Four souls

di Slane999a
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio ***
Capitolo 2: *** Sarà una lunga storia ***
Capitolo 3: *** Sì comincia ***



Capitolo 1
*** Inizio ***


<< Oggi è il giorno >> disse un giovane ragazzo, sui 15 anni, con i capelli rossi e una camicia bianca.
Il ragazzo era seduto su una scrivania in mogano e sembrava cercare qualcosa. Ad un certo punto trovò un piccolo foglio con una grafia quasi infantile, lui sorrise e lo mise nella sua tasca. Sì alzò e afferrò un capotto nero, abbastanza logoro, e una borsa di monete, dopo di ciò uscì.
Il ragazzo camminava a passo svelto come se avesse fretta, e nella sua avanzata vide varie cose, ma solo due attirarono la sua attenzione.
La prima mentre camminava per la “strada delle regioni” vide un banditore che proclamava una ragazza con le ciocche bionde e una pelle pallida, incappucciata per non far vedere il suo volto, armata di una spada lunga e grossa, come la miglior lottatrice di tutta “Voldivar” e forse era veramente così. Qualcuno udite quelle parole si fece avanti senza timore, per essere steso due secondi dopo dalla stessa ragazza con un solo pugno. Successivamente la sua attenzione fu attirata da un manifesto che riportava una taglia di cinquemila voldier.
La taglia era di un elfa, “L’arco biondo” era il nome che si leggeva, anche se alcuni preferivano chiamarla “La disgrazia bionda”.
Il ragazzo dopo un lungo percorso arrivò davanti una casa non troppo appariscente, ma non trasandata, con tre uomini armati di spada alla porta.
<< Se non erro questa è la casa di Matius >> sussurrò il ragazzo per paura degli uomini. Mannaggia a lui gli uomini si voltarono e con aria minacciosa dissero in coro:
<< Dov’è Matius? >> il ragazzo balbettò per qualche istante, prima di sentire una voce.
<< Sono qui marrani >> urlò una voce abbastanza giovanile.
Tutti si girarono e videro un ragazzo intorno ai 16 anni, con dei capelli neri, indossava un corsetto grigio e nero, mentre i pantaloni e gli stivali erano completamente neri e logori.
Nella mano destra impugnava una spada con una guardia a braccia dritte, il pomolo rotondo, il manico di legno rivestito con una fodera blu e infine la lama era lucida e lunga non più di 50 cm.
<< Eccoti bastardo, devi 10.000 voldier al capo >>
Il ragazzo perse il suo sorriso spavaldo che si trasformò in una smorfia.
<< Pagherò quando avrò i soldi, ora andatevene >>
I tre lo guardavano con un’espressione furiosa e così presero il ragazzo con i capelli rossi e misero la lama contro il suo collo.
<< Allora pagherà il tuo amico >> il rosso voleva controbattere ma Matius disse qualcosa:
<< Lui non ti teme potresti torturarlo per ore, ma lui non dirà mai una parola, è troppo tenace >> il rosso iniziò a sudare freddo, mentre uno dei tre uomini mandò gli altri contro Matius.
L’uomo avvicinava sempre di più la lama al collo del rosso, ma sì sentì un tonfo i due si voltarono per vedere gli scagnozzi a terra con lo stivale di Matius in faccia.
<< Ti conviene scappare, prima che usi la magia >> Matius schioccò le dita e una piccola fiammella spuntò.
Le mani dell’uomo divennero un tremolio, tanto che la lama gli scivolo dalle mani e scappò urlando.
<< Dannazione usa la magia! >>
Matius si avvicinò al rosso e poi chiese:
<< Stai bene ragazzo? >>
<< Tu sei Matius il cacciatore di tesori, ho bisogno di te >> rispose il ragazzo.
<< Calma, non so neanche il tuo nome >>
<< Oh, certo, il mio nome è Red >>
Il ragazzo non sprecò fiato per ripetere il suo nome provò a fare una domanda, ma la fiammella accanto a sé si spense.
<< No la polvere magica è finita >>
Il rosso lo squadrò e si accorse che le dita delle sue mani erano rosse. Intanto gli uomini a terra iniziarono a svegliarsi.
<< Cavolo è finito anche l’effetto del sonnifero >> il cercatore prese il rosso per mano e andarono dietro la casa.
Gli uomini si svegliarono e videro la spada del loro compagno e della polvere.
<< Ha ridotto Bolss in cenere >> gridarono prima di scappare a gambe levate.
Il cercatore tirò un sospiro di sollievo e dopo andò verso la lama.
<< Quindi non sei un mago? >>
<< Ascoltami, i maghi non esistono ho solo usato della polvere magica >>
<< E la tua spada? >>
Il cercatore lo guardò e con aria infastidita rispose:
<< È solo ornamentale >> mentre lo gettò via << Ma questa no >> afferrò la spada vera.
<< Comunque per cosa mi cercavi? >>
<< Per la ricerca di un tesoro, in fondo tu sei Matius Zaltis il cacciatore di tesori >>
<< Non conosci il l’altro sopranome, vero? >>
Il ragazzo negò.
<< Volevo il tuo aiuto per trovare il libro di…>>
Matius sì paralizzò.
 
<< Angolo dell’autore >>
Ecco il primo capitolo di questa piccola storia.
Vi invito a commentare se avete consiglio o semplicemente dirmi cosa ne pensate.
Infine mi scuso per possibili errori di grammatica.
 

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Capitolo 2
*** Sarà una lunga storia ***


<< Ascoltami no >> dichiarò Matius.
Il ragazzo lo guardò sconsolato prima di parlare:
<< Ma perché? In fondo tu sei un cercatore di tesori…>>
<< Cacciatore >> interruppe lui.
<< Fa lo stesso, perché non vuoi andare alla ricerca del libro di Balta, non credi nella sua esistenza? >> domandò il rosso. Il cacciatore lo fissò con uno sguardo severo.
<< Se non credessi nelle leggende non avrei il diritto di chiamarmi cacciatore >> il rosso abbassò lo sguardo dispiaciuto, mentre il cacciatore rientrava in casa.
 Lui sospirò e sì diresse verso casa, passò da una strada poco trafficata, infatti nessuno era presente lì, “Ma perché non vuole accettare? È un cacciatore, pure conosciuto” rifletté il rosso in cerca di una risposta.
<< Mani in alto >> strillò una voce rauca. Il ragazzo non terrorizzato, sottolineo non terrorizzato, si voltò e davanti a sé c’era un uomo, con vestiti logori e una spada in mano.
L’uomo si avvicinò a passi larghi, il ragazzo non sì mosse di un millimetro.
<< Dammi le monete che hai >> ordinò l’uomo, cercando di terrorizzare il ragazzo. Ma lui, impavido come era…Scappò, l’uomo però non si lanciò al suo inseguimento, infatti due uomini spuntarono da un angolo e lo presero portandolo al cospetto dell’uomo, che con il volto adornato da un sorriso beffardo disse:
<< Pensavo sarebbe stato più facile, ma ora, che hai esaurito la mia pazienza, mi toccherà essere…>> l’uomo prese una piccola pausa. << Cattivo >> preparò la spada e con un colpo preciso iniziò l’affondo.
Perché tutto a me?” pensò il rosso disperato, ma in quel momento attorno a lui sì generò una piccola cupola rossa, appena la mano dell’uomo entrò si bruciò insieme alla spada.
<< Ah! >> urlava lui dolorante, i due andarono da lui e spensero il fuoco.
Il ragazzo rimase lì, ignaro di ciò che aveva appena innescato, l’uomo si alzò e con lo il volto pieno di terrore esclamò:
<< Un mago, andiamocene >> i tre fuggirono. Il ragazzo guardava incredulo e spaventato le sue mani, cosa era appena successo? Perché l’ha fatto proprio lui? Mentre continuava a porsi domande, una figura dalle orecchie a punte l’osservava da lontano…
 
Il giovane cacciatore entrò dentro quella casa, per trovarla scura e sfoglia, infatti la casa non possedeva altro che un tavolo di legno con tre sedie, ormai logore, un piccolo comodino e un letto dove era poggiata una donna dagli occhi fasciati da una benda nera, i capelli erano bianchi e la pelle pallida.
<< Matius, sei tu? >> domandò lei con voce rotta.
<< Si mamma sono io >> sospirò il ragazzo avanzando verso la donna. Appena giunto davanti al letto prese una sedia e si sedette in modo che potesse vegliare sulla donna.
<< Matius, cosa c’è che ti turba? >> Il cacciatore esitò un attimo prima di rispondere.
<< Un ragazzo è venuto a propormi la ricerca per il libro di Balta >>
<< Vai allora, forza all’avventura >> consigliò la madre dopo un colpo di tosse.
Matius subito si alzò e con voce cupa disse:
<< Mamma, come posso lasciarti sola? Non hai neanche più papà e se…>>
<< Non farai mai nulla se dici “se” ogni volta, essere un cacciatore di tesori è il tuo sogno e lo so benissimo…>> la donna tossì di nuovo << Io ti ho fatto per vivere, non per farmi vivere a me, va libero, senza catene >>
<< Non è vero io voglio solo occuparmi di te e…>>
<< Lasciati toccare la fronte >> interruppe bruscamente la donna. Matius non fiatò, avvicinò la fronte che fu toccata dalle mani della madre…
 
 
Il rosso era ancora sconvolto da prima, doveva andarsene di lì, ma una figura dalle orecchie a punta spuntò da un vicolo.
<< Tu. Ho visto cosa hai fatto >> la figura dalle orecchie a punte non sì rivelò altri che un elfo, anzi un elfa, dai lunghi capelli biondi che però mostravano una parte delle sue orecchie appuntite, inoltre la bionda era armata di un lungo arco nero, che stonava soltanto con i capelli, visto i suoi vestiti completamente neri. Il ragazzo era sorpreso, ma anche spaventato di farle del male.
<< Vattene ti prego, non voglio fare del male anche a te >> l’espressione della ragazza non cambiò, e si diresse verso di lui. Il ragazzo cercò di mantenere la distanza, ma non era necessario visto che l’elfa si fermò da sola.
<< Ho bisogno del tuo aiuto mago, in fondo sai chi sono >> disse la biondina con tono sciuro di sé.
Il rosso deglutì:
<< Sei una ricercata >>
<< Anche tu, non penso che quei tizi di prima staranno buoni e calmi con un mago in città >>
I maghi, non erano persone ben viste in città o da qualche altra parte, erano considerati colpevoli di un sacco di crimini anche mai commessi. E tutto ciò perché usavano un potere per altri incomprensibile.
<< No >> la biondina cambiò espressione, era furiosa…
 
Matius, dopo che le mani della madre raggiunsero la fronte, sì ritrovò in un posto insolito, tutto blu e pieno di celle, l’unica cosa che non sembrava appartenere al quel posto era una donna dai capelli lunghi, appena Matius la inquadrò chiese:
<< Mamma, perché ti infili sempre nella mia testa? >> la donna ridacchiò.
 
 
 
<< Angolo dell’autore >>
Eccoci al secondo capitolo, spero vi sia piaciuto, anche se corto, vi invito a commentare, mi aiuta tanto e mi fa capire che la storia vi piace. Ovviamente mi scuso per possibili errori di grammatica e punteggiatura, e infine ciao e ci vediamo al prossimo capitolo che non temete sarà più lungo.

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Capitolo 3
*** Sì comincia ***


Mentre il cacciatore di tesori teneva fisso lo sguardo sulla donna ella sorrideva.
<< Mamma, la devi smettere di entrare nella mia testa con i tuoi poteri >> lei rise prima di volgere lo sguardo al ragazzo e con gli occhi sbarrati disse:
<< Andiamo, è normale per me >> il ragazzo sospirò abbattuto mentre volgeva la testa verso il pavimento. << Almeno dimmi perché l’hai fatto >> Sua madre lo guardò negli occhi e dopo una breve pausa disse:
<< Matius, ti ho portato qui perché dovevi vedere alcune cose >> lei indicò le gabbie da dove sì potevano notare alcune teste.
<< Figlio, quelle sono le tue ambizioni >> le mani del cacciatore tremarono.
<< E sono in gabbia per colpa mia, questo già lo sai >> ebbene si, Matius aveva rinunciato ai suoi sogni per prendersi cura della madre. Visto che suo padre…Non ha senso parlare di lui adesso.
<< Matius, cosa scegli? Vuoi restare con me e farmi vivere qualche mese in più? Oppure staccarti e realizzare i tuoi sogni? >> lui rimase immobile e con un colpo d’occhio vide il volto della madre. Era malinconico e sì leggeva sul suo volto la tristezza. Balbettò per qualche secondo prima di rispondere:
<< Mamma, io andrò ma voglio che tu prometti una cosa…Non morirai fino al mio ritorno >> dichiarò con voce solenne. Lei annuì e dopo tutto quanto intorno scomparve. La donna tossì di nuovo.
<< Mamma, non dovresti usare i tuoi poteri così >> la madre alzò gli occhi al cielo...
 
Red era ancora preoccupato davanti a sé un elfa abbastanza infastidita.
<< Sai che le guardie ti daranno la caccia vero? >> lui non rispose.
<< Mago, sappilo sei fottuto se non mi aiuti >> sì avvicino rapidamente e con un con girò arrivò alle spalle del ragazzo, gli puntò un coltello alla gola.
<< Vuoi ancora rifiutare di aiutarmi? >> lui sì divincolava ma niente.
<< Ultima possibilità, ti unirai a me? >> ormai aveva perso le speranze e se voleva salva la vita doveva dire un semplice parola, allora con il poco coraggio rimasto nel suo piccolo corpo rispose…
<< Elevalta >> una freccia centro il muro sfiorando il viso della ragazza. Due uomini uno armato di spada e uno d’arco erano arrivati.
<< Bal, non siamo guardie siamo cacciatori di taglie >> sottolineò l’uomo armato d’arco. I due risero.
<< Allora arrenditi o dovremmo usare le maniere forti, e magari chi sa potremo anche divertirci so che le elfe sono…>>
<< Ah….>> un urlò interruppe il suo discorso. Tutti erano sorpresi.
<< Vi…>> lui provò a voltarsi ma una lama lo trafisse nel petto e dopo il suo cadavere cadde a terra macchiando tutto di sangue. Una figura incappucciata sì mostrò alle spalle dell’uomo, la spada che portava con fierezza nella sua mano sinistra era sporca di sangue.
<< Chi sei? >> chiese Red, ma l’elfa ancora prima della risposta della figura fuggì trascinandolo. Appena scampato il pericolo lei urlò:
<< Che ti salta in mente idiota? Perché non hai usato la tua magia? >> era spaventato davanti alle sue grida, le gambe gli tremavano.
<< Rispondi >> ordinò. Non sapeva cosa fare lui non era veramente un mago ma cosa sarebbe successo se l’avesse detto? Di certo non voleva scoprilo.
<< Per la magia ci vuole tempo e non avevo abbastanza >> lei posò il coltello nel fodero e sì accigliò.
<< Voglio crederti…Come ti chiami? >>
<< Red >>
<< Bene, Red ti credo ma la prossima volta che non usi la magia…>> non completò la frase ma non c’era bisogno, lui era già abbastanza terrorizzato.
<< Bene, come primo passo dobbiamo uscire dalla città >> Red deglutì, scappare dalla città con una ricercata? Cosa direbbero i suoi antenati? Non era sicuro di volerlo sapere..
 
Matius sì stava preparando, prese tonici, ungenti, pozioni, tutto ciò che poteva portare dentro la sua borsa.
<< Allora, cure ci sono >>
<< Ungenti contro le creature presenti >>
<< Bene mi sembra tutto pronto >> andò verso la madre e disse:
<< Ho tutto pronto mamma, ora devo solo trovare quel ragazzo >> lei fece un cenno di avvicinarsi e con la mano gli sfiorò la guancia, era proprio come suo padre, l’unica differenza è che lui era un bugiardo.
<< Non hai tutto figliolo >> sì soprese, cosa poteva aver dimenticato?
<< Guarda sotto il letto >> Matius poggiò la testa a terra e vide che sotto il letto era presente una botola. La madre, con fatica, sì alzò e lui poté spostare il letto, Subito le sue mani andarono alla botola e appena l’aprì trovò un scrigno.
<< Mamma >> la madre lo zittì e lo convinse ad aprirlo. Non perse tempo e vide il contenuto. Un pugnale con una guardia dorata e un pomolo rotondo il tutto su un manico bianco con un’incisione “Vi” nel linguaggio degli elfi voleva dire sogno. Accanto al pugnale c’erano dei guanti verdi piuttosto semplici.
<< Tutto questo era di papà >> lei allargò le labbra in un sorriso.
<< Appunto era, ora è tutto tuo. Vai e trova la tua avventura >> una piccola lacrima si fece strada nel suo volto mentre sì fiondava nelle braccia della madre.
<< Mamma diventerò un grande cacciatore di tesori >> lei rimase in silenzio mentre avvolgeva le braccia attorno al figlio.
<< Ora vado, prometti…>>
<< Non morirò tranquillo >> entrambi sì guardarono negli occhi e dopo Matius lasciò la casa ignaro di ciò che sarebbe successo.
 
<< Angolo dell’autore >>
Ecco il nuovo capitolo sperò vi sia piaciuto e vi ringrazio per aver letto, mi supporta il fatto che leggete anche se qualche commento non sarebbe male, accetto anche critiche costruttive. Detto questo vi saluto e alla prossima, mi raccomando commentate.
 
 

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