreso la lezione. Ha un talento impressionante o è tra i Pokémon più intelligenti che io conosca.’
Si girò verso di lei. La Pokémon stava usando quello che Giuls ormai stava per definire il suo nuovo stile di combattimento. Evidentemente Bulbasaur aveva deciso che le sue liane fossero di gran lunga la sua migliore qualità, iniziò iniziò ad usarle per tutto. Nel suo combattimento attuale contro un gruppo di Nidoran, tre maschi e due femmine, tra cui c’era una femmina appena sconfitta. Stava usando Frustata con la liana sinistra sui rami di alcuni alberi per schivare le pericolose Beccate dei suoi nemici, per poi colpirli o legarli con la liana destra. ‘Questa è un’altra cosa che ha appreso ora che ci penso, e non va bene.’ Pensò scuotendo la testa. Quelle movenze sono state ottime contro Geodude e contro Onix sopratutto, ma ora ne stava abusando. Una cosa è usarlo una volta in palestra per saltare sopra un Pokémon ignaro, ma se ne avesse fatto uso troppo spesso, il nemico l’avrebbe prevista senza problemi. ‘Inoltre quando si evolverà potrebbe diventare uno stile di combattimento non sostenibile, a meno che io non stia sottovalutando la forza delle liane di un Venusaur.’
Osservò l’ultimo Nidoran legato, sollevato per poi sbatterlo a terra, sconfiggendolo e sospirò ‘Come faccio a spiegarle che diventa prevedibile se riesce a sconfiggere qualsiasi Pokémon incontra?’ Richiamò il suo starter, che mollò la prese dal ramo su cui si era appesa per poi avvicinarsi allegramente a lei “E’ stata una bella lotta.” Disse “Ma dovresti far meno affidamento su Frustata ed usare anche altre mosse. Di recente hai rilasciato delle polveri, ma non ti ho mai visto usarle in battaglie.”
Bulbasaur sbuffò ed iniziò a cercare altri avversari. La speranza che Bulbasaur avrebbe capito che si sbagliava nella maniera più semplice si rivelò inutile ‘Accidenti perché la mia starter doveva essere una totale co-‘
“Eilà!” Urlò la voce, interrompendo i suoi pensieri “Eilà! C’è qualcuno che potrebbe aiutarmi?” Replicò la voce con tono più alto. Capì che proveniva da sud, in una zona con erba e rocce con pochi alberi. Iniziò a camminare in quella direzione.
Si mise le mani attorno alla bocca, sollevò la testa al cielo ed iniziò a chiamare mentre camminava “Eilà? C’è qualcuno? Posso es- oooh!” Urlò quando i suoi piedi posarono sul nulla, iniziando a gridare mentre cadeva fino a quando non toccò terra.
“Emh, salve.” Disse la voce ora più vicina, ma non forte. Alzò gli occhi e vide un uomo che a causa degli abbigliamenti sembrava un ricercatore, con un lungo camice da laboratorio ed un paio di piccoli occhiali tondi. La sua testa era coperta da un elmetto, probabilmente per proteggerlo da eventuali detriti da cui sporgevano corti capelli castani ai lati. Lei desiderò averne uno in quel momento.
“Cos’è successo?” Chiese, mentre l’uomo allungò una mano per aiutarla ad alzarsi.
“Temo, mia cara, che tu ti trovi nella mia stessa situazione. Ovvero, sei caduta nel buco che io e la mia squadra abbiamo scavato.” Giuls si guardò rapidamente attorno, notando varie cose. Per prima cosa la fossa era di una ventina di metri per venti, e a giudicare dai vari oggetti veniva usato per studiare qualcosa. La seconda cosa notata era una serie di grosse pietre sparse in giro. La terza è che la fossa era profonda circa cinque metri senza apparenti scale per uscire.
“Dunque, ho molte domande. In ordine di importanza. Chi è lei? Perché ha scavato questa fossa? E come ci è finito dentro?”
“Ah si, una storia alquanto affascinante mia cara. Sono il Professor Cosmi, della bellissima regione di Hoenn a sud-ovest.” Disse l’uomo orgoglioso “Sono un ricercatore interessato sopratutto sui grandi misteri dell’universo: siamo soli? Cosa c’è fuori dal nostro pianeta? Le leggende di Pokémon provenienti dalla spazio sono reali?” Fece una giravolta drammatica indicando le grosse pietre “E queste sono solo alcune delle chiavi per le mie tante domandi. Questi sono veri e propri meteoriti che si sono schiantati qui al Monte Luna, centinaia di millenni fa o addirittura milioni di anni fa.”
‘Sono stime alquanto diverse.’ Pensò Giuls.
“Ho intenzione di scoprire cosa li ha portati qui.”
“... la gravità?”
Il Professore sbuffò “Questa è solo la spiegazione semplice. No, penso che questi meteoriti siano le navi che abbiano condotto gli antenati dei Clefairy sul nostro pianeta.” Disse orgoglioso battendo un pugno sul proprio petto “Penso che questa sia la prima prova dell’esistenza di Pokémon spaziali.”
Giuls osservò i meteoriti. Erano alquanto grossi, ma non riusciva ad immaginarsi un gran numero di Pokémon cavalcarli, figuriamoci per l’intera specie dei Clefairy ‘E sono finita a parlare con un pazzo in un buco.’ “Umh, tutto ciò è molto interessante, ma non dovremmo discutere sul vero problema? Ovvero, come usciamo?”
“Ah, giusto mia cara, ovviamente.” Disse toccandosi il naso “Vedi, ho avuto un... dibattito con il mio team, il quale non sambrava entusiasta di dover aspettare oltre il pagamanto. Sapere che qualcosa di così semplice come il denaro possa ostacolare le mie ricerche è un insulto...”
“D’accordo, e?”
“E si sono rifiutati di venire qui con me oggi. E certamente sono venuto da solo, non potevo lasciare simili tesori incustoditi. Purtroppo però si sono rotte le scale.” Disse indicando un lato della fossa dove Giuls notò quelli che sembravano resti di una scala “E così mi sono ritrovato intrappolato. Poi ho sentito qualcuno parlare in lontananza e ho cercato di chiedere aiuto. Purtroppo però sei caduta qui pure te! Dovesti guardare dove metti i piedi.”
‘Mi sono distratta per colpa di qualcuno che chiedeva aiuto!’ Pensò, ma non disse nulla “Quindi non abbiamo nessun modo per poter uscire? Non ha Pokémon in squadra?”
“Sfortunatamente alla fine della discussione con il mio team di ricerca, mi sono precipitato fuori dal laboratorio, dimenticandomi le mie Poké Ball. Altrimenti avrei potuto uscire da qui con il mio Swellow.”
Giuls sentì una fitta allo stomaco al solo pensiero di volare, ma poi si calmò ‘Certo, mi sembra ovvio.’ Pensò “Beh, io ho un Pokémon. Bulbasaur!” Urlò “Mi senti? Bulbasaur! Ti prego!”
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Bulbasaur inizialmente non aveva notato l’assenza della sua allenatrice, pensando le stesse lasciando far fare due passi “Certo, ha finalmente capito che so cavarmela da sola senza il suo costante controllo. A proposito, come osa criticare le mie Frustate, quando è grazie ad esse che ha vinto la sua preziosissima medaglia.” Ripensò alla sua lotta del giorno prima. Ora si era resa conto che i consigli della maschiaccio potevano tornare utili, ma non dovrebbe comunque impicciarsi sul suo allenamento, evidentemente non capiva che le sue capacità sono più che sufficienti per sconfiggere normali avversari.
Notò la sua prolungata assenza solo quando iniziò a sentirsi un po’ stanca, dopo circa cinque combattimenti con i Pokémon selvatici. Normalmente la maschiaccio non ci avrebbe messo così tanto, non che ce ne fosse bisogno, ma sarebbe stato carino da parte sua “Dov’è andata? Mi sta ignorando?”
Tornò indietro nel poso dove l’aveva vista l’ultima volta, fino al punto in cui il percorso si diramava in una pianura rocciosa. Fu allora che sentì un debole richiamo.
“Bulbasaur! Bulbasaur!” Era chiaramente la voce della maschiaccio. La seguì finché non notò che la voce sembrava provenire curiosamente da sotto l’orizzonte. Poi si rese conto del perché quando vide una grossa buca scavata, chiaramente scavato da umani e Pokémon e non dalla natura.
“Oh! Eccoti!” Disse la ragazza sorridendo “Abbiamo bisogno che tu ci aiuti.” Disse indicando l’uomo vicino a lei. Bulbasaur capì che entrambi erano intrappolati là “Pensi di poterci far uscire con le tue liane?”
“Va bene anche solo lei, posso darle una corda e fare in modo che mi tiri su con essa.” Aggiunse l’uomo vicino.
Bulbasaur sbuffò e stava per usare le liane per prendere la ragazza, finché un’idea non le balenò in testa, lei sorrise ‘Oh, quindi ora dovrei usare le mie liane? Eppure mi pare di aver capito che dovrei tenerle da parte.’ Sorrise ancora di più ‘Prima voglio sentirtelo dire, e poi ti tiro fuori.’
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Giuls attese con impazienza. Attese ed attese “Umh, Bulbasaur?” Chiese alla Pokémon sauro in cima alla fossa, mentre il Pokémon Erba continuava semplicemente a guardarla.
“Umh, ma è normale?” Chiese il Professor Cosmi “Forse non ha capito?”
Giuls la guardò “No, credo che lei... Oh santo Arceus, SEI SERIA?!” Urlò. Bulbasaur ridacchio semplicemente ‘Si, è decisamente seria.’ “Seriamente Bulbasaur? Seriamente? Ti ho solo dato un consiglio sai?”
La Pokémon continuò a guardarla, aveva un’espressione compiaciuta sul viso. Giuls serrò il pugno.
“C’è qualche problema?” Chiese Cosmi.
“Sembra che la mia Bulbasaur si aspetti delle scuse per un semplice commento che le ho fatto sul suo attuale stile di combattimento, che fa troppo uso di Frustata.”
“Ah capisco. Lo farai?” Chiese il professore.
“No, non lo farò! Era un commento assolutamente giustificato. Ha usato Frustata tutto il giorno solo perché ha funzionato in palestra, anche quando aveva occasioni per usare altre mosse. Dovrebbe ascoltarmi quando le do dei consigli, siamo allenatorice e starter.”
Bulbasaur sbuffò, rumorosamente questa volta. Il ricercatore si rivolse a Giuls “Mia cara, capisco i molti, molti problemi che hai al momento, e penso che dobbiate risolverle... ma fuori da qui.”
“Se lascio correre, Bulbasaur penserà di poter fare tutto quello che vuole. Non lo farò. Forza Bulbasaur, tiraci fuori di qui.” Rispose Giuls, Bulbasaur si sedette e continuò a guardarla. Giuls sentì di aver raggiunto il punto d’ebollizione “Va bene allora, sieti pure lì ad aspettare delle scuse che non ti meriti e che non arriveranno mai!” E se ne andò nel lato opposto della fossa dove si sedette a braccia conserte.
Cosmi alzò lo sguardo verso Bulbasaur “Quiiiiiiiindi, qualche possibilità che tu mi faccia uscire?” Bulbasaur scosse la testa ed indicò in direzione a Giuls con una liana.
“Oh, riusciresti a sollevate solo lei.” Disse. Bulbasaur annuì.
Giuls vide Cosmi camminare in sua direzione “Qualche possibilità che io ti convinca a scusarti?” Chiese.
“Come ho detto, siamo allenatrice e starter. Era disposta a darmi retta in palestra, dovrebbe farlo anche qui. Non ho fatto altro che dirle cose carine negli ultimi giorni, e questo è quello che ottengo in cambio?” Giuls sospirò “E io che pensavo che la nostra relazione stesse migliorando...”
Cosmi sospirò a sua volta e si sedette vicino all’allenatrice “Dunque, dato che siamo bloccati qui, ti piacerebbe imparare qualcosa?”
Giuls sospirò di nuovo”Sicuro, certo come no. Qualcosa riguardante i Clefairy che provengono dallo spazio?”
“Sento del sarcasmo immeritato dalla tua risposta, ma no, poso solo parlare di quest’ipotesi senza andare sul tecnico. No, quello di cui voglio parlarti è riguardo i miei altri viaggi. Sai sono un ricercatore Pokémon e di meteoriti da sedici anni ormai. Ho iniziato con le Cascate Meteora vicino la mia città natale, ho visitato Unima, Sinnoh, Alola ed il Settipelago. Quindi se vuoi, posso raccontarti di alcune cose che ho trovato là.”
“Mi farebbe davvero piacere.” Disse Giuls ‘Forse non è poi così male.’
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‘Non si è ancora scusata.’ Pensò Bulbasaur guardando la sua allenatrice. All’inizio era più uno scherzo che una vera richiesta se doveva essere onesta. Si aspettava solo che la ragazza si sentisse in colpa per averla rimproverata, invece mantenne la sua posizione e se ne andò ‘A dire il vero è alquanto ammirevole.’ Pensò. La maschiaccio stava ora parlando con il professore, il quale faceva del suo meglio per spiegare che aspetto avesse una roccia spaziale rispetto ad un’altra.
Bulbasaur decise di avvicinarsi a lei sul bordo della fossa. Avvicinandosi sentì chiaramente quello che stava dicendo l’uomo “Vedi, l’entrata per la Fossa Gigante è chiusa perché si ritiene sia la tana di un qualche Leggendario. Ma studiare l’area d’impatto circostante è stato comunque di incredibile importanza.” Disse “A dire il vero, dovrei averlo...” Si avvicinò per cercare qualcosa nello zaino fino a quando non si voltò mostrando una pietra rotonda “Questo penso sia un frammento dello stesso meteorite che secondo le leggende portò il Grande Drago di Unima sulla Terra.” Disse. Guardandolo, Giuls non vide nulla di diverso, uguale a qualsiasi altra pietra abbia mai visto, ma era chiaro che lo scienziato ci avesse pensato molto.
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“Ecco, sentiti libera di toccarlo. Finché non lo rompi, non c’è alcun problema.” Disse. Giuls sorrise e prese la pietra in mano. Poi ci fu una luce bianca. Entrambi furono scioccati per un secondo, finché il frammento non smise di brillare e tornò alla normalità. Giuls lasciò andare l’oggetto, sentendo qualcosa che le saliva il braccio, come un formicolio. Non vide nulla, ma la sensazione si estese fino alla spalla finché non si dissipò.
“Cos’era...” Disse “Cos’era quello?” Chiese rivolgendosi al professore, il quale era sorpreso quanto lei. L’uomo prese la pietra da terra e la esaminò con attenzione “E’... affascinante, davvero affascinante. Non ha mai reagito così, nè con me, nè con i miei assistenti. L’ho anche mostrata ad altra gente, ma con nessuno ha reagito così. Il tuo braccio e la tua mano sono apposto?”
Giuls controllò, ma non c’era la minima traccia di danni “Sembrava... strano, per un istante. Ma ora è andato.”
Cosmi annuì “Si, questa è davvero una scoperta interessante. Questo meteorite è relativamente recente, quindi, possibile che contenga una qualche forma energetica? E’ possibile che le teorie riguardo l’esistenza di energia dentro i meteoriti di tutto il mondo siano reali? Il Professor Alden di Hoenn afferma che le rovine testimoniano l’esistenza di un antico culto sulle meteore ad Hoenn, mentre il Professor Lund afferma che ci possa essere un qualche utilizzo per il Pokémon Leggendario Deoxys, e le ricerche del Professor Oak hanno dimostrato un comportamento simile da parte dei Clefairy, sebbene lui dice che sia dovuto all’origine delle Pietrelunari, e poi naturalmente c’è la leggenda del Drago di Unima, direttamente collegata al meteorite in questione... Davvero affascinante!” Poi improvvisamente si rivolse a Giuls “Mia cara, potresti esserti imbattuta in quella che potrebbe essere una scoperta in grado di cambiare il mondo se riuscissimo a ripetere il processo. Potresti considerare di toccarla di nuovo?”
Giuls la toccò con insicurezza, ma non successe nulla. La pietra rimase inerte. Il Professor Cosmi rimase perplesso per un secondo “Davvero un peccato, si. MA, abbiamo visto in prima persona qualcosa degno di nota, se solo potessimo lasciare questo buco...” Nel frattempo Giuls si avvicinò ad un altro meteorite e lo toccò. Non ci fu alcuna reazione. Il Professor Cosmi scosse la testa “Si, sembra proprio che la reazione sia stata unica nel suo genere, che sfortuna. Mi chiedo se abbia a che vedere con il tipo di meteorite... Dimmi, sei per caso di Unima?”
“No signore, mio padre è di Kanto, mentre mia madre è originaria di Hoenn.” Disse.
“Capisco... beh, non ha molto senso fare supposizioni a caso in questo buco. Esaminerò questa pietra più in là, ma per ora...” Alzò gli occhi “Mi perdoni signorina Bulbasaur, potrebbe essere così gentile da permettere alla signorina...” Guardò Giuls “Oh cielo, temo di non sapere il tuo nome signorina.”
“Sono Giuls. Giuls Touki.” Rispose.
“Capisco. Quindi, potrebbe permetterle di venire ad aiutarmi? Dovremmo davvero uscire.” Disse tornando a parlare con Bulbasaur.
Bulbasaur guardò Giuls “Non intendo chiedere scusa per quello che ho detto.” Disse. La Pokémon sospirò, ma sorprendentemente allungò le sue liane permettendo alla ragazza di aggrapparsi “Grazie.” Disse Giuls una volta tornata in cima con una corda sulla schiena per far uscire Cosmi“Ma per favore non farlo mai più.” Si fermò per un secondo “Voglio dire, lasciarmi dentro un buco senza aiutarmi.”
Bulbasaur sorrise, cosa che Giuls interpretò come un ‘Forse’ e poi preparò la corda legandola ad un albero vicino per sicurezza. Il professore rimase a cercare qualcosa vicino al PC, poi corse verso la fune e si fece sollevare con l’aiuto di Giuls “Bene, grazie mia cara.” Disse “Oggi mi hai mostrato qualcosa di davvero straordinario, dunque, eccoti un piccolo regalo.” Le mostrò una pietra “Questa è una Pietralunare, una di quelle che ti ho menzionato prima. Permette ad alcuni Pokémon di evolversi. Non so se ti tornerà mai utile, ma per favore tienila. Inoltre, non è di grande interesse per me, le formazioni di Pietrelunari attorni ai createri delle meteore sono per lo più comprese.”
Giuls prese la pietra sorridendo “Grazie, professore.”
“Non pensarci neanche cara. Se mai dovessi andare a Hoenn, sentiti libera di visitare il mio laboratorio a Brunifoglia.”
“Certamente professore.” Rispose, ma non era certa che lo avrebbe mai fatto. Non aveva piani di visitare Hoenn presto.
“Beh, dunque, ormai è alquanto tardi.” Disse indicando il cielo. Fu allora che Giuls si rese conto che il sole era calato del tutto dietro le rocce con l’unica luce rimasta che si faceva più fioca, mentre le stelle diventavano visibili “Buona fortuna per il tuo viaggio.” Disse poi guardando Bulbasaur e facendole l’occhiolino “E buona fortuna con lei, è una ragazza alquanto testarda.” E detto ciò se ne andò con Bulbasaur che sbuffò.
Giuls guardò la sua mano destra, quella che aveva toccato il meteorite, ma non c’era nessun segno “Mi chiedo cosa fosse...” Disse mentre camminava attorno al buco. Poi guardò Bulbasaur “Beh, è stata sicuramente una lunga giornata. Ci prepariamo per il campeggio?” Chiese e Bulbasaur annuì e se ne andarono insieme.

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Capitolo 15
*** Amici, Rivali e Conoscenti ***


“Quindi questo tipo vuole intervistarmi?” Chiese Draconix seduto ad un tavolo nell’atrio del Centro Pokémon, bevendo del tè freddo.
“Già, così sembra.” Risposi “Dice che la tua mossa è alquanto incredibile e pensa sia correlata a quella di Jasmine a Johto, che ha delle similitudini e danneggia gravemente i tipi Roccia.”
“E’ interessante, anche se non so cosa potrebbero avere in comune.” Disse “Tuttavia non sono contro l’intervista. Com’è questo giornalista?”
“Sembra conoscere parecchio le lotte Pokémon ed è alquanto amichevole. Non è molto interessato alle lotte di basso livello. Penso che ciò che gli interessi siano gli sfidanti della Lega, dato che era lì per controllare uno di loro.”
“Beh, ha senso. Gli allenatori professionisti iniziano a farsi un nome solo alla sesta o settima medaglia, a meno che non accada qualcosa di sbalorditivo. E’ ovvio che un giornalista non si occuperebbe di una lotta di basso livello.” Disse Draconix “Hai il numero? Gli dirò che ci sono con una chiamata.”
Annuì e presi il biglietto da visita del giornalista dal portafoglio, per poi darlo a Draconix. Il giovane lo lesse “James Flint... ne hai mai sentito parlare?”
“Ho controllato online. Apparentemente è un tipo importante, ha scritto molti articoli sugli sfidanti della Lega.”
Draconix annuì “Bene, vediamo se riusciamo a organizzare un incontro...” Disse tirando fuori il telefono e componendo il numero.
Lo guardai al telefono finché l’altro non rispose, poi Draconix riattaccò sorridendo “Dice che sarà qui tra venti minuti e di portarmi anche Charmeleon.”
Sorrisi notando l’espressione del mio amico “Felice che si sia evoluto eh?”
“Scherzi? Sono estasiato! E’ a metà strada per diventare un Charizard, e si è pure evoluto nel miglior momento possibile, subito dopo lo scontro con un Capopalestra. E’ stato così figo.”
“Immagino. Temo che Gastly abbia ancora parecchia strada da fare prima di diventare un Haunter. E’ probabile ci vorrà del tempo prima che si evolva.”
“Giusto. A proposito del futuro, che piani hai dopo Celestopoli?”
“Penso che salterò Zafferanopoli e andrò ad Arancipoli. Una palestra Psico non è proprio il massimo per Gastly, penso che aspetterò finché non sarà un Gengar prima di farci un tentativo.”
Draconix annuì “Davvero userai un solo Pokémon?” Chiese “Sembra dura per entrambi.”
“Beh, che posso dire? Se dovessi imbattermi in un altro Spettro, potrei prenderlo, ma è una possibilità assai remota. E non voglio catturare altri Gastly solo per usarli come rimpiazzo.”
Draconix annuì “Beh, hai del tempo per poterci ragionare. Ma assicurati di farlo prima della Lega.” Aggiunse sorridendo per dimostrarmi che era un commento fatto in buona fede.
“Di sicuro. Come potrei vincere altrimenti?”
“Ti piacerebbe, sarò io a diventare Campione.”
“Come no Dracotung.” Risposi con una risatina.
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Darken osservò la strada. Il Percorso 7 era il più corto di tutti i percorsi, avrebbe impiegato solo sette ore per arrivare a Celestopoli da Zafferanopoli se qualcuno avesse camminato il più velocemente possibile, cosa che lui non stava davvero facendo. Lui e Free stavano cercando altri Pokémon con cui imbattersi, ed era già incappato in un Meowth ed un Abra. Doveva però trovare anche un Oddish ed un Bellsprout, oltre ad altri esemplari però non interessati nell’evolversi, ammesso che ce ne siano. ‘Questo mio ideale sarebbe più facile da realizzare se solo potessi parlare con loro.’ Pensò, poi sospirò. Nonostante ci fossero leggende a riguardo, non aveva mai saputo di momenti in cui Pokémon e umani si parlassero, la cosa che più si avvicinava erano le illusioni auditive degli Spettri, ma di solito erano usate per scherzo, e pareva che gli Spettri non potessero usarle per delle vere e proprie conversazioni.
I suoi pensieri furono interrotti da una voce alle sue spalle “Ma se non è il terzo classificato.” Disse la voce da dietro.
‘Santo Arceus, non lui.’ Si voltò con un sospiro “Ciao Rennard. Che ci fai qui?” Guardò l’altro allenatore. Aveva la sua stessa età, indossava con orgoglio una giacca rossa a maniche lunghe, jeans blu ed una camicia verde, ma ciò che spiccava erano i suoi capelli blu. Anche se non era una cosa così insolita, capelli di quel colore erano comunque rari a Zafferanopoli e probabilmente lo avrebbero reso il bersaglio di molte prese in giro... se non fosse così bravo in battaglia. Certo, il sorriso compiaciuto sul volto rivelava quanto fosse sicuro di se stesso rispetto agli altri.
“Non molto a dire il vero, mi sto solo allenando un po’ prima di partire per Fucsiapoli. Ma sono felice di vederti qui in giro. Avevo bisogno di sbollirmi un po’.”
‘Merda.’ “Ascolta Rennard, so che non abbiamo avuto il miglior rapporto, ma possiamo smettere? Siamo entrambi allenatori autorizzati ormai, non più bambini.”
L’altro lo guardò “Ma guarda un po’ chi fa’ l’adulto adesso. Ascolta, lo dirò soltanto una volta: non m’interessa terzo classificato. Sei solo stato fortunato nel non avermi incontrato prima della semi-finale, quindi assicurati di ricordare la tua posizione. Copiona non è qui per proteggerti.”
Darken scrollò le spalle. Tutti avevano capito da tempo che Rennard aveva una cotta per Copiona, ma lei lo odiava, per ragioni alquanto ovvie. Darken era sicuro al 90% che Rennard lo odiava perché pensava che l’allenatore fosse il ragazzo di Copiona o roba del genere “Non ho bisogno della protezione di Copiona. Hai vinto quella battaglia, ma non significa che tu possa vincere ora.”
Free in quel momento si avvicinò, guardando Rennard negli occhi. Darken premette una delle sue Poké Ball, e Jake, il suo Hitmonchan, uscì fuori, avvicinandosi ai tre.
“Wow, sembra tu abbia abbastanza Pokémon.” Rispose, poi lasciò andare il giovane “E comunque non ha senso che combattiamo tra di noi adesso. Potrei sconfiggerti, ma ciò non porterebbe a nulla. Invece ti schiaccerò alla Lega, e lì tutti sapranno chi è il migliore. Sarà meglio che tu non perda prima di allora. Sistemerò le cose sia con te che con quel tipo, Raziel, di Lavandonia.” Disse prima di andarsene.
“Si, come ti pare.” Borbottò Darken. Era precisamente il Rennard che ricordava. Si getta, insulta e poi scappa quando qualcuno si intromette per fermarlo, solitamente Free o Copiona. Se non fosse stato talentuoso come combattente, Darken era certo che sarebbe stato espulso da tempo. Era riuscito ad arrivare in finale solo per perdere contro il tipo di Lavandonia “Un giorno dovrei ringraziarlo per aver vinto, Copiona aveva detto di non averlo mai visto così infuriato da quando la sua Chansey lo ha colpito in faccia “accidentalmente” con un Uovobomba, anziché colpire il suo Pokémon.” Ridacchiò, poi sorrise a Free e Jake “Grazie ragazzi, siete sempre fantastici.”
E detto ciò i tre si allontanarono per cercare altri Pokémon. Nessuno di loro notò lo guardò che Rennard lanciò loro prima di scomparire per la strada.
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“Riassumendo, tu non ne hai la più pallida idea.” Disse il giornalista esaminando gli artigli di Charmeleon dopo la lunga intervista con il giovane allenatore.
“Io... penso di si. Charmander si è allenato ad usare Graffio su una roccia finché non ha sviluppato Spaccartigli.” Draconix spiegò. Il giornalista lo guardò in faccia con i suoi occhi rossastri fissi sull’adolescente dai capelli castani, poi si voltò e sospirò.
“Qualche teoria in merito?”
Draconix ci pensò per un momento, poi annuì “Penso esistano altri tipi oltre ai quindici che conosciamo.”
L’uomo ridacchiò “Beh, non sei il primo che mi parla di questa possibilità, nonostante nessuno abbia mai portato delle prove che lo confermi. Ma ho dato un’occhiata. Luce, Tenebre, Suono, Metallo e Cosmico sono quelli più teorizzati. Ma al momento nessuno è stato in grado di scoprirli.”
Draconix annuì “Già, conosce delle persone che sono state messe in ridicolo per aver provato a portare delle prove.”
Anche Raziel annuì “Ricordo di un ragazzo che si era presentato a Lavandonia sostenendo che il suo Misdreavus fosse anche di tipo Cosmico e che dunque sarebbe stato in grado di sconfiggere tutti i Gastly della Torre Pokémon. Ricordo che hanno dovuto trascinarlo fuori prima che fosse troppo tardi.”
“Già, è proprio questo il problema. Ormai l’idea è stata ridicolizzata a tal punto da aspiranti scopritori che gli scienziati seri trattano l’argomento con le pinze.” Dichiarò il giornalista “Alcuni miei colleghi hanno perso ogni credibilità per aver riportato qualche teoria.”
Draconix sospirò “Già, è una pessima idea fare ricerche su nuovi tipi, a meno che non vengano portato delle prove schiaccianti. Fino a vent’anni fa, quando il tipo Volante è stato scoperto essere diverso da quello Normale, la faccenda divenne quasi un tabù.”
L’uomo scosse la testa “Ed è così anche oggi. Dichiarare di aver scoperto un nuovo tipo porta solo guai. Spero che a te non dispiaccia se non tratto di questo argomento sull’articolo. Ma se dovessi trovare più prove, contattami.”
“Certamente.” Disse Draconix. Flint allungò la mano e Draconix la strinse con un sorriso.
“Beh, è meno di quanto mi aspettassi, ma almeno potrò fare un’articolo secondario decente.” Disse “Giovane allenatore sconfigge Brock con una mossa sconosciuta... Si, mi sembra una buona idea.” Continuò, mezzo perso fra i suoi pensieri “Beh grazie del tuo tempo e buona fortuna con la tua sfida per la Lega.”
“Nessun problema. Per curiosità, com’è andata con l’allenatore che volevi assistere?” Chiese Draconix.
“Oh, ha perso in un 2 a 0. Non penso che ciò lo fermerà, ma avrà bisogno di una strategia migliore per la prossima volta.” Rispose James con tranquillità “Non è facile quando l’ultima palestra che affronti è specializzata nel tipo Roccia, quando lui è specializzato nei tipi Fuoco e Volante.” Aggiunse con un sorriso “Se vuoi saperne di più ti consiglio di comprare la prossima edizione della mia rivista e leggere l’articolo, se supererà la stampa.”
Draconix ridacchiò “Lo farò. E poi l’avrei comprato comunque.”
Il giornalista si rallegrò per questo “E’ bello vedere qualcuno con buon gusto. A rivederci.” Disse lasciando l’atrio, mentre uscì prese il telefono “Si capo, ho quell’articolo. Ho alcune cose interessanti, come una nuova mossa che sembra efficace contro il tipo Roccia. Il soggetto del mio articolo principale ha perso, ma sono certo che ci riproverà... Si, lo spedirò al più presto. Grazie signore.” Sorrise. Il capo della rivista mensile delle Lotte di Kanto, Pierce Long, era alquanto perfezionista, ma pareva più che interessato. Fischiettò camminando per la stanza del suo hotel. Aveva parecchio lavoro da fare.

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Capitolo 16
*** Veloce come un Razzo ***


Blu sorrise camminando per le strade di Celestopoli. Nel complesso, perdere una giornata in cambio di due mosse era uno scambio equo. Avrebbe ovviamente preferito sfidare la palestra di tipo Acqua il giorno prima, ma aveva comunque un bel vantaggio sugli altri.
Continuò a camminare al lato del fiume, era in un quartiere residenziale abbastanza grande vicino al fiume di Celestopoli, il grande corpo idrico da cui deriva il nome della cittadina. Sapeva che c’era un ponte da qualche parte, che permetteva alle persone di raggiungere la zona selvaggia settentrionale, e aveva in mente di allenarsi proprio lì più tardi, ma il suo obiettivo attuale era raggiungere la palestra il prima possibile.
Svoltà a destra, prendendo una strada laterale fra due file di edifici. Secondo la mappa del Pokédex quello era il percorso migliore per raggiungere la palestra, sebbene iniziava ad avere dubbi in merito. “Avrei dovuto accettare la mappa che Margi mi aveva offerto, nonostante nonno avesse detto che il Pokédex bastava.” Guardò il telefono, ma la connessione ad internet per qualche motivo non funzionava, perciò era costretto ad usare la mappa del Pokédex. Con un po’ di fortuna, forse non era tanto lontano. Continuò lungo la strada, notando che probabilmente quello non era il quartiere migliore. Spazzatura ai lati della strada con Rattata e Pidgey che la raccattavano, gran parte delle case avevano sbarre alle finestre, mentre un rognoso Growlithe selvatico gli passò accanto per poi sparire in una strada laterale. Fortunatamente scorse la fine della strada, la quale lo avrebbe portato ad una via più grande ad una novantina di metri da lui.
Fu allora che sentì un improvviso tonfo alle spalle, mentre lo zaino si fece più leggero. Si voltò notando i suoi oggetti sparpagliati per terra con un Rattata intento a cercare qualcosa fra questi. Preoccupato, Blu prese lo zaino notando che in fondo ad esso ora c’era un grosso buco “Era un ragalo, sai?” Disse guardando il Rattata che invece stava scrutando la sua borsa di bacche cercando un modo per aprirla, mentre mordeva un oggetto che notò con orrore essere il suo Porta-MT. Blu sentì la sua rabbia crescere “Mettilo subito giù ratto. Hai già fatto abbastanza danni!” Urlò muovendo la mano per raccogliere la sua roba.
Fu allora che Rattata balzò in avanti, mordendo. Blu ritirò la mano in tempo, schivando il morso per una frazione di secondo “Maledetto!” Gridò prendendo una Poké Ball. Con un grido, Pidgeotto uscì fuori dalla Poké Ball, attaccando immediatamente con Azione... però, Rattata divenne una macchia sfocata e balzò di lato schivando l’attacco.
“E’ veloce! Vai con Raf-“ Cominciò a dire, ma poi Rattata saltò sulla schiena di Pidgeotto per morderlo. Pidgeotto gridò per il dolore, iniziando a volare in tondo cercando di toglierselo di dosso “Usa Raffica mentre giri!” Urlò Blu. Pidgeotto annuì compiendo l’ordine, ed iniziò a girare mentre eseguiva Raffica. La corrente d’aria produsse un piccolo tornado che scagliò via il Rattata. Il Pokémon caddè a terra per poi iniziare a correre, usando Attacco Rapido, ma non per colpire, ma per fuggire, balzando attorno a Pidgeotto dalla parete, poi a terra e poi da un’altra parete, usando gli artigli per aggrapparsi alle superfici.
‘E’ una tecnica efficace...’ Pensò Blu studiandone i movimenti, poi annuì in direzione a Pidgeotto “Colpiscilo con Attacco Rapido.” Disse. Pidgeotto annuì ed avanzò, ma i due sembravano avere la stessa velocità ‘No, a dire il vero, Rattata è... più veloce? Davvero strano.’ Pensò. Sapeva che i Rattata fossero veloci, ma non al punto da superare un Pidgeotto, ma l’uccello riusciva a muoversi agilmente anche in quello spazio ristretto, che di per sè è già un’impresa. Mentre pensava come agire, Rattata balzò in avanti. L’improvviso cambio di direzione gli permise di seminare il Pokémon Volante e di afferrare qualcosa con la bocca per poi scappare lungo la stessa strada.
“Cosa?! Pidgeotto inseguilo!” Gridò, guardando a terra per capire cosa avesse preso il Pokémon. Gli ci volle un secondo per capire che il Porta-MT non c’era più ‘Perché il Porta-MT?’ Pensò raccogliendo le sue cose. Un Pokémon selvatico non aveva motivi per rubarlo dal momento che era necessario un PC o un lettore portatile per farne uso.
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Pidgeotto grugnì facendo del suo meglio per raggiungere il Pokémon mentre si addentrava sempre più affondo per le stradine di Celestopoli. Volare tra gli edifici era abbastanza difficile, e ora doveva pure volare a bassa quota e ad alta velocità per stare al passo con il roditore, il quale non dava segni di rallentare. Il tipo Volante lo aveva quasi perso di vista già un paio di volte. ‘Fortuna che mi sono evoluti, se fossi ancora un Pidgey lo avrei perso da un pezzo.’ Pensò per poi tuffarsi in picchiata cercando di catturarlo come fosse una preda. Rattata in risposta saltò di lato aggrappandosi ad un muro con gli artigli per poi correre via. Pidgeotto grugnì “Vuoi stare fermo?!” Urlò.
In risposta il Rattata mugugnò qualcosa, ma era difficile da capire con la bocca occupata dal Porta-MT, ma pareva una provocazione. Pidgeotto ponderò il cosa rispondere, ma rimase sorpreso nel vedere il Rattata fare un’inversione di marcia saltando da una parete all’altra e scappando. Il Pokémon Volante riuscì appena in tempo a fermarsi prima di sbattere contro il muro di mattoni del vicolo cieco in cui si trovava, e per farlo dovette interrompere l’Attacco Rapido. Si voltò vedendo il Rattata sparire a destra e volò in quella direzione... solo per ritrovarsi davanti un altro muro di mattoni in fondo ad un piccolo giardino abbandonato. Caddè, alzando lo sguardo notò che il giardino circondava una casa e notò il Rattata sparire verso l’alto arrampicandosi per poi fuggire sul tetto.
‘Dannazione.’ Pensò Pidgeotto dopo essersi rialzato sulle sue traballanti zampe. Si guardò intorno cercando di capire cosa fare. Fu allora che un Meowth con una cicatrice sulla guancia sinistra emerse da un cassonetto, seguito da un altro e poi da un altro ancora “Oh per l’amor di Moltres, seriamente?”
“Sei un brutto quartiere uccellino. Non sembri di queste parti e pare tu sia in buona salute...” Disse il Meowth sfregiato, facendo fusa per l’eccitazione. Pidgeotto notò che era magro, ma in maniera malsana. Probabilmente non mangiava molto, il che era un problema.
“Ascoltate, non sono un Pokémon selvatico, ho un alenatore. Credete che voi tre abbiate qualche speranza?” Rispose il tipo Volante “Sto solo seguendo un Rattata ladro, che è riuscito a seminarmi, quindi potreste...”
“Un Rattata ladro?” Chiese il Meowth improvvisamente interessato.
“Lo conosci?” Chiese Pidgeotto. Il Meowth con la cicatrice sorrise.
“Sono a conoscienza di molte cose amico mio. Ma forse dovresti preoccuparti di te stesso.”
Pidgeotto esaminò la situazione per un secondo. Se il Meowth diceva il vero, avrebbe potuto avere la possibilità di ritrovare il ladro, o al limite mostrare a Blu dove si trovasse “Dov’è la sua tana?”
Il Meowth ridacchiò “No uccellino. Prima concentriamoci su quello che ti faremo.” Rispose il felino leccandosi i baffi.
Pidgeotto “D’accordo.” Disse saltando e riprendendo a volare “Ma non posso promettervi di andarci piano.”
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“Quindi non è un caso isolato?” Chiese Blu. L’agente di polizia scosse la testa mentre lo aiutava a raccogliere le sue cose da terra. Blu lo aveva notato uscendo dal vicolo per raggiungere la strada principale. L’agente si dimostrò più che disponibile, procurandogli un sacchetto di plastica da un negozio vicino ed ascoltandolo.
“No, a dire il vero, è un problema abbastanza grande.” Spiegò “Nell’ultima settimana, la connessione ad internet di Celestopoli è interrotta quasi del tutto. E non solo, ci sono anche strane interferenze, sembra che un gruppo di Rattata abbia masticato dei fili e sembrano anche parecchio organizzati. Allo stesso tempo, stiamo notando un aumento delle denunce di furti per mano di questi stessi Rattata.”
“E nessuno ne è venuto a capo? Pensavo che un Growlithe potesse facilmente rintracciare qualsiasi ladro.”
“Lo pensavamo anche noi.” Disse l’agente “Ma ad un certo punto sembra che saltino nel fiume, e lì si perdono le tracce, e nessuno noterebbe un Rattata in una città come questa.” Disse “Visto che hanno chiuso la Centrale Elettrica, ci troviamo in un periodo di retrocessione e abbiamo molte case vuote che potrebbero essere diventate una loro tana, come avrai notato. A proposito, che stai facendo là?”
“Stavo solo andando in palestra.” Disse spiegando la situazione.
L’agente lo guardò perplesso “Non sei di qui, vero?” disse il poliziotto “Non dovresti andare in un vicolo solo perché te lo dice un navigatore. Spero tu l’abbia imparato. Ad ogni modo, riporterò la tua segnalazione e vedrò cosa possiamo fare.” Aggiunse per poi andarsene. Blu sospirò guardando il sacchetto di plastica che teneva fra le mani “Cosa dovrei fare ora?” Aquistare un nuovo Porta-MT non era difficile, il vero problema era l’MT che conteneva, era soltanto una, ma apparteneva alla Prima Generazione ed era un regalo di suo nonno per il viaggio, perderla era la cosa peggiore.
Si sedette in una panchina vicino al vicolo ed attese, nella speranza che Pidgeotto tornasse con il Rattata o l’oggetto.
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Pidgeotto guardò l’edificio “Quindi è questo il posto?” Chiese al suo prigioniero.
“Si ucc... Signore!” Rispose il Meowth. Pidgeotto guardò in basso. Il felino sfregiato penzolava fra i suoi artigli ad una decina di metri da terra. Non abbastanza da ucciderlo probabilmente, ma di certo abbastanza da fargli tanto male.
Quindi scrutò l’edificio, inaspettatamente per più di un motivo. Prima di tutto, non era un edificio abbandonato, ma un piccolo negozio del quartiere industriale con una grossa antenna in cima. Pidgeotto non era in grado di leggere il linguaggio umano, ma era sicuro fosse un qualche negozio di fiori ‘Perché gli umani dovrebbero comprarli?’ Si chiese, poi però si concentrò nuovamente. L’importante era che il piano superiore è dove viveva il Rattata, ma il problema era che c’erano anche degli umani all’interno ‘Quindi non era selvatico dopotutto?’ Si chiese ‘Era fin troppo bravo per un Pokémon selvatico.’ In ogni caso, fare irruzione era fuori discussione, aveva bisogno di Blu per poter trattare con gli umani.
Volò giù lasciando andare il Meowth. Il felino scappò via verso un vicolo vicino. Pensò che la strada dove Blu aveva incontrato il Rattata lo avrebbe riportato allo stesso distretto, cosa alquanto chiara dall’alto, quindi poteva ritrovarlo facilmnete e ritrovò il proprio allenatore su una panchina.
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“Pidgeotto!” Disse l’allenatore saltando in piedi, poi notò che il Pokémon non aveva nulla con sé e sospirò “Presumo significhi che non c’è l’hai fatta.” Pidgeotto scosse la testa e si alzò in volo. Decise di seguirlo per vedere dove stesse andando. Attraversarono il quartiere industriale e superarono una fila di negozi, gran parte dei quali erano aperti, ma alcuni erano chiusi, fino ad arrivare in un fioraio. Pidgeotto si appollaiò per breve tempo sul tetto per poi volare giù.
“Qui?” Chiese e il Pokémon annuì. Blu iniziò a pensare ‘Se fosse un Pokémon selvatico non vivrebbe mai in un edificio abitato, sarebbe troppo pericoloso. Appartiene ad un allenatore?’ Si chiese, ora il suo cervello era alla ricerca di una soluzione ‘I furti, i fili masticati, le interferenze... che qualcuno sia il responsabile di tutto ciò? Ma cosa c’entra internet con i furti?’ Alzò lo sguardo, riflettendo sul cosa fare. Avrebbe potuto chiamare la polizia, ma se quelle persone erano abbastanza organizzate da impedire che la città potesse connettere ad internet, probabilmente lo avrebbero notato e sarebbero fuggiti. Questo ammesso che gli credessero.
‘Posso occuparmene io?’ Si chiese. Poteva solo intrufolarsi, prendere ciò che era suo ed andarsene. Questo ammesso che potesse trovare un’altr entrata oltre a quella del negozio. Si voltò ed andò in giro, entrando nel vicolo più vicino del negozio. Come immaginava, dietro c’era una scala anti-incendio, questa aveva due rampe di scale che conducevano al secondo e terzo piano. Sembravano un po traballanti e con qualche macchia di ruggine in giro, ma pareva che avesse mantenuto il suo peso comunque.
Blu si avvicinò con cautela, mentre Pidgeotto era pronto ad avventarsi dentro se qualcosa fosse andato storto. Una volta arrivato al secondo piano aprì lentamente la porta. Fortunatamente non fece il minimo rumore e l’allenatore guardò all’interno. La stanza era piccola e vuota, un corridoio portava a tre porte e alle scale. Blu si guardò attorno nervoso ‘Che sto facendo?’ Chiese a se stesso ‘Avrei dovuto semplicemente chiedere al proprietario del negozio il permesso per controllare se il Rattata fosse qui. Probabilmente avrebbe detto di si.’ Lo stava ancora considerando, finché non si aprì una porta. Blu indietreggiò leggermente, quasi chiudendo la porta di sicurezza, ma riuscì comunque a vedere la fine del corridoio.
L’uomo che uscì era in un uniforme nera con una grossa R rossa sul petto. Il suo volto era oscurato a causa della poca luce del corridoio e del grosso cappello nero che indossava, ma Blu sentì un brivido lungo la schiena. Era un membro del Team Rocket “Vado al ponte.” Disse il criminale “Milas, Maxus, voi due assicuratevi che nessuno faccia qualche errore. Se necessario minacciate le uova. Ma. Non. Fate. Niente. Di. Stupido.” Disse sottolineando per bene ciascuna delle ultime parole “Milas, tra un’ora voglio che tu faccia a cambio con Kyoku. Maxus, tu farai cambio con me al ponte quando avrò fatto ritorno. Tutto chiaro?”
“Sissignore!” Dissero i due da dentro. L’uomo annuì e con orrore, andò in sua direzione. Blu lasciò la porta leggermente aperta e scese per le scale, poi corse verso il vicolo, dal lato che conduceva al quartiere industriale. Il criminale uscì guardandosi attorno, probabilmente aveva notato che la porta era aperta. Andò cautamente di sotto per poi guardarsi ancora intorno. Alla fine si allontanò scomparendo per un altro vicolo.
‘Il Team Rocket...’ Pensò Blu, cercando di capire cosa fare. Il Team Rocket era un’organizzazione criminale nota che negli ultimi dieci hanno sono stati il terrore di Kanto. Furti, rapimenti, minacce per protezione... Il Team Rocket era pericoloso ‘Che faccio ora?’
La scelta più logica sarebbe fuggire, chiamare la polizia e lasciar fare a loro. ‘Ma chi mi crederebbe? Il Team Rocket poi probabilmente lo verrebbe a sapere e scapperebbero prima che la polizia possa scoprire qualcosa. E se invece la polizia non mi credesse?’ Ciò lo lasciò solo con un’alternativa ‘Proprio come avevo pianificato all’inizio. Se sono solo due, posso entrare, prendere l’MT e scappare.’ Pensò. Era abbastanza sicuro di poter sgattaiolare dentro se nessuno era di guardia. Inoltre, era abbastanza certo da poter sconfiggere due membri a caso in uno scontro, anche se svantaggiato. D’altronde, secondo la polizia, gran parte delle reclute del Team Rocket sono allenatori di basso livello, la minaccia era dovuta ai loro numeri e ai loro membri di grado più alto ‘E io sono il migliore di Biancavilla.’ Pensò.
Blu risalì le scale e con una mano afferrò la maniglia della porta. La aprì e... sentì un colpo sul lato posteriore della testa, prima che gli si oscurasse la vista, sentì una voce che suonava lontana, anche se probabilmente era proprio dietro la porta “Sembra che aveva ragione. Avevamo un ratto.”

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Capitolo 17
*** Ratto e Uccello ***


Blu aprì gli occhi con la nuca indolenzita e si guardò attorno. Era legato su mani e piedi. Non aveva con sé la cintura e non c’era nessun altro nella stanza, a dire il vero, non c’era nient’altro eccetto la sedia ed un tavolo vuoto con altre tre sedie.
Si guardò attorno “Sono scappati con le mie Poké Ball?” Si chiese nervosamente. Quello era lo scenario peggiore. Pidgeotto era fuori quando era entrato, ma Squirtle era ancora dentro. Se fosserò già scappati... i suoi pensieri furono interrotti dalla porta che si apriva e due uomini entrarono seguiti da una decina di Rattata. Uno di loro tenenva in mano una cesta piena di uova di Rattata, mentre l’altro era completamente bagnato e aveva Squirtle, anch’esso legato, ma era cosciente.
“Continuo a dire che sarebbe stato meglio lasciarlo dentro la Poké Ball.” Disse quello a sinistra, toccandosi il pizzetto viola.
Quello con i capelli color verde acqua scosse la testa “Troppo pericoloso. Ti ricordi quella volta con quel Pidgeot? Abbiamo posato la Ball per un istante ed è fuggito. E’ molto più facile imobilizzarli e...” Poi notò che Blu era sveglio “Oh, il nostro sedicente eroe si è svegliato.”
Il tipo con i capelli viola sorrise “Sembra che potremmo avere delle risposte prima di quanto pensassi.”
“Perché lo hai colpito come una femminuccia.”
“Suvvia, volevo solo assicurarmi che non sarebbe rimasto fuori gioco per troppo tempo.” Disse per poi chinarsi per guardare Blu negli occhi “Dunque, signorino Oak, dico bene?” Chiese, gli occhi di Blu si spalancarono e l’uomo sorrise “Sorpreso? Non è difficile scoprire chi tu sia.”
“Abbiamo controllato il tuo ID.” Disse quello con i capelli verdi, quello con i capelli viola lo guardò male “Che c’è? Meglio che lo sappia. Noi sappiamo tutto. Blu Oak, diciotto anni, nato a Biancavilla. Nipote del famoso scienziato Samuel Oak.”
L’uomo col pizzetto scosse la testa “Effettivamente. Ma ora io e il mio socio siamo finiti in un vicolo cieco. Vedi, entrambi abbiamo il nostro compito, ed il capo della nostra piccola operazione non è qui adesso, ma sfortunatamente per te, ha notato la tua bravata.”
Blu ripensò all’altro tizio, quello a cui non aveva visto il volto. Sperava che pensasse che si fossero dimenticati la porta aperta, invece era stato abbastanza furbo da scoprirlo, non che ci volesse un genio “Bene, che cosa volete adesso?” Chiese.
“Beh, per prima cosa vogliamo il tuo altro Pokémon.” Disse l’uomo con i capelli viola.
“Non ne ho un altro.” Disse Blu. Poi sentì uno schiaffo, quasi troppo veloce per vederlo. L’uomo con il pizzetto scosse la testa.
“Suvvia, mentire non è una buona idea.” Disse “Ti do’ un’altra possibilità. Ci sono due Poké Ball alla tua cintura, entrambe sono usate, una aveva Squirtle dentro, quindi, dov’è l’altra? Non mentire.”
Blu serò la bocca, arrabbiato. L’uomo dai capelli verdi rise “Ha fegato, di certo mi diverto più del solito. Ricordi quel tipo che ha iniziato a piangere dopo solo il primo schiaffo e ha rinunciato rivelando che il suo Spearow era nascosto dietro ad un cespuglio?”
Quello con il pizzetto si toccò il mento “Si, sembra che dovrò andarci più pesante con questo qui per avere quello che vogliamo.” Disse, poi sferrò un pugno. Blu sentì il suo stomaco bruciare e poi tossì, sentì perdere il fiato di colpo.
“Un pugno così diretto? Spaventoso.” Disse l’altro “Ascolta ragazzo, dovresti semplicemente dirglielo. Non ci importa niente di te. Questa base è già compromessa, ci trasferiremo più tardi oggi. Abbiamo già il tuo Squirtle, pensi che nasconderci l’altro Pokémon ti possa aiutare? Fai la cosa giusta e ti lasceremo qui una volta che ce ne saremo andati.”
“Vi ho visto in faccia. Davvero mi lascerete andare?” Chiese Blu.
Il sorriso del tipo con i capelli verdi svanì “Hai coraggio per essere un impiastro, te lo concedo.”
“Ma è questo che lo rende divertente.” Ripose quello con i capelli viola, per poi dargli un altro schiaffo. Blu sentì la sua guancia bruciare.
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Pidgeotto guardò la scena dall’edificio dall’altro lato della strada attraverso la finestra, e sentì la sua presa più forte sul balcone.
Guardò la stanza. C’erano una decina di Rattata, apparentemente selvatici visto il loro comportamento, ma forse erano ancora pericolosi. Le uova. Squirtle era legato, ma ancora sveglio, quindi probabilmente poteva ancora combattere. Il problema era che se uno dei due allenatori lo avessero richiamato nella Ball, allora sarebbe la fine. La sua priorità era recuperare la Poké Ball.
‘Che dovrei fare?’ Si chiese, poi notò che Squirtle lo stava guardando, cercando di dirgli qualcosa.
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Nel momento in cui scattò la trappola, Squirtle emerse fuori dalla Poké Ball ed attaccò. Pistolacqua colpì in faccia il primo criminale, scaraventandolo dall’altra parte della stanza completamente fradicio. Ma poi comparve un Koffing, probabilmente da una Poké Ball dell’altro, e poi un altro ed un altro. Provò a combattere, sconfiggendone uno, ma poi apparve anche uno Zubat che si unì allo scontro e lo confuse con Supersuono. La cosa successiva che ricordava erano una serie di colpi dolorosi per poi svegliarsi legato in una stanza, circondato da Rattata e soli Rattata.
Lì guardò. Era chiaro che nessuno di loro fosse catturato, ed era evidente per un Pokémon, visto che si differenziavano dal modo di muoversi e di comportarsi. E se fossero stati Pokémon di un allenatore, li avrebbero schierati durante il suo attacco.
“Psssst...“ sussurrò provando ad attirare la loro attenzione. Uno di loro si voltò “Tu, si tu, potresti aiutarmi?” Chiese.
Il Rattata si guardò attorno e poi scosse la testa “Non posso, mi spiace. Se non obbediamo, distruggeranno le nostre uova.”
Squirtle si accigliò. Ecco perché i Rattata lavoravano per loro nonostante non fossero stati catturati. Sembrava avere senso. Non aveva idea però perché darsi tanta pena anziché catturarli tutti, ma forse c’era un motivo umano che non poteva comprendere. Iniziò a pensare su cosa avrebbe fatto Blu ‘Oltre a fare irruzione in una base criminale e farsi catturare...’ Pensò al giorno prima, in cui l’allenatore convise i due tizi ad aiutarlo “E se salvassimo le vostre uova e in cambio voi aiutate noi?” Chiese.
“Come faresti?” Chiese Rattata improvvisamente interessato.
‘Bella domanda...’ “Dove sono le uova?”
“Uno di loro le tiene sempre sott’occhio. Se uno di noi fa qualcosa di sbagliato, minacciano di romperne una.” La Rattata, una femmina si rese conto, spiegò con le lacrime agli occhi “Nessuno di noi vuole che... accada. Perciò facciamo come dicono. Masticare alcuni fili, rubare oggetti...”
‘Questo spiega tutto. Mi piacerebbe che umani e Pokémon potessero parlare, renderebbe tutto più semplice.’ Pensò “Ok, allora fatemi pensare... il mio collega potrebbe recuperare le uova, ne sono sicuro. Se ci riesce, ci darete una mano ad affrontare quei tizi?”
La Rattata sembrava incerta, poi annuì “Lo dirò alla nostra leader. Ma... devo avvertiti, è... improbabile che ti diano retta.”
Squirtle pensò, poi ebbe un’idea “Quello che ci ha rubato il Porta-MT è qui in giro?” Chiese “Quello veloce.”
Lei annuì “Si, è qui, perché?”
“Chiedigli se il Pokémon che lo ha seguito sarebbe abbastanza veloce da recuperare le uova.” Disse “Questo potrebbe tornarci utile.”
Lei annuì e si allontanò per parlare con un altro Rattata ‘Sia benedetto chiunque abbia ideato le Ball per permettere ai Pokémon all’interno di percepire cosa accade all’esterno, caso contrario non avrei saputo cosa inventarmi.’
In quel momento i due uomini entrarono nella stanza ed uno afferrò Squirtle, ma notò che l’altro prese le uova “Quindi ci portiamo la tartaruga nella stanza? Non sarà pericoloso?”
“Il ragazzino è legato e lo interrogherò. Se la tartaruga dà problemi, basta minacciarlo.”
Il tipo con i capelli verdi annuì “Buona idea.” Disse afferrando il Pokémon per la coda “Sai, sei piuttosto forte. Sarai una bella aggiunta per la nostra squadra.”
In risposta Squirtle aprì la bocca e sputò un altro Pistolacqua. L’uomo balbettò, mentre l’altro scoppiò a ridere “Tu piccolo...”
“Suvvia Milas, calmati e andiamo, prima sistemiamo questa faccenda e prima torniamo ai nostri soliti affari.”
Lo portarono nell’altra stanza. Fortunatamente la Rattata li aveva seguiti senza che le fosse impedito. Evidentemente i due criminali erano abituati a vederli muoversi per la base e non ci fecero molto caso ‘Certamente. Hanno tutto sotto controllo.’
Il passo successivo del piano e cercare di far capire a Pidgeotto cosa stesse succedendo. Quando il gruppo entrò nella stanza dove c’era anche Blu, guardò fuori dalla finestra e proprio come aveva sperato, Pidgeotto era lì, su un edificio dall’altro lato della strada. All’inizio dell’interrogatorio di Blu, guardò la Rattata. Lei annuì e Squirtle fece altrettanto. Apparentemente non era una scelta tanto complicata.
‘D’accordo Pidgeotto, ora abbiamo bisogno che tu capisca il piano.’ Pensò guardando il Pokémon e cercando di far attirare la sua attenzione verso le uova sul tavolo ‘Ti prego, capisci.’
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Pidgeotto era perplesso nel vedere il suo amico continuare a puntare la testa verso il criminale vicino al tavolo ‘Vuole che lo attacchi? Ma è un suicidio.’ Pensò. Ma sapeva che Squirtle non era così stupido, quindi doveva essere qualcos’altro.
Guardò Blu, mentre ricette uno schiaffo. Sentì l’impulso di precipitarsi all’interno, ma sapeva che non avrebbe funzionato. Senza contare che la finistra era chiusa e avrebbe dovuto di fatto attaccarla per sfondarla, ma il vero problema era che se avesse combattuto li avrebbe portati a ritirarlo dentro la Poké Ball, per poco tempo certo, ma era sufficiente per far si che avessero la meglio ‘Allora che stai cercando di dirmi Squirtle?’ Guardò nella direzione indicata dal Pokémon. C’era l’uomo dai capelli verdi, una sedia vuota e poi un tavolo con delle uova.
‘Quindi sono le uova.’ Capì. Non c’era nient’altro degno di nota. Guardò i Rattata, pensando che probabilmente fossero Pokémon selvatici ‘La spiegazione più logica è che li controllino in qualche modo con le uova e... non lo so, ma Squirtle sembra convinto che possa esserci d’aiuto.’ Guardò i duoi uomini e fece del suo meglio per escogitare un piano ‘Se quello con i capelli verdi si distraesse, potrei entrare.’ Guardò verso Blu ‘Ti prego, fai qualcosa Blu. Sei la nostra migliore possibilità per distrarlo.’
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Mentre l’uomo col pizzetto lo schiaffeggiò di nuovo, Blu focalizzò la sua attenzione sulla stanza. Era l’unico ad aver notato Squirtle indicare il tavolo guardando fuori dalla finestra. Non aveva idea del perché lo stesse facendo visto che l’unica cosa che era sul tavolo erano le uova, ma sapeva che la spiegazione più logica era che stesse cercando di dire qualcosa a Pidgeotto. Aveva fatto del suo meglio per non guardare verso la finestra per vedere se c’era effettivamente il Pokémon, perché probabilmente il Team Rocket lo avrebbe notato, ma sapeva che probabilmente era lì fuori.
“Non distrarti ragazzo, stiamo ancora parlando.” Disse l’individuo dai capelli viola per poi dargli un altro schiaffo “Stavamo parlando del tuo altro Pokémon.”
‘Se ha bisogno di fare qualcosa con le uova...’ Pensò guardando il tipo dai capelli verdi “Perché?” Chiese “Perché darsi tanta pena di rubare usando i Rattata? Pensavo che il Team Rocket fosse abbastanza abile da poter rubare di per sé qualsiasi cosa volesse.”
Un altro schiaffo “Non fare domande. Rispondile.”
“Calmati, calmati, è normale avere un pò di curiosità.” Disse quello dai capelli verdi sorridendo “Bene ragazzo. Usiamo i Rattata perché sono selvatici. Anche se uno venisse catturato, non potrebbe ricondurre a noi, cosa che succederebbe con uno catturato.”
Il cervello di Blu si mise in moto. Rattata selvatici. I Rattata fanno delle colonie per prendersi cura dei loro membri e delle loro uova. Nelle colonie si prendono cura l’uno dell’altro. Quindi significava che... ‘Stanno usando le uova per ricattarli e tenerli sotto controllo. Ha anche senso con ciò che il tipo ha detto prima.’ Pensò, rendendosi conto di cosa stesse cercando di fare Squirtle. Se Pidgeotto fosse riuscito a prendersi le uova, avrebbero potuto combattere contro il Team Rocket, ma per fare ciò entrambi dovrebbero essere distratti “Un piano astuto per uno dai capelli che lo fa sembrare un albero potato male.” Disse poi fece finta di esserselo lasciato scappare.
Ora l’uomo dai capelli verdi era arrabbiato, e si avvicinò, colpendolo in faccia con un pugno. Blu ne sentì tutta la forza, ma sorrise “Ora Pidgeotto.”
Poi ci fu il rumore del vetro che si rompeva.
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Pidgeotto non perse l’occasione. Non appena l’uomo si avvicinò a Blu allontanandosi dal tavolo, usò Attacco Rapido per sfondare la finestra a tutta velocità. Afferrò la cesta e volò via. Sapendo perfettamente che doveva andarsene quanto prima, fece una rapida inversione senza fermare l’Attacco Rapido e si schiantò su un’altra finestra. Alcuni pezzi di vetro si conficcarono sulle ali, ma non si fermò.
Squirtle sorrise “Ora!” Urlò, ma i Rattata erano già entrati in azione saltando sui due membri del Team Rocket, mentre due di loro stavano masticando le corde che tenevano intrappolati Blu e Squirtle. In pochi secondi entrambi erano liberi.
Squirtle corse verso il suo allenatore, aiutandolo a rialzarsi sostenendolo dal basso. Il ragazzo era chiaramente un po’ intontito a causa dei colpi ricevuti, ma sorrise “Ottimo lavoro, ci hai davvero salvati.” Poi urlò “Tutti voi, fuori! Abbiamo le uova, non avete motivo per rimanere!”
I Rattata annuirono e seguirono l’allenatore di fuori. Squirtle seguì Blu fino alle scale. Poteva sentire i due uomini urlare contro di loro, nonostante gli squittii dei Rattata dell’edificio. Arrivato in fondo alle scale, Blu aprì la porta, mentre la negoziante sorpresa vide un giovane, uno Squirtle e una trentina di Rattata correre di fuori. Prima che potesse agire in qualche modo, i due criminali arrivarono poco dopo di loro seguiti da un buon numero di Koffing e Zubat. Squirtle notò l’espressione della fioraia, rendendosi conto cosa stesse per fare, ed usò Pistolacqua sull’Ekans che uscì dalla sua Poké Ball nel momento esatto in cui la aprì. Ekans fu scagliato all’indietro mentre il gruppo uscì dal negozio e corse per strada. Dopo un centinaio di metri, Squirtle si guardò le spalle, sospirando sollevato. Il Team Rocket aveva finalmente smesso di inseguirli, probabilmente sapendo che per strada ci potevano essere vari allenatori, molti dei quali li avrebbero sicuramente aiutati “Sarebbe stato anche meglio. Ci sarebbero stati di aiuto almeno.”
Il suo allenatore sospirò di sollievo, poi cadde a terra, probabilmente a causa delle ferite e per la fatica. Alcune persone accorsero verso di loro, dopo aver realizzato cosa fosse successo dopo la strana scena che avevano appena assistito. Allo stesso tempo, Pidgeotto atterrò preoccupato con la cesta ancora fra i suoi artigli. I Rattata sorriserò e non appena la posò a terra, iniziarono a tirare fuori le uova.
“Sta bene?” Chiese l’uccello ignorando il resto.
Squirtle guardò l’allenatore “E’ stato un po’ pestato, ma nulla di grave. Probabilmente non volevano ferirlo troppo finché non gli avesse detto di te.”
Pidgeotto sospirò di sollievo “Siamo stati... tutti molto fortunati oggi.” Disse con tono serio mentre il suono di un’ambulanza e di un’auto della polizia si faceva più vicino. Qualcuno probabilmente li aveva chiamati. “Non ci fosse stata alcuna finestra o se non fosse per le specifiche circostanze della colonia di Rattata, probabilmente avremmo perso il nostro allenatore.”
“Ti prego, non farmici pensare. Dobbiamo diventare molto più forti.” Rispose Squirtle stringendo il pugno “Siamo stati troppo arroganti, e abbiamo quasi perso il nostro allenatore.”
“A pensarci, temo che Blu abbia perso quasi tutto.” Disse Pidgeotto guardandolo “Il suo sacchetto di plastica è rimasto laggiù, e non penso sia una grande idea andare a recuperarlo. Ecco il risultato. Niente Poké Ball, nessun oggetto... ha persino perso il Pokédex.”
Squirtle annuì guardando il proprio allenatore mentre l’ambulanza e l’auto della polizia si fermò vicino a loro, mentre i medici e i poliziotti si avvicinarono. Conoscendo Blu, sarebbe stato almeno sollevato nel avere almeno ancora i suoi Pokémon, ma il resto... non voleva neppure immaginare la sua faccio quando avrebbe realizzato di aver perso il Pokédex.
“Scusate...” Disse un Pokémon avvicinandosi. Si voltarono vedendo una Raticate, seguita da quattro Rattata. Guardarono scioccati la cintura che avava in bocca con le loro Poké Ball attaccate. I quattro dietro avevano altri oggetti. Il Porta-MT, il Pokédex e quello che sembravano essere il portafoglio e il cellulare di Blu. Posarono gli oggetti. “Ci spiace, è tutto quello che siamo riusciti a recuperare con il poco tempo che avevamo. Sembravano le cose più importanti, spero che non ci fosse altro di grande importanza.”
“Io... grazie, è davvero gentile da parte vostra!” Disse Squirtle con un sorriso crescente “Pensavamo di aver perso tutto!”
“Oh, questo è il minimo che potevamo fare. Anche se, vorremmo farvi un’offerta.” Disse il Raticate.
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Blu si svegliò ore dopo, trovandosi in una stanza d’ospedale. La sua faccia faceva un male infernale. Vide Pidgeotto e Squirtle vicini a lui, il primo appollaiato su una sedia, e l’altro seduto su questa. Guardando fuori vide che era già notte e notò che c’era un’altra persona nella stanza.
“Dovresti riposare.” Disse l’agente di polizia “Ma se possibile, vorrei farti alcune domande.”
Blu annuì e passò l’ora successiva principalmente a spiegare cosa fosse accaduto. Descrisse il furto, che Pidgeotto lo portò dal fioraio, la sua cattura e la fuga. L’agente fece qualche altra domanda, poi ringraziò e si preparò ad andarsene.
Blu ricadde sul letto e sospirò “Idee su cosa sia successo?”
“Presumiamo che avessero qualche piano relativo alla connessione internet cittadina. Tuttavia, hanno distrutto qualsiasi macchinario stessero usando per disturbare il segnale quando siamo arrivati sul posto.” Spiegò “Mi spiace anche comunicarle che non è rimasto nulla lì, quindi, gran parte delle tue cose sono andate perdute.” Aggiunse, poi indicò il tavolo vicino al letto “Tuttavia sembra che i tuoi Pokémon siano riusciti a recuperare alcune cose.”
Blu guardò. Vide il suo portafoglio, il Porta-MT e il cellulare. Sospirò di sollievo vedendo che c’era anche il Pokédex. Voltandosi per guardare Squirtle e Pidgeotto notò pure che la sua cintura era appesa alla sedia con due Poké Ball e la Medaglia Sasso attaccata vicino ‘Fortuna che ho deciso di attaccarla alla cintura e non in uno di quei porta-medaglie che vendono online.’ Pensò, poi si rivolse all’agente, ma era già andato.
Blu sospirò di nuovo e si addormentò immediatamente, confortato dalla presenza dei suoi Pokémon. Era così stanco da non essersi accorto della terza Poké Ball sulla cintura.
--
L’agente lasciò la stanza adirato, e consegnò il rapporto all’uomo che sorvegliava la porta “Passalo al capo. Penso sia tutto ciò di cui ha bisogno riguardo al ragazzo. Se dovessero chiederlo, lo hai interrogato tu.”
L’agente annuì “Sissignore.” Disse aggiungendo un gesto incrociando l’indice ed il dito medio come un saluto.
Il giovane fece altrettanto e se ne andò. Entrò in un bagno e si assicurò di essere solo e rimosse la maschera. La faccia allo specchio era di un uomo molto più giovane ‘Maxus, sei un’idiota, ma questo ci tornerà utile.’ Pensò bruciando la maschera con un accendino, quando fu troppo deformata per capire cosa fosse, la spense con l’acqua e la gettò in un cestino. Poi si tolse l’uniforme, la piegò e la mise nella borsa che aveva lasciato lì, tirando fuori vestiti più casual.
Uscì dal bagno e poi se ne andò “Ha visto e sentito solo i nomi di Milas e Maxus, era lo scenario migliore. Il fatto che abbia sentito il nome Kyoku è un problema, ma almeno non ha idea di chi sia.” Per sicurezza aveva scritto descrizione, altezza e colore dei capelli sbagliati nel rapporto che aveva consegnato “E poi, quella base era già compromessa a causa dell’altro ragazzo, dovevamo andarcene comunque. Peccato che abbiamo dovuto rompere il macchinario, ora internet dovrebbe tornare.”
Il Tenente Rocket lasciò l’ospedale. Avrebbe avuto una lunga, lunga discussione con Milas e Maxus.

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Capitolo 18
*** Sonno Lucente e Notte Oscura ***


Draconix osservò le rupi rocciose del Percorso 4. Erano passati due giorni da quando lui e Raziel avevano lasciato Plumbeopoli, nella speranza di raggiungere il Monte Luna in quel lasso di tempo. Tuttavia, l’allenamento stava portando via molto tempo a loro, e a questo punto, probabilmente avrebbero dovuto accamparsi ancora una volta prima di attraversare il Monte Luna.
“Amico, ci stiamo mettendo una vita.” Si lamentò Raziel con un sospiro. Draconix annuì, la strada per il Monte Luna si stava rivelando più difficile di quanto si aspettassero. Pokémon selvatici ed allenamento a parte, la strada era prevalentemente in salita.
“Come ha fatto Blu ad essere tanto veloce?” Si chiese Draconix parlando con sé stesso mentre procedevano. Aveva saputo che Blu si era imbattuto col Team Rocket da un TV nella casa per allenatori, e lo aveva chiamato immediatamente. Apparentemente stava già meglio, e probabilmente avrebbe sfidato la Palestra fra un giorno o due. Certo, si era comportato come se avesse tutto sotto controllo, ma Draconix era comunque preoccupato. Temeva che il Team Rocket lo avrebbe trovato per finire il lavoro ‘Beh, ha anche detto che avrebbe lasciato la città non appena presa la medaglia, probabilmente non c’è nulla di cui preoccuparsi.’
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Giuls osservò l’oscura entrata per il Monte Luna. E’ vero, c’erano altre strade per attraversare le montagne che dividevano la Kanto centrale da quella occidentale, come la Grotta Diglett, il Tunnel Smeraldo o tramite il servizio degli autobus, e tutte erano valide alternative, tuttavia il Monte Luna era importante. Prima che emergesse la Grotta Diglett e che fosse costruito il Tunnel Smeraldo, il monte era davvero l’unica via. Secondo le leggende, un Pokémon Leggendario ed il suo allenatore avevano avevano aperto quel passaggio, anche se forse era semplicemente un mito. Tuttavia, non c’era alcun dubbio che dopo aver instituito la Lega, migliaia di allenatori avessero viaggiato attraverso la grotta per raggiungere l’altro lato, ed era considerato da pigri l’uso di altri passaggi ‘Cosa che io di certo non farò.’ Pensò per poi iniziare a camminare.
La grotta era quasi silenziosa. Poteva sentire il suono di alcune battaglie in lontananza, ma era nella norma. Se ci fosse stato qualche dubbio, lo Zubat che volò giù dal soffitto e si preparò a combattere era la prova di cui aveva bisogno. Schierò Bulbasaur e sospirò vedendo la Pokémon fiondarsi per lottare senza neppure aspettarla.
‘D’accordo. Facciamolo.’ Si portò una mano in tasca estraendo la pietra che gli aveva regalato il Professor Cosmi in precedenza, la Pietralunare, come lui l’aveva chiamata. Sapeva che era uno strumento evolutivo, ma per lei aveva un valore maggiore. Per qualche ragione, negli ultimi due giorni, aveva avuto l’abitudine di tenerla in mano quando era arrabbiata. Sembrava... calmarla. Forse perché dal loro incontro con Cosmi, Bulbasaur sembrava scaldarsi con lei ancora di più.
Non notò i due piccoli occhi che la fissavano da una crepa su una parete.
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“Non funzionerà” Dissi guardando il Centro Pokémon. Era costruito solamente ad un’ora dal Monte Luna, il Centro Pokémon rappresentava l’ultimo punto in cui sostare prima della sfida di attraversare il monte.
Il problema era che il Centro Pokémon era pieno di gente. Circa un centinaio di persone stavano parlando e mangiando nella sala affollata, e la maggior parte di essi sembravano allenatori. Lentamente, io e Draconix andammo verso il bancone, dove era seduta l’infermiera più stressata ed esaustata che noi due avessimo mai visto “Oh Arceus ce ne sono altri...” Mormorò prima di fare un sorriso ben poco convincente “Cosa posso fare per voi? Come potete notare siamo un po’... sovraffollati.”
“Seriamente, tutto ciò è normale?” Chiese Draconix.
“Fortunatamente no. E’ solo che molti allenatori di Celestopoli tendono a scegliere la via occidentale per prendere parte alla Sfida della Lega. Dopo tutto questa strada affrontano le palestre di Plumbeopoli e dell’Isola Cannella.” Disse con un sospiro “Considerando com’è andata la settimana, oggi dovrebbe essere arrivato l’ultimo gruppo numeroso. Poi le cose dovrebbero stabilizzarsi di nuovo.”
Draconix ed io annuimmo comprensivamente. Avevamo sentito che molti Centri Pokémon dovevano lavorare parecchio nelle settimane successive alla fine dell’anno dell’Accademia per Allenatori, ma era la prima volta che noi due potessimo vederne un esempio ‘Ah, forse è per questo che ci siamo imbattuti in così tanti allenatori venendo qui.’ Pensai “Ad ogni modo, vorremmo una camera se possibile.”
La donna sospirò e guardò un registro “Ho una doppia, va bene?” Chiese.
Draconix impallidì per un secondo, poi però annuì. Lo guardai un momento prima di annuire anch’io. La donna annuì a sua volta e prese un portachiavi da sotto il bancone, con due chiavi attaccate “Per favore, restituitele domani prima di partire. Non avete idea di quanto sia difficile avere delle chiavi nuove qui.”
“Certo, nessun problema. Grazie.” Disse l’allenatore castano prendendola prima che io ne avessi l’opportunità.
“Stai bene Draconix?” Chiesi una volta allontanati dal bancone.
“Non è nulla, è che... non mi piace condividere una stanza.” Disse con un sorriso nervoso. Notando il mio sguardo continuò “Ah, non è che io abbia qualcosa contro di te o altro, semplicemente non mi piace dormire nella stessa stanza con altre persone.”
Mi grattai la testa “Beh, spero non sia nulla di problematico, poi è solo per una notte.”
Draconix annuì “Si, probabilmente mi sto preoccupando per niente.”
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Giuls osservò l’uscita, ovviamente non era l’uscita che conduceva a Celestopoli, ma solo il punto che segnava l’ingresso per il Lago Lunare. Si ritrovò in un campo d’erba che si estendeva con un grande specchio d’acqua che brillava sotto la luce lunare. Accanto ad esso c’era una casa per allenatori. Guardando a sinistra notò che la strada continuava vicino al fianco roccioso del monte fino a dove non si apriva un nuovo ingresso per la seconda metà della grotta. Oltre il lago, l’erba continuava per un po’ prima di diventare quasi bruscamente un boschetto.
Sapeva che il Lago Lunare era famoso per la Danza dei Clefairy mensile, ma quell’evento, dove gli allenatori avrebbero potuto trovare più facilmente i rari Clefairy, avveniva solo durante le notti di luna piena, incluso il giorno prima e quello dopo, ma quella notte non era nessuna di quelle, perciò il lago era silenzioso, eccezion fatta per il rilassante suono della brezza nell’erba.
Per un momento prese in considerazione l’idea di proseguire, ma sapeva che attraversare la grotta di notte era consigliato solo per allenatori più esperti. Di notte, i Golbat e i Parasect uscivano più comunemente dalle loro tane per potersi nutrire, perciò, era consigliato solo per gli allenatori in grado di affrontarli.
‘Se lo chiedessi a Bulbasaur probabilmente coglierebbe l’occasione al volo, ma non sono così stupida.’ Pensò sospirando. Anche se a dirla tutta, Bulbasaur si era calmata mentre si avventuravano nelle profondità della grotta. Probabilmente aveva capito che nonostante i Geodude fossero avversari facili per lei, i Paras e gli Zubat non lo erano. Giuls aveva anche bisogno di fare scorta di Pozioni, dato che le sue stavano per finire.
Quando lei entrò nella casa per allenatori, se la ritrovò sorprendentemente piena. Dopo una breve chiacchierata con il proprietario, un sorridente uomo anziano, questo spiegò che erano principalmente allenatori di Celestopoli che puntavano ad arrivare a Plumbeopoli e all’Isola Cannella. Le vendette con gioia alcune Pozioni di cui lei aveva bisogno e le diede una chiave per una stanza singola. Le sorrise nuovamente dopo averle mostrato la porta esatta, prima di andarsene con una mancia. Giuls si chiese come faceva quell’uomo a sorridere così tanto.
Entrò nella stanza, chiuse la porta e cadde sul letto. Improvvisamente tutta la stanchezza della giornata si fece sentire, con le varie salite e discese fatte, che si fecerò sentire. Oppure era a causa della strana musica che proveniva dalla finestra...
Sentì gli occhi appesantirsi...
Guardò fuori osservando il cielo stellato... con una di quelle stelle era scura, ed era proprio davanti alla finestra, di fronte alla luna, cantando...
E così si addormentò...
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Bulbasaur notò tutto ciò che era accaduto da dentro la sua Poké Ball. SAPEVA che più di una cosa era sospetta. Giuls non riuscì ad accorgersene abbastanza velocemente, e anche se smorzata, poteva sentire la debole canzone provenire dall’esterno. Fortunatamente le Poké Ball rendevano i Pokémon immuni a qualsiasi mossa vagante, incluse quelle basate sul suono, a meno che non fossero attacchi indirizzati direttamente alla Poké Ball, anche se era comunque difficile che potesse danneggiare il Pokémon all’interno.
Perciò, era completamente sveglia quando Giuls iniziò a dormire ed una piccola figura entrò aprendo la finestra. ‘Dovrei uscire?’ Si chiese, poi scosse la testa. No, l’altro potrebbe iniziare a cantare, aveva una sola occasione.
La finestra si aprì, ed un Clefairy entrò lentamente. Il Pokémon rosa e a forma di stella saltellò leggermente, quasi come se la gravità non avesse effetto su di lui, e raggiunse la tasca di Giuls, proprio vicino alla sua cintura. Bulbasaur sorrise, ed uscì fuori, le liane si esteserò per coprire la bocca di Clefairy ed impedirne la fuga.
“Ma cosa abbiamo qui?” Chiese beffardamente “Un ladruncolo. E io che pensavo che i Clefairy fossero dolci e gentili.”
“T-ti prego... mi fai male...” Gridò Clefairy con una voce soffocata dalla liane.
“Risparmiamelo, ho affrontato abbastanza Pokémon da sapere quando stringo troppo forte. E ora non lo sto facendo, anche se potrei iniziare.” Disse e strinse un po’ più forte. La Clefairy strillò e la sua espressione cambiò.
“Va bene, facciamo a modo tuo signorinella.” Disse smettendo di fingere di piangere o di far finta di provare dolore “Ho solo bisogno della Pietralunare della tua allenatrice. Voglio solo quella. Lasciamela avere e me ne vado.”
“Parli come se fossi nella posizione di fare richieste.” Disse Bulbasaur.
“Oh, ma lo sono.” Disse agitando un dito beffardamente “Sono in vantaggio dal momento in cui non mi hai bloccato la mano.”
“Cosa...” Iniziò Bulbasaur per poi notare il dito di Clefairy.
Con un esplosione, un Fuocobomba fu scagliato contro di lei. Si abbassò schivando il colpo, ma il fuoco riuscì a bruciarle le liane e fece esplodere la finestra. Bulbasaur alzò lo sguardo in tempo per vedere Clefairy ridacchiare e prendere la Pietralunare. Per un istante si aspettò che si sarebbe evoluta, ma non accadde nulla. Il Clefairy semplicemente scappò con la Pietralunare in mano.
Bulbasaur si preparò con le sue liane, ma si accorse di non averle più, in quanto bruciate dal fuoco, e con le sue energie ci avrebbe messo un pochino a farle ricrescere. Si preparò ad usare un altro attacco, ma il Pokémon era già scappato “Dannazione!” Urlò, e in quel momento sentì una voce provenire dala porta e bussare.
--
“Cosa...” Chiese Giuls alzandosi. La sua stanza era un disastro, e non nel senso che fosse in disordine come lei la lasciava di solito, ma era letteralmente un disastro. La finestra era sparita con al suo posto un grosso buco a forma di stella e Bulbasaur sembrava arrabbiata.
Poi sentì bussare alla porta “Che succede signorina? Sta bene?!”
Si alzò in piedi guardando Bulbasaur. La Pokémon era arrabbiata, ma non capiva cosa stava succedendo. Giuls si mise meccanicamente una mano in tasca e... non c’era nula. Dove doveva esserci la Pietralunare ora c’era solo una tasca vuota.
“Chi ha fatto questo me l’ha rubata?” Chiese e Bulbasaur annuì. Giuls corse verso la porta e la aprì, ritrovando il vecchietto spaventato, non più sorridente “Si, mi scusi, sono stata attaccata da qualcuno che mi ha rubato una cosa ed è scappato. Mi scuso per il frastuono e per la finestra, ma davvero, non è colpa mia.” Quindi chiuse la porta iniziando a pensare.
Avrebbe potuto lasciar perdere, bastava chiedere un’altra stanza e non pensarci più. Oppure...
“Bulbasaur, pensi di poter trovare il responsabile?”
La Pokémon annuì, e Giuls sorrise “D’accordo, daremo la caccia al ladro stasera.”
Prese la borsa ed uscì dalla stanza “Scusi ancora per il disturbo. Proverò a catturare il ladro e tornerò. Ciao e ci scusi di nuovo!”
Prima che l’uomo potesse dire qualcosa, lei stava già scendendo le scale.
--
Clefairy era seduta sotto un albero, sorridendo. Si assicurò di avere ancora con sé la Pietrastante e sorrise ‘Con questa, possiamo farcela.’ Pensò.
Si sentiva ben più stanca di quanto avrebbe dovuto essere, ma probabilmente era a causa degli attacchi di Bulbasaur. L’importante è che ora aveva una Pietralunare, con essa... Poi sentì un flebile rumore. Sebbene non fosse ancora una Clefable, il suo udito era tra i migliori. Sentì che stava arrivando qualcosa. Probabilmente nulla di speciale, forse un allenatore che voleva catturare qualcosa di più raro sfruttando la notte, ma per sicurezza saltò su, nascondendosi in uno dei rami dell’albero, per non essere vista e per camuffare il proprio odore con quello delle pigne.
Tuttavia il suo cuore saltò un battito quando vide Bulbasaur assieme alla sua allenatrice camminare in direzione all’albero. ‘Cosa? Come mi hanno trovato? Sono balzata oltre il lago per arrivare fin qui, non c’erano tracce!’ Aveva consumato gran parte della forza lunare immagazzinata per fare quel trucchetto, ed è stato tutto invano? ‘No, calmati. Non possono sapere che sono qui. E’ impos-‘ E poi una liana avanzò in sua direzione. Prima che potesse fare qualcosa, era totalmente bloccate, mani incluse.
“Ma salve di nuovo.” Disse Bulbasaur con un sorriso.
--
“Un... Clefairy?” Chiese Giuls “Sicura sia il responsabile?”
Bulbasaur annuì, ringhiando infuriata verso il Pokémon Normale. Giuls riflettè sul come agire “Bene, per prima cosa riprendiamoci la Pietralunare.” Disse e prese la pietra dalle zampe della Pokémon. Sorprendentemente questa fece un po’ di resistenza, ma Giuls riuscì a riprenderla e a metterla in tasca “Adesso, perché lo hai fatto? I Clefairy dovrebbero essere molto amichevoli e timidi e non... questo.”
“Suvvia, è solo una ladra, cosa pensi che ti dica?” Chiese Bulbasaur “E ad ogni modo, non la capiresti neanche. Aaaahh! Non so neppure perché cerco di parlare con te...”
“Ti prego.” Disse Clefairy “Ho bisogno di quella pietra, altrimenti, siamo condannati! Ti prego!”
Bulbasaur la osservò “Perché dovrei credere ad una sola parola di quello che dici?”
“Ascolta, so che quello che ho fatto è sbagliato, ma sono disperata! Il mio clan ha bisogno di quella pietra! Dobbiamo usarla per far evolvere uno di noi.”
“Perché? Cosa potrà mai esserci di così importante da assalirci?!”
Clefairy sospirò “L’altro giorno siamo stati attaccati da alcuni Pokémon molto forti. Uno di noi, il nostro leader, ora è sul letto di morte. Se non troviamo una nuova Clefable, siamo condannati, non potremmo mai sopravvivere ai Golbat e ai Parasect da soli!”
Bulbasaur la fissò. Non c’era nulla che suggerisse che stesse mentendo nell’espressione della Pokémon. Era davvero disperata. Allentò la presa, lasciando solo che la liana fosse attorno alla sua vita e che bloccasse le mani della tipo Normale ed annuì “Se stai mentendo, mi assicurerò che quello che hai detto diventi realtà. Fidati.”
Clefairy annuì e cominciò a camminare. Bulbasaur si guardò indietro per un secondo, ma Giuls aveva chiaramente già capito che stava seguendo Clefairy.
‘Spero di star facendo la cosa giusta.’ Pensò Bulbasaur per un secondo. Per una volta, sperava che la sua allenatrice fosse decisa e non si fidasse di lei. Ma ora, se le cose sarebbero andate male, la colpa era sua.
“Posso farti una domanda?” Chiese Clefairy “Come mi hai trovata?”
Bulbasaur ridacchiò “Parassiseme. Una volta impiantati, posso capire dove si trova il bersaglio finché non vengono rimossi.”
“Che cosa? Dove...” chiese Clefairy, rendendosi conto del perché si sentiva più stanca del dovuto, ma Bulbasaur scosse la testa.
“Non provare a toglierli. Considerali un motivo in più per fare ciò che ti dico.”
E così i tre continuarono per il boschetto.

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Capitolo 19
*** Incubi e Realtà ***


La prima cosa che Draconix sentì furono le risate, attorno a lui era tutto buio pesto e poteva solo sentire le risate.
Poi ci fu un’immagine. Un ragazzino di undici o dodici anni al massimo. Attorno ad esso c’erano altri ragazzini della stessa età o più giovani, e tutti ridevano.
Tentò di muoversi, cercando di evitare quello che sapeva sarebbe successo.
L’allenatore dall’altra parte del capo era l’unico che non rideva. Ordinò al suo Pokémon di usare Geloraggio.
Cercò di chiudere gli occhi, ma si ritrovò comunque a guardare lo Swinub che avanzò tentando di incassare il ghiaccio... ma fu scagliato via. Il Pokémon gridò quando fu respinto via, ritrovandosi sconfitto con un solo colpo. Le risate si fecerò più acute e tutti puntarono il dito in direzione a Draconix.
-
La scena vorticò ancora, e ora si ritrovò in un ufficio.
“Mi spiace signora, ma ha rubato di nuovo una delle proprietà scolastiche. Non riferirò nulla alla polizia, ma sarà punito a dovere.”
La donna vicino a lui annuì e si sentì i suoi occhi su di lui. Era... triste, arrabbiata e... delusa.
-
Tutto riprese a vorticare e si ritrovò in classe da solo. Sul suo banco c’erano varie frasi scritte con penne e pennarelli “Idiota” “Allenatore del tipo Suino” “Il Signor Sotuttoio questo non lo sapeva”.
“Non ho fatto nulla di male. Avevo solo una teoria e l’ho testata! Cosa c’è di male?!”
Le risate continuarono mentre si alzava dal banco. Tutti lo guardavano, ombre informi con occhi e bocche che ridevano che puntavano un dito su di lui.
-
“Sempre il più intelligente.” Disse una voce “Così intelligente che noi altri non eravamo mai abbastanza. Sempre comparati ad un bambino.” Era la voce di una persona più grande, probabilmente un adolescente “Sempre usato come metro dagli insegnanti. Dovresti essere più simile a lui, dovresti studiare come lui... E tutti lo odiavano per questo. Almeno finché non ha deciso di rendersi ridicolo e farsi deridere da tutti.”
La scena si schiarì, Draconix stava guardando una ragazza di due o tre anni più grande, che parlava con un’altra ragazza. Era nascosto dietro ad un angolo per non farsi vedere.
“Certo, me lo ricordo. Ma la cosa non sta andando troppo oltre?”
La ragazza diede uno schiaffò all’altra “Hai una vaga idea di cosa significhi sentirsi dire di essere peggio di un ragazzino di tre anni più piccolo? Sai cosa significa essere sconfitti da un bambino? Non ti permetterò di rovinare tutto.”
L’altra ragazza singhiozzò con una mano sulla guancia. Draconix stava piangendo “Non volevo questo! Amo i Pokémon e tutto quello che li riguarda! Che male c’è?”
Le ragazze si alzarono e lui ansimò. La Swinub era legata al suo banco. Era stata picchiata parecchio, e aveva attaccato un piccolo foglietto “Non resisto al Ghiaccio.”
Draconix ansimò e sentì ancora il mondo vorticargli attorno.
--
Con un urlo, Draconix si alzò dal letto. Sia Raziel che Gastly lo stavano guardando sorpresi. Il ragazzo castano ansimò pesantemente, sentendo il proprio battito cardiaco come fosse una tempesta. Dopo un po’ rallentò.
Nessuno parlò per qualche secondo. Draconix non ne aveva voglia e Raziel chiaramente non voleva dire nulla.
Dopo un po’ però Raziel decise di rompere il silenzio. “Draconix... succede speso?”
“Più di quanto io vorrei ammettere. Ecco perché non mi piace dormire nella stessa stanza con altra gente.” Disse il giovane con un sospiro “Ti prego, non dirlo a nessuno.”
“Certo... ma... posso aiutarti in qualche modo?”
Draconix indicò Gastly “Conosce Mangiasogni?” Raziel scosse la testa “Allora niente.”
Raziel chiuse gli occhi per un istante riflettendo “Vuoi parlarne? Anch’io ho avuto incubi, sia naturali che indotti, ma... era diverso?”
“Indotti?”
Raziel annuì “Vivo vicino alla Torre Pokémon e gli Haunter escono regolarmente di notte, il loro gioco preferito consiste nell’indurre incubi. Ma non è questo il punto.” Indicò Draconix “C’è qualcosa che non va in te. Qualcun altro lo sa?”
“Mia madre, alcuni medici, Blu e Giuls. Ma non so se l’hanno raccontato a qualcun altro.” Sospirò “Penso di no se il Professor Oak ha scelto me anziché altri.” Guardò Raziel ‘Beh, perché no? Ormai lo sa. E parlarne può essere d’aiuto secondo i medici.’ Pensò, poi iniziò a parlare “Sono nato a Biancavilla, ma da bambino sono cresciuto a Johto. C’è una città chiamata Ebanopoli nella parte nord-est di Johto. Ad est di qui ad essere precisi. Mia madre aveva una famiglia lì, e dopo la morte di mio padre voleva andare avanti.”
“Non ne avevo idea...”
“Già. E’ morto quando avevo solo un anno. Non me lo ricordo nemmeno.” Disse Draconix “Ad ogni modo, sono andato alla pre-Accademia per allenatori di Ebanopoli. Mi trovavo bene. Ogni mio insegnante mi diceva che sarei diventato il più forte allenatore di Ebanopoli una volta iscritto all’Accademia. Bravo nei test, bravo in combattimento... non così bravo a fare amici.”
“Non sei bravo a farti degli amici? Ma se ti ho visto fare amicizia con tre allenatori mentre venivamo qui. Hai stretto amicizia con me il primo giorno.”
“Si, questo è quello che sono io ora, ma non ero così ad Ebanopoli. Ero... troppo concentrato per poter socializzare. Passavo le giornate leggendo, sperimentando in battaglia, ma non facevo nulla per fare amicizia. E quando non hai amici, hai solo nemici. I miei insegnanti mi lodavano fin troppo, e per ciò, altri studenti iniziarono ad odiarmi.”
“Ma qualcosa ha peggiorato le cose, giusto?”
“Si. Prima la gente mi ignorava e basta, non mi dava fastidio. Poi un giorno, sono entrato nella Via Gelata. Volevo solo vedere alcuni Pokémon Ghiaccio, fu allora che vidi uno Swinub combattere contro uno Sneasel, e riuscì a vincere. Incassava gli attacchi Ghiaccio quasi senza subire danni, cosa che non dovrebbe accadere.  Ho visto altri Swinub del suo branco reagire allo stesso modo.  Fu allora che pensai di aver scoperto un nuovo tipo.” Draconix rabbrividì “Corsi all’Accademia, dicendo a tutti di aver scoperto un nuovo tipo. Gli insegnanti cercarono di calmarmi, spiegandomi che un nuovo tipo non può essere scoperto così facilmente, ma ormai era tardi. Non solo ne ero convinto, ma tutti a scuola ne avevano sentito parlare. Ero talmente convinto da aver rubato uno Swinub della scuola per combattere contro un altro tipo Ghiaccio davanti a tutti i miei compagni di classe ed altra gente.”
“Immagino non abbia funzionato.”
“No. Swinub è stato sconfitto con un solo colpo, e tutti iniziarono a ridere.” Draconix iniziò a piangere “Ero solamente un bambino, ma tutti hanno iniziato a maltrattarmi! Allenatori più grandi, i miei compagni di classe... persino i miei insegnanti e mia madre erano arrabbiati per aver rubato un Pokémon!” Iniziò a respirare affannosamente, mentre il cuore iniziò a battergli forte “La mia vita era diventata un inferno. Ormai tutti erano apertamente cattivi nei miei confronti dato che gli insegnanti non mi supportavano più. Dopo un po’ non poteì più tornare a scuola.”
“E per ciò ti sei trasferito a Biancavilla.”
“Si, mia madre si rese conto che ormai non poteva più fare nulla per me ad Ebanopoli. Come ho detto era arrabbiata, ma non mi odiava o altro, d’altronde è pur sempre mia madre.” Sorrise, ma era un sorriso triste “Cercò un lavoro a Biancavilla e tornò qui, dove aveva ancora la casa di mio padre. Ed è così che sono finito lì.”
Per un po’ nessuno parlò. Raziel stava pensando, mentre Draconix sospirò di nuovo rimettendosi a letto. Si era aperto in questo modo solo un’altra volta, con Blu e Giuls. Gli sembrava che... parlarne con gli amici lo sollevasse sempre.”
Dopo un po’ Raziel annuì “Beh, è davvero... non so davvero che dire. Nella mia scuola avevo un bullo e, fa davvero male, ma... beh, non riesco ad immaginarmi un’intera scuola che mi odi.” E si girò “Sai che ora hai degli amici, vero? Non ricapiterà più. Hai Blu e Giuls.”
“Lo so, lo so.” Disse Draconix sorridendo “Sono solo i sogni che si rifiutano di andare avanti.”
Raziel sorrise “Non posso dire di sapere cosa fare a riguardo, ma sin da bambino ho passato una situazione simile, se ne vuoi parlare ancora, io ci sono.”
Draconix annuì “Certo, gli amici servono per questo, no?” Sbadigliò “Comunque, è meglio tornare a dormire.”
“Si.” Raziel si voltò “Notte Draconix.”
“Notte Raziel.” Rispose e si voltò per nascondere le lacrime che aveva in viso. Pur un momento si chiese se non fosse meglio dirgli tutta la verità, poi scosse la testa. Com’era finita la sua vita ad Ebanopoli era il suo segreto, la sua vergogna e la sua soltanto.
--
Giuls non sapeva cosa stesse succedendo con esattezza. Bulbasaur aveva legato la Cleafairy e ora la Pokémon li stava guidando entrambi giù dalla montagna. Nella direzione sbagliata però.
‘Dobbiamo solo seguirla?’ Si chiese sbadigliando. Il suo piano era semplicemente riprendersi la pietra e finirla lì. Invece ora la stavano trascinando in un boschetto su una montagna nel bel mezzo della notte. Alzò gli occhi verso la luna, poi abbassò lo sguardo giusto in tempo per vedere che le due si erano fermate. Guardò avanti ed ansimò. Di fronte a loro c’era un ripido dirupo, diviso da un vecchio recinto rotto. Il dirupo aveva una profondità di circa una quindicina di metri prima di raggiungere la cima degli alberi del bosco sottostante, perciò aveva un’altezza di poco meno di venti metri circa.
Giuls rabbrividì “No, non ho la minima intenzione di andare laggiù.”
Bulbasaur la guardò perplessa “Nope, nope, nope. Niente luoghi alti. Niente volo. Non intendo farlo. Ma neanche per...” Bulbasaur sbuffò ed usò una delle liane per legarla attorno alla vita di Giuls. Urlò non appena Bulbasaur e Clefairy si buttarono di sotto, trascinandosela dietro.
Urlò a squarciagola. Ovviamente, razionalmente sapeva che stavano galleggiando lentamente grazie alle capacità di Clefairy di usare l’energia della luna per poter appunto galleggiare. Ma era ancora terrificante. Gli sembrava troppo simile al volo e le ricordava quell’incidente.
Alla fineraggiunserò il suolo. In quel momento, non appena toccò terra si rese conto di non aver smesso di urlare per tutta la caduta. Clefairy e Bulbasaur la guardarono mentre lei si asciugava le lacrime.
“M-mi dispiace...” Disse singhiozzando “Per l’amor del cielo non farlo mai più. Non... non mi piace volare o cadere, o grandi altezze. Scusate.”
Bulbasaur le lasciò la vita con più gentilezza di quando l’aveva presa, e strofinò lentamente la testa sulla gamba dell’allenatrice. Giuls non potè fare a meno di sorridere continuando ad asciugarsi la lacrime. Fu un gesto sorprendentemente tenero da parte del suo starter.
Clefairy attese un attimo, poi riprese a camminare seguita dalle due. Continuarono un po’ fino a raggiungere una radura nel boschetto... dove la Pokémon rimase senza fiato per lo shock.
Giuls capì immediatamente che qualcosa non andava. Differentemente dalla maggior parte dei Pokémon selvatici, i Clefairy erano in grado di costruire, anche se a livelli rudimentali. Costruivano piccoli nascondigli nelle profondita dei boschi o delle grotte, dove viveva il clan guidati da una matriarca.
Ma lì, non c’era nessuno. Gli “edifici” erano distrutti, rocce ed alberi della zona, non c’era nessun Clefairy. Il Pokémon rosa iniziò a chiamare, un lungo e triste richiamo d’aiuto. Bulbasaur fu sorpresa da quanto fosse triste quel richiamo, o almeno è quello che pareva a Giuls, tanto che la lasciò andare. La Clefairy iniziò a correre e a spostare pietre e pezzi di legno nella speranza di ritrovare i suoi compagni. Nessun Clefairy, nessun Clefable, ne vivi, ne morti.
Giuls guardò il terreno e la richiamò sorpresa dopo alcuni istanti. Alla luce della luna era difficile accorgersene, ma riusciva a vedere un’unica impronta. L’impronta di una scarpa.
--
“Si, la cattura è stata un successo.” Disse la ragazza in uniforme con un sorriso.
“Eccellente, proprio come avevi previsto. Il Casinò ha bisogno di nuovi premi. Quanti ne hai?” Rispose il suo capo. Non poteva fare a meno di sorridere dall’elogio o a quello che interpretò come tale.
“Cinquanta... no, quarantanove Clefairy ed un Clefable.” Disse “Alcuni di loro stavano morendo. A quanto pare il primo attacco di quel Pokémon che ci hanno mandato era fin troppo efficace.”
Il capo picchiettò le dita sul bracciolo della sedia “Si, ho ottenuto un rapporto simile dal gruppo che ha attaccato il confine settentrionale della Zona Safari. Non usateli più fino a nuovo ordine.”
“Sissignore.”
“Bene, ora spedisci tutte le catture ad Azzurropoli. Li metteremo insieme ad i beni rubati.”
“Si, a proposito, le invieremo anche i dieci Pokémon rubati da degli allenatori.”
Il capo aggrottò le sopracciglia “Rubati da degli allenatori? E dove?”
“Nel Percorso 4 capo. Non si preoccupi, ci siamo assicurati che fosse sul confine meridionale, in modo che le ispezioni avvengano lontane dal Monte Luna.”
“Me lo auguro. Mandameli insieme. Come procedono i preparativi per il furto?”
“Attaccheremo fra due giorni. Posso chiederle perché abbiamo atteso così tanto signore?”
“Troppi giovani allenatori. Non che non mi fidi delle reclute che abbiamo inviato, ma anche i più forti possono essere sconfitti da dei nemici troppo numerosi. A proposito, verrai inviata ad una nuova posizione.”
“Cosa?!” Chiese la Tenente.
“Manderò Domino a prendere il tuo posto là. Ho una missione più grande di cui ti dovrai occupare. Se tutto andrà bene avrai una promozione. Sai cosa significa.”
Atena sorrise “Sissignore.”

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Capitolo 20
*** Superstite ***


“Erano... umani?” Chiese Clefairy. Era vero che l’attacco era strano, provocato da Pokémon insolitamente violenti i quali non si limitavano alle semplici lotte territoriali, ma riusciva a malapena a crederci che gli umani sarebbero arrivati a tanto. Si girò arrabbiata verso Bulbasaur “E’ questo quello che fanno gli umani come lei?”
“No.” Rispose Bulbasaur “Questo è sbagliato. I nostri allevatori ci hanno spiegato le regole che gli umani devono seguire. E’ importante, anche perché molti Pokémon selvatici non lo sanno e si suppone che i Pokémon allenati dagli umani li istruiscano.” Sospirò “Gli umani non possono catturare Pokémon selvatici che si rifiutano di affrontarli. Se un Pokémon si dimostra chiaramente impaurito o angosciato in battaglia, l’allenatore dovrebbe cessare la lotta e lasciarlo andare. Inoltre, ci sono dei limiti sul fino a dove possono spingersi. Catturare un intero clan di Clefairy è contro la legge. La vostra specie non è rara solo perché non deponete molte uova.”
“Gli umani ci danno la caccia?”
 “Venite venduti a buon prezzo come Pokémon domestici. Dovresti essere felice di non essere un Farfetch’d o un Lapras.” Rispose Bulbasaur “Il punto è che questo non è ciò che gli allenatori fanno in genere. Tutto questo è stato fatto da qualcuno che non ha problemi ad andare contro la legge.”
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Giuls guardò i due Pokémon discutere su qualcosa. Era difficile capire quale fosse l’argomento, ma Bulbasaur stava parlando parecchio.
Poi Clefairy annuì e... si sedette. Dopo poco tempo iniziò a singhiozzare. Il suono era struggente, probabilmente perché il suono proveniva da un verso che qualsiasi persona avrebbe trovato incredibilmente tenero. Giuls si chiese cose stesse provando Clefairy, aveva appena perso tutta la sua famiglia e tutti i suoi cari.
‘Dovrei catturarla?’ Pensò. L’idea le venne in mente in un istante, poi si rese conto di starlo considerando sul serio, d’altronde la Clefairy l’aveva attaccata. Ora le era permesso catturarla, giusto? A scuola ha sempre ritenuto che i Clefairy fossero Pokémon bellissimi, averne uno era stato il suo sogno da un po’, subito dopo aver ricevuto una Pokébambola di Clefairy dal padre. Ed ora ne aveva uno vero davanti...
Si mise una mano sulla tasca della borsa, in cerca di quello di cui aveva bisogno.
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Clefairy notò Giuls alle sue spalle, ma solo quando la toccò si rese conto che aveva qualcosa in mano. Guardò di riflesso Bulbasaur ‘Tutte menzogne dunque. Mi catturerà! Gli umani sono i peggiori!’ Pensò preparandosi per combattere...
In quel momento Giuls mise a terra la Pietralunare e alcune bacche sorridendo “Mi dispiace per quello che è successo. Per quello che quelle persone ti hanno fatto. Non posso fare più di così, ma almeno in questo modo potrai sopravvivere più a lungo ed evolverti quando necessario. Sono sicura che te la caverai a giudicare da ciò che hai fatto alla stanza vicino al lago.”
Clefairy guardò quel sorriso. L’umana era... gentile? Guardò la Pietralunare e la raccolse. La osservò attentamente. La Pokémon rosa non aveva bisogno dell’oggetto, ma avrebbe reso la sua vita ben più semplice, semmai avesse avuto bisogno di diventare più forte bastava usarla. Ma... c’era davvero un umana disposta a lasciarla andare via senza problemi anche dopo averla derubata, attaccata e poi chiesto il suo aiuto?
Giuls si alzò e sospirò “Beh, suppongo dovremmo andare Bulbasaur. Dovrò trovare un modo però per aggirare quella parete rocciosa, poi riferirò tutto alla polizia. Spero che possano scoprire più di quanto io abbia fatto.” Si rivolse di nuovo verso Clefairy “Mettiti al sicuro Clefairy. Semmai dovessi scoprire cosa fosse successo alla tua famiglia, ti riporterò indietro.”
Clefairy era scioccata. Era davvero così? Non voleva catturarla? Gli ha dato quel dono e sarebbe partita?
“Vedi? Ci sono molte cose che non mi piacciono di Giuls.” Disse Bulbasaur “Non ha stile, cerca di darmi ordini, è noiosa... ma penso ci sia una cosa buona in lei. E’ gentile.”
“Andiamo Bulbasaur, dobbiamo trovare una strada. Ho davvero bisogno di dormire stanotte.” La chiamò Giuls sbadigliando.
Bulbasaur sbuffò “Vedi cosa voglio dire quando dico che cerca di darmi ordini? Che razza di allenatrice, cosa farebbe se non ci fossi io?” Però iniziò a camminare sbadigliando per un momento, poi si rivolse a Clefairy “Oh, giusto, un attimo.” Il Pokémon Erba chiuse gli occhi e Clefairy sentì la costante perdita di energie arrestarsi “Ti ho tolto i Parassisemi. Sarebbero caduti comunque fra una decina di minuti, ma non vedo perché farti aspettare.” Detto questo il Pokémon Erba si allontanò seguendo la sua allenatrice.
Clefairy le guardò entrambi andarsene.
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Due ore dopo Giuls dormiva sul suo letto. Inizialmente il proprietario cercò di cacciarla, ma Giuls aveva dimostrato di non possedere alcun Pokémon in grado di usare un attacco di quella potenza e aveva spiegato cosa fosse successo con la Clefairy. Insieme  avevano chiamato la polizia, la quale aveva promesso di venire ad indagare. Successivamente il proprietario le aveva dato una stanza.
Bulbasaur d’altro canto non stava dormendo, era impegnata a pensare cose fosse successo quella sera. ‘Se solo avesse voluto, avrebbe potuto uccidere me, lei o entrambi.’ Pensò con l’immagine delle dita che si agitavano seguita da quella di una potente esplosione. ‘Mi chiedo come facesse a sapere cosa avrebbe usato. Metronomo scaglia una mossa casuale, a meno che non mi abbiano spiegato come funzioni in maniera errata.’ Ripensò ai tempi nel centro d’allevamento e poi scosse la testa. No, era impossibile, era più probabile che la convinzione di Clefairy era data dal puro azzardo dal fatto che usasse spesso Metronomo ‘A pensarci, ci sono molte mosse che avrebbero potuto saltare fuori in grado di causare gli stessi danni o addirittura maggiori. Immagino stesse semplicemente sperando che uscisse una di queste.’ Si ricordò delle storie raccontate da Venusaur, la più bella era quella di un Togepi che riuscì ad usare una mossa di un Leggendario scagliando un Magmaclisma. La cosa era divertente perché era avvenuto in mare, se fosse successo sulla terraferma avrebbe potuto anche bruciare una foresta.
Fermò quella scia di ricordi con una breve risatina per poi fissò la finestra, le stelle stavano sbiadendo mentre la notte faceva spazio all’alba e Bulbasaur si preoccupò ‘Nonostante non mi piaccia molto, è pur sempre la mia allenatrice.’ Pensò riflettendo sul da farsi. Dopo aver combattuto contro quel maledetto Doduo aveva riunciato all’idea di essere perfetta. Quello era stato probabilmente uno dei giorni più difficili di tutta la sua vita. Poteva ancora sentire i becchi del Pokémon colpirla ancora ed ancora, e la sensazione di svenimento. Prima di allora pensava che solo un Pokémon Fuoco come Charmander potesse sconfiggerla, siccome si trattava di uno svantaggio ingiusto. Ma Doduo aveva fatto ricorso principalmente a mosse di tipo Normale ed era riuscita a colpirlo solo una volta. Recentemente si era anche resa conto di come fosse difficile affrontare in battaglie uno contro uno nemici più duri che erano resistenti alle sue mosse.
Quel secondo flusso di pensieri fu interrotto dal suono della finestra che si apriva. Vide... entrare un’ombra a forma di stella. D’istinto fece finta di dormire solo per vedere una Clefairy, la stessa che avevano lasciato nel boschetto, entrare ‘Beh, questo si che è un deja-vu.’ Decise di tenerla d’occhio anziché partire subito all’offensiva e vide la Pokémon aprire la borsa per prendere una Poké Ball, poi iniziò a premere ripetutamente il pulsante. Non accadde nulla e Bulbasaur capì cosa stesse accadendo.
“Funziona solo se tenuta da un umano o se lanciata da esso.” Spiegò. Clefairy fece un balzo indietro lanciando un grido acuto, prima di calmarsi. Bulbasaur ridacchiò e la Pokémon Normale mise il muso.
“E’ stupido, perché non potrei catturarmi?”
“I modelli più vecchi possono farlo, ma ci sono stati problemi con persone che predisponevano trappole con le Ball per evitare di combattere finendo per catturare Pokémon che non volevano per poi essere venduti o scambiati, truffando altra gente. Quindi le hanno cambiate in modo che funzionino solo in presenza attiva dell’umano.” Bulbasaur sorrise notando l’espressione di Clefairy ‘D’altronde ero pur sempre la più intelligente del centro d’allevamento.’ Pensò con il suo solito orgoglio.
“Quindi, che posso fare?”
“Non puoi aspettare che si svegli e ti catturi? Pottremmo anche fare una bella lotta.” Rispose la Pokémon Erba “Voglio ancora pestarti per quell’esplosione di fuoco.”
“Solo nei tuoi sogni.” Rispose Clefairy con un sorriso “Comunque no, vorrei solo unirmi a voi ed aiutarla d’ora in avanti.”
“Beh, allora non abbiamo altra scelta.” Bulbasaur prese la Poké Ball con le sue liane e la mise in mano a Giuls. Clefairy annuì e saltò sul letto per poi premere il pulsante. Con un lampo di luce fu assorbita. La Poké Ball si mosse per alcuni secondi e poi si fermò. Dopo un breve momento Clefairy uscì fuori.
“Beh, è stato interessante.” Disse la Pokémon grattandosi la testa “Non so che fare adesso.”
“Che ne hai fatto delle cose che ti ha lasciato Giuls?” Chiese Bulbasaur “Potrebbero tornare utili.”
Clefairy annuì prima di mostrare la Pietralunare a Bulbasaur “La lascio qui e vado a prendere il resto. Se si sveglia...”
“Si, non preoccuparti. Gli umani dormono otto ore al giorno se possibile. A volte anche di più. Non si sveglierà tanto presto.”
“Capisco. Bene, torno fra un’oretta.” Disse Clefairy uscendo di nuovo dalla finestra.
‘Dovrei insegnarle come si usano le porte.’ Pensò Bulbasaur riprendendo la Poké Ball dalla mano di Giuls e appendendola alla cintura.
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“Si, un’allenatrice ha confermato che un gruppo di Clefairy è scomparso durante la notte, mentre un altro ha attaccato la sua locanda. E’ davvero sicuro... Si signore, capisco che sia alquanto problematico. Si ho capito... Si... Molto bene, faremo partire un’indagine. Grazie.” L’agente di polizia riattaccò il telefono e sospirò.
“Cos’è successo con i Clefairy?” Si voltò a guardare il proprio collega. Entrambi venivano spesso fermati lì per rispondere alle chiamate, quindi si conoscevano bene.
“Ah, niente, solo un allenatrice che ha seguito un Clefairy selvatico che ha causato danni ad una proprietà e ha scoperto un caso sospetto di cattura illegale al Monte Luna. Probabilmente un’idiota che ha pensato di poter catturare facilmente dei Clefairy scegliendo di affrontare un’intero clan per aggirare il problema della loro indole timida.”
“Non sembra una bella cosa.”
“Sembra una cosa stupida piuttosto. E’ una seccatura indagarvici. Ora dovremmo monitorare la gran parte dei Pokémon depositati da Plumbeopoli e Celestiopoli per settimane per cercare di trovare un’insolita quantità di quella specie.” Inoltrò un email all’amministratore dei server di Scambio e del Sistema Memoria Pokémon di Kanto, poi fece una smorfia “Giusto, non abbiano neppure risolto il disastro causato dal Team Rocket.”
Prese il telefono e fece una chiamata.
“Si, signor Bill Veeren? Pronto? Si, mi spiace chiamarla così tardi. Si, so che ore sono, sarebbe più corretto dire, chiamarla così presto.  Bene, ci serve l’accesso a qualsiasi ritiro o deposito avvenuto a Celestopoli e Plumbeopoli. Si lo so, ma dobbiamo concentrarci solamente sui Clefairy, il che riduce il lavoro. Dovremmo controllare qualsiasi trasferimento sospetto di Clefairy siano essi ritirati o depositati. Si, incluso il server del Monte Luna, non è lo stesso di Plumbeopoli? Non lo è più da mesi? Siamo spiacenti, non ci informano di tutto. Si grazie. Grazie davvero, arrivederla.” Riattaccò il telefono e posò la schiena sullo schienale della sedia. “Beh, ecco tutto. Ora dovremo tenere d’occhio i server. Dopodiche compilerò un file ed un investigatore si occuperà di controllare l’area. Dovrebbe essere facile da sistemare.”
“Non sembra male.” Disse il secondo dando un’occhiata al suo telefono e scuotendo la testa per spostare una ciocca di capelli neri dal viso “Mi spiace, ma dovrei fare una pausa per andare in bagno, mi sta disturbando la cosa e ho bisogno d’acqua. Pensi di potertela cavare da solo?”
“Certo, vai pure, tanto è una notte alquanto noiosa.” Disse l’agente. L’altro sorrise ad andò in bagno. Prese il telefono e squillò tre volte, poi una voce parlò dall’altro lato.”
“Codice e pass. Nomi in codice del contatto.”
“I134, Cloyster17. Vileplume Bianca.”
La voce dall’altro lato fece una pausa, poi una voce femminile disse “Si, I134?”
“Abbiamo un problema. L’incursione di Clefairy è stata scoperta. Degli investigatori verranno mandati domani.”
La voce dall’altra parte si interruppe “Come ci hanno scoperto?”
“Non so i dettagli, è stato un altro a rispondere. Ha qualcosa a che vedere con un Clefairy ladro che ha condotto un allenatrice là.” Rispose “Inoltrerò l’intero caso una volta che il rapporto sarà pronto.”
“Fallo al più presto. Vileplume Bianca chiude.” Atena quasi danneggiò il telefono per la sua stretta. Si fermò solo perché averne uno nuovo avrebbe richiesto del tempo e al momento non poteva sprecarlo “Passami Archer.” Disse alla voce che le rispose. Mise una mano sul microfono ed indicò una recluta “E portami Domino, dobbiamo fare delle modifiche al piano.”

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Capitolo 21
*** Monte, Fiume, Città ***


“Monte Luna stiamo arrivando!” Gridò Draconix a pieni polmoni, tornando alla sua solita allegria. Sorrisi, sembrava che il mio amico fosse un’altra persona alla luce del sole. Eravamo già entrati nella grotta, era ben illuminata, ma eravamo lontani dall’esterno.
“Già!” Dissi concordando, e noi due ridemmo facendo i primi passi “Dunque, quanto pensi ci metteremo?”
“Il tempo necessario. Ci alleneremo finché non saremo pronti ad affrontare non solo Misty, ma anche gli altri Capipalestra.” Rispose Draconix aprendo le sue Poké Ball da cui uscirono Charmeleon e Spearow, quest’ultimo si appollaiò sulla spalla dell’allenatore, mentre l’altro avanzò facendosi strada per la grotta usando la coda.
“Beh, sembra un buon piano.” Pensai facendo uscire Gastly. Lo Spettro sembrava apprezzare di più la grotta rispetto ai percorsi precedenti, probabilmente perché era completamente al buio, eccezion fatta per le luci istallate per segnare il sentiero. La cosa che colpì sia me che Draconix furono i suoni di combattimento in lontananza. Sorrimmo entrambi, sarebbe stata una bella esperienza.
-
Blu fece alcuni respiri profondi e poi corse verso il ponte. Il Ponte Pepita, il luogo in cui di solito si teneva il festival delle Pepite, quell’anno era stato leggermente posticipato, dunque il ponte era vuoto. Sorrise, felice di potersi sentire libero dopo aver terminato il suo ricovero in ospedale. Aveva detto a Draconix che avrebbe lasciato la città subito dopo aver preso la medaglia, ma... ‘Non ho mai detto cosa avrei fatto prima di allora.’ Pensò. Aveva un piano preciso ed un solo Pokémon da catturare. Forse era l’unico Pokémon che aveva deciso di prendere sin dall’inizio, ma era ben conscio del fatto che si trattasse di un’ardua sfida per un allenatore del suo livello.
Abra. Il flagello degli specialisti Psico che vogliono iniziare la loro carriera da allenatore catturandone uno, e di qualsiasi altro principiante che vuole affrontare la Lega con un Alakazam. Un Pokémon selvatico che trascorre le sue giornate dormendo e fuggendo dalle lotte, ma anche un eccellente combattente dopo essersi evoluto in Kadabra e poi in Alakazam.
Il Pokédex segnava le locazioni dove gli Abra venivano trovati più comunemente, nella zona a nord dei Percorsi 24 e 25. Non aveva mai capito perché non fossero considerati un unico Percorso, ma non ci diede molto peso. L’importante era che in quel posto poteva trovare gli sfuggenti Abra.
Aprì due Poké Ball e Pidgeotto si liberò subito in cielo esplorando il Percorso. Il secondo Pokémon era la sua ultima conquista, e quella che lo aveva lasciato più perplesso. Il Rattata sfrecciò sul terreno come fosse una freccia viola intenta a muoversi in ogni direzione. Si era accorto che la terza Poké Ball era nella sua cintura la prima volta che si era svegliato, perciò aveva supposto che Rattata si era lasciato catturare in seguito agli eventi accaduti prima. Stava ancora cercando di capire se la cattura era stata accidentale, ma il Pokémon sembrava che volesse stare con lui ‘Beh, certo. Sono spettacolare, chi non vorrebbe stare con me?’
Tuttavia il Rattata era un buon Pokémon. Per prima cosa era veloce, più veloce della maggior parte dei Pokémon che aveva affrontato fin’ora. Non ci voleva un genio per capire che sarebbe diventato un potente Raticate, perciò nel complesso, Blu era ben felice di averlo. Ma voleva solo scoprire come era finito nella sua squadra.
-
Rattata continuò a correre, saltando sopra un Oddish che emergeva dall’erba e schivando il debole assalto di un Weedle, e sorrise. Quando il suo clan gli chiese di andare con quel nuovo allenatore, l’aveva considerata una richiesta strana. Certo, era grato per l’aiuto che aveva dato, ma mandare uno di loro con lui gli pareva eccessivo, ma aveva accettato: aveva un enorme debito con lui, e se per ripagarlo doveva viaggiare assieme a questo Blu, lo avrebbe fatto volentieri ‘Non è neanche così male. Non mi hanno mai nutrito così bene da tempo.’
In quel momento, da dietro un cespuglio, scorse la sagoma di un Abra. La testa da volpe, il corpo umanoide e la lunga coda erano sufficienti per dirgli cosa stesse guardando, ma il fatto che dormisse a mezz’aria era l’ultimo indizio che gli serviva. Alzò gli occhi e fece un cenno con la testa a Pidgeotto, il quale tornò immediatamente indietro per chiamare Blu ‘Sarà qui fra un paio di minuti. Non teletrasportarti via proprio ora...’
“Non preoccuparti, non andrò da nessuna parte.” Rispose una voce nella sua testa. Rattata squittì balzando all’indietro e l’Abra ridacchiò.
“Sai cosa sta per succedere e non vuoi scappare? E’ raro per la tua specie.” Disse Rattata dopo un breve istante.
“A dire il vero, desidero allenarmi con un buon allenatore. E ho già abbastanza indizi per capire che il tuo lo sia.” Rispose Abra.
Rattata lo guardò perplesso “Che vuoi dire?”
“Beh... è al quanto facile se ci pensi. Per prima cosa posso dire che il tuo allenatore è il tipo che ha fiducia nei suoi Pokémon. E’ evidente che tu e quel Pidgeotto siete stati mandati per cercare un esemplare della mia specie, dal momento che la mia è la specie più rara che vive in quest’area, quindi sarebbe l’unica che richiederebbe uno sforzo del genere. Il che indica che il vostro allenatore vi ha affidato il compito di localizzarmi e che si aspettasse che tornaste. Ciò significa che è bravo con i Pokémon, altrimenti sareste scappati alla prima occasione, o non vi avrebbe dato un simile incarico. Sembri ben nutrito e ben trattato, quindi non sottovaluta l’importanza di trattarvi bene. Per concludere, quel Pidgeotto sembrava ben allenato, il che significa che è almeno un allenatore in erba alquanto abile. Mi basterà osservare rapidamente ad una vostra lotta per avere la certezza sulle mie supposizioni, e se ho ragione, mi farò catturare.” Spiegò l’Abra con un leggero inchino.
Rattata era sia stupito per quanto fossero accurate quelle deduzioni, che infastidito per essersi fatto scoprire così facilmente “Beh, sarai un buon componente della squadra, dico bene?”
“Supponendo che io lo diventi, si, potrei tornarvi alquanto utile.”
Rattata sospirò “Si, immagino di si.” Disse.
-
Blu seguì Pidgeotto e sorrise vedendo Rattata indicare un Abra. Il Pokémon Psico sembrava addormentato e Blu fece un cenno con la testa verso Rattata, il quale avanzò usando Morso. Abra sbadigliò e si teletrasportò a pochi passi verso sinistra, schivando il colpo. Rattata passò all’offensiva, sferrando sempre più Morsi per cercare di colpire il bersaglio, ma ogni volta Abra si teletrasportava all’ultimo istante per schivare il colpo. A quel punto il Pokémon si svegliò del tutto, tanto da stare in piedi sul terreno anziché fare uso delle telecinesi per dormire fluttuando. L’allenatore aveva sentito che gli Abra non potevano agire efficientemente se avessero dovuto usare più capacità psichiche per scopi differenti, almeno allo stato brado, perciò stava puntando su questo.
Blu sorrise capendo che ora poteva eseguire il suo piano, e all’ultimo secondo urlò “Mordilo più forte.” Rattata sorrise, come se avessero concordato e poi balzò con un Attacco Rapido. L’Abra emise un guiato quando ci fu il potente impatto, il quale lo fece volare via fino al fiume. Il Pokémon ansimò e non riuscì ad usare i suoi poteri per non cadere in acqua. Blu sorrise e mandò Pidgeotto a recuperarlo, poi il Pokémon sputò un po d’acqua tossendo.
Blu sorrise ed usò una Poké Ball. L’oggetto si mosse sul terreno un po’ fino a fermarsi del tutto. Con un sorriso la raccolse e fece uscire Abra, il quale tornò immediatamente a dormire.
Blu annuì ‘Bene, il piano ha funzionato come speravo.’ Pensò rivolgendo un cenno con il capo a Rattata. Il Pokémon era stato in grado di eseguire gli ordini nonostante le poche spiegazioni dategli. Era sicuramente una buona aggiunta alla squadra.
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Abra lesse la mente del suo allenatore e annuì “Sembra che tu abbia fatto una buona impressione. Non c’è di che.”
Rattata lo guardò perplesso “Quindi verrai con noi. Devi sapere che il nostro allenatore è nemico di un’organizzazione chiamata Team Rocket.”
Abra annuì “Bene, se avessi scoperto che invece ne fosse membro sarei fuggito.”
“Oh, sono sopreso che un Pokèmon selvatico li conosca.”
“Non tutti, ma in questo Percorso abbiamo avuto brutte esperienze. Molti miei cari amici sono stati catturati e portati via da loro. Sembra diano la caccia a Pokémon rari come noi, anche se non so il motivo.” Spiegò il Pokémon Psico con un lungo sospiro “Ma se siete loro nemico, sono ben felice di essermi unito a voi. Forse potremmo capire cos’è successo. E’ un mistero che mi turba da un po’ ormai.”
Rattata meditò su ciò che disse Abra, poi gli mise una zampa sulla schiena “Beh, sono sicuro che noi due faremo strada. Il Team Rocket imparerà a temere il Ratto e la... Volpa Umanoide Gialla?” Disse incerto su come definire Abra.
“Psichico è sufficiente. Gli umani ci definiscono Pokémon Psico.” Rispose Abra “Ma si, sono certo che saremo una grande squadra.”
Pidgeotto li guardò “Hanno fatto presto a fare amicizia...”
-
Nessuno di loro fece caso ai due allenatori nelle vicinanze, i due fra i tanti che però stavano allenando un paio di Golbat “Quindi lo lasciamo andare e basta?” disse la ragazza mentre il suo Golbat attaccava con Velenodenti. Si passò una mano fra i capelli corti e scuri, cercando di sistemarsi l’acconciatura.
“No, il capo ha detto che non vale la pena attirare attenzioni indesiderate su di noi, dato che me ne sono già occupato.” Rispose l’adolscente dai capelli castani “Ho mandato Milas ad occuparsi delle ultime cose che ci servono in città, e Maxus ha avuto dei turni di guardia extra, in questo modo avremo il tempo per eseguire gli ordini del capo sul tenerlo d’occhio e ci assicuriamo che non metta il naso in altri nostri piani. Ma il microfono che gli ho messo sul cellulare è stato sufficiente per farci sapere che se ne andrà dopo aver vinto la lotta in palestra.”
“Come al solito, frère, sei ben preparato.”
“Lo sai bene sorellina.”
La ragazza ridacchiò guardandolo con i suoi occhi viola “Dunque, qualche piano su cui dovresti aggiornarmi?”
“Nulla di che, abbiamo quasi finito in città con le cose importanti, non ci resta che attendere il Festival delle Pepite, e dopo che gran parte dello squadrone se ne sarà andato, il posto di guardia può essere assunto da qualche guardia sotto le direttive di qualcun altro.” Disse il maschio mentre il suo Golbat sconfiggeva quello della ragazza.
“Mi sembra giusto.” Disse “E chi lascerai al comando frère?”
“Beh, stavo pensando di lasciare la mia cara sorellina.”
Lei sorrise “Merci, cercherò di dimostrarti di meritarmelo.” Il Tenente Rocket sorrise di rimando e quando richiamò il suo Golbat vide Blu andarsene “Andiamo.” Kyoku annuì e i due lo seguirono in lontananza, assicurandosi di non essere individuati.
-
Darken aveva deciso di trascorrere alcuni giorni nella grande città di Azzurropoli. Molto vicina a Zafferanopoli, tanto che molti la chiamavano “il distretto commerciale di Zafferanopoli”, la città però era una calamita per gli allenatori. Il grande centro commerciale da solo vendeva molti più oggetti di tutti i Pokémon Market della regione, incluse varie MT e le costose pietre evolutive. E naturalmente c’era il Festival della Natura.
Ogni città di Kanto organizzava un festival differente in periodi diversi dell’anno, con una rigorosa organizzazione per le date in modo da assicurarsi che questi eventi non si sovrappongono. Quella settimana toccava al Festival della Natura. Attraversò gli stand mangiando alcune patatine dalla forma di foglie di Oddish, con un contenitore a forma di Oddish, cosa strana a suo parere, ma comunque buone.
‘Ed ora la sfida degli Eevee.’ Alzò lo sguardo. Uno degli edifici cittadini era di proprietà di un uomo anziano che allevava Eevee per i giovani allenatori. Di solito bisognava pagare o essere nella Top 20 degli allenatori dell’Accademia per Allenatori di Azzurropoli per averne uno, ma l’occasione migliore era l’annuale Sfida degli Eevee, aperta solo per gli allenatori in erba, dove avrebbero potuto ricevere un Eevee gratuitamente. Certamente quella era un’opportunità che Darken non si sarebbe fatto sfuggire.
Entrò nell’edificio e prese l’ascensore fino al tetto. Lì poté vedere solo il cielo e i tetti degli altri edifici, oltre che un gruppo di allenatori attorno alle cinque arene di battaglia improvvisate. Un uomo anzianò li osservò guardando l’orologio. Dopo una decina di minuti andò sul campo di battaglia centrale. Tutti si avvicinarono all’unisono.
“Salve a tutti.” Disse con voce lenta mentre con una mano si grattava la corta barba bianca “Sono contento di vedere così tanti giovani allenatori pronti ad accettare la sfida anche quest’anno. La sfida consiste in una serie di combattimenti 1 vs 1. Ciascno di voi combatterà contro cinque persone ottenendo tre punti per ogni vittoria ed un punto in caso di pareggio, ovviamente nessun punto per chi dovesse perdere. Le dieci persone con il punteggio più alto riceveranno un Eevee. Ma se più di dieci persone ottengono oltre 15 punti, tutte loro ne riceveranno uno. Per favore scrivete il vostro nome ed il vostro ID allenatore sul modulo e specificate quale Pokémon userete.” Indicò un piccolo stand con un grosso registro sopra di esso “Ricordate che sono ammessi solo Pokémon di tipo Normale, Acqua, Fuoco ed Elettro.” Aggiunse. Alcune persone deglutirono nervosamente, probabilmente perché non erano a conoscienza di quell’ultima regola.
Darken attese in fila il suo turno, poi firmò. Pensò per un secondo su quale Pokémon usare, poi fece la sua scelta e si spostò di lato. Contò una trentina di partecipanti, e dopo circa mezz’ora arrivò l’elenco dei combattimenti. La prima sulla lista era un suo combattimento contro un allenatore di nome Parie.
Quando andò sull’arena, scoprì che Parie era una ragazza invece, dai capelli blu e della sua stessa età, la quale si inchinò nervosamente “Grazie per la sfida.” Disse balbettando per un istante prima di schierare un Elekid. Gli occhi di Darken si spalancarono alla vista del Pokémon Elettro raro a Kanto, quindi di rimando schierò Tuffball. La Jigglypuff si preparò alla lotta e Darken sorrise. Dopo un breve momento, la lotte ebbe inizio.
-
"Quindi Domino, cosa facciamo?" Chiese la recluta "Atena è arrabbiata. Forse ha ragione."
La ragazza bionda del Team Rocket osservò l'elicottero andarsene e si accigliò "Mondo, quando vorrò la tua opinione, te la chiederò."
Mondo, un giovane dai capelli castani e corti deglutì notando la rabbia sul volto della bionda. Quando era così era meglio stare zitti e fare come diceva "D'accordo, lo dirò agli altri."
Domino annuì, ma era ancora furiosa 'Questa è la mia operazione, non la sua. La mia!' Chiuse gli occhi, poi si rivolse a Mondo "Assicurati che siano tutti pronti, non tollererò alcun errore."
"S-si Domino."
"E usa il nome in codice!"
Mondo deglutì "Si D... Tulipano Nero." Il giovane corse via iniziando ad impartire gli ordini.
Domino sorrise "Bene. Rispetto." Domino era la Tenente più giovane, beh, la seconda più giovane ormai, ma era quella ad aver ottenuto la carica all'età più giovane. Ora, dopo un anno, quella era la sua prima grande operazione di cui era al comando.
"Lo farò." 

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Capitolo 22
*** La Ragazza Blu e l'Aviatore ***


Darken osservò l’Elekid riscaldarsi con dello shadow boxing. La sua allenatrice d’altrocanto era terrorizzata, stava visibilmente tremando e quando gli ordinò di attaccare con Attacco Rapido, balbettò. Darken rispose con Libbra, i due attacchi impattarono quasi allo stesso tempo, anche se l’Attacco Rapido fu per un breve momento più veloce, riuscendo a respingere la Jigglypuff.
“D’accordo Tuffball, Inibitore!” Gridò e la Jigglypuff lanciò un’occhiata all’Elekid. I suoi occhi brillarono per un istante e Darken vide per un momento una flebile energia circondare il corpo del Pokémon Elettro.
“T-Tuonopugno!” Gridò Parie. Elekid scosse la testa e balzò in avanti. I suoi pugni elettrificati scoppiettavano mentre si muovevano, ma Jigglypuff si chinò schivando il colpo per poi rimbalzare e colpirlo con un Libbra a mo di montante. Elekid indietregiò riuscendo a malapena a rimanere in piedi. Parie lanciò un nuovo comando, dicendogli di usare Tuonoshock, ma Tuffball lo incassò e e si lanciò per colpirlo con un’altra Libbra dritto in faccia scaraventandolo fuori dall’arena.
Parie corse a riprenderlo. Darken provò a dire qualcosa, ma lei si chinò e se ne andò svanendo tra la folla, mentre altri allenatori si posizionavano sui loro posti di combattimento “Cos’era stato?” Si chiese. Sembrava troppo preoccupata per una lotta simile.
Si grattò la testa e si allontanò in attesa del suo prossimo turno. La seconda e terza lotta furono meno movimentate. La prima delle due vide Jigglypuff lottare contro un Rattata, e sebbene la velocità del nemico fosse un problema, Canto riuscì a frenarlo. L’altra invece,contro un Growlithe, si rivelò più movimentata, avendo usato Inibitore su Braciare, aveva costretto il nemico ad un combattimento corpo a corpo, in cui Tuffball riuscì a sfruttare la sua resistenza.
Contro il Vulpix la cosa fu diversa. Il Pokémon aveva prolungato la lotta dopo aver ustionato Tuffball, e alla fine il Pokémon Normale crollò non appena riuscì a sferrare il colpo di grazia. Darken sospirò mentre la Pokémon veniva curata prima dell’incontro finale. Con tre vittorie ed un pareggio, era ancora in carreggiata per avere un Eevee.
Nell’ultima lotta si ritrovò contro un allenatore con un Poliwhirl. Si rivelò essere il più difficile di tutti, dato che tutte le mosse dell’avversario erano a lungo raggio, perciò Inibitore non lo costrinse ad un combattimento corpo a corpo. Canto pure sembrava inefficace, dato che il nemico usava Bolla o Pistolacqua per fermarla prima che la canzone andasse troppo oltre e lo addormentasse. Alla fine, tutto ciò che Tuffball dovette fare fu buttarsi nella mischia. Incassò alcune Bolle, ma riuscì a sferrare abbastanza Libbre da portare lo scontro in suo favore, grazie all’impossibilità del nemico di usare attacchi da mischia. Fu una lotta molto combattuta da cui ne uscì vincitore.
Darken sorrise aspettando l’annuncio. Con quattro vittorie ed un pareggio lui dovrebbe esserci nella top ten. Riuscì a vedere alcuni allenatori andarsene, probabilmente quelli che avevano subito almeno due o tre sconfitte che non avevano intenzione di rimanere. Scorse la ragazza dai capelli blu tra la folla, stava tremando, ma continuava a guardare in alto.
“Bene, vediamo.” Disse l’anziano “Adesso chiamerò i dieci nomi, per favore venite qui quando vi nominerò.” Darken fu l’ottavo ad essere chiamato, e quando andò sul campo di battaglia, gli fu consegnata una Poké Ball. Sorrise mentre il vecchietto gli strinse la mano “Congratulazioni ragazzo. Se posso permettermi, quale evoluzione sceglierai?”
Darken annuì “Pensavo di puntare su Jolteon.”
“Ah, gran bella scelta, preferisci la velocità alla potenza, ma può comunque colpire duro. Sono sicuro che non ti deluderà.”
Darken ringraziò e tornò fra la folla. Fu chiamato un altro allenatore, un giovane che ringraziò l’anziano con un lungo inchino per poi andarsene. L’ultima fu la ragazza, si avvicinò a lui chiaramente nervosa, e lo ringraziò tantissimo con molti, ma rapidi, inchini. Alcune persone tra la folla ridacchiarono.
“Beh, questo è tutto.” Disse l’uomo con un sorriso “Ringrazio tutti quanti per aver partecipato alla sfida degli Eevee. Sono certo diverrete tutti grandissimi allenatori. Vi auguro buona fortuna e terrò d’occhio i miei Eevee alla Lega. Ricordate che potete anche aquistarne uno, altrimenti, arrivederci!”
Molte persone, tra cui Darken, attraversarono i piani inferiori, anche se alcune rimasero indietro. Il giovane ponderò l’idea di aquistare altri due Eevee e non pensarci più, ma non ne aveva voglia. Gli pareva sbagliato imbrogliare usando i soldi ‘Ce ne sono alcuni che proprio non mi danno altra scelta. Ma non è questo il caso.’
Gli Eevee sono Pokémon rari a Kanto, ma non impossibili da trovare. Stava comunque sperando in un incontro fortuito. Lasciò l’edificio dirigendosi al Centro Pokémon, e fu allora che sentì una voce “Umh, mi scusi.” Disse una voce nella sua testa. Sobbalzò sorpreso ed incappò in Parie. La ragazza dai capelli blu cadde a terra per poi rialzarsi immediatamente “M-mi spiace. Non avrei dovuto farlo. Scusa scusa!”
“Sei... stata tu?”
“S-si sono...” “Sono una Psiche.” Disse una voce nella testa di Darken. Ora che poteva confrontarle si rese conto che la voce nella testa e quella della ragazza erano quasi identiche, sebbene la prima fosse più matura, senza che balbettasse o apparisse incerta come la seconda “I-io non sono...” “Non sono brava con le parole sin da quando ero piccola, ma volevo chiederti una cosa.”
Darken fu un po sorpreso. I poteri psichici non erano una cosa così assurda, ci sono addirittura utilizzatori noti nelle lotte Pokémon come Sabrina o Cosmo, ma l’idea di incontrarne una in quella maniera era... a dir poco soprendente.
“S-si” “Si, lo so che è sorprendente incontrarne una. Ma volevo solo chiederti se potessi darmi qualche consiglio. Sei stato parecchio bravo e speravo che potessi...”
Darken non sapeva cosa dire “Beh, mi spiace, ma sono allenatore da sole due settimane, ed ho solamente una medaglia ancora. Non saprei cosa insegnarti.”
“Oh, oh, c-certo.” Disse lei ancora balbettando. Darken non riusciva più a sentire pensieri di lei, probabilmente perché aveva smesso di usare i suoi poteri “M-ma possono comunque avere dei commenti riguardo la notra lotta? Ho bisogno di consigli.”
Darken ci pensò su, cercando di capire cosa dirle “Beh... Elekid è forte. Ma dovresti cercare di essere più veloce nell’impartigli degli ordini. Oppure, devi cercare di fare in modo che Elekid reagisca ad ogni mossa mentre gli stai parlando. Non puoi usare la telepatia?”
“N-non sono così brava. Sono nata con queste capacità a causa di mio zio, ma funziona solo sugli umani. Non riesco neppure a sentire frasi complete, ma solo...” si morse il labbro inferiore, probabilmente perché incerta sul come continuare o altro.
“Beh, allora temo tu dovresti chiedere a qualcun altro. Mi spiace, non so davvero cos’altro dirti. Perché non chiedi ad un Capopalestra? La Palestra di Zafferanopoli potrebbe essere un buon inizio.”
Parie annuì “Si certo, grazie. Buona fortuna.” E dopo qualche inchino se ne andò scomparendo girando l’angolo.
Darken si grattò la testa “Non era ciò che mi aspettavo. Incontrare una Psiche che non è neppure specializzata nel tipo Psico...” Si chiese se avrebbe potuto fare altro, ma poi capì che non era il caso. Non aveva mentito quando le disse di non avere altri consigli da darle. Poi con un sospirò continuò per il suo cammino per prepararsi prima della palestra.
-
Parie si portò le mani al viso, dopo essersi fermata dietro un vicolo ed iniziò a piangere.
“Perché sono così?” Chiese singhiozzando. Incapace di tenere persino una semplice conversazione senza ricorrere alla telepatia, balbettando per poi andarsene.
Sentì un leggero tocco ad un fianco e guardò Elekid gentilmente toccarle la gamba. Lei sorrise, anche se ancora in lacrime. Almeno aveva ancora Elekid.
“Salva signorina.” Disse una voce alle sue spalle. Si voltò, pensando fosse l’altro allenatore, quel Darken, invece vide un uomo sulla quarantina con capelli scuri ed uno sguardo severo “Non volevo immischiarmi, ma ho sentito che hai bisogno di aiuto, giusto? Posso darti io qualche consiglio se vuoi.”
Parie non sapeva cosa dire. Sentiva che non c’era alcuna emozione negativa provenire da quell’allenatore, ne nei suoi confronti, ne in quelli di Elekid. Sembrava che volesse davvero aiutarla “B-beh... se può...”
“Eccellete!” Disse con un sorriso “Mi segua. Le presenterò i miei colleghi. Non si preoccupi per il suo Elekid, posso capire che seguire degli estranei possa sembrare inquietante. Se vuoi che lui ci sia per colpirmi in caso di bisogno a me va bene.”
“P-perché...” “Perché vuole aiutarmi?” Chiese usando istintivamente la telepatia. L’uomo incredibilmente non fu minimamente sorpreso.
“Beh, mi ricordi una mia collaboratrice, ad essere sincero. Lei ha bisogno di aiuto e noi posiamo offrirglielo.”
“Noi chi?”
Lui scosse la testa “Tutto a tempo debito. Per il momento, posso dirle che sono una persona con abbastanza denaro e le giuste conoscienze per aiutarla. Posso dirle che ha del potenziale, sicuramente maggiore dell’altro ragazzo. Sarà un ottima aggiunta fra le mie fila.”
“La ringrazio signor...”
L’uomo sorrise, era un sorriso sincero da quello che riuscì a sentire dai suoi pensieri “La prego, mi chiami Giovanni.”
-
Gastly schivò un Attacco d’Ala per poi colpire con Leccata. Lo Zubat cadde con l’ala paralizzata, e un attimo dopo si scagliò via a causa di Ombra Notturno.
“Ottimo lavoro Gastly! Stai diventando molto più veloce nell’usare Ombra Notturna.” Disse Raziel e Gastly sorrise per il complimento.
“Già, bel lavoro Palla di Gas.” Disse lo Zubat a terra “Non ti curar di me, sto solo qui a giacere mentre tu gongoli per le tue lodi.”
“Oh non fare il melodrammatico, sei tu che ci hai sfidato.” Disse Gastly modellando parte del suo gas per formare una freccia per indicare lo Zubat. Raziel si avvicinò dandogli una Baccaliegia “Meglio?”
Lo Zubat riprese a volare ed annuì “Si, grazie.”
“Nessun problema. Ma assicurati di affrontare qualcuno al tuo livello la prossima volta.”
Lo Zubat sbuffò, ma Gastly capì che il Pokémon selvatico non era arrabbiato, al massimo, era deluso, pensò Gastly. Quando li aveva sfidati probabilmente sperava di trovare un allenatore, ma Raziel non provò neppure a catturarlo.
In quel momento notarono quattro figure che si stavano avvicinando. Uno era Draconix seguito da Charmeleon e Spearow. Assieme a loro c’era un altro allenatore della loro stessa età, un ragazzo alto e biondo con un cappello da aviatore e degli occhiali abbinati “Oh bene, uno di quei tipi.” Aveva visto un sacco di allenatori strambi durante il loro viaggio, e molti di questi avevano accessori assurdi nel proprio vestiario. Sorrise di rimando a Raziel con il suo faccione nero “Si, direi che come appellativo ci sta.” Disse.
“Come vanno le cose Palla di Gas?” Chiese Spearow avvicinandosi a lui.
“Be- Perché tutti mi chiamano Palla di Gas oggi?”
“Perché è quello che sei?”
“Sono una sfera di gas posseduta da un’anima errante sviluppata in natura, grazie mille.”
Spearow ridacchiò “Ma la palla di gas c’entra comunque. E comunque, la mia domanda?”
“Bene, sto migliorando nell’eseguire Ombra Notturna. Ora non ho più bisogno di mantenere il contatto visivo. Ma è ancora un po lenta.”
“Bene bene.” Disse il Pokémon “Altro?”
“D’accordo, stai agendo in maniera strana da quando ti sei avvicinato. Che succede?”
Spearow sorrise senza rispondere, ma Charmeleon si avvicinò e rispose al posto suo “L’allenatore-aviatore dice che presto si evolverà.”
A Gastly gli ci vollerò un paio di secondi per assimilare l’informazione “Tu cosa? Aspetta, come fa a saperlo?”
“A quanto pare è uno specialista Volante. Dovresti vedere il suo Fearow, è incredibile. Disse che se fossi un esemplare selvatico e continuassi ad allenarmi, dovrei evolvermi entro domani o dopodomani.”
Gastly provò una lieve invidia. Charmander lo aveva già superato evolvendosi, e ora lo stava per fare anche Spearow? Poi scosse la testa ‘Santo Arceus, sono un Gastly, mica un Mimikyu, non dovrei essere così invidioso.’ Pensò, poi guardò l’allenatore biondo, Raziel ormai si era avvicinato.
-
“Ciao.” Dissi “Mi chiamo Raziel.”
“Piacere di conoscerti.” Rispose il probabile specialista Volante “Mi chiamo Orville, ma chiamatemi Orv. Sto tornando a Plumbeopoli e ho conosciuto Draconix con i suoi due potenziali Pokémon Volanti.”
“Potenziali?”
“Beh, Charmeleon ancora non lo è.” Rispose Draconix.
“No, ma lo diventerà, sempre che tu non voglia fare uso della Megaevoluzione X, cosa che sconsiglio. Troppo pesante, sebbene io l’abbia vista online in qualche lotta, quindi non posso parlare per esperienza. Ma la Y a me sembra molto meglio.” Disse con passione. Sentivo che Orville era molto simile a me, un allenatore completamente interessato ad un unico tipo e totalmente concentrato su di esso.
“Beh, temo di non avere alcun tipo Volante. Sono uno specialista Spettro, o meglio, sto cercando di diventarlo.”
Orville iniziò ad osservare Gastly da dove si trovava. Era chiaro che non fosse così interessato, cosa che notai facilmente, ma rimase comunque educato “Si, penso che non avrai un Pokémon Volante molto presto. C’è una specie chiamata Oricorio ad Alola, e anche i Drifblim lo sono, giusto? Personalmente preferisco i tipi Volante alati, però anche i Drifblim hanno il loro fascino.”
Annuì “Si, è forte come specie. Spero di poter incontrare un Drifloon prima o poi.”
Draconix parve sorpreso “Beh, non ne ho mai visto uno, ma non sono quelli a forma di palloncino? I rapitori di bambini...”
“Nah, è solo una leggenda metropolitana.” Rispose Orville “Non possono portarsi via un bambino, a meno che il bambino non glielo permettino o se non sono in gruppo. Hanno una cattiva reputazione a causa del loro corpo a palloncino, quindi a volte i bambini giocano con loro per sbaglio, e ci sono stati casi in cui si sono stati avvistati vicino a dei bambini morti, ma d’altronde, trasportano anime, quindi...”
Annuì “Ne conosce di roba.”
“Seriamente, gli Spettri sono inquietanti. Senza offesa Raziel.”
“Beh, ma lo sono davvero, ed è questo che li rende tanto affascinanti.” Risposi sorridendo “Sono forti ed affascinanti, cosa potresti volere di più?”
Orville annuì “Si, ma io preferisco quelli di tipo Volante, loro sono i più forti secondo me.”
“Beh, io posso dire che mi piacciono i miei Pokémon.” Disse Draconix “Sono entrambi molto bravi. Charmeleon sta imparando a maneggiare il suo nuovo stadio molto bene.” Sorrise ad entrambi, i quali erano impegnati a parlare con Gastly.
“Beh, anche Gastly.”
Orville si grattò il mento “Mi chiedo chi sia il più forte. Scommetterei su Charmeleon, sperando che tu non ti offenda.”
Io e Draconix ci guardammo a vicenda e sorridemmo “Sai.” Dissi “Stiamo piuttosto in profondità nella grotta.”
“Già, non ha senso inoltrarci oltre oggi, dovremmo accamparci.”
“Ed una volta fatto...” Sorrimmo entrambi ancora di più e poi continuai “Uno contro uno, Charmeleon contro Gastly.”
“Certamente. Ti va di scommettere qualcosa?” Chiese Draconix. Rimasi a pensarci per un po, poi annuì “Bene, se vinco io... dovrai catturarti almeno un altro Pokémon prima della Lega.”
Ansimai “Non vorrai...”
“Si che voglio. Dai Raziel, ora tocca a te.”
“D’accordo, se vinco io... Dovrai catturarti un Gastly a Lavandonia ed allenarlo. E dovrai rimangiarti il fatto che gli Spettri sono inquietanti.” Dissi tendendogli la mano.
Draconix annuì e mi strinse la mano “Affare fatto.”
Orville sorrise. Eravamo giovani allenatori, così giovani ed ingenui...

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Capitolo 23
*** Roccambolesco Raid Rocket ***


Mandai Gastly, lo Spettro fluttuò fino alla posizione del suo lato della grotta. Ci eravamo spostati in una caverna più spaziosa, una con altri sei o sette allenatori nelle vicinanze. Non eravamo gli unici ad allenarci, quindi una lotta fra noi due non avrebbe disturbato nessuno. Orville aveva accettato di fare da arbitro, caso in cui ne avessimo avuto bisogno.
Studiai Charmeleon, riflettendo sulla potenza del Pokémon rispetto a Gastly. Ero sicuro che il mio Spettro avrebbe potuto il Pokémon in una lotta uno contro uno, tuttavia, ricordai che il Pokémon Fuoco aveva vinto una lotta in una palestra in cui era svantaggiato ‘Forse dovrei puntare ad usare Ipnosi prima.’ Pensai.
Mentre ci stavamo preparando, un gruppo di altri allenatori si avvicinò per dare un’occhiata. Alcuni di essi andarono a parlare con Orville “Hey Orville. Hai sentito? E’ successo ancora.”
“Dannazione, davvero?” Dise l’allenatore biondo sorpreso “Avevo sentito che ieri alcuni Clefairy avevano cercato di saccheggiare la Casa per Allenatori, quindi pensavo si fosse quello il grande furto. Presumo di essermi sbagliato.”
Rimasi perplesso, non capendo di cosa stessero parlando “Qualcosa non va?”
Orville tornò a guardarmi, poi al mio zaino “Nulla di serio, solo alcuni furti dovuti a dei ladri. Ultimamente scompaiono degli oggetti curativi dagli zaini degli allenatori. Alcuni si ritrovano nei guai per questo.”
Annuì, d’altronde son cose che capitano, specie in zone con molti Pokémon selvatici, ma quella era la prima volta che sentivo parlare di casi simili sul Monte Luna. A causa del continuo via vai di allenatori, i Pokémon tendevano a stare tranquilli o a nascondersi dall’uomo.
“Già, hanno derubato pure me.” Disse una delle persone “Ho perso tutte le mie Pozioni e i miei Antidoti, qualcosa non va.”
Draconix, che stava ascoltando, si avvicinò “Ma perché dovrebbero rubare strumenti simili? Sono progettati per essere usati dagli umani sui Pokémon e sono poche le specie in grado di maneggiarli senza che vadano sprecati.”
“Non ne ho idea.” Disse Orville “Forse li vedono come oggetti brillanti che li attirano, o forse se li bevono. D’altronde non sono tossici.”
Gli altri allenatori annuirono, poi il biondo battè le mani “Comunque, abbiamo una scommessa in gioco. Gastly contro Charmeleon!”
Alcune persone nelle vicinanze applaudirono, io e Draconix si posizionammo nei lati opposti della caverna, con Gastly e Charmeleon uno di fronte all’altro. Sia noi che i nostri Pokémon guardammo per un momento il pubblico. Noi due avevamo un po’ di esperienza per via dell’Accademia per allenatori nell’avere degli spettatori, quindi sapevamo tenerli a bada abbastanza decentemente, ma per i nostri Pokémon era un’esperienza nuova “Non preoccuparti Gastly! Sta concentrato su Charmeleon!” Urlai e sentì Draconix fare altrettanto. Entrambi i Pokémon annuirono per poi girarvi verso il proprio avversario.
“Iniziate!” Gridò Orville. Noi due non perdemmo un attimo. Diedi ordine di usare subito Ipnosi e Gastly sfrecciò in aria. In risposta, Charmeleon si abbassò chiudendo gli occhi per poi usare vari Bracieri per aria. Lo Spettro riuscì a schivare gran parte dei colpi, ma parti del suo gas si infiammarono e produssero scintille.
‘Bene, niente di grave.’ Pensai. Quella a dire il vero era la prima volta che affrontavo un tipo Fuoco ed anche affrontare attacchi a lungo raggio era in un certo senso una novità per me. Mentre Gastly schivava i Braciere passandoci attraverso, compì la sua prima mossa “Avventati su di lui e vai con Ombra Notturna!” Urlai.
Gastly annuì, passò attraverso i Bracieri successivi per poi guardare dritto negli occhi la lucertola. Charmeleon, sorpreso, non riuscì a schivare l’ombra che ne seguì e gridò. Ad un richiamo di Draconix indietreggiò, per poi stare in guardia ed usare altri Bracieri.
‘Vuole mantenere le distanze. Perché? Spaccartigli dovrebbe riuscire a...’ A quel punto realizzai “Gastly, non dargli tregua.”
Gastly annuì ed avanzò, rotolando per schivare un primo Braciere e poi un secondo, in seguito ne attraversò un terzo e colpì con Leccata, sebbene Charmeleon si abbassò e l’attacco riuscì a colpire solo il corno. Poi mosse rapidamente il collo per mirare verso l’alto, a quel punto sputò una serie di Bracieri per poi rotolare indietro per tenere le distanze. L’attacco ebbe successo e Gastly fu costretto ad indietreggiare.
‘Non è certo se Spaccartigli possa funzionare su uno Spettro e non vuole correre il rischio di lasciare il suo Pokémon scoperto caso in cui non funzioni.’ Compresi ‘E’ ovvio, è la prima volta che affronta uno Spettro! E praticamente giochiamo a casa qui!’ Annuì ed ordinai a Gastly di avanzare e di colpire ancora con Ombra Notturna.
-
Charmeleon indietreggiò con un balzo, tenendo gli occhi bassi dal corpo principale di Gastly. Si chinò schivando per un pelo l’attacco d’ombra, per poi rialzarsi e sputare una fiammata con Braciere. Gastly subì il colpo ed in risposta si capovolse, con la faccia che però emerse dal suo corpo piuttosto che girarsi.
“Quando hai imparato a farlo?” Chiese sorpreso, mentre la lingua dello Spettro gli leccò la faccia. Sentì l’occhio sinistro appesantirsi e si rese conto di avere la palpebra paralizzata. ‘Merda.’ Pensò girandosi ed esponendo il fianco destro a Gastly, piuttosto che rischiare di esporre quello sinistro da cui non poteva vederci.
“E’ semplice quando hai tutti gli organi fatti di gas.” Rispose Gastly guardandolo nell’occhio. Charmeleon lo chiuse, ma l’Ombra Notturna lo colpì al fianco facendolo indietreggiare.
-
Draconix ponderò le sue opzioni. Non aveva senso usare Graffio, e Ombra Notturna non era affetta da Ruggito da quanto ricordasse, però avrebbe funzionato su Leccata, ma quella era una mossa più utle per paralizzare che per infliggere danni. Le sue intenzioni erano quelle di usare a raffica Braciere per stare alla larga dal’area d’azione di Ombra Notturna e fuori dalla portata di Leccata, ma ormai quella non era più un opzione.
“Spaccartigli!” Urlò. Charmeleon fece un balzo in avanti, mentre i suoi artigli tagliarono attraverso il gas. L’effetto era simile a quello di altri attacchi che aveva visto. Gli venne in mente Lacerazione, anche se non era così forte. Tuttavia, ciò significava una cosa molto importante “Possiamo farcela.”
Charmeleon sembrò aver avuto la stessa realizzazione e ruggì ferocemente, balzando in avanti e attaccando con Braciere. Gastly indietreggiò, ancora sorpreso, e il Braciere colpì il suo corpo gassoso, scintille volarono in giro, mentre l’odore di gas in fiamme permeava l’aria. Il Pokémon rispose con Ombra Notturna fissando con gli occhi quelli del nemico, mentre Raziel dava il suo comando, ma fu troppo lento. Con un ultimo impatto, Spaccartigli attraversarono il corpo di Gastly.
Il Pokémon rimase a terra per un istante, poi entrambi cadderò a terra, Charmeleon rumorosamente.
La folla rimase in silenzio per un secondo “Che è successo?” Chiese qualcuno.
Orville si avvicinò e Raziel scosse la testa “Ho perso.”
Draconix lo guardò per un secondo “Cosa...”
Orville indicò Gastly chiaramente fuori combattimento, e poi Charmeleon, il quale russava “L’ultimo attacco di Gastly era Ipnosi, non Ombra Notturna. Sembra abbia avuto effetto un istante troppo tardi. Quel Braciere che Charmeleon ha usato prima ha ustionato Gastly e perciò è finito fuori combattimento subito dopo aver usato la mossa. Congratulazioni.”
Raziel si fece avanti ed allungò la mano “Diamine, immagino che sia un uno a zero per te. Dovrò chiederti una rivincita per questo.” Disse con un sorriso.
Draconix ricambiò il sorriso stringendogli la mano “Beh, immagino di si. Dunque, cosa pensi di catturare?”
Raziel scosse la testa aprendo lo zaino per curare Gastly “Ancora non lo so. Spero di poter incontrare qualche Spettro prima della Lega. Altrimenti... beh, ci penserò quando sarà il momento.”
“Suvvia, non rattristarti così tanto.” Disse Orville dandogli una pacca sulla schiena. Raziel ansimò, mentre Orville, Draconix ed altri ridacchiarono “Sono certo che trovarai un altro Pokémon.”
Raziel annuì e continua a cercare sullo zaino “Strano... avrei giurato di avere alcune Pozioni ed un Revitalizzante che avevo trovato...”
“Aspetta, ne ho uno io, fammelo prendere.” Disse Draconix aprendo il proprio zaino. I due cercarono per un po’ poi giunserò alla stessa conclusione.
Tutti i loro strumenti curativi erano scomparsi.
Poi udirono dei passi.
-
Domino annuì mentre i suoi uomini fecero irruzione alla Casa per Allenatori, sapeva che al Centro Pokémon stava accadendo la stessa cosa. Poteva vedere alcuni allenatori che ancora si ribellavano, quello più evidente era uno che usava il proprio Onix per colpire vari Rattata con la propria coda, tuttavia la lotta era un cinque contro uno. Avevano scelto il momento perfetto, subito dopo il periodo dell’anno in cui la maggior parte degli allenatori si spostano da Plumbeopoli a Celestopoli, il che significava che erano rimasti solo chi si stava allenando al Monte Luna, gruppi isolati che avrebbero potuto facilmente sopraffare.
Ovviamente lei aveva fatto buon uso della base di Atena. Guardò Mondo, l’allenatore stava contando un gruppo di Meowth mentre lasciavano numerosi strumenti a terra “Direi che ne abbiamo rubati abbastanza.” Disse “I marchiatori hanno funzionato bene, sapevano con precisione cosa prendere.” Indicò un gran numero di Revitalizzanti “Hanno persino dato priorità a questi.” Prese in braccio il Meowth più vicino ed iniziò a grattargli le orecchie “Chi è stato bravo? Ma si, sei stato tu, proprio tu... Chi è un buon ladro? Ma sei tu...”
“Se hai finito, noi dovremmo andare.” Disse sforzandosi per non ridere.
Mondo arrossì e ripose a terra il felino, che sbuffò prima di tornare dai suoi compagni. Mondo e le reclute richiamarono i Pokémon e rapidamente preserò i vari strumenti per poi annuire “Tutto pronto, Tenente Domino.”
“Ho detto di chiamarmi Tulipano Nero. Cerca di essere professionale Mondo.”
“Si, Tenente Tulipano Nero.”
Domino annuì “Bene. Ora ricordate, abbiamo fatto un buon lavoro, ma il furto è secondario. Il nostro vero scopo è recuperare il bersaglio. Voglio che tutti si muovino alla svelta. Non dimenticate perché siamo qui. Se qualcuno ci attacca, date la priorità alla fuga e lasciatelo alle altre reclute. Ciascuno di voi ha un Pokémon con Fossa. Se dovesse essere necessario, scappate dalla grotta aprendovi un uscita laterale. Ricordate inoltre che siete gli unici informati sul vero obiettivo della missione, oltre ad alcuni comandanti. Se qualcuno di voi dovesse essere catturato, dovete tenere il becco chiuso. Abbiamo degli avvocati in grado di tirarvi fuori di prigione, quindi che nessuno di voi pensi che fare un accordo con la polizia sia una buona idea, sono stata chiara?”
Le dieci reclute, sei femmine e quattro maschi, annuirono. Mondo fece lo stesso.
“Bene. Andiamo!” Gridò per poi guidare il suo gruppo dentro il Monte Luna.
-
“Qualcuno ha una Sveglia?!” Gridò Draconix, tenendo in braccio il suo Charmeleon addormentato “Spearow schiva e concentrati sugli Zubat, ignora i Golbat!”
Spearow stava facendo del suo meglio per concentrarsi sui nemici più piccoli, ma ignorare i pipistrelli più grossi e le loro bocche abbastanza grandi da poterlo divorare in un sol boccone si stava rivelando più difficile del previsto.
L’uccello si guardò attorno. Draconix, Raziel e gli altri allenatori si erano spostati sul retro della caverna schierando tutti i loro Pokémon nella speranza di poter resistere all’attacco. C’erano una cinquantina di Pokémon dalla loro parte, il che di norma sarebbe buono, se non fosse per il fatto che molti erano indeboliti ed erano in minoranza. Senza strumenti curativi, potevano solo fare del loro meglio per resistere. Lui era uno di quelli messi meglio. Lo Spettro era esausto, e Charmeleon, anche se si fosse svegliato, non avrebbe retto molto dopo il suo ultimo combattimento “Certo, Codadifuoco doveva lasciare tutto a me proprio ora.”
Spearow schivò un Morso per una piuma, letteralmente, tanto da aver visto una piuma della sua testa ora bloccata nella bocca di un Golbat, poi colpì uno Zubat con Beccata, facendolo indietreggiare fino ad essere sulla linea di tiro del Braciere di un Growlithe. Annuì al Pokémon e volò via.
Sentì un suono alle sue spalle e voltandosi vide le zanne di un Golbat serrarsi mirando sul suo corpo. Spearow starnazzò per rallentare e cambiare direzione... poi, il Pokémon si fermò e cadde a terra paralizzato. Di fronte a lui c’era un Gastly malconcio. “Stai... bene?”
“S-si. Come fai a reggerti?” Chiese. Gastly sorrise.
-
Alzai lo sguardo e vidi Spearow combattere contro vari Zubat e Golbat. Accanto a me un Pidgeotto cadde a terra per poi scomparire dentro la sua Poké Ball richiamato dal suo allenatore. Mi sentivo inutile e tremante. Se solo avessi potuto essere d’aiuto. Se solo Gastly potesse rialzarsi...
“Hey!” Urlò una voce vicino a me. Mi voltai e vidi un allenatore dai capelli rossi della mia stessa età con una Baccarancia e quello che sembrava essere una caramella incartata in vecchio stile.
“Che c’è?” Chiesi.
“I miei Pokémon sono fuori gioco, e lo saranno per un bel po’.” Spiegò il rosso “E ad essere onesto, penso che tu te la cavi meglio di me. Sei stato bravo nella lotta. Prendili.”
Guardai la confezione blu della caramella “Una... Caramella Rara?”
“E’ uno speciale medicinale. Riuscirà a far rinvenire il tuo Gastly, poi dagli la Baccarancia!”
Guardai nuovamente la caramella “Sicuro di non voler aiutare proprio tu?”
“Ascolta amico, ho un Magikarp ed un Kakuna, nessuno dei due può evolversi... per ora. Credi davvero che io possa essere di qualche utilità in questa situazione?!” Chiese indicando lo sciamare di Rattata, Raticate, Zubat, Golbat assieme ad occasionali Ekans e Drowzee intenti a lottare nell’area.
Annuì ed aprì la Ball. Gastly uscì e gli misi immediatamente la caramella in bocca. Un secondo dopo gli occhi di Gastly si aprirono ed il Pokémon sobbalzò, similmente ad un macchinario che qualcuno aveva appena acceso.
“Adesso la bacca!” Disse l’altro. Buttai la Baccarancia direttamente nel corpo di Gastly, ed il Pokémon parve riprendersi un po’ di più. Con un cenno della testa volò via per combattere.
Mi rivolsi al ragazzo “Grazie davvero... per...” ma quando lo ringraziai vidi che non c’era più nessuno. Mi guardai intorno inutilmente, era andato subito in un’altra zona del campo di battaglia.
-
Gastly era chiaramente irritato. La sua prima lotta seria dopo aver vinto la Palestra si era conclusa in una sconfitta per via di un’ustione. Schivò un Attacco d’Ala e rispose con Ombra Notturna, osservando soddisfatto mentre il Golbat cadeva a terra. Vicino a lui, uno Spearow, non quello che conosceva, gli indicò il successivo e Gastly annuì. Il Pokémon Volante gli volò dietro, schivò l’Attacco d’Ala e poi Gastly paralizzò quella stessa ala. Il grosso pipistrello cadde a terra, ritrovandosi alla mercé dell’Avvolgibotta di un Bellsprout. Le liane lo avvolserò del tutto, rendendolo un bersaglio facile per le Sfuriate di un Meowth.
Gastly era già passato all’avversario successivo, puntando ad un Drowzee con quello stesso Spearow ed un Pidgey. Il Pokémon Psico puntò allo Spettro con Confusione, ma Gastly si fermò all’ultimo secondo e i due Pokémon Volante colpirono il nemico con Beccata e Azione. Nel mentre un Raticate gli saltò addosso usando Iperzanna, mandando K.O. il Drowzee.
Tornò indietro fin dove gli allenatori si erano raggruppati. Nel mentre, uno Spearow gli si avvicino, questa volta quello di Draconix “Tutto bene?” Chiese ansimando pesantemente.
“Un colpo e sono fuori combattimento, secondo te?” Disse Gastly.
In quel momento sentirono un ruggito familiare. Abbassarono lo sguardo vedendo Charmeleon entrare in campo, finalmente sveglio, o perché aveva finalmente trovato una Sveglia o una bacca che lo guarisse, oppure semplicemente gli effetti di Ipnosi erano svaniti.
La sua coda brillava incandescente ed il suo Braciare sconfisse un Ekans con un colpo solo. Stesso destino toccò ad un Rattata che cercò di saltargli addosso.
“Quello è Aiutofuoco, giusto?” Chiese Gastly.
“Probabilmente. In questo momento Codadifuoco sta dando il tutto e per tutto. La vostra è stata una lotta di tutto rispetto, dev’essere al limite ormai.”
Gastly sospirò “Qualche idea?”
Il Pokémon scosse la testa “Basta metterli tutti fuori combattimento.”
Gastly sorrise “Naturalmente.” Ed i due si avvicinarono a Charmeleon e al suo allenatore, per poi avventarsi contro i nemici.
Poi, come un tumulto, uno sciame di Pokémon selvatici irruppe nella caverna.
-
“Cosa?!” Urlai, mentre sempre più Pokémon selvatici facevano irruzione. Gran parte di essi erano Paras e Parasect, gli occhi vacui degli insetti giganti fissavano ciecamente i membri del Team Rocket mentre rilasciano le proprie spore.
“Sono Pokémon selvatici! Che si stiano rivoltando contro il Team Rocket?” Urlò un allenatore, finché non notò che il proprio Pidgeotto volò dritto in una nuvola di spore, inziando ad addormentarsi.
“Temo che non stiano facendo distinzioni!” Disse un altro “Temo li abbiamo disturbati con tutto questo baccano! Allontaniamoci da lì!”
I Parasect avanzarono imperterriti con i Paras a supportarli camminando sulle pareti, ora era il Team Rocket ad essere in svantaggio, i loro Pokémon si ritrovarono addormentati, avvelenati o paralizzati.
“Ahah! Prendete questo!” Urlò una voce. La riconobbi come la vode dell’allenatore dai capelli rossi, ma non riuscì a vederlo fra la folla, ne a sentirlo più a causa delle urla e delle grida. Gran parte dei Pokémon furono ritirati dai loro allenatori, altri venivano curati con quei pochi strumenti rimasti, o semplicemente sono stati richiamati nella Poké Ball per riposare.
Guardai stupito mentre i membri del Team Rocket si sparpargliarono, scomparendo dalla caverna. Provai un’indicibile rabbia nel vederli abbandonare un gran numero di Pokémon, lasciati lì sia per rallentare l’inseguimento dei Parasect o solo perché erano esausti. Gli allenatori applaudirono mentre i Pokémon selvatici scomparivano dalla caverna, chi ritirandosi o chi inseguendo il Team Rocket.
Guardandoli riconobbi Orville ed altri che rincorrevano il Team Rocket ‘Li stanno seguendo?’
“Aspetta Orville!” Gridò Draconix “Dannazione, li sta inseguendo.”
“Perché mai?” Chiesi “E’ un suicidio.”
“No, ha ancora degli strumenti curativi ed il suo Pidgeot è piuttosto forte, l’ho visto combattere dall’altro lato della grotta contro vari Golbat, e si è portato dietro altri allenatori, quelli che se la cavano meglio. Tuttavia...” Draconix strinse il pugno “Gli vado dietro. Dobbiamo aiutarlo.”
Lo guardai a bocca spalancata “Sei impazzito? E’ un suicidio! Ne siamo usciti per miracolo da quell’assalto!”
“E se non lo facciamo, cosa farai se dovesserò fargli del male?” Gridò Draconix furioso, aveva il fuoco negli occhi “E’ stato gentile con noi. Ha aiutato Spearow, mi ha dato dei consigli su come allenarlo una volta diventato un Fearow! Dovremmo abbandonare una persona simile?”
“E cosa dovremmo fare? Inseguirli con i nostri Pokémon che si reggono a malapena, finché non vengono sconfitti in modo che diventiamo dei pesi morti!”
Draconix cercò di rispondere, poi scosse la testa “Ti prego Raziel. Se qualcosa dovesse andare storto, scappiamo. Ma ti scongiuro, non voglio abbandonare qualcuno. Ti prego.”
Ripensai a cosa dire ‘Vigliacco...’ Disse una voce nella mia testa, la sua voce... “D’accordo, vengo pure io. E’ un’idea stupida, ma andare tutti e due la renderebbe meno stupida.” Sospirai guardando Gastly, che mi guardava perplesso “Non guardami così, so che non è sicuro. Ma se le cose dovessero precipitare, corriamo via.” Gastly sospirò, poi dopo un breve momento annuì.
Draconix sorrise mettendomi un braccio attorno alla spalla “Sei davvero il migliore.”
“Non provare neanche a lusingarmi e andiamo. Se siamo fortunati, raggiungeremo Orville prima che il Team Rocket se ne vada.” Risposi, con un cenno del capo ci lasciammo la folla alle spalle per seguire il Team Rocket in ritirare ed i loro inseguitori.

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Capitolo 24
*** Tulipano Nero, Tauros Verde e gli Altri ***


Io e Draconix procedemmo lungo la caverna con Spearow che esplorava più avanti. Fortunatamente le luci erano ancora accese, perciò avevamo permesso a Charmeleon e a Gastly di tornare nella loro Poké Ball per riposare il più possibile. Sebbene ciò non li avrebbe curati, avrebbe almeno mitigato con la loro stanchezza.
I passi dei membri del Team Rocket e degli allenatori che li stavano inseguendo erano chiaramente riconoscibili sul pavimento polveroso ed umido della grotta, e come se non bastasse, c’era una scia di Paras e Parasect sconfitti che potevamo seguire. Chiaramente quei Pokémon sparsi lì indicava che il Team Rocket era stato in grado di sconfiggere i suoi inseguitori. C’erano anche vari Rattata e Zubat, probabilmente i Pokémon del Team Rocket sconfitti e lasciati indietro. Sentì il mio stesso sangue ribollire “Come possono semplicemente abbandonare dei Pokémon pronti a combattere per te?” Dissi tra me e me. Poi scossi la testa “Beh, meglio per loro, almeno adesso potrebbero trovare un allenatore serio o tornare in libertà.”
Mentre pensavo, arrivammo ad un bivio nel tunnel. Una via sembrava andare ancora più in profondità, mentre l’altra era la via da cui io e Draconix eravamo arrivati. Le impronte erano strane in quel punto, mischiandosi per un po’ fino a dividersi in entrambe le direzioni. Alcune sembravano provenire dall’altra via.
“Che si siano incontrati qui con qualcuno per poi dividersi?” Teorizzò Draconix “Ma a che scopo? Non hanno già perso?”
Mi grattai la testa “La domanda principale è: da che parte andiamo? Non riesco a distinguere le scarpe, tantomeno se le impronte sono tanto confusionarie.”
Draconix guardò giù nel tunnel, poi verso il normale passaggio “Se dovessi scommettere...”
“Vuoi andare laggiù, vero?”
“E quindi?” Rispose Draconix. In risposta puntai il dito in direzione ad un cartello rotto con su scritto a caratteri cubitali “Non oltrepassare”. Draconix scrollò le spalle “Il che la rende la via più probabile in cui si è diretto il Team Rocket.”
Sospirai “D’accordo, andiamo. Ma se ci ammazzano, ti perseguiterò.”
“E’ possibile perseguitare un altro fantasma?” Chiese Draconix facendo il primo passo per entrare nel lungo tunnel discendente.
“Ti posso assicurare che farei del mio meglio.” Risposi. Noi due iniziammo a seguire il tunnel. Era più piccolo di quello principale e presto divenne molto ripido, inoltre le luci sulle pareti si fecero più fioche, il che mi fece sentire a disagio. Un conto sono spettri e case infestate, ma un altro era entrare in una grotta ignota ‘Cosa sto facendo...’
Stavo per chiedere a Draconix di guardarsi le spalle quando il tunnel si fece più largo. L’area sembrava fosse ancora in corso d’opera, come testimoniavano alcune rocce scavate ed oggetti in giro come picconi e pale. Ma cosa più importante, sentimmo qualcuno parlare più avanti.
Ci intrufolammo, nascondendoci dietro alcune stalagmiti e colonne. Notammo che chiunque stesse lavorando in quella caverna, stava raccogliendo dei fossili, visto che ce ne stavano alcuni in giro. Proseguendo alla fine riuscimmo a vedere delle persone. Una decina di uomini e donne erano sul pavimento, legati, mentre vari membri del Team Rocket esaminavano quello che sembravano essere delle rocce.
Il capo del Team Rocket sembrava essere una ragazza dai capelli biondi, che al momento stava parlando con un uomo anziano con degli occhiali legato davanti a lei “Suvvia, possiamo rendere le cose facili o difficili. Vogliamo solo quel fossile e poi ce ne andremo per la nostra strada, slegandovi tutti.”
L’uomo sbuffò “Te l’ho detto, non abbiamo nulla del genere. Sono tutti fossili di Omanyte o di Kabuto! Mentre i ritrovamenti di Aerodactyl li abbiamo già inviati al museo!”
Lei gli diede uno schiaffo, persino da dove eravamo noi potemmo udirne il suono “Bugiardo! So che ne avete trovato uno.”
L’uomo strinse i denti “Non so di cosa tu stia parlando.”
Un altro schiaffo “Dammi il fossile e finiamola qui. Non vedi che è la soluzione più semplice?”
L’uomo anziano tossì “Senti, Brock sarà qui a momenti. Fareste meglio a...”
“Fossi in te non mentirei.” Rispose con un sorrisetto “Entrambi sappiamo che Brock è troppo impegnato in questi giorni persino per farsi una passeggiata, figuriamoci per venire al Monte Luna per le sue ricerche. Questo è il periodo dell’anno in cui tutti gli allenatori di Celestopoli raggiungono Plumbeopoli, pensi che abbia tempo di venire qui?”
L’uomo ora pareva preoccupato “Te l’ho detto. Non abbiamo quello che cercate!”
“Il Dottor Fuji la pensa diversamente.”
La frase accese il mio interesse ‘Zio Fuji? Cosa c’entra lui con il Team Rocket?’
Ora l’uomo era visibilmente preoccupato. La giovane bionda gli diede un calcio alla caviglia per poi ridere alla sua espressione dolorante “D’accordo, tieniti pure i tuoi segreti. Vediamo se i tuoi colleghi sanno qualcos’altro.”
“Aspetta, non-” Cominciò, ma fu interrotto da un ragazzo castano di un paio d’anni più grande di me e Draconix che lo afferrò e lo mise a terra.
“Mondo, assicurati che possa vedere tutto.” Disse, poi prese un giovane ricercatore e lo mise in ginocchio afferrandogli un dito “Dov’è il fossile?”
“Non lo so?”
“Professore?” Chiese la bionda guardando l’uomo anziano.
“Non vorrai...” cominciò, poi ci fu uno scricchiolio, mentre l’altro ricercatore iniziò a piangere per il dolore mentre il dito rimase piegato in una posizione innaturale.
“Risposta sbagliata. Ma non preoccuparti, abbiamo ancora altre diciannove dita.”
Draconix era sul punto di avventarsi, ma lo fermai “Aspetta idiota!” Sussurrai preoccupato.
“Mi prendi per il culo? Non vedi che sta succedendo?!” Rispose sussurrando.
“E tu li hai visti i loro Pokémon?” Chiesi indicando in alto. Alcuni Koffing stavano levitando sopra i prigionieri “Quelle sono bombe coglione. Se facciamo qualcosa di stupido, siamo finiti, esploderanno e ci uccideranno.”
“Davvero lo farebbero?” Chiese, ma non appena parlò, ci fu un altro grido che risuonò nella caverna. Sentì il sangue ribollirmi, e riuscì a resistere a malapena dall’impulso di avventarmi io stesso, poi mi balenò un pensiero “Dove sono Orville e gli altri?”
“Forse hanno preso l’altra strada, oppure...” Ci fu un altro grido, e notammo un secondo dito piegato come il primo, il professore sospirò “Va bene, te lo dico! Ma ti prego...”
“Non cincischiare e vuota il sacco.”
“E’ nella cassaforte, avremmo dovuto portarlo all’Isola Cannella il mese prossimo.”
Il capo del Team Rocket sorrise “Dov’è la cassaforte?”
“E’ questa?” Disse una voce proveniente dalla parte più fonda della caverna, da cui emerse un uomo con una cassaforte rossa fra le mani.
Io e Draconix rimanemmo senza fiato nel vedere Orville tenerla con un sorriso compiaciuto.
-
Domino era delusa. Non arrabbiata di certo, il loro obiettivo principale era proprio lì davanti, ma era comunque delusa. Per prima cosa aveva impiegato troppo tempo per trovare la cassaforte da sola, mentre la recluta di Atena l’aveva superata. E seconda cosa, a causa dell’incapacità di rubare i Pokémon in un accampamento vicino a quella caverna. Sapeva che alcuni allenatori avevano qualcosa di interessante e sperava di ottenere qualche cosa di nuovo. Anche se non riguardava la loro missione principale, era stato comunque deludente. ‘Beh, nessun piano di battaglia può sopravvivere se si è in contatto con il nemico.’
“Tauros Verde, lascialo andare ed occupati della cassaforte.” Disse. Mondo annuì, liberando il professore, beh, libero dalla sua presa, ma rimaneva comunque legato, e si diresse alla cassaforte, esaminandola con attenzione.
“E’ un buon modello. Non tutti potrebbero aprirla.”
“Tu potresti?”
“Ci vorrebbe troppo.” Disse aprendo una Poké Ball. Il Raticate che ne uscì iniziò a mordere immediatamente il lucchetto della cassaforte. Dopo un po’, con uno scricchiolio, il metallo cedette e la porta della cassaforte si aprì lentamente con il lucchetto che si staccò dal resto “Ma con le casseforti più piccole, questo è il metodo migliore.” Disse dando una pacca sulla testa al Raticate “Brava bambina, stasera avrai della razione extra.” Disse. La Raticate si fece grattare la testa dalla mano di Mondo, poi fu richiamata.
Domino lasciò andare il ricercatore distrattamente e guardò l’interno. Qualche Pepita, documenti di cui non aveva bisogno e... “Bingo!” Disse soddisfatta, tirando fuori una roccia dalle dimensioni di un pugno. Il fossile era un teschio. Sembrava il cranio di un Persian, ma più piccolo e senza le zanne. Proprio come le era stato descritto.
“Un Mew perfettamente conservato.” Disse “Sarebbe una grossa scoperta per la comunità scientifica di Kanto, dico bene? Peccato che dovrà sparire.”
“Questo è il primo fossile di Mew che abbiamo rinvenuto con un tale livello di conservazione, un tesoro per le future generazioni di paleontologi e per la nostra comprensione sull’origine dei Pokémon! Prima che lo trovassimo la prova più grande fu...”
“Un sopracciglio fossilizzato dentro un’ambra. Si, ne sono a coscienza.” Rispose Domino con un sorriso “Un sopracciglio che è stato perduto in uno sfortunato incidente che diede il laboratorio alle fiamme.”
“Non avr-“ Iniziarono gli scienziati, ma Domino li fulminò con lo sguardo.
“No. Non siamo stati noi. Ha causato problemi anche a noi. Ad ogni modo.” Continuò sorridendo “Qui abbiamo finito.”
Il ragazzo biondo annuì per poi riferirsi a qualche recluta del Team Rocket “Mettete i Koffing in posizione.”
Il professore rimase a bocca aperta “Che cosa?”
Domino osservò il biondo, studiando il suo comportamento “Che vuoi dire?”
“Abbiamo avuto ordini specifici. Non possono esserci superstiti che causino problemi dopo il furto del teschio. Moriranno in uno sfortunato incidente, mentre la cassaforte ed il suo contenuto andranno perduti per sempre. E’ la cosa più logica da fare.” Disse.
“Quelli non sono gli ordini di Giovanni. Ci ha detto di prendere il teschio e di andarcene.”
“Questi sono gli ordini che ho ricevuto. Non sei la mia comandante.”
“Chi-”
Poi una delle reclute lì chiamò con sguardo preoccupato sul volto “Signore, i Koffing non si muovono.”
-
Gastly sorrise mentre l’ultimo Koffing paralizzato lo fissava con odio “Figlio di...”
Gastly lo interruppe con una risatina “Sono figlio di un qualche fantasma, e forse era davvero come dici, difficile da dire. Ora fai silenzio Mr. Bomba.”
Poi udì le urla degli umani sottostanti e notò Raziel fargli cenno di scomparire prima che capissero cosa stesse succedendo. Obbedì diligentemente, passando tra le rocce.
-
“D’accordo, questo ha fermato i Koffing per il momento, e adesso?” Chiese Draconix.
“Andiamo a salvarli.” Risposi, spiegando il resto del piano.
“Funzionerà?” Chiese l’allenatore castano.
“C’è solo un modo per scoprirlo.” Risposi.
Draconix sospirò “Sai una cosa, se funziona sul serio, ti esonero da quella scommessa. Questo è un rimborso più che sufficiente.”
“E all’improvviso mi ritrovo con un motivo in più per sperare che funzioni.” Risposi. Sapevo che quello era un tentativo di Draconix per tenermi su di morale, e gliene ero grato.
Draconix mandò in avanscoperta Spearow, mentre tutte le reclute erano impegnate per scoprire cosa non andasse con i Koffing, senza che nessuno notasse il Pokémon che volava sopra di loro... finché non prese il teschio del Mew e scappò via.
Ci fu un secondo di silenzio sepolcrale mentre Spearow scompariva in un tunnel col teschio, poi sia la ragazza che Orville sbraitarono ordini “Prendetelo!”
Tutti i membri del Team Rocket accorserò, Orville fu il primo. Io e Draconix lo fissammo dal nostro nascondiglio, ma rimanemmo seduti. Solamente Mondo e Domino rimasero nella caverna, oltre ai prigionieri e qualche Koffing paralizzato ‘Ti prego, ti prego, ti prego...’
Poi la sagoma di un Mew comparve in fondo alla caverna. Sia Domino che Mondo rimasero sorpresi, mentre i ricercatori erano totalmente stupiti. Il Pokémon era circondato da scintille di fuoco ed era identico alle sue descrizioni. Una lunga coda, corpo rosa, grandi occhi ed una festa simil-felino...
“Prendilo!” Urlò Domino. Mew ridacchiò e scappò via dalla caverna, mentre le scintille scomparvero, e si ritrovò seguito dai due. Non appena fui certo che i due se ne fossero andati, Draconix ed io saltammo fuori dal nostro nascondiglio, mentre Charmeleon spuntò fuori da una roccia vicino a dove era comparso Mew.
“Voi chi siete?” Chiese il professore mentre io stavo tagliando le corde, proprio come Draconix e Charmeleon. Draconix prese anche delle bende e dei bastoncini per aiutare il ricercatore ferito.
“Siamo qui per aiutarvi. Veloci, dobbiamo andarcene da qui!” Risposi.
“Ma Mew...”
“Quello non era Mew. Ho mostrato al mio Gastly un suo disegno dal Pokédex e gliel’ho descritto, e ha fatto del suo meglio per replicarlo con le sue illusioni. Le scintille sono state opera del Braciere di Charmeleon. Avremmo un minuto circa prima che si rendano conto di ciò che abbiamo fatto. Avete qualche strumento curativo?”
“S-si, c’è un kit di pronto soccorso per Pokémon lì dietro. Una decina di Pozioni e qualche Revitalizzante...”
“Sia ringraziato Arceus.” Dissi, mentre Draconix accorse per recuperare l’oggetto “Avete dei Pokémon in grado di combattere?”
“Alcuni, ma ce li hanno fatti ritirare minacciandoci con i Koffing, ma ora dovrebbero...”
“Stanno qui!” Gridò Draconix indicando un tavolo piano di fossili e Poké Ball “Si sono dimenticati di prenderli quando hanno preso ad inseguire Spearow.”
“Anche lui è tuo, giusto?”
“Suo.” Risposi, indicando l’altro allenatore “Ora andiamo. Prendete le vostre Poké Ball e qualsiasi altro oggetto di cui avete bisogno, dobbiamo andarcene!”
Il professore annuì, afferrò tre Poké Ball e qualche fossile, cosa che fecero anche altri ricercatori. Aprì la cassaforte per recuperare i suoi documenti. Dopo un secondo prese anche la Pepita. Scossi la testa, ma non dissi nulla. Forse ne aveva bisogno.
Charmeleon e Draconix fecerò ritorno, con il Pokémon ora totalmente curato. Poi Gastly apparve vicino a noi. Imprecai prima di prendere una Pozione e spruzzargliela “Non c’è un’altra uscita?”
“No, questa è l’unica.”
“Allora fai uscire i tuoi Pokémon, dovremmo affrontare quei due prima che gli altri facciano ritorno.” Dissi. Il professore annuì ed un Grimer, un Koffing ed un Magnemite uscirono dalle Poké Ball. I tre Pokémon si avventarono sui Koffing paralizzati, mettendoli a dovere fuori combattimento.
“Ben pensato.” Dissi.
“Puoi fregarmi la prima volta, ma non la seconda.” Spiegò mentre i suoi Pokémon fecerò ritorno. Annuì e noi dodici andammo avanti.
-
Erano a metà del tunnel, o almeno, così pareva a Draconix, quando si imbatterono in Domino e Mondo intenti a tornare indietro “Dunque siete stati voi due!” Urlò l’allenatrice schierando un Arbok il quale si ritrovò intercettato da un Grimer ed un Koffing.
Mondo aprì la sua Poké Ball, e da essa ne uscì un Tauros, il toro si ritrovò ad affrontare Charmeleon e Magnemite. Anche Gastly avanzò, ma la sua Ipnosi si rivelò inefficiente. Raziel ci mise un attimo a capire che il toro si stava tenendo sveglio frustando il proprio corpo.
“Non è necessario lottare! Non abbiamo quel teschio, lo ha preso quello Spearow. Noi ce ne andiamo e basta!” Gridò Draconix, ricordandosi di non sottolineare mai che lo Spearow era suo.
Domino rise “Oh, lascerete questo posto solo da morti! Questa missione è fin troppo importante per permettere che dei ragazzini di rovinarmela. E se prima avevo dei dubbi Ora sono decisa ad uccidervi!” Aprì una seconda Poké Ball, dalla quale uscì un Weezing, che però si ritrovò contro alcuni Geodude degli altri ricercatori. Gastly si unì a loro, mentre altri Pokémon prendevano il suo posto contro il Tauros ed altri ancora affrontavano il Persian mandato dal membro di nome Mondo.
“E va bene, allora vi sconfiggeremo per poi portarvi dalla polizia.”
Domino rise di nuovo “Provaci.”
-
Spearow volò il più velocemente possibile ‘Mi manca il mio stormo. Essere beccato da Numero 999 non mi suona più tanto male.’ Pensò volando attraverso la grotta. La sua fortuna era che lo spazio non era grande abbastanza da permettere al Pidgeot di Orville di raggiungerlo. Il Pidgey si rivelò fastidioso, ma Spearow si rivelò allenato meglio di quanto sembrasse, riuscendo a mantenere il vantaggio.
Schivò una Raffica, riuscendo a tenere il teschio a malapena. Quella cosa era sorprendentemente facile da afferrare, ma rimaneva comunque pesante. Se non si fosse allenato tanto, il Pokémon Volante non sarebbe mai riuscito a reggerlo per così tanto tempo. ‘Torna all’ingresso, fallo cadere da qualche parte e fuggi. Torna all’ingresso, fallo cadere da qualche parte e fuggi.’ Ripetè nella sua testa, mentre riuscì a schivare per un soffio un’altra Raffica. Continuò a seguire il tunnel fino all’uscita... poi finì nell’ampia area in cui si erano accampati Draconix e Raziel ‘Ho preso la strada sbagliata!’ Pensò in preda al panico, quando il Pidgeot finalmente potè avventarsi su di lui ora che la caverna era più spaziosa ‘Sono mort...’ Pensò... poi vide qualcosa, un’ombra sul muro, o forse, qualcuno nascosto nell’ombra.
“Mangialo!” Gridò la figura e Spearow vide qualcosa volare in sua direzione. Spearow non ci pensò neppure per un istante, si avventò per mangiare la... ‘Ah, una caramella, così avrò un sapore migliore quando il Pidgeot mi mang-’ Il pensierò fu interrotto quando il proprio corpo fu avvolto da un’energia bianca.
-
Domino era arrabbiata, non delusa, ma arrabbiata. Strinse il pugno mentre Arbok e Weezing lottavano contro i Pokémon davanti a lei, Mondo e i suoi Pokémon stavano facendo altrettanto, ma adesso erano loro in svantaggio. Certo, Arbok e Weezing stavano colpendo più duramente, ma ad ogni colpo sferrato da essi, due o più colpivano loro ‘Se riesco a resistere abbastanza a lungo da permettere a quel ragazzo di recuperarmi il teschio, forse...’
Poi il suo walkie-talkie la chiamò. Lei rispose immediatamente “Qui Tulipano Nero. Che c’è?”
“E’ andato.” Rispose la voce dall’altro lato.
“Cosa?”
“Lo Spearow si è evoluto, ed è riuscito a superare Pidgeot al tunnel, dato che è fottutamente più piccolo. E’ uscito e, se solo sapessi dove cazzo è andato. Poi ha fatto cadere il teschio in quella merda di boschetto, buona fortuna a ritrovarlo adesso.”
Domino urlò e lanciò il walkie-talkie a terra, guardandolo rompersi “Non è finita. Mi ricorderò di voi! Siete morti!”Disse indicando i due allenatori, poi prese una bomba fumogena e la lanciò, richiamando Arbok e Weezing prima che esplodesse. Mondo fece lo stesso ed i due fuggirono.
Corse e corse, mentre la rabbia e la tristezza la sopraffarono. Doveva correre! Da due ragazzini più giovani! Quella era la sua grande missione! Era la sua grande occasione di dimostrare che era quella giusta! Lei avrebbe trovato una soluzione.
Alla fine i due uscirono dal tunnel vicino al lago. Notò che la lotta si era attenuata. A dire il vero, non sembrava esserci nessun membro del Team Rocket. Solo allora notò che Mondo stava parlando al suo walkie-talkie.
“Cosa c’è?” Chiese.
Il giovane deglutì, ma rispose comunque “E’... la squadra al Centro Pokémon. La polizia è qui. E’ finita, stanno arrestando un gruppo di nostri uomini, mentre il resto sta fuggendo.” Disse “Poi, c’era quest’allenatrice con un Ivysaur alla Casa per Allenatori. E’ riuscita a radunare gli altri con lei ed hanno sconfitto le reclute. Mi spiace Domino. L’intera operazione è fallita.”
Domino si accasciò a terra. Iniziò a piangere. La sua grande occasione era stata rovinata da un gruppo di allenatori in erba. Rovinata da dei vermi, degli idioti... che le hanno causato il fallimento. Avrebbe dovuto dar retta ad Atena. Avrebbe dovuto attendere un giorno in più. Se lo avesse fatto ora la polizia non sarebbe lì.”
In quel momento, qualcuno si avvicino a loro, era il biondo “Ce ne stiamo andando.” Disse indicando il Pidgeot “Saltate su, può trasportarci tutti e tre.”
“E gli altri?” Chiese Mondo.
“Stanno scendendo dalla montagna. O sono stati catturati, o si stanno nascondendo da qualche parte, difficile dirlo. Tutta questa storia si è rivelata un disastro alla seconda metà. Ora andiamo. Comandanti ufficiali che vengono catturati è qualcosa di inaccettabile.” Disse.
 “Oh, adesso sono una comandante?” Chiese fissandolo con rabbia. Quello era molto più alto di lei e Mondo, ma non le importò e si avvicinò.
“Non il mio. Ma eri tu che stavi guidando tutto. Ora è una tua responsabilità pagare per questo fallimento.”
Domino sospirò “Va bene, andiamo. Portaci fuori da questo dannato monte.” Disse saltando sul Pidgeot seguita da Mondo. Poi il Pokémon spiccò il volo seguito da un altro allenatore ed un altro ancora.

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Capitolo 25
*** Avventura Terminata ed Affari Risolti ***


Sospirai sollevato vedendo l’uscita. Dopo che i due capi del Team Rocket erano fuggiti, Draconix suggerì di provare a seguirli, ma io e i ricercatori eravamo d’accordo che era meglio lasciarli andare. Avevamo anche concordato di non andare all’uscita più vicina, ma di percorrere tutta la strada fino al Lago Lunare.
Alla fine riuscimmo ad arrivare alla Casa per Allenatori, con il cielo che era ormai già nero come la pece. Ci volle solo un attimo per capire che anche lì ci fu uno scontro, viste le parete bruciate e danneggiate. Solo due o tre finestre erano ancora integre ed una per qualche ragione sembrava fosse esplosa dall’interno. Era strano, ma ormai ero troppo stanco per pensarci.
La prima cosa che ci accolse fu Spearow, o meglio, Fearow. Il Pokémon Volante atterrò sulla spalle di Draconix per un istante, finché non caddero entrambi. Dopo un breve momento tutti iniziarono a ridere, anch’io. Finalmente, tutti noi eravamo di buon umore.
Nonostante tutto, noi dodici entrammo nella Casa ritrovandoci in un atmosfera molto più allegra. La ragione principale sembrava essere una ragazza dai lunghi capelli castani che si trovava al centro della stanza “Alla nostra vittoria!” Gridò sollevando un bicchiere con quello che sembrava essere della cola. Il suo Ivysaur, il quale attirò l’attenzione di tutti a causa dei suoi peculiari colori, la imitò sollevando una bacca, mentre la maggior parte degli allenatori applaudì prima di bere la bevenda che avessero in mano.
“Che sta succedendo?” Chiese Draconix ad un allenatore vicino.
“Oh, stiamo celebrando la nostra vittoria. Siamo stati attaccati dal Team Rocket, ma grazie a Leaf ne siamo usciti vittoriosi.” Rispose con un sorriso “E nessun Pokémon è stato rubato.”
Leaf, la ragazza in questione, si voltà e si avvicinò sorridendo a noi “Vero, ma qualcuno ha menzionato altri combattimenti. Eravate all’accampamento qui vicino, vero? E’ un bene che ne siete usciti.”
I ricercatori ridacchiarono “A dire la verità, dobbiamo la vita a questi due. Hanno inseguito il Team Rocket e affrontato i loro capi!”
Sia Leaf che gli altri rimasero in silenzio, fissandoci. Io e Draconix eravamo incerti sul come reagire, poi tutti iniziarono ad applaudire “Ottimo lavoro!” Urlò Leaf, dandomi una pacca sulle spalle “Dunque, dobbiamo a voi due il fatto che si siano ritirati?”
“Umh, a dire il vero, non saprei.” Rispsi, cercando di minimizzare il tutto “Un attacco di alcuni Parasect ci ha salvati nella caverna, mentre tu li hai sconfitti qua, quindi penso sia stato tutto un lavoro di squadra.”
“Suvvia, non svalutarti giovanotto.” Disse uno dei ricercatori con un caloroso sorriso “Il modo in cui voi li avete ingannati e ci avete salvati merita un premio.”
Leaf nel frattempo, ci stava studiando, finché non ebbe improvvisamente non realizzò qualcosa “Aspettate, voi due siete Dexholder, vero?”
“Dex-che?” chiesero alcune persone nelle vicinanze, per poi guardarsi tra loro increduli.
“Ah, sono quei ragazzi a cui il vecchio Oak ha affidato quei marchingegni, giusto?” Chiese un altro.
Leaf sospirò “Si, anche se me li chiamali ‘Marchingegni’ me li svaluti parecchio. A dire il vero, questi oggetti sono spettacolari. Un sacco di dati sui Pokémon che di norma puoi incontrare a Kanto, sempre a portata di mano anche senza alcuna connesione ad internet. Senza l’ingombro di doverti portare un libro dietro. Informazioni istantenee su mosse, aree in cui puoi trovare comunemente esemplari selvatici, tipo, altezza e peso medio della specie...”
“Hey,sembra figo.”
“Figo?! E’ straordinario! Ho mandato tre lettere nella speranza di averne uno!” Rispose “Potrei vederlo? O, provarlo?”
Presi il mio Pokédex nero e lo diedi a lei “Prego, provalo pure.”
Quasi arrivò ad urlare mentre lo puntava verso Ivysaur, poi lo schermo emise un segnale acustico per poi mostrare la pagina del Pokémon “Aspetta. Non puoi più reggerti sulle zampe posteriori? Mi dispiace da morire. Pensavo che fingessi di non poterlo più fare!” Disse guardando il proprio starter. Ivysaur ridacchiò e Leaf guardò le altre informazioni “Umh, non mi segna nessun’area nella mappa.”
“Questo perché gli Ivysaur selvatici vivono nelle profondità delle foreste, fuori dalle vie trafficate, e si spostano come nomadi.” Spiegò Draconix “Perciò, non c’è una zona precisa in cui trovarli nella mappa.”
Leaf annuì memorizzando l’informazione e poi mi restituì il Pokédex “Grazie, è davvero fantastico. Vorrei tanto averne uno!”
“Sono sicuro che il Professor Oak ne rilascerà altri in futuro e ho sentito che altri professori stanno lavorando al progetto.” Dissi.
Leaf fece un sorriso raggiante e mise le braccia attorno alle mie spalle e a quelle di Draconix “Bene, ne sono davvero contenta, ma ora festeggiamo la nostra vittoria!” Gridò e tutti applaudirono “Alla sconfitta del Team Rocket!”
La festa continuò per parecchio tempo. Ascoltai alcune persone cantare al karaoke, risi alla pessima performance di Draconix ed applaudì alla voce perfetta di Leaf. Notai Draconix ed il ricercatore, il quale si era presentato come Miguel Cervant, per poi parlare con un altro uomo. Poco dopo i tre iniziarono a parlare del loro starter. A quel punto mi venne in mente una sola domanda.
“Come hai fatto ad iniziare con un Ivysaur cromatico?”
“Oh, a dire il vero, è stata pura fortuna. E’ una tradizione che nella maggior parte dei luoghi una volta che il Pokémon viene inviato dal centro allevamento, a nessuno è permesso vedere il Pokémon dentro la Poké Ball. I cromatici vengono spediti insieme agli altri. Semplicemente ho avuto fortuna quando ho scelto la Poké Ball.” Disse grattando Ivysaur dietro un orecchio. La Pokémon fece emise un lieve verso di piacere ed io sorrisi.
Il proprietario invitò noi tre a scattarci una foto, borbottando qualcosa sul fatto che finalmente degli allenatori stessero aiutando piuttosto che distruggendo la sua Casa per Allenatori. Leaf, Draconix ed io ci metemmo in posa per farci una foto assieme, con Leaf che fece un sorriso smagliante, Draconix un sorriso ed un segno di pace ed io solo con un sorrisetto. Non me la cavavo bene a sorridere in foto.
“Ottimo. Potrei fare una foto con tutti i vostri Pokémon? Verrà bene.” Ivysaur si avvicinò, mentre un Clefairy ed un Jigglypuff uscirono dalle Poké Ball di Leaf. Anche Fearow e Charmeleon uscirono dalle loro. Poi cliccai il pulsante della mia Poké Ball, sebbene sapessi che Gastly probabilmente non avrebbe gioito nel ritrovarsi in una festa tanto movimentata.
Ma la Ball che cliccai era vuota.
-
Gastly sospirò, guardando attorno nella grossa caverna “Potresti venire fuori? Vorrei tornare prima che Raziel si renda conto che me ne sono andato.” Spiegò.
Un giovane allenatore dai capelli rossi emerse da un lato della caverna. “Ciao piccolo Gastly. Ti sei perso? Posso mostrarti la via d’uscita se vu-”
“Falla finita, so bene cosa sei.”
L’allenatore sospirò, poi si dissolse in una nube di fumo e al suo posto ci fu un Haunter che si grattò la testa “Come hai fatto a capirlo?”
“La Caramella Rara vecchia di centovent’anni era un buon indizio, ma poi ti ho visto quando i Parasect hanno attaccato, e Fearow mi ha raccontato quello che era successo mentre scappava. Non è stato difficile ricollegare il tutto.”
Haunter annuì “Immagino di no. Non preoccuparti della scadenza, le Caramelle Rare possono durare fino ai duecento anni da quanto ho sentito.”
“Buono a sapersi. Ma che sta succedendo? Perché uno Spettro selvatico ci ha aiutato?” Chiese Gastly, notando in quel momento la tonalità tendente al rossiccio del gas della testa dell’Haunter, il quale si abbinava al colore dei suoi capelli.
“Beh, ero un allenatore prima che io, tipo, morissi qui.”
“Come...”
“Dei Parasect ci hanno sorpreso mentre dormivamo, all’epoca la cosa era molto più comune.” Disse semplicemente “Oh, ma puoi scommeterci che io mi sono vendicato a riguardo. Ed è anche il motivo per cui hanno concordato nel darmi una mano.”
“Sono piuttosto strani, non trovi?”
“Sono praticamente degli zombie con funghi, secondo te?” Chiese Haunter “Ad ogni modo, mi dovevano un favore, quindi riuscì a convincerli ad attaccare il Team Rocket. Ovviamente hanno attaccato ‘per sbaglio’ altri allenatori.”
“Quello che non ho capito è il motivo per cui tu abbia deciso di aiutare me e poi Fearow. Aiutare gli allenatori posso capirlo, ma non avevi motivo di curare il Pokémon di Raziel in particolare, o Fearow.” Disse Gastly. Haunter unì le mani, apparentemente a disagio, poi gemette.
“Ci sono cose che ho sempre voluto fare, ma che non ho mai avuto modo. Il mio rimpianto più grande è stato il non aver potuto aiutare il mio Magikarp e il mio Kakuna ad evolversi prima di morire. Quindi, quando ho visto quello Spearow che stava per morire prima ancora di evolversi in Fearow, ho voluto aiutarlo. Non ero certo che si sarebbe evoluto, ma le Caramelle Rare danno un esplosione d’energia che è noto che talvolta possono anche provocare un evoluzione, quindi...”
“Quindi hai voluto provarci. Capisco. E riguardo Raziel?”
Haunter scosse la testa “Mi sembrava naturale. C’è qualcosa di strano in lui, come Spettro mi sono sentito attirato da lui. Tu no?”
Ora era Gastly quello a disagio. Si, trovava Raziel stranamente troppo facile con cui approcciarsi nonostante fosse un umano. Aveva sentito un legame con lui dal momento in cui si erano incontrati “Penso di si. Dunque era per questo?”
“Beh, siamo anche della stessa specie. Se noi Spettri non ci aiutassimo a vicenda...”
Gastly sbuffò “Immagino tu abbia ragione. Dunque è tutto qui? Pensi di venire con noi?”
“Onestamente, non lo so. Mi sento... diverso. Sono finalmente riuscito ad aiutare un Pokémon ad evolversi, ho aiutato alcuni allenatori, e i Parasect mi hanno ripagato. Sai, penso che tutto quello che desiderassi ormai si sia realizzato.”
In quel momento udirono uno strano rumore, come una porta che si apriva cigolando. Si voltarono vedendo un Pokémon avanzare verso di loro. Con una bocca gigante sul ventre ed un unico occhio rosso al centro della testa. Il Dusknoir si pose di fronte ai due.
“Salve.” Disse il mietitore con tono allegro, che si contrapponeva al suo aspetto. Prese un pezzo di carta da dentro la bocca “Chi di voi è ‘Robert Glades’?”
Haunter alzò la mano “Umh... salve?”
“Congratulazioni signor Glades. Ha risolto tutti i suoi affari in sospeso sulla Terra. Dunque è tempo che lei raggiunga l’altro lato.”
Haunter rimase sbalordito dal Dusknoir “Io... cosa?”
“Già, è alquanto impressionante. Risolvere degli affari in sospeso in poco più di un secolo è un impresa assai ardua. Le mie congratulazioni. Dovrei anche passarvi un messaggio da parte del signor Karp Magi, il quale le riferisce ‘Era ora’ e da parte del signor Na Kaku, il quale aggiunge ‘Vieni qui alla svelta, ti stiamo aspettando da oltre un secolo brutto...’ mi perdoni, preferirei non terminare, ma ha recepito il messagio. Il signor Na sembra alquanto irritato.”
“Aspetta, Magikarp e Kakuna sono laggiù?”
“Ma certo, sciocco, pensava che umani e Pokémon andassero in posti diversi?”
Gastly non potè più trattenere la sua curiosità “Cos’è esattamente tutto questo?”
Dusknoir lo guardò perplesso “Non lo sa? Gli spiriti degli esseri umani e dei Pokémon morti che sono diventati Pokémon Spettro sono vincolati in questo mondo finché hanno uno scopo. Come il signor Glades ha detto, ora non ne ha più uno, dunque dovrebbe seguirmi all’altro mondo. Ecco perché sono qui, essendo il Pokémon che è stato investito dalla Regina Yveltal con lo scopo di traghettare fin lì gli spiriti.”
Gastly ne aveva sentito parlare, ma non aveva mai visto un Dusknoir farlo. A dire il vero, non aveva proprio mai visto un Dusknoir. Guardò Haunter che ora stava sorridendo “Immagino che questo sia un addio allora. Peccato, sei il primo Spettro che ho conosciuto da quando abbiamo iniziato il nostro viaggio, speravo di conoscerti un po meglio.”
Haunter sorrise, e diede una pacca dietro al corpo di Gastly. Essendo entrambi Spettri, potevano toccarsi a vicenda “Beh, addio anche a te, sarà meglio che tu torni da Raziel.” Gastly annuì, poi Haunter si avvicinò a Dusknoir “Sono pronto, dunque, mi divorerai oppure...”
“Si fidi signor Glades, non le piacerebbe il luogo dove la mia bocca la condurrebbe.” Rispose Dusknoir “Comunque no, ce ne andremo semplicemente usando la porta.” Disse indicando una porta nella zona posteriore della caverna. Solo allora entrambi notarono che le ombre sembravano piegarsi fino a formare una porta spalancata, la quale conduceva in un corridoio buio “Prego, mi segua. Non si allontani, potrebbe essere alquanto pericoloso.”
Haunter deglutì e seguì il Pokémon. Nel momento in cui oltrepassò la porta, la sua forma da Haunter svanì e si ritrovo in piedi sulle sue gambe come un essere umano. Gastly lo guardò mentre salutava e si allontanava dietro a Dusknoir, mentre la porta d’ombra si chiudeva cigolando. Nel momento in cui lo fece, le ombre tornarono alla loro forma naturale, come se non fosse successo nulla.
“Addio.” Mormorò Gastly, tornando alla Casa per Allenatori.
In quel momento sentì una sensazione familiare. Raziel aveva cliccato sulla Poké Ball per farlo uscire “Merda.” E si sbrigò, lasciando solo del silenzio nella caverna.

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Capitolo 26
*** D'Accordo, Questa Volta si Affronta la Palestra ***


“Mi spiace davvero un sacco!” Disse Giuls in videochiamata preoccupata “Non ero lì ad aiutarvi nel momento del bisogno!”
“Ah, non preoccuparti Giuls.” Disse Draconix con un sorriso “Ce la siamo comunque cavata.”
“E’ successo tutto all’improvviso.” Commentò Raziel “Ma sono ancora furioso per non essere riuscito a prendere quell’Orville!”
“Hey, almeno tu ti sei fatto un paio di nemici giurati.” Disse Leaf fingendo di essere arrabbiata “Io ho solo affrontato qualche recluta senza nome, non è deprimente?”
E Giuls rise “Come stai Leaf?”
“Abbastanza bene, grazie, faccio un po’ di amicizie e cose del genere.” Disse indicando Draconix e Raziel.
Draconix rimase perplesso “Un attimo, vi conoscete?”
“Duh, anche lei è di Biancavilla, Dracotung.” Rispose Giuls “L’ho sconfitta ai quarti di finale a dirla tutta.”
“Ti prego, dimentichiamoci di quel soprannome.” Disse Draconix con un sospiro. Sentì Gastly ridacchiare alla mia sinistra mentre galleggiava.
“E’ stato solo un colpo di fortuna.” Aggiunse Leaf, ignorando il giovane allenatore.
“Oh, ti piacerebbe.” Disse Giuls “Potrei concederti un’altra occasione la prossima volta che ci vedremo.”
“Oh cielo, che audacia...” disse Leaf, sia Giuls che gli altri due arrossimo quando si resero conto a cosa alludesse.
“N-non intendevo quello!” Gridò Giuls e Leaf rise, poi si unirono anche gli altri due. La maschiaccio sembrò un po agitata, poi ridacchiò anche lei “D’accordo, d’accordo. Voi tre dove state ad ogni modo?”
“Entreremo nella seconda metà della grotta proprio oggi, dovremmo arrivare a Celestopoli fra un giorno e mezzo.”
“Wow, allora siamo parecchio vicini. Sono uscita in questo momento. Clefairy mi ha appena mostrato un’altra via, quindi, sono un po’ fuori strada, ma ma ce l’ho fatta in un giorno soltanto.”
“Bene, allora buona fortuna.” Disse Draconix “Immagino sarai la prima ad arrivare in palestra.”
“Già. Beh, secondo a dire il vero, probabilmente Blu è già lì.”
“Conoscendo Blu, è probabile abbia già lasciato la città.” Commentò Draconix.
“Probabile. Bene, ciao e a presto.”
“Certo.” E dopo che noi altri due ridacchiammo, Giuls chiuse la chiamata.
 Sospirò ‘Beh, non posso farci nulla, procediamo e basta.’ E iniziò a camminare, non potè fare a meno di pensare a cosa fossero andati incontro i suoi amici mentre lei si divertiva. Era giusto che per lei fosse tutto così facile?
Mentre camminava quella domanda rimase sospesa senza una risposta.
-
Blu entrò in palestra con un grosso sorriso in volto. Il giorno prima era così affollata che neppure ci provò a sfidarla, dato che erano oltre il limite. Perciò era andato ad allenare un po’ Abra e tornare il giorno dopo di prima mattina.
Ora la palestra era tranquilla. C’erano alcuni allenatori in giro, ma la maggior parte sembravano essere tirocinanti della palestra.
Una rapida occhiata gli fece capire come funzionasse la Sfida della Palestra. Avrebbe dovuto nuotare fino da Misty, oppure camminare attraverso una serie di assi precarie che formavano un labirinto sopra l’acqua. Inoltre degli allenatori lo avrebbero affrontato sia in acqua che sulle assi, ma cadere da queste durante un combattimento equivaleva ad una sconfitta e alla perdita di quella giornata.
Riflettè sulle proprie scelte e scelse le assi, sapendo che le sue capacità di nuoto erano solo nella media, e combattere mentre nuotare gli risultava difficile. Ci aveva provato qualche volta e faceva fatica a credere che alcuni allenatori lo consideravano il loro metodo di combattimento preferito. La strada gli fu interrotta da un solo allenatore, ma la battaglia risultò rapida con Pidgeotto che sconfisse facilmente un Goldeen ed un Magikarp prima che potessero anche solo sfiorare l’asse. Una volta vinto, vide Misty. Era intenta ad esercitarsi con indosso un bikini sportivo blu ma si rialzò non appena lo vide.
“Benvenuto.” Disse con un sorriso “Sono Misty, la Sirena Maschiaccio. Suppongo tu sia qui per sfidarmi.”
“Si, grazie.”
“Dunque, quante medaglie hai?” Chiese. Quando Blu alzò un solo dito lei annuì “Per curiosità, Brock o Cosmo? Di solito è una di quelle due chi mi sfida con una sola medaglia.”
“Brock.”
Misty annuì, mentre apparentemente pesò una Poké Ball “Ha senso. Quindi, sei appena arrivato dal Monte Luna oppure...”
“No, a dire il vero sono qui da qualche giorno. Ho anche avuto uno scontro con il Team Rocket.”
“Oh, allora sei stato tu!” Esclamò “Avresti potuto dirlo all’ingresso, ti avremmo lasciato passare senza che combattessi. E’ il minimo per poter ripagare chi ha aiutato Celestopoli.”
Blu arrossì un po “Ah, nessun problema, davvero.”
Lei sorrise, alla fine prendendo due Poké Ball “Molto bene, allora sarà un due contro due per la tua seconda medaglia, sei pronto?”
Blu annuì e schierò Rattata, che si ritrovò ad affrontare un Pokémon rosa.
-
“Salve.” Disse Rattata. Slowpoke rimase in silenzio, i suoi occhi vuoti guardavano il nulla, mentre aveva un espressione vuota “Uuuh, tutto bene?”
“Rattata vai con Attacco Rapido!” Gridò Blu ed il Pokémon Ratto si preparò per caricare in avanti. Si preparò a schivare un contrattacco, ma non ce ne fu nessuno.
“Ciao.” Disse semplicemente Slowpoke, mentre l’attacco lo colpì e lo respinse, facendolo cadere di schiena. Il Pokémon attesa a terra per qualche secondo, per poi ansimare improvvisamente e si rialzò.
‘Sono parecchio confuso ora come o-’ Iniziò a pensare Rattata, poi un Pistolacqua lo colpì in piena faccia, scaraventandolo indietro. Rimase per poco sul bordo dell’arena, sorpreso ‘Giusto, non dovevo sottovalutarlo.’ Balzò in avanti ed usò un altro Attacco Rapido, il colpo centrò in piena faccia lo Slowpoke, ma non vi fu alcuna reazione. Invece, Slowpoke rispose con Confusione e l’energia psichica fece volare via Rattata contro il soffitto dell’arena, prima di ricadere dolorosamente.
Caricò nuovamente in avanti, notando l’espressione dolorante che si formava nel volto di Slowpoke, stava reagendo solo ora all’Attacco Rapido precedente, ma non si fermò e lo colpì... ma fu scaraventato via da un altro Pistolacqua.
“Sul serio, come...” Poi sentì la Capopalestra chiamare Slowpoke.
“Usa Pistolacqua fra tre secondi.” Urlò. Rattata contò fino a tre, ma non ci fu alcuna reazione da parte del Pokémon, perciò gli caricò contro.
“Schiva a sinistra, ora!” Gridò Blu. Rattata riuscì a reagire appena in tempo, schivando un Pistolacqua al pelo.
‘Perché ora?’ Si chiese, prima di urtare contro il fianco sinistro di Slowpoke scaraventandolo via. In risposta, Slowpoke si rialzò e sbadigliò.
Rattata sbadigliò a sua volta, e solo allora si rese conto del proprio errore.
“Ok Rattata, prima che ti addormenti, finiscilo con Iperzanna!”
Rattata annuì, sapendo che ormai gli erano rimasti pochi secondi. Concentrò tutta la forza nel prossimo morso e caricò. Si chinò schivando un Pistolacqua, evitandolo per poco, e lo morse. Slowpoke non ebbe alcuna reazione, se non rispondere con Confusione. Poi Rattata cadde sul pavimento dopo aver colpito nuovamente il soffitto e Slowpoke perse i sensi. Rattata riuscì appena a rendersi conto di aver vinto prima di addormentarsi.
-
“Gli Slowpoke impiegano alcuni secondi prima di elaborare qualsiasi input ricevuto. Dolore, comandi o anche solo per parlare...” Disse Blu richiamando il suo Pokémon.
Misty annuì “Esatto. Lo hai capito da solo o è stato per via di quel macchinario?” Disse indicando il Pokédex che Blu teneva nell’altra mano.
“Volevo solo una conferma alla mia teoria...”
“Per me va anche bene.” Disse Misty richiamando lo Slowpoke “Ma dovresti assicurati prima che il Capopalestra sia d’accordo sul leggere le informazioni dei propri Pokémon. Alcuni ritengono che la conoscienza sia una parte fondamentale del test.”
Blu annuì riponendo il Pokédex “Chiedo scusa, la prossima volta chiederò il permesso.”
“Come già detto, io non ho problemi a riguardo. Comunque si, Slowpoke impiega alcuni secondi per recepire qualsiasi ordine. Il trucco sta nel comprendere quanti secondi esatti ci impiega un determinato Slowpoke da quando riceve l’ordine al reagire all’attacco nemico. E’ una particolare tattica.” Spiegò ricordandoglielo. Poi tirò una leva. L’arena si abbassò, riempiendosi d’acqua e trasformandola in una piscina. Erano ancora disponibili sei piattaforme collegate da dei percorsi per garantire che un Pokémon incapace di nuotare non fosse svantaggiato.
Blu annuì. Il regolamento della Lega permetteva a chi fa uso di Pokémon di tipo Acqua di poter usare in qualsiasi momento l’attivazione della piscina dell’arena. Il che avrebbe permesso l’uso di Pokémon come Seaking o Seadra sul campo, i quali sarebbero stati in ovvio svantaggio sulla terraferma, non potendosi muovere. Certo, c’erano delle regole che impedisce l’immersione per trovarsi fuori dal raggio d’azione nemico se non per schivare o usare determinate mosse. Ma cosa più importante, l’attivazione della piscina era consentita solo se qualcuno ne faceva uso. Attivarla per poi usare un Pokémon che non nuota era proibito, ciò per assicurarsi che non vega usata per ingannare l’avversario. Tuttavia, non poté fare a meno di pensare che quel regolamento favoriva leggermente i Pokémon di tipo Acqua ‘Per fortuna ho il mio.’ Pensò schierando Squirtle.
-
Il Pokémon Acqua sorrise mettendosi in posizione in una delle piattaforme, mentre Misty rispose schierando Starmie. Il nucleo del Pokémon a forma di stella brillò di rosso quando si immerse in acqua. Squirtle si preparò senza inseguirlo. Starmie iniziò nuotandogli attorno, sparando un flusso d’acqua da uno dei suoi arti ed aspettando. Sia Squirtle che Blu attesero, senza muoversi se non per non perdere di vista il bersaglio.
“Bollaraggio!” Urlò Misty e Starmie reagì immediatamente. Squirtle, senza pensarci, scattò in avanti, correndo sulla piattaforma. Si abbassò sotto il raggio, il flusso di bolle colpirono solo il suo guscio e la sua coda, poi saltò.
“Mira al nucleo!” Udì Blu gridare e sorrise. Con una rapida manovra, eseguì un Megacalcio come fosse un ascia, colpendo dritto nel nucleo di Starmie. Il gioiello del Pokémon brillò di verde e blu mentre venne colpito dalla forza del Megacalcio che costrinse entrambi a rimanere sott’acqua. Squirtle poi usò immediatamente Pistolacqua, ma sfruttando gran parte della potenza non per colpire Starmie, ma per spingersi all’indietro verso la piattaforma, dove attese.
‘Esatto, in questo modo lo scontro è partito nel modo giusto.’ Pensò guardandosi attorno. Starmie emerse ruotando su se stesso e poi usò Comete. Le stelle d’energia volarono contro lo starter, e Squirtle provò a schivare, in risposta queste curvarono colpendolo ad un fianco, spazzandolo via. Starmie continuò con Bollaraggio, che Squirtle deviò con un Pistolacqua, non fu sufficiente a fermare del tutto le bolle, ma indebolì notevolmente il colpo, dato che molte di esse uscirono dalla traiettaria finendo a terra o sono scoppiate prima dell’impatto. Avanzò, ma facendolo sentì qualcosa e scivolò, in quel momento si rese conto che il pavimento era coperto da qualcosa, qualcosa di simile a del sapone. ‘Dannazione, è a causa di Bollaraggio.’ Realizzò, muovendosi con attenzione per evitare di cascare ancora.
Nel mentre però fu un bersaglio facile. Starmie puntò su di lui mentre il nucleo brillò di viola, e lo attaccò rapidamente con Comete, l’energia a forma di stelle colpì Squirtle in faccia. Si sentì scaraventato via e si ritirò dentro il guscio prima di urtare contro la parete dell’arena, attenuando il colpo. Poi usò un Pistolacqua per spingersi verso l’alto.
“Sei in svantaggio a distanza, stagli addosso!” Gridò Blu. Squirtle annuì mentre cadeva, vide un Bollaraggio arrivargli ed usò Pistolacqua per cambiare direzione, schivando l’attacco. Poi guardò in alto ed usò Pistolacqua per acclerare la sua caduta verso il basso e nel mentre alzò il pugno prima di farlo cadere come un martello contro Starmie sorpreso, il cui nucleo brillò di giallo. Il Megapugno lo centrò, addirittura risultando più forte nel colpo, ed il nucleo brillò ancora di blu e verde mentre entrambi scomparvero sott’acqua.
Squirtle vide lo Starmie davanti, e ritirò il pugno ‘Non ho ancora finito...’ Pensò per poi sferrare un altro pugno. Il nuovo Megapugno scaraventò il Pokémon Misterioso verso l’alto, nel cielo, prima di cadere nuovamente brillando di rosso. Senza fermarsi, Squirtle uscì fuori dall’acqua, colpendo con Azione contro Starmie per poi cambiare direzione. Resistette alle Comete che lanciò il Pokémon e poi sorrise visto che aveva raggiunto terra per primo. Alzò lo sguardo vedendo che Starmie stava cadendo proprio sopra di lui e si agitò tremante sulle sue due gambe ‘Vediamo se ricordo la frase di quell’anime... Prima viene il sasso...’ e con quel pensiero, proprio quando Starmie cadde davanti a lui, scagliò un altro Megapugno. Il pugno colpì dritto contro il Pokémon stella, e lo scagliò via, al punto da causare un cratere a forma di stella sul muro. Ansimò affannato, poi attese, per vedere se il Pokémon si sarebbe rialzato.
Poi sospirò di sollievo.
-
Blu guardò Misty, e poi Starmie privo di sensi mentre brillava di arancione. La Capopalestra scosse la testa e richiamò il Pokémon “Ottimo lavoro Starmie, i tuoi genitori saranno orgogliosi.” Commentò prima di sorridere “Beh, congratulazioni. Non è da tutti sconfiggermi in un due contro due senza che perda un solo Pokémon.”
“Ad essere onesti, se Squirtle avesse perso mi sarei arreso. Non c’era speranza che Rattata potesse sconfiggere Starmie da addormentato.”
Misty annuì “Presumo di si. Tuttavia non dovresti sottovalutare il tuo...” Iniziò, poi si fermò indicando Squirtle “Beh, è sempre bello vederlo.”
Il Pokémon, realizzò Blu, era circondato da un bagliore bianco ed iniziò a crescere in altezza. Poco dopo, c’era un Wartortle al posto di Squirtle, le lunghe e morbide orecchie ora combinavano con la coda cresciuta. Il Pokémon fece un sorriso tremolante per poi alzare un pugno in aria e Blu annuì “Eccellente! Ottimo lavoro Sq... Wartortle.” Disse correggendosi nel mentre.
Misty annuì “Assolutamente, mi emoziono ogni volta che succede.” Commentò “E’ la prova di un allenamento eccezionale. Ed anche un modo per il proprio allenatore per vedere come sta progredendo. A tal proposito...” Saltò in acqua, e con una velocità che avrebbe fatto impallidire qualsiasi nuotatore professionista, arrivò al fianco di Blu, saltando elegantemente fuori dalla piscina. Da vicino l’allenaotre poté notare che fosse più tonica di quanto non sembrasse, il suo corpo dimostrava che prendeva il nuoto seriamente. Con espressione seria mise una mano su una piccola tasca sul fianco e tirò fuori una medaglia “Questa è la prova del tuo successo alla palestra di Celestopoli. Come ricordo, dato che questa è la tua seconda medaglia, che ti sei graduato nelle lotte di livello principiante. Aspettati più difficoltà nelle prossime palestre.”
Blu annuì “Si, grazie. Non ti deluderò.”
L’espressione di Misty cambiò con una più allegra “Oh, ne sono certa! Ho fatto del mio meglio per non darlo a vedere, ma questa è stata la prima lotta contro cui combatto contro uno Squirtle specializzato in lotte corpo a corpo piuttosto che in combattimenti a distanza. Sono sicura che le tue lotte ad alti livelli saranno interessanti da vedere.” Rispose Misty, dandogli una leggera pacca sulle spalle. Anche se leggera, fu sufficiente a far male la schina di Blu, il quale fece del suo meglio per non farlo notare. Lei ridacchiò comunque, dunque non riuscì a nasconderlo tanto bene.
-
Rattata sbadigliò, risvegliandosi nel Centro Pokémon e guardò il suo allenatore, che gli accarezzò la testa. Poi si rivolse a Pidgeotto... il quale sembrava divertirsi un sacco.
“Che mi sono perso?” Chise, il Pokémon uccello semplicemente indicò l’altro lato del tavolo, dove un Wartortle stava mostrando le sue mosse ad Abra, ostentando calci e pugni e commentando come persino una Capapalestra gli avesse fatto dei complimenti.
“Oh, si è evoluto, bene. Ma cosa c’è da ridere?” Chiese, poi osservò meglio “Non si è accorto che Abra sta dormendo, vero?”
“No.”
“Da quanto va avanti?”
“Penso che Abra si sia messo a dormire una ventina di minuti fa.”
Lo guardarono entrambi, mentre dava un pugno ed un calcio all’aria parlando con Abra addormentato. Rattata fu il primo a scoppiare a ridere, e sembrava che Pidgeotto non riusciva più a trattenersi. Ignorarono le espressioni confuse di Blu e Wartortle, finché non piansero dal ridere.
-
Domino e Mondo erano al limite, o sarebbe meglio dire che erano terrorizzati. Essere richiamati alla sede del Team Rocket a Celestopoli era già un brutto segno, ma ricevettero l’ordine di andare a quella di Azzurropoli. Aspettarono, mentre Mondo faceva del suo meglio per apparire allegro, fallendo miseramente. Domino apprezzò lo sforzo, sebbene ciò la terrorizzava ancora di più.
Finalmente la segretaria, una donna con occhiali squadrati e corti capelli di colore viola, si avvicinò a loro “L’alto concilio vi attende.” Disse. L’ordine di muoversi rapidamente era inplicito, ma chiaro. Domino deglutì e si alzò. Mondo fece per seguirla, ma Matori scosse la testa “Solo il Tenente Domino, prego.” Mondo annuì sedendosi, ma anche procedendo nella stanza poteva vederlo sudare pesantemente.
La sala del Concilio era ampia, con un tavolo ovale al centro. Erano seduti solo tre uomini, il che significava che non meritava l’attenzione di tutto il Concilio. Si sentì quasi sollevata.
“Benvenuta.” Disse l’uomo seduto dall’altro lato del tavolo, mandando in frantumi la sua sensazione in un istante. Deglutì riconoscendo lo stesso Giovanni, rendendosi conto solo allora quanto fosse grave la situazione. I gelidi occhi del capo del Team Rocket non la lasciarono per un solo istante anche quando prese il rapporto da lei preparato “Ti spiace spiegare cos’è andato storto?”
Domino impiegò un secondo per elaborare la domanda “Beh, siamo stati colti di sorpresa dalla presenza di alcuni allenatori e...”
Il giovane uomo alla sinistra di Giovanni batteva le dita sul tavolo, i suoi lunghi capelli blu ricadevano sulle sue spalle “Avevamo previsto alcuni allenatori, no?”
“Non nella zona più profonda della grotta. Alcuni uomini di Atena, guidati da uno con il nome in codice di Orville, avevano il compito di assicurarsi che i marchiatori fossero in posizione per convincere gli allenatori ad indebolirsi combattendosi a vicenda.”
Ora era l’uomo a destra, con indosso una divisa del Team Rocket a parlare “E tutti i rapporti confermano che il loro compito è stato compiuto. Ciò che ha compromesso i nostri piani è stato l’inusuale comportamento dei Parasect, che sono intervenuti in una lotta del genere piuttosto che darsi alla fuga. Ma ciò non cambia il fatto che avresti dovuto essere capace di gestire un paio di allenatori e tre Pokémon.”
“Signore, sarebbe stato così, ma sono entrata nel panico quando il teschio è stato preso e ho agito, ammetto di aver sbagliato. Non avrei dovuto ordinare a tutti i miei uomini di seguirlo, così come non avrei dovuto credere al fatto che Mew fosse lì, indipendentemente da quanto fosse realistica quell’illusione.” Disse Domino, scegliendo di ammettere i propri errori.
Giovanni si accigliò “Qualche altro errore?”
Domino strinse il pugno ed annuì “Io... avrei dovuto dare retta ai consiglio di Atena. Ho sottovalutato i danni che avrebbero potuto causare alcuni agenti della polizia al nostro piano.”
Giovanni annuì “Si, immagino sia così. L’eccesso di fiducia è un problema che chiunque può avere, tuttavia, mi aspetto che i Tenenti siano in grado di controllarsi. Dovresti sapere che noi del Team Rocket non dovremmo essere preteziosi nella selezione dei membri di basso rango, differentemente dalle altre organizzazioni. C’è un motivo se vengono chiamate reclute dai media. Il gran numero è utile, ma in una lotta Pokémon raramente surclassa il talento.” Scosse la testa “Per il momento sarai riassegnata per le operazioni minori. Mi sempra ci sia una spedizione da intercettare dall’Isola Cannella ad Aranciopoli. Incaricherò te e il tuo vice per occuparsene. E per essere chiari, questa è una degradazione in tutto e per tutto, e sono stato generoso solo perché è stato il tuo primo fallimento. Da adesso ricomincerai con le operazioni basiche in quanto Tenente, e guiderai fino a quattro uomini, incluso il tuo vice. Per entrambi ora scalare i ranghi sarà molto più difficile questa volta. Forse questo farà si che tu non ci deluda di nuovo la prossima volta.”
Domino era sul punto di piangere. Aveva dato tutto per arrivare fin lì, aveva raggiunto i gradi più alti per un Tenente in brevissimo tempo, ed era era stata degradata ad una squadra di soli cinque persone? Fortunatamente, era abbastanza brava da controllarsi e annuì semplicemente.
Giovanni le indicò semplicemente la porta “Puoi andare. Ti convocherò nuovamente se necessario, ma dubito sarà necessario.”
E con ciò la ragazza fu congedata.
-
Giovanni guardò Tulipano Nero andarsene. Una volta chiusa la porta si voltò verso l’uomo alla sua sinistra “Ora Pierce, hai qualche informazione riguardo l’identità di quegli allenatori che si sono intromessi?”
Il giovane uomo alzò le mani guantate “Purtroppo non ho avuto interviste dirette con loro dopo l’incidente. Tuttavia ho già inviato un giornalista a Celestopoli, quindi presto dovremmo saperne di più sulla loro squadra. Ma quello che ho mandato al Monte Luna nella speranza di avere un’intervista ha recuperato questa foto.” La prese dalla tasca e la mostrò a Giovanni. Il capo del Team Rocket studiò i tre adolscenti e i loro Pokémon. Un Ivysaur dai colori particolari, un Jigglypuff, un Clefairy, un Charmeleon e un Fearow. Contando rapidamente le Poké Ball nelle loro cinture dimostrò che avevano almeno altri due Pokémon. Uno era probabilmente il Gastly descritto da Domino e Mondo nei rapporti. Tutto sommato, quelli sembravano essere solo allenatori di basso livello, probabilmente all’inizio del loro viaggio. ‘Questo è già il terzo raporto su un allenatore che ci rovina i piani. Prima i due a Celestopoli ed ora questo.’ Pensò accigliandosi “Qualcos’altro da dire?”
“A dire il vero si.” Dichiarò Pierce “Uno dei miei giornalisti ha inviato alla rivista questo articolo, il quale parla del Charmeleon nella foto. Verrà pubblicato nel numero del prossimo mese.”
Giovanni lesse rapidamente l’articolo “Draconix Karyu... che sia un ramo di quella stessa famiglia?”
“Difficile dirlo. Se è così, dev’essere un ramo distante, dato che quel nome non è mai uscito nelle interviste.”
“Capisco. Beh, questo Spaccartigli non mi dice nulla, se non che il furto del Pokémon possa valerne la pena. Per il momento, continuate a raccogliere informazioni su loro tre.” Poi si voltò verso destra “Archer, che mi puoi dire del teschio?”
“I ricercatori stanno già organizzando un gruppo di ricerca, dato che il Fearow ha potuto indirizzarli solo in un’area generale. Si pensa che entro oggi e domani, lo ritroveranno. Brock ha anche confermato di lasciare la città per assicurarsi che venga trasportato in sicurezza al museo. Temo che qualsiasi tentativo di rubarlo richiederà un’aperta ostilità nei confronto del Capopalestra di Plumbeopoli.” Spiegò l’uomo.
Giovanni riflettè sulle informazioni. Sconfiggere un Capopalestra era difficile, non impossibile per i livelli più alti, ma era titubante nel farlo. Ci era voluto del tempo per convincere i media che il Team Rocket fosse composto da scagnozzi inefficienti con al massimo pochi leader.
Era quella percerzione che permise loro di esistere per così tanto tempo e di costruire lentamente la loro rete in tutta Kanto: nessuno sospettava l’esistenza di allenatori d’elite, tra Tenenti e Generali. Quando uno veniva mandato, di solito veniva spacciato come capo fittizio e già noto. Il Predatore Mascherato era il preferito di Giovanni. Inviare Domino era stata una mossa determinata dalla natura della missione, ma nella peggiore delle ipotesi era sicuro che la polizia avrebbe sospettato di una nuova allenatrice di alto livello nei loro ranghi. Nella migliore delle ipotesi avrebbero pensato che la paura e la presenza di Pokémon forti avesse fatto si che i ricercatori e gli allenatori sopravaluttassero la minaccia delle due reclute, ma dubitava di avere una tale fortuna. Eliminare apertamente Brock, cosa che potrebbe fare, avrebbe solo distrutto quell’illusione che aveva così accuratmanete costruito.
“Dunque il Progetto M-3 è da scartare, almeno finché non avremmo un qualche vantaggio. Dobbiamo riconsiderare i nostri piani. Possiamo accedere ai rapporti della polizia?” Chiese.
“Non ancora, ma presto dovrebbero arrivarci delle copie. Non abbiamo molti Agenti-I a Plumbeopoli, quindi ci vorrà del tempo. Una volta ottenuti, sapremo con precisione chi sono i nostri bersagli.” Rispose Archer “Me lo ha assicurato Atena.”
“Ottimo, discuteremo sul rimborso in un secondo momento. Per il momento è tutto.” I due uomini annuirono e si alzarono quasi contemporaneamente lasciando la stanza.
Rimasto solo, Giovanni esaminò la foto un’altra volta. Poteva giurare che ci fosse qualcosa di familiare in uno dei tre, ma dopo un po decise di ignorare la cosa. Se non riusciva a ricordarsene, era improbabile che fose importante. Cliccò un pulsante ed iniziò a dare delle istruzioni a Matori. Con M-3 irrealizzabile, il recupero di M-2 è ora una massima priorità ‘L’Operazione MB. E’ l’unica opzione possibile, ma è comunque il rischio più grande.’ Pensò. Ma se ci fosse riuscito, M-2 sarebbe stato suo.

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Capitolo 27
*** Un'Offerta che non Potrai Rifiutare ***


Sorrisi nel vedere Gastly sconfiggere Paras. Stava diventando sempre più facile per il mio Pokémon sconfiggere avversari multipli, usando prima Leccata per immobilizzare i più veloci e poi Ombra Notturna per finirli. Anche Ipnosi era utile per togliere di mezzo i nemici più ostici, perciò, non potevo di certo lamentarmi ‘Il problema è che non riesce a controllare quell’altra mossa...’ Pensai.
Voltandomi notai Draconix e Charmeleon sconfiggere un gruppo di Geodude. A quel punto Charmeleon si era abituato ad usare Speccartigli, ma ero abbastanza sicuro che a causa sua molti Pokémon Roccia sarebbero rimasti feriti nell’orgoglio quel giorno.
“Draconix e Charmeleon si stanno divertendo, non trovi?” chiese una voce femminile alle mie spalle, sobbalzai per poi voltarmi e ritrovarmi davanti Leaf seguita dalla sua Ivysaur. La ragazza ridacchiò per avermi sorpreso.
“Come...”
“Sono molto silenziosa. Come una foglia mentre cade.” Disse “Comunque, vuoi vedere qualcosa di divertente?”
Annuì “Certo, che cosa?”
Leaf sorrise compiaciuta “Draconix, come sta il tuo nuovo Pokémon?” Chiese. L’allenatore castano impallidì per poi tossire leggermente “Oh... sta molto bene...”
Lo guardai perplesso “Hai un nuovo Pokémon? Da quando? E’ tutto il giorno che viaggiamo insieme e non ne hai catturato nessuno.”
“No, l’ho comprato ieri alla festa.” Disse tossendo nuovamente.
Ora mi stavo incuriosendo davvero, anche perché notai Leaf trattenersi a stento dal ridere facendo un sorriso che mi ricordava un Meowth “Dunque, cos’è?”
Draconix sospirò “Mi prometti di non ridere?”
“Non ti prometto niente.” Dissi. Poi incrociai lo sguardo di Draconix “Suvvia, non puoi aver comprato qualcosa di così tanto stupido.” Dissi.
Draconix sospirò ed aprì una Ball. Un Magikarp uscì stramazzandosi a terra per farsi vedere da tutti. Leaf scoppiò a ridere all’istante, mentre io feci lo sforzo più grande della mia vita riuscendo a resistere ben sei secondi interi prima di esplodere in una mare di risate anch’io “Ha... comprato... un Magikarp...” Riuscì a dire Leaf tra le risate.
“Scu-scusa... la colpa è di lei... come... ti hanno... convinto?” Chiesi in lacrime per il ridere.
Draconix richiamò il Pokémon “Oh, suvvia, era un’ottima offerta. Mi è venuto sto tipo dicendomi che un allenatore come me avrebbe dovuto avere un Pokémon forte e di tipo Acqua.”
“Oh beh... che sia di tipo Acqua non c’è dubbio.” Disse Leaf ancora ridendo.
“Siete solo invidiosi perché avrò un Gyarados.” Disse lui sulla difensiva “Possiamo non toccare più l’argomento? E poi non è costato neppure così tanto.”
“Quanto l’hai pagato?” Chiesi.
“... Cinquecento.” Mormorò Draconix.
“Beh, dai, non è poi così tanto.” Dissi “Sarà tipo cinque volte il suo prezzo...”
“Si, ho capito. Ho fatto la cazzata, possiamo smetterla di ridere di me? Che gran amici che ho.” Rispose Draconix. Leaf ed io ci scambiammo un’occhiata, ci sentivamo in colpa. Mi resi conto che probabilmente mi stavo avvicinando pericolosamente a dei nervi scoperti che era meglio non toccare.
“Senti, non è di certo la fine del mondo. Gyarados è un buon Pokémon e non hai neppure dovuto pescarti un Magikarp.” Continuai.
“Già. Allena Magikarp e sono certa che diventerà un ottimo Pokémon.” Aggiunse Leaf, annunendo ripetutamente.
Draconix sospirò, ma poi fece un sorrisino “Beh, penso che ci confronteremo ancora quando avrò un Gyarados. Di sicuro non me lo dimenticherò.”
Ricambiai il sorriso “Vedremo alla Lega. Comunque, avevi presto qualcos’altro, o sbaglio?”
Draconix annuì ed aprì lo zaino. Prese una grossa pietra con incastonato un fossile dalla forma a cupola “Ecco, un Domofossile.”
“Certo che non sono per niente creativi a dare nomi a quegli affari.” Commentò Leaf “Quindi, cosa dovrebbe diventare?”
“Da quanto ho capito un Kabuto. Mi hanno offerto o questo o quello di un Omanyte, però ho affrontato un Kabuto a Plumbeopoli ed era alquanto forte. Voglio provare ad allenarne uno.” Spiegò rimettendo il Fossile nello zaino.
“Ottimo. Diveterebbe un... Kabuconlefalci, giusto?” Chiese Leaf “Ne avevo visto uno al museo.”
“Già, un Kabutops. Sembra davvero spettacolare.” Rispose Draconix mostrandoci una foto dello scheletro che Giuls gli aveva inviato quando le ha parlato del Fossile. A vederlo entrambi ne rimasimo impressionati.
-
Darken sorrise vittorioso uscendo dal Casinò di Azzurropoli con in mano la Poké Ball del suo nuovo Porygon. Free, il suo starter, scosse la testa.
“Due giorni, Darken, due interi giorni sprecati a giocare alle slot machine.” Commentò.
“Almeno si è fermato quando ha ottenuto la quantità di gettoni di cui aveva bisogno.” Commentò Tuffball seguendolo.
“Tanto per cominciare, non avrebbe neanche dovuto giocare! Quella è roba pericolosa!”
“Allora avresti dovuto sforzarti di più per non fargli notare le promozioni che sponsorizzavano Porygon come premio speciale.”
“Pensavo avrebbe sfidato la Palestra!”
“Stiamo parlando di Darken. Credi davvero si sarebbe fatto sfuggire l’opportunità di avere un Porygon?” Lo guardò Tuffball e Free sbuffò.
“Se voi due avete finito, vi conviene iniziare a pensare per le cose più importanti. Ovvero il fatto che finalmente andremo in Palestra.” Rispose Jake. L’Hitmonchan si stava comportando come fosse la guardia del corpo di Darken, in caso ce ne fosse bisogno. Secondo lui, Free e Tuffball non erano abbastanza intimidatori.
“Non devi di certo ricordarcelo. Idee su chi userà a questo giro?” Chiese Tuffball con un sorriso che sarebbe stato inquietante, se non fosse stata una palla rosa con grossi occhioni da cucciolo.
“Se dovessi tirare ad indovinare direi io e Peat.” Rispose Free.
“Due tipo Volante?” Chiese Jake sorpreso dalla supposizione di Free “Io direi te insieme a Kitsu o Guardian.”
“Perché state entrambi presumendo che non sceglierebbe me?” Chiese Tuffball cercando di apprire offesa.
Free ridacchiò “Onestamente perché penso che sia te che Jake siete stanchi. Certo, oggi siamo rimasti svegli solamente due ore, ma ieri siamo rimasti alzati fino a tardi. E dato che il nostro attaccante più forte è ridotto così, penso che Darken voglia puntare sulla velocità.”
Tuffball sbuffò “Non sono stanca...” Disse prima di sbadigliare.
“Certo, quella era chiaramente la mossa Sbadiglio, non è mica dovuto a dei tuoi bisogni corporei.” Rispose Jake.
“Ahah, molto divertente, scommetto che ti senti davvero intelligente.” Rispose Tuffball alzando lo sguardo verso l’Hitmonchan.
“A dire il vero, lo penso sul serio. A tal proposito.” Si girò verso Free “Dieci bacche su te e Guardian contro la Capopalestra.”
“Capisco, il Casinò ti ha dato alla testa. Molto bene, dieci su me e Peat.”
Tuffball meditò sulle sue opzioni prima di fare la sua scommessa “Dieci su Free e Kitsune.”
“Molto bene, gente.” Disse Darken fermandosi al Centro Pokémon per accedere al PC “Per la lotta ritiro Peat, Kitsu e Guardian, per essere certo di avere più opzioni possibili. Free, ovviamente tu pure rientri nelle opzioni. Jake e Tuffball, probabilmente siete stanchi, volete riposare nel Box? Vorrei allenare anche Jolt e Apachi, quindi è meglio che vi riposiate un po.”
Jake rispose rientrando nella sua Poké Ball. Tuffball alzò lo sguardo verso Free “Non ti azzardare a mentire su chi ha usato in battaglia.”
“Troppi testimoni.” Rispose la farfalla.
Tuffball sbuffò e rientrò nella Poké Ball.
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Darken avrebbe pagato qualunque cifra pur di capire cosa dicessero i suoi Pokémon, ma sfortunatamente ciò non era possibile. Invece, preparò la sua squadra ritirando i Pokémon di cui aveva bisogno. Dopo di che, dopo aver preso un caffé, si diresse in Palestra.
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La palestra di Azzurropoli aveva esclusivamente allenatrici femmine. La Capopalestra Erika aveva lasciato ben chiaro che ciò non era dovuto per una sua scelta personale, ma perché gran parte dei ragazzi che si erano presentati per essere tirocinanti erano più interessati alle ragazze che al ricoprire il ruolo di allenatori, perciò nessuno è mai riuscito a superare un colloquio. Darken si chiese se quello fosse il motivo che fece nascere le voci secondo cui solo le ragazze potevano affrontare la Palestra, nonostante ciò andasse contro il regolamento della Lega.
L’allenatore entrò in Palestra, ritrovandosi quasi sopraffatto dalla grande quantità di fiori presenti e dal loro profumo. La Palestra era alquanto semplice, essa era una labirinto di siepi con alcuni allenatori nascosti dietro agli angoli. Tecnicamente avrebbe potuto farsi strada con Taglio, ma nessuno dei suoi Pokémon conosceva la mossa al momento, quindi avrebbe dovuto prendere il cammino più lungo.
Il regolamento anche era semplice: sfidare chiunque si incontri che abbia un livello di esperienza simile, raggiungere la fine del labirinto e sfidare la Capopalestra.
Ad ogni modo, il suo cammino si rivelò sorprendentemente facile, riuscendo ad arrivare alla Capopalestra senza incappare in nessun tirocinante o altri allenatori, qualcosa di certo non impossibile, ma comunque raro. Aveva incontrato solo un altro allenatore, ma quello aveva già sei medaglie.
La Capopalestra attendeva al centro di una grossa arena ricoperta di erba e fiori. Darken si chiese quanto fosse curata considerando che poteva anche essere trasformata in una piscina, poi si rese conto che probabilmente per Erika era raro affrontare Pokémon di tipo Acqua.
Erika stessa era seduta nel lato opposto della grande arena, indossava un kimono rosa e stava lavorando su un cestino pieno di fiori di vario tipo. Alzò lo sguardo e si avvicinò a Darken con un sorriso. La ragazza dai capelli neri sembrava quasi eterea con i due grandi nastri bianchi che aveva in testa che si contrapponevano al kimono rosa. Iniziò porgendogli un fiore “Benvenuto nella Palestra di Azzurropoli. Io sono la Capopalestra Erika. Eccoti un biancospino a simboleggiare il nostro incontro.” Disse porgendogli un piccolo fiore bianco con cinque punte “Mi spiace, ho l’abitudine di parlare con il linguaggio dei fiori, il loro significato e la composizione sono le mie specializzazioni.” Disse con una risatina “Oltre ovviamente ai Pokémon di tipo Erba. Dunque, quante medaglie hai?”
“Oh, solo una.”
“Cosmo o Nina?”
“Cosmo.”
“Oh, non è una Palestra facile da fare come prima, le mie congratulazioni. Molto bene, un due contro due per la Medaglia Arcobaleno, sei pronto?”
“Ovviamente.” Rispose senza aggiunge altro, Erika fece ritorno alla sua postazione
“Molto bene, allora iniziamo.”
Darken annuì ed entrambi schierarono il loro primo Pokémon.
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Giovanni sorrise “Dunque, cosa ne pensi?”
“Io... non saprei. Il Team Rocket è un’organizzazione malvagia, vero?”
“Cosa c’è di malvagio in noi?” Chiese con un sorriso “Aiuto le persone a trovare la loro strada per la vita. Certo, ne ottengo un buon profitto, ma molti dei miei colleghi sarebbero morti in un vicolo se non fosse per me.”
“Tu... lei ruba i Pokémon...”
“Ci prendiamo i Pokémon dagli allenatori indegni incapaci di proteggerli, si. Convengo che non sia l’attività di cui andiamo più fieri. Ad ogni modo, la considero meramente un’attività secondaria.”
Parie non sapeva cosa dire “Potrei... pensarci un po su?”
“Certo, certo.” Risposte “Per favore, torna nel tuo alloggiamento e sentiti libera di esplorare la base. Ma assicurati di avere il permesso prima di andare nei piani inferiori.” Disse. Parie annuì ed uscì.
“Allora, cosa ne pensi?” Chiese nella stanza apparentemente vuota.
“Ha un certo potenziale.” Rispose una voce. Una giovane allenatrice dai lunghi capelli neri sembrò comparire dal nulla. In realtà, era sempre stata lì, nascosta dietro un’illusione. Giovanni lo ha sempre saputo, sebbene lo avesse capito solo da alcuni dettagli, segni particolari con cui avrebbe impedito che altri come lei potessero tendergli un’imboscata “Tuttavia non mi ha notata nonostante io abbia creato intenzionalmente un’illusione  che gran parte degli Psiche addestrati avrebbero notato. Gli do un cinque su dieci in quanto abilità, otto in quanto potenziale grezzo. Ci vorrà parecchio lavoro.”
“Puoi fare quello che vuoi con lei una volta che si sarà unita a noi. Altri Psiche possono solo farci comodo.”
“Decisamente. Ad ogni modo ‘allenatori indegni’? Giudizio duro, e non mi sembra tu abbia mai fatto alcuna distinzione.” Commentò con una risatina.
“Se un allenatore si fa rubare i propri Pokémon, non è degno di essi. Non sei d’accordo?” Chiese semplicemente Giovanni, senza che nel suo volto ci fosse traccia di un sorriso “Ora va Mebi, tieni d’occhi la ragazza. Se cercherà di fuggire, ricorreremo a misure più severe.”
“D’altronde, lei è già nel Team.”
“Di fatto. Entrare a far parte del Team Rocket è un’offerta che non si può rifiutare.”

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Capitolo 28
*** La Principessa dei Fiori, la Maestra dell'Acido ***


La prima scelta di Erika fu Weepinbell, il Pokémon Erba fissò Free. A sorprendere il Butterfree fu il fatto che Darken avesse deciso di iniziare con lui invece di mandare prima un altro Pokémon. I suoi occhi multipli guardarono sia il Pokémon che l’allenatore. Erika sorrise, commentando qualcosa su quanto fosse bello vedere un Butterfree, un Pokémon così importante per far crescere le sue piante in salute. Weepinbell d’altro canto non si stava facendo sfuggire una singola azione del Pokémon Farfalla.
‘Concentriamoci su di lei.’ Pensò con un sorriso. Aveva già lottato contro un paio di Weepinbell e sapeva che era in vantaggio in battaglia da ogni punto di vista. Con un sorriso beffardo attese, e al segnale partirono due attacchi. Confusione collise contro Acido, l’ondata d’energia telecinetica che partì da Free bloccò il liquido lievemente corrosivo diretto in sua direzione. Weepinbell tuttavia non rimase ferma ed uscì dal suo raggio d’azione grazie al rinculo del suo attacco.
Free andò in picchiata e Weepinbell sputò Acido alla sua sinistra per schivare la Confusione del Butterfree. ‘Quindi cambia traiettoria sputando Acido senza che si trattenga. Devo tenerlo a mente, ciò la rende più agile del normale.’  Pensò il Butterfree. Come a dar prova di ciò, Weepinbell si lanciò verso l’alto con Acido, balzando al di sopra di Free. Stupefatto, il Pokémon Farfalla fu travolto da una seconda ondata dell’attacco. Sentì il suo corpo investito dal liquido e si scrollò immediatamente per toglierselo di dosso.
Weepinbell atterrò inaspettatamente con grazia, usando Acido per arrestare la sua caduta ‘Fantastico un Weepinbell-razzo a propulsione d’Acido. E sia.’ Butterfree lanciò un’occhiata a Darken “Avanti, sto aspettando.”
L’allenatore rispose quasi allo stesso momento e il Pokémon Farfalla non riuscì a fare a meno di mostrarsi leggermente sorpreso, sebbene sapesse fosse una mera coincidenza “Usa la tattica Drowzee!” Gridò e Butterfree sorrise volando addosso al nemico preparandosi ad usare Confusione,  i suoi occhi brillaronò quando fece uso dell’energia telecinetica. Weepinbell rispose lanciandosi a destra con Acido... e immediatamente Butterfree usò l’ondata telecinetica su di sé per lanciarsi a destra. Prima che Weepinbell potesse reagire, lanciò una seconda ondata ed il Pokémon Veleno fu scagliato contro una parete della Palestra.
Weepinbell si rialzò di scatto, balzando dentro il campo, ma Butterfree gli fu addosso prima che potesse reagire, una seconda ondata di Confusione la scagliò in alto e poi in basso, facendola colpire il pavimento dell’arena.
-
Erika sorrise “Vedo che hai imparato da Cosmo.”
“Gliel’ho visto fare al suo Drowzee, ho pensato che Free avrebbe potuto fare lo stesso.”
“Si, ho visto Cosmo usare quel trucco. E’ impressionante che tu riesca a replicarlo in così poco tempo. Tu e il tuo starter siete davvero talentuosi.” Rispose Erika “Sfortunatamente però non sei bravo a capire se un Pokémon è fuori combattimento. Scatenati.”
“Cos-” Iniziò Darken, poi Weepinbell, la quale sembrava fuori gioco, sembrò provocare un’esplosione con una nuvola di polvere dovuta a Paralizzante, la quale fu emessa dalla bocca. Free provò ad andare ad una distanza di sicurezza, ma finì comunque per respirare la polvere paralizzante. Improvvisamente i suoi movimenti divennero più erratici, le ali si muovevano in maniera più irregolare. E’ vero, Weepinbell era ancora in grado di lottare, ma stava resistendo a malapena.
“Non è una mossa molto femminile, lo ammetto.” Disse Erika, sempre con un sorriso in volto “Ma dovevo assicurarmi che il tuo Butterfree fosse abbastanza vicino, perciò Weepinbell ha fatto finta di essere stata sconfitta. Ed ha atteso abbastanza a lungo da preparare e rilasciare Paralizzante una volta entrato nel suo raggio d’azione.”
Darken digrignò i denti, si era fatto fregare dalla Weepinbell che pareva a terra, e per questo ora Butterfree era compromesso. La paralisi non è una bella sensazione, specie per un tipo Volante. Nonostante ciò, ordinò a Free di usare Confusione. Weepinbell usò Acido per allontanarsi, ma Free sapeva come controbattere. Con una rapida Confusione rientrò nel raggio d’azione e finì il Pokémon Erba. Tuttavia, non riuscì a schivare l’ultimo Acido del Pokémon, e la sostanza corrosiva lo colpì.
Darken decise di richiamarlo, lasciando al suo posto solo una chiazza di Acido. Erika annuì “Buona idea. Ciò gli permetterà di riprendersi. Ma significa anche ammettere che è come se ormai è come se ora ci rimanesse un Pokémon a testa.” Disse schierando Gloom “Presumo te lo aspettassi.”
“A dire il vero mi aspettavo Vileplume.”
“Non contro un principiante se inizio con Weepinbell. Se invece avessi mandato Bellsprout o Exeggcute, o magari anche Ivysaur, avrei mandato Vileplume.”
Darken valutò le sue opzioni. Con Free quasi fuori gioco gli erano rimasti Peat, Guardian o Kitsu. Dopo un istante aprì la Ball.
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Guardian non si aspettava di venire scelto. Da quando aveva scelto di seguire Darken aveva notato nell’allenatore una preferenza nei Pokémon in grado di volare o che almeno potessero galleggiare, come Tuffball o Free, si aspettava che fosse schierato Peat invece. Si sentiva bene però nell’essere stato smentito, ma anche spaventoso. ‘D’accordo vediamo contro chi devo lottare...’ Pensò. La Gloom le fece un segno di assenso prima di prepararsi a combattere.
Guardian lanciò un’occhiata al suo allenatore per un momento, il quale annuì. Il Growlithe si sentì stranamente rassicurato dal cenno. Poi la lotta iniziò.
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Guardian balzò in avanti, scivolò sotto una Foglielama per poi caricare con Riduttore. Gloom fu spinta all’indietro con sorpresa mentre sembrava sgranocchiare qualcosa, mentre il tipo Fuoco indietreggiò, molti dei suoi muscoli ora li sentiva intorpiditi. Riduttore è una carica a piena potenza, perciò l’impatto era rischioso anche per l’utilizzatore. E’ stata una buona mossa per debuttare, ma il Growlithe avrebbe potuto usarla solo quattro o cinque volte prima di perdere i sensi.
Gloom sorrise, poi sputò dalla bocca una raffica di Acido che... galleggiò, dividendosi in varie bolle viola che formarono un muro tra Gloom e Guardian. Sia il Pokémon che l’allenatore rimasero sbalorditi per un istante.
“Attento Guardian. C’è di sicuro un trucco dietro.” Disse l’allenatore e Guardian abbaiò affermativamente. Le bolle iniziarono a galleggiare più vicine a Guardian, il quale decise di provare a scoprire la tattica del nemico. Bersagliò una bolla lontana con Braciere. La bolla d’acido esplose come un palloncino e l’Acido volò in ogni direzione colpendo il pavimento. Tuttavia, non sembrava esserci nessun altro trucco.
Guardian sorrise. In quel caso significava che bastava bruciarle tutte. Isipirò e poi scatenò una raffica di Braciere.
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Darken si accigliò osservando le bolle d’Acido che esplodevano tutte insieme. C’erano due cose che non comprendeva. Perché Erika aveva scelto di usare una tattica simile contro un tipo Fuoco? E come faceva a formare quelle bolle? Dalla sua posizione riusciva a vedere Gloom, cosa che il Growlithe non poteva in quanto la sua vista era coperta dalle numerose bolle d’Acido che galleggiavano davanti a lui. Il Pokémon Erba masticava pigramente per poi sputare altre bolle, ma la maggior parte erano state bruciate da Growlithe. Certo, così stava contrastando Braciere, ma non poteva credere che Erika volesse solo temporeggiare.
‘Se non sta temporeggiando, significa che questa è la sua contromossa contro i Pokémon Fuoco, ma a cosa serve?’ Fu allora che Darken notò che alcune bolle non esplodeva all’impatto, specialmente quelle ai lati, che si stavano lentamente accumulando, mentre Guardian attaccava contro l’Acido che aveva di fronte a lui, con sorpresa vide due bolle unirsi per formarne una sola. Mentre la bolla si illuminò, vide qualcosa galleggiare al suo interno. 
“Guardian, schiva!” Disse, ma fu un attimo troppo tardi. Le bolle scoppiarono, ma questa volta non rilasciarono solo getti di Acido, ma anche un liquido più chiaro misto a quello che sembrava della polvere. Guardian fu colpito ed ululò immediatamente quando la Velenpolvere nel liquido iniziò ad avere effetto. Quell’improvvisa sorpresa era l’apertura che Erika stava aspettando. Gloom balzò in avanti, ignorando le sue stesse creazioni, e sputò un flusso di Acido contro Growlithe.
Il Pokémon Fuoco indietreggiò e si contorse mentre il veleno lo affettava. Gloom usò nuovamente Acido, ma questa volta il Pokémon lo schivò e rispose con Braciere. Gloom subì il colpo, poi riprese a sgranocchiare per poi sputare una nuova serie di bolle d’Acido. Fu allora che Darken realizzò che Guardian si era avvicinato troppo alle altre bolle. Lo chiamò e Guardian fece un balzò all’indietro, ma con un sorriso, Gloom fece esplodere una delle bolle d’Acido, che provocò una reazione a catena, che fecero altrettanto causando esplosioni che cosparsero spruzzi di liquido puzzolente ed Acido.
Quando quella nube si dissipò, Darken più o meno realizzò cosa stesse accadendo “Gloom mescola Acido con la sua stessa saliva per creare una bolla, e mentre si forma ci versa dentro Velenpolvere, giusto?” Chiese, per poi fermarsi per capire se Guardian fosse ancora in grado di continuare.
“Oh cielo, sei davvero brillante. Esatto, la saliva dei Gloom è un liquido molto viscoso e può essere usato per farci delle bolle se mescolato con qualcosa di altrettanto viscoso come Acido. Abbiamo dovuto fare molti tentativi e prove per poter aggiungere Velenpolvere al mix senza che la bolla esploda immediatamente, ma il risultando è alquanto spettacolare.” Sorrise quasi come per scusarsi “Temevo che il tuo Pokémon le bruciasse tutte, ma i giovani allenatori sono o molto cauti o molto spericolati. Nel primo caso, come te, aspettano troppo tempo permettendo alle bolle di spargersi, mentre nel secondo ordinano al Pokémon di passarci contro.”
Darken notò che Guardian si reggeva ancora in piedi, sorrise, ma si accigliò quando notò che il Pokémon canino stava reggendo a malapena. Riduttore era fuori discussione al momento. Certo, avrebbe vinto, ma era probabile che anche il Pokémon Fuoco avrebbe perso i sensi e Darken non voleva che la sua prima lotta in Palestra finisse con un pareggio ‘E’ stato bravissimo, merita di vincere.’ Pensò per poi ragionare sul cosa fare.
“Finiamola?” Chiese Erika. Gloom sorrise, scatenando una nuova raffica di bolle. Darken ragionò ad un modo per uscirne, poi annuì “Segugio sulle bolle d’Acido e poi avvicinati!” Urlò. Guardian annuì ed alzò il naso annusando la bolla più vicina, piagnucolando con tono basso a causa del fetore. Poi sorprendendo sia Erika che Gloom, riuscì a farsi strada attraverso tutte le bolle chiudendo le distanze, per poi scatenarsi immediatamente con Braciere. Gloom sussultò rotolando all’indietro, mentre Guardian continuò la sua offensiva.
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Il mondo di Guardian era sempre stato diviso tra ciò che vedeva e ciò che annusava, ma tutto era sempre più facile da percepire con quest’ultimo, ed ora Darken gli aveva dato l’occasione di sfruttarlo. Poteva sentire l’odore ripugnante delle bolle e grazie a Segugio, una mossa con cui poteva memorizzare l’odore di qualcosa, il suo corpo ora poteva facilmente capire quando una bolla cambiava direzione riuscendo a superare quel muro creato dal Gloom, percependo anche il minimo cambiamento di rotta delle bolle, riuscendo a schivarle grazie ai suoi riflessi.
Certo, non era perfetto, quando Gloom sputò un’altro flusso di bolle a distanza ravvicinata, neanche il suo acuto olfatto e i suoi riflessi poterono fare qualcosa. Fece una smorfia quando più bolle esplosero all’impatto, il veleno che gli era entrato nel corpo attraverso la pelle provocava un dolore maggiore al tutto. Eppure, Guardian riuscì a schivarne la maggior parte con il solo istinto per poi colpire ancora con Braciere.
Gloom fu scagliata indietro e d’istinto sputò un normale flusso di Acido. Guardian ebbe un secondo per rendersene conto. Avevano pensato alle bolle, ma niente costringeva Erika ad usare solo quelle. Guardò Darken che annuì con riluttanza ‘Beh, c’ero quasi riuscito. Grazie per questa mi prima lotta capo.’ Pensò il tipo Fuoco con un sorriso, ed usò Riduttore caricando in avanti attraverso l’Acido. Quando impattò sentì tutto il corpo intorpidirsi sia dall’acido, che dal veleno che dal contraccolpo sul proprio corpo. L’ultima cosa che vide fu Gloom che fu scagliata all’indietro, poi cadde a terra.
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Erika e Darken guardarono entrambi i loro Pokémon. Growlithe era chiaramente fuori combattimento. Se Gloom fosse riuscita a rialzarsi Darken sarebbe stato costretto ad arrendersi o a mandare Butterfree ferito e paralizzato, con ben poche speranze di vittoria contro un Gloom così ben allenato.
Tuttavia, con un sospiro di sollievo, l’allenatore si rese conto che non era quello il caso. Erika richiamò Gloom e si voltò verso lo sfidante “Congratulazioni!” Disse con un altro sorriso, ma incredibilmente largo “Non mi aspettavo Riduttore. E’ stata una scelta coraggiosa da parte del tuo Pokémon. Ha visto che il suo avversario lo avrebbe sconfitto quindi ha deciso di lasciarlo fare portandoselo dietro però. Davvero un’incredibile segno di lealtà.” Prese una medaglia da una tasca e si avvicinò “Questa è la Medaglia Arcobaleno, ed essendo la tua seconda medaglia, non sei più considerato un principiante, diciamo. Preparati a sfide più difficili nelle prossime palestre d’ora in avanti.”
Darken annuì guardando la medaglia “Me la merito davvero? Abbiamo vinto a malapena...”
Erika ora sbuffò, una reazione inaspettata da parte sua “Questo atteggiamento è inaccettabile giovanotto. Mi hai sconfitta. Ti aspettavi di riuscirci un perfetto due a zero?”
“No, ma alla fine, Guardian ha dovuto sacrificarsi, se non avesse funzionato...”
“Se non avesse funzionato ne avresti affronto le conseguenze. E’ stato rischioso, certo, ma hai vinto.” E gli diede una pacca sulle spalle “Non tollererò altre assurdità. Pokémon e allenatori a volte devono eseguire o dare ordini spiacevoli pur di far vincere la squadra. Guardian ne era consapevole, sapeva che per vincere avrebbe dovuto sconfiggere Gloom, e ha scelto di farlo nonostante ciò significasse non ottenere la gloria di una vittoria, ma solo un umile pareggio. Non sottovalutarlo.”
Darken annuì pensieroso “Ha ragione, chiedo scusa.”
Erika sorrise nuovamente, ma questa volta con un espressione materna, facendo si che Darken si chiedesse quante versioni di sorrisi avesse la Capopalestra “Non preoccuparti. Ho esperienza con gli allenatori e ce ne sono stati altri che si sono sentiti frustrati per vittorie del genere. Ricordatelo e loda il tuo Pokémon per il suo coraggio anziché abbatterti per una mancanza da parte tua.” Lei annuì “E naturalmente, se ciò ti fa star male, allenati e migliora.” Detto ciò, lo lasciò. Il giovane allenatore si allontanò guardando la Medaglia Arcobaleno.
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Più tardi quel giorno, Jake si abbuffò di bacche con un sorriso sul volto.
“L’avevo detto.” Disse.
“Ah, chiudi il becco.” Risposero Tuffball e Free all’unisono. L’Hitmonchan rise di gusto.

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Capitolo 29
*** Ronin ***


Giuls osservò la città non appena vi entrò. Celestopoli era una grossa città, ma mostrava segni di abbandono. C’erano diversi edifici con vetri rotti anche all’entrata cittadina, cosa che non vide a Plumbeopoli o a Smeraldopoli. Si chiese perché la città fosse in tali condizioni, poi avanzò.
Prima della Palestra era interessata a cercare qualcos’altro. Se aveva ragione, fra tre giorni ci sarebbe stato un evento nella zona settentrionale della città. Seguì la strada lungo il fiume fino ad arrivare ad un grosso ponte, fatto di legno e abbastanza largo da permettere a dieci persone di attraversarlo fianco a fianco. Sul ponte vi erano varie decorazioni e grosse insegne ovunque che sponsorizzavano il torneo del Ponte Pepita che sarebbe avvenuto fra tre giorni.
Giuls sapeva che in quel periodo dell’anno stavano avvenendo vari festival e tornei in tutta la regione. Azzurropoli stava per terminare il suo da quanto aveva letto, mentre l’Isola Cannella avrebbe sostenuto la Corsa in Mare tra circa un mese. Smeraldopoli era l’unica città a non averne uno, questo perché la Lega Pokémon già attirava molti turisti ed allenatori mensilmente senza la necessità di eventi aggiuntivi.
Si avvicinò allo stand più vicino, dove un giovane uomo era seduto a grattarsi il mento “Salve, è qui che posso iscrivermi per partecipare al torneo?”
“Certo signorina.” Rispose l’uomo “Conosce le regole?”
Giuls annuì. Aveva letto il regolamento da un poster visto in precedenza “E’ un torneo in cui puoi partecipare con massimo tre Pokémon, sebbene ciascuna lotta sia un uno contro uno. Esiste anche una regola d’eliminazione speciale: chiunque esca dall’arena o si ritrovi fuori dai confini, verrà considerato sconfitto. Anche se devo ammettere che non ne capisco il motivo.”
“Ah, il Festival del Ponte Pepita celebra una famosa leggenda nota come ‘il Ronin d’Oro di Hamada’ ha affrontato in egual modo umani e Pokémon quando tentarono di prendersi la città da nord, riuscendo a vincere gettandone molti nel fiume.” Disse indicando un iscrizione vicino al ponte “Nessuno sa se è storicamente vero o se è solo una storiella popolare, ma noi la ricordiamo aggiungendo la regola dell’essere espulsi dal ring.”
Giuls annuì, poi firmò il modulo “Umh, cosa indicherebbe la Categoria?”
“Oh, giusto. A dire il vero abbiamo tre tornei, aperti per i partecipanti in base al loro numero di medaglie. Da una a tre, da quattro a sei e da sette in sù. Tutte hanno lo stesso regolamento, non sarebbe divertente se lasciassimo che degli allenatori principianti affrontassero degli esperti. Prima che mettessimo questa regola, un sacco di gente si è lamentata degli abbinamenti. Un Bulbasaur non potremma mai sconfiggere un Charizard neppure nelle migliori delle condizioni.”
Giuls annuì per la terza volta, l’uomo era sorprendentemente loquace.  Scrisse in basse il suo nome e quello dei suoi Pokémon, poi si segnò nella categoria dei Principianti per poi cosegnare tutto all’uomo. Prese il foglio e lo pose in una cartella lì vicino “Bene. Ci vediamo fra tre giorni.”
“Grazie.” Disse per poi andarsene. Probabilmente non sarebbe più incappata in un altro evento per un bel po’, quindi partecipare a questo sarebbe stato divertente.
“Nessun problema signorina, e le auguro buona fortuna.” Disse, lei sorrise e agitò la mano andandosene.
‘Molto bene, abbiamo tre giorni per allenarci, poi parteciperemo al torneo e la lotta in Palestra.’ Guardò i suoi vestiti, i quali sembravano fin troppo rovinati, quel lungo viaggia già iniziava a farsi sentire ‘Ma prima dovrei sfruttare le mie vittorie per comprarmi qualcosa di nuovo da mettermi.’ Pensò, apri le Poké Ball che aveva alla cintura. Sia Bulbasaur che Clefairy uscirono fuori.
“Andremo a fare shopping.” Annunciò. La proposta portò a due reazioni molto diverse. Bulbasaur sorrise di gioia, arrivando quasi a saltellare dall’entusiasmo. Più comprensibilmente, Clefairy sembrava perplessa. Chiaramente non aveva idea di cosa significasse per la propria allenatrice.
“Lo shopping è quando noi umani compriamo vestiti e oggetti, potrei anche comprare degli strumenti tenuti per voi due, che ne pensate?” Chiese. Bulbasaur annuì entusiasta, mentre Clefairy sembrò incerta. Giuls lo prese come un forse, ed iniziò a camminare in direzione al distretto commerciale.
-
“Quindi cosa c’è di così interessante?” Chiese Clefairy mentre le due camminavano dietro a Giuls.
“...sei seria? Non ti emoziona un minimo?” Chiese Bulbasaur senza distogliere lo sguardo dai negozi.
“Beh, no a dire il vero. Voglio dire, è una bella cosa che la nostra allenatrice si procuri degli abiti nuovi, ma nella migliore delle ipotesi, noi otterremo un... come li ha chiamati? Strumenti tenuti?”
“Si!” Disse Bulbasaur “Hai idea di quanto siano fantastici gli strumenti tenuti? Oh, quanto vorrei mettere le mie liane su un Miracolseme! La sensazione di potere bruto che ti dà...”
“Non volevi dire Forzabruta?” Chiese Clefairy.
Bulbasaur la fissò per un istante “Sai, ti facevo più intelligente.”
“Sai, ti facevo più gentile.”
“Non mentire, non lo hai mai pensato.” Disse Bulbasaur con una risatina.
Clefairy rise altrettanto “D’accordo, d’accordo. Comunque credo che...”
In quel momento si guardò alle spalle, notando un uomo camminare in loro direzione. Si chinò guardando Clefairy e sorrise “Hey, sei più tosto forte tu, eh? Specialmente per qualcuno che è stato appena catturato.” Disse facendo dei grattini alla testa di Clefairy.
-
Giuls notò subito che Bulbasaur si era fermata e si voltò vedendo Clefairy venire grattate ed accarezzata da un uomo sulla quarantina “Umh, posso aiutarla?”
L’uomo sembrò quasi sorpreso quando si voltò verso di lei lasciando andare il Pokémon rosa “Oh, mi spiace, dove sono le mie buone maniere? Avevo visto un buon Pokémon e volevo darle un’occhiata.” Disse alzandosi, era piuttosto alto con capelli corti neri e un po di barba “Norman, di Olivinopoli.”
Giuls strinse la mano dell’uomo “Giuls, di Biancavilla.”
“Ah, una giovane allenatrice all’inizio del suo viaggio. E’ sempre bello da vedere.” Disse guardando i suoi Pokémon “Una medaglia? Immagino di si, dato che quella di Smeraldopoli è ancora chiusa.”
“Si, purtroppo. E lei?”
“Oh, in realtà sto affrontando una sorta di percorso d’allenamento. Sto andando in giro per Kanto e Johto per partecipare nel maggior numero di tornei prima dell’esame.” Spiegò “Ero nelle vicinanze quando ho sentito del torneo del Monte Pepita, e ovviamente ho deciso di venire qui.”
Giuls sorrise. Era raro incontrare un allenatore così esperto al di fuori delle strutture del Parco Lotta o della Lega “Umh... quindi si sta allenando in cosa esattamente?”
“Beh, dovrebbe essere un segreto, ma presto ci saranno un paio di posti vacanti che fanno gola ad alcuni. Sembra che alcuni vogliano ritirarsi senza aver nominato un successore.”
“Qui a Kanto? O a Johto?”
“Non posso dirtelo, mi spiace. E’ considerato confidenziale. Ma penso che avrai un indizio se parteciperai al torneo.” Fece un occhiolino “Ci si vede.” E se ne andò. Giuls lo osservò allontanarsi chiedendosi cosa voleva dire. Poi scosse la testa.
“D’accordo ragazze. Direi di procedere.” Disse. Tuttavia guardando i negozi non potè far a meno di pensare che ci fosse qualcosa di interessante in quell’uomo.
-
Clefairy si gonfiò il petto con un sorriso compiaciuto “Hai sentito? Forte.”
“Oh ho sentito. Non mi fiderei dell’opinione di un tipo a caso incontrato per strada.” Rispose Bulbasaur sbuffando ad alta voce. Clefairy sorrise.
“Sei gelosa perché non ha detto nulla sul tuo conto?” Chiese avvicinandosi al rettile.
“Oh, per piacere, so di essere forte. Non ho mica bisogno che qualcuno me lo dica.” Disse Bulbasaur distogliendo lo sguardo. Il sorriso sulla faccia di Clefairy divenne più grande.
“Oh, l’invidia, che terribile peccato mia cara amica.”
“Ti mostrerò io il vero peccato quando ti...” Rispose Bulbasaur esponendo una liana, poi impallidì “Nascondimi.” Disse balzando dietro alla Clefairy.
“Ch-che c’è?” Chiese la Pokémon a forma di stella guardandosi attorno.
“Niente, ma, non spostarti da qui per un pò.”  Rispose Bulbasaur, sebbene Clefairy notò che stava impallidendo sempre di più.
“Ti senti bene?” Chiese.
“Cammina. E. Basta.” Sibilò la Pokémon Erba. Clefairy annuì confusa e continuò a camminare, con Bulbasaur che faceva del suo meglio per nascondersi alle sue spalle.
Il Doduo ed il suo allenatore non notarono le due allontanarsi.
-
“Quindi domani?” Chiese il Tenente Rocket “Me lo auguro. Mantenere il server qui è una buona idea, ma ora che Bill è alla ricerca di anomalie a causa del trasferimento di Clefairy, nasconderlo è diventato più difficile. Penso che la testa d’uovo laggiù abbia cominciato a bollire.”
“Ti sento!” Disse una voce.
“Lo so!” Rispose il Tenente prima di tornare a prestare attenzione al telefono “Ad ogni modo, domani invieremo gli ultimi e poi lo disattiveremo fino a quando Bill non sarà soddisfatto. Qual’è l’altro ordine?”
“Riguarda i giovani allenatori.” Rispose Archer “I tre che hanno rovinato i nostri piani. Dovrebbero arrivare in città domani. Voglio un rapporto dettagliato.”
“Oh, la ragazza e i due ragazzi, già. Ho visto la foto.” Annuì il giovane allenatore al telefono “Allora, qual’è il piano? Un agguato e poi li derubiamo?”
“Di solito direi di si. Sfortunatamente è sorto un piccolo problema su quei due... ragazzi, come li chiami te.” Al momento l’obiettivo è solamente tenerli d’occhio. Per ulteriori disposizioni dovrai attendere alcuni giorni. Se lasciano la città, sei autorizzato a proseguire.”
A quel punto il Tenente rimase sorpreso “Mi perdoni Generale Houndoom Grigio, ma, dice sul serio? E’... strano. E’ sicuro che io debba farlo personalmente?”
“E’ un ordine diretto di Giovanni.” Rispose Archer “Dice di schierare uno dei nostri migliori Tenenti, ovviamente facendo riferimento a te. Il tuo vice-Tenente prenderà il tuo posto semmai dovessi andartene.”
“Sissignore.” Disse “E se dovessero separarsi, signore?”
“Scegli uno dei due maschi, invia una recluta o due ad inseguire l’altro, qualcuno di cui tu ti possa fidare. Non perderlo di vista. Vogliamo informazioni dettagliate.” Disse “Scegli con prudenza, Raichu Arancio, sono stato chiaro?”
“Signorsì” Rispose il Tenente con un sorriso.
“Molto bene. Rocket chiude.” Rispose Archer e la chiamata terminò.
Raichu Arancio, come si faceva chiamare con il nome in codice, fissò il telefono per un momento. Poi si girò “Maxus!” Urlò. Il membro del Team Rocket dai capelli viola lo guardò dalla porta della base “Ho bisogno di alcune ID false, di corsa!”
L’uomo annuì “Qualche nome in particolare signore?”
Il Tenente ci pensò per un momento, poi ridacchiò “Ho un nome in mente.” Espose, Maxus non potè fare a meno di ridere anche lui.

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Capitolo 30
*** Ultimi Preparativi ***


Gastly attese, si era preparato. Quell’imboscata era difficile da realizzare, ma credeva che avrebbe funzionato. Si era nascosto alla perfezione, un’ombra fra le ombre di un albero. Il suo respiro, qualcosa per lui superflua ma che aveva fatto l’abitudine di avere a forza di passare il tempo con Pokémon che respirano, ora era assente, in modo da rendere il suo attacco quanto il più furtivo possibile. Per completare la sua opera, aveva sparso vari rami spezzati.
Le tre Pokémon femmina, Ivysaur, Clefairy e Jigglypuff, camminarono sotto l’albero e lui sorrise. Galleggiò dall’alto mentre si preparava con Ipnosi. Quando fu certo di averle influenzate, emerse dall’ombra. A loro sarebbe parso come un essere dell’Oltretomba, una creatura orribile di pura follia.
“Oh, ciao Gastly.” Disse Clefairy con un sorriso “Posso aiutarti?”
Ivysaur e Jigglypuff ridacchiarono insieme, mentre il Pokémon fece dissipare la sua illusione “Adesso voglio sapere come ci siete riuscite. Ho preparato il terreno, non ho emesso il minimo suono e di sicuro sembravo spaventoso.”
Clefairy annuì “Spaventoso, ma non realistico. Una creatura di tali dimensioni avrebbe dovuto produrre dei suoni che la tua illusioni non ha emesso, è facile poi capire il tutto.”
“Io ho notato la reazione di Clefairy.” Aggiunse Jigglypuff.
Lo Spettro poi si rivolse alla Ivysaur dagli strani colori che semplicemente scrollò le spalle “Non era poi così spaventoso.”
L’ultima risposta ferì Gastly sia fisicamente che psicologicamente. Con un lento movimento fluente fece ritorno da Charmeleon e Fearow, i quali si stavano avvicinando nelle vicinanze. Notando la sua espressione sconsolata, Fearow si avvicinò per consolarlo “Ti hanno scoperto di nuovo?”
“Sono la sfida più difficile che io abbia mai incontrato.” Sospirò “Non capico! Come possono essere più difficili da spaventare di voi due?”
“Beh, tanto per iniziare... aspetta... quando ci avresti spaventato?” Chiese Fearow.
“Non ha importanza, ma dev’esserci un modo. Scoprirò la loro debolezza.”
Charmeleon smise di colpire la roccia che stava usando come bersaglio, ormai ridotta in macerie e si grattò la testa “Ne sei sicuro?”
“Assolutamente! Ora è una sfida! Quella Ivysaur mi ha persino detto che non sono spaventoso. Io, il Re degli Spaventi, l’Imperatore della Paura!” Rispose Gastly con il fuoco negli occhi “Le spaventerò! E avrò bisogno del vostro aiuto...”
Fearow e Charmeleon si scambiarono un’occhiata. Gastly sorrise ed iniziò a spiegare il suo piano.
-
“Dovremmo dirgli che riesci a sentirlo mentre pianifica con gli altri Pokémon e che Jigglypuff sta continuando ad osservarlo perché è preoccupata?” Chiese Ivysaur “Sono sicura che non si fermerà finché non ci terrorizzerà.”
“Non so, dovremmo dirgli che sei così brava da nascondere il fatto che eri così impaurita da aver passato le ultime due giornate a dormire dentro la Poké Ball perché eri terrorizzata?” Chiese Clefairy con uno sgradevole sorriso.
“Touché” Commentò Ivysaur “Voi Clefairy non siete affatto come vi descrivono.”
“Ovviamente.” Rispose il Pokémon Stella “Siamo molto meglio. Ora fammi sentire cosa stanno architettando.”
La Ivysaur Cromatica sospirò rumorosamente ‘Perché gli Ivysaur devono essere quelli più ragionevoli?’ Pensò con un lungo sospiro.
-
“Celestopoli, eccoci qui!” Gridò Leaf con un gran sorriso in volto. Io e Draconix sospirammo sollevati. Dormire fuori e alle Case per Allenatori non era male, ma quello sforzo extra per arrivare in città ci avrebbe ripagato con un letto comodo e con del cibo preparato da qualcuno che ci sa fare. Potevo giurare che il prenzo che Leaf ci aveva preparato il giorno scorso era ancora nello stomaco. Alla fine io e Draconix concordammo nel proibire a Leaf di toccare di nuovo qualsiasi utensilio culinario.
Ad ogni modo, essere arrivati significava due cose: una nuova Palestra e, secondo Giuls, un torneo a cui tutti e tre volevamo partecipare. Eventi simili non erano rari in quella stagione, ma era comunque facile perdersene uno.
Appena entrati in città non potei fare a meno di notare alcune case con segni di abbandono. Mi chiesi brevemente se non avrei potuto trovare degli Spettri lì, dato che edifici abbandonati sono solitamente una calamita per quei Pokémon, ma poi mi resi conto che le probabilità che fossero specie diversa da Gastly erano molto scarse ‘Potrei comunque fare un tentativo.’
Dopo aver mandato un messaggio a Giuls, ci dirigemmo verso la parte settentrionale della città. Ci aveva spiegato che il torneo sarebbe avvenuto domani, e che quindi era meglio iscriversi. Con il sole sul punto di tramontare decidemmo di farlo subito.
L’uomo dietro lo stand non era loquace come lo aveva descritto Giuls, ma sembrava un uomo più giovane di quello descritto. Tuttavia, ci fu molto utile e ci aiutò a compilare i documenti.
“Quindi solo uno di voi parteciperà con tre Pokémon, eh?”
“Beh, si, io ne ho solo uno.” Risposi indicano la palla fluttuante di gas alle mie spalle.
“Mentre il terzo membro della mia squadra è... inesperto.” Aggiunse Draconix. Sia io che Leaf ridacchiammo.
“D’accordo. Ad ogni modo, buona fortuna per domani.” Disse, e noi tre lo ringraziammo prima di andarcene. Mi chiesi brevemente dove ci saremmo incontrati con Giuls, finché non la vidi scendere per la strada che portava al Centro Pokémon, con una Clefairy appena catturata e ad... un estatica Ivysaur, che voleva raggiungere qualcosa con le sue liane.
“Oh, si è evoluta!” Commentò Draconix.
“Si!” Rispose Giuls con un largo sorriso “Proprio questa mattina. Sono dovuta tornare qui per aggiornare i documenti. Onestamente pensavo ci sarebbe voluto più tempo. Poi per festeggiare l’ho portata a fare un po’ di shopping dato che pare le piaccia.” Disse indicando l’oggetto che il tipo Erba voleva.
“Come è andata? Hai detto che è ancora un po’ ‘testarda’.” Chiesi.
“Beh...”
-
“Lo voglio! LO VOGLIO!” Gridò Ivysaur, trasciando letteralmente Giuls per avere lo strumento.
“Sai che non può capirti, vero?” Chiese Clefairy guardando quasi con compassione verso gli occhi dell’allenatrice.
“Non m’interssa! Lo voglio!”
Il Pokémon Stella scosse la testa, e per estensione praticamente tutto il proprio corpo ‘Perché i Clefairy devono essere quelli più ragionevoli?’ Pensò con un lungo sospiro.
-
“Abbastanza bene immagino.” Concluse Giuls. Le risatine ovattate della Clefairy e lo sbuffo imbarazzato della Ivysaur erano sufficienti per indicare la loro opinione su come stesse davvero andando il loro viaggio.
“Buono a sapersi.” Risposi, e Leaf si avvicinò. Guardandole fianco a fianco mi resi conto che Leaf era più alta di una testa intera circa rispetto alla più bassa allenatrice maschiaccio.
“Allora, come stai Giuls?”
“Molto bene, e tu Leaf?” Chiese.
Lei sorrise, indicando le quattro Poké Ball sulla sua cintura “Mi sto già facendo una squadra decente direi. Quindi, ti va di ‘uscire’ con me?” Chiese con tono scherzoso. Giuls arrossì.
“Continuo a dire che non era quello che intendevo.” Disse lei in modo agitato. Leaf rise e l’abbracciò.
“E’ bello rivederti Giuls.”
“Grazie Leaf, anche per me lo è.”
Chinai la testa verso Draconix “Dunque, sono migliori amiche oppure...”
“Non ne ho idea, io, Giuls e Blu non è che uscivamo molto con altra gente quando stavamo insieme, penso che ciascuno di noi avesse la propria cerchia di amici quando non uscivamo insieme.” Rispose “Ma è comunque strano che io non mi ricordi di Leaf.”
A quel punto Giuls si avvicinò “Sai Dracotung, non è di certo colpa mia se tu hai una pessima memoria.”
“Perché usate ancora quel nomignolo?...”
Giuls lo ignorò e continuò “Capisco che Blue possa non ricordare cosa dico, visto che in molte frasi non c'è il suo nome, ma tu?”
“Suvvia, mi ricordo di molte cose, ma non è che io abbia conosciuto chissà quanti amici tuoi, quindi semplicemente non mi è rimasta impressa.”
“Questo perché tu non sei mai voluto venire quando io e Blu abbiamo organizzato una notte per far conoscere ragazzi e ragazze.” Commentò Giuls con uno sbuffo avvicinandosi all’allenatore “E comunque, sai che non ci ho mai creduto quando mi dicevi ‘Ho da fare’.” Draconix divenne visibilmente rosso e Giuls sbuffo “D’accordo, lo posso capire, uscire con le ragazze non fa per te. Ma poi non sorprenderti se non ne riconosci una della tua città.”
Leaf sorride, risollevando l’atomosfera “Dai ragazzi, concentriamoci sul presente, non sul passato.”
La maschiaccio si voltò verso di lei ed annuì. Mi resi conto che quello era il momento ideale per cambiare argomento, notando l’espressione sconsolata di Draconix e mi feci immediatamente avanti “Dunque Giuls, sei pronta per il torneo?”
“Con Ivysaur e Clefairy sono certa che potremmo vincere.” Disse l’allenatrice dai capelli corti con un sorriso.
“Posso dire la stessa cosa con l’aggiunta di ‘e Jigglypuff’” Aggiunse Leaf “Vi schiaccerò tutti quanti e mi porterò a casa la vittoria.”
“Non saprei dire se il fatto che tu lo dica con un sorriso sia divertente o preoccupante.” Commentai “Ad ogni modo, direi che siamo tutti pronti, direi che possiamo andare. Ceniamo, dormiamo e poi...”
“E poi il torneo!” Gridò Draconix con un sorriso.
Tutti ridemmo e ce ne andammo.
-
“Sembra che Domino avesse ragione, uno dei ragazzi ha un Gastly.” Disse il membro del Team Rocket, entrando nella sala principale del loro nuovo nascondiglio, una casa precedentemente abbandonata vicino al fiume “Non sono certi riguardo agli altri, la ragazza ha una nuova Poké Ball, ma non userà quel Pokémon, qualunque cosa sia e l’altro ha detto che il suo terzo Pokémon non è abbastanza esperto.”
“Sei sicuro di dover andare?”
“Questo è quello che mi ha detto Archer dopo che l’ho informato riguardo tutti i nuovi dettagli. A quanto pare Giovanni vuole tenerli sotto controllo da vicino tanto da essere disposto ad inviare un Tenente ed i suoi uomini scelti.”
La sua vice-Tenente, Kyoku, aggrottò le sopracciglia “Allora, chi dei due seguirai?”
“Ancora non ho deciso. Mi iscriverò al torneo e deciderò vedendoli in azione. Dì a Maxus e Milas che li voglio pronti per seguire l’altro.” Rispose.
“Ne sei sicuro?” Chiese sua sorella.
“Non ho molta scelta sorella. Tu devi rimanere qui per proseguire l’operazione e quei due sono la scelta migliore che ci rimane.”
“...Avremmo davvero bisogno di reclute migliori.”
“Non me ne parlare.” Disse, ed entrambi ridacchiarono “Ad ogni modo no, penso che quei due andranno bene. Devono solo seguirlo, il tipo di incarico che non possono rovinare.”
“Se lo dici tu...” Disse Kyoku con tono incerto “Comunque, Maxus ha detto che gli ID sono pronti, incluse maschere e vestiti.” Indicò uno zaino vicino, simile a quelli usati comunemente dagli allenatori “Abbiamo anche preparato alcuni Pokémon extra.” Disse indicando una cintura con tre Poké Ball appoggiata ad una sedia.
“Noi?” Chiese con uno sguardo consapevole e Kyoku ricambiò il sorriso.
“E d’accordo, sono stata io. Pensavo che Raichu, Golbat e Raticate potrebbero non essere sufficienti, e in base all’ID potrebbero sembrare sospetti.”
Il Tenente sorrise “Grazie sorella.”
“Non dirlo neanche frère. Stai attento per non farti acciuffare e torna sano e salvo.” Disse. Poi lo abbracciò, lui la abbracciò di rimando “Dobbiamo tutto a lui.” Continuò “Assicurati di ripagarlo così che possiamo andarcene.”
“E’ un debito piuttosto difficile da saldare, ma lo farò.” Rispose lasciandola “Buona fortuna sorella.” Disse prendendo le tre Poké Ball dalla cintura e mettendosele nella propria per poi prendere lo zaino. Mise una mano su una delle tasche laterali esaminando le varie ID false. Fece una smorfia nel vedere il nome di una delle due che riportavano la foto della sua vera faccia anziché di quella di una maschera “Dragozard Drakon... capisco Maxus, non è il cognome più originale, ma diamine, almeno ti sei sforzato?”
“Colpa tua che hai scelto Dragozard tanto per cominciare.”
“Oh, suvvia, è un nome pieno di significato per noi.” Disse riponendo le ID.
“Non significa che debba piacermi.” Rispose “Tenente Frant ti si addice di più.”
Il Tenente ridacchiò “Il mio vero nome dovrebbe restare un segreto in una missione del genere, anche se probabilmente non lo userò.” Si allontanò avvicinandosi alla porta “Arrivederci Kyoku, mi mancherai.”
“Arrivederci Frant... o dovrei dire Dragozard?”
Entrambi risero e lui se ne andò chiudendosi la porta alle spalle. Kyoku chinò la testa sulla sedia e sospirò “Stai attento frére. Non posso perdere anche te.”
-
“Allora, dove andrete poi?” Chiese Giuls mentre mangiavano tutti insieme.
“Beh, penso che dopo aver finito qui andrò a Zafferanopoli.” Rispose Leaf “E’ una Palestra tosta, non voglio temporeggiare troppo a farla.”
“Davvero?” Chiese Raziel “Io la terrò per ultima o fra le ultime. Con Gengar potrei avere qualche speranza, ma con Gastly... Cosmo probabilmente lo userebbe per pulirci il pavimento.”
“Dunque Aranciopoli oppure Lavandonia per poi andare ad Azzurropoli?” Chiese Draconix incuriosito.
“Probabilmente Aranciopoli. Presto ci sarà un evento alla M/N Anna, e ci sarà un sacco di gente che proviene da fuori di Kanto. Spero che uno di loro abbia uno Spettro e che voglia scambiarlo per qualcosa di ragionevole.” Rispose l’allenatore Spettro “Mi fido di Gastly per la Lega, ma se potrò avere un aiuto extra per la squadra, di certo non ci sputo.”
“Già, hai una strada dura davanti a te.” Commentò Giuls “Non vorrei sembrare scortese, ma, perché gli Spettri e non, che ne so, i Coleotteri? Entrambi fanno paura.”
Giuls notò che Raziel sembrò incerto per un secondo. Quasi come se la domanda gli avesse ricordato qualcos’altro. Poi quello sguardo sparì e rispose “Ho sempre amato il paranormale. Sai, spiriti, apparizioni, medium e tutto il resto. Penso che crescere a Lavandonia abbia influenzato. Quando hai il cimitero Pokémon più grande della regione a due passi da casa è inevitabile che la città stessa venga riempita di Spettri. E poi... li trovo facili da comprendere, più facili delle persone.” Notò la loro espressione perplessa e continuò “Gli Spettri hanno un obiettivo chiaro. Chi è scherzoso, chi sono spiriti vendicativi, chi ha un bisogno fondamentale di nutrirsi di emozioni... sai cosa vogliono. Quando un Banette ti perseguita, sai che è perché hai maltrattato e gettato via qualcosa di importante. Quando un Gastly insiste nell’infestare un posto specifico, sai che è perché è morto lì. Quando un Misdreavus compare da diero una tenda, sai che vuole mangiare.” Lui sorrise, ma con uno sguardo serio “Questo mi piace. Gli Spettri sembrano spaventosi, ma sono più onesti di qualsiasi altro Pokémon.”
Tutti annuirono “Capisco.” Disse Leaf “Sai, stavo pensando di procurarmi un Gengar. Qualche consiglio?”
Gli occhi di Raziel brillarono all’istante e Draconix sospirò “Oh santo Arceus...”
Prima che Giuls potesse chiedere del perché di quella reazione, Raziel iniziò a parlare. Una valanga di informazioni, riguardo il comportamento dei Gengar, il loro habitat preferito, le loro mosse e via dicendo, uscirono dalla sua bocca, mentre Leaf e Giuls guardavano incredule l’allenatore solitamente calmo mentre si fogava durante la lunga spiegazione sul comportamento degli Spettri “Sapevi lo avrebbe fatto non appena gli ha fatto la domanda, vero?” Chiese Giuls.
“Già. Ho commesso lo stesso errore.” Disse Draconix “Mettiti comoda, che saremo bloccati qui per un bel po’.” Giuls sospirò mentre Draconix non potè fare a meno che ridacchiare prima di riportare la sua attenzione sul lungo monologo di Raziel sul tipo Spettro. Giuls fece lo stesso sorridendo.
-
Il Tenente osservò i quattro allenatori, tenendo d’occhio i due ragazzi. Era seduto su un tavolo vicino a loro, uno in cui non lo avrebbero notato. Mangiava metodicamente, sembrava distratto, mentre in realtà ascoltava con attenzione.
‘Uno specialista Spettro uh?’ Pensò toccando una delle Poké Ball ‘Ciò potrebbe rendere le cose più facili. Grazie sorella.’ Pensò tirando fuori il telefono per mandare un messaggio a Milas e Maxus. Stava iniziando ad ideare una strategia.

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Capitolo 31
*** Il Torneo del Ponte - Parte 1 ***


Mentre il sole splendeva alto in cielo ed il vento risuonava nel fiume, una folla iniziò a radunarsi attorno all’arena centrale situata al centro del Ponte Pepita. La grande struttura era impressionante, circondata da supporti di legno chiaramente posizionati per l’occasione ai lati, per consentire alle persone di guardare gli incontri come nell’arena di una Palestra. Da ciò che avevo sentito, erano stati ideati anni fa da un’ingegnere per assicurarsi che quante più persone possibili potessero vedere i combattimenti.
Non che m’importasse, dato che ora come ora dovevo cercare di calmarmi. Sarebbe stata la prima prima lotta di fronte ad un pubblico simile. Certo, una cosa del genere faceva anche parte del corso per la maggior parte degli allenatori, e avevo già avuto un esperienza simile al Monte Luna e durante l’esame all’Accademia, ma passare a quello ad un centinaio di sconosciuti era un salto troppo grande.
Mi calmai sedendomi e facendo profondi respiri. Ero dall’altra parte dell’arena, insieme agli altri partecipanti della mia categoria. Erano state sistemate una serie di sedie, e quasi tutti si erano seduti. Alcuni a volte saltavano su per l’eccitazione, come avevo fatto io un minuto prima.
Al momento c’erano quindici persone sedute qui, me incluso. Dal momento che c’erano stati venti partecipanti del nostro livello, hanno organizzato alcuni incontri per ridurre il numero a sedici e fare un torneo normale. Io e gli altri non siamo stati scelti per parteciparvi, quindi potemmo osservare i nostri possibili avversari.
Anziché guardare l’arena, dove un Ekans stava combattendo contro un Poliwag, guardai i miei amici. Draconix si stava concentrando sulla lotta, o almeno, ci stava provando: la sua gamba destra stava facendo su e giù ad un ritmo molto veloce e stava sudando. Giuls stava facendo dei respiri profondi, ma era pallida. L’unica davvero a suo agio era Leaf, che non sembrava affatto preoccupata ma anzi, stava tifando per lo scontro e stava facendo del suo meglio per tirare su di morale Giuls e Draconix, i quali erano seduti di fianco a lei.
Alla fine a vincere fu l’Ekans, mentre il Poliwag cadde a terra sconfitto. L’annunciatore dichiarò la vittoria del giovane allenatore e gli indicò una sedia, mentre lo sconfitto si allontanava. E poi ebbe inizio il torneo vero e proprio. L’uomo di diresse verso un tabellone coperto, il quale venne aggiornato con i nomi attuali ed io controllai dalla mia sedia. Finì per essere al numero undici, quindi sarei stato chiamato per quel numero. Gli eri erano facili da ricordare, erano uno, due e tre.
L’annunciatore sorrise “E adesso diamo inizio al torneo del gruppo dei principianti! Come da tradizione, essere mandati fuori dai bordi, sia a terra che per aria, verrà considerata come sconfitta immediata. I nostri arbitri si assicureranno che la regola venga rispettata, quindi non credete di essere avvantaggiati Specialisti Volante!” Disse “Chi trionferà tra questi sedici allenatori? Il vincitore riceverà in premio la somma in denato di ben 5.000 PokéDollari e, naturalmente, la fama che deriva dall’aver vinto questa competizione.”
Con un sorriso, scoprì le combinazioni del torneo. Guardai i vari volti, il mio primo incontro, che sarebbe stato il terzo del primo turno, era contro qualcuno che non conoscevo. Ma quando guardai gli altri, rimasi a bocca aperta.
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Giuls H. G. Touki contro Leaf Gurin, come secondo incontro del primo turno... le due ragazze si guardarono a vicenda.
“Così presto?” Chiese Giuls sorpresa. Sperava di fare almeno un round senza dover affrontare qualcuno dei suoi amici. Tuttavia, Leaf sembrava davvero entusiasta.
“Buonafortuna Giuls.” Disse, e Giuls notò un cambiamento nel suo comportamento. Di solito Leaf era una persona solo sorrisi e soleggiante, in grado di poter far ridere un’intera stanza con una sola battuta, ed ogni volta che sorrideva anche gli altri sorridevano, ma prima di un incontro serio era diversa. Quello che Giuls chiamava scherzosamente la sua ‘Modalità seria’ era davvero impressionante a vedersi per chiunque non la conoscesse. La sua espressione era concentrata e stava chiaramente pensando alla sua strategia migliore. Naturalmente, trattandosi della loro prima lotta, non avevano abbastanza informazioni, ma Giuls era sicura che lei avrebbe dato il meglio di sé. Non sarebbe stata sorpresa se dovesse indovinare chi sarebbe stata la sua prima scelta. All’Accademia aveva sconfitto Leaf con il suo ultimo Pokémon, ma ciò era sopratutto dovuto ad un vantaggio di tipo.
Pensare che ora avrebbero dovuto scontrarsi in un uno contro uno la preoccupava. ‘Perdere di nuovo...’ Giuls guardò alla sua destra, a soli due posti da lei, Allen Ayn, l’allenatore che l’aveva sconfitta a Plumbeopoli era seduto lì con un sorriso compiaciuto in volto, mentre conversava con un allenatore seduto accanto a lui, indossando uno smoking simile a quello che aveva quando si sono conosciuti la prima volta. Giuls poteva giurare che delle volte gli lanciava delle occhiate ‘Me le sto immaginando?’ Si chiese. Forse si, ma si sentiva intimorita. Allen aveva sconfitto lei e Bulbasaur per poi farle uscire tutte le sue insicurezze. Forse...
“Giuls, Giuls.” La voce di Draconix frenò i suoi pensieri e si voltò verso di lui. Indicò un Machop che si ergeva vittorioso su un Oddish sconfitto.
‘Ero talmente distratta da essermi persa completamente il primo incontro?’ Realizzò sotto shock. In risposta si diede delle pacche sulle guance, sconcertando Draconix ‘Non è il momento di pensare a questo. Devo vincere.’
Si alzò e avanzò verso l’arena, facendo del suo meglio per nascondere il fatto che fosse nervosa. Gli applausi della folla ora sembravano distanti. Tutto ciò che esisteva per Giuls al momento era l’arena e Leaf. Le due allenatrici si guardarono, e con una sola mossa, dopo il segnale dell’arbitro, lanciarono una Poké Ball.
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Ivysaur entrò in campo fissando la sua avversaria. La Pokémon Cromatica della stessa specie stava facendo altrettanto, studiandosi a vicenda.
Ivysaur sapeva di essere in svantaggio, sentendo il nuovo corpo più pesante. Si era evoluta solo il giorno prima mentre si allenava al fiume, e doveva ammettere che abituarsi nel pesare molto di più non era facile. Aveva già constatato che poteva ancora aggrapparsi con Frustata se fosse stato necessario, cosa che non sarebbe tornato utile in quella lotta.
“Ivysaur, vai nel corpo a corpo!” Gridò Giuls ed Ivysaur annuì caricando con Azione. L’avversaria fece lo stesso e le loro teste si scontrarono l’una contro l’altra, mentre i due Pokémon iniziarono a spingersi.
“Allora, come va?” Chiese sorridendo, la Pokémon Cromatica sorrise di rimando.
“Bene, e a te principessa?” Rispose l’altra ed Ivysaur fece una smorfia mentre sentiva la Cromatica che la spingeva all’indietro. Entrambe provenivano dallo stesso allevamento, quello che procurava gli starter di Biancavilla. Per Ivysaur la Pokémon Cromatica era fastidiosa, l’unico Pokémon che riusciva a far distogliere le attenzioni da lei.
“Alquanto sfacciato per qualcuno che non è mai riuscito a battermi. O hai dimenticato di non avermi mai sconfitta?”
“No, affatto. E tu hai notato che mi sono evoluta?”
“Anch’io mi sono evoluta.” Ivysaur piantò i piedi a terra e spinse con più forza. Sentiva l’avversaria fare altrettanto. A quel punto la lotta era diventata una sorta di incontro di sumo, con entrambe le Pokémon che cercavano di spingere l’avversaria fuori dall’arena. Sembrava una scelta non voluta, ma allo stesso tempo avevano capito che era la loro miglior opzione.
“Vero, ma non da così tanto tempo da poterti abituare al tuo nuovo fisico.” E detto ciò, la Ivysaur Cromatica si spinse in avanti, piantando i piedi a terra e spostando lentamente l’equilibrio in suo favore. L’Ivysaur dal fiore rosso iniziò a perdere terreno “Il nostro corpo è diventato più forte, ma sei ancora impacciata con il tuo nuovo peso. Io d’altra parte, so come bilanciarmi al meglio. Permettimi finalmente di dimostrarti che non sei perfetta.”
Ivysaur si guardò alle spalle, notando che il bordo si stava avvicinando. Poi lanciò un’occhiata a Giuls, e vedendola annuire sorrise. La sua controparte Cromatica la guardò perplessa, poi Ivysaur fece emergere quattro liane. Due si piantarono sul terreno e le altre afferrarono le prime due “So che sei probabilmente più coordinata ed abile nello sfruttare il tuo corpo evoluto. So di non essere l’esamplare perfetto che credevo di essere. Ma permettimi di dimostrarti per quale motivo io rimango superiore.” Aprì una foglia, rivelando un grosso seme nascosto al suo interno “So come diventare più forte.”
 Il seme iniziò a splendere, mentre la presa delle liane si fece più forte. Con i piedi piantati a terra, Ivysaur mossè le liane e fece volare via l’avversaria. L’altra provò a scagliare le proprie liane, ma Ivysaur sapeva di aver già vinto. Con un forte tonfo, la Pokémon Cromatica atterrò fuori dall’arena.
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Giuls sospirò sollevata quando l’arbitro annunciò la sua vittoria e si diresse al centro dell’arena seguendo Leaf. Entrambe richiamarono le loro Pokémon, e su richiesta dell’arbitro allungarono la mano e la strinsero “Diamine, non pensavo di perdere proprio al primo turno.” Commentò la ragazza dai capelli lunghi con un leggero broncio che Giuls notò immediatamente.
“Sono cose che capitano. Se devo essere onesta, ho ideato questo piano perché ero sicura avresti usato la tua Ivysaur.”
“Questo non mi fa stare meglio, ho fatto la stessa cosa.” Rispose Leaf con il suo sguardo che si faceva più serio “In questo stadio, gli Ivysaur solitamente fanno uso di varie alterazioni di stato come avvelenamento o sonno, quindi pensavo che avrei potuto evitarlo usando la mia. Inoltre, sapevo anche che la tua si fosse evoluta solamente ieri. Aaah, non posso credere che tu abbia puntato su proprio su questo!” Continuò. Giuls ascoltò la sua spiegazione, cercando di nascondere la propria sorpresa. Il vero motivo per cui pensava avrebbe usato Ivysaur era perché avevano scelto lo stesso starter e sapeva in prima persona che erano forti, motivo per cui voleva puntare sul suo nuovo strumento per sopraffarla nel momento più propizio. C’era un motivo se aveva cercato di tenere nascosto il Miracolseme. Era una scommessa su cui voleva puntare dopo che Bulbasaur si è evoluta inaspettatamente.
Giuls annuì, ma non poteva essere davvero felice della sua vittoria. In un certo senso, non sentiva di essersela meritata. Aveva vinto sopratutto per via di uno strumento e per il regolamento “D’accordo, combatteremo ancora, e la prossima volta senza la regola del ring. Sono certa che andrà diversamente.”
“Hai appena ammesso che perderai la prossima volta?” Chiese Leaf. Giuls si coprì la bocca, ma la ragazza le prese la mano “Giuls, te l’ho già detto. Devi smetterla di sottovalutare le tue capacità. Sei una brava allenatrice, non puoi continuare a pensare ‘Non posso farcela’!”.
Giuls annuì sorridendo “Grazie Leaf, ti prometto che non lo farò più.” Ma non riuscì a non pensare come sarebbe finito lo scontro in una lotta vera e propria.
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Il membro del Team Rocket osservò attentamente i suoi bersagli. Gastly era un buon Pokémon, e le sue capacità di riprendersi sembravano essere il suo punto forte, quello oltre al trucco del passare attraverso le mosse. Lo guardò mentre un Velenospina del Sandshrew nemico passò attraverso il suo corpo gassoso, mentre contrastava l’avversario con un rapido Ombra Notturna. La mossa fu eseguita rapidamente con un breve momento di pausa tra il contatto visivo e l’impatto. Molto meglio di quanto si aspettasse. Chiaramente quella era la mossa principale del Gastly. Osservò Raziel ordinare di usarlo una seconda volta, il Gastly fu ferito, ma riuscì a farlo ed il Sandshrew cadde a terra esausto. ‘Ripetitivo.’ Pensò. Un allenatore più capace avrebbe capito il suo schema per poi contrastarlo.
La missione principale del Tenente Frant era quella di reclutare membri per il Team Rocket. Aveva un certo occhi per gli allenatori, tanto che le reclute da lui trovate erano diventate vice-Tenenti, un bel risultato. Era diventata un’abitudine guardare certe cose durante i tornei. Per lo stesso motivo, osservò il Fearow di Draconix da cui capì molto sul suo conto. Il Pokémon Volante e il suo allenatore sembravano condividere uno stile di combattimento tutto concentrato sugli attacchi. Più di una volta il suo Pokémon si era esposto troppo, lasciandolo alla mercé di attacchi che avrebbe potuto schivare facilmente altrimenti. Certo, il Mankey era in svantaggio, e ciò lo ha portato ad essere sconfitto, ma se fosse stato il giudice, lo avrebbe dichiarato vincitore ‘Non bravo come pensavo. Vediamo se Charmeleon è più tosto.’ Pensò.
Con la lotta di Draconix, il primo turno era terminato. Lui certamente aveva vinto il suo incontro facilmente. Per gli altri Tenenti che conosceva la partecipazione sarebbe stata superflua, ma lui invece pensava che il primo contatto meritava di essere un combattimento. Nel documento d'identità falsa che aveva usato per iscriversi lui era un allenatore con due medaglie, così avrebbe potuto usare qualche Pokémon forte per testare i due nemici. Combatterli in prima persona sarebbe stato un metodo migliore per capire quanto fossero bravi anziché osservare passivamente le loro lotte e basta.
La maschera si incurvò un po’ notò, ma dovette ammettere le doti di Maxus. Mentre Milas era bravo nel creare documenti falsi, tra i due, la capacità di Maxus di creare travestimenti erano a dir poco spaventose. Le sue maschere erano pressoché indistinguibili dalla pelle vera a vista.
E come pensava, l'incontro successivo iniziò. La ragazza che riuscì a sconfiggere Leaf Gurin, quella che aveva fermato l’attacco al Monte Luna assieme agli altri due, stava combattendo contro un altro allenatore, Clefairy contro Geodude. Normalmente l’avrebbe ignorata, ma ora sapeva che era un’amica dei suoi bersagli. Per qualsiasi evenienza, avrebbe potuto apprendere qualcosa sul suo conto.
Ciò che vide però fu deludente. Era facile notare che la ragazza non brillasse come allenatrice. Non dava abbastanza ordini, spesso lasciava che i Pokémon agissero per istinto. A volte non era un male, ma lo stava facendo troppo spesso, ma il lato positivo e che i pochi ordini che dava erano molto efficaci. Anche Clefairy era ben allenata, anche se fin troppo immatura. C’era del potenziale, ma fu messo in’ombra dalla sua mancanza di comunicazione con la propria squadra ‘Tutti e tre sono inesperti a modo loro. Immagino che non dovrei essere così severo, a sono sorpreso che Domino si sia fatta sconfiggere. Anche se, ovviamente, non si trattava di un mero combattimento.’
Poi Raziel entrò in campo e Frant si concentrò per prepararsi ad osservare la prossima lotta. Quando vide il Pokémon mandato dal suo avversario in smoking, sorrise ‘Bene, dunque, cosa abbiamo qui?’ Quella lotta si stava rivelando molto interessante da assistere.

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Capitolo 32
*** Il Torneo del Ponte - Parte 2 ***


Ero lì, sbalordito. Il Pokémon davanti a me era uno spettacolo che non mi aspettavo di vedere così presto, dato che il loro habitat naturale era ben distante. Il nodulo rosso di Duskull brillava inquietantemente mentre scrutava l’altro Spettro.
“Un Duskull? Non se ne trovano da queste parti.”
Allen, il mio avversario, sorrise “Vero, la mia famiglia ha viaggiato parecchio. Possiedo quattro Pokémon di Johto e Hoenn da prima di iniziare il mio viaggio. Ho pensato che sarebbe stato giusto affrontare un Dexholder e specialista Spettro con un Pokémon del medesimo tipo.” Disse con un’inchino esagerato “Spero che la tua sarà un’esperienza migliore rispetto alla prima di voi che ho affrontato.”
Annuì “Spero di essere una buona sfida.” Commentai, anche se mi chiesi per un momento chi Allen avesse combattuto prima di me prima di concentrarmi nuovamente sulla lotta.
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“Dunque dopo aver incontrato uno Spettro ne incontro un altro.” Disse Gastly con un grande sorriso.
Duskull non parlò subito, invece studiò l’avversario con fare pensieroso “Non sei nato naturalmente, vero? Hai una madre e un padre di natura spettrale, dico bene?”
“Io... beh, si, perché me lo chiedi?”
Duskull continuò a studiarlo pensieroso “Particolare, davvero particolare. Molto bene, mostrami di cosa sei capace giovane spirito.”
“Quanti anni hai? Non puoi essere uno Spettro per più di un anno o due al massimo a giudicare dalle tue dimensioni.” Chiese Gastly sorpreso per via del modo di parlare del Duskull.
“Beh, sono deceduto a novantacinque anni nella mia tana montana come Pokémon anziano, prima di tornare sotto queste umile spoglie. Perdonami dunque se non riesco a vederti come mio coetaneo in termini d’età.”
‘Fantastico, è uno di quelli là...’ Pensò Gastly con un sospiro. Gran parte degli Spettri che derivavano da uno spirito mantenevano solo alcuni dei loro ricordi della loro vita passata. Di solito è un ricordo dovuto al legame più importante che avevano con il mondo dei vivi. L’età raramente faceva parte di questi ricordi, perciò i giovani Spettri si identificavano di fatto come giovani. Tuttavia, talvolta il legame di qualcuno con il mondo dei vivi è talmente forte da poter ricordare tutta la loro vita, il che li rendeva difficili da gestire.
Una volta che l’arbitro diede l’ordine, Gastly avanzò su ordine di Raziel. Colpì con Leccata vedendo il Duskull ansimare mentre fu affetto dal danno e dalla paralisi. Poi il Pokémon fece qualcosa di assolutamente inaspettato, una mascella d’ombra si formò sotto la sua testa e la usò per mordere la lingua di Gastly. Il Pokémon strillò quando fu danneggiato dal Morso prima di potersi liberare, e prima di venire colpito da un Ombra Notturna.
“Ok, quella è una mossa che un Duskull non dovrebbe conoscere.” Rispose Gastly cercando di mantenere le distanze.
“No.” Disse lo Spettro, per poi levitargli alle spalle ed usare un secondo Morso “Ma un Exploud si.”
“Oh, dammi tregua!” Rispose Gastly evitando l’attacco e provando ad usare ancora Leccata. Notò che i movimenti del nemico si fecero più lenti ‘Quindi ha effetto sugli Spettri, mi chiedo come mai...’ e schivò all’ultimo secondo un altro Morso, sospirando mentre cercava di tenere le distanze. Teneva d’occhio i bordi dell’arena ora che si era pericolosamente avvicinato, ma ora doveva nache pensare ad un Duskull azzannatore.
Guardò Raziel, chiaramente diviso fra la preoccupazione per Gastly e la gioia di affrontare un Duskull, poi l’allenatore sorrise “Fagli vedere cos’hai imparato a Plumbeopoli!” Urlò. Gastly sorrise.
“Dimmi...” Iniziò a dire spostandosi con cautela verso sinistra e mantenendo le distanze dal Duskull azzannatore “Un Exploud non dovrebbe conoscere mosse più forti oltre che a Morso?”
“Si, ma purtroppo, le altre non avrebbero effetto su di te o non sono in grado di usare quelle che invece avrebbero efficacia. Perdonami se ti sembra che ti stia prendendo alla leggera.”
Gastly brontolò. Quel Pokémon era fin troppo educato per i suoi gusti.
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Duskull studiò il suo giovane avversario. Era troppo anziano per poter essere fregato da qualsiasi trucco potesse avere in mente, ma pensava sarebbe stato diventente lasciarglielo provare. Tuttavia, quella era l’occasione per dimostrare il suo valore ad Allen. Il giovane allenatore sembrava aver accettato parecchio l’eccentricità di Duskull, e avrebbe restituito il favore con piacere.
Gastly sfrecciò in avanti muovendosi a destra e a sinistra, su e giù, cercando di disorientarlo. Il Duskull sorrise, o almeno, ci provò, ed avanzò, cercando di mordere l’avversario ancora una volta prima che questo si tuffò a terra.
Poi Gastly ridacchiò, mentre il suono si allontanava ed il Morso gli fece solo mordere della terra e basta.
“Credevi di essere forte?” Chiese la voce di Gastly, ora distorta. Si girò attorno, percependolo dall’altra parte dell’arena. Il Duskull avanzò, preparandosi ad usare Morso, ma Gastly ridacchiò “Sei solo un Pokémon morto senza alcuna tattica.” E dicendo questo iniziò a crescere, finché non percepì il Gastly di fronte grande quanto una montagna. Lo morse ferocemente, ancora e ancora, mentre Gastly rideva e rideva. Ad ogni Morso, sentiva il dolore sul suo proprio corpo, finché non riuscì più a percepire il mondo circostante.
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Sospirai sollevato mentre il Duskull cadde a terra dopo essersi morso in uno stato di incoscienza mentre Gastly lo colpiva con Ombra Notturna.
Sorrisi al Pokémon “Ottimo Stordiraggio Gastly!” Esclamai, ed il Pokémon rispose con un sorriso. Non potevo fare a meno che sentirmi fiero. Capire come sfruttare adeguatamente Stordiraggio aveva impiegato giorni, ma ora avevo l’impressione che Gastly fosse davvero inarrestabile, specialmente perché la mossa funzionava molto bene assieme a Ombra Notturna.
Allen, d’altro lato del campo, richiamò Gastly e mormorò qualcosa, poi si rivolse a me “La ringrazio. Vedo che almeno alcuni di voi meritano il Pokédex.”
Ricambiai il sorriso “Grazie per la lotta.” Dissi avvicinandomi a lui “Il tuo Duskull è molto particolare. Come conosceva quella mossa?”
“Non ne ho idea. Le conosceva da prima che lo catturassi.”
“Le? Ne ha un’altra?! Potresti per favore mostrarmela?”
Allen sorrise “Mi spiace, non posso certo mostrarle tutti i miei assi nella manica, non trova? Sebbene posso dirle che una di queste provoca una gran Baraonda.”
Non potei fare a meno del sentirmi deluso, poi scossi la testa e gli strinsi la mano “Beh, immagino sarà per la prossima volta.”
“Certamente.” Disse Allen, poi si avvicinò “Se posso chiederlo. Come fa lei a stere nello stesso gruppo di Giuls? E’ evidente che le tue capacità siano di gran lunga migliori.”
Indietreggiai. Sentivo la rabbia crescere “Scusa, ma non ho intenzione di permetterti di parlare così di una mia amica. Ti suggerisco di rimangiartelo.” Sussurrai quasi come fosse un flebile ringhio.
Allen indietreggiò immediatamente “Certo, le chiedo venia per il mio comportamento.” Rispose, poi sorrise “Ero solo curioso. Bene, le auguro buona fortuna per il suo viaggio.” Il biondo con lo smoking si voltò e se ne andò.
Mi diressi per tornare a sedermi, ma fui fermato da Giuls che mi afferrò la mano e mi fissò “Cos’ha detto?”
La guardai notando che sembrava preoccupata “Nulla di che.” Mentì “E’ stato alquanto chiaro sul fatto che non ti ha in simpatia, ma sarà solo perché non ti conosce.”
Giuls borbottò, qualsiasi fosse il pensiero che aveva in testa, di certo non la pensava come me.
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Frant annuì mentre il suo Ekans affrontava con facilità il Nidoran nemico. Il Pokémon viola maschio era chiaramente in svantaggio, senza poter usare alcuna strategia e nessuna mossa oltre che a Beccata per rompere le difese di Ekans. Per il Tenente fu una lotta banale, il che gli diede tutto il tempo del mondo per riflettere sulla lotta fra Gastly e Duskull.
‘Sa bene come usare le proprie tattiche, inoltre lui e Gastly si capiscono a vicenda senza dover dare ordini precisi.’ Certo, c’era una falla nella sua tattica, ma sopratutto, aveva capito perché il Gastly si era nascosto sottoterra prima di usare Stordiraggio.
“Vincitore: Jak Dexon!” Urlò l’arbitro e Frant annuì vedendo il suo Ekans aver sconfitto il Nidoran. Diede una crtese stretta di mano alla sua avversaria, una ragazza chiaramente demoralizzata dalla sconfitta che tornò al suo posto. Si guardò intorno. Solo lui, Raziel e Giuls erano seduti là in quel momento. Draconix era sceso in campo per l’ultimo combattimento del secondo turno. Nel complesso, fu colpito maggiormente, ma c’erano ancora delle falle. Il Charmeleon si lasciava dei punti ciechi ogni volta che usava quel cosiddetto Spaccartigli. Anche se Raziel si adattava nell’usare una sola mossa alla volta, almeno ogni tanto cambiava, ma il Pokémon Fuoco neppure provò ad usare un solo Braciere o qualsiasi altra mossa, ma sferrava artigliate selvaggiamente. Riuscì a vincere, ma la lotta fu poco interessante.
Guardò i restanti sul tabellone ‘Dunque, la ragazza di nome Giuls contro Raziel ed io contro Draconix. Speriamo in una finale tra me e lui.’
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Giuls si morse il labbro di fronte a Raziel. Sapeva cosa la stesse turbando. Raziel aveva sconfitto Allen, e piuttosto facilmente persino ‘Avrei potuto fare altrettanto? Avrei potuto sconfiggere Allen?’ Si chiese mentalmente, quasi persa fra i suoi pensieri.
Quando Raziel schierò Gastly, meditò su chi mandare. Dopo un momento, scelse Clefairy. La Pokémon Normale la guardò perplessa, poi si voltò verso lo Spettro. L’allenatrice attese, poi l’arbitro diede il via.
Gastly fece la prima mossa, lanciandosi all’attacco con Leccata. Lei diede l’ordine di schivare nonostante la sorpresa di far attaccare Gastly con una mossa simile, e la Pokémon balzò con grazia in avanti sopra lo Spettro. La lingua la sfiorò appena, cosa che sorprese Giuls, mentre il Pokémon a forma di stella si girava con un rapido movimento delle dita. Il Metronomo si trasformò in uno strido acuto come se del metallo si stesse graffiando su altro metallo. Gastly rabbrividì particolarmente, per poi girarsi ed essere accecato da un secondo movimento delle dita che divenne un Turbosabbia. Un occhio del Pokémon si chiuse, Clefairy agitò ancora le dita ‘Forza...’ Pensò Giuls. Aveva scelto Clefairy a causa della varietà di mosse che avrebbe potuto usare con Metronomo. Era un’azzardo, ma si fidava che la sua Pokémon potesse sfoderare la mossa giusta.
Il Gelopugno impattò su Gastly, che indietreggiò quasi oltre il limite, ma riuscì a fermarsi in tempo. Gastly si voltò ed usò Stordiraggio. Il raggio volò verso di lei, ma Clefairy saltò in avanti prima che potesse arrivare. Agitando le dita, Gastly fu costretto a muoversi per schivare il prossimo colpo in arrivo che si rivelò essere... Forza. I muscoli di Clefairy si tesero e diede un colpo così forte sul terreno da scuoterlo. Gastly deglutì rumorosamente, ma su ordine di Raziel si mosse per attaccare di nuovo.
Lo Spettro si tuffò sottoterra e Giuls capì cosa aveva intenzione di fare. Disse a Clefairy di usare Metronomo e lei obbedì, usando uno strano attacco, il misterioso potere della mosse le fece generare un forte frastuono come di diverse padelle che si colpivano fra loro. Ma Gastly non c’era.
Fu allora che Giuls si rese conto che l’essere era sbucato dall’altra parte e lo vide tossire. Prima di capire il motivo per cui il Pokémon si fosse fatto notare, vide il sorriso di Raziel mentre Clefairy si voltava “Chiudi gli o-” Cominciò, ma l’Ipnosi ebbe effetto e Clefairy si addormentò. Gastly colpì subito con una serie di Leccate e Ombre Notturne. Con suo orrore, Giuls vide gli attacchi andare a segno ‘Perché? E’ di tipo Normale...”
Raziel ghignò notando la sua espressione “I Clefairy sono strani, puoi di fatto colpirli con mosse Spettro anche se sono di tipo Normale. L’abbiamo scoperto per caso, mentre ci allenavamo con Leaf al Monte Luna.” Disse, mentre l’arbitro alzò la mano per annunciarlo come vincitore. Con un sospiro, Giuls richiamò la sua Pokémon e strinse la mano di Raziel. Scese dall’arena e si riunì a Leaf sul lato.
“Perché?” Chiese Leaf.
“Uh?”
“Perché Clefairy?”
“Pensavo di poter usare il suo tipo Normale per evitare gli attacchi ed usare Metronomo finché non sarebbe uscita una buona mossa.” Disse distogliendo lo sguardo.
“Non mentirmi. Non è così che combatti. Sai che Autodistruzione ed Esplosione sono dei rischi da tenere a mente quando si usa Metronomo, per non parlare di mosse inutili come Forza. Perché non hai scelto Ivysaur?”
Giuls sospirò “Perché quando era ancora una Bulbasaur, Ivysaur aveva perso contro l’allenatore che ha affrontato Raziel. E’ perché ho perso contro di lui. Perciò, quando Raziel mandò Gastly, non potei fare a meno di chiedermi se lei l’avrebbe sconfitto. Se io l’avrei sconfitto.”
Leaf scosse la testa”Giuls, è assurdo! Sai che le lotte non funzionano in questo modo! Sai...”
“Lo so!” Gridò, per poi abbassare la voce notando alcune persone che la guardavano “Lo so, ma... non riuscivo a togliermelo dalla testa. Razionalmente so che avrei dovuto scegliere Ivysaur. Certo, poteva essere colpita, ma almeno avrebbe avuto mosse più affidabili. Ho sbagliato. Non mi fidavo del mio starter solo perché abbiamo iniziato a capirci solo ora e vedere Allen mi ha fatto ricordare tutto.”
Leaf fu pensierosa per un po’, mentre Draconix e il suo avversario andarono verso l’arena, poi scosse la testa “Allora cercalo e sconfiggilo. Questo risolverà il problema. Siamo allenatori, è quello che facciamo. Perdiamo e vinciamo. Quando perdiamo ci prepariamo per una rivincita.” Le diede una pacca sulla schiena e Giuls potè vedere il fuoco nei suoi occhi “Ora concentriamoci sul resto del torneo. Più tardi escogiteremo una strategia per affrontarlo. Cosa ha usato?”
“Un Doduo.” Rispose Giuls ed il sorriso di Leaf si allargò.
“Ottimo, penserò a qualcosa.” Commentò “Preparati ad allenarti, gli faremo vedere di cosa sei capace.”
Giuls sospirò, poi sorrise un po’ ‘Non so quanto potrà davvero aiutarmi.’ “Grazie Leaf.” Concluse ad alta voce “Ne avevo davvero bisogno.”
La ragazza arrossì un po’, poi ridacchiò e la prese per una spalla per poi abbracciarla “A cosa servono gli amici se no?”

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Capitolo 33
*** Fine del Torneo ***


Draconix osservò il suo avversario, un allenatore di nome Jak. Il biondo schierò un Ekans e Draconix iniziò a ponderare le sue scelte. Dopo un breve momento, Charmeleon scese in campo “Molto bene, cerca di mantenere le distanze e usa Braciere.” Disse. Il pericolo principale di un tipo Veleno era, ovviamente, il suo veleno. Draconix sapeva bene che avrebbe avuto la meglio in quella lotta a patto che Charmeleon non venga avvelenato.
Il Pokémon Fuoco obbedì, si mosse attorno al Pokémon sputando una raffica di Bracieri. Ekans in risposta balzò e strisciò in avanti evitando con rapidità i Bracieri. Charmeleon ringhiò vedendolo avvicinarsi e Draconix si rese conto che il suo piano era già fallito, se fosse balzato indietro sarebbe finito fuori dall’arena e avrebbe perso “Allora si va all’offensiva! Spaccartigli!”
Charmeleon ruggì e colpì con un’artigliata il serpente. In risposta l’Ekans gli si avvinghiò attorno al braccio, bloccando l’attacco e lo morse. La Tossina iniziò a circolare dentro Charmeleon, tanto che Draconix avrebbe giurato che aveva assunto una tonalità verde a causa del veleno, ma il Pokémon Fuoco rispose sputando una raffica di Bracieri contro il serpente, sebbene nel processo finì per colpire anche il suo stesso braccio. Ekans sibilò furiosamente, in risposta Charmeleon sorrise. Draconix annuì “Ce la fai in queste condizioni?” Sapeva che anche se le sue squame erano resistenti al fuoco, Charmeleon non era comunque a suo agiò nell’usare Braciere sul suo stesso braccio. Tuttavia, Charmeleon annuì semplicemente riprendendo fiato e scatenando una seconda raffica. Tuttavia, Ekans non era stupida e all’ultimo secondo si srotolò per avanzare. I Bracieri la sfiorarono soltanto, mentre il Morso seguente costrinsero Charmeleon ad indietreggiare.
Il Pokémon Serpente sorrise nel vedere l’altro Pokémon ad un passo dal margine dell’arena. Su ordine di Jak lasciò la presa atterrando delicatamente a terra per poi balzare rapidamente in avanti con Morso, tuttavia, allo stesso tempo, Charmeleon usò Spaccartigli verso il pavimento dell’arena. Piantando le braccia a terra, riuscì a resistere alla spinta. I due attacchi fecero serare i denti ad entrambi, ma Charmeleon fu il primo a riprendersi, che rapidamente avanzò con un altro Spaccartigli con cui scaraventò via Ekans.
“Bene, abbiamo guadagnato terreno. Continua così.”
“E’ finita.” Rispose Jak “Mi spiace, ma ho vinto.” Disse.
“Cosa? Ma non è andato fuori dall’arena!” Protestò Draconix per poi riguardare il suo Pokémon per assicurarsi che neppure la coda di Charmeleon avesse superato il margine, anche se per poco. Ma quando Charmeleon fece un passo, cadde a terra privo di sensi.
“Tossina.” Spiegò il suo avversario mentre l’arbitro ne annunciava la vittoria “Ti sei totalmente scordato di essere a corto di tempo, e per questo hai perso.”
-
Frant scosse la testa vedendo l’espressione afflitta di Draconix ‘Il compito di un allenatore è adattarsi alla situazione, e non ordinare passivamente di caricare senza pensare. Non c’è dubbio che ti fidi ciecamente sui tuoi Pokémon sul piano offensivo Draconix, ma pensi solo a quello. Nel momento stesso in cui ho usato Tossina, avresti dovuto cambiare tattica per cercare di far uscire Ekans dall’arena.’ Pensò. Avanzò per stringergli la mano, poi si ricompose ed il giovane allenatore scese. La finale vedrà “Jak Dexon” contro Raziel Spartos, come aveva previsto.
Guardò Raziel e Draconix, il primo diede una pacca sulle spalle al secondo, entrambi ridacchiarono per una battuta e poi si diedero la mano ‘Sembra abbiano raggiunto un accordo.’ Pensò mentre lo specialista Spettro si dirigeva alla sua postazione ‘Molto bene, vediamo cosa sà fare.’
Gastly uscì dalla Ball, posizionandosi nel lato opposto.
Con un sorriso, Frant schierò un Houndour. Il Pokémon Veleno/Fuoco mostrò i denti lanciando un’occhiataccia a Gastly, un basso ringhio, incomune per la sua specie, si fece sentire. Il Tenente Rocket scosse la testa, secondo lui quel Houndour era un Gyarados nato nel corpo sbagliato. Quel Pokémon era raro a Kanto, e persino il suo tipo era messo in discussione dato che non sembrava condividere tutte le debolezze e resistenze del tipo Veleno, ma a lui bastava sapere che era ottimo per contrastare gli Spettri. Notò che molti spettatori sembravano particolarmente interessati, e non era difficile capirne il motivo. Kyoku aveva allevato un buon numero di quella specie, nonostante non si fosse mai sentita a proprio agio vicino ad essi, perciò per lui non c’era nulla di particolare, ma per la maggior parte delle persone, vedere un Houndour era uno spettacolo tanto raro quanto un Farfetch’d.
Quando l’arbitro diede il via l’Houndour ululò e caricò. Gastly cercò di passargli attraverso, ma a Frant non importava. Ad un suo comando, Houndour emise una nuvola di Smog dalla bocca, ed il gas velenoso lentamente avanzò sul bersaglio.
Ovviamente, Gastly avanzò per colpirlo con Leccata, ma Houndour reagì scattandogli contro con un Morso, ma con un colpo, la lingua dello Spettro riuscì a toccare la pelle dell’Houndour.
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Gastly riuscì ad evitare cautamente le fauci del Pokémon Fuoco, ansimando interiormente una volta schivato l’attacco. Con un rapido movimento si preparò ad usare Stordiraggio, ma prima che potesse usare la mossa il nemico gli saltò addosso con Morso, costringendolo a fermarsi e schivare per poi usare Ombra Notturna. In risposta, anziché evitare l’ombra, l’Houndour balzò contro di essa per poi emettere un’altra cortina di Smog.
‘Sul serio, perché Smog?’ Si chiese poi ansimando mentre un Morso lo colpì, sentendo le zanne affilate come rasoi lacerargli il corpo. Poi il Pokémon usò ancora Smog, finendo fortunatamente per subire nel processo un Ombra Notturna su un fianco.
Gastly tossì. Essendo in parte di tipo Veleno, non soffriva di chissà che rischi respirando quel gas, ma ormai stava iniziando trasformarsi in una sinistra nebbia anziché nell’attacco solito. Houndour lo usò di nuovo, questa volta senza neppure mirare contro di lui, ma facendo in modo di schivare cautamente una Leccata “Aspetta, è un Pokémon Fuoco, allora...” Lo Spettro ansimò quando realizzò per poi voltarsi, rendendosi conto che lo Smog ormai aveva coperto l’intera arena. C’era molto gas... estremamente infiammabile.
 “Mi congratulo con il tuo istinto Spettro. Ma è troppo tardi.” Ringhiò l’Houndour per poi aprire la bocca ed usare Braciere.
Subito dopo l’arena esplose.
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Osservai l’arena a bocca aperta mentre era coperta da un torrente di fuoco causato dalla combustione di tutto quello Smog in una volta. Mi resi conto solo all’ultimo di cosa volesse fare il nemico. Quando le fiamme si diradarono, il primo Pokémon che vidi fu Houndour in piedi ed orgoglioso al centro dell’arena ‘Quell’esplosione non gli ha fatto nulla?’ Mi chiesi per un secondo prima di notare Gastly indebolito al di sopra dell’arena. In qualche modo quell’esplosione non lo aveva fatto uscire dal campo, anche se c’era mancato poco.
Lo Spettro scese lentamente per affrontare l’Houndour, e ancora una volta notai quanto fosse strano che l’Houndour non avesse subito un solo danno. A dire il vero, sembrava quasi sprizzare energia, tanto che potevo vedere scintille uscire dalla sua bocca “Ce la fai Gastly?” Chiesi, riportando la mia attenzione sul mio starter. Lo Spettro annuì, sebbene notai immediatamente che fosse indebolito. Si reggeva a malapena in piedi, metaforicamente “Vai con Ombra Notturna, non so quanto gli fa male, ma Leccata non fa abbastanza. Non provare ad usare Stordiraggio, ti ci vuole troppo tempo. Se puoi, prova a farlo uscire dall’arena.”
Gastly annuì, poi avanzò. I due Pokémon si studiarono attentamente girandosi lentamente attorno, le fiamme che uscivano dalla bocca di Houndour somigliavano a quelle che aveva sul corpo Gastly ‘E’ stato ustionato, ma cerca di farsi forte.’ Mi resi conto di sentirmi in colpa. Forse avrei dovuto richiamarlo ‘No, Gastly ha detto di potercela fare, devo fidarmi di lui.’
Poi successe tutto insieme. Entrambi i Pokémon si lanciarono all’offensiva. Ombra Notturna colpì per primo, poi arrivò un Braciere. Gastly urlò e lo schivò per poco ruotando per poi scagliare un’altra Ombra Notturna. Questa volta, l’Houndour la schivò, e l’ombra colpì il terreno senza che accadesse nulla ‘L’ha schivato.’ Realizzai. Fin’ora Houndour non aveva quasi mai evitanto gli attacchi, concentrandosi principalmente sulla preparazione della sua strategia o attacco.
“Possiamo farcela Gastly, continua!”
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Dopo essere stato un Tenente Rocket per anni, poche cose potevano sorprendere Frant. Il ragazzo che per primo aveva scoperto la loro base era una di queste, ed ora quel Gastly. Certo, doveva già essere stato sconfitto. Certo, non al punto da finire in cenere, si era assicurato di non usare troppo Smog, ma doveva essere già sconfitto. Invece lo vedeva attaccare ancora con Ombra Notturna, con Houndour che lo schivò per un pelo.
‘Houndour ha dovuto subire troppi danni per poter preparare la bomba con Smog. Riesce a compensare grazie a Fuocardore, riuscendo ad usare le sue energie per continuare, ma se lo colpisce una sola volta o due, è finita.’ Pensò il Tenente calcolando attentamente. Doveva ammetterlo, Gastly stava rendendo il suo intero piano inutile. Ma non c’era motivo di impanicarsi. Con un urlo, diede un ordine e Houndour balzò in avanti. Il Morso colpì il corpo dello Spettro sorpreso, ma il Pokémon gassoso non cedette.
Poi usò un Ombra Notturna. Con sorpresa di Frant, aveva sbagliato di nuovo. Il Gastly era riuscito a resistere e quello che era finito a terra era Houndour.
Gli spettatori esultarono con un applauso, mentre l’arbitro dichiarò Raziel vincitore anziché lui. In tutto quello, Frant potè solo guardare lo Spettro. Perché non aveva ceduto? Si era aspettato per ben due volte che sarebbe crollato a terra e per due volte aveva resistito.
Richiamò Houndour ed avanzò. Quasi meccanicamente strinse la mano di Raziel osservando attenamente l’allenatore. Lo aveva definito solo un allenatore insignficiante senza gusto per la moda a primo impatto. Il suo stile di lotta si basava sulla ripetizione di sole due mosse, usandone altre solo di tanto in tanto. Eppure, aveva perso contro di lui e contro il suo Gastly.
Si allontanò, lasciando l’arena. Non aveva interessa per la cerimonia di premiazione. Aveva visto e testato tutto ciò che voleva, adesso era il momento di pianificare. Prese il telefono.
“Abork Cremisi, sono io.” Disse.
Kyoku rispose immediatamente “Raichu Arancio? Che c’è?”
“Prepara gli altri due per seguire Draconix. Informali sulle informazioni che ti sto per inviare e dì loro che li uccido se falliscono anche qui.”
“Quindi pedinerai quello di nome Raziel.”
“Si. Devo vedere dove andrà.” Rispose.
-
Giuls applaudì quando Norman entrò nell’arena, ora riparata grazie al duro lavoro di due Machoke. Dopo la vittoria di Raziel, il torneo era cambiato. La seconda competizione, quella per le persone dalle quattro alle sei medaglie aveva solo pochi partecipanti. Lei, Leaf, Draconix e Raziel avevano assistito alle lotte assieme, sebbene gli ultimi due passarono gran parte del tempo a discutere dei loro rispettivi scontri. Sentì Raziel commentare qualcosa del tipo ‘Cambiare la posta in palio la prossima volta.’ Ma non riuscì a capire cosa volesse dire.
Alla fine iniziò il torneo per quelli dalle sette medaglie in su, quello che lei stava davvero aspettando, e come previsto, Norman era lì.
“E’ lui, giusto?” Chiese Leaf.
“Si, a quanto pare è un futuro Capopalestra.” Rispose.
“Ce lo vedo. Anche se è strano che te l’abbia detto. Pensavo dovesse essere un segreto fino all’annuncio ufficiale.”
“Mi ha detto che non mi dirà di dove e che non sarà l’unico, ma che avrei potuto capire la sua specializzazione.”
Quando il torneo iniziò, lo capì subito. Ma nonostante fosse chiamato torneo, in realtà era una serie di vittorie unilaterali. La scelta di Norman nei primi due round è stata un Ursaring. Il Pokémom di Johto è stato feroce sia contro il Pidgeot che contro il Rapidash che ha affrontato, i quali furono sconfitti rapidamente. L’Ursaring colpiva come un treno e i due Pokémon furono scagliati fuori senza che potessero fare molto.
La lotta finale di Norman vide uno spettacolo ancora più inusuale di un Ursaring: un grosso Pokémon primate con una pancia da far invidia ad uno Snorlax ed una corta peluria bianca attorno al suo viso calvo. Lo Slaking affrontò la Clefable nemica con quasi totale disinteresse e Giuls capì il motivo. Dopo alcuni minuti in cui si fece colpire come se nulla fosse, colpì con un attacco che non riconobbe, una scarica furiosa di pugni e calci che fecero volare via la Clefable.
“Non aveva speranze...” Si ritrovò a dire ad alta voce.
Accanto a lei, Leaf potè solamente concordare “Si, è stato un vero massacro, voglio dire... è un allenatore davvero forte, tanto da far paura. Penso che siano così i candidati per diventare Capipalestra.” Si girò a guardarla con un sorriso “Ma ciò non fa che incentivarci a diventare più forti, no?”
Giuls annuì guardando Norman. Provava dell’ammirazione guardandolo. Voleva essere così forte dopotutto.
-
Giovanni considerò con attenzione le novità “Quindi, pensi valga la pena continuare l’operazione.”
La donna dai capelli rossi annuì “Si Capo. Pensiamo di aver capito cosa stia ostacolando le nostre operazioni. Stiamo prendendo provvedimenti per risolvere il problema.”
Giovanni annuì pensieroso “Perché ci vuole così tanto tempo per sbarazzarcene?”
“Beh, la merce è stata nascosta. E’ c’è anche quella pericolosa di cui abbiamo parlato. Ma ritengo che la mia proposta possa comunque funzionare.”
Giovanni sospirò “Per un solo nemico non mi sembra il caso di fare una cosa del genere, ma sei fortunata Atena, avrei dovuto testare la sicurezza della fabbrica comunque. E c’è sempre quella morbosa curiosità nell’ottenere qualcosa che neppure il denaro può comprare. Lascia una richiesta scritta a Matori, se ne occuperà lei.”
Atena annuì nuovamente “C’è anche un’altra missione in programma, quella ad Arancipoli, ma avrei bisogno di più dettagli per poter...”
“Non sarà necessario. Informerò personalmente gli uomini incaricati.” Poteva notare lo sguardo di Atena che lo studiava. Fra tutti i suoi sottoposti, lei era una delle poche che non sembrava idolatrarlo alla cieca. Tuttavia, dopo un momento semplicemente annuì una terza volta. Giovanni e lei discuteremo di altre missioni minori, poi lasciò la stanza e sospirò.
‘Per il momento non devo fare alcuna mossa rischiosa. Non c’è bisogno di affrettare le cose. Ma una volta che avrò M2...’ E con quel pensiero felice in testa tornò al lavoro.

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Capitolo 34
*** Verso Sud ***


Blu osservò il telefono con sguardo sorpreso. C’era una foto inviatagli da Draconix nella quale veniva mostrato Raziel con in mano una medaglia che lo celebrava come vincitore del Torneo del Ponte Pepita ‘Pensavo che Giuls o Draconix avrebbe vinto, non Raziel.’ Pensò mentre camminava ‘Beh, buon per lui. Prima il Team Rocket e ora questo, si stanno dando da fare.’
A causa del suo sfortunato incontro con il Team Rocket, Blu non aveva neppure considerato la possibilità di partecipare preferendo invece lasciare la città il prima possibile. La domanda seguente era, avrebbe dovuto affrontare la Palestra di Zafferanopoli o lasciarla per dopo e procedere verso Aranciopoli? Alla fine decise di rimandare quella scelta una volta arrivato a Zafferanopoli.
Stava camminando verso sud dopo aver lasciato Celestopoli. Il Percorso 5 era una scorciatoia ed era una strada ben coperta dai vari boschi che lo circondavano, per la maggior parte degli allenatori bastavano solo due giorni per attraversarla. Tuttavia, i piani di Blu erano diversi, stava andando a passo svelto, facendo affidamento sui suoi Pokémon per allenarsi semplicemente sconfiggendo qualsiasi cosa gli capitasse davanti. Le piccole deviazioni che lo avevano intralciato non avevano minimamente rallentato il suo cammino. Ma ora era giunto il momento di rallentare. Aveva già sconfitto due Palestre, ma la terza sarebbe stata più tosta, specialmente perché quella di Zafferanopoli era davvero dura: Psico è un tipo forte e sarebbe stata una lotta tre contro tre.
Per quel motivo aveva bisogno che i suoi Pokémon si allenasserò duramente. Se non fossero stati abbastanza forti, non avrebbe avuto modo di contrastare gli attacchi Psico di Cosmo, il Capopalestra che era subentrato dopo Sabrina. Con questi pensieri, si era allenato costantemente. Negli ultimi sei giorni, lui e la sua squadra avevano affrontato altri allenatori e Pokémon selvatici per prepararsi all’incontro. Con il viso bagnato di sudore entrò nella Pensione Pokémon.
La Pensione di Kanto era una vecchia istituzione che permetteva ai Pokémon di allenarsi in maniera indipendente. Aveva lo scopo di aiutare i giovani allenatori che avevano commesso l’errore di pensare che la quantità fosse meglio della qualità e che ora avevano bisogno di una mano per rafforzare la squadra. Alcuni allenatori ed allevatori potevano aiutare. Per Blu quello non aveva importanza, in compenso la Pensione Pokémon era due volte più grande di una Casa per Allenatori. Si sedetta ad un tavolo circondato sia da vari allenatori che da innumerevoli Pokémon, perciò permise alla sua squadra di uscire e si mise a controllare il Pokédex mentre pianificava la sua prossima mossa.
Abra e Wartortle uscirono entrambi della loro Poké Ball immediatamente e si sederono sul divano, Pidgeotto si appllaiò sullo schienale, mentre Rattata si rannicchiò accanto a Blu. L’allenatore gli diede una leggera pacca sulla testa per poi riprendere a pensare sul da farsi ‘Ci siamo quasi. Entrambi dovrebbero essere prossimi all’evoluzione.  Con un Kadabra ed un Raticate assieme a Pidgeotto o Wartortle a seconda della situazione, dovrei riuscire a vincere contro Cosmo. Di solito usa Exeggutor come Pokémon principale per le sue lotte sia in Palestra che in generale, quindi potre farcela con...’
I suoi pensieri furono interrotti da un leggero mormorio della folla. Alzò gli occhi dal Pokédex notando un gruppo di allenatori che parlavano lì vicino.
“Oh santo Zapdos, sul serio?” Disse una ragazza.
“Si, è la decima volta questa settimana. Sta diventando davvero problematico. Potrebbe esserci il Team Rocket dietro tutto questo.”
Ora avevano la sua completa attenzione. Notò che pure Abra si era voltato, qualcosa di soprendente per un Pokémon tanto dormiglione “Scusa.” Chiese decidendo di non limitarsi ad origliare “Hai detto Team Rocket?”
Quello che pareva essere il più informato, un ragazzo della sua età o di uno o due anni più grande, annuì “Si, mai sentito parlare del Ladro Notturno?”
“Ladro Notturno?”
“Qualcuno sta rubando i Pokémon di quelli che lasciano la Pensione durante la notte. Ti arriva alle spalle, ti colpisce in testa e una volta tramortito sconfigge i tuoi Pokémon e li ruba, con la Ball e tutto.” Rabbrividì “Non oso immaginare cosa accadrebbe a me o al mio Meowth.”
Blu pensò per un istante “Ma perché nessuno sta facendo nulla a riguardo? Sono certo che manderebbero un agente di polizia per controllare, no?”
“Beh, lo hanno fatto, ma le pattuglie non possono essere ovunque. Quando sorvegliavano la Pensione i furti sono avvenuti all’entrata e all’uscita del Percorso, e quando si sono spostati per controllare le zone del Percorso, il ladro ha fatto altrettanto attaccando chiunque nei pressi della Pensione.” Scosse la testa “Ci credi che esiste gente che è caduta così in basso?”
“Purtroppo si...” Disse Blu “Grazie dell’informazione.”
“Di niente. Cerca di spargere la voce, a quanto pare non tutti gli allenatori si aggiornano sulle notizie.”
Blu annuì, ma era già assorto dai suoi pensieri.
-
“Ti prego, dimmi che non sta pensando a quel che temo...” Disse Pidgeotto guardando preoccupato il suo allenatore.
“Oh, invece lo pensa eccome.” Rispose Abra con un sorriso.
“Vuole dare la caccia al ladro, vero?” Chiese Wartortle. Abra annuì “Santissimo Arceus, perché devo avere un allenatore così irresponsabile?”
“Ma che dici? E’ fantastico!” Protestò Rattata sorridendo. Abra annuì dimostrando il suo sostegno verso l’idea.
“Fantastico certo, a meno che tu non ti sia scordato cos’è successa l’ultima volta, dove è stato malmenato e portato all’ospedale, e noi siamo riusciti solamente a salvare solo alcuni degli oggetti rubati e per poco non prendevano anche noi. Ed è successo appena dieci giorni fa!” Urlò Pidgeotto attirando a sé lo sguardo di vari Pokémon e umani nelle vicinanze. Ciò testimoniava quando fosse concentrato Blu, visto che non si era minimamente voltato per guardare il Pokémon.
“Ma lì noi non eravamo nella squadra.” Rispose Rattata “Ero un nemico, più o meno, lui un Pokémon selvatico e lui uno Squirtle. Dacci almeno un po’ di fiducia, siamo migliorati molto da allora. La squadra è più grande, noi siamo più forti e lui si è evoluto.”
“Peccato che non abbiano neppure idea di quale sia la situazione! Stiamo parlando di qualcuno che può sconfiggere facilmente Pokémon allenati ed eludere la polizia.” Si lamentò Wartortle.
“Sconfigge e rapisce! Non possiamo semplicemente stare seduti qui a non far nulla! I Pokémon che si trovano qui sono in pericolo!” Disse Abra, mentre Rattata annuì con decisione.
“E cosa dovremmo fare? Se si tratta davvero del Team Rocket, il che è possibile, non c’è la possibilità che se ne sia già andato? Nessuno sà cosa il Team Rocket faccia ai Pokémon rubati, ma di certo sono bravi a non lasciare tracce.” Fece notare Pidgeotto con tono serioso.
“Beh, dovremmo...”
La discussione fu interrotta dal lungo sospiro del loro allenatore. Tutti e quattro lo guardarono notandolo borbottare. Potevano sentirlo anche “La cosa giusta o la cosa furba?” Li guardò “Siamo diventati più forti rispetto all’ultima volta, ma sarebbe giusto rischiare tutti voi?”
Abra alzò il pollice mentre Rattata annuì. Sorpreso Blu guardò Pidgeotto e Wartortle. Entrambi lo guardarono con incertezza. Dopo un momento, Wartortle annuì con esitazione “D’accordo, facciamolo, ma se perdiamo sarà colpa tua.”
Pidgeotto sembrava il più incerto. Guardò Blu, poi Wartortle e poi Rattata ed Abra. Comprendendo chiaramente che nessuno avrebbe detto nulla, alzò semplicemente le ali per aria “D’accordo! D’accordo! Facciamo la cosa onorevole e terribilmente stupida, perché no del resto?! Cosa mai potrebbe andare storto?” Guardò di nuovo Blu e annuì.
Blu sorrise e Pidgeotto non potè fare a meno di sorridere a sua volta. Per quanto l’idea fosse stupida, era fiero che il suo allenatore volesse farlo.
-
Darken stava andando verso sud sul Percorso 17, la Pista Ciclabile: un ponte artificiale che era l’orgoglio di Kanto, una vasta struttura costruita sopra a delle piccole e sterili isolette, formando un ponte di terra che collegava direttamente Azzurropoli a Fucsiapoli. Alcuni lo consideravano la versione moderna dei ponti di legno costruiti sulle coste ad ovest, ideate per collegare varie isole e promontori, ma le dimensioni di questa struttura erano di gran lunga maggiori. Il Percorso 17 era uno dei più lunghi di tutta Kanto ed era abbastanza largo da permettere ad un centinaio di persone di attraversarlo avanti e indietro.
Poteva richiedere una settimana per raggiungere Fucsiapoli a partire da Azzurropoli, ma quella era una strada rapida e sicura che poteva dare una grossa mano agli allenatori. E proprio in quella strada Darken incappò in un problema.
Una banda di motociclisti gli stava completamente bloccando il passaggio con due di loro che lo fermarono non appena si era avvicinato. Entrambi erano montati su grosse motociclette nonostante fosse abbastanza sicuro che non fossero consentite, ma era chiaro che ai due non importava “Posso aiutarvi?” Chisese, cercando di non sembrare troppo nervoso.
“Vattene.” Disse con un sorriso il tipo a sinistra, un uomo alto e magro con una cresta scura. Darken fu disgustato quando notò i suoi numerosi denti marci “Questo percorso adesso è proprietà del capo e dei Prescelti di Giratina. Gli allenatorucoli come te devono pagare una tassa.”
“Ah, quindi mi basta solo pagare per passare. Quanto volete?” Disse Darken perplesso. I due si guardarono a vicenda e poi risero.
“Beh, devi solo darci la tua bici, i tuoi Pokémon e qualsiasi cosa di valore tu abbia.” Disse il secondo una volta smesso di ridere, un uomo alto e calvo “Vattene, o ci prenderemo noi cura di te.”
Il giovane allenatore annuì e tornò indietro cercando di capire cosa fare. Fece ritorno alla Casa per Allenatori più vicina e capì subito l’atmosfera nella stanza: tutti erano arrabbiati quanto lui per via di quella situazione.
Gran parte degli allenatori stavano pensando in un angolo, cercando di capire cosa fare o discutendo ad alta voce sulla questione attorno ad un tavolo centrale.  Non aveva dubbi sul gruppo con cui volesse stare.
“Non possiamo permettere che facciano merdate del genere!” Gridò una ragazza, mentre il suo Jigglypuff imitava la sua espressione seriosa.
“Già, è assurdo! Dov’è la polizia?” Continuò una ragazzo con un Machoke, anch’esso con uno sguardo furioso.
“L’abbiamo già contattata, ma dice che si tratta di un gruppo troppo numeroso e che occuparsi di loro sarebbe complicato. Stanno cercando di avere il supporto dalla Lega, ma ci vogliono delle procedure per cose del genere. Ci vorranno giorni prima che i Capipalestra o un Superquattro riescano ad essere liberi per occuparsene.” Disse un uomo alto con un uniforme che Darken riconobbe come quella per chi lavora alla Casa per Allenatori, una divisa senza maniche con il simbolo di una Poké Ball “Vi prego di capire, noi ci auguriamo il meglio per gli allenatori. Ma per il momento possiamo solo suggerirvi di tornare indietro ed aspettare.”
“Perché invece non combattiamo?” Chiese qualcun altro. Tutti guardarono la ragazza bassa dai capelli neri che aveva posto la domanda.
“Lo sconsiglio. I Prescelti di Giratina si fanno vedere una o due volte all’anno, picchiano chiunque tenti di affrontarli da soli e scappano non appena vedono un Capopalestra o un Superquattro. Seriamente, suggerisco di aspettare o di prendere la strada più lunga. Mi dispiace davvero.”
La ragazza dai ceplli neri sbuffò “Suvvia, siamo tutti allenatori, molti di noi sono già abbastanza abili. Se collaboriamo possiamo scacciarli!” Gridò “Una ragazza della mia età aveva guidato una lotta contro il Team Rocket, seriamente ce la facciamo sotto per un gruppo di stupidi motociclisti?”
Darken pensò agli articoli che aveva letto. Era vero, una ragazza aveva guidato una battaglia ai danni del Team Rocket assieme ad altri due allenatori, ma aveva dalla sua parte tutti quelli della Casa per Allenatori, quindi...”
“Non penso sia una buona idea.” Disse “A meno che tutti non siano disposti a farlo, allora avremo una possibilità ,a se non fosse così.
“E’ quello che dico! Dovremmo unire le forze e combatterli tutti insieme!”
“Si, dovremmo. Ma molte persone qui non lo faranno.” Disse “Non tutti vogliono rischiare il loro Pokémon senza alcun motivo.”
“Quindi te ne starai seduto qui ad attendere?” Chiese.
“Sto solo dicendo che non è una buona idea affrontarli se sono così bravi da richiedere le attenzioni dei Capipalestra o anche dei Superquattro. Nina, Erika o qualcun altro alla fne arriveranno di sicuro. Dobbiamo solo aspettare.”
“Io dico di no.” Disse un altro ragazzo accanto a lui, il quale si voltò “La ragazza ha ragione. È una banda di motocicliti. Possiamo farcela da soli.”
La ragazza dai capelli neri sorrise “Si, è quello che dico. Andiamo, affrontiamoli e-”
“E perdiamo!” Commentò Darken “Oppure qualcuno di voi è al livello di un Capopalestra a piena potenza?”
Ci furono molti brontolii e Darken capì ch rapidamente che le persone nella stanza si stavano solo dando delle arie. Circa la metà di loro era pronta a seguire la ragazza, mentre l’altra metà era d’accordo con lui sull’aspettare che il problema si risolvesse.
“Beh, noi andiamo.” Disse con un sorriso “Quando vinceremo, saprai  chi ringraziare.”
“Ripeto, è una passima idea.” Disse Darken, ma il gruppo se ne andò. Non poteva fare a meno di chiedersi perché fosse tanto sicura di sé.

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Capitolo 35
*** Menzogne e Furti ***


Blu sorrise richiamando Wartortle per poi dirigersi alla Pensione. Sorrise prendendo una bottiglia d’acqua. Il suo giorno di allenamento era andato alquanto bene e la trappola che aveva ideato era semplice, ma probabilmente avrebbe funzionato.
Si guardò un po’ a torno, e poi si diresse verso un gruppo di allenatori che discutevano sui loro allenamenti ‘Se il ladro sceglie la sua preda anziché attaccare allenatori a caso, di certo non gli dispiacerà se dovessi dire in giro di essere una preda appetibile.’
Guardò gli allenatori. Molti di loro, da quanto stava sentendo, stavano discutendo su consigli d’allenamento alquanto normali. Dopo potersi comprare delle Pietre evolutive, quale Pokémon si è evoluto di recente, e così via. Dopo aver ascoltato un po’, non apena la discussione frenò un attimo, lui si intromise.
“Me la sto cavando piuttosto bene.” Disse, e la maggior parte degli allenatori si rivolsero in sua direzione, interessati da quello che stava per dire “Penso che il mio Abra sia prossimo all’evoluzione.”
“Oh, hai un Abra? Sono piuttosto rari.” Chiese un allenatore e Blu annuì.
Molti di loro sembrarono sorpresi ‘Certo, un Abra non è facile da incontrare per dei giovani allenatori, specialmente per colpa del Team Rocket. Sfortunatamente se non si sà dove cercarne uno, difficilmente è possibile imbattersene.’
“Già, e presto sarà un Kadabra.”
“Grande.” Disse l’allenatore più vicino, con capelli castani e pensieroso “Se vuoi dei consigli possono dartene.”
“Oh, sarebbe fantastico...” Rispose Blu annuendo.
Trascorsero un po’ di tempo a discutere sui pro e i contro nell’uso di Teletrasporto in battaglia, su quanto fosse efficace Confusione su altri Pokémon Psico, e roba del genere. Alla fine, gran parte della folla si mise ad ascoltare, il che era perfetto per Blu. Più persone avrebbero saputo che lui aveva un Pokémon raro, più era probabile che anche il ladro lo venisse a sapere.
Dopo un po’ si scuso, dicendo di aver programmato un allenamento notturno quella sera, e si ritirò nella sua stanza per mangiare e finalizzare gli ultimi preparativi. Dopo qualche ora di riposo, si recò all’esterno. Era notte fonda, era giunto il momento. Toccò le quattro Poké Ball sulla cintura ed annuì. Con sguardo calmo uscì.
Di notte la strada non era del tutto buia, dato che vi erano dei lampioni installati in punti strategici lungo la strada, ma c’erano comunque ampie zone scure fra l’uno e l’altro. Non c’era alcun poliziotto in giro, il che significava che il ladro avrebbe potuto essere al prossimo lampione. Pure gli alberi avrebbero potuto essere un buon nascondiglio. Al momento, nessuno si era avvicinato, da nessuna direzione, perciò prese la strada verso nord.
La strada era serena e tranquilla, non c’era nessuno in giro tranne lui ed una coppia di tende che incontrò lungo il cammino. Era strano secondo lui accamparsi tanto vicini ad una Casa per Allenatori, ma alcune persone lo preferivano. Si chiese il perché...
Poi mentre camminava in una zona più buia, vicino ad un albero, sentì qualcosa colpirlo sulla parte posteriore della testa. Ci fu un sussulto e cadde a terra.
-
Il cosidetto Ladro Notturno, un uomo alto con una maschera da Gengar con tanto di spuntoni sulla parte posteriore della testa, abbassò lo sguardo verso la sua nuova preda. Non c’era nessuno in giro, eccezion fatta per quelle poche tende per strada, le quali erano tutte buie, quindi o chi le occupava non c’era o stavano dormendo.
Aveva tenuto d’occhio quel giovane allenatore durante le giornate precedenti. Il suo Abra ed il suo Wartortle sarebbero stati un’ottima conquista. Mentre muoveva la mano in direzione delle Poké Ball, si rese conto che qualcosa non tornava. Di solito, nel momento in cui l’allenatore cadeva a terra i suoi Pokémon uscivano dalle loro Ball per attaccarlo. Ma questa volta nessuno si mosse.
‘Non può aver...’ Pensò, poi qualcuno lo attacco da un lato. Il Pistolacqua lo fece scaraventare indietro contro un albero, e quello che vide dopo furono gli artigli di un Pidgeotto fin troppo vicini alla sua faccia... e l’allenatore si rialzò.
“Ah, ha fatto molto più male di quello che mi aspettassi.” Disse “Non potevi proprio fermarlo, vero?” Chise. Con sopresa del ladro fra gli alberi emerse un Kadabra che scosse la testa sulla difensiva, mentre Blu continuava a massaggiarsi la parte posteriore della testa “Si, lo so che dovevamo renderlo credibile, ma avresti potuto ammortizzarlo un po’ di più. Pensavo sarei svenuto sul serio.”
A quel punto un Rattata iniziò a masticargli la cintura che cadde. Con un rapido movimento la trascinò via assieme alle cinque Poké Ball. Il ladro fece un respiro profondo. Non c’era motivo di andarsene, non ancora, ragionò, mentre si mise le mani in tasca per premere un bottone “Come sapevi che-”
“Che mi stavi braccando? Suvvia, non ho tenuto nascosto il fatto che avessi un Abra, beh, un Kadabra ormai, e un Wartortle. Oggi ne avevo addirittura parlato nel salone principale. Non ci voleva un genio per capirlo.”
Il ladro grugnì. Gli pareva strano, ma aveva pensato fosse solo molto socievole. Lo aveva già visto parlare con altra gente senza problemi, perciò il fatto che lo avesse rifatto non era di certo una sorpresa “E avevi mentito sul fatto che Abra non si fosse ancora evoluto, in modo che non sapessi che tu avessi un Pokémon con poteri psichici di questo calibro. Astuto ragazzo, davvero astuto. Avevi preparato tutto.”
“Risparmiami i complimenti, ora chiamo la polizia in modo che ti sbattino dentro. E poi, cosa ne hai fatto dei Pokémon rubati?”
“Beh, questo è il tuo primo errore.” Disse con un sorriso che lo fece sembrare ancora di più un Gengar “Non sono i Pokémon che ho rubato, ma i Pokémon che ABBIAMO rubato.”
La sorpresa sopraffò il volto di Blu, e quando si voltò vide Kadabra essere attaccato all’improvviso da un Raticate.
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“Ovvio che ce ne fossero due!” Gridò Kadabra, rialzandosi dopo l’impatto con l’Attacco Rapido, mentre una seconda persona, ora una donna con una maschera da Haunter, emerse da un albero “Questo spiega come mai il ladro era così abile ad eludere la polizia. Con più di una persona è possibile tenere d’occhio qualsiasi pattuglia, in modo che altri possano attaccare altre zone.”
“Davvero interessante detective, ma che ne dici di darmi una mano?” Chiese Raticate mentre il suo Megapugno c’entrò l’aria non appena Raticate saltò di lato per schivare il colpo per poi rispondere con un Iperzanna. La Ritirata di Wartortle riuscì a ridurre un po’ i danni del colpo, poi Raticate fu scagliato via contro un albero grazie ad un Confusione. Kadabra si accigliò. La sua nuova mossa offensiva era buona, ma non era ancora abituato ad usare i suoi poteri su altri esseri al di fuori di sé stesso “Grazie.” Disse Wartortle ansimando e guardando la donna mascherata avvicinarsi verso Blu.
“Sei alquanto bravo ragazzino.” Disse con un sorriso “Ma per tua sfortuna, non ci sono gli sbirri per strada stasera, perciò non eravamo lontani fra noi. Peccato. Stavo tenendo d’occhio un’altra preda.” Aprì un’altra Poké Ball, ed un Arbok si avventò subito contro Rattata. Il Pokémon non fuggì, ma rispose con Attacco Rapido, ma il Pokémon Veleno incassò il colpo per poi scagliarlo via con un violento morso “Ammetto che è stato divertente, ma è ora di chiuderla qui. Ci darai i tuoi Pokémon e noi-”
Qualsiasi cosa stesse per dire, fu interrotta da qualcosa che sorprese persino Kadabra. Blu le caricò addosso colpendola alla pancia con una testata “Mi sono rotto di gente come voi!” Gridò, mentre lei inciampò di nuovo “Sono stufo di persone che pensano di rubarmi i Pokémon sia una soluzione per sbarazzarsi di me solo perché sono delle merde come allenatori! Mi hai sentito? Non vi darò un solo Pokémon. Non m’interessa se siete del Team Rocket o solo due idioti che pensano di aver trovato il mestiere dei loro sogni, voi non li avrete. Kadabra, Confusione su Arbok!”
Il Pokémon annuì e si voltò immediatamente, scaraventandolo in aria per poi trascinarlo sull’erba fino a farlo sbattattere contro un albero ‘Quindi i Pokémon Veleno sono davvero molto sensibili ai miei attacchi.’ Pensò con un sorriso.
La ladre rimase senza fiato per un po’ e lanciò un’occhiata omicida verso Blu “Maledetto moccioso! Volevo andarci piano con te...” Aprì altre due Poké Ball ed uscirono un Haunter ed un Vileplume, ma il primo fu immediatamente scaraventato via da Kadabra soprendendo lei ed il suo stesso allenatore.
“Sono con te ora.” Disse l’altro Ladro Notturno rialzandosi. Con sorpresa Kadabra si rese conto che Arbok aveva lanciato Rattata in sua direzione, e con esso... la cintura che aveva preso. Pidgeotto attaccò in sua direzione, ma il ladro lo scacciò lanciando via Rattata. Per poter prendere il Pokémon prima che si facesse male, Pidgeotto fu costretto ad allontanarsi, permettendo all’uomo di poter schierare un Raticate grasso e dal pelo scuro.
‘Si, sarà dura...’ Pensò Kadabra tenendo d’occhio i Pokémon Veleno e quello Normale. Il Raticate grasso sembrava minaccioso, ma sopratutto lo percepiva come un’ombra con i suoi poteri psichici “Wartortle, puoi tenere occupati l’Haunter ed il Raticate grasso? Probabilmente riesco ad occuparmi degli altri tre.”
“Riguardo Pidgeotto e Rattata?” Chiese Wartortle. In risposta Pidgeotto posò Rattata sull’erba e si avvicinò a Blu mettendosi accanto a lui.
“Mi sono messo d’accordo con lui prima. Se avessimo dovuto combattere, avrebbe dovuto proteggere Blu. Possiamo fidarci. Per quanto riguarda Rattata, è veloce, ma non forte, ma sono certo che potrà aiutarci a modo suo.”
Wartortle annuì, poi balzò per schivare un Iperzanna dallo strano Raticate, per poi contrattaccare con Pistolacqua. Nel frattempo l’uomo con la maschera da Gengar schierò un Houndour.
“Ti va bene se ti prendi cura anche di lui?” Chiese Kadabra “Non so cosa sia quel Raticate, ma quell’altro è il mio predatore naturale, non ho intenzione di avvicinarmi a lui.”
Wartortle annuì e Kadabra si concentrò sui suoi avversari. Sorrise vedendo un Pistolacqua colpire l’Haunter per attirare la sua attenzione, mentre lui fece la sua parte mandando fuori gioco Vileplume prima che potesse attaccare Wartortle.
“Sarà dura...”
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Rattata stava correndo. Sapeva di non poter lottare allo stesso livello degli altri sul campo offensivo. Quindi quello che poteva fare era la stessa cosa che aveva pensato di fare con il Team Rocket. Balzò in avanti a bocca spalancata e morse la mano dell’uomo mascherato. Con un urlò scaglio via il tipo... assieme alla cintura con le Poké Ball che aveva in mano. Rattata balzò e la prese a mezz’aria per poi andarsene via. Quando i Pokémon dentro uscirono fuori, era già abbastanza lontano.
“Sei coraggioso ragazzo.” Disse il Murkrow con sguardo triste “Ma è una sfortuna che tu debba morire qui.”
“Io direi che è una fortuna invece.” Aggiunse la Umbreon “Ti assicuro che mi divertirò un mondo a finirlo.”
“Si.” Concluse l’Houndoom “Ma la preda è mia, in qualità di capobranco e in assenza del nostro comandante.”
Gli altri due grugnirono, ma senza reagire preferendo invece concentrarsi sulla lotta principale. Rattata cercò di intercettare l’Umbreon, dato che sapeva che sarebbe stato inutile provare a fermare il Murkrow. Sentì il fuoco di un Lanciafiamme alle sue spalle, ma con un Attacco Rapido riuscì ad atterrare su un fianco della Umbreon, facendola rotolare via. Il Lanciafiamme riuscì a bruciacchiargli solo la parte posteriore della coda, ma per il resto, stava bene.
Umbreon si rialzò immediatamente, per poi scrollarsi la pelliccia causando una pioggia di veleno. La Tossina volò verso Rattata, ma riuscì a tenersi fuori dalla sua portata... ma non da quella di un secondo Lanciafiamme, che questa volta lo colpì in pieno, scaraventandolo via come fosse una palla di fuoco.
“Ho detto che è la mia preda.” Ringhiò furioso l’Houndoom “O hai qualcosa in contrario?”
“Mi ha attaccato e dunque mi sono difesa. Non l’ho ferito più del dovuto apposta. Non chiedermi l’impossibile.”
Rattata si rialzò. Poteva sentire le ustioni su tutto il corpo a causa del colpo “Sarà difficile.” Si lanciò in avanti colpendo l’Houndoom al petto. Il Pokémon sorpreso fece qualche passo indietro barcollando, prima di abbassare le zampe e ruggire mentre eseguiva un Morso.
‘Si, prendi di mira me. Concentrati su di me.’ Pensò Rattata voltandosi per poi usare Morso su Umbreon. Il nemico se lo scrollò di dosso e soffiando per il dolore. Si voltò per guardare la lotta in corso. Pidgeotto stava lottando contro Murkrow il quale si era avvicinato a Blu, che invece stava urlando ordini agli altri. Vide l’Houndour scagliato via a causa di un Pistolacqua di Wartortle per poi cadere a terra sconfitto e sorrise. Sfortunatamente ciò permise al colpo seguente di Houndoom, Morso, di connettere e scagliarlo via.
“Vai.” Disse alla Umbreon, ma prima che lei potesse muoversi fu colpita ad un fianco con Attacco Rapido. Riuscì ad usare Protezione in tempo, ma dovette comunque fermarsi. Indebolito, ma ancora in piedi, Rattata si mise davanti ai due.
“Nessuno... di voi... passerà...” Mormorò “Gli altri... vinceranno... e io li... aiuterò... trattenendovi...”
“A malapena ti reggi in piedi.” Rispose Umbreon “Cosa farai? Ci annoierai fino alla morte?”
Sorrise, poi sfrecciò di nuovo in avanti con Attacco Rapido “Sono il più veloce della mia squadra.” Disse colpendo Houndoom per poi usare il suo corpo come trampolino e saltare verso Umbreon colpendola con Morso “Dovreste fermarmi prima di cantere vittoria.”
Houndoom sputò un Lanciafiamme, mentre l’aria si fece rovente e scoppiettò davanti a lui. Rattata rotolò via, il suo corpo bruciava di dolore ‘Si, non posso resistere ancora a lungo...’ Pensò ‘Dovrei essere più forte... per poterli trattenere più a lungo....’
Poi sentì qualcosa. Il suo corpo si ingrandì, i denti e gli artigli divennero più affilati. C’era una luce che lo illuminò durante la notte, e poi era in piedi come un Raticate. Rattata ora era un Raticate, sentì i suoi istinti primordiali. Gridò, avanzò con una carica avventata, si sentì quasi più leggero mentre attaccava Houndoom con un Attacco Rapido scaraventandolo via e lasciando la Umbreon senza parole. Riuscì comune ad usare Protezione in tempo, creando una barriera fra lei e l’Azione seguente. Ma a Raticate non importava, atterrò e attaccò nuovamente non appena lo scudo smise di esistere. Era più forte, il suo corpo bruciava, era come un fuoco, ma non provava dolore, ma solamente rabbia. Attaccò con Iperzanna senza neppure rendersi conto di cosa stesse facendo, ed Umbreon gridò per il dolore non appena le zanne la colpirono.
Un Lanciafiamme lo colpì facendolo indietreggiare. Ora lo aveva sentito, ma non si fermò, attaccava ancora e ancora. Il suo seguente Iperzanna fu contrastato da una Lacerazione, le zanne e gli artigli impattarono scagliando indietro i due Pokémon. Rotolò a terra di nuovo ansimando. Qualsiasi cosa fosse successa durante l’evoluzione, ora si stava fermando. Stava riprendendo a sentire di nuovo dolore, non ci sarebbe voluto molto prima che arrivasse ad un punto in cui non poteva più sopportarlo ‘Mi dispiace... non posso resistere oltre...’ Pensò mentre un altro Lanciafiamme fu scagliato contro di lui. Chiuse gli occhi, incapace di schivarlo, ed un Pistolacqua colpì il fuoco spegnandolo. Sorpreso Raticate si voltò vedendo un Wartortle ansimante con la bocca che gocciolava acqua. Dietro di lui poteva vedere i due Pokémon che sono stati sconfitti per poter correre da lui.
“Ottimo lavoro amico...” Disse ansimando “Hai davvero del fegato...”
Raticate sorrise prima di cadere a terra.
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“Dunque, ho sconfitto questa mezzatacca per affrontarne un’altra?” Chiese Houndoom. Wartortle digrignò i denti.
“Non osare. Raticate da solo è riuscito a trattenervi. E’ il miglior compagno di squadra che si possa desiderare.”
“Eppure ha perso. E’ questo quel che conta.” Rispose con calma Houndoom, mentre sorrideva inquietantemente guardandolo negli occhi.
“Dillo a lei.” Disse Wartortle. Houndoom si voltò vedendo Umbreon a terra sconfitta. Ringhiò mentre Wartortle ridacchiò “Suvvia cucciolo troppo cresciuto, diamo il via alle danze.”
E così si lanciarono all’offensiva.

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Capitolo 36
*** Tante Domande ***


Blu lanciò un’occhiataccia ai ladri. Nonostante Wartortle sembrasse gestire i propri avversari la situazione era comunque pessima. Murkrow e Pidgeotto se la stavano contendendo ad armi pari, sebbene avesse pensato che quest’ultimo fosse in vantaggio. L’Haunter era a terra, ma l’Arbok e la Vileplume non erano ancora stati sconfitti. Il Pokémon cobra ansimava, ma partì comunque all’offensiva contro Kadabra. Il problema principale era il supporto che offriva Vileplume, il quale si metteva in mezzo ogni volta che Kadabra rimaneva scoperto per colpirlo come Megassorbimento, riuscendo a curarsi nel mentre e qual’ora Kadabra si concentrava su di lei, Arbok gli balzava addosso con Morso, mossa di cui il Pokémon era chiaramente intimorito. Poi c’era il Raticate, Wartortle era già riuscito a sconfiggere quello con la pelliccia nera, ma quello normale era riuscito a rialzarsi dopo aver subito un Megacalcio in faccia per fare un’imboscata a Kadabra. Se si fosse concentrato sugli altri due, Raticate gli sarebbe saltato addosso all’istante. A Blu non piaceva quell’eventualità.
“Voi due!” Gridò “Quattro dei vostri Pokémon sono andati, mentre gli altri non resisteranno a lungo. Arrendetevi e basta!” Sapeva che era improbabile che lo facessero, ma finché avessero parlato con lui piuttosto che dare ordini ai Pokémon, c’era ancora la possibilità di uscirne vincitore. La mossa di Rattata nel rubare la cintura era stata astuta, ma era preoccupato per lui. Certo, Wartortle era corso in suo soccorso, probabilmente anche lì la situazione era brutta. Doveva raggiungerlo ed aiutarlo.
“Ti piacerebbe! Certo, alcuni dei nostri Pokémon ti hanno sottovalutato, ma non è di certo un problema! Quel Kadabra è al limite e gli altri riescono a malapena a tenere testa i nostri Pokémon.”
Blu era costretto a concordare. I loro Pokémon erano chiaramente più forti dei suoi, o almeno alcuni di qualli completamente evoluti. Se avesse dovuto provare ad indovinare, gli altri erano aggiunte recenti della loro squadra. Nel complesso però, la loro era superiore alla sua sia in potenza che in resistenza ‘Allora perché?’ Si ritrovò a chiedere “Perché lo stata facendo? Con Pokémon così forti, potreste condurre una vita felice come allenatori, potreste partecipare alla Lega o cose del genere. Perché condurre una vita criminale con abilità simili?” Chiese. Era una buona domanda, una che sparava li avrebbe tenuti impegnati. Guardò Kadabra ed indicò il Raticate e poi la Vileplume con un rapido movimento. Il Pokémon Psico annuì.
I due si guardarono a vicenda, non notando il gesto e risero “Non ci interessa. Abbiamo un debito da ripagare. Una certa persona ci ha aiutato e faremo ciò che ci dice, anche se dovesse essere pericoloso o illegale. Ecco come stanno le cose.” Disse la donna mascherata.
In quel momento il Raticate rimbalzò da terra e fu scagliato via dalla Confusione, colpendo in faccia la Vileplume. Il Pokémon Erba barcollò ed immediatamente Kadabra cambiò bersaglio dal Ratto al Fiore, scagliandola in aria per poi farla schiantare a terra. Arbok morse un braccio di Kadabra, il quale sussultò dal dolore prima che gli brillassero gli occhi facendo volare via il serpente contro un albero. Il Pokémon sorrise trionfante vedendo il Pokémon Veleno finalmente cadere a terra, prima che tre liane verdi si estendessero dal fiore di Vileplume e lo drenassero. Blu lo richiamò prima che cadesse a terra, ma sorrise nervosamente comunque. Far vacillare il loro lavoro di squadra anche solo per un secondo aveva mandato fuori gioco sia Raticate che Arbok.
“Dannazione.” Mormorò la donna, prima di indicare Vileplume “Bene Vileplume, mettilo a dormire.”
Ora Vileplume era il problema. Blu alzò lo sguardo verso Pidgeotto, il quale era impegnato a combattere contro Murkrow. Wartortle e Rattata non erano ancora tornati, il che significava...
“Raffica su Vileplume!” Gridò e Pidgeotto indietreggiò immediatamente dagli attacchi del Murkrow scatenando una folata di vento che fece indietreggiare Vileplume, la quale rotolò via. Si alzò nuovamente, ma con fatica, ma Pidgeotto la seguì con un Attaco Rapido ed il fiore cadde a terra.
Blu sorrise, ma prima che potesse cantare vittoria, Murkrow attaccò. Un’energia oscura circondò le sue ali e colpì Pidgeotto, l’Inseguimento lo fece cadere a terra.
“La... conosceva?” Chiese sorpreso.
“Certamente. Pensavi che non avessi un asso nella manica?” Chiese l’uomo con un sorriso “O anche due.” Mise una mano dietro la maschera, toccando uno degli spuntoni. Con un sorriso tirò fuori una Poké Ball, ed aprendola ne uscì fuori un Muk multicolore, diverso da quelli che conosceva Blu. La donna sbuffò dopo quella mossa, ma fece la stessa cosa con uno degli spuntoni della maschera di Haunter, e schierò un Muk normale.
“Beh, il tuo tempo è scaduto ragazzo. Ci hai provato.” Rispose l’uomo mentre il Murkrow si appollaiò sulla sua spalla.
Blu serrò i denti, non c’era traccia di Wartortle o Rattata. Nessuno che lo potesse aiutare ‘Cosa faccio?’ Si chiese ‘Ho messo in pericolo tutti. E adesso che faccio? Cosa posso fare?’ Iniziò a riflettere. Pidgeotto si rialzò lentamente, ma non sarebbe stato abbastanza contro i due Muk ‘Cosa faccio?’
Poi ci fu una voce lenta e calma, quasi un borbottio che udì a malapena “Fulmine.”
Una brillante scarica di luce cadde dal cielo, colpendo direttamente il Muk più vicino. Ma Blu si era focalizzato in quelle parole, era una voce che conosceva fin troppo bene.
“Ciao Rosso. Da quanto che non ci si vede.” Riuscì a dire girandosi, vedendo un allenatore più basso di lui con capelli scuri ed un Pikachu assieme a lui. Era da lì che era partito il Fulmine.
L’allenatore dai capelli scuri sorrise, ma non disse nulla, come suo solito. Il più delle volte Rosso era una persona strana. Uno dei migliori allenatori di Biancavilla, Blu si era aspettato di affrontarlo in finale. Se solo non avesse perso contro Draconix, forse sarebbe stato lui il suo avversario in finale.
“Beh, sono felice di vederti. Avevo davvero bisogno di una mano. Cos’hai?” Chiese con un sorriso compiaciuto. Non avrebbe mai ammesso che era sul punto di arrendersi fino ad un attimo fa, specialmente per sé stesso.
Rosso si toccò la cintura. Un Charmeleon dorato e una Wartortle uscirono fuori piazzandosi davanti ai due ladri. Pidgeotto sfruttò la loro sorpresa per uscire dal loro raggio d’azione.
“Vedo che vuoi andarci giù con stile. Ed Ivysaur?” Chiese Blu. Rosso sorrise ed indicò il Pokémon Erba appena visibile nell’oscurità mentre avanzava correndo dirigendosi in un punto in cui erano visibili delle fiamme “Lo hai notato?” Chiese l’allenatore dai capelli castani, ma l’altro si limitò ad annuire “Dovresti davvero lavorare sulle tue capacità comunicative. Ad ogni modo.” Si rivolse agli altri “Sembra che la situazione sia cambiata. Cosa farete?” Chiese “Arrendersi rimane un’opzione.”
-
Wartortle si chinò sotto la fiamma nera, la sua coda puzzava di pelo bruciato mentre avanzava correndo a quattro zampe. Quando si ritrovò proprio davanti ad Houndoom, si rialzò per scagliargli un Megapugno. La mascella del cane fu chiaramente colpita ed esso indietreggiò. Con un rapido movimento però, non cessò la fiammata, ma la reinderizzò per colpire Wartortle. Il Pokémon provò una sensazione di bruciore e si contorse dal dolore.
“Tossina in un Lanciafiamme... Fa davvero male.” Borbottò sentendo il proprio corpo indebolirsi.
“Mai quanto i tuoi Megapugni.” Ammise Houndoom reggendosi a malapena. Entrambi i Pokémon sapevano che il prossimo attacco sarebbe stato decisivo mentre si lanciarono uno contro l’altro.
Poi all’improvviso, una pioggia di pietre luminose fecero volare all’indietro Houndoom che cadde a terra sconfitto. Wartortle lo guardò confuso mentre smetteva di correre. La sua confusione crebbe quando vide un Ivysaur entrare in scena “Hey.” Disse semplicemente “Tutto sistemato? In tal caso, torniamo dagli altri, hanno bisogno di noi.”
“Cosa?”
“Forzantica.”
“Come Giratina fai a conoscere Forzantica?”
“La conosco da sempre.”
L’espressione di Wartortle cambiò dal confuso al perplesso “Tutto qui?”
“Già.” Rispose “Adesso datti una mossa, il tuo allenatore ti sta aspettando.” E detto questo iniziò a correre nuovamente verso gli altri.
“Ho così tante domande.” Borbottò Wartortle prima di prendere Raticate sulle spalle ed iniziare a correre.
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“Ho così tante domande.” Disse Pidgeotto. Era... confuso.
Iniziò ad essere confuso quando la Wartortle puntò il dito contro il Muk multicolore. Inizialmente si era aspettato che una qualche mossa Acqua sarebbe uscita fuori dalla Pokémon Acqua. Poi lei sorrise, e ci fu una scarica statica mentre un Falcecannone fece volare via il Muk di vari metri.
“Fatti da parte...” Disse Charmeleon prima che le sue mascelle dorate si chiusero sul Murkrow con un potente Sgranocchio. Cosa che non fece altro che aumentare la sua confusione, dato che non aveva mai visto un Charmeleon farlo dopo aver vissuto per anni sul Percorso 1. Apparentemente aveva anche funzionato dato che il Murkrow era caduto a terra sconfitto.
“Beh, che senso ha saper usare queste mosse se poi non le mettiamo in mostra?” Disse la Wartortle con un ghigno malizioso. Charmeleon scosse la testa, mentre Pikachu avanzl sorridendo.
“Per una volta sono d’accordo con lei. E’ così divertente.” Bettè le mani ed iniziò a volteggiare circondato da un tornado di petali. Con movimenti eleganti, girò attornò all’ultimo Muk rimasto, colpendolo più volte schivando i Velenpuntura con balzi e piroette.
“Rosso.” Pidgeotto sentì dire al suo allenatore “Sei ufficialmente l’allenatore più strano che io conosca, e conosco uno specialista Spettro dall’aspetto di un punk emo ed un amante di draghi che urla nel sonno.” L’unica risposta che ricevette fu una risatina silenziosa.
Dopo un po, con un Murkrow sconfitto a terra ed un Muk che veniva colpito da “Rocce di Forzantica usate da un Ivysaur? MA CHE CAZ...” Pikachu smise di roteare, chiaramente intontito ed alzò una mano.
“Cambio.” Disse ansimando per poi beccarsi un Velenpuntura che lo fece rotolare all’indietro. Si rialzò di nuovo traballante, e Rosso si avvicinò a lui per prenderlo in braccio, mentre Wartortle sorrise.
“Zappy zap.” Disse semplicemente con tono allegro indicando col dito. Il Falcecannone seguente scaraventò in aria il Muk che si schiantò a terra... proprio davanti a Charmeleon, il quale aprì la bocca. Per un attimo Pidgeotto si chiese se non sarebbe uscito un Geloraggio dalle sue fauci, poi fece un sospiro di sollievo vedendo uscire un normale Lanciafiamme ‘Non me la sento neanche di chiedergli come la conosco. In confronto al resto è piuttosto minore.’ I suoi pensieri furono interroti da Wartortle, che si avvicinò a lui con un Raticate sulle spalle.
“Aspetta, quello è Rattata?” Chiese sorpreso.
“Si, sembra abbia dato tutto se stesso in quella lotta. E’ riuscito a sconfiggere una Umbreon e ad indebolire un Houndoom quando sono arrivato. Se devo essere onesto, anche con l’aiuto di quei tipi lì, credo che saremmo andati tutti all’altro mondo se non fosse per lui.”
Pidgeotto rabbrividì. Se fosse stato sconfitto anche un solo minuto prima, chissà se Rosso sarebbe riuscito ad arrivare in tempo. Molto probabilmente avrebbe solo trovato Blu sconfitto. Il Pokémon uccello guardò il suo allenatore e sospirò notando il suo sguardo di stupore, confusione e... delusione. Lo beccò con delicatezza per fargli notare Wartortle e Raticate e vide la sua espressione inorgoglirsi.
“Ottimo lavoro Rattata.. cioé... Raticate.” Disse, richiamandolo nella Poké Ball, per poi alzare lo sguardo verso il Pokémon Tartaruga “E anche tu Wartortle.” Poi lo guardò meglio “Tutto bene?” Il Pokémon sussultò per il dolore, poi annuì. Ciò preoccupò sia Pidgeotto che Blu, prese la Poké Ball di Wartortle “Meglio portarti in un Centro Pokémon poi. Per il momento riposati.” Il Pokémon Acqua annuì prima di entrare nella Ball dopo aver annuito anche a Pidgeotto, il quale annuì a sua volta.
“Andrà tutto bene.”
-
‘Ho così tante domande.’ Pensò il Ladro Notturno maschio. La più importante era, cosa stesse succedendo. Inizialmente il furto era stato messo a repentaglio, ma una volta arrivata sua sorella, avrebbe dovuto sistemare tutto. Prendere il Kadabra e il Wartortle, e magari anche gli altri due per sicurezza, e andarsene. Invece, prima i Pokémon del ragazzo si dimostrano tosti, e adesso... questo.
Guardò il suo Muk, il mucchio di liquido multcolore che si beccava una Forzantica e attaccava con Velenpuntura. L’unico lato positivo, era che almeno Muk poteva reggere quell’attacco “Cosa facciamo?” Chiese.
Pensò per un momento, poi scosse la testa “Richiama i tuoi Pokémon. Sta andando avanti per troppo tempo. Se aspettiamo ancora, quel ragazzo non sarà l’unico ad arrivare fin qui.”
Lui annuì “Va bene. Riesci a gestirli ancora per un po’? La mia cintura è ancora laggiù.” Disse.
“Sbrigati. Non so per quanto ancora riesco a reggere.” Disse, mentre il suo Muk colpiva la Wartortle scagliandola via. Avrebbe giurato di averla sentita ridacchiare ed applaudire mentre volava per aria e cadeva a terra, prima di correre via. Passò sopra Muk che si mise in mezzo per bloccare una Frustata dell’Ivysaur, visto che probabilmente mirava a lui, mentre si dirigeva nel punto in cui era scappato il Rattata. Umbreon e Houndoom erano entrambi a terra. Scosse la testa a vederli entrambi in quello stato quasi incredulo. Prese la cintura, richiamò rapidamente i due per poi correre di nuovo, questa volta nella direzione opposta. Mentre passava accanto a Muk, il Pokémon iniziò a seguirlo e bloccò una seconda Frustata. Lui sorrise, quel Pokémon di Alola gli era costato parecchio, ma Muk stava ripagando ogni centesimo speso. Raggiunta la sua compagna si accorse che era visibilmente preoccupata.
“Pronto?” Sussurrò.
“Pronto.” Disse richiamando Muk.
“Ora!” Disse pigiando uno spuntone sinistro della maschera di Haunter, e questa si ruppe mentre un Abra emerse dalla maschera in pezzi insieme a dei lunghi capelli biondi. Il Pokémon li afferrò immediatamente per le braccia ed entrambi richiamarono il loro Muk un momento prima che venisse effetuato il Teletrasporto. Sentì a malapena i ragazzi urlare contro di loro qualcosa e notò una liana che stava quasi per raggiungere una sua gamba poco prima che venissero teletrasportati via.
La sua ultima azione prima di sparire fu dire loro “Ricorderò le vostre facce.” Mormorò per poi ricomparire in un edificio abbandonato di Zafferanopoli, la loro base. Diede un calcio frustrato ad una lattina per terra, spaventando dei Pidgey appollaiati sul davanzale della finestra.
“Arrabbiarsi non porterà a niente. E’ stato un disastro. Accontentati che ne siamo usciti con tutti i nostri Pokémon. Avevi rischiato di perderli tutti.”
“Oh, suvvia, non dirmi che non sei furiosa! E’ stato uno dei nostri fallimenti più stupidi!”
“Lo so, lo so.” Disse con un sorriso.
“Perché sorridi allora?” Chiese perplesso.
“Stavo pensando, che abbiamo visto qualcosa di davvero particolare oggi. Hai notato i Pokémon del ragazzo con i capelli scuri?”
“Oh, scusami se non ho notato il Wartortole spara-elettricità e il... oh... capisco.”
“Esatto. Ora fammi fare una chiamata. Penso sia tempo che i Ladri Notturni si ritirino per occuparci di una faccenda ben diversa.” Disse “E toglieti quella stupida maschera.”
Lui annuì togliendosela e rivelando i suoi capelli castani “Buono a sapersi. Informali che voglio restituire l’Houndour. Ho un’idea migliore per il prossimo membro della mia squadra.”
Lei annuì gettando via quello che era rimasto della maschera e lui scosse la testa. La sua compagna era una ragazza intraprendente. Finché sarebbero stato insieme, era sicuro che avrebbero avuto successo.
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Blu imprecò varie volte furibondo. Imprecò per la sua sfortuna, imprecò per il fatto che i due fossero fuggiti, imprecò per il fatto che era stato troppo debole per fermarli. Dopo un po’ sospirò e si sedette guardando sorpreso Rosso. Quando fu certo di essere abbastanza calmo da non piangere o urlare, si rialzò.
“Dunque, che ci facevi qui?” Chiese. Rosso semplicemente indicò i suoi Pokémon “Allenamento notturno eh?” Rosso annuì e ridacchiò “Buon per te, immagino...” Solitamente Blu avrebbe fatto qualche commento sulla sua forza, ma quello che Rosso gli aveva mostrato era fin troppo strano per permetterglielo “Immagino stia andando bene.” Rosso annuì di nuovo e Blu sospirò ‘Si, questo più o meno riassume il nostro rapporto.’
Guardò Pidgeotto. Il suo unico Pokémon ancora in grado di reggere uno scontro, anche se a malapena, era ridotto male e ferito, con delle piume arruffate o mancanti. D’altro canto la squadra di Rosso, anche se alcuni erano un po’ scossi, stava benissimo.
‘Dobbiamo diventare più forti.’ Pensò con amarezza. Quel viaggio non si stava dimostrando quello che stesse sperando.

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Capitolo 37
*** Un Raid Andato Male ***


Darken guardò il grosso salone della Casa per Allenatori. Lo sguardo sconsolato negli occhi di tutti permaneva dal giorno prima, specialmente in coloro che avevano cercato di sconfiggere i Prescelti di Giratina e che di conseguenza avevano perso alcuni, se non tutti, i loro Pokémon.
Alcuni stavano piangendo. Un ragazzo, probabilmente di solo un anno più grande di lui era in un angolo, una ragazza della sua stessa età in un altro. Certo, era naturale dopo aver perso i tuoi Pokémon ed essere stato malmenato. Fu sorpreso di non sentire più singhiozzare nella stanza. La ragazza dai capelli neri che aveva iniziato tutto era fra loro, con un’espressione simile. Si era allontanata con cautela dagli altri, ma ciò non la salvava dalle occhiatacce.
Si incamminò per andarsene, ma quando le passò vicino, questa lo afferrò alla mano “Per favore siediti.” Disse “Ho... bisogno di parlare con qualcuno.”
Darken la guardò “Perché io?”
“Perché sei stato tu a dirmi che era stupido e io ho fatto l’errore di non ascoltarti. Ti prego.”
Darken sospirò, poi si sedette. Non che avesse molta scelta “Dunque, come ti chiami? Continuo a pensare a te come “Quella ragazza dai capelli neri”, sarebbe meglio identificarti in un altro modo.”
Lei annuì “Sono Reah. Reah Namba.”
“Imparentata con...”
“Si. Preferirei non parlare di lui, scusami.” Disse rapidamente.
“Scusami tu.” Disse. Conosceva il famoso genio Richard Namba, il quale era scomparso qualche anno prima. Si diceva che si nascosto perché erano venute a galla alcune sue attività criminali. Altre voci dicevano che era stato assassinato da un cliente insoddisfatto. Non c’era da sorprendersi che non le piaceva esserci parente “Allora, cos’è successo di preciso ieri? Sei uscita dalla Casa per Allenatori e hai assediato i Prescelti di Giratina con tutti i presenti?”
“Prima ho provato a ragionarci. Sai, il solito “Abbiamo più Pokémon di voi, dovreste semplicemente andarvene”.”
“Non mi sorprende non abbia funzionato, ma dubito tu puntassi su quello.”
“No, volevo solo dar loro la scelta, per poter diventare persone migliori, capisci?”
Lui annuì “E poi?”
“Beh, abbiamo attaccato. Avevamo ideato una strategia: tutti quelli con Pokémon Volanti li avrebbero attaccati dall’alto, a terra se ne sarebbero occupati la maggior parte di noi. I Pokémon Acqua sono stati mandati in acqua per attaccare ai lati.” Scosse la testa “Alla fine, potevamo anche attaccare di prepotenza visto che pianificare è stato inutile.”
“Effettivamente. Ma cosa non ha funzionato?”
“Erano più forti.” Rispose Reah con le lacrime agli occhi “Loro... beh, non tutti a dire il vero, ma quando sono arrivati i migliori combattenti, sono riusciti a batterci tutti.”
“Cos’hanno usato?”
“Principalmente Pokémon di tipo Lotta e Veleno e poco altro.” Rispose.
“In quanti erano?”
“...Sei, se intendi quelli forti che ci hanno sconfitto. Cinquanta in totale.” Ora sembrò perplessa “Perché me lo chiedi?”
Darken scosse la testa “Nulla, è solo che... Nah, lascia perdere. Aspettiamo la Lega, non dovrebbe volerci tanto ormai.”
Reah sprofondò sulla poltrona “Ho fatto un disastro... Pensavo che visto che quei ragazzi al Monte Luna avevano vinto contro il Team Rocket, noi avremmo potuto sconfiggere una banda di motociclisti.”
Il giovane capì, capiva perché pensasse fosse una buona idea. La storia di alcuni ragazzi che si erano coalizzati contro il Team Rocket aveva fatto notizia nella regione “Non è stata una cattiva idea, hai solo avuto sfortuna.”
Lei annuì “E’ solo che... mio nonno ha invergognato la mia famiglia. Tutti sanno cos’ha fatto e io vorrei poter riscattare il nome della famiglia. E invece guarda che ho fatto.”
“Hai perso i tuoi Pokémon?” Chiese senza passarci attorno.
Lei annuì “Tutti tranne Seaking. Era in quando quando stavamo scappando, ed è riuscito ad evitare che lo prendessero.” Reah riprese a piangere, iniziando anche a singhiozzare “Meowth e Beedrill sono stati i primi ad essere sconfitti, poi Machop e Jigglypuff mi coprirono le spalle per farmi fuggire.” Iniziò a tenersi i lunghi capelli, singhiozzando ancora di più “Ho fallito con tutti loro, e per cosa?!”
Darken non sapeva che dire o che fare. Era stato capace solo di farle delle domande e nient’altro ‘Cosa dovrei fare? Caricare contro l’accampamento dei Prescelti di Giratina come un cavaliere nella splendente armatura e sconfiggerli tutti? Non sono un Superquattro, tantomeno un Capopalestra, sono solo un ragazzo con fin troppi Pokémon e due Medaglie.’ Guardò la ragazza di fronte a lui piangere e piangere, dopo un po’ strinse i pugni ‘Oh santo Arceus!’ La guardò ancora “Faccio un paio di cosette. Tu resta qui.”
Lei lo guardò confusa, ma lui la ignorò, invece si diresse verso il PC.
“Dunque vediamo...” Iniziò a controllare la sua squadra.
-
La strada a sud era silenziosa e deserta, persino i Pokémon selvatici che di solito vagavano lì in attesa di sfidanti erano scomparsi. O i Prescelti li avevano catturati tutti o se n’erano andati a causa della musica a tutto volume.  Tuffball sussultò ascoltandola, chiunque stesse cantando, stava totalmente sbagliando musica ‘Non è così che Moneytalks dovrebbe essere cantata, assolutamente no.’ Pensò, sussultando di nuovo quando il cantante sbagliò un’altra nota. Ma quello che era peggio era un altro suono che proveniva da lì vicino, non capiva cosa fosse, ma era fastidioso.
“Per favore, cerca di restare concentrata.” Sentì una voce nella sua testa. Yun, il Kadabra, non era molto loquace, era abbastanza sicura che Darken lo avesse ritirato per poter fuggire.
‘Il che dimostra quanto terribile sia quest’idea.’ Pensò. Non era neanche abbastanza sicura su quale fosse il piano di Darken, aveva solo detto che sarebbe stato pericoloso ‘A cosa starà pensando?’
Tutto ciò che Darken le aveva detto era stare con lui e fidarsi. Sembrava terribilmente nervoso, il che a sua volta stava innervosendo la Jigglypuff. Alla fine arrivarono all’ingresso dell’accampamento dei motociclisti, un macello di moto e tende. Il motivo per cui degli umani vivessero così quando avevano a disposizione delle città per lei era incomprensibile.
“Fermo lì ragazzo.” Disse la guardia. Era un uomo alto con un mohawk “Non abbiamo dato una bella lezione a te e ai tuoi amichetti l’altro giorno? Oppure non c’eri durante l’attacco?” Indicò Tuffball “Se pensi che possa fare di meglio, ti conviene lasciar perdere.”
Tuffball alzò gli occhi verso Darken che fece un respiro profondo e... chinò la testa “Per piacere, vorrei parlare con il suo capo.”
La guardia lo guardò sorpreso, ma non era nulla a confronto dello sguardo di Jigglypuff ‘Si, è impazzito, oppure quella ragazza gli ha fatto confluire il sangue del cervello su tutt’altra parte.’
“Dovresti fidarti di più del nostro allenatore.”
‘Aspetta, conosci il piano?’
“Una parte. Ma non posso dirtelo, non sappiamo se loro hanno dei Pokémon Psico. Tu fidati.”
Tuffball sospirò mentre il ragazzo con il mohawk parlava “Che vuoi dal capo?”
“Vorrei chiedergli se potevate andarvene.”
“Non succederà.”
Darken scosse la testa “Ascolta, ho delle informazioni che a lui potrebbero interessare. Sono sicuro che possiamo trovare un accordo.”
Il motociclista lo guardò, poi chiamò qualcuno. Un secondo uomo, più alto arrivò. Era enorme con capelli neri che gli arrivavano fino al collo e una barba corta del medesimo colore con indosso una giacca di pelle malconcia “Cosa c’è?” Chiese.
“Mi spiace Fabiolo, ma il ragazzo vorrebbe parlare con il capo.” Disse l’uomo.
“Ma davvero?” Dovette chinarsi per poter parlare a Darken negli occhi “O sei un tipo davvero coraggioso o terribilmente stupido. Dunque, quale delle due?” Chiese. Darken non rispose, sebbene Tuffball poteva sentire il suo battito cardiaco accelerare. L’uomo ridacchiò “Bene, mi piacciono i ragazzi con del fegato. Ascolta, se sconfiggi uno dei miei Pokémon con uno dei tuoi, allora ti lascio passare.”
Darken annuì e aprì una Poké Ball. Jake ne uscì fuori, l’Hitmonchan fece un po’ di shadowboxing per intimidire il nemico con ben poco successo “Bel Pokémon.” Disse l’omone “Purtroppo però è stata una pessima scelta.” Disse schierando un Arbok.
“Staremo a vedere.” Rispose Darken facendo qualche passo indietro seguito da Tuffball per far spazio ai Pokémon.
“Sicuro sia una buona idea Fabiolo?” Chiese quello magro.
Tuffball sentì chiaramente la risposta dell’uomo “Lo sconfiggo e ci prendiamo i suoi Pokémon per aver osato sfidarmi. E’ tanto difficile da comprendere?” Guardò Darken, ma era troppo concentrato nella lotta che stava per avvenire.
‘A cosa pensi?’ Si chiese.
-
Jake girò lentamente attorno all’Arbok, mantenendo la sua posizione di guardia. L’Arbok femmina non gli tolse gli occhi di dosso, entrambi i Pokémon si studiavano a vicenda, ci fu una lunga attesa per vedere chi avrebbe reagito per primo.
Quindi, quasi come se si fossero messi d’accordo, entrambi saltarono all’attacco. La bocca del serpente si aprì e balzò in avanti per scontrarsi con un Pugnorapido. L’attacco impattò con il Morso, i denti provarono a perforare i guantoni naturali del Pokémon, senza riuscirci. Entrambi si fissarono per un momento, prima che Jake fece indietreggiare il pugno libero che iniziò a scoppiettare d’elettricità. Il Tuonopugno sembrò tuonare e scaraventò via il serpente, poi riuscì a chinarsi in tempo per schivare uno sputo viola, probabilmente un qualche veleno, e caricò. Cambiando la sua postazione verso sud, fece un passo in avanti per poi scatenare una scarica di pugni con il braccio sinistro. Il Cometapugno colpì più volte, prima che il serpente lo colpisse con un Acido facendolo sbilanciare.
Arbok non perse l’occasione ed avanzò con un altro Morso. L’attacco impattò con un altro Pugnorapido che Jake scagliò rapidamente. L’Hitmonchan sorrise per poi ritirare il pugno destro. Il Fuocopugno sferrato con un montante scagliò in alto il serpente che sibilò, ma durante la caduta virò e riuscì ad atterrare con la robusta coda contro il viso di Jake, scagliandolo indietro con Schianto. Mentre il Pokémon si rialzava, aprì le fauci ed un Fangobomba volò in sua direzione.
“Non schivarlo!” Gridò Darken e Hitmonchan annuì tenendosi pronto ‘Non avrà un buon odore.’
Il Fangobomba colpì il Fuocopugno e la palla di veleno iniziò a bruciare. Anche se il fuoco era abbastanza caldo da far evoporare buona parte del veleno, Jake si ritrovò comunque sia a respirare il gas che a ritrovarsi colpito dal liquido rimasto. Tossì ed avanzò, battendo rapidamente gli occhi per asciugarseli dalle lacrime dovute ai gas.
In risposta, proprio come prima, il serpente caricò con Morso. Jake sorrise e caricò di nuovo il suo gancio, imitando i movimenti del suo Pugnorapido precedente. Come si aspettava, Arbok cambiò direzione per bloccare il colpo... e morse direttamente un Fuocopugno “Mi spiace, ma non sono un pugile da strapazzo.” Disse caricando il braccio sinistro. La raffica di Cometapugno scaraventò all’indietro l’Arbok ed il serpente cadde a terra sconfitto.
Jake si fermò facendo un sospiro ed annuì al suo allenatore. Il grosso motociclista di nome Fabiolo richiamò l’Arbok e per un momento rimase lì fermo. Nonostante sentisse il veleno gocciolargi dal corpo, Jake era pronto al combattimento nel caso in cui l’omone si fosse arrabbiato per la sconfitta.
Invece, quello rise “Hai fegat ragazzo, lo hai davvero.” Fece segno a Darken di avvicinarsi “Vieni, ti porterò dal capo.”
Jake fece un sospiro di sollievo e Darken gli lanciò una Baccapesca, che divorò immediatamente prima di seguire lui e Tuffball. Il grande accampamento fatto dai motociclisti sembrava ben più caotico dall’interno, le tende montate di fretta, senza alcun ordine. Molti uomini erano con la faccia a terra ubriachi, mentre un’altra tenda puzzava terribilmente. I due Pokémon ed il loro allenatore notarono che si stessero avvicinado al canto, chiunque fosse a cantare, era davvero pessimo, persino per i bassi standard di Jake. Era abbastanza sicuro che Back in Black non dovesse essere cantato come se qualcuno stesse strangolando un Fearow.
Al centro dell’accampamento c’era una vasta area piena di gente. La maggior parte dei motociclisti erano attorno ad un tavolo piegevole che sembrava avesse visto giorni migliori. Sopra di essa c’era un omone che cantava a squarciagola, ma si sorprese nel vedere che tutti lo acclamavano nonostante non avesse il minimo talento. Conclusa la canzone, guardò la folla che esultò ancora di più, chiamandolo “Boss Vidigulfo.” Questo fece un grosso sorriso prima di notare Fabiolo.
Scese dal tavolo e si diresse dal gruppetto. Jake inizialmente alzò la guardia, ma Fabiolo sorrise “Abbiamo un ospite Vidi, il ragazzo è piuttosto forte.”
“Oh, ma davvero?” Disse l’uomo abbassando lo sguardo verso l’allenatore ed il suo Hitmonchan. Jake pensò che probabilmente era imparentato con l’altro umano, dato che erano quasi identici, anche se quel Vidigulfo sembrava un po’ più grande “E cosa vuole?”
“Vorrei discutere sulla possibilità di restituire i Pokémon rubati e di lasciare il ponte.” Disse Darken. Vidigulfo rise.
“Oh, non ha prezzo.” Disse con un grosso e sinistro sorriso visibile dalla sua barba “Vieni con me, ti offro qualcosa da bere per il tuo coraggio. E poi... parleremo di affari.”
Darken annuì per l’ennesima volta, Jake si chiese quale fosse il suo piano ora. Abbassò lo sguardo verso Tuffball.
“Jake, che facciamo?” Chiese preoccupata.
Jake pensò per un istante “Quello che ha detto Yun.” Rispose avanzando “Avere fiducia in lui.”

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Capitolo 38
*** Una Buona Faccia da Poker ***


Golden andava fiero della sua capacità di aggirarsi furtivamente. Poteva tranquillamente camminare inosservato nell’erba, nelle zone aperte e anche vicino alle aree urbane. Il fatto che il Meowth fosse stato catturato da Darken non gli aveva fatto cambiare opinione, d’altronde, lo aveva trovato Platina per un colpo di fortuna.
Il Pokémon Normale si intrufolò nella grossa tenda, a dire il vero, probabilmente erano tre tende montate insieme, e lì vide ciò che gli interessava. Gabbie e Poké Ball ovunque, una sopra l’altra messe male. C’erano due Pokémon di guardia, ma poteva facilmente nascondersi dal Koffing e dal Grimer mettendosi all’ombra dell’angolo più lontano della tenda.
“Come procede?” Sussurrò una voce femminile. Gli ci volle tutto il suo autocontrollo per non gridare. Si voltò e vide Platina, la pressoché comune Meowth femmina gli lanciò uno sguardo innocente.
“Due guardie. Nessun altro.”
“Oh, allora è facile. Quindi se le cose vanno male, apriamo le Poké Ball e li lasciamo scatenare nell’accampamento, giusto?”
“Esatto.” Rispose. L’idea di Darken era semplice. Tenere d’occhio le Ball mentre lui si occupava della sua parte, in modo da assicurarsi che non le facessero sparire, e se le cose dovessero andare male, dovevano aprirle e fuggire “Mi auguro si avveri la prima possibilità.”
-
La tenda usata da Vidigulfo era grande quanto le altre, solo un po’ più comoda. Darken si chiese cosa avesse portato delle persone a vivere in quel modo, poi si concentrò nuovamente sull’uomo seduto di fronte a lui su una sedia pieghevole che in quel momento stava frugando in uno zaino. Tirò fuori tre birre lanciandone una a Fabiolo e l’altra a Darken per poi aprire la terza. Se la scolò un po’ e poi riprese a frugare ancora.
“Vuoi qualcosa ragazzo? Fogliamagica? Coda Slowpoke?”
“No, non sono interessato.” Rispose. Notò che l’uomo tirò fuori un’erba viola tritata, che immaginò fosse la Fogliamagica.
“Ottima idea, mantieni la mente lucida. Questa è roba per gente più come me.” Disse Vidigulfo, mentre Fabiolo rise dietro a Darken. Certo, il fratello minore stava sorvegliando l’ingresso mentre quello maggiore preparava le sue droghe, impestando la tenda di puzzo “Dunque, mio fratello dice che tu e i tuoi Pokémon avete un bel coraggio.”
“Ho battuto il suo Arbok con il mio Hitmonchan.” Rispose Darken prima che lo facesse Fabiolo.
L’uomo ridacchiò “E se l’è cavata davvero.” Aggiunse poi.
Vidigulfo rise “Beh, non è di certo roba da poco. E per cosa? Non mi pare ti abbiamo rubato i Pokémon.”
 “E’ proprio per questo che sono qui. Avete preso moltissimi Pokémon. E voglio fare un accordo per liberarli e farvi andare via.” Sia gli umani che i Pokémon dentro la tenda lo fissarono, ma Darken li ignorò, sebbene dentro di sé stesse urlando. Dopo un paio di secondi che sembrarono un’eternità, i due motociclisti iniziarono a ridere senza sosta.
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“Do... dovremmo restituire i Pokémon e andarcene... oh la pancia... oooh...” Riuscì a dire Vidigulfo fra le risate, anche se entrambi dovettero aspettare un po’ prima di arrivare al punto. Quando ripresero a guardarsi negli occhi, Darken riuscì a sentire Fabiolo ridere ancora dietro di sé.
“Dunque, la tua offerta è andarcene ora e restituire i Pokémon che abbiamo preso. E l’incentivo sarebbe? Mi auguro che sia qualcosa di profiquo.”
Il ragazzo sembrò pensare fra sé e sé, poi annuì deciso “D’accordo, il fatto è che vengo da Zafferanopoli e conosco qualcuno lì, incluso il Capopalestra.”
“Ah, questa è la tua strategia ‘O ve ne andate o chiamo gli sbirri’, ‘Andatevene o arriva la Lega’, ‘Smammate o il Capopalestra vi straccerà’.” Vidigulfo rise “Risparmiacelo. I Capipalestra sono troppo occupati per venire fin qui.” ‘Chi ci ha assunto se ne è assicurato.’
“Beh, è vero, ma Zafferanopoli ha un Capopalestra specializzato nel tipo Psico, e lui non è che abbia solo Abra.’
Vidigulfo e Fabiolo cambiarono espressione a quella frase e lo guardarono. Vidigulfo fece un respiro profondo dopo aver fatto un tiro dalla canna di Fogliamagica e se la tolse dalla bocca, e guardò il giovane con sguardo serio “Teletrasporto non funziona così.” Disse, anche se in realtà non ne era certo, ma sapeva che c’erano dei limiti “Se così fosse, ora vivremo in un mondo totalmente diverso.”
“Teletrasporto porta il Pokémon e chiunque lo tocchi in altre locazioni. Luoghi in cui il Pokémon è già stato più volte, luoghi che è riuscito a memorizzare perfettamente... e ovunque riescano a percepire le onde cerebrali di altri Pokémon Psico.”
“E in questo caso sarebbe? Cosmo ha per caso la passione per le bici?”
Darken aprì la sua Poké Ball, da cui uscì un Kadabra, il quale fece immediatamente un inchino “Quando ho deciso di portare Yun qui con me, non l’ho fatto per essere avvantaggiato contro i Pokémon che gli altri hanno visto ieri. L’ho portato perché è di tipo Psico. E in quanto tale, può inviare le sue onde cerebrali ad altri. Nel suo caso le sue onde sono abbastanza potenti da raggiungere... per esempio Zafferanopoli.”
“Capisco. Quindi se non facciamo come ci dici, ci ritroveremo Cosmo e i suoi allenatori qui nella tenda.” Rispose Vidigulfo lanciando un’occhiataccia a Fabiolo “Dunque, perché non sono già qua?”
“Cosmo preferirebbe non entrare nel territorio di qualcun altro. Tecnicamente è compito di Erika e Nina tenere sotto controllo la Pista Ciclabile.” Darken sorrise “Se non mi credi, puoi chiederglielo personalmente.” Si mise una mano in tasca e prese un cellulare. Vidigulfo notò lo sguardo sorpreso di Jigglypuff e a quanto pare anche Darken visto che la guardò pure lui dicendo “Mi spiace Tuffball, probabilmente avrei potuto sentirlo per tutto questo tempo. Ma volevo essere sicuro che Cosmo sapesse come stavano andando le cose.”
Senza esitazione, Vidigulfo afferrò il telefono con uno scatto e poi rispose “Chi sei?”
L’inconfondibile voce del Capopalestra di Zafferanopoli rispose dall’altra parte “Cosmo Saiko, Capopalestra di Zafferanopoli, specialista Psico e ragazzo di Sabrina Natsume. Vi informo inoltre che anche lei sta ascoltando la nostra conversazione. I miei Pokémon sono forti, ma il suo Alakazam è particolarmente percettivo. Può sentire le onde cerebrali del Kadabra di Darken persino dalla Lega di Johto.”
“Qual’è il tuo Pokémon principale?”
“Exeggutor.”
“La tua medaglia?”
“Medaglia Palude.”
“Il cognome di tua madre?”
“Matoi.”
“Arceus santo.” Borbottò Vidigulfo “E’ davvero lui.” Disse ad alta voce. Fabiolo imprecò a bassa voce e Vidigulfo torò al telefono “C’è un modo per non farci andare al fresco?”
“Come detto da Darken, non voglio intralciare miei colleghi Capipalestra. Temo che Koga finirebbe per dirgliene quattro a Sabrina se lo facessi. Ma non posso far finta di nulla, perciò, se poteste dar ascolto a Darken, restituire le Poké Ball e andarvene, potrei anche far finta di non aver visto nulla. Certo, se non collaborerete sarà costretto ad intervenire, anche se dovesse succedere qualcosa a Darken.”
La mente di Vidigulfo si impanicò per un istante. Ora aveva due sole opzioni. Restituire i Pokémon e rischiare di farsi scoprire da chi lo aveva ingaggiato, o provare a lottare contro un Capopalestra. Di norma avrebbe scelto l’ultima opzione. Era fiducioso potendo mandare un’ondata di neofiti contro di lui, mentre lui e i suoi compagni più forti potevano finirlo. Ma affrontarne uno senza una strategia lo aveva messo all’angolo, non avrebbe mai potuto vincere contro un Capopalestra al pieno delle sue forze. “D’accordo.” Disse “Tieni il telefono acceso, il ragazzo ti infermerà quando l’accordo sarà concluso. Ti va bene?”
“Perfetto.” Rispose Cosmo.
Vidigulfo posò il telefono e non potè fare a meno di ridacchiare “Bene ragazzo, sei proprio un gran figlio di puttana. Non sono mai stato messo nel sacco da un allenatore che si è appena staccato dalla tetta della madre. Complimenti.”
-
Darken vide i motociclisti restituire i beni. Casse su casse piene di Poké Ball, oltre a varie gabbie, spesso troppo piccole per poter poter contenere i Pokémon dentro di esse, accatastandolo a nord dell’accampamento. Nel frattempo gli altri motociclisti stavano disfacendo le tende, svegliando i loro compagni addormentati con deboli calci o strattoni. Alcuni erano a malapena coscienti, fin troppo ubriachi per reggersi in piedi.
Più velocemente di quello che pensasse, l’accampamento fu rapidamente ripulito dalle tende dei motociclisti. Ovviamente non avevano ripulito la strada dalla spazzatura, la quale era ridotta come se fosse terminato un concerto rock. Darken guardò le Poké Ball e le gabbie, cercando di capire se fossero davvero tutte. Erano molte, duecento, forse anche di più, specialmente le Poké Ball. Si chiese se qualcuno non fosse stato tolto dagli altri prima dell’arrivo di Golden e Platina, ma non aveva modo di saperlo.
I suoi pensieri furono interrotti quando Fabiolo gli si avvicinò con un sorriso “Questo è tutto ragazzo. Ti posso giurare che non abbiamo altre Poké Ball o Pokémon al di fuori dei nostri.”
“Lo so.” Disse Darken indicando i Meowth vicino a lui “Golden e Platina se ne sono assicurati.”
“Hai proprio pensato a tutto eh? Far entrare quei due di soppiatto per assicurarti che non ti avremmo ingannato e che te li avremmo restituiti tutti. L’Hitmonchan era per combattere. La Jigglypuff... a cosa è servita la Jigglypuff?”
“A farvi addormentare se avreste provato a derubarmi. Poi avrei trovato un altro modo per usare Yun e il cellulare in caso lo aveste fatto.”
“E ci saremmo ritrovati il tuo amico Capopalestra nell’accampamento in ogni caso. Fantastico. Dunque, l’affare è concluso ora?”
“Non finché non sarò certo che ve ne sarete andati.” Disse aprendo la sua ultima Poké Ball dalla quale uscì un grosso Pidgeotto, il quale volò sopra le loro teste e prese a tenere d’occhio i motociclisti “Vi terrà d’occhio dall’alto finché non avrete lasciato il Percorso. Dopodiché, lo chiamerò.”
“Astuto, davero astuto.” Disse voltandosi “D’accordo, lo ammetto, questo round lo hai vinto te.”
“Questo round?”
“Chissà, magari ci incontreremo ancora. Se dovesse succedere, la prima cosa che farò sarà spaccarti il telefono.”
Darken lo guardò perplesso “C’è una cosa che vorrei chiedervi. Perché che questa sia una bella vita? Trascorrere intere giornate in piccole tende o in sella ad una motocicletta.”
“Non è solo questo. Siamo liberi a differenza della maggior parte delle persone. I Prescelti di Giratina non sono i migliori, ma siamo più liberi di chiunque altro.” Rispose senza la minima esitazione, con uno sguardo che gli fece capire che era del tutto sincero. Scosse la testa “E poi, guadagnamo bene con il riscatto o la vendita dei Pokémon rubati, stanno così le cose.”
Darken ne fu disgustato, ma non potè fare a meno di immaginare che in qualche modo fossero ragioni valide per quanto furviate. In quel momento alcune persone si avvicinarono a Fabiolo sussurrandogli qualcosa ed esso annuì “Bene, arrivederci ragazzo.” E detto ciò se ne andò, saltando in sella ed andandosene con il resto della sua banda. Peat lì seguì e Darken attese. Dopo circa dieci minuti il suo telefono squillò.
“Pronto?”
“Se ne sono andati?” Chiese la voce di Cosmo dal tono preoccupato dall’altra parte.
“Peat li sta controllando. Quando torna ti chiamo.” Rispose. La voce dall’altro lato brontolò, ma annuì.
Dopo una quarantina di minuti, finalmente Peat tornò e fece un cenno col capo. Darken sospirò sollevato, prese il telefono e chiamò allo stesso numero “Parla Cosmo.” Disse la voce dall’altro capo.
“Sono andati.”
Ci fu un respiro profondo dall’altra parte. Poi la voce di Copiona rimbombò fra le orecchie di Darken “Sei un idiota! Un completo idiota! Tu... tu... perché lo hai fatto?!”
“Io...”
“E’ già abbastanza stupido convincerli di avere un Capopalestra alle calcagna, e tu lo hai fatto con un bluff! Un bluff!” Le sue urla crebbero al punto che Darken fu costretto ad allontanare il telefono dall’orecchio, ma riusciva ancora a sentirla chiaramente “Che cosa avresti fatto se loro fossero stati disposti a rischiare eh?”
“Dai, non era un piano così male, ha funzionato, no?”
“Non provarci neanche. Ti ho dato retta solo perché sapevo che avresti provato qualcosa di ancor più pericoloso.” Era su tutte le furie, poteva quasi immaginarsi la sua espressione.
Darken tossì “Suvvia, non puoi saperlo.”
“Lo so al cento per cento invece!” Urlò, anche se non così forte “Seriamente, qual’era il tuo grande piano? Oh, giusto, farmi fare l’imitazione di Cosmo, dato che al momento non è raggiungibile essendo troppo occupato, farmi parlare al telefono con il loro capo e fargli credere che tu eri serio, dire qualcosa che suonasse come una minaccia, e poi SPERARE che non ti pestassero.”
Darken annuì, anche se sapeva che non poteva vederlo “Dai, chi meglio di te avrebbe potuto imitare Cosmo?  Siete anche cugini, sapevi cosa dire per sembrare realistica.”
“Oh avanti, sai che non attacca, vero?”
La donna accanto a Darken annuì “Sono d’accordo, dovresti semplicemente chiedere scusa alla tua ragazza.”
Darken arrossì come un pomodoro muovendo freneticamente le mani “Non abbiamo quel tipo di rapporto, siamo solo...” Guardò la donna con sguardo sorpreso e poi tornò al telefono “Uhm, Copiona, Sabrina è qui.”
“Prego?” Chiese la ragazza. Sabrina, una dei Superquattro più recenti, ex Capopalestra di Zafferanopoli, una donna dai capelli neri di media lunghezza e con profondi occhi rossi, ridacchiò e prese il telefono.
“Ciao Copì, come stai?”
“Oh, umh... ciao Sabrina, bene, grazie.”
“Bene bene, ma davvero ci stai mettendo così tanto?”
La ragazza non rispose e Sabrina ridacchiò “Va bene così, tranquilla. Anch’io ci ho messo del tempo. Buona fortuna. Ora se non ti spiace dovrei parlare con il giovane allenatore che ho davanti.”  Disse.
Darken deglutì mentre Sabrina chiuse la chiamata e lo guardò “Dunque. Hai scacciato i Prescelti di Giratina con una chiamata falsa ed un Kadabra. Immagino tu sia fiero di te, o sbaglio?”
“Io...” Cominciò, ma prima che potesse continuare un colpo di karate di Sabrina lo colpì in testa. Lui sussurrò e si massaggiò il punto ferito mentre lei scosse la testa.
“Hai fatto qualcosa di molto pericoloso ragazzo e per le ragioni sbagliate. Davvero volevi impressionare una ragazza?” Disse guardando Darken negli occhi.
“No, no, è che vedere Reah in quel modo mi ha convinto a fare un tentativo... aspetta, come fai a saperlo?”
Lei ridacchiò, mentre il suo Kadabra uscì dalla Poké Ball facendogli un occhiolino “Il tuo Pokémon è parecchio intelligente. Era preoccupato per te, perciò si è concentrato per inviare un messaggio. Alakazam lo ha percepito, e una volta finito con alcuni sfidanti mi sono fatta teletrasportare qui. A dire il vero, pensavo fosse solo uno scherzo di pessimo gusto. Succede. Degli allenatori pensano sia divertente mandare falsi messaggi di pericolo, così io o Cosmo facciamo un salto a controllare. Ma ti assicuro, poi non se la passano liscia.”
Darken guardò Yun che annuì e fece un gesto che Darken interpretò come ‘Non devi ringraziarmi.’ L’allenatore rimase sbalordito per un momento, poi rise “Beh, e io che pensavo di aver fatto qualcosa di speciale.”
“Se devo essere onesta, l’hai fatto. Molto stupido, ma anche molto speciale. Ma che non diventi un’abitudine.” Disse lei mettendosi una mano fra i capelli.
“Senza offesa, ma pensavo che tu fossi più...”
“Regale, orgogliosa e fredda? Si, ho una buona reputazione a riguardo ed è un carattere che preferisco mantenere in pubblico. Ma tu sei il migliore amico di Copiona, la cugina del mio ragazzo, quindi non penso sia un problema se mi lascio un po’ andare, non credi?”
Darken annuì “Suppongo. E adesso?”
“Niente. Vado da Erika e Nina ad informarle che il problema è risolto e le riprovero per non aver fatto nulla a riguardo. Tu riporta le Poké Ball alla Casa per Allenatori e cerca i loro proprietari.” Disse aprendo una Poké Ball “Alakazam, apri quelle gabbie per favore, e con gentilezza.”
Alakazam annuì e immediatamente le sbarre di metallo delle gabbie si piegarono come un cucchiaio nelle mani di uno Psiche, ed i Pokémon uscirono rapidamente. Alcuni, probabilmente selvatici, scapparono all’istante, mentre quelli selvatici aprirono le Poké Ball nelle vicinanze per abbracciare i Pokémon all’interno. Darken sorrise devendo un Machop ed un Jigglypuff darsi il cinque. I suoi pensieri furono interrotti da Sabrina “Beh, dovrei ringraziarti. Ti sei preso cura di un problema che la Lega non poteva risolvere.”
“Prima mi rimproveri e ora mi lodi?”
“Devo rimproverarti per il mio ruolo, ma posso anche ringraziarti come questione personale.” Disse con un sorriso “Ora riporta quelle Poké Balla alla Casa per Allenatori. Ci sono delle persone che le aspettano.” E detto ciò toccò la spalla di Alakazam e scomparve. Darken rimase lì per un momento, poi lui, i suoi Pokémon e quelli liberati portarono le Poké Ball alla Casa per Allenatori. Sorrise. Era andato tutto bene.

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Capitolo 39
*** A Cosa Servono gli Amici? ***


“Dovremmo sfidare la Palestra.” Disse improvvisamente Leaf nel bel mezzo del pranzo.
Raziel, Draconix e Giuls la guardarono mentre mangiavano. La ragazza fu la prima a rispondere “Vuoi dire adesso o-”
“Abbiamo passato gli ultimi tre giorni ad allenarci dopo il festival, ormai siamo pronti, non credete?”
“Io passo.” Rispose Draconix “Questa è un’altra palestra nella quale non avrei alcun vero vantaggio. Charmeleon è debole là e Fearow da solo non potrebbe fare molto.” Disse.
“Ti sei allenato ogni giorno, tutto il giorno, più di chiunque altro. Non starai esagerando?” Rispose Leaf.
“Non c’è allenamento migliore del sovrallenamento.” Rispose Draconix.
“Sono abbastanza sicuro che questa mentalità non sia affatto salutare.” Commentò Raziel “Ma a sto giro temo di dover passare pure io. Non ho una strategia pronta contro Starmie.”
Leaf scosse la testa “Suvvia ragazzi, non potete allenarvi ogni giorno finché non avete la certezza assoluta di sconfiggere la Capopalestra, a volte bisogno buttarsi.”
“Questo è letteralmente quello che fa qualsiasi allenatore che vuole sfidare la Lega.”
Leaf ora mise il broncio “ “Questo è letteralmente quello che fa qualsiasi allenatore che vuole sfidere la Lega”.” Ripetè esagerando sul tono “E dai! Sarà divertente!”
Raziel sospirò “Giuls, tu come la pensi?”
Giuls non rispose e tutti si voltarono a guardarla mentre era assorta nei suoi pensieri. Alzò lo sguardo e vide i tre che la fissavano “Ah, uh, che cosa?”
“Tutto bene? Rimugini parecchio negli ultimi giorni, e di solito questo è il compito del tipo dei fantasmi.” Disse Leaf.
“Hey!” Rispose Raziel “Non rimugino, cerco solo di darmi un certo tono, come tutti gli specialisti Spettro.”
Leaf lo ignorò “Seriamente Giuls, sei parecchio sovrappensiero, tanto che a malapena ti sei concentrata durante gli allenamenti, addirittura Ivysaur ha dovuto usare Frustata su di te per farti concentrare!”
 Draconix ridacchiò, ma sia Raziel che Leaf gli lanciarono un’occhiataccia. Giuls sospirò “Penso tu abbia ragione. Devo fare un tentativo, anche se non ne sono sicura.”
Il sorriso di Leaf si allargò, mentre Raziel e Draconix la guardarono entrambi increduli “Ne sei sicura?” Chiese Draconix “Voglio dire, se te la senti di sfidare la Palestra, vai pure, ma seriamente stai dando retta al giudizio di Leaf su quello che dovresti fare?”
“Hey!” Gridò Leaf “Sono giudiziosa.”
“Non ci avevi detto di aver ordinato ad Ivysaur di caricare contro cinque membri del Team Rocket contemporaneamente durante l’attacco?”
“E ha funzionato!” Rispose sorridendo con orgoglio “E poi, voi due siete gli ultimi che dovrebbero farmi la predica sull’essere giudiziosi, mi avete raccontato che avete fatto nella caverna.”
Draconix sospirò ancora una volta “D’accordo, d’accordo. Se è davvero quello che vuoi, ma io non verrò con voi due.”
“Nemmeno per assistere?”
“Certo che verrò per assistervi!” Rispose Draconix. Raziel annuì.
“Eccellente!” Disse Leaf sorridendo, tornando finalmente a sedersi e a ridare attenzione al suo pasto “Finiamo qui e mettiamoci all’opera.”
Giul guardò in basso. Sentì un nodo allo stomaco a pensare alla sfida in Palestra. Era preoccupata, realizzò che lo era non solo per via della Palestra. Temeva di fare un errore nel fiondarsi così, ma temeva anche che aspettare troppo avrebbe reso scontenta Ivysaur. Voleva combattere alla fine del torneo, qualcosa di più serio di un allenamento, e voleva che fosse felice ‘Devo solo vincere. Tutto qui.’ Pensò “Leaf.” Iniziò.
La ragazza dai capelli castani si voltò verso di lei “Si?”
“Grazie. Avevo bisogno di un impulso per poter decidere.”
“Oh, suvvia.” Disse sorridendo “Dopotutto, a cosa servono gli amici?”
-
La Palestra di Celestopoli era più simile ad una gigantesca piscina pubblica a prima vista. Leaf entrò nell’entra per sfidanti ridendo senza sosta, mentre Giuls la seguiva con calma. Accanto a Giuls c’era Ivysaur, la quale non poteva fare a meno di chiedersi come due allenatrici tanto diverse potessero essere amiche.
Entrambe le ragazze scelsero di percorrere le piattaforme anziché andare a nuoto, ed Ivysaur seguì la sua allenatrice. Era simile ad un labirinto, con loro ed un altro gruppo di allenatori che camminavano sulle piattaforme per arrivare alla Capopalestra.
La Pokémon Erba guardò in basso verso l’acqua. Non era mai stata una nuotatrice, ma non c’era alcun problema. Il suo fiore era talmente grosso da permetterle di galleggiare d’altronde, ma avrebbe comunque dovuto muovere le zampe per stare a suo agio. Continuando a camminare, raggiunsero una curva, dove le accolse un allenatore che nuotava nell’acqua “Salve.” Disse con un sorriso “Mi chiamo Luis. Posso chiedervi quante medaglie avete?” Chiese.
“Una.” Risposero le due allenatrici e lui annuì.
“In questo caso, vi chiedo di usare un Pokémon a testa. Se dovessero cadere in acqua o doveste cadere voi, per oggi dovrete rinunciare alla sfida in Palestra.” Disse ed aprì due Poké Ball con un sorriso. Un Horsea apparve accanto a lui, mentre uno Shellder atterrò sulla piattaforma.
Ivysaur osservò i due Pokémon. Lo Shellder poteva essere problematico, ma era convinta di poter vincere se ci si fosse impegnata. Con un sorriso, avanzò in sua direzione, ma Giuls la fermò e mandò Clefairy. Ivysaur si accigliò. Negli ultimi giorni ebbe l’impressione che Giuls non la stava usando spesso come prima. Sapeva di non essere gelosa, ma sin dal torneo la sua allenatrice sembrava sentirsi... in colpa. ‘Ho fatto qualcosa?’ Si chiese. Pensava di essere stata brava al torneo al torneo, e di essere riuscita a dimostrare la sua forza e il suo valore. Ma Giuls che si comportava in quel modo era... strano. Lei la guardò.
“Non starà mica pensando che io sia debole, vero?” L’idea la colpì come una frusta in maniera così scioccante da averlo pensato ad alta voce. Ok, aveva vinto il torneo solo grazie al Miracolseme, ma... “Oh santo Arceus, pensa che io sia debole.” Capì “D’accordo, è vero, la mia prima lotta seria è stata una sconfitta, poi mi sono fatta scappare Clefairy. E’ per questo che preferisce usare Clefairy?”
“Come no.” Le disse una voce alle sue spalle per poi essere colpita da uno schiaffetto sulla nuca. Si voltò per vedere chi fosse, e vide Clefairy uscita vittoriosa contro lo Shellder “Seriamente, torna a fare la solita che si crede superiore principessa, o ti prendo a sberle sul serio.” Disse.
“Cosa?”
“Mi hai sentito bene.” Disse Clefairy, mentre l’Ivysaur di Leaf sconfisse l’Horsea “Negli ultimi giorni ti sei preoccupata fin troppo, a tal punto da non accorgerti che Giuls è tanto preoccupata quanto te, tanto da aver smesso da non fare più la superiore con gli altri.”
Ivysaur arrossì “Ma sono preoccupata! Sembra non fidarsi più di me.”
“Perché è preoccupata che tu non ti fidi più di lei. Santissimo Dialga, siete davvero fatte l’una per l’altra.” Disse Clefairy “Fidati di me, voi due vi state preoccupando per la stessa cosa.” Continuò proseguendo mentre Giuls e Leaf ringraziarono Luis e continuarono per la loro strada.
Ivysaur era perplessa. Aveva davvero troppo sovrappensiero? Negli ultimi giorni, Giuls non era molto coinvolta nel loro allenamento, tanto che ad un certo punto l’aveva colpita con una delle sue liane per farla concentrare. E’ anche vero che l’aveva colpita un po’ troppo forte, ma comunque...
“Seriamente, rilassati.” Disse Clefairy “Mi stai preoccupando, sei parecchio sciatta e preoccupata, sembri un Pokémon completamente diverso. Fai sempre così quando perdi?”
Ivysaur non poté fare a meno di pensare se tutto ciò non fosse a causa della sua sconfitta contro Gastly. Lo Spettro era stato il secondo a dimostrarle che non era affatto invincibile come pensava agli inizi. Era una lezione che aveva già imparato, ma forse davvero si stava facendo abbattere troppo da una semplice sconfitta “Hai ragione.” Decise “Grazie Clefairy.”
“Oh, suvvia. A cosa servono gli amici?” Chiese, mentre le due giovani allenatrici continuarono ad avanzare. Poteva sentire le vibrazioni delle loro voci. Ma anche con il suo udito sviluppato sembravano a malapena dei sussurri.
-
“Dunque, vuoi farlo davvero?” Chiese Giuls, ora con un’espressione totalmente diversa. Leaf sorrise. Lo aveva detto solo perché sperava che il suo umore sarebbe migliorato e aveva funzionato.
“Si. Se vinco chiederò a Draconix di uscire.” Rispose Leaf. Sentì le sue guance arrossarsi, ma fece finta di ignorarlo.
“Da quando ti interessa?!” Chiese Giuls con un sussurro a malapena udibile “Voglio dire. Avevo notato che lo guardavi, ma...”
“Oh, beh, sai. Incontri un tipo, viaggi con lui ed il suo amico gotico-emo-punk e inizi a chiederti se fra te e lui... sai... possa esserci qualcosa...” Rispose Leaf. Lo strillo di Giuls la fece sorridere ancora di più. Era la sua migliore amica. Sapeva che Giuls non poteva resistere ad una roba del genere ‘Non che io stia mentendo del tutto.’ Pensava sul serio che Draconix fosse figo, e non le sarebbe dispiaciuto averlo come ragazzo ‘Anche se dire che ne sono innamorata sarebbe troppo.’ Continuò nella sua testa. Si conoscevano troppo poco secondo lei.
Giuls annuì, poi le mise una mano sulla spalla mentre aveva gli occhi incandescenti “Non perdere. Cercherò il ristorante più romantico di Celestopoli. Ti farò avere l’appuntamento migliore di sempre!”
 Leaf sorrise ‘Santo Arceus, cos’ho appena fatto?’ Pensò. Sapeva che per Giuls una roba del genere era incredibilmente seria. Ecco perché di solito non le diceva nulla prima di un primo appuntamento. Era un’ottima amica, ma avrebbe sempre cercato di aiutare a modo suo, il che significava rendere qualsiasi appuntamento molto più romantico di quanto Leaf volesse. Probabilmente le avrebbe trovato un ristorante pieno di rose e cuori, con violinisti su ogni tavolo e qualche Pokémon che usa Attrazione nei dintorni per creare l’atmosfera giusta, se l’avesse lasciata fare “Grazie Giuls.” Rispose semplicemente. Sapeva che l’amica aveva bisogno di una distrazione per rilassarsi prima della sfida in Palestra.
“A cosa servono gli amici?” Chiese quando finalmente raggiunsero la Capopalestra. Vedendole ancora gli occhi accesi, Leaf sospirò ‘Cos’ho fatto?’
-
Vidigulfo si appoggiò sullo schienale della sedia. Dopo quello che era successo il giorno prima, i Prescelti di Giratina avevano guidato le loro motociclette fino a Fucsiapoli tenendo un basso profilo per poi occupare un piccolo pub alla periferia della città.
Era seduto lì, a bere un po’ di birra, anche se era più acqua che birra, tanto da considerare l’idea di lanciarla in faccia al proprietario, sebbene i suoi muscoli erano comparabili a quelli dei due Machamp che facevano da buttafuori. Aveva un’aria intimidatoria, cosa che Vidigulfo non ammette facilmente.
Era ancora sovrappensiero quando un giovane dai capelli blu si sedette accanto a lui, accompagnato da un Meowth che si sedette in una sedia accanto. Vidigulfo li ignorò mentre l’uomo bevette un sorso della birra per poi rabbrividire disgustato “Amico, fa proprio schifo, non credi?” Chiese guardando il motociclista.
“Senti, non sono in vena di chiacchierare, quindi faresti meglio a-”
“Si, davvero penoso. I Prescelti di Giratina scacciati da un moccioso. Davvero penoso.” Continuò “Specialmente perché questo di sicuro non farà contento chi li ha assunti.”
Vidigulfo rimase paralizzato e socchiuse gli occhi “Quindi, è per questo. Beh, la colpa è di chi ci ha ingaggiato. Avevamo un patto, il quale ci assicurava che i Capipalestra sarebbero stati impegnati, invece uno di loro mi chiama per informarmi che ci avrebbe invaso se non avessimo rinunciato a quello che stavamo facendo. Quindi, al massimo è lui quello che fa pena.”
L’allenatore dai capelli blu ridacchiò “Beh, il Capo non sarà contento.” Disse “Proprio per niente. E sai cosa succede quando il nostro Capo non è contento?”
“E’ un bluff stupido.” Rispose Vidigulfo “Vi sono ancora utile, perciò non si sbarazzerà di me.”
“No, hai ragione. Ma possiamo comunque punirti.” Disse con un sorriso “Sbaglio, o hai un fratello di nome Fabiolo?”
“E quindi?”
“Beh, potrebbe avere un piccolo incidente. Niente di grave. Tipo qualche mese ingessato, per cominciare.”
Vidigulfo si bloccò sputando un po’ della birra che stava bevendo “E’ un discorso ipotetico o qualcosa di concreto?”
“Dipende da te.” Rispose l’uomo dai capelli blu “Il Team Rocket protegge sempre i suoi amici, ma non i suoi nemici.”
“D’accordo. Direi che siamo tutti amici allora, che dobbiamo fare?”
“Oh, voglio solo che tu faccia un piccolo lavoretto per noi fra un mesetto circa. Sii pronto ad agire, amico.” Disse l’uomo alzandosi, seguito dal Meowth “Dirò alla mia partner di assicurarsi che a Fabiolo non succeda nulla di male. Ovviamente vogliamo essere certi che lui stia in forma.” Disse.
“Ovviamente.” Rispose Vidigulfo “A cosa servono gli amici?” Farfugliò. L’altro ridacchiò e all’improvviso il motociclista ebbe l’impressione di aver accettato qualcosa di peggiore del solito.

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Capitolo 40
*** Piante Annaffiate ***


Misty sorrise vedendo le due ragazze avvicinarsi, si aggiustò leggermente la maglietta bianca e si avvicinò a loro “Benvenute alla Palestra di Celestopoli. Congratulazioni per avercela fatta. Presumo siate entrambe qui per sfidarmi.” Le ragazze annuirono e lei sorrise “Dunque, siete sorelle o solo amiche?”
“Migliori amiche!” Disse la ragazza più alta, quella dai capelli lunghi, e quella più bassa annuì.
“Capisco. Io non somiglio affatto alle mie sorelle, quindi di solito chiedo. Comunque, quante medaglie avete?” Chiese con un sorriso, entrambe le mostrarono la Medaglia Sasso e lei annuì “Molto bene, allora sarà un due contro due. Chi è la prima?”
Le due ragazze si scambiarono un’occhiata senza dire nulla, iniziarono a giocare a carta, sasso e forbice. Misty non poté fare a meno di ridacchiare. Ai tempi in cui era una tirocinante lo faceva pure lei cona sua migliore amica quando dovevano allenarsi con Lorelei. Si chiese cosa stesse facendo la sua amica a nord, poi Leaf si fece avanti, mentre una sconfitta Giuls indietreggiò, fermando i suoi pensieri.
“E’ un piacere incontrarla.” Disse.
“Grazie.” Rispose Misty “Ora, ti va di cominciare?”
Leaf annuì e Misty mandò il suo primo Pokémon, Poliwhirl ‘Potrebbe essere un po’ troppo forte. Cercherò di bilanciarla se dovesse essere necessario.’ Pensò riflettendo un attimo sulla sua seconda scelta. Quando Leaf mandò un Bellsprout, lei annuì ‘Allora penso di aver scelto bene. Forse non avrò bisogno di bilanciare il mio secondo Pokémon.’ Notò mentre il suo Poliwhirl lanciò un Pistolacqua dalla mano sinistra. Bellsprout incassò il colpo e poi attaccò con Frustata, una delle sue radici si estese per coprire le distanze, colpendo l’avversario al petto. Poliwhirl incassò parando con la mano destra, ma la radice si avvinghiò sul suo braccio, dunque su ordine scagliò Bolla. Il liquido riuscì ad essere abbastanza scivoloso sulla radice da permettere al braccio di liberarsi. Usò un secondo Pistolacqua con scarsi risultati e balzò indietro per evitare un’altra Frustata.
‘Fin qui tutto bene, ma di certo potremmo fare di meglio.’ Pensò Misty con un sorriso. Fece un lieve gesto con la mano sinistra, alzando solo due dita, e Poliwhirl annuì per poi avanzare e scagliare un Megapugno. Bellsprout sorprendentemente riuscì a reagire abbastanza in fretta rilasciando... Sonnifero o Paralizzante, indipendentemente da quale delle due fosse, Misty diede un comando e Poliwhirl usò diligentemente Bolla per assorbire il tutto ed avanzare. Lei sorrise. Le polveri erano una vera spina nel fianco durante i primi giorni dopo aver preso il ruolo di Capopalestra, ma con il tempo escogitò delle contromisure per contrastarle, come Bellsprout e Leaf stavano notando.
Il Megapugno impattò sul volto di Bellsprout, scagliandola indietro. Si rialzò a fatica lanciando una nuova raffica di polveri, tuttavia, anziché fermarsi, su comando di Leaf, continuò a rilasciarle creando una cortina di una qualche polvere rapidamente, e Bellsprout scomparve dietro di essa “Capisco, quindi ne usa così tante per costringermi ad attaccare a distanza.” Commentò con un sorriso. Non era la prima volta che qualcuno ci provasse. Diede un rapido comando e Poliwhirl si gettò di scatto nella cortina, con Bolle che emergevano da tutto il suo corpo umido per assorbire le polveri. Con un sorriso, l’anfibio emerse dall’altro lato... non trovando niente. Sia lui che Misty rimarò impietriti. La Bellsprout era sparita... ‘Dove...’ Però per un istante, poi se ne rese conto. Provò ad ordinare una nuova mossa, ma una serie di Frustate colpirono Poliwhirl dalla cortina di Sonnifero.
‘Ha creato una cortina di polveri per poi sparirci al suo interno. E’ Sonnifero, ne è immune, perciò non ha problemi nel restarci dentro. Così poteva aspettare solo il momento che Poliwhirl la attraversasse e rimanesse scoperto.’ Poliwhirl si voltò, immaginandosi la strategia di Leaf, ma fu troppo lento. Un’altra serie di Frustate lo colpirono in pieno, la prima in faccia e la seconda sullo stomaco. La Pistolacqua che usò riuscì solo a colpire la cortina di polveri per poi impattare su una parete. Misty notò che gli attacchi erano cessati, mentre la nube diventava sempre più grossa, chiaramente Bellsprout stava continuando ad alimentarla ‘La strategia di Erika per gli allenatori alle prime armi è simile. Se dovessi tirare a indovinare, la ragazza potrebbe aver studiato le sue strategie osservando quelle dei Capipalestra.’ Pensò con un sorriso. Le faceva piacere, la ragazza stava facendo un ottimo lavoro. Come si aspettava, Poliwhirl fu fuori combattimento, Bellsprout emerse dalla nube, traballante per i colpi subiti, ma ancora in piedi.
‘Bene, allora non dovrò contenermi.’ Aprì la piscina e schierò Starmie. Il Pokémon Acqua si mosse lentamente facendosi propulsione in attesa di colpire. Bellsprout osservò il nemico, poi rilasciò improvvisamente una polvere viola ‘Vuole avvelenare, eh?’ Misty ovviamente capì al volo il motivo. Leaf conosceva bene la sua tattica per poter gestire i Pokémon di tipo Erba e voleva quanto meno indebolirla.
Starmie rispose con Comete, l’energia a forma di stella colpì Bellsprout, facendola rotolare all’indietro. La Velenpolvere inaspettatamente però non cessò, e contaminò l’acqua attorno a Starmie, trasformandola immediatamente in un liquido tossico. Il Pokémon Acqua indietreggiò per allontanars, ma Misty capì che il veleno era giò entrato in circolazione. Grugnì, ora era diventata una lotta contro il tempo.
Bellsprout provò a rialzarsi, ma su ordine di Misty, Starmie attaccò ancora con Comete, ed il Pokémon Erba fu sconfitto. Leaf la richiamò e schierò in campo una Ivysaur dai colori unici ‘Certamente, un doppio vantaggio. Il che spiega perché ha dato la priorità a rendere Ripresa meno efficiente.’ Ragionò Misty. Con il veleno, Ripresa ora aveva perso parte della sua utilità, eppure, Misty sorrise ‘Molto bene, dopotutto come dico sempre...’ Fece un improvviso gesto con la mano e la gemma di Starmie brillò di un intenso colore rosso e le sue punte iniziarono a ruotare ad alta velocità mentre attaccò con una serie di Comete ‘la mia tattica è di attacco totale con Pokémon di tipo Acqua!’
-
Ivysaur vide arrivare le Comete, ed iniziò a correre. Sapeva che schivare Comete era impossibile, dato che l’attaco avrebbe continuato a seguirla finché non l’avrebbe colpita. Ma come le aveva detto Leaf, questo non significava che doveva subire e basta. Il Pokémon Erba si lanciò in avanti e con un sorriso le sue foglie si irrigidirono, chinò la testa e le foglie furono lanciate in avanti colpendo Starmie. Naturalmente mettendo un suo tocco personale in una delle foglie.
Ivysaur però sentì le Comete colpirla in un fianco e fu scagliata via, rotolando su un’altra piattaforma, riuscendo ad aggrapparsi per non cadere in acqua. Sentì la prima scarica d’energia e sorrise prima di lanciarsi in avanti con le sue liane. Vide il Bollaraggio in arrivo ed incassò il colpo, sentendo il suo corpo ricoperto da un liquido scivoloso che le avrebbe reso più difficile correre senza che perdesse il controllo, ma rispose immediatamente con un altro Foglielama. La seconda ondata d’energia la fece sorridere ancora mentre incassava un Comete e colpiva nuovamente con Frustata, fermandosi proprio sulla sporgenza della piattaforma nella quale era atterrata.
‘D’accordo stella marina troppo cresciuta, come ti senti?’ Si chiese, ma era difficile da capire, dato che non aveva alcuna espressione, ma ora il nucleo di Starmie brillava di viola, talvolta passando al blu. Resistette appena al successivo Comete, grugnando per il dolore, ed annuì sentendo una terza scarica d’energia “Funziona...” Mormorò scagliando un altro Foglielama.
Starmie si resse per un istante, poi cadde mentre una quarta scarica d’energia rinvigoriva Ivysaur.
-
“E’ stata brava.” Notai. Io, Draconix, Gastly e Charmeleon stavamo osservando la lotta dagli spalti, ed entrambi avevamo fatto il tifo per tutto il tempo.
“Si, ma... non ha resistito fin ‘troppo bene’? Pensavo che quell’ultimo Comete l’avrebbe conclusa.” Rispose Draconix bevendo un sorso d’acqua.
“Non hai notato Parassiseme?” Chiesi.
Draconix mi guardò sbalordito “Cosa?”
“Parassiseme. Ne ha messo uno sul primo Foglielame, è grazie a questo che è riuscita a resistere. Misty l’ha notato, per questo ha cercato di concludere lo scontro usando solo attacchi a distanza.”
“COME L'HAI VISTO? Capisco Misty, ma tu stai quassù.”
Lo guardai serio “Sono uno specialista Spettro, anch’io uso trucchetti simili.”
“...Oh, si, ha senso.” Rispose Draconix per poi riprendere a guardare l’arena. Leaf stava accettando la medaglia, mentre Giuls stava avanzando. Leaf alzò lo sguardo verso gli spalti ed entrambi la potemmo vedere... arrossire? Si voltà a guardare Giuls che... sprizzava gioia? “Che sta succedendo?”
“Non ne ho la minima idea.” Risposi confuso tanto quanto lui “Ad ogni modo, ora tocca a Giuls.” Dissi indicando l’arena “Pensi che vincerà?”
“Si.” Disse Draconix “Tu no?”
“Non ne sono sicuro. Era piuttosto giù negli ultimi due giorni, specialmente dopo che Ivysaur ha perso contro Gastly.” Dissi ripensando al nostro allenamento. Gastly ed Ivysaur combatterono il giorno dopo il torneo. Per ragioni che non compresi, capì che per lei vincere era importante, perciò si rivelò più una lotta vera e propria che un semplice allenamento. Quando aveva perso, notai che divenne triste, e mi chiedevo il perché “Spero andrà tutto bene.”
-
Giuls era ancora felice per Leaf, il che sarebbe stato ottimo per far si che mantenesse quell’umore mentre sfidava la Capopalestra. Mondò la sua Clefairy contro lo Shellder della Capopalestra. Sorrise, come aveva immaginato, dopo i due Pokémon Erba di Leaf, Misty avrebbe cercato di evitare di perdere per via di un brutto matchup, ed aveva ragione. Aveva scelto un Pokémon in grado di usare mosse Ghiaccio, anziché uno che usasse per lo più mosse Acqua. Accarezzò la Poké Ball di Ivysaur ‘Ti manderò dopo, te lo prometto.’ Pensò.
Clefairy balzò in avanti ed usò Doppiasberla. Le sue mani colpirono rapidamente il duro guscio dello Shellder, resistette e poi passò all’offensiva. Una Gelolancia emerse dal suo corpo nascosto che fu sparata facendo volare indietro Clefairy prima di essere bombardata dai colpi di quell’attacco. Clefairy si rialzò non appena i colpi di ghiaccio cessarono, poi, sfruttando la luce lunare immagazzinata riuscì a fare un salto e ad essere molto più in alto dell’avversario, ritrovandosi fuori dalla sua portata. Poi Giuls sorrise “Fallo!” Urlò. Clefairy sorrise, estese la gamba e cadde giù con un potente Megacalcio. Shellder gridò di dolore quando il calcio impattò con il suo guscio, facendolo incrinare nonostante l’esterno duro.
“Megacalcio? Come... oh, quei due.” Disse Misty, e Giuls ridacchiò “Vorrei solo che non fossero così entusiasti nell’insegnare le loro mosse ad ogni allenatore che capita.”
“Beh, io l’ho apprezzato.” Rispose Giuls con un sorriso, mentre Clefairy sferrò un calcio rotante, qualcosa che Giuls non avrebbe mai pensato di poter vedere da parte di un Clefairy, scaraventando via Shellder. Il Pokémon Acqua si ricompose, e subito dopo rispose con un’altra raffica di Gelolance. La Pokémon fu scagliata nuovamente all’indietro, con il suo corpo leggero però era difficile impattare violentemente sul terreno. Poi Giuls diede un altro segnale. Clefairy annuì ed avanzò, usando la luce lunare non per saltare, ma per spostarsi più velocemente. Le ali smiserò subito di brillare, ma fu sufficente per chiudere le distanze, e subito dopo, Clefairy iniziò a cantare. Shellder si addormentò immediatamente e fu vittima di una Doppiasberla.
Misty sorrise richiamando lo Shellder sconfitto “E’ raro incontrare allenatori che sfruttano la capacità dei Clefairy di immaginazzinare la luce lunare.”
“E’ abbastanza normale.” Rispose Giuls “Durante il giorno la consumano dopo soli pochi salti.”
Misty sorrise ed aprì la piscina mentre mandava nuovamente Starmie. Il Pokémon Acqua passò immediatamente all’offensiva ruotando rapidamente. Clefairy provò a rispondere al Rapigiro con Doppiasberla, ma lo Starmie ruotando quasi non ricevette alcun danno prima di urtare contro contro Clefairy scaraventandola via. Questa volta però Giuls grugnì nel vedere il Pokémon Normale atterrare pesantemente “Non avrei dovuto consumare tutta la luce lunare.”
“Come immaginavo. L’hai consumata per attaccare, il che significa che non può usarla per rallentare gli impatti col terreno. Una mossa audace che ti ha ripagato contro Shellder, ma adesso...” Starmie sparò un Bollaraggio e Clefairy fu scagliata via nuovamente cadendo a terra, si rialzò ansimando pesantemente.
Giuls annuì “E va bene, giochiamocela.” Rispose e Clefairy annuì. Il suo dito si mosse rapidamente a destra e a sinistra e... una grande quantità di terra le copri un piede, che ebbe una forma simile ad uno zoccolo e caricò. L’impatto danneggio Starmie il cui nucleo ora brillava di verde e blu, ma un successivo Bollaraggio la fece volare indietro sconfitta. Nonostante tutto, Giuls sorrise. Il Metronomo poteva tornare utile in certi casi. Era chiaro che l’impatto aveva causato danni a Starmie.
Sospirò e schierò Ivysaur che prese il posto di Clefairy.
-
Ivysaur entrò in campo guardandosi subito attorno, nell’acqua, per concentrarsi immediatamente su Starmie. Il Pokémon Acqua era chiaramente danneggiato e ad Ivysaur parve anche sorpresa a giudicare dai suoi movimenti, sebbene non ne fosse certo. Gli Starmie erano tra i pochi Pokémon che non comunicavano parlando o usando la telepatia e capirli è spesso difficile, ma il bagliore verde e blu del suo nucleo potevano dare dei suggerimenti, tuttavia, la gemme divenne rossa e Starmie sparò un massio getto di Bollaraggio. Ivysaur ignorò l’attacco semplicemente incassandolo piantando le sue liane sulla piattaforma, per poi attaccare lei stessa colpendo Starmie ad un fianco con Frustata. Il Bollaraggio cessò ed il nucleo del Pokémon brillò di giallo. L’uso di Ripresa fu evidente, ma Ivysaur sorrise e basta ‘Meglio, altrimenti sarebbe stato noioso.’
Caricò in avanti per passare da una piattaforma all’altra, poi si scrollò. Sorrise nel vedere le Foglielama, al Pokémon Erba piaceva come appariva quella nuova mossa, e l’impatto fu sufficiente da rendere Ripresa quasi del tutto irrilevante, quasi. Lo Starmie si reggeva ancora e la gemma divenne blu ed attaccò con Bollaraggio.
Guardò Giuls mentre fu scagliata indietro, l’allenatrice sembrava nervosa, ma le sorrise. Ivysaur le ricambiò il sorriso ‘Bene, si fida ancora di me, anche se è nervosa.’ Pensò Ivysaur. Atterrò su un fianco ed usò una liana per rialzarsi per poi attaccare di nuovo con Frustata, l’attacco si avvinghiò attorno ad una delle punte della stella marina, per poi alzarla in alto e sbatterla a terra. Il nucleo della stella brillò di giallo poco prima dell’impatto e si rialzò, dato che Ripresa aveva attenuato il colpo. Usò ancora una volta Foglielama, ma queste furono fermate da Bollaraggio. Alcune foglie riuscirono a colpirla, ma non fecero i danni che Ivysaur sperava. Guardò Giuls, l’allenatrice diede un altro segnale ed Ivysaur sospirò, non le piaceva quella strategia, ma sapeva che era necessario usarla ‘Non l’avrei mai fatto prima. Sto davvero cambiando grazie a lei.’ Pensò prima di caricare di nuovo. Usò nuovamente Frustata, ma Starmie se ne sbarazzò con Rapigiro, ma ciò faceva parte del piano di Ivysaur. Caricò contro lo Starmie mentre usava Rapigiro, e facendolo, la portò dentro il raggio d’azione del Paralizzante che Ivysaur aveva appena rilasciato dal suo bocciolo rosso.
La gemma di Starmie brillò di viola quando il Paralizzante ebbe effetto, ed i suoi movimenti divennero lenti. Ivysaur, senza esitazione, usò ancora Foglielama. Starmie cercò di rispondere brillando di nuovo di giallo per usare Ripresa, ma il suo corpo pareva non rispondere al comando. Ivysaur sorrise e si piegò all’indietro, per scaraventare in alto Starmie e farlo schiantare a terra su una piattaforma vicina. Prima che Starmie potesse rispondere in qualsiasi modo, le Foglielama lo colpirono, sconfiggendo il Pokémon.
-
“Wow.” Disse Draconix.
“Gi ‘wow’riassume bene il tutto. Ivysaur è dannatamente pericolosa adesso.” Rispose Raziel “E pensare che l’unico vantaggio che avrei è che Gastly non può essere afferrato con quelle liane.”
“E Charmeleon può bruciarli. Ma non penso che Fearow possa gestirla però.” Aggiunse Draconix guardando Misty complimentandosi con Giuls e porgendole la medaglia “Dunque, quando pensi di affrontare la Palestra?”
“Domani o dopodomani.” Disse Raziel “Perché?”
“Perché io lo faccio domani mattina.”
“Ne sei sicuro? Charmeleon...”
“Ho Fearow. Probabilmente possiamo farcela.” Disse “Inoltre, Blu ci è riuscito due settimane fa circa, mentre Giuls l’ha sconfitta oggi. Non voglio restare indietro.”
Raziel sorrise “Certo che Blu sta proprio avanti.”
“Già, probabilmente ha già preso la terza medaglia.” Rispose Draconix “Stamattina mi ha inviato un messaggio da Zafferanopoli, dicendomi che avrebbe sfidato la Palestra.”
Raziel annuì “Beh, immagino che dovremmo complimentarci con le ragazze per poi allenarci se vuoi sfidare la Palestra domani, andiamo.”
E detto questi, i due lasciarono i loro posti per andare incontro alle due allenatrici.

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